GIORNALE MEDICO D.E:L
R: ESERCITO EDELLA n; ~lARI N1\ VOL. II Anno XXXVI.
VOGREIU r.AKLO TIJ>uGR.O.I'O DELLE LL. !01. 11. 11E 1.: LA llF:l,lll \
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.Itllma., lS$8
GR\ VE LESIONE TRA L1~1ATI C1
ARTICOLAZIONE DE L PIEDE SI NISTRO P &li
FERITA D'ARMA DA FUOCO
MllllEfZIO~E !LU fUll tfGIA Cl·mRHTJVA
PAR.IS ANDR EA '1~fll Ui'to
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\l woml nostr. Il rtumrg:o non de\·e
brallue unw per b imponente di~ tlPIII• RmJoutuioni ehc <H m intrapresu, QuMto per •ruella cl•'ilt:• guarigioni ""e l\\fU C(ill~ilt'.
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(:uwa ttQriNo·pmliru
dd 11k4itv lllflllart i a uunpngrra).
l'n ra,o Ù1 lesione traumatica per· arma da fuoco occorso ad un IP.nentc contabile nel l'eggimento cavalleria Lodi ( 1!)0 ) in Santa .\taria Capua Vetere, e cUI·ato nell'ospedale militare ùi Ca~erta. per la sede della lesione, per h sua enti ti•, pei con~e IJUili e,ili, favorevoli alla chil'urgilll'Onservatrice, ha dirillo a qualche ricordo, merita di non es:<et·e pas~;ato sotto <;ilenzill. Qua~i tuui ~li nflìriali medici di quel presidio l1anno a' nto ocr..L">ione di se~uirne l' ancJnmento, di ~orveJ!Iiarla nei SDQi direl'si periodi; perciò la sua descrizione non riuscir:\ lo l'o ~lllaco,a nuora .•\lcuni di essi, che nel lungo vohcere di lempu. tn cui l'ammalato si i• dovulo trallenere nè'tlo spedale, ne banno successivamente assunta la cura od hanno cooperato
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n~lla medicazione, avrebbero potuto, come ~areLbe stato
desiderio, prendere la paroh sull'argomento tessendo piu ùeuarrliata '>loria clinica d~> l cac:o conforme alle ampie •'Mnizioni tecniche. 'upplisc<• alloro -.ilenzio facendo scopo di q:ue.-.tc~ con una narrazione :-ommaria dt:l fallo che delle luogo.al la de:.t•rizion•.l rlella le~ione cd il risultato della cura, il "embt-ami utile contributo nl111 dairurgia consèr\"atiYa al di altri ca'i r.l\ore>oli a,·uti in cura in quello spedalc, e formarono oggPtLo di lettura di una ~Iemoria dell'ora merli co sig. Fnsl'ia nella contereuza scientifica del f3 HHn. la quale tnt·ntò l'onore della p11ùblkazione nel nal• mrdicu ~ll'l/1 . 0 EserCIIO e della R.• Jloritla. Il sig. Guglielmo ~farchelli, tenente contabile nel mento cavaller·ill Lodi ('lii 0 ), hn i·1 anni di eti1, dotato di ridn t·ostilUJ.tone P di tempernm€'nLO ipeme\ rotico, alle~ meriùaane del ;m ngo~to 18~6 si disponeva con alcuni ad andare a can·ia ed incnrica~a il :;uo ,;oldato ~llendenle prcparargli il fucile a doppia canna nd avane.arica. che la core~gia ciel metll'~imn Pra fissala al fucile in)!lllnse al ,.oldato, come ,.:li aH!\ a replicato altre Yohe reùentemenle. di rimeuerla c~menitmtemente . e mentre l'ufficiale ~·intrauenevn alla di:.tanza di drca metro da esso n clbcorret·e co.ra un nrnico, inclinò il moscb per aùauarl-"t l.t core6g-ia alla sua tslremitit nel modo piu ~ohut!.
Jn uo mo,·imento anormale gli scappa dalle mani il il 'luale era carico di ollre cinquecento grossi pallini. QnanlUlliJUe il cane del mo:.chetto fosse fermalo sulla di ~icurezza nella sola canna dae era carica, e che il per disavventura non potette prima scaricare, 1'111·to del fucile sul suolo spezza appunto la tacca di sicurezza
DELI.'ARTICOI \ZIO:-if. DEL PIEDE s(:"ii'JR{l, ECC.
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canna carica, e partendo il colpo feri;;ce .1 Lruciapelo noli a sua regione antl'riore l'articolazione li llio-perone-astragalt•a cinistra dell'uffici:lle. Sebbene si cono,ca che le cariche a pallini quando "'Piodono a grande distanza non ..;iano in generale pericolose, è onio i01ma;:inare in questo \'3"0, in cui la e"plo~ione si verificò ad una di'l.107~'1 ruinirna e per modo che i proieuili tutti ID massa =-i diressero contro l'articolazione, quali guasti ne do· nn no del'i\areni tessuti colpiti, tenuto conto, oltre della forn di impulsione, henanr.he della e:,pansione cenll'ifnga dei numero is·imi proietili. E difatti chi ha arulo occasione con me di esaminare la le~ione a primo tempo non può fare a meno ùi CODTenire che trallarasi di una di quelle in cui l'animo non nmane titubante sulla de.·i,ione immediata a prendere, ed in eni ti giudizio sulla indi~·azione deinolithu si presenta spontaneo. E percht- poi o~mJOo possa farsi un comincimento esatto delle condi1.ioni della lesrone in parola e l'o~sa percit'• np· pl'eZzare J'e,ito otLennto. attuando una irulica1.rone diçersa, la descriver•'> bre,·ementP. Il sig.}larchelli tr·ov;nasi di fronte cd un po' a sinislr•• del sao inrolontario feritore: la carica dei pallini esplosa in sePrio alla ('.adma del fucile incontrò l'articolazione dei piede Della 'Ua parte anteriore mediana dirigentlo,i un po' da siuistra a dNr;.1 squarciando la uosa. lo "tiralello, la callA, e la ouopo-ta articolazione per una esten-.iooe quasi circolare di oltre '"Oli centimetri di circonferen:r.a. Tatti i ta, ..uti dalla pelle alle ossa componenti l'articolazione tibio-peroueastragalea fur·ono compresi nella devnst:~zione: i tendini dei DIU3coli lihinle anteriore, lungo estensore dell'alluce, il mu&eolo pedidio erano "Pezzati l'eslensore C<lmune delle dita. delllldatodella pelle e delle aponeurosi sollo t11nti.era rima ... to integro negli auacchi e rormant un ponte sul' uoto prodotto dal-
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GR:HP. l.ESIO:\F. TR.\UlUTIC...
l'apertu1·a completa della cavi ti• articolare. la quale nrf·~ArliA'I colla fuoriuscita della sinovia la distruzione della faccia riore dellu capsula fibrosa ~ della sinoviale: l'arteria era rolla in totalitit e d:na luogo a profusa emorragia: il leolo interno cm frallorat() io più scheggie ver--o la ·ua mità, fratturati erano pure la ~uperfìcie articolare della t la re;tione uperiore posteriore dell' a.<-Lragalo al suo quarto feriore. È dnopo notare chè que:;l'ul!ima {rauura non con,tatata che molti f!iorni dopo l'accidente per modo che riconosr.iuta a primo tempo. auehhe potuto influire ,,,,. .,....,.., mente ,ufla indicazione r.hiru1·gica I n pr~seoza di tale gr:n-e lesione quale era il pro' ve1a.tnleD111 da adouar·,i 1 flue dei migliori chirurgi uorghe3i dì l'. ~~ cui ::.i dtres:,e l'nflìciale f~:rono immediatamente consul tati uno reci~amente si dichiarò per l'amputazione del piede primo tempo, l'alo·o, per quanto ne ricoooscevn giu:~te le servazioni, si mo,tra·m propenso per l'aspellazione. Fui irllere;;~ato dal comando del reg::-imento d'mriare un capitano medico. essendo a;o;sente per licenza quello proprio reggimento, e \'i m iai il sig. Iandoli Costontino, quale poi nel mattino sur.resmo mi portai ancor io in~ . Ma munito di tullo rocconenle pel caso di un allo operati,·o. L'ammalato nel11l noue :n·e\a orribilmente ~offerto, per la Cct Ili\ n poo:.izione dell'arto; rra ft:bbricitante: pre.sen colla Je,ione su de~eritta, ancor,\ emorragia per la rouura rarteria petlidin: quel piede IJU:l~i cadente dan un asrJeUia-l tri.,te, ma l'ammalalo ~uardnva negli occhi dei medicr la sentenza. Sr tenne nn ronsulto clinico coi meaic• dello eh·ile nel quale ~i ripeteuer-o da cia,cuoo le ragioni ilei ani,o. [h~\O :-ohanto alla corte:;:a dei colleghi -e mi sero per ollim11 la parola. ~on v'era dul>llio che a prima vista si presenL,l\ano
DELL'ARIJCOLAZIO ~I D!L PIEDE SJ~ISTli O, ECC.
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le indica1.ioni per l' arupotnziooe immedia1o del piede. cioc apertura d'una ~>r:~nde arti,·olazione, fratture multiple delle ossa componenti la medesima, emorragia per lacerazione di una artP.ria di mediocre importnnzn, offesa delle cru·tilagini articolari, pestamento di e.~pnosioni tendinee e nerrose, rotturn di gro. ~i tendini ruuswlari, numero-i~:-imi cor!Ji e~tranei (pallini) eonliecati nei le$~uti, nell'articolazione. nelle o:;sa . .\latgrado pero tale offesa articolare, tenuto conto della vast.a npertura praticata dai proiellili in massa, la quale permeltera fin dal primo tempo l'estt·azioue dci proiettili stessi e ùelle scheggie mobili, fallo calcolo sulla integrità del ligamento laterale in&erno e dei due esterni posteriore e medio. e~-:endo .;Lato compre O nella lesione soltanto re.;letno tiOieriore . .;ulta fn.:,iJità con cui fu frenata l'emorragia dell'arteria pedidia. :-ulta po:;sibililil d'nn ben udallo trnsporto dell'ammrtlato al vicino osped:.te di Caserta. snll'applicazione d'un ben art'omodato apparetrhio da a"sicurare 13 perfella quiete dell'arto anche nelle tiornaliere medicature. sui 'antag:;i ormai a,..;;icura.ti delle meclicature ,otrettamenl~ anti~elliche nelle ferite. so:.;! i esempi di felice '''ilo di chirurgia conset'vatrice in presso.: hl! ~imi li ca~i in dPI!o spedale, opinai esset•e lecito aspettare a praticare l'amputazione primaria potendosi sperare una favorevole anehilost e consenare un ptede che poteva rimanere ~lln nneora a ~o~tenere e trasportare la per.;ooa. E que~to dice,·a senza aver notata 1:1 frauura recente al quar1o inferiore del perone e senza coMscere che l'ufficiale a~eva tempo innanzi t•iportata un'altra ft·allura al ler.w inferiore 4lella tibin dello stesso m·to pet· cui er·a, i un callo semideror-rnt', e che successi\ amente furono rìronosciute. Do pc' podte obbieziooi. più di forma rhf> di sostanza, fu a.:ceuato lale ani,..o. e l'ufficiale fu il "Ìoroo :-tes5o tra:-porlato oell'o:,pe-
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GRAV~
I.Y.SIO:'iE TRAOYHICA
dal•' di Caserta per· mezzo di apposito carro per ft>Iiti re·.,srimento artiglieria in Capua. Le indicazioni principali per l:l cura di t,de Je,ione, piu oltre tener coJllO dell"emorraéia della peùidia. che fu nata con opportuua compre.:,ione. erano tre: 1° libernre ticolnzione dai proiellili e tlalle scheggia mobili; 2• ..,.,,... ,...,.... i'immobilitit qua~i as~CIIuta dell'articolazione rerita anclul rante le medic.'lzioni; 3° adoltare una strellissima mcù ...,...••v ..... antisettica. t queste. direi principali indicazioni. do'"erano uj.;,.. ,u..~er,j: moJerare l'infiammazione nrticolare, sedare i ùolors rh·anti dai tessuti ed c,pan,ioni oerrose ,;trappati. 1° Per ouemperare alla prima indicazione bastò unn pin dn medicatura, e.;sendo l'articolazione ampiamente ,tpert~ estt·arre due schf'ggic ossee moli ili del malleolo in~e l'lw ed dell'astragalo. tolle irrigazioni poi, mei'Ct\ "oluzione di .\>Uh!imato p. l 000, si estrassero in prim1 un centinaio cii pallini, r, ste::so mezzo e con opportune pinzette >ennero fuori i 'iO lini che il lenente Belo~amente eonserva. ~" Per la seconda in•lica;;ione, un apparecchio J!e:.---ato al ~ilicato pota~~ico fenc ..trato non 'i sarebbe com eme.nll"' mente prestato, alle:.o l'ampiezza della ferita e la -.u.l uhiea zione che avrebbem n·~o impos~iLili le medicazioni ~en danneggiare l'apparecchio :.lesso e rendere inutile la med•catur.l anti:>elliC1 '\1 atlollò perciò l'apparecchio a sn,pens1oD t leli' E.-marea fallo eli zinco .•11la ~u1 "Ostruzione ed nppnreccb• ,j adoperi! moltn l'ingegnoso c.1pitano meùico ~ia. Inniloh. IJuesto apparecdtio ~ur.~e ..~ivamente modilìcalo t·ermellef :ooen1..a danneg,.!iare aJI'immohilit:t dell'arlicolazione. d'innal· za1·e l'arto e mantenerlo ..o-tenuto ad ahro con,;e.wo improf'i"ato. composto ùi un'asia 1ertìcale fissa e di una ori7.1.ontale ~ommini:.lralo dal f i
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DELL ,\Rllf.OLAZJO~R DIH. Plf.DK SI~ISTRt>, ECC.
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scorre,·ote. cui :>i fermaYa l'arto merc•'• de' na~tri durante lutto il cempo tlelln metlicazione. Permetteva pure di mantenere: pplrcata alla ferita. dopo le irrigazifJOi praticate. tutti i r,ompc•rwnti della medicaturn aoti· selticn dt>l I.i~ter. la quale• si li!:saça con benda~~io alla ~cui· ceto: l'ano poi fu adattalo rn gronda Ji filo di ff'rTo rhPstita di appo>lilo c:uscinelto. ~ut:cc~sivamente. dopo dre l'intlammnzione articolar,.. fu domata. la piaga clelersa ed initiata n l~icatrice. fu abbandonato l'apparP•·cltio n so~peusrone tlPII 'F:~march e fu ~Mlilnito . .;oltanto dur:mte le rnedccaziollr, dn una picrola ~rronda metnllicn per alamhrnccio ·.n uno ~tra lo di cotoue. la quale fì,•ava"i eJ?uulml'nte all'ac•·ennato r.on)!ej.!nO P. permellfwa aura"'r'o dei fili di ft>tro lo 51'olo clP.II'.trtJUa. l'erch.' pui l'ammalatn non ave~~c ;;ofl't.•r·to pt>r la cost•ule posiziuue supina e pellunghissimo tempo di mnlaLLia che pre· vedeva· i. I'Ù a scupo di e\ ilare 'Pt·llature e pia~he cln compres ion·~ fu fì~!'ato entro il muro ;t capo dd .;uo Jeuo una ~n·lrn in ferro al cui e~trpmo pPrHleva una 5olida fnne mu DIIa di un ImPilo rli ferro rive~tito di cu,r.inetto cui l'ammalato pote'n da ,fo StJ~pender~i o !!irnre il corpo :-enza di,turl!are m~nomamente J'articoJazione del pietle. ~ l.a terza iudicaziont' ;. nnia ugni ,!:iorno: è alla mano di lulli i me,Ji,•i: ~ superllno pen·iv intratleoenisi bMlarulu accennni'H che In piaga non si scopr·im se primn non si fos~ero faue delle Pvh enzzazioni dr , oluzionP :rl hl i malo che .si ['rotraevnno durante le medica1.inni: dre le irricazioni nell:t fe· ritn,·IIIJn predella ~oluzione durante In meùir.atura erano profu~ e uftìcienti ad eliminare In nurnPro"a qnuntità di pallini ed 1 tenei nt!cro~ati dei te,~uti; che dopo ciò la piaga era hen raeopert· ili 'od f . . . . . . • . '1 ' o orme e 111 me1.zr JJrOtE'tll\'1 anlJseltu~' r·ono~Hlli • silch • ~"' "nr1.a, cotone .enrr.ato r • 1 · :r mo 11 c;tmtr.· t:cc.
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618 GR! VE. L'ESI O:'a TIUU!U.Til:A Iion rimaneYano che le ind•cazioni, non chiamerò daria, ma di complemento, ciot\. moderare l'inucuu •u~eu••u ... articolare. ciò che venne adempiuto merc~ la co,tante cazione del ghiaccio ne'primi _iorni; non che sedart' i derivanti da tessuti ed espansioni nervose od :;trappati o scoperti. A quest'ultimo proposito de'fo che a nùsura che la vast:t piaHa spogliavasi de' detritus escare causate dalla esplosione dell'arma ùa fuoco, J' lato era tormentato da dolori acutissimi dm·ante le med ziooi, bastando il solo contatto dell'acqua per destar...i mente. Tali dolori che poi ~i limitarono lungo la del nervo lihiale aotet·iore. si fecero contin ui anehe nelle della notte e nei mo' imenti involontari da togltergli CO[DDIIB-1 tamente il '\onno. che nemmeno il cloralio, le iniezioni i miche d'idroclorato di morfina furono sufficienti per tempo a conciliarglj. E"aruinata allora la re~ione malleolare ~teroa :>i notare un tssotti;.:liamento della pelle per una riJeçatezza smatica del sollopostu Os:io, che si ritenne probabile causa cennati dolori. ~on si pose tempo in mezzo a praticare la rc~zione sporgenza ossea, la quale ,.(uari in hreve tempo ed grandemente i dolori nollurni e durante i movimenti dell'am· malato. Intanto la ferila ~ucce~sh:l a quf':-l«> operazione ed j nn dolori che mole:.tarono per si lungo tempo l't nfermo impedirono che un apparecchio fosse convenientemente c costaD• temente adattato per evitare la conseguente inclinazione del piede all'interno, la quale 'eniva prodncAodosi durante la cicatrizzazione della pia~o":a per la mancata resistenza del p&' rone fratturato e per la perdtta di sostanza ossea io segw&e all'e~trazione delle :,cbe!!f:!ie.
DELL'ARTi t:OJ..\ZlO~E DII. PfEDR SI:-IISTRO. ECG.
1)~9
Ciò non pertanto non >enne tra~corata l'apposizione di ,;fariali conge~ni capaci, quanto meno, di diniinuire lo sconcio
lamentato :'t>Dl.a rer:~re m~~ori so!Terenzo al paziente: e tra
pi altri riuscì sufficientemente \anta~giosa una longa stecca di legno terminante come una piantare nd angolo oltu ·o e feaeslrata per modo dte, opportunamente imbottita con ovatta. 'f8Diva adattata in guisa alla regione 6lSLerna del piede e della gamba, che mentn•la stecca appoggiavasi u questa. garentiva àlla pre:-sione la ferita del per·one. e permettera che con replari permanenti trazioni fatte con na,.trini :>ull'alluce. il piede ro. 'e matlleouto nella posizione naturale. Tale apparecchio, come qualunque altro, obbligara di oeC'AIIilà l'infe1·mo a do>er rimanere immohile coll'arto oiTeso perouenere l'lllt~>nlo. ciò che non era tollerato, e perciò non po&ensene promeLIC're una utilità. assolota. La ferita articolare con Lutti i sucrr.nnati mezzi ~iornal lletUe ha progretlito nella riparazione e eicatrizzaztone senza ~oli incidenti e senza nemmeno rousare disturbi di tempentara che si elevò soltanto sul secondo giomo ùell'accadulo a 39,i discendendo al terlO a !l~. t' quindi al normale. Ila nei primi !.!iorni del me-e di dicemhre la cicatrice ziit mollo aranlata cominciò ad ulcerar,.,i ed il proc~,.,u ridultiro l~ invase per lttn).!n estensione e profonditi\ tla impre~"ionare l ammalnto. da impensierire il curante tanto piti pere h~ i mezzi vari rnessi in opera non pc>rla\ano &videote migliora· ~ento alle condizioni cicatrizialt, e temevalii perciò che causa d, t.aJi guasti petl'-~ero essere pt·ofonde OIOtlifìcazJoni dell'astraplo 0 del malleolo mterno, de' quali not:n a-.i qualche punto scoperto. Consi~diai all'infermo l'assoluto riposo dell'arto e la ~tatur.t della piaga prima col cloralio. che la modificò la~za. e quintli con liste di ;;paradrappo diaquilon: mi pena con tJUe5te a lenere piu aVTicinatc e più compatte le
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GliA VE USIO'iF. TRAUll \l l t.:.\
llaccide gmnulazioni per· quauto permettevano le della locnlitì1. E que;,Lo mrzzo in \'eritit fu co~i proficuo da · breve tempo al proce~=-o rli cicatrice tuua l'auività per la rapida riparazione. e ad infondere nel paziente timPoto ùi late profonda fiducia nel rimedio. elle in per· lui non 'i erano altro pe1· riparare le dubbit>7.ze \À'Itrizza:dnnA r•he le li,re di ~parndrappo. Il di -; mru :to la cicatrice era completa e -olieia, e da pl"imo il \l archetti si ~Pn iva di una ~edin meccanica per deamhnlan•. 'o:;tenendo l'arto ammalalo sn ~e).!'OO orizzontale. da qnel giorno cominciò n .Jertru grucce po!."gianùo a poco a poco .;uJ suolo il pii'de che -e·•uito munito tli uno stival~>lto cou rialzo -olln il ta il ?O giugno molli Iii noi fnmmo testimoni della usci infermo dallo spednle nppnggiato soltanto ud uu ba portat·si in hdlia a frnir,-. tli fnn!!hi termo-mìnernli. 1 riu~Cirono u mN-:t vigl ia ri pri,.tinando la nmrizione della ip(ltrofica per la prolun~ata inazione, ron~olidando e ~endo la d~;)lrir.l', appiananòone la superficie infussala. Ho vi~to il pii• 'oIle nominato ufficiale un me,;e fa ~li ~"iti -.: on,.laL'Ili della -uiTerta lesione: cicatrice [l pia nato, ma lnrlun . .a. aderente alla regione nnteJ·iore rlell'artirolaztone tihio-laro;ea: anchilo:-i dPIIa dtlla zione t•on una liruitatis~ima rnouilit.à. nel sen-n della e tlell'abrluzione; piede le~"ermenle de' iato in dentro l' •·-Lenì.iooc dell'allllce, dPI '~'COndo e del ter·LO dito; l'e"teosiune rlf•lle due oh ime t1 Oe~sione di I•Jile le dita; Il nella stazione ritlo non poj.tgia r.ompletarnente sul in modo che il calcagno vi ,; solleva d'nn mezzo <.)uesta 11Dperft1zione e In lt•,:giera deYiozione in piede. che 'a 1-e mpr~ piti limitando~i, .;ono oppor!
DIU...ARTICOLAZIO~& DEL PIEDE Sl~tSTRO, !Cl:.
6:i l
ente modificate merci• uno ~tinletto ortopedico
per modo che il tenente llarchetti ora può camminare. se lo nlesse, e c•>me ne sono :stato te-.limone, senza l'appoggio di n bastone, di cu1 fa liSO -vhunènlt· per precauzione, e conuaua il suo ~!'n izio q naie ufficiale contaltile nel reggimento canlleria Lodi (15). Que~to feli••e ,...,ito di una gnn issima ferila articolare per arma da fuoco 1\ molto istruttivo per i medici n.ilitari che ùombberone'nostri ;;peda!i raCl'u;:liere e puM11icnrecasi simili, come da taluni ,j .~ pratu:ato: si n' rebbe •'O'Ì surtìciente ma\ertale dn compilare delle statistiche di confronto 11·a la. dliftrlia conserralrice e la demolitira. On quindi clu•la medit:atura antiseLLica i• nd dominio della teieua ed l> attuntn ne!!li ospedali militari e d1e per es.;a 'i tUeogon(l, --enza perturiJazioni, meraviglio~i pro•'t>5si di ripa· razione. (• lecito anzi credo Oo essere una colpa il non tentare tgi, in molte drcustnnze.la con,ervazione di mt>mbra :mche P'lvemente ferile, le cui condizioni in altri tempi nrrehhero obbligato alla loro neces~aria demolizinne . .~'. \c si apponera peretò l'illu~trt.> professore Cortese quando nel l Su~ se rh e\a: c la chilurgia r.onservatim, sin cbe prenda il caraltrro • operatho •> J':l'·(leLialtro. ha un an-enir~ molto lusidtiero • Degli .pedali. • Il ca~o in parula. come gli a1t1·i tentati e riusciti nell'n-pedal~ di Caserta ne giu;;tificano il pre..~agio; ed il lenente Nmlablle ~i~. )J t~rcheltt non ha l'ant:iato il ~uo pif'Je con una Plllba di lezno, come db'e pei :-u~i amputali lo Sta·m~.\ er.
Ca~ertn, li IO ottobre IHR7.
··~ . 6 i)
ALCUSK CONSIDERAZIO~! TRRAPEUl!CIJE RSTAlbTILHK
CA I DI OT lT E MEDIA OSSERVATI NELL'OSPEOALg MILITARE DI ROM& DURANTE L'INVERNO DEGLI AHNI 1886·87 E 18117·11
llemorl~ letta nella conrl'r• nz..\
me.litu·sdentinc:a me11> te
all'o~le mtlitare "' nom& l ;tO marzo> ''"" dnl >Ottoten~nte mOo.hciJ Bu!!o B•rtolomeo
Il grande numero ùi otill medie acute che d1 ritlcano nella !<tagione invernalA nell' ~sercilo, ed in tuLlo ~pPciaiP. tra le recJute, r iempienJo pPr I unghi sale tiei nostt·i ospedali, mi olTre occ..a;.ione ti' in tra ogga su questa malattia, uon però collo scopo d1 Carv1 essa una lun,.:a e minuta dis~erlàzione clinica, ..... nno Anuou tal modo citi che ne dicono i varii autori d'ololn~Zia, ma con •ruello ben più modesto di !Pggervi alcune cou;;aù terapeuticbe e c;talislich~, ch'1o andai man mlm,., nei moHisl'limi casi di là le affezione che ebbi I'OI;nnrtum• ossenare e di curat·e in que,la due ultami in\'ernt parto di chirur!.ria, ovt> ho avuta la fortuna di lrovanna assi"lt>nle del chiari«qimo sig. maggiore Di Fede. Ho raccoltA t(UP8le noLe su ben 87 casi ,Ji olile medra tanti cioè quanta si sono vea·ifkali nel lrìmeslre dicembre gennaio e febbraio 1887 ed in quello di dicembr~ 1!7, e febbr·aio 1888: il materiale ò I'(Ui!ldt abba,..tanza quello P•·ro'• su cui mt preme rJchiamare la vo~lra Atu~~Y~'"'I si è la cura, che noi abbiamo applicata nei ,·arii caSI, che man mano l'liamo andali perfezionando e cile ora ci aver portata nel nostro riparto a tal punto da dard l
COlfSIDER~\ZliJ:''H TERAP&UTICIIE B STATISTICHE, ECC. 633
llli p1u I!OlleeiLI e. l i piu soddisfacenti, come avrò occa--ione. men mano, tli dimot\h-arvi. Quanto imporli una sollecit.a ed e~alla cura di Late affe1100e non v' ò certa m ·n le alcuno d1 voi che non Jo sappia pus&amenlt> r1conoscere. Soltanto una rapida occhiata eh~ noi volgiamo aUa anatomia della regione, che e sede della IDilallia di cu1 io inlo>ndo traltarvi, ci dimo!'-Lra chiaramenla qan&o siH i111portanle allont.anare nel più breve tempo pos~ IDHie una suppurszione, o per lo meno uno st.ato morboso, di organi col'i noiJili e deli<-ali, dalla cui vicinanza l'otite e rotorrea con..et~uohva assumono un caraUere di speciale graPur tralasciando di con<~1ùerar•e i rapporti del condotto llllilitu esl.f!rno. la parete ~uperiore del quale corri<1ponùo Ila fossa erro>hrale media, arrestiamo un Ì"tanll' la no~tra a&tenz.ione alla casso del timpano. Delle se1 pareti che ordiDII'iuaente !-i soghono cons1derare dagli anatomici in que"la cnilé., sebbene siano irre~olari e poco bene Iimital~, quelia eeterna é fonnata pet· una gran parte dalla membt·ana del limpeno: l'int~roa «1 continua col labermlo' t-J è in rtt['forlo col nervo fa Cl'iale contoen11lo nel canale di Falloppto, canale speuo incompleto o forma lo solamente da una sottile lamina oe.e&. l.a J•arele SUJ riore. c 1e at\" ,Je la rnurosa ddla ca.,c:a del &impano dalla dura madre e dnl seno peko3o maggiore, ha la spesl'eua di 2-:{ millimetri e t.alora '\ cribrala da picCOli t.analim. per j '!Uali P"""ano E!Ollili~si1ne ramificazioni ~lari ed offre anche nPI!'Iì adulti una fessura del tessuto oeeeo, cioé la Cend1Lura petro-squammoc:a La parete inferiOre della cas~11 timpanica é in rapporto col golfo della veua liagulare interna: la sua po~izione la dispone a ~er"ire di l'ieetlaeolo al pu~ od alle altt·e ~ecrezioni, che ~i formano nella CM.aa, e la prec:enUI di quer<le materie. a lunao prolralla, PQò determinare ~ravi alterazioni rwlla mucosa che la rltopre, ed in :-egutlo esseL·e causa ùi o«teile ,. carie della r o.-ca ~ tli. ulcer·ezione della vena ~otinlrulor~ o di altri vasj lat.&o lanli d1 quelle v1cinanze. La parete anleriol'e ~ in conneli. con l.a cArolid~ inlerm'· la tromba d'Eustachio si apre feUo ponlone meJ1a o suPerioro> drlla m· d •sima, e qué~to •netomJco ~piega la difficoltà lrovsta ti& i liquidi formati~ i
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6:)i, ALCUNE CO:O,SIDERAZIO~T TERA.PEUllCBE E STA
nella cassa di . colare per quella \'1&. La parete finalmente è an "tretlo rapporto col seno laterale o lule mast.oidee. DttUa ca~sa un !eolo proce·"O può invadere l'oreccluo inlerno, e di la propagarsi del nervo acustico e per il sislema vascolar·e alle ningi ed al cervello. • Nominatemi un'allr·a cavi lA del umano, dice giu!>l&rnPnta il Trtlltsch, la quale, s.ngus\a é la cassa del limpono, confini da ogni psrl·• con or unporlanli. • S • poi ~i con'J•Iera, scrH•e il Ile Rossa, gililà degli strati mernhranosi che !'iveslono la panica, cioè mucosu ~ perio ..lio, e la loro ìnltma cm ne risulta una pellicola di solti..,liezza c:tr•an,r.'rin&trià .sr può Msolutamenle immaginare che l'iofiaromazrone di questi due '~lrati non ~l comunichi più o meno rnPnle allo strato vicanol • Da Lullo clò ch'io ho ot· ora riferito riescono .,."""''n"manifesll i danni che "o~liono non di raro verificarsi guito ad un'alite rw1rliA purulen\a, danni non solo a dell'or~ano nobilissimo che è "ede della malallia IJU& vicine rtJgioni e nel g.•neralo dell'organismo. Ap ai primi le cicatt•ici, lo perforazionj, le aderenze della brana del timpano colla parete labirintica, l'otorrea nenlo e ribelle, i pohpì, la perdita degli osf.icini diminuzione della racolt.à di \'Ìbrazione dell'eppsralo t'Ore dei suoni per proce~si di tspes!>amenlo c d1 .,,..,,..,..u mucosa ricopt·enle gli Ol!sicani dell'udito ed i loro coudizionì lulte le quali sa t•ivelano con un'ollu~ilA pi6 o grave della ftlcollà u•litiva; oltre a ciò la ol'Leite e la del temporale, la pOI'I\hSi del facciale, la ui<~trU7.ÌOD8 corda del timpano (a cui vanno attribuile la "''"""'"""'·-·bocca ed tl per·vertamenlo del gusto), la aa•trite •u"8"'-··· poro- mescellare. e llnalmenle, rio che ben di t'ade, gli asc~>s<~a inlra-cd extramasloidei. Anuo~·,A JI'IIIIIIN i sMondi la ttebJte dei seni cerebrali, la ero~tone od zio ne del seno pc l roso , uperiore eJ inferiore, del vena giugulare internA, di alcune branche dell"artena ningea media e della carotidu interna, le iotlomJ ml!lZill)~ condarie ùelle menlng1 e del cel'vello, le raccolte
~Ul ~.\SI Dl OTITK ]{EtiiA
~atracranscbe, 1
ACUTA
rammollimenti cerebrah, c finalmente cdi
~ rnelastalid e la pioemia. Tutta gli autori moderni. che
11 sono occupati delle malattie dell' or•ecchio. e~ pongono la aoaoJog•a delle mcninf!iti e delle enooraliti r1feribili ad una trucorato <ltorrea e giustamente ricl•iamauo l'attenzione degli esereenti l'artP ><elutar·e sopra un late fallo, allo studio del quale nni tompi passati si att!'ibui va si poca impot·laoza. q: Se elstudias~cro, Acri ve il Tròllsch, lAnle tnouing1li e tante enceteliLi spccialmenlP. dell'infanzia non ~i lard~rebbe 'a ricnaoscere 1 rapporti esistenti fra rrue,.le anflamrnazioni e le malaWe croniche dell'orecchio •. Tullo que .. to io ho ,·oluLo richiamar\i alla mente per iliIDMtrar\i l'smr10rlanza dell' ar.zomento ch'so 110 scelto per oaeuo della prt-senle memoria. importanza che a noi medici lllllitari ne co ben manifesta P"'r altri r.ricer•i affatto pratici, quali sono ti gronde numero di r1foru1ati pN· oli te o pet· cunae,ruenzc. rh otlte elle ogni anno si verificano nel nosLro esercito eon mgonte danno dello SLalo e degli individui che laICieronu ÌllllllUili le loro [affiijllitl e vi I'Ìlornano lalota IO eonclizionl vet·amente pietose. corne pure il numet·o non tenue • IIOidaU morti in conseguenza di ot1te uppurativa e che Delle Blalì"lache fi~arano spesso come decessi per menmg1te punaieuta. Mella relazione medico-scat,stiea sulle conduioni 8anitar1e tle R. Psercito nelfanno 1886 wmpìlata dal Cor';:.ttat.> ùi :;aDlil rnllltar~: f:li nola che in qnell'anno ben lli:S individui di truppa entrarono per otite ed otorrea nPgli Mpedali militari, nelle inrer·m~ne prestdiarie e speciali e ~(J qucsh 36 vennero riformati c Hl 1nv•ali in licenza ùi convnlr·~cenza in seguito 8 ras8e~rns di t•imando. Vtsta PP.r tal modo la grandi!<~ima iu1porlanza delia suaeeeonal;' affezione mi preme dichsararva ch'io punto non inleodo mtraltenervi sulla otite media purulcnta consecunLiva ~esanlemi llCuli tanto comuni, od a ifllide od a tuberneppure ds trattarvi di quello malaUia anche in altre !ani d la VIta, In cu1 è mollo fre,tuen\<>. benc;r quello di parbn 1 flll!llle forme di o lite, direi r[Uft><Ì ìdiopaticht!, che sor0 prfJprio d'erablée, che colpitoicono il noalro !"Oldato nel
• det
tj()ij A LCU~E CO~SI D.ER.UIO'"I T.E RAPEUTICHE E STATISTICBI
flore della ~alule e dell'enerj:l'ia, di quelle ror me cioè meno rar·ioctime ccceziom, si !"Ono ver rficale in tutti l roe osservati nel riparto di chirurgia. E mi preme pure notar·e che colla parola otite media acuta 10 intendo pr··ndervi tanto la ome media catarrale acuta quanto la media purulenta acuto, perchè entrambe le malattie ,.OM tanto un &rrado diverso dello ~tesso processo inf1 arn "••t.illll eJ il lor CI trallamento deve essere regolato dagli !-LC"sl l!ipu di.-eUivi. Il momento etiologico che noi dobbiamo quasi lutti i casi di otile che si ver ific·ano nei tluenza reumal.wa· hanno luogo proprio nelle starrioni iJU80do nelle visite maltioali presso i cor pi abbondano t'retldatura, i ctllarri laringo- tracbeali, le tousilbli, ecc., nMtri reparti d'ospedale rigurgilano di malati di pleu bronchite, di rt~ uroa lismo poliarticolar·e. di polmonite. I ~chi mutarnenlt di temperatura, l'abitare camer·e umide, mulsane, un bagno freddo, la doccia nella stagioue (COl-la c ho accade, benché di raro, in qualche l't!"por!i a corpo ~udante ad una corrente 1.11 aria, cause pi1'1 frequenti accennali' nell'anamnesi di tali olite. \'i hanno peri'! certe condizioni, certi momenti che favoriscono in singolar modo la produzione pus nella cavrlé limpanica, e vr sono certi mdividur io 1Ji«r1gna proprio ricono<~cere una predisposizione &Ile ne·q: in queo:ti casi una tenue azione reumattca vale • ~tare um• gra "" oli le con ostinata otorrea purulenta, r ihelle alle nostro cure. Per me~lio chiarire il proces~o di cura da n v• adottato forma morbosa m parola credo utile dividere il decol'I!O •JIIe'-'ta in tre perioùi dj«linli: intendo per primo quello prc<'edA la perforazione dPUa m embrana del timpano, quello che succedP. immediatamente ad un tale fenomeno che suoi rlurare due o tre giorni, e terzo tinalmt>nle che ::oucc<'!:osivarnente per una durata variabilic:~Jm ll fino al gtor·no m cui Ol(ni secrezione è cessata Non in i ca"i ba luogo la p~:rrorazione della membrana l
SUl CA.Sl DI OTITE VEDIA ACUlA
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Ja molti malati di otite media acuta il proc.,sc:o s1 limita ad una forle •pPremia forse talora arcompa~rnnta de le~J!era !<POI'UIOUo u.tarrale, che man mano poi l'compor<'.
Ed oro pn::siamo a considerare il pt·imo perif1do, che per la natura e l'mten!'ila delle soffert>nze del paz.iente a ... ~ume una spee1oiP gravità Il sintorna piu imponente è 11 dolol'e che si stabrli!'lce quac:i d'un tralto con uno viol1·nza ragll1181'clevole: t) un dolore lacArante, uno stral.io eh~ ~rmrertnt ,JeICl'ivono dicendo rhe loro c:'mO!.!j.!CIIlll pPr l'oreccJ.io ~tru aenU acuti, i quali penetrano nel ce:·"ello e che lo manircRteno con un lam~mo incessante e con "PO"~tnocliche contraIIODI allo raccla. Aberrazioni acuc:liche peno"l"'-itne l'accomJIItlfll&no. che gl'infermi paragonano nl ctoflìare !l'un vento ÌIDpe.tuo~o. nl cadero della piog~1a, della p-randine. o rorti!t-
timt IIS{'h• .\ que»lt ~egni rirerihìh ìmme.lialament.e alla loCIIt18 i aggiunJ.re un corredo talors\ imponente di fenomeni generali tl l'itnpatu~i. che rivelano la ~-:rave:t.zn d~lla malattia bo da pritlr.•pio. La febbre non !OfHIC:\ 11111i 11ella otite acnla puruleutu a non di t'aro è mollo allo: il pol><o a r•euo e tluro, la lingu11 bianca eJ at•ida. la set~ e~agPt·utn. In qu ..sle rontinsrenzP noi evitiamo a~-.olutamr'llle ogni molleR8Jo irrtlante nella località ulfelt.a, Cflmo tuie;doni o uo~'cie d'aria e solo inh·oduciamo caulumeule nel l'Onùollo udJlìV() ea&erno qualche ~accia di o' io fenicato o •l• ~hcel'fnn, o lenlamente cou lA pera elastica un po' .rncqua lit:pida all'acido borico allo scopo di rammollire .. d1 rar uctcire gli ordinarii aecumuli dì ~'erume e di squammA rl'epìdermìlle, che 1\rl'\!lltalldo l'u cita del liquido secrelo dopo la perforazione della IDetnbrann del timpano so~Jiono a~gr&\'Brè notevoJruenle l'O· lil.e. Allo copo di ullenere uoa òinJiuuzione "ulla violen?.a del fllfltorni retbrìli e di limitare l'iperemia noi ricot·rìarno an lali <:asi ad un lassativo -.alino *' diamo la pref~renMl al IIOifato di magn..!lia. Per mitigare il dolor-e abbiamo una qtwnli16 ~ 1 agenti. non tutti ed in o~ni caJ<o egualnwnlo r ic:pon allo scopo. Molli ricorrono ai catapla!!rni di ,..eme di DO, dJ cut laluni souliono fare vei'O abu-.o applicandoli allo ~· n , 4i IOne 8Ul'icolare· noi li abb1arno dPI tutto bauditl nei casi Olil.e dalle no-"tra pratica per le conc::itlf.lr•ozìone clw t•aJu-
:-li
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6:)R \l.t,;U N1:: t:O~~IDI\RAZIU:-11 T.EIIAI'EtTICBE ES l \TI molla ... cono troppo i te'•Uti e facilitano l' mfillrazinne lentfl, ouza poi ~oggiuuj:!ere coll'Harlm>tnn che • ztnne ml•·n..,a e continuai» del r.aldo, forecchio "iene sere 111 Ull tala stato di I'On;..(e"tione che la infìarnrnHnn,n prolruc percin per un tempo a~sai più lungo. ~ Lo """'"""nella •na lunga prali<:Jt •ulle malattie dell'orcc ·h1<l è a qu.....ta concJu,.ionl': ~ i cnlapla<::mi applicaU rn ztone -ullo rea-•ona auricolare producono facalm nte 14 matite datru R del conrlotto, la d1struztonl" più o meno della m embrana del hmpano e lu eopioc;e suppuraztom ca!':sa, Hccnmpaunale non d1 raro da !estoni uupo t·tant• Nn i I'J\A)rriamo 111 ve<'e w questo periodo molto piu nalmente o con mollo mar,tgior vanlag;n.\ allr> co1 froodc 11011 "Clio a scopo Anf!stetico. ma altrt'"'• •Juell più impot·ta, antillo::i•ltco. • Con que.."lO meu.o. •crive Ho~ ..,, si gluugerit tah·olta ad nnped1re il cor;o wvarien procf!s~o tlislrullivo od iu Ol(fll caso si mttJgheranuo i giacché il freddo é senta dubb1o il miglior· ~meatullCI) Non ~i riflsce p•·opriamenl•• n comprendt:re ppr· quale !"l VPrlnno ÙÌfllriJm~nte COil!IÌJZliAte '8 applicazioni fred le g ravi llogO!<I auricolat·i.ll Rau i! unodettli ~criltorì che mag~aormento coolr·abuit() a meltere m onore quc5<lO di cnt•n: perii egli con.. t~rlia di non applicare le :watt• nell'acqua ft•edda "-Opra l'orecchio, ma alle r~:~oru~J rJ&lll'tcnlari, come alle lompia l! !'lOpra l'apofì:.i rnA« OP. Ro ... ~i 8fl1nché le appltcaztr,,i fredde ~iano rneglt rate e produCAno tn82JltOre effetto consiglin alcune ZlOni, ch'P.~It 0"'"Cr\li nella "'U8 dinir~ all'o.... pedalt> di como e ch'io brevemente vi rin ...sumo. E bene adoperare compri!..""'é dt lino in piu doppi, le quali ,'unanergono i'ao;qua fusn dal !!'h1accio e -.1 applicano allt• tempia ed re!!tOue n••r1colare, iushllando prima J'a~qua fred i11 nel dollo uclit1vo. In brevP- tempo "i ottiene :'in~ensìbila tà membrana e dt>llo pareli del condotto. e quando sollopo~Lo a lale cura ha la ret·ma volontà rlt c.,............ abb1a l'avvci·lenza di mutat·e "pésso ]•acqua contenuta condollo e ci(\ per mezzo da una pipetta di vetro. Le presse no11 devono applicar"r a J un tratto alla piu bassa
SUl CASI DI OT1TE !llDIA ACUTA
:i1111PRilor11.. ibbene dovrassj mettere a prova in certo modo la 88ft9Jbilità del paziente, premendo alquanto la compre;>«a tra le mana onde "'C&rìcarne fuori il d1 più dell'acqua e conl:mporaneamente acaldarla fino al punto de!>iderato. Q:.ando si giud1<'.8 conveuiente di ri~tare dnll'applicaz.ione SI l~"-Cl9 per magl{ior tempo 111 ~ilo l'ultima comprfl"'"8, ~rtlnchè non riesca troppo bru"'(~O il passaggio di temperatura, e non ~i abbia una forte l'eazione e conseguentemente l'aum.,nlo o la •·icom· parsa di tutti i ,..iutomi. Il fred•lo a lo{1P.ralo per breve spazio di tempo pt·oduc~ t•eaziooj più o m.mo ener~iche, le quali pero non giovano in modo alcuno allo scopo da noi proposloci. Un tale agente Lerapeut1co dovrà pt•rciò mantent::I'SÌ iu sito per tre quarU d'ora od una me:r.z'ora alml'no ,..enza interruzione, raprenclendolo anche più "olte nella (;iornata, l'e la sraveua dei in tomi lo richiede. Talorll tl no dalle prime epoch<> della malattia può a~caiere che il freùùo non ~io in alcuna RUtsa tc.llerato: 10 allora sara O(Jporluno di t'IVOlf.rer-.i alle ap· pUeaz10rt1 calde melodicament~:~ esegu1te. Jt calot·e temperato, wnido, ila 10enza alcun dubbio una benefica azione calmante, cbe può as~oi ~iovare in stmili circo«lanz<>, esegut?nrlo in llilluioni di «emplice acqua tiepidi! nel condotto e ripetendole con frequenza onde si mantenga possibilmente eo~tanle la temperatura. ed applicando nello ~tesso tempo le comPfe8se umido-tiepide sulla re~ioue dell'ot·ecchio esterno, le q•H gioveranno a mantenere il calore richiesto nel volume cfaequa ver~at•, nel condotto uditivo. In ogni caso però il eeldo praticatu anche in fJUe ..lo modo non d;vrà continuarsi per molto tempo: basterà un quarto d'ot·a, una mezz'ora, l'epheand )lo però altre vollP nel cor:;~o della malattia, a seCOnda delle P«igenze del caso speci~tle. A dirvi il v~t·o noi abbiamo !'!pec: ..o usato uel pr1m0 periodo dell'utile acuta il ~do pe~ meuo della vescica r1pidna di framment(di ghiaccio quale l'lu~civa veramen~ como,Ja \'Ì~La talot•a la deficienza e tal'~ltra la po~ pratica Jel personale aùdelto alla cura dei 80str1 malati: i ra~ultati nerò che noi ollen"mmo rurono molto llaediocri, il che concorda con 'luelli oUenuh dal De Ro:;si, per eu·1 .10 • que,.to ullimo lampo l'abbiamo abbandonata per l'lcol'l'ere alill compresse fredda, coma di sopra ho accennalo.
fit3tl .\J.CU:oiE CO~SIDER:\ZIO~I IER.\PEUTICHE E STATJS Quale mezzo anlillo,zi~tico eccellente nei casi acutr medra meriterebbe rli venrr\'i <>e:malala rapplicazione miA'OAlle: ma :-.tecome non ho :,u questo a~reuto ,...,.,..,..._ e«pt>rienza mia propr1a co~1 non posso rimettermt che che n~ dicono !l'li aulort d1 otol<'gi&. Lu ~ravezzn, la durala e gli esili ùella otite nie ho stati grandemente tnoù•ficali dopo l'introduziOne olella rinrz;olomia nclln pratica ntoiatrica. Questa imporhu.te razione, oltre nlleviora immediatamente le sofferenze del lato e renJere piu breve il eor::o della olite m~"dia. è un mezzo di pr'Otlla"i cou tro l"olorrea, la quale, meno raN cezioni, guari,.ce d 1 poi ... ofleetlam>!DI.e colla "empl1ce i~ienica ed ac;trmgt!llte. l perfeziOnati strumenti di e lo --Ludio piu accurato delle afft.•zioni auricolari han no tribuito ad as:,;cgnara o ((U~La operazione le -;ue p di<'S/.ioni. Alcuni autori "'Oifllnno praLicarla in Lutti i malallia acut.a dP'le cnvitù del timpano; non e però n sa rio nelle malo.! Li o leggJer·e, nel cata rl'o semplioo, o •fu i dnlor•i sono moder·ali. Al contrario la par'8i::entesi l' quando e~ic;te una fot'l~> ... por·gcnza della membrana dd pnno cauc:ata dalla pt'P.~"'tOIIC cfre fa il secrelo coulro la -.upertl"iC interna ed 8818 tu lUI v1a resiste ad una ~flj)nt:a.. rolluro producendo fcuomeni dolor osi e febbrrlr. :.\l'e rl"uopo confè. are elle non avemmo mat "'"""c'inrl&l praticar.. tale opeNltione nPi casi occorsr nel oo,..tro ra p~rché (fUII~i lulh 'i Pna ·orono quando la perfora1.ione grà -poutarw~trnenlP. 11 V\ enula, .,,a perché nei runauentl ha .. turono r rut.>zzt di cu ra ~"' accennati: in ogni moio preme tlichiaroro cho! non awemmo punto esirato dal ~uirla se l'in·1icazlone i foc; e veramente present.ato e H poco prolillo ove~-.imo ripot·lflti cogli altri aD:enli ~el pdmo pt>rrodo dell'olrlu noi ricorriamo volenlreM .s ' '8Dlaggìo alla in"'Lrllazwne nel condotto udili\"0 di goccie di uno soluzione rli CO<'&ina al -i p. 10!1. Qualche peri\ tl c;(IHeccJtatnénto tlt>l Ei~lems n<>r,·oc;o é tale che ulll,. il ricorrere &i narcotici onoie procurare un •1ualehe !revo el malot., Lra \'aglinto .lalla insonnia e Jai grn\le linui dolori. ~Il\ p1ù che J\,ppio e la morfina r i3!:'CU
SUl C.\51 DI OTITE MEDJA ACrtA
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8foso in tali contingenze il cloralio iilrato -.omministralo e ~ose Co)IIVCnienle. Ed ora pa~siamo a considerare il metodo di cura nel seeondo p"riodo. quello cioè nel quale, Co)me di sopra accennai, sogllono pre!':enlar·si alla nostra Ol'ISGrvazione gli ammalali di olile acnl-a. Avvenul.li la perforazione i fenomeni diventali fino 8 quel punto sempre piu intensi, orolinariamenle diminuis.:ono: i doloJ·i si moderano, le sensazioni uditive subblellh·e scompaiono. come pure i l'enomeni rebbrili. Se esieh~'RIIO ~intomi cerebJ•ali essi purA c;j dlJeguano rapidamente dopo la I'Ollura. Tuttavra permane lo c::talo iperemico nella meml•rana e nella cavità del timpano, !>ermangooo m grado mmore i Jolori, ed in visla òi questo noi Jovr•emo e,·itare auolulamenle d'rnter.,.enire energicamente e sopr·altullo poi l'ol!K\ prematuro di forli astrin~enli. I n ')ues\o pet•io•lo i l comPilo ciel medico consiste nel favori l'P possibilmente. l'uscita della ruarcia formala; a questo scopo e~li pralichara l'iniezione detersiva nel c{•ndollo e pro;:ur·erà in lutti j modi di tenere Aperta la lesione dt=>lla membr·ona del timpano per elatare l'a~cumulo del pus nella cavità limp&nica. Il mezzo pau conv.•n,enle, più comodo e più ulrle pPl' la cura detersiva e l'acqua l· pida atl'acido borico al2 p. WO, intettala per mezzo di una pera elasltca nel condotto udilt\'O. Noi abbiamo r1corso 88mpre a questo mezzo e ve lo raccomnndiamo. Tale le"Wllnda de,·c essere fatta con gl'ande cautela, senza puufu eomprimr:re fortemente la per·a, pe1• evitar~ una magcnore rollura della membrana, e dav'Nlsere ripetuta poi parecchie v~lle nelle:H ore. Nondovrem<l mai artlrlare questa opera zii) ne ~ 1 nostri aiutanti ed infermieri ù'osped&lt> e specialmenlè poi an questo periodo deU'olile acuta! Praticata la lavsnda noi ~~~n ci curramo in quest'epoca di Asciugare la cavità tifltpalliea rou il Clltone applicalo all'estremità dello speciUCJ di m~· tallo a ""Ìra r er oon provocarvr. un ,.mulil e Jrrllazmne, . . . . · .ma llllrodur·ìsmo solo uno stuello di cotone al sublimato, il quale. ;:aenrlo pl'ivo di malerie ~rasl:le, assorbe per capillnrila e V~t't«ce oltremodo l'uscila del !<OCr!llo. Quando l'infermo è :;'1'\ca~u R'h raccomandiamo d~ ripo~ar•e sulla lo affetLo od all'llahvamt·nle a destra ed a sinislt•a se la malallia occupa
66? ALCU~E CO~SIOKR.UIO~: TERAPEIJTifHE i 'TA una doppia <>eùe. onde facilitare il q;otamt>Hln .!el r.ollo nP-Ila cas!!'a t:: sopratnLto nelle cdlult! rnoc:toidee La oss~r"anza di questi l>receU1 SE'mplìcJc:siml bacotò durre a Kllarigione molti C&!<i in pochi gioru•; u1 ogn1 è ben ~ulllciente in que!'to ~tedio dell'olile. in cui permane lo slalo irr ila tivo intiemmalori(l, il quale ces'-'a dopo 3-~ ~iorni dalla pc-rroraztone dello ltlCJmlltraOiti dar luogo sollanto ad un' u...cila pitì o meno ubrullnn•~ catarro o d1 muco- pus o eli pu~. unico reno1u~no cui '-Ì lamentano gli ammalati. E flUÌ comincia allor'8 al riodo, quello sul quale abbiamo avuto più <'&ll'lpn ùi menlare la noslf'a C'ura ,.. l'ul quale perciò abbia01o la rnag~1or parto! di quelle con:::-iderazioni terapcuticbe l'olile med1a acuta, che rormano oggetto dì •Jue,ta mia moria. La cura ùeter-.iva dtwe domina l'e asc:olulamente in que!'IO periodo: la nettena t.lella ca>ila lirnpn:;nca ec:ser~ 11 uosiJ'O co~ranle l•llbìeUivo. Il fondo ut>l condlcn-. c.lella •·H'""" ~ la orll'r ulluor-.Jlà delle cellule rn&!'tordee 10edì fa,or·Pvoli e frcqueuli di ristagno di p11~, Il fJUale, facililù tit:.:•-nerando, ra "\lluprare acidi graui c g&!ò trefA7.tone. l'hc non .ìi raro mnnife::.t&nl' la loro pre~enza a ,Jrstanze. con i'odore fetido e lah·olla ìn«or pt:lr tahllP. Qurol Jeposilo d• materiali or·ganic1 p1ù o meun ùe<:ou~pcll che ritr 0' a" i ntlla cassa e "l ecialmente neJJ'apollsi ....,,.,.......,. é il piu rBcondo campo di t-.\'iluppo di mil'rorgnuismr, 11ando in tlate circostan~e i <-inlomi più temibali puru1e11lH o di menin~o -enr• fehte, c'ò che su··.-ede io ~~ato alle diuturne o,tJuate "'Uppure.zionJ dtdl Da ciò In nece,,..ita di favorire l'uscita del pu che si nella IH'ofondrta dell'ot'!.!IIIIO e di ùeter~er"' la c:ut~E>rftoe lala dal "ecreto p1ù o meno alteralo che lo l'Jcopra. A scopo noi ricorr•amo ancora all'acqua tepida ell'ar.ulo ad una dose nHI~giore di quella da noa usatA nel 2' CJOé. al i p. 100. Con que'lta lAviamo accuratamente la timranico, indi J'a"ciu:;:hil111'iO cautamente me h ante rotoot! al 8ublirnato, finclu' questi p,cono fu~r i puliti, >;ufiliamo dell'acido borico tìnamPI te pofverizznto. poi duciamo con un cuccbiaÌIJO una di:crtla do,e diaddo
-.Cl CASI DI OJJJE MEDI.\ .\WTA
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JMI condotto A finalmente oHurit.mo ti condotto con il eolone e1 sublimolo corro;::tvo. Lo medicntura viene da noi rinnowta ogni mattino e talora Blcune volte nella sriornat.a, c1uando, eioé, il cntoue st mostri 1nlriRo dt hquido. ~ nec~egsarìo elle l'aci•lo borico c;ia finamonte lrilurato , come pure.~ n-=:ces:'lariO evitare il soverchio accumuro di questa eos&anza nell'interno del conrlotlo uditivo aflìne di OV\'Ì8l't! al deposilarsi di incrostazioni c:ulla m~>mbrona del timpano. cb~ po&rebbero occluderla con notevole a!tgrovamcnto della ma..Uia. L'opplicazinne rlè({li ~luelli clev' essere fatta con paziente caule la e con grande Jeggerczzu, poichu una sove•·chia oompres!linne loglierebba loro il potere di cspillar·itiì, s ul quale not dobbiamo t'are a~segnomenlo, mertlt•e rwovochenbbe l'accumulo di marcia in una ca vi w clriu"'a . In "'eguito a que ... to mctod.o ili cura da noi applicato con eoetante esattezza e dilil!enzs ci sentiamo autol'i.uati a for11Rllere le seguenti conclu~JOru, che d'altronde non ~ono altro Ule )e cour~rma rlei ri!'lUiltili ottenuti pai V81'l 8ltl.ori, e ~pe eiaJmenle t!al Bezolù o dal Morpot·go: t• L'actdo borico tl perfettamente tollP.roto ùall'orl!cchio; 2' Sotto il suo u,.o au~ri,..ce quu ...i sempre la oLile media Jl'lrulenta cd iu 1revic:t,imo leUipo; 3" Per l'acido borico non deve lemersi la formazione di eGnereztoni resi!ll!>nti sempre pericolo<~e e facdi aJ avvenire eon alcuui <tali. In alcuni casi ùi otite quando più non t•imancvn che una &arda e tenue secr·ezione noi abbiamo ricorcto ttll'in,.lillllt.tone per mezzo di una pipetta di alcune goccie di alcool conteDente ti !:i e piu per 100 di ocido borico, allo l"Copo di otteDert tn tal modo un'azione uou ,..olo auti~tltliCB, ma all~sJ Jeggermcute caustica sulla ruuco«n in cui t·icop•·e Ju membrana • la ca""u del timpano. La nostra aspettazionP fu coronato da ottimo ~uccesso nPi pnclu casi in cui l'abbiamo praticata, 1 •tnuli mi !<ovviene quello (h un'otite doppia. veriflcal.asi --=~ ber n~liere, in cui dopo lungo tempo di una cura derva runane\·a um. ~eCI"('z.Jone ""linali !<~tma di poco liquido lleroso, che non ci permetteva mai di licenziare il paziente dal llO'tro rtparto. poclt i S!'iorru d'iustillazione di quPII8 !<Oinzionn
:a
fi(ii
.\l.CUNt.: CO!'I,IIIHI~liO\r lf.IUPEUTlCFJE E STATI~ IJCHI
bastarono a ft~rln ce-. ..Arl! coruplt•tameule. L'ali"! •1)1 15.5 p. 1()(1 di acrd .. bori~, tnenlrA l'acqua talda lll'lfl ne che Il :i.' i p 100; )A pr1111a >~O)nzìune penetr·amio fuetJ nelle PIU in lune anfraltUOsJta delle cellole mastOJdeel\ia la :-ua 8ZIL'IIa dopputmente ooJ 11ltamente bene/i a . Qua n nun ma l'l sia 'htlo dAl, da trovar quesll, tnezzo ooul:'l''"""'! da alcun autore, rui o ~rnto pure raccomandaJ•irJ llllll attenzione e·l alla \'O!'llra pratica . Per fat· aJUnge1·c la ~oluzione a c.onlallo della CII nei CAsi di piccolt• Rperl•trt! dellA membt·ana, 1101 rlf·~m··nR :nelod11 di PoiJLl er· ( l).
Quando la lniii'ClU auda\8 AC'fUi!"taudo callivn natura lata dal colUI·.: v.. NII)~uolo e dal fetido odore, uoi rrnn 11 esitalo di I'I CO rr~I'C fllJ6 lavande c 111 acqua lt l 1tfa al malo llll'l p. 1000 Anche d1 flU''"l8 non abitiamo che .-la loJart·t 111 quc... lt sollnulo OC'l·orre t'l'!\l!r• lwn t!Ua J•rlindH m~lla ,.ua H ZIOil!', poicl•o t~s""a talvoltA trova per la viu della rrn111ba Jo:u~lacl•io fn t·J!c ~ho<·co nello gola. flurante tl rler.:ur·,.o dt un'ulilt• compaiono n l'orma ,.,,...crcolar·••. )'Rpular e, ('r08losa u l<IJIIammo•A lun;;o il cnndollo uuiltvo cglerno, sia nella guAnCI8 111 mtnZII ciel pacirglione· P--,:,e vanno allriburte alln ir r•u"'ZJom 8""1'Crtata lucRirneute tlal lrtJuitlo pur·ulenlo che co ~tllUt ce "COlo: la pulizia flllCIIIH ~ d li..!•'Hle varra da ~0)8 ud »..rl a farlu "co rupl!JII'~ t[U&ndo :!la et sono: al pi11 l'u eli va~elllllA alfr, ll••r·lt In lor-o "'Compar,.a. Dur·ante rl co ..,.o '" un'utile «enza causa nota, o J eJ• co~lt~IIZP act·rdenlalt, lu re~.ri(lnc mast{)iot>a divi••uo tlol•nle lurgirla: qu("str "'fiiiO ~>l'tlrnarinntenle r primi ~e!!ru dJ perro::olrte da: ... j ~' iluppn iu que,..ta regrone, 1 tJIII!h morho~i -.e sono 111 relnzroue con uno ::ocolo pur ul (!l :)'ro•tla il 1;meute art AJ'IIIt>:;;rar~ la r.e~t.~ :;apra di uu ~u· io d l
opj.IO to a qurllo m~lalo S'lntrG<Inet~ quon•h nel condotto udtlho urw l}ll:lntJt t <lelli\ ,nluTJnne rhc 1f)~fi•mn u-.rr, preveJUJv11mente rlse;~lt1atl. Jll'llhrA al ICmJI<I l•• so l'll5pPrrrn••nto rnrrom:mdat.o .appunto rtal celr.bre te.uore .-ocnnr.~e p~r r:trc pn:s;rro l'ul:t <lalJJt retroboet.a noll'onccluo.
