GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1888 VOL I

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GIORNALE MEDICO DEL

R: ESEllCITO EDELLA R: ~IARINJ\ VOL. I Anno XXXVI.

\"OGiiEIU 1:.\KI.O TINI '"'HO !JEI.LB LL. )Ili. Il. l\V. K LA llt:vl!\ \

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MEMOR.IE

OR.:IG:INAX..I

LA SEZIO~E DI S.\NITA PEI\ LI:

TR. UFFE IN AFRICA CONSIDERAZIONI E PROPOSTE l>!.- l

TTOII&

s . au::t D A JUGGWRI: 'IIL:fliCO

T. \llorchè ginuse in I talia la notizia tlell'el'fliro COIIJllatlimenlo ed eccirlio dei nostri a Dogali. l'opinione dell'immensa maggiorant.a della nazione ehùe nel Pat•lameoto un gl'ido unisono per la risros~·a. Diciamo uni~ono pt>rchè qualche espressione dbsonnnte non :.en i ad altro che a mav~iormente far ri--allare. anche fra fii oppositori del go ferno e ~~~ nHer:::ari ~tessi della l'olitica eoloniale, che una naz.ionP. gim an e com P la uo~ttil e che deve mantenerP il posto, cui lm dirillo fra le più grandi. non pole\ u restarsene indifferente, toglientlo in pace lo !'Cat•ro ~uLito, non ostanle co~i magnanimo ~acrificio di file, dalle no!'lre arm1. Se;:tui allora un \èro dilu,io di Jllthhlicazioni in forma di opu-wli, di leuere, di a!'licoli di giornali; nelle quali fu discussa l'organizzazione che si sartol•be do,·ula dare al CQrpo di spedizione e, prefisso l'obuielliYo delln rampagoa, la condolla della guerra e i modi di comllallere. Le cognizioni de..Ji uomini del mestiere e la fantasia rlei di!ellanti troYnr·ono hlr,:.to rarnpo ad esercitar:.i. Chi potesse e Yolesse raccogliere


I.A SEZIO~E 1JI sANIÙ

qn,liJlo fu pubblicato, e le proposta non meno numero e che, in rin cmttitlm:ic~l~. furono man.latc aJI,, superiore autorità militare da recclli soldati. da t:iagyirttori che ri.ssero a l'l'I!JIJ in l'ae~i n{l'irrmi, ila si11cui rzmici dr:ll'/talill, farelthe un volume degno della pii~rtltn meditazione e dello studio d'un emi· nenie frenolo)!o c Jl'ichinll'll. naJI'e,posizione rlll/lfllettl di un piano di guPrra acl 11'0 iJ,~I ~euernle in capo, le prop(•"le ;;cen,Je, ano n tra ILare di lnlle le sin 'O le condizioni verosimili . o \Cl c. d'nnn campagna, cou oiTerle di nuore nrmi e di D)lO\ i modi di ··omh tllt't·c. c anche di nuovi mezzi d'alimeutazioue, tipo Jiqun1 o Su··ri, e:.perituentali. diceYano. dal pmponente. dd quali il soldato potè l" portarc:nelln ta~capane la quanti t,, [tastante pet· un 111e,c almeuo. Tr·anue una dozzina ··irca. Ili unguenti e l' !l,,tm i mirarolo,j. o!?nnno dei tpnli ha5l:t\ a a gua· rirouna qualunque ferita d'arma hinnca o da fuoco in pochi::.~imi ,!!iomi. rendeudo inutili' •{ltabin:.i altro mezzo di medicazione e potendo. perciò, fur ridurt·e n meno della mt-tl• l'eiTettivo del twrsonale s;lllitarin, uou fu falla. t;lre si :;appiu, oltrn proposta cÌI\'a il en i zio sanitario dPII:l 'Petlit.ione. Jlase fo-. ..p "'Lato dato ad e5arninare all'uuher:;alìtà, non dei dilellanti enciclopedir.i di o..;ni qunlnntJllt' 'eni1.io militare. ma clitjuei .:oli che hanno cono,ceuza delle dbcipline medico-cbinar~iche, il IJUe.;ito: come do\ •·ebbe (11'0\ 'l>der.. i ai bi,opoi del :::en izio sa· nttario delle truwe iu' iate iu .Hricn! - o anche que,t'aJtro meno 7ent•rale: tJnalt> form t?.ione in per:;onale e in materialù pel' :n medicazione l' il tra~uo1·to dei malati e ferili doYrebùe e'!>l!r data alla :;eziooedi ~anitìt'! - non >'h.t 1lubbio che alla m.tf!J.!ior·an7~\ di esi\Ì In soluzione sarebbe ..;;erubrata delle piu fa~'ili ed appena dn)!na di qunlcl1e orn di stndio per rompi la re le note dOJ<li oggetti ocr<HTcnti. Ah biamo 'oluLo, per· prora, pre,;entan! il secondo quesito a rari coll•!!ht e disrorTerue con loro famiglianneole o. l'tJme :.i dice con frase d'uso, pnL()


PER I.E TRUPPE 1:-1 AFRIC\

rispeuu~a. a~~cademicamenle;

e dai ragionamenti falli abbiamo riportata questa generale impressione che. non polen,lo ne:>~UOI) parlar per propria esperienza. coloro rt.e aHwnno maAI-'io1· conoscenza della poca largheua che può dar:-i alle .-~izt:OZI! llel $e n izio ,anit..'ll'Ìo in un e:>ercito de:;tioalo :tù operare in nn terreno P con1ro nn nr.mico Lauto ditTer·enti Ila q nel! i eontro i qnaligli est•rriti PuropPi ,;oo preparati ~emprc a comhauere, trov:t,·ano !Jen difficile prononziar:>i senza un lunfO ed accurato sturi io; gli altri, iuvece. cui qttella !<peci alo nozione f::u:em difello e che credevann pole<:-;e il .;errizio sanitario e· ,.plic:tr"i in lnlla r e,.ten,.iooe o con tulli i mezzi. che )\i reputano piit acconci alla cura etl al lrasporlo dei feriti, non rico~cev:wo e~serr.i nltt·a :-eria dirtìcoltà che il procnrarsi nel ri:;lrello tempo concesso dalle circostanze 11uei tali meui cbe preùilige\'ano . .Hiìnchi• non si nbhia a c1·edere che questa smania d'improvYi~are sia un privilegio esclu~ivo della imma~_ri oativn italiana. ,ar.\ bene a~ginngere suh110 che non man,.a nrmmeno nel piit positi>o dei popoli europei, l'inglese. fl più noto e rorse il piit eminente 1lei genPrnli che nlihia cllndollo 1111P.rre ~o otro nazilJni seh·n).!ge, il Wobt'ley. in nn libro che nnt>mo occ<hione di citare altre >oh e iu queste nole ( l). diseorrendo dell' organizzaJ.ione delle at·malt• contro popoli barbari, fn. a proposito del ~on·izio sanitario, t[ues.te considerazioni. (! Il generale a cui l:l oazion~> nfU da l'inr.arico di fare il piano ... delle operazioni da intrapren1lersi, dorri1 aYer cura di di<< sprwre che il numero dei fel'iti e malati, ai qunli bisognerà c pro' redere, ~i:\ convenientemente cakolato:~el far ciò e~li ~ terdt ronto tlei mi).!liori pareri medici circa il clima e le ma« lauie pre\"alcnli, ma C;!li do\ rit però hen _guardarsi dal p~>r-


l.\ SF./.10:'</K 01 SA~tT.\

« :nette1·e che un t nel it:olu~u uffidnlemedico tenda a trasformare « la truppa npernnte in nn vnsto treno di portatori. e il totale •< dei trasporti che r•o~"ono arersi, ,, adoperarsi, in un con« roglio tli ambulanza. Si don-n nn n prendere llllle le preran~< zioni e pro\ vedere n qualoniJIIP. prohaltile contingenza, ma << M-i tacendo, no11 do, ra mui perder~ i di vi,-ta il lato pra« tico. »

E poco oppre"o: « l .o cltrnnpag11t in ghiaccio -areLhe 'enza alcun dubbio in << mezzo nl d~ erto una mirabile metlicina. ed io ho conosciuti << ufficiali meli ici r. he propone' 1100 assordita di tal ;renere; ma •• ;-.e voi Yi ~forzate di p•·u,.,.,.dcre ai rostri malati e ferili in << una campngnn nel 1le-erto nel modo ~tes>:o cbe fare:>te in «una ~-:uet-ra in Eurupn, finireste por rendere impossibile In « vostra propnsla ,;pedizione ..... Ln mia pt•opria esperienza u mi fa dru·e il se~nwntP w n!\iglio: ascoltate attentamente tutto u riù dte :.rli esporLi avranno n dirvi, fate quinru uso della " vostm p•·npl'in e~perienza militare e delle cognizioni rica,·n te 11 dalla .;torin e fin .Jon.l i• possihilo da annlol!lle imprese, f' ~ Yenite poi 11cl una lranc:azione f1·n ciò che l: desiderabile e « riò che ~ f.tllihile. » le cou~itlerazioui e il COJbi;;lirl ùell' eminente uomo di ~·nerra in:;le,e .;mw dPIIn piit dcmentare rlottrina e superflue qniwli per un capo di :-l:tlo rn:t~.!iore e pèr nn generale comanùant .. in capo; ma ... uonano come un m ,Jto opportuno ammonimento per i direttoti dei -en izi accessori dell'esercito. ognuno dei qunli, per meglio n.;. irurare tl pi'Oprio ~òmpi!o, len,ie nnturalinente ntln~circ dall'orbita in cui de•e per nec;e,,ifà 1·e-tar chiu~(l; ~ proclurranno c:ertamentf> il salutare effetto d'una ùoccin gelata sulle hollenLi fantasie dei dilettanti di guerra e rli IJIUHI!i pensano che, pet· costituire il sen·izio :>ani · Lario rl'uun campagna, unsti rwoporrc ciò che la teoria me-


I'ER LE 1RUl'PE 1:'1 AFRICA

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dico·~hiruq;it·a e l'arte o J"indu,tria che vi si applicano hnnnn

,apulo trovart> di piu perfetti\. o che ~i crede tale nel giornaliero pro~·resso. Tenen1lo ht!n pre~enti 'luelle ma::.:.imc, faccinmor:i n ~ lutliare il pii1 I.Jrevemente possibile l'e~po~to quesito. Il.

Ripetiamone i termini: l)mllc formazione in person.1le ùon:, a"ere In sezione di ~an ila per le Lrltppe del corpo di :-pediziont in ,Hrira? Hi quali mezzi di medicazione e di trasporto per rn:tlati e feti ti t!orrà ('Sser provveduta 1 LI)!Hlil.ione restrJUiva: per la breviti1 del tempo conr ..,..,o alla. Jlreparaziono ( l) e per ovvio rngioni di et:onumia SJ dunà tratTi3 pr(Jiìllo dei materiali che fanno parte delle dotnzinni di moLilitazione, co~L come sono. o :Hiallaruloli nel miglior modo nl nuovo impirgo. \ tjllf!!>la che costituisce una gravi,-sirna ùirficollit se ne ng,iunge un'altra di cliver~a natura, mn nun lli minore impor· tanza. l'er poter fare un calcolo, 'C non e::nltn, uppros,imati\ o della quantità dei materiali di medicazione ùa apprestar,i per la !>t>7.ione e della quantità e qualità dci meui eli trasporto occotTenti per i malati e feriti. -.ar·ebLe ne.:essariu t:ono,cere la forzn della tr-uppa cui quella sarà assegnata, "· ,t• 11011 l'nL· hitllivo ultimo della :;pedizion(', la di~tanza eia ,·ui qne~ta potrà trovarsi dalla base di operazione o tini magazzini di rifornimento per gli oggelli di medicazione, e dagli ospednli o (l) l.'4utore ehi••• l'incarico di studiare h •tUUIIIJIIU oPI Illese di lu&ho •1•1-

l'anno lu rorso, e eon la condizione rhc l ronterillll rrPtluJI necrssnrl p!ilt~ll~rr•J trovarsi alr:1tto ali~< ti li per ra Hne di ~ettembre, uattl Il',..~;~ fo!•r h costltullùlll' del corpo §roeciale delle truppe d '.\frica.


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I.A :>R1.10.:0. E DI ~.\N IT.À

luoghi ùi r.ora pet lo ~gomhro dei mal,tti e feriti. \1 tra~porto di <JilP.sli non si po~sono poi preùi:;p<>IT' mezzi adatti se non sono note le condizioni geografiche o di' inhililà delterrilot·io. Ritorneremo su que:>te difficoltà nel trallare del m·1tcriale da approntare: facciamo per ora notare che qnesla indeterminatezza nella conoscenza delle condizioni di fatto, nelle quali donù operurela ·ezione di sani Là. deve.;,i neces~ariarnente te· nere a calrnlo nello ~tudiare e nJie,.tir•· la o;ezione tiJ•O. per modo rhe e.~.;a si pre~ti ad essere modificnln secondo i bisogni t~ he :;i presumono dorer nascere dall'impiego che le sal'i1. dato qunndn lulle quelle t:ondizioni saranno !'late determinale. Con·'Ci!Ue tli\ riò r.he una form:tzione prcstahiliLa ed unica non può dar~i alla sezione; de,·e poter prendere qut:lla cht' ~Mri~pnnda alle net·e~"itit delle operazioni milihri tln t•,egmrst. Il òoterminarnc i ptu·ticolari dovrebbe quindi esser lasciato nei sin~-:oli casi al tlirellore dei set'\ iz.i san iLari .aHi ne. hl• sotto la ~un re~pon­ ~abililù. doP<' aver nce' nlo da! capo dt st..•\lo maggiore le nece,•aric informazioni e presi !!li opportuni eoncPrti, po,~a eoorcliuare il suo st•n izio agli altri del t•orpo di spedizione Se H Ile compagnie di sanit:L di questo fo,.sc dato un elTelli'o di nfliciali medici c ùi truppa in numeto tale che, oltre ni bisogni clel 'ernzio degli o-p~dnli e delle infermerie sLahiliti alla hn~e di operazione, ne rc ... t;~s"c a sufficicnz.1 per costituire il per::onale dei riparti di ~aniti1 al seguito delle tl'uppe che marciano; :-e gli oggeui di metlil'azione e i medicinnl1 fossero dispo~ti in G.'t~;;e o cof.lni pe1 modo da poterne da1·e una quantit:t proporzionata ai presunti bisogni delle truppt•:-te.~"e; e se fos,.ero preparati tali e t:mti mezzi di trasporto per feriLi che ~e ne potesse assegnare all'occorrenza il numPru e la specie suflìl'ienti. con lo ste~so criterio u~uto nello stabilire il personale e gli oggelli di medicazione, sarehbe ben facile ul diretlore di sanità di rormare la sezione o le ~ezioni nel modn cbe le ci1·costaoze


l'Ril Lf. Tltl! PPK IN AFil! CA

fo:.sero per e~ige,.e. Senonclu., non pnò es;)ere consentita negli ordinamenti mililari questa liiJertit sconfìnnta di nzione al capo di un sen·izio dipendeute. senza acrrcscere al di là del ~u:-to la sua reo.ponsabilità, t'(lll pericolo di vedere ~or~ere ~l'inconvenienti accennati dal generale Wolseley nel passo sopracìtato; ed é poi di necessità indispensabile pel comando in capo, pm·chè possa dare con ccleritit e pt·ecisione le disposizioni per la formazione e l'equipaggiamento del corpo destinalo ad una determinatn operaziDne, che i servizi accessot·i siena tuui rn~titniti in unilil di formazione conosciuta primn; salvo a modifìcarln Mi v:u·i casi seconclo speciali prevednte esij!enze. Si può ottenere e:nnlmenle la desiderali! adattabilità ni rari ca"i delln ~ezione di sanita ~P. nel costituirla. si segue uno dei due oppo~ili ct·iteri: o formarla di per3onale numeroso. ric'ra di materiali e bastante perciò al bisogno di una divisione. eome le no:;l.re e quelle di qun~i tuiLi r:li eserciti europPi, ma con la condizione che pos,a, •1nando ocrorra, snddividersi in due e più p:~•·ti per a:;segnnrle n reparti minori di truppa: o dare alla sezione un per:;.onnle l'isLrello e un materiale !ili rfi6enle ad un rnpno numeroso riparto organico (o n ordinario r-e~gimento, al massimo); c allestire di fauo t.ante di qneste minori sezioni quanti sono i detti repat·ti organici nel corpo comhaueute. Qneslo secondo sistema è. a parer nostro, preferibile al primo. La piccola sezione antonoma, a\"endo in sè tuili gliele· menti dell'unita. agisce meglio che nn riparto che. sebbene di egual forza, non sia che unn frazione di una pitì grande unità. Quolota la ll'uppa combattente, ossia elle costiluisce il rorpo di ~redizione, fosse maggiore od anche il doppio di quellfl del riparLo organico (reggimento) che abbiamo preso pet· bnse della Iot·mazione deUa sezione di sanità. non sarebhe sempr·e


IO neces~nrio eli ussegn:u·gli due sezioni. ma !Jastereh!Je accr•l-

scerc la dotnz:ione di una sezione ùi qualche corano o cns~a fornita ùei materiali di maggior ··nnsunto, e aumentare proporzionatnmrntt• i meni tli Lr'llsporto. Se ci faccinmo ad c.;aminar~ come dere funzionare il ser' izio .;aoitnt·io, non 't) IO dUI·ante il camLauimento, ma anche nelle rnnrl'ic ··ontro il nemico nelle regioni v>e ùevuno ope· rare le no-tre truppe: oppnririllne,:;lio la convenienza di an•re piccole ~ezioni di !'auit:'t anziche di proporzioni ma:;niori. Eso::o non puù se;.;uire le rcgolt.~ sohle adottate da Lulli gli eserciti nelle gnel'l'l:l ~uropee, mn de'e atlallarsi alle nuove formaziiJni talliche clre le truppe ner~::;.;ariamenLe prendono nelle ~ucrre contro nazioni bnrbnre. Essendo que~ta materia fuori la nostm competenza. c·.rediamo utile di ll'i\llarla t~on cit<~zionr di :;t·rit tori ed nomini di guerra: e preferiamo di ap{)(l?ginrri unicamente nd autor·itil pur·nmente mililari, e non gia a quel In ù( ufficiali medici ane: hc di pro, ala e~per·ienza, percht' siamo convinti che un comandante in capo ùi un Cl•rpo, destinato ad oper·nre in sifTatto condizioni, non fara maì alla direzione del 'ervizio 5anitnriv alcuna conc:e:;sioue. se la cosa richiesta non j!li parrà nssolutomenle uece!'sarin e La le ~cmpre che non rec.hi imbnrnzzo all'nndamenll> delle pr·e:;taLilite operazioni. 'cr·ive il Wul"ele~ (l ): il ~on ~arà mai troppo fm temente iJ!Ipre,-,o nell'animo di •< ogni uflìcitlle che la nostra formazione d t aHacco ùere sol« tanto intender:;.i per e--..;erc applicata conu·o un nemico elle « . . ia nllrettanlo bene nrmato ed nddestr<tlo quanto siamo noi. •< È un peril·oJogo dominario colui eire' olesse adottm·la colll~ uallcndo contro .\~cianti. Znlù, o contro gente come quella ~ che ci trovammo nr~r .~ontro ad ALnJ.Iea. ~elle :;uerre contro (Il Ubro eitato, parte Il.


.

PER LE TRUPPE l~ AFIIIC.\ 4(

Il

nazioni barbare, quanto piu pnlrcte ndollare con ;-;icureua

~< una formazione io linea od allm formazione comp3lla senza

... in<lcltolire indebitamente l'effr>tto de! \OStro fuocu a retro· .. enrica, sarà tanto ma:;giore il 'anta·•gio della , <,,.tra di-~i­ " plinn "u eli un nemico non d~ciplinalo, quantunque cren• tualrncnte più guerriero di Yoi. Le rn.;tre formazioni del."' bono cnnformarsi alla natura dellt! unui del nemico, al .;uo ~< noto modo di combauere. ed al c:ll'altere del paese, nel cJuole "' siete chiam<~ti ad agire. • E più innauLi: '' Pct' le ot·~aniz­ (( zazioni di hrrandi armate. de;linate nel opet-are in Europa « contro e...ercili in eguali condizioni di at ma mento e tl'i,tt·n • • zionc, esistono in tuili i pae,i delle norrne fì.-,-e: ma nonne « analoghe ,ono impossibili per le piccole annate da udope1< rar;o;i contr·o popoli bar·bari o nazioni che sono :~rmate ed Ol'· 1< snnizzatc in modo di\'erso dagli eserciti 1;!\lt'OfH'i, e che uhiu tauo iu Lct·r·itor·i dista n li spro'' isti di rct•ro' ic, non ~olo, ma ~< l1en nuche tli strade orùiual'ie ..... '> Ur·a ti modo di combattere dei popoli =-el\'a~gi contro gl'iu'<Hlenlt e'<Pl'CÌtÌ europei e l'as~'lllo. e la lallÌCil ~olita, J'nct:ercltiameuto; profìllando della loro :superiorità numerica .. nl ne· mico: della perfetta cono~cenLa che hanno tlel proprio territorio c degli ostacoli naturali. Que~ti uhimi, :l""ai ;.:r·ari all'in' a-ore che, 'eguito da carria~tgi o da imprdiutt>•ta di altru ge· nère. deYe nece--~ariamente pet·wnet·e determinati passaggi, 'engono agevolmente superati dni harhari, che non avenllo ,aJmeriP. di sorta, po.;:sono profillare d'o;:ui sentiero, per tlifliCÌie cht• ~ia, usando della mara' i!!liosn ngililì• persouale acqui.;lala dall'es:-ersi abituati a lol!.tre lìo dalla fnnciullezm con la ::elrnggia natura. ()j cotali nccerchiamemi. riusciti con rnnta7gio dei harl•:~ri. \1! n'è più d'un e,;empio nella ~loria rontempOI';tnea dP.gli C'•'r· citi europei, o equipaggiaLi come Mn que~ti (egizianil, rom-


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LA. SEZIONE DI S.\rilTÀ

i.>altentijn Africa, specialmente nel Sudan e nell'Abissinia. Di quesL'ultima ricordiamo la spedizione egiziana del 1187:5, comandata d11l colonnello di stato maggiore Arendrupp, danese, composta di 3200 uomini, che fll circondata e distrulla dogli Abissini verso GllOde~; e quella nostra del gennaio del 1887, e della quale un nfficiale (maggiore Piano) , cbe vi era preseole, scrive: « A.l comuattimenlo di Dogàli, si fot·mat'o no in« torno all'et'oico drappello del colonnello De Cristoforis due << circoli concentrici, il primo dei quali specialmente desLinato « all'allacco, il secondo quasi Lenulo in risena. U ras (Alula) « stava fra l'uno e l'altro, e maggiormente vicino al primo che <l nJ secondo e dirigeva il combattimento». Coatto questa tallica gli uomini di guerra sono concordi nell'indicare la formazione in quadrato, da osservarsi semiJre cb e è possibile, non solo nel comuattimento, ma nelle marcie e nel bivacco. l Francesi ( l) nelle operazioni contro gli Arabi nel sud dell'Algeria; gl'Inglesi nelle marcie e nei combauimenli presso Suakin e nel deserto di Bayuda, nel 188i), seguirono sempre questo sistema, adottalo anche ùai Russi nelle steppe asiatiche. Se il corpo di spedizione era numero!>o, la il) D~NONT. - Guid!l pr11tica per 1(1. guerra in Africa. • La colonna, mar• ~1ando iò quadrato nell'ordine gia indicato, deve esser preparata in ogni mo« mento a sostenere un attacco improVviso; l'ar<Jbo è maestro nel trarre pro• fitto ili ogni momonto di disordine...... QIIAn<io il nemico è vicino, formarsi • secondo i casi, sia in quadrato regolar~, l'in!anteria su due Hle per ogni • rac<lia, la cavalleria all'interno, l'artiglieria divisa sulle faule e gli angoli. sia • io nna serie Ili quadrati o 1;11 formazioni chiuse, scaglionate in maniera a po• lere incrociare i ltJTO fuochi, disposizione più alla mano, e la cui lig.ura • può variare dal cercbio sino al quadrato pt>rfelto •. E aggiunge in nota: • !Jimpiégo del quadrato regolare esige un terreno piano; acca,Jrà "però tre• qilentemente che la lunghezza del campo di tiro sarà diminuita da leggere .. de~•ressloni del terreno, da boscaglie o fratte di CIIi il nemico profitterà con • premura. Attenendosi strettamente al quadrato rigido, a facce continue, sì « ammassano lo truppè, e si orrre un facile bersaglio al nemico, e si rinuncia .. alla facoltà di manovrare e utilizzare la propria cavalleria.


PF.II LF. TRUI'I'E l~ .\FRICA

furmazione di marcia e di comhatti mento adottata fu quella di tli\ idere le truppe in vari scaglioni, che si manleng(lno lungo una o due direzioni a determinate distanze per sostenersi a 'ic~nda e rendere più difficile l'accerchiamento. << ~ pericoloso, scrive il maggiore di stato maggiore egi1< ziano 1\1 ustafa H.amzi, concentr;tre gntn nnmero di trnppe 11 sopra una sola localitit. Cosi operando "i ofTrirellhc modo al 4< nemico di sopraffare e disperdere suhito l'intiera mas.;a, << siccome an-enne alla gente di Baker Pascià, il qua le avendo 1< 'oluto fonnarc. in mezzo atlun vasto campo brullo, un qua· << dralo di i-000 soldati, scelti fra sudanesi, e~iziani e basd« houzonk albanesi, in un allimo vide superato e disperso d « quadrato stesso. Ugnal sorle toccò nel Sudan ad llicks ~ Pascià ». Ammessa come regola generale (eccezioni ve ne saranno, ma a queste si proHede con disposizioni speciali) la formazione delle truppe in quadrato, dorante il comLatlimenlo, che è il momento nel qltale la sezione di sani tà ha ,·eramenle una pt·opria ed efficace azione, il posto di questa t\ naturalmente nel reotro, o quasi, per potersi trovare Yil'ina al Ialo o ai lati, contro i quali si presenta il nemico. Con la dispo,-izione in qut~drato e la compallezza data alle linee delle truppe combauenti, lo spazio cla esse circoscrillo t! nece~~ariarnente t·istretl.o e piccole le distanze clte le separano dalla sezione. I ferili possono perciò essere traspor·tati sollecitamente e dit·euamente dove è impiantala la sezione sen1.a biso~no di passare prima per all1'i posti di medicazione, come il Reyo[(,. melllo snl sel'vi:io i11.querraprescrive. La costituzione, anzit di posti di medicazione dietro le linee rlei comhallenti sarebbe, non solo snpertlua, ma pericolosa per il pet•sonale sanitario e i ferili ei'posli troppo da vicino alle offese del nemico, e, in tal une circostanze. potrebbe riuscire di graYe int-


1.\ St'ZIO~E DI S.\!'ii Ù

hnrnzo ni t'Omhallenti ~le,,j se il lato o l'angolo, dietro cui fus~e impiantato il posto di medicazione •·oi ferili e il proprio mntetinle. ,Jo\ es"e muo,·el'si, o aprirsi per l' esecozionetli ope· razioni tattiche od anche .. ouo l'urto del nemico. Tra i molti ~:...empi che ,j poli ebbero addurre di falli consimili e carnt · teristico qm~llo accaduto nel mai'ZO 18H5 alla .-:pedizione inj.!lese ùi Suakin nel comhauirnento Ji Tu Frik. Cn regginwnto indiano, che co.;.tituira un lato della formazione, sorpre,o, non nocora ben prt>pnmto, daii',Jtt.,cco de~li araLi, si di~ordinu, la· -ci an do penetrare il nemico, che le altre tr·uppe del quadrato drn eller·o re--pingcre senza poter distinguere da es~o i propt·ii purtatori indigeni e i ::.en i: onde molti uomini furono uccisi e fer·it i t! al fno•·odL•i loro compagni. oltre una quantitàgrandissima di animali da ltr•"('Orlo. L'nzione si compi con tale celeritit rhe il primo colpo fu '[Htrntu tlircì minuti avanti le ore 3, e ullc ore :3. 1O fn Cullo Ùal'e il srgnnle di « ce~~ate il fuoco >~. e in questol11·ne tempo fttr•ono ucdsi 1:.>00 arabi. e un t!rnn numero riuHhero ferili ulln (or-w di circa 5000 auaccnnti. Le pcr•lit•• .!•·~l'ruf-le,;i :tsce-ero, fra morti, feriti e disper:ii, a ~ ~~ uomiui. ùei quali piìt di un terzo ~rano :;ervi borghesi o portatori (lullo\\ er,), e UO l rammelli. ~on e:-~(•n•fo conveniente l'impianlo4Ji po,ti dì medicazione, il per,onalt~ medito e il mnteriale del corr,, o dei corpi eh~ concorrono .tlla formazione del quadrato, donà essere lll!ginnto a quello della sezione Ili sanità. Dietro le linee di combatteuti lÌoHeliltero l't!'-ltlrt' -oltanto !Zii aintan~i Ji :.anità e i portoferiti •lei co1·pi per r.•cco!!li~rc i feriti e tra,poJLarli <~Ila ~czione, senza dar loro uhre cure. che quella urgenti~­ ~ima, la cui n1ancan1.l\ portl'l'chhe immediato pericolo di morte, cioi\ l'npJ•Iicnzione di un torcolare nel cnw di grave emorragia. Qnesta 1lel raccogliere c del 1rasport·1re i feriti durnnte il


PER l,t: TRU PI 1E 1:\' AFRICA

combattimento è una que-.tione gravj,,.jma. e la cui soluzione tr·n·a spesso delle diffìcollit da pnrte òei comnn•hnti di troppa, che non po::;sono ,·edere ,·olentieri n;;solliJ.!Iiar:'i le file dei ..:orn· lt.lltCnti validi per soccorrere quelti che non sono piu utili nd momento.:\ on pertanto la sua nece,;,ita s'impone anche ai mc n" hcn disposti. Ecco :,U) proposito ciò che ne scrh e il generale Wobete~· nel 1. i•r.~ .·itato: -< ~elle ;ruerre wn '~'lva!!~i le pro'' iste occorrenti pei « voslrt feriti cosliluiriL una delle piu ~p·nndi Yostre diflkoltà l( t.tllidte eJ ammintslrath e. li selra~gio non l m inquietudini « ùi ,.orta circa i suoi feriti ( l ): s'egli non pen,n per niente n loro ~ 'i c perchè conosce j.!Ìà che ~aranuo lrnllltti hene quando •< cndon~ nellE> nostre mani. memre e:?li affila il s110 coltello « col q nn le intende torturare ed uccidere qualunque dei no~tri <<ferili, rlie ha Ja svenLura di essere lasciato iudielt'O ~enza << protezione. Sei combattere contro un popolo t'ristiano t' <• c:mlc \"Oi potete lasciar cadere dcnunque i \OSlri feriti, si11 .- in1Rarcia, sia in un allacco sulla posizione del nemko. ì'ion « è co:;i nel Sudao. per c,;empio, poichc cola a mi,~urn rh"' fl. 1111 uomo t:adtr;a {~'rito. onde proleggerlo lo si doveva por· <( la re nell'interno di quel ridotto vive n te che i.• il c quadrato » . « Citi impeùi..-:ce qualunque ..apido movimento dorante l'a. zione ed ha un inllnenza demot·alia~1nle su i oo-:tri uomini, « poichè il loro llrrore di e''ere feriti aumenta i.lalt'a,er co · « scienza ùi ciò. mentre la pre,Pnza. immediata fra loro di c.1« dawri mutilati, n10lti dei qnali rirlolli aiJ'e,tl·emo per le (Il !Jur.;la alrermv.ìoue dell'tllustro gent'Tale Inl! l~ e 1oon o) e•atu Jler ~Il Arabi •lei Su,Jan e dell',J.Igeria ed anche toer gli .\bl!!lnl. •ìn~li pof•Oll tra<t•or&.ar!O con loro, nel ritirarsi thl campo di Latt.aglb, 11011 ,ofo i rertb, ma anche l rnortl; e gli AbiNni ~ono in •Ine>ta bi<ogna aiutati <bile loro donue

o da• \cechi elle si accompagnano ai eombattcnli arnne, JOrincipalml!n~, 1.11 ra· Ptotre.


J(j

L\ SKZIO:'iE DJ SA.'\ l l\

"' lor'O r~rite, non si può contare .:.ia il piu adallo mezzo fl\!1' • rinlzare il loro morale •. Ane be più esplicito i· il Onmont (l}: « i\on a rendo l'Arabo alcuua nozione del diritto dello;.:enti, « •\ (}t>l)a piri alta importanza il portar \ia i feriti, e nou con· 1< \iene esitare a sacrifit:are alcuni uomini per salvare un re(( r·ito. Ogni soldato der'es;;ere penetrato da que·to prnsicro (( che . .;e egli cade. tulla la sua compagnia è la pronta per ... :.ocrorrerlo. IJuesta cl'l·teua gli dà una !!l'<ullle contident.n. l{ pe1·chè il terrore di caùer vho nelle mani de..5Ji arabi trat,, IÌ•'OC molli cora"(!'Ìo...i, e l'nhhandonu d'un uomu può dNno· « r.•Jiuar·e un'intiern compa~nia. ~el combattimemo oiTent( ... i\ o :.i de\"e incaricarè i .. o... tegni e le rbeJTe della mi ..... ione " eli raccogliere i morti c i fer·iti; nei comuallimenti in ritiio. rata ~e il numero dei caduti è considerevole, fare un r·itorno « uiTensivo per riprendere la posi?.iom~ o non rilit'tli'Si elw ~< dopo di aYer fallo dirrgere tulti t rerili ~ul convoglio cl'am« l.mlanza; far caricate, e occon·e, uno squadrone tn:rnti ai 11. tirugliatori per proteg •ere ']ne::-la operazione~: tenere in l'i« .;pello il nemico ». \t. biamo anche que la rulLa citato :-.ollanto autorit:t puramente militari, pcrchè snppinmo pet· esperienza e siamo ~on· 'in ti d1e quando si trovano ùi ft·onto c in uno esigenze medtcho e aspirazioni umnnit.u·ie da un lato, e dall'altro esi).!~nze l:tlliche o strategiche, gli uomini di gut>rm, cui spelln infine In decisione. non e~ilerauno mai a sottoporre lll prime alle seconde. Fortunatamente in questo e<l'•tJ Il• une e le altre' nuno tl'a~cordo sino ad nn corto punto; ma non spingiamo. però, L'loto innanzi il nostro ollimi-mo. da credere che ri saraunn fta i ~omandanti di lrupp.t molti che \orranno e:':-ere ro i larghi nella protezione ùei fer·iti, crune fn lo "·riuore franre~e: (l) l.tl•ro citato, capo V: 0J>tnt:loru tttl S11d


PER I.K TBt:t•r& l:\ .URIC.\

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~on pM!'inmo da una pnrtfl rlist•ono~cere r.he sarebbP. una

"rare e pericolosa re;;pon~altililrt per un c.omandante di ripartn, impegnato nella formazione di un quadmlo, il dh•porre che •'~cano dnlle non numet·o-:e (ile nomini armati per fare il :il•nizin Ji porta feriti; Ol' ~aret.lm opportuno. dall'altra pnrtc. di iugrosgare di t.anto l'ol'~anico delle rompagoif' tli -aniti1, da permettere che il nnmer·o <l'unmini da assegnar-i :tlla Sf'l.inne hastasse a fare tutto intioro il ~el'\ izio dei portaferili tlumntc nn cotniHHiimento, lllr.ntre poi non pnlt'f•hht> nere n•lP;!tlltln ~J utile impit·~u nPgli altri periodi di nn.1 longa campa~na. Opioiamo •JUindi che a qneo:.tn .~f'r\""izio polref,!,ero e doHehhero es,ere a,::cgnati prima di ogni altro lotti i militari •li truppa non armati •li rn.·ile, o non eiTt-tti,·auwntP I'OmhallPnli che $i lrovns~cro ... t:\l'e dentro il ltundrnL•LSn,sidiariament~. ~i poll·elthe nnt'he reclutare nn t'erto numet"o d'imligeni per U$3.l'li I'OillA seni A porlnlor·i, a somiglianz:t ùi quanto banno falln gl'lnglr<.i, al seguii(' •lelle trnppf' durante le marrie. per nd;•per:11·li n r:H·r.ogliere e tra:;portare i feriti nei combttimr.nti, -olln I;L rigilanz;• e In guidn clei portnferili ùei corJ.!i e di alcuni inff>rmieri. dati. pel momcntu, dalla :-ezione eli ;;nnit?t . .\oche fra i conducenti militari o indigeni dei .:ammP.Iti n dei muti alcuni polrehhertl e;;,;er" ns;;egnali n questo serri7.io durante il ·~omllallimeulo, non ~'~"•'ntlo tnlli nece~sari. Oll'l\lre fel've l'azione. pel sc>r·vizio •legli anintnli da somn. i quali pet· regoh rcstann chin,i entro il Qll:tdrato e sono legati t' mps.;i in condizione the non i ~ltnnclino e non inceppino i mol'imenli .Ielle truppP. Si 'a che i ratnmelli ..:ono -of!getti al panico (1 ). Con qnc•Lt l) l• IIO~T. op;m titat.1.- • t eanlh c l rn1•1i sono come i c.'Uilmelli so:?getU al {l:l.nko, In rru~..,.., ed è nero:-~ rio t•n>n<l,.rn cl elle pree&ll7.tooi percllò n~ JIOsson.. d•riVIIre conseo;nen1.o "'mvi~-imo; c>Sen1f>(111 lo «t..ln•lamPolo r~un[ll••to inP•pltc:ll(l, n~lL'\ fll!•lùloOOJ •Il ~ni-Raten IP.:thili3) noi t'<:ii. :!

di :!00() ORÌnull t.lel tOU\'Oglio, 3CC.1clntu 111 SP;,uto llll un fl:IIIÌCO


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I.A SIWO.'i.b !Il SA:\ Il\

o ,.,,n altri meui si do \'l'a prm \edere Il. tale importanti'· :-imo Sl'n·izio. J.ICI qu ile no11 "•r••hi1P opportuno nsse!!'nare uu per.;ouole mililnrc fi,,o. L'e:-.amc: della qoe3Lione è tlo !!nu rli tnlla la pontlotaziOIIP òol direllore del sen-izio di :.anita e del c.~po Iii lltlo mnpiore per le disposizioni da prenclt•r,i in nnttlccrlemm: c :-petta al primo di e"i di procurttre cltt:> gli nomini. che .;i douanuo poi impie!!llre come por· tatori di feriti. rir. \a un n tempo quella hre>e istruzioM pratica ehe è Jllll e imi i pen-ni.Jile nl turo urtìcio. Dnllc con id• raztuni fin 'JIIÌ r~pu ... le ci ,;emhra di poter o'OilChiudr•re ~~~O poltt'llhe ; en Ìrt' t)U:tl tipo di formnionc. un;J :-eziunc di ~a nito~, la qnale bastasse ni IJiso~ni ùi n11 ri· parto di truppa Ùt circ.t .:?IJOO uornini, e, all'ocron·enzn di dO\ !'l' sl.'n i m a ripnrti di f<~na maggiore. potesse es~ere pro· purzionnlrnt•nl~ uutnclllalil od anche raddoppiata.

Il l" l' uunlf' uulitnJe.~>ITell ivo e pre:-.tnli:l, :-·trelllte fillln di: ~ ufficinlt merltci, dci quali uno capitano e comandante l.t ,.-zionc, l'altro ~ uhaltcruo; l furierè. o "ergente, 1'11 • fo.-e nnciJe incaricato nella coni l1iltt't cd ammm• tr:~zwne: ~J n111tant• dt snnilo. dr pr efer~nza :rraduati, e dci tJunh uuo f,J...-C f• ... JIOI In in (trmr.tio; ~ rapornh ,, 20 :-ol1latr infllt mieri e per·ciù capat'i d1 òarè l'n--i-ti'n7.n te~ni~:a ncre--,tria n,.:li ufficiali mcdict nelle operazioni chirut·giche, e ,Jj apporre, 1111 ...oli. una prima meilicazione nei • ca~i urgenti. l)tw ~ lo per-unalt• do\ rehlte coni;idt:rar~i amminisL•·atha-


PF.It LE TRUt•rE IX .URit:.~

l \l

mente cowe un di;;tac•·amento della compngnia di :".anitit tlal11 •1uaiE> fu pre;;o. Jn torno ad e~;;o Yerrebhe n riunir.;i. dnrnnte le m:\rce e ucl comhrlltimento, il per.;;~nale medico e di truppa drl riJlarto, cui la "-C:t:ione è addetta: tulln, n IJIIelln parte soltanto che non potrehut! aYere mi~liore impic!!o; e con IJU••;to num,enlo sarebllo n,-sicur:~ta la eura e J'assistent.a medi1•a ,J~i maiaLi e feriti per t)uanto è possihile rli farlo pres o una formazione òi :'anilir. che non può scompaznar.:-i dalle truppe rnarcianti e comhallenli . .\ tfUesto per::onale, che chinmeremu tecnico, occorre nggiun:crt'! tJnello che diremo ;;o::sidiario, ma du: uon .~ nwno indi~t·ensahile del primo, cine i conflucenti d•!gli nnimoli da soma, •·n•i pel carieo delle cas::e dei medidnali e degli altreni ,Ji mcdicazioue e di <·ouforto, come pt'l lra~porlo dei mal al i t' feriti. l n un rnptdo e::ame, r<nlte q ur,to dHl f;w (iamo, uon è po,-•ibite 01! conreniente enlrar·e nei par·ticobri del numero. clelia q•n1!1:s tl J,,J('orgnniu:nl.iotw che fllluebhp ;n·ere il per:;onale ~u~siiiiario. Queste condizioni JIO:'sono esse1·e lten oletenuinale snlt:llllt.l dal clirellor·e ciel ' sen izio sanitnrio·cl'ar..:ortlo col c.,pu di ,;Ialo maggiori.'; e di· penùonn dai meZ?.i dt•' il •;ornando in capo anit n :;ua ~li~po­ si..:ione. Il numl!ro è relativo nlh specie eli animali ehe ,j adOJtert>ranno. giacchi'· se acl o~unn dei no~tri muli e nece'sario 1111 conducente. un ~olo d• questi ha,ta a guid~1·e due e nnchP tre cammell i. Per •JIIe'Li ultimi ouimali si do\'rit u;lluralmente fare a.;;segnnmeoto --ul per~on .• le indiJ:eno ùorglte-e; ma non ~i potrà far· ùi meno. per la sot·re.:linnza e la di;;c;iplina. •li çraduati militari PII europei. L'oqmnizzazionll tltWr'it uellc:: norme ~enerali es.;e,.,~ la stessa di •Juella che sar·(, data ~Ilio nltrP. colonne di salmeric delle truppe. · lin particolare interessanlt' i! questo: allo sezione di sn-

.


:?0

J.A SEZIO;\F, IH S.4.Nil\

nità dorreLhe esser~> as~egnnlo un interprete. militare o hor~tlte:'e; ed è superfluo indicar·e i molti rn~i nl'i quali la sua opera pui1 riu~cin• al meùici nlln s(.'" utile, ma indì~pen · sa bile. .Ua t~riale per la mt•dirnzirmr e la 1'U ,·a.

Xel deter·minare l'assegnamento di queslo gener~ di maIPrialr per nna 'elione di san ila, deslinat.t.al :.en-izio di trupp~> comLallenli in paesi ch·ili. si tien calcolo non solo dei l,j. so:.rni t!imo~trati dall'espericma di altre ~ u erre, ma dei mezzi di rifornrmento preparati, che si hanno al se;.ruito delle truppe o nei deposilt, e d t quelli che 'i posl'uno lror;~re uPI paese. \el ca:;o pr-esente i> rer·Lo che non si pno aYPr nulla dal pne:;e ed è i;:noto. come abhiamo accennalo a' antt, c:e potranno e doTe stahilirsi dei depositi di rifornìmrnto. E"perienza propria non altlt'amo da guerr.t comhauota in condizaoni ... jmili. Il qnelln cb a potremmo ril':n are dalle rt-lazioni di altri e$erciti europei rlle :,;i sono lro\nlt in condizioni analo~he nlle no:'lte atlonli. non è tale dn serrire n noi di normn :;icnra. t.:hi può con panenza di scienz1 pre,..nmere quanti feriti si potranno a\el'?. in nn eotnb:lltimento contro harbari ,, IJUnnti ammalali in nn corpo di l rnppa che :;i tru' a in clima tanto tliverso dal no..;tro 4 Yalga un esempio. C.tmille H ou~"~'' (1."-' r"mttll'nrrmt'tl.s d'une ronq11bt) nnn-a que,..to della spedizaone di \lgeria: • L'iM de 1831, comme celui de l'nnnée précl·rleote. fut t•our les lroupe.; de Bòne un temps de rara~e. Quelle Yaleur a le mot d,·citlter qnand on Yoit, oo moi:-. de Jnillet, le )55'' de li~ne. sur un cfTcctif de2i30 hllmmes. n'en a,·oia· pa:; henu· cnup l'tu, de :;oo 11 meure en ligne, el lt' 0° hataillon d~ la légion i•trangère souffrir t-neon~ danmln~e? .\ u moi.; d'aoa1t.


11 Eil LE TRuPPE IN AFHICA

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il ) a vai t l 600 malades; dn l;; juin nu 1o noùl In garni so n l'erdi L plus Je 300 rnorts » ( l ) . Sarebbe faeile moltiplicare gl i esempi della moi'IJo:;ità che può avvenire in un rorpo ùi lruppn europea ò.eslinatn ad opt·rare nelle regioni africane; oè sarebbe rliftìcile :uìdurre esempi ,Ielle gmsse perdite e quindi dell'eventuali grandi nel'es:iili\ in cui può u·ovarsi il se1·vizio sanitario durante un combnLtimento nelle stesse terre, anche senza citar farti eccezionali come quello narrato dal Suzzara (2) della seconda spedizione egiziana io Abi:;sinin. Della <ruale è riferito che quando la sera delladh•fatla di Guru, Ratih pasciàed il principeHas!)tm, rien· n·ati ol t•ampo, passarono in 1·assegna i soldati superstiti dal comballimeotl), 11Uesti erano so li 350, ma il giorno appresso ne w nnero altri Il 00 circa fer1ti. Bencllè p·avi condizioni sanit:u·ie e baltn~lie sanguinosis'ime possano sempre ac~ulere. e meno raramente nelle :'pedizioni in paesi bar·bari, tuttavia nessuno vorrit calcolare alla stregu::uli questi ~traordmat·i aneoìmenli la dotazione di mnterillli sanit:ll'i da ,lssegoar.si alla sezione di sanilà. Per ottenere chi' e:.sa pron<edesse adeguatamente ad un possibile e\ entuale Lisogno, lo s1 toglierebbe il suo pregio e, diremo meglro. la "-Ua essenziale condizione. quella, cioè. di seguire in ogui caso le tr·uppe, cui è addetta; ciò che non potrebbe fare percl1~ la sovercbia sna mole sarebbe un 1-fl'are o~tacolo alla sua mobilità. Stando al più retente scrittore fram:ese (3) di cose medicomilitari, le ambulnnze di quella nàzione non sono, quanto n

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lt J Re~·~u <lcs 4ftt.t Mondes, tomo 6S, p3g, 5t9. •t\ A. Sr:tzAnA, imperiale e rcale ,;ce-consolo .m~trlaeo n l Calto- L•l p~­ li~iolv f!)isiana tOlllro L' Abusi•rra ue/ J875· 76 tnrlln IVtena .Hlelvll'osl. :-;. 3!-31 ,M t Si~). , (3l A. RoB&RT - Trallf du maiJoeu!.'rts d'ambul•mcP, te{;, - J>aris, Oelrlçe Doin, uliteur, l~i.


LA SEZIONE 01 SAl\'IT.:.,

matet·iale tecnico, mollo divet·se da ciò che er-ano IO anni dietro le nostre,Jatle già a ~imilitudine delle francesi. Ad una colonna di l 000 a .2500 uomini, operante in Algeri::~, e assegnala un'ambulanza:'{. 3 e unn dotazione supplementare; cioè .]. eofani di farmacia , 8 di chirurgia, 12 cofani, così detti, di amministrazione, contenenti, cioé, utensili di cucina, di scrittoio, d'llluminazione, ccc., e \iveri in conserva; c poi Yari . cofli di coperte e oggetti di Yestiario, ba1·ili di acqua e di viuo; e fluo un apparecchio da fare il ghiaccio, sistema Toselli; ollr~ le barelle ed altri mezzi di trasporto. Non essendo possibile, nò conveniente di tirarsi dietr·o questo grosso maleriale in tulte le circostanze, in cui de\'e poter operare la colonna, questa, ogniqualvolta si prepara a fare un'azione rapida od oliensiva, deYe riuuuziare alla sua ambulanza, contentandosi di non prenderne nlrro che due cofani di oggeLLi di medicazione; quantità minima che plLÒ riuscit'e al bisogno co~<i insuflìeienle, quanto la massima. sarebbe stata esubemnte e d'impaccio. Gl'Inglesi, per quanto se ne conosce, non assegnano pel sèrvtzio delle truppe operanti in paesi harhnr·i le formazioni ~anitarie cosi, come sono prescrillc dalle loro Jlegulttlions {or t/te medicat Departeme1tl oj' He1· iJJuJesty's Anay; ma le modificano secondo meglio loro s.embra Or-Portuno voltn per volta~ fedeli anche in ciò al principio cosi espresso da lord Wolseley (libro citato): « Ciascuna delle nostt·e piccole guerre richi~d~ « per la sua condotta specioJi disposizioni, ed una truppa or« g11nizzala in modo speciale per collllurla a termine con sue« cesso ». ) lancandoci così norme sicuTe, sia dedotte da criteri generali, sia ricavate dall'esperienza altrui, per determinare quanl<> sia necessario predisporre circa il materiale della sezione da sanità., che abbiamo presa a costi tuire, crediamo 011portuno~


PER LE TRUPPE 171' AFBlf-\

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anzichè studiare un ouMo tipo, di adottare quello che lroviatuo già. prepat·ato nel nostro ordinamento; ~dl>o a farvi qualche modificazione richiesta dalla specialità dell'impiego che deve avere. Cosi focendo, ollemper·inmo a fJuella impor·tanti5sima condizione re!'\trittira, già pr~mcs~n. di far preqo ed economicamente. Proponiamo adunque che ~i asse~'lli alla sezione di sanità delle truppe in Mricn il materiale alle~tito per le "ezioui ùi sanit:r da montagna. ~on essendosi finora fatta co no~cere al pubblico militare in documenti ufficiali questa nuova speciale formazione, crediamo rhe riusci1·il gradito alla maggioranza dei lellori di aYer·ne qualche parti(·olat·P~giata notizia. Il tipo della sezione di sanitit da montal{na fu studiato nel l'anno 188~, cd un campione ùel suo materiale fu e~posLo alb . ruo~tra nazionale di Torino nel 188}; nel quale anno fu fnllo l'allestimento del nnnwro di l~tli sezioni che si credè DF-Cfls~urio. ~ello studio si procedè coi seguenti criteri:

Che una sezione doYes'e lm,ta:·e ai •pt•esunti bisogni di un riparto di truppe equivalenti ad un re!.t'gimenlo di linea, il !lllnle aresse còmpito ùi operare nelle vie secondarie, non carregginbiiL delle no!'.lt'e Alpi ; f:he questo rip<1rto non do-resse restare nr.l le!TPno n:-:S~':;nntogli cbe un tempo hreve. c!oi• minor~ di un mese; Che i Cf•mbattimeuti in montagna sono sempre meno san;!ninosi di quelli in terreni scopt-rti: Che il rifornimento dei materiali consnmo.ti è, relatiYnmenle. facile. Per la neces~ità ùi quella determinata forza r,perante nelle indicate condizioni fu :-;limato esser :;ufficient~ che la se7.Ìone di sanità fosse pr()n eduta degli o;.r~etti occorrenti a GOO


medicazioni. fra le IJIHIIi .iU circ.J per fmllure di arti. e di una propon.ion:~ln qu.tnlit;, di mediciuali e di mezzi di ristoro. f)nesto m~tlonale fu ripartito in :wi «'Of;mi; dei I)Uali; il cofano l\. l «'Ontiene: le Ynr·il' t:asselle ù'i:..lrtrmt'nli di cui è forniL<l la carrc!la di sanitit di nuu\ o modello; alcune ~tecche e tele met.llliclle, le taLelline dta!!oo,:.tiche. l'ucl'ot' ente per le . . crllllll'3lÌuni e•l a liri uggeui per u.:o rl··.:li umciali 111edici; il cofanu ~.~contiene: semicunali t:l slecclae per· hnwl'i e gamhe; tele motallit•he; gesso per apparecchi solidiftculult; gli irTIJ!'alori. le hac·inelle cd altri mt'nì per larare e dbìnfcii,H'e le ferite; le lanterne e altri oggetti a~ce . . :-oJ·i: il corano r\. :~: ra . . ce di \'arie . . perÌ•' e dimen.-ioui c r-ompresse; cotone idrolìlo al snhlimato in pacchi da !!r mmi HlOO c da grammi l oo; mussola in Jl0l.:l1 1)01\ preparata (' preparata al sublimato; po.cchelli da medit'a?.iono o tela impenncaltile per med1e;uure; il cofano ~. i: una piccola c ''"ella pt>r anli:)cllic:i conrrnenLe una :-oluzione al ~ll per l IJO Ili sublimato r.orro,J\'u, aCHlo fenico li'tnido. due pro-Yell•· gt·aduate per dosare que:.ti nnlisellici, ioduf•Jrmio, minuge ,h,Orlite c tubi d~1 ùrcnngl.!io preparati al suhlimnto; una raaulta di rasce di Htric climrn:.ioni e specie. e f,,noni. In un cornpartim~nto infcrior·e loJerato di lamina di ZIIICO. aiTall•) . . ep:tl'<tlo dal rimanNale del cofauo e a,·enti' una propria apeJturn e.'terna, :-ono alloz lli un.t padPJI.t, una cli . . o-pompa e duo :-!orte metalliche (Ul i· mdi); il cofano;-\. !) contiene csr.lusiHtmente dci medicinali c d•'::~li aurezzi •li farmacia per p1·t:pa1.u e cl elle pozioni mP.tlkhe c delle !Je,·antlo ristora LÌ\ e; il cofano •\. 11 contiene: bernnde eccitanti {rhum, 'iuo .'lar:.ala) e di . . sclmti (aceto); 'inni di conforto (e,lr:Uto e 1•


PER LR TRUPPE l 'i APRICA

scal{)lelle di carne), calTè in pohere. cacao . ecc., e gli olt>nsilì per preparare e dis!t·ihuire questi soccorsi. Il peso dei 'nrt cofani sia fra i 32 e i iO chilogJ'omòli; per le dimen-;ioni sono in lunghezza ed altezza alquanto n1<1~giori dei nostri cofani reggimentali. ed eguali in laJ·ghezza, cosi da non essere d'impedimento, caricati a schiena di mulo, nei pas5aggi streui e tortuosi. Tutti 1 cofani si aprono dalla parete snperior·e, che r6$la or·izzonlale per ser'vire como tavolo da appoggiare gli oggeui es tra LI i e da ~crirere o f~u·e altre operazioni; qnelli coi X. 1. 2, 5 c 6 si aprono anche ahba~ilando la parete anter·iore; t·iesce cosi as"ai facile prendere gli oggetti dai cornpnrtimenti ove sono allogati, ed una tabella a stampa allaccata neUa superlicie interna della parete superiore indica il numero e l"ubicazione dei ~ingolt oggetti e medicinali. Il peso e le dimensioni delle casse e dei colli ò impol'lanlissimo a conoscersi per determinare como può fm·:;eue e riparlirsene il caricamento fr·a ;,lli animali assegnali alla sezione. Sareblw utile avere uno sperchietto, in cut fossero notati i varì cofuni e colli da lrasportorsi col peso a le dimension: di o~nuno. Alla sezione di sanit1l da montagna, cosi fatta, si crede opportuno. as!'egnandola alle truppe deslinale ad agire nel territorio abissino. di aggiungere una risen·a dei materiali che piil si consumuuo uelle mt:'dkaziooi. ·f: Len vet·o rhe il riparto, al quale come si i> dt'Llo ;n·onti. dovreLbe essAr·e addetta in Africa, i~ considerato numericamente di minor forza di nn reggimento di linea della noslra organica fonualione di guerra l'Il 8 classi. llu le ronJ:izioni di una truppa comballente in cosi lontane regioni sono ùifi'erenti e ljUusi opposte a quelle in cui essa si tr·orereltbc opet·antio sulle nostre monLagne; ciot\, pres:>o le prime la ùu-


lA SEZIO:'i~: DI SASIÙ

rnta ùel periodo di guerra e lu inlen ilà del comhauimento si po:S:-ono pre ...1uoere ma!.!ÌOI'Ì che nelle ...econde. mentre il rifornimento dt'i materiali è molto piittiiflìcile. L'aumt:nlu che si t•r·eùP suflìcil!nte con~islerehlte in una quarta ,•oppin di cofani (se~nati t•ui N. i ed 8), ronl~'IICuli circa 800 mf'tli•·:.:doni Jl"l' ferite e 3U ,•irr:t per fratture tli ;uti, con una l'R:-~elta di nnliseltici, ~l'irTrgalbri e altri ru;c" ~uri per la ruedicaturn. So alle l ~no uretlicazioni ,},•Ila czion~. t•o:;ì rnotlilìcata, .r,;giun(.li,unn I]UCJie che sullfl I'CHllt:IIUlt' nelle !) la:or!Je rJj :-anilit. che tlo\ r·Phher·o esser pmlatu da ~ niutauli di s;milil, dai .:! caporali e 1h :s :nfermieri. c lo <11lre delle dotazinni :-anitaric del riparto ùi truppe, cui è o~dtletta (il quale con-.ideriamo ··oslituito da un I'Cggimento fllmeno), cioè, in tre ~oppie cofani di .-anitfl. in qu.Htt o z ti 11 i •·· nelle nove l:t~d11• dt:i .;uni portnferili, si avTà un lolalo tli t'irra .tOOO metlicnzioni; rprnnlitn che, tler una forza cosi limitata, si pnò prr~umen~ ,nrfìcieniP pet' i IJjsogni di vnr·i ... urce,;sil'i COIDO:\lllllleOti, quando nndto tlo\'e,.,sero i feriti c"et· tennti in cum tpt.Jichc J.:iorno, prima di con~egnarli :ul un o petlnle o atl nnn lnfer·mPria m,,Jtjl ... 11 pacchetto ,Ji meilicazìone anti rltka, di cui è furnito o~ni ~oldato. costituisce poi una prt•zio'a ~ altoondante J'Ì..;crva di materiale :-nnilnr io. È vero l!he il pace hello è ùato pPrdrc il :'oldato ne raccia Il~() da .;,~ ~tc ...sn, (l aintnlo dai compagni Il tlai porta feriti del corpo, come un l'' imo socror~o. )Ja se ben ,; con,.idt>r-nno le Ieri te cbe pt•,~orw toccar·e ad un uomo. ,.j 'edrà dte :.o n poche quelle che pt·rnwttono al ferito ùi merlicnr,.j da ,{• ,(es.;o; e per le .;peciali cnnriilioni pot in l'ui anengono i combnttimcnti contro ..;elvazzi. prcpon,leranti di numero. ·, hen rnro il cn~o eire nn nllro . .oltlato po"a Ja~dar di coml,:lll~re per ~oc~onere il compa!!no cnrlnlu. \ que ... ti de'e pen•al'e il portarerito del corpo, il qualt•. c non ha la nece~,_;,;, di fre-


PER LI:: Tfll'I'I'E IS \I'RICA.

nare uu'ell10r1"3"gia. tron•ril piil pre:'-10 e meulio f:lllll tli portare il fE'rilo ulln ;;r-zionc di ~ani t?•. elle troya,..i n pocn 1lbtnnza 11alln linea del fuoco, anzichò di mel.lit·al'lo egli ~lesso. l'cr tal motlo il pa~:chell'l di medica1.inne del ferito 'iene in potet'f' tlel metlit'o della :;ezione. che. secondo la qualità tlt>lla lesione, ne farà u~o, o lo ripotril nt•l materiale di ri~enn . .\ queste considerazioni i! nnche opporllmo ng~iuuger.e che la. medir:aziona nntio;euica, introdotta ntl cor-rPntr. anno nelle dotazioni ::anitarie dell'esercito, n•cn. fra gli altri .!!l~llldi:<.'imi vanta~gi, nr11:he quello che non occorm rinno,tllare co,..i spesso comi' primn. la medicaturad'una lesiotu• l~ruenta: eque:>to l'allo co.:-t,:ni,.ce un ine,..timahile henl'IÌ7.io in ~1uelle circo,.t:lllze in eu i non i• rarile pron·adcrsi di me1-zi di tnedicationt'. tbare di '1Ue"to 'antnvgio, per diminuire la qunnlil~ di tuateriali> della sezione e remlerln co,-i più mobile, è certamPnlo hen r.ttto; ma <:an• hhe nn crror·e fare :-:r1prn e~!'O tale a:-;sl.'gnamenlo da tener come ,..uperlluo il prep:u'llre nn ::uffic;ente mnterinle di rifornimPuto tli ciò dte ·arà t•on~umalo dalla ,P7.Ìt•ne c dai ··oq·i. "e j111esto po~-a p,;se1·e tra.-pnrtalo al $C~nito del corpo di ;;pediziollt•..~e comenga r. •lcre ::;tahilirne tlt·i tlq,ositi, ~MIO cpH•,..til)ni di molti\ importanza, ma cbe non euti'Oilll nel no:;tru nrgo111ento, nè potrelthHo esse1·e sciolte cbi JHll. L'esaminarle nei partir.olal'i e il ri~olvu·l~ nel moJn migliore ~pella al direttort• di ,..anirà del t'Orpu 'tl.'-.,.o. •li cont:f'IIO colla sop~­ riorc ~utot'itrt militart'. Oggt•lli tli l'irooosciuta utililt) occorrenti {1~-'1' lt· medicalure SOllO, oltre a t(UCIJi contenuti li Ci cofani, nna l:no!a chirurgica da campo; :tk.nni panieri di vimini per riponi i c~api di lin:;eria bagnati c da la>nrt>. l•tima di l'iporli alloro po:-to; delle secchie di tela da auin~ere llC•tna dai pozzi o sorgenti: dei ~edili piPghevt•li da campagna; cicli~ torre a HOI!t. e 1111 crrto numero eli cope1 te di ba\'elln. di:-poste in colli òa ~O o ~:.>


L.\ :>HIO:\& Dl !'i.\~IÙ

cin~cuno. J)j prima neces~iti• polra e~sere il portarsi tlielro alcuni l•arili ripieni d'acqun, per averne sicuramente unB r~>rta quantilil in qualunque ro~lo le drco~tan.r.e o!Jbli~hiuo 'a se· zione ,td impiantarsi, e alcuni fìlll'i \lo.ignen, o di quell'altro tipo, tli cui saranno pro\ ,·edule le' truppe. rn ultimo oggetlo pl'r completate ciò che manca per l'impianto del po:>lo di meùica:r.ione !· nna tenda che possn esser r·iparo dai rag!!i ardenti del sole africano. o dalle piog,:;ie. al per,onale medico. mentro allende alle mag~iori operazioni chirurgiche. ~ elle .sezioni di sani la di' j,ionnli del DO!'lro eser~ito 'i :.ono •Junllro tende; dne per ogni mcun .;ezione, tra.'-portatc ,ulla ri.;peltiHt carrella ùa l>olln"lione. Una di esse è conÌl'a con albero centrale: l'altra è chiamala •tuadrtlatera, ma è propri:unente di figura ovale. La prima non può servire pét' hl Slla forma e cnpacità che n t•ontencr·e dei malati e feriti elistesi :-ul suolo, o sopra harr.lle. La ~ecouda e più ampia, ma le ,.ue pareti inclinate non la;;ciano nel mezzo tli e:-sa che uou -.pnt.io ·li metri 2! W X l. ~0. nel '}uale uu uomo puil stare in pie li: e in questo ~pnzio poi ,.j eltmmo le Jne colonne, ~~~e ... orre;gono il culminl•, e impediscono che çj ~i po,,a col· locarP. una ta,ola da uper'alioni. •' che ~li operatori \Ì agi.;.,•ano intorno. come ricltieJono le necessità de21i alli chirurgici da ese~uir,;i ~opra Ull ferito. Xon può. quindi, nemmeno que~la meritar il nome di tenda dn nperazione. \ r:metliare a questa mancanza delle UO:'lre sezioni di 'anil it chi . . crive queste lint•e pwposo>, fin òa qualche tewpo, una tenda, ~he non occupando rna~,;iore po.. to sulla c·trrell.l di halln;lione. n· essPndo eli molto superiore ·o ft!50 1lella tentla qnadril:ltera, sen j,..,e nw•lio di questa all'n,;o cui ede"linaln. Ecco le sue print·ipali f{Ur.litiL Ln forma. e t}Uella di \IG paraltelepipe•lo rello, J.elt{U<lle le


ra.;c~ l.tlerali ma~giori ad un:~ c~rl:t alti>Zl.:t ,j pie~ano ~~~ ..

nnir.;i nd angolo ~operiormente. l.a lun,!hezzn i· di metri k30; la largheu.a ùi metri .i-,1 0: l'altezza. nel centri' di metri 3,00, nelle IMreti \ertk:~li dei due lati mng~iori metri 1 ,80. Hipi.>gatu Ot'lla sua custuaia di tela impermeabile con tutli gli n·· · cossOI'i, rappr~~enta on collo lnugo melri 2 i.); largo metri 0,1)(); alto metri 0,20, e del pe:;o di t'ir,·a l'ililogrammi R~. ~: I'Omposta: 11) 'ili un'armatura di IPgno, ron pkclu~lli e zoccoli: h) eli un n copertura e"terna: c) eli unn f•Jdera; ,/) tli clue lnndiere; una n:tzionalt!, l'alu-a di neutralitit. L'armat1u·a con"ta di due testa ti, ognunn delle quali è falla da l)lllllro regoli congiunti a sno!lo, come le gambe di un compasso: di un ralmuectio. chr congiu ngr i due vertici delle lestnto; di dite rol'l'mti, che, dn i due lati maggior·i, congiungono i pit'•Jr·itti delle testate. Il colnHwecrio e ognuno dei ~or· renli ri,ullann di due regoli. che si uniscono per meu.o di un manicotto con nollolino di ehinl'ura. Qurtttro zoaoli di l~"tlO ~enono di base ai pi~drilli perchè nùu :;i niTundino nel ter· reno . l.'ammlnra ,; r<!gge in piedi dn sè; ma è poi assicurato òa .;ei fuuicelle·Yenti, annodate a dei picchetti. J.n ropt·rtm·a è dr tela fulva; lot parte superiore, tetto. ri· mane ori7.7.0ntalr ed è st1La lotta tli !(Ila hiouca . Esiìa e unita alle tele laterali 1lÙJVenli io modo dn furmare una serie di apertun· ar·cuate. allìocl!è vi pa~sino liueramente l'aria e la lo et>, ~apendo:;i che qiJuminnzionc unitalt> è la migliore per l'c-.ccu7.iune delle operazioni t·hirurgidae. Vna finestra per ciascuna parete ltterale contrihui,ce n tiare nria e luce. La copertura ~ tesa da otto funicelle·' enti per ciascuno dei lati mag!!inri, e, quando I~ condizioni atmosferiche non J'im· peùi;;,·ono. i IP.rnbi infer·iori tlr:t~ pnrflti laterali e qnelli tlt•IIe


l~\ SEZIO~E DI '.\\IÙ

pardi anteriore l! po.;.teriore po.;.-ouo e-<er :-.olleuti ed nllac· <mti alle funicelle·\ enti, aumentautlo co:-ì qua.• i dd doppio lo ~pazio coperto dalla l~nda, e dandole la massima rentilazione La j'ode1·a di pel'cnlle Lianco se ;tue 11ll'interno lrt disposi· ziont delle pareli laterali della coperlllra, restando disco--la da e---a alcnni ccnlimt:lri pt>r· Ulè~lio impedire l :.zione calurilka dei rag~i :-ol:HI .. ·•Ilo il tt•llo i lembi dellt fuùera possono tener-i piu o meno an icioati fra loro, JH~r moderare: come si Cl't:!de me,;lio. il pas~ag;.rio della luca e dell'aria. Le bandiere si pi mlaoo alle due e-trt•mitil del colmcrel.'~io. IJuallro uomini ha,rano ali innnlt.are o a l'i piegare in JIOdai miuuti la tend:t ~"On una maooua :.emplici=-~ima che ~arebue qui troppo lun~fJ lle·cri\"ere . .\elle gnerrl! fra unzioni ci,ili In ll'tlda di medic,ll.ÌIH11:' si imrinnta sempre nl cominciare del comhallimcnto quntulo la ,ezio ne di ;ani!;\ non b:-t pr>luto lt'O\ are nl'l luogo. oH~ rlcYe Jimaoere. um1 ca-a o una ldtoin che po~,a seni•· d,t riparo dal ~ote o dalla piu~zia. In pae-i ~clrnn:• e deo;erti è mohn piu diftkilè il rilrcnare un rico\ero gia fallo: l.t uetf!'Sita rrnindi di fili' 11M) Òl'lln tenda -'lll'il ft'C!JIIl'lllissimn. Ln rapiditil eon la tfmlle sogliano comiociure c risolve••si i comhalliJueuli ~ontro Larlt~ri (esempiu. qn,..IJo l'italo :nanti t!i To hil. ) nun permetterà però d'imJ'innrnre la tentla che ad auaccu finito: c dorrà <:;:or>irc uon solo pt!r J,, me1licazione. ma pel IPmpo rnneo rico\ ero dd ft·rili fino a dtt' -e ne JtO~~a fare lo :-gom!.ru. l)uandn la I•t'upostn tenda i: chi u:;n, 'i po~sono sta1· dentro 7 uomini coricati l'li h:u·elle regol:wwnlat•i lasciando fm una hu· n•lla e l'allrn •tnn -pazio di iO rADLimcrri per l'a>:sistPnza dci feriti. oltre un corridoi& lnn!:ilu linale lar!?o un metro: a tcnùa con pareti rialzate il nnme1·o dei rico' era ti può e,~cre doppio.


PER I.E TflrPPl: 1:1 AFRICA

:.n

\i correnti laterali e alle catene delle te,tale po ... sono :-0..:penilersi gli irTigatori. con le soluzioni nnti:oelliclle per la lavanùa tlelk ferite e le lanterne per· In notte: al robusto gand (l. !:ho trovasi al 'erlice di ogni Lesti! la , può sosp~ndt'l'l)i anche un pe'o mr~g~iorc, mediante uua funicella od uun benda: rome. per e,.t>rupio, l'nrto di un fralluato per compiere nnn fa5ciatura. o per altra indicazione chilur~ica. fJue~La temla fu idtal.& pN·Ie ,;~>zioni ordin:uie di sanitft, e per lra~portarsi sulla carrelln dn lmll<tglionp; il :.no 'olnme non per·mellf' cl1r. sia caricata sopra un mulo. chiusa nella sun C•J!'trdi.l. s, potrcuhe. nel lli . . o/no. separaro l~ asto tli <:;uo dalle p.trll m tela c r•Jllocare qnelle. metà per lato. lun;o i fianchi dell'animale. c meuer la te ln n ~li altri ncce~~ori n" olti nella cu ... tudin :>n!la pnrte :'uperiore dd bu:<Ln. ~encnrln~i iu .Ht·ir:n dei cammelli, ,·fie ~npporl:mu nn rnt·ic&) doppio di r.ièl elle pnli dar3i ad un mulo, ~o nP po:'.sono lrn1'-JIOrlarl' 1lue ,.ullo ~le,,;,..o ;.milllftlc, 1.' Yi,to il dUJ•liCt' impic!:!"O che può colb u..:-cre a-q•gnato alla tenda. l'aYPrrte due uon ara su pcrl1uo. \ cd t figure ~·, :;• e IJ•.

l\.

11 ...cn i7.iu della ~ezione òi saniti1 non fìni,cc con la raccolta e tn merlic:nione dei ferit;. i: ncce~sario e-aminare come cs-.1 (IO~sa fnrli trt.H(Hirtare sino ari un luogo stat.ile eli cura: c: la :-.oluzioue ùd qnc"ito presenta dirficoltrt non tuinori della sua ilupnl·tan~.n. l,et· que,ta parti' il senizio ridia sezione iu pae~i ~eha!!!!Ì ha molle analo~ie con quello dell:t guetTa in montn~o., n~:: li~· re~10ni europee. ma ..·on una ililTerenzn notc,oli,.:-iml'· S:d:•l nostre alpi il lJn'IJOrlo ùi un ferilo per seutieri uon c,\ITe,:-


32

I,A SEZIONE DI SANITÀ

giabili non dnt·a al di lit di cinque o sei ore di stmda, e poi può essere sostituito con trasporto su carri; nel territorio. inYece, ove devono operure in Africa le nostre truppe, strade atte ai carri non ve ne sono. eù è forza di trasportare i feriti per giornale intiero con altri mezzi, cioè, a Lraccia d'uomo o a schiena di animali di \a1·ie specie. Il primo di questi mezzi è senza paragone H migliore di tutti. E:o;so lo <wediamo preferì bile, per un ferilo, ai carri meglio cos~ruili, ed, in alcune specie di lesioni, anche al t•·asporto per ferro,·ia. li passo misurato e lento di portatori intelligenti e premurosi ri:-;parmia al giacente gli :;cuotimenti e le vibrazioni che sono in e' itahili r'on la velocità dell'andamento del carro ferroviario. Gli Inglesi nelle loro spedizioni fuori dell'Europa usano largamente del traspot·to a braccin, e dei vari mezzi che si possono impiegal'e essi pr·eferiscono, soprallullo nell'India, il dhooley, specie di pn1<1nchino, che con varie modificaziooi -si trova assai diffuso tra le popolazioni deli' Indo-Cinn. Xel magistrale trattato ( l ) del Lon~more si leggono con vivo inte•·esse lo. descrizione del dhooley, dello Yariè specie usate di est1o, delle modificuzioni falle' i o proposte dai chirurgi militari inglesi per climinuime il peso o migliorarne le qualità essenziali e cosi potel'lo adottare ant•he in Europa. Il più grande o~tacolo pe1· l'impiego ùi questo mezzo c, in proporzioni poco minori, di qualunque altro trasporto a braccia, con-:isle nel numero di portatori che esi~ono. È mollo istrutti>a ciò che riferisce sul proposito il citato autore . •\d ogni reg;:!imento europeo è as egnato clal regolamento sanitario indiano, in guarnigione due dhoolies. In marcia, in tempo di pace. un 1/hooley per ogni 30 nomini, e:;sendosi calcolalo che il nu(l) 1'. LO.\tillOI\8 -

A trealise on l/te t1·a11.3port o{ skk at~d 1counaed !r00111·


l'Kit J.E TllUPPE I!S' AFR IC.l

33

mer·o di malati da Lrà.sportarsi io nna marcia ordinaria nell'India è del 5 per cento della forza. Se ilregg1mento maf·cia in guerra, l'assegno è di dieci dhoolies pet ogni compagnia, ossia il l Oper centò della forza. Essendo necessari s-ei portatori per ogni dhoolt:y, un reggimento di 1000 nomini ha bisohrno di avere al StlO seguito 600 portatori, e ques'to gran numero è insufficiente in certe spe· ciali circostanze, per esempio, se il colèra si è manifestato nella lrnppa. Un reg-A'i menlo di portatori per un reggimenln di soldati l .\n11he i Francesi. nel Tonchi r. o. furono obbligati, per la mancanza di animali da somn, a Lmsportnre a braccia i ma lati, i feriti e le casse delle :-~mbulanze. Il ~imier ('l) narra le difficoltà ~rand i ssime che si ebber·o per or·ganizzare questi traspor·ti; il peso di un ferito, auclre sbarazzato per quanto si poLent delle sue armi e degli oggetti di aJTedamento, era troppo gr·avoso per quallro coolies, essendo gli indigeni portatori an· namili, di piccoln slnlura. e poco vigorosi. Gli Inglesi, nelle recenli spedizioni del Nilo e di Ruakin, feeero 11:\0, assai meno ebe nelle precedenti, dei trasporti a braccia (:2); e poichè le conJizioni nelle quati undra a ~wol ­ gersi la nostra azione militare nel lerrilorio aùissiM, sono multo analoghe a quelle delle due ricordate campagne degl' Inglesi. crediamo opportuno òi non fare il!'segnamenLo su l u·a-

---------------------·-----------------------\l ) NhtiER. - Des tondititms e! d<'S modts de l'intervenUon cltirurgirale pendant t'6.3;péditlon i!-u Tonkin. - (Jrchtvr.s de tneduint et de Jlhr~rmltrie

mjlilairu, 1886).

12) L'autore deve alla rortesia Il i un alto ufficiale dell'esercito di aver potuto <'onsultare alcuni •iocumenti riservati, riguanhnti il sen•iliO sanitario nelle spodizloni Inglesi òel 1885 sul Nilo ed :l Suakin, ma dopo •\LIP le proposre con t~ nn te in !!\testo seritto erano gi;~ sw te presentate alla superiore!lutorità. Le osse~­ va?.ionl di qualche importanza rinvenute nei detti rtocmnentì, potend(J riuscire di ntile eono!eenza ai lettori, si credè OJlportuno di hrevementurportarle nelle note a piédi pagina.


sporto o urarr.i,,, se non pt.:r quei ca:;i eccezionali, nei quali non fns-c po,.sihile iltt1b·flOrlo th'i mal:lli e feriti a ,rJ,ienn eli ani· wnli. Tali ca-i :-i prc;;umonu limitati ai passaggi eccP~._i,a· mente ripidi ulothJo i, tli hre\e pPrcorso, e ai quali si pou·:1 pro'' effe re col cuncor-o rlelle truppe ;:re;;,;e e degli uomini nd· deui alle . al meri e. -enu hi·O-"TlO di formare nn apposito per·on:tle eli portatori. :,areLI•e p ·rl•, opporluno l'arere nl .. e~uito •lell.1 colonna, cornA ,..; e accennato a,·anti. nn certo uumer<l d'indigeni, per ullliz7.arli anche per questo ~traordi­ unrw ...en 1zio. \ gli o1·din.ui hi o"nÌ ciel lt;l;;porto dei malati e feriti :-i puldl pH•\\OdeJeeon nnimnlidasoma, cioi!conmuli nostrani, r.on muletti ahi ...sini, rou ··ammelli e rorse anc.he con buoi. luwli no~tr:mi, uddulli ai rorpi di fanteria per i nri tra:spul"li, sono gcnernlmeute di slatunt superiore a metri 1,BO, e sono OtJuip.r~giali coulo t't• ..rolamentari unrdalure, a haslò o a L trùallu, pt•r salm,.rie di fan1f'rin alpintLepercofani di::;anilil. Di quc~li muli furono foruiti i reggimenti e cor·pi spediti in Afrit':t prima 1lPJI:'I fnrmazionro tlel corpo "-peciale; qufllli in' iati rlop11 c in numrro rileYalllf', pt:>l :::er\izio deli•• numP-ro·~' ..atmerio a~ o~nnte nIle truppe. sono stati scelti di ::.la tura minore. rl1 non upf'rare mt>tri l. \,:i. ~on potendo arhuar.. i a •Jne,Li l" rP,mlamentnri ltardature, fu adottalo il ha,lo tipo in le e dn muloll(l) che ~i pre-la me,!lio. tanto ai diiTt>rentì calieh1 d.1 tra-.porlnre pPr i 'nn hi·o~ni tlelle truppe della .:pe· dizione, IJUnnto nll1 diH~r<i 'Lntnra e nria conformnzione deiJ'nn'male. E:.'i trn portano 1111 carico di XO a 100 ciJilo g•ilmmi. oIli e il hn to e J::li ncce,~ori. l muletti, ro-i tlr'lti nhi-.:'ini, ma che pro~engono in mn!!gioro C(•pin dalle tt"ibu cirTnstanti, nun hanno altra rwterole diiT••I'I.'lll.ll dai muli nu~tr·ani. r.he la !'.latnra molto picrol;,, du mcll·i l,'~() a metri l ,30 ci•·ca. Jl carico che si può dare ad


PER LE TRUPPE lN AFB1CA

3:)

P.ssi sta fra i 70 e gli 80 chilo~r:~mmi. e ai più robusti anche alcun poco maggiore, oltre il ]Ja<sto e ~li accessori ( l ) . Il cnmmello, la na>e del deserto, come lo chiamano gli Ar:~bi. i' d migliore animale per trasporto nr.i terreni sabbio!\i. Il poter restare due e anche tre o qnaltro giorni senza bere lo rentle prezioso nei Lerrilori ore manca o scilrse!.!gin l'acqua. ~ella spedizione del ~ilo gl'Inglesi si servi\'ano quasi esclusi,·arnente di cammeUi pei trasporti; ne aYevano HOO, ,:oo soh 73 muli e pochi asini. È poco alto però a camminar~> ne• sentieri nlpe;:tri, e le carovane che dalla costa vanno nell'inte1·~w dell'Abissinia sono obbligate, se seguono alcune strade, di pa;:sare il earico dei cammelli l>Opra altri qnndrnpedi. Il carico che può portare iJ cammello varia seconrlo la sua taglia e hl razza. Riferi~ce il Wolseley (lihro citato) che il cal'ico massimo, eselnsa la bardatura, è di 220 chilogrammi pel C<llllmello indiano e di 270 pet· nn buon c:unrm-111> e:.(izi<mo (2). (l) !\elL~ spedizione del :-iHo (i8S5) gl' loJZJ~sl si se1 vlrono J10C1I dJ moli; 111n. dalle rPia7.1nnl tM çcterinari risulta cha q11~1i animl\li rerero olllm• t'rovo.. u su i3 nl.' mon untJ ~olo, mentre sl credeva che non avrebbero res•~Uto nel Su•l~.q; e SJ t•rotmnc •Il adoperarli ou più Jar~he proporzioni lo una ruturn C.1JTI(lagna. ~unkhe Yel•'rioarill li prrrerisce ancbe tri caiJJITielJI pei lrn~purU, eome plu r••si~tenti nelltHrrco•tant.e açverse. - Anche gli ~sini, acttnlst.'\11 in E~;~ no. Corono n•loper:\li In qnttUa campagn:t., speci:llw~nle con ~ran va.ntag,rlo oeltrnSJ•Ort.J.re l'lll:llUl nel•11'$l'rto tll Bayuda. Ri!Sisterono alla t•:m rlel rouli e mt•gllo lfel rammelll, \11 enilo .:on }lOChlssimo. e~~ ~uggt•risc~ di adoper:utl ro plu vasta scala in drcnsbnte IIJJ!lloghe. (~\ l ~·rancest in ,\l~eria, nì eaillmelllm ~NYI7Jo m1IIL1re non tlaooo uu c:• rito superiore Ili tliO chilogr:unmj, ma qu.elli delle rarovane ne porl:lno !Oo. ti Lçngwore (W..ro rilato) afferma <'be il cammello arabo pul> pHI.àrll 800 libbre tla fwbn ln21ese- at·oir du poids - u ugu~le ,, chilo!(mmmi 11,4!i3), facendo tre uu~tra 11rl'ora; E'1:head alcuni cammelli ~i daWJ carico dJ l.()()() a i':!OO ll!Jhre-, L'i el dOCtltltcntllnttle:J, dtati avanti, ahbiamo rile1·t~to cltG Il catii!O dato al Cllmrueth ru '!pe.SSU da çoo a 700 libbrE', ma In riconosciuto ecre<sivo est attribut a •IUelitu ~rurz,) c alla. scarsa alimentazione la gran pPrdit4 ~vut;1 di cammelli, >J•edalrnento nella traversata del de..erto tli BaJuda. li cammi:'Uo del Sudan c meno Corl•l <lell'eglziano, e i veterinari hlglesì sono d'a.ccordCI ne.! dlro rhe non si tle~e dare n qu~H·; un carico ma~iore di 400 libbre, ollre n basto o glt accessori.


36

Lo\ S~ZIO:;J> DI S.\.~lTÀ

:';ella rea! tenuta di S. Rossort>. pres:.o Pisa, i cammelli di grossa taglia della mandra sono adoperati a tr~portar·la legna dalla pineta, ed il loro carico è di 400 e più chilogrammi. Dagli esperimenti ivi fatli nel tlecor·so mese di luglio dal m:tggiore meùif.'o Panarae da cb i :;cri,•e queste pagine, iu:'ieme con un ufficiale d'tll'tiglieria, per dt>termitlare l'adattamento al ba!'to tlil. cammello tli mezzi di trasporto pe1· malati e feriti, ri;ultò ··he il pe:;o eli tre uomini. degli apparecchi adoper·ati e del basto, complessivamente di chilogr·arumi 2/0 a280 . t'rnassai minore del enrico ordinario dell'nnimole e da questo Cl'<\ porlato senzn. =-fono. Dal èOIIlillltlo supe•·iore in ~la:ò:HliJn fnrono raue Ùt>tl'esperieuze per determinare la potenzialità di tra,.purto dei ~am­ melli acqub,tati nel passato anno. e si riconobbe che il peso di 270 chilogrammi, m casse di curtucce, oltre il l.m:>to, poteva considerarsi come no1·male. ltitenenùo che fra i cammelli aci{Uistati o da acquistaT':>i per la pt·esenle spedizione. ve ne siano di razza egi~;ittnl. e scegliendo ft•n quelli di altra 1·aua i più forti peradope1-arli altrasporto di malati e feriti, e certo c!te se ne trovera f1·a essi un numero suflit'iente per qu.esLo speciale servizio, cupad ili ~or ­ portare; ognuno, il C<ll'ico di tre uomini coi l'elalivi nppar·ecchi; cioe, como peso medio dei tr·e uomini iOO n 220 chilogr·ammi, dt•j.~li apparecchi e del ha:;Lo 50 a :);j chilogrammi: io totale~:.;:.; a ~ì:) chilogrammi. Si è accennato piu avanti alla po:..siùilità di u:.are ùei buoi al Lr;usporto dei malati o fe1·iti. ru rtalia il Ime non c allo al :::omeggio> non si è polulo perciò fare alcun esperimentt> in pl oposito. rIl .\ hissinia però (!'i ferisce il dottor ~~ra.zzini), le carov-aoe, che tla Ajlet sono cllrPLit! al centro, ranno pn;;sare il loro carico dai cammelli a dor:;o di muli, o piu eornunemente ùi ilovi a mediocre statura, mn robu:>tissimi e rorti. i


I'ER LE TRt'rPE l~ AFRICA

37

4 oali ,·en'!ono enrica ti sul dor.so con un lta,.lo 5Cmplicis.;;inH... compo~to rli tfualche pelle ripiegata f' liel"eruente imhollila eli fieno. e portano pesi relativamente forti con la ma),!~iore facililil per le su li l A del primo nltipinno. l i Snzznru ( 1)dice che :'UI ~rlir't> della speilizionc egiziann di Rnlih pascià, dopo che qna'i tutti i r~tmmelli, i cal"nlli ell i muli erano catluti \Ìl· lime dì una epizoozia o delle fati rhe. furono impirt:rnti wme heslie dn 'Orna ,.in"\ !)00 tori. che fecero ottimo ser~izio. Ila quakhe espel'imento fnlto a 1\fa::;saua nel pa~;sato nnuo, ri~11ltò clrl'. con oppol'tuno ndntlamonlo si poteva trarre uti lr. prolìllo 1lai buoi, co~i adoperati; ma non conosciamo se ~li e... p~>riauenti furono pro-.e~nili, e con qual risuhalo. 11 no.-lro • eolle0a Pnnara, che rr--e cosi utili sert'i~i nei primi e piir dif· lì rili tempi dell'occupazion~ di ~l assaoa: crede anch'egli che l':lll•latunl placida del bue del,ba essere mollo arl;1ltata altrasporto dt• i ferii i coricali, e propone che sia studiato un basto orl un:1 b:u·della appo~ila pr>t' le!!arvi ,-opra la !'edia-leLli~1•. Da que_,ti hreri cenni è òimo.-trnla altltn;:.tnnzn l'oJiporlunilà e la conn·nienza di e'aminare prntic:tmeote la cosa; ma non p;rò c;;;ere ratto che presso la direzione del !'en izio sanitario d·· II" "p ed tzion e. Ammes.;o dunqn~ che i malnli e i feriLi deLim1si lra~portare : 1 clor;:.o di animati, vediamo con quali mezzi di adnllnmenlo. l Fnmce5i in c:rimea e in Algeria non u~:n·ano altro mezzo 4.:he i C"acol~ls e le lili~1c~ (~be corri~pondo.no alle por·lamioe a "C:!Fioln ucl n letlil?he, e;:.i,.,tenti nf.'l nostro antico m:-~tf'riale d'amltulnnz•L~ ca ricate su muli. Hli l nglesi adoperurono quesli due stc·:~si apparecchi ne liti più voi te q oi l'icordata Kped izione del .:\iln. mn c u icat1 t•;;c·lu.;iv.1mente ~~~ c~mmelli, non polendo muli, nuche fortis'>iroi, ,opportnre 'l pe~o di due uomini coi (l) Opuscolo citato.


3R

LA S.I!ZIO~E DI S.\:'iiÙ

rt>lati\ i app1reccbi. ,.e non pl'l' br~' i tra:; porti e per 'ie non sahhio>e, o altrimenti diflìcili. Un animale eqnipa2-!Ìato con qtll'.')ti mezzi non può nelle marcic l'enire ad altro cariro "e mancano ammalati; dunòt• mnlte volle un inutile sciupo di animali ..h-endo poi un determinato numP-ro di quudrupedi n(ltietti a questo st•n i1.io e ùo,·enùo!'i caricar :.ugli ste,;si apparecchi, cosi il malato o ferito J.:l'U\e, come quello chn ha una St!mplice e~coriazione ad nn piedt>, può accadere 1'11e il numero dPi malati lcggiel'i, :-.empre maggiore, prenda i posti dte dovreùùero e--~erc.ri:>ervnti ni gra,·i. [)a qn('sla con,.iderazione ci semhra che naluralmenh• -.ca· turi-ca la com-enien7.A di r.tn~,-ilkart! 'Jnelli che possono a\·er J,j,.o"uo di e,;.~ere lra:.portnti in tre cii-.tinte categorie: l • malati c feriti leggieri: ~·malati P f<'l'iti di media ;Jra\Ìiit: :~·i ~o:r,l\i$simi. I mezzi di trasporto JH'r' i primi, che nelle marce pn~sono essere molto numerosi, ùoncbbero assere t·urTispondenti al presunto numero, tali però, per qualità, che nnn 'i ..in d'uopo di animali eselu·ivamente destinati a sillàtto trasporto; ma che ,.i Jlo:-,;nno adauare ai cJnndrupedi n'-.e1!nnli al tra .. porlo dei 'h·cri o rli munit.ioni dte, via facendo, . uno con,.unl:l.le, per trarre ro.-i part1Lo degli animali sLE':."i 1im.t,.ti ~carid1i .

Pe1· i malati della ~·e 3" categoria :;areuhero da a.,,egnursi tJuadrupedi equipn~giati fin cln pl'int'ipiu con speciali ml"ui, i quali douehuero pet· cJnalità e per numero r,;sere pro porzio· nati alla div-ersità degli inf~r·mi cl,, tra,;portarsi. l'ci malati e feriti lelorget·i si propum• eli far uso del sost•'!JIIO iclento da chi seri' e queste pagine. JH f':-.so ru data un'e~nlla de,aìzione (l) dal no ..trn colJ,.ga il capitano medieo (~OZ?.i. ( l ) CE!ARE G•lVl- Il ltrra~Co $O>tilurao rrtlla P~·• di. monta~M e gla tiJ'}itlrtethi GHid4 ptr il INtporto cka (trall e malata a lt/.into dt mul11. (GIQrnalf .tltd~u d1l Il.' fm·C~tu t ddla lt.• .flarana, t!S86).


PER 1.E IIICPPK 1:-1 .\FRtt:.\

3tl

nel pa;;sato anno in que,.l•l -.te.'-'0 gior·nnle. Uopo ù':Uiom non è tntn fntta al so,.tegno che c1unh:he lf'ggicra modificazione

e l'oggiunta di un piccolo cuscino: c ciù pe1· aclauare que,-to mtzzo, ollre che al Lnsto ed alla h:trtlella in usn nella no;;trn fnntoria nlpina. anche al ha•Lo, tipo inJ.;lC.'>C, ~ nlla nuon Lat·delladn muleuo. lln--terà qni ricordare d1e il~;o~>tegno è cou1· po;;tu tli due X in lc~no, che "ono cougiunli fra loro da cinghie tli canape ed hanno unn "Palliera c«< una lr:n·ersa nntA· rioro per tencn-i:>i, volenùo, con le mani. f: coperto da un mantice di tela pet· pre~er,·are l'inferrM ùnll'uniro invincihile nernicn degli Eut·opei in Africa, il ,.olt-. L'infermo sta seduto di fi::uiCC• ~ul Lta,.to o la hardella con le gnrnltt• pendenti dallo sle~"o lato. nppn"ginto alla spalliera. coi gomiti sulle ci nghie Ili t•anapP. c coi piedi sostenuti danna predella o pedana, che serve altJ'e-;i ai portaf~rili qnal mez;r.o per t>IPvnrc il malato, sNlulu "U di r.ssa, all'altezza del basto e furio poi scivolare su di que,-to .•\nelle un febbricitante od un ferito non molto estenuato. può. in ea~o di neees;:;it:•. esser cn r:,~ato e trasportato con tal mezzo. Il -o-.tegno, ripie!!ato, forma un rotolo luugo un metro circa. e 4lcl diametro •li 15 rentimetri. pe.;;nn te tJIIn:-oi quattro chilogt·nmmi. Ln sua formo. e il peso pmmellono di aggiungere unu di queF.ti apparecchi a 4~i;t.-cun mulo dr>lla eolnona. il •lu:dt• porti munizioni. viveri n altro. che in marcia ~i con.,umi per ùistl'ihuzioni ordinarie od e\·cntunli [."animale. rimasto 1\Ca•ico, può essere adoperato al trasporto del'{li <.pedali o dei mnlati let:gicri. che fos;;ero sL;lti prima caricati su Hli apparP.rdli u;;~e.!jnati ad infermi più gravi. • Per 'JIIcsti ultimi ...i era pen;;nto da prima di trarre partito delle antiche portantine a sc::giola ed n lelliglte: que-.te "~'· conrle pe1· gl'infermi che._; tloVP.,:;ero tra.: portare diste.-i. ~nn potcndosi fare a::;:e!lnamenlo ,u muli di gro~sa taglia, capari


iU del carico di due uomini ( 1). fu :-labilito di adop~r-are cammelli cquipaggiuti però di un lt.~sto co,.truilu dall'ar:.cnule di artiglieria di i\ npoli, l'DII P. indicazioni Il\ ule òa M u~.;nuu, d ore 11 lnlSLO slt'''n l'l'a "lato ri éo n u~t:iulo adauo ad o;:ni :-('('l'Ìe di carico. me .. lio rli quelli di forane inp,le"e ed e)!izianH f' tli altri tipi iu U:iO prih"O le Lriùù arric.lOC. L'int·arir·o di •tn~liare praticamenlf' l'aù,ttlamento delle p11rlautine al basto fu clalo al ma~iure metlicu l'anara e a dti ... cri\ e l[Ue»Le note; c l':unmini~trazione della Heal Casa puse a loro dispo,;izione i ramnlelli e i I'H IIIIllellieri delln tenuta di~. Rossore. l'res~o l'uffir.irHl del 7° rc;~~imeoto di tu·tigl[eria, di sl.utza in Pi,-a. fu -tuùiah• ed eseguilh l'adauameoto al ua3to da cammello delle portantine. lequnli, costruite pere:;,.cre nu.tccate nd nn l1a:-LO -pe~ialc per muli, clor~Hcru ~ul,ire •Jualche uwditicazione l'd aggiunta per pr>Ll'r:-ii .Hinllure, rc,.Lar fisse e lH~ ne cquiiibrato nr. l nnovo impiego. La Cl}lllUtbsionc medh.:a. t'O:uliuratn dal tenente di artiglieria si!{nor B.agnani e da :-oUuflicinli e. oldati re luci corne quello dall' \fricn,ore a\ enwo Jlrc~tato ser\'izio eia cammellieri, fece gli c:-.periruenti nella :-oconda meta del decor:-:u luglio. L'et.:cezioouhnctlle alla temperatur·a {~O ccntigradt) di quei giomi, il terreno snuhioso percorso C J'accompaguameu LO di cammelli .. ri hor~hesi, che nr1n n\eH:no mai ~11cati uomini u i loro <lllimali, dietlern all' r•speriunzc, a ùeua dei reduci du 'la...s,tUa. 1111 carallere che mollo ltl nHicinaYa ad Ull lra:>porlo afnr..1no. - Si cori-late) hen prc-.to che la port.tntina {l) È oppnrlllllll outtre chfl nrmm•'IHI Cllll non li 1•111 rorli si potrrloh<•ro u-are 1 rncolrt~ ~' 111 h•tliJ!III' I'OJme mezzi orrll nari. l Fr~nrC>III adormmo nelln ll'lro atn-

toulaoze in i\l,:erl~; mn rl "obertf'/rt~ilt '''$ ,,,a,tO•'Ul'rU d'ttmbul11r1et) C4 osur· ure c:be i mu Il. co!! carirlll, souo t'li J10 tì a <::~d ere coo I'Uneste COT;&egli(!JIZO 1~r l fo.'nll, e eh

J~Crcl6 t lsogna r~n-idcrnrn qu sllmeul tl:l~ ecuzn:ooall (ltlr 1

1 ~no grnd, e risl1rrnrll per i trasporli ln fllannra, !MI i campi, e non

<1i~tanze. Taio ò lllltlte ti Jlar<rc •ici Ltongwore tOI•~ra cllltta}.

renu

w lunghe


PER LE 18UPPf: I S AfRICA

41

a lelli~he, IJeuchè perreuamenle adallata al basto. non poteva costituire un apparecchio di trasporto per feriti gravi. Sono tali le scosse rhd il ~iacente riceve e cosi complicate dn movimenti di l•eccbeggio, di rollio, e di sus~ulto n!'ll' andatura del cammello, che uomini sani non poLerano resister\"i più di pochi minutr. e aJ infermi e ftwiti, specialmente 1:on frallure di arti, le scosse sarebbero riuscite non solo pericoto..e. ma intoller-ailili. a meno che la gTal'itit della lesione non avesse loro fallo pet·dere la conoscenza e la sensibiliLì• (~li inconvenienti dell'uso della lelti!!a ., con c;tmmclli erano già conosciuti, ma il Longmore, esponendoli, asset·isce, sulla fede del dottore 11artridge. che a \"Ca fatto lunga praticn di tal modo 1l1 trasport<r nell'I odia, che non sono in egual misura fra i nn·i cammelli, e cbe vi ù la uta diiTerenza di comodità fra il movitnPOLo di un • c~ammello e quello di un altro, quanto fra uno sgr·uziato cavallo da r.arTetla e un cavallo da C!U'rozza ~i~norile. Mn gli incomenienti non sono ùa allribuirsi tutti al passo del cammello, perrl1~ accadono anche cJnando le lelligbe sono car·ieaLe ~uJ muiiJ. li UoùerL (l) dice che il movimento impt·e~so da questo animale alla lelliga, an oh e camminando al passo, diventa inLollet·nhile per i ferili, e che perciòqueslò r un apparecciJio ~li necessità impiegato in mancanza di alleo mezzo di trasporto. :Xotiauw qui, per curioc;ili-1, che lo stesso autore cita (apag. 118) un documento ufficiale francese, nel quale,·. detto che il traspor·to coi cacolets (seggrole) è ancora più penoso cbe cou la lettiga, e rl1e i feriti vi sono sottoptlsLi a :>cosse violenti, ed c--posti n dellecndnte. Ciò prova sempre piiLquanto difficile cosa siR l'ouenere, non put· l'ottimo o il !tuono, ma solLanto il mediocre e tollerauil•· nei trasporti a tlùt'SO ù'ani male (~).

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<11 Opera •'il'lt.ft.

• <~) :-iel dorumeutl inglesi Lrovlamo che, or.lln SJredizione <.lei :'ltlo, alla Carrtel


LA SEZIONE DI SA:'ìiÙ

Rigettato, per unanime avviso, l'uso della portantina a lettighe, demmo opera a migliorare quello della portantina a seggiole, che presentaYa assai minori difelli. ~l odifìcnto il si~tema di auacco deiJe seggiole, e assicuratele fermamente, con l'aggiunta di un cnscino di lc~no che le tenesse in perfetto livello e impedisse loro di oscillare contro il basto, si ebbe la sodclisfazione di proY<He che i movimenti, che l'andatura. dell'antmale impr·irnera al seduto sulla seggiola, erano riùolli a poca cosa e non recarano di"lnrbo di sorta ad un uomo ~ano. E poichè la potenr.ialitit del cammello era evidenBtarrr Co111pa11y Pt'l trasporto di :WO m:llati erano as>egilate 66 paia di cn«lk/~ e 3~ paia di letti:!;he, addossate a tiiO c.1mmctli.

t:o chirurgo maggiore c~ apprezza que:;ti •lne dh·N·si :~pparecebi: • Leltiglte. - Queste io le trovai assolut.a'mentc di nessun uso. Gli nnemi

l'er attaccarle al hasto non erano nel cenlro 11i ~ra~iti1; h conseguenza era che qu:mdo l'animale moveva, la letUg:a ~l slaneJa.vn rA>me il pendolo di no orolo!lio, cosicchè le soiTercnr.e Ilei !eri lo, o del malato, si possono più facilmente inllnaglnarc che descrivere. Un uomo cui toccns<o la svt>nlura di essere trasportato r1er n mil!lla in que~to modo io eretto che avr~bbe preferito di fnre 11 \ma-aio con lA ~m ree ebo re~tar sopra li.L lettiga. "odifieantto gli uncini tli attacco questa puo rendere •lei servi,;i, m:~ non sam maì un comodo mezzo di trasporto col cammello. c Cornlt/1, - Furono tro\'ali utili e comodi. t.: n m:l!ato in istato <li vi3ggiare con quPsto mezzo, quantto sia seduto su ùi c-,o. Cl'n un parasole sul caro ,, no Intere-sante libro m mano, t•uò passtn• il vmpo nel deserto, comparallvamP.nt~ p:~rlando, ln modo eowodo eanciH• piacevole. • Lo stes;.o ufficiale elice • che ì cawiPI& rurono usati coi muli per corti vinggi e con buon rìs1ùtato, ma chll lo srorzo era evldente:neote LToppo gr:mrle fl''r l'nrtima1o, il rtoale per la cou.Connar.ione del suo piede non è tlllt.lllo a lrnsportar carichi pesanti io t~·r­ rent sahhiosi. In tali cìrcostan7.e si preferiva 1li r11r truportare a braccia su barelle gl'Infermi. Per scemare ~rl'inconvenlenti daU dali,• lellit;hc fu proposto di diminuire il numero di qn~~te e aumentare quello dei cacolrla. Fu riconosciuto utne, altr~~~ • .-IJe la compa~_~"nla di portatori eamm~llieri, che corrisponde alla :>ezioue di :.anita (/Jrartl' Comptmy) tl~lre~ercito europeo, pote<~sc suddivlder;i in~ ~rzioni, mvcce che in dne sole come era stato pr~srrittn. Ciu runferma le nostre 1cl~. e'poste a\·anli, sulla rormazione piu C(lnvenient!' d:1 darsi alla S&iooe per le truppe d' Afric.'l,


PER LE TIÙJPPE L~ AFRICA

temente maggiore del peso di due uomini, si pensò di metterne un terzo, seduto fra loro , sul centro del haslo. L'adattamento fu racile. Sulle traverse sapel'iori, che uniscono gli arcioni del basto e superano di alcuni centimetri l'estremità della gobba dell'animale, fu applicalo un piano di legno. aJ quale si fece nel mezzo un iorame ovale, prevedeod~ che l'accresciuto peso avrebbe maggiormente insa~calo il basto e fatta sporgere la gobba sopra le LraYerse, ontie avrebbepotula restar contusa dal coolallo del piano stesso. Alla estremità anlerior·e di questo furono applicati, in apposite camere di ferro. due ritti, figunmti un Y uniti fra loro da una tra vers:l mobile; si fece allreltanlo alla estremità posteriore; e i rilli, anteriore e posteriore, di un lato furono congiunti con una cinghia di cnoape; cosi quelli dell'altro Ialo. Per tal modo l'uomo seduto C:lvalcioni sul piano, fr•a i quattro ritti, restava appoggialo daYanLi e di dietro alle traverse di legno e poteva coi fianchi e coi gomiti avere un altro punto d'appoggio sulle cinghie. Due staffili, terminanti in un piantare, aLtaccaU olia parte anteriore del piano servono a dare lar·go sostegno ai piedi La posizione dei quattro ritti, divergenti dal basso in alto, sugger1 l'idea di allungati i per fari i seni re di sostegno ad una tenda fenestr·ata, cb e coprisse i tre seduti; mn l'allungamento ru fatto con pezzi separ:lti che si unirono a quelli, mediante manìcottl in latnienl di ferro, per· potere, volenùo, far di meno d,ella tend;l nei trasporti di notte, o a cielo copet·to. T...'appareccù io soddisfece completamente a ciò che si desiderava) ed essendo fallo di pezzi amovibili, riu.scivn, smontato, di piecolo volume. Le figure 1• e2" dimostrano la portantina a seg~iole, adat· lata al basto da cammello, col carico dei feriti, e ~enza. Prevedendo poi il caso cbe per mancanza di più comod()


L.\ S!ZIO:\l: DI S.\\ITÀ

mezzo si dorc:.~e trasportar sulla portantina uu uomo con frattu1,1, o ferita ~avc3 a~ un urto inferiore, feci co,trnire on apparecchio mollo semplice e primitivo di sostegno, da aJattarsi alla se}Zgiolo.. Si compone di due traverse in lt'"OO con tre forami ciascuna. due, circolari. alle estremità, il terlO,oYale. nel me7J.O, J.e tra· vcrse :;i legano con funicelle solto il piano (graticolato) della se.:~iola, una all'orlo anteriore, l'altra all'orlo po:-teriore del piano sttlsso. ~ei ùueforami 01ali s'tmmeue un bastonP., lungo circa un metro; nn altro ùaslooe simile s'immette nei due forami dt de:-tr;t, o di sinì:;tra. serondu che la gamba da .;ostener,i è la destra o la sini<-tr.1 .Lungo i due hastoni.si fanno !'.Correre nn cu,cineuo imbottito ed una cinghia, s11 i quali re~ta po.!giato l'arto, pre\eotiramente medicato e f•1sciato; f' in ultimo s'immette nei lla~toni un piantare munito di dut\ r.<~mere di ferro. jli'I'Chè possa scoJTei'P t• fermnr~i lungo quelli per 'errire ùi ;tppo • •io al piede. e. nl lti,o7no. per far.: ci 1 punto fìs.;o nll'esten~ionc forzata dell'orlo. legando l'~tremità supet·iore di qne-to, o il b1cino dPI fllrito. alla :-eg;;ioh. La figura :l• fa redere lacostru7.ioneùi questo appare,·chio. Se prima di raric:u·e o :;caricar'• i feriti, tanto quelli sc.>duti nelle seggiole, du'} il terzo che elevi' ~tar~ sul sedile nwdiano. :;i fJ in_;inot:chiart' il cammello. il meuere e ii ·IO!!licre h portantina è moltu f.tcil~>; ma i bru-chi ltlfi\Ìmenti che l'animale f.t uetringioorehiarsi " nel rial1.:ar-i rorntwica ai seùnti delle :-w...:.e.che in t.tluni ca;;i po.;.;ono anche es;;erperiwlo... r•.f_luindi, quando gl'inf,•nni da trasporlar~i meritino speciali rig11ardi. il caricamento dPve esser fallo a cammello in piedi. l)untLro nomini hJstano: tre per 'OIIevare e u!!ganciat·e. o togliere dai t!:mci. l1 ser(••iolit col ferito: il l]tlll to per mantenet· l'equilibrin dal hto oppo,to, perchè il ba:-tn non s'inchini. Credinll1o ~u-


PER l.E TRUPPE 1:'0 AFRICA

perlluo descrivere qui la manoua, cb e, pet·ò, dune!Jhe esser soggello di speciale istruzione pei porlaferiti. Resta ot·a ad esnminare il da farsi (Jer la terza categor·ia di ferili, i gravissimi, che debbMo via;;giare coricali. Si e precedentemente detto che per essi il lra~porto migliore, sol lo il ri::rnardo tecnico. è quello a hmccia sn hareile, n apparecchi analoghi. e si i! anche rilevato che le e~igenze di ordine militare non permettono di adottare fJuestn specie di trn~porlo, ~e non per le hre' i distanze, o dove le difficollà ùel terreno lo rendono inclispeusabile. È necess;l:'Ìo dontJue usare anclte per <Jtlesli reri ti ùi animali da soma; ma con qnn lo apparecchio? Abbiamo ri;.:euato l'uso delle leLLighe, specialmente su cammelli, e se ne sono accennati i gra\'Ì inconvenienti. ~e i lt·auatisti citati ed io <litri (l) si trova la de;;crizione di vari mezzi eostrnili o proposti, etlalclllli anche spel'imeotati in casi )<pee:ali. )la il risultato non ha dovuto e~~ere sojlùìsfacente; e l.losta a pra'>arlo il fallo che gl'Inglesi, sebbene abbiano nell'illu~tre Longmore. ispettore geoera1e e profe.;sore di chirurgia militare, il più completo P..spositore fli t}ne,ti rari mezzi nollnl'ua più volte ritata opera, e non lesinino sulle spese. nil si astengano di applicare nell'esercilo quanto di nuovo può confel'ire benessere delle truppe, luttavia nella recente !"pt>diz:une del Sudan non rrerletlero bene di adottare airuno ùi quet ritr·ovati e si attennero alle vecchie lettighe. non ostante i loro conosciuu difelli, apparsi ancora più e·d denti nelln spe1lizione sles:\a. Questa univer·;;almente constatala in:iufficienza dei mezzi esistenti fal'it forse scagionare tlnlla taccia di presunzione l'autore di fJueste note se 11ropone per la sezione di sanità de!le

al

B) PviiT. -

garr.. l88! .

'l'c•tchtubu.ch dn- P.·rdar:llirlttn ltnprc.r.itaiÌofl>t(rlmil:. Stutt-


46

LA SEZIO"\E DI SA~IÙ

truppe d'.\frica la sedia-leltiga. do lui ideata e co~Lr·uila pel trasporlo ùi maiali e ferili nella ~uerra in monlngna. Di essa, tlelle ragioni che no consigliarono la pr·opostll, dell'uso che l'e ne può fare diede larghe informa2ioni il capitano medi1'0 do!L. Cesare Gozzi, nella cilala ~1 e.rnoria; nella quale accennò anche agli e::.p~rimenti falli in [\orno nel 1886, e alla 5oùclisfazionP manifestaln dal minisLro della guerra, generale Ricolti, che dispose fo~sero costruir i trenta esem. p lari della sedia-lelliga, per esprriroeotarla su più vasta scala. Queste espe1·ienze furono 6$eguile nel correitle anno, da quattro battaglioni alpini del l ~ e da un battaglione del ~o ccrpo J'a1·mata. m•lle gran•H h>ro escu~ioni estive. Per ordine m:ni.,teriale le pro•e furono divise in due periodi; nel primo si do•cano fare nella zona montuosa per rie non carl'eggi~bili, mn. non di grande difficoltà; nel secondo nei sen · tieri piti nlJ>e~tri O\'e possono pos!<are le salruel'ie ortlinarie. L'esperienze e le r·elazioui furotlO falle dai comandanti dei ltallagliuni e delle comp~nie alpine e dagli oftìciali medici; gli uni e ~li oltri a>endo preso pa1·te alle pron~; e più di ono di essi volle far·:,i trasportar :;n Ila sedia-leltiga, nn che nei passi piit ùirlìcili, per meglio giudicar-la. Nel pl'imo periodo i risultati furono soùdisfacenti, più o meno. per tulti, nel ~e­ condo nun pre,entarono differenza rimarcherole prel'so i hattaglioni del 1° corpo J'armata: furono giudicali non Jmoni nel solo IJalla~liooe del 2° corpo. Non s'accordarono i pareri intor·no a se il lra,porto fo~se più comodo mettendo la seùia-ld.tign !',IJI basto o 5ulla !Jnrdella regolamenl::ll'e ùa fanteria <llpina; Ala di1er·sità del giudizio è :;egno che la ragione della diJTereoza era da cercarsi non oelln sedia - lelli~a. ma nei hthti o nelle bardelle che non sono tuili di costruzione e modello identico. ::'i constatò che il Lra"Spor·Lo riuscim meglio con muli ili bassa stnlur3 1 forti e


PER Ll! TUUPPE lX AFlUCA

ii

anezzi a camminare in monla:!na con passo catl~nzato: gli animali pii1 1.M10li. o non aHe:~:zi, pt'ocedouo a salti per superare le difHcoll1t del terreno, specialmente se roccioso (l}. 1 t ~ Ri!erJ:uno uu l'lre.ve sunto di alcon~ rrlazioni del i" 1•erlo1Jo.

Bnltaglwne ftn~~trrU~. - !O :riorMte di marcia del Pt'rc.or,;o d~ R a 2~ chlltJmetn; J>erul~n7.a massima del tcrr.:no !~ •;•. - ConclosioDI!: sebb~oe la ~edia-lettrga non ro>lilulsca un modò JICrrl'lto •li tra.~p<:~rto di !•·nll in montagna, tutta~ ra r.-<.1 e superiore n ljl1alrmmu altro meno ora cono>.eruto. llallaolìu1r~ .Srwr (~. - ii giornllltl di tMrda ilelperc..,rso Ila l a 3G ehilometn; pend~nza massima 4.0 •;0 • ltr luttr• 11 :• pPriodo di espen mnuti, )ler quanto stretti ~ torluosi si sioeoo trov~tl alcun i pnssaggi, nou si è mni llo~>'otn scnrir.are In sedte. rhi mulo per trasport~rla a hraeeia - Conelu~ulnt>: li mo'imenio ondulatorio ili beccheggio llll)•rc!>SI.I alla :.cùia dall' an.t11tura projJri.a del mulo, ')>e~tahuooto m disc•·&'l, e l'unico lnron"euieott: piuttosto grave, e rbe puo tar tlnhll:tre dP!la pratica utiliw io tPm:ni difficili di mont:~;;na della sedia-letUgn, ebe tl~l re:~to og~?idt non si saprelobe con quale altro ml~thor meno di lra:.l'Orto f•N l.t mllntagna ~ostiltrirl'. iJ<Iltaylitmo: hl'l'a. - 5 :<iornete th nnm'Ul dd pt>rr.orso da 7 n fl chilometri.; JICnllenzn tnus~hoH 1Iel 2.5 °/0 . - CmH!1u~ione: dal eomplt!Sso d~ll'esrHr ci~nze ratto s1 1•uu e<•nrltiude.re che In S~>t\•a-letti!:a. con t>oclrl>.~rn•o correzioni, ri<•>lvc •1ua•l IH'r 1nt<~ro 1 'JlltlSilì rlle ~1 craJ•rsllliSi l'autore. Il trnspllrto ~ clnrso <ii mulo, sra r.ol 1>1~tv che colla hartll'lh rc-.:(ol:unentaro, rle.<r.e •liscretameute t:omodo, -~mrro 'lll~toolo le diffic••lla d eli<! str.,•le a p•.:rcorr~r$1 11on ~lllllo troppe o la llf-UIÌI'Itt.·< >Ui•Crlorc al H •1..

lJ<Jttaolìvht Pintruln. - Giorn.'\to rJl marci;~ dal 26 luglio 111 l:i agosto. Il f'er-urilo lu fAllo sempre t•er •·ero strade mulalliere da montagna, cuo noleYOI<! (>P.rulenza, r"''~IOse p ìn alcuni trnt11 r•ll·inntc od ancbn trerlecllo~e.- Con•·lu~ioru:: la ~Niln-lrttlg-a, collio trasporto a srhicn3. rli mulo Jn rnontagoa. può ~pn·in• nd 1ru tti meno ripidi, & JWr Il\ rnr·ollta di essere earicRhl e sraricata d:cll'anirualcl, •JIIantlo e necessario di rare Il trasporto a t.rucda, ,, SllfH>nore a::lr alln m~nl •h lrn•porLo tmplegati 1\nor~tl.o r~la~ionl a•r~U t-perunenti del pruno p.!r1odo. in terrc:ol Uh!DO dlfilcili, CQildlrd:mo di pm MI riron~~scem l'ulllllà 11011' impiego di:! la <etlla-hmtga a ~hien.'l dr mul•l, t:om•· ruczzo do tr3sporto ., t.ra.ecia. es.'\.'1 ru l"" <1:1 ruttt !!'li ~I•Crhuentatom •lld.lit~rata ~uperJom ;<Il" h:m·lle regola!llent3rl, ,. n~l !Jll!Saggi ~lrettJ e tor~\lOsi 111>11 ~oslituilille da <JU•'sll·. 11e da altre lloora usal~. Il com:tllflu111c •h~l rurpo d'arnouw, rifcrc·nrlo su tu~t.G h• relnt.lnnl dei •lue lll'rindi •Il esi•~rlweutl, nota rlll\ il trn~pQrlo t!Piln ~.-dia-IPiliJr.l, ~OOJ"ll;tht~ dal

mulo, c ~tcurv, no non tànto CQIW)<)o )oel ferito, spetiP nello! rlbcc>,;e: cic· ehi: nnn lJUO nscrhursl alla qua.lita delt:~ ~1!11••-ll'ltJ~, ma al ratt<;, •lei tutto dn e<~ lndlt <'n dente, ~ho l'all<latura liel mulo, tnnVI (•hr '" l!i$Ce~. J>ror.ede n >roil~l e a S<os,~, lrrconv"nieute che si nle1erto semvro se si ,·ut~t.: nullztar•• il some:::Jrlo E Ctmdllt!c• thf· la sp(lla-ll'lù~ll t•rl wo peso Um.tato, rwr In F1wilola


1..\ SEZIO~E DI SANITÀ

~ella ronsidcrnziune che r lerTeni limitrofi ai nostri posscdimerlli in \frka non presentano difficoltà mag)!iori ùella zona alp~str~ pt>r,·ur~n nel l o periuùu dell'esperienze, t'n cr·eduLo utile di fare anche cc,là qualche proYtt. ~la CS$endo i mulelli nhio:-.ini tli piccola tnturn c non ndaui quindi ati e-<sere equipa,.l~iati col ha-.to e colla J,nrdelln règolamentare,l' autore delln sedia propo-e e rece co~lruire una nnova bardella che pote~se :-en ire non olo nl -.~~tne0 •io tli quella. ma anche Ili rolle rli nllro 11...o. Furono :-pedite a \las,aun .,;nl finire di a~osto due sedie Jettiglrc ed una IJardella, e nel me5e di sellembre p. p. il cnmnndo :-superiore delle truppe fece, con tele~rrammn. cono:-ccro l'Ile l'c~pt>r·it>uw areano dati buoni risultati e elle la !Janlellu corl'i.;ponc1ev.lnl rari o ~er>izio per cui er·a propo::.la(l ). Sl'nzn i pret~erlrnti rpri esposti sarebbe stato certamente temerario e pro:;untno~o il propOI'I'O l'adozione di queslo nnovo mezzo per· le Lt·uppe d' Hricn. L'antore non prestune gio't tli avere r·isoluln d problema deltrn~porlo dei reriti in montagna, cosi difficile. che il Brlroth, iu nua conferenza tenuta pl)chi anni ùietro .t \'itmna. ùir.lriut·ò non essere anc~ra oalo I'Archimedo prcdc:-tinnto n darne la "oluzione. E61i ba \'Oluto $Oit:111lo prc~eotare UIIIIH!/./.0 che.Jlt'l dop1'io u,..o di ...en ire al tr·tsporto d1 montatura u smonbtura, per l'a:eTol!l%U di ca.rìcarJa e ~rkarla >01 D e d31 mulo, e utile o consigt13blle al ·~uto d• truf'pe manoTTallti m montagna t:aot.:.re della sedia-lettiga, {'rmdeudo in ~same le GSSeTTUlonl fatte netl'~perleuu, \1 ba mppo tale aleunt! p «ole moilllle;uioni, e ml;!ll<lrato l'adatt.aulento di ess:a nl baçto reJolamentare, ed ba :illUDJ!:Ito di tf) Ct!!Jiimt'tri le stangho dn trlllflOrtO a braccla. !Il 11 ra~·porto del direlton· •le1 St.rTlzi di -,.auità. io Mrica, ::iunto po.tw r· mente, •IO l o 11' r ~ILo con~L'\tare cl 1~ i muteLU forti pos..'Ono bwi»-m10 esY- re lml'legaU (~•ò •Il ('UI sl dubiL"l\a) Jlel trasporto di malati i! feriti :!ran roll~ se-ii a-lettiga ·•IJIIliCata 1111a nuu~:~lt;tr•lelli\. o--erva cbe nel ùa:>I'Orto la -ooìa-lctt~g~~ ~nt.•~~·m ~~~~~ th1lo mo,trnento •Il bccthel!gio, che pnò cal:ionare •o1Tcr•·ll7.e al rerll<l, ma (h" tr:tltamlo•l di ctu,·orla us.ue in luoghi montuosi e scnlleri q1t.1~1 lnJI''t1ll'-''"lll nnn v'hn •luhbi•1 che la ;~edia-leUh::t Gu.iùa \\ Il migti•,re e

JliU ul• ,, mcau 111 tr."portll llnora eonoschllo.


PER LE TROPPE IN APRICA

i9

a braccia e :11 trasporto a schiena di muli. puù rendllt'e, nei terreni rnontnosi di media diftkoiLà, dt'i :.enil.ì rhf• non pus· sono dare le barelle regolamentari; e conlìdn cho la sua uti· lilit sarà uncht• meglio dimostrata nel territorio africano. ove non poss.'1no impiegarsi gli ordinari trasporti ..\In non ~i potranrw ouenere buoni risultati, ~e il personale di sanità con pratiche ripetute istruzioni non avrà intiera conu~ceu1.a ,Jel modu •ii u1ontnr la sedia, e di caricarla sul mulo; c se gli ani· mali dc~ignnti a some~giarla non saranno srelti fm i piiJ docili e forli e uon \"Ì saranno abituali da precedt•nti pruore. Trnllandosi di tra--portar malati e feriti l!ravi. ne.-.suno. crediamo. vor;rà ritenere e,agerata preten,;ioue il dom:mdar·e che nnn ~i prendano a ca~o gli animali da de~tinar~i a tala senizio. lleuori delt;iurnalemedico del ll. 0 Es1•rritn e ddla Il.• Jtarill« cono~cunu giù p et· la eh i ara descrizione fa t tane clal <lozzi, cosa sin e come si adoperi nei diiTorcnli casi In sedi:'l leUign. Le poche modificazioni fauevi poslerionnento non sono tali da valer la p~na di una ripetizione. anrhe ~ucdntn. l'iù importante :;areLbe l'esaminare quanti di questi ronzi di lrn!;porto dovrehbero as~;.mar.-.i alla ..ezio ne di $:lflita. Srt· dello, Jlerù, nvanti che non si possono avere tinti snflìcienli per cono ~ere a priDJ·i il num.et·o dei maiali e fèriti ,·n i orcorrerit pruneùcro. lloYendosi tulta,·ia preslahiliro uoa determinata formazione dt!lla 1>almeria della sezione. ~i stima oppol'turw. seguemlo ciò rhe è stato fatto in casi ~iruili tla altre nazioni. di 50 1'r;o,rr~ che il 6 o il i 0 / 0 della forza possa trovnr,;i nella necessita tlr osare di mezzi di tras~orto in nrarcia,o in seguito di un combattimento. Dei trasportallili con~ideren·mo 1 ,,. come gravi c nhl•isogne\'oli di viaggiar di~te ..i, t.;. 0 com(• infermi o feriti di media ~r1n·ità, e :~, 10 come alfetti da mali n lc-.ioni di poca entità. Con questa ripnrtizioue. molto ipotetica, dovrebbero essere \


:jO

l,\ ~bl.IO:";~; 111 SA'dT\ PER LE TRUPPE L'i AF.RlCA

asse,.:nate alla sezione• di saniln di un riparto di truppe ùi iOOO a '2:iOU uumini. l :; ~còio· l ctti ghc, 30 portantine a seg..:iole con :.edile me liauo. •• ~ :i o ;)Q so,tegoi per infermi o feriti leg~ieri.

1..•'. eùie o lo portantine hanno bisogno di animali lle~tinali e..elu~hamente n quest'u o, t! che c05i equip:tg!!iati ~eguano la marcia della colonnn,o su di esse possono metle~i nnr.he i mal nti le~giea i an mancanza eli "'ra' i: i :-osl~"lli non richiedono un qua•lrupefl 'appo ito. ma -.ono dati in piil del carico ai muli e muleui ùcstinall pel 11-a~porlo dei '"i~eri o di altre rohe. come si Ì' dello a~anli. Cnn qunnln si e c,.,po:;l!l tìn qui non è già finila J'enumt>r·•zione> di tnlln ··ii'1 c'hl' ort•urrc pel ~ea·vizio della sezione, speculi· nHm tu pc! 'rifomimcnto ùci materiali e per lo s~oml.Jro dei ma· lati o feriti. Ma H c·ùmp il.o 'clte ci el'avamo imposto non può and;• re p it't •Ji it'l' (lt'l' le ~·onsi tl ernzion i delle in prindpio: oud~ fat•eiamo punto, lasci;nHlo alla superiore aulor·itit il dewlcrc snl 'nlore "l' npporlnnila delle nostre !Jl'Oposle. ltoma. Il l o noH•mhre 188i. ;:,ali pror o La contcoul in rtnesto sentw ra formulata r /rtruzio7lr; 111Uo u· ;lo Il dl .alUla per le truppe in .Africa, pubblicata a cura del !tlln tcro d Ila su rra. I..r. DlllEZiom:.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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La. pelatina. nella guarnigione eU lllontpellier durante l'a.nno 1886. - L. BouRGUET. - (A rcldoes de m.édeei11e ti de pharuweie mililaires, agosto 1887).

Unti vera epidemia di pelatina ba infierito nel 18!jG nella gual'mgione di Monlpellier: un gran numero dj malatr venne l'ir.ovet•ato all'ospedale. Qualche riforma é stata pronuncia ta in principio e congedi di coLwalescenza rimundarono per au • ticipnzionc altri inòtvidui. Lo conclusioni dello sludio faLlo dal dott. Boul'g-uel !'~Ono le

sogueoli: 1• l pt·ecet!enli ereditarli o per!':ooali I!Pil'inòividuo llon

della malatua; lo "le::::so dicasi del colore del sistema peloso;

seulbJ'IUlo avere alcuna inHmmza sull'evoluzione

2• Lll contagiosità ùella pclalina non sembra dimosll·aLs; a· L'epidemicitA non e cerla; un gran numtn·o er·ano ma· lal! ptillla dci loro arrivo al corpo; molti sarebber•o pa~;~ali ll!OS"ernllt se non sì Cossero r•icer·catì con cura; 4• l rnalali tranne uno, non hanno mui avuto né prurito. lJÒ pelhcole;

5• Lo scolorimento della pelle ò mancato iotiararnenle io molli casi e non é stato che molto leggero nella ma ggior parl~ deglt l'llll·t; r.• La diminuzione della s.eusrbilita non e ~taltl trovata che unn sol volla e fu notata precil?amenle nel malato, la di cui !!Uari:.:ione è stata la più rapida: i' ~on SI è mai riscontrato, nè nel capello. nò alla sua ~uperflcie, nò <:ugli tn·anzi epidermici tolli via il minitalO elemento che rammentasse la descrizHme dala del microspOI'On A WiCJUi1ti;

s• La maggior parLe dei malati sono ora f(Uarilr, senzn


RIVISTA

che nulla poc:;.a spiegare queste differt:nze. e'si h11nno tulli ouenuto queF-lo risultato in ispazi di tempo molto variabili~ qualcheduno intìne non ba ancor-a tratto alcun vantaggio dal trattamento eccitante u~alo; o• Questi fALLi sembrano dimostrare una volta eli più ciro tutti i cusì oli J ··latina uon !'ono dovuti nd un fun~o; cr • i smtorni accennati dai pllrlrgiani della teor·ra della trofoneuros1 non c:.i ri!'conlrano in tutti i soggutti, e che. in una ptu•ola, :<i ::-ono descritte "Otto rl nome di pelalina un ,;et•to numero li malallle diver«e, la di cui e~alta classificazione richiede ancora numero~e ricerche.

La cllagnoai delle malattie cerebrali. - NoTH:-IAGEL. (Arcltioes ,\Jt'diealrll Bclaes, giUgno J88i). Le affezioni del C\Jr\"ello non :;ono -.i!'<lematizzate come quelle delli! mi iolla spinale. Certe iniiammazioni chftuse, la :<clei'o"i multipla, attaccano i due ,Jiparlimenti dei c .. ulri nerVO"i ron un tal gr ado di fr·equerrzu che uuo .~in dil'illo di domando~i !'<e mai esc:e restano locolrzzate nell'uno o m ...al ru. A lato di •JUù"'le ~ffezioni nervosi' rl-'ntrali, si riscontra un allro ftruppo comprllndente ~li a"'ce!'~i. le emorragie, i rammollimenlt che sono freqnt!nli nel cer,·ello e rori nell11. midolla spinale; la cagione sta nel fallo che le lrombo!>i autoctone si svtJuppano nellt~ artet·re c~> rebrali che sotto so,·enti la se1e di c:;clero~i. e rhe gli emboli s'impegnanl) più facilmente nelle branc e Silvi ne, le qualr .::ono uua continuazrunt:: lu·ella delle carotiùt, che nelle arte!"io inlercostoli, lu quali na~COIJ() dall'aortu e se!l'uono un an!lolo mollo pronunciato. NoUrnagel ... tabilr"Ctl una clal'stficaztone dei sintomi cerebrali 10 sinlomi diJJu~i ed rn sitrlomi Ji jocol..zi, conformemente alla cla~sifica?.iona •ii Griec::inger. Egli "i occupa dapprima ùelJo stato dci r i{lf'.ssi nel coma apoplettico: i rijle .~i eucanci ed i rijle~si cendrnei "ono .. nppre;:;c:i nel coma profondo: essi non sono qutttdi di 11lcuna uliltlà 1wr ~tabilire k· natura apoplellica eli un coma: quando la •·on::;tatazione •Il un t>TIIrple!!i" uon ò po...c::tbile a cagione della ri ..olu7.inne musctllare generale e che non vi ha deviazione conio·


MEDICA

galli. si de\e ricercare con cura lo slato dei rijfe..qf'.t del cremasfer e: in un'apoplc~sia il riflesso del cr·~ma~lere é sempr e c;oppr~!"'"O dal lato oppoc::to Rll'emic;fero IP'~O !<Ì può anche trar parl.ito dal r(fleMil arldommal; e mammarii, ma essi sono mPnO importanti. vic;ln la loro incostanza. Dopo un certo tempo i riflessi cutanei e tenilinei ricompaiono ed allora ~ono esagerati. L'esacerazlono dd riflessi nelln prima sellimana indicano, ::.econdo Nothnazel, una Jeo::ione ~lei cordo'li piramidnli. L'autore ~i ocr·upa quindi r:lella •LericuioM coniugata deg:i occlii e della te.~Ul, studiata da Prevost: CS!-48 tra l'rmpor·l11nza di uu smlumo drlluso c ~i riscontru uguahnenle nelle le" IOni <Iella base e nelle Je,..ioni coJ•licali. La de,·iazione dei globi oculari e della testa si pro.iuce '!'-empre dal Jato della Jc.. rone. circo... lanz& rhe \Vessphal ha nw}t., felicemente car•nttf'rizzala c()n una pr•oposizione mnemotecllica dicendo che il malato guarda rl suo .focolaio cerebrale. Questo 1-lintomo indica ordinariamente una lesione Ol'gRnica in focolaio, tal ''olt.a s1 produce senza losione localizzata, p. es., nell'epile!<sia, nella conge~lione e nell'anemia <lei cervello; fa d uopo con~iderarlo rome un sintomo di eccita7Jone, la cui cteùe ,. nel ponte di \'a rolio o nella midolla a llungala. J sintomi rli t:l'Citanone legati a malaltrc cerebraJi ~~ presentano ;.:otto forme d1verse: c·mvulsioni generali, scosse unilaterali, conll·atlut'•'. alatosi, tremore, paralisi &l!ltsnte, atas!l;ia unilaterale; quu!"l'ullima stabilisce 1111 sintomo di transizione dt fenomeni paralitici. Le t>Onoul~ioni !lenerali devono e:<~ere ordlnariamPnle mes,e frA i ~intomi diffu.,i; la ioro importanza come ;:intorno di r,1colaio non esiste che in ~ue condizioni: t• quando vi ha emorragia nd ponte di Varolio, l mf<ulto apopletìco comincia con convulsioni generali. Ctò conrerm11 l'opinione di Nolhnagel ,.he il centro che le provoca si tro,·a nel ponle di Var olio. Non si può però c>onc hiudcrl• della Jlre,.Pn7.& delle convulsioni generali con un·~­ mor ragia nel ponte di Varolio: la miosi inten::a e l~ paralisi ~d a ndamento i11costante possono esse !'!Ole confer mar e la diagnosi; 2" talvolta ~'Ì notano convulsioni generali epilettiche


RJHSU

in ca!"i dj lesione di circonvoluzioni centrali. In lutti gli altri C8!1i le con-çul-.iont sono c:iotomi tliffuc:i. Es!>e si riscontrano: a) quando un'anemia repentinamente si ~\tluppa in mdividui sani, p. es., nello stato puerperalo, in t::eguilo ad anE>mia acuta dipendente do emorr-agie; ncll'itlt·ocefalla esse non compaiono mai, non piit del reslo che gli altri «intomi di eccitazionP; b) nell' iperemia cerebrale, tanto nclriperemia arlel'ioc:a quanto nella venoc:a. In quest'ultima pare che più cau e cuncot•rano; nello ~lcc:so tempo che ~~ hn iperernra, si ha pure anemia ar~erimw; c) nell'emorragia cerebrale Je convulsioni non t::i proclucono che quando il focola10 è voluminoso: P. nece,; .. ario che l'emorragia l'Il «ta este~a ai vcntricoli laterali. In queste condizioni vi ho anPmia del cervello, ciò che è la cau~a delle convulc:ioni; d) nei tumori e specialmente nei tumori vascolat'ìl.7.'lti ad un alto grado, il meccanismo ò lo stesso che nell'omorrae;ia; e) convulsioni epilettiformi, acce.-<~i di !'incope, acce«c;i apopleUiformi compaiono infine nella parali~i prog-ressiva de.!tli alienali, nella sderosi ad i<~ole multipla, nella paralisi a~itanle e nelle Labi. l sin.iomi motori di eecittuion~ che compaiono in !<CilUilo ad accessi epil~llici sono: conlrallure unilaterall che sr J·iferiscono ad una l!:'sione degenereliva delln via cJer cordoni piramidali e dei cordoni laterali dell~t midolla; un tremore unilaterale, una paralisi agitante unilaterale che non u che una ,.sagerazione del tremore unilaterale, l'ateLo1;i e l'em•-coro>a. Questi !<inLomi di eccitamento non po~..ono c;:ervire a caratterizzare la natura c.lella maJallia nò la sua ::wde. Si vedono suceeòers1 gli uni 11gli alll'i: Nothna!(el ha veduto un maIalo che presentava quattro rorme di questi sintomi di ccci· lamento, L'autore si occupa in seguito de1 mooimenti irresistibili. S1 è creduto che la tendenza dj camminare all'indietro rostte -.otto la dipendenza del cervcllello: que..l'opinione non è fondata: il sintomo in questione si presenta anche io altre lo-


calizzazioni. ::s'othna~el l'ha veduto produr<:i in un lnmore degh emi-.feri Cf·r··brali il camminar•e for1.ato nll"inùietro ~ prullo!'lo. secondo l'aulor·e, l'dfett.o di una \'llrlt:zine che un vero movimento irr~sistibile; il malato cammino alrinùtetro per evilnre la tendt>rtZtl u caùere all'in.iielro. La mar~'ia forLata all'mdielro, il movitnenlo ùi maneggio non hanno importnn:ta per la loc.alizzazione. Oevt>s.i pPrò notare dte in qualche ca~o in cui i sintomi avevano rag~ìunlo un J:!I"'do eccessivo. c:i Pouo trovate le!<ioni d ...i peduncoli cerebellari meùiari. Xei c.a~t di paralh•i agtlante mollo intf'nsa 1 mnlalt si portano fot•zotomente in avunti, movimento causato .Ielle convul<:ioni del muscoli delle COPcie. L'autore crede che le C'Onculsiont epUertiformi della meningif~> deYono altribuir...i, :<in fill'irrJtaziona fltJI pont& di Varolio che racchiude il centro di queste convul!tioni, sin alla irrilR1.ione dello scorza cer·~br·ale. Le alt~.ra:ion della retina hanno una granù•• impOt·Lan:ta dal punto di visla ùella ùutcrminazJOne ucllu natura della

molottia. La la si papìllare e lo nP.uroretinite devono .su bilo •'sc:er pre"e 111 consi lerazione. E"c:e !"i ri-.contrano ~opratlullo nei tumori, nell'idrocefalia cronica, raramente negli ascec:;:i où in altre affezioni. La stu"i papilla~ hll un'imporLanza ruagJ'iore per la diagnosi doi tumori. Piccoli lurnorJ non poc:!lono proùurla a meno cht> t>s<:i ri~iedano nt>lla roc:~a QCCipillliCI, e cht>, quindi dal ccrvelleLlo, e""i comprimano la Q:rande vena di Gnleno: "Ì può allora diA~no-.ticare lo s&iP. rlel tumore basando<:i !<Ut ~<intomi seguenti; fr•P.quenli verltfl:iui, vomili, &!'<senza di parali:;r, 'tnsi papillare, ccc. Lo "Viluppo d• Ua sl&!lt p~optllare nell'idronralia cronica e negli nscessi non è più c:.piegata oggi secouùn l~ vedute òi Groufe: 1100 si arnmello più che ec:!\11 !lia la consrgu,nza di un ostacolo portato allo ~colo del c:an2ue ve!'$<) il !"eno ca''errtO~o : "i crede che ~i produca un'iJropisin nello ~pazio sottovngìnale del rwrvo otli~o che lrae seco uno !ll.asi paptllar ->. Xella meumgtl~ non <:i s11 !' .. la :::.la~i papillar•• sia un elfello


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RIVISTA

ùell'iùrocefalia, oppure la conseguenza di una nevrile discendenle. L'atrofia del n.Prvo ottico SJ produce nelle tabi, neJia ~cl&­ rosi ad isole multiple e nella meninriile. In quest'ultimo caso si lratta di una meningile sclerolica raramente pri.l'nil.iva, il più sovent.i dipendente da uuo !Stato morboso generale (sifilide, alcoolismo, Lubet•colosi). Quest'atrofia è pat•agonabile all11 paralisi localizzata a cerli n ervi; essa proviene dalla compressione dal nervo. La si veùe anche svilupparsi in casi di tumori, sia in conseguenza di una compressioue diretta esercitata sul nervo ottico, sia in conseguenza di una compressione indiretta e:sercilala sul chiasma per lo sviluppo di lumori in aUre p~>rti del cervt~llo. nella con vessitA per esempio. L'atrofia del nervo ollico puo anche dipendere da una neuro . relinite. La rejalal[!ia ha importanza molto minore di ciò che ge· neMlmente le si allribuisce. Corte leswni, l'emorragia, il rammollimento, per esempio, non cagionano mali di testa. Questi si producono: J • N et tumori, nei quali lo cet'afalgiu dipunde verisimilmeute 1,bllla Len~;;ione della dura madre, perchè la sostanza nervoc;a slel>sa non è sensibile e la pio madre non l'è che molto poco; t:' ~ei pt'ocessi infiammaloriì delle meningi. raramenle nella pacllimeniugite, più soventi nella leptomeningite: nelle affezio1u meniogee, la cefalalgia offre però grandi variazioni: alcune uccidono in 2i ore senza eagiouaru mali di testa, altre rxhmo I:P'&vi provocano cefùlee violentissime; 3• Nell' iperemw uoniea e probabilmente anche nell'at~emia: è mollo dubbioso che l'anemia possa essa stessa esse~ re la causa della cefalalgia nelle clol'OLiche: non si vedono forse anemie perniciose intense, anemie dipendenti da carcJoowa, dalla malaLlia di Aùdison, non provoca l'e mali di Lesta? Forse la cefa1alg•a delle clorolich.e non è dipendente dJ rettamente dall'anemia, ma è effetto di un turbamento nervoso secondario. Nella sclerosi ad isole mttlttpla e negli ascessi i fenomeni eeralict òolorosi variano mollo~ quantunque la sede del dolore non sia assolutamente in relaziomt col puoi.() leso, è


11F.DlCA

cerlr• elw i tumol'i ri;::iedorw nrdinuriamente nelle \'icinanze del punto rn cui il dolore è accu,.alo. La ocriigine non è .ii gran valore tliagno:o.tico. Una ~ola varietà dr ,·crtrgine ha una grandu importanza dal punto di ~asta della diagnosi, ed è •tuella che accompagna la malallia dei peduncoli cerebellal'i mediani: ~:<!<8 è cat•alterizzata da una e~h·ema frequenza t• dall'andamento \'RI!illante dell'individuo. Il comito ha mollo raramente impor·tanzA. Può prodnr..i ogni volta rhe vi ba variaziono dcllu IJUIInlitit dr ::.angue emitenuta nel O'r'"ello e cbc il centr·o dAi vomiti, il quale ù ..;j. tualO nella rniùolla allungata, ù il'I'Ìlalo. l vomiti Lendono a far supporre una lesione dt>IIa fo!<~o occipitale (tumore cerì.'hrale comprimente la midollA allungata, per esempio: leswua dolln rnitlolla allungala o del ponte d1 Varolio). ~on "' conoc:cc lu palo~enia dei vomiti ru•lla meningile. La febbr·c non è molto accusata cha m qualche malattia cerebrale. L«· temperature piu elevate si riscontrano nelle rw:ningit1 e ~p .. CialmenltJ nelle forme infettive. Come si hanno peritonili "'enza febbre, CO!OÌ l"i lahnno meningiti apiretlichP. Si ha pur·e febbre ne:;rli a"'cesc;i o nella HPbite settica dci coeni: 111 flUC~l'ultimo ca"'o si traUil di una febbr" seltica o brividr r·ipcluti. lt>gata piulloslo ad emboli polmonari che alla lesione inlracraniaoa. Si ha pure febbre nell& paralisi progressiva. Lo dato del ('Olso non fornisce ulcun criterio certo p•·r la di&{lriO"i «lr.lle malattie rerebroli. Tulvnlla p~>'l>tede un'importanza relativo, per esempio: quando è l~>nto o intermittenle nell'im7.io della meninfeile, quando prPsenta l'ar•itmia r1tmica che l'aulor·u ha descritto e che c·on!'liRle nello ''ariazioni periodiche <h·lln fre<Juenza del pol~o, attribuibilr ad una ir•t•itabllitil esagorata del uervo vago rrella midolla allungata. Neppure la re.ipira.:ione forni"CI! qualche segno imporlente per la draznosi. ~uanlo ai turl,am~>nti della parola, è da notarsi che l'aroma lntaJc 1\ molto rara: la lol'alizzazione ùella malaUia nulla midolla allungala che ha per effello la paralisi delle corde vocali é 1'8ra, ed essa ha per con~eguenza una morl.e rapida. Il


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RIVISTA

I Lu1•baroenti disertrici sono piu frequenti: "'i riscontrano non !'Olo nella paralisi progressiva, roa anclw nelle forme morbose piu diverse e nelle IocalizzaziOui più dtfferenti: essi compaiono ogni qualvolta il nervo ipoglosso è leso sia nel suo nucleo, sia nel tra~illo delle fibt•e che congiungono questo centro aUa corteccia cerebrale. Si riscontrano anche di!'artrie, la di cui palogenia è mollo oscura: Nolhnagel ha osservt~to un piccolo rocolaio nel centro semiovale che produceva una paralisi bilaterale della lingua. Turbamenti disertrici si producono ancora nelle malattie corticali, spectalmente nei casi di lesione' della parte inferiore delle circonvoluzioni centrali. Si sa infine che i turbamenti ùisartrici possono anche svilupparsi in casi di lesione del campo dell'ipoglosso. l tur· bamenti disfasici hanno in generale il significato di un smtomo òi focolaio; essi pos~ono essere pas"'e!!gieri. Osservazione dl un caso dl tetano spontaneo. - BOS\JANc;, medico di batlaftlione di f• classe, - (Archioes Médical Belges, giugno 1887).

Una donna di iO anni, ili lempPramenlo linfaLico. lavandaia del deposito del a• cacciatori a piedi, si p1·esent6 il mattino del 12 febbraio ultimo scorso al medico di reggimento accusando male alla gola e moleslio. nella deglutizione. Il medico non con:-~tatò che un leggi ero arrossamento dell'istmo delle fauci e della fat'inge, senza tumefazione, senza reazione febbrile. Si limitò a presct•ivere una pozione al clorato di polassa ed un po' d'ovatta attorno la gola. Passando pe1' la caserma nella mattinata, il dott. Bosmans, fu chiamalo presso la malata, perché essa non pote'a inghiollire la pozione che le era stata ordinata e constatò infatlt che la deglutizione era impossibile. Volle esaminare la gola, ma l'introduzione dell'abbassalingua pt•ovoc6 dolori tali che dovelle rinunziare ai tentativi di esplorazione. Giudicando quindi in base a questi ultjmi sintomi subietti,·i, l'autore eredelle egualmente che si tealtasse di una angina flemmonosa al suo inizio, benchè l'integrità della voce lo sorprendesse .


1fEDICA.

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Non credette dover cambiare la cura prescrilta dal medico di reg14imenlo. Verso mezzanotte fu chiamato di nuovo presso l'ammalala. qnesla volla l'affezione erasi resa maniresta. L'allontanam.ealo delle mascelle era divenuto impossibile, i denti erano stretli con forza gli uni contro gli allri, i masseleri ed i temporali erano eonlraUi, la lesta rovesciala all'indietro era immobilizzata dallo spasmo doloroso dei muscoli de!Ja nuca; di più queste contratture presentavano reC'rudescenze provocale dal minimo toccamenlo. La pelle non era calda, ed il polso era piccolo e Ct·equente, la respirazione breve, l'intelligenza. intatta. La voc'-' non era per nulla alterata. La donna parlava distintamente, ma fra i denti. E1·a eviùente ~rattarsi ~~i un tetano. Immediatamente l'autore esaminò le diverse regioni del corpo e soprattutto le esLremità; in nessuna parte ·s i cons,Latò la minima tracC'ia ùLferita antica o recente. D'altra parte la malata assicurò di non essersi mai ferila, né presentemente, nè negli ultimi tempi. Nell'assenza di ogni ll·aumt~­ tìsmo l'u d'uopo conchiudere, malgrado la rarità del talLQ, coll'esistenza di un tetano d'origine spontanea. Nel giorno seguente, a 7 ore di mattina, rivide la malata col medico di reggimento, il quale confermòJa diagnosi. Del resto a questo momento il male aveva fatti grandi progressi: di già la r igidezza tetanica aveva invaso i muscoli della regione cervico-dor~ale. La temperatura era quasi normale: il polso era ~Sempre piccolo, frequente, ma era divenuto irregolare. La rrgidezza Letanica invase successivamente i muscoli della faccia, del lt•onco ed anche quelli degli ar•ti. La malata soccombelle nello :slesso giorno verso le 1J t;z di sera, conservando fino all'ultimo momento la sua intera lucidità Ji mente.

Q~al è la ca~sa di questo tetanù1 Si sa quanto sieno comum la maggior parte di quelle alle quali si è attribuito la forma spontanea ùi quest'affeiione; invano se ne cercherebbe una che sia pl~usibile. L'azione ùel freddo umido è ancora quella che conta il pìu gran numero ùi partigiani. Solto questo punto di. vista si può


60

IO VISTA

dire che la paziente era in modo speciale e~posta a questa causa. Dovendo mantenere una numerosa famiglia. egsa faceva da sola il bucato di due rleposiLi, lavorando giornate intiere nell'acqua fredda, il più sovente nel cortile della caserma, esposta a tulle le intemper1e. ~a se il t~tano spontaneo é una malattia a frigo re, perché essa é cosi eccezionale 1n confronto a tante altre, come la polmonil•?, la pleurite, il reumatismo che ~i vedono comparire lulti i giorni sotto l'influenza di cau~e reumatiche ed igrometriche' È vero che, subendo l'influenza di idee nuove eh~ hanno cot·so in patogenia, l'eziologia del tetano P in v1a di trasformazione. Osc;ervazioni receuli e soprattutto esperienze mollo interessanti falle t.la Ro!'lenbaclJ e Fhigge, tendono a rare amm*'llt>re che il tetano sarebbe una malattia di natura zimo· tiea, Jll'Odolta da un conla~io esterno. Tale è l'opinione di Rose e di Btllrolh. Se il freddo agisce, è piutt"Ùsto com P causa predisponente che come causa Lefficienle. Quale é il valore di questa leoria? L'avvenir e ce lo mdichera. Morte per sincope oardlao& d& lrrltazlone dello stomaco. - (T/,e l.Aneet, ottobre i8tìi). l cibi non sufficientemente masticati, non pure recano l'in · conveniente dt impedire il primo stadio del proces"o digeslt v o, ciò che costituisce gia un grave danno; ma, come ba di recente ùimos~rRlu un caso fatale, possono indurre conseguenze uisaslro!'e alla vila. Dalle dimostrazioni nc.:croscopiche e stato provato che, verificandosi un accumulo di cibo non masticato nello stomaco, questo può subire tale dtstensione da comr>riruere ed irritare il cuore per guisa che, se le sue condtzioni siano morbosamanle deboli ed esauste, ne può venire arrestata la naturale funzione e dett~rminarsene la morte per sincope. Gli è faLto ovvio l'in!!Orgere delle palpitazioni, di a!Lri angosciosi fenomeni per la soverclria distensione dello stomaco, e non v'ha menomamente a sorprendersi che siffatl.a eccit.aziooe pO$Sa aggravarsi lino a produrN nello speciale stato dell'ol'ganismo e1ft~tti fatali. Ma


IliDICA

ti l

è importAnte iove~li~.tare per quali vie :;i ttiun~e 8 que"tO "Piacevole risultato, imperocché il determinarsi dell"esito l'atale s1a solamente rtuestione di grado dell'accennato Jisturbo. La operaz1one da causa ad effetto è puramente di azione nervosa, ed il rnodtu operandi, è, o eompleta•u~olt~ riflesso, nel 'iual caso il proc~~so è esauriente per qunnto riguarJn lo speciale cenkoalfello, ovvtlro é parzialmenlt> rille~so, r>.!'sendo roltn, p..r co!<l dir~:~, il circuito al centro, t>d e.<;ercitando la rorz11 della eccitazione penrerica una mtluenza impedente sul centro circolatorio ed occasionalmenlo sul respiratorio. Sembra probabile cbe in •·erti casi possa esservi spasmo dèllo slralo muscoluN det vasi del cuore (forse ùei cot•onarii), o dol cuore ~lesso, producendo od una condizione. la quale ::>omi~liu a <}nella t'he si l'UpPQne ottenere in Lal«m•., formo l'angtnfl, od arrestando la contrazione ventricolnre nella ~i~>toiA. o pos!-;ibilmenle, per asi!'>lolia, benché quest'ullimo t•,;tlo !<ÌS rag_iunto piu ge11P.ralm•·flle dai poleri rmpedenli. com~.: in allt·a clu!!se di cal!J. AllorA che l'eccit.aztone cau~ata nIla perif~I'Ìil é ùi natura COI'I'ir-pondenle, e !'olto tal uni aspetti sornigliaule, all'alla ten!>ione di una corrente elettrica, lo ~H­ molo propagato lungo il tronco m)rvoso allnrente ['uò agire per gui!'a ~ul centro. forse indirettamente, da inlerromperru~ l'azione. In quest'ultima contiugcn~u la morte accadrà p~r f.ll'resto ùel movimento ventricolarc nella sislole od tll'l'e!llO della si,.tolc. Oppure l'azione ost•·utllva od esauriente può spieR&r!'i sul centro respiratorio con sintomi in appar•'nza asmatici all'iniziar,., dell'attacco, nel cot•so del quale occorr.: la morte. Fortunatamente i cusi di e:sito fulalc da irrit.azione P:rìfe1 ica dei nervi non sono.molto r.·equenli, ma ciò fa deszderare che si investighino mollo uccuratsmente 1uelli eh~ oceorr·ono. Il soggello delln rnorle da malallio di cuore vuole eminentemente esser>! studiaLo nella luce della preci~ patolo~ria. F. s.


RIVISI.\

Le l.Ditzlonllpodennlohe d1 u.tlpirina nelle affestonl doloro••· - FII,\:\KEL. - (0Clll$Cite .\le,/. n·ac!tens, 13 oltobri! 18~i). Allo scopo tli accertare ~per1menl8lmenle il \'alore lerapeuliCO delle imC7.IOOi di anl1pirma che Germ01n S& ··bbe recenlernenll! n ra.::.comandat·c como mezzo da " ,..t.tuirsi venls!:;nocamente alle an•ez oni d1 morfina. n Fn1nkcl sotLopose tuUi i ~uoi ammalati scoll'el·enti per .-ari"' aiT~zioni dolorose, n quC!>lO nuow1 lrallamento, c l'e:>perien7..a conllnuala per un perwdo d• piu sellilllnne non diede aù osservare alcun r isultnlo uegall\O in nel;suno dei tanti casi che , .• rurrlflo "Otloposti. Il p1'1mo peramento ebbe luO:!O "u di una ragazza di 22 anni. sne1111Cn, c:olferente tle lo\ ~iorni di reumali~mo subacuto dolln (lestru art•colazio11e Libin-larsea, e cbe inutilmente era stato Clll'!ll~t 1.:011 ealicilnlo di ~olio e antipirina inl~!rno.­ menLe. Il"doloro lor.ale erli cofli intonso che l'ammall\la non poteva tollorut·~ 1l contatto •lt!lle cnperle. Le venne micltala per mezzo di una "iringa th Prn\alz mezm grammo d1 tllllipirina t:ulla e le dO\'e ri<>icdr>vn il lolm·e più vivo, eJ istantaneamente e~,.o dolore =>t:OIItpo.rve del tulto. Il rlolor9 riapparve il $:101'110 "uccessi\o, mn meno intenso, e con un'allra iniezione da nnllpit·ina fu 'mlo, e •rue,.la volla per sempre. La tlo~c che Germain Se•i raccomanda per pol'lnre l'aualge"iB in urm par!e è t! i 0,5, c1oé la s.iringa di Pcuvalz piena di una l'Oiuzione ncquo~A di ant1p1rina al 00 p. 100. Però ezli ha O"~en·alo eh.. una doc:e mmore cioè 0.2-'l di onLapirina produec lo .::te ~o effèllO, e eh~< perciò po5"'iamo. ~enz.a timore di pro' oca re fo>nomPm d'ml(•::-.icazione, praltcare 3 o 4 imeziont coulemporane·· in pilt parli, quan Jo dò rus::.e l'l· chie:;lo o dalh.1 gl'ande cc:ten ...ionc delJo superficie addolorala o dalla molllplacilu e di>,tan7.Jt tiPi punli doloro,;.ì. L'analge~io prodotla da una intez1one si estenrle Hl dj un tra Ho di suJ crflCJe che immagiuala dì forma circolare &Yenle per ceutro il punto d'miezi(Jn6 pro,.enterebbe un d1amelro di G o ; centimelra; quanti !'~Ono tli ltth aree comprese m una dala regione tlolorvsa, allreLLante iniezioni sono nece~sar•ie,


MEOIC.\

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e 1uanl0 pm e.-~ e iuiezioui :-ono aH iciuate reciprocamente, tanto ma-"'"ore ne è reif"Uo che «e nP. ottiene. Perciò è necessario cl•e anti lutto !'.iano lrellnle CCin questo melo,Jo le parli lllllggwrm,.nLe addolor·ate per poi r·e~olnrc;i c;ul numero delle wiezit,rli che polt·anno lH'COrr·et·e ~ucces«i varoenle. Torna pure dr quuklre 'anla~~Ì(J c»e!!'uir·e l'iniezione in direzione del doloro, la quale può e,-.el'6 COII!>Utll!UI con accurato esame. Nei casi curati con QUP.'-lo pu,~:::!<o rnutore potè O!<ser,·are che unn do,..o (li 0,2:; th anlrpirino corr·•~ponriP. ed eryuiVllle in r>flicncia a quella di 11,02 (li morfina in quanto ad aziono auall.!csica lrJCOie, che ir:ollre quest'azioni) ~i maniftl"ln ul piil lardi in 10 o 15 'èC(JlHli e che pers.ble più a lungo che quella della morfina. lu minimo l'aual!~l!"'ia dur-a da 6 ad 8 ore e 11ella ma!!gior parte d•~i ca~i dopo que-.to tempo il dolore ritorna di molto otlcnunto oppure non rilnrna più. Que::;lo metodo e utile anchA nt.:ll'e~am(' delle le~ìcmi arli<:olat·i, por ùiagrw><licat•P. l~; I'JU&li uccorve di sovente lu narc•>f'Ì rol dut·ofOI'IlliO.

Dall'aver· o";.ervalo la lnnga durala dell'anAlf!e'-ia Pd il

rauo che 11ei etrcoli mioltali non rtcompari--ce p1i1 colla int~>nsità di prnna, gli parve poter presnmne che anche altre affezioni doloro~ e limitata n più piccole parli pote<>"CI'O 6" !'éro feli<'emt>nlo intluenzalt• dn 'ltteslo metodo curativo. Egli pcr·cin di!'e~!:ll:l la 5\ua AliPnzione sulle 11uvr•nl~i~ e sui dolol'i muscolat•i reumatici rrmuri, t-d anchf' l'nutro ouP.~le oflez.ioni le iniez1oni ipo lerrniclw di antipirinn "pie,::arono non solo azion"' f·81liativa, ma ebbero anche effelli duraturi. Un marinnio di 41 anni sotra·iva da tre :=;ellimane di una ncvr·alg1a del sesto nervo int.erOO!'llale, nevralgia che sì PNI mostrato r•ihf'llc nl chinino, al in<)IIN rlt pola~sio, ai ,;Alicilnlr, ai llrmnnri; dul' mezi'!O lrtiAZI•llli di antipit•ina prAticate ~ulla lìnca muuunillare r.d un pn' .dl'mrli,.tro d••lla liMa a~cei­ Jare in direzione delle coslolo ebher·o effetto co,..1 pronto e ;oorprendente che H maiolo, do tempo incapace di attendere 8 .quolsta"i occupazione, r1prese immantinenle iii&\'Oro. Pochi A"rorm dopo r-accontò al medico che otto ore dopo l'imezione


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Rlyc1S1 \

egli avv~rtt un I'JURI••he piccolo pinicore elle pe1•ò nel corso dPIIa nolle !';J rlileguò. Eguale risultato l'autore ottenne in una nevral~ia infraorbitnle cho da tre fporru era curala con tutte le N!!'ole delrarte, ma inutilmeute. Bastò mea.a iniezione per liberare il malato dai ~uoi iusopportabJii dolori. Anche le pleuro,Jioro che tanto spesso Lormeutuoo gli inilividui anemici t' che pure spes!"o non cedono facilmente alle ordinarie cure, furono complet.amenle domale con una o due iniezioni oi antipirina. Que,.le iniezioni 1 moc:trarono <>fficacis&ime anche contro il reumatismo muscolare c la lomba:zgine. Per curare •JUesla ultima nffezione l'uuto•·e suolo prnltcare le inie:Lioni ai due lati della colonna \'tWlt•hr·ale, e dn questa distante tre o quattro centimetri orizzontalrnent•· dirette ver;;o la linea mediana e dice che non solo e"~· !eni,;;cono il dolore, ma gnari<>cono rsdiculru~ute la malattia, di modo che nou occorre prescrive•·a 111 malato allro che la IJulele. Nò il metodo ha fallito conll'o la sciatic.a1 specialmente !'•"' l'affezione era OPI I!Uoi pr·imordti; clu•' o tre iniezioni praUe.ale sui punti doloroc:i in direzione a;;;ceorlento verso il remore, ba!>larono spt!!>.~O per protlurre effetti radrcali. Una islitutrice che ùa 1i giorni soffriva di dolori i!"chiatir.i, loenliLzati alln regione glulea, fu guarita prontamente e ~tabilnumle cou unR ~ola iniezione. Ad un negoziante che ~offriva pure d'ischiade da sei settimane, Friinkel praticò condizionatAmente tre ru<>zze inicziom, le quali ebbero effetto mollo piil pt•onto di ·1uelle di morfina, come lo sles-..o paziente ebhe ad asseri•·e. Dopo otto ore :::i fece sentire qualche doglia, ma non più colla forza di primo, d'allora in poi con una sola iniezione al giorno s'iniziò un progre"' h·o miglioNttur>nto. Né soltanto lo malallie doloro-.e elilerne, ma anche le internA pMsono t>S!'Ol'6 trattate vantaggiosamPn1e con questo metodo curativo. In un mAlato che ~ollriva una dolorosissima olile media senza perforazione della membrana del limpauo, basl6 una intera iniezione praticata sulla regtone parotideu diretta m-


feriormente, per rar c:parire il dolore IJIIOC:Ì aiJ"islanle, l'annl~!ai8 durò fino alla pPrfornzione della membrana del ltmpano Pertìno in una incipiente tillite fece buont effetti una ìnieztone alla regione ileo-cecale, di modo che la malattia sì >-vols~ senza quegli acuti dolori elle Ji solito J'accompagnanu. J.'inalmente l'autore cita un al~ro ca~o <lt LJiliLe in una bambina di cinque anni vinta con mezzo iniezione di antipirina f&Ct!ndo giustamente O!aServare ehe in I(UC!Il'ultimo c&C:O l'an• lipirina tornò al medico doppiamente prezio~, prima per In sua iuconleslala efficacia e poi perchè unico rtmedio da pole~i adoperare, essendo controindicala lo morfina in malati ùi cosi tenera ~t.il. Concretando ora il ~uo giudizio da IJU~!'Il~ osservazioni il Fr&nkel conclutle dicendo ...; intimamente r.onvinlo che le iuieztoni '!!oltoculanee di antipirina restringeranno in più limtlalt conflni l'U"O della mortlna, e renderanno piu facile t-- più 11pudita lo lemJ:.Ira di certe atreziom. Nola finalmente che usando l'anlipirina nel modo sopra inùiculo non gli accadde mai di osservare spia~vo.:J accidenti.

Ua ouo 4l olrrod lpertroloa ~el fecato , per ALE:ot.\:-IUI!R JuLE. - (The Lan.cf't, ugosto 1887). l. T. rli 63 anni, operaio, nel 1880 soll'r t di dispepsia e diflìcolta di l"e~pit•o per alcuni giorni, eù all'esa.me toracico moslra\·a un empiema sofT('rlo alcuni anni innanzi, una cicatrice da loracente"i nel torace sinistr o con "chiacciamenlo del mede8imo lato, ed atrofia del polmont>. La difficoltà rli respiro r~ attribuita alla diminuzione ooll'area respiratoria, l'ascoltauone del cuore era negativa, ma vi erano edemi alle gambe ~ piedi, l'addome tWu diste!'!o dal llie1·o, il fegat.o era ingrandito in ogni dirtnione, le oriue ~t·ano albuminose. Nel 188:1 ed Si l'anemia ct•ebbe l'idropil'lia aumentò si pro"ò ' • nunc1 l'itterizia. lll"Or'"Pro vomiti, P nel 188.5 avvenne la morte PPr astenia e cirr·o~i ipertrofica cronica. L ·mrermo era ~empre stato sobrio, e daJJ' anamne"i non si ricavava ò


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RJ\'!STA

AltrA nnti1iu r.lt!l l'C'<pnsizinn<· Ai colpi d'aria frerlda rom~ 11 lutLi gli operAi. ProbAh1lnu~nte egli A veva ereriitato quella debolezza d1 co· -.tuulione, pe1· ht quale ..bile prima un emp1ema, poscia una c1r1·o-.i ~paliC8. :'\cgr iud";iJUI alcoolici l'akool che irrita ed infiamma, Ì"-pec-.iccc ed indulisct• i tP'>-.uli. donde si genera la relrazio"~ che prnducn In cirro-.i; nel caso p··esenle l'affezione d • polmoni, la d1 rra il\ -.an'!'ui~roa, iMbilitsrono il fe~al.il allo "UC funt.IOnJ emuto~enP, r..ome ne'paesi calrli le broncluti, le polmouill Il liro e pr • h-.pon~ono alle malattie del fezalo. il :>81lgU' Cht..: \'A AtiA \'élU) pOriJI e già alterato, iJ fegato per· csu-.e or.culln ollo•rn lA propria nutrizione, i tessuti ùe'reui, del polmnne P. dollll milZA ~i allerRno ed aller ano il sangue, ed "- 1wto r.ome nnA disera"ia sanguigna sia un vasto cnmpo a naM••1·mnztoni rnol'i')t>'-1', A dt)aenerazioni gra!3~ose, ad iudurimen ti di lutli gli or-~ani, non t>scluso il fetralo. La di1Ttw•:II7.H ft·n IH cit•r·o~i d~~ aloool e quelle da discrasia utnol'AlH ~t11 tn f'iò, •·ho mentre nelle prime si ha un cor>~O ruptd<> et! 111111 forma Hlt'ollca, nelle t~ltr·~ si v~rifica un corso lento, Il l~o lhrmn ipPI'lroflca.

La lnnzlone antito..loa del fegato. - Dal J1edical Recor d di Nt..m:-Jot•k, lu~:lio 1'18"). La Regr •7.tfl0 • ùolht bil.,, la formazione del !!:lico~erao, 1'.:linunaziouH doJ zucchero epatrco. lo scambio cnimico dell'olhumino e dol grno:so. In moditìCRzione dell'ematosi, la neutralizun~ion degli alcaloidi, la produzione di calore. non sono le "OIC fuul.ioni del (C~ato; la principale e la sua potente inJluenza "Ui tnnlel'iali •li nutrizione, cìoè la funzione metabolica. A 'IIIPRLa si rAnnn la le funzione antitossica. Heger, Scltiff erl altri Iran dimoslrtllo che certr veleni iniettati nelle vene m~~euteriche. sono meno potenti che non intr odotti per via ipodermicu. SPcondo Hogt.'r la slr icnina ,la chinina, l'atropina, la io~cia · mrna a la mol'lìna si comportano all'islesso modo. De Jacques


II:EOlCA

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trovò che la nicotina trasportata nel fegato vi !'.i precipitava, o non era C>'creata con la bile, ma era portata in circolazione dai Jinrotici. Nel fe~alo in,·ece P.i rormava una combinazione iusolubile dell'alcaloide con l'albumina. Nel trall.o intestinale si formano continuamente de' \'eleni, e perfino il peplone introdotto nelle vene periferiche alla dol'le di 3 o 4 oncie é un -.eleno. ma introdollo nel «ictlema epatico. non rie.~ce tossico che a dose quadrupla. L'albumina del sangue della vena porta c suoi tributari ha un potere v~::nellco che non !,!Ì riscontra in quella della l'lrcolozione generale: il fenolo proùott. • ·lalle decompo~izioni tn!P"'linali !-IO!!giace nel regato ad un rambiameutu in reuil"'olfalo meno venefico. BouchHrt! ha dimost!'alo che l'azoto è mollo più venefico sotto forma di carbonalo d'ammoniAca, ci1A qollo la forma d'urea, •~ti P. indubitalo che il fegato riductl costantement.P. i primi proùolli del melabohsmo in sostanze meno lO!i!-!icbe e piit facilm~nle eliminabili. La clir..trnzione delle ptomaine introdotte nel sangue è pu1'6 allribulta al fegato. Jacqur·;; ha provato come gli alcaloidi si l'Ombinauo nel fe· gato C()ll le ..o!"tanze proteriche e Roger assicua·a che è il suo glicogeno che gli dà il potere antitossico, infall1 alfamamlu gli animali e rìducendo al minimo al glicogeno epa~ico, i voh>ni agi;,cono ce!erementt:, e ùiminui!\cono la loro uione se SÌ aumt.>nla iJ potere gJicogenkO tie) fegato. La dedutione pratica di questi' nozioni é, che oellc malatlie prodotte ùa aulointos<>icazione ~:om~: le rebbri infelliv~. è di granrJe vantaggio il Mslenere l'alli,·ita glicogenica del regalo con una sufficiente Jieta !altea. Oltre a ciò, si può ollenore una pArziale anti..epst inLt:'-linal.: con la naftaliua, me biso~:na evitar le "oslanze che contengono !<ali di polassa, riconosciuti come ,-enefici.


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RIVISTA CHIRURGI CA Tre o&81 eU o•trustone lntes tlD&le WuatraDtt &lounl po•8iblll errori eU cU&gnosl, per HAROL TAYLOR. - (The Lancet, ago~Lo i887).

Un gio.,.anelto di 16 anni, di famiglia lisica, alla fine d i agoslo 1~ veni-ça pre!'O da accessi di colica e diarrea, e diminuiva sensibilmente in peso. Il ventre era gonfio, le vene addommali supt~rliciali turgide. la percussione rivelava discreta u~cita. 11 2t St'llembre ru avvertito un tumore nella regione iliaca de!ltl'u che poi si estese an· ìpogastrio, duro, la})ulaLo, spostablle, porfettamanle distinguibile dal fegato e dal rene. L'emaciazione, il dolor e addominale, il vomito, la diarrea liquida di colore oscuro, la febbre vesperlina, condus!:'ero a morte l'inrern1o il 31 ottobre. Si era diagno!>ticala una turbercolosi delle glandole mesera•che, ma J'aulop .. ia ~velò invece un'oslrusione inle!<lmale Calla da anse inle~lineli ripiene di materie indurite. con molteplici ad~:::-ioni perilont:alt. Un altro ragazzo della stessa età, debole, e S•>,:t~ello a diarr ea, i130 luglio del188:l maugiò molli dolci, ne ebbi! diarrea nella nolle, al di !'P{o(UCnle divenne pallido. poi cianotico, con polsi impercettibili. Pag<~ò la notte seguente senza riposo, con conlinuu diarrea c:cura, le estremità si raffreddarono, Ja lingua divenne palinosa, il \"l'Otre non si gonfiò. furono usati stimolanti, bt'Odo, 8<:4:JU8\'ile, bottiglie calde ai piedi, ma al pomeriggio dell'indnmani l'tnfermo mori. All'autopsia si trovò un'os.lrusione della flessura sigmoidea del colon, ripiena di dure e grosse scibale. Un idiota di 15 anni aveva una EeLtimana innanzi sofferto di diarrea. Il ti aj:Costo 1 sintomi si riacutizzarono, l'infermo vomitò più volte, ebbe profusa diarrea li([Uida, verso ~>erCI era esausto, con polso impercettibi le, ed estremità f1·cùde.


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tUVlSTA ClilRUI\GlCA

Gli 5 timolanli, gli astringenti, i sedativi furono adoperali inutilmente. All'indomani peggiora\'&, la diarrea era liquida e color di t~rTa. e per ra somiglianza che questo caso aveva col precedente, si esplorò il rt!llO, e con la punt.a del dilo si &\'\'er ti una dura massa fecale che si tentò di spezzare, quindt "'i ammtnistrò un copioso cltslere. Due ore dopo venne fuor i un pezzo dL lapis ardesiaco lungo pollici 2 /~, e dopo ripetuti clislert, molli piccoli pezzi d'ardesia, fuscelli di legno, ru~ti di penna, pezzeUi di gomma che l'idiota aveva ingbioLtito. La dtarrea si calmò, ed in poclti giorni si ebbe completa guarigione. 1

Sutura della ve~oloa attraver•o un'lDoWoue dell'addome per rottura traumatloa, per T. HOLMES. - The Lancet, lugho1887. H. P. di 24 anni, avvinazzato da diversi giorni, il 9 giugno in una rissa ebbe un calcio nell'addome, e siccome da più <t'un ora seguitava a bere e non aveva urinat.o, provò gran dolore, corse a CD sa percorrenùo mezzo miglio di strada 1 fece chiamare il dolL. Powell il quale inh'odusse il catetere, rna non estrasse che poche oncia di liquido sanguinolento, quindi sospettando una rottura di vescica, mandò l'infermo all·o-.pedale. Sei ore clopo l'accaduto l'autore vide l'infermo, non v'era collMso ma le sofferenze erano molte, onde determinò di ese.guire un'accurata. esplorazione soLto la completa anestesia. lntroùoUo un catetere d'argento, venne fuori qualche goccia rH sangue, ma spiugeodolo anC0['8 in su, estrasse un mezzo lil1·o di liquido sanguinolento e grumoso, e sentl che la punta dell'islrumeuto era più vicina all'ombelico che al pube, onde argowenlò cùe fosse gia ruori della vescica. Ru~o il pube, e lavato l'addome con acqua fenicata, fece ~ulla linea mediana un L~glio òi ll'e pollict e mezzo dal pube tn su, approfondanùolo gradalament.e, finché non vtd~ il pe· riwneo che :-icopriva alcune anse d'intestino tenue, fra le quah senti il catetere. L' uraco si c.lislingueva bene nel suo cammino verso l'ombelico ma la posizione della vescica non


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fU\'IST.\

era definibile . .\.pri quindi liberamente il periloneo, :-pinse in ~opra le intecline con una "PU;.me, e vide la rottura deJJa vescica fatla li ferro di c~IVallo, con conves;;ilà e rlestra. li dito io lrodotlo nella ferila a~ verLr il catetere, e quando questo fu eslrallo, si poteva vedere l'iu1boccatura ùell' uri.! tra nella v esci c~. Con un filo Jtac:c:alo nell'angolo post6riore della ferita ve:~cicale e-<tras~e il \i«cere, quindr "'Uturò con ollo punti dJ .,_eta carboliea la ferita che era lunga doe pollici e mezzo, altrnve~nrlo il rivestimento peritoneale ed il tessuto mu~colare, ma ri .. pellando la muco:c:a. Indi, senza riempire la vescica, lavo accuratamente con acqua calda la cavità periloneale del roco sangue liquido che conteneva, quindi riunì }e pareti U1ldominaJi COn quatlr•o punti profondi ÙÌ filo oi'ar;zento che indudevano anche il vcriloneo, e quatlro punti superficiali. Jn ulltmo ree@ un taglio nella linea mediana del perllleo per passare un tubo da drenaggio in vescica, ma uon riuscì. Non adoperò polverizzalori, l'operuzione durò cit•ca un'ora fece un' iniezione di mo1·tlna, l'infermo vomitò per l'etere in!;:pirato, ma poi ~1 addormentò. Il giol'no seauPnte av1n•a potei forti e vibrati, e febbre a • 39.5, ~de, dolore all'addome, ma orinò tre volle un'orina san· Jluinolenta che conteneva molla albumina. La febl•ro lilminui gradatamenlt!, la ferit1:1 cicall'izxo in cinque giornr, l'alvo r•imast! cosl•palo per otto giorni e fu in ultimo reso atth·o con olio di ca<.toro, ed al 13" giorno si rimossero lui Le le c:uLure a !dominali, al 2~ l'ini>!rmo l>Ì levò da letto, ed al 2.5• la"ci6 l'ospedale perfettamente ~uarito. Per qualche lf'mpo è stata io d1<:cussione la po'"'lbifità di una simile operazione, ed i due iusuccessi di \Vrllelt e J i Heath i~Jnrarono a Tbrop il cou;;i~lio di lavare la vescica ed il periloneo per mezzo di un catetere ne' casi di lacerazione intraperitoneale, finché i due esili felici oltenuli da J.\Jac Cormac in '-'imiti le~ioni durante lo «corso anno, non hau cambiato n"pcllo alla questione. ~on sempro è facile il dia~no<clicare e l'accertare una l'OlLura inf1·aperiloneale della \'esc1ca, ma quando la diugno~i è


CfllllCRGICA

i l

chiara come in f{Uesto cn!"'o, il ri<:ullalo ùdl'Opèrazione dipen•le in gn111 parte daliA pr·onm (·secuzion~. ed ot'lJ eh~> ~~~ sale ù'oper&:r.inne possonu t:s:-ere illuminate a luc~ elellr1ca, non bi!'logner·il mni alleuder·,, il giorno io simili fr·ungenli. L'a~curula <:ulura dellu Vt:,..ciea mes!&a allo ~coperto, dispensa dal dt·enaggio fJI'l' la viu•h!ll'ure~, t: fot·so !'O!JI;!l'&lo del dolt. Teale mori per la complio.:a:tioue ùi quegla ferila urelM!Ie, giacché quella dt>lla \'e...eicA andava bene; Lull'l!l più !lÌ può passare

ogni tre or~> un tn<Jrb;do catelo:re se è ne-

cessario. Il th'enaggio J~lln vc!icwa attraverso lu pareli aùllominali ù anch'esso J·èt'iculo~o fii peritouilc nelle va::;le lacerazioui. Le ~uari~icmi Sì>Ontanee eh rottura della ve"cica deulru il cavo peritnueale sono rarihi non ùouo accer·tate, il mt>zzo J.IÌU !ricuro è !"apertura Jell'addome, o lu pronla sutura dellu r~rll8.

Toraoenteet, emptema e opera%1one dt Estlander. - Con· sideraZIOrit del dotL. VANOBN COI<~PUT, sulla 110La del doU. 'Vt;OOism:s. - (Bul/Ptifl. de tAc·catlemie rovo/e de m6.iictne de Belgtque, IV sur·•e, Tomo t•, N. l). Oltremodo lmpol'lant~> é lo f'eguenle comuuicaziouu falla dal rloLt. Vt~rtlt•n Corput all' Accadcruia reale dc medicina t.lel Bel~io (30 l11gho 1887) in t·c~po,.t.u. e 8i puù dir•· anche, u complemento •li una memoria fJI'-'St>nlula all'.\cc.Jclen•io !\lessa do! dott. Wed,Jingen cit·ta le operazioni elle ~i ~~ralicaoo !'rUlla pleut·a. È queflla In primo '>Olltt cue 111 IIIOdCJ chiat·o e preci<::o si stabili"eoM nellame:ale le m ìicazioni dt?lla toracente.c:i, dell' t'!rupiema e dl.'ll'opeNI:t.ione di E .. llfituleJ', e che "i tn:i"le ~u certe cont.I!Lioni lo<·ali e generali degli inrermi, 118881 lra"c!tll'al!-1 <la~li operaL()I'I. Il gruu numero di plctU'Ilì l'he si verificano nell'e~;crcilo è . ' ra:;tonc "Urtìcenle pPr richiarnoru lulla la noslr·u allanzione su q uec:to bel la\·oro del medico br•lga. Una delle 'l'lC!>lìoni più tleli~llU !J~I pralko, dil'f! l'aulor·<•, "- quella dAll'opportunita o <iella St•ell8 delfopernztonP nel lt·ottamento delhi pleurilP,

I n te!<i geuerule l'autore è cl'avvi"o che, nei casi di C!Ssudali


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RI\"lSTA

pleurici recenli, si possa tentare di otlenere la guartgione coi mezzi medicamentosi prima di ricorrere ai metodi operatori conosciuti. Se dopo la diffusione della toracentesi coi processi di Dieulafoy, di Potain e di altri, la stalisliea terapeutica della pleurite invece di essere più soddisraceole, si è dimostrata più nefasta, è permesso di attribuire questo spiacevole risultato all'applicazione spesso prematura o intempestiva dello strumento e al disprezzo verso la medicazione farmacodinamica. L'autore ricorda, a que~to proposito che, anni addietro, f10 chiamato da due colleghi presso un infermo, allo scopo di praticargli la toraceutesi. Seconùo i consigli dell'autore il malato che aveva uno dei lati del torse\ pieno per due terzi di un essudato che fu giudicato sieroso, guari in breve tempo coll'u ..o dei drasllc.i e dei vescic.atori volanti, s enza che vi fosse bisogno dt ricorrere ad operazione alcuna. Nei casi di pleuriti dette franche, io quelle a (rigore, con essuòato sieroso, si può dunque, a meno che non insorgano sintomi gravi che richiedano un intervento chirurgico immediato, ricorrere prima ai mezzi medicamentosi e l'legnatamente alla medicazione spoglìativa. Le emissioni sanguigne non saranno impiegate che nello stato iperemico dei primordi : si faran loro Fuccedere gli evacuanti e non i diuretici i cui effe W sono in tali casi troppo lenti ed incerti; nè i sudol·iff'lri più infidi ancora e talvolta pericolosi. Sono da preferir.!>i, dunque, i purganti en~rgici rapaci di asciugare, per dir così, l'organismo e di ravorire in tal modo il riassorbimento dell'essudato. I larghi vescicanti volanti, quando i reni son :::ani saranno di un aiuto efficacissimo tanto più se coadiuvati da un regime latteo. Cade qul in acconcio, prosegue l'autore, di dire due parole Je1 metodi troppo poco conosciuti di Sr.hrolh, dt Kc'iroer e di Robmson per Ja cura degli essudali siero-flbrinosi della pleura, metodi che consistono nella privazione più completa che sia possibile delle bevande, e oell'amminislt•azione all'interno di cloruro di sodio a cucchiai da caffè o da tbé ogni ora, in un po' d'acl}ua calda o meglio nellaUe. Solto l'influenzo di questo trattamento che si potrebbe chiumare dialitico, e che è mollo


CBIJ\URGlCA

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Jiftuso in carte regioui dell'Austria, si ottiene spesso un a completa ~uerigiono in meuo ùi tre settimane. Generalmente havvi aumf!nlo notevole di appeLito, diuresi abbondante e, contrariamente a quanto si potrebbe suppo1·re, la sete non è punto aumentata. Quest'ultima circostanza può el>sere considerRla come un segno favorevole: essa indica infatti che l'a;:ione esosmotica del cloruro rli sodio si spieqa specialmente sull'essudato. Anfrecht ùice di aver avuto buoni risultati dalramministrazione dell'acido salicilico alla do::>e di 5-6 Etrammi al giorno; ma forse si sarà lrallato di pleuriti reumatiche in cui la me· dtcazione salicilica può essere verarnen~e specifica. Lo stesso autore non fa la. puntura se non quando l'essudalo giunge al terzo spazio mlercostale,senza tenere alcun conto della febbre. Ma quaudo non astante l'uso di detti mezzi, l'essudato Aumenta o rimane stazionario dopo qualche setlimana, (tre o quattro), oppure se vi ha dispnea pericolo di asfissia o, anche muncando un manifesto dìstut·bo respiratorio, havvi ottusità cousiderevole con soffio o suono timpanico solto-clavìcolare, la toracentesi sarà formalmente indicata. Qualunque sia la natura delressudato, la puntu1'8 aspiratrice è allora nP.ces"uria e "''impone come una indicazione d'importanza vitale. lnùipendenl,mente dalla liberlà respiratoria che risulta dulia sottrazione del liquido, il vooto prodotto dall'aspirazione aff,·ella l'espansione polmonore e dissipa beo tosto lo stato subasfìllico: è anche per questa ragione che quest'aspirazione non d~ve m11i farsi in modo brusco se si vuole evitare una violenta congel>tione accompagnata da lutti quei gravi accideuli elle si attribuiscono alla Loracenlesi. L'aspirazione per mezzo del trequarti che l'autore ha presentato all'aC(:Qdemia del Belgio fin dal 1856 quando era ancora studenle e che il Broca nel suo Rapporto alCAccademia di medicina di Parigi (26 luglio 1870), ILa dimostrato essere anteriore di tredici anni agli strumenU del Diet,lafou e di altri, costituisce in questi casi l'operazione più semplice e ptù spiccia. Praticata con certe precauzioni essa non espone ad alcuno de~li accidenti conosciuti 'luali. per esempio, accassì violenti di lhsse e sincopi che l'autore dice di non aver


RITISH

mai provo<'at.a procedendo ..:.011 una certa lentezza e non vuotando di un colpo Lutto 1'&;!-uJato, ~oprallulto quando è in :z-t·and~ CJUilllltlt\.

L'autore ha poi constatalo molte volle che baAla dor esito ad una parte del liqu.ido percile il rìas~orbimento dell'»~su- · duto che t·imane si effettui :-poutaneamenle. ~a le cose non procedono in egual rnodo quando si tratta Ji un pio loro ce, in cui con' iene uotarc nel piu completo modo che sia po,.~tbtle la raccolta pur uhm1.6., Gli altn accadenti rimproverati alla punzionl! pMsono e"c:ere evitati 1!on una rigoro~a anllsep!>i. L'ac;pirazìonc soltocutanea essendo precisamente fondala sul pr111cipio della sollrazione dell'aria come veicolo di microgermi pal.ogAni, •Jue."lo mutato può 0"'"'1!1'\l Jegillimarnenle <'Oli"Hleralo come ti ('rancipio delrasep!'i chh·ur·gica di cui le pratiche li,lt>riane non !tono che il naturAli> complemento Se rea C'.S!Ii di es~utfati recenti non 8CC'O•np8~08lÌ tifi (Pbbrt> tnll'•l"A. ne rla grAvi ._jnlOfOI generali, è razionale il tentare primu lu metlicaziono fut·mocodìnami~l; Jmporlè però non altenùera rhe l'essuùaLo comprimendo il polmone l'ohb11l complrLunenle tmbri.!li&lo nei depositi Cihrino:;i rl!sislenti Inollru, quando un e~-..urlato abbon .ante occupa, "Ome ;.ucct•de piu frequentemente, il lato sintslro l,.J torace, l'indicazione ò di ricorret·o ::;ubilo alla toraceulest precoce per prev~nìre una morte imruiu~:ntu per sincope, che può rtsullare Julla compressione dd cuore o dall'inlll•«sione Jei vagi. La guari!{ioue è in quo"ti easi tanto più codu per t(u&nlo si opera pre.....lo e per quanto l'essudalo è -.1,8lo più lento a prut.IUI·«i. Le punture ~t:-piraLrici hanno andw l'altro vanta~:g10 dt pllh.Jr es;:t>re ripetute unpunemenle un gran numerl' di volte. Lo Ztem,sen llu punto seJici volte un infermo che uveva trovato moribondo pt·uua Ji ricor·rt-re all'operazione. ln goneralù bisogna prnlicur~ la loracenlest uon appena che l'ablm~samenlo di lempet'8lura mdictt la caùuta della rebbre. e •tui il clinico deve colpit·o il momento /hioloateo come lo cb1uma l'aulore. Puicb~ ~~ ,., opera h'Oppo pre:-~w non tarda a prodursi un nuovo e~:;ut..lal<•; :;e s1 opel'a tt·oppo tardi si va incontro al pericolo che l'essudato si raccta pu-


CHIRl!RtìJCA

rulenlo e cl1e le malattia c;i compli..:hi. Al momt!nlo opportuno. in,·ece. eioé, alla deferve,cenzn febbrile, si va.le spe..so, come già ~~ é lie Ho. che rac;pn azione d'una parl•· d t "-ierosilò. pleurica 1 ro,·oca il ria::.sot·bimenlo spontaneo deiJ·~slante essudalo. Mo quando IH febbre ~i lii'Oiun~a al di là di •lU&ltro o clmtue sellimnrw, quando e:<...a ri,este un cut·aUcru etico e che 1.:: fur11.ioni dig~li,·e "ono p tt o meoo perlurLal~, ci :>i tro\'l•rA molto proiJabilruenltJ in pr~senza di uu o•:-,..uolato puruleulo. In tal ca'::o si fara una puntura e:-.ploralh·n pt>r mezzo •lei trequartt dell'aulor·e che permeltt> lli compir•) nel mede:<imo lt!mpo l'operazione se l'e!-<!'!udalo i'osse siel'o.~o . Se e puruleJ.lo l" o r1 Ul n:ru ìl ( ÌÙ pl'..!-10 pO~!o:bil • all'opel'llZIOIItl J,•}. l'empi~ma c' pl~u•·otomia che dà in cotesti casi t)ei t·t~ullati più certi. "e~natnmente nei b , mbiui in cui .·es"ulnto è più :WV<>nte d1 unlut·a purulenla. :::>. -.c le frequenl,•menle in -.eguito alln l<Jt'acentesi !!li es~uùuli ~ubire c~>rte Lrtl~lo•·rna­ uoni, e un Ì•lu.uo siero:-oo C!-!<<'t·e ~ostituito poco •lopo una prima puulut·a da uu essudato purulunLo, auelle 'JUUudo ~ono ,..tale "t:~Uil•· lull.., lt> prdc.aut,(•Jli 1111li::.elliche. Jl fVIIO !>Ì SpJe~A faciJmtWlC. È nulo inralli che, CCCCtlO }a pleurite a frigor.•, l'mfìamruazione della pleurd, come quella di lulle le olll'e !'ierose, forse n cayione del potere tlialittco che e.qercita11o coteste membrane stt certi sali c sulle ptomaine o dta111ine f'atoloyiche, dipende quasi sempre da uoo :-latu dial•.:~Hieo sovente infelli vo. Non deve duuqu·~ fai' meraviglia ,c la pleur te che è lc,.,ala. a l uoll tubet•t:t~ln<>i po:-"a, in c~:t·ti !teriod• ùdla sua e' olut.ionc, riv~>~lire ~ia la l'orma f!éeea e fibl'inosa, ...;a la forma --ic1•o,.a e purulcnla. Questa ultim\i che sucec!le spetiso ulle due rorme precorlt:uti corri~{l{)nde allo «lato di rummollimenlo del lubercolo. A.t<>ttnlu H 'fU... ><t, pleuriti tub••r colat•i in cui la prcsenzaliel bAr-Ilio ~rn~cific.:o r,olrà in molti casi crmfermarc lu diagnosi i • ' ' ~ debb~uo porre ancora quelle plour•ti che iusoq.!OIIO nel c:orso dt Ct•rlc pires:-ie, t.:umc lo febbri ert.:ltive, la (l!hbre ltfuidea, Je P1tf!UlQ'Inili e che ._j cii~liO!!UOOO rer fa rapidità dello loro •·~oluzioue, ~·er la lot·o leutle~za ulla suppurutione 6 J.l• r la ~ruvJtu riPi !:!H.tomi concornitaoli.