SUI CASI DI O liTE lli-:Dl \ AC.'rT.\
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eondotlo uùitivo segnano sempre una diminuzione neUa quanli18 del lifJuir!o coslituenl~ l'olorrea. Jl dolore che il malato accUBS alla regione mastoidea è pi1i o meno vivo, aumenta alla J.lressione ed alla pç•rcussione e Apes~o si estende nelle part1 vicme del cl'"anio, del collo e della faccia. L'asces:::o. maatoi,len 11011 larda a moslrat'SI e può es«ere accompagnalo anche ria ftlbbre e da altri disLu1•bi ~enerali. In lutti rtUel'<li casi nn1 Ablliamo ricorso alla cu 1'8 anliflogiRlica dapprima e se quest.a non era sufficiente, come del re!tlO "'Pe"'!'O suole accadere, Il .. igo. maggiore Di Fede non eAILava arl eseguire l'incisione del Wilde, cioè, un'incisione lunga 2-3 cent. per tutta la lunghezza dell'apofisi masloidee, approrundandola fino al per1ostio. l n tal modo se esiste un ascesso, 'luesto viene aperto, m c&~<O contrario l'incisione porta parimenti un grande beneficio, tmpedendo l'estendersi del pr·ocesl'<o infiammatorio nell'interno lidl'osso tempol'aie. La ftll'ila di poi viene ricoperta con rnedicazione antisellica dopo diligenle lavanda. In ,:enerale i mezzi da me enuueiali bastano nella cura dell'otile media acuta ed in realtà bastarono a far ces_.::;are lo ter•lo el! n t·icondurre la cavità timpanica a completa guariIW>ne 111 JllASi Lutti i casi da noi os«ervalt: ~ollanlo in alcuni l'81issirni di •lstinat.a e ribelle otorrea abbiamo dovuLo ricorrare ai R<•liLi mezzi astringenti, tra i tJUali principalmente aUa ~luztrllle di c:olrato di zinco. Qu!'!<lo é il metodo di cura clie noi abbiamo adottato nei casi di otile media acuta occorsi in questi due anni nella nostrA pt·aticA: r.on è nuovo certamente, ma sollanto é l'e::=atta applicllziQne di q11eilo che gìa vige da alcuni anni nella pratica ~loialrica, migliorato però e perfezionato in alcuni puttti, quah !òpec:ialmente l'uso della soluzione alcoolica òeWactdo bori~, tlel coLrme al sublimato per l& pulizia della cavità tim~n~ea e per il tamponag~o del condollo uditivo e della la.•nda al -;ublimato nei casi di secrezione puru1enla di cat-
tiva natura.
~d ora rermettetemi di comunicar-n alcune note statistiche,
ha~tano a ùarvi un'iMa appros~•mati,•a sulla frequenza
tÌ61j \l CU\1>: CONSIOf Il \1.111~1 TE Il \PIU Il CilE J:: STA rr
delrotite llle.tia acuta rrelltl ~tagione invern<~le noi n cito e sul "UO mcx.lu eli "Viluppo. ~el trimestre: dicC:mbre l 81>, gennaio e febbraio trarono nel riparto dì chirurgia i9 indivrdui affetti da ulalaltia, di ~"Ur 20 oll'or~chio destro, 16 &l --mrslro P.ntrambi gh or·~ccJri (ft c:a,i non furono ben precisati ai<ltro nosologico). Xel trirne5\lrt!: :Jicernbre 1887. aennaio e febhraio trarono 3il irulrviclui per In :sud,JeLta affezione. di de.. tra, 10 a :-irn~lra, 3 n l ambi !!li orecchi {i ca ...i non preci,ati uE>I regJ"tr•o). Computando ~.;ornple "ivomente le giornate di ae:~r~>raza tuttr i casi cur·atr e dl\·r·lentlo per· il nutu•'I'o di questi una media tli d~:gen1.a ruro,..pedale per oc-ni anunaJal! giorni J8, 63. La durata merlia d~llfl guarigione fino a ce"""z;one "uppurazione col metodo n !l'acido borico e, secondo il di 1!1 giornr: i 1\oslrt l'l'lullnli concordano dun•111e •IU&sl fettarnente COli 'JIII"IJi di CJUt•Hto O:::servatore. Non vo~lramo e"C'!nder·e in moùo assoluto che in llf-gh ·; r•nsi rla noi O""ervati "Ì fosse trattato di ~emphce acuta eslP.rna: •(UC~li I'A"i pe1·ò devono essere ... tati e ben poco perdo valgono ad intirmare i ri ... uJtalr da knuti.
De!.!li individui affetti da otrte media acuta da noi 6.J erano redule, 21 on:l.iaui. Mi b grato ag~iuuccrv1 che rari~imi furonò in l pazienti eli (ruestn for·ma rli olile che ritornarono corpo <.·o n la perfrli'Ozioue d•,Jia membrana del timpAno, nell'11nno pa.,salo non pochi vi ritornarono con tAI!d pol'ltumo, com"' pure ru"è lieto accennarvi che m~>n&re l'anno clecor..o alcuni rurouo "ollopo~li a rasc::egna di per ne::;~uno in que"l'auno ru necessario un tale meulu: c1c'l -va ottrrhmto ai rnizlioramenti oltenutr ed applicalione <lei rnet(•rio di cura da noi adottato. 1nllo questo nwntre co.,tiluiocp per noi COl-lR confort<>\'ol ..., Cl rr esct> pur· ... altamente gradita, po1ch.'>! Cl occasione di p11rtnrc nu<·or noi un contributo non s
66i
:>UI C\._1 DI OTITE BIEOTA ACUTA
cura dell'otite per il pa!:salo cot-l neclelta e laJvolta per @Ue con!'eguen1.e cosl fatali', lauto ~·ÌÙ poi che se noi DDil abbiamo precorsC\, abbiamo CPrto accompagnato atten&ameot& e scrupolo,amente af)plirali i procre~si che si vanno tacendo nelle Y&rie cliniche otoiatriche raggiungendo 'luella perfezione pratica l'er un metodo di cura che più si adatta nelle nostre infermerie e nei no~tri o:;pedali militari, ove per l'abbondanza dci malati e pet· ti roncor:"o di allre speciali careoetanze non possono certamP.nte atluarl'<i rruei finissimi mezzi dt cora che -.olo uno ctpccialio:ta può arlottare nei sin· pt ca•i.
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661S
DI C~ CASO D
ERPETE LlXGU.UK ASEGUITO O'ITTERIZI \ cn BREVE NOTA CUNICA DEl DOTT. G TACCHETTI
c:cuola-L•,rpedinieri Vene.Jia, eLlu occasione infermo, la cui stori11, tullocht> dt>lle più comun1. mt meril·•vole •l' e::-:.ere conosciuta per l' inlerpreletione mio avviso, polrebhe dar,..i d'un fenomeno se non n lo meuo rarament.• rilev~:~lo tlu' o!{gi. •rualc fu l d'un erpet~ rlella lingua <:immetr1camcnte IJilillet·ale, dente nes"o J.(enelico con l'tltertzia Ja catar·r,l ~a denal!!. Do,·cre da gratitudine mi CQusiglia di ric01·dare egre~i dottot·a, c:ig. Gioqmni Sl,~trra, 1 rimo menico da per il pet·m''"'""O accordatomi •li pubblicarla, e sig. 1:av. naròo Cogndtt, allt· cui cure fu tn se~tuilo efli·lalo 11 al suo ~barco dalla ua,•e anzirlella nell'ospedale LaiP rlt Spezia, per le notizie che corle:;em.. nlP mi l'ullerìor·· d~.>corso della 111fermilà. Dopo ciò, l'CCO la Tommasi Aartolomeo, tli anni 23, da :Mac:"'a San (:\leso:ina), marinar<> di :r clas e, ~ !!iò pec:catore. ollo o no\'e anni ebLe a !loffrirl! Ji ft>bbri esthe, ~.>sprime, di
nalura probabilmenl~ malarica, e l 8
DI l'S CASO DI EIIPETi l.l~GUALE, ECC.
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morballo: poi ne~l"un'allra malnttia lo afllisse fino al :?l",
.,aa di sua •·ntrala in ser,·izio. Fu a Mas~au a, e, lranne il trabuto di una feLhre, durala eillque g10a·ni, pagato nei t•rimi tempi del liUO soggaorno in quelle acque, vi gndelte 111 se::!uito c:empre buona ~aluLe. Tornalone dopo circA un anno, nt.lll'apr•le 1S8i, ~egultò anche e bordo della Yene: ia. sulla ttuale pre8e imbarco, a "'lare bealnilllO an .:;11lute. ~<•n hn mai abusato tii fu1110, di cibi acri o fortemente ,u·omlllici, ni· Ji be, ande alcooliche; f]Ualche rara 'tOlta soltanto ha ...ccetlulo nel he&•e vino. Il ~ novembre cominciò ad av,erlil·e sintoani di incipiente ealarro gasl•·ico, •!d il IO appt~r,·e w1a lt.•ggiera tinta illerit'a, la quale. aumentando. lo rMlrm!'e a prellenlar~i il mallino del l+ alla ,.i.. iln medica. Riconoc:ciuto ammalaln Ji t·atat·&·o gaetro-duodenale fu 111esso , :sente .Ji S•·rvizio, gli <>i pre!".cr.,.,.e un purgante salino e :;tli "~l raccomauùò in perticolm• modo l'~f't1e diet~ttca: l;81 ond t> ·:uerizìa crebb.:·. d "''•o "lato gellf!raln p•!ggior o, e quindt il 20 fu dal t• doHore pnssoto allo ~!pedale dr bordo. • Erasi mutlifestato una ve>t•a lllerizio catarrale, che ad ontn della rigorosa dielet 1ca .. •ei meJicinnli (\pportuni infu..o di rebarharo P. Alcalirli) anrlt'• ~t:mJ•re più svaluppantlu~i. uonpt>rtanto mancava il prurito cuL&neo, il pol::o era normale, eome pure lu temp1•ratura, la quale !<Oian•ente necli ultimi del tn~~ c primi eli dicembre mostro un lieve m'Jv.im,.nto (ebbrJip, ra~~IIJ:lgt'lldO di "era 111181Che >oll.l i !l ',:! C. Il regalo era)<j alquanto ingrandito o fallo 011 po' dolente ~ ~r~s"-ione; le ur·ine. color di m&lflga, eruno c&riche di prme•pu b•lh1ri; la linzua non era molto impalinalu; non e"'Ìaleva traccia di ~tomatile . ~er•\ il 22, cioè, ,iopo due :ziorni dalla sua ••nlr&\8 all'oO~pe a • ,., llolnr·ono :-ul hordn de~lro d••lfa lmgua un ~ruppo di ~ ' erol'Ìimi epildiali, e sul b<wJo "Ìni~tro un allro ~ruppo lllinore, -ù1 :! u :J. eliOs~Se•·vatn l en~ la bocca si Lrovò dte una piccolo quantilù JamlaNaro cingeva le corone .Jci molar• infer10ri, e che so- enU! a tlelitra, rwlla fncria interna di uuo ili e--c:i, il dito ...... .-ertha gno . le ru\ldezz&. . .... ·" up"J fi1caa
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111 U~ CA,(J DI IUtl'EfE W~GL\LE
Alle in"'i~tent1 doman1le l'infermo accertò, che bordo de~tro lingua le o' e\ a sentito come una scrc~Hl..tll della quale non c'era curato mai, perché non gli da\& fastidio. Le er·osiom mo,tr'8vano i seguenti caratteri: grandezza da una Le,ta di spillo ad una lenlicrl•ia, torno più o meno circolare e di color bianchiccio. fondo niuna alterazione inllormnatoria. n !!Ìorno dopo di regolaritè del contorno, alcune erosioni si allargerùno, si fu::;ero insieme eu altre rmo·\'e, più piccole, ~orsero punta della liugua. Indi, per la fu~1oue qua:-i lotale de1 margini, si ebbe di una figura geografica, 111 quale dispar•ve dopo due me1·ce causlicazione col pastello di nil.rato d'arA"ento. Pl.'ro, dopo ùue altri g1orni, ricomparve la sle,.,sa sul margine destro ~ !\UIIa punta della lingua; m11 non allora e in seguito, ci fu dato d'osservare la lesione in che originavn l'erosione, cioè la vescicola, la t{ualtJ, a del luogo di sua uu..,cita, SI doveva subito rompert.•, risaputo che a vvieno nel cn vo orale. Invece, avendo ~cgutlo attentamente Jl d••cor~o 1lelle "Ìoni, si r iscontrarono gli s L.::ss1 caraltert dianzi esposli, formazione d1 altre nuove, men\re alcune guarh-ano. qu ·sta vicenda ÒUI"Arono tln quasi alla metà dt lli!!amion~ A que~l'epoca l'infermo trova vasi allo spedal~ tale, ove era !';la lo inviato 1l 3 di detto mese. l \'1 1..,.....~ è contempor·aneamente migliorò dell'itterizia e delle zioni linguali, tanto che il 25 ebbi dFil Cognelli le nuove: L'infermo può ritener"i in piena con"·alescenza . Non acidi b:liari nelle urine, scompa~a quasi totale della itterica, ritorno al normale delle funzioni digesli\'e, beintu_.. senerale, !'lilla lingua non più uleerazioni di corla. un vamento epil~>liale con lieve raccolta dt es;:oudato, stomatil.e, che tende anthe essa a scomparire. N-1 no~lro infer·tno adun yue abbiamo avuto ittet'l!lf#. tarrale ed erosioni Un guaii hilalerali, che fin da prmc1p10 esitai a dichiarare per erpote llnguale. Eù invel'O: la
\ ~EGUITO n'ITTEIIIZIA eAIARR.\LK
6il
11 numero, la 'aria grandezza, l"a«~pclto ,emplicemE:·nte .oan•o della mucosa, i contorni mict'Ociclict e policiclici.la llrfte durala di cia,cuoa ero'~iOne, il recidiare nello sle::;... o laolo, l'as enza di sintomi intlamrnatot•it, rormaoo un !os1eme Ili dah che caratterizzano rerpete della lingua ed escludono ogni altra infermità. Ora in dtP relazione si son ll'•lvate ft·a IOI'O le due malattie Del nostro ca~o ? A prlmH giunLa parrebbe iu ne::.::-una relazione, ovvero ~ol tanto in •JUfllla rli coesislenz11 c.;uiJo l"le..qo individuo: poiché f~le SI può consuel'81'10 provocato dal tartaro, che mec· carucamento abbia irrilala la muco-.a. Ed infoltì dobbiamo 811 esso ollrtbuire la presenza d t quella ,ernplice "'Crepolatora od ab~ tone epilelìale. che l'inf.,rmo rlieeva d'aver sempre •nerlllll, ed A cui non aveva mai badato ptu che tanto. Ma non po!':,..Jamo poi fondatamente cre.Jere, che J•roprio 4ePo IHU statn la causa dell'erpete, poiché m Cùrrispondenza del margine l:!inistt·o e della punta della lingua, ove noLavan!'li le &leell•• ~'ro~<ioni che sul mal'~in~ destro. non rinvenh·a--i q.111 omLrt• di larlaro, nè lanlo meno ulcuna scabr·ezza o lltorlenUt, proùolta dal suo ac:cumular>~i in un punto piuLIollo ehe in un allro. . "K6 "''era do rnetlere in campo altra cau,.a, poichè non d~>nti f.llriali, nou d..r •i prominenti in dentro, non lm;u.a gr-o:::<-a, aGn YtliO d cil'l'ar e (1), non pre-.euza di altre malattie e:c-i·
vano. Sicehè, r•leneodo il LarLar·o rlenlat·io come insuffciente, Del nostro <:a~o, a produrre un effetto abbasllmza esteso, non ::e~a Ch!• P"'ll~81'6 all'ittet•izia e pt•opriamenle ai prinaipii biM, cho f•lìminandosi per la ~&li\"ll abbiano irritata la mu: : ; .hnguRI•3 non impatinata, o, fur:>e, le terminazioni d;)t
hnguuh e prodotto I"E'f•pete hilelerale.
:es~ Optmone non é avvalorata da reazioni chimicho, 8
bordo non :::ì poterono fare, né •lalla patologia :::-ene-
-------~---------------------------------~ dell'us., •olgare per esprimere! quell'd•itudlne ehe parecehl hanno, c ..__ .....-o. lllarmll, da masticare e t~>nPre P•'r IJualch~ tempo 10 hocca un Pt!Ul>
.:.....
672
DI U~ CASO Dl ERPETE LI.SGL'.\LE, ECC
rnle, In quale ant.i nega •·ecil"amente, che fH'r le co~e o per le lingua! i 'i po~"A C"!'ere P!immaz10ne di
n d1 "nli biliari; ma è !'O!'IPnuta invt-ce da taJune ultime e dai falli cimici O!'«~·rvati. Dìfalli il Ft•nwick, ranno ..,corso (1), nello
hva di un medico, .,.; trovò ùei "eli biliari, 1 quali lo allo "lud10 dPll"acitlo ~·,lfocianjco nella saliva e<l a co:lclu-.ioni, fra cui quem: • che urne valida connes!'tJOno esiste rra lo .sec~reziolll liare e 11'1 ~olivaro •· l fatti chnici h.umo, d'altra parte, d•moslt•ato eh che: 1• l'erpete 1\ comparso ad itterizia dich•arata; 1! (~ompat•so h•olbmente col clJleguarsi lento di questa~ •· -.orto anche là, ovt.l alcuna irritazione meccamca o non ••!'liSlt•ve; 4• che t\ !>.lato recidivanle negli sl658i ·)• cht• ò guarilo 11rl o11la tlel po' •li tartaro preel'i8Lente tuttavia per·durava. Per il ll·ovuto di Fenwick, adunque e per la elle i folli cliuici ci offrono, siamo indotti a credere, nostro infermo ~in R\VPnuta eliuunazione d• sali lA saliva. i quali, •rr1tanJo la mucosa linguole. u dotto l'erp• tt•: ovvero che, dala la causa occa'~ ~crepolatura esh•Lentc, es"i ne ~ieno ~lata J'pfflcient.e. ~apoli, ~»2 aprile 1888. (ti v. CMercolo di 11llobre t88i d questo ~ornate, l':tf!:. u~
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA
--
v.& aao'Y& malatua da infeziotle nell' uom o, generata kl • proteua homlnis oaptJ1ll.atu• •. - DoLI. BOHD0:-<1UFFREDUZZl.
-
(Trud. della
MtdieiTtisch-cltirurgi~ehe
Ru.ndMhau. ma~gio 1888).
Il nr.me del noto nostro-parassitologo ùJ Torino, e l'annunzio ~Alla nuova inf.. rmità da lui osservsL.'\ ~'het:e ne lesse nei pe-
rioriici ~>s~PJ'i, conl"igliano a riferire il risullelo ùegli studi eseguili nellaboralorio di batteriologia di quell'università, u, non disJHmentlo del lavoro originale, a tt·aùut•re dulia Rioh?la medieo-chit·urgiea di Vienna il sunto che ne por ge i1 doLtor Schuil·er. Le o!'<servazioni del Borùoui-Uffreduzzt si riferiscono a llue ca::-1 di una malaLtia infettiva, il cui t•epel'to necrosco~ eoncorda con quello che si è descritto per caratteristico &ella CO<ti t.lelta malatlfa 1Ie~li strReci, ma cbe invece non concerM i lavoratori di cenci da carla. Il primo caso ~i pretentò m un fonditore di ferro che, dopo uno o clue giorm ùi mal "!>•·re premonitorio, ammalò ùi febbre altu, con ùtllicoltà di respiro. tosse, dolor di capo eù àbbaUimento generale, l quali sintomi, pe~giorando ~empre più. lo trassero dopo quallro 2iorni a morte. All'autopsia sr rinvenne: idrotllrac~ bilatel'81~. inCìltrazione emorragica ùPIJa trachea, ingorgo !'Brilllenle emorragico delle g;landole perìbronchiali & mesenteriche, congestioni nei reni e nel fe~alo; la milza, pure rper~>rnica, · non era pero aumentata di volume. 11 ~ecando caso toccò ad un ragazzo di otto armi che, a ~i~o di malessere generale proùromale, durnlo due o tre g!Orru , tnferrnò di rPbbre COO gonfiore &1J'addOill0 duJoFi Ìll&e!Stinaij e lenesmo, ai q~aJi sintomi si accompagn'aronu uen loeLo vomito e diarrea e consegui la morte dopo ùue grOl'IH. \3
'
6i~
IUVISTA.
La necroscopia offri il seguente reperl<l: catarro in acuLt~stmo con turgore emorragico delle glondole lerirhe, congestione in lutti i vi!"ceri addominali, mtlza grandezza normale, ma rammolliLa; non si trovo tol 'u uJral!l e nemmeno alcuna infiammazione nella mucof;a delle vie spiratol'id; le glandole peribronchiali, ad ogni modo. tumefaUP- ed emorragiche, ma non cosi Cortemenl.e '"''" "''A'.. mesenteriche: invece esisteva una raccolta siérosa nel ricarJio. In un leno ca so verifica tosi in uomo adulto~ mrJrlo a l giorno di malattia con lo. identica sintomatolo~..'ia del non st potette praticare la sezione. L'autore si !;er ~l sangue racrolto per istituire ricerche sugli animali ed guirue delle collure; i rt8ultati furono idenlìc1 a quelli st ottennero coi prodotti paloiogtci det due primi ca>:i trovò nel sangue e negli organi esclu8iva.menle dei che t·assolnigliano a quell1 del carbonchio, ma se ne renziano per la maggiore spe!'sazza, per la trregolar~ dezza, per le loro curvature a foggia d'arco o di ma. in parlìcolar modo, per il rapporto che e"si as~• llllllOiliQ con gli elementi <lei tessuti. Mentre i bacilli del car.blmcbtG si rinvengono quasi esclush-arneute nei captllari deglt or~ani, il p rotetL8 ltominiR (come chiama l'A. Il da lui trovato), si oi>seJ·va invece in grandi~sima copia solo nei capillari -,;anguigni: ma anche nei linfalici e fra elementi cellulari fissi. L'anzidello nuo\'O bacillo ss ùislingue da ']UHlli dell' mahgno, parcbè è più spesso. per lo più si presenta forma di individui isolati, e si la~cia colot-are assai mente col metodo dei Gram : cresce anche sulla j:elntma. alo{ar, siero dì sangue, brodo P sulle patate m modo atfal&Oi caratteristico, e Ri dispone su tullt i terreni d t colturu in particolare forma di circolo. Dnpprim~ si formano lunghi nlamentt, che ~ono ra in una capsula colorate, ma già dal ~econdo gwrno 11 scono numerosi bacillt tsolali, o nei filamenti, da un all'altro, si stabilisce cblat·amenle la f<egmenlazione. mero e la lunghez1.a dei fili diminuiscono al terzo e
'lE DJ CA
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giorno vieppiù. si formano con pNvalenztl bacilli isolati, nei quali non é p1ù ,·isihile la formazione della cap!<ul&. erl, in ano statlio di sviluppo ancor più a vanzalo, ~i O!!!tervano .'lOllaniO organismi a forma quadraiJ.I o sferica. Dopo coltura di uno o due mesi, si vedono soltanto bacilli d'una specie cort.a e spe!l!la e parecchi grossi globi, che si color ano n::sai difficilmente: snnn, ron Lult.a vet·osìm.iglian:r.a, la continuazione di torma del proteus lwmirtis: perchè se le antiche collul'e si trapraulano sulla g•·l~lana nuova. !li O'< serva che tornano a formarsi i tllamenli ed i bacrlli caratteristici. Il prOtPU8 hominis s i d1mostra palog~:mo nei topi, cav1e, ~Jugh e cani, nei prami dci quali !rià «lopo 24 ore ha luogo la morte, eJ all'autopsia ~i rinviene tumefazione emorrngica delle g(andoll' llnfaiÌChe e (Orte iperemi8 clt>l f..,!!8l0 e dei rPDÌ, eon mgorllo splenico. L'infezione non sorte buon effeUo ~ol lanto quan,J.J li pratica per la VJ8 sotto-cutanea. ma !'i ,·eriftca CZJand." attraverso il tubo ùi,;e,..lh '>. Quc.-to fallo. e l'ahro che J piccoll conigli, altmentati clal lalle ln•Juinato c~ella. 1Didre, re"lano pur essi inrdtali, pr ovano sperimentalmente .... rmre7.ione posc:a contrarc:i anche per il tratto intec:tinale, • la veroc:imi~lianzn che ciò nell'uomo possa anche avvellire ella "hl$sa ~ui"a. 1 conigli ed i porcellini d'india sono -.o aus~ellrbili. sicché, per· uccitlerli roJJ sicurezza, occorre Jllr eaai una maggior quanlllA di :;o;;tanza tnfellante. La seJJone dette anche: qui per risuliJ.Ito: iporemia epatica e reDIIe, Corte lumor di milza e catarro dell'intestino tenuf'l: nel laogue e r:el succn di lutti gli organi si trovarono, come ~ 10P1, gli organi<:mi gilt d~scritli, muuiti di una capsule . ale!!se variazioni si ebbero nei cani, se!lz& però l'rperlroHa !!pienic~. A DlOll\'n della grande 1"8!'ìSOmigliam.n del microrganiemo ::rrlo c;()ll lutto le altre c::pecie di pr oteu-8, il Bordoni- Uf· r .una l()i ha dalo il nome di proteu• homini!t ed applicato :lelo dr capsulalus, per caratterizzarne le pl'incipali e c oproprietà morfolo~iche. I>e!i~O t-ti differ enzia dal proIlO ~ulgaris e >nc1'abilis, pe!'cbé non fluidifica la gelutina, D sa Prese t.a . 4iete.m· n rnar agldoroereto in torma di zooglea. e non Ina le putrefaziJne : e dal proteus Zenkc1'i. pe~· non
,.::u
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RlVJSTA
on'J•ìr•e pori monti. nello gelatma al 5 • ., né oji(j('~'u~~;;n né formazione rli zooclca. per costituirsi nella ociolu a guisn di be1 filamenti invece che di bacrlll, perpro,octtr·•" fllt·nwntlmonc pulrida, e per possede~ rurelll\'e delt!rrn j na le. B da lu~ngtu·.,i che, per la gloria del nomP. Haliau Jl bene dell'umanilli, le ricerche del doll. Bordoni abbiano J~ l ~;.""'= ~' ru~nfermat.e da altri osservatora, la nm:wa malallia, di cui aspettiamo di conoscer4'\ ti bnltc ... im•l, prenda posto stabile nella scienza come emtll4ill 00"8 a~ccr~ala, non ~enza e::primere il voto che se anche tro,•at·•j l'etlìcsre metodo di cura.
Sulla teoria del prooeuo febbrile e sull'astone 4..0 t1piret1o1. - C. ROSEl\'l'fiAL. - (Deui$C . .'\led. N 8, J88i!).
Rirot·eudosr ud nlc,me ricerche calorimelricho i nel 1887 nel lttl>Ot'lllario da J. Rosen lhal io Erlaugeu, che 8Vf\\'81ll• per ng~ello la fH'Oduzione e il consuulo lore tiPI IJruccio nell'uomo sano e nell'uomo moJfllO, l nola 8117.i Lutto r.he •Juel'lli f'per1menli furono il paolo dJ lenza di Rltre n "ervaz1oni sulla genesi del proce::~so brile 11 --ull'~tz1one 6sio1ogica di alcuni mezzi ant•ptreli il l i llllalO llJ qUc"IC O!''<C:r\'flZÌOOi Che, come dice l" non -ouo soltanlo mlcre.ot.-snli per lo specialista auclac pe r al medroo r ratico ci efatto conos~re in un lavoro da cut lo~hRmo i concetli principali Siccome il ~intorn11 capitale della febbre è una ele:valMIII ddla lernperalura dE'l corpo, così nel quesilo <-u l'nroiaia.~: eh!YRZJOn d1 calore ò incluso l'altro sulla llene,-,i dP.UIH,... 1•r0<· !!o febbrile. 1: rnalzamento <h temperatura nella febbre con .... i~te zialrneuLe in una dimiuuilR irradiazione di calore all'esleruo. Pl~rcì!\ l'Ammettere che vi sia nella febbre un 1cole aullleuto di lcrmogenesi all'interno ~> unii p el' lo 1ueno superflua se aon si vuoi dire irrazionale surda. La dimmuzione nel dil'pondio di calor~ ha
MKDfC.\
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~uente modo: un principio elle ancora a noi è :'lconosciulo eella Fua natura. che circolando nel sane:ue è capace di t'i•we.gliare il processo febbrile esercila sui cenlri vasomalori una uione che può determinarsi in due modi, vale a rtire, o ec.a&e direttamente i vasocostrittori e roo <'ili pel conseJruenle restringiment.o di lutti i vasi le cui pereli ~i contrags:ono, resta limita la l'jrradìaztone dt calore all'esterno, oppure ad ·ce rendendo insensibili ad ogni eccitamento i vasodilaLatori, e con ciò «i ottiene indirettamente lo stesso elTeU!J. Quali di queste dm~ modalità tl'aztone sara la cau~a Jella -elevata LempPratura, ciò dipenderà probabilmente e delta co· •Lituzioue individuale del malalo e anche òalla nalu1·a del .proces~o febbrile. L'autore insiste sulla inutiliUl ed insostenibilità doll'ipolPC\i die suppone un vero aumento ,11 ~fllt'lt'e intet·no Quc!'lt'Bultlentc), secondo i t'eutrwi d,..ll' ipolest in rpte.,.tione, .c!evl! e;.sere la conò=eguenza dell'aumentala riduzione Ot',l(anlea che ~i rivela poi coll'aumentata secreziohe di urPa. Ma Gou St dovrebbe piuttosto ammettere cbe questa aumentata tiduztonl'l or,ganica sia un effetto della febbre, spt\cialmeote a.ua ~levata Lemperatut>a del sangue e che esso aumento Ubi.a in rapporto alla elevata temperatura d€.'1 rorpo, una parte tutt'affatto ~ecrmdaria e subordinata? Oue!tlo modo di vedere si può basare ancora sulla considerazione elle in seguito a numerose prove ò giil dimostralo O>n certez1.a eh~ menLre moHi antipit•elici arrestano la riduZione organica, uno di questi, p. es., l'antifebbt•ina opet•a predaon1ente in senso opposto, cioè, introdoUi nell'organismo. taautneutare il proce.'3sO di riduzione. Conqiùerando poi quanto fnc.revolmente tttttll>l'ultimo meillcamento inrluisce sul procea~o febhr:le coll'abbassare notevolmente la temperatura, staruo mdolti a ritenere come poco probabile che l'inal.za11\ento d·•Ha temperatura nel proresso febbrile, ~ia rappre~1811' rlnl!a esagerata riduzione dd la sostanza organica. s..rubra alraulore assai interessante e dimostrativa per la sua le!!i, t·o~servazioue che qu~i febbricilo.ntl, i quali ebbero una Jlot·dilrl ronsiderevole di calore si trovarono molto più *Oilt'\'a l"1 'rj'1 altri febbricitanti che, in' eguali condizioni, non
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R1VlS1A
snbit•ono perdita alcuna. 'È cer1o che i primi ebb··ro lagnarsi dei s intomi morbosi generali, come senso di cefalea. sete e spossatezza. In un caso di leggero brivido, l'autore potè cuJlsL!Illl1'8~ durante il medesimo la perclita di calore fu mollo e che essa si è riallivata poi assai lentamenl<'. Se1·virono alle sue ricerche AOitanto due antipiretici più generalmente usati, cioé. l'anlipirina e l'anlifebrina. Queste ricerche ogli int1·aprese in parl~ !IOpra <>é s in part.. sopra ammalati diver~i (di tifo, polmonite. lisi monar~>, ristpola, ecc.) coll'aiuto di un calorimetro appositamente da J. Rosentbal. L'azione ùegli palesò quasi nulla sull' organi~mo sano e senza questò faLlo fu osservato da altri autol'i. Nei febbricitanti $Ostanze p1'0muovono setnpre una ir!'aùiazione di calore l'interno aJI'eslerno. Essi in queslo modo liberaao l' nismodelealore eccessivo in esso trattenuto L'ezio di quE>sli medicamenti è lale che vien indebolila dei vnsocoslr1Ltori, oppure irritata quella dei In ambidue i casi l'el'fello è identi".o, cioè, una più o notevole dilatazione <lei vasi, la quale ci si rivela cl·'n••..n•llll'lll colrarrossimento Iella cute. L'azione si mostra ,11 molto presto ùopo ingerito il rimedio e quasi immeùin l'ommalalo si sente meglio e !"Ì lagna meno del senso di calore p1•oprw della febbre. L'autore Pl'OmeLte di rendet• note le esperienze "'"'nnJIII'II tive che ora sta facendo colle ìrrigazioni f1•edde.
Perltonite oronioa guarita. apontaneamente ln •••r1d•~ perforazione. - H. HocHHAuss. - (Detds. med. chensch. e Centralb. ftlr die m.ed. Wissensch., N.:,, Anno R .... , t.l'Anni 5 tj, , soffriva da 1 mese !h, di ga:;tro·inleslinali che ulluuamente si erano ùì mollo vaLi. Quando alla metà di maggio la viJe il doLl. Hoc ~Ila aveva il ventre molto lumtdo, dolente e <>n··lf,.,,tarns~ tlultuonle. Si aggmnsero poi la febbl'e, frequrnLi vomiti liosi e molle scar1che diarroiche. F a fatta diagno~i di
liEDICA
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tonil8 tubercnlosa. Ai primi di lliU~I' si osservarono, mentre il vertlaweutt· nell'adJomo andava !'t>mpre aumentando, tre lacune r.wmalesi in breve tempo nella musculalura del bas"o ~nlre con wargiui ben .lefinili e coper•lo da pcl!P. arroqea&a. Le tÌIIO IaCUli\! prima formatesi si trovavano alcune dita llasnne sopra l'ombelico e In lerzu vicino all'arco costole eanietro. Tutte e tr·u si <:~ènlivano con la palpazionc. Giorni -wressu lt• locunc !>i fP.cero .R porgenti in fuori e nel luogo della suporiot•e ~i formò un turnore gros<:o quanto un uovo, ealdo al Latlo, e che cou .la pcrcus~ione reu.Jeva. un suono timpanico, La incu~ione tlell'arlclome a S<'CIPO operativo ru mesea dn parte a cau"a della g rande rlebolezzu t.IPI!a mnlata. Il 20 giugno accaddl' la rolturn nel luogo del tumore e U vuolam•'nlo di l!irca !f-t lilr•o d! liquido pur•ulcnto, "'enza odo~,. La rcrita fu allargata e munita di drcna:.{gio. In tutto Uciruno circa •; , di litro di morcia. La ollus.itù ~rari completamente. i& l"mperatura tor·nò norm11J.o. Il mi~lior1uoeoto continuò: ula malata il23 ottobr•e era com· 'Pietameote c·uarilf• L'e~1to favorevole delln malullia tlc"·clle far recedore dalla ~ "' di pcrilomle cr··•ntca tubercolo:'A: Pra un r·aro ca«o Il cronica inlìarumazionn idiopatica tiPI peritoneo. Par·e che tiDio "' l IP.mpo l'e""udato acqui"ta!!~C. qualitA purulenta, poiellé i "'llllomi del primo me;;1• e mozz<> furono lcg~eris~imi. La lluar·il{illne defìnitl\·a dopo la infiammazrone put•ulenta JIOÒ CS!!et"O avvenuta per via dell~ aJereule c delle pseudo~braue formalc"i iu ~<eguilo a IJUeslo proce~~o, sicché il P&rùoneo ~m rimto"lo alterato t) distrutto da divenire impo,;~ un nuuv,, pr·ocesso infìarnmator·io. CIH~ non «i trattas"e 111 questo Cll!O di 11n a"ccsso delle pareli addominali n'era PI'Ova il fatto che sotto la cute 8"'"'0lligliata t•rono vi!'ibili ~ anse inte.,tinoli.
680
RIVlSU.
D iodol ed U aa.o valore terapeutico Delle &lr'H Iberooloae e eU aUra natura d ella l&rlDge e del PmoR - (Dwt.1. M ed. lVochens, ~. 8, 18R8).
Stando alle o..:ser,·azi•Jm tli Prior e di altri ti iodQI fOJ'ma <li polvt>re ed applkalo allesuper·ftci~ ulr.et·ate il punto ciell'ulcera e ne f~t distacC3I'e 1 delrtli <'!te vi seono. eccita lf\ formazione di sane granulazioni. r.on duce alcuna e!'lcara come lnnli altri meJicAmenlt, ma I';J sovrappom• in forma eli uno strato unirormt.: <~imile tra"'parente velo che !'li e"lende sopra !P. ten··r~;! ..'l'a protetr~endolo da.s.:li iu,.,ulti &"-l••rm e col"ì CtWlrtbmsce a durr"' rapiùamenla a cict~lriuttt.ione il te · ulo ulcerato. Parimenle cffiC3c•• <~i m•>stra il iodol uclln ct'Pniche zioni della larin::te e òeJia t;avttà naso-flu·ingea, :~pect in quelle affezioni eh•· luwno per· consPgUI'uza inrturJ depositi plastici; Ctl ha pure fallo buona pro,·a contro ceraziom di natura ,;;ifìhtita. Non ~i può dire che il iodol sia il rirnedto <~.ovrano la lubercolo!'li laringr.a, tutt'al più può StJUipar·ar~>i in a~h altri mezzi usuali lu c•ui applicazione è qe:zulta da piu o m~no tncf'rlt. Da qualclto tempo il dotlor Kaetrl!r pera l'iodol Dt!lle affezioni diverse do!:li orzani In :-ostilUZiOIIt: del iododnformio, e SOJI1'8 '] uest'UlhmO pl'e!"enta il vanta~cto da 11on 11\'r::r~ alcun odoro e di ~here l'appeltlo al pal1ente; però lo !'le~"'o Schnetrer fc•!'lsa dt aver do\•uto ricor·rerc rluovatnl'nlr, ul crrti rn"i in cui nou ehhl' buoni effetti dal ioclol. !<ervuli unn volla rc~numonl t.r••nP.r·ali in con·~Pff1J811ZH d applicazione prolungata. Tah r~uorneni fUI'OIIO p!'ÌIICIVGIclolori alla DIIC'8 6 1.111 !:'611Stl di SliranteOlO per lutlO Jl Peltrattamento lm:ule •l~lle affezioni tracheali sr deve urut mi~Lura da ioth>l cou '/3 Ji acido horkc•. Il iorlol calo da ~lo ~i ra~r.;,·ums in ~ranelh <!he re--tnno retto percbi> e!-òpt>tlm•ati -,uiJilo. Nota inoltr·e rautore che da lt> !<Ue osser'a~ioni ..u rucdicamenti risullcr·l.'bbc <·omt• preferibilc utt ructot.lo al egli si t! sempre atll'nulo con :;oJd.isfaceolt ri..;ullnli, e
n
KEDICA
metodo con'~bte nel deter~et·e dapprimu mediante iniezioni eli sotuz1one di creosoto di Anùier o con una ~oluzione di di aodo laUico al 50 • •. :1el pulire tutte le mucose dell'organo m tutti i c:uoi infossamenti o quindi praticare le pol•erizzuzioui colla mistura suindicata rli iodole di acido borico. Con 'lucsto metodo combinato l'aulor•e ottiene c:pesso sodiisfacouti t'tsullali e lalora splendidi c!H~ si riserva di ren~r noti t(Uanlo prima. Raccornaudando caldamentP tlUOF<lo metodo ai colleghi, 'autore ra notare che ambedue i procec;c:i, ctoè tanto la pu~lura pi'C\'Cntha dell'orftano che la polveriuazione sono ben lo l rati, purchè ,j abbia l'a vvertenza di far deglutire subito a.1 po' d'acqua non :sì tosto si è p1'8ticata l'iniezione. Otliu11 r·i .. ultali pure sj sono oltenut1 nella cura della !'litil de del na,o, come pure nella cura delle olorree r.r oniche.
Ooatrtbuztone alla pa tologta delle afl'uioni polmonall. -A. llAnAw. - (Deutsche med. Woclum~J . , N. 20, i il8i). Due qucc;tioni principali ~ulla patologia rlei polmoni <:ono IlleSe m di IHrtma dall'autore, cioè ~ulla patogenesi della tuba- lo 1 c sull'onatomia patologica dello polmonite crnpo,a 1e f'mduram emo polmonalt'. S1 delln e ripetuto fino a qui l"he la tuberc.olo;,, dt.'l pol· IIIOne uole miziar,l all'apiet! per le "~guenll 11H!ioni: 1• pe1· la ~lnllua pMter.ipaz10ne degli ap1ci 81 mo' unenti re'-p•rakll'l, che ho per Ptl'>llo una insuflicient1 vcnlllazione di qut>lle partt: 2• J., fr·equenli alleraz1rllli degh apic1 pet• prncesst morbosi no11 !'lpccitici; a• la creduta anemin de~ll apici pohuonali, es:s 11 udo la parte più lontana dt>l polmone. L'aulot•o ~~&llzzn a,J unn ad una le ora accenuolc rol.!"ioni e giunl!e al raaultato d' . l cio, er1e rifiul.are come eli poco o oe.-;sun valor(>; CI'!Liea pecialmenta l'opinione rJUtt!ll uni,ersalmente accet.ata ebe gh apici polmonali abbiano una pari~ poco attiVR u hlovirn nt'l re~pll'8lori. · Egli re~pinC!'e a""'otutamenle tale Pote"i citando 1e espenenze ed O!<"Ct·vaz•om · • d a 1w· ,a " t te '-u polmoni. cho erano affetti da antracof'i. In molti di questi t&Si egh Lroy() gh apic1 polmonal'i u lo parli sotlostanti lìno
68~
JtniSTA
o 2 o 3 centimetri alterate jn modo spedale, re:>to del polmon~; non et·a affetto che in minimo que~te o~:::e rvazioni e da allre analoghe c·he "i tro nello. med1CI\ letteralurn, egli conchJUde che la giun~tcre alle summenzionale parti del pnlauone In r~:~cil~. il <'hE' non ,..j concilierebbe punto colln dell(tlt.> &ll1vìlà re"plrotoria ,j, quelle parti. Pare gli opici pohuonali si d1~tenolano fortemenl<' in qu oou sono cir•condati till por~•li ossee. D'altt·o pat·ta roz.tune (l'li Apici J:}ll)rnonali «i vuotano dell'ariA i1 m111nr rarilrtà dei restante vi ..cere, il che Aiuta ltl il bswillo tubercolare n "oiTtt·marsi colò. La immunità polmoni l'er la lubert.:o•<>~•. come qudli olci cifolicJ, roltcl, dei minol.ori tli ('arbone. tlegb enfi.,emultl'l, spiego atmneLtcndo 111 cia«cuni> di quPsti tipi 0 1 l'li'"'"~ propl'i~lti comune, ed è <JU~IIu 111 re!lpirar lltRie e r:e E C('O perché r e:4A preclu~o nl bacillo tubercolare a f!Uei polmoni L'esleudt~rfli ulteriore deliA tniiAircruOI~~: monale hll luogo molln ~P6""'0 per lA via dei a,.;pirazicllw. An<'he il rapi lu accr~;;"'cer,i dello polmonule dopo ti pat'ltl l'autot•e lo spiega arnrnet 'Piraz10ne d t> l contenuto deHe ..:&,·eme per elTetto dei lungati t!ll energici movimenti respiratori duran te gli del pArlo. La «PCO!IIIa que~lione dlllla tfU81e l'auloJ·e l'Cl oc·cupa che riguartltl l'altivité dell'epitelio nella pohnont le ed uH.Iurallva. E:.:li d1cc che nella pr1ma, c1oe nella repil1•1io c colpito in porte •lA "-emplicc necrO"I ed po ... o a necrosi coa~ulflliva e da luo;;o alla una wemh!'ana crupol'tt alla cui (Jrtgin{! concorre lìbrmu proveniente del ~an~ue. Se la Mcrosi deli'epilelio eccesf:;iva ~i orl{on' dalo interulveolare e quin•li 1!11 luogo la ror·mazione suto connettivo. In •JUt!slo modo st produw adunq ue monitc indnroli\'a che l'aulQt·e r ttiene per 1111 nrtiJCE~SS~ bo. o )'ipecifico.
u
XRDICA
13'3
-.no .torso o&rdla oo. - ~ ola del pro!. ACHILLE De GIO\'A1'!SI.- (Rtoista
Veneta di sctert•e mediche, 1'-8'. fa:;ci·
colo Il).
L'aulol'" r·ifl'risce il ric::ultalo delle sue os:;ervazioni circa il co«r d 'llO ~forzo cardiaco. C tununeroenle lo !;(orzo carraro è irHe ,, per una lesione chu .. j manifesta improvvi!>a· mente ed In con~eguenza di una cau~a violc•nUI. L'autore parla in,ccu Ji uuo speciale -:forzo cardiaco che s'inizia e pro t'Òe r.on r.aralleri di cruuicita. un Jecor ... o di anui, e non "1 put'l riferire ad una causn b•:n Jetl!rmiualu come quella dello ~rorzo acuto. Se un lavuru uccessivo dei muscoli volonlarri può elevarsi a cau:-a del coc::ì detto :::forzo car·dlaco m md1vidui che tante altre volle "'Ì espo... ero impun~>mente allo ste "0 lavoro, e se fra molto per.,one so~tgotle alle me· 088lme fA!i cltP., i c::oldati aJ e~cmpio, "Olo alcune, an2i rt~re, eono colpitA dallo sforzo cardiaco, cf(l pl'ovn evrtlentemenle che ollN allo causa determinala, rappresenta la dalla contraziono 1'8plda ed eccessiva dei tnui<coli volontari, deve es!'<ervi anche UnA1'8U"8 P.fficienle; e que«ta appartiene al cuore "'lesso, il cui mu•coln é come predispo!'to all'avvenimento. Tale pre· dispo~iztone appunto ,.a pre~a in e~ame per remlel'l'!i ra::ione de procesc:o che realittale allerazionr carrlische. In molti t:n"'i :si lrall&. di una El•erjP. di debolezza cont:enit~ ~l cuore, per· cui alcuni individui nell'età gio,·onile non reSistono nlln cor~a o aù altre falidte al pari ili allri. In due clas •ci <.'l',i O"!'ervati dall'auton~. in "eguito n . Lr·aordinario l'lemp•naenlo tlel venlricolo ,-j vt>t·itlcarono tali disordini r.irtolatort .la uvet•si perfino !!li edemi alle estremità infer:ori, 'lUantun JUe rapiùi e fugaci; P. pm tardi Ei e!'<plicò in lutti due una mal a t lin organica del cuore. Lo Hudi•J clelia ca usll. preùi~ponenle è sopralullo richie:sto da quel.e for·m,. &li srorzo car.Jreco, che s1 manife~tano lenlaQt!nle c "'enzu causa apprezzabrle. le noto il follo d"'Ua iperlrotla c.erJiaca della crC"cenza. non ttegat.JJ 8 l one !>lrumentalc dF>I cuore. L'autore a\'eudo osti'r'810 'urie lpertrufie di que~t., genere. ebbe subito l'idea l.ltllurro nelle ricerchb sperirnt:nlali In propnf'ilO. Operò, in
IUVIHA compa~nia tlt•l dott. Romoh, due cani, praticando la ùell~> car·oticli
primitive e Jelle crurali: mentre ùue al talli ;:;prvivaun oli confronto, e~sendo sollopo;,lì alla alirnenlazion•' col e~ualmenlt> l~>nuti in liberta perché eila~,ero gli or~ani dei movimento. Le e«perienze, lunque tronca le prima del lt:mpo per cau~e affatto 1.8li, 11011 lll811CRJ'Oil0 dr (or·nire rL<>ultati i~truttivi: difa\li, cialmente 111 uno dei cani operati, la iperlrolia c-ardisca e\•idenle, mentre nei non uperat: il cuore non alcun sumcnto dr \'olume. S~e decri.,c;e acenMIIamente la ipertrotfa della ma lrascur·ò d'md:l\flarnl! la palogenesi. L'autore rilrcne quando tnh• iportr'OOa c~ista, ò i11 semplica coincidenza cr•t·!'r.imeuto, rnn non ha con 8"'"0 alcun nesso di ca nifatll Cf:'li l'ha rt~contrata in individui macilenti, con ~tretlo, clorotrci, t> i in I(U<: t'ulluno cac;o c:ofli!rent.I dr palmo; non l:\ ri~1·ontrò mai in individui p~rfettrunen te luppati, anch<' Pe ded1Li ad eser·cizi ginne!!tlci. Giurlica ehe l'iper·tr·ofln della crf'"'Cenza !'lia suhordrnala a "'rzio di forma d••ll nppa,•ato circolatorio, il quale vizro presenta l'o~tac,)lo ~be r~>nd~ necessario lo ... rorzo e CJUC"'lo alla sua WJila pro..Jucc l'1pertr·ofia. Sr polrehbe una iperlrofta rnedrcalricf", poiché molli casi col tempo ric;ecno di ogni nll.erazione. È anche ncce!'"ario invc tigare le ragioni per cUJ 1 ostanle l'e.«islcrl7.a del 'ili(l circolatorio, umnca la s dell'ipertrofia cardiaca: ed a IJUC"to fine l'autore ~tabihsce quc<-iti. l' I(Ut!situ. • Quuli >'Ono i uromenti anatomici e fl.:riinJ(I• per la Pnlcrl'uzn Jei quali può aver luozo l'ipcrlrofta • cuor e durante In cre•';:clla come effeUo dello cforz.o • diaco? • Per uno Blnto ~'P•'ciale di debolezza congemta del qul'sl'organo rnvere d' iperll·ofln:ar!'i, prC!"enta "'.olo zionP qualtoln è nbbli~alo arl un lftvoro rna:xzior·e; e ciÒ ::hert>bhe perché in sillalli ca<:i lulle le espr•"•"'ionr della r.olazione "''ano di'boli, rwmtre l'aia del cut>re ri,ulla dita nJla pet·cu:-osinne. L'autore attribuisce a IJUesta
liEJUt,;.\
1 ea•i .Ji sfono ~Jrdi aro che c::i verificano fra i soldati m marcia. e sogginnge che la queslìone dovrébbe essere sel'ttmenle studiata dal punto di vista ùel reclutamento. r questto Quali sono i momenti analomici e fi;.iologici • ~ la eflìctenza dei quali deve non aver luogo l"ipertrofia • del cuore durante la cre!.'cenzu, e invece hauno luo~oto t'ello· • meni di debolezza del mioèttt•dto e di Jìlatazione come ef• Celti dello c::lht•zu cardiaco ? •. i pro\<-alo che ~i ,·eritkano casi Jj morto improni:-a per semplice dilatazione, senZR degener·azionc ùel cuore. Ne~li ~ pneurnonicì tl pericolo molle 'VOlte è ripo~lo nell'acuta clilatarione del cunre. Le dillicollà cir colallwie CT'ealo ùalla ,..,idanza alcune volle sonQ superate dalla it)t'rlrolìn car· diaca, alcuno alt re que"~la non st sviluppa ed il co u1 p~n~:o •oca; in cP.rli casi faJii"Cfl l'ipertrotla e ~ì ·.i•·termiua dtlatazlone a~sociata ad altr~ altera7.ioni del cuore, per e8empio feRd(J{'8rdhe. Se du ra nte il creRcimenLo nei casi che richieùerebbcrn l'iptrlJOtìa ooadicatrko>, "' manift·;.la invece una d1lataziono del IIOre, questa può col tempo ce~<lare ovvero aggr8var"i, pre· -.ando tutta la sinlomatolo!?iA de~li avanzali Yizi cardiaci; IGDdì~io m varte eh~ senza duhbio 1<i t•ireriscouo a specinll precileposizioni auatomiche del centro circolatorio, anzi di lulto rapparecchio dell1:1 cir colazione. E cio è lAnlO piil plausibile la quanto elle molte volle le rondizioni del cuore non «'orri1 ndnno tt~li O"lacoli opposli alla circolazione «te<>sa. lnIOOHna ;;e il cuore non ave.:se in sè l'aceennala predil'lpO'li~toae, il co,.ì rlt:tto "forzo ~·oriliaco acuto o lento non avrebbe ,.; ' ' ·-·oue di e~<-ere . L'autore r·ica-.a dai suoi <>tuùt le segueni.J conclusioni: t• l.o forzo cardiaco 1\ un fal~o funzionale, mediante 1 'JUale il cuore dt>vt> 'incerti la ores.:;ione interna idrouhca • per cornpiPt'o l'uftlcio <:uo nPIIe ~nità di tempo e neliR mi· • aura che riclti~le in alcuni individui n~i lfU&Ii devono ne• ce . ' ssarmroontu '!Ul'l"istere ~>peeiali condizioni dell'apparec• cbto circcrlutorìo.
...
l
• 2" LG sforzo cardiaco <>i efTellua in Lutti e ~pecialtnente, nelle rr·ersone sopra .mdtcalt>, . l . quante vo hl, o per !allea cor-
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RIVISTA
c porale, o per altre razioni ll~Jolo~iche ven~ono di
• le vr•' r.ircolatorie.
c ~ Lo sfor·zo c&rdraco, eh.> entro cerli lrmili viene • guilo dalla iperlrofia d··ll'or~ano, tanto in condizioni « si dicono ft.:;iologiche, quanto in quelle palologrchP, é « con~iderar::.t nece.ggario e benefico. « t• Lo ~ror:.:o cardiaco, il qnale nelle suacct>nnale c zron1 n ~>u è fH\'Orilo dalla iperuutrizione d.. u·organo, « alla drlalazione e. ::.econtlo i casi, la determina p:u o « cautamente, piu o meno rapidamente. c 5' . Lo «forzo caJ•diaco. tanto nelle condizioni che si • cono tl~iologiche. qnanlo jn quelle palologicbe, é n rr1nor.j 11 zionalo allo cau!':e per le quah o durevolmente, o rAIIP.Ir ao • tamenle, od impro,·vi<~amr.nte viene oslacolalo il cir·coiO'.l " non che alle pos::-ibilità Anatomiche e fisiologiclte dr CUJ c ~pone il cuorò per elfelluat•lo ». Bi~ognerobbe, a~giunge l'uut.or e, studiare il cuor·o nelle singoiG parli circa i var1 ~m·LLr dollo sforzo carJiaco. molli i casi di dilatazione t'd iper trofia del cuore non orc1ao11U da lesroni valvolari; ma egli 1;1 affretta a dichiMare, trar•amenlP a ciò che ne pensa il Delafielù, che una parte di e:s~i !'lono già riconosciuti e valutati dai cl.iniru velli, e che soIla n lo non e stAta ancora ricercata una ca di casi '-enzn causa ricono~cibilo. Appunto egli sitfaLl11 categoria faccia parte della classe di studiute in questo lavoro. Duranln rl Cl'13 cimPnto, e sopralulto in deter minali ner1uw·• che ~egnono qualche pas:-o 1m portante nella eYoluzione l'or:!aui5ruo, comP ad e-'!etnpao nella puberta. se il sJstema a ortico per un vizio morfologico non è suffiCJenle a compiere una ll'rigazione san~ui,:ntt proporzionala allo sviluppo, il cuore di'V•l nl'ce::<sar•am<:nlc aumentare il suo impulso, subire uno sforzo. Pt>rallr•o non !'lempre in lalr cirCf.)si.80Z8 si w~ruìca iJUe"IA ipertrofla giuc;tamPnte compen«atrice. essa può mancar-e o eccedere i limiti necessari eostJtuendo iD ambo i ca ...i una vera condiziou~ patologica. L'autore crede con fondamento che d~bba nltrìlJUirsi a particolari a.ttitu-
Jlli!DICA
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dini tr•)fich,. e Cunzionali del mugcoJo cardiaco e della sua wnen·azrone. n prof. De Giovanni promeUe dr tornare sull'argomento con ouovi studi.
OoDtrtbuto al ugDiJlcato ..mtologtoo dell'eplleasta parslale. - '\ola climca del dott. Gu:SEPPE SEPPILLJ. - (Rioista Spi'Tim.entale di Freruairia e di Medietna legale, 1888, fal'etcolo JII). Oggi m seguito a molte osservazioni si r1tiene che l'epilils;.ia pantale non sia necessariamente legata ad un proces:"O mot·hoc:o crrcoscrilto alla cosi della zona molr1ce. Essa può mamfestarsi anche per affeziom COJ'licali aventi sede fuori da que:>la zona, e talora anche lli~l centr•o O\'&le e nei ganglii della base. Per·<'ifl l'epilessia parzial~ non solo non é espressione esclusiva di un'aff~zione limitata alla zona motrice, ma n<Jn indica neppurl'l con cel'tezza una lesione corllcale in genPre. D'altra partP que"t~ epilessia Saeksonitma non '>'empre co•·l'lspQnde a le.~ioni cerebrali valutabili all'autopsia. come avviene lalvolta nel quadl•o clinico del grande isteri~mo e della stessa cpiles~ia idaopallca. Quest'ullamc, fatto, dì non lieve importanza. é appttnto dimostrato dalle osservazioni che l'autore raccol~>é nel manicomio d'Imola. 1 i!l:tsi os~ervati furono quallro. Si trattava di demenza paralitica. e lutti presentarono la forma caratteristica della epilessia parziaJP o Saeksoniana, co o prevalenza da monoqpasmo faCCJ.a le e dev1azione della testa (' degli occhi verso il lato deUo spasmo, l:no di essi fu specia lmente notevole percbè g.li ~tta<'..chi eprletlici, circoscritti :llempa•e alla metà della l'accia, 81 rapel~rono con grande lì'equenza molti f\'Ìorni tli se~uilo. La "tntornatologia consistente in fenomeni convulsivi e spasmo clonici) limitato ad un lato del corno faceva supporre l'esistenza di l . . . . ' . d l e!'<aoru anatom1cbe grossolane nella corleccta e c~rve!fo. Invece l'aul<>psia rivelò in lulli i casi una menin' gate cronica ùilfusa senza alcuna localizzazione, come sa-
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BlVIST.\ MEDICA
rebbero: rammollimenti, neopla~ie, ecc.; anzi non si rono nemmeno aderenze deHa corteccia cPrebrale alle ningi, quelle aderenz<> che da alcuni aulori sono qua"'i patognomoniche della epilessia parziale, ,.,or·ta net dì demenza paralitica. Generalmen Le i casi finora pubblicati di epilessia dimostrano che que~ta forma mor bosa asstlì di rado 6 giunta da una lesi011~. ben ùimoslr abile, cit•coseritla a l~ teccia del cervello. L'a.,tore crede pertanto che gli tori non si siano curati di pubblicare quei casi di parziale. che all'autopsia oon present.&.rono le;.Joni miche ben c::hìar e per sede e natura. L'organo centrale dell'alLacc,o epileltico, secondo la ùida teoria del Lucioni, é cost1luito dal complesso dei motori della corlecr.ia cerebrale, eù in cerle condizioni cl!liJ (diskoz1one totale della zona motrice) t!n quollo ganglii subcor~icaJi omologhL Ora rruesta leorìA non inlìrmata dalle quattro suaccennate osservaz10ni; dlfalti tore riti~>ne che nei casi presi in e$ame la causa dPJI'atlacco epii~Hico parziale fu tmo stato irrilaLivo d~i motori corLicall, det.ermiuato da di~ordini circolatori cbe dussero mutamenti (Jsico·chimici nei gruppi cellulari. L'autore riassume il suo lavoro I"On queste parole: epìleS$ill parziale o Saek~ooiana rappresenta un anatomico impor tantissimo per localizzare il processo boso (funzionale od organico cbe s1a) nella corteccia brale in loì"enert:, però la presenza di essa non permelte, sé ste.«Sfl, di pronunziare un gmdizio sicw·o circa la tii sede e di natura di un'affezione corticale, se, cioè, nella corteccia cerebrale un processo morboso alla zona motrice, anzicllè in un'altra regione corticale, la lesion~> della corteccia SJa d1 natura or~nica, z.ionale o dinamica.
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HIVfSTA CH IRURG IC\ ~ 4& taglto del fegato -
,_.to -
guarigione. -
laparotom.la - nta.ra del Pror. Pos TEMI'SKI.
La notte del 18 aprile deçorso Yentva C(Jndotl(, all'ospe. .e ~Ila Couc:olazione un tal t'\. N ., di anni 2!'!, tla Teano, ferito in ri~i:ia da aru1a uH:i.lento e p~:rforanLe. Lo lesione di contmuo ~ra aluala al di'3olto dell'arcata cosl.alu destro. MI tecondo piccolo quadrante, intcres:onvn Lu~lo lo spcs~ore iL!IIa parete adtloruiuoJe ~d era parallela 6ll'ar•co coslalè; la • esten..iono era da 5 cenLtmtHI·t. Il "olto,.laule lobo >'ini:,tro del fegalu era purA ferilo e con la palpaziorre digitale eru ~le rtcono!'tcere cl e la ferita del regalo •·ra p11l este~a dt quella della parele o.tldomiuale, diroLla dal bas~o nll'ullo, e .-..rand11 pare(·cui c-•ntimf:Lri. L'abbondanl~> emorragia impouevu, od twava t•i,Jotlo l'ialltato agli <'"t ·mt i poi i non ....j lh'~"'al:c• rnn tare, la pelle ere bagnnla rlu sudore frt'Lido, le mucose visi lula, pallidis· lime, di tP.m!· · in t.·mpo l'infermo ·'rO. pr ·~o da Jeltquu. lmrn.llltlltawente dal chit·ur~o di saJ•vtzio venne tamponata lll'etita con .:>li'Za "' sulJ mal,., ru ratla tliiA C•"U:tT'•·-~~one con bendaggiu 11 corpo. lnlanLo con qualche 1ni~z•one di !Ji l'CCilava il uor~. per··hé st fO!'tH" poluto d•· ·ìdertl liond~ rnre: Uopo circa un'ora si e~egui la seguente operae. - Nerco"'i con clo ..ofol'fluo c l eUJer - lnparalomia : ' tncasu-me crociata in moJo ùa ti\ ere .~ lembi, e r tsul,;:;. dall'a.rupliruuenlo dr:! la ferita . ·;.isleuH e Ja alli 'C• per11 teolare a quel'la, Ollt'IIUI.a in tal •nodo un'stnpta breccia • ...:::: un a "Ì!;t~>ule manteneva il lobo t>palico. la cui ferita 8 _ . " ben 7 centimetri ed era pt·ofonda 3, piu wruori rv•tiJibtle fUl'"l 1 · l' · l*nti ~ ~· con lulle le not•mo osclltcbe: pas:;a 1 _set Jlf!rdutt dt ~ulura nurlo~a di colgul alrtu:.tdo cromtoo 44
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IU\ ISTA
N. l, con aghi IIOmicurv• e f.!ottilissimt, intere.,~a nrlo tc:pP...~oro della reriln. I punti venivano pa~sah di mano in mano cho> !!l •l tamponament.o della rerila c con l'avvertenz~ di non gerli overcht&mrmte e di comprendervi molbl c:o~tan za tìca, Of\'01 punto distava dal margine della r~rita PIU centimetro e dall'altra meno dt uo cPntimetro. La sutura riu~ci emo~tat1ca m mo,Jo sorprendente larga rerLia fu perf~>ttamente addotta St fece la loleua lollf•ale, senza lavaggio, e solo introducendo nel delle far zhe e luns.rhe ::.ah iette di velo bagnato prtma ~uhhrnato, poi slruz.~to e bagnato in acqua ·alda Que~tn lolctta cru necessaria per svuotare la Ca\'Ìiil minnle da mollo :-;augue eh~> vi si era versato, però completa e buoua parte di tc:angue rimase nell'addomo, lo ~lato ,JeU'infermo era talmente grave che, so"peAA a eu"'• ,.j dov~>tte m frella sulurttre p~>ritoneo e pareti mi nn! i. Il ticcor~o dell'allo optraltvo fu tipicamente a!>eltico CC>ndo Jtìorno ~i notò albuminurra grave per 2-J ore, dopo ~compur·ve. Al 13• ~iorno ,.;i tolsero i punti, al l • l't lasctò il letlo, ~rl ora cbr. bono trascor>~• 39 giorn1, l in purfella salul,.. é stal.ù p•, uto mo<:trar·e alla regia dem1a medica di Roma .
Un nuovo oaietere ela.Uoo per gll lngrossamend proatat&. - Dotl. RESeGOTTr LUIGI GQ~•etta m1~1u~~ To rino. 5 aprtle 1M~).
La prmcipale indicazione che s1 pre~· nta nella cura ingrossamenti prostallci accompaanati da bcurta1 é ~vuotare re;olorrnente la vpc:cica, sia per '-'upplire mente nlla manCllntr. funztone dJ quest'orcauo nei cas tenzionu completa, sia per liberarlo dal residuo di ur•DI. in e~Po l'Ìslsgna dopo la minztone, quando l'ostacolo tico, pur non impedendone d!ISolutamenle l'emt:-"tone permclle però chr la vescica Pi svuoti complell.unente proprte forze. Nei casi poco gravt il caleteri::.mo può
CHlllt:RGlCA.
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abbandonato dopo qualche tempo, perché migliorando le con&zioni deUa vesci\:S essa riesce di nuovo a svuotarsi completamente da "èi ma in molli altri CS!>Ì "i dovra fare uso per S<'mpre del catetere una o più volte al gaorno a ;:;ecooda 4ella quantità dì urina che v1entl ancora emessa spontanea· mente. rn quesle circostanze dovrà il malato slesso imparare a pratiearsi il cateterismo. Per ques'o scopo 1l miglior catetere é indubbiamente quello da Nelalon, poichè il suo uso non esige alcuna ùe~trezza. Disgraziatamente la sua eskema flessil.iililà lo rende molte volta int>fficacl" Allora si consiglìa l'u~o d.:oiJa can,leletta di gQmma france~e. o del catetere inglese "enza mamlriuo, i quali però possono talvolta nell' autoct~Lelerismo produrre anche delle fal!:!e slrade quando si adoperino come quelli di Ne· laion, il loro uso dchiede pt·esso a poco !H stessa ùt>~h·ezza che pel catetere m~>tallico dovendo percorrere l'urelra in ~irlu della curva elle prima d in~rodurlt fu loro data e che P8l' m11ntene••::-i d~ve essere stata pr·eparala. da lungo lempo (Thorupson). Prejlevole é pure il catel~re di gomma t.i beqKille, ma nei casi d1 mgrosc:amento pro..tatico d1 allo grado U IUo uc:o non sempre è innocuo perché lo si dovrA <~O!'<pin· l'l'e CfJtl una cerla forza afflnchè si pieghi e possa cosi r i· &aleod" penetrare. Tul~Q H problema del cateterismo dei prostatici si riduce
• (are 10 rnodo elle il becco dello strumento t"asenti costanlanaente la pat'etc superiore dell'uretra. A rruesto scopo l'autore ha idealo di intr·odur·re nel caleLere di Nelalou un roandrino formato di filo fiuinisl>imo d'àecinio e ravvollo a spira bella l3U8 estremità vescicale; si possono però anche ado~ra•·e, come manrtrino, le molle da orologio quali si tt·ovano ~ oom•uercio, cioè, ravvolta a spira in lulla la loro luneua (Jf'r..ilié la loro estrema cadevoleua fa ~i che anche :n qu~'a rorma si adattino, <~enza provocare molestia, alla
orma ·iell'uretra
.;·estr~>milà ve~cicale del mandrino o dalla molla deve es-
~ tuunita di un boLlone melaWco solidamente fisso e dJ un etro corrtspondente al lume del cateter6 di Nelalor\ che 81 vuole ad . . operare. Per l'e~w~lenza ùi qu~slo bottone non s t
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RJHSTA
può mtrodurre il mandrino facendolo passare per libera del caletf're. ma bisogna iotrodurlo 10 l'e -:o facendolo pns:;are per l'occl.Jiello del medP"1mo. il che offN tlifficollà da 8orUJ. Il catetere deva avere ol da là l'occhiello un fondo cieco in cui si fa entrare il hr.Jt1'""""'~ iv1 resta :-olid&mente nhba·acciato. M~ per {.C&ranLJre la fls<>ità del n1ttrHla·in<' nel catetere, si può applica re a patlil!'lione una nwrselta cbe rest.a pur e~qa solidnmcn brat'ciata dnl padiglione stesso e che pre~enta uuu lura r'le.Ja quale -.a ~err • (ruet iante una vi l•') l'e"- h' matà dd anandrino. Siccome 'tuesta morselta ottura il del catetere, co-. per c'lar·e e!<ilo all'urina si pratica colle tici un foro n.-lla parete del catetere slesqo, anolof!o a cl1e qj fanno nei tnbi a tlrena,zgio, Però "•' "Ì ,·ole•!>t' JerP. la co~truzione dello mor-.etta alquanto più comt si potrebbe mururla di un canale che permette ><C
dell'urina. 11 mantmno s1 toglie con facilità dopo ust~lo e <>i accu1·atamente, come pu1•e il catete1·e; ma onde semph di più J'u~O t}j IJU!1 lfl ~ti'UlDGIJlo .-arebbe prefel'rbtle molla rosq~ incorporal8 nel leq~uto <>lesso ,Jel calcl re. L'autore -:i ''al-:e di Cln~>sto nuovo strumento m cast di iperlrofia proslalica in cui il catelal'i:-rno era difficile, e sempre vi l'IU"'CI con somma tacahtò, no i~m cuo il ::<Uu U!';CJ anche ripetu~o e prolungato; c • red~t P.S~O possa rlare !?ZIOndao buooi risultati nei ca~ t li fo f'C f"Ulla par~te inft.>riore <lell'ul'etra o d1 lacerazioni iella stes~11. nei quoli 6 pio t'he ma1 inùispen:<abile li nel cAteterìc.mo la lDI'ele l'uperiore.
Sopra l'&lJmentastone pronta negll operati d1 rel..la.lli gastrica ed lntestln&le. - ProL IGaNao T "~.,1:-:1 ;etcn .'Jet ca ltaliancz, i aprile ll:i 8).
OJZIOIIe negli operall d1 re~ezioni j;.!&striche od consiglierebbe t!videutemente di rrcorrere ad un pt·onto mr n lo analetlicn. ~la il clùrur~o si trova dJ I'"OIIIe ad
CHIRl'llGJC:\
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liecdata. controindicazione che zli impedi"ce di ricorrere alla aUmenl8zione per la bocca come il mezzo piu efficace di com· llaUA!re 1 pericoli dell' inamzion,. e dell'e~urimento; anzi il ~uno preparatorio. le le,·ande :rastriche e lR <>ornmioi.slra· lione di oppiacei. contribuiscono ad aggravare rruesto ;:tato
4i cose. L'autorn in alcuni esperimenti praticati, sopra animali. fino dal 1879 quando la re<>ezione dello slomnco non aveva an~ra &\'IliO la sanzione dinira, ha potuto couc:;tatare che di 4ue eanr operati l'uno ùi r·e ...ezione del piloro, l'~llro di quu;~.i tutta lo parete anteriori! dello stomaco, urnlicaudo in eniramhi lu !òntura Lembert corr "eta Li!llet•, oe!"suno Jei duP tol't<n;e danno e guarirono in t.re\'e t"mpo schbene uno dr '"'' Co . e riec:crto a b~re abbond~ontemente c.ette ore dQpo roperoz one. e raltro a,·es<>e potuto manj;:iurc nel ciorno suc«asi\'0 dt•lle os~a e del paue. Ora chP. le resezioni gastro-iute.,.Linall hanno Ac.-rroi,.lalo ~ graral•.l imporlan?,a nella Ler&pia clllrnrgica, l'autore l'i· -eblama l'nllenzione dPi collcglu sopra t(UO!ìti fatti a11nra nr.edentalmentt> con<::latati, c rif.:r·isce alcun·~ "'Ut recenti e<>peJieue sopra rant e sopra cuda,·erì, avvalorale anche da due '411ervaùoni ciiniche. Sopra lo lomaco del cada,·er·e di un adult.o fu Pseg-uita la '-zt(IJte di dut' terzi della parete nnl~'r1ore c l'i riunì la fe.ril& eon In ~ulura Lemberl. Chiuso con laccio il piloro si ta&rodus.,e acqua nel viscere fino a raE,"giunget•e lo pressione 411 un quarto d'atmosfera. Non una gucriA di liquitlo trapelò h l punti di cuciluru, e nemmeno <:otto pre<::sioni alternate •rcitatc colle mani l'UI \'t'nlricolo !lt.e,..,o con una cerlll ~ol '•ln.
Sopra lo ~toma.~o di un allro cadaveru sì prattcò la rel;eaiooe del prloro e di una parte òt>l vi!!cer•e cor•rrspondente :Ogrtmde curvaturn. Previa ella~tnlura del duodeno si in" -du$Se nel l'enlriCùlo un liquido ir1ten,.amente colorato in 4Qae • an nra colla prè<::.,ione ..ti un (jUOrlo d'almo"rera. ~on ~lilla tr·~pelò tra i punti della !>Ulura di rimpiccolimPnlo, Il quel h della eu<: i tura crrcolare. l nollrc, appoggiando vrseerc· disl~so sul tavolo anatomico, -.j recero forli pres-
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«ioni co11 ambedue le mant fino a che lo stomaco corri!<pondcn7.8 della ptccola curvatura, ma senza 8\'P<:qp CPduto, o rlato pa«~aggio al liquido clJP per eolfmlzione cj ~arebbe subito ravvisato. Vn!endo~i ..empre della ~utura Lembert con seta furono anche esecuile la l'e!<ezione di 2{J rlella riore del ventricolo. e quella del piloro con piccola vPntricolo, l!opra duo cani ai qnali poco dopo nei giomi l"UCCt'"'"i• vennero somministrati degh liquidi e !"Oiidi !:lenza che ~i ,·erifìcasse il menomo nel dccor ...o della cura che portò rapidamente a Eceo orn i ca~i clinici. In una donna, affetta ùa ralt• ~lrouata , ru re~ecata la porzione intestinale dell'e~o~tenl<ione dt !?5 cm. eseguendo poi la sutura cnn ·atgut «otli tP. Nonostante la complicazione di una colile con p rorusa diarrea infrenabi!e, si sommin eubito soslanzo li!]uide nutt'itive ed ecciLanli, e si guarigione completa in 20 giorni sebbene le ,;.v•.• u ..~· nerali dell' inf~rmn fossE>ro assai gravi. ltt un nomo, affetto ùa ernia inguinale ~trozzata, pArete rl(>IJ'intestino era asso i fragile, ma uscivaancora c!u uno pet·forazione larga i- cm. verificata~i mente, -.enza re!-!ecar·e il pezzo di intestino che ne era riunita In hrecctA CQn una c:utura alla Lemberl luna-o, e una o ~uadina ScbnurarJl) nella parte pu\ 1:': ~endo l'arnmnlalo assat .Jebole lo st nulr1 imrnedl&ll topo l'operazic:me con brodi e mmestre: ben to"lO tmr,.e ""ohd('. L'andamento fu regolare ed apirettieo, dodici gtorni dopo l'opPra?.ionP. l'operato si a l7.8\'8 mente guartlo. Un 'fueste <~tori<>, ~> "pecialmente dalla prima, dente l'efrlcncia della :;utura, la quale se non polé lu1·baln cln un proccc:..o di enlero-colile, tanto meno cnr•• al "IlO elfcllo in ca...i di ~ua applicazione allo .Jove J'intr otlu:t.iouc ,. il pas~aggio delle sostanze modero lo ed opportunamente re~olalo, sia pe1· gli canici, come ptJl' quelli dipendenti dalla qualità delle ~leR~I',
CIIIRURGICA
G9!>
Nei ea<~i por di fP'P.zion•! del piloro "'i capi~ce racilmenle cbe, tollo la '·al vola, nei pr·imi giorni dopo l'operazione potrà riftu11·e la brle nello :-tornaco eccitando il voruilo. che per la 11aa meccanica anche allo r.<lato di conato é CP-I'lomenle perico oso, s1a per la ferila g&.'-ll'O ·duodenale che per quella addomma le. Ma una prudente alimentaziOTH', eceilaudo uncbe Je H~crezione ~astrica normale, può uutolenere ancora nell'ambiente ~~~~lrico I{UelJe condizioni rln-Ort•voli per In tiigell&iont' chA potrebbero es ... t!re rnvece fortromento turbate da au protratto ùrgiuno e da 110 prolungato r•mtullo dello bile eolla mucosa dello "tornaco. Quando perlnnto, dopo uo'operHzione dt rec:ezit•n•• ~ac:Lr·ica od aaleslmn.le. <>i osserva!;"6ro ft>nomeru di gJ•ove PS8UI'IUJcnlo e le indicalìoni di una pr '"La nutrizione, • a rilener>~r pr>rIDel!!IO tli "omwini,.trat·e p••t· la 'ia della ùocco dciii' sosluuze tiqnJ!f< u !<Olide, !'enza pP.ricoto che una pnr·t•! di e~::=e flO"'"a lrapelllre fra i punti di sutura, di~turhuntlo l'anrlArllefllo r·eROiar~;~ l•'lla guar1gione.
llb4to ollnico delle rotture mu.oolari del soldati eU oa~erta. - CHARCOL E CoLJLI.A:-iT. -
CPntralb. frj.r C!dr .•
~. t .l, 18~k),
~elln !or qualità tli m••dici militari dcll'l'"'Crcilo f'l'ancec:e ~tli 11 Ulori hauuo avuto l'occa.,ione d1 o"sorvatt'l personalm IIL \"enti ca"i ùi laceraziom mu«colarì Ad e pon~ono le relative tor1e cliuiche e gli studi di ogni !<ingoio ('8:-o in un est o lavoro dal quale to:;Jìarno le segtJenlì os"er"ezionl: Lo lacerazioue muc:colare, come anche <"i t! dalo n conoto~re dalla letteratura mPJico-chirurgìca, ~i verifica nei mi~r~ maggiore frt!quenza che negli altri slali c:odoli; e 1 nuhtar1 "Ono colpiti di preferenza i piu ,riovoni e di recente arruolati, i •Juali sono costretti a sopportare esercizi C:Obrporali a cui per la precedente loro profi)S!lionc nou erano abt1lt1ati· s·1 ò constatato che la lacerazione di cel'll mu!lcoli • le luogo ~empl'e in seguito a determinali PSOI'Cizi. Co~l la acer8 · • 7.IOne ùel muscolo retto dell'addome ,j é os~e•·vata qua... et<clusivamente ne~Ji uomini di cavalleria ol!l volteggio
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RIVISTA
flUI c.iHRJio vivo, e precisamente queetu lesione "Ì •rnanrio i ~oldati riai di chtJlro o dai lati, dovenrlo sulla ~ella, e'el!uiveoo 11 <~allo troppo corto. e landosi colle mani, i !lrorzaveno di portarsi p111 in <.'&de nou eli rado c:hfl dapprima si lacerino ~oltank) tlbr·e mu~IAri e che, continuando poi l'individuo zAr«i in oll rr p;;:ercizi, la roLlura si faccia ptu o pl~la.
Per t<piegare il rneccanic::mo della lacerazione pecittlc allcnzione il fallo che da una parte turA avv1en•• quasi ._enza eccezwne in quegl1 CH't'<:Jzi-' l'individuo non è abJLuall), <.>d in secondi) luojro !11 ::~ohta an .. ntre rruand(l il mo !o di agire del relal!vo rn~'rJta
vienr.: in\ ertitn. ,·aie e r!ire quando la sua estremità din~~riamonto ~ta lì!,\!>8 6 obllligals a diventart<> il
bile. cn~i VNiesi, t>. ec:. , hl IAI'eraziou~ Jel mu«colo ttll)rOI(' accader,. •1ua~ e.;;cltJ~ivamenlP truando 1l efl.. rcila lt1 "IlA aziOilll non come il'ordmario Sttll» invece sul bncino, rPstando nssa la gamba. Gli aulori ml'llono r.on ragiou" <:hP lauto negli l:Ser<'izl IUUF.i in un anormale 1nudo d'agu•e. la contraz10ne d~>llc tlhrille ~i fa menr• f'!-!flltamenlo e menoerwr·~icamrnle e :-ouo pu.i. 6ò<('ll"lè nlla lacerazione. L'P.'-ilo d1 que«ta le,..iont>. come è notfJ, e favc.r·,.volf!. Soltanto in <·a"o di IHcerazione complete gnoc:.i qu()a·l Jlmctionan df"vP- ~""ere ri-<cr•ata. Anche \8 o, llllora nole\ole, nei ca-.i di roUuru del rPltO con laceruione 11r uu va!<o 1mpor-tante come l non r·a:;giun~-:e qua5i tnai tlllA certa gravezza uo uno m imu~c1 a . Nou è anc<•l'lt tH' palOiogieam~.>n te né mtcamenl ~lahihlo con quanlA frequenza c solto q co huae un cmalouut mu~c()Jar~: pa1<s1 A --upp autori ""n" tl'opinion~> che ~ tUt>!'\lo esit.o t10U ::-ia tanto rhe ..:pecialnwnle ,.,.rli 8"C8~" • d<>Jic co::.1 delle ca,HA dJ devono allriliUJrsi in orr~ine a s lrava,..l gangu•gnt tivi e l&cPrAztone clr i mu~r.oli I'Plli addominali. Notano nucot·a gli nutori qu•·!!ll'altra partu:olat•Jia della malellia cd l1 cho Jl calln muscolare puo
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CHIRURGICA
clorata sli'Aordinariamente lunga. e r·euder difficile la diagn<>l'i, Non "'arebbe da ac~eltarsr l'opinione eh~ anche le note n<~!<ili euiom degli attacchi muscolari agli rtddullori al bicipite, ecc., reppreMnlino :,.emplicemE'nte ci~trici muscolari.
N
trattamento primario dell'o•teomJellte aouta lntetUn. - Tscru.nNING. - (CentraUJ.fùr Chir., N. 13, 1888).
Appoggialo "'U un buon numero di C8!"i di osleomielite in gran perle curalr da lui tnede"imo all'o"pt!dale civico di CopenagltCII, l'autor,. raccomanda lo svuot.amcnto della ~\'ità midollare I(U&le <lpporluno mezzo di cura pr·imaria dell"osteomiehle acuta infettiva. e giut>tifiCA que,.lo trattamento col far ~ ler·e In vera palolo~ia di que ..tn mor bo, 1 cui fatti prinCipali suno i ... egllenli: t• la '-O:.tanzn midollare abJtualmenle e forse co,t.antemente CO"ltlui:<l't' il punto eli partt>nza Jetrintìammazione Dello d1 Vl/lr!'le rorrne di osteomielile, doll'osk1le cpifisarm, clelia perioalito fleromrmosa, ecc., ecc.; 2" 'fUC'-ta mnlnltia si tlevf> ri~ua rdare come nn morbo mfellavo npparte11enle al aruppo delle infiammazioni flemIDOnvRo: 3 m qJJa~i tuili i ca<>a 1liligentemcnle !'-ludiati dJ O"'teolbJ til i ono lrO\'Ate 'Oilanlo alcune forrue tli macrob1 &lafllococco pwgPno aureo - e flU ~>~l'> m1crobo nou A un orgaru<:mo !òp~>cifìco della ostPornielite, ma lo ~i v&le in mollo nltre suppurazioni ar.uto (fnrnncoli, fkmrooni. pnlerecca. C•'c.), '•· quali ~ono ~'Sr'llt.,rinalc proce!"~O purulento lj necroLico ciel tes;;tllO congiunlh,o. TschEII'Hlll!! fn notare eh<> i vari m etodi oli lrallamcnlo delo~onaiPliLe honn•1 lo scopo di allonlrtnare o d1 diu:JiuuiJ·c i ~eoh delh~ l'luppurazioni, essi !<0110 l'amputazione pl'irnaria, Jnctstonì sollec•te, la re"'ezione <>ollo perio<>tea. la lrliJI&na:ne Di questi melodi l'amputa?.aone primaria é la sola che
uu
Le"~hbe_ e;:~ere r i!'ervatn per forme !lraordinariam~nle 1~are:
. eseztone Mll.o-perio<>.le.a non è <~cevra arrauo ili per1coh m vista della (10"->ihilità che la rorza riparatrice del perioatk, nou sin l'Ufficiente a conservare la continuità dell'o~so.
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Le semplici incisiOni coslrluiscono iJ metoJo curutìvo uso; ma non ost.e.nte l suoi buoni risultati, esso non rAniJ~ce da molle tl'isli conseguenze, come .Jalln este~a, o ùal !}tll5!'8.g~io ad tLfiammazione croruca. La nazione è un metooo r'&7..iouale in quanlo ch~> procura ècita al flU~ della cavità rouJollare senza meuer•• in l!l coultnUII.à dell'o~'::o; ma la semplice trapaoazioo<> è insullìcienl.e perche non si è sicuri di raggiungere •·ou la principal~ !:;eole dell'infìatrliDbzion~. cd anche perché ss può .!at• e~ilo a tulto il pus, specialmente se qne!llO Rllruto IL~! le~sulo spugnoso. È stato detto anche e r.he la lr·apauazione non tmpedisce che a' venga la epperciò l'autore suggerisce una modificazio;1e di operativo. Alcuoe os::ervnzioni di Konig, di Koetley l'd lu.mno Jimostralo che si puo allontanare tutta Ili midollfl.r•~ di un O!':So seuza che la nutrizione dell'osso a cort•et•e alcun per-icolo. La rnorli6cazrone dell'anl11re sisla adunltue in c1ò, che ~:>gli pratica collo scalpello os~a osleornielitiche ur1a o due finestre tli grandezza cienle allo scopo ùi polet'é attraverso alle medesime cuare il pus e stabilirvi il dr·enaggio. Se l u"'"'"'"'"'""..' v una gt'Unde estensione, si apre aucot·a più collo l'osso malalo Rno a lulta la lunghezza della corticale. Da raccoll.ìl di dotlici storie cliniche che Tseherning et di osleomielite trattata in questo modo, tre appartene forme recidive (•Jue adulti ed un raneiullo). Le allre erauo lutle osleornieliLJ acule primarie e lulle in giovaru g.•lli da:~ a t6 anni. Le ossa malate rw·ono m uu l'aso Ìll due C8SI il rt'QlOI'P, 111',:!11 altri casi la libia; in lUitl ca~i fu pralic:::ta una sufficiente apertura collo 5'calp~::Uo dato esito al uudollo infia.nmaLo; però questa oo•er azJo,oe:l[l fu la prima clte soll.anlo in otto casi, menlre che per quattro furonu falle dapprima moUeplici incisioni, e dopo parecchie s~::llimane ~i venue,allo svuotamento 11 ri~ullalo immediato c.li questo trattamento é sempre soddi!:<facente, rapida cessazione dei dolori, abba della temperatura. lo nessun caso si è manifeslats in la necrosi dèlle ossa. Anche il risultato funzionale fu
CHrnURGICA
tHH)
buono perfino m alcuni ca~i dove esi!!~ vano complicazioni con ~trava~o stero,:oo o purulento nell'articolazione del ginocchio (lrAltAto una volla col l'artrotomia) oppure erano complicale o. distarcn d.-Ile epifisi. l ca~ì ora menzionali erano di mediocre gra,..ez;,:a 1.! l'autore ammetle cb e le "lorte cliniche riportate nulla chruo--trano p r n~::uar lo alle forme molto roaltzne, come, p. es.. quando ~~~t totale distacco di perio~tio. ma con'<iderondo la proli\TIO"'i a,,.olutamente calltYa di qnelle fotme, e~li l'rede che in ca i r..osi disperali si tlehba !"empre adoltnrè lo "''·uotamento. Per le forme meno maligne qut!!>lo trallnmenlo é più "ÌCurarur•nte indicato, e benché non si po!'<>fl ne~:aro che in certi CJI<:i le s•·mplici incisioni abbiano prodotto la guarigione ra<hrale, pure ~i consiglia di porre 10 praltca quel tratlarnenlo fin dal principio della malattia.
hll& e1tirpazione delle glandule oervloa.ll tuberoolole. - GttUNF.ELD. - (Cent,•a/b f!ir Cllir, N. lO, L888). 110 OUPCento qualtorÙÌCi "'lorie clintChP tolte cl&Jiu clinica di Gu ""nbauer negli anni ISiS-1886 e relative ad individui arfellt dn tubereolo\'i delle ghtanùule cel'\'icali, il Gt ùnCeld ltfl com! letato una ra~!'egna srientifica ·In cui logltomo le llegucntuwttzie. Dei 214 casi sor,ra menzionati 150 furon(o oggello dt Of>t!NI7ioni, e precisamen-te si praticarono 125 estirpHt.ioni, de e qunH 33 volle fu me~!"a allo scoperto la ''éua iugulare mtetna e ne \<-nne falle la le!!alut·a parielllle: quattro volte ~ce la totale allacciatura della ''ena. In 2~1 ca::-i di e~te~i "etJI fHolosi, di aderenz.e e suppurozioni l'operazione Cu limttata olln !--pacca tura ed al ra'>chiamenlo. Nei ca--i dove erAno a!Tette anche le !!hian.Jole sopraelavicolar i Gussenbauer prahca '-'"lH'S un primo La~lio Jongiludinalo t; pat•Hilelamenle alla cla~ 1 <'0ir.1 un l.aglit• tt•as\'er>-ale con cut dt<>l.acca dalla ::~ua inSf:rtlOr•e ti mu~colo -.Lerno-cleido-ma~toideo I'IOdt> poter ron~ I5Cl8re elt'est~rno il lernho tl'ien:.wlaro ntu:.colo-culllueo, riI!Uitaute da queste due mcisioni. In queste ()perazione Jtli accadde tr·~ voltt• di vedere lu
'iOG
RlVIS'U.
gangrena del rnlt.scoln sterno-cleido-ma<stoideo, pél quale ciiente ha dovuto togliere la sutura e riaprire la ferita In altri 11 cacoi cbe non son guarili per· primo i ss osserYò la :rangrena clel tessuto cellulare e delle Crede cbe .]ello. non riu<ocita !!uarif,!inne ner prima zione si debba imputare in grandis~ima parte una prima. zione della ferila chirurgica (uscita del cont.enuto delle dole ammalale). In secondo luogo si può attribuire in cola parte anche all'azione troppo caustica drgli An Gl1 altri CS!<i «on ~1aril1 per pr1ma inle:'!Zione. In quanto all' ezi,,J,>gia troviamo dei dali !'npra iO!J 1:~ degno di ~peciale menzione il ratto che cau~a oc<t:a5uOI1l811 dE'l la mafaLtia furono lesioni traumalìche varie in Clii'}UP. Una YOila ne fu eausa la puntura dellobulo dell'oret'cbio, volte f~>J'ile alla lel:'la. due volte però si tral!ò d1 le~ioni ferila PE'lerna, come av~r portato pesi eccessl\·i sulle Oltre alla teoria generalmente ommessa ed anche da sembaucr accettata, eh~ cioè J'inrezione raggiunga le dole partendo da un punto d'ingresso 11 e lla superficie corp.,, ('gli ammeLle anche una seconda dottrina. cioè conosce lR po!=:sibilitiJ di una infez1one p1·ime1'ia dt?JI' nismo col rl-lcillo tu!Jeec•-.fare con lo~alizzaliOU~" seco a!l•~ ghiandole, colla qual doUrina "-i <>pie!!a l'orizine rlei mori ghiandolari ~ubercolosi dopo lesioni esterne, coma p dopo eruzioni Psanlemalich•• Per quanto ri~uarda alla sorte corsa laj pa7,1Pnli operati e licenziali daliA clinica, qj possono da quella segna rica,•arP noJ.1zie di 57 ind1vidui, 40 ,Ji questi ~i ma nero per·t'ettem<'ule l'ani; pero deve!-i notare che per il gior numero di lluestì operati la seconda osservazione fu fatta che !JOchi anni dnpn l'op,~razione. Mot·it·oun olLO zienti dd quali ~ei per tubercolosi. Tn nove cas:i nn-enne recifuva però •iue ~ole volte locale. Le recidive son~ òale <t&ll'aulora come reinfezioni cagionate dal I'IIOrOt l'in.iivbltJo nelle stesse sCavnrevoli condizioni che causa prima Mila l"UB malattia.
CBIRUBGIC.,
iU I
Plaooa met&llloa 1n autltustone della oomune Aonda a.U• amput&siolll - DoLI. L. ~11 DL'\1. - CRo,lf. tt no delle &itn:ze mediche della Società nwlico-chir urgica eh Bologna; ArnJ LVlii, !<eris VI. vol. XX). Qu~lo nuovo ,.trunH:nlo è di ottone mchelalo, e consta rli tre p!!zzi e~uali fra loro eù uvenll una fol'rna tr·ia11golare colla ba,.e come:.::-u. e coll'apice concavo e d~ntellaLo. I tre pezzi, sptef&lr du~ ~umo, si trovano sopra 011 rnede•limo piano, ma "òolendtJli t•rumre c()) fa1· girare intorno ul pe:ao mcdimw o jlsso 1 dut! pl!ui laterali o molnlt, gli apici inca\·ati e ld rispelll\e basi, merçè le urticolaziom -<i con;iungono e danno, serrall, la forma ~<t'ericu con uu'apt»rlurt\ al centro tondeggJau~. 1a quale resterà più o meno ampra a norma del maggtoro o minore divarrcarnenlo clei due triangoli laterali. Questa placca tnetaUrca concavo-convessa non e pesanld d é dotata di un t. nhro dl mobilit. ela~tlca; ha un drlm tro di cnr. :20, uua l!rrconfct·enza di cut 60; l'ap~rLuJ·a al centl·o puo \nrJort: da meno ùi J, ai ~ cm cirut di diametro. Il peuo o Lriaugolo lli meno poJ·L& due alette cne ~orrt F}!Ondono a tlue nperlure ner p~>zzt laterali, merl!c le •1uali le lre parlt llrlicolauli-.i alla guisa dr plllLClle ,]d Pean fnuno corpo comune col riunir.::.i. lì no tlt 1 peai lalerali present& "òerso lh IJM11 ~ma lunria flne~Lra lu quule •·iceve un' inJice dell'altro LI 1 -· I<J laterali$ cht. SC'lt re ungo la detta fine.,lra dando alle paret1 un aJaLtaro~nto migliore. Unu vite olia perrferra -er' ' II~ -.are i pezzi nella post.<. •one che si dc:sidera e d~ro casi alla !Jiacca quel foro al centro che sera neccssauo ~econclo la tlimt!nsione dcll'o~so ~~~ cur si applica. 11 mouo •h usar~ lo slt·umento ~ar.:bbe que~Lt S Hmputa & f':;en1pio unu cosciu. Incise le part' molli fino llll'()"«o, ua unqu~ in i1 111etorlo operativo usato. si raccolgono le CSI'lu e '' re,pin• nno ·:~ allo. Si applica allora le. plocca dal :alo d· Ilo sun concavrtà; prima la si apr·e e si ~pingo contro ~rna.. ~e lnu"<'.O ttr1, }Umili ~i chiudo fermandola «tretlnmenle 0 :, " 0 n t-l JlUDlo o ve vuolsi ,ego re. :Non v'ha brsO!!D• di un as.•rstcnte. la placca ra da :oi•, soliene le carni, le tli-
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RIVIST.\ Clll!IURGICA
fenJe dalla ~"ga, e ;~taccato l'o!lso si mantiene in aspettativa che il clururgo la toll.ta. Lo strumento in pnr,,la non può «er\'ire che P"l brncc10 per la coscia, e la ragione ~ta in rueo:;to che non vi é ficieole spazio vuoto al centro per comprend,re le due della gambA e dell'avambraccio e permelleme le In ciò ~olo eon-.i-.terebbe a parere dell'autore l'inferiorilll questo trumento in confrMJto del sareoprostate del chini, rhe dl'l resto ba l'mconn~niente di essere """''l'lnlli"•..., e di an•re hi~ogno di une pe~ona pratica che lo tenga fermo. L'autort> l:'pora però di potere ben pre"LO nun·.-.m il ~uo strumento leggermente modificato per m odo clte e"'<>ere adopAr·ato in qual~iasi ca~o d'amputazione dt,$!li Dichiara peraltro <'he que<~ta plac<'.a metallica merita gié essere sempre preferita alle comuni fionde di tela o di per le ~oguenti ra~ioni principali: 1• fa si che la ~~ga una seziOne pin regolare; impedisce Io scollamento del rioslio o lo stiracnento e gli sll·appi delle carni; 2" pro u che le l'lcbeggit\ e il polverume dell'osso dali dall' della ~cga non si spargano !lui lPS!"Uti molli; 3' permeUe chit·urgo di compiere con tranquillila e l'licurezzo la dell'os~o ~enza biMgno cii alcun nsc:istente, abbre"iando trel"i i! tempo dell'operazione; i" ls placca essendo me•taiiiGII e !"Componibile Qi prec:ta beni<><~imo ad ess~re O!:ni volte ~roroc:amente di"inf•'tlata.
RIVISTA DI OCULJSTfCA lletiDoeoopl&, o e1ame dell'ombra., per J. H. CLAt - (Tite Medieal Record, nov·~mbre 1887). '-;el 18tH Bowman o~o:er,·ò che :si poteva riconoscere l m :~tismo regolare Iella cornea col semplice :spec.:hio moscopico, nt'l 18:'4 Cuignet stabili pel primo questo d'esame chiamandolo cheratoscopia, Parent oe11880 lo
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rehno copia, Fo.-be~. Chnrpley, Sandoct, Hartrid~e e.i altri desed, ..ero il metodo la cui adozione è stal8 trac;curata nel contin ... nte europeo e molto più in America, mentre in Inghilterra é comune e quac;i universale. s • un F:elto di luce è riflesso da uno specchio conravo su di uu rliaframma poc;to al di là del foco delll'l !'pecrhio, a n~g~i arrivano divera-enti <>ul diaframmA. UnA lente conYMc;& !Kl"tft fra qu~ti reggi divereenti. condurre una d1slmta immagine dalla sorgente luminosa sul diaframma, e l'immagino !"&ré diritta, perche i ra~rgi ~i t=oarunno decuc;sati due volle, una nel punto focule dello specchio concavo invertenrlo l'immafrlne, un'altra sul diaframma per Pffetto della l~>nle. Se la lente é posta al punto d& formore un'immamne liieliuta, l'illuminazione rie:-ce vivaci<>sima, ed attorno all'immagiue <>i disegna un'ombra densa e b~n definila; ~e la lenta vien mo~sa verso il diaframma o vel'8o lo ~peccltio, o !'A ti diarrttrnma è avvicinato od allontanato tlalla lt>nl~. l'immagine rie!'r.ir8 meno distinta, l' illuminazionn Mril meno l'hiara, l'ombt•a meno densa, l'estremità dell'ombra pill curvilinea, e dei r.irc.oli di diffusione !'i formeranno ~ul diaframma. SP lo apecchio sarà fatto ruotare sul suo a~se verli~ale da d~><~lra • •lni<.:tra, o sull'asse orizzontale dall'allo io ba..c:o o viceYer!la, la luce e l'ombra si muoveranno in !'euso inver<~o dello specchio. Nell'occhio umano la lente può 6:,1!-~0r rappresentato dei mezzi rerrangenli, ed il diaframma dalla retina la quale, ""e è posta al punto da r1cevere un'trumap;ino distinta, l'occhio llré emmetropico, se e posta Hl di qua del foco de' mezzi l'el'rengenli l'occhio ~arà ipermetropico, !\8 al di là l'occhio 18ré miopico. Le sorgente luminosa nell'esame relino!«r.opico •lev'csslW PQ&l8 al di~opra ed in dietro :lalla IN1lo d(lll' o~servato, in Diodo che la faccia l'lÌ& nell'omb'ra, l'osl"ervnto guar•leré al dj80pra di quella ~palla ilell'oc;c;ervalor~ che si troverà in dia~onal~ con l'occhio el<aminato, cioè ctulla "Imlla sinistra per OCchio sinistro, sulla !'palla destra p"'r l'occhio de.cttro. liSe è Pr•·ceduta l'atropinazione si potrà condurre l'immane !!Ulla macula lulea, mvitando il paziente a guarùare
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JUVJStA
in tac.·ia ros~ervatore, Altrimenti rimruagine cadrA pilta. Il chi.·urgo "'Ì~le o ~tu in pieùi alla disl.8nzs d• 48 (rn. l ,20) ed U38 uno specchio concavo della di&tlìnza di 9 pollici (2:1 cent.). Se l'ametropia ;1. d'alto grarlo si eherà ptù da vicino, per ...-~der disuutarueule 1 dell'ombra. Proìell.8la la luce sull'occhio del paziente, git·t:rA lo in tutle le dirPzioni, .'·erticalmo:.nte, ol'izzontalmente, mente, e,J in questi mo,imenli vedrà l'ombru lembo 1ricieo aliA oppo~l.8 estremità del campo puptllere, piendovi un camminu Len definilo. Paragonando il mo\itUt<'nlo dell'ombra a tJUPIIO dello chio, !li avrà il mezzo tli delP,t•winar la refrazione. Se Fii muove in !'(>1180 inverso dolio "pecebio, vi potril ipermetropia, emmetr. ·p1a. od un lezgiero ~ratlo dt giacchò l'om1t·a c sempre contrar1a al movimento dello cl1io se il diaft•11mma è <~tlualn el di là, Al di qua, o nel della lente, c;-,m~ di ::~Opl'a !<l l- detto. Ot• !=tirrome nelremmetrope i ragg• e~cooo ùall'occhto ralleli, n~'ll' ipt'rmelrope escono ùiverrzenli. e nella miopia escono con pvchbsimft conver;{eaza la •1uale rot•ffi81'fl li (OCO aJ di la tJeJla lesta deJl'O!>S..I'VBtlll'e che ~td un melro e n•nli tli distanza. il movimento dell' sarà lo ~1.esso uell'emmetrop~, nell'ipermetrope, o •. al al disotto ùi t;,s. Se iuvece la miopia fo,.se L8le c11e il punto r..:moto fral'ossei'Valort> e l'occhio osse1•valo, il m o\ i mento« '-at•ebbe rovescJatn, cioè, »ceadrebbe uf'l sen!!o dello ~ella nuop1a osservata con la relino~Cllpia "'l r"'""''"'MJq 1mmagini: l'immogine ro\esciala dPlla luce che ,, fuco dello spcl·chio concavo, l'tmtaa~-:ine dritta n«'l u flualmt!nle l'trnmagine di nuovo rovesciata nello :Ma \'A un altro elemento determinante l'ametr opia, la raptdilA con la quale l'ombra ~• muove. Nell'e il punto remoto è all'infinito, nella miopia ud una tlmta al ctavanli dell'occhi<., nell' apermetrnpia ad uno finita al di dietro dell'occhio; maggiore è l' ametropta,
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'Weino é il punto remoto al punto nodale, miuore ~ quindi Parco nel •tnsle I'·Jmbrs ~i muove, minore il <'.ammmo che rombra tlew rarfl in relazione de' movimenti dello !=~pecchio, -~g10re é la lentezza dal movimento tlt'll'ombro. Il movimento d1 cpwst'omùra ne11'>1rnm~trop1a, per la cde1·itA con la quale &''''iene. è chiamato doll'aulore movimento llultuanto. Sell'a lisnnati,..mu ci guidano le !>les~e regole generali. 8i'Oj.!T}A tlistinzuere l'oberrntione c:r,•ri!".n fl ,ernph<'.e ,JAIJ'ab.:;rl'l7.1one olc' meridioni, *' quin•li di~tinguel''' le varJP- specie d'astigmatismo. Se per 6"tllllpin rolnbra «i IIIUOVe nel seOI"O dello sp~cch 10 r~t•l mr!ridinno vet·ticale, n \'l'amo la miop1a in que"-IO IMridianu: ~e <:i muove in direzionH opposto allo tpecehio n(· l m·•t 1 Ji1.1no otiuontal~. ,.i può C!'<SPt·e tpt>rmelropaa, t mmetrop1a, otl 1111 lesthiero grado di miopi& nel meridaano orizzontale. :se s1 rnuove nel sen!:<o dello spr•cchio in lutti 1 merJdtanJ, roa piii lcnlamenl·· in uno, con maggior curvatura dt>l suu lmaite, cou minore lllulllinazione che ne~li altri,si t\\riÌ asl-igmalismo m10pico compoRlo, t~l'astigm atislllo llril nel "cnso ùel meridiano luugo .t ·JUale l'umbra !!'i muove più lentAmente. S · l'orobt·a si muove in !'ICn!'IO lll\erso dello .l(leechao 111 lulli 1 met'ldiani, ma con meno luce, più gran llr alura del limite e mag~otiOJ· lentezza in uno che uep;li allr1, atrà probabilmente nsLigmalìsmo iperruetroptco c·ompo~lo, Oé, ipermt•tropiu nel rneJ'idiano lungo il quale l'ombrtt si IDOovA lentamenl.,, ipermPlropia. onlmetJ"ùpla o lieve grado di maopin negli allt·i Se J'l)mbra si muovo Jrt sen~o inverso dello ~<pecchin in un met·i·linno, nel sen'-o ùc·llo !<J.wcchio nel -.ridiano oppo.. to, cerlallll!llle vi sarà miopia nel vriluo, e P'O~lulrnenl,_. iper~nelropia nel seoondo. a' remo, cioè. l'a!<lig-
lllel18rno 1uisLo. v.,ramr·nte bisojluerebb•· t·!<cludet-e l'enwwlr0p18 i!d ille~ liero gl'lido dì m topia di rJUI·I meridiano ud quaiP si vede il :<lvnncuto JeU'ombra eonll·ario a que-llo ùt'llo "Pccchio, prima ,.:re una_ t.liasmo~ì leorictuneote certa. Un~t brev~ e~pc l' za ablhla a cono,.,cerc la car-atteril<tka 11utluazione d~ltlnmetropla, ln prallca 4lunque • quando noi Lt·overemo
1111 <~rnbra 1 c le non ha que la fiuLluaz1one. u'IR ba pmllost.o 41'.
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un beo òetìrutu movina·•nlo in !-<··n:o<J in,erso dello conclulleremo rer l'iperrnelropia. Se l'a1'tt~malh;mo é cale od Ot'lzwnlale, l'mn!Jra tle~ meridaano 'erlacale .t ruotando lo ;.pecchio ~ul uo aso::e orizzontale, quello rid1ano ortuonlaiP. ruolaudo lo specchio sull'u ·se Se rasti..:malisrno è obltquo 1l movimt~nlo dell'ombra indipAnd~>nte Halla ruolllt.ione dello specchw, l'owbra obliqua, percho la "-UB forma e dovuta alla forma ma:;rioe cbe SI dipinge l>Ulla r etina, e non alla d movimento dello ::.pe ·cbio. Per la differanziazion.: d~ll'Jpt.:rmetropito dall'e11nmle&l e dal leJ!gero At'ado di nuopiu, l>i rtcorre all'uso S~ una lente pO<liliva 1h ;, dioUrie l ~ posta da,·anll os.c;ervato capovolze il movimento dell'ombra da omogeneo o quPIJO dell'o~>-ervalore, e..:t-..terè un grado Ji miopra Infatti e 11 paziente ha unn miopaa se i·o~:oen:ator·· ~La alla ùislunz~ d1 48 pollica, al moto del pu~iente si trovet•à 11 32 pollici dietro la giacché rHO - i8 = 32). Aggiungendo i/811 al grorlu da del paztent<:, •t a·•condurrà si ~uo punlo tPmoto a 40 e l'o'3servatoro alla d1startra di i & poUici "8 h'tial rmopico. Or supponuuno che tj.'tiJ non capovol~a rornbl'a, e sta ooniJnuJ o lll•Jover~i 111 sen•(l inve~o dello s~~ecilùO; sa amo de. ·umeroe t"be lo maopta non esiste, o che jnsignificante .lo non a'er bif'ogno d• coM'ezione Sll pera unH lente di 1 diottrie ( J/40) e questa J"O\'tlScia avremo uu occlrw eJUm8tt·opico, ed allora sas·lt in piegaa•e una ltwta di 5 •HotktA la fJUale rendPrebbe m1opico da l jSl), tl oonrl\Jt'rebbe il punto remoto al dt Lesta dell'o""' r,·atora, quindi non permelLerebb!'l d1 l'ombra ,.o,·o,..ciala Se si aggiUnge ad un o~cl uo pico una lente Ji Jjw, il punto remoto si lòl.ablliSCf lic1, ~ J'o,.. e n a toro alla di lenza di ~ pollici deve movimento come 10 un occhw 1'~'"0 mioptCO. se ciò cade e !"8 la lenlt> poc:ativa di 5 diotu-Je 1100 ro\·e..<~csa foccnio o,-!lervalo è certameulf.> iperm.:lrOp!CO In una detor·mtnazìone uppt•osstvamente quanltla
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dato v1zio Ji rerraziooe si pos-.ono «tabilire i "'eguenti prmap•l: meno brillante è l'illuminazione. minor e è il mo,·imen\o dell'ombra; più cur,·ilineo è il morgioe dell'ombra, pn1 allo ~ il Jlr&rlo 1li ametropia; nell'astigmatismo il meridiano a~tigmalico é quello luno;o il quale ~i muove l'ombra; per la de~ermmazione quanlitati va esatta bisogna collo~are lfl IPnle davanti all'occhio dell'os8orvalo; nella miopia, la più debole, la lente concava che rove~•a il mov1mento d~lrombra é la miKliore pratica, rna siccome con una miopia di 5 dioltrie l'ombra si muove in senso anverfo dello ~pecchio, bisogna aggiungere una negativa di l d1oUrie o quella che rove-:cia l'ornllra; nell'ipermdropia la misuro tl data tlolla più forte lente pos1tivo che ùà ancora all'ombra un movirn'"nlo ipermetropico; !:itl però aggiungiamo lenti flnchè il movimento é invertltu, dobbiamo sottrarre uno diotll•in dulia prima lento che fO\·e~cJu il movimento. ueiiA correziou~ dell'asligmati:qmo l'asse del cilindr o deTesserò posto ad angolo retto del ln"ridiano lungo il quale
rombra Si ffiUO\e: nella correzione dell'astigmatismo ipermetropieo ~ miopaeo compo:,lo, il meridiano m n no direu.oso deve essere corretto pel primo, con un'adatta lenl~ ~rer11~, l'altro si corregge dllpo con un'apposita l·~ute ciliudw:u. nell'u:-ligtuatismo mis\o ~i devono usare due eiHodri con Ili a~sì ad angolo rello, o bisogna correggere un meridiano con lent'~ Rferlcs; ciò aument.era l'aberr·nzione nel meridiano -oppo&to, r.lte può esser coz·relto cou lente cilindrica com e : :esame r~r~;donale. Se lo ~p11rchio e p1ano, i movimenti l ombra ~~ m\·erlono. cioè vanno nel "ens.:J dello :o:pecchio nella ipermetropta, nd senso oppo~to nella miopia.
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Delle cUJrerentl varietà eU erpete della oornea e rodente erpetto&. - G.o\LEzowsKI. - (Annale8 BtlrJtte. mnrL0·8pt·tle ISSi).
Erxo le conclusioni a cui é venuto rautore: t• L'e rpet~ 1lcllù ('Ornea può essere il t•bulltllo t'ebbre generole qualun,rue, come Iebbt·e ga::.ll'ica, e interruittente, o ·ii 'fllOlla che aceompagua una pn1eu rn01u un·an!!ina, e~c. ::.• L'erpete febbrile delln cornea è il risultato di ste ..ia dci nervi trofici corneali, in un'esten~ione pui o !imitala di que ta ntemhrana. 3" L'ulcera rodente della cornea non è che ull<>t·•ore di un Prpele febbr ile corneale, e una form a ~ \'ala, infellft dai microbi, •Iella medesima uli'Pt·azionc. i" Le eauter•uawH!l Iella cornea sia colla sol nilrato ù'twg,•nlo1 ~Hl col l'"'l'mocauterio, arre~lano m ollo pidamente i p1·ogro::<s1 della malattia e ril>ilabillscrmole zi0ni della cornea Le ulceraziom erpcltcltu consecutive allo zona, "ono ~ra,·i, generalmentf>, che le altre variata ed e-.igono 1l ::,Oventi un intervento chirut'l:{ÌCCJ (cberatotomia o zazion~ col ter,-uocaut ·rio).
Conolulolll del rapporto aulle rloerohe oletà. franoue d'ott&Imologta relaUvamente agU lamenti della retlna. - (Annales cf0culi$tlque. aprile 1887). Gli !':Collameut• 'Iella rr:tina si riscontrano nella ziorw di l <;Il 200 mnlah .J'occlti per ~li c::coJIAmenti e dr l '-'U 1,51141 per gli c::collamenti doppi. La propor11onc ùegli ~ coll amenti doppi ai l 'U 9. Gli "'collameuli ,; rillcontrann rìn daJla piu loro OWIWI'O :-i eleva rapidamente da 10 a 20 anni, p 11 a SO con SRILI ugunll. Il periodo d t f"lPtn e~islu lJ•a ~O"' iO anni. con un
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a«) O poi iO anni la diminuzione è notevole. Gii scollamenli treum tiCI hanno il loro> ma<;;«imo o 20 onui. Gh uomim ~ono affetti Ja ::-.;olhttnento nella pr.:~porzione d el 62 p. 100, e le donne del~ Jl. 100, 1ua dopo i ;)5 anni ,.i ha
parità frn 1 lue "'essi. Tra le profes«ioni sono più esposte a qUP.sL'alfezione le s arte, gli s crivnni, ~Il scolari, gli stu.tenti. I cnllivnlori danno un
largo rouliugonte. La llli<>pia fc1rnisce 37 p. 100 .lei cn~i di scollamento, le cororllti 16 p. lrlO. i traumati<:mi 19 p. 1110, CAU~" di,·ers ... ;H 100. TuU1 gli '~Collam~oti, qualuniJu~ ia !al ro ori~ine, l('r mina oll'atrofirt del bulbo. Le ricerche fall., -:~mbrano d&m o..tr~rt! che lA rna!!zi >r parte det membr1 deliA "ocietà france«a d'onulmolo!!&a non ha a"ulo leli i rl~llliat& dai metodi opc,·alorl Ilo 1ra tentati. L'a!ILeul'lionn du qualsiasi opei'OliUil•' sem br erebbe dunc1uH impo1·~• rwr evllare le conseguenza ùell' oflnl mia simpaltcl:l.
•ot• terapeuttohe relative alla oouUatloa. - D 0tL E ~ tLIO BocK, docenl& UP la uoi~er5ità cii v.enna. - (A.llrf. W ietter 'o! d1e. Zeitung. iSSi,~- t7 e ~9).
N S t ulllmi cinqtJe anni la o~uti. lieo 1 è arr.cchila di pare lu uuovt medicamenti, e qnah~ n on ancora conosciute sono 'late "COperte negli antichi. Il dott. 8 )l'k ha a-çuto oceasu)n Il rat·e a questo riguardo nurn"ro'le osser,•azioni clte ha •·or;c.:ollo e ria~sunto in quosla memoria. Fra i IIUilVi mr~rlicamenli parr ebhl• doVl't'd fig urare priuei1> l meuL•J la c·o;:aina. Ma l'autore non crc"ùe trallenervisi, e;-_ q u 0 urrn111 In --ua azwne genct·almcnle~riconosciuta com'è d hllllante 1 Le-.. ... ull e 'Julndi piu ,lanno::;a ci:e utile. Degli alt~ • ea •di u...ali 111 o;:uiistica sono da ricordare Ili pilocarPiò'à ~~· er1. ta, delle quali sono or na1 ben ... tabihte le indicaza 1• La P•lo.:arp:na per iniezioni ipo lerm1che, ha dopo la ~Uii mtr duzione io oculislica, mollo ristretto le sue appli01· h1 \'eram~nte buoni e utili eiTelli il Bock non ue
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a '' li che nelle raccolte sanguigne ùellu camara anteriOI'6
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e negli intorbrrlamenti del -.:itreo dopo la ira lociclile e la roidJte, senza dimostrabili a trezion1 trenerali. t"artr ,eoraM~ nell'ipoema dopo traumi i ~uoì risull8li f-!ono marov Una quanlilé dt "an!rUe che n'emp1va qua~i tutta la anterrore ~pari cfopo una o due iniezroni. Ogna iniezrone teneva da 2 a 3 centrgrammi •li pilocarplna. L'autore l't~perienza che le soluziOni concentrat•• mieltate in quanti lA opet'llnO meglio del l(• deboli soluzioni in quentitA g10re . .\fa la pilocarpina ha ~'• me é nolo, l'u conven·ente non può adop••rarsr in ogni cil•co'>lanza, che nello • nr\nANtll vuolsi avere riguardo allo stato generale tletrinfermo, e "r"'sso anche n• Ile per~one ~an• e robu~te provoca reazione, e in alcune condizioni, come nallr> malallie del ~tema va~ale r1on si puo U!"8r" a~solul8ruenl •. Talvolta, !=tante la più Accurala applica:z.ione, non pro iuce nè rl "Alh·are né il ctudore. Quel'fozi•)ne da una parte non da T altra talora. trasmodanl•. ,j vuole ~pae 0 &rP c:upponendo glt altooli preparati di pilocarpina non rappre~"ontino le pi pina pPr(ell8rn.. ule pura, mn che conc::isl8no di qunotati riabili di pii •c.1rpina e di ieborina. Quando la reazioa. questo !l'l&tli<'aJnPOto è troppo violeuta cou vomito, ,.,.,..,.,..., dolore spac::modico lungo :lli ureterr) ;<Ono d pronta i boli di ghiaccio, il forte ceffo nero e, occorrendo, una zioM di morfina. Il Bock ha l'inunzialo a l usare la pma come diutoi'Piìro dra"lico nella irido-cicltte reu nvenùo osse1•vato che con una più mite diaroresi per \'18 c::nhcilato o clt•l benzoato di coda o dt un 10(110::0 calrfo di dr tiglio si ragpung, ugualmcnltl lo ~copo. Nel di~ tar co retina, la init>zlnui '<Otloculence di pilocarpinlt ~li hanno lilo complelllmc ule. mollo com1nendevole una ~oluzione rli piloc!lrpine l uno per centn iuslillata nel c:acco cc.ng111nLnale nel coma t. m allr·1 pro<·.. sc;i con aumenlo clelia pre""' ,ne. L'Fiulore COrtlli1Ciò ad appt·et.zere ryuesta propnetit, po ebbe a J ~~"e,•vnre che non rRramer le 111 e,erina usala tali ca ...i aumenta ;!li esi::;lerth renomenr infiammatori e r\uovr ne rHle~u•. Q1Je~lo \'aie non "nlo pel ~lauco ma
.e
ma auz.ituho rer 'luelli occhi nei quali, in conseguenzA
DI OCULbTICA
'"
... deror e o croniche quasi latPnli irido-comiùili pla<>tichA t' evvenuta la >~lcnosi ,!e~li emi~sari. e in con~eg"Uenza di quet!tB -.i è viluJ.Iplto uno .. talo ~leucomalogo, Occhi co..i .alati si sn che reagiscono ver.:o "timoli relntivamente piccoli in mod•l 1apidt · ,. vio ento; la dilatAzione dei vac::ì del lnUO anteriore del 'u\t~.a. proùotta daii'P~eriua favori~ce de· eilameutc h1 pur:otstenza de !fii ~tali intlammntor·r già esi!<!l•nti o ridestn uuovi pr·oceRsJ subaruti. A que ..to 1.\zionl' Rl'cnndar~a Jrr·iltwlu dP.Jia eserinA ollr~ùuisce l'tttrlore i poco huoui efl'etll da lui ottenuti ne!!e ulcel'e pr·ollre!:!>Ì\'e ÒPlla corn(la, DOnOt!lante che dai più reputati oculiRli rec::erina sia "Ulln c.ldamente raccomandata in fJIH'"I8 malattia. E~li cred1· che la que"ti cosi sia meglio N~or·r~r·t· di b•Jon'ora al rerro rnftn&e o olio spncralura alla Suuni!'c.h, o, all'occorr<>ma eom..._re ambedue. a:11.ichè P": lt>r temi"' CIJII ..ostanze media.mento,e. Il Bock ha usa lo l'cserina "OIO n~lle ulceri p~>rira. riehe dr~lla corrl!'a, •ruan•Jo •tU•·"le mina,.ciavano ÙJ rompt:'rsi ed U11no gi11 per[orate, per illtpPnirc o rìolurrP il prolusso dell'ir:\IP, ''" nlrnenu per diaruuuit·e, «vincolando lo ~nnler·a deliH l'lliJJIIa dalla rerita. la anenulA ~·rocicl••uzt\. E a '}t.Je~ltJ Il nesce P,ol tc10po A la pnzienza in mnlh <.'8"Ì. La que!'tione ...le "ro 11 pN!J»lrato d'cscrina ti& prererit•si ~e il solralo o il llhcilato c.j può ennsiderarc come complt•tamenle ri:-oluta; J'Qirhè honno nrnbedue eguale azione, ed nmbcdue col h•tnpo ferirutuo ~oluzroni più o meno .-oJorate in ro~c:o. ~enzn per·tlere per 4{Ue lo In loro auivitlt. Il Bock non porta l'alcaloitl(• nel <>acco rongiunlivsle !"Ollo altra ((H'IIIfl eh~ tll s.oluzioue fH:l(UOSa. L'unirlll ('011 la vnsr•lina come. ungtwnto o con la g-elaLina no11 r.rade rhe ablJiu •leuu vantagg'o La gela'ina ~~ '"'cioglie ~empre dif.ficilmeute • lentamente, rimane pt-r lungo l('mnn npJ "acco conC"iunti-..Je come C<lrpo .,.. lraneo, e r.o-.J prod;lce ~mpre irrita:uone. Per l~ rMilo olterabililil ùt•lla ~ugnu pordna. fu "6lutaln !_O~ grOJn la inl!·oduzion~ di nunvi eccipienti per pomatP, di --.le . o·r lulll. qnt>sli. unov1. gr&!<"l. !<ol1) la v .. .lunga c un ... ervaztOne. Queaselma grolla .. i è affermata nella ~ua po•izione domina n le. •IO è •l ~alo preparato, col •tuole ~i PQ""'O ra1·e a th.lan1.a 1 Je clre Ja va elina !Jianca si può facilmenll! rnescalare Cl)ll
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RlHSTA
allr1 gr11::;si n()n uld•fferenll e con que;;t1 é "llìto tPmpo fHI ...Itlcalll in comrni'r cio. Qualche eczema pebre prodotto~• ..solto rl trallamento delle mani p1ù c da nttr ibuìrt;i all'u ..o deliA vaselina 1mpura. Llt genuina po~~ll~de C<1mC hase de.z!j Unguenti per "Oio l'rnrrmvPnìentP. che nelle estati ralde !<J lll~ia !<eparare uno -.trolo oleo~o alla super ficie. non dinota r.he la VA:-I'Iina ~ia guasta; basta pr·1ma di a~itarla forternentt· c-on 1111 bastoncino di vetro, guento !lia di nuo\'o re<-o adatto per l'applicazione. Alla Janollna fu dato il vanto di penetrare ramr~• com .. "'"'""Un altro g11l,.,o nella pelle. Que"lo anr>~INIID.. lag.!;:'JO é nei rw:-lri ra~i peciali un incouveuiente; anche coi nwcho rwepamti unguenti con lanoliua Il pas,.;a è \'er·o, 11lpidomoule entro la peUe, ma 11 tw.~ruiNM talllco misto con e::o::so, ciel quale !<i vuole di fuor• senza poterlo con lo stropiccia mento fa r 1 lernameute. QueHLn si verll' ch1aramente nell'unguento proparalo con lA launlina. 1".: da coudsnnar!-li a!lfllol la h:111olina per trii ungut'nli dft occhi da mtr•ndursi nel con!liuulivaiE>, poichc vi r'roduce violenta iJTilnzione. Fortunatamenl•·, rliet• 11 d()ll. Bock. ~i e$l~>nd11 rl convincimento che le dher-c:e specie di DhllàrOitGe•nlllel 1denlicLe allo cord ~p.mdeu ti malattie della pelle e spe~so dipenclorw da lah dcrwato~i della facc•a. Che po;,~a -sempre Accellm·c 111 'l•Hlsli cast c.l.'oculio..lica il dt curA der diJrrnu~>loatc:l, ~~ capisce per lu vrc1 <:r.nziUntivu du~ 1\ tanto -.cn ... rbile, onde è inlerdcllo mezzi fort.. meule ir•·tlanti. E qui l'auttJre ri<:orda la con ll&ftolo e tolfo Cllr·itw usata con tanto buon l'acue ro~ar.l'a, 1110 clu• nell'acue I'Gsacel1 delle pal può e~l<ere applicata pe1oclu~ il "UO contatto con la ocutar• non ~olo pr·ovoca violento dolore. rnH ez1t11uun forte irrÌl8lÌ\liiO nel hulbo. Quiudi da gran tempO si lo più le:!gert' fiOmAta .;o) pr tlCtpitat.c> mer·curiCO da olten~<ono iu molli Clt"i •·ccelh>uli ri-.ullati. Nell'ecz•·rna rlello pnlpcbr·... P nella Lkfarilu che pHgua si heuuo buoui--«ìrn1 eifetli da uu U/lf1Ulmlo
DI OCULIS fiCA
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quest1 ullimi tempi dai dermatolo~t: a cido salicilico. i : Clllido d• zinoo da 1 lì 5; amido 5; va~elìna ~. D caldo unurlo é di,.entalo a poco a noco un rimedio dt eas non si può rare a meno in oculit:liC6. Senza contare il 11110 uw uelle malattie aella pelle e tlelle O!<S8 dei cont.orni 4Jell'occh1n, e ...cro e un eccellent~ Adiu'-'Anl» nel lrallamento della biP.norrHii del !'lacco lagrimalc coll'alrterJsmo, speciRlGitnte I'Jlltllldu questo, a cagiono d~l turgore della mucosa e della suu rigidezza, inconlr·a dclll• tliflleollù . Però le iudicuiom d('! caldo umido sul ~lobo ocularP. non !>Ì po::s...ouo ttabtlirc l'Oli prectsJOne. Solo la luuga e~perieuz.a e l'at&ell&a osservazione possono ,.;UJdar·c il mcJico nella retta ,·ia. Le uleeri della cornea con fooJo 1111 ido e tendenza a progre· diNI, ~<passo con l'uso delle c.alde applicaztoui si deter;:rono oo.t presto <IR fare me1-avigltn e CAI="IHlO li dolori. lo allri eeai anvece ht :-~uppurazione rapiJamenle aumenta. Il Bo,•k ,.,._.,Je che in Cftlesli ultimi caFii l'ulcPra sia lllf~t te&a d~t ruicroJ•gaoism i, i quali ~olln l'ìnl!uenza dell'aumrm1ato calure loeale rapidameutfl :-11 molliplicherebbero. Antichi m\orbhiRill('tJli della cornea che 8\'fl\'8110 liflilalo lutti i rimedi ~o cou l'u:ìO int~rno del c.aiOJ•e niutnto rlal massa!!~JO della cornPa poterono ..,ssere rupulawenle l'lSChiarati. Allora le cellule d1 nuova rormazione zià ridotlc allo stato di inerzia tono dal calore di nuovo eccitale, po.'w in moto e co:::i ro?3e •u~ allo a,crorbimento. Il llangue ver,ato,i nella camera anter10re, nel parenC!bima dd la COI'IIP8 O dd l'iride è Jtll ea lore fallo ~peeiallll~llle 1'11sllrH'hire. Ncll'irido-ciclllc, specie in •fuella di origme reullaUctt, ' maiaLi si lodano generallllento della sensazione che prova_nu clolle HJlplìcazionJ calde. Ugunlm~>~1lc nei Yiolenli do· lori dlpendenli da antico glaucorun. lu •tuei eas1 parùcolar11Sente nei quali la iriJtctomia non 'al so a calmare le ne~gre, il calore umido è ><pe,:so l'ultimo riru:tio, prtmu di ,.._re alln enud~azion('. Per afl"retltlre la "llppuraztone =::epauot\uhnile, n~ppure og~:i cooo!"cìamo un m.:zzo mt6 d~l calore uroido. In tulli •rue:-li ca--i la forllUI con cui a.ato rl calor·e umido è dlVtlJ'Sa. Pl!r lo piu basta l'appliGiaioM di . comprt-sse 111.zuppale nt!ll'ttt:.lua calda e accurati!-
i H
KlYb7A
tncnte rinnovate. ~1a "i può anc-he fAt-e una «pecle di calura ralda permanenle. coprendo l'occhio con umtd~t e soprupponendo,·i un eo~t.il foglio di gu <~1 li8sa con una fascia. Sicuro uiTelt(t dal f'rerldo ...ottn formo ùi imparN\ l'autore 110n \•iLle che nelle infiammazioni .ieci,am òella cClnl(inntiva (<'8U"ticazioni, blenorrea acuta e eziAndio n~>llo mns"e della lente mollo rij:!onf1e ~ia per ~ia per lo div~::,jon11 della C8 c:uJa a ~>copo di on,u·~~:r:•t: =io,·ani individui o per re~idut r1masll cJor o la l!" l una calerutiJI Rf'DIIe.