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rurt-.r.\

La più benigna è generalmente la pleurite della reumatica. in cui l'essudato è qua~i sempre ~iPrO!"o. Quantunque il pronostico remoto sia differente per codeste diverse circo~t.anze, pure è indicato di t•icorrer~> alla puntura aspiralrtce quando la cavità pleurica è dtsLesa da un liquido di qualsia~i natura, od anche 'JII&nùo la pleura non essenùo piena che a metA, 'P""'Udal') non accenna a diminutre solto l'mlluenza del lralt.amPnto me.ricamentoso. S'inconlraM egualmente rlelle pleuriti infettive, carelle· t'lzzate la un e,..sudato '}Uacti c:empre purulento o c:anioso e accompagnate da rebbt•e intensa con prostrazione e sudori più o m.:mo abbondanti. In questa forma, ammessadal BoucllarJ, e che, quantun 1ue piu !<pesso secondsria. può essere ancbe lal vCilta primitiva, si conslaUi f<empre la presenza di hatleri nel sant!ue e net liqui·E della pleura. La puntura ~P­ ~uita da una lnvalura antisettica é in questo caso Ja prererirs; bencl1~ non possa e•c:~re che pallialiva; e sarà bene fllr uso del ~irone di Pot.ain o di qualche altro dppareccluo analogo che permetto al polmone se non é ancora imbt•igliato ft·a le aderenze, di ript• ·ndere la sua espanstone a mil'lira che la l'avila pleurica si va vuolando. Contemporaneamente bt!'!Ognerà so!'ltenere li'! forze dell't n fermo con una medicazione tonica c J'ieorrere, come in tuUi gli altri casi, al lrallamenlo generale appropriato alla cau<~e specillca della malattia Si può quasi stabilire per principio che se la puntura sotlo<'utonea per rnezzù <lei lrequarti aspiratore è applicabile di prt•ferenzo ai cal<i di essudato sieroso, l'incisione c:emplice o plellrfltomw lroprtamente delta, è più conveniente ttcgli essudali purul,nlr. Benclte in certi piotoraci la guaristione poR~a ancora otlener!<i anche con una "018. puntura (Berger:. pur tultaviJ è, in ~eT rale, nece«sarto dt ricorrere in tali ca~i all'operaztone precocP dell'empiema. L'e!'lperienza dimostra che questo melodo • il più r..condo di rt.,ultali favorevoli e conviene ricorrervi presto se si vogliono evitare conseguenze dannose quali, ad esempio, il piopneumotorace. le fistole o i r.•nomeni generali della ptorazia e della setticemia. In quanto all'operazione di Esllànd~r o costotomia soltoperioslea, che consiste nel re"-ecal't! una o più co«lole ri-


CHIRURGICA

i1

sreUando il perioslio, ,le,·e essere ri ...ervat.a per i casi complicali di pleurite purulenta cronica con tragitti fistolosi pershtlent.i. B-.sa è allora la risor~>a ultima e piu prezio~a. L'òperazione di cu1 Estlànder proclamò per il primo le indicazioni nel 1877, mentre permette un'e~plorazione più sicura dando un aceel"c:;o diretto nella cavità pleurica, apre poi uua larga via Ji scolo al pu!! e al detrilo patolog•co e può assicurst·e una guartp:Jone definih\8 nei casi in cut l'operaziOne dell'empiema non dà risultati favorevoli. Essa può inoltro permettere il ra~chiamento col cucchiaio alle parti invase da produzioni neoplastiche, quantunque Berger condanni 10 gene•·ale e con ragione I(Uesl'ultima operazione come pericolo"& e di poco valore non powndo riuc:;cire •tuasi mai compiPla. La costotomia di Esllanùer ha essenzialmonte lo ~copo di renJere mobile la parete loracka che la len~ìone der:h archi costali di più in più rigidi coi progressi dell'età mantiene alJc,ntanat.a dalla plcura polmonare negli P.ssudali cromci. Es<>a in• ·ltre ha lo scopo di otturare la ca,ilà pleurica ri~ullanle dall'empiema. E per conseguenza e applicabile in lutli quei CSI!'i in cui l'indJCIIZi(lne lerapeulica è <li provocare un'ad<:renza cicatriziale dei foglietti pleurici l:'Opprimcndo o ùimiIIUPndo la resistenza della parete esterna del sacco pleurico. Considerala dal punto dt vista \eortco ls COl'lotom1a sotloperiostea ha dunque per risultato di trasformare le pleuriti con esJJudaii liqtll.ti con pu rulenJa perenne, in pleuriti .~eeehr• ad~>~ice, le più favorevoli. C.Jme ha fatto notare il doU. Thh·iar, l' operazione di E"ll•indtor deve essere distinta dalla coslolomia st·mplic>', pra~icata già da gran tempo dal Kònig, dal Gerbardl e da allrl al !<tulo scopo di facililarP lo scolo del pu!>. P er conseguenza l'utl:bbe meglio designare la prima col nome di tol'ftcolornia. per stabilire meglio la difTerenza. toracotomia Mtto perioslea di EsUànder i> specialmente ~nd•cata ne, casi di fistole pleuriche, quando l'abbassamento elle parti loraciche ha raggiunto il suo limile esl1·emo e quando la ~UpPurazione persi..; le. La ro·sezione cbe JOleres..~ ordinariamente parecchi~ costole, di rado una o due, deve

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Rl \'1ST.\

esser~ ('Qlcolala dnll'e<>lf'n"'inne dt>l vuoto da rolmar<li, e "'0·

pralullo dall·~-.tenqiooe e dalla nalur·a delle aderenze piu o meno solio!P che Jmbrigliauo il polmone: in aUri termini, il numero e l'e~tem;ione delle costole da reseca.re devono es5ere proporzionali alla re trazione pllt o meno consider•·\·ole della. spugna re«>piratoria: 1 erciò tutti gli operatori t•sperimenlnli con<>iglia.no, col Solt1.mann, di non essere avari nd sacrificare ']ualchP. costola. L'autore aggiunge che •1ui ...la anche il ~e!rrclo tlella differeuza notevole accennala da tutti gli autori, fra i t'i"ullati della semplice puntura o dell' operazione dell'empiemn nei ha m bini, e quelli che si hanno negl~ adulli. La ragiQn{' e\'idPnte dei succC."'"Ì nell'infanzia è lajle!fsibiltici della parete co,fale nei bam.bini e felasticittt molto pw e.~punsioa dr•l polmone, circostanze queste che permettono ni fo'tlielli pleurici di contrnrrt· delle aderenZ·" senza che ~•a uecel'>~nno tli ricorrtH•e alla lracotomia. La hnea di <'Ond(lltA chirlll'g!C'Il dovrà duntjUl~ essere diversa nel bambino A nrll'aùulto. Diffatti oPI primo la semplice punlù1'9. potrà riu«cit·c •tuando s;urà pr•aticnla in lPmpo opportuno e quando il polmone non è nnco•·a imht'Jglialo da ralse membrane troppo resistculi. L'elaslicilà ,)elle cartilagini costali associata alla espan:'IJOUC polmonare, permelteré. !>pesso una reinlegt•ozione dello .. Lato di «alule pronta e completa. Quando la puntura non rie!';ce, ~i <~nrà sempre in tempo di ricnrrere alla pleurotomia che, nella massima parte dei casi, conduce a guaricio'le. )ia a m• ura citc l'individuo cresce. la possibilit.à di otlenPre l'a'' icinamento delle pleure .Jiminui::ce .]. lanlo. quanto i depo!'tili flbfino!'ti !'>ono di tlala piu antica. La puntura a<~piralrice che, nei ca«i r·ecent. di essudalo siero<~o può permettere al polmone di riprendere 1l suo "viluppo, rimarrà in que-.ti casi inefficace c il piotorace chP spesso gJi suc~ede non avl'il déllt! probabililà ili esilo piu fa.,•orevole in seguito all'rmpiema. In tal•"' cJrco"tanza, rtuando lapleurolomia 1\ ~lata tar.liva, s~ la purulenza pel"•i~le dopo cinquP. o sei m~si, la sola riso;sa sarà la loracoLomia. Ma converrebbe inter,•c.mire piu presto ,..e s i manife"lnst>e una r ~>erud csct>nza della febbre. Tanlo è pruJenle il non praticare quesl'operaziollP. tr·oppo presto,


CBIRtRGilA

altrellnnto !O~rt'hl>e pericoloso l'aspellare che organi importanti !'i !':tano allet•ali per •Ialo e fatto di una suppurazione prolungal8, quantunque si $ÌII visto riu;;;cire ancora ~·oper~­ z.tone d1 Eslliindet· negli empiPmi che datavano ùa p1u ùt dtcias!'ette anni. Si cnmprendP- dunque ola quanlu precede che la qttestione rteltetn trascul'Qlfl dni molti autori che hanno scritto su questo argomento è secondo l'autor·e di un'importanza capitale tanto per la ;:celta del met.odo da seguire, quanto per• il pronostico dell'operazione. Quantunque nella pleurite suppurata che deve e;:sere conAiderata come un vero ascesso della pleura, l'inl!icazion~ capiL&)P c•msisla, cume per 'l"alsiasi altra raccolta purulenta, nel dar f>t>itf) il piu presto possibile al liquido patologico, pur luttavin ra duopn distinguere ancora i casi recenti in cui si potra prevenlivamente ricoi'J·ere alla puntura af;piralrice seguita o no tla lavature antisettiche da lJuelli cronici in cui si dovra pral1care senz'altro l'operazione dell' empiema e il d rena~gio. Que~ti ultimi mezzi sono, in qualche modo, lo stadiO int~r·medio, il mezzo termine dei pro~e:<Si operatori generalmente U!;Ati, e l'Ono altre!Ot quei mezzi la cui applicazione é piit usuale e eh,. danno i risultati più Roddisfacenti. In quanto alla modificazione apportala dallo Schede al pror.esso di E"llànder e che con~iste nel reseeare contemporaneamente ad uuA o più costole, anche una por·zione del fo#!liello parietale della pleura, essa espone arl insuccessi e non deve e~sere pralicnw che 'IU&ndo la pleura costale stessa è profondamente alterata, divenuta cart.ilaginea, o quando é invasa da neoplaRmi coslo-pleuralì. Qualum1ue sia del resto il processo operatorio oggidl in per la curn <'hirurgica degli es~'<udali pleur·ici. imporla dt 0 ?~ lllui dimenticare che questi processi sLessi sono rnoffensiVI soltanto I(Hando ei si conforma a tutte le rigorose norm~> dell'anfulepsi chirurrcica. Da quanto dice l'autore, risulta eh8 r•t d'&Sossamento del torace come lo chiama il Verneuil con un tantino di dispetto, po~ra essere l~nto più evita\o per quanto l'eta del soggett.o sia meno avanzata. N n• · • e empiexna dell'adulto, la t.oracenlesi precoce col dre-

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80 na~gio sarà il

RIVISTA.

metodo più ~empi ice e più efficac~, senza che sia Qempre necessgrio di ricorrere alle lavature antisettiche ripetute, non dovendo la lavalut·a stessa essere ripelula se non nel e&!tO di ganflr·ena o di pus fetido. Ma quando nel cC\rso della cura que:sl.a si prolunga ùi lroppo & la suppurazìone per~i~le, allora non bisognerà esitare a resecare qualche costola per facilitare il restrin~unenlo dello pare:te toracica e 1'adt>renza ti elle pleure. La toracotomia deve in una parola essere riservaLa come ull ma ri!'lorsa nei e&!li di piolorace complicali o non con pneumotorace, in cui dopo lre o quallro mesi di cura l'empiema r•est.a stazionarra, e m çui da lragilli fistolo!ti continua a gemere del pus. 'l'ei casi di essudalo emorragrco (emotorace) che all'infuori del lraumalismu dipende il più spes-=o o da una degenerazione conce rosa o da ulcerazioni tubercolari, l'operatione, •1uantun1ue po~!ta riuscire, pure offrirebbe sempre un pronostico gravis!'iirno. Non bisogoera far la puntura l"e non v'ha pericolo imminente di asfissia. Nulladimeno, come ha dimostralo Dieularo}, l'emotorace può essere soiLanto un ematoma della plnura risultante da un'essudazione sanguigna in seguito di un·mflamma:tione semplice. Sara prudente anche in LaJ ,caso di limitars i alla semplice punlut·a. Le controindicazioni pio formali dell'operazione di EsUiindet• ossia della torocoplaslta sono: la tisi avanzata. l'alburoinuf·ia, la de~enerazione amiloide dei viscer•i, o l'eFlislenze dr certe malattie intercorrenli quali, aJ esempio. la risip< la che debbono far riLat•dare o rigettare deflnit.ivamerrle l'allo operativo. Bisognerebbe rmunziarvi egualmenLe se, m <0:9guito d1 un abbondante essudalo di dala mollo remota, si so:speltasse una retrazione completa cou atelettasia del polmone. Ma In nessun caso, lasciando da parte le circostanze precedenti, l'aspetto profondamente alteraLo dell'infermo non deve far ritardare l'inlervento chirurgico. Lo stesso dicasi della data più o meno remoLa della suppurazione, la quale e al contrario, come lo stato sub- astHtico, una mdicazione for-


CDJRURGIC.\

malP. tanto più urgente per quanto è st.ata rilat•tlata. Per rp1anto imminente sembr·1 il pericolo, anzi in causa di que;;t'imrninenza stessa, bisogna ricorrere al metodo operativo, per lo rneno alla puntura. \'au Weddwgen, dice l'autore, nel suo Lavoro, accenna 1 ::>eguì che, secondo gli autori, indit•,ano la toraeentesi; vale a ùit•e: la dispnea, l'abbondanza deiJ'es!Oudato, la purulenza e ~a l'Ila òurata. Egli riassume pure le controindil'.azioni di queslo processo operatorio, ma non entra, come prometteva 11 titolo del suo lavoro, nella discussione circa le in licazioni ùiffer·enziali della Loracentesi, tlell'empiema, e della t.oracotomia Ji Estlii.nder. B su '{uestn questione cbe Van Weddlil· ~en L'iclliama l'attenzione 1lell' accademia, e ùesidera ricevere qu~lle IStruzioni che lo preoccupano. Per decidere della :<celta ùel metodo da sep;uirsi, i segni determinanti su cui si appoggia ti pratico, <levano essere dali da un attento esame •lel malato e dai diversi mod1 ùi esplot'ftzione attualmente in uso; mu uon bisogna ùlr~ pl)r (lUe!llO che l.ali sogni !'liano tulli di egu11Le import.anza e che tutti debbano conJurre a precise indicazioni. La ,!i!'lpnea, come la febbre, non fornisce tlf'i segni assoluti in ques;to senso che pur E>~sendo la dispnea un segno importante che deve spinf:terP 11 pratico ad agire. non !Xli ~'~UggP.ri~ce ~"erto la scelt.a del melodo operativo. né la $U8 es::enza implica l'astensione di ogni intervento aLLivo. lnolh·e se l'esagerazione .JeUa fellb1·e può essere rnurcat.a in c.~,·ti essudati sierosi, è l;lpesso poco sensibile negl1 essudati pu~ rulenli rh.- rkhiedono una pronta evacuaz.ioM. Dopo 1 se~ni fr>rr~ili dall'ispezione, dalla percussione, dalla misurazione lornctca ., dau·a~collazione, 1 dati clinici pitì certi son ùoti dalla pcnlura esplorativo. Fraenlzel, in Germania, si è parlicolat·menlt! >~cagliato crmtro l'abuso di codeste punlur~ mentr1• ~ue, <l'ultra parte, Ei".hhorstle considera com~S al>solutamenl~ mno_cua. Tali punture benchè mollo proprie arl infot·marfl il i 11'es.:;uJalo, pos~ouo Lullavia inùurlo .prallco "ulla r1a Lura (e lh er rore, sia per l'esistenza di false membrane più o meno spess:- 0 di aderen7.e p1euro-polmonari sia perché tJArrJi e.'"· ~udat 1 ~·1 di ' ""' ' vers11 natura possono formando loculi o sac~

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ll{VIST \

coccio i..olaLe, cosliLuirtl una vera pleurit~ areolare e far cr~· dPre uucor11 perfcllamente indicata la toracotom1a. ~~ '' ~pe'~"'O parlAto flci !""'rieoh a cui espone l'e;oplora7.10n~ per mezzo del tretfU&rti, in ....-guilo a~li errori risultantL ùal · 1\;;<tslonza d1 una pleniz7.aztone polmonare. S1 e cilalo l'm· COIIVètliCille oli clar luO~O ad un pneumolora<.-e O di produrre uua ferita dol polmone la <'111 gravità ru molLO esagertHa: ma un pratico csorciu,to evitera facilmente tali accidenlt con un e=:am" --Lero copko dah~Pnl• . Fra gh acc•deula po ,.j},jJi bisogna citare ancora la l erfo· razH,no del diafa·1,unnll1 in cau:-<a di adel'eczu di que;,to colla pluura costole; circo tanza che Jaccoud crede poter rliar.no.. llcarc per ruezw della rPtraz.ione dell'ipocondrio e dc;rli ullum !<pttzi llil•rc•Jstail: ma è meglio evitare codesta pi>ricç>li non prAlleanJ(' In puntura al Jisolto della sesta costola. Nt•lla plt·UI'Ile fwccu lilJI·inosa, i cui segni caralle1·istici sono, oll!'C lo ~rt·C'~tHnf'nto plr•uJ·icn, i dolori punt.orì persistenti e talvo\Ln cc1'lo r<'lr'ar.ioni pila o meno accentuale o c:e1'te irrcgnhH·lui n,., anovntuwti l'ef'-piratori della parete loa·aca~"a, é rueglio a~l~t\flr' ;i rla ogui pratica cwa·urgica. Bisogna d'alll'oude 01 +>rvAI'P chr qu•Jsta forma di pleurite ha IL prouo-;llco imméd18lO fllÙ rAVOJ'CVOie, qua olU1ltlU6, in vista dellll future con ..eguenz non pO"'"O dir.;i lo !<lesso del pl'Ogno~Lico re molo. La pleurJl(• ~t·GCa che puo essere tanto primitiva quanto !<CCOndori.n dò luogo tfU 8'-Ì immancnbilmente ad ad~renze a"~ai ,·arlabtli nella IOri.l rorma ed estensione, come OP i ::.iu· lomt elle le accompagnano; e fra fJUesle cons~~enze, ,.j constata qua;-;1 ~empro un' atrofia più o meno pronunciata dt~l mu!'ICOh pellorah corri ... pout16nta. Anche in fJUeste condizioni il prono=:l100 remoto é \antu più grave in quanlO che i tu bes·· coli sono "PC.~~o in questione. Tuttavia si potrebbe dimau· dare so la ùi"l)(' 17.1one allo sviluppo dei bac111i specifici nou !lÌ8 proùott.a in Lal ('fl:so, .1all'insuflicienza respirator ae e da• distul"lu cirr.ulaluri che ne r isultano pel polmone re~o aromobile dalle aòerM7.e che lo tengono imbriglialo. Fol'SO la toracoLomla d1 E~tlfinder potr·ebbe, da questo punLo di visl.a, essei'O ulilò ancora, permettendo di rompere certe aderenze


CBIRUBGIC A

c re8llturmdo !ille sue funzioni per lo mono l'apice del polm one condannato all'inerzia. ~1a quAlunque sin la medicazione adottata nella cura òtolln

pleurite, per quanto ras:sicuranli sembrino in generale i ri· eultal11mmediati deUe operazioni praticato, non v'ha malattia il cu1 pronostico r~moto sia piu incerto; per la ragione chP, quaSJ ~~mprP-, e.--sa non é che la manirestnzione di una affeZione ~ene1'8le o il r1i1esso di uno «lJ\ll) rliate-.ico più o meno 1mmint"nte: ma il piu "pesso in ... idioso e lento nella sua ;>voluzinne. f~ las«umendo, l'autore, cred,.. r;.oter stabilire che, se negli essudati plcul•ici recenti che han resistito ai mezzi medicameulo"i or·linarJ, l'aspirazione pneumatica é :-pe::;so suftlclenlc, ne~li essudati purulenli bisogna ricol'rere alla pleurotomra precocP ed al d1·eoaggio antiseltiet•. Que ti\ pratica preconizzala dal Biedert e adoll«l.a dal Potl, è, se<·on,Jo il parere tldl'aulore la più saggia. Polain couE<iglln p11r1~ ùi cominciare dalla puntura e di noo riCOI'l't>rB a ll'erupierna che in caso di necessità. La lor·acotomia soUo-periQslea di Estlùnder deve esser-e risr•r\'Rla 8!!li empiemi cronici; l'operazione eli Schede, alle nl· Lerauoni neoplastiche !imitale delle co~tole o della pleura. 'l eh eono i da\.t generali che l'autore crede debbano rìsull&re dallo stato auuale della scienza. Egli aggiunge pero che non ,·. po;o"ibile lo stabilire delle regole Os&t•, immutabili a tracciate antit:ipalamenle. Si può tullo al più dare in tale materia cerU pr~elli gene1'8 i e ~tabilire qualche data che il pratico dovrà poi applicare o combinare "~econao le circostanz.e del mom<>nl.o.

Va D110Yo proeeaao operativo pel trattameuto dell'eu.ta, per A. C. BER)o{Ais. - The Meaical Record, luplio 1887. Con siste nella tenotomia del legament.o "'li Poupart. e ~i esegue rarendo una piccola incisione ver·ticale della pelle In ~orr~sponùenza dell'ìn;;umale, indi inlrodurendo un bistorl ottonal<> nel celJutare soltocutaneo pa~sando al drsolLo del lega mento. il quale essendo teso, basta <~pingerlo con un clito


Rl VISTA CDlltURGlCA

contro il ta~orlio del bistori dal di ruori, perché venga reciso. SI' l'i trovasse il li~umenlo rilasciato, bisognerebbe esll·arre ~ubilo il tenotemo, perché in Lsl caso lo strouamento sarebbe fatto dal sacco, e non dall'anello ingwnale o crurale. Tagliato il ligumento l'..rnia si riduce unmedJatamente con leggera manipolazione perché l'anello ingumale interno, l'esterno. il canale 111 guiOille, il li gomento di Giberna t e l'anello crurale si rilao:ciano tulli completamente. Dopo J'"perazione è nec~ssario un completo r1poso in posizione supma per una setllmana, onùe si ottenga una conventente riuniune del le!!amenlo reciso. Del trattamento ohirurgloo degli a•oeul del fegato ool metodo di Btl'omeyer-Little. - MAI.lBOUX, medico rnilit8l'e. - (ArchioeR de MM.ecin et de Phat'mal!ie mililaire, agoslo 1887). Conclu~ioni:

J• Gli &lll'essi del fegato devono ess~re aperti il piu presLo po~stbile;

2" l se~wi es~onziali che devono far presumrm~ l'e<:i~tenza di un asccs~o del regalo, ..;ono· a) unA febbra remillenle con esacerbazione vespertina; b) un dolore tl<.:so ella regione deJ fegato esacerban tesi colla pre:-;~ione: c) l'aumento dt volume dell'organo. La riunione di •Jue.--ti ll'e segni da una presunzione l'>Ufficienta per anùaro alla t·icerca del pus. :~• Il metodo di Litlle consiste: a) nt:lla rict!I'C8 preet>('e del pus col tr~querli; b) nell'mcidet•e in uu !>OI tempo lulte le parti molli situate tra Il pus e resleruo; c) ndlo. lavatura, poi nel drenaggio dell'e::;cesso nelle coodiziom dell'anti!lepsi la più ragorosa


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RIVISTA DI TELNICA E SERVIZIO M~DI~O ~flLITARE Perlterlmetri.a. Dai rt:lsoconli delle conrerenze scientifiche tenu~esi nello spedale md ilare di Torino rilevAsi avervt 11 maggiore medico uotl. Soperchi Vincenzo data lettura d'una Memorietta che ha per titolo· Pe:r<teri mPtria. E~sa Memoria tratta in realtà di due diversi argomt::nti; cioè. primàmenle vi si accenna ad un islrumento dal Su~ perchi immaginalo pe11a misura del perimetro loracico, ;n applicazione delle noslre regolamentari l'elalive prescrizioni pel recijllamento, nella seconda parte trattasi della ulilila della toracometria come da noi si pratica, avuto speciale riguardo allo slabililu criterio di riscontro collo statura. Questa seconda parte nulla però aggiunge alle osserva.:&ioni e discus-sioni ehe il diliicile argomento ha spesso suscitate. E che susciterà sempre lé ooe la leoa è obbligatoria: la misura del toraca invet·o non è che un temperamento, una transazione Lra la ~c1enzo e !a pratica: è buona nell'impossibilità di fat'e di meglio. Il P"riLo poi dovrebbe e!\sere l'ullimo a condannarla. perché 1 vantaggi che realizza sono quasi interi ad esc!usf,•o suo beneficio..... Se non foss'allt•o come t a tela della onerosi&· scma Rlta responsabilità. D Apprezzando però l'ollìmo inlentoJ la perseveranza ben aul.'o colla •(uale il collaga vi si è dedio:ato, amiamo portare del -.uo islrt,Jrne!ltO il seguente rta!:>suntivo giudizio: se mai fu ideato islt·umenlo pratico cet·lo è qu~to, appunto pella sua estrema semplicità, La seguante s.ommaria riescl'izione lo .dimPstrarà: non potendo pubblicare la figura essa ~ suf· fictenle pero a darne una compiuta idea, appunlo pet•ché é appunto tanto semplice. Ad una estremité d'un ordina1·io naslr·o metrico é inneslato e rerrnato, perpendicolarmente allefaccie del nastro, un pie-


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RIVISTA DI I.EC~lC.\ E SER\"lZlO llEDlCO lULlrARE

colo manichino metallico, il quale vicino al suo innesto sul naslro è assottiglialo a fare da perno ad una rotellinu profondamente scavata A gola, rotellina a doJ.~issirno sfregamento, quindi girevole sul manico. All' aiLra eslremita del nastro è una gpiera. cioè, il nastro è circondalo da una picco1a fascielt.a metallica adattala alla forma del nastro, che può ~correre lungo il nastro stesso. Ad essa ghiera è attaccato mediante una cordicma, lunga un quaranta centimetri, un peso metallico di 150 grammi. Si colloca il nasLro in posto, si fa ,.correre la ghiera fin quasi contro il manichino te11uto fermo, e si fissa esM ghiera cou una vile; si ta allora accavallare la funicella pel manichino, curando si insinui nella gola l'<cavat.a giro giro alla rotellina . .... . Naturalmente il peso agil'lce aiiOJ'a sulla ghlel'a e quindi <>ul na ..lro del quale determina la tensione. Come dalla descr1zione datane facile si comprende, l'adesione l).el nastro sila rute nelle variabili condizioni di que~la, e piu la forma del torace, non possono n<ln avere una qualche influenza sugli e.ffeW reali d'una tensione per quanto identica e costante, dal momento che la 8 esercita diretiamenle ed esclusivamente su due, anzi su di un solo punto estremo. Ma ripetiamo eiò nulla toglie al merito del collega ,)'esser::i occupato a ric;olv.,re una questione praticamente dì qualche importanza. Forse il valore del me.zzo non è poi cosi assoluto ed indisculibile come a Lulta prima appare. Ma per chi crede che si possa nella meccanica ris.contrare la soddisfazione dei desiderali leoretici che la delicata f]Uestione comporla, a certo che il mezzo ha il met·ito d'una estt•ema !<emplicità..... Il suo inventore ha quindi diritto ad es~erne encomiato. B.


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VARIETÀ

F . llAnOFFIO. - Sommaria soluzione del que•ltl eU ottica oo1lllstloa eU oul nel programma. d 'esame 20 gennaio 1887 del Giortalfle .llililar#' fjffl~ìak - parte 1• Atto 11. 21. -

(Cuntìnua.;iofle.

Cc1gli ollalmo!">copi binoculari po1 è appunto llt>ce~~8l'JO che la lampado ~ia di ·lro il çapo nP.l p1ano verti~"nle deli'Or'Ghin 0'"'1"1'\'ato. Vuobi nver pt·o.>,...eote ,. ,,e mo !tlk8I• lo la li't •nz.a dello roul•· luminol'la, si u•odificu l'azion~ del mezzo rJiles"'0re. .. CoJ:li «pere i con ..ni vUtnen':'lnlnne ;IJ Ji"'lllriZii !'i accorcia 1.• lungheaa focale SfJt·<mdaria dello specchldlo. ~ vicc•v<>rsa. E nece•~<•sr1o c1e l'os,_,.,...,ato· ,. :enS!U i·l sr~··chieUo mollo ' Jcmo al proprio occhio, ed an;(t, nortulllmenlt•, lo appoggi all'arcata Stl!)ra o bila!~> 1 lrà ..,._, m•·,.;IJO ultlruare iu onlA ali& medm dilat.aT.Jonc Jdla :suo pupt:l~ tutto il fal-iciO dei ruggì ~ho Prnei'$!0110 dal pJccolo foro dello spel'chiello. È necessorto tenere lo :spe · 111etto , ·, un !' mo IJ• ·rpendicolare alln bisettr1ce dell'nng{>lo ,,, illuminazione (co~llluilo dnlla direzioni! R""Ìie clel fa~io illuminante lo ~pe<·l'hiettr> c dalla 8"'Sllede) ·''"ÌO rifl•sso all'(•CCII·O OSl'=•'r\'fllO). Bi>~ogno lltìziar ~empt·c~ l'e:same (a meno si tr·atti d\,~ame alla 1mrna,.:. · e ·l1·olt.a}. o .Ji::-lanJ.a, sem1 re pe1·ò comr.tltbile con una "Ufficientc tllurniuazion•• (in i-vecie pel valore catotl r tco dello specchiullo)... t>oi si ovviciucrà lentamenle llnr) ad ol_lenere :·imm.J,..;mt d· ~li o_.getti, od almeno IJUella compl~>sstYa •IC'l fondo oculare. 1•0 lente l•Ggalt\il, cl . •1u imma!!ine inp:t'1lnù•lA. e di con"'C~uen7.a !" rm.. ue l'e«plorazione d'un campo reltnico l'is trt'lto, può collocarsi anche d ielro lo 'lpecdlietto, percht\ da ndo 8PPilnlo tn nagmi , irtuall non l! nPcec:~arto, <"ome lo .i


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VAruETÀ

colle immagini reali date dalle lenti posilive, che l'oss:ervator~> 1;e ne allontani nolevolmenLe, di tutta cioè la lunghezza della sua vista distinta. La lenle posi~iva correttiva deve a vece, almeno a luUa prima, tenersi molto accosta all'occhio osservato, per oUenere di piu facilmente vedere ed orizzontarsi. Pe1• avere poi una immagine più ampia la sì allontanerà alquanto, nei limiti della sua lunghezza ro<-..ale se no il fascio illuminante cadrebbe sulla cornea od al dinanzi di essa, condizioni inopportune ad una buona illuminazione del fondo ocular;~, anche pei riflessi corneali disturbanti. Solo quando Yuolsi un ingrandimento notevole per rilevure un parziale deltaglto zia iotravvedulo, si allontanerà anche di più. Per vedere una p1u ampia superficie del campo retinico e cosi meglio or1zzonlarsi s'ha rico1·so ad una lente forLe; una lente m•·no rorlè permette rilevaJ•a meglio i dettagli. La lente Yuolsi Lenel'e più che possibile parallela al piano anl~l'iot•e dell'occhio; però le due immagini specu lari del disco luminoso dello specchio, che le superfici di separazione della lente danno, esigono di obliquarla .alquanto onde gell~re l'untA (la negativa, della faccia convessa) da un Iato, e l'aiLra {la positiva, della faccia interna concava) dall'altro e loglierle cosi dal campo centrale della visione. Le lenti oculart applicale diL•lro lo specchio valgono a portar·e l'immagine alla distanza richiesta dalla vista distinta dell'osservatore. Non voglronst collocare dinanzi lo specchio perchè aller•erebbero tiannosaruente nnumioazione dell'occhio. La direzione del puolo di fissazione dell'esploralo ha 10lluenz.u sulla porzione del roodo oculal'e che viene cosi a meltersi d inanti allo islrumenlo e che '{Uindi è direttamente oilsiùile, sempre non come oggetto però ma ~me immagine. La distanza ùel punto fissato ha molta influenza se l'occhio nou ru mitlr1aliuato· invero se è possibile che fissi un oggetto a note-vole distanza (circa 5 metri) si viene ad escluJere l'inte!'Venlo nr>cessario almeno, della accomodazione, clle allurerebbe i risull8li, oltre a produrre per azione riftesstl un maggiore ristringimento della pupilla. P er rendere i movimenti dell'occhio dell'osservalore liberi senza che traggano necessal'iamenle seco movimenti similari dell'occhio


rARIETÀ

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osservato è necessario che questi fissi un puuLo fuori del!" osservatore. 10. La paralizzazione arlifieJale della accomoda7.ione accompagnandosi sempre (a meno d1 aderenze organiche oslaco· J.anU) colla dilatazione della pupilla, riesce sempre upportuna alla ampia e piu intensa illuminazione del rondo oculare ed alla maggiore ampiezza del fascio emergente, rlonde uua simultanea più ampia immagine ùi es::so fondo e piu luminosa. Paralizzata poi compiulamenle l'accomodazione. appa re netto lo stato dioltrico statico dell'occluo: i raggi emergenti uon possono avere cbe quella disposizione t•eclpt·oca elle esso stato può dare, che è cioe indolla dalla ilistanza ~lei stiJal'io di fondo che essi raggi riverbera, in dsconlro alla ubicaziunu del fu•ICO principale (pei raggi incidenti in fascio parallelo) del sistema oculare. I raggi avranno quinJi dispolliziooe parallela se il sipario di fondo è pr ecisamente al fuoco del :$ÌSLema (condizione che verilicasi nell'emmetropo); convel·gente se il sipario è al di là del fuoco (nel miope); diver geute se é al di qua del fuoco (nell'iperope). Ot•a uu si fatto risultato ha nelle osservazioni medico-legali o ttalrnoscopiche e ben anco per quelle che si basano :::.ulru!<o delle lenti cot·retlive, pe1• la misura delle enomal1e tliullriche, una importanza somma, in ispeCie poi nelle reJath·e militari applicazioni. Invero il gl'ado inabilitante della m1opia vuolsi stabilire sullo stato reale; quello della ipermE!tropia sul grado t-otale. Ciò vale dire che nel primo caso devesi escludere ognt apparente aggraoamen.ro dell'ecelJ$80 d,ottrieo. dalla accomodazione indotto; che per la ipermelropia de·ve~' escludere ogni correltitJa modiflc~ione pel fatt(l della tlccomodazione in atto, e che appunto er<sende> m alto non permeUerebbe piu ùi m1surare la ipermetr op1a latente ma !<olo la manifesta, mentre la totale, alla quale il regolanmnto accenna, propriamente risulta dalla somma di entrambe. Se s.i lien conto <:he a 20 anni raccomoùar.ione può esldnsecarsJ con uno srorzo eguale a d 8 diollrie almeno (en-utll~ . l Il' . .., ~'~Oe a_ az~one di una lente positiva - a~giunla all'occhiodt H dlOttrle, del N. 5 antico) fa cile saré. capacitarsi quali


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\'ARI l!!\

inac:cette,·oli ri~ultnll ~i avrebbero ~e si trascura!=iSe di par•a izzarla, di elimmar·e tlal calrolo un cosi influente fattore. Però anche negli esami medico~legali militari "!Pm pre non é. t'l r i!Jore e per ti fAllo e:::clu~ho rlella sua azrone, necesc:arro ricorrere alln paralizzazion~ •iella acromodezione: non lo è nel miope che vede n dic:tnnz.a con lenti inferiorr a 6 diollrie, o con lenti <~uperrori a - 15 diottrie, perché nel prirno r..aso l'accomoduzione ~o in atto non potrebbf' che s\er aumen tate le pat·vrmz~ dell' 01'1'.!"'"0 diottrico, quindi l'individuo non è certamente miope u iJ diollrie, è qui odi senz'allro idoneo al l;ervizio; nel secondo auche ammesc:o Il massimo po~~ìhile ag):!J'A\'tlmnnto l'ecce, .. o ~ara sempre almeno o 6 dinltrte, quindi l'indr' 1duo é c::icuramente inabile. N'on è necesMrio r icot'rer·vi rwll'ip+>rrnetropo n 6. o pni, diottrie, perrhè raccornodazione.s~ rn allo minor.·rAhbe le parvenza del dif~tlo dtotlrrco A 'luindi se l'inolivitluo nppnre ipermetropt> aGo piÙ rlioltrie •' tale di cer to, o le ~n tzraclo bi!n mAgA'iOl'l', è quindi c011 lulla sicut'P7.7.1\ iuabile. :Non tutti i midl'inlici ltanno eguale valot'e oculislico. Pel' otlenPre pronta In nwlt'ltl!'li. q11ando •1ue~ta sola ..i ha di mira, e non sì chiedA ,,,Jrda parahzzazione t.lella accomodazione, pul• usnr"i il clot•itlrato di cocaina, che è qua.~i esclusivamenle miùriatico. 11 cloridt·alo dt omatropina é eccellente dur~;~vola midrinlico, ma rncer lo, almeno pili fugace, paralizzntor·e. Per otterwt'•' a vece unA piil Jurevole paralizzszione rlell'accomodazione \'nle meglio il "Oifato dr atropina e di duboisina più ancora: rn~nlre eo:~a paralizzazione dura compiuta almeno :H ore, la miJrin!'li poi dura almeno 4 e può est~n.Jer~i a ben H-lO ,.,.iorni. l t Pella facile e pr·onta rtcerca della papi! la e della macchia lutea vuolsi aver pt'l'!~enl~> che la fovea eenlra1e della macchia luleu, corrr«ponde al polo posterJOre dell'occhio, alla eslr ·rnità po...leriore t.lell'asl;e principale antera-posteriore. Facili.! é quindi porlal'la nel centro del campo di osset'vazroue facendo all'r~orrliuato ~~~~are il foro dello .. pecrhietlo, la ft:lle~tratura obblolth a co~li otLAlmoscopi ad illuminazion<.: d t retta. Però le condizioni •Iella ritles..ioue esattamente assjle, la


V,\1\lll\

!H

colorazione pocn spiccata ùella macchia, l'a~--~nza di tr·on<:hi \'a!>co1ari, ft~ono che essa posizione òell'océi.Jio sia poco or· por luna come punlo di pritl'lo ~icu1•o e pr·or1t0 ritrovo. A tale SC(•po valmej!;llo tlrrigersr $UIIa caralterislira apparenze. clelia estreDulll eudoculbrc: del net•,•o ottico, sulla papilla ottica, che Lr.:>vasi all'inlerno, ad un suo diametrv circa, dal polo posteriore. Facendo perciò r•ivol~cre l'occhio un pG· in deutt•o v~rso la r'adice del naso, che vnoldire anche un po' in alto, ltt si porlu sicuramente al centro .!el campo di osservazione: si fa tluindi ft.;c:ar.- all'e."aminato il mur:;:tine <>uperior·· del padrglronedell'orccehio..tell'o.,sl!rvatore. il deslt·o se in esame rocehio de:::-tr·o, il sinistro se si esamr!la il sinrslro. :\lovendro'<i opporluuamente, mentre l'occhio ('lssel'vato mantieue co~h1ote la prirniliva dlt·ezione, l'osservatore ottiene di scor·· rere tutta l'uu1piezza po"sibile Jel rooJo oculare, cioè ollr·e la mela della superficie po::;leriore deUa ~fera endo-oculare. Si ollen~ono essi risultati cc1g!i otlalmos.eopi camerali, Lubnlari, ~c., spo'-tando la pallina, che l'occhio libero fls!la, utilizzando cioò la siner·gia dei movimenti solidali dei due occhi onJ\>llerJet·e il puolo der-iderato di 0\1suzione dell'occllio

in e~ame. 12. 11 mi~ltm·e oltalmoscopio pratico é il più !"emplice, ma è put· flUello che st è abituati ad adoperarP. Seùulo J'esamwoto un po' bas8o col capo un po' rovesciato ull'indielt•o e ben ft!rmo, tàcendolo oll'uopo appoggiare àllo :,;chienale del ~e­ dii~. ecc.. l'l•-.:aminatore si srede un po' più allo innanzi ù lui anicinandcJqi~lt cosL da mellet·si alquanto ka le sue ginocclua divaricale. La lampada sarà slata collocala dal lato del capo, alquunlo dielro il piallo dell'occhio, dal Ialo dell'occhio OSf;ervalo: osc;ivero tiiel!•o il capo sulla litLea medrana: nel prrmo ~so la fiamma dtlv·esser~ all'altezza dell'oecluo; nel secondo più alta in mouo che 11 fascio der r8"'"'Ì scol·rendo t . l 00 angenzra. mente 1'\ul vertice dd capo possa ben im·eslit·e l~ speccluello per quanto debbasi tenere neeessariam1:1nle b~sso. Si fa inclinare appena appena il capo dalla lo dell ?ccbro osservato, e si ta 6c;sare un punlo, più che poc;~:i­ hrle lontano ~;e l'mdivitiuo non fu atropinaLo, o verso l'orec-

':"ì


V.\JUhi\

chio oppn~lo (omonimo all'occhio O"~erw.to) ù('ll'o»srrv&lore ~e l'accomodazione e, o ru paralizzata. L'osservatore colloca lo <>pecchiclto normalmente innanzi e nel piano perpendicolare all'a-."C di direztone del propr•:o occhio, tenendosi a tutta prima alla maggiore distar.za po<~8tbile senzn compromettere l'illummaziooe, e quindi compatibile colla lunghezza focale dello :-~pecchielto, ~cc. l~ perciò necessario t·icorret:e. olmeno nel primo inizio dell'e"'ame, ad uno spec<'hietto di lungo fuoco. cioé di 16, 18 unt'h•· 2(/' (da 36 a M cerJ!irnetri, vale a dire da 2 */t a 2 caLoLh·ie). <11i appartrà così il campo pupillare luminoso, più o meno ro,..<:o; oppur•' se la posi:.dune del capn é esalta co~ l da avere ~all'occhio la papilla oltica, gli opparirà biauco-pPrlaceo -.plendenle ed anco con distinto il nodo delle diramaz.ioni vaAcolar·i centrali. che d'llla paptllo emergono e <:u Iii ec:;e;a dil'amanJosi lra"corrono; nd oznt modo fini rà per discerncr·li abLa:;tauza di"linli, apprO"'l:Ìmonlo, i all'uopo lentamente e ~enza mutare nulla all'occhio o,senalo. Se veùe i va,..ì di,..Lingue••ù benissimo gli arleriOl'll dai veoosi, pet•cb.è qucsli appaiono ù'un rosso piu cupo e omogeneo, cioè ~:;lriscie •l'un certo diametro iJ.enLicam~nte colorale, mentre ~li arteriosi più rosei ,~:li appariranno ttua<~i tracciati da due linee marginali ben ùislinle con una linea a riflesso lucente, bianca~tro, wlermedia. 1'1. Jl gra,Jo inabilitante al mililll1·e "8r\"iZiO e a 6 diollr1e, di rniopia reale, eJ a G diottrie ù'•perflletropia tolalP. ~el primo caso l'immagine aerea reale for·ma .. i, ad accomodazione m erte od abolila, a poco meno di 1i cenlimelri. innanzi all'occhio' o~~er,·alo, piu lontana piit la miopìo c minore, più acco:>ta all'occhio piu il vizio è ~>levato. '\el !:econdo caso l'immagine è a 17 centimetri circa. dietro il piano retmico dell'occhio osc:en•nl<', più lonlono più 1l vizio diottrico élieve, più accosta a· l ec:c:o piano più •l vizio t• !"·levato .. L'imrna~ine nou c;i forma però realmente, ma appare, nell'ipermelropo, fonuarsi là, come punto dell'ap~areote concorso dei raggi divergenti che emergono dall'occhio c:e prolungati in sen~o opp•)Slo al loro r eale cammino, ed é naturale perché l'lmpre><-.ione nell'osservato !li fa in e'-AO ~enso.


VAIIIETÀ

Nel primo ca-;o l'osservatore vedrà ùic;linta e nella l'immagine della pap.Ua, dei \'asi. ecc. tenendosi da essa però alle di'llanza media ed eneo alla pros:>tma clelia sua vi8la rlislintu ... Quindi se p. es. 18 sua vilÒla media é a 25 centimetri, la vedrà nella e di!'lliuta lenendo~i a circa 40 cenlimelt'i, poco piu, dall'occhio os~ervato ed acco~tando~i finirà poi, quando la di;;t.anza dell'imma7ine saré m inore della distanza d"ll8 sua vista pro~sima (da H a J3 centimetri p. e:::.), per non pllì vederla. P~t· questo semplice fallo potrò darsi ragionu tlello stato rliollrico e quasi del ~rado del vizio rirrallt \'(), ~cl l'econdo ca.-.;o \'edrà "empre l'immagine anche acc.o~umdosi molto all'occhio, e la vedrà più grande che nel primo caso e più p:c..:oloa vece e qua!\i anche oullo il campo ro@•o di fondo su cm ~i delinea. Interponendo uua lente pol!ilivo forte la rtv~drà in immrl!Jine rcole; ma .,:li «arà necegsarto per ciò ollenerP di allonlanarl'li, acc~ntuandosi co,.l clei falli anCiloghi agli acceuna.tl pel primn caso. A!Jbiamo detlo ct.e è po.-.;o:;ibile anco mi~urarù il grttdo Jd vizto rifrattivo a lo dimostriamo coi <;eguenti e:sempi· Sia l'osservatore emmr~trope o se ametropo potrà facilmentl:! avert• una nozione mollo approssitnat:va dello !'tua ,·i<;to distinta prosttima, in l'orh.lizioni analoghe a qu••lle ùell'o""tlrvazione oltometrica. Se quindi ve,Je l'immagin~ distinta spontanea, rna avvicinandosi si fa conru~a, md tSCt>t·nihilc, lo quindi reale, basterò s'avvicmi llno all'c._tr·emo limite della possibile distinz•one, e mic;uri la dt«I.Am:a che allor11 lo separa dall'occhio O<-!"enato: deducendo da questa la distanza della sua vasta dJslinta, :s!al.lilirà la di ... lanza d,.l punto di formazione dell'uurnagioe innanzi all'occluo o::>.~~rvato e ne dedurra il grerlo olell11 rniopia... Se p. es. con una vista pr0!4!>irna di la cenlitnctri ÙPve tenersi a 3~> dall'occhio osservato per poterla ancora vcderè, segno è che si rorrua a 20 centimetri. ~e trat~si quindi di miopi!i di («XJ/!O) 5 diottrie Se vedeva l ammagtne ~pontanea. ma la vede andw av\•ican.Josi not·~­ volmente. sì da e:iser dall'o,·chio os,ervato a dtslanza minore ~Iella vhiooe propria prossima, certamente l'immagine era vartuale, data do r<tg~ti divergenti, J'in,Jividuo è iperopc,


VARlBÙ

ed allora s1 interporrtt una IAnt~ correttiva forte poc;itiva per A\'~re uua rmmazine reale L'ahbia oltenut~ <'On una lente di IO diollrie, tenendosi c .... ad almeno 35 dall'occhio pt>r 'edet·le. vorré ..t ire che l'itnmatrine reale provocata "'Ì !"arA formata pure a :W ceutrmc.tr·i, ma per ottenerla doveUe ut<oru d'uutt lente po~il1va ti i 10 diotlri~, quin li :l - lO - ;,, potrà quindi inòurno che i raggi erano divergenti ccnne. 5, l'in•Ji"i,luo iperopa e il Jioltrie. Un analogo ragionamento varrebùc tulla volla ha ùboguo •li lente positiva per ollenen• dt ,·e.lere l"irnrntltrine ad almeno iO centimetri. cosa che !Zii accadri\ nell'emmetr.tlp~. nella miopia )Pgttiera, ecc.: p. c ... per \eJel'la nello condizioni ovra indicate, abbia avuto bisogno d'uuu lente di 3 diolll"ie, aHemo 5 - 3 = 2. l'imh'h.lu J o miope a 2 diollrie, ecc. (;; ~u quesLo principio, e su quP... ta modalilù d1 espeJ•ìrneuto che si basa il nastro ollo· rnetr1eo RJ.{~tiunto dal Grì.it•ll~ all'oLl8.1moscopio, e che il Giudici LPntn rtdurre ed un meccanico apparecchio col suo regolo ollornekic(l. U. Tro,alo il punto o ve la immaginP spontanea della papiUa, od almeno quatcLte !'!piccante lleLlaglro, un qualche vaso ~otli llpptll'C dt~tinto, se l'os~er,•atore orJinn aJI'e~aminalo di guer·· dare 1111 punto !uori di lui, ma late cùe per veJerlo •lebba dirigere lo ...guArJo quas1 langenzialmente al capo di e."..O O""enat.ore; ::e que!<li farà allora qualche mo,imenLo laterale da destra a sinistra, o 'erlrcale dali" alto al basso, e ... seodo lo ~~uardo dell'osser'lilllO ftac:ato ed iodipendenlè òa! movimenli tlell"oss~rvatore ste~so, l'immagine assumerli un palenle movimento. O sPguirà esaltamenle il movimento dello "'pecchiello; o si muoverà nello slesro senso ma piu di tinlaiUl'flle, con ispostamenlo mazgiore; o sì moverà a vece piu o meno nusrcatamenl!~ in s~n!'o contrario. Nel primo esso 1 J•aggi ...ono in fa ...cio parallelo o quasi, l'individuo è ~mmetropo o leggel'is-.imaruenle ametrope, e più facilmente lie\'ic;.,.imamenle iper·optl. Nel ,.,econdo caso i raggi sono in pennello divergente, l'immagine é virtuale, l'individuo è real· rnenlo ipermetrope. ~el lerzo poi 1 raggi sono in pennello pr1r dicergenle, ma per ~econdorla divergenza, dopo c~oé la

=


VARH:Ù

formaz 1one Jell'wunagine, l'immagine c quindi reale, l'inJi~lduo è miof!e.

L'1mmagine reale ~la innanzi all'occlJiO OS!'en·ato. Ll'll l'o::<ser1;alore e l'o,~ervato: la 'irlual~ appari~Jcc dlelro l'occhio, quindi l'occhio o--servato ~~ ll'8 l'o!',.ervatore e l'immagtne. Ciò slaote per effetto delle par,·«wzo indoUe dal mm·rmento parallassJcO, la ndo fì<>!'O l'occhioos..,er,·ato c movendosi quello dell'osservatore il cui .::guardo c richiamato alì"-saN 1l campo luminoEo pup1llare dell'occhio in u<;:,&r\'tlZione, l' imrnagme affella "e reale. l'apparente rno,·imenlo conh1lrio e pare, p. es.• !'i ;;po,li a de>-tra quawlo rosl;~rvatore si move verso smisLra; ,..e rimnJafpne è vil"luale e:::&> tno,·imenlo òh·ent.a omonimo a quello dell'O!'!'Crvalore, sr !'posln cioè, ma piu accentuatameut.e, a destra quanJo. l' o~servat.ore !"i por lo a destra. p. es., a sinislt·a tJU!UlÙO si move ver!'lo sinil'tra. Al grado minimo, e::~irnenlo dRI militare sernzio, l'immagine reale (nel maope) forma sa •·euhnenle a circa l 7 renbtntilJ•i all' innonza dell'occhio os!lervato; l'immagine virtuale (nell'iperope) apparisce a ben 1; cen1 imetri circa di~ll·o l'occhio; vi htt atluuque una dic:crepanza nello ubicaziooe di e10se immagini, lenulo conto anche del diametro ltnl•'I'O-posterior·e dell'occhio, di b~n 36 centimetri, quindi qual dubbio che non sia decisa e sp:ccata la differenza dei ri5pcllivi movimenti? Ma se rimeltendo:;i .!'empre nella po!>izione alla mag~io1·~ dlsLanza poss1bile c:j ba ricor "o alla lente correttiva e la ~i &:eghe del grado cleterwinanlc l'inabilit.il e eli gener~ contrario al genere. dell'ametropia, alla cao,. a neulraHzzaro la dlSposiz.ione dei rag;:!i dipendente dalla anomoha diottrica (e quind~ - 6 quando Il movimento ~~ contrario 6 quando è omomrno}, e~'-a lente moJifìcherà la disposizione. reciproca dei raggi del roscio erner;;:-eute: .;oe negativa ne correj.l',zera la conver~enza e li riùurJ'il :-•:c>..oudo il ::rado del v&zio diGllrico o solo menu c.onvergenti, o paralleÌi. 0 divergenti. Ana-lo~amente ma iu ~enso opposto 11~irà la lente conver~enle SUl raggi emet·genti in divergenza e li riùurré o me~o divergenLI, o par·<llleli, o com·ergenti. Se i raggi conservano per quantunque meno eccentuala la. disposiz10ne primitivo r·lmmagme . forrnerassi od appat•irà rormat·si p1ù lontana dal-'

+


9G

VARIElÀ

l'occhio osservato, al dinanzi se reale, dietro se virtuale; ma se !:&rà ancora visibile (e la virtuale lo sara sempre, la reale lo ~ara a meno di UJlB conver~enza debolissima, p. es. la ris[Jnndente a 'h diottria, una diottria al piu) ne sarà conser\'ata ed appariscente la ffiodalilà primitiva del mo\'imeuto..• E ne potremo arguire con tutta sicurezza cùe ìl vizio diottrico é superiore al grado della lente correttiva, che l'inili"iduo é quindi realruenltj inabile al militare servizio. Se l rag~ti :.ono dalla lente ridotti jn fascio parallelo, l'tmmagine non l'iescira più, normalmente, discernibile, e l'osservatore non avrà che l' impt'essione indefinita del fondo luminoso... Polt•à è vero ancota vede1·e una immagine distinta in ispecie avvicinandosi all'occhio osservato, se emmetrope è ro~servalore ed é capace di mantenere assolntamente inerte la propria accomodazione. dJ mànlenere almeno ben parallelli 1 suoi assi oltici; ma in tal caso avrà pure la coscienza di Lale possibilità, di tale risultato. ln ogni modo adunque polrà riescire alla deduzione che la lenle perfettamente corregge il vizio diotkico e che di conseguenza é questa al grado stesso ma di ge11ere opposto di quella dl!lla lente corr•etLive. Se la inclinazione recipr<•ca Ilei raggi è invertita, se i diYergenti sono ridotti convergenti ed i convergenti sonc> dìveniali divergenti, si avrà percezione distinta dell'immagine, ma il suo movimento garà invertito rapporto al pritniltvo, se ne potrà quindi dedurre che il vizio è inferiore ul ~rado della lente, che l'individuo è idoneo al servizjo. Le risultanze dubbie polrunno rischiararsi, meglio ~:-i ac· centueranno e valuteranno le relative parvenze soYra discusse, co1l'aggiunta all'uopo alla prima d'una seconda lente debolissima (l/t ad 1 diottria). 15. L'otta.lmoscoptomelro di Loiseau e Warlomonl non è in realtà che wt ollalmoscopio camerata ed a canocchiale, sul lipo di quelli dell'Hasner e del già descrilto del Galezowski. È però di maggior diametro e piu corto, essendo costituito di soli due tubt rientranti, cosicché al massimo allungamento riesce a poco p1ù di 25 centime~ri. Vuolsi però notare che la eslremilà obbietliva non si applica contro l' occhio diretto.-


VARIF.T\

.97

mPnte, m11 n P ~tenuta 'a dil'<tan7.11 fì!"~a dA uno app~ndirP, una ftsticina metalliNl. eon bottone .nn-orio nll'eslremilll, eh~ appog(ll&"i alla guancia dell'ec;aminak>, ~tlla regione <::oLto orbltale, &!1\ icinA lun~a circa 5 cenlirr.t-tn Offre flncoro una beo diver~a di~'<posiT.ione da qua::i tutti glt altri oltalrno.::r,,r·i. in quanlll lo "PèCChietto è applicalo alla P$lrernilù obbidtin'l, o me~Jio Il tlue bre,·i appen<lici dt&m!'lrali, di l'lS"a estremit8 .J,.IJ'islrumfln lo, c •1umdi é eli tulti 1 mezzi co~Lituitivi il più 8\'vìcinato all'nechio O!;~ervoto. e pei"('IÌI de\''ecac;ere. qw:zsi neresc;af'iarneule, diafano:

ecl è invero c<l'=ttituito òn un meni-.co di vPtro c'oncttw•. neutro (a !!upcrllci (juindi paralle~e). La lente lj()r-teltjvA po"ili\'a di 71 m•llimelri di lun!!hezza focale (drcn il n. :l antico - c·it·rn U dioUriP) è collot~ata fissa n..trin~· rno ùel primo tubo, dietro lo l!peccluetto eò a distanza di cit•cn ;l2 millimetri, P- qtun,li 11 X4 mtllinwlt·i clall'occhio o~""rvAto, calcolando lo !;pe!<!<or~> della lente e la lnn~hez?.a dell'a~li<·rnu cl' tlppendice SOVI'ACeennata. Anc o•·a nell'interno clelia cAmet·n, all't"•Lremilli obbiellrva del secondo lubo od oculnrt•, l' qniJ11li ~empre 1liPlro la lenlt• c!Allato dell'o$servatort' vi ha un ~emi cli~co di !'!Ollllis"'irno vPLro (('ggermente opaco (smer igliato), o meglio r.osliluil.o da una laslrina analoga d'nminnt.o, cJ'oc;!'lo diafano, di gelalma indurita ecc , e millimelral-8, la quale (: mobile col •econdo tubo e può a\'anzat·e vet·"'o la ll'ftl~' o retrocedere 'twso l'oo:"ervalore. mediante un :<emplieettppnrecchio a vite "'enza fine cd una "<'&l~>ttn micromt>lri ca, o "'emplicement" rol trarre più o meno ruon o r11r r it>nlrtlre il llPI'ottcl o tubo nel primo e~sendo eso:i inne!'<lnli n clolci"'~imo sfreJrament.o. Quecato c;emi-di!;co è de<~tinoto n ruccoglierc l'imma~tlne d••l ronr.lo oculare data dallo lenti'· cìirerno mcelio n rtll'• ' eog1H:ro uno metà deli'ìmmaa-ine, meutre J'ollr•a mela ,·. vi!!l.n dirPUamPnte, liberamente. Se l'occhio è Pmmetrope 'emer~PrtZA parallelA) fnrm&n!IO<:i l'~m.maginf'l ol ru ocn dello !Pnl~. il •!iseo pPrcht\ la pre!"nnli dlstmla e nella dovrà coli0"111'SÌ n 71 millitnP.tr• da e<:'<A l~nt~>, punto che all'eo:;lerno del tubo è indicato con ZPro od F.· ... e i raggi emerJ.!enti sono ~onvergenti, c~rtnmen;,.. l'imma;ino 7


9

VAntr.rÀ

rormera;.•<t 11 mmor rlic:tanza dolln lP.nlP, 'Jilindi 1wrcb... "-'Ì formi rllc;hnlA c;uJ c;t>mi-::ii"CO bi~o~narà farlo 8'1'8117./lre Yer"O la l•'nl~> c:tc""ll; A W!ce e;;e i rRg~i emergenti "ono dh·er!!enli l'imma)liue i fr1rmeru u rl1slanz11 mag!!iore della focale della lente, ed il '<'IOi -di<;;C(I dovré. pel'l'hè la raccolfla neLlA allonL11nar-:;i di p111. 1·:-... Anrlo la lent di 71 mlllimetr·i. li! dHanLe \·ariano {laliA media prllposi?.iono dell'emmetnpia òi mezzo centrmeli'O p~>r •iioltrlll (teoria e rAkolo d<>l Souc;}, c;jcché dallo spoc;t.amentn 10 piu 01l in meu•• del <~èmì-'hl-co, chll un iu(hce od una mtiica:t~one all'll"t"rno del 2* lubo acccr na, s. d· • !oOUmerà pr c:il!io 11 11enere cd il gr·ndo della diottrica truomahH Percht\ il diHfi'IHnwA dec;tinAto a riceYere l'imtnal!ine ~o1a un ,emi-dr~<co trs,.pAt'l'nte, rMil «i comprenderA riflettendo che la tnetA llhP-rR --erve all'o..-.ervator per Yedere direttamente rrmmii"'IOe: quonrlQ IL\ meta d~>ll' tmmagiun raccolta "'UI diafrAmmA, che ciol· il dmframmn inlerc,.lln, appare me~llo ìllurmnat.a, ,Jr-.,tinUI, pìlt m-.ornma "'Ì avvictn8 pet• e'"'Ì car·Rlleri aiJn mrti't lihei'Arnant~ tnlrav"eduta, ttllnrH l'lstrumeuto é alfmnto. Inutili~ è uotnt·o che R meno di unA ipermalropia el»\'Rlit:'"tmA, di t a o PII• diottrie, l'imma,;in~. c:t.ante al polet·P com•ct-g•~nte pronuncial:S$uno della lenlf', l"l'lrà ... emprc reale, per 'Jllnntunqu" -.j formi n "empt•e maggior· propor ?.tonale dt"tnnzA. Una ddtlcolln pratka ~la app anto nel ben determinare ìl punto della più cltstinl~J e nP.lla formazione dell'imrllftgine sul diaft'UilllOII; 1118 Ull'QJlra e l!riiVÌS!<Ìffin dìfficollà ~i ÌTlCOntra nel rtescìt·c arltlluminAt·e b"ne, an7.i "ufficientemenlt>, l'or.chto, ~lante la dtnfunilil. dello specchiello e la c;ua mareslR obliquitA nece~saria pf·r la vicinanza ull'occhio, Iuollre, nppunto per esc;e condltlotu. molti ragga penetrano nella 1'8rn~rn dell'islrumento, ÌIIVt'::;tOIIO la parete "'U8 oppo'~ta alla fonte lumi· nosa e si r10••Ltono ingenerAnclu riverberi moleKti illumJnilnlJ la f'Amrrll di una luce dill'u«a abbastanza Fen!':ibile f'he concorre n ren:lere meno «picc.&nte l'immagine oltalmoscopica. For~e margentando lo copeccllietlo e la«ciando "Olo una lar~a denuuazione lineare a mo' eh ampia ressura ~tenope1ca: forse coll'uUlitzare la polarinu~wne col rar lo specchio di pii.t


VARIBTÀ

99

lamino•tte vitree l'lovrappn!':te (sempì'e meniscoil,ii); forse coll'abolire lo specrhio ricorrendo all'illuminazione dirella elei· trica. ~i potrà ovviare in gran parte agli accennati inconwm ienli.

B. -

Ottometrla.

16. Qunlun'lue op:getlo tJ1rò valere come mezzo di oltometrica PerO per sE>roplificare la questione supporremo ~i impH•ghi, come dr regola oggicti scmp1·e sr impiega, una buorrfl scala di caratteri. Supporremo purf' s'applichino le normfl r.oslituenti il cosi dello metodo di Donders, come il mrsur~.

p1u <>emplice ed esatto.

Collocasi la ~>cela C'aralleri fog~iale a scala murale (su di un solo foglio) a 5 metri, e s'in vi la l'esaminato a leggere il carall~>re aialto per essa clì,.tanza. Se leg~e distintamente con sufftcrent<> fl·anchezza e prontPzta é certamente <li ''tQus normale ed emmetrope o leggerissimamente iperrnetropo; "e leggi.' stentatamente ~l ha ricor!'<o ad un disco a rot·o ..,lenopeic.o: se la vista peggiora la dt?ficenza prima oo::~et•,·ata è probabilmente imputabile al visus; <::e mif("lìora é c;.rtAmenle impuLabile ad anomalia diottrica. Nel priruo caso, rimos~o il drseo "Ì farà IGJI~ere il carattere immediatamente superiore, e co~1 via via fino a che si arrivt a quello elle pu('l e~sere bt>n rlislìnLo: dal numero di que01to si dedurrà il gradù del difello tlel ' 'isus. ~el l'Pcondo cao::o !:>i collocherà innanzi all'occhio una lenlP debole (t: D.) posi liva., e poi se la ' 'ice:la peggiora una dello stesso grado negativa, ricorr el\do &uccessivnmente ai numeri gPadalarnenle più fo r li finch~ si ollenga vista dr!>tìnta. 11 ~enere ed il numero delle lenti ne indicherà la natura e grado della ameLropta. Se a 5 rn11Lri l'individuo non vede il carallt>t·e normale lo si invilet•à a fl;;,.are caratteri graùotamenle maooaiori ed anatogam('tJlP al l'Opradetlo si r~scn·à a delermin~;e CO"i la le:Honc lei vi~us che esrsle certamente merrlre non e!iiiste pr(Jnunciatn vizio diotlriccl. · ' Se uon veda ne-;sun caraUe1·e lo si farà avvicina re lentamente Ono a che veda. .... egli è in,·ero f'ertumenle miope:


IUO

VAilli.:T\.

ricollocatolo quindi 11 ;, metri si avt·à ricorl>o alla <>erie della lenti negative tìnchò <>i trovi quella che gli permPtta dÌ le~­ gero il csroLtere normale, où uno vicino, per e<>~a distanza. E...~a lente indicherà il c:raùo della miopia In co~o di le ..aone ùcl "i~u .. e coesistente vizio diottrico .. i otterranno i "P.gni dell'una e dell'altra imperfezione «lrnultsnt>amentP, e c:j rìr.orreJ'li òi con<>eguenza contemporaneamente ai dn~ rnfi7.ZÌ di I'Orrezione. aumen1.o del rormeto del c-ar·nllet-e e l a~vicinAmento dell'essminoto alla tabella murale. Come facile é comprcnlere l'esame del nsus si basa sulle pro1 riP-18 e la relativa tt>ot·ia degli angoli "isuali, di cu1 8\'remo (l tllr·o più in là. L'esame dello stato dioltrico :-i ronda n vece ..ullr lt>g~i o lll con!!=eguente teoria d~i fuochi C'Oniu gati... Vnle a dir•e sulln dl .. posiz.Jone dei raggi emananti clell'og~ello, chfl per il dive1·so grado di divergenza secondo In distonzn, pt·A~lnn~i, ~oll'inlermezzo all'uopo della lente neuLt•nliunnlc, allo eondizioni focali dell'occhio dell'osservatore. Stuntc ln difollanza di 5 mclt•i é messa fuor di questione l'accomodu?.ione: l'angolo dt·i raggi penetranti pel liruilaliRslmo for·o puplllore è invero sì picolo che i ràggi posson~i •·ill'net·c praticamente I'Ol'liluire un fascio di raggi por·ollelì. Ort\ lo lente li rirlucl' nll'nopo divergenti (se ne~a:ìva) o conver~cnti (s~' pn"ilivo) ed a ~··ado di"erso secondo il g rado della lente.. Po~sono co«l e ..sere ulili7.zali dall' esammato ametrope per unn th«tinta vi ...ione. 1i. lloke a v('vo uotalo che nes«uno od almeno por.fu..;sim i mdmdui ..nno capoci di d1slinguere le sklle doppie "'e appnrenti c:otlo un nngolo minore di 30 seconui; e che la çomunc degli uomini pur di buono ,j..ta non le può disliottuere :"C non Mllo un ongolo doppio. cioè di un minulo. cerLo e« .. t r~" nece~<>nrio. perchè due o;gelli Hano "i~la di«tinLamcnle e ~:epnrali, che formino immagini retiuiehe abba<-lanut ampie, ma dislinll', cioè rla non cadere sullo <>h>«"'o unico cleulerllo !"cnziente; ma onzi che le due immagini reliniche ~iano tra loro ~eparule dallo spes!:ore almeno d'un elemento ~enzi~>nte, cono o bacillo. Ora lo spes~ore di e~!" i elementi ed in ispt>l'lf> dei bacilli al centro sanzieot~. alle mocula Jutoo, e a ppunto tale da esigere (perché le ìrnma-

t


\'.\IUEÙ

IOl

gina cadono su elementi tra loro divi~i ~ome SO(ll'tl si dil!J=e)

cile formino un angolo di almeno un minulo. Le pro,·e sperimentali dirette tentate dal \Vcber, dall'Helmholzl, dal ~aycr, dal \Volkmann, dal Ber::manu, dul Donder & e taufalll'i r iuscirono pure a risultati !'>Ornrnnmenle analoghi. L'indur.wne iJa,..ata ~mila istologio, le ri~ullanze ri:<iologiche sperimentali rie.,c::cono quindi concordemente alla conclu~tone che J"angolo '\"ic::uale minima/e richìa~lo pella visione dic;.Linl~ deglt og~clli (w::10ne ber: dh·er:>tt dallo semplice luminoc::a d1 un punto) è quella di t •, pella comune d~lì uomini di ,·bta nor male; che quindi normalmente ptwcbè un oggclto ùia una "'CII"liZÌOIIC dblinla è neCCS!'8rio pirt~8 SUlla l'clÌll8 UIIIJ Ìlll• rnazine fll'lla ùHnension·~ che darebbAro almeno due punt! vi"li solto un angolo •·isuale di 1'; vale a dire •' ne~~,.....,ar·io Offra rlilllell<:ioni dtametrali (ne) ÒÌOfllelt'O IDÌIIOI'C) di llltW>Jl(l 1'. Ma lo grandezza Jelle imrno!:!illi reliniche e quindi lo granliezza apparente tlegli oggetti é il portato clell'anlo{olo vi«uah•. vale o clit·e il ril'lultalo composto delle dimeu~ic>Jd l'ellli llell'oggello ,, della distanza a cui è collocalo t! all'occhio. l nraui I'An!!òlo solto ti quale è visto a l una tlala òi8lA111.11 IJ!l ('Jrgelln •h dimensioni ~ dA un angolo doppio t!t quello che dart-bhe un og!!elto di dimenc;ioui 1; l'angolo ùalo dn uno sle~cro oggetto alla dlsl.anza 1, è preci,.amente il doppio di quello SOll•J il quote sarebbe visto ed una dt<>lanza cloppia ... Vale con1e dire cbé l'angolo è proponionale òirell.ntuenle • Alla grandezza dell'ogge·to, in,·et·:;amente alla disi.Bnza. Per ottenere edunqae di misut·are Ili !-en,tbihllt crpcciflca rctinica, dt mic:ut·are il w:~us, che ne è il risullal(l, lo C"pre-"!"ÌOne. la estrinse~a7jone, bi"03oa tener conto delle •lirnen"ÌOni de!!li oggetti ed m~iememenle della tli-.tanM a cui ~onu collocali dall'occhio.

La f'Crir.. ria del circolo mi:>ura 300" di GO' .. l'ungolo •li 1'

~ quind, la 21600 pllrle della pet·.ferìo ùo>l cir·colo sul quale

1811 , golo ,j rni,ura. Ora l'occhio in esame è al vertice tlellangolo \isuale, quindi il raggio, p;enel'alore dt!l circolo misuratorc dell'angolo, segna la dbtanzo dell'oggello dsll'occluo. C•ò !IOsto essendo il rappot·lo del raggio alla ch·con-


103

V,\lllETÀ

ftlrenza : : 1 ; 6,28 ue consegue che meutre la dimensione diaruetr aie dell'oggetto pere! t misur1 un angolo Ji 1' de v· e !terll, prnticarnent•! parlando, la 2Jf'.OO. parLe circa dello sviluppo lineat·e dello cit·confer~nza del cir•!Olo, dovrebbe e!:lsere la 3Uo parle circa del 111zgio.... ·nunqu~ un og.zt:tt() perchò dia un an~olo ili un minuto <!ovr~bbe collocor::i alla dtslanza di S.HO \Oile lo sua dimen<>ione dall'occhio Xell1 pratica però "'l è trovato rli!Ces;;ario, utile alm~no per· veNmente adntlar·,.., allo'} condizroni dèlla ~neralita de,.rli iodtvidu• put· dol.Ali di buona w-la, Ji dimmuire esso r·apporlo rJduccudolo ad 1 (dimen~one diametrale nunore JplJ" o~­ getlo): 3lJf! (di~tauza). D'allra porte :;e l"l ritiene normale iJ potere visivo, 1l oisll$ dell'mdividuo ché wdo> Ji::~liuto un ogg~:tto alla ùislanZb di 33:10 volle il uo dian~olro, è certo che quell' ìnùivuluo il 'IU&Ill ad e~~~~ dh•tom.u non può vedere che un o~gelto ùi diaruetro doppro. lriplo, cjuaclruplo, oppure che non può 'edero quel l'rimo ogJ:etlo !!t) uon cht• a 1/J, aù lf3, lll.l lf~. ecc. dt .ti<>lt~nza, 11011 go lt•n cet•lutnenle di esso vtsus normalt:l, e se questo si indica 1, L'"l'lamenle non godra che òi un visus = •;,, 1/'J, 11~. t•cc. É su que~ Li dali t! hC fondu~• la teoria dellr· scale di prova. Un'altra O .. l'ierva7.iont~ t1 però nect::>!:&ria a11cora onc.le com· pie taro le SO\ ra accennate noziùui "UIIa leoriu delle :::.cale. Il l'uppol'lo l: 3330 SI r·iferisco agli og~etti ::;~::mplici, pieni, che rrusurano il mmuno "eparabllc, e su di t!ssa ~~ Las11no appunto le "~:al~ co::.lìtuite Ja oggetti pieni rellan:!olsri o quatlrat•, os.,ivero ~ullo spessure dei tratti costitu... utt le lettere. nuroer·j, figure, ecc. componenti la scala (come e. p. e"', quella del Giraud-Teulon). Comunemente invece lt! "cute ~· basano, indicano almeno •Juale rapporto la dimensione diametrale intera, compJe,..,.iva delle lelkre, ecc.... . Ma aUor·a indr<'ano come normale non già l'an:::olo dì uno, ma eh benl:'1 fl minuti: il rappotLO tJuindi Lra Il diameLt•o (minore) della lettera e In dbtanzll \iene ridotta 8 l : G66. Vuoi si Lero ossenuro che srccome ì tratti delineanti le lellere hanno (almeno per lo "Cale più acere<.litale eù esaLle lo spessore di tfr. tlel dìomett·o • ella lelte1·a, e <~iccome nou é di certo la

=


\"\RlEÙ

JeUera mo appunti! i trnlti piE.>ni l'ha la disegnano che •'•'Lerminano il rninuno ~~pnrabit•) il quale ro disccrnet•e la forma dello lettera e su cui s1 baso r~o.lmenle la mi::.oura tlel visus, ne consegni! che :;e la l~:ttr•t'll cowple~sha à olia diBlanza OOG, i lralli, relali\'atnenle t~lla duneu ..ione lineare d··l loro spe5sore l/~. ~'<i tru\-elanno 11ppunlo Ad una Jistanzu • cinque ,·tJile moggiore. (! [)J'CCÌ"81neute a :JJ;m volle il loro tJpessore, doll'oc,.llio. DIITl i)\Hl la differenza olellP b&'-'1 IIPI clua sistemi t\ pni che r~ale uppnrenle. c null11 è mutato a1 li'nreUci rondnmenll sona tli!.'cu;:~i. Un'ultimo no1.10nC ancnrn: ahbiuruo detto che per di o:;gelli oltcnuelrici f"Pni il l'npporlo tr•a la Jirunn-.;ione dìiHnel.rale loro e la di<:lanz;t '-llrehhe l : 3:1;;0 ci1·c~ . QnP<>li• rapporto \'aie pfrò l f'r 3li oggetti rPttangolati (calcolawlonc la lar glu:z1a) e lei I'(Undrati. ~on vnlo pei l'irccJltlri, pei Ji!':chi pieni, quali ~"oc.tilui""Ono, p os.• lu ,..caln iulei·na;lionole Jel Burchcrdl, od i te'li dellr. prove vic:iolllciJ•,chc in U"O per f'~>o:erctlo mgle.,.e, umericarl(l, N'r. lufalll tru un qunclralo n loli di una dalo •lirnem•ir111U ed 1111 r.ircnlo òello '-'le"so rlinm ·lro rl r11pporlo della e11ten~ione di superfici~> (che nl po~lutto è In vera ruisuratrrc•· tiPI vi<>U!':, iurp1anlo d~>termmu il numPro LolaiP. "•'•uples--ivn dP~di f'llomenli !"euzien ti imprc~­ ~ anali cimultan~>am .. ut~>) ,.j ba In differerrw che interc•·dc Lra l e 0,7&»: quindi la cli~tanza llOI'IJIOie \flOI' l'angolo ùi 1') per dei rircolt picui dll\Tll es<:er·~ t·id•,lln, ,. preci~amentc per un disco tl"l d:umelt·o l o 2615... v11le A tlu·e chr> la di..:lon7.8 normale nnn de,··e "ere r.he 261:l w.llo il i!iamPtro d~>l rii~rcJ. Jaeger Senior(• ebbe il rn.. ritc, di attuare pel primo od nlmeno il a~"cre pel prirno riusc:1to 11 divvl!!ore l'idea di ridu?"~ 8'~ un llpo rormal• ·~ co!i'blllle gli o!(!!Clli (carall"l'Ì) alta 8 mrc:urare la "en«ibalilu ,.pcciClca l'Clinica. Egli iclt>ò una ~cala .com~o"'la di 2() carnttnri or.liuari lli ~tampa piutto;;to .tlrO!'~t, nlla d11 2 /w •li linea ud 8 liiiPP. viennel<i (circa milli~et~a o:'i a ii,:i) e tla di'llcernel'"i fli~lint.amenlc, da~li indi· VHhu dJ v1 la. normol e. d a 1 a "O · · d·t Vtenr · :: pu~d• 11 (mr'Il'rrneln· 318 8 i . hlClrl b Aol 1/:1 ): il numern clenominntm·e dPI l·ar·o1lt'1'•' ndrcavo appunto IR dislun1.n noriDale dr:l11 J. ...ara. E"" i f'..R·


IO~

\'ARIEÙ

ratlet·t poi erano t·aggruppatt a costiluiro, pt!t' ogni tipo di curallere, parole, frs!"t, periodi. Però ~c la inù1cata no1·male cltslanza pet· ciascuu ca.ratler•• era qutUi esathuuentc r>~·opur:ùonale alla dimen::;ioue Ji e!;;SO <.-.arallere. la ~rnùuuzwne invece dci diversi \.ipi tli caraltet'J non era o.Jgualmeot.e e::;allu, e mancava col3i alla sua scala una qualità irnporlanle per ùal'le compiuto scientifico carul· te re. Fu r~&.lrnenle lu Snellùn cùe prOJIOSe la denomiHazion~ v bus c lo ùullnì; che iruul8!.!'Jn6 i caratteri quadrati a spe::;soro di tratti t;!~attam nle determinata 1/'J della all·•tz~t uella letlel'a) c le lt:llt:I'C erauo tra lot·o :;pazialc, >Separate ... toé da ::;pazi eguali all'all~zza tlello lellet·e; finahncnle 1 d1versi t:pi ds caratteri erano perfettamente ;:!rn.luali c dall'i al 200, don• la gradua7.ioni del vi~us e,..atle dall'l ad lft.OO. Fu invece il Gil'aud-T eulon che pcl pr·imo suggcri spuziore put·e le lettere tra : ro J'uno ::;pszro vuoto e;ualc allo :<pe.,~orc der tralll dr ...eguauli le leller·e. La srala ùt \Vccket· è o ;;raduaz1onc JodicesiiJlale, la sede dei co1"8lleri limtta.·i ad 11, t: bi grttduazimre è !"tabihl..t l' Ila mi ... ura del visus iu f1·azioni ordillarie ùell'uuilà (1 - s;, -

t;,. - !/J - 1/• - lh - f/6 - •h - 'ls - 1/to- lfi!). E--~endo quincl1 il numero t d· lltt ::.el'ie c ,.t1luil 1 di carultei'Ì di ; - ,5 da leggersi a :> melt't, gli alll'i numeri sono rispt!ltl\'ameote alli millimeti IO- 15 - 22,5- :lo- 37,5- i~;- 52,5 - 60-

;;,- 90 (t). La scala tlel Monoyer cun~lu di lellere più ~tlle (f>) elle lnrt:tlrl• (4), é però l'altezza che dt!lermma la numerazione numerica Jel .;al'8llere e la di«lilnza d Ile l ·llt:r.:. l tratli pieni sono lf-;, dell'altezza, ft• Jella lat•gbezzu della lcltera; gli spuzi lra lettera c lellf'ra mburauu pure lf dell'altezza dellu lcllet-a; il 1'8Jlporto tra l'allezza Jellu l llera e la listanz.a nor· male J : 006. Lu ser·ie Ùt.ll cat·ulteri ò costituita da 10 IJU ·

e:

mert con intet·vulli regolari òi lfto, donde misurazione deci(l) Un pure una se.1la u\Plrlca, !lUI essa pure é poco l'salta, almeno a g1U•Il· cal'P •lalle ousura7.10nl di ·<r •nlrcJ lnst•tulte • ulla di\'lll~t.a a ~lampl,


male del "isus: lu distanza normale è ~t.abilila u u metri per lutti; si ba infatti: Carattere: 1 - 0,9 - 0,8 -- O,i - 0,6 - O,f> - O, i - U,3 0,2 - li,L ounen.::wne: 7-,u - S,!J3- 9,3i:J- to.;u. -12,:J- 15 t 8,75 - t:,- 3/,5- 75. Vt~u,. : 1 -

u/10 - fi/to - '/Lo - "lto - "lto - '-/lo - 3fto

- lfto - '/to. t S. Gli ollomelri nvn sono che istrumenli alli a riprodurre 111 modo ridotto, ma egualmente stabilito, i fenomeui che !<i oltengono colle scale murali col concorso delle Jcnll correlliw•. Si l.enlò applicar·o pt•incipii diver::~i nella loro CO!".truziorltl e rurono peretò , a\ ocaLe le )eJgi d eli~ vh;ione cromatica, l'unicità o la dupJì. :tà delle immaguu r~liniclte l!Ccondo che i'immo~iue è forale od afocHle; però i più Sl~mplìci eù udo.lli alla proltca corn•tne sou<) 1uelli cbe "' l·ll"ano ,.uJie Jegsri della rifrottone. Con questi all'uopo ùi ottici e meccanici artifici si rie~ce 8 dare 111 raggi 1 wer~~nli la ltpica ùbposiz.iooe adalla allo filalo dtotlrico dcL'o..;chw, che :;i de~ume appuntO dalla tiisposiz1011e tlala ari essi raggi pet· olleut!ra vista ùistinla e netls, di«posizrurw che l'tslrumr>nto accP.nna all'uopo eli lUI tndicb su d'unu st:aletta opporlur~amente !!raduata. t sempt-c a mezzo di una o più lenti cbe si realizza •1uella disposii:iont!..... ~CJn è quinùi, giO\'O notarlo, mai l'oggetto che SI ''ede dH·ettJtrnente, u1a la ,;ua immagine, l'imrn.agine obbiettioa ridotta, Ne rurono ideati molti!'l...itni, prova della dirtìcollil di otle· nern~ risultah !nnppuulabili. POl''-'Oilo però luttt raggruv- • pann tu lr\! tipi fondhllle•1Lali. ~er alcuni rog~ell.u t! a distanza coslaule ed ìmmut.abile dalla lente oculnre e la modificazione della Ji,t.anza apparen~ si ottieM oll'uopo d'una teolo intermedia mobile, negattv8 (Perriu); nitrì iuv~ce danno es:::e mod,ficazioni all'uopo d1 una leule po -1 . . . "' tva 111termedtu e mobtle (Parenl, Sous, PIIten, Burow). d ~?gli ottornetri del ~econdo tipo e la di«t.anza dell'<•gs.?ello 8 oculare che rnuta (Graeft!, Badai).


106

V.\1UEÙ

In quelli del ler.lo lJpo i! nece,.,.at·:• • u.U' ~re la .ent· •eucui are po~JtJva, benchè entro su·elli lìmil1 rnuli!li pure lA di"tanzn dell'nggelto (Loiseau). Quo .. i tulli gli otlometr• .•,.,~ono scale 11 caralt••ri ridotte, micrometriche, ollcnule ull'uopo ùella folo.:rraflu; per •iUello per[) del Parenl, pér uno ji jUelli del Sous, e per qu~llo del Plehn, ~i fa invece uso d'uua scala orJinaria murale collocata a di;;Lanza uormale è di regola a !'l• . Di essa --cala però la prnna lente obbielliva po"ilivu d!) una immagine naturalm~nle somrntw1enlts t·i,lotta ed llVvicinala alla lenti! (~s­ ~ndo l'oggetto a dislam.a bt!n wa;.rg10re della focale ddla lenlt'): ed è e<>sa immag111e che ra t•ealmenlc da oggetto pella seconda lente, la ocula1·e .. Quimli si tralla seniJ.II'C tli oggetti direttamente cd t-ffellivatnl!nle. o ùiolll'icameule e f'JUinùi indirl3llamenle, sommamente t·iclolti che valgono rli scala oltomclrica. L'ollornetro Badai é co"liluito da un tubo della lun!lhezza ,jj 22 cPntimetri. A circa 63- tle.lla e--Lremilù oc~tlare ù fl~­ sata una lente di appunto 63- di Jun!!b.-zza focale; unn ta:,ellir .1 otlom .. lri~"& (una rmcros<!ftla, una ritluzion~ doé rldh~ Reale di Wecker, Suellr.n, ecc.• [Htil all'uopC> d'una :::calella, a Feru · cc·· r· t. Il na denlnla. può. Jic.·. 1 v1 rs• : ·•ll'inlerno deltu!Jo e seol•rerne lultala l~nghozzo dall'eRll'emilà obbiulliv& lino conlro qua~i llt leul~> ccUiare. l caratteri e -C'gni della ·abe.l•na souo lra ·cisti ~u d'uu "elro ~rnt•l'igl•alo e •Jniudi vìst.i per lra~pnrem;a; sono disl•·ibuili ~u ùue eoloune, rJuella li "'lll '"lra con~la j, ear Jllt>ri, •JIIella di rlcslra ùi -.e~ni e figure per gli illellornli; la graJJdPzzn dei ~nraUeri e segni è • r.alcolula ~ulla tenue ridotta di.. tanza delimitala dalla lungheu.a t~ell'•slrumento, in confronto alla normale di~.·. Quando lo talJellina 8 63- dalhl lente l'i .. lrumento ~ ..gua .;t·rtJ, i ra~gi emet·gcnti doll'oculorc sono in fuseio parallelo. l'On o zione adatto alla vista di,linta per l'..:mm lropo. Quon1lo ltt labellina ~i alloutana di più rlalla lente, que~ta dA ai ruggì thsposizwn'e convt·rJ:enli· e tale che per ogni l'PO~lameuto rli 4- si ha la con vergcn1.a eorri~pouùentc ad una diull!'ia lperm!!lt·opiea... L'i"lt·umenlo può eosl segnar~ fino una ipermt:lropia di 2() diottrie. Quando la tabellina viene acco~tata

e


IOi

VA RI ETÀ

a meno di 6.'3... dalla lente, i rogA"i che ne emergono Canno..c:i divergenti. e la divergenza per ogni i .. è lnle da Pquivolere ad una diollria ... L'i .. trulllenLo può cosi in,licare anche t;, dtoltri~.~ mi •piche.

Siccome l't:slt·erntlb oculare dell'istrullleuto è S\·asala, la eorne11 dell'occbio applicatovi contro dista nou 63 rna si -:-cdalla lente; v:1ol dit·e che il fuoi!D Jlrincipale posteriore di di tuel!la è a 13- dalla cornea, c al ruoco principale anteriore Jell'occhio... Quc~ln iu!rPIWOsa. c!i~pO"tZione fa che 10 QDlà agli spot>tamt·nli li ella la beli in a l'nn go lo vi:Juole, per cia scuu tipo di cat·atlere, -,;i conseni N•;.Lauto donll~ imLUa· gnu retiniclJe coslauti perfettamente rruindi rnlfroutubili. La teoria Jell'ollornell·o Hadal ~i fonJa, quunto alla determinazioue d~l vbu"', l'ullo solita comune Letn·ia dPgli an!!Oii vtsuali: l'angolo pel carallere minimo dù l'un~olo normale minimn (5' per le lettere, l' !Jt?i lrulti pteni che le Jil'egnano).. Gli 11llri caralttiri sono proporztonali a dnre nn~oli mag;:iot·i, qum!li iuJicanli un visu!l ruinot·e ( '>/s - Kfg -~la- lh, - 4fo -

1 /G

1/3 -

1/4 -

'19 -

1/G -

'

ts -

1/to.

Per quanto allo :ilato ùiollrico --i fondo pure al soltto sulla lt>gge dt-i ruocht coniugati, dontle appunto le emergenze pa· rnlleln, diver:;erJli, <!onver~en ti r.spondenU ai diveN:i :-l11li liotlrict dell'occhio C"aminalo . perché po~sa vederé di~lln­ tamenle.

Glt ut~nwtt·i sono egt'OF:i come mezzo tlt tn1licazione c Ji rtseontro; u1a al or• chio r&alurale i rì-.ullati "ono ·• gra \'C~enle lot1uenzati, od almeno influenzabili, dall'intervcuto dellaccomodazione.(.. lonle ltt J•ic.::ola distnnza del puuLo di fi~c:n­ uooe, la piccola dì~lanza ùell'immaJ:ine); a•J ocl·omodazioue paralizzata le inùiraziuni SI•DO allC>ralt• rifrallh a mente e beu plù ancora (H:r la , n;-..-gtwote t•iduz.o•nl.l Jd visu:-, che pcù esser~· nnr:l•e della metà. Por Je uostre l!RigenZI" militari hanno pur1-1 l'tucom·enientc l'hc al (JO,.lulto n••surano, n~>ces;:,arin­ menlt>, qull$,, compl··~sh·onH~nte e la riftazioue ed il ''isus. f>Pr le applic6zioni medtco-lt-gali militari s 1 ila poi una \81 1~8 .ra~PJor.e [Jt>r non acrcllarne comt> ithli~cuhhlli }.. indicnZlOnt, nel fatto cLe chi n" conosce la teoria. e fu istrutto nel loro l'l!& può t1Are no:po;.te . . • - :-enza cl•e "l· • • mgnnnalt·tct,


108

VARiETÀ

abùia modo alcuno per riscontrarle. Sgra:dalaruente que~to è difetto che banno comune pur colle scale, cogli oltolipi e coi mezzi visiomelrici lutti. .. 11 sentire (ed il vederP é un modo di sentire) é fatto eminentemente, esclush·amente subbielltvo , che sfugge quasi od ogni mPzzo obbiettivo !'iCuro di ricerca e misura e pel quale non vi ha ttltra risorsa che prov&re. l'iprovare e provat•e ancora onde dai molt<>p!tci e moltiplicoti riscon tr·i emerga la verilà.

lllle4icaztone anttaettioa. Nella circostanza nella esposizione di oggelli, opere, ecc. attinenti alle mediche discipline, che fu organizzata lo scOP$0 anno a Pavia, come complem~»nlo del ~ongre~!'O me-iico che colà r·mnivas1, rl mini$lero della guerra ba esposti diversi e<~emplari del nostro materiale chirurgico, operatorto e eli medicazione, JH'l servtzio in guerra. Diversi congresststl, a proposit.o degli oggetti pella medicazione anlisellica, sollevarono il dubbio, del ryuale si fecero eco alcuni giornali medici, che es~i mezzi preparati al subii· mat.o potes!>ero col tempo riescire ineCfleaci ed anco acquisl~'>sero qualità non desiderevoli. Siamo lieti di polet·e con tulta sicurezza asserire che esso dubbio è assolutamente infondato. Dalla più alta e competente aulol'ilil ci risulta che in Germania (dove da ben tre anni fu adottala la medicazione antssellica per l'o>sercilo e fut'OIIO fatte le pÌIÌ larghe prOYVISle pel ses•vizio da guer·ra) le più posiliv•\ scientifiche El pratiche p1•ove ha1mo di:!:o:;tl·alo che li oggetti di meùicazroue prepar•ati al subblimato conservano intera la loro efficacia. Cola fut·ono etlsi oggetti sottoposti lrbnescralmente (lo si noti bene alle più rigoro~e p1·ove e cliniche e bacterologiche e ru sperimentalmente dimostrato, che: a) Una sensibile ri,iuzione ha luogo, la quale va però progNssivamenle diminuendo, co!'\icchè allermine d'un anno diventa nulla, eù i preparati da allora rimangono ben può dirsi inalterati ed inalterabili;


l Il\) b) Che il più rie:oro"O esnmo> ha esclu«a as~olutamenle, e Juranle il perioJo tH riduzione e dopo, la presenza di bacteri,

di micro-orgftni!>rni; c) Che al po~Lullo essi prepnrali conserHmo mte1·a la loro t>Cfìcacia medicati vA. Certamente in f!'ran p:!t·le eg!>i risullal1 debhonsi alll"ihuire al rilol'Oroc;ameotP l"cientifico modo rlì con!'tervazion•• e proteziofle rlt F.l>'!:;i preparati. In onta ai risultati constatati non saranno colA perc1ò pt·eterme"~i i mezzi rli riscontro. ed ogni Ire mecoi ì prPparali t pre~criUo tlebbonc;i rie:o••osamettle ec;aminare e dal punto eli vi"la chimico e baclerologico. Essendo lati as<:icnrali che dei risult11ti di cs5:i ulteriori e!ami ci sarà data cortese comunicazione, ci rberbiamo di ritornAre sull'impo•·1Rnle argomonlo. B.

•trtmoll.l deg li u.f!oia.ll medlol ln Germania. I !'Oli medici aiulllnli-rna~giori debbono comprovare 1! po<~· *e"'so d'una r cnclila particolare di 71:? tnark oll'anno (800 fr.): agh Altrt gradi superiori non è ricl11e~ta t'endita speciale qual~ia~i.

Sono clel resto soggeUi aUe normP comuni a qunlsiacoi nllro UfflciaJe, P. CiOé: Alllorizzuzione dell'imperatore; la fitlanzata e la !!Ua fAmigliti rlevono cco~erc di condizioni !'ociali e t'Mral•l· "lit~abili e f<u ciò "pella al comandanln •lei corpo !are un andue!<lll P. "Ollopot·ne i r isultati al corpo de .. li urtJciali il 0 q?ale ù_e<'ide, nel "Cn"o e be cìacor:uno forme la le po~!>ibili obbteuom .... Il Yerbate c lra~me~so all'imperatore. B.

Btrettlvo 41 pace • 41 guen& 1n Germ&D.la. Giusta il bilancio 1S88-8!11'effeltivo Jelresercilo gt>rmanico

sar~~E!- I~ ~ace: di 19,~i ufHciali e eli 468,4-\ln .li truppa (Jei quali ,q,.o:) mft!rmì~ri, 1,Ti'O medici), Xi,091 cavalli di lt·uppu.


110 La Pru'l"Ìil somministra La Ba\•tera •

Ufficiali

Uomini

15,0:l6

3G2,46Q

La so~l<Onta :a r. \\'urtembcrg • La fanterte con<~ta di

1,2.10 806

J t!at'Ctalori . • • . La cavalleria • . . • L'artiglieria da campatzna 8 piedi. . Poulonieri c ferr·o\'ieri. . Jl treno . . • . . . . • l.'elfelltvo dr guerra -&rebbe:

2,20-2

5!,185

10,362

3J,8JO 19,9!6 3-H,43.i

446 2,358

11,816 6i,59()

U~:l9

38.0f1:-

7:32

17,227

562

J:?,28;,

256

G,Ul

Uomini

CAvalll

A rm.ata d l campo. Utnciali

Fanteria: 513 l1allaglionì; CGC<'ÌAIOI'I. 21 bal!aglroni; . 12,897 Cu vallor·ia: 1!3 re~gimcm ti, 372 s (Uoòt·onl 2,HO Arliglial'iR: 3!H batterie, 2,18i CAnnoni

550,2ò4

2,860

Poulo111erì: un compagnie; rerr·ovreri: 18 compagnie . 699 Treno: 2G6 <'..olonne 7 5 Totali cogli :-.latt-.ma~~iori e truppa d'amrnmi,.trazione • • • . . 20,'l7f

59,814

55,608

92,856

91,302

26,820

J0,800 50,7ì2

43,004

218,592

Truppe dc SO!tlituzione. Utlteiali

Fanteria· t Gr. baltnzlioni dt fanteria e 21 compa11nie <'accinlnri • . • . . • . . . 3.322 Ca'<allerio : !1:1 ~·ruadroni. 465 Artig:i~ria Ifa <'.ampagna: 37 seziont, 4H cannoni. . . 406

Uomini

Canlli

260,4-23

23,994

i9,71ì

16,879

6,230


llt

VARlET\ t:'IOCIII.fl

Uomini

P onlOJlll:lrl 21 compagnie; Ferrovtet·i· 2 compagnie . . 103 Treuo: 37 compagniE- . . :Hi Totali co!!'li "tati-maz;ior i 4,4fl'l

7,i8u 12,2 j'

Ca1nlll

296,~5rl

31.3i3

Trtlppe di gunrlli!Jione. l'ftlC!ah

Fuuter•ut: 539 batlaglioni

e il compagme caccialor·i.

7,9 o

Uomini

Ca\'alll

31 ,fì:>9

Cavalleria: 36 r eggimenti,

828 2-2,!Jiiloi i44 '"llUBJtYIIIÌ Artiglieria: 54 ballag-lroni, :t.H cannoni di campagna. :270 8,7\ Artigheriu a piedi 1. 1 ~'1 40,t211 Poutouieri . 12i\ 6,4!$2 Totali col servizio dt toppe 11 ,:H2 ·i16,2:~:i Totale generale . 36,i>7:! 1,493,Uf)li 2,9;,2 CAnnoni. Oltr-e 27,000 tra medici, tesorieri, veter111ari, d'ambulanza.

2:•,3'<0

0,1811

38,!1~:1

288,nOS perl:lona~e

B

CONGRESSI •ono Congre..o internazton&le di Kedioina e Cb.lrurgta. Sezione di ohirurgta. e di medicina navale • llllillt&re. .:\fartedl S c;ettembre. -

Secondo lliorno. -

SeJula anli-

m~·riòiana.

I l doLL Hoberlo Re)·burn, eli \VMhinglon, fN unA comunicazione inlilolala: Le fe rite prodotte da pall4 e.<~pl()Bioe aono di


Cll:'iGRESSI

tal natum da richiedere che le leggi internazionalt proibiscano l'u~o di que~ti proicttilir Le palle e. plo~ive producono ferite lacere seguite da estesa suppurazione; rruindi dovrt•bhero essere vietate. TI dott. Carlo W. Yoot•hee~. tli :-;ew-Brunswik. legge una memol'ia Rullo "<t~>s!>n nrgomcnto e g-iunge alll! tnede~ime conclu~ioni.

Il dotL Mor· ton, d~>l mini•<LF•ro clelia guerra ingle~e. dice che ne.<:~una nazione ch·ile ha fallo più lL"O di que~ta specie di proiellili dopo la g'Uer ra di Crimea Il dolL Jeffrey A..Mar!-lon, d'lngbiltel·ra, le~orge una mcmoria importanli~sima Sulretri d'acclimata.ztOne del soùlato per rapporta al ~erot.:io. L'uorno da 27 A 3fl anni è il miglior ~oldato. L'autore discute in ~cguJIQ l'influ••nza del clima ~ulle truppe, soprallullo nell'India. LP. mnlaltie più comuni ~ono lu febbre lif01de, l'~>palite e i di~llJI·b• cardiaci. Ncm esRendo presenti gli autori Ji tre memorie scienf•ftche, se ne leggono i Litoli : 1• E' MCNtsar io e/te ttrl t~old11Lo in tempo di guerra porti seeo la prima medicatura? In 'JICP!l(() caso, !larà n.n:essario che la medirf1tura jaeeia parte delr cqaipaggi(Jmento del so:dato in Ntmpngna' In elt~> rlere eonsistPre questa medieaturn ,. d ore t l .~oldato dee" por tar la?, nel sig. Thoroa" Longroore, pror.~~sore di chirurt:ria militare alla scuolA. medica ùell'esercilo. 2' Della prrma medieatura temporanea sul Mmpa di battaglia. d••l pror. ~<'n E"'march, di K.iel. ~ S1 t trattamento anti'settit>O delle ferite in tempo di guerra, ·li; dolL M. W. Gnri, d'Am~l~>rdam. Il dotl Giovanni Andi'N'On, di Londra, fa una comunicazione Sulrinsolasione nell'India. Dopo nve1· parlato delle dill~renti !'1pecie d'insolazione, l'autore fa o~set'\'ltre cile il !"oltlato deve f'!>~ere vestito con panni lF·tzgeri e mangiar poco. Bia~irna grandemente l'u<>n dell'alcool; la bevanda mitdiore é il lbr> freddo mitigaln ron ~ucco di limonP, Come medica-


CO~GitESSI

113

zione con~iglia 11 bronUdralo di chinino per iniezioni soUocutanoo (15-25 cenligratnmJ). Seduta pomeridiana. 11 dolt. Marslon divide 1'avvi!'O ciel suo compulriotla sull'amministrazione del bromidrsto di ('hinina. È "ero <'he si sono registrati ca!'ti di tetano dovuti n questo trattamento curativo, mo se IR "'Oiuzione fosse !llalo pura e gl'i!<lrurnenli puliti, quest"inconveoi~nti non sarebbero sopraggiunti. l dollorl Enr•co Ernesto Goo,Jtnann, l\Joses K. Taylor. Sherwood, Giacomo Collins, Giorgio T. LandgriJge, Eli A. Woo.l, Max J. Strin e W. H. Lloytl prentlono pRrte alla diseusqione.

hslone eU l&rlngologla. Martedi 6 sett,.rnbre. - Seconrlo g10rnc.. - Seduta ~tnti­ meridiana. Il dott..J. P. Klingensmitb fa una comunicazione Sulla febiJre da jfeno. Gl'irritanti lCie&li. le ipertrofie, ccc .. ne costituiscono il punto di partenza, la poh'ere, il polline. la luce, ecc., ne :;ono le cautoe eccitanll. L'applicazione del lenno-cauterio da i migliori risultati. Bisogna curare le zone sensitive coll'acido lattico o col cauterio. La cura dP.Ve essere incominciaLa quindici git>roi prima della comparsa abituale dell'afft:>zione. SeduLa pomeridiana. Il doU. Rankin, d' Allegùany, legge una memoria intitolata: 088erco.zioni sull'isto1'ia della 1'ina logia. Quindi s'impegnu una discu'IEliorw ~pnciale stdl'epistas.<ti, provocala dal clolL E. F. Ingab. l ca ..i gravi richieggono un LratlltrOf'nlo curativo generalt>. ~ necessariO ricercare il punlo sanguinante e cauterizzarlo. Sono proposti diver10i melocli per frenare meccanicauwnli>: l'emorrugia.

8


tl4

CIJNGKESSl

Sezione di medlotna 1lstologlo&. :.1arte.Ji 6

ellembrc. - Secondo !riorno. -

S..JuLa anli·

merrdiann. Il dotL K C ~pilzka, rli New-York. fa una comunicazione ~ulfaneurisma mi/iaTe. Hrfcric:ro l'o r.., azione di una donna di 24 anni, morta dJ ufiezimrc cm·ebro· pmale, di cui il fratello e il padre erano morti Hellu sll'S"O modo. Quindi cornunicR un ca:< (l di Dejor mìtà del eerr:ello. cou anoma Ì~" di nltri or·,::ani, in un fanciullo dir> 1\Dni. Il rloll. SavAj:ll, òi Londra, cita un caso analogo a quello del! n molata rlcl tloU.. Spitzka ed in cui non esisteval'alernenlo r. re d ìtn l'in. 11 drJU. llnni~th• Clarl•, rll Toronlo, legge una memorie. llllilolntn : !Jcflt: remi.~.-.iunì e delle intermitlenze nell'aliena-

zione. T.'untMr• I'JOI-ltte urtA !'~rie ùi opinioni fìlosoflcllP più o mt'!HI OSCilr<l.

I d()ll. Blnndfor•'· SA.., age, Fergu~son, ed Hu:rhe~ diRsontonn c•lmpletnml'nte ùull'aulore. Il doll. 1 >nuin \Var'l.inPr, d'Anna, leg-!!e un articolo intitolato: 0C llfla;JÌOTIC {'f!r y/ i alicna{i. Prectenta un t'.Crlo numP.ro tlt pazi •nli in cui è rimar~hevole

la gua ·i~1one. Il dolt. How r, di Bedfnrd, "'i vccu;:m nella "Ua mewor1a d.-.Uo Sles.'-O argomenLo, lo tratta <;otto il punLo di ,-i~ta dei maiali nogli asili pnrlico!ari d'In~hillerra. Seduta poU1erhl111na. J~q. monoma111'a cd i :.uoi equiCJalenti modeTni , del dottore J. \V. J?r clrer, di no. lon. g•,.!;t• una f,t~•ma primaria comune d'alienazione. Molti cu-r dr~udnno dall'abu!'O dell'alcool. La pazzia può manìfeHlOr'f.li f5l'I1Zil che vi sio ereùilA, ecc.


CO!'IGIIESSI

Nota aulla classijicanone della pauia, rlel tlotl. Banntster. d1 Kankakee. 11 doU. "'alter Channiog, di Boston. legge una memoria intitolAta· Clauijlcazicme internazionale delle malattie mentali. Essa non è approYaladaj dollar i Yellowlees, Duquel e C. H . Hugbe~, di Snint- Louis.

fA oe,.a nalu,.a e l.a dejlnisiMe della pcuzia, r.lel dottore C H. H u~he,::. &estone eU obirurgi&.

Marledl, 6 sellembre. - Secondo giorno. - Sedula aulimerldlana 11 òoll. lohn Homan~, di Bostou, fa una oomunicazione .. u Tr eentofiar~tar;uatt,.o laparotomie per aJfP.lioni dweri~P. Egli ha l'abitudine dJ set·virsl di rh•t•nnggi 1!111~ ra pulire ogm quattro o t't'; mR egli non crede cile e~~i dreno~gino la ca vilà adtlominnle, hPnchè il Keith dt Edimbur·~o cooset•vi otLo litri di llquirJo !'!\tratto in tal modo. Egli ha. avulo un ca!'IO rH tetano ~ucces.,lvo alln laparotomia, con rnot•le nl tet'Zo giorno, Ad un e~tso li cfllcolo ve"cic.ale protlottn tiA peli r.he ,:ono caduti nella v~sciCR. Il numero massimo delle ~uari~i oni <tUCCe., ..ivo è &tal.o rh Lrentolll). E~li rlti~>ne che le r.i..;ti ~uppurale dell'mais siano raris~ime, poiché non ne ha vi,tP cile una. Er:tli .,j ;.erve del pr~R~O e~trareriloneale !'er\·enrlo"i dAll' t!crQ.$cttr . Se apre la vescica durante l'opera;rJone, ,.i lnscia uno sonda molle a permanenza. Egli ba avuto cinfJue casi ùi fibromi. accnm· pagnah da emorragia, una guartgionll, uno con miglinrll· menlo, uno tumza miglioramento. Egli ha fatto una espor• azione ùcll'uli't'O r.on P'"iln letale. Ila openw un asces-.o uell'ovaia con ~ur.t·i~inne; e~ualm~>nte avvenne per un cnso di peritonHe lubercolart>. Cinque C8"' di ano ·ontro natura, tre !nlorigioni. La castrazione per aiTez.ioni ner..:ol!e non gli ha dato buoni ri~ultati. Due casi di mixolipoma. un morto. Egli ha praticato la lapar·otomia una volta pt"r un ascel!so periliflilico con guarigione.


l Ili

CO.SGRESSI

Il segrolat•io le~otge una memoria del dott. Addinell Hewsou,

di Filadellla, nella quale questi raccomanda la riunione dei margmi clella fel"ita addominale nella laparotomia senza l'aiuto delle ~ulure. Eg!i !'li serve per ottenere cio di una garza speciale che egli cbiama • garza di Donna Maria •. Il dott. J. M. ~fatllu.:ws, di LouisviUe, legge un articolo intitolato: Quando la c()/otomia è indicata~ Nel ca~ o d1 epllelioma del retto, aUorchè la lesione è situata a tre pollici dAll'ano, la colotomia non deTe farsi; se esiste un 'e!llringimenlo ~iluato troppo in allo per potervi arri"are col d ilo, se C!t"O è d'origine sifllitica non si deve operare. Il prot. Dawson cd il doll Quimby sono del parere dell'autore; ma il dntt. S11muele Benlon, di Londra, non Yed· perché la colotomin c coulrointlirata nel cancro del retto; essa mil1~a il dolore. (Contmua).


117

RIVISTA BIBLIOGHAF lCA Jtel&slODe me41oo-sta.U.tioa n.lle oon41stont • anltarle cl.U'...rolto ltallano per l'a.nno 188& . - Comitato di sanilA militare. "Gfflc•o slati"'tica. Ou·cllore doll. G. Pecco.

Roma , 188i. Diamo pUl'C di questa interes~anli ..,.ima pubblicaziono un cenno sommario, ria~sumcndo i dali numPrici piu ess(>nziali, dolenti ùi non poter rare di più, giaccho'> la R~laziono è ric.lolta così succosu che Jifllcile riesce rarn~ un raM"'Unlo .... Ad ogni moùo ({nesto cenno varrà ad indicaro a i colleghi la larga fonte alla quale all'uopo potranno attingere. brevis~irno

Dati gener a.h. ~umero

Media dellA forza (truppe di 1• categoria, esclusi pres1di d'Africa). . . • . . . • To\ale omroalali (i91 p. 1000 forza) Deceduti (10.!lù p. 1000 . . . . . Riformati (H,l2 p. 1000) • . . • • e morti durante l'ullerior~ ùegenza allo !=<p~ dale, ecc. . . . . . . . . . . . . . • . ln,rati in licenza per malattia, eia 1 a 3 me~i . • • d& 1 11 12 me!!-i . • • e det:eduli durante lb hcenza •

203iOG 160 H~ :!O!l"l 2~73

41 =->2~3

Infermerie di cor[•O (1).

E~lrull 83000; passati agli spedali 1~780; curativi . G1ornate di cura . . . . . . . .. . . . {l) DhPr~

1

no 1nevnno.

-:'01:!0 6!J6!Jiìt;

corpi, per una torza comples~lva media di !n63l lntllvldul. non


t 18

RlVISrA

Spedali mililar i, infermt:rie presidiali e speciali. ~umno

Rima~ti ol 31 diccmh1·e 1"'-'4- .

. . . • . • • •

Provemenli da «tabilimenti spe· daJieri rnihLari. . . . "X. • 1 Dallo spedale dt Massaua. . ) l) 8 p ed a 1•l Cl\'il'l. ., . • • • 18 Direllamenle !ai corpi . • i!20'J

;'!§

E nlralt. nel• l anno.

Usciti guariti • • . . . . . . . UscJti per •speciali pro v vedi menti (licenza, riforma) ~iO!'li

.

. . . . . . . Jn altri spedali .

75237 61000

10:2.33 1218

.

·r ras1oca l'' (t )t A manicomi . . . ~• . . . At1 ospeuo 11 CIVI 11 •

. N. 711(

A 8lu1Jillmenli balneari. RimasLi in cur6 ulla fine ùel 1885. Giornnlo di tratlumenlo. . . . .

.

.

• 54 i3

62

900

)>

4337 151893~

Ospedali cicili. Rml8'•ti al :u dicembre 1884. . . .Entrati nr.ll'snno 188:J . . . . . U~ci ll (guorili, in licenza, rifOrmati) Tra<~locati (ad ospedAli militari). . Morti . . • . • • . . . . . R1ma"li m cura alla Hne del 1885. Giornate di lratlamenlo. . . . .

~27

tG:V\!..1

1562G !Si i :!O ii Al a.'JOU

Negli ;:<podall m1lìtarì ed in(l'rmerie di presidio furono pure

ricoveJ•ali ulllciali, mscr1lli, indt\'idui di corpi armali in :;er(l~ l\on contano ll'll l lrasloc:atJ gU mviati ai depositi di conulescen:&:a tal deposito di Moncalieri ~ a quello dl Monteollveto 466, di Bitetto t03, di Sam· polo 8-19) N. t970, deliJlllll 46?5 pro1rni\ano dall'ospedale dal quale fl d~po­ slto dlpendCYa, G:l fin altri spedall militari, l!l da spedali rlvilì, ~ dlr~>tta­ mcnte dal corpi. lnoltrCt vuol~l notare dte U deposito di Verona, costituendo un vtto o projlrlo rlpnrto dello ~P<'dale prrocipale, non è (OmprcFo otrn tlo Jlolla etrrn SOJll'll ncccnnRta.


l Hl

BI BllOGRAFIC.-\

vizio dello stato ma non militari, corne appare dul !"r.guoute speechìeUo riassuntivo: Entnll

Usoli

Morti

Ili m.,!<ero

42

(;Gtj

GU

29

3.

Truppa . . lnscntlì . • Non milttari .

2i51

7-i2Q9

7110:l

t2t 8

-tm.

31 2 ì

~Jil42

~~

G"-57

61U8

• G2

2)\~

Totale.

281t

Amm&lali

RimaDe\<UlO

Ufftciali.

12

Armi e corpi.

Forza media

Curali p . lOOO !Hornate della rona di malatlla p~r !000 •l'assegno :::: '1::

~.!li .:;:;;

l

.,

'5& E~

~~l~~

"·" GranaLieri. . . Fanteria di linea BenaRlieri

Alpini . . • Diètretli • . . . . .

Hl651 3'-8

548

f\6~26

i;N

~28

10844 78::18 15727 17U 635

iG~

32!1 635 :!24 100

i-90 15!:! 199 51:l 292

Be~sltoni d'istruzione . Scuola soltufficioli. . . l81iluU militari . . . . . 22;. 158 Compagnie di sanità. . . l·i4l 577 çoa,pegnie di sus"Istenza . l i-5:J i~.') Qrahhlk>ri reali . . • . ::o-.2a2 :!3'J ~e allievi carabinieri. :U"JO 5.% ~Ca Invalidi e veterani . ~9i t:l3 -vaUerta. . . . . . . 2121a m2 Sc=aola normale di cavalleria iW -i53 li cavalli stallo~ (à) • 152 4:.4 A ~ria d!l caml•agna. . t:t:?-23 i 37 • di mon agna . . 78~ 4;,;) • a cavallo . . . 46-i 7a7 -•• da fortezza . . 4805 561 Gewo . . 512S i73 Compairnie operai' e. veterani d'ar~glieri 11 • • • SleluUmenli militari di pene.

t50

•• 471

16 380 225

i08 37 ~ 3Hl> ,Hl i28

"

2i 27

2R :!O 2i l (l !)

16 131 1U 9!"11

12 6

i l :i 7

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4


uo

Rl\"iSTA

Jfal<:ltie. Entrati etretUYI

numero

Ollalmacllo: entrali p. 1000 della forza N. 38 (ca,·allcrJa i2) . • . . . . . . . . . . . Veneree: entrati p.1000dPIIaforza X. 66 (genioit7, bersaglieri 111 , su ..stslenze 103, alpini 301 Det!li organi re;;ptrtlt.ori Tubercolo~i . . . Influenza malar1ca :\Jorbillo . Scarlatlìna llco-t1fo . DeltJlO-lifo Scorbulo . Ri::~ipolc . Ottalrnici (negli spedall) V~n~rel (negli srodali) Colera . . . . . . . Scabbie. . . . . . . T1·aumi (contusioni, chslorsioni, ferile, fratture) • Meninr:ile od tmctlfHliLO. . Menìn~ile cercbro·'!!J'linalo. Difleril1 . MihaJ·e. .

Arlroeaci.

7tH9

ti497 J062<J

H5 '9b 130>< :2a 1506

Hl 1GG

i7R 33i8

10072 1.00 1203 2iHI

80 68

i t6 ;«)

Degt:nlt ne!Jli spedali, ecc. Degcuti iu medio per 1000 uomini: ~Pile mformerie :'\egh spcdali. . .

Totale

:13

D~genli IIC{{Ii ~lahilimenli spcdalieri militari:

Giornalmente . . . . . . . • d1 Lruppa . . . . Dul'llla am•dia delle cure giorni 20.

46H 4W1


1~ l

BlBI.IOGIM.FlCA

Infermerie speciali (scuole collegi}.

Accademia militare. Scuola militare . Collegi militari: Napoli . • Firenze. • Milano. • Roma

. 87o;,71 240 2J,08 • . 8f)ì23 235 16,9~ 1

Totale

·' 74i9U 1959 12,22 •t

. 9-28161 2Ml12.60 1 . 29:!tl3i

803 R,t4 2

. 100671 276 12.10 • . 55236 151 H,OO •

a/ a t

21

:32 1

21 • 18 • 27 ,

11

65 • 2 2 R

~ ----------

Oltalmici 1H, venerai 89.

24 5

l

8~

Deccs.ç;. Negli stabilimenti speùalieri militari

CÌ\"ili

Nelle infennerie di corpo Fuon dei luoghi di cura.

Per va•uolo. . • morbillo . " ecarlattina • miliare. • • ileo-liro. . • dermo-t•fo • colera . . . . . . . • meningile cerebro-spinale. •. dinerite. . . . . • ~ernicioee e cachessie ~al~s~ri.· • Idr ofobia . . . . . . . . . .

Numero

1218 429

16 4S2

t3ì 4 3 iH 4 2B ~r.

i-

36 1


RIVISTA

Per ~corbuto • alcooli~ mo . . . • tubercolosi (varie). • reumali~mo (articolare e muscolare). • congP!"tione cerebrale eù apoplessja. • meningo-encefnlile, mielite . . ~ tetano . . . . . . . · · · • affezioni degli organi respiratori • • cardiache • . . . • degli organi chilo-poielici. • orìnari. • ossee . • • ascessi. . • t·iAipole. . . . • gangrena. . . " traumi ed accidenti • anu·~gamenlo uccideutale . • aziono del fulmine • ri!>Se, ecc. • servizio (pubblica sicurezza). • t;uicidio per arma da fuuco • allrimenli • fuctlat.ione

20'.!

12 li Jt-i2

G06 26 126 ll 1

o 13 2

30 34 l~

SolLurftctali. Capot·ali. . Soldati . . 11 maggior numero dei suicidi spellò ai battaglioni d'istruzione (3), alle compac:nie di di!'lciplina (3), ai carabinieri (16), coli n proponionale IJ· 1000 della forza di 1.15, 1,04, O, iO, menlre In media generale ru solo 0,~2. I decessi per anni di sercizio furono: Nel t• anno = H65, nel :a• = 627, nel 3- = 268, nel t• == G~ nel 5" 4~ , oltre 1::!6. I ùeressi per anni di età furono: Da17 a 20 annJ =21G,2 1=6M, 22=5S4, 23=342, 2~ == 111, 2:> 50, ollre 138.

=

=

=

=


1.23

BIBLIOGRAFICA dec~>eei per tMsi si dil'<linguono:

Tolalu

Tot.,le p. tOOO

1~8

Forza media dèi decL~l

Gennaio . F~bbraio

Marzo . Aprile . Maggio Giugno Luglio Agoeto

~

O,li22 1,4H 'i,3i>9

~17832

~~

11,'-itl

210039

l il

o--..

211'.'!0~

Il'

0,19~·

:WH9o

H9 169

0/ 3

2C57:l.'l 221423 2lfo3H

W:.'946

s~uembre

lf,t1251

Ottobre . • ~0\'Ambre . Dicembre . Media m~>nsile. Totale (anno).

della forza

:lt 3

,a~

0J'i6

.

o ......... '·

15:)2:21 JR3638

1\0 121 !19

0,180

222fi6~

H2

O,fl37

"

i7i-

U,8!iR

20:H06

20!)5

10,300

o,a:lu

Deces~i tleuli ~~Qlciali:

Generali . . . . C )lonnelli . . . Tenenti colonnelli Maggaori. Capllaui . • Tenenti . . SoUotenenti. Totale

2 per 152 = 13,tG p. J()()(l

ata = 19,m> 418 = H,9G

5 •

8 •

~~

• •

ti

=-- ~,61

= = i22 • 13798 = 8,.

42 • 39'J9 10,50 38 Il i""i = i,i9 21 • a200 u,:>·)

~

Riformati. Pel ~rado: sotlurtlciali ai, caporoli 178, ~olòali 2638, lotale 28iJ.


Rtnsn. Cau"'e di riforma (prineipalt): ~lolaria

Silllide.

S.··,rbuto

Sottumclall

Caporali

Soldati

1 1

1

56

7 2

2Ul 113

Tubercolo~i. ecc.

13

33

P-.iropalie. Epiles~ia . Ernie Difetti vjc;jvj. Po~lumi di traumi

8 4 2

4 8

~

35 12

4

120 i28 181 42

Per arma: Nomero Granatieri, fan leria, bersaglieri, a1 pini 1437 Di~lretli. . . . . . . . . . . 509 Personale d• governo d~gli istituti. 2.t• :H,n:l 4i BaLtaglione ù'islruzione. . . 291 Cevalh~a·ia . . . . . . . . l ~.0:> 19 Scuola norma le di cavalleria . 221 10,63 Al·tiglieria . . . . . . . . 10,92 56 Genio. . . . . . . . . . 15i 6,7G Carabinieri reah e l~g•one allievi 36 2i,98 Compagnie di sanità . . . 19 Compagnie Iii sussistenza . . . t3.07 19,39 SL4Jbilimenl• ùi pena . . . . . 56 Per gli anni di ser·vtzio si ebbero: :-.lei t• anno, H36; nel 2". 8i4; nel 3-. 368; nel ~·. 1-1; 5", 50; oltre, 9i.

Per dt anni di eta si dJ!Itingnerebbero: Da 17 a 20 anni. "'jt:J 21• anno . • 22•

"_... •

2i-• " 2a• •

• •

Oltre. (l ) Fonterl~ t4,t3; bersa.gherl H,~3; alpini 8,04.


135

BfBJ,IOORAFlCA

Dislinziouc della modalii.A di rassegna: Rllormati

Speciale. Or•1inaria

Alalldati

mediblli

4271 2873

1Mi4ti in licen~a. i\Dm6rO

Totale

Breve . . . . Lunga (per rassegna) .

7392 =

Pttr iOOO della rorza 36,3~

Rasseguali con Iictmza: Sollufficiali 36, caporali 1Z7, soldati 1986. Rassegnati con licenza (.;ausfl principali): lnrezione malarka . . . . . Adenili e cache.•«ia scrofolosa . Scorhuto . . . . . ldroemia . . . . . . Nostalgia e lipemania . Neuralgie, pare.~i, ecc. . Aft'ezioni bronco-{lolmonari Aft'ezioni cartiiacl•e . . . Reumatismo mio-articolare Asee5st, penostìU, carie . Melatlie oculari. . . . . :UalatUe dell'organo udtlivo . Postumi di traumi. . . . . Ras..•egnatì con licenza per classe di leva, ecc.: Ferma permanente . • . . . . . Classi anteriori al 1862: cavalleria . • • oltre armi . Classe 1862

1863

• 186i . . . . . . Volontari, per anticipazione. • di un anno . . .

139 101 7 376 lt

W 829 (t3 t>i 46 139 2J 00 2'J

6S

:u 282 631 1015 55 Il


1~6

RlVlST.\

Ra::.~'< egnali con licenza, per armi:

Gr·analieri e fan~"ria B r, ~glieri . Di"trelli . Alpini. Ball. d'druzìone cd i--liluti . Totale fantN·ia Cavalleria e c:cuola normale Artigliertu Genio. Cal'ahinieri . 111\·nlidi e ,·eterani . Compagnie di eanita Cnmpagnio di sus~istenza Cowpagnie di rli~ciplina, P.CC.

.

.

. .

.

88391 10qH

878 100 i39

!l,93 9.22

27.91 6,00

15727 18a8 2007 12MU7 220-1

i7 12 H7G

323

i-i,63

21"729

219

5128

38

22782

73

10,08 I,U 3,20

~97

Ha

5

14.ll3

7 8

2!<98

l,60 Jl.i6

3,ii t,81

... ,

..

<) - -

l'aiuolo e oacc ina~ioM. Vaccinati . • Già 'aiuofati. Con !''-tto pO!'ltivo G.à \'&CCiuati. . .

Con t>i'ito po~•Lavo :'\o n mai 'accmali o vaiuolati Con e"1to po--1ti\·o Con 'nccino animale Con e i\o po,.t~ivo Con vaccino umanizzalo Cou ctito I • ~itivo

18U599 (l)

H7:'! :)(i8 p. 1000 181~_<.76

587 p. 1000 :i551 iH p. 11)00 18169.\ii!H- p. 1000 7!J05 488 p. 1000

Totale con C."ilo po.,;ilivo. • con C5ito'negati\'O Yaiuolo..i: ce--i l -; (33 in gennaio, 3i in febbraio, 2:'? in mat·zo, 18 in twvemhre, 38 in dicembre). (t) Sllt nPgU l~lltuel eclucaUvi roi!Uarl.


BIBLJOGRA 1-'ICA

Inoltre si ebbero 57 casi ne~li speda!i civiir, 11 ca<~i in individui non militari, Totale 2~>5 ca<~i, de1 quali -l4 non vaccmati an· corn dell'arrivo alle armi.

Morti: 5 vaccinati o rh·accìnati, • 4 dei colpiti non ancora vaccinati o rivaccinati, • 2 Non militari. Totale 11.

Cure termali, idrupiniche, marine. Entrati

~TiUPiia

Acqu1 . . Casciana Ischia Salaomaggiore Recoaro . . . Stazioni marittime .

Totale

348 3.

i60 M

91

228

102

17 73

lt

391

575

12.2!

Classi temporarie. t' categoria 1863, per giorni 40, foi'Za media 28M3. , Entrali agli spedali 1200, nell•} infermerie 93-1 (dei quali 102

p&&88J'Ono agli spedali): entrali quindi p. 1000 della forza agli •pedali -12, nelle mrerwerie 29. Morti 20 0.88 p. 1000 della forza.

=

RiCormati 512= 17,0i p. 1000 della forza. GiornaLe d'ospedale 10180 = 9 p. 1000 di presenza. • d'infermeria -i3~7 -i "

=


RlVISt.\ BIBUOGRAPIL.\

Presidl d' Ajriea. La spedizione fu inizjata •117 gennaio; nno però al maggio non si ebbero ragguagli precisi. Dal 1' maggio al 31 dicembre !'li ebbero: Spedale tla campo di Massaua: entl'Sli 16Sti; guariti 1321~ traslocati 329; mort• 22; ritnasli 78.- Gli ufliciali curali furono 34 <~enza alcun deres~o. Malattie salienti: itleriziR 104, ileo-tiro 87, cat.arr•i gastl·o· intestinali ~29; reumati:~mi mio-articolari 65, nevralgie 3·~. iperemia cerebrale 8. Spedale d'As~ab· entrati 28R. guariti 303; morli 2; rima~ti 14:.- Ufficiali 3 senza decessi. I defunU lo rurono: per meninsziti 7; enteriti, dissenterie 2; ileo-tifo 19; dermo-tifo t; pei'niciose 3; peritoniti 2; infortunio 1. Totale 35.

J. Dtrett.ore

Dott. FELICE BAROFFIO generale medico.

11 Collaborat.orb~rla R .• Marina

ll Redattore

GUELFO voN So~rMER

Ct..400IO SFoRZA CapllafiO medico.

lfediu d' t• ci~UU

NUTlNt FEDERICO, Gerenre.


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OU\SIIIERAZIONI STATISTICHE S~LLt:

FEBBRI . ~fALARIOHE cnnn mL'uSPlll.\Lt MILITARE bi ROlU OAL FEDBRAfO t886 AL GENNAIO i887

l.ell" alla tontercnla dd noYelllbre 188~ nell'!~!{'edale mllltartl tlt Roma. tbl doll ca\. •-ulo, m g~ore medico.

•-•r•

Oal l" fel•l>rnio 1886 a tullo gennaio 87 enLrarono nell'ospedale di l\(!rna U9'0 ammalnli di febbre malarica, ciò cho ragguagliato a•l una forza meùia di 9199 uomini da un'entrala annua Ili pncn piit del 7 o la . C.}ue~ta cifra è ahtnanto inferiore a quèlla riportata dal colonnello medico ispeuore ùou. Pecco per l"anno }885. qmtOLonque per lmonn parte dell'anno Jg86 la forza del pre.;,ìdio fosse aumentata dal tra ferimento in l\oma della legione alhev• car.abinii'ri. E :.e tomiamu ul11uauto indietro nell'e~:une stath.tico dC'IIe fehhri romnne, troviamo che nel decennio seor:;o, quantun•tue 111\ po' n :.balzi. e<:.se andarono vradalamente cemnndu, come 5Ì pui' \"Ctlere nel :'eguente specchio trauo d Ile relazioni talisticho d.-.t comitato tli sanità militare.

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1882

9G3

727 699 869

'l a come giudtziolinmf·ute o~l\enano i t''llle~Lii Sfomt t> r.igliarelli nella loru prelntala )l~>morin. ,.olia malaria in llalia. non è dalle ;;t:~Li,tirhe tlt!gli o. pedali militari che ~i pnò trarre un giudizio fondato sulla maggiore o minor violenza del miasma in un detetminaLn luogo. Le ~~ause che inflniscono ~mii'&JTore di calcolo sono moltE:'. printe l'ra le qu<.lt la rnutuhilità delle guamigiorni> la provenienza delle t·eclute da rdlt·i luoghi malarici. la dispersione degl'infermi fra ospedali civ il i. i nfermcrie di presidio e d'e• corpi , la mancanza di quell'uniti! di concetto che precisa la din!{no~i, od almeno raggruppa solto la sle,sa denominazione le entiLà Uloi"IJOse pro,enienLi dalln ~lessa ca11sa. le recidive r.he ri:;u111no come Lanti ca:;i nuo>i. TuLli questi elementi di et·rot·e )I(J cet·cato di t>liminare in uno studio sulla dist ribuzione della malaria nel presidio dd la l~i llit di Roma, pre6f!'gendomi di oJTrire a' colle~hi, non una vera topografia malarica della città etet·M, argomento col1ivato th illustri medici ed i~iPnisti, e srollo luminosamente nelle monografia de' dottori Lanzi t' Terl'igi, del [H'ofessor Tomma.::i Cruùel i, del profe!<sor Scalr.t e di altri, ma una guida per lo stndio della malaria nella guarnigione di Roma, ne' singoli luoghi occupati temporaneameme o permanentemente dalla truppa. Per far ciò ùo intl'trogato indi \·idnalmenle lltlli quelli che ncorerar-ano all' o:>pedale colpiti da febbre rnalarica, c~>rc:mdo di rintracciare il lnogo di ol'igine della loro infezione. [ col-


Slll.l.l'. FEBBRI ~l \J. .\1\ICllf., f.CC.

l~bi ·lw :t'c'ano in cut~t altri ripal'ti òi ~tedicina mi h_anflll eoadiu-rato notando nel re~i,;tro no,olo!!tCo la pro>emenza de~l'tnft>t m1 ed il gr:tdo di loro mnlnttia) e co,ì ~i è polulo m.~ tenere un elenro nominatiro ~outcni>nle In ,torti\ delle fe~bt,' malariche nelpre~itliu di 1\omn lll'r un anno. Qnesta ~torta l' ancomplet.1 anch'e~,a. perchè wnnca t! i •ill~i d:tli che~~ sarebberfl potuti raccof:lien• nelle infermerie re~~tmenLalL e nelle caserme du\~ -pcs,o ricorrono fl'l•uri di hreve durata. ma pur caratteri~Licamenle malariehc. l'et·ò. uppnn\•l In ure>e durata di aue"lt! ft'hbri non ~emprt! .;orprc:-e òalla pre:-;enza del medico, la facile confu-ione dtl' ,.'jugenera iro a.'Se e le wmuni febbri ellìmere. le t·enJe lrascut-ahili in un lavoro direuo principalmente a ~:ontrilmirc per qnantui· vo,;si bile al congruo acqunrtier.101ento delle trnpp<> nella t•npilnlo. Allrtl impt·rrezionc di 'lucslo mìrruscopieo lavoro è la breYe durata delle o~ 'el'\ azitmi. Un aUIIU. è peri ode• troppo breve, che si perde nel campo :>lllli~Lit·o. ~la c:uubia,'a la guarnigione e l'anno §Ucce,,.ho, per le ragioni ,u accennate. sarebbe stato lallio din·r~o da quello !>Il iud1catn. elle la somma dei falli nccolll avrebbe accomunato couclizioni niTnllo elero;;enee. Questo studio non può dnntfu e ..en ire che come una semplice traccia a studi piu ampi e pii1 n lungt' protrattiJ per chi lolesse toDO!lcere n fondo le C11ntli7.inni :-anilarie dell'acquar r.ieramento delle truppe nella c.tpilal•} tlùl regno. :.\la per t·ipelerlo su piu msta :;cala. occorrerehhern molte braccia che lnYOtUSero a raccogliere dati pre,·inrncntc ·tnbiliti con cancello Dico, ed occorrerebbe nel personale metlico !li sernz.io nelle ....,.., aelle infermerie e nell'ospedali! l) nella stabili til che • dato sperare nelle pre:.enti coutlizioni del nostro corpo. Coatelltiaa:aoci per ora di cono cere qn.tle diffusione ah..._ U1lto le febiJri malariehe nella nu,tra guarnigione du~··...- f886-87, quale sia stato il vero luogo di ori trine


CO:'iSID8R,\Zto;H STATISTICHE

di queste fchur·i nelln gran maggioranza de' casi, quale gmvezza al.luiano n-.sunto. quali conseguenze ne sieno derirate rirl!a il numero de' rico\·erati aiJ'o;;pedale, e la loro de~l'n za in e;;so, quanti indh i•fui ~ieoo :'lati allontanati dal sen izìo & per quanto tompo. quanti uomini abbia perduto la ;!uarn!rrione di Homa p..l dato ~ fnlln ddl'acqnartieramenlo stabile nelle caserme e tt•mpomneo ne' forti che circondano la città. \cl uttencre IJUe~to ri:>ultalo bisogna procedere pPr 'ia di eliminazione, ~ la prima é slnta ~ià fatta non regi"trando e non le febbri che n'erano le note raralleristiche pl'incipali della mahl'ia, che \!Ccedo,ano cto~ coi soliti sintomi di freddo caldo e sudore. che t'rnnu ~cguitt da completa apiressia, cbe si ripell'vano per tJederC' poi ai preparati chinacei . Tutte le altre dc· gem~e di IJII<lltr·o o e.ìnqne giorni senza a,lcun accesso feub l'ilo, senza tumore di milza, che por· precauzione venivano tmllali coi ~ali di l'ltininn. sono <;late eliminate, ed e tluesta for,;e una ra~-rione del minor· numero di febbri malariche curate nell'ospedale in que::;t'anno. n confr·ooto degli anni regi~trati nelle c itaLa rehtzioni stati~tichc. La ~econ•la eliminazi11ne riguarda i reeidì'l'anti, quelli che entrarono In ..ccnnJa, terzn o quarta volta oell'o;;pedale per la ..te~~ infezione malarka. ~on (enendo conto ùel numero d'entrati nell'anno, ma de;:urnendo il numero dei runlarid dall'elenco nominali\ o e rnt-.cuto.mdo le recidive. i veri aline· cati da l'eL In e o cache.;sia malaricn ;,.Ì riducono a :>83. ' la l't>limiual.iuue più cousidere'l'ole riguarda qli infermi che l ntrat·ono nel no..tro o,;petlale per febbri contraile al trove, e ripctute ... i appena ginntt in Roma. L'::mamne·d la pii1 urcnr.ua, la sproporzione fra l'entità della malallia ed il Lrc' e tempo ùelltt nuora dimora, specialmeme se noi me:.i d'inverno uei quali lo infezioni malariche sono rare , ll'l nne> guidato quesl a osclu$ioue di cui rendo conto subito, per po-


1:13

Sl:I.LE FEBBRI MALAHICHk:, ECC.

ter pt·oce>•lere t'un più speditezza alla rir.erca delle singole localitil malariehe del prP5idio. Le ft>hbri eh~ an~\ano manifes1:1mente ori~ine dalla Sardegna, dalla Sicilia. dalla Calabria. dai pae:-i ciel ~apolet.tno, dalln Alaremmn, !lal paese nativo delle rèclute appt!na !!innte -;ono le armi, amruon 1arono a 9~. ()nelle provenienti tini dintorni ùi Roma. cio~ dai cnmpi ùi Palestrina e eli nocca tli Papa. da \'clletri. da ~elluno, da Bracciano e da alcune ,tnzi(.ni di car.lbinieri :::ono 52. ~ t' furono tutte t.li lieve entittt, eh~ anzi contribuirono sensibclmente ad aumentare la ùegenza dei mnlnrici n eli'o"pe.dale e nelle infermerie, e moltiplicare le licenze di convale· scenza e.] il numero tlei riformati, come si può vedere dal segut•ute ,.pecchio:

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131.

CO~SID&RAZIOISI S'fATISTICRE

Togliendo questi l H dai primi t h i 690 re~tano :.>Hì individui cbe contt·assero le febbri n~lle caserme. e nei forti che circondano la capiLale. Per poter istituire il paragone fnt il grado d'infezione conlralla uei dh er·si forti e nelle diverse caserme. oltre alln dm·nta dPJla malauin espres:;a dnl numero dei giorni pa:.s1lli ;IIJ'ospedale od io licenza, ho tenuto cnlr.olo del Jh-ello al quale ~iungeva il tumore dì milza, cln:)s1fìcando i dirersi stnll che quesLO \'Ìst'Pt·e assume in quattro categorie, cioè di milza nor·male, milza. a livel lo tlella linea a~ceiJare aJller•iore. milza a livello della linea mamrnilhu·e, milza sporgente oltre l'arco co~tnle. Se il tumore di milza non é il soln indice del ;;rado d'infezione, potendo e~so essere e~p1·e,;so ònllo sLalo olig(Jernico. dalle allre alterazioni che suhiseo il san,rne ed il midollo Ùtl!fe ossa, e ònlfo stato di Jlnlrizione dell'infermo, dal Lipo della febbre, dalla sua pertinacia e tlu oltn di~turbi cìr·colatori e nulriliTi, ll indnuitato però clte "e si vogliono stabilire ra1Trol1li fra di,·er~i ~rup pi d'infermi che contrassero l'infezione in località ùrverse, è facile e pratico Ùhlrihuire quP.:Str irlf~rmr secondo lo stato della loro milza. mentre sorel•l1r quasi impossibil e st(lbilire una classifita7.ione c: h e a' e:;~e prr hnse tutti ~-rli olt ri segni dell'infezione. I)UE'sti a!Lri .;e).'IIÌ "lHICI r•·eziosi qunnd<l ..el'YOOO a c~•raucr·izz •re l'entità "d il grado tl"mfezione contratla da un sin~olo infermo~ perchè :;ono un Yalido indirizzo <~Ila prognosi ed alla terapia, ma "e ;;i vogliono cl.•ssilicare parecchie centinaia d'infermi, l1isogna rasseJZ' llat~r ad un unico punto di partenza. Ecco perrile ho consider·at(J nel t·esocunto statistico il ~olo tumore tli milza.


SUl.U: FEBBRI li.\L\RICH~, RCC.

135

IL

le fet.llri ehe elr!,ero origine almeno app•lrente nei diver,j quartieri ono IJIICilè per li' quali non •Ì è potuto rintracciare altra cau~: !!Il infermi non pruvenirauo da paesi malarici, non aYevann suflèrto di fehbri malari.-he primu di "euire a Roma, non 1'1'1\0u stati mai in di:-tnccamenlo nè 1li guarnigione ai fnrt1 S'inten,Je però che l'attribuir qne~Le f,.hhri alle ca..<>erme ahÌl<llt! da1 suJdalÌ è una OliSUI'll pÌUllOSLO SOllllllai'Ìa, che può valere per uno studio stat i... tico. ma che non aneblJe nlore etiolouico as:;oluto ove :-i rlovc:-~ero discutem le origini delle febLri di ci;\-.CIIII indi..-iduo. Qual ~ mai !JIIPJraLitunte tli Horna eire può dire di aver contratte le fehuri al suo domicilio, piullosto che in unu pa,;seggiala di ~PI'à fuori le mura, in un breve vinl{gio fallo nelle ore piil pericolo-e, in una partita di caccia ocl altn' ,•ircust.anze simili ! E qual ~ qut!l •oldato che per quanto rio;treuo nei limiti della guarni;.:ione e libero per pochn ore dell!iorno, non sia espo~to nelle passe!!giale 111ilitari, nelle e~(•rcrtazioni di piazza d'arm'' e del tiro a -egno t\ tulle quelle \icissrtu<lini che dispongono a t:Onlrarre fuori ilalla rinta delle mur;1, !ungi dalla propnn t•a,.ernm. una fehllro mularica ! S'intende dunque che "'Ì po'"ono carattPriZ?.nre cou1e raserme sile "" fnnclu malaricn quelle sole che han dato nell'anno un mnggiol' numero di fehùri, in rnilitar·i meno costretti ad allontanarsi di moltu J111la loro climorn abituale. ~ intanto lo specchio che riassume l!! rehltri ,·he. :;econdo ~a~ta maniera di \'eder(}, ebbero origini almeno upparenll ne1 quartieri di Roma:


136

C:O'\l->IIIERAZIO~I

;• rem;. jalltt1f'ia. Zoccolette. . . . . Santa Caterina . Ctmat·ra 8- regg . .fanteria. Sanln Prassc.te. . . • Santa Croce in Gerul"a· lemme . . . . . . ~1a:;rnnini di Papa Giulio. San Bt>rnardo • . RavPnna . Castel San~'Angfllo 79• reri!J• jiln.tr rla. Tral->ponlina Zoc<·oletle. SerrtHlori . Sanl'Uftlzio . 80° t'I'!J(J. (aTilt•ria. Cartoni. . . . . . SantA Mnt•ta . SantA Galla . . . . 3" rerHJ· ber~aglieri. San France::.ro a Ripn J.S• cacalleria. Marao. 12", P 15" art,f?lieria 1" P 1• gento. ).fac~JO . . . . . . Ca"tel Sanl'.-\ngelo • Sanl'Onofrio. . . Colla. . . . . . Carabin.ieri reali. Staztoni inl<>rn,.., • Sta1.ioni esterne -\Il ir ri car11bin.reri. Prati di Cafltello D1#retto militare !J6 comp. sanità. Ospedal~ . . . . . 9• c0111p. sussisten.;e.

Castel Sanl'Au~elo .

Totale

S'f ATlSTICHE

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SULl.E FEBBI\1 MA.LA.R!CIIE, ~:CC.

13ì

Le sue~pn,te rifre mostrano unn pre\""alcm..'l di felthri malariche nello. caserma del )laco.o, in quella Ji Ca:orel S. An· ~elo, nella nuova ca.;erma degli allie,·i c:~raLinieri ai praLi di Castellu. La preminenza di ~Jue ... t"nllim:t dimora sulle altre due riguardo alla genesi delle febbri è più apparente che reale. poichè ,e la le.;.!iout: nllie\'i ~.:arabinicri ivi ,-tauziala h:l tlalo :; l febbricitauri nell'anno tnPntre il reggimenro ca\""alleria ne ha dato 2:1, ciò dipende dnll"es:oere la legion~:~ allie' i numero...a al quadruplo ulmenu, rh>J.H'IlO ad un reggimento dt ca,·alleria. Il maggior colllingenle malarico fornito d<t queste Lre casermei• 'Pit>;;rahilo per lrdoro uhic:l:r.ione agli estremi della cilli1. pftr essere circondaLe da rerrc rimo--se dalla cultura, per a'ere grandi spazi di terreno all'intorno non selcHILi, gr·andi cortili non ancora ben hatluti. e "(les~o smos~i dalle acque, e scalzati dal calpestio de' n\\alli. E spetai.Jile però che un Len inteso drenaggio de' prati di c~stello. lo estender;.i della Città al di là di quella regione, nei dintorni della mole .\ dri(toa ed al di fuori del ~laeno. rt>ndano queste tre importnnti cascr·mo salubri al pari delle nhre. E tolte le altre casermll 1nleme sr pos~ono chiamar salubri dal lato del mia<.ma malarico, quando :;i rillett.t che in un anno nessuna di esse lw fornilu uu numerotii fehhricitanti maniYiore di dieci. ,..,.,

Le molteplici stazioni inter-ne clt•' reali rarnbinieri han dalo t 7 ammalati Ili fellhre malnl'icn. ma io credo che quelle fobbri

sieno da allribuirsi menu nIle ensl'rme, che alle frequentr perlusLrazioni, camminate nurtnrne in corri,;pondenza iuori della ctltà, ed altri servizi di tal genere :~i quali sono c~po;;ti i carabinieri reali. 115'- febbricitanti pro\·en ienti dalle ca.,c1·me di Roma hanno avuto una dìmot·a r.omplessivanell'ospedale di :H-17 giomi, ed han consumato t i W gio1111 in licenza di convale~l'enza. Ca l-


1 3~

CONSIOKU,\ZlO'il ST \ flSTICHE

('Oiélndo che un tempo ei;uale lo allhtano potuto perdere nelle • infet·mer·ie de' corpi e nel ri1•o'u in qnartiere. si mungerà appena ad una pet·ditn di l 0000 giornate, egoali alla fol-ta totule della ~nnrnigione di ltornn tatisticamenle parlando, eiJUivarrehbe alln perdita tli un ..;iorno di :>er;izio nell'anno pt>r o~ni soldato, co,.a ben osicrun pet· una guarnigione l'lte ha la fama di godere il lt·i-,te primato nell'influsso malarico elle allli~ge la nostra penisol:l. Citi ;oJe,,.e ..;apere in «Jnali me~i dell'anno sieno le fcbhri compar~e io ma;.:gior numero. nun dO\Tebbe reuolarsi ,~condo la data d'eotrata.de~J'inrermt nJI'o.,peùaJe. Le prime ani~aglie della controlla infezione si rile;ono in caserma, ed i primi ~iomi eli cura ::;cnrr·ono nll'infenneria. L'aoamne~i ac•·umta nelle fehhri contratte in cast!nna rivela che de' 2:;4 individui 1':11-{gt•uppati nel precedente 'luadro, ammalamno nella seguente progres$iOne in ordine ai mesi dell'anno: Gennaio FehhraiiJ ) farzo. .\vr·ite ~l :tgl.!iO . lriugno .

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etlembre Ottol1re . .\o;embre DiCt'Jlllll·e

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le Jchlu·i malariche in Homa r.ominciaoo dunque ad aumentnre nel luglio, l'liJ.!.(~iunguno il massimo in agosto. diminui--cono alquanto iu 'ellemhre. e più semibilmentP. in oLlol•re. Dal no\ eml•re al giugno ~i manten.;ono in limiti molto di~creti. e non produ~ono grande affluenza nell'ospedalu mil ilare.


q·u F. FEBBRI li \l. \RICllfl, l.CC.

Il i.

Le nttn di fortilìcnzioni di Homa ~ono fatte da una cinta di forti stacrati che fiancheggiano il Te\ ere. c cirwndano h t'ili~ alle distauza di tre o qnnllrl.l chilometri dalle mura. Ih nord n ucl :.ulla de~tra dellìume ,ur~ono i forti .\l onte .\lario. Tl'ion · fate, C hai lka~.:hi. B wcea, Anrl?!ia .\ ntic.t. lk<lYella e Purtuens.e. e nr,lla :-te.;sa direzioni' .-ulla ,.j,·a 'ini:;tra s'incontr,uw i forti \loute \utennr, l'ietralata. Tllturliu:~, l'reoe,-tina, t:n:;ilinn, \ ppia \ntica •.\r·de:lliua etl ().;tien-e. lntramezzati, fra questi forli vrincipali :;onll alcuni forli secondari. uatle:-i~ staccate e poh er-iere. 4_1 11.;,•to localilit sono munite tli truppa la quale :)econdo la distanza fm ''" fot·Le e l'altro, si di:-poue in modo che lo sle:,so distaccnmento !Xlmrni~ca pii1 Corti, mauLenendo il corpo di gu.u·din nel ,ilo cenlralt:, c di,ta.;can 1u dt>lle guarJie agli e"lremi. l~ le ~uarui,;i oni :.ono clin!f·..:e pe1· numero, secondo il num~'ro e l'irnpor·tnuza 1ic' diver~i ~ruppi di forti. m, la direr~ità l· pocn. c 1t111e ,;i c:nnhiano ron nuoYi uomini di truppa n~ni l i) giomi. t: ~cudo c~uale la durata delle gunrnigiomi. e determinato il numero tld sohhti cht' le ··ompo11Mollo, il numero dei nulnti clte~st: i m iarono all'o•pedall! durante l'nn no. darà un'idea del tlÌ\ nrsn ~rado d'infèzione malarica di cui le n.rie localit11 ~uno pro1lllttrici. E~co il quadro elle comprende i riircr:;i gruppi di fo1·ti. che nell'anno ehbero prt~,;idio :-lal11le. llllumer(l dci ;.oJdati che -ri dimorarono, il numero de' fe.I.J!tricitnuti che dai forti Yenncro all'ospedale direttamente o dopo l•rc\'t' 0 ,tn in ca,-emla, il tempo ebe ~si trascor,:ero all'o~pedate od in licenza. i congednti per un anno n riforma t i~ ed il«hrer;;u j!raùo d'infezione ehe contrassero, espre~;;o dnl ,·olumc clelia milza.


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Uflie~ali

CO~SIDEII \ZIOi\1 STATISTJCUE

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140


SULLE FEBBRI l!ALARICHE. t:CC.

141

b. ~tati.;tit:a è on ·o~cura nuozza;dia di cifrEI, se non 51 rtschinra allume dell'anali~i; pro\·iamoci tlunque a trnrro da que-ti qundri le illazioni che emergono dalla loro comparatione. Da tulle le ca.;erme di 1\oma nelle tJn:tli ahita una ~uarni ­ gione di circa l 0.000 uomini • .:on pervenuti nll'o~p·•,lale ~:H nfTctti tla febbri malariche. ment1·e Ila i forti nei qo;tli \ 'Ì\ •' il piccolo prP.si.lio di 160 sohlati che si cambiano o~ni l:; :;iorni. \"ennero f11ori 18;) indivirlni <tllrtli dnl!a •le,,.:. inft:>zione. t:ome !fUe~la infezione fo,-:P più ;.(l'<l\ e in quelli che prolCDÌ\aUu dai forti che ne,.:ll :ilitlanti delle ca,.erme. :-i l'i!e\a «lal tempo pe1·corso nell'ospedale che fu Ili :l,.2:)4 giMnnte cMnptessive per i primi in numero 1li 18;;, e di !l, S·l i per i ,;ecuudi che erano 2:H.: :"i rilern dal numero dPIJe licenze accordate, dte a~cesero per i primi a :l,9~G giornaLe, uH:mtre l'hP per i :secondi non rag~iunse che la somma di l. 71 O giorui: dalle licenze di un anno concesse in nn mero di 8 <l i fll'imi e di:; ai secontli. Il nnmP.r·o dei riformati fu egnulll per le dne pro~enienze. 'i et.be a deplor·at·e un solo dece,,<, fra i lii'OH.mienti cfall:l caserma Sauta Galla. Ed uo nllro criterio d~lla prir gra\'e infezione che domina ne1 forli, -i pnò ricavare òallll st..t•> della mih•.. t che .-i mantenne normale io 8i dei ~;H ammalati in cast:>rllla. rav~iun.:e In lmea n-celiare ante•·iorc in 9:s, 1.1 linea mammill.ue in li·. fece -porgenza oltre l'arcata cost:~lc in ~oli ~l. men!rt> la mi!za si 1'111\'enne di \·olume normale in ..uJi tl mnmalati dei Corti, raggiunse la linea a-celiare anteriore ~:; , uho, la line:t mammillnre 71 ,·olla. ~orpa~.... l'ar·co I'Ostale tiO \olte . Fra le colonne dell'ultimo quadro ,.j Jlll•'l istituirf' un'allra ricerca, che non ~arà pri\a di utilita tJUonJo ..; \·o .dia .;.tn1 dia~e la topografia mnlarica di Roma. 1 forti centroli, quelli caoe che ·ono destinati come sede dei ùislnccameuti, hanno


IB

CO:'iSI DEfl.\ li O 'il ST.\ TJSTlCHF.

una gunrnigione che oscilli\ fut i 16 ed' 19 inùiddui; il ma~­ gior numero ùei febbricitanti pro' enne dal forte .\nleatina (.5:3) e dai forti Boccea e Pietraia tu (33); s<'gue dappre:;.;o nell'ot·dine d'insalubrità il forte Prene·tina ehe cou una ~uar­ ni!!ione Ili 19 indiridni ha dalo la cifra di soli l G ft>bhrkitauti, vh•ne dn ullimo il fori<' P or·luen~e, il quale non h.\ fn J'nito ··he 7 ammalati. r folli intermcdii w n gu.trni.~ione eh i nomini hnn dato da t :\ ti ,mmalati, mentre il forte \ ppio. Antica che è pure un fotte sC'coodnrio del gruppo .\rùeatina, ba fornitu 18 infcrmr. Le puhcriere \'i~u Pia ed \.ppl'l Pignatelli e la halleria Somentanauon hanno dato ammalati. Se ~euiamo ora uno sguardo ~ulla carla ùi Roma, veclrt>JnO che tranne il forlt• Boccea, quelli che .. j Ji.-tingnono plr· n lmero e ~rnvezza ùi ammalati ..ono tolti sulla ~ini,.tra tl,..l Tevere, che i forLi Pietra lata. Appia A11lit'a ed .\ rùeatioa l'orni ti cl• m.lJ!Ziore infezione. sono p1u elerala e pi(t Ji,tanti dal Terere che non il Portuense. il •tua le, beudae più hasso e 'icino nl fiume, ha fornilo un numero in;;igoificnnte di ammalati e ùi tllinor graYei.Za. Ora St! ~i rolesse traccinre la carta della mnlarra ùi 1\oma sf.condo qne,-te intli~azioni, troveremlllo nccentuaLa la linea rh e ùall'.\ ni ime pl't><-~o il forte Pietraia t:\ p·t,5a per i forli Pro· nt>~tina ed \ ppia \ ntica ad oriente ùel1.1 città: l'altra che dal furie Appia .~ nlira V!\ a1 1'ever·e passando pel forte .lrdentina al ;o;nd ·li lt.nna, e lpteste due ltnee co:.tJtuirebl)Pro un .:emiccrdtio malarico che circonderebbe In citti1 eterna dall'An iene nl Tevere. da levante a mezzogiOJ no. ~el lato occidentale che romprende il Ta-a,le,ere. cio~ nella ~:uupao:.ona che giace sulla riH\ destr.t del Tn't:> t'~, s'incoulrerebhe un punto centrale !\Il ocridente, segnato d;u forti Bnccea ed Aurelia .\.ntica come punlo mnlarico; rc ... tert>bbe la linea meno in,-alulm• a ;alle del fiume. compresa fra i forti Portut>nse ecl Ostiense a ~ud d~lla


SI I,I.E ITlllllil '1.\I.\IIICJIE, ECC.

l \3

cittit, ed una linea "nloLre. a noni !>!'!!Dala tlalle colline del monte \nl enne. monte ~forio e fono Trionfale. ~fa i d.tti raccolti sono troppo pochi per poter con e,;~j l'O:-truire una ~:artn della malal'in tli ltornn e tlclla campagna circumnmhientc. eJ i fttrli situati sulle collinP a nord non snno ant•on\ muniti di presidio stahilo. quindi non forni~cono dati ~ufficienti. ru'ullimn con~iùt!razione non pri\a tl'imporlanza ri,:narJ:t l'epnca rlell'anno più fun~tata dallo :o.\'Ìiuppo delle fehhl'i romane. Le ricerche nnamne:niche ci lmn datll nelle ca~erme nn miuiuw di ammalati nei rue.-i ili no,·embre, ùicemLre, gennaio. feltltraio. tnnr·t.o. aprii~' e mn~;.:io. ci han fallo Yedere un an111entn l'r~>,crntc dal \!ill~lll> all'afo~to. ed una Jecres(·enza dall';l;,:osto nll'ottohre, Il' ~tcs:;e rrct•nhe ::~n Ile fehhri OJ'IJ(inate,;ì nei fnrli et clanno le "''Allenti indkaziòni: nei me;;i tli no\·entltt'(', diccmhre e !!ennaio ne.--.un .;oldalu nrum.tliJ di ft•ltbri malariche uei forli; in fùhlnaio ,.j eLhe un feltbri citnnll• per 5 ~iurui con milz.a nonnnle. in marzo nn febbricitante per sette ~iorni con l!lentiche contlizinni di rnilza; iu nprilr lrt! (•ntrati ron milw normale el>uero un;t perm:uwnzn ~ompJt.~,in dt ~\. ·:iorni, t•tl uu infermo con milza spoq.(HIIIO vi rirunse 26 giorni e fu iuviato in licenza; i mesi t! i ma,:.t;!ÌO e ~iu;!no ùellt'ro cia;;cuno un ammnlato con mil:r.a :-por~cnte. ouo eon milza alla linea mammillare. uno t.:OH mil1. 1 alla linea ascellaHl nnlt•riorc. e nel giugno ne entrò uno can mrlza norrnnte. Tn tiU~li tlut• mesi tlell'aono c~mincta dun(JUC l'inft:ziOne mal,trica nd e,.,srr a,-.orhita da"li c organismi, ma ag...;redi,.ce i piit JH'cai~posti, ginccbè 1li :?~0 indi'i idu1 che in IJUe:.ti tlue me.' i han tlimnrtlto per 1:-; p!iorni su lerreno rualarico. ti ~oli contra·:.l't·o unn seria infezione. ed uno un'infezione p:.>-se~giera c li.-, e;


1H

CO'\SI OER.\ZJ0!\1 S rATISTlCHE

:m 1ndividui 10 luglio, 79 in al{osto e 46 io ~ettemhre contrassero nei forti un'infezione malarica della ~rarezza e~pr~......a nel 'lu,uiro antecedente, nell'ottobre coutinuù un pit·,·olo :-lrns,·ico di ~ indiridui. Il terzo trimestre dell'anno e dunque quello nel quale ,j .;yiJuppa io maggior copia il mia.-ma palu-lrt• nei ,fin torni di Roma ed altaeea con mag · gior ferocia. quantunque le prime an-isa,:lie si manife... tino in maggio e giuéno e 61i ultimi a~salti 5i :-iveJino iu 1Htohre. I\.

(junli conclu,-ioni pratiche potremo ricavare da questa hreve ed imperfetta cspo~izinne statistica 1 Le fehbt'i malnl'il'ilt' t'OI\Iralto fuori del territorio mmar1o da soldati provenienti dalle diverse regioni della nostra lunga peni:-ol<t varit>rnnuo in numero col cambiar dell~ guarnigioni, etl a que~le non po ...:.iamo oppon·e ostacoli. Le febbri che si conll'<ll{!.(Ono nelle caserme variPranno an~h'e'"t' ron le ,.it·ent!t• annuali, ma col tempo subiranno noa sen~ibile diminuzione, a misura che le condizioni i:.!ienkhe della cillù rni~liort>rnnnn cnn l'aumento delle costruzioni. col "elcinmentn clelle "''-ade, col drenaj!gio ed incanalamento delle n~:que del ... uuo ... uolo. Quelle chi! ::-i !.!enerano dai rorti sono le sole susceuibili di modificazione. e ono .tl tempo ~tesso le pin gravi, peachè producono il 111a;.:gior numero tli congedati per un anno. caf;Ìouanu lunghe perdite nel serrizio per licenze di com·ale"renzn, :;ono cnusa di ma::('•iori --p e;<; e per la cura de di ammalati nell'o:o[H'dale, e se in f}Ualche anno aumPntas~ero, come "'1101 flll·dmrnte a!'cadere per condizioni eltmatiehe iru· prevedibili, darehhero un muggio1· numero di riforme che


SULLE l'EBBI\1 JfAL-'RICIJY.. Y.CC.

per equiLà bisognerebhe considerare conw rifor~e per .matauie incontrate in 5erYizio. quindi a.;~egnnrea etn.;cun nCor-

aa sua peusione. B cbi potrà dire tìn da ora la sorte che:•petta a quei lìO r.he pmsero dai forti all'ospedale con unn milza ;-,porgente oltre il bordo costale! Alcuni wno andati in li··enza di un anno. ma pareranno completamente t altt·i si)Oil '>lati congedati pe•· li ne eli renna, ma qu.tl IJ'Ì~te re1aj!!.!iO riportano ,)all'esercito alle loro caseT ~on è d'uopo ..:h'io spèntìa altre paro!' t•ea· C>.primere la ~ravezzn della co~a. e la ne..:a,sith di pron-edere in un modo o nell'nhro a qu~sla trislP. ~orgente. d'ius.tlultrilà per i no lrt old.tll. Il rtmedao \'eraruente r<ldkale ~arcltht! t)ttello di la.-dare per ulrimestte delranno i forti di B.omu senza guarnigione, afftdandoli ai guartlafoa·ti, e mnndauùovi tlello palluglie che di IÌOJ'DO le ispezionassero, ma che non vi pas~as~et·o le ore della sera e della notte che sono le pi\1 pericolose. È possibile far ciò durante la pace! rt>~olarizzare cioè un'ispeatooe delle fortificazioni che per In~ me,.i tlell'anno lftp luogo di pre..<;idio stahile t ~ que.,tiune quP.sta ùa latc.are alle persone competenti che rC!!"Onn il ··muandu della dmsione dt Roma. Seetò non fosse po:'siuile. bi;;o~n,..re:llbc appi~liarsi al sng!.!io consighodel prof. Tomma,.i-Crudeli. c pror.urur,• òi rendere il psà ~be si (l<•ssa rerraltari ~li or~anis111i Ile' no,;lri soldati all'asente morbigeno. Bqw racorrono alla mentH le t·urc.u.euicali pre,entÌ\ P., il ~lo del vitto, la distrihuzioue dr-l ,·ino chinatH, le ~ gieni he tla far eseguire 'rrupolo,;amente a!!l'in~. t trovino di ~uamigiune ai rorti . . . ..... cure, perchè riescano a qualche efficacia, de h.,... Nalmente preventtve, del.honn r.ioè t~ominciare

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:-òlì


H·6

CO:-iSIDKIIAZIO:'il S'IATISTJCITt, ECC.

qualclte tllmpo prtma che la truppa ..-ada in que' distaccamenti, e gl'indi\'idui designati anticipatamente a fornirli doHeùùero avere almeno per !Jllindici giorni un 'itto più sostanzioso, una razione dt vino giorn.tlie•~•. una dbtribuzrone d'acido arsenioso falla dal medico all'ora del pasto. od una di vino chinato al mallino, e questo trattamento dovrebbe &ser continuato per tuuo il terupn della loro dimora ai forti. La piccola spesa in piil sarebbe lnr~arnenle compen,.ata dal minor danno che l'infezione maiarica produrrebbe ne' reggimenti della no· ·tra ;.!Uarni!!ione, e dalle minor·• spe.-e che l'erario incontrerebbe uel mantenimento degl'infermi all'ospedale, e nelle giu· hilaziom r.he donehùe accordare. Comprendo come non si possa prestar molta fede a questi mezzi di accomodazione dell'organismo se prima non llieno sperimentati, ma in mancanza del rimedio radicale dinnzi proposto, converrebbe istituu·e almeno per un a uno l'esperimento con tutto il rigore che l'igiene rir.ùiede. Ho \Oinlo esporre queste poche indagini. e le eonclu,.ioni alle quali mi traggono, perchè la prevenzione è istintiva nella menta umana, ma son com·into che -.ia mollo pru facile il preyenire cile il pro\'vedcre, e perciò lascio il difficile incarico a d1i ne ha tutta l'autorità o la competenza.


117

IFILODER~LA uLCEROSO

MEMORIA DEL DOTT. MARtANO BIANCHI

Una nole\'ole forma di s1fllide ulcerosa si è avula nellt~­ per!!ona dPI mnrinet•o di 3• cla1'se Fo~Mti Carlo, pt·ovenianle dalla H. cot·ezzat.a Roma, e ricoverato nell'ospeùale mililar e marittimo di PorlovenerP. nel giot•no S luglio ultimo scor::~•> L'anamne,.i, raccolta dalla relazione del mcùico lli bordo. do\l. l. L. Ga.. parmi e llal\'iufermo sle'<SO, fece r1levare comt• 111 lesione 1!1nlogeno iniziale "'ollo forma di puslol>'lla, a ~uper­ fieie ~em1dura, ~>ituala nel solco balano-prepuziale, apporis!:e nel venles1mo giorno con"eeulivo al coito impuro (:Japrile p. p). L'mfermo non <~e ne diede pensiero, neanche quantlo "ide In 1 U"'I.Ola tra..formarsi. dopo pochi giorni, in ulcera hdolente a contorna anrraUuo"i, irregolart. Pas:;>ali l"• giorni, l'ulcera assumse nuovt caraUer·ì; "i fece dolorMissima, cslendendo>~i 111 proronditA ed ln «uperficie, invadendo la -.peo:scLZa òe1 corpi ea"ernosi, dispiegandovu;j più accentuali 1 <'araUerl ras::edinic1. Poco dopo l'ulcera imziale ~eguirono altre manife~<lazioni uleerose sopra altri punti dt'!l ghiande, :;empre fl rondo rageden co Simult.aneamente si pronunciaron() dolori g ravaUYi euU'oecipate e sulla regionll $let·nale e gA!!lrka, seusibiUt ami specialmente nella noLLe, e !<'in~orgarono le glandole lnguinaU a sinistra più che a 1le..trn. Vennein\antoiniziat.adalmedico di bordo la cura mercurinle


SI FlLODERUA Ul.CEROSO

internamente mediante la sommini;otrazione del liquore del Van Swielen, ed esternamente per mezzo dell•3 frizioni di unguento napoletano. Successero pochi giot•ni dopo ulcerazioni multiple e pt•ofonde egualmente ra~edeniche sulle t.onsille e nella relroboeca, le quali vennero rornballule ùal medico coo gargarismidiliquorodel Va n SwtelE·n.Passnli tr..nta gtornicil'e& di questo regime curaii"o, dut•aote i quali ''ennero eseguite venti i'rizroni del detto unguento. e somministrati cinquecento grammi Cll'Ca del liquore li Van Swieten, apparve una nuova efflorescenza di puslole sul ghiande in vtcinanza delle ulcerazionl gin esrstdoti, e su tulto l'ambito ùel corpo in ~t·on­ disslmo tlumero, le quali ben presto si trasfor marono iu piaghe ulcero~e vasle e proronde d'indole cangrenosa. A •JUel che pàre dal r eferto dell'infermo e dalla relazione clPI medico si iniziarono come puslule di acne, e si dispit~garono successivamente come ectima siftlil!co. Venne allora inviato all'ospedale.

Stato delNnfermo allorche entrò nell:ospedale. Al suo ingresso nell'ospedale il FO!'ll'ati presentava una emaciazione pronuncratis!>ima, colorito terreo cacbeltico, de· bolezza generale. Sul corpo f;j riscontravano H5 piaghe ul· ~rose a fondo unirormetnente cangrenoso ~:: sviluppaLissime; oltre ad Ull numero raf(guai·devole di pustole acnacee, e di zone crostose più o meno varo le, alternale da strali del lulto simili ad inRilrazion• gommoitli. Da. per· tutto gemevo una sanie densa.allaccaticcia, ed in molli punti sauguinolents. Le piaghe avevano una grandezzA che oscillava tra quella di una monete dr Ctn'!U~'> centesimi e qudla •ii l'inque lire e più: erano ripartite su Lulla la superllcie del corpo, ad eccezione delle man1 e dei r·iPdi. Il mag~ior oumf>ro delle stes.s:e si trovava ~ul dor!>o; ma le piu gt·avi, vale a ùit·e quelle dove l' inclola cangrenn"a ~i era mag!!sormente di!;piegata . stavano sul cuoio capelluto, sulla fronte, sul sopracciglio, ~ul labbro superiore, su1 corpi cavernosi, e sulle esll'f'mità.Queste ulltme, olLrs alla dtstruzione uel s~nso della profondità, presentavano gua"'ti enorm1 nel :>enso della len::!IOne ùei mu-


SJFILODERKA ULCEROSO

16e9

ecoli, 1 quali rimanevano denudati, c01·rosi, P.d l'nflltrati· di NUle Cetiliis~Sima. Alla minima pressione emellevano !!&ngue,

e nella superficie denudali!. apparivano in ~ran parl·• spappolali come nello scorbuto. La torma, la grandez~a el'ubì~zione delle ulceri in dit;corso, non smenU la legge del \'erlheim, secondo il tJU&Ie le ulceri ter&iarie della siillid•! si aggruppano più o meno numero;o.e, ed aoumono lipicament~ una "pec1ale forma o grandezza la regione delhi zonA cutanea, P.d indipendentemente dalle dhlaioni va scolari e nervose. Co::;i. al!f:umono le ulceri forma Gircolare, quando IN tem•ione Jclla cute !!18 eguulè in lutti i ...,.l; e CJò coincid .. In quelle zone, don• Il" linee dt~lla divi· eibillta cutanea, dotlamenle illu~ll'nlu dal Lang-er, COJH:orrono e formare punti nodosi. DiversRm•·nle n~t!ade net tratti di lDaA'gior lensione cutanea in un !!80!<0 più che nell'altro. L'ulceraa~~Sumeallora una formo bil'IUn;..."tt, ~erpigìnOF-8,6 mentre le prame prorlucono gua!"Li enormi MI senso della proronrlilà; le allre producono gua.. ti nnn menn e~iZ1SlJ nel sen~o dPIIa wperftcae, 8 seconda del b·ap-illo dellè fìlm~ muscolal'i ed npoMUroUche, o della tensione <iella cute. tin •·sempio p,·r le prime al ba nel cuoio capelluto, nelle regioni lAterali del dorso e Dell'a>tambraccio: un er.:empio pcl' le sel.'onde si hA nelll' T·eclelle coseie, dell'o mero, delle l"capole, dello scrolo, PCC. Aha•loeahtaparlecipano dcll'uuue dell'altra cat·aLLerislica, .,..auUatronte, sulle labbrn. sulle guancie. sul ghiande, ecc., Aip•dfmJJo questa varietA tlall"mfluenzs dei movimenti \'0lelatel'i o puramente automuLici. Jfel Foseati i Ltpi suaccennati erano prombrui, 11 si re;~ta,·a ~ nellosservare come per tulkl l'Ambito del CDrpo, ed ~ione della mani e dei piedi, niuna 1.nna per quanto ~»Ditata, t'oaae libera ùtt quelle ulcerazioni. Nella reaioue del della fronte, ed in &lcuni puu11 delle regioni omerali -~~.fjl)ìllfìl~queete ai ~servaveno s••rpigino"'e oel ~enl'o della Rllt,J.Il*Daa. raggiungendo i bordi dello ulceri rotonde 1......., aat. leseuli circostanti e Mttostanli un'a7.iono' llllì&1tliollt·&ele da l.ogliere ogni idea ili t1po prirnili\'o allo ••!lllllll!llklSW tondo delle piaghe, canrzrenoso e ripieno •aullll•tYeeo lembi penduli della cute, che ricuoori-

.Ai


150

SIFILODEillL\ vLC&ROSO

vano a guisa di Jacinie e di ponL1 le anfr•alluosilà ulcer ose. Sulla fron~e in ispecìe si lasciava scorgere un'ulcera cùe si era aperto un h·aRillO lungo la linea verticale mediana ;lal limite dal capillizio alla gleba nasale. La pelle sovrastante era come fenestrata m più punti, e lasciava scorgere quel seno fistoloso fallo a guisa di gal!ena ripiena di sanie. e Leo dente a dilatarsi a nche lateralmente producendo il distacco dello strato muscolare perJfroulale contiguo.

Lesioni del capo. Sulla regione del cuoio capelluto tra estese chiazze di alopecia, e larghl strati crostosi ed intlltrati di sanie, si approfondivano sei piaghe ulcerose egualmente estese, a morgini netti e salienti, ed in parte a margini ~raduali e anfrattuosi, hmilale nel tonòo da uno strato marcioso denso e aderente a !>pese del pericranio, mterrotto 10 alcuni punti, nei quali tro,·avasi allo scoperto la super flcie ossea. I mar2ini erano parìmenle ricopt:rli da uno strato marcioso tdenlico; e la lar ghezza delle ulceri superava l(uella di una moneta da dieci cente~imi. Jl fondo delle piaghe si estendeva al di là dei lirnili marginali, pel distacco dì questi dal solloposto perict•anio, per cui lasciavano lutto all'intorno del f6ndo ulceroso aditi piu o meno ,·asti ripieni di pus tra lo stt•ato muscolare ed il perict•enio sle!"so. Questi adtb comuniravano fra di loro e qunsJ Lutlo il perimetro del capo appariva infillrato, in modo elle in fualunl'}ll6 punto si pratit'asse una pressione dtgilale sgorL!ava pus dalle aperture ulcerose. Sulla fronte le esulcerazioni presentavano una gravità caralterisitca per la torma, e per la distruzione dei tessu.LL ~eUaregionemcdiana abbiamo giaaccennalo corne vi esi,. lesse Wl g1•uppo dt ulcerJ, che s i estendeva in lmea relta dal capillizio alla gleba nasale, intersecandosi a vicenda, e tracciando un vero alveare di sanie sanguwolenla, che penetrava nella spessezza ciei Lessuli vicmt, !asciandovi c:.eni e gallerie più o meno e.<>le;>e con denudazione del perìostio. A de!'<lra una piaga ulcerosa larga uoa volla e mezzo una moneta dl! cinque lire, profonda in modo, che il periostro era allo sM-


SIFJLODKBMA ULCIROSO

151

perii>, ma tapezzAto tla un'> slt'alo mnt'cioso aderente. Inferiormente essa <'rn lttnilala dall'mlera lunghezza e da lutto lo spessore del sopracciglio, che ne co!'<titniva CO!Ii il margine corrispondente; ma que~to si distaccava dall'arcata o•·bHale, in modo che rot'maYa un lembo libero e roveqciato vF>rso l'occhio. A 8inislra il sopr11eciglio l'lle!'"O era campo di una ulcernzione anet>r pii! grave e corrosiva. Quel>l.a era partita da varii panU iniziali, e la forma dP.lle ulcer·i si era cosltlUlla nel senso della Lensione cula.n..a. PIH' tal maniera la piar.ca dell'estremità interna del .. opra(~rialio aveva ls rormn di una m••zza luna, la cui estrPmita !luperiorl" ~i estendevo s~>rpiginosa ver"o la fronte 8 rÌÙO!l!'IO deliO ~leSSO soprac~igtio; la estrerniU'l inferiore andava a pc!'ùcr~i. corroùerlùiJio per largo spozio, l'angolo m terno dtillu regione orbita le, e dtlalondosi du questo punto sul versante corrispondt>nle olel DA~o. Le nllre ulcerazaoni del soprociglio si erano e~Lese in mot.lo, cbP avP.vano ftnito coll'incontrnrAi, e co~l tutto il ~opJ·acci~tlio, an eccezaooe di minimt punti intermedi n guisa ùi isole, et'a clivcnlato an infonoa masl!a di «anie dt>n<~o LI adeJ•eole. Sul labbro superiora si "'"gnolava una grossa ulc~"ra inteN~Sante LuUa la metà "'inislra del labbro rht' ne Pro rimasta die&ru.Ue. L'ulc.era era grande alla sua apertura come una moneta da cinque c~=mtesimi, mu nel rondo la era ìl doppio per la corrosione progre... «ivu del te<~suto v~'rso le t·e!cioni IIO&toetanti, flno a traecìare un' incnvazione penelt·anle nella dlreztone della regione solt.ona!'tale. Il fondo della pia~a Pra iraoagolere ed anrrauuoso, ed in alcuni punti trovava !'ti limitato _. tiOio leesut.o solto-muco~o.

~destra lo s~sso labbro prellentava altre .i un ulceraz10ni : m a tndol~, ma con gul\sli mmor1. Tra que,.te e ~ Ua, nel m.-zzo del labbro, esiateva una in~'rostala

_,._.1188 che •i e•t o

"

· · endeva neIl"111 t er·no delle nat'tri.


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SlFILODER'l!. ULCEROSO

Lesioni tl'ooate 81.i.Jlli ort;nnt uer~itali. Un vero alv~are ulcero;:o si ri:;conli·M·a <:ul S~;hiaode r ::ul prepuzio, e ne sgoJ·,~mva una sanie den~a e c:angujnnlenta. Eravi slalo fimotico, che cedè a l'tpetulJ !'forzi, per mettPre !\Ilo scoperto il ghiande. Questo fu ll'ovat.o alle La~e mulilelo per piu della metà òella sua spe~se1.za a causa òi due ulceri profonde e trre;:olari in cotncidenza del solco balano-prepuzillle. Que:-le appl\rivAno 111iziale ai due lati dP<:tro e <:inic:tro del ùiaruetJ'o del g1J tanùt~, Ad esterulendosi in profondiUt nel sen.;;o delh1 spessezza d et curoi ca' emosi, ne avevano Cta~cuno pet· sua pal'te usur·alo illessulo in maniera che il ~hiaoue appul'iva troncato aì due lati, ed era rttenuto da uu s~ ll.o t!'iangolare. la cui base cm·rispondeva at ge~mllnlo inferiore. lutlnr a ~<fi nO del membro: e l'an~olo acuto al punto d1 riunj•H•e dt•lle lue ulcere corr1spundllllle al segmAnto r:I01'~"hll', ma anfraltuo"o e irre~tola1·e per· la forte dis1 r uzim1e. Qu esto set.to lr•JangolarP cbe formava una sp.,c•e <lt peùuncolo, era molte, meno della mela dello spessore del pene . .Ma le ulcerazìoni in discorso nou si erano ltmitale a1 ~'Oli guasti nel sPnso trasver·~le all'a:<"'e dtl'U"1 t·gano; a!'t'<e ~i era un estese anclte in senso longiludinale "Ui corpi r·averno~i, tr·ac· CJandovt piu centr i .!ai quali gemeva una sanìe felililsflima. Lellion i del tronco

Il mt~l.{gior nume1·o •Il delle piaghe uleerose, tutte, s •nza eccezione a fonùo eangrenoso, si trovava sul rlor:;o, sulle scapole, sulle braccia, e sulte e,.Lremilu inrel'i<wr. Nel dorso non '"' risroulr·avano che podJi ..simi punti sani, e questJ nnu erttno Lali da pr estarsi neeucht> all'applit"azione di una iniezione ipoderm1ca. Non eJ·ano profonde quanto le g-ià ùest> rille, ma la oro lsr:.rbezza eù 111treccw ne facevano spiccare i 1:\'UAsti nel sf'n~o della :;upPrlìcie. N on r•ocho int· res::osvano, oltre al lesl'!nto sollocut.aneo, ancLe gli skati muscolari superficiali. La loro g randezza l"l'B rilev~:~nl&: alcune superavano per più delJa met.S uoa moneta da cinquP.


SIFILODEUA ULCF.ROSO

lire, e la forma "ariava a ~<econùa della tensione cutanea; ovale neiJ~> regioni salienti delle Rcapole, t•oton·ia nelle regioni piane delle st.eRse, semic:ircolare, o comunLJUO irregolare, dove ai delineava qualche avvallamento dei tesl'uti, Cl')me, p. es.• nelle regi<mi relr•l-&Sclillal'i, sulla regione loracicu, e &ugli ipocoodri. Nella r~gione lombare e nelle natiche ~imulavano per la loro vaslitA un processo di decubilo. LP-l'lioni delle estremità.

Nelle estremita eupcrioti le piaghe et·ano parimcnle vaste, e somma,ano n lrenlatré fra ambedue gli &l'li Quasi lulle ai approfondivano u~gli inter:;tizt n1uscolot•i, se~Uf.'Odo la di· re&~one dei mu-;c<Jii e de1 tt'nclrni; ~ parevano allr;.ottaule ca'litè profonde snter~ecate cHI l'elti H eia lacirlie mu~colari ed epcmeuroticb!'. Erano facjJmente l"&n~u!llltnl ed inlerP~!'>tt98110 indistinl8monte per numero r• per nt~lità lulla J'esten· 8one degh a•·ti. Nelle estrem1tà inferi,1ri s1 vedevano i mogginr1 J:Ua~li: l8lJa dPslra in co•·••ispondl'nza della l'ejlionP. anl,riot•e eslerna, e precisamente sul Lr·r-.w :<UJII!t'iore del mu.,.colu >-urtorio una larga e prorondu ulcel'8ziono .-!'<istevn a l:nr1co del mu!"colo etee.o, con anfrnlluo<> ìt.é. multiple e longiludinali nd !;Cnso della direzione delle tlbr-c~ ed ntlraver~o a que,.le ptlr una Mleaaaone di qualche centimetro al di la dei hordi della pìep, eranvi ur.a inllltt·flziona ~nruosu; meut•·~ il centrt' o ~ della piaga, appar·tva fungo-:o e ;;anguuuwt.e. La la•·Sbeaa di questa piaga era enot·me, ::;urerAva almeno clue Yolte ama monllla da cinque lire. Ln l'ot•ma era ovnle nel seneo lollgitudinale.

Ua'Mn piaga meno esteso, ma più profonda, si trovava del terzo inferioa·e del mus~olo vnslo esl~>rno '*'4~JI!H,tf!ç~JpU.e. L'aponeurosi intcrpo«la era denudata e la le· a Lonlo n!'l ~""'fJ longiludinole, che nel•erso l'asse del fcmr>rP, assomigliando ad una d'anna da fuoco. Gli ,.t 1·ati muscolat·i perfo;~IIUIII'Jevtlno pel taglio graduato d t! i bordi dello pinga; In basso, do"e l'ulcl!ra si estendeva ir1 ~upet'ficie

"'""_..t,


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SIF1LODE1UlA OLCEROSO

lungo i margim combacianti dei ùue mu."coli. Questa piaga era dolente, a preferenza di qualsiasi altra. S~nza tener caiMlo di altre piaghe meno gravi, che lempestavano la stessa coscia, una terza simile alle descritte per gravità, esisteva nella regione interna a spese dei muscoli che vanno ad inserirsi sul margine corrispondente del l'articolazione Libia-femorale, la porzione inferiore interna del sartoria, quella corrispondente del grande adduLlore, ed altre masse muscolari vicine, sulle quali si osservava il solito stl'alo sa11ioso intereettato da varii punti fungosi sanguinanti. Sul fondo di questa piaga si rilevava il moto pulsatile dell'arteria crurale. Nella gamba dello stesso arto si notavauo dieci ,·ast.e e profonde piaghe parimenLe cangrenose. Erano rolonde alla regione poster1ore, ovali o serpentine, o comunque irre~o­ lari ma sempre anfrattuose, sulla regione mediana della tibia, e nel perimetro del terzo inferiore della gamba. Tutte cgualmenle in~eressavano la cute, il tessuto sotlocutaneo, e le masse muscolari per una esten~>ione più o meno grande, per cui apparivano queste lacere fungose e sanguinanti, con la cinie mortificate e putrescenU. Sulla coscia e gamba destra, le piaghe identiche per devastazione di te~>suti, per grandezza e foJ'ma, e per aspelto Cun~oso e cangrenoso se ne contavano lìno a dodici, senza Lener conto di aHre moltissime, meno gravi, che si approfondivano su tutta la perifer1a. Come varietà, fra tolte le descrillP lesioni, esi~tevano sulle parti non ulcerute del corpo, e segnalomenle sulle parti pelose (capillizio, barba, perineo, ecc.) strati crostosi simili ad infiltrazioni gommoidi, dai quali in molti punti gemeva un liquido sebaceo-p)lrulento, in ispecie se venivano compressi. Nello spessore di questi strati emergevano qua e la a guisa d'isole, certe escrecenze nodulose, come pustole rip1ene rli sanie, la cui uscita IR!.'ciav& la traccia di un'ulcera incipiente. Da questo può arguirsi che una torma iniziale del sitUiderma sia stato probabilmente l'acnacea.


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SIP'ILODERBA \TLCEROSO

Stato uenerale. Presentava il Fos"ati, al suo giungere nell'ospedale, un grado di avanzala denutrizione: l'alopecia era pressochC ~m~ pleta, ed inoltre egli accu5:ava llolo•·i allo sterno, alle reg1om la&erell del ll•onco o se~ornalamente del torace, agli erli inreriori ed alla testa. Il suo aspeUo muo\'6\'ft pielti e ribrezzo, in ispecie per la ''&!lta distruzione del lal>bro ~uperiore, per Ja quale la r-egione della bocca fiPJ•tUiva dPrormam,•ntt• scarDtfteala e l'&nio11a, tanto che r•·slR,·a impedita la normale iogestione degli alimenti. Aggiungasi lo --lato di distruzione e di distacco dei sopraccigli, c tulla la barba inc•·oslflta ed umida di un liquido sebaceo-purulenlo, per ftlt''~Ì un'tdi!ll della apiace\'ole impres~ione :>uscilala dall'aspP.ltO dell'infermo.

lnterprettUione delle de.~critte lesioni. Questa forma ~lcero~, rapida, inten:;a, di cui rar•~'~•m• eaempi ai conoscono, era partita inizialmente da acne, da DOduU, o da pustole? Ati eccezione clellll ~lrali ero~losi apersi sulle re~ioni pelose, e di cruolche rilievo pusloloso -.gente sugli !'trati stessi, nt>ll'infet•mo non coesisteva, qaeDdo venne all'o~pedale, alcun tipo ~pecialo ru ~ililodel'ma cùtrerenta, da cui potes!;o at·gu•r!'i proveniente la rap•da metamorroei ulcer-o~a. Dall'anamnPsi appariva che lulla rJuella ID8Dilestazlone fagedenica era "lal8 pre:'sochè i<~t.anlanca: ma $alta PUI't! dalla sle!'~R r:hr unti forma ncnoidc ed ectìmacosa ..,._ preceduto lulla tJurlla metamor fosi res:ressiva emiMntemente cangreuosa: 'lu•ndt non 6 a porsi in dubbio che quell'imponente appa1·alo di nlcPI'fiZionr pr·ncet!l'sse da un .,_~ ~~ forme spedoli nodos··, acnacee, pustf)lose e •n••ecne, provenienti da adt'nale sebaeea cub;nea; e un processo ttiCter·ico intenso. generale. l!llbitnlaaorlo per cause rireribili eol un cornple<~so di circoM alla intensità della stPssa inf~::zione, all-:ro l'evo~rJìfi·=:DUIIaa sebacea. L'int•"n<~itA del conlas:rio dl ~lzioni nutnlive IDIJlsane ~ed il difcll~ di l.'

dell'adenil'.t

'


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&lFlLODERMA ULCEROSO

Jgt~n., possono a'·er d9lermlllalo quel processo difl.erìl'..o; per

mrJdo che la met.amorCo.si ulcet-osa ne sia staltl Ja conseguenza. dando Juogo a quollt'. imponente complicazione. Ma una q~tione non meno interessante si é la interpretazìoue ùella lesione Sttllogena iniziale. Deve riteuer;:;i come tale l'ulceretla segnalata nell'anamn~i, la quale non fu dirferente dalle ulceri nlolli, o as:;~unse caratteri fagedenici dopo varii giorni.di sua compor~a, l"tlnz.a il caralt.erisllco indurim•mlo di margini 1 Ovvero 1leve attribuirsi l'infezione ad allL·o conlagio latente e per.::iò indtpendente da quell'ulcera iniziale. i cui carattel"i ragedenid fossero èa riporlar ..i appunto alla pree"-istenza dell' inrezione ~ Potrebbe r itenersi qui!lrulcera iniziale come un ulcera mista. va1e a dii·~ che la !!'ifìl tle contratta con ·~utila~se col virus olceroso, e l'ulcera siasi t•ivestila ùei caratteri fagedenici in forza e per virtù della simultanea evoluzione del Yirus sifilitico, nel senso s tabilito dal Rollet e dal RicordJ? 1n tali quesiti non potJ·~bb~~i facilmeot.e. emeLLet·e una ùeci!'liva risposta, non avendo pt"tHenziato l'applicazione della le~;ione "-ifìlogena inizial". Allorché il Fossati eolt·ò nell'ospedale vi tenevo in cura un ~oldato del 38" reggimento fanteria, Lo J acono Pietro. il quale \'i era stato ricoverato per ché affetto da sei ulceri m oli: sul ghiande, a conlol'ni pastosi e d1 espello di;:cr~>lamenle fa!!edenico, anfrattuose al•luanlo nel fùndo. l gua~ti erano lt>g,tìr•ri ed apprezzalJili solù m superfici t>; ma la entilà dG\'8F<tatrice di ciascuna t1lcero non lra~cese i limiti delle lmee divisionali delle vicin e, ad eccezione di qualcuoa che così ~i riunl con ]a più pro~SÌU18. C~us.licat<:! s in dal primO giot•no con l'azotalo acido ui mel'cul'io, e medica le nei giorni ~H('ce><. Stvi con olto fenicato, gunrir<lno preEtissimo, ma lasci~;~t·ono una lo>ggicra sensazione di duri"ZZS, non di vero indurinH>nlo, ~ui punti afielli. Qu<>sto c::•.:nsazion·~ mi fece so;..pettare l'esislenza dì un'mfezione siflhtica, d1e non tarJò a manifestal'si nt>i gangli inguinalt e cen·icali, che sì fecero rilevanti solto il t.aUo. Sulla base ùdle pl'evalenli teorie di unicrlà uh:er-osa pat•lp.nomonica e di indurim"11to caratterisL1co conùrornalo«o chi a' l'ebbe polulo ritenere nel Lo .Tacono resistenza d1 un'in-


SI FiLO DER~\ l I.C EROSO

Iii i

re~tonc c:ifilittra? Per quaut~ rict!rche furono da me falle non ri«u lò che oltr~ a c1uelle ulct>ri rosse tato antecedente menta !Og~ello nJ altro fìnalogo conlngio; e ~olo tni rolpi in que.c:to infet•rno uno ~lato c i orostruz1nne K~'•u.Jrale s1mile allo c:tuport', mRigt·utlo l'aperta fio;;onomia, dw ne rivelava rint~>lli­ g('nza, t d un coloN• pall1rlo giE-Ilngnnln t Iella pelle. Nel ri!lponrlo>rt> olio domande pareva ~nhi~H' In uetessilà di clovcr rar t"nr· ~~~ n "e sles!o'o. E rtue,.tu ft•nomt>no di accasciatez:ta Fleneralo>, che non ùovrebbe lra«l'UI'Arsi nella rura delle uiCfrJ. qualunrtuP sia la loro --peci c apr arente. l'ho qua<o i sEmpre conc:tataltt nPgh affetti Ja nlcet·n apertamente sifilitico: e delmea In fll"l'! e' oluliTa pr1mordialu nell'mfeziooe. per la quote t'or·gani .. mo re:::ts momi'ntaneamentc opp:·es.::" an he dinRmlramente dt>l ddeterio c:Jcmenlo rhe lo invade. Sl'~:ri­ menlnto su •Jile'"to fenomeno lo ~ottomt!'Ì ati una cura !>pE'ciftca, o l'e ito rne ne diede t•agiune. E tullo dù a credere che le ulcer r del fA Jacono siansi muuifest€llt> ptw ragioni indipendenti dal contagio sitlhtico, e eire quco!olo srasi p~r conto ~uo dispregnto truprim~ndo il car·All~t·e rageolenico alle ulccri 8Le!l~~. Con que~to noi ~iamo lontani •lllll'ulcera mista nel "nso ~olulo dal Roll!!l di Lione. o come lo ha definilo il R1 ord1 di Milano. E~li dice che n<ll'ulcera mista i ~ne e<~ntag• •ono paralleli. e ~ebbene si "'"olcano sullo <:.tt;,~o terl't'lln, non "'i confondano. uò "' inlluenzauo l'uno colraltro. Nel <'.aso del Lo Jacono come in quello del Fo!'<>ati, dat~ le t.Jirrerenze di eulilò, Abbiamr. ti ùt•us ulcProso eh& si manife ..ta con la moltiplictla delle ulceri, rtlfl que~te ::~ubiecono simullanea m~nte un atli~·o procesl'to tli inllllt-t~l.ioni neoplastiche, o qulnrl1 lillA OUIJ\eOlala OeCI'ObiO>~i, H diVCIIll\110 fa~edenichtt. Del resto ro""iamo noi inlt>f"lH"I!lAr•' ttue-,.La e\"olu.zionc si· ftliU<'a del Lo Jacono ::otto In slreguo del tipo ulcero::o del Rirord, el Ba<~!terau. del Galligo, d~l H•tm~tt•Ad e di allri illuatri siftl grati t Senza ino!lrAJ'Ci neJI'oneor a~itata que~lione del duali mo e dell'unicic:mn, 11 quRnloché trovasi tutt'ora o!lo N dt Incognita la quahtà conUlglo_o del '\'Jrus ukeroso, DOli 6 qut l <'Bl!O tli richiamat'('J al S1filoma iniz:ale adonlbrato d111l W e gn er "Ome e t'lietto 1ocste prote1formc di iuf·'aione gt>llerale • ., "'·l ·m un "'er · Cù!ISOno alia prollca . ~ '"O ['1\1


t :;s

SIFILOOERlfA UI.CEROSO

riconosciuto eù illustrato òal Tauturri, dal Reder e dal Ria, anche come am~zione Locale originaria del virus sitllilico sia esso proveniente da infezione primal'ie., e Ja infezione secondaria l L'uno e rnllro hanno idenlica natura, fJuindì una for-ma fondamentale unica di lesione ~itìlogena; la quale è, in ullima analisi, un neoplasma, in cui l'uleeraztone o non sempre avviene, ovvPro avvenentlo è secondaria 13 sog~etta a vorielil I}Ualilative e quanlitative. no detto che l'uleerazione del neoplasma iniziale non ~em­ pt.>e avviene; e chi ignora infatli come la sifilide spesso si genP.ralizzfl su un inùtviduo, ~enza che questi r1esca a ~:e · gnalarne la lesione iniziale, appunLo perché non vi è avvenuta l'ulcerazione, è quindi non avverlfta dagl'infet'mi 1 ~!olti esempi potrei addurre in proposiLo: ed anche ullimamente nei mesi di luglìo-e~o!'to-setlembt·e ho tenulo in curu nelrospeùale di Portovenere un C(I~O simile nella pet'sona di un sottufficiale contabile della t'egia marina. Queslì si vide invaso da maoiCeslazioni siOiitiche generali solto rot•ma di in~orgl11 glandolari al collo ed &{{li inguini, di macule e di acne sulla pelle, a di ulcerazioni multiple m•lla bocca, senza che avese mai avvertilo il movente iniziale di tutta quèlla sioùt'ome infetliva. Né sulle parli genitali io potei ri· scontrare un segno qualunque di muleme11lo di tessuto: il sifiloma et·a passato inosservato, e si era risssorbiLo senza u!cerars1. Stabilita e riconosciuta la evenlualilà incostante della ulcerazione del sifiloma, con cui possiamo renderei J•agione di cerle infezioni senza lesione iniziale apparente, ci possiamo anche spiegare la fenomenllle invasione ulcerosa nel Fossali. Il sifiloma A un Lessulo neoplaslieo a cellule specifiche le quali inflltt·andosi, o per imbibizionP o per lrapulnlamento, nei LPSsuli normali del cor po vi si moltiplicano e provocano quelle maniresLezioni protetformi indicati soLto il nome di :siBiomi noùosi, acoace1, crostosi, gorumòidi. ecc. LA molliplicazione ùi tali elementi specifici neoplaslici nell'organismo si effelLua a spese degll elemanli biotici dei tessuti, e per poco che in questi sia llmilala la forza di resistenza, vi ba luogo la metamorfosi regressiva, che determina l'ulcerazione


Slf'll OUERMA t'l.CEROSO

e la cache~l-118 generale clte ùelermìna il fagedeni~mo. Nel caso del 1-'ol'sah Lutto !<i è affelluoLo in una maniera fenomenale per raptdltil e per inten!;ili\, e più che fage.lenismo ·n è stato addirittura un ''Mlo processo cangrenoso. Clira.