Il ma""fl~gio é ::tlfllo caldAmente reccomamlalo, que le <~peranze cl1e "Ì ~>rano t'lpo.><le in lui fo:;c:ero non bi"ogna nez&r~ che talot"8 nou ;;ia uu buon cura. Qut•><IA operazione l'i fA nP.I mi!!lior· modo 1 prima uel ecco c.on;riuntio.·ale un un,:l'uento quinda ~011 l~t pnlpebra '-u!)f!riol'e obha"sata à .... lrr...,.-1111 cornen m KÌJ'i appl'Oil~imallvatw·nle circolari. E i rìl"r·hiararl' gli o~tinat1 intorbidnmenti della cornee. nella sclerite !<e ne "'Ono ft\•uti buoni ra-.ult.all. ocr..hi nei quAli la tenc:ioue ò diminuita può riu~ Ire lo:- o. Fra i numeroc:i òi:-inretlanli, dopo molte prove, al ne ha tro\iali ebe pochi ch'J dJa11o rl'<llllati ~oc:l<lì:ltfll•ctll SUblimalO Orll'lte in sOluzioni Allungale di 1: 5000 '<0lo irrila In con~unliva, ma In piu o tt1inor grado il bulbo. Lavando il 'ecco conj.!iunthaiP. a,·anU zaone, con tali <~oluziom, cti vede anche dopo pocbi comparirn 11118 inieriono:. cilitu·P. eli mf'daa intensalil. ft>nico, anche in l"oluzioni deb•Jii, azi<>re "<favore,rol:IIH!IOfll! l'epiv•lio dPI!a cornea, '!'iech8 tJU&!>la "embra .l 'l\nl'il'tli.llll ..ioni. L'fiCHlo horico è generolmt·nle ben pof'O a tore lo ~;~clopèt'8 Mio IJUaucio una affezione intl bulbo che r1rhiede urta medic-alurn ~ in pari tempo eal.tl c.on una malaltin abbondantemente «ecen.ente g1unth·a. Alloa•a l'azi!lne l~>ggcrrnentP S~"lrmgente e di,iufelltlllle ùelracido borico (: ••n aiuto molto Il 10doforrnio non .: "lai.Q oduperalo dall'autore
Dl OCVLISIICA
M polvP.re. E'-sO c c~>rlo mollo proficuo nellA blenorrea del
.-co lagrimate. In ttuallro anni Pl:!'li ha curato un !!l'nn nu· •ro di qne::,li malnt• con 11 iodoform1o. Muovendo dalla idell llonea certamente giusta che lR polvere ùi iodorormio dove .-ere tonto piu 1\lliva quanto più òirettamenta \lene o contlllo con la muco~a malata del sacco laR"r:m~lc.>, egli pensò di mwftlarP la poiVt·re d1 iodoformio nf.'l c:a.··~o lagrimRie meciJinte u11 tubo che C'On la RUfl cannuln era intro•lotto nel concloUI'l lagrimale inf~'rlort- prrcr.:dentem··ute .. paccato. r-»erò !'li n!e ehe per la J•istrettena tiPi carutli 11 lulliciuo rimanevn msombrato dal io.loformio, tluanLunquell più crotlilmentP polYerizzato. cosicche ~~ riu<~ci va ati in~umaroe solo una pu•collltRma quantHé. Quindi dh·i ....l'l di me~··· •lar~" il iodorormio con parti P-gllnli di un'nltra polvere fìni~,..ima "' indill'e1·ento, con le mal:!ne"ia U!!la. Benché per la verità si .JPbba riconMcere dle alcuni ca~i antichi O'"ltnllli con abbondante secrezione pllruleniJ!. non o--tllnte Il mec-1·· ·cnn tolta cura ::li tal genere, l'hnanfl'ono qua!!!i t>Mza alcuna modificazione, nel maggior lNIDero dei casi V'rò é mollo c;od•hl'racente. La lungags;ine di queQto melocln consialic'l l'autore ~ far • ti~i confronti nelle lltl!@<~e malattie -.pargenclo nel condotto lagrimate inferiore la polve,·e 1l1 io,ioformio l'Oli un pennello. Anche CO!<\ c:i ottengono ugualmenl•' buoni effetti. e f!UP<:lo li ~ptega perch • Jn c•lrrente delle la~rime trascina le particelle di iodCII'ormio nel <:acco lagrimale. Gìt~ dopo pochi «iomi la "err~>zione non é più tsuto abbondante e pu•·ulenla, • ha un carattere p1ù mucoc:o ~ "••mbra a,·ere perduto una Kbn perle della sna qualità mrcttiva ~nn o,.t.Ante le molte tffe~tnai!ioni in COIItrario, ~poco crPdib1Ie che quando \'i è ~le ~ delle ,;a la~rimalì po~"a rarsi a meno del cateteri--m~: -~hé @o!(, Cl'lll lA dilatazione dt?i punti 1 j .. trelli si può imP'dire 11 ri"tagnn della ..,.erezione. llolto pre!!'evole «i dimo«tra il ioùoformio. como rimedio lofiale, nelle ulcere c:ifilitic ... •· r elle tzomme ulcet·ate del marRine ~lpebrAio•. Buoni efl'"ltl pure proùu~·c IH:i proc~1<si pu~enlt pro~rec;-..hi clelia ornea t!i natura t= .. ltica. In tullP. In rerH~> consefZU~l!li a,J operaz1om !'ul bulbo; 11 iodoformio polvere t.< un l'imeJio pre»sor.ho .::icuro contro le influenze
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Rl\ ISlA
~; ... tt,che qua11do cc;bte in pari l~wpo la
lagruuale (l la ozona. Quasi n~ssun vantaggio il
tlal it>dofOI'IIliO nell~ m11lattje del111 ~ongiunlh&. c-on e...,;o f"'g..:i orarono: ed lta inollre falla l' che l~ c-ongiuntive lrall.8te con lo iodofol'mio non traltamenlo co n le soluzioni d1 nill'al.<> d't~rgenlo eh }Jer avvenlu1·a cs~ere reclamato più tardi. Sulu i malati dichiararono che i loro tlistul'bi ;;ubiettm nwti. Si tratlavn in qnesli C8!'-Ì di per~one che per affaticamento della ,.i..,t.n, rarticolarmente alla luce cominCIO\ ano a pl'C.Yare dic;tul·bi agli occhi che 'ano e--sere precitofHnenle definiti, e nei qu&ll, z1one di un JezgieJ o arrossa111ento JHI}& congiu l'l ri~cunlrn \'li uhi··lli vnmeut@.: la secrezionl3 della ti,·a non era aurneut&ta. La m.t~lor parte (li queali ertHH• ~tudcuti d1 tJtedJcitta. L!l quantità di · verato era minima. Alcuni t.!i lo1·o rero alcune ot·e Rpet'"ione r•·ovaruno 11011 lie,·A fotoruLia. Come il correllivo ,.i é dimo~Lrata la cumarina. Pe(•ò questa tanto \'Oialtle ba. lo ad O~' ·uJtar·e solo per ·rualcbe In spiacevole odo1•e perH·lranl~ del iodofol'mh Perciò chirur~1 racomarural.o l'iodolo cùm.., equl\aleot~ del formio pr1vo ùi o•lor·e. Ma es:-•• non ~ as-'<olulameule ral•J dalla Mn!!'iurrti\·a. SenZR gro,·ar.,. desta, poco sua opplrcazioue. una rorl.., irritazione. Uei di"infeltanlr •tucH(J che il Bock ha Lro,·ato dt tuir;liot·e è una , oluzwue di ipe rman:;an11lo potas r11mentc 1111 gran «eJ'\'17.ÌO, e!!li dice, che rd--e lo all'ocult,llca quamlo mtrodusse questo 1 i medio neUa Mernwrea ACUa ~ della blt:norrea dei neouali. ~el in .,,,...,In m ·lo i r·e-.ultJJlr furonv ollremi~ura l't) l St•ln lo SHI\\ A!!' hA n"lla "ua pubbli.!aziont:(<'lll!Jena. -'fedic. Zell'(''fl, 18,2, '\, 15 e seg.) in Jicstr, errcme~&nM!! "'olu~ione del :~ •;.. la soluz,on~ usata fu sempre (!Ol'Lione di O,fJ;, - 11,10 "'/ ... g 1111 l'allo pur lroppr) uoto a tutti glì oculisti cnc coma clw ahbu1 qualche complicuzione "P~""'o melle
DI OClil.l!'TIC.\
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tutta l'Arte •iel medico ed unche le ~ua p~v.ienzR e quella malato. Forse in nessuu'altJ•a maiRltia d~J!Ii o,.chi il meeleo ba biso~no di tanta ecperìenza quanto nel lracoma. La ~:11M11pll<caz:ior1c con forte irritazione sia che abbia per cauo;;a . . aemplkc cheratite ~uperficiale o un'ulcera della cornea, può in generale padroneggiare. combinant!o il trattamento due proce«si, cioè Loccandn con la l"Oiu;z:ìone all'l o 2 •;,, aitratod'argenlo ll"pE-llando rl di .. tacco dell'escare che è comin una rnezz'ora, e tJUindi dopo avere inctillalo l'atropina, .•tPii•e&rldo unA ra .. cialura. Più ,jjfficili a curnre~ono quei C8l"Ì .......u . ... la congiunll\'8 ha già delle cicatricr più o meno C8te:s•:, e la 1r r1t.nzione dell'occhio con Cnrte fotofobia non act..:euna uth-•nu,,.... f tocram•·nl• con la ~oluzione di nrlrato d'argento o 18 pietra turchina non hanno qui a lcun efl'~>lto, poiché v'è I'{Ui da to····are, le !!rAuulazioui o almeno i recenti tecnmuli di Ct>llulP. t'IJtondt: mancano completo.tuenlc, eù auche ~rez onc é eome io lultt i proce:>~i a!<"ociati ad irr1tazione Per lo pitì allora falliscono anche gli ordinari ril'atropina. ecc. rn ·JUest ··asi di P"l'&li <'he La)\"c>lta de..--..... giilll principio della xeJ'O~i ù~lla eornea, l'autore ha molte voa ..... con buou rbullalo. l'oleuloto di iodosecowlo la furruoln tli Lnncie.. Le..,~: iodoformio l, acido :l'llli9 CC:I-\'!l!>... l a aa 20, o arwhe m,.glio, tlacchè tfUel"lO uu~ucnlo lroppn sciolto: iodoformio t, acido oleico 20. \'8l"eliua b. per rarue unguento ottalmico molle. Que$lO un!.!uento intrv luce nrl "liCeo con,.,.iuntivale che !lÌ ~offrcgs l~g,.,.er~~
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Quen,Jo est"le in pari tempo un forte in~urallìlC intor bidalÌIIIto della comea é ~tato raccomandato come tulli ~anno, :oe"to CQI\ la mar•cia dèlla blenorrea d;ì neonati. li Bock a doperato que~lo meLzo : , ·d1e volle ma con buon rel'ul~ N~n co.;;i f'Ol jequirily. Nt~i pochi casi che l'usò, l'etft>llo eettivo o tJilasi nullo. E poi questo mo·IO dt cura irwlutle llrapre un gt·ave peric<•lo per la cornea. M1gliori J't!òullali oll'oD Io 'Jllei ca st. c l •e. ~eeondo l a proposta dello SteJlwag, f u0 tra~lati con l'uso energico dello· ap1lu~azioni calde. Si In 'IU6l:ilo modo un fode movimento int,•ruo nel soe compatto le"l:iUlù di cicatrice della congiuntiva. Già
i l~
RIVISTA 01 Ot;ULI:.TICA
dopo Jue o lr~ giorni aumenta ti gonfiore de li • ~erezione tiivE~nta più abboudanle, il t~>~suto rli suceuleuto. Se SI tooc8 con la «olutione di nilr«$10 tessuto co~\ smosso l:!i ottteno lt~lora una cond1zioue cenle.
RIVISTA DI TERAPEUTICA Terapia dell'ileo-tifo. - Pror. von ZIE'ISSE"'. dieini!!Ch·cldf'urgìsclle Hundschau, ap1·ile ti:ISS). La diminuzione della mOl'laJit.& nell'aleo- tJfo vuoi i sima parte a,.cr·iver~> ai progi'~Sf>i terapeutici. ··ne compiult m que~ta malattia negli ultiuu tempi. La cenle ed autorevole parola sull'enunziuto tema ò
dall'tn!<ignc elmi(' J di ~lonaco, eJ ha per O.!Dl medico una CO!'l e&J•ilale importanza, che f1·aoca la spe a da verne il riRs~unto per intero dal cillltO pl'riodJCO Non é lo cura con l'acqua fredda ;.olt.anlo, rna la idriatica. :nte::a nel più ampio ,..i:zniticalo della parola, che, in assoctazicme ad una m1~110re igiene g,...n,~rale tifoso, ha faLlo ragftiungere i più favorevoli risullali: inùafferenle od a,.peltati\·a è nP. tifo addominal>' sussistente, «'. sia perme;;:~o dirè anche, pillltosto 11 regime dietetico, che st prescri\'e di rigore a di f.-bbre l1foide, non formo da "010, la bo:>e del curaliv(\, ma Ya d1 pari ra.:: ... n con l'ac:.~i:stcuza, la lA de~enzo m letto, ltt ventilazione, ed il buon "" forze corporee, El ddl'atlivitA P"icbico ed intelle Nell'a:-"umere la cura del malato, il prtmo còtnpito dico ri~uarda la ::;celta dellu camera tla letto c di una pe~ons incaricala dell' as<>ic:.tenza. dalla quale nc.u ........ sere t:-!"Ciu~• 1 parenti, a moth o del pericolo, mente audr~bbero incontro. ~ della campa tec:iPtiZIC)Dtl·~
RJVlST.\ DI TEflAPEUJICA
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,.rso te sofferenze ddl'inft~rmo, la cui cut·a sarebbe resa • llllclle. Ckcorru fiOi, in modo specialLsimo. provveder~! alta . . .tore veutil~ziont:: con tempo milu si terrà 8ptlrta1 notte • ,;orno, una finestra che pre~enti opportune posizione, ~ho se :;Ila in alto), uella l~ m era del malato od anche n~:~Ua .f108Sima: d'in,·erno dovn\ aprjrsi ampiamente, per ltJ meno 4le o quattro voll1; al gìol'no, in gUI!IR da permettere il com· pleto rinnovamento dell'aria. È inollr~ da ruccomandarsi che • 1enuto ~mpre pronto un !ello ùì ricambio, jler rendere fOUibile, senza alcuna d.ifficolLlj, 11 trasferimento in esso delr~ifoso. qualora l'allro letto ùa lui occupato richiedesse 1ID aolleeilo rinnOiiamento della biaurheria. A preH\nire le pta~the di decub1to '' mdtspensabile un letto ..t UTI cu~dno ad acqua 8t<llllamtlnle r·iempito, oltre alla pl'lleica gtornaliera delle lozioui .spiritose. applic.nle diverf'le volte 118Jie recloni piu oggetl~. 111 particolsr modo ai lati d"l ;;aero. Ogni erbitnmo movtmento cx>l'poreo, come sarobbe !Jnello di ;.sa.rt~ da un !ello ìu altro o di andare alla ::~eggetta. è ~e ...,..mente proiuito: pt-rocché non c::iono rart quei casi, ~gna Wnen\e nt:Jiu :;!adio avanz11to d~Ua Ulalallia. rH~i quali per ..._ subit.anea ltZtone mu<~<~olartl esagerala, ad esempiu, per porsi a ~edere in mezzo alletto, il ~uore si pat•alizza l'aumentata pre.'-c::Jona sanguigna e .-:-i avvera la mor~ . Anche le emboli~ dello arlerie polmonart, per trasporto IIUtoctono di peu.etti dìstacl~tisi da lrombi -car.H~tci, si oti~i llano ella "le<>:;a tnaniera. Non rueuo pericolosi per l'inLestino 1illcerato "'Ono da ultimo gli ste.<~,..j ,.forzi muscolari, come q11elli che potrehbero, a mot1vo dell'accresctula pressione intr.ddorninale, duLel'wiuare la rottut·a di qUHiche punto a~<sOl· tiglialo dal proce.«~o infetlivo ulccrenle delli.ileo. con t.ulte le hlt eonsegucm.e che uP deri,·ano. Passando all'ulimeulazìone dell'am111alalo di tifo, il prof. 'YOn Z•em!ltscn i riporta alt~:~ rtcerche dJ Bauer e KOn:<Ue e
411 H6sslin, l ·jllllÌI in-..e\.!08l'ODO che, per r mtrodUZIOrte dei
COtpi liquiJi albuminosi u tlell'alcolP., la fe!JiJre non @Ubisoo
:gg•ore eJ...vaz.roue, ""che, ad onla di essa, gli alimenti azol'albven.gono rtus,-orbill e lhmuauiscvno lo combuslione del·
ununa organtca. l gra~~i ,ono da escludersi. perché in-
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IUVISTA
digesti; H latte, per l'oppo.;to, e gl'idrati d• carhoruo cilmente pre~i e b••n tollerati dai febbricitanti. in vbta dello <~lalo uP.IJ'1leo, dC\''eJ<sere liquiolo, e meùPc:ima rom1a gl'id .m ti •ii earhonio po~!<ono mìni<~lrarsi, co!<i ber1e nella minestra che "ien resa mueil&!tginn<~a, coml! n~lla be,anda, che si vuò con fina avena od o1·.w. Con l'aggiunta di zucchero, o vino si pu6 vnrìar'm' diversamente il guC~lO. Anche i br·oi11 ili ('arne, che non debbono contenere particella ...oJida, pos..•mo ricevere l'addizione, ollre o;ostauze amidacee, onche eli tuorlo d'uovo, eli .,,.,.,-.., :;ugo dr carne. Il !alle <>arebbe nel tifo addominale da preferirsi, ma non •· ne può dare in troppo gra liLè, c:e lo c:tomaco 11011 lo ~<opporta: in generale nou perrnelle di prenderne più di mezzo lilro ueile E~li raccomanda, come alimento albuminoso, ed tn fatto specJolc, il succ·o ùi Cl'lrne spPemuto di per rappo1·Lo alla digestioue, é particolaJ·mente o.la alle uova, e via diconclo. De~~o vien pl'eparatn, se<~GCIIII fe('er•o pr·oposta vou Voil P Bauer, con carne rrc~ca mercé una pre~sa tt mano rli Reulaux_ Il succo appena mulo e~sendu, d'ordinario, di reazione gia debolmente de\ ·..,~"er me<>~o :luhrt•l in ghiaccio, e po>rciò pr~parato o;rnr 2i oro. St>mpre ~econdo gli "lesqj Vo.h e Bauer. "'""'"""''IHIHI il 6 p. 100 di albumina, !"o' ne possono somministrare 150-200 g.-arnrni in 2t ore (corrispondenti perciò ad uo sum<, rli albumina eli 9·l2 grammi), parte com... cucchiai da zuppa, e parte aggiunto alla mine!'Lf·a (2 per ogni taaa), la quale non deve esc:er calla al del 58• C., per·c.hé allrimeuli l'albumina mu,.colare del di carne si congulo: JleJ•eiò, pr1ma che lo «i oggiu corre che Il brodo, e molto caldo. SJa ratfreddalo. "e in tue.c:t.o ,j è mr.c;«o anche nn po' Ji estrallo th l'infermo nnerlt> pure un le:!giero sapore ,Jj sangue 't!mpre dato dal "ttcco, ma non è inLoUerabile. Pe1 quali cu;mi alimento ''ien rig-Ptt.ato per vomito Il dolL
DI TF.RAPEUTJCA
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..w prep~~ra un f<UCCO di carne congelolo, che viene a~~ai 11ene ritenuto. Ziems~n dii Ja prefert>nza al succo ùi carne per la più •cile digeribilità che oft're, riqpelto all'albumina delle uova di R&lliuA ed ai tuorli, e per la circo!'!tanza rhe nnrermo lo prende di buou grado in grandi quanlilll per intere settimane eenr.a che gli produca d1sturbi di~eslivi disaggradevoli, quali eono il ri~?urgito, il sen..;o (h p~>.so nllo l"lomaco, la llalulenza, ecc.• generali dalle uovA, le quali, clopo 4ualche @:iorno non aon•' più bene accette. l preparati di peptone e la solazlonf! di came Ro~enlbal-Leub.:> ~ono rrpudiati dal malato per il loro "-apore disgustoso. pe1· cui nemmeno ~e ne può protrarre a lungo l'u!'u. Dell'e,.. tratto di carne, che ~li mola piacevolm>'nte il ~iRl~ma nervoso, Ri può dare soltanto IUUI piccola quantità (unA punta di coHello per ogni tazul Ji brodo), acciò il gul:'lo del ~otrerenlo non n•' l'e:<li perturbato. L'ag!l'lllnta di un rosso d'uovo al brodo pro,·ocanrlo facilmenl•·, come dianzi si ,> accennalo, nausea e perfin vomito m CJUBlclw caso, non è il mezzo m1gliot'P. perchè l'ileo-tifoso ne de!iùeri la t'tpelizione. lnw~cc conviene meglio umre 11 tuorlo al oo!!nac sotto In torma della co c:i detta miscela òt Slokes (brand!J-e!Jg-mizturc), la quale risulta di: tuorli d'uova,'\ 2,cognac ~rammi50, ucqua eli menta !!Tammt 120 e --riroppo :,emplice grammi ::n, cd ~ aggredita ben volentieri per il suo piacevole sspore. Ziem~scn da anch.-, fln dal principio tl~lll\ malattia, meZt.o litro di '·mo bianco o rosl:-o, leggiero t• libet•o da acidi. Nelle eopio!lf\ diarree e nel mt>leorismo il vino ro!'so, dato freddo, Don agtsce favorevolmente: riesce però salutare sotto forma di viuo ca'tlo ( •!t. di litro, fatto bollire con chiodi di garofani, ZU~hero e cannella). Parimenti egli somminislra lhè con rhum, 0 del buon cognac con cui può preparar"'i un yrog: ,·olenùo!!i oltracetò "ervire dello :;tesso cognac come rimedio, si può dare un cucchiaio ùa zuppa. o!!ni due ore. ùclla ~u1detLa millw-a dello Slokes. L'illustre profe~5ore si avvale. Pf''" l'ali:;nl.ulouc dell'amm_alalo di febb~e lifo~dea, dei pre_pa~\J col: eli en,, otto forma d1 oltìma gelattna, r1cavata da ptedi freqch ; VItello con vmo b1anco.
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Il! VISTA.
La quantità degh ah menti da ultimo, como pure molanti chi! ad e>~Ri si uniscono, é ec:::sem:i~tlmonw dalla inteositit. del !'aso rnorbo!'o; è però la con~i ogni caso, Hncbe Je1 più leg~,rterì, abbtaSI, in priuctpio latlJa, a ronc;JJerarc come ~ possa dtventar ~ra ve condu o terza setltmana. Nei casi grav1 con'"iene somminislr8re l'alimento ore, nell'mlP.rvallo fra la h~vanr!a ed il me•ltcttmeuto: a que':!t.a $(Uisa sì rtec;cn ad introdurr e la non qcarsa ùeglt aluneulì liqu1di, eri tn pari tempo 8 regolame mente il successivo altaruarst. Si intende eia sé r.he tazionc abhia 8 conlinuar~i co!'li bene di g10rno come di per ò nl't CS!'li legtceri è 11 sonno che ne regola l sommini<:lrazio ne. Di rimo..:dii attinu alla fnrtnacia lo Zaem:::-~en ... j serve meute nelle speciali int!H•..azioni: l'unico m~r!iemale cw allr1buird una certa a..:1onP l:ipecifica lo il calomelono, sia dalo per via interna a tempo, cioé entro i primi gJOl'lli di malalt1a alla dr,sc di jlrammt 0,50 111 Ire volte, due ore; ~o n~ ottiene una !'l'de di deiez1oni ahme, verJe-mu,.cn. ed un con-.lderevole abba<=~amculo della pera tur-a. che spe:,.""u Òl'-'.:en le alla normale c pul'l fin l:! ore: oltre alla quale az1one primati& il calon:aeJJUIC !'<piega un"allra, da tt>ner... i anror p1u m conto, ed (• la derazione cl~ll'intenstlé nel processo infettivo della Di tua~;t.,rtot·e imporlauza è l'u:so dt>1 bagni, ma per mina rne l'inrlicazione 111 modo, Il piu che sia pos ..ibile, curo, dovrà prima con~ul tar« l il tracciato gral!co deJia peratura, presa O!mi due o!'>! nel reUo, bastando a l ogni mi"'tll"&. due o lre minuli. Ziem~~en comincia in cip1o con bagru liep1d1 .11 30-27 C., della du rata d1 un d'ora, agitando conliouameutA l'acqua, e !~H il malslo e lutto immerso. versandone nelle parli :-uperwrr del rimaste allo !'!Coperto. Quanto piu alla é la f••bbre, più ~av1 ~ono i sintomi cerebrali e ptu cleboli le forze scolari. tanto più rreddo deve eRser dato il bar.rno, ma sl da abba~;flarne il grado al disotto di 17 t:.: l'acqua poi rinnnvars1 ogni :H or e.
Dl fEKA.PEUTlCA
7~3
In molti ca"l durante tulto il decor :>o della malattiA, qi
prescr1ve ~ollanlo il bagno Uepi.io (mai al disotto det 2~ C.), anertendo per,) clte la tempet·atura di esso :;ia al principio dJ 31- :JO C., e cbo la si abbassi graùalamente, mentr·e il maIalO vt J.(ia-;e deult·o, fino a 25-2~ C., mercé l'ag,riunta di acqua fredda veNn\8 ai ptedi e rim ..scola\8 uniturmemenle. Questi bagni generali, raffrclldali poco aJla volLa eù tnLrodol&ì nella pratica dall'tlluslre pr oCe!t!tore, sono da raccomandaMit 10 i:;.pecial modo nei sog~elti nervo~i. delicati, perché arrecano un benessere subbieLtivo più ~radevole che i ba!lni fr·eddt, e. a differenza di questi, pos&ono prolrarqi piu a lungo (20-30 minuti); m nna parola si olliene pet• essi quella effiCAcia, che appunto dal bagno si aspel\8. Pet• ~li rudividui g•o,·ani e r·obusli, f;O!!illàtti bagni non lro"ano la loro indica~tone; sicché conviene vartat·n~ il g rado di temperatura so>c• mdo la costituzione del mAlat.o e lo ,.tadio dell'ileotiro. Si può ~labilire, come regola generale, la se~.:uenlo proposizione: ua una parte, quanto più recente é ti caso, più elevaLa la ftJbbt·.,, più robusta la costituzione, tanto p1ù si l'lfrredd• l'ocqua; e .teU'altra. se il cuso è !Z'ia a ~tadto •nol&rato. la tempra 4iebole, atfello il ..,~tema nervo!o, cattivo il polso, sin in proponione più caldo il bagno. l .~tnlomi di adinamia non debbono trattenere il pratico in alcun modo dal P•·e,..·rlvere i bugni; sollRnto é da avvertrre ~h& :;leno prellli cal<li (32 C.). 11 numero .ti essi s1 porti in media a :3-4 nelle 2i or•• alcune volle sono sufllc1enti uno o due bat:tni lal'altra ne oc.::ort-ono 6-8. Lo. dul'tlLa di ogni b &I(IIO Jev:es: sere riA un rtuar to a mezz'ot·u, al massimo. Il getto d'a cqua fredda sul c111po dl>ll'infermo IJ•ova la sua indica.ztone 8òlo "Ì de~idera provo 81'~ una utolto eoergtca azJOne ri88Sa sul lli~tt.Hilll nervoso, ati esemp10, nel coma profondo, nello :~Lupot•u gen~>rale nella relat.iva ineffica cia dei bagni freddi qte :-1. Si meL~ a giacere il malato in una vasca Yu~ta, gh " l versano a larp;o gello sul capo una o due "ec· ctue d'aequH fredda da un'altezza non superiore al mezzo lllelro; itn•nooialameme pr ima e dopo d'ogni abluZIOne gli :dA del vino, e ~opraggiungenùo forli brhidi. lhè con rhum C(Uanto caldo. Pat·imentl agli infermi gravi, ed in ispt!Cte a
rndo
RIVISTA
quelli che presenlauo d~>bolezza cardiaca è da som prima e dopo ogni be$!'110 rr eddo, del 'ino. del lhé ~ne~. ~cc.
Tutti s.!li altr1 meni iriroterapici, vantati a ba~roo 1-\'enerale ed a getto, quali sarebbero gl' fredrlo-urnidi, i rom~nli ~uJraddt•me e sul petto, le con aC!JUB fredda e cosi di seauito, tutti inc:ierue non altr·o Yolore chP quello di provocare nel maiolo un romenro rapido, ma pac:sa!:!giero, mel'ltre non qua-.i ne,....uno influenza r-ulla lemperalw·a dPI sulle funzioni 11en•o"e. L~> remisc:ioni spontanee porgono il !o'egnaltl che i hagni debbono esc:ere di numero eù aumenl8ti uel :!rado di l~mperatura, rloli sollanlo nel pornl.!riggio, specialmente ,.,.~o ~era principio della nolli'. Lal'Ciando da pnrlt\ la discu:>"ione che Ziern!t~en, minore minuzio!<a ospoSJZIOilP, fa sull'uso d·li m antipiretici, ci limillnmu t1 riferire rruel cho tli piu tante eg-li stabilisce nella rura di alcuni sintomi i E dapprima i rcuomenì mflrbosi che insorgono nt!l ovemai sieno t.li gratlo lr>g~icro, r·ichiedono l'applicazione ve"cicA òi ghiu~cio, che però da taluni indl\'ltlui noo ]Prata, nemmeno per breve durala: pei sintomi graYi invect>, c:ono indi~pen~abilì i ba;ni. Cre Idi o ~econda delle regole "'uinclicnle, ed evenlualm!o!nle con d'acqua freddo ul capo. l.'m<>onnio e la per<>i!'!lente teuR "Ono beni!'!'Jtno l'ùmbattuti, mercé una in1e2:101~ dermica di mor·fina. La ter11ltmza alla ùebolezza cardraca l'u!lo prontissimo degli cccilanli, vale a dire del vino di paune, del co.znac, o rn~gho ancora della canfvra lima per via ~olloculanea, solto rorm& di ohn can 2 a 5 iniez1onr). Le RbhorJdanti diarree sj gionno de1 cli·-teri amic.luli ed oppiati (~ ~oece di tintura c:emphce), e le Pmor1-agie Jnte"tinali, della vescil'.a di a oplicala ~ull'adrlorn.,, ed Anche dei clisteri d'acqua r.iala che 81JI9cono bene per virtù riflessa: de;xli ahment• !'Orh per più ~iorni completanten te e si penserà u1! l.lSlingucro la sete con pillole di ahJaCICIIIi
DI TER \I'IWTICA eaaerorutg~e che -.:i verificano uel pedodo protratto dell'ileotifo (4'·G' settimana) sono, "ottv il punto di vista pro~rno slico, molto più gravi di quello che hanno luogo per Il distacco dell'e~rara (2"-3' 5ellimann), po.weh6 in quel periodo il ritardo della ~uarigione delle ulceri inle~linali riconosce per cau"'a nn cer·lo slalo morboso, analogo allo scorbulico, nei margim di e~<se; d'onde le infrenahili perdìle di sangue. La pt'B!:'enle compendiosa rafì~:<egna dal lavoro dello Zietns· 11en "ullo let·apia del tito aùdomlualo assumerebbe troppo '\'liSto pt'Oporzioni, se si ''Oie:,se 111 os~n comprendere quanto ~lro l'iu ...igne J\. hs. seritlo iutut'fl(• alla profìla:;;.i dells malattm, alltt cura delle ~ue pìu impor-tanti complicazioni, alla s r\eglianta det conval<!qcenli e della loro alimentaziOne, ed mtlnc ti l traU.arnento curativo delle r ~cidive. Per concludere con un voto, è da augurarsi che ogn1 medico abbia a prendere tlll~'rO conoscenza ùel conleuulo del lavoro citalo, cd a mctt•we in pral!ca la ler·apia t•uzioual~ udls malaUìa anzr detl11. G. P.
Hl\l, T.\ DI TOSSICOLOGL\ 1: MErH(INA LEGAU: -~~--
llo4Uloaztone al pr ooeaso della l avatura dell'org&D!IImo DegU avvelenamen1i a outl. - Comumcazione preventiva d,..l dott. C. SANQUJRJco. - (Grt.ut:ttti rl6ffli Ospedali, 28 ruarzo 1888). 111 un l1" or·o pubblicato lo :-cor-~n tllflltl (.A. rch. Se. mcd. ,
1. Xl) oprn l'ar~om..:nlo della lavatura rlell'organismo l'aulore 1 n "Ìà dimostralo speriment.almente che si po::;~no "'al· • • Y8t'e l a · lllOla 1l 8\'\•elenali con rorli quanltlà jj det.er·mmate lasl!lnze veu~>ficbe, iacendo uso ili ini~zioni venose dJ acqua sa ala; C'O! qualè mez..zo aUt\lllldO"-Ì lu ~ecr~zioni naturali !'t pr~~oea una pr·oota eliminazione utJi veleni. 1111 flut·tanza pralica di questo processo sarebbe menomata "
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RI\'JST.\ DI TOSS!COI.OGIA E MEDlCl.l'iA LEGAl.l
dalla sua applicAhili tA !,O)o entro certi hmiti di 111 ra"velenamento, e dalla ~:.~a in~fficacia contro C<'rte (curarina. morfina, ecc.). Ma l'autore pensò che a convenienti «i rimcdierebb<• associando all'Acqua "OStanze che '-\iluppmo uno spiccato antagontl'DlO tiro con quelle che luwno provocato l'&v\·~lena e~Pmpio: stricnina contro la curarina, paralderdA e contro le strirnina, ecc. Dalle e~pe1•i enze falle in proposito pare che ques ta possa f'sr<ere '·anlA~~ìo!:amente tradotta in Alto: non però finora se ~ia indifferente unire la !"OStanza ~.. -..,.~ alla soluzione ~odica che si inietta nelle vene, oppure prefE-rJbil~ farla per\'enire nell'orgamsmo per altre ~
RinSTA DI TECNICA E S~RYJllO MWILU ~fiL -----..,.........~,..._
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Amauroli ed ambliopia moaooulare. - (Arclu'ru di decine e Phar",aeie militazres, aprile 1888). Il dott. Michaud, medico magf=ior~ di J• cla'-se francese. propone un mf'zzo per la diagnosi de!Ja dell'ambliopia e dt!ll'arnAurosi monoculare. Ricorda ,!!ili numerosi proceolimenti indicati allo scopo, e nola r·he pcllo ~les::o l•lro numero allestano non que~tione cosi fAri lP. a ri!':oh·ersi. La sua proposta non 6 una modilìca1.ione, una nuova maniera di applicazione, 8SJ11Wimento già noto, o daremo prù esattamente d'u n già principio ...... :\111 ehe mer ita d·e.,sere apJ1rez1.alo, é sere utilmente apphcato. Il ros<>o !;U fondo bianco non é più distinguibile da un armato d'un \'elro rOQ"'O... Se aduque sono ,j!'<ti, l'oc<'bio SAno d'un \'l'tro ro~so, dei caratteri tr·AcCJali in !'lu fondo bianco è <'!'l'lO che lo sono coll'occhso nro~tesu·. !t> ILO!> O.
RJVIST.\ DT TF.C\1CA ~: S!':RVI7.10 IIF.DICO JriLITARE
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Puc) l'er:anunat.o rerò f>!Z<:ere con~cio del fenomeno e perciò poveré r1correre a delle letlt're tracc&al~ in ner·o e ros5o o poliei'Ormcbe, le •r.Jali pella ~ottrcuione ùei tralti I"O"SÌ diano altro JeUere, elle rindi~iduo le!Z!leré permettendo co~1 di srnal'cherare la rrcode. Per o>!'1empin: un E tracciato con adatti tratti m nero cd in ros~o •livenlerè un l, un L. un F, ecc. ece. C0n lPllere cnc:i tracciate ~i potranno compnrro delle parole, dei molh rhe olaranno Altre par•ole, allri motti. Si potrà complir.are la bi~ogna U!"ando lettere policrorniche; ptH·ò in tal caso ~i avrà CUI'Q oli escludere Il JrÌ8JlO, pl"rdté mAle ofi>-linto 8•111118 cert.s di~l.anza, ed il vetro ro"SO lo ro1nd~ o pO<'O o nulla dì~ ti n· gwbrle. S1 po\rà anche a :::copo di r·iscontro armare &JII'h" l'occhio utalab.J d'un ,.el1'0 vo>rJe. per rendere c<•lle lellerP pn· lkromiche d1fficile la . ti~linzione dei r.olnrJ. ~er\'a che non basta al medico milttm·e di poter a.fferMm'P. elle famaurorico, o f amlJliopico nn n .<rono tali. ~~~P l'i·
e
mutano: ma nece.,sita poter rlù·e .<u: tacuitù C'isira é al grado regolamentare o no. A tnl•· neee~sità ~i sopperisce però r.nl tiare a.ì caratlPri le l'lehi...ste dimensioni in rapporto col vi~uc; richiesto p•·r l'idcJuPilà. TutLO 11 materiale nece-..,..ario sì ridurrehhe a due ''elri: l'uno I'Ot!"0 • ''er,le l'ahro. ed a pnche ta'·olelte pe1 caratteri. l vetri 'fOI:hono f'"l!'ere o colo1·aziooe inlPn!"ll (cupa) e cioè della qua· lita t!( ll.u semi-doppi. Pei cat-alleri si pO!""Ono egre!'!iamen~ lr&CCÌOtC "Il carla miiJimPirata 8 niJineallll'f' ro~sastre, come Ò quella rln ingellllE>ri, cocano:anòo però di f;egnare i c.ontorni dell• lo>tl,.rc alla matita. Pel rO""~O 11011 clt•\'f'si mai uSRI~ il carruiuic>, o:ibb~'ne il v..rrnigliCJ CJd il duabro. Il Michau•l vorrebbe o:i u"'ao:o:~>ro eo:clu"tvamente caratteri della litm>nc;iuue tli ~. 4, 5 millimetri e dice che dPvono norIDalnwutP. essere visibili a 6•,66 - 13•.33 - t6•,66 Per gli ille~ret• I'ICOrre 8 punti, di!$Chi, l!'tltli, Cl'llCi, l'CC. accomandA di ben illuminare le ta\'olelle a caratteri. ....• ~hé la lucentt>zza o l'oft'u!'ramento non l'iano cauS& di erron,.j giudizi. 1 8 1'8lteri tracciati in giallo benché come l'Opra si di!-'~e. non •lir~llamPnle adatti allo scopo pos~ono essE'r~ talflata utili c:orne mezzo di risconl!'o.
JUYISTA D1 T:I!CNlCA
Ossser cazioni. Pubhlir.ata nella e,crr~gJa rivista speciale, gh A proposta del cnllotnl ft ·"ume tale valore da mer•itar e dto;cu~sn ~>tf appr ...zzata io mod_, particolare. Ora !'16 giustamente il M1chaud ba osservato (!."osa tempo IJ()j a~evamo a1é indicata) che al medicoha ta il poter A""ÌCul'ftre che l'individuo esagera o dove determinare !'le l'1mperfeziooe reale è si ~rado o rcgolnmcntJ richJe~ro per rmabtlltà, lim;tando..;j però r.enno d"ll'acuità vi~1vs, la sua proposta rie<>ee inf'•,mm. Lu !-:htlo <IJottrico non deve egualmenLe es!';ere 'aiutato tnili r•'golarnentari? Per essere logici ed e"&tli bi~ogn1 que lf"m<'r f'otlt•> e della acuità ,·ic;iva e deUo statQ della zione..... E volendo ~"ogi operare i ca:-atler•i indicati llmctrJ} non ~<J f>t'el;tano a soddr!<fare a rruesta ~.renza
il; puro incot•so in un er rore di fallo là ove c"''''"''"c""' carrrltt•ri dPIIo Snei/Pn ne determina la distanza no1rm•• ha vnlulAii coi pr1r1cipi t•·nrPlici del Giraud-Teulon; <'llto I'Anl{olo <li J a vece rli quello di c1nqu~>; ha intiieato rtnt'rnAio di ronsn~uen1.a il visuc:: = 5 a vece di = t . Ati (JA'IIi modo il proposto mezzo ha !n s.é qualche J'P.tlle: IIIA se cleve i, e pc1· ... ._s,.re e~atti e giu"'U lò sf l ner conto df•j diver!li f11ttor·i della funzione; <>e devP.sa rere 'fUIOdi ad 8>'flerirn 'liti che &imtLltaneamente pos~.... lerc a òeterminaro rl vrsu.: " lo ~lato dtottricn, .... ~....-.., rnezzi fl nol'l! prnpo<::ti "•>ddic::fa tt tutte le esi!.rellze. .. h11 altra ri o~a. p('r non cadere in deplorevoJJ l'rron~ diz&1 che dcle rrninflre prima nfl'ottalmoscopio Jo trico,c qui n'ii gro,,..olanamenle almeno norre!!':rerlo con lenti. per quintli accinger -'! nlle ulteriori qualsiAn!'li L 'e,..ame alln "Cala rnut•nle con occhiali armati d1 lenti pei due orclu; esattamente corr•..ttiva l'una (per l'occhiO gnto drfettnso, u latta ad abolìre la visione distinta l'o,.,.!Jin "Ano), a me pare ~ia ancora il solo nri::>C~Hlllrnaa.. ram anto e<~otto, scienLiRco.
E SERVIZIO 1lEDlCO MILITAR~
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D puùetto 4i medloastone. Fan dal 13 maggio 1888 era slalo acloll8Lo il pacchetto tndi1iduale di medicazione. Una circolare del 18 marzo 1~7 ha prescnllo in Prussia ed in Baviera (2'1 mArLO), cbe i militari lutli, dt quAI-<iasi grado, ue siano roun1ti in guerra e cile gli Ol!PédaU nuhtari ed i corpi lulli abbiano la provvista uecesuria per lale doLaziooe. Tale prescrizione tral"se aeco una ~a di I:J62:JOO franch1 circa. Esso pacchello si compone: di ùu•! compr..:sse di garza al bicloruro d1 mercurio, una benda di cambric pure preparata al b•cloruro, uno sp11lo di sicurezza u d1 un peao di slc,tfa impermeabile per contenere il tutto. l militari di tJ·uppa lo porteranno ul davantJ del pettorale di sinistra dell'ab•to (tunica, aUJia, od ulanka). In Au~lr1a si tende a sosl1luire al blCloruro J'iodoformio, perclu\t'(uelln,anche in un inviluppo nnpPrmeabile, si cfiscJoglie per t:fftltlo della traspirazione, e perchA è volatile. Il pacchetto " vorrebbe cosliLuito con due comfH'8!.:S8 di gaa·za iodoformizzalh, due pezzi di tessuto impermoabilo, uua benda e poca OYalla.
FJnlllmeHle sì è proposto soslilUJre al io1ioformio il iodale (scoperto dal Ciarnicl8n e Denu..;te•ll}, perché non avrebbe il caltivo e penetrante odore del todoformto, non '8r~bbe punto tosllico. nel mentre avrebbe proPl'i&là uuc!lte;;~ehe locali pronunciate e sarebbe un antil"ellico
0 ptrrole letl·aìo.Jato
etflcacis..imo.
B.
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RIVISTA D'IGIENE
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DeoWonJ della oommla•tone teduca per la zlone. Annales d'Hygééne publique et de Legale, febbru10 1887). Il Reich,tag le Je,co &\eva volato ~he «i instiluis!"e una commis~rone di uomuu per ~~aminar·e, "Otto la direzione J~ll'ufficio ~amta do pero. lulte le •JU'''liom attinenti alla vaccinaz1 no, ed parllcolarmenLe lè pr·ecauzioni adatte ati a,;srcurare que~ta operR1.1onP, e, ueiiA evPntualità d'una gen•• rali delle inoculazinni col vaccmo animale, a pr·oporro lo nece~sl'll"ie j)l'l' oll~nl:'rt'l megliO questo scopo. Questa commi~Fiione t•omposla di dele~ti medici della gio1· parte dei Sttlli toòc~chi, tra i quali EuJenbur·ge la Pru<.:<qa. Ker·chensttPiner per Ja Baviern, Re l'Assia. Kl"iegcr per·I'Aic:azia-Loreoa, conuwa anche seno tre avvergar·r tiel vaccino: i dottori Bomg,
Belz. Delle molte d••cisioru ! re"e clalla commi<.:sJone dntmo interessanti praticamente e ~cientificamente. J. Genc,.nlilti. - Un pr1mo attacco di vaiuolo, ::-al\·o rare eccczroui, eontro un nuovo attacco di lalha. L'iooculn~orone col vaccino è Lale da conferir e le immuni la. La uurulll clelia protez1one contro il \"aiuolo. otlenula vaccmazione. ,·arra in lar~hi limiti; ma in medin é '" 10 Per a~,.i~ura re unn protezione Yaccinale -.urnmeute nece.,sari almeno due bottoni bene sviluppati. Una riva l.'lll&l.ÌOlh! ~ nt-cessaria Jieci anni dopo la inoculazione.
La protezioni" relullva contro il vaiuolo. acqui!'lata di\'iduo, 111 trova accrHsciula quando lutti 1uelli che lo
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RITISTA 0 1Git:'H:
.lPo !OliO ,Lati \'&ccinati. da ciò rh;ulla che la vaccinazione _,11 ha solo unA utilità per:;ntla](>, ms ha anche una utilità rue,l'ftl.
In certe circo~tanze la >accinazionc può npporlare qualche •nno alln por--ona inoculata. ='ella vnceinn7.ione Jenneriana il pericolo oli tra~mettere la silllirll', h••nr.h•\ fissai raro, non può •·!'~e•·e curnplelamente escluM. All'Infuori di ciò non ~"Ì banno" lt-uwrP elle le complJcazinnl acciùenlflli delle piaghe. Quando l'inocutazione è falla con curo, lutti que!'ti pertcoli si riducono a cosi poco che l'uWità rlella vncdoaz10ne é infinitamente superiore ai suoi inconwn1enli eventuali. Dopo l'introduzione JE>l Y&ccino la <;cit'nza non é stata capece d1 con~tatare una recrudec:a,.nza nella frequenz-a di certe malaute o uella mortalità generale, che po,.sa consi,iei·ar:-:i eome la conseguenza de'la ,·accinazione. Il. Prcserisioni relatioe alrintroiltuiotlf! delle caeeina•ioni aimalr. - Dal momento che 1pericoli, che l'inoculazione col llcdnn urnano apporta alla salute cd olio lilla delle persone Jnoculalt, (t::ifllicJe, eresipela, ecc.), pO!:I!Iono essere evilati colfinoculazionQ tl~o!l vaccino animale per •tuoi che risruar·,Ja la ln~m•ssionc ùella .. jfilide o le complicazioni accidentali delle paghl', P cl.o d'ullr·a parte il \'&Cci no animale è ~lato talmente Jlerkz•onato m fJUe;;ti ultimj t~mpi d6 roterlo considerare eoln(' l'cqul\aleutc del "\'8ccino Jenncriano, J'inoculaztone eol Yaccmo animale deYe :mrror.ror..: quella col vaccino umano. L'mtrodu7.JOne generale d eolie , f1çcinazioni animali de\'& Ibere ral\R gratlualmeote, ed 11 tal uopo "' cleve creare un muner(, · nfflcio•nte ùi stabilimenli def;tirtati alla coltura rlel ••~'emo ttnirnult•. Allorclrr'o ur1o di questi slahilimenli !'!arL' sufficientemenlo tli \'RCcino, le vaccinoziorn uftlciali del distretto, quale e~; o 9Ì lroYerà. dovranno e.,.sere falle col vaccino labnate.
:"'·•str,
Eero le regole che debb mo p:-e«iedere nH a in.:tallazione ed ~llnz.tonamento di questi l;\abilimcnli. dUo 0 rne lico "Hrà messo a capo di esc:i. Il \'Acdno sarà spe-
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Jao,rRratut4'\rueulc e franco di pClrlo RÌ meol ici \ accinatori. l n
0 dt~l \'&<:<:ino «nimale originate ~i potrà adoperare il re-
i3.t
fU VISTA
trovaccirw. Il ,·accìno non sarà dalo ai medici ,. non clopn che l'e~ame delle bestie Rbballute, c!Je lòmito, abbia provato il loro buono sl.&to J.i salute. mis.. tone di per·tti redigt'ré delle istr uzioni speciah che r1guarda l'dà òei vitelli e le cure da pre:;tar loro, ed. il moòo di raccogliere il vaccmo, i pt·oc,ssi per varlo, !<pedu·lo, ecc. III. Prese ri~ioni pei orveinatori. - Nelle localité tìer iscono mulallie conlngiocoe, come la scarlallina, btllo, la diflerile. la LO!> e convulsa. il tifo, l'er·i<:ipela, intrapr eudcru la vaccinazione durante il dominio demia. Se il medico vAcr.inalor e non ha conoscenza Lole eJliclemin che dopo aver comincialo le ''ero !'e ~oltnnlCI !!i proùucano casi d'er<•!"ipela ,·acet dovrA f'-Ubtlo iuterromperè le vaccinazion! e dar•ue a l'auLot•itil competente. Se il rutJrlico \·accinalote cura malati colpiti couls.gio!ìe, dnvrà fare in modo da evitare di nelle ~ue fu11zioni di mo<·ulalore. Dalla pubblicazione ùel gtorno dello vacemazioni cura ch'.l i par errl! dPi harnbini. i quali devono es culali, r•ict~'·ano rninute i.;truzioni teolo per la •1uanto per lfl maniera di r.urare i lot·n bambint svrlupp0 delle f uslole vaccinali. Alla <~e1luLa J.elle vaccina?.ìoni, il medico u' 1uc.:;u~enu•
zioue cou,·euieute. ::ii levo evtlRt···· pet• quanto si può, di rìumre mrn:~' i h11t11h111i piccoli clw debbono P!;~ere va,ccinal:l_, prima ,·olla c !;li "tolat•i r.he debbono essero Fmo u clae il \aeetnn ammale nou <>arll i mni~•1111Ut:. vaccinazio111 pubblicla .., i medici inoculatori ~i "'""ll'.tlNI pt:r cominciAre, il ''accino degli istituti regionHli. ~eguire le loro uperazioui, come pure per mandore l·inu agli alll'i meùtct, t:g"l don-anno racco~liere O :-u bambtm a lallt. I harnb1ui sui quah ~i 'uo1 varctno tlovrunno dappl'imo es!>er e~aminali su Lutto
el euere trovati in p~rrett.o i<l&to eli salute e di SYiluppo:
..a dovranno appartenere a genitori immuni d'nffezioni eredilarie; si el'cludcranno soprattutto CJUei bsmbini, le maJri 4lei quali banno abortito più volte. 11 .accinifet·o de,·e avere almeno sei me~i di età. es~ere llflao legittimo, o non essere un primo nnto. Solo eccezloDihnente ::;i poll'll non tener(> CCllllo d1 que'llP. ultime prescr•· aloni, qualoru non esista il plll leggero duhbio 8ulla salute Ilei lf8nitori. Il vaccinifero non deve avere uè uJceri, nè ,.,crepolaturo, 116 eruzioni d'alcunn «pecie, nè coudilomi all'auo, alle 1abl)l'8, IOUo le J,raccin od all'omb~>Jico, alcun gangho tumefallo, aleana alft>ziontl cronica del na!':o, degli occhi e di'Ile oreccbi,~. llcun rigonfiamento o deformazione delle 0""8; non deve pertanto prc<tr>nlarc alcun seuno dt sifilirle, rli -.crofola. di rachiL1smo o di allra malattia co... tiluzional•'. Il vaccin•• dto~otli individui rivo.ccinati non deVA essere itn· pseg&Lo chA in calli d'urgenza o mai su bambini vaccinati per la primA volta. L'esame qonilario d'un voccinifero ri'ICcinalo de,·e cs;;ere praticAto con la me~e-.ima cura, od ~ pii.! rigorosamente chP. quello ùegli allr·i vacciniferi. Ogm medico inoculalore de'l'e lra~crivere In proveni~nza delauo ''accino ed il giorno che l'ha ricevuto. Egli deve u~ual llenle lra«cri\ ere il nome ùci vaccinireri tini quali e~li lta Jll8o il vaccmo, cù il ~iol'no in cui lo ha raccollo. Questo r"'· aa.&ro d~>ve C!''~ere conservato tino al termine dell'anno d,·ile lilpente.
La pre!ta rif,J vaccino sui bambini non deve aver luogo più Wdl del Rl!lltmo giorno dopo In vaccinazione. l bolh)ni ùebbon~ eAscre lllalnri, mlatli, e d1 vono ripo<>ar1• <ou di una balòe =:cremente I:Jflammata. Quelli che sono stati il punto di t.e nza dt una eregipela d<-bbono essere ttc&rlati. Biso~na - .l8re al val'cìnifel'O almeno due bottoni non aperti. L·oper~ollo111 ~i fa per punzione o scariftcazione. Bisogna )et e dJ compram~>re i boll.:>nt o di qpremere il loro contorno aumentati' la raccolta. :"\or ci <::i deve "Cr"ire che del liebe e!!cP. "JlOnlaneamente, e che od occhio nudo non ·~'""~nA né ~Rnguc, nè pus.
-.ta!eJ
73i
Rl\'lSTA
Bisogun rigettare ogni \'UCcino di cattivo 01lorc o stenza troppo fluida. Il vttccino non de v~ eco.se1-e "'<="'<;<.JIII a glicerma perrettamente put·a; il miscuglio si fa con che lla Ili vetro ben nella. Allor•pLando l'imp1ego del vaccino animale sarà z.ato, i meJ1ci inoculatori riceveranno da~li 1~liluti tutto il vaceino d1 cui avr anuo bisogno. La con-.ervazione del vaccino allo stato lifJuidu deve tubi cap1llar1 od in luòi di vetro d'una cspac•IA di metri cubiri, ben chiusi; quella del vaccino mezzo di placrhe, di vasi di velro, di punte d'avorio, O di CMIIO. Tutti gli O!!C!elli de"-linati a conservare il ,·nccino vrann•) ri~tdoperar--i che dopo c.-sere Qtali immerl51 boiJenta. h vaccino leva essere dguorJato dalla coo~o~;c•.IJ"''u...r. calore "-Uperiore ai 1J(f cenltgrad•. E con venienle di non va.criuar·e i bambini pt·ima tre me«i. Quelli che sono affet11 da malatlle c-1·avi, nic.be, oll~ranti la loro co~muzione oJ i loro umori, ,·ono per r·egola essere vacciuati o rivaccinali. Le sioni R IJUt~Sio prc<'etlo, spccìalrnenle quando regna il sono IA"Cmle all'apprezzameuto del medico vacc1 Gli Ì!;Lt•urnenti cl1e ::servono per l'inoculazìoue ,,,,,.,... sere puliti e bagnati ncll'actJUa, poi asciugati prima di rarli su di ~Jrl all!'O bambino. Pèr asciugare gl .,,.,,~......_ !>i aJop1·era né una salvielta, né un oggetto con-mtile, lamenle ovatta fenicata o ~alicllata. Non si de vono islrumenli che non si prPsteno aù una perfetta proibito d1 ~ervirs1 di que~ll Ì"-lrumenlt per altre all'infuori della vaccinazinne. Per liquefare il vaccino di~<'ieccalo si ricorrer& pura otl alla glic~rina o meglio ancora ad un ambedue. La ' accinuzione deve e:.sere fatta nella parte delle brAccia. Nel bambino che si vaccina per la ba~terà d1 praticare in OWli braccio da lre a cinque superficiali di un centimetro di lunghezza ul pii),
D'lGI E:'iE
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:1ìll.tesiDliO numero di punture; in quello che ~i r ivaccina, tla eilque ad otto ,carificazioni o punture ad un solo braccio. Si deve evJLare 1.h far USCire del :-angue. È proibito l'U~O del pennello per apphcare il vaccino. Una prima vaccmazione sarà conl'<irlerata come r iuscita te st .sviluppano convenientemente almeno due bottoni. '\ei eul nei l{UAii non ~ì Rviluppa che un bottone, si deve un -.diatamenle proeeùere sia all'aulorivaccinazione, sja ad una inoculazione. Jn caso d1 rivaccinazioni basta per lu loro r iur-;cita che si tlrmino n~>i luo:;:thi di inoculazione delle papule o delle ve-
•n
leieole. IV. Prescrizioni per uso dei genitori.- l bambini i quali --·-..·- 111 .:a:-:e O\'e regnano malattie contagio~e, come la learlaltin11, il morblllo, la difterite, la lo;;~e convulsa, il tifo, ..Upela, od il vaiuolo, non donanno essere condolli alla lldata dellE' vacc111azioni pubbliche. 1 bambini ~ondo~ti alla seduta devono avere il corpo e g li elliti netti. t an"'u~ un dovere di ec;tremu importanza ve~ alla puliztB del bambino che é stat() vaccinato. Allorché _.. 1mpossiblle di Lagnarlo ogni gio•·no, non si trascur e-.ano almeno le lavande 'JUOliruane. Non ~i deve cambia t•e .., il r~.:gune alina· tare del bambino, il quale deYe es:-ere eeedolto a passe~gio se il tempo é propizio; si e,·iteranno -aamente nella :.n·ande estate le ore più calde del gior no e
ar-
~~~ione al -..ote.
Si devo colla più g•·ande cura proteg~ere t punti inoculati -~ gli srregameuli, i groltamenli e le impr oprietà. Le
lllnsebe della eamidn debbono esstwe abbastanza larghe per DOa irrltere col loro contatto i punti inoculati. Oaando l'ìnocuiHt.ione é riUscita, ~i mo!i:lrano, a par tir e dal giorno, delle piccole vescicole che d'ordinario ingr an· -~ ........... , lllSleme ad una febbre moùerata, fino al 9• ~iorno 1reol raerormano allora in boltoru Yaccinici circondati da una
~ lllfi&mtnaloria rossa. Questi bottoni contengon o un . . al cluaro ~'he comincia ad iulorbidarsi all' • giorno. Dal tto 811Jrno cominciano a seccarsi formando delle crosl e
'i31ì
RIVISTA
chP cadono da per lor•l al termine ma ne. La prel'a Jel vaccino per ser vire ari altre · indolora e non offre alcun inconveruenll" p..l lot•rbé no n si prende ùel vaccino, i bottoni !'1) spontaneamr.n\e. Quando i bottoni si svolgono re1lolarmente, ogni Lura è l<Upet•fJua. Ya "6 si ::;viluppa nel lor o ro~... ore ellte--o, o se i bottoni si sono aperti, <:ciare il braccio con an pezzo di tela impregnata oliva o me,.dio ancora di vaselina. Bi8ogna chiamare un medico qualora sopravvensa malallia dopo la vaccinazione. l bambini vaccinati debbono essere ric.ondoLU alle nel giorno che sarà indicato dopo la sedula zionc. È allflr'a che si con~egna, in caso tii buon cer tiOcato del vaccino che deve essere cons~>t'vato Allorc-hé 1111 bambino non può essere presentato della r evisione sia pt!r causa di malattia, sia nella Cll!l8 unu affezione cont.s.gwsa, i genitori o ne runno le veci debbono avvertirne lo sle,.so dtro va1•cinntore. V. Prl'aeri~ioni per u80 delle autorità locali. che abttino C(lSe nelle quali !'egna qualche malattia giosa, debbono, unitamenl~ ai bambini, as.tenf!rsi scnt.or"i ntsl locale delle vaccinazioni. La \Qccinazione e In revisione dei bambini che rrueste Cl\!'e do>bbont• E'""6re (alte separalamenle locale destinato alle vaccinuioni pubbliche de'e cientemcnle flf&nde, pulito, aerea lo e riscaldato, se sario. Se è po;.sibile. la :<Sia d'a~petto deve .Ja qu..Jla nella tpaJe hanno luogo le inoculaziom. Un •lelegato dell'autorità di polizia locale deve !lente alle vaccinazioni per aiutare il medico a l'ordine. Uo istitutore deve es~er·e presente alle rispettiva ~eduta di revisione. SJ Jovrà evilare per quanto è possibile
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il prno delle vaclcinazioni con la seduta ùi revio;ione dei ba m· bini vael'ina li. anteriormente. Jbambini sporchi OPI corpo o negli abiti possono essere rimandati. VI. Pre~rcr,~ioni relati~e alla &celta dei medici caccinalor&.- Lo Stato deve nominare ì medici vaccina tori. Le vaccmazioni pubbliche saranno di preferenza confidate ai funziu18rl medi~i. L11 loro rimunerazione t:~a rà ~c.tlomP$~ alla sanlione •Ielle antorita ~overnative. VII. FTei!cr;zioni relalioe alfisiru~ione projf>s,<;{onalt> dei r>II«Htatori. - Durante ì loro sludi clinici, s'insegtwrà agli lludenti eli medicina la tecnica della vacciuazwne.lnoltre ogni medico che vuole darsi alla pratica cleUe vaccinazioni private o pubbliche dovrà fornire la prova che egli ha as~i~tito almeno • due sedute dì vaccinazioni j)ubbliche e ad altreltsnte sedute di revi;.ione, e che possiede le conoscenze necessarie sulla l'li:colta e sulla conservazione del vaccino Le questioni relative al vaccino devono far parte delle ma&erif.• degli esami medi.ci. VIII. Prescri:oion i relaUoe all'istituzione d'un serotzio Jlfr17lammt e di sot>Oeglianza delle oaceinazion,i per parte dei /tuuioflo.ri medici. - L'ispeziOile tlei mt>dici vuccinatori é COnfidata alloro superiore gerarchico immediato in fallo ii IDedicina pubblica. Questa sorveglianza consisle nell'assietere ed alcune sedute di vaccinazioni. Ogni mecl1CO vacciualore deve essere l'og~etto di una simile ispezione almPno ogni ~anni.
L'ì8f1èz10ne deve portarsj in prtmo luogo sul modo ùi ope-
rare, in seguito sulla tenuta dei registri, sulla scelta del locale,
8al numero dei bambini convocali, ~cc. L~ va~cinazionì dei medici privati son1> sotlome:<se alla wedeaima L~pezione, a meno che non si tratti di vaccinazioni falle lltlla clientela a titolo di medico della fami~lia. Gli istituti di vaccino, tanlo pubblici che privati, d~vono esterf! an~be ispezionati periodicamente. La sorveglianza infine deve esLendet•si al commtlrcio del l llecrno,
lX.. Prescrizioni relatìoe all'istituzione di un.a statistica
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RIVISTA
del oaiuolo. -
Negli otto giot•ni che seguono ad un per vaiuolo, i funzionari medici devono riempsr~ un ad hoe. Per a~s•curar l'e!latlezza di tal• informazioni. si comanda un accordo tra 1 funzionari medici e fll'tmpiegati stato civile. Tutti questi bollcllim t·tuniti ed ordinati dai ~ov~rnl ver~• Stati saranno tra!lmf>!lSi all'ufficio samtaric• avanti il t• marzo dell'anno seguente, unita mente ad un della popolazione delle cittA che contano 20,000 abitanti piu. ripartiti ppr periodi decennali di eta, separatamenl6 due sessi.