Quando entrò nell'o<>pcdale il Fo..sati vt·nne ~ubito sottopoeto &~l una cura ~peciflca (mercuriale) (.1 •·ico~lituenle (arsenicale-ferruf!IIIO!>a). La cura mercur1ale fu flc:terna ed mterna. La csternu consistè in frizioni mercuriali sotto la pianht dei . piedi, ed in bagni mercurinli (cloruro m~>rcurico gr. 20, cloruro di :;odio gr. 20 per ogni bagno) che "Ì ripete,·ano ~iornalmente. La ioLema in trentacinf)Uo F/r&IDJni di l.quoro del V an Swieten dato pe1· o~ni •oallina; ecl in Lr·enta.cinque grammi della soluttone mi;.ta d t iodu:-,. mercurico e 1odur" di potassio in rag•one di 0,03 "/. o!P-1 (mmo. e di 0,6 •;. del c:econùo. J.a med1calura delle· r·llt~n~' . 11.- l'i~"llieJE>va ur. lemp.) lunghissimo e (lts7.ien:w :;otuma., veniva fttlt.a immedwmente dopo il bagno mercttrJale. Per tal maniera si ritrovavano 1 bendaggi e la snf.oerfi~"IO delle piaghe umettati di quella soluzione mereuriale, e durante lo remnzione ùei benrlag~i veniva la..,a~ ciaseuna piaga col liquore del Van S" u•teo. Allo scopo di aolleetlate il dil!laeco ù1 quella sante morttticanle e adesiva ~v~ spruzzare il fondo delk piaghe con alcoollto di mirra; qumdi lo rjcoprivo con la ,.egucnte polverP: China china poh·erizzata . • . . • . gr. GO lodoformio • » 30 Tèrtrato rerrtco-p·O~!!.:;jc~ p~lv~r;zz~t~ • 15 Raacbiatura di canfn1·a. . . . . . . • 3 Acido &alieihco • iO Mescolato il t~ll~. • · • · · · · ·

~ quea&o strato di poh·ere ~o,•rapponevo cotone •mbe-

qto di uoa nuova 11oluzione •li suhlimato corroqivo ul " tt~ per tOOO, emulsionata con olio di oliva. Di que~ta !So!uzi:,n;

~~~nzuppavo parnnenlQ le bewle,al duplice scopo

al ~suto e renderlo PO";;•bilmenle lffif•t-rmea-


160

SIFJLODERM:\. ULCEROSO

bile all'aria. La me jic... turn cos1 fat·a ver.iva rionova~t una '"olta al _iorr o. P. durante la giornaht con la 91/ oosa <;oJuzione emulswuata ~i lonevano continuRII1611te umeUali i bendaggi della te~v. e delle (' •scie dm·e la •JUAnlitu della ,.anie era uolevoh::<suna, ~d i uuasli lropi•O profoudr; fino a ,·J.e non ..i viderù lallt> le ptaghc pr~:sentare un rondo 8p!CCAI8m~nle Hr&nuiOl>O e t•ulilanle, il ChP si verificò dopo soli li·i giorni. A datare ùa ailora In me..licatur·a ~i rinnovava ogni dne :<"iorni, arnn > dJ llòn interrompere con i ripetuti I&\'IICri il lavorio di riparazione. La cut·n ricosliluente tu coemplicis"ima: non poLendo pt'endere cihi solidi a causu della devaootoz10ne dt•l labbr·o superior·,•, e <i ello sta t ' veramente "corbutico deliA muc0!<-8 buecale, vemva nulrtto e~dusivamenle con alimenti liquidi, cioè la tte, uova, brodi con~umAtì, Mar,ala e caff~; simultanell· m"nle ;! 1 prt>!;CI'J""' ot· 1nt 1 grammi al qioroo dell'ae<]UA a r · sentcale-rer ruglii0!5a d• RorH~egno. Gli enetli di qut>!':l.o sistema curativo rurono favore\"Oiissimi; e la 1aptdita della guarigione fu veramente sor·prenden te. Al J• d1 Oi!<»-to, vnle a d re 10po ap1·enn venti !.!iomi della cura intrapt'e"U, il Fos"ali lrnvavacoì oon In pìagùe tutte cicatrizzate o pre~!'u a CICatrizzar... Il couo "'Ialo orllanico si riprt~tinò a colr·> d'occh1o: me ris; nh $lli incomo.it ddla c ura Olt>rcul'iale. La l'tparaziotte dei tessutt ll'iuraLi 6 Atnta completa, 11118 vera anlopJao:Lira, pet· cui le "•catrtci con.,,.cutive punto o poco l asciano arguire i guasti successi. Le piaghe <'he per le prime cicatrizzarono rurono l) nelle del labbro ~'Uperiot•e e quPlle dci coJ•pi roverno~i: f:'d é nott>vole come nelle dette ptoghe. nel e qunli In deva~taz" one era !<paveu ~voi al puu t• Ja (nr rttenere Ullt defo1·milà cwatrizrale beu visto"a cr111 conse~uente lesiow~ funziona Il', il la vor lo di ripat·nzi( nP :::ia slalt) ta ul··nLe complet..>da rtmuo,·er~ OJ.!IlÌ lim ot'tl 111 pt•opO"Ìll•. In segu1t9 .,, clnu!:>ero quelle del dor~o e riPI p••tto, poi quelle delle bt•accia: !'eguirono quelle U• Ila rrnnl•• e di• l cunio <.'Apellulo, ed ullirne rtmasero le ptaghe rlclle t•«lremilà mrt!ru)t'Ì, delle qu ,.j p!"rò el ventesimo gl•>rnr te rt!«larono due ole sullo gt,mba smisLr·a ancoru aper·te, ma ben proliferauti


SlfiLOllt:Rll.\ OLCRROSO

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IIJ><•g~ello LJ·ovasi tuttora (mese di settembre) nelJ'Mpedale

11i Portovenm·e, dove pl'osegue la cura antisiRiilica. Dal suo &SI'elto :>i è rimos~a quul"ia<>i impronta di cachessia: appar isce ""'l Ruo ''ÌJ:tOl'A e colore natu r·ale; o sui punti del corpo corri~pnr1olerH1 alle pr·eces"e ulcerazioni. non r·estano che macchie r.,~·atrtzìali pii1 o llleno appariscenti e vascolose, ed alcune con leggo~ro avvallamento. lo non cr·Pdo r.on •1uesta mernoritt. di aver descrill" una novrta fl•'ila pRtoJ,,~Ja ~<ifililJC!l; avvef!;nacchè f'(IH'SU! fOI'me ulcero;;oe rupirl··· c:;ehbene m·n siano 1uollo fr'f'I'JIWOii. non sono neand1e wollo t'are. Ma ciò che vi hn di uolevoll" nt-1 caso in disc() t'So si è: t• L 'indn!P "augr·eu•·~ fuilni~tt\llle delle piaghe, 2" Il Hum~'ro strnordiuari•> rii queste e la loro ;rra.ndP~za; 3• La ra pìdtlil ù··lla loro ripara1.ione. malgrado le profonde devaslauoui "uoile dai Lessuli. Le granuluz.ìoni vi apparirono vegHe e vi.,-ro•·os~::, e sui tes=-uli lll'UraLi si efl'ettuò un'autoplal'lir.a ricalriziale del lulto identi..;a al lavorir) di •·iparazione delle ferite guarile per prima intenzione.

1t


16:?

L'ACIDO PAl{2\LATTICO Nt.t.t.\

ORINA DEl SOLO A111lUPO LE ~IARCIE DI RtSISTE~a IJI;I IIOTI(>RI

C. COLASAHTI e R. MOSCATElll

Fra i prorlolll ana:wlali della meLamorro'!i regreQl'Ì\ u, appartenenti alla "Cr·ie grassa, i fl"t•Jiogi conoscono tre acidi iflomeri della composi~orone C3 H& 01 e cioi~ due dilif!eni e!t un etilenelaLLtco. f;; poi generalmente nolo che delti acidi a cont.alto del sangue l'li ossidano tn C02 e Ht O. r<ollc> lo quali forme fuorescono tlall'orgauil:im\>. Ma se esst, comP per il prtmo ha O"!';enato il Lebmanu (1), ~ono in !'Overchta 1fWl11· ttta e si accumulano nel :;an;rue, o causa la lentezza con la quale si oscoidano, come di rE-et> n le ha "periment.alo Spiro (2). in parte, indecompo"li altra"er-.ano il rene, e pA!<"&no nel• l'orina. Infatti, fin dall'anno 1807 Berz.elius (3) e quindi Lehmann (4), C. Schm:Jl (5). O. Weber (6), Moers e Muck {i), (t) LEHlUN1\. f:!) SPIRO. -

uhrb. ckr ph.!JI. Chtmt., flag. iO!, i850.

Rftfr,ìg~ zur Ph!JILolU!Ife der 'fllchsiiure.- (Zelbclll·.fur Phy-

liohlg. CMm., 13<1. r, Jl~tr. u;, t~ri7-71!J. (3) B~c;nn:Ltt:s·Wm.nhll. - Thilrtlltm{t, pa;:-. 338, anno l83t . C' L&tr\IA "~· luco o' l. (5) C. Sca.111nT. - l<nucl•<lleru•cirlw11(J •lurc/• .1/lltluiiurellwlttnl) - c.•1111111. dl' Cl..-m. ulld. Jllu1rm ., Od. L\:J, pag. 3l~. tl!17. 1 (6) Wmu:a. - Zur A:mntni s Jer () 'eom<Jl,ICie itubta~e der lt!Ull!' vl\4 tlt~ dal l 'orl:omrnm von Vok/uaure m •HitOillalact.Ultelt 1\n«htn.(hrchow·, Ardi., 0!1. XX\\'111, pa:;. l, t G;J, li) liloEib el l&L'et;. - Pril.(ung du C.'r• · l rJu( Jfak.~tourt. - ( lleulll~ Ardi. tiir Ktill. Vd., IIJ. V, pa~. 48ò, 1"69 e Zdlst1tr. (Ur u~tolyl. Chem .• Jlll.[t. 5~. i869).


t.'ACIDO 1\ARAI..ATTICO, F.CC.

163

Bouchardal (1), Lan~eodorff e Mommsen (2), v. Gorup-BeK/\rner (}). Jacubasch (à), ecl infine recentemente Nencki e Sieber (61 hanno rinvenuto nell'orina normale e patologica l'acido latllco or·dinario, rermentahile, olUeamente inaUivo, mentre ancora non é completamente accertata h1 pmsenza dell'altro eWidene lallico (paralattico). Ma m~>ntre quest'acido, noto pt•odotto tlel ricambio materiale dAi muscoll allivi sarebbe quello che, secondo il Salkow~ki (l). dovr•ebbe rinvenirsi nell'urina nor•male, in realt.a mollo dubbiamenle vi fu risconlrato dallo Spiro (8) in seguito ad attivo lavoro dei muscoh, e solo la sua presenza ne fu tlnora accerlata in qualche orma patologica dallo Schultzen e Rìeq" {9) dal ~Ioers e Muck 10) e dal Wìebel e Si-

58ne:t l:l). W.

rnon (Il).

A ri:oolvere pertanto la dubbia pr•eseuza dt>ll'acido para-

lattico OAII' orina Dsiologica, unit.amente al mio assistente, doll. Re~olo Moscatelli, abbiamo praticato una serie di ricerche. rtDn lavor·!'lndo poco maleriale com(! ha fatlo Spiro (12)J Il) fi.,~CUAIIhAT.- Diah~te sutre, note Xl, Puri~, 1Si.1. li) I..A~Gt.:..~unn et M(•liii~Ex. -

OtUrngt ;;;;.,,. Krlull»it! der Oiltmnaladr. HrcAmt'• .Ire/•., Bd. LXTX. pag. ~li~. 1S7i) Cll V. t;OII!!P.RE:-~ Chtmù àtJ llttrll~. - 1Lel•rb. d. physio! Chtm .. Jlal{. GO!!, Hrnnn"h'\l'il!, 18i' .

-

"El. -

!4) 1\un~I:R. - ZtJT Bl14f-und ll·•rlla"''"!l•~ bti U1.1knm~. ArtA • Dd, XXV l'~!; l4S, lSG:!).

( 11rchOfl''l

!S ~ACllb-''tll.- lJ~ilr•ige ::;11r /larmtniii!J$f brl litMier l.ertm:imie.- ( l'ir· 1 h'th., fl•l. X1.111. P3~. 496.·':!1:!. 18M). ~~ .~" 1 ~tltl ~t ~IF.JII'.n - Ueòer flaJ l ur/(01111/ltll 1!01• .1/itchsiiure in Harn liti 1\ranM•clll'fl. 1t11,t àir, Oxyàatlomn ut tlt•n r,-.weben Leukèimischer. Clo.r.rtl (,l ralil. f.IIPnlì~, l)d. XXV! l, fl, M l, 188~). (Il ~.\LI">W>~l nl ( · · CS) . .aune. - Dle L•hre t>Otn lftwn., png. 125. Berlm, t88ì!. :wthu, 1oco cii., 1,31: llS. ('l) ScllùLtl&X ••l ft , btfratrophi · Il!>~. - rr~ awt~ Phosplròr~er(Jf[lurtg tm.d acute L'-

"''"'

(A""

101 Jlo ~.d, l.7wrtlèkranl;cu/Jitll$, Rd. \V, pag. 1, 18~9) . • 1015 et »~c~. LO<:o tlt. Il " uaeL c;t s1 B"ldo 4 tJ••·•· llos. - llehehm.,fhsiiHr~ PII lfarn t'nfl Tricllìlli5WI. • ~cl;. ~~~ G Rd (tt L'antord b:a • es.. . lV, ra:::. U!l, 1871). 1 Al Orina tlU' 1l'I'CJt;).to separatament.e l'orina 111 111111 rnclh idui (.~. BJ: 1 B) Orina racrC:t~ neJte ~~ore, dop.-. :l\er balbto 1 ore, c.e. 1705:

lnt.ollllOtho eSI 4:1 mi

~118 4S ore, dopo un t m1rch di ~ ore, con lUl riposo m.tta, e.~. 31411. 11


1G.i

1

L'ACIDO PARALATTICO

ma «otloponendo. per ogm volla, ad analisi quindici o litri d'orina di fresco eme,..,..o da più individui, '"trbilo forti esercizi mu:::;c.olari . .-\ que«to '!Copo, con il perr ùell'autorita mdiLare (J\. abbiamo raccolto l'orina Jet soldltll, allor·chè in pieno a--~etlo di caq~pagna rilorna~a n rlolle marcio di rc-,islenza. e cioè dopo un percor-o di "enti o venticinque ..:hilometr·i, il più ddle volte preceduto da eo;ercilazioui da campo. Quc'-'l"orwa, app.. na raccoll.s, 'eniva versata io grnndi p-uJe di porcellana ed a bagno-maria ridotta 8 CIJIISblt!ll la "Clroppoc:a. Quindi per la r•icerca dell'acido par·alallico ccziouc fatLll di lie'"i modificaziooi richieste dal cac:o, r~ . cu1pre fedelmente prall..:alo il metodo indicato dal Sdlkow· "ki (2) nel suo manuale della chrmica dell'orina. Il <'OI·po ehe c:i ottiene clopo l'aggiunta del car·booalo zinco é c:empl'e moscolaLo ad una sostanza r·esinosa appiccaticcia, la quale ne impedisce il disseccamento e

cr·Jslallizzaziono. Ad evitare questo inconvenicule, occorso anche nt>lltl r.er·che di Spiro (3), abbiamo ::~oltoposto il detto corpo o r·i petuti lavag:;:-i con alcool ac::soluto ed a ripetute cri>-Lalli<.:;c.azioni. In tal motlo abbiawo pulutn ottenere un prodotto put·o, •J qunle posto iu un cr•"l.alhuulore ed a temperatura ordmar1a me .. ,o leuuunente 111 evAporare in un essiccatore cootc-nenta acrdo otrot·rco arudro, dopo quorantollor e si scor!!e che ai fondo del \'A><o sì fùrma una massa bianca. cl'istallina. lu(l) C:~•mll gl:~ C•'el In <rnn alla 11. \,c.111•·mia m~die11.nella Of'dut.1 •lei !tl@IU ·~ IMi', torno nuovamente uJ e!'fltlm~re, a nom • mio e del dott . Re~:I)[O \ln<cA• ttlh, t~ nostra gratltudin•• oo 1 no•lri no;:rui:unenU al '-l.!nor colorlll llu l'' r~gunPnln Canteri~. Il I[U:Il", cun cpuslta :!entil1'7.7.3, mi<o a n••slm h•posltlone ogo1 mwuo, ;,mnchc al ritorno tiri rel!:tìmeoto dalle l!'<"rriLlzlOnl, d ro "" JIO~(nut" rnceoghere 111 nd~tll noe•plentt, con ordine e regolarllll, dP1 Ol•latl, a\'lUltl che a IJill'Stl C•)S•e eonce,_o Il riposo.

Prur. Cuu<A'OTI ll!i SAL1(0'1\IiU et I.&UbE. loeo ell. l'ag. 126. (l) I:D-11'<11 1:1. pr~o;onzn di •tuesto ror1 o rt's•noso che impedisce la. crt~lnlllzz.., 1.lonn diii pamlall:tlo di 1.inro, Spiro dice: • lc/1 l;ann auch mcJ.t wl! (,tmU. 'htlt lttgm, ob ~t/1 clne k'riStalUdrtt St~bsfattz v or fll(r /wtte. •


165

"ELLA ORL~A DEl SOLDATI, ECC.

et>ntc, che. oss:ervala al microscopio, apparP compo!'tla dll uno mir1ade di b••illantissimi cristalli mict·oscopici bianchi

reftolari, pri~maticì, esattamf>nle detìniti, di grandezUt variabile. non ag;!l'uppati fi•a d• loro a cumuli, a •·osella , ecc.• ma umci. libt!ri. isolati e l'&l'"ÌÒ del luU<> ~imiii ai cl'i::;talli pur1 d1 paN1lallalQ di zinco (Cr. Hto Z1t 0& + 2 Ih 0) do>scl'iUi -dal WJl;!icenuo;. (1). lnfalti, olll'~ che la loro fanna geomt'\rica rorri~ponde a quella del paralallalv di zinco, detti cristaUi l'•mo quasi insolubili in alcool as«olulo, mu >'Olubìll::;~tnli iu acqus ùisliHala. Alla Lempt>ralurn di 15' C occot'rono li,{l eli liquido per sc•ogLierne una parte (2). E!t~iccati prJma con aci.lo soliorico e poi te nuti per tre ore in una sluffl aò aria calda alla temperatura Ji + 1200 C si è potuto <:Ili colare che contengono 12,61 •;. d'acrJu& di cristollizzozione. DR litri I:J ò'orìna, raccolta dopo una marcia di :H chilometri, ahhìamo o>stralti grammi 0.4.80 •ii paralatlalo di zinco . .di cui g1·ammi 0,41G lralla.Li con il metodo tli Ro>te c i hanno fornilo gran1mi 0,13 di ZnS, corrispondenll a grammi 0,086~ rli Zn cioè a :W,865 •;. (3).

+

P.:!r avvalorare infine le lJOslre ricerche, con l'acido paralattico ottenuto dall'orina dopo m&J'Cie fa licose, tlbbiumo spe.rimenlalo la ~ensibilissima reazione che l'Utrelmann (4) ha adoperalo per saggiare le p1ccole IJUantilà ù'aciJo laltico libero che, per speciali malattie. si sviluppa nelle fermentazioni ~loma~aL (il). IIJ J. \\'t>LICE:o\ 1:5. - llei>er du Ì$omerm tWrJutittrfn, - (•.fml. tl. Ch~lll. u. Pltarm , Dd, Cl..'\ n, pa~. J. t8ìl). In. - f'tbtr d tt ùJIItscTI-aeUvt lfilch-J~iure der f'ltisr/r{llh,fg~l, die /~J>·a­ naUrltf<•ur,, ltrl t:LXYII pa~ 30&, 18.3 ' ~ltunof t c-• l • · , .... meniAtt~lo ,;opra grammi o.o;;.~ di panll ~ tl~lo di ti neo oecor<rro trnmml l ,(Il •h 11, O alla temiJI'raturn di - 15° c. ~ ~lcr.enu., ha eakolato per il f>ltrrllntrato ~r..75 •!. 111 0111 U Frt:uu;o,, - JJie ,1/tfhuden dt$ .YuciHt'euu (1·tlcr ~·i1m~n ''" JlogttL· a . - IZelhcJor, f. Klflt. Jftd. .• Bd. VIli, pJg. 39~, l&li

zn.

fll!r riCono,cer• · 1e qu;tntlta d'n.nldo latt1co · llhefll r 1t P ·111 l •pce1~ 1·c -·•-•u · ,. le pcceo -ruo be si . colo"' rormaM M uo stomaco. Ull'elmann, ba 3dopcrato Il lh(UidO .\ -Cl e •• d'ottienn dail a Prova del Ienol ton il Kesqulcloruro turr1co. - Ili c.e. • acqua bo1Jeo , ll.il\bllat . . a sc. mescol~no tO c.c. di una solltt.i one d'nc1do car4 lo 0 luln<U 31 aggiungono alcuno gocciole d'no.~ ~oluztono o(llci·


lOti L'ACIDO PARALATTit() :";"'BLL.\ 0111:'\_~ 0&1 SOLDA11, ECC. L'idenLJCità dei car sllet'l del pArlllAltato di zinco slud ùal \Vi«lic.,ous (1 con quello ola noi rica valo dall'ot·ina fstirose mnrcie é prova no n dubbia che l'acido 0~!>0. ~econdo il Du Boi!'I·Re~ mowi (2), prevalentemente !>i forma mu!<coli atlh·i, entra nellorrenLG circolatorio; e mentre u parte s'ossida (Spiro), l'altra, inaiLet•ala, allrave•·so il re ne e fuore«cP con l'orina, r forse anche per le glandole rìf~:re, inquantoclu~. como nola lloppe Sr yler (3), •. ,.._o acido fu rinveuuto nel ~udore tldle paZH.tnli alfelle da febbre puorperale. Facendo poi astt'fl)(ione dollli altri prodotti ùi metamot·fosi re'-"re!<5iva cbe lei muscoli allivi penetrano nel lo~r· renle circolatorio, non è improbabile che l'acido par alallico ollorcbè pur eE'"O in apprr·z1.evole quanlilti entra nt:l sanszuè, po»sa contribun··· a produrre a kuni di quei disturbi, tanto ma ~>strevolruen te studiati dal Mosso (4) nel l'!UO recente lavoro sulle leggi della fatica nnl~ rli prrrloruro di rnrro, in mollo da ollt'ncn un liQuido chlr1 rO di un tlel colore IJleu 11mnlisllno. Versando urn sopra una porz.iooe Ili queHo llqu1do coln· amaU:;ta p~ 'Oib<lme tracCio d'acido lattico tla reaz:ioue è u~lbili-- ma

nno l 0,1 •t•• d'acido lattico), e-5-' J IC(jlli>ll llll bellb:nmo colore RlallO cllbro lino al gmllo vcrd~tro cho con l'nggiuota Ili poco Il Cl alldìviPne grigio arei~ io e con un etccsso s1 scotora. (l) 1. Wi<LICt:.w~. loco tiL, Dd. Cl.X \'Il, 310. !1 Dc Bo•~ Il n .Moli o. - De fil,·,, e mv~··ul11ru rtaliont.- fl~rohni. 1~9. ­

,.,g.

(.lfomalùtJ1rhl tl<1· llfrUtltr ~radfmit, Jllllt• '!1-'1, 185!1,.

13) HoPJ·~·St;nu. -:ua,dbuch ·ler P!jtiolog~&rh ul'ld Palholuguclt Ottml· 1tl1m •.fnaly&., pag. 103. Cilrlln, lb83. 1 ~) Mo;so. - Sul/~ ltgg1 dtlla (nllca.- Ulmrlicouti dPila R. ,iccademia dd /.11101, pag. 'j5. IOI. Ili, !a5C 11• :!'J maggl•l 1~87.


RIVISTA _DJ ~ORNAU ITALIANI ED ESTE~

RIVISTA MEDICA

--

a.ua rabbia e •ul m etodo di oura pre ventiva &11& P aneur. - Or Vt·$T~A l' lAGAIII - (Giornal•· inlerna::iorwle delle ew n..;p. medie!t~, anno l~) I tlollori Di Vèstca e Zagari, a<:.sistenti dell' h4iluto anLirabico, ronrlat,, 111 ~RPOli dal pror. Cant.an1. comurucarono al Giornale ;,. lt>rnazionale delle seren.:e mediche il r•suUato delle loro e!lperienze, eseguite nello !llAsso istituto e nou potrà es, senae di,l'llra ai rostri l ettori una bre,··· relazione. I lue autor1, prtma J'o.:ni &ltl·o, a«sod11rorH'" t• cne un'emul;.ione di m idollA rabichl' tli èOni~lio, ini~.:LLab) sotto la dur·a madre di altro conig:i, •, !;tVtluppa unmancabtlmenlc la malattia con una iurubaztnne me.ria dì 7-H giorni. secondo la ma.;giore o minor e f1•eschezza della f'rnul.,ione; 2• che una mtùolla rabica, posta a <li~<;·•c .. r,.. in un recip... nle. contenente potas«a caulltirn, pnr,!e giorno per giOrno parte dPIIa sua '<irulenza; f er lo che div1ene più lungo il per1oòo d'incubazione, che inler· cede fra l'mo,.ulezione .• lo ,.viluppo ielll\ malattia. CO"I. "e midollf' r-al·•che rre-.che, appena uN•aso l'animale ammalato, sviluppuuo la rabbia dopo 6-7 ctiorni d11lln loro moculazione subdur-Rh·, l~> nud·•lla rabh!he invece, roe"'"e a dic: .. ~ccarP per 2 • 3, 4 e •• ~:-'iorni, dànno risp ·llavamenlt~ una inrubazione di 8• IO, t 2 e l~ giorni e ~i può per un tale ratto fur·mare vel'amente UTUI ~· ,.;,. graduala d ciru$ aill'nuati: 3 eh~> •Jue«ti 'Vlrus attenuati PO!'\!'Ono tsllere flt1Jmneme1lte iruetloli solto la eu te, prt>c•'den·'o d a1· uwno densa at· pau · • d enst, · nd arr1van · do · u anche alla inteùone dP.IIa midolla frPsca, sen7.a che i conigli assoggettati 11\i'e"pe:iro ·nto ne ri<>enlano alcun dunno Assodati coll' . . . • ,. tt' ospernneulo. •·ip,.tulo e vartamenle modttlcato, · · · • •& 1 soprsdt-tt1 • "'""• vennero u veraficare 11 prJnc1p10 ,. 1uamato dal Pasteur della cariabile ri, ulen.;n, col qraale e'intende h


168

RIVISJ .\

ct.c al r.irws di'ila r ablda di stratln, o~sia, ricavato dali~ midolla di cani spontnneamenle rabbiosi, Aè'!Ui<~la maggiore varolenza dai P'•~~a!!u' "Uc>(·...::c:i vi altraver~o conigli e C8 \ ie. Questo virus inoculato ,.,ubdur al111ente in un coni~dio c:viluppa la malattia in 14 dorni; il viru~ da IJUeslo primo coniglio utoculato put•e subdural menle in un secondo, la sviluppa in 13 o 1~; ·• co:;ì dopp H pac:sag~Zi l'incubazione si r~tluce a "Oh "' ;1•-'rni. Provat~ eh~ le inoculazioni suùdatrali di midolla robiche sviluppaìao la rabbia, per 'fU8nto <IUe!"ta fo~~e ben defìn1lR nei .,uni CRralleri da non poler esset· confusA con allre l'ormA, pe•·cht: quec:to sviluppo di malaUio potec:~e collezar-i all'inoculRZI(liiC sub mrale di midolla rabtche, come èffetLo R cau:;a, e quindi !:!Oile\'arsi all'ltllezza di p••incipio spaa·imentole e tli cr aterio •laa;noc:tico, era necessar1o agli autori pro,•ur·e c he la roalallia sr produ<·e e<:clusivamente dalrinrJculazione subdural~ ab 7ca. e:;cluden losi O!:'flr a.tl'8 inf1u8117.Q. Soprnltullo bi~ognavo esdudere l'iunuonzA tlel lt'lHrmati!'IIIIO sul renlro encefalic>o, e drmoslrnre che le couvul-.ioni e r· ·t·ttli>'. 1 he .n· !'or.;ono lopo l'inoculazione e fini"eono colla anr>rte delrolllmRie lrupunato ed II!Oculato, 11011 <:ono !"iutorui del di,lul'lJo we,cauicfl, che s' inrlu ·, ,..uiJa \il Il molt•ice t> sensillVIt del ~i slema lll;lrvo ... o, m;\ sintomi delln r·nbbiH, che si geno-a'A per dAL·• e fatt•> · :ell' in O<· u az une. R a prova 11011 fu rlJrtìcilc. 1\cquìswtft pratica nel trapanare vd inocuJar·e, c-li autori cnn rn··glio rhr> GO opet'RZioni riuscir ono a prt,va1·e fino all'evidenza rho il lraumali>~mo clell 'i n(J(~ulazione ~ubolurAlP, fatto ;,1 l·ian•o. O""'ÌA St!ll7.0 vir·u- rabico. -<ervendo i tli ernul-.ioJni dr midolle normali, o di altre miseele li•Juid•1 (colture di bacilli di Eber·th1 emul"ione di Wl pezzo ùi nca·vo sialico pr~>~o dn un cadav••r e di leLRnico, emulsione di linroma spca·imenlolu), pnrchò 'igor·,snmenL•• ~t~>l'ilitzale. otl ò del Lullo innocenl~; o "'0 in qualch•' ~a--o ha pz'Odolto la morte, que..-.ta <=i è AVvP.rala con sinlotni molto drv«>rsi dalla t·uhbia e le madolle dei corugli modi in que!"Lfl C"p"rienze, ìuoculale ~ollo lo dura 111adr.. di allri couagli, sono rimnsl~ l'ènz.a etreUo. F inora il pr ocedimento tle,~rli autori e analogo a quello del Pa,teur: e-.si misero meglio in rilievo !JU&IIo cheil Pa~teu r


lfF.DICA

169

aveva 11egnalato. ~fa le lr>ro conclusioni :;1 allontanano da quelle dell'illush·c biolott"o fJ·uuce.se. 'IIIIIJIIIO e<>si <(j fanno 11 neercare per ·1uale strndn il viru!'l rabico si d11fonJa nell'organismo. S1 sa l'i1e ~e\·ondo il Pe!'ltcur •lUPStl) còmpilo earebbe afrirlalo alle vie sanguigne: ~Xli nuLori inwce avrebbero dimostrato che la dìJfue;ìoue avviene principalmente pel' le .U. di ner"i. E:;!i inoculnrono il viJ'II!' nei nervi sciatici

• mediani di ·~n• e conigli, P ~empre riuo:;cirono a riprodurre la malattia allo ~le'>;.o rnodn che collo inaeziona !:Ottodurali. Se le difl'us10ne nvvenis"P. per le vie sanc::uism~. come potnbbero riu<:ciri! innocenti le inocula7.ioui soLloculanee delle emulsioni rabiche c danu(,-.e invecl! le inocula7.i<or•i nel parenebima di'i uen·i t Nei sin!.!oli ~>sp~>rnneuli \'Orio cogli Animali e col nervo ino· colato il periodo d'tncubazi(•ne: ma l'eff.;lto fu «tmpre uno, lo av1luppo della malattia, osservato co'lnnlemenle in lnlli J c&l!i e controllato dulie IIIOCclaziom ~uhdurali. Ln !:Ìntomu&ologìa Mi ~>ing-ola ca~i pl'el'l~:~ntò var11•tn, che !'l<Jllo il lato clhuco e p&to~~uetwo !':lino tlegne di nola. Oopo l'inoculazione IIOUoduralc ::li animali cominciano col diventare irritabili: non man~:iano: se feuunine e :..:ra ...idc. abt rli"t·oun e pt·e"enlano uno stato di !':lupore tullo parlicolfH·e. In que,;lo per1odo ai Ot\&ervano o ... diJa~ioni te•·anicile ~ui 3fJ•, iO•, iW.5 cht:! in tleRUito rimeltouo t! di lllflllo Hl mano che l'nnirna le !'Ì l'affreddn ho a prendt>J·e la temrl<'raturM dell'amhiente, !"'iniziano c l<i aceenluano i l"oawrnPni purnlìtici. ~egli nnirnali adunque iuoQiaij ~ubdur11hnerate la "Ìndrome !':' ini1.in coi fenomt:!ni enCIIèbci; i renorn .. ni dello ::fera moli)I'Ìit ,.opravven~.:ono in 8et0ndo lP.mpo Sur;cctle l'mverso nef.!li nnimali. •·esi virulenti colle inoculnzinui intr·n-uef'\'ee dello :<C:Ìnlko e del mediano, : quali i ~rimi l'atti. da t- f'Ì oc.:sP.I'VIHIO, c:;ono una o•rta dr•nellarto Ìn()culalo, una tal tJI•&Ic incertena nei mo' li, che, crl'<;cendo in c~ten~ionc d in gntdo, di\'lene ~ J>8t'et<i, ra•·alisJ th•ll'a1·to inoculuto auedesimo, mentre la mobihlil nc~li allt•i Mli ~i cou ...crvA integra . e l'ani· m~tra uno ..ccilabililil e $t!ll::;ibihlit ancora normale . .._PI'0$~.00 cl-i e la parali-<i dall'arto inoculato l; i da !fonde ed llertt, mcotumda lo stupore, e l'animale ruuore uelln

.,..:..r.a

=


IlO

RJnSH

paraJic;;.i, che sempreprogr e itsce,nclla tnco~cien7.a che sempre più F;'accenlua. ' Ben si vede che da questa sinlotnalologia.•apparenlemente

diver;oa, emerge un concetto sPmplicis~imo di palogenesi, che ad evidenza r ivela C!<F;er i nervi la via di diffu<>ione Jet-virus rab1CO, e questo concetto è lumino~amente controllalo dallo sperimento. Ucci;oi infalti gli animalt in diverse fasi delle singole osservazioni, e saggia lo il loro ~angue e lo varie sezioni del mtdollo colle inoculazioni ~ubdurali in altri conigli, poLettero gli au~ri meraviglim<amente valulare non solo la <>lraria, ma ben ancl1e la rapidità dera diffusione. Cof'l nei conigli, re>-ì rabici coiiR ìnoculazione subdurale, Al momento in cui, come sopra !'i disse, incomincia la def<>rv<><;~ enza, sono virulenti .::oltanto il bulbo e le pnrzioni supertort ciel midollo, mentre chP il ri!!onfianwnto lombare e le pnrztoni mferiori del mirlollo meje:<irno com• pur,. il sangue P aso:olulemenle 10allivo. GcciJ:;i invece 'lue:oli coni,dì, quando la muloll•a ha plu pt·o~rcdilo, quando !'<Ono spt•nlì i poteri che r·egolano il calore antmale, e la paralisi si è esl4>sa, allora anche il sanaue e le ~f>.zioni infcriot·i tlt>l midollo sono virulenti, 8 l'ultimO 8 dtvenirlo G ti ri$IOnfìRml.'nto lombare. Cosi pur·· nei comglì, resi rnhici coll'inoculazJone del viru~ nel parenchima dt·llo ~cialit'o, ed ucdsi in varii stadii, si vede che il rigonfiamento lombare è il primo aù acqni!>lare La virulenza. che suCCf'll!\ivamente si din'onde in allo, ed ir:fìne può e "er pure conc:tatata nel bulbo e n~>l sangue. ::, mi li risoJta.nze l'Il ebbero dai ronigli moculat• per tl nervo mediano, nei quali il rigonfiamento ceroicale diviene vil·ulenlo prima deJ bulbo, e questo p1·ima della ca{(da eqrtina. E, c;e st uccidonn gli animali un poco lardi, quando, cioè, tl vir·us ha investito tolto il midollo spinale, acc~dde rl'oso:ervare a~h autori che il bulbo (l'e lJ·atlavasi d'un cont~lio inoculato nel ner,·o scialtco) ovvero la cauda f'quina (~e tratLavast d1 coniglio inoculato subùuralruente) dava la rahbiu agli animali dì conll•ollo con un sc>nsibtiP> ritardo~ con ti che resl.à provato che il viru>:, oel (!iffood.·r~i per J'orgoni,mo non solo c:e~e Ja via rtei ne1·vi e del midollo spinale. ma beo snelle <>i concentra e ~i coltiva lungo l'asse cer<>ùro-spinale; ed a provare


lrEDIC-\

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questa concentrazione concorr·ono pure le O!"<.ervazioni che esponendo i mìdolli all'aria secca, la perdita. ù.;,lla vit·ulenza segue il cammino invet'!'O della propagazione. Cosi in un coniglio inoculùto per lo !'~cistico, ucciso il6' giorno, si l> poLulo con'-latare la parte del midollo cer,·ìcale più vieint' al bulbo rwn el"sere più virulPnla dopo 3 ~iorni d'esposizione all'arsa ;;ecce, mentre la parte pi!'t vir.ìnn alln canda equiua con~ervavosi ancora virulenta dopo 5 ~iot•n i d'essicr·nzioue. E come ~li autori nei conì!!'li e ca r.i. as~ogz»Liati a .l'esperimento. polellero bene <ii'-lingnere due lips di sintomi, un tipo coriico-bulilare ed un tipo :spinale propr;amente tletto, ~condo cbe la diffusione del veleno rahico era avvenuta in sen~o di;.ceudenle od in "enso ascendente, dal bulbo in giù o vicever:-'a, t'•)'-Ì pure n••lla rabbia umana po"sono cli5linguer~i (e l orA «e ne comprende b~ne il perché) due rorme fenomenologiche ben nelle ner loro caratteri: la prima è quella che ~·inizia con ;,ìnloml spnRii l'enom••fli ce.~cieali erli .'ltlmola;ione sessuale, paresi e paralisi defili arti inferiori) e che sì chiu.1P con ~intomi bulbari e eor•La<'nh (msonnia, O!lita.; ione. ansia re~pr ra toria, acrofobia, d isfaoia. ptialismo, idrofobia. ecc.): la "econda é quella in cui viceversa i sintomi cortico- buli>ari preceJono gli spinaJi. Quella si veritka ~ui mor!'ìcati all'arlo infer·iore: questa nei mor~icati all'arto quperiore ed alla fu('cia; l'una e l'allra pr•ovuno la dipendenza diretta d~lla reuomenolo:.rin clinica dalla l'Clic ciel primo inOMlo.

Crò poqto, in che QJi autori concorsei·o n-l a~!"adare la bnc.e eperimentale del uwlodo Ji cura pre,enltva del Pasleur? ~: noto che il Pa!:!leut' l"i è incJollo ad applirar e il suo melodo Ji cura, dopo d'a\'ca·e larznmcnte pro\'alo che i cani traltalt con L&l metodo non prendono la rabbia, "O :-i fanno mor·dere 10 anelce prima do un allro cane, 8icurrnnente rùl'ofoho. no note pure le obbiezionl ft~Lle al metoJo di Pll~teur, ;pe;:l~lente dal Fril'cla di Vienna, il qunle pPr ammellert.: e . eta del ml!todo avrebbe \"Olu!.o cun~nt.arlo sopra animali '::;~UJmence tnjeccaci eol me:.oo della trapantuione del cranio -di •moc:ula.tione · ollr" che ca m b'1a 1e cou · . I!Ottodurale: ma ciò. ztonr del problema impostasi dal Pusleul', il fJUa!e si JWO-

:1 ed


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1 -~

.RlVISIA

pose di rendere l'o:.-f!am--mu r··lratLJrio all'azione del \irus rabico inorulato per morsicatu ra e non per trapanasidne, non lieo~> conto del meccani"mo Cùl "(ll&le agi,.ce ::-nlular·mente la vaccinat.ioue antirahica. c Non c'è alcun ler·111ine 1!1 confronto, ùico il pror. Cant'lnì, fra unn inoculazione del 'ìr:1s rabic0 "flllo le m ·ningì e In morsicatura in qual ..ìasi punto della "UPI'l'fil'ie l'Utanea. /.a inoculrt.:ione .<;u/Jdurale parca il oirus (ai centri ner,·o;;:.i), f,i duoe couliamo col metodo profilalltco impedir che arrivi; "' ur~<. l'ugnalottt d n t.& addirittura al cuore. • e ali aulor·i dopo aver cl1;8'll8'0 a mente che il Pa'~leuc• rinc:ci a dirnm>tl'are 1\•rtlcacìa dl"l s uo nu~todo anche n~llc cnndizionì \'Oiut" tlal Frisch, uc:amlo uu metodo rapidissimo di racc:ina•ione in.tensica, esponsruno che anche o IO!'o fu dHln tlimo«lrare l'eflìcacra di>lle inoculaz•on• proteliJ\'e. lnoeulnh Il cormdi con ,·ic•u-. di slra~a p1•r il ncr,·o sciatico, l oli e .-.j furono so)ltopo<>li nIla VACCfnllZione nn!irabica e ~ t~unli p ·r e<~ntr .. l .. Dei \. 1no·ulali e non \'ltCCIOali conlra";:;"tl• lnlli In rabbta e morii'Ono. OPi l mot·ulllti l' vaccimlli, 2 ..olamentP I'Onlrac: ..er·o la rnalallia e n.o,·u•ono dopo un c·'rLO lclllpo, ::h aJI ri 5 an fArono immuni. MA 1\>fficac•a del metù·lo t: nw!!lio pr· 'ala da1 ri..,ultali pratict ottenuti nel

!ab ra· o della clinicn C'1nlnm. che ru ape: le• nel "'etlP.mbre del 1880. e chi' uccolse nel periodo' di cir~ un anno IS:J mor·sicat • ::;t .,zu l-.:111-r C•mto dei rnolli al r; malati cn·• ,. atnuirono e ello fur.,no subito t·imandali, o per·cl••\ erano stati roor<~icali ùu Animali manife"Lamenl" non ,.,oc::prlt• di rabbia, O pcrcftc olf1IJ6 morsicalure 1100 8\'C\'i\110 riportatO ::;O)U1.1006 di continuo. l 1~.~, curati (-:• lraLline 2~ che 8\'evano dn poco ullunalo la cura, quin J "'n davano ri... ultaro certo) rurono divisi in lr11 categorie: a) :\lor;.:cati eia antmal1 uccel'loli sperimeutalrnente ••lrofJhi (Curono t'l)~ IJ) 1\lorsi~ali 1a tll·llnali ricono~ciul1 iùr·ufohi ai siulomi co1111111i della raLb1n (furono 78); c) Mor~icali dtl nuimah semplit·ernPnte sospetti (fut'tJIIO 13). Det 131 lllrlt''idUI in !J8r<JIR, ecct-lluali du~ delpl'irno gruppo che mol'll'nno (fur<>e pe1·ché 1wn fu potuto inll•npr eudere a tempo la cura) lullt ;!li altri t:Odono lloriùa --olul{', ~:d m taluno ,jj es:>i ru dovuto praticare lo Clli'U Ìll~~n--iva. Con dò r·esla dintO!"lrato che la cura anli•·abhicu del P~:~;;teur fu a tòrto ac-


li t:OIC \

cu•ata di e--sei'\' nociva col pro,·ocare arlificiolmcnle la rahbia, ed a,·~bero potuto ben conclurlere ;::li e,.rrni autori all'efftc~tcra ,Jj delta cura, mu U!':&rono il mas~imo riserbo in lale conclu~'one, p~r nt>n !'nlt'lH'O nelle !"Oiite t]ne!':lioni; per non cadere • ne/fe solite inceric••r a cui dànno luogo {P r:ecc/ae statistiche dt:lla rabbi'l m·s~l! ,, confronto eon 'JUellc .fei eurati col metodo di Pa'3teur •· ~a i ri:::ullali oUenuli !'!Ono tali da farci cle~t !erhl·e che e-.. ,.j Jl0""'&.111l ~ontinuar(} le loro 0!"ser\'&zionr, a eh~ l' j,.Lrluto a11tirabico del Cantani, il primo ehe fu fnndalo in Italia, pn~~>a anche in avvùnire renderP Alla scienza ~d nlla umanità altri ~egnt~lnli ser,·igi, e non riesca per manr:anzo d' incorul{gl&lllenli in nulla inferiore di consimili i ..liluli !;lranierì. llopra 1lD& torma apeol&le 4l bronco- pueumonlte acuta OODt&gtosa, t h• l r•ror. A 11:-;At.OO C.\ ..... \:\1, - (Giornale ini erna.iollale delle s~ù n.ae mf'tliche, fn.::c. l', 188"'). Qu,.~ta nuova rormn mor·bo:-;a, eminentemente tra!'.missi-

bile dall'ammalalo al ::-ano, lanlu else, ad e--erupio, iu una ranuglia ne furono ,ucce""'"'amenLt> ,.,,:l·•le le !-ielle per.,one

ebe la componevano, r,t constatala in ~apùll I.!'Ìà da parecchi anm tlal pl'of. Cantani, 1l f]uale più che ad una inrezrone portela dall'aria, alll·ibuiscc il fallo della tra~mis!;ibilità ad un contagJo che ('li etTetlun prubabilmenLo per mezzo degli sputi. Dal rius!'<untn, rotto mag1slt·almenle dallo stesso autore, delle ~turre cliniche ," ~l ca'<i VI'I'Jflcalis• ultimamente in una atet~sa l'ami~lla, compo"ta della madre e tli quollro figli, !"i vede che In que~ ulllmi c:i ebbe una forma di bronco pneumonJte aeuca accompagnala J.u una )'ebbre rcmitlente che 11'8dalamente anmenLuvn c poi sct;mava Ono a ce:;sare, solo iD qualche coso et•a introdotta Ja un br•vitlo mtwcato e :durata IJScìllanle fra 10-J~, g•orni, accompa,:nala inoltre 11 "" tumeja::ione ncuta clelia mil:;a o da 1111 dimngra•traordìnar1o come lo ::-i ,.uole o"'ser\'are nell'ileo• ma non nella pneumonite fibrinosa. A quec:Li falli. co:wu ~ LUltJ 1 ca.,-, dec::criui, ~i deve ag~iungtH'a cùe. in tt·e eeeì si ebbe la Ja,.in.yiw catarrale con propagu~ionè allo

:lllo


li~

1\THSTA

trombe eustachiane e dolore all'orecchio, in due catsi un'il·· rilszione de1 nervi laringer t~on tosse convulsiva som1gHante aUa pertosse; io un caso una pleurite essu/lalioa sierosa della dut·atu di sole ~ · orej Hl un caso una neo'falgia sopra-orbita/e; ed in un allro urùrrita;ion.e delle men.in.{li du ra ta pochi giorni, e palesaf.asi fin da princip1o p r imo che la iperemia m~>ningea si fosse polUta attribuire a slbsi. Da questo complesso di falli clinici si deve venire alla oonclusione cL e in questi casi si é trallalo di una mlezione acuta , il cui elemento infellonle essPndo penetrat.o nell'organismo colla respiraztone si s poi fJssalo principalmente nei broncui, da dove però a ndò dtffondenJosi non solo per Lutto l'albero bronchiale, mo parzialmente anche fino agli alveoli polmonat'Ì è fino alla p)e\H'a da un Ialo e Ono aUa laringe, alla fat•inge, alle trombe eu<~laehilmc dall'altro Ialo: e ùa dove è pure riuscito a penetrare nel sangue ed a produrre quìnJi la tumefazione acuta della mdza e la nevr·algia sopra- or•bitale e la ir!•ilazione delle meninrii. Nella madrd invece, forse per la maggiora resistenza, la slessa infezione non ba polulo impadr·onirsi di lutto J'orgauismo ed è l'imasla limitata ai bronchi quale semplice iufezione locale o catarro iufellivo. Le ricerche praticate dal dott. Luigi Manfredi, per incarico avuto dall'auto1'e, condussero alla scoperta. che il microrganismo capace di produrre quesla nuova forma morbosa tanto dissunile dalla pneumo01lc fìbrinosa e da un catarro bronchiale diffuso, sia rappresentato da uno s/rPpioeocco mollo simrlc worfologrcameute a quello dall'erisipeh1 dr Fehl('isen e che nelle colLure in bt•odo foPrun delle catene piu volle rilliegale irreg.olarmenle e composte d1 mr.lti ei~:S­ menli (50·60); ma che per le proprielà palogene constalabili sopra animali ne dìfferi$ce ul>solulamente. Ft•a i diversi micrococchi r1teval1 dall'esame microscopico l'autnre r itiene essere tnoiLo attendibile che lo ~tNplococco "~Opradescrillo (nonoslante il ri'>ullalo nega li vo delle inoculazioni intr·apleurali eJ intrapolmonari praticate sopt•a animali) sia il vero mi· crorganismo infettante di (ruesla uuova rorma morbosa, e ciò :specialmente in base alla strao rdinaria quantità di tali


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atreptococchi rinvenuti n~!!li S!JUli, ed alla forma iniziale ~i diplococco nelle colture corri..:pon•lt>nll-' anco1'8 ai diplococchi &rovali ns~ieme allo streplococco nell'espeltorato. Quanto alla lerap1a d1 questa bt•oncopohnouile arut.a contagtosa, essa fu lirniLat.a al regolamento della dieta e dell'igiene, non e~sendosi mai ottenuto il rr.inimo etfetlo dai ~olili rt· medi smtomalici. ~è furono finol'a spet·tmenlati a.llrt runedi d'aziOne di~inf~::llanle, ~~a perchl;i 11 corso della malattia non tu rna1 tale ciR richiedGre meu:i speciali, sta per la convinzione dell'autore che le malallie acute !'li vincono mercé la re~~­ zione tlell'organismo ammalalo stes,..o, mercè la fehbre ed i fagociti, purché le rorze del meJN:imo :-i con:;ervino capaci di reagtre con protlltn.

Goatrllnato &lla determinadone del ltmltt dello •tomaoo ...,,aDte perou..tone. - P \C \:ooow<;KJ:. - (D·>utsc Jferl. Woclt .. N • .W. 1"87). l van tnelòdi fisici di rieerca ~ullo :,;Lomaco incontrano ora non hanno condotto a risultati del tutto ...:od.li!"faccnli. Il metodo piu ~icuro é ancora quello del catel~r·i«ro•l con o :,Cn7.& le modifiCilzioni in· lrodolte da Ho!Oenhach. S ..:hverher ecl altri. Ollrt.!cchè molli mulatt oppongono o-.la ·olt alla iutro,luzioue òellli :-ou.la, questo strurnl!nlo non pul'• es,.:ere auopel'ato o pet• lo meno deve essen' llclopol'alo ,~on !!l'ande cautela quaudo vt é pt·o· ce~so ulcero:;o. Auche l'inlroduztouc nello stomaco ili su·anòi llll8cele elf••r,·e<:centt é un mez:co tn molli casi m:;ufUctente, 8 collo sviluppo di molto ac1do carbonico e colla ciilataliOne ~l'l~ima dt·l vi~c••r·e chi rtsultall poco l:>lruri. La palpaZJOllP. 11 ptu dello volte ci la~;cia an·o!lcuro, e con quella ci é posaibUe delerm 1na re 1· 1umtt . . . ùe1lo stomaco solo allora che quesl<l 'Via cu:.ra é dtsl~o e "{lOr$;ente come un cu<>cino ad aria. La per'--~ne può far 118"Cet·e dei dubbi per la \'icinanza di altri ov._.,ri cont.e1 t· . lleiD leu l 8rJa. lu UO gran IIUtnerO di casi però è ato.!.re f>OSsihlle d!!tet•m inat·c eolla percussione i limiti dello &leo~· Ulll occoiTe perciò m·>lto e~er<'izto. Il meùtco pt•a· per rnas$imu di;;pensar•sJ dal ricercare i lam1l1 su~rnpru certo dtlTICIJitù e sino ad


1itì

IU\'lSTA

periore destro e sinistro, i quah del r·esto non offrono una !!t'ande importanz~ pratica. Assaa uuporlaule é invece In cletortnllltuion•• del lirnile inf•'t·tnr·e. e c1o «pe<'lalmenlP. in rapporl,. allu dro~uo8i Iella tl1lntazionr. Pacanow'-ki propone tli praticar·e la rirerca in J'O!'izione supina orrzzontale, col nHH•"Ìffi•l l'ilasciam~nlo delll\ pareti lllidominali, oppure in piP. l 8 slornaco \'UOlO. Se "l 3 Jort>ru la mi,.cela effcr\'cscenle que.''-~ "• mtrodurrà nello -.tomat:•. 11011 affollo v'loto. L'sutoN lrova 11 limitl' superiOI'O al margme 1nferiore cit~lla 5 CO• slnla ~ini':ll rn. Opf1111'6 nel r,• t-~pazio 111Lercoslale sini,lro. nella lintlu para-.te~·nale "l'L~lrtt, neJialiuen mamrnrllare Il·· quinto SjJ!II.U> wter·co~tale fino allA -.e"la co,ta, nella linen nscellare anlel'ior·t>, per lo p1u al margme inl'eriore della sec.;la oppurE' dell'olla ''e <'O<. la. La percussione dei limiti inferiori deve far;oi dal basso al· l'olio nelle l!nee l'Ori·ispondenli, oll1·e a I'ÌÒ deve,., pt>rcuolere te;;~erm.-,nt .... Fa•·end·• prender~:~ al pa~iente pol;iz.oni dtv<w~e si riesce a dtslinHue1•e rl tono del colon dRl suortrl Limpanico le~::rermPnle o;,morzato dello c;tomaco. l.a linea di ottuc:rlà dello c:toma.co le-~ermente ripieno può veu1re nE!llo sles-:;o modo deterruinata nei suot lrmili inferiori, quanrlo pei'O il colon rwn pt•esenli e~!lO ~les~o delle olluc:ità: ma que ... ln equh oco C:J può eliminare colla ;::;ommioic:lrazion•· •li un la<~· !òallvo. L'aulnre adoperò anche l'aci Jo carbonico per Ileterminare il limite inferiore. Con Josi le~aero:: non ·i fa alcuno c:po,.Lamento appreuahile dei limili naluralr, l'OD dof'lt for•ti dj rniscAla Pll'erve;.cerlle, il limite interiore ..i :-<posta oli pareCChi ct::nlimetr·i. Xel 'a linea parasleruule (,..ini«lra) ei!li lrow'l ne1 m,.,:ocn, ti 11mil•• nferh l' da tre a cin 111· cPnltmetrl al dt sopro dell'ombellico, no Ile tlorme eia lluatlro a set~ centimetri. F•1 ancitc d<'lerminat•l 11 rapporto t.l1 questo lnnile colla liuea xiCo-u111belhcnle e que!<lt> ri~uJl(, negli uomini come 3 : t, n~>ll o tloune cuwe :! : J. Fu prPso in cOO!llderazione ancho il rapporto colla Jarghi•na dello ~lomaco e si t' lrovalo la massima altezza non mai IIÙnorH delln massjma lar!!hcua. :\egli uoruir.i l'nltezza grunge fino od 11-14 centimr:tri (n•a·


lllEDlCA

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ximum 20, minimum 9). Nelle donne l'altezza risultò abitualmente di tO cenlimolri. La la raheua fu trovata negli uomini al più 21 centimetri maximun 25, minimun 16 centimf'lr"J), nelle ,!onoe 18 cenumetri. Il rapporto della massima ellezza colla ma"lsima larghezza Cu risconlrata negli uomini come 1 : 1.5- 2,0 nelle donne un poco più, cioè come 1 · 2. Nelle ùilata.-.ioni ùel v1scere il limite inferiore po6 discen· dere moltu sotto l'ombellico, l'autor~ lo lu~ trovato talvolta nella reJZJOne della pelvi, e le con Jrz10ni di altezza e di am· paezza si avvicinano rPciprocamenle, altezza l9. ampiezza 20 in un ca"o rirerito da Pacanowsk1 W a!!nt>r •lh la mo~simo altezza o 15 cenlimett·i, la maseima larghe7.za 20. ~ aueora da notat•:;:,i che si 1'8rcomanda in tulti i ca,;;i di far pl'endt>rt• al pti7.Ìt>Olf' lA pOSIZione SUl IOlO .Jp.;;trO O SIOII!IlrO, e quindi delerminure i limiti colla pa.lpnzione e colla pereu;,sioo••. Ta·ovandosi nello stnrnttco una certa quanlitd dt materie liquide, i rìl'ultali che cosi si ottengono coadiuvano gli alli-i metodi. ~clln posiziune verticale colle pareti addominali un poco tese la percuq~•ond è difficile, talvolta impos~<ibil ...

RIVISTA CHIRURGICA . .t.ooo è la41oata. l a laparotomia nelle ferite d ' arma da De lleU'&cldome iuteressautt l visoert. - ~ \:-<CREDP.. - ( lltsc:h••\led. Wodt"ltS. '\. ~3. 188-). L'autor e tratla . ced d lllPsla questione assai diffusamente e pro· en o con or li ne D . . base a•. lavora. di W egner e Gl'a · appr•ma, m vatil Wl~ espone le condizioni lei rias..c:orbimenlo nella capen neale ed 11 modo con cui i m.icrorganismi pene12


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lli\"IS f\

trati in cavità producono l'inrezione e la per1tonit~·. tonite purulenta si produc~: t• Quando in cavità si Lro liquidi che sieno capaci di nut1 ire microrgarusmt, i quali timi in t.sl caso si sviluppano con enet·gia maggior·e ùi q che può a vere il perilonco ad assol·birH; 2• QuAndo l' caustici od irritanti alterano la ~uper·t1cie del pt>ritoneo parando così un campo favorevole allo ~\iluppo ùeì m'""'n"'•nismi pal.o~em; ~ Quando <>pecialmente <>i avi una ferita periloneo (sta pure una puntura di spillo) colla quale gono mlro•lolll i microrgani~>mi 111 cavità.- Sicrome shok protlotlo da gravi ìnsuHi oppure do lunghe op chirurgiche viene abolito il poteri:' assorbente del peri CO!'i si deve e"'itare con curn o~li ristagno di liquiJi. cialmenle il !'laogue ed il ~iero devono essere meùiaole clrenag&rio onde impeJire che insorga l' n,-"''~'"'na: settica e hl <4apremia la quale ulti!Db, secondo l'autore, con sisltH•eùùB nell'avvelenamento per assorbtmento d1 ""J'Ul'""''"~ Oltertori t•tcerche av1·eb.Uero tlilo.oslrato all'autore che ferite d'arma da Cuoco penett•anti del ventre con pPrfor~t ztcme 1lel tubo mlr•stmale banno poch•c;~ima tendenza allu gua gioo~> !<pontaoea che si é veduto ve,-ificarsi in propoi'ZI appena dell' p. 100; ed anche nei casi {:U&riti 1e!' la !<e1mu•n. il dubbio se vi sia stala lesione di visceri. t:; beus1 vet•o che in alcum cast di perforaziot1e obliqua parelì grosse come quella dello stomaco, della ve~cica si è veduto la ferita d'ingre!'so chiudersi come una val per ec;alto cornbaciamenlo dei ~uoi margini. d1 modo che liquidi contenuti nel viscere ofTe"'O non potevano nella ca ... iUl peritoneale~ ma que«ti sono CS!'J rarì.,oimi. dinariament•• dal foro d'u"'CJUI i liquidi coul.. nult si nel peritoneo, d ~angue rislal-"na e •tuas• sempre insorge periton•le sellìca che presto coucluce a morte. Quec;tp appunto lA rondiziom che Jlltit<'R.no d'urgenza la IR.par·olo nelle feorìle penetranti dPll'Addome con lesione dei prima che vPn!:ano in scena i !intomi della pcrilonite g enerale. La laparotomia praticata con un rigoroso metodo antisettico non t\ pt>t·icolùsa, neuuneno se dopo compiuta l'operazione ~i à obbligati per un Lempo più lungo andare in cerea


CHIRURGICA

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delle lesioni e tluindi apporre punti di sutur~ oppure imprendere allt·e operazioni per entt·o la cavità addominale. Quindi un chirurgo uo po' sperimentato non dovrà mat aver paura della luparolomia in simili lesioni ma invece non esitare a pralicarla quanto più presto è possibile. In questo ml)do e~ll polrà salvare rrualcbe vita, mentre cbe colla cura espell.anle la prognosi è quasi sempre letale. Ma per poter essere aulOI'Ì?.Zali ad agire cosi ~ner;!icamenle bisogna usare grandisl'ima oculatezza uella diagnosi. Allo scopo 1!1 superarne le difllcnltà che troppo spesso s'incontr ano, l'autore consiglia, nelle ferite della parete anteriore e lalet•ale dell'addome, di dllalat•e il canale onde accerLarsi se ,.i sia penetrazione oppur no. ln quest'ultimo caso la ferila viene chiusa, nel primo inYece si procede alla laparotomia. Anche quando il proiellile é penelralo per il bacino, il lorace o la regione lombare può essere tndicala di necessila la laparotomia ~pecìahuenle se uno slravaso preco~e nella cavita periloneale (pl'ima ancot•a che msorga il meteor!smo) ci r1veli la lesione dei visceri. G10va hen pot'o ad accertare la diagnosi l'uscita delle feci dalla rentu oppure i vomitt sauguigni. Benchè per massima "i deLba as.t~tltH"l>i dall'operat·~: uello sbok, tuttavia l'operaZione o tmpel'losament.e richiesla quando si abbia motivo a ~upporrA cuo lo shok sia pr·od!ltLO rla gt·ave emol'l·agia inInterna. Quanuo la perilonile é già confermata non si deve P il operare. La laparotomia deve essere eseguita sempt·e da cLirurgùi l<perimentali. In quanto al lecntcìsmo dell'operazione l'sutore raccom~tn da tlì fat• ~empre la Japarolom1a suHa linea mediana e cunst~lla clae l'operatore solo introduca le mani nella ca vita ~dd~r_ninulo. l·.~li solo deve far scorrere le anse intesLinali. 6. llnLf!sltiiO (J'OV"..st· leso ·111 uno o pt'ù punti,· 1e f'Bt't'le st· ~htbuò~l'8 nno con sutura alla Lt~rnbert e al bisogno si pra"4c era a r e"ezi one. L e fertle del fegato, del panct•eas devono esser cl.iuc:;e con sulur& al calgut. Nelle ferile dei reo~ ~ della milza, si estirpet'8uno q~ei \'iscel'i in lullt quei cast Jn cut non · eav·•:. d . 5 1 pu6 domat'e l'emorragia. La toilette della ha Ila ornmale 1 . • a sutura delle pareti devono esser ese-

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RIVISTA

guite con molla diligenza e si fara il drenaggio con uu tubo di velro qualora si sia già man ifestato un lieve. grado di pe· r itonite; con quel drenaggio, 1>e occorre, si faranno lavature nel giorno successivo. Se dopo l'opel'&zione, non oslanle le cautele prese, insorgesse la perilonite gioveranno in principio le leggere dosi di mor fina e d1 atropina, quindi oppio e g liiaccio. Se poi si ba moli vo da temere che sia avvenuto uno stra vaso entro la cavità addominale e che questo sia la causa che sostiene la febbr e, é necessario rlaprìre Ja fer ila al s ùo angolo infer iore e canalizzarla con tubo da fognatura.

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Dell'uso dell'ovatta dt torba ln ohlrurgta- LliCAS-CBA PJONNLEM. - (CentraLb. Jii.r Chir. N. 46, 1887).

Redon riuscì a ricavare daJia torba un materiale da medicazione simile all'ovatta o alla fina stoppa, che seco11do g li uJllmi esperimenti di Lucao:-Cbampionoiere sarehbe molto adatta. allo scopo. Questo materiale possiede, onme l'ovatta , 1'e.lasliciU! e la cedevolezza, ma ~upera l'ovatta per un ma~­ giore potet'e d'assorbtmeoto e per il milissimo suo costo, ma più di lutto super·a gli allri malerieli in ciò che si oppone alla decomposizione degli umori penetrati nelle varie parli dell'apparecchio, cosiccilè anche nei casi di profuo:e suppurationi non è necesi'ario cambiare l'apparecchio che S.$Sai raramente. Stccome per la sua preparazione occorre una temperatura a~f'ai elevala, così per questo medesimo fallo l'ovatta di torba è per sé stessa completamente asettica ma si lascia &nche inzuppare facilment~ ùa liquidt artlisettici. Lucas Champi00· n iere utilizzò l'ovatta di lorba nel lt·atLamento di diverse fe· rile e ciò col migliore risullalo. però non applicandola direttamente s ulle ferile, ma come materiale d'ioviluppo alla stessa guil'a con cui st adop"ra la comune ovatta per fasciature. Per lo meno egli metteva fra la ferita e l'ovatta di torba uoo strato di garza ioòoformizzala. Dopo j vaota::;:gi l'autore ne enumera anche i difetli; tali sarebbero: jl suo colore bruno elle rende dirficile l'iconoscere • punti imbevuti dai liquidi segregati. Color1sce in


ClllRUl\GlCA

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scuro anche la pt:llt>; da u!Limo ha molta tendenza a sgrulolar"i c poh•erizzarsi; per quel'llO difello ne avviene che facilmente ~i staccano ùall'appart:rchio piccoli frammenti che vanno a insudiciare il lello dell'infermo; spesso produce anehe un sen,o incomodo di prurito cht· però !li può prevenire spalmondo le parti con vaselina. Anche Berger il quale ha inslituito analoghe esperienze, l'Jconosce nell'ovalln di lr rba molti vanta~gi; però sostiene dove~i tenet· conto anche dei sopra citali inconvenienti per lo che egli Ile crede indtcato c vantaggioso il suo impiego soltanto nei ca::;i di prolù;;~ suppurazioni, di flemmone diffu~o e di inflllrazi()ne urìnosa. l'r&ttura deU& p&rete intera& dell'orbita. e delle cellule ea..t4&11. - B HAA"'~ER - (.\1uneltnf'r. me l. ll'ocl e CenlraliJ. j'11r ('1/ir., N. H, I~R7).

Il CSI!f> t3 lh un inlet·esse non comune. Un uomo di 24 anni, nell'ull.una ~:uerra franco-germanica fu colpilo olla testa da una trave; caduto a terra privo di sen~.<i ebb·· in seguito ripelulamcnle verliJ:tini e vomito con violenti dolori alla meta destra del capo. reciatmenle al disopra dell'occhio destro come pure un senso di pressiono sull'orbita. In uno sforzo ùi vomtto e~li crnise ualla narice destra un lli'Juido btanca!'tro. Gli stessi ti.i~lurbi, !lO!o mlerpolati da qualche lieve migliora~enlo, continuarono neA'li anni ;;ucctssivi e da •1uesli il paZiente "Ì liberava lempot•ariamente :-e dalla narire destra sia c?lla pre~sione sio in 1111 allro modo sgorgava rruel }lr,uiùo btancastro giallo~uolo che si t•ra fallo molto fetulo. Soffrendo e~li di diplopia fu ricovet·ato nel 188u nello clinica ocuhstica ~~ Wuabur~, ùov~J fu diugnoslicaLa una fraHurn uella parete mlerna dell'orbita clestra, e si riconobbe ancortt che in se~ito alla morbo!'ll comunicazione tro la cavità nac:ale c l'or. te era avvenuta ìnflammazwne purulen\8 della mucosa l'il:~stente qut>lle cellule, e stccome erav1 anche esollahno o ..~ a dlplopta · ~~...-.. . • cr.,.l SI arom --e che il pus sllr-avet''-0 la ~tura SI r8CCQuJ' .._ l ..., •es~e fra la pcriorbila e l'osso, dando luogo ......1 a umore e all' ,., . . C!'n,,a1mo per p1 •sstone roeccamca.


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RIVI ST.\

A produrre que<>ti sintomi può aver contribuilo anche una iperplas•a del turbinato <>uperiore e rnPdio. perc!Jè dopo esportazione di uno piccola porztone dei medesim• fu Allargata la via per il va sseggio ùi rnalel•ie settiche. Il Ro.,emberger ha cueato l'infermo colla seguente operazione: con laglio a lembo fu m&a,.o allo sco perlo un diretto di sostanza dd diametro di un peno Ila una hra alla parete superior e inle•·oa dell'orbita e co"i ru aperto un ascef"~o che ivi si trova"R; ec:egui io seguito 11 raschiameolo dell'osso, si applicò il drenaggio, si fecero lavature e sutura della fe rila al disop ra del drenag~oTiO. Il decot•so fu dislu!'bato da una risipola, t"eliet>mente !"Operata; si continuarono lavature con iniezioni iodororm1zzale flno a che dopo poche settimane la ferita era guarita, l'esolLalmo -3 la suppuraz1one tlel naso scomparsi.

Spostamento della oa.rtllaglne lnterartioolare della m.&· soella. inferiore e suo trattamento m.ecUa.nte opera:ùone. - AN'I ... SOALE. - {Lanct> e Centrufb. fii r c/J ir., ~

..u, 1887).

AnnandaJe crede cbe i casi diaeno~licati per sublu!'l~azione dell'articolazione lemporo- mascellare consif'lano in una abnorme mobilìlà del menisco, mobllilt'l che può aver luogo per un esageralo e prolun(lalo E~L1ramenlo dei tes!'lttti che tengono a po~to la carlilaa-ine. A vulo riguardo a condi lioni morbose del tutto simili verificateRi nelle rarlilagini articolari del ginocchiO ed al loro efficace trattamento, e(lli intraprese la cura in due casi per rimo,·ere gt·mcomodi dipendenti da quello inrermità. M edi~tnle un taglio luogo Ire quarti di pollice e leg~ermente incurvato e partente dal margine posterior e del leS(amenLo laterale ha messa allo scoperto la capsula, incisa lo quale fu stirata m fuori la cartilagine. riposta nella sue normale posizione e fissala al per iosLio tlelle parli vicine con sutura di catgul. Ecco in breve ì due casi trattati dall'autore. 1• Una !"ignora di 38 anm in se(;uito a un forte conato di vomiLo ebbe immobihzzata l"articolazione tempero- mascellar·e


CHIRURGICA

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per alcunt minuti, pet·ò coll'aJUto dPIIe proprie mani essa

nuscl a r1dooarlo la normale anobilith. Mo il falto si rtpetè più volte in seguito ed ebbe per con!'-eguenza che la bocca non si poteva più apl'ire sufllcieotemenle. All'op~razione si trovò il menisco abnormemenle mob1le. La guarigione $Ì fece in l i giorni con movimenti tlella mantlibola normali. 2" Una r11gazza di 18 anni aveva due anni indietro riportata una lu""B7.lone della mandibola io sep:uito ad uno ~ba,liglio. La paztente 8le"'"8 riuscl a l'im~>ltere in po~lo l'arlicolazione lussata. D'ullora m P"i si recaro sentire det Jolori pèrsts\enti nell' urticolozione temporo-ma~cellare de::;tra cnn un senso da o--Lacolo at ltberi movimenti come di uo C• •rpo estraneo che entro l'a• ticolazìone st mo,•esse in vario senc:o. Vescicanti etl allt'l mezzi applicali localmente restarono senza effetto. L'autore che praticò l'operazione Lrovò ti menisco abnormeoumLe mob1le ed ancbr io questo <'.aso l'oper aziorte ebbe estlo fclict;:smlo. 8t1uUo sperimentale sugU e1fettt della puntura del ouore

Del out dl narooal olorotormioa. -

\VAJ..SON.- (Jow·n.

o.r th'! .-t n~Priean A8~oe., 11'\87 e Centralb. Jtir Cltir., N. i3 1~7).

L'~utore ha Calto espertenzt- sopra 60 ammali allo scopo di racercare quale influenza può a vera la punz10ne del cuore ~ casi dJ sincop~> cloroformica Gli 11nimali erano in tempo più 0 meno breve ridoUi allo stato di sincope colle IDelauona da cloroformio, e dopo i-4 minuti s i pungeva loro il c~ore ~llraverso le pareti loracicbe con un ORO da a~pu•a­ ~0=· 38 '"Oite fu punto il venlricolo sinistro, 6 Yolte l'orecta destre, :.J "Oile la vena cava superiore 2 volte la ,·ena cava Inferiore 9 1 , . • • . ' e .. vo te l ap1ce del cuore. Dei 38 nnunali su CUI 81 é f&tta l 8 . m vita. puntura del ventrtcolo destro, 9 ritornarono

Questa ounlur . rsi é ved ~ a per se stessa non é pericnlo~a; soltanto eas1 111 :ui r~na P•:orusa emor-ragia nella cavité lul'acica 11ei colprla la \'ena cava.


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RLVlSTA

DaUe sue esptlrtenze l'autore crede potPr coocluudere che la punzione del cuore, ~pecialmente del venlr1colo destro. promuove le conll·ozioni del viscere, e perciò può CS!-tere u~ala con vanlaggio coutro la narcos1 cloroCormica. Aneurisma dell'lnDomlna~a ourato colla sJmult&nea &1la.oolatura. della oa.rotide primitiva destl'a e della suoolavla.. - W AnroN.- (C'en.tralb. ftir Chir .• N. 43, t~8i). In un caso di an~>urisma della innominaLo, da cu1 era affetlo da circa un onuo ù 111ezzo un uomo di {2 anni, furono legaLe conlemporaneam~ n te la t!8rotiJe primitiva al !.ilo di elez1one e la succlav1a fuori degli scaleni. L'esito fu la guarigione complt!la. Da rJU •!>Lo ca.-o. come pure do stuJt . ugll scrilll di altri autori, \ \'orlon trae argomento a dimo«trare che la simultanea l~>galuJ·a delle due arterte ci fornisce miglior i risuiLoti roe "e si allaccia prima la carotide e quindi. dopo un cerlo tempo. 111 !;lJCclavia. La legatura della cat·otide sola non è mai s u rtkienL••. Sopra :~o ca~i, nouo!!umte questa legatura, 20 malal1 morirono in seguito all'aneurisma. In Mlte casi di aneurismlt dell'orco dell'aor~ eon ddTtt"ione del tumore suU'innominuw, fu allarciaLo s ..i volle la carotide con ri!<ullato parziale uno \'Oila e cinque volte con P.«tlo infaust.o. Per aneuri ..ma d~ll'innomi nat.a, la doppia alla ccialura, ma in due tempi, cioè prima della carotide, quindi, dopo qualche tempo, della succlavia ru pr alicat.a olto volle; tre ca..i guarirono, cinrJue finirono colla morle. I nvece l'allaccialura sim ultanea d~>lle clue arlet•ie, che fu esegutla :12 volte, diede per ris ultato 12 guariti, 10 tnorti e 4 miglior•at1. Conseguenze rlmote delle llla.laztoui dt cloroformio. u:-ot.Ah- (Centralu. m• CJ,r '\. 4~. 1 -;). N~ll'islitu to farmacologico di Bonn furono intrapresi dall'aut.ore parecchi ~perimcnli di arande interesse non solo per il mE'dico legale ma anche per o:;mi chirurgo che ..ia obbligato di praticare narcos1 ch" dtu·ino a lungo e che "pesso si debbano ripeter!:!, Egli "'per im enlando sui coni~di e su1 cani


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CBlJlURClCA

si è proposto ili sciogliere ìl quesito se il cloroformio introdollo nell'organi~mo mediante inalaziOne sia capace di pro'focare negli oraani alterazioni difllr ultive ~ali da mettere in pericolo la continuazione della vita, ~E:< sia capace specialmente <h produrre la degenerazione adiposa dei medesimi La rispoeta a <Jueslo quesito pare debba essere affermativa. Già nel t A83 l'autore in compagnia di Junker aveva faLlo esperimenti rn questo senso. Ora le esperìt>nze più recenti confermano il ratto che il cloroformio induce una degenerazione adipo!:'a del cuore, del pareJlchiroa del fegato. dei nervi, del diaframma ed altr1 muscoli a tìbra striata. Sotto certe condizioni la degenerazione COSI iniziata fa progr~--si, di modo che, p. es., nei grandi sforzi corporei, neUe ripetute cloro(ormb:?.azionr, nel somministrare medicine deprimenti, il cuore potrebbe mancare improvvisamente alla sua funzione e cosl avvemre !a morle. Perciò l'au~ore insiste nell'avvertenza rh non cloroformizzare troppo a lungo nelle diflìcili ope1·a~inni ùel cavo addominale, nell'eclampsia, nel tetano, ecc. lnoLLre gli individui nei quali ha durato mollo tempo una cloroformizzazione e che son disposti alla dE'generazione grassa in seguito a grandi emorragie sofferte e prolungato sogpiorno in ospitale. a cattiva nutrizione sono appunto rruelli che più risentono in se~uilo la !unest.a azione del cloroformio. Particolru·meole per•icolose sono le narcosi che vengono r1pelu\e a brevi inl~rvallr (di uno od alcuni giorni). L'autore crede che cer ti casi segnalati come acuta selticoemia, shock od avvelenameot~ carbolico e che finirono colla ~orte dopo pochi giorni di distanza da una cloroformizzaZione prolungata, devonsi aLtribuire ad un'azione rimota del cloroformio. 8

1llla patogenen dei oalcoll ren&ll. t,.alb. lur CMr., :"\. 4S, 1 ~",").

l\L~SCKA -

(Cen-

1\ilenuta insufficie nle la teorsa . deIl e diates1. m . rapporto a l la rormaz· 1006 dei calcoli renali l'autore diresse la sua atlen-

ZJone sopra cerr1 r ' diaturb· d enomeni concomit.aoti, specialmenLo sui 1 1 1 ~>g Ot·gani del circolo, disturbi che per la loro in-


RJVlSrA 186 lensilà si dovevano ril.cnere anterior i alla mia""'i dichia ratasi in tempo relalivamenle breYc Non si poteva adunque ammet." let-e che nemmeno la saturuzione del sangue in acido Ul'ico ro~se la causa prima delle alterazioni Ol'l"'ervale nei va~i e nel cuore. Le ricerche ripetut.amenle fatte sopra 136 individni solTeranti di renella o di pietra, ùiedero i seguenti risullaLi: 39 p re~en lavan o pronunziati r umori diastolici o si~Lolic i specialmente agli o~tii smt<~lt•t, con iperlrotìa di cuore; Sopra !l ammaJati aftellt da adiposi generale, con polsi piccoli e con disturbt a~malici "'' riconobbe l'esistenza ùi ùegeneraz:one grassa e di adiposi del cuore; 83 presentavano fenomeni di sclerosi arteriosa o generale o parziale; i due toni dell'aorta più accentuali oppure mascbet•ati da nunori, pol~o duro o celere e fenomeni rJi ._t.asi agh organi del basso ventre. Solo sopra cinque infermi non ru possibile stabilire una sicura dia~;tnos• circa i tli!;lurht propr i di una cardiopalia. Riguardo alla cosliLuzione cltimica dei calcoli (questi nou furono esaminati dalrautot·e che <>u di una piccola porzione) 12'2 consif'ltevanc;, in acido urico, 11 in acido ossalico è 3 in concrez.iont calcaree. Pertanto chi volesse sostenere che ::;ieno la condizioni diale.,iche qu••lle che danno origine alla lilia c:;i, dovrebbe ammettere un l{ran numero delle medesime, ma uoi DCID abbiemo mai potuto romprovar11e l'eststenzo. Jn !"econdo luogo è da notur~• elle neo;suo ammalato ru affetto da reumati~mo acuto. Piutto~lo é mollo probabile che lu car· dtopatiA si sia sviluppa ta non !'lotto pt•ocessi acuti entlorart.lttici, ms che p&r regnlu da più anni aiJ!Jia dato luogo a dislUI·bi, e rhP i dtslurbt prnpri della ltliast si sieno manifestati c.Ia uuo o tutt'al più ùa lre anni. Siccome l'autore non potè consultare alcun reperto necroscopico che illustrasse f}Uè'"te condizioni (falt.a eccezione per i tre casi pubblicati da Ehc:;te;n} CO!>I egli si è limitato a rivedere il protocollo ne~roo;copico di W urzburg e Lipsia c:opra tutto i casi di calcoli det reni (eccettuali i bambini). I reperti si possono dil'linguere in quattro gruppi : 1• 39 volle era pales~ e predominante l'affezione di cuore


CHIIlUR(;.ICA

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e dei va!'i; 2" 15 volte erano ammalali di prevalenza i reni; a- 9 volle !'Ì trovò tubercolosi e c~rcinoma; 4• e 2 volle aiLre infermità croniche (affezioni renali, ecc.). Se da quest1 quallro gruppi si liran fuori quei casi nei quali "' era prevalenza di disturbi di circolo, risulta di 'questi una proporzioni! di 7'0 % ~ulle malattie degli altri gruppi. !:"atta aslr8ZIOJ•e dai rasi del secondo gruppo nei quali la consociazione dì cardiopatia è generalmente conosciuta, è da osservarsi che quelli del terzo e del l"(uarlo gruppo si contraddistinguono in ciò ehe es$i coincidono con una diminuzìone dello scambio organico, che forse come tale potrebbe parer;-. sufficiente a favorire la secrezione di elementi litogenetici, ma più ancora, 8arebbero capaci, rruali malattie di esaurimeulo, a provocare disturbi nutr1livi del miocardo e diminuire la sua attività funzionale. Siccome le ipotesi smo aù ora in vigore sulla palogenesi della malattia (come diminuzione clei mezzi dissolventi, allerazioni di reazione nei mede~imi, aumento assoluto di sali litogeni, ecc., ecc.), non soddisfano completamente, cosi l'autore deJuce dalle sue osservazioni, che le essenziali condizioni ratogenetiche della litiasi sieno da ricercarsi in certi disturbi di circolo con success1vo abbassamento della pressione SROJfUigne e processi di stasì n.?l reni che alla loro volta producono un rigonfiamento dei tubuli reoali; quindi rallentamento di secrezione etl escrezione di orina, e conseguente depo!>izione di sedimenti La materia che lega fra loro i crislelli é somministrata dal catarro dei canalicoli. A questa d~Llr~na ~ovrebbero corrispondere 11 nche le osservazioni sulla lil1a~1. ùe1 bamb·104· ne1· qua 1·1 g l'1 ·m for.1 •· ur1c1 · · <.a.nto •~· f requenli· sparlt!eono invece sollo le medesime condizioni che dànno ~o;~ n~la formazione di calcoli. L'&uloJ•e trovò registrate ~ 1 tah.o.s:"ervazionisul cadavere le l{Uali starebbero a con· ennare 1 rtsultali ottenuti dal :\fonti e da Gerbard. .2~8 se n~o ostante la grande frequ•mza di malattie del cuore e_,, grot'Si va 51· 1· <:alcoli renali sono relativamente rari. la causa di questa seonco • . . . probab.l ~uanza st deve rtcercnre m questo. che mollo 1 un•att ~ente 681Sle un allro faLlore assa1 importame, cioé, . . a 1.tmen tazwne, . eraz1one del san gue ed un'1mpropr1a spe·


I BIS

RlVlSTA

cialmente l'alimentazione troppo ricca con insuCficientP atlivilà corporea. Da ciò ..,j spit'ga tl felto della grande scarsilil di casi di nefrolitie, i n~lta cla::;st! popolot•e osservati nei pubblici spedali in confronto di quelli che ~i osservano nella pratica prival.a, Finnhnent~> in base a cJuesta teoria si dovrebbe ~pieJ.Care l'ereJitil. dello litiasi non pella trasmissione della diate~•. ma piuttosto per l'ereditarieta dell"' affezioni di cuore e gro,.,.i ,·asi, In quanto alln terapta l'autore consi~ha, oiLre l'u::;o delle note acque minerali, la cw·a di Doel'tel modificata in modo che si tenga conto non lanlo a ridurre molto la quanlilà delle bevand~: Ja iugea·iJ·c:.i, •ruanto inveco della loro equa a•ipartizione nelle varid ore dd giorno. In luogo dei bagni caldi, esdi tro"ò preferibili le frizioni ft·edde e le doccie, ma piu eflìcaca i mo\•tmenti for..cali del corpo. Il vitto deve essere il piu che f'la pos~1bile r1cco d' ezoto; limi la lo mollo l'uso degli amilacei, proibito AS!:'olutamente l'uso degli alcoolici. L1autore asserisce d'aver oltenulo con questo metodo i pitl soddisfacenti risultati. Delle ferite dell'addome durante la •pecllztone del Tonkino. - ~~~lléll. - Centralb. fur Cltir ., ~. 48, 1887).

Yalendosi delle u~ ...et•vezioni falle durante la guerra del Tonkino, l'autore tenta avvirinar·~i alla soluzione di un intere~~nte f')Ue«ito, "6 l'ioé le ferile del ventre prodotte dai proiettili in guerra 1 ich1edano, indicando la laparotomìa, un trattamento ugualmente attivo quale venne ultimamente rac· comandato per le le!<ioni prodotte in tempi ordinari da proieltili ùi piccolo calibro. SCJpra 109 ferite ùa proiettile del ventre egli ne ll'O\ ò U non penetro n ti con 40 !tuarigioni, e 68 ferite perforanli COli Mli 53 morti cioe una mortalità di solo i8 p. ·;.. Da cJUe"'li t·i~ullali relativamente favorevoli, comn pure c.Ia! tempo in cui avvenne la mor·te nei casi letali, egli ~i crede autor izzato a conchiudere che, avuto riguardo alle difRcoltà che s'in<·onlt•ano per altuaa·e una rigorosa cura an· tisettica in guerra, un ll·attamento in terno con grandi do!<e d'oppio meriln d'essere preferito all'operazione.


CHlRURGICA

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Dallo studio di apposile tabelle compilale dall'aulor.:, lo Chau,·el che r ifllrisce il la>oro del collega alla l:ocielil chìrurgaca, t! coodotlo a conclu~ioni deJ lullo opposte, facendo vedere che dei 38 soldati che morirono entro le prime ven· tiquauro ore doflO avPr riportaLs la Je«ione, non meno di 2i soccomheUero dopo pa .. sale da 12 a 20 ore dulia l••sione, quindi dopo lrnscorso un periodo di l.>mpo entro il quale era po~ibile un allo operativo. In secondo lno~o fa notare che per pochi dei casi guarili sì ebùe la prova sicura chll la fer ila era proprio perforante; i dati che si son pre«i per \6· nire n delle conclu~oni sono molLo incarti. A\·uto poi riguarJo al faLlo che molle oper tuioni l•' ')uali una volta !'i praticavano sul campo, ore~ in g•·azia della progredita chirurgia conservativa possono essere rimandate tr.enza pericolo, egli spera che al chirurgo m ililaN sul cnmJIO resterà tempo !'urtìcienle per rivolgerè la sua alli\'ilù alla cura chirurgica più attiva delle fl.'rile dt>l veolre, ltl quale non lascia spel'anza di buona riuscita se non fallo immedinlamente

Uaa auova. opera.~one per la. our& degll a•oe.,i epatioL - li. ZASCA.t.QL. - (Rilt . Med. JO!trn. e c~ntralu /rtt' CJur., :-\. n, 1881).

L'autore deqcri>e un metodo di cura degli a~ce~si epatici, metodo che egh continua a praticare da due anni e che sopra ~l() casi gh ha dalo ottimi r isuJLati. PraUcata una perfet<a disinrezione della cute. l"i ra una puntura e."ploraliva del fegato, e per accertar;.J d~:~Jia esten81_0116 6 grossez.za dell'ascesso ei pun::rc 10 par ecchi punti. 8 • apre poi l's"cesso col termocauterio al suo h·r.to inrcrìore ~ esso risiede nel lo!.>o simslro; se è a l Jeslro ,..j apre, dnpo a resezwne di una o più costole, 'coJ termocnulerio prali· ~~do n~ senso del suo maggior diametro un'apcrlura lnrgo ptu C~"nlim..tr 1 • ·la !la quale si possa esaminar~ la C&\'ilA as<.'es~uR e. Se SI allonlanano Cra loro a surtlcienza le pordl i dell ascesso, la :;u; erlìcie del fe~ato si applica cosi b ..ne allo perelt loraeicht> e addominale che non è n temersi la peuelra-

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RI\"ISTA ClHIIVIIGJCA

zione di pus o dJ liquidi med1cali nelrnddome. Se l' A"cesso é ben lavttlo lu adesioni avvengono preslissimo. Su 50 casi operati dail'aulore in questi du!! ullimi anni, in nessuno avvenne lo :;travaso nel petto o nel ventre. Per lavar~ l'ascesso l'autore adopera l'acqua tisltllata a forte corrente. La febbre d·ordmario <~parisce as!'ai pre!>lo Un ristagno di pus pro· voca nuovt accessi ài febbre. S" nonostante la lavatura pra· licata in modo completo la febbre conùuua e !'i manifesta diarrea, è !"egno che si sono forUiati altr1 ascessi, ed allora la prognos1 è wfausta.

CONGRESSI

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Nono Cong re..o internazionale dilllledioin& e Chirurgi&. Sezione di gir.eoologi&.

Marledi, «.l sellembre. - Secondo giorno. - Seduta antimeridiana. Il doll. Tltomas More- Madden, ùt Dublino, legg~ una memoria intitoi11La: Delle cause e della cura della sterilità. \'i sono pochi problemi ginecologici che ci s1ano presentati cosi spC"-!'O e che siano d1 una importanza pratica piu granùe I casi che rnutore ba riuniti I'"""Ono rlividersi corne ~e!!ue: t• Casi nòt quali la slertlità P cau!'ata dall'impulenzll sessuale, o da una ostruzione meccanica rt~iedente sul ll'agilLo dalla vulva alle ovaie. ~ Cas1 di ~LeriJ t.à. vera, wcupaci di concepire a causa di aftcZJoni congenite od acquhlo dell'utero o det suoi nessi. ~ Ca'i di ster:lita dovuti o cause coslituzionali. -i• Casi nt!l quali la causa !:!Cillbra essere di nn ordine mo· rale, ìncongruilà sessuale, occ.


CO~GRESSI

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Jl restringimento del canale cel""icale è la causa più frequente della lllerilita; una operazione !::Oitanto può guarirla. L'autore raccomanda di operare con molta cura, per quanto semplice possn -.Pmùrare l'opoJra~ione, ol fine di olLenere una dilaluione suttlcìente e permanente. • Io mi sc:a·vo - e~ li dice- oli una forma speciale th guida che ai può introdurre in qualunque canale; io 61ccio p8S"are, per mez1.o di è'!!'a, un bi<;turì flno al di là dell'orificio ìnl<'rno, e m• cer vo eli un dilatatore ulel'lllO pot~>ntissimo. L'autore [>tll<S8 in r-eguito allt~ llession1 della matr ice ed alla parte eh~ f!~'<!>P. hanno nell'eliolngia della sterJlil8, all'l·nùomelrite cronica, l'd alle affezioni ùnlle trombe. Egli noo consiglia la loro abla i'.ione, imperocchè la punzione od il caleterH•mo di esse spes~o t; >~ufficient<'. Il dolL S. C. Gordon, di Porlhmd, non crede che e.qislano canali abbo;~tanza ri::Metti da impedire il passaggio degli spermatozoi. Il dott. G1·aily Hewill crede che il raddrizzamento dell'utero sia molto pil'a utile della dilalaztone. I dollùri r.aplhorn Smilh e Daniel J. Xelsou spesso attribuiscono la rau~a della sterilitl.t all'impotenza del marito. Il dotL Heevcs Jackl'on, di Chicago. fa una comunicazione

sopra Il trattamento moder no del cancro uterino. È b&!<&I.O sulla teoria che riguarda l'origine locale del cancro della matrire, solamente la sua completa e~portaz.ione può porlarna l11 cura radicule Conclu~ioni:

s•

.

. Tutte le operazioni che non tolgono interam~nte 1 lessul: alkrati saranno seguite da recidiva. d 2- Non ò po~~ibile ii stab1lire un limite all'estensione el P~so 111or boso, come pure non vi ò nessun mtervenlo operat eh . ,ft t ' •vo e ga rantt::~ca la completa esportazione dei ....ssu 1 mor b01:'l

3" !lion • 'ò pra t trare ' . dannosa ,..,..nd . fH d~\'e percr un'opeN17.Jilne o IS1 può · ,. De 1 r~corrPre ad un lrattamento piu beni~no. tali dell'i~~ allrJ ~etodi di trattamento sei volle raeno rnorrectoblla vagmale dAnno dei risultati cosi socidi·

,_


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CO~GittSSJ

sracenti tanto al miglioramento de,;:li accidenti, quanto alla probabilità dt recidiva. 5" L'islereclomia vaginale non climinuisce la sollerem.a ed invece di prolungare la vila della paziente la mPlle in pericolo. Il professore Graily Hewill, dì Londra, legge una memor1a inlilolata: Dei rapp<"Jrti che e.~i,~tono t ra le modiftr.<uwni sulla struttura dell'utero ed i cambiamenti che si produ·

cono nella sua forma Dall'appt'ezznrrH•nto esatto del voro rapporto fra le altera· zioni della !'!Oslanzll ul.erina eù i suoi cambiamenti di forma, è evidente che il periodo iniziai~ dì 'Jile"te modiflcaziont presenta un tntE're"'-6 lutto !'lpeciale. Generalmente viene adoperato il termine di metrile cronica per indicare le alterazioni dello sostanza ulcrina. E siste una modificazione str utlurttlt• rlella matrice che appa r isce qualche volta verRo la pubertà, spectalmenle nelle giovan elle che banno avuto una alimentazione insufficiente; i tessuti uterini sono molli, la paziente soflre. Questa mollezza non e, d'origine infiammatoria: l'organo è assai llessibile, e·l e~iste gent::ralmenlc una notevole flessione. L'autore ha de"crilto questo ~lato or ~ono dieci anni, e da allora in poi l'ha oc.servato sovente; il dott. Cbarle!'Z Scudder ne parla solto il nome di mollitie.~ utéritu.s. Que$ta alterazione di stt•ullura dell'uter o deve esset•a considerai~ come un agente dì grande importanza nell'OJ·igine e nE'II'aumento •lcll~ flessioni clell'organo. L'utero 6'"'~CIIdO .!h·ssibile allo c.tato normale, O"ni srot'ZO tPndera ad aumentare racllmenle la tlE>ssione; a piu rorle ragione ciò avverr1i nel C8"o in cui una rorza meccanica agi rà subilanearotmle e vio lentemente ~ull'organo. 11 p!'Ocosso di flessione doli(• matrice può durlrfUC l'!ssere lento o t•apido. La ftessilJnC ~~ permanente una volla che il tessuto uterino avrà riprec.o la eua consic.tenza ... wbile. La fie,,ione ri--ulta qualche ~·olta da una male conformazione congentla, o da un arre~>to di s~·iluppo aJI'epocu della pubertà, .:enza oltr razione dei tessuti. Nelle mullipm·e esiste una coudizione analoga, conosciuta


COXGRISSI

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1JOUo unome d1 im·oluzionc ulerma difelloFa, nello qual<> la eoManU dell'organo é molle: da essa M\'Cille è prodoUa la

fteuaone.

L'emore r1tienn che i disturbi drcolalorii che accompa,_..o la congeflione ulerine provengano da una corrt>rtle arteriola debole e dalla comprt!~::iono tlt!i tessuti dell'or~ano eaaeta daiiH llessionf\ eoesi~tenlc. L•o&ero ai nette in modo pt'rrmtnoule dopo che ;<t é manir~:­ ala&o iJ proceSSO ol'llldorimenlO,t!e iJ(08lO dal Jacobi <:01 nome. di metri&e crouica. B8fi eonsidern che l't!odometr·ilo è t'RU~~t.a da un~ ifiertrnlìa coegesli•a delln muc~a uter&na, e .Jall" rilenzione (ti !:!ecrèdotn i!'r1lanU, eceetto ' ca,i d1 gonorrea o di ~ifilide, l't>mlometrile sarebbe quin li ~:;:condnt,a. Seduta ponwriiliaua. Il dott. W. H. \Valhen, di Lrtui~vtllo, fa una comunicazione auLa dilatu:iunc rapida del eolio dell'utero. L'autore ho tl\'ulo occasion~ di notal'e i calli"i ri!<ullali che dèla dllatt•zione ùcl canale cervicale colle «ondt! e colle inciSIOill prallcalo per la cura della d1«monorrea e Jella sterilita. La .Jilatazrone rapi,la col dilalRlore a due valve. o megho ancora con un 1slrum-:nlo di ;;ua invenzione che surruga d dilalalore d'Elhln~er modifirato da G,.,orlell, da ri«ultatì molto più eoddiaracenU. Eglt ricorda che 1:u~o delle Lente può essere M@oito de endouwtrite, da emntncele pPhi~'O, òa intiammazlofte per1\oneale f• pelvicR, •la l'lellicE'mla e da U;tano. e che WOn eembra produne mighorom~ntr. permanente. Il ùilalalare a du~> valve i> comparo.live.nt~•nle aRellico; i pdricoli imed nller10ra ~ell'opcrazione ..ono. per ro!"i ,Jire. nulli; BUerlace quA"' !"empre la Ji~:menorrea, eol abolis~'e .,o,...... Ila eauea della "-leriljtà. L'iDci•tonean•~ • . ......_d ...,rtore.posteriOrc. o bilaterale Il el collo, estenYate n~ .P& rete va~inale, o allra ''er:-o l'orifJcio interno, meg dellmtrodll2ione òella ll!nta l..'aatore dilata 1·1 , · - . l'an te co•lo nel suo gnbinetlo di eon!tullazione 88 818 • ....._ locale o generale, t permette alla paziente a cesa dopo qualrhe minuto. Qu.e.ndo egli vuol dila18

=li

an.


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COXGRit.'ISJ

t.aJ•e al di la d'un centimetro, f» una iniezione di morfina e atropina ed acldormenta la malata col cloJ'oformio prima operare. Egli raccomanda la più grande pulizia c l'osservauza del precauzioni antil"elliche; e.zli si ser'e di dilatatori di tre r enti grandezze. L'operazione è controindicata nei casi d'infiammazione vica e di affezione delle trombe o delle ovaia; bi!:'ogna inol el"«cr certi che la causa dei disordini r isieda nel canale vicalc. li dott. A . .Martin, di Berlino, <'onslala che tale on4~razio.ne ha ratto notevoli progussi e che l'islrumento di cui ctì ser·ve dott. Wathen soddisfa le indicazioni megho degli altri tori. Pertanto si dilata troppo spesso. l dottori C R. Reed, Goelet, Slen•on, Wecks ed altri dono porte alla ùiscU5:l'IOne. Sezione d'ottalmologl&.

:\fat·Ledl H settembro. - Secondo gioroo. meridiana. Il dotl. Henr~ Po\\ cr, di Lonclra,legae una memrJrin in lata: Dei mrcrobi nello !!oiluppo t! elle ma.latiie degli orchi. L 'autore p&!; sa in ri v1sta le ric·erche di Pasteur P di che lo ~eguirono nelle "'coperl.8 dd la naturn c del mo•lo di pagaZIOne dei microbi, ra allusione .dle C!':perienze dJ H e rli allt•t, i quali d1molllrerono che la pref:(enza di questi crorga1w•mi genera la malattia: riCtlrda la scoperta ciel crococco deiJa sifihde e del gonococco dell'onalmie. Il ~laz lo plerigio, la blefar1le ciùare, In congiuntiVJle purulenta, la cheralo-ii'ILe, la nevr1le oLlica, !'OliO d'origine microbica. Il microrgan1;;mo può e~ire m li·~ man1ere: t• Penetl'8 nei Lessul. e h pri\'8 ùell'alimentazione necessaria alloro l"\'iluppo; 2' S'app1·opria tutto rossure 10; 3- Può generare <ielle ptomame. I tu ... ::-uli allo :stato normale pO"<P.Ono resistere a~Ji attacchi


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CO:-iGRESSl

ài microbi ordinarii cne ~i lro,·eno uelral'ia ddlt- ~r·andi eiUA:

1a rauee t' la cacht>l':"l& pos-<ono formre loro un terreno nel quale essi si sviluppano con facilità. Egli ne conclude che bieogna evitare tutto ciò chP. può nuocere allo stato generale del malato ed allontanarlo dai centri di popolazione. Egli ricorda che sul mRr~', ad una c.erla di~lnnza dalln terra, l'aria oon contiene mirr·ohi. J dottori Aba iiP e 1\Janol~scu fanno akuM c,sservazioni eulla necessità rigorosa dell'anLi~ep<> l 1n O:!Jli 0['1 •razione "li)•

l'occhio. Il doLL Heyl, rli Filac.lellla, considera e!;c:ere erroneo pen,.a•·e che un rimedio, che a;:;isce su un microb•o contenuto in una .oluuone gelalino~~:n, possa t!Uarirc l·· condizioni morbo.-e prodoUe da quello, c che si possa a volontà ::;ostiluire un anUaeWco ad un allro. Il doll. B. Baldwin è d'avviso che i l'isultali ottenuti prima della scoperta de~li antisettici erano altrettanto buoni quanto

aono oggJ. Secondo al ùott. Landolt. ùi Parigi, non si usano mai abbaelanza preeauzaom nelle op~>razioni sull'occhio, e le noc:lre conoac:ente sui micr·obi nPlle alf~zioni oculari sono incom-

plete.

l dot\on Galezowski e Key-;er raccomandano J'antisepsi. l clottor1 Reynold« e E. Smith non ne ,·edono la necessità. 11 doLL Ke~ ser·, di FJladelfia, fa uno comunicazione ~<U Il

trottam nto op ratiC'o della sinechia posterwre. Lederonu. prt:.$enta tanto piu p13ri~olo p~r quanto é piti eolida. Essa dà lungo ad att.acchi ripetuti di irite, per cui si for!!'~DO nuove adel'tlnze; possono manifo!'tarsi di~lurbi simpaIKI DeU'allto OCchi Nlde. °: Allo _ ~chè -ti centro df.lla capsula .é.l~aspa-

llle&od 8111 non eon$1gha d1 1·eseeare una porzione da 1r1d~. Il • o dello St.reatfleld è il mi!zlior·e L au1ore ··n uncmo · t.e , li".alt"'"'amo . . eiRieDe de m011tra , .. c he è una mo d'111a

l'lura :~•,trurnenlo di Weber; egli lo introduce per una

~. p

piccola che é PO"'Sibìle rutta con

1.10

a!lo La-

n doli. Gal~" k1 eon"'tùera . l'ope1·azione eccellente. Se i


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CO!'{GRESSl

disorùini inOammalol'ii persistono, e~ti ricorre ad UnA locale o ~enerale, e dopo due o tre sellimane nella ptu~a di e~J<i, pratica l'irJdeclomia.

8edone d'Jglene pubbUoa ed iDtern&donale, Mar!Adl, 6 f!ellembre. - Secondo giorno. Jl dotL J . .\ . S. Granl-Be), del Cairo, le~:rcre un artico inti10lato: La slCJria. deltiniene nell"Egitto moderno. Egli vi fJiqcute i metodi impiegati dal viceré ~f oham Alì, ùal k•·div(o TP\\ fik-Pacha e dal governo ingle!'lt'. Il dott. W . l - Schenck dà lettura di una memor 1a i1

lata: Del rapporto della medicina di Stato colla nlltrr.~nr·u­ dcn.za medica. Il dott. Richord H. Day, d; Btilon-Rouge, leg~?e un porto sugli c.f!<:tti delle inonda.;ioni del .\fississtpl .

Sezione dl dermatologia e d1 sUllogr&fla. l\l ar·tedi, H ~etl••mbrt>. - Secondo giorno. Il dolL G. H. Hohé. òi BaltiulOra, fa uua :;u Lo scilt4f'!KJ nnormale ciei peli. E>o8o ml~ret~~. a --pecialmenle allorché ha aede ~ulla fol'lunotamenle abLiarno un r imedio infallibil~: l'eleltrohsi. inleN!"r<Onlo nc,t.sre che nelle pe1•soue pelose lo ~viluppo denti :;ovenle non ò normale; cs'!e non ba'nno genf!ral che un numero ri-.Lretlo di denti. Il Da1·win aveva notato ~tesso fallo nei cani anormalmente pelosi. L'eredità é un lore 1mportanlL ~imo nella produz1one dell'atfezione. Il dott. Unna, d1 Amb~.:r(!o, raccomanda di rare il piu ~PC."'SO pO!>"JbJle l'esftwe i!';lo)ogico della pelle. Egli non dubita sia una rnulnll1a eL't•tlitaria: rua dal punto di vJSta ~ricnli lleo questa p1cgnzionc a Jn:>ufficianlc. Il cìolt. l'biu, lì Londra, cr-eùe che la malaltia. ,.ia do HIIà ad uno <>viluppo ti~iologico unperreuo. l Jotlol'i Gollheil, Ravogli e Reynolds continuano la discus,.ione. •v uovo metodo per la cura lo<:ale delle malattie della pr• /le.


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11 dott. Valenlin Knaggs, di Londra, propone di sostituir~ le emulsiont agli unguenti; egli ne ha fallo u<~o da due anm negli eezemt e nelle allre es«ltdazioni non <~peciftcl~t! con ?~­ eellenU nsultali. L'unzione coll'olio ha re.'-O j:'(randt ~ervtzt. ma et~•a non adcri.,ce alla pelle; "' può rJm~diare a quec::Lo incon,·eniente agl!iungendo alle ,oslanze oleo"e delle re~ine o delle gomme per otteeere emulsioni di gra<~,.O e di acqua. L'autore adopera la formala se,xuente: Paratlno molle. • . . . . gr. 30 Polvere dt !IOmma d'acacia. • , 1 ACido borico. . Acqua • . • • . .

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61)

Fa emull<ione. Si può aggmnger,·i del bismuto, zinco, "olro od altro me· dt amento. Il dott. Unna riconosce l'utilità di quc<~tn cura, ma conteeta la sua novità, imperocchè egli l'impiejla da mollo LPmpo. Il dott. H .T. Reynolds, di Chtca~oro, fa una comunir.aziqne su Un nuo,o metodo per la eura delle malattie della peli'! ~ausate da parassiti vegetali.

Nel f~tvo, nPila sicosi e nella ligna del cuoio capelluto è necessario che il perassila penetri llno al fondo del follicolo del pelo. Per \el molivo, dopo aver falla l'applicazione del rimerlio, egli mette il polo positivo d'una balleria sulla regione ma1a&a, ed il polo ne!!alivo su di un'altra porte del corpo; una leg~ dt ll!!Jco ben conosciulu fa penetrare la c:oluzione medicinale. Nelle tre o"servazioni citate, l'aulOre ha irnpiègato una soluzione di bicloruro all't pPr 100; ejlli vi bagna direttamen\e l'elellrode posiLivo, e l'applica !tulla parte malala. 11 dotl Thin considera la rorte soluzione di bicloruro come perJeolosa; essa produce mollre uno calvizie che può essere permanente. 1 dottori Juler, Datis Rohé ed altri prendono parle alla

4l.cuniooe.

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CO:iGRESS I

&estone di mediolD&.

:\larledl, 6 settembre. - SeeooJo giorno. - Seduta po ridia ne. li doli. Giu!>eppc Kòrii ...i 1 Jireltore delle slati~tiche cipah d• Buda-Pestb, le~ge un artrcolo intitolato: Del p1'eoeniioo d t Ila taccinazione. Egli p11""'8 in rivista lulle le opinioni che ~ono state emesse pro e contra il potere preventivo della vaccinazione; le statislicbe sulle quali e,..se sono basate non banno il valor"' assoluto eire si vuole loro attribuire. Aoche quando le cifre. provano eh<~ la rnorlalitA òPgli individui non vaccinati è s uperior e a IJuella degli individui vaccinati, gli antivaccinatori rispondono che la pt·ima categoria è composta di malati o dt.!boll, pr edisposti pel loro stato generalo a contrarre il va1uolo. ll doLl. Klh'osi r isponde a lor o. Egli dlstmf.{ue la mortalilà dalla letalità. La mCJrtalihi rap· prec:enta la probabiliiA che ogni essere vivente hA rli morire; la letalit.8, la probabilrlà d1 morte d'un individuo malato. Se noi conoscessimo, per esempio, la lelalità gen~rale dei non vaccinati, noi potremmo determinare se la loro lela.litA pel vaiuolo è più grandi.'; questa differenza dipenderebbe in· l!eramantedallaloro non vaccinazione. ~I a per determinare la letalitè generale dt>ì vaccinati e dei non vaccinati btso!ma che i regì~lri d'ospedale indichino in ogni caso (medico o clurur~ico) se il malato è stalo vaccinato, oppur no. Questa misur a é in vigore dal 1886 in 19 ospedali di Bu.Ja-Pestb e deii'Unghl!rie. Ventimila casi dimo~trano che la ldalilà generale dei vaccin&li è d1 8 per 100. e quella dei non vaccinati tli l3 per 100. Dunque l'asserzione degli anlivaccinetori é vera. Ma tr·a i vaiuolo!,.i, la lelalilà de1 non vacdnuti t'• salita a lì,66 pe1· 100; e:<:.so dunque dovrebbe rappre~enta re pre.«l"O n poco il 10 p. 100; ma in realtà essa é di 49,68 p. tt)(). Vi sono lutla"Via due ratlori che danno questo risultatC'; il cattivo sloto flenerale dei non vaccmati ed il fallo della loro non \'accinazione. In quelle condizioni, noi possia mo atrer -


CO!<iGBESSI

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mare che pel vaiuoloso non vaccinato la probabilità d1 morire è elevata a &00 per 100, unicamente perchll non f. !>Lato UCC~nato.

La non vaccinuione or igina più di tre volte e mezzo casi di YaJUOlo. La mortalità ò caltolata collo stesso m etodo, che funziona a Buda·Peslb eJ in aiLre nove ciUà dell'lin:zheria, ove e"SO 6 applicato inoltre alla sifilide. alla Lubt>rcolosi. ecc. 11 dott. Kott'>si discute lungamente i rapporti delle ditTenoli malallie tra loro. dal punto di vi"La ùel valore e della portata delle l'Lali:;ti::he. I dottori C:. A. Leale, Lynch e Waugh dividono le opiDIODi del dott. Kiirosi, di cui apprezzano la }femoria interessantissima. Il doll W. M. Whitmar~h, Ji Londra, fa una r.omunica&tooe $U La Mceirn:uione e la eura eli ra~teur. Etcli non coMidera la vaccinazione •:ome un preventivo conko il vaiuolo, heochè es!'la ·diminuisca le probabilità di contagio. La legj:te esi_ge iu Inghilterra che i bamu10i di piu di tre mesi siano vaccinati. Nel J'UO artic.olo sul met<>do di Pasteur, egli dé minutamente 11 modo di preparazione del virus per inoculazione 8 ~lega d prindpio dal '}uale deriva. Egli mostra gli apparecchi impiegati ed una soluzione di virus. Per Jui Pa~teur è un chimico c,cienlifico eli primo ordine, ma non è nè medico, nè chirurgo. B difficile liapere se gli baclivldui inoculati da Pasteur hanno avuto la l'abbia oppare no• .._~11 propone d'istituire una serie d'es perienze su dei con-

....,nali.

~~· C. A.. Leale ha l'occasione di curar& da 18 a 20 mila

. ._.o ~-lllelali ....

........

--

&n'anno. BencM qnalche ce11linaio di e~si · tcat1 da cani. egli non ha giammai avuto un

li mo~·

__ d'id ,

ro.ob 18•


~o

o Sezione d'oatetriola.

MartedJ, G settembre. - Secondo giorno. meridiana. Il doLl. Jame~ C. Cam~ron, ui MonlréaJ, legge un articolo inlilolalo: L'in.jluen;a della leucemia sulla graoidanza. Le nostre conoc;ccnzc su questo soggetto sono mollo hmilale. Noi sappiamo che questa affezione è frequente neUe donne, sopratluUo duranté la gl'a\'iJaoza e la mestr uazione, il !'iUO effetto sugli Ol'g&ni dèlla generazione è poco conosciuto. Es:sa s1 ~viluppo fre )Uenlemente •erso la fine della gro"iòanza. Egli cila l'os"ervaz•one J'una malata, nella qusle la leucemia era ereditarla. Il r•·or. A. Cilarpantier, di PariJ!i, fa una comunicazione sulla Urem.ia .r;pc;rlmentale. Egli da il risullalo ù1 esperienze da et>so fatte ~ulla pro· duzìone arlitlciale dell'uremia negli animali durante la g ra· vidanza. Egli ha fallo uel sangue delle iniezioni succe"~sive d'urea flno a eh~ e~~a VI si pr·esenlasse in eccesso. In que~Lo ca;o o la m orte del fr.to p l'Cee le,·a quella della mudre, e la quanlita d'urea trovaU\ nelle vene di quello era Qupel'iore a (fUClla contenul.ta nelle vene d~lla madre. Da ciò appunto era cou~ta la morte del fet.{J. Il doU. Williatn T . Lu~k, di Xew-York, trova che queqta ipote ..i è mollo in~t.!gnMn, • li doli. Alessandro R. Simpson, di Edimburlo{O, pr~>"enta una memoria su I.'uniformila rze/la nomenclatura olltetr iea. Il dolt. William T l.usk, dt New-York fa una •·omunicazione l'U Il p rognosltco df'/l'opera;ione cesarea. E :llì condanna "e' er~un.-nte la racililà colla quale si t•icorre alla <'raniotomia. Per la !';e~ione cesarea, un riassunto co~cienrio o delle «tab.,liche dà dei rìsult.sli favorevoh ...!:!ìmi, anche col metodo anhco. allorcllè le condiziorti ~ono buone. e l'operazione e fa~le con a!Jililll. Generalmente è po« ib1le evitare un cattivo esito. L'autore pa1'agona 1 l'iquJtali brillanti otlenuli all'estero


CONGRKSSI

'?01

eolla mortalità delle ultime op~t-azioni americane, e crede che non el potra formulare un pl'o:mo«tico più fnvorevole se non quando st aré imparato a riconoscere le indicazioni operatoN J!Mma del momento in cui deve tl e~uir!<i }"operazione. Ciò ehe psrelizza il pr..gres<>o tn 4UC"lo paese è la diagno:-i falwa; ogn• m ed reo deve e:.er·cil.at''-i u l'icouo~cer~ le d~fot·ma­ zlont del bArino. L'operat{)re de w almeuu a vere la conosceuza ~rlea deiiR tecni(•a da seguire. Il doli. M. Siin~ter, di Lipsia, legge una memoria che ha pet• ti&olò: l.'opef'a~ione cesarea. Il pJ'O('.ecrM operatorio dell'autore é preferibile a quello di Porro, allorehé ti bambino é vivn, OHero allorché il bambino é morto e la craniotomia e l'embriotomia apporterebbe la morte della madre. L'operazione non de\'e essere prali· cala che a condizione che la cavtlà uterina ctia stata mantenuta asett.iro; e~sa devP- rarc;i per tempo L'autore ju-.i:-~te sui punti segue n ti. t• Precauzioni antiselliche t·igor·oso 2• L'iucil>ione addominale, lunF'a 16 centimetri, deve cadere !!UIIe linea alba, sul cenl!·o del fondo tlell'ul~ro. a- ~ mc;::lio non eslral'rt! l'utero dAlla cavita addominale, tsal'lo che rl feto non sia morto, o che l'operatore non abbia abbattanza &!'~l~tenti. , . Lll legatura elastica non deve es!'lere posta prima dì apnre la matrice, perché mr.tte in perrcolo la vita del bambino, .ov~t>ro può includere uno parte del corpo del bambino, di 8UIBII che bi!5ognerebbe toglierla noi momento in cui l'operatore ha bisogno delle sue mani per un allo piu importan~.

r,• Bltoogua penetrare nell'utero pet• una incisione mediana anteriore • sez.•onare 1a placPnta o Bpm~erla • da un lato •trarre Il bamb' ' ea&eodere , mo per le gambe, e s~> la te~ta non pas!'la,

ilere

lmcnuone nella sua c .. tremit8 .<-uperiore al tine di

~eli .~!"' lacerazione dell'utero nella ùirezione del collo. " o a--.so tem . . .

minaJ po un 8'-l>'l"tenle comprune le pareti adJo1 0 1eo~;~n;. Ulo:.ro per Pvilare la 1 r,1cidenza dell'intestino, 1 1 & Il •qurdo nella cavita pf1ritoneale. pertcolr, di emorragia non è tanto grande corue :.i


CO:"\GRESSJ

suppone. La t.or!;ione e ~a flessione leggera delrutero e dei legamenti larghi ~eneralmeute la prevengono. Bisogna evi · lare, se é post~ibile, lo legatut•a elastica. 7• l ma.rgini della ferita uterina debbono essere riuniti con numerose suture. Btsogna evitare cbe ì punti di sutura passino nella cavita uLerina. Bisogna ollenere la riunione esalta delle sup{>rficiA sierose. La seta è preferib•le aJ fllo d'argento. U catgut prepa.rato nell'acido cromico o nel bicloruro dé ~:~ccellenti risullati. Il doll. W. H. WaU1en, di Luisvillé, fa un& comunicazione su La se.oione addominale pe,. l'estra.oione del j'eto. Egli la preferisce alla cranjotomia. Sezione di otologla . ~iarleùi 6 settembre. - Secondo ~iorno. - Sedula pomeridiana. Il dott. T. E. Murrell di Litlle Rock, legge un articolo inlilo· lato: Parlicolar,[à dell'CJr~celuo del n.egro nella sua struttura e nelle sue mi!.la.ilie. Le differenze analom1che sono mollo notevoli. La sordttà e le affezioni auricola.r1 sono rare. Il dotl. Joh.n Fulton, dì SainL- Paul, fa una comunicazione intitolata: Disturbi injiammatorii aaenti origine dalle eellule

masioidee.

Essi sono generalmente, è vero, secondarii adaffezionldell'ort>.ccbto esterno o medio. La dia~nosi è difficile. Il dolorP. costituisce l'accidente più notevole, ma sovente è situato mollo lontano dalla sede della malallia. La sola cura e l'apertura delle c.(lllule. Il dott. G. E. Frolbingham, di Ann Arbor, legge una memoria mlilolala: lndica;:ioni per l'apertttra dell'apofisi mastoide; il miglior r;wdo di ocelrtsione.

Il doll. RoberL Tilley, di Chicago, presenta una memoria intitolata: DeUa sìjilide ereditaria come causa di suppu,.a~ione nelrorecchio medio.

Egli l'icorda come lo sviluppo ddla cornea si avvicini a


CO~GRLSSI

~03

quello del timpano, e :;i domanda I erchè que::;t"ullimo non ;.a. rebbe colp.ito dalla stfihde ~me l'è sovente la. prima. 11 dott. c. M. Hobby, di Jowa Cily, fa una comunicazione su Lafebb~ccerebro spinale eome causa di sordiià. BesiOlle 41 patologia.

lhrledl Il seltembre. - Secondo giorno. Il pret!idenle legge •w a memoria su lA patologia della malattia d1 Regnaucl, con una intere~sanle osservazione. Il dolt. E. O. Shake~peor·A, di Filadelfia, legge un articolo inlltolato: Rieerclte sperimentali sulla natura infeltirJa del tetano tr·aumatico. Il prof. llent;· Sewell pr~enla una memoria che ha per titolo: Espe.rien:oe sull'inocula;ione preoencica del celeno ciel eerpente 11 sonagli, ùi cui la leLLurA é ratto ùAI prof. Vaugban, di Aon Arbt:lr. Il ùolt. De Solomon, di Michigan, fa una comunicazione su L'immunità p~odvita rlall'inie;;it>ne sotlocc•lanea di eultu~e eterili~1ate.

Sezione di biologia. Marte;ll 6 settembre. - Secondo giorno. Il dotL W. D, Hallibut!c,n, di Londra, legge una memoria lnlltolata: Para~Jone della cOa[Julasione del sartf)t~e colla rigidtid cadarerìea. L'az one del frè<IJo e di certi sali neull·i impedisce le coagulazione del ~angue; 'fUella del plasma muc:colare degli animali • eangue culdo è o<tacolata dall'impiego d'un me lodo analogo. La dtluz1one d· t . o p1a:.ma, cos1 trattato, porta la formaz1one d,un c08t,.•tue:. d' . . 111 0 aJia L ~ l mtosr11a cbe st produce il più facilmente • emgiperatura del corpo; a lì" C. non JIUÒ rormarsj. L ag unta di r • • • fermento d' ur~ •ermento prepar·ato 10 modo s1msle al 1 ferm ti Sc.lunrdl rocilita (1ucsta coagulazione. Questi due en pertaulo non c:o .d li . L . 'cl' . d . raeulla dall'azian . no l en cJ. a rJgt tlà ca. avertca "Yerle il fibrina e di _un rermenlo analogo a 4fUello che con· gena In llbrina .


CO.:o!GRESSI

LI' principuli differenze tra la formttziooe della mio«ina e quella della tlbrma ~ono le seguenti: t• La mio~<ina :-1 ridis.cio~lie fncilmenle in soluzioni di sali IIPUtri, e quesLa !'Oluzione e capace di coaguJarei di IIUO\'O per mE>zzo della cltiUz1ona e dell"aggiunta del fermento della miosina. 2" La cOn\'er.sione della mio!'ina s'accompagna a formazione di acido lallico. :r La formazione di miosioogeno in miosina non si accompafll1a alla rormal.ione di un'altra globulina. Que... lo tre condizioni sono differenti nella formazione della fibrina. Il tloll Thomas W. Poole, di Lindc;ay, fa una comunicazione ~u La necessita di modtjl~are certe dottrine .flsioloIJiclle sui rapportr dei nerci e dei muscoli. l mu>~coh mvolonlarii ed i nastri muscolari de11e pareti a rleriO!'e si contraggono quando il loro nervo motore à paralizzato o morlo. Le teorie di Traube e di a!Lri sulla respirazione di CheyneSlokes, e l'opinione clte i centri nervosi siano in uno stato d1 eccil.azione durante l'asfissia "ono assur de. L'elettricità é un ng~'nle paralizzalore deU'altivil.à nervosa. Lo stesso dicasi per la slricoina. !.'irritazione e l'infiammazione non sono accompagnale dall'eccitazione dell'allh•ità nervosa. A ne h e i muscoli volontarii si contrag~ono più spasso ùi qnello che ~i pP.n"i per una prh•az.ione di forza nervo!';o,

&uloDe 41 oft&lmologt&. Mat'ledi 6 elt~mbr~:. - Secondo ~riorno. - Seduta pome· ridiana. l l doli. A. Mooren, di Dusseldol·f, legge una memoria eh a ha per titolo: Il metodo piu semplcce per l'estrarione della cataralca. Dal 1855 in poi, egli ha fallo l'operazione 5019 volle. Egli non hs inventato nuo"i istrumenti. I progressi che hanno fallo l'anestesia e l'anlisepsi fanno si che l'ablltlé. manuale


COliGRRSSI

205

Eia un rauore di una importanza minot·e di quello che era pel pa~sato. E~li considera che la nellezza e la disinfezione sono id&nUche; egli evita anche l'uso .lell'acido fenico a cau!'a dei suo1 elfelll irl'ilanti. Prima dell"oper&zione egli lava con cura tutta la faccia dell'ammalalo, poi introduce nell'occhio alcuno gocce di soluzione di cocaina. Immediatamente prima dell'operazione nella le paJpebre con una !==Oiuzioni? d'al'ido borico al 3 p. 100. L'operazione può farsi senza specillo: i soli Jstrumenli nt>cessat·i esstmdo uu coltello di Graere ed una pinza ad uncini per fissare il globo. Eg:i fa una inctsione inferiort> e si serve del medesimo coltello per lacerar-e la capsula al~raverso la pupiUa che egli ha fasciala intatta. Esh·ao il cri~tellmo comprimendolo leggerme>nle, stropiccia la cornea con la palpebra chiusa e si s~rve ancora ùella !'lolnziou~ borica. Poi ra una merlicatura assai semplice e leggera. Quando esiste at><roma avanzato, pt•erer isce praticare l'iride~'tomia, perché potrebbe svilupparsi un leucoma; in tal caso l'autore fa una iriJectomia superiore. E~li si set•ve qualche volLa ùi un bi?.lw·l in ror·ma di lancia per rare l'incisione et! aprir·e la cap!::ula. L'iride rara!llente fa procidenzo; del resto egli non ec:ita a farne la resezione. ~ei casi non traumatici I'(Uec:to processo dà quasi sempre buoni risull.alt. Egli lo modifi<'a allorché la cataratltt ba un grande nucleo ~uro; ~e il cl'islallino contiene un corpo c:trsniero, egli Ca lrrtdedomia, al tìne d'evitare che esso cada nella ca vita oculare per le contrazioni nell'iride. Il ruelodo che impiega il Forster per fat·e maLurare la ca· \81'8lla ù il seguente: punzione della camerA anter·tore tl frizione ella cornea attraver!'o la paJpebra chiusa. Il dotL Galezo--ki di P ar1g1, . . pre.errsca ~ . . ta ""' , l'e'-ll'8ztone della ca tii'Blla nttra,·erso la pupilla ùilalata ::;enza iridectomia. Egli Pl'8 ca una 1 1 ritirand . ll,m ur~ sclero-cm·neale ed una contro·punlura, 0 11 e.tase d coltello m modo Ja rare una incisione ellillica, 0 10 . com·es!<ità del lo>mbo rivolta t-U!'e riot•mellle. Egli r·.- tea 1Jllci:sion . col mede e verttcale d~lla capsula, dall'alto al ba,-l:!O, c:.riat&llm:~ruo eoltello. Una leggera pres!'li\>ne l'n u~:;cit·e il

-t"

Gli accidenti po.. 'b· . ~s• 1h sono l'Hnia d~ll'iride, lu supput·a-


206

COSGRESSI

zione della cornea, l'irite e la calaralla !'econdaria. Po3r cvitllrc rernia, non hic:ogna portare l'incisione troppo al di fuori, né aprire l'orcllio troppo frequentemente; è meglio !asciarlo chiuso p~r cinque o "ei giorni, cambiando la medicaLura p~r ''•Jdere l'le vi ha gonflore L'miro lutione sotto la palpebra d'un dic:co rli g Ialina anll!'~elllca impedicoce la suppurazione. La ragione per la quale e"i"'t~ a"'ligmaLismo dopo l'e:olra· zlone della catarnll& la seguente. rn qua~i lutti gli occhi csic:le asliL!wali,mo, tanto nella corn~ cbe neJ cr tslallino, correggendo quello del ct·i.,Lalhno J'abert·azione corneale. Al· lor cltè quest'organo ~ tollo, il raLtot·e di correzione è perdu to e l'astigmoli"'mo si pl'oduce, mentre non esisteva pt•trna dell'operazione. Allorcht:: la capguJ& è dura e re.,istente. bisogna portarla fuori e lagliarla r.olle forbic•. l l dolt. N. Manolescu, di Bukarest, fa una comunicazione sopra: L'estra::Jion.e della cataratta sen.aa iridectomiaparago-

e

n.at..t all' a.&tra.:zione con iridectomia. Nelle sue operazioni semplici egli ha avuto prolasso dell'it•ide eJ allre complicazioni provenienti dalla diftìcoll& che egli provava nel ben nettare la camt>ra; egli crt>J& che la doppia operazione J>ia più sicura. Egli -,.i servo> di uni) J>Oiuzione di J>ublimato, di pinz'! ad uncini per la lacerazione do>lla capsula anteriore e fa l'occlu<tione d~lla reril.a con una spatola dt caoutchouc. Egli fa una medicatur·a chiu ...a ermeticamente che cambia molto pre:-to. Il dctL. Landoll. dt Pariui, nola che si arrivera a praticare una :;ola operaztone per la cataratta: rirideclomi11 e r cc: trazione. Jl doiL Abad1e, dt PtlriJ"ti, trova che l'estrazione senza irtdectomia può qualche volLa ritardare il processo riparalore. cd egli la riserva pci casi piu facili. Il dott. :\larmion, d1 Washington, divide questo parere. Il doli. P.>\\ er, di Londra, preft>ri~ce l'operazione sen1.a irirleclomia, impcrocchè la coc~ina ha re!':O gli acciùenli m eu o fre•Juenti. E~li fa la <~ua inct<liOnP più vicino alla sezione ~clero-cornea! t'


CO~GRESSl

l0i

di quello che consigli il dotl. Galezowt-ki; egli opre l'occhio piu rarnmente che è possibile; !<Ì serve di una medicatura leggera. L"irideclomia non impedisce ht suppurazione, né 11 nLorno della cataratta. 11 doU. Reynolds. di Louisville. adopera il coltello di Graefe nell'operazione semplice, ed il coltello di Beer quando pratiCa l'artdectomia. Egli annelte molta importanza all'ap~rlura deUa capsula. nella quale e!!li taglia un lembo a conve~!'ttà IIUJlt'MOre. Ell'li non fissa il Q:lobo con a1uto di pinze. Il dotl Keyser. di Filadelfia, dice che bi~o~no scegliere il processo operatorio secondo la natura della cataralta. Il doll. Bakcr. di Cleveland. fa una piccolo irìdectomia come cou,-ir;lia il Wolf d'Ecosse. Il dott. Lan.loll preferisce l'irideclomia larf~:a Il dolt. S. :\1. BurneU, di Washington, ba fnlLo 25 esLrauoni senza irl•lr·ctomia. L'operazione dA risultati soddisfacenti. l dottori K SmiLh, Beaver, Valk e Chisholm prtmùono parte lilla di'<c·usf'ione.

Beztone di ohtrurgla. Martedl 6 !<ellembre. - Secondo lliornc:. - Seduta pomendiana. · Diacu!sione sulla chirurgia addominale. D doU. W. N. Hin~ton, da Monlréal. crede che l'inlerY<lnto On&>rato . . . . •·v rao s1a anù1cato allorché il tragitto del proìelWe é incerto. • • In quanto alla co che . munacaz10ne del dott. Homan, :,.j stupisce ,_cilegh &bbia avuto il 10 p. 100 di ernie veotrah: e~li crede ... mente che 1'l d tlll 01 l' olt. Homan non abbia ottenuto se non n d:t~';ento su cin~e o~razioni per di:; turbi nervo;. i. ai é obbl' lì · Murpby, dì Chtcago, uota che qualche volta •ga a fare l"tnct;;lone · · · diaua al d1· ruort. dt:lla hnea meIl d per r&gglunJ:!ere l'intestino. otL S. C Gord di \re erme vent~ah an, Porll~nd, dice che egli ha veduto per iaLensmo '> su ottanta ca~1. Egli h& op~rato :l3 volle , e 25 delle sue pazienti dirauno og$-:i e~~e stes!'le


CO:SGRKSSl

che sono guarite. Que. to risaltato non corrisponde o. quelli di molli allri operatot•i. H dott. Cowdeo ha c:offerlo dì una invaginazione che it stata ridotta senza operazione. Il doll Donald Maclean. di Délroal, ra una comumcazione su Tre caRi di malattia chtrurgica del rene: rendiconto

delle oper-a•ioni praticate per otteMre lq, loro quarigion.e; loro eomplica:~.ion i e lrJro risultatt. l' easu. - Donnn di :!1 anni. Era "lato Jin.mo-.licato &.u-

more ovarico. Ctsli del rene. Lapsrot.mlia. Guarigione. ':? ca o.- Donna di 40 anni. Enorrne cisti del rene. GuarigiOne. 3• caso. - Bambino. Morto. Il dott. ~iarston le;~ore una memoria di Sir Thomas Longmore, di .Nellley, sopra: La dtffl~'oltr~ d• fornire al1r0ldato in co:mpag11a una m~'diratura t mJ•Oran.ea. La misut'a fu prt>~a pet· la pr1ma .,.olla nell'armala mgle~>e diH'aule la guerra di Crimea (18M). EMa è ot·a t1doltala in qua~i hall~ le armate europee. Il dott. Stern le::E,"e una traduzione succinta d'una comunicazione del pror. -.on Esmarcb. di K1el, sul meùe..;:;tmo soggeUo. Egh con~iglia una medicaturn antisettica. Il d<1ll Rel3ù Broclt\vay Bonlecou, di Troy, è partip;iano della medicalura t n•liminare arati!<Pltica. Il dott. J. K. StniUa è dello sle.. so avvtso. Il dolL Porler, dell'esere~to dei!li Stati Uniti, è ~tato egh ste~so r~:r1lo accadenlalmenle in una parlila di cnccae. Gli ru falla una medicatur·a t1llo iodoformio che egli non ha mai camhiato completameonlP, e la ~ua ft>rila guari senza suppu· raztone Jl dott. ~eurlòrfel', dell'armata au. triaca, leg~e una memorill intitolata: Dello stato attuale delr anliMJMia, e del modo rll applit:(~rla in t(.mpo di yuerl'a. Il doll. B. A. 'Vat~o11. dt Jm•,ey City, ra una l'omunicazioue "Opra: Il lrattamcnw tmme<lwto delle ferite d'armtt da fuoeo. E~li ricorda quali . ono i doveri del chirurJ!O uulit.are sul carupt) di battaglifl. Poi discute l·~ condizioni alls «fU&Ii deve


?09

UO~GRESSI

tocldi8fare un po<>to di Mccorso ben «ituato. i mezzi emollaUCi pià pretlc:i, la pulizia Jelle rerlte, la loro medicatura

lldlseWca. ecc.

D doti. Cullen ra notare quanto é difficile o~c:ervare le reple dell'antisepl'ia «ul campo rli balta~lia. Egli raccomanda cl tNaportare i feriti meno che è possibile. Egli ritiene cho J1 88Dg0e emt~so rlalla rtmta ::;iu il miglio:· nntisettico. D cloU. Williarn Varian, di Tllusville, O!;l'lr~ rva che il tr-attamento anlisell•~ ùa risultati mollo supt>raori. l dottori G. L. LanSlridge e Cflrnochan manifPstano la loro oploione sul valore dello medicature imweJ•aLe. D doU. L. von Farkas. di Budn-Peslh, legge un breve articolo che dà le statistiche degli eccellenti t'Ì!!ullali ottenuti aol1a medicaluro antisettica; egli mostr-a 1111 drenaggio spedlle ed uno specillo per l'esame delle fet'Jle per arma da

t.ooo. D dotl Eli A. Wood, di Pill,burg. pre~enta una memoria IOpr&: L'importan11a delle statistiche oitali u,/lìciali MlCe.'ler-

•«o e nella mar-;na in r-appor-io alla distribuzione {)elle pentiol&i. D doU. Daniele Smilh Larnb. di Washington fa una comullllcazione sopra: L'imJIOriaTisa d'tm codice internarionale per I...UtePUa medir:a dei prigionier-i di guerra. •s~on• eU lariD.gologla.

~· 6 ..uembre. a.

· S.•eonOo giorno. -

Seduta enli-

dott. Lennox Bt·own, di Londra, legg~ una memor1a inJ,Pç~ll: Idee atiutrli sulla patologia e la C11r>n. della tt(berco-

M lorbtge.

gencralwenle che i bacilli lubercolari CO>-tiluicauaa della loringiLe "pacifica; es"i penetrano pei ""Piratorii e si agglomerano neglt apici polrno!IAri l'elptriwone t- meno fort!'. é in gen~~rale secondaria aJ!a tubercolo~1 poie pa6 ~re szenerata sia dagli sputi che inf•·llino


2 10

CtlNGRESSJ

uun pntle tletuuJntu cd ira·it.aln dd lai·inge; sia. dall'emiga·Azinne d Ile ~porP. nltravcr~o il "t<>tema linfattco. P*'rcht'l Il bacillo pm<~peri, ~~~ occorre u08 superficie m alata sulla quale egh andr'il a tJ,,ar<>i. Lo c:teto generale del palltmle e l'a"!>imtlazione difello a dei .-uoi ttlunent1 in rapporLo ali& nurrizloo ~ dei le":.Uli, (a..:ori"'cono ptù lo S\iluppo della tubercolosi ·• IJUeUo che non faC<"Jano le condiziom dimnl.-.riche. La tuber-.:olosi larm{!ea non é colamenle econdaria, ma può essere primiti...-a. mn· nire<>tsllldO~I gh accidenti da parte del la.r.nze molto leulpo prima dello le ioni polmonari. Il lnrwge prcs~.mta l'apparenza .caraU~rislica; ,; <:i l t 0 \8 l'anflllrn7ioall', lA locnht.zazt•nte e le ulceri tubercolari; ma uulla "' rt"contrtt nei polmoni. Qualche ,·olta IJUesti sintomi Jocalt scompuaono prima chr> !>i manifestino i fenomeni de lla l ulwrc·ololli polmona1·e Curn. - .t\llot•c·hè la IDiliAtlllt uon é mollo avanzalt1, I'IH'ÌI\ òel mare P d••llc• monlAJI:llt> gaova notevolmente p~>r la Alla purezza; 1(1 i Mia:r.ionl dì VAJlOl'i di trementina, d'olio d'eucnllplll"' e eli nwulolc• dnnno buoni l'l~tlltali. L'atropi un n •t"co molln bPne, non soto come c~lmanle. mo uncùc como pat'll"~itieuln. L'ur~r>uac.:n CII i soli di calcio t~~i!'cono nello stes~o mod . nti pulì, 11 dolore, la to~se osLinata. sembrano dimmuJre thelro l'arnrniru lrazione dell'idt·ogeno !:>olforato; ma e liuhhJO che questo rneclicaroculo produca un micllornm nlo permanente. La cut'tl locale ò paù sod li...:rl!cente: dopo l'npplicaZ!one d• Il cocninn, hi--o!:DA Jii,lru~~... rM 1 noduli lubercolarJ col mt>7.ZO lellcrmocautcrJO "doll'nCJdo lalllco. L'autore non i scn·f1 del iodorormio u del iodol sciolto n el· l'clAN~. che egh h'O\'A troppo lrtJUint.:: egit è parli~tano d~l­ l'applicazione dirella ratut l'.oll'eiuto d1 un pennPilo di cot.ono. L'impiP.go conlinuo d111lo ,.pr~ty di,..tru~gc le ciglia delle cellule ep1lolioli. l calm nnti locnli e generali sono formalmente indicali. Ep;li pt·cfor isce l(• emul,.ioni fatLe con gomma d'acacia alle iu,.uffiar.ioni.


CO:-iGRESSl

2f l

1t ldiglloramento prodotto dalla cocaina è passeggero; la .......,. e la belladonna danno un solliP.vo più duraturo. ~uto chirur~co consiste nel grallare lo: parli af~~~:tll.. col eucehiaio o colla pinza, e nel rare una applicazione IHIW*IOieWco. b•sogna praticare inci~•oni, perché, sebbene e~~e YOlta rechino sollievo, f01·mano nuovi focolai d'inreper la steso:a ra~one non con,·iene operare i granulomi, - ··MoaJa respirazione non sia dirtìcolt.at.a. lrleheotomia è assolutamente controindicata; il laringe rice"e più abl:oastanza aria, e vi si Col'lnano colonie Ili raria fred1a e secca che penetra p~r la cannula può Jar a complicazioni polmonat'i: la piaga o;teslla può G!t!;ere ;.liJiletlda. L'autore condanna l'intubazione e l'asportazione F~-M·•Ie parti malate. pu.uuiuctllllll molti casi di guarigione eh~, secondo l'auCi'M'c~Cf!!l~ non sono altro che miglioramenti più o meno permadotl Coghill, di Ventnor, pCll!'U che il miligamento del

1iJore giovi tanto pel prolunltamenlo della vita dei pazienti la \erepeutica locale la meglio istituita. Egli usa insuf·

IJIIIIIolrti di iodorormio e di morfina. do&t. J. Solis Cohen, di Filadelfia, cita due casi di guaiiche •gli crede definitiva. E. Fletcber Ingal~, di Chicago, oonsi~lin l'impiego di ~r..,..,d'aeido fenico e di ~licerolato di tannìM con &C!1U8. di sprey. Coomes, di LoUlsville, prert>ri~ce lo iodoformio. Casselberr~·. di Chicago, t~·ova che l'adJo lallico è egli consiglia le insufllozioni di iodul. Ya.ckeozìe, di Baltimora. ra l'Applicazione locale

Qlll3der:ae d1 sublimato all'l c:u 2000.

(semlìto}. memoria del doll. W. P orler, di Saint-Louis, l!wao~aaie periodiche tlf'lle oie rzeree. !'l-•1llabl.ediato dell'emorragia laringe" risulla dal-


2 12

CO\GRlSS I

l'edema emorragico e dsll'asfi~sia da eeso determinata; molta analogia colla ~mollisi. La tubercolosi, la ;;ifllidt>, uno sfor·zo meccanico violento e l'alcoolismo possono produrle. Il d()ll. W . E. Cas;;elbet•t-y, di Chicago, ra. una comunica zione sopra: La cura dei J1Clpillomi del lar inge. Si LraLla di determinare quali sono i migliori mPtodi per la loro estirpazione. La pmza è il migliore istrumenlo per l'ablazione di pi~:coli Lumori; essa corrisponde male f')uando il ltu.not·e é voluminoso; imperocchè non ne toglie elle un pezzo per volta. Egli ricorre in Lali casi al cucchiaio ed al galvanocaulerio. Il dott. Coben opera i gro!>si papillomi a traver•so di una irr cisione della membrana crico·liroidea. Il dott. Ingals si serve dell'acido cromico. Il dott. Browne consiglia l'uso dell'ansa. Egli fa in seguito un disegno dimostrante la situazione e la gt·andezza dei papillorni del laringe del principe imperia!& di Germania. TI doll. C. Glover Allen comunica una osservszrone ùi papillomi voluminosi situali al disopra delle corde voc~tli, ed operati attraverso una larga inetsione della membrana cricotiroidea. St passa in seguito alla di~cussione d'una memoria intitolata: La diagno&i. dii1eren:tiale delle affe:.ioni lat'ingee, t u· bet'eolare, sijllitiea e t·e,tmatica. Il doU. E. L. Shurly, di Detroit ne fa un riassunto che è tradotto nella seguente tavola. TUB.ERGOLOS l.

SI FlUO E.

REUMA t1:5ll0.

lper()mia o convestione. Poco accentuala. Per<>tslente e no- Esiste sempre. tevole. poco accentua· ta, spe~so localizzela. Tumefa~ione ed inflltrruione. Costanle, con seds Leggiera. Rara. sulle arilnoiJi.


313

CO~GIIESSI

::.IFILllJI':,

TUIIROOLOSl.

REUMATISMO.

Conditomi e gom.,.e,

AJraUo.

Qualche volla.

Affatto.

Emorragie. Rare.

Rare.

Frequenti.

JloiJilitiz. Quasi normale.

Qua!li normale.

Eccessiva.

Ulc' razioni. Prequentl, s" 11 u ppanlisilentamanle: irregolari, gene1'8lmente sull'epigloUide e sulle aritnoidi.

Rare. ~ohlarie, ,un m etriche, con a1·eola.

Affatto.

Raucedine. Notevole.

P oco notevole.

Notevole.

Dolore. Nullo.

NnIlo.

Can&engono bacilli.

M uc.uQ•·

Coslanle.

SJ•Ilti.

Rari.

U dott. E. F. lngals, di Clucn:::o, legge un articolo inlilole&o. ~Ila la rmgite reumrztica f!roniea. Egli non ne ha riscontrato che qualche o::;ser vazione. Il .,.ore scompar•sce per qualche giorno. poi ritorna. L a dia&e.i artnUc:a l'accompagno. CIU"Q, - Spray astringeulc, Mlicilali, ioduro di potassio,

elcelint, ecc.

Il cloU. A. B. Thrasher, d1 Clllcinnali, re una comunicaliloae IIOpra: La resorcina nella eura del cata~ro nasale. a... •l &asitnila all'o.,~igeno; contrae i vasi e fa sparire aia CObpstione ~ l'i!,flammazione; e"~a é anli!'etLica.

lteeeomanda di ammini,-trar la <~otto ro r rna di pomata. da

.1-tO p. 100 di VMeline.


CO~GR&sSI

Seduta generale. hfercoledl i setlembrt'. - Terzo giorno. Presidenza de1 dott. Durante, di Roma, uno dei vice-preSidenLi. La batteriologia e le sue rela::ioni teraperdiche, òel dotlor Mariano Semmola, dì Napoli. Lo scopo della medicina è la guarigione delle malalUe; per· guarire IB rnalatLie noi dobbiamo conoscerne le cause. Le cause esterne sono visibili; ma la scienza medica cerca scoprirne le cause interne, in\'isibili. Non v1 è che un metodo che pos~a fornirci la risoluzione del problema: il melodo sperimenl~le. Prima che esso rosse conosciuto, il mr.ùico si perdeva in congetllll'e fantastiche. I progressi meJ•a,·igliosi delle llsiologia d('vono ad esso la loro ori'tine. Allorcbt' •l medico ha scoperto una condizione morbo~a, tende ad abbandonare le sue ricerche lente e minuziosè, imperocché egli ha fretta oli a rrivat•e al rimedio che ~li pt>l'mellerà di ~uarirla. Questa frella é incompalibi!e coi pnncipii sl.essi òel metodo --pt>rim<>olale. cosi che il medico at'rivava ad alcune conclusioni senxa a\•er trovati ì falli che potevano giusliflcarli. Egli ricadde negli errori della medicina antica, e continuerà n ricadervi finché non si affidet•à all'esperimenLQ. Noi c1 ing{lnniamo pensandc• che la batteriologia possa fornire la chiave di lutta la patologia. Noi dobbiamo studìarla perché essa c'insegna ciò che esisto nel mondo microscoptco; ma negli srorZl che raeCJamo per guat·ire i malati, noi dobbiamo procedere con pt•ecauzioM. Servendoci dì un rimedio di cui noi non conosciamo il valor·o, che i fatti possono dimo~trarci, noi corriamo il ri<:;chio Ji far del male, mentre vort•emmo rar·& dPI benP. E in questo ... euso cbe la halleriolo~ia moderna è nociva, perchè i medici hanno concluso che i microbi sono la causa delle malattie, mentre spesso non ue sono cl1e gli effeLli. Noi dobbiamo riprodurre artiflcielmenle uno malattia rx.w l'azione del microbo, prima di concludere che egli sia la cau:;a

n:


Ccl"l'GRESSI

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di quella. Finoru sola.menltl l'ontrace e la tubercolosi ci hanno daLo risultati soJc.li!"facenli. QuanJo noi conclud•auln lPg~ .. r mente cl1e ill.ale od il tal altro microbo é la cau""a di quella o da quell'altra malallia, noi 1gnoriaroo tl mettiamt') ir• non cale il metodo l'perim~ntale. La dimos:razione elle e~ige il me lodo ~perim.,nlole in que .... to teSO è comples~a. poiché non solamente bi<>ogna sapere che il mierobo e~•~le. ma biso~na ancho "'Il pere quale é la condi.wnedel ~angue neces,.aria per la cultura di questo mìcrobio. La ee•enza non ci (<ornìsca nucora 1 dali uece""'nrii per risol'fere questo prohl•·ma .Noi !~tppiamo mollo poco sulla cnnditione norwale del

ungue. Perché la battnriologin r.i vengA iu aiuto nello gua.r·igione delle malattie, Mi ùobhiamo non ~ototllente apprenùere tutto quello che possiamo sul microLiu :sl~!i!;O, ma ancora ricercare qualiaonolecondizionidt c3alpo.!icutura.Qu·--L ·cHue.toch& laec•t>nzn alluulù Ì!linn•·a tHicnra, e noi non pO$l:iJ8tuO ancora servarci della hallea·i"lo!!ia come guilitl uella curu ·ll·lle malallie interne. La ballcr10lo!!ia ci parla della nece~s1ta di un campo apecjale dltUILurH, ma qua l't' quest() rarnpo? Non ne snppiemo nulla; la hattN•iolngia non è una scionza, poichò una c:ocu:'nza non può corut or~i di coc:ot• s~ono~ciul•-·: e.«;- o va d&! nQtO

all'ignoLo. Se •i suppone un falto iuvPce Jt dimostrarlo non si riproducono i reunuwni ù··lln natura. Ln potenza dell'uomo :;perisce quando egli ri~rt·t> alle tpote<:i. 8ft 1~ leggi della nalurn uon sono rìl-p~ttate. il telefono non :=mera piu. la lucè elellrica non illumine~A più, la maca vapore l'i fermera. tuPre~nderebbe ùunque il mediro di e~<"'ere partr·nne della n ara •enza ~0110 "cerne le le~gi? ~~login ci condumi !;;enza dubbio ud una serie di 1tella ~ti.U; ma finora 6""8 non ha dato ri~~ullati pratici --~-Siorm malattie intet·ne; non è "'tal•> dimostralo ia ,.._.e DlU!ura idelle · Ul!Crohjj !!0110 la l!llUS8 delle lllUitltlÌe. 0 pi'Of. S • emmola fa ..-otl rhe la giovnn<> cenerazione con-


CO!'\GRRSSJ

linua le ricerche sperimentali che i grandi maestri le hanno trasme~se; es:;a deve rinunciare ad ogni idea preconcetta e interrogare la natura !'lenza tnrturarla .

Sedone 41 ~r&J141uUoa . Mercoledl 7 setlembt·<J. - Terzo ~dorno. Il dott.. John E. BrnclcoLL, di \Vashington, fa una comunicazione sopra: Il Rhamnrts pllrsltianr'•· I u dose di 30 centigrammi ad 1 grammo ;uarisce la costipazione cronica. Il doLL. Ralph Stockman, d'Edimburgo, legge una memor ia intitolata: LA.farmaeolo'Tia di certi ~rpi derivali dalla mor·

jina. Esda pas~a in rivista le e~pt>rrenze di How nel JSM, di Cr um Bro" n e di Fraser nel t 69. Egli enumera le propr1el8 di cerh derivali della morfina, r.ho non hanno dol resto, alcuna utrlità pratica. li doll. A. L. A. Toboldt, di Filadelfia, fa una comuniM7ione sopra: Le acque min~rali rli Carl8bad. E!:!h ottiene risultati nole\'oli nella melanconia colle acque lr&!'!porlate da Carlsbad. Egli !<Omministra anche il guell·saltz od il spnulel-Halt.; oel· l'acr)UA. l casi leggeri di diabete !:!OOO inLeram,.nte ;..:u 1riti. La somminastra~1one del !->&le produce una diminuzione di 2G hbbre in un molato obeso in meno da un mi1se. n doll. Geor~e S . Hull, tli Chamber~burg, le~ge UIIO memoria 111lilolala: La eost rletta alione an,iiseti~ca tl.el calomelano :10m m inistratn a .forte dosi. Nella dissenlet•ia esse rli mmm~<cono le coliche P modificano lo natura dell~ sMriche. Il medicamento agisce cou1e colacogo e come antisettico. Se n'è

cons1alinlo l'uso nel tholerR. Si tratta di di~sent.erin epidemica nella quale il calomelano prorlu~ una !<ecrezionc abbondante di bile e dimiuui!'<C8 la conge«tlone delt'elffilo c dei va~i inle:stinoli; il sale mercurio le sida~caoglie nello bile eilaga~ce probabilmente cosi come anlisellico.


CO~ GBESSI

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Sesione d '&JULtomlL Mereoledt i settembre. - T er"o giorno . - Seduta antimeridiana. Il doU. Gmseppe N. Dickson, th Pillsbu r~, legge una memoria inttLola la: Considera.a io n i. anatom le !te sull'amputa::ione •14 duarticolruiMe del piede con un twono metodo. Egli ra la sua incisione anLex·ior·menle a quella di Syme. L•operazlone ha de1 vantagai. per<'hè fo,·nisce un lungo lembo piantare, eon divi8ione oblif'}ua dei malleoli e con conset·,·aZKme della borsa sierosa tra il tendine d'Achille e la lesta del calcagno. l malati guariscono in media in 21 giorni. Sedule pom~ridiana.

•n don. n. C. Bo~>nning, di Filadeltla, ra una comunicazione sopra La tli&t ru~ione dei peui anatomici p rooenienti dalle

ecmer• rfl di11se~ione. l rneloòi ordinarii coslano cari e danno mollo incomodo. E gli ha trovolo la soluzione del problema nell'uso del forno .eli Gregory. Pot il doH. Boenoing presenta: UnaQ.IlOmalia anatomica. A lleell%8 complet.a dell'arco dell'aorta in una negra.

(Continua) .


21 8

HIVISTA BIBLI OGH AFI CA Belaztoue auUaria aua-11 BHroltl Germanio! nella guerra. OOD.tro la Fra.llota del 1870- 71. (Sanitii.ts-Berieht iliJtl" die Deutschenll~ere im K-"'e .re gegen Franl.:r~>ieiL 1870-'il). (Volume Quarto). SULL'AZIONE FISICA DEI PROIETTILI

Prefa#ione al IV oolume. Dtchiarala la guerra lra la Francia e la Germania zione medico-mililaro ol ministero della guerr•a prussiuno, emauò una circr,lat•a a tutti i medic1 milìlari in compa~na come a quelli dell'inter no aflìnchè raccogliessero e"ernpt di le,loui o~see importanti r- li dirigessero all'Istituto paLologico deli'Umvr•rsilà Federico Gu,zlidmo nella Char1té con l' iurli·

<'azione: • Pel museo chil·urgico di guerra. » Il vivo intr t'I'S!'e, con cui i medic1 in ~ermi o nell'c;;erclto (como pure 4JUC1Ji non nppartenenti ai contingenti prus--iani) corri:>posero a que~t'OI'\IIfl", contribui grandemente ad arr:icchire la t'accolla chirut·gir.a di guerra dell'Istituto modiMchirurgiro Federico Guglielmo. L'iniz1aLiva di tale ra•;colt.a c:petta al dott. Goereke, m quel tempo Generai-Slabsarzt dell'esercito pru~c:iano, -a cui de H~ pure la ~ua origine l'illliluto Federico Gu~lielmo - m&li11nle la l'accolla di una set·ie di preparati, ;:pecialmente Ji le ... iollt da taglio del cranio, i quali derivano dalle antiche guet·t·e ùel111 fine del secolo xvtu. Nel lungo periOdo di pace dal 1816 «ioo nlle p:uerre dei nol'tri giorni vi ~i è naturalmente poco aggiunto, ll"nchè i medtci m~litari !':t «ieno sforzati in ogni


lU\1SJA BIBLIOGR \FICA

oecatàone ad accrescer e tale raccolta. Una parle non poco iaaponaote dei prepa1·ati elle or a là si ammirano pr oviene guerre del 186l e 18G6, ma la più numero~a eù imporlall&e ba &\'U lo origiue dalla guerra ùd 1870-71. 11 eeJebre prore~<:ore dott. Virchow ebbe cura di accogliero wW i prepArati pro\·enienlt dalla guer ra, llt con~ervarll a iii ordiDarli. Il professor ilotl. Cohnheim neu·o~pednlo-haracca pN!IIO Tempelhof rEtccolse una ::-erie importante di prcpaNU1 rimerehe\·oh inoltre percbè qua:::i tutti dotali della deICt'l&ione del reperto anatomico. Poche notizie del rept.:r lo IDI&omieo si ebbero sopra altri prepAruli provenienU dalfa guerra, né ciò do>ve recar merAviglia ripen,.ando in flU&Ii IDitUI!llie sono costrelli i medici mililari Ad e.-<ércitare le loro

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nussioni. In base alla nuova numerosa r ;lccolla di pr.~pnrali pl'o'·e· nienli dalla guerra f1·anco - germanica l'u OI'dinalo il uuo\'o catalogc. La mag~ior parte dei preparati riflettono le l·•eo.iooi oesee prt)•Jotle da armi di guerra, imporlanli~sime per· h!vt>lare l'azione fl.,ica dei moderni pl'Oi~Hlli. A. Armi rla fuoco a mano adoperate nella guerrafrancogef'maniea del 1870-71. - Durante la guerra del 1 70-1 1 l'infanter•a lerie~ca, ad eccezione dei ba\'aresi, aJoper<\ il f~etle .ad 8!W ~ià sperimentato nelle guer re de) 18/l~-66, i C8l'-

e&aton lo sle~~o fn.:He con piccoli cambiamenti, ma sopratolto con la !'lessa cartucc.a: J'infanleria ha,·are;:e ebbe in gran parte il fucile PoJde\\ tl'>, !'<OitAnlo quallt•o Lallaglioni al principio della guerra erano prO\'Vtc;li di fucile \Yerder. Uquale dur ante la guer1'8 fu con più racilii.A mondalu e percir, ID appres,;o più frequeolem<>nte usato.

L'in~anteria francese in sul principio della guerra, cioè «irto alla dtstruzione del proprio eset•cilo 1 era armala e!:tclu"'i;•mente col fuf'ile Cbacosepot. :-;t·lle truppe delltt l'epubblira OIDtnò grande 'arielà di armamento: vicmo al fucile Cha9· ~t· cornpar\'e quello TaLatiere. più t~rdi principalmeute elle Remington e Spencer. tìnuhnente un crran numero di · ., titve · · . S..r&t fuc•h aù avancnrica eJ a l'i:'l i'Ocarico. cavalleria ledesca ru armala con pi.. lolc di diver. i tno-


RIVISTA d~lli e di carabine ari ago, le quali

ultime avevano lo sleflsO proiettile come quello del fucile di fanteria, però con ca!'lca di polvet•e un pooo più pi<!cola. La cavalleria francese era armala in parle con carabine Ch8s!"epol, in parte con pilStole di ~ro~so calil.lro, ed in !.!ran parle con lunghissimi fucili (ca· valleria africana). Vesercilo francese possedeva inollre numerose batterie di milraglil'\lrici denominale cannoni a palle, le cui venlicinqu& canne pole"ano lanciare in un minuto da venticinque a centoveolicinque proiettili~ nell'esercito tedesco esistevano dodici pezzi di ruilraglialrici presso i corpi ba va.resi solLa n lo neJJa seconda melA della guerra ed anche allora di rado furono posti in azione. Fr{l le armi a mano sono pure da rammentare i ~n·and! fucili d'assedio che furono adopet'9.ti da amb~due le parU nella espugnazione El difesa di piazze forli. In ga!l.erala può ritu=~surnerst elle delle armi ùa fuoco a mano adoperate in guerra siansi avuti i l1·e modelli seguenti: 1• le anLiclte pi· s~ole ad avancarica per la cavalleria (eccettuaLi i fucili usali dai fr(lncLi tiratori); 2• i fucili di grosso calibro modificati rucdianlc adaltarnenlt a retroearica (Tabatiére, Podewils). fi· nalmente 3• i nuovi fucili di piccolo celibro (Cbac:;sepol. Werder, Rf'rninglon A Spencer). Tranne le armi ad avancarica, fra le quali le pistole cb& erano proni.,.le di palle semplici e rotonde, di -6ltl'i sistemi d1 fuciH, pol:i:;ed.:vano carlucce di modello uniforme i cui proiettili, falta tlCcezione dei fucili ari a~o prussiani, si componevano di piombo molle. Dalla forma comune dei proiettili si allontana princ•palment"' quello del fucile ad ago, percbè esso non direttamente, ma medjante l'intervento di una cartuccia era iolrodollo nel· !"anima del ftLcile, si pote,•a dar~li la rni~li or forma balisliea, e cosi la sua torma di ~hi9n•la, in avanti più spessa. indtelrO più «ollile, nei rmu•gini della cartuccia per ogni parte liscia. Tutti gli altri proietlllt, aù eccezinne delle pali~> !"rerichc, e•·ano di forma allungaLa con base ed apice; la prima t:1ra cilindrica ed nwva dive!'se forme, le quali, facendo del tuLlo


BIBLIQGRAFICA

estrazione dalla dirdta azione ùel metallo nella canna slc!!!-lll, aon potevano re<;lare senza influ-;so 5ullo po~~ibili deformazioni. Se 1caUbri dei proieUili erano p.ù ~rOlll<i òi quelloJella. canna (Cbesaepo~. Rt-mington, Spencer, anche \VI'rtier. Podewils e Tabaliért>), allora il proiell1le era caccialo .!entro la canna mediante pre~sione: se poi era più piccolo. come nei fucili ed ago e 11elle mitragliatrici, alloro si ndatla vo t>,.<:o alla canna media nte l'ingrossamento del diametro lrasver<:o. Que:;to ingrandimento del suo diamelt•o del proiettile se ba' vi egua,Hanza o poca riifferenza fra il calibro d~lla canna e quello del proseltile, ha luogo per azione dei frA" contt·o la ba-.e del proiettile "tesso, ma se la differ.. nzn é piìt notevole. e che il ealibro della canna e di molto maggioro la parte po:,.tersore del proiellile dP.ve essere provveduta di una caviiA, la quale dilatata dAi gas esplosi comprime le 10ue pare li contro quelle delht canna. La punta dei proiettili era ogivale a(l ecce:t.ione del pt'oieltile Tabatièr·e il cui diametro 1\nteriore della pu11la era ùi

6,5 tnilhmt>tri. B. PrtJiettlli d'artiglieria. - L'armamento dell'artiglieria ere CQ!Ihl•Jito tla cannoni ri~ati o lbci e ùa mo•·Lai Ji varinUaainu caltbri; i proiettili dei cannoni teJe~clsi, ad ecceziono dei mortai, supera•ano per la loro grande velocità iniziale 8 precisione i migliori cannoni l'rance'i rigati aJ avancarica 18C0ndo il «islema La Bitte; anche le granale lede$che, scoppiavano ~enza ecc~z10ne nel momento della eu•iuta. mentre •tuelle francesi spesso rimanevano ~enza cftf.Llo. l Proiellilì in ambedue le parli con~1slellero iu granal•!, •brapneJ, (i quali ultimi furono poco u~ali dai teJe~cbi), mitraglie e hombe.

Il. Traiettoria e jona cica dei prcielcili.

Tuus i proiettili, di qualun•1ue !tpecie o rorma essi !oiano, aeguono le "te!:!se lep:gi tanto durante la lo1·o traiettoria come pur~:~ nel loro giungere' alla mela.


Rl fl ST.\

La lir.ee, che de~ crh e nd «uo decorso un proiettile, -.j ch1ama traiellodo, Il cui punto pro~:-imo si ll•ova alla bocca Iella canna d'arma tla fuoco ed il punto remoto nel pun~o in cui el ferma. La ùblaoza in linea rella è al pr ncipio sino 11J punto in cui eadc al proiettile, -.j chiama la portata ,Jell'arma; la parte l'Iella traiettorie, che .. j trova a l'mterno àell'al!ezza della mela è l'laiornolA ra(lfOLe. La forroa tl~tla tt14idtoria è deter minata dalJa velocità iniZlal~>. la l'altezza dell'nngolo. dalla ~ravilà, dalla re><ist.enza h: '1\ria, dalln forma, dal pe«o del proiellile e dalla rotazione. Sa i·•nomina ,·elocilà in•ziale la velocita. con la quale il prOJ ..tlilo aùhandona la hocca dell'arma da fuoco, cioé. la via, ~he li pt·oiettile con co.. tanle velocità percorr e iu un secoudl) in hnea rell1.1; eq«a dipende tiOprallullo dal rapporto del peso dPIIa cal'ica, e del proiettile. dal cosi dello t(UO:liente della enrica, inollr"' dalla forza pArticolare della polverE>, dali n qualità dell'nn ima e da quella del prc•it lltltl. Quanto pni gas so~pingo il proiettile., lauto moggior·e, caeteris panlms, sarà ll\ sua velocità; ma la quantità del gas dipende dAlla grandezza e dalla di!'posiziooe della carica come dallo qualità. della poh·ere; la poh·er e a piccoli granelli "an\ piia euergica fra l't>guale natura ùei materiali. 1\~;ola a consid, rarsi, cLe l'aztone del ga~; sul proiettile e Rull'arma ;.i comporla in I'8gione in\"ersa MI Joro peso, epper-ciò a pa· r là di ch·co,..lnn:l.. un proiettile più p•"ante a~so rbe per cnu:"'a del riuculo una maggior porzione ùea ga«, soltraenJolu tuindi allo !<Copo !el tiro C:he è quello di mandare a""anti ti proiettile. r r&"' I'<Ì a!=:pOOÙOIIO ugua.Jm~nle 111 Og'llÌ direzÌOIItc', e"Sa spingono rl prnieltile con magcior forza nella Jirntone della minore re~i,lenza. n..lle righe della canna, la tJUalo tanto più facthnr.nte può il pr'Oiettile atlraver;.are, quanto minore è la r· i<~lenza dell'attralo, il quale f;uò cr~>scere con,idere,·olmente per la ruvi.Jeuo dell'anima (l'mteroo della canna) e per lo lunga pa rlo r.onùultrice (base) dei proiettili,- inoltre llmLo più facilrnenle e «iclll·amente, ~e nessun gas può «fu~­ gire davauli al proiettile o dalla camera, come a<:<:ai Cre· qu~ntcmente ~ ~ verJllcava colle antiche palle rotonde e colla


BIBLIOGRAFICA

uoperlella separazione della pol ,·ere. - Il minimo alla·ito ,;;i '""a nelle canne dure e liscie di acciaio e an quùÌ proiettili prov. .ti di conduttore e che non sono copPrli in tutta la loro parte CJ!indrica. Nelle canoe l'igate rice,·e il 'proiellile un doppio movimento, etoll Della darezione dell'anima dello <'nunrt e nella ùtrezione deUe rtghe della canna sLessa. Quc8l'ultimo, In rol8zione, assicura all'asc::e maqgiore del protellile lA suA stab1latà e impedisce lo sballimeoto dei proìetlalì lunghi, ti quale !lb&llimenlo per la favorevole posizionP. ùel <'entro di ~avatà che li8ce nella 101'0 metà posteriore e nnn(J!'lante In rotazione 6 inatabal· per o::cillazione dei proiettili :-lcc::~i. A.sea.i frequenlf'mente o:::i OS!"arvò l.ttlG c::.baltimento nei proiaWll Cbasc::epot; la co::.a si spie,!!a perchò ì1 punto di gravii.A ttovam Lroppo all'tndietro di modo che il proiettile non era eMllament.e concentrico. Sino all'uscita dall'arma i r.ras ùella polvMe e l'inclinazione della r.anna !Spingono il proiettile in linea ol:'iztonlate nella drrezionP dllll'a.sse della canna ullun~ato; ma tosto l:ii manafosLa pllrP la ~ravita d~>l proieltile o lu r·esi!:!tenza delrersa. La ~ravitò. knde ad attirare il proiettile ver~o terra ed In uno spazio pr·i\'o ù'aria ra1·ebbe rlec::.crrvcre al proietute una paraholo: per la re.:::i;<lenza dell'aria la ' 'elocita del proieUile è con,iderHolmeule dimmuila, co:-icché per (}Ue~te clae cause riunite il pro1elllle avvicinArhlo,..j al suo lermine •amenta di mollo la .:::ua curva. Mn quAnto piu punti di conlatlo lrova l'aria in un proieltile, tonto maggiore !'i fara la 1"18i8lenze che e.:::so do,'rà superat·e; questo crcscera ancora superficie del proiettile, ''et·ti<'ale allo direzione del moto, aumenta ad eguali condizioni; AArA minore nea ~ravi le ~ua punta facilrnenle ~rosta l'araa :. come "Ì ~ 8 neJ Protettì!i ogivali lisci. Quanto ma~giore è la veec:~~ paù aria sposla il proiettile nell'unità di Lempo, le ~-·- la&lliDent.o della velocità cresce la re~istenza, con ,.....unw la resrs...,nza . ''· d'J\'Jenc . . ....... dj i velocit.a. . anche mmore. 1IÌII noZIOne deUa velocalà del proiettile a determize Kocher dà per il Vt!llor·Ji i dati scgue>nli:

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HL Ca11tbiamenti dei pt"Oiettili pr ima di raggiungere la meta.

I lunghi proiott11i dei rucrli subi!'lcono nella canna e dopo ruscil.a dalla merlesima Jitrer euli cambiamenti i quale r iflet· tono la loro rorma esterna e coe~ione. Naturalmenlò questi


BIBI.IOGIU.FICA

_...,aamenLi di forma hauno luogo piu racilmeut.c nei me-

&alli molli cioè nel piombo d"Ue armi da fuoco a mano. di qae11o ~ nei metalli più duri, come ferro (_fucila ad_ ago ~i Jaeclio) o ram~ (palle circasse) ed anche ztnco (mitraglie pi'UIJ8De). Antecedentemente si sono di rado osser,•ati ri-.robe•oli cambiamenti di forma nelle palle rotonde degli IIICiolai tncm ad avancarica, quand'anche con i:•lraordinaria ~u le palle rimane\'&nn nei corpi ed erano acceo;aiiiW all'osN!r\ ttztone. 8alJa coe~ione d~i moJernt proiettili di fucile poc:sono in:luire: i' i gal! della polv~re; 2' rattrilo nella canna e nel.Pi questi due fatlol'i, almeno sotlo il punto di vista meclieo, si era tenuto pocn c:onto ~ino alla guerra FrancoGenDaniea, in Olmi modo non ltt' ne era tenuto conto nelrme.a&o dì chiarire le d~formilà cba si riscontravano nei proieUUJ di piombo, bench~ Piro2off avesse ammec:Jto il ric:caldel proiettile come t!lfello dell'attrito nell'aria; anche dopo le numero8e l'Ìcet•che. che Ri sono inLI•npr•'se dopo la ftUerra 110n SI ~ IUICOI'U I'OIIcordì !'IUJ gl'&IIO ùeJ \'alOre di questo rattore cioè del ri~caldamenlo dei proiettili. Pei proielLUi lunzhi munilt dr conduttore puù e"""ere preso -la eoaaiderazione --oltanto l'attrito nell'arra. Qut>~lo alllito è -...ente molto l'econdario pel ri"ealdam.ento del proietlile, • pa6 \ul&avia e~"ere pre~o in con!'liderazione 'fuule causa di tlllllento di tjnella tcruper·ot.ura, chP. i proiettili hanno p;ià l'Ovut.o dai gas dP.lla plllvt~r • ~ dall'allrito nella canna . ..!.!_~momento, il ri"'caldamento dei proi•·ttrli. che -.fanno ~Le m contatto colla polvere, può diflìcihnente avere IIDpOrlanza per la brevi~"imt> influenza <::opra una ,... del ~iettile r·elalivamentc piccola, la quale viene in =~ COl gas; cho un certo ri~cahlarnt'nlo d•'' pr·oiettile -RilltiiiClao lngdoenlpe~ r l'influf'nza clei gas e indubilato, poiché la 11 lempP.t'alnr·a di e~si ~econdo Noble ed Abel ~tM!Wndo Bunc:en r> Schi!lcbkow. il riscaldamento

raria.

-...ento

--.se

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dovrà lanto più con<::iderevohnenle crec:cere •

~~ è la supPrflci~: dei gas che si ""olgono e ~ente Òllra l'mtlutmza di qua...ti.


RIVISTA

Un ùir~tlo contatto del proiettile con la carica della polvere vi era durante la guerra 1870-7i nei fucili regolamentari adoperati, ed inellre nei fucili Podewils, Werder e Chassepot. Tutti gli altri proiettili erano esclusi dal contallo della polvere mediante un dischelLo di ea l'Lone o di feHro. Per quanto sia piccola l'influenza dei gas suJ pr·oietlileJ fu necessario inlrodurvi dischi isolatori, che nei proiettili di ranteria tedesca consisterono in sottili cartoncini; senza difficoltà si può a poca distanza dei tiratori raccogliere una gr ossa quantilà di quesli dischi per lo più inalterati. Più lontano si trovò il bossolo del proiettile ad ago del Lutto conservato ad eccezione di una leggiera bruciatura. Piil considerevole deve essere l'influsso dello sfregamenLo del proiettile nelle pareti dell'anima della canna rigaLa, specialmente se il diametro del proiellile è maggiore di quello della canna ed inoltre se le rigature della canna particolarmente siano gtosse od aspre. Da ciò deriva nei fuochi acceler'llli o prolungati un cor rispondente riscaldamento della canna, il quale pr incipalmente si deve ai gas della polvere e consuierevolmente ancora all'attrito nella canna dei proiettili cacciatevi dentro 11 fol'Za. L e condizioni del riscaldamento devono perciò dlfferjre per ogni proieLtile e sistema di proiettile, facendo del lulto asLraziqne dai particolari influssi estéroi anche nello stesso pr oiet'lile. Questo, come pure la corrispondente velocità, hanno reso pe r lungo tempo impossibile la misura del riscaldamento; si sa infatti che esso debba aver luogt>, ma il grado corrispondente non si è potulo determinare. Le osciJJazioni di queste valutazioni sono cosi diverse che a rl esempio pel pr•oiettile Cl•assepot vanno da 100" a 300" C. AILri autori (Kocher pag. 9) considerano que!'lto momento di si poco interesse che non ne tengono conto. Principalmente sono riscaldati gl'involucri dei proiettili dai gas e da ll'attrito, dai quali involucri il nucleo de1 proìel· lile riceve un'elevata temper atura per trasmissione diretta. Perché la temperatura del proiettile diventi eguale a quella çlell'ìnvolucro occorre che passi un certo tempo, ma s iccome


BJ BLlOGRA"FTCA

il proieLlile colpisce la meta mollo prima, così hanno le diverse parli ùi esso ancori;!. una maggiore ed una minore -diffèrenza di temperatura.

IV. Cambiamenti di proiettili nel giungere alla meta. Più imporLaoLe dei sopra rammentati momenti ha l'influenza sul riscaldamento dei proiettili l'urto, che l medesimi sosten-

gono nello scon~rarsi alla mela con un corpo duro. Fu primieramen le nella guerra franco-germanica del1.870-71 ehe s'intrapresero parlicolat•i ricerche sullo sviluppo del calore neil'u:·Lo dei proieLLili. Fin tlal sedicesimo secolo si conosceva che 1 proiettili nell'urto si riscaldavano - c scbttature delle ferite • - e sin dal 1834 Richle1· dimostrò questo riscaldamento per le palle di cannone; Pirogotf nel186·i dimostrò così chiaramente que-sto riscaldamenlo pei proiettili di fucile aventi grande velo-cità. .che egli paragonò le ferite d'arma da fuoco con quelle che si produrrebbero mediante un tre quarti riscaldato a l'Osso. La grande importanza di queste deduzioni rimase senw td'f~tlo finchè Hagenbach dimostrò che la teor>ia mec· .canice. olel calore, le leggi cioè dell'equivalenza del calore e del lavoro meccanico anche nei proiettili potevano essere prette in considerazione e produrre gli steasi risultati. La fon.a vivà dei proiettili si trasformerà in calore, tostochè essa. non potrà piu manifestarsi in forma meccanica- prendendo per ba:<e quei casi, in cui il proietLHe ha ancora forza viva ~uperstite per oltrepassare la meta. Per ciò che riguarda la meta il lavoro meccanico si manifesta. in movimento nel s~n~ della vefocità. del proiellile éd in forma di svariatìssum mulamenli Ilei proi~ttile, dalle lievi compressioni sino ad -etssenz•all can!liamenti di forma; e.tl'elli, che facilmente e nello s esso tempo nn. . . . . . • . lLil t~ssono r•scontra.rst rtumh. Per riguardo al pdiro:e e, !l lavoro rneccanico si manifesta. in cambiamento •Orma. . . Perforando la meta non sempre r·tmaue spenta la rol'Z8 Vtva, la !filale ò l . . . .ed pu con a residua spingersi. pt'ù rnnanz1 ancora raggiungere un aUro punto. Le numerose ed esatls

-.


RIYISf A

ticm·che inlrapre~e hanno non -.olo dimostralo, c-he nell"urto. det 1·roielllli su corpi duri -.j sviluppa principalmente un corri"pondent~ ri«caldam~>nlo. ma anche che i proiell•li d1 piornbo molle delle armi da ruoco a mano possono per ciò essP.re ri$C&Idsli sino alla fu~IOnP. Con l'intervento tlel ric;caldamenlo perde il piombo la «un coesione, di modn che una piccola forza è richiellla per C'ambiare la sua forma; ma è nece~!i'ario un riscaldamen to di circa 325• per la fu~ione, per produrre un disgrP.garnento ùeiiP particelle ùel piombo. Queste particelle. le !]URli 10 seguito della fusione "i Ji«gregano anche nei più piccoli ostacoli, sono essenz1ahnent~ diYer@e dai ptù gro«!li pezzi che vengono ùh•isi urtando contro racce acuminale o prmcipalm~>ntc oggetti duri - pel" e<>. O..t'a e tendini- si riscontrano tflnlo pitt frequentemente e facilmente quanto piu un proiellilu Ji piombo è ri~caldalo cioè ha perduto della sua r.(le<~ione. Soprallullo non partPcipano in modo eguale al l'ISNIIdamento tutte le parli del prolellile; mediante l'allrito colla canna - e coll'aria come mediante l'influenza dei gas della polveresono principalmente ri~caldatc, rome «i é :letto innanzi, le phrlt esterne dei proi~>tlili; nel momento rlelrurlo è ri8caldala I'!~ClO!IÌ\'8menle la rarle che colpi::cc. per regola Ili punta Il proietme e le «ue perti co liluenti po«sono prendere le più ,·ariate fOriLe pos->ibili; la qualità del piombo adoperato o di un allro metallo. la lt>ga, la ~pecie della meta, ~ono tutti fattor i, i quali influic:cono <>ul proiettile, flnché gmnge allo stato ai qUiete, avranno pori.P atror•gine e all'a!lpclto dell• deformazioni. Helativamenle fr•Pquente si osserva nei proiettili di piombo una forma eli fun~o prodotta dallo ,-cfliaccinmento e dall'ar·rovesc-inmento della punta sulla parte l a,ale d~>l proieltile. Reger perciò dir molla importan7.A ad una forma ùi mulamenlo Jel piombo in lamelle che si cuopronu n $nti::;& di !~>gol~ da tello, le quali hanno Iuo~o ::;empre perpendicolarmente alla direzione della rorza deformante e le~e es«ere parlicc>lare al piombo; anche le particelle .li piombo clte si dil'taccauo, mo~lrano "e~ondo lui, una tale forma eH lamelle, mentre egh ùeo.crive le forme t·otonde ron pie-


BIBUOGit.\l'IC \

cole pun\e quah caratterisùch.. dei prodolL1 d..,Jia iv::ionc Se-condo Bu..cb, il quale se;ue puro> Kocher, al fenomeno delle .,artieelle da piombo che si sfaldano, è molto ~ario e chia-

nmente dipende da cause e:;l·~rne. 1 prodotti do>lla 'fusione ~ono ordulariameute piccoli, soltanto spesso l'iconoscibili con l'ingl·anùimenlo qual1 granelli di piombo; r·elulivamenle di rado Hl sono osservati in se(Juito del coisraldarnenlo i pallini di p!OtrlbO sino alla fusiOne, il piQ dell" vnlt~ le particelle cht' ~~ sfaldano, banno un npeUo granulare, specialmente nella fuccia corrispondente •ll'urlo. In que .. to punto, oome pure nelle parli separate, si e ap so O"~cr.·ato un colore irtde,.cente. che dipende dall'Bila temperalUI'8 "Uperiore al punto (11 ru"ÌOne (\V ab l) O da \'ÌO lenlo spostamento molecolare (Busch) o finalmente ("econùo Longmore), dalla intima me..,colanza del solfa col piombo prima del colpo. Ma cer tamente t colori d'iride sui pr·oietlih d1 piombo dipendono oncora ola oHt·e cause. Sui tagl1 dei proielltli Chassepol, i quali erano falli allo scopo di dimoslrai·e lo puz.ìo cavo nell'inlet·no, l'li manifestarono, dopo alcune ore, maJwLfici color1 d'iride. l lagli potevano essere facalmenle e.:elru.iti con un collello da tasca poco tagliente e oon lequarciamenti irregolal'i ottenult con la pressione delle maru e i IUO"ll·arono attaglio uPi prolellili non usati sempr.uno llp&%10 rotondo di circa un mezzo cenLimeLro di lungbeu Il quale per regola non :)i tro'.lava n Pl mezzo del proiettile. P~r e~ilat·e la possibilità di un'evonluale maoifestaziona dei c:olori med•ante l'illfluenzu del metnllo .!el coltello, i tagli furono 1'.111'! ·t ' • • l;lll 1 con un taghacarLu comune di corno o di o:.so ~roiellih Mnu ..er e di revolvers cii cavaller1a). Quesli tagli, ...~~~ medìMle istrument• mollo oltu3i richieggono mollA · · -..uru, dtmoRtrano i n me d'ta, c1opo c1rca venltquallr'ore, colori lrt dfutcenti ed h • . . . •-•• a!le e quanlio 1 p ez~1 di p10mbo erano - . u 8\'VIIU pal • • • • receate l per ~Oltrarh alla luce. Uun m&!>sa dt paombo _do di r lag IaLa !>oltoposla a riscaldamento, però n on al ..... UIIIJOne IO U r.. d rllrid .., na 11am ua 1 gn~ mamlesLu lo~lo 1 e a eeeenU (prevalendo ii!JI!!U d'Rcciaio con alcune mucr&g~t gtallo do ti) . . ra : 111 llnll llamrna Ji spirito si ma-


Rl\'JSTA

nife,..tsrono i colori u-ridc,.cenli mollo più tardi ed anche non inten!'ll (in prevah·nza hluA<>tri, in appresso bruna tr1, n~u·acqua fredda cor rente dopo cinque minuti (macchie rosso blue<> tre con alcune pili lie' i gialle), nell'acqua bolleuLe prima ofl'u~camcnlo blua,.tro, più tardi lieve colorazione tri· d esce n te gialliccia; in una soluzione d'arqua solforosa e nei "apori di «olroidralo di ammoniaca !'i manifestò l'1ridc mollo tardi (circa un quar to d'ora) fu prc,·alenlemenle !!iallo~no la con alcune m occhio bleu d'acciaio; in una soluzioue d'a c JU& iperossigenaw si mAnifestò l'iride :::ollo abbondante ::.viluppodi :;ras assai tard1 (cirra mezz'ora) e prevalse il colol'e leg· germenle bluaslN. l colori i•·idescenLi non si os<>ervavano mai subito sut tagli fre<>chl, es~i sc•no perciò da con~iùe­ ra r i com~> dipendenh il più delle volte da sottile velo d1 SQ"lanza eleroReneo su fresche superficie metalliche. Que... to strato elf•rolo(f neo è formulo da Msido di p10mùo, da carbonalo di piombo, o <>olfut·o .d1 piombo, sotto l'iollucu:la eo~l

dell'aria atmo"f,•t•irn (un poco più sollecitamente qunudn è umida: più lentamente quando é asciutta), del celot·e tll•l· l'acqua o tlnnlmcnle •lell'uniooe col solfo. Tosto che lo <~tra LO eterogeneo di"icnc piil "pesso, pull non o;;.,er var"i più una iridescenza. Nei pt·oiellili adopPrali con recenti suJJcrficto mctalhcile al>bta1no noi piu che ~uflicienti ragioni 1er J.•pJe· ;;-are l'it·ide - l'unione del solto con lo pohere nell'e..,plo~ione e soprallutto nel decorJ:o, l'aria atmosfer ica col suo veporA acqu•·o, un'nlta lcwperalura. I o propoJ•zione colla ma~~a ere... ce la forza viva rlcl pro 1ellile. Fu gio prima o ... ~n·ato. cl1e 11 peso dei proiclltli m unione alla loro forma sia di grandi«sima iniluenza nel "uJlerat·e lo re.«Jslcnzo dell'a ria e nella con<>er,·azione della forZH 'iva. È però da osscr·,·are, cile cre.,cendo la granJezza e ti pc~o tlei proielltli cre~>ce la loro azwne sulla meta. - Se la ftwza viva è maggiore i proiettili pii1 grossi colpiscono p ù ler~amenlo o curnunicano io pori tempo il violento colpo Ici pl'tmo impulso con f<lrza mollo IUafl'giore chP 111111 potrebbe fnrc un proiettile piu ptccolo, ma quc"l'ultimo in generale potrà. penQlrSl'tl p1it rncihneute,io ispt•cial modo~·~ la sua punta c hen conformata. Tutti i movimenti, che in rappor to ulla t'orma c-


BIBUOGRA Fil".A

11 peso dei proiettili fanno più agevolmonto <~upl'rare IR resi· 111enza dell'araa, influiscono ~opra di esso por l'eJfelLo utile alla meta. Ma il più importante fattore della forza vava del proiet&ili é sempre la ~elocil.8. Durante la guerra Franco-Germanica fu a•:c•ai rirnarche... Ja dift'ereuza dell"aziono dei gro.. si e piccoli pa-oieltili. 11 proieUai~> Tabatière era qua"i ~elle millimetri in calibro più posao ed undici grammi più ~raYe eli quollo Chassepot; la JIC*al.e sco<~sa cagionata dal primo fece non ùi rado crode1·e ai colpiti cbe Je loro ferite ro!-'"'ero nvvelennLe. -Coosidere' olauente diverso si mo<~trll ti rappor lo se lo stesso proieUiJe non colpi con la sua punto e perciò In :,uperficie artan&c era più lunga. Ciò avviene pci proiettili che colviIICDDO l.ang••uzinlmeule e ~opratlulto nel colpo lrn"<\'Or"alu di quei proiettili, che in un certo modo ~i ungono ~opra unrt I.J!aieltoria anomAla. TI diametro tt·a;-.vet·:;:alo tlclln superfici,. urfaul.e ··~ in '{lleslo caso particola:·e prnvvi,ln di rninor pC!=!fl è velocJii.t, (v. Nenman), In punta aw~no tavorl'\'olmenle tnr-, mata; la fur·xa Ji peneteazione «liminuiMI' rol ciirnihuil'l-1 tlelfangolo sollu cui H proiettile t•olpi ... cc; nello ste,....,o lAillpn Mq\ll8ta rn&g.l\'iore imporlan~a la r~l'li ..tenza della parte cnlpita PCiiehé una superficie ma!t~ìore puù opporl'C muggiore o,ta...,_ La rorr.a viva di quei proiettili che nolfll~couo lt·a5:'\'er..m.enLe molLo diminui:--ce di fronLo otl un colpo nonnul<'. polab6 l'enorme resistenza dell'aria nell'irregolare ,·eloCJlà àl proìeUi cre~>ce e la ,·elocil.à rapidnmento dimiuui~ce; inollleperehe l!e il proiettile colpisce acdclcnlnlmente prima della . . . Prefl$s& unA grandi:;siwa purle della rorzR 'i va vn per· dala. Bgualmente avviene per il ri~caldamenlo ùei pr•oiellili :.,:;.1a Cllnseguente di~posizione alla deformazione>. Dal ri· mento e dalla deformazione nel rnorue:~to tlPI colpo a ....,ala Wla ~ JIT&n P_Srle della .f•)r7.a vavo, la flllllle 11on puil IIIOllan&o essere m allra gua"a utllil7..ala. A rneto fPrma nna da cua poc; ono manifec::laN<i le meta e ~ul proielli!e e «pte.:;ta è lu ron.a vivA ...__:_. In qual rnaniet·n lullavra rinnranrlimeulo del ~ mHui~cP. "U •1• N' • ""' , • . . .lò. ' · !. l Put>lla tiPI I!Oipo, "'AI'U Hl AJ'Pl'«'S"~O

=-=-la

~or·zente,


RI VISTA

Quanto mtnore N~azione la meta e:<ercila sul proiettile che colpisce, tanto piu forte in gen er ale sara 1<1 violenza della pnlla, c1oé la ;o.U8 fot"l& di pcnetrazione, fJUella adunque che deve cercar:.i di uvero dt1i pt·oietlili di guerra. P erciò in grande considerazion~ deve tenersi la durezza e l'alto grado di tul'li One del materiale del proiettile, poichè ogni deformazione d1 esso ca;iona una ditniouzion~ iella forza viva nel s uo cffallo &ull'og~elto colpito. P irogolf, Strorneyer e Kuster banno confermalo con le loro osseJ'"azìuni ed esperienze tale :::entenza. l proielLili d1 piombo molle (Mauser M. 71) si rin vennero frequenlernonle nei corpi de1 colptti (cava lli nei loro maggiori diametri) a cento passi di distanza, mentre un proiettile eli piombo duro (pr01etlìle nenry Marlint, dodici parli di piombo cd una parle di '-lagno) soltanto una volta restò molto deformato nell'o:-.so. Il p1otnbo 1uolle hu un peso specifico maggiore, 11 quale :;uperel'à percio p1ù facilmente la resistenza dell'aria. Aggiun· ga~i chs la SU» labbl'icazione è relativamente facile, e che per la ~u~ mollezza va a riem pire perrettamente le righe della canna, il JHOmbo molle invece, oLlenulo mercé st.agno od antimonio, ha un pe"o specifico un poco minm-e o può più dirHcìlmcnta e~~et·e lllodellalo dai gas; è più caro, é ptu diChcile a pt·epArarsi, ma possiede maggior rorza di penett·azione. Ko~her per proiettili egualmente J.tr'ossi compo~Lì rli lltetalli div~rsi dà lo specchietto seguente: Pe:.o

spet.illto

-,

Ourena

Puut.o rh fnsirul ...

l'esG

•I~J llTOitttiJe.

<) • :Sta.!OO . . 22832-'l. P1ombo. 11,3 1,6 20,5! Ramo 8,~ 16,3 15,9 10~ 7.7 FcrJ'O 1600" Ual punto di Yista della chir urgia militare dovrebbe con gioia e."Set·e sAlulnta l'introduzione del piombo duro; la deformAzioni de l proiettili e gli ~cheggiamenti di gro~si rram· me nti si riscontrano più di rado nei proiettili di piom bo ùuro, anr.ichè 111 tfUGIIi di ptombo molle.

··- -··)

.


BIBLlOGRA FIC'

PA.RTE 11. AZIONE DEl PROIEM'ILI SUl CORPI l \fA:O.I.

l. Reaistenza dei tes.•mti.

Contro la forza vi\. a del proiettile l;p!ega la ~ua l'tl:;ilenza foggeUo colpilo, il quale o;getlo da prendcro ad esame in 1100 shldio cùirurgico é !;OJlanlo il corpo umano. Il corpo umano costiLUito da t.es::suli variali~:.imi alcuni de• quah po~­ •IJRono grandissima coe:>ione molecolare u durezza, altri piccola, tessuti, cbe trovansi ordinati nelle singole regioni c.lel corpo m modo assai vario, possiede nelle sue sin~ole parti un •ariabìlissimo grado di resistenza organica. Questa ct·e,.ce, facendo astrazione da tutti gli sluli patologH'I 1 eun l'aumento delJacoesiono, elastìcttà ~> durezza elci les::!uli, come con la loro 1Das88. condizioru complicate, che talora sono pu1·e moJillcate dallo ::stato puramen~ fisiologico, contrazione dei museoli, Lens10ne dei tendini, eec. Pei ~oldati inter\'iene ancora l'ln1laeaza della forza <ii r~sislenza prodotta dal vestiurio e dall'equipaggiamento lit guerra: fJUanto più dur• od ela!<lici 80110 quesli oggetti, tanto più :;ono e:-si da a t:gtUn;ere alla ftllis&enza che devono superare i violeoLi proiellili: ma "e Il loro resi lenza ~ara vinta, prendono pal'te al movimento -dal proleltile di modo che divengono pt>oiellìli indit•elli e caliObeno maggior danno che vauln!!~io a colui che li porLa. Per tuUe queste circo::.tanze saré dtfficil~ e ~pcsso del tullo impouablle di dimostrare in o:;::ni caso cue le lt!~gi ::~opra •aue~ate .•ulla rorza viva dei p•·oiellili lt·uvmo la loro comple&a appbr.az.one :;ull'influenza d1 es~i uei corpi umani· ~~ ..,..,..,. corse ,A, ' ......_ ilete . ....ora !a forz'6 operante, ma uon ~arà pos• te I'IDln~.!JUanta parte d• e-ssa .;;i cangerà m ~lore ..~-: ut•liz~ata pellavoro meccanico. Quanto soprn sarà m appressu farilmenle confermalo dAI-

•---=-

~uuer:to.


23i

RIVISU

La co~tone e la durez1.a dei tessuti dipendono. rocendG aslr·azione dalla loro compo.. izione, dalla "trultur·u islolog•ca. Mentre il cervello, il fe~ralo o la milza possono, a C8~ione della loro struttura, "P•eyorc "oltanlo una piccoh,..ima rP."Ì"tenza, ne spiegano una ma~~ior•~ te~~uti più spessi, ro m 'l mu<~coli, pelle e ra ..ce, ma "'0prttlLullo i tendini t'le osso sono quelli che oppongono uno maggiore resisten7.1l all'urlo ùei proit:llili. Ne,:;suua pal'le lei corpo umuuo ;:. capace eli opopporre aL!li ordiuar·i proiettili di guerra, uventi anche una moderata forza ''h·o. uua completa N'Sil'lenza, que~ta <~ard in media a""hl facilmente ~upcrata. Sol anlo col diminmre della forza ''iva può aumentare In re<>i<~lenza der te ....... uh del corpo a tal grado dn tar rermare 10 e~::;o i prmelt1li. Un lale arre:::lo del proiettile nei corpi può ..oltanlo .,.eriticar·"•· nella ma~giol'e fol'za vivo òel proiettile, quando aHil comr iulo mollo lovtJro rne~"<'anico. Que~to ra!("l:fuar(levol~> In· voro meccanico ~i compii• ad e!<empio nei lunghi~c;irni canali delln fer ita, i quali atlt•t~vor ...anu il corpo nel !'!un nu•,:tginro diaull·lro, oppure nelle f(rnndi dish·uzioni di te<~!'lutr duri, prin· cipalrnenle dellt\ o~-.a i IJilali pos.<~ono opporre una forte re$i ..tenza al proietti! .. tla deformarlo e d•,·ide1·lo. Le sirr!!ole partr !el proiettile po.. ~ono in (Juolche ca~o possedere una for-.u vh·a cosi piccola, che !a t·e~i,.-lonza dei Lesquli del corpo ba.. La a·r arrè~tarle. La resi st. nza dello ~tcs,o Les>~ulo subisce un'importante rno<l•fìcazione pei cmnbiatnenti della forza viva •lei proieltJh, rornn un gran colpo di ha tonfi nnimalo da arau le rcwza e vPlocità della. mano cho lo dirige• coulro l'aequo. ra cre~c• re più "ensibilm~>nte la re"i"tenza t.li que<..L'ultimu, di quello che un lento movimento dello ~tesso l>u"-lone aUraver,..o il liqni lo, co~i rispon(lè ancor·o in guisn abbastanza divAI'1"8 In re"'t"'l<'nza dei corpi ai proiettili che '• .:olp1scono. La re--•sL~>nz.a aumenta col cre-:cere della forzo ''iva; è perciò el ma sirno nel rnomenlo del colpo, e diminuì<>ce col diminuire della r. r%8 viva. Un "-UbitanP.O erre lo del mo,-imento dì un pr01eUil Animalo (la grande ror1.a ''l\'8 non ha luogo nel r.orpn umano per·ciò maucano nuc!:e l~ cnndizloni per un ric:tcaldnrnento


BIDUOGR.\FIC \

ìtJIUh'veote sino alla fu~one del p~ombo; ~sso condizioni iiliiiNIJDeDie devono in prnno luogo r•cercarst nelle os,:;a che ..._ lonDat.e deJ te....ulo più re~i~tente del corpo umano. ~ laportGn6a dd riscaldamento tlei proiettili di piombo,

~.,.tuione delle fer ite d'ingresso e d' uscUa d'arma

~· - Mediantf'l numerose riccrclae, le quuli con tulla JiiÌf'llza rurono es~?guìle da Bu::sch e Kocher dopo la guer ra ~rmanica, ru eviJeulemenle dimOSII'OlO Che SOlto ~ ooodizioni le ossa del corpo umnno opponi!ouo una ha-

llit'Oie ~istenz~. per produrre un certo ri~caldamenlo dei . . . .li di plQrnbo sino alla rusiouu.

t. fbelone dei prorettili ,jj piombo ..i ri<~conlra nei s"'lcmi .,_..1 sopra descritti sollanto allora <'he i proiettili colpi~ le ossa con tulla la fo1·za \'tva, cbo essi posseg-~ono . . . ePOrmt velocitù di circa quallrocenlo metri. Durante la ....... lranco- germanica pBr l~ urmi ùn t'uoco aùopt>tale, Ww taaione era principalm••nle soltaulo pOS!''Jhile pei proielRdtl fuelle Chassepul e dei poco u~ali \\'t!.a'<iea·. come unul...._ •ne mih·<!j.!laatrici. :\la anche cou rtuesla con::.ii.lere. .wloeità, poco considerevoh ~touo i fenomeni della fu'-JOne esei ru1·ono chiaramente limitati ulla corri~poudeute del proieUile di piombo e uoi colpi f<•llle epifisi delle soltanto in piccola <JUOulit.iJ cd io modo c!ulJbio; 1 -IUI'IIlma" rul'OIIO OSSCI'\'8lt.: tlopo COlpì SUlle dUN ~U­ 'Jill. delle diafi-,i. La ma:osa spt·uzuiln, o meglio 1-aggiata in mezzo aa tessuti non eti può del Lutto parlare di uno ·~t]Jilii'IB~m~1enlo come all'aria libera - delle fusioni corrispondt: a molto m<-no della cin(juante~imn parte del prou~t­ lìlllfi.~-~JI~1'011ta ei os,..ervarono i colori il'itle<>ceTJlì nei proic-t- -. .IU e nel!'li stec:~i frammenti che furono eslJ'alli !!IJ;,•.,.~ Uftlllno, Quale indizio dell'avvenuta fuqwne si P<'L~ assegnamento sui ùelli colori: la rorrnAùone o.l1 uno su fresca ::;uperfic.i~ metallica p roduce gli SOlto tnolle fttvor... \'oh cit•co<;tuuze, umidità, alla •Mn.... delle secrezioni, le sle!!l!e secre1.ioni decompo:<te


RIVISTA

e combinazioni di solfa, elc., eLc., di modo che reca piuLLosto sorpresa il non trovare più ~pesso quesLe iridescenze nei proielttlt estratti. Gli ::;trali eterogenei di\•engooo pt•obabil-

mente prestissimo troppo spess1. Compressioni e deformazioni delle facce dei proiettili c!te colpiscono appartengono chiara men Le alla mollezza del piombo. Tali fenomeni si riscontreranno di certo più fllcilmente, allorquando il piombo per il riscahlamento ha perduto in coesione, ma nei proietlilì di piombo molle avvt~rranno egualmente senza antecedente :-iscal•lamento, per e:.empio nei Mauser M. 10.1, tosto che col pt•oìettile inlat\o si confr1cbert rapidamenle sopra una superficie rude, pet• esempio s.:ah•ietta o tovaglia o tappeto. l tagli òei proiettili di piombo che furono fatti con un collello o con un tagliacarte d'osso, mostrano semprò una stl'iatura pat·a!lela, pt·odotta da piccole ineguaglianze della superlicie tagliata. In quasi tutti i protetlili di piombo, i quali hanno colpilo o distrutto le ossa, si veggono particelle ossee spinte entro superficie che le ha urLate, ma nessuna mat.eria rusa, certamente tutto ciò che e fuso del proiettile, sarà rac:llnleDlte;j spruzzato nei dintorni dei tessuti. Con facilità grandiss.~ma par·ticelle ossee possono penelrat·e nei proiettili di ..,,u, ......., (Mauser M.. 18ì1}. Intanlo questo l"iscaldameolo, il quale solto favorevoli co dizioni ha luogo anche nelle fet·1te ùelle parLI moll1 ha non piccola importanza: esso influisce nei proiellili di molle con cNscenle fo!'t.a vhra coll'aumentare la loro sizione a ~formarsi~ rende possibile il loro disgregamento ia particelle e la loro divisione cotlLro resistenze relativamente piccole, quali offrono la maggio t· parte dei tessuti del corpo. Ma che anche i proiettili di piombo duro possano so grandi detormazioni nel corpo umano, lo dimostrano le ricerche d1 Kilster, Koèher, Heppner, Ga.rfinkel. Malgr·ado questo occasionale riscaldamenti) dei proielUii di piombo sino alla fusione a sprazzi non si osservarono nel loro penetrare ne1 corpi umani fenoment di br~tciatura nelle ferile, poichè la straorJioaria velocità con cui i proiettili pe-


BI BLJ()r. JUF lCA

netrano nel corpo impedi~ce una considerevole ùiffusiooe

di calore nt i contorno d•• l cana le della rel'ila e la piccola 'luanU&i del soUile prodollo di liquerazione si suddi' itle su grandluima superllrie. P uò lutt.a.,·ia il piombo liquerauo, senza p!'Odurre particoht ri Cenomi'IIÌ di bt·ucialura, C"~Or versato sopra una carla "oltile ed asdutta e un d 1to può altraveru.n lentamente una ftamm~t per un Lempo relativamente lllft80 senza da nno. Una bructalura del LO"'"Uto dei corpi dobbiamo btlnu uoi eollanto aspellarci, qutm•lo i proiettili riscaldati J<\lan laneamenle sono arreslaU e t•imanJZono nt>l cor·po nel luogo delt•arreato. Ma nn tale subitaneo arre~to MI m· ,,•imento dol pro· ieWle può !!Olli1nto ave•· luoio(o per I'JIIei proielh che hanno perduto totalmenln la lnro l'orza viva (palle morte) •' che non eono p1ù su-;cellibili di ma$.rgìore -riscaldomenlo. Un ri<~cal ­ damento, ~he potJ·ebbe ca!:!ionare ~coltalu ra, !'i risconiJ·a, quando la ' 'elocitA 11~>1 proi.-Jl.ll" ~ gran!lil'll'lnta, la produzione del lavoro sullu nw ta come sul peoiellile tnnlo con<~irle revole, cbe ancora una mR~~dor·· 'lllanli i.A .J ... Ila forza vh:'l può tuUa eon, e rtirgt fn calore. St:mbrA pr>rciò non nmwiso:ibile lo svi luppo di vapore a ''{Ueo nel corpo pl'odollo tlal calore dd prGtellile.

Un riscaldamento ùi mediocre g rado ùei tesQull del cm·po ha luogo certa mente. Facendo a" trazione dalla P• ~- ibililàleonc., DI perla I n fnvore foa·se l'o"serva;r.ione di B u.,r.h, il quale ~ alcune \'Oito nei ca nali della ferita di cadavel'i ricchi di ~ ROOciolare ~r·a-<so divenuto li'lnidt): pel cot'po vivo llOQ 6 l'ègJslrata alcuna osser\'azione -..imile: e que--to forse d PIOYa che i l~sula ,.,vi altr·~tver8ati rln liltUiòJ in movimeDio non possono andar soggdti aù un ri.,caldamenlo ra"'· IJII8*•ole. L'o"ser v11zione <~pesso ripetuta. del margil~e

=

della ft'l'lla di entratA pre!:'enlanlA l'aspetto di bru-

~ ,;:: è da ri~nersi quale reoomeno di bruciatura: e«so

....... la

lbegllo l a -sua !!picgazione nella elasLic1tà della

~quale li sl•.rat.A. nel circuito di hw:xhi colot·ati tlal 8

c:&gJone ùella sua ela;..ticil/1 talvoltA I•UÒ cetenia 8Hsere lacerata tlal proieLl•l". analo2amente a ma


RtHSTA

rruanto ba osseevato BIJscb sollo analoghe circosLanm nel perfot·ali dischi di gomma. La forma dell'apet'lut·a di entrala del proiellilP nella dipende da fattori, che noi pos~iacoo bene ùelermmare ogni particolare espel'imento, ma la cui conoscema nariamenle ci man<'a m un ca,.o grave. Una esallo. scenza è perciò rara e sollanlo possibile in c~so nato; qui non possiamo far altr·o, che tener pre~enle il •rP.t:J Mrw•• punto di vista, che ci deve s.arvire per la nostra In prime> luogo dobbiamo occtJparci della pelle: la sua slìcilà, diversa secondo l'età, lo stato di nutrizione e ,..~"'"_..., tanea con lizione, la rtuale ultima sarà modificata di ment.e dal vestiario interno e dalla copertura, dalla te e dalla sede ecc., dall'umidità e dall'adiposità; per parle proiellili: la. specie ùei proiettili forma, conqistenza, d'incidenza, fioalmenle sopl>allull.o la foru 'i va deltuu.o \'ersa nelln sua manifestazione "econdo ì componenli, massa o della velocilé floale. Tulti questi fattori mo•CittlcaJR raspello delle apet·hu·e del proiellile; la modificazione uni o degli allri moùilica la rorma. Sembra perciò inuLHe, a cagione della cono!"ciuta varieLà dei moderni proiet.Lili (a punta, cilindro-ogivale, ietlili allungati ecc.) avvalorarlo con cifre, le varietà duali sono troppo grandi.

La superficie in<'idenle del proiettile che penetra nel potra louto meglio determinare il fot·o d'ingr~s&o, ma1.rgior•• saré. la forza viva dal pt·oiellile nulla sua Anale. L'ap~rlura d'ingresso sara rotonda ·1uando fatta proiettili ebe colpiscono con la punta, atl angolo retto presenterà il preciso diametro del proiettile in I]Uei in cui l'ela~ticilà della pelle, per enorme velocità nnn entrar~ iu azione. L'apertura d\mLrata può diventare giore del diametro del pr01ellile - facendo natura! aqlrazione ùai casi in cui s' incontrano piAghe della si forman'' combinazioni del colpo ad angolo rello e geoziale - sollant.o allora. quando esso è aumentato da dei tessuti che si distaccano e sono posti tn movi


BIBLIO'iHFICA

,..- esempio schegge ossee tlclla tihia in conse~uen1..a della preaéone idraulica che si mHnifest!l rlRII' inltlrno verso 1'4>e&erno. Naturalmente non de,·onn giammai es;.r!·e trascurele le condizioni, che aumentano o diminuiscono l'elasticila della pelle, la ten,ione nel momento ùel colpo, In ~pe«"'o 'Sl1'8&o adipoRO e la muscolatura o lo t~lrato os~P.o, pezzi di -...dario inUmomcnte uniti ecc. Con la tlrminuziorv· dP.Ila veloclJ,A finale !"ara l'apertur·a rl'io!!rès"'o rotonda ma irregoiare e costantemente piil piccola, poichG può sempro maj:tprmente Pntrara in azione la !"truUurn !=<p-:ciale della pelle, la quale a cagione della :;IlA elaslicili\ può tendersi c Cl"d6r'~": an.Imeote giungerà un momento, in cui l'apertura dell'intp'eiiO mostru appPns ancora una solui~;ione d~.!lla pelle e si evvicina molto ad un'apertura a for·rna d1 fenditura con mag· glore o minoro rnargine lacerato rove~cintonll'intcrno. r mar·· tpnl dell'apertura d'ingrc:;so mostrano ordinariamente un amgiamento di colore, il qu~le é lauto piu lar•go, '1Uant.~ pnl prrcola, in rt~pporto al diametro del pr·metlllu, è la solu&ione di continuo della ~rlnnr ·,.;ala pellt-. B~ù è per ro~ì dire una rmpronta del diametro del proiettile e ~i tnnuife~ta per le contusione della pdle, o nella pelle ,lenudala oppure inallcientementecoperla, l'arlllcrimento Ri può pro.lnrre anche pel'ebé il prorellrlo vi deposita la feccia rli polvere ~iti C~>plo;;a aelle cartebe precadenti e che il proiettile trascintt seco nella - eor.sa lungo la canna dell'arma. li foro d'ingres:so pnò nalru-almente essere l'<Olt.anlo rotondo, ~ il diametro dol proietWo è pure rotondo. Perci(l tfli eltri colpi Langenziah dei proiettili non fl<'<~~ono giamJifOdurre 1tpcrlure rotonde; e<sse dovranno P~:-et·e molto pi6 •cilmente ellillicbo, o ve le qualit.lt particolari dell11 pelle ;::::-ano entra1·e in nzionC' Nei proiettili a punii\ il rap_ ...._ in tulto e per lulto lo s\usso, si formerà prima un'a· - -lea rorrna d'1 •:o r d'tlura co_n ~tccolo . . t*ll6 squnrc10meuto.

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~ IMU1e po ter1oro del pr01eUtle già trova nella pelle

MIM ma':. la quale _sa~ dilatata da esF:a partt~ posteriore ,.. • gaore Perdtta dr ,..o... tanza, purch~ la ,·docita finale Ila molto eonstderevole.


RIVISTA

Se l'aumento della forzn viva creRce specialmente per l'aumento della ma-.sa, le condizioni <>i mostrano dh·erse. la •1uesti casi può mollo più entrare in azione la sLrnttura pelle. Il proiettile ca$:iona soltanlo una perdita di ,..v,~........ relativamente piccola. la pelle l'i lacera e riproduce il metro del proietlile corrispondeni.P. Aumento o diminu~ dell'ela!>ticità della pelle cangia l'a"petto nello ste"so come sopra. Anche più complicale <>i mo!ltrano le condizioni tlr•ll'a pea-,. tura di uscita. La forza del proiettile non può mai tanto gran,.k, come all'apertura dj Pnlrata; agginn~a dò la <>pecie della deformazione, che può essere mollo cola ed anche molto conotiderevole. un eventuale mento ecc. po<t<>ibil., cbe anche l'apertura di u<tcita dja f•·dele immagine del diametro del proiettile, ma cjò tiene alla più grande ret·ita o può !'oltanlo ri~contrar5:i forza viva ancora con<~iderevolis..ima e nella lieve ""'""L"~'.. della pelle. Ordinar iamente l'apertura di uRcita ci rnaq~ini più o meno lacerati con piccola perditA di poiché il proiettile a forma d'imbuto solleva e lacera l"lica p ·Ue. Naturalmente non vediamo giammai nelle ferite d'uscita un color'ftmenlo dei margini per le r..ccie polvere, m& H più delle volte i '<egni di un forte ""'"n ........... e di una forte contusione. Un eventuale ripiegamento dei ~in i verso l' esl€'1'110 -.ara determinato unica m ·n t~ dal turale e conservato g1•aùn di elasticità. Se il pt•oiettile ha prodotto pressione idraulica, allora figura dell'apertura d'us1:ita dipende dal grado e dal l (o vic1oo o lontano) donde è partita quest'azioni'\, corne f'econdo l'elasticità dellA pelle. Una prel"<>ione molto en può c mdurre in rari ca<~i a g••arl.di <~oluzioui di continuit:\ pelle: in generale czj mamfeslano laceraziom più o m eno le quali po.,~ooo eli nuovo qua~i coprire l'aperturA •l'us ..,e si riav:icioano le port• rclralle dall'eht«ticiLà. Un pCJlZO'~ mento in fuori di parli dt tes uti corr-ispondente alln di"'" 7 "'n• •lei proiettile -.i t·iscontrera qui p1ù c::pes<~o elle in una u ...,~.,·-"· aptlrlUI'f\ ~.11 Pnlrt•la.

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BIBLIOGRAFICA

111. Azione esplosioa. f Pre~!!ione 'drauliea\. Si è sopra rutto os~ervare. che la fOl'l..ll viv<l dei proiettili

ereaoe col quadrat<~ rlella velocit.à loro impartita. Prima della ,:.ruerra del 1870-il "'' fece poca attenzione IIUIIa grande importanza della velocità per giudicare òelrutone de1 proietlili ~ulla mel&, cioè nei corpo umano. Si restO ~rCJò ,.orpre,-.i nell'osserva•·e ferilu con piccola aper&ure rl'inll"'e"'"'D e considerevoli"!simR dillltruzione all'apertura eli ut~caln, f1mte che !':i cretlctLero e>oltanto po~!"ibili per l'oliOne di proiAttili P~plosh•i. sebbenn prima dalla guerra, 0"'· 1181'\'UIOni cliniche {Rémond e Lorber pre~"'o Richter. pnpna l'i5) e ricerche (SARAZIN, Gtu,•ttt méd. de Stra'tbourg, N t8, 1867) preci.,amente pPi proiettili Chasc:epot ave.,.,ero ouervatft "Jmili dic;truzioni Le O!""ervazioni non acquist&rono grandE~ imporLanza poichè ~mno rimaste "enza spie~azione. Soltanto dnpo la gnerra l'rnnrn-germanica furono intraprese numflrOsR, accurate ric(>ri'Jtt> lfl I'JUA!i dimo!'ltrnrono che i pro-. lettlll solidi rli piombo pel corpo umano manife!'\tano le ordinarie azioni. e~ploc:in• purclu! colpiscano con '\"Plocità balltftvolmenle nandE>. Con foru VJva di pili p1ccolo graolo il proiettile muoY"e le puU colpite nella c;ua riire~ione comunicando loro il proprio IIIO.tmento, ma nou hn la fot·zn di ~trapparle: crescendo la "fllloe1&è eresr.e o(uesl' ulllma rorza A infine giunga a tale ll'ldo ebe nel ml)mento olel rolpo le purlil'alle vengono !>lrapPille Yla e pot~c:ono to~to anche prenùere la velocità del PI'OieWle. Cl'e!lcendo però &ncora più la velociUI può maneare il ~mpo perché IB parti colpite conceric:caoo il movi111eftlo •u~t.ato: allnrR una p11rte òella t'or-1.a \•iv a del proieltile al lrumette nE'Ile parti circo«t.enti Ri léo:~quti rlirellamente : . ,ed in que!<Lo momento comincia l'efletto esploc;ivo aall le due com~>one~li del <{Uale "llnt'l In c:rossa dei 11!"· ~ e la Pl'esstone 1lraulic.a dell'aCilua contenuta nei

dari

Q l mite minimo A d"tO do

"

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una velnCJ ta tln&l~" del proiet-


RIVISTA

1J1e ,IJ :!111 m. (Koker. La lontananza, nella qu~tl · questa tevole velocità flnRia ancora e bn<:l•lvole per ottenPre e!lp(oc;ivo è relalivamf'nte diver·ga per of{ni proiettile A «temA •li proiellile; pei proiettilr "loper·ali allualment<? la tananza ò òi c:irca 400 m., un poco minore per lo Cn!lt~lllll adoPerato durante lA ~ucrra. NE'Ile maggior·i r·e«rstenze, \'Olro, Jbchr mclnllici, unn velocità fino l~> r·elaliVIunP.nla minoro cii <(UCIIa che è ce"'saria per superare la r· ·•'lslcnza di c •rpi liquidr. 1 llqoidi, per la fa('tle ctpo.,tahihta òPJIJ> loro molecole, l"rnel\ono equabilmenl.e in o:;ni '-enso qualunque e<:crd\ata ~opra un punto della loro superficie, di m· ·do un vl!!'o preno òi liquido òi n. Ruperlìcie, ricovorà una 5ione n volt~> co~ t 1:!1'81ldP, quale Mrà ectercitn\a sul eor1le1nUI dA nno stantuffo r!P.l diamelr·o di nn' unità di "Uperficie. prP.~ctione aumenlerè, finchè l'incnmpre~sihile flnulo rara ptarA 'A"O f' troverà una via "c~o J'e"ternll. Se mA n tre esercrta questa pr essione il liquido put'> scolnre fuori, accadrà la ,Jislruz,nne del va!:'o, ""!18 av\'erra quando la sion1· aumeot·~rà dt tanto oppure tanto improvvisamente il liquido non abbi n tempo c:urficiente da scolar via, o io parole per conlrQbilanciare la df'tla pre~smne, il che aver luo~o entro certi limiti anrho per cedevolezza nelle rel1 del va,..o. Sirnili condiziom, non lo c:&e:s~e. incontriamo nor nel umano. Numeroqa parti rli lel't!~!nli hanno un t·osi con vole coutenulo liquido, che po~sono es:-t>re riguardate ra.cilrnente mohili ed incompt··~ "ibili - naturalmente n~'lla !".te!'!'a miRut•a dei liquidi - innanzi tullo il mi tollo ael'e 0'" a ··d i muscoli. l'•m contando le cavità di liquido, la ve<~cica or-ina• ia ed il cuor·e. Suppongasi che uno di queo;;li lll" uli forn1l1 di proprio tn\iluppo penetri rnrpo c:tranie1·o con tale vt>lncità da n 10 la ciar tempo lirtuido contenuto di sfu~git'l' per le vie ualut:'llli e lancinre la pre...:~ionP, que<~l'u1Uma ~rescer-8 di tanto fino a gmnta ad uu cer·to punto supercra la re-.isl~u:r.a e dl"ll'involucrn.


BIBLIOGI\.\FlCA

Reger ha receo~emente dimostrato che i proiellili arumuti -e penetranti c·.on bastevole velocità nelle cavità d~l corpo umano produc,ono un aum~nlo di pressione riscontrato diJ'8U,amente cùn determinazioni barometricl1e, mentre già prama altr1 ~perimentstori p~>r via diversa erano giunti agli etessi risultati. Reger merce ricerche accuratissime l'isconlrò nei colpì che honno proùotLQ .. {folli esplostvi un aumento di pressione da 1 lf't fino a 2 l/~ atmosfere. Particolarmente importanti erano state pr·ima le esaLLe ricerrhe di Kocher, le quali erano) sta l~ ~eguite in conltnuazione alle ricerche Cstte da Buseh. Egli tndagò la pressione idrauhca medlanLe colpi ~mparalivi sulle stesse sostanze (lessutì del corpo) allo stato di 8:'1Cillltezza e 1.1i umidità: lù osservò egli t'esistenze t·elat.lvamente piccole. quà. colossali alterazioni, corrispondenti a quelle che llgli aveva rhsconlrato mediante colpi su puri li· quldi P.uclcer lim:to i suoi espet·imeoti sul cranio e polè riscontrare effetti diversi secondo che il cer·vello non era lmellato, perciò era relativamente asciutto, oppure aveva subito una 1ni••done. Noi possiamo dalle inh'aprese ricerche ben con<:hiudùre, che la pressione idraulica diviene più considerevole, a par1 condizioni, con l'aumento Jel contenuto liquido dei lessuti. Le condizioni per lo sviluppo della pressione idraulica e -del <'.Onl:leguenle effetlo esplosivo sono, facendo astrazione dalla rich~t·sla velocità tlnale ùo::i proiettili nel mialtor modo 16 ' o deterwmate, ove tessuti ricchi ùi liquido sono chiusi io :vJtà oon pareti rigide, le quali si riempiono completameoLe, modo che non possono coùere alia potente scossa, come nel ee~vello, nella midolla spinale e nel midollo delll3 ossa (pres~lone delle cavità). Tult.avia si risconh'a parimeoli la .PI'8SSione i,~raul . . . " 1ea 1n tutte le part1 molli del corpo umano e pnneJpalmente in d . .. loro sb'utt gra o ~aggrore quanto piU omo,;enea é la ~ra ~. fJuanlo pr~ so n ricche di liquidi. Qui può fat·si ....___ one . allrnfluenze della liquefazione del proielLile o Jella w •. - centrifuga p · hA -..n: . , ' OIC "generalmente nelle rerite delle! parli . . . . u- . non st rlseont . ra alcuna hquefazroue. La presstone tdraulllveee Cl spie,. .,a agevolmAnte il pP.r<.:hè talora le parti di

••trazi


JUVIS'lA

tessuti protruJono dalla ferita d'entrala e vengono anche lancia.te a distanza. La pressione idrsulica si ra principalmente manifesta, se i proiettili s'infiltrano nei lessuli, in cui spiegano la loro forz;a. Se noi non io tulli i ca si vediamo Je la.cet'azioni iu forma di fo1·o, le quali corrispondono llll'apertura di entrata, ciò dipende ùalla potente forza ùella pressione idraulica cht> reagis~ per ogni dove, lo che principalmente avviene nelle perforazioni delle ossa r-er proieLLili d'arma da fuoco quando sono colprte a bre'9e distanza. Ogni ricerca fu in tali casi impossibile, pet' esempio : uea colpi sul cranio, poicllè l'intero cranio era completamente fraC. lurate. Pet•tanlo quanto più la velocità finale si avvicina al limite già sopra r1cordato, tanlo piit si saré. in grado di poltsr osservare la perdita di sostanza in forma di fOI'O, poiché atlora la pressione si esercilu nella direzione della traiettoria. Probabilmente Mrli fino ad un certo grado limitata la equabile disLribuzione della pressione idraulica mercè i forti elastici selli di tessuto congiuntivo, cbe assai numerosi !<i sconll·ano nei muscolt, pat·Ucolarmente forti nel conlen del cranio. Però l'enorme forza di un proiettile che con una velocità 1ìnale di pili di :2:-,o m. {sia esso diretto od indirello) sarà ben poco attenuata dalla oresellll.IJ' di quei selli. PI·e,·alenleroente manifesta J!Viene rallezza della orEISSiion4~:· idraulica lanlo nella direzione della pii! piccola come nella dìrezion~ della lraielloria: nell'ultima si accumula: l'effetto della pressione idraulica che a~isce per ogni dove con •Tuella dell'azione pro~ressiva del Jll'Otellile. In padicolar mo.lo chiare SI scorgono r] uestc condiziont nelle lesioni d'armu da fuoco del cranio nelle f1·alluee indirette, cioé m quelle t'ratture che si osservano m un punto lontano dalla sede in cui ha colptl.o il proiettile. In lt•edlci dei diciassette casi, raccolti nella letteratura da BuckeL', ei osservar'lno stmili f!·atture nella sottile lamina orbitale o nellacribrosa dell'etmotde; dieci volle si osserval'ono dislocazwni di tali pezzi dtstaccati verso l'esterno, c.he sollauto erano po-


BIBl.IOGR.\FICA

tute avvenire per etfeUo di prcsgiont: che agh·o dall'interno ..U'eaterno. La pressione idraulica cr•esce nella ~un manifestazione, eae· l ,.._ par&bul, con l'aum~nto Jella velo,:ità, P. perciò cooc;ida. re-.oliuima nei colpi à bout pot'tan.t; ò ilei tutlo indipendente <dalla rotazione dt>i proisttili, pniché anche '" palle, che non baDDO rotazione, lanciate con ba"Levolc velocilò, producono lo s~o effetto; es~ •• inoltrt~ indipendente •lal pAl'IO "PeoUico, crt>é dalht massa ,(al pt•orallilP. a ri egual volume, poiché l proiettili di melulli leggerissimi, come ulluminio, non ispi~no particolar~ minore azione cht' i gravi proiellili di piombo ad uguale dinmeh·o. Dipendente invece é la pressione idraultca dal diametro del proiALlile che colpisce con -.uftlciente vclocilll; quanto mag.tiore P~"'o é o .!i,·ieoe, prima che penetri nello parte colpilo, tanto maggiore è anche ai e~ruali condizioni la pre«sione itlraulicn. In questo rapporl.o, r1Ail' aumento .\.J diametro, !:n pure molta influenza ~ul gt·ndo dnll' azione il riscaldamento e la deformazione del prorettile Ji p;ombo In prrn<'rpio -.'inclinò a apaegare le enormi Je«ioni 1·ttrronate da colpi in vrc111anza -deUo chassepoL e •li at•mt di eguale azione, me lianle una. ùireua influenza dèi é8~ d ella ; () vere o dell'arta che li ;H·~om­ .P&Kna, mentre i gas della polvere pet·Jono giu a brevP d.illtaoza del colp(} ogni inOuenzu; egualmente fu dimostrato delle ricerche di Gro::<s ma n. Pl'l k&n e soprallullo da Busch ~ l'arta posta in movrmenlo non isruega alcun' azione laierale, che l'arrA é sospinta innanzi ,Jnl proiettile e lo ~egue, ma ebe quest'aria ~oltanto agi<~ce como corpo "Ohdo. ()ue$lo risultato è ancora perciò di particolare importanza, ~é non aecre lita in verun modo l'~sislenza dei co•d detti i : !_'ana, 81 fJualr as .. ni racilmeole l:\1 preslfl\'8 rede rl~i pro• non esrsl.ono colpi d'aria. 1.e maggior nt•rta .• . l . l l . . .... ..- "' u o:t c ururgr sprega le pal'llco an estont 880 0 ....U' : " cagionare nel corpo umano piccoli proielttli ani~:~saderev~Je forza vi v~- ~pec!almcnl~ nel cranio. 8eoi: baPI'Oduztone rl~lla presstoue idrauhca. - Pero com tte ., "Ue<:•~ . · ... opmrone; secondo lut. cagtouano 1e o

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o


RIYIST \

armi morlerne Je ~nsiderevc•li lesioni sollanto mediante l& Jopo enorme forza eli percussione, poicbè neUa grandisSima velocità e nella corrispondente resistenza nel punto iu cui colpisce il proiettile si possono avere le più f01·Li oscillaziruu, che ~i manifestano per ogni dove e nelle pru•li del cranio di diversa durezza possono anche agire mollo diversamente: di modo che egli dà molta importanza all'irregolare rotazione clte si riscontra rrequenlemenle nei proiettili conici. - A quest'ultima concede molla Importanza anche Bcr~mann; l'irregolare rotazione dei proiettili allungati congiuntJ coi deter minati cangiament i di forma subiti nella scossa dall'rlastico cranio spiega secontlo lui le o1·dinarie lesioni del capo che si osservano in IIDa gu.,rra. Ma che snelle la pres'lnza di una pres~ione neiia cavi lA in causa di pressione idraulica sia indisculibile r.ella spiegazione Ji un grsn numero ùi ferile ammeLle il Bergmann compJetamenta. Bu$ch peuF36 pure alla forztt centrifuga dei proletlili S"''iluppata pe1• mezzo della rotazione ed alla velocità deiJf.' particelle componenti l'involucro del proiettile le quali ultime tanto egli quanto Richler riscontrarono che possede"ano IID alto grado di forza. Intanto le ricerche di Busch non f\Irono hast.evoli ad eliminare in lutto e per lullo la pt•essicne idraulica sos!ituendovi la forza ceulr1ruga. Busch dice put·e: l'acqua non avrà verosimilmente tempo bastevole d! spostarsi. Questo é giustissimo; quindi la forza 1lelle particelle che ~i distaccano é da lui tenuta troppo elevala; finalmente Kocher ùimostr6 che la rorza. di e~plosione ò indipendente dalla rotazione. CAPO IV

Importanza delle parti di piombo che Sl- separano dal proiettile pri:ncipale. La forza deiJt' rooJecoJe lifJUtiJ'atle di piombo e in~1~t11ficante a c~gione della loro piccola massa. Secondo le r icerche di: Koci:Jer essa raggiunge appeua pochi decigrammi, mentre se-


BIBLIOGHA •• ICA

condo Busch può ascendere sino ad alcuni ~rammL Il risultato divcr:~o clipeude pl'inciplllmeute dal diver~to modo col ~le s1 saggcar'Ouo i proiettili dopo che avevano raggiunto la meta. l prodotti della lii(Uefazione si diffondono in nume~e piccole particelle, -.ulle •JU&li ancho la più gt•ande veloci&& non può dare alcuna particolar., rorza di,.Lrulliva. Una carica eh polvere di circa cinque g-rarnnu ~~ oOalicu IRUlilmente ~u una palla dr canuone e non é in gt·ado dt comunkare una forza cons.id~t·tlvolo: ad uu J!r·onello di ~abbia, men&re può comunicare grancle violenza acl un proiettile do. fucile Busclc accorJò alle gocciolme di piombo ru~o una cosi oons1derevole uuportanza d w ud c:sse cerlamenle non is(Jetla; eue rimbalznvano senzo all'un <'ITello sulla varte corticale del cranio e vef(•similmente non t•tuscirono una sola vollu a rorare uua corta, m~nlre Kocher osscr\·t'> piccole ape.r&ure in uu foglto di carta che Hu,..ch credette cagionate doli t! goccioline di piombo fuso, anclcl' in colpi cou l'l'oietlili di rame in cui HOtt :::i può parlaro Jl alcuna fu~ione. looltre Busch riportò un' o~scr·vazione (certo per tro\are un esempto tlella form ùeì prodotu Ji liqucfat.ione,. Jo. cui emerse che le J:•Jcciolinc di protnbo fu:;o in 1mmeùiata \'Ì<"Ìnanza dopo l'u"cita di un pruiellilfl Chasscpot ei>Ler·,) ~oltanlo la torza tlt peu ..trare nella peli«> del pollice. Jl relttlot•e. uno •tudenLe, aveva ct·eduto che •JuOi :W a 30 grpnuli ptmelrali foaeero altreltonti granelli ùi polvere, ciò che iu uJleriori riaerehe non si potè t·isconLrare. . Se ai prodotli della Cu>'ioue non l:!Ì può concedere grand6 IIDportanza, uon si può dtre lo stesso delle parti rt"culùale et. al diatac:cano u8t ·' · prOtelli · ·1·l di· ptombo. Queste pos~ono e cln ~· ~pello alla loro g t'8Hòt•us, come il reslo del pro•-nd apeegare IUta loro pruprio ozione. Fille membrane e wv ana, ma sopr l lo puu a Ul le ossn c eh tjU&::lte pat•licolarmente le lcreste), sonc> iu gt·a.•lo dJ divic.lt•J•e i rt~l!olùuli 0 ...._ _ dlbslaccarc grawli ~che;:;oge. A seconclu d~IIA loro el loro an•.!Olo u_,..lllCi' tl nnza e dello lor() ".o1·tna pru --.no••va,' adatta --... ___._ alla penelrazione com, ~ :seconda della parli- . ·-lenzn dPl t<> <>c:u lo ~O I JIIto. . pr•n •trnrH• 1n ruu·h. del

...:uumanate


RIVJSH

pro1etttle ed 1 pMI&Lltli wdiretLi po:>tl m mo\·ìmenlo ·la esaa - ~e~ge ossee . qul:lsle abbandonano il corpo o m foudo a l canale che s1 ò prodott.o t-il sofferrodno t·est.an.lo talvolla anche bene lontani dalla cavilà primar ia prodotta per l'effetlo esplosivo. In tali C8!<Ì esplode per cosi dire ti proiettile ed auwenta perciò il suo dtametr o m considerevole estensione, con esso aumenta l'azione later11le, mercé la pre~stone tdt11ulica e la scossa , cioè la forza di esplos1one. Questi sono i pii.t alti gradi dell'e~o~ploqione che s1 sono osservati solamente nea colpi a g rande vic1nan:z.a, rruando 1 pro1etlili possono agire :<Ui corpi con la veloCità di sopra I'JUallt'or6nto metri, l'aztone di esplosione ui Richtt•t·. Non :semp1·o però :.i manifesta la pos<>ibilità c.1e il proiettile di ptl•mbo molle e!'ploda m questa ma niera; •tueslu possibilità nelle fertla delle parti molli m cui non estst~ la for:z.a ct~plosiva può serupre agire sul pr oieLLil6 cangiandolo di forma - prorlucamlo il caralter, ... tico !:!Chtaceiamenlo s mo alla forma di fungo. V. For1rr di .~ehe!loiamento e ti i ,,crjòrtUione der proiettrli

Per riguardo al r~jpporto fra la forzn penetrativa e l'aziono laterale, ciou la fo1·za e""plosiva dt.ll proiettile, i !;iugoli fal~ tort della for za ~ 1' a non agisCQno nello <-lesse. morto. La ''CIOCllit agi"ce fav•)t't.l\ olmente tanto ,ulla forza <li !l:>piMione come l:tU quella di perwtrazione. Ma la forza di e~plo,.IODO é par ticolarmente possibile nella COIIsiùerevole velocità finale dei proiellili per aumentare ~>empro con l'a11menlo rlellf\ ve· locita finale; la for za di perforazione ~ essai pre<>to a c!]uistata dai proiettili, riguardo al cor po umano. Lo massa del proielttle agisce in modo ùivel"!!u; la forza di e:;plosjone é ind1pendente dal peso ~'pecifico, con l'aumento del tJuale cresce la rurze1 di perforazwne, ma è dipendente dal diametr o incidente con l'aum ento del quale es!'a ~:resce, ma ad uguale velocita e ad ugunl p~;s(J dd proiettile di mi ·


IIIBLIOGRAF!GA

nwsce la forza di perforazione per l'aumento del diametro, "Sia il proiettile o non deformaLo. Nelle velocitA finali del p roiettile flnCl a 250 metri non si onerva più l'azjoua laterale det pt'Oiellili mediante la pressaone HrauJica. l proiettili spiegano la loro azione direttamente sulla parte colpila, la quale a cagione del1a sua energia di resistenza reagisce alrurlo. Qui si avvera 1'11.ntica ipotesi che con l'aumento della velocilà :!Ì produrrà una per4ila di so~lauze tanto meglio circoscr itta al diametro del proiettile cht• colpisce. Le parti colpite sono clicciate innanzi dalla violenza della palla e ne prendono la stessa veloait.a, senza che l:!i riscontri una tale partecipazione nei dinlomi. Ma l'effello g"'ner ato da tali p r oiettili può diversamante maniteslarsi ; p•lichè esso dipende dalla pr oprietà del tessulo colpito; esso eleva manifestarsi d~l tutlo diversamente da un Ialo nei lel'<suti provvisti di allo grado di elas ticità ~ da -un altro lalo dalle ossa relalivam~::nte fragili, de,~e anche dive.rsamentc manifestarsi negli stes.si tessuti, quanlo più entra m azione l11. Jot·o parlicolare struttùra ed elastici la. In tali casi può tUlche dl'rìvarne una deviazione dei pr oiettili altraverso i tessuti ; quusta avrà. tanto più facilmente luogo per quanto rninori' fol'za viva il proietlile possiede. Deriva da ciò, che per le velocità. finali minor i a 250 metri 1 moderni proiettili di piccolo calibro d~bbano ca;donare ferite meno gravi, Ji quello che gli ~mtichi di grosso e medio C8ltbro. Que...:;to fallo è stato parttcolarmenle o~sf'rvato da Piro~Zoffe v. Langenbeck·' il primo tt·ovo nella guerra Franco~ ennamca la ~nferma della suR osservazione fatta fino dal t8i7,. ct~e i proiettili co~ piccolo diametro spesso pr odu1:0D~ 1~ 10nt rdativamente inl"ignilicanli, v. Langenbeck e.! a1~1 rtscont1·a ronu che lati $empltr.t lesioni rl'arma da fuoco !~mc.pe.lmeme rurono t'tportule, quando le tt·uppe facevano &uOCO a 400 Pll<~s'1 ù' di ta ft • t s nza fra Joro; tale oss11rvazione con~~~ rmglior modo possibile l'esallezza dei l'isullali spe· ~ mente riseonh·aU ùa Kocher, poicbè il proit:Llile di ... po~~ 'JUesta dislauza possiede ancora uua velocità finale "ll'ea -.JtJ rneLri.

.

::;:a


250

RIYtST\

Con ulteriore diminuzione della forza viva - adunque quau proporzionale alla diminuzione della velocità del proiettile perde il proiettile la pro;Jrielé di cacciare innanzi le parti dirallamcnt~ ':olpile. n~l ~uo decor~o, esso pos"-iede ancora soltanto quella di qcuolerle e dt ~pezzarle nel suo movimento. Si Ti!llcontrano le più ,.a1·iate forme di contusione, dl\·erse secondo la rorza viva del proìellile che colpisce, ma pt'&\'alcntcmP.nLe dtvo r~e secondo la c;trultura del tes~:mlo colpilo. Quanto ulaggiore é la re~i..tenza lh que«l.o - osso -!anlo mag~iore ~ril la qco«--a; In lilrultura propria del tes;:uto viene in azione B"«at diversament~ nelle Je,ioni d'arma da fuoco - l'ela"licita, In durezza, la fragtlit.O.. ecc.- sono !allori dt alla impol'lanza per l' eft"elto 1iella le:;ione e di cui ci occuperemr, in primo luogo.

PARTE III. AZIONE ~'ISlCA DEl PROIETTILI SULLE OSSA ILLUSTRATA DAl PRE• l'ARATI D'ELLA COLLEZtOr-;E 01 CUIRURGIA DI Gt:ER.RA DELL' J::;Tt rUro

'1EOICO-ClliRUHGICO

FEDERICO Gl:GLlELMO IN

lJl!RLI!\00.

Usserca.;ioM prelullinare. l.a teoria sull'at.ioue tl~ica dei proi~>llili è in massima parta ba.,ata qui t•ic;uJtAlo dell"' ricerche di colpi scagliati contro ca•laveri ed animali. La gu<'rra s'incarica di estendel'e p1ù vastamaule l' e!perienza sugli uomini vivi. È perciò <Iella ptù grAnde importsnu di ricere~~ra se le lesioni d'arma da fuoco riportate durante la vita po. ~ano spi~garsi secon lo le leggi teoriche ~opra accennate. oppure se richiedano un'alln c;pir.gatione. Le o "'er,·azioni si accumulano durante la guerra in un r.orlo ~paz•o di tempo; pel ri~conlro dell~ O!>servazinni mancano pr•incipalmenle tempo ed opportunità; di rarlo poi le


BlBLlOG.RAF!CA

esperienze cliniche avranno per sostegno la possibilità di esalte ricerche anatomiche. Per l'esalta iiJdagine nel tempo della 11u•ete rimangono le lesioni dei tes!"uli duri delle ossa, poaehé essi conservano le più ìrnportanti alterazioni che i proiettili banno loro direttamente ~gionato. Nulla meno e da osservare, che as~ai di rado si è in grado, per le le.."ioui riportate duranle la guerra, di conoscere tuUi j momenti, elle sono necessari per apprezzare l'azione dei proiettili e quelli che almeno in parte possono e.<;sere ritenuti valevoli per la spiegazioM delle ricerche sperimentali. Si è perciò spesso rivolla r attenzione agli effetti che mostrano i preparati, e si é spesso nella nece!\sila di fare conclusioni unicamente retro~petth•e sui relativi momenti ezil)log1cì; si può quindi cadere in errori, 1 quali po!l~ono unicamente essere evitati col riscontro dei prepar•ali a tal uopo raecolli A base rleUe seguenti ricerche sono posti i pt•eparati della raccol~'tli chirurgia di guerra dell'Islitulo Fcderico·Guglielmo in Berlino, il cui valore acquista molla importauzfl per la numerosisl'lima ag:giunla di quei preparati in cui la diagnosi falLa durante la vita fu riscontrata con l'autopsia. Rauber e Messerl'r principalmente intrapresero imporlan~r ricer·che sulla dure1.za ed elasticità delle ost>a pMo dopo la guerra del 1870-71. Da tali ricer·che risullò, che la forza di res1slenza che oppongono le ossa fresche contro la pres:;ione (Rauber) é eoneidere,·ohnenle maggiore parallelamente illl'a!';<;c! luna:o am.iehé nella Pressione esercilala ad angolo retlo l'u di esso, ~be inoltre la resistenza alla compressione delle OS"'8 :rngt~se, com.. ~ra da aspeuarsi, e di gran lun~n minore quel 8 delle Og!$8 Lubulari di un uomo adulto. La resistenza • lla eomprl!.!"'ion _,, . e •u lah ossa raggiunge secondo Rauber : Nel remore ! Parallela . . al l un go as~e 1680 a ~320 kg l Ad angolo retto .. t'iSO • Nella libia ~Parallela . . • t:no 1740 • l Ad angolo retto • 1260 • Nell'omero ) Parallelo • 1120 13~2 " A.d angolo retto » 1137 •


RlVISH

Sulla c;o~lanza spongiosa di una vertebra lombare . . . . . . . . . . . . 65 95kg. Mesc:erer c;perimenlo "U tutte le oua. e ri~contrò: La Corza di re~istenza alla trazione per l'oroero =: u33 kg. pe1• cmq. La forza di resistenza alla trazione per femore= G7~ kg. per cmq. "lella pre'-"ione laterale dello osc:a lubulari lunghe, l'os~o restò schiacciato come una canna con In formazione di estese fenditure longitudinali; nelle compresc:ioni nella direzione del lunj{o 8:o"c r1scontrt· la frattura dellniliV& nel ml'zzo dPJle ossa: Sulla clavicola col pe...o di. 192 k" • »

"

ulna

2i0

fibula tibia radio femore (corpo) • (collo)

61 450 a 1650 334 i 56 815

»

"

»

• Il

omero

" 220 a S80 • Sulle vertebre il peso medio per otlenerd la frattura rag· giunse: . 260 kg. Sulla quarta vertebra cervicale . 350 • Prima vertebra dorsale . Decima • . 610 • Quinla vertebra dor;;ale e v.-rLebrt> lombar1 710 • Quale limite dì elaslicilà per la flestaione delle ossa lunghe tubulari si r1ch1ese quasi la melA del peso necessario per la fralLura; nol punto d'appoggio latet•ale sui due terzi dell'in· tel'a lunghezza e con la p1•essione sul mezzo <::i lrO\'Ò quale limite di Otssione totale Rino alla frattura: Per la eia ,•i cola . !1,3 mm. sino a 10,0 mm. l'nlna . 4.i • • 16,8 • . 7,5 l li In fibula 3i,9 • Il Il . i,3 • la libia. 13,2 " . ;,,6 ~ • il radio. • 16:3 Il l) 11,2 • . 8,6 il fèmora . . i,5 • 16,3 •

• •

"

)l

"


DIBLlO&RA FICA.

253

L'elasticttà per torsione rag~iunse 'lussi un terzo di •Jnella p er flessione. Questi rhmlta.li, i quali si sono riscontrati per le stesse osaa assai ,Jherai nelle singole ricerche, non possono applicarsi seuz'allro alle ossa vivenLi, le quali posseggono mi· nor forza di resistenza dt quelle pr~parale ver l' azione di grossi pesi (ricerche di Casper- e Falk); possono perciò per le ossa vh·e entrare in azione ancora altri importanti momenti fisici; il contenuto stesso di lt•yuidi, li riempimento dei canalt ossei col midollo, il modo di unione col corpo, il carico immPdialo, l'elasticità e la poca fragilità. Quanto più un osso é costituilo a gutsa di molla elastica, ad esempio le costole, quanto pfù liberi ba i mo·vimenli, ad esempio il braccio, trullo più facilmente potrà evitare 11 proiettile (Fi~cher). Aggiungasi a ciò la grande varietà delle a:ùoni inilu~>nli; qui la lenta pressione e lra?.ione, là l'enorme \'&locllà del proi<:llile che non lascia tempo ai tessuti ~i reagire ~ecomlo la loro ;peculiare struttura. Perctò tali rieet·c-he hatmo un limiLalissimo \'Siore pratico. L'tmpot·tanza delle ,.st'ietà tndividuali è sicuramente notev.)Jissirnu p!>r le lesioni delle osss che st prenùono ad esame; lun,.;hezza. spesl"ezza tleUe ossa, spessezza della parte eorUcale, grandezza della cavità midollare ecc., devono nella raccolta tlei prepat•ali essere possibilmente studlsle come 1!Ut!ll& che possono verosimùmenle dare spiegazioni delle lesionì. Le varietà relative non sono spesso solto que8 'aspetto espres<:e io numeri, •'}Uantunque sempr~ si sieno l.enute in eonsiderezione. Si misurò per esempio la drconferent.a inferiore clell'epiRsi del femore sopt'a i condtli in egual moùo P si riscontrò nel preparato X. 1 A 3!.1 e X. A : 2.; : 21 6 ~ cm: La ::~pesse:t.;.:a dello strato corticale ro gglllns~ n~l X."\ 2·, nellu parte superiore della linea aspra m mimmo '• e 111 ma~"'imo 10 millimetri e nel X A 21 soltanto <~, 5 ~ 7 millimetri, mentre la ca.vilè.midollare è di 10 ed 11,75 1 . r;re elrvamente 12 • ...... 1-a mt'Ili me ln. d.t d.l8melro pt>rct.ò l a ctrco1 erenza « ella .dta6st in quesli punti é di 90 e 85 millimetri e quast 22 c~ulnnelt·i di distanza al disopra del limite carlilagml!o del condilo estern o.


RIV ISTA

T ali esempi potreb!Jero moltiplica r-.i. Da ciò si scor·ge cluaromenle come proiettili avtonti le meJe-.ime condtziom, per le ~peciali varietà individuali pO!Ictano pr oourre .liver~i r rI'Ultali. In ogni modo la r e ..i-.tenza che la dura porzione ~or­ tirate deUP lunghe os!!la tubula1·i puo opporre 6 conside revnlmPnte diversa do quello chP può so::;tenere la deùole sostanza corticale tlell'epilhsi. ~arannu perciò anche del lutto diverse le manife<>la:tioni clell'nzione dei proiettili, ctt' un proidttle colpisce una di que<>le par li cos.i dive~e di un oseo lungo. Qui la rliafi>1i a forma di bastone e eli anello, du ra ed ela... ltca, più o rneno arcuata, la cui cavità è ripiena di mi· dolio molle relalivarnente omogeneo. per feltam~nle n•la lla alla propa;!azione della sco«::;a e dell'azione lalerale allra,·erso le ossa dure cotnpalle, coroe attraverso il molle con· tenut.o incompr es.sib1le; là 0":.8 rolativamenl~ molli <>enza cavità midollari, cir•conùale da uua sottile corteccia o"~l'a che oppone soltanto poca t·,•si"l•'nza e il più delle volte circondale ila densi tessuti dei tendini, delle fasce e dei l~gamenli. l'l'fllla !'IOstanza spongiosa. l'aziono potrà r·imanere più limitato. ~ nlla parle colpita, la rE:>sisteoza può più facilmente es~··re supe· rata, le condizioni per un'aZionn laterale "Ono meno favore· \'Oli, che nei rigrdi margini delle diatlsi più facilmente di polllli olio "CJ1eggiamcnto. Quando si parla di eCfelti qua~i diametralmente oppo,.ll ca• giona li dai proiellili nelle rliafiqj e nelle epifisi, é da os,.crvare che noi per diaOsi non in~nrli~mo tutto ciò che si tt•Ma fra le conosciute linee tlell'epifi~i. ma «ollanto la parte che pos· ~1 ede una cavità riempiuta di miclollo, la quale •JUallli e!lc\u· !<ivamenle è chiusa da una sostanza compatta. ~ella raccoll.a e!!isle un pt•eparalo rJi tibia con una linea epift<>aria nellamPnte marcata; daJ prepar•ato cti !lCor:re chiaramenlP. r.he la corrispondente cavik\ rnidollare com ncia cinque centimetri .r•opt·a e l re cen li metri sotto della l inr>n dell'epifisi. Su questa pa rte delle lunghe ol'<"8 lubolari - che noi de· nominiamo spAzio lntP-r mediarJo - col liiUO graduale pa<~­ !'&!.!Zio da pura '-O!Ilnnza o<><>ea ,.pon,:tio"a a pura <~o .. tanza compatla, la (!Uah~ ultima racchiude una ca vita midollar e, s i


BIBLIOGRA'FICA

tOOmbinano le manifestazioni dell'azione dci proiattili · sulla dialisi sr localizzano schegt:iamenli n numero!<e fend&l•u·e, suU'eptfls• le azioni rest.ano più locelizzalP. Parecchi pteparaLi della epifi~j inreriorP. àel femore e di ambedue le epifi!'<i rlella tibia - in generale più nella ~upe­ l'lore - drmo11trano in modo ecc~llcnle l'azione laterale dei proietlill, specialmente E'a il p•·oiellilc colpisce nel mezzo deUe l!luperfìde anteriore o poster·iore: le luberosità sono QOtlplnte rra loro e spesc;o anche complet.aro~nte djst.accate in .ebeggie, le quali in g~nPrsle nnn trascorrono molto nella direzione della luns:chezza delle tlìafl«i delle ossa, ma il più delle volle \Cr"o le parli la~J'81i s'incurvano e principalmente su confine della diatl«i ed epiflqj chirurgicu. L'impro,·vi«o incur,:amenlo sembra che pt·incipalmente entri m uzmne, rruando l'incipiente azione iol••aulica si combina cnn la già detta &7.ione Jaternle, il che può osservar"'i abba~tanu. snes!"o. Soltanto in alcuni prPparali (vedi fratture dQppie) st rt'~COntrano grandi fenditure che penetrano per fun~a P!<tnnsione m•lla diafisi: nel pt·eperato XI. A 3'1 man<'a dal condilo El"lerno ciel femore un pezzo grande quanto un mezz'uovo dJ ~allina. In rapporto all'apertura di entrata sulle ciiafì«i è da o~«er­ che molto spesso il punto d'incidenzn dei proiettili è tndieato mediante più o meno ·grande segmento di ClrCl>lo, il cui marRme 11 ptù delle volle del tutto lico<'io e acuto ~ara Co1'1D8to dallo strato piu esterno della cooslanza corticale; ver~o la eavi.ll\ mulollaro il ~eg111enlo s'rngran1lisco sempre ptù; esso nproduc13 prP.<'!':O a poco In rorma che tanto spesM «i OQerva nelle Cerite d'erma da fuoco del CI'&JlÌO e che prima felll8m nte si credeva fos~e dovuta alla grande fragHità rleJia tavola inl('rna.

qr_si.

Sulle draflsi l'in~randimenlo dl.'ll'apertura d'ingresso ,·erso

:terno cre"'t-e in regola in armonia all'ingrandimento del

meb'o del ~roiettile. Può nullarneno sempre aumentare 00000 perrr!,e 1llilanti lacerazioni delle parlice11e ossee. Nelle : d~ZIOnl delle parti molli é ~n generale J' ingrandimento ametro anche net proiettili di piombo molle e minimo;


RIYfSTA BIBLIOGRAFICA

ciò proviene indubbiamente dalla grandezza dell'apertura ò'ingresso sulle ossa, la quale spesso corrisponde completamente al calibro del proiettile nell'apertura cortil'ale esterna, nonoelante che il proietlile già prima abbia trapassata la pP.lla e la speQ"a muecolalura della coscia. L'ingrandimento del diametro predomina naturalmente soltanto oe1 colpi QU tessuti duri, al più allo grado nella dura corteccia della diaflat, in mi01mo grado nelle perforazioni dell'epifisi. SuJ."int!r8odimento di cliametr o dei proiettili banno inoltre grandi~sima inftuenza ollre la forza viva (velocitA) le condizioni indiviùuati. (Contmua).

Il D•rettore

Dott. Fauci B AROFPIO generale medico.

11 Collalx>ratore per la R .• Marina

l l Redattore

GOEI..PO VON SO)(MBR Jltdko di f!l dau

CLAUDIO SPOR%A Co111ano t11tdic0.

~UTJNt FEDERICO, Gerente.


KlDMO R.IE

OR.IGINALAI

SGLL,\

VERR UGA DE L llOT TOlti:

lrr:htCO Pl t• CLA~SS ,!IELLA 11.0 l!AIII:o'A

Poicht' da qualche tempo seotesi ripotGt·e qua e 1:\ in diversi punti della vecchirl Europa il nome di UM speciale mnlrlltia che affiigge una determinata regione del Peru (America Meridionale), reduce da una lunga ~tnione in quei pa1·aggi, credo non ~ia opera vana esporre in un hreve resoconto Lullo quello cb e si il racculto lì n'oggi intorno a que:.ta mnlattia, n ~podi chiarire le \a~he idee spar.-e pr·esso di noi. e darne quel conceuo reale, che di que,ta ~ntita morho~'l si ha nei sati Ole e ..a re"na. t.ap1ta ~>P6•J;O anche nlle ~cientifiehe conoscenze. di es~ere al&&rate e trn formate nllrnver;;o il tempo e lo spazio che percorrooo, ller renire poi alla luce di re~ioni lontane con nltre sembaanze, che non S<>no le loro proprie nella fonte di orig•oe. L ,. per questo che, dovendo parlare spe~so di luoghi lontani e poco cono:-ciuti, è bene precisare nlcnni daLi geogralieJ, tanto per e~:-ere piu fedeli alla realltt delle cose quanto per evuare confusione o falsi concelli . . Estendesi la regione del Pe•·ù. dal Jo,;)O' al ~1o 22'1atiLndJne 8 testa fJ"' 70° 1"01 8L • " " ··> e ,.o long1tud:no snd. Ha quest:~ ~Iln~

1


Sl' l, l.\ VEli lit iGA I'ERUANA

pcrfìr.ie una figura trian~olar~ il cui IaLo più loD!!O è -.onlaln dalla rn,tn del J>:\cifico. la quale, eslendendù=>l Hhl·d-0\ es l al sud-c... l ra~giun_7e _la lungbeZ7.a di l zOO Il Jleru é largo nella ... uu parte nord quasi 250 le~he, men re~tring ru)o,• n me1.zo~iorno. non pre,;~nta più di 30 a le,!he dnl lillot'tlle del P11ciiìco ai conlìni della Boli,·ia. l n compl~s-c~ si JlUÒ ritenere l'intera superficie del come a' ente 1\• ... h•n:.ione di ~O.OOtl leghe quadratP.. (]t IJue . . ta in l:; dtpartimculi. i quali alla lor \O ha ~ono su dd in prli\'Ìlh te, rnmponendn in tnuo il numero dt 85 pro' i Il l'èl u ,. ntlra ver:'alo dal nurd al sud dalle due catene Antl1•. l1• 'Jll:lli ùhidono la ~uu .;uperlìcie io tre larghe la 1:isandina ml Occidl•ntale, o della cosln, come dicono i ruani; l'Orientali' o 'fra~anùina, delta anche della mon 1:~ 'lualo vn a cunonare col Bmsile e ra Bolivia, e la me !"l'~tone ·\ndiua propr·iamenle detta, o pure dello Se J>t•rl'ltc r·e:~lmentc re:-.ln ...erraLa fra le due caleue delle A ()rte:.l(' clue catene rarvicìnandosi in due punti dello si l'<>ru forlllano come du · nodi di monLa)..rne, il IJrimo tlrtlo l'n-co. ct.c è più al nord. e l'altro JJÌÙ al ~od ··hinmato Cuzco. lltraaniJ.iom ...er,multrie in senso più o meno "'"'~n""' tliwlare ni •t'tmlli tron~hi :.i staccano dai medeo:.imi. per mare in t nun l 'e l ·n-ioue \ndinn una laraa seqnela di val h inalzalllenti montuo-i fra cui -:corrono fiumi di ma~:iore minore imporlam:n, i •1uali in pa:·te sal6ouo Ter~o ti per conlluire n('l!e ~r1111rli radici delle Amnz.zoni, ed in \311110 l mctll:l foce in l!iver ... i laolli. come in quello r-<•ca prc...,o Cu:r,·o. tli l.auricacha al nord di Pasco, ed in rc,•clti altri ùi ...econd'orJ111e. ~~.,~·alt' qni euumet·are tuili i fiumi. che prendendo nrigi ùalla.t:orlliglit•t·a twcidcntule' auraver::.ano le pianure tlcl cilicu per nndnro a mettere foce in questo grande

a.


SULLA rJUIRU\;A l'ERUAXA

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t unico che pnr che abbia rapporto col nostro assunto ~ il R.imac, il quale. bagnando il Callao e Lima, rimonta alle ra-

ctiei della catena o~:cidentnlo delle Amle fino ai conlìui del dipartimento di l nn in con quello t1i l.ima. re~ioni in cui ci fermeremo noi col nostro .-tuJio. t fra que,..ti due dipartimenti, che ~i e.;tende quella ~rande saperfic1e di terreno nccidentata dn monti e nlli. in cui si .o~~e"a la 'errn!!a pt>ruana. Lnn2o l'estensione di que..... ti due clipartimenti, Lim:1 e lunin. pn.-,ano le due catene dopo aver formato il notlo n ..,;, rro .le Pasro, attrn,·erso le quali fu pro· geUala la rerrO\'Ìa. che liOYera COD).!iungero le coste Ùt'l PaSco con l' \ llanlico, correndo per il Brasile. Oltrepassata la prima catena di monti quellu dot•. che guarda il Pacifico, e seguendo il tt·act:iato della fPrrovin, si dà 11Plla vttllala dell Oroya, oltre In quale il tracciato medesimo si biforca, a scopo di mgHiunp;ere il Serro tll Pasco con un romo e ~~·guire con l'nltrn il cammino ,.e,·:;o il Brasile. loccaudn Tarma ed il Cbanchamai. le 'kende della "llf't'l'll ~ostenuta col Ch ili durante i tre anni dall'SO all'l'):l non permisero al Perit di pt·osegutre nell'impre:$a; ed il 1rcmr.o principale della frtTOYÌn, clopo aver toccato \latncunn-Cho,-ica. e costeg!!iato in di'\'er::i pauli l fiume Himnc. ,.j orn•,tù a t:hicla prima di ttYer oltreposata la catena oc.;identale. e ra,.giuntn la gr:~nde Hlllat~ del! Oroya, che diede il nome nlla ferroria cù alla malauia di Il DOI ora raccìamo parola. &pendo il Himac finchr arriYa n )latucana e ~- )latteo. lllerreno s• tro,·a per lo più ~tn1tilicato. e composto ùi porftao &erettato. Un t1ru.-co "olleYamento J,., e a\'er prodotto ano &COmp•glio completo 11e;.:li :-trnti. la di cni dire:done ed inclinazione 1\ 1t·r1• •1 . · . . t ICt e :-P.gutre per la sua YanazJOne ro~tante. Per quanto 1'0 S~n arere relazione col nnstro s~opo diremo pure che la parte . le ed npparetlle del ::;uolo è di uspello · super r·tc1a


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SULLA VERRUGA PERUANA

sabbioso, non t.anto poroso, con pietra prevalentemente uera e silicica. Ciò per il lato della catena cbe guarda la costa del Pacifico. Quanto aUa parte Andina dell'Oroya. biso~na aggiungere ancora un piccolo cenno idr·ograficotanto necessario allo scopo nostro. Il fiume Oroya, cbe ·corre neUa valle ùell'i ste~:.o nome per l'estensione di circa 20 leghe. nasce dni pr·essi del , erro di Pasco, col nome di Huayp.aeha od Oro) a, scende nella pianura di lunin sotto l'istesso nome, e si aH1nza sino alla valle di fauja, ricevendo tutti i conJluenti collaterali delle gole di quelle contrade. Al sud-est di lauja lascia il nome di Oroya e si pr·olunga nel dipartimento di Cuzco col nome di Apurimac per finire poi come confluente di altri fiumi del Cuzco medesimo. Si trovano nella vallata deli'Oroya alluvioni moderne con sLrali iofer·iori di terreni secondari coperti di una concrezione calcarea. Dalle faldi della catena nascono acque mollo cri stallina, le qu;~li passando pet· strati calcarei, prendono dei oorbonnti di calce e formano delle concrezioni calcaree in vari sitì dì tjlle~HL Ora fin da remoti tempi esiste io questa regione del Peru In malatthl della verruga; e pare che l'atlenzione medica si sia fermata :'.11 di es~n fìo dall'epoca della conquista degli Spagnooli. dopo la caduta d~l'lncas. fin d'allora invalse fra i cooqui:.tntori, chti pagavano a prezzo di salute il possesso delle ricchezze peruane, la credenza, che l'uso di acque avyeJenate. esi::.tenti ~opratullo nel territorio di Cante (provincia del dipartimento d• L1mn) eù in quello delJ'Oroya, produceva unn malattia, la quale, se delle volte passaTa souo forma piuttosto benigna, spesso non mancava di assumere aspetto grave con esito frequentemente letale. ~ol 15.~3 Agostino Zarate-Tosorero, nel descrivere il Perù. non trascurò di far cenno di « una carla verruga o furuncoJo


SULLA '~RUGA PF.RUA~A

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« molto maligno e pericolo,;o, che nlfclllrm la fa ccia où altre

« resuoni del corpo. diffondendo radici profonde nei te,;,snti " sonogtanti. più terribile del Yainolo, e qua;:.i come il car« bonchio mali~rno ». A que~le prime notizie seS!ui un lungo periodo di silenzio, fino a venire al principio del uo~tro S()Colo. qunnllo il dollor Cosimo Rueno ci fa 'entire altri cenni -.ulla verru~a per-unna nelle sue de~crizioni geografiche. pnrlnnrlo della provincia di r.ante. « l.e ,·aliate di tal provincia (dice il narratore), ~ono « molto malsane, regnaodovi ~opratntto una ~p~cie di ma« lauin, che pur non manca in altre pro\ incie vicine ugunl« mento fredde. Questa è la verruga pcruana. che non svi« luppnndo~i in tempo, suoi es~ere molto irnuarazznnte e pe• ricolo~a u. Nel HH:J il douore Ischiud pubblicò untt descrizione alquanto piit esalta di questa malallia. m•lla quale si dichiara fautore di un principio venefico, contenuto nelle acque di quelle contrade invase dal morho in parola. E fìn da quel momento accenna "gli pure come il dollor t:o-.imo Buf>no al1'imporlante cii-costanza, che tanto più temibile rosse il male per quanto più tardin era l'eruzione. cona~ ooi andremo a veder meglio nel parlare della forma clinica della malauia. Fn11el 4~nM. che venne alla luce un lavoro sotlo le forme delle mediche tli~cipline, inspirato e g11idato dai principii della stuoia in a.llora Yigenle nel Perù e questa rn la tesi del dottor , alaza r ·tnhto · 1ata: Stona . della ruru.'la perllana, rom. p•lalo ~l'esame di laurea (1 ). In es."a l'autore ritiene che la verru$-(a "-ia una malattia Yirulenla; che abbia pe..; . . clte sra . en dem1ca . .. od"• determmalr; 1 alcune sole provincie . . . . . , per cur r,agtOnata da cond1zronr cosmo-

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SULLA VERlUJG-A PERUA'iA

tellnriche, e che il suo virus produca nell'or~anismo un vet·o anelenamento, dal quale difficilmente sfuggono gl'individui deboli, in folwLa clelia sua itllluenza delelerea. Per quanto sia a mia conoscenza è più che nn decennio da che si rominciò n far cenno della v-errnga in Europa, e la Gaz::ma llrdicn di Parigi fu la prima, che presentò :IIIn medicina del vecchio continente questa nuora entita morho~a indi~na del J,erl!. A me pare difficile. cbe gl'Ing-lesi. pre· cursol'i in falli di scoperte e nuove conoscenze. non abbiano fatta parola anch'essi di questa malallia; però non mi ri:-ulla nulla dalle rtccrche falle, e preferisco questa sincera confes· sione alla più gt·ave pecca tli asserire falli erronei. TI professOl'P. Oonnon di Parigi, nel 1871 pubblicò dei dati molto esarti o precisi sulla strullura ed evoluzione dei tumori verrngosi del Perù. Mn è al douore V. lsquierd, profe!!:>Ore d'islologia nell'univer"ilà di Sanliago, che si deve la più re· cente scoperta dei microLi nei tumori verrugo~i, nei tas~ltli yicini n questi, e nel sangue degl'infermi aiTelli òa tale ma· lnttia. Sarebbe adunque la yerruga una malallia zimotica dipen· dente da speciali rondiziooi del suolo nelle localila dove essa predomina. Essa avrebbe nna eToluzìone a lungbi periodi. i quali talvolla 11re;;entano forme varie e sifrauamente mndi· ficale da imulare altre malattie, sopralutto la malaria con la quale più volte la verruga c• stata confusa . L'istesso periodo d'invasio!'e o periodo febbrile: cbe >oglia dirsi, comechi• "voigasi nel giro oscillante da pochi giorni a più di nn mese, e presenti tal volta qualche ~osta nella sua decadenza e prima dell'eruzione, ha fnllo credere per qualche tempo cbe fof:se un 'entità morbosa distinta da!l'eruzione verrusrosa, per cui fn chiamata feubre deli'Oroya, che molli ritennero distinta dalla malattia della verruga, ed altri accettarono come una


SUI.LA VERRUCA I'ERUA~A

forma d'infezione palustre. Yenne da qui In confusione dei nomi, per cui da alcuni fn chiamata fobbro cleii'Uroya. d.1 altri verru~a peruann; e poiclu.\ laholtn.l'nrH'rnia ~cne1·all', che uon manca ma1 in tutti i periodi eil in lulle le forme. assunse il pred001inio sugli altri caral!eri. e fu ,;c;u:>.t e cJuasi mancò In febbre, si fece nnche ricor~o al con celi•) ,le! l'anemia pernicio--n. per coi non m:mcl> pure il nome di ,·crrugn bian~1 o' errn,:a uemizznniP.. Parlando in se~uito 1lella :;intomntologin o della diagnosi di questa malnllia vedremo, pP.r C(ll!lnto 5Ìn og~i n conoscenza dei medici, in che rapporti si tro\'i cs~a coi sintomi di altre affezioni morho:o;e, e tenteremo di delinl'art'\ una diagnosi d:fferenziale con quei dati, cii cui ::;i puù o"gi di~porre. Quello che innanzi· tutto bisognn stabilire. a :;canso ùi qualunque posc:ibilc confusione, si i· il cleterminanJ ,.,,n precisione la entità morhos~t indicata con una svnrinln quantità di nomi dai diver5i medici, che con essa. ebbero don'eslichezza. Naturalmente lrnllando:-i di un'affezione rnorho'a h quale non ancora nvea acqui::tnto nn po:;Lo nella patnlo(•ia, lulli 5i credevann autorizzati a darle un nome .-:econilu i cnratleri pii1 o meno predominanti, o :-P.condo i concelli particolari. intorno ad essa formati. È per tllleslo adunque, ~~h e si troYera radamente inùic.1ta coi nomi di verru••a fleruana • 'etTugn nn di· n . ~la, verru~n di ;:an~ne. vermga bianca. \erru~a mulnr. Yerraga anemizz:mte. febbre deii'UroYa. e tlnll'ottohre t 88G. t·ieomnza del primo an niver;;ario dei ta morlP. t) el ~io' i ne l:nrion, lneonedato dalla società medica di Lima il nome di morbo dtl c.n_o~. come tributo di riconoscenza a questo martire 1lella med•cma. Tutti questi nomi a!lnnrtue accenuano a siJ.milìcare q~es.ta malattia zimotica, endemica dc%· :-umentorale proYancae del l'erù , 1a qun1e ha nn .t1vo · a s1·· e non ri16I'J ·r: 'l'l 11 e a Dtuun altro dei "r · · . . fi . . T . o:- upp1 ztmoLICt mora cono~cllltl. n1e malaura ha una lun"a . ù . . · r:' evo 1uz10ne, rnppre:'enlaln. a tre per10t11:


SULLA VERRUGA PBR U~A

il l d'incubazione; ti~~ d'invasione febbrile con dolori t'contrazioni musculnri, tlolort ed iufarti articolari piu o meno intensi; il 3° ù eruzione polimol'fn e ynria. Predomina inollre su tutte le manìfestaziou1 di que:-to tipo morboso una forma di anemia !.(eneralc. la piu considereHJie delle conosciuti' fino o~~i. la q naie -.pe5~o ~olo per si· può produrre la morte . .\vvertasi di più, rhe parlandost eli verruga peroan:l. non c da confondersi il significato della pa1·ola ~erruga con quello che si dit da noì t~lle comuni escrescenze cornee della cute, le quali hanno tull'ahi'O valore nnntomo-patologjco, che non è quPIIo della malaui.t della quale trattiamo. ehe )etiologia di questa malattia debbasi ripetere cla un principio Lellurko lo prova il fatto, che fuori i confini delle regioni poc'anzi accennate, e~a non ~i 'eri fica mai, n meno che gl'individui affetti non pro,-engano da tal1 località. \edremo più taTdi, come pure a Santia:,ro (Chile) si \"erificarono dei cn~<i di verroga, ma fu t'Onstatnlo che tali infermi venivano dalle contrade tleli'Uro>a, e che oltre a questi ca3i non c:e ne \ Prificarono niLri a ~antiago. 1'\1\ devesi accettare come vera la notizia che sia tal malauia diffusa in tutta la rasta regione pei'Uana. Di ft·equenle si veggono molli ammalati anche a Lima e Calino do'\"e 10 ebbi occastone di o~<servarne parecchi. ma erano .;empre provenienti dalla provincia dell'Oro~ a od allrc >icine, ove in \erilrt la malattia esiste endemica, affettando in ispeci::~l modo gli operai addeui ai la>ori della terra. come :;i eùbe atl osservnre m un modo eloquente all'epoca della costruzione dl•l tronco fern.. vinrio lrasandino. È chiaro che, come in altre malattie di tal n::~tura, cosi in questa delI'Oro~a, si ricor~e tanto dai medici che dai profani, .td inw:sligare qual fo~c;e il veicolo dei ~ermi morhigeni. e si credè a principio, che le ar.que del fiume delle snmentovate ';~Ila te contene!'sero il Yeleno morbineno dt•lle verrnga. Per cui cir0


SUI.L\ VIRRUGA PERI!A:'iA

eolò forte per mollo tempo la Yoce che le acque deii'Oroyn. fossero avvelenate. Ma il fatto d'aver visto in seguito che individui i quali si erano astenuti dal hcre lo acque del fiume, ritenendole un Teieolo an-"'lenato, erano stati attaccali dnl m;tle di Oro~·a. mentre altri i quali che avevano fallo largo nso di tali acque, rhe ~ono as . . ai limpide. fresche eli a;.:;..'r.ldevoli. erano rimasti immunUectlsmellere in gran parte il timore della loro malsanin, ,;ebl•ene non smno tali falli argomenti incontrastabili, p~>r decidere una qut•~tione, che Jn;;cia ancora tanto campo allo studio. Tn questioni dt malattie zimotiehe sappiamo quanta importanza po!'sono aver!'! le acque dei fiumi. che scorrono sui lelli (li un i-u·olo assai fecondo di germi morlugeni, come è tfuell o dell'Oroya rispetto alla vermga. Se dunque le acque del fiume Oroya o qnello dei suoi conlluenli a tanti ria· scio11cirooo innocue, non -.arehbe da dedursi la conseguenza, che ad altri non po~snno avet· prodotta la malattia della verroga. e5 endt• mille le circo~tnnze. rhe possono rontribuire a modifìcarìe, o mille le rondizioni. in cui po.;.;ano trovarsi gli organi;;mi dai qunli nmgono riceYute. Il fallo sta e<l è, d1c nel 188(1 e ne••li anni sueee:;sivi, oell'e.;e:znire i la,ori del tronco ferroviArio cle~tinaro ad alll'llversare le catene delle Ande. ~i sviluppò polente in t(uella re):!ione una epidemia di verruga, .la quale mieti• il mam•ior numero delle sue villime fra. l'l-~ 1 destmati all'opera tlel di,sodamento del suolo. É fuori d.ubbio adunque, r.he il germe morhig"no di questa malattia . d . •. . s1a tellurico (JMluon e . : · 'lu Yt>~11a ere ers1 po1 11 vetco 1o, pe1qua1o penetrt nell organi,mo umano. Naturalmente è [· -1 . . •l" l e :;upporre, come dal concetto della sua d . . ... ~ patogenest sta nata in l ' l r a con t a ere enza, che ti prtnctpto 1U1Cl· l avo deIl a •Pbhre llell'') . ' ro)a s1a lo stesso del miasma palust1·e, ehe la fehbre1leii'O . . rn~ a ltt:luna malallia sostnnzalmente diversa


SUl LA V.BRRUG.\

PERli.\~A

dnlla verrn!:!a peru:m:~: e ciò anche perchè vi esi--tono T'olia dei punti di romallo tra la mal:n·in e la fehhre deii'Oro)n. e perché la presenz:t •li una infezione non e~elude l'altra uel contempo e nell'i~t<'s;;o on~anismo. Però dopo il disgraziato sucre,.;,.;o dell 'espl"rimento di Carion, di cur qui appr·P.sso pnl'leremo: dopo In poca prova, che hanno dato di sè i ~ali di chinina. clopo In .;tudio dei differenti quadri clinieJ delle due malallie. e dopo le ultime ric{'rche anatomo-pa tologiche. fall~> su:!li or!ani e re-.,..uti clei verrugoc;.i, è renuta nea ml}lr··i la conr'nziune dc·llrdentilà morbo:;a della T"erruga ' dell.l febbre deii"Oroya . Si è riconusciuta la febure ùell I'IJ~a rome lo 'tatiro ~:h e pre··ed e l'eruzione rerru~o-a n stessa infezione, In quale non hn nulla di comune con J'infe· zinne mal nrica. Fa seguito a queflta pr·inw questione l'altra piir impo se rio~ il' rrus delln Yerru~a si.t riproduciilile nell'or·:,tau um~tno. e sopratullo se sia trasrnissibile da uomo a norno, qual cosa è di un'iut~>rr.,~;e n'sai !!rande rispeltn alla po~~i Jit;'t clelia diffusione del morbo in altre lo··nlita. ~tante l' :-cnmhio fra tulle le regioni tleiLhnerica meridinnAie e Teccùia Europa. ;;pecinlmente la no l!·a Italia. Certamente l'at·t·nmul:nneonto di molti ammal;tti vemr che ~pesso si ver·ifica oe~li ospedali di Lima e C.tllao. e la senza di tali ammalati nuche in altri paesi lontani d:u deii'Orop, area fallo ~upporre la pos=-ibilità ùr una riprodll· 1.ione del nrus nell'orgonismo umano e ùella Lr'IHIOÌ:lsihilità qoe..;to da uomo n uomo col mezzo dell'aria. Però tlalle p1 accurate ricerche ese~.!Uile dai medici pratici del Perù, ri,olta concorde l'opinione contraria all't>sistenza di un contagio volatile. Io ~tesso, dopo tanrn familtari1à tenuta con qno~la spe• cie d'infezione mo!'ùosn rwgli o,pedali di Lima, non mi .;;entirei disposto a pronunziarmi con tolta convinzione contro l


SCLLA \r:RRCG.\ PF.Ul A~\

zGi

pinaone che una qualche tendenza mi~-:rnloriala malattia po~'a uere dni iti della ~na primitiva oaigino Eppure da qualsias1 punto io mi c:ia fallo ad ohi•'ttnre i medici locali. li ho trovata sempre ron,inti in contnwio alla di!Tu,ione della malallia per riprnduzione del virns. È hen eerlo rhf' si verificarono doi cnsi di questo mod10 in indi\irlui nddelli al servizio dei \PtTIIg<,~i nPII'ospedale di S. Anna di l.irn:t. i quali non erano mni :'l lati nella valle deii'Oro~a o nei dipre :.i, ma non rimane e.;clusn la po~sibità cht! i mede ami abbiano avuti alcuni punti .;coperti •lella superficie cutanea. i qunii erano 'enuti in contnllo coi pn: uotli iofellh i degh ammalali \errn~osi. Per altri c:~si verilìc~tasa nella città d1 l.imn in per,;one che IilllÌ :wev:too a' uln ,·icinanza o scnmhio da sorte cuu altri ammalati, si trovò :.empre a dire da lutti, che in tmnpi antecedenti più o nu•r1o r<>moli que~Li individui erano 'lllli, almeno di Lraos.ito. nei luoghi sospelli. e certamente :nevnn~• ltevuta acqua di quei siti. Pal'lnndo dell'incubazione 'ed remo da qui a poco. rome que_,tn nria mollissimo dalla doratn ili pot hi giorni a quella tli un periodo ma:;;;imo. che JIO'sn nrnmell ·r,-i ogai dalla :.Cit·n7.n ( ~U-:jo :!iorni). Però non .!i.1rebbe tla :tcceLtarsi senza nnn cer·ta riserva i'opiniune di alcuni utcrJi,·i lll'l luogo, i quali l'rt•tlono. che iodi"idui \P.nuti molli uu•,j prima dalle pro\ rncit~ inrr•tte. possono veder:;i sviluppare la rnnlallia molto tempo ùopo in cau~a di questo loru rPmot•> so;Igiorno io quei lun~lli. Bt~ltc.slo l'islesso Prores~oro lschi ..rd di San tingo, :n endo anuo ancbe lui nlconi pnclri ca.;i oeil'osped~le diuicn rli •iella città. as~icur-a d'e ere stati que,t' indi\·idni proH!ntcnti dai siti deU'OroyR. e che mai più nltri ·e ne pre<:entarono dopo, in ca11s3 della pre~edente perrn11neoz:t di questi all'uspndale mede,iruo. A•·ce~lla~n~· quiudi :1 fauo, che il virus della rerroga sia un prrnr.,pw lt•llut·ico, speciale delle citai~ prnrincie del Perù, e


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SULLA \'ERRUGA l'ERUAXA

non lrasrnic;sihile dtt uomo ad uomo col mezzo dell'nria o de· gli oltri comttni mezzi di scambio della vita. Fu l'infausto avYenimento del giovine Daniele Corion, l'Uece,.so nel settembre del 1885, che >enne a spargere una m.lggior luce sulla natura del virus vert·ugo~o, sulla sun inocula• bilit.à, e ~opratutlo sull't denti ti\ morbo!'a, esistente tra la febbre ùeli'Ot•o) a e In verruga Pcruana. )):miele Carion sludenle di n• anno di medicina nella nniver,ità ùi Lima. nato al Serro di Pa,co il l l.!'jfl pen"ò d'inoculnrsi il viro,; vet'l'ugos(), spllliO, direi quasi. più da fanatismo guwanile, che da ra~10naLo e ben J!Uitiato amore "cieoza. È un fallo che o~mi conquista dell'umanità de aYere le .sue vittime: e non può negarsi. che le nostro medicina ne altbinno avute delle più preziose nncorn. Ma villima della scien1.a vogliasi considerare il giovine non so se ::.ia più dn ammirarsi in lui il tlisinteressnto sdentifico, che da rilevarsi lo scon;;i,!liato fanali. mo scoperta. Quando nulla si sap&,•a intorno alla vera cont~iosa della malattia, quando pochi e limitati erano gli studi ei>eguiti prima, scar"e le t"ere conoscenze alln mnlil(nilil del male, e mancante del tullo ogni qualsiasi altro ~~p ...r:mento ~u an mali affini. ';ene e •li nella tenace determinazione d'inoculnrsi il virus della verru~a. Jl 27 agosto adunque del l xs:; il signor Cario n si fece inoculare dal dottor Chavez e dal douor Yilliar. capo della sala \ostra Si~wora della l\tercede,; nell'Ospedale 2 rie Jf ayo di Lima il ~:l n)!ue sgorgato da un tumore verru~Jo:;o da oo giovane quauord•· cenne, che si cnrava di questa malnllia nell'l ,te,;sa sala. Il risultato tleiJ'moculazione comparve apertamente nl ?3~iorno d.lll'atto operativo con lo sV"iluppo di una febbre da in \a~ìone, la quafe assunse nel stto nlleriore decorso tulli i caraueri della fehbre dell'Oro~ a. e che condusse alla morte I'ar·


SUl. l •.\ vt:KRt;GA PERl! A.'i A

dito giovane. prima dello ~' iluppo della forma erutùa dPIIa verruga. ~ei primt g1orni che seguirono nll'inoculazione non

avv"ru il t:arion nes:.un sintorun particolare nè vei'Una inùtsposilionc: l]al 19 sellcml.H·t' cominciò ad avere malessere e cenestesta febLrìle, linchc· poco dopo si sv1luppò la predtlla febbre. Che quaknsa di poco prudente sia ::o.tnto quell'esperimento eseguito In provi il l:lllo, che la polizia p~ruann 'ollf" vet! et· chiaro nellu conlloua tenuta dai medici !\Ottoponenùoli in qaella circu~tanza ad un processo. Certamente non fu tr·o,·ata. wlpabilitil in nessuno dei due operatori, in '1sla deiJ<' ragioni addotte dagli stessi medici periti; ma quale sia :;Lato il giu dizio dei piu pmdenti, è1:hiarc.1 :-.upporlo. Ad o~ni modo 'i;;ea prima il fermo convincimento ne1 medici. che In febbre deiI'Oroya fus~e di naturn mia.smatica, e che non nves:;e relazione di sorta ~n la ,·errn:,!a peruana: il f(IO\'ane che pre:\LÒ il sangue per l'iooculalione era scevro da al tre infezioni, era di robostn eostitulionc, e ~i Lro,·aya nel periodo di risoluzione della malallia ùl'!la , crru~n. la quale a sua ,·olta, li n da prtncipio avea tenuto int·otesto mdividuo un decor$0 mollo ~ntgno: nessuno si n:-pella\'a quindi una cosi cruda e severa n.spoaLa ad uno e~perimento eseguilo in lanla buona fede. E d-.tronde la dt>cisione prC:'a dal Carion era assolutamente il'removibile, perdu! "C altri non l'a' esse inoculato. non maneavano a lui me · OO: • . . lZI, come far·sela con le propr1e sue mani. e~t quand 1 e~li come ,·ittima della ~cienza, l'isolse col sacnfìzto della s·n'a ~Ila .· ùue punl1. tmportanLISSIIlll . . . . . della palogenes• della ,·err .,.. . . . d • • , 11,.... 1 L 1te In Yerruga ~ trasmiSSihtle a oomo a uomo ]ler . l . dell'O mocu az1one. ~o Che la \('I'J'Ui'P e la febure ro)a sono Ùlte div . . d' d Il l . . cbe ...,· .. er~r pet'IO 1 e a ste.~~a ma alita: oss1a -•ste onuà etio!0 ,.·1 roya h e Cll tra la v-erruga e la feubre dell'O· , e e noo ha null 1· a '1 comune col miasma palustre.


SUU.\ n:RIIUG.\

Ph!W.\~A

l'n'aill(l 11ne,ito non meno importante "arel.lte •tncllo recidiHl, d quale uemmen;'l si potrebbe rispondere con tezz:,, essen iosi falla n~~ai poca attenzione per il p.l,. ato. ritenuto comunemente, che individui guarili daii.L ,.,.,,.,.,,....., e~po~Li di Lei nuoro .tlla l':ln!\e morbìfere. andrehltero ~elli come prima allo ~Le!l,;n forme mori.Jose, co:.-J come viene pel mmsma palrt:-tre; mentre Lcnendo,i co~tor·o tani .!alle provinde infette uon :.oiTrireLbero cer·tumente \Oit~ l'infezione wrrugcha. !)nanto alla rlurnln nhbi:lmo detto e~ser 'aria. Ordin mente il de ·or'-n l: lun;.:o. e può lu srolpmeoto completo pn.:~:tre anche l'anon. Tah·olla le forme di cia5~:un souo tanto srarialt3 li n far ùh et'ltere l'alLenzione dei 1lnl tipo dell11 malnllia. (.' Ja.;f.'iar credere all'e,i:Heuza 1li natura mol'llosa, come anenne quando il pcr·iotlo fnbhri le :llwni fu creduto malallia 'peciale, ed app~llala fe!Jbr-o l'flro)a. e Ùi\ a11ri si r-iteune come uoa forma di natur:1 smatica. La disposizione per con 1r111 re CJ ue:.ta rnala:tin è moli i'i e ,·enuono attaccati ..~uni mente indi' idui Ilei rlue ,..e~ i, qualunque ct~t c t:o,tituzione ,.,j~uo. ùrto. eire eonu! neli~> eumnni malauie, tO>I nelln h•hhl'l' dell'Oro)n i piu c:;po:;U lavori ùi Lèrra, i menu rip<U"tll dalle intemperit•, ~otli onrmi piit deboli e meno nutl'iti sont> i più di:;.po:,ti ad f'ssere •·a ti 1lnl morlto. l.'i• per que-.to dw. anche tra ~li ammalati d~II'Oro~a, mag!!ior contingente ncne •lato dai laYorauti della te1·ra qual cosa non e,cluòe che le piti aziate per:-oue. ner ro!Ju,te sieuo. e~po,te all<.1 st~s,.,e cani'e. possano co J'i,le;osa malaui.t, come qualuoque altro laYol.ulle Hel lrallaudosi di nna maiali in rla poco pre"a in più !'ei'Ìa derazionc, e 1loco :.ludiata in Lulli i suoi rapporti coi 'iti


~ULL~

VXRRUC\ PfR UA~A

eai ei$8 ~ endemica. poco ~i può rlire dell'influenza cbe po-sono uere sul :-uo "' iluppo le ,·ids.,;itllllini melereologiche, i Tenti o le qtagioni, i disturbi dietetici. lP. cnu~e det.ilitnntiJ lo ttalo wornle Ùè!!li indiridni, In tptnlità o quantità degli alimenti e tulle quelle altre circo~ta nt.e elle e:-;ercitano più o meno inOut·nza su llo sviluppo di ullre mnlaltie romuni. La mancanza di tlC)socmni adatti. n poter ril'll\'I'J'IIre questi om1181ati neglr stessi :;iti o>e re~na lal malullia, prodigar loro qnei doruti trallarnenti. e :-tndinrc minutnmeute tolle le fa~i della medesima. fino al punto dn uoo p..rdere tli Yi::ota gli infermi nnrhe per piu tempo dopo la ~uarigione. lascia ancora molle lacune $U tante •1uestioni tì,io-patulogidte, cliniche e terapeullche. · Il Perit dif,1tln di lulli i mezzi c di lul!r le risorse oct:ot'renti n studi eli Lui sol'le secouùo le l'~i~zt• nt. e modern e, e le vicende polit idte Jel paese non "ouo <"f'I'IOIIH~nte tali da fa~o­ rire lo :s\·lluwo scientifico nJz.ionale, specialmi!nte in quelle opere in cui l'alliYità pri,ata. per IJU3llto forte pur :.ia. non può m:u pro(]urre da ~ola. \ l :~ono her.-i vari o~peJali a Lima, e ri è quello del .2 dt> Mayo. me sj e erci:.anl) lt> cliniche. il quale hn tutte le apparenze •li nn ltnon n•>soeomio, rnn 'i o~C!li'I'Onoancora 1legli sforzi pe•· lllt'llerlo al vero Jh·eJ Jo l'li uko <lt•lln )!ÌOrnata. t:iò non pertuntn la tenùenza al progres~u i• innnln òell'nomo, e ques~o. nun può arrestar"' rnulHrntlo tuili pii ostacoli. Oggi. specmlmem" dopo 1e notizie Jll'n tnuto in Europa intornu r. questn speciale malnllia, e dopfl che altr1 cominciano ad occopanr di es-a• 1·1·m pezno ne1 , . me d'ICI. oc,1 11. c, cre>cmto. . e • 1 1 ~ tessa cc.tdt>mia di Lima l•a harHiito mt concor<>o et>l premio l una medns:lia d' . . . . . oro a c111 n•tHlesse r.ol :-uo lavoro 11 m!~lto1· re,lalo alla Sc1e11z~ r·t·p d 1 . . .. . . es'. • · • " on enr o a 111111 011 a1 p1u tmpurtant• qa Jtl mtorno all·t' ...' et·t·ug;t ùel l' OJ'U. . L'' . ~ t no uIl' epoca deIl a m1n

d


SULI,A V.ERROGA PEROAl'il

partenza da quei lontani lidi, il concorso em sempre aperto; e credo, che di presente non siasiancora tenuto per manca nza Ili conco1renti, l'ichiedendo il lavoro molto tempo e molli :.forzi da parte degli aspiranti per le tame difficoltil poc'anz• accennale. PoteYano prender parte al concorso tuui i medici peruani, ed anche gli strau1en, purchè però avessero consegu1to il tlip!oma di liLera prutica nel Perù. ed a>essero dichiaraLa loro stanza in quel paese. Mi affretlo però a dire, che questi ul· limi titoli, sarebbero indispensabili ad uno straniero per il concorso al premio; pet·chè poi quanto allo studio puro e semplice della malaLLia, indipendentemente dal premio staùilito dall'awulomitt di medicina, le porte del Perù sono sempre aperte a. lutti. e l'ospilalilà, l'appoggio e l'aiuto dei medici del paese non mancano sicuro. Anzi colgo qui l' occasrone per t'ingraziare pubblicamente quei signori, da cui ripeto ln co· noscenzn di queste poche notizie, che oggi si possono dara intorno a questo mol'l.1o speciale di quel paese. Il dottor Leonida Avendaììo, presidente della società medica di Lima. in· titolata: l"nion Fn·nawiina., con premura e cortesia senza par;: mi fu prodi~o di quanto era a sua disposizione. Ju~r darmi cono$cenza di lllllO quanlo io desiderava sapere in pro· posi lo.

Trovato attawmico. Di grande importanza suebbero le alterazioni aoatomopatologicbe del morbo dell'Oroya, ma anche lo sto dio di queste è circondato da troppe lacune, e resta molto povero rispello ai veri quesiti, cui esso è chiamato a rispondere. In tutto qnnnto si l\ scrillo intorno n questa malattia, manca nn vero


SULLA VERRUGA

PER U~' ~

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repeno anatomico. compilalo in .-.eguitu a nnmcro~i e ritrorosi stadi sui cada,eri dei verrogos;. Pa la perizia medico-legale di Cnrion, IJUPlla t.: he diede alla luce an reperto anatomico-patologico :-icnro, esscntlO\ i $lnto pnma $Oio alcune po..:he notizie staccate intorno allo stato dei diversi m·~ani interni. secondo C'he IJUtl.~ti auLiano piit o meoo richiamata l'attenzione t)ei medici, i ctuali a ''nrie ripre~e fecero cenno di questa malattia. Comunque ili:t. facendo una breve rassegun delle lesioni degli or~uni P dci tessuti piu imporlanti dell'org:mismo. po:;~iamo cit:tre IJUP-Itanto cl1e finora si è raccolto. e quel poco C'h e i: a mia cuno,cem:n per il l imiIalO numero di autopsie alle q unii nssisteui. Nelle autopsie di cada-reri d'indirillui mot·ti ùi ,·erruga pcroana s'incontrano t.:oslanlement~ srgni del la pili profonda anemin. l.a cute e le mucose scolornte nl gmtlo :;om lll<l. il pnnnicolo adipo~o scomparso, gli organi int~mi :10t'mici. La distruzione e la t·idozione dei glohnli rossr del sangnf', lu lluidificazione ciel medesimo, la grande :,car.;ezza tli aii.JUminn e la presenza di alcuni granuli ro:;so osr.uri sono fatti el e\ ati ad ao grado, come mai pnì si o:o~en-a in altre affezioni morfw,-e. Il dottor E\nristo Cba,·ez. in nna tei'i ~·ornparatÌ\!1 "ulle diYene anemie, ,volla :;1 principio del pn~sato anno ùinnnzi la Facoltà di medicina di Lima, richi ama l'atlt'n7.ion~ sul fntlo d"aver COMialat:l la più grande "tnr:trnn di gloiJUii ros&i nel san"" · lr~ 6iornì p:·ima della sua morte. Il cuon~ -ve d'1 r.nrwu. ordinariamente ru sempre trovato pallidu, p i llllthlll lluscio, e CODtenente pochi~;;ima quantità di <.anguc fluido. ~el petieardio ,,. . del . cadave re d'' ('~arwn ru tro' ala una rert<liJunnllla. ur 1aqutdo steroso d"1 ne-· 1 n · · I b. 1 · . ~ 1 st2Jlt 6calo. po1mon1 :-empre 1anc 11, crepttantt alla Jlte.s ·ion . . . , . . 4i d . , ~ e, con poc111ssrmo sangue 11 uruo ne1 stll. eeubtto. l:1>me nel c·•d . cos1. ,m rpta lt.: ltea ltr·o " avere ù'1Carwn, reperto Co .visto col are da qualche parte del polmone un lt. 18 o


1i4

SULLA \'ERJt UGA PERUA>SA

quido uianco torbido, avente le apparenze di prodolli pneumouici pro' enienti da speciali focolari localmente syil uppatisi. \'edreruo da qui a poco come :~ia fondala e comune credenza deJii osservatori, che tumori verruf!osi possansi sviluppar-e attclte in tutti gii organi interni parencbimatosi o di quabiU:-1 struuum, per darsi poi l)pie~azione di questi prodotti più o meno saniosi. Il fegato spesso fu trovato aumentato nel suo vo· lu111e; la mtlza pur (•s$at.:re~cintn, ancùe quando non a,·e, a sof• ferlo alterazione da malaria. Reni. cer\'cllo, ed intesti ni. meno i cnrau;ri dcU'ayam~ala anemia, nienfaltro presentavano di notevole. Quanto allastnttlut·a dei tumori V"errugosi ed ai rapporti loro co t comuni tessuti, e quanto alla scoperta di un bacillo specifico, che oggi si ummelle come patogeno della- Yerruga . val meglio cedere il posto ad un lavoro del doltol' Iscbierd, profes· S(>re d'islologia nella università di Santiago e pubbHealo yerso lo :-Corcio del 188;) sull'archiYiO di rircb.ow in Germania. Riportiamo adunque qui Lestualmenteilresoconlo del sul· lodnto pt·ofeS$ore: <• è noto elle la malaLLia r.onta}riosa endemica del Perù. e <l conu:lcluta sotlo il nome di verruga peruana, non si usse1\3 '' nel Chile. d che i pochi casi che :.i presen~ano nell'ospedale « dr Santiago \Cn~ono dal Peni e guariscono generalmente. E <l per tale r·a1.!ione, che ri e~ce mollo difficile ottenere materiale « fresco. allo all'in' estigazìone istologica. 11 1\ictnetli da Lima poco tempo fa alcuni ft·ammenti di pelle u della re!fiooc del ginoceh\o e del prepuzio, i quali presenta· u vano tumcu·i verrugosi. •• Questi frammenti erano stati conservati in alcool concen· 11 trato, ed erano stati tohi dieci ore dopo la morte ad individui « pertti di tnt malattia. c< Oall 'esame di questi fr-ammenti mi J'isultò il seguente re·


Sr:LLA VERR(;G.\ PERU.~~-'

27:)

• SOC()Dio, che credo potrà contribuire a rischiarare l'etiologia

• di questa ~trana malallia. • Le formazioni cutanee, che il volgo chiama col nome di • nrrughe, non po:ssQno accettar$i anatomicamente rome tali, • poieb~ mai e<-<.e sono formate da ipertr·ofia del corpo papi!• lare della pelle. Qualunque sin la grandezza di qnestc neo• formuioni peruane (da quella di un ~rano di miglio fino a • quella di un ~ros'o uovo). e~.,;e "ono 'empre co:-tituiteda nna « oeoformazione del tessuto connettivo, o del cellulare comune • situato profondamente. Lo 'Irato ..;uperiore: tahclha molto « usottiJ.!hato, unito all"epidermide copre i tumori, eccello • qnando IJUe.~Li sono ulcera ti. « Quanto ai le~,;uti ·dai quali partono i tumori verrugosi pos« sinmo dire essere tt·e: 1o Alcune Yolle le nodosllit si formano cc negli strati snpP.rlìciali della pelle, p11rlt~nùo Hnchc dalle « iste.~se papille !'Ollo la rete malpighiaua. (h1e~ti tumori sono « generalmente piccoJi, sferici e prdunculati; 2° nllre volle si « formano ne~li strati inferiori della pelle. vengono più 'olu« m1nosi dei precPdenti. crescono fino agli ultimi ~lrati super6ciali, i quali si .;o!Jevano, si as~ottizlinno e lìni,.cono per 4 Dleerarsi: 3• altre volte poo.;sono fom1arsi nel lPssuto coonet· • li•o sottocutaneo, e cre:::cere con,-iderevolmente. go no allora aoehe questi di forma sferica od ovoidale, solle"fano pure la • pelle a misura che crescono. e finiscono anche per 11lc~rarla "come • precedenti.

• Stntuura. - Queste neoformazioni si producono ~olo a • ~del te.."'Ulo eonnelli\"o, e constano di un gran numero • ds cellule• ebP ·i --r·l - . . . d Il . · · ~ ~ 1 uppano per mo 1t'p 11caz10m e ~ ~·o·•ant «cellule del tessuto sùttocutaneu e della pelle. ~ei tumori piceoli • la disposizi one d"t qur,te cellule de1. <.pazl. c della sos1nnza « mtercellulare è molto ~om1g . l"tante a qucll<' det. 5arcom1. . r c lamoti di media , d . . gran ezza constano d t cellule e cllunn quan-


~ìG

SI:J.U VRHRt.:ia PII:RU.l.."\A

tita variabile di sostanza int~n.:ellulare: e nei più g1~ ndi sa u sviluppa tanto nel cenu·o, come nella periferia. un te.~suto « veramente cavernoso, identico a quello degli angiomi ca\t verno"i. ''Tanto i tumori cutanei, quanto isottocutanei, si truvuno av« 'olti ùa una caps11la di tessuto connellivo a strat t concentrici. tt Le cellule li Ono come piccole :..fare e mollo somiglianti a 'luelle « delle granulazioni; bavvi eli poi la sostanza inlert~ell ulare << forma ta a strie, molto sca1·sa, sì ùa mostrare tolvolto. che le << cellule ~i tocchino l'un J'altm. Altre •olte le cellule :>ono 11 molto piu grandi, leggermente :-rbiacciate. con molti nuclei '' e :,omiglianti alle cellule ~it:anti. In tal casule dimen:.ioni <t \'ariano formando un le.->suto mono compatto, ed alloli\ la o<< stanzalnte•·cellulare è inmaglo{ior quantitàepiùchmrnmeote <( filH·osa: dil·amazioni di fiore tliviùono a gruppi le cellule, si c che talvolta formano degli spazi, in mezzo ai quali si ch iu" dono una o \arie cellule. rn alcuni rincontri la ,..o:.tnnz.t in« lercellulare è dispo;;ta in forma di rete come nelle!i~ulo ade< noiùe, e le cellule disposte rome in tale tessuto ..\l tre \Oite 11 si forum un te.;;soto simil~ n quello dei fibrosarcomi. il quale « è tanto ricco di elementi fiL rosi da presentare le cellule rela· " ti vamenle rare. I tumori della \'enuga sono poi in apparenza \< ~omiglinnti per struttura ai snrcomi. senza che per tJue~ lo << dcbbansi r,onsiderare come tali, rome Yuol ritenere Oounon 11 e l\enaud. posto che la YeJ-ruga si Cormi per l'irritazione del <1 tessuto ronnettivo, prodotla dall'azione di un microbo, che • probabilmente è specifico di <Jtlesta malallia. Ila questo << punto di \'Ìsla si appro,sima alle nodosilà della leLI.Jra ed 11 ai tuùercoli. 11 Tutli qoe•li tumori -;ono molto ricchi di ,·a~i ,..anrruigni: « un gmn numero di capill:ll'i numvcrsa il loro tessuto in tutte et


SULLA VERRUGA PERUANA

27ì

te direzioni, ed una buona porzione di questi è piena dì una u gran quantità di bacteri. 11 tn alcuni tumori i vasi, specialmente del centro. sono <t moltn grossi e compleLamenle pieui di corpuscoli sanguigni « rossi. meni re che in allri iii sviluppa un tessuto vet-amente '' cavernoso, nel quale H sangue empie grandi l'pnr.i. separati . « gli uni daJ.!Ii altri da pareti fibrose anastomizzate fra loro. 11 In tali cu..;i In somiglianza con gli angiomi cavernosi è 11omcl pleta. Si veggouo dei tumor·i cavernosi formati esclusiva" mente di questa specie di tessuti. 11 Tltes ·nto cavernoso, quando s'incontra, pare::i formi solo 11 dopo che la YetToga siasi già srìlnppala; e ciò per molli~ plicazione degli elementi connettivali. giacchè in molli siLi « le lt'llhet'ole sono formate da file di cellule, che non sono " idemichc Il quelle del tessuto cavernoso. Le piccole verrughe 11 rolontle, della grandezza di un cece, che si formano nel 1 ' prepuzio di molti infermi, sono composte interamente di •t te;;suLo t'aY~rno~o con nna areola circolare, e le tr·nbecole u di IJUf'.;ti tumori ~ono ricche di cellule. Si sviluppano queste << immediatamente solto l'epidermide, e la sollevano assotti11 gliandoln considerevolmente. 11 In molli si ti del tessuto c:nernoso, doveabboJldnno i vasi " mollo gros,i, s'incontra una quantità più o meno considett revole •li ~rMuli gialli. incrostati, che proven~ono senza « duhhio da ~an~ne slrttvasato. 11 Jlicrohi. - Era naturale che mi dessi nlln ricerca dei 11 mirrohi · contagiOsa, · · mp1egn · ndo • •nei prodol·lt d'r um1 malaltla 1 1 c< metodt nuovi che possiede la scienza, per dimostrare la « presenza . lOve~llga. . . . dei hact err· ne1· tessut1.. "l ,, ed.1ante 1e mte 1( zwm r~scnntl':l' . · • • 1 un mtcro1,o bneilliforme, il quale. per la « sua rc•laztone intim . . d . . . .d • a co1 tessuta er tumorr, ao const era1 « come la C;'!IJsa di rruest· d . b . l b'l ·' ., t pro Oltt mor os1, e -pro >a t mente

11


278

SULLA VERROGA PERU~~A

la cnu. a di tnle malattia. Esso si ri$contra generalmente nei << tumori e nella pelle sana che li circonda: si colnm con dt1\ ,·er;;i prepa1·a1i di anilina, la fu\ioa, il violetto eli metile, u l'azzurro del metilene, ecc.; il preparato col quale "i culcra •< meglio. è il violetto di ~enziana. Per ora impieghiamo solo << •]U~lo colore. che non e nhcrato dagli ac1d1: e ciò per la (l preparazione falla col metodo col quale si colora il bacillo <• del Koch. In allro lavoro poLbhcberò i deuagli della parte << tecnica. " Il hacillo du me incontrato può raggiungere la lunghezza 11 ùi ~~~ mille:.imi di mrlliwetro, ma questo è il più r:u·o. l~e­ << neralmente ::ono della grandezza di 8 a 1O mille:-imi di mil<1 limetro e possono incontrarsi anche più piccoli; sono un 11 po' più ~··ossi ùe1 bacilli tubercolari del Koch, e la dille<< renza tanto notevole nella loro lunghezza, molto rrohahil· << mente ~ln in relazione con le ditTer·enti fasi del loro svi luppo u e della loro formazione. Tpiù lunghi ed i più pieruli stanno « empre nei te ...,..uti dei tumori, mentre quelli di media cr·anu dezza !>i trovano nella pelle sana o nei vasi sanguigni dei tl in· cc torni delle verru:;:he. Quando si ossenano i bacilli con un u ingrandimento di 250 (Ogg. 7 Oc. I \ ericl-.) sembrano c< piccole \·er~hette con piccole dilatazioni o nodul1: tuili i hau ciii i di media gn111dezza che,; ri!'contraoo nella pelli! h:~nno (( que,to a~p uo eh~ i_· comune pure ai bacilli lungl1 i. che ...; nu ,contra no in ceri i siti dei tumori. O.;servandoli ancora me" glio con ingrandimenti pi Ìl forli, si vede che i bacilli suno « f01·mati •li una ~erie di granuli sferici o quasi ell ittici. che, 11 colorati fortemente, semhra no uniti con una sostanza. che •c si colora meno intensamente degli stessi granuli. ~elle 'e ree ghette lunghe dei tumori si riscontrano i )!T3.nuli meno uniti << di quelli che ~i trovano nella pelle sana; questi tengono un « aspetto più uniforme. · 1•


SULLA ""ERRt:GA PFRl"\"fA C\ Di che n:~tura sono i riranuli~ Sono

2i()

lA vl'r;Zhette semplici • catene di Cl'lcchi e i cranuli sono ;;porule! b mia opinione • sarebbe che i ~ranuli rappresentano •·•~t·chi, e la seriP. di « questi, catene di mierococr.hi. « Nei te:-.;nti di qulè>i tnlli i tumori verrugo...i si trol"a sPmpre • una granquantitadei microbi tlt!,.ct·iui. •li tulle le gr-nndeue, 11 agscruppali tra le cellole; rare volte i.;olati, e m!!i nell'ina temo delle cellule medesime. Que .. ti gruppi fOn,.t.ano di più « o meno individui, che spe:.~o .;ono molto lnnghi e ,:;i tromno • intimamente intrecciati. Que ... te lunghe fcrmazioni hacilli11 rormi. f}U:hi mai sono reLLilinee ma :-il• bene cun·ate ad nn" goli più o meno sensibtli, formando qua"i un zi!.;·zag od 11 una S <l In nlcnni si li il LessuLo è spnr~o di!Tu~nmente Ila cocchi cc i olati, o riuniti a due o tre, como :<o i microbi si fossero ùi« sfnlli completan.ente nei granuli, che da ~1:1!-:i si formano. In Il que·ti l'ili occupati dalle pit·cole r'alt>ne o clai co~.:chi difTu~i. «le cellulf' del tessuto sono Ji:::trutlc, ecl io loro 'ece 5Ì tro« vano uur,,e compat'te di co chi. • ~ella maggior parte dei tumori ~ludiati :;i è mcontrato «nel centro e nella periferia llei m~>de,imi una!!ran ']uantitir « di Ya i ta('illari e di piccole , ene, piPne r.nmpletnmente di • mas e compatte. « Similmente si riscontrano pure 'erf! reti di que,;,ti \asi, t che senlln<~no come iniettate da baclerii, .;omiglinnli a « lrombi. Quando nei nsi colorali col violeuo di genziana si • scolora ilte,,uto -vasaJe, di maniera elle o;olo i bacterii con· « servano il eolore. queste reti di wt·i con un in!!r':lndimento c modtco, semltrano come iniellati da una so~tan;.a color' io« letto. Oue.,ti , ·:. a.,· co,-I· rrptenrtengono ·· · ' romunf'mente un d'ltl« metro maggiore de!!li altri t' talrolta ~i fanno vnl'iro~i fìno « al punto ·,ia presentare le appnrpnzo Ili' n~i lmfatiri; questn