B.toerohe miorosooplohe aulla. natura parudtuta paludlsmo. - E. MAURE:L, medico capo nella ma (Ga.;;etle des I!OpitatJZ 1 N 120, ottobre t'l87). Conclusiont t• È sempre facile distinguere un terr·eno salubre terreno paludoso. ~ La formu e la llora delle acque delle palurla e delle acque polalJth non differiscono cbe per una qum'"u·-~ quantità. ma lutto le specie che si riscontrano nelle possono essere ri,conlr3le nelle seconde. 3- L'atmt)sfcra dello paludi, ollN a que,.ta "'*"ssa renza di quantità (e rorse anche piu esagerala , quella uei luoghi l'08ni per lt1 presenza di corpi che egli ha siderati come smibe in \'Ì& di svtluppo. 4• Dal riRullato delle sue ricerche é co!llretto ad te1•a che. fra quest1 corpi, é possibile cb e se n a trovino di che non sono forse altro che 1 corpt di Laveran al miero stato òi s'iluppo. 5• Se non ha mai lrovalo i corpi dt La\'et·an preparazioni, egli ha perii "eduto due forme dt ques&i nelle sue proprie preparazioni, vale a dire: la forma in zaluna oel t~ ed un corpo provvisto dt tìlamento nel 1887. 6• Questo corpo provvisto di filamento mobile ~ mente un elemento estraneo al sangue e non si può
o'tGJE~!
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dare con una modilìeazione e una alterazione dei globuli ro!'l!tl del sangue o dd leucociLi. ;w 1 corpi, che Laveran ha segnalato pel primo nel sangue defJI•aod1vadui colti dal miagma palustre, non fu1•ono da lui ri· eeonlrsli nelle macerazioni vegetali che datavano da qualche giomtl.
lr Que::~li corpi, nelle prime fasi delta loro evoluzione, poeeono e"<tere confusi colle amibe, ma piU tardi essi ne dif· feriscon o m modo co!'ltante per la
preR~nza
di filamenti
mobili. ~· A partire dal momento in cui questi corpi possiPdono filamenti mobili, essi presentano carallel'i che non la8Ciano alcun dt:bbio sulla loro itienlilA coi corpi di L8vea'8n. SO' Qu~'-Li corpi allo stato completo di ~' iluppo soceomllooo faelho ..nte colla disseccazione completa e non "ono per nulla dotat1 della facoltà ili rivivel'e dopo la da!t!teccazione. Il' La loro t'esistenza alla tUsseccozione è tanto piU lt'lln•lti quanto più lt.1 loro evoluzioue é meno avanzata. 12' l corpi completi possono re!'ltstet•e ad una di:ssecca-
zione incompleta. ~~ Le forme più primitive oft'rono una resistenza piu srande che le rorme piu sviluppate. Gli ~lemenli che ~gli h8 trovato nelle maceruioni po~
u•
lODO conl111uare a vivere, ed anche per un certo tempo, in lna ane!ICOlanza di sangue e di acqua di macerazione. 15• Sembra quind1 probabile che il corpo di Laveran e quello che egli ha lt·ovttlo sieno identici. tfl• Quautunque lutlo lend~t a stabilire una grande pretunzione '(ulla parte che rtuesli microt·~anismi hanno nell'ealologia cJel paluJi:>mo, pure certi dubbi EIUssislono ancora. 17- Per di«s1parli occorrerebbe slabiiJre dapprima che qaeau mtcrorganismi esistono nell'aria delle paludi, almeno ~pramo P61'Jodo Ji loro sviluppo; in secondo luogo, che inOllt perimentalmente nell'organi~mo, essi possono pro· durre Il palurlismo·, infine che quest' ultima affezione non -~ ma,. senza da loro.
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n baolllo dalltr. m&ltr.rl& -
1\rVJSTA
TO)IMASJ-CRUDELI. - (
R. Accademia dei Lincei, seduta deii'S aprile 18&l). A vendo il dott. Schiavuzzi di Pola rauo omaggio meul•· alla R. Accademia ài una pubblicazione inlit(\lata tersucltungen ùber die malaria in Pola, il pr of. T Crud~;.Ji coglie quesLa oceasione per r icordar>e che 1 di IJU~"Ste diligenti t·icerche confermano pien:un~nte cui egli e Klebs erano ~iunti fluo dal 18i9 quando v loro imposto il nome di bacillus malariae allo sp•·r.iale zomicete che costituisce il rermento specifico della In l !.alia l'annunzio di que!'tti risultati fu accollo, dove, diffidenza, dove con inc:redulità. Questa accoglienza parte dovuta al discredHo nel quale erano cadute le sulla natura della malarta dopo il l'ingoiare avv'"''""''"-" affermazioni, di contraddizioni e di negazioni; ma in do' uta ad un mal in leso sentimento {Zerarchico, e parvA che un medJco esercente m un piccolo pae:se si '"""""''"t..._ di as:>erire cose t.anlo contrarie a quelle proclamate in cuni Jei princi!J&lt istituti patologici e clinict d'lle1ia, e chi giunse perfino a dire che lo Schiavuzzi. ignaro di riologia. ave\ a battezzalo come bacillo specifico il Locillo munjssimo della patata. ~la fuori d'Ilalia le co$e proced~llero altrimenti. MolLi pero apprenare il rt~ore del meloùo di ricerca usato lial Schiavuzzi. a ne augurarono bene per l'alte.nc,libilita •lei sullali da lu1 ottenuti. L'illustre botanico d1 Bre:ola via nando Cohu avendo letta la noLa riassuntiva pt•eseolala stasso Tomrnasi·Crudeli nella seduta del 5 ùicernbre circa le ricerche eseguile in Pola Jullo Scbiavuzzt. andò positamente a Pola e lA si pet•suase della realtà dai ottenuti e li dichiaro decisivi in seno alla Schleische seluJft filr Vaterlandische Culltir. A.lla pubblicazione citata in pt•ancipio, sta anne.«~a una vola che ripl'nduce le foLografie fatte a Bt•eslavia. soUO direzione ùt Cohn del bacillus malar1ae ìnternmente paLo, non che delle vari~ !asi del suo sviluppo; nelio La vola sono anche rafdgurate le degenerazioni t:ubJle dai
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D 1GIF.:'1E
buli ro~!'.t del sangue de~ li animali inoculati con questo bacillo; che erano ~late inlerprelale da in11igni patologi, italiani ed o._<;teri, come rsppresPntanti lo svilup(><> di un p&ra<>i"ila animale n~>ll'inlerno di quegli elem~>ntt Qut>HlO preteso part~-<sila cluamato da alcuni Pl<amodium rM1lar~ae e po1 da :MelchnikoiT eorcidium malariae, non esiRle. Se ne rtprod11eono tutte le forme che lo sunulano, a volontà, ogni quah·olta ~i ronnomorire lenlam~nle i globuli r·os~i <lei sangue m unu cavitil chiui"a del corpo dei mammiferi o ciegli ucc..,.lli. Si tralla di niente altro che di una nel'rohiosi dPi glohuli ro--si Ja quAle avvtene nel COI''lO della infezione malarica; ma che puh ave1· luogo anche in allri slali patolosrici IIPII'uomo, "ia nel sangue circolante, <>ia nel !:<an~ue imprij:{ÌO· noto entro cavilà del corpo. l a cmwersione quasi co!>l.snle d l'emoglohina in ptgmento nero (melenemia) é l'unica parhcolat•tlà C'h•• si riscontra in •tuesta l'orma Jellu nr.rrobimd det ;:lobuli ros!C'i, < J.an. o es~ an iene nel cor,..o della infeztono malarica. L'w ieme llei fallt ver ttcatì da Sclua\'UZZi e da Cobn ~embra ornuu mi:'Ltertl rn01• di dubbio che lo causa della malariA é rtpo LA nel b:Jeillll malar~ae. Sarebbe de::;i.lerabile che questa COn\•mzione ~i tacesse rapidamente ::<Lrada nel mondo <~eten· tìfico, onde riparat·e in parte Almeno alla perdita di Lentpo Pf'eZlOlllo rhe si ~> fallA, "pentiendo nove anni in !llerili con· lrovet->ie mOI'iÒ]Og-iche, IDV8CC di rivoJgct•e lulli gli srorti alla olu1iouo del g ran problema della bonifica stabile dei 1 rreui malarìci. Per ora noi andiamo avanli a tenloni, ce>n boniflcha puramente sospensir.e, che «pe,....o rie<~cono rallaci, : che quando non riescono fallaci, !<l)no per lo ptù d'111certa Ul'&!sJ. nn• le riuscire art Otlf nere bonifiche sicure e ,.t~Jbili òccorre co l . . m p Ptar• lo ~ ludto btologu:o del fermento m ala0 ~ • e "COPI'tre le vere ragioni per le quali mt!nlrc cs"'o allg'ua (! proctper" . l . ,. . . . ,_ a m er1-em c 1 svar•altsstrna compo!<tZtone, oo \Oila p . . rospera o talvolta mvece non alltgna m terrem apPar,•nt~>m•'lll' . l l' . . m ' 11 en 1c1 per la loro C(\mpo<>iz.ionf.' geolo~tca, .,.ae ll.lra e co di • - . ~ rue 1 n uont tdrauiJc(,e, sebbene appartengano alla e~•rna r~> · · ,gJone e ~1ano non di rado flnJlimi come avvtene P r e~emn · . •o 1n alcune localitù di Roma e .!ell'arzro romano. de~~;;nerazioni
'i;.~
RlVlSTA
Occorrt• in ultimo -.ìzwne tlt IJU8"1i vari terreni in guisa da rendere la \'IlA del fermento malarico entro di essi, pur la 101'0 farolta Iii produrre. con vanlafgio piani,. utili. Fmo ad ora ryu "te sono tulte incognite che nc111ENJII lungo ed ll!'"Ìduo lavoro per essere rivelate. che ahhiamo un punto di partl>nza il quale ..e mbra e po«.,ediamo metodi di r icerca perfezionati e ..,a,....8t>rnplici, è '"P(:rabile che questo studio pr oceda ~enza rn zion i moti,·ate 1la diC>s.idi scieB\ifici e non -.cientiflci.
U•o 4eglt uteulll 41 8iagno pel liqu141 ao14t • altmenU, - (Reflue internationale sciencijique et
laire dca jalsijlcations des denrées alimentaires, vembre 1 8~7) . Il prof. I.iebel'man dovendo determinare se t~el sugo ~ra adatto ullo fobb•·icazione dell'aceto, rice' ette il
in un va!'<O di fer•·o !-ltagnato. Gu~tando il liquido, eh~ entrò subito in fermentazione, che 8\'f'va un gusto "trano chP gli parYe dì ~apore Vi trovo infoltì delle 'JUantità considerevoli di !'lat;no prna trnccc di piombo. S1ccorne flno od ora non era amm~so che gli u rert1 di uno c:trAto rli :.la!!no, esente di piombo, fiutar" i •otto Il punlo •li vtst igienico. egh rcee delle iu p1·opoc:•to. O,c:er'ò c e la ~la1!Dalura del \8"'0 era pleta ed in mo.h JlUnh «i c:cor;:!eva il ferro. Ciò gh porre che lo . oluzione di ~la g-no coi JJquidi acidJ favorila dnlla formazione di una p1la f a hsrnca co fl!l'I'O l bero, dagh acidi e dallo ~tagno. L'e!.'perJe.nze d imo h·arouo IJliC'-Itl ~upr.osizione; in quanto lo !.' ~tolo veu1va nllscntlo dall'acido acetico in proporziOni Per 'lUP..,lt\ t-..,perìenze fu pr~::so de llo stagy10 qunq• puNJ di p1ornbo, ed 111 una serie di e~perien ze lo met'l'o Mio nell'acido, m un'allra serie si agginnH~ chiodo di ferr·u forbito fuol'i del liquido, per·ò in conta
743 4agno per nn filo .li platino. La !l;randezza dcUe foJ,rlie di ~~e«Do era in riac:cuna espl-'rienza di 2 ~ cm•, l'acido acetico ru appliCAto alla temperatura della camera(IS" a 2',.) con contatto per 2-l ore. Si prec:e un liquido di iO, 5, 1, e t top. 100 di addo acetico, e eli questi liquidt per cia~cuna e~perienza 200 cc. Dopo 24 ore le soluzioni furono evaporate e il residuo lrallrato con ac•do cloridrico, quindi " Oltoposkl ad una corrente d'idro~t!nO "01l:>rato, li ~olfuro di Sla!l;nO ru tro"rormalo 111 OSSÌÙO e dosato come tale. t• Sta~rno senza ferro~ 81 tro,·l) in 200 cc. di liquido contenere: tO p. 100 di acido acelico U.OO\ grommi di '>lagno,
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~ Rtagnu eon ferro: Si tr·ovò in 200 cc. contenere:
10 P. 100 dì acido uceli<·o 0,007 gt·ommi di slngno, :. • 0,007 li •
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Il
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:o • R_isulta da qnec:te esperieuze che lo c:tngno ~i scioglie nel· ra~tdo ncelico in quanlità ~empre do~obtli, perdo è ù'uopo IU&rdarst dal erm:ser\'at·+- per •tualchf! tempo d~i liquidi u delle v•vonde acide o tendenti all'acidità in "0"t di '-'lagno •Dcltein islato molto puro. Gli ulen"th swgnuli poi che hanno ~e parli c:coperte " ono ancora molto più uoci,·i che quelli 4i ~gno puro.
La quantità di stagno che ~i g('jogli<> nell'a ciclo 11<-eUf.o Cl p. 100,, di un va"O mole stagnato, ,.i caleolo, ~econdo l'e-
:rt~nze llununentovat.e, per un vaso cilindrico della capa-
V da U~tlilro a 1 drrìgrammo tli ~lagno metallico nelle 2-i or1•. .. uols, però notare che la lamiua tli stagno di 2{ rmi fu ..::~dalle due parti, e che per l[UI'Sla ragione non bisogna 11 1 este( la t'e cbe la motà della f}Uantiti.l. di ftt.agno.
7ii
RIVhTA o'tGIK"\1-!
È inLct·c~sanle not.at·e chP-l'aciùo acetico del 10 p. 6"perienzf' !<U P!toosle non disdoi<>P maggtor~
blagno dPIIa soluzione dell'i p. 100, e t-be l'a proporzione dello !-~lagno non era risconlrebile cb6 quando s'impiegava un liquido contenente •!t p. tOO dJ acido lll'etieo.
VARIETÀ aall'anUplrlna oontro n mal 41 mare. Oall'egre~io colle~a doll Salvatore Sat.ali, capt1.8no dt milizia mobile, recentemente t.ornato da un
America , riceviamo le seguenti notizie ~ull'azione pirina contro H mol di mare • .. . Prima dì partire avevo letto che il "i~. llott. Ossian- Bo nnei aveva annunciato, all'A ccarlémif' dr. a di Parig-i, nella l'ltldula del :!t novembre 18R7 cbe l arrest.a --empre glt a ccidenti del mal dì mare. ~ella ptù dei casi, egli dice, la dose di t grammo e cinquanta grammi •· ~=;u:fficieute, l'eiTelto completo ò prodoll.o IO minuti; in allri cast bisogna &Q~iungere nuove la' ia, egli afferma, cou tre gramm1 ho seruprt• a wal di mare. • Ebbene accing.•nùomi ad un viagJ.!io lungo in mare luto esperimentarne l'azinne, e portai con me cento d1 anlipirma proveniente dalla '}ocìet~ pour finduscr is mique de Bàle. L'ho spertmentata su me ste!:iSO e su l'leggeri SCt!lti in persone di varill sesso e di diversa emigranti e del r('s to personA sane e robuste, e che il mal dJ mare in vario grado, dalla semplice verttgme malessere grave che raduce un uomo m tril'ti~si me z10ni. Ebbene i ril-'ultati souo stati sempre negali,i,
YAJHETÀ
i\5
temente negativi. Il mal di mare tanto su me '{U&nto ~ugli eHri è cessato. indipendentemente •11\lle dosi di antipirina prae, quando ci ~i era abilual•. ~aluralmeote, non Lulli gli organi!!mi si abituano in uguaJ tempo, però la ce:,sazione det lanomeni è sempre avvenuta indipendentemente dalle dost di etiptrina <:omminiAlrate. ~
Le ~ompa~nie ferroviarie in lngl11lter ra '<Ollopongoou gli impiegali aù un e~ame visiomelrtco •• cromatop~iopico ..... Gli oggetti S()no dei quadrati neri, pel primo scopo, di 5mm di lato, dt'"po=>li in numero lt 16 o 18 su fondo bian~"o de eo:sere di!!!llntt, in pie11a luce, a .~m,50... Quindi 5: iSOO :: l : 900, donde V = t/3,; = 0,27 poco più di 1/4. Siccome la prova è taua di<~tlnlalllente pPi due occhi, co~i può dir"'i che la ricbaesta tdonPit.à è la ~les~'l (un po' rr.inore p•·rò) Iella riclue!'OI.a da no1 [l•~r In idonetlà mtlilare, mentre è ~:~upet•tore alla riehiesla 111 ln~!Jill rra (V = 0.230 t;u;.). Per la !"SCOnda esperienza si usano quadrati identici ma I'OSt'i, blù, ''erdi, gialli, rla essere distinti, ben distinti, alla •tes<~a «opriJ indicata distanza..... È specialmente pero c,uJ I'Ot!So • sul verde che ~i ins:st.e nell'•"'perimento•.-. URando anche le roatas:~ine ,li lana ed i piccoli scampoli di rlh erso ton(, erl tule11silè. B.
=
&berutoae cleglt btrumentt 1n oaoatoboao vuloanis-
•to. Uno dedi nstacoli alla loro conservazione nelle dotaztoni eenltarie lllllitari dt guerra é l'allet'abilità loro cosicchl\ dopo ~lche me<~e per'dono della loro ela«ticità e ~iù lardi diven• 1 r CriaL'Ii • !itt rompono estendendoli. L' irnruergerli uel~epida non vaJe ~ran che per riprt:<tinarli. Più lardi tta ~=-d:~~uri~couo affatto cosi da i'endersi pur premendoli
-•o
::;ua
Queste alterazaont · · sono ·ti portalo della lenta produzione
7~6
\•ARI ETÀ
d'acido <:olrorico a ")'ese dell'aria umida e dello venienl.e dalla vulcaoizzazione ; fatti dipendenti c:mo del caoutchouc. Il miglior mezzo per neutralizzare l'azione del orico sono la Ja"ature protratte all'acqua l'lemplice, germente hsci\'tllta, o re!"a leggermente alcalina. .. novellsr e tale operazione ogni due mesi (Ballaud).
CONGRESSI
SEDUTA GENERALE.
Giovedl 8 sollcutbrt•. - Quarto gicrno. Il dott. A. Y. P . Gnrnett. di W ashinglon, propone unanimità: • Vi!<LO che n••l 18!12 a vra luogo nella ~rlta ùi una celebrazior e rnternazionale per commemorare ti niver._11rio rlella "'COperta d'America falla t.Ja C:ri!!lllfOIIVtl lombo. P.ll unn e«poooit.tone tli coloria, arti ed inùu .. 1r1e di le nazioni; • Il Congresso inl~> r nazionale di medicinn ~ appro,·a questA intraprecott palriollica e la r accomanda ~uenle ri ..oluzinne che è adoLtala alla
nazioni d1 tullo il 111ondo. • Poi si P8""8 allo lHIIlllriR di un comitato che luo~o ove liovra riunir- i 11 prossimo congreco«o. In c:e!.!uito il d•)ll. P. G. l nna,ài ArnhuNo, l~'gJ:e licolo <:opra: Le relcuioni della denn.atologin colla E~tli :-i c:.rorza '" provare chP ogni medico tro\erll un intere!'se a che la tl<>rmatologia !'Ìa studiata i n un ser io e a:enernle. la riP.r·mnlo]og"ia è ancor·a nell';nr.llr•
CO~GBESSI
, 110 ~~iluppo è ~lato ostacolato dalle granl1
ii7
tlifficollà che si .. ludio .~elle malalti~ della pelle, difiknlta ehe derl\'ono dalla ~ua po~iziooe e.c:terna e dalla ~ua struttu;-a comr•llcalu . L'autore descrive minutomo::nte le cliftèrenze nelraPf&lenzA dei sintom i secondo 1.. rPgione che occupa la malattia, l cambiamenti che c::i producono nei sintomi collo ~'\i• luppo t!P!IP malattie della pelle, la variata generale dell'inftuenzfl rli agenti ei>terni, del clima, della stagione, del paese, delle rone, dPI <>ec:~o e dell'eta. Ft·a :.tll agcnh esterni, le nostre conoc:cenze attuali ci obbligano a porre i par&""tll in prima linea. L'analisi minutu di ciascun c:intomo d'una affezione cutanea può c:olamente aiutarci a sormontare quec:te difficolta. l progt'e5"1 che si raranr o in quec:to <>enc::o saranno .!'una fl'&ud•• ulilita per la patologia generale e la terap<'ulica, po1ché i ratti pos!>ono provarsi aù occhio nudo. Lo ::tudio profoutlo della clermatologia Cl)ull•ibuìrà all'avanzllmento delle altre bronclre della medicinu (tanto la patologia interna che la chirurgia1~ poiché e~sa occupa una posizioue intermt>dta lra esc:e. L'oratore vorrebbe che lE: e~perienze patologtche terap••utiche si racessero sulla pelle dall'uomo e non l"Ugli aniruali; que.."to metodo ùa sziA condotto alla ~coperta ùi nuovi retti, come lo pr<J\·ano gli e::oempi che t>l!li po1·ta. lll creowme di nuove caLLP.tlre e IAboratorti , peciali non basta al!'wvf.stigaztOne s~>rra delle mnlallie della. pelle: bi'<.lgnereLl•e fondare un istituto centra le ove alcuni rinomati scienztali lavorerebbero in~icme, ed ove .o:ar~bbero r·iunili tultt i 111etodi e lutti t mezzi elle fa.l'ilìlano lo studio. La Jermatologin ttlloro ~arebbe cor1siùerultl come una delle specialité hleollche più illu·orlanti e potrehb• contrib111re all'avanzamento •lèlla ;;èienza in tutte le ;;ue branche. L' oratore emette il v to che gli Slalt Uniti, che hanno ratto tanto per re,·anzamento l'iella scienza ....aranno i prìmi a t'are uno srorzo 1111 comptmPnto di que~to ideale. p~eutano nello
CONGRESSI
&estone eU patologia. ~fercolt•di i ~ellembre. meridiana.
Terzo giorno.
Il dott. Pouzèl, di Csnnes, fa una eomunicaz.ione La fiÌ(Jmenta.:ione della pelle alle arttcala.:ioni ' "''"":11'1'"cloro:si. Egli rìctuema raueozione sUlla pigmenlazione che "''"te in ceri.J casi e che iJ Boucbard ha OSl~&rYIII p1irno. Il dott. l homo~ Taylor. di Washington, lel:!'ge mOJ'I8 ~opra: La cri.'fln.llograjla dei arassi. li doll. Grant (bey) legge in seguito un articolo d&l Ka•·LuiJR, di Ales~andria, inlitolato: L'etiologia delr del fe?atu.
Il doll. Carlo W. Ear·Je, di Chicago, fa una comu sop1·a: La deqettera~ione jlln·osa del pancreas. Seduta pomeridiana.
Delle rela:zion i pu tologiclte delle ptomaine e delle maine, pel ùolt. John \Vorth, di Keokuk. Pot Il dott. Victor Vaughan, dell'università lcgl.:'tl una m.-morJa sul TgrotOJ:geon.
&estone d'igiene pubblloa ed internastollale. ~lercoledl 7 -etternbre. merJdinmt.
Terzo giorno. -
Seduta
Il pre adente le~ge un articolo del dott. B. "'· ......__ _ di Ln•aùra, Opi a : r:aumenco della medil!a;ione nr~?f'ei'H..
l nglulter,.a. li ~Jott. Doanango!'t Freiro, rii Rio de Janeiro, t'a una t'a:don~ to;Oprn: La oaecina;ione nella febb re gialla. L moc.ulaziune col v•r•Js alltmuato da l'unmunat.A.. rr dolL. f•'re'r'' mostra alcune preparazioni dei mica·obt d('lJa fl;lbbre gialla.
1:0:-\G IUtSSI
...... 41 ohlnrgta e dl mediolna mWtar. • navale.
Mercoled1 ; seltembre. - Terzo :.r•orno. - Seduta antimeridiAna. Discussione sopra: Le f erite pettett-antl nelfaddome. Il dou. Thomas G. Morton, ili Filadelfia, notn che il primo punto da pren,Jere iu considerazione é lo :$la lo generale del malat.o: dR ciò dipende moltissimo il ~U<'Ce<~so dell'operazione. Pot b1sogna e:><~tlre certi che esist~> unR perfora;r.i.me delrinl.,llino o di un altro organo addominale: l'e il chirurgo ne è con"rillto, non dCYè ec;ttare ad operare, poiché il pericolo ù'uoa emorrag1a o del ''ersamento di materie fecnli nel periloneo e lllllpre pro<>~imo. Bgli consigha una larga incisione e la lavanda della cavità eon un11 !<Oiuzione calda di sublimato all't ~u 11100. L'oper11zinne non potrebbe farsi sul campo di baltaglia che dlfflcilmenle, ma non sarebbe impossibile. Il dott. Morto n è partigiano della laparolomia nella perforalione JK>I' ft-bbre Ufoide. Il presideule, dott. SmiLb. divide l'or•mione eme"~8 dal dol'->re Mc.rlon ('he ha avutCJ grandis"-imi succes--i nella cura delle ferile addominali. Il dotL Muore. d1 Richmond, ra una comunicazione c:opra: La cura delle ferite penetranti: dell'addome per arma da
/tloeo. ERI• eomunic:a cifre tolle dalle c;tali.,tiche delle a r mate fran eeei ed lt1F.Ie..,i.
N~uu chirurgo ha l'esperienza voluta in questa operallone l"jl&li\'ameote nuova per tagliare 111 questione. La dialllos h perrorAlione è in se stessa diftlc1le a farsi. L'ioCJ~ione deve es•ere ·· · pm p1ccola che è pos~ìbil~>. l · Watson e BenUey prendono parte alla di__doUor1 Vanan,
----lll•one
730
CONGRESSI
lesione dl patologia.
Giovedi 8 settembre. - Quarto giorno. Il dott. LeopolJo Servais. d t A.uver.;;.a, comuntca. ttUioni del mQ8ce la r e superior e. Jo:""e furono talle per tumori malilmi ed aml•~ ue buoni rtsultati. 11 doli. Jack~n. di ~orf'olk, legge un articolo 1 meui naturali elle mostr ano i proce88t 11itali de9U ncsu11 patologici.
Poi al dott. Enrico F. Firmad. di Filadelfia, prosen" ruetnOI'Iil ~opra. L'anatomia patologica dell'alcool.
11 doLt N. S. Davis, di Chicago, legge un arttcolo digelltione cellu.lare e la sua utilità nei processi
Giovedi i! seUembr•e. - Quarto giorno. Il ùotl. Tommosi·Crudeli, di Roma, presenta una inlilolala: Fatti e teorie re!.atioe alla causa, natura oenaionc tlell'intossicastone palustre. Il cloll Giorgio J . M.axwell, d'Ocalo, fa una com ~opra: L'inlluen;a del clim!l sulla pf'Oduzione del infantile. E gli eon.oidcra il calore come fallare principsle. Il dott. A. ~ - Beli, da ~ew-York, legge una ...,~,mt,. ha per lik•lo: L11 storia e rapplieazione pral i~'a del cGme agenre di disrnfezione. l'oa ~~ pa" a alla lellura dei seguenti arlicoli: Dell'r~tpezione sanitaria delle f errooie e dei doli. Ha1·vey Reid, ùi Mansfield L'igiene prlbiJlica, pel rloll. W . C. Cook, d1 La 11toria clinica dell.a febbre malarica eo,nn<rsdotl H. D. lay lor, dell'esercito degli Stati Unilt. \'uooo ml'todo per seopr ire la trichina spir a/t., toro James A. Close, di Toronto.
CONGRE~Sl
754
Sezione 41 me4tolD.a. Giovedi 8 --ettembre. - Quarto giorno. - S"'dut.a anti..Wana. U dott. Ephriam Cutler, di N~w- York, legge une memoria illilol•l.a. w m.orjo'vgia del sangue nel reumatico. U dotl Mariano Semmola, di Napoli, fa une comunicazione IDpl'a: La patogene."i delfalbuminttria. Il doll H. Suu:;olet.on Sm1lb, di LondNI, legge l~ "'Ue Note ..,. eura della ti3i specialmente eol metodo delle iniezionì ,.,.,_polmonari. lgli crede al succe~so d'una medicaz•oM che cercherà la dlltruzione diroLtu del bacillo. Egli ha spet•truentato le inie-lionl gas~ose nel retto senza t•isullalo. Lo IodofOI'tnio é la mi~-tliore sostanza pet· tnwzioni nel paftllchima polmonat·e. poiché la sua somminist•·azione iuterna Delle al'f..-zloni dei polmoni apporta un aumento nel peso, un .rstli>ramento dell'appetito ed una diminuzione della l~mpe :Mre. La veniA di queste ft!-;serziont è provata da una serie ••pet·i..nz" rattA con questo a~enw lerapeuttco, proposto uel U7e dal prof. S~>mmola, e p1•eseuLate al cone{r~s~o inleroaIIOaale rlel IR84. Il risultato clinico è il ~olo che cerchiamo; -Ili t.errà qumdi conto della obbiezioni che SI ~ono fatte allo ~io a causa del suo potet·e gerna1cida relativamente
La gt'ande difficoltà consio:::le nel di~cio2Herlo; l'etert! pro-
'-e disturbt cerebrali che ~paventano il paziente e lo sco-
~no a "Ollomettersi f••equentemen~e alle inieZIOni. Vau-
-...ul è 1tnlante; sono citati due casi nei qua h egli avrebbe ~un attacco ùi pleurite acuta. L'olio di vaselina solo,
~nato coll'eucaliptol, é stato anche impiegato. La quelitiJonaé lung, •tal~'~s"'~re r•!,_oluta. Egli sconsit.d.'a ru~~ di s~ -.,. COnt.euentt 10d1o o btcloruro d1 mercurto; egh spertttha. '?ll<>cutaneamenle il liquido che si propone d• usare le lodi.prattcare l'aniezione intra-polmonare. JodoCorm10 da buoni r•suiLati amministraLo interna-
7lll
CONGRESSI
ment,, è evidente che egli ne darà dei migliori riva nel focolaio della malattia. Le iniezioni non preE!entano che un pericolo rel&li anche le pleuriti che e;:;se provocano guariscono menle. Pertanto l'autore non consiglia il loro uso nei ~pera h o nei malati nei qua!i i fenomeni cedono ad più semplici. Il presiden~e si congratula col dolt. Smilh. Il dott. Tl'uax non ha fiducia neiJo iodoformio; egli vato dei bacilli tubercolari in una soluzione
oscura; esso presenta infatti un campo !l'1Jrtv~~~·lgu.uu~ nuta e paziente. Esso consiste in tma anot·male as:s1o:~ del nutrimento. Gli alfmenti si dividono in azotati, idrocarbonali ; quest'ultima classe ci interessa sopru diabete. L'amido, la desuoina, i zuccheri di laLLe e di sono gli elemenlt principali, e sono essi che orc,dUICII diabete. Nello stato normale gH idrocarburi sono assorbili porta e passano nel regalo ove sono assimilati. Le nelle quali è stato iniellal.o nella vena porta sangue nato od Ol"sigeno, sono state seguite da Lracce nota voli chero nelle urine. La respiraztone forzata che «nr\ra:sangue di ossigeno dà risultati analoghi. Lo stesso per la paralisi vasomotrice dei vasi epatici che n~1rm~H~~~ cumulo di una massa eccessiva di sangue e ne ti tlisossidaztooe sufficiente. Gl idrocarburi si converton chero e passano nella cn·colazione generale. Nt!lla sua celebre esperienza di puntura del pa quarto ventricolo. Bernard notò una paraHsi vB.l~OOI10il1 va:si epatici. !!: da notarsi nei casi di paralisi sistema chilo-poietico nei quali la lingua è r os::.&A, latlia è gravissima, probabilmente perchè essa ha ganismo intiero.
CO'ì!)RP.-lSI
753
"'l md h i duo sano non vi ha che lraccie di zucchero nei-
J'Wiaa e nel11an!lue: dalla quantità che contiene qutolla ~i può ~re la proporziOM di zucchero contenuto m que..l'ulliiDo. Nel drabetP il zus;chero \'8 dirPUamente nel «angue ,.... ~ubrre Ull proce!'!<O di a--~imiiAzione e nel repalo Nello JllltOd• salute cgh P. erre.,talo prima che Arri"i alht circolaJioae gennrale; ma nel diahelt> egli P~ì;:tP nel "411J.me in pro· JIOI'ZIOoe diretta colla quantit4 d'adrorarburi che ..ono <ll8LI in,.W; dE'l r~Ho l'individuo sano che ne avrà mnngial8 una 1uanti1A &\'ré nella c;un urina unn proporzione notevole zuceuero, poiché il potere d'a ..similazione del fetzato ha un lmile normaiP, eh(" una volta pasSAto, ,genPra il diabete. li )Pio é uu orr.rano pr•odultore di gras!<O piutto<~tochP rli zucétro, Lrasrormandn l'amido in ztu~ch~>ro e poi in P'I'II!'«:;O, Le aae arterre ~ono picrole, le vene jZrandi, P41 il contenuto della ~porto dPve P!'Sere in uno .;tflln venosa nl')t,..vniP. p~>rché DOn va siu 7.Ucchero nella circolazione generale. Il diabete è d'origine nervoM, ed é bene ac<:~rlnto che le ìn· :h.nzc•wrvoar· agisrono notevolmente sullo stato del malato. L'uriua deve esst>re eMrninata immediatalJlente e l'uoali~i 'e etosea·e quanlii.Aliva per poterei rende-re conto .!el d Pc orso
...,d
miii&Uia .
Bi!logna racr.omandare aJmalalO di COO!'Crvore l'tfrina rleJIR ~ e qu~>llo del maltino, poiché ~nvente ovv•eue che 6""~1:l
contenga zucchero che dopo l'm!Cestione d'idrocarburi. Ul'ellthvo più !curo é probabilmente la ~luzinn~> d t Fehlinct lllaqua) .. i fa abbiezione perché da l"'venle coll'ebullizione ~pilato e-lle porta la reazioOP.. P('rciò Il dot\. Pavy .. i ~di la\'OIE>lle che <>i po...~onn rar di.. cioglier" n~> l momento CQJ 51 \'tlol !"ervirsene.
~hé 1 mata:1 ''ene-ono a cono:ultarci, noi dicaamo loro in
-....... dell' anali~i quantilatha. ciò che hanno mangialo, e tDdo drno farlo con ma~gior <>icurezza ~e ricorriamo fil me81 ello scoloramento ch"' si fa nel qeguente modo: .,..:: bollare la <>oluzinne di rame e st versa l'urina r..on una J!et\tut JO'aduata a gocc1a e gocr.ia tlnch•\ In soluzione abbia affatto il colore. La (}U&ntill.t d'urina neces~sria per
48
°
CONGRBSSl
scolorare una quantità data di solul:ione c'indicata zucchero che ess~t conliene. L'urina tliabetica contien.- ~venle albumina c-be ricercare coll'acido citr ico ed il rerro-ctanuro di Il diabete V~tt·ia d'inte-nsita; da principio "'i falto di una 1iirettocoa assimilazione; nel cor~o della pertanto i LCS"'uù ste.s~• pl'oducono zucchero. L'elà ha un11 influenza grandi:Jstma; 45 p. 100 trovano fra l'eta di 40 o di 60 anni. Il prognosti('.O nei ~iovani che muoiono generalmente in due L'affezione ;.j manifesta spesso in maniera Lanlo che non é dia~nosticala. UllimAmente il dotl. Pavy hA osser vato nei avevano lutla una serie di accidenti atassici che babilmentP> analoghi arl una nevrite periferica. Nei maiali ~tovani noi non poS:5iaoo.cbe m ma non gu11rtrlo; esso ba un decot•so simile a trotla muscolare progressiva o dell'atassia loc<)mo~ Noi pO!-lSitlmo far mollo bene al diabetico eandogli un regime conveniente, composto ~,~;..,.,..~ di carne, uova, burro, ecc. Il pane di mandorle è il non conl<>nendo che 1'8 p. 100 dt sost.aozc Come meJtcarnt>olo il dolL Pavy amministra morfina e la codeina, cbe crede abbiano for.;e una speciale ~ulla malattia. l dottort Herrick, Arnold, Truax, Miller erl alcune o~~ervazioni di poca importanza.
Il dotL. Stockmaon l~>gge una memoria del dott. hps. di Edimburgo, mlttolata: L'etiologia deUa Le ptomuine ne sono i principali fattori '"'"'~'&"''"l' allor.]utwdo ,:~e ne prallca l'ioietione negli pre--eotano tuUt i sintomi della malatua. Secondo l'autore l'atropina agt~ce come "i:OO 11 doLt. Her•rick, di Cleveland, noo crede che U ae stesso possu produt•re la tubereolosi. l dottor• Whitmarsh, Arnold e Truax credono dei rrucrorganismi.
CO:-t&R.ESSI
753
Il ~egratari .. ltlgge un orlicolo ·lei ololl. "lefl.el inlilolato: AleuiiD eonJirlernzion.i Bit/fa patoqM~sl delle malattie delle . . .M.
Le e-.penenze Lendono a dlmo!'lrare che la compressione del torai!è dà hwgo alla Lisi ed all'albullltnuria, causaLa dalla congestione vtlnosa. Poa egli accenna agli ell'elli nocivi che derivano .Jall'u'o dea bush e olelle calzature con tacchi alti. l dottori Herri~k e Price notano che le 6$perienze sugli animali non po,sono in C(UOslo caso lapplicar~i alla specie amane.
S.stone 41 obirtartri&. Gavve H 1:1 :>eLLernbre. - Quarto ~aorno. - Se 1uv.t antimeridiana. 11/lolt. Burney fa, pel tlotl. Rtchardson, dì Saint-Louis, lettura ua: Un.a O'JSeroaztoru di (/a.tlrotomia perlr:orpi slra-
nieri ./Issati nella gola. Egh cita anche un ca<~o occorsogh di un malato cbe aveva inghiottito un coltello da tavola. L'autorb non ca·ede all'efllcacia d<llla sutura continua. Discussione <Iella tnBmoria del dott. Dennis. l dottori ~~~c Lean, Weeks e Manley approvano il pro(llsso :>e~uito dall'operator ts. Il dott Reyher ha avuto i) migliori ri~ultati coJ metodo dì Lister. J 11 dou. ~. S1oath prece. isce}t'operaJ tone ili Brodie eia com· prDi~toue .d gala le per ottenere remo"la'3J8. y '!eusgaone della mernoraa del doLL L. H. Sayre, di Nework. l l Il dott s 'r . · prmgler nota chej t tra quinli dei cast guariscono pe Pntna intenzione. ..-1 Je~<seu~<;tone -:i<)pt·a. l.'a<Jptra.zion.t~ dell'a rticolazione ~ rate, pel ùott. Benlon. 11 treqd()u Owen ricorJa che la punzione e l'introdutione del uartt, anche se non é !aLLa bene, non é affatto nociva.
CONGlU!SSI
Il dolL Burney, parlando ùelhi comunicazione d el mony, l'ita l'osservazione di uu giovane che, io un& frattura del cranio, fu colto da accessi epilettici; tropaMlf.l due volle; fuori usci una grande qnantita di cerebru !òpinale, e da allora il malato ha mlttliorato. lllloll. Manley, di N.:w-York, riferisce una osc~"m!M Ferita per a,.ma da fuoco dell'intestino cras.~o; gunriotone. L'operazione fu praticata due voJte. Essa é viu nell'uomo a causa del tipo addominale •li resp,i evilare la consecutiva produzione di un'ernia ven sione deve essere più corta che è possibile. ll d cavità non è necessario. Seduta pomeridiana.
11 ùott. Roberlo Newmanu, di New-York, la untt zione sull'uso della So11Jia galuano-causttca. Essa è sopr11tutto ulile nell'jpertrofia della prostal8. usarla ad intervalli di Lre a sei giorni, evitando elle ti non sia riscaldato Il no al rosso. Esso non produce ragia, nt!> seWcemia.
llllotl. Carnochan, di New-York, presenta un pezzo che rnostt·a: " 1•unrone ossea del collo del femore col della capsula • in una donna di 70 anni. sebbem: ,:reo temente. 11 Jolt. F. Lemoyne, di Pillsburg, fa la c epp&recchio speciale per te cura deUe rratlure del Eeli fa U118 incrstone, escide l'estremità d'uno dei Ulenli in for·ma di cono. e vi adatta l'altro. Perfora estremilé ad un volice e mezzo dalla sede Jella Un'asta d'acciaio ~ posta in modo chP. due che partono da e~sa ad Hn~olo retto si fissino nei La ft'rila è rrcoperta al termine di nove settimane recchio e tollo. Il dott. Manl~:~y trova che la suture ossea dà sullatl e che si può perfettsmente lasciare i fiH permanenza.
CONGHKSSI
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1 dottor• Gibson, Myers e Qunnbr di~cntono la comuni~lJone del dott. Lemo}•ne.
Beslone d'ostetrtota. G o'-edi 8 «ettembre. - Quarto !!torno. - Seduta aulimeridia:Ja. Il d ll Emilio Poussie, di Pari~i. fo alcune O'~"ervazio ni sopra La ftbi.Jre llfoide nella puerpera. l caso interes"ante dal punto di vi<:\.8 t!ella;(]ia!Zno~i dirf ren.zlale tra la febbro> tiroide e la seltici>!nta. Il dolL Ale,."annro Simp"on, d t E·limburgo. ricor.-ln quanto é tmporlon t~ ,Ji ... tinguere le diver..e forme di fehbr" puPrperale. La rebbre ti t )itJP, la c::csrlatlina, la ro<~eola po..sono ma· nrr st111 ei in 'lPguilo o! 1.arlo. E ....o ~ono in generai" rApi-
dam ... nlu h~tnli. Il dlltl. Gratly Hewi~t, di Londt·a, nota che il progresso ollettulo nella <'ura della febbre puer•perala consi~tu nel preveutr·l· l'mlrodutione di un elamenlo MlLtco nel «angne. Allorché l'u\et·o non si contra e forlem~'mte, la selticemia si msn!Ce•l.a fal'ilrn~nle, poiché là è la po1•La d'in~:tr•esso del veImo La cura g ·nera!e tonica della malata dut-aole glt ultimi m 'del a ~rnvidanza ago>\'Ola la conlrazioDP. dell'ulPro dopo 1 psrtQ.
11 doU. He\\'Jll é parLi!!iano delle pr·ecauzioni antil"elliche, ali $
0
tnr Zloni
va!:!'iuali. e, c::e , nece---.ario. delle docc!! ute-
ra te colla ,.onda del Budin.
Egh ron"izha l'u-.o di "'\imolanli a rorli dosi. dolt W. W. Juz~rd, di C!Jicago, protec:ta cnntro l'u-.o rt ah~>ro della doccia. Egli ro una c:ol~t lavanda dell'utero c::on una debole ,;olu.zione di acido fenico e vi inLroducP- ~-5 tnm dt iodoformio. P8La pnUzia J> l'anti .. ~>psi hanno perm~>s«o al doLl. J. F . S. i • ne, d&Gslveston, di non avere che un ca~n di !"ellicernia
1
una pratica di 2:1 anni.
l dott Ll J ·
· · Nelson ha spertmenluto il metodo rh aour-
75R
CONGRESSI
~te nn n" Ilo fel l t c: pue1 perale ma senza sucreF~o cat:o; nel se,:ondo la malata( guari. Jl dott. Llo~ d RoberL", di Manchester, usa la rignzioOH ed il cucchiaio. Jl d(Jlt. Com(ron. d1 Montrésl. diYirle le idt:e iu~gard:-"""- -JJ dotl Rotlney Glic.an. di Porllend, fa una sopra: L'O$letrieia eontlercaLriee: menzione -speeiale stirJ O.Z1one clelle eaduclte e sulla eura del t• r:o
parto. I:gh ritiene l ericoloso rauendere per estrarre le dopo l'aborto, o la plerenta dopo il parto, e meno che dico non l"in cor<lantemente presso la malata. La ICH n t'!-lrt~zione de,·e tersi in tull1 i ca~i nPi quali ~ òtlata to. o può dilalarH, soprallullo allorché non alcun acr1drnlP. Jl solo strumento che deve usaM!i 6 l" PPr1 r>!'trerrc lo placenta durante il porto egli ~<i metodo del Credé. La lrazionp dolce del cordone non potrebbe est~ere JJ dc•ll. G1•aily Hewilt è d'acco•·do coll'autore. Seduta pomeridiane. Il ùoll. Eclwerd Henry Trenholm~, di .Montréal, una wetnOl'J8 t>Ofl1'8: L'emorragia uferina irdt.rntl dente clalfecee.,.~ir:a distensione delrutero pt r La tl\ltri?ionl! del'a caduca ~ ostacolata dal'a dJsteu• punto d'o' veuil e Ja sua rollura con emort agia. Jl flltrn rrn gh elreti delle membrane e c;i coa~ula. J1 Tocoto ~ il r:olo traltamfnlo razionale.
Le in.fluen:e delle impresttioni mat!rne su1 feto. J n<otuma del doli. T T a~ lor. di F•ladelfìa. Jl doti. Wtlliam T. Steward. di Filadeltìa, lt>gge un intitolato: [JdftTnJorton;a di una diagnosi esatta ridan~a: osscrr:a.zh.ne d'un easo dt retroj1($!'ic,ne gracido con ,,arto a termine.
On ab•liJ fl"'' rologi E> re ~late falla diagno~i eli l },t·n~o e c•onF>Jgliata la i!'tereclomia. L'aulol'e tro,·ò
ll•c.fle!:>s<lj ptn·to a tet mine di un bambino "i"ente.
CO'ìGRI\SSI
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u dott. Ales$andro Simpson ammette che il caso è eslre-.mente raro. D dotL John BartiP.lt, di Chicago, fa una comunicazione eopra Il metodo di Deoenter per l'estr<Uione della te~to. nella ,_,.ùuu:me delle natiche. Del enter parla con tiòucia della racililil della \'6~ione poMiiea e dell'estrazione della LP!';ta; il cruo mel(JJO è descritto Dell'opera dt Smellie. Il c rpo del bambino é por\8to tnthelro verso il peri neo allo 100po di lib~::rare l'occipite dalla concavttit dello branche pulliche,la t~uperlìcie auter101'6 del collo rtposa sul peri neo. :\on Jlilogoa e~trarre le braccia, ma la~ciarle nella loro po~1zione IW laU della testa. Egli prat1ca la trazione in addietro del eorpo e la pre,.:sione immediatamente al ùicropra del pube. Oeftnler non hn mai perduto un bambino; il permeo non è ~talo IHl lacerato Le braccia proteggono la lesto e formano un pe&saggio per l'uscita del cordone. 11 pror. Sirnpson rispetta l'opinione d'un autore cosl coscìeo&iot~o comu il Devonler, m o vorrebbe avere una dimostrazione pratica del valore del suo metodo. l dottori A. F. A. Kiojt, Parkes e JonPs hanno usato que~to ~lodo ~enza cono~cerlo e ~enza apprezzare eMttamenle i 1801 vanLaggi.
Il dQII, J. E. Kelly, di ~ew-York, legge una memoria intilolaLa La dtatesi urica durante la graC'idarua. • 1 Jl&ugue pre"enla ùelle alterazioni che corrispondono alla
dialesi artulìca, oom~ lo dtmo:otraoo i fenomeni gastrici cd ~ti che si "viluppano dul'8nle la ~l'avidooza. Egli iudt~:a. •nllu uze eh~ producono tJUPslo "lato.
1 tl. Chri-.ltan, di Wyanùotle, le~ge un articolo di ~tali .:.d ...._. &opra, La propor~i(Jt<t e le cause delle na$cile di b«rn_, r;ort.
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t:ù~G !tESSI
8estooe delle m&l&ttie de' bambi.Jd. G1ovedi 8 ~eltembre. - Quarto giorno. - Sedutà meridiana. Il pro r. Alb11rl R . Leeù!-1, uelrislituto Ste"ens d t New legge una memor1a sopra: L'altmenta;ione dei Egli ha faLlo l'nnalisi di 80 specie di !alle umano d1 avere i dal1 net•e . . ~ri per la rabbrtcazione di una menlazione arlitkiale. 11 !alle della <iflnnEt tlifferìsce da quello della vacca porzione e nt?lla d1~eribiltta della caseim•. che é conw11111 <JUsnLlla minore ct1 è pni diger ibile nella pritoa che cnntfa. E!!h crede rl'aver trovato la snl uuone del facendo digerir " 111 Cll«cina coll'aiuto d1 una pohere p:enics, che ... j otlttme facilmente, è ,Ji uua J'or:r.a 111 gra:tia aliti qu11le, coll'aiuto ùel calore, la casetnH é in cinqtH' mumlt. Pt•lma tlellu cottura la pr oporzinntl scina era f- tata dirninuttu eoll'aggiunta d'aci)Ua; vi agg1unta della cr·ema per· ristttbiltrvj la rn·opor·zro11e di grasso. Que~lrl proces-.o, secondo raulorc, •la una tazruue artiflcullt> quu,.,i pt:rfelta. Il doli. Cor les, di Giuena, legge un articolo dd prot. E'pine, di Gine"ra, dlt' ha per ttlolo: OSSI'roa:;tOn• monile genuina o lobare nei bambcni. Esi!O.le uei bttntl1ini unn forma :;pt·c1ale ù1 polmont&e eh•• :;i pufJ cluamare ecnlt·ale ver la "us localtzz:azltoue,.! gcstiYa per· la v•nlcnza ùei fenomeni infianuilsloru, ed
tiva quantlo la 'uu durata si limita a due o tre J(torm. J'tSèontra uell'ap1cO e uell'inter·no àel lobo super·ture; drfficilmeuLe dei ,egni llstci. L'esame mir>t'(lscoptco Jitno::.lra la pl'""enza del bacillo ehe si lro"a o rd he!Ja pohnomte. La terminazione è ~ccezional mcute ::;e è hlie, é prodotta da compli ·azioni. Essa /:. qualche preceduta da ~angl'enu u da epali.tzazionl! :n·hda. deve tendere a rar (Jiminuire l'mfìammazione: 11.lgnt compres::;e alla Prie5~nilz, ecc.
CONGRESSI
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11 dott. Henry Ashby, di Manche:;ter, fa una comunicazione 80pra: L(/ nefrite scarlaitinosa dal rmnto di oè.sla clinico e
palOIOfJ ÌC'O. E~li da i risultati fornili ila f500 casi osservati da lui nelle
Ntle c nell'anfit.eatro del Pendlebury Hospilal fur Sick Children. La malattia esiste solto tre forme: t• Fo1·ma primitiva poco importaule. 2' Forma settica con alterazioni patologiche, accompagnal8 rta sintomi analoghi a queUi di ogni a!Lra setticemia, maniftl<>ll\nlesi nella seconda o terza settimana. I reni pertanto funzionano abbastanza bPne, la quantita d'urina non diminuJ..c.e; l'edema e gli accidenlt uremici mancano. •1• Lll nerrite post-scarlallioosa o nefrite della canvaleI!CenZII é molto più impot·taote, essa ~i mostra daltfr al 2-i• ~orno. t r~'m sono gia indeboliti e sono ~oggetti ad .in.fiammszwoì nbrinose e erupose. l casi leggeti di scarlattina sono più raramente seguiti da nefrite cbe non i casi gravi; questa varia d inl.ensitfl. l primi segni sono )~j diminuzione dell'urina, e l'criPtna della raccia, che possono moslt·at·si più giorni prima dell'olhumme. l casi presentano granr'li differenze daJ punlo di \'l'<la olulla '{Uantita d'albumina e i]f>l suo peso specifico. La quanlita d'urina continua a diminuin~, l'edema si mostra, si manife'<tano i vomiti ed i fenomeni uremici, allorol.Jè ha luoi!O repenlir1amente nna crisi come quella della polmonite; il bamb.no "m1:lle enormi quantità Ji ut•ina torbida, ed entra in con\'ale!lrem~a.
tlotl. l<'rauk Grauer, di ~Pw·Yot·k, I··R~e una memorta 1•l'fl: I caratteri anatomici della n.efrite scat·lattinosa. . L'autore ha sLudiato specialmente la varietà conosciuta sotto 11 nome di glornerulo-nefrite acuta di Klehs. J reni sono l!l'aodi e cr.nJ:e:'lt tonn t't; la loro "'Oslanza col'ticsle è qualche '·ott.a normale, ryualche volla i~spessita con prominenza dei glomeruli eh.. ·on . . ' aa " o aumentati dt volume e non contengono ngue. Seurhé egl ab. . dell'e • • 1 01a oolato il rigonfiamento e la prolifera.zaone 1 l'ast P lèho glomerulare, non crede essere ciò la causa delruzwne .JP.lta circolazione capillare, poiché neUe prepa11
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CONGRESSI
l'azioni che egli ha ef'aminale, le anse del capillari voluminol'le che nello slalo normale, il che dimostra prP.!lSione vìf'ne dall'interno e non dall'esterno. Egli crede che l'ostruzione sia causala da prol dall'in$pe~simento delle cellule endoteliali. L' inM·tm• v~>ntricolo qjnil'llro, che egli ha osservata in tutti i proviene tflllla pre<>eoza di un elemento tossico nel dalla o~truz 1one ù~lla circolazione nei corpi del ,uall~~tllll quale ~O~'~ lringe il cuore sini:>lro a fare un lavoro mllm!riell li termine glomerulo-nefrile deve essere applicato a ~oli ca"i.
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RIVISTA BIBL10GHAFICA
Per cau,.e mdirendenll dal no!;otro buon \Oler• al b1amo mlerrolla la ra VJSia bib\ìografka dei lavora mondal.- iil'dOr:O llla direzione del g'ornale e chtediam.o venia ai cortesi aulori, n~lrallo che sodùisfiamo al doYere •li darn~ un rapido etnno. B.
L& riforma dell'&mmlnllltr&zlone Rlllt&ri& In It&ll&. - Firenze 1888.- Memoria onorata di premw ,Jal R. istituto l'lmhsrdo cl1 scienze o lettere.
GIOVANNI FARALLt. -
A dlmo~Lt•are l'inter•esse di laie lavoro c'd il suo valol'e, basti eeeennarP. la vafltité. della materia lrallnta Nel l <.'apilolo sono raccolte e rapidamente, ma abbastanza compiutamenw l':Yolte, le ~Oti4ie aloriclte l'ull'igiene come l'ci<>nza e come arte, e 18llo S\iluppo progrec;sivamente a~<lunlo. Nel l l cap1lolc.o e nel 111 é fallo c~nno clelia !egJf'!azione sallilaria ne~:li Stal più civili (Francia. ln~htllerra, G rrnania, AU&tria-Unj:, Prta, Bel~io. O ande, Danimarca. SH•zia e NorSviuera, Spal-!ll8, Serba S·ltt Uniti, Amer.co del <>ud, epubbhca Argentina . Il eapitolo IV è con~acrato all'Italia . . : rap lolo v tratta il problema della r iforma l'&nllaria nello ta moJerno, andican,fo lo ~copCJ, l'importanza eli i limiti delti!Ooe del go,ernn, della provancia e del comune nella rela-
:gta..
a ernmtmc:trnzione.
11
capitolo VI presenta un rompiuto J•rogello di una nuova
~ OI'~Rnira per l'ordiuemento della publJiica igiene e pu-
JtaJia.88nttaria e 1 er J'Psercizio rlelle inerenti profcs~ioni m
76i
RIVISTA
Quale appendice ~ono agili unte allibro i duo p Depreti". 1886 (Codiee della pubbliea iyiene), e
(Tutela dell'igiene n della salute pubblica). Nell'a \'\"erlenza <!he precede ti libro, l'autore fa portanti con,.idcrazionr c:ui criter i clie motivarono le cazioni pi'Opoc:te al Cl•dicc della pubblica •grene. l'illu:;tre Berla n i. Acc(lnna alla istiluztone rlelln di t!anita pubblir.a, all'ordinam<'nlo provinciale, al con si siore di sanilA, alla \'enrlita dei r imedi segrell '"''~"•·<~., conclu--ioni del roru.!'re•c:o internazionale di Vit~nno, ispetlorr degli sl31.Jilimenli minerali, ecr. Enumerando i vari nr-omenli dalfaul.ù re lraltnli dimo~trala l'imp<H'I.IInzA notevole del suo lavor o ... . Il 11 ha trattati ~"Otnf' c "ua egregia e nola dole il fare.
P rcr. Lvttll CrrrMrNu.u. - 8tazlon• 41 B.ooan glont eattve 1884-86.
l!: una comunico.zinne dei casi in cui quest"' aequo nose clu•dPJ'O l'olio Ju drrczione dPIJ'a ulore rr"ulltttl Esse nr.qu!' ~ono tlale rla !'Oei principali sorgenti,qun prielà del Govern•1 (Lel·a, Largna, AruarA, Gru.inna), e privaU~ proprrcllì (Capitello. Franco): le p1ù llmnte la LoJia e CApllello: quP~la •" meno r ìcca di qudla m nato dr rt!rro, ma é n 'ece più ricca di sal! di Tutto prova elle con,ervano inalleraUI la 'antica ri onta ai due "Ucolt della loro sCOf•erla e ùt terbpcuuca zio ne. Il primo oaao 4 ' aottnomlooJd dott. G lli.L~·o '0.'11 SO \l'ItER. L'aclino:u:cele 1lei ho vini ru, son nove anni appena, dal Bolhngcr c clal"sificato poi dal Hare; mo son pit\ anni che l"lsJ ael c poi il Pontifik lo riscontrarono Ed i casi finora o"'lll'vati ucll'uomo non arr·rvano che settantina, ùe1 •Juall un :-olu ru osser vato in llalia dal L'egregi11 collegtt per·6 nola sul proposito, e cou
'i6:>
BIBI.ICIGI\ \Fl l:A
..-,.crderro, che trattanùoc:i di malallia infelti'\'a do\'elte es· . - . aru~l!ila All'o,servazione f' conrusa con altre morboc:e _._&azior.i. Nel caso del Sommer traltavasi JJ sviluppo ..411 fungo dal polmone con !-IIICOC""•va invasione delle parli .-aligue ., Ji tutta la corri8poudent" regione mammellare, 1111 ~mlerir•re -l at~>rale del toa·act>. lm]lO'"'Jhile e I'Ì8!'<!'<Uffiere la C\lllCi!3fl 1 ver quanto compiuta, l!lfiOIIZrone Jcl cac:o clinico, che noi mdachiaruo ai colleghi, ..,pella rarità, Fia appunto per la <'ompleti..sima esposizione, imlandoli a vrentlerne coaniz10ne nell'intere:;sanle la,·oro del co lega, ed1to primamente nella Rici~Jta tntern.a•ionale (1~·"-i'). ~ eU Piuggt ID A.nUooU 4l Campagna, pel doltot·e
Lu Gl BACCHI!'It. Quest"Rc<JU& RO•lrebbe di qunlilé assolutamente specifiche o Yerameule 1•rninenti nelle ufl'cziom calcolo~e delle vie o1·marie a del fegato e nello golla. 11 suo valor·e oggi ancora si basa lUI ratti nnn ~ull'analisi sua chlnll<'a che non fu ancora falla. t però puco nota c di tiò il collega fa carico al difetto d'inizia· lifa, dr pubblicila che é tanto conùaunevole sn Halia. E ciò s ta bene. '"• Ma es permetta pure O""~erqu'f', l'he la pubblici Là, la '*lame, 'al molto. quando pes'O è l'Orrelta <ia quel complesso • eon ltt.10ni di cornodité, di corifort , di lu~o. ecc.. che catattem:zano lP prù J'inomate l"l.aziooi e5lere ...... Quali sono le ~ila d'acque che in Halia le offrono; :nenlr<! sooo una vera llllcessttit ptl ricco, pel bene.. tante, ·~d ammalato?
Dedrcato più . . pecialmenlt> alla gioventù studiosa, è un la101'0 1 pazrente ed intelligente reduzione condolto con mollo Clriterro c celia che merita d'e:;"e•·e upprezzalo. P~, l:mltt p-n.. · · 1·lffitlasl · · pm .. c l)~ · · 8 Lraltare ueIl a questiOOI tllro • lllhneotJ alla medicina forense, ed è fOf'. e perciò che non con€ac rato un apposito capilo!o alle malattie simulate e ;1
t:i
. . . . . .,
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RJVLSIA
dis::~imulate, provocate ed artatamente aggravatfl,
avrebbe completala l'e<>po~izione della materia Ad ogn1 moùo é un buon libro che dovrebbe Car modesta libreria dello studente e del medico pratieoy menl•1 dei medici condotti, ai qua li fa tanto a ..,, v ............. la possibililll di tenersi al gwrno dei progressi della Progre<>'>i d'altronde pella medicina leJZ8}e né pidi, nè radie&li, tanto da scemar·e, anche in luoghi valore ad un buon lavoro rta<>suntivo dell'ampia ·--•~••• é il :\lanuale d1 cui diamo l'annunzio.
D~1 seguenti lavor i dobbiamo ltm•tarci a dare plice indica~ione, non già perchè minore ne Slli il valore, ma per gli inviolabili !imili che il giot·nale, spectalìssimo scopo e per la sua limitata ampteUI, pone.
Il colera nella scienJa e neUa societli. - Studi tali del dotL P. De ToVI~. tenente medico di m1 - ~lilano 1888. Sulla oirulen.;a dello .'1puto tubercolare. mPnlali id id. - Milano 188~.
Sulla caiaforesi elett1'iea, pel dolt. A. dena. i888. 0!1'eo·.~inooitt JungOBa del ginocchio. - Relte.lì_. nfonP 088ea mf!f'cé chio,fi d'aoario. pel doll A. operatore dell'ospedale di Treviglio. Corpo molle nell'articolazione del ginocchio. .-ione, id. 1ù.
Ridtuione cruenta delle lussa.;iorù del femo r-e. G. FIORANI - Milano. Sopr a alcune forme mof'bose della oescica, iJ. Piaghe estesiB3ime ed in.nestt cutanei, iJ 1d. lnjLartlfllaltOne fugaee delle 8ierose nel ,.eu:'""',.....
colare acuto. -
Dotl. L. MAzzonr. - Forli.
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BIBUOGRAfiCA
&tat i8ti~a ed osse,.oa.aion.t sulle cure ter mali tn A bano. -
1888. L'epidemia "ole rica in S. Giooanni Rotondo nel1886, pel .tott. FANCESCANTONto GruvA, lenente medico nella milizia mobile. - Napoli. Studi intorno la que.<Jttone del ~aino. - Conferenza del dol&. G. M Azzt:t, capitano medico del 68 regg•mento ranteria.
SAI.VAG:"ISI. -
- Pistoia. lA cremtUione. - Conrt>renze del dott. F. SANTJNJ, medito di t• clesg~ delle R. Marina. - Venezia. Lt b1'aecia e le g ambe a1'ti.ftctali Bea.ufort pei malati poNri, pel generale H. B. MAXWELL. -
Genova.
Il bagnof,.eddo e T:antipirina nella febb re tijoide, pel dot-
tore G. BALLOTTA. -
Lu~o.
Di un nuooo sftgmomet,.o, del dott. A. BOCCOLARt.- Mo·
dena. P~ca metallica in sostifruione della ei>mune .fionda nella
amputa.sion,·. - Dott. L. MEOtNt. -
Bologna.
CoUe.aione dei piu ,.eeen.ti opuscoli scienti}lco-medici. Napoli, 1887.
Pubbiica7ione di'!) prof. <'av. G. Ds NASCA. -
Jl4tluale completo di balneologia. pel dott. VINCENZO PA-
ICALt:. - 18~, 2" edizione. - Nepoh, slrada Co1'5ea N. 15. (Bagno frctldo, tdropalico, caldo, di vapore,ldi:mere,gmillerale , molle (fan~-thi), rnedicernentoso, elettrico, di luce, di VIa compreqSR e rarefatta, ecc.). ~· 11 prof. Csnlani accell.endo la de.lica del libro ne fa l'elogio...... Elogio che oaluralmenlP. gli vale di l&rf.(S. raeco-
lllandazione. G T"atta mento rielle soltuioni di continuo. - Dott. P. Da r:u,UOP.Hzt, chirurgo primario dell'ospedale maggiore. - To-
,
l
~~~am~azioM lraumaLtca - · Mer:licazione enlis~ttica rlte
0
Ltsler - Criler1 generali pel trettamenLO delle fe- Uso chirurgico tlell'acqua - Acqua steriliuala nelle
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RIV1ST.\ BIBLlOGR.U'lCA
medicature - Acqua sterilizzata e calda - Ri xnedicatura Lisler e quella all'acqua - A.pplicwiiOIIIIJ todo - Condizioni essenziali per le neoformazioni Bullettino della R. Accademia Medica di 188i-88. Tra i diversi lavori che riporla non vogliamo di indicare gli inleressanlissimi seguenti: POSTEMPSKL Sutura metallica nelle J cl®icola. - R&erione enartroidale del femore, Wolkmann,
Colla riserva di trarne a maggior èomodo i da~ portenti armunz1amo le seguenti ultime pUI01lltcaz1oDl'1 stic1le oanilal'ie dell'esercito austro- Uogarico:
Eryebni8se der Sanitats-Statist~k det' K. K. den Jahren 1870-82. - MYRDACZ. Statisticher Sanitats-Berieht uber die K. K. Marine /ii.r· das Jahr 1885. - UauK. MiWar-Statistiches Jahrbuch /ilr das Jaht' (Ministero della guerra, IlJ sezione del comitato amministrativo).
l i Dirett.ore
Dott. FILICI B.uowiO generale med1co.
l1 CollabOratore per la R.• :Marina GiOVANNI PETBLLA Jl td.ko di J& claut
~OTINt
FEDERtco, Gerente.
KISSO IDI OP! TICO DEL CERVELLO CO~IU~IC .\\TE COLL'ESTERNO
SOT:IS
_
A N D R..lDA
............
Wemona ldta &lb conrtll'cnta d~>l 13 mano tblJS tenuta n~ll'Q»pedale mililarll 'uccnrialtl 1li Gaeta.
Oblura l~lllrCI, u~uurl<lf'U m<>rbi, l)bfCIIfillitllM (t111Ciill11tS,
[.
Oneste pa1·olo che Fantoni quasi due ~ét•oli indietro proin riguardo al cervello, se hanno, in virtit dei proconsegu iti dalla i.~tologia e fisiologia sperimentale nella ,....,.vEla nen·o::.a, pérduto di valore e di opportunilh. non l· legare che 111 qualche rincootro non trovino la loro ricone ruerilino di essere ricordate: poichè le lesioni ceresecoodn la loro ubicazione. l'e:>ten~ione etl il modo ùi ~IIDnar-c:i ora pre,entano una renoment,Jogin r.omple~:<n agni sintomi lOpici quelli colla temi i per dh:quilibrio tal nhra la sindrome clinica è così povera di mn•aw·i.... j morbose, o appena delineata da •Jnalche sintomo a malnllie di aitri organi, da poler es~e passare aiJauo · se l.ttumultuarieta dei fenomeni nerrosi. con rui la ~CflOU finn le della vita non le ruces:'e sospettare, e fas~nntomico non le mostmsst' nella loro sede e nf.' li P t1i1 della loro ovolnzione. Cli nici autorevoli scrivono
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ASCESSO IDIO~ATfCO DEl CERVELLO
t''~f'rsi l'esistenza di alterazioni encefaliche in tal
\clata 'olo dal roltt'llo anatomico senza che io "int•1mo ne f:lces'e supporre la pre::-euza. Eppure ··re•lere non e!>'ere questa opinione del tullo nè I'Ì,.ponilere ~~sa ai risultati di una dili~enle •1uell1 di una scrupoto~!l o ,;ermziooe. Come un J.!i..rP. n (JUnlun•Ju~ stimolo non lliiolo~ieo. co:.i il può ottr.u·,..j a que,ta legge di patologia ~enerale. more che comprima, o una raccolta purulenLa ne •li-.greghi o distrugga le fibre, e1so rbpondera un tii,tnrho più o meno liCCentualo delle sue funziona. discutere sulla pnlogenesi della nota morbosa se vnta ,, cnmpre!':donE' diretta, o a distribuzione rnta, mn non .-i poli'Ìt negare. Anche se un for.olaio inunu delle .:onl' tolleranti. cosi chiamale da .J menu 111 questi ct1si. credo, si abbia una perfetta tl1 fenomeni palulogici, non vi sar·anno illlponentl 111che. mancheranno. p. es., le parlllilli. le ,·un 11furmi, i disturbi oei vari sensi specifici, ma 'i vomito intermiuentP., ora una cefalea pa,se.!,.:era, o ~iro, ,jnlomi r.he passano inosservati p~rcLi· co1 un11 . 1ato Ili note\ole benessere. mentre el1e colla lunia e co,.,lnnr.a meltono 10 snll'ani.;;o il medico monendolo che qualche processo morbo,... ~el" i nella ma,.,a encefalica. La pretesa ,l,,~nza d1 moriJIJ~i. ed in ··iò mi acco"Lo aJl'l)pinione ,Je!f 'Ula O a fugacità e mitezza OÌ maoifestaziODI a pre,euza di altr·e condizioni morbose. i cui rallo rtuelli dipendenti dali:~ lesione cerehralt!. Prt>ruesse lJUesle considerazioni fisin-lml,rllo!l'ICD• snric Il meglio intendere il Yalorc òella presente passo nlln esposizione del caso clinico, il quale,
COMU~lCA:'iTE COLL'ESTJ>IINO
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liibtale cognizioni di patologia nerrosa, é uno dei più rari . . . leueratum medica, e m~>ntre insegna nl clmico come ..... 11na I<J;ione cereltrnle decorrere iu unu stato florido di lllaae per parte dell'infermo. amm;~cstra J';~natomo-pntolo!!o * u Ter5amPntocerehrale pet· n•nirPall'e,ternopiu che pro· tllre delle aperture craniche nnturnli. può srn,arsi una ,ja 1lelfa spesse1.za •lell'os=-o; e cbe mentre un'aneuri,ma impiega •e!i per 1leterminare l'u:;ura tli una CC>l'lola. eliSO 1:. compie • gtro di pochi giorni.
IL Brezzi Franct•sco, soldato nel 1° funteria, di genitori il-{noli, ti professione contadino, eotl'ava in questo ospedale il z1 di-bre ultimo. Nell'anamnesi rernola, all'infuori ùì uno. ma.'lttia al P<'rune destt"o sofferta drt piccino, per cui stelle;) me!'.i lelto, e gli vennero estraili, secondo le sue affermazioni, dei d'o,.~o. nnll'altro rilevagi d'importanle. Quale postumo lesione o:;sea è re~iduatn una cicatrice all'e pili ,i 'ttfiCdel pcrune, lat-ga qnanto nn doppio solùo. aàerenle alche mostr'tlsi le~germente ingru:-,alo . L'auoale malauia data da tre giorni, e si iniziò enza causa 'erso 'er-a. cun febbre a Gnltlo~ dolore in1en~o tlifTu;:;oalla simstrn della faceia wn centri d'inteu,irà in coni;.poodel oprnccrglio, tlel forarne sottorliirale e del d~>nteca llìllo e 1• molaJ"e dell'istesso Ialo. Il uolort: cosi e;;te--o nell'isi ridu.,e nella notte in confini piit ristretri. limitando,.i sola metà frontale con centro rl'intensiLit al foro ~opraur11 dol•>re rontinuo tcrehrante. rome ~e un succhi ello fol'os,;o pt·e·p t ù ,. . . . . . ,. .' ~ n ava e~ r accessi parosstsllt'r, 1 quH 1 pre· )llllljt,at·•n. 'tldi!Terentemente di giorno e di notte. Questa sendoloròsa aveva una leggera irradiazione sulla Lernpia
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ASCBSSO IDlOHTJCO DEL CBH! LLO
destra. Oltre del dolot·e osservavasi gonfiore della stra nella far.cia, con :1rrossimento della guancia, mento ùell angolo labiale e della palpebra corrisP<J1na4• era a_IJÌressia ed insonnia per le sofferenze dolorifiche. L'infermo che 'i presentava nelle migliori cou letrico-muscolari, ollre i fatti gia notati e un le 'Sero nasale e bronchiale, offriva niente altro di notevole fisico e funzionale dPgli altri '\'isceri. Diario dinico. - 28 dicembre (sera). - Il dolore moto per :3 ore, di poi è risalito alla primiera intenstti pera tura a~cellare 38, S.; p losi completa dell'occlliosmi vnriato il gonfiore della guaDcia. Bencbè t·i~p cmda mente alle domanùe, e mostri un'intelligenza svegliata. è lllCtllli'DO. 29-:11 dic:emhre.- Io seguito asomministrazioni e a frizioni di pomate calmanti: il dolore si è mitigato
incompleta, :;comparsa ltl paralisi del facciale. A guarit.l In leggera irritazione bronchiale. l'acnnaio.- Temperatura fisiolo~:ica, il dolore moltissimo. quasi scomparso, se uon si presenta,,e a nlla teu1pia "ini-.tra ed •1n poco alla de~tra . In corri dello globella nota i una tumefazione deUa grandezza gt·o~--o pi--ello acule inte~ra, non aderente. indolente neamenle ed nlla pressione, libero dtu tessuti ,-oul~-. contorni netli, a superficie eguale liscia a w n-.i-.ten7.a Condizioni generali ottime; l'infermo si alza • .?-u ~ennaio. - t;ootinua !'apiressia: nella era hn ele\nzione di pochi decimi (3i".8), dolentia mi1e e miIle ntt> neli e regioni temporali, 5pecia !mente a ~in istra. genemle buono, facoltà psichiche.inte!-(re. Tumorell0 .:enna ad aumentat·e di volume. 8-1 Ogl•nnaio. - Ifa vomito manifeslautesi n digiuno
COMtiXICA:i fR COI.I.'ESTERNO
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paslO con preferenza nelll' ore della di~e: tione; le materie 1018 late con~tnno di ~oslanze alimentari poco digerite, nuo11111 in granùe quanl ità dt liquido opahno. inodoro. Persistente il leggero dolore alla tempia, inappeten1.a, trurea. Apiressia, la tumefazione fronlnle. conservando i caraueri di sopra e!'posti, ha rag~iuuta la ~rossezza dt una noccilola. H gennaio. - Vomilu ribelle alla cocaina ed alla 1licla liqatda; perdura il dolore fronlale e la diarrea; la tumefazione aumentata di volume, colla cute integra, non adenmte, inòlente. Colla palt.atione non si riesce riscontrare sconlinuità dell'os~o frontale nt'• col tn\is praticato deltcalamente sul tuIIOre ,j determma unr~ 1hnunnztone nel •olume ..\pire,,ra. Condizioni ~<'ner·;llt a pstdlit·he lotJe,uli. n gennaio. - \ omtto meno frtlqucnte. Temperatura del corpo li~ioloyi ra: la tumefazione ha limiti pit1 e:~tesi raggiunpndo la ~randezzn d• una noce con sen"o di Outtuazione maIJfestu; intlolrnte; p«.>lle normale. t! J:•·nnaio, ore:l 1, 1 pum.- Temperatura ascellare 38".:}. Polso 57'. Fnrte dolore alla fronte ed all'occipite che wappano IIJ'mrermo fort i grida e l'obbligano a ajarere IJocconi: .-omito dOpo •l pasto: ne,:-.una paralisi o contrattura nel volto e negli art•: facoltà P'ichiehe inte).!re; pupille normali rea~enti alla Iute;,.,. fotofobia. L'ammalato dice che il dolore è insopporlabie. t2.gennaiu, ore;) t , pom.- Temperatura 3è!•.8 Pol~o 59'.
llesp raziOne slertoro;;a; aholi1.ione rlclla co-.ctenza; miosi; Jllralisi rlegli arti: aritmia rardinca. Ore 6,25 pom. deeesso.
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ASCKSSO JOIOPATICO DEL CEf:lVELLO
Hl. L'infermo entrò all'o~pedale con dia~osi di febbre ticn 11 nevmlgi11 •lei :;o., perchè i faui paralitici non. nmuife L'\11, nl- qoan•lo questi si pre•entaronn. ci 1 autor-izlali a 1icercnrenllra pato,:enesi della malattia agente reumatico, il quale eccitando anormalmente 1 tori c ... r.o . .ith·i della faccia, :n·esse determinato il loro dine funzion1le. È n•ro che ricercando d · l'llnumnesi pro;.sima l'e1iolop:ia reumatica Te n ira a di ù'allrn part•• cun,idt>rando il rigore eccezionali' della in,ernale e lo stato dell'mfermo che per essere recluta nttondel'e alle bLrozioni nelle prime ore del mattino, infundalo il sospPllo eh<' anche senza sapel'lo egli uon esposto n qualche <'OITente d'aria fredda nel dil'i suo set·vizio. Favoriva ques~a origine morbosa la delln ft\hhre e del calarTo delle mucose naso-lu·onc scomparsa DI'i giorni successiYi dei disordini p11ralitic1 aiTeziuni respiralorie, l'auenoazione del dolore. ci sem falli !'1l~i ~videnti da non di;;coLere nemmen(l non si nel caso pt-e.;,ente di una delle tante paraJis1 n:uuJoU'I#mt comuni nell'inverno Col dj... ipnr,i della pro~opalgia .e~ a brere comparsa del tumoreuo alla glabella; il picl.'olo ,.o lume doleULa, la ne.: ... una moleqin cbe arreca.-aaJI'infermo l' di qualunque r.. nomeno d'origine cerebrale. c'irHln credenza fo:-'e un:\ piccola cisti, al postotto un piccolo prodouu d.1 irritazionP. dell'osso pel massa7gio ... ~.... poma!~ calmanti ·ulla parte dolente . .li doc!icesimo malatlia compane il vomito, il quale essendo nss,OilFIIJII inappetenza e a dianea si credeue legato ad un 'in <A-
COMU ~l CA :'i TI!: COI.l.' KS'I KR~O
gastro-inte:-tinale. e uon che la sua frequenza, il ripeteni in 111·e dilferenti, la persi,;tenl.a mnlgradu gli agenti anclletlCI portali a c~nlallo della muco~a !!n!'trica. ed il camhiadi dieta, ci tene'fano preoc-cupati facendoci balenare il apetto non doH'"'e e~:-o :net·e origine da una h•sione ccnlnledel •i-tema uen·o,..o. 'i pen~ò che il tumore frontale pollfaeol romito e.--ere un esponente del proc~so morboso che 11 nolge\11 nella massa encefalica, ma quale era que-ta con-ne m01·bo.'a! Per quanto fos:>ero diligenti e ripetute le indagini anamnellicbe, srrupoloso ed e~auo l'esame sulla tumefazione frontale. • T8Dt\'a ,;empre aù un r·i:;nltato ne~ativo coJI'e~cludPre tlualuque lesione trnnmatica n cui l'infermo fosse and:liO sogle&to in un tempo più o meno lontnn(l. come ?Ure si 'eniva alla eondusiont' della completi\ indipt>ndenza del Lnm~Jre dall'Interno tlel cranio, riflettendo che questo non scompar·iva col taxis. nun si <ICCr'e:ìceva nello sforzo dello r~pirazioni, n•'• presentava alla hase scontinuitit della lamiua os>.ea rronlnle. Pote'a il Vflmito metler·..• alla dtpenrlenza di un'afTer.ione mellajfea-in cipiente~ ~Ja quale era il momento etiologico della llellingite1 E perchè si ..arehhe esplicata col solo vomito, e IOD con tutti gli altri :;intomi propri della meoin~ite1 La per·i~tt-nza del \'Omito e la pre~enza del tumon:tlo ci teIIft perpte~. i "ull' e-ito lì naie ùella malauia, qua-i ci presalitta ehe .. ; :n·e, a cla\":tn.i uno dei non comuni cac;i di le~ione oerebrale, di cui la :.carsezza dei sintomi non permette,·a (or~~ una dia;no,-i sicurn aii natura e ti i "P.de. Venuti nell'iùr>a 11 P•rare il liquido del piccolo a~ces~o . ._; era r1m:utdata r o~ione pel di seguente, quando nelle ore pomeridiane si ••urestarono tutti i caratteri di una meningito che coudus- i•l paztente . alla tomba. L esno della rnalauia ci spiegava ora il 'omifo, e la leggera
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ASCESSO lDIOPAliCO DEL CE.RVE.LLU
cefalea. non ci illuminaYa però intorno aJia p more frontale, nè sulla patogeoesi della menin~ite. rlippiù. Nell'en>luzione tlel male si notavano due penodi il primo inizil'tosi con nna paralisi reumatica che ~otto il .. uo corso in tre ~iorni; l'altro Sl"oltosi ,.j nello 'taio di .. al ute piulodevoleappena sçelato dalla del \otnito. e l'he in due ore fra onadepres::ione \ole di,.,trll'"6 l'infermo: era logico domandare 56 duplice il nwmento ctiolo,:tico delle due differenti niche e :-C quec;.te si fossero succedute a caso, nn'""•~ r.orwatennte in modo da essere entrambe. uni more fr·ontale, l'espressione di on medesimo lwso. ·~mmessosi pe1 caralleri detti di sopra la H~ddr,ntn.le dPIIa tumefazione alla glnbella, riOe lei'\ allo di completo benessere tra i due periodi nmne nella convinzione che la paralisi reumatica era affezrone n st'•, autonoma, non legata alla ~u ztone menin~ea, il cui momento etiolo~ico sfu~gi rt>n·he anamnestiche. Quale infatti pote\'a essere la mPningite! Non il trauma perchi' su queslo rh!llardo ne..i ern .. jlenzio a, e cosi per tutti ~li altri momenti più eomuoi della meoingite. Tenuto conto della fet.ione o"" 'Il al pi'rone non polevasi ricorrere ali meningitc tubercolare. perchi' erano det:or:-i molli m.tl.ltlin o~~ea, non tacendo che nellun!!o las;;o di dh itlno era -.tato sempre bene, presentando5i nelle condizioni piu lloride di salnle, e con un <~pimtot·io dei più sani. :\on resta n che la meni lira, da ammeuer~i in questo caso, ma anche nes1 non reggeva alle obhiezioni di una sann cr1 f) nvevn ammeli!Wsi che l'agente reumaLico. ec
COMUNJCA:"ilE COI.ÙtSTIUt~O
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{·.-•WIImente i nervi della faccia. ne :neva determinata In para-
lisi Jstanl'tnea. mentre a,·e>a bisogno di un periodo qnasi di ileabazione pel compimento di tutti quei proees~j fìsio·pato· IDJiei. ultim:~roan i festa zione dei quali era la meuingile. Era a eon,iderar3i ancora che se i· intibcus::.a laetiolo~i3. di 111 menin;dte per riscaldamento, e ne .;ono frt>,quenti i casi. tafano dimo,.trata J'e~i-.tenza di un'affezione menin~ea, deleraunata non dal reomatismo come malallin di,cra,jea o infiUin, ma d::·llla semplice causa reumatica. D'altra parte era poeo razionale l'ammettere una meningilP. da cau'a i~nota: lftleribrle piuttosto la confes,ione che il momento etiologico llistes~e ma :.fuggisse all'anali-;1 clinica. Il reperto necroscopico doveva dunque dimostrare se vi ern an nesso tr·a iltnmor·e e lo svolgersi della lesbne cranica. se i disturbi paralitici erano stati il prologo e h meningite la fase ahima clell'ident1co processo morboso, oppur·o l'ell'elto di due eause di\erse, qual era la patogenesi di questu meningile. 1\'.
Autopsia. - Cadan!re d' intfh·i(hto di huon:l co:.Liluzione eoomas,Amu-colari benes\'iluppate. colorito del corpo in ge'lerale pall1dc• le,z!!ermeme verda,.tr·o "Uil'adclume. ro~,o-bleu lllle parti ùecli\·i. ~ota:;i alla testa del perone de.;tro una ci~~ lonza quasi 3 centimetri, poco pigmeutata , aderente lllOSso souo~tante. Sulla !!la bella ri,cootra'i una tumefazione 4leUa 'rand~zza eli un doppio :-oldo. n cute ime::!ra ~:on distinltT ~ ~i Dnunazione. irreduciùile ~ono le t.! h·erse mano' re '' 51 prati~nno. ~l enato ~ulla :-tes:-a un ta)!lio a croce. fuori tlte ~'>ea qnnntitit di pus, cremoso, inodoro. il quale è contP· ~ 10 una cavità del ln grandezza di una nocciuola: In parete .._.asce~~·0 '1·1co 1Ol'llo rosso-giallastro c- falla per la mo.gg1or •
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ASCRSS O IDIOPATICO t>E I.. CBliVELLO
parte dai les,uli l'Utnnei. solo per la ba~e dell'os ~o prho tlel pel'io~t i o. il «}naie ad un centimetro dalla na"o pre:-enln un foro. nel quale si addentra uno --peci colo con dirt>t.ione in bassi) ed io fuori. Caritti ct·anica.- Le o~sa delle con•e~~ità 'una alt~razione . 2'\ell'a!>portare la calotla cranica .j una mr.cuh,t purulenta in vicinanza clelrapolìsi cri l'o:.~u frontale :-ini:-lro e la corrispondente dura ment è in tal punto .-collntn. l J.,'f!lndi , eoi tur,{idi di :>::mgue. madre si .. tnccn facilmente dalla calou.a cranicn e da h ~feri r.erebrali :.olio ·tanti. La pia menioge mchlMt•i di ro ...,o vho, diffu!)o, e "i asporta con facilità dnJie circon\oluzioni. ~ ell'e~trarre la ma~sa encefalicn n bno;e e precisamente nelht fossa cranica anteriore a colletto Ira ,,. circonvoluzioni e le meningi del pus di Kinllnsft·o, inoòot·o, mentre nelle fosse craniche media a r·iore una quonltlfi òi siero (50 gramm i) torbido con fìbrino:-i. La sufJedìcie del cervello mostrasi beu ··on dt nspt>lto r-o:-t•o, di consistenza normale, me no ali loho fro ntale sioi:;tro (faccia inferiOre) do>e da una ,coutinuitil ruore~ce alla minima pressione #!ran copia d dt huonu n-.pello. Pratit!alo un Laglio ltmbr11udinale ID <:e,;m~nto .-j o.;.-en·a un:. C.'l\"ità della !!raodezzn di un pollo, :-CII\ nta... j nella spes.!'>ezza della sostanza ùbnea tulla ' cumpar ..a. La parete del caYo asce,:;sotde è·
.tanzll ner vn~a. La zona circo,.,tante all'asces~o all'infuori di u11 ~·"""'" ... di rnmlllollimento pre'>enta nulla di noteYole. 2\'el resiO mas,.,a encefalica nessu n'altra alteraziOne anatomie<•· Le ossa della bnse dnl cranio non m o:~lrano l e~ ione di
COMONTCANTE COI.J.'ESTEIINO
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se11aa1o nelle eminenze mamrnillnri della fos».l frontale ~ini si ri ..rontra un for·ellino con direzione in dt>ntro. in lms!\O eMNol'e~terno. Se~anilo verlicalrnento il t:nwio per 1 ~·enti metri in corri.;pondenzo. dF>lle oret·chie. e congiungendo le ùue sc1ssure con un tn~I io tra~ver~ale mennto a 1 ! ctmtimetri dal atetsura nn~nle del frontal~ . .-j ri-contrano i 'CDi frontali ripent d1 pu:.. che esce in copia pratit:ando ..i la ..pecillazion~ dei due fori; imme-~~a una pa~liuzza nei forami ...; rile,·u!!he al foro lll8nlo comunica oul --eno frontale ~ini ... tro mercl; un cannle la~ 3 1 ! centimetri: mentre il foro &lernu lo è rol ~eno &oatale de-t1·o pe1· una lunghezza di t. 1 2 rentimetri. L'etmoide e i seni frontali integri per qu:ltllu si de~nme dall'esame e terno. Enuclealt i bulhi oculnn non si trova nulla dtanormala nelle os<.:a del cavo oruitnrio. Ca~itli ttmu:ica e addom1'•wle.- ~essuna Jlternzione anntomie'a; ~olo In milza prt"senta loggel'o numento di volume; è facilmente tlistaccnuile dall'epiploon e dal dinfrnmma, llon colorito arùesìaco; consistenza poco diminuita ...\IL:'!gliol'asp~lto 6 color ro,~o-scu•·o, abbondante la poi pn P.pleuicn cile si r·acCoglre come poltiglìn color feccia ùi vioo sullll'•lio ùellli:o.turi.
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v. fp~eriri. - Il reperto necrQ·copico mentre conferma ra la Wleflrnglll', tfin,mo:.ticata in vita. mt>llentlone in evidenza la pa&.ogene i, ~menti fa colla presenza delf'a,..~·e:-so nellooo fr·onllletnltelep re\"r~•ont . . . d'ta~no-.tiC . l te .-uIl a paral 1:;1 ' . d'1 ongtne . . :lllati~ e >.ulla autonomia del tumore frontale tbl tumore 4iQ tl'llnto. ~è della Slltentita si ùere nrm~sire. pere hi· la me~ oa 0~? e l.l matematica in cui partendo dn alcuni dati inielCU~thth si llllenJZono sempre ~li sle::.:-i ri~ultati. AI clinico Ye lnt"resl;at· . d.mgnost. Sllogltatache •· . · · e ptuuna nn ' altra esaua,
'1 XO
ASCERSO IDIOPATJCO DEL CERVELLO
per·chè colla prima non si fa che confermarA dogmi regi~trali nei li uri e consacrali dalla pratica giornaliera,
colla -;econdo .,j deve co1·reggere qualche cosa, ci si ragione dcii 'errore. Nè eornprenclo la trepidazione in alcuni medici che il anatomico . menti:-ca la malattia di~lrllost•catn in si ~ c ... posli a rimpro.,.eri quando nello stabilire la se•le tli 1111 procc" o morl·o-o. che la necro~copia ~coDiell! pnrti da •·riteri clinici e patologici sicuri ed indi,cussi. handt)ni il puerile timore che una diagno·i erronea ca quella riputa1.ione che pure ci costa vita ~h e :si abhrev1a, che ci lo~or.t ( nin) . .\d incoraggiamento dei timidi ri~ordo il ca•u prof Tommnsi, il qnale in una epatopatia avendo la ~omma ùel fegato, fu dall'aulopisi:t rileva la una •~ isti di nococco. ebheno il gr·:mde clinico nel giudizio P08>lUJilG. leH1ndo l'pr·••ore tlingnostico, sogginngeva che se nella nve:>se incontrato cento volte l' istesso caso, n\ rehhe diagnosurato In gomma non l'echinococco. Rìeorùnta In rli.,c u~,ione clinica. espo,-to il reperto scopico rifacciamo la cronaca dei fatti morbosi: dnr.do cu no la -ua interpretazione (ì-iolo;,!ica. La rnccolta purulenta nel lobo fronlale distrug,!e l la p·trnli~i a i dolori con cui si iniziò la malauin ,j all'inllrrcnzn reumatica. Per spiegare la prosopal.!ia, ricordare. nYere noi ~npposto il momento etiologico poi chi· nell'anarnne--i pros ·ima si t.aeen ùi una car...,a dn miTreddamento. ~è CreÙO SÌ YO~Jia persistere in quest'idea ~UI r i' I'AI"t.DI origine prnblemntit~a della malallia, mentre ,e ne ha prossima ed evidente che sa1·ebbe irrazionale il n lnnquc inJiuenzn patologica.
CO\IU'IlCA:'ilS COLt.'iSTEIINO
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Formatosi r 35;Ce<~SO del eenello que~lo ;;e per la sua uhipoteva produrre ::>intomi tli rompressione direua, determinan per·ò un certo :.quilibro nella di~tribuzione della ma5 a ,.angui:wn nell'interno del cenellu come pure uno 1f10Sl.1mento nel liquido cefalo-rocbiòiano per cui si ehllero i dolori daffu~i alla faccia e le parali.;i del :Jo e 1• nervo cranico. l che i fenomeni paralitici fo,.,ero dovuti a disturbi circobtori, 11 desume oltre che dalla tran ... itorietà della parali ... i. mentre cloYevano e=-sere persistenti se doYuLi a compre.:~ione locale. anche dal decorso della paraJi,.i .;tessa. difatti questa fu completa e persistente più nell'oculo-molore e propriamente nel suo ramo dell'elevatore della palpebra che era in conlallo più dirello 1lella lesione cerelu·ale, mentre fu quasi incompleta quella del7°cho in virLù ùel\a. sna distanza em in caso di sentire meno ltl eon~eguenze del focolaio purulento. Oltre di che riOellC'ndo lìlll diaritl clinico uon si può non e~scre colpiti dal ratto t•he la ~compars:t delln paralisi precedè ùi qualche gioruo la comparsa del gonfiore alla fronte, quindi dove' a esservi un Desso di C.'lusalità tra i due fenomeni morl>o~i. per cui Jato l ono do' e\ a per nece,-:;ita mancare l'allro. Que.. ta relazione tm al tumore front:1le e la parnli:;i del 3° e i non può ~piegarsi altrimenti che. ammell~ndo un di ... torl.Ju 0 uno ~po'lamento del liquido cefal&-rarhi.tiano determinato dalle in or~enze e dallo sviluppo dell'a~ces~o. che aveva Jato come fenomeni collaterali i di,.ordini moton e .;;ensitivi; in selll•to. il pu .. scavando~i nell'o-.~o una via vcr:-o l'e.,terno, la IOne intracrani ca era diminuita, se non tlel lllllO ce,-.;ata, Onde ritorno all'equilibrio fì:;.iologico dei liquidi cerebrali ed 18 con~"''Ueo .. ,., za scomparsa d e• d~tstur b.t det. nen•. crantct. uccedeva in una parola nell'tntemo tlel cr·anio quello che 11 Osser-va i · cutanea: fiwc llll· 1'l pus è. . · n un ascesso della superOcse tnc,stato dete rm10n . tu me fUZIOlll . . det lCSSUtl. Clf'COSlilOLt, . . Cdemn CIIIODe uon
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ASCE:SSO IDIOPATICO DEL CERVELI,O
inli.unmalorio ed nllre ;dterazioni: appena il pus estt>rno, e, men·è un drenag~io, si evita qoalnnqoe mardoso, i te.;:;uti vicini ritornano nllo -;lato di normale. Ors;;ipute le paralisi, rimase quale e~ le..Jone c.-anira la le~;:era cefalea, la quale causata d~ un ri ..entimento meningeo, fu in ,;eguito ,u~;,"'un leg;er-a llo~u.. j -ade'i'n delle meniogi a dal pa~saggio nelln so~tanza o sea, . pie)!ando co;;i, oltre il dolore ci;.rliu sini-:tro.qul'llo della tempia destra per l'azione del pus nel :-eno frontale de~tro. 11 ta~olo rmatomico dunque rivelò la presenza di cavo ascl.'ssuitle nr.lloho frontale; poteva e ~ere sost('nuta in vita, e ritenersi l'a:;ees-o ft-onL11t' come pagine dell'allro cer·ebrale? No. poteva si mile esscl'e una felice intuizione non però una diagno.;i prinripii scenlilìci. Che il tumorello uon comunicasse coll'inlerno, la :-:r.ontiuuità os;;e:1,la conoscenza anatomica dell'lH'•Rnza• punto di fori oaLurali, la irreducibililàdel tumor~ al suo volume co:.t.tnle negli sfonr della e.;pirutione, sindrome clinica in11uceva in qne.,t'idea . Dippiù la diuk 1 inserrna cbe una raccolln ~e n rre oli' e~terno alcune volle si è ;.: io,·at.l Jelle a turati t'r:lOJche. tal altra si è aperL'l una rin lPmpornlt>, parÌt'lale, mai, ch'io sapp1a Il trontale Ter.. nuH'Illct dél contenuto ùelJ'a,,·e.-..o può a'' enire u} ~altlamenth de.:r im olocri cereLrnli colle tTanio, rounra dl•ll'asce-~o nel punto O\'e era avr·enz.l e passa;:~io del pu.> aLlt'a\'er·so le ossa al di cuoio cnpelhlln (Jkun;;); b) p~rforazione dell'etmoide seni fronlali e nella cavità nasale;
COMU~ICAN'fB COLI; ~:STERNO
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c perforazione de !l'osso temporale. passaggio del pus nella origine r.igomatic:t al di sotto del muscolo temporale Wrt-den); d) p•'rforazione della memhrana del timpano t! HrsalleDIO del pu,; nt!lla e~n-ità del medesimo Odeniu:o): e) ,·er..amento del po' all'esterno aura\"er~o In c;n ila orbataria lhncbet); /) marcia prozr-1!-""iva di un a,t•e,~n 'er>O Il! pareti esteme e ,-uotnmento del contenuto del mede~itoo atlra\"Prso di aperture esi5tenti nell'os:>o in consl'guenza di una frnllnrn rli data piu o meno nntica (Graulich). arel•lH:• il pre~enle forse il primo cuso in cui il pth si :.ia scanta nna doppia 'ia. l'nna dal foro della fos~a orbitale sinistra ~l seno frontale sinistro lunga :3 1 , cetlliml'lri. l'nllra dal5eno fi·ontnle destro al foro sito ~oprn la gl11hella della lunghezza eli .) 1/t centimetri con unn comunicnzione tra i due seni merci.• qualehc perforazione della lamina perpendicuhu·e dell'etimoide. poichè all' infuot·i del caso di Wend! nel qunle l'asce,;su cerebrale per mezw di nn a lacuna e:;J$Lente nell'osso frontale romnnirava con un ascesso sotto-C'utaneo ,;itunto e!>terDilmente all'o~,o medesimo. ch 'io mi sappia nella lettr.ratnro medica non é re~istrata alcunn ,..,,ervalione di un &5t'e.,so ce~brale che renis~e all'e~terno percorrendo co:-i lun;.:o tratto d. so-t nza o,;c.ea. necrosal:t in bre,·e tempo. Era n.tluralo qu ndi eh~:. 111 'irtiJ della anf.-nlluo,itlt dt:l canale. non :;i potesse labilire una comunicazione òiretta tra a~c~s,;o interno ed es!emo, co'i •h ottener..i h riduzione colta\.i .., e J'au mento dt \'olume tn tutti ~lt ~forzi di tosse : cume pure In piccolezza clel foro rrontalc. la nes~una scabrezza della lamina o,. .. ea lpì~nn l'ineffical:ia defliJ esami _.;Pmiolngi.-i per constatare C)Ualehe li . le-·~ 1 0 ne ossen chc permettesse lo scolo ali •estfi'rno dtl1 ,.~UIIi~ ~.:ndocranico. Ho dello più sopra che la ùiagnosi in tta dJ ChCf'8SO w·ebral1· avrebbe costituilo unn d h inazione,
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ASCESSO IUIOPATICO DEL CERVELI.O
non un rliagnogtico lHt:>aLo sui principii 6siopaLologici. Se lo infermo fosse '1s:.nlo altl'i pochi giorni' così da permetterei l'a:>pirazione del pus, o l'oncotomia. dubito si sarebbe addivenuti alla diagno:>i di asce,-so cerebrale. La stessa presenza del foro o!'.Seo n' rebbe fallo pensare ad uoa lesione dell'osso etmoidale o frontale, ed il fornito e la cefalea conlmua, si sarebbero ascrilti nd un'irritazione menin~ea suscitata e mantenuta dal processo morbo~o svolgenlesì nei tessuti o:>sei. La transitorietà delln paralisi non autorizzandoci a crederle di 11ntura centrale. ma periferica. la diagnosi di ascesso cerebr·ale dtveni-ra sempre più msostenibile, quando è risapuLo che la mancanza di dati etiologici io simili rinconlri non permette che una definizione del male molto probabile ed incerta; inve1·o quali si ntomi si avevano per ammettere l'esistenzn dell'ascesso cereb1·alet li vomito e la cefalea sono manifestazioni così comuni ad nltre malattie, e cosi frequenti in qr1alunque lesione cerebrale da Mn bastare per se soli a MÌustificare una diagnosi di tnnla importanza. Se i disturbi paralitici fossero stati permanenti o o.ve"sero segnato il pf'incipio di altri drsordini nervosi. certo si era nel dovere di ammetle1·e un processo morboso intracrnnico, ma su fenomeni fugaci e di poca entità sarebbe slalo assurdo formulare la definizione del male in una raccolla purul~nta encefalica. E poi ttu:tl'era il momento etiologico d i que~ta supporazione! -'\el pre5ente caso mancarnno i piiL comuni momenti etiolo~ici Jell' asces,-u cerel.u·ale. in rero nell'anamnesi non :. i faceva eenno di Lt·aumati,;mi, di processi ulce1·atiYi delle os~a. del cr·nnio, di p1·e,:re.s,;e malallie infettive; e J' esame se miologico negati~o degli altri viscel"i f:tcera escludere come causa un embolo, sia par·tilo dalle ralvole cardiache, sia da focolai ùronchella\)icio gangt·enosi del polmone o da'focolai pioe-
miei di altri or).!ani. E~;;endo l'infermo stato affetto tln le,iune n~sfa nell'atloh~::;cenza, pole,·a pensarsi e,;::;c1·c cpJesto il punto di partP.nza dell'~>mholo che, arrestato,..i nel cnr'rello, vi :n ~:;t• sn~citato il pr(JCf!!i'O suppurath·o. ~13 calculanclo il tempo deCON> dalia ruolnttia ossea n q nella cereb111IC -.i re:•lcrehhe mollo meravigliati Jella lunga latenza del focolaio purnlenlo ,,.m~a alcun lievedistul'i•o funzionale; è >ero che il periodo òi la lenza a,,... 'nato all'n,;r.e,;so cereltrale varia ;;econdo di autori. n m•'ntre Lehert lo lì;;sa a ~ mesi, Yi ha altri che lo riduce n pochi giorni (lfugnenin) mentre iu alcuni t~asi la ~tw tlurnta hn n~l'illnlo intorno n '21 (Gerhardl) e .3ti anni (llnrlin). tjninJi se n rh;ore di Lermini non !'tupirdJite tanto In quit•scenza palolo).!ira dell'ascesso cerebralE>. r· •.,..~urda pato;;cnesi trovl'rehhe In più eloquente confutazionu nello ~lato d(>J caHI ascossoille: noi reperto necroscopico si t- trovuta la par~tc t'il<'. · r.hindenlfl l'usc·es!lo irregolare, anfralltwsa con piccole lacinie nervo$e penclcnlr, ed il tes!;ulo cerebrale drcoslantc un poco r·amrnollito: o:·a per concorde opinione Jei p:rlolot;i. più l'ascesso è nnlico più tende ad inci:;tarsi, n formar ,-i una cap~ula pir'• o meno lihru~a: per l'opposto piu 11 sno sviluppo,; r·.lpidu. recente, nllrettnnto irregolnro> è la ca,·itìr elle lo contiene. Elthene questa membrana liscia lomento,..a. mancal'll nel reperto, quindi nel ca~o nostro l'ascesso era ncnto, òi ùntn non antica. e cil.! .'i a pP.r i disturbi nervosi comp:~r:-i in tempo bre' t•, ~i a per i suoi caratteri anatomici. a\'endo Lutti gli an tori, che si sono occupati dell'asces:-:o cerebrale. conchJ,;o che la rnemltrana ineap:;ulante ;;i forma in nn periodo di tempo c1seillante tra i, S :;eltimane (Gull. Schott, Lehert). L'assenza t"fllindi di una causa prodolll'ire ùt>lla ~nppnl'a zionc ci inclina a far ritenere la natura tdiopalica dell'ascP~~o. Ed t'· ··on ona cena trepidazione che si aranza questa dio,gno,.i, ben cono~cendo,i rome dn molti si nliene pl'oblematica l'c~i:>0
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ASCESSO JDIOPATlCO D.EL CERVEI.LO
stenza di tnli ascessi. ~fa più che trincerarsi in un :-i~tl'matico. f{ioverà ammettere la rArità di asce..:si primarii,anzich•' ras~oloto difello. Gull in 17 casi e S o,;-.en·azioni lo riscontrarono ciascuno una •olla. Lo parlando degli a>-l'essi primarii del cer>ello, a... ·icora vi!'ti parecchi in un'epidemia di meningite cere indin:mdo ad nmmeuerne l'origine dalla stessa fetthn che produceva la meningite. Hug11enin ba in cui In mancanza di nn momento etiolo~ico in errore diagno:.tico. ~el primo caso si aveva febbre intermillente a tipo natio mvaden1e con freddo, declinante con sudore, fl more splenico ed epatico che aumentavano di ore di pil·ossia, diminuivano raggiungendo quasi il fisiologil~O uell'iulermitlenza. Fu diagnosticato febbre miltcnLe. Assenza di qualunque sintomo cerebrale, cettui In cefalea piuttosto viva . Dopo tre accessi di malato non si l'iebbe più, rimase immerso in p1·ofondo soccomhelle nel girn di poche ore. LI secondo caso t! quasi simile al precedente ~e qui la feblln• ceJeuc ai preparati cbioacei sicchc :>l rigione completa. Per no•e giorni ,i ebbe opire-.sia ed io «Jue;;to inten-nllo :;olo tre YOlte il Yomito. mito l'infermo, all'infuori di una le~gera cefalea 1n con1li1.ioni huone di salute. quando si svilupj)lrooo i di una menin,("ite basilare, con cui si esLio:'e la ' ita lnp:.ia :-;i 1ro' ò ascesso nella parte dr l lobo fro•tUJ.lr a.su.t\u urllobo tnnporale dr~tro, a1111'oll.e il~ a m ottici, costifica:iollf delk gla11drd.e IJronrhia(i. lanosi del feyato e tlPlla wil~a. Creòo adunque che l!!llPraLn1·a medica Lenchè rare, non f:1nno difetto d'ascessi cerebrali iùiopaLici, il nostro caso possa
COllUNlCA.NTE COLL'Il\'Tl!l\NO
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eorosamente figurare fra questi ultimi, qunndo della sua paIDpOesi oon fu possibile riscontrar·e dalo alcuno. ! qui sollanlo per analogia piacemi ricordare che generai· mente si ammette anche per l'ascesso del fegato la sua origine secGndarin a malattie del peritoneo o del tubo ~'llSLro-eoterico. negandosi per tal modo resistenza dell'ascesso primario; eppare il Fret·ichs l'ha osservato .{. volle ed il Ria ed il liiondi aa Toha. Sìcchè quando ci troviamo dinnanzi o&c;ervazioni drniche i cui r·eperti necroscopie! in firmano leg~i fisiologiche e patolo);(kbe fra. le meglio stabilite anzi che dichiararle poco attendihìli , schermendosi soLLo l'egida di uo'imperfella constallzionedei più noti momenti etiologici, o di uu accurato esame anatomico sarà più utile per la scienza discuterle , anzichè neRBrle, e rintrncciame l'oscura palogenesi. sosteniamo la le!Jge, diceva in uno di questi casi il prof. Armano i, e spieghiamo il mtglio possibile lt eccezioni. Se è difficile spiegare la patogenesi dell'ascesso in questo caso non sarebbe, ora che se ne conos~e la sede, tJiU:'tificala la ~orpresa per l'assenza di qualunque sintomo proprio del focolaio, poicbè quando una lesione non interessa parli impor~~~ del cer\'ello può durare a lungo senza alcuna manifestaZione morllosa. Per poco che si rifle tta ai risullati della lìsiolo~rta sperimentale, per cui i centri psicbo-motof'i sono rag· IJ'uppati ""Ila regione dell'Hitzig, e quelli sen!\oriali nei lobi :•(l~la_li e temporali, per poco che si con:nderi ai prollressi lo~r~trologiu che ha dimosltato essere la sostam.a bianca del la ~rcmt.'lle formata quasi Latta da fibre commessnrali a cui fistolo"ia . specta . l'1la. d'1 funzrone. . ,.. lìnora non ha attrt'b tulo resa.a ~pie •ala la d c · d' r · · · · · ltt . " eocrenza 1 enoroem para 1tli CI molon o sco •••. pro(},.,reSSIVI · · O permanenti , e la sola presenza dei feno· llleJu nene r .llb ,.. . ra 1 comuni ad ogni lesione cerelmtle. E vero che ertoru ~l· l . . . •mo ando la sostanza branca soLLosLanle at cenln
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ASCESSO IDIOPATICO DEL CERVELLO
cnrticnli motori delerminava convulsioni nella del corpo, n1' si cancellano gli insegnamenti della cui le distruzioni di 'Jualunque natura intere._~anle l•innc.a tra i Hnngli ba;;ilari producono emip!e,;ie ste;;ie duralure, ma(! a riOetter,..i che in que~ti ri :-;ono le lihre interemi·feriebe o di associazione spostate e compre~,e. sibhenele fibre ner\"o-.em corteccia si portano n mezzo dei ~dnncoli ~c dolio allungalo e spinale. Quando dunque re~la i J;Uin interna ed il :;un prolun~rameoto Yer:.o la integre alcune spt!ciali zone della corteccia gangli tlt•lla unse resta giustificaLa l'assenza di clinicn rilevante. Nt' le cliniche osservazioni eoro1Jo1'1 fisiologici r·egistrat1 dalla doLLrina delle zioni cerebrali. TJ'Ousseau racconta di nn n duello choc da una palla forato il capo da una l'ullrn; il (lroiettile 11ftssando pel me::zo t/l'l: lobi cact'UIIHio.vi rlinan:i della sostan::a c1m•fJral,. Mn afasirt 11ì• paralisi. Un asce:'so cerebrale frontale, fa guPnin trovatu. situato al di sotto delta br·ale unteriorA etl in ua~SO io con·ispondenza Silvio. località que,;ta in cui la presenza di uu ho~o ,, da tutti :,:li autori riteout:~ sic"ome ca;ione ur.1 il -.Juldelto a ..t;e5~o non ayev-a dato luogo ad colali le:.roni. Ot' ad afasia quantunque occupasse il adatto a produrre lo snluppo di que~t· ultima que;;to n~ce,so per·ò ave.a laseiate intatte le libre !>Ula interna. il prolongnmenlo di que5ta ,.t!rso la nonr.ht'· i )!angli hasilari. t)nal era iltJ'allamcnto curatiro da praticnr:-i in Se l'nrnrnalato fosse vissuto ancora dei j:riorni lerci l'ospirazroue e l'incisione dell'ascesso, se In
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lltaine frontale e la concomiLnnza del vomito ci avessero posti 18 all'ani:.o di una raccolla purulenla nell'interno del cranio • so ,e -i -arebhe ricorl'O a qualche lrallumento più enerp.o. Non pokndo~i di:Hmosticare l'asces~o cerehr.tl~ non "i JI*Ya ricorrere nll' ttltima ratia. alla corona del trapano . .'t a •messa anche quest div' nazione diatmoslica era da nccinpni all'alto opernli>o' So n conYinto ne~ati,·amente, oon che 11Jipt\enta--e la ~tattslica dd Bluhm in cui la mortaliti• degli t1 di trapanazione ascende al :>1,2:; p. lOti, pe~h·\ O;!gi lledtante l'anti,..ep~i rij:!orosa. l'atto operativo non ùà risull.ali cod stonfortanti, e basta per per~uaùersene leggere la :-lntillica dell' Hor~ley che in IO operati di trnpnno per epilessia e asegni 9 ~ucce~'•· ~on r.rn dunque il dnhLio r·i:;ullato del· l operazione dtt• 11\ rehhe iruposto, hpn,ì l' incer·tezza della sede dell'ascetlso.- Si nve-vano renomeni topici, speciali, in llrlù dei quali si potesse con precisione maLemalica formulnt·e la diagnosi di l>Cde? No, aperLosi il cr·an io per l'nspello normale del cent'Ilo :~i sarebbe do' uto andnre. sond:mdo la massa cerebrale rlell'emisfero sinistro sino a scovt·ire In profondWt a~es,o. n.• credo tc1li manone rie...cano inoiTenshe. D'altra parte -<e lo scopo da const-guil'$i colla tropanazione Slt-vn nel fa'tori re lo scolo del pu~ all'esterno e nella .-otllOne da parte del cervello da una compressione più o meno Dluata òella raccuha porulenta. tJllbto esito <.enza il ;;u,.u ehtrorgico. ,j era già ottenuto. e,.:,endo,..i il pus fallo ""da all'e terno. quindi inutile il ricorrere a meu i cruenti. se nono~tante la deri>a?.ione aiJ'e,.terno tlel pu:- ,j èhbe .;::: letale. duhito che equale in,nccesso non si ros:;e de- lo 'lllalora ci si fosse nrfiùali alle nsorse del proces~o ~ruraltvo qu·tnd . lla mnl!gtort . . pro...... h d'• . • . o st. sa che ln trapnnnz10ne JIIIII lllà 1 1 -. rrn5cll.a nllol'(~hè il versamento ha posto ruori della lilaùre, anzirht> quando trovasi proprio nella sostanza
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ASCESSO IDIOPATICO DEL CXRVKLLO, ECC.
ccrebr·ale; in questo caso se ancbe si giungesse al eompleto, setluirebbe un' infiammazione moriate. OaiJ'espo~izione del se~uente caso climico :;i durn.> le --eguenti conclusioni : lo M nl~rado l'e~istenza problematica dell'n,c~so tico del cen·ello amme5s.a dagli autori, vi ba dei cas1 cui il reperltt necro~copico negativo sulla loro J.lillUKIC~ autfJri7.za a dichiararne la loro natura primaria. 2• La raccolta purulenta, accompagnata "Oio da di poro rìlieYo, può venire all'esterno forando l'osso e l'etmoidale. 3" \.oche quando la ma!'cia si è aperta un Cl! l'esterno può aversi un esito infausto. 4." In tali riscon1r1 la tr·apanazione costituirebbe merilìt per la dubbia esistenza del focolaio pu1·olento, incertezza della sua sede, e per la sua profondità sezza della sostanza cerebrale.
RIVISTA 01 GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDIC~~
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.,_.oDe aouto della fa rl.Dg e da infesioDe p rimaria. Pror Stlli-'IOR, e dottori LA:>:DGRAf', HAGER e BARUCU. (&rlw~r klin.isclce Wochemchrifi, :" 1 5, 6, 1:! e J3, 18&8).
A principio di quesfanno, l'errunente pror. Seoator comunicò all'as"ociaz.iooe medica di Berlino quaUro casi dell'enunzl8ta malattia, occorsigli in \·arie epoche, ed all'appello di lut, che ne pose in rilievo l'importanza per il prtmo, r isposero bcntosto i dottori su menlovaLt. recando ctascnno il contributo delle proprie osserva:t.ioni Truttasi ù'una inl'ermuà ~o:ravi~!lìma, poco conosciuta segnat..omenle sotto il punto di vista clinico, letale in 5/6 dei casi fin oggi noli: è nn pericolr, nuo\·o fJPr l'umanità, sicché gtova richiamare RU dì esso l'al· tenztone nostra, traendone un sunto piullr1Slo t>~teso dal dJfflulo period1co tedesco, per l'intere!>!:e pratico e ~cientitlco che potra offrire. Il Seno r ebbe a curare nel settembre delranno ~cor:-o un tormtore in metallo di 36 anni. che dopo aver tracannato luUo d'un flato un biccbier di birra, a corpo sudante. amsubito di dolori alla gola e molestia nella deglutizione. n presto la l'avella si rese difficile, e riappa1'\'e la rauccdine, da cui avevR avuto a lagnarsi due settimane inuan:t.i• 1118 che ...·era interamente diiPguaiA in l•re,is-.imo tempo, ~orgarasmi di clorato pota-.-.ico. All'enh·au\ nell'ospedi : .'lu~u•ta rinrermo prese a dimenar~i per il l~tlo, a c&U!'a IDa olora al collo e di senso di sotfoca?.ione. La regione sottoeto!celiare leggermente gonfia, era pur dolente alla presb~e : la mucosa delle fauci rortcmente arrossita, non er·a poi !lerta du essudali; la temperatura ascellare a 3!1" C: ~ rrClJuentissimo, respiraziOne alquanto dispnoica: l'e-
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111\'l:.f.A '-RIIIe tl~;ico oe~!J organi interni negati vo: le or ine
nlbumino!'<e. A ~e!!uilo di furnenti ghia•~ciali iuloruo c di prllole di glua.:cio 1·81' l•occa. pot•lte. l"i·tuoruani, t ire e re..,pirar meglio; ma, l'irl~[uietezza, ct~ hHRla$1 mor llno, rilornc'l in iqcenn. il senqorio si pertu rbò mente. in or~e delii'Ìo, e con una tempera tura dr soli il poveruomo mort •Jun,.i impro'"i"8InPnte. Scnator, conoscendo cho s'er·a trovt~lO dinauzi ad uua rttata•ua feziortc, non l'iu!>d a preci<>a rne :a natur 11 però e,eJud••re le piu ordinarie malattie mfettive.. quelle ('ÌII rare, come il rArhonchio ù la co~i detta dl'gli <~II'Mci. SnltAut.o l'autopsia gli porse l'idea mone fnringeo. e ... <>endo~ì n·uto il reperto d'una zir111e Jnr.uleutlj del tessuto ~ollo·mucoso, elle ,., lungo i vac.;j fiu VPI'sO rl to race, e me11tre l'esof!l ltO, per conh•ar.;Lo. ruo<-Lrava,..i inlermuente pallido, 111 rnucfJ ...a era ::.traordiuariamcnle ar'J'O"Srta. gonfia, pa!oi O"'a, od emo•·t•agica: In 111ilza ed il fegato alquan to in i t•eni di pOI'O aumt>ntati in volume t>d intor biJ ati. Edotto da f.{Ue<~tn, l' in,.i~rne dinicn di Ber lJn.. non diagnoe;ticare per farin~ite flemmonO!Xl pr imai'Ì8 UD Cl)<\0 che gli si prf''SOiltÒ a ureve inter\'8110 Jj tre L'o:;sut•vn?.ione caùtlo sopra un giovane negozta ute d1 t;hc. da furte bevitore ai bir•·a che et·u, .oollaztaloqi con amici buonlcrnponì, d1 li a due gior·ni ammalò me• tt~ ùi dolori allo stoma..:o e vom•lo, a tale che il !:ilra"<>manu, chiamato a curarl•l. rece diazuo~• di '(' ~--1 c R in ha"'e ol doto anarnne<::tico ,Jell'erro n ! tf,.,,,.,_"""., gre":·w. :\la bcnlo.... to apparvero sintomi farin!!o-lari loghi al ~1"0 prec•·dente. o ..inlomi generali ancor· 1 u ~on un particolare e<>anlema alle gambe, del genere di che non t·arnmculc ;-i os~ervano ne!lli slati settici. L domino il quadro clinico, e l'infermo. con tal rh re alta rio. :-pir<' anche im(•rov,·isatnente al c&dere del quarto eh rnalattin. All'autop<::ia, e~eguita dal dott. Gra vilz. Vrrchow, cui f'urono pl'esontaLi i più importanti pezzt rno·patl'llosril'i. dt3Llò il r-eperto per il pt·otocollo. 1 cui salienti pèr il cH ... o :;ono : • flemmone pt•oroudo
~BOICA
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, locì! ienltl dilTu~iono alla lar inge: ga~'<lrile proliferante: • !'l'O• o tumore "'ttlenico; ne l'rifa parenchimato!'a con paelile
emorrn;::ica •• Quesl1 du<' casi clell'anno gcor;;o ne richiamarono alla m~>mon.a del Senator allri due. M"ervali pur nPllo stesso Qspe1
p
Auqusta. in epoca precedente. nelle per!'one d'un ope-
ra.o e d'un laUnio, rimasti .::empre per lui o,-curi. in uno dei quah l'iruzio con briviali, e nell'altro il ,Jecorso -:ubdolo della malallia,Che per J' ir1'~Ì8JTIC ÙPÌ qjrJloull (U .::cambiata COn J'IICOli!O, tra"•(;'Tfl per parecchi :.:ror ni 111 in~Rnno l'osservatore. finche non "i appale1<arono l'enomeui g rnvi da pa1·t.e della farmge, che ben pre'-tO COIIIIU""ero n m orLe i due infermi. La eeroscopin . prnticata da Jct'llel di Berlino "'ul lattaio. e da trU1, atlunle prof. 11 Gottingn. sull'operaio, !'ivclò una l'arin· fnle llemmonMa, Analoga a IJIIella elle si rinvit>ne nel cat•bonchio. nel \'aiunlo e nell'ert'!"ipela della faccia: nell'operaio, morto al l~ ~.;orno rli malollto. e !'O<:peltato tn principio in· ~rmn di I(:;.'A'iero til'o addominale. 11011 si trovò nell' inlestiu!), ffiUCfJ<:II r~llido, aiCUII8 11ICPNIZÌOI16 ~pecifica. • In tntli questi cagi si trotta (cosi pt'!'Ci<:amenl~ si es1 rime 1 1anlore d'una malattia febbrile, con elevazaoni termiche 1 mod..rAIC, che "'l mnnilè~lfl pt•l' lernpo con dolori di 1-ola e 1 d.tllcollit nella deglutizione, a t •tuali !<llllomi s'accompagno no 1 di turbi d~>lla lttringe, pllrticolat·menle una più o meno • • rJI~>\antc raucedme e rli"-pncn ed infine aHel'azioni del ser.• ~r1o clll, • ·In brove tempo. "Cgue ' In morte, «enza che !!li ' ~m ntcnn pìu ''ila! i prc"'P.nLiuo alterazioui d'impori8117.A. b c~tnute rcpe1·to anatomicCI, che <'flnferma 1~intomi morf "' 0 ~crvati in vita, con...,i!<le m unR llo~osi pur ulenta Lhfdei Lesc:~llr profondi clelia muco"'a farin!.!ea. d'onde, in Ccondflria. ~~ propa::n allA lat·inll"· alle rrhurdole ed anht> llJ!)1 8] • L ,.. lrt Ol'!!'{llli, cho! 111> rP."tano perct6 alla ~tessa gui"a 11 uellì. l.n . • rna lnlttrt hn ~mpre rolp•lo pel'!"'n~ perfettameulò la e P ·r lo innauzi. senu1 che "in <~lato possibile acc••rruc 11 rno 1 serratC)r meuto t>liologico "· rn ltl .' " f11.~01nndo nelln lelterAlura medica. opins. a:he fl ltl"' c 1' pre.~entnti IICila rubrica dell~ Jarin~ili primitive ><HIUO<:e <>'a • · • - 1 no '""ece da rapportarsi agli anziùeUi di fa-
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rinJrili, nei quali la laringe ru pr esa in secondo i parecchi che L?li autori r iferiscono, egH, poneodone alcuni del Seslrer, e laluno di quei che ~1orell de~crive col titolo di· laringite edematos(l tipica, fer·mo, analogo 11i p1·opri, un ca~o del Cruveilhier.: que--to si aggiungerebbe quinto fra i bene accertati nato r . :-;on già che l'autore di~conosca che larin~:nli JlO'~ano insorgere primitivamente, ma !:Oilanto <>ia dn tener~ in guardin, e reslringerne il numE~~.."; chè, in seguito a con~ideraz.ioni d'ordine inùollo a ritener e la faringe per più direttamente all'aggTell~ione dei germi murbigeoi. come quella nel punto d'incrociamento delle vie r~pi.ratot•ia e ben potrebbe chiamarsi rw11iibulum. morborum, tichi fecero della vena porta l'uscio d'entrata di lallic (porta m.alorum). Quindi il Senator, rJ• ..r·MnLIUI.... taLi casr, ammette indubbiamente una farin;rite primaria da iufez.ione, da non confondersi con llernmonosa, ma secondaria Nlla scarlattina, al dirterite, ed anche, come recentemente ha incitc,j!l&O:' hardl., all'erisipela, ed Il rrànkeJ ad allre affezioni. ranza del mornento etiolo~ico non é una ra!.rione dera t~ue~t.a po!'!sibilitA, perchè in tal caso dov.,.j>l\lliAIII rnenli eliminarsi. dal novero delle p rimarie. pleuriti puruleole che couducono raptdamente a ~m tomi ti rosi, ~enza che all'auropsia sia possibile di il primilivo focolnio marc1oso, non meno che wa a~rtate pcritonlli purulenLe, elle ~i os,ervaoo larmente nelle dvnne, senza che neg i organi vcr::o i quali pure è indubit.abile che ahbia avuto tra~porlo dei ~ermi infellivi) riesca di scoprire puoto lc:;o, ed anlle alcune gravi osleomielili altri casi enimmatici di gastriti fiemmonose. e malignE' endocArditi ulcerose; tuUe le quali mtua,,_.,. che ne resti oscura l'etimologia, sono dagli autori per primarie. ft'iu qui il Senator: or ecco le altrui.