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SULLA. VERRUG..\ PER(;aXA

\( apparenza è dovuta senza dub1io al soffermamento dei mi« crohi, ed al loro aumento per divisione, dilatandQ cosi la ((parete \aseolnr4". Que"le masse talvolta sono tanto compatte « da non poter<;i dl~tiOJ!uere i bacLerii isolati, e solo si '"'edc ~ una soslaU7.a ~ranulare: pel'ò ner vasi in cui i mic1·obi non « si trovano cosi compatti, si potrà facilmente vedere come « lotta In ma~sa. che l'it!mpie il vaso, consta solamente dei mi« ero-organismi de.;crilli. i quali gli dànno un as}lelto gra« nulorc. \'asi l'ipicni di simili masse si riscontrano pure nella <l cap~ula che cirronda i l umori. Tutti questi vasi sono imper« mealtili al :-angue. « :-iella pelle che copre i tumori.. e che è più o llleno as<< sotlif.!liat:t. secondo le dimensioni di questi , si tron\ pur'! « p-ranclequnntitàdi microbi in forma di vergbetle o di cocchi: « se ne inconlrnno p11re nei vasi capillari della pelle, i qu11 li « talvolta sono completam~nle ripieni, cJ straordinariamente « insaccoti. Nel tessuto congiuoti>o se ne trovano gia isolati « trn i vani fiLrosi, e, ciò che è più frequente. in gruppi negli <~ sp;1zi linr.ttid. «Qui ~i osset·va una grandept·oliferazionecelluJare,es'in « contrano pure in que~ti spazi grandi groppi di cocchi; le c vene dell:l pelle spes;;o molto insaccate, si tt·ovano piene di t coaguli di tìùrina. che contengono un buon numero di que~ti << microhi. •< In generale si o;;~erva intorno ai vasi ripieni un aumento << ciel tessuto connetth·o. E dn osservare pure che nella pelle <~ elle copre i notluli, e che è ricca di bucterii. ahbondano le « rellule tli grasso piu che nel!;~ pelle normale, con la parti(( colat·itit di mantenersi queste sempre isolate, e non formare « mai grttppi . Nelle parti dei L11mori, formate di tessuto ca« vernoso, là do-re In quantità di sangue e molto gr·aode ed i « vasi di grnndo diametro, si trovano sempre llochi mi-


Sl"LLA VRRRUGA PERUA~\

28 1

« erohi. Nei tnhercoli di le:isuto puramente caverno,;o i mi« crohi manr.ano. Una -.piegazione di que:.to fallo finora non c mi è stato possibile darla. c La investi]!azione micro::.copica della pelle npparente« mente -.;ma. e pre,;a n rerta distanza dni tumori all'intorno c dei medesimi. mi diede risnhati intere5santi. circa In prec senza dei miaobi descritti, i quali si pre entnno •li frec1uente c ed in quantità variabile nell'interno dci rn"i ""n~uigni ùi c questi punti. Facilmente c:'iocontrano i va~ i capillari delle c papi Ile della cute con entro nn numero 'arinl!il~ di micl·ohi. « però rare volte ìn tal quantità, da riempire r.omplet:nnente «i vasi. All'intorno di quesh capillari si o''enano spe,,o, « sebbene non sempre, !legni di nn aumento cellnl;m• dt.>lte'>· « suto conn<>lli,·ate. ~ e i v:1s1 capillari delles~uto ndiposo dello « str-nto inferiore della pel lf', e del te~sn to eellul:u·e sollor uc taneu si trovano am·he frequentemente microbi. che ouu« rano il H>lume del nt:;o. Qui si Yegl!ono captllnri molto fini, « che eonten!lono nell'interno :;erie di elt>meuti di microbi. i « quali pos-ono essere hP ne colorati. Ciò :;i 0''ervn maggiorc mente nelle piccole l'ene, il cui lnme ù quasi ,;empre ric pieno di <'oaguli di fibrina, fra cui SJH!s!\o si lro' ano spnrsi • molli microbi, come se ro~sero stati soiTe•·•unti dalla co<"~~n­ c lazione del 'an~:ue. • Ordinariamente .;;i trO\ ano essi attaccnti alla tunicn en« doteliale del \0150. ~ell'interno delle, ent> nella ma.:-::a dPila • ~brina si troYano pure ~ruppi di cocchi j-;olati, chP mai « aoeontrai nei capillari della pelle san n. l n alcuni punt1 dello « l'Irato mediQ della pelle si presenta una prolifernzione Jello . . .:~· «cellule del te' .,11 . . . .a "' o connetll>o: v1 !:Ono qu1 ueg11 spaz1 u1 « fibre separate da ~rupp1· ù.1p1ccole . cellule rotomle e talvolta « queste cellule ~nn o in tal CJU301Ìttt (}a fnr SCOmparire le fihre « e prendere e~se tutto il po~lo. 1n tutli i si li oYe si verifica


SULI,A VERRGGA PERUASA

« uoa proliferazione cellulare del tessuto connelli vo, hav,·i « sempre gran qunnlità. di cocchi silu1tti a gruppi, o sparsi

fra le cellule o vanr fibrosi . •< Sono questi i !uoghi da dove comincia a svilupparsi la « venuga? Osset-vazioni posteriori chiariranno meglio la t·i· « sposta. A mio parere sarebbero veramente tumori in sul << ni\srere. perché in alcuni il les~ulo connettivo i troTa di« strnllo e le cellule si colorano mollo male come se fossero « elementi vecchi e degenerati. << Ultimamente ehbi occasione di studiare cocchi di eresi« pota, e di paragonai'! i ai cocchi della verruga: e po:$so asl< sicnrat·e d'esser IJnesti assolutamente diiTer·enti tra loro . « Conclusio1~e: « , ol lumor·i che si chiamano verrughe, e cl1e si for· « mano nella pelle degli ammalati ùi verruga, sonoTeri neo· « plnsrni del tessuto connetlivo, che si svolgono ·emprenella (< pelle o nel tessuto celi oJare :;ollocutaneo. Gh1mmai però .sono <, vennghe nel vero significato anatomico della parola; •< 2° La loro struttura è molto somigliante a quella dei (( sareomi, in molt.e renngbe si incontrano parti ciJeconstnno « solamente di tessuto cavernoso; l< 3° l n questi n~>oplasmi si trova in grande abbondanza « una classe determinala di microbi, cbe si fermano negl i ele« menti anatomici, cellule o fil)l'e, o elle sono contenuti nl·i « vas1 sanguigni, r.he spesso riempiono completamenLe; (( ,f. o L'istesso mjcrobo s'incontra nei vasi sanguigni della « pelle sana (capillnr·i e vene) c del tessuto cellulare sotro· « culaneo; \< !)0 Si trovano anche questi microbi nel Lessnto e nei ~ 'asi della pelle che copre il tumore istesso; (~ 6" eircoJa pure nel san~ue degli infermi di verrugn « uno schizomiceLe, che eccitando il i~ssuto connettivo, di1 \<


SULLA VEHRL'G.\ PiRU.,'iA

« origine in certi determinati luoghi ad nna neoformazione c di cellule e ron questa ai tumori, che erroneamente si chia« mnno vcrrughe; • -;• ~un è da ~uppor:;i rllequesti microbi sieno comio« cinti a sviluppar,.i dopo la morte: la gran rJuantità di rasi « che r.ontengono i microbi c la loi'O presenza nei vasi della • pelle .:onferul:lno il contrario \\ ( l).

Sintomi ,.tf andamenro. Che un periodo d'incubal:ione ,.; sia in una malattia zimotica, com'c la verrugn perunna, nes5uno può dubitarne dopo lo studio della patogenesi, dopo il cnsu evidente del giovine C:arion. Però il preci~nre un periodo di Jatenza cosi oscuro, in indiridui di meschina intelligenza. ed in cerLi s1ti, \D cui la prntir.n medica incontra iuunen"'i o-.tacoli. è cosa assai difficile. \hbiamo risto poc'anzi che l'incubazione della malahia di Carion tlUI'Ò 23 giorni: e qui ag~iungiamo che, mt>no alcuni Jlicroli •ncumodi lurali, che el! li :n nn i nei primi gionu, ID eau,a di •ruullro pumurc, che gli furono fatte aUe braccia, Dulia piu l'l•ltt' a ~oiTrire di twtevole fìuo al 20° giorno. Fu :\ quest'epoca dtP 111cominciò a Hlatdfestèll'liÌ rn In i nn certo malessere. il•1unle ~i convertì in rcnestesll\ rehbrilea\23° ~.dor·no daJI'inocula7.ionP. Da pareedtie storie cl111iclu~. che l'istes,..o Carion ave, a l'accolte negli ultimi tempi di ,un \·ita. potè ('gli dedurre che 1:1 durata media tlell'iooculazione della \enu~a · C~ OJliUIOD6 · · d'Ili 1l l'l· me d'ICI,· ·l qua l'l · p ero ,fosse da• 8 a l() .,· ,.,l 0 IDI. ID seguitO hanno ~tudiata 13 malallia che il periodo d'incu bazione po" ·n P~lend erst. an c11e a pare' cc l11. rne:;1;. e ctò . per :'(Ile· . CIJ Arrlllrlo do l 'orci

rooç, tomc. ~0 1 1111110 i SM.


SllL~

VERRUG\ PERUA~A

.?arsi l'origine della medesima in alcuni individui re;;identi in che erano stati almeno di lran~ito nelle voliate tlt,II'Oro) n qualche tempo primn clellr. sviluppo del morbo. Del resto, per rendere inconlr\lstnhilll t:~ le opinione, '"i ocrorrerehbero ancora più lunghi studi: rlllne più vigùrosi el'perimenli si richiederebbero per accertare il fatto so:;tenuto dai mede,imi, che il microbo della \'CITU,;a sia poco tenace. e non trasportahile facilmente a lunghe òi:;tanze col mezzo dei (ìumi. ì'\e~li ultimi ~iorni rlell'incubazione. ossia in quelli, C'hc prt>· rt•tlono l'invasione. ;.:l'infermi I.'Ominciano ad an erti re q nei $C!!ni piu o meno comuni a tutte le malattie infettire .. en~o tli malessere ~en!'rale. torpore nelle membra, =-tanche1.1; \ e ripugnanza a quabiasi movimento, inappetenza ed imharnzzo gastrico. l1olto da vicino a questi fatti tengon dielro i dolori osteo-mnscolari ed :u·ticolnri. ~ella ma~gioranza dPi rasi '' coi dolori, che s'ini1.ia la malallia. ed al dire di Cnrion si pos· "Ono ritenere qne..ti come sintomi rivelatori de.lln mcde.. imn, e....;f'ndo il fallo piit co-..tanle e piii caratteristico della suauln nife,.t:l7.ione. ono per lo più dolori reumato1di, con r.~.~~ cerlnzioni notturne: cominciano da un S!inocchio, o dn una delle piccole artkol:1zioni del piede o della mano, per invadere poi gradatamente la mnj.!gior parte delle altre, senza risparmiare anche i muscoli, specialmt>ntedegli arti inferiori. E<.iste un proporzionato mpporto fra il grado e l'intensità ùella ma· lattia e questi dolori. ln tempi piit freddi gli organi~mi più deboli e più fortemente attaccati li soffrono intensi; mentre <>otto una temper-atura piit doke in si li asciutti, si ;1\ '~rtono meno. specialmente se sofferti da organismi piu rnhu))ti. l.a rnchialgia ed i dolori sono tah olia tanto inten~i da dnr Ino(; O nlh rigidità di alcuni muscoli. producendo anche crampi e contratture piu o meno perm:mcnti dei membri tanto supepae~i lontani dai :'iti :;o:-pelti, ma


StiLLA fBRRUGA Pf:RUANA

nori, che inferiori. A Lullo •tuesto :.i uni::-cono ancora infarti articolari. che immobilitando una o piu articolazioni, costringono gl'infermi per lungo tempo a mantenere certe determinate e forzate posizioni. A questi dolot·i :)l aggiungono pure cefalalgia. Abbiamo Jello. che tron quesli sintomi s'inizia la malallia, e questi aumMtano e si continunno c.on la febbre, ma non mancano casi in coi sì presentano essi da soli, non essendovi febhr··· o•i t!ssendovene pochissima: oppure che questi compariscano nel perrodo dell'eruzione. Jn due casi studiati dal Carion ncll'uspedale cL S. Bartolomeo ~i verificarono tali dolori nel t~er·io.lo dell'eruzione. ed erano in grnn pnrte dipendenti da inf.n·ti neiiP articolazioni del ginocchio e delle dita della muno. Oopo quale be lempo dalla comparsa dei dolori (una settimana. all'incirca) insorge ord•nnt'Ìllmente In l'ebt11·e eoò carattel'i non anco1·a ben delineati, perchè spesso gl'infermi capilanll moli() Lardi sotto la :)Orv~lianzn dci medici. La forma snb· dola e taholta apparentemente benrgnn, con la quale s'inizia la malattia. la mitezza della febbre, l'rmlolenza de~ li ammalati e la scarsezza dei medici m quelle valli, ha fallo ricorrere molto tardi gli nllaccati !la Ilo verrnga a sanilarr. si che questi avessero potuto lrumundarci dati precisi sull'Loiziorsi del pel'iodo febbrile. A ciò potr1t arcr influito pure la cohfusione esistila per lo passnlo fra questa malaLLia e le forme cliniche delle altre, specialmente dellu malaria; giacchi•. esseudosì ritenuta la malattia deii'O~o~·n per lungo tempo comP una fo1·ma del paluùi:;mo, poco sr prr.~tara :menzione ai ca muori primitivi dell'invu~ione febhrile "'rr·1 11•1• ndo SI prescl'lvevano · · ed't aer • · sat'1 1· t'omum· nm d1• clunina • o••o r· · d d · · • • 1 comp1to parenr m1to a porte ?) e1 me d.ICI. Il. altronde ,.•l''rrrferiDJ. stu d.mtt. con pm . . accuratezza sono' queIl'1 ospeda ,.t d'L' l l' . . d r1 rma, e re co a capwnano a peno o .ncovf.\rnti ne••li 1 IO O[I1lii)'1Qn'e,~ . J , . , Il' . ' :s.J, s1a pel' a lo1·o llrnrl:lla lllle tgenza, s1a per l

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SUl.l.A VERIIUGA PEllL.ANA

la poeu attenzione ftllla soli~ pa~ale soiTeronze, poco sapevano rispontlero all'interrogo.tor10 clinico. Ad ogni modo si ritiene comunemente, che il periodo febbrile non s'inizii molto violentemente, ed è conosciuto. che in seguito la febbre ha un decorso mite, piuLLosto huigo. con r·emitlenza la mattina ed esacerLazione a nolle avanzala. Essa bà pure delle interruzioni mollo Yarie di piit o m~no ~iorni, ma di nessun va• lore per conto degli apprezzamenti clinir.i. I m ade ordinal'iameote con br·ivid1 di freddo e presenta spesso leggeri sudori nelln deoadenzn. La temperatura ordinariamente non t·aggiunge i }0°, e molto difficilmente li oltrepassa. Non è dunque l'aument~no e perturbato peoces~o di ossidazjooe,. quello che rende grave lo stato morboso, ma è l'essenza dell'infezione, e soprnLutto la pt·ofonda anemia. Il pol:.o ordinariamente è molto più frequente di qnello. che porterebbe la moderata condizione termica del c01·po; e ciò n doru.to alt'anemia, la quale oltre alla frequenza gli d11 pure tuiLi gli altri cal'atteri proprii di essa. cioè di 8i>Set·e debole, depresso e lìliforme: i uaUiLi cardÌIICÌ .sono mollo aflìe,olili, e spesso ude~i soffio anemico a primo tempo. Può il moTimento febi.Jrile durare molti giorni, mc. spesso cessn presto :<enza che l'anemia genemle dìminoist.a punlo o poco. Le mucose vanno facendosi sempre più pnllitle, gli occhi languidi, il colorito delta pelle sbiadito si, che la comune del Yolgo ebbe a rure Lalrolla. che i net·i ed i gialli nddiYeni•ano IJianchi sollo J'iutluenza. della malattia dell'Oroya . Gl'infermi non sentono aJTauo appetito, hanno g1·ande procti,•itù alle lipolimie, vanno soggetti molLo freq11entemente ad epistassi: sono lardi e lenti nel muoversi, quando i dolori non li costringano spesso a muo,·ersi: arvertono sosurri nelle orecchie, stordimento e gra,·ezzn di lesta, e spesso insonnio . Le condizioui del tubo ~aslro-enterico variano frequente-


SULLA \'ERIIl'GA PERUA'iA

_..:di soliLO av\'i imbarazzo ga~trico, 5litichezza a princ!Jio, e frequenti di:lrreo in seguito. Quasi consta ntemente ......i tumore splenico, spesso anche lumor·e epallco. e . . . .eotct in molli casi avvengono trasudamenti siemsi nelle

...

:Lupettu generale delle orine ru sempre di color carico con ~ ros~·o,.curi mollo altLonùaoti :;nl fontlo del r-eci}lilale. L. reazione acilia, il pe:;o medio 1,031). Le analisi clùaaic:o-cliniche tlieit'ru anche risultati me,chini. Su do4lici tliUi in eui furono esnminati jjuesli prodotti, in qu:ltlro soli fil tren&o glu003io I•Ìullo:;lu abbondante, mentre negli altri era nvi o.ppeoa tracce di questo. CostanteffiP.IIle fu ,·erifìcala la pre_ . piullo&lo abbondante di io,.fati di ammoniaca e magnesia 11e.hedimenti, che sempre si trorarono nel fondo di es:;"• e ~si sa intorno ni pig111enti. La quantità del g!uco~io ne1 casi in cu.i fu risrnnlrnla segui -..re le fasi della malattia: ,lì moùo che scompnne con la _.lllione délla medesimo, t'JIIilnto .;i ern presentato in ma;;aiw qaanlilà nell'acme dello :;lato febbrile. Olello periodo pnò a\ ere una durata molt11 vari ned è quello ...fià di lUlli richiama l'ntlenzione dei pt-alici pedormolare i P.a4W diagnostici. Può e.~so durare una ventina •li gio1·ni ma J116 llleudersi anche a i od 8 me-;i e più uucora. Fu "l'JIIlnto -.casi.di tanto lunHo tlo•·or;;n di questo periodo, in cui es.....~corapana a più ripre~n la febltre ron piil o meno ~ IIUervalli di tempo e con più o meno s\·ariati Cttralleri; ._. . AYIDdo avuto i médid di ri:'conlro l'P.ruzione ,·erru..._lqarono con la mente sopra allr·e entita morbose e ........_1:• ..1: --.alà w Dalnr., fra la feùllre lleii'Orova l' la verruoa " " ; · Pres&o o lardi, però quando gli nm~alati non s:C. . *Del ~iodo febbrile, a ppare l'eruzione, la quale nn-


SliLU VERRUG \

PEIIU.\~ \

nunzia una Cl!rta mt,::liona nello 'lato ':!enerale e decide coo cettezza della malallia con la q un le :;i ha da fare. Le r~gioni pre...;crlte da 'lue~ta entzione ~uno [l' :!amhe e faccia, e sono •Jueslt' le prime sulle quali si manifesta. quando dovc:;~e im adere in :;cguito gta~ parte della lìrie del cot·(Ho~. Spesso le muco:;e non sono risparmiate; :~nrhe il cen ello, i polmoni e ).(li allt·i organi pnrenclt po~sono esserP invasi da qnesle neoproduzioni. Abbiamo JHrlando d(•llt' alterazioni analomo- pntoloFiche, come le formaztoni esterne comindano a partire dagli strati supt:rfi della pl'lle. [s,;e ~'ompariscono a principio come piccole chie t'osse, le qual1 danno discreto prurtto, nmno sol a pocu a po.·o. acqui~tano 1.1 forma di ptccole papilleue: con tendosi poi in tumoretli rotondi ùi colo t· rosso, di cons· piullo:.to cellt:\ole e della comune gr:ntdezz.t di un r!I'O,.,o ~<:Ilo. A misura che s'inj.!r•andistono ~i colorano sempn' p1ù ro~so, e quando do' e~sero rompe~ i, m cau~a del ,..ralt.trsi gli ammalati. lasciano fluire sangue che si coagula con mol ùifficutil, Jasnando la superficie incrostata e pili o~··ura. A hinmo risto piu a~·ami, come spesso e,-si hanno l'appare Ilei tumori an:.;io111ntosi. t:> d è cosi, che s• sltiaùiscono e s piccioliscl)nn :,otto l'azione del freddo, mentre col caldo e uno ~forzo prolungato degl'infermi d h entano piu color-ati più..grussi: in pari guisa solto la pressione e~erci~lln con dito, cedono facilmenti', impaiJidiscono per· rigon!ìar:-i nnovo dopo, e ripitdiare il colore normale. Ordiuariarncnl•· • capo di vari giorni cominciano ad i l'irsì alquanto, acqutstailn un aspello piu pallido e lJÌU :-l~nlE'. pre.;entwu .tll.t s •perfìcie una form:'l di de con la •Jualc J.(radatamente vanno impicciolerhlosi e finiscono per scornpa1u e dd tutto ta~ciaodo dopo una specie di mac-


SUI.LA VKRRUGA PERUA"U

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cbia al posto che o~cupano. la quale a capo di qualche tempo non lascia più traccia di ~è. Questo però e l'andamento piit benigno e forse andJe più comune, ma l"igoartlo al numero. alla grandezza ed nlla evolozione di que,ti tomo n \i sono pure grandi Ynriantl. \l cune Tolte se ne presentano vochi intorno ai malleoli: o poco più in allo delln regione po:;teriore della gamha, od intorno al ginocchio, o qurdcnno sulla faccia; ahre volle ;;ono conlluenti su tutta la ~uperlìcie culaoea :-i da dare r immagine di un morbo en11li'o generale. Gn caso r.he mi "i otTet·;;e all'osservazione nell'ospedale ùell:1 Guadalupe del Calino al pt•incipio del 4886, pre.,enta\a odia prima fase dell'eruzione l'aspello di nn pcmfigo. falla astrazione dal colorito rosso vino, propl"in delle neoprotluzioni venngose. Il' olume ordinario dei tumori abbiamo detto esser quello di un !!rosso pi ·ello nei casi più ordinari qu:1ndo ~perialmenLe le venugbe fossero mollo cunflueoti; ma quando l'eruzione ro~:;e piit rara, e talvolta anche nella forma conOut>nle. alcun i tum'>l'i raggiungorio il \Olume di una noce. e 1.11\olt.'l ;,whe quelln di un aron ·io. Nei ~a i in cui revolm:ione dei tumori verrugo'i è benigna, nggiunto e"i il mas~imo di eYoluzione cominrinno ad impicCÌ1)lirsi. lìnclu\ un dopo l'altro Ynnno a scomparire o per ùissectazione, o per de~quatnazione, senza lasciare alcuna traccia anatomo-patologica, o verona conseguenza funzionale dt:lla loro ~recedente esistenza. Alcuna volta però l'epiùermhle e gli atratJ _superficiali di uno o di l''rer hi di l(Uesti tumori unno a~tt•gltando i gradatamente. finchè, in rausa di qualche acCtdentale azione meecanu:.t, · od nnchespontaneamente, 'lt. rom11?~0· dando htogo a copiose emorrnrrie, che a·"'rnvano lncondtz•one deol'1 · r, • "'" " m ermt. - Per l'alterata nutrizione locale, per la povertà del sanu l' . . . . ~"~ue c anemta generale, 1l stto o,·e ;n Ytene 1a rouura l!J. converte . . tn una superficte ulcet·ostt cho stenta n 19


200

SULLA \ERRUGA PERUANA

cicatrizzarsi e che è coperta da un detritus, che tramanda un odore assai cltsaggrade,·ole. l\ella :.opposizione, che i tumori verrogMi fossero un fomite rli partenza P. di di,tribu;done dei principii morbo~i per il torrente o;anrruhmo o per la via dei linfatici, fu fallo re..pe rimento ùell'eslil'pa?.ione nei casi in cui si pre:.entavnno più grossi e più rari; ma il riquJtnto dell'esperimento ti chiaro ~ap­ porlo dopo qnanto si e \ISto intorno alla natura clell'inft-zione, t•d al modo di :>Yolgcrsi. L'andamento della malallia l'(,· condizioni generali degli infermi non si modificarono nè punto ni• poco. ~e FUre non si aggiunsero guasti maggiori per l!l dita del 'angue ca!!ionak'l dall'operazione. - Al mom della comparsa dellE' ven'Uglte, gia In malattia accenna a luzione; e so anche In febbre continoasse, e l'anemia sempre il suo dominio sulle condit.ioni ;tenera! i de~li i nnn t! certo la presenza delle verru:,!he. giàs\'iluppate. la immanente della graveua. ma vt>dremo dn qui n poco altra sia • In un ca~o studiato dn Carion neli o~pedale di S. Banu•vu11voo: di Lima, del qonle fu raccolta pure la storia clinica, :\l 1° al.(osto 1881 fu estirpala una grossa verruga dall'avamb destro, l' nt'l giorni ~O!i"egnenti tutle le altre. che i diver.;e rezioni della ,nperficie del corpo. l'e:.tirpazione e;:er,ruita perfellamente, e l'infermo non perdi• una go!'cia 5angue; ciù non pertanto la fehhre continuò per me~e. e ricomparve ancora una volta nel periodo di mazione. che si ;erifìctì in s11i primi del settembre ;.ur~e~;s rfo; <lupo d1 che l"infermo ~i aniò nlln guarigione. QuandCI 1 tumori partono dal te .;uto sottocutaneo Hos.s~Julll!' avere le ste,.::e e;oluziooi. ~aturahneute al principio per quale ho tempo ino:.servati, giacche, essendo non rjchiamano l' attenzione degli infermi. Però quando


SUlL.\ \'RBI\t:GA

PERUA~A

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aorprendooo. si avvertono con la palpazione al disollo della eate come nodulelli piccoli. rhe sfuggono alln pressione delle elia e si spostano facilmente. Con l'ulteriore sviluppo v-enJtOIO a far pre::~iooe sotto la l'Uie, la quale in cau5a di tale .aione meeeanica, o per quella parte che prende allo snloppo della -verrnga eome tes:iulo ricino, va alterando~i nella nutri· 'lioae, si a!soUiglia gradatamente fine hè con l'nndar del tempo ti rompe, dando luo~o alla uscita di sangue alterato. per lo pià misto a sanie. Sì co;;tituisce in tal modo un vero cavo ueessoide. il quale :;tenta a chiudersi, sciupa sempre più le forze degli infermi, e spes,;o lascia in :;eguito tracce cicatriziali pià o meno profonde. · Non sempre però le verrughe $Oltocutanee hanno questo risnlta&o, ma possono risolvere anch' es:-.e, pas!\are inosservate a tutti, e sfuggire all'esame medico anche nei ca~i piu gravi. In individui i IJunli soccombettero nel per·iodo febbrile fnrono riscontrati alcune' oIle nei tes~uti solloculanea tu mora di questa Dato~ nella loro primiLiYa eroluzione. Una delle coincidenze più gravi di questo morbo è l'iosorpnza di lati tumori negli orl!ani interni e più importanti della Tita. Finora non ne furono risconlrate nel cuore o nei reni, • le alterazioni trovate nel feg-ato, nella milza, ed i versamenti sierosi avvenuti in molta individui lo lasciano credere IOilcerteua. e•sendosi rt>rificate io cadaferi d'andaridui i quali &TeY&Do sofferta in rita la forma classica della verruga. Noi pol~oDi di una donna morta nell'ospedale di S. Anna di Lima, Mlrtslesso giorno della morte di Carion furouo trovati alcnni ~i pu~enti dai qnnli sgonnwa ~ot~o la pressione un liqlll s&Dioso, che aYea moJta nna.lo~•a con quello r•scontrato Del cadanre d·1 c · • • • anon. Que~ta donna aveva uuto in >ita 111Ui 1 &~ntom·1 a· l una tultercolo~i polmonare: e comecbè pre•tan nel contempo la forma classica dell' eruzione verru-


SULLA VERRl'GA P&RI:.L'U

gn.;;a sulla superficie cutanea di diverse regioni del corpo. cosi furono ritenute dell'iste, sa nn tura le alterazioni patologiche del polmone. - Un ragazzo di unditi auni proven!ente da !yacucho (luogo infetto) e ricovemto all'ospedale 2 rle ·' fayo di Limo, nell'aprile del 1883 ebbe a soffrire primn infezione palustre cbe fu vinta col solfato di chinin~t e poi vert·uga peruana. Oupo 60 ~i orni di cur:\, quando l{iit cominci;n•a la miglioda, e l'eruzione mostrava un andamento dei piit beni;.,rni, colpito egli da mal di capo fu obbligato a ritornat·o a leno per non levarsi mni più. Compan ero allora, dopo (jOCh i giorni, sintomi allarm<Lnli di qualche alterazione alle meningi: rila· sciamenlo muscolare, Ti. o pallido. palpehre cbiusP, d~cubi to dortiale. respirazione stenll!tn, tendenza al YOrnito, febbre a 39,il. Nel sollevare le palpebre, le pupille re~lavano alqu:mto immobili e dilntate; l'occhio languido e senza. cspressiòne; la sensibiliti! cutanea andò dimmuendo considet·e' olmente, il sensorio romune si spense gradatamente, lìnchè s.i costituì un eh ma perfe.tto, in preda del quale l'infermo mor1 . -Poichà esso ave\ a sofferto altre volle infezione palustre, :;i ritenne a principio, si trattasse di nnn perniciosa comatosa, in forza di che furono amministrate generose e ripetute dose di chmina. che restarono del tutto iufr·utluose. Si ricorse anche all'idea di una meningite acULa: ma poicllè v'era l'attestato anatomico più elo•ptente po~ibile. quello cioè della eruzione' errogosa. fu ritenuto unaoimemente da tutti • lrallarsi di verru~ all13 menin~i. L'infermo mori, e quand'anche il tavolo anatomico. per varie circostanze, eire ,-i opposero. non potè fare la de=-i· dernta luce sul caso osservato, pure tutti rimo.set·o convinti della dia~no~i emessa prrma. Fra gli e'iti della malattia deii'Oroya la guarigione '\ forse la più frequente, sebbene in alcune epoche si !'rano verilìcate delle epidemie mortifere, da destare spavento. :iei casi in-


SULLA VERRUG.\

PERUA..~A

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faosti la morte aniene verso il cadere del secondo periodo, prima cioi• della comparsa ùell'eruzione, ed ha luogo per l'intensitl dell'infl•zione, e sopratullo per l'anemia. Può accadere talvolln, che nonostante la comparsa della eruzione. i siatomi allarmanti continuino. ed anche molt_o tempo dopo di tal compar--a. gl'individui muoiono come nel secondo periodo. Ciò anitnc quando l'evoluzione erulli\·a non procede eguale per tutto il cnrpo. ossia non si wilnppa tutta nel contempo. AYTiene cbe a misura che alcune verrugbe si risolvono e si desquamano, altre ne insor·gono, !lÌ che il proresso infeuiro si prolunga, l'organismo si tro\a sempre più debole, e finisce per soccombere. Qual e:"ilo possa deri•ere dallo <~viluppo delle rerrugbe nei polmoni. nel rt•nello od in altr·i organi dell'islessa importanza è-chiaro vedel'lo. Ogni nltel"azione di questi visceri nel decorso dell'infezione peruana sempre di cattivo auspicio, e se si arri\'a n tanto da poter diagnosticare la presenza delle Terrogbe in 'JUesti organj il medico pUÒ dichi:trnrsi vinto.

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Diag11osi. L'infezione piu arfine a quell:t specifica deli'Orov·a sarebbe la ID_al~ia, la quale in Y"eritil avrebbe talvolta alcu~i punti di IOIIlJfJhanza, per cui a ragiona fu confusa con l'infezione deli'Oroya • 1•ro 1og1a, • . . . · 1·e 1•.tncubaz.1one, la febbre, l'anem1a lODO fatti da StUdi' • arsr· d'1 conserra neiJ. una e nell ,altra .mfe11.0fline, per rilevare dal loro diverso andamento la sostanziale d1 erenza fra i dt . , . . . te mor b'1. h1· quanto .11 pnnrtplo Sia tellllnco nell'una e nell'al lra .mfez1one, . per altrettanto le forme morbose banno m0 lt0 di . fi dtver~o fra loro per poterli ideaticare nella loro natu 'l . . . . ra. " ar 11 (ll·tnctpio della malaria pro.._ eruz•one verr , . ugo:.a, mar la malaria è stala reino-

d......

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SULLA VERRUGA PERUANA

culabile come fu constatato per la verruga pemann. L'incubazione nella malaria è breve, mentre nella verruga pnò estendersi a parecchi mesi, come opinano molti medici del Perù. La febbre nel paludrsmo è più alla, ha periodi più spiccati, cede facilmente ai sali di chinino, mentre nella verruga p.eruana è più uniforme, difficil mente presenta alLa temperatura, non cede al chinino, è accompagnata da dolori e si s>olge sul fondo di una ~onsiderevQie anomia, in preda di cui lrovasi l'organismo. L'istessa anemia palustre non i· cosi considerevole, e comparisce molto lardi. quando cioè l'infezione è resa ~ronica; mentre nella verruga si appaJe"a dal bel principio, è più cospicua e perdur·a in tnllo il decor·so doli a malattia. Daltronde l'infezione palustre esiste pure nei si ti dell'Oro~·a, come in mollissimi alt.ri luoghi del Perù., e si manifesta sempre con i suoi caro.lleri comuni, da non confodet·si con quelli della verrnga; anzi tanle volle ha preceduto, ed ha predispo:M l'organismo a questa seconda infezione. In nove Cll$Ì di cui Carion raccolse le storie cliniche, spesso si verificò primn della verruga l'infezione palustre, la quale vinta coi sali di clunioa, cedette poi il campo al veleno della verroga, contro del quale gli stessi sali non ebbero più forza. Inoltre le forme de11a verruga non furono mai const.at.ate negli altri siti del Perù, dove re~na il miasma palustre su vasta scala. La quali là dei dolori fece pure ricorrere i pratici alf>idea di un'infezione srfilitica, ma, meno il fatto di Yer·iGcarli più intensi nella notte, che nel giorno, null'altro ebbero di comune questi dolori con quelli della sifilide, nè mai furono verilicalt gli altri caraueri della sifilide medesima.


SULLA V!RRUGA rERU~~A

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Terapia. J)a quello che nùl.liamo ,-i~tn, pas:;ando a ra-,se~na il poco,

che si conosr.e oggi intorno a questo morbo, ì• chinro ~up­

porre CJllanto sia povera In ternpìo. di mezzi di soccorso pei tlisJraziali affetti da tale infezione. l)arlnre d1 specifici, qundo è ancora poco tempo da che i medici si sono ùedieali con più alacrità nUo studio della verruga. e qunndo nrie sono state le opinioni per lo passato sulla sua natura, è ceno cosa vana. Solo guidati da principii di terapia ~enerale, e tenuto presente il fatto, di aver da fare con un morbo iofenivo di ori~rin~ telturica, s1 possono seguire tutte quelle regole comuni alle a!Lre infezioni. Procurare quiwli di ~e­ gaire l'andamento della malnttin, ,·igilare sullo complicanze, e cercare di J>rotliJ!are tutte le cure sintomatiche, è tullo quello, a cui si ce1·ca badare dai medici. Yisto, ch•' al comparire dell'eruzione, spel'ialmeme qutmdo questa si manifalla tutta ad un tempo e rnpidamente, le condizioni degl'infermi migliorano. o tendono a mi!.!liorare, -:i t\ cercalo sempre di riattiYnre lil funzione culnoea. per favori1·e o sollecuare la fuoriu cita delle ven-ugbe. 1 tale scopo si adoperarono lutti i sudorirPri più accreditati. ed ultimamente ,-j impiegò pure il iodnro potac;sico. per riattivare i processi ridaUiYi, e fM·orire l' t>ruzione. Finehè, per sodd1sfa1·e queste mdic_azioni, non i :~hbia a pro•·urare maggior male agl'infermi, lnuo potrit andare; ma quando in uno sttllo di con~i­ de1'8Y0le. diac:rasia sanl{ui~na, con una imponente anemia in ~po, 51 vorrà adoperare un ridutllvo cosi potente come è il lodlli'O potass. . ·•ta !Co. non !\O quanto bene s1 possn apportare .. saint~ degl'infermi.


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SULLA VERIIUGA PEBUA:'\A

Del resto mantenere in ordine il tubo gastro-enterico, perchc non abbiano a succedere diarree, sostenere i poteri fisiologici coi rkostiluenti. hadare ai sintomi predominanti e vigilare sulle complicanze, l> quanto costituisce il còmpito del mcdir.o fino a che :;tudi più !'Cri non abbiano a dare reri !>peeifìci contro questa sfinge del Perù. SciJhene i sali di chinina non sieoo stati riconosciuti tanto efficaci. quanto Io sono nella malaria, pure adoperati contro la fehllre, qualche utile servigio lo rendono. Nelle forme emorr..tgiche furono impiegate le biltite acidule e l'ergotina; ma quello che piu importa, è di tener fronte alla graTe anemia, che più di tutlo richiama l'attenzione, e ciò con la china. ferro. alimenti) sostanzioso e vino genero:;o.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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llalla cUacnos1 4ella. lnsutJlo1ensa trtouspldale. - F. RtE· oEt.. - (Der/. K lin. Wochensc. e Cen.tralb. fù.r clie Medie. Wtuenach., X. ~. 18871. Qual seguo polognomonico della insufficienza lricuspidole, il Rtegel considera non il rumor~ corr t"pondenle al luogo della tri:n-<pide, ma il polso veno~o e pt•ecisamenle il pol!lO venos(l da lui denominalo presistolico-$islolico o sisloHco po•ltlvo. Que~lo é ben differente dal pol~o si~lolico ne~alivo che é un fenomeno normali", quantunque non sernpt•e rlirnoelrabtle nei sani. La ditfer·enza di queste due specie di polso venoso sla !ÌOio nella condizione di Lempo. Menlr l.' que!';l'ullimo polso che, patologìcamenLe rinfot·zato, si inconlt·a nelle più svariute malallie cardiache e polmonnri che hanno per f!lfetto un "Overchio riempimento del "islema veno~o è caratLertzzalo da un accasc,arst della vena sincrono ron la "istole ventrtcolare, il polso venoso sislolico positivo caralleMstico della in~ufficieuza tricuspdale non rno~lra duraot<! la &~stole d~>t veotracoli alcuna depres::ione. ma la. '·ena rimane tesa eJ è anzi fortemente inturgiclila. Questo pol11o veno~o puòauehe riscontrarsies!'entlo sufficienti le valvolecielle vene del eolio. lo protica è import.anle che o~tni pol"o venoso sia carauerau.ato rìn una lenta distensione del vaso, mentre l'aa·. . leria nel pot.-0 si all d 1 lento tnl~r.. d argo mo1to rapidamente. Que<~lo crllerto "'' tre val~ a• che pel polso veooso del fe~aLo per dt$ltnguerlo 1 . t a una pulsaziOne comunH·at.a al fegato dal 0 cuore dall'aorta. Ma ciò •leve e~"ere veritlcalo col l.atlo e nraodn con... l' Occhto, P<lichè il polso venoso del feg11 lo solo di o ()Un W.lder ... , li lt elli d . ' re amente. Ove é un polso venosn povo e 11 e ~:tu~ulari ·1 1· rtoso del ~ " : v esiste sempre ancor a un polso vee-sto, SIUJ é questo il r~nomeno primitivo.


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RlVlST\

P er accPrlare la condizione di tempo deliA pulsaziono venosa al collo bisogna confronuu·e il polso dPIIa carotidt' d'un lato col pol~o della gtuguhu·e Jell'aHro e particolarmente il primo con la palpt~zione e il secondo con le tspeztone. Di molla troportanza pet• la diagnosi differenziale è il modo di agir.. dell li~itale. Se solto l'az10ne ùella llit:ritsle le for-.r.a del cuore Aumenta, se il polso arterioso diventa più Corto e invece Jl pol!lo vpnoso pm debole, cto è segno rhe questo é UQ polso sislolico negativo da slaAi. Per contro Il polso venoso posili\'O n•·lla tnsurtlct• nza della tricuspidalo é più fot•le nel colmu dell'azione th:lla di~itale. Una eccez.10nepraticameote tmportanlt> dcl modo bnzidelto li cotnporlM'EtÌ si ba nella colli deLla insufficienza relaLiva della tr·icuspidale, nella quale, l'aumentn della forz.a del cuore, "'Otlo l'u~o della disritale, solo diminuisce l'eslen"ione .(ella ottusita cardiaca, ma an i rumol'l t' il pol"o venoso diventano più deboli e ftnallmjanlr"1 anche spar iscono.

Rloerohe sperlmentall sull& formazione del focolai colosi nelle oa1&. - W . :\1iiLJ..ER. - (Deuts. Zeit:t. Chir. e Centr afb. jr.ir die MerUc. Wissenach. N. 29, .Mentre le oss\!rvazioni cliniche ed anatomiche oetcli timi dutl decenni avevano fallo nascere la opinione che t cessi fun):(osi delle o!!::;a e delle erlicolaziont debbono darsi come un fenomeno locale della infezione tubercu mancava però fino R l ora una base sperirnentale li • rapporto genetico. l lavori ciel ~ l ùller dimo~tt•ano l' metaslalrca di quelle malaltte pellramite dei val'i sau~uigni la quale depongono anche la comparsa <li molteplici e gli infarti cuneiformi frequenlt•meole o:o,.erva lt. [&li posili cuneiformi ill\1iiller ha o~servato, ~nminando 2QO parati di ossa della raccolta della clinica di Gotlinga circa 'lo dei casi. La pt·oduz.ione sparimentale della tubercolosi delle ol'sa dapprrma indagata su 16 conigli, ai quali MIIH parte della arteria femorale posta a nudo fu ini~:llala della tubercolo~a pura o allungata fino al doppio o al q


MIWIC\

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con una soluzione al 0.6 pPr Cl•nlo di sal marino, in quantità di 1ft o 2 di\"i!loni Ji unattil'111ga del Pr~vaz. Una parte degli arumeli mori entro tre sellimane per tube1-colo~i gen~::rale, gli altri rurooo ucct$1. In tulli rurono esaminate le ossa di ambedlle le estren11là po!':leriori c in un solo fu lt·ovato un pieeolo tocolaio, nel quale poterono es,;et·c dimostrate cellule rotonde, ma nessun tubet•colo. né bAcilli tubercolari. ~ega­ ti~ ri"tltarono JIUre gli f!spcrimenli su quattro coni~li, in cui la iniezione fu eseJ,ruila nt:llu pat'le centrale dell'arteria femorale. Le allre ricerche furono falle preferibilmenl~ su capre, nelle quali la iuiei:ione l'u praticata nella arteria nutrilizia della tibta, !!f'nza che del re~lo la circolazione fosc:e impedila con l'allacciatura. A lah'\ ..r.opo l'arteria libiale fu pt•ovviso riamèDte compt·,•s«a al di soprR rlel luogo di diramazione del meatovato va>"o nutritivo a aperta al di so \lo, e con una cannula curva portata in allo, fu fatta la init'zione nella arteria nutriUzia, e dnpo fu allacc·alla al di solto l'orleria libiale. Su 20 capre l'i ollPnnc uel rna,:cg1M numtt•o dei casi un esito poailivo, nelle pecore su ;, cas1 due volte. in due cani il risultato rimase nc~1:1Livo. Col t·e~ul!aLo positivo, H Miiller riusc1 a provocare nrlìflcialmente sugli animali forme di lubercoloei Ol58ea, l<imili " ljuelle che c:ono o~c:ervale frequentemente negli uomini, ora malattie a focolai ctrco ...crtlli, ora O'-teomielile tubercolare difi'u a, ora lub ~reo! osi miliat·c delle os...a. e tulte queste rorme, Ili Cllraltere cronico, o ~ubacuto, nel maggior nlimero dei co"i furono o cnal'! per ollre ::-ei ;:ellimane Mhza alcun fenomeno tumulluoso. La natura tubércolosa delle alterazioru patologiche pro vocate fu in to;llt 1 "asi faUa chiara dalla dimQslrazione rnicroscoptca dei bacilli tuberco· lari. L'esame lnicro,copico delle Ot-sa clecakinal .. fece riconoscere in numero-.i preparati una piu o meno ~rave allel"aZlon' d~>lla aezt" n d Il . la to · " e e a arterte come nucleo dçl rocolato; 8 rma cono tlel focolaio fu osservata solo in due casi.


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RIVISTA

. 11 botrlooepbalua latua e l 'anemia perDiotoaa. Lancet, ottobre 1887).

(The

::-fello scorso anno il prof. Runeborg emise l'avviso dell'essere, almeno In alcuni ca~i, l'anemia perniciosa dipendente dalla presenza di un verme intestinale a fettucci a, il botr iocepltalus lafttS. L' opmi,Jne del Runeberg, eppog:giala dal do~L. Tleyhen e da allr·i, venne ener gicamente combattuta da alta autorità, I'J.Uali i professori Diermer, Quinke ed Jmmermann. Un caso in appoggio delle vedule del Runebarg venne riferito dal doLL. Schapiro nel Wratsch. Un giovinetto di tredici anni fu solloposlo a cura per inteu!ta anemia a ttpo progressivo, caraUerizzala. da grande dimir,uzione dì globuli rossi e di emoglobulina con facilità ad emor· ragie cutanee, epistassi ecc., da marcati l'Umori cardiaci, da piressia, ma senza alcuna emac•azione. Non fu che in segui lo alla sommsnistrazione di anlielminticì, che dié-luogo ad una grande quantitA di segmenti di boi,.ioeephal~a che l'infermo cominciò a ria,oquislare forza e co1ore. Da allora in poi la sua guarigione si determinò rapida. Il doll. Schapiro nferisce l'anemia all' a~ione disintegrante su i corpuscoli del sangue di f!Ualche prodotto chimico del pl\rassila assorbito nel sangue.

F. S. Un plooolo punto degno d'uaere oonoaoluto, per LIJT& Vo~ W EDEKJND. - (The Medieal Record, ago!llo 1~i). Semplicità. d'applicazione, infallibilità di ·risultato, mezzo pralieo per una eort·etta diagnosi, po!>sono attenersi con la semplice pl'essione, con forza crescente, sul solco sopraorbilale, onde scoprire se il coma dipende da alcoolismo. da ister1smo o da altre cagioni. Quando il paziente decorn!le in posizione supina, 1l medico si pone a capo del lello, o s'inginocchia se l'infermo è sJr·a· ialo al suolo, pone il polpastrello dei pollici nei solchi sopra· orbitali, comprime con forza crescente, ed in mezzo minuto od un minuto al più, ollione il risultato.


MEDI C.\

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Per 1 medici di servizio negli ospedali, nelle ambulanze, nell'esercito e nella mat·ina, e dovunque lavorano delle moiUtudini rra le 'luali l'isterismo e l'alcoolismo sono frequenti, U mezzo é pre:tin!'O. Di t~;; alcoolizzati eha l'autore ha esaminali io predu a profondo coma duranle ollo mesi di servizio all'ospedale, 128 ricuperarono i sensi cou questo semplice metodo, in cinque la pro•a Calli, perché cadendo R\'6\'SnO riportato Ull8 COmmozione cerebrale, due non si riebbero per• f1'aLlura del crnDio, uno era in rr··Ja a coma urernico, un allrc• avl!va una aincope per vizio valvolAt'e. In 18 casi di coma isterico l'autore ebbe completo successo, in nessuno di essi questo ::emphce mezzo ralli, e lo l:lt~sso avvenne m ~)f) convulsi(lm stmulate. Nove vo'te su 2~ il deUrium tremen.'l si calmò o.ll'islonle: e l'infermo riprese l'uso deUa ragione, negli altri !tÌ eh~ un succe~;.o a varii gradi, ma t.u\li ne ritras.. cro qualche gaovameoto. Una volta l'ambulanza era accalcata di curiosi e di guardie di poli&ia per un in :liviJuo che lutti credevano 10 fin di vita. L'autore trovò un comalo!-<O con una piccola ferila lacera sul capo, ed il volto lutto sanguinoso. Essendol>i assicuralo che DOn v'era frattura del crunio, fece la compr~ss1one dei nervi eopraorb1lalr, ed m un rmnuto rmrermo sa risvegliò. Il suo aUto tramand11va odore alcoolico, confesso d'aver bevuto ab~?~nente, ru llledicato della re rata al capo, ed andò co1 11101 pieda al letto che gli era destinato. Un uomo degli Steli Uuili, dell'età di 24 anni, ru trovato polazia giace n le sul rnorciapiedi d'una !'lrada in uno sta lo IIOQ pot.er muover braccia ne ~tambe alé presso 8 perdereaaen·F ·~ 81 • dale u posto in una carrella, e condotto all'ospe• do~e _raccontò che era cadu\o da una rabbriC8. Non ~trl'l~<m\rali segni ui commozione spinale o di frat~· 6 an s_ot~pelto di simulazione. Dopo mezzo minuto di 81 ed der~o~e ~ ne~ vi SOpt-aorbitali, l'mfermo sle~e le mani, a-t-•- 1,. e raccta del medico, il quale contento d'aver w-.u Jnganno ord-10ò Oueeti . • al malato di uscir dall'ospedale. convmto conre""Ò d' ~~ aver finto una paralisi per poter

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IUriSH

reclamare i danni dal mae::,lro mur atore che non aveva a<>.,.icurato l'armatura della fabbrica Una donna di iH onoi aveva l'abitudine di rar:ot all'ospedale in ;~talo di <>ir.cope, tutte le volte che senza mezzi dt sus«it<tenza. L'ultima volln, menlr 'era l::ul carro da trasporto l'uuiore rruse 10 opera ti Rolllo dicn le che t~gi pet• incanto. Un epilettico di 39 anni eru ~lato porlalo la "'eltims all'ambulanza, e J'uulor•• non sospellsva affatto una '"im zione, quando con ... ud sor1•re<>a, aven lo compra'"'O per minuto i nervi ...oprRorbitali all't n fermo, questi :::orse a sul letto dicendo che non poteva sopportare quella ni'I~!<~'IOill e confesso d'aver ~:trato molli O!"pedali simulando l'en•tl9stl quando non aveva mezzi òi SU!;sistenza. Nelle convul«ioni isler•cbe questo mezzo ha sompr~ calo l'accesso in 25 o 30 .. econdi. Un giovane ùi t !) nnnl vat<J dalle guordie in sll•aùa, ru condotto all'ambulanza, dopo un minuto di <'ompt·essione l'accesso era c:wanilo, ,. fet·mo chie~e di andat• via ;,;enleodosi perft>Llamente bene Il deltrium trenwns non <>empt•e S\'anisce pronlnmcnle la Itressione dei nervi ~opraorllilall, ma solo nella metà casi: nell'altra metà;. necessario ripetere la prova dopo c te mmuto th ripo<>o, ma molte volte fallisce, per ""''.. l'"~ ziooi serie rlt>ll'a lcooli~mo. Un g10vane di :N anni ru condotto dalle guartlie bulaoza m pl'~ùa a violento dE'li rio, non ba<>tavano tre per lenerlo t'et•mo. Dopo iO secondi ù1 pre.. «ione s i ca si sotlomise ad un'111iezioue ipodermica di morfina. MolLi simili hanno avuto ti meJesimo successo, ma 10 40 non è avuto effetto alcuno, t.,qlchè si è so.,pettalo tt·altar i di sione piU seria, po>r ·hé 26 volte v'era stata commozione rebrale nella caduta, 9 volte frattura della base del -i ,·olte emorragia cPrt-brale, o volle coma uremtco, a 2 ft•aLLura depressa del Cl'anto. Quando dun1ue in un comatoso o delirante la pre...,tone nervi sopraorbital• non l'isolve l'accesso, bisogna pen•art lesione intracranira, o elle altre cagioni del coma.


alEDIC.\

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II8IJa 1 aola14ermi& della larlDge. - R VmCHOW.- (Berl. Kun. Wocllensclz., ~- 32, f8 7 e Cen.tralb. jii.r die .\led. Wiueucil., ~- -i~J. Nel corso uet processi infiammatori cronici della laringe

vi sono specialmente due specie di alterazioni che oltrP.pos• no la ordinatia misuro del semplice colnrt·o cronico. ln embedue è fot·mala una grande quaulil8 di epitelio pavìnwn&oeo. In Ullft di tali sperie ernesto é il fallo principale, lsddove nell"allta le alterazioni si ~volgono rnafrgiormeole nel connettivo ~uperficìale. Que,.la specie c:uole ùi preferenza pro-

durre dtiTu~ lumetazion". mentre ullliB prtrua :,ono colpili pet• lo p1ù piccoli punti isolata. Ambedue le ::specie il Virchow comprende solto il nome di pachidermùr: e più rarlicolarmente, quella nella quale pre,•ale la lumefaz•one della muco"&, e questa è relativamente liscia, denomina pa<'hidermia dl} f..a. e l'altro più cu·co!'lcritlA designa c.ol nome di pac!tidermia papillare cerrucosa. Arnl.wclue i processi si incontr·ano in11ieme, mu mentre il tur2ore tlillu8o ha ~e.Je prevalentP.mente nella parte po:;terior~ d ella laringe, Il' verruco<>ìlà sl Cormano più di "Ovent.e nelle pnt•ti anteriori. Nei Juoghi In cui la lumPfazione òiiTusa !"Ì sviluppa più attivamente, le earWagani sono più superficiali, u percin ivi più spe<>...:o ooi IDconlra un veroturt:"ore infìamuJtJLòrio e o<>~ervan~i alla e."tre1Dita poster1ore ùella corJa vot-&le òe' lumorelti ovalt al!unIJ8ti aveult forma di cercme con un solco allungato poco profondo nel mezzo. Quel'to corns ponùe al luog-o in cu1 In •mucosa'ò ederi$ce piil strellamenl·~ nlla l'~I OllOJ>O'-'la cartila,ine ~ pere• lv1 non si può sollevare •.Ma nello "tesso tempo anehe lt! rimane.n t·1 Plll'll. della <'Ol'dR vocale <:ono malate .m modo dtlfuso· ....... 8 d . . . ~Gato d ' .... O<'chto nu lo !'li vede un mtonaco p1ut· .~- enso bht~co o bianco ~rigio eh~ <:i può facilmente portar .. co1 l'alle tarnen•~ · · · clivenl.a . ""' e SI UIO;<tra come eptleho aùdeo ...ato e del 80ie\o eptde~oidale. Ec:aminanùo il ce1·cine in v cinanza o, apparl!!.c;· "''D l . . . l ·t fiRonOamento è • -:·' _a osser,·Aztone mtcro~coptca r. te 1 80Q() n vesute rornt~o ?• ver·e pepille poco r1levate, le quali terari&enoJdea :a copto:ctt strat1 "Ptleliali. Auche la p1ega incompresa nel procasso, talora anche ad oc-


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Rl\"JST..\

chio nu lo si vedono vep-etazioni e ripie$.llllure con epileliniJ, nei quali si rormano screpolature e re~sure. dette Ntj;(adi, che talora dalla superficie arrivano Ono a lla mucosA. Le verrucosità constano prevAlentemente di epitelio, e papille che vi "tanno dentro occupano uoo spazio rela menle piccolo. 11 Virchow ritiene il nome di papìlloma non appropr iato. Queste verrucosila $Ì producono cos1: cresce l'epileho, e solo poi a poco a poco dentro le pap11le. Queste sono le vegetazioni più frequenti della riuge e possiamo facilmente riconoscervi la linea prectsa divisione che sta fra il Lessulo connettivo e l'epitelio. cbow nega che la malaltia ebbra principio dal le::;,:;uto netlivo ed alft~rmt, che si tratta e«~<enzialmenle d'una dell'epitelio. Que«te Yerruche nelle quah alla base dell't lucro optteliale tro\·ansi gli s~e!'::~t precrsi limrll clebbono guardarsi come benigne. Se al contrario sotto la linea confine si trova uno spazio pieno di cellule epilehali. produz1one é cancerosa. Per andare sul «i curo bisogna esaminare la base della oeoformazione prima dell'ioci Se in c«qa non si riscontra nulla di estraneo, allora la dnzione P locale e dt buona natura eJ anche ptù lardi SI svolg-e da es~a di maligno. Le recrùive possono o"'·""''" ma lìnalmente l'i riesce ad estirpare anche gli uiLimi della pro.tuzione. E neppure si può escludere la pol.l~< di una iuvoluziooe spontanea, analogamente a quanto cede nell~ verruche deiiP mani.

Edema. aouto olroosorltto. - Dott. RrEHL, - (A llgem. ner .\fedu. Zeìtung, X. 2.1, 188i). 11 doLt. Riehl presentò alla Società medica di Vienna uomini affetti tla <]Uesta rara infermità. Uno di questi era un uomo di 33 anni, macdrinista di locomoth·e, il soffriva da tre anni di edema che ~i manifestava di tanto tanto ora alla ~uancia destra, ora alla stnistra. La prima ziont: se'tui otto g1orni dopo il "UO matrimonio or.oblibilmenl~ per l'azione di correnti d'aria o del calore. L'eclema a ve va


XEDIC:A

eRensione di.un poco pJU d'un l81lero, le eruzioni succ•·Je'fanai •enza 111comodi ~tubiettivi ogni due o tre settimane. tJaa 'fOlta il m11lnlo ebbe nello spazio di l i ,t!ÌOI"IIi tre acce!>~i cemplieali da angina presentata~ i in modo a cuto ed accosnpei(DIU da dJftlcollà ù'in~biotlit'~'' e Ja affanno di re~piro, 1 qaeU dopo 2t a :lll ore eransi completamente dileguati. Nc~li ~Ili iotems ecc-., ue ... :-una alle razione. L'orina era priva di saeebero e di albumina. U secondo rnalnto. un in<~e~nnnte di 51 anni, raccontò dan blconseguen:z.a di una forte emoziou~ morale nel187, si "sde per la prima volta gonllarc la palpebra superiore sinbll·a tino alla grossezza d'un pu~no. Fino allora era :-:lato completamente :;ano. Il gonfiore :<pAri dopo 2' ore ma tornò di auovo e se~uito a tornare dopo H giorni fino a quattro )';et· Umane. Nel tx7" ammalo, per l& prima volta in ~i rn il gui~a la palpebra de~:ilra, e do quel tempo con hre,·i pan"e di 1.0 a i! gsorni ammalano olterna.l1vament'" l"occhio destro fJ il e&nislro, le gunncie o le: labbr o. N •l ll-!85 il malato ebbe una in11amrnauone dello corde voca .. chb prOÙU~""6 fenomeni di aofl'ocazlone e ùopo due giorn1 spari senza lasciare trnccia eli ~ Da alcuni anni la pelle delle palpel.are superiori !"Cn7.a M8el' propl'samento in-pe ...:-ila, per i frer1u nli e !emi !;Ì è dss&eea formando una ~pacie di !"accoccia, dimoilochi> le pulpebre eupet·iori pentloun come cortil10 davanti le fel'!-lll'e pelpebralt. Mancano reuomeni f"n•·rali. Nel 'edema ncut.o cu·eoS<criLto come 1l Quinckc l'ha denom·mato, Il s-intl)mo CS<!"Cn?.ialc •! il' rapido compat·ire aù acc.e««i 8 ualmenl ropido dileguor:-t del proee~!:'O P l'te edomut()sa oatche qu!lndll o lar ga piia della pahnu di una toano nou !'i ~"Cnte caldo, nè appari!'ce ro!"<;S, nè da 88Daazi ne subielll-.:a di calore; la pelle ò dura, ma Yi t•irnnn· per. qualche lempo le impressioni delle dita. TaiOI'8 edema 81 '"'auza "et~ . . I .enomem " . su l11e . Il 1V1 . . eooo • ·,o l e pnr t'1 v1cme. 1 •- eiggers sami, al pi(l urt lieve !;COso di bruciore. un poco oçO one. Il Ouincke ri~o 1·Jn . . . . . - - - d 11• l CB!'lt an cu1 1 rualall pr1mR •Iella com~- e edema er . . . 'WOIDa&o ano molto abballuli, o uvc,·aa c a,·uto a 1lrs dastu1'bi gastt•ici o violenta diarr ea ..\nchu lo

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:10ti

IUVISTA

Strilbin)! l'ipnrLa tre cnsa che cvminciarono con •iolenli nomPni go tricij 1 malati vomitavano 20-30 •olle in una (JUIItdi di,·enla,ano opotici e pote'Vano appena rtl!!'~crsJ piedi. La mnllmn dopo, tutti i fenomeni erano scompor 1 ~•eme con l'ctfema. l n alcuni casi fu ilirno!<lrata la provcn eredtlllr1a doll'affez.aone. In lult.o ne sono stati finora \'&lt :?O ca t. 11 Riehl dl'•ltngue questo processo dal cosi detto slnbtle (l.ol;~ar), dnll'cdema palpebra!e nel lracoma o nella tosc:e CCIIIYUI"n, dnl mhoedema, dalla ut·licaria ~»uerale. c:ho 91 proòuce que ... t'ederna é difficile a dirsi. Alcuni mala lo rif(!rt"-cono n un tt·autna c:oJTerto. Secondo il QuinckP. lrebho beuo nello pt•r... one che vi sono dispost~ un li'IHlUl& pr•0vocarlo. P1il imp01·lanli ..otto il rapporto ~<ono la nfTezioui morali. IL secondo caso òescrttlo é fra •t Ln cau!la e in ogui cnso nervosa e probabìlmenle ....ru •·•n.... Molte nllr•e forme m<rrbose come l'ot•ticaria per i ùi fr•ngolt', l'edema dopo l'uso del chinino (Ki.ibner), 1'~-ri t ~ Jlellu runlullio df"l llaMclow, il mixoedema, l'alterazioni tam~c n~llu cache!l,.i& !!.lrumipr!";'!i sono par·iwente da influenza 11ervo~a . Azgiun!l'ansi i sopraricordali feno • J!'R"h•rci e inlP"linali os~crvali nei casi citali e in molli ~mcora d'eMmA oculo. i quali depnngono per la ori:.rine vo..a della nffe;~.ione. Dlag noll e ter&pl& delle n eVT&lgle tntercostaU. ~tilLLEU\. - (D rusehe Jfedi n Woclt., ~- 2-'>, iSSi. l.e no' J'tllgao dei nerri interco,tali, !<pecialmenle qui.'li orJgmc lraumoltca eppartcn~ono alle forme più oc:tinat.e. Chi rur·ghi molLo pcrirnenlalt hanno affermato che la ptù phce rrallura di co-.tola puo lasciar dietro a se una ne\'ralp elle "-1 può prolungara ollre sei mesi. Cto non è dtffi~le "Piegal'Si, avultl raguar·do alln !lt·ande spostabilillf delle co-.tol cltn coi loro movimenti ~ono causa di conlinue 1rrila~ton1 aulla tlir·nmaz.ioni ncr"oc:e n loto contìgue. Il ùolor1; può l'aggiungere un allissimo grado e sopt·a l'uomo il più t31l(lt'~ico; perci6 la capacilà al lavoro vie n di•


30i tdfbaHa, speCJalmenle ~e traltasi di nHralszic ~l lato smistro

411ì qaan spesso si a:;sociano le nevrosi CArJUlche. QMte osservazioni hanno indollo Seelip;mUlleJ' a trattare

a

udaor diffidenza quei laYoraloJ•i i quali in ~e~:uilo a

~Numi nportati ed a socces~ive nevralgie ìnteroo!'teli esige-

,_. iadennizzi dai loro padroni per incapaciltl al lavoro

JrcU dice doversi rar le relati,·e diagno..i con 10inor dirfi...,._ cbe nelle altre ne'"ralgie, senza però infi~mate per nulla preeetto che quando trallasi di diagnosli~re un dolora H liì'e4lleo deve star mollo in guardia ~e non ,·uol restar vil-

«mm d Ue più b'TOS!iOJane frodi.

Cltrt.amenttl che nulla vi ha di più difficile r.he il delermiaare ton 8icurezza se una persona la quale, mancando ogni Momeno obtetlivo. ~i lagna di dolore ~ia da dolore resimute effetto, e inoltre in cau:>a del dolo1·e ;c;ja impedita nel eao lavoro al grado che essa acffilsa. Una decisiva risposta a tale quesito i' il più tlolle volle asìohUamente impossibile. Forse m qua;c;lo c~H!O il medtco a eu! Ili ehiede il parere rarebbe meglio e>ugere elle l'indtvi.luo 'Y8Dp l'lcoverato e tenuto m osservaztotw in un o~pedale -4érte anche il per;,onale d"a<.sistenza é capace di distinguere .. *fmalezionr. dalla rea lUI.. Oltre a ciò il medtco deve ripe~te vistlare il paziente dopo avergli ratto bendare gli -eeebl e ad ognun di questi esami determinare tanto l'e~ten­ iiloDe Clelia zona dolorifica come delle zone ane!"leliche e In ; : . . : - punti principalmente doloro:«i i quali devono e~"ero li 8ftficamente con o.:egni sul corpo !!.es~ dell'indi~Se per q~alche l"mpo i st'!:;"Oi tracciati concordano coi aecusalì dall'indt\iduo sa avrà motivo d'attenuot·e il ~· ~ Ja i !5Unula·. z1one, mentre questo SO$petlo sa. ag!n'a;._ caso contrario. 'Wiill tullociò e no .....:\;.....__ . n ostante lutta la pet•soveJ•anza ed occu~ nelle• tnda ... . ,..inJ· . 1.l n1eù"tco s '"mb t altera• b ene spes!"o 10 dove gh è unpo 'b'l ..-_; S'l t e emettere un decisivo paroro.

liiiiiD J:e~ casi imbarazzanti la sola inrlie~moue di un ~tn­

'llwdare come vo che possa condurci ad una diagno!"i ~i deve un • .

vero progresso. Ora questo segno crede


308

1\1\'ISTA

raulore dì averlo trovato nel moao di comportarsi del flesso addominale. Che esistano certi rapporti ll·n i rtflessi cutanei e la sibilità della pelle é dimostrato nel modo più evidente tabici. Se la cule di una estremità é in alto gr·ado anestetica $Ospentie il moto riflesso prodotto ùal solletico o dalla lura; se invece essa è iper~stesica quel rnoLo riflesso si gera. Cosi l'autore ricorda un infermo ili tabe dorsale le gambe rese dal morbo completamente insensibili hanno tinuato a somministrare pezzi d• cute per gl'innesti alla verdin che si praticavano nell'o:speJale. Vi fu uu tempo cui quell'ammalalo p1•esentò iperestesia di una estremit-à perìore; in quella parte i ri.tlessi cutanei erano esagerati olle gambe E'Nt.no completamente abolili. l'lleressandogli di approfondire il suo studio sui riflessi dominali, l'autoi'G ha fallo le relativo indagini sopra malati la cui storia egli estesamente ci riferisce. Per un cocchiere di Si anni caduto da una carrozza di un vivo dolore che estendevasi dalla 9• alla 10' costa nistra, G presentando il paziente un aumento nel rifi,., ...l-10 dominale a sinistra in concordanza cog!i aiLri risultati quotidiana osser\fazione, l'autore si ritenne autorizzato escludere in quel paztente OJni s imulazione. In un caso, un birraio di 42 anni, essendogli caduta addos~o botle riportava nel giugno 1886 frattura ad una delle costole rli destra ed un mese dopo, fJUaudo egli venne mu in cura si lattnava ancora di dolori nevralgici in IJUBlla giona. Non ostan~e la proluugata cura eleltr1ca i dolori sistevano ancora nel giugno dellanno surces:-ivo e fu che Seeligmùller ru chiamato a dare il suo par.~re sulla ed enlilà dell'allegaLa maluLtia. Anche in questo indivi1luo il r itlest:o addominale di (lato offt-S••) era straordinariamente aumentalo, per lo anche in quel caso tu esclusa la simulaziOne. Quei due lati parecchi mesi dopo la subita osservazione, ancot'a paci al lavoro, furono dall'autore presentati alla società dica di Hallo.


MEDICA

309

fi';I'Miftlalldosi delle fàlle os!"ervazioni l'autore inclinerebbe a ~:~iièìèii*Uid*re ai medici cue nt>i CAsi dovE! è accusats una

:..'llfilffflllia traumatica ùei nervi intercostsli 8Ì e...perim~oli il lìt:tlllifì••ddommale coll'eccitazione portata sugli ipoconòri lilla o eolla punta dt una spillo. Egli non ha anrora 11•1tte'ln questo modo le nevralp:ic non traumatiche. Forse Dei tabici che !<Ono travagliali Ja dolori della metà ciel tronco si rie.,.ce a constftlare il fenomeno dell'su· riftel'lso addominale . •-.....·..-.---10 parere i c-ambiamenti de1Ja pupilla del lato affetto importanza diaguoslica minore. ~el primo dei due in10pra ncor~lali !1:1 pupilla del Ialo sinistro, quindi dal clelia nevralgia, f11 dal prmci~·JO fino alln fine dell'os,.er~ sempre piti dilatalA della pupilla d··<otra. Oalche anno rn la Sila atten;t;ione si era portnta sul fatto W aelle lesioni d" l ple«"o braccbinle, oìtrl· alla paralisi del .,..,.,, ai o~servano !lpe«so ~in~mi iln perle del simpatico ~ e nel maggiot· numero dei C8!;li d• natura paralitiGa, quindi restringimenti della pupillll e d•Jlla rima palpecome puro rossore della guancia e dell'orecchio del offeso; molto più di raro e~si sintomi erano irritstivi con ~~dos1e di pupilla. esame sopra ammn1ali che ave'"ano riportato \raumalismi Ili Altre parti de( COrpO h n rattO '\"('oiere aniD essi specialmente subito dopo l'avvonuta lesione una dilatazione della puptlla dal Ialo ove ri!'iiede la :~W.- All'incontro non ebLe mai nd o~~ervare disturbi vaalla testa. Queste os:-;t<rvaziorll C('ncortlaoo esattauna nota ec;perienz.a Se improv\"isamente si piz88mba n,l un bt·accio ad un bambino si vede dila;;n<'ll'll~··ta pupilla della parte toccata. 0 fenomeno della pupilla potrebbe adunque ac•JuiNcerta importanza diagnostiè8 nei casi dubbi di ne...nz:alurahnente che que-.to fenomeno non potrà ~s­ r'611ftii!IZ:Iu.to per la diagno11i «e non dopo che si sarà esclusa ~llere. qualunque occid~ntale comnlicanza di malattia ~ oppu · . · ~UIItme.l' re SI sapp1u dì sicuro che non fa adoperata

••to

:.,!W•Dti

·-~

a\ropìua.


RtYISTA MEDICA

310

A queste O~flet•vazioni ÙÌO~oostiche l'autore fa ~8l!Ulre

contribuzione alla cura delle ne,·ralgie inlercosl.ali e dopo a\·er rireril.a la lunga .::toria di un caso di nevral!Zta non malica che pct• anni cd anni ;::i era mostrata ribèlle a lulU metzi or.iinari, ùa lui guarita, raccomanJa l'uso ùell' o m1co per miezione ipodermica. La soluzione deYe piutto«lo rorle doò il 10 per cento. Fu appunto con timo mezzo che egli ottenne nel caso ora menzionato curativi ~o rpren denti.

HlVJSTA CHl RURGICA Sulle neurotl4e1 monoonl.-

WtTZEL. -

(Centr-alb.fùr Ch

N. Ml, 1887).

Generalmonte s i creJe che la rormaziooe eli neuromi la cau<~n ot·clinaria delle nevralgte delle membra ampu Wilzel però combaUe questa opinione appoggiandosi al che i neut·omi o::ono il prodotto di una rigenerazione h\'8 dei nen·i motori. I n tre ca!ti di tAli uevralgie e~li trovò i nervi ade.si al lido tec: ulo cicatriziale. Dopoché 'lUCi nervi furono da quelle morbo~e aderenze i dolori ces~aror.o e per Ulteriori ricerche poi diedero a vedere che si era la neur1le 8'~CCndcnte. che a«<>ai rapidamente 8ve"a anche le parli lontane del nerYo. In base a que«ta 0""''""'zione pare che in simili casi si debba ammettere una ne del moncone anziché una nevralgia. Per evitare che in"orga quest'affezione giova special Lene•· lonlani i nerv1 ~ensibili della zona della cicatrice. come questi nPrvi ordinariamente decorr ono per lungbt soprn la rascta l'autore raccomanda che nella fot'mazione lembo cutaneo si lat~ci indietro I'S"poneurosi e questo po1 P togli mollo in a.llo in compagnia delle parli moW.


RIVISTA CHIRUIIGIC \

31'

8al t:raU&mento delle fratture ool ma..aggio. - LucAsCHA!IIPJo:-rsrt.RE - BuUer. de In Soc. dc Chi r. de Paria e C ntra b. jiir CMr., N. 51. l ì). In appoggio della sua dottrina sul trattamento tl~lle Cral· 1are col mas,:og~io faUo p-er lPrnpo, l'autore riferisce du" e1111 curali da' -..uoi allievi. X el pritno ca~o. O!t!'ervnto da Ovion

BI trattava di una frattura del malleolo inler·no CQll IU'I!"8.,cme dell'aslra~alo. Dopo e!"eguila la ridu7.10ne Ovion l enno il p1ede imrnohJiizzato per di.-;ci ~iorru in un appttrecchio. Quindi c mmciii un regolare ma~ ... a~gio con tno\'Jment.i delfartieolaz one tlllio-aslragtìlt>a. Al ,·entnttec:.imo ~iorno il paZiente pol Y& :rià f&rP qualche p11"-::-o, etl ol lrentnlte"-•mn giorno poteva altPnrlere alle ,-ue occupazioni <l'inìermil're. Nel secondQ C8"0 eravi frattura di a•nbe!lue le O!<ea della gamba al lerzn in!'eriore senza grave di-1lol'azionu ùei frmn-

menti. Il traltameolo del mal"f'Hg'gro fu in<'omincialo lln dol terzo giqrzw con sedute giornaliore elle si pr•olunf(avnno ol di là di un'orn ad un'ora e mezzo. Quindici giorni dopo nv'\'enulo •l trauma il paziente C'Ominciò a t·ammtunr•• e ol ventielnquc~ano gzorno era comJtletnmente guarito. L'suture fu IIJ)eetalmente O":;ervare come'le c:in~ole "O•Iute dJ ma-:::;ag~:rio in ambedue i ca,.i Cussero di durata al')uonlo lunga e come il mas a~~ro 'ia da pratical'"-Ì non proprio :!Ul ::.ilo dello frattura ma ~ollanto nP.lle sue vicinarw•. l dolori di "l>lilo si dileguano l'IJnO dalle prime seduto.

- = o faolle di l'!sezione dell'artloolasioue cosoC.. "',•· - RoBERTS. - (New· l"ork Jour. e Centr aliJ.[ur "'"·· ~,. -\g)_ L 'autore prop

one un nuovo m~loùo di rt!'ezione clelrarlico · Msere p~xo-remorale a cui e!.:h annetle 11 vauln;rgio di 1 L' ncaa 0 codmOdo "' sollecilo di o~n i nllro finn ad ora U!•alo. ' n l elle parti m OIl'l COCOillCifl . Ull pO• 8 Il''IOUiliiZI. 1l p l paDlo m ec tnno dt u 1. . . P81'1ore na tuea ln·ata dalln «p111a nutertOr..-su-

Jazi

8 11a rnettJ del

punto col coltello ,,. gra?de lt·oeanlcrt:>. Penetrando in C'JUel · 1 raggtunge la

lesto del rernoro ol mar-


31~

!UriSTA

gin~ superiore e Anteriore tlell'acetabolo, di là sì conduce

stt•umenlo m una linea leg~ret'ml'nle incurvata all'indiAlro in bas!'lo fioche si "a a toerar·e In ~ommita del lrocanlP.t·e HmitP. del ten.o medìo-po~teriore dAl suo diamell·o po<:teriore; di la il teglio C'.Orre direlt.amenle in basso. l la diafh-i del femol'e per fluire all'alle~ del margme riore del piccolo trocanter••. Mentre Je parLi mollt e il mento Cf\psulat•e veng•.mo div1si in <1trezione •li que,.to il periMLio refila iotallo. Solt:lnto nel srlo •love Il deve es<~eJ· diviso si fa un taglio nel fJU&Ie ~·introducono strumenti stmtli R~li elevatot•i, i quali de,·ono prolP.gg•'re parli mnlll c.he restano in conncc::sione 'col p9rioc:tio qu l'cleltro·oc::teotomo se;a l'oc:<~o: mentre in pochi minuli l viene ola\'i'!n ~i all'erra con una pinza ossea il co!lo del more e gj !~poglia del c::uo perto~tio cogli ehwatori. In q modo. tlice l'llUlore, l'opet·uzione riesce di una facililit p r endente. La ft>rìta poi l'ii chiude con ~utura che de"e c prendere insiame la pelle, le parli molli e! il periostio.

Sal teonlollmo dell'ampatauone della gamba. - V. LI:>OSKI. (Cenrralb. fùr Cltir. N 51, i 8S7).

In quflsli ultimi tempi e qun<>t contemporaneamen te parvero !;Ili gtornali me;:hci due memor.e clte tl\'Pvano oggetto di e.::;port·e metodi <~peciali alli a i'rotegQ'ere le. m•>lli dalla coruprt!s.sione e~crcitaL1 dal margtnu llbiale tenore nelle umputazioru delln gamba. QUP!llO fall<t, ll pare N ù~IJ'aulor•<', p1·overcbbe sufficienl~ mente l'impor tanza e l'opportunttà <h lratltìr~ tale que!'-Lione. Tutti i chirurgi provellr, specinlmenle quelh che ""''"rc~tta'"' vano già J•rima del J87i, cioè pt·•ma che fo!;~P gener·alizzaLa. l'anti~H'P"i• ammettono cb e alla JOortalità relalivamenle note-vole che ~i verifica uellc arnputa1.ioni contribuisce la dr• costam.a che 11011 di rado l'uscita dell'osso dalle parti m che lo ricoprono, ~ia che qu~>c:.te s i necrot1zzmo oppure che >~i ulcPJ'ino, è cagione di ulccri Ìll!lftnabili o rer lo meno di un r·itar1Jo alla guarigione del mon<'one. È bensi ''Pro C'Ile il metodo MttSbllico ha molti!'l,..jmo giovato avenJo 1·iùotta la


CRlRURGlCA

313

....,. di1Ja mortalità dal 30 p. 100 che era prima al 3 p. 100. laillre promovendo la prima intenzione, esl'lo metodo pre..._.ftemmoni, necrO!!i, gangrena dei lembi ed altri ~favo­ ~Mdi procesei, i quali flni..;cono o coll11 conicità del mon~ o per lo meuo ritardano la cicatrizzazione della ferila. 1!1116 jJ prezioso metodo non ,·alse a prevenire un'altro in_.eDieole, cioé la gangrena dei togumenti per compres_ . ciel margine Ubiale nell'amputazione clelia ~{amba. 1lon essendosi mo!'trati abba><lllnza efficaci i metodi fino . . . . . . Ul!ltl nt>ll"amputazìone delln gamba a pre,•enire questa

...

otllllt'eua da pressione, non deYe recar meraviglia se -11i megli conosciuti, recentemente se ne 8iano aggiunti altri

M

Beiferidl di GreLc:wald nel N ~6 òel Giornale mcdieo di

JIOAaeO deecrive un me·to1lo chE> da parecchi anni ha follo la tu mano huona prova: esso cnn~iste in CIÒ, c.he un lembo eaiiiDeo laLt>rale è tn~liato dallo superficie inll•rn11 ed il pa~ 81 ra decombere in posiziCine laterale, di modo che il lelùo pende all'in~il e resta separato dallo spigolo della 6ia dalle mas!<e muctcolari lalllialc trasver~altnente. La variante proposta da ~tosetig semb1·a più razionale. IIMeUg leghe due lembi mu$colari laterali, dei quali l'e- . . , é più grande, quindi li riunisce con sutura cumin...., dal basso, cosiccné una parte del lembo maggiore ..... libera in allo. Fissando quella parte di hm.bo m una tras"ersale per mezzo di sutura si olticnc per copet·· 111 l~ non un tratto di pelle lesa, ma invece una ~cutanea che fu do Lelloia oll'octso sporgente. Mo!=~elig :68 r,queeto metCiflo sopr·a duque casi co11 es1to relice. 'tilli ~re avend? nnch'egli o:s:<crvalo ndla F-ua pratica ...._-::_non poch1. spiacevoli accidenti sopran-enire in eomprese1one dell'o<t>:o contro il lembo culun·~o, *tlt i un n~ovo metodo d'incisione e di l"utura, metodo ~ll8ci OlLirname11te in 33 cn:-i lli amputazione di gamba. ~e mP.ritevole di fnvorevole accoglienza e per i ..... l" • Che ha ct60'1p1'C tlalO e per la !'IUQ slraordi~ .ICJtil. Eec:o come t!gh co lo de!"crive. 0 • tseeondo le u«ualt regole da chirurgia, due lembi

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..._linO

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3H

RI\'ISTA

cutaneo-muscolari laterali, jdenlìci, in forma di U, P si riuni.,cono con due ser1e di sulure, cioè con sutura a pìasltJne e con sulura nodosa, oppur e invece di quest'ultnna 1>i pratica la sutur·a da pelliccn.lio. Qui però devesi fare grande alt,.nztone al modo particolare di apporre il nodo a p1astr;na superiore. Esso nodo deve essere situato lotolmenle al di sopra del moncone O!:seo della libia, òi mo.lo che il tilo di argento che tiene fissate le due piastrine deve applicar!"i almeno un centimetro sopra della supet•flcie di sezione della tibia. Ciò riesce tanto pili facile in quanto che i lembi hann~ la for ma di U, con che le parli molli vengono tagli aie e bipat·tite molto pili in allo del punto ove lrovasi la superficie di sezione dell'osso. Con queslo nuovo metodo di !'!ULura le parli molli sono tenuLe in~ieme al di sopra dell'an~olo ubiale alla gui!'-a di nna cresta di gallo, e cosi anche Liberate dallo p ress1one che certamente rio::enl•rebbero pend••ndo ohr ettamente sopra 11 moncone o::>seo. ;\on vi h« dubbio che questo melodo può egualmente applicarsi nel laglio circolare in due tempi e MI taglio a manichelto, potendosi sempre tenere le parti molli lontane dall'o~so colla giusta applkazione della sutura a piaslrillo testé descrilla; sarA però :>empre da preferirsi il metodo d'incisione a due lembi perché pn~ efficacemente protelL•voin ;trazia deU'abbondan7.a dello masse muscolari comprese nei lembi. Altra aU.enztone ùa f&l""l è t~ul grado esalto di tensione del fllo d'argento dellu s utura a piaslt·iua. Da IJUe<::to modo di disposizione delle parti molli riunite e dalla forma che prende il moncone cutaneo. l'autore chiama il suo metodo a eresia di oallo. Egli ussscura che dopo la cicatrizzazione delltl ferita quella forma di cr esta sparisce gradatamente appianandosi tulte le sporgenze e prendendo anzi il moncone una forma più bella che non coi metodi fino ad ora usati. QualE' di quesli tre metodi sarà il preferito in avvenire s i saprà col tempo. Intanto pare cbe Il metodo di llelferieh non ci dia buone gat·anzie pPr evitare Jllemulo accidente per due mot1vi; primo per ché un lembo unico e lungo e mt•llo più predisposlo alla gangrens c-he due lembi eguali, corti e


CRliiURlTIC.\

muscolari, in secondo luo~o perchP non tulti i pazienti ~i ras-.ceguano a mnntcnero sempre lo stes.::.o tlecubilo dopo la amputatione. 11 solo metodo che potrebbe rivalcggiar0 con queslo 01-a de~critlo sat·èbbe t{uello di Mo!ielig, e ciò a confessiOne Llell'anlore medesimo.

ad progreul della me41olDa militare.- Ront.- (Centralb. jll r Chir. :\. 1•, l~'"). Dal :!Olilo rappor·to &nnualo ~ui progre.::.si della medicina mllitst·e e clel servizio sanilario in guerra per l'rumo 1886 ùel generale medico Rolh ..ono rile\'alc dai giornali alcune o«servationi che per· la uatura ,fdl'o.,getlo a cut !<i rifE:rillcono mer1tano ù'e-,serc anch•• qui t•ipot·bte. P.aac:ando in TO":<egna le pubblicazioni l"Cienlitlche dei vari Sta li c:i rileva un fallo di cui ùobbiomo rnllesrrarci. cioè, che 6 unanim~mente rlcono~ciuca 1; necessità di proHedere di materiali~ •wlisettico In dotazione ~nnil.llria di gu~o~rra, e !;e qu~ats innovazion. nou è da pt'r tutt l perfetta, "'e ~pecialmP.nle m Austrtn, como pare, ù da lamentarsi ancora la mancanza

di qualche impor·ante mez.zo a~Li,. •lttco e che nuche la dotazione dell'~~ercito germanico si prl:lsta tuttorA A qualche severa cr,tica, tulta,·io le inno"azioni che si sono introrlolle devono git. rigunrùnrsi come un gran pi·Qgre,.~o. Sono m\·ec~ a ssai di:-c·ordi ora lo opinioni sulla neccs!ità 0 1 ~ cosi detto pacchetto da medicnzione, perl.'hé da alcuni 51 1'1tiene che il pacchetto da m•·cllcHl.ione ~io uu :-upP.dluo eumento del carico del ~oldat.o (l'aum,~nlo in \'PI'<> l! in~ir.ni­ Ocante ' altri ÌliYt; 'l> a~,.. I'ÌSC. lh) es,..ere l'UsO •il f'IU• ·ii'O~elto la cond17.1 , 1 • • . ' 1e scn~• qua non. pPr un P.fficace trattnmento anllaettico consecuti\() Pare cl e ambedue quu;le proposizjoni ateoo esagerate.

~Ilo ~copo di oumentar·e l'efli~cia del pacchot :o ia medi0 Ilo ~~· venne raccomandato Ja molli, ma specialmenla da 86 1

• lo! v. MoorhoC l'nrtoiunla di iodoformio da al·ri l'a"'IPUnla di s · ....... ' ....

lbola l!t . ubhmnto corrosiYo (per esemp10. secondo la forz .......L ablltt& da lleideurdch, t!Ìoè: di 5 grammi Ji polvere di -•ero ql sub}j . rnalo alla do~e 1.h l per 1000).


runsu In quanto ai mezzi di trasporto io guerra continua ad essere in discussione la barella ad un sol uomo per la g uerra in montagna. Ma qui si melle in dubbio se in montagna un uomo sarà capace d.i portar~ io spalla per un cerlo tempo u_n ferilo. Uo alpigiano non porta abitualmente ptù di 25 chilogrammi e certamente nessuno é abiluato a portarne 60 o 70. I Ch!nesi E>bber·o un modo abbastanza. singolare dì trasportare i loro feriti al Toukino. Ogni corobaltenle era seguito da Kulis o facchini per porLIH'e il bagaglio; se il combAttente restava ferito i Kulis gli infilavano nella cinlura un palo di bambou che portavano con sé, lo alzuvaoo da terra e cosi lo portavano sen1.a :più curar~i della posizione che do\'e\'11. prendere il povero ferito il quale doveva fara sforzi immani pe1· slare jn equilibt•io. Riguardo al trattamento delle ferile prodolle da armi da guerra vediamo che ~ono tulli d'accordo nel r igettare le operationi primarie. Solto queslo rigunrJo sono importanti le comunicazioni ùi Mìniersulla gueera ùei Francesi nel Tonkino. Gli stessi proiettili, scheggto ossee e brandelli d'abiL, si toglievano Pl"ceztonalroente 111 via primal'ia e si toglievano !i'oltanto se ciò si poteva fare qeaza opera:tione. Gli aulort in genere si Jlclùarano conlrarii, spectalmenle alle rese.zioni articolari primarie e colla mlroduzione del melo.Io anlisetlit>o il numP.ro dellr r ese:tioni <:Ì è mo1to ristretto e nUe re· sezioni tipiche furono <:os~ilUile in gran parte le resezioni parziali. In <:eg:uilo ai caLtivi risulta lì f.lnali delle les1oui arti· colorì os:;~>rvate nello> ..cuerrc passate. >'i riliene da alcuni necessario c.he tuLLi indislinlamenLe i ferili per lesioni al·tieolari ~ieno da mandarsi alle cure termo-minerali, sotln Ja Jirezione di un chirurgo ortopt!ùico. Dopo le osservazioni Ji Frttnkel nella ~··rra bulgaro-serba lulle le ferile d'arma da fuoco delle arlicolazioni, possono, anzi devono, essere lruttrale con metodo con:Set·valivo. Anche i chirurghi che ebbero a curar feriti nelle ultime gnerre d'oriente, banno const.ntalo ciò che anche i rapporti dei mPdici mililari ha nno fallo r ilevare in RumPnia , cioè, che anche rolla anlisepsi secondar ia si può ottenere ancora molto. J chit·urghi Schmiul, Sicher ed Henke aggregati alla Croce


CBIIWRGII:.\

317

Rossa in Belgrado. hanno rit•on<>Sciulo che l'anUsept<i secon-

daria si è mostrata irnpoi.Pnle ,.:oJlanlo nel tetano cht· in quel tempo cagionò uno mo!'l.ahtù del i3 "/. sulla mortalità generale. Nella ~tUPrra inglese nella valle del Nilo, conlro le truppe del Mahòi ~~ os,..et·varono ferite di lancia in numero r elatiYamente ragguot·devole. Queste feriLe si mostrarono con estese laceraziont di parli molli mA senza lesione di ossa e tli grossi vasi. Nella ~Zuerrn 5erbo- bulgaro si lamentn d'amb~>due le paMi Ja grande detìcienza del primo soccorso. Tutli i rnedict ed aiutanti d'o!:pedaledell'e,.ercito bul~at·o an ;a,·ano colle frut·pe aulla linea del fuoco, cosicchè st ebbe in quell'eset•ctlo il 20 per i OO di morti e rer1ll in quel per!';or:al~>. Tre gli sLa!lilimenli l>Snitart mtlilari di guert•a vanno prendendo un po~to ~··mpr·· più importante le baracchl•, cd in quasi lutti gli eserciti ora si sta studiando il modo di aggiungere agli ospitali mobili le baracche lrasport&bili.

RIVISTA DI OCULISTICA ,,...... 001llare prodotta dal tulmlDe. - K:-.-t&S.- (.4.rcMo. ft,. Opthalm. e \Viener. Med. Woch., N. 33, l88i).

Un .-agauo di 10 annt stando alla fin~stra durante un urapno ru colpito dnl fulmine; ('~li slramezzc'l e terra e stolte ~ du~ ore fuori dei sensi. Dopo due g10rni fu vi~itato da 81 d CJUnle lrtJVÒ alla fronte e alle temni~> dell"' ustioni le palpebre sup~riori erano paralir.z;te, le ciglia ablati, le ed era-vi intorbidemenlo dl'ila cornea J'ambedut> 1 _... • ddestra piu grave, le lenti cristalline parziulmente opa· , competa: l la pUJ•il . l a 1·erò rea..:'l\'8 •--.1a ef!tra .lUna uros1 uce. Tutti quei fenomeni morbosi si dileguarono in ~e-

:.::i


3 18

Il! VISTA

guito, meno l"intorbidamento del cristallino a destra che si sviluppò in forma di cateeatt.a completa. La operazione della medesima inconlt·ò molte Jifftcollà. perché la capsula era slraordinariameotu inspessila.

Diaturbl vialvl nel dia.bete mellito. (Wiener .•\led. Wohen~ .. ~. 3:~, 188i).

HlRSCHBEFlG. -

Sopra 2200 pazienli della sua pratica privata, Hìrscbberg

trovò :?6 diabeliei, sopra 131000 malati dello spedale soltanto

13. Et:rli distingue 1 dislutbi visivi ùel diabete in: A) quelli che si mantfeslano senza visibili alterazioni di struttura e B) quelli ne1 quali le alterazioni organiche sono evidenù. Al pl'imo gruppo appartengono: l' La diminuzione del polt-re acct~modath·o (è il disturbo pil't frequente) Hirschberg la trovò nella terza parte dei casi da lui 'i~itali. Essa puo ma· nife~lat•si o come semplice indebolimento d'accomodazione oppurt' come completa paralisi 2- Ambliop1a senza r.:perto oLtalmoscopìco. li sinlùma raratterislico dt quesla ambliopia consic;Le in ciò: clte il pazumt.e rironosce bene Lutti gli oggetti ma gli é diflicile leggere, scrivere, contar denaro, el!c.; le le n Li posi lì ve non gli giovano. È ila notarsi cb e l'amblior,ia diabolica c'unpone un pronostico sfavorevole quoa.d vifam. 3• Paralisi dei muscoli oculari e sue t.:onseguenze. Ltt diplopìa passeggera pu6 fùl'llirci un sintomo anamnestico importante per la diagnosi del iliab~>le. Pereto l'aulùre constglia che in ogm caso di diplopia s i procerla all'esame delle urine. La parali:si più recente e quella del r etto esterno. Ai tlislurbJ visivi oiabettci con alterazioni di slrutlqra apparletlgono: t• La cheratite purulonla la quale talvolta può dipendere da paralisi del lrigemino, ror'Illa molto rara. 2•1 rtte con ìpopion; anche questa ptultoslo rara. 3• lntor·bidamPnto del cristallino. QuPsl.a é l'alterazione diabetica più imporumte e pìu conosciur.a. In generale si consiglia iii m gliorat·e le condizioni generali c togliere la discrasia prima eli pt·ocodere all'estrazione della cateratta, ma molle volLe sì é coslJ'elli di operare senza cura preventiva; cosi Hirschberg ha operato


tH OCULhllCA

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eoa donna òt fil anni con marn;:mo Jiabetico e con esito feliee; essa mori nove me!-li dopo. La cateratta diabetica l'i Jislm~ue tfalla czenile per lr~' C8• raUer• particolari; a) es~n si !'\'iluppa molto rapidomf'nte; ò) esea. può retrocedere in parLe; e) la forma dell'opacumE"ntc. • •eriabile. Sono caralleri::>ticho di questa cateratla certe atrilcie verticali Jnr.:he, ùi ::~plelltlore !lH!l.Milico che ::;i fiViluppano ne1 gio\·ani ~o::::elll in poche 8eltimane. i• Talora ~i filino det ..:orpu~eoh oparhi del vitreo, e"''i po~czono ;tnarirc; &• Jnfiammaztont .Iella rl:'ttna. Eczcte po~sono iu~ot•gere sotto Conoa dt picco!t focolai lucenti nel mezzo ddla reliua (la malaUt8 é bilaterale), spt>!<l:!O ili questi indiviÙUI l'i lrovano le urine albumino~e oppure !c'i rnanifecztano delle emorr&f{ìt' relinicbe. Eczcze si formano improv\"i~amenle f!Uali infarti emol'l'llgici con lromboo;.;i della vena Ct'nlra!P; !'pesso una t10la macchia emorra~i~ \~dt;h s'uJJ~t r6Una può far so::-peltere trattar~• ùi Òlllhete. (;• Affn1oni del nervo olLico. In ogoi &llerazione di colot•o del nervo o:lico ra duopo e<>aminar·e le orme; rre 1uenle ù la neurite ccntl'ale cou scoloramenLo di una metA laterale del nervo ottico ed o<scuramento centrale del campo \tsivo che del l'esto è normale (neur•le relrobulbare). Oltre e ciò ~- mo111f68lano ùifelli del campo visivo, enuanopsia e siruih. i• Fiuslmente non vanno rispaT•rniate lalvolta le parti RC•'••<;sor·te tfel.' lCCI•iO. In un L. •mo c1re du DOve m · est era at!etto da a~<ces::~• ùelle pf.llpebre l't~utore trovò uno 6 mezzo per r .. nto 1 zuc--hero. Un altro l;on blefarite ~osa cron•ca pr>3sent&\8 nell'orina il 4,8 per ct.mlo di

•_,;uero.

-=:~~•a.ooe~toa.- HIHscnBtna.- (Gent ralb. fù r .'in. e W,encr. med. lVoclt., N. .!3).

Un uomo d1 31 cl08i che d 5 . anno ~~ rece visitare dall'au tore, laftnan-

: ~norru guar,Jando coll'occhio destro ~opra carla ve eva 008 macdua o!' ·ura di fo•·ma sferic~· , i su p........, una emorrall'·1 d 1 ' ~'~perlo ottal ~ e la retina, il che fu confermalo dal moscoprco. Oltre di un focol810 · bJaoca

....__

emorragico a destra si trovarono an·


3~0

RlVlSTA

cora I u riccole emorrll."te dis~t>minaLe ~oprll ambeduo retine. Si ammi,.e una affezione generale, senla perlo lire una diagnosi determinata. Migliorò poi la vista malato oi modo che divenne uc.t•Jaie a quella dell'occhio (S '/'!. ); spar·t anche l'otfuscalllento sret·oidale; però due mesi comparve di uuo,·o l'offuscamento e que.c;ta aU'orchio che m•a rima"lo fino allot·a sano. L'ouu::~ctiu.aul"! della vi,UI corri pondeva ad uno stravaso sanguigno di roto.'l:la al centro delia retina sintc:lra. D'allora in poi le razioui <:'accrebbero gradatamente. Era carulleristico il soro di tutto il f'ondo oculat·e e sopra lo stesso giaceva Wl sotWe strato biancaslr·o Lrac:paren~. Le vene che c:olto rlilalate non pre!"entavano ·olort: molto cupo cio-· si deve vedere in un vaAo Lut•gido di sangue norrnah~. Il p ·zu•nte avE \'8 sofferto 13 anni indietro tl'un'ulCPra senza conseguenze; pn1 tardi egli andn alfetlop·u volte da tarro bt•onchiale. Nell'orina si tt·ovò un po'di albumina; la era m• diocremenle msrrandita. Però durante il tempo senaztone la mtlza aumentò di \olume, tanto che finalrne1~ si percl•piva crue!<to viscere a tre dita sopra il pube. Il pre!>entn uno "P~ciale interesse in 'Juanto che il disturbo Cunz1one \'1St\ n cosLilul 11 primo sin omo de lla leuco~>rnia l'ottalmoscopw fu di un grande aiuto per la diagnost.

=

Sulla far&dbzazlone episolerale e g&lvanluasloae muscoli dell'ooohto. - E uLE\IHURG.- (Centra/b. fur genheilh. e n'tener med. n·oclt., N. 33, 188';').

Fino da 17 anni fa Eulemburg ha raccomandato zione elettrica dei muc:coli dell'occhio, però \enne US8lo quasi esclusivamente il meto,lo indiretto o percu (cioè facendo pn~sare la corrente attraverso le palpehr ). si rtmprover11 al m&todo it Eulemburg di e!'sCr~ doloro~ dice N•sa vel't~stma, ma attualmente si possioùe nella un rw•zzo valevole per allontanare questo inconvcn L'aut >~ opera m que~lo modo. prali<'a dapprima una o instt lozioni ui una c:oluzu•ne dt t'or.aina tù 2 o 5 i . 100 <> appltca direttamente sull'occhio l'elellt·oùo bulbo-oculore


DI OCULJSTIC\

:)~l

è costruito appo,.itameute ed é CO'-litUtlo di una piccola p.a-tro

di plalluo. L'eleltrodo inJitrerente vien pre:3o in meno op(JUre "fiene applicato !<ullo slet·no. La correnlP. viene ~rudatamPule a~nl.ata fiuché è porlnta al voluto grado. Eulembur~ ha f&Uo sedute di uno t• due minuti od ebbe ad os~;et·vare contruionl dell'orbicolare e ùei muscoli oculari più lontani, p~r!', DOn gh è mai riu,cilo, a ne be con una corrente della ma~"- ima inleneitA, òi oltcuere escursioni del bulbo oculare nè. colla cor· rerlte gRivaoicll nt: con quella d'induzione. La cau~a di que~lo mancato fenomeno 1=t.a nella conducibililil elettri ·a del bulbo. Il suo materiale liquido acquoso supet•a tn masso tti moltu il suo mviluppo !<Oliùo e spccialmenle il rnu~colare (lu proporzione del pr1mo "-U que!!l'ult:mo è di 90:ì1 La re~>ist~nzu elettrica del bulbo è due volte e mr1.zo più de· bole che •Juella dei mu~coli; la corr•ente ql ùiffonùo etlra,·orso la sclerollca spce~almenle nei le-.-<uti ocquo$1 d~ l l1ulbo ;enza contare d•e p1w i rapporti anatomici dei muscoli, ul d1 dentro della C8pl'1Jin rli Tenon la corrente non ne locrs che le c~t't·~­ mllà ten linee ma poco o nulla colpi~ce le ,.el"e par·li rnu"colarì. De c1o si de.iuce che l'er.cilamento elettrico epi~clerale non è mollo adatto come m(>zzo d.ia~noslico; all'incontro a scopo lerapeuuco contro le ollalmople~ie è de prefcrtr'i al metodo pel'cUI.aneo. Ln sua erftcacia è palesata ahbasluu;r.n ùall 'numenlo della mobilita ussoluta e della diminuzione dellu dìplopra,~>ll'ells che "Ì fiO"~OllO Ollenere anche nella pr1ma ~ed uta. .!a) m~urg a~_rebbe o,,ervalo ottimi r!Tel~i del metodo npirale 111 varu C&!=:i di parali<~i dr.i muscoli oculari.

~b'l.aone alla dottrina. dell& emeralopia epldemton.. - ..~hl.l. :- (1\,.1'/uc 'ur .·\nqen}1eiike WcPner l/Pd, Wol" . N• ..... 1 •).

In qufsli ulli · · ~ tnl ~tnque ann1 Ku\.lli ha curalo 320 emeJ•alopi 19 ..._ • ottalrnlcl, e qu ~L ern,...ralopi erano in "ranrtA -RlOranza rnasc} ( e mero dei . li m proporz1one di :1 : 1). Il moggior nupaztenti che "Velmero l50ll · erano •1uac:j esclusivamente rU-;'-'i, 0 18 508 PMquale cura durante la ~eu intona d• l digiuno ' n 11e oltre epocuo " ù'1 ÙlfPUIIO . !l ìrt cui ::;1. osservu la IIOpra


3U

n1nsu

l'"gola con minot• l'lflOrtl uon ebbe ad osservare che ca..i i~olali Ji erneralr>pia. La mantfe,..latione Jell'em••ralopia adunque sta in coll'uso dei cthi perme!'lsi nel di~iuno, i quali si dislin :;pecialmeute pe•· l'a«l;entn di albumina e di gra~<>o. Pur tavia si \'Cdono um:he rlei casi 10 cui gli indtvidui di erueralop1 ~E:nza aver (ilgiunato. Di 200 uomini cbe so di que~ta infernut.ù, il magj.!ior numero era nell'età erauo lulli indiwiui che a,·e,·ano da lavorar mollo e in tempo sla,ano lun;!tuncn~ esposti alla viva luce: pe... catori. Ja.vorault alle !!hiacciai~. L'emeralopia !"&reLbe provocata da due condi1.ioni: difeti.Osa al1menl8zione (ed è questo il fallar e più 2" ua ecces~iva falka ed t>!.>po;,izione continua alla luce (causa Hnme.!iulo). Dalle ora menzionate circoslnnze ri :<pitlgalo pt•rché ve!lf(uno colpili dalla malaUia i marinai, non gli ufficiali cii mnl'ina. Chi una volle. ha ~oiTel'lo di emeralopia é dispO!;lO a malarsi pe1' la s lt'!<~O tllf<.t•milà sotlo l'lnflueuza ùella piccola ~u~a. T1 a i fenomeni morbosi genet•uli co della emeralopia, l'uutore hb nola lo i seguenti: anemia, faringeo e Joringeo, bronchite, disturbi di stomaco c l<lim. Tra i :sintorn• locah egli menziona la$n·imazione. ooeroa palpebralc, iperemia della conciuntiva, xeros1 giuntivale e varie alf•'zioni corneali. Il f,'ln.lo oculare, <'omoòa7.ìone e il campo vi«uale si sarebbero trovati normali. Il ~olo !'linlomo patologico fu la diminmt.a sionabililà alla luct•. Concbiude quuuli che l'emeralopia è un fenomeno di cheua, dt e..c::aur lmCnlo: fa d'uopo di un stimolo più normale per eccita re l'attività de1l"apparal0 visivo lii cambia il regiwo alimenl.are (sospensiOne ùel l'emeralopia "('8l'Jsco spontaneameut.e e ben dt raro 81 sogno di ricorrere &t corrobonati (ferro, arsenico) per tare la guarigione. !\la fincbe la dieta non vif'n i rimedi rarmaceulic• restano senza effello. E~li ho sriula l'ertlcacia dell'antico rimedio popolare, ctoè, del cotto.


DI OCULISTIC.\

3~3

'J.a .....l 4ell& miopi&. - K. VESZELY, medtCO di reggimeolo nelro"pedaJe presidiar•o di V tenna.-( Wiener M ed. Woclienaeh., N. 34).

t nolo generalmente che le ~alalti3 pO~!Iono esser classate sol h• un tr1plice punto di vh; la, cioè, eziologico, an1:1 tomopatologico o sintomatico. Parimenti ò noto che al gruppo einlomatologico si ascrivono quelle malallie sulla cui essenz», origine ed o natomta patologica non si po~siedono ancora cognizioni c:>atte e sicure ed é appunto nello studio di queste malattie che !;J corre eontiouemente il pericolo di comprend rt in un solo concelto slblt mot·bosi i piu eterogenei ed unificare follt &8sai differenti fra loro. Que.c;to iaconvenient.o •• v r alìca colla maggior facilità in oculislica. Moltissami nomt, to!U puramente dalla l'linlornatulogia e creali in un tempo in eu1sl era ~o.ldlsfatti d'aver inventato un nome quando mancava l'ideu, <~ono tuttora manteuuli net lraLlali di oltalmologia e generaltul1u\B usaLi nella pratica oculistica per designare certe condizioni morbose degli occhi. Gaè. da oluernJla anni a IUCSta parte, la parola miope, che ~116 per 11 prtmo Aristotile nei !'noi r.pol\h,v.~-:u. appartiene allolt.ehnolatraa -enza &Yer allro merato che di esprimere un elotoma ChA de) resto riSCOnlr8!'i anche oei presbiti e che non abbe<~lanza apprezzato !:Ccondo la sua vt::ra import.anu. Da CIÒ ne "iene che colla parola miopia s'intende un compleeso di condizioni che tra loro btuuw solo di comune un alotoma, l'ioò, che l'occhio ba "i~ta cortA. l ~8 BhDt>llo che queste brutta pAr·o)t\ fOSse rimasta limi la la • nguaggio lra' medici. Ma invece da ven~'anni essa è pasqta nei di"'cor::;a.· w -'· lutto 11. mondo ud ha porl.ato una certa epprens1one Lra i po 1· d' · 1mente Jr . . po • 1 ({U&SI· tu tt'1 1· paest,· ma spec1a lem ~e ammo dea medici, limorc che io quesLo periodo di 8 bpreso f..'randi proporzioni. Yt!nli annt or sono compe 1' l'Oche un 1.e GnomaU • per l~sua 1mportanza ha ~agnato un•epoca. 'P. Dond:~~ "efra;zone ed aeeomodtuione delfocchio di

l'; c

Non SQlo il co 0 t

eQient.iftco

enuto del libro ul rruale noi dobbiamo lo

concetto dei difetti r efrolLivi dell'occhio, ma anche


Rl\"!STA

il suo autore il gt•ande fisiologo e ottalmologo di hanno esercitato una certa influenza suUe opinioni oculisti. Non deve dunque recar '!lleraviglia se gli insegnamenU una cosi incontrastata autorità abbiano servito di guida a le ricerche dei contemporanei ~le abbiano tenute in una terminata via. Questo concetto direttivo si trovu in una senteozaul,uvuuo~n che cosi si esprime: • Io dìco senza tema di erra1•e che occhio miope è un occhio ammalato. Si tratta quindi di che cosa più che una anomalia di l'erra zio ne! Il cat·altere tico starà benissimo nell'errore refrattivo, il carattere tomico è una distensione dell'occhio con allungamento l'asse vtsuale, e questo dipende da una morbosa delle membra11e oculari. Con questa distensione va di passo la miopia progressiva e questo è una vera ma dell'occhio •· Questo concetto della miopia espresst> da un Donders è imposto come un dogma; la miopia fu quindi a mr·n•un considerata come malattia dell'occhio, non ostante che d'allora, SleUwang von Carion ed Eùoardo Jàger s1 nessero a questa dollrina. E siccome molto tempo prima tra i medici ocu1isli era valsa e aveva preso salde radici l'opinione che: J• la sia acquisila durante il reriodo di sviluppo organict.', e 2• la sua manifestazione sia inlluenzata dal modo con cui adoperano gli occhi, così il prin~:ipio ronùamentale di che, cioè, la miopia sia una infermità dell'occhio dovelte occa~ione aU~ più serie rlilessioni; e ciò tanto più in che i pregP.volissimi lavori statistici di Cohn, Kriiger, Hotrmonn, Plluger,e ili altri, hanno messo in il grande aumento delht miopit\ tra Rli scolari, '!uindi granùe diffusione del male nell'età ùella scuola in cauea esagerattt v1cìnanza della vista all'oggetto del lavoro. Quesli lavori statistici che costarono tanta fatica a nello stesso tempo lo scopo di ri~ercare quali erano, visione da vicino, 1 veri fallori che provocano la m distensione delle membrane oculari, secondo il concetto


DI OCli LlSTJCA

Donders, sul quale tutti erano d'accordo e che quindi danno oril{lne alla miop.:q. Parecchi e svariati momenti eziologici furono wcolpati dagli autori quali r.Aueca di que"'ta infPrmil.à. La comer;.:enza, la insufficienza dei muscoli rl'lti intemi t! rt!lativa prevalenza dei rt!Ui ~l·'rni, la Accomodazione e lo stira mento della -coroidea, la iperlrofia delle tlbre longitudinali del mu ~colo ciliare (lwanoff e Al'lt1, la relativa brevilà della porzione atrabulbsre del rwrvo ottico e•l altre, furono successivamente segnalate come cau!ìe d'allungamento del bulho e come tali dimostrale !Il retti !"Lalisticì Eppnre qnesti fattor1 né isolatamente, né combinati, banno mai potuto pre:,lat·e un valido appog!lio ~u·ezi .. io~ia della miopta. Sempre più nutnerosu :;i trovano le eccezioni alle re~tole ~tahtlite. tnnlo che ~i é dovuto ammetter e una dispo· sizJone alla malatlia, e l"iccome la ~ua e~i!"tenza non poteva eempre e~sPre dimostrata, co!'<i si è tirato l'uori dA ultimo la ereditarietà; ed é co,.l che attualruenlo c ·ni medico oculi"ta ba la sua propria opinione sulla p;enesi della miopia. Non ostante l'enorme materiale rac1;0llo · rur•Jn·, esamJOati ftno ad ora 200,000 individui), non o::~lanle le teor1e più ingegnose fondate in ha!"o a ricerche di ottomet•·ia, oltalmoa:opaa, ottalmometria, microscopi&, ecc. l'ultima par• ·la !'U -queste importantiq~ima questione non è stata ancora ùalta. Lo 8\815~ Cobn, il beu• merito rondatore ùel:a stat1stica ollalmologica, al tong•·esso otlalmologico teuulo::;i in Hei~rg nell'agosto 18 6, co~1 -..j esprimeva. c lo pure ,..ono OJII,:tone che tutte le teorie sulla genesi della JOIOpia sono tDIJomelenU •• .::.:: c:ooverp::nza , r~é la teusione, n è lo spasmo accole leo ~· nè lo msutficu~uza dei muscoli interni e nemmeno l'le ereditari.. sono in grado di spie~are ogni caso di

IIUOpia.

Contro i conver gtqli · · . Dend ~la ti fatto, riconosciuto anche da lliaU ere • .che tra gli orologiai non ::;i trovano che pochis-

~=0~ Secoudo Cohr., !"Oprn 100 vi!<ilati l'le ne risconDobd

ed anche questi in C'rado legg-ero.

en vuole 8{1Ìcgare questa mancanza di miopi negli


RIVISTA

orologiai osservando cbe costoro per lavorare ronno Ul"O lente d'ingrandimrnlo. Ma negli mdivtdut vi ..ilati eia ne....uno faceva u. o della lente. Eppure e""i lo,•orano os:getli minuti..~imi. di uno o du1• rmllimetri di diametro, e lavorano dodici ore Al ~iorno; tllor·o occhio durante il lo non sta distante dall'oggetto pn) di 15 o tG centimetri. storo <:Ono obbligati a conver~ere assai i loro a!'si v tutto il ~iorno e non cliven'tano miopi, ed incominciano a vorore a l \ anni. Oltre a ciò, si dànno casi abbastanza bene accertali dt !'loluto strabismo divt:rgeote do,·e la miopia marufesla forte progressione in parte sopt·a l'occlùo escluso da VÌ!>ÌVO, in parlO Sull'occhio che guarda. Que~lO fattO abbastanza chiaro tanto cor.tro la teoria dello cont·,.,•.,.Ana come contro quella della in.,ufftcienza dei muscoli interm relativa preYalenza de~li esterni. Contro i tensionìsli si può opporre che precisamente fallo che essi adducono in sostegno della loro teoria l'ltatlloma posteriore - l>Ì rivolge contro la mede,ima. dic mo: la continua contrazione del mu.,colo ciliare per comodare la vista in vicinanza produce, secondo le rtc:erocm di fler•s,om e eli Wc'jlker, unu distensione, uno smagha della coroidea e della retma, ti quale poi al punto della giore di:-lensione e ~tiramenlo provoca un'atrofia di membrane. Se l'allungamento dell'asse vi«uale dipenùes!'le da d P.ione delle m~mbrane oculari e questa, se.:ondo l'ipol•"•i ten<>iorristi, fO!>"P motnala da una dil>tensione e ~ma_!:!lia nell'atto accomodullvo, ci ::.>arebbe da restar met'8\'i::diatr ve Jere eh~ ratr·olla (croè lo -.Lafiloma poslico) non si mai alla macula lulea, che è il punto dove coincide la grande lM!'Iione, ma invece ,j vede sempre ai margim papilla. Mauthner dice &!'~ì giustament~: se nt.>lla non "Ì facec::se il cono de!!li inviluppi oculari, a nestittDO rebhe in mente dr domandare per qual ragione non alcuna atrofia della coroidea ai mor~ini papillarr .\l c· Noi dobbiamo fare un immane sforzo d'ingegno (e n non si arriva a ùare spiegazione) perché nello "latlloma


DI OCUI.ISTIC.\

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steriore. al punto corrisponc!Pnle all'allunp:amenlo dell'a<~!òe, alla macula lutea, non si vede alcuna atrofio, mentro al Hmale esterno •-d anche all'interno 1iella r.apilla scor~esi il proces..~ atrofico circonc;crill.<• della cor·oidea. Contro lo sroagliamenlo della coroidea nel senso voluto do llersens c "\Vol· ker, dice Schnab~l. parla la prevalenza del cono almurgine esterno della papilla come pure il rno•io col quale e"S(I si rorma e cresce. Riguardo nll'eredilé ~i pul\ far o""'ervarc che in poebi..."imi ,.a~i si riesce a ùimoc;trarne rinlluenzR, gJaecbè 11 dimoslrart'~ che in una fumiglia apparleuenle alla classe colla !"iavi l'uno o l'altro intliviùuo ulfctto da roiopiti, D n si adduce prova alcuna sulla ere lilart•:tb. dell'afftmone. E finalmente resta a .Jimoslrar"i l'h~ 111 miopia non l• un releggio esc:lusi\•o l'iella sor•ieu\ attualo, c.he noi non dobbiamo IW'tnJ"arci d'essere ùrventatr mrop1 m {!razul ,Iella uo~tra eleYala coltura e cha nou ereditiamo In ruiopia. La miopio fu in lulli i tempi una conùiz!onu Lull'allro chu rara. Proviamoci e consullure la !<loria col prof. HillinJ!. Presso gli antichi Romani la miopia era un ratto notissuno. VtJipian, urrn ~criltore giur·idico , ract•onla che era una leg;.: : cd m11ope:~ inte,. set'ros non re•lldber··ntur. S"condo il dinlto romano, il vendrtot·· di una merce doveva ripreo4ersela se in •1uesta ~;i scopriva un ùìfèlto; ma. la minpia tra gli &th1avi (e<:::.i dovt vano t.sser miopi pe1· nelura.• ,, ..n do•e•a riguardarsi come un rlifelto. Gli ArulJi conoscevano as~11i bane la miopia e cho essa non ~os~ ra1·n fra loro lo prova il fallo che alcuni '·anta~-~ del meni per ;.tuarirh•, pt>r e~•·mpio Av1ct>nna ùice: se l mropi vogl' . . . rnno !:'UAnre, e!'i<>J dt>vono: cttrru celu jacere GIHI1"8CI ab equis.

po~ medio evo (16• secolo) la miopia aveva una certa im·

Ven= nel~a 'illi pubblica. Nl;ll t :>:Jl compar~ un libro in PC»teva l i Fau...to da L>n..,i.ma, ùo,·e l;i le"';e che un miope

1

...· rl.JztO . cl e l suo onor~ r1fiutar·e . COlla p senza ·nreelU un duello JCca che Il ._m ' o ora e l'a lunga ':l, perchù Gl-!li era !Jer la •op1a. In co d . (Q Uel Il IZIOlll S\anla!!'{ltOS('. t . l . . . . . . eranoq di , Lempo r:• . "" vv:S l'tiiVQOO anc 18 CJ[0J81'1 per l ffil0111) •orma L1ua , . . · rta con v1«1era allungata, con rcc::~ure


3~8

RIVISTA

slenopeiche. Tali res~u1·o stenopeiche allora erano anr.he comand1.1le dai meJ1ci pes· i miOJ•Ì. Sullo "('orcto Ò"'l 11~ secolo \'Ìveva in Padova un mato prore~$Ore , Gerolamo :\fercuriale. Egli diceva che Il.nlia si contavano mnlti miopi, e que~ta era uua C0"8 golare, ~pecche in Cìe1·rnania "e ne vedevano pochis;:imi. cuni ne allt·ibuivano la cau"a all'eccessivo coito, allt·i ali St\·obere; ma ciò non poteva amnwllersi, perché in qu al ber,.., i Tt•des,.hi sm•pa8savano di molto gli llaliani. Se r·oi -.i prendonn sn esame i mi!!hori capilavor1 icullm·a, d'm taglio ìu legno o di oreficeria di quei tempt, vedo con quanto uulot•e, con quanta cura e erano es~i condotti, 'fll8nlo eserrizio ·Iella vista prossima stato nece"'"erio a ullimarli e perfez.ionarli. E -.e ai IIO'-lri lempi la --ola applicnzi<lne allo :-tndio ci cura tanti miopi, noi s1amo costretti a conchiuJere chP. medio evo tra gli l.ll'teflci specialrnenLe che lavoravano mezzi impet•fetti, cou "Cursa illumiuazionc e colla vi.,iorte zata in vicinanza a piccoli oggelli, dovessero trovarsi minpi in ~~·anòis-.imo 11umero. Per ciò so la miopia fosse da rilener~i come generalme ereditaiR, dovrebbe ora recar roerovìglia ai giorni nostri si verifichi un altro "IAlo di rifrazione dell'occhio ben rente dalla rn1opia. l numerosi, falico"issimi lavor·i !\lalistici sullo miopia tlelle l"cuole, i quali hanno suscitate tante apprensioni. non proverebbero niente di piit che un rotto storico, cioè che nel periodo di svHuppo dell'uomo, col continuo esercizil) della vista vicina, si formo nell'occhio quella condizione che nel senso pnrarneote ottico fa divenlat·e l'individuo di cista co1'ttJ, ma che non perciò "i debba prendere la mie. pia delle ~cuole ne· sen"o trag1co di un disastro. F.ssa è una miopin che & sempl'(' r!!islila. Ed o m ~i affaccia la dìmandn se per lo scopo prefisso, che è quello di conoscere la p;enesi e l'es.,enza Jella miopia. le ricerche <>tafslicbe cua-li scol-.ri ~iano vale\'oli a mettere• sulla ''ia di un sicuro e decis1vo ~suùizio. Parrebbe A,..~ui ,iifficile risponclere affec·maLivamonte a Lale quesito.


Dl OOULISTfCA

329

Se si vuol indagare dove sUa la ragione per cui queste ri· cel'che rit•~cono insufficienti nei loro risultati, troveremo che l'og~elto di tale ricerca non era opportunamente scelto e gli esaminatori stessi erano tt-oppo dominati dalla dottrina di Donders. Tutti gii indivirlui ,.isiiali si trovavano uel periodo eli sviluppo e di evoluzione. e se é vero che nel per iodo che precede la puberta l'organismo é soggello a cambiamenti ed oseillationi. si deve pure riconoscere che anche l'occhio io questo periodo di sviluppo possa subire molteplici oscillazioni nel suo stato rifrallivo e del suo ''alore ottico. Fol'l!e s1 avrebbe meglio e piu presto raggiunto lo scopo desiderato , cioé di conoscere l'essenza della miopia, se si fosse intrapresa una ricerca in massa agli occbi di individui giunti di ~ià alloro completo sviluppo , della stessa ellt e pro· vemertli dalle va rie classi sociali. Allora si avrebbe a fare con quant1là stabili cltt, non andrebbero soggette a cambiamenti di .Rorta e si potrebbe cosi rar~i un giudizio dello stato di rilrazions in una determinala eli.! in cui i \'ari momenti per\urbutori o modificatori avrebbero d1 già esercilata la loro deftmtna azionr•. Quindi si potrebbe conoscere la propot·zione iiella miopJa uei 'Vari ceti e pt•ofessioni. Ed é ruesla precisamente la via che ha lenulo nelle sue • n;rche Tscherning, attuale assistente di Javal, in Parisri. . c:;=herning, quando era assistente del professar Harse~s penaghen, negli anni 1880-81 ha utilizzato il periodo della •eva per s-tab1t· J • • tre e dovute t'lCercbe. E quesla, secondo l'aù· &ore, fu un'idea r l' . . . •e ICtsstma. Potché all'arruolamento concorrevano tutti "'~'1 · . . , ~Il \'\ 1Ud1VJdW d una tal classe ili leva, occasione tenen~nte/er c.onoscere la refrazione degli individui appar8 preeisa o;m, classe soc:ale di Ull8 intera popolazione e aendo am::,lle nel ~et'lodo detlnitivo della loro esistenza, es80 111 cJUo. Tsch • gtà compiuta l'evoluzione organica dell'oc1 • ernJug c~anu· · 11 6 a dunque t u~Ll deUa loro . . ~ g 1·t ·mscr1'lt'1 pr1ma ~Isita ùav l' Il L' an 1 a a commissione di leva e$8ffie ~j Cl>te«e SOpt" ~-tH • d' 'd d' . ·~ d' . nrorea~ione S ·., · '>\R tn 1''1 u1 1 ogm ce o, 1 ogru ...-roUaluwsc . . onra -5">3 l · ' - a reft·Azlone venne dett!rmmala colopw, SI! si ripaJ•lJscono tuLli i visitati in ke prin ci-

!n


RlVlSTA

3:}0

pali gruppi Recando lo loro professione e collura, e 'luindi prsmn gruppo tulli coloro che hanno avuto una i~' "" , ,n.n• dh-li:llft e In cui profcsc:ione e:;ige uo conl10uo sforzo ocrlu per la vicota vicina, nel secondo gruppo lulli gli cenli un mestiere manuale, nel terzo gli indivtdur che hanno rice\'uto alcuna j,.:truzione o ne banno rice,·ula du::c:ima e che non hanno mai forzata la loro len~ione .. ,.,·a, come, per escmpto, pe!<catori, cocchieri. coloni, t<Ì !'arebbero a,·uli i ris~ltali segueali per rapporto allatni·rmi~ Individui ''Ì!<tlali 7ò6i; esaminali con otlalmoscopio <523. ;\um ro tolalu

17i0. Pel' 100 3)27. Pc1· lOO

Ipmnetropia

Emmetropia

Mio p~:~.

13~

35~

6'

7G.33

20.49 21G 8.4fi

3.18

30-U 8i.O 2203

2:32G. Pct· HIO

04.71

752:.1. P er 100

87.00

!'i W! IMO tula!O

Emmetropia

650~)

~Gruppo l

16i

} Gruppo

4.54

57

G6

2.45

2.84:

~Gruppo

627

301 4.0

~ Totale

s.as

A. Popol~ione urbana. Miopia 34:9

iO!li.

12~1

1:-'er 100

i5.76 2i5!!

21.02

3125.

207

Ipennetropia

64 3.2-l

l

Gruppo l

160

Pe1· lOO Hr..2. Per lOO

1:<5.2:)

10.27

.us

135!1 93.6:i

3.00

'"

3.36

():!il.

5~:98

Per 100

8-i.S

600 11.43

2i3 3.68

~9

} Totale

B. Popora;ione r urale. :\umero tot.ale

128.

Per 100 li:H. Pet• 100

t:mm.. trorta

lliopi.a

lpenuetropia

112

iO

6

~Gruppi

~• .r>O

i.81 li

4.69

e Il.

1.51

22 1.96

~Gruppo

27 4.66

28 3.32

~ TOlflll)

1085 9658

1:1:12

1J07

Per 100

!)2.01


33 1

Dl OCli USTICA

Dal suesposto si deduce: t• Che Ja miopia nella popolazione urbana é quall.J•o Yolle più rrequenle che in quella delle campagne (31.~0 conlro 7.Rt p. 100) nelle classi colte. ~la nelle cltl~si non istruite à soltanto due volta più frequente (3.00 eonlr·o 1.51 p. 100). '!" Che nelle classi istruite tlella popolat.ione urbana ripermelrnpill à •1uasi il doppio maggiore che nelle medesime classi della popolazione rurale (i.ìO contro 4.6.q p. 100), mentre che remmetropia nelle stesse classi presenta una differenza del t3 p. 100 in svantaggio della popolazione Ut'baua. Se si confronta la mtopia della classe non colla si dell'una che dell'altra popolazione, si vede che essa miopia si mostra con una cif'ra percenluaria doppia nella popolazione ur·bana (3.00 contro 1~1 p.iOO}, ma elle l'emmetropia non varia che al 3 p. 100. Jn •tuanlo aUa miopja constderala nel suo .grado, 1 miopi della città verrebbero cosi distinti: Città. Numero Diottne Diottrie Diottrie Dlotlr!e ToWe totàle !.0-3.0 3.0-6.0 6.0 - 9.0 9.0

lslr utli.

2208 Gruppo I, p. iUO Non istruiti . 4063 Gruppo n, p.iOO

102 4.65

32 1.25

210 10.83 91 2.20

;)5

13

410

2.47

18

0.00 29

190

O. H

0.74

Campagna. ISumero Dìottrie toble

Istruiti.

1'>8

Gruppo 1, ·p. ~00 Non Istruiti . 1124 Gruppo li, p.lOO

Diottrie Diottrie Diottrie Toble !.0 - 3.11 3.0-6.0 6.0-ll.O 9.0

4 3.13 3 0.21

6 4.69 3 0.2ì

• 2 0.18

iO

o

17

0.80

Da q~este cifre si può dedurr·e che lra la popolazione civile la nuop1a tanl0 · . •. . • .. ~n Chre assolute che m percentuar1e é quattro entr ~nt~.PJU dd'fusa, e che H gt·ado di questa miopi11 oscilla 0 tnnlJ non mollo estesi, cìoè tra 2.0 fino a 8.0 diottrie,

VO}I.e


IUliSTA menlr~ gli alli gradi di rniopia lra la popolazione civtle occorrono preCtl'amcnle in rninore quantità che nella popolaztone urbana e rurale cbe non ba mai forzalo gli occhi per la vi~ta vicina. L autore perviene a risultati pres,.ocbè uguali rh·edPndo il prolocoll•l del riparto ottalmico deU'ospeJale pt•esidiario ~. t di Vienna. 1t nolo cha una purte olegli inscritlt è mandata al· l'ospedale nel• parlo ottalmici perché sia acctlrlato il difetto oculat·e che accu!-i&IIO, ed un'altra parte def!li stessi inscrilti à rico,·erala uello spedale pre~idiario N. 2, e quelli offrono una buona occnsione per esaminare lo stato di J'ifrazione- in un grande numero di ~og~elli dell'età ùi 20·2i anni. Da! protocollo del riparto ol\almico tlull'anno 1881 fino al i885 inclusivo, l'autore to~lie i seguenti dali. Di que!;ti inscrJUi presentavano miopia dt:

Diottrie 0.:2~- 30

Oiottrlo 30- G.O

5~7

596

:i5.31-;.

3ti.i7 ·;.

Diottrie 7.0

Erano in totale 1M9 individui dei quali HOa con '2810 occhi si trovavano nell'eta di 20-2i anni. Di que"li l W5 indiviJui pr»"entavaoo miopia di: Dlo t triO o.~n- 3.0

Diottrie 3.0- 6.0

488

55 t

34-.H '/,

3!1.1-i'/.

Diottrie 7.0

Dividendo. ò rll tutto quec:to in ùue gruppi e precisamente in:

Gruppo A. (istruiti). fllllttrte 0.!5- 3.0

Otottrle 3.0- 6.0

Diottrie 7.0

aot

333

i30

2U2•;,

23.70 ·;.

9.54 '/.


DI OCUUSTJCA

Gruppo B (non islruili). Diottrie

o.n- 3.0

Diottrie 3.0- G.O

J8ì 13.32 .,.

2.:!1

~33

ia.~·t.

t6.r,x •t.

Ulottrie

;.o

Cert.amente che qui una slati!!'lica n<'l sen!'O \'Olulo da Tseherning é impossibile, giacché .Je que.. la non si pos~ono fare deduzioni sulla diffusione della miopia tt·a la popolazione tolale. Però pOsl"iamo Lener conto di due importanti corollari che emanano dalle cifre suesposte. 1• Es<:erc verissimo che la mtopia presenta una grande diffusione fra le classi civili, però essa è sempre di mediocre grado. 2" Che precisamen~e gli alli gradi ùi miopia, cioò di 6,0 diottril\ o più in Ru 1 prevalgono nella popol t~zione non istruita. Se le cose stanno in questi Lermini (e le cifre ce lo dicono abbaslauzA chiaro) le opinioni sulla miopia in generale e •ulla miopia delle scuole in particolare devono essere moclifteate e r•re.:i!'amenle in questo semw, che la miopia delle eeuole (schulmiopye) ovTero quella mio pia che é pro vocale e 81 acere~ce coll'esercizio della visione vicina. non pur'> el"sere I'Jsguardata come una infermità dell'occhio. Devesi amIDeUere che non tutte le condizioni dell'occhio, 11 cui ottico ffl'etto é quello della ~ista corta hanno una iùcntica natura llé una t;~'ne"'i ugue.Je. Non possiamo dh·e in geuerale: la vista corta 0 miopi a consiste in una disten~ione del buLlo, e que~ta dittenstoue è morbosal e ";en provocata dalla visione in vi• tlnanza. Dobhia.mo per contro :sforlarci Ji ~cinderc ed c<~al­ &am~nle dtt"'rminare i differenti proces~i cbc hanno per sinlotnt comuni la miopia o vista corta. Il primo pa::.~o !';U que"la ~Jiru ratto da Tscberniog. Knies, Web!', Javal, Satller e tng, ma non possiamo mellere in dubbio che abbisos:rua ancora mollo lavoro e molta perseveranza dJ ricerca per ~ungere aJ una soddisfacente e compiuta soluzione del 1ple-

""to.


RI\"IST.~

F1·attnnlo il fatto stabilito tìa Javal, SalUer e Ts•!herning qUt•oato. che r•ioè e\o:'isle una miopia .ft$iologica. Qu~slo miopia é delet•minala dai raggi di curvatura corneR in rela1.ione colla gt andezza del bulbo e colle sioni dt lullo il cranio. Sa :;ooo fatte mjsU1'8zioni in gran mero ~oprA i razgi della ct~rnPt~, ma esse non diedero i sullali chP "" ne --perava. ~i trovò infatti in molli.-::;lmi che grandi raggi coincidevano precisamente colla mwpaa piccoli raggi invece coll'ipcrmclropia. E queslo rt!perlo starebbe per nulla in accordo colle leggi olli<'be com mente cono--ciule. cioi> che ~upt:rficie rifr•angenti con tura t!Pbole hanno uno. malo!gsOI' distanza focale, quelle fortemente incurvale mvece ne banno una più piccola~ qui non . i é tenuto conto di un importante fatlore 1 cioè grandt•zza dell'indiviòuo c la massa del cranio. Per· Phiadr mf'glto questo concetto l'autore t•iporta esr>mplo che egli dice un po' esageralo nei ~uoi termini, ~ppunlo per ciò ellrcttanlrJ tlirnoslrativo. Prendiemo, egli l'occiJio di un !torcio e l'occhio di un cavallo. t cet·lo cb e la del ordo è ptù rorlemenle incur,·at.a (raggio più piccolo) qut>lla del cavallo; pure da •tUe~te condizioni non ne che l'occhio del c:orcio sia miope e quello del cavallo metrope. L'effetto ottico di quelle due superfirie a ra,.::~i cut•vatura tanto diverl'o può essere il med~simo, senzA l'thSC d1•l hulbo debba e~c:ere più breve o ntù lungo. Pf>t·ciò "e noi troviamo in un uomo un ~tt-anJe :oaga;JO m•ale, e que~l'uomo é emmctrope oJ anzi mtope, non ne da ~i· che Il bulbo llebbn e~«ere abnormemenle lungo. dovrPuuno pr1ma con~l&t.are in quest'uomo la grandezza corpo e la tua5:c:a del crauio. All'incontro se lro,·ercmo piccolo r11ggio rli curvaturA corneale, e con quelllo lropia o ipermetropia non dovremo ammPllere una ''""'""''"''"' brevità :ial bulbo, ma dovremo lener conto rlPltc dimen" dt>l cot'f>O e del era mQ. Da cìt• l'i doiTebbe rend~'re palese inlhwnz11 che dalla cur·valura corneale in rapporto alla tura drl corpo e del ct'11uio ''iene esercilata "ulla dt'll'orchio. e cosi in gt·au parte si potrebbe "Piegar e miopia ùi certi occhi elle non si esercìlano mru sopra


DI OCUUSTlCA.

331>

getti vicini 1 i •[Uali occhi perciò non sonda ri,:tuardarsi come aft'elU da morbosa distensione. Le ora ùe~crme condizioni potrebbero n:!turalmenle essere causa dei più di/TerenLi gradi di miopia e forse molli dei più elevali ~radi rli miopia a quell~ condizioni debbol"lsi riferire· Pur tuttavia prima eli stabilire una regola as:Soluta. in proPQSilo saranno necessarie ancora molle misurazioni simili a queUe intr·aprese da Javal e da SaLUer. Questa specie di miopi& è con~enita, ma non ereditaria. Ma resta a sciogliere un altro •: pn! dilliclle quesiL<•, eù è questo: in qual modo J)flrlicolarmente avviene la mio pia per l'esercizio della vista vicina 1 Conosciamo ben poco circa alla sua !Jalegcne!<i, ma tsiamo abba"tanza edoUi sul suo decorso. Noi sappiamo cioè che solto l'influenza della l'Orzata visla vicina e quale sì richiede pe1· lo sluùio, essa si manifesta nel periodo di sviluppo dell'uomo e progredisc;e fino~ che all'alà di 16-20 anni divenl.a star.lonat'ia. Questa 111iopia ordinariamente Mn r&g· giunge ~radi molto elevati, in media essa aniva a 3,0 D. = 12 pollic.:i. Questa miopi&, la cosi della miopia di scuola, deve perciò nilupperl'i sotto eit•costanze che in date condizioni sono in rapporlo colla evoluz:ione dell'occhio Se noi consideriamo piu da vi.cmo \jUeste condizioni, pru~a ùelle quali ùeve annoverare, l'accrescimeulo dell'organo vi&ivo, trovet'emo: che ~olti occhi nel periodo d'accrescimento (l'età della scuola) diventano · · 81e8 m10p1, ma altri no, benché sieno soggelli alla 88 080 8 " perturbatrice Pet•chè questa differ enza1 Perché non tutti quegl'10 h",.,, . . . . la ce 1UJ vengono rotop1? La teor1a ù1 Mauthner quale ammette cl . l' eo0 te Ortgmartamenle g 1 OCCh.1 .tpermetropi. a,_pr()lunt,tota v·,~t . . d. . . l ~a vtcma tvenLmo emmell'Opl o eg~erm en.., mfopi l1 . " nUopi 6 h e c ~ ~li emmPlropi divengano leggermente 8 più eleva~~l è qut!Ut g1à ~iopi diventano miopi ad un grado tenta s . ~a sempltce i:' gratuita ipotesi. L'autore invece ple!(are il !alt l . . . decorso d o co. r1cmamare la nostra allent1one sul 1 P8J'ticolari~il m.usci)Io obhquo superiore. Il primo a notare le l'eeenteme di 'IU~to muscolo fu il Philips nel l8U, e più riunione dn~~ fece ~o ~tesso il pro f. Stilling di Strasburgo neJJa e 8 Società òltalmologica di Heidelberg nel 1886.


~36

Rl\'ISU

È quasi superfluo il notnrc che nella vi!lione vicina SJ necesstJriamenle abbassamento delle Jine!l visuale e .......Hzu1n del bulbo sopra il suo ac;~e lonFcituc.linal?, 1levazione del ridiano verticale colla sua metà superior•, Yerso la linea diana e che in que~la posizione del bulbo 11 muscolo ~uperiore lrovos• m continua attività. Gettiamo uno !"guardo sul modo di decot•re•·e e sulla zione di ]UP~to muc;<·olo P ,eJt·emo che e<;~o. avula o dal foro orhilale, manda le 'Ue fibbre carnee lun~o la pa interna tlpll'orhila, d0\'6 e!>~e l••rminano 111 unlendine a ror ò1 cordoncino che sco•·re enlr•o un occniello lt ndineo a quindi tornando indiel•·o P allargandosi alla guisa di laglio va a prt'ndere larghe adesioni alle parti laterah bulbo all'esterno dell'iru:::res::.o del !'ervCI ottico. In quec;to qpeciale decorso del muscolo grande obliquo nella circostanza che il m~>' le~imo nella Yi~ione "'"ina e continua alltvit.a, es!lo deve necessariamente esercitare ~uo Len jine una pres~ionc cù uno slirament.o continuo bulbo. :\la l'fUCSla prec;'~ÌODC t' <JUS.."tO ~liramCOlO nella lOrO !~lribuzione sul bulbo devono dipendere dal modo dt del tendine del muscolo suddetto. Se il tendine deco•·re più in direzione dell'ac;se longilud ciel bulbo, la rwc~sione si fa•·A sentire in modo che ai duu del trndaneil bulbo c;i puù ùislt-nd<>re, con che durante r crc<>cimento 1~: sue dimensioni s 'ingrandiscono nel 5.60"0 . \'erl"al<>. Il buluo vtene srormato. ma qolt.Anl•l nella equatoriaiP; !'16 però ti Lendme del ,:rrando obliquo più obliquamenle o anche aflullo Lrasver~~almenle sopra bulbo, t> c liaro che la pre... ~iooe esercilal4 sul bulbo che il bulbo ste..,;;;o si ole...t Jie.teodere in avanti o'i Ma siccome ìl bulbo re!>la proletlo rla una massimH d ?.ione in avònli pt>r la presPnza dei rLbU!>Li l ndini dei qua muc:coli retli <!l1e lo attorniano, come puro per la prel' della cap!>ula del Tenon cb~> ò a<~sai fot•le anlE'rior menle, non è po.:sihile altra di:;~teosione del bulbo che in dietro. cu'l s'aggiunge la trazione del lPndine al lato e"-terno dt•l n oltio·o. OgnwJo può accerlar"• $U c1ue::-Li rapporti on coll'os~e,·vare l'occhio sul cadavere.

e


DJ OCULISTIC.~

Ora si tratta di dimostrare che il ùecorso del mu5'.colo obliquo superiore 8 l't'&lmente variabile, e che alla variabilità di decono del muscolo corrisponrle la variabilìfti della forma del bulbo. La dio;el'l!& maniera di decorso del tendine dell'obliquo :wperiore, aRtrr.zion fat.ta do allre circostanz,., dovrebbe principalmente dipf'nr!Pre dalla inserzione della pule~gia ten1liuea della trod~>a. in cui esso tendine Rcorre. Quanto più la troclea pee vicina al mar:;ioe orbit.ale tanto più acuto sara l'angolo formato dei f•Jsci carno~i del mu~colo t•·ocleare col lo!'o tendine, e qunnlo piu sarà lontana la Lroclf"a dallo stes~o mal'· gine l'angolo sarà di Lanto maggiore da avvicinarsi all'angolo retto, me con~eguenlemente quanto maggiore !>Sril cru~­ at'angolo tanto più obliquamente anzi quasi lral"versalmenle dovrà scorrere il tendine sul bulbo ed ecco spiegate le condizioni l'Otlo le rtuali il bulbo viene· di<~teso e sforzato. Allo scopo di accertarsi sulla variabile l'\eòe del punto d in~rzìone ddla lroclea, l'a:1Lorò ha intrapreso delle. esaLle misurazioni sopra 100 crani nei quali era vi~ibile il punlo ti'J!l serzione della h·oclea, cioè la fovea troC'lt'are. Dfl que:-te miE.Jrazioni ~ t•isullato che la distanza della troclea rlal margine orbitsle é in media di i-,7fJ rom. che questa dtslllllZ8 negli ~dultt ~al minimo 2,ll m m., al tnas$imo 8.0 fino 8,i\ m m. e ebe nei neonati essa è al massimo dì i,5 mm. Da ciò ~i ved_e ch;aram~>nte che il modo di decorso del muscolo grande obliquo può ''ariare, vale a dire che ò variabrle l'angolo :lllpreS<J tra l'asse del mul'lcolo e quello del lentline. Se d uoque sono anatomicamente rlimostrate le va-riabilità di daeeorso rlljl l!IU'-r.olo trocleare le conclu<1ioni si presentano sé. II m..do di deeorso e ~li eff~lli tli questo sul huiiJo :no le ~peeiaU condizioni dalle quali é ioiluenzalo l'acct·el~~nto dell'ocP.hio durante il periodo di sviluppo dell'uomo 8 : llungamento dell'asse ocul:1re non é chP- un adallamenlo que e crmdi z1o · p . . • • la n1. er una certa analog1& n~noo un rist'olltro _.1tle!!. specie d'adallamento la deformazione dei pied1 nei '"'"11&s• e la dero · . bu!lto. La . . rmazJonE" del Lorace per abuso oel DliOpta di i'ICU l . &.~ ·là · q a st dovrt>bbe consideral'e come una r!A4VOII1 del hull 11} s .1 . . . . "' uppalarH pt'r mflueu:w dt pres.-,.wne e 22


JUVlSH

l'Liramenlo tlclmu.. rolo oblt [UO supet•iore, ma non da ri$gt derc::i rome unA melellia. Si <leve far-e ancora dt"'tinzione di una terza ronnA miopia (! qne'-ta l> ,·eramente una malaLtia dell'occhio. Ma •1ue"Lo C&!'IO non ò l'occhtn ammalato pP?cbè è miope, e."'"O è miope perchè ma lato e questa malallia :::i palcc::a l'ollalmo.. copto. La retina ha perduto alquanto della s ua cidez.za, i ltmali papillari "ono svaniti, l'a..<:petu) dPila !'!lc~"8 è ollernto, ... j 'eliono i co~ì detti riflel'si dt " in hre"e. lralln"' dt quella forma di miopia che va com cala tla infiammazioni e di«truz10ne degli elementi come t·oidil", f'Plintle, di«lacchi di retina, rammollimento del lr eo, ecc., forma che appunto per queste complicaziO!lt osset·vu più spesso uclle cliniche oculistìche.

Natura. e trattamento della. oongiuntlvlte gr&nuloiL (H.t•oista rle Cienclas Medicas. 1887). O~>Ro rme" nelle RUa tesi sostenuta in P arigi nello anno, partendo cÌnl pr·incipio essere la congiuntivite g ran }O!<& unn malollia contaaio~a. dovuta alla presenza di uu crobo «peciflco, scopèrto da SaLller e riconosciuto in . .la altri osservatori, con~•atia una cura locale e aene locale per dt"lrn~;::-~>re l'a~ente inreuanle, generale per l'orjZam~mo m r.-.Lato d• resi<:lert'! a questo 8gente.

Con-.e!:!nentemenle e~Zli. Rnchè le granulazioni non gmnl"' al pcr10do cii orlnlnizzazione. impiega il gliceroloto solfato di ra me, all'olta\·o. Una >olta che le cellule deJla nulazioue ~i '~OnO or~Rniaale in tessuto di cicatrice, ti crobo I'Jinane circondato da una ~pecie di slr at.o fibro~o, \fl c:ollrae all'azione del medicamento. Pertanto, a distru lo "<lralo Jll'ùletlore del microbo, è necessario, prevf'!ntiYomenle lA congiuntiva con la cocaina, toccare l ger·mcnt~ te grattulaz•oni con la punta di un pennello i mitlilo con uno !!nluzione mollo concentrata di acirlo occorl'\>. cosl che al giorno t>eguenle la piccola escar·a ~~ quasi !'lempr•~ cli'llaccala. Allora si rovesciano le pa lpebre si caulet•i?.zano le gr·anulazioni con il glicerolalo di sol


nr OCULISTTCA di rame, che vieue così a porsi in conlatLo col microbo. Sono 15ufiicienli ordinariamente da cinque a sei cauterizzazioni con l'actùo ~'rornico, praticate OJDÌ quall.ro o cinque giornr: ad

-ottenere una notevole miglioria. Il lrolla mento generale ha per oggetto di rialzare ror·ga1l1Stn0 a JOC7.ZO ùi una buona alimentazione e degli appositi

medicamenti. La "la:r.ione in luoghi elevali costituisce una condizione m lto favorevole alla cura, essendosi ossel•valo clte le :.!ranulaztoni congiunlivali non si sviluppano in determinale nllurc:.

F. S. lllorobl del traoom& e delle altre afl&ztonl dell& oonpaatlva. - (Reoista de Cèenci.a.' Medicas, 1887). Nel laborator io anatomo-patologico dell'lvanoskì il dottor Schmiùt ha praticato una serie di investigazioni sopra i microht •ielle dtf'fertmli forme di congiuntivite, cioè, tracomatosa, contagio~a où epiùemica, flictenoide, blenorragica, cruposa, dinertca. ecc.• riproducendo in una lamina metallogt•afìca dodlct disegni di cocchi e bacilli da lui studiati. E~li ba e.ziaodio BtuJra to In azione bactericida delsublimato dell'acido fenico, dello iodoformio, dell'acido borico in drffere~ti concentrazioni, 1rovllntlo <'.h.e l'acido borico in soluzione el 4 "/. non uccide 1 m icrobi congiuntivali, ma che questi soccombono in cinque rnmuli atl'azrone della soluzione di aciùo ft~nico al 2 "/. e del •ubhma\o all'l per 8,000. come pure all'azione eli un'emul:~16 dt iodo:~rrnio in glicerina al 10 "/. I cocchi Lracomasono ' PIU resistenti. F. S.

-::D• A

fra le m ala ttie ooul&rl e l& elmlnttnosllnte-

e. - lLa btdependencia Medica di Barcelona. -

go•'lt> 1887).

Con esempi d"1 . . recente osservazione il pregevole g10rnale nuo1o st riporta l lar 1 e 1 . . a la nota relazione tra le malattie ocul'l lo d ~ elmwtJOosì intestinale. Cita fra gli altri iJ caso rife1 lt ampoldi di un ragazzo che stava per essere operato Spl!g


!HO

RrVISTA DI OCULISTIC-~

di ~'~lrabi<~mo convergente, quando venne deciso ni!llrarllli preventivamente un ,·ermifugo: lo strabismo scomparso all'indimani. Un altro fanciullo guarl .~i fo rte ·remie della congiuntiva accompag-nala a fotofobia dopo prec:o un ,·ermifu~o. che die' luogo all'e:;pulsione di lombrici. Al dispenss rio oculislico di Pavia si ur·4aSo'\rllll"t\ inCer·mo di profonda snemia dovuta alla pr->s~nza lol'ltoma rluodenale, sopraggiunto dopo una di!"~enleria gra\"Ala . a t•rpelule enleror ragie. e nn, che que~to i fos~:~e un giorno attaccato bruscamente da amaurosi, ~r•«tiCblllalronatmo<~copio. La somministrazionedr•l di felce maschia ri~tabili in pochi giorni la "i:;la.

A,.,

'

RHlSTA DI ANATOMIA E FISIOLOGIA Bloerohe aulla &lteraztolll del fegato nella lnfesioDe larloa -A. GUARNIERl. - (AttL della R. Aeeademu.t ilrea tlr Roma).

Gli sturti furono fatti su fegati msla.ricì, con:;er,·ati tempo piu o mano lun:ro nell'alcool, nelliquhlo ii Fl un poco mOtilflcalo nelle proporzioni (soluzione t'li acido mico 1 p. 100 parti 20, soluzione tli acido ooomico ~ p. parti 3, acido acetico j.;l&etale parli 1), nel liquido di neml~rg, di MUIIer: e, praticate le sezioni. a mano o col microtomo, lra le sosltttlZe coloranti, oltr-e il bortH•ico, lilico nllutnino:<e, l'autore sr servi di una sol di Pmalo "illina ed too«ìna acetica (ematossìllinn i a !l, cool 5, ghr.ermn 5, acqua 30, acido acP.llco 2, cosina rinvenne ulilis,.ima una soluzione di blen di melilenc, pat·ala s••mpre nel momento d'adoperarla c<>ll'aggiu a goccia a goccia in acqua di!ttillaLa di reazione neutra soluzione !<stura di bleu di metilene in alcool etilico a pur esso porfeLtemente neutro, fino a che il liquiùo ra


RIHST..\ DI A~.UOliH E FISIOLOGIA

3i f

ue colorazione t-Jrchlna intensa, ma perfettamente lraspaf!lllte. Jmmer,:.e le sezioni in qm:1<la :-;oluzione, indi tenute d8 stufa a 30"-3i' pe1· 12, 24 ore. e. po~cia !InaLo in aequo.

dflllleta 10 eleool. sono infine ri:>chiarnle in olio •li ~aroruni e tllduse m xTiol e bal~amo JPI C1mella. Gli :;Ludi gulJa maJifil 8$118 rurooo ratti su 12 casi di decessi PN' rebbri !J6rtidolie; e m Lutti questi ca:>i la noln macroscopi~a prodo-

._ate era

l'in;n'8ndimenlo del f~gato, ecl il suo coloralo

_...lro, che LalvtJlta assumeYa l'a~petlo arde~inco dO\'Ulo

.IIPftOrme quantità di pigmento, accumulalo nel :sangue (ttiDe vene sezionate il :-ané-rue che st::orga, talvnlU. è ptcoo). • Del parencnuna e1•aliro. All'esame microscopico, ser,·eucloli aolo degli ingrandimenti più comuni (i i. Ilarlnat'..k) al oe&ervò una considel'ovole quanltlà di leucocìli, più o meno .ncbid1 pigmento melanemico, cbe non solo s. adùeu:-a\'ano eell'in&erno del capilluri, per tal motivo irre~olnrmenle dilatali, ma tn\'&de,·uno i te~suli per·ilot)ulal'i, l'avventizia dei -.aai a gl'interstizi linfalici degli spazii triangolari. Tale ricchezza di cellule bianche conlenentt pìgruento (celIale PJglllenlifere), più rilevante nelle sezioni della v~:~oa porta -cbe delle arterie e Yent: l:iopra..:r aliche, oltre al coull'Ehl.8re eoll'assoluta scarsezza dei globuli ro!;si, dilata e dislentlt! le ~toni dei va~i sanguigni da far r&fi!Q'tungere ui va1<i ~li unn ~randezza anche doppia dei norwale, ed cauM -P~ssrone sulle colonne delle cellule epatiche del lo4dlrteche non solamente assumono un decor~o prù torluo~o ~lare, ma ben ;:ovenli cadono in necrO!'II, ne<·r·osi 1liro. lle 1 porzioni d'un lobulo od anche aJ un lobulo in-

e

O..rvendo l pre . . l"!ft _ P .,. I.ara l'1 con l enla. ari .ammer,.otone ~nlinua p8rlsce tu Zeu;;), a.ra le poche emazie cont~>nutevt, ue ap-

_,.ratoq,ua,:•

sempre la luna, che contiene· un eorpieciuolo tltWtto • : ~Uamente, rotondegyiante od a guisa d'un cer-«nopù:cl ~~~ ~n un oranulo di piymento nel centro. o più """'---'~~ .c~- CUJ{I1'uppati addosso ad un cum.mo di gra--&O•• , Ptgmen.ta · ....k Cl , rre O (/z.({poste attornO eli CiUIP revolarS ono 1. t1aamod11]UI&Qdeipeta[ d . . 1· ,,-'' 11n jlore d'1 marq l 1ertfa.

..)

81

la ma•arta (alcuni nella fase ùi eegmentaziono),


Rl H STA

i quali a w•ro dire nel ~angue del fegato sono ol o talvolta mancauo- a dtfferenza del ,angue del vello in cui qnel'lti pla!';modi si rinvengono sempr~ in co"picuo, e non di rado enorme. ~a nel sangue tiP-I non mAncheranno. anzi saranno quasi sempre abbotild~Udl l'lirue le cellule pi,:!tnentirere, che alla loro vvlla sc.Etr.-.e atn.M nel c:ongue dA) cervelli); P nello strema del fe7alo in r.a~t occupano tutta int.era la rete raggiala dei capillari lici .:fa far rmveniro «olamenLe pochi leucocili e PO,chitsaiil emt~zic uei rfll"Ì iolerslizii. Accanto ai globuli rosst ,·ati o tra!'lfO"'liìllli nel modo ::ouddello, in ciascun casò perntctO!'IA, l'l rinvennero sempre emazie nurleaLe, aie eciJent( cariocinesi, ne!'lc:una contenente plac:modi, le come Marchiara,•a e Celli hanno dimostralo nt>l !'angtJe colante d11i convalec:c<'nli, stanno a provare una ri~enet•uztono di corpuscoli sanguigni. E qui entra subtlo campo un allro rlemenlo morfologico di capilale All'osame micro1'1eopico d'un fegato d'un individuo morto pochP.- ore di pN•niciosa acutissima, l'illusLre autore in alla vi!'ltosa dovizio dr.i corpuscoli pigmentiferi, scopri c mag~ior pnrle di quPsti f'r&no o pr•ovvisti di un nurleo limorfo o più I'SI'&menle polinucleari con una ricca proloplaRmolica da obliterare completamente il lume VR"~O. Studtali in prepttralt a fresco della polpa epatica. lugmnrlo la l'lUperllcie di taglio di regali me1anemici punla d'nn coltello e, diluendo la poltiglia con "Oiuzione p. 1000 di cloruro "odico) questi corpuscoli o cellule fere "i moctlrano d'una grandezza superiore a quella dei gro ... j leucocili normali (15 11. - 30 11.) e carichi di zolle col protoplasnl& ctnvente vacuolizzaLo contengono nel interno r.orpuctcoli più piccoli. mollo rifrangenti. i quali lor volla raccltiudono granulazioni nere o bruna!;tre. Trattati con ìl bleu di meWene. con il v erde di 1 lene, ecc., ecco quello che accade: il loro nucleo si inten~ement~. e nel loro proloplasma che si lin~e !'lù vemPnlP-, ollre a picroli blocchi di pigmento, ai vacuoli ai corpi rifr•ang!'nli chP. rectislono alla sostanza colo appat·isce una r~mazia (raramente due), che racchiude

~carqj


DI A~.UOllH. e PISlOLOGTA

3\3

corpo sferico rifrangente. fornito di granuli neri cenlrnli; un plasmode. Insomma avviene nelln malal'ia qu~>llo che Jletachnikotr ha dimostralo in allrP. malattie (eresipe la, antnoe, ecc.) che cioè i para:;siti -.pecillei veugono divorati fNi jti{}Oeiti, i quali per una indige.«lione endoce!lulare li nllormano; ed i blocchi di pigmento l'&<'chiu!-òi in questi oorpi 110no il pigmento ~ottralto al plasmoda divorato, od il pJJmeoto già Plaborato dal pla~mode e rnccolto n(>lJ'mterno 'ftUle. In tal modo il conceLto fic:iopA lolozico della malAria teqaista una maraYi~lìosa semplicità: il placo mode da un lato altera le era•i sanguigua trasformando il pigmento ematico ID melanina, l'organismo dell'altro lato contrappone le ue forze pt"r re!!istere e para~izzare il plasmo.Je l' da l'mcar icn della resislen~a ed, oseremo dire, d•~l contro-allaet:o allo c:ue eellule biand1e che fornile Ji tnO\•imenti amibuidi arldt>nlnno COJ loro ~eudopodi l'emazin già invasa dal plasmode ed ut'cidono questo, come decompongono ·quella • Tvlgono al piasmode la sua virlù di allerart: lu cra!:'i sanf:lll gne. e d1 docomporre il pi~mento; frammentano l' emnl.io alterata, e Ma~hiafava c Celli- !'ono parole ùt•ll'aulol'e - hanno nvuto le fortuna di a<>sislere nel campo micl'o~copico allo ,..pettoeolo di una vera e propria lotta fra questi eh•uwnti •. L'autore rivelò i r~idui di questa lolla, !!'coprendo nell'inleruo di queste gro<>se cellule fagocilidtc avamj òi emazie c Ji flasmodt e (rammenti di melanina. Non drs"im1li all,razioni si ri~conlrano nelle part>Li tJei Wli. Gli el~menli cellulari pigmt!nliferi infliLrano le grM!'e diramu.tont d~>Ua porta • e Yanno a rRCCO"Iier"i in piccoli Meam . eo ult nell'avventizia e nel connettÌ\'O per:vn:-colare- ma : gb eodo•elii quelli che richiamano sopratutlo rauenael ~·&si ~ 1 presentano col pl'otopln<;ma r ig<1nlio J::por·genle lea UJDe de1 capillari, col nucleo ovnlare ingrAIIclito, e con. Lo, oor·p1. re . l'1111 rotoBOno. d oltre. a p'lccol'1 amma'"!'!t. 1l'1 ptg:men eeQ ~ egg~antt simih a quellì dt>ì fUJrOCili: CO"i pure nelle . . . pl. - . u lastellalP perivasco lar1. s1. rmvengono gr anu lozr0111 -en r 1e molto . bo mmute e sotll1, e pt·opt•raHHmle nete de. confondersi con altre granulazioni giallo- verdo~nolo euto epatico) che pare .preJiligano le c~llule slelloll~

(pJ:m


3H

81\'ISTA

in molt•1 rnalaLlic, come na1 regali illerici. nell'atrofia nolica, ecc. Nelle c~llule epatichù pt•opriomente delle l'uulore put·c varie lesioni, ma IJUe!!ll! hanno una imporlonza !l' dwala ullu lll"ioni .!el 1-'il"l.<.:tuu vascolare :oopra ~lolle cellule epiteliali ~humdulsri del fegato perdono il a:>pello nonualo, a ....;,umono (orme irregolari. !lono rtnou:a<~~ volume: sono msommo cellule atrofiche per eo tna d1 fronte alle tnulerie coloranti si coruporlono come menlt n Jrmali. Allr·e subi~cono allerszioni più profonde. nudt•i Jivoulnno più ~··andt e si presentano come un cout.•uenw una so~tanzn Otno~enea rifrangenti<>~ime, non R ..;urbe le dh er'e mtJlcr e coloranti della nucleina franino, t.urchìno di rnt:lihmt:, ecc.), ma c:, color a siua (Ccuurncno o;;set·valo dall'autore pure nel tifo, e ~~Lticenun). Altri el~>menti rdlulari non contengono più ciAo, mn Hrnnulazioni giallo-v~rtlognole, va.cuoll di grandezw; in altro invaco la nec•·osi è roanife,.ta. Le necroticha t<i presentano colla forma caraUer islica di di prntoptn~rna dall'nsp•·llo colloide. <'be non "i tingono mat.~rill colm·anlt, <H'c non appare più nucleo né slru di pral(1pln~ma: però, mentre alcune cellule "Ì o tlivcntnno necrotich<>, nltr~ presentano il loro nucleo dioisiouc earirJcineiica. ì\lentre le prime muoiono, le germoglinno o ::;i molliplil!arw, e ~tabiliscono una vera e prta iper tro.na diffusa oieari.rn.te. Ciò po,~to, arurnc:s::.i per bas questi due !tt.Ui ment.e pro\'8li: t• ltt folla rr·a l raaocili e i plasrnodi: 2cluRÌ0116 ùoi p1ccoh \S'i epattci operata .tai fa!:ocili suni (cellule biancho e r.·•Jiule endoteliali , si cornprendtl c<mte uel fc~ato questo lolla "ia più viva, stante l'es lentezza tlcl!u circolaziOne, che consente al fagocito una efficact! funzione di presa l'lUI plasmode. Si comprende la sta i seugui~11a che dall'occlusione dei vasi portali si verl~ra ui 'a~i ~l elle mle-<lina e della milza; donde int•·o l'llll dei \'O<~i nte ...enlcrìali. c-morra~ìe i11leslinati. lumoN !i sebbene il tumore splenico, n!tre atla sta~i, varia pure gato u f11ltt patolog1ci analoghi a quelli che si osservano


DI .\..'UTO:Ml,\ E FISlOI.OGI A.

3iZl

fegato. Si CQtnprende bene l'alterata nutrizione clegli elementi epatici dovuta alla anormale composizione del sangue, come pure l'occlusione del sistema della porta, che nelle perniciose può svilupparsi in modo acutissimo ed in un tempo moUo bre,·e, può rendere conto ili gran parte della renomeoologia tumultuaria di molte perniciose a decorso prontamente fatale. L'autore praticò legalurP comph•te o semicompleltl della porl8, e {Ili animali sottoposti all'esperjmenlo (cani e coni.gli) cadevano immediatamente in letargo, con pet'ttita progressiva della il'ensibilità le.Llile e dolot·ifica, diminuzioM della frequen?.tt cardiaca e dei movi111enli respiratorii, ptlresi del vaso. La morte aV\·eniva nel eoma non p receduto da conRz.ioni, e la morte in tali t&l'i è delemlinela dell'accumulo oell'orgamttmo 11i materiali del consumo or•ganico, che secondo Laut~>mbach e Gorup-Besanez nelle conòizioni ordinarie dj Vitll ~OnO distrulli, Q VOlta S VO}ta elle SÌ rormano, neU'allravarllat•o il fegato . Ammes!'a l'occlusion~ della porta per opera dei fagociti, PuÒ esser lnvocaLo un consimile meccanismo nelle perniciose malarìclle? Secondo il Cohnbeim un' occlu~ione MUta della Jl0tl8, completa o quosi completa, clinicamenle ancora non ru riscontrata; ma secondo l"sulore non è llnprobabile die easa '"Ì realizzi nelle perniciose comatoo:;e, e spieghi in tal modo la sintlrome fenomenica di queste mollo analoga a quell~ proooeata sperimentalmente colla legatura rlt.:lla porta =:;nrmqli, ~o_n _bisogna però misconoscere che il qua~ro Pio delle permctose comatose deve in parte elise•· spte~~a:lle varie alterazioni diffu~e nel cervelli) descritte da .qqanct lal'ava, Celli ed allri, che l'autore sles!'O descriverà, 0 ne avrà completalo lo studio.


3~6

Rl\ìSTA

Aa•orblmento del gr&IIO e degli amUaoel nella tt-t,....t,lfla -F. l\fOLC.ER.- (Zeitsch . .ftir klin . .\led. XII, e Ll!7ur .,.UJ ./t~r die med. Wissensch., N. 37, 1887). Il Mi.iller ha fallo nei sarti e nei maiali, in coloro ne1 quali la bìle e impedila di versar~i nel intestinale, degli sperimenli p~r dtmostrare quanta par·te gli alimenti è utilizzata per la nutritione, con parti<'olare guarJo allo a$sorb~ruento del grasso. Escludendo la bile dal tubo intestinale, l'assorbimento gli amilacei non StliTt·e punlo, quello degli albuminoidi per piu solo in piccolo grado, mollo invece quello dei gram ca<:i di semplice itleriz1a non si osserva alcuna allerazio patologica nella metamopfosi dell'albumina e neppure presenza dell'acido solfo.rico combinato e del solto ne

nella urina. In quanto ai grMsi degli alimenti, con la esdusione della bile, nello stesFto modo che nei cani con tlslola bilia f>5 a -;s su 100 ven~ono fuori con le fecce. mentre nei solo da 7 A 10 p 100 ricompariscono negli escrementi. Fani come negli illerici, nei quali il s ugtJ pancreatico ha bero afflusso negli intestini eome ne1 caot allo slalo nn:rmata secondo L Munk. il gra~so delle fecce lJ•ovasi separato la maggior parte, in media 5/G, in acidi grassi e saponi. contrario in tre casi nei quali alla aulossia Cu ri chiuso il canale pancrealico o degenerata la p-landola, grasso era in media decomposto solo per 2/5. Sembra que che pet· la mancanza del ~ugo pancrealico ocll'inte!"ti non c;i produca alcuna alterazione quantil.ativa ma solo q lilaliva nei grassi delle mater1e fecali. Le espel'ienze dell toro dimostrano che elrumor pancreatlco apparlìene io g1·ado la facultà dl scomporpe i grassi neutri. Mentre pancreas f1•eseo del cane e òel maiale. escludendo r dei balteri, ron le cautele anliseLliche, secondo l'esempio Koch, in 24- ore, alla temperatura di 40' C. erano scom ste H-66 parli p. 100 del ~rat:!òo neutro a~giunlosi, per zione dei batteri sotto eguali condizioni ne erano svio da 9 a 13 p. 100. QuinJi si deduce che la scom!


Ili .\:\.\TOMI.\ e FlSIOLOGT.\

del gras!.'o nel canale inle:slinale e da attribuirsi mollo più al sugo pancreatico che ai microor~ani-.mi. La presenza negli escr ementi di Ct'lslalli gras::oi agbifoemi si,.;uifica, di::~lur·bo deU'assor h1menlo dei grassi. Quesll aghi si lJ•ovano tanto nella itler 1zia comè in altre malaUje che "'Ì accompagnano a Ialo disturbo; e sono in parte coslìluili cla nei li ~~·ns~i liberi in p'lrte da saponi di calce e di magnesia degli acidi grat~si della . crio più ttlla. Con la esclusione Jdl'umor pancl"oalico Jal tubo intestinale, la digestione e lo assorbimento degli anulaN'I nou sono punlu di;;lurhHti, quelli tlella carne un poco. Non potò risconlrat·si map-gior quanlita di gr·a,.so negli escJ·~.;menti. •·eue malalbe dell'apparalo as~orbeule (d~ulerazi..n<J ~>IDl­ loiJe, tubercolosi inte:otinole, malattia Jelle glandole mesent.eriche, enterite) l'a::ssorbirnenlo d ... l gras!'O sotr.·e più di quello d gli nJln principi nulriliYJ O Je (t'CC8 banDO f1 equenlemente il carattere dellè fecce adipose. · Il gr111IO di fusrone del grasso o dogli acidi gras~i degli e8er menli é lanlo piu alto ò tanto piu sorpo,:-:-a il ~raùo di fD&JOne dd gt'8""0 preso c• me alimento quenlo p.ù è perfetto l'll!<sorbicuento del grasso. l fU'assi facilmentE> fuqibilì, ~me 11 lardo, "'mo m glio as:-orbili di quellr ~'.he hanno un più &ltQ punto di fu,ione, come per esempio il ..,ogo di lllOn&one.

8IIDa e.btenu d1 gangll e d1 cellule nervoae uolate nt

.._t:rtoou del cuore dell'uomo, del m&JDJDiferi e degli -..111. - KA%'\1 Bm<. - (Centralb. (tìr diP merhr. Wi.s~"'eh, :-:. 42, 18 i).

opìnion1 h • in Le fa c e oggr regnano nella letteratura sono tanto Bili v vo~ quanto contrarie alla esi~looza di cellule uct'' ose "' li' uomo. Ù..:a. mamnu'fer1. e d eg}'1 uceall&Cnln coli ciel Cuor~ "e 0 1\re al cuore d' llllnato fl . . 1 un fanciullo, il dott. Kollero-Beck ha esa1018 cane : •l cuore c.lei ~e~uenti animali: peeora. vitello, qua;:jcbetto, an1lra doroe,tica, polk d'In :is, polla, ro. In 8 metodo ùt e::.ome, furono prepa1·ali i nervi della.


348

lllVTSTA

~uperf1cie del cuore, tenendoli immersi in une. soluzione ~cido aCfltiCo e coloraruloli con una soluzione al IJ.5

•t.

cido osmico. :-:el cuore di un renciullo di due mesi non fu trovata cntlft cellula nervo•a i~oln ta sulla superficie dei venlricol!. Se :-i ~e~u tlono i nervi nel solco longìludinale aui.Etri(IM del cuore dt unn pecora, coi trovano ;angli alla dista nza ~ mm. dalla h 'd dei ventricoli, e cellule nervo!"e i olia di tnn~a di 35 m1n. ~el l'olco lon!!itudinale po,.teriore vide ro gruppi di cellule nervocoe alla d:slanza di 20 e !'!5 ed anche Rlcune ~ellul~ ner,·osc ic:olale incontrau~i "Ul tricolo c:iublro lungo gh "le"!>J, ed anche altri ne•·,·i (110 òal solco lonl{iLUùlnale po~leriore) alla distanza d1 f>O òalla bn.:e dai venlricoli. La lun~hez~a del cuore a Ha dci vonll'icoli Ono alla punta era di 75 mm. iXel ven de:~lt•o l'li ll'ovoronll cellule ner vose isolate sul cono Tioso, 5 m m. dollH volvolu semilunari dell'arteria polmone Sul CllOI'H di 1111 vitello si lt'OV81'0110 gruppi di cellule nPrVrJ. . . ue~li !-llesRi luoghi o cellule net·vose isolaw. In un eone tlt trt~ mesi si trovarono gaugli lul)gO i ue nel solèo lungiludiMle anteriore e nel po>oleriore. Kel porchello in tlut:> casi su quattro i gangli erano b1li >~ulla !'Uperficie llel cuore ad occhio nudo. La pritna ~i lrovò un g•·uppo di ('ellule ner,•ose nel solco 1on~tt.,l11in•lltlii anleriorè c nel poster iori?; la !'\econda volla lro,·alo gro""'0 gangho .. ut cono anteriore distante 7 rom. ùalle volo sc•mlunon delrarlerul polmonar e e ano sulla ::;upe po... tr·rioN del venlrico!o «inistro. Anche negli uccdh rurono ~rovali gangli e cellule ner

ru

i~olale.

Le cellulo ncr,·o~c sulla sup~rficie del cuore nou d' scono nella lo1'0 "lrullura Ja quelle degli altri gangli

cuore: sono unipola r 1, p1rirormi, hanno tm protoplasma nulo:so, un nucl\•<t "tlual<' alla periferia con un nucleolo. Co,.! il Ka"cm-Beck hR trovato che nei roammife!'i ~ celli da lui e!'aminali e"i"'lono cellule ner,·ose ~ullu .,,,.,.,,~u(-.18' dt>l t·uore>, UIO.:s~-oimB sul venlricolo sinistro. Nell'uomo ha potuto t•mLl'occiar~;~ alcuna cellula nervosa isolaltt sul!&


DI ANATOlliA E I'IS10LOG1A.

:H9

supel'iìcie del cuore. ~ei mammit,.ri ~i t~ovano la cellu_J~ nervose sulla super1ìcie del cuore nell'ot•,hne seguNile: pnt nel porchello, quindi segue la pecora, il vitello, e finalmente d cane che ne ha meno di tutLi. ~egli uccelli non ba potuto scoprire tale differenza.

RIVISTA DI TERAPEUTICA ------'~:---

Oontrlbuto all'azione ana.lgesloa della autlpil'llla. - (El Siglo rrwdieo, agosto 1887). All'aulipirina, oltrecbè un polare anlilermico, si r·iccmosce oramai, come é noto, specialmente IJer gli studi del doLLor Durtal. un'in1luenza benefica conLt·o il dolore. Aur.be H prof. Germai n Seé nella seduta del 18 aprile 1887 all'accademia delle scienze fece not~re che, per conoscet·e la notevoli proprietlt analgesiche deUa antipirioa, basta impie~arla contro le niTeziooi reumatiche e I(Ollose e contro le affezioni ner•ose manifestate solam~ule per il dolore. La anlipirina eserCita il mrD!imum della sua azione specialmenLe ~u i disordini ner~;o!'li della sensibilità: Seé ha osservato nevralgie facciali e <:efala.I!!ie antiche e ripetute guarire in alcune ore con due lll'arnmi dt antipiriua; e poi ne ctla i relici risultati nelle altre neHalgie in genere, nelle nevrili, nelle Jomb&g:;!ini, nei dolori nevro-muscolari dorsali neneralizzati e<l in ~lcune malalllè car·diache, che si manif;~tano t.alm·a con vivi rlolorì, part.colarmen!R nelle affezioni dell'aorta e delle coronarie <'Jlrdiache, le f[Uati SÌ rivelano rer dolori locali alla punto Od alla base t}el cuore e con irradiazioni alla ~palla, al collo cd nl braccio ~inislro. Si ha pure a prendere m considerazione :l '<autaggìo proprio all'antipirina, di non alterare la forza e 8 regolarrtè dei battili cardiaci e di polersi prendere per molLo lempo senza alcuno inconveniente. F. S.


:,l()O

RIVISTA

Azione cllurettoa. del calomelano. - Doll. W. PoSTHt:'tlU8 MEYJEs. - (De«tsch...l1ed. Wochens, sellerqbre J88i).

La virlualtla diuretica del calomelano, già messa indu biamente in chiaro dai successi di Jendrassìk, Stiller, Leyden Furbringer, Rosenheim, Senator e d1 altri, venne ùi recente coniermata ne lla clinica meJica del pror. Pel in Amsterdam. Avverte peraltro il doLL P oslumus Meyjes come l'effello diuretico di <'{Uesto rimedio sia stato mollo diversamente giudicalo. Un risuJLato posilivo dell'azione del calomelano nella cirro!'<l epatica ollennero il Leyd~>n ed il Colllns, nelle varie ne-fl•lli il Fiirbringer etl il Rosenheim. Nella clinica del Pel fu allo scopo somministrato il calomelano in quindici ca<>i, di quali in oUo si ebbe un risultato posilivo e tra questi nn eifeLY) veramente rilevante in !!ei· n egli allri il successo fu minore, dubbioso otl affallo galivo. Il cAlomelano venne propinato nella clinica di Amsterdam a fine 1Ìlur etico nella degenerazione del scolo cardiaco, nei vizii or ganici con disturbo di compenso, nelle malallie del fegalo, nelle id1·opi da altre cause. F. S. Contro la. morte a.ppa.rente per fulmine. - Dott. HIDALGO· (The Lancet, ottobre 1887). Il dotL. Hi,Jalgo rirerl in una recente sedut.a dell'accaJemia medica della ciltà di ~fessico <>u di un caso occor!<o ad un: uomo colpilo dal fulmine e ct'eduto morto, al quale essendo stata, per consiglio di un viandaote, versata sopra il suo corpo un'abbondante quantità di acqua, cominciò a mostra segni di vHalilà tino a raggiungere coll'aiuto consecutivo di apposito trallamenlo completa s.tuarigiotle io sedtl'l giorni In questo indiYiduo la scintilla elellrica a ve~ a investito la parte superiore dellli regione parielale destra precisamente dietro l'Ot'ecchio. Il cranio era bruciato per UJ18 superflcie di circa 4 per 5 ceutimelri eJ uoa macchia di o::;angue dtsseccato sl 'V edeva nella parte superiore dell'orecchio. n Ialo d~«tro del collo era arrossaLo come per un'uslione di primo geado: al


3:) 1

DI l"ER \PWT!Ca

disOtto tino all'ombelico gli efl'èlli erano uQuali a qutlh di una bructalura ,Ji secondo grado. della estensione di circa 15 centimetri al mnssimo, ma molto irregolari nelle dimen«1onL n fluido elelldco era scorso in basso sulla faccia interna della garnba tle,.tr·a, producenùovi una scollatut·a ùi secondo grado, era •rmnùì disceso al piede, che ne avea subllo di pnmo grado. Il <'appello, l'abito ed i pantaloni et·ano dannegsiati, l".(lme foc: ... ero in brand1. lun~o lutto il cor:>o della corren&e, ma nO!l bt•uciali in parte alcuna. 11 ott. Hidalgo ~uppone che il pneumogastrico rosse affetto daJlo shock, che paraliuò la respirazione e Ausseguenle mente l'atiooe del cuore, come li~n dietro ad una dose ecoagerata d1 cloroformio. Onde é che l'm·il<'nzione ~te...!':a nel rl"'tabilire la respirazione, ciò che fu mirabilmente compiuto dalla aft'u!!iooe fr edda, la qualP vt>nne, fortunatamente, amministrata pre"'to, mnanzi che la paralisi del cuore di"enis!'!e as-

F. s.

soluta.

Geatrl1naslone &ll' l.mplego del oreoaoto contro la tuber· eelOd polmonare e laringe&. - Dott. LuaLrNSI<r. (Deutae. J1ed. Woeh., c:ettembre 1887). , 11. d tl Lublinski, dopo esc:ersi occupato t eoricamente cfel1 UJone beuetlr.a esercitala dal creosoto contro la tubercolosi : polmoni e del larin~e. ha portato 1 suoi !>ludi sul campo

rueo.

m!:l corso di un anno il Lublinski ha trattato col creo!5oto

elitra: c~e 400 int'ermi, risultati, generale, mollo e nU, conPcgnaLJ in una dotla lezione pubblicat-a dn) preron

R vo1 ~ttornale medico di Berlino.

in

sod-

F. S.

( The Lanc~>t, ot-

Nel laborator"10 1· 1. . ba impr . Kemco di Groningen il dotl. S. A. von Leer ~so una "~'rie d' . h della anUrebbrin l r1cerc e sulle proprietà anlisellicbe 8 turu1006 1• . od acetaruhde. Agg1unta al latte, fino a sa' ant~febbr·ina ne 1mpedisce l'acidità l e messQ;;.--:; nel=_.,~~~ .

\~ lS ID

GU E


RlVIST.~

l'albume può osll!.colarne la putre!azione. Peraltro non e--sere uua so"t.anza adall11 alla medicalura delle ferit•>, non ;. di racile :ooll11.ione o Ji\Jene umida eJ irrita la perflcie. Il doll von Leer ha sagéalo gli effellt della di tJIItift bhrina a dosi va t iate ~u parecchie specie d t Pd ha lro.,ato che dessa non ,·aie od impedire lo di molti tli questi: i11 conseguenza egli non é di ani"O il LPube 41JIJ' impiego \"&ntas:gioso ,ielrantifebbrina nella dicozionA dnrargica. F.

Un nuovo rimedio oontro la. oa.loolosl bWare. - Uotl. :-.rueL :\loRAt.K~ PJ:.REtRA. - (The Lan.cet, ottobre 1 Il predetto medico di Puehla nel :\-Iesstco ha lato l'alLo valore di una ben nola relce, I'asplenium ert o cloradilla, come è chiamata in Spagntl, contro la d1 calcolo~! htliare accompagnala da ingrandimeulo cistifellea. Egh riporta in un giornale medico messicano con portanti ,lellagli la s toriA di casi felicemeute curali a di queslu droga; cb.., anzi il dott. Pereira emelLe la zione, onde questo ri medio debba esercitare qualche e su i calcoli giu formali al pari che sulla dialesi

Contributo &l tr&tt&mento della oo.ns~one oon Il to4o dl Dergeon. - Dott. Ow&:x PruTCHARD.- (The ect, ottobre t 887J. sullato no:lla. pratica prtvata a mez:w delle inieziont nel retto, giul'lti. 11 rue1oJo propu!fnato dal Dergeon dotlot· Owcn Pritcl•arci consegna alle colonne del a lui "'emb1·a a rogtone che provino molto distintamente qua5lo lrattarr..cnlo, pur non sempre appt•odando n 1 guarigionP., 'alf.!a a ritas·dare molti~simo i progrcc.:'li malnllia ocl, almeno, a domarne intieramenle i sintomi critici. F.


DI TF.OAPF(JTrC.\

3;)3

. _ . . alclltattol . DaU'Aph dra ou!J;ar1'1 1l ~a!!ai ha estratto un akaloide, l'~waw., la cui u1slilluzione (allo stato d1 cloridrato ed alln dQ8It d l IO p. 100) u~: .. ·>~'• 10 dù luogo alla midriasi al pari cJae coll'omolropinp, col vAntAggio che la ùilat.atione è ancora 188110 dU1"6'0ie (•ia 5 a 20 or e al più) c con lle\'Ì!<;.jmo o nu: lo

el"elLo sulla accomodllziont'l. L~ tnstillazioni ripetute anche diversa gtorm non avrebbe.ro mai dato luogo a fulli •rrjtaUv della COII:!Ìuntivu Dalle foglìe dell'aet,cia ...tenocarpw1 :;;i <:!Slrae la stenocar-

pm. r.he ha uua azionP. aneste.~ica l<Jcale eminf'nle, come fu climoatrato "UIIll CO l'Il l!H e !;UJia p~lle. Ha r ure azione mi-

driaUca pot• ute. L'azione auesl~~ica dimiuuisce, e rapidamento, dopo uu'ora c:il C&j la miùriatica ò lenta a prodursi, àcobé nou é al lllll!>Simo ~>e uon dopo venti minuti daJI'ina&illu•one, e per.. iste oltre :10 Ol'<'. CJ~rlone vi nota pur1• un\tziont> d•minuliva clelia lensiono dell'occhio, ciò che la t·endtwebbe utdi.,sima nel glar·comtL Sarebbe quiutii prr molti riguardi superiore alla CO<lliÌna.

B.

RIVISTA DI CIIIMICA E FARMACOLOGIA "

•i)'::x>

. . . _ la4toattvo per la atrlcnlna e per gli altri ptù &l0&1o141. - (Chfmtcal Ga:elte rti .\ew- York, DO

-..s vernbre J~ 7).

n . lioni aagno= L . Bloxam uggc·risce le seguenti ùelicale r·ea-

&gar:

'~~:n~t1C8r·e la stricuina. ltlito s~toghe l'nlculoido iu una goccia d'acido nitrico ùi' e rr~calda 1 questa . 1t soluziOne ouenuta a dolce calot•e. A .....tas•lag~ntnge Poi uua pkcoli ..f;imu quantità di clornto rv ., CO IO polve, 'l . 1 t', t 'IU&le produce tosto una rnlensa co23


351

fUVISI.~

loralaouo t·os'"'o-"carlatlo. A qu• l liqUido co;;i coloralo. ~>ce poi una o du·~ gocre d"ammooiaca la quale fa volgere cohwe ~car·lallo al bruno, e va determina COillE! mDOJI'81Jiea. mente un procipilato dello l'tesso colore. Evapora o che1.za tale naic:ce)a, C•l il r el'i.lu•> bruno che otlaene, lo ore 1 Je con acqua la quule Jo dic:cioglie coloranllosi in Se a (JUC"lR ~oluzwne si O!:~iunge potass3, la verde diviene oranciala e •1uosta poi di bel nuovo quanrlu .... ,at111·i con acido nitrico l'alcalinità del liqutilo. ~ e"~lln altro dei comuni akalot<li può per q.Je"ta rP.IIzii)IMI e!>s~>re couful'o coll11 !'llricnina, pt>rò siccom e cioc;cuno di pre~enUI con •1uel rcallivo qualche particolarità, co'' il guor Bloxam tlà le "eguenli indtcazionl p~r identifìcarh. Si l~<>Ulinci col pre parar e 11 t·eattivo, mescolando unA s zio1w diluila di clorato pola~!"ko, con acido cloroidrico c~nlrati"simo, c vi !JI a~~iunga acqua fino a rhe La soluzt non nh bi a acquil'lalo una colorazione giallo-pt~ll ida. soluzione o>urlorina, dov rA e'ic:ere versata nella de:,:ll alcalo1 h (fAlla con acidu iùroclrmco) a p1ccole JWQcurando ù1 r1scaldare il hqui.Lo fino alL'eb"olliztOne, cia!~CIIIIU agg"IUOla d1 re&tliVO. L.t ~trictww dé luo~o ad una belh~gima colorazione chA acompat·t~ per un ecces;.o di reagente, e si riproduce lorché .. , port1 il litJUido all'ebollizione. La BrLLcino. proliuce a Cre.iJo una colorazione violetta, scompar6 pet• un ecce~so di renttivo e si ripristina scolda aJI'ebolhzione il l1quido. La Sarcotina dà a freddo Un8 cokrazione di un brillAnte, la quale .li viene rosea a lla tempt!rnLura dell' zione del ltquido e per una rn:\stgiore azziunta di La Chinma produce una d.-bt.>le coiorazione t;t1all soiiJ nlla temp~>ratut·a dell'ebollizwne del liquido. s~ !<i raiTrooda la -<oluL:ione ora detta, e vi c:j vers(l dalamcnte dell'ammoniaca diluita: La Slr icninr1, dà una colO l'azione ;;i alla che lill",bollizi•llle tlel li'luido. La lkueina, dà la stessa reazione.


DI CIUlUC.\ F i'.\R~ \COLOGJ.\

La NnrcoiiM. produce uua coloraziOne verde cupo, che di· YJtne ~cura All'ebollizrone dd liqurtlo. La Chmtna dà una dPbole colm·Azione verde che pt.Jr il -rsec.aldam"nto del liquido pa~sa lo~to al color giallo. La Morjlna infine non 1là alcunA reazrone; mA "~ dopo .awrla bol ill'l col ~uindicalo reattivo. si 1 one a conlaUo pe1• aao o due minuti con zinco metallico ta bassa lernperatura)

e ~ ai vel'1'lì dell'Ammoniaca, produrrà una belli,..:-ima colnl'Ulone ro ca C8l'Aileristica . ......... 1agl1 effetti iùlologlot del 1&1l dl nlohel e l '1m· Jleco 41 que1to metallo per gll uteo1Ul da ouolna &cu~> mt r natr lf''lle ·C ntijlqll•" et p .pulaire r't>S F~ 1s~­ flearion!l tlus Denrées Alimentaìres, 15 ~eltembre 1887).

La quistion~> d eli ·m pie ..;o degh utensili rabbricat• col nich e 1 é delle pru lmp!lrtnnti. Sebbene il cnnsigho ~uper1ore d'igiene in Austr•n abbiA forma1mt·nle pr01bito l'u~o di que .. to metallo per que"li ut..n;;; l1, "'Ure uezli allr1 Stati non e::,Jllle divieto Olftctale a rp1e,:to r•guar.Io, e il rP.:~ultalo Ili opinioni cosi oppoe~ m~lla in imbar·azzl) l'indu~li'Ja e l il commercio. Il proE "Or" Srhulz ha fatto un lavoro nel quale descrive delle 6'-'p~rien7.13 flsrologictt~> coi sali di nichel. Ad un grosso cane si ommini<~h·arono ~iornalmeale 500 milligrammi rli .acetato di DIChel flno alla quantità rli 10,3 ~orrammi. L'snim~le ~~rCett11mente '~ano e aumentò in peso d• 6550 grammi Un allro e~per'HnP.nlo fu fallo dal dottor Yan Hamel Roo<~.

~ nn cane "&no che pe~a \'8 ava n li l'esperienza 48~.6 ~ram mi, IOounmlstrai.A in 3t giorni una quanlltà tot.ale di 16,9:26 =m• h aretato di nichel (Ci H3 O t ) N i corrispondente a grarnmt d1 nichel metallico. La dose per giorno era ùi carca 0•166 gramtru di nichel metallico, la soluzione conteneva o 0002 gr N 1. (ear • · • per CC ed era me~colal.o al nulr•menlo al ne.t patale e P11 n 'J, li cane non molStrò alcunn r·rpugnanza, pitlc;c:~~o ,maugit) con s:rrande avidità. Non manifestò il ~!mo d av~ lenamento. slava a mera,•igha Sl


RIYJSTA

lerrninò l'esperienza il a~· giOrno, e la dose s Jnl sot·passò quella del professar M. Schulz di più del 50 p. Al principio d.ell't.:speraeoza il cane pesava 5211.) ed alla fine di que,.ta si ebbt.: un aum.,nlo di 3Gù Ol'l,..ia circa Ì i.2 p. 100 uel peso primitivo. L'autopsia rulla nel laboratorio della scuola ve UlN>chl dal •lottore Zwaardemaliea· pro,·ò l'a,..seuza sintomi patologici o anormali. L'analisi chimica Jd dei t•eni dette la pi'e"'t.:nza di lracce (non dosabili) di n Volendo da queste csperaenze deJurt>e una cooclustona brerebbe in ogni 1110do che la proibi'd.one assolute degli sili di nichel nella culinaria non è abbaslan7.a moli sitlt•ranùo almeno l'effello fi«iologico delracetaro (la più frequente del uichel nell'economia .tomeslica)

La 1tenooarptna - (Chem.ical Ga;•ecte d1 Ne"-Yo Qualche ffiC!te fa fu annunziata la scoperta di Ull p1·odigioso alcaloide. Sa rli,.~t' eh(' <]Ut'..,lo alcaloide era slalo eslratt<) da fo~lio che, per accidentalità, si scoperse possedero ane-.tetiche, P. al seguito di vari esperimenti fisiologici guili colle mfldesime, fu il loro principio attivo ri prodotto rrvale della COCtléna. Fu dello anche che tali fot,tlie provenivano da un cono!->CIIIlo nella Lu~ilanta, e che rassomigliando per la quella ùell'acacia stenocarpo, 1 fisiologi avevano cl stenocarpina l alcaloide ùa esse separato. Il doll Claia·borne iutrupt•ese subito dopo deUe w zioni ~ull'origiue botanica della m1sleriosa dro!(a, e l 10 Lacolo recenlewenta pubblicato nel .Jfedical Record di York, idllnlilìra lo foglie come quelle della gfedit!lchia eanllw-3. A •Jn~::;t.e indagini lPnnero dietro altre di impol'Lanza, quali 'tuulle dei caJ•alteJ•ì chimici della sta pina, cu1 sa accinl>et•o vari analisti. Tt·ovarono essi che il nuovo alcaloide si compon uoa mescolanza fatta col principaoallivodella ,.uddetta


DI CUHIIC:\ E FAR li \COJ.OGlA ~na

nella proporzione del (ì •;. e con una indeterminata ..-null\ ,Ji cttropina e .ii acùfo salicilico. Con&Pmporaneamente furono iniziali c11perimenli collo fo glie della !Jleditsclda t riacantn.~ •la cui fu estratto una piceola quant tla di alcaloide cha non p 1·e:~en tava nè proprietà aoeelellehe, nò potere midrjatico. Risullll da ciò evidente, quindi rhe la s tenocarpina de"'e eeeere cla!'lsiflcala insiP.me alla hopen.ia ft•a le varie fro•iJ.

RIVISTA D'IGIENE Dell'8A011matuione degll europ ei nel paeal oalcU. K odllouiODi fu.nztonaU. P reparaz ioni morboae. R e gole lslealolle. - Re18Z1 ·~~' tel dolt. G. lREILLE. _L'autore ùbt111gue l'igiene dell'acclimatazione in igiene che 81 OCCUpa rlella conservazione della ~p,.cie, la quale esso

lacia da par te perché còmpilo tlell'antroJ olo,:is, ed in •~riene : : • 1 occupa tlella conseJ>vaz10ne e del hene!'!R8J'e dell'tndiuo. Egli trova la cau ..a per cui s1 ebh. ro t.mte vittim e t.ra. ~ ebe tenl8rono l'irnptanlo di coloni<' nei paesi tropicali, ~Uo che e~si non conosrevano li' leggi ùell'i!-,'Ìene. F.gli .,., c:he moltt paesi ritenult m~alubri 8Ì possano col la~e talla perse'O··ranza ren.Jere colonizzabtli; cita in proglia l'el!empio dell'Aig~•ria. Per arriva •·o allo scopo con;'..; di non \'iole,ltarP la nalura portanJosi r:l'un tratto nei 6 ad ~ raldi e nelle re~noni più bas~e, m a di com inriore talllbri ~re 1• re!tinni p1ù elevale chP ~ono più freschP e OSla rede c: h~ lA temperatura elevatll per ~ .. sola non l'>ia CO1o s uffici•·•·'e . . . PI"'poslt0 )' . 1-~r oppol... t all' 8CChmata?.IOll6; Cita In P8l'lne• e~elllpio delle Isolo dE.'! Capo V er dP. elle hunno .,!o un or·,. m la . tll dica del S " a Ztone complE:ta pnchè salubri, lo :;tesso Potoe, Q altare. dove pote•·mto '·ivE>rP ì Berberi, di Lima, , u1to e dell', . . • ·~Ustruha. Quindt oltre la tem peratura SI


:n.

RIVLSIA

deve por mente anche allo natura del c;uolo, alrumidt cause cito ng•!nùo simultaneamente possono abbattere più robusto. ;\el priwo capitolo traltu dell'influenza dell'ambiente prcale !"Opra l'or:.,-ram!"m•l d~gli Ecropei e delle moJi che ne ,lei'Ìvano. Esamina le opinioni ùi coloro che ~cl'illo ~oprfl questo ar·gom(!Uto, citando i r•isultati delle rìenz~> fulte in propo-<ito sopra la respirazione, Ji !lOlso calore ontmnlP- specialmente da Raltroy, Jou~sel e fa la crttica, e concbiude riguardo al modo :.li della temperatura. elle l'ipertermia normale degli tropici è di circa ~.70, eJ è dovuta al ealore, alla u!J'II!L•um r:apor acque3 dell'atmosfera, agli effetti della st:olare dt:terminata da[] li alimenti e sopra tutto dalle ed inflnl! (/al mocimenzo. Riguar·.io allo funzione della pelle dke che é gran atlivaln e può raggiun~ere il 30 p. 100 delle secreziom lJ: diminuilo la funzione dci reni, l' ol'ina arriva JOOO cc. nello 2S ore, l'urea è diminuila, la tt!m"'"''"Hllu·ac l'orina •· auruenlala, cosi pure la Jensila. 11 fegato di volume :n cau~a dtllle var·tazioni troppo grandi che rrficano nello slolo dt ripumezza del stslema v,,,,.n,lnr'A le abbondanlt bevande. A questa stessa cau~a sono in dovuti i disturbi tlella digestione. La digestione si fa perché il ~ut"co gastrico deve essere povero ùi aci·lo drico. essen lo una gran parte del cloruro dr sodio eh colla gr·antle cJuonlilà Ji <.~udore. Però at:•mruori delle dovute all'ingestione di Acque malsane, le malallie del tiigerente ~ono relativamente rare nei climi caldi rm\ porta ('ome prova il fallo cbe lui non soffrl malattie di maco nel Sahara con una media di 35•, mentre !"offri ba::.~a Cochinchina.

Nel sangue si nola una dkninuzione dei globuli rossi tor•o> eracle eh<> cjuesta ~ia ~olo rdaliva e dovuta a ... iero!"a per le gran quanJiLà di liquidi ingerilt, combatte l'idea di Feri!'! che vole"a cr..are una specie uuo,·a di chiamandolu tleiiP latitudini, paragonandola alla auu'}'"tlelle alULwlim. Combatte pure l'idea che questa a


n' IGIE~E Dec:essarin all' acclimatazion~ e che per·ci•\ quando non ~i presenta spontaneamente la ::;i debba produrre col sal&l!:do. Nel secondo capitolo riprendt> ad csuwina1·e una alla volle le modificazioni por late all'organismo degli Europei dal clima dei peest caldr. Insiste sopra l'importanza del grado ,iJ "8&anzione dell'atmosfera per vurte di>: vnpore acqut:o, dol quale f11 tlcrivnt·e lulte le mo,Jiflcazioni che ha descrill•> n••l precedenti! cnpilolo, basanòo~i ct(lprn i .Juti della ril'ic·a dt•lla I'Upiraz.ione e~pol<tì principalmente nd lovc•ro dt Pau l Hl-!rt, e sopra J 111odi differenti di comportar;.i cfell'organismo nei climi caldi ma ~ecchi ed 111 quelli cal.ti ed umiùi. Da lullll una longa)er·re di considerazioni conclùuùe a·iguardo tlll'inluenza della leu!;ione del vapor acqueo dominante nei paesi ealdi: t.1 Più ei ele,·a la tensione del vapor a t"I(Ueo. più -i abbuea la pre~-i•me dell'aria SE·cca, donde ne viene insullìcitnte lensiont• dl'll'ossigeno. e <{UIIIdi raiuzione della emttlo;;i; b) Quautu piit es:>a si t~levn, tanto muuo energica t\ l'esalazione polmonare e l'evapora7.ione culunl'tl. Da ttue,lo ne denva aumento deUa parte ~iero~a del !"&nJ.:ue, il dPCO!""'O

progressivo rlt>Iridremìa frlctora coloniale de~li antichi, la ri&eiWouc dì ('al•)re e la tendenza all'iperl~rmia paLologico; di e) Le ritenzione nel sistema circolatoJ·io .Jella qunntilà vapor acqueo uou esalalo Jalla superllcie uolmonare auaea&a la prcs;:tone generale. Di ,~ut ne viene. una ripP.rcu,~ verso la rete cutant!a !!tit. ùilalalll dal calore, e •tnindi

atlhitè 6 " 8 !;erala della sect•ezione ctUiiOr&lt!; • d) Questo ft•nomeno determina a ~<ua voll.a un'esaget•adoae della !lt!n<;uzione della sete spiu.-.e l'EtH'opeo ntl aum.~~ . ~ a• emndatamente la quanlità dulie bevande. Ne rhulla ~rbtmento straoro.linado di liquido che aumt.!nl.:a notPIaatgid te la pr~<;siooe ne l "Ìstema della vena porta ren•ie e)~ I~Cegttto e de~rrnina la policolio; ' - - - ntì ne la 11Uanlìt.8 delle beYande intr odotte nello ~lo_,., e• . "~tue . mu~colore, rallenta 1... runzroni di::ealive . l'e nergta ' 81 l 8 1IUif:!llll . •"--=li so;~tot•nnno a lon~o uello stomac•J e '")110 -eo::ra tncompleta l p durre di'Il .men e. ercu"l se quNstu non basla a proe nrulaltte, vi predi"pone grandPm('nte.


360

RlVlStA

Perciò i chmt caJili souo lanlo più nocivi agli quanto più hanno un'alta lensJOne del vapore acqueo, due paesi posti sopra la sles~a linea isotermica s~u·a piu lubre quello che è prù secco. lo seguito Lralla della scelta del luogo per erigere le tazioni. Consiglia la scella d~i luoghi elevati lontano estuari, dall~ paludi e vai fiumi che straripano mente; perché tutle t]ueste condizioni favorisCòno l'a tare della lensione dtjf ''a por aequeo e lo sviluppo dei morbigeni. Avvalora f!Ueste sue idoo portando gli esetupi cìt'l che l'espertenza hA susrgerit.o di fare a~li Tnglesi lnJte, agli Spa~noli al Mes~ico eJ al Perù, a1 Francesi Anlùle. Raccomanda molll·e Jt ricercare quelle Joculillt ùanno un sotlosuolo coslilutto di roccie primitive a .,......u ....r. zione disposta iu piano inclinal•J in modo da favorh•e Jo delle acfJ.ue piovane. Se non si può lrovare un d'origine ignr.a, si devtl pet·6 sempre riceecure la cazione disposta secondo un piauo iucUuaLo, percllè le del sottosuolo quanJo non possono scorrere penbà gli sono orizzontali, s1 dl'C<''mpongono e rendono in!'alubre localita. RaccomsnJa infine di ricercare un'orientazioue cbe permetta di stare per quanlo è possibile al riparo correnti d'aria che «pirano dalla pal'te dov.: si tt·ovano reni alluvionari e paludi. Riguardo ai modi di migliorare il suolo cons•glia dt a lere i boschi tutto intorno salvo dalla parte donde spirano venti sopra accennali, di custruire attorno alla casa un lile d.ove si faccia crescera. dell'erba, eli stabilire un s di drenaggio al Bue di portar· via le acque del sollosuo!o Je acque provane. Come materiale per la costruzione dei muri le pietre compalle ed il matmo, percl1è non assorbono pore acqueo esi oppongono al pr-opagarsi del caloru. In caza di esse, o quundo per altre consider8zioni non é u servirsi di esse t·necùwnnùa servirsi del legno, co~u·u'"""'­ lo scheletro in fet•t•o pPr evitare che venenùo il legno cato dagli i.nselti la casa ct·olli; dove si pOssono avere. siglia valersi dei mattoni velriflcali e lubulari.


36 1 Le fonolamenlà devono essere leggere, poco profonde e separate dall'acqua del sotlosuolo da uno strato di calce!:'truuo impermeabile all'acqua. La casa non <l!!ve avere che un sol piano sollevato tlal suolo ùa cui deve e~sere separato dalla canlina. Il soffitto delle camer•e deve esser·e separato dal tetto da unr, spazio che puo servir di granaio, i mari esterni de'Vono asMre leggerì e doppi pet· ùifendPre dal calore e sostenuti da chiAvi di ferro, gli interni devono essere pjeni t!c.i fnlérrotU a 0'".:'>0 dal pavimento pe1· mezzo di un'apertura che permetla la ''entilazione. Il pavitnenlo deve essere ratto di mtlkmelle v~rniciaLe perché si po:;sa lavare, il legno non à agfen!C('); il !'Offillo deve essere di stucco. U tello dev'essere ìilclloato, fAllo di tegole e uon Ji zinco. l.'abilHzioM Jev~ essere separata 1lagli annessi, iella in modo da avere la più grande cubatura; da assicurare il rinnovarsi tlell'ar•a, da darle frescezza e di abbassare la t.en' . tllot•e rlel ~uo vapor acqueo. P~rciò ciascuna camera deve avere 11lmentJ 100 mc. di cubalut·a, una finestra di m. 4 d'allez%1:1 per 1.80 di larghezzti, che si upea sopra la veranda, taUa in modo da permellere l'entraLa dell'ada dalia parte Inferiore ano.: il+:< quando sta ch1usa. Le camere da lelto non do•ranno a' ~re cortine che se1·vono di rifugio agli insetti; il leUo deve &\'t're due materassa piulloslo dl!re, con un velo d'lt1lndere rla.lle zanzare. La ~ala òa pranzo satà rivolta. O'tC!Sl, .SU&rdet•à verso il giarJmo a(fincbè Si possa mantenenrlo le finestre aperte senza esser e molestati dal : .lela cucina, il ht vatoio, il cesso sora11n0 isolati possibil. : .nel giaròJrlO, uniti alla casu con una tettoia aperla. Le J'a~~tnmuude saranno condotte c,la Lubi in una praterla aleere ~:mpa~na perché lo sostanze OJ'gauiclle possano es· arueute distrutte. 1 cessi saranno fornili esclusival fOS!<e IDOb'J' h . ~..... 11 c e verranno' uolale ogm. g10rno ne JJ a ,....gna, lavate e d' . r • d . l cure all' Jsm.eLtate. St avono rtvo gere spec1'ali aeo1ua n . . di sor ' Cio SI deve ma1 u!\'al'e allr'a<:l.tua che quella del •ogoente l} di rOJsce!Io presa nel punto più alto possibile .. cor<>o ~ • ~lllhnent ·• · • on si deve mai usare Pacqu& rii pozzo spec net P~esi palustri; quanJo non si può avere &Itri-

!;

gia:

men:r


RIVISTA

m11nti ~i pot~"ono ~cavare dei pozzi artesiani; ~i de,·e di.,porre tli uu r·ecipienle per fare il bagno. Nei J'&est culdi viene r•apillarnenle io uggta la carne: wantenere inll.tta la nutrizione si de,·e perciò ricercar·e lroJut·re l'albumina nec('""ar·ia :-ollo altre forme, però e~::;ere sempr'A factlmenle dl~eribile. Si jo\'l'à cer ·are di lizza1-e per quanto e po~~•bile i prodotti della reewoe, ùnvra mal foro uu M' erchio uso di frulla. Sono pur-e da d1r"r Jp cou-;er·ve c:oUo aceto, eo ~i dovt·é. fare un U"O !··Ilo lrog-lu:. Riguardo alle bevande si dovranno ....""'"'"...... &<ll>olulemf'nlP i liquori ed i vmi e la birra a.l elevalo alcoolico. Si ,Jevono invece raccomandar!': il lbè eJ il P~r p•·oleggm·~i dai rag~t del sole, si devono ado Joi tr.~f;Uii lìll1 e le~gìt>r·i, dì color bianco, igroscopìl'i ed aliA 0\'1\~>or·aziouo. Come sopr·aveslito servono beui,!i:i lana e la ~etfl; come souoveslito invece SJ ùeve r ...." ,,..,,... C•)ltllll', po•·cht' nwuo ir·r·rtanle e pure molto copricnpo Jevo es,.,He legRero. permetlere abl.Jondante l'NlZinne, provveduto di larga tesa per dìfendPrf' il ,. ùi un vodo bìonco per 111 nuca. Le re$lole ·~icniche generali sono le seguenti: alzartti le\'81' del ~;nle. t'are un rap1do bagno, po~cia una piccola fezione. quindi h; varare fino alle JO e mezzo. qu1ndi far !azione. un pitcolo sonno, un bagno, e ver"'o lP 3 ciftre a lavorare fino al tramonto, quindi pranzo, una ~iata ed andare a letto verso le 10. l bambini poi ùov ~'Jio U!ICÌI' oli casa neJJe pt•ime ore del giorno, evitllre d (l rumidil(t, fat·e frequenti l•agni. L'Eut·opeo ai tropici non dovru mai abusare oiei nnèaru particolarmente ~aròin!!o per ciò che rigua fonzioni della generazione f::e non \'uole incorrere in pel'icoli. La professione ùell'a~ricoltore non si de,•e P<>ercl h•opki fiu ollrP l'tli 1'00 metri sul livello del mare. L'E é molto ptù adatto a sorvef.!liare al la'"'oro negli i ~frullarlo in un ben inteso commercio; in questo modo, di ('S~Me utile a sè sle~so, contribuisce mollo ad la civiltà anche fra gl'indigeni.


'l'rUmliSlone della ~uberooloal per 11 colto. - (Renù~ca a e Medic111a Ciruqia Pràeticas, ~etternhr~> 188';').

11 pregiato periodico madrileno riporta Jal rccooconlo del Congre,.~o Jei meJic1 greci tenuto uell'ullimo aprile in .\lene,

le seguenti o"servazion1 del doll. Guiri .... Quei"ll c1opo di aYere esposto le opinioni di Colmheim, Yerneull eil altri !>Ili contagiO p.:r li coito della tuberc ,Jo.-i Jegh organi genit.uh, comunic6 il ea:>o di un uomo ::;u i Lrentaselto onni. cht.J venu~ a consultorio presen~ndo tutti i sintomi Jtdla tubercolosi tli delU organi, e dichiarò di avere avute relazioni con unR dorma, la quale oveva abbonùuul.e ilus::o bianco. dolori ipogn!'lll'ici, elUorrAgie, emottisi, tosse crouica. onde prel'lo n•ol'i di L1"i. Do que~la osservazione e da allre analoghe Guiris deduce che: 1•, la tubercolosi .:;j trasmette anche per il coiLo: 2•. certe blenorr,·e, ~'he $i presentano senza caut'a evidt>.llle o dopo di un coito, iudolore, apparendo e diRparendo ~enza lrtithHutmlo, debbono considerarsi sospette di inùole tubercolol'la: 3'. cnnlt•o 11(o(.'olaio pr1mith•o deve procetlers1 c·llirur.;ri(.'Omeule pot· PviLore la generalizzazione Jel malu. F. S.

0oRtrtbu$lone allo studio del m!orobo della febbre gtalla • della aua attenuasione. - (Fl Siglo .\le tteo, ma~gio 1 ;),

Se:nndo Freire, Gibier e RebouraP.on, quantlo :;i esn1nina al nucro~cop•') il "IJDL!ue o J' urinA di un infe1·rno di febbre IPBI!e pro«~imo a mo~le. si os..ervA con--tuutcwcnlr. u11 microbo del !!••nere micrococco. Questo IDJcrobo •' mobile e :si colore racilmenle pet· mezzo delle tinto di anilma. Se ~ì con-::.. r..-a questo sangue o tlUe::;ta urino, raccolti r!On tutte le nuce,.;arie pt•ecauzioni in tu bi che coutcnf,!'ano b1·odi

~ ~llura collocati nella "tura,' a capo di 11 çuui ~norni quc"li N~' contenj;(ono enorme quanlilà del mede::timo parotl~ila.

e fondo dei tubi di collura si deposita una maltH'I8 net·llstra oga n quella del vomito nero J~lla fei.Jbre g1alla e che ne rlcorria l'odore. .

8 081


:.HH

li l VISTA

J..a ÌOOCUI8ZÌOne di s&DtxUe ÙÌ individUI 0\0l'ti di f~bbre come pure dei liquidi di coltura. nei conigh comunica a questi animali un'infermità ttlenttca, della qual e muoiono: i ltquadi or~anici eJ il contenuto degh tnlestini racchiudono grnnd~ quanlil.8 dcJ microbO C31'ulteJ"Ì::.lÌCO, fatti qUt:Sli rtJevati da Y8Ml e. perirn.mtatori lì n dai prtmt lavori dt Fretre, di Gihier e di Rebourfteon. l liqutdt d• colturn :-<1 attenuano spontaneamente in otlo o dieci giorni e pet·dono ;:!1'8Ùatarnenle della loro virultmzn, come pt·ovano le lol'o inocula1.ioni neg-li animali. La o~set·val.ion e di que ... to fallo ha condotto nalu raltnente gli es!Jerimentalùl'i a tentar·e J'inocolazione dei li<tuiJi dì coltura atlenuaLt ntJgli uomini esposti u conll·at·t·e la rebbre gialla. Dopo i pnm1 la dd dotL Freit·e si !IOuo pral~eale con esito queste inoculazioni in migltaia di individui. F. S.

1: batterli del barl-berl. -

(The Laneet, ollobre 1887).

Il medico Danc,e, doU. Pekdharing es"'rcente in Oa ltma, già favos·evolrncnle noto per le ~ue osservazioni sul beri-berJ, rirpo:-lal~ anche dj rl!cente nel

Lancet, annuncia or,. di

essere l'tuscito nelle collut·e del microcoeco d• quPsta iu Cermil.à endemtca. oltr·echè dell'isola di Giava, do l clelia Cina e ùi allri pat·aggi dell'Oriente ~stremo. MeJ•anle )e l"Ue colturP egli infdtò "elle coniglr e quattro cani: :;Ct conilo!li e due cuni ne morirono in un perioùo più o meno breve con i l:'inlorni pat·alitici dì "'arii gruppi di muscoli, llpecial• nwul•• di quelli delle estremità posteriori e dtJIIa respirazione. L'esame miso iu luce intensa l~g~nerazione dcllu :;u:'"'''~ rwr,·o,.a. In alcuni ca"-t "'' portò l'infezione "iU gli ani mali a nteuo ll~lle tniezion• di colture otlenut.e dal sangue degli fermi di beri-beri, in ullri dalla miscela ùi ballerii e~isleri&i nell'aria ùi una baracca, nella quale erasi sviluppata

infermità.

F. S


M _.• ....,. 4e.ll& metereologla •ull& ro•olla. - D<>LL CA· ~· -(T/te Lan.~ec, a.;;o,..Lo l"Si).

Il Cameron ~i r·ipot•la a.d una sua osser•vazione sulln coineldenza di un'Ppi·iemia di rosolia con una ele,azione di presMe barotuetrica, accompagnala a considet'C\'Ole sbilancio ft le lemperature diurna e Mllnrna ed alla ~cat•sez.zn della Mgia. lo accordo n questo ~ue vedutù, l'atmosfera pec:ante e la l.ll&llc&nza di vento impetlirebbe al veleno della rosolia 41 1prigionar~i Jalle località chiuse, alle quali, inoltrtl fa di-

Mo la benr-fica intluenza dellr! lavanda recata dalla pioggia. CollleguPntem.-nle la infezione è re~>a più alliva dal ralore 4el giorno e della sCllrsa con,1ensaz.ione prodoLla dalla fretc~ara della notte, e cosi ~i diff'ondu rapiJamerHe a color o, elle sono su~c·'ltibili della :;ua in!luenz.n. Le O!'l!'ervuzioni d~l Cameron $Ono corredate di statistiche, chP ne affermano la eutt~tzu.. F s. 1.& lll'ulone 4el baotllo 4el tuberoolo a meno delle mo· ...... - (The Laneer, seltemLre i~<~i).

La questione della diffusione d~l bacillo lubercoloso a via delle Dl~he comuur \'enne con::;iderala in una comunicazione ~ ell'Aeadètnie d& Scienci ·~da Spillma n t> da Raushaller, 8 l'lcordata nella Semaine Médicale Glr autor·i olfcr·mnno di aver. veduto d"lltl m0scbe invadere le :spultlcchierc contenenti gh e~pettoraLi dei tisici: raccolte quel-te rnosch~ in una campana di cri~tallo, rno!Le se ne trovarono n~orte al giorno aeguen~. L'e:,ame der conlenuti aJJomiusli e deglr t!"credt que ,le mo::;che nell'interno Jella cam1 ana dinso:otrò ba pre5enza dt molli hacilli dellubercolo. Spillman ~i llauslLer • rilevi! La la vn~la di!tseminazione della malattiA. la quale P~O aver luog.> in que!'ta via raccomauJano c1ual~ mez:.::o preventlVv l'impie$to di spulacchie1·e coperte con una piccola

;:eou

apertura.

1.

s.


366

RJ\'lS T.\ D'tG lE:\ E

PreservazJone d&l valuolo e sa& attenuazione & della vaooln&zlone pr&tio&t& dur&Dte il periodo 41 oubazione - (Reoìsla .\-ledieo Quin1rgieadi agosto 1887). Il mornale .\ledieo llrgentino coi riporta agli stu lii del di Coblenza, che, Ct>nlrariarn••nle all'opinione di ~ e della magg1or parte deAli autori, secondo i quali la nazione Pl'alical.a ÒUI'Onle la incubazione del vaiuolo no n proda a farlo oborlire e lampoco a modifìcM·lo, ro'"""m'"nu la inocoiAzione dt!l vaccino ne!!li infermi vaiuolo«ì nel riodo di incuhazioue. appo !:f~iandosi al Callo che il non si :sviluppa che dopo dodici o lr·edici lriorni .talla zione, mentre il processo \'&<:cinico rag~ìunge il suo in ollo 2iorn1 . Olll 1870 il :\Iorf ha ''acc1oato un gr·nn n di persont> addt!lle all'assbtenza dei vaiuol05\I e tyU111ilì esposte a l contagio: la pu~lolu vaccini ca si sviluppo maggior par te. "'eguenJo il suo corso ortlinario, t'd il ,·oi inYase solamente due indiv1dui, nei quali, pe1·allro, par ve More nolabile la allenuaz•one del vims. F.

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA Sta.tiltloa Jlledlo& dell'anno 1888. L·illuslr~ medico capo l"~p~ttore genel'ale dell't!"'l'rèito ha teslè puhblical.ll la fatistica Medica delt'aMLO 1886. eisa, ma completa uou perciò. e<>sa consta di uovo q slalisllci. :\fovirnen!o no::;ografico Jezli ospedali. MQVJ dei malati nei corpi. Speccluo dei consreJi di conva t:scite defìn li ve (dimimiZI'Jne ..Jell'effelllvo) per molnll1a. missioni. Mot·LalilA ogli spedali. Mortalità fuot'l ùu~h limanti sp~:~dalicri. Vaccinazioni. Esito della leva (con tavola grallca del perimetro toracico e del peso).


367 14 eeei qua tri "erve J, tntroduzion& una relazione recapi· tòiiU'n. dalla Jllale to~llamo i c;eguenti tlati: RIVIST.\ Dl SIA l IS1JC.:.\ MKDlCA

.lfeUlvo rned•o: 50511. Ammessi 11egli :;pedali 11t.iG2=3i,9:i per 1000 (di questi però • ~ furono ammessi per· l'ica1IUte o rec1dive. 964 in oc;ser,......e, eimulator1 i!l . . . . qnin,Ji la cifra r eale delle amjDiiljiloni et 1·iJurrcbbe a t;-,;:n !11,11 p. 1000. Vu•>lsi anche 1lbllre che nel Bel).:io non si hanno lllft!rmerie reggimentali). ta proporzione ..Ielle amm r·s-.ioui pelle diver"e armi e éiìPpl fu per 100 uomini ~ell'effellivo: Fanteria 3i ,6.'l : cavai. . . 40.74, arti~:lierm 32128: ~enio 22,15: battaglioni di amtll1lde&ralione 21 ,19; corpi disciplmar1 2:!,78; compagnie sei111darie SUi; gendarm.,ria 9,66. liMJali in camerAtA rur,Jno: :>9:!:Ju = ll7 ,13 p.100ùt::ll'effettivo. La proporzione d1 ryuesti per artna e corpo fu per 100 uomini: l'anleria llll,O~; cavalleria 1\5,2!J; tu·Ligllf'ria 116,10; genio

=

10,82. Battaglioncd'Hmmini~t•·a7.ion~> 3G,!l7; c.orpi disciplinari198,1G;

~pa~ie "r•rlenlorie 3Fl,i!l.

Giornate d1 lrallnm~nto '>. J!liiiH

1*' uomo, negli spedn.li.

=22,18 per malato; ~.91-

Olornaae d• traltamento N. 1iO~:l!l = 2,3; per malato; 2,77 ,... IIOmo, '" ca1t1erata. Media d··• de~enli all' O'lpedAI•' w;:J,31. Id

alla camerata 384.22.

:.;en•re· an·o~pedale . • rurono -;ul totale entra li 12,fl:l; Ollalrnici . .

l ltaurnali~mi . 1.e rebbrt tiroidi . . . . Le b . . . .

ronchlle cr·oniche e

• •

,

• •

s,25; 12, 15;

"

l,st ;

....... ..

la t:.·

1,79; • • Lucanathna e il.m~rbill~ 0,77; • • La IIC4bb&s O,IJi; • Il Ya&uolo e ~iu~ 1: ,: · • O.Oi>. • Le !l bbri tiro1 r1 · • • .f1 OJil • e ... 1~ettero g1o1·nale di cura per gli usc1ti _.., pet tnorh 16 60 l COngedi d1 ' · entrati 8 ccuvo.leF..cenza aMe'lel'O a 1686 = 9,55 p. 100, 11 g spedah ::::: 3,33 p. 100 dell'et1'ellivo.

10 0


3GR

RIVISTA~

Le uczcite definitive rurono ~~,2 = O,R9 per 100 dell

(:112 = O,G2 p. 10<1 dell'cffellì"\'O e 60.0:3 d" l lo tAle uscite nilive, per riforma; G3 per pensioni provvi.,orie, 59 per sione d~Jioiliva, 18 proposti ma rinviati per ragaonl plinari). Le malallae più '-'alianti che motivarono esse usci le.> d furono· le ernie 6\ = H ,t :> p. 100 ucocile; bronchito3 e e li i ~li 11,95 p. JOO: atlezioni oculari :'.5 = 7,7\ p. fazioni mentAli 16 = 3,M p. 100: eplessia 12:::: 2,6:) p l militnra ~on uno a tl·e anni di servizio e quelli cou d'un auno clierlero la p1·oporzione ma~giore: 4:~, 14 n 25 Le vaccinEIZIOOI ~ommarouo a 12910, con buone pucotole p. 101'1 (neì mai vaccinati U9,- 5; gia "accinati :19,96; vai

=

31,!!:l). Amme~sioni Visi la li all'arri vo al corpo 11052, giudicati bili :.!1-fl-i-, dei quali confermati nvedibili o r1formuti IO!'!J per lOIJ ammess1oni. Mortalità: Ueceùuti 184 0,36 pe•· 100 dell'elfelti vo e p. l 00 CUI'Sti. Pt!r bronchite cronica e tisi polmooare !l3:::: 0,109

=

dell'elfell•vo. Per febbt't' lifoide 45 = 0,089 p. 100 dell'effettivo (:H 100 morti; 1i,U per 100 lifoidi). Per pleurite e polmonite 16:::: 0,032. A venti uno a due anni di servizio 22,82 p. 100 dec:eS!!It.: A"enti :.!t t} 22 unni 1ii età 2-1,5! p. 1.00 deces:;i. llt'cedettero fuori de!!li :>pedali 75 indh·idui: :~i in (·i per morte naturale, 14 pet< accidenti, dei quali J 1 per mcrsione, tG !'UÌC da dea quali 13 per arma do fuoco): cedettero alle esse loro.


369

DI STATISTICA MEDJCA

••• "'oae 4el tenente ge.ner&le Fe4ertoo Torre

.... aeu•...rotto ( 1888-87).

•uU• vt-

Leca della elasse 1886. Contingenlerichie,to di 1• categoria. con obbligo di permanenza ordinaria alle armi. . . . . . . Contingente richiesto di t• caLegoria, con obbligo (ii 17000 eoli 2 anni • . . . . . . Totale lucritli, dedolli i cancellali, morli, ecc.: Da leve anteriori Capi lista. Dell'anno. . .

·iS17 ii67:.! 273372

!l52861

Totale Visitati. . . . .

Inabili pella statura . 11 per infermità, ecc. !Umandati pella st.alut•a . • per illlperfezioni • per molavi legali.

330031 N. :.!2000 l •

5~:~~ l) 72875 )

• 6797i •

1\ealtenU.

Wone .. ·.:: ali ermi • . samau allo armi l' legoria • . ca gora. . .

De6clenti al co , · Posti . [l.m~ente di t• categoria • panli: st~l.ienti di medicina. . . larmaci..rt Bse.reenti m · · · · · · LeUerati cdtctna d"Ua classe

pevano s~lo .le:g~re. lletlerati. o

Sal

24

...

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234 !12 HìH

101!167

4693 8:J:.!:13


:.no

lllVlSIA

ConfronlO tra l'islruJ:ione della classe ultima (186~):

Al giungere alle armi: letterali 3il93; al coogedemenlo • . . • " illeLLereti 3258i; al coug&lemenlo Ress~9;ne ~pedali:

Proposti ru dt~lrellt w corpi . Riformati . . Rimandati . . Ritenuti idonei Statura: Minore Jella rtchiesta per l'idoneità Melri 1,55

515i l :J918 ' a~,w

:l,!l~

3,k5

1,:l6 1,57

1,58

.. •

1,5!1. l,GIJ 1,61 . 1,62 («lalura media degli Ulscrillt)

5, o 5, ~~

t,oa . . . . . . . . . . .

u,o!l

4,:16 4,81 o

5,02

u/l~~

I.M (slalura medta <iegli idonei) 5,9:!

1,65

1,6G . 1,&7 •

»

J,f)

1,139

• •

1,70 1,11 1.72

o

i,-;':l

1,74 •

1,-;';) .

1,76 . Sup1-1riori (i 177 tt 1,96).

!

3637 ~


37~

DI STATISTICA MKDJCA

c.ue p1u gravi di inabili là (ollre all'insufficienza deUa ....tura):

Deftcienza del perimetro toracico Vili di conformazione del Lorace,

sihbos•là.

.

363 599

Broid Yiseerali Debolezza di co:;liluzione Gozzi. •

i~

l S.') 379 87 28

lfalaWe oculari .

Y•opra • lpermelropia . Aaligmalil'mo.

2280 4661 .W12 2~2.5

4194

-'06 67

112

16 1165

marua.

61

435

Epilessia Sordità .

86 22

2-W 140 122 168 108

il

Vanet • CreUrusmo, idìoLismo,

imbeciUità,

Mulolezza . Balbuzie Tubercolosi p~l~o~ar~ : : : : Completa lrasposiz10ne del cuore All'el:.om cardio-vasali .

ldroeeu

Cauclica~,o~e . · · · ·

.çoorergenz.a dei. gino~ ~vergenza ·

Piedi equim . . Pi

il llllperfetioni .llaleu•e non indlca.te ·n~U. El~nclu:

1

23 46 13(1)

182

483

71 32 31

1298

3 23

203 280

s-:-

13S

.2.'>

426

itJO


BI VISTA

Vicende delCegereito dal 1 luglio 1886 al 30 giugno

Ufflciali:

.u t• luglio ~

Totale

Esercito permanente: 13543 Effettivi . 3607 Di complem~nlo . Disponibilità ed aspetta2:11 tiva . Miliùa mobile: i75 l!:ITettivi Di complemento . 1850 M65 Milizia territoriale . 2052 In jJOsizione ausiliaria. 3693 Rlservtt . Totale Ammogliati Deceduti.

corpo sanitario.

COrpo

sanitario

578

13559

50i

W23

22

216

23 133 89 138

637 22ii 5390 2266 3839

31196

1837

32207

3016

150

3200

350

112 (a 3(

Truppa: Venuti alle armi nell'anno: Volontari ordinari 26&5; d'un anno 1009; chitJ::ero mis<~tone abili 715; prel:lenlatisi 614; compagnie di ::;cuoia d'applic.aztOne 4-:i; chiese1·o l'ammissione Hlle pagme di sanità 1; ai reparti d'Istruzione 17~i; allievi cieli di complemento \86. Volontari arruolali ~··nza ancora prestato ser..izto (al 30 giugno 1887) ~. 1520. RaiTermali: Senza premi<> 2405. Allendenli rimasti alltl arm1 Con premio :1310~ (antecedenti), 3033 (nell'anno). Trieunali . 152 ( • ), 466 ( » ). D'un anno 1314 ( • ), 566 ( • ). Ammogliati 1329.


DI STATISTICA XEDICA

373

Sottufftciali relroce!"si e rimossi 278. Pam~ti alle compagnie di disciplina 1177 (per infermitA simW.le ~. 8 . Eqislenti al 30 giugno 1126 Sottufficlali che ollennero impiego 215; con dirillo ad ot-

"Waerlo ~Diserlori G.'\9 (compagnie di sanità 2). c ngeda\i (cla.,se i!i6.1 e 1864 con due anni di serv~zto, e11ase 1862 ca,·aneria) ~. Rt957 (so\Lufficiali 350; caporali 13153; soldati 48\M; delle compagnie di sanità 580). Congedali per rimando 3i96 (sotluCHciali 51; caporali 2~9; soldaU 3196. - P er causa di servizio 31; coll'elenco A-B 625; «l!l'elenco .\-C 2~71). Rirormali dt!lle classi in congedo 407. lnYJali m licenza straordinaria pur rassegna 2226. Congedali definitivamente (congedo assoluto) i0221 (so\~ciali 1905; caporali 4474; $Oldali 63842). . Rlammeslli in servizio 242. Collocali a riposo e giubilati 297; riformati con pensione 45. ·

Chiamate temporarie alle armi. t• categoria 1864, per mesi 6, «11Dpa81lh~ rli sanità 16:>): t Rassegnati all'arrivo .

= 25000; giunti 2t2W (alle

. . . . . . . . 209 • cat.e~ori~ 1861 , per 28 giorni,= 43416; giunti 36581 (alle eompegrue dt sanità 8): RtD't'iaU per difelli, ecc. s-,g Con . ..... .

...:at.i

per rimando. . . . . . . . . 405 4 l' eateg alle anni . . . . . . . . . . . -eomna-•?rt~ 1865, per 45 giorni, = 22600; giunti 179n (alle .._...., dt sanità 26): Rlnv~ati per difelli' ecc. . . . . . . . . Conged . 505 38a UorU alalti per rimando . . . . . . . . e armi 15 !' eatego • · · · · · · · · · · · -com-n..· rd•~ tS&~, per 45 giorni,= 18102; giunh USOO (alle r-:""16 l !!ROtta 19)· Ran" iati ver diretti · 305 Con d . , ecc. ge alt per rima d 2;~5 Morti alle armi n o. 1.5


374

RlVTSTA

1• categoria iSi»-57, per 10 giorni. = 18212; giunti

Rinviati per rlifetti, ecc. . . . . . Congedali per rimando. . . . . . . . . M11izia terr itorulle. - t• e 2" categoria 1850-53, 3" gorla 18=>9-61, per ta giorni, = 19549; giunli 1353~: Congedali oer rimando . . • . . . . . .Morii alle armi . . . . . . . . . . . 3• categoria 1862-66, per giorni 15, = ~2: giunti Rinvi11li per. diretti, ecc. Congedali per rimando. . . . . . • . . Morti alle ermi . . . . . . . t• e ~ cal~'goria 1851-M e 3• categoria 1859-~. per = 7317; ~unti 5620: Rinviati per d1feLti, ecc. Congr>dali per rimando.

Conuedatl per ,.;mando (esercito permanente, in MalAttia più snlienLi (rassegne di rimando e speciali): Debolezza e deperimento della costituzione Deficienza del perimetro toracico Oligoemia e cachessia Crelini~mo, imbecillità Alienazione mentale . Epilec;sia • . . . . Congiunti\•ili croniche :\tiopia • . . l permelropia . . . . A~tigmaliqmo. . . . Altre malattie oculari. Sor.iità . Balbuzia Gozzo . Tubercolosi polmonare . Altre malattie polmonari Vizio cardio-vasali. Varici Er nie. . . . . .


37u

DI STATrSTICA MEDlCA

3 i1 19

Enuresi . . . R.ehquati di traumi. . . . • . . Piò mfermilà riunite . . . . . •

13

Malallio non indicate ne,zli elencW.

Morti alle armi ttruppe in ordinario serai;io). N. 2200 - :"o:tufficiali 135: caporali 212; ~oldali 1949. Per cau"e ,ij l:'et•vizio u; (i01 a Dogèli). Delle compa~nie di sanità 2~. 1886

1881

~---Totale

3" trimestre 40 trlm~tre i o trtmeslre ~ trtmrstre

Fona m~dia 196374 MorU .~. .:

18592:) 417

}i3

Per 10«10 .

2,41

2,24

230078

:!~1924

!l~>l

455

210~16

22f.l6

4,13

1,98

10,91

Suicidi i>i (nei carabinieri 15; noi t• anno 19, ncl2' 7, nel s• 8. per arma da Cuoce) 42). Ehmmalt i suicidi, le morti per servizio, ecc., restano i dec:essi per malallia = 17iG..... 8,-f4 p. 1000. MaleLUe più salienti, causa dei decessi. Veiuolo • • . . • . . . . • . Yorbtllo. Febbri tiroidi · • · · ·

Yeningite cer~b~,;pi~al~ lnfedone malarica

Colera.

· · ·

Malaria

' ~

A

li()

3~

iO

Apopte.. ~la,. m~ni.nglle. "P.in.ile.

!~~ . :.~ -~ ~ . . .

12

so 00

·

324

a~ez•on• polmonari.

ft'ezioru <:ardio-vasali

Malattie adùominali . l.lalatlie cist.o..renar . Reumati"mo artico;~r~ (&) Massima di

eembre 0 gennt~lo.

13C· 17

8


RIVISTA

Srtu<Uione, ai ruoli, al 30 giugno 1887.

UltH:ialt: Esercito permanente:

13559!

In . ervizio • . . 4023 Complemento . . 216 l)i~ponihilitA od a ·pell8ti"a M1lizia mob1le e !.>peciale sarda . Milizia terriloriale • • In posizioM ausiliaria Ril'er,·a . . . . . .

To~ 17798 29t.i 5390

N.

2266 3869

Corpo sanrtario: Disponibili la Oi complemento ed aspetta,tiva

Servizio effett1vo dell'e596 se•·cito permunonte 76 Mili~ia mobile. Jt Mili:r.ìa territoriale Servizio ausiliario • Riserva . •

438

9

177

Il

)l

• •

Truppa: e!-1ercilo permanente: So \lo le armi . . . 230832 (sotfurficiali 15453; ce 28519; soldati 11'6860). l n congedo illimil8lo !»0632 (sottufiìciali 25792; 9-2146; soldati 7~)26). Tot.ale .

. .

87i46i Sotto le armi

Minori di 18 anni . . . . . Magj;nori di 18, minori di 21. Da 21 e 25 Da 25 e 30 . Oltre. . . .

352

35f.i60 174985 12259 7576

Milizia mobile e speciale sarda 295674 (sollufficiali caporali 21-475; soldati 265692). Milizia Lerrilot•iale H03090 (sottufficiali 13293; caporali


377

DI STATISTlCA MEDICA

solclali 6~3. ln~crilti, mai stati alle armi 697806; ferrovieri e telegrefi"ti 193t'; guardie di pubblica sicurezza, carcerarie e c1l ftnanza 7~7). So t !D lo conge.Jo Totale le armi iUJm,t.UO

Compagnie di sanità . Soltuffieiali

Caporali Soldati •

.

.

Hl~

s:-o~

10696

90

2W

249 16::>5

1419

336 1681\

7037

ll'tlizta mobile e speciale sarda . (SoUuffieiali 121, caporali 745, soldati 3720). So t !D l" armi

Reggimenti di fanteria Dlatretli. Alpini Bersaglier-i. Cavaller·ia . Artiglieria. Gemo Carabinieri reali. Compagnie di sani.tà : Altri .

11019!) 8891, R72!J

Totale

ln congedo

132;>!) 25087

22782 6688 226;)5

&:·92 459:'1

iiiiDlltato

Totale

J9478~

25578-i

30i98-l 264G78

41423

50152

:uts8

<l4747

8R5:} 775b0 18019

33910 i00332

199~

1924 870'3

2i707 2i5i9 10000

105i5

131i3

23!188

:!aQ832

87146-i

uo-2200

Totale es~>rctto permanente • milizia mobile . • milizia terrilorial~ :

.1~'2

2il-~~~

1iOS4SO

Totale

2~

Dott. BAROYf'to• . . . . . .O&tl.U

• oau•e eU morte.

La d•tezione Stot&tic d generale della statistica ha testé pubblicata la 0 :vlncia"' . elle cauae di morte nei comuni capoluoghi di pro.. Circonda · . . ..enute . rto, nonché quella delle mortt oH>lentB, av10 lutto il Re.2no nell'anno 1885.


37R

RIVISTA

l comuni capoluo~hi c:ommano a 28-i, ed al 31 dicembre seconolo il cen<~imenlo numeravano 7,0i3,60t abitanti: a Lavr l'eccedenza delle na<~cite <~ulle morli fino al 3'1 wc~:mun 1.88~ <.~ommcrebbero ad almPno i,192,447, eù ò a t.al .. u•walru che rur·ouo r·ag~uagliali i calcoli della mortalità comutessiva:., In e"~i comuni avvennero 207040 casi di morle. e 2$. per 1000 abilanti. Nel r esrno intero le m orti ascesero ;s;21:- individui sopra una popolazione ealcol4ta di """··"v•··-... e quinoli nella pr·oporziooe <ii 26,8 per 1000 abilanli. Di f(}j l() morti, nei comuni presi a calcolo, oe oec~orSAI"G' 766,9 a domicilio; 222,3 in pubbllcr istituti; 4,5 in carcer·e; 6,3 luogo apo•rlo. ~el Regno intero la proporziooesarebbe di nertli o~pedali, i1.2 in pubblici istituti. Le cuuse tli morle furono specificate in 205533 cac;.i e rono i::note in l !>07. Si ebbero i!J8 essi di mor·le per suicidio, dei quali però per mauio, O per pella.gr&, J per deli rio febbrìle, 4 indi poi !'<i tolsero la vit.a per malollia incurabile. Il colera colpi nel 188:, 2i provincie e 152 comuni e in complesso denunziaLi G397 casi con 34.'">9 morti (nel 188' rono invase 4~ provincie, ~ comuni, con 27030 cas1 e m orli). Morrrono per: Numero

. .

Vaiuolo \lorbillo Scsrl&lltna Difterite I pert.os~e . Febbre tifoidea. T ifo. Colera. Malaria Dissenteria Sifilide (l) (l.) Qu.ul lntcrnmente congenltn.

2i0

13.!'2

~

t:-,2i 8,03 26.to

1651

5.'371 233'J

11,38

i 432

36,16

2.'32

o.~

2803 323i

13,1» 15,i-i i.24 i,83

141:!9 993


3i!)

DI ST.\TisTICA MKDICA ~uml'ro

Per tOOO morU

-i3tt

Febbri puerperali. Ristpola Tubercofo;~~i .

17772

Serofola

10iiJ

Tabe mesenter1ca. RechiUde. • •

4-300

2,14 5,17 86.47 (l) 5,09 20,!r.l

H II>

5,57

1•)(ii:~

Pelll\lll'" • Tumori malillni Tabe !leuila . Apople!I"ÌA cerebrale Bronr.~>-pohnonile.

Affeziom cartliar.he

Gaslrate • Epatile. Affezioni entericlao Malattie ùi gestazione (2) . ReumnlJsmo orticolat•e acuto

1755

8.:>~

~7:ill

23.01

5'136 9138 3292U

26.93 4't,46 il;t),20 :14,~

11158 1261 179')

6.H 8,73

2220<)

108,04

!)84

4,79 1,32 1,38 0.09 0,25

271

Alcooli<~mo

28i

Accidenti in ubriachi • Anelenamenli . . . • . 'Morti violente accidentali .

1!1

51 2505 7!J8 3$15

Sutcldt.

Omieadi

12,19 3,88 t,92

Nelromune di Roma "U R~1!1H morti se ne ebbero 40'l per malariA: (terò se 28!l dPces"Ì "Ì anerarono r.ella popolazione ltabile, ben l~ occor"ero nelht av ... enlizia. qua<~i tutti in la!~UI'anti di campAgna che Cl"rcarono ricovero negli spedali -

8 Clllè,

... ~_comuni che offrirono il maggior numero dei tiecest>i per -rcolo•i rurono:

S. Rètnn FiN!nzp . . .

Pi"a • . • . .

men

· · · ·

i7 l'U 440 morli 769 » 4751 •

t~83 --' • "' ·

.,.,-

= 17,5 su 100

tre In media ru 17772 "U 20iQ.iO = 8,6 su 100.

(l),,._, l•er IOI)I) nliltanti. (t) Gravldan 111

• Parto, Pncrperlo, ecc.

J6 2

= ,-'a = :>,


380

RIVISTA DI STATISTICA llEl>ICA

La peliR1!1'8 asee<:e a 0,2~ per 1000 abitanti {Veneto Lombardia 0,61; Emilia 0,35). La febbre tifoidea che nel complesso ru causa di 3,\1 p. 100, nel mHitar~ arrivò al21,5 p. 100: fra gli studenti a Le tJffezioni tubercolari ral!'(:riunsero il massimo nes::li denti 48,4 su 100 morti), carcer·ali (32,2), infermieri (30,8); minimo nei sacerdoti (5,3), medi d (6,6), benestanti (0,8); nello popolazione mnschile oltre 15 anni di eta diede ii13,S 100 morti. L'apoplessia cereh1-ale complessivamente diede !t,, <:u 100; nei <:acerdoli ia, i; ne1 pensionati 15,3; nei medici nei benestanti lj,7: mae-.tri e professori 13,2. Il numero massrmo dei morti per malattie cardiache ebbe nei medici (15,5, mentre la media generale fu 8,5 p. m Ol'li).

L'alcoolismo fu in media di 0,5 p. 100, e nei maggiori 15 anni 1,8. Suicidi: media 1,2 p. 100 (negli ufficiali dell'eseJ•cilo 11 Furono in media 5 p. 100000 abit.anli. Su 1\,59 rn l'UlUV'·"'.,..., 1182 occorsero nei maschi, e 67 dai 15 ai 20 anni, 16:-• 20 ai 25. 118 dai 25 ai 80; 388 furono per arma d8 fuoco. t ~5'J suicidi. 4G6 occor«ero in primavera (marz.o, magaro), 440 in eslale (giugno, lu'tlio. agosto). 270 in aulu (<:eltembre, ottobre, novembre}, 283 in inverno (d•,~>·m ni"BJ ll:ennaio, febbraio).

VARIETÀ

••4Jou.ioD1 &nU.ett:lohe al nblimato.

Niun dubbio è possibile sull'azione antisettica del subii ma a contatto dei liquidi albuminosi deU'or,:tanismo da alla rormazione di corpi insolubili e perJe cosi ogni nl'l\nruJii• antisettica.


VARIETÀ

381

Però si può prevenire la fùrmazione di e~si corpi insolubili e.! il Laplace ,,i sarebbe efficacemente riuscito acidifi~ . cando Je soluzioni pelle irrigazioni, come per I~J prepa1·aztone delle garze. Pl'ima ebbe ricorso all'acido cloridriCOj ma poi per consiglio del Koch all'acido uu·t.arieo. Le eo:perienze di laboratorio come i risultati pratici confermarono i pensameuli del Laplace e del Koch. La soluzione Lartrìea di sublimato sarebb~ quindi un perretto mezzo di disin!ezione delle piaghe. Le lavature per ò devono essere p1·otralte (10-20 minuti). Se ~raLtasi dì piaghe antiche, infeUe: sì applica poi una medicazione permanente alla garza medic.al.a col subltmAt.o LarLrico...... Esse lavalul"e come l'applir,azione dPIÌa garza cosi preparata non irritano punt.o le superficie piagate. Le formole da adt>perare sarebbero queste: Per la la,·alura ed irrigazione: Sublìmato J; acido lartrico 5; acqua stillata 1000. Per la pr·eparazione della garza, ovalla, ecc.: Sublimato 5; acido larlrico 20 ; acqua distillata 1000; l'tmmersione dev'essere dJ 2 ore, quindi gli oggetti (garza, ovatta, ecc.) gj spremono e disseccano. Le soluzioni sovra indicate sono d'un pr·ezz.o estremamente mrnuno. B.

Ottoaetrta. - Una rettUlcazione neoes1arta. Cor:h ottornetl'i .... or ad occhio naturale i risultati sono, egra• vemente. intlw-.nzali, orl influenzAbili, dall'intervento dell'ac• eomf)dazione; ad accomodazione paralizzata le indicazioni • sono alterate rifra~tivamenle e hen più ancora per la con•.eeguente rilluztone del visus " .. . Cosl io sommariamente

dtcevo · m un t•ecente lenùe scrilto, nel quale m'era impos18 1 entraro1 in maggiori dettagli.

elh

qu~~01':Onversando cou alcuni colleghi mi sono convinLo che 10

. ~pprezzamenlo può essere esagerato, svisalo, e Q qu,~dt non e fuor di proposito meglio precist;~r!o. uan ''Ogliasi applicare rottomelro alla precisa deter-

che

°


3 z

VARIETÀ

minazione, alla p1·ocisa misura e dei vizi diollrici é dtn difalli del visus quell'apprezz.omento sta, iodisculibilmente. Ctò però non signilica che nella prattea medico-legale militare nou se ne possono ollenere responsi suscetlivi di sicura applicaztone. Come meuo d'esame dello stato rirraltivo, vuolsi tnvero notar.:~ che l'accomodazione, inopporlunamente od arlalament.e chiamata in atto, non può che produrre od aumentar~ le parvenza d'Ut) eccesso diottrico: l'emmeLrope poll•à appartre miope; il miope più fortemente miope dì quel che nou sia; persino il lievemente iperope potrà sembrare emmett·ope od 8Ilche tenuamente miope. Ma chi non risulterà miope ud al· meno 6 dtoUrie sarà o punto miope, o non lo sarà certamente a 6 diottrie..... Si può quindi lrar·re sicura la dedu· zione cbe l'tndividno é, giusta il nostro t•egolamenlo, idoneo al servizlO. Nell'ipermetropia l'accomodazione in allo può neutralizzare, mascherare. tn parte o totalmente, il difello diottJ"ioo· secondo i casi l'iperope può appA.l'ire meno del vel'O ipt::rope, emrnelrope e persino lievemente miope. Ma non perciò potré mai apparire più iperope d1 quello che totalmente é: ora il noslro regolamento indica e rrchiede appunto la misura del· l"iper·metropia tolale. Qutndi $e il grado dell"ipermetropia ,Jal• l'oLtomeLro s~'>gnalo è ad almeno 6 d!oLtr1e, c~rlamente ad almeno G diottrie e l'individuo potra con tullA sicut•ezza essere dichiarato inabile, aiusta il nostro regolamento, al servizio. Quanto al visus sta che, ad occhio alropinalo, può apparire notevolmente ridotto, el di sollo del reale, ed anche d'una mela. Ma certamente non potrà di fallo mai esser~ mè-n.orf del grado dell'ollomatro indicato. Quindi O!tDÌ•]ualvoll~ il gt·ado ~agnato se.l'à compatibile col ricluesto per la idoneilà. (iu qual• SJasi delle diverse gradaztoni pei due occhi dal regolawen\0 indicate), l'individuo potrà a buon diritto dichiararsi abtle al -servizio. L'otto metro adunque, nelle applic~toni metlico -legali rntUtari, può in date dtrcostanze dare allendibilt . sicure indica· zioni. . ... Non si potra deLerminare il grado preciso del vizio

..a'"'


BRIKT~

383

daotlrico, o òel difeUo del vasus, mo ciò nullameno se ne potrà con sicurezza de.turN che l'individuo è in un c~:~so abile, nelralro mabale al "er,iziu. In altri casa e condizioni non può fornire che apprezza voli tndiz•, su• quali però snrebbe erroneo fondare uu a<ssoluLo gaudtzio. B.

BI VISTA BIBLI OG BAF ICA 'fr&ttato dl oh!rurgia eU guer ra.

E. Delorrue, medico-mol!giore di i • classe nt.Jil'esercito franee&! e prore,sore di clinica cbirurgtca e di le:;iuni di I{Ucrra a

Val-de-Grllce, ha testti pubblicato, edilol'e Fehce Alcan , il pnmo volume d'un importante .Trattato di chirurgia di

(Juerra. Il libro comincia con una ampia introduzione nella quale laui.Gre, ncor ìando l'azione e-.erc tata Jai clururghi militari france~ t "Ut progre~si della chtrurgia in generale e della chintrg~a d'nrmeta in pat•hcolare, tndica pure le cause pet•sialenti e mulLrple che, irt gueno, iufluenzaoo i risultati delle cure e h modificano soventi in profonda misura. Dopo una descr1zioo molto lellaghala d~1 1 roieWli atlutll· mente tn U!IO sio nell'armala fr1H1ces~ che nolle alll'e at•male

d'Europa e l'anali~i dello cause che ne modifkano la roolenza 'Yilloerante, il si:mor Ddo1'rne tratta la storta ~eoeral~ delle / flf'cte dd!e parti molli e delle IOI'O complicaz•oni immediate e aecondane.

cbL'autore annuncia t•et· la fine dell'anno, il ~econdo volume 8 compirà l'opera e nP quale tratterà det traumatismi delle O&tG e delle ,ft_ . . • ~ton, •t.·lt• artccolat OtH e term111l·ru colla e~polllZtune del ,. . ftlli't .,tm.a~onamento della chirurgia mrlitare m cam-

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Il · gin pnmo lt)lno <'o~tiluisce un volume in b• Jì cir ca 700 paln e con nuruero"e figure inset•ite nel leslo, 1 d una tavola cromo-htozrat.e. Prezzo lfi ft• Al · cnn Felice editore.


RIVISTA Bllll.lOGRAFICA

Raccoman.liamo '·ivamenle l'inlere~~anle luvoro ai ghL.. .. La prima par·te del 1" tomu è un veramente (per quanto riguarda la chiruraia mililat•e france!'le) l.,,.,.,,u... storico; la seconda parte è una ampta e bella promt:saa valore scientifico- pratico del 2• volume, che presto fallo dt pubblica ragione.

NECROLOGI A

-

II 5 marzo tlo?.Cedeva ti lenente colonnello medico, tore dell'ospedule militare principale di Torino, dott. cbessl cav. Annibale. Il compianto che de~lò rimmatura sua morte•. e nìauze d'all'eLlo d1 cui gl1 furono largbi i colleghi aUeslare la stima e considerazione che aveva saputo :!larst. AffezionaLo alla meùico·mtlilare carriera, studioso ed roso, aveva innanzi a sè sìéuro l'avvenire, meritato donP Ilei buoni l'ervi~i pt·~stati. Ma la crudele malaLLJa cui fu colpilo lutto troncava inopinalameme. Eglì la:-eia uel lutto l'affezionala Camiglia, alla quale conforto noi po, .::iamo otìrire l'assicurazione che al c:.uo menso ,Jolure pr·cndono vivis«ìma parte tulti i colleghi.

11 D1ret.tore

Dott. FELICI BAB.OPFIO generale medico.

11 Collabora l.ore JX· r la R.• !>!ari.na

Guer.Fo voN SoMME!\ Mtdl'o di t• doue

NUTINI F.EOER IC01 Gerente.


K:BlMOR.:tlD

OR.:tG:tNAL:t

l

FERITI DI DOGÀLI E SAATI Bela.done medica tlel dott. Giacomo Lucciola, tenente medico

letta nelle conrere111.e sci~nllllehe d~IJ'ospedale miHtare prlncip4le di Napoli.

Colle gloriose giornate di Saali e Dogà.li interroltosi il lungo periodo d1 tregua :.uccesso alle sanguinose guerre d'indipendenza, ;,Ì i· iniziata forse un'o.ILra èra per la storia della nostra chirurgia militare, già assopita nel letargo dei molti anni di pace tra,corsi dopo compito il risorgimento nazion;tle. Tuili seguono con ansia le vicende del risveglio dell'eserciLO e della ripresa dell'ostilità. da Clli la patria può trarre allori, ed il t!hirurgo, a niuno secondo nell'amore verso di essn, seguendo le orma $Cieutifiche tracci ateei dal Demme, Siruoo, Baudens. Xendòrfer, Esmark, Langenbeck, Pirogoff, Laney, Cortese, ecc., può con abnerrazione spendere la pro pt'ia opera a pro' di quei fortun.1ti che v:rsano il sangue per tutelare l'onore e la grandezza della nostra Italia. S~uamaquaur·o feritj. superstiti delle gloriose giornate di Saall e llo"a·t· f · · d. d. · · l 1 t. ~ 1, urono m set tverse pe IZIOD I ras oca 1 n ques··'ospedaledal succursale di Massaun. dove avevano rrcc· ~llle le pr·irne cnre per· esser messi in condizioni di sopportare ti lunu0 \··1n,., • d' . "' -egto 1 rtmpatr·io. Enumt•rammo sui loro flagellati corpi, giacchè quasi tuui avnano riport·a 1o 1estoni · · mu1t!. pie, le seguenti· rtente: • 2:)


386

l FERITJ Dl DOGÀ.Ll E SAATI Rel!lonl ferite

Cranio. Cerfello faccia. Collo Peno Yiscl'ri loracici Adùomo \'i:,~eri addominali Bacino c genitali. Dor·so. Colonna 'ertebrale B1·accio e spalla • Avambraccio . Mano . Articolazione: spalla. gomito

Ferite di sciabola e lancia

31

16 t.i i

6

' 8

6

*

13

8 7 3 ·t 2

mano. Coscia. liamha. I•icde . \rticolazione: anca ginotXhio piede.

8

))

2' 3

x

» )l )l ))

La medin percentuale di questo quadro corrisponde e:.alt:tmenle a quella rilenlta dal Fischer sui feriti delle combattute dal principio di queslo secolo al 1866 in E Asia ed .\ mericn. Non parrò. strano eh 'io incominci dai dati statistici si rilloLtn che lo Stromeyer, deplorando che la statistica


1 FER1TI DI DOGÀt.l E SAUl

387

ferite sui campi di baLtaglia aveva avuto sino ai suoi tempi pochi e non accurati cultori, scriveva: « Jn an·enire bisogna che dicasi: senza statistira nessun tibro pos~ibile di chirurgia mmtare l )) Aggiungendo che dessa. quando è hen fatta. serve di base ai giudizii so i risultati delle Tigenti teorie chirurgiche, onde Tengono convalidale o respinte. Mi affretto intanto a dichiarare che io non intendo già di tompilare un libro di chimrgia militare. cui accenna lo , tromeyer. nou avendone né il materiale, nè soprotLullo l'aLtiludme. Qne~te poche pagine invece serrono di resoconto fedele d1 quanto ho vi$lo assai abilmente operare e curnre in qualitit di assistente. dall'egregio eapita110 medico Sciumbata signor Giuseppe, capo-riparto della sala di chimrgia. Il Fiscl1er aggiunge in proposit~: 4\ Le statistiche hanno un significato eminentemente peatico, anche perchè esse. informnndoci con sicurezza della frequenza relativa ùelle ferile d'arma da fuoco nelle singole parli, ci forni~cono un criterio importantissimo ed una e!iatla. mi~nra per meglio disporre i la1..zarelli da campo, per lo neces:)ario armamento rlei posti di medicalura e per le esercitazioni del corpo santtario agli aspri lavori di guerra )} . Incominciando l'esame delle lesioni per arma da fuoco nei cbfrerentt le;;suti, dobbiamo poco fermarci sulle rerite della eate.

do Notam~n •Jilalche colpo rimbalzante con contusione cutanea n~o: ~tcconte è risaputo, al giungere di un proiettile con •e oella ,. pres-o :; a spegners1. sotto angolo ottuso. S ••nteode di le ~g1er1 · . cbe queste les•om, . . le qua 1. sog1.tono 1 eon~mnger·si ad fi · . . . e UstODI sa ngmgne di vano grado nella spessezza del tessnL 0 . d' · e che alle volle lasciano comparire ne1 1oro roto . cutaneo, . • 1 rn eczem1, pustole di ectima, fur·uncoli, ed il

'


388

l FEIHTI DI DOGÀLI E S.l.Ul

caratLer-istico enfisema sotloculaneo, non potevano cadere massima parte souu la nostre ossermzione, giacchi• il inLercPduto fra il giorno del comhaLtimenlo e quello dello rivo dei feriLi in quesL'oi>pNlale, era più che snrtìciente assol verst Il corso del proc~sso ùi ;!narigione. I colpi "tri~t:ianti sulla eu t~ con formazione di semicanali Hria lunghezza e profonditit furono parecchi. Ed ,. notevole che per sifi'allc ferite tangenzinlt non ri Lrammo in niuno, siccome può non di rado ayvenire qt il pruieuile ha poca ,-elodtù, 'aste perdite di sostanza a irregolari. Potemmo verificare tnYece. giusta quanto t• riferito ila lu"tri notori, clte il più delle volte tali solcaLUre ,ono, per retrauiliL't delht pelle, assai più va~tedella perifet·ia del tile, e che cicatrizzano Lardi, giacchi· i mar·gini della fet·ita slano notevolmente contusi e Incerali. Due .;oli colpi a setone nella cole osserTammo: runo dor~o tlel caporale .. terna Gtuseppe e l'altro al terzo su della regione esterna della coscia del\Lradel soldato Puopolo T loro trnmiti erano abbastnnzn lunglli, ma non olf note de~ n e di particolare menzione. Le fcri!P. ;;tri·cianti nel connettivo ~ottocutaneo fu r·o no reccbie. eli ancora più numerose quelle a :;etone. In que.~t'ultime. ac:~u"a df'l tempo tra,rorso dall'epoca ferimento. e quindi per la giit aV\enur.n tumefazione 'eco ed inflltra~ione del tonuelliYo, non potemmo riscontrare cb' t'o a~:wl'ilo dal Dupuytren, che cio1\ l'orifìcio di entrato forma dt un cono, coll';~pice r-ivolto verso la cute; perchi connetti\'o ,ollocotaneo. offrendo al proiettile mt!nO della cute, . i lacera più estesamente di quella. , e per avventura invece, come puù frequentemente dere presso l'orifìcio di uscitn, il proiettile di)tentle pri


l n RITI Dl DO(:.\t l E SAAII

38~

fortemente e po~cia perfora il conneiiÌ\'O. allora il foro io questo prodollo .-nol e:'sere pii1 piccolo di quello cutaneo. t noto rome &li antichi chirur:;:i, temendo lo stroz1.amento dell'ori6cio d'entrata imbutiforme, e la ritenzionedei prodotti della infiammazione, farm ano il co.;i dettoshrigliamntlo prf-wtNiro. Circ., le nponevro.;i si (- riconosciuta in parecchi ca~i la pnde innuenzn ··he hanno sul decorso dei proieHili. oppolllldo loro nna note\'ule resistenza. deviandoli il più delle YOI&e n henl'ficio dello indi\iduo, e diminuendone la velor.ilà • quindi In forza di perfornzione, onde In produzione di ca n& li • fondo cieco e di rannli completi. !'enza lesione dei muscoli e 4elle ossa, VPrilkatn!.i anche in molli dei nostri infermi colpiti alle CU~Cfl. lo alc:u~i indi\ idui, le t•ui npooeHo,;i de!-(li arti ernno --tate perforate e '!Uindi lesi i musculi :.ollostanti (Sterna. Barengo, C:bie!lll), si for·marono con~ecntivamente llemmoni nelle' ici81Dze della ferita. srcrht.' fn necessario fare delle conlro-apertve fJuesta coruplicanza da alcuni autori si crede dipendente Ulai prohabilmentPdal fnlln che le aponevro:.i per lo più non 'tllloo sog;;ette a pel'llite d1 sostanza, le loro fibre invece su· biaeo.ao laceraz.inni o 'JlO:-tamenti n modo di fenditure, i cui ..,gioi tornnno a contatto appena il proiettile.~ pasMtlo oltre, • •••ndt occludono in tal gui:m In via di u~cita al sangue ed :al p&$ la rrtenzione dri tfuali r.a~iuna le :;ommenzionate no.... Oemmonose. Circa i tendìn·l SI· ,.· a1nto a;11o · d'1 constatare quanto\:'" n·rerito dal PìrogotT, rh e rioì•, tr·anne quelli degli estensori e Il es-

~delle mani e dei predì, che sono fennati alle os~a. e diffi411 e. vengano le,;,

~rncrlll' sia per la lnbricilà dala dalln si-

no, ta contenut·1 l . . . .. à ' ne le ,uua111e. ~•a per la loro resJsLenza ed eia• l ICit per lf1 1.. '

P 11 souo solamente ~:~postatidni proiellili.


J90

l F&RITt DI DOG\LI E S.U.TI

Cosi aHenne in ~tirante, Espo5i1o, Cbie;;a, Savioli. ~ullu di :,peciale si c osservato circa le lesioni d'arma fuoco del tes,uto muscolare, e ciò l'pecialmente perchè ...ono esaminate le ferite nel pl'imo periodo di infiltra .-iero~o·\\anguigno, ma quasi tu Ile nel secondo stad1o. cioè 'Upporazione. e poch.i:;Sime nel terzo. della c•cat definitiva. i i> be n'i Mlnto che il tessuto cicatriziale. mercè cui ~i rimar~innno le ferite muscolari. non anenendo mai la generazione delle fibre striate, ha il piu delle 'olte diflìcole1 alla funzione del muscolo. anche quando ne i rompeva il cor~o a modo di semplice inLersezione tendi non era gran fallo aderente ai tessuti vicini. Cosi io Colo Chiesa e Sternn. Le lesioni p~r arma da fuoco nelle diafisi delle ~ssu sono ~tale molte e svariate. ~on si sono osservate contusioni semplici bene !li'I':Art.u per proiettili ginnti senza violenza. e ciò probabilmente i feriti ~iun;;et·o a noi quando erano già guarili di tali tismi. ordinnl'iamenle lievi; nemmeno solcature o,.,.ee proiettili strisciatlli sono caùute solto la nostra "" "' '""''nn•ll:J Di ferite n canale cieco con permanenza del proiettile l'os-.o. ,.enza produroe la sconlinuità compleL:l, si ~bbe 3 rare una sola nell'estremo superiore del cubito sinistro soldato Cicalini Lorenzo del 6° reggimento fanteria, colpi 'aati. .. i sa che tale modalità di lesione suole avvenire ll'tando proiettile giunge pet'pendicolarmente e con poca viol "'11ecie in quei punti ùell'o,;~o ove abbonda la sostanza gno:oa, come nell'epifisi. Orbene la. conferma ùi tale teoria si ba dall'asger1.ion•• 06


I FERITI Dl DOEÙ Ll B SAATI

391

dal Cicalini, che cioè la palla la crunle s'incuneò nel quarto auperiore del suo cubito sinistro, lo colpì dopo che avea giit mortalmente ferito il tenente Cuomo a fianco del quale egli ~:~taabatteva.

Di solito in tali ca~i l'accertamento della permanenza del proiettilE' è a,...ai difficile. non riuscendo sp~'""O di toccarlo nè collo specillo di ~elaton nè con l'e5ploratore elcllrko. Il Cicalini giunse in Italia il 2~ febbraio coll'articolazione del gomito molto tumefatla. arrossita e dolente; dall'unico bune d'entrala veniva fuori di~crela qunntiti\ di pu~ di buona DI&Va.

Col dito si potè toccare un'acuminata scheggin ossea spintn coa la punta verso il lato interno dell'namhraccio: ,..j fece

qam uoa contro-apertura e si asportò colle forbici di Lislon parte delln~cheggia aderente solitlamen te ver~o l'estremo :u·-

&ieolare dell' O!<SO. Dopo ciò le condizioni locali parve migliora~~ero a se~no da far sperare una guarigione senza nltl'i atti opprativi; pr.rò tr&sconi qnn!li ùue mesi in quf\stn lusinga, si mnnifestò un llflll8o acuto periarticolare. il quale inciso guarì rapidamente, • per pochi giorni. e quindi si riprodu,:'e altre due ,·olte n llrete inten·allo. O~esta esterna manifec;tazione si accompagnò n sen~ibile ~ra~ento dell'aspetto del canale tistolo~o. le cui granu81 • .d1; ennero più Oaccide e bagnate ùa una "!!'erezione ~ltrt~a, piuttosto limpida, proveniente tlal fondo. Al 11 ra ~ecue di allargare la ferita e giungere profondamente aU osso, per rascbiarne la ~uper·Jke malntn e modifìcnrln lermocauterìo; ma in ciò fare l'oper.~tore s'imba.ttl' in un ~ ruvido, duro e circondato da grannlnzioni fungo~e. 1 estrarlo con una forte pinzella c ' 'enne fuori il proiettile

:0


l FRRlll Ol DOG\Ll E S!AII

r.ltA già ,j supponem inruneato nell'osso, nono~ll.•nte cbe

pr.r lo innanzi ~i fosse riusciti a toccarlo. La ~u:t deformazione t•ra llclle più strane; di liscio e sir.rio non rimaneya r.hc una piccola parte yerso !"apice conci. il re$! n era nppiauito. mollo assottigliato ed a scabra.

lncunentn,j fort~n,erHe nella diploe, ' 'area ~a ' alo nicclria della ~ranùtw•• ti' uua r=rossa mandorla ri-restita pt·o1n·io guscio. J> ar·ect~hie schegge di osso necrosato, dt alcun<• punteggiate di Jliccolc particelle di pìomho, ~i rono nei dintorni della le~ione. di esse quelle libere da a1leren;r.a ~rano migr:rh.l nei le"Suli molli, dando ori volle. come diremmo, ad ascesì'i periarticol11·i. Libora.La ~osi la ferita da tutli i corpi estranei. s'ini processo rli huona e rigngliosn granulazione sia nel cavo cuhito, sia nel tramite scavnto allra\"erso i tessuti dopo circa trenta giorni lutto era cicatrizzato. re5iduan nole\ 11le gr:~òo di ririh.litil nell'articolazione del !!o mito, vuto nll'nnchilo~i spurin formatasi per la immobilitit ud in cui ~i mantenne ~emprc l'avambraccio. In tali l'infermo il :n qiugno l'ilornò in famiglia. n i ferite nella dialisi le quali staccarono ~cheg!!edalle ...er11.n interromperne completamente la continuitir. avuti due casi nelle ti !tic ~inislre dei soldati del ~0° fameri, Speciale \ ntonino e Capellini Attilio. Sr ...a che il proicllilc produce siffalle lesioni quando moltn 'clol\ità e colpi"'~e solto angolo d'incidenza. obli l} H•,., te ùue cnnùi1.ioni nun ...; realizzano troppo e rercii• il Fi-.cher cn•ùo esa~erata la statistica del U q naie nn no\ era il '?O p. l Oli delle .fratture per arma da llltlUP~ta categ-oria. Nel Cnpellini il pr·oiouile ~olpi la Lihia al ter1.o medio


l FERITI DI OOG\U R SAHI

saa faccia anteriore e tema, due centimetri circa dietro la cresta, ed ust'i s.ulla faccia anteriore mleron ad un IJvello ai 41DIIIIO ituperiore. Produsse ros1 schegginmenti multipli e pt·ofondi dell'osso. e segul carie necrotica estesa sino qua.;i :~Ila midolla, onde fa aecessario a~porl.are con lo scalpello circa un 'Juarto dellwtera spe...s~"zza della tibia p~r l'allezzn di 1:; centimetri. .io1eressaodo principalmente la faccia anteriore interna. Poscia ai causticil la. :mperficie ossen. colter·mocauterio; );i ot1eru1e in brt>ve lo sviluppo di rioogliosc granulazioni che condu-~ero CII relati\o ritardo a. cicatrizznzioue. percbè il distacco di pareeehi piccoli --eque.,lri di)> turbò più \ olte il (Jroct: ·so di ri~·a­ ruione della lesione. Il C:tpellini entrato in quest'ospedale il ~3 marzo oe uscì il !StogliCJ, avvertendo solo lieve ùifli~ollà alla dea111bulazione, sia per l':ulerent.a cicalriziale, sià per l'atrofia muscolare dn iaenia. hsat piu ~m,·e fu la le, ione riportata dal ~oldatu ~(••···iale. la 'fleSto il proiellile penetrando nel mezzo della hlec1a .lnt~­ rion esterna rlella tibia "inistr·a, usd dalla faccia anteriore intema. arrestandosi sotto i comuni tegumenti, d'onde venne .srauoall'o~pedale militr~re di -'l nssaua belle molte 'cbe!!~e us,;ee alcune ri~ero aderenti. altre flreao eliminate colla suppu111zione. La tibia mo:-traça fe:;sure -~ed e~tesP. ~er.oodo il ~lio asse maggiore. per pili di l:) tilitimetri.

La midolla 1·imuse a nu~o per buon tratto. 11 periostio ern 1 •eerato edi~tacrato anche oltre i limiti della lesione. ~e segui Bosteo- · r Q m1e 11e lenta, con !>nppurazione pinllosto alJbondante dal aanJo l'infenno il 23 marzo ru ricoverato iu quest'ospee era molto deperito. ron l'arto le50 istecchito per l'amn-


304

l FERITI DI DOGÀ.Lr E SAA.Tl

zata atro6a muscolare. Esplot·ando Il\ feriLa la lesione apparve meno estesa di quello che realmente era. Si stimò necessario addiveni1·e senza indugio ad atto tivo,perche una febbre cuntinua, quantunque mite, l'organismo. Si fece un laglio rerlicale suHa faccia internn della tibia, che cominciando sei centimetri della sua tuberosiut terminava circa cinque centimetri sopra dell' articolazione tibio-perono-nstragalica; quindi il periostio llogosato sino al limite sano, si nrrii'A•1.n collo sealpello e colla sgorbi a all'asportazione dell'osso maJ il quale era in gran parte rammollito per osteite Eliminando con molta cautela e pazienza quanto si trovo j.!oasto. venne asportata poco meno della metà dell'intera sezza dell'osso, la midolla inclnsà, per venti centimetri ,Jj tezza, risultandone uua supediciP. piuttosto irregolare, qunle si cau,ticò col lerma-cauterio. Poscia :-i fece la sutura dei comuni tegumenti allo est inferiore del taglio, ove la lesione ossea era meno vasta. Q aderi per prima intenzione. La febbre cessò d'incanto. e Lulla Ia superficie non tardar-ono a pullulare granulazioni principio rigogliose, ma che poscia divennero alquanto cide, lasciando qua e là apparir-e fra loro pezzelli di osso crosato eliminali dal p1·oce.'iso di suppurazicn1e. Convenne dificare in più punti e più finte le granulazioni es puco vitali mercè le causticazioni falle sia collerm sia con faldelle di garza imbevute nella soluzione al 30 p. di clm'uro di zinco, le quali si lasciavano in sito quattro ore. Co$ì il processo riparalore della vasta ferila prese un d:Lmento 1·egotare, ottenendosi una parziale rigene1·azione ed una cicatrice abbastanza solida. La funzione dell'arto mase notevolmente debilitata, ma in condizioni da far nu


I 11ER1TI DI OOGÀI.I 8 sAATI

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aperaoze cbe me re è il tempo, l'e:;ercizio, l'eleul'icità ed i bagni &enao-minerali, sarebbe:.i qua!;i completamente ricuperata. Parecchie furono le fer1te cbe produssero la sconti nuità delle clia6si. spe1.zandole in pii.l frammenti. In questa ~ategoria :'ono da nono\ crare In maggior pnrte ilelle.le:.ioni ossee da proieltili, e di tali fratture non meno del n p. 400, seconclo le stati~tiche del Demme. ~ono commiHie, cifm ancora bassa relativamente alla media percentuale •fllt.lsi nelle ultime guerre a causa del perfezionamento della Wistica. Anche nei no tri feriti tali frallure furono qua:-i lulte eomIBIDute. Bsaminiam11le: .,!!.soldato Zau rrhi Gionmni, del l:; reg~imento fanteria. fa colpito da uu proJettilc verso il4° inferiore dell':namùraccio sinistro, cbe entruudo dal lato dorsale in co•·rispondenza dello 9Uio •ntero:.,eo usrì dal lato palmare rasentando il radio. li Fiseher as!\erisce che qunnùo una palla penetra fm <lu& 4!2' suole Yal'iaruente scheggiarle e produrre una o pii1 fr.. tlllre oeUe dialì i; pero crede mollo probnbile che la intcrru IIODe completa delle ossa in questi cal'i. e specie se In palla abbaa molta velocità. aYVen;.ta non già pel traumn. ma perr.hè &lre&tdao del corpo dell'o:->so non potendo più reggere il pesodellarto ~i rom1.1e. Qaando sl7..nnocchi·il 23 febbraio entrò in questo ~pedale il foro d'uscitn delln ferita e1·a chiuso, tJuello d'entrata invece era latrora pervio. e ne veniva fuori sr.arsa quautit!ct di pus leDuee .sieroso. t:ollo .;peci Ilo si toccnnoo superficie O!l:;ee ir~ars coperte~~ ~ranulazioni. Un \Oiumino:.o ed informe ocsreooùa, a • capi os!'ei.

e :saicur~ta l'iJnmobilitb. n~soluta con apparecchio al sili~alo, canalizzazione della marcia mercè drenal!gio nel trnmite


3!)1i

l Jo'!RI Il Ul DOIÙ l. t E SA ATI

della ferila, si attese In fo rmazione del callo defini tivo. tale periodo piccole ~che{o(;;e ossee, di quelle che il chiamerebbe ter-zi;t rir., vennero fuori dal canale della ed occor,;e più volte accelerare l'eliminazione di altre ~pecillu <-i tocca-çaoo. mercè le cao~ticnioni f:;ile ora mor.anterio. ora colla iniezione di ·otnzione al l i> p. t clururo di zinco, ora colla tintura alcoolica di iodio centrala. Cu~i s~nz;t veruno ~pittce"ole incidente dopo ci rca me,;i anr.he il trami t.: cicatrizzò. ed il callo si ridus:>e di in modo da rimanere un piccolo in~rossamento del radio 1'11l1il0 oet .~ito della lesione. l mo' imcoti di pronoztonee ,.,upinazione erano abolili la fìne tlel :3° mese. ma pll~cia r,ol riassorbimeoto ùel JHt t·ono grada tamen te, qunntunque meno estesi tlel no fl soldato t:asalhoni Gio:;ui·, del20° reggimento fan colpito tla un proiettile che, penetraniJo verso il terzo della eia' tcola destr..1, u~ci nella fossa sopra~pinosa anùo la scapola e frntturando conse;;uentemente am .:;uddelle ossa. \ llorcltl' il li marzo fu ricoverato in qnest'osped \'O(UffiÌIIOSO l' defonne callO E!ra.si formalO llllOrnO ai f della clavicola l1 er~i,teva il tramite della ferita da cui ~u'n -.car~a quantiliL tli pu:; piullosto tenue e sieroso. 'pecillo :.i toccavano scabre sovedicie ossee coperte da lozioni. LI' r~gioni deltoidea e sopraclavicolat·e erano tnmefune, i mo' i menti del braccio qu~i aboliti. lo tali zio ni l'an e nec:e,,ario aneoclere che il proce,so ""''""....' pantZione delle ossa frallurnle assolv-es:;e il proprio mi.;o nn drenaggiu nlli'Overso il canale della ferita,


l FEJUII DI DOG \l.T E S.U TI

391

&TYenassero pe.ricolo.;e inllllrazioni di pus, e si curò la piil scrupolosa asepsi. Dopo circa due mesi il caUo cominciò a ridursi di volume, ma la suppnrnzione eontìnuan tuttora, ed una ma~sa lu~su­ repianle e poco Yitale di granulazioni sui fori del tramite clelia ferita (ect> ~ospeU.are l'esi~tenza di qualche sequestro; pero ciò non fu èonfermato da delicate e ripetute specillazioni, e ..iodi si opinò di modificare lutto il , eno fistoloso. riempiendelo per 2• ore con ~ana imbevuta nella ~oluzione al30 p. 100 di cloruro di zinco, aiTertendo di spremere bene l'eccec;so di liquido, perchè non si diffonde~~e pericolosamente nei tesA&i circou\ ici ni. Con tal mezzo cominciò la Cicatrizzazione dal •&ro del tramite e progredì 'et·,o il foro di u:;,•itn: ma l'altro lraUo mo trava~i tuttora restio n chiudere. onde convenne ineiderlo per l'intera sua luu~hezzn, si asportarono le poco vitali ~nulazioni di cui era rivestito, e .:.i causticò più volte colla soluzioDI'l di doruro di zinco. dopo di che J'aspello della piap si "' 11icò, il f~mdo ,;i .tppianl) in breve e si ollenne la CICI&riuuione: il giorno 1° lu_;lio l'inrermo usci ùall'ospedale completamente ~;nn rito. Il eallo erasi in 11ran parte ria:;sorhilo, e la funzione dell'arto destro era app~na debilitata per elTello principalmente della lunga inerzia. Luion.i P"' rtrma da fuoco t/fll' rpifisi t!t.l artit:ola.:icmi.

~ella ~at~goria delle lesioni epifi~arie ~enza aperlnrn delle ~d la~on. non si notarono nè colpi :.triscianti. nè canali a

· . . . loLat·1 deltao Cieco . '.n.\ per~o l' rauont comp1 ele: ot•. .1nterruztont u . cl~ntmntlà 11~>111:' ossa, ma solo due casi di contusioni se mP et. uno nel cnpr 1 . . 'Nl e maggtore del (i 0 fanter1a Gesnmunno


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l FERITI DI DOG ;\1,1 E SAA1l

\ incenzo.l'altro nel soldato del .i. l" reggimento fanteria "v'"'"lllr·· Giuseppe. Entrambi fnròno ferili oell'eSlr'emilà superiore dell'omero deslJ'O. TI primo guarì in meno di un me~e residuandosi nl\l"llvi•IA( difficoltà ai movimenti dell'arto. d(lvuta sia nll'inerzia, sia :aderenze cicatriziali; nel secondo inYece il tramite lasciato proieuile fu mollo restio ad occludersi, onde comenne volle modificarlo col termocaulei'Ìo, dopo di che il :10 1'infermo fu io condizioni di essere inviato in licenza di Ire godendo la qnasi completa libertà dei movimenti del Le ferì le d'arma da fuoco nelle epifisi con lesione arti furono relativamente molle e gravi. Ecco brevemente la storia clinica dei singoli casi. Pozzo Giovanni, caporale nel 20° reggimento fanteria fu ~overalo in questo spedale il d1 2% febbraio. Presentava, oltre a par·eccbie lesioni di poca im due ferì Le d'!wma da fuoco l'Iella regione delloidea destra: l aYe\ a il foro di entrata qualche centimetro all'indentr·o l'interstizio muscolare fra il deltoide ed il gran peltorale, "Cinque centimetri al disotto del culmine della spalla ed il di o'rita nel lato esterno del braccio, ad un livello al superiore, senza lesione nè dell'omero né della capsula ·Colare. I;nJLrnaYeva il foro d'eolt-ata in corrispondenza dell' inferiore della rloccia hicipitale ed il foro di uscita verso il &,• estemo della fossa sopra-spinosa: in tale decorso rimnsetegra l'articolazione scapolo- omerale. ma l'estremità. 65terna della cla,icola venne t•idolla in piìt frammenti, con "'n"'"'"'ra della corrispondente articolazione. Tutta la regione delloidea era note>olmente Lumefall.'l. Dd seni delle ferite veniva fuori discr·eta quantità di pus tenue


t HRJTI DI DOGÀLJ K SAA TI

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siero o, ed una febbre mite, continua. remittente, strug~eva l'infermo. 11 ~7 feburaio ~i giudtcò nece~sario procedere senza lllteriore indugio al !:l resezione del 3o e-.terno della clavicola arfetta da osteite ~wiE>ro~nte. percbè il malato, di tempemmeoto assai linfatico, deperiva seusihilmentc. S'incise prima 1· intero h amiledella seconda ferì la per IDt'glio usicurnl'l\i rhe nun e,.,i$tes-.e le ·ione dell'artieolazioneomerale, quindt si f~:~ce nn aiLt·o Laglio lungo il terzo esterno della clavicola. si asportarono i frammenti mobili di essa. e, scolla~o il periostio, ~i prnredette alla re...ezione dell'osso. Fatta la sutura a punti staccati con seta fenicata, e curata la piiucrupolo5a asepsi merCl' iltodoformio e la soluzione di bicloruro di mercorio all'l p. l 00, s'immobilizzò l'arto su di un cuscino di Stromo)er. Durnnt~ 1.1 prtrna s"ttimana dopo l'operazione parve che le COS6 \O}~es,ero al uene, la febbrece,,ò e Ja :;uppurazione diminui; ma con~ecutivamenle i tramiti delle dne ferile divennero di aspetto ntonìco, la febbre ritorno nelle ore vespertine, a•Jmentò la suppurazione, e cominciò a manifestnr5i una tumefazione uniforme, di consi!;lenzadut·o-elasticn, in corri~pon­ denza del terzo med1o della cla>icola, dovuta ad osleo-pertostite. Si tentò indat·no di moùificare in me••lio ,.. tale andamento . colle iniez1oni J1 tintura d'iodto e coll' u~o cir,·o~pello del termocauterio. Il pericolo di una infiltrazione di pus nel toraN'. e la niuna speranza elte il processo Oogj,tico, che avel'n mvasa la clavicola, pot~se an-e~tlr:.i, fecero decidere l'asporta?.ione totale souope~iostea dt <Jnesta. L'operazione fu eseguita senza ,-eruno !lptaceroleincidcnte, mettendo a nullo la cl<'n icola tnercè no taglio praticato nel mezzo della sua f,tccia anteriore.


l r&Rill DI OOGÀLI ESA.Ul

S1 fece quindi la sutura pa·ima del perio,-tio ~ralmente con cat~;ut e poi degli altri tessuti con seta

a punti staccati, ponendo in sito o.o drenagg10.

La metà e~ternn della ferita aderì per prima intenzione. Nei primi dieci ~iorni l'andamento della le:siooeparve !are, ma consecutivamente nel sito corrispondente l azione ster·no-clavicolare si ma nifesLò un notevole in mento dei LP:-,..uti molli con tumefazione e ~uppurnzione n dante, dopo di che l'aspetto ùi tutta la piaga divenne n e si collò anche la pane giìt aderita. Per mi~liorare siJTaue condizioni non valsero nì• le cazioni col lermocnuter io nè quelle colla soluzione di c ùi zinco al :~()p. 100 fnue con molta cautela percht• non venisse pericolo:;a diffusione del liquido. La suppurazione tanto aumentò notevolmente presso lo sterno e questo la~ei notare ,;ul suo manubrio una tumefazione uniforme di :.lenza duro-elastica doYula a periostite. Le cnndizioni generali dell'infermo andarono peg~iorando.

Durante tale stato, 2:> J!iOmi dopo l'operazione in~or:;e tosse stizzosa. secca e contemporaneamente aumentc'lla peraturn febbrile. t'esame degli or·~ani respirntorii nulla faceva rilevare normale, ma tuW"tvia incominciarono le preoccupazioni la sorte del malato eh' ern mollo prostrato. Dopo altri tre jlrorni colla tos~e comparve uno sc:u·~;o tora Lo nummnlare di colol'ilo rugginoso, perchè mistn 11 decomposto, e contempor:me3meote nel l,!iugolo "i ma un Lurgore coperto da rute a colorito normale. Colla palpaziont> vi si rile\"n'f.t una notevole ten ...ion"', giunta ad un ~enso assai indistinto di profonda Il Quest'ultimo sin torna fece sorgere novelle spernnz~.


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l FRRITI DI noGÀLI E SAAl'l

si sospettò si fosse formalo un ascesso dietro il manubrio dello sterno, e che il pus sanguinolento per· legge fisica di endosmosi ed e.sosmo~ filtrasse dentro l;t trachea e venisse emesso eoll'espettorazione. l.a •:olor·:tzione rugginosa òell'espeltornlo-avrebbe poluto anche ti ipendere dalla sola diapedei'i, conseg~enza di stnsi sanguigna nei t~npillarì lracheali n causa della compressione note"ole esercitala dall'ascesso. Si venne perciò nella decisione d'incidere a strati i tessuti molli pretracheali presso alle inserzioni inferiori dei muscoli sterno-dei,Jo-masloidei per tentare di dar esito in Lal modo al pus, colla det~rmin azione che se questo si fosse trovato raccolto mollo in gin nel mediastìno anteriore, si sarebbe in seguito tt>otato d'nprirgli una via di ugcitn trapanando il corpo dello sterno. Fortunatamente però l'ascesso e1·asi formato in avanti dell'inserzionE' ~lei'Oale dell'aponevrosi media del collo. e si vuotò dopo llver ta~Jiato i tessuti del gi u~olo per circa due centimetri di profon•l itù Ln marcia aven l'identico colorito ru~gino;;o den•espettomto. Appeno liherato l'infermo àa qoestn grave manife:.Lazione ~o~h~~ cessarono la tosse, l'espettorazione e la febbre, le condtztont ~;enerat' . . . . . . . • 1commctarono 1·npH1amen te a m1g11orare e s1 vn~ficò. l'n~peuo della piagn consecutiva al taglio chìrur·gico . .. rapu'ln Clcnll'lzzazJOne. . . . . J .. u rlt e~sn · • • nd aJ?evo lare una ptu s1 de:-e con bnon •·i~ullato la trapiantilzione di pnreccbi pezzetti era'ente. dopo di che, verso la fiue del rne!te di mnggio, la piaga . . d 1.1per!Ol'tlo, . . dT . eompletament.e . rtmargmnta,e 1.1gentemenle Mlpanmato ay d della .. ' eva alo luogo ad una riproduzione compi et:~ 1 .a: caHola, la quale differiva dall'nllra solo per essere ùi 'Il :nn volnmemaar · . ad .... . ggtore e per, non avere In rm1forme corvnturn ''l 1a11ca. 211

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l fERITI DI DOG\U l SA:\11

Senira intanto assai lume a ~osleoere la scapola, movimenti dell'arto superiore destro erano quasi quantunque mancanll d'energia per la longa inerzia. Co,-i il Pozzo il 13 giugno potè lasciare l'ospedale in a%ai più ~oddh;facente di quello che le sommentovale lose complicanze lasd:l\ano sperare. Il caporale Barzagli \n gelo, del 93° reggimento fanteria, capor::ll maggiore Barengo Gwyonni. del 15• fanteria, ed soldato P i~cheJda Antonio. del 20° fanteria, riportarono ùell'a•·ticolazione omero-scapolare. Di e:;si il primo fu rato in qnest ospedale ìl3z feblm1io, ,;lt ahri due il ~3 In tutti il capo omerale si trovò ridollo in molti fram ma noi p, chedda. oltre a cio, l'omero era longitudin fes~o fino all'unione del 3' medio col 3° inferiore. L'Esmarch as~erisce che quando un proietti le frattura diafìst le fenditure qua:s1 mai interessano anche l'epifisi. e cerer~a le frallore di que:.te non sogliono proluu~ar,i diafi. i; quando invece la palla colpisce nel punto d'unione dialisi coll'epifisi entrambe ,.,ogliono piil. o meno este,.,n fratturarsi Ciò avvoone precisamente in Pischedda. Il Fh;cher dà la se •uente ~picgazione del fatto: nei ~i no a r.ir1·n ,·ent•cioque anni esi:.te ancora l'ayanzo della rierd cartiln,riuea fra la di.llì.. i e J'epifb1, e quindi la 000 sOr(l3''•l tale lioe.c> di demarC,1ZÌODe, ma quaoÒO iJ nr'lliiP.UB ferisce pr·opt·io in coni~pondeoza della cartilagine epi l epifì,t e la dia!isi si trovano entrambe direllamcote al traumati,.,mo c ~i frallumnn. Il Bal7.ngli il giorno~;; febbraio fu operato col ru~•Jces•o lli rl!s~zione del capo omerale, il quale,; tro\Ò staccato in rispon.lenza del collo anatomico e ridotto in selle frnm perio:.l1o però e l'o~so rrano llo;.:osa.li sino a circa'fjuattro


l FEJIIIl DI DOG\tl E S.UTI

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'timetri al dt ollo del collo chirurgico ed n tale lh·ello si fece la nsezione. Pralicata la ~ulura profonda dei muscoli con calgut e la superficiale n punti staccati con !'eta fenical:t, ponendo in sito un psso drenll).(;!ÌO. curata la più scrupolosa asepsi della ferita .col iodoformio l! rolla soluzione di bicloruro Ji mercw·io all' l p. tOOO, s'immtlbilizzò l'arto su di un cuscino Ù1 Stromeyer mercè apparl!cchio al silicato. La :.utum profonda aderì per pi'Ìma intenzione in tutta la sua esteol)ione, la superficiale ·o lo parzialmente. L'andamento la dei migliori. L'infermo non eùù~ feùbre nei primi giorni; c1a1 dreoaggiu veni'fa Irrori se.'lr:-a qunnlilil di marcia di ùuona Datura; sulo dopo circa un mese, quando si spet-a>a nna prossima j.,'Uari).lione, insorse una fel>bre eon bri\ idi dovuta ad una raccolta purulenta formatasi in pt·ossimilà del limite superiore della ferita; dato esito al pu, Lutto ritornò nelle pristine con-dizioni. Dal periostio risparmiato con molla cura si rigenerò 11oa mas:~a os-ea che sostituirn as~ai bene quella a~porlata . Tei'S() la metà di maggio la lesione era completamer.te ci-catrizzata e l'infermo potè cominciare n;,errir$i del suo avam:brace,o; mn .i stimò necessario traLlenerlo nello spedale sino ~ U giugno per attendere una piu perfella consolidazione -della Cicatrice e dell'osso neoformato . . ns~ldato Jlischedda fu operato il ~~marzo. Più di ~O centnnetrt • do .10 stiO . .1 pe. dell'ornero vennero asportalt. 1ascHln 1 raostlo. Alcuni r,·ammeoti del capo ornerale frallurato ·i trovarono. s~ITattntnente aderenti alla ca vita glenoidea cbe non fu posstblle asportar!·101• con L"blon· ne· con rase 1uatot, · · e s1· sii·mò Jllu convetueme fasciarli in ::.ilo anziche'· procedere alla reseZtooe della uperlìcie articolare della scapola. C:n tuue le eaotele antiseuiclto falle le suture superfictale e ,Pro.onda pro n-ed d . ' en o con un g-t·osso d1·enaggio allo scolo det


l PERrYl DI DOG\U E SAATl

liquidi, ed immobilizzato perfellamente l'arto su di un dì Strome~er, si atte....e l'esito della grave operazione non tema di dover ricorrere in secondo tempo all'amputazione braccio se fossero insorte pericolose complieanze nell'arto vato in ma:;sima parte del proprio sostegno osseo ed i cui snti molli profondi erano st.'lti io rasi da diffusa flogosi propagatasi dalla osteo-periosLite dell'omero. Ma for mente l'i nfermo si mantenne nei primi giornj apireLLico, sutura profonda aderi per prama intenzione e per buon l ancbe la $Uperficiale. Però quantunque dal d1·ennggio venisse fuori abbonda mente pus di buon<\ natura, tullaria le condi~ioni del percor •o dal proieLLile, il cui foro d'entrata corrisponde''ll centimetri sotto l'acromion e quello di uscita nel mezzo regione sollo -clavicolare, non accennavano punto a carsi m m~Jio. Che anzi posteriormente :.i formò nei dintorni di esso ascesso, inciso il quale venne fuori un piccolo sequestro indubbiamente impediva la cicatrizzazione del canale; i que!'lo dopo pochi giorni si chiuse. Un'altra raccolta ùi si formò verso il ventesimo giorno dell'operazione in mità del frammento inferiore dell'ornero l'eseco.to, ma non stmbò J.,'Tan fallo l'andamento del processo di riparazione. Occorse più volte far uso d' iniezioni di tintura d'iodio l'ftHerno della lesione pet· rwnivnrla e causticare col c di zinco lo piaga esterna in quei punti dove non et·a a la riunione per prima intenzione. Cosi a poco a poco si ricolmò il gt·an ruolo prodollosi per l spo1·1azion~ parziale dell'omero, ed una mnssa voluminosa osso neoformalo non tardò a sostituirlo, assicurando ' l'esito dell'operazione. Verso In metà di giugno tutto era cicatt·izzato e la funz· 3


t n:RITI DI DOv\LJ E S.\ \ T1

deiJ'a,ambraccio ritornata quasi normalo. Il 9 luglio !'infe!·mo P"lelle essere inviato al su (l paese nativo 10 istato da far presu· mere che coltempn anche i movimenti del braccio ._; ~areb­ bero in gran parte ripristinati. Il caporalmaggiore 13arengo non fu opera lo nei primi giorni dopo J'arri-ro in ~apoli, perrhè ùorante il viaggio ... j c:nluppò un'eresipela Oemmonosa in tutto l'arto destro con febbre alla. Fu ne.·es$ario incidere in due punti la regione interna del bractio per dar Cstto al moltn pus formato,..i. Allo . corcio t! d mese di mat·M ~uaril o tl1 delta complicanza si procedette alla re~ezione col proces..;o Ollier. La te" la delromero si ll'O\Ò divisa in cinque frammenti. • • do,·ettero asportar·e in tutto circa do•lici centimetri delrosso lasciaoolo in ~ito a periostio. ~i fecero anche in questo caso le d ne suture profonda e superlicia1e e ~i curò la più riguros\ asep't ed imrnol>ililà del-

t'arto. Non , j fu movimento febbrile durante tutto il pel'iodo dj

tempo che occorse per la guarigione. Le suture aderirono ambedue per prima intenzione. La suppurazione fu sempre ..;cal"$a e di Luona natura . Trascon1 eirca •tunranta giorni il vuoto lasciato dall'osso nsportato era già riempito e sì poll\ levare il llrenaggio. ~enonchè il_tnmite da que,to la~ciato di\"eone di n'petto nltJnanto turPd_do. Non °•tnntQ ripetute iniezioni in esso ùi tintura d'iodio e ' od soluzione . ~ . •al 1",, P· 10Od.1 cloruro d1. zmco, non accennava a 11 tlicars, m me~lio, anzt circ.'l tre centimetri al dbollo del•cromion si n11 • . • . tJ una dtretta cumontcaztone coll'esterno per l Q eerazione di un ~. plr.a•olo tralto dei tessuti suturati. uvpo altrr l'\llch't t. ·r . r~ btornt• s1• mRnrtestò un ascesso ne ti•1m1te ~erno della t'C'' tone sotto - cln~icolare intorno al foro di en-


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l PBRlTI DI D(IGÀ tl E SAATl

trata del proieltile, il cui punto di uscita corr-isponde\'a centimetri sotto l'apofisi coracoide. Si diede esito al pus cb~ si trovò commisto a piccoli menti d'osso. e si riconobbe ch'esisteva diretta comun,llil <~•u~"' fra il cavo ascessuale ed il tramite lasciato dal drenaggio. Senza dubbio quindi quei picco li sequestri avevano si no !ora impedito la completa guarigione. lnfalli appena liberaLa la parte da taJi cor·pi estranei tardò a manifestarsi ona rigogliosa evitale gr·anulnzione la condu5se verso la metà di giugno n perfetta cicatrizzazione. L'osso si rigenerò completamente; però l'atrofia pa del deltoide e la mancanza del capo omerale lnscia\'MO gere in corrispoodeuza della cavità glenoidea una notevole pressione; in'l'ece negli altri due oper-ati innanzi mento vaLi solo il braccio dopo la guarigione era alquanto più 0050 dell'altrO SanO, per l'infiltrazione dei lesSO ti e )8 nnlf>V~IIII riproduzione ossea, ma anche la porzione alta della delloidea mostravasi uniformemente arrotondi la. La funzione dell'av<lmbraccio era alquanto indebolita, del braccio si andava limitatamente ridestando. 1:11 luglio t'infermo lasciò l'ospedale in condizioni lodevoli. Il soldato del4 5° fanteria 1\firante Salvatore ripor·tò, fra altre lesioni. nna ferita d'arma da fuoco interessante r la1.ione del gomito sinistro. Quando il 14- 11pri!e venne qui ricoverato era già del guarito con anchilosi angolare dell'aTto. A. suo dire era stato curato coll'applicazione del ghiaccio pr·imi gi(lrni e quindi con apparecchio immobilizzante. Il caporale del ~0° reg~imento fanteria Teppa Stefano 31 maggio giunse in quest' osJ..ledR.Ie con an cb il osi retta deil ticolazione delllioocch io destro.


1 FERITI Dl OOGÀLJ .& SAA fl

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Aveva ricevuto un colpo di proiellile che penetrando 'erso il margine ~uperiore della Luberosilil interna della tibia uscì dal lato opposto attraversando l' arlicolazione. Il tramite erasi già ricatrizzato, restava solo una piccola piaga in prossimità del foro tli entrata. la quale non tardò a gaar1re. Circa le cure ricevute a ~I~saua riferì es~ersi fallo uso nn che per lui del ghiaccio e di apparecchio immobìlizzanle. Mi si erano (ormate delle grosse piaghe di decubito al calcagno ed aJla regionesacJ·ale. Per oltenerne la guarigione si causticarouo piu ,·olte colla soluzione di cloruro di zinco al 13 p. l 00 e quindi si fece l'innesto epidermico che diede ottimo risultato. ~Ila mciii dj luglio usci in condizione di poter camminare facenèo uso delle grucce senza accusare dolot·e alcuno nella irri,ridìta articolazione; ma allorqunodu i mu ·coli dell'intero arto si saranno rinvigor·iti coll'esercizio e ron opportuni mezzi lerapeutici lo da sperare che potrà cammin3re col ·olo aiuto di un bastone. . li solda1n de120o r·euuimenlo fanLerin Cabitza Efisio ehhe rer•ta l'articolazione dell'anca destra da un proiellile il quale rrauurò il collo del femore. Quando il 30 giugno fu ricoverato in questo ospedale l'arto era raccordato di circa sei centimetri e ruotalo in dentro. Pochi l'enti metri al di!>oopra dell'acelllbolo si palpava una informe mas)a . . cornspon. · os:;'Ca l a qua le per. caratte1·r. analomu·r de,a al gran lrocantere. Esisteva un seno lìstoloso poco al disotto dell' · . . .arhcolnztane, ma in questa non SJ pen~trava collo iecrllo, •1quale si ar·r·e~tava nei dintor·nj del sopraeeiglio delacetabolo senza toccare alcuna scabrosità ossea. Un altro seno ~ 1 . . usto oso p1Ullosto profondo erasr formato nel1• 110 d a ella regione interna della coscia, e da esso venira fuori ~~


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l litRill ul OoG:\LI E SAA'fl

in fH'inr.ipio una grande quantità di marcia piuttosto sioro;;a. L'infermo era profondamente rlenolrito e scoraggiato, prallullo perchè i più delicati mo"imenti dell'arto so--cita acuti dolori. (la,.,rt, rart;llt7.7.are bene la marda con due drenaini e lìcnre colle rniczinni di :ooluzione di cloruro di zinco al 15 p. l lt: pareti dei seni lì.;tolo ...i per \PÙerli .tniare rapidamente cicatriu.azionP.. Le condizioni ;.:cnerali in brHe migliorarono, e cosi veuti giorni il malato potè cominciare a levarsi di lelln mellersi a seclet·e su di unn sedia per alcune ore senta a Lire gra\e tnole:;tia; in pr·n~ie~uo fu in grando Ji far <1 nche passi colle :,:ruccl', portando l'arto penzoloni. Per dimtnuiro I';\Ccor·ciamento di esso e rnigliorarne la ~ir. 1one si opiuò fosse necessal'io procedere ad un allo tho tncidcrulo i te,.;suti molli sino all'aceLabolo, asporta i fr.unmenli o..:sei l'ti adattando convenientemente l'est ~upenore elci fernorc. ~la prima di ri~chiare unasigrove operazione si 'olle lans la curn dci IH'..!IIÌ lerrnu-minerali d'hchia. {)a qut!,ti llli'DÒ in tst..·llo di poter camminare, aDIIlertcoll'. clauùicanclo, coll'aiuto eli un solo b:l3tone. e non Yolle p tu :-nllomellf'l si ld operazione cruenta. tuilt d'a rmn da ftwro ntlle ossa pialle.

Di ferittl unporLault nelle ossa pialle. se ne osserra parere• hil•. E rhapulo che lt• Ieri te tl'arma ~a fuoco sulle os.sa cranio "onn aMai piu frequenti negli a;';sedi che nelle bai in nperln cnrnpagna. Infatti dalle statisLiche di Scr·ive redaLte


t FERITI DI DOGÀ LI E S-'AT1

salle guerre di t:rimea e Sebastopli, che ebbero in ~ran parte earallere di as~edio, ri~ulta che il 33 p. t 00 ùei morti n r enDO riportato Je~ioni delle ossa craniche, etl il LOfller fa a:ocena.e al i i p. l 00 il numero dei morti (tet· ferite del c.1po nella perra dello Scllleswig-Hol:itein chP pure rive.;ti in rna;;liaa parte carattere di assedio. lovece nelle e:~m pagn e di Boemia e tf'ltalin. in cui si comballt• quasi sempre a campo apeno, furono di gran lunga meno numenht' le le,ioni del

eapo. !acbe nelle o--~a piaLte si pos!'>ooo ri~rontr:~re. ~iccome nelle lughe, e«lnlu,ioni semplici, colpi "tri·ci:tnti e ferite a canale eompleto od inN,rnpleto; però in esse. o specie io quelle del cnato, si verificano delle modalità a;:~ai caratteristiche perchP. M u'abbia n tenere specinle con sidcmzion~> nella diagno-;i e Della cnrn. Et! in vero può accaùel'e ~he il l!Lvolalo esLe1·no res1sla all'azione del proiE-ttile, oppure pre~e nti fendilnre di poca imr)Ortanza, mentre il taYolato in temo va !ìo~geuo n fn\l· blre o scbeggiamenti ragguardevoli: altre tìatc --i· ris,·rmtrn frattu ra per controcolpo in nn punto lunl<'lno d:t tJUPIIo eolpito dtrettnmente d:ll proiettile che rimane ille,.o, OY\ ero ·i nrifteano fratture con o senza depre,-:-;ioni nel ..iln colpito e dÌIMasi delle suture.

sole'""