!lEDI C\
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u maggior me iico Land~rar, in conternpornneilù del ~c eoado cac:o recente del Senator, ehhe a curare un infermiere deiJa clmiCB dol Gcl'ltardt, il qua'e, ,talo sempre ::-ano per lo JftDallZI, dopo 8' er mangiato una cotelt!lla, avYerti dolore di
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e la senMzione di corpo e«Lrnneo, come d'un peu.o di
01110 che vi i fosse impiant.alo. Si . valuppò rapHlnmenle una inteusa farin~ile, cui fece ~egualo, 111 rnodo celeril"'iirnn, una larìngale u,,_, \'iolenta da dormnare In -:ceno, e far temere
Jl8l' la vita dell'infermo. In previsione d'un pos<>ibile inler'\1!0to chirurgico furono approntati gli strumenti per la tra-
clleotomin. utu non si giuns€' a tanto. chè il malato, levatosi bruscamento o ~<edere in mezw al letto, cadde rive~o all'indietro, o morl \li paralisi acuta òi cuore. alla «teo:ga t.:rUI'>S. ebe ss o er\a nella dtflerite, nelln <>carlattina, per etretto di veleno (ICI'IIICÌO!'O. In questo ca"O è da rile'<·are la straordinaria ravidilà di o..-oluzaone(.'l:! ore circa), e la particolari tu oft'tlri.A dal reperto anatomo-paluln;.;ico, oltrecbé di untt gas; trite emorrs,:cica,auche d'un Ingorgo co ..picuo delle glandfllo !"Aiivari, da servir<> d'indizio per uno flll~sibile introduzione dol germe morbigeno nella fariuge e nello ~tornaco, a meun del cibo. A maggiore illua&razione di que~t.o caso, ed a maglio scolpire uella mPnte le fallacm d'una analogia «intntnatologics. il I...Rnd.:rrar ricorda che, nùllo estate dell'anno pa~~lo, gli nnne fatto di Olll!!er\'nrc ura cameriere di 55 aru11, che, per aver mangiato una sera tlelle uo"a fritte si lardo e condite con erba-timo, 8UO ciLo r,t,·orilo, ammalò istantaneamente eli dolori ,Ji gola •~r~ndo la <;en~ione d' un corpo e.-.traueo. Due rnedici, 81 quah •l ra:.dente ebbe a racorrere con riJ•rovevole tra!'òeuran za nou tormero verun conto del ' dato anamne.<>tico, e, ~ Pratif'..are un esame di~itale e tanto meno laringol'<co· l'uno rf'~C diagnosi di lOn!:'illitc, l'altro di dinerite. Il ~g:r .Polt• auvece, merce lo specchietto, riconoscere la lloltide,eli enorme .gonfiore P ro~c:ore della faringe ed eril'iaota. e delln mmacciante "intomatologia, in uno ~lelo di della l'lungo ~. 5 c. m .. contlccsto..i fra epiglottide e radice fer.no mt,rtJa, ~slratto il quale con una pinzella ricur\'8, l'in· 1!1 '~!1111 sull'istante alleviato, i sintomi spaventeYoli si
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diJeuuarouo n poco a. poco, e Ja Q'uarigione fu l'nn"'~"''';•• cn~t mr!~~a in clnarn la dillereoza fra i due ca-.i, h-ombi i t•hbt-orn immediatamente dopo il pasto, \ÌVJ
!"f'!n'SI'lziOIH! d'1m corpo e.«Lraneo nella gola. ma, illucona nell'uno (e l'aulop::ia ne porse ra!!ione col d'un prf)C(Jo::.«o mfcUtvo ,.ettaco della farin::e). nfl..ll'all.ro oblHett~Yo, comprc«o il laring:oscopico. rece palese detenni nn n te, tolta la •1uale l'infermo f!Uarl : «jccllc ~iglio.re, in ogm Cll"O. uno scrupolO"'O e:::ame fi«ico, C""CI' h·ntlt facihncnfe in errore dall"anamne~i c 06\ oli cen~nztnni <:ubbiettive. .\lln categorat tiPlle fariuQ'iti tlemmono:o:e prima Me, ot·i,tdnP. r'! anche dn rJferir.::i !'r)SServazione dello dtco 111 \\'antl ... heck, rP.IatiYa ad uo uomo di :m anm, d'una i! l'ROde fnhJ>rJCQ di birra; C l'unico C8SO di che si re~i!'ltra Hn oggi della. mA!atlia in tliscnr">o. in prillln ~tndio d'un an~inn ad inizio tumullunl'io rio, lu qualn ~i dì::-Lìu:-;e, m un secondo pel'i<hln, per fu~iono di pmcesM al tOE"•uto cellulare paresofago
nubbiu pQrlceip!it.IOilt'l dello stomaco all'affezione: che ~i obbP di pn:J c&alteri~lico fu H ria:o:~orbimento iu tct·zo --t~tdio, dt>i prodotti flogistici inftllrati, clte lecò ~fitto rormo. tli st:tticemia gener·ale, con m€1Ul:~&a• p111 rPmoto pm·ti del corpo, cioè, con IIOgo"-i a ;;amenti pleurittci, tumore spleuico ed un co<:i imJ lo-. o, dn d~ ,tnrP po«cio. la più !.\'l'ande meravi!!lta potuto a\'Ar Jnogo l'c..,ito lll guarigione. V'c 111 111tnno un·o""erYazione del dott. Barucla d1 che. t'lporlala fl·a i tlt>rumom faringei infl!lthi. inlere"qe mtli ...cultbtle, è ben vero. ma non r. e~enle crilrCil "'Pr~gi,udira~ ~~'Ila !<Loria dimca dell"in la in n ;> unui, t• regictrnto il rile"Vante dato anomrte!lllt un thdinoiAtto di lui 1n·eva <la pochi giorru superato un·,~ri"ÌJ>(~Jn rlclln fflccia e del cuoio capelluto. e R\'tWH ~io~iuto nel mede<:imo letto de: bambino i !11>) ginl'tlo, nopo pAl'f'CChi di malessere ~enera!c il calt.olnio "' rJctveglin con vtolenli brt\"idi di freddo nella <h~Kluttdone. Ri r1uali s·associù bentosto una
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i !li
Baruch, chiamato alriudiwtmi. dovollc ec.ela trAcJJeotoruin per miHacciante a~fl .. ~iA da lariogomerce cui la J'e«pit·azionc «i ri,tal.ull libera e la •-·~-- SJ dìleguv. Al :,!!condo giorno dlilropera:tJone, pre""'"'-- da allri brh·idt nppan•e.. nei warzini della ferila traIDIO der·walite eri,ipelato,a. che Jlre!'e R ùtiTond~r~i regtoni lat.erali del t:ollo eri al petto, con febbre alta A .,Wto dt cura opportuna. la malallia \'Olge\'ll al meglio o~ui ~o ptù. tino a discendere la le m t eralura quacj alla nor..-le. e:enonchè il malaln. Jllu"o dal '-Cli'O di b<:ne"sere, Jasciò il lr.!llo. contro ogni proibi.drme del medico, e ::;i ùie' a tamare unn pipa; eù ollracciò, non ...eppe r·e.c.:i!'-lere alla tent.zione, e lra~~redendo la prec::crizione d'uu·ac::soluta die1I1 liquida. pre::;e a mangiare una zuppe di pane nffeltAto in Jlrodo ; 1nn non ne aveva tranguginto che un cucchiaio nppeaa, tjtulndo !'i arrovesciò indietro e mori. L'autopsia nnu f'u peJ•mes:-H dai parenti, ma, nccerlato:-t il Bnruch ~ho In morttliJ\HJ l'o~!'!l uvvenutu por ""\JlfncuziO tl ~ da <lorpo estraneo, imvutt'. ill\'OCC wl IIIBH!licienzn mu!;colvre r.arJi~cH, comechc il pui:-(> ..,, fo~«e !':CIII{'l'è pres~·utulo picculo, debole e '
a.
frequente. lu ljuc.,to c•a:-o parmi lecito clevart' un dul•l•io. cd é eh•>, per la rupid1lit tli ~ua in, ouenza, lA :-tenn::-i laringea non po&!!a riteuer~ i c::econdaria, come ad e\'Jdenztt l'i ... ullò nCJ ca~i ~Cnlemente l'iferatJ, 1118 )JÌUliO,..to C ùa ll,..C!'hersi 8 l'atto rio: e l iu :oitfatt.n opinione tt·ovo 8j>p<H:S!io nel senator i'Pi-.cltj!<ll), che rtcono,cendo 1-er facile lo ~ttmbio fra Jn larmcil1· i''·J•oru,on,oAA primat·ia e In faringite itieutica. addillt, a Cl"itmio .tu~sgn,ostìet~ dìtfercnziale, il tempo in cui 'l manifc;:,lano 1 dHurbi lnringci. .::\el caso del llnruch 'llle;:,ti nppurvero lempis-,imo: ''e uolJzin d'una cri,. i pela che ~i propog6 fcr1Lu lracht•nle, el collo e. l o l pcllo .•è me....o nuche evtdenm che la muco ...a fat·in:.tea non fo,.,.c molto arrt>"llc sonlia, e l'lll! iO\'CC•' la Jtl't'!,~ione IHl('rule f-1111& lade•tn ..sc dolori: inoltr·e lo :-lO!'."O Bnruch " l'erple~so ~nirc <li tluale afl't•;done !<ia'>i prrmilinlmenlt' trnlllllo, 80 lauto [Jer le pubblicn;~,ioni ùel Senalot· e dt•l l.alld~·-rnl' a rarportarln nlla t'uringile tlennnonosa. P•tr Lutto
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que,.le •·agioni. e per 'Juclla anMra che deii'Hulnp~in, mi c:etnbra ~he il caso poc:M bene 1m fra quei t•nri di hu•inglll' primitha erbipelalo!<u. la !-lunzn é Ammessa da una gran pa•·te ùi autori, e ebe non ha gunri !"O..!aetto d"uua monografia del distinto larH.!:Ologo tlott . !\In. l'lUi J Napoli. cl1e ne fece anche nicazione nll'ullimo Conl.l'resso di Washiogtoo (1). E<::clu"o IHiunque, n mio modesto avviso, que<::t'11l di bene acccr lati ne JIO"<!':Cderebbe O!!:gi a Sc.rrnza mamn c:oltauto -<ei (il <;eltimo del Cru-veilhier è da iJ cui d eoor"o clmico c reperto nl'croscopico cosi pot•ft•ltamPnle f1-a loro, da giu<::tific.artJ un' eulrtll morbosa llen caraUertzzala, d'una lll(llltllol.._.. pri1oarin, induhbia•nenle infoltiva deUn faringe, c di aJtJ·r orr;ani (tumor "'f'lé.'ll co, nefdltl). in part.I.AI.a"~' Jaringe, tl'ontle la fucilitil di errore diagnostico. o stomaco, la cui partucipa?jooe al processo 11.,,.,..,.,.,,,.,..,\rosimihuento e da jmputars i ad azione di prodotti deglutlli, o fOI'.<l'anche dn •·itenersi per analoga alla ga~trile. cht> dal CrMkc é ,~ta ullilllamentro ca~i ~rava di !-<C.Srlallinn.
Rolath nnumte nlln natura della malattia, nello "lato delle uo:-ota·e cono~cenzc ...citmtificbe, ò pet•messo l'affl:lz.ionr• fll'imaria tlemntnno~a della faringe «ia uu wicrorgnuismo o dai -.uoi prodollì, ma. purtroppo, ricerche praticate da Schwa~", assistente .J.-t Scuator, IJ·ollate dnll'im-ia-ne Kot•l•. nè quell • di lo::rael che Je pure nel t·a~o del Lnwlgrllf. approdarono a risultatr denti. Al :-olo dottor Lan:,!erhans, a«~istenle dell" i tologicn di Berlino, riucocl di 1solar..- c coltivare un ganÌ!->IIlO, somizliante nllo .~taphylococcw: albus. d1 CUI pres,.ntati i pa·eparati nùiiR !->eduta ùi l)uel ·a;,.sOl~la;uu... ùica, c che uon risnllò palogeno n~ pci conigli, 11e cellini d' ludin : dnlle quali lrm1lalissime ricerche 11011 per ogl[i, lrnt·l:'i couclu«iont che ah!.io11o \Hlore di Quanto Alln ùioguo~i di quc ~tainfermitu, Senatnr '-' U> v. ri.lllcJculu di magglu c. n. di quosto giornnlo, n pa.:r. 63tt,
K!01C.\
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aaao m certo rnndo dtscordi. perché, meull'e l'uno afferma cbe, vista uua volla la malaltio, non s'ittcolltra in ;;eguito tJcuDa graude JiflicoJIA 8 riconoc:cerla, l"allrO invece. d'HCcordo c n Ztem ...en ~ S mon. oppone che non è sempr~ a.ci!e ottallllrre la dia~no--i •liO~renziale etln la dinerile, 1"8ICeSSO rt'troflu·utgeo, le inllarmna;doni provocate da corpi eetran~i. ecc. Ilo già accennato al criterio delln prìoriw nel· l'apparizillne dei ~intomi ltwiul%t>Ì per ammetter.,, a prereI'PIIZ&, una IArmgitc ; pPrò, come "i è ,·isto, la ~slrite acutielima, che cM una certa COlltanza ha complicato i ca"'i ge· nuDI di rarin!!ilc llemmonoc:a, pulrt'bbe servire cotne prezio~ mezzo diagnostico a favore di quest'ultima. Le O':'serva7.ioni rtferile c•>nùurrebbero nd una stali~tica ùi mortalitu l'coufnrtante deii'8:J,I p. tOO; ma auguriamoci eh~. in r ro:n-l' ..-.ò tli t~>mpo. ampliatAne la nozione. il malau~urato morbo sbhia a sorltr•' una pro~nMi rotghore. Al quale effetto eoueorret·auuo l'tgiell~ profilnltica e la taro pia, elle l1a il comptto rli combflLltii'U lA t+>rrihilc infermità con rn.-zzi locali e feDPI'81i, ÙÌr••llÌ fl. '-'OddiSfare 1\JIR dOppÌfl llldÌC8ZÌOOe, SÌlllOliUitit-a .~ rnzronalmente anltf•nrassit.aria: !<Ì anà. cioè, ricor«o all'amillo;:m"i locale a mezzo del ghiaccio. ai ~argart"mi disinfetlAnlt, all'l'vcutual•• tJ·nchrotomia in ca~o di pericolo di morte per larin~o-!ltenoi'\i, nlh1 medicazione lonico-eccit.o.ule ed all'autipirina. Alla quale ultima e for,.e dn. atlrtbuire, sceondo Hal!er, la gu,rigiono ùel proprio inf.. rmo. cui Cu propanat.o, d'accordo col dott. C•Jr..chmann di Amlmr!!Q chiolilnto a con ulto. la "C:roente rortnnhl. 11 cucchiai da zuPJ•a, o;.rni una 0 due or,•: • tmlipirinn gr. 111. arrtna di:-tillata gr. t~.o. eorznac e <>eiropJI() di corl••c '" ù'arancin a.na ;.rr. 50. " È da aperar-i che nlter.ori o,,.crH1zioni e piil fortunate indogini ::::10 UIP.llt;ro in chiaro )',•..,euza dclln mnlatt1a. ed nddie il Plll cmca•~c lrHltnm~>nto curati\"0. G. P.
l::! IlO
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Importanza. dell'uroaoopla. ba.tteriologioa per la delle malattie interne. - DolL. N Et' M -\l'; :.O K luwtci!P. Wuclienscll f'ijt N. i, 8 e 9 18x8). In base alla uozione fis.to-! atolo.s?ica !'o;::termta nhcim. f•he la secrezione escretiva dei reni abb1a d di liber11r e l'organismo non solo clai vf.'le nr "'Oiub h che dagli or;.mmzzati. e ,uiJ'aopo~!!ìo .-fell'opimon d cl1è J'or111a "Ì pre;::ti, in conses,rucnza, alla rJCl:'J'ra dAl pa rA4"'iti morhigeni, e ra naturale ras••elt.ar.-i che 1 rleJIP. meòtche dt ciplìrw. tr·aendo proiìllo dal progre, 11tudi battHrJOio:.uci, e specialmente dai relulivi rnetod da~ine t·e~i piu qemplici, a\·esscro . con inte ndimenti ad 11pplu:~ll'e le receuli conqui,;IP sctenlifìl!lie al t'n OJ'ÌDH "' letto tit~IJ'infet·mo. L'impor tanzn dt quP~ll' s'intende de "0: che s~ le ide,. teorich" non uucora t·a~giunln, in modo sicuro e costante, lo !!copo l ro ,\ da inr~· •·irc pur· IJliC!:'Lo che no u abbia no a avvenirr.: ond'é che un rapido ~uardn ~ullo -ltlL ddl'uroRcOpia balteriolo~ica. quale il ~euma nn ha nn'rilo di offrire per Jl primo, contr ollantlo le nllt'u• \'tllion i , I!JlArse quo e lò nei P~"rtodtci meclici, con l e. cguittl in due ospedali di Ber lino e \' i~>una, rnl r>pern utile. e corno "'U(JI dir si , ralp1tanle di allualltil L'autor e acc13lta innanzi Lutto le più recent• dl!l Lu"l"'arlen e del ~fnnnabt!r,!!, relative al fotto oriua tlell'uomo ~ano, pet• acco.rli eh~ s1 sia nel con o!!ni cautelo antic::.. ttica. non è mai libera da gani"m•. checca il Leube a\·e<:;::e ,..O!!lenuto in Difatti, adottando il lot·o J)l ù sicuro metodo di per un' ora e Jlll'7.7.0, cd unto con o!io pure con Lutto rh•• si 1lisinfetti l'orifizio ur etrale, e !"i urina di pt•imA fnoriu<:cila, qualche balter;o e p rfin phylococeu.s nurcus cht> r uo ve~~tare nell' uretrs, Jlellf>lrnr•e furti V8tut'Oie nell'orina, Spuce in fTU&tla fc L 'anali!'li uroballet•iolo~ica !-i avvale poi del m e"perimP.nli ~'opru animali in dali casi, e dello collura,
MEDICA
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qu 1a •ulln gelatina, ~econdo il semplicissimo processo di
llura arrotolata deli'Esmarcb, è particolarmente da raccomandarsi. nella ricerca dei bacilli ileo-tifosi: in a ltri casi le ture pialle sull'agar rie~cono in modo sicurissimo RelatìvamPnte alla balteriuria, il Neumann non s i occupa d1 'JUt>i caq1, nella cu1 orins la pr esenza dei micr oparassiti é legata ad tnfezione dal di fuori (blenorragia. fermentazione ammoniacale in .,.escica ecc.), o ad accidentale commuoicaZione dt qualche cavità interna coll'appar ecchio or inario, come t:llzmann ne ha riferito un modo; ma dopo aver a ccennato n 4ue~li altri casi Pccezionali, oscuri solto il punto i v1~ta etiolou1co e chnico, quali l'&rt•bbero quelli dello Schotl 1U e Reinbold, del Craemer e del Jaksch, passa ad el' porre quel poco çhe l'i r.ooO!>Ce della ne(rite battertca genuina. Ed 111 prima avAnza l'ipotesi che a que!'ta for ma di malattia potrebbe rapportarsi il cosi detto morbo di \\'ol, desi ~nato da Aurrecht rL~l r.ome eli « parench1matosi a cuta •, in cui i mi~rorganisrm, invatlendo il circolo sanguigno, si a 1·r estano in 1!1'8n copio nri rPnJ, come anche potrebbe con essa identiarsi quella rorma clinica cl1 uremta dal Lillen descritta col IIOille ~~~ • malattia renate micotica • e da Cornil e Babes n l'allra. di c nerrile batterica prlmiliva ,., in cui fur no troah t occhi e bacilli da. que!lli tre ultimi osservatori. Dì fr onle 81 quali morbi para!'l!'litarii parencbimalosi del rene, Lelzerich 11 rt~<>e la • nefrilc l•acillare mtersliziale •. che é e~~enziale fanciulli, dei lJUali determina uno m01 talità del 16 •1., e 8 cu, orha si r·mven$Cono corti bastoncini che si colocon l' om.,.ma tn · soluztone acquosa e fluidificano la lr alina l n tre . d" alle ,.. · ca«1 t morbo l•righlico Lustgarten e Manr .. rm. cirono a c-oltivare sull'agar uno slreplococco ·abll!;n~nlìsst~o nell'orina. :-=eumann, iu,·ece, "U due casi di 11 to ; en.um_o, trovò alcuui diplococchi m uno di essi solJ:>.. . ·k • ell Ot'lnB nefrilica clei scarlatlinosi le ricerche di "'rur ·el F ' _ reu lcnberg a Babes sembrano riconoscere la -u..«a dello fl ogos1· renale nello' s~reptocoecus pyogenes, tna sem eh~ pro 11 Neu111ann oppone i suoi risultati negativj. Skcorn•· dal sue posto apparisce, niente ancora di concr lo,,.,.. . ·· 1 .,1 .. u" etab·r ltf::I mtorno alla nefrile cosi creduta primal'ia,
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RI\'ISTA
ma in seguito ~ara certamente possibili} 8111111VAn•• accordo. ~on cost è per certe malattie acute e ~'rom ehc, l'agente infettivo che si rinviene nell'orina ha un conte~t.abile, sebben e anche per alcune d1 es:.-e 1 dati uroscopici sieno conlradriitori, com'e 1111 e<~. teriLe. Ma di tutl.e le malattie parassitarìe, In luhe si~terua uro-pmelico é quella cbe vanta maggior cerche bene accertal"; la comparsa dei bacilli or ina, rivelatori d'un proee"~O ulcerant& lullercc.la"LJ contro di t-é che la sola dirtlroltà di saperli d bacilti dello smcgma, che hanno propr1età lintor·i& analoghe ai lubercohu·i; pe1·6 ad impe4ire scolanza s1 pu1> Ono ad un certo punto ovviare, l'orina, nel modo più ri!loro,-o, col metoùo suii1CC:801• Per la polmonite, menlt'fl Senger opina che m • COl>O • po;.sano dnnostrarsJ 1 co.cclt1 specrflci, al Seilz I'On altri o<~servatori e lo stesso Neumann sullali nep:alivi: (~ue"'t'ullìmo SI acrert.n pm al nel succo dei polmoni infiammati esi"ltwa il Fr-aukel-WeichsPibaum. E per con,'erso, nel tifo ie ricerche e"eguite coi nuo,·i m~todi d !l Huppe e un totale di 27 casi, tt•e volte permisP.t·o d1 ~epo tl\'are il batl,rìo "!)eciflco, e mentre qut>ll~ d1 \\'idal, del tro ·lt·o compianto Leprd1-Chioti e th ~ultarono negative, Neumunu ptù fortuna to, ~opra di 73 analisi pt·alrr.nte in 2.'l cAsi, dimostrò posili presenza del ùacilln 1leo·li foso in G ca!'li, e 110 lure l'ttlle p'lLale. E~li anzr crede d t aver l1 O\alo po1·to fra la compal'!'<a riPi hnt·illi nell' ol'in11 o. t·•·;::eoJa caralteri,-tica. nel "6D!<O che l'apparl:r.1orle ultima coincida col primo pas--aggJO Lt&ver"O t ron c li ::opecitki. P et le in(Pzìoni Acute e c onil'1 rl' chirurgiche fl ::.· guent1 m;ult.atì: nell'el'i<-ipeln, sempr~ che n l•)mi tipici di n fl'ih a uta c mcom tante, Jaksch. B abes trovarono abbondontl::~~imo lo streptoc:oeco la toso del Fehletsen ~ ,•umann per conlt'8l'ÌO 111
!IKOIC.\
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erimpela della fa<X'ia non n oJ trovò alcuno. P or imente inrrutlilere rtsultar·ono le sue indatdni in un caso di piemra, in altro dr febbre puerperale. in cui invece Hiller trovò batteri eon nefnte de~quamali\'B , ed in ot~o c.a<;i di tlel'lmone. ~el l endocardrl.e puerperale Martin i separò dall"orìna dei microbi, ed m un caso di endocardite acuta Neumann trovò pcmlìvament;> lo ataph!Jlococeu.• pyogenes aureU3, cbe fu del perr rrnvenuto dtt lui in due casi di osteomtelite ecu~. con C8'tezza. 10 uno. con probabilità nell'allr o. la cui orina non 'feline e:;lralla col cateter1~ nel modo prescritto. Da ultimo conVJene etlare quella parlicolare . etUcemia, d'illnota ori.zine, descrtlla dR W underlich, Ulten e Senetz, a copioso r~>perto batter co nell'orma, p~r as,..ohere quanto altro espone il Neomanu, che ..I!Ta.UI\ malattia vor·rebbe anche raggrup· pare alle renali mi,.Oltche, delle l'juali sopra é stato discorso. Volen lo ora mettere all'ulll:ioon le anali ..i Ul'obalterlosco· pie 1e coi t·isullalt anatomo-polologtci e sperimentali, per ll'llnle qu••lle più pratiche dedu1.iom cliniche elle sono la me~ precspua. delle t•icerchc rnorlAJ·ne, il Neumann avvtsa, sotto un punto dr \"t"lll g~;nerale. che m un certo studio delle ma· latlie irtfeLii,·o le rJc<'rche ùei bacilli o cocchi, relati,·i a cìau di e ~e. tornano affatto inuttli, per ehè l'invasione para""JLaria dd l' inlet·o or;:ani~mo avviene sotto condizioni e. o;"rme. g,j all'uop(l, cla!'I~Jficundo egli le malattie an· e m ue categora:, tn locali. cioè. e generali, ne rJU1 couchzinnt tnfettive iu tre gruppi principali: 1" 1 mietorgani<:mi detenuinano primitivamente nn"infeloea o po•cin dall'or~ano malato soltanto penetra no, m~ o dtreltamcnte. nel c ircolo, in quantità proporzio· 1 1 e • tnten itil tlell'affe7.tone locale (bactllo-virgola nel te.... : quello dt Lofll.•r· nella ditlerite delle fauci, illubei'Cò1 2" l' ,'l!tpelnto"o, lo pnPumoniltcu}; L mreztoOA !lener11le avviene bensi per il punto le"o 1 an Pt> . 0 della rtHH:t'll'ln, ma è ori[.:inala da un micNrmo hver!'.o ua .• qu~>llo che delerm111a lo prunatto . atfeloc l'. è , (v . · essn ot•t~iuuriRnJeu l~.J uno stre pto o stati0 o d ~:u•)lo. :-cJlt:latlinll, la sl~~sa diflel'ile); sicchò il pr oc uruba.ttet·lo5copia potrt'.l operare in seguito nuove
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separazioni e scoperte, e determinare la natura fazioni mi:;te. :r Que~lo gruppo comprende quelle malattie, il ìnfeltivo pPnetra nel sangue o direttamente in un dato ~ladio ùella malattia (febbre cardite, ~epsi, moccio, tifo, ece.). In una sarebbero da includersi quei rari ca~i. nei sendo nolo che l' mrezic>ne può a"'"enire alla primo gruppo, o«sia essere determinala da una cale, lo ..te~l'!o microrganìsmo specifico é capace di Jlogo~i in organi e sistemi diversi, per vie nolo particolarmente, a questo proposito, che il di Frùnkel-Weichselbsum, senza generare una che invano Ai cercherebbe sul cadavere, d.., .......,_. rara volla una endocardite ulcer osa, una un:•UJ••I'I•'-"' flpinale od anche una nefrile, e 11e ne accerta la nell'orina. l~ poi da tenore presente che i cilali modi quali s'ignora tuU'ora se sieno sottoposti a leggt ciascuna mala ttia, potrebbero bene coesistere individuo, quando questo, ad esempio, sia stato temporaneamente da diverse malattie. Relativamente alla questione della sorle che mtcrorganismi pato1Zeni in iellati nel sangue, Je rimentali di Wyssokowilsch sembrano aver • la comparcoa 1i es"i neiJ' orina sia legata ad uoa locale ùell'apparecchio uropoetico •; ma anche qua opporsi alcuni ca~i che all'autopsia banno or4~:o&l• acute, c;enza che l'analisi delle orine avesse ,.,.,,nPJI'IOJ ter1. Quel che pare condizione indispensabile é accumulino in grande copia, determinando Corse embolia dei puì piccoli vasi o dei capillari, ed tempo necrobio~i ed alterazioni flogistiche nei La compaN.>a dei ballerì nell'orina può so~H>t~'•......,. torbidamenlo diffuso che si verifica rapidamente ma quanto al suo significato diagnostico si ben poco, corpe si è visto: é tutto un esteeo esplorai'&. Per la prognosi si giudichi da questo,
MEDICA
so:>
fJI SGpra 8 oasi d• tifo con balter iuria non n e mori alcuno, _,. t7, i nv~:ce, s~>nza hbllerì nell'orina, si ebbPro due morti. Jlllne, sotto il punto di vista igienico, è impor tante che la . . baltet·ica sia disinfettala, senza dimenticare che in cerh la baUeriuria può dur·are anche de• mesi. Se da qua nto son venuto tln qui esponendo SI deduce, che tilultati dell'uroscopia batterwlogica sono ancora troppo ara•, nc.n è man vero però che il mdodo di ricerca è ora- un falLo compiuto. e che già un p rimo ...enl1ero Il stato lneciato su questo vasto campo dalrauivi~ inve~t1gatrice .-moderni osservatori: all'avvenire é r iserbat.o 11 progrs~o • questa uuova branca, elle non mancherà, coll' iMeparallile sus~tdio della consorella uroscop1a chimica, di cw ogni lledico pratico oggi s'avvale, a rende r e preziosi ser vizii alla patologia eù alla clinica. G. P.
IUVISTA. CHJRURGICA . . . .lt& ed errori 41 dl&gDoai.- G~c:RSUNG e TuttfllNGER, - Deuts..Ued Woehenseh., ~. 4, 188i).
Tale ò l'argomento scelto dal dott. Ge1·suog per uoa contenuta. al collegio medico di Viennn. l ca!'!i e le O""C l'"1111ziont raccolti dall'autore sono numerosi, intcres..-anti ed i~trutliv•; esl'li ci dimostrano che talora anche i l'lintomi uu f;:eoeralmente pa.tognomonici di una tale affezione fGeeono todurre in errore i chirurghi più sper nueotati s pos~ Prellenta re l'illusoria indicazione di un grl!ve a lto ope-
.._ta
= ·-Yo.
~ esernpio, tra i sintomi diagnostici meno ingannevoli va
-o.
~ dubt' fW, . >lo annoverata la tlulluaziooe; pure questo segno
~ntesta.rsi anche io luogo ove non esisla liquido litllo n sl r. avvenuto che un bravissimo chiru rgo Ila piao-
lrequarti in un li poma, e l'autore c;le~so confes.<~a di
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RI VtSTA
avere una volta iufltta la pun ta del b1stori in un re cali va to. Ecco un ca~o cl1e dimostra quanto può ill u,Jere del talto. Nella clinica di Vienna venne una volta una donna la quale manirestava gravi sintomi part\1 dello stomaco; la diagnosi pendeva incerta ed Il carcinoma. Prima di morire rammalata fu mente e~minaLft dal direttor e della clintca il ~uale, re~ me, dichiart\ di per~epire in un dato punto uoa fu stalJJIIta la diagnosi di carcinoma. All"autop<::JU ~i con~tato invero un carcinoma U però ri~iede\a mollo in allo verso il fondo cieco del colo, cioò in luogo dove era impo<::srbile ~rcep1rlo In que. to ~<::o adunque la per cezione di quel tumore pur a illusiune.
La punziono esplorativa, che spesso da soiA diagnosi, talvolta lascia il chirurgo in imbarAzzo. 8$etnpio · nell'anno scorso venne nen·ospedale n giovAI!e il quf.lle due gior ni prima aveva soffet•to di votnitt e n vevA presentato WJ tumore doloro~o nlla stra,rlello Rcroto. Una puntura esplorativa praticata dai di cptello stabilimento non diede che sangue puro e quindi diagno8i d1 emorragia della vagina! e del .,,,.........v •• alcuni giorni il tumore diventò più molle, ces"-6 il paziente ovacur'o il corpo. Una settimana piu tardt i dolori o ti vomilo, di modo che Ger:;ung "i decise cedere all'operazione. Disseccate le parti fino l'llla si tr ovò in I}UO"'lt\ un'eruia, costituita in !!l'an perle del QlllOoto il (jUAie pre.c:enta•a Yene assai turgide. mento colln puuzione esplorati•a venne perforata quelle vene. di qui l'l'rronea diagnosi di ematocele. razione fu compiuta colla re-.c:ezione di un an<:a gangrenata. Il decorso fu felicissimo. La diagnosi inMntra non poche difficoltà IJU&odo Jattia rara ci ~i nppale<::a larvata colle sembiauze di zione comune. Cosi per es., due anni fa venne a taro da Gcr~ung una ragazza di 20 anni, la nuale lt:mpo aveva un tumore rok>ndoJ mobile al margme
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II:A•!COIIO r<teruo-cleido-mastoldl!o all'altezza dell'osso jolde.
-~1101~ non le dava alcun incomodo, pure dimanda\'a di liberata. Gerr<ung p08G il tumore allo r<coperto e lo
na•me
in avanti un poco. Dalla perireria superiore ed inferiori'! tumore !'i partiYano due cordoni i quali furono le!!t!lt e lllll'l'•"'.....,.. Que,.:ta reci~ione pro,·ocò una fm·te ernorra~ia ; ......... Ja paz ent.. t!uarl pre::-lir<,-imo..\ll'e. eme del tumo:-e -., proprio nel <>uo 1nezzo la bJforcazione c.lclln c.arolide ~ Si \rallllva di un adenoma ddla ghiandola carotica . .Tal•olla una alfezìone abbao:::tanza gra-.e ci ~i pale"a cou ~ lle-.i. :-\ella scor88 primavera l'autore vio:::itt) uua ra4Paa che ~iace\a a letto da t{uallro meo:::i. Il medico ave,·a ~ticaLa una coxite acuta. Però Gersung iu quella ~ua ~ non pol•' "Coprire alcun punto doloroso nell'estremità '!IJUD8lala, la gamha era perfettamente mobile, cosicché la grande nervosiUi dell'inferma fu diagnosticala una 1 arhcolare. Dopo alcune settimo.ne però, io ~e~otnilo a -IRIOva visita l'alla Rotto narcosi ~i Lrovò l'nuchilo!'i dell'arti~IIINilliOille coxo-femorale. Ila ultimo, per dimostrare come un gran numero di sinIIDIDi non ~ono aLU che a fuorviare il giudizio Jel chirurgo da una r~lta tliagno!'i, si riporta il ca"o di una donna che -.ne Opel'8la di laparatomia, pcrchè s'era rliaguol"ticata una ~za tuhoria; la gravidanza invt•ca era normale, la ~~'dente ~'ra affetta da carcinoma del piloro. ~mo C<lmpletare que"ta breve r&!<"elltla riportando tlllli altri due ca!'i dì errore dtagno~tico ' iferHi il ,~Jrimo ò.tt ~nr-er, •l "econdo da Ba,er. Un cocchiere di 4i anni, Jrb bevitore, fu accolto nel drcenobre ùel 1 'i ali'OJ;~dale )llfthè aft'j!llo da ;!rave ascite. La diagno::ti Ollcillava tra la dl.'l fegato e la tubercolosi polmonare. l'atta la pall!llliiiiiDiel!i i fece J'e ... plorazìone del fegato, l'he pr·ima per la del liiJUido non era p()<::!'ibìle ed allora '"i percepìdelle pratub~>raoze al mar•?ine libero del fegato, quinùi la d1agnosi di carcinoma del fugato e probacarcinoma del periton~:~o. L'infermo morl nel mese ·~-*iv" e all'autopsia l"Ì trovò ben!'l carcinoma del peri· lll8 il regalo normale per volume e torma, mentre che
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quelle protuberanze che si erano percepite al suo bero durante la vita erano cost1toite da cardnoma che s'era relralto in su e addossalo al fejralo e c:'era in un corpo che simulava tutte le proprieté YJc;cere. Ecco come ci neue narrato il secondo C8""0 dal Un giovane eli 18 anni venne in cm·a àel dott. tomi di una cronica cistite. L'esame de1la ve~cica cono<;cere delle incro~tazioni del eolio vec:cicale. però il dubl11o se con quelle incrosl.azioui e!'istesee gros-.o calcolo. Subito dopo questo primo esame si operaz1one della ci<;Lotomia mediana in segwlo alla Ba'e'' pol6 vedere al coiJo della vescica lrabccole tutte copert... d1 incro,.tazioni. Una di qu.,lle pieghe con una putza potè ~ssere s tirata fuori dalla rerita tavasi come una neorormazione pi~gbettata e '"·~·~<uPIII colore ro~so grigiO, elastica, totalmente invesltta e di tenace muco e d1 piccoli coaguli. Siccome il detle di vedere in quell'oggetto l'espressione di jno••ttMn mucosa ve~cicale, co<>ì diagnosticò che si trattasse sidetta Ves11ie ti colonne dei francesi, incrostata, e l'operazione col r·imettere a posto quel tumore giorno si ~,·iJuppò lebbre alta e il paziente mor r coi sintomi di f:rrave pielonefrite. Alla necroscopia rono sulla parete po<;teriore della ve~ca due tubt schuk grr !!SÌ due cenlrmetri e luoghi dieci com crostati. Si trovò inoltre pielonefrite puruJenla e
Sull' emorr&&i& dopo l' ..portaztone delle Z CCKERKANOL (Centralb. jùr Chir , ); . li, 1888). Allo ~copo di procnccrarsi una esattacogorzioue retroton~illaro, la cui topografia è sta~ drn>
a descritta da thve~i anatomici, Zuckerk11ndl gr un accurato studro di qut>sta regione mediante l:'ezionì sui cadover1, e potè convincersi che in la carotide interna ~ prolelta, oltredichè dalla nAIMtill tlll ringe e dal tessuto adiposo, anche da uno ~>lralu
CHIRURGJCA
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lbnlilO dallo slilo-glo~«o e dallo <tlilo·faringeo. Perciò anche
aa rorte in::ro~sameoto delle Lonsille non può esercitare alcuna rnnuenz.a sulla posizione llhbaslanza protetta dt quel grouo va~o e nella tonstllotomia o nell'aprire un ascesso si può dtro~ impossibile la lesione della cerotiJe a meno che per 111 improvviso movimento della te~la del paziente la punta del coltello non venga spmta profondamente contro la colonna ...-tebrale. Si può temere la ter1ta della carotide solo nel caso che 1!11 dov··~::e incidere un asceS!!o relrofaringeo, poiché aJiora U vaso lrovasi (iireLlamente in contatto col pus. La recisiono dell'artet·ta tonslllare potrebbe dare un'emorragie assai mi· naooosu, la quale (fetlo attrazione dal ca~o che l'indn icluo opernto •ia emofiliaco avverrebbe, <tecondo le ulteriori ri· cerche dell'autore, quando il La~liente del ton<ltJiolomo <lptnlo mopporlunamenle dietro la capsula postP.riore detla lonstlla euda" e a r~cidere quel vaso ti ']Uale per es~ere intimamente conne1111o col duro test~ulo della capsula non si può p11i rilrl!lrre u quindi resta aperto. ed allora l'emorra~ia si vince mediante compre!.lsione per mezzo della pinza di Pean modllicata da MJkulicz od occorrendo colla lflJ(&lura della carotide e~terna. Riguardo all'origine dell'arteria lon«illare, rautore ha potuto CODilalllre che questo ramo ha origine per lr. più dall'arteria palaliua ascendente. più di raro anche dallo carotide ec;terna, dalla maseellare esterna o ùalla fartn~ca e-;ceodente e chP. euo amvato sulla capsula della tonsilla la pe1·fora o in linea l'ella od oLliquatamenle, oppure dopo mollt "erpeggiementi 8 tortuol!ilà entra nella Lonc::illa dove «i termina in un fa!'<ciO dt vasi tlhformi, i quali, sP. recisi, denno emorragia non grave e raellm•mle frenabile. •
~ Yalore dell& clbarUoolazlone 4el gtnoochio.
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Ga.eue des l16pitau.... , ~. 122, ottobre 1887). L'autore l , . . • _ l& callo al congref;SO medtco dt Tolosa una CO· -nacazione Il . . eon ·co a l)uale ha cercalo soprattutto di dtmo~lrare urLosy. -
lietauna "'arie di falli chto la disarttcolazinne del ginocchto é gtUdteata troppo sever amente. Egli presenta un indi-
RIO
RIViSTA.
vuluo amputato da 16 anni, il quale cammina fa ·i tre ore lutti i giorni sul ~uo moncone e che (prova di 'JneslO appoggio direLlo} offre un ~llo a livello del
esterno. Prr'senln anc!Je la fotografia di un rnoncone oe:rteua operaiA• 19 nnni Ca; mfìoe presenta moddli p1u bilie:~. coll'aiuto d'una statistica coroprt:n<ìenle cooo:;c.iuli •IOP.O 11 1872, che questa operaz1one deYe nella pratica. Escludendo lult8la st.Alistica d'ori~ine di cui non poteva controllare gli elemenl1, l'autore ba 16 ~"~"<;ervazioni duvute ec:eJusivamenle a chirurghi ed a chirur~hi !ella marina in particolare. Su que li 16 "Oggetti, uno solo è morto: dieci moncone perfetto che loro !'erve alla deambulazione cinque snli hanno avuto monconi troppo dlfettost porl.#lre il poso d+>l corpo ed essi hanno camminalo def.{li amputali di co::;cia, l11lvolt.a anche colle ., ... ~~~ Xfli<'Pio pa•·ziaJe dei lemb1 e più sovente ascessi 111 honno caU!-!&lo questi cattivi risultati. Si ~ono quindi ulten uli monconi perfelli nei Uue ca<1i raccolti dall'autore. Egli prole!'lta conlr·o l'a<lserziooe che i condili at'•~u.~~n~~ lunga, .subire un'atrofia pro.:ressiva. i monconi dei ~enLa i mod~>lli e le fotografie non hanno offerto 11 a ,..ollialiemenlO; ed egli ha muLìlmPnle cer, ·ato.nelle pu!Jblicate fino ad Ol'a, la menoma prova io ravore conicità anuLomtca. Tulle le \'Oila che la Jec:ione sera limitolo alle la pelle avrà com·Pr,•ato la sua integrità ed i ~uoi nutrrzton~, la disarticolazione del ginocchio do,rà f~rlla 8 qualunque amput.azione della CO~cla o opra<'.ondzloidea; un gran lembo anteriore IJUlliUrll.,.a•angoli arrotondati, jnvolgente bene i conrlili. uruto a colo Jemlm posl<>riore di due dita trasver-.e, da un mollo ra,orevole. L'ampula7.ione del ginocchio, allorché é ben inil!l e&... eqeguito, dur a,sopr•allullo con l'antisepsi regolare, un perfetto e che rimarrà t.ele.
CH11!.URGICA
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.,.. ..... 41 morte nelle ferite per arma da tuooo. M~IO \, MOORBOF- (D..:utsr.h med. n·o~ll., ~. i. tSS.Q). Nel a edule del 5 dicemh1·e dello . cor~o onno al colle~10
aaed•co di \'ienna il ehiaris5:i01o cuirurgo tentt~ ,.u 'lneslo eoggdlLo uua doua conferenza che diede anche occtl'•ione ad hlk'res!<anti discussioni tra i colleghi. No l'iporterenw i coo.t.etll prmcipah.
Nouo,.lalt• la loro molliplic1~, le cau«e di morte per Je110111 d'arma 1la fuoco possono e--sere t'Ol!gruppale sollo due
IJ'Ind cla,.-i. C1o,1 cause di morte direll" e cau~e indirette. Per cause d1relle la morte hu luo~n pel faUo della lesione te 5le"l!ll -.enza la compartecipazione di altre lesioni ><eoondarw, c questa morte t.uò a' venire o piu presto o ruù lardi seeoucJ,, l'importanza vitale dell'organo colpito. Cocoi poasono C'lsere cause di m•H'le improvvi"a le rt:rite Jel Mr·•illo, •lill cuore, l'entrala d'aria n•·lle vene, A 'l'Hl!'le c.an~e appartengono anche la soffocazione pot' lo ~fiO"lamento o la compre~~i rmr· delll1 trachea pet·la pr esenza del proit~llile, per leluacciam t~nlo dellP cartil~gini lat>inj.re•· o p~:~r ingr esso ùi lingue 111 •tue! conale. Alle cau~e pure dirl'tle, ma uleno ~ol lec:illlmente letali appartengono le rerile del micl<lliO spinHic, le fer1Le d1 gro-.si va"i arlPriosi, lo -.hok e le emorra~ie arLel'IO!e ~ondarie mancando un pronto -.occor o. Tah umOJ'· l'8gje s~ondarie "Ì verificano in se:::utll• a contu,.,ioni e suceeasa'a necra::.i delle pareti va!"&Ji dopo un temporaneo "-\lg· rno '" e.« ..e del corpo vulnel'8nte, A Rr.alrnenl.. m He~uito • ecubtto dPile parete \'Ssale per pressione t·. ercttnta ::mila llled~Jmn dA uo corpo duro. ~ ea~· e di morte indirette che Apparteu~ono al dominio la Chlrurgca, l'autore le divide in due sotto cla~si , cioé tn ~i emhohci ed mf»llivt. 1 proce~ i ••mbolici po,.s;ono ~e 0 sras,;o<.j o tìbrinosi. I primi ;oj H1luppano dopo ..:;llurt delle ~rendi os;oa tubulari. fili t•mboli gra~so.:,i 0 )lene un'importanza che ,·aria seconùn l'org11no in cui e ...si _}rano. Gli emboli fibnnOSI ~0!10 le C01l"'egucnze dt ror-one ,li . . vellO!:!G .m VICt.. · lr om b'1 d'1 grosse e<~h·enuiH 111 llzt della frattura. Mosetig dJce di avere perdulo io questo
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RiVISTA
modo duo soldati Cerili e fratturati per colpo in Belgrado. All'autop!>ia si rinvenne un oLtu arteria ba!tilare per mezzo di un embolo fibrinoso. bosi veno11e c:ono spesso cagione d'esito le~.& le
mularc:i ed accrescersi del trombo per via ce.iltr;llilll alla vena principale la f}Uale resta cosi otturata alla c:ua volla la ;:!angrena umida della regione dente. Un CA~o dr IJile~to ~enere fu pure osservato ttopra •an ferrto in Belgrado. 'l ra l~> malattie d"infezione in seguito a ferite, prende anche ìl ~tano che però non risente alcuna dal lrAlLRmenlo antic:etlico. In quanto all' ezro lano con-.eculivo a ferita, egli fa osservare che la ~"Copet·ta del bacillo del tetano, resta sempre perché sappiamo benissimo che il tetano può anello seuza lesioni esterne; così lo si è vedu to dopo lussozioni e ft•atture soltoculanee. Se in tempo H teluno ot·dinariamenLe é conside.rato come ma porti causali con accidentali sozzura avvenute nella pol ve t• e o ler·r•••, noi dovremmo ben meravigliarci casì di Lotano non siano più numerosi. essendo che la parte dei fer1ti gravi cadono in terra ed e~pongono ad 6!1 ..ore mollrallela ed insudiciata da corpr terra, da pol\'cre oJ allro. Un'altrA rtue ·lton .. da studiarsi sarebbe il perché limrlalo al '<Oio capo il bacillo limita la sua aziooe a quella porte ,enza estendersi al midollo ~pinale. latlla moao «omi~lianle al tetano ed altrettanto la neur-ite a--cenJente. La diagnosi differenziale sibilo ~"6 non quando si conosca il modo dr malattia. Me11tr·e ti tetano esordisce col lrisma e propaga dall'alto al basso, nella neurita aseendeo&e Lra1.iont incominciano ad una esLremitil, procedono e in ultimo .,.j manrft!sla il trrsma. Le norooe pr<>fllalliche delle affezioni consecuUve si ba!'lano sui seguenlt {principii fondamentali Lisler. t• !.et tlta wound to be alone) ciò che per la
CHIRURGICA
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4lf perra significa: non disturbar la fer1la con inutili melilli·
J' Let tlte wound io be prolected, coprire la ferila, proltgerla dai germi infellivi. 3- Let lO ihe IDOttnd h~>r free dischaf"{Je~, provvedere per • libero deflusso dei materiali segregati. Que!IL'ullimo pr·etlllo veramente vale soltanto per le ferile a:~elt1chc. ma m ,..-re dobbiamo per regola consi lerare le fer1te come non ...Wche ed attenerci strettamente al precetto di Volkmann 016 di non ritenere asettiche che quelle ferite che noi ~Lessi lbbiamo rese \ah. Per conseguenza il Moselig t'accomanda 1li abbandonare WDa volla per sempre l' uso tradizionale delle medicazioni IIIUJtiche, poiché esse fanno ostacolo alla eliminazione degli tmori e consiglia il seguente modo di medirazione sulla prima linea di battaglia: Si applica c:uiJa ferila un mezzo prolt>llore untif'ettico, il qaale si r·icopre con un pezzetto ùi gomma in fogli, questa impediRce il contatto dell'aria e previene la for·mazione di eroata, e finalmente si applica una fasciatura esterna piuttosto abbondanl$ idrofila e costituila da parecchi g1r1 di fascia IIU'allro inviluppo impermeabile. Il dotl Friinkel crede do,·ersi ritenere a priori tutte le llri\e d'arma da fuoco asettiche e fa osservar e che anche lergmann è dello stesso parere. Quesl'ullimo chirurgo trotaDdol!i sul teatro della guerra russo-turca si era propo!to di Pl'lliee.re C{)lé le cautele antisettiche colla stessa mmuziosa dileenza clte si U'!a nelle cliniche, dovette però desi~terc dal :Propo~~lo esc:e~dosi persuas~ che guarivano meglio qucll~ \e del grnocchio che s'involcrevBno con uno spe!-!so strn t o J 1 che po~va conl"ider;rsi come una guarigione c:ollo 18 · Egli as:;icura d' avere in numero8bsimi casi &Cilui.. la la convinzione che il maggior numero della fer•lle d'orma ._fuoeo, 'lUilndo il chirurgo si sia manlenut() in un a~"olulo trae Intervento, decorrono perfettam('nte asellich& !'tOllo la .,.,:. secca e crede inftne che la medicazione pl'opugnAtn da ti~ favorisca la formazione di una cavità umid.a uella 9111 1 e batteri possono vivere e prosperare.
= -..il
JIJVISTA CIDRURGlCA
Alla os~evaziom di Fràokel replica il Moselig, e \'er e o ppiiC'alo il suo metodo a pui d tU' 80 p. 100 oq!OCJ'\'ste e d1 non aver mai avuto da pentirsene per g'rll ve uccidente. All'incontro asserisce d'aver ~u'''""· non plec.:oli in cau<~a del ristagno di liquidi solto le ZIOIIÌ 8 Cr o la I'OCC&. Il dotl Hofmolk si a s'~ocia el doU. ~foseti~ sulle f'lulc conviene pienamente e senza restriziOne e che in quelle fer1te che denno pocbi3sima emnrrag.a rrg10nc può compiel'$i perreu.amenl"" sotto la per ò \'Ì • la o proru.,.a perd1ta di san~e o frattura cola n•>n "'• puo paù pretendere che la parte guarisca ~ l'ultimo modo ù quindi ~arebbe lem erilil l' ap medil'azione a cr·osta secca.
RJVISTA Dl OCULISTICA Sulla ottalmta 8lmpatloa. - DEUTSCBMA~N \\'ochw:tch , '\
(Deull
l, 1888).
In una rlumonc della --ocietà Dl'ul<~rhmann ha trattato diffusamente que,lo accordo colle nuove dottnoe paras<::ifarie. Per offtzaoni oculari ~•mpaliche deT"on<~i intendere mente •Juelle Aff..,7iom di un occhio. le quali trs_gono orisrine da una pre:.!res<-a affez1one dell'altro aflez1om oculm·1 ~ilupatache si poc::sono nettameute ~;:uore in due gruppi principali coi-rr:opondeoti 8 d1 fenoment cioè i fenomeni irratali>i simpatici ed l IUOIIÌ 00f,lÌ!;lÌCt. f prÌOll, CÌOe l fenomeni Ìl'I'Ìlsli\'Ì. sono mni rouw tali tr11rn ularsi nei .se•-:ondi cioè ne1 inflamrnatvt•i, mu costituascono invece un grt1pp11 df HS~ai dislinlo r.he ha una quulilà caratteristica etl è glaendo lu cau::;a fondamentale morbosa col r1mu
IUVISTA Dl OCULlSTICA
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_ , ehe per il primo si é ammalato, ha luogo la rompl••l.a jllll'i!rlone deU'allr'occbio ed é anche tollo il pericolo fii • recidi~ a. La cosa va ben allrimPnli per l' inJìammntlone simpatica. I fenomeni clinici della medesima po~souo _ , riuniti i11 due gruppi di!"tinti e corrH~poudenll al1t! due 11tme ocul8 e cronica. Ambedue le rorme ci offrono i sinlorot della irioJodclite ~ IOIIan&o la forza dei sintomi concomitanti è di,er~a. Nel ~or numero dei casi s. può conswlàre re~i~l.ell/.8 ~imul ._. dello neuroretiOJte; que."'ta complicanza però Pi potra CIMeltivam~'nle rileva1·e soltanto quan,Jo oon vi ~ieno d@[m~iti . . .ud8tì nel campo pupillare che f8cc1ano o"tacolo all'i~pe llone oualmoscopìca. La forma acuta e la f•)rma cronica IMano l!empre tu• pl'onostico dubbio, i>:pcstoO si ve.ie in omllldue rèlrocedere il processo mot·boso. Pos,.ono acca h•t•e delle recidive, e si può avero per es1to llnalc In ti"t d~>l bulho COn la cecità completa. In quanto alla eziologia le lesioni trAumali<:ha dd J'll'im0 oecbio. l!tano dec;"e accidentali oppure piu dì rt~t'O chpeudcnti da operazioru cbirur~icbe, anche tumori e ci«ticerchi po~'~ono enere cousa,oltre che della irzdo-corotdeìte sr.onlllnea, un che dlottalmiR !<Ìmpalìca dell'altr'ocrhio. Trft la malallin del primo • del secondo occhio decorre sempre un certo t~mpo; il lerGiine ordinario é di lre smo a sd sellzmanP ,un termino estremo 1l0n fili può determinare. Si i> veduto iusorg.... re l'infhunmazione • P8lica dopo vE·nttcinque o trenl'~tn:Jì che si era ammslnlo 1 primo occhio. Jn quanto alla patogenesi del nroct•llso. gio il Maken1.io &'teva fallo conoscer e le tre vie eh~ l'inllarurnnzione puu per~ per trasportarsi da un'occhio oli' altro. cloò quello ~8~1, 'JUP.llo dPi nt>rvi ciliari e quello tiel ner~ o oLlrco ~top lertnedulrio del chia"ma. La lt!Ol'in dei narri ciJi,,ri fu 'Il u~neta !'pecialmente òa Enrtcn ~fiHI•·r che "olldnmcnle tlò6ISOttenne non ll~lante che ~li man•' 8"S!' 1'8! p[){.:'gio dt•t flllll, ~h .mancasst>ro i l'<egni dr>lla tra~rnes::.-a flogosi pt'r vm nerva. Per que<~ta mancanza di prO\'& pf)Sili' e, tale leòrza sempre piu perJendo ùt;.;cussioni per ceder!! il po-.;to n Ila della trasmissione pel nen·o oUico. L'aulot•e vuole
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nm su
portare un contributo alla soluzione di questo quesito
mezzo di esperimenti su (tnimali. Partendo egli dalla spoteei da lui stabilita come ps•emessa che il secondo occhio viene colpito da flogosi simpatica salo nel caso che il primo sia andato soggetto ad un processo infettivo, dacché l'occhio sopporta assolutamente senza irritazione le sue ferite senza cagionare l'oltalmia simpatica, egli innestO l'occhio di coniglio, dopo alcuni esperimenti preliminari per orientarsi, colle spore d'aspergillo, con colture di schlzomiceto e con slafilococco pio~ene. aureo e flavo. Queste culture erano introdolle nella cavilà occupata dall' umor vitreo, ed infatti dopo alcuni giorni si sviluppò una neuroretinile all'altr'occhio che propagando,i dall'indietro all'innanzi fece passaggso alla srido-o cicJite. Gli animali perirono per generale infezione dimostrala poi dall'esame del sangue prima ancora che l'irile raggiun· gesse il suo complelo sviluppo tipico. L'esame anat.omo-patologico die(le a vedere che la \'Ìa di propagazione batlula dal microrganssmo patogeno è il nervo ottico coi suoi vasi lintatici. I microrganismi dall' occhio cbe per ti primo cade malato passano al nervo ollico corr ispondente, da questo al cbiasma, donde si ripiegano per correre lungo l'aHro nervo ottico e di là paSl'ltlrP al secondo occhio doYe fanno sviluppare l'otlalmia simpatica . Tutto cio si ebbe quale risultato delle ricerche sopra animati. La ricerca sull'occhio dell'uomo doveva dunque avere per obbiel· livo di verificare se anche nell' uomo questo nuovo fatto paLogenelico si esplicasse e~ualmenle come negli animali sperimP-ntati. Ed il risultato di questa ricerca rispose al quesito in senso affet·mativo. Sottoposti ad un esame microscopico degli occhi umani ~ié enucfeaLi perché colpiLi da grave oltalmia simpatica, riusci sempre facile rilevare in eqst le presenzu di microrganismi che si vedevano accumulati specialmente sul nervo otti<'.o e cbe avevano l'aspetto dello sta· iUococco bianco ed aureo. Coltivali questi n:Ucrorganismi e innestati in animali rivelarono ancora le loro pl'oprietà pato:' geni:!. L'analogia tra l'otlalmia ottenuta nei sopra ricorda~ esperimenti sopra animali e J'oUalmia simpatica sviluppala~ 1 spontanemente nell'uomo vien messa in rilievo con più evt-
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denza da un altro fauo, ed è che dagli umori dell' occltio secondariamente affetto si posliouo ottenere colture di microrganismi patogeni identici a quelli del primo occhw. Adunque la ottalmia simpatica è da riguerdursa come dipendente da un processo patolo~co inMtivo che !'i propaga da un occhio all'altro po::r mezzo dei vasi linfatici del nervo oUico. Le malatu•paraaaltarle4•ll'ooohio.-WnlEL"' v. ZEBENDER - (Deu/Rche med. Wochu, N. 50, bi, i887).
Una rasc;egna sopra le affezioni paras<>itarie dell'occhio do\Tebbo allualmenle offrire un qualche interesl<e avuto riguardo ai grandi progressi della dottrina parasMitaria e delle sue pregt!voli scoperte anche nel campo dell'oculislica. In grazia di •JUesti pro~essi il capitolo delle malallie paras~itarie dell'occluo, che fino ad oggt anche nei trattati più completi non occupava che un posto assai modesto, ora si é di necessttA notevolmente ampliato; luonde molto opportuna parve la scelta che di quest.o at·gomenlo fece il professar Zehender su una sua conferenza che qui riporteremo r~trmgendola nei limiti concessi ad una rivisLa. Nell' ùpera ù'oculislica del dolt. Makenzie, una delle più pr~:ge,·oJidt!i tempi scorsi, troviamo falla menzione di entozoi dell'occhio umano quasi tutti visibili ad occluo nudo CIOè: t• Jllar,a, 2• monosloma e di&loma oeuli humani, 3' eehinoeoccus honuni8 e i• cisticercus cellulusae. Nordmann trovò nel cristallino umano di soggetti vecchi affetti da cataratta dei parassiti filiformi e nel cr1slallino di un bambino 11 dast.oma. Non si può dubitare sulla serietà delle o~ervaz10ni di quell'autore; reca però meraviglia cbe d'allora caoè da 50 anni a questa parte e nonostante i perfezionati lllezti di o. !'lenazione non <~i c;ia più o~!lervato alcunché dt 111111 1e nella lentA: umana. Queste osservazioni adunque appartengono per dir cosi al Per·lodo tradizionale della stor1a delle malaltie oculari Parassitarie E lo sl~sso è da dirsi della filaria del crislall:no lllentre la lllaria m altra parte dell'occhio, specialmente sotto
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la coogmnli\'a sarebbe, secondo Fuyot, mal11tlia mune tra i negri del Congo. L'echinococco nell'occbio é una delle più grandi non si !~&L'ebbe mai trovato nel globo oculare, ma nella ca vitA orbit.aria. Esso produce esoptalmo, però la funzione vi.,iva, e non è operabilt>. Cisticerco La sua scoperta nell'occhio umano data invenzione dell'ott.almoscopio, col quale si é co<tlatato custie~reu3 cellulosae prendA ~de non solo sotto la ~punti va o nella camera antertore o in allra parte d visibile ad occh10 nudo, ma encbe nella retine e nel vilreo. La frequenze del cislic~rco nell'occhio Cl vien dauli autori in modo assai \'&r1abile. Per es. GraeCP. ne uno sopra mille pazienti ''Ìsttati coll'ollalmo~copio, il Berlin invece ne avrebbe trovato uno «opra W,OOO e di Copenap:hen uno fra iO,OOO Uno altro fatto degno di si è che que<tto parassita fu rim·euuto una sola ed volla t11:'l cristallino, una volla nella cavità orbit.ar ia , tre nella camera anteriore, cinl}ue volle solto la all'tncontro si è trovato ottanta volle nella retina e nel St sR come il cisticerco perviene nell'ocehio. Le ova tenta sono introdotte nello stomaco cogli alimenti o in modi. ti '~OltiiP inviluppo di quest'uovo si scio~lie sotto del succo gastrico ed il ptccolo cisticerco re!<C: libero. lla motivo a supporre (manrandoci l'osserva~lon11 di re\te) il germ~> pervenga aU'occhio penetrando nel circolo Attra,, . le pareti di un vac:o san~ui&rno. Entrato tn circolo ferma in qualche punto dcll~a rete '>&"colare, per es. coroidea clove ne e~ce alla guisa dei corpuscoli btancbi sangue nrl procE>l"SO mtìammalorio. Gmnto es"o suo modo di comportarsi é variabile. Pare rhe esso ordinariamente sul vitreo e questa sua tendenzA annc:1n•.~~~~ o meno molestia el malato. Se esso si trova nella oppure eotto la relma, t suoi movimenti producono menle cii!'ttacco di quest'ultima membrana est l! veduto grare .talla retina al corpo vitreo. Ciò non può ~tvvenire cagionare gravi sofferenze al malato. Sp~>sso "l J'tsveglie grave infiammazione accompagnata da atroci dolori COli
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\orbidamento del vilreo, nel quale caso riesce difficile scoprire l'animale coll'oltalmoscopio. Se il parassita preod9 domicilio nella reLina per regola non recu grave danno e può parimenti far passaf{glo al vitreo senza risvegliare grav1 sofferenze. Se il vitreo si mantiene trasparente l' animale c;i rende vis1hiltl coll' ottalmoscopio e si giunge talvolta can questo mezzo a scor~ere i movimenti e La corona d'uncim. Il trattamento varia secondo il diverso modo di comportarsi del cisticerco nell'occhio, se esso è mobile, ~~ ri!nde nece10saria · l' eouclazione del bulbo. Una volta accertata la esistt>nza del cisticerco meglio è operare presto. Invece dell' enulcazione del bulbo si è tentata l'estrazione del parassita. Quest' ullima operazione ru praticata per la prima volta da Gradt! facendo una ~ranùe irid&ctomla ed estraendo l'animale cou la pinza-canuta aUraverso una rerila a ·iue linee J1~tro il margine della cornea. Moll1 operatori m segu1to imitarono il Graere chi con successo, chi senza. Però il Graere ne ha operato il ma~gior numero, sopra 45 estrazioni, 30 furono seguite da guarig10ne, in 15 casi non si poté per cau10e diverse estrarre il parassita. Tali sono i para.. ~iti dell'organo visivo, che sì po..crono percepire ad occhio nudo Ma vi ha una quantita dt e!'lseri flllero"copJci appartenenti al regno vegetale che dal punto di vista prat1co hanno un'importanza molto maggiore. Vediamo quali sono e in quali malatlie se ne può riconoscere la presen1.a. Gl1 ..rorzi fatti tino ad ora e che vanno tuttora ra<-endo"i per IDettere in relazione la presenza di que~ti esc:eri iniini· tameme piccoli colla palogenesi e natura delle malattie banno c:~ato UnA nuova scienza ctoè la batlel'iologia la quale è gtunta il1 g1& a classificare melodicamente un gran numero di ~i,:rorg11nismi. descriverne la loro forma, il loro modo di .,,vel·e, il loro nutrimento. Ora mentre é fuor di dubbio che b10lli d1 essi sono pericolosi alla vita dei grandi organic:mi, :rrebbe d'altra parte che molli allri siano all'organismo in~B'erenti ~d havvi anche ch1 non esita ad asserire che alcuni tleno "Oiutari. Per ti nostro scopo baslet'é dividerli in due classi cioè in
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microzoi patogeni e non patogeni e per la distinzione di due classi possiamo valerei del risultato di esperienze 6S4~1C11'* sopra animali. Se p. es. introducendo nell'occhio di un 8DI11114tlf un microbo si olUene un certo effetto saremo autorizzati concbiudere che un'azione consimile si dovrebbe anche nell'occhio umano. Un microzo.o si chiama patogeoo applicato aU'occhìo t-isveglia un processo patologico e versa sarà cb.iamato non palogeno se la sua presenza avra alcun e1fello dannoso. L'animale prescelto per de&eN minare sperimt~nta1mente l'azione dei microrganismi fil sempre il coniglio. Bisogna notare però che queste elusioni sono esatte fino ad un certo punto e non in assoluto e sarebbero es altissime solo ammettendo che i dell'occhio del coniglio e quelli dell'occhio umano fossero identici ma ciò precisamente non s1 può ammettere. Vt sono mi, crozoi molto pericolosi per il coniglio e relativamente JUilOC•?' per l'uomo, mentre all'opposto altri dannosissimi sono indifferentemente tollerati dal coniglio. Il gono.cocco e lòl stafllococco aureo, noti per la loro tendenza a produrre là suppurazione, riescono innocui all'oc~hio del coniglio. Quindi la congiuntiva del coniglio e quella dell'uomo noe sono domicilii egualmente adatli per quei parassiti e stesso avviene ancbe per altri animali; ognuno possiede titudini speciali pet· dar ricatto e nutrire certi micrors:t~lnltmu~•. Ma non è soltanto la differenza dei tessuti il motivo uno stesso microrganismo ~i comporla diversamente diversi animali. 11 tessuto stesso può nel medesimo indi variare a seconda delle mutazioni di vita. È assai probabiJe" che a nostra insaputa accadano an~he in noi variazioni capaci di influenzare iJ modo d'agire dei parassiti sul nostro nismo. Si può avere un esempio di lfUesto fatto vaccinico. La vaccinazione ha il potere di cambiare il nutriente in mo.do che il microzoo del vaiuolo non può trovarvi alimento e per conseguen~a l'organismo resta incolume dall'infezione vaiolosa la quale cert.smonl8 avverrebbe senza il praticato innesto. Questa dottrina cono-sciuta da Jenner riguardo al vaiuolo ora ~i va estendendO su tutte le malallie diffusibili. ~; un fatto quasi messo oralllal
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ruor di dubbio che certi microrganismi non possono vivere in un animale quando cer·u altri microrgaoismi vi hanno già pre!!o domiciho e che se questi ultimi non vi ei trovassero i primi riuscirebbero all'arumale assai pericolosi. Come ciò a v· nnlo!a non è ancora ben determinato né si sa 11ncora se abbta luogo uno sterilit7.amento del terreno oppure una reCiproca di· struzione delle due specie di microrganismi. Gioverà ancora rare un'altra osservazione, ed è che anche la quantità dei microzoi che prende possesso di un organismo ha una grande rmportsn:ta e precisamente come un veleno non può riUI!('tr mortale se non quando inlrodott.o in una certa dose, cosi anche un piccol numero di microzoi patogeni può essere dall'organi!'lmo sopporlalo. mentre che essi microzoi saranno tant.o più in· r~li ·1uanto magg1ore ne !'l&rà 1L numero. Se é vero che non tutti i terreni sono adatli indistintamente ed Pgnalmente per Olmi microrzanismo e che quindi quest'ultimo si ~vilupperà meglio in un terreno plllllO"lo che in nn altro, ne verrà di conseguenza che un dato terreno offrirà più degli altri le condJZIOni più favorevoli per dar riceUo e nutrimento ad un dato parassita. Ciò premesso, alcuni bacteriologi hanno credulo opportuno 4\tabihre una differenza tra microrganismt nella stessa specie, hanno stabilito CIOè che un mi· erozoo molto ben nutrito A molto bene sviluppato diiTerif'\ca dallo lesso micr-ozoo, incomplel.amenle nulrit.o e che <lipendeotemente da questa dil!erenza di sviluppo sievi anche una d1versité di azione, cioè elle il primo mierob10 sia anche piu torte, più ener~ico e piu micidiale. Questo modo di vedere é con .. ·ou aJrosser\'&Zione di allri falli, specialmente sullo sviluppo delle pian Le nelle quali aumentano o dminuiscono le qualitit lìsiclu.• e vitali a seconda elle il terreno che le nult·~ é loro adatto o sCa vorevole. Questo però si può dire soltanto per enulogia e per induzione, perchè in quanto at microzoi tale as"erzione non è a ncora appoggiata da fetl1 bene oseervati.
le\'ediamo ora io breve quali sono i microzoi che producono malattie dell'occhto.