~~~dubbio però nella moggiornnt.a dei casi ;n ,·eo;.:ouo nd'ruiont e det•ressioni in tutta la parte o~~ea nel punto colpalo' Di qne t' ult'tma natura appunto furuno le le·iont· rtpor· lale sal eapo dai ~o! dati del 15° fanteria Berta ni Enrico e TnICIDO Ciro. defl':rimo e~ '-lnlu colpito da un proiettile in rorri~pondenza postenore della sutura biparietale: la ferila a çeva fortM:J 'l'rego!armente Oloidale coWa:,:se wag!!'iore lun ).!o circa i cenliilelrJ: era 3\\'enota .tn rraz10ne . ,. d l . • semptrc l'l 11vo alt O:,Sel senza notevole dep 1·enone . a·1 ess1;. .1f rammenti. erano r1mHsL1 . . o


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l FEBIII DJ DOG\11 E SAATI

adeJ'enli ni tes~uli roolli ed avevano conservalo pet• più mane la loro vitalità, giao·bè t}u1ndo l'mfermo, il 22 braio. fn rico>eralo in que·l'u,;perlale a$Serì che non gli stato estratto ònlln ferita alcun pezzello d'o;.;o:o. Solla lesione era pullulata una ma~sa nbuondante ma duc.1 di granulazioni, che :'ecerneva scarsa I}Uantilà di tenue. Col termo cauterio più volte si cercò di,-truggerkl. ed tare nn proce~:; o ~i tale di riparazione della piaga. 11 huon sultato non si fece attendere; dopo circa t}uindici giorni spello n'era mi,diorato, piccoli ma numero:; i fr1mmenti a· nero utobiJi e si eliminarono. ~enonchè, tolla la lot·o riera, una piccola zona delht ma~!'a cerebrale rimasta perlO .;i "edev-a pulsare. Tale mo' •mento era u .., .v._....... un crepitio simile n qMllo di rantoli a piccole bolle, dall'aria che aspirata nell' ahhassar~i dell'encefalo a sava i liquidi di ,e~'rezione dell1 {tinga. Intanto l'infermo incominciò a risentire l'inllutmza del sturl1o ùi pressiono endocmoica es:;endo molestato da 1-rini e cefalea s1 1ntensa, che per alcuni giorni sì correre alle iniezioni ipodermiche di morfina per un poro di calma. La JOPdicatura scrupolo.;:~mente nntisellica sì ...... n ..onrJ,... sito sempre con fasci,1tura compres;;iva per impedire la mazionc di un'ernia. cerebrale. Si obbligò l'infermo a tranquillo a letto. eviLando ogni sforzo e l'emozioni fu nutrito sobriamente, tenendo il ventre sempre lubrico. Co5i dopo pocb1 ,riorni una rigo~lio~a l.!ranulazione dal fondo della pia~a ricolmò il 'uoto. e non tardò a dune una cicatrice uniforme e resistente a segno rhe a far ce-,s:tre glJ anzidetti fenomeni morho;.i, ed a ml'llere fermo io ondo tli poter lac;ciare l'o:-.pedale il ~9 marzo.


l FERITI DI DOGAU E S.\ \li

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nsoldato Toscano Ciro fu colpito da Ull proiettile strisr.iante aeJ meuo del pariet.all! sini~tro in pros:'imilit della sua sutura col froatale. e risultò una frallora comminuti va di amho i tavolati lun~ll eire& cinque centimetri e larga due. I frammenti del tavolato fiiiii'Do ,·eonero to~to eliminnti colla suppurazione, ma quelli Wl'ioteroo lott.arono lnn.!:aml!nte fra la vita e la morte prima ai eadere in necro~i. Quando l'infermo fu ricoverato in quesl'ospeùnle la le~iono n eoperta di un ammn.-~o di ~ranu lazioni cnduche pullulate Wa diploe. Con delicate e~plorazioni si accertò l'esistenza IOUo di esse ùi frammenti fortemente aderenti. onde non si ~opportuno temarne l'estrazione, avendosi ragione aspe· NN ebe i loro rapporti nutitril'i non fo·,ero disturbati n 111810 da non potersene ripromettere una guangione senza uportarli. Si loeearono piì1 volte col Lermocaoterio le ;.:ranulazioni •lliYennero d1 aspetto a~:.ai migliore. e ro~i sui hflrdi della leai011e cominciò a formarsi un tessuto cicatriziale che n mano •aaao ricopri buona parte di essa Jascianùone granulante ~olo D VIUo di meuo, il quale però mantenne qua~i sempre o~ti111111Deote l'a,.petto torpido e cnralter istsco delle ~ranulazioni tdelate dal teo.,uto osseo afTPtto da c:u·ic necrotica lìteado oramai ~vanita la speranza ùi oHenere la guari. . secza a'portare i frammenti del 1:1\ olato interno. si do~ distruggere il molle Lessolo cicatmiale per farsi lo ~OCCOrrente al piccolo alto operati\ o: delicatamente con •.PIJJ&e di. Pean · · · d'1 d'sec1· p1cco · 1e ...._ . ' l poteuero estrarre ptu --.ge d1 CUI Ja . · · · · lar,a (IIII grO$'la, lunga c1rca quattro cenltmetrt i due, ~:ra i.ncuneata al di là deJI'e,.,~remo po~tt:riore h P aga, e cormponde\n nd un trnuo d t tavolato tnterno Uarato ~entr~ l'e~terno era rima~to integro.

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l F.EII ITI Dl DOG~LI E SAATl

rt f' ist:lte1· in propo~ito asseri:;ce che per ordinario il ,-olato vi trcn subisce una fratturarli ma~giore esten,;ione, i .;uoi fr-ammenti :.porgono nella cavità cranica ad angolo pro...-.imu nl rello tli quello formato dai frammenti del ta e4eroo. Tolta la harricra •>'sea la ma,;sa cerebrale. ricoperta ..noi in' olneri. :;i 'ed e' a pulsare .-ensibilmeote l'anfr.tltOO'O forame t't'ltnico. onde fu neee~rio in -.ito uua rinoro,a medicatora aoti~ttica con hend comprc:osivo. L'infermo dopn ùi riò non accusò mai alcun disturho. l'i tnostrb a:;~ai tetro. tacitut·no e quasi inebetito. La eliminazione spontanea di molti piccoli frammenti gnitò pt>r oltt·t• due sellimane. l ntanto lo conù izioni della pia~a migliorarono In sto; causticò un n fio la volla eon gorza imhevuta di soluzione H> p. l 00 di clnt'llt'O di zinco, non trascurando le eire zioni necessa1·ie per evitare una pencolosa infìhruzione liquido. 11 ri-•ultntn f•• !'Oc1disrncente; caduta l'escara ~i formò pitll\DIPnle una !'Oiitb cicatrice, clte si v-edev-a appena lare per :.;ti urti tl('lla pnlsnnte massa c-erebrale, non r." enuta ri!!enemzione ossea. t:o .... l'infermo il l~ lu~lio fu in 6rado di lasciare r in ottim~> con•lizioni di nutrizione e di spirito, e:;sendo:-i ultimi giorni dilegn~to :tffatto ilsuo disturbo p,;tc:hico. Il 'oldato :\lenozzi Zeffirino del 6° reggimento fan oltre a molte ferite dr poca import.anza , ne riporti~ una ~r·n ,·e per nrmn tla fuoro. Il pNiettile pt>netrnnclo nel punto di unione delln l vt>J'Iicnle del mnscelbrc tnferiore colla orizzontale u:u·i mr7.ZO del labht·o inferiore .


I F&JUTI DI OOGÀU E SAATI

Cqiooò frattura comminuta della hranca orizzontale :-iaistra e di qua.;i tutti i denti su e ·sa impiantati, oltre una noteYole perdita Ji ,:o;tanza del labbro inferiore e della lingua YWSO il ·uu apice. Quando il ~:l marzo fu ricoverato in que:;t'ospedale era no· LIY\)Imenle der,eritu e tanto so!Terente che non poteva tollerare nemmeno le più delicate esplorazioni chirurgiche. Le guance erano molto tumefatte. e<l in corrispondenza del lino posteriore di ambedue le branche orizzontali del maallare inferiore, notansi una in61traziooe pla:;ticn del pe· rio&lio e dei te~suli molli, di forma irregolarmente oroidea, di eouistenz.a duro-elastica, del volume di un gros~o uovo di colombo. Le lesioni >nlla lingua e sul labbt·o ~rano cicatrizzate. Bai lramite della ferita veniva fuori sctu·:ia quantità di pus di odore nanseo~o, di cui parte si ve:-snva anche nella cavillL orale. Collo specillo si toccavano piccoli pezzetti d'os:::.o neCrGI&ll.

La seontinuità del pumo frallurato era.;i saldata men:è l~ aeofonwuione •li giovane callo. Riuein difficile all'inrermo di proiTeme parole per le le1101ll sulla lingua e sul labbro inreriore. per la perdita dei deaLi e per il dolore che si suscttaYa nello aprire ht bocca. ID pnmo · te1upo cony-enue allener:.i :ul una cura a:;pel· : " · coadiu,-ata ùalla immobilità e dalla disinfezione della ~la ~uale si faceva esternamente colla soluzione di bidi soda.d' mercurio ed internamente con IJnella ùi iposolfitolalanto dopo aiennt. g10rm . . SI. man1·rc~lò un asce~"o nel l a . ~~~•a destr-.t, in conispondenza della suddetta intìltmzione as •ca; venne 'tnc·,so e SJ. l'lpro . dusse a l>te\'1. .mtervallt. all1·ed11e volte.

pl


l FEIIlTI Ol DOG:\LI f! SAATl

Però ;~oche col dare e3ito alla marcia non fallo ùt 'o lume In tumefazione cb e circondava !"osso. La ',.(ene..i di e~~n credemmo fosse dovuta ad un n,.,.,....._ riparazione os~ea tlel mascellare in quel punto fraU contruccolpo nel gr:lve traumati,.mo patito. Dopo circa +o J.!Ìorui di degenza, mi61iorate le couuJ~oJu:u• nerali e locali dell'infermo, es~endo più tollerante del potendo aprire piil ampiamente la bocca. che per l'innanzi permeuern nemmeno l'introduzione di un dito, si certare che pare~·chi piccoh sequestri erano aderenti BI torni delln.lesivne verso il lato orale del mascellare. Oi e:-~i alcun t Yennero eliminati colla suppurazione ed e~tralli seuza grave dirtìcoltà colle pinze. Liberal;l cosJiil parte da tali corpi estranei, la te~ion e tardò n cicatri;r.zat·e completamente. Il ~torno :1 1 mazgio il )lenozzi lasciò l'ospedale in d' condtl.iun i. Parlava da farsi ben comprendere, poteva masticare cravc tnoleslia, opl'iva la bocr1 a metà dell'ordinario e m~falinnc o ·s(;e sulle br-anche del mascella re eransi dolle di \'Oiume. Il solùato 'nnzolini Paolo del t0° reggimento fan portò una feril.t per arma cla fuoco a destra deltornce linel' mammillare ed ascellare media. La ,.eli ima eù o!la "<l costola subirono frattura co pe1· J'o>... tensione oli circa cinqne ceollmetri. [)ei frnmoienli, alc-uni, a dire dell'infermo. l'ennero pre~to eltminnti spontaneamente, altri. aderenti ai tassuU cost.tuli, sostene\ano un processo infiamtnatorco ero tramite della ferila. accompagnalo da carie necrotica dei CO:'otali fratturati. Qllanùo l'infermo il 17 marzo venne ricoverato in


1 FER ITI DI DU{ÙLI F SA.\ Il

spedale si constatò l' es:stenza di una pleuri Lt' de:;tr·a, con risouaza piena este~a !'in o alla spina della :;capota e nole>ole affteTohmento del murmore vescicolare. Ciò nonostante asseri eli non aver !\offerto mai fellhre, nè molestie tali nel lato malato, da nebiam11re la .-,ua nltem:ione o quella del medicu Si credè coureniente fare ùelle punture esplorative allo scopo eli usicurar~i :;e vi fn:o:>e ant:ora un abhomlante verl>amento, per procedere quindi all'ewazione del liquido, mer·ci• l'aspinsore. Se nonebe iolìsso io tre drversr sì ti l'ago-cannula d'una J1"8S51 siriogn tli Mallieu non usci goccia di liquido, lnonde l'otlasità era do' ula solo a grande inspessamento della pleura. Qaantonque la ferita prodotta dal proiettile non fosse st.·Ha peltlrante in e.1vilà torarica. tullaria la pleurite IJII:t...i ·et"taIHDte ru con~e;:;uenza del violento traomnti~mo so!Tt)rto dalla parete dei}Hlllo e trasmesso alla si erosa eniiotoracica. Jotnnto il trami l·· della lesaone non act•pnoava a rhiudersi; una marcia tenue, sierosa, scat':ia ne veniva fuori, c non essado nlute a rno•lificarlo ni· le iniezioni di tintura d'iodio, Dè quelle di soluzicme al 30 per l 00 dr cloruro di 1.inr.o . .;i dee di aprire lnr •a•oente ìl canaJe (ì,..toloso, asportare lutto il Cessoto gT'anulantt'l e fare In resezione solloperiostea dei capi eos&ali affetti rla carie necrotica. C eseguito si cansticò profondamente col termocauterio tuUo ti tramite, e si fece la .;;ulura dei comuni tcgumenti. la quale aden per prima intenzione; ma un piccolo sequestro osseo Don ~rmise la chiu"ura del tragitto lascinLC\ dal drenag~io. e '11l•nd•.ro duopo in.·;dPre di nu 0 , o profnnd11 mentt> per estrarlo, • ea~slrcare in vara vunti i tessuti molli coperll dn gmnulazwn, ronnose .. . fare " · Qnesta vo l la sr. cr·edelle pru conveurentc non .,.. la soturn, ma medicare in piano la ferita. Cosi una rigoeolosa e' i tale granulazione pullulando dal fondo lo ricolmò in


ilo

l FERili 01 OOG\1.1 E S.UTI

bre\'e, e non lardò a format•si una cicatrice solida ed ai te ...snti sottostanti. Però la rigenet-azione dei tratti di osso asportati venne, ed i capi costali furono riuniti da solo tessuto Il giorno t l del me~e di luJ,dio il Yanzolini u..ci della le;rone per arma da fuoco, sta della ple01·i te ed in conùiLioni di nutrizione. Il soldato tanc.hel'l Giovnnni del 65 reggimento rice-vè, olt1·e a parecchi colpi di lancia, una gravissi ma d'arma da fuoco: il pro1cttile penetrando nell'~ 0 spaz!O costale di ~inis tra, in corri,.pondenza della linea asc ·leriore, usci circa 6 centimetri solto l'arco costale dello lato solhl linea ascellare anteriore. Seguendo tale corso froum·ò 1'8•, 9• e l o~ co:.tola. in ca\•itli addominale e perfoJ·ò il culmine dell'nngolo del colon, onde si formò una fi:;tola stercoracea. niunse in quest'ospedale il 1'i marzo in tale "tnto di mento dn far temere una prossima fine. Lo stru!!gA\'3 febbre mite, continua. remittente. Allorno al tramite dt>lla lesione erasi formnto nn ampio lamento, in cui si raccoglieva del pus d'odore assai perchi·uusto a feci diluite. L'infermo ,l\ ea di.-pcp~ia. anoressia tollcrara a :.tento l'e:;clu:>i\'a dieta liquidn con cui 'i cerca-va di riauimare le onde si potesse procedere ad una conveniente cura c ~b dopn circa 15 giorni. non accennando punto a rare lP condizioni di r11lll'izione, si riconobbe nnnm e~serd un~ente bisogno d'operare . .~on si poli' ricorrere ;tll'uneste:.ia generale per r debolezza cardiaca; ~i usarono in,·ece le iniezioni i di cocaina ( l grammo in t grammi d'acqua di,tillala) le cotTispo,er·o assai bene .tllo iìcopo.


l FERili DI DOG'ul & SUII

~lì

Sa d1ssec0 un 'n~to lemho ~emilnn:m~ n conve.;sità in bas~o. laeui t ase 'Corrispondeva ai fori d'entrata e d'uscita del proi>'ltile; solle~.ll o •JUe:;lo si H!o-port.trono i molli framm~nti os,ei poco ad renti ni te-su ti molli. e quindi ~i fece la re~ezione par.liale tt -perio tea dell' '•, !l" c IO' costola affetto dn ostette. Qaa.a n l me~.zo del lembo ... tuccnlo !'-i trovò la fì,tola colica. b Y fl rmaeireolare. del diametro di tre centimetri; la p:~ rete m&estanale prrfornta em -olitlauwnlc aderente ai lP.SSllli molli, fa soa muco a appariva di c•oloritu ros-so vino ..o, ~lindi dell'apertura del rulnrt 'i :n ~icin:nnuo l'd allontanavano allemalivamente, ~uendo i tnO\ imenti peristaltici. •esegua col catgu t la 'Ulurn n ,,npm0nello della le.; ione dopo uerne re nlato il margine, ,j rau .. ticarono coltermocanterio le pareti dcll'.tn~:itletta carità a~c·t•ssnale e quimli :>i fece la Slltura a punti slnl'CatJ con !i el n fontcnta lasciando in si lo d t te dre-

naggi. Curata In piu scrupulosa n.;cp:;i della ferita: ed aùallala una CODV4'JJientc rnetltcatura alla l.istcr, si obbligò l'infermo n stare a leuocun lo -ullato sini.-tro rnercè una fa;;ciatura ad orto in ·rra frn il lmcino ed il collo onòe con opportnni mo' imenli non fosse tatn tirato in alto o quindi ~!aeralo il lembo ~u­

lttralo.

Fu pre criua una .obria dieta licJuida. La rei hre cc . . ò d'in~nto. 1...'1 \ta;;tn ft>rila chirurgica aderi • ~ ltJm mteuzione -mo in pro~.. imit(• dPIIa fì,toln; eia que-ta llllo al quanto giomo uou ~enne ru111·i liquido eli sona, onde ;;i aveva roudata speJ',tnza che no fo~. c n' renuta l'ocdthione. Ma di gl'tlZtlll mento il malato, dte areva r.c·quistato nn ~ndeappetto, nu ci a procm-nr i riai :.uoi comp.tgni dei cibi hda (n~no~ll nte le continuo rar:comandazioni fatll•gh in proposuo Ctrca tiJtericnlo che corre\ a), ed il disordino dieteticll 27


i IR

l FERITI DL DOGALI E SliTI

fece riaprire la Ci:.tola, da cui usci uno spicchio di arancio intero. Judubbiamente era ~tato cosi compromesso iu uuonn re~ilo deii'Opt!razione. Ricominciò la s:uppurazione e la u.. cita delle mntetie fecali; fortunatamente però non ~i il lembo nella parto aderita. t:analia.ata la marcia C() n un drenaggio applicato presso perlura colica, 'i attese che ~i fosse ben consolidato il ..aldamentu dei tessuti intere~sati col taglio chirurgico. Intanto l'infermo miRliorava progres~il""amente nelle :lioni i!enernli. soprattullo per la scomparsa della febbre. l)opo l :; giorni :.i fece un'incisione sul mezzo del lembo l'estcn~ionl:\ di circa quattro centimetri, e cosi si mise allo pert(' di nuovo la ustola il cui lume si trovò assai imp· · Col lermocauterio si toccarono leggermente i contorni di attenendosene dei boll<•ni rilevati di vitali granulazioni, i re~trinsero anche ùi più l'apertura del colon. Tra!;corsa :-cllimnna si tentò di accluderla con un'operazione p di:.,laccò dalla parte alla della piaga. in corrispondenL:t hase !lelll•tnho. un pezzetto triangolare di lessuto "'"~'" "''• c per 'corri mento ,.,j -.oprappose alla residuale scontinu1Ul l'inte...tino in mot.lu dn occluderla completamente: .:.i quin1li nnn metlicrttnra compre,~il""a. IILtpo li giorni il 'nddetto pezzelltl di tes:.ulo .-i trol'Ò feunmente .ulerente. La fistola in tal modo era •narata pin;a circo~tame :.'a"iò anch'e:-sa a rapida · pet io~lio ri,parmiato diede luogo ad una Dt>oformazionc che !;o~tituiv,t nhbastanza bene la porzione mancante co:.tole. l! l :; :,:iu~no lo Stanchieri lasciò l'ospedale in ist:llt> ùir;,.imo di :-nlute, aY\ertondo soltanto lieve mobtia nei vi menti del tronco per le aderenze cicatriziali, e lt\IOI'll !J


1 rKRITI DI DOGÀU E SAATI

4.19

'IOl'llo dolore alripocondrio sinistro durante l'ultimo periodo .della di1.estioue. Di frallure n forarne si sono \"erifìcate due nelle ,;capote • .4Jestre dei 'oldati Barzagli Angelo e Casalhoni Gio5ot;. che parirono in poco tempo senza bi:sogno ùi operazioni speciali, .. due nelle o>~a iliache sinistre dei soldati Ciriminna Gio. Battista, del ~o· reg~imento fanteria~ c Tuvcri Gioranni del 0° ftglmeoto fanteria. 11 Ciriminna fu colpito da un proiettile che, penetrando ....., l'unione del 3° interno col 3° medio d!'! ponte di Pu.puzio di sini~tra. usc1 circa 12 centimetri al di~ouo del punto 1ltClio della cre~ta iliaca corrispondente attraversando l'osl>o; l fnatmenti di questo staccati si palpavano siccome una inlormé e volumiuosa massa nella piega dell'inguine, ma non trano mohili; ciò fece suppon·e che parte del tavolato esterno dell'ileo si fosse scheggiato e l'ivollo in fuori senza perdere -eompletamente i rapporti con es~o e col perioslto. on fu possibile persuadere l'infermo a sottoporsi ad opeTIIIone ehirnrgica allo scopo di asportare dalla pie~Za dell'in· Pble quei gro;:~i frammenti ch'erano di nstacolo nlla deamfMalazaone e Iii re5ecare la parte non sana dell'o5so. i do-rette limitare il eòmpito del chirut··•o ad Pstrarre le • I'J :pJecole seher.f'c staccate ed a canalizzare lu marcia ton un laago drena~gio. attrarersQ cui si rec~ro piit volle iniezioni ~odificatrrci di tintura d'iodio e di soluzione al :; p. l 000 di 'Bittato d'nfl!ento. Con ciò CCB·ò IJUasi affatto la snppnrazione ed il calibro del 1ramue.della ferita si ridusse di mollo. onde il l 3 giugno pot~ ~ 10 ' anto al deposito di com·alesccnza di ~. Polo in con1001 nbba·tanza soddrsfacenti. ~m.minan l..ggermente claudicante p1·r l'ostacolo prodotto 8 e a P•ega inguinale dai frammenti; tutto l'arto presentavasi


l FF.l\111 DI DOI'Ùl.J E S.U TI

alquauto etlclllalo~o, le condizioui di nutrizione erano i da far sperare col tempo f:nore' oli modificazioni rlei stnrni d~>lla h-.sione. Il TuH'r i fu Mlpito da nn proiettile che, penetrai o in mi t,, del terzo anlerim e del margine della cre.sta iliaca usci :i l!enlimetri oprn il mezzo della piega della natica -te,~o 1<110 l erforandn ro:.so. Il ~·, cher ùice r.he in 'imili ,.,a,i per lo più i fora mt non -.ono rerrol.tri. rna con,.;iunt a scbeggiameuti del TilrC•l od n ft•utliture piu o meno este;;e, le tyuali com zioni ..ono tanto piu lrequeoti per quanto più ollu.;o t! goto d'incidenza rlf:'! JWoietlile. Ehheru~ 111'1 uo:.Ll'll infermo il forarne osseo era inJalli irn•golure o molto ampio, misurnodo il punto più la t-g«> t.i contim••l•·i; tM quf'IJO che più monta si è che i La volati l'ileo si trovnrono npcrli n :.~uisa d'imbuto a sezione o con apice in ~i!' silu circa 3 !'enlimelri al di sopra d~ll taholo. Il taglio chirurgico •lei tessuti molli fu e~cgnito l rnct'1 nnleriorc clelia cresta iliaca. si scollù il periostio si limi te sano d;:-ll'o ...... o, e la parte di questo fratlurata. in n~ O"teitfl, fu n portata 'e'' endosi degli scalpelli e del t l n L:1l gui a ,j toJ,,. un pezzo quasi qundr.tn"ulnre ere t iliart1 lungo circa ottn rent'me'ri ed alto ,eue. ::;i feccia ,.utu m profonda del perioslio e dei tessuti rn lh c.ltout, c la ... upel fìciale mtorcidiata; si pose in situ un drenaggio, ,.j curu la piu scrupolosa asepsi. e quindi 1 plieu una médicntum alla L~ ... ter leggermente com uhiJlig:tllllo l'iulctmo con opponuna fasciatura fra il la t·o~c·ia iuistra a tenere que:~ta permanentemente l)e,.~a ltac·iHo,aflincht:· non si fossero dannosamenle stirati i

dclln ferita.


l FERIJI 111 nor.\1.1 ESAATI

Hl

olo nei due primi giorni si notr'1 li e' e mo' imento febhrile , fa utura ndcr1 per prim:t inteuzione; però in alcuni punti ~ul•vamente per inoppMluni mo' i menti del malato :-i tsOilò enza danne"giare h>rnn fallo il re"nlare andamento del proeeMO di guarigione. il 'Jnale compi il proprio cor:-o in Ire GteSi con ri ..uJtato molto =-odtli-.fncenle. Dal (X'rio LJO rbpnrminto si rigcnerc'• una 'olumino:-a e ida ma,.a O• ea. che -.erviva Lene tii soste!:!no alla in~er­ a.one dei \'nrr te•,ULi dellaJlarete arlrlominale: la deambulalione ne1 primi ;;iorni dopo attenutasi la completa cicatti7.zn110ne so~cita' .L qualche molestia che posteriormente :-i cii'fetuò: l'andare dell'infenno era pcrb alquanto barcolloni, al -c'be contribuiva principalmen te lo spo.~tamento subito dni mur, Che si att;tL'Cano alla spino tliara anlel'ÌOt'e-SIIpPriOJ'e, Q seeondarinmenle 1:\ lunga inerzia dell'arto; tnllavin nou aveya bi•ogno nemmeno dello aiuto del bastone. Egli entrnto in I{IH~~t'ospedale il giomo <2:1 mar-tone usci 11 giorno 2:> In~ lio. Fuitr cf,., tiw.wi addominali.

Oltre all'anzidetto c;a,-,> di le,ionP del colon si ebhe a curare • 1laa fO"'Jvr~ ima ferita epatica prodotta da nrma da fuoco oel 'IOidat del 41 " fanteria Boneio;j \'inc~m:o. Il proietlllc penetrando circn 1o centimetri so Ilo l'appendice en~iror;.me dello ~terno u~c.i. nllra\ersnndo il feznto, -.ulla liaea ascellare po.-teriore tlestrn a circn -.cue centimell·i al di Japra della crosta iliaca. L mfermo fu J'JCo\er·nto in , ue.~t'o:.pedale il 3 1 maggio: em :Ilo e aurito, di colorito giallo-terreo. ma non itLPrico. n<ieva ~re_mite, inappetE•nza. dispc•psin e slitichez~n. St nuscl a pa$~nre con un lungo specillo 1111 drouugg-io n!-

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l FERITI DI DOG\Ll R SAATI

traver.. o il tramite della ferita, e cosi ne o:gorgò circa litro di pus piuttosto tenue. Farendo dei lnvn~gi interni acqun fenicata ed all'acido salicilico si potetlo ricono~cere nel fegato. ~ià resosi aderente alla parete nntel'io1·e dome, ernsi formato un asce~.-o. la cui caTit,l poteva più di 6110 grammi di liquido. S1 cercò di modificarne la !-Uperficie men·~ le ini tintura d'iodio e di soluzione ol =l p. 1000 di nitrato gento. L'effetto fu davvero mil-auile; la suppurazione e dhenne di buona natura, ce~sò la febhre e migl progre:-sivamente le deteriorale condizioni di nutrizione. f.ol solo niuto di tali meui terapeulici la ca' ità ,.i in i-O giorni circa ed il paziente il 16 luglio potu e_...:ere in famiglia in isLalo ·oddisfacente. Era mole;;;tato a un senso di stiramento alla regione epati r.a .. per far nuire il quale doveva camminare incurvandosi !lUI destro. Durante le profonde inspimzioni e solto i conati di avvertÌ\ a delle fitte in corrispondenza dell'arco c Ialo leso: il colorito della cute e delle muco~e appareo d1vcnuto alquanto più roseo, mangiava con nppetito, • bene, t> nell'insieme lasciava sperare che col tempo e coi termo-minerali si sarebbero dileguate in huontL parte le -uddette molestie.

Ft>1·ite d'arma .la taglio e da ptmta Il taglio. i eubero a curare moltis:;ime ferite di sciabola e di Parecchie di esse guarirono in .Uricn per prillla in mercè con,enientt suturt>. Le più gravi furono riportate dai soldati Cuccia 20• reggimento fanteria, sull'articolazione rlel 2omito


l FERITI or DOGALI & S.UIL

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onde dovè ~~re operato di disarticolazione dell'avambraccio; dal soldato l~arJoni Faustino del t t 0 •·eggimento fanteria. sulle articolazioni tli ambedue i pugni, pel che fu neces:;arin la disarticola7.ione della mano sinistra; dal soldato t:annas Efisio del ti)" fanteria, sul pube con asportazione dei genitali; dal soldato Pelhccil,Ji 1le5~andro del i l" reggimento fanteria. sul ennio con fmuura del p:ll'ietale de~Lro. ond~ •·iroa-.e a nudo la dura madre; dal soldato Sagrestani Luigi del ~0°1'eggimcnlo fanteria, sulla re~ione dorsale della mano sini!ll!'a con recisione di molti tendini; e dai ~olùati Pisano Gaetano del 6° re~­ gimenlo fanteria e Luongo \'iocenzo del / 0 reggimento fan teria, sulla nuca e ~nlle regioni latetali del collo. la parecchi furono lese le articohzioni delle dita. onde ne residuarono deLilitamenti ed aholiz1one della funzione. È degno di men~ione il f~tto che all'arrivo de1 ferili in quest'ospedale quasi tutte le piaghe erano di aspetto a.""ai torpido e coperte Ja granulazioni fungose. onde si dovè cominciare dal modificarle coll'nbra.~ionc tli 'lueste, ,e~uite da energiche causticazioni fatte sia col termocn.uterio, sia colla soluzione al 3U p. 100 di cloruro di zinco. Ciò dimo~tl'a che l'ambiente dei p1roscafì non è gran ìaLLo favorevole al buon andamento delle piaghe, tanto più che du~ ~le i ' iaggi di rimpatrio nessnn precetto chirur·gico eù igie· DJCO fu lrn~eurato a f;n·ore tleiJa ,-alute dei procJi super,-liti . . Su p:~recchie piaghe si fece l'innesto epidermico con ollimo rasuhato. l pezzetti di cute, lunghi prosso a poro l;,; millimell'Ì e larghi sei, asportati colle forhici curve dagli stessi infermi 0 da altri _indh idui sani. venivnnQ disposti nella pi~ga ùi,tnnli fra loro CII"Ca 2 cent•metri. Per teneri i in sito ~i adoperò in pl'incipi1l la metlicalura alla ~Ysle~, coprendoveli con una striscia ùi silk ndaunta, quando a reg•one lo permetteva, circolarmente in modo da esercitare


l Hlll'fl u: oor,\u E SAATI

nnn lie\"u pre-,siune. tlr,po :; giorni si scoprin la pia~a . c'IJII questo 111ett~~ln p:u·r>cch i j•ezzeui d i cute non aderi O\\ 111 o ,j tacca' ano HP. l t o !li~:rt• In medicatura. \llot':l. s' id~ò dt roprrre la pi:1!!a con piccole ..c,atolette cmtone. mnnt"nnte in :;Jl(l con con>enienle fa,c;.atnra. in che i pcur.llr di tes~uto ll',tpi .n tali ,j tronssero per piil liberi, Cf•me ouo una cnmpana di 'etro, ed in un a:.ettico. fn tale maniera ,Hc·dtÌ \3110 quasi lUtti. ~ctl't•' irnlo t:annn .. , t;ht: aveYa una Ta:,Li•sima pia~n dal perinen iuo nl uisopra del pube, si Lropianlarono in snln voltn l H r~·zwlli di t'Ult·: tuui aderirono. acc~lerando mnltil'simo ll'tnpu la ~unri~o:ione, e la cicatrice pres~o ti urrlralt• si for·mo IIH'IlO retrallile del consueto, quindi uun ver11 113 stenosi di p:;-,o; stt~rhì• poteva or·inare liberamente ~ello. udatlando ncll'nrrlr;tuuu cannula d'argenLo lunga ci ! Il ceni iroclri. falla cnslru ir·e all'uopo. Mello Ler·u1ino al hrevo resoconto significando che le muro'e l'lire pre~Lalc a que:;ti 'al•1ro~i figli della patria fu ruronalc dalpiil l•el :.UI't'e'"o· giaccbt\ tu LI i i 'i t infermi r: r<ulu, e nel miglior modo pos-,i ùile. aYoLo ri).'llardo alla 'e1.zn ed alnumen1 delle Je.. ioni.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

-L'all11Dgamento del velo-pendolo quale c&u.& d1 errori 4l&cno•ttoi . - Doll. AnoLFO GniSOZZI.- (:\. 14-11-della Riformcz l!t>d1ca. 188 ). La CJ8Ud 0 da parte le modifìeazioni nellA rt•tlllll dd \'6fO[lP.ll • dolo che po~sono es~ere prodotte ùn rnralh•l, neopfa .... mi ec~ l'autore s1 litnil.a a qudle 1lete1'miuate dalla atonia ed iptr· trojl.a di •file!'<l'OT·gann. Su la tm •Ot'L1nza 1it tali lesioni cQmc cauc:a di err<.wi dia· n ttUc1, 11 IIft l..tteJ'&lura med1ca non !'i t'l"<:ont1·u nlti'O cl1~ un attiC'u Ol'l'l'ente del prof. Leoni che venne pubhl l('ato I( UI! ndo la prel"eutc meruor ta era già compiPlaLa. S per 'IUIII'-'iasi cauc:a l~ fibre clell'u~(IIH veugouo prcc:e da atcm1a (la:r:11m) l>i può a\'ere: t• l'aho IZ!OJ "' della potenza c nlralLìle, 2" l'allun~amenlo dell"u~ola N •l fli'ÌB1u caso fii ba per ct•ll'~l'guenza 11 rigueg lo dei cibi ~ d Il•• ho\l•nùe pc1· lt' oane, e il tono nasale pJ~a ..-oce. ~el "econdo :-i .:cnera nella g In un seww da boccone fls.;o, che p1·o luce c:onltnui cona l d1 ~ o milo con dtnulrlzioue p t o are""' l' 1;1 d t ll'organbmo, ~>d Il Hr IUJII loc:.::;e "e ·ca con ltu·iugilt: con~,., •utivn, cb e poi l (a c:empre piu ~1'1\ve ed è !:iU<:.SC!:UÌl8 fl&IIA ht•onchile, O giit n alla 1r ltaZHlO"' de~li ah eoli polmonnr1. l rperlrojla deJI"u!!ola ~i dh:ide i11 transitoria e per ma· nt-nte e qne la iu eonyenlln eJ acqui:oita. La lrnns1tor·1a. "'P~" O 8 "'OCiala ad CJ!ema, è di solito Juuitaln. e facllmenle guat·ibil La P<' r rna nente cougeuita dà luok;O ad uno '-iudrome ~ 1 m en i o l!lmtle a qu •IlA .iE.'Il'allungnmenlo pct• ntoru11, e talv Ila 1 fa ncllllli ::;i ridul'ono u tale tln tnClrirtl pe1· nou polt'r!-i 11 l rifare dnll'ollerazirmi profonde pot•lale ucll'orgam"mo La P rm nne ute acqui,ita si 1,ruduce 10 ~eg1u1o o. l'ÌpeLultJ t larnma · · · Zton1 che fanno prnlifernru la ruucol'a. COF-icchè l'u-


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Rl\'lSTA

gola s'allunga rnolto ed acquista un espello ::telalinoso. forma è la più frequente, e p roduce i fenomeni più gravi chè di solito alli:;cna negli scrofolot'li. A conferma delle dotlrine suesposte l'aulorl' riferisce storre cliniche di 5 casi importantissimi, in alcuni òer er ano insor·te delle gravi complicazioni a carico "'l:''""''""u11111~ dell'a pparato rc!"pirator io, l' quindi concludo ra(:com~m di esaminare . .-mpre attentamente anche la gola IJUando vi.,ita un amma lalo con tossG o altri sintomi di malattie moner i. Accettando la proposta .Jol citalo prof. Lt>onr, a nche tora dà all'allo opera tivo, mollo semplice ed innocuo, il li unrgareccomia. Si fa nno prPCI:'dere dei gargari<:mi con soluzione di sublìmato all'l per 5000, e poscia con luzinne di cocaina al 10 per 100. Applicalo l'apr1bocca <libilmente quello fabbrica lo dal Collio di Parigi) si d 11 paziente tn modo che il campo operativo <~ia bene ili nato e quiudi c-olla pinza dr Musseaux si atrerrfl il vel dolo, si tira w a"anti e poi col bt!'ìlor ì o meglio con una bice lunga curva sul piatto si &,-cide ìn un solo colpo porzione dt ugola che ~ credP n(!ces~ario, tenenJo<:i un two corti per modo da lasciare circa un centimetro o di quesrorgano. Alla emonngia, che di solito é tl i poca porta nza, ed n!le altre evenienze possibili si rrmedia arte.

Contrlbuzlon• &llo studlo dell& mloalte lDt•tttva Uva. - n\ VUL BRUI\ON . - (Gazeile d es ll6pitau:r, :'\. - novembre 1887). U n gran numPro di malattia infettive ben dt!tlorle presentare mio~ìti come complicazione: la mrosite liva alla febbr e tifoidea ne 6 il tipo. A lato di quec:le ~ili secondttrìe, t•sisle una miosile primitiva avente i propri caratter i, ed una evoluzione particolare: •tu~ la sile primitiva può, a caqione ùei suoi caratteri, e«"erc <:iderata come una malallia inrelliva. Esiste un legame da


lli\DIC.\

rentela tra In rnio~ite infeltiva primitiva e l'osteomielile, il flemmone diffuso o lo pseutlo-reumatismo infettivo. La miosite primitiva infetti'a può riveslire lre forme cltokhe·

t• ForT/Ul mali!Jna. - La morte sopra,rgiunge dopo qual-

che g~orno. ~ Forma acuta. - La guarigione i• po,.sibile malgrado la gra,·ezza de1 !'inlomi generali. 3' Forma ubacuta. - Ec:"a non protluce cbe una debole reaTjont~.

t•affaUcamento ecce!'~ivo dell'individuo è la principale cau>-a predi!Oponenle. Lt) sforzo rtlU!'Icolare è la cau"a occa~ionale. Ma :a rau"a prima, intima, ~mvasi in un'affezione gener·alf>. La cura non pun C!->!'leru che profilalllca; e'-•itat•e con misure ig~emcho le cauc:e di mfo>z1one.

111lla preaensa di baal organiche (ptomatne), negli UOre&tl del tuberoololl. - EDOAFIDO BONAROl. (Gas.Jeita .\led 'ca ltaltana, 18 febbraio 1888). Lo "tudio delle plomaine, che ebbe dapprima uno scopo pufalllente Loo;l"icologico e medico-legale, ha in questi ultimi anni acqui~talo nuoYa. importanza dal punto di vista clinico e biologico, dopo che fu dimostrata la correlazione esistente tra la. Corma:r.ione delle ptomame ed il moltiplicarsi de1 balteru z•mogeni c palogeni negli or1=anism1 animali, e n.-lle collare. art fìciR 1. 1 bacter1i, Agendo come fermenti ne:!'lì or~a.nismi e nelle

:alture, determinano la scompo-;izione tanto dei le~suti come e la ~aleria o1·ganica amorfa (albumina), e per questa scompostzione sl Cormano dei cor·pi talora innocui, t.alora. r:eleno· • Nmu e che d'll'{)ns•· p tomatnP. · se s1· generano nei- cadaver•.· ~rna111e e negli organi'm• vivenli. bsarr . l - dagm1 . . ne Il e c 1-m•c - h e me~.l'1ca e proL autore d" · ~...,ut e sue w ...... pe UlJI'..n d1 Pavia sopra ec:cr·eati di tultP.J'Colcsi ai quali 0 "" · · - a lca l01-d-1 né "ostanze c h e ne conten '~'nuero · orum1mstrab so:no, e Cu!de th poter concludere che in ' fUesli e.screali cr•lllèrnlle do:!le basi organiche alcaloidee che probahil-


RllJSTA

mente C::{)0() da f•irerlrSi al g'l'IJppo delle pl0ffi8ÌU\.J 1 0 m•>C'IIfft ~ r!PIIf' lt>ucomaine tlel Gautier. Contro tali Pisullati l'aulot·e non rrede valida l'ohh:czione che le basi organiche po~sano fo1·roa r sL in se!!Uitp a l trattamenti) cogli aeidi (met.o lo di Sta-,), ed in falli il GuMeschi dalla fib1·ina pul1•eratta lratlAla col lotte di barite ollenne la stesS(l plomaina cbe precedeutenu:nle, nel suo studio in unione al M osso, a ,·eya estratto col metodo di Sta,.. Caso di guarigione da tisi àub-aouta. -Dott. A. G. AuLD. - ( The l aneet, febbraio l~SS). sra"\"OI' '\'Oie el'tl la storia ùdl' inferma. Si trattava ili d0'1'18 d1 Vl!lllltr·è anni, Il cui J.llld1·e e fratello avevano ovulo S(JCcomhere ;s malall a polml)uRr·e, la cui sorella er·a allettala n•·r- lisi. onde mor1 poe<> dopo. E:;sa stessa e1•a debole, an~ · mie!), e<l tHs~J·emul:llenl~ di10p~plica. Acl ont.a <ii (JUtlsLe tt·aversie, coll'uusilin del ferr1' e dell'Msenic(} riuscivo ad Allen• der~> agli AJ'•Iui dove1•i di maesll•a, quando un giorno la cr scenfe debolezza, l' anore"-s1a e l' inllammaztone delle ~landole cerYicali eli de~tra la inabilitarono u,l O!.!Di la· YOro. In all(li'A l'e:;:ame dei polmoni uulla riveln,·a d1 hen Jinito. lnt.anlo una !.:·ran.le rrunntita di pus caralter·J<~lico veniva in duA volte eslralto tlal cullo. A. breve distanza, un'in· ten~a t1og0si allaccò la grande at•Licolazione ùel pollice de· slro. scava11rln ::.eni, d'onde si SC!U'Icavu pus evidcnll.lru8 luber·c J!at•e. nopC) due me!'~ i, questn gemitio con gh nItri nc•meni comincio a sparire, e c::irnull.oneament~ .-j svilupparono se~ni ,. ~inLomi di lisi polroonale. La malnltfa minacciava sul! t} p1·1m, un corso alquonlo !!l'ave. Il polmone !'-lmr~tro ru attaccaLo estesamente, la Lornperatura monlò ai 102• e lUi" Far·h., considerevoli erano la lt•ssa e la espettor·aziorw, profusi i nolturni sudori, molto de!hole la circolazione, r·u lo l'uppelito. Quelli sòno i più trf;.ti ca<>& eli Usi, dtce il dott. Sulton, nei '1U81i vi ha unemta e debolezza di pola!>Sr pensò si trnltacaenlo alla BdrgPon, che tanto r1chiawa'•a l'atlenziOOP., ma, consideralo e<~sel'e l' inft)rrnn di ~ovet·ch io debole, se ne u!Jbundonò i'1den . Ma, infrattanlo, lo stornnco,


cbe ftD ad ll.llora era ~t.alo rsbelle ad ogm tratlamento, comillciò a mostrare ~ermi dt mtghorta «i cl1e si pote~"" c:ommtmatrare u 1 certa quaulllu dt cibo. Gli occa,ionali insulli della malalUa vennero nel uuglior mo,Jo alleviali da poche gocc.ae dt solutione alla cocaina con ghiaccio c gli il:t:,tin~ tunzaonarono a dovere. L'Auld non racor;;c aglt anltselltca, ùaa quab iu aUro occasioni ave\a R\'Ulo im·ouvenienti. Il mig~io­ ramenLO crebbe co~lantemenle, accompagnaLo da pronuaCialiseima nstoraz10ne Mi siuloma genr·t·ali e da rimorch~,·o ­ liaaimo guadogno della carne, llnché ces~arono qna,..i iutieramente la fehbl't: P le traspiraz.iom nollurne. Per allro proaegwl'espeUoroztone ede!"t~lo,·ono segni tl"tci di una ca,·erna nell'apule m lro. menlr~ nel dr>stro si ti'COHavano rantoli umicli L Auld, con"-iderando n nn esser questo un ca,o comune, ne IDlse a perle si pror. Hamihon ds AberJeen, il quale, e5AmiDa 1 a uralamente gli ,..p11l1. rirets ll\ et·vì con,.LRI&lo ùacillì &uberoolosl lo <'.On«tde•·~vole ubhowlun:t.R. D"nllora 111 pot l'inlerma andò rnpidamenle ris.tabilcJHiosi,chè la Lm;~n e IR e><pel&oraZJoo avQVOIIO pt·essoehè d~l tutto ce~sHLo, i ~u()ni umidi Sl erano 'JU&Sa ùlle~uali e la 1O!!pi•·auon» ve<>.ci colar~ ~i era

peniaJm nt.e n~tab1hla ndle aree attaccate. La rnen~lrua­ zione rnò 111 rempo la prima ,-otto dopo parecchi anni. e paù nnan:u la to~;;e era del lullo spartla. l'nsco!Ui:done non aorpren le''6 ptù rantoli e lo buone condizìoui :si Ulantenu"'ro. Avvtsa ti doll. \ultl che si po«~u nettamente as'!erire essere l'accPnnato un caso emergente di li~i :.marita, con<-idQ· rando che l"lllfi'll'tn8 dimornvR Ìll Obllfi7.ÌOlle UffiÌ•JS, ~f8~(ol'<)· 11ole e che ss rtstabill in snlute seuzn l"uc;o da alcun spcdale mezzo d• CUI'fl. \ che. allot·a, th<Cl'l\'erc que<>.to eccellente e tanto 111c rag ••onte risultat )t nianòan lo m esome critico i falli, eembra ch1aro, irmanzt lutto, all'oul01>e, come i pro•~el;si mor bosi al collo. al "Qollice, oi pohnoni f,>ssero manife;.Lazioni di una med trua malaHia, causot& da un veleno ,..nectlìco agente u quesh dtfferenti punl . I>'onde e;:-li infera,..~ che la ••rulonu el veleno diveno in se utto attenuata relativamente at le uti la una modtficaz.ione nella co,.titu:uone del ~ro btopla ma. t•oppre;;ent.ando cosllo due prime ruaoife--t.a· Zlont, fino od un cet·to p,uuto, iuoculazioni protettive. SiiTatt&


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RIVISH

teoria armonizza con la veduta, ~iusta la qual·~ la causa ficie nle della li~i è l"orguni,.mo mio·ro..;copÌc.'-0 !>COperlO da mentre~ì op~>ne al modo Ji ve !ere r.ald».ggialo la secondo il quale il tuhercolo è originato secondartamente prodotti d1 infiammaziOne non ~pecifica Gli e$p· r .m~oli di \Val"'on Cheyne tendono a auno!<U!III'ill che il motltu operandi del ba c1llo in contatto coi tessuti sisle nella pr·oduzione ùi un v~leno chimico, e può ~u ecoser e l'incorporazione, maggiore o minor e, di ttueslo dotto con 11 sangue cn colante. la quale irnparle al tes~uti teraz10ne nella loro rrloleculare di!.lpo'<l?.ione alht ma Per allr·n parte è indubbtamente vero essere varte le della l.isi: ma sembra che le mdividuahlà parlicolal'J si ~entìno in sufficiente propol".tione per rt>ndere conto correnza di osservare la tìcti tubcreolare in un membr i) di famiglia, e.fltJr oide in allro. In uguale maniera "'i può tare che ne:la polm<>nìte c.aseosa il prodoltn del virn,; cifìco subisce una lra"mutazione, la quale è in relat1one relht col pol~re di rc ..•slenza deJI'oraani.,rno. Inoltre a indi"cutibJie che senza un'antecedente modit1cazione mo del f'an~ue il bacillo ,. inerte, ad onla della !estone il che porta a conchiudereche uulla ..embra e..se!'vi nel <li ,.,~la d~>ll'umtà e~seuzialt! della tl~i per far orgere il sulresist.'n7.a iell'indurameoto r rnnar1o tìbroi.Je del det;ct•illo pl'lltcipalmenle rlal Clesk, ma cbe nou può p mente c~sere definilò ti~i. F.

Verme nello .tomaoo oaasa di sintomi oolertol. SUT1'0N. - (The Lancl•t, rebbrato 1888). Occor -.eat dotl Sutton uì essere chiamalo d t urgenza un uomo col l da lmr r·ovviso malore. Ert~ un mu .. ul su i 2 ' anni, giacenl<' solto un alber·o, con polso radiale perceltibtle, e che SI doleva di crampi ai piedi, d1 ,·omito s~ole E ùi diarrea. Ciò accade,·a alle 1t aut., e l'inf~rmo sicuravn dt essere :,;tato perfettamente bene fino a pr1mo lino, quando, circa alle 6, era slalo preso da diarrea, r·uva di numerossime sclu'iche alvine, ma senza sapere cisarne il numero. :\fancando sul mom1·nto le re~ce e


••l·.q111111e eepeLlo avessero, rispoee l'infet·mo essere

acqua. Non vi era soppre~sione di urina. Il IIOIDIIÙDi&trò una do"e di laudano e di acido soiJ$a-O; gli applicò una bolli glia di acqua calda ai piedi ~ltlpil1811ta dr semi di lino e senape sulle localitiJ dello liilìliiilit'IIM to possibile di pror.urar·si del ghiaccio: p.·r dieta la\te e brandy. Riveduto l'infPrmo dopo poche SuUoo consLalò la cessazione della dtarrea ed il ad fW. Alla visita matlulina del dimane tro"os:oi n vomito: pure ti malato noo aveva avuto che due ll~ne acquose duranw la nolle, che, contro gli Ol'· lllilalllol~.nongli vennero mostr•ate: sempre fre ..ide erano M•DKI.. ma erano cessati i dolori ed i crampi. Sommi· li8iJ<tllt'•llboa dose di laudano e di acido solforic•} diluito, e Champagne ed essenza di carne. A se1·a, il "oruìto per qualche tempo, ma tornò piu tardi e pros~>gui !!lil••ai. Il pol~o era più i'orle, non più diarrea, non fredde !i!IIIMiitlt, non dolore. L'indivì•luo slava evitlenlemenle meera graodemer.te malmenato tial vomito persistente. preecritto il bicarbonato sodico con la tintura Jì giPu chiamato piit tardt preJ:~so l'infermo, poi,· be c1uesto -.omJtato qualcosa di !<Oiido, che egli riconobbe per PWIIIIlre Jombicoide lungo selle pollici e mezzo. Al mall'individuo assicurò il medico di sentirsi per!!llllii'IIID'Iei~ene.eid egli. certamente, mostraYa un aspetto mollo •weoa.~- Il vomito era completameute cessalo dopo l'emisverme. Fu somministrata una do~t! eH ~anlonina e più - & l r , . l ;.. di castoro, ma non si presenLarono altri vermi. eholera aveva stan:.~:a nella località ed il Sultou ave,·a, del giorno innanzi, assistito un inr..rmo nella vi. ..-arilll. caso c.-olerico che flni ratalmPnte nelle venore. Sif'f'alle circostanze unt:e all'improV'>·isa comdel V•lmito e delle diarrea inCrenabile con (;()!lasso e Indussero sulle primP il Sutton n pensare fo~se il caso altro infermo di cholera, abbç.nché ritleltesse come due Gpponeesero a questa diogno"'i, cioe la mancanza di dell'urina ed il non avere egli osservato le fecce, non lo rendeva sicuro del loro ca1·alLet·e. F. s.


BIVI STA CHIRURGICA Beaesione en&rtrodlale del femore, pl'oceaao v ••n.-... Posn\IP~KI PAOLO. - (Brtlleitino della R . ... c'""'''"' -m.cdi~a di Roma, Anno XIY, fase. i•). L'autore r·ifcrisce la !'toria clinica di un caso rh sini ..ll'a da prPgre::;sa coxite 11 (puerperAie). dat.auto da ;; anni. Volendosr ollenere non la corr~z.ione .ielfa viziosn pot::izione di abduzione, ull'cslerno • semrlle~sionè .lell'arto rapporto all'ac::se Jel cino, ll\8 la po~sihilill\ \lelltt fleSSIOne \10lontariA Jdlfl non eso.endo>~i akuna contr•oindicazione sia n€>i t'allr cho nelle <'On•lizioni geot>rah della paziente, si ric::osLrtul nuova urticolt~zione mer·ùò la re~ezione enartrotliale col cee: c• Yolkmaun. Ecco il proce.lrmento so~uito nell'ati•) Opt>ruth·o: t• perlut·n del gr·sn lrncanlet·e e tlel coilo remornlo mercé inci<~tone ullo Long~:-mb • k. - ::!• lnci..i(lne e ·istacco cap"ula aùt•renle.- 3• SltiOQI'! 1l•'l collo Yicino alla mercè lo ~calpello dt M•. ~ Ewen. - {• LnssaZJone •1 spo--tomeuto dF-1 collo o<>Leotomrzzato ver"'1 la rertla, e arrotondarnento d('l merle!limo mer·cè lo ..,caJpello e la O"'"''' ora. - 5" Rico!:tiluzrone della cavità cotilotde ~cn p&r7.JOimenlc collo "'gorb1a la lt•~tu femorale del Lull renl.e. - 6• Aùatlamcnlo della nuo~·a te,.la aJ"lrcolsi-e nuova ca' rts: ,ulurn della capsula e del connettivo ~tunto: Jrenn:;.rgwmcnlo dullu ,;;upcrficie dt sulura. alla <:ulura culonea (punti superlìciah P. pl'ofvndi); medicature clu~tva al sublilllato e bende inamidate; applicaz.ione doccta dt Bonnel e dd lirasrgtO nlla Volkmann c()n 5 Cilli()~J'tllntlli. l l dt•coJ's(J fu liptcamento aseLli co; dopo 15 giorni O!"~ea coxo-femorale


KT\'ISTA CHIIIUKGIC.\

tolti 1 punll ei il dN'nag,no; dopo 20 !':1 cominc1arono i mo · Yim enl i pa""ivi arllcolari, cnnl>ervando ~~ropre il tira~f:tio; dopo 50 fu po!i~bile la dearobula7Jone, per qualche tempo suee•diata dalle gruccie. L'aulore lerroina presenl.nndo alla R. Accademia l'operata nella quale non e!"i"l~-' piit alouou ..erorm•là sia nella colonna lombare che nel bacino o nell'arto, fatta eccezione ùell'acroreiamenlo di 1 cm in c-onfronto dell'arto inferiore .Je.,lro, e dimostra come e!lsa po~!':B non <~olo ramminare, ma sede1'81, o andm inclnnarsi c,>J tronco fino a tocrare il ~uolo

colle maDJ •

..nn met&lllo& n elle tr&tture dell& olavtoola. - PoIST I!VPSKI PAoLO. -

(B«llettinu rLclla R. Accademia medica

d• &mn, Anno XIV, ra~c. 1').

L'au&ore da mostra con ev1denza la opportumUa deU' mterven&o chirut•gtco c·J•uenlo nelle frallure della clavicolo e in illpeele in quelle •!.,JI'eslremo ac•·omiale, nt>lle JU&li non !>Ì riesce con neMun apparecchio a mantenere ratlotti i frnmmenU, e QLIR!IÌ sempre la frattura con~oliùa lentamente e con

g1'8ve derorm•ta locale e della spalla intera. Riferisce "uccintaruenLe un caso di t'raLlura tlell'e><lremo aeroouale, con uole,ole «compo!:iztone dea Crammenli, in cui O!lh nou e"alò a meLlere allo scopurto il focol010 di frattura e applicare la sutura metallica; nr> ottenne un ri~tultalo brillante poiché l'amm1uta 1a ciò l'O!<pedale jlopo 20 giorni, perfel lftmqntA guorila. Trattandosi di dnnna, J'an ...a metalli~ ru stretta in modo da potere t'llller levatu, on le sotlo la pt>lle non ~• sent1""e il nodo del punto OVVP!'o non rimanl'sse una protuberanza per

eeeeuJ \'8 neoron.naz..on~ 0 _~ea

Presenta quindi all'accndumia uuo dei ~tei individui cui ha praticato l'operazinu" sud•lella. e dimo"llra come la coo~olì­ dazJone ~ia comp!elll, senza ùerormalà oa !~Orta u senza alcune hmJla?.Jone nei movimenti ùella spalla. R •vend' oeu . ICS 8 s è il primato IO Italia ili quest'allo operulivo e CJreostanze e colle modalita Rovrt\indicate, e propone

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lliVISU

chf' nei c-~"i di Crallura fortemente obliqua non "i l'osso per sulm·arlo ma si facciano invece due legatur e collwi con tllo d'ar~enlo. Termina dichiarando di avere nnimo d1 e"egu1re la sutura in primo tempo anche in frallure ROltoculnnee del corpo del femore o deJJ'omero •tunli pre'~enlino un forte spo,.lamenlo.

Laparotom.ia per perttontte tubercolare. HO\fAUS. - (The [Aneet, (ebb. i888).

Dott

Diagno..Licala una perilonile tubercolare con vasto mento in una nubile di 29 anni, venne aperto l'adtlome e vat.o llifl'usamenlP fino a non danneg!Ziare i visceri, "'i cedette poi alla C'hiusura della ferila senza inserirvì tubo drane~gio. Asseriva il dott. Homau'll come a lui non sia r•u"cilo stabilire uuo scolo arl1flciale a mezzo del tubo a nagg1o nei casi dt allcile, pur con reilerali espenment1. Qu la natura tende a cural'e l' iofermo mediante il dt·c ric~ce essa ste,.c;a a riaprire la ferita. Rimossi dopo otto i punti di sutura, si trovò cicall·izzata la ferila. Ma a di di altri dieci giorni l'addome si mostrò di nuovo di11teso tluirlo, cosicché convenne riaprire la cicatrice, dalla scorse e segutlò a scorrere il liquido. Ma 11 gemitto man mano decre~cendo fluo a cessare quasi del lutto. ferma migliorò "J da andare a mar1lo, pur non rimeme•D4 fecondala, e Lanlo guadagnò in nutrizione da giungere nl d1 t;j() hbbre dalle 00 al momento della prima cura. era perfl•llament•• forte e da un piccolo seno !"UI YenLre g•'meva che un dracma di pu" al tziorno. Il caso ~emb ra~none, al dotL llomaus di una meravJgJjostt guarimone: ne t'iporLa un Racondo ullrellanlo favorevole. F. S.

Re•eztone del lobo dnlstro del feg a t o. - (The rcbh. 1888). S1 può quasi dirè non esserv1 oramai nell'umano o ''Jvenle, viscere che si sottragga al fe1oro cbn•urgico. Ed cziandio il fegato ne è stato arditamente aggredilo, ché


CniRURGICA

43!)

t,angenbuck riporta, nel /JP.rl. Klin. Woch., l8&~. N. 3. un eeso, nel quale egli ri~ecò felicemente la magg1or parte dfll lobo epaUeo t:cinìslro, che, deformato esle~amenle da un busto eoceaivamente stretto, aveva arrecalo grave disturbo e lra · 'fajrlio alla paziente. La donna, sulla trentina, ul momento di eaere congedata dal Lazarus Hoi.>pital, ove era ~lata rico'fNia per e~ipela, implorò soccor"O per un tumore alido · minate USfti dolente tanto nella c:tazione eretta che nella liacente. onde le era resa intollerabile la vita. L'e><ame con8\ltb un tumore del volume di un pugno nell'epigastrio, tu· more denso, ela:,slico, non llulluante, mobile nella r espirazioue, e la cui otlusita si continuava con quella del iegato. La diap !lÌ pende,·a tra il tumore idatideo e tra la deformita prodoUadalla sovo:>rchia c:.trettura del bu~to Schnti.r-lt>ber, benché queata ultima condizione invclga ordmar1amente il lobo de· 8\ro. Una mcisione esplorativa provò trattar~11 della l:!econda diagnosi, ma a carico del lobo sinistl'o, e pt•obuluhnenLe, per questa 111dovazione, causa dei sintomi dolorifici. ltnperoccllè la massa aumentata ed indurita della so!\tanza epa~ica 81 eh· alende su parti sen~ilive ed organi, chP. venj:tono ad essere eompress1 contro la convessità della spina allora che .,j giaecia sul dorso. n dott Lang~>nbuck deCilie esS&l'e Il consigliurtn la c.c:.porlazlone della sorgente di tanto ùislur!Jo, ~pecialrueule nella conaadel'Bzione del lrovars1 la porzione ciel lobo cn~llluenle U Lumore pratieamenle tagli&ta fuol'i clal rimnoenle dell'organo, mediante un peduncolo largo ma IP~amento!'o ed in eonseguenza privo di uc:o funzionale. Conformemente a que"ta CODeideruione, il picciuolo ru lraslìsso a mezzo di legature ed l lobo esdso. Si manifestarono aUa -<le":s8 sera sintouli grave emorracia interna, e, al riapru·:>i dello incts1one, si vò la cavil.à addominale 111~na di sangue: liberata ùi que:-to 1• cav1ta ed ass'1 · · non con«>egu1rono . . . ·- cura l'1 1· vas1· san~u1:::n• ulteriori dt«lurbi. La ferita S{Uara. ma la ~uarigione venne ~tardata ~!quanto dallo sviluppo dell'ascite, cbe reclamò in e OCca«tom la paracentesi. Non polr·•bbe determinarl'li fino 8 ~~ punto l'ascite rosse dovuta alla deboltnza cardiaca ed 8 1 O-ernia risulLanLi dei pregressi attacclu di eresipcla o

:0 11


RIVISTA

quanto pote'"!!~ dipendere dalla diminuzione del circolo tico. L"P..<Iema manife:->talosi io Lutto iJ corpo porge'H appoggio allu prima ipotesi. Queste condi;:ìont, pet·altro, furono permanenti, si che l'inferma potè la!:lciare (·""""""'"" in complc\tt «alule. La porzione ili fegato esportala 370 s:rrunuui. Il doli.. Lan~eobuck dice che qu~sto caso dimostra la sìbtlilà <li a~portare il lobo malmenato dalla slrdlura bu"LO, allora chP. ne insorgono serii disturbi. E<l egli l'alterazione del lobo epatico nel caso surriferìlo colle guanti circo!'ltan7.e. All'epoca del suo matt'imonio, olt•l indtelro, la pa?:lentf> a veva usato un busto, che avi:! va all'entrare m istalo di gravidanza. Essa crede che li spostato in ba,c;o cd in 8\'&nli del busto, soggiaceva p\'essione dellt. ra~ci&lut·a a.Jdominale sosLituita al busto. sicché, in realtà. la precisa detormìlà, causa di tanto dipendesAe non dalla slrettnr/4 del busto ma dall'om . di qut~sto. Sitlalto paradosso condurrebbe alla me conchiusione che, una volla pl'eso un cattivo uso, mantenersi, pur che si possano guenze. Trattamento •peoUlco dell'&ntr&oe, dell'&ntraoemia • o&rbonohlo. - Doll. Eowtl\ B. MuSKETT. - ( T/te (eblli'8Ì<• 1RX8).

L'autore, nel rilevare la frequente occorrenza dell' in Inghillerra. dimostra come, ad onta dei recenti -.luda tenti a tliluci larne la patologia. ~embri non avere 8\' a grandi prog1'C!''-Ì il $UO trattamento terapeutico. • ogsri. come un ~ecolo ind1etro, la esetsione e le potenti ca caziont ne co!<titui~cono le principali risorse, mentrl! mancl1i aqsolulamente uu rimedio contro i suoi smtomi slituzionali. Per altl'o v'ha una cosa ricordata freque"'"'"l i•n~• nella storia •lei casi fatali, ,·ale a dire l'applicazion•· di catapla!!ma cnlclo l'Uila piaga, processo siffatto dal quale potrebbe trovarsi uno più pericoloso. Quando anche ciò non fosse ùimostrato dall'esperienza, una


CHlRURGIC.\

i.3i

consJderaz1one della patoloJria della infermità indich.,rebbe la probab1 1là che l'uso di una materìa eaiJo umida prom~o,·a m alto f{tado lo r:vilup110 del b~tcillo Jcll'tmlrace. L'antrace m rata speculle mteresse quale tipo "PICCOlo d1 quelle malalti el sangu•' e dei tessuti. le ttuali debbono la loro e::'ikm%8 alla pre"enza del fungo para~ ... ita m•cro<~copico. Il Mmedlo adoperato rlal Mu-=~kett è l'tpacncuana, applicata es&ernamente, mic;chiata adacqua, alla consi~tenza ùi crema, e ommmislrat.a internamente n Ilo !l'lesso tempo: queo;to tnUamento è "lato tal"olta preceduto dall'applicazione d'un p1eco o ve cicanle. L'autore ha curalo in tal ~uisa circa cin· quanta tll"l, m un periodo di •tuinclict anni con immancabile SU e~SO' ~tecondo lui reff.•Uo é «llllO CO!'Ii imrnetliato, co-.j costante. ed ha tale lun~a "anzione di tempo <la non M•sero probabtle eho rallisra in avvemre. Il doll. Muskell dici:' esre 1 eas1 Ùll lut scelti per la pubLlicazìono tuli da pt·ovat•e cl1e r,!JeCAruana à uno specifico contro il carbonchio, nello s&ea"o "tmso nol quale la chinina ,. uno !!pecifico con~ro la febbre intPrrnitLeutf', e contro la "Jfllide il rntorcurio. La potenzlalitit di que:;to trattamento spec•tlro ~• ,\ nccent11ala negli anlre~l a centro depresso, forma ~tpiccalam•'nta fatale della m laUra, eomecchè la depre,.!;ione mo.,.tri che l'infcrmits ha !alo da dtffondersi nella pelle per co:panJersi uei te:.~uli a lt.oeutanea. Val a lo Slt:l!"'O per il carbonchio.

F. S.

lllelbe da tumore i clatid eo - ( The T..an.cet, ottobre 1887). oll. p..,~koffriferisce nel ziornale Metlithèngkoe Oborl~ ur~ raro ~a;;o di mielite dovuto a compa-essione eia lum re idahd.:o. Era l'inferma una giovan•'. la •Juale da 1rualche Alrnpo &\ verla\n un tumore l'mila pArte sunstro. del dor,-o. praneJpl non ne ebbe fastidio, rna 'lunndo "i presentò • el! n ull8re. il medico '"'aHlva gin dcctsa per'dita di for/.a ~8 trematA infPtiori. In "ec-uito si ebbl.l elevazione dì Sùn~ratnrn e cominciarono a manife"t&r>~t sintomi artritici ral u ~~~~~ queJIJ ùi.'l reumatismo acuto. Sopravvennero pa181 unto del moto che del ::;enso, insterne u rilenzione di 11

Nn


,4.38

RIVISTA

urina & od O!>tinata copro"tasi. Aperto il tumore, M fnor1 una quantità di liquido incolore, st-guito da mol idatidi. La ferila fu lasciata aperta, e nel corso di un ne u<~cirono circa cento idatid1. L'inferma divenne più debole, tlno a mor1rne. Oontrlbutone alla oh.1rurgia endooranioa. - P1·of. F. RA:-IT&. (The Lancet, ol.tobre 1887). Il pre).tevolissimo per iodico int?lese riporta argomento lu 1nlere"'saule monografia, che r.-simto sore dE'Ila Clinica chirur~ica romHna lesse dJ recente sezion~ di clurur·g18 dal Congresso internazionale me,Hco wa... !Jinglon. S1 h'8lla di una donna, su i trenlacinque anni, ben n benché non mollo robusta, la quale esternamente non slrava anormalìtA di sorta, all'infuori di un'alterazione a chio sinistro, che appal'iva alquanto Lratto in basso ed esterno, pur mantenendosi normali le fo.1ozioni del siiTalta deformità non datava che da tre mesi. P eraltro oltre un a nno questa donna aveva completamente il sen!<O rle!l'odoralo, la sua memoria aveva alquanto rito, ~pecit> nel rammentare dei nomi, menlre essA pro una particolare sensazione dì vacuità, che la rendevo ne1 ~uoi movimenti. Naturali si mantenevano il ""''vi rnP.rlll il l'en~o del tatto e la ~>ensibilità al calore ed aJ dolore mar1to ne oppre e <'be la donna aveva cambialo alq nella ua dispo~izione, comec.chè do felice e di lieto u che era, ro"se divenuta lril'>le, melanconica e taciturna. non '-embrasse preoccupata dello stato dì sua salute. in e,.~a perfelli i ~ensi dell'udit.o e d~l gusto e le Cun:ti\)na vi!':ceri chilopoielici, né anormalila di sorta sorprese l esame ùelle region1 nasal•• e rarmgea Il corso dPIIIl rnA Ja perdita della memor1a e del senM dell'odorato e lo suùbiPttivo ed obbiettivo della paziente indussero il o crt•dcre nella pre!<enza di un tumore endocramco. la press1one. affett.ando •l lobo anter iore del cervello, nAI"tultLZA~­ o ùtslt·uggesse 11 net·vo olrattorio. Inoltre lo spol'lamcuto


CHIRURGICA

(Ciobo oculare sinistro porlò l'autore a cradt!t'e ezian~o che 11 tumol'8 ave!l"e penetrato l'arcalu s upcrtore della cavata or·

bttale. Tale e!'~endo la sua dia~no .. i, egli propo"e all'inferma un'operazione, che avrebbe tollo vin l'olemento morbo~o. dichiarandole la cravita dell'atto operativo ~enza ri"erva: e~,.a l'a coraggiosa e vi assenti. A raggmn~Zere il tumore nec~>ssitava prahcare uo.a ''seta aperlura nell'os;;o frontale !'ini:elro: co,i, COli un'incisione, ehe partiva dall'angolo interno dell'orhatn ~inh<lra e mont&\'8 p1'811eo la linea capelluta fino alla r~'l.!ionr• tempor&IP, al Du· rante ~Jolle,·ò di un I"Olpo tulti i t~~c:uti molli rlell'o~<:o. J>m:to allo scoperto l'osso, con uno ~calpello tagliente e col martello egh ne &!<:portò una val;l.a fXll"'tionc CIJlniociando dal margme orbttale superjore in giù o l!·o"o dte le pareti interne del seno frontale erano <>tale Mc:piutè niJ'e,..leruo. Mt!s"a allo ~opPrto la dura madre. ed P"amin!llaln, trovo che et·a alata perrorata 11111 tumorè preci<~Aml'nle inl'nntr·o nlla Prninenza frontale : allora imprese con grande cura a rimuovere ti \umore. Appena esporlatu uno considerevole parte del Lu· more, l'operatore scopri che esso ••ou adl'rsva ollr e la superficie interna della dura nl&Ùl'e e che qumùi la enuclcoaJOnt'! ne era relativamente agevolP' allora lo a ... portil c ue tns~ insieme tuLte le p<lrzioni aderenti l!eliR dura marft-e.

Lie•e ru l'emorragia e facilmente ft-enatll t!all'emostatir.o, un tampone al .. ublimato. Il tum<1re era lobulare, rlel volume di una mela e del pe~o di settanta f{ramll'li. Occupava la ro ....a anter1ore alla ba.::;e del cranio :;ini-.tro, e.."tendendosi a d~"tr& • 80 P~'~~ la lcuuma cribìforme, che ave,·o .lictlrullo: po-.teriorman\e "'i e!llendeYa ai tubcrc-oli f{lenoidi iiinan~i In ..ella tur~ea. Il lobo cerebrale sini!<:lro anterioa•e era S""& i atmtiz7.ato, 'areo orbitale era mollo depr~:;."o. ma non perloralo dal tumore, come l'autore aveva :suppO"lO. Stagnata completamente l'emorragia. il Durante procod•·tlu ad unire la ferita per prsma iotenzwne lasciando nella cavilli prccedentement~ oecupata dal tumor-:! un tubo a drcoag2io. che clisc..nlleva ;mtro la ro~~a nasale altraver~o l'apea·lura operata dal !'lro1UD(nlmento del neopla~ma ~ull'osso elmoi•lt!: chruse qu\ndi • cavità nasale con un tampone di io•loCoa·mio. L'o))erazione


RIVJSTA

durò circa un'ora. La paz•enLe tollerò benissimo il forrnio, mostrando solamente la debolezza consecutiva l'uso delfemostatico ed alla perd1ta di sangue. Al lerzo essa se ne era completamente ristabilita, e la fer1ta ùeva a guarigione senza suppurazione.ll drenaggio agt dando scolo ad una g•·aude quanLilà. di siero colora to di gue. Peraltr o al quarto giorno l'inferma venne pr esa da provvisa prostrazione, da inclinazione al sonno, da t'c(a~~lnu svogliatezza nel parlare, e si lamentava all'istesso tempo confusione mentale. Si scopri allora che lo scolo per il naggio si era arreslalo durante la notte, si che ru tollo il lampone. rimpiazzandolo poi con altro più in basso cavìlil nasale, e se ne trasse buon effetto nel ris.labililo licidio del siero. Non pago di ciò, il Durante applico pompa di gomma elastica all'apertura eslerna e ne fuori circa trenta grammi di liquido: il flusso per Lal ristabilito continuò tutto il giorno e la notte seguenti, rendo al s uo rimuoversi come per magia Lutti i sÌ)ltomi larmaoti. Al settimo gioruo furono loltì i punti eJ il tubo dr-enaggio ed al quinJicesimo l'inferma rincasò in buona Jnte. Essa aveva perduta la sensazione di vacuità attorno !':Ua persona , che la rendeva incerta ne' suoi movimenti. non a,·eva riguadagnala la memoria ed il senso del Tre mesi dopo al rt·of. Duranle presentò la sua in alla società chirurgico, che nel 1884 si accols~ a co•H!'I'A!UIII in Perugia. Essa versava in felice disposizione di mente narrò volentieri quanto lo era occorso: affermò essere al affatto uormali tutte le sue facoltà e condizioni morali aver fino t•iguadagoa.lo il senso dell'odorato, ciò che moltissimo l'operatore, il quale et·a sicuro di aver la lamina cribiforme dell'etmoide. Ma, a mezzo delle espet•ienzt~ con sostanze aromatiche, trovò che la donna odor·are solamente a destra e che a sinistra era affatto :sensibile, l'omonimo olfallorao essendo stato dislrullo o dalla pressione del tumol'e •> dalla stessa operazione. La porziontt ciPil'osso asportata si era parzaalmente riprodoLta, era scom• parsa la cavità. nella regione della operazione e l'occtuo aveva ripreso quasi intieramenl~ la sua posizione not·male.


CRIRURGICA

Hl

11 lumor presentò al m1cro~covio lrultura lìbro-cellularP. moltaronne d1 sarcoma. Trascorsi quattro anni dall'operazione la donna sesrue a godere perr lla l'alule. Avverte n rag1one 1l Durante come la sua daaguosi c la sua operaz•one, apparènlemeute cosi a1 r•scluata, 5iauo giustificate dal rio:;ultt\lo. t'come, benché sìffatle -operazioni gP.rlCI'IIlmenle falliscono, il '!ucccago della sua debba asaieurnr~> spt~~·iale consideraziont' nlln mano della moderna chirurgia. Corll'hiutle col dire che i pro~reso:;1 della vat.olog1a epertm nLalo c tlogh studil della locahzznzionc ce1·ebrale &f'paanano ogn1 giorno la via alla dia~uo"'l delle m!!lalt•e del eèr"Yello per gu• n cb e la cav1tà eranien-.e può nel futuro a ngione entrare nel domaruo d!:'lla chi•·ur,:;ia. Lo regioui frontale e pal'ietale p '" no ora es<=ere con -.ucces"o atlnccale dallo scalpello' del chaMJr~o e molte t~ll'ezioni dcii~> menin~:rt t.li\ enire lrionfl delln ClaiJ·urgia razionale. r·. S .

.._rl.soDe 41 an.a. ferita. eU proiettile Del fegato. - DotLENIAIIO u"lla Clin.ical Soctett/ d• Londra. Lancet, otlobre 1~X'i).

tore

(The

Il pro eLtlle penetrava nel lato dest1-o dtll petlo tra. l'ollava e la nona co ta. un poco al di Cuor• della lmta mammariA. Segu proli odo colla:;so. durante il qualt• fu e~trallo il proJ&Ull dal lombo d...:.tro, precJSIHllènle al tla sopra 1elrullima costa ed a di tanza di due pollici dalla spma. Sopravvenne Jlleraz• eri nl uono giorno la f••rillt di l'Slrazione 8ul dor~o scanclt unn grnnde quantità di fluid o mocchialo di bile, coutmuando ti tlu<:!<o. bencbé in minoa· copia, per alcune settimane S1 constatò pre;;:enza d'aria p<>r un'AJ•ea !imitala nella cavata pl Ul'l 8 , donde )a formawmc di Un E:!Upaema. che ~i ree strada al di ruori in grande llusso per il tramite dei b~ nclu La temperatura «i mantenne oltre il livello fisi olo: pau o meno, ~r eiJ:~"'!uantott.o giorni, ma, allo scaderP. 1 ~m "l dalla rerita. l'infermo. pa.. audo per re~olare conva :enza, era completamente ~uar1t.o. Il proiettile con ogni pro blhtè aveva altrevt:I'S8la In ::supedlcie com·essa del r.. -


RJVISTA CHIRURGICA

JoCato, rimanendone perforato ti dioJramma e ::;fiorato U mone. L'esame chim ico constato la presenza della bile scolo della ferila ed il microscopico ffUella del tes~ulo Il proielLiJe era voluminoso e del peso di tre dracmi e F. S.

RIYISTA DI TE(~lLA E SER\'lllO MEDI C~ MILIT ---~~·1-ooòi:-----

Di alcuni e1fetu delle armi da tuooo portatW d1

oaltbro, e partlcol&rmente del fucile Hebler 1887, deJ Jolt Bon:T, maJ.C~o:IOre delle lt'U!Jpe ~nita rse Monlhe~.- (Corrisponden~-Blatt

fii. r Schwei~er A

15 dicE.>rnbt·e, 18ls7). ~el corso di rtpelizion<> delle operazioni chirur~rsche ultimamente pet medici militari in Zurigo e GineHa, l trallan,lo delle armi t~ tle.{li elf.~lli dei modtmu stimò opportuno, come dimo~tr·aztone delle teorte dt Socin, Kocher, von Bel'k, Re{.ret· ed altri, aggiungere 1,. e~perìenze del prof. RevPr di n e del tenente colonnello Birchner cot rucili di piccolo calibro di Rubin e di Il pror. Hebler che aveva mlt•odotto recentemeuta n Dl1gliornmenti nella suo arma, "• affrello, in <:eguito chie~ta tlell'autor t>, ad mviarghtne un esemplare con munizione. ln!lit>me a ques t'arma furono sperim•·ntall un terli ed un fucile Rubm colle t'ì~>pettivt> munizioni. L traJascJa 1.1.1 t!Pscr tvere queste armi abbastanza cognite limita ad esporre ciò che riguat·da il fuctle H eùh~1· . IJ fucile Hel..tler è costrutto col siswma di chausura terti, del calibro di m m. 7,55, <'Oli 6 rigature. Diametro t•ighe m m. 7,s. profondi la di que,t~ millimetrt 0,125, lu del passo d'elica 28 cm. ecc. U proiettile dt piombo indurito (97 parti dì piombo d'antimonio) con cavità d'espuns1one, é c:operlo ùa un


RIVISTA DJ TEC:'iiCA E SERVIZIO .lUDICO llll.lTARE

U::l

Lello d'aCCiaiO non salJalo il Ji cui margme infer1ore é ripit-t· p1o all'intorno; è lungo 30 mm ., posa H !lrammi, alla base ha on diametro tii mro. 8, nel mezzo di rom. 7,7, ed lta la punta smussata. La cartuccia di metallo ad acrensione cen&rele contiene .i gramrn1 dì polvere in granuli Jim compressa con sisLema propr1o: è lunga m m 7 i,4 e pesa grammt 25,2. lholre 80 carlurce Mauser p~sano km. 3,i4, allo t.lo:sso peso "' eorri!:lpondono 112 ca.rLucce Vellerli, 110 Rubi n, 136 Heblcr. La velocilil. iuiziale è di m. 607, mentre nel Vetlerlt è di m. ~. nel Mauser di 11 mm. di m. 4-."'9, nel Mauqtlr di 9 m m. m. 558, e nel Hubin di mro. i,5, Iii m . flli3. Un progresso notevole ottenuto dal nuovo modo di car11:-amento é La relòlare e non immediata accensione della polvere, cùe nella eanueeia non ollr.,passa le pres~ione gazosa di 2000 atmosfere p non oflre nesc;una clilllcollo all'eslt·azione delle car· taeee vuole. SJD dall'introduzione del 'suo nuovo modello l'llebler non ebbe pii& bi"ogno ciet prnielltli Compound (della fabbrica. Lorenz di Garlsruhe) e ritira i suoi proiettili ùallo stabilimento 1\atb di Vienno. Ci condurrebbe troppo !ungi il descriveré le numero;;e e~pel"ienz" e~eguite coll~lre armi messe anche in paragone col revolver d'ordinanza e colla cal'abine Re~n, l"ui cadaveri umani, su quelli lonìmali o ~u parh dei medesimi: su lastre di ferro, su blocchi di leguo, d'argilla, su f!catole di Iella diver~amtlnle piene, piastre elastiche, veeclche, ··cc. a \8 1 ie distanze: ct hmlliamo soltanto a riportaro alcuni e~umpi sualì etfclli . speciali delle lre armi ~pra Citate in rorm'l di tavole, d n le qua • ; isullano in modo eTJdenle l~ rorza di penetrazionf.', la deformazione del pro&eltde e !!'h effetti esplo!=:ivi


.;.. AIUtA

l'roiettile

....

~ .....

.

oggetto d'e,perlmrnlo

~....

Canale di pclletl'3l.lone

[)(>form:ulone tlcl IJroletUie

~

m~trl l Pi(lmbo indurito

10 \

Reruingl rm Vetlet•li ..

Id.

tu IO

Ruban . . .

Id. Maralt!llo tli r•ao1e

10

Heblt r .. .

Mantello d'acciaio

IO

Rivollolln .

Piombo indut•ilo

10

Id.

l 10

Id.

IO

Reminglon Velterli .. Rub ttt • . . Heb\~>1' ••.

l· Profondo 6 crn.

l

Rivoltella .

l

Olio tavole d'ab•le p.o~t e una dietrfl 'altra fts,.ate da

nn imJ>alcato to·a•var,.laolle llhM

loee.ato. Prorondo 32 o ar, cm.,

canale dllf ·prima re· golar e, poi IAt~Qrato. Profondo t28-t3:l em, dii' i t lo e re~olat•t~, eenza b•·uciaLura. ' Ptofortdo da 8 à IO rrn. ' Pr·ofoudo da 15 a 20 cm. \ Pt•~tfoodo Ja15 a 20 <' ~ . " ... ~- _rezf_el,lr :~t~l~~c~la.

del lrgno. Spec::com p lessi va 150 cm.

!H'!% 1. a

l

Mantello 1 Hl(

Prorondo t• a ,. con.

Profondo 12 a 15 cm., canale irrcgolart• e

Pll ···· l _-·- t .... -- - · CAI'll\ Ili pnglin, sp~ssore

120 cm.

Poco clerortnulo. Poco d1•fonuato. ::a Mollo llt•for·malo, schiacciato. <

c;;

l Molto "''""nnlo, montollo In· .... 1>-

cerato, pt•rdila di soslan7.a.

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Proieltile ìnler·o, mantello in· tatto; 1/t m m. d'aumento nel dlamolt·o dolio punta. PO{'o dt•fOJ'llllllo cd h1 qual· che nwdn tHisoltlglialo. Un po' ~chia <·cialo ed 8R~otlifthalo tla uno p!~ l'LP. MolLo f!durh:~iato, dai In li • -~ol_lo__o_~>s.ut~aglralo.. tello lntntlo. hnlliUI.flto, rnanlollo intaUo.

9. ~


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..-..-c~;vlltl'tl " locer·o. mento- inlllccalo. Profondo da t2 o IO ton., Forma qu,.o ~"'"'"'"• forte· Jrre$rolaro ,_. lflcero. rnttnlo iriiJtcc-..olo. _ Rnhi10 • • • l .llanlollo / 1/J PMfondo>•!OJIOO SS "n., Moulello> pali• for •Il rarne J>aeco dJ carlo d undaprlllcrprore~olaro, l temente Htlaccata. hnllaggin gr·igin fl ner duo ultir111 torzr Corto.· '""""'• il(\ Tta<ersato lnc.I'O, t•.>h<hueniO llproiolh to dopo liehiN·. • • IJI!anlolloj ·10 cm. nliro d occraro ((iO cm,) qua81 tutto ''ersalò il pacco p_onctr11 rJiriltoeN"rzolare\.solprorondnrper~te _nell' rmprde~ttura. Sr rmvrene .lncurlalrto lacflro ncg 1 ullimi fO.::!li poco soste- , vato, 1110 con ,punta mlnlta. , ' nuli. :"Jiuua perdillt Ili sostarizo. p: ,,. Rh'ollella . l Pinmho IO :<on pcrlorato,no"'u"n Frnutumolo. indurito imprel?:siorre. mac~ chia Rlelln~•. N Reminglon Id. IO Non perforato, impre~- Rimangono pic<!oli a\'anzi c siouepro(onllfl2mrn. Vellerli . • Id. l 10 Perforall), foro rl' on- Mollo r.idotto. 1IC :( tralal:Jrmn.con \'isie ;:: bili traceo di piombo. o l.n111it>ra Iii fer1·o di ~ Ft11'0 d'u!idla 30m m. Rubm .. - l Piombo l IO } Urnm.di !'lpes!'Ol'l=. Foro d'entrata 12 rn111., ~l o Ilo r•iriollo. <'oo tracce rlr piombo. c ( Fm•o rorod'entrnta d'uscito i,r, "'"'· Rubin ... l lllantollo tO Amm., Mollo rìdolto. Mantello por~ dr rame irregòlare. Foro d'ucluto. scita 26 mm. Foro d'entrAla 12 mm., Mantello loceruto ma ant·ore Hebler· .. l Mantello 10 cl'ncciaio regolare senza ll·act~e aclerenle nl proietlile. di piombo ai mar·grn i Foro ,l'uscita 22m m.

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OtfMlnuJOne 11~1 tlrOiclUI"

\ Non perforalo,impra>;-~ Piccoli avanza. coione profonda3mm. ' Perforato . . . . . \ ln tutte le pet•forazioni della :::: pin~lra il foro ,l'u<Jcila è più grande dì quello J't'nlrula, a ;;; mo' tli ~radinnln, rome!'lpes· SO 'li O!I~C'l'VA nello frrile del ~ Q crouio Lo perdit.o tll t~ostsnzA consiste in un pezzo ro · tondcggi•ullt~ in qual c h e modo o.cuminolo cho com- ~ l)renflo tutto to speAsm·e .... PlaAlrodifert·o di iO) tlPli& llÌASll'Q Od Ìll Ull CertO mm di 8 pessorc Perforato . ' · ' · numoi'O di ft·ammenti concl"nlrtci f.llncca li clal medesimo, apparl011enll soltanto alla molà posteriore della pitu'I LI'a. Il rranmwnto mediauo fu aspot·tnto dal pt•oiettilo, i rimanenti hunno l'a&pe\lO tli un cono uvosalo . . l , Perforato .

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... ~

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Rubtn . .. l Manto1lo d1 rume

l 10 f'

Reb\er•. . l MantellO 1 tO

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E SIRVIZIO MEDICO MII.ITARK

W7

llebler ManleUo 10 Testa di Il proietulo:: ,\ penetrato lungo la. sutuNl sagittale t! alla parte supPrtore rll•lla fronLe :-ino all'occiptle, mlere,..:;enc.Jo le parli molli per t~• cm. e le 0""3 per 10 cm. Id. Foro d'entrata '/!cm. di diametro all'anrrolo clell'occhio ~inislro, foro •l'USCita dj 'Jfs dì C'm nel ffii:'ZZO deJJ'ocCI(>Ìle. :\e~"'Un(l effetto O"plosivf), 10 Testa di Foro cl'entrult.! n&l fronlala, rotondo, montone di 1ft cm. tli tliametm, con margini fres('.tl ed' introflP!'I)(i. Foro d'uscita alla parte intera. postHr·•or~ 1lAII'orbitn, piccolo. t'Otondo. Coh>ita la s•dt1 r.orzione anteriore del cervello. NAA:>oun effetto cadavere umano •

Id.

Id.

Id.

Id.

Id.

Id.

Id.

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ellplot'ivo.

10 Testa di Allrii\'Ar~anle il cr 81110! ror t d'eo\ il e Il o l h·ata e d'us<'lla t•otomlt c piccoli. fret>ca.

NC"RUn ,.ffetto ellt~lo,ivo.

UCC\l'IO,

rlr l'IO~ll!nza.

iO Cadavere Tre colpt nell'estremità inferiori e dì 1 cane nel haclllo. l'ot•t d'entrata e d'u«rila ucciso di ptcooli e rotoudi. ~essun efl'lltlO recente. esplnl'ltvo. Ruhin. Mantello 10 Testa di Foro d'f'!ntraltl nel frr•ntale, picC()JO. eli rame cada ve rH Foro d'uscita oell'occipitale. lact!ro. umano. Perdita di =>Oslanza nelle 0""8 ùi fO cm , ferila cutanea Il cm. Id. Id. 10 Tellta di !t'oro d'enli'Jita nella pelle, r·olondo, montone !/3 d1 cru. di diametro: foro d'u'-ctta frel'l('8 . molto laeero. Frattura a sche!!ge. Per10sho uml!i&mP.nt~ dt;;laccato: duo rrammenli di piombo tra iJ perlol'llto e le os~a Id. Id. 10 CadaYere Foro ù'enlrata nèlla co"cia c:inistra di c a n e rotondo ed un po' più grande dei r e c e n- proiettile. Io'oN> c.J'uscila lac~ro ed lemen le 8!f1pio; rrnllur·e a !'Chegge, pet•dila


runsn 01 IECSJCA Per ,flmostrtu·e in modo pru chiaro la superiorità del ietlil\! Hebler-Rolh r ivestito d'a cciaio e la g r'8nde forza penelrazione im pr~:ssa dal fucile Hebler, l'autore ebbe d'ìsliluil•e le medMime esperienze ,iel colon od lo Henrad l'Albini dr il mm . Preparò a tal~ scopo quattro blocchr d'ar~•lla lun~lu metro, larghi erl allr 50 cm. per o,znuno. Quella massa ~enea fu ritenuta mollo a U.a alle rrcer cbe compar·ative. Si llrò «ul primo !:)flcco col Yetterli, sul <>l!r()ndo col hrn A prorellile di piombo, sul leno col Rubin a ma di rame e ~ul quarto coll' Hebler a mantello tl'acciaio, pre a 15 m. di di~ta111.8 co11 piena carica , in du·euo ne l'asse lungo del blocco. 11 proiettile Vetler•Li penetrò nella massa per 50 cm. ru venuto "Chiacciato regolar•ruenle (a fungo) mo l-enza di so~tanza. Il foro d'entrata ampro (17 cm.) mo~ll'ava i ~ini fortemente eslroflessì (per• 9 cm.). Il ranah~ di zione aveva il massimo diametro (18 cm.) a 1:! crn. dal lrata. L'ullima por zione del canale et·a piegata a destra un angolo di -i5 gradi Il proiettile di JHOmbo Rubi n penetrò per· 3 cm. e si completamente ~chiacciato ed intaccato. In vicinanza s1 venne un grande frammento eli piombo. Il foro d'entrala di 15 crn. con mar·ginl eslrolless1 per 6 cm. 11 ranale d1 netrazrone pPe~entova un drametro ùì 21 cm. e 13 cm. l't!nLrata. 1'\e:;suna Jev1azione. Il prou~Ltile Rubin a mantello di rame penetro soltanto :H rm. e fu rinvenuto completamente pesto col man strace1alo e smanuaato, con frammenti di rame e di nelle "icinanze. Foro d'entrata irre~olare, fra<>lagliato, marguu estrofle~ 1 per 17 cm. nel $enso verli~le e Il in quello orizzontale. n E(l'8.1l diametro del canale di trazione misura 20,5 cm. 1;1 19 cm . dall'entrata. Al c.olpo proielttle si ilistat·carono frammenti d'argilla che ntrono lfliali indietro verso il riparo. Il pt oiellile Hcbler riv~uto d'acciaio penetrò rueute per 00 ero. c la minima deformazione cui ru consistette in un lieve incurvaroento con t;, mm. d


l S&Rl'lZIO .II.DlCO lllllTARE

eamento all'estremità anteriore e punta depressa pura per

0 mm. Neesuna lacerazione nel mantello e nessuna perdita nel nucleo. Foro d'entrata 7 cm. nel diametro verlJ<:ale 8 i em. neU'ora:uonlale. Canale di penetrazione in forma d'orologio a polvere, la cui prima porzione misurava 28 cm . iD lunghezza, e la fleeonda 68 cm. con 12 cm. pure dt lar«Mua e con uno stt·ozzamento c.li 5 cm. di dtamelt•o. La soC!ODda porzione del canale .t~vio,·a u smislra. L'autore menziona inollre per la sua raratA una le.,ione - • • 10 un eedavere da una palla chn colpi a piatto. Un preieltile Hebler tirato sopra un pacco di carta d t i10 cm., dopo a'ftlrlo &ravel'88lo usc1 devialo ma non deformato e colpt UD cadavere poco ciil'tanle uclla libia de<>lra producen<lovi uae perforazione h:nga 3 cm. larga l od R mm. delia forma della pelle, eornspondenle allo !"Oiuzione di C'Onlinuo degli .a&imi etnt• di carla inchiodali al posto tlel coperchto della cuaa da morto. La lcsiontl J.lroololta da questo prOietltle ~ià iadeboU&o, fu molLo considerevole. n foro d'<'nll'ala lacerò per 4 o 5 em., l'aponevros• ~trappola per 3 a 4 cm., lac.era&ioni nei mulfCOJi, et! le~ fratturo sclte~giala, !"Chegae nel foro d'1.cite l.e conclusioni a cui è venuto il B. «ono le seguenti. U pro1ettile Hebler ha un prodigioso po\ere di resislen~a: laddoYe il proteUaledi piombo indurito Velterli e quello Rubin a IDIID.UO d1 rame furono tro\ftll ~chlaccialt. !"pezzati ed ina..eeau, quello Hebler a mantello d'acciaio fu rinvenuto in&Mto Lli saldezza rlel rive~timento •l'acciaio elle per quanto IDOOe el taglio ei mostra abbAStanza tenace, 6 sutncienle in bUti i eas1 a vincere la resi«tenzn ùeì le!<>!"Uti del eo1·po umano. La conneastone tra nucleo e mant••llo é tale cla imjledirne il distacco. Il processo di Lorenz (ttaldatura e fusione del uucleo col mantello) non é nece~slìl'io per raggiunge1·e queJ>to ~eopo, al quale corr.eponde benil"sirno il ~1stema di fablJricazione Ro&b (ripie~atura d~o~J ma,•gine iufer·inre rlel munlello). Le conseguenze della saldezza e fur-~a viva "'Ìgo1llcanti, Rono una 81'8ndJs.SJill8 azione locale e $rrauùe forzo. di penetraz one un mtnimo effetto laterale del proiettile llebler. Quesl~ laW penetra in un mezzo qualunque 2 a 5 volte più profon-

::Otro 29


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BIVISTA DI TECSICA & SERVIZIO MEDICO 1HLITARK

demente ciel Vetlerli, 2 a 5 ,·oHe più del Ru bin e mantello ram~>. formando perdite di sostanza nette, con ùebolì esplosivi io vicinanza, e lieve scbeggiarnenlo a gl'llD<liU!tiiJII uistanza. Non è nelle nostre vedute, soggiunge l'autore, ,_,.,,r,,,,... modo assoluto il ruc1le Rubm, il quale possiede m modo calo la sicurezza di tiro; siamo in debito però di dire proiettile Rubi n si deforma mollo e si frantuma inc(mtr'BDI! tn"ande rt>sislenza a piccola dislànza, cioè q:.~ando molla forza viva. Questo pericolo di grande deformazione combattenti esiste soltanto quando si lira a piccola rus.L8J11Zal quando a gran distanza viene colpilo un osso. Da quanto sopra si è delt.o risulta che il fucile Hebler pel' la sna lretetl.orta radente, per la sua grande portata e la immensa rorza di penetrazione può essere indicato più umano ed il più potente tra le armi portatili del tempo.

L"autore in questo computo fa astrazione del nuovo francese Lebel di 8 mm. pel quale s'impiega un proieltile mantello di met1.11lo argentalo e tlal quale sembra che effelli sorprendenti priocìpalmenlfl dalla carica che non di polvere da sparo, ma di altra materia es!>losiva. l delle molteplici esperienze, la costruzione delrarma e le prietA della carica sono tenuti Lalmente segt·eti dal franuese, che i dati relativi non possono essere a atlendjbili. L'autore per quanlo non ne abbia visLo rbe sola palla, rittene nondimeno per fermo cbe non possa giungere il polece di re~'<i!'!lenza del mantello del Hebler.


4-51

RIVISTA D'IGIENE

lllll'...'lw•tasloae lll.- Rolnz1one falLa dal dott. E. MAHLY, di Basel. In questi t.,mpi cului che pArla deiracclimaL8zione intend~ MnZ'altro parlare cii un Rr!lOineut.o mollo vasto, il quale ~a una grandiesima impo1·tanza pt•nlica anche pet· la Germama a ca~ttone det nuovi &ClfUISli culonJah. lo creclo che la que&Uone si 1ossa m ·tlero 111 quc li termini: come si comporta an ubiLante deii'Europu ce11tr»h• in un c}jma tropicale. cb~ camb Il col nahvo? La lmll'hore prova della grande importanza &Uribu•t.a ne1 no«tr1 tempi a questo tema venne data .or re un anno òal cong1-e~ o dei médjcj e naturali;::ti dt a...lino d quale creò una «ez•on!l spec1ale per la climatoIJ&a e ltg1ene liOpJcalc:, cho dt'qò ~p·andi~l-iimo int.eress.:. Coealemporaneament la Deut~ehe Colonial-ZeillU1U, cLe fin sua fon azt ne (l oi) é sempre "tala una raccolta dr -taa&er•ale preztoso, d•'Ùicò a que;;to :;copo una parte "Peciale ID lto am l'tante a cu1 portarono il loro contr1but.o un conrevo num rodi uorom1 corupelentJ!':~im.J per la maggior Jllll'\e mediCI ed esploratort tcdc::;ch• in contraile straniere. s&ud1o assadu d1 tuu qucst1 uomint. come pur~ un· iuti ra ~rlc dt la,orì c::tranieri. tanto recenti ']Uanto vecchi, sopra l eondJzJona satuLorie ai t•·opic1 (itl ten~o in gran conto

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l ) Qoeet'artlcolo fa logujlo nll'ultro ·'"ll'acclltflalllzimte dtql.i europn nn

~ ~ol41. publthC3tò ~l C:lsclcoto d1 man:o e lradotto pure tlal dott. Gran<fu.


IUVISl.\

di preferenza alcuni lavori fra ncesi) insieme coll'est)4!riieai raccolta in veuti mesi di soggiorno sulla Costa d"Oro frica occi•Jentale, mi pongono in grado di coprire la di segretario generale ciel VI Congre::so igienico i naie e di fare una rel11zione accurata, tanto più che e~~o stabilire il programma di questa IJUestione diede a sua lestimooianztt della grande importanza d~ll'argomento. credo di Jovermi compo1·tare an modo che questa MliaZJ• abbia un valvre generale, perciò ~arA solo il riactsunto di rice1•cbe mie particolari rJuanlo di altri, inrtuanloché hanno un csraltert> troppo locale, e presentano delle renze COn!liderevoli m rapporto alle enormi var·1età locali si riscontrano anche nei limiti ùell'Equalore. Perciò io cennerò di volo a queste questioni per pr eparare il alla discu~!'<aone alla quale la relazione deve solo serv1r impulso e eli guida. L'acclimatazione nel senso acr:ennato nell' intr•o,J forma solo uua parte relalivumcnle piccola Ili un im processo clte si estende à tutta la natura or:ranaca. Ogni nifestazione \ilale e m allo gra1lo 1lipendeulu del IJuale conqirlerato nella sua importanza fisiologica, è di meno che la c;omma Ji un uumero stragranùe d'in di varia natura. le quale si fanno sentire gullt:> piAn te, l'uomo c queli animali da parte tlelle condizioni lelluricbe atmosfer iche di un dato luogo. L'estensione pertanto é lata dalla località qualora noi uon vogliamo riferirl'i a r iodi ll•oppo grandi t•iguardo al tempo. Noi colla pat·ola clima non un giorno oJ una sdlunana ma le diver !'<e fR""I che ,_j hanno nel periodo di più (IIIOÌ. farci un'icio•n comple!lqivo noi u<~inmo trarre una media, e troviamo fiOtldisfaLli a ilichiar arc, a cagiQrt d'esempio. perato il nostro clima cb e, a volor parlare solo li ella tem tura, uua 'olla presenta dei ettlori lr opicali, un'alla·a dei fr•eddi da Siberia. Quando noi troviamo in un luogo un or·ganismo pe po~siamo dire. senza aver rutuardo &Ila sua origine e venienza, ,•on rat!'ione, che nelle presenti c:ondizioni il cl gli si confa, cbo r1uel luogo é diventalo per lui la sun


o'JG1zn

&.33

tiJii 1'811aea pn la perfezione racchiude in sè l'accresci~ ~,.. '1ieDe cbe colrandar del tempo per mancanza di ~·di Jdllrbione ei aUargberé l.'emprc paù verso l'esterno .

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........_.. arrh·erà m re,Ooni. le quali sono nolevolattrelentf dal suo punto di origine. Qui se vorrà viver~ ..... ......,. llcue modificazioni nel suo modo di essere per Jl~llt'~..-èrale dell'adattamento. Se le nuove condizioni iAJiiiilfipifl ra~voli ehe le precedenti, allora le modifica,.l'tiatlfefenno al perfezionamento, altrimenti l'adattamento avvenire senZI:l qualche ostacolo. Però noi doeempre considerare l'acclimatazione come completa, •••toc~ per lo meno, la maggior parte degli individui non •IINibO aolevnli dasturbi nel benessere, e non diminuisce ...,l'liebaento in numero. "LWIDO è le creatura che al g1omo d'oggi tiene il primo ....... Mll'occupa~10ne del mondo, ..stP.ndendosi claì tropici ·~ artiche, dalla spiaggta rlei mari fino ai monti, .,.,..clèti e moltiplicandosi. Colui r:he é Ct)nvinto dell'unità M tenere deve aRcrivergli neces!'lariamenle un polPre tli ..allmetezione quasi illimitata per lulln ìl globo lerr&!Jueo; ........ t!Olui ehe non erede in quella umtà dovrli però rioeeo~Jlere, per nempio, in A!<ia i Chmelli come appartenenti - - flmi8Ua e perciò ammettere ch"' e~si estendendosi ........ iaftaocala fino alle porte dcl nord hanno potuto ...&IIJoei • latte le differenze ~l1moliche, che corrono dai ...,.. delle Siberia fin presso l'equatore. '8i potré qumdi conehiudcre, venentlo al cago speciale d~>l 1IMII'O tema, C!he l'ubatanle tleii'Europtt centrale pos~a ~:enza .W.O 'aadima~i ai tropici~ As~olulflmente no; egli non può Mp:iliare ad oUener·e nel brevt> peri01lo dell'esislenza dell'intdltfaù.o lo sleQo risultato ottenuto n11l caso ~opra accennalo . . _ apecie o dalla razza, •mpiegandovi un tempo che non C eoaeepire, tanto è ~rande. Mcìà 6 Deppure senza conte!ltazione elle si può portare in ~ ua'aUra considerazione. Si avrò ragione quando !Si ~ che in alcune contrade cui gcueralmenl~> si rivolge per •mpianLarvì delle colonie, la temperatura, fllrtamente il primo raltore del clima, saiP. t•arsmenh~


RIVISTA

al ùic::opra di qu~>i ~radi che r~l!'giunge da noi nei ealrli di estatP. Si avrà parimenli ragione quando si dice che zona temperata non vi ha v1cenda atmosferica la quale sia c::opportata. Ma c::i clev~ pure considerare, e ciò é mente ec::sanziale, la durata dell'inftuenza; il calore nuoto e la mancanzu di alternative sono con ragione rahnente ritenuti come molesti. Si deve pero sempre c hP le oscillazioni non manchino mai del tutto; spesso si secon!IO le localilà e le gtagioni clell'anno, degli auo:fl'>~!RP~ di temperatura !>pecialmente la notte; e qu~c::li r u~1 ~pec::c::o un ~MJdo tale che non ~olo sono ritenuti molesti ind1geni. ma anche dai bianchi 1mmigrati. e cal!ionano uui e negli ahri delle alfcz.inni reumatiche per eccell una ~rancle pa1•te del tempo per contro prepon<IP.1·antt condizioni tneteorolo~iche che ostacolano la traspil'llz la irradiazione eli calore •lal corpo, come sarebbero la peratora elevata delraru,l e cl~ll'ambiente, la grande è la mt\Ocanza di ventilAzione. Spesso poi si trovano i fattori unili, p~rò anelli-! allo.-a il risultato è solo nalmenl~ cos\ slraor.Jlnario da minacciare 1m pericolo retto ·e grave all'or~ani!lrnO; per lo più razione com •lipenrle dalla durala e per con~eguenza é di natura Lasciando da parte tollo le teorie ri""olgùlmo la no~lra: LP-uzione al modo in cu1 quec::ta azione si estrinseca; nOI veremo allora ~ome man1fcc::taz.ione generale i sintotnt anemia inte-~a tanto nel en«<o della diminuzione del del "ongue quanto nel !!enc::o della mancanza di l't\l·nu :!!l8 rn,.,i. Questa non é per nulla una manifestazione dei tropici, es"a f1i può "PC!".!'IO dimostrare benissimo a da noi nei ~doroi viù calrli ùell·estate, in dh•erso grado tomente ne• diversi indivu.lui. De"e:ll taner conto jJUI dt fattore forse ll'oppo lr&!"CUJ'&lo; voglio alludere alla nario diver ..ilA dellt• varie co:-:lituzioni indivicluali di tale influenz". S·• ..,j hA m1mit<>"l8 anche nelle no.. trc e~lati quanto non dovrà e-<!"erlo di pio nezli eterni riei l1·opici? Infatti •li trf' im•m~rati dallo stes"o poel!e rimane quasi inununo do atacmia, un altro ne most.-u truccie dopo lungo lempo, Il lerzo ne viene colp1ln ro


tiii:ISaa'e ~ diff,.renze ind1.,i luali "ono certam~nle _ .. . .lo 1111pol'lenli quanto le n~tzionnli general~e~te r•cn: ...-.., per le .quali gli abitanti rlt>II'EurClpa "?ertd~o_nale "'' 8CIIIIIma&ano molto più ractlmente che i tedeschi e ~li m~le~•· U ~ cerdinale di tutla la 4uestione '"•1111'8 l'ac<'l~ataz•one • ae1 &1'0"181"8 qual grado Ji anerma (delle mal~ltie pat•le,_, dofo) mcomincia a dh·entare perJCf•loso. ~inta nto che ~non risente alti'O che un certo grado d• fiaechP?.Za, ......,.,.. egli può attendere al suo lavoro clJe non de v~> es'l!lftt ...,_.vo, certamente non corre pericolo ed è molto ........... utilizzabile almeno in parte. All'altro estremo •iella . . , . elalmo i casi in cui si manifestano ùeUe sensazi..,ni e per lo più anche delle chiaro alterazioni dJ ;'TancleRI• organi nei quali !lli generano e -;1 distru;;gono roea1, specialmente nel r~ato o nello milza. inc::ieme ecaallenziom nell'economia del corpo. A r1uesto punto anche • 110ft 111 maniCesta un languore e~tremo è necessario r•mpataoiere io tuua tretta. L'anemia senza dubbio in molt1 ca si bDpecliace l'acclimatazione i.lell'inùividuo, ma anche quanùo euo ba ottenuto lo SC',opo Bi oppone all'acclimatazion e del ........, per cui es&O porta il peccato originale, co"ì che giit dopo pocbe generazioni compare In slenlit8 dei matrimoni. Ci6 non per\anlo sarebbe in~iu..to a crivere la rrequen?.a e la JN.ttà dell'anemia esclusivamente al clima, essa vieM ID primo luogo detenninala in mollo completo ed in alto 8l'ildO ancbe da un altro &~lente il qualt! oltre a ciò porLo ltpeftlllt~imo con sé am·he un pericolo immediato per la ''ila. Voglio alludere a certe malattie endemiche ed in parte anche epidemiche, eome la di~!"ent"ria. la febbrf! gialla che tenpno il primo po~to per l'e.. tenl>ione e la potenza della loro elione, e la malaria. Queste malattie dipendono da tnf~zionl', qaiodl ooo sono proùolle dal clilua l"U non in questo :-P.n"o ehe 88eO f'a~Orisce lo ~viluppO deL loro gèl'UIÌ. Pertanto il linguaggio \'O)g&N non ha torto 'J.Uando COffipNnde, Rbbene in modo non molto chioro. come del re"to anebe noi d'ora innanzi, ..ollo l'~"prec:c:ione di clima qaeUe eauae morbigene, e sotto il nome di acclimatazione 8 IDodo di comportarsi degli europei di f1·onte ad esse.

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456

Bl'flSTA

Si può sperare un'abitudine od un a.datt.amento in senso1 1n ogni caso però non si può sperare un aua•W~ul~ migtio1·e di quello che pos~edono gli indigeni. Ma n oi d1amo, per esempio, che Lr a 1 neri dell'Africa, i quali quelle regioni fin da tempi remotissimi, vi sono m olte ltme della malaria, non solo fra i bambini, ma anche adulti fra quelli che sopravvivono. In questa eta che~ tronde la più resi$tenle, ammalano in tal quantità che in anni dei 1.!>,000 soldati neri dell'esercito br itannico quasi ebbero bisogno di cura. Par imenti nel 1874 nelle Indie Olandesi caddeto di malaria 362 soldati indigeni, a cui si devono ttKil'l"'"u~,,., 25 casi di dissenteria e 23 di colera. Perciò non deve fa r r aviglia che il bianco che vi immigra, il quale non ha i vantaggi dei crosciuli nel luogo, sia colpito dalla più ft•equentemente e più gravemente. Non ci deve nepput·e se nel Senegal, per esempio, in 20 anni ammalati 13,000 soldati ft•ancesi sopra 16,000, cioè più rtuallro quinLi, oppa1rc !'(:l nella Cosla d'Or o di 2i>O tedeschi ne mor·l ad un dipresso un quarto nei tre primi di residenza, e quasi ~scl usive.menle per ft-bbre. Nel l seguente di I'(Uella schiera diminuita anche per molti trii, mori ancora la meLA; mentre nel terzo trieonio suno mCJr i di quella schiera amai dE)Cimata. Sono cer tamente considerazioni di questa nalUt·a quelle l.tanno portalo ad ammett.ere che si possa ottener e una climataziooe in senso empio, quindi anche contro le latlie, ma che si devono impiegare crrea tre anni perché diventi piu o meno perfetta. La cosa diventa facile a t:rarsi in modo molto verosimile quando si pensi elle contro la mularia come conlro le altre infezioni sì sentire le diffet·enze individuali che si trovano rispeLlo clima. Colui che possiede una piccola resistenza in tutli e: tlue i sensi soccomberà già nella prima settimana o nel mese ùi residenza. Un individuo il quale abbia gia vissuto iJt allr·o luogo dei tropici del tutto simile, ma privo di malaria, e che abbia sopportato bene le influenze atmosferiche venendo in una regioue di malaria dove non era abitualo, alll·


457 mala 1mmediatament.e. Un terzo. invece, che era rima~to

deppnma ammune da febbre. quando l'anemia tropica~e ollrepeeeò illlmit.e fisiologico, divenlJilo deboiP., la rnalana comioCJò ed attaccarlo. Dalla !'Ommo di quec:te mutevoli condiZIOni vengono (ac&lmenle spiegale lo perd1te del lre primi anni. Colui che c:opranive avrà cerl&m~'nle ratto la conoaceoza personale colla febbre. ma l'aver re~ic:tito non \'Orrà dil"e che egli earà in avvenire sempre allaecalo cosi leggermente (molto spe~l'<o per contro ~eml•ra che un accesso predisponga ad un aJlro) ma significhera semplicemente che eeao rauac.l vsttorioso perché dolalo di una più gr·ande resialenza contro le influenze miasma\iche e climatiche. Però esso sarà per l'a,·venire completamento m balia del f~tto cùme lo è alalo flno ad ora. Veramente ~i può pcn..are che per il eòDtlouo contstto col virus, quando esso non è abbac:tanza iDlenN> per produrre la cacheso:;ia. finisca per arquì,tarc:i un eel1o grado di abitudine, come avvilmo p•Jr le allre mrezìo11ì. Mentre l'aver sopravissuto una volto alln mulaLt1u !-!E!rve di preservativo nella maggior parte delle infezioni, nella mAlana, eome si è accennato sopr a aumenta il fl"ricolo. L'ant>mia aumenta ordinariamente nel decorso dell'anuo e fim.,ce pet• eot~lrin~re ad abbandonare la reg10ne, nppu&-e prepara la vae alla l'ebbre che non é mai priva d• fZr!l\'ena. Del resto ID uNte eondi%iom v& sono anche delle ullre cau<;e co,i de&&e oceuaonali, come il raffreddamenlo, i di->turbi della ,Jil d&apiaceri; una volta poi monirt>,latu"i la febbre P lo o tard& porta ad una morte pe&· lo più ulfatto imma&ura

.-uon .

Ne1 luogha d&stmtamenld malat·ici non l'i deve sperare una accUmetax&one da~rh abitanti dell'Europa centrai~. Le espen laUe dagh inglesi e da~li olandec:i nelle lr•d•e souo m oLi eloquent•""imi ed m<>e~uano anchu che lo riproda&J ne non da JiczuJtali czoddisfacenti in caucztt d!!U'enorme mol18laté de1 bambini. Dove le Cebbri .sono alqunnto piu legl'81'e •u posso~o concepire migliori l'peranze t!a""li individui 0 dalle 0BZIOnt eh~ meglio si prestano all'acdunalazione. Gli apagnol& In .cuba.:<onu aumentati ~randernenle i11 Lre o quaLlro enerazwm; e ctò parte in grazia della legRtera mortalità,


IUVIS1 \

parte per la continua immip;razione, come matrimoni• co,.cl indi~eni. Ji,·eneuòo come, «asrgio, i cosi òeLti portoghesi che prosperano nelle Indte al Congo, 1 quali non sono pet nulla europ• i, ma ver1 lallt. Finalmente un esempio chturo di conseguita lazione Cl è porLo daLe vecchie e piccol~ colonie delle isole della Riuntone e nei tuonlt YJOdhya delle orientali; omb~due el'lir-lono ancora al giorno d'og~i, la loro rozza si sia mantenuta pura dal contallo ~lei incli!:!eno Dove mnuca qua::.i ùel tutto la malar1a le condizioni evidenlemonle favorevolissime, ma tali regtoni sono rare requalore; nell'Africa specialmente vi sono ~olo i deserti una parte e le alle Vt-'lle dei monlt tlall'allra, ma in dPI uue SI deve parlar~! fil colontt. La ~~era lZ8 clte e««>'re immuni da febbre ~rli alltpiam dell'interno venne mostrata vana per lutli quei luo~wi intorno ai •1uah si t·elazioot, e conlinua ad aver valore, salvo probabil poche ecccriom localt, il deLto <'ite i tratlr !-&lubri :;:oroo riti ed i ferltli Insalubri. La stes~a cosa pare qj abbia l odi e postl'riori ed irt!<ulari; in nlcuni rtislrt.•lli rlt' rinùia teriore e più ancora dell'America per contro pare che le dizioni siano un po' rutt!hOrl. Il .Ji~lrello d·>IJe Cordì tfU&l>i affatto immune, certamente solo in part~:~ abilabile, anche in pr•oc.<>imttà della costa orienlale vt ha una reJ:!:ione, posta però in ~ran parla già fuori de1 tr·opici, <J1ale la rnalarta è T" r cos dire ..conosciuta: que'<li !'ono S tali del P lata e le provincie meri,Jionalì del Brasile. In ultime vi "ono anche parecchie rag~uardevoli colonit.l sche, naturalmente sotto la ~ovr-anità del Br•asile, le quah reg..:ono J \ loro e tlt r'S~'ono, mC'llo a ragione quiudt ri,•olla tntlt!gior alteut.ioue a que!'!la regione special adalla aii'Prui~aziont• tede ...ca d•1po che $Ì e li..~ipato il della col~JnizzHzione dei possedimenti acqw,tati dai 1er· parl' dei tl!!li d··• conlarlini gPrmanirl. D'altronde fu SPOZS vanlaggto l'aver gent>rali;o.zeto e !<ollevalo re:;~e wlot·no alla que~tione dell'ac<'limatazione l'aver plicale ed npprorontlitl' le ricercht>. ri>'cbiarale le iJee.


459

o'IGIE~E

Ciò nulla meno ci è quasi impossibile ott.enere un'acclimatazione completa poichf'. il de"iJerio di ~uadagno, lo spirito di ricerca lo zelo reli~ioso, il dovere milit.are, vi ronducono i merc:an~. i nalurali!(ti, i missionari, gli impiegati, i soldati, i quali tulti non vogliono abbandonare pet' !'!empre la patria, ma eolo rimaner lé per un tempo piu o meno lungo onde pro•vedere alla loro condi1.sone. Con qnal mezzo possono esei pre~vani almeno per questo breve tempo òalle malaLUe e dalla morte? Sicr.ome la rebbrP è rl nemico capitale devono esser prima distrutti i suoi germi nel terreno, od arralati nt!llol'() l"VIInppo, oppure 1mpcditi rh passare dal &erreno nell'aria. Per quanl.o rJftuarda al clima proprinmcnle detto non !<Ì può nulla mutare, però si pos«ono modernre in modo soddi8faeenle pereeehie conseguenze per mez1.o di determinate di· IIJMIIIWoor. Però per 111ant.o è possibtlo} •levono emigrare solo qqegU lndhidur che hanno una particolAre re~>if'lenza contro la malaria; ma sic<:om" •Jucsla non <ti pul'1 rono~cere in an· &ecedenza, cosi nei colom che stanno per partire dobbiamo eecontentarci di rafforzare taolo la re~islenz.n ~nernle cruautoqoella contro la rebbre. passeremo brevemente in rivi<~l.s i ,·ari rapiloli dl>l protremma t10lto quesll• punto ùi vi"ht:

eoa'

"oi

a) St!elta del luogo.

Quando le condiz.irmi lo permellRuo , l'abJtazione verrA eretta o in tmmed1a1a vicmnnza dello ~p1a~~ÌR del rnare, (\P· l"lt'e, M é poestb1le, sopra un'allura i"oh1l8' poicùè l'aria del ~~~ . portata trlla casa durnnli'l 'il giorno da una bn e vtene zza piacevole é priva dei ~~rn•i della febbre, ed anche le alture sono aereate da correnti ahno,.reriche lo quali <::orto meno · · ' laD i nqumate da v1rus che quelle dello pianura: ècl infine ele to al mare 1uonto l'allitudinP impediscono un '-overchio •arsi della temperaturn, cd ti raffreddamento relath·amcole ~~ideravole nelle monlagne duraate lo nolle a~isce rm•nJ~e&ndo. Se non "• flrt..~~ '" •n l""" una la l (lOSIZJOne .. VCH'eVOI0,

ru


460

Rl\'JSTA

si deve per lo meno evit.are la vicinanza delle marcite toposte temporaneamente alle inondazioni e le lagune. Cert.amentt;~ si deve preferire un sottosuolo com,L<allo spalico ad uno poroso. Si deve invece cercare clJ.e non -straordinariamente lontano da una sorgente o da un scello, poiché i pozzi spesso devono e5sere scavati .profondi e presentano delle difficollA insuperabili, mentre allra parte il t•accogliere le acque piovane dai -sterne talora non è sufficiente. l dintorni del luogo devono essere migliorati Uberaudoli dalla vegetazione sei valica e pralicanùovi un cortile formato. per quanto è possibile, di erba; se poi .arriva a renderlo impenetrabile con del cemento, allora febbre non potrà penetrarvi affatto . però dai dintorni lontani possono ancora essere trasportate quanlilà ::su''u""'"'"" -di germi dall'aria. Ci avviciniumo già alla seconda parte che si chiama: b) Ri8anamenio del suolo.

Questo é il punto caPdinale della questione della Siccome i germi si sviluppano indubbiamente nel ,.,,-,.,u_ ·d'onde arrivano all'uomo pet· mezzo dell'aria, cosi il solo medio radicale consiste o OPI togliere 101'0 le condizioni vita nel terreno o 11er lo meno impedire loro di uscire esso. Tanlo l'uno quanto l'altro srortunal.amenle sono ticabili solo in luoghi limitati. Non si de'e nemmanco pensare a renderlo innocuo mezzo della disinfezione a cagione della sua immensa sione, ancorché si possedesse una cognizione esAlla biolo~ia dei germi e dei loro veleni attivi. Frattanto e mostrato dai risuJI.ali ollenuLì col dt•eoag~io in alcune.-.""""~-; d'Italia, per esen'lpio. e dell'l ndia orif'ntale che la l'lnt:u·al7.1U'~>Y'. deiJ'acqua dà dei buoni risullati; per lo meno in quei le febbri sono diventali? piu rare e più leggere. eù in anche sparite. Parimenti si ~ono ottenuti pure in Jto!Ja -volle dei ri~ ulttJti coprendo terreni malsani con altri non SO"'


i61 epeUI; per cui possono agire 11 prosciugamento unito colla copertura. Si "é anche parlato mollo della sottrazione dell'acqua per mwo di piante adatte, specialmente degli eucalyptus, i quali oUre a ciò possono anche agire per mezzo del loro profumo etereo. lnfell.l pare che ess1 abb1ano agito eccellentemente per alcuru anni allt Tre Fontane, località malsarussima nelle 'ficinanze dJ Roma, dove essi fut·ono coltivali sislemalicameote su larga scala, finché comparvd di nuovo una gra,•e eodem1a. Sgraziatamente però noi non possiamo profetizzare con aac:urezze buoni risultati al prosciu~otamento, poiché, quanhmqoe i germ1 della rual&I'ia saal\0 favoriti dall'umidità, in da&e e~reoalanze tu accontentano di un minimttm, che ogni lerreoo non euolutamente arido e feld,.patico contiene. Perciòai ba la cosl detta febbre palustre endemaca anche nell'altipiano della Castiglia straordmarJamenle J<ecco. È pure difficile dire 4 prtori quali migllorttim~uti ~i po!!sauo ottenere da uua regolare piantagione; io c<moMco de~li ese~mpi che par~ Jaao contro e d1 quelli invece che parlano in favore delle aperan&e concepite. ~ Cottrtuio~~e e d1ruione delle abitaAioni.

Per dUendere le ab1tationi dai m1a~mi del loro sottosuolo 6 aec...ario ricoprirlo con un materiale impenetrabile, oppure erigere un piedestallo al dil'opra del livello del terreno ed lv1 porre la casa, oppure costrut'l'e due piani dei rtuali aolo U auperaore venga abitalo; quauto piu 11uesto S{lrà alto, ialllo megho uré, perchè or,linariamontc ~li strati 1l'aria superiori cont ngouo minor tJU&ntalù di germi. Ila la calla deve anche riparare ~li abitanti daJie con~e­ ~ degli agenti atmo~fer1cr; un buon tetto preserva dalle losoluion1, ed i murr, i quali ùi,·culnno ~orgt!nli di calor e molto intenao, de~ono inoltre rjpar&re dalla irradiazione. Ciò Ili ottiene .raellmente ai tropici a cagwne delle piccole de "iaZiona mendaan del ~le dallo zensl. CO'-lruendo la casa della sola larghezza di una camera e da!<poneodola da es t ad oves t e provvedendola dì un lello a mediocre pendenza dalle


RlV1Sl.\

quaUro parli, pralicandovi ai lati tavole cbe corra per tulta la luughezza della casa; serve da cot•J•idoio per mettere in comunicazione dal al di dietro le diverse camere che possano se~uire in l muri riparati in questa guisa dal dardeggiare del quando siano convenientemente spessi, mantengono una peratura rueJia ad uu dipr8$SO costante e servono dare nfl giorno un fresco piacevole alle camere, le quali vono essere anche superiormente provvedute di un softlllo le :::epari dal tetto. in modo da esset·e, per quanto é PO~Isililll alte o spaziose. Con questa disposizione si devono mente praticare delle finestre al davanti e al di dietro. La latrina deve essere isolata dalla casa almeno larghezza della verande, se è possibile vi sia un tubo conduca in un vaso ripieno a meta di sabbia il quale nalmente deve essere svuolalo io un luogo adatlo. menti le cucine, i magazzeni devono essere separati bitazione. li materiale per queste coslruzioni è di diversa. bonta secondo le regioni e si Cera meglio se lo si fara nire dal di fuori, per esempio, dalla patria. Senza eu troppo nei psrLicolari noi vogliamo fare osservare che i falli con pit>lra o con \ufo sono migliori di quelli di che in alcune regiOIIÌ tutto il legno impiegalo deve pt·eservato dalle termiti e che dei numerosi maleriali alti coslrurre il tetto i buoni condullori del calore "n'""~''" ferro ondeggiate devono essere solidamente foderali. In una cosa coslrulta nel modo òelto si può stare a regio anche nei climi infuocali. specialmente quantio pure una certa agiutezza, come sarebbe, prima di tuUo, largo e comodo letto con delle malerassa non troppo bide e tegli apparecchi per bagni giornaliet•i, od almeno lavare il corpo.


o'IGIJ::'J::

rl) Se~>lta drgli alimenti.

Le 1dee sopra questo argomento sono straordinariamente discordanti perrhe ora si pogp:iano sulle teorie. ora sopra ..,_;anze personali le quali sono uaturalmen~e •lilfet·enti. La quef!.tione principale é certamento che ti rorpo de>e a'Wa'e in quanlità sufficiente e nella forma più C•lnfacente alla . . . .tiOne le aoetaiUe nece!!~rie per menlenerlo e produrre

la.-o. Siccome poa si rusconlrano delle <-lraorJinarie dilferenle pertiODali, CMl la teoria divenw incerta. Una guida mollo elcura è l'ietinto, e queelo dico chiaramente a chiunque vatJA al \r'Opici che l'organismo fintanto che ò sano ba bisogno di ebboadaute Vtlto animale. A n che il modo di comporlar--• de ;rh iDdipm paria in favore di questo, pokM quelh che si ciberlo a preferenza di vege.Lah lo fanno non per ripugnanza, lll8 per difelto della cante desiderata. Una que!;tiooe molto dibaUnta è come si debba comporLare l'immiz-rato col cibo d Ila regione. Ce• tameole non devP. P"""Rre ad C""O • 1botto, ma 6 bene che provi tutte le no,itil eh la regione offre o le adotti con precauzionP; ee vi !l'Ara qualche cibo o frullo obe non gU ag~dirè, lo lasci da parte, il re.,to puo manlliefto a psecamento. Sta certamente molto meglio quell'inc:be oon SI crea abitudini spcctllli, e, quando lo porti ~~. può fltovarsi dei c1bi ,de~li indigeni, 10 qualun•tuo pel'le si b'ova, etò non è poi t.aoto dirtlcile per uno ~tornaco 1'0bQalo e sano. VeDiamo Ol'll alle bevande. Per CJò che ri~uarda la loro quantitil e lemperatora "• potrebbe crede•·e che vi fos!>e un 'YI\'0 bisogno da abboodanlt •tuanlttà di liquido po-.sibilmcllle freteo; però questo io zenerale non avviene. Snh·o nelle siceil6 .~e_zionali non si ~ente magl!ior ùbvg-no rli bc 1·,.. ai tropiCI d~ quello •·he ~j Abhta in patria, dappertutto \'Ì é una gran iassnna ritfl't•ren:u~ inoividuah'. eù .t lP~gero ralfreddnmento che sub1~ce l'aCiJuB potabile negli orci cf'argilla porosa é ~r lo P•~ surtìcaenLc. Il 'ino e la b irra che ~• conservano m tlasnlu nei magnzzeui a ptan t~rreno per mancan .~A

*


RIVISTA.

di cantine non diventsno perciò disgustosi. tUlrazione dell'arqua non può con certezza eliminare i morbigeni che vi si l.rovano : d'all.ronde, per riguardo malaria, é inverosimile che l'infezione si prenda per dell'acqua. Per questo rit:cuardo sono molto più temibili la llJ5;sein hl'l ed il colèra, perciò, quando vi sono di quet pericoli, SJ bene a cuocPre l'acqua; certamente diventerà sempre p~>rò migliore dell'acqua piovana, della quale si esclusivamente uso in molti luoghi; un'aggiunta di acido trico o di qualche poi vere effervescente renderà la be piu piacevole. La questione delle bevande spir itose è cata; solto rorma concenLrata sono dannose, ed anche i e la birra piu alcoolici devono essere usati solo m moderata. l colo ni si oppongono vivamente all·aoow~tOII completa, però io credo che color o i quali per ma'""'"Zl'"·' occasione, oppure, come ranno alcuni missionari , si ma n gono di spontanea volonlà in un'astinenza aompleta, non sentono cet•Lamenle danno di sorta, come non ne hanno taggio apprezzabile. e) Vestito.

Esso si deve giudicare dalla quantità di calore del cbe é ca pace di lasciar passare per irradiazione e dalla igroscopicilA. Quando la temperatura esterna é alta devono sarsi sollili e lassi tessuti specialmente di lino o di cotone non vi ha proruso sudore; quando invece vi ha sudore, si imbevono di umidità, diventano impenetrabili ed scono da una parte la lrasp1razione cutanea, mentre l'altra si rufl'reddano troppo rapidamente e pr oducono i deW raiTt•&il!ori. Perlanlo se si deve s udare profusamente oppure s i star esposti alla pioggia con susseguente raffreddamento non si può cambiar troppo spesso la biancheria, per ~~·~"" 1~'"':1 in viag~io, allora si preferiscono dei leggeri e porosi suli di lana che pr esentano in scarso grado questo veniente, mentre che per essere cattivi conduttori del


D'IGIENI

~.-lll.tl alquanto Caatidiosi in estate , pe~ sono be~e

al cominciare del freddo . Questo 11i ollrene j)ut•e w alquanto minore dai tell8uti di cotone, i •Juali sono

paù in oso.

sU abiti ai comprende anche la coperlu~ d~l cap~ per ;-è!!IIJJ!II!I• del mie; questo é un 'punto molto tltfficrle, po1cht:, rtnaolaziooe può essere ~rrandemenle pericolo~a. -·~~~~·- la malana, può servire anche di causa occasio~-. ... ~ u

~nto attacco di febbre.

Jl.,~ppeiiiO cle•e essere impenetrabil~ a luUi 1 ra~gi, ma

perciò usere necessariamente !"elmo tropicale. e quale •! molto approper difendere il corpo dall'azrone troppo violenta del

·~!!.pcl~art pure una larga te.~ la

f) Regole igieniche generaU.

~ ioano dascretamente lungo e profondo è doppiamente ~ ai tropici ; le notU sempre egunhnente lunghe atiftO uue regolarità molto pii'! p;rande cbo da noi al tempo el cooeaera al sonno. Si alza per tollo l'armo col sole, ·~·--- .. 01'8 del mautno I!Ono le prù piuc:evolr. si deve .Pure regolarmente e per tempo. Alzundo~i, •*~• IPIDerale del corpo nnl'resca rnolti~l'lirno, t!Ccila "11-~~:jM!~Pii eoluione ehe deve seguire dopo alcun tempo. ~[jbaaJilei'O deve essere interrotto a mezzogiorno cooveolente e deve terminare la «era prima lfillllfliliiSi,_ Gli &forzi fimi troppo prolun!!Ali come richiedo cle•ono rana daglr Europe1 rolo nei pae;.i non do•e non regnt la malaria, dE-l reEt.o il loro còm~:l*~Q) dar lmpul!!o al r.ommereio, guidare e orvc-•YOJ~Dti iDcbgeni, esercitare impieghi ci' ili ed ec.,..~~~,•asaelndere a sludi scientifici e non volendo trascurar . .III'Cilel~ la milizia, CJÒ che è ben ~<opporlato in alcuni '~ •.._..-. Quando lungo il giorno si presenta un po' eli male~ ' COD8igliato di prendere subito una ,Jose di chinino. '->-..:. eono gli eft'etti di questo •·•medio preso -::ootinuamonle • ~pò profllallico 7 Esso non ha alcun ~Jl'eLlo, certo ser·ve


466

RIVISTA

però alcune volle a rendere più rari e più leggieri cesst febbrili; però vi é il per•tcolo che I'orgamsmo si e elle <Ju&ndo sia veramente neces!lario, fa lliscano gro«se dosi, cosicché si de,·e consigliare que,.to ventivo al più solo di quando in qu ando per un te breve El per uno scopo determinalo, per esempio, viuggiar~ attraverso luoghi molto insalubri. Alquanlo diversa é la questione per rtspetlo al siccome questo non è uno specifico che !>i adopt·i ogni allro rimedio per una malallia determinate, rna 81lmenlare la resistenza dell'organismo in genet·ale, sperienza in!!ef{Dò che si deve prendere conlinuuLu.,•l•lll lungo tempo, inoltre e~so esercite una speciale az JìlaUica contro la malaria. Fmora non vi è ancora certezza a~soluta sopra guardo, le ricerche islltuilesi allo scopo finora m Italia dato der buoni risultati e vogliono essere contmuate. l'anemia cbe è cosl estesa viene anche molto a ferro coi suo• preparati. Contro la stitichezza c:ono bili ai drastiCI i movimenti dPl corpo. Dopo queste dtgressione ritorniamo a parlare rlel cui si deve occupare H giorno; noi crediamo che sia ut1le il fare un pasto fr ugale nella pausa del dopo il quale non è da disprezzarsi un breve sonno; il deve seguire solo dopo finilo il lavoro giornaliero. Se dopo di esso si ha la possibilité di fare una all'aria libera, coarà mollo utile . ma "e è lllS comi crepuscolo. allora si consiftlia di stare in ca~a od in luogo ritiralo e qu1 dedt~re alcune ore alla ...~un Oitn pareoli o degli amici per t111frescare l'anima e lo ~r• si deve ~omporLara colla moglie? Il colono che ammoglialo fa egli bene ad ammogliarsi 1 Nella mag~ior parte dei cast, s•; egli deve ..cegl digena che non sia ll·oppo al disotto di lu1 per in ~"'-9 E!h "8rà mollo utile per la conoscenza della popolazione, oppure egh deve portarsi la c:posa ed allora essa andrà soggetta a tulli i pericoli come essa sara cer·tamenle saggia e cara; in ambo i casi


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eezza ma&rimoniale insieme con l'ordine nel governo della aau leDalo deUa moglie saranno un coefficiente molto grande 411lla .tute del corpo e dello spirito, mentre ìl libero comDMI'C!lG eoo le donne della regione dà molto facilmente l'ef~ contrario. Se si ha prole, questa sarà una nuova sor-

..... di pieeere, certamente essa prepara t~nche delle preoccapuioai. e quando non possa sopportare ì disagi, deve ....,. por&ala m patria per il tempo del suo sviluppo. Una 'fOlla ehe i figli siano cre~ciuti, è pure molto import.b&e ebe conoscano e non lascino trascorrere il tempo nel ~ é per loro molto utùe stare in patria; in tali circostanze MD aolo al corpo ma anche lo !-pirito si rinfrescano dal torpore caf(ionalo dal sole tropicale e si fanno più abili a la'forere. lfoa abbiamo cerealo di dare i principii d'igiene ai lr(1pici. Si ee che alcuni indtvidui robu11tissimi PO"~'Ono laseiarli da .,.ne MnU danno, mentre allri soggiacciono mal~:rado la più 11CM1poloaa osservazione. La maggioranza ritrarrà molto gio'f81De1llo dalla osservazione deJ principii che scaturJ<~cono 4eUa rifteunone e dall'esperienza, e se questi alla fine della loro ~la coloniale ci rtpenl'erauno, dovranno dire con sod.dlelàziooe che easi banno scongiurato relicemente i pericoli oOl )Gl'O aiuto.

Doll. GRAsoJs.


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RIVISTA DI STATISTICA MEDICA ---~-

ltelasJone mecUoo-ab.tistloa nlle ooncllz1on\ dell'esercito tt&ll&Do per l'ILIUlo 1885 . - Cornitalo sanità militare. Ufficio statistica. DireUore dott. G. For7.a me.tia (esclusi i presidi d'Africa). . . . T otale malati . . . . . . . . . 163112 79 p. _ 92 GO Mortt . . 190.i - 9,31 p. 1000 1P di Rtforme . 2716 13,29 • j er te 4620 - - ' p. _ Licenze di convalescenza ordinarie 5438l- __ • • per rassegna 2017 ~ •4a;>= 36•'' P·

=

=

lnfermetie di corpo. Entrali 89!)1:,; passati all'ospedale 14i8t; curati 75134 = p. LOOO della forza. Giornate di cura 687089 (media duale= 9). Forza dei cor pi senza infermerie 25777. Ottalmici 3!lCO (2:2 p. 1000 della forza. - 29 cavalleria: '.!1 lievi carabmieri; 24 fanteria; 20 artiglieria da uuupl1j.;'lli•J Venerei 6i32 (:H p. 1000 della forza. - 60 balta zione. ~3 her!'lagliert; 42 fanteria; U geruo; 32 ar St'abbie 176 (1 p. 1000 della forza).

O$pedalt e stabilimenti militari. Rima~li.

. . Entrali. . . . . . . Usciti rruarill. . . . . u~cili con provvedimenti MOJ•li •..• Ad altri spedali . . . Traslocati Ai manicomi • . . . 65i . . ) Ad ospede.Ji civili . . A !<tabilimenli balneart Rimasti. Giornate dt cura . (l ) 598 per trnslocazlone. ('!) Medln lodivldunlc l.'O.


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.RITISU DI STA TISTlCA MEDICA

,_..._U ai depositi di convale~cenza : . . . 2S3) Traa.....a . . 330 (òa ospedali mtht.ar1 Moncaiien • S9-i- ( • • 553) JlonteoUYe~ • · • • 71)

Bitetto

• . . . . .

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S.:;Q)

Sampolo · · · ( 1· · . .rJCQV81'8 . rl in esc:j f;(8bilimenlt ~peda ten: tj52 J'IU'ODO pure Ufticiali · • • · • • • . • . . . . 7i02 Non appanenenti all'esercito . ~ loecriW JD osservazione. . · Ospedalr eiail1.

Rlmasli. En&rali . UaeiU . .

77-~ 1.5~51

1it127

Traalocali

1U4 408

Morti. .

RlmuU.

1053 a:Hrl6ìCtJ

Giornate di cura.

l'er tOOO

Media del degenti aU'ospedala . . . . • • all'infermerie di corpo

.,-

-,)

!J

Totale . Media atornaliera dei malati negli stabilimenti spedalieri miUiari 4ii0 dei quali Wt di truppa. Pruidi.

La propol'Zione de1 morti rapporto alla forza fu maggiore aelle di'riaioDi di Padova (14,90), Genova (1:!.!15), e Bari lit,O!o>). Le proporzione minore sp... tta alle di\·isioni di Ra venna

~. Ueaaina 6.~, Roma (i,30) e Bologna (7,61).

La proporzione delle riforme, rapporto alla forza, fu meg.

liore nelle diviaioni di Fir·enze (22,19), Bologna (19,2~). e

Caneo (1 i ,92).

(&) Media lndiYiduale !1.


4.70

RlliSTA

La proporzione minore ~pettò alle divisioni di Bari (6, Ravenna (7,32) e Palermo (7,93). La proporzione dea maiali fu massima a Roma (919 p. Padova (9ò7) e Piaet>nza (892); ru mmima a Ravenna Alessandria (715) e Palermo (it8). Le gtomale di malatlta furo1.1o massime ad Ale~sa (3i p. 1000 d'as~egno1, ~apoli (32) e Firenze (31). La proporzione minima si ebbe (lasciando Ra\'.enna Cuneo che non avevano spedale principale) a Brescia (20). Torino e Genova (22). Malati per eorpi ed am.i (per 1000 della forza). St&balimentl Infermerie

Artiglieria a cavallo. Allievi carabinieri. Artiglieria da fortezza . Genio Ber~aglieri

Fanterie di linea . Dislrelli Cavalleria Artiglieria da campagna Granatieri. Artiglieria da montagna. Alpini Compa~m•e di sanità. Compagniedisu!"sisLenzo . Curabinier• reali

..

spedalleri

di corpo

88a

338 697 513 379

11!13 1147'1

4i8 452

905 002 83i 821 8H1

4i8 4-80 558 i27

450 632 426

385 3.')-i 31l 302 559 ;"lJO 235

202 395 431 427

993 937

781

308

GJ9

293

595 559

7

537

235

Ott.almtci: uelle infermerie 3860; negli spedali milit.an ospedali civili 30t Totale 6966. Per 1000 della forza M; "allerio fl9; arLiglieria da campagna 39. Venet·ei: nelle infermerie 6432; negli spedali militari ospedali civili 500. Totale 16731. Per 1000 della forza gen1o 123; fonterta 92; bersaglieri 97; ba\t.agliom di zione H~,; cavalleria 85; artiglieria da campagna 86; arti da fortezza 07.


4.71

Dl STATISTICA KRDICA

Maulma degli entrati in gennaio e dicembre; minima in Ltobre.

Yautma dea presenti m febbraio e marzo; minima in no-

• mbre. 1t3';'G 158 ;-,0::>3

llalaUie degU organi respiratori Tu!ltwcolosa polmonare . l'ebbre malarica. . . llorbiUo e searlatlina. IJeo.tilo e dermo-lifo . Seorbulo Riaipole. . • • • •

9:)6

1122

251 {)22

Malattie piu gmr:i e 1'elntioa mo1'talità.

Cerebro-spinali . . Tubercolosi. . . . Malatlae polmonari . Ileo e dermo-tifo VeiUolo Morbillo. Fra"ure

Murti

11er I()IJJ lUill:lti

';'!)

7,0

77

5,3

..

350

, G"

235 Hl 44 8

16,7R 9,H -~.&>

3,92

Deeeui.

=

Tolale UIOI 9,31 p. tOOO della tona. 8pedali e stabilimenti militari Oepedali ClYdi • • • • • , •• • • •

............,.d•corpo • • . . . hori degla atabilimenli d1 cura

tlo&&aftlciali •

161 1630

Nel J• anno di !lervizio

• r

.

18 3lro 113

Caporali . • Soldati• . .

• a-

1098 408


RJYISTA

Nel 4' e 5' anno di servizio. Ollre . . . . . A meno di 20 anni Da 20 a 21 anni a

21 8 :H •

2:!a25 •

Ollre . . . . Morti in hcenza di convalescenza Cau"e più ~alienti: Tubercolo"i polruonare. AfTt.>zioni polmonari . . Ileo·llfo Febbr1 perniciose, ecc. Morti dopo riformati . . Cause più sslieutl: Tubercolosi polmonare. . . . . . . . . . Alfezioni polmouari . . . . . . . . . . . Decessi negh ufficiali 106 = 7,52 p. 1000 della forza.

Riformati. SollufHciah i-7; caporali 218; soldati 2451. Per infezione malarica a affezioni scrofolose . • tubercolosi . . . . » marasmo c graciliiA. • p!!icopalie. . . • ep1le•"ia . . . . . • d1felli del torace . . • affezioni cerebro-spinali • • polmonari ~ vizi cardio-vaMii • varu•i . . • ernie . • artrite, ecc. • aflezioni delle ossa • oculari .


DI STATISTICA MEDlCA

Per atr.sz1oni dell'udito. · · · · · • postumi di Ju~sazioni e fratture • di feritP, eCC. • • amputazioni • • •

9

Nel t• Anno dt ser\·izio

i:lf>:l

• r

1\72

.

~u

3-

• 4" e r,o anno d t servizio. Oltre . . . . . Prima di 2Q anni. Nellt" anno . . • 22- • • 23-, :!4" e 25• anno. Olll'e . . . • · · • · • • · · · ' . . Ritoi'IDe di rimando 2710; speciali (inecrtlli) a:l3~.

90 tìO

2a5 896

825 617

15:1

CtuUe più numerol!e delle r rforme de!Jli inscritti. Mancanza di statura . • • • DiJetti e deficienza del torace . . . . · . . Gracih16 • • . • • • · • · • • • · · · Kanlteetazioni serorolose glandulart ed O!<See . ~- e nevrosi. AJfèziona polmonari. Viai Càrdieci • .

&oie • • . . . . • latezloae malar~ca .

llelaWe deU'organo della vi!<la Gollzo. . . . . • . . . .

!J87 1105

i3 25 63

100 G

581 58;1 1_2()

l11erati in licenza di conoalt:~een;a.

N. 7 a 201i per rall~egna; 5438 per provvedimento diNUo. In lotale 36,4i p. 1000. Il massimo degli inviati in bre,·e licenza dagli ospedali oc-

eorse a Roma (559), Verona (319), Tor·ino C2U:>), Milano (288), Piacenza (215}. A Napolt solo Hl, e C!lsertn 171; a Paler·mo 53. Gli inviati m licenza per rassegna erano:


RIVISTA

Sottuffic•ali 5:1; caporali HO; soldati 1824. Per atl'etioni polmonari i 9; affezioni malariche 134; deper imento 289; cardiopalmo 63; artrite 118; malattie oculari 9li postumi di le!'tioni violente 99. Il numero massimo ru dalo dalle divisioni di Tormo (15$h "'apoli (150), Milano (15i), Verona (126), Padova (124), Aleasandr ia (L20) LP. class• solto le armi, 1863-64-65, diedero rispeltivamente inviati in licenza per ro~S6.o"'Tla :--l. 23{, 6U, e 956. 11 ma~<~imo numero rclaiico ru dato dai distretti, 22.Mp. ddla forza, mentr•1la media generale non sarebbe che 9;87.

lnferrr.erie speciali (scuole, collegi). Rimast1 4.1. Entrati 2~00 = 1:!,45 p. LOOO. Morti 2. F'nori 2. Totale 4 = 2,2~ p. 1000 presenti. Rimasti 62. Giornate 16149 25 p. 1000 di presenza. Inviati in li~enza ù5 = 36,41 p· 1000 della forza. OtlalmH't 33; venere1 96.

=

Cla.'llli chiamate temporariamente alle armi. 2- categoria della classe 18~, 45 gior ni (dal 26 marzo i maggio). 3' categoria delle classi 1862 64, 10 giorni (dal iO maggio). ~lilizill lt'r titol'iale, 15 gior ni (dal 15 al 29 ottobre). Giornat~ ulle armi 798318, forza media 1i7 • • 3668i3 • i77i41 • • • Entrati in cura: Agli ospedali 1185, aJJe anrermerie 679. Totale • 14!) 88 • • 51 52 1 • • Morti 17 = 0,96 p. 1000 della H= 0,38 • • • l = O.ll8 • (l) Oedvttl l (11\SSUgì,


DI STA TISliC \ MEDIC.,

~50 = 35.37 p. 1000 della forza

Rarormati.

:!H7 =

'5

. t~9~

G ornate di cura

7,:18

= 3, o • = 16 p. 1000 di assegno

:-.w = 27J =

• •

2 2

Truppe in .-4ft•iea. ()leno a dali relativi all'ol"pedule -.:alleg&riante lA Garibaldi). Rimasti

Entrali

Trulocati

Morti

Rt!D15ti

~ -•eeana .•.

-,s

146i

1a2

t2

;o

A...b . . . .

H

232

1

8

la real\A però i d~ce1t!ti furono :!0 (9 per ileo- tifo, l per colpo di eol~, 1 per suicidio). lnolLre voglionfli indicare: 36 individui entrali e 5 morti delle lruppB irregolari; 15 • e t morto non militari.

Vaceintuioni. N. t89r,71 (1270 negli istituti educativi). • 1181'70 con vaccino animale. ~J01 con vaccino urnanizzato. • 7IOOi eon esito positivo (;,.1; p. HIOO), 6i~l17 con esito negativo (463 p. 100). MI po&Jliva pel vaccmo ansmale, aiO pel ''accino

umaniz.zat.o. • M4 p. 1000 positivi nei già 'aiuolati. • 636 • nei giA vaCCJnali. • 741 • • nei mai ,·aiuolati né vaccinati. Mel distreUo di Ravenna ru fatto con un semplica spillo. Bllli poailiYI 880 p. 1000. Vaiuolo, r:aiuoloicle, carieella.

N. dei casi 216, oltre J2!) d'altri personali, ecc. Totale 3,5. Morta ~ (dea quali !l non ancora vaccinati), oltr•e 4 d'altri peraonab, ecc. Totale 2t.


lliHSU DI STAIISIIC.\ H:EDJCA

Ctt r c ter mali ed idropiniche. Arnmc:;~i: uftlc1ali

truppa. Acqu• Casciana . lcochia . . Salcoomaggiore. Recoaro . . Bagni marini .

Dott.

CONGRESSI

Sezione d1 ofialmologia. Mercoledì -; ::ellembre. - Terzo fporno. mer1diana. Il dolL C. F. Holz. tli Chic.ago, fa una comunicazione l.a re.,nura.swne della po.~i• one normale del mar•tinc della enrtila!Jlne rarso nella triehùl~i. li margine liber•o della cartilagine tarso è posto ad un golo di 90 gradi con la superfiCie del globo. Le ciglia ~ono seril.e nd un an;zolo di 00 gradi wl margine libero del )la !08 l'orlo libero della carlilagioe è ri\'oho all'indeutro raccorciamenlo, ::.i comprende facilmente che le ciglia lal'ornea. La curva della r.arlilagine non ne é moùifìcata, e nl)n è cesqario che lo sia. Il margine libero può essere raccorciato nel modo segu Uopo aver resecato uu lembo a losanga al disoLlo del margme libero della cartilagine. ed intere!lsa.nte la pelle, la caru(l) :-ìaturnlmente non sono comprese Le cure marine di individui di Lro!'PI la ~r<'~idl rnl\rllllml.


ii7 delle ciglia, 1 margini • • • fiDeisi4lne della congiunti\'& •~•t--U..Jot.ep·n, ra una comunicazione sopra: _ _,..,.._ opertll'ef..atropion. ••~na:e le cigUa ehe hanno una falsa direrisoluzione ed Il riassorbimenlo dei lP~­ ogni modo rende più facile una ope1·a-

iHW•Dba. Frotbingbam, A. Tb(lmpson, Keyser e '-•111110 parte alla discussione.

•*llloll&pdi Parigi, legge una memoria intitolata: .~.

qaetS&o di parUcolare cbe interessa am-

tlellll. .llla1(:d~ lo. strabismo è eempre binoculare. un occhio solo non è mai elrabico; la ca~-~.j\ltft:•QJ'PI.f4iGili. PQSSQno rarel sopr a un occhio à11Miill1ra•d•o.••&tonl che bisogna avere perché !*J--11!1~&.-u, e sulle cause della convergenza

Niiiiill•l·pt.,oUenere una visione binocu-

ìi1illifli:tìiflcn poa.nte per correggere l'allè_.,_.!iléimperreUa, il risultato non é buono

:Miiìliieo& neeesaano di delenninareprìma e restensione della devi~tzione, il •lòdiUiicble e deUa rifrazione e quello dP-lla perA questo scopo ser,·ono l"aLt·opino, le Se si opera in un giovant', senza prende1·e . .il.lllllllli'841!8tllZÌ(mi. si RUò a \'ere pt.!r risultato rle-llllaltt11n1a ehe è diMcile, prima tieJI'operaz10ne, llllìldO!~qroa fare, e che è meglio far troppo, anpoco, poiché è piu facile diminuire l'l'ffetto proEgli non opera mai su du~ muscoli sola volla; fa piullost.O la lenolomia rlt>l·~lftDtliiDelnto dell'altro. Se ne risulta un effetto lroppo


ii8

COSGRESSI

considerevole egli c:ospenùe l'a l.roplna, le,• a i punti di dalla parte deiJ'avanzamento e cun"iglia l'u~o dell chio. Il potere di conve~enza t: di divergenza d~\·e intatto, poiché senza di esso la visione binoculare è bile. Se nondimeno la diverge:Jza persiste, egli fa meoLo del muscolo lenolomizzato dal decimo al àOCilC41• giorno. Queste considerazioni si applicano allo strabismo gente; ma nei casi di divergenza, se essa è anuca, la tenotomìa con avonzomento. ovvero una tenolomta ellli non aJopera otr opmo, ma fa esercitare l'occhio rezjooe voluta. Egli preferisce spesso L'avanzamento notomìa, l'intervento è allora piu complicalo, é vero. è piu pericoloso; in ogni ra!'lO il risultato è miglrore. Egli non ritiene che l'operazione ttpporli la ~ufl finiti ve; ma che essa aiutr l'efficacie dei mezzi orlotlici. Sedula pomeridiana. Il dott. G. F. Sleven'3, •lt N ~w-York, legge un a r ti Lolalo: Aleu~<c ,uestion.t tmportanti sulf iMu mrtscoli occ,lari. frequenti quanto i vizii 4ft rifrazione e di aC•COtDo<lar:•uu~ scritti che trattano 11uesto soggetto sono as!lai rari, e a farci rilenet·e che l'insuftlcienza non colpisce che il terno risparmiando gli altri muscoh. L'autore ha per iscopo d1 proporre certi problemi che di spiegar•e certe contraddizioni apparenti; per un caso egli trova pei retti interni una insufllcienza venti piedi e di 10" &<l un piede; il potere addutloa·e è di un altro caso egli trova una diplopia, omonima di 4' a piedi, ed incrociata di s· 8 due piedi. Enumera io seguito i termini dei quali egli ~i ~erve signare le variazioni muc:colari (ortoforia, etcrororia, !oria, ecc.); POI indice il c:uo metodo per l'~>same col Il dott. J . F. Fulton, dì Seint.-Paul, fa una co1nu•:u.....,. sopra l oantaggi dt praticare per tempo l'opera~ioM strabismo.


.\.79

CONGRESSI

Bili ricorda che é dtfficde di rimediare, alla di_plopia :d .Wembliopie allorché eMe re~ist..)l\0 dopo l oper~one. E_h aonsislle l'anlervento immediato nel ba"_lbino; se CIÒ Pl:Ò farei, basogna coprire un occhto eù e~er<'tlare con cura l o~cb~o el'eUn. L'ambliopia può e~l'l~t·e primt~ha o secondartn; tu qUNL'ulllmo easo essa può essere corretta. . . 11 doU. C. H. Abadio, di Parilo{i, pre~enta una memor•a m-

"?"

U~Ia&a·

l mocimenti difetto.,l deyli occhi e meni per ri-

1Mdl4rr~i.

BrU lnsis~ su una ditrerenztazione C!"Alla tra i casi che riobledono una tenolomia completa ·~ quelli pei quali sarebb~ eaJIIciente una lenolomia parztalll. St può aumentare o diminuire restenstone della correzaone a~port.sodo maggiore o miDote quanlitA di l.e$suto muscolare. Del re.to una lenotomia pai'Zl~tle è cambiata facilmente in operazione completa, 51e é nt>cessario. Il dott. E. O. Shakespeare, ùi Filaùt"ltla, fa una comunicazione sopra: La for.:a dei muscoli ,·etti superiori come eauaa di cutenopia. Vi sono molli casi di astenopia che non guariscono culla «ai'N&IOoe della rifrazione. Si trova che uno dei retti superiori 6 piA rone dell'altro. Se non .,.j ò crt·ore di rifrazioni', rautore ai llei"Y8 di prismi, Il cloU. Landolt epie~ra il suo metodo di strabometr1a. B .S0U. H. Power, di Londra, fa notare quanti risullaLi oaul.t si banno malgrad•> le cautele adoperate. l 4ol&ori Sbakespeare, Landolt, G. S. N or ton, J. A. White, Tbompeou, D. S. Reynolds e Baldwin pt·endono parte alla dlleUIIIione D dOU. A. G. Keyl, di Filadelfia, lelo(ge un articolo che ha

per Ulolo: Lf anomalw dell'll8!UJ oi.1too.

BtU ta nolare che la definizione tlell'l}:-~se visivo è poco cbiera, e che l lermini come: a: linea della raccra, linea dello

!~gUardo •. non sono carrelli. 8 tratta veramente di Unii linea che parte dalla macclua Bialle e 81 ~•rige direttamente tn avanti, essendo i muscoli aDo stato di nposo e ùi e 1uìlibrro. Pot il dolL Keyl acc~>nna allo sviluppo della macchia ~ialld


4.80

CONGRESSI

che, secondo lui, e il risultato della tensione dei reni nel loro antagonismo col muscolo ciliare. Il dotl. Bull, di Christiana, nota che vi sono pertanto uccelli, negli occhi dei quali si riscontrano due macchie Sezione eU dermatologia e eU •Wogral&.

Mercoledi -; settembre. - Terzo giorno. - Seduta meridiana. Il dolt. A. Ravogli, di Cincinnati, fa una comunicazione Lupus eritematoso. Egli comincia col ricordare quanto é difficile curare ma1allia. Il Kaposi lo considera come un neoplasma; lo rlescrive come una seborrea congestiva. L'autore nrE~S81nl delle Jlreparazioni che mostrano una ipertrofia del!e epiteliali e delle papille nello str oma del corion, una zione dei tessuti per cellule infiammatorie che si vedono tra le tlbre di tessuto congiuntivo che circondano i dei peù, un aumento degli elementi del tessuto congiu un rigonfiamento delle fibre elastiche e la presenza di tra le fibre del tessuto connettivo e del sangue oeJ vasi. processo ò quin1li infiammatorio. Si produce una vera della pelle causala da una pressione che oblitera le ::fiBDOillflll! che sono 1pert•·oflzzale per prime; si ha dunque ·n.,,~tN')IIII degli elementi •stologici seguita da atrofia prodotta lerazione dei vasi. La causa prima è una irritazione nAr•vO!IA ebe gent•ra l'iperemia ed 1 disturbi nell'attività biolofrica d cellule. Le cellule epidermiche sono enormi e contengono un numero di corpi rotondi, che sono probabilmente dei · gauismi l <ruali formano delle colonie. Alcune sezioni della pelle dlmostrano la loro presenza slrato papillare, soprattutto dove esiste essudazione, pure nelle fibre e nei vasi capillari. L'esame col metodo del Friedlànder conferma questa opinione. JJ doLL. Ravogli non ha poLuto fare delle esperit•nt& di culture, ma erede che IR malattia sia di natura infettiva.


CONGUSSl

481

41o1&. Rawgli risponde aff~rmativamenle.

Il cJoiL Unne, di Hambourg, trova la parte della memoria ... 1ra11a dei microbi mollo interessante, 1.-enché essa pre....... paa&i deboli. l microbi ùcvono vedersi nelle ~lan­ .,.... à11doripere: e~li crede del resto alla loro e~istenza nel .-..:en&emai.Oeo7 benehé esea non sia ancorA provata. D cto&L Thln, di Londra, diee che i corpi rot()ndi contenuti ...U. preparazioni possono esst~re o non essertl microbi. Bi~ ie\iLuire esperienzè di cultura. Egli h11 osservato eal curioei che egli ba desagnati soLto il nome oli • ma.._.. areeta di gall6 •, e che non sono chQ una formi\ tiQI!J!II~--•II'IIea18&11)80 con sollevamento dell'epidermide E;,tli aalara ioleUiva di eaao. ......... di Chicago, crede alla teoria tlel micror... laUa"na non é che una teoria. Il lupus eriteaaucoee é es\remamenl.e raro. liJ.,_.ieDlle incoraggia i1 dotL Ravogli a coutinuare le

plJI[:4JDtl. Obmann-Dumesuil, ili Saint-Louis, legge un lavoro -~'!'>•,__ eritematoso delle mant.

4ilel!ljltl•lio• é rarissima. Egli ha rauniLo quarantacinque o::.,:..'-'IPIIoai; m dodici di esse la malallia cominciò sulla faccia llteae in Beguilo alle mani sulla Caccia dorsale senza Joacue le unghie. Egli non ha potuto tro,·are microba. U doll Josepb Zeisler, dt Chicago, ra una comunicazione Mtolete: COAtr'ibuto allo studio clell'impetiriine erpetiforme

:(Il..,. 31


CO~GRESSI

E~li differil"c~ rlal

parere del Ouhring e considera

~:ione come uno malattia distinta, caratterizzala pel !lUO

cor,o, per lt:t !\Ua comparsa nella donna gravida, pe r l~ lermioaziono letale, ecc. Bestone 41 me41otn&.

Mercole(h 7 «eltembre. - Terzo giorno. - Sedula ridia~a.

Il doU. John W Ourhterlony, di LouisviiiP, legge sludio sopra: lA !ftoria narurale delle malattie. Essa e"ercila una influenza pratica sulla medLcina nel ~viluppo como scienza. L<! malattia sono delle condizioni naturali sebbene non normali; sarebbe ragionevole supporre che la mede!'lima lenza che le ha generate sia anche capace ili farle ~perire. falL1 la natura costituisce un rimedio mollo più efficace di che si supponga, ed ogni cura intelligentè deve esgere sulla conoscenza della storia naturale delle malattie. Per raggiungere tale scopo bisogna riunire gli sforzi ricerche di u11 gran numero di scienziati del mondo in comunicheranno J,. loro osservazioni sulle differenti !>ull'influenza che •u esse ~>sercitano l'età, il sesso, 111 sione, ecc., ~ulla loro durai~, sulla morlalità che ~mi modo con cui esse cagionano la morte. A quelli cht~ cono;;icferano che sarebbe delitto il l'e...ito d• una mslatt1a alla nslu1·a, l'autore risponde t• Sar·•bbe un cura legittima quanto la sommi ;r.ione h merl1camenti dei quali no1 non conosciamo le prietà. come succede tutti i ~tiorni negli ospedali. ~ Le natura che ha generato la malattie è au"n,,_ ..., potente per recarne la :zuarigione. ;r In moll11 affezioni acute si ammette generalment.e "i é una t.endenzll not~vole alls ~ua rigione sponllwea. 4• Molle malattre po«seg~ono la proprietà dPJrau mit.azione. s• Quanti ;;ono i medicamenti che hanno une l"ino fenomenale, e che non posc:iedono che f(Ual.it.à curative bolissicne? Non sono già essi che hanno t·ecalo la giona, ma la natura.


COl'lGR&SSl (l ~tU

della stessa natura, r.ursle in diver!'te ma-

ttlefe. parieeono.

.

.,. Mol&e malattie guariscono anche quando la cura m-

11111aha6 DOCi'fL

.

l:aulore ea che il medie~ non può, nè deve rmunctare ad -opi eva la ogni caso. L~ preaen\a 11 più grande campo di ossP.rvazioni

c;om,_..u.e. . . . t1lo&tori Cronyn, di Buffalo, HeminJ!W&y. ds Machsga_n, 'W. J ScoU. di Cleveland; ed A. B. Arnohl, <~ono del parere dllraalore. 1 cloUori s. S. Green, di Buffalo, e Thomas Hay, di FiladeUia, credono alla efficacia dei medicamenti. O do&L Onehterlony Ca notare che anche egli crede al!'erleacla del medicamenti, ma bisogna che questi ssano amabltetratl eeeondo un metodo esatto. U cloU. Pavy, di Londra, èrede che esi l'Ila una sloria naturale delle malattie, lo studio della rtuale può fornire molle .alili indicazioni. ll do&t. T. D. CroLbers, di Hartford, presenta una memerla lDUiolata· Delfaleoolismo l! della eua cura. Resti enticbi temp1 fJJlcoolismo era con«iderato come una .,... malaltia, aaentre che og~i gli 111 aUribuisce una origine

......

Peftaftlo, dal punto di vista scientifico, l'alcooli mo è retto

4i ._. che 'f8rfano daUe forze 69iolog&che. psicologiche e ..... ft)e quali reredita, le condrzioni circumambienti, l'e.......... e l'ali.mentszione sono le prli imporlanti. VI ba un certo numero di cau"e fl!>qe che posl<ono dargli

oOI'Jiine t- Certe

ndiuoni tla Predtlà, cerli pc.rturbam•'nti fisici e

flllldillel WIDO seguiti m molli casi dA alcoo}jqmo. l" lA malattia è "OYente preccdutn da altP-Nizione di lll'ullana e d1 tunzionalita del cervello. 3t Certe ~rganiv.azioni cerebrali male equilibrate, alcuni erreati da nduppo del cervello, ecc., costJtui"cono in molti -eat delle cause apparenti.

t• Cerle malattie sembrano aver tendunza a trasform~rsi

in aleooJismo senza causa eccit.ante.


CONGRESSI

Egli ricorda come i sintomi dell'alcoolismo sono Come cura l'autore consiglia la carcerazione eli maiali ospedal& diretto mililarmenle. I dottori Cutler ed O'r\eal cominciano la discussione. Il doU. Fair, d'Illinois, t·itiene che le influenze morah il maggior ~uccesso. l dottori Stubbs, William Waugh ed altri discussrone. Il dott. Cisna, di Pensilvania, legge una memoria

Febbre tifoidea. Sezione eU oHmatologla.

Mercoledì 7 settembre. - Terzo giorno. Il dott. A. Tucker Wise, dell'Engadine, fa una zio ne !IOpt•a: Il eUma delle alpi soinere; la eura delle

poltn.on.ari ad una alte.ua di seimila piedi. Nelle Alpt l'inverno é caralleri:t.zato dalla secchezza l'aria che non •:ontiene né microb~ nè sostanze sole vi si mostra continuamente, la pressione é bassa, e mosfera é carica di ozono. Queste conùrz1oni portano i seguenti risultati: t • li malato respira aria asetliça che non contiene \'ere, né materie irr ttanti, ne microbL 2" La secrhez.za e In pressione barometrica ba ssa tano l'evaporazione delle secrezioni morbose nei polmom 3" Il sole, l'aria fredda e la pressione bassa au1ruem• l'ossidazione del sangue e dei tessuti. 4• L•esagerazione dei mov1menli respiral.orii attiva la col&7.ione polmouare. 5" S1 pt·oduce una allivilé più grande nel sistema dei polmoni, un miglioramentc nella nutr izione e nella

zio ne glandola re, ed una slimolazione del sistema n Le sLazioni d'inverno principali si trovano a Maloja, Davos e Saint- Moritz. )..'autore cita 23 osservazioni, le quali dlmostrano un tevole miglioramento.


COSGRESSI

11

dott. Jobn D. Macdonald, ispellore generale della regia

marmi\, presenta una memoria lòopra ; t:atmoifet'a del !luolo « auoa Nlppo,.ti igienici. . .

Il doU. P. u. Bo}•ee, di T o:-onlo, fa una comumcaz•one

pre. L'atmO&fera delle ease, oocero , climi at'tijieiali. (Continua}.

110

RIVISTA BIBLIOG HAF ICA U•stae Mlllt&rla sugU Bserotti Germanio! nella guerra . .tro la Fn.Dol.& del 18 7 0 -71. (Sanitats-Berieht ii.IJer d~ Deut4CIIen J-leet'e 1m Krie_qe gege11 Frankrdeh 187Cf-71) (Volume Quarto).

SU LJ.'.\ZTONE FISICA DEI PHOTETT ILJ PARTE III. Azf01e fisica del proiettili salle essa.

In alcuni preparati ~mbra del re .. lo che anche una mag.giore ~corsione degli strali della <'Orlicalc iluali inlernamenle abh1a un'influenza sull'in$rrandimenlo tlel roro d'P.nv..._ verso l'mlel'no. Alcuni prep;ralì dìmo~trerebbero queslo faLlo.

Da QUe!!le dtfTurenze tli azione dei proiellìli a ..econda che colptecono la d1afh~1 o 1' epifisi di un o8so no der1 va l' oppor&unliA d1 COn"-iderare separalamenle cia... cuno eh queste a&egone, se ancl!e non ne sia po!"«ibilc unn e"alla 'iepaC'Uione

Dobbiamo adunque di!"linguel'e: l. Le&tOnl d'arma da fuoco delle o~sa lubolari lunghe. A) Senz11 ~olozaone di conliouilà: 1. Conlu"iooi;


486

JUVlSTA

2. Ferite a semicanale, distacco di 3. Ferite a canale cieco; 4. A Coro completo. B) Con $Oiuzioni di conlinuita: 1. FraLLure semplici; 2. Ft>allure a scbeggie; 3. Fralture doppie. IL Fenditure e lesioni articolari. III. Lesioni deUe ossa piane. IV. Lesioni del cranio.

l, LESIONI DELLE OSSA TIJBULARI LUNGHF.. 1. ContU8ioni. a) Delle <Uajisi. - Le palle morte, speciahnenle « grande diametro non hanno una forza viva sufticient-a per cere la resistenza della diatlsi. Questi proiellili vv.,,n,............ ossa dit·etlamente, e peJ· mezzo delle parti molli contuse o meno, ma non divise comunicano il colpo allo strato lido os~eo sottostante. Se l' azione del proiellile è soltanto alla parte direllamenw colpita, noi abbiamo in caso la contusione dell'osso, ma se questa azione si alle parti circostanti al punto colpito allora ha luogo commozione, e ciò succede quasi sempre sullo stL•alo cale dell'osso. Infatti non si potrebbe concepire che l lo strato corticale la propagazione dello scolimento ad arrestarl"i. Simils contusioni e commolioni della diafisi sono di preferenza da proietlih d'arma portatile molto ùe e di piombo molle, dai frammenti angololii ed irrçgolari grossi proiettili d'artiglierj "'· finalmènte da tutte le in"'"'mAre-"u forme dei p'roiettili indirètli. Essi possono ar,·eslarsi alla perflcie dell'osso e circonuarlo Lutto, oppure se !lanno solto un anéo1o assai acuto possono scivolar vta. Si degli stra vasi sanguigni, conlusioni o laceraZJoni del oppure anche uno schiacciamento de11e lamelle ossee piil perficiali.


B!BLlOGit .\PIC.\

.i-87

In pari lempo hanno luo~o ~Pe"qO delle ernorra::rie nella sostanza midolla re e nella trama o:-~ea; in relazione a queste lef.ioni. h~ allerazioni secondarie che ne se~uono sono di natura vo.riabiltssime, vet•iflcantlosi ~utte le '(ratlazioni di eeiti, dalla r el!titutio ad ìnte!}rum lino alle più m olleplici l'orme della perio:oLite e della grave ost~omielile. In generale il decorso può dir~i favorevole, ed è pt:r que«ta ragioue che nello raccolta scarseggiano preparati òi Ull genere. b) Dello ~tpa;w intermedto e delle epijlsi. - La lamina e:>rLieale che vet·so l'epifisi sì fa !'tPmpre pif1 sottile, r.olla sostanza spugnn~a contrappone una re.c;;i!>lenzt~ relativamente piecolo ai colpi anche dei pr oiettili dotali di poca velocità. L'etreUo Jterciò può essere mollo piu localizzato, mentre che la parte spugnosa reslg leg~errnente compenetrato dalle par\io~e dello corticale direttamente colp:te. In ca"i ~:on<:imili può ancllt' dnr!II che i p.roruttill rl1 piombo molle oppure le scheggia lnrt!>lho ed angolose pt·oventanli dallo scoppio di gra118&8 r~ti110 infi'lsi superficiafmenlA nell'osso, C'ome è •limostrato da alcuui preparati.

.

~. Ferire a M·mican.ale. distacco tli schepgie e rli npojlsi.

~ferile a ."emieanale, hanno luo~o p"r colpi tangenziali con CDIII proielllle comprime le parli Ol'l~ee <hretlament~ colpite contro 11 sotloc:tante tessuto oppure le contunde o anche le esporta, co!licché si forma !>Ul pas"aggio del pt·oiettile un solco plu o ntl'!no profondo. Condizione di questo renomeno 6 una forza vtva mediocremente intensa del proieUile che iiOifrirebbc Ulta deviazione lostocclté la velocità ;;'mdebolisee di lroppo. a) Le dta]7si. -

I el

In grazia delht loro soliùitit e durezza

P~entano unu imrnunil& compleht per que~la furrua eli ~1one

L

. o raccolta poss1eJe un pl'eparato chtì fa

ve~l~re

~8 ~odo al piu evidente quali ~>ffetti ~i poso:ouo HVt>re l"ulle . ~81 per colpi tan~enziaJi. ];: un femori! colpito da pro~Ude sulla sua facci!! esterna dj cu1 si vede i' pur.lo colPito sotto forma Ji un segmento di circolo, il Lnargiue del


i88

lUVlSTA

segmento è acuto ed é c<Os~tuito dagli l"trati più su ciali della sostanza corticale, i cni strati interni sono ,_ . ,ì l contro UJ cavttà mHlo !ore. La pa•·ete anteriore del re presenta una fenditura irregolarmertle lrrangolare Hl che la perdtla di sostanza rappresenta la melé di una colla punta rivolta in su. Dall'angolo inft>riore di quella ditura si dipartono aUre fenditure arcuate e lunghe J a 8 centimetri, rna non arrivano all11 lmea epifisar1a. Il di sostanza ha una lunghezza di 12 centimetri, è co solo in piccola parte da una scheggia. La pertferitl del mot'e dit·ettamente solto il difetto di sostanza, somma a centimetri, quella della par lu di femore rimasta sana surata acl lj, di centimetro piu sopra, ammonta a 6 metri; non sì wde Coro d'u;::cila. Il fatto singolarissimo <.'he rileva Ìll f[U6Sto pt•eparato si é che all'estremità S \J llt<nlt:K"tl dellascbeggiatura è saltato '>i& dalla corticale un pezzn golare senza che si possa scot·~et'l.' una fenditu ra smo cavità midollare. Gli angoli di questo pezzo sono lun~ht 3 2 1ft. e 1 tft cenLimelri, il ruaggior spessore del di due millimetri, lo spessore della ~ostanza compatta ·l lìmetrt. b) Nelw spa.;ìo intermedi:> e alle ep(Psi. - Le Remicanale e i parziali scheggiamenli e distaecht occorrono abbastanza freljUenli. Un preparato della rac:eo111 rappresenta un esempio rimarchevole di reriLa a sem• dello svazio intermedio e della epifisi inferiore della un solco lunll'o qua3ì 7 cent , largo 1 J t ed altrettanto foudo dal quale si dipat•lono delle fenditure decorrenti h• diaflsi; e del tutto sJmile a questo è un altro preparato quale si clitferenz ta solo per una ricca formazione di• fili. In que::;le varie rorrn1.1 di lesioni è degna dì nota la rietà. nel modo di fa1•si le seheggie 3. Ferite a can.ale cieco.

I proiellìli cbe colpiscono perpendicolarmente, se d•1tati tor-.Ga \'i va relativamente poca, trapassano le pareti di un ma uon ne banno a sufficienza per attraver sarlo lutto.


BIBLIOGRAFICA

439

,»ecolezza e durezza del proiettile sono condizioni elle favol'i$cono que!"ta forma di lesione e sp~sso il proiettile re sta incuneatCI colla sua puntA sformata nel fondo del canale in modo che non A sempre agevole estrarlo. La lunghezze del canale è naLuralmente proporzionata alla grossezza dell'osso a aUa forza del proiettile; ora è perforata ~oJtauto la cor ticale ed ora il pt•oiettile raggiunge la parete oppo8ta dell'osso produeendo quasi un canale completo a due fori. a) A lle rliajlsi. - La collez1one non possiede alcun preparalo come e"empto di canale cieco nelle diafisi. Si vede in molli il foro d'eoll'ala litn1tato da una linea circolare, ma é Mmpre accompagnato tla tante e cosi estese fenditure chtt ogni forma di canale è Lolalmenle c&ncellata. b) Allo 11pa.io intermedio e alle epifisi. - Il ranale cieco vi "Ì forma dt fre'}uente, e numerosi preparati tllmo~lranCI taUe le pos"ibìli gt•adazionl di questa rorma. In aleuni il proiett1le H rimasto infisso alla supPrficie .lell'osso aveoùo lese solt.Hnto glì stt•ati pitl superficiali; in altri lta pet·forato talvolta la parete anteriore eò è penell'ato fino alla eavHà m.idollare, prendendo la forma di un fungo; in altt•i oncora eseo ha toccato la parele opposta al suo ingres!'lo. Un a llr·o preparat11 poi offre !"esempio ùel passarrgio ùtt! canale cieco al canale torupleto. Un proiettile Cbassepot ba completamente lrapas!!ala dall'inòielro all'innanzi la epift~i inferior e del remrore tnll é rimasto mcuneato nel canale senza perder molto della sua forma. E qUI tornerebbe opportuno il dir qualche cosa sull'incu:mento de1 proiettili e sulla loro persislenza 1lopo guarii onP. L'incunt>amento ha luogo quando il proiettile c1 por:;ne ~ello stesso è trattenuto nella sostanza ossea. l proiettili . e ~ meuueano sono in g enerale molto tlefot·mali: ìtt tutti t proJelllli i . . . ncuneall SI vedono parltcelle ossee penetrate nel l P<>mbo L'" · IncllneemPoto succede più spesso nella sostanza ignol!a La eomp!'netrazione del piombo colla sostanza ossea pure 11imostrnt8 d In a mollt. preparati.. lato c~:~nlo alla sorte ri..,ervata a questi proìeltili è indubi\eee d possono !>O+tgiot•nare a guat'igione compiula; i casi unostrano po~-·b· l . ""l 1 e 'lUeslo esito non sono cerlamenle


.l-fiO

IUVISTA

rar11 ma ~art-bbe erroneo il credere elle t.sle esilo ~.::u~;ull.._ la regola. Dobbiamo invect< ritenere che il proiellile generalmente infesto all'organismo non solo per la sua metalltca, ma auche, e U p1ù. delle volle, per le materie liebe eh~ trascina -eco in seoo ulla rerita. ~ella esist.t: un esempio per cosi dire r.la«,..ico. Il paziente porlai.O per _>cl anm una palla dietro la Luberos1tà della e durante lullo quel tempo aveva preslato un continuo v1zio in p1u campagne. ~.

Canale completo.

Questo SI forma nelle ste~se condizioni che dànno al canHI~ ci~co. c1oé un ra,ore\'ole angolo d'incidenza, la r., nu e il piccolo \'Oiume del proiettile. a) ,tlle cliajfsi. - In queste parli é raris~imo il completo come lo ò il canale cieco; tullav1a si lrov&no raccolls due p1·eparati che almeno si avvicinano que,;la formo. Essi sono runarcl!evoli per questa "'"''uru.. rità, che J'an~olo rormalo dalla d1rezione del canale con dell'osso ~ r·elalivamt>nte assai acuto. ~el prHno pr~!psrato ~~vede immediatamente sopra il car!ilag;ineo del rond11o interno diretto verso il meno q11pet·tic1e antertore deJ femOJ•e un foro d'enll·ata di ovnle, largo da 15 a 22 millimetri con martrinì lisci, bilmeulc r Nùolto ùn proiellile au!<triseo. Dal m&rgine riore qi dtparle una l&r!!'u ft>ndtlura obliquamente verso l"t1lO e iu alto ver... o la diaftsi. la 'luale fenditura lun~ millimetri con una hnea arcuala o dentata si unisoo con larga fto;c:ura prtwt~niente daiJ'apice dell'apertura d'uq ita 18 millimetri di altezza da quc:>la fenditura si diparl.è seh~gia sollo un augolo di 45 g;racli, aderente e della gheua di l:! 1Uillimetr1. L'ape[·lut-a di usrita tro,·alli nel della ~upet•llcle p06ler·iore del ft!more, é irregolarrneute ~olar..... All'spire superiore del lriangolo sta una .. rl18.11riPI :.:!quanto mob1le, triangolare dt>lla lunghezza di :~ A 35 m1\limr•tri ·opra la linea d1 union~ delie ,.uperlìcie ~Alertori rlAIIe tui.Jorosità. ::.i ÙÌJ'ul'lono alcune iìs:=:ure d1


lHBLIOGRAFICA

~91

mente m basso e contro le tuberosìlà. !=:lesse: altre fenditure isolate l'Ì el'tendono dalla fHCCia interni! ul'l femot·e ver~o lu fenditura anteriore, però senza rag~iungt•rla. Sullo l'Irato cart11agineo non si vedono fenditure. L'apice od foro d'uscita è circa ~e~~anla millimetri sopra l'interno o ~uperiore limite cart&lagineo delle tuberosità. La faccia interna del femore presenta un callo liscio. Il canale d<·lla ferita forma coll'a~l'e Jet femore un angolo di 35 gradi in dlrezionP longiluùìnole. Nel I!I'COndo preparato trovasi la ferita d'ingresso all'iocirca 4 centimetri sopra del limite cartilagineo anteriore della luberosità interna. La ferila d·uscila è alla supet·flcie po!'tenore del rem(•re; rappresenta un triangolo mollo irregolare perché dlli ::>uoi margini 10terno ed infer1ore l'li di~laccano­ schegge, una tlelle quali sta llssa all'nngolo inferiore interno. Dalla ba-e dt:!l foro d'uscita si dipartono lre gt•andi fenditure decorrenti fino al limite carWa~ineo intèriot•c interno e dt·coacrJvono due scheggia più granù1 e formanti ins1eme 1111 quadrllalt' ro irregolare, le IJuali ùue schegf{ie sono superiormente suldate con callo. Ambedue le ape r lut•e sembt'ano essere !tale rongiunle da una fenditura decorrt>nle intorno alla superficie interna del femore. Dal punto tl·'unione delle due ht~ure .!'! vede di!=:laccarsi una scheggia marcato da un callo decorrente per la lunghezza di 6 ccntimentr-i coopra ia supel'~ anteriore del femore. Le ~upcrlkie cartilaginee :;ono mlatle. ~ella sostanza spugnoAA deliA parte in(eriore tiel ca· naie si scor~e un pezzo di corticale. Il canali! forma co!ra~!>e del femore un an!!olo di 15-20 gradi nel "en ..o orizzonlttlo e 4& gradi in dtrt!zione longiludinalP. Il proì~>ttile Cba<:<:epot ap~rtenent•! al pezzo mo!':trasi compenetrato 11ua e la di piccolas!ll~m: particelle ossee e pesa 24 ~t·ammi; alla ~cabra superfiCie Interna ùi una delle magdorì !!Cheg~ie si tr·o\'ano &llaCt'~li piccoli frammenti di piombo, Jl proiettile fu I'Ìffi0""0 mes1 e meno dopo avvenuta la rerita unitamente ad alcuni mmenti d'osso

:.a

b) A llo 8J'a~io interrnedio ed al'e epiflsl. - In questa PIU'le delle oscoa lubulari i canali completi ... j verifìcaJJo rela· :;.•me~te :;pesso, però il p1ù dellf' volte con rendiLut·e e teggtalure partenti dal canale. (.; un fallo tiuasi ordinario


lUVl STA

il lro' a~i il foro d'm•• ·rta piu ;;rran .e (.'t •e quello ciò che è pr'<ldoLto !'lenzA rlubbio del crescent~ ingrandì del lìsunetrt· tra~vPrsale del p•·oieUile ma anche Ja piccole scheggia t•·a~cinate dentro nel canale. Nella collPt.iOntl non esi.,te aJcuo osempio senza fenù1lure. in '[Uasi lutti 8i .dono r~nditur·e che vanno fino alle estremità articolari.

B. CON SOLUZIONE DI CO:">TL~tiTA. L Frntture .<utmplici.

a) Delle ttiojlsi. - I g-rossi proiettili morti che sono rappl'esenlali specialmente ·lai frammenti di proiellili d'arlilllieria e cla proiettrli indir·etti, incontrando un o~~o po~sono produri'· una fratturA nella, ~enza fenrhture, e ciò più spe..so 81 ver•tka quando le parti mom ;nterposte si oppon~ono ad un dit·elto conlatlo del proit'Uile co J·o~so. Coi prore LI li m·, !eroi però devonsr r itenere lult frallure rarrssime e nella collezione non l'"Ìsle alcun p1·cparato d1 tali frallu1·e eh•• non "iaoo acrompallnule da maggiore o mmor numero di fenditure Tall• mancanza deve in parte ascriversi anche al l'allo che Ulh ..emplìcr fratture ui ..olito finiscono c Ila 2oar•;iunP. Dei tre prepa•·at• des~'l'Ìlli nella raccoll11, in uno la mo1·te ru satn da lelAno per lace•·aziont• lei ples~o r ruralt>) in un alLto da Jleo- lifo e ndl'ulluno •la sellico->mJa. Ln decor:::o pru fa• \'Orevole dobbiamo naturalmente ~parare ' (uando la rr .. Jtnl~ rim •Ile sc·llocutanea. b) A llo 8pazto inter medio e alfe ep(fisi. - Quanto più av\"rl'iniamo alle epifi,i, t;nto più di raro vediamo le rrattur~ semplici, probabilmente perché un pr·o•ellllu morti> o penetra m una so&lauza J'elati \'amen te ct-!devole oppure produce sollanto delle impi'CS!<ioni ~uperftc1alì della so~wnza corticale :oenza causare quelle oscillazioni che <:on cnuc:a di fend iture. Nc.n esi<:le &lcun pt·eparato illu~t ralivo nella col-. lezione.


BJBUOGRAFIC.\

\.93

2. Fratture a scll~!gie. Le fratture a scheggie hanno fornilo il mag-gior conLingenle alla raceolla di chirurgia milìwr e; t· assaJ importante lo studio del meccanismo dt queste fratture giacchè jl trallamt.!nlo e pii.t ancora il pronostico 9j differenzia essenzialmente a seconda che prevale l'una o raltra. causa della fr attura. Co"i per c'-. riesce difficile 961 vare un o t• lo che sia stato rra\lura.to coll'intervento della pressione idraulica, mentre, per un altt·o che abbia sofferto fraLLul'& con un altro meccani5lllO la cura ('on~ervat1va otterrà piu agevolmente ù suo mlento. a) Fratture e schegyie deUe diajlsi. - Un proiettilP do· lato di non mollA veloctta incontr a una dìaflsi e la incurva fino a frangerla come un peno di legno contro il ginocchio. l corpi r.he p1ù facilmente producono l'fUesla frattur a ~no i projeltìli deformolì e schiacciati, i frammenti di granala e i proietl.lli ll•·lireth Rare vollP 11 pro:<'tlile produce distruzione totale Jell'o;:so Per regola si formano g randi "cheggie che poi nel preparato si poS!'Ono t•icomporre. Il m~;:ccanismo è lo sles"o che nt>lle fratture semplic1 trasver sali e la forma· tione di cocbe!-!gio dipende probabilmente da iudividunlt proprietit d••ll'osso come pure dalla :::ua rosizume del momento. Pel'C1ò "i dAnno tutte le E-rradazioni di questa fo1•ma. Se la forza \',,a del r·roiellile è maggiore ed il proiettile eolp•see l'osso langenzialmenle sopra qualche suo angolo ~lente allora posgono essere a~porl&le delle scheggte, e ciò pau facilmente succede se il proiettile è molLo du ro. Vi é. un prepa~to che dimostra la posco1bilità di qu~>sl& forma eli lesmo~>, cì<>t: dt espo1·lazione di scheggia senza solu~ione eli continuo dell'oaso. Crellc('nCJ•· 1!1 forza vrva o con direzion€" un po· meno tan· genziale, l'urto vien trasmesso pii.t fortemen te a ll'osso la cui ~istenza vien facilmente superata. ed t:• in questo caso che :• Yedono le sche~gie al punto d'enlralll perchè il p roiettile poco o nulla de\'iaLo Se il proiettile con r~rza viva mediocremente int~nsa con


RIVI n.

una velocità finale di 2:•0 metri. colpisce la diatl"i dicolarmente all'as<=e, allora ·i forma un foro d'mlll'esso o m~::no roLonJo per avvenul.a distruzione delle particelle pile, ed inoHre f:otlo una forza v1va sufficiente ba luogo completa soluzione d1 conlinuila.

Frattura e scllcggie con scoppio (commo.;ione e pressione idraulka). Un cospicuo numero di preparal1 della raccolta benissimo allo sluJio del me~cani~mo col quale ~i rot'lniiUIIII le fratture con '-Coppi), alla cui genP<:i concorrono 1d ue mom~nli eziolozici; la commozione dell'osso e lo scopri della cavità mi·tollar~ e cons.•guente pressione iJraulica di dentro all'infuort l!: l 4a lamenLarsi che manchino, re11attw. mE>nle a quei preparati, informazioni precise circa i proiellili e circa la ùisLanza donde è partito il colpo. pet· le moùifiC'azioni chr subiscono le ossa colle e per la mancanza dt!lle parli molli cbe rivestono l'os~o e cui il pro1etlil~> ha "Ciwato il "uO canale, la dimo~ ru~sce difetto a . Per c:i6 nello studio di •1ue<:te le.,ioni, landosi di fratture molto este<te e complicate, b1~0;!Il8 oltrecchè dei preparati anehe d>!l r1sullato degli ..... ,~... r•u••...... ed i risultsl1 val'inno n seconda dell's1'ma, della ror·ma proiettile e della ,Ji.,tanza. Senza la cognizione di questa tori la dimostrazaoue non é completa. Se non ostanle A CJUA'~le diflleoltA si vuole inlrapren studio di tali le.<~ioni sulla ~uida dei preparati, non ,.an\ ce<~o di occuperei ad RS'~egnare la parte che avrà avuto certo fallore alla stenesi della lesione, ma vedere invece tanto per quali l'agioni in dettmninati casi si é mani ~1uella tal forma. In un preparato (X A 18) il proiellile ba colpito tan lllf'nte la diafìsi con mediocre velocità. Quesl.a velociiA c":-:ere stata abba!'\Laoza note,·ole in quanto che il ··· -~·~··­ t>bbP la rorza di pr·oùur1•e una perdita ùi ~o<~tanzs; d'nltra la "Velocità Rnale puo essere slala di 250 metri, poichò


BlBLrOGRAFfCA.

495

menti si -,ar·ebbe dovuto ammelterC' con tuLla 8icur ezza che eolraprtr~ i .}ella cavita midollare sarabbero venuti in scena i fenomeni della pressione idraulica. Ma la conlìnuii.A dell'OS!'O é illesa e soltanto nella direzione ùella Lrau~Uoria del proiettile si sono di!;Laccale delle scheggia. In un s~condo preparato (X A 51) che ci viene minutao;~enle descritto, si vede l'azione dislruttìva dirt~tla in tutti i sensi. In questo esempio è giocoforza ammettere che vi abbia preso parte la pressione idraulica poiché la scomposizione in echeggia, benché più grave sulla du·ezione del proiettile, è \'ieibile in tulta la circonreren~a dell'osso. Dall'os~ervare le grandi fenditure dtpartenlisi dai margini aeuti di un foro d'ingresso e che no:1 si possono concepire come prodollo del proiettile stesso incuueato, ma invece Ila una vera t~is a tergo, si deve anche conchiudere che il proIettile abbia colpito con un cerlo grado di velocità ilnale ne-eeasaria por produrre la pressione idraulica. Un terzo prepBrato (X A 52) ci oft're un altro esempio assai iatrutLtvo di pressione idraulica. Il foro d'enlrata è situato quasi sul limit,. rlella cavità midollare d~lla diafisi dove cioè i, fattori propri della configurazione della diatlsi, cioè cavità midollare e sa!<lanu corticale dura farebbero diretto, si os-serva tuua,·ia una enorme distruzione di OiiSO, una 'lera esploSione qual9 ~ollanlo può essere operata da un proiettile dotali> della ID&l'l'ima forza vi va. La ùirezionc varia delle scheggie ~rebbe pure a dimostrare che una pre~sione interna fu causa precipua •ii quell'enorme scomposizione. Accade spes!;o di non trovare più io tali preparati trliccia alcuna del foro d'entrata sia nelle scheggie sia nei ft·ammenti. PaJ·e che per· ammettere l'intervento della pressione idraulica non $la ùi eq_<~Pnziale necessità 1l dimostrare la presenza di un foro d'ing resso percbè quando la sr.omposizione è g rande p ò tornar.:. diffieile scoprirne il cRratterisiJco segmento cir-es re. Aggtunt~;lisi a ciò che in molli prepara h quel foro può se~;Fs\aLo cancellato da alterazioni secomlarit>. ...,. V,.atture ascheggie dello spG.$iO intrrmcdio e delle dia· ..,... erso le ep1· fìts1· le frat~ure a $Chegg1e si fanno sempre piu• rar 1 e 1 che è dovuto principalmente alla cambjaLa tes-

e:la


BlVlSH

silura dell'osso che va perdendo 111 dura sostanza e non può opporre che poca re sisl~:~nza alla liva clt•l JH'OÌelLìle. 3. Fratture doppie. Due sarebbero i pn~paruli dimostrativi di rruesta forma. prjmo p11ri\ nou è certo se una dt'lle fratture ~ia stuta sala JIIUU.oc:to dalla ca.l uta deJI'10di viduo anziché dal ~cl ~ccondo preparato il proiellìle (probabilmente ~epot, giaccbò lratlasi d'un fuc1l iere prussiano ferito a velotle) ha prodotto un roro ovale irre:rolare sulla raccia lel'iore del femore o 2 centimetri e l f'i sopra illim1te gineo !Iella tuber os1!.tì esterna, il foro ha da 20 a an mJI di ampiezza e da que"'to si dipartono fenditure in su giù; le (AnditurP sono r.o!>i disposte che la metà femore o completamente staccata. Al lato esterno del è pu1·o stuccato un pezzo rruadrangolare di circu ~re métrt d1 Jarg!Jczza o q uatlro di lunghezza, è situa to tra il d'entrat~ e quello d'usc1la d1 modo cbe qui la continuità met.it e~lerna del femore al disoUo 10 centimetri òeUa tura della metà anleriot•e ~ abolita. L'e=ste::;n f~ndilura 111 questo caso si spiega dal fallO il pro1ellile ha colpilo l'osso quasi aJ termine <.Iella midullare cioè della dtaflsi chirurgica Il. FESOITURF.: IN ReLAZIONE CON LESIO:-\l ARTICOLAIU

Origine delle.Jendilure. Le f11nditure poc:sono originarsì per effetto del! mento del pt·oieLtìlo ebe forza le parti a d allontsnarsi dall'altra oppure da o~cilla7.iooi della sostanza os:::ea, succ~tde spesso al cranio. Io generale le fenditure dt;Jll8 fisi decorrono m direz1one longiludinale. Osser\'ando i parati della raccolta si dovrebbe dedurre che questa ture bOOilO luogo di prererenza lfU80dO la forzu VÌ\'8 del iettile non è eccesstva.


IIJBLJOGRAFlCA

i9i

Aumentando lo forza Yiva le fenditure tengono meno la clirezione longitudinale. ~on di rado e~c;e r~nolilure si incurYallO ad arco e si scompoogo•10 ad an)o!'oli acuti. Sovenli -<i --corge chiaramente che le flc;«ure della dialisi eessano m corr·i<>pondenza della linea epitl~tar•a oppure s'incurvano ritornando sopra se <>les--e. In alcuni prepurali la Hnea epitl"Aria é rorlemente marcaLa e ciò unche a scconJa delle dispo!!iziooi ìndividuala e in relazione all'alli ~rir1VItntle oppure In relazione ad affezioni .Iella ~tosLanZ& o~sea consecutiva all'ovv~nuLa lesione. ' l casi che an questo capitolo venqono allustreti c;j rifP.riIICOilo a le•1011i del terzo superiore eù inferanre di ossa lun~e ed è con"1der·ato specialmente il decorso delle fen:lilurt'.

t . F"1ta d'arma da fuoco del ter.;o superiore dclromero. Sopra tra pr~parali si vede la fenditura òocorrere fino alla l'tajone dl•l t•ollo chirurgico il quale nel Jll'eporato l V A 32, mostra unn manifesta Linea epifisarìa, in qu1•st'ultimo si vetlP. la lint>a ÙPil11 epifisi io modo assu1 e'•irlente tod a qtw!'!la Biungono due renditure e si vedt> una perdita di sostanza anche nel 110lco int~rtubercolare. In un altro preparato (<'on ferita d'entrala del prolungamento del ~olco immediatamente IIOUo _'l collo chirur.!i co , la parte pos~et•Jort! tlellll .aera n dt! tuheroaatà e "toccata soora una linea deulellALII in dit·ezione =lle~a el collo anato~ico. In un altra ~i vede una seheggia de lUila ~alla ~ande tuhercosita~ tu~lla "C'Istanza !!pugnosa ~capo dt"la"cata vedesi un piccolo pezzo di piombo. . n altro co:;picuo numero di preparali l't riferiscono a lelione del collo b. . Né e IMJrgtco unitamenle 8 rendiLura olel capo. doUo IDancauo illustrazioni di casi in cui il proiettile ha produe fori n61 . • . Baente capo dellomero. da' quah però costantet!~ dtpartono fenditure in tutti i ca'i. Lo smrnuzzat 11 11 tn d . . la ellrì ~ d capo dell'o::r.ero s1 vede cluaram~>nle dhi.o 1non poch 1 preparati. In essi !'i vP.de il t'&po omerale n numerosi piccoli frammenti.


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RIVISH

2. l e3ione del ter;o inferiore delfomero.

Nei 57 preparall che dimostrano le lesioni d'a rcm1 da del gomìlo quanro sono mancanu della epifisi inrer1ore l'om· ·ro, e in al\ri •Toattro •Juesla epilìsi è inlalla. la casi le alteraz.ioui ùel Lerzo inferiore dell'omero sono bilmeule ma!':clwrale da più grava lesioni secondarie per cessi patologici. Gli altri preparati m ostrano uol.e \·oh giament.i che :;ono plU SplCCàlt IO quei casi dove fu la parte mediana ,Iella super ficie anter•ore o uo:;;~cT&~,.... • osservato che sopra 49 lesioni d'arma da fuoco inferiore olell'ornero nove souo dell'anno i&>U, due gono dalla campagna di Danimarca, 36 dalla guerra germanica. Quel<la grande tendenza elle mostra l'op16&1 l'iore dell'omer o a sch.eggiarst non può sorprenùec·e st consideri la speciale costruzione di quella parte la per quanlo riguarda la durezza e la fragilità, ò tanto di dalle a!Lre epttlsi.

3. Le epifisi 1u.perior i delle ossa delCaoamilraccio. Esse si comportano io modo assai svariato. Solo caso l'li ecorge un notevole sminuzzaruenLo del ca radio. Molte volle la sua super fic1e arllcolar·e e mtatta, cootrartameote a quanto si O!':~erva all'epifisi -.;upcrJ N l'uJoa che in IJUal<i tutti 1 preparati vedesi in magg1or not• ~{rado ~cbe~g1al8, sia che il ~·roieUile abbia colpilo lamenle il grande olecrano oppure al di sollò del coronoìde. 4. Lc,ioni rlelle epiff.'!i inferiori Non Pl'i"'lono che poch1 preparati atti ad Jllu!!Lrare genere di IP!liont. Alcuni fanno vedere fenditure del radio, sollanlo, altri m Lulle t1 due le os.~a.

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4,09

BlBI.IOGR.\FICA

5. Lesioni del ter$0 superiore del femore. a) Fino alla linea troean.terica. - In pochi preparati si "Vede la ft!nditura proveniente da uua lesione del femore fermarai aUa linea inlertrocanterica anteriore o po<rteriore. llUl nella magltior parte la fenditura procede oltre. b) Dei troeanteri. - In alcuni preparati scorges1 cbiaramerte che è rimasto scheggiato il grande trocante•·e senza altre fenditure, le quali però potrebbero essere rimaste mall('berate da osleofili, in altri il disl.acco del trocantere é com· plicato con ::~minuzzamento del capo del femore. e) U.~ioni del collo del femore. - Il preparato IX A 7 st !'t(<'risce ad una frattura a sche~gie isolata del collo, causala da PI'Oiellile 1uogo prussiano, giacché il preparato p•·o'Yiene da uo soldato danese ferito nella. guerra del 18M. Manca la mag!{'ior parte del collo, ed é conservato soltanto un terzo della perle anteriore e superiore. In quel collo si scorgono parecchie fe~sure fino quasi all'incro$lazione cartilaginea oleJ capo, dal quale la fr&.llura è lontana ci rca un centimetro e mezzo. La punta del grande Lt·ocantere rivolta iu (!entro e frasll!gliala, il distacco del collo dal capo del femore è avve:luto sopra una linea denteUata senza altre schegg•ature.

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d) Le8ioni del eapo d.el femore. - Il preparato X A 3 rappresenta ìl pal'!sa~gio tra le lesioni del collo e quelle del capo. D&~ limiti inft>riori del collo V'erso la !=<Uperticie incrostal& di carL&lagine ~i v-ede una oerdila dJ sostanza triangolare, profonda un centimetro, e ~he dietro a sè mo;tra una fenditura. E$8.8 fu prodotta da una scheggia di ~rana la che con un brandello di pantaloni ha pi!rforato la capsula ed i> andata ad inllleclua~$~ OPI vuoto sopranotato. Altri prepal'&ti mostrano moltephèJ smlnuz7.amenti del capo i cui frammenti sono .eempre più o meno compenelrati da pat licella di piombo.


:;oo

RIVISTA

6. Lesioni del ter;o inferiore del femore.

La maggior parte dei reJati"i preparati mostra le originate da scheggia che decorrono fino a due dalla linea epiftsaria, sulla quale linea invece ~i scor se fraUura dentellala. In alcuni altri preparati le fessure raggiungono la epifisal'ia ed un solo preparato mo~tra chiaramente le lur e decorrere sulla incrostazìone cartilaginea. Questi banno in comune una particolarita ed è che sulla anteriorP o po&teriore del femore il foro d'entrata ael ietLile giaco prec1::;umente sulla linea mediana. b) Al di fJOtto della linea epi.fisaria. - Quando un ietlile colpisce nel mezzo dei due condili il più delle quelle prominenze restano fratturate in totalità con ture che decorrono in su ed ai la ti, e queste· frallure si nei modi più svariati. Però fra quei preparati se ne gono alcuni in c:;.ui il proiettile benché penetrato n lezione ha I'ÌspRrmiato intieramente i condili. 7. Lesioni del ter::o superiore della tibia. a) Al tli sopra della linea epifisaria.- fn tulh• le d'arma da fuoco della libia sopra la linea epiiisaria la perlicie arllcolare è più o meno dannegg1ata, o da fP.ndilure o con divi~i o ne completa dei due con,Uii. dei relativi preparati il condilo interno è perforatn dal ietlile. Nel pr1mo (N. 29), io s~guilo a processi se<:on'• che condus~ero la ferila a guarigione, le fenditure essersi c~ncdlate. Il canale risultante, lungo quattro metr1 t: mezzo è perfellamente liscio nel suo inLerno. condo prep~tr~tlo (N. 31} mostra le s~se condizioni. 11 ìettile ha allr·aversato il condilo dal basso io allo eù ha turato la pa.rele interna del canale, ma le sclleggie "i nuovamenle saldat.e. La superficie articolare della LibiAè foraLa da fOI'O rotondo: dal margine del foro si clipa ver~e

rend1ture.


BlBLlOGRAFlCA

301

b) Al di .~otto della linea epi.ftsaria. - Questa forma di fellone é 111 11~lrllt.a da 16 preparati dei quali uno ,.olo mostra ana grave rrallura comminuliva dell'estremità "uperiore della tibia; negli allri per la maggior parte le fenditure non giunpno ftno alla superficie articolare. restano anzi al di sotto c1ella hnea epifJRaria.

8. Lesioni della rO[(I/a. Si "Yedono in due preparati seUe forme di fori completi uno del quali con e"te"e fenditure. In altr i esiste frattura inleI'IIHDle della rolula avendo il proiettile colpito uno dei suoi !DIU'gina e vi si scorp:e la frattura ~ruArita. Finalmente in altri 81 r1leveno pe1•dile più o meno grandi di ~oslahza senza GODSqUenli fenditure.

li. Lesioni del terzo inferiore clelia libia.

Riperdo a questo genere di lesione il preparato X li I A 6 é oft're un fallo inlerflssanle. cioè una frattura della ep1Lh-i tilùle inferiore sopra i malleoli. La superficie rivestita di cartlasine é affatto inlalt.a, beochè al margine posteriore de-

cona ora re" Ul'tl che Ya fino ai lunil1 dt CJ!lella ~upertlciP..

ID lln altro preparato il mar gine po~'-'leriore della superllde

lllieolarc é 11P&ccalo ~enza che la fenditura ~ia m relazione qll punto d'ingresso del proiettile. Queslo fatto è inespli~e.

UJ. L&siOMI oEI.LF. OSSA PlANE (ESCLUsE LE OSSA DEL CRANIO),

l.e «randiesnua · · -... •ltfferenza che si r t-.contra tra la tes~i_. delle sin 1 . JìrU cl go ~ o<><>a piane lanlo in Lolalità come nelle loro ~ ~ la sp.'egazione dei diversi ffi()tfi con cui !'Ì mani.._ gh eiTetlJ dei pr oiettili su quelle ossa . ....., s1 tratta d'1 ~ ae un osso che sia costituito soltanto da cor-

~.-.nzah cont&nere in sè sostanza apu~no~a, oppure una ·~

ces'

·· avv•cma a quella delle epifisi cioè con po~a.


503

IUVISTA

cortical~> ed abbondante soe;tsnza spugooc;a, ranno effetti somr~lianli a quelli che si sono ~<tudiati cessivamente s ulle diafisi e sulle epifisi delle ossa tubulari. Non p~>rò i medesimi effetti, perche molt.u altre dizioni fisiche che sono di una grande influenza sugli dei proiettili sono a:ssolutamente diverse nelle 0!'188 e nelle os--a piane; riguardo alle prime basterà ricor.tlllll loro dive~o modo di unione al corpo e la loro eia S'intende da sè che anche nelle ossa piane hanno valore le condizioni in:livirluali. Non può essere in• per gli efTelli che dai proiettili possono derivar·e, che un sia spesso, oppure, come talvolta si vede al cranro e sottile tento da esser qua"'i trasparente. Molti della raccolta stanno a dimostrare queste differenze dualr. Le osc;a piane che ~i comporltmo a somiglianza lisi delle ossa lunghe sono la mandibola inferiore e la pula, ma quest'ultima sollauto nel suo corpo e rum apotì~r, e questa circostanza dimostra una volla di alla formazione delle estese fenditure o JeHe una gran parte In fragibla dovuta a ll'abboni.lam.a della cale e alla scar::;ezza della spugnoc;a. n pas~aggio delle dure alle ossa puramente spugnose é rappreseulato costole, dalle clavicole e dalle apofisi della l"capula. A ) Le contusioni delle ossa p1ane spug-nose «"'''""'vu•.. tameute mollo più spesso che non lo dimo~lr'ioo i pezif raccull&. La grande maggio1·anza delle contusioni ,.a l rigìone. Un esempio di contu«ioni lo si ha nel preparaiD A, 1, il quale mo!'<tra una contusione dell'ileo sinl!~tro dolla probabilmente da cha!i8epot, perché un sohlalo prus~iano. U pro1ettile, colpendo l'o::;so mento ha contu!IO la parete osterna nella sua con lamina esterna é comprt>~sa per circa un millimetro, stra alcune brevi ~ sottili fe,..sure con piccole di piombo. È pui intere~anle il reperto della superficie i quale presenta ùue piccole fenditure, una di 5 e l'alt..cenlimetl'i di lungh~>zza, di cui la più lunga è o


BTBUOGR.\FtCA

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punto colpito, cucntre l'altra :;llt mollo più indietro in direzione della lruieltoria del proinllile. Nnu ,-i vede alcuna le•tone della spus:no!"a interpol'\& tra la l~sione esterna e la mlenta. Le fen·lilure della corticale inll'rna delril~o non si spiegano che ammettendo lo stesso meccanismo con cui si fonuauo le fenditure della lamina vitrea del cranio restando in\aUa lP. lamina 8'-terua e In diploe doé per sovercluo incurvamento. B) Gli ì'ffetli ph\ gravi che si manif~slano solto foL·ma di scopp1o delle !<ingole parli dell osso o in fl.!rite a semicanale per eauM dei colpi langenztali con for1.u viva di mediocre inlenaità s1 trovano visìbili in molti preparati; p. el'.; a) ~ella !<capula e nella mandibola. Quando la scapula è colpila tan~enzìahnente si vede speS!<O fenùersi l'o:!sO per grande t•slen"-ione fino a produrre ~cheggie; b) Gh effetti ritnangonCJ più localizzati per le co!'lole: t) A ncot• p1ù r•istl'elli in Jilniti locali sono gli effetti del protellile sullo slot•no. C) l ranali ciechr devono cerllimente f'S~ere rarissimi come eft'elli di pr·uretlili ue11e os:oa piane in g•mere. Souo frequenti tnYece nel corpo delle verlt!ùre lombari, e la raccolta possiettfJ un Lellisgitno esempio di questo fatto. Non si deve ritenere impossibiiÌ! il canale incompleto nelle ossa piane anche coi proiettili modernt, benehè que!<l& forma de,·e essere molto Plli rat·a al presente che quando ,.j usa vano altri prolettih. D) Più numer·o;oi nella raPc~olla ::;ono gli "'"'empr ùi perfo-

r~zione cotuplet& la quale é tipica nell'osso ill'o. C n preplll'ato dt questo genet•e presenla un'altra par·ticolar·iLà mteressanle, ed è che il fur·o d'uscita, è molto più grande di quello •.t'entrata; od é l'uuico preparato che pre!<Pnta i due fori !'<enza con~guenti fenditure. • /o.'J Le fratture a ~chegde accadono ~li ra1'0 r:elle os::-a spugno~e; ciò é SJ•iegalo dalla peculiare struttura della sostanza SJ.>ugnosa che non è alta n trasmettere l'urto alle pareti cirCOslanli. Non d~>ve poi far mt>raviglia :;O la racrulla c::car~eggra di esempi di Cerite delle vertcbl'e & del bacino, t•ercbè ti PIU t.lelle voi\ e 1e leswnt . . sono cosi gi'Ovt. che .ti paztente


50!

RH l STA

non è quasi mai cu,·ato. Alla sca pula e alla fratture a scheggie appartengono alle rorme più u"uaJi. • F) Fratture con scoppio.- Fatta astraz1one dalle ossa cranio, nelle 0"!!'8 piane quesle fralLure sono molto r~:~re, sono possibili soltanto per la colouna ve,·lebrale" ia Mlla piede. Però non esiste alcun preparato relativo a que~la ancbe questo si spiega perché lo squarciamento dello verLebrale produce neces:;arìamente la morle istanln le fratture del pitde de,·ono essere spesso complicale ti11 totale distruzione della parle. Senza dubbio gli eilelli di scoppio devono verìficarsi :n allr·e ossa piaue, ma meno di frequen~a che nelle · ossa lunghe. IV. LESIONI DEL CRANIO.

Nonostante 1 molt1 e~perimenll instiluili sui e<>lpi •~" da fuoco ùi quesla regione, i chirurj!hi non si trovano co,·a d'accordo nel concetto pa logcnico delle suddette Da una partt- si af.trìbaisce esclu~iva influenza alla sll·u .,...... auaton'lica del cranio a produrre quei dati effetti fisici . l'altra invece si ritiene che tutto dirwnde dal conLenuto. ricercare i falli pro e contra alle due dotll'roe si può rim, nello slslo attuale della scienza, che tanto l'in osseo, corue la materia contenu~ possono avere la loro tluenza sulla produzione dei fenomeni, prevalendo ot· or l'altro der due fallori. L1:1 struttura della volta cranieuse fatla di ossa piane }>r!•sentano tulle le gradazioni di consistenza ùalla solt papiracea a lla pui notevole spessezza e durezza e che e tr·aversata •la 11umerosi fori e canali rende ranalisi dei meni oltremodo diftìcile. In genere si può affet·mare che pito da un !ll'oieltile con poca forzA ·viva, oppure, ciò loroa lo slesso. in direzione tangenziale, ìl cranio fa 111 ~ua peeuliare conformazione nella genesi dei Cer1on1eat Perchè si verifichi ciò fa duopo che il proieLtile abbia velocità finale non maggiore di 250 metri. Ma loslo che è int.eressalo nella lesione il contenuto


BlBLlO(JRAFfCA

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cranio nc.n è più da trascurarsi l'imporLam.a fisica di f(uesla parLe. Una influenza della massa cerebrale sugli effeUi delle lesioni per armi ùa fuoco del cranio non si fa palese se non quando il proiellile possied~ una velOCità finale superiore a 250 metri. crescendo questa velocitit anche questa influenza cresce enormemE'nle. La ~on·ande elast1cilà della volta ct·aniense è messa fuori di dubbio da numerosi esperimenti; i casi di morle senza aboli7Jone della ooesionc delle ossa craniali si spiegano appunLo a.tnmetteudo i cambiamenti J1 forma pe1' oscillazione delle ossa medesime. Probabllmenl~ le più grandi oscillazioni della volla del cranio sono pro lolle da grossi proietUli ùiretti m ltnea lange!Wale. S'intende facilmetlte che con Lali oscillazioni e con \ile varietà di ~"P•lssore delle ossa pos;ano tersi delle fenùiwre, anch'! m.tirelte, e ~:be rues1e abbiano la lot•o sede <luasi esclus1V11mente tlclt!rmmala dalta struLlura delle singoli pal'li. ln questi casi trultasi come di un ~ uscio elastico che lo un diametro eorrJ~pondente alla Lraielleria del proiettile viene compre 4 50 e quindi raccorciato, mentre nella direzione delfall.ro oiiam~tro perpendicolare al pr-imo subisce un allungamento, e da quesLi cambiaLi rapporti nasce lo scoppio. D'allra parl~> gli sperimenL81-0ri ed i clinici trova.rono le più estese dislruzior•i del c•·aruo causat.è da piccoli proiettili, il quale l'atto sareulle inesplicabile colla sola teoria dell'elastiCIIa ossea. Ammesso anche ~ùe le frullure uulit•elle siano unicamente

:eaU~buirsi al mutamento dì forma della Ler.a craniale, ciò

e •_mprobabile, resterà semp1·e da spiep:arsì il come le

partj dJSI.accst~> SI."O • 1'. • · " cacctale .uort con Yede ~J)el'l"-o ·

tanta {t.)rza come s1• • · · •n •nolli ca<> l ; ora fJuesto fenomeno che non l'lceve soddtsface 11 L • • • • • • • ai . · c spH~gozlone dalla Leo Da delle oscillazLom, . 8 sionptegu lmec•· <·Oli'aumentata pres:;ione interna. Qui la le· e O$~ priUlaria pac;sa in seconda linea ma ancb'ussa Don deve essere l ' La frau . . rascurala nello stuùio del fenomeno. be ae ura l!;;olata della lamina interna delle ossa Cl'aniali Dlpre. l'l"'VC!lliol0 lraaget'e la · . o~o speciale iuleresse. Come si può so1a larnma mterna quando jJ cranio subisce una


306

RlVlSTA

violenza al ùi fuori, ancLe una ft'8llura 1solato dt!Jia e~terna può vertllcarsi quando la violeuzs agisce dali P erciò si deve r itenere non essere la maggior rragilita lamina vitrea la condizione ~ssenziale della sua rt'8llura, beosi eli~> la rrallura di uua ~ola ta'•ola ha luogo me n le sul silo del ma~gior incurvamenlo, precisumente uu bastone che s'incurva puntandolo contro un gin<X::cbleJ La r accolta po-;~itlde in un preparato un tipico t::sii!ID:IJM.._ fralLura isolata della l8\'0ia in~roa COO Ull8 f~ndilura lare delh• lamina e"tcr oa. Un altro prep~tral.O, l A J, òim_?stra nel modo più come l'•·ffello òi un proiettile possa dipendere dalla rat.iono ùelle OS!';Il. Un prou•tlile colpendo tangeuzialo_, tlaJI'RltO 111 basso l'o~ecchio sinistro ha esporl.!llu la perle dd pt•ocesso masloid~o in modo che poche e trabecole os~e~ difùnclono ancora la lamina mlerna come carla. QuPSlA lamino è rompletamenle in latte. La viva del proiellil<' fu minima, giacchè al margina deUa vazione a semkana le lunga :l centimetri e lat·ga i 1/-J ad··~e 11ncora dulie lamelle o~~ee. Questo è l'unico "'""'"""''"" del genet·e: Lulli gli nltri e!;lempi di lesioni moslranCI dei m uggiot•i. I n CfUI:!~li predomina la compartecipazione d mina utl..rna, ma ciò dtpen.Je dal fatto, che per la part.e le lesioni dd cranio inl..ressano la sua parte Se il pt·oiullile colpi~ce pPr prima la lamina vitrea gua~li più :!Ta\i ;;l scors:ooo sulla lamina esterna. Oo\'l~ «~i producono tit!pre:ssJoni e frallure della esleroa, fnlle poche e•·cezioni, ~i vede costanleruP.ute la mina vih·~s ù••pre«~"'a e fratturala io rnag~iore e~lensione Ja :tles ... a tavola esterna, ed un bell\~sempio eli questo di lesione Cl è otfoJrlrJ da un preparato il quale presenta lat·ga renc.lllura clclltl tavola viu·ea con uoa semplice ~ione della tavola t"•lerna. ~on sì può ricooo8eere nel parato rJUanlo sia llt8t8 dep re~sa la lavola estl!rna. Il depreseo dalla parte esterna è grande un centimetro dralo eù ha rlue tlnP rendilure. Inollre la tavola e~lerna !o!&Oia tnrlleplic1 fenditure ~en<tll depre:ssione ct.sicdtè Circoscritto un pezzo di for ma quasi cir colare il IJUale


BIBLIO&RA FICA

507

etra ancora dei bre\i r•isalli dellt1 la\·ola esler·na. Una tenditura che interessa lutto lo spessore dell'osso non si può seJCUÌre fino alla sua fine perchè mancano le altre parti dell'osso

metlesimo. N d le lesioni d'arma da Cuoco penelranti nel cranio le aperture fatte dal proiettile, quando per tali si possono ricono-

scere, presentano la caratteristica seguente: maggior e perdtta dt )'~Ostanza alla Jamina che non venne dtreltameute colpus Ila! proiettile. Questa maggiorl3 pet•dila ùi &ostanza non sa pu(, spiegare coll'attribuir la ad 1111 tngrandimenlo del diametro ùel proiettile; sembra invece, osservando i r·elativi preporau, che, accaJa nella stessa guisa che si v~riftca il maggiore scbeggia.mento nelle ferite non perrorauli, mediante fr•attura al punto do,·e l'osso soffre una lllcurvalurtt maggiur·e. l feuorneni di scoppio sono dimostl'ati in sorprend11nto3 manrera da un preparato (l A 20). QÙesto preparato proviene da un suicida pr·esso il quale si é trova ta una pistola ltscra. Non si potè constatare nè la ferita d'entra~a ué qw~lla J'uscrla. né accertare quale fosse la carica nell'at•ma lauto estese erano

le leeioni. Un altro preparato (I A 21) non mostra effetti cosi gravi,

ma é interessante per il decorso delle fenrlilut·~ nell'mler·no del cranio. La larga feudi tura che !>.epara il ~livo dal corpo dello

s fenoide, òinde quest'osso quasi nel m·ez:zo e cir·coscri\'t:l un frammento oblungo, depresso in basso. Dopo essersi prolungata attraverso la piccola ala dello sfenoiùe ùove si Vtjd~ un altro rramruento leggermeute depresso, la r~nuitura inLere\isa il punto d'unione a sinistra dell'iucisure rronlale colla l~mina papiracea e in vicinanza del processo clinoideo ;:,ioti d_i,ide Jo due rami dì cui uno quasi retto ~i dirige PPnma m alto, quindi attraverso la. cresta frontale s'incurva a Jet>tra. L'ahro ramo decorre sul seno tr·ontal" si:~lro.. Ver·so destra, vicino al processo cliuoiùeo un !l fentalera. Jnler.-.ssa per lre ceotjmell'r di luuglwua il seno fr<>nCl di quel lato. Le superficie orbilaJr l:!OilO inlalle. re 111 questo ca1;o abbia agito la pressione idraulica ò

:"lro.


508

lllYtslA

indubilato e ce lo ùimo~tranCl 1 (.l~tzi dt>pre"si nd corpo ;:~feno•de e nelle ali. Altri prepanlli chmoslrano in modo ev1denle l'etT!!l!O l'in ·uneamenlo d~:~l proiettile nelle ossa del t:ra11io. In LULii ~i è osser·vato che le gt·anòi fenditure seguono 11 cor~o delle l'IUlure. l n quanto al modo di f{Uarigione delle lesioni del c si ò<tl'lerva che ìl collo mnrliante il quale le os<~a nuova si <taldano il pi~ Jellg volte~~ scar<to ad &ppariscc soltant~ i mar~ioi delle frallurt~. Non si <tOllO ma• veduti osteoflb. Vi sono anche preparall di fet·it.e del cranio per arma La~~;lio. In •tuesti si oss~.:•·va che quando la violenzl\ è con uno slumento olluso e con forza mediocre si fanno~ scht>ggie anche dell~t lomiua mlerna. All'incontro 1 d'arma mollo tagliente uon produrono questa cornplicaz•one.

Proee:'l.'li di guar·iqionP ttPlle f ratture.

La guarigione delle fratlu1·e por arma da fuoco nello piane f' spugnose non p••o•·ecl~ con quella intenstlé. al per •Juaoto riguarda la forma~ione del callo, eh~ ~i ,. sm•vato per le os«u lubult~ri Jun:.the. Ciò dipende dallo dizwm di oulr1zion '! di quelle o~c:a come pure dR Ila pora tendenza a formar::;i "•·hep:gie e da un roa~giore delle mede::;ime il che non rende nece~..,ario un gran cor"o di forze riparaLrici. Nelle fratture dd bscìnc>. «nrecJ.aro mente se v1 ru poco ~po~tamcnto di scheggie, «i vedono po-.1zi•>ni o~teotlt•cltt:: liscie e poco abbonrlanh. Per dova vi fu ~postamenlo ~cor~e~• ,:trande sviluppoth cullo. lesioni delle vertebre e delle ossu !>pugnose della man1• e p1ede non mostrano <JU8<~i alcuna tendenza d1 proce. "0 paratore. l proces«i di gu11r1gion1' della scapuJa prt!seotano molte rietò. In alcuni preparati 'edono le fenditure unprt dal callo cbe però non ~ mAi coc;i massiccio como i j elle o<tsa lunghe in ~i-nerale e del femore in .. pecie. In cuni preparati manCA ogni lracc•a di callo, nono..,tunt• <'he pazi··nte Sl8 vissuto lun~o tempo dopo la lesione. Un l t·f> ... ~anle fenomeno t' presenl8to dat preparaLi 111 A IO e

q'


BJBUOCR.\FICA

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e 22 che furono eseguiti sei o ol\o sellimane dopo media n le alliDpaia. 'l raltasi di grandi e picc•>le perdite di soslanzll delle aapertleie dt•lla scapula, le quali .<~i !tono raue sopra ossa sane e diaeo!le dal punto dove bB colpalo il proiettile. In que·-ti eua devesi escludere un gra\'f' flruolimento rlella scapula com~> t'au<~a tli queste alteraziona le quali puiltosto si dPbbono ~tltrabu ire al conl"eculivo processo .Ji suppurazione. Dejorma:~ioni dei Jlroiettili.

La raccolta dì chirurgia di guert·a contiene nella sezione Xl V an gran nwner·o di proiPtlili provenienti in ma~c::ima parte delle guerre ultime cominciando da quella del 1866, in mi· aama parte dallf' guerre a.nleriort. Oltre a ciò molti proiettili eono annellsi ai relt~tivi preparati. l proielhli ~rerici sono scarsi; qunltro sopra undici di essi eono molto deformali, uno di quesli porta attaccate delle par.

ticalle Msee. l proielllli oblunghi mostrano le più avariale deformazioni; dalla nnl're,.sione appena visibilr• alla derormazione piu bizurra da cui non si può assolutamente arguire nulla t.lella forma primitiva. Sopra !'Upertìcie liscie si vedono qua c là ltaeeie rli iri.lescenzP. Sullan~o due proiellili mostrano in modo pale,a la tinta irriù.-scenlt.'. . Nel~a mnggior parte dei proiettili c;ì ve.lono am mischiati ~b frammenti d'o:.so. Questa dep-1"iti non dapendono •la fuaJOne del piombo, ma da comprM"'ione meccanica favorila dal rammollimento del metallo. Stantlu ai più recenti "luùi su que::tti pl'Otellili deformuti. 81 può ~uuu~:-ttere in genere che , pr..>ietlili oblunghi vadano aoggetli spe!'I8Jsc::imo a {l'l'andi dPformazioni, ma non si son pot.ute ro•~co;tliere le traccia della loro panialc fusione al cl11' eareb~ contrario a quanto succede ne;li esperimenti. E ciò 51 l!pauga facilmente; le gocciOline di piombo fuso sonf, ~lArueute ricercate e raccolle da ehi ro~ resperimento, ~ an guerra manca il l~'mpo l\ l'oppoi•tunila di fare que::,ta .,::ca. Le molecole di piombo ru ..o, entrale MI corpo vivo, ....,.:.lrano molto lungi nei ~ssuli e col tempo perdono quella carattcri"tica che attesta In Rubila tusione.


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BlVISTA

Jforme per l 1oooorst l&nU&rJ tmmediatt d& preltanl u1enza del medioo, redalLe a cura dell'ufficio ceJrii!'IIIW d1 Sarulà Mal'lllima. Sono consigli e ptecettì per gli equipaggi delle tor•nf!.fti;,jl niere e delle altre piccole navi sprovviste di ufficiali t.ari, cbe cosliluisC(tnO un piccolo libriccino dettato in chiaro, semplice, cosi da riescire facile per la istruzione profani, e e&!J8Ce di pronta ulilis8Ìma applicazione. Diver$&mente da tutti simili manuali, non compr ende zioni di Anatomie e fisiologia ..... É ciò un difetto? ~o. se considera come difficilissimo è, colle stringate noz.ioni possono darsi in tali manuali, raggiungere lo scopo, più che utili conoscenze, s pesso si danno insufficie nti atle, più chP AILro, a confondere. Ciò prova però che lissimo é riescire, non che sia inutile quando si possa scire ..... È però vero che finora tutti i tentativi fatti r•i infruttuosi. Ad ogni modo il libt•o, che fu redatto dal nostro e buon amico cav. Guelfo von Sommer, ba qualche cosa nuovo, appunto pella sempUcitA con cui è redatto, Labile esattezza dei precet~i cbe dà, l'esclusivo loro carattere. Lieti ne porgiamo quindi all'autore ed alla zione del servizio medico militare marittimo le nostre. g•·alulazioni. I!: un piccolo ma buon lil>rJccino, cbe perfettamente lo scopo.

Mioro-organllml e malattie. - Di F. KLElN, proftJssore Scuola di medicina dell'os:Jedale èi S. Bartolomeo dra). Versione del dott. cav. P. VINcENTt, medico della crelà marillima del Porto di Napoli. {Napoh, Rtualdi e lìtto, via FaueUa). Nel 1884 il professar Klein pubblicava nel Practitionef versi articoli sull'argomento. Gli ha ora r iuniti, riveduti aumen t&ti, nel libro che annunciamo. Esso ha il sommo rito d'esser succinto, spigliato, breve, pur riuscenùo ad


BTBLIO'JRAFICA

stnre 1 puuti più importanti in ispecie ,_ulla gene"i dt>i micro· orgwntl'tni in rapporto sUe malattie infetth·e. Le inve~ligaziooi .1 ba•r1no <~ui result.sli delle e!'perienze della rinomata sezione IDfldica del Minisl.ero del governo locale per un decennio. Ad una bren~l'lima introdu;;ione fanno !'leguito l'esposiZIOOf! dPIJ'Eaame mitrOSC()pieo, di pralicis~imi precetti sulla Prtpa:-n.1ione dei mar.eriali di eullura con un opportuno cenno rle1 meu.i ed istrumenli nece!!<~ari anche per le i no . culaz.iom; ed un cenno dei metr•di per e::~<~P inoculazioni. TraLta i11oHre della morrolo~ia e distintamente dei microeocchi, bacteri. bacilli pat•)geni e nun patogeni, vibrio, spi· ,.. ~batr.eri, rungbi del hevito (loruiAcca, ~ccharom.iceti) ùel mucido lipomiceli), actinomiceti. Tratla quindi della relazione degli organismi "ettici coi paiogeni; dei fenomeni vitali degli organi!';mi non patogeni e de1 patogeni. Fmalmenle fa cenno della vaccinazione e dell'immunità e degl1 antiseltici. Nella rar•aggiue delle pubblicazioni che hanno trallo alla que!!lioue cle1 micro-organismi, il lavoro del Klein ha il merilò d'es~tPre riassuntivo, pratico e tale da sommamente vo· lere per ch1 non ha l'opportunità, il tempo, i me~zi di dibal· ~ni in 'I•W•lo già troppo vasto ed agitato campo ili l:;tuùio.

B.

NECROLOGI A

-

Jltot. ooaa. A.llgllato JKlob.elaool. L'dlustre pr0 r l . . ne • r ott. Micbelacc1 Augusto fino dal 1859 te•e nel re,~r1o Istituto superiore di Fir..nze la cattedra e l'in~mento r. lDerltalo c LDICO delle malattie cutanee, e ne otteneva beo eblUu· plau!lo P- come esimio specialista e come fscondo Imo docente.


:'iECROLOGIA ~el 1866, pur conservao.lo rinsegnamento e dJ quella cliniea, assumeva, m momenti veramente pel regio arcispedale di S. Maria Nova, il carico di missariodi esso stabilimento e dedicavasi a tutt'uomo al diuamento del servizio e delramminisLrazione sua, ed mezzo alle più gravi dil'ficollà, ad ostacoli, fasl11li ecl razze inaudite riesciva a meLlervi assetto, e ad Ort'"""'"rn gl'&daLamet.JLe !tlust.a le esigenze dei mutati e progrediti e della scienza odierna. ScritlOJ'e abile e forbito, pubblicò a} prezza li stuòi Fra primeggiano gli attinenti ai suoi prediletti studi, quali i teorico-pratici di dermatolo~ia (l865-1868), che bastano fama del Michelacct come scienziato, come egre;:rio come distintissimo docl!nle. Carissimo pella sua a.tfabililà e devozione alla sclll&lreae.: prezioso ai numerosi suoi clienti, affezionatissimo ai che si onoravano della sua buona amicizia, egli morendo, 1.3 scorso febbraio, laMiò carissima memoria di -;è, e lutto in tutti che non saré. di certo dal tempo che di!Jlcil

rn iLìga to .

All'illustre professore, eU'amico carissimo, rivolgiamo dolor·atissimi il supremo aùòro.

11 Direttore

Dott. FELICK BAROBFIO generale medico. il Colla.boxatore per la H.• Mar~na GIOVA.....NI PETELLA JledkO di P el~UU

~UTINI FEDERICO,

l l

Gerente.


O ~ :IG:INAX..:I

SP~O.UE DELtA CRIIC~ RO~SA ITALIAK\

F .

.BAR.OFF:IO Ct.\Eil \Lt: IIIUICO

IJ.lill•lo &eor84> mal'w. n~i giorni 1:j c 16, nlla stazione cenfel'roviaria d1 Homn, pole\'n~i vi<:itn•·a un modello di l!'~llptldnl1 e, eolilllpp•·e..;tato Jter un lungo Yiaggio di p•·oYrt. • • • organil7.nto a cnra e spesa ìJt-1 hPnemcrito comitaH• cltha f.rorc Uoo:~a italinn.t, nP-IIo intento di e"peri ~-- rnont111re il ltnon ~rvizitl dei mezzi "'tabiliti ~1101*1ill)ne dei treni-o,;p('ùale. rh e il comitato si er-a asai ord1nare 11llde pro\\ edere al rel:ltivo .-•e!""izio in ~&erra "P~cialmenre e 'Jna,i esclnsintmente affidaesatti. <-imn conrello il no,trn èmnitalo centra h~, •a disparte l'iaea di tt\·er~ dei treni l~mposti eon pro!IP"!Iell~t. apprtNate rino dal tempo tli pace e c!te n'l'eh ba leDere inoPtro,e e In ·eiarP •cnz'alcnn frullo deperire. 4; lirnitllrsi n proneùen~ i rnczzi per d•)tnre ed ar_,enitnternente delle , e1luJ•t. renHYiarie ordinttrie, __ tra__le adoperate sulle nostre linee il tip eglio

...._,


l TRESI-OSPROAlE

L'illustre R. presidente stesso della italiana a.,.,v•v,...,,,.,.. conte Gian Luca della Somaglia, coad iuvato dai uu:;,w u ••·• consiglio di direzione del comitato centrale e preci dall'egregio sig.cav.Sern),faceva gli onori della mostra ai numerosi visitatori, mentre il nostro collega giore medico doll. cav. Di Fede aveya il còmpito di stra1·e le tecniche qualità dell'adottato tipo di vellure mezzi di loro arredamento e dotazione. A prova del graode interesse che suscitò quella il suo nobile e patriottico scopo, basti il notare che fu e con minuziosa cura esaminalo dalla nostra graziosa e da S. M. il H.e d'Italia. I l giorno 47 alle 6 del mattino il treno abbandonava zioneed iniziava il suo lungo viaggio, nello scopo pratico accennato e, facendo sosta in diverse stazioni, anche nel stissimo intento di dimostrare almeno ai principali souo mitati regionali come il generoso loro concorso all'opera Croce Rossa fosse già riescito a. fecondi risultati pratici. TraltaHsi di un vero e proprio treno-ospedale, da non fondersi, come bo udito giudicare da alcuni visitatori, Mgli sanitari anche ferroviari, il cui mandato se è mente importante è assolutamente diverso da quello dei ospedali. Ed è appunto dall'esatto concetlo dei due scopi che emerge la differenza del loro ordinamento ed dobbo. Da quando l'illusLre Azzalini ed il Larrey dotarono nentementc il servizio sanitario di guerra delle prime per malati, fino a questi ultimi anni e propriamente guerra fran co-germani ca ( 1870-7 1), il servizio di a non a'era, essenzialmente almeno, che lo scopo di :. il campo di battaglia trasportando ai luoghi di priruo ed agli ospt•dah tcmporw•ei di !JIIerra i feriLi, ed ini..


DELLA CROCE ROSSA lTALlAN.~

51 5-

mofimenlo in dietro dei malati gioroalmeute dati dalle truppe in linea. 11 di là della prima tappa, dirò megl-io della prima sosta, se era necessario e possibile un ulteriore trasporto si eseguiva coi mezzi ili risorsa locali, vetture e carri di requisizione, sempre scarsi e sempre poi poco adatti allo scopo. Quella sanitaria istituzione che già appellavasi ambulan.za consisteva adunque precipuamente di mezzi destinati ad un tripl:ce intento: soccorrere immediatamente sul terreno della pugoa i caduti; trasporlarli dietro le file dei combattenti in luogo relativamente sicuro, e là apprestare loro le necessarie prime cure; improvvisare degli spedali affatto temporanei pel primo ricovero dei feriti e solo eccezionalmente, se del caso, plll'e dei malati. Insufficiente al troppo diverso e complicato scopo, ingombra inulilmente, per le esigenze del primo specialmente, se fu un grande trovato, un vero beneficio ed un sommo progresso in confronto del tristissimo passato, riesciva però inadatta ai troppo molteplici suoi intenti . .€ merito assoluto ed incontestabile della Prussia lo avere per la prima esattamente compreso, ed avere cercato di ordinare in modo distinto , lo11ico pratico i diversi relativi . . o ' servizi. Le sezioni di sanità sostituirono il servizio d'ambu~nza sul campo, coadiuvate dalla prima immediata operosità elle squad1·e dei porLa-feriti; gli ospedali da campo (FeldLazarethen) sostituivano gli ospedali provvisori d'ambulanza, :adiuv~ti ~al~e vetLure del treno di sanità per gli sgombri Ile sezwn1 dt sanità su di essi sped..li. Quando possibile di· :uamenLedalle sezioni di sanità, sempre poi dagli spedali da sp~~~i 0.~:e1 ~onse~~-arl} ~o bili al seguito, lo _sgo~_bero s_ugli . li dt gu~ua(knegs-Lazarethen) ordmalt m 2• lmea {ossn·ero cosr1L •• d . ~ eosì . Utll at mobili; ridoui temporar1:amente .stabili P:IS:iatJ, avanzando le truppe, in :z• linea) si eiiettuava t


5J6

coi crmrogli sanitari. ordinari o feJTO~iari. oo·tituiti l!oerrn ooo \etlure e carri di reqoLizione. quesli oon d'ogni ~pecie ché i <wesse1·o :-ottomnno. ed in ispecie zando il ritorno dei èon-rogli pelle sussisl~nze, pel pei lr•t-=pnrLi di Jroppa. ecc., pronto mente e cono"ni risor:;a adall..tti nlto -copo. I ~oiiYO,.!Ii sanilari ferrmiad er,ano aùunque i adattar i per nouluogbi trn,pm·li, mai ~npefiori ad un di ,j.ij.8 •1re. (on moderatis-.i~nn YeiOt'it:t (nnche solo !O lomcLri all'ora) e quindi di l'i(t dtilo~tri in media. più; ed erano {!s"Pnr;ialruenlt> dA:-tinati a ~~ombri pet·db nppenn òot ti deJt'a;:,.oluto neee,SSario onrle toll,raloile. nei limiti tld po,sihile e tielle nece.s..:it:, mento :t~li infermt il bre•e tr.t!'porto. Gii1 pcrù nella gnena dano-tede<~ca erano stati ricono~eiuLi nocess ri ed e"perirne.c1ati dei treoi-osnecJau..tati ed aro-ed ati per lunghi l.rn porti. che furono 1 oi =-ommo 'nntnggio ordinati su arnpit seni a, come di-.iìi. ~erra fr.::lncQ-cerrnanica.

f.n r:omem:iooi' <di Hinerrn ( 1 '6 ~) nnn'.:l re-o sacri )iolaùili i feriti c gli asili ove racr:oglieHn.si.. .... era mett'o [H"(tgre;,so. Mn l'mp;omi.Jto{nf!Cessarin conseb'l e~ttità numerien delle ID.aSH~ comhmteotj; dello stesso principio dle o~w nou. permette ttiil far di,tinziooe tra rito amico o nemico e per cni ricnde a caJ"iro del vinl'i!Onl nume1'<J dei feriti del vinto; d"lln rapiditil degli eflì armi moderne: ùel11• ,neee;;sità ~te);.;, a.uunini~trntile hiti pella esistenza e pel mrmizionnmento dell'esercito deça micidiale il protrauo sop!iorno degli infermi oegh pron-i,ori e temporanei, sempre al po.,lulto ,ms;un,H.:n:Liso;ni. il<~ra nec:e. sado rlispeJ·d(r'f' ;!li jnferml piu che possibile ~ trasportarli più che l'Ossibile loutaoo onde


DI::I.U CB.OC.E ROSSA lTALIA;>i.\

517

fruime tutte le riso~e che il lato pae:\e poleva ofl"rire. Però a iisf~ersione loro colle ri~or!>e lìno allora in uso pre,~>n· 11m1 immensi inconrenienti d'ordine saniLario (aeilr n l'omp-eudcre, ed mt danno gravis:;jm,() per l'eserciLo- pe1·che ne IIC8DJat"a le forte, impedendone il rifornimento colla utilizz:r 3iooediefficnci ri~eneeoslituitedai guarili ritornati idonei al servizi". I malati e ftrrli gravi, jotolleraoti di tontanj tra~ spe:1i ,·eruvano a rapidamenLe urumDiaJ'Si negli smbilirueoti più pros::oimi al tealro della ducrra; erano- in:rece i leg,{ert ehe soli potcransi p~~rtare più lontano, sotlraendosi cosi alle ille comhauenti ver T'it1 lungo tempo e tal fiata per tutta la duraaa deii.L gnerm. I venere1. per·~ino gli scabbiosi, brii alieUi 4a btuere fonne catarrali. ecc., neU.-. campagna del 1866, P· es , \'enuero ùa T'dine, da Pordenone, ecc., ad accumn~ lara negli spedali di i\lilano, 'l'orino, f'irenze, eéc., e TI{)n nQiaosero piu durante la guena, per In maggior parte aL..,, i loro corpi. l tl'en;-ospedali valgono a. meliere riparo a CO!;Ì gran~ e ~Ì:%"aJl-f.e guaio. Gli infermi dversati dai wnvogll salli&ari sui più pr~ssimi slahilimemi di 1 itover(l, sooo immediabmente sott.or•osli ad una cerna: restano i lieri; i gr:ni bf~~•oli di lunga cura, ma suscellivi di essel'e u·asporta.Oi Plu lontano~ srnz.il pericolo as;oluto, st•DO. sia inHll~>diata­ ~eole, ~ia.soteb:)ivamente. l'Ccati dai treni-ospedale più iodJetro, an~he lontano assai e Ono alla opposta frontiera dello ~Lo. ovv,ando co,i al micidiale Iom ingombro ed usornrendo, 18 10 0 • ~ rantaggrn. LoUe le grandi t·isorse elce il paese, il pa~ISfllo di latLi e la carità, possont> offrire. Pei uon toH~hllh de1. d'1sag1. .m~v1ta . b'l' lles a~lnt·•mente . ' 1 t d' on lungo Lraspo1·to perla r~durre IP.mporariamente tì so qoalcheospedalemobils, lS6Jcnrnroe il eonvenienLe J'ico~ero. Wron1a.1:e ltna :il· DD· le grande risorsa, capace di laDlo be-

•a


I TRENI-OSPEDA!.E

nefìci risultati, coi vieti mezzi~ dire che ba!'t:na pure in tempi un po' di paglia, dei sncconi, qualche mntf'l"dZIO nllt>-.tire dei convogli di .sgombro; dire che gli e;:co~itab derni sussidi sono un omaggio alla morbosa sensit.ilili, e'agerale esigenze dei tempi. a vece che nn grande una inelullabile necessitit, è un anacronismo, un errore, è pro,,\ che non ru compreso l'alto c;ign!ficato feeondo principio di un mezzo igienicamente e m ,,..,TDI_ utilissimo, benefico, umanitariamente e finanzi:~rin111ente p:11·~ginbile.

E di ciò è necessnrio essere convinti per ""'''"'''.,.,j.... giu=-to l'intento dei treni-ospedale; per farsi capal'i tlel rchuivnmente compiuto e confortevole col quote un...v:uv• crssarirwll'll(f e~sere :trredati, dotati. Lasciando di accennhre alle opjnioni sul treno, e:;u:u~un numero~i visitatori p1·ofani alla questione che inte'""'......... solrere, e che ra~ionondo col cuore, cspr·imcvano, mente. i piit hPneYoli. gentili, entusiastici giudrzi: gr<tnde mnggioranza dei rompetenti vivamente plautiiva rcalizzat.ione Ùélh nobile e fc,·onda idea, ed apprezza\11 i ri ... uhati ottenuti .... Tutti comprenderaoo che intt'll con,;eguiJ·e cet·ti desidP.rati di ulteriore rerf(!zioiJ!lllll'~to te\ a es~t're p1111kamente n:eno opportuno. r 10 l'ottimo de:;iderevole. ragionevolmente sarrilicare l' il buono ottenuto. Tn1"ero il modello di treno c>:poslo dal comitato dolia Ho' ·a ilali.•na rispon•lera pr-..cisamentc ed e;.rregiamente neces:;it;'t elci ... uo ·errizio. e non credo di errare all che esso comitato può essere nllamente soùdbfallo ~ua, P~:-.enùo riescito a clolare il servizio sanitario ù~l est-t'c ito di un polente mezzo per minorare le dure guenze tl'una gros~a guerra, e c. he v:~r1 it a consen·:~re ,111


DELLA CROCE ROSSA lTALIASA

;; l{)

cilo utta Jalihet·tà dellesue mossee la possibilità di usufruire

e non scarse. nè disprege,·oli riserv~>; riesccndo ancora n IIIYare numerose 'ile, preziose ~Ile famiglie. utili al sociole JDOYimento. Fino dal 1881. la società delle ferro ,·ie ,-enete pre,.entaY:\ alla espo:o.izione di Milano un modello di treno·o,.pedale che p realizzava importanti risullati. ~el 1 88~ ti siJ,;nor Cre:0pi pro~et1an1 un treno ospedale abbastanza compiuto, ma la sua idea rimase apJ.HlOLo allo stato di puro progetto. Sullo :'Con·io del 188~ la -.ocietà romana della Croce Ro.-s:~, 10 arcordo colla soeiet:l delle ferrovie venete, organizzava c meltf.',-a in esperimento. in un lungo viaggio, un treno-o~pe!lall:'. " a lo acopo er.t allora ben di,erso da quello che ora il ~ornitato centrale si pren~geva> e di neces;;itit diqlrsi furo no i mezzi per ouent:'rlo. Allora lralla\nsi di un primo e"pel"Ìmento per avere dt-i dati sul da fare; n;.rgi si t- voluto a vece provare quel che "i era fntto. Il treno del f 88t era in vero costituito tlei veicoli di diverso modello (carro merci. be~tiame, cart·oz7.c ùi t•, 1', 3A clas.-,e dellE> \enete e deU'.\Ita Italia. di diverse fah brirhe e direr-amente nrretlati. con barelle di ùirer-a fo:o,;ia, IOtpese. a SIJ legni mensolari, ecc. Ouello a 'cee ultimamente esperimentato era costituito di rellu~c dell'uniforme tipo preICeho, compiutamente arredale cosi come si intenderehhe lo siano definitivamente nell'ora di a,.~Pgnnrle nl serrizio. Il mnd~llo attuale di treno consl:l\'a di canoue lulle di lena d~sse. rimossini i :;eùili in:erni. del tipo clelle meùitPr· taGte, mtercomunit:anti pet· Lallatoi alle IC:>l:ttt'. E,.,-o tipo P.rve t>gre ·i:n . • nPn te :<c~tto e pet-feuamente n:-ponll<'nte nllo tantopiit che nell'ora del j,j~ogno non sar•'t molto eli fiie d1 poter . 111gente . (tJHast· leo) . . di'no · r· •·re dt 1 numero. b<'nchè :.1a • rr cllle~to di e·s . l . . . l " :; P C<liTozze, s1a o sommmr:;tnno n • o-

:,Opo:


l fRt.'U·OSPimALI

ciclit dello mcditenanee c quelle delle! meridionali, sia" ,·on·a nnchtl la Società ~eneln, le cui vetture oO'rooo ~ommamenlo analogo. Il motlo ùi lra!-oformaziooe e tli arredamento c lor;o d~ certo a quello dei dtl"~rsi treni-o3petlali lìn'ora ~vendo uppunlo gli ordinatol'i cercalo ullunre quanto ii ~lio offrivano; ma pr~enla aJenne pnrticolnriti, !'oe leremo. L'antico lJtno del Comit.tlo dr llon. co (B.rfier.a) ~legni dei leui Il coloncin •: erano però co~i solidali --tt·gni col corpo delln. ~euura <la re11dere S4u~m:lm«~nl4!1'1 :-ihili le sco,.~e. le oscH~1Zioni ecl ondulazioni a cui soggetta. L'antico treno lladese era a barello sospese coa ~hie, e Lra la ~Lao ·a esterna della barella e la parete car·r·ozza inlerponcvnsi un cuscinetto di paglia per· liuare le Sèo:-;~e e pPr alluntanare il lelluceio dalla f'CI'meuerP cosi uo l.mon ricuOfJI'imeolo del malato. Jl treno \\ urtemberghe ·e era eo-::liLuito di lmrelle dt clnle modello tlrl'oLolabìli. ma e.sten~ihili all'uopo d'una versa amovilule di leg::Jo n tltw fori alle es~remità per ùur~i le impu~Dalure delle barelle; la sosp 'lbioue C(JO tinj<Lie (J,rima. di Clltlio, poi di l.e3Suto di eanapa) la pii.t alt.a, la c,IJfiqoa, p~r 1.- st.anga ioterna, l'altra l.r.hl!ì:\1 la vet·ticale, per la ~'onga esterna~ lo barelle ndagia-.;nnsi .. uJ pa~imenlo col empliee intcrmc.zw di ra--lelli di paQiitt: Il treno Bavare;;e pre•eula\a qual me-tlo di l\ostepo gabbie a Lelaj (li lc~no, posn:iauti sul pavirueot.o ooll' mezzo di molle Lrns•enali ad arco; tt giaciglio dei m ro tiloilo diA \eri leltncci eon m:tteruzi el,t. liei. l Lreoi e del BadE>n e della Baviera e del Wur1e01be11' ;,tOlaTmto ancora nel primo loro ordinamenlo la


di 1Hverse reuore di 311 classe a sedili per i malati meno gravi; sedili ~he nellteno ùadese potevansi anche a.vricinare a. du.e a due per fnt'De un leLt.o . .Ben presto per~ si rinnne.iò nù una e&iÌ poco pratica disposizione e tlliti gli Stati i-!ermanici adol· &arOI&O. all'tnfood di qualebe deua~Jio secondario., il Lipo prnssiano. CJuesto prim~menle eru munito di barelle alate, aù alelle l2terali articolate. che furono poi collie imiJarn?.tanli me_e.se da parte. ~·,sliLuendo~i le comuni l,arelle da l!ampo. Dap· prianu 'ome mezw di sosLegno s'enmo adolla!e le co~onnetle, poi ~i ehlw ricorso a diversi meizi dj sospensione (anelli di CIWio. w~ullapereka~ molle spirali, pinzellA del diavolo) e i fini coll'accettare le cinghie alla Wnrtemberghese. I t•·~ni ilad~ e ba.vuresc esposti a Cnl'lsru1te .nelroecusione dell' ulliJD& umgt·esso ()elLa Croce Rossa, erano, sniYo alcune nti nori llodifit.azW>ni oell'arvedameoto, cosi ordinati. lltreao di p•·ova franr.ese nhimameole esperimentalo sulla "aea deJI'O"·egr Prl costituito con n~ooi merci, mutateHG le laeUe ài SO!ltegnG(che dovr·ebuero sempre eamhiar-srperaùat· larle alloraltnue earico1. Le barelle e1·ano soslenute d:1 c:avalleui, muniriui i piedi di disch~ a piì1 'lln\li di gros-o tessuto da tappeto; sui caY"alletli posavano, od all'nopo di molle spirali sospenclPvansi, speciali letlucci: questi s'inlroductw:lno per le jir:mdi po~le laterali a scorridoia, che durante il viaggio resta,ano fermam ente chiuse ed allora l'int.ereomunicnzione . 11 ouene\'a all'uopo di prallaforme, di ponticelli mobili t1 di porte fll'aticnte, all'atto dell'a~~eslamenLo del treno. nelle tcata&e. Gli eifelti dei malati clo,evano stemler:.i su delle funi : : lon~itrul~nalmente nei Yngoni infermeria. ~el parimento ..;.:m·cu~mn ~ infermeria era in un eanlO aperta una per ti gettHo delle immondezze, ere. Ila una tale de-

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I TRL'U-OSPEDALB

c;crizione. datane dai giornali. difficile i! farsi un concetto vantaggi d'un ~i fatto ordinamento. n treno della nostra t:roce-r·ossa sarà costituito, come dissi, di un solo gencr·c di \"eltnre (di 3• classe, tipo med' nee) intcrcomunicaoli alle Lestll te. Le Yel~ure sono ampie, numerose lar, he fenestre, con un rialzo lungituilinale tetto con finestrine laterali per l'areazione, facilmente co~j duaLile. ~ella di..;posizione ed arredamento interno ~i sterit all'ultimo tipo prussinoo, modello ben studiato e camente assai bene concepito. sia perchè allo studio rli si co.;e colà inta->ero le 'peci:lli autorita tecniche cui i> affidato sanitario servizio dt>ll'esercito. sia. perchè ri,;ullato ampia e ripetuta e.; per ienza. La formazione rieltrcno e~posto non era certamen te, numero dei veicoli, la oot·malc; litoitavasi ad offrire m1 plare dei diver:;i modelli che concorrere dovrebbero alla stitnzione d'un treno completo. Comta>a cosi soltanto lli carrozze per infermi e delle altre nere.ssarie pel per~onale periore, pella direzione etl ammini,Lrazione, per il nl'tro:nnlll• inferiore. di una carrozza per la cucina e pei suoi acce,;sori Jurero il treno completo ri~ullet·it di: t carro hagn!!li; l vettura p!?r· la d1rezìone; l vellura infe1 meria per urlìciali scomparto per l'ufficio contabile; 8 >elture i11fcrmerin lruppn (~ di,-pnste in Jue unliui "o' rappo:lll ; l li l .e ta' o le armc,se, dm~ated dslb l'j!re;;u1 dirrzioM del Comllato cen rappr• ~Jstano le ligure dr s trc Lips r•rlncsr~:th rJi --etlon· arrcd lt'. • t nlneo. m sparr:~l•l,1o plano. Soro le ldt'nllchc rlre adorna,nnu il :'\.'d l lt /l iliO d•//•1 r,·lXt //(Jj<!l Il >lsrsull, t•UI•hltc.:JJiOs•C pèt'iodica 111 e!SO 1 m c.·ntr.tl~"; m·l qunl nnlll•'ro ffl~l!. 00) (j appunto ratto un sonuuarlll r uno lrcni-O~!lCtlalc rlu esso comita to ~l'ntrulc vrgtulizznti.


DELLA CROC.E ROSS A ITALIAN.\

1 ,ellnra farmacia, magazzeno \h eri, e personale superiore (nd c.1~0 che non si possa, come normalmente dorrebbe~i. disporre •l'una vettura Pulmann, o 81eeping car); l \ellura cucina; H ' etture infermeria c. 5:.; l votlurn pel personale inferio t·e; l ~arro pet· magazzino di riserva; \'i 5i potra aggiungere: l carro p.-r ~li effetti degli in fermi. le armi. la biancheria sudicia, legnain, ecc. TotaiP ~:l az~ '"ellure (.S.6 a i-R as~i). Le veuure· infermeria sono munite di 12 ùnrelle ciascuna, n lettnccio. di:-poste in dne ordini. l'uno superiore, l'altro inferiorP.ron nhhnst:mza elevalo dal pavimento, sorrette da men-sole n ,;acun. n~sicnl'ale a dei mor.tanli verticali ùi legno, fissa t1 con <'hiod<mi perforanti ed a daùi n vite alle pareti del vagone. r.eua"tei•a canozza un armaùio a cantoniera contiene gli og~eui nec sari rei -:ervizio; "i t- pure allogato un barilotto per l'aequa 511Jìlrt, , un hacile·Javatoio di carta indurita, un secebto a doppia parete foggiato a u.;o inodoro. l.a fellnra-farmacia, oltre nll'armndin apJ>o~itamenle fogginto nell'interno per la sicura conscn azione dt: i medicinali cd oggclli di fnt·macia, per i ben(l!tggi. t'! dotata di apposita cassa 0 6 ' ~ono eontenuti e ada1lamenle di~triltUiti i ferri cllirurgici; €li 0 JlSNli d1 medicazione sono t'Ontenuti in una cesta di vimini, ove ~ono pure apparecchi in li!o ùi ferro :;ahnniz1.a1o, ierule a go~tto, :ntknlnte, ecc.; >i è pure una ta5 a p t'l ghiaccio a parett doppie. irnhollite con nno .:;pe~<:o !'trnto di fellro compresso: an ~:erhatoio d'acqua infisso ali n p:ul'le rclun harile ùi 50 li li i. l.a \'Cllnra·cncina ,\munita di dne cucino economiche arCO[Ipin~e; •l'lllm carboniera e rn~::-.1 per la ceuere; un armadio per g), 11J.{H~'lli da tavoln per gli uffìcinli; una nedenzn con


l TRXNI-OSPRDALE

utensili; uu acquaio a La' olo con catino per lavare i pialli e sellame; due barili (ci~uno di 80 liu·i). ed 11na li1wzza coperebio per l'acqua~ llna (liattaia con assito a lt>la.io casseruole, caffeLLiere, eco.; un tavolo da cucina coo ill.l>\lrt:tlll~ pei coltelli; un'altra rastr·elliera per mesioli~ cncehi::!ie, ec:t., un'altra più solida pe1' la pala ed altre ferramenta.. La vellura-mngazzeno vi\eri contiene, in due h'l".tndi madt_, i viveri di risern, prowist.e di vino, olio, aceto, per ogiorni eirca, in Cfu.<• di ue~tà; lUla cassa pel' lAIL'""". ..,., va re la carne, ece. Le v-etture per la direzione. per l'uflìei1> contabil-e :~ono taLe di- tavolini, pictoli armadi. toletta,. ece. I leltocei-barella era no Lolt i a piullOsLo corte braccia pugnatura; erano a fonùo ili tela. a sacco involgente le a cui si adattavano nll'uopo della spaccatura inferio1·e tuu~YW~IA dinale, mruJjLa.ù~ occbiem clte chiudev-as-i con nn.a str·inga; completavansi eon malerazzini di si.Oflpa 1,.,n~~-~ gu:mcia[i,lenzuola,cope1·1e di lanar delle sedie pieghevoli, l'americana, per la infermeria ufficiali compivano l mento. I leui pel per~onale superiore, nel caso non si tli:rpoJTe di vetlure Polmnnn. o Sleepiogcar& sarebbuoa di rete metalli~a elaslie<L (ferro zincato}. Illrenodi provapatfivadaRomail 1'1 marzo, alle 6 1, • • timel'idiane. ed era a Foligno alle 11 ed t • porneritlial$. di dove rimuoveva aJie + pomeridiane per giung~re • 9,30 ad Aneona, Cl\ e so:.t.ava tuuo ti 18. Il l9: alle 5 • Limeridiane, lasci3va. .Ancona. pet· Bologna , on: alle 8,33 pomeridiana, açendo faua uua inlermedi• 1t1t mala di 2 are a 1\imini. A Bologna fermavasi il W ed il SI e ne puruva alle 6 antimeridiane del 23. per Alessanùr;.a... ilfir mandosi però ~ ore a. Modella e 2 a. Piatenza. HiunL«Jii


DELLA CROCE &OS"-' ITAI.I.\:\,\

.Alessandria alle ~t 'pomeridiane. 'i fiÌ rermaya sino alle fl' , pomel'idiaue del ? 3: mnon•ndo allora ftCr Geuon. oçe pao~en aJif' 4. i O pomeridiane. per ripnt1ir,. alle 8,55, ~d arrivare a Pi'a alle R,;) antilllet·idia ne tiel !i. :\ello stesso giorno, ntl l ora pomeridiana, ln~ciata l'isn, giungeva a Firenze po•'O dopc.> le 6 -!h e ~o~tava !1Uivi tnltl• il 25, parlendone il ~li. alle li ,fO antimet'itlinn~. pr1· l\tttl1n O'fe, avendo fawl una o ta di ? ore ad ..\rt>u..o. :-trr ivnn alle ~.35pomc­ ricliane. 11 treno ,.ja..giù acr•L-tto oro ad un treno omnilntt. ora a dei lt'eni-m rei. L:l wloeità. quando nceoùalo :lque:;ti ultimi. fa dt circa :w r.hilometri all'om: rdo•·itri ;wnn•tlf come ht piu OOTJ\en&entt~ p~r un !rf'no-f"{IP.tlalt•: l'ultimo giorno péril, benchi- fos F>t> nltarcato ad un treno·meJ·ci; percorse ben ,t.;; chi· lometri i n mPtlia ;Ili'ora, o fu prPd~a mllll te in ques-t' uHim n trauo del 'inJ!.:rro d\e eb1 o:ITive. f"'r j.(Pntile in' ilo del wnte della Soma~lia. :ll'compa~ò iltreuo e poté :~pprezzarne l'otdmo allestimento. Benehè l~ !'CO~·e u~•ultode con es:m \"eloeill ~ro molto ~nsitili. e '" ondulnliooi latPrali di:-crelatente moleste, in i specie nei ,·ngoni di coda e sotto J't~Zione dei freni , non erano tuttaT"ia tali da poter~i ùire una tale veloeità intollerahile, anche per dd mnlati..... id ogni mollo tattQ l nrt'tdnrn...nto sopportò benissimo la prova e nulla fu leelftpaginnto od nlter-ato. l:espt'r·tm.•nto, oltre ad :.t\ et' dato il piu :;o•lclisfacentcrisulllte ~ vnlso 1\ll!.:ora 1\ suz:erire '3lcnne l ieri ~ facili modificazioni d• dettnglio. r.he -arra nno~~ perfezionare l'arredamento. eed 4la •Ptlll;:nre le e.<-i:;enze tntte, )';e informate al-pratico a1•· ~mento del rngi(•ne>ole p(lssibile . ...!"''·~·en~-o pednle, data la Tet.,eit:t normale (Al piu di 30 chi, . . : , ali ora}, ~u c-l'una linea ~entn accentuate pendenze. ~~porsi di i!-8, anc he :mvelture; ma. da noi ap-


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I TREXl·OSPBDAl.E

punto cnusa le frequenti e spiccate pendenze, sarebbe e ben fece il comitato ad ntlonersi al numero normale ài a 2.4- vetture, perchè entra nei limiti pratici per noi megl allendibili. È necessario che almeno un terzo delle vellure siil munito eli freni; e come molesta, martoriante ne è l'azione per dei maiaLi in ispecie, cosi fu proposto intramezzare alle \ellureinfermeri:t le altre, usando dei freni solo di queste. Ma molLi casi sarebbero insuHlcicnli, ed al postullo il servizio venlerebbe più difficile ed imbarazzante. La distribuzione comitato adollala parve perciò la meglio pratica po~sibile. Le carrozze della l\Iediterranea hanno le colonnine di che collegano i ballatoj alle rispettive tettoie, fisse; ùa ciò impossibilità di efTeLtuare il caricamento e scaricnmento malati colle barelle, a riunione compiuta dei veicoli. Sarà cessario staccare le canozze-infet·meria almeno u doe a onde oper<!t'e dalle testate. ~on bisogna però esagerare tità di tale inconYeniente: si risolve in una piccola perdita tempo. E non snrà poi dif6cile il rimediarvi, se lo si l'r~>•1P.nL·_:. proprio necessario, facendo mobili Je ribalte senza punto il Lipo c la solidità dei veicoli. Il riscaldamento nella fredda stagione si ollerrebbe sufficiente nei nostri climi con una o due piccole stufe di ferro sul tipo della Parisitnne; e col riscaldamento si avrellbepure più che sufficiente attivazione della ,·entilazione anche a fi• nestre e porte chiuse, moderando opportunamente il tiraggio delle .finestrine dell'intercapcdine. te vellut·e che non anssero essa intercapedine saranno (sia;. dall'azione solare, C(}me dal rafTreddamento per irrndiazio~ nella smgione fredda) abbastanza difese dai copert.Jni rìdu-. cenli il tetto a doppia parete. Ma allora la veuLilazione a~ nesLre cùiusc potrebbe essere insufficiente: vi .si rimedierebbe


DELLA CROCE ROSSA lT.AUAJ'\A

adottando a qualche finestra dei Yelri a bussola, come potrebbero forse applicarsi dei vetri pe1't11giati alla 'frelat, ccc. Sar·ebbe pur utile difendere i vetri delle finestre a livello delle barelle, con un riparo di rcticella metallica; e sarebbe pur utile potere. almeno fino ad una certa altezza, riparare i leui alla noue e nella stagione fredda, con una corlrna a trapunta tesa a mezza altezza delle finestre, dalla troppo viva e direua conente d'aria. Allom anche le porte delle ùt{e1'merie dovrebl)ero munir·si con trapunte o doppia cortinll, necessario riparo alla eccessiva ventilazione. Il si3tema d'illuminazione proprio delle vellur·e di 3• classe della Societit delle mediterranee lascia, per lo scopo speciale dei treni-ospedale. alcun che a desiderare: non è per sè inadllto ma essendo tollo proprio e speciale.gli addelli alla illuminazione delle stazioni estranee a. quelle linee no o tuUi riescono a bene e prontamente allestirle; di più, la provvista di ()}io è assolutamente insufficiente. Non sarà però di cerlo difficile riparare a tale inconveniente. Si è giit pensato a ridurre le veuure del personale, se del easo, a passaggio laler·ale all'uopo d'un assito: facile è comprendere il vat~laggio di tale comoda separazione. l modelli dei leuucci-barelb sono buoni. Non è però facile a concepire la necessità di far cosi massicci i distensor·i, ad areo ed anelli, delle due estremità. Quelle a fondo di rete metallica (ferro zincato) sono proprio egregie; ma sono abbasta~za Ùllone anche quelle a tela amovibile, perche si potrà facll~n~nle toglierla per !avaria ed espurgarla . Muniti essi lettucc1 d'. mnlerazzini comuni tro.punli, di crine o sloppa, con lenzuoh~i di caute hone per alcuni (e forse meglio di linoleum comeche I•iu' econom1c1 . . e d ur·evo l'1, e d'1 certo m.tg l'101'1. ù'1 queIl.1 . di feltro) p uò d'ltSJ· cbe saranno compiutamente e confortevolmente adohbati.


I TflEN"i-OSPl!:DXLE

Fu pure t•iscoJHralo che snreube 11tile ad ~gni barella giungere una LnYoletta per depon·i un ùicchiere, la chiera. ece.: sarà fot·se facile fute esse tarolene mobili a ticE>IIo leYnloio da pie~arsi contro La part>le. ~i è ricouo~ciulo oee.e~~arin anmentarA la l'isena Parre pnre imlispensauile dotare il treno di un buon nel cat.o di do~~rsi prorvedere d'acqua in luog!Ji O\A m~no pura. ecc. Il sistema lino nd oggi almeno meglio m>~nJaltìle !-art>b!Je tfJJello dei cosidet ti filtri 1'1lpidi oJ alla gnen, già dnanni ltsn Liùa~li Tngle5i pei baraccamenti tli (vt~•li (rmyt·tyolatinn$. vol YL Warofiìcr. 188:i} e che in f'runcia YO!!Iiousi adottar• pei lreni·Cispt:tl.tle, come dllla rclaziorw ~ut treno tli i'~'')\";1 e;;periwcututo u11· sul!.'\ ferrorin on~:-.1. HaUa l'·Onferenza che ultimmnente il ~Ot,n !>.les"IJ tenne in propo~ito all' aceademia di medicin$ l\omn, dnlfa dimostrazione _.bf.' ne feee innanr.i l' :-anita militare. parvB rmnalo -l.ja r·ealménte superiore per 1er·se inlrin,eche qualità ai IÌno ~d or-a meglio nwcom:~ i· cmto che i1 sUJ•er·iore pel'la r·apidità d'azion(~ e percht· può f"g~iar~i come me,glitl si dP~idera. La ghiacciaia ba funzionato benissimo: arri\ audo ~ conteoeYa nncom nn Lei m·1 .;so di ~hiac~io. ~:tt-it però l'lalt..<ll'la abuaslnnzil ùa.l suolo perrhè se ne poiò~•~ di tanto lauto, l'enza iml•:n·azzo, togl~re l'acqua. Sar~>ht.e •1 "''"~~·r,.,_ fo;,e twalr,gwo,ut•· r:o~trulla. {ma con una ~econd.n parete men<> pei !ali onlie tiporri 'ilppunto del ghiaccio .:.oppesto} ('a ...sa di d~po,iln tlelle carni, ecc. Le latrine del personale, ed auche pei mnfnti rhe alzarsi, Mvrehhero foggiar'i a WntE>r·clo5els e diriùerle r atnltienle (e 'i .i é ~à pensato) Ilei ngone, m e ,arà ~t nll'uopo un ca:,ollino. Il "ecdtio-latrina mobilr pelle


ia:r I.

SeziOI!e :rasversdlr,

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DEI.I.A CROCE ROS$.\ lTAl.UNA

è nhba·tauza sernplice e hen irl1•ato, e con tiilig-enle t'lira po,si!Jile trarne rero utile. Ogo1 1nfermeria è dotata di due ptldl'tle per u~•J rlei malati; sttrt:hLefacilc. 't1lll.n e'CO!!Ìtarequalche tempernmP.uto, ·--.,...~·.. ~-rle ripelutnmente come il bi•o~'llo può esi .!ere. pGre pens:tto 'i,; potesse rie-cire bene fuori delLa inft:ra... ~iungend o perciò 1111 ,-erlmtoio d'acqua nd una delle nll'e,terno; !'ncq1.1a potrcbhe~i. per lo :-JlP inle ~uo uso. opportunamente medic:tre co,;i da ottenere una ,;uflìdtsinfP-zione. lreno harle~e e-po~to a Carlsruhe nrcl"a. nello infermcri8, spulnechierc a ciolloln, lìs,ate al p:nimenlo. M'è parso ladlitii'Hl~:t~~:l'l·n o non potessero riescire I'Hintci. Par·rni una ~-!$11à rlare a cerlt malati HM .~pulaccl!iera indiviùuute di

tragitto da Orvi eto a llomn l'n ammannito il pl'anzo. fonzion t1 heni.;simo; e. non eredo inutile aeccnnorlo. le 1 ;,.i- l!!II&Olel~te dì c.1rne in conser\'a. dell'esercito, t•oll'aggiuntn ùi t••Cbe r.ondimento e pocTti lc~umi. r:~l:.ero ad nppreslare r!n ·"•-vu•u!'o piallo nùa11o a 'Junl!<in-.i più tlelicalo stomaco. rac le~ per me ~onclurlcre que'li pochi appunti e formulldea rhe mi ~ono fnlla dei treni-o;.perlnlenppri>:'lnti tlnl t~··::\a.flllilllllo rentroledella Croce Ro--;;: '\.·rrirrwno tgregiammtc; ' ara n no l/Il granrle L u· Ji. 10 ptl tw tro ntrcilo. so mzioue ha in proutr, 13 fli t:1li completi treni O-'pC oltre uu altro di l'i-en-n. l•e.to di potere auo•ora ag!!iun_!!cre che la rlirt'Zione di Comitato h~ gi:1 acqni ... tnto e completnmente nppre.,tato materiale di dotazione Pd nrretlnmPnto di Len l G t~-opc­ guerra ' •]unuro di ":?00 (eli i pel scn·izio ge11erale. o l:! th pcl ~enizio tlt~lle truppe ulpine).t!t'Ì l(llnli ,;j t· a.-:· propr·io di a~"ÌCIII'are 11 :-;enizin: ed Ila c..;so malrri.de


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l TRE'ii·O~l'l n \ 1.1 OE I.I~ CAOC.E kOSS A ll'AliANA

di ~iit ùi;;u·ibnito, in\ itlnilolo a quei Comitali ~ionllli In loto .;ed.- ml'glio potranno ri,pondere alla De«leil"* pronto invio 111 c:~.mpo tl'azion.e ehe ra11tori1à militare indicare. Jl Comitato o otrule ha così più clie iniziàto ,piolè innanzi 1'-eser.ur.ion • th•l -.uo l·òmpito. Ora :-p~?Un :11 eflìcncemente :-.ccond:u·lo. ,appre>tando per..;uu,tlt' e o_ ni •peeie di 11fumirnen1o. oece. Vi allendono di certo nmcole i ouo~omitati reg'oa:di; ed anche civ si proutamenlt· e hr,;nm••nte. Ce ne assicura autl1c il fallo l'allo patronato tlell'uJw.ra. a,.:;unto drula no,.u-a Augu la vrana e dalle illu:otri tlame cl.e accllrsero teste alla 11U& mata qui in Huma . e '<•llo In sua presid13o"t ~·t•ncert concr'etarorw il da fnre e1l il come. Un'opera si rlr,nla di cnrila e patriottismo non e:;st>re mc:.;lio l'<ll't(•tttandatn. Tullo che sarit p1.ls.;i hilo M per sollcrare le .;oiTel'enr.e dci nostri soldati e tutclnrne rjo~e '"ite. 0\Jt l. f. lha OF"FfO.


RIVISTA MEDICA

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alllnke tpertmenta.U e batterlologlohe t all' ettologta t11 euctDoma. - Dolt. St:xGI·.n. - (Dt'!ll!llr.he .\led. Zeits. ~l

c n~rJ-Chiruruische Runcluha11, t• nprìle, 1888).

a tortpporto di Senger sull't•nun7.inlo RrgomP.nlo. let!A1 ta dcl ~ teblr·a10 ultimo all'A o. ociatione medicA lu 1 ucc, clto la t:ooperl.a d'uno ~1 ·· a e baci lo latore el Mrcinomo, annuuz1ota ~(À ua S ..mrleo, d frutto di purn ilh.uon •. e ebc lo ::-1 ... raoze con• 1 \'edere finslment•J ri"olulo uno !l(!i p11i imporL3nli mt •lloi<Jgid chd alfelìcano 1~ me.ult'dt•gli i"lo- patologi 111, inno auc01·a ben lungi dall'os"wrf! a·et~H:t.zate. L'or· nL .:l1 co,.f t>levr.to iulcress·· che iJ condan!larlo pa1·mi Ubi.a • imiouirne il valot·~, ollN che le t,sscr,·azjoni sono co,. i concludenti che n 'olerle e~porre iu !:tlel!l'elJhero dellt1 chiarezza origmsle: ,,uà·e che ~timo r parUt.~ trn~cJ·ivcJ·no al testo dalla I rèjle\'Oiu Rl\ 1"lft o-c 'rur- ica di Vieuna . • n r adunque :;i e~pl'ime co~ì : SIn 1 n og~idì con ra.cilitù u rilenel'o che il carcinoma ~io 1 n~:, UC'I <>enso clw for"e un 11g• nle e"~l~rno pene1 l l corpo vi !'Ì n-::~~1 '-'l.llhilmo:nle. f.t• ra~ioni che mil r v~re ·li que:-to modo di \'eùcro ~ono le seguenti: ) "1 :-i cou.. ìd~t·a pitt da vicino il decor~o e cl il modo 3 Kllt'SI d'un et~rcinoma, Oli e«clllplo clellft mammella, "i rprc.si nel 'orlere che l'annJh at..ouo cardnomaloc:a "i r la \:n hnra li ca, si arr~<~la nel Cl\\' O ac:cellare. vi un lngor::o glandolare e dopo cih aumenta rapidara, a vece d'uu cnrcinoma, iu<~orgc--.,e un tlcm1 uno infiltrazione porvi- collulare, noi avremmo r. rmll dJ Pl'opngazionc. Questa co,.tanza nel decorso,


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lllHSTA

e que;:;ta ugunlc propngozionc sono abbastanza per far pcn<>are ad un proce ....o infetti, o. )fA ~·ha di e che, corne ucl Oemmon•·, auc.he nel carcinornn "i melasta~i nel r... galo, nel pnhnnne, ecc. Quef'te rn!;somatlrf non possono altrimenti <:pìegnr•si che ammellcnuo un od agente r11n~erigno, il quale rircola nel cor·po, o embolicamentc, "i :-viluppo tjiJU e la d'una marllt.'ra b) La ;:;econJa ragtone i• ancor pit't evidente. Sono ralmenle noli fJUt'Ì ca~i di rarcinosi che, in JHoclo p1ù con febbr·e, de<·orrono mortali nel br~ve lempo da 4 a limane, rinveuenclol'J alla lnro autopsia Lale ras.!io di forma con la Luhercolosì miliore, che un occhio p eo citato può fncJimenle e<:scr trallo in inganno c l'una per l'allrn. Ed il piçmenlo carciaomalo o può penetrare in ~ran r.opiA nella corrent~ san~mgnn, ed impianla~i cont~>mporanenmente in più punii del Orbene esistono <'.OSi di embolie multiple che questo mooio ;:;j comportano d1 versamente, percl u'• a reazione sollo.uto 1 lessulì circostanti: le embolie cinoma invec'>, t.·~<::erado iureuh·<>, assumono uno maagiore. St può inollrf'l du c, con lulta precisione e più concreta eon<=eau~>nza llnnlc, che questo veleno il f, ti p non é ncce«<>arjo ci.Je proceda da bacilli p r J"'l<::<>a e"s<'re piil ptccolo del lume d~i capillari po pero 'Chè, ~;e cj ammetto che ru lra!'pOrlalo f'ù r vari punti, ùc' •' per oece'-'"'itù n~c:el' passato truverso pillari pre•Jclta. c) La terza rn~ione appartiene più al dommio rur!!ìa. Yollummn, a più giu ~ta cognizione dei momcnl lo!!'ici fra Jor·0, ha por il pt•imn richiamato l'utl n fatto che, nelle fahbr·il'lte ùi (·alr-arue e di paraffiuo, ~~~ pet• la più JlOI'le 1!ÌO"Vani 'JuOrMi, ammalano li cc;r.e~m.;: "Ì dilt>gunno col cnml·illt' clt le,•oro, ma che in altr tramutano iu p-or ill"l o pro' o::ano in parPc 1u J un l ferazioni papill ri. Otte«lc ~i lra rormano rli 1 1 • maht!na. nnlura 10 'ot·ic re~o 11, "e.!!'nat.ament ol superiori ed in r. 1 lO Ii. Pu :mela a n eni1-e q un ~imile in c:eguito o proces!ti cr o-oid iperple l 1 1


lrJ::DlC.\.

J33

raUere ben'r:no si converta in molinno. Questo a~enle deve tra ara1 m ~:curo ropporw cc•l cnli-arn., o la patafllna. per la diacre&a CQ wnzn che ::;erba con c c:i, e p••uetrare nelror·ga.

nwmo dal dJ fuorr. X on c la llllllAl.u co• llluzione orgamca, Dè 1aJLfrato cluwi..:tllO ù~JIIn cellula ··Ile conduce ai cancro, ma p 1 virlu dci veleno car·ciuomott1"0 Jall'c::;terno che il asmA iuo:orge: c.on altre pnrole dos;;o procede da un IDOCDen tnfeu.,o. Quei Cll"i di carcnnoui, ori,:inatisi secon· .reriam · per OZI'lne di coulalto, per traspol'to a mezzo ddlo l&omaco, cc., non ommelle 11 .S"nger che abbiano valore

clii808 rn u o. N U Ialo oltuale Je,zli ~tu ii onalomo- pololo~ici si può iDol1re t~il rnanrc, con di,creta sicureua, che lu cau:;a del car· ciDema on in alcun bacillo o ball ·rio .tai'A specie in ;::eJMU'81 , c •me fl11nra ne abhiul!ln ri•·OJH)C:CJULi fra i micror;:ra· llitmr f 01cht~ questi ili veri lil cr.r.itann prrw~s:<i nssudativi, quando h\'t!l't> i procP~~i cnrc·inomulo«i sono l'\Cmpre di naLul'l Oltl ,J,gn oJ ornnpJo<;licn.. Per la pc:nl!lraziouè ùi un mi· CIIOrpot mo in un punto del <:Ol'f'tl, puc\ i" i delerminar·~i la .bmazj ne cl'un IUlll'rCOIO, O. :-Ìa ll'llll ÌII"Ì~me di cellule l'Oe ' le~!!ulo conoellh·o pt·olirt raw, "em; re che e$ista 1Ul lerll IO l r(.' li,.poslo. Ben nltrimeJlU ::,!anno le relazioni aeJ c:a 1 om • E noto eh.. i nod1 ,ccouduri cardnomalosì ~100 per intero le ...te:::::c forme ccllulflrt tlel cancr·o pri-

: " • rn od i'.SetniJio le cellulo uello ~landole linfalicbe. 11 que rapporli nvn è do. inferit'll che per il carcinoma si lraW Vt!rom nlo cfutt bacillo ot•,Jiuario e d'un cocco di uola ::;::et i mu l'ullet·iùre iudagine h&llnriologica doYendo. per ~ rJvelnro una costtTaLta diolocio del rarcinoma, qu~slo ...... r10Ull soltanto trovarc:;i in uno certa rel~tzione colla c..ltere :: col nuctc.o o col nucl• olo. (.luindi l"i de,·e ammel· ---~ un cornp tento mcccaru~mo ucll'elìolo;ta del car-

t~Male considcr·aztoni pora-ono un'tdea clelia difficoltà di

tlruorn•mto etiolo~ico elci CIII'CÌnorna ma nello ste!':SO ' llliiMhl:t.. le . Che lo. vin ve1·::;u ltt 'Jttnle debbono essere i ~'~.cercho ùatlerioscopìciH• e baltcwiologiche. E purn IStO'ultu campo si é flnoggi assai poco lavorato: ili • ddita110 1111


Rl\'ISTA

lutle le aUuali erit:che po«ttivo, ne~>suna è che re~li rsente obblez.ioni o mostri di resistrre ad altra più seria cri Per ci6 che si rifiette ali t• ricerche di Sen~er, ']UOsti ha il pruno islituito una ~erit> òi moculazioru su topi, ~ni. ecc. Un pezzeLLino di I!Ar~inoma della grnndeaa d'una lenticchia ro con o!rni cautela asettica ptJrlnlo pelle df'lll'fltlimale, e dopo pCJchi giorni vi !';i fì~~ò e preso a cre&eere. Crebbe CM} fino alla gli'Andezza 1l'ona ridiveoL6 p.oscia alquanto pii1 piccolo, t•imanendo tullnvia grande ùi prima, e da ullitno venne con un taglio a insieme alla cute che lo r·icopriva. Coll'o~servazione scopica si Lrovò nel e.>nlro nn punto privo dJ !òlr·uUura. i prova che il pezze\tino di l!arcinoma si lt·vvava ~.à stadio di ria<:so.rbimento • le cellule caucl"rrgne er.mn nera le. L'aumento del pr1mitìvo pezzeltioo mm·stnlo parla ooo ciò in favore dollfl credenza, che il carcinoma il polare di crescere e cl1e &ollanto l'eneJ·~ia delle cellule costanti ne lo impedisca; qucll'nccrescamento non ::> per vn•tù inerente al peu:eLlino Cf\rcinomotO!'ò01 ma cart<seJiftll ad inlìllraziouc di cellule. r-otonde e di "'asi san!!llÌ!mi, vien reso più grande. A raggiun:;ere lo scopo con qut'l;ti nesli si devP- rorse camlllnr wetoòo e ser,ir::u ùi ca ad une sperinlfl stadio di :-viluppo: l'inoculazione però avrebbe tampoco succes!'IO, fJUillora ~fi flnimnli fol'.,ero nuli in couJizioni ia1enir.be st'a \'Orevoh. i\frt finché »l que..ito, relativo alla lra.. mi.. ~ione del carcinoma da nn ad animale o do uomo od aniroule. uon :-~ia daltl ~ol ogni uUeriore t·icerca ballet·iologìca è prt\':>t d'inu•nrran·~ Sengcr mollre ba isUtutto più di 200 rict>rclHJ ha giche con 10 pe1~i di svat•iati ca r cinomi, e pt•J' 1 suoi ha w~>s ·o a p1·otitto lutti i ll'I'I'Pni <li coltura conosrJUti, gut>tuio con cio esaU.amt'Hte i procedimenti di S1'!1e risu!Uitt furono as:oolulameule ne!:!&ti\'Ì, a lol•' che slahi '"'"" la trs::;e: • nou rie"'l'•', coo lulli i no... tri o.ltei1ll a: to.J1 e mez2i nutrili\'i, d1 t:ollivarc tla un carcinoma un • Od un batterio~ che- sit~ in un l'apporto eliologicn <'011 Del t·e~to non è affatto neces<~aril) che i baU~t·t finorll vali nel ca•·cinoma ''i sieno po11eLrati per poca uelle:u:a,


poiché è risaputo chtt del>~Ì po~"ono inlroofur'"i pei canalini ge~euorori e più lardi e~<>er lra"por-tatr olh~. Cenlro il miCI'OP!"'nismo, re.!enlemenle vantalu quale e~eitAioro ciel cancro, il Sengt?r oppone que~ta r.nnclu~ione ctchiacci"ule: • il • ..cillo . .-be S··heurien ha colliv"Lc> e de!tleriuo, nppRt•liene • a quel h mnocui !Ielle patate, • <>ui <ttmli 6n' oggi, oon e..~­ llendo &ncora i•tiluile esRlta rieet'èhe, ~i sa solt?tn~ the si rnl'•en~rnuo ln modo acctdentalo e non ~ono pttlo~ni. l'l& que@tì bncilli delle patate, clw liquefunno la gelattnA e '~>t fol'mano :auperflci!liOJenle una pellkoln, Si!ùeurlen si & Ja,.dato evitlenlemenl•l rlluùere nelle Ruo• t•ir.. r•che. Nel probl..ma adunque deU'eliologì del CM'cinoma !'~!sta eempre apl"rlo nuovo campo ntltt indn~ini, la cui 'ifl cle,•'e"· sere ancora trovata. G. P.

Del colpi dl calo:-e p&ronlatloL - Dotl P. COl -rr-..\l:;n. (.-l rrhirc.~ d,r '1~dee ne NarHtle, mEH'?.O 188$). l.'eg!'(.'gio no::otro eone~ delln marma rran~"e:l!•i ne r·orge 1ltl'lnleres~an te r~Jozionc di rJunttro cn"'i ùi colpi ùi calore, da lui O!!lservotli a bordo cl~l t.rn~porlo Colombo, e per In ::in@OiaritA della loro evotuz:on& do>nomineli pllros~i,.tiei, merilevnli d'n:!"ere cono.. ciutr, tnnto più eire ::-i verìfìt:nrono lutti dui'Rnté lA lrnve!'l"!lta dtll !\far· BosM. a pl'inciplo Òl'l set~bre ultimo. R,a,~umendo pAr ~ommi cap1 Je ~lorie cliDJche der !IÌngoli rac:i e le coo ... trlerazi,mi generali con lt• •ruoli lautore le :oìnleliua. credo di reud,.ro un utile !!P-niz.to a qa.i nocttri coll ...e:hi di tel'rn e di mar·e che appunti' nel :\Iar ROI!."o potrebbero 1were occa ... ione dr o;<ser"arne rlei con,.i:"· E di piir, metltmclolì in sull'avvi-.o, eglino l!llpl't1llhero .l'fte quel fli'Of!Lto che me~ho "Ì conviene a chiAriro uno

dei punti PIU ·· oecurr· e conlr•o,·c·rt'li dt>lla patologia ru&-;taaut•nse;

pet(}rehè &lt'nni caci di m >r1t', ovvenuti nel COI'"O di poche

~~n lutle le PRrvenze ùi vori RCCI"..Si dì pernteìosl', e pei

ipod 1

8

i chinecet, "Cimminì<>trati ~net

ameute pet· via

llligll~ntea, " nullA valsero, trov~rebl•ero con tulle wwosi811 11 . . z , illor·o pMto nella ~erie dell~ nuove o<~<~el'\'azioni IJUalr c; tlÌSCOl'l>O.


l easi adurHJUt' llsscnati dal doLI.

'

rn ttavigaziono tla ~u.:z ad Olwk, durante la quale, e !'&m ·nle net g10r11i !i, 6 e 7 sell~mltre, la temt tll'ulura <:fo?rica audo r I"CI;It'l'!'~!\·ameul~ CIC\fllldo.;:;i tino ol wa iu coperta dr 3~'.u. Que~lo "rado dr calore, "en~a es~er ;,olu!arnt:nle ecce"Si\ o, tenuto conto dell'epoca dd!' anno, rendeva incrc«cio~o per l'as--enzn di ogni br•ezt.a UJ!lrtna per la samratt•IIIC d ..Jraria da par·lo delrumitltln e del lricilit. Chi ha fallo la trav-.:r.::ala del :.\Iar no~--o, e, nncora. clu ha soggiornato nel fMLe tlei calor! e::~tlvt quel lo t rido cielo, può soltanto for111ar~i un' ;dea dulia penosa ::<cusa:t.ione che si pr·ova respirundu 'l inru.,cats. Com..: l'u ben nolnro l'autore. ue,..~un \"enne mai colprlo, mnlgrndo riuleu~ttit del Clll01·e n i del 8 roaccbtna, ()\"C Ja Lemperalut'U 'Rh fino O 5!J• C. D i ca-<i enunztati, tre sortir ono •!':Ilo letale, ed uno Lunlo pervenne a t-tuar·igione. Il 1• caso ::;i vcritlril m persona rli un luogolellt>nle dJ gheria di ruat•iua (-1'> anni . con"alo-.cwte di reumnti~mo nico. Il colpo Ùt calore, che rhe-lt la forma muta,~ ju H ore, pre"'~lllaUdo tre ra~t Clll'nllPricolichc, ciascuna stinta da un por·o si'dmo e da una renussiouc. l~u a slrRno: commciò con cpif:,'S!'lral~ia ,, ù0lori a,Jdonunnlt a lnra: nessuna EIHilazione, inlolligcnza inle~r·a, lì'-'OiliJmia !ida, !':coso d1 oppr·c«<>ione, pobo a l!lU duro è pw.no, raturn u·,~.. Mer·cò In medicat.totto r•efrigerantc cd Cvu•• u .... ~ i rivul!':ivi ed 11 :--olroto di ct.iuirHI (ll'r iniezioni c.o l'iuft?rmo pat ve che a\·essc ~r.ongmr·ato una tt·btc il colpo di calore; ma all'indomani "Ì manifestò 'o milo di ter•~ color po,u di caffè, ,-imtli a quelle della fehùrc ed, elevalbi aucol' ptit la lcmpct·u\ura ed il pobo. rono reuomem nt!rvosi inquiutautL Fu ripelulo lo --lt.lt"SO lamento, e per la !oiecooda volla l'imminente pericolo d .. bellalo. Senonchè al mallino del c:.~condo giorno ani'\APR un terzo paros--i~mo, con e!>ltema tli-.pnea ed elevazwn plr~ltl"a deUa tcmpo.:I'Blora a C: lo ciano,i SI ,:;tal to~"IO e l'inrenno mori asfilllco. È ùn notare cho anche in questo parossisulO si pra

m


llEDlC.\

53 i

rono qualtr•1 iniezioni ùi chinina, e che le ol'inc rima;;et·o sempre J>Oppt·c~se e la pelle prec:enlò uno ,.Lato di completa seechezza. In qucstQ caso raulore Cl:iclude ripc.le"i, pos,ibile ad ammelter'-i, d'un reullltllbJUo certbrale, comechè sia riapulo che d~.,.,.o é la più ot·diuarja c•omplicazJone del reumatiemo et·ticolare acuto, e l'mrcrmo invece era gia guarilo d'uno ~lato nuwboso cronico arllr!olare. In un~ CU"O, il calore C•)lf i un vig-oroso giovtme "Olt.lalo, da c:oslituzione '"uuguig-ua. ::Lato tìn allor11 iu lJCrfelta ::ulute. La mnlntlia 11- un.-e la forme cuebrale. c ~i ~volse in duo perosstsmi, d~1 qualt il primo ebbe lu dur·llla di t•hr e un'ora con massimo termico di .i2·.~•. eli il secondo, a distanza Ji ìU ore, du1ò (JUS,.i ùue ore con Jun~:-imo di 41",3. O=ni lerIDine di paro«sJsmo coioci-e coll'emi::;;tono..: di orio.: ehiare, c:oaadelle ner"osc, la cui alobnn:!anza fu notaln in rftgioue anversa ddl'intcn,.;ita dell'all&cco. Fu J'u11.JCO tlei quattro cilo approùas~o 1.1 gual"igione, ed il lt'Etllarnottlo 11t1f11Cgalo non dill'erl dal prcct:.lenle, salvo le iudicflzto:li -iulomntiche ùeila. torma spednle. Il 3• colpo di calore appm·Lerme alla 'orie1ò cerebro spiIIClle, e, per tagliar corto •m i parlicolori sintomi. tlit'Ò che aaeohclte la sua e,·oluzione in tre fa~i~ la pr·imn •tUrò un'ora, segnando una lctnperaturn ruo;:;;una d1 i.t·~ la :-&·onda. !"OllO il punto di ~i~ m termico, ìu Lulta di retni~"IOne, e '"enne care~nzzata da uun calma relativa e da una Lt>mpcrntura meno ·~·.~ (m111. :m•,8). la terza si l't>gnolò per Ju luu.:a ;UI'8lU, per l ml"nl!il(l t.lt•t fenomeni D~'t'vo~i e por urul temperatura acce$siva eli W,5. Questo ca~o oll'l·l 'lunlchc duhliio dtagnoaUco, ma, •Ielle malattie Jt::.culibili, il tetano e la menin~Zilll cerebro-~<pma!c furono escluse con a::evolt•7.zn, ed anche cl' un ~ di per~Jicio-,a riuscl Caci l~ la ;liminn.,.ione, perché non 1 , . : : : ~ &mbren_te malal'ico, l'ammalato .:rn inuu~ne di ~n-

enu palustrr, e la nave veniva dit•eLt.atucnle di Frsncm,

~ le~er couto della coincidenza di questo con gli altri

-

•ertficaUJOi.

• : .ed ullirnu colpo di calore s'ebbe in uomo d'una certa du lo~~ro in !>.Alute per uurneroc:i \•iaggì cotnp1utiin Cina, 8 giOrni fl!bbricitantc per imborazzo gMlrico. Il 5 ~el-


!138

Rl'r1ST:\

tembre. nel giorno cioé che ~i verificarono gli allrt caat, subilllneo salir& tlel termometro A U)•, 7 e gli altri sintomi lof.!oomonici, nppalesarouo un colpo di calot·e a Lipo (r::arrP-lri di<tpnoica), e la dispn!'8. domiuando la l!~ena, que«lo di spe ulle; pres~:ntll un ritmo, che il doU. qualitlca per :ortloppiato, tt"'~i afline n quelln cono.. rauto nomP di CheytH"·Stoke!'. L' anunslato ne mor i nel corro •1· «ole tr,. ''re.

Il cllato no.. lro collega, dopo l't><>posiz.one dei Ctl"'i occorAigli o:he ho qui nllfl mPglio t•tassuuti, allt> t: .,.,iderazioni generali ehe n.o polPlte trarre. e non P"""R in rat'3'':.tna 1 sinlomi per· ordine di apparecchi ntci, fermanclm•t «pecialmeule :::u quelli che gli vergenza doli(• cla..siche descrtl.ioni degli nutori, ma io rilie'" e di!'lcute quegli altri, che offrirono una dt evoluzione. E dapprima: i sinlomi prodrom·ci d• dì !"l'll!lazionti penosa di ~rando cnlore interno, di co. P.pigR«lrica. di hi ..o~ono nel mm,.: •.·e. d• sonnolenz •. rono nella mi"IA det ca!>i: in un rw>o a,J e~empio i mentnh, m&niac• addtrillurn. ftH·nno Ira 1 pr01lronu 101'•! dd YQiln, in conlrnpp'1sto nl vivo r·osMt'l! della nPnln Fuperficic cutaneo. mancò pure Jtl due infermi, i"' ece ..i dit per eoslnnl dai t•·ntlnti..t'. Il ma"!: imo O'"'t'J'VIIIO ru di H•, llrAtiO quC!<lll ùì iperpirl'<~!:'ia ('}te hanno avuto orca,oior ~ a• notar" Il p• 1"0, contra quello che «Ì RIUtni!Ue dttl più, (u I'ÌScontrato ~emJ l'f' pteno, frequPnle ma regt~lare m principio, e •ollanlo alla ac•tulc:tò le Mt·alleri"tichP 8""ef?nAleglt: non vi ru purA fr8 fa "118 (requen7.8 C l'e}e\"87.101le delJa leffipPr&hJMI

uica. L'nutore dopo avPr anche, coliCI "ne p••tE~Iml\li eu o.:·ervazioni, l' n:·ula o llUrmto altro lrvva•i "CriUo neJ a prnpo!'tilo lit!i uiOVttneulì cardin.~i e rl)!<pil'stori. tJel .. r.rezione re-ntde per ri"lflj"lto a d '11'-ttà e pre~enta il• or~-:onielte, dei fenomeni posL-mm•tem, e riopo a ver messe c~itler za la raritil det "onliti n •ri, da lui vt'-ti due p81'Lt~olarc tlt!J'etto della congiunlì-ça hult..nt> f' della cJ1e in due Cfl"Ì otTrirouo, in l]uella purte che l'apertura


MEDICA

pebMtl Ja:>eia allo scoperto, una maceMa arde$iaea cc•me di eseera per ustìon~. pas"a a fiiscor·rerf! ùt>l tlecorso o della

natuffl rJeUa malttLlia. B qm, me!!lio chr• riasc:nmPre, piace mi rH r1re l<>~tu nlm,.nte )e parO!·· de l'ml~>ressant~ COOJlliiÌ

1.ione: • In gen~>rtliP., in-

c &lrlo un colpo òi calor·e. un maiAt.o o si :<>nlnì o soceo111be • nel Ja~c:o tit tempo Vlil'ttlbile da H'lll meu'ora H•i un !::iorno: • neJia quarta o ..... ·rvnz'one 111 molalli9 "' è volta a quP ..ta " ~usn in tre or·t>. Ma IIPjlli allr1 lrt! no~'r• rualati j r•1lpi di • ealor~ !'Ono l'll11ti a r tltfrloppiamenlo. la lo•·o evoluzillut! é • sml8 paro~si tica. ~~:i~ un Rutore r1le" q flw-ta importante

• par ticolaritit, la quale dunrpt<>, ..,.. no t e Hl••'·"· per lo meno • è ec(•essivamente rarll e merttà u•to !>ludio u pal'lc. • llue casi si sono svolti in tr • perll•dl n lrP parn~"''"mì. • la t'ui durata ,. variato da una mezz'or-a o tre ore: un olo. • che poi h11 avnlo un e«ilo ravos·t!vnl~. ha presenlAt • •lue • sole ra"i. Qnonunl\ di quf'Qle è r.on«i!:;Litn iu una esplc>«trme • di lnt.omi alhlrmanli. che pe1•ò 1mùav•mo ... radawmeut~ • diminuendo e l sn un a hnSEamento par·all•'lo deliA tempe• 1'8hll'fl: di lfiJ Clte lullÌ i ltmOrt !'!VIIIIÌVUIIO, l' Ja !'!flOriiiiZ8 • d1 una zuaricionE' r 11«" ··•va n IJ., ~pit•itn de.ll'arnul!lhtln e • d l me.lieo. L'mten!>illl dei renom ni uon è nndAta aum n• tand ·ia un perioohl ali'Altt·o, ,. lo ~tcs ... n dica"i d·•llu lelll• perRLut•a, mu '<i è sempt'~"' conslalnle 1\~sac~.whazione ùct "iu• l m1 e dello temperaturA nei rnon 'lti 1c hanno prece• doto h mortn. Faccitnnn i noi· r r. > &l't' , ·· 1 • l"'II•Ì"-ioui, • int~rpnste A t(llt>sti pArossic::mt, non sono l"lale netl••, ,, la • temperaiur"· n~>i oeriodt li c!l. a l•" lE> ~ .. t luJSf'OllO, non • ha c c::nto d1 manteuer i elevali• al di '0!ll'8 riella norm le; r e ~'he lo !"OppN:;sionu delle orine e del sutloN hn persi• Sl!to: in brflvr• il pericnlo era ... ,.~!"O. tnll non l'lcongill-

• nto •. d L'a u t ore :!èl <on anda in ~e,.u1t0 ... , nel "Il"' pusto decorso ~ l.'.olpo di rulrwe non l:li rlscontt·i unn rtlltevole analogia ~ febbrt ~·lu!>tri J.!l'8\o all· q•ali «i ~r,r,•bbe ÌllllOLli 8 =8ftre «e. ruorché per lA ra~one cl'o>"-sen;i quei ea~i a~uu In Jn ~av•g~~z,,.ne, 1, rmve s1 ro~~e lt•ovRln all' ancorl•·~gio 1 orolth't notor·iomeulo iltfesla dolla malnt·sa, che non sia.


IHO

RIVIST.\

sccon lo lui, il ~ar RoS!iiO: od avvisa percJÒ che non ;,u•.•o~.~_ _. per curio ità scientifica :>ia 1reu.o dell'opera il rich"a l'uLlouLiolle d"i colleghi sulla ~lt anean cli IJUI!i ra!'-i. rnn pcrchè, pr~muneudo:>i èon!t•o l'insidia cLe •lessi presu nuu obbinno, cnn1•~ all'uutm·c ò occorso, n rimaner ùi illusioui . Quunl<• poi alla qu<' tione se in questa ltUO

forma ol! Ila tnnlallin -.'ahbiu u fa t e l'l)fl cci<,· Ji calot•e !m lranlt, ovYer,) con colpo dt 1 alo1 o untco ud evoluzione miltonle. il l10lt. Couleand dtchia ra che e diflìc1le :.:iar."i cat.egorJcumento, c, c.ohlieno l!$-!li inclini atlo primo gaziune com" la ptu " ducculo~, conftJ,~n .l'altra porte 11011 c al copet•lo d'OfrUÌ crilwa, 1•d ammelle uu lipo nut)\0 colpo di culore che <'gli chiatnn ,.aro:Jstsltco. e che :;11 ,..e potc&· es"er messo cou le a tr·e forme um .,. 'e Jì questa malaLlJU. E dt fu.Ui i quallt•o CIH•t rnp!JurlatL oll'rirono çtas,·uno un tipo dl\CI'-"U, a tale che si ru,la ~olpili como llue a.; nU rliftì>rcnli, quali il CHIOrO l'lo llJ&!fli'Ìil. poS"I'IIlO p1'6St!tlllìi'C co~1 grtuu.le aualogia solto il punto tli Yistu SllllOJuollr.o. Ln :scal'"ezza delle o,:ser\lll.ioni nou permelle di 8""org re a criter·i p1·ognostrci di \alot·ll iuconcu::.-so, ma 1 duo mt!ui cr•ttit.:i sut•riferili nell'unico infermo guarilo, ••-•-L~.- ~ · dante ùiuresi. cioé. chiara. co~i Jetla ner,·osa eJ il eu la neo, ~eguilo a LreHl dJ..'-lauz • do copiosa dillfore.~t. lrcbllet·o fornire almeno intll.io di uno po~,.;ibtle ::un e l otli.lit81'e cou s1curezza lo \Ili migliore per una lP.rap•a zionnle. ()i qut.lsta si è tth'i rotto pat·olll nelt•ifel'ire t!clle ~olu o:;servazioni, ma ,.nt•ll ulilu acr·ennare all' inùi"'""u .....~, dei "-ali di chinina, cbe l'at.Lurt>, guidalo dall'anziùella rassomi~lianza dei colpi di calot·o con gli acce:;si di per·nici ha sommini-.h•ato aù allb,tme do ..i, tua :.-enza e,·ideul ellicacia. :\onpet·la.nto e;:li. "t!nza :;:-turare che r •mioo caso di gunrigione ù<'bba allribuir•q alla chinina, consJglia ò1 u"f8rla non laolo p1·r l'azione sua anlilermica, quanto, e s opratoUo, per l'antiperiotlica. Dopo cil't mi resta a conclu,lere eh~>, di rronle alla originult• evoluzione presenla.la <lai cosi sum:nentovati, ~~a lecito r ipeter e la domanda ~>e alcune morl• verificale,.i a ~ras~~·


li.EDIC.\

nel breve corso di poch~ Ol'e, in modo aflillto inespl•cobile. ricuno;;cttno r·er loro c•nusa la malaria oppure il calore c È fuori duhbio c.he ~ulla natura di certe iperpire!>:=:ie non masi della l'uJUma parola fin oggi, C la f]Ue..;lÌ•)!Ie ciel ~apei'C se de.,~e "ieno da comprenJer-.i nel dominio della mallu·ia o Iii aJt,·i 11genli morbosi, é lullodi Rttù jwlin. Senzu aspettare il uc:sidio, lult01'8 desideralo chJ:a ~CÌCTl7.3. dj siCUI'C ri· eereho mic,·oscoiJkhe e chlmich~, opino cho l'ulteriore n più mlnuziosu di!>Brnina dei ;::inzolt fo:>nomeni, una più accurnla OS"ervazione clinicn, e In nuov!l couo!!cenza che anche il calore, elemento precipuo di mor},t1'•ilil in Mar Ho.,so, sin capace d'an generare forme :;inlomalologiche "traordinariamcnle analog-lJe a f(Uello p~1·nkiosc per impaludi~mo, potranno spanàere un po' piu di luce !'>Ili difficile quesito, e porr~ un termine alle controver!<iP ed inccr-lcne pre-;ellli.

G. P. Oolpo 41 oalore, per Jonli ..i-'WIHt~·~N, chirurgo di brigala in n liro. - (T!te Lrmec ·, ottobre, 1887J.

Escluc:o l'eJ<aw••mento che si produce nel!.-. ccce~~ive fa tiche rlell'e~lnte, pel <[llale ruomo cade al ~uolo con sca1'sa lro"pirazione e pdle lredJa, ma non ~i producono allri efl'etli dell'azione del sole o del calore, le forme morbose proprie dJ tal mulattia rautorl' le ritlucc a tre; febhrc ordente: npoples"'ia per ralorP, colpo di ~ole. Pe.r rchbrc ardente egli iolen le una febbre non t'pecìfica, C(Jnlmua, di ln-evc durala, e prodolla dalla esposiziOne del corpo al calor·e. L·.. pop'e,-sia ùo caldo è invece una febbre ad :~'":ala. Lernp· ·ralura, e con pupille contra.Llt>, ciunosi,,pil!'dila . CO!;cacnza e lenc.l nzr alla morte pe1· asflc:sia. Questa forma at avvero oa•dmal'iam. nle dietrn l'azione andu·elta del calor ~la~~. Pl'r calore rags;nant~> (Jualche \'Oll8 di nolle nef!li nlt~~lamenti o nelle l~nde affi)Jiate. Il colpo di ~Oltt è una re ad alta l•·rnpes•ttlurn. pupille cont,·elle. pepcJìta eli colenzt~ · · c b c ·mdacano · · de1· ceti . · ~ •·on,·ul " "JOnJ una per,·er· t't t a az1one holln llCl'\'O~i. l n que;:ta rormn rome nell'apoplelllca ''e dc· zza cardiaca 1 er pare"i de' centri sirnpotici del cuore.

1

:e


RIVISTA

Come ::i 'ieùe. que.,le tre formo,; "Ono ::t.rctl.anumte "u'""'l;lllllll f1 A loro. unite Jnl l!lede imo ne,.~o patologico. ~l'Ila febbre ar lente ahbramu cooae,.lione del ~istruna no"o della pr•rla, ac~rescmi.O metahoh,;mo Jel f~gat.o 1 piu ftlltO del calore sul b tcmu nc:r vo. o. .Nell'apoplt~!-ia da ahhi~tmo un av\'t!leunm~nlo del sangue per >iziala A......<:""~"~~ un nrr·eslo di :,;ecr• z.oni. ù como ~omplicnn~a. spe!<,.,O de~li alcoolici. Nel .:olpo di sol•} t1bbiamo com•' agetl~fl r e\lo) e dominante rOO'.iOnO .-!OI&l'é:' ... ullt! Uleulngi O Ja •"o:~U:lWiill corticale del cel'\'o•llo ~: midollo :-pinale, c cùme fall.o1·e di"! cmen te e c:ul.lordmalo In Lo"'c:icemia. Lo due sorgenli pnnc1pnh del C:Jioro animale ,ono i ,C(I i e le ~landole. l m11 1;0li d'un adulto forlllallo •tuiLI& mel6 del peso corp<Jreo, e oonlcu.:ouo un quarto «lcl in Circolazione, quindi eflètluano ..,econdo FoAer la IDBII{&'Iq par l~> del metabulh•1uo orjlanico. Ad o:;rni conl1·aztonu m la:·ll l'i sprigiona colore, c dO\'UO•JUe é melaboli!<tuo, ivt c du.tione eli calor e; pet·dll non t:J du'tìcile il comprendtll'e ('811'8 pl'eùisoonenle di t,\1 ffi11ltllllu sia il lavoro ..,.,,.. .,,.,,.,,.... come esauri!"ca ìl si~Lell18 ner,·c,~o. F 1·a ~;li OI'J.!lllli lari il fegato contiene qua i uu cjuart<• ùi tullo ìl sangue corpo. Il mt>lab< ·li!<nto che vi si ctfetlua é percilo cone<c1ua" \Oie, e le conge,.lioui dul i::. tema deUa porta p1 o lollc da li!tnpe:'&nza di cibi e be' mnle. :.vno un'altra c·au a nrctldi:IDI nenle. La 1·egoluziono ciel calol'ù é fcllln dallrc pelle, dui e diti sistema uel'\'oso. Lu più pol,..nte regolatr1co 6 la che agisco per C(ludu~iuuc, Jl!r il'r<•diazione e ,>er è v.io!lc. La cond:uiono 0 l'inarlinl.ioue I'Ìtlucono di hou il calore corpot•eo quando l'amhient t> •· ~ u•dtucnle, o ~allo ancora tiel <.'O I'JìO ..1.6.::so, e quando l'nl'iH c uru~<lo., rcvnporazione scema . • ·elle forme plù gravi d'in ...olazic.ue. c ''PeClalm nl l'apoplcUka ''i è "lerLort?, iu;orgo ùc.:" polmou1 che al dAnno sancuc, quiudi la regolaum e del e&IOI'C m nuo>IIL,. . gtwo dev·e~,~r turbata, e Fo~Let· dimo~ha come ti lll"'IUO Vtbotnolol'e intlueuLi la tli!'Olribuziono del cnlm·e

porco, con la dilalaziono .Ielle m·ce >o-:::colarJ


KEDlf.A

Ja coelrwoue delle aree ··uLa cee. Quando le sorgenti del .ooo aymentale, e le vie della di~tpersione inle~ttale De) oolpo di calore, la temperatura animale deve ne5illìll.,;amen;Le elevursi. quoto al lraltam~nlo, lu misure protllnlliche devono il primo po~tto. Cbi vh-11 in climi caldi non deve di•••re il caldo, ma se ne ùuve. garenli1·e vivendo in am-

venlilali artificialment..~. erli ~uiTir.i~>nl•· capacita cubict~; \emveralo nel vilto e nelle h•·vanole, e !;pecialmente da~li alcoolici che hanno un'influcnzn deleter:a ~ulle IIII'"LIOiru· t'J>aliche, e1l e--e•·cttano una pulente attrazrone ~•••rua dell'or!!ani~rnOI{Uaut.lo .::!{)110 iu ~~u·colazione. [le\O abili comodi, le~gieri e di rolo r chiat•o, giacchè 11 HiUer ha dimo;;ll·ato •lllaula inlluenl.a ahbia l'abbigliaIQIIIIIIO 4el soldato ncll'accumulamelllo del calore e neU'im~111!11" diapeNione. Lo marcio devono esser fa lle pos~ibil­ .,,.,._........,.. 41 uotte u let·rniua1·e ncilo3 priml' ore del mattino, a molto aperti, con sufncielllC }JI'ovvi~tn d'acqua, catfù, OGD au~a tli limone, buoni eccitunli cldlu re!:'piraziouc; 11011 devono e~ser troppo lunghe. utai fttUe ~cntu cibo prima di parlirt>, e senza un ,urficienle 1·btoro

rebbre ardente bh:ogna soUevor In conge""tione del

ltio'-!!IJII•• deU. !!Orla con lo p icco!~ e fre 1uenti dosi di caloe poi con una buona dose di 2olfalo di magnel"ia; IDIIIef'l~"' abluzioni fredde Cfln una "'PUgna in tullo il <·orpo, -..Jli•Jijaoc::o fredùo elle calma l'irrìlazionu e ooncilia il ;;onno. :III~Wrao. il bromuro di potassio e ù'ammomo ;:ono utili;::forme più gt a\'i ùi colpo ili calore l' uulore colloca u u'w1 piano incltnulo ::-ollc\'lUtdiJ il capo, lo espone . ù'~t·ia, in mancanza della I[Uale fn :;cuoter dei lUlomo aLl'infermo, fa Yer,are coutinuamenle ocquu • sul corpo.~ adoprn l'enteroclisma fJ•eitdo, ::enza I!IJ!IIII&Olre. Je miezioni ipodeJ'Uliclaù di chmino. ripetute. a do&, o~ni nrt-n'ora secoudo il bisogno. preicreodo di clunino come il piiJ "'Olubilc. In 4mc:rir.u si C(lll s.ucctJ;,so l't~ntlpil'ina, ed aucile l'anlil'ebhriHn

'-IIIRIIDtl


Hl riSI.\.

contro i colpi di "Oie; se c.i l'iftelte come sia ;:.ollilc la che rlividr la vita dalla mCtrle nelle iperp1res!N: com1 renderà come fincbò la temperatura dd cot po non pa~Qa i 41• non bJ!"Ogua abbandonar la speranza 1 1'111fermo. nè Lrala~ciar alcun mezzo antipiretico che pot·tata tlel med1co.

n oloruro d'ammonio nel tratt&mento delle malattie tlche, pel J.{eneraJ,. llledico W STE" .\In. - ( Tli e ollobt'<! 1~87.

SeconJo il chirurgo mng~ore dott. Thorton, il fegato tr·a noi dominio della chirurgia quando il medico che no11 ha più nulla du fare; ed il chirurgo ù1 ,,..,,.,..,,• . Alcxandcr l••stilìca lo !'CO!IO~ciuto valore del cloruro monio in CJppol'izione alle in~:J"IUlli t•splorati,•e del ft:>~ato, ninlle avvalnrata dell'esperienza clel chirurgo maggior•• Ilyan. Ncll~ congestioni •)pOlic!Ic questo rimedio effettua plt-ziMe locale dc' capillnri ùelln vena porta, e p~r una di oulo·h·a~r~ioue, dallu porla nella circolazione onJe In contzc:.linne ò1minui~ce. la funzionalità epatu~a gliora. c "Ì preven~ono le .Ji"senterie tanto facili nelle St!"IIOlli e negli B"CO""I epatici. Que~la deplezionf'! Il n e d eh htanleed e;;:aurieul~' come quella che si ottiene wl sug1o anche non "empre Loll~rato . .Murchic:lìn dice ehe alla dose di un grammo e o tre 'oIle al giorno, esso p1·oduce una libera 111enta il llui1• delle orine, diminui<::ce la congestitmo ed alle\'ia il dolore déll' Jpoconilrio, stimola l'a<> o prov1ene f.!ll a"cec:"''· Quelli che han curalo malallie ~alo in India po"~•Jno "Oli apprezzare il valore di una \CI'JIO, ma quelli clf hauuo n-ato il rimedio sopra prov menti dalle Ind:e con ipertrofìe croniche ed aut hi, ret utano una "llnlll' propoc:izione esa~e•·ata. N~>ll'Rrnmilli"trn7.JnJJe del rimeòio bisogna p11r m nt tomi t'he da e'<-o provengono. Da cin•pte minuti a dt~ll'lll g••"'I••Jlle. fJ11fllche volto SI manifesta un collaS"fl,


liEDI~.l,

~ neii'Jpoconrlrio. od una !':uccessione di ~n--s~io:1i ~

liOI8e nella re,:.r10ne epatica, come di. colJ)i di spillo, come di

a gello d'acqua frt'.dda, o come di un diguaz:wm~'ut" tli li._o c:be pas"i da un ipocondrio ad un bltro, (l tfal mnt•gina -tJrJela)e al dorso allraver~O il re~to. \.!UBnào Un EOzgetlo - . . . e nen oso an·erte de' colpi di dolore acuto, • ;!Il ,!rida fluelo da ~p:lvPnlar ,..c c gli nllri, rna poco dopo il dolore "if'Ctllma, e resta un ~ffi~o ili pre,«tone. di !<plntn nel re~to, 'ilìt lfl hre\'Cl cede anch'es'''· Contemporanenmettlc ;.i mani· ...,... nn impul,:o al mu;.coh del tubo iatc::<tinnlochc rantnt ed aurn~>nla la peri;:tal-i, c dello contrazioni tooiche ulle piiM • oruir:ali vro;:ibni e seuo;:iJJìli al tatlu, e dif m oti puf,..nntr "1Woro Il mar..:iu,• cn<>tale. Tolti 1111esli li:nomc11f CMtlr•ihui~ a ~·m11ru la cou;;e!<lione dellu vena pul'tu eJ a 8Sra.... il ft~lr!llo ammalnLo. 'D\Irantc la cura bi::::ogna evittu•a i cibi solidi, prc11bit·a espresiìmente •l \irto. la bir·rA, Lutti #-:li alcooltci, tulli gl'irr·itllHti, -' 'tOneederr'IJJt·oJo. latte, pocLti it~rmtwci, thè allungato. So ...... diartea hì!iu~A. del!~ pillole di clllouielano n poln:r·, di .,.~r S<~ranuo utilissime, ma uon hiso~merilpcr •ruesto smet-

'tite 1 uso del cloruro d'ammonto. L'uuicn coHLroìnliicmdono rimedi

l' Jn febLr·e nel

p~r:odu nct·e, qt:andn la pelle t\

~d urcnle. A flora "' amtumi:::lrerantJo delle piccole tiO:>i

to d'ammoniaca. e quando In rlioro:rec::i c::j r1~labilirà. ::.i ripl'l!lldero l'u"~ del cloruro d'ammonio ad un fll"ummo od ._ 8ftmmo c mezzo Ofmt quattr'ore. fìncbè non ... j alle-

~ le .fr.!~e del fegato. A <1ue,to copo contr1hui,cono le .laZlour locali calde.

'ala eba l:teml8 t'h ~Iu::-chi~on. nel torpore ~eUa funzione epa"161iaaa tasociata o no a .;onge~tion('; que:,lA cura è !'lata mi-

aa. • non l<Oio ue· l'edaci dallo Iud!l', mo ancl.e in '}uelli IIOil sempre stati in

Eurova.


5.i6

RH'ISTA

8ull'etlologl& dell& tld. per R. W. Ttme$, ollobre 1887).

L'autore accelta la dotlt•ina dell'unicità del pror.~l'llO geno e dell' immedialll dipendenza del processo dalla :)enza del bacillo di Kocb, e per delucidare le conseguenze tali dell'azione del bacillo, cioè per verificare &e fos!òe l'asserto di Weber, che 1 prodotti chimici originnli dallo Juppo dei bacilli conducono alla sellicemia, come i fe•·menti di Pa~teu r conducono alla fermentazione !altica c bulirica, fSef.tut le nwestigazioni seguenti. Adoperò lo sputo dei ti!'lici come materia da in ·-·'··--=-" perch~ esso è il compagno piu costante delle a ~.~<n!IL.I,....., ganiche indotte dal morbo, perché si può sempro in grande quantità, fresco e libero da ogni miscela perché contiene la ma"s•ma quantità dell'eleloenlo gioso, anche quando In secrezione bronchiale è tnPno lenta, percbè conserva la sua virulenza per mesi, esso la presenza del lHlcillo può sempre es!"ere cor:tsw• pe1•cbè lo sputo si può fac•lmenle mettere nelle condizioni di umidilil e calore nelle quali si trova nel umano, può essere inoculato sotto cute o nelle \'cne, han fallo Villemin, Bìefel ed altri, perché il libero dell'aria produce in e~so, come in altre sostanze, revole sviluppo di ptomatne. Gli sputi furono raccoHi in vasi beo puliti, p1·esi Ja maiali che mostravano s~>gni non dubbi d'una tisi con rebbr e continua, e che non a"evano l'abitudine di mare. Furono poi adoperali soltanto gli sputi che non tenevano allre sostanze, come materiali di vomito, di saliva, che avevano reazione acida o neuh·a, e vano bacilli in abbondanza. Questi escreati, raccolti in dodici o ventiquaUr'ore, mi«urati, quindi vi si &~giungevano tre ''olumi d'alcool solulo1 facendo cadere l'alcool a goecie onde rendi!r piil lima la miscela, ed una piccola dose d'acido t.artarico renderli acidi se erano rwutri. La miscela cosi c versava in piccoli finschelli di Firenze, se ne chi


ODICA

collo eon de! colone, e si ponevano nella stufa sterilizzalrice di Koc.h alla lemperaLura <li 36"-'tO' per 20-24 ore. Poi si tlltrava il liquido due o lre volle in mussolina, ed alll•ettante in carta da flllt·o, tlnchè divenisse perfettamente liquido, si misurava di nuovo, e si faceva evaporare fino a f/tS del suo vo,ume, da ridurlo alla cqnsisleuza ili un molle e.<•tralto. Qu88lo estratto dello sputo di lisici conteneva lo sputo nella sua inLegritè, meno la parte coagulabile portata via col filtro. Essendo però t}ut'slo eslralto molto instabile, soggetto all'a&taeco di vari funghi, e quindi alteJ·abiJe in pochi giorni, non si adope1·ava per un tempo magg iore di tre giorni. La prima serie di esperienze era diretta ad osservare l'effetto de~tli sputi di lisici sul sistema generale. Treni& esperienze sulle rane rette con varia quanlilè di eatraLto, e sotto diverse circostanze, dettero un risulla.to anirorme, mostrando sempre la potenza dei princip1 tossici con •ario grado, o seconda della quanlitit adoperala. Si ottenne sempre una depressione de' moli volontar i, mai l'eceilamenlo, :t:era &zione sulla coordinazione dei m-ovimenti, nessuna ne sui moli r iflessi e sul midollo spinale. Tre centimetri cubici di estratto indussero nei topi le 8te8se lesiom che si dissipavano in due ore; una quantità maggiore aumentava l'intensità e la durata dei sintomi, si notavano movimenti fibrillari, ed alle volte convulsioni del lronco e delle membra, ed in alcuni casi avvenne la morte

delranimale.

d Nei c_onigl! furono necessarie forti dosi di estratto per proarre smtomi l'ilevabili, ma le piccole quantitit, iniettate giorn~mentc soll<• la cute, indussero una progressiva diminuZJO~ del pe!';o del corpo di 15 a 30 grammi per giorno, (}d : •nappetenza da far consumare ai conigli la metà del ci~o ~ ~nsumevano prima delle esperienze. Dopo alquanti 11 101; • l'organismo di questi animali acquisla>a una eerla riau~nza _dell'agente tossico, talcùè per ottenere lo stesso dieei ~ h~$ognava aumentar la dose delr iniezione. Dopo Jlla n8torna le iniezioni furono eseguile solo a giorni alterni, degu ~!lo ùei corpi continuò a scemare fino alla morte

anunali.


Lt~ autopsie non

t•ile,·at·ono mni lrnccie ùi

alla quale i coni mi ,ono tanto :;oggeUì. Lo sec..,nlla ~rie d'espertenzP. aveva per !>COp deliA circolazi(lllè !<fiHguigna e aeJ r1lmo cot•diaçO, :-otto J'iulluenzn del vtru!:' iniettato si obba"s•\ ...·~ •. a ....,.. da n a 18 ed nncl10 n H battul4 pct· n11nulo n~>l tluatlt·'ore. e la fase dtasloliea us:;un. e una Jun!!'hez giore 8 l!onfrolllo dc"a 5ì~t·llica. c1i\ che l't~•·t.or•· un'influenza do! virn~o~ ::sulle Jlbre ittìhilOl'Je, piutto~to nn!:lii c~rdiaei. La terza «el'itl di t!"f erjenze era ùi1·clta n rieerc11re fatti antagoni'-'ll di cet·ti rimedi come l'atropina sul genet·aiP., e S'J>Ocialmentc l"ul ritmo <'Srdi&co. lui milCu!rammo ,]i soUntu d'nltOjlÌna co:: !l <'..C. d',,.,,,.,.,"_ rane e t.ei topi non !>Ì otteneva Rlcuna a1.ione ,:ul meolr_, i 6 cc. d'e!'tralto d'atropina .T. 'l rune,·nno meule le azioni cardiache. La !'lc~sn azione aul(l otlene'-n con m11~!!iore evidenre q1. · lo l'alt•upiuu, o prtrna l'eo;traLLt1 Lubet'Colat•e. Le conclusioni alle quali !..'"iunge l'anlor sono le Dopo i lavori tiè1 Koch é impG::-~fblle non arum rt.olAzioue cauAAI<> fl't\ il bacillo lubercolero ed i sio;eni, :ma quc!"ta relazione non spie~ i ratti tPrminc fatale dci lisici. Le ~olile spie~aziot1i sul mo,fu~ 7,wrieTldi dei in!'ufllcienti, eù ò probabile che la lt>ltile inlluen7.8 crllo sia dovul.fl a la produzione di nn veleuo · Le p9r,·ei1ZP. cliniche e sperimenW!i indicano che Je ztoni morbo"O della ~uperficie rcc:ptralorìa !':ieno u o mezw per lo sviluppo de' hacllli, e per l'el ..h •,•'Rd ODII ~uoi morbosì r 1·c· J<~l!1, che po«<>ono e«sere t;eparati scelti e ben }'reparati. Que!'li prodotti hanno pt'Oprìelit fil.'fr Olog'lclle beo riuate, essendo eminentemente to~,.ici per le rane, i conit:h, e •JU""'te pr·oprielà tossiche sono pt·imenli. La dPpressione mae!'giore la inducor1o sui cuore, per del meccanismo nervco cardio·irtibilo1·io.


L'azionl3 los:oica ùel prodoLLo polmonare '"' oppo!<ta a quello. de l'alropma. La qunnt1tà di prodoUo che si può separare i<lallft sem·eZIOD4 polmonore è in rcla1:10ne ct>n la quaoLili.t di bnciJh cllt \1 al riii\'PIIg<lOO, L'assor.bimenLO del Yeleno a n'Ulne mollo prohebilmenle per le m delbt circolazione limlltica .

.&Ione oonalderazionl aull& Uteml& ed l dtaordJ.Dt afllut, pti'TRn'I'S '\ATTH~TBWAltt.- (Tlte Jfetlrcal &corri, llrll'eUlbre l SSì).

Ullimamentc 1 dottori On Co !'Ila e Barlholow ho uno a.lol1ato le vedute di Murcbi~nn E<u quel treno fcnmnenioo che <JDeEl'ultimo del' neo C')! nC~me ù.i lilemia, mo,.Lr-audo le reIUJOni che que~to stato [Ìatolo,.:ico aveva cou l'ossaluria e la fosfaluria, :· "'umcndole dttlla chìmtca fi~tologicn. .lt eomun.;-menle ar~eUnlo che l'urea sia il prodotto finale del metabolisn.o deU soslam:e proteiche 4e1 cibo, ed il deriY8&o della consumazione ùei teFsuli aniruali. ol quale s.i lllltlge !*r mPT.ZO d1 .:;oslonze intermedie C(•m·· la :xant:na, fipoxantinn, ccc., e che e~a sin proporzionale ol con~umo det ID&\eriali or _anici, e.l alrintroduunne degb ah menti Co· Sleéhé nella ~licosurìn dove abbonda il materiale ingerito eù é considere\o)c la distruzione dei Le,.suti, la quontilà d'urea può giungere al triplo della normale. Le esperien1.e dei fl<>iulo~i Cl in!';(':.. nano C'ha l'urea pulo es~ fonnata dn molte parti del corpo, ma «i può trarre dire lamcnte dal feguto formandola •lal carbonaLo d'ammo'Ueca; e gli amido-acidi come In l(•ucina. la lirosina, la glieii'UI, • . J'a~(lBt•n..gma, ecc. , di cu1 «ono ::ot~h nultt~t alcunt· uchanno l ''odotto in c~!';i tale un incremento ù'urca da do lll"''e In convinzione cht. que ... ts !;Ì --ia f,lrmala nel fe{!8lo ~e 8h amidr•-acidJ sono ~;tali lra~o;portali dal cm:.olo deJia ,: P.Orta durante l'azione del fermento pancrPalico. la Jli'O\'JI r·•il convllleenla dell'origina epatica dell'urea •la dall'uumento d'urea nel fe.goto per lo ~timolo elet-

:s.

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RITI STA

trieo, e clalla diminuzione ili essa nelle atrofie acute, o degenerazioni grassose. L'acido urieo che per la sua chimica composizione ha r elazioni con l'urea, per la sua insolubili là si trova nel corpo animale, lranne nei primi giorni della vita uterina, allorcllè si deposita nei reni, e nella leuociCitllll che ce la ra vedere accumUlata nella milza; ma gli ammonio, di soda. di polassa e di calce altamente occorrono spe:;s:ssimo nei ftu;di animali. Benchu l'acido urieo possa esser formato dall'urea e guanina, oelln digestione intestinale delle SO!'llenze noidi, mollo verosimilment~ esso ha la sua or igine pala n~l fegato. Molte sostanze vegetali, come il rabarbaro, gli i cavolillori, gli asparagi, le mele, l'uva, i pomodoro, tengono acido ossalico. Oltre a ciò l'acido o!'lsalico ~Si duce spontaneamente nel corpo animale, come le espel'i~nze di Wohler e Ft•erichs, e rossaluria può dietro aiJP ingostioni di bevande gasose e carbonale abhoudanti ingeslioni dì sostanze zucchet·ine, come O!'lsalico può pt·odursi spontaneamente dalla decoro del guano a bordo d~i bastimenti che lo tra~ortano Owen Rees ha dimo~tralo che recido urico si con urea Ptl acitlo ossalico, mercè la semplice addb:ione l'ac-,ua. Da simili rulU emerge chiara l'intima rela1ione tra i nomeni clinici d ~Jros ...aluria e della litemia, che il dottor prop<>~e di cluamare uricemia, e sarebbe tempo d1 la prima dal novero delle individualità morbose, una var1elA della seconda. Pull restare in chirurzia la renza fl'a un calcolo d'ossalalo di calce ed un calcolo cido ur1co, ma la prufilassi ~rà sempre la stessa. In che conqi,.,te la rosfaturia? L'acido fosforico provienl' riai c1bo o dall'ossiuazione delle sostanze consumano ndrorgani~o, ma esso é sempre combu1nto la pota~!la, soda, calce, mag-nesia ed ammoniaca. Q sono tenuti in ~oluzioue dal fosfato acido di soda. il puo dinunuire 111 quantila ed allora i fosfali Lerro>'i


ODICA ~ano; ma questo precipits~o non indica un eccesso di fosfati

cbe può rilevarsi solo dall'analisi quantit.etiva. Ora si può dire che eludi rnolw accurati non sono rie<~cili a d1mostrare una reale 1mport.anza dell'aumento e diminuzione dei fosfati, né 11111 particolare condizione dei sistemi nelle variazioni quan· ti&alive dell'acido fosforico , giacché l.ali variazioni hanno coinciso con malattie di carattere ai'fallo differente. La diatesi fosfatica di Prout era basala sulla ricognizione del fosfato ammonio-magnesiano nelle orme ammoniacali. e Golding BirJ descrisse una sintomatologia comune alla li· lemie ed all'ossaluria, consistente in pro~trazione nervosa, dispepsia, melancooia od ipocondriasi, ma in •1uesta connes· sjooe a•nwmawlogica l'orina divents\'a alcalina o per alcali ftsao, potasse, soda, o per alcali volatile, ammoniaca; nel primo callo si verificavano dispepsie, anemie, debolezze; nel secondo 1 fosrau si attribuivano a decomposizione dell'Ul·ea, ma non ne seguivano alterazioni precise. Ora, sino a quando non si Mrù. al caso di stabilire uné vera connessione pa&ogenetlea f•·a la fosfaturia ed una formo speciale di malaLtia, non ci rP.$la che a studiare l'aspetto clìoico della literuia nei suoi tre tipi: l'epatico, il nevrastenico e l'articolare. ~a rrirua di enlrare in quesLo terreno è necessario rar e una differenza fra la presenza d'acido urico e quella degli urau nelle orine. ~oo sempre un eccesso di questi due pro:otti mdica un eccesso di essi nel !'an;::uc o uei tessuti: la eJl!IJtà dell'orina, la sua ac1dita in una ~iornala calda, posfar depositare acido urico od urali, e con un peso ~pc­ ciflco di 10'21 possiamo aver depos•Lo d'acido urico, mentre con .un pe"o specifico di 1027 possiamo aver sedimento di urau. La determinazione quantilaliva dell'acido urico per ~ ddl'acìùo clor·idrico sarà sempr e nectlssar•a per aver quanllll! lotalt>, e da essa sola potremo decidere dell'ec0 del difetto di questo elemento nell'orina. htemia epati'=a é, secondo Murchisou. un di~ordine fun1100 1 re del regalo, che in alcuni individui generati da pagotto>li si manifesl& con disLurbi dige~tivi e circolaDel!~ c:o~ depositi ùi acido lilico e sali di lilina e pigmenti orme' ma cl1e 111 . sostanza dcr1va . dall'•mperrelta . . oss1-

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daztc>ne delrurea e <lellt! soslftn7.e proteiche. Or que:-li sintomi sono quelli ::.le.,~• aUrihulti da Prout e Golàing Bu-d ell' "'-""'IIUria. Nella liiPmia nevt·a~teuica im ece ùe~li aUaoobi di .gQUa, SI manifestano dcllc nt~\"I'Rl~~. ùolori frontali, linniti ùegij orecchi. vertigim, f;P9S~~ZZA 1 e perlino l'ipocondriasi.. Quct!tt sintomi sono accompagnati, seoontlo Garrod, de ecce:; o di aci<lo u:rjoo nelle onne, pr,wenienti dsi cibi più o meno ln:ot.ali o da dif~tto di o"sidaziotle. od in:-urtìcienle az,one dei reni. Però, ~onJo Ebslein. l'aeiJo uriC<> si produce m molte p.er li del corpo, ma princioalmenle nei muscoli e nelle <ll~sa. per mellllll()r:fosi d~lla creatina. !>9rcioa e xtmt.ina, donde i olori muscolari ~d articolari nella ~olla. La forma gollosa che si rivela CO!l dolori e sonfiorl delle arlicolazioni, ha quindi per sub,..Lrato la tendenza indh·iduale eredJl&ria nei depo!!Hi delle alcalinità del san~ue o dogli &lLri W~~uli ne!Je arllCCllazioni. Le sollerente lilemicbe. che non assumono rrue~L'ulli ma forme, e che quindi pos!lOM ec;::;ere c;cambiate per malatl.ia dPIIu !!l.omaco o del sislema nervoso. si diagnostirc.no per l'e ccP<~siu acidità delle or ine., per la loro forte coloNJzione, per l'eamenlal.o pe~o ~peeifico, per la ~posizione ::pootanea dell'acido urico, per. l'eoc~o di ur11li. :-ì'ella C\11'8 della la1emia nor. si deve ricorrere con \ropp$ confidenza ai cibi idro c~rbonali, perché il mueo ge~ll'O-in­ ~tmale espo!;{O alla (èJ•sneDlazione ft(•elica svilnppn nr.ido carl>onico, riempie le inle!llina di gas, ed accre..«ce le soffarcn~ neuroticùe, la ,JJeta mista é la migliore, e bisogna indflg-ar e le jndhkluali idiosincrncrie per la digeribilità dei cibi. l ~ssl.h•i sono utili PE>rchè promuovono l'ossidaziont• deUe ~ltm7e prol.esehe. 8llivano la fUilZÌOOBl'eOale, prnruU0\000 l'aU.hit.é intestinale. Le pa~seggoiale all'aria libera e l'ast.en• t>ione dagli alooolici non &~.rannn m8i abba~a raccom&Adale, a~ungeoJo per i nevroa:.leniri le rosianze che rac•lil.ano fa digeslione, oome la pancrealine, la !M!Psina. la sU'iorùoa e k piccoJe do<~i dj chlnjno. I sftli di pot.assa e di litina sono utili perché formano com· po~li solllbili nell'orjna e ne promuovono la ,secrezione.


ll1W1CA

DI aloUDl fenomeni vasomotori nella febbre tu'oide, pel dott. ..bO'f:t. Mo:o."EY. - (The Lancet, <.lkembre 188ì). In rcrle febbri liroidi reumaliche occort-ono de' fen11meni che l'autore raggruppa sotto la denominazione. di fenomeni eponlane1, cioè di quelli che sì possono osservare senza pro'\'Ornre Alcuna irritazione o $timolo. P el' esempio nelraddome si ''fide sovente un colon~ rosso bruno uniforme che fa sparire !e macchie di roseola antecedentemsnte esistenli, e qua e la :<i lttllsno deUe macchie di noa bianchezza variabile dal biancù a•lombrato al bianco candido. Se poi la peUe d·•ll'addornt! si !'timola oon la corrente elellriC'a & col calore. l'area slilno'ata divien bianca d'avorio, e r~.;·~ta l&le per parecchi minuti. poi !!raJalamente ript-ende il e{llorrosso~curo. Qu('sto fenomeno f8 pensare piotoosto alla conlrl\zione lenta delle tìbre cutanee non innervate, che ella contrazrone energica dPile llbre mu."C''iari volonlerie ; qnin<li é prf\babil~ che dipenda dalla vari11 disoositione del pr otoplasroa delle pareli de' capillari, p1uttostò che dsll'azion~ del sist.ema nervQS'o. Urt'l'lllra iSerie di falli ..;i osserva quando si paragone il hraceh> o revambraecio d' un rebbricitante all'addome. Si VOOP. allot•a nn deci~ c&ntrasto di colorito fra queste due parti ~la pelle, perché mentre l'a<klom~ è rosso carico coper-i.o ni rD&è<'hie bianche, il bNccio è bianeo ù·avorio coverto di mecc.biP oscure o rosse. Se allora s i stimola la pelle del br accio, .,, ved•• lentamente compari1·e la macchia rossa, la così della lticke eéT'I!bral"!. Altre volta il bracci-o è di color rosso roseo, ed esposto all'aria i&n[>allidisee, ma se vi si scrive una lettera con la pressione flel dito, la lettera compare rosso.: puo ancb.e o-sservarsi un assoluto contrasto di colorilo fra le lelt.ere scrilte nelle di"et"NI parti del corpo, ed aversi lettera bianca sull'addome, ro~ ~ul braccio, bianca sulla gamba. E questi fenomeni sono iadipend~n ti dalla lemperalura o dalle s~u della ~le, perc.be si ~erifìcauo nei casi di epilessia, di eoreu ed sn altre maloLLie nervose o rt>.brili. t bene avvertil-e eùe i delti fenomeni si osservano generalmente ne• t>erlnl'hsmel1ti cerebrali, nel delirio~ ma possono


BlYlSU

anche coincidere con la normalità del senso rio. Ad ogni modo sono tatti cbe non si possono completamente spiegare, ma che possono acquistare un'importanze. clinica nel progressivo sviluppo della scienza. Alcuni pantt nella dl&poal della pleUte oroDtoa, per HENRY Coe. - (The medicai Ricord, ottobre 1887). Al~uni anni addietro il Thomson disse: Ho sempre cercato qualche segno che indicasse la prc:~senza di un'estesa pielite, ma invano. E gii scrittori sono unanimi nel manifestare le difficoltà di riconoscere l'infiammazione cronica della pelvi, specialmente se associala a catarro vescicale. Solo quelli cbe banno fede nella loro abili là di esammar le orine, parlano con confidenza della facilità di riconoscere una pie· lite al microscop1o. Ullzmeno intende per pielili croniche rJUelle forme che in· sorgono per estensione di processo da quelle parti delle vie orinarie posle al disot~o della pelvi renale, come gli ureteri e la vescica, od anche dai reni stessi. Co!!i. sarebbe esclusa l'infiammazione acuta delle pelvi, satebbero escluse quelle dipendenti da calcoli, da tubercolosi, da infezione acuta. Or ~iccome l'interesse chirurgico di questa affezione è cresciuto da ehe la nefrotomia è divenuta una operazione comune, & importante ilricerca•·e qualche segno diagnostico per scoprire una pielite senza tumore. È importante il sapere se esistano preceùenli d'una ci~tite cronica, ma è impossibile assegnare un periodo nel quale rinfiarumazìone si è estesa dalla 'Vescica alla pelvi1 perché il processo é ~ssenzielmente graduale e progressivo, e mancano i segni di questa estensione. 11 dolore nello. regione renale è uno degli ultimi sintomi, è più comune nella pielile primaria dei calcolosi, ed allora ba spesso preceduto uua colìca nefrìlica, d'altronde UJtzmann sostiene che H dolore lombare è spesso scambiato col dolor r enale, e puil dipendere da affez;oni dell'utero, dalla prostata, ecf'.; molti casi di cistile croni«a sono poi stati ri.co· nosciuLi per casj ùi vera pielile all'autopsia, molte volle i re-


55'5 stringimeoti e le iperlt'Otle della proslala sono accompagnati da pielite la quale non da segno di sé durante la vita. Il segno ftsico più saliente è il tumore della regione renate, ma si rivela neglì ultimi etadi e nei casi gravissimi. L'analisi dell'orina induce anch'essa io errore, perché i1 sedimento conserva spesso le lracce delle le!<ioni ve<~cicali, prostatiche ed urettali che accompagnano la pielite. La presenza di un considerevole deposito di pus senza eccesso di muco specialmente se il catarro vescicale è moderato, è indizio mollo importante, perché se venisse dalla vescica sollanto, sarebbe occompognalo da uno strato di muco denso ed attaccaliccio, che aderirebbe alle pareti del va!=O. E rJuel!to segno ba tanto maggior valore se le orine sono neutre e leggermente alcaline, percbé l'orina molto alcalina depone per la cistite cronica. Ultzmann as..evera essere l'ecceC~so d'albumina un segno eostanltl della pielite, ma ò difficile constatar tale eccesso quando vi è abbondanza di pus. La diminuzione dell'urea è stata segnalata nei casi di pielite avanzata, e Pascalucci richiama l'ettenziC\ne sul retto che il'nilrt.to d'urca cristallizza in forma di penna, non in romboidi come nella cistite. N.,l rlubbio 1\ bene segu1re il con<~iglio di Thomson, lavar bene la vescica, poi introdurre un catetere elastico e !asciarlo finctll! non fluisca una piccola quantità d'orina. So tfuesla contiene molto pus, ed una seconda lavatura d·~lla vescica ne conti... ne una quantità tnsignificaote, possiamo es<~er sicuri ch13 que<~to vreoe dall'allo. Se con queC~to mezzo <~i ottiene del Aanf'(ue, la pielite non è semplice, 1na associata a nenro1·mazione morbosa od a calcolo. Jn quanto all'esame micro,.copico l'autore confessa d'aver trovato fallaci molte descrizioni di osservatori. Alcuni ba!ila~o la diagnosi sopra poche cellule caudate della p el vi e det C&lil·i, altri pretendono riconoscere l'e'il~>usione del proce:~-.~ mfìarnmat.orio dal trovare questo epitelio tlt transizione negh Alt·ati superficiali del depo~ito, piullOblO elle nei prorondt. ~la le cellule epiteliari dice Ultzmann, sono m()lto rare nella r•ielriA • l . • fi -o crontca, e se la suppuraztone e &\'anzata ~· cooondono con le cellule di courormazione endogena che sor-


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liTI STA

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gono dai corpu,coli del pu". ComP. poc(l scientifico il n®• noscere 1m proresso flogi"'lico dn lre o nuattro elcmeoti epiteliali l Una rondine non fa primavera. Ritememo invece che mentre la presen.za di moll·· ce!Jule epiteliali ci atulnnq per la diagno&i di una pielile, la lor o mnncanz:a uon ~per­ mette w eS<:Iuderla. 1 corpusr.oli tlel pu~ merilano ser~a al.knz.ione. Quando pro· vengono dalla pelvi renale si dic::pon~ooo 10 masse od m gruppi. Gti epitelii renali ~i lroYono comunementò, rua da e!IJÌ non si può giUdu."are della malattia della pelvi piil. che .Iella f;Ost.anze midollot"e. Fìncb~ non posscder emo meui mhdiori per dislio~ruere le lesioni della pelvi, bisogneru ooolenUI~i di e,.aminare l'atina trallll daJla vesr.ka, ma se questa ~ ~ d't.toa cronies in· fiammazione , neancl1e uno esperto nell'analisi tlellt! orine potrà e::tprimere un"opinione tleci~iva sulla diagnosi. L'autore conchiu(l~> con le parole eli Roberts: • le v1e ori· narie superiori sono coinvolte nel proce~Ko flo"istico •1uanùo il pus ùeu·onna è ebbnndante. quando, malgrado la FfraD quantità di pus l'orina è debolmente ammoni~teale, quando i reni sono dolenti sotto la pl'~sione, il movimento febbrile a la pei'Jtta delle forze non sono in proporzione del catarro ·ve.seicale ed w-elrale, quando il cstan'O della vescica ha ùural.o a lung.o. Dell'orf.Da non spa.mOS& ln alo1U11 cui d1 albnm.lnurla, per R OBEHT KmK.- The Lan~rt, ot·obre t&"').

La mancsncs di spuma nell'orina di alcuni atbuminurici è un fenomeno che deve aver relazione con lo scopo delleJ.SO~tanze prote1che nel sistema ammale, e con la diversa qualità delle albumine; la mag2iore o minore spuma .!!ponde da una certa C()mbinazione del siero albuminoso eon la globuline, e quando quesrultima nen prec•pilata pel' dialisi o per • aturazione de' sali, l'aJLuanna ripre11de la propnetà d i fare '~puma

Se si prepara un estratto acquoso di carne ebe contiene molta emoglobina, e vi s i soffia una corrente d'~triu, nea$Una


boli• viené nlla superfldl', ma Sè l'eslratto si espone per 2~ ilré el\a dif.Yisi, è:<~O ~pumeggi" come qualunque siero albu· ìbiftol!o, prec.ipila gran quantità di paraglobulioa, od il liquido 411~ vi!;CO"O e difficile ad eQser tlllralo. Sr> si t•ipele l'~spe­ rkliento con u11 liquido \'t!'t~hioso ,J'una ci"li ovm·iea, o cou a'oriue non !<Chiutuoi!u d'uu ulbuminuric.>. si nUiene il m ~imo r hullllh>! spec111lmelltc «e t a !Jill'bglobulina é slata prclipila&s dal solfAto Jj mat;JII'$i&, c ~i l! tenuta l'orina per 12 ore in una 'OOmern calda 11 3~·. La paroszt ..onliua del <.iero del sangue spumcg>:!iu t~orue t'albume e comu il siero albumino!"o, e né gli acid1, nò ::li •leali, nò la saturazione del liquido con un ~aie, né ln precipitezione dc' :::ali con Ju dialisi tol~ùllO al hquìd" la proprietà c), far la :;puma. ma se il liquido non c spumu!:!o, lo dive.nta precipllando la paraglobulina con la dialist. o con un tale qflalunqn~L'albumiun degh c.?Ssudati manca spes.::;o àclla proprietà di rare spuma, come ::.i può os"ervare uel liquido dea li idrocoli, • nall'orjna delle n~Crili acule: tnlehò rautore rHlene eome Wl ùuou segno dl:'ll'albuminuria la mancai!UI Ji,spumn. u tipolia due cal'ì d1J ropbie albuminurie a, guariti completamente ia POCO tempo, quoutunque l'albmuina ùelle <)rine fosse ab-

èoadan L••. Per far spumc::;iare un'or;na uon basta az•larla, convieue VeJ'èarla Ul un t•ecipieote cilJnùt•i"o abbaslnnzn gt•anùe, e sof· fiarv1 òentru deJJ'aria con u11 tubo ·li vetro. se esisloudo una diecrela quantitit ll'albumina monca la spuma od ~ scarsa, ai può sper01·e che la nelhw sia acula.

a.u,. C1lra.bWti. e sul trattamento della t!sl della laringe -

l'I:D·3RO riER'\")\(;,....:.. (.-tll!}elll. n·;ener Med. Xei-

hlTI!J. N. !:.L 1887).

Da quasi un secolo li notu ai medici tuUI molsllia, il cui i~me di !!inlomi è compreso ~otto il nome di li;.i lariu:reu. PetiL fu il primo che neU'nnoo lì91J la dcscri~!Oe csallrunenlo : una memoria inlilolala: De phtili la,.ungecl, ma primo fu Laeonec nel 1St9 ~ indicare la. naLura. lubcrcolosa dj


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&lVlSTA

questa malallia. La sua dottrina che inecmtrò dapprima opposizione, trovò poi un potente sostegno in Trousseau, Andrei. e Albers, e particolarmente poi dopo il 1870 il RokitanekJ e il Virchow dimostrarono la presenza dei lubercoli nella laringe. li Rsndfteisch non mise in dubbao la pos!<ibile esistenza di tubercolt miliari nella laringe, ma spiegò la ulcera che ne deriva come un semplice processo infiammatorio catarrale dei condotti delle glandole mucose con suppuruione consecutiva. La necrosi delle cartilagini, come l'ule~ razione.. ~rebbero, secondo lui, il risultato di una neoformazione fto. gislica, con disfactmento dei tubercoli. Queste dive~e i~ terpretarioni si mantennero tino all'anno l8i9, finché d'Heinlze o ella sua classica monografia: Sulla tisi lar'ingea, stabili 8Q basi affatto scientiflcbe la natura lubet·colose della lisi della laringe. Da quel tempo la dolLrma del Heintze ha ricevu&o una conferma dappoichè 10 tulle le ulcerazioni della lisi della laringe, anche nelle più piccole erosioni si sono potuti dimostrare i bacilli del Kocb. Poiché sulla natura dell'affezaone non cadde piia dubbio, le nuove t·icerche si esercitarono particolarmente su due questioni: sul modo delle infezioni e sui mezzi per combaUeroe le conseguenze. Fra queste non vi è che l'acido laLtico che abbia sempre dalo risultati relativamente favorevoli. Quea&o medicamento raccomandato dal Kranze nelle ulcerazioni della tisi faringea si è dimostralo, particolarmente negli ultimi due anni, dappoicht' il !'IUO uso é diventato generale, io alcuni casi di una eflìcacia maravi,:tltoss, ma in molti altri la cicatrice dell'ulcera non avvenne o avvenne solo mollo lentamente. L·Heryng si e mollo occupato del metodo del Kranze e pubblica in questa memoria i risultati delle sue ricerche suUa natura della tubercolosi larJngea in generale e dellratlameniO con l'acido laUico in particolare. La esperienza gli ha insegnato clte la posizione delle glandole mucose nella laringe e per la tubercolosi di quesrorgano di molla importanza. Le glandole mucose si trovano più numerose sulla mu~a della cartilagine arlinoide e delle ripiegature della epiglottide e appunto questi luoghi sono la sede prererila delle uiC('razioni tubercolali. Quindi l'Heryng discorre della lisi laringea ptl·


UDICA

maria già ai tempi andati molle volte negata, ora messa fuori di dubbio dali'Orth e dal Frùnkel. In quanto alla infezione secondaria, questa, ~econdo il Koch aniene quando esistono escoriazioni della mucosa della laringe o nel periodo della deaquammazione dell'epitelio. Le ricerche deii'Heryng stanno a dimostrare che può seguire una infezione per via delle glandole mucose. È poi diSCUSN la questione se tutte le ulcere che ~i formano sulla laringe nella Lisi, siano da giudicarsi come lubercolose o se possono anche insieme esistere le cosi dette uleerazioni ca· larralL L'Heryng inclina verso l'opinione dello Schr~tler, secondo la quale a fondamento di tutte le cost dette ulcere calarTeli stanno malattie più profonde come la tubercolosi e la siftlide. Lo Scholtelius spiega le dette ulear8Zionì per le quali il Virehow propose il nome di ulcere erosioe ammettendo che Dei catarri cronici, in conseguenz.a del turgore della mucosa cagionato dalla for te iperemia si prod.ucano delle insenature che impediscono il regolare detl usao del prodotto della teerezione mucosa, e che questo decomponendosi provochi la uleerszione del sottoposto tessuto. Trattando della terapia, ricorda come essa fino a pochi anni passati fosse puramente palliativa. Si limitava a calmare l'atranno, la disfagia, eec. Solo ultimamen~ si tentò di agire direttamente sull'ulcera, coll'ìodoformio, l'iodolo, il creosoto, l'acido cromico, l'acido fenico e recido lattico, portando que&te sostanze a contatto con le parLi malate mediante in· aufflazioni, iniezioni o pennellature. L'acido lallieo è dt gran lunga quello che ha dalo i migliori risultati. Ma poichè in molli ~~i la cicatrice era solo superficiale I'Heryng raschia prima il rondo dell'ulcera e quindi applica l'acido lallico. E cosi si banno risultati molto migliori.

. . .1111lollle nuUm.ectut e larvate - Kua:-~. - (Deut&che

M€d. Wochena., N. 10, J88S). doK.~h~ fa osset·var(\ dapprima come fino a pochi anni fa nel belllinJo della pai.Qlogia nessuna dottrina ebbe concetti tanto ne Precisi e d~>lerminati quanto quelli ùella polmonite. Il ,


I lVISTA

ratfrcJdamento ne era la causa, il proceS!'-o ~10S!J"tico l'effetto. Yeto è che sì ncono•cev11 buon nwnero di niti r·be non polev$nfl adallal'$Ì a.ll'usuall:l r(Oa.Jro ,nosoJog.,. ma questa dU'tlcolui <:'Nl superats coll'agziunJ!are a!la cla>'~ica le form•.: co-.ì ÒPlte ~'pecifichc. QuiDdi vennero sct•Jile le forme bilio ~', aslcnu:he eJ oltre studiata $JI,ee.iialt monte cla Trou eau, .Moslcr, Leicle.n l!'ro. 1 odd e Gl'iso• Jurt.re.nsen por il pruno prodamt> quoslo principio La JUOJtiil

CrtlpOS(t é 't.UIO lUfÙall,l\ genna\e 1100 if'gHla U

zioni 1oc-ah. L'inliamntflzicme tiol polmone è solmnto il tomFI piit :>alle n t . ltcnmueni morbo. i 11!111 si po<::sono " colla ola aflcw:mt [oeate. È •fujudt necessari:> arn fsztouc di spoeiah pr111dpii pntogeni. Quindi lu polmonite :parlie.ue al gruppo delle tnRIAU o infett;ve. Kiihn riied.e JUe,.,l.o pt•incipÌO UnO JlHllar;.:a mtel'pl'e1a:tiOOO ed ammise hl polmonite in cert.i t.etny..i D·'>n ,.olo sia una maltlllia iia~etl._ rna l!ll;l anche conLII~io..,a. Esbte unA. malallio quaill decorre coll'apparato Jeuomcnico proprio delle lmonìe asteniclJe, ma che.de,·o es:!ero r•ettamentcxli::.linLa pneumonia gonuina. La ste~a qcienza balter:otogica uel ,uo attuale punto rogre.....o non et ha ancora for·nìto un ooocelto unico genetteo della polmonite, e cìò p<!J•ch() non esiste unifot•mita dì o:erlnta sull'azjone dei Lallerii. Dopo •ii. twero accennato ai fa,·o:·i di Kleb-.., E.lberl. ·e altri tnoder·ni. l'aatore im~rerule u U·attare 11 :-uo tema pneumooitt rudimen1.8le. Tratta;oi di un ce numero di affezioni felJbrlli o d t più grorui, contr•asse;mato dal caral~~Jrislico :;intorno '~komi"C,o della polmonitB; febbre alla eh·.! principia eoll vido, quindi YOIIllti e rliarrea, Ct:oom~IIJ nervc.si, !!ra.nde. l>trazion\3 di forze, dolori al pollo, oc<'. Sintomi tutti che dileguano con una repenf.inu cnJuLa ,HJa IP.mperatura e segmh da cornplela euroria, e ci1\ ~enza pol.'luro alLPraZJODJL locali del polmone obicllìvam(mte o~scrvabili. Lo ,.limolo tos~ può mauJfe,tar:oJ e pu<• anche merlt'8re. Gli SJIVti, esLStono, non f'OllO commisl1 a sangue. Per con~


JIEDICA

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' queste aft'ezioni si differenzierebbero dalle polmoniti abot'tir:e degli autori. 1 casi di tfuesle polmoniti rudimentali si molliplicarono in rorma dt vera epidemia che si é osser vati) durante il1885 in uno stabilimento penale (Mor ing). In quanto poi all'eziologia l'autore dice che l'infezione di polmonite ~i verifica tanto più racilmente quanto più l'indt~uoé vuloel'Bbile; cbe l'etA della maggior robustezza è a nche la più refrattaria all'infezione, che quelle condizioni dJ vita le quali favoriscono le lesion1 superficiali dell'epitelio della mucosa respiratoria, come sono certe occupazioni negli stabilimenti penali predispongono alla polmoniLe iofèttiva e inollre 1011tiene che il raffreddamento non esercita inftuenza alcuna aulla eziologia di questa forma di polmonite. In riguardo alle polmoniti rudimentali fa osservare che in tutte le malattie d'infezione, Lifo,rebbre ricorrente, scarlallina, vaiolo, ecc., nel tempo di una endemia o dt una epidemia oltre i ca!ii lipicl e più o meno gt•avi se ne osservano di assai leggeri, la cui diagnos i, in causa della loro mitezza, non si può fare !!kuramente che nel tempo in cui domina essa epidemia. Riguardo ai singoli sintomi egli ricorJa ancora che l'erpete labiale vi si osserva quasi con la stes~a fre•JUellZ8 che nelle polmoniti franche. Nell'ascensione della febbre le pneu· monie rudimentali corrispondono esattamente alle condizioni d• temperatura del periodo iniziale delle altre polmonili. La ma!lsima altezza della febbre e varia, e la sua caduta é obhqua perché finisce quasi sempre dopo uno o più gior ni di lem~ratura subnormal~. In molli cast nella caduta della febbre ai osserva una m ag~iore JilSi che si este nde oltre 24 o 36 ore. E cosa assai notevole la p•·oslrazione di forze che lascia dietro a 8é una pol:morule rudimentale di due g•orni. Poco si è rac· colto ~ull'analomia patolog ica dell'alfezione. Se la pneumonite rudhnenlole va ad 68ito totale senza complicazioni cerebrali 0 .deve e"~ere e:;islilo un 1oceppameuto all'atti \"ila funzionale dt organi ghiandolari impo 1 t.anLJ e destinati alla eliminazione dea Ulìcrorganismi patof(eni (reni, feguto, ecl') oppure un Indebolimento di ru 1ZÌ·>ne del ce n Lt·o circolatorio. È un ratto de no di nota che d ca tre casi di polrnonite rudimentale, che 36


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RIVISTA

fini rono cnn ~<\tlo letale, ai primi ~iornj si Lro~arono renze pleuriliche di aulica tlu ta ed estendentisi a tutta ~uperllc:e del polmone. l tubi polmona ri erano edematosi pr"gnÌ dt sangue. r:autore potè ~coprire la presenza dei c1•obi anche iu questo punto ili polmone appena ip(l r~ttnil~,._.tu nello ste'"l!O moio r. h· ~i <\UOie t·invenirli nei pollllonl tlztt~li o sempllc.. mente Cl1lemntosi delle polmoniti rranrhe. L'Aul<1re non a ccellll la doltrina di G. Sèe, il quale am cl1e nna polmonite semplice ~:a un processo fio8i!"t.iCo mnrio locale prodollo da nn microbo specifico. I germi togeni specifici per\·engouo alla mucosa delror!!ano del ~piro e quindi odéli:>cono e moltiplicano. P er lutto il d'mcubozione df.J11A polmonile ìnféttiva non si ossen ano torni rn01·ho'-'i e <:oltnnto ne1 ~oggelli molto sensibili SI fenornc•ni prodr omici. Que!!tl, come in tulle le malattie tezirme, !'i ~,·ifupplno per l'azione che le ptomaiue rlni mict·obi eserdl11no gu( ~iRtema nervoso centrale; conrlo che si Jnttnifel"lann 1li prevalenza i fenomeni ma~ionP locale o f{nrlli d'mf'c.ztOne generale i! quadr·o rnatico rl··l! a m alat!in pr endo un aspello diverso. Nel cn!in "i ha lo ~vol~irncnlo della polmon!t1;! classica degli au in altri cusi la polmonite ncl''·o~a astenica. ecc. "ello forme epitlcmieht1 la pi'Oduzrone delle ptomolne é cop a:::a c ru?sce pnì de!et~nn che nei casi spornt1ici. L·~ form e tipiche clellt~ polmoni le contagìol;a raffi~rano modo k"~ai ncl·,•ntnnto !a polmonite iofetliYa. Tutte le m o1111t :-o11o locnli ed in!lcienti, raras;;ilarie e con tnu 11 pr cF>~!"O in!' ltivo llen di r·a1io ~i svolge in modo pletn; d1 <lUi In :.. r,mrle ,·ar·ir·tà nell'assieme ~intomalico morb> l f~ttli prù co,lanti n \'~:rir1car::i anche nei ca:::i di forme flitne 1t.ah sono la frJr·mozionc di ptomrun"' e i r.•nomer i li\i del ~istema ncr \'OSO ,·eul1 Rio>. Specialmer.tc ne~li ~nd 1ste:'ò-(! ilcllici, <'pilclllci, Elli('nali si ,.ede eH•tlire In mala cou !!r:n·i oece~ 1 epilettici SMza che si racclai.O anmrez:ZG~o'"' rlhl' r. doni del patenchimo pi)Jrnonale. lu(lllte manta Il vid".


563

JfEDlCA

Lo atesl!O nccaJo nei bambini. La malalUa incomincia con che dura uno o pè giomi, poelù e bre"i renomeni offrouo i polmoni eppure anebe in qoesti casi lraUa!:ti di polmonite larvat.a. J paralitici poi ci offrono ~mpi e~ Lc:truU.hi !00 colpiti da que8ta malaWa. Bceo cosa dice Ki1hn a propo~ilo di IJUesti soggetti. Gli eeces"i ~plleltifomu ed opoplettiron.ni dei paralitici rap,.eutnno di solito i l>inlomi iniziali ~i polmonite o confer...C. IJ rudimentale. I ronomeni febbrili eh~ aocompa;nano q11e5ti acee~<>ì sono CO!>tiLuiti dalla tempet•ttlura propria rle!I'Jarezione. Bgti fa nowre inoltre che il doloro puntorio laterale da coi i pnemn nicl $OnO tao~ spesso torinenta\i fin dal princi{-iO del briTido, dipende come in tutte le nuùattio infettive, (la nerralgta I.O!!:!Ìca dci ner,; inleN".oc:lali e non Ha conco· laitate pleurite, ··ome falsamente ;;i é credulo fino a.d ora. Le aevraJgie pneumoniclle che po!';c:ono cr1lpire anche i neni della f'accia. somigliano in ciò all-e nevt·olgie malariche. Talora lu pneumonie lorvate si esplicano con angina, calarN Wingeo o bronelliale. Anelw molli CR6i di pleurite e di pe· rieardìle non :;ono altro che pneumoniìi larve«-. ID qonntO alh cura Pgli crede ''&llt.àggioso 'il calomelsnn • la S'l lnppa (lranue che nei ca<>i complicali a -catarro ga<>tro•terien). S1 oppone alru~o dei forli antipir.:tici del "''"'telaetieo uso della digitale e dctralcool. o nenlmeBo profe!i-.a molta &hnpalia pet· 1 bagni f1·eJJi. Contro l'elevata tempet-atura ron~igliu proporzionale do;,i eU chinino c rapplicazione di cornpres-<e fredde. Crede elle !:li eapelloranu non o.Ll.liano alcuna ellicacia.

~ d'etlaulpsia, quindi 'fiene la febbre

•un· 'llso dell'ergotina in alcune malattie di onoYe. . ~v ENiiACH. -

(8erl. Klin. W&cltens., tJ Ccncralb. /,;,. die ed e. l\ 18CettE.eltajt., ~. :'!, }. s').

R obacb dimostra che la d izilale, In fJUale suole a~re lam«;utc u i dblurhi di eompentiaziune resullante da1 vizi che 111"' dell'o•tio ve11o~o J;:iui:-:tro, in disturbi si.Dl.Ìh invece a~" ugouo r~et· unu insutJHtnza d t• Ile val vo le aot-ticbc 1

:

l


56 i

Rl\'JST.-\.

orc.linariamente r imane .. enza t:tl'ello. "\~ede di cill la in questo che nei vizi della mìlrale é principalmente il muscolo cardiaco stesso, sul •1uale di prderenza la esercita la sua azione, laùdove nella insufficieuz.a Aot•Linl•,jj direllamente danneggial(l il sistema arlerioso, dappo tubo dell'arteria, pel piu forte ed energico rìemptmen&o stolico 11erde a poco a poco la sua elasticila, cosicchè poi a mancare uno dei più importanti faUori aUivi del mento del sangue. In quest'ultimo caso può solo ~o'cco'rn• un mezzo che ecciti fortemente la parete vast'.olare e aumenti la pres~ione nel sistema arterioso. A Lale scopo tore raccomanda la segale cornuLa che fece buona non solo nella insufficie nza aortica mal compensaLa, ma cora nei casi della cosi delLa dilatazione idiopatica del (nei quali pure si banno alleraztoni della conlratLìlitA e atlivita delle parels vasall) e nei casi di sclerosi (ove bisogna trovare un compenso alla aumenLata allivsiA v8so ancora affatto o relativamente intatto). Il principale fetlo rli questo medicamento si dimostra nel regolare il nel diminuire l'affanno e respiro, l'impulso cardiaco e gU cessi sLenocardici, menlre non sono modificati gli cdems sidere>oli: ed è inefficace in altra forma di viz• vah·ulari. Le formole raccomandate dall'autore sono: Infu«o di cornuta 10-15: 150 (occorrendo con l'aggionla di etere rorico 3; acido cloridrico 1), ogni due o tre ore uno cu•x.,,....._ ovvero: ergotina 2-i : 150, una cucchiaiaLa ogni Ll'e ore. vero ancora: ergotina 3 (occorrendo con l'aggiunta l'~fllriiLIIII' di convallaria majalis 3, o polvere di foglie di digitale polvere di estratto di genziana q. b. P illole X. SO. Ob~l ore 2 o 3 pillole. O finalmente: infuso di foglie di disìtale ergotine 2. Ogni due ore una cucchiaiata.

L a parenohimato•l acuta, una nuova malattia tnfetU• - B ucHw \LO - (Detti!{ .•\!ed. Woehens. N. S, l 3). W est fu il ps·s~no a reuùc1· noli alcuni casi di malattia iofeLLtva a forma c decorso epeciale che fu anche chtama&a morbo lnfett1vo di W cil. Ts·attavasi in quei ca:-~i d'una alf~


KEDIC.o\

365

zione che esor.liva con sintomi nefrilici, con ingrossamento eli regeto e di milza, con illerizia, il tutto accompagntslo da febbre alla c da gravi fenomeni nt>rvt)si. Nonostante l'apparente gravezza di sintomi, la malattia durava poco e lermmava con e!.'ito felice. Due r~ei analoghi furono poi faltt conoscere da AufrechL eoUo la denominazione di parenchimatosi acula, il cui complesio tlmtomal•co somiglia mollissimo alla mala ttia di W eil, U dealrso però ne fu ditrereole, anzi opposto. Nel primo caso ad un processo di lil!i sviluppalosi rapidemente l'i aggiunge un'affezione simile a quella descritta da WeaL Il secc•ndo cac;o si riferisce ad un uomo di 40 anni f.no allora rimn11to sano. EgJi ammalò irnprovvisament.e con fenomeni di cAtarro gastrico , stanchezza, anoressia e nau.,ea. All'indomani SI a;rgiunse la febbre, al quarto giorno si manifealò l'illorizia, il giorno successivo .si osservò l'albuminuria ed al settimo giorno avvenne la mo1·te sotto accessi eotlYUI&ivi. All'autop,..ia si trovò, oltre che la degenerazione gras<;;a del cuore, ~:ravi alterazioni dei r em e del fe~alo. Non vi ha dubbio, dice .\urrecht, che •1ui si lralla di un'affezione TP <Juale ba colpilo gli or~'8ni parencbtmalosi più importanti come tegato, reni e cuore. Il tessuto del regolo e dei reni era cosparso tli piccoli granuli lutti di uguale volume, che Autreebt inclino a credere micrococchi, ed è questa la malattia egl1 de~omina parenchimato~i acuta. . .d.uu COst osservati da Wagnet· sono in comple!<so mollo suruh a 'Jue1li di Weil, ma rappreqen lano gradi più leggeri. . In uno di l]uesli casi mancava l'albuminuria e in un altro 81 08 "ervll l'erpete Caciale e ripetuta epìstas~i. ll Wagner avrebbe 1)ualifieato questi due casi per tifo bilioso endemico OPPure lifo aborti\'o con illerizia. tre~':::he Roth ebbe occasione di os~ervare un caso che pozione ~!~ere classificalo coi preceden ti. In questo è da menmala~1 una notevole circostanza ed é che all'origine della Jlazien~ sembra abbia conlribujto l'abuso di carni salate. ll era un soggetto di debole costituzione. Jl decorso

cb;


IU\'IST~

IEDIC.\

fu assai prolungato ed al 31• gìurno dopo dieci gM:lmi di re~~ia venne la recidiva che durò altri cinque gìonli,

anche complicata a le~g..:ra pleurite destra. Come si ..,.ede la nalura di q~t.a malaUia iD!eUiva è ancora ben chiarita; m ho bisogno ancora di allre e parLicola.reggi.ate osservazioni e probabilmente di più rau studi ba~toorologici pet· farsi un concetto clinico detertninalo del morbo e trovargli il suo vero posto moderna nosologia.


567

BlVISTA CHIRURGICA

Va metodo d'e•ob.sione della lingua, per RtCUARD BARf.vnt. - (The Laneet, dicembre 1&;7).

Un uomo di 47 anni aveva un vacotl) epitelioma cbe occupna la metà destra della Jingun, si ecoton ieva IDtlllo indietro, 6 Vel"SO Ju base SOrpassava }A lìn~a rn t>diana; J"uJcerazione ero lauto sensibile da cagionare esll·etno dolore nella mosticaziono e nella deglutizione, l'infermo era molLo deperito, l'alito 81'11 f..tido, le glandole d~>l collo non erano ingr<>!«ttate. Il giot·no G agosto l'autore fece un taglio Jì un centimetro e mc:tzo sulla Hnea mediana del collo in corrispond.mza dell'osl'o ioide, attraversò il rare dei milo-ioiù•>i. separò col maDico del coht>llo i genio- io.d• i e gen!o- ~losl<i fino Alla mucocoa che ronna il pavimento deJia bocca, ron aahi di Lislon pasl'lò due fili metolhci che a ttraversando la mucoM entravano neUn cavttà looccale, condusse i ftli ai lati rlella lingua rasente ~li ultimi denlt molari, l i riunì al disopra della ltngua ptu in•ht>lN che gli ro"'~P possibile, e li fermò c() n un set•••anodi. P oi passò sul ùot·so della lingua l'ansa di un écroseur, rece riescire i dufl Cl•pi dell'ansa dalla ret·ito. sopra- iotcfett dopo averli ratti fla!tsar ben rasente agli ultimi donti molari, sdallò i capi dell'an!:& al manico deU"?craseur, e facendo agire le due an!<O adattale sulla lingua in senso opposto, ne e!>e!!'ui la reeisione. Durunte l'operazione appena po··be goccie di sangue ven~ero ruorì, l'uarermo destato::~i dalla nat•cosi !lcrisse che si sen· IV& pcrfettnmt>nle bene. Due giorni Jopo dalla rer'll.a "opra101,Idea veltrte Cuori molla sa h va mi->la a secr ezione si~ro~a, mrer ua( . ' pote\ bct·e del bro.to e d~l lotte meglio che non po-


5G8

RlHSTA

lesse far per lo innanz.i, la ferita fu frequenLemente detersa con soluzione caroolica di 1 a 60, l'ahto divenne ben presto inodoro. 11 giorno 16 l'opE'rolo potè mangiar della carne, e la ... ua nutrizione cominciò a migliorare al punto, che al 27 del mese lasciò l'ospedale con solida cicatrice del moncone. L'autore asseri~ce che l'operazione si compie senza per• dita di sangue, che non dà dolor~ dopo la narcosi, che garantisce dalla polmonite settica, mentre operando coi metodi di Whilehead e di Baker la perdita del sangue è "'Cmpre consJJerevole; clae al drenaggio della cavita orale, c quindi una relativa antisepsi, si può oLlenere per mezzo della ft>rila ioid~R, onde il malato resta a letto con la bocca perft.>ttamenle asciutta, e l'alito stesso passa pel tubo da drenaggio senza iufellar le coane.

llefrectomla addominal e p er r ene mobile. -

P. Po-

~TbMPSKl. -

(Bollettino della R. Accademia medica di Roma, Anno XIV, fase. 1").

La sagoorina ~I. G. ~offl·ha da molli anni di gravi dJ~Lurbi a car1co specialmente della digestione e del sistema ner,·oso, cau.,.ati da un tumore mobile e doloroso alla palpazione; situato nel quaàranle superior" destro dell'addome, che le produceva dolori di slirtunento pif.l intensi neiJa sla1ione ereUa. Il !'luono timpanico della regione renate destra, ed allr• .taU semeiotici rtlevali nell'esame dell'addome, nonchè il ratto cbe l'ammalata all'età di anni 6 cadde da un primo piano, intlus• sero alla diagnosi di Rene mobile aecidentale. L'autore presenta all'Accademia la si~norana M. G. da lui relicemente operata di nejreetomia addominale nel se~uente modo: Laparotomia laterale lungo ìl margine esterno del muscolo retto di destra, onde giungere più facilmente sul 'isc.Pre @poslato. lnci~ion e del periLoneo. LegaLura pl'ima in ma"'S& e poi speciale dei vasi e dell'urelere. Disinfeziono ed affondamento del peduncolo. Sutura separata del peritoneo; punti profondi e superficiali delle pareti addominali.


CBIRURGICA

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L'operazione fu eseguita solto la narcosi cloroformica, uS8ndo la solita soluzione di sublìmato (J per 1000), e praLi· cando le suture con seta di Firenze. Le ferila guarì tulla per priina intenzione, salvo all'angolo inferiore dove uo punto profondo, che uon riuscl asetlico, de~rminò un piccolo ascessolmo. Dopo l'operazione seòmparvero affatto i disturbi dolorosi e le forme isteroidi; e le urine, come prima, si mostrarono sempre normali, variando fra un minimo di 800 e un massimo di 1600 c. c. Il rene estirpato si mostra normale all'ispezione; ma all'esame istologico presenta una degenerszione granulosa più o o meno manifesta di lutti gli epilelii, come etfelto di a!Lerata nutriZione che quasi costanlemeole si verifica per la deviazione e per lo stiramenlo che subiscono l'arteria emulgenle e le vene. Esieodo quindi già alterata le funzione del rene espor· tulo, il rene rimasto non fu obbligato d·un tratto alla iperfunzionalita; il che contribui in buona parlfl all'esito otlenùto. L'autore previene l'obbiezione sulla opportunità di preseegliere la nefrorafla di Hann, trallandosi di un rene mobile che clirueamenLe era ritenuto sano, e dichiara che tale fu la sua prima itlee. Ma, essendo questo rene mollo pl'obabilmente CAduto in seguito al grave traumatisroo subito, e non essendo mai stato possibile di ricondurlo a suo posto nemmeno souo la narcosi clorofortnica, si convin~e che bJsognava invece o estirparlo o !asciarlo in pace. n·aura parte sono noli parecchi casi di nefrorafìa in cui o non si riuscl a ritrovare il rene per la via lombare; o, fatta la nefroratla, dopo un tempo variabile il rene cadde nuovamente.


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RIVISTA DI OCITUSTICA

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Paralisi traumatica eU tutti l muooli den•ooohfo sbdstro, 4ell' aocomoda.zioue e 4eU'frlde, ptod palpebnle e ueurlte ottica, per FRA..~K W. RrKG. -(The NeU'-Jo,.k Medical Record, agosto 18&7). Un ragazzo di 14 anni, mentre coglieva le cilie~e da llll albero, cadde e terra battendo Rulla faceia, e .ripo:rlò una Ja. cerazione sulla regione nasale destra, un taglio sulla fron~ ed una ferila penelranle attruvet·so la palpebra sopetiore dell'occhio t-iJùstro, a 5 miilimelrJ al disopra dell'angolo ~ terno. Accorso un medico, dP,terse e suturò le ferite, nella noU. il fanciullo so/Tt·l gran dolore, ed all'indomani fu cbi&Jnato il dottor WitbCl'$, il quale Io curò per 6 giorni, in capo ai fJU8Ii fu consullato il dollor Johnsoo. Questi rinvenne ptosi eleO. palpebra, immobilità deu·occhio, dolore iulraoeulare, vi,.ione delJe dita a poca distanza, scolo di pus dalla ferHa, la <fu&le fu aperta, e fu estratta una !'~Cheggia di legno lunga tre poi· lici, e larga uu yuarlo di pollìce. Il sollievo fu il1lmedialo, la vista migltorò. Nel giorno 28 luglio, i9- dell'accaduto, la ptosi della palpebra era completa, il globo dell'occhio di apparenza normale era in preda ad una complel.à paralisi di LulLi i muscoli, la pupilla era dilatal.à e non reagwa alla luce, la 'i:;ione s1 limitava alla distmzione fra l'ombra e la luce, l'esame oftalmoscopico rivelava normali i vasi relinici, eùema del di!!CO,


RJ\IST.\ Dl OCt"LlSTIC \

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con opacamenlo grigio. Cura interna di !erro ed an~enico, i&lillaziooi di slricnine. In seguito la pupilla divenne piia bianca, i vasi dirninniJOnoùi calibro, la ret.ina s'lnlorbidòalrJuanto, l8 pelpebra meno gonfia era ancora pualilico, furono adoper·ete correnti elet&riche per la paralisi dell'occhio eon man.i!esto beneficio, ed al 25 agcUo la pLosi era meno pronuncieta, taJehè poteva 'Yede~i l'mtera cornea, il retto iufer10re volgeva bene l'occhio in baa"o ed un poco 10 dentro. il nervo ollico più bianco aveva rlacquislalo tanto di potere visivo cile l'lorermo. pot.na conL&r le dila. Al H !ietlembre della ptosi non rimanev·tt che una ~izione della palpebra anormale per tre millimetri, il rello esterno •~eva tja del potere normole, il superiore 3f,, gli aìtr~y aJ eccezione del retto inletoo tne..,ono potere normal41!. Si sospese l'ueo ùe\la corrente galv&Hica . e si amminis\rò il biioduro di mercurio, come tonico, ed al 22 febbraio le cose dur&vaoo p~s·a poco nell'i~ tesso mfYio. L'aulore non ha potuto trovare nella leUeratura medica un c:aso stmlle per la grandezza della scheggia rimasta ino&&enala nelrorbila, per le ~oni ner\·t~'li&SC:Olari cn~ ~ono alquanto rare. La scbeg~a }>t)netrata nelrorbila deve averne l'efl'giuntv l'apice, ed offeso il nervo ollir.o, ioJi il :r, 4" e s• nervo <".ranico, senza sfondare l'elmoidu e peuelral'e nel cranio, COmf) e accaduto ìn Lulli i c.asi di ferila penetrante dell'orbita con lec:otone d&' nervi motort dall'oecbio e ddl nervo ottico.

r.. oefalea proc!otta da vtst 4J ntraz.toae, per T. H. BJcKEIITO:'\. -

(The Laneet, ago~>to 1887).

Nel 187G un giovane studente soffriva di un terribile dolor di capo, che dai medici di Oxlurd era attribuilo ad una indeterminaLa affezione Cl!reùr8le. Fece un viaggio in Au~tralia, ma al ritorno si con,·iose di avere una malalLia incurabile, e dPterrninò di sciogliere un contralto di matrimonio, e rinunciare al progetto di segmre la carriera commerciale. Suo Jle~re lo condusse dal dott. Carler, il qual(l, cercando una Sutda alla diagnosi di quel dolore nell'osservazione ollalmo-


RIVISTA

scopica, scopri una miopia, e consigliò all'infermo le lenLi di correzione. Dopo tre giorni il giovane stava bene, ed in seguito non ebbe più cefalea. Dopo questo raLlo pubblicato dal Carter, molli ullrì. ~me Brailey, Higgens, Lauder Brunton, Hewe~ou e Weir :\lltchell han richiamato l'attenzione de' pratici su questa causa della cefalea, e l'autore a ssicura che in 1000 individut affetti da vizi di refraziont:, egU ba trovato 277 sofferenli di celale. a vario grado, i quali non ricorrevano a lui per la cefalea, ma pel difetto della '<isione. l casi più salieoli sono: una cefalea persisLenle cla più anni in un giovane di 37 anni, svanita dopo la corr-ezione d'un asligmalismo miopico composto; altra in una signora ùi -'1 anni guarita con la correziOne d'un astigmatismo iper•metropico doppio; una terzi\ in una giovane di 31 anni, ~com• parsa dietro l'usodelleleolich~correggevanounasti~mali!'rno ipermeLropico composto; una quarta relativa ad ,una vedova di 38 anni, curala con lenti correttive di asligmali.,mo mio· pico semplice: la quinta t•iguarda,·a una signora <li 23 anni affetta da asltgmati"mo miopico composto; la sesta una ~~­ gnorina ipermelrope a grado le,r;;ero, la seltima un collega mollo miope; l'ottava una !!1goora dt 33 anni oon capelli biancbi, e con miopia a destra t:d ipermelropia a sini.. Lra; la nona una donna alfella da ipermeLropia; la decima un mili· tare di 31 anni che ~offriva da 5 anni, e guarì in $eguito alla correzione d'un forte asligmali..mo ipcrmetropico composto; l'undecima ri~ut~rda una signora che ~offriva d'emicrania da ;!;; anni, per un· 1pcrmdropia dio:uguale fra i due occhi; la dodicesima occor!!e in una null'ice sofferente di miopia tneguale. Tutte le forme di c~>falea ed emicrania, possono esser con· nesse ed una imperfezione de' mezzi refrangenti dell'occhio, quindi è buona regola assoggettare i pazienti ed una minuta osservazione ortalmoscopica prima d'intraprender la cura del dolor di capo.


DI OCULISTIC!.

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•ovtmenti pa1111lvi nella olll'& della p&ralld dei musooll 4eU' ooohto, per CBARLES STEDMAN BuLL. - The 1\·eu; Jork. Mediaal Record, agosto 1887).

L'autore lamentando l'imperfezione e l'insufficenza di mezzi finora useli nel trattamento della paralisi dei muscoli oculari, prende in considerazione una proposta del prof. Michel pubblicala neiKlinisehe llonatsbliitter jfLr Au!Jenlteilkunde del novembre 18/7, basata sul principio dei movimenti passivi impressi ai muscoJi paralizZAti, afferrandoli con una pinzetta nel loro punto d'inserzione alla sclerotica, e facendo muovere l'occhio diverse volle nella direzione dall·azione dei museoli paralizzati, anche sorpas$8ndo qualche volta il limite di loro azione e perdurando in questa ginnastica forzata circa due minuti. L'aumento di conlrallililà che secondo Michel si otLiene dopo tali movimenli1 raggiungerebbe talvolta l'estensione di un millimetro e me?;zo li:IUbito dopo l'operazione, ma d1minuirebbe in un'ora, restaodone un vantaggio che corrisponderebbe alla fol'7.a di un prisma di dodici a sedici gradi Il dolore sarebbe tollerabilissimo, e l'irritazione congiunLivale vincibile in poco lempo con applicazioni fredde. Ripetendo la manovra per alquanti giorni si vincerebbe gradatamente la forza prevalente degli antagonisti senza eccitarne l'azione come accade la! volla con le correnti elettriche. L'autore ha impiegato questo metodo io 21 casi, attenendone i seguenti effetti: i' Paralisi del retto es lerno con strabis mo convergente in indi\'iduo dj 35 anni, con diplopia omonima da più sellimane, e debolezza dei retti interni. Fondo dell'occhio sano, visione normale senza anamnes1 r irerentesi a siBiide o reumatismo. lUescite inutili le cure di ioduro di potassio e le applicazioni di correnle galvanica, si sono impressi giornalmente de' movimenti passivi per due minuti al retto esterno, ed in nove giorni si é ottenu ~ guarigione completa, con re~idu o di irritazione congiunlivale per parecchie s ettimenr. 2" Pat·alisl del retlo interno in una signora di 31 armo, con diplopia incrociata da più mesi, visione ridoLla a '-/s, nes -


sur'!<> indizio di sih1ide. Dopo una cura ùi ioduro di sodio per reumalismi sotferl.ì, c l'uso di correnti galvaniche, si oLtenne 1.m cet·to grado di mig-lioramento ch13 to~lo scompar ve. I mo''imeoli passivi delh1 durata ili ùua minuti, al 10' giot'no fe· eel'(} scomparire la diplopia, con sensibile migliorameuto dello strabismo. L'operazione riesci sempre do:lorosa, e i'ec> euimosi suboongiuntivale durò piu giorni. a• Paresi del r10.Lta superiore eù ester<~o jn uno signorlna di J':' anni, compal'!'& in . eguito a fiero doJore dell'occhio destro della durata di du.e set.l.imane, con. diplopia, pallore del volto etl anemia per reumati;.mi sotferLi. Ls cure di ferro e chlna, le correnti eJcU.riche ave.-ano dissipbto ìa paresi del retto sup.•rioa·e, ma rimsneYa quella del retto e<:terno. Questo fu spinto con movimenti d'avanti in dielrO per un minuto ogni giar11o, con gran dolore della par.ienl.e, talcbe dopo la quinta seduta ~i eomiueiò ad USBI'e la mauovra dei mov:itnenlì ~si vi solo ogni due giorni. Alla fine della seoon.ds settimana si do~·è smeUere per la forte iiTi· lazione oonltiontivalc, ma il muscolo paraliuaLo a>eva rieuperati i suoi movimenti. 4• Un signore di iO anni, a ffetto di sitllide, soffriva di cliplopia da oltre un mese per paralisi del rello inferiot·e del· l'occhio des\.ro. Riescite inutili le applieaz..ioru elcttricbe e ila eu.ra mercoriale, furono cominciale le distensioni pa.~siT& della Jorata di due UlJnuli, che pur riuscendo dolorosisrune, produssero la guari~ioue in dieci ;:wrn•. 5• Un giovane ùi :H anno, soll'r·i\'a h•e ~nni di completa parali.-i del re11A"J internv neli'oecl..io sinistro, e par esi del relto esterno del rnedcstmo o~ciùo per eagione ignot.a. La refrazione, la •i,ione ··d 11 fondo ocolare erano nol'mah, l'occhio desll'o e1·a leggermente ùi,•erg~nle.. Oopo lun~a cuta di ioduro Idi pota,.sio e correule f,"Ah·aniea, st ebb~ un miglioramento oolla p u·alisi del J'etlo e~terno, ma 1uella deJ-

ua

l'jntert.to rimaneva immutata. I ruO\riiDPT'Iti passivi e~~~oiU giornalmente p ... r circa un mE:.<::e rie;..cirono egualmeut.e inu· till, ma il paziente lollerò le maniJ.olazioni ~enza alcun faslid'o. 6° e -;•. Duo uomnli di ollre 30 anni ~oggetti a reumatismi


Dl OCULlSTICA

:)75

.-colari rurono eolpiti da diplopia P. paralisi del rt:tto esterno .di deara. con vista e fondo oC\lla re normsU. Il ioduro di po_ . ed il 1::3lvanismo w•n prod11ssero alcun effetto, ,..j riCOI'M quindi ru movimenti passivi, e ~ì ottenne ]a completa ~~ io un tnese. Simili aUe preee-dent.i souo te storie di altri U ea$i, che per brevitlt si omellono. Pv r ieultalo ti'!>L8]P si ebbe la r;;"U&ri..done completa in otto Wi.Wui, parziaJe m sei, con e!:i1l.o as:.iolutamenle negativo Ja aeafe. La mano\'1'8 riesc1 peno~Il quaoUo non ru adopot'&lo elc:uo anestetico, ma il dolore fu intera monte eliminato quando Ili .O la eo~ina. l.'il'l'•klziorn! congiunttvale fu Epes~o conllideravole, ma aemp1-e pn~eggiera, gli i;Lravu::;i sollocnns.:funhlì ebe UIJvolta anennero, sublt'òno (acile riassorbimento; in tre casi di tidema e chemosi d~lln congiuuliva, fmeonvellilae !!i dis~ipò prosto, mercé l~ applicazioui di comprMse

~-

lJiteriori c~perieoze ~ono invotale dall'aulot'C, nelltt fiduci a dei migliori vQDtegSri elle <l·uesto motodo patril offrire, iJOando taW gli altri sìeno riesci lì inutili, e qunutlo non vi ~iP-no leacnu de!la visione o dell'accomodazione. L'u~ dei movimenti passivi in uuione evo la •· •rrPnle galvanica. la"cia sperare più feliCi rìsultali, c già il Michel, lo Spa!oing ed ekri ne fanw, red · in a'•'Ui.., arl· ···li puhl,f cali uegli nrcbivi e Del giornale d'oflalmologie di \S'ew-Jol'k. lpoploD e Carie dentari&. -

linU!\!':CHVIG1 dell'Hnue. -

(Reez,cil d'Uphlalmolopie, luglio i8R7) Tutti gli nllHlmologi conoscono le r!>lnzioni che esistono fra 1e arr.,ziont oculari o lo le!! ioni dentoric, e qucsli l up})Ortt sono stati trovati da mollo tempc. in tutti i la,·ori compilati !:'11 I'}Ue!'lta 4JUI!~tion\) l'aulorc non ha ri~contrato un euso analogo n ~tuclli che egli ha o:::!!crVblo, per cui fu indotto a pubLhcare le osst.rvazioni ~eguenli. ronnessioni dci due sistemi, deuterio e OI'Ulare, ~ono " ~umero!"e che non è coc:n sorpren•lcutc •l r•~cont.raJ•c soenu lestoni dr-ll'occhio 'PrO\Ocate da un"alterazJone dl'i denti.

e!;:


576

RlVlS1'A

Oltre le stt11azioni vicine dell'apparato visivo e del sistema dentario, vi è un'innervaziene d'origine comune (lr.igemino). Non deve quindi recar meraviglia se le affezioni morbose dei denli si rif!elt&no sull'organo della vista. Senza parlare da conginntivHi, cheratiti, paralisi, ambliopie consecutive ad alkrazioni dentarie, l'aut~re si limita a citare due osservazioni di ipopion dovuti alla medesima causa Osserotuione 1'. - Un individuo, di 66 anni, consulta l'autore il 30 giugno 1884 per un'infiammazione dell'occhic ainisLro. QuesL'occtuo, la cui vista è perduta fin dall'infannon J'aveva mai fatto solfrire. L'autore coMtala una diminllzione notevole del volume di quest'organo con una tonic.ilà al disollo delle. nor me.le. La pupilla pre~enla un aspetto biancomadreperlaceo caratteristico della coroidite suppurativa,e si nota un ipopion assai pronunciato. Iniezione pericheralica di debole intensità, con fo~ofobìa e quasi nessun dolore. ~ scrive un collirio coll'atropina, compresse calde, sanguisugbe alla tempia e calomelano internamente. Questa cura è continuata fino al 15 luglio, ma non si constata gran miglioramento. L'autore esamina la bocca dell'infermo e trova nel Ialo sinistro, al mascellare superiore, tre radici dolorose alla pressione. Consiglia di farle estrarre nello sLesso giorno. Nel giorno dopo constala con sorpresa la scomparsa totale delJ'ipopion ed una notevole diminuzione dell'iniezione pericberatica. Il 20 luglio l'aspetto madreperlaceo della. pupilla è scomparso completamente. Non si può evidentemente attribuire ad altra causa che all'estrazione dei denti guasti la scomparsa del pus dalla eamera anteriore e degli allri sintomi dell'infiammazione, poiebè nulla è stato modificato nella cura. Osseroa:zione 2'". - Un individuo, di 35 anni, si presenta il 19 novembre 1886 a consultare l'autore per un'affezione al· l'occhio desLro. ~ affello da ìrile acuta e la pupilla pre..c;enta più !Sinech1e posletiori. Nessun precedente reumatico, nè si_. fililico: nessuna malallia. anteriore. La cur·a prescritta con· siste in collirio di atropina e di cocaina, in apphcazioni di compres-se calde. frizioni con unguento mercuriale belladonnato, sanguisughe. Nel giorno seguente notevole diminuzione


DJ OCULISTlCA

dei dolori, la pupillo presenta una dilatazione considertlvole e te :;inechie, tranne una, hanno ceduto. Il 21 novembre quest.a sinecchia è rotta, la pupilla ha forma rotonda ed è mollo thlatata. Il 6 dicembre l'iniezione p~richeralica ò quasi scompa~. Ma due giorni dopo si conslat.a che l'occhio è nuovamente infiammato e presPnta inoltre un ipopion assai notevole. Il malato non o'·eva commes!!o alcuna imprudenza. Si osser,·ano allora i denti e si con!llalJ\ a de8tra il 2• piccolo molare supt:riore totalmente guasto e c:enssbile al tatto. Si consiglia al malato ds farlo esh·arre. Nel giorno seguente il pus era completamente scomparso dalla camera anteriore, e non rimaneva che leggera infiammazione che cessò interamente in pochi giorni. L'autore crede che anche in questo C830 l'estrazione del dente ~uasto sia stata la causa della guarigione dell'ipopion.

L'meruagllu za delle pupWenelle peraone aane. - (Reeueil d'Ophlalmologie, settembre 188i). Dopo aver esaminalo 3~ soggetti sani, il dott. G. S. Ivanoff, di Kirilow, 1> giunto alle conclu.,.ionj eeguenti: 1• L'e pupille eguali o simmetriche, come pure le metà eguah o simmetrache della taccia, non sono che raramente riscontrate, le pdme nt.>lla proponione d1 9 p. 100 solamente nelle persone e!'aminate, e le ultime di 2,2p.101J solamente; 2" l'meguaglianza o assimmetria dipende probc1bilmente da uno sviluppo assimmetrico dell'~masrero cerebrale; in 54,5 p. 100 persone la pupillo si~stra, e in 73,9 p. 100 il lato sinistro d~lla faccia è più grande dt IJitello del lato destro.

:r

Dell'erpete oculare. - E DuRRurv. - (Recueil d'OpldalmoliJgie, "Cllembre e ottobre 1887).

Concl usi oni: Il t• L·..rv· le, qualunf}ue sia la ~ua origine Pztoloi!ica co:11 nz;oue, lraumalismo, zona o piressia qualuni'JilP, ò 11na eru· erse \'es · 1 ÌIIlr leo are elJa pdle o delle muco~e, l'l cui cauc;a nettlata è una rHn roparalisi dei ner'•i tt·oflci e sensitivi, in:17


RtriST.\.

carlCAli della nutrizione e dellasensJbilihi del territ.orio 2" L"erpele oculnre in particolare è il risull.ato ùi una l'tte::.ift d~ llleUi lroOci dellrigemino, !<i a lolala e re"'itlenle DIII f.:8J'Iglin di na<:sQl' (ct•rli eMi di zona oCl.almica), sia parziale rt:"u.leoto f;U uno o ii1 rami pedr~rici del quinto pajo, cilrarì. filetti ntt~~le. frontale e lacrimai& della brar:.cs o ceica di WtllL; :')• L't>rpete oculare febùr:le, ed in questa \"arielli la c:~ ralllt. !-ono le manire~tazioui più rrequenll dell'cru:uou ; i• L'ulcera rodent.e nella cornee non é cbe u \llleriol'~ Ji un erp.. le febbrile della <'ot•nea eJ una ~mna ~tessn ulce,·azionc &!o!gravala dall'infezione r:nicrobiana. li solr~tto di chinina. un· anlisepsi rigorosa. le "'"''"",.-........-· zioni dPlla cot·nl!'n sin con la ::oltuione di nilrat.o !l'a ein con '!" lPrm • cauter iG, srresl.ano rapidamente i nella malallia c l'isln!Jili~cono le funzioni della cornell .

Stato della vl•ta. tn nn oaao 41 m.&J.a.Uia dl 'l'llLODl,atL·~ P \l'l flF.t \lAs. - Recu.eil d'Ophtalmotogie, lug-lio

In un c:a«o r fe-t·t 1•' lllll'aulorEI l'esame ùe~li organi prelte8to del d(\~ . Sou« ba fort,.lo i seguenti da1i: Primo clelia rura. - Xei due occlù: ipermetropia. dioUria. ncult-.un visivo normRie. .A E<ini"'l ra: 11mpi.. ua dell'tu.:cumodazione ~i 'UoLLrie; d"'slre: amp·~Z";r.a dell'nccomoJaziont!: oLt.o diottrie. lnsufficaenu dei muscoli reUi Jlllel!Ji: a sinit: t.ra 4r,. d 'lr'a &. Pote.nw dt Mnvergenza dei mu"coli retti !nlerni o d1 duziouc dci mu..,coli retti esterni, Yariabile secondo la dell'esperienza. l lllU"COJi addutlori 1100 possono \ incere QD. pri!'ma di 3• e 1 muscoli ub(lu llori un prisma di più tJi h... Non VÌ!'ÌOile clopp18. E ... ame onarmologico ne::wti\"0. D· 'f>O la r((ra, chr, ha conc::i,-tilo in ~l ~edule eli HlroterepMl c: !l ~ule d'eleltr ici là, la guarigione e completa. lu s toto ~ rt~'l't\le è ecceilente. c ,_i constatauo i buoni elfetli ~e::tuenti DIII !:i<>lo:-ma mu:;color·e 'h~i"o not.a.to più :;opra: Gli occhi ~no emttle~ropi, ciò che. indica, secondo

'


1)[ OCULISCICA

ehe all'epoca della prima el;peri··uU!, ..,j era pz1retti del rouscolo cihare: quesla pore:::i es:::endo scomJl8Na, ripennet.ropia mauire~tA, riconosciuta nPila pr•ma esperit>Jize. (\ lrn~formola in ipermeb:opia latente. La potenza dei muscoli retU è a~entala. I mu;:coli adduttori ~upt>rano un prisma dJ s• e i mu~;cofi ftbdultorl un prit~ma di 14•.

Dello 1cotoma aelle a1fmonl glauoomato" c1el nervo ottico. - 'l '· s~co-;, d'lnnspruck. - (Re~;u.cil liOphlalmologu:, ,ettem •re 1887).

Su 27 gluuC\\ffi;, l'autor~ ne he tro ...·oti :1 . oli nei quali .:-.-isteq lo scoll>ma centrale. Questa proporzione e pin forte di quella tunmcs!!a fino ad ota. E ciò un t'8'~0, r.ppul'n il ri!'uHato

di 11M mH!rva7.ione più accurata? L'aulore la!' eia in so::ope."o la quesliont-. In i casi lo scotowa par&r.llntralo !'Ì estendeva fino nl jltt1tf!tum coet:/11'12 o fin nf'llo su • vìcirwn?.f:'. Il limite iGterno del disesno dello ~cote ma figura uua linea pre!>s'a poco Tertieall) con un rientra mento a livello d •IJ•Onto di fi~<>azione. lllitnilP esterno disegna una Iinr-n rtuasi l'egnlnrn"Pnle curva. Nel quinto ca<;o lu scoloma s01·pa~::ava In line~' mediana c potava i!!St!re considerato cowe un ~rndo più ann:u.lo rlella lesiOne. L'autore segnala ranalogta di ljUesli "Ìnll)mi Ci)O 'IU8lh delle ambliopie to=-siche.

~ del anoDi e delle vibrazioni del c1lap&IOD aalrOOohio. - (Reeaeil d'Qpltfalmalo:;ie. luglio l Si'). • Il dr•!L S.t>: 1, 1n una l'l'rie di esperienze rallc mediante l'aZIOile 1 r• : .. :..-sta ::.. ~pa;son alto e ba..,oo), ha tentato Ji prola degene.l"azkme delle fibt e !<peci fiche mdicopenc:Abili.

•oewe

IM!eondo l'ipQlcl'i ùl Helmholz, ~tllu percc71one dai ~uoni. laCorne 1 i-1llllllo unico ùi que t~ ~perienze l'autore "e;nala rortn:Jzione piu o menu rapida di ··ataraUe. Qll~ .. to reno: : ùrzzarro non è il ri,ultato dell'iulluenzu ùt•lle \ÌhrAzioni

Pfticeh': d~l dinpnson lra!im~se oll'appnrnt.o ntll'Vl)'o <'e:ltralt:, 111

produce più rapidamente (in due o I"JU&ltt'<l 01 e),


580

RIVISTA

quando la chiocciola è distrutta. Ciò sarebbe, secondo Stein, il risuiLalo dell'influenza òelle perdite di calorico prodotte ~alle vibrazioni del diapason. Queste cataratte sperimenLali scompaiono un certo tempo dopo l'esperienza e possono ess~re di nuovo prodotte sullo st~sso animale. Altera.slonl 4ell'ooohio nella. paraltsl fa.ool&le. - (Recueil tl'Ophialmoloyie, otLobre 1887).

PtcOT.

In una sua memoria sulla paralisi facciale, il prof. Picol riferisce diverse alterazioni dell'occhio, nella paralisi del nervo del seUimo paio, molto ioleressanli. Una prima osserva2ione rineUe un individuo, di 57 anni, il quale, ollre alla sinlomalologia classica della paralisi, presen· lava le seguenti lesioni maleria)j all'occhio destro: ectl•opiOD della palpebra inferiore, congiuntiva iperemica e crivellata da piccolissime granulazioni inflammatorie, deviazione del punto lacrimale, lacrimazione molto abbondante: leggero opacamento alla cornea, chemosi, blefaroptosi, lagofialmo, visione considerevolmente djmiouila. La tensione dell'occhio era normale. Tutti questi t"Orbamenti, dice il prof. Picot, non sono dovuti a turbamenti trofici come nella paralisi del trigemìno; essi non sono dovuti all'alterazione della nutrizione intima dell'occhio, ma sono il prodotto dell'inocclusione delle palpebre e delrabolizione dell'ammiccamento per il fallo della poraUsi. Ed il faLlo è cosi vero che quando si ra l'occlusione dell'occhio malalo, scompare l'infiammazione, eccettuato Lutlavia ropacamenlo della cornea. Una seconda osservazione presentava, oltre i sinlomi abituali, lesioni h•otìche mollo importanti. Ollre la congiuntivite oculo-palpebrale, si notava un'opncilà quasi completa della cornea ed infine uno stalo di rommollimenlo del globo oculare tale da poler essere facilmente determinato colle diln. Quest'occhio, mollo alteralo, non ser,iva più alla visione da più di un mese. Allt·a particolarità importante: la sensibili\8 tal.. tile era scomparsa in quest'occhio. Queste alterazioni trofiebe


DI OCULISTICA

58f

non sono dovute alla paralisi facciàle, ma ad una lesione ossea, St!Conùo Lulte l e pr obabilità una carie della rocca di natura scroroloso, che ha determinalo modificazioni simuiLanee nel nervo facciale, nel suo Lragillo lungo l'acquedotto Ji Falloppio. nel ganglio di Gasser. La cUplopia e lo strabismo esterno sarebbero dovuti egualmente alla propagazione dell'in1ìsmmaz;one determinata dalla sles~a carie della rocca al ner"o m~, tore oculare esterno, che è, per cosi dire, in contatto colla rGl'Ca. Due nuove forme dl oheratlte. - GtLLET DE GrtAM:\fO~T, di ParigL - (Gtuette des ll6pitauz, N. U 8, ottobre 1887). La chtrrtide in.slrieragyiafe ecostituita da ulcer azionisotlo epiteliali piu o meno numerose, estremamflflte piccole, cb e si

presentano tn principio solto l'aspetto di piccole stelle a 5 o 6 ra1Cgi, ma questa forma è cosi transitoria che sfugge fino a llora all'o"-aervazione; iofalli i raggi di stelle si sviluppano' a poMa poco producendo scanalalure rellilinee che vanno incontro J,. une aUe allre e producono ulcerazioni. Queste oleer&ziooi talvolta guariscono rapidamente, allre volte cagionano uno l"focelo piu o meno e~'<leso; in questo caso la guari~ione é f!'Ollo lenta. Si usano con \'anlaggio gli t~nlisetlici. La clteratite trabecolare è il risultato dell'infiltrazione dei tubi della cornea con cellule lillfaliche. I tubi compaiono allora solto l'aspetto di piccoli a ghi; donde il nome di traùecol4re. Questa cheratite compare ogni qual volla sopraggiunge nell'o~:chio una difficoltà nella circolazione liofallca. La cura ron~isteril. quindì nel favorire la circolazione, sia con una cit•concisiooe, sia con una evacuazione dell'umore a~ueo. Questa cheratite or·a t> primitiva, ora è secondaria: 81 rtsconLr>eJ'à dopo tutte le cberatotomle: in questo caso le lrabecole sono parallele tra loro e perpeodicolart alla curvatura del lembo. La cicatrizzazione della piaga e sufficiente per far scomparire le ·trabecole.


IUVJSTA

Dott. SEDAN. - (Reeueil cfOphtalmologie, settembre La cheralile inlerslizialc ~ una delle 11ffezioni più che "J po:;..ano osservare nelle regioni di malaria. ~eoo risuiLalo {11 una pratica di 13 anni circa preseutato dalle pre e giorno per g1or:no iu Algeria: Su 5000 A MOO molati non ::.ono stati notati che 3t di cberalilo intel'sliziale. Tra 'fUC~ti 3i c:asi, 19 apparlene'"'ano alle femmrne e agli uomini. Tra le femmine ''l' ne erano 11 al ~oUo di 15 anni, S dh:opra: tra •h uomini 1i al di,.ollo di 15 anni e 1 nl ,r La sif!lide uon e ~lata riscontrata che in unu p zione relaliva•neute piccola H/3~. ~e uno non tien calcolo

5 pre..:.lnti sitllitici, nei quali non :;i sono mai con,.tatali toms. !l volto si è t·iscontrata la cachessia scrofolosa. 27 volle i malat1 ove\'ano subito una o più infl·t.Joni

larichc ed erano lutb cachellici. Dal l>Unlo di vista della biloteralilil, sui 3i:, 19 n'm ''ano che un lnto malato, 3 non avevano che una leggera fezione nell'occhio congener.t>, 12 &\'evano 1 due occhi Quauto alla :ri"U'ezza, i ca~i osservati sono stati

tristi. È nelle donne atLcmpale "oprallutto che curore quelle "'eechio clteralitt cachellicho che so·mbra riCO\'Hre gio\'&Jnenlo è!n uua cura ar~euica.le aseoctnla cbiuina etl ai tonici gcuerali. Dell'emeralopl& e» ldemica. - 1\.t:nu- (Areldot s de cledn.e et de Cltirw·uie militaires, ollobre 188ì . L"autore ha curato in questi tre· ulttmi anni, su 19,USS !ali tl"occhi, :.120 casi d1 uneralopia, dei quali tre ~ruartl ap-o par·lcnevano ngh uoll'liru, qua~ i lutti russi. La mnggil r par• ds quesli ca i furono O!-'<lenati durante la quare3una squale che dura sei settimane; un piccolo numero sol


DI OCIJU S!IC..\

:;s:~

c}Ql'8Tlte gli altri dtgiuni dell'anno, cbe Mno .-.;ta li OS!tetvali con rn"llO ri~ore. Paro quindi a,rauLo.re elle eo:i~ta una rreluione tra il re:rime alim~>ntare fld tempo d~ll"oc:tinenza e la malattia; l'as~enza di gt'8550 e di albumina 11e ~reòbero

la causa . ~ra devesi pure tener conlo, come eau:;ll oece 10. nale, di un certo grarto di affaticamento ecc c:ivo gell·f'l'ale e locale, cccec:so di 1a'\oro, fatica des.rli ooehi neWe.«er ciz.to cJi eerte professioni. Si OSSPnano frecyuenlomente. infalli , contemporaneamente all'emeralopia, l'aJlemla, il c atarro della • •e rcspiraLorie, i tur bamenti sra~tro inle.-.linali ~ le Je,ioni lrriU.tive lezt.>ere ddl'apparalo oenlart>. L'emi>ra lopift e una malo\li& affaticamento eccessivo. Es~a scom pare eoUn ri~ pre1!8 di un rt~gime alimentare riput·alore. li r.. r ro e ra~e­ Dico hanuo poca azione.

a,

Gara oontro l'&mloranla ofte.lmtoa. - Ga LL.;s oe L AToll llt;LLE. - l}?.ecueil d'Ophta,lmoloaie, ouobre 1887). .un malato, ttuarì dopo duo anni di un' ••micrania onnlnu~a _aeeompn::mat.a da gravi acc1denti e afonia, ncca"si cpilet~c1.' f!cc., grazie all'uso del bromur·o di potas~io (2 n ~gr. tut\1 1 gior11i ù•~lla prima settimana: 3 11 ~ g1·ammì nt~lla .. L'· eonua; 4 n 5 nella terza; 5 a 6 nelL'l qua r ta). Ln cura non dovrà ~ere .m t <!rrotla prrma • della cossazrono • complè\3 e auratura di tutti 1 Sln . t otru. . rn Lullt 1 cu::-r. la dur aln dt. questa curo non dovt·à essere .w.~r·tore ' at. tr·e o quutlt•o weH..

~S&zione del B8UO dell& vista. - -:\OTIIAGUEL. ( ecuetl ci'Oplltalr,,ologie, luglio l " 7). 1

! ?conter<tabile che lo lesioni della corlecciu cer·•ùt•alo

80

~o tn relauoue coi turbamenti della vi«ta. N1>n ò ancora 0 _ rb che una leshne unilaterale po... ~a proi:lur re a.teraz1oni ..,0 o"e . · umeamente nell'occhio del lato oppoc:tn. l e altl'I·ozi . d 11 . ... . · orn e a VJ"la osser vate sono: 1• l'erniano},ia ·0 110 1 8 C"'CtliJ. ' •Ile c: • mtellelluale; 3• il daltoni~mo as:.ociato l.a.h-olla · · · · dèllo Yìala. ecJtà inLH!ettua1e od 1solalo: i-• le alluemazrom


58 i

RIVISTo\

Nolbaguel conqidera queste le~?ioni come seguenza di lesioni ùel lobo oCCJpitale. Non vi é già lesione di tutta la superficie del lobo lale che proùucu queste alterazioni; ma quella del euneua quella della prima ctrconvoluz.ion"' occiptlule. ~othaguel dice che l'esame anatomico dimostra che è la diJTerenza nella profondità dell~ lesioni che :spiega le lesioni del lobo occiptlale producono ora l'emtanopra, la cecttà inl~llelluale, rua non dA la t•agione di que.!'l nazione. l malati, dallo osser·va.~.ioni ba trallo i falli :;opra rtferiti, generale degli alienali.

Congiuntivite nel reumat:Umo blenorragico -MA - (Recueìl d't Jplttalmologie, ottobre 1887). Tl'a le localizznzioni ptù intere:-~~outi e r·ar·e del reumn blenort•agico, la consiunll vi t~ si presenta con una forma lullo speciale. Un malato è stato aiTdto da una prima norragia, ma alla seconda si è pr·oJollo non solo un malismo, ma anche uroa congiuntJnle. ~a in questo non si tratta pet• nulla della congJUnlivite purulenla che si proJuce per contagio. QuP.sta è benigna, ò un'idr·oflemmasia, come se ne os:;et·va. nelle affezioni maliche. Vi ha d'altra pnrte un <!Oolraqlo notevole fra l'a"potlo l'occllio ed i turbamenti funzionali. L'occhio c ioiell.ltlo, senta anche un certo grado di sotl'usione sanguigna, e lavia non al notano dolori, né il batlt-r de~li occhi o la lofobia elle SI osservano nella congiunth·ite oJ·ùinaria. torma di congiunllvile differisce e~!lenzialme•lle per la natura dalla cong:ìunli,·ile blenorragica: essa non ù in atcaa modo il risultato di tJuesto contagio: essa emana ùull'rndivitluo stesso eù é il risultato di questa pr~di!'posizione reamalica messa in opera dalla bleuorragia: e la co~a é talmente vera che ogni quah·olta la blenorragia sj protlurré, medesime complicazioni avranno probabilita di J'iprodul'li


DI OCUUSTICA

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egualment~>. Questa è la ragioue per la I'JU&Ie questa forma

di congiuntivite e sempre doppra, contrar iamente a quella che , il risultato del contagio. Questa congiuntivite è abilualmenle benigna; qualche volla però es~a presenta una forma assai acuta, ma lutlo fìni!=<ce colla risoluzione. Qualche volla anche essa è accompagnala da una legget·a it•ile, che guarisce pur·e facilmente. La sua ori~rine '-' JU&si sempre agevole a Pcoprire, percbè essa coincide abitualmente con un reumatrqmo, la cui natura è facile a t·cconoscere. Tuttavia vi !'Ono cesi net quali i sintomi oculori "~Ono coqi poco marcati cbe può risull.aroe qualche dtfficoltu pel diasmoslico La durala Ji qu~sla affeztone è <oempre corla, ma può essere ancora t~bbreviata dalla cura, che consiste sernplìcemenlc nelle lavature coll'at>qua cnlcla e nell'uso di un l:Ollirto coll'acido bot·ico al centesimo.

• ota aul nbta.gmo negli eplettiol. - Cu. Ff.:RÉ. cueii d'Opthalmologie, ottobre t88i).

(Re-

Su 170 epilellici adulti, che l'autore ba e::.aminaLo, ba risconlrllto il nisl.agmo 2i ~olte. Questo renomeno si pr.....enta negli epilettici sotto dh·er-se rormc: ora ~ VPrticale (:l volte su 21), ora ;. rota torio (5 volle su :H), ora i:1tìne è il più soventi laterale (20 volte !'U 2i). Il nic:t.agmo laterale coincide talvolta col rot4lorio {4 volte). I l roh,lllgmo non varia solamente nello. sua direzioM, ma ancora nella Sllil inlensita. • Si notano variela considerevoli relative alla rapidità ed all ampteua dei movimenti oscillatorii. N'\'gli epilettici emiplegici, l'o&cillozìone si fa in geucrale dal loto opposto all'emiplegia. L'autore crede cbe in questi maiali Il nblerimo sia dovuto alla J•at·ali"''· w ,., un muscolo che non può J'(.;"t:;lere · c.1te ·tmperfellamente all'azione del suo antagonista. Nel nislagmo che ~uccede momentaneamente all'allacco, si tratta òi una parai'· 1 , ~ 1 Per ec:ni.lrimento. L autore crede egualmente che la di rezione della devia-


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l Un STA

%ione della scos-.a inwale dolroscilletioue del nisLagmo lò st.esS\.J valore della de,·iazione coni~la der,.'li occhi e faccia , e che in generale nell'epilc"!'ia emiplegica si fll l'emisfero m alato. Pare che qu11<~la direzione inùi..:hi anche la sede 6ieUa sione dinamica ed anatomica ;ne~li opilettiei cho oon ID rf !aMII!Io Lano alcuna altera%io~ permanente. Aggiungasi che negli epilettici il nh·Lagmo coincide eolio strAbismo, co l'a~metria pupilla re, ecc.

IDsure profllattioh& oontro la ceottà.. - (Recueil d'vp,,,_,.., mulotJte, ottobre 1887).

Il dott. Luc1e11 Howe, lameoLam.lo. i dell'aeere8Cinu:tlio numero dei Ctf'Citi negli s~ati Uniti, presenta alla americana d' vflalmologia le soluzioni seguenti che aduliate: Considerando che il numero ùri ciechi cresce .. n , 1Ail1t-~ revolrnenle negli Stati Uniti, che ~;.li !'<ludi fatti hanno r1v~ lato c-be ciò che era Je~ato Foprallulto alle affezioni

gio,e; U o com.italtJ ùi tre rncmb1i e;;an\ formato per slUdiaN que;:,La ctue....ticmc e per occuparsi del modo Ji f·re>erui(~Dei Il pre!<idt>nlo o.lell'Unioue, il segr etario di Stato, ::;ono vitaLi 1:1 l'acilital'U l'opera di questo comHato con lulli i rnaui (lettere. raccomuwlazioni. ecc.), in t(uPc::to pat>se oJ in aUnl part~:

Gli impie~nli clt•lle scuole perrnnnenti o degli stabilimenti analoghi :.ono mvìtali a prdStar~ la loro opera al comitato.

La vhlone binoculare dopo l 'operazione dello atrabldiO· LANDOL1. (Recuecl d'Ophtalmolooie, ottobre 18 i ). La \'ic::ion~> bsnoculare puo essero li ~ tabilil.e, o meglio _... bi.lita hi riove cssn non hl'l giammai e 1 tito dùpo l'operaz.Ioae dello strebismo, o ci.·, grazie aJ un lJ·attameoto OJ'loplieo, di cui l'autore e!;pone i principit e le parlicolarilil {e~perie n&8 con un vetro colorato e un lume, collo slereoscopio dell'su•


!)87

Dl OCUL.ISTIC.\

&ore, eoll'.tlpparecchio dì ll cring, P.cr.). Questa cura dovrà ~O· -.enti {ll'eoedere ropera%ionc, e"~ ln s guirA f"ntnpre e procmerà i r1~ultàti llllvolts più per fetti e più durevoli. Landol\ pre~enta in appoggio \lei suo mewdo una serie

di 81!18M'valioni. Qu~~le !'OnO casi di persone operate ùi trabiamo e re~tìt.uile &Jia VISione binoculare, DOli OSlanlc fatto ~ e la lunga durala òella mulattia, noo O"tsute le Jifrerenze eon~iJerevoli di rifrazioue u di acutcun \isha lrtt i 'llae ocebi, '811} a drre muh::rado te condizioni che SI con.aderano, fino al pr.asenle, come formanti ur• m~tacolo insormonlabile al risl.abilimonto della vi!<ioue binQculare.

Bloerche cllniohe sullo atra.blamo convergente ooncoakaate. - ADA'' FRos·r, di Lou Ira - (Hccuezl à'Ophtalmalogie. otwb.re 1~7).

Le idee cJ1e l'autore ha espresso tlltre volta sul soggetto dello sLrebL3ruo sono stato da qualcho l.:mpo vivamente combalklt.e, ed ('!!li erede utile c~porre ai membri del eonJ:r~ annuale dell'a~~azione med1ca blila<·:ìica l r1~ultato dJ 200 06serve.z1oni che gli sembrano diluci<lsre c~ r·Li punti o,:;cru·i. • TuU.i sono ù'accot•tlo oggidi nell'nrnrnette~e cbe quaQi lultì 1 CancJnlll ono iperm<;troplci. di modo elle non ~j può piu attribuire a qutH'anomolia d1 rifrnz.rone l'influenza prt)ponclerante Cile Dorulers le duva neii'•!Ziologia dello ->lrabismo. Alcuni nut.or1 creJono che lo ~trubbmo ~io tanlo piu rr~!­ queute quanto più J'iperrnetropia • notevole, rna il dottor F:rost non puo accellerts quest'opi:lìone. La ~ua. esperieuze Pro'-a ehe 8 per 100 dei fanciulli e::-ttmlll8a \Cvano uu'ipcr· metro pio rui noredi 1 D.~ oru.~ 'luel ~1'81k ,l'ipel'lnnlropiauquasi costante Il t'i lauciulli; ma nella maggror parte dui casi egli l1a lrovolo H ::::: 2 D o fl = 3 n. ma m 10 l per 10 1 1lei casi l'iperme~~a era .!'Up<!riore a 6 D. ~ello Rrande maggior anz.tt dci C8Bt di :!<trabismo pcrJOdico \!<Yii ltn -ollonnto la ~"llariginn·• ool meu.o di appropriate lenU. QunnLo ull'ami>liopia , non è in grado dr d' . d lro "'6 ~s.a J>f!~a o precedn lo slrab1<>mo. ma con:u;ra come probobilt::: rhc c,sa lo preceda: d'a tt·a part J'ampsa nJ ullQ pronunzialu non si osserva che rlupo i 1~1 arwi,


RIVISTA

ciò che sembrerebbe indicare che essa ha nna aumentare. L'ambliopia non diminuisce mollo quando rl ciullo commcia a servirsj del suo occhro. Secondo l' l'ambliopia mouoculare senza strabismo é molt.o rara. Riassumendo, l'autore crede che lo strabismo ...~..,,,.11,mttAn,• sia il risultato dela'ipermelropia e che la disposizione ::.lrabismo l'li& in proporzione dirt!Ua del grado dell'i Lropia. Nel caso di slrabi!!mo periodico si perviene il più !tpeeso ottenere la guarigione coll'uso dì lenti che correggano metropia. L'ambliopia precede probabilmente lo strabismo. lleatrlnglmento della pupllla durante la respirastone tlflolale. - (Recacil d'Ophtalmologie, luglio 1887).

Il dott. Kraske, eli Fribourg, ha riCPrilo al Congresso d Società gerrTlUlliNl di chirurgia che ha ossenalo durante respirazione artificiale col metodo di Sylvester, in un ciullo asft~siolo do una laringite crupale, cbe le pupille !alate e che non reagivano piu, si restringevano durante respirazione arlilìciale. Quant!o s'interrompe\'& la no<t..,.....zione arlifìciate, le labbra riprendevano tosto la lor·o livida e le puprllo si dilatavano di nuovo. Kr·aske altl'ibub~ce questo reslringimenlo delle puprlle .. una congestione dei va ..i dell'iride. Egli si serve Ji segno e della coloruione delle labbra e delle guancia per dimostrare che ~• !>labilisce, duranle la respirazione ortiAcrale, una circolazione in queste pa rli. Il cuore e~!'endo ia una immobilità 8->~olula, que:::-la circolazione sarelilw mente meccanica ed indipendente da ogni azione ral'tJiaca. Questo r·eslringìrnenlo pupùlare potrebbe, seconclo l'aa lore, produr...i sul cada"'ere, usando egualmente il metodo Sylvesler, che, secondo lui, può essere sufficiente a pret!ll"' \'&re da una morte completa d cuore paralizzato, duran&eil tempo necessario all'eliminazione d~l clororormio.


Dl OCtiLlSTICA

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Goatrtbulon• allo studio dell'atrofia delaeryo otttoo la MPlto a rlalpola della faocl&. - G. DuFAlJD, medico mihlar~ - (.lrchices de ."v!fldecine et de pharmacie milittllre&, settembre 1&7). Que5lo lavoro, che ha per base l'osservazione di un militare che era affello da un'atrofia della papilla consecutiva 8 risipole :recidh"8nli della faccia,~ riassume nelle conclusioni seguenti. Si osservano, in seguito 8 risipola della faccia, turbamenti della vista che sono cagionali dall'atrofia della papilla ottica. Queste o.lh:ruioni della vista possono essere complicale da lesioni de~H aJlri nervi contenuti nell'orbita ed in particolare di quelli del ae pato. Questi accidenti pOS!<OnO interessare la n lo un soiCI occhio, ttuanlo i due occhi. Si è osservato cho nel caso in cui la complicazione è stata monocularo, l'erestpela della facc1a non aveva invaso che il Ialo dèll'occhio malato od era alala piu accentuala da questo lato. Il processo delle lesioni oculari che complicano la risipola non ~ unico: ognuna delle teorie immaginate su questo boggetlo ha la sua parte di verità e può appHcarsi in tuLlo od in parte ad un caso determinato: la nevrile altica, l'edema compres~ivo, la trombosi, la p roliferazione congiunlivale, l'accumu~omento microbiano, ed anche la nevrile del~ paio. Nel caso di nevrite ot.tica. que~la lesione può non aver determinato la cecità completa e ropenLinale dell'occhio affello, ma soltanto una diminuzione progres~iva della visla.

'l'rattamento chl.rurgtoo del glaucoma colla formu.ione ti 1llla flatol& congiunUv&le. - ~fOTAts, d' Ange~. (.~nnalts à'Oculisiique, marzo-aprile 188i). 8

Allorché un attacco di glaucoma sopraggiunge dopo una l rofl& antecedente dell'iride clte rende l'irideclomia impossi-

b~~e 0 dopo una o due iride~lomie anteriori, non rimangono

ptu, 'lUali risor!le terapeutiche che le paracenlesi della cornea. la scie ro t Otnta · ' e l'enucleazione. Sfortunatamente l'effetto delle paracenlesi ed anche delle


590

RlVlST.\

srler·otomie non è mollo dm·aluro, c se 1 dolori inlall~:rabili glnucoma riCO&nplliOuO, renuc!CtlZÌOilt! 'i-'irnpoue. [n 13 r.,a-.j di 4[U<::lo gei!Cl'O ti doli. ~Olai::> hn pOlUlO que!':la ultima operaziona c con--cr\'&re l'occhio COli riorlt ahiH mento più o rnenCI COiliJ'h•lo della ,;::;tn col p1·oces90

torio :o.e~uente. Il globo e~!'eodo liratlo in busso ed !n den.1rC\ con irnntl'lt•ge n eB'intet".rallo ùei leutlini dei muscoli reLli :-UIIJH'U. od O"lerno, uo roltello di Gr·nefl:l a 4 o r, millimeu·i n dcll'er[uatore dell'occbio a tra ve~ le meml.lraue ul rOt"po vitreo. PraLira una inci,.ione di 6 a 7 millimeai di~tro in avanti.

Unn certa quantiw di umore vitreo a~: Loglie le pilllzellllllit

n p8t'8llelil"lll0 frèi la ferila con;:duntivale ~la ferita ealt~ ces~a quttndo la congiunth:a non ~ p1ù stirata.

La vi ..e dunque coolLo-oougiuolivale. "\r>i casi che J'aulor·c ha in cura, la tensione del globo Feudo semp re elcvaln, i lllAl'f{iui òella ferita !Scler·otictie Ul&ogono :::costati e non si l'tlln.isoono. l liquidi intra-ocula1·i COJUuuK:ono dunque liberamente una pircola bor~ cile si t bili~ce ::.oLLo la conlliuta\iva. 11:~i la casi opera \i dal.l'aulote (il p· ·, aalteo d& ~.a da 3 il p:ù recente da. 3 mesi) duo ~alte la usto.a non sié pn)(ktlllll U n~ull.a\o non è ~làlo ,it:rutu1·u; H Yolt... la tistola ~i è COlMI!~ '\'&ta, la lensillne oc:ulru-e é rima:;la norn1ale. il dolOl'e • nltl'i acciJenti giaucomnto~i non sono r:kompal~L

Della cura dell'o&txu.zio:ne delle vte lacrim..all coU troliJd.. - (R.er.ueil tl'()phta. nwloqie1 ottobre 1:-.87). l dotlot·i Sle-v n~on e Jcs!!op tumno letto su

mento una. wemtll'Ìtl al c:ongresw anullòllc ddi'"SS4:lci:RZi..,.IJi1 mt•dica brit.aun.iea. Es:-:i dicono di uon pad&J"e che della !.<• e1 punti e dei condo\U lncram.ali. S ql1lllleUc in gcllL'l'ElJe e cou ragione che In curo ordio~ dc~ 1 i~ultali soveuli J;OCo ~;o,Idisracenli,e gli autori co.n::oideraDO l'el1 llroli,i come 1 i medio più rapido c più ,.•curo.. Jo:..r;n agt.8CI 110n per cauterizznziono, ura pPr ùecompo«i~ione c!Jinllc&; é 1


Zl9f

DI OCUUHJC.\

..-pre il polo negativo che ra duopo inlrodurrre nel canale IDo al punto ristretto. perchè il polo posHivo lii attacca alla IIIUCOSil e può produrre una laceratiol.le nel momen~o m cui Ili l'i&ira l'elettrodo. Gli autori a •ioperano una cot·r~:nte di i m. il· lNMpbt:~. ed il più sovenU b&.$tn una !'toln '"ed uta di m~zzo minuto circn. Gai auwri hanno adoperato con succe::.-;;o questo metodo in aadià casi e si propon~ono ùi applicarlo n ne h~ altralta.mento Ul rastri o~mento della tromba di Euctachio.

RIVISTA DEllE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE lhdl'al1nuntnuria. at11Uttoa. - Pl'nl'. C M!ARINI. llt!IM rli soien::e mellithe, gennaio J8'18.

La Ra.<r-

Oggi !!i puo so<>lenere come '\:eJ"ilA inconi!U:i!"& che la sitilille leeonderia, al pari ùelln terziarie. non put', essere cirCIOea'illa nel qila{lro dei S.ulotui e:.teroi, mn e.-;tende la sua UIOne 6ui i:;temi organici e .,ulla "i l&~{U&ncnica. Però quolc.he punto é ancora oggetto li wscu-..~i·me: e ~ebbene HaytW abbia da m e1.1:0 secolo dimostralo l'in11nen7.& della sifilide :<ui reai, LuUavia ~<alo rer.entemeule in ~<t'guito alle O!>Sel'vazioni pubblicate dal Perroud, Descoust, Di'isd••l1 Coupland, Bar;~~!em~ c ~e~el (1882). 1>i ammette dui pìù la po:>sibìfità dela ununur·ta stfìlitica durante jJ pe1•iodo :-eMndArio, fatto che .PI'laa. . ~t &llribuiva ad una !Wrnolic.e coin<:iJenza.

A eon~rua Ul tale vl!rilà l'a~tore rife.d.,Cù tlue storie clì-

JUebe. dall•t qnali Pl!re risulta dte in ~luc iuùi\'iJui, da hù eu-

1 :::· quali neYeuo conlrnlla t' inrezionl! ~inlilica da crrce -=Sl.eontemporant'amente alle manii'~Haziotù tlel periodo ctibU. Clano. ::-i Yidero «~mparire ("-euza allra rn~none atLenlba ~ gb eli~ alle pal..,ebre e as:li orti iufc.t•iori con quan--~levole ili albnminf\ nelle urm•·. lr1 mnuo i c·a.~i la gua- - e fu l' 1'l . , a~ e od ... ttenel',..i w~lianlc lu cura specifica.


59:2

RIVISTA

Queste osservazioni valgono anche a combattere di non pochi i quali allribuiscono al mercurio un· malefica sui reni. Il Guntz si è spinto fino ad asser1re in questi casi non si trattava di nefi'Hi, ma sempltce1m•~nte;:; di gomme dei reni; ma è notorio che queste sono rare, e proprie solo del periodo terziario. La patogenesi di questa albuminuria fu dal Semmola altri spiegata colla teoria ematogena come per altre non specifiche; ma l'autore dice che si potrebbe anche mettere l'ipotesi che i microorganismi della sifilide, nel passaggio attraverso i reni, cagionino una specie di nei vasi ed elementi cellulari iogenerando così la mala La diagnosi si fonda specialmente s ulla eziologia, o coesistenza di allre manifestazioni sitllitiche. Giova rìl'ni'I11Aft•·· che l'edema è uno dei sintomi più precoce e si inizia ai leoli e alle palpebre; e ebe nelle orine assai copiose mina si trova in quantit.à notevole (tino a HO grammi 2i- ore). La cura (coadiuvala possibilmente dalla dieta lattea o un regime tonico ricostituente) deve essere sovratutl{) mercuriale, non essendo oramai più ammissibile, alla stregua dei fatti, la possibilit.à dell'iotossicamento idrargirito per la mancala eliminazione del mercurio per la via dei reni malati. L& &litnent&zlone e la me41o&slone per l& vi& del retw nelle malattie dell& pelle. -Dott. J. V. SKOEMAKBR. -

( The Lancet, ottobre 1887). Avviso torni utile riepilogare la interessante mono~rafta, che sull'enunciato tema lesse lo Skoemaker nella sezione di dermatologia e sifìlografia del nono congresso m1;1dico inleroaziooale, lenulo nello scorso settembre in '\Vashington. Lo Skoemaker, riferendosi, a proposito al potere assor.. bente per le sostanze tanto alimentari che medicamentose, portate in suo conlaLto, della mucosa del retto, potere lievissimamenle inferiore a quello di qualunque altro tratto d~ canale gaslro-enlerico, rammenta tra le molte l'etere ed altri


D.ELLE M.\l..\rrm VE~I.BE:E .E DELLA PELLE

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apnti \"O.atili, i quali producono i loro raratleristici effetti immediatamente dopQ la loro inLroduz:onc nel rett.. >, c la sk&enina e la nicotina. chfl ~ono quivi Mso.rbitc con ma~­ gior rupidità clu;\ nello f'tomaco . Come regola geueNlle, tutte le 808&aoze in soluzione vengono celeremenl.tl asl"orbile dal rauo, a meno che nor1 ahhiano caraller·e tanto irrilath·u Ja pr.edw're I.Juella contrazione mu::'eolare. la quale non ccESCI cbe con la loro espulsione. Le proprieta a~sorbcnti ùcl retto !lODO dt frt:que11tt: TOt!,,Se a profitto nel lrutlameut.o deHa irl'i&abilitu ~a.,.ttka, dell'ulcera dello stomaco e del carcinoma delw val'ie porzioni del conale alimentare. Col procurare per tal gui~a as."olulo ripo::;n 9llo slornaco, e nutrenùo e meJicaulio rwf.-rmu per le vi~ del retto, viene ridotttJ la durala de,li allacchi acuti, :-i ~al va ìn molti casi la vitu eJ m altri è proluuf;ala per me"''· Lo stesso metodo , che porJ..'"e co,;i ulih risultalt m queste malallie, può es~er~ impiegato con indlSCulibile henefìcìo in molle affezioui culant!e. NuU'~p1telioma delle labbra e della lingua. poi ci.Je se ne è praticata lt. escisione, g-11 wrermi vengono ordinariomente llllirili a ffiPzzo di un lul)ll ela~lico; ma, ad ontn della pi11 Jraude cura da parle c.Jel pazien~e e deJl'infcrmiere, il moYJmeu\o dei rtoUS<.:o'i nella tiegluliz.ioue reca mng;iore o mi· ~ initazione ai bordi ùelle ferite, e può in molli cas: '-'li· mola1·e t! lJrocessu morbo~o a rinnovata utL•viltL Vat·r~bbe ~glio in ques~i casi porre i muscoli della bocr.a m completo nposo e oulrire il paziente per il retlo fìnchP la ferrta non l081!e complet~menle cicalriaata. ll mede!';imo metodo do~b~ e.\'."Cre adottato pet· parecchi giorni dopo Ja eanl~ rtzzauone ed il raschl8lllen~o delle lesioni del lnpos sulle

labbra e ~ulla bocca.

Nei ca;;i vslinati di eczema infanlile, 11ei 'luali il ptccolo

"Peaiente, ùenchè t·ilenga luUo il cibo che gli si apprestn e

ooa Prt::.~t;uh sintomi di diEordini gastro enterici. pure non Clelee tn pe~, seguira spesso un immediato rnigJìoramenlo alla 8ornmioistraziontt di un'oncia di latre per enema quattro ~ ~l giorno. In questi casi, cile po:;~ono essere delli ~ di apepsia infantile l'affezione dermalica é chiara~ il risultato della nu~~zrone insufficieu te. Uguale causa


RIVISTA

ripetono spesso ostinati casi di pemflgo e di impeti~ine fan ciulh di ogo! età, e questi casi vengono parimenLi sollecaludine mitigati appeno la nutrizione suppleliva per reLto compensa la deficiente assimilazione {lastrica. Vi ha una forma di a cne riC<\rrente, oq"ervala nelle gazze e nei fanciulla delicatr, ribelle a lraltamenlo, che curate ricerche mostrer11nno prossimamente aesociate a bolezza di stomaco. Questa eruzione,infeLti, scompare l'appetito è buono e la digestione é perfetta; ma, dopo che lempo, ~enza apparente r agione, diminuisce solamente la vista o l'odore del cibo pr oduce un sl:loao nausea, e gli infermi, se si ~fonano R mangiare quanto vomitano subito. Ess1 di"eogono pallidi e deboli, e l'Pr'llziio..L:' consistente di solito di una a dodici papule, riappare. d11gine manca di ricercare il movente eliogenico in porzione del sistema digestivo. La lingua rimane pulita, intestini agiscono normalmente e tulle le funzioni del eccetto quella del mangiare e della assimilazione, si piono nel modo regolare. L'orJinal'io trattamento di infermi consiste nel ferro , nella s lricnina, neEZiì acidi reti e nei vari tonici amari ed approda, generalmente, a r~ullato in due a sei mesi; mentre molli di questi casi lrebbero essere curali in due a tre settimane collo nazione della medic8tura per la via del retto al Ielle, str8lto d'orzo ed a.l succo òi carne con la cura interna alltloomineta. Una regola generale 8 seguirsi nel trattamento di ogni melattia,sia della pelle o di altro organo o porzione del cot·pu,è la sommlnistrazione del nult•imento per la via del retto per supplire alla assimilazione gastrica quando l'organi«mo manireMa e vaden lemenleinsuriìctent.G nutriz1one. Unica eccezione squesta regola é l'inabilità del r etto a .ritenere l'enema per il tempO nece-..sario all'assorbimento in caulòa di irritabilità o di ma• lallio. Si ha 8 porre molta oltenz10ne nel preparare $tli eneml nutritivi ad assicurare che !'iano ritenuti. Se troppo grandi, distenderanno di soverchio il retto e produrr'anno "i!:!'orosecontrazioni che terminano nella espulsione, inconveniente che si veriflca eziandio se siano troppo fredòi o tr oppo cal '


DELL.E MAI.ATTfE VENEREE .B DELLA PELLE

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debbono essere tiepidi e non eccedere la quantità di t20 grammi per J'adullo, di 40 per il fanciullo, ed amministrati non pili epesso di una volla ogni quattro ~re, chè altrimenti provocheranno una condizione irritabile nella membrana mueoaa. 11 consiglio di taluni autori di vuotare il retto delle materie fecali mediante un clistere ordinario prima di intro· durre l'enema nutritivo è ridicolo, ché !.18 ogni chirurgo come D rello, ciò che dimostrò quarant'anni indietro O' Byrne, é B8tunlmenle un'ampolla vuota fino all'inizierei della defeeezione. Nelle malattie cutanee i suppositorii rappresentano la più eonvenienle forma di medicazione per il retto; vengono as· sorbiti più lentamente delle soluzioni. ma la racllilà, la neltma, la sicurezza della loro amministrazione ne compeneano ad usura ùel rit.ardo dell'azione. Sono apecialmenle apprezzabili nel lratl8meolo di quei renomenali fanciulli, i quali hanno un'invincibile ripugnanza per qualunque medicina ed in qualunque forma amministrata, e la sput.ano o la vomilaDO, aJ onta di ogni specie di minaccia o di carezze. La prmcapale indicazione alla medicalura per il retto nelle cutanee come in altre infermitA é cosliluila dalla inabilità dello etomaco a ricevere od a ritenere i rimedii necessarii a res&aurare la salute. Ammesso questo quale unico criterio, egU é u\•vio esser e impossibile enumerare le affezioni della ~lle, nelle quali la medicazione per il r ello sia apprezzabile e le altre, che meno se ne giovino. Ciascun caso vuoi essere giudicato alla s tregua delle proprie indicazioni. Allo~, se i sintomi si presentano tali da venire, in via ordìnana, vinti dall'azione sistematica di una certa droga, mentre ~a mucosa gastrica ''ersa in tale disordine da rel'pingerJa unme;;iatamente, è nostro dovere tentare di procurare l'as~rbmlento in altra maniera piuttoslochè rinunziare a <{Uel runedio ed andare in cerca di un altro. d In molti ca'i di sifiloderma può occorrere che lo 5tomaco _el paziente ~ia ribelle al mercurio o che lo !'Ue abitudini od 1 suoi nliari ~iano tali da imped•r~li le unzioni, le iniezioni '~ermiche o le fumigazioni. In que"ti 1!8"1 Skoemeker ba npetutam en t o constatato la scomparsa della eruztone . e la


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.RJVlSTA

guarit!ione del paziente dietro rimpiezo bi-quotrdiaoo di po"'rtorìi CtJUI•,neuli mezzo grano rli calomelano od un di grano di pr·oto·ioduro mercuriale. La hlrilide infantile essere tratlata efficacemente in que~ta maniera. rid:uellll la I(Uantit~ del r..slomolanu etl un dodit'es.~rno di t!rano una vonlecr:imo o ad una ~nle~ima pa.t·te di grano l• del proto-io<lur'O dr mereurro. Lo ~erofulodormR l imono -empre fs,·orevolmeole ficato dall'olio di fegato di merluzzo, ma Tba non fermi r-cfrallAr·i• a qlleslo rimedio. quale sia la fqrma quale loro !'i appre<~ti Anche di rP,cente in due caSt di rnala\tra l'U indh'idui nei •Jiroli l'idiosincrasia era Skol'tnnker ollerme t·t~mpletA guari~ione coll'irnptego l'enema ad sm'oncra di olio di fegato \li ruerlu:~o Ot.!ui contiunato p(1r cinque ftetlunane in un caso, e per due ndl'11l Lt·o. L'er·itema multiforwo e l'eritema nodoso, allor·a che dovut1 fl malaria, sor,o orùinarinmE'nte accompagnati da irl'iloziorle gu9tricu che anche l'acqua venga ,·omita&a pena giunge uello !'!tornaco. Un grammn di chinino, in po!>il•ll"JO intr·odnltu nel r tto. vuie &d urnrnansare i rn po~lm ore. Altrettanto dicasi dell'orticar.a nodosA.; carin ~Dftlicc, dovuta alla presen1.a di materiale r""'ma1 , ... livo od irritante ncl etulale f,'11St.ro~nlerico, può Yenire sollecilumenle allie,.ata ,)a uu·inieuone retlale eli ··-·A~•A olio òr ~,..U,l'O e Ji un'oncia di glb:rìna che da q allro metodo. !..'er1tema mte-rlrigir•e, quando prodolto ~a irritazione~ scar·iehe diarroiche. può di Crequente es-c:ere guarito immediatamente daU'uso d1 un "emplic..-e suppositorio neuLe una piccola tfuanlitil dr oppio combirmta cou ~.,;,~·-'"'~ ... enli ~reni di un ,.~~'>tale astrin!relll.e. quale il geranio. Il pt·urito dell'ano a doYulo sove-11le alla condizione mslo~a dei tes.<~uti circostanti. Coulrt> que"'lo le lozioni unguenti pos."ono essere l!Oio di lt.-mporaneo -vanta~ anzi, occasìon8lmeute, più che a mitigare. riescono ad cerbare lesoff~ren~c, men~re un suppositorio con~nente grani ,li polvere di geranio o di qu~rcus alLa valgono a

......


DELLE MAT.ATTfE IE.~EnER E DEr.tA JlBI LE ,

:)9i

pare l'eùem& ed a spegnere il prurito. Il prurito in generale ed in Ì!;lH'cie quello òella vulva, ripdono t.alvolla la lùro ori~ gwn dm JisorJini dei oer~ì aneli, ed iu questi casi po"'"'Ono venire quasi magicamente calmati dall'illlpit!go tli :>uppo:sitorii cumpo~H di mezzo grano di oppio e di l0('7.ZO d• e~lratlo di belladonna o di mezzo ~reno di oppio e einque di ck>•·alio: 1orn.Ano e?iandio utili dieci grani di chinino e mezzograno tii ~tlo d• eannAbis indica. L'a~enico e l'antimonio ~piegAno inntle<"•labile h~Mfizio in molti ca$i di psoriòl"i. ma !<pess-o lurbano le.• $!lOmaco tanto che debba ~o"penderseno l'ttmmiuiP.trazione pr1ma della scomparsa dl>ll'••ruziona. È allora che si rirorre cnn vanlaggt:o ai supposilori nella <lebita d0$8. LQ ioduro rolassico è di zy8lldc ser,-Jzio in più ca;;;i di eeZ4!ll'la >=ubacuto e cronico, mi\ il gua impiego vtene limi'-Lo ilal suo ~pec!ale gusto ricorrente e dell'eruzione. che talora ue consegue) effetto che si scongiura colla all'.mini~trazlone in supposilorii. V'ba dei casi di Pczema O!>linalo, nei •lu&lt gli enemi per il retto <;ii olio di fegato di merluzzo giovanu ASea• più che ogni allro rimeòio. Cuucbiude Skoemaker coll'assOl'il'e come molte allre alfe· ~toni "lllan~>e possono essere gual'ite colla meòiet•ziot•e per iJ retto, ma E'gli ha preferito Jimit.are le ~oe osseJ•vazioni a ~le nelle quali per propria esperieuza pral1ca ha potuto .C:Oh!lla tar.:J il \"alo re di questa medic.a tura. F. S.

RIVISTA DI TERAPEUTICA VlrtuaUtà. disinfettante della oTeoliD&. - (INutsehe Jfedl~ e.ni~ell e \lloelu:nschrift, settembre 1887) .

~~ou. E. von Esmark del reale istituto igienico d• Berlino, 1lll intrapl'eso una serie di esper·Jeuze sulla creolina, nuov cl' · t llla ~-· •sm ettonte, portato di recente nel oommercio te~e!'co, St.a ùa quulch,e tempo introdotto in Inghilterra. Patroei.

11


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RIVISTA

nato anche dal pror. Trùhner la creolina ~embra essere falLo innocenLe su gli or~nismj più elevati nella scala la.JZica: i cani ed i cavalli la LoUerano pura ed in grande (ftno a ~>() grammi), senu risentir ne pregiudizio di Esmar k ne diresse le esperienze specialmente nel senso parativo coll'acido fenico, saggiando le proprietà di o.uxuw• il caLtivo odore, e quella disiofellant.e ed antisettica creolina. Meril8no spec1ale attenzione rra le molle la vazioni riguardanti gli effetti ùelle due so~lanze, chiama\e rafl'ronlo, ~u i brodi di cultura contenenti i bacilli della stola maligna, d &l Liro, del cholera, donde apparve essere creolina, generalmente, più attiva dell'acido carbolico. Il pone alla cr eolina spiegò azione disinfellanld più di quello al sublimalo, come pure neutralizzò l'odore sivo delle varie sostanze in pulrefl)zione pil1 celeremenle l'acido fenico. F. S.

Contributo alla oura della polmoma e delle malattie n&ll oon 1 ba.gnt 0&141. - (Reotsta Argentina de Cieneillll Medtcas). La pregevole Reoisla Medica Argentina riferisce i buolli risultati ottenuti dal doll. Benewolsky mediante il bagno caldO contro le polruonili. Egli consiglia la immersione dell'infermo tino alla metà dell'addome nell'acqua a i~ o 4i• centi~.• i&D• mersione che deve prot,·arsi per mezza ora. All'erma il Benewolskr eh~ !'>Otto l'inlluenza di ')Uesli bagni si abbassa la lPmperatura, aumentano le fotoze dell'iufermo e dimiuuiece il lavorto tlogislico del polmone, s enza che sopl'avveogano allt'i di:::lurbi. L'autore, pur consitl<>rando questi bagni qua~ un poteolP Mvul<tivo, li trova jnulih quando il process" irri· lall\·o si trasforma in ulcerativo. Il dolt. Slllenelzki nello sua lesi Ji Pielroburgo 1Q86, anuetle grande utilità ai bagni caldi nel trallamenlo delle malattie renall. Egli ba con ''antaggio impiegalo i hogni.cllldt, le iuiezioni tli pilocarpina e l'impacco in ponni ùi ar 1ua calde Del re,.to è trattamento •toest.o impie;::alo da temr· • in ueo generale. F. s.


399 11 penaupnato 41 potu1a Delle •oott&ture e Dello ooDplUloD.l. - (Boletin de Medicina Naoal, agosto 1887). Da un giornale russo 11 pr~giato periodico medico della R. marma spagnuola impronta le sperienze, che il doll. Ziiboff ba praticato col pe1•man ganelo di potasse in 60 casi di seollalure e congelazioni, delle quali esperienze si sono lralt$ le seguenti conclusioni. Il permanganato di polassa in compres!!e rinnuovate frequentemente, immerse in una soluzione di t, a l5 centig.' pe1' 30 grammi di acqua, opera con ertleatM nelle congelazioni di primo e secondo grado, ma è meno efficace in quelle di ~econdo. Que~la lozione cura ra· pidumenle la inftammazioue eJ il dolore e scongiura la suppu~ione quando le pustole sono intatte: quando non lo r.iano, conviene impiegare una soluzione piu debole: 3 centig. ed anche meno. Un infermo, nel prendere un bagno, riportò una scotlalurn ili primo grado, la quale si estendeva dal petto fino atl'mgu,ne m avanh ed allo stesso livello ne>lle parli posteriori. La solu1Jone el ~rmanganato C&l:l sparire in un·ou ogni dolore l'epidermide si disttuammò eù 1l pozienle al settimo glor·uo era completamente guarilo. E cosi di ollri casi. F . S.

Il •ubllma to nella cura. della. stoma.tlte merourlale . llg H~:;.:-.:z1 E. - (Rioisla clinica e terapeutica, Cebbt·aio 188:). L autore riferi-<ce Jue ~tori t: cliniche a dimostrazione Jet

fatLo ciH! a prima gJUola par·e !:itrnno, e ~piega l'efficacia dd

sublirnRto nt.!lla stomt\lite proJolla ùt•l merCUI'io stesso, colla

segucutP ipote~i. Saccoxt~P. la cura me1·~uJ•ioll' non produce la stomalile di rel·

~amente, ma !;Oio moJincou,loJ la null·izionP della mucosa floccnlc, c!.e perciò va piu focHmenle 1nconlr() a processi di

dogos, lloscia e di de.:om!'n ... it..ione; c.'(I"Ì c naturule che uno l'l tnu potenti arali::.ettici, 'lunle è i "ublimato, ,·alga a vin· cer la "lomatite prodotta dal mer~urio.


tiUO

Rl'flSl~

J 1'8ppol'li fra lo ~tomacace c il mercurio. si a:<l>OilliYc:liàl ni rapporti fra la t·neuulonile lìbt·mo;>a o l'alcool . . \uche qui In apparente contrAddizione ss clile~un se si melle che nei bevitori l'alcool non pt•òduc~> rl•rettamenlt fillmmAz.ione polmonnre, ma solo induce nell'orgoni--mo

stato 8p«iale t·er cui l'azione pat.o~rena dei pnenmc~eoce~ tro,•a un :-:ostrat.o f8\'0l'••vole. Svìlupl'atnsi però la nite. l'alcool, che vienu ingerilo dall'mferrno, t'onh·ursa lo luppo dei pneumococclai. come "''·iluppela"i la e;tomnhle curiale il subhmat.o modifica e distrugge il pr()('ec:c;o lsoso della bocc-a. Gli ollimi ellelli ottenuti inducono rauloa·e a pt<eSCl~h·ere stes'-o collutorio .li sublimato(25centigt'amm• "'U ifJ(l(l d'acqc•a) nella dose di f/! litro al di slnmaca.ce.

Un metodo semplloe per ottenere un' asepsi sloara. KocnER. - (Co,.ret~pontleru-Rlatt jilr SciHt•ei.;er .~ t t• gennaio 1~8). LR mt>dicazionc classica e me!Qdi:<tica di Li.stcr vaene poco a poco l-iemplificala. Dopo clw da alcuui anni per tlel nruns fu dalo il bando allo Spray c dopo che s elevò la bua "oce contro il protelhvo, Yiene ora il a mtllere ri"olutarnenle ùa parte il calgut c Lutte le preparate, da quella di Lisler ai nuo\1 prodotli delle falllli~CII• di materiali da medict~zione. Da alcuni anni è nolo p~.>r parecchie comunicazioni, il calgut, con:;ervat.o null'nc•do carholico secondo i nri>Cil,_' lislerinni, non pnnS!'a al >'icuro della !'lapsi; e dopoché il K•>Cbar' dimostrò che J,, ~oluzioni oleose ed alcooliche degli a tici non conservano per mollo tempo la loro azione cmcace sui materiali ùi medicazioue, si ebbe la spiegazione dnl ~ e Sl andò in cerca di altri preparati. La maggiore fiducia st ripo!'• nel cat~:ut al subhmat.o; e non é qui~>l•one e11e coll'aat: mersionc di 6 a 12 ore del calgu l in una solu..done al 1 !>ublimalo non si ottenga una slerilizzaz.iono perfetta. Ancora però non è sciolla la quielione se <~ia ,·antaggiOIIO

.,_di


DJ TI!.RAPEOTIC.\

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mantene.rc per lungo tempo il cal.gul nella solulione e~ m essa st possa con::.crvare; potendo 8C<:l1dera col tempo lo decompo!!it.•one ùellu soluztane in C<~nlull.o cou una matel'i~t di incostante comvosiziooe chirnic.a. Di eguale sicurezza souo: al calgut all'(IJio tli ginepro secondo le prescrizioni del 'l avel e quello tlJI'acido eron1ico; me nono-<tantr ciò, i faUi, secondo l'autore, provano a .chiare 80&81 che il catgul ha pro ... ocato delle infe:tioni che hanno impedito la zuarjgione per prima mleuzionc, e che lah·o)la hMoo avuto finauco esito lutale. KoclJcr nell'ullimo semestre estivo ebbe n provare le con· eeguenz•• dell'uso del catgut, che gr·nzie alla "ospetla proveoteiU8 ~a talmente infello da non poterH a~solublmeole disio!eu.are colle soluzioni sopra menl.ionale. Eppure verso la llne del semestre invernale, la guarigione delle fer1te, in • gran numer'O d'operati m clinica, era tanto perfell.tl che an di lui collega ebbe a domandar~o~li l>e non a\·ess~ dovuto tar paù conoscenza colla suppuraziouu l In quc .. t'ultimo l>erne<:Lre si const.at6 un g1·an nutaeJ'O di iDiezioni in ferile dapprima decorrenti llpicasno.mle, ÌD UIOÙO che non ru po~sibile il dubbio di do,·ersi r1ferire il ratto ad UDa causa comune: le fer·ile si riuni-..·ano regolarmente con 80Ui1e cieatriCf.!, nei priaU giorni lullo andavo bene. quando iaaorge~a febbre, intwne~;cenza e doloro nel t.li.::trellO tlella feriLa I'IUnita, dopo che ernno stala tolte le suture eJ i Jre· naggi, e non si poteva ciò r1ferire ad infezione seconJt~ria. Si formavano non <:olo val'lli ascer<Si con marcia di buona na&.ura, rua anche sopravvemva svliuppo sollAlcutaneo di gas 8 ~ccolta di ~~·ezioni putride. L'accurata rcvbione del materiale da medicazione dimostrò che ltt causo dell'infezione dOY&~a rafer~rsi aJ calgul. Q~ 1 l'nulore r•iporta brevemente 31 casi d'opel'azioni imporl.an~, tra cui 10 di gozzo, 2 d'ampulaziorw, 4 di rest zioni, 2. dartrecl()rn;~ . . . d'1 Lumora, . ""a _., )'· . ......, e por. e!'llrpaziom ...-e operaZIOoJ che r l'ilertscc · du al periodo del catgul noi quale soltant.o c:~si $Ì ebbero 11i guarig-ione per primam, e tra qu~c<!"ti ro..dr &lruma nel quale fu adoperata la !lela, e l'altro di !innon molto e."teso nd quale furono adopt'rate poche le-

UZ:


602

IUllST.\

gature. E volendo escludere dal computo altr i 7 casi in esisleYa di già la suppurazione, o nei quali furono suture secondarie e che guarirono abbastanza bene, sempre un numero ùi 22 operali nei quali la riunione &i teva ottenere per prima intenzione e cùe hanno sofferta rezione, !;ia in forma semplice, sia in forma d'nsce~so di llemmone d11Tuso, sia di suppurazìone diffusa e nPt•rnlllll zanle. Coll'apertura sponl.snt>a o artificiale, colla ripul della risga e con energiche dJ!linrezloni sì tentava ri1 a qll8$lo slaLo di co::.e; ma quando questa apertura ebbe tardi o non fu possibile come in una reaezìone dell'",.,'"'"'~~ in una ovariolomia, avvenne l'esito letsle. l n seguito a tali rolli J•aut.we sì convinse che il caLg ul commercio, comrr~so quello Pl't!parato all'olio di uint8 DII'O>t al sublimalo , era infetto in un modll tale che i migliori seLLaci non valevano a stertfizzarlo. Per questo diede il al cagu~, e si affido el:a seta, di cu1 per sempliflca7.ione in uso un solo numer o dei più fini. Dovendo esercitare zioni nelle suture raddoppiava t'triplicava i fili per la necessaria re<~i,..tenza. Con que"lo mezzo fu J'anlìsepsi ed i risullali di ...ennero più splendidi. Egli riporta G2 ·casi di ~randi operazioni nelle quah Ja rtgione avvenne quasi sempre pCl' prima intenzione e neppure un solo caso di mortalità. Cosi in una disa ~ione del femore 1n una donna anPmica, tolse il rerl&lltPit.l dopo 2i ore, e le suture dopo i8 Me ollenendo uua e completa g1.1era~ione per primam. E~li paragona i I'Ìsultati di'Ile 31 operazioui eseguite nel periodo del catgut, con che chiama del p~l'iodo della s otn· cosi mentre di 11 es~ pazioni di gozzo del primo pet'IOÙO solo una guari per pruDa intenzione, n~ Ile 16 J el secondo periodo si ebbe CO!"I.àn que!!LO risultsto. E lutto questo l'nulore l'ollenue nello sles"o locale, co. . stes'<i aiuti, cogli ~l~"si materie! di medicazione e cogli anti'<ellici, ::;o:illluendo solta nto la seta al catgul nelle suture e le!!'atua·e. Alle poss1bili obl.iezioni dei collegha cbe col calgut si 5080 ottenute delle guorigìoni pe1· prime intenzion(', 1\ocher


DI TiRAPitiTICA

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.,oode; che un mezzo qualunque per dirai verament.e buo"lo de~e corri!!pondere in ogni circostanza all'u~o che ne fa la JND parte dei chirurghi; ed il fallo di aver provocato delle iDfeliòni è talment.e grave, da farlo bandire assolutamente delruso chirurgico. Un tal rimprovero non è slalo ancora rauo alla seta. Egli ha cercato di studiare il modo con cui viene preparato il catgul greggio, ma non gli è riuscito d'orientarsi. Per la suA provenienza il catgut é un maLeriale altamente soapeUo, perché forse nella sua preparazione entrano dei fa l· &ori che 1mpedi"cono o limitano l'azione delle soluzioni an&iletliche; il certo si è che per suo mezzo si puo ave:e il lrapianlamento di pericolosi germi d'iofe:Lione nelle ferite: ed 6 un ratto oramai noto come il trasporto di questi germi per mezzo di un filo sia più daono!lo di quelli che vi può depo· eitare l'aria. Bvidentemeote questa forma d'infezione è la più pericolosa perché di lunga durata e perché s i sotlrno alla diretta osservazione, mentre per v11ri giorni il cor~o apparente della ferite è fa\'orevole. Si deve e$~e r certi qumòi cbe il filo, !;pecialmente quello che dev'esser Ja..ciato nel fondo di una ferita, sia perfettamente sterilizzato; e come nessuno si liccioge ad un'operazione con istrumenti che siano ~tali in contatto con materu11i infetli co8i si deve bandire aq"olutamenle dal· l'uso ch•rur gìco un 'materiale di cosi inrf'Lllva prC•Yenitnza come il catgol. Per la ~;eta la faccenda è diversa. La mater1a greggia non è Impregnata di sostanze infeLLe ed é prepaa'S.ta in modo che le aoluzio"'· on l'•selllche · . possono penela·are rac•lmente nelle :ue maglie llnissime, lo cbe le permette c.li cunse1·varsi asel·

ea.

d L'autore però allo scopo di non molliplicare i lacci per-

uu, pratica la tor.:~ione de' piccoli vasi; e perchè questo rie~ca

edmi cace adopera delle pinze che !'Ono unolie\e modificazione

quelle d"1 K- b o erte. Pe~m-Bill rolh, percl1è hanno alla punto • · R ncuu che afferrano e contundono le arterie. con~ardo alle spugne siccome non è COll' enitmle che siano rvat ... in llna soluzione di sublimalo cho a poco a poco

...

r•CCO1l U


GO t

RIYJSH

le di""trugge o in una soluzione di acido fenico cbo non ufficiente garnuz.ia, ecco come oceM l'auto1 e. Uopo ~ono Rt.ate lo.vale con acqua caldo e !'<&pone vengoun vaLe in una limpida solu.:ione eli acidv carbolioo Al 5 Primadelropero1.ione --i ~ollopongono aò una pr~~ione canica (a cilintlri) usi pon,a-ono in 1111 ,·aso smalta!.o. Le co~l préparate r1e~no a;;ellicbo e non imbratl8uo la con avanzi eli ~oluzione. Gl'i:-trurnenli devono essere lucidi e nelli; la ~oluzione carbolica basla a renrlr. rli Per i più complicali occorre una bollitura di un paio nau·acqua comune. Per lfl dil'<inl'ezione delle mani Kocher crede 1 res-cru.ione di ForsLer, cioé la laYatura con acqua, e ,.:pazzohno. e poi la di"mCez.ioue colla ~oluzione di mal') alrt p. 1000, l'<P.nza adoperare lo as.liugaruan1. Dopo avere 1r ec:o og-ni cura ller e>itare il lra.;porto l'ezione sulla felita coi fìli, colle !tpugne e colle mani, zione dell'at·ia nei locali d'operazione non l.ta grande t.anza e "'' la<.teJU dominare facil menLe. Quando 6 nc'~i disinfetta in ulllmo la terit.a con un plUmacciuolo Ji llllriso nella <.toluzione di sublimnto all' 1 p. 1000 che compN~so in ogni receSso Jelh• rt.>rita stessa, indi si t! ~e ne prolica la riunione. L'auLore, secoudo gli e~etnpi di Tillmans, Bacù ;;:,c.u ..··~ Girnrd, pratica la sului'8 da pellicciaio alternando i puoU pcrficiali CC>i proronrli. QuanJo è nccesc:ario prerel'isce,a le suLure complit•alo quella a bottoni profonda, che \'lene plicata prima della "uperflcìale. Hiu~ndo con questa a dere il ca\·o ri,.ultante, applica il òrena~gio di velro cbe rerisce ai drenaggi comuni perebè sempre se ne può lrollare la pulizie.. Due pnrole ot·a sulla me.licalm·a. Kocher ceren di uo po' d'orc.lino nella confuc:ione ingener·aLa dalla fabbriche Ji stolTe antic:etlicbo che si fanno commerciale. Eppure nella cr8fl parte dei casi uei quali cerca di ottenere l'adesione p er (H'ima intenzione, tult.a congerie eli o~gelli è inutile, esc-eodo sufficiente rind meccanica, quella cioè di riunire osalt.amenle lu ferita.


60:i &,di. specialmenle dal luto ecc.mornico, è coulr~l'io all'u ...o

M iDdoror111io t della ~a1·zn iodofonnicu. Quo;."'tfl po~e,·a \a·

tere all'eptJCfl della melliCD. ..doue durutura; ma 111'8 non è più ~- E non ~i la:-cia irnoorre rlal fatto che con questo

...-n un'emvultjzione tli ruammelle guaritScn in Ho H giorni

-.wuea medicatura , dul momento che nna riunione pri_ . . non abbirogno più di medu:szion«! Allh~llrea. Né t!l . . . . cduamnre E,rnarita unG r~:~cz•oue ltmmdu sla per .1 o 6 ~ne tOlto unlcn mo!licaturH e 111 rnornen to in cui que~la ~e perm11ne un punlo dì aormulazione, o ul18. listoJa. ta..do restano a JlO"'to i drena!\'gt per una o du" sellimane. aoD ai de\-e parlare piir tli prima intenzione. l drena!!lrl f!i tla-.o mantenere llnchè iu nece-;snrio eliuunare le !"eCN!IIIDi dalla ferila o ;.i debba impN.lir•., il ri~luguo doJlle ~t.ess~ ID UIJ8 Cl\\'llà qualurHJUP. L'aulol'o Ila tolto i drem~~:.."'l in una di!lllltieolaz1one del femore dopo :?i ore e per quel lempo n .M .antomuto .iei piultlfl<'l~iuoli 111 gorza imbevuta 1lalla e<•n· ...._ eolutione eli suhlimaw. Qnantlo l'i tolgono i drenn~-gi, •fiUDdo non YÌ è bi::.ogno di mf'ller:li ool perf.:!Uo combadi'Ila "Oiuz•onc di eonuuuo, ba"'lo un po'di gana UliiMIRD&.an~>.amenle sterilitZOLR pet• irnpeltil'e la decompo i lilae ~ por:he gocci!.! dì <te<'l'eiO o lli ~!l!!lle che po~ono 161gi,l".e dalla Cerita. Que"l" ""Ì lascino pure l'Rpìdamenle ovaPGCV.e, l!enza applicare O\'ftltH o un tes,.uto imp••rmeab1le: Msfando cu~mçlti id l'OHIi ·.l o " ·· po. qualorn si ,.o~lia et'CJ"o IIMere la conlpr.!~~ione. Dopo 21 o 4:s ore ~<i tol,.au•J i punti, Ptl'ehé ad impedir<> dte "Ì -.tacd 11110 le labbra della ferita ..-oeo bastare Je <lirisce di collodion. L'11utore eambia la Mef'eazione di r"gola dop•' 2i. o Ui ore clall'operazioM, e 'lMHa tnedieazionP con<li~tf' in gnrzn imhe,-uta delltt soluliette aJ ~bhmato ..:he p11ma di ,,,\opera~l vione Cortemenle teriaata eon mftccl1ine a pr> c;sj, ·ne per beacc•arne il liquido. Egh qumdi si è per;;oe~o d.e i ~o\iti antisettici come il io~· il hi>:muto, il :tinco. ecc., ~ìano JlCI' lo tneno su-

-.,to

ICil\aaraJmente. il Ca8ò é lull'allro . e :::i tral!n di tèrJia sup:.... Me, ? che non può ~~c IÌUS8, o dì feritn con:<e~uen­ lè lnMta. L'ìodofortnio e gh aliri anlb!ttici menzionati


606

lUfiSTA

in queslo caso sono pienamente giustificali per impedire progr·ediente distruzione della superficie di lesione, senza occorra mutare di frequeot~ la medicazione L'aulore insomma segue un'asepsi che gli permelte la piùa guarigione delle grandi C'.Ome rleUe paceole ferite. Le r egolad guariscono come le semplici, prova ne sia la rigione in due giorni di una disarticolazione del femore. qualche condizione meccanica impedisce la riunione, formano o veo~ono lasciati dei vacui nella ferata, che gono riempiti dal sangue o dal siero, se ne opera il meolo e ne avviene la chiusura senza suppurarlone. E verrllca la gangrena dei margini per difeUo di per ecce~sivo stiramenlo, guarisce il resto della ferila prima inlenzione e solo la parte gangrenat.a per ~:~u 1Jpunlll'! zio ne. La norma che si può e si deve cercare di ra~giungere un vero trattamento asettico delle ferite ci ò offerta guarigione delle lesioni sotlocutanee, nelle quali quasi ~:~.,......,. non avviene suppurazione. Il tessuto sotlocutaneo anche tolalo, può essere riassorbito ; e sa avvengono estese colle sanguigne o si erose con gonfior e, rossore, dolore, di pressione, ingorgo ghiandolare e febbre, tulli quesU tomi cessano in un tempo determinalo, ed i liquidi sLra•1111• sono riassorbiti. Se tl sangue o la linfa si raccolgono in cavità formando un tumore durevole e fluttuante, non conseguor.o elle dei disturbi meccanici e chimici i quali ~ono essere eliminali da una semplice puntura. L'autore L1ene a dimostrare con citazione di qu<>IIP.h,Att~t• dei casi da lui enumerati cbe la rigorosa antisepqi permei' una rapida gu&rigione meg-lio di quella deUe lesioni ~ cul.anee. E secondo lui, guadagna sempre hm·cno il P~ cip10 di sostituire le grandi rncisioni alle operazioni che c~ l~ leuotomie si ~seguivano in :-r~odo sottocutaneo. Secondo lui c n ctueste pr('mes::;e è decisa la quistioDt dell'abbandono del drenag~io. Egli non lo crecle intiispE,nllt" btle; nella incompleta asepsi è neces<tario ma nella completa, come egli l'intende, è affatto inutile anche qua1. lo "i lasciaDO dei vacui che s1 t·1ompiono di linfa o di sangue. Certamente


607 le prì~one é più bella e rapida quando queste raccolte, canea d'infiltrazioni, tensioni e talvolta di febbre si possono •~ilare.

Si può perciò rinunziare all'apposizione del drenaggio nelle prime !l ore, ee non si hanno dei tubi perfeltamente sleriUaati, e se si è sicuri di chiudere perfettamente la ferita con un'adatta fasciatura e mediante la sutura. In ogni caso toll'abbandono dei drenaggi si schiva il pericolo delle con.epenli infeziont Jnsom01a la sterilizzazione della ferita nello stretto senl'O deY'essere la meta del sistema curativo. Solo questa ideale anUaepsi pu6 fornire i migliori risultati. L'autore conclude che per ottenere lulto questo al di fuori c1eBiì ospPdali occorre: t. Far vuotare una camera, !avaria daperlullo, nel solaio, pueU e pavimento con acqua calda e sapone, mettervi Ire tnoli, di cui uno coperto da un telo candido per l'operando, ano per gli strumenti e l'aJtr(• per gli oggelU di pulizia. 2. Si prenda una mezza dozzina di terrine pulitissime, oltre a boccali e bottiglie per le soluzioni anti~elliche ed una 8ND quantità d'acqua che abbia bollilo per un paio d'ore. 3. Si abbia cura che vi siano sapone e spazzole per la pulizia deUa pelle, peli e mani di coloro che prendono parte alJ'operazione, come anche alcuni teti impermeabili per coprire l'ammalalo, il tavolo degli strumenti ed oggetti di medlce&ura. -'· Per la preparazione delle soluzioni anli!<eltiche si abbia

una soluzione concentraLa di acido fenico in un vaso graduato ed un surtlcienle numero di pastiglie di sublimato al cloruro di sodio di un grammo. 5· Oltre agli strumenti 1\ necessario ave1·e un recipiente ~~~ drenaggi di vetro immers i nella soluzione di sublimato ~ ~ l'· 1000, un altro con delle spugne nello ~'<oluzione fenica e il' p. ton, e finalmente una $-!ran quanlilt\ di garza idrofila 1 !asce della medesima stoffa.


RIVISTA DI STATISTICA MEDICA --.....::::>te:•~-~

E:.eroJto fnu1eeM. - St&U.tioa medloa per l'anno

EfTPllio;o (presenti) 456172. AmmnlnlJ: Per~

GX!!113te di tora

Entrali o gli spedali . 9:!1 :H 11 ull'uafùt·ruf'rie ~~~;l:l8 ),J CUUIC!'8

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T olalo

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6~3.'N02

Me1lio {.(ioruali~owu dei mal»ti 178G5 = 39,10 p. 1000. Mulalli1•:

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Per HJOO

All' os{leda:le Alrrnferruerla

.\lcoolismo Aliùnazionc aucnlalt>. Yaiuolo c \lliuoloide. :M ot•billo

1,02 1,30

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8c81'1nUina Olopstic Anemrtt. ~eorbtuo.

. Cerouro-,. pinsJi. oculat•i. . Appareechio go~nilo- utinono. A pp&reecluo circolntorio e linfatko . . Febbri coulinu~' Dt-lle os~a l'd orlicolazioni Febhl'c lifoirka. Reumatismo .

.

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Tuberco1o~i

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21.00

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18.81) J:i.to 47,10

:!7,00 34,10 58,70

. 64,20

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31,10


609

JIIVIST\ Dl Sl'AiiSTll!..\ MfWICA Per ti.IIO

Pebbt·i inlcrmiHenli. Apparecchio re::;piralorio . Jd. dige;;;th"<> .

tH.IÙ

Yeneree

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Scrofolo::e. • Ltttont traumatiche. e clairur~i~he. • . )falattiè della pelle e te:,f!b(o cellulare Colcrn • .

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Rlf'or me e ritiri: EtTettivo calcoluto 5210:>9.... Tolalc 7~tj:! = lUO p. 10110. Rihri . • • o,w

Congedi N. 1

1,20(1J

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UN!ciu!i. . •

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Per ltaJ,ercolo;;i. ~ hz·oracllilè Cl'onica • malallie oculari . • cardio.cue. • ernie . . . . . . • arlrile cronica . .

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Mortahté: totale :H'i i',G4 p. 1000. :'\t>ll'm&.erno 6,19; AlPria 11!,5:!; Tunisia 12.b0: :Nel t ;s era ~tata di 12,60 p. 1000 l i" • 1'ii7 • 1~S 1'<ill • 18'U

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i tO Nei minori di 21 anni Da 21 a 25 anni . Da 2S anni in so . Ufficiali. . Soltufflciali . Soldati . . . •

.RlfiSU

i>,65 p. 8,1!1

:>,69 6,00 5,:U

• •

i}39

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Febbre tiroide: Decessi = 2,34 p. 1000. All'interno 1,97; in Algeria io Tunisia 6,.0; governo di Parigi 4,06. L'intensità massima delle tifoidi influenze rispondeUe poca dell'arrivo delle reclute (t', trimestre) e della e più calda (da agosto ad ottobre). Sta intanto che 1/ts (7979) dellemalaltie tolte sono im a tal causa. Colera= 315 colpiti, 128 decessi. (La relazione dà dellagliati interessanti indicazioni sviluppo e decorso dell'epidemia nelle diverse gua ma riassumerle è dìrticile e sarebbe toglierle gran parte loro valore). Vaiuolo e ''aiuoloide: casi 166, t:; decessi. _ Vaccinazioni e rivaccinuiooi: N. 1i2t94 <'On 81770 ...,~. = 4i ,4 p. iOO. Morbillo: N. 2792, con 37 deePs~i. ScarlatLina : N. 578, con 2i decessi. Orecchioni: furono numerosissimi i casi, ma non COI11&l8.~ Dumericamenle. Menmgite cerebro-spinale: caei sporadici. Dlllerite: 50 decessi. Paludismo: Corsica, Algeria, Tunisia. Dissenteria e diarr'68: 5L decess1. Tubercolosi: morti 1.04 p. 1000; riformati 1,93. Totale 3/11 (in Algeria e Tunisia solo '/3 in raffronto all'interno). Pleurite: 11l decessi; polmonite: 166 decessi. Malattie veneree: semplici ia,OO p. HIOO; s1fllide !1, t O. Rabbia: 1 caso a Tunisi (28 casi in 22 anm; 18 casi RmtLUII1111'1 all'Algeria e Tunisia). Suicidi: 188 decessi (3.3 p. 1000 nell'interno; 8,5 in


DI STATIStlCA KEDlCA

GH

•••..• • n1 reolatameato ba Fuaoia ..r l'UJto 1111. - Sunto.

Si tralLa delle operazioni relative alla chiamata della classe

Ja Ad eua claese furono ascritti ben 1007 omest~i di classi 'an\eriori. Furono amm~si all'estrazione 3068M inscrilli, ma 758\ non si presentarono. Furono dichiarati impropri ad ogni servizio . . . . . . . . . . 39700 Furono dichiarati adallì al servizio aui\·o . . . . . • . . . . . Furono dispensati . . • . . . . 267094 • dispenl'l&li condizionatameole 31875 16531 • assegnaualservisto ausiliarto • mandati rivedibili. . . . . 39726 Sui rivedìbili della classe i883 (39105): Furono dichiarali inabili . . . . . 8878 • assegnali al servizio ausiliario 11105 • assegnali al contingente attivo 100W Sui ri•edibili della classe 1~ (38318): Furono dicbtarati inabili . . . 39i7 assegnati al servizio ausiliario M18 10028 • assegnali al servizio aUivo . . dicruarati rivedibili . . . . . Dispen~li come sostegno di famiglia N. 5317. Aseegnati alla t• parte del contingente: Armata ùi mare . . . . . . . . . 5639 di terra con obbligo di s annidi servizio 100510 • 40i85 • • di 6 a 12 mesi •

·~

Totale . . .

liGGM

~gli inserì• li torano as... olulamente tllettèrali il10,91 p. 100. La statura mcdta degli idonei al sPrvizio risultò di 1•,6i8. diebJslat~·a mmuna degli idonei è J•,&i e non sono i deflctenti C lrttti mabtli ~~non ùopo 2 rivedib11ilà. onge~ati nell'anno N. 110063.


RlfiSlA DI

"l\TJS JIC::.~

'lt"OIC.\

A.ecritu wsponibili J>er ra,·mata atLÌ\a x. ~3W!~ .\rruolati volor.t.u·i :\ 21762 (nclrarrnAià !J terra At·r·uolall volotttari nei cot·pi l'peciali (strarùcrr , lini, eec.} H57. - Tt·tale 'l. :?i>!IIU. nra!-isoldameoli N. 51"1 (sntlufllciali 3:l8ì): con pì·cmio

RIVISTA:. D 'I GIE N"E . . .

~---

n contingente di aria nelle· at m'a té. Oll• ·l•re i887).

L'acct!nnato argomento pnt·-te lellla alla prima lezione, il tntHhco della moriua britannica, dotL. Gilber~ Karker tti nuov1 ammessi nel <'orpo !tanittwio nel reale r iltim•) eli Hasla.r.- argomento che, lrattalo .,.,."',...,.,,.,,~,c.n..,,·-. la ragione ~loFica. ci sembra di tanlll importanza dn (!OOlO :. t t portarlo nel no,tro gt.nrnafe. A\'Hll'le preventiv'.amenle :!'~tutor-e C(lme per contin per p: •W\'i~\8 d'aria SJJllt; navi non tìebha intenderSI [l t.nto ~oggetto del J'ammovamenlo c!l•ll'at·ia o ''&nlilozione, voglio esser\'i iJJ\P<;a l !l condizione ciell'aria che ne e como viene resp1 rata-dagli equipa!tgi n, per dirla più il clima tra t var1 ponti, tra Ju va11e loc:-a 1itil. delle navL La stor1a di queRto ~oggl•llo racono!;ce quallro pPrlodii primo òa~ dai l~>mpi pi\1 remoti, .fin. •irea la nlf'\tA scor::;o secolo. Questa fu l'èra o eu t'S. dell'igiene in ,..,n...,.. aUoJ'i}uando, noit pure '5i rinunzia''& ad O!:ni tentativo r.:ndere piu ~alubri le cond1doni clelia vita, ma era ferma credenza 'elle fn si èare si sarebbe port.nla una profana gerenza all'opera della Provvidenza. A bordo der hA!I:blllaau dall'ingombro de~li equipaggi. dalle emanazioni per putrescente nella stiva e per la znvor1-a impura, daa avariali per assenza di ventilazione. il contingente di era inconcepibilmente contammato, caldo, umido e .,..,.... ~-


.,.... quattro oli ollo ore di immer~iooe in La!e rnabano ....., a vapore si era obbli~U ùi montare in <'.Operta, e.-.po"iiiMdoei per tal gui..a all'influenza degli f'lemenli. t impor4 tilllerammenlflre c:he, 4Juando il tempo era piit inclemente in . . . . . l'atmosferR si rendeva maggiormente iMpura nei

,..Il mreriori. ft"teeOnt1o periodo s'iuiztò circa alla metti del pasc:ato e ehi!R'e :-ulla ~conda decade iM +-ecolo in cor~o. Tale periodo nbbrurcia un tempo di miramlosR atlivitit rh•! a maM in~Z:le<>e in ogni parte del mondo per coglierne h1 "Upre·

~ trnl mat·e, P fuMno 'luelle eccezionnli cirro,.tanze, le

~ con lu«.. Pro i ~raru li navigalot·i britannici a di!'lcernere

'CliMI \'&l\lre della marina stnva nella ~alule degli e.1nipa!:tgi, Wlf'lel!ta, allo >'ua \'01111, nelle condi1:ioni ~enilarie Ò~"Ì basti11111lU. Fu quosla l"cpoca di Lind, di BlanP e di Trol\f'r, quando tra""6 il ;tuo nuscimcnto l'i~ìene navalf'l. Ed alloi·a, M JIU1'6 venne inau;urpla la pr8tica dolla m&lil'io& pre\'enma f!Ì po~ò ~u migliore ronriHmenlo lu perle curativa til lavoro navale medico, eh\ in cpu~l tempo fu per la prima 'Wita pt'opriamentA slahilito il trattamento per i mat·inai in· tllit.i Dl:'~li o--pedali di terra, e gli o~pe1lali di Jla<=lal' e hi ~th stan quoli monumenti di qu-:sta importante epoca . .J lllmhiamenti ùirèlli al migliorameuto nella p!"'vvi~ta oii.aria,, 'l quale ebbe alLuazimv•, inchmse rinh·o,Juziofle delle arma· ~di Leppinz llf•lla costruzion~" dei ba«Limenti, fu.,.o delle ..U~ in ferro, le I'Bf:;;:e per oequa in ferro. il meno frequente h~rgio dti ponti, la ~··parazione ùei lll81ati dai sani e rnitliori metodi ùi ventilazrone. bli srforzi per miglrorarEI le prov""riite . "U Il Il wni • O\'ell•·r·t· "entire La l un benefico effl!lto. In d'a . rt11 ogru OCcal'ion", il lavoro fallo in questa branca MI risallamento nuvale, comhinat~ c· •n quello (~t lo m altre, venne dn unn decis:a n•igliol'ia nella sulute della ll•llta. Le 'Il &tiche, pur ben !ungi dnll'es;oo•re complete, ri,·elano che .,::ero deiiP. morti a hor.Jo a. .ne navi nel 18Jl, ··ome fu · .-..,_ t'Ilo da ~ir Gilberl Blane, ru 1 in 30 e 25 contro 1 m S,

""'"'to .t,...

!::"lo

~nelt:w

11

:

~o ~l!rs~ lo St:~i un completo riposo in riguardo ai 1

dsrttts & mighorare la prov'I"'la d'aria sulle navi.


RlVlSTA

Allorebè gli strenui cimenti de'le flotte britanniche coronati da gloriosi succe~sì, pare che uno spirito di si rosse diffuso nel servizio. Scarsi progressi furono giunti nel risanamento, e molti, che già erano stati pa._ arooo in obUo. l tubi a vento di S.1Uon ed •i ~·~--.~ Hales trovarono la loro via ai musei, le aperture furono licate raramente su i fianchi delle navi, o l'antica vento divenne nuovamente quasi l'unica speciale per la ven\ilaztone. 11 quarto periodo, che può essere datalo da circa la del presente secolo, é caratterizzato da grandi cat:uuuiiiiiWI! nella provvista d'aria recata dall'introduzione del va1oot•··• dal rapido sviluppo dell'architetlura navale. La mtro\IUZiaa.i del vapore, in quanLo riflelle l'igiene dei bastimenti, fu pagnala da varf seri svantaggi: ne conseguiva maggiore gombro, la continuità dei ponti era interrotta, la ..,.,u._.,,.._ lnt 1 ponti montava più alla e la luce vi veniva immessa minor quantità. Ne risenll la salute degli equipaggi, e pubblica atlenztone venne itTesistibilente chiamala al sosrre• dallo scoppiare dt una parttcolare affezione polmonale flotta del mediterraneo. Ad immegliare la cattiva cottdiZMM!II del contingente aereo, furono proposti numerost 'e""""'....' Sorc;e la numerosa famiglia dei lubi a vento d'ogni presero sviluppo gli ingegnosi ritrovati dell'tspetlore rate medico 1\Jac·Donald e vennero spinte innanzi ed dolle su varie nfi\'Ì le invenzioni dei dottori EcJmund e P~r'killii A breve di"lartzll di tempo dalla rivoluzione nel motore navi, ebbe luogo la grande rivoluziOne nella loro cn.•lrtJziCIIftllll cioù la sostituzione del ferro al legno. Considerando il nore numero e,l il più ristretto lume dell~ aperture nelle navi in ferro, SJ venne alla conclusione :=>arebbero scili i bastimenti in ferro p1u tn"alubri dei loro PrE•dece!SUI~ in ltgno. Pur nondimeno lale affrettalA conclusione non conrerma dalla eRperidnza, impèt'occhè l'uso del ferro CO!ILruzione delle navi sorU etreLlo differtnle, e:~~plicandOII con piu bassa media di morl&lilà nella floll&. Le corazzate dell'alle murale sono ora surrogate dalle a Lorn ed a bat·b~lla a fianco basso. S'ha tullorn a "'~•·•v•nu~


6t5 1a etoria sanitaria di queste navi, ma per fermo, si può at'aerire es!ere tull'allro che piu insalubri delle vecchie corazzate, e, per quanto riguarda gli antichi monllors amel'ieani, questi rit~ouiLano nelle più fa voravolì condizioni sanitarie nei npporti del capo del dipartimento di medicina e chirurgia per fanno 1S6t In siffalli bbtimenli a bass a murata il rintJO.amento dell'aria non può eff~lluarsi dalle forze agenti naturalmente n~:~ll'atmosfera, cosi che debba ricorrersi a forzi!~ artificialmente generate. Nella marina io:zle~e. a bordo dei JlatimenLi di questo tipo, dei ventilatori rotatori, conducono l'aria fresca dall'esterno e la imrnellono lun~o tubi nelle lo· 1llllilè, che debbono essere ventilate. Alla emissione dell'aria impura SJ é provveduto con un sistema di tubi funzionanti dall·interno all'eslertio de1 basLimeuti. Ordinariamente questi tubi 80no sempUci ~bocchi allraverqo i quali l'aria impura puo el!ei'Cilare la sua tendenza as,.ensionale, ma occa ...ioDalmente l'aMa vi è spintn a mezzo di ventilatori. In concluIIIOne, sì é veduto come la p1·ovvista d'aria nelle navi fol'lse un tempo inconcepibilmente ealliva, come poi ha migliorato, reaLando, peraltro, tuttora lun!l:i dall'aver ras.rgiunlo le de!'idera\e condizioni. n prol·lema della ventilazione delle navi è difficile ma non in~lubile, e, probabilmeot~>, non si giungerà presso la ~o­ luzaone ftnchè i costruttori adottino il sistema dell'aspirazione •rtitìcii,Je invece della provv1sla arLifìciale e ùecentralizzmo 1• applicazione della forza a fine di rendere non nece!'l"arìe le lunghe dirama<doni ed tubi ricur,•i. F. S.

i

La P&tologla e l& terapl& del mal dl m&re. - (The Lancel, OltoLrt~ 1887

L'

.

enunc1ato argomento è trattato n\1 Lancet in un importanlte articolo di fondo, che crediamo utìle riportare quasi ne la sua inL~>grilà. d Pa_rl.an,Jo in termini generali. sono due le teorie riguarIl mal di mare, le rtuah tengono il campo scientifico) raferjuna perallt·o con taluna modalilA nel dettaglio L'una. sce la malattia in discorso alla irritazione gal>lriea, men-

=


n t6

RIVISJA

lre l'altra è ba. ala <>opra aleunì flisturhi flel nE-rmco, sia dol $istema cerebro-~pi11• lt1, "ia del tluJtaDII• t·m 116 ;;,,r1.1bbero la cau~a efficion '"·Stando alla prima 11 movhoPulo dP.lla nave ca~iona alcune lurbe d~lla :ca,tri. "• e quali ,i csplìeano uella uau:>ea. uel \OJnito tJuellu luuga ~equela dì :liR&!!gradeYoli sintomi, 'che -a onQ noti. Dei ~o:-lenilol'i di queata lcOiitt taìuni

il ri,·olgime!Jto clelle :matede coulenule néJio ::;tomaro il punto e,..c:enziele. altt·i r;u::get'Ì"cono star que:;lo nel sciamanto dello Elfintere piiOI'ico, donde il fius&> della nello ~nmHco. A favore dell8 prhna teoria mil1tauu a faUì tuoltì c:oflpr•enli ùel mAl tlì mat•e de$Crivnuo i siutomi l'(rici quoli primi in Mdioc di tempo. che i pree,i ldlli sturbi d1ge.&iv1 o la <:o=<li~zione. aumentano la tend ... nze allo infermilit, che le persone blhose ne ~:>ovcrlte in forrnn assai grave, che la bile è l.slora uel vomito e cbe la pre.s ione o la conlro-irrilaz.ione t.lontaco, combiuétla cou i ~t'dativi gaf'Lrici, ha Hut·ltlo felici risultati nt•lla pralicu. Da ollra porte !'IQno non e di non J•OCO 11e,;o le ohhiezioni contro la leor.a, ebe !'itlera il mal di mare puramente un'afTezione #!astri~. l clJc le tl<ttme ne sofTrono al disopra ùi ogni propo 1legli oomu1i e che t bnmbini ne 'anno qus:-~i del lulto lornano di difficile l<luegu%ione colla leot·ia, giusl.a la l'edtazion~> mccc~ nica dd le malerie contenute nelln é la causa d'f: · •n te det:a 111alaltio. I violenti e~erci1jr di ~P"<'ie dcw•·ebbt>T'O cap:ionare un coefficienh! di disturbi str·ici uauule almono a •JuCIIo pt·odolto dal mo,·imcnl.o mare: Ppput·e non ne con~e::-uono nau~ea etl emeoi. òa lliuno viene impugnato che In apprensione nPrvo.sa qne~Lf! inrPt'mità nccrt>sce iUlmenc;nmenle In procli' ità ad mentre occorre ne n r:~r-amenle i w:•lerla mc:orgi!l'e in feUa calma di rua1'e. Si ~A certauaente di dcmne ncrvoee, citabili. lo quali soffrono a bor o ancor prìma robe la c-omiuci a muovel'P.. Se n<•i ricerchiamo 6\!curalaruente !loria clinica Ji •JUP"li CS!>i, tro'\·cremo che in ellis~irna por:tione i primi sintomi nP sono ordinar•inmente ,..~~,-eb;rP mtntre la \"Ìolenta vertigine ne t: il piil frequente. l


6fi aaaa&i faLli '<OM tlifficihuonte conciliabili con quolunctue ...,. I!UI me' ,J, mare. la quale voglia ricono:>cedo con~­ .-zs tlei dishu·hi meccnnici &'<'venuti nei c-hntenuli dello 1llt,eauleo.

Tre almeno ::;ono le teorie. le quali riportano la eli~ne.'!j del mal di mare all'appa1·ato nervt•<>o; la pmna la ricono~ce .ua parali:-! del ;:istema simpatico, la secQudll 1:1 di turbi cireelelorir nella ~O"lanza cerl!brale, tneJltr·u, :3econrlo In t.erza, . . 'Yel'8 ~u:::.a devo esser~ l'icen~ala in taluna. rnlldalilA rielreqailibtffi llel fluido dei cauali c:emicircolari. Que,.ta uhima Cloria, che ha chiamato molli patrocinatori, trae il -..uo ~o11legno principaltntHJte dall'analo;.!iG di t{!luni :-inlomi ric::conlnti nella malattia di ~leuiére ed affeziont a~~imili òeJ-· l'oreecblo interno con quelli del mnl .li mare. R1~uerdo 111le due prime teorie 11eroofte bo.., La rimar r.ur•: chP. es:-e non hanno MC8l!Sarinmente f•·, •oro mutua esclu;.ione e che. pre::e ineiilme, Jlrel!entano Corse mi;.:lior valore che 11ualun•toe altra ipoleai Jllll' la luuga serp1ola dai complicati sinlomi. i quali «~etiluiscono ron la loro omone d mel di mari:'. 'Volgetldoci ora alla questione dd trattamento. lr.:>~iamo -...are l'mliero o;.tg~lto in una vet'tl condnionc di caos. Scdllm e tonici d~!l sj~tema uet·voso, :-edativt ga~trici, "timolallli, la c:tJnli'ù-irritazionc o dell'addome o <iella te~ lA, Ja OODl· p&!eMaonc sullo c:tomaco a mezzo di cu~cini, que·-te ed una inlin.it4 «h altra misure sono state "M late •!Utdi l:'pi'•;ilìci dn una llldorrlà e 'Dite in r·idicolo, rome co:-oe ::enza valore di sorto. da altra. Tra lè droghe J'accornantlate con mn'!'giore o minore flduc·a [IOS><nu o men1.ionarsi il bromuro pot&s;.ico, il eloral~o. il iodoftìrmio. il uill·alo di amilo, In piloc.arpina, la ~~~mn, la cafleina, il bi-<mulo, la cocaina, e queste per &eeghe.rne talune r• cbe della li,lA, la cui va">til8 su,.cita raIIOD~vnJi dubbii 8Ulle y t·lÌJ r•re~tnineuli di que~Li metlicatlle&\i. ProLabilrn~ule alcune o tulle. le ùroglm ::.umruenziùnale :so~o tro\·are appli~zinnc nel combattere cerìi t>fl'èUi del alle di .ruare; nu) uoi dnhbiamo 8\'erne pl'ove rn~:!lio ·lefiltli pr~a <li acccltal'e ()unlul)que r•imedio come l'peci fico. • è u~gno di nola il nun a'el't' i ll.Ulrioari rimediCl ra .. oPtr d m&l di mare, cl1e e~i ri~ua1·dano mvttrit~hdtncote


618

tiVlST.l

come una necessaria disciplina, attraverso la quale la gioranza dei naviganti deve accontentarsi di pa"'sar e. 8 flcile creder e che con la enor me esper ienza della malldlilil portal.a in campo ogni gior no, le sovra ne virtù di uno citlco non fini r ebbero per essere universalmente rìcon<>seiillll se uno, per av,•enlura, se ne fo~~tse scoperto. Ma, 8e il lrall.amento !'tpeeifico rimane lullora ~ttib non può cader dubbio che molto può farsi nel senso "a"'""'"·'~~~ e di sollievo. Qualunque sintomo dispelico, specialmeale conslipaziom:, dovrebbe, quanto pna è possibile, essere p rima dì inlrapr·endere un viaggio. Dovrebbe pors1 in ogni indebila apprensione nervo!!&. Sia il cibo laiP cbe stomaco pocotrn prontamente tollerarlo ed a ssimilar lo. Il ferente del mal di mare dovrP-bbe, preferibilmente, te(]tsn'• postzione dislc::;a e, permellenùola Il tempo, sopra un ciuolo o sed1a a braccio collocali in coperl.a. La cotmDNIIi!ll sione o la contro-irritazione sopra lo stomaco, può venire esperimentala con vaoLagglo. Tornano utili al gh e lo champar;ne secco, dovendo i di questi l'indisculibìle lore all'acido carbonico. che es~o contiene. QualorA il si renda mollo copasmodicoJ possono essere esperimenlMi sedativi. Nell"adozione cii altre linee di trattamento, il deve farsi guadare dai sintomi, che si presentino nei .,,..,...... ~ casi. F. S L 'ea&me bl ologloo del gh1a ooi o 1n rapporto ooUa ..... bUca igiene. - Dott. Gmoo Bonooxa UFFREDUZZI. -GiOI'nale della R. Societli Italiana d'tg iene, 1887, N. 11. S ebbene sia sperimeotalmente dimostralo che talune melattie (tifo·colèrllJ si propagano per la \Ti& delle aequo po&abili, tuttavia mollo spesso in questa acque non si può riscontrare la pre::~enza doi batteri spec1ffci di 4uelle mala ttie, • ciò forse Lalvolla d1pende ~at fallo che certi micNrganildli patogeni dopo ettsere penPtrall in un'acqua vi l<i S\'iluppaDO copiosamente do principio. ma po1 quasi scompadqcono, sopraffalli, nella lotta per l'esistenztt, da allri germi indiJI'e. renti all'organi~mo. Per questa cu·costanza c per il fallo cb8


6t9 ancora non vi sono criteri discriminativi per lulti i germi patogeni, per giudicare del val~re alimentare di un'acqua, dobbiamo fondarci sul crJI.erto del numero di batteri che l'acqua contiene; anzi si è voluta segnare una cifra limite di baUeri viven~i che può contenere un'acqua per poter eseere adoperata ad uso alimentare. Friinkel , assistente di Koch, usegna a questo limi le la cifra di 50 germ1 per ogni cc. di acqua; altri elevano questa cifra a 100 ed anche più. Tali vedute generali sul valore dell'esame biologico dell'acqua l'i applicane• ugualmente per quello del ghiaccio. Frlinkel ha esaminato col metodo ordinario che si usa per l'acqua ''arie qualità del ghiaccio che si consuma a Berlino; tutti i l"4mpioni contenevano germi viventi, tranne quello che era ottenuto con l'acqua distillata. Dalle sue osservazioni risuiLa che il ghiaccio contiene una cifra miMre di batteri dell'acqua, da cui ori~na, ma proporzionAle. Prudden ha saggiato la re::Jistenza nl congelamento di ''arie &peeie di balleri collivati arlificialmente ed ha vislo cho col congelamento muore sempre una cerlo quantità di quei germi, IDa 1 palogeni vengono ucc•si in proj>orzione meno con<~lde­ revole degli indifferenti. L'autore, per evitare le obbiezioni che si po~""ODO fare n chi sperimer1la come Prudden, su del ghiaccio arlificiale, <ti è servito dì glùaccio naturale non disconoscendo che anche i auoi ri!'ullali vanno presi in cool;iderazione relallva, per l'in uguale ripartizione dei balleri neUe varie parl1 del ghilitcio e cercando di dimmuire il valore di questa circostanza sravorevole collo sperimentare su una quanti l&. di materiale piuttosto granJe. Le questioni che si è proposlo di risolvere Rono specialmente due: . ~· stabilire !'P e fino a qual gradi) era e:t~alla dal punto dJ '•"ta batteriologico l'opinione ba!tala su antica credenza

che da acqua 1mpura possa formar!"!. g h'rac<:10 . pur1s:mno; . .

d . 2• .ùeterminare non solamente l'azione del j:relo sulla vi la ~~ rrucrorgaoi!<mJ, ma -vedere ez1andio !'e .'azione d ·Ila "~a temperatura prolungata per parecchi mesi poteYa


20

IUYJSTA o'IGTE~E

:e"ercilare una uHeriorc. influenza sulla Yita de!!li •le!SI crob1. Cit, é ulile a ~apet'S.i perchu di solilo il ghiaccio 'Yerno si u~a nell'alimeuLAzinne a.l'esl.ate ~u··cas i'l:a. Per la prima IJuestlone. eoo o~~enazioni piu .'olte tut~ potè J'llabilit·~ elle il ghiaccio contiene sempre el il !JÒ '/. in meno til J{urmi viventi c be l'acqua ùa cui l!i L'aequa quindi rt•Rime.nle si pv.r Ulca alquanto per meuo

congelam,.nlo. ma 1t0r~ si pu1'i.flca TTUii in num.ì~ra ciente.

Per la ~eoonda que~lione rilovò che, dei micror~omsmi i trovano ueU'oc.Jua. per operA c.lel congehuueni.O '\iene distrutta la maggior parte compo"l.a di qut!lh me.no -i!>lenti ma una parte abliadan;a con idert.oole r sta cora in ciia (IJlc/ic dt>p<' sei me.~i; enti pero che quesU vino nel ghiaccio un mezzo adallo alla lor o Qut•sli ri!>ultali, uniti al tullo o:-;;oervato du Pt·ndden, le forme patogeue rP1-istono nl gf>lo mollo ptil cile i ndifTerenti dell'uc-.. ,ua, !ICI'\'OtlO a dimo~lrare infondata lica l'redenza elle I'8CI'JU6 si purifichi col gelo e m segnano non dovrebbe a<>eolutamrmll' \'eniro adoperato per ~hioccio prodotto con ocqun impurtt. Il ghiaccio impuro o:j dovrebbe adoperare solo 11 duslt;iale oppure pet· raffl·ectdare le bibite senza mesc:oll• ari ''""e. Siccome però t(lle..,ta ultima pr alll:a conoscenza d~ì pericoli chP. ,., vo~lìono evitar e, CO!!l altualn solo dallo pcl' one ìnlelllganti e colle, èlH' é liil'e dalla minoranza rl+>lla popolet.ione. Aventlo di mirtt in\'eM l'i'-iiene di prolejlgere tuLtA la polnz10ne, e spl ialmenle ~~uella parte di e~><a che è e,pu:ota agh alf.acr.hi n••lle <'Ausn morbose si consigliA d1 bt·iCilre il :.:hiac •o con le buono acque polabrli . 8 ...,,...,._,_ ~no::nte condotte; o, meglio nnoora, con l'acqua dislillsla, che del re~lo in alcune grandi città ~i ,\ ~'t oornrneiato

n

rare.


62t

VARI ETA Aiatt&mento delle vetture di guerra per U trasporto t.lermi. - FRon.ICl!•. ulticuJ!e, mo.lu:o j .... truttore del!•· truppe sanilat·ie sviuen;:. S1 .:on eerupre inYocati do:-i mezr.i "'U"'"Idiarì pel serv11.10 aanrtano di trasporto .... Il Porl (88\'lera} ne ha fatto og~t.:Lto ti epe l~; ~tùJio. Per lo s~IZZ<:r& r adaltameuto dei "Cicoli comuni è una questione importante. giar·ché tl su n ~,n izio di guerra ha per eesctll.iule base il lar~lus::imo uso dei \'t'icoli di rE'•fliiSizione. l'~r il servizio dei eont:'O(Ilì !lanitari auche la Get'JDAnia fa regolam~>nlarmenle 'tron ca<~o dei veicoli di rifot·Jiimento di r%.>1·uo, e i il modo di lo1·o tilluzio11e a benellciQ 4i eaao erviuo. ha una pratica impot·tanza Ya 11 l•'roelich Yorrebbe t:,.,tendcreci meui -di adattamento ai ve.coh di !!uerra e !•ro porre-bbe anz1 uu insegnamentQ apeeial nd hoc. Egli divida es"'i veicoli: S' :SO"p~!-!1, cio\:, a molle (carrozze del lv c:tato maggiut·e; far~ow di t·i~erva del materiale ~anilo.riu); . ~· !\on sospesi, ma pur adatl1 allo ::;copu {forgoni d'arlip;h~ma, corri a fora~~?i, carrette di carluccic di fanteria): 3• Pcc() UÙ&lli (carri da pouloniel'i, \ ellure d'artiglieria d~ cantpe ..nu, pezzi ò'arli!:lil.!l'ia. afl'u!'ti di rJcambio, cs~suui dt muni1. oru ): da 4• A!l~olutameute inadattabili (carrdHe <farliglieria, fucino

t'.awpagua. ecc.).

Egh non ~i Pt!r,la dal :o,.uggerire. in ,i,.ta del possibile u,o 8anilano, delle modiJicazioui alla p t'imi liva ~lruzione! Noi "enLa diScutere la prop<•::.\8., ci t.:accinmo lecito aecen0 are uu lteoe ostacolo alla sua attuabili li!: creJiamo che dif-


VAIUETÀ

tleilmente lo slalo maggiore, l'arti~l ieria, i ponlonifri ranno cedere il loro materiale.... Che non potranno ebe a eose finite, ed allora non ce ne sarà più il bisogno.;. Un insegnamento ad hoe potrà valere alla (ama del fessore, ma non ad aJtro. S.

CONGRESSI

8eldone 41 olllrllrsi& 4entarla e 41 otolop.

Mercoledì 7 settembre. - Terzo giorno. - Seduta meridiana. Il dotL Pradère, di Lione, legge una memoria che é viala alla sezione di medtcina; essa é intitolata: La i~i rita colle applica;ioni continue dei medicamenti al palato. 11 dott. Metnitz, di Vienna, fa una comunicazione L 'osleomielite. L'autore riporta due particolareggiate osservazioni. tn .t caao l'estraztone di due denti in una donna di 43 anni luogo ad una osteomiehte della mascella che si complie6 a meningile e fu e.eguita da morte. Nell'altro caso, la md ru anche causata da menmgile seguita da osteomielito muf. tipla. Il dott. Jenison, di Minneapolis, legge Ialo: L'arte nella odontologia. Seduta pomeridiana. L'oriuine delle ftbre dentarie, illustrata dallo sterr.optreott. pel doLt. R. R. Andre" ~. di Cambridge. Vt sono due !tpecie dt odontoblasti: gli uni ~ono quadrati, gli altri sono in forma di pera; la fibra dentaria "Ì !{\aluppl da questi ullimi.


CONGRESSI

6.23

11 dolL Frank .\bbolL, di New-York, nola che, per com-

prender& l'origine della fibra dentaria, bisog~a rip~rt.a.rsi_ alle \rasformaziooi che si effettuano neJia psp1lla de1 denti dal terzo al quinto mese della vita inlraulerina. Molli corpuscoli m idollari si riuniscono e formano degli odonlOblasU. Essi servono a produrre la dentatura. Il dott. Flelcher, di Cincinnati, legge una memoria intitolala: La dentina protettioa; illustra:ione collo stereopticon. Il doU. l. Howard Mummery, di Londra, mostra: Alc1-'ne joto-rnierograjle di tutti i tes1uti del dente.

Mercoledi i settembre. - Terzo giorno. - Seduta antimeridiane. Il doU. Ernesl W. Cushing, di Boston, Ca una comunicazione sopra: La degenertuione cancerosa delle glandole iperpltutiehe del collo dell'utero. Ruge e Veil hanno descritto una condizione speciale delle slandole, che torma una transizione tra la formazione benigna e l'alterazione maligna. Essi annettono una grande importanza all'invasione delle glandole per parte delle cellule epileliali; essi consentono in ciò con Tbiersch e Waldeyer. L'aulore crede che la significazione di questi fenomeni sia alala esagerata . . ~questione presenta un grande interesse pratico dal punto di vasLa della diagnosi microscopica delle affezioni sospette del eolio dell'utero, poiché è ammesso che non ci si può fidare dell'ispezione e del palpamento soltanlo, e l'esame mi· ~08Copieo decide se si debba ricorreJ•e alla islerectomia vagìna)e od all'ampul.azione del collo. Nella maggior parte dei casi di Ruge e VeH il carcinoma non si s,•iluppa nella glandola neoformata, ma sotl~ forma di IDass~ celhùati contenuLe negli alveoli di lessulo congiuntivo; :o~ 1 era dunque rappor~o evidente coll'epitelio della super· Cle delle glandole. tr!n 'lll&Llro osservazioni su ventidue Ruge e Veit hanno ~ato delle apparenze di solidiflcazione nelle glandole Le quali

"


CO:\UE SI

erano riewrile di epitelio: l'~tutore Cl'ecle che .qaasta indkherel!bo la e"l"'tenUI òi un adenoma, e uon nome. Bi!"ognere!Jbe .p<>l1 •JueSlo elle si S\'ituppass~.;r<J dello zwni nel Llmwto con~innlivo Uenlro le ~rlandolt.u• );oo bi~o#nn pertantu eseluù ro la po:5ibilitil del perclt<'1adi&gnù"Ì non è n--:-:icurotn, ed ù meglio usctdere

gamente l tes<~uli slwrati. f.: Il io ··aut.erJaare Ja rnaga dopo }'~;.;portaztOne,det no ma pet• t!Villlre eh e l'infezione ~i fll'Opaghi per 1 vs<~i ed fatici che !ò<Ono l':ltlli aperti durante l'operaz10ne. 1l dott. Franklin H. l'J8rlin, d t Chicaz:v, r<lggc una t inlilolntu: f_'._,ra dei 1/bf'OiflÌ dcll'tdet'O per mc;;o di efellrielll! .{of'li basate &li di w& doRtltJ!liv esatto. Il melodn istituito dal tlolt. Apo;:toli cosliluisc un a terapèutic•J rltzionnle per la cnrH dei fibromi ulerimf'eirzil lòre .., con P-c••cllentl risullal1. L'osset•vazioue di quesli princtpii ed una serh~ di est:>e~~ pt•aticbe p ·rme&t-mo &ll'autor~:~ di rleleJ·min&rc un esalto pel qU1lle egli può U!'!are rdettricilé seur.a mai sarei lim1Li della tolleranza. anche nei maiali più ~ ...,.....n..,.... Le C'perienze dimostrano che unu con-ente dJ forza passando dul'ante un tempo dennito, produce un effeW1 determmato nel punto ove ~• melle un elettroJe ettrvo perlicie defluita . Se si vogliono olt••Here gli effetti TC'Mh reristsci dcll'~leltri ·rtà su !In mucosa uterioa, onet·o <>e si arre .. tare uno ernorrszia e oece~< ario fare rappli una corrente dl :?5 Milliamppr·e per o:,rni c,;nliml'lt'O durante cin<JUt:!' m muli. A tal~ !"r.opo occorrerebbe per l ,·ità ulenna, con u • eletlrnde di t\.po&toli di ve11ti cellttìllflll!ll di lunghez7.o, una corrente di 500 1\filllamp~re; u:rot~lmentc che la ripartizione a vvenisse in un modo su tulle le porti delle. superJlcre. In molli casi una ..nr·rf'Jrnv tal rot-za non o.:arebbe tollerata; ollracciò non è probabJJI! la s• ·nda ripartirebb la Cl\rrenle egualmente e che in contallo colla mucosa ulerinu in tutltl la ~a P"'IPni!IOIIIII Per ovviare a qut:Sti inconYenienli il dott. Martin~~


CO~GRESSI

eleUrodi co~truiti in modo da poter toccare successivamente opi parte del canale uterino. Egli non riconosce che due varietà di operazione: t• Galvanismo mlraulerino positivo (galvano·caustica po· liliva di Apostoli). !" Gelvanismo intrauterino negativo (galvano-caustica aepl.ive di Apostoli). Quelle opel"&.Zioni non ~ono pericolose, nè dolorose. l van&egg1 principali di questo metodo sono: t• Bsso ò senza alcun pericolo. r Non causa alcun dolore. 3' Fa eempre cessar e le emorragie. 4" Fa diminuire rapidamente di volume i tumol'i. &" Mtliga i dolori nevralgici. 8' È basato su principii che permettono una esatta misura. Il doU. Tbomas Moore-lfadden, di Dublino, legge una memoria inlitolata: A le l, ne considertl:lioni sulla patologia e sulla IIU'tl cieli" lacercaioni del collo uierino. a una questione di cui l'li sono pochissimo occupati i gineeologi in~lesi, Lantoché essi conoscono appena l'operazio~ di ltaunet e le indicazioni per la trachelorafia. Mella praliea ostetrica le lacerazioni del collo dènno luogo • due complicazioni, alle quali si fa una insutficiente allusione Delle oper" inglesi ed americane su tal soggetto, cioè una emorragia post parlum difficile a frenarsi, e qualche volta la teUicemia puerperale. Non si rieonosc~ abbastanza il vantaggio che si ha nelle ::--:tioni mollo estese, di praticare piuttosto l'amputazione eolio anzichè la trachelorafla. L'aulore ai serve dell'c'craseur o del galvano·caoterio. lgli erede che la maggior parte dei casi di lacerazione 1IOQ n~~ilino alcun allo operativo; ma nei C8!li che lo esi:::o,J ~mpuL~zione del collo toglie ogni traccia di tessuto madi ~ Impedisce a queòte parli Jacerale ed iperlrofizzale d1 ~~re ro~e più tardi la sede di neorormozioni maligne. eht dott. Leopoldo Me~·er, di Copenhagen, l~>gge un articolo fOba per titolo: Cont1'ibuto alla pntologia clt/t injìamma·


::ione della rnen.br anrr rnterna tlt:ll'ulero (e rtdomt!Trite m'~"a ,fel c

l. a

rpo)

s: l!·ovnno ~eneralment~ duP. \'Sl'iP.tu eli cellule

l iul: .,;,<'\' ' uuclei uel le.-.c-ulo in:· rglalldolart: runa J i nurlei ~ono pl·e:-~;:o H poco tlello grandezza d'un C<l rrn•!'la• ~aD-'UÌf!n 1, '-i colorano col 'emulo~ilìna e col cm·miniQ, nuclcoli pre~eutanli rot·amcnle un &!'pento g-ranulo-;o; di cui le cellule rasS()midior o ml")1o alle cellule della b) Qne«ta ~ecooùn \tll'itlà si trova la n lo llPlla 1lonna gine, che iu quella chl· è stata incinta.

e) Le du~ \ariehi sembrano provenire da cP.ll ule esi:.lono normalmenlP n€'1 tessul.o inler:;landolare. La bra nn norwale contiene delle cellule della seconùa !!pecie rante la mP~ll'unzioue. d• Si tro,·ano inoltro cellule, V!~«uto congiuntivo e scoli btaoclu di'l ~an:.:ue. :t 1\ell'\!noomelr ite c1·ontcn l'epitelio può con'-ervare Ja formn cart•Ll••ri"-lica: ma generalmente si altera. li dull. .\lfredo C. Ga1·re:U, di 8o;.ton, fa una ziou~ ~opra: La cura dei rumori del lieno m~>dian te

·ro 1~<1. Quasi tutti i lt1mor i cl l'l seuo ancora recenti gu ari~cono .',.g, Jt::lrelotlrtc ll:t; bi~o~ma !Juin ì ,.;forzarsi "JJ & l:ROl>l~l'l o di t·urarli il più presto posl"ibile. R-, gna ::~ce~li~>re Cltll la pt il grande cura la forma di tricitti cd il suo rnodo tli applicazione; si adoperano .:alv:s•licbe graduate P toolli eletlroJi molli eh~ l'i rneUono lati dPI tumore. s. ra pas~are la cort·enle altraver;::o esso una mezz'ora 10 Opli ,..eduta. Bì"t•gna misurar e la •Iella correnLn ed aumen tarla a poco a poco fino ed a,·ere Il rza dt 111 a 50 ~l ìlliampère. Su 186tumori curali ùa ll'nuloredai186L 151 Mno f!C(J•mll. . >lcònilJ,·amente.

Seduta pomet·itliana. Il ,Jolt. \\'. H. Weeli.:;, ùi Portland, IP.gge una memoria Il mioma du rante la. a racidan;;a. La que>-tione Jell'intervento t! Jungi dalressere ri$oluta.


CO\GIIESSJ

de\'P prel~rire l'nborlo, o alleudere per far•e una laparotomia a1 momento del parto/ L'autore prererisco> la !"ezione addominale purché non si aspetti troppo tempo per t'aT!a. 1 dntl. Gra1ly I11 'Yill, di Lonrlra, e Trenholme, di Montr"al, rilenzouo elle il conlenulo dell'utero debLa cs.,Pre tolLo lentamente. 11 tlult. Lnwrence, di Bristol, e~amina la t)Uè\"lionc seg-uente: Si deve permeltere aù u11a donna affetta ùa un tumore fi bro;;o di mar1tarsi! Hisr•;;na semp1•e spiegare alla malata le consegueJJze pos-

Eibili di t.uu gravidanza e di un parlo. Il ololl. Alessandro Dunlap, di Spr-ingfldd, legge un articolo intitolato: Storia delle prime ocarwtomie in . \merica. 1 Jqllori r< 1mball e Bozemnn portano Il contributo ùella loro esperienza personHie. Il Jll'nf. A. Cordes, di Ginevra, fa una comunicazione sopra:

La t:wa mcJ.u~a locale del cartC1"l• ucer•no. Dopo alcune COB.siderazionj preltminari generali, richtama l'ullcuzwur• sul fnlto elle i primi :;intomi sono osrut;i e cte l ù!lerectomta è impossibile in certi casi come te aderenze e la dJff~;sione figli organi vicini. Egli 1-accomanda allora l'uso della le rebenlina. Il dotl Lapllioru Smilb, di Monlrt>al, Je~ge un articolo intitolato: Una nuooa teo,.ia sugli spostar,•.tn!i dell'u.let-O; loro cura coll'éldlricità. Il dutl. Apostoli, di Parigi, fa uoa corourtica:uune :sopra: .-tleune uuooe applicazioni della COT'renie indotta o jaradica

alla !Jinecologia. Sezione delle mal a ttie de' bambi.Dl.

Mercoledl ì settembre. meridiana.

Teno ~iorno. ~

SeJuta anti-

Il dott. Cyrus Edsoo, di New-York, legge una memoria rsopru: Il latte nelle città.

Bs:;ogna bandire il latte impuro od infettato~ dovrebbe esservt una ispezione speciale di tullo il bestiame ùi Wl paese al·


6~8

CONGRESSI

fine di distruggere gli animali affetti da luhercolosi e di !are quelli che sono colpiti da malallie contagiose. Il doU. Paolo Redard, di Parigi, fa una comunica1.ione La cura dei. tumori erettili mediante l'eletlroli$i. Egli preferisce il metodo d.i Ciniselli di Cremona: esso poco doloroso e non lascia cicatrice. Il dott. De Valcourt. d.i Parigi, legge un articolo in La cura della tubercolosi coi bagni di mare. Seduta pomeridiana. Il dott. Isacco N. Love presenta una memoria che ha per titolo: La cachessia dei bambini. Egli passa in rivista una categoria di casi differenti da qneUi dei quallla causa è la tubercolosi, la sifilide od il catarro intestinale. I muscoli sono atrofizzati, la pelle é rugosa e secca, la fisionomia é appassita e da vect'.hio. 1• La cachessia dei bambini dipende originariamente da inattività del sistema glandolare; una alimentazione troppoabbondanLe o insufftciente e le cattive condizioni igieniche l'aggravano. 2- Bisogna come cura stimolare la secrezione e l'escrezione; a questo scopo egli somministra il calomelano (3 milli· grammi) e grandi quantita d'acqua. s· Quanto al regime, il lalte della madre è sopr a tutto pre!erìhile, ovvero bisogna avere una nutrice. 4° Nei casi pericolosi bisogna pr~crlvere dei bagni contenenti degli alimenti disciolti ovvero uno stimolante, ed il massaggio moderato. Si fa in seguilO l etlura di una memoria del dott. Wìlliam Henry Day, di Londra, intitolata: Alcune osset>oazic>ni di cejalalgia nei bambini e loro rapporto colla educazione meMale. Il lavoro inlelleltuale eccessivo é certament~ la c&usa d'un male di testa con sintomi nervosi speciali. Il dott. William D. Broker, della John Hopkin's University, legge un articolo intitolato: Lo studio di alcuni batterii trooati nelle sale di bambini affetti da diarrea. Egli ne ba scoperte dodici specie differenti; due di esse so· lamenta liqueranno la gelatina.


CO!'iGRESSI

6.29

Alcune proJucono la coagulazione della caseina con una Na~one aciJa; una sola specie é accompagnata da reazione

alcalina; una dà al latte l'apparenza di peptone; altre ancor a aoo vi producono alcuna alterazione . ....... 41 ohinrgt& e 41 m.e4.lolD& .aa•ale e ~tue. Uercoledi 7 sellcmbre. - Terzo giorno. - Seduta antimeridiana. Il prof. Federico Hyjle, dell'università di Syracuse (NewYork), legge una memoria intitolata: La cu ra delle jeriie pcltdranti nelle articola:.iofl.i. Egli commciu ad arrestare l'emorrap;ia e nella accoratamente la fer1ta che egl. dilata se i! nece~~ario. Egli conl<ìglia l'11ppareccbio ge.:>salo per ollenere l'immobilinazione del membro. Il dou. W. S. Tremaine, dell'armata degli St.ali Coiti, legge una memor1a inlllolola: La laparotomia per ferite clell';nie.cino per arma da juoco é possibile nella pratica militare; tll4 teeniea.

Il doll. F. Patrick Staples legge un articolo clte ba p~:r titolo: la cm•a delle fertle penctrantt clelCaddorne con ferita MU'intutino. Il dott. S. T. Armstrong, dell'armala degli Stati Unili, fa una eomumcazione sopra: La cura delle ferite penetranti dftl'tli.ldome. Egli varia la cura secondo la parte lesa. 11 dou. Henr·.,.. James di WaLerburv legge una memoria in&ilola • . • l -'' la. Fer1te per arma da fuoco delfoddome pennranti e aoa l~tali curate ~en~a laparolomra. d Eglt ha riunito 27 osservazioni con 18 casi di compliCllziooi ~~~ dei vi~ceri e degli organi del bacino e dell'addome. 01 1 P8l'e ~ • ha mru pr~li_calo la .laparoto~ia ecce.ttocll~ per e~tir~ el frammenti d1 osso, 1 prciellih od altri corpt stramer1.


G30

CO:'IGIU:.SSl

Bezlone di larlngologia. Mercolcdi ì -ellemhre. - Terzo giorno. mot·iùiana. Il doLL H. H. Cul'las, da :Xe" - York, essendo assent<', ,.i la "Utl comunicazion" ~opra: L'l chirurgfa del ~etto nasa e dei t·ornctti. Il dott F . M8""ei di Napoli, ha inviato un articolo in ti Erisipela prittllticfl del lnrfn!Jt!. Hencbti la tnHiattia ,ja rnra e uon se ne abbia un11 de'-eri zioue "OdrJi ... fol'Ont~>. una !!ran parte d1 autori ne ammEllte l'e «i'-tenza. Goneralmenle e-<o::a è se..:ondc,ria alla ~rel"ipela ha fCJ' H!do un'altra parte del corpo: quando priucipi 11 dal riug~, e:--~a "Ì S\ il HP! a io uu mahtto d'ospede:lle il cui letto vicino a qu(liJo ùi un ca·J,.:ipelaLoso. L'llffczione può cominciare nel laringe, ed in seguito di clcl·~i alla cute. Nel 1885 l'autore riscontrò olei casi di eresipela tlello ri nella sua clientela senza che vi fu:s"'e stata causa d'111fe:tione senza <~he es.,.a e,.i,te,.,e su all1'e parti del corpo. E-"'fl pu fonilerl'J ai pol!11on1 'lHizo che vi !':iano manifestazioni ""'""11 •A..-• l pr.mi 'intomi concoi .. lou•J in ùirtìcoltà nella deglut camh1arnento di VOCI' e dolori. E"si sono accompagnali forte f.:Ll11-e. T.'epiglollidt> è tnrueratLa. L'occlu..;:ione dello 1«*-

tide pu.~ protlurJ'e -offocazione; l'edema della mucosn eli carli a;:rim nnlenoid1 e delle plicbe ari-eptglotticbe pro u afonia e dio::pnea.

Il !:'onllore cl te (; p1 t> ~ •J o da una congestione w t nsa cambia d1 IO('&IinoziOiie. Spel":<o havvi una eruzione da ,ec:CJcole. La lempet·ature vm•ia In 40•-38'; le g landole Iinful eh cu·coo::tauli 11ono ì11gorg11te. AllMchè lu malattia è ~e~UJ L8 morle, lu cau:::n d1 que::;ta l! ltt "ufToca7ione> o la Jiffu~ione ai polrnoni. 11 hè 8\'vien~ 8pe.:;-<o nei vecchi. La curu con~i"tP nell'applicazione Ji ghiaccio o di ravul"iV AUI laringi". L'auLOl'O s• sel've ancLe di Ulll.l soluzione di sublilllultl all'i su 2000. AllOt·rhé l1 malato uon pu ò ingoiare alcun uliuHmt.o:


CO~GRt:SSI

63t

aucorche nmminish·ato per mezzo di um\ son,Jn, 1> non puti respir&I'C bi"ogna I'icorrere alla tr·aeheotom1o. 11 dott. ::>tockon, Ji c.u~a!!o ci la J'os:S'!1''>'81.ÌOIIC di un uomo che Jo con:-ullò pel"'hè ct'elieva avère un callivo r cu m11. Ln lempPI'alura era di 40•.-i, il polso di 1-iO. Guarì collo intuba· zione. Il dott. F. Lemelerler, del Me~"ico, bo inviata una tnemorie intitolata: l'enti anni di prntica larinyolv:~iccl 11~1le citlà del

Messico. Il dott. F. B. Ealon, di P.:>rllanù. ra una comunicazione snpra: L'tm{lorlan;a nrtuale rlclla ga forrno-,.an~ficu nella cu r a delle a.!f~ionì d~lle t te

aeree superiori, il/11 ·tra la d Il/la p r~ en· lettw·'l eli o.~s~>ron;ioni. Si coi·cann continuamente nuovi rm~todi p~r l:• cura del eu· larro nas.ale; il meJico p•~rla nlo de'>'c astcner~i du uno meriito.~ionc di istrumPnti e dalla

eazion" eo:r.""'!'<ìva. S1>condo l'aut •re la galvan O·CIIusLi•~R non,. co.;;i col'lto,..n nr! cosi voluminosn ~ome lutti vo~ltono dirla; i ri~ullllli che o.~ssn da sono ~r!mprc soddisf1cenli anchP più tli rplello e h~ l'npPl'l.ltoJ·c avi·el•lJ,. CI'edulo. l malati la prereri«cono RKli acuii dei quali è di m 1le limitare l'azione n l bi"-luri eù a ;r ('J'as rur·. Del r~to l'applicazione d1 una ""luzione di coc11inn al 20 p. 10v rende il suo impi•'go pri,·o di •lol!JI·e. Il gnhnnoeauter•o è pulito, e non produce t•morrn~ia. So si cer ·n di 88por·tare :::randi musse os;;ee o ca1lilagànee, l'auto•·~ u<>u a Pr.:ferPnza la sega. L .. iper'trofle d~,·ono e~serP curate collo punzionc c l'iuci&ione mediante il caut~rio che bi"'O~na fnr penetrtH·e in lutti i senc:i nulriutPrno d~>i te:::s-uli pratic1mrlo lutuwia una :>olll aper·

tura esl~>rua . Ezli ~i "enc anche della rigolina secondo il ruetoJo eli

Jarvi<J •

.. li ~ott. R. H. Thomas preferisce per le note\'l>li ipcrtr·ofie ltmplego dell'ansa a freddo .


COSGBESSl

Sezione d'o•tetrtola. Mercolcdi 7 sellembre. - Terzo giorno. meridiana. Discussione sull'operazione cesarea. li prof. Alessandro Simpson, di Edimburgo, è d'accordo doll. Lu~k, benché egli non creda che si debba abband<>naft compielamenle la craniotomia. In Edimburgo essa ò remenle indicata perché i restrmgimeoti del bacino non riscontr&~!O molto spesso. Egli divide in due ~rupp1 i casi nei quali la laparotomia indicate: 1• Allorchè la progno~i è grave a cau::;a •iella !lenze di condizioni infiammatorie o settiche. 2• Allorché ~i può seegl1ere per l'operazione un mc•rn431lllllc" e delle condizioni t.al.i ùa potet· usscre certi della riusrita. Il melodo da prefet•irsi é quello di Sangt1r a meno che l sia malato e sia necessaria la sua ablazione. In questo c&&O egli farebbe l'operazione del Porro. Il pro f. Augusto Mal"tin, di Berlino, ritiene che la mod1flca• z1one d1 Stinger !'lia impol'lanli«sima, poiché essa rende l'operazione poco pericolosa; t•erlanlo nei reslrin~imeoli del bacino poco considere,•oli si deve preferibilmente ricorrere ad altri processi più semplici. L'autore ha operato in un ca~o di gravidanza complicata a mioma. del collo allo stesso modo del Stinger. Se esiste un carcinoma de~li organi pel ,·ici bi~ogna estrarre il feto e ten· \are di a~portare il tumore. SI! l'utero é colpilo dn affezione setlics, bisogna aspOJ·tarlo. L'autore ha operato sopra una donna racbilica effella da di<~turb1 cardiaci e polmonari coal gravi che egli temeva esserle la gravidanza funesta; egli !'alvò il bambino e la mt~dre, la quale morl in seguito per lesioni polmoneri. È necessaria una cona:;cenze profonda della tecnica, colla quale l'operazione del Siio~er e del P orro sono giustificaLeLe statistiche di questa ultima sono poco favot·evoli a cagione di alcune operazioni italiane Calle in condizioni deplorevoli.


CO:SGBKSSI

633

La sezione cesarea permette una guarigione completa, mentre che J'operaz1one del Porro abolisce la funzione riproduUriee della donna. La laparolomia deve farsi nei calli nei quali l'uscita di un bambino vivente per il bacino sem bra impossibile, in quelli nei quali le neoplasie restringono il diametro del canale o complicano il corso della ~ravidanza, e quando esistano ma• JaWe che, durante il puerperio, metterebbero in pericolo la ~ita della madre e del bambino. Se sa crede che la madre potrà sopporlartl un'allt"tl ~o:ravi­ danza, si scel.ta la !lezione cesarea; in caso contrario si elSe· pirà l'operazione del Porro. Il dott. Giuseppe Taber Johnson, di WasbingLon, crede come Lu$k e W~tlhens cb!' il ritardo o l impiego anlnriore di aJ&ri melc>di sia sovente dannoso. I risultati sor prendenti otteauli all'e~tero dJpendono dall'abilità spiegata da sperimentati operalot'l. Il dolt. Balls·Headlr, d1 Melbouroe, con~iglia la sezione addominale nelle angustie pelviche e nel carcinoma del collo. Secondo lui l'operazione è facile. U dott. Dolcrìs, dt Par1gi, divide l'opmione del Lusk e del .Marun. Egli consigha l'ullo della le~alura elastica. Il dolt. W. W ..lafrgard, di Chicago, trova che nei casi di ~gimento nei quali il bambino può essere eslralto per le 'tle naturali basogna tener conto delle considerazioni seguenti: t• La cran1olomia non es•ge una ab•lità più grande di quella che possiede ogni buon ostetrico se ha a sua disposizione gli istrumenli oecessarii, cioè il trapano curvo ed il craDioc:laste di Rra.un. ~ La mortaliLà velia r.raniolomla è, per CO!'li dire, nulla 18 é Praticata a tempo colle precauzioni anti<~elliche. ,_,a· ti: difficile oLLenere il consenso della 1bad1·e a meno di -.,.egare lutti i mezzi di persuastone. Y1la,. Esist~ mol~o senlimenLal!smo riguardo_ al v~lore della. del bambmo rn utero. L'interesse che egli ecc1La é purascientifico, ed è spesso il risultato della soddisfazione ta... ~rova nel coudurre a buon fine un ee.perimenlo opera_..., difficile.

=


63i.

COSGitESSl

11 dott. WrUiam T . Lu«k, di New-Yol'k, dice che le con razioni esposl~· dal dott Jsg!!arù non comcidoho coi fulli egli ha osservati nel corso Jelle su e inveslig:azionr. La niolomta è una operazione diffici!C' ello ba biMgno di abililà di buorù slrumeuli. L 'ultima Op!'rtiZIOne fu falla nella ~ala mun•• colle pt·ecauzioni atloperate nella laparotomia. La pressione esercì lata ùalla legç~lurn elastica .:• pertcolosA proc.luce la parai sì. Seduta pomeridiana. l i riott. J. A. Do!r'·rìo:;. di P arigi. leg~e una memor•ta

tolllla: La cura e la reìalegra~ione cltirurgica. del ~ollo ranre l•t [Jrrtoirlan.za. Egli comunica una O!":iervazione nella rruale il collo a subllo una vasta lacerazione òuranle unu gr•avidaoza riorf>. La malalu divenne mcinl.a .H nUO\'O e soffriv~t dt scolo ahbondunle, fetiJo, probabilmente blenorl'agi•·o. Vt inll'lnl>O dolore ,·aginale e la cicatrice vaginale era Iis-,ltua al Latlo. Tulù ~li e:<ped1e11t. lerap,.ulici e::.«.. ndo lili, l'flulor e mis~ qua.tll'Q punl1 di !'.ULura in cias unu deJ collo; lampone ùi 7fll'Z~ al iodoJ'or·mio nella vagiuo. ollennl! un r sultalo ecc~llente che r ou e!Jho alcuna il•ll sul ù ·corst) delht gra' t l mza. E1-ll lla, del resto. operato volle in circo~lanze analo~he. Un a l!l'&ve larerazit•W ptu'l pol'IBl't' l'abort.t1 od U118 fehbre purpera}e. Dal punto di vi!"ta d..-ll'ill•orlo, il l · ~•·. colo prndollo tla veuto ~esageralo dalla ma$!gior pArte det:tli sul· r i. 11 doiL. Opi~, ùi Ballimora, condanna ow;ui ope 1·a~1one COllO tUrante Ja ;.{1'8\'Ìdunza. poicl1é lt<Ode 8. f'l'O.JUI'!'e l'ahLlrlOt anche se 1 raticala da un abile ;::inccolo~o. Il pror. Leisdunann, d 'lng-hiltL·r·r·o. é del meJesimonvv1so, beuchi' etrh awmett.a Lrnllarsi for se d'una. sua 1dea l'reconcett.a. Il doli. Doh~ri<~ rispotuìe che e;!ti non const~lia rop~ 1·a zione cl1e in alcuni css1 ben delermirtali. li do IL. Gi u~eppe Kiicl1er, ùt N ew- Yvrk, legge u t IO rnemoria mtito!ala: Dr•{ rapport(J tlell'atmos.ferlC colla ebbt'f

puerperale.


635

CU;';GBES~J

Egli ricorda l'import.an:tn d(:.ia fH.:rfella ,·enlila.dooe delle sale ili maternihi e pone la ses:uenti' •tue~lione: Quale influenza ha l'aria impura ~ulla ftlbprv puerperale! L'agglomerazione del mulali nella :-les!'-8 salu non }JOlrcbb•· e..;..:re1•ne la eau~ senza l· T .. ,.i ros"C una !"orgenle d'mf~.:z:· •ne "'altica. L'aria pura faclltla la l'upi,Jitò dello ·~onvalesc~>nza. Il dott. Thoma~ ~ore-~Judden, Ji Dublinc., pre~enla un arlicolt) intitola lo: Prec;en•ione e cura della settrcemia puer-

perale. Gli ar.t•tdenli febbrili che ::.e~uono lu gra"itlanza non sono ehe le manifeHazioni ò'uua febbre pu;.;rp··rale speciflcn che può or1ginar.si per tre mod• dtff'erenli: per l'inoculazione dei micro!.t ,Ji malaltie clioicornenle iòenliclte, come l'erer-:ipela e la scarlollina; per l'infezione dai micl'Obì cat•atteristiei pt·ovenienli dn malo te affette da febbre puerperale: o per auto-infezton~: causata da un velr.no che si !'\'iluppa nell organh=mo ste!l!lo 1h:lla paziente. La r1goro ..a os~èrvan1.a delle precauzioni tlllU"elliclle eù igieniche può ridun·e al minimo la prevalenza e la ''irulcnza della C·•hl•re pur.rpet·ale. l:amminis-lrllzione, du1·unte ~li ultimi mGsi dl?lla gravidan28, dci clorali d1 ft"rro. di polo"~n e di chinino costiluisconv !11 curu pt·ofìlaltico,. L'aulorc r•onsi::-lio l'impiego locale e. genet•~tle di mi->ure igieniche e prolìlatliche, docr.ie inLrnulermo giornaliere di .;oJuzioni remcale e somminh-lrazionc di forti do .. i di ergotina. Allnl'rlte la mololtia si 4', dichifll'ala, IJI!Cii ricOl'l't1 ull'alimenta· none etl az lì "limolanti, oli • i 11 zioni di acqua ca l la e l n rorti do 1 dt cbininn e dt let•ehentina. Il dott. Carln Wtwrin;::lon Earle, di Chies. o, lcg~e una memoria d1e ha pPr titolo: !.o sturi io tli certe 'JLU!!rtioni rij'eren-

tisi ?lla febiJrc J•uerptrule. ('On

• ·· <!ia ·

mcn:iane della

docela 11' ·ratttcrilla e det cucchiaio • ..E::: li .<'oncluùe che la mnlallin f! s~mpre ~enPrala do agenti ~nrezton~: eblet•ui; seconùo lui, l'nuto-inrezione non t.l,..iste. l llenì possono ~\iltlpparsi dai re>=li della placenta, della caduC'a • ccc·, lasc1a . t't neIla ravtl • à ut~rma. .

Se i fenomt.'ni non cedono alla doccia inlroulerina, bisogna


636

CO~GRESSI

adoperare il cucchiaio; bisogna scegliere uno strumento e smusso, fare l'operazione con dolcezza ed osservare la rigoro~a anl1~epsi.

Egli cila un buon numero di osservazioni che hanno un risulleto soJdisfacente. Il doll. Lo" rey S•bbet, d t Carlisle, fa una comunicazione sulla l'reoenzione della febbre puerperale. Egli esprime opinioni analogh~ a quelle di Earle. &estone dl ohlnlrgl&.

Mercoledi 7 settembre. - Terzo giorno. - Seduta meridiana. Il dolL '"· II. Hin~t.on, di Montréal, discute la comunicaztone falla nella seduta precedente dal dolt. :Mac-L•·an. Egli non consente con esso in un ~ol punto: la sezione addominale. Egli ha praticato la lapat•otomia in tre casi analoghi; ùue dei suoi maiali morirono wchoc. 11 caso, in cui esegui rincisione lombare, guari senza complicazioni. Il dolL Edmondo Owens, di Londra, nola che anche il volume del tumore influisce sullA scelLa dell'incisione. Il dott. Hardy, di India!lopolis, cita un caso lel&le con inei· sione mediana. Il dott. Lange 1 di New-Yorl,, prefel'isce l'incisione lombare, riser"andosi d"mcidere il tumore se il suo volume ostacola l'estrazione. Il dott. .Mac-Lean conclude dicendo che bisogna scegliere l'incisione lombare lutte le volte che è possibile. Il dolL. Richardson, di Boston, ra una comunicazione sopra: La gastrotomia per corfJÌ stranceri nella gola.

Egli pre~enta un malato di 37 anni, al quale fece la gastrotomia per l'estrazione di una placca dentaria impigliala nell'esoraf'tO a 4 centimetri dall'orificio cardiaco. All'entrata del malato all'ospedale ru impossibile di scoprire il punto di ostruzione; egli fu rimandato non soffrendo più ed ingoiando senza difficoltà. Undici mesi dopo egb tornò lamentandosi molto eù essendo enormemente dimagrato. L'aulore


CO~ €Hl ESSI

637

praticò la gastrotomia con una incisione abbastanza ~nde per poter introdurre la mano, ed estrasse la placca suddetta . MeJgrario la presenza di un pkcolo ascesso, il malato guarì rapidamente. L'autore ~persuaso che, se egli avesse potuto determinare la eede dell'ostruzione, avrebbe potullo ritirare la placca colraiuto delle pinze. Egli ba operato 60 vo!le. Il dotL. F. S. Dennis, dopo aver presentato alcune preparazioni dei berilli della febbr e !carlattina mviate dal pror. Lee, d'Edimburgo, legge un arLicolo intitolato: Amputazione al-

rvticola.zione c~femorale per ~tareoma. l chirurgi dovrebbero comunicare i casi di tal genere C\ll loro risultato, poiché su 28 osservazioni l'autore non ne ha trovati che due nei quali i malati ~iano ancora viventi. Egli riferisce i punli principali della storia del s uo paziente che ha 17 anni. Il tumore era lungo 12 pollici; la sua circonferenza era di ?:1. L'operazione fu facile ed il malato guarl senza accidenti. Le considerazioni seguenti r endono l'ossenazione inlereasante: t• Non vi erano antecedenti ereditar ii. 2" Non vi era stata ca\153 ecctlanle. 3• La rapidilA dello sviluppo. 4' L'a!llsenza di tumori secondaru. s· La <'onvalescenza rapida, essendo il giovane ben

portante.

6• L'importanza dell'emorragia secondar ia. -;• La prognosi poco favorevole. 8" La COnferma della diagnOSI coll'esame microscopico. 'J' La hm1lazione dell'ascesso al corpo dell'osso. 100 L'asRenza della frattura spontanea del femore. U• LP cellule mictte volumino"e del sarcoma. l' ~2' L'11blazione completa del tumore coll'amputazione alartteolazione coxo-femorale e non al terzo superiore della to8eia.

11 doU. Garmod~·. di New-York, fa una comunicazione


CO'IGRESSJ

"Opra: L(( ('lira cltir·arJica dell'al1ena:;lone di ori!Jine malica culla irrtpanasione. E~li rifori<:ce I'O!'l"-enazione cii una !!ioYane lrapannla anna pl'imn per fr·attur-a comprimente del cranao; ~ c;tnrono siulomi dr alienA?.ione, e l'auto~ fece di nuo..,o la pannziono. Guarigione compl.-ta. Sir Jamas Grnu~ dice che rindhiduo poco inlPili2'ente porta u11a fmltura del crnnio me!!Iio d1 uno mollo L'educat.ione \'ilnppa la sen:otbilitA del cervell.o.

Sezione d1 neurologia e psiohiatrt&. ::\Icrcoledl 7 !'ettembre. - Terzo giorno. - Sedula ridiana. 11 prof. \1endt•l, di Berlino, legge una memoria i Voriy11te del ner"o facciale superiore, con nrunerosi

cerelirnh. Il doLt. K A. llomen 1 di Hel~infor~; fa una comu sopra: Le a/lerarlonl islologiche che se!]uono l'amp dei ncrvt periferici, rlei yanoli spinali e dei midollo. L'nulot·e prcsonta tlue serie di osservazioni: le une ~tt·uuLi l'ofTello dell'ampulazione sul midollo, Jg. altre le ra:lioni nPi monconi dci nervi. Il dott. Otto legge un articolo sopra: La ~olora$iOtte

nuclcoli coll'attilina. Il ùolt. J. Langùon DO\\ n, di Londt'a, legge una intitolata: Rapporti del cramo n forma di prua. coli~ ::ioni nert:Olle.

Se•lula pomeridiana. OiM'Ul!l!ione "-Opra: La sijllide in rela.:ione coll'aucnc..-111"'!1 menta/~>.

Il doli. SavaftO, di Londra, nota che la sua e~ ....,.;...,.za; uguale a quella degli aiLri o~servatori, cioè che i dbturbi conùarii Jeg~eri l'lono ~ovente seguiti da silìlide gra\'e. È difllciJ(~ differenzi aro lu paralisi generale vera dalle


CO:'<GRESSI

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aerazioni ri,-ultAllli dalla ~itilidn cereht•ulP. I n l'ùl'li ca~i la panlisi non e elle nna com~ lie8zione t! ella ~ ilìlide. La ..ifilrde con~enita non produce dtE> r'Bratnente l'idio1is. t'unbecillità e In pel'wrsione morale. Su tal ~ogcello le opi· nioni sono •livisé. La ifilide può zenerare !'idioti,.mo dando luogo a maloltie delle mcningi o della sostan1.o cerebrale. o di"'lr'ltgç:endo gli organi dci ;;en.,i; l'iùiç.zia vu•"l tJSsere "'ecnn1laria u!l'epilt•"'-

aia sifilihca. U doli. E D. Fergu~son. di Troy. cita l'O!"!<er\'&zioue ùi un paraltlico l:'enerale che contras<oe !11 :::ifihde. Egli mori p81.1.0, e l'aulop ia dimostrò lesioni micro~e~•ptcho degli in\'olucr·i cerebrali e dPJie 0!;:-8 crllnichc. Il dotl. llurd, di Pont:ac. uoa dubita che 111 lltunia l.l la u1elanconia po!>sano eR!'ere protlolte dallo 1-'illlid•'. Egli t'ila in appoggio ùella sua opinione un ca~o ùì mania ar:ut.a di or·i~ine maniresllltnenle sifilitica. Il Òoll. C. H. lfughes: di Saint-LOliÌII, ~piu~a la possrbilitii di guaril·el'alienazione m e ulale d'origine ~ilìlilicn pel fnlt() d1e le le«ioni non risil'(iono nella s• stanza ncrvo~H, '''li nelle parli cbe l'an ol!!ono. E~:li f~t menzione della J>itllofobia. Il dotl W. W. Godt.ling. di Wasbington, non cono<:ce "egni cat'alterisltci Cht. pcrruel.iono di fare la diagno~i tli OIÌCII07JOII8 ••tllitiCII; nei casi, nei quali l'or igine è ricono,-ciutn, la cura du buoni I'I!'Uilati. Il dou Sp1tzka, di :\e" . Yo1 k, ha \'i,to un ca!! o di febbre nella "• z,.,ue Sf'COndaria accompagnata da violento doli rio; egli Don ha polulo lrovarn~: un altro nella lelteraturu medica. l doUot·i E.~ . Brusb. di Filadelfia, T. W , Fi!-<cher di Bollon,_~ Br•J\\'ll, d Barre, prendono parte alla òtsc•;::;sionc. Pot ti doli. Sa"age discute: L'aliena~1one mentale tausata

dalha BiJllide acuta. Essa é rara; la sifilide si comporla in tal coeo piuttosto eome agente m orale che contribui<:ce allo sYiluppo dei di· •turbi 11...· te h'Jet, · che come veleno <:pectfico. 0

[) dott Savage passa in seguito a: L'epiles~>ia ·~(nlitica cort sen;a alienazione mentale. L'epile~~ia spe!:so non é che un


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CONGRESSI

::sintomo d'una affezione nervosa come la perali<>i gene~• l'ala<t<>ia locomotrice, ecc. E J;tli ha veduto molti casi nei le alterazioni microc:eopicbe facevano interamente d1felto. Il dott. Savage not.a elle la sifilide può dar luollo ad una bolezu ment.ale progre:;siva che ì> qualche volla proceduta monoplegia, emiplegia. arasia, ecc., ovvero ancora ùa della sensibilità, como cecité e sorditA temporanee. I dottori Channing e Gundry portano il contributo della esperienza. Il dott. Sa-vage passa in 11eguito a discutere: La na•:owm. grnerale delfallf'na.ztone mentale aceompaanata da

Esi;r.\e io certi casi un elemento morale elle produce condria o la melanconia, che pu• · del resto e•sere dalla cachessia sitllitica. Le t~llerazioni vascolari dànno a varii accidenti di diversa natura. Le gomme sono rare; le allerazìoni delle meningi sono quenli. Il dott. Spitzka cita l'osservazione curiosa di un attore presentava fenomeni indefiniti rassomjgJia nli ad attacebl piccolo male. 11 r iflesso rotuleo era abolito. Il ùott. Ingram, dì Washington, ra una comunicazione tolala: Ferita per armn da fuoco rlel midollo spinnle. (Continua).

Il Direttore

Dott. F&uca BAROFFIO generale medico. l. Collaboratore per la R.• Marina

11 Redat.tore

GIOVA."i:'il PETELLA Il~ 4l l" dOIU

CLAUDIO SFOR%A

NUTlNI FEDERICO, Gerente.

eo,umw...,.·



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