La conr;iuntica norm416. - La superficie della congiuntiva normale è coperta da un fluido cbe consta di acqua segregata
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dalla ~hiandola lagrima le e di gra!'<SO e muco segrep:ali piccole ghiandole della stessa congiuntiva. I germi di mi ·rozoi, nuotanti nell'atmosfera po!>!:'ono incontrar!li congiuntiva in !Jllfllunque momE>nlo ad occhio aperto e aderire. Pcrr.iò non deve rf'car meraviglia se in ogni in condizioni normali "l trova una grande quantità Ji d·ogo.i "Pecie. Si é trovato che !>Opra due individui con sani, un occhio sllm•'no contiene quasi sempre dei JZ'ermt to~eni. Perchè adunque quest'occhio non viene sempre pilo da infiammaztone? La congiunltvile, come é noto, è lallio piullo~lo frequente. Se la congiuntiva conUnua esposta all'azione di questi germi non s'ammala più di quello che ordinariamente si vede, ciò si spiega in perché dal ltuirlo f'Opra notato es..i ,qerm1 sono allontanaU traverso le vie lagrimali e d Il naso dove ess1 son rest 11 in parte anche per le proprietà slet'~Se del tessuto r.ongiu vale, in quanto che et:~so in alcuni individui !'i offre come reno favorevole, in altri disadatto a!la nutrizione e !'<Vii dei germi. La forma più ordinaria della congiuntivite è la f1i !are, 'luella forma chiamata dagli oculisti dei tempi ~co rsr yillniiolie. scrofolo:ta. Questa forma s'incontra abituo nell'età giovanile e la ~i vede eccezionalmente negli adulb. è cercato 11 microrganicomo di questa congiunlivJte, ma ad ora qenza alcun ri~u l tato. Ma nel liquido che bagna lo giunti va ~i son trova t~ selle eò anche piu spore di mie parte patogeni in parte non patogenr. Gli oculi<>li che gevano queeoto eptteto di <>crofoloc:a rrlenP.vano tale m quale un'all'eziune g enerale del <>ani!Le. .A nes..:un certamente paqqò inosservato il fallo della sunultanea qtenza delle fltllene rongiu ntivali con a ltri sintomi scrofola. Con lutto ciò la '·era correlazione tra la livite fiittenulare e la scrofoia non ci è ancora nota a c1enza. Probabilmente i germi infettivi tr ovano un nmr....._... più adatto in una congiunth•a non affatto sana che in di un fanciullo non scrofoloc:o In quanto al trattamento è noto che le insuffiazioni di mPiano in oolvere co sti lui~cono il mezzo cur·ativo più
DI OCULlSTIGA
e quc"'t.a cura ~i accorda perfeUamPnte colla teoria bacteriolo~ka. Il calom.-Jano non e solubile nell'aC•JU8 tli~lillete; dtveulll :o;olubile coll'aggiunte di un po' di -.ala. S icrome poi il liquido lagrimale contiene una piccola qua11lita di cloru1·o "Odico, M ,·iene l'he il calomelano applicato all'oecluo (come b pro\ alo da e<-peJ"imenli chimici) vione ~cj,)Jlo i11 minima pert" e tramutato in cloruro mercur1co che. como ~ noto, è uu poteut•l anlisetlico. ln altri ten1pi fu auope1·ata una le~gern !:'oluzione Ji cloruro m~.:reurico per rollirio in que<.ta maiella; ora però ~eneralmente si preferisco il calomeleno in polvere forse perché 1l sublimato che se ne ottiene allo st.alo nascenLe è più efficace che quello i·• soluzione previamente pr~parata.
Bltnorrea congiunticale. - Un'altra mulallia paral\lo.itaria dell'occhio assai per1colosa é la blenorrea. Il microrgaui~mo che soggiorna nel pus blenorroico, scoper•lo in primn da Neif•l'ler, e da lui chiamalo gonococco, è ideulicn t~l mir.rorgani~mo rinvenrruto nella ottalmitt purulentR. Ln eziologia della blenorrea dei neonati è generalmente nota n ls Reoperla ùel gonococco nelle due malallie c1 allesta In loro rl!ciPI'OI'-a parentela. Il nitrato d'argento P. uu tlCCellente antl~o~et tico e l è riconosciuto dall'e!<perienta ehe ~ uu rnolZO nssai adatto per uccidere il gonococco. Esso è capal!e non $O)o di guarire la blenorrea, ma anche di pNvenirla. vale a dire di uccidere il gonococco prima che s:tiuo~ra a dtmneggiare la ~ngiuntiva. Per prevenire questa malattin il CNdé consigliò di in~<tillare una soluzione almeno del2 p. 100 tli uitrato d'argento negli occbi di 0gni neonato. Con que--to lntl:UO profi1altico egli riusci ad abbas..o;are la cifra percentuaria dello ble· oorree nei neonati della sua clinica o"<tetrica dali:! allfl p.100. Tracoma. - Cb e il tracoma abbia la :-ila 01 igiuc dali n preeenza di un microrganisrno allualrnenl6 f'embra un fntto fuori d'ogni duhbio, benchè non lutti gli ocùli::ti siano ancora Pienamente · d'accordo $U quet~Lo soggotLo. 11 microrganismo che fu de«criUo col nome di diplococco deltraeorna è simile al gonococco per la qua forma e t>el SU() eapeuo, ma é di quel:ILo più piccolo. Esso ci apparisce quale una
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piccolissima sfera segnata in mezzo da una piccola linea può essere veduta soltanto con un forte ingrandimento. Questo diplococco prospera assai bene in terreni ..,.,...- •.~ mentre il gonococco non vive che nel siero del "•"''l'l"'' Il diplococco del tracoma prende sede nel follicolo tra·COII~ toso, ma fuori delle cellule, mentre il gonococco vive cellule, oppure esternamente della congiuntiva, o per lo meuo non penetra profondamente in questa membrana. 11 diplococco del tracoma innestalosi nella congiunth·a del' coniglio non attecchisce. P erò fu innestato con successo più volte nell'occhio dell'uomo. Il gonococco,uno dei mi<~rolwi:l più .pericolosi per l'occhio, è facilissimamente Lra:su(.lrl.lltiJIIII·l sopra organir iveslitidi mucosa in qualsiasi animale. Io al trattamento del tracoma furono raccomandati diversi ìiierucamentosc n"Soifulo di ~;=trqueuo- più-in uso. può meritare la preferenLa sul .nitrat~~~ento erchè meno violento e non agisce cosi superficialmente come que La sua azione penetra più profondamente nei tessuti e perci6 ~~-:~-..:,. .;... ,'!:'.,.,,..;.~-- .......•"" a•-- • - é più atto a l'aggiungere il diplococco che, come si e veduto. ha la sua sede non alJa superficie, ma beasi nei follicoli della congiuntiva. Il metodo di spremere i follicoli, di esciderli. oppure di raschiarli ha dato qualche buon risultat.o e dal di vista batteriologico parre-bbe razionale. Sacco lagrima/e. - Il sacco Jagrimale è parimenti un seto baloio per il lirruido segregato dalla congiunti va. Questoliquido inquinato più o meno di organismi microscopici, qualora esista il più piccolo ostacolo al suo libero decorso a accumula nel sacco e cosi il sacco si riempie di roicrozoio Fortunatamente essi non sono lutti patogeo.i ; ma se alcum oppure per una gran parte sono pat.ogeni, allora se ne&r:; una raccolta assai pericolosa in vicinanza dell'occhio. se sacco ed il canale nasale sono otturati, il liquido di ~ in quando rigurgita sulla congiuntiva e mette in pericol0'1i. sua integrità e questo liquido non può esserle innocuo, se non quando contenga esclusivamente microrganismi nOli patogeni. La stenosi del canale lagrimate e il riempimento del saCCO lacrimale con marcia fu sempre considerato come una pe-
DI OCULISTICA
ricolosa complicazione. l n pratica é sempre da consigliarsi di usare molla attenzione avendo a fare con questa complicanza, poiché la quantita relativa dei microzoi patogeni e non patogeoi é molto variabile. La piu leggiera lesione della cornea, la più piccola perdita del suo epitelio, la più insignificante operazione schiude la via negli strati più profondi della cornea e permette l'accesso dei microrganismi e l'invasione di questi microrganismi, se sono patogeni, ha per effetto una copiosa suppurazione. Quella specie di cheratite chiamala ulcera serpiginosa e l'ipopion che hanno un decorso pericoloso, non si sviluppano che per trasmissione di germi patogeni. Cheratite micotica. - Nell'anno :1875 si fece menzione per la prima volta di questa malattia la quale consiste in una infiammazione della cornea cagionala da microrganismi. Al IX congresso della società oUalmologica H prof. Horner mostrò la cornea eli un individuo che era morto per risipola ùella faccia e che negli ultimi giorni della sua vita aveva anche sofferto di una grande ulcera nel segmento inferiore della cornea. Le sezioni microscopiche di quella cornea, vedute ad occhio nuùo mostravano un gran numero di linee rette che decorrevano io direzione centrifuga partendo ùàll'ulcera. Sottoposta al microscopio quella rete di linee si é riconosciuta quale un complesso di vasi linfalici della cornea i quali erano ripieni di innumerevoli piccoli esseri di forma sferica. quasi lutti della stessa grossezza. Tutti quelli che erano presenti a quel congr·esso opinarono unanimamente che in quel caso lrattavasi di cheratite micotica, e che i piccoli corpi sferici osservati nei linfatici della cornea erano esemplari del cocco della ri5\ipola. Vi sono altre malattie oculari che probabilmente sono dipendenti da infezione pnrassitar1a. Si sono trovati microzoi :el calazion. Si sono l'invenuti anche nelle parti profonde r!l'occhio come nell'iride, nella coroidea, nel nervo ottico. tubercolosi locale e generale si é potuta produrre inoe:ntlo ìl bacillo tubercolare nella camera anteriore dell'oc0 del conrglio. Si é tentato perfino di dimostrare che i mierorganismi emigrando lungo il nervo ottico di un occhio
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RIVISTA DI OClTLlSTlCA
al chiasma e ùa questo el nervo ottlco siano capaci di suscitar~ l'ott.almia simpatica ; però la r0$8 dimostrazione di questo litllo non si è ancora 1\tt,--· con sufficiente esperienza. AlLualmente la batteriologia è scienza aoeora imper reua. Essa non può ancora r isPOindl•i a lutlt i quesiti che le si propongono continuamente. per6 un gior no l n cui l'eziologta dei morbi dell'uomo e batteriologia formeranno una sola saienza.
RIVISTA DI PATOLOGll ESOTICA ---:~---
n • Oulex mo•qutto • e la. febbre gla.lla. l focolari d'infezione della f~bbre gialla in America ~i \Noi vano essenzialmente ln quelle località che per l'abbondanll' delle zanzare che vi !-'ono, giada tempo antico ''ennero eosilLB de los mosquitoll. li dott. Charles Finlay, in A per ripetute osserva7.iOnt e sperimenti si persuase che zanzare, o, meglio, talune specie di zanzare. sono agenti ficaci di trasmissione della febbre gialla, ed al ri~uarJo blicò una dettagliata memoria nel The A merican ) o/ medieal sciences di Filaùeltla (ollobre1886), poi le prime notizie con una interessante comuni<'stione R eoue scientiftque di Pari~i (Cebb1·aio 1887). In questa nicazione vi ba di notevole, il processo deUa i oor.uutz.•u-·, p1·e,·entiva della febbre Rialla mediante le stesse 7.8 Si f11 colle femmine feconde della zanzara diurna, CuU.z squtto. che egli riuscl a praticare le inoculazionì, colla Zan.eudo notturna non ebbe esito alcuno. E facile curarsi J' insello al momento in cui, essendosi posuto pelle, v' iung~e la probosc1de. Prima che esso abbia ctalo a succhiare il sangue, gli si capovolge sopra una cola campanella o un alberello. l o queste condjzioni, taneamenle o dopo lieve scost>a, l'animale si stacca e r1
1\IVISrA DI PAT{)LOGJA ESOTICA
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imprill:ionato nel r ecipienle di vetro, la cu1 apertura si chiuderA con uo batuffolo di cotone. Dopo tra<>co~ qnafch~ ora
tollo iJ tappo di cotone, si applica l'imboccatura del recipiente contro la pelle di un qualche malato di febbre gialla conrermata al tePzo, (J al quarto, o Al quinto, o al sesto giorno della malatl1a. La zanzara prontamente s'attacca ella pelle e si salolla di sangue, dopo di che la si richiude nuovamente nel recipiente e si aspetta che la digestione del sangue sia nello insetto compiuta, ciò che richiede da due a lre gi.>rni in es tale e da quattro a cinque ~iomj nell'inverno. Trascorso questo lempo, l'insetto è nelle condizioni volute per l' inoculazione e si può quindi applicare al braccio di un qualche inùivi.Juo non acclimatalo e susreLtibiJe di subire la inf~Zlone, !asciandovelo fino a che si altacchi alla pelle e c::i ri!latolli rh sangue. L'operazione, tutto al ptù. esige un po' di pazienza. In selle casi, scrive !"autore, dopo un' inc.ubazione variabile fra 5 e :tO f.!iorni si osservarono fenomeni che riprodur;evano esaUamente il quadro sintomatico della febbre gialla benigna, e ciò in seguito aò inoculazioni praticate con una o ~on due zanzare, ed anche con una sola zanzara che era stata applicata successivamente ~ulla pelle di due malati rli febbre gialla. Qualcuno degli inoculati pres..ntò soltanLo manifestazioni va~hc ed eflìmere ed altri nessun setcno apprezzabile d'infezione. Fra rrue!llì ultimi parecchi si mantennero incolumi durante P;-riod1 di due a quattro slag1oni epiòemiche. In Avana un P~ccolo 11umero di essi venne colpilo poi da febbre gialla~ 01 0 8" _&: e soltanto uno che si espose ad un contagio d'in~n!>~l.à eccezionale, fu, qualche me!"e dopo l' inoeulazione, eolpJlO da febbre gialla maligna, per la quale morì. Nt:ll'esam~ microscopico sull~ proboscidi di zanzare che avevano succhiato sangue da malati di ft>cbbre gialla, l'autore Don trovò alcun frammento d t lessuto epidermico aderente; però, PO!<te deLle proboscidi in serbo entro cellette sLeriliz· :le, 089erv6 prodursi sulla loro superflcie funghi miceliari 1 genere penieillium, analoghi a queUi slali osservati dal
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&lflS!A
dottore Sternberg in collure di sangue sottratto a malati febbre gialla. Bsposti finalmente i primi risullali di altri esperimr.oll corso di esecuzione, l'autore, nella citala comunicazione, elude col ritenere a sufficienza giustificata la sua opin sull'efl:lcacia dòl Culez mosquito, come agente di lrllll!lll.sJone della febbre gialla. ltnUti della febbre gl&l.la e della lDtes.lone 41 torma aont&.
DaJ:••
Il dott. Vieyra ùe Mello da Rio Janeiro ritiene gialla quale una modalità p1ù grave della infezione paJUHrt ùi forma acuta e che per tal motivo essa non sia morbosa idiopatica, come generalmente si ammise, ma la manife~lazione della gravità di altro slato m01·boso, il che la denominazione di febbre gialla dovr~bbe cedere posto a quella ùi injuione palustre acuta, servendosi tale qualificativo pet• designare il più alto grado della sicazione palu!~!trtl. Cosi in una nola comunicala dall'auloreaiJ'accademia scienze di Parigi nell'anno 18 5, colla quale inle~e di strflr e l'identità della febbre gialla e della forma acuta l'infezione palustre. e conseguentemente la conlagrositA que~la infezione e la curabilita della febbre gialla, R gianùosi in complesso alle considerazioni seguenti: t• Che 1 patQIOgi e i clinici sono concordi nell'H .......,..., lcre che le epirlemu~ di febbre gialla sempre sono nr~>·..adl• da casi ~ravi di infezione malarica o palustre acuta, molo che l'apparizione della febbre gialla non ra che care essere l'&lmosfet'8 satura deJ miasma paluslre si in un dalo tempo, l'indi,·iduo a ssorbe una più grande tità dell'elemento morbigeno, d'onde la maggioi-e g rav1té sintomi sopt'avvenienti. 2" Che que.~te ùue entità morbose coesistono nPlla zona e si aggravano io ragione dello svìluppo del palustre, fallo questo amptamente osservato dall'autore Rro Janeiro, dove la febbre gialla è contemporanea
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Di PATOLOGIA ESOTICA
sterri e degli scavi per la costruzione di canali e eli fogne i quali sterri e scavi essa accompagna, poicbé a misura che si elleUuano, l'infezione ne segue il percorso altra verso alla cit~.
:r Che la rehbre gialla non ba una tisonomia propria, speei&le, caratteristica, in quanloebé i sintomi che ad essa li allr1buiscono, sono rj~rosamente gli stessi che, se,eondo fau tore, si osservano nei casi gravi dell'infezione palustre di forma acula, pure comprendendovi le emorragie e persino 11 vomito nero. -4' Che l"elemeoto ·scoperto dal dott. Domi ngo Freire e considerato come produtlore della febbre gialla é morrologicamente idenl.ico eli quello che l'aulor~ trovò nel sanA"ue ed in altri liquidi di individui colpili da mreziono palu~tre grave, Lanto di forma acuta, quanto di forma cronica. 5' Che lo stesso elemento venne .trovato dall'autore nell•· acque di cui si servono come bevanda gli abitanti eli zone dove l'infezione palustre regna epidemica e dove non ai conosee la febbre gialla; - fatto questo che illusl1·a l'etiologia dell'infezione palustre e annulla nello l'le~'"O tempo l'olm•zione di coloro che allribuiscono ad altera7.ioni pigmeolane rlelle ema2.ie gli elemenli descritll da La,•eran e dall'autore pure confermati. 8• Che tutti i casi osservati dall'autore, che potevano ~re, o che furono riconosciuti li febbre gialla. furono curati colla med1cazione specifica della inrezione palur<lre di forma acuta. potendosi attribuire i casi d'inc;uccesso di tale medicazione o alla insu!lìcenza delle dosi nei fArmaci propinati, o a cattiva qualità dei farmaci stessi, o. come più l'agionevolmenle pure a no• pare, ad un intervento troppo ~rdivo, quando l'orgamsmo non è più in grado d• ri..enlire 1~nfluenza dei medicamenti, sia perché In malattia dati da P•u giorni, llia percbè l'into~"ie:azione fu !tiffattamente intensa d8 111 . Renerare ad un tratto le perturbazioni profonde, che, 10 C8'1 meno gravi, avrebbero ricbiesto maggior t~mpo a produr::;i.
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RIVISTA DI ANATO~IIA E FISIOLOGIA ------~~~~----
lnooa.laslonJ ool veleno del orotalo. - (Reoue 24 Mltembre, 1887). H. Sewal dell'univcrsito di Michigao sperimentò le i lazior.~~ preveol•ve del veleno del erotalopllorus
sui piccioni, che souo in modo particolare ~eoslbilì al d1 qu~sto veleno. Il veleno era ~lato diluilo nella glicerina, e i ri!"ullali inoculazioni avrebbero dunostralo che questo i nell'animale lah• re,..i-.Lr.nn tla poter poi tollerare arnpun.. mente l'iniezione di una •tuanlila di veleno seltt; volle giore della do!>e morLaiP. Que.czta re!ìstenza parsi<ttAI'i!IIIIIB" fluo a cinque mesi, ma diminuendo notevolmente di tona, col pnc:<~are del tempo.
n veleno del . .rpentl. -
(Reoue Seient(fique, 188i).
Due tlsiolo~i am~rieaoi, i sigg. Wtir ~hlcbell ed E. chert, dell'univPrsita di Pensilvania, in se(luilo a r1cerche sulla natura del \'eleno de1 ser(Jeuti, vennero conclusione che 1 batteri, !'lCcnpre presenti nel.veleno !'ec~e1l!Wil non entrano per nulla nell'aztone !Opeciale di ec:so \eleno, quale essi attribuiscono a due classi di proteidi, le glootm...._, e 1 pepton , che costituiscono gli elementi to~sic1. Coil veleno può essere evaporato o ~ecco e couser"ato indefinitamente con uua diminuz•one poco ;;ensibile della tossicità. lntroùolla nèllo 8tomaco digiun:.> una quantità veleno ::;ufficiente a produrrè la morle, il veleno può assorbito; ma duranle la digt'~lione e~l'O viene modificato neutralizzato. Il permanganato potass1co, al clo•·uro rerncO. l'alcolilo di iodio di froole al vd••no de1 serpe,,Li .. j comportano 10 modo da pare1·e i più atlivi ed efficaci fra gh 811-
RIVISTA Dl A..~ATO)[JA E FISlOLOGIA
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tidoti locali. Uno degli effetti piu notevoli del veleno si è quello di trasformare i globul! rossi del sangue in masse sferiche e molli, cbe si ag~ruppano in grumi ir regolari simili a matPria colloide. Quest'azione spiega il meccanismo degli slravasi di sangue e i disturbi respiratori che coslilui~cono i principali sintomi dell'avvelen~mento. Oltre a ciò, i centri bulbari ~ono fortemente intaccati; ,.; ha una doppia azione sul cu~>re, l'una dil·etla ~ moderatrice, l'altra centrale e acceleralrice che i sudùeui D!';IOiogi riuscirono sperimeutalmenle ed in modo chiarissimo a dissociare. La mo:rle avviane generalmente per paralisi dei centri .respi1 atorii. Dualità. del oerve llo e della midolla çlu&le. - BaoWN SéQUAAD - (Reoue Scienti;lque, 29 ottobre, 1887).
Il prof, Brown-Séqutu·d ha fatto all'accademia Iii medicina di Parigi una comunicazione tendente a comprovare la dualità del cervello e della midolla spinale, dieLro fatti dimostranti che l'anestesia, riperestesia, la paralisi ed i \'arii stati di ipo· termia e di ipertermia, dovuti a lesioni or ganiche del centro cerebro-spinale, possono essere lraderiti dall'uno all'altro Ialo del corpo. Fino ad oggi la mag,:tior parte dei medici e dei fisiologi hanno sostenuto che i movimenti, e soprattutto quelli ahe la volonté produce nei membri di uno dei lati del corpo, non dipendono che da una metà dell'encefalo e da un sol lato della midolla spinale. Lo stesso dicasi della Lrasmis!'<ione e ~Ila percezione delle impressioni sensìlive, come pure delle mftuenze vaso-motrici esercitate dal centro cerebro-spinale. Ora dalle esperienze ripetulament.e falle dal pror. Brown$équarù sul tresferimento dell'anestesia e fieli' iperestesia, delLa Pllralisi e degli stati ipotermici ed iperlermici d'un Ialo all'altro risulta: . 1' f.'he l'anestesia, lo pa.ralisi e riperlermia causaLe da una 1 &Sione organica dei centri nervosi, possono essere tr asferite ~.un lato all'aUro del corpo solto l'inOuenzu di una seconda ,e'~IOne di questri centri, donde ne deriva che queste mani~lazioni non sono necessariamente eft'ettì deUa distr uzione
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RIVISTA
di certi elementi nervos1 possedenti certe funzioni e po!ISOIMI risultato di semplici azioni dmamtche esercda&e di~l.8nza coll'irritazione che causa la lesione; 2• che una metà dell'encefalo può servire alla sensi ai movimenti volonterii ed alle azioni vaso-motrici per due metà del corpo. Lo stesso dicasi per Unti metà laterale della midolla spi almeno in ciò ehe concerne la sensibilità e le aziuni motrici. eqsal'~' il
E1fettl a.tologlol del otU.o. - (Reoue scicnti/lque, 24 temb1·e, 1887).
l diversi autori che si occuparono dello :studio del citiso: o avorniello, Cytisus laburnum L., albero della famiglia legumino,.e, segnalarono oltre all'az1one emèlica. un narcolica, accidenti intestinali e lo morte per paralisi respiratoria, quali eff'alli della somminislrazione di preparati farmaceutici fall1 coi diversi organi ùl queste piante. I si~nori Prevost e Binet ne ripresero lo tttudio. Le lol'O espedenze furono fatte pr1ma nella primavera dell'anno 1888 con infuqioni di fiori e di frulli verdi e più tardi, nell'au•""'..... " con infuqioni di semi secchi e cogli Pstralli acquoso ed elcooli ·o dei semi. Questu esperienze vennero praticate sulle rane, sui sui cani. sui topi, sui conigli, sui piccioni, ecc. e i risuUatl a\·rebbero dimoslra.lo che il cilioo è dotato: 1" di un'azione paralizzante i nl•I'vi motori, per la quali si produce una paralisi motrice in tutto simile a quella provocata dal curare, ma chP. Jaqcia mtalte la sensibililA; 2" di ·un'azione emetica rapidissima, non accompagnala da alcun disturbo per parte dell'intestino, né da dolori ad-dominali, né da di11rrea. Gli "-perimenl8t.ori sudd~lti ritengono di poter COlrlCludiiM'Ii''l che il citiso deve considerarsi come un eccellente vomil.i.O d'aziono centrale e rapida e che meglio agisce per iniezJooe ipodermica che per ingeslione st.omacale.
Ul ,\'/ \TO\fl,~ E FISIOLOG I\
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lta41o degli apoatamenti del oentro dl graviti. nel oorpo dell'uomo durante gli atti della looomostone.- Ds,r&.:.;y - (Recm: SeiP!ttillque, 29 ollobrl! 181:!7).
Le ricP-rche di ()emeny ~ullo ~po-.\amemo df'l centr-o di gra~iLé nel corpo dell'uomo duraute gli ulli della locomozione,
fati& COU IJII OUOVO 'llfll01811ln di miSUrQ che dà faciJmeilte, per uus 111liturlinP qualunque, In po!"tzione del centr-o dì !rraviiA nel corpo dell'uomo, lo hanuo condotto a lle t;Ouclusioni Njltlen ti : Nella locomozione umana, gli spo~Lamenli di altitudine be uno Jll?r' ri::.ullalo di dare alla traitlL•ma tlel cenlro •ii gravità del corpo untt forma che si avvicina aliA rettrlrnPa, o di aumentare l'em~uo ulrle dei muscoli con~iclerati come propulsori, aumentando lA lor·o Lensrona. ~ pr.,bnbile che la siner·:::ia der movrm..nh ~ia ~ernpre, incon~ciaruenle o non, guidall\ dalla ric~>rcn dell'effetto utilr> massimo ottenuto col massimo di consumo possibi le. É probobile anch~ <'he questa leggo di economia "' trovi t•ealizzala in lutti gli animali cou una perr+'zion... piu o mE·no fll'tllldf', che lo ~tudio ! rofondo della locomozione <~omparalu polt•ll m~ltere in ~viJenza i11 un modo preciso ~ pir:no 1l'intert>~~>e.
RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE ~ leuoootteml& della pelle. -
C. Hocusr:-.;GER e E.
t lfiFF••-: ( Vierteljalmichrijt Jù r D~orm. an.d Syph., e t•en1'tllb. )u.r die mf'dic. Wissenae!t. :-;. :11. ISSi). 1
~ r~ramenle ••• Ila leucocilemia la pelle è invasa du 11::auoru .,pecilichH, eroe da lltflltrazioni di cellule Iinfoidi. Dr._ ..-~qora
non · ..,. cono!'I<'Ouo clw due o~servaziOUI auknlich••. liOtbe !(t.:deckt c del Kapo~r. QuesLi clesignò r: !<UO caso col dr • liufoder•mia perniciosa». I dottOJ·i Hocbsinger e 53
del Bia
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RH'1STA
Schiff hanno osservato u:~ loro caso in me$i eh~> corrisponde esatlumf>nle nella sua forma alln descr1zione del Biasedeeki Il fanciullo iu queslioue procedeva da genilor1 sani stfililicì; egli era dallo nascita paiiido e malaticcio. Nel mese di vila ammalò •H dispepsia e dii'H'rea. Quando l menlovali dollori lo videro nel suo ottavo mese d• \'Ìta, tuili i sintomi della leucocilemia. La pelle e le muco!!le bili erano palli.lissime; la milza. il fe~sto, e le ltnfatiche erano eoormt:lmente ing1·ossaLe, i cor puscoli chi del sangue conside••evolmenteaumenla li. Su lutto H ma parlicolarn•enle sulla pelle tlt-lla faccia o del trovavano molle inliltrazior1i rotonde nodose di color ros«astJ·o o rus,obruno della grande~za di una lesta di fino a quella di una nocciola. Que><ti tumor1 erano sl.abil1 con la cute al d• sopra del tessuto cellulare cutaneo; ve ne erauo alcn111 <'On una depressione Non vi et·a in alcun punto nè eqcoriazione né ulce Uno di quesLi tumori fu p,-ciso. Già la osservazione croscopi•~a della sup••rficie òel laglio mostra va che trallnrsi rli un processo di in'tmr11zione uodo<:a della in cul principalmente le parti inr'erior1 del l6$suto e le supenori del le~suLo a.Jipo::;o sottocutantlo erano late. Inferiormente il tumnre ern cirl:ondaLn da Lt>ssuto nelLivo ispessiLo e ben circoscr·illo, ma 10 allo la. parta l1·ale etei nodo s1 c •nfondeva col tessuto culAn~:to stinl.ft limitazione. L'esame mbroscopico dimostrò che «i Rvéva t·he faré una mtlltrazione lipll'a nel tes.;uto culan~>o di pur1 cellulari linrat1ci. Le celluiP hnfoid• per ~ran l•·zza o erano del lulto simili alle ct~llule linratieue d.,t ,.; si trovarono in alcun luoA'o cellule fu-.iformi m mdi alle cellule giganL1. La iolìllr~nìone linfall··a p11re ~a derd le mos"e esclusl''emènle dai capili& l'i delle do:oifere, poiché uei luog-hi €11 rr . .;;co malllli si pC'Ié che il mal'{giore accumuJo delle cell:Jle e1·a intort\O la sudor1fere e i loro condolli escretori. Le pap11lo p ure,
DELLE MALATTIE VENEREE 1: DELLA PELLE
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il tes,ut.o del corio che ~tR irnmediatllmente sottt> di loro ~r11no quo'li ùel lutto immuni dalla iuOitra<d•me cellulare. In oorri~!• .:m•lt>nza d.-l centr'O del noJo v1 Prfl unA furle r etra:zinne della t>piderrnide dovuta Il raggrinzamento del te~!<uto del ,·,rio. l ~om1to i ~~Il~> glan.Iol·· <:uiortfere e li' glandole eebacee erano perrettamunle ron.,ervate nel le~suto del no<io. V a"i n··l tesc;uto l••ucocitemico non furono d&mostrabih 111 alcun luogo, rna 1 capillari m torno ìl tumore nodo!'o ~rano grandemente chlal.a Li.
I.'eosema aeborroloo - P. G. Uro;:-;"· 11 eciie. lVt8!1enaeh., ~. 507, 188i).
Centralb. jùr die
Se ··•ndo l' Uuna. nel!~ Affezi<.mi che ~ono -.LatA cfe,tgnale t.'OI nome di • ~"ebor·reA ~eeca •, i'li tratta non di un~:~ &per~ ·r••r.iont! delle ~dandolo> "ebacel', ma .H un croniCO pro<'e-"<~0 enfì~<uunat·~: in ùl'lla pelle, nel quale l'abb..n,lanza d1 gra<~so der vnnteùa una lj.ll!t'SPCr•·ziun'! delle gian lol•• ~udor1fer•• non 901o trl'l\'8-.i re11e 'quanun..., aua anche in LuLto il ,fer·rna e la e(J~<It>rmide . L'eczemaseborr·oico cowiucia '(Utt"l s~>mpr•' dalla '""lfl come un .at.Pnte .·atarro cular•eL• cou t! e"' fUtunst.ione e drrettosll distribuzione del ~ra~~"•l cutunP.n, e~E<e11do i capelli auor malnwnte a..:l.'iulli per dtill"'ura dt•lle glandoh• ~ebRcee, IDentr •l11 "PI•lt-rOli le fuori d •11\tr lmarJO, ffi••ilO •toprugnala d i ~r~~s ... o. A que~Lo ~~ a~~iun~e una abbondante caduta di <:ape; h (P'tJrrn.qr~ eapttr!l legli autori). In alll'i ca:;i le tn8""6 ~llllllltllO"O -;i l!.l!I'Umuh1no, sl':.watameute ~ul vt~t·tu:t• dPI capo ~ ue•!Jt rC!!' ~•e O~'~'Ì!•It."c 11 ror•ua ù1 .Jell"6 <'!'('"le gra!"~O"e. Qtu.:•ta fol'l118 ha lentlCIIZK ad f-l'l,.nd61'SI 8llt1 fi'Ollll', alle ti>rnr••e. al ~nlk, ov · s'tl\81lat co, t11ar·g111!! "'c•llih· a.·rM<"8to. La eu hra l·•ì èllpelh ,. HIICI!tl qui 1110 ~o cOII"'Iùerevole (S"'&o,.,.l!rt sieta capii ùJ). 1n u ua l•·r~a fCirtttn, Jo!JO che hA pr·e~ htlo IJ'!il ,e·u 'l·~ p tirill"'l, la .. ru?.ic llle cll\'eft UJ UlllldO per ~ {liÙ pt·indpulmt>nle nella l'f'gton > l1'111porale e d+'!.!) l nrec•cht. H•·gh atlulli ·u.. ,la rorm' fe,Crllln tiunrl! c •!De 81'261118 cr l 111 '' s c'tc>u.Je •l pni -ipessn al culi,, 11•'1 fauc.ulli alle gnHnl'it~ ~ alla rr·onl~:: In qlllllllO !1111' !'8rlllielc•c•I'!'IJ pref~rll6 18 Cl8· ~na d· Ile tre forme, st può tht·•~ ehe uetla r ...gioue sl••rnale
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lliVJSTA
e fra le scapole l'l i lrova quasi soltanto la forma crostosa, peUo "Pe~-- , cume 11111 ·chie giallo~nol~ in parl~> conllu~nU Qoltili margini r ossi. Sul Ialo della flessione dellt> brac<'Ja parte inferiore del lrunco e nelle e..-.lremità inferiori puri! la forma cro~to<>a, menlr~> ~ul dorso della mano a dita t· sullo !->Croto (ed a nche "'Uile gamb ... ) per o più la umida. Solto le ascelle mostransi per lo più solo delle rol'l!"e curvt· che si e"tendono in modo serpt:zmo~ "'quamme nè cro~te. Sulla faccia la forma equammosa •<.tende alla barba 10 parte come pitiriasi ùiffu,8, e in ~ome placebe r o<>!"e pruri:;rìnose. ~elle donne si trovan(> tfuenlt>menle delle macchte gtallo-grigiastre leggermPnte lente, o num~ro"e piccole e gro~se papule ros!'le sulla sul naM a ~ullo guancia come per10do tniziale d'una rosa ~ea. ~et giovani. la forma cro..losa sullu faccia é rara; noi vecchi si formano lentamente delle macchte roichC! come punto eli part~>nza Jet carcinomi. Ln forma umida sulla faccia pl'ende preferibilmente i caulli, ti na~o e la hoc~ca sono qua!>i sempre rispat·tnìati. fr·Pquenlemunto l'aff,•zaonu ha sede sulle palpebre e nel doU l tulilivo. L'uczema ~eborroieò é med10cremente uo~o, st 1-'Rlende pel solilo lentamente dalla te>~ta in ed in rar• rA~i cuopre tlnalmenle tutto il corpo Più temente ~i flbA ... IiA con la psoriasi. I rimedi più efficaci lo zolfo cou lo ztnco ìn forma di unr;uento, di pa!>la ecc. inoltre la crisorobina. l'a·.:ido piroaallico e la resorcina. ~ portante como mezzo profJiaUico contr-o le recidivE>, la ltzia della pelle e dei peli.
Cara dell& p•orlul OOD le t&. .to. - HASLUND. - ( Veirtel, Jahrsehr for I.Jerm. Sgpll. e Centralb. fù.r die medie. Wissensell .. ~. l, Il doU. lla~lund ha u..'S.lo contro la psoria;;i, lo ioduro potassio giA pl'tma raccomandato dal Greve ad alte facendone prendere, di una soluzione al 10: 200 pr1 meot~ unu cucchiaiata quallro ,-aLte il gtono, e. l a onteltl~·· ogni due giorni due cucchiaiate fino ad arrivare a 12.
DELLE MALATTIE VEN"EUEE E DELLA PELLE
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che il malato h~ preso per alcuni giorni quesla dose, Has!und ot·Jiua una soluzione di 12 : 200 e l'aumenta ogni due o tre )!iorui di 2 grammi Delle dodici cucchiaiate "e ne possono m·:~lio prendere ùue in una volta bevendovi sopra un blcchier d'acqua. I piccoli fanciulli cominciano con una soluzione di 5; .200 ma preslo st passa all'altra !'oluzione. Quando t:l arr1va alla dose giornaliera di 40 gr., bisogna 9!11!'61' cauti nell'aumen lal'la. L' llaslund riferisce 50 casi curati in questo mo,]o. dei quali~ (fra cui 13 fanciulli fra 6 e 5 auni) ~ uar1rono compl~ tamenle, 4 considerevolmente migliorarono; in ~ei c&sì l'e~ho fu poco soddisfacente. La durala della cura variò fra 2 t;,. e 1:1 in media a 7 settimane. La metamorfosi retro~trada dP!Ia P1l!or·e8cenza per lo più fu apprezzabile 4 o :J sellinu:111e dopo l'Omìociala la cura e quindi susst>gui di r-t~gola molto rapidamente. La quantità totale dcllo ioduro di polas;:;io consumata variò neoi diversi malat.i fra J60 e 1520 ftl'Srnrni. È Mlevole come i malati sopportino bene le enormi doM del medicamento luna fanciulla di 9 anni ne prendeva :38, una di 14> anni }5 ~rammi H giorr10). Sintom1 ùi iodismo non furonn nè frer1uenti né g1·avi, e Mio in pochìssiUli casi fecero inlerrompere la cura. In un uomo che aveva p!'e:c-o lill l!l'smrni di ioduJ>o 1! giorno, dopo la introduziono dr 2H56 graromi comparvero gravi renomeni, ma non minaccioo::i di svvel~namenlo. Una assoluta ìdiosinc•·asia coutt·o lo ioduro fu o~l>ervata solo qualche volla. TulLi i malati clopo la cut-a avev11t1n florido aspetto. e la maggior parte di loro erano aumentali d1 peso, ed aleuni anche di mollo. Onl numeN, daliA rorma e grandezza dei corpuscoli ò~l ~an~:tue nor1 par~ clw lo ìoduro di pola-.:sio non abbia alcune influenza. Le fr'e· querna del polso si mostrò sempr•e aumenlata (tOO, t :lO. 140), ma dirnirmtva toslo cbe s'abbassava la dose. La secretione dell' Urea non pai'Ve modillcarsi. la quantità dell' ùrina era ~~n~ 1'8 1UJente aumentata. La p1·oprietà dello ioduro di potassio dJ fare spar1re il grasso e il tessuto glandolat·e (mammelle le"licoli) non f'u mai plìlula osservare. 1 malat1 che, oltr·e la Psol·:a~i. avevano delle adeniti indolenti, non ebbero queste PUnto modillcale dopo terminata la cura. L'appetito e le eva-
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RIVI STA
cuazioni erano in generale normali. In due maiali '!O una leggiera albuminuria , ma dopo pochi giot·ni !:i d "euzA combiare l& cura dello ìoduro pola~sico. L'Ha v t eu .. alla conclusione che non si cooo"ce alcun altro il quale II!Oalo tnterna.mentt! pos"'a rire la ps<)rtasi.
Dl una mt.nlera frequente e non deaorttta dell' epldldlmite tuberoolon aouta. - Ga:eette des N. 1:?3, ollcJbl'e 11-(87). Il doll. Monl.az (di Gr.. noblc:) ha fallo al con!!l'eS!'O dt l olMR la se!!Uente comunlca7.toue. E!Oi>'~louo p~>r· l'or~'lu·epididimite tubercolo!OA acuta due dt inrzio che non ~ono aucora ~l.lllt Eegnalati •laqli aulort si occuparono delle malattie del t..:c;ttcolo. Il prrmo morlo é del dominio tlella pat.oiO!llll inlPrna. cona un e!'empio. - Un indi\ i1lun morto di LI t'l crou1ca a.cula; rlurante la vila nulla ha accusalo da parte dt•i
tecoticoli· nondllllt>no, all'autopcoia, c;j trova nr l par t""tÌC(•Iare un sPmeuzaio d1 ~r·tululazJOni grigie f'li tutte allo '-lesso pet·iodo :\l a non e di que"la ror·ma, clu• non apparli... ne rur!!ia, che ti )lonl.&z vuoi parlAr~>, UJR beu!'l deUs ,. C1ò che é I'O!!!!eLto qpeciale dello <~ua comumcazione 1; "Cnla rol tipo clinico sei;uen~e. Un indiviouo contrae blo>nor,·agia od è atfello tla. ur(•lril" blenorl'fll!ica c.: Nulla nel c:uo stato (.!'en~rale ri<·hiRIIJ8 l'altenz•one. Ma AO!l1'8~~1UIJ!o(e SOltO J'intluenza c)eiJo CRU>'te ubiluaJi <:<J''"'"'""~' un'epiditliwitu bJenurr•u,:tica, st npplicheril. uu so,.pens••r IJor&url, con la sp•·t·~:~nta che 0<1! giorno in cui sito~ guarigione c;arà. OltPnuta. Per altro il te::;ticolo e {:10COr8 e dolente, poi si rammollisce In uno o p1ù punti e Iu>n i rorma un asee!Ol"O e rim&ne tl!"Loloso. Infine il male a svrlupparl"ì, ..; vede iuvaòere, sia il canale defe ,.ju la vc!>cica o la pro..lala ecc.• o ~i as,.h;lc) allo tlella tubercolosi deJ..'Ii or~ani ~t>nilo-urinari, di veou~ mcEJ e clas8ica. Ciò è ibr iriita bleno-tubercolosa.
DELI.E ll.\L\.TTlE \'E~&RE.E E D.ELI..\ PELLE
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Quel:< l& rorrna .li orchi-eptùitlimile St di<:lingue essenztal mente dall'orcb.iLe lu})ercolosa per l'iuizìo chu é queìlo ilttll'epi!Jiùtm1tll blenonap;ictt. Questo modo ri' ìnizto, di cui Mo11taz ne ha o<s~ervato atweno 5 o 6 cast, non è mai stato ~e~nalato nel!~ mono~rraRu, nelle test o nel!h articoli Jj di7.ionari<l. Pet• tulli glt auluri la blenort·a s.ria e l'epi,lulimitf' !iOI\o cause occasionati, lonlanP, dell'ot•chite lubercnJo,.a: ne~ ·uno di loro m<lwa fJUesta succo>l"sione Ji a ·ctdenti !:WIJza linea d t demarcaztone. questa combinaziom· di due pr•ocessi, qlwl>L'tbridila. Riassumendo, ti doLt. M onlaz cosi concludfj: 1• Per poter dta~:ruosticare uù'ordnle luberr.olosa di prima dunta, è nece~sat•to elmtinflr·e ia blenorragia e la blenorrea, coll'l'"ame bactariologtco do·lle :!"ecre~ioni urE'lrall; 2• l<'a duopo sopprimere il più r~ph..lamenle pol'lsihile la. blenorragia e la blenorrea in un individuo lubf'rcolo~o o dubhio'"o sotto il11unlo dt vista della tubercolosi, pet·cht< un giorno o l'altro può ~:s,.ere ~:~ffetto da un' epiùidimite cbe 'Imi, non g1a fatalmente. ma :con l~an probab1IHà, di natura lubercolo"a; =~· E nece:::sario essere riservati, in t(uesli inriiv1.iui, nel pr·ono.,.lico di una epididirutle blenorragicn.
llortt causate dalla blenorragia. -
ABNER PosT. - (AT·r:hir-e..<: de .\1&/ieine et de Pharma.e(e milttaires,ago!:<lo 188i).
Gl1 nocidenli lontani che provocano i r·e~tt·ingimenti di •>ri;.riue blenot·ra~ica sono ben conosciuti, mR la blenorra~ia può ea:rinnare la morle fin dal suo reriodo acuto, la qual ('osa è t l'l)\'818 da una "'erie di osservazioni r•accolte Llall'aulore Votllemter ha ''eduto mor1re d' infezione purulenta un uomo che sì era rotta la corda. In un caso di Villeneuve la piemia produs~e la mot·t~ del P8zumte, at quaiP erano state applicale ,·e~lli san~uisughe per !!allevarlo dei dolori d1 una blellOI'I'B:Zia incut•t.lata con ere. Zlont~ · permanente. Il pericolo della blenorra~1a é aocora PIU !lt'ande t'juando essa si propà!!a olia prosLal.&, ov~ essa :ro'·oca ascr>:;si che, Lah·olla, ~;ecoudo Fournier, son!• la sede 1 Uua suppura?.tone perenni" che com1uce alla morl ... dopo
RIY!Sl'A
un lungo e doloroso psraodo di cachessia. duto un malato morire in meno di un mese fJ~'l' un pro:;tatico che si er·a allargalo frb li t'ello e la vescica, babilmeule in ~e~uHo aò un calelerismo malamenleesi~IZ'~aìta: Quesraccidente causò la morte per premia da un malato Guyou. Lallernand ha rirer1lo l"osservazjone eli un morto per un a<;cesl"o della proslata e pielonefrite. in a numerose blenorragie. Ecco snco1'8 un caso di Murch uomo, di 28 anni, portato allo speciale delit·anle. colla h l:'eccA, r1peluli attacchi di convulsioni e morte ùopo tre all'aulopsJa. inflammazaone blenorragie~ intensa in tutta lun~Jht-'Zl8 delle vie uriuarie. Una donna mor1 anche <IRmenle •iopo un attacco convulsivo segwto da perJila
cusdenza, e~sa aveva una vaginite blenorragica con · ur·etrilt! e pi~hle suppurate, nefl'ite acuta. Una prosllluta soccmnbetle in uno ~•alo tifoideo, presentò a DeiRfl...ld le desimi lesioni analomicbe. In un giovane che !-<i c1·edeva fettn da calcolo vesdcale, l' ~sp1oraziooe della vescica vocò l'eslensione di una blenorragia ignvrata e la morte pie l ile. Fàuchon he sc~nelato come complicazione della hl••nn•<oi' ragaa la perilonite ed il flemmone sotloperltoneale. Hu Rtcord e Velpeau 8\'evano osservat<l periLoniti d'ori~me norra~ica. Il reumatismo blenot-rag;co ha sovenli acci,lt!nli gravi, 'ma 1-aramenle mortali; dapprima ::.ì r:rl~cte-. cb~ risparm•as~e il cuore. ma nel 18M Brandes rife1·i un di Pndocsr.Jit~, e nel' 1883 ~Jilloo ne r 1feri 16, dei qusl1
ruorlah. ~el 18$3, Slanley ho pubblicato due casi di paralisi lri<'e cnroplela delle estr·emilà inferiori e dell'h -.tinteri pPI·dita della st>n<>.ibllità, accid~nti dovuti aUa bieno L'uno dei pazienti mori dopo 16 ore, l'alLro lopo 15 W GulJ ha "'piegato quesLi sintomi attribuibili ~econdo ad una parAlisi r-ille~sa lega la aUa blenorragia, co11 u nR lite <>.pe~1ale liO\'Ula ad una infezionP- purulenta col roi specifico. La piemia é stata osservata non solo dopo complicazioni della blenorragia, ma anche senza alcuna
DELLE MALAmE V.E:'\EREE x oEu \ PEU.R
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te ir.ne. (uorcllè l' ur etrite. Mi lton ne ra una piemra «pecrale, dr cui r ireri«ce due ca~i. Dalle osser,·azioni che egli ba riunite nel suo la\or·o. l'autore ru ri!'all.at·e la gravezza delle complicazioni dells ble· norr11gia nei !!ÌOYani di 13 a 20 anni, la loro rr·"quenza in !'le· guito a viagsri. a Ja,ori di rorza, l'influenza del culel•'ri mo inopportuno. È nondimeno il primo a ric-onoscere clte i C&!>i dr morl.e in s ...guilo a complietlzioni ùclla b enorrazia acuta non ~ono fr~entr, tuttavia ~>i ba for:>e il torto dr non pensare mar a sunili accidenti.
11lll& co1l detta verruca &D&tomloa (tuberoolo1l verruoo... della oute) e l& aua relazione con Il lupo e l& tu· bercololl. -E. Fr~GER- Deutseh. med. Woehenlt., ~- 5, 1'•88).
t:onh·o le rlottrme bacteriologicbe ~ lt• e!'lpt!rien:r.e l')iniche che ~tabilirc.>llO essere il lupo e la tubercolosi cllH' affezioni d'icl.•nlica natura, si erano dichiarali molli npposrlo ri tro i quali il prù autorevole lo Schwemeer· il quale rn occa.,ione del 5·,• l'on~resso di merhct e naturali,.ti ha trovato di con' alitlare la sua opposizrone racenrlo vedere che fluo a l o rH gh .sp.. rimeut11.lori non P.rano riusciti n produr1·c il lupo né altre consimili forme innestando il badllo del lupo. Ciò non osterrle anche que~fari(ornento fu viltoriossmente comhattuto da ulteriori ricerche le qualr ci sommini!!lraruno la prova rhe la \CrroC"a 8nalomira è un'affezioM delfu pelle clmica rnente e anatomkamen(e assai affine al lupo \ e1·ruco,o, cioè al Prodotto del locale innesto ùel viru!l lubercolue. Grl't nel 188~ il v~rneuil comunicò all' accadPmla di rnedrcrua il caso seguente : nel 187~ uno rit'i c:uoi allievi dopo uua punturs fattast in una autopsta v('da rormar:-<i UIIR pullt()lf.. o 1111 d.to nnular·e vicino alla ratlice ,Jell'unghia. La pustola uon :!uarisce. ma «i formano mlorno alla mPtiP.c:rmn ".uove efftorec:cenze le quali finalmente n"'~umono la forma d una plttcca papillomalos8. Dopo tre anni. riuscrt.a infrult:wsa OlnJr cur·a,l'affezione prende l'espello mollo "'imile all'ulcera seror(•lo;:a, e v1 sr complica un'asce::;so tubat·coloso del palmo
RIHSTA
della UJano corri:>pondente. L' arnpulflzione malata non arrt>"lO ti male poiché nell'anno seguente formatomi a~ces~i tubercolosi der mu1<coli e delle os~a. Ver·chere in una te:-i intitolat.a • le porte d'rngre~so tuber·colosi • riporl.8 un C&"O analo ..m al precet.leute. Uno dent~> in tnedicrna, di coc;tiluzione ereditariamente p drculo, pr·atrcanùn un'oulnp"ÌB sa r<'ris<'o nella piega gilalo tra il pollice e l'llldir·l! e In ferita sa conw~rlc in piccola ulct>ra e a,·enùo con quPst'ultima falla l'autopsia un canavere tul>ercolo"o, l'ulc~ra pegdora e '-i cambia una vt>rrucs anatomica, quel:l& vien tolta colla ~al\' ::.tica; crò non os1.8nle "Ì l<Vtluppa in Sef!Uito tuhet"('()Jia.l geueral.... Parimt>nli a..xel Holsl rirerrsce ti ca~m tli una i auu·m•en~ che assisteva uno malata di tubercolosi. L'infermiera ad un pollice d··i noJi dolorosi cht> poi si e"te<~ero all'r e all'anulare, questi ootli Kuppurarono e s1 in piaglw che non mostraro110 alcuna tendenza t'l sesui 8 que-.to la lumefazrone ddle ghiandole ascellllri. que~t.e ghianliole che furono ec,tirpale si rinveuucr•o i tìpir1 del LuLercolo. Omdleremo per non dilungarci di troppo l!li aiLr1 rrpor·tatJ in gran numero, che vresenl.8no su per gtù la pato~tenP.~i e non dr,l>imll~> ùerorso e che nel lor·o concorrono a coufer·man~ la natura tubercolosn della anatomica. Le succe!<•:toni ruorb:><>e lol'&li deii'IIV\'Cn uto nest•J tubercolo~o sarebbern in parte soltoculanee è in f'Ulflnee. Le allPrazioni ~tiUotut.anee con~islono 111 tuber•colo::oi. Le culllllt~t! conslt~no di un noddto di ros!'o-azzurrog-nolo cbe si tra~rorma in un asces::o mi il quale dopo evacuata vicroli"!<Ìlll8 quantità di mflr•~la!l pas~nggio ad una escre ... renla verruco:oa. Mentre il si e ... remle verso la pcriferin. nel centro può rar'"l la gione solto forma di cicutrice li"r.ia. Le reciùi'e '!uenti. L'autore dopo over rrfo>r1to il risulti! lo di dn eASO praticata soprn un !'Og~ello morto dì polmooare ìl quale portava alla palma delle mant ver·rucbe, dopo di aver rifl'rlto il r·isul1.8to dì un
DSI LE lHLATTIB VRNI!RRB & DRI.I.I\ PIU.L&
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slullio microscopico dei matet·iali ricevt~li ùa quella autopsia, ri&s~me CO::;Ì le !'ue conclu.-.ioni: Se noi oonf1•ontiamo la forma clinire e•l anat.omica della v~l'rlll'a anatomica t:on 1uellu dd lupo p&p!Hat'f!, verrur.oso o scl~·rolico non ci sfuggirà la sin;rol~~re somi)!lianza fra qu~lle due for•me. Jn ambedu~:~ il processo consiste odio. l'orruazione tii lubercoli miliari, l'(ue~li, quando lrallasi Ji lubel't•olo llll&lomico, risiPdono esclu<>rvamente nella cute; rwl lupo mvece. ollre che nella cul~ anche nel tessuto cellulat·P. sollocutaneo. Arl unque la verruca anatomica e un j•roce""O morboso a sede pìil «upel'l'lctal•·, il lupo si esteuJ., I•IU r•rofon.Jamente. Forse la PO"ÌZÌOII6 pii.l superficiale d~l proce,so morboso della ver•ruca anatomica da occasione all'in\asioue dei micrococclli le cui cOnl>eguenze poi sou causa •l1 unu ditle!'enzn ~econdarra fl'll i due prOCe$SJ. Del resto SclrliJier· ho tt·ovati i micrococchi unche uellupo, Cohnh,...im e Thorna nella stessa malalLia hauno consLalala la caseitlcRzìnlle.
Deve~j anche tener con lo di un'altra cìr·costanza ed è che il lupo l'i ma11iCesla quasi esclusivamente nt>i bambini e che la Vl'rruca unatomica non si 1:' os~ervat.a sino ad ora che negli
alulti . .1!: all'(uanlo d.fficile dare una ~oddrsfac~nle spiegazione di qtJG::.-lu fallo, r·ilenuta id~nlica la nalura d"'lle Jue affezioni t>.! onalogo il modo d'inoculazioo~. cioé l'uc<'identale conl.nllo di tn&let·rale rnreno colla cute 69COriat.a o ferita. L'autore snr·n11lnta questa diffkoltà ammPLlen.Jo l'ipotesi che lo ste><so viru:s tlt!ll&. pelle tenera e succo~a del bambino produca il lupo rhe si estende in profonù•tà, nella cule pi'ù resi<;len~e riell'wlulto Jo $\lesso virus produce la supE.>rtìciale venuca. . Rileii.Jto pertanto di avere con ttuanto precede dimosll'tlLO •l "Uo &!'sunto, il Fin~er couclliuùe con questa sentt-nza: uno ~rme~tu locale Ilei viros tubel·coloso proùuce 811che forme
d! lub~>rcoto~i cutanee, le quali pure es<;eutlo diver~, essenzralrnPnlls c.lallt> conosciute uJcerazioni Lubercolose della pelle, analoanicamPnte e clinil'amenle sono molle affini a quell~ tiE>I lupo VPJ'rucoso e possono essere se~uite anche rla
re-
nomeni generali.
RIVISTA
E.t..a. •oott&tur& della. pelle •egutt& d& gu&rJ.ciOIIe. JoKOL.OW!'>KI. (Cen.traliJ filr Chir., ~. 1:3, 1888) St ri~iene per massima che quando la superficie del '" c >l pila da '~coltalurR per •lue terzi della sua este 8''''itme cert.am•'nte e pre..,lamente la morte. Il ca«o che farebbe un'ecceziont> a •tuesta regola. lllì!:lio dt un (oJ•naao. dell'età di 16 anni, si era messo dormire sop1·a un forno a~~~at n"'caldato e per guoncutle era po~lo solto il ca o u 1 fac;cio dt pa~lia , dopo •Jut:olche il giact.sdio pt'""e fuor•o otl il ra~azzo fuggi coi vestiti lulti fiamme. Quo!'i tutto il cc rpo e ra coperto d11 u,..lioni, mt!nle ltt ft>ccio, le $palle. il dorso e l'estremità erano ~collat•• piu o meno profondamente cosicche qi dir• che il cr>rpo era r·idotto ud una piaga per ollre due della sua "uperflcie. L'aulot•e tmptegò nel primo me:-e l' "8liC1lrCo ull'u no P· T mille in forma di fomenlaztoni con pre~'<se a ltea·nale da bo~.Cni ~cne rali, nel secondo tne><e le fom~nlaziona d'scado !'!lliciltco. La temperatur a fu ~· , --- .., elevata nel priwo me~e e sali a 3!),2. Internamente il fu t-Oio lrallatu con vitto di facile dtgeslione. con calfc e L'llsilo dì •JUe~lo tratlameulo ru dei più l'avorevoli, gr dopo rh•u me:;i rl pazit·nLe era compl~tamente guartto.
Contribusione alla cura. dell'&lopeol& &re&ta. \U:-IN. (Centralb.fur Cltir., X. iU, i&"7). Senza fermarsi nlla c r•tica ù~lle ,·arie opinwni ;;ulla tura ed eztologia dell'area C"lsi e lasciando da parte la ~lione ... e la maiAltit~ ~ia ùi ori~IIH~ neu rulka oppure sil.8ria, l'autore chiama l' nttenzionP S•>pra i lenta e vanlu~~ro<=<i a•i.,ullali dt•lla cut·a anLipara&"'itarin tli rez10ne 1'11 &c·ce·"'a alle nuove idee dei dermatolo!!i 1 q uali cer aoo da ~tr riloa·nare i peli ulle parli calve co lle ecrilanLr. E~lt si ~chiera dalla parte di quelli tnno appo~giato ~m che ai rt..,ultati ii o<=<servazioni proprie il :;uc<'es~ivo lmrJtego d1 p!H'ecchi vescicalori. Il vc!;ca•~'"" ''ien tagliato :-ulle ùimensrom delle parli decalvate, vi é
DELLE MALATTIE VENEREE g DELJ,A PELLE
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plicato esattamente e lasciato in sito ftno alla formazioue della vescica. Dopo levato il veseicante s1 fa un or,liueria meuica~ione.
Uopo lre yiorni la pia2a è asciutta, si melle un altro veo CIO((Ue, le altre parlt del capo coperte di peli son lavate mallina e sera colla
~>cicante e così di se€\'uilo lino a quot\tro l'e~enle soluzion~;
Acqua distillata 100,0 E-;,!'enza di trementina . :20,0 Ammoniaca . . i"l,O S~> l'estensione delle parli decalvat.e é troppo grande, oppuro3 se queste parli sono troppo uumerose , allora si medkalto esse parli SIWcessivamenle poche alle .rolla. ~d dintorni della perle decalvata si devono raùer·e i peli. Le osservazioni che in numero dl 29 furono comunicale dall'aulol'e mostrerebbero tutte un decor~<o lipico. Egli non fu rnai coskeUo di abbandonare questo suo metodo per sceglieme un altro. La cura. dalla. pr•ima applicazione d~l vescicante non durò piu di tre mesi. In alcuui casi il miglioramento s'iniziò rapidamente. Ed é deguo d: 110la li l'atto che con queslo trattamento curativo 1 nuovi <»1pellt spunlavano col lor·o aspetto di robustezza e colore come gli allri senza pre~ ... otare il carattere in~ermedio di lanuggine. La cura generale negli individui deboli, s~condo l'autore, non ha grande influenza né aiuta di molto la cura locale.
luU... questione del trattamento abortivo della gonorrea. - WELA.NDER (Cenlralb.fii.r Chir .• N 3;"t, 1"~7). Welanderédel parere che i gonococc.hitsi molliplicano'dapPrnnn neiJ'epitelio dell'oretra e solo dopo un certo tr.mpo e~llrano 11ella corr·enLe linfatica. In conformilù e !.JU<':sto rnoùo da vedel'e esdi è convinto della possibilità òi fat· aiJortir · la gonorr·ea, quando però la cura abol'li,•a s' mlrapa·enùe a ~eJOpo opportuno. Egli consiglia ti tale scopn di 1!'-lroflnar~ rl':t~mente e più volle con un tampone di ovatta il r.anaie 11 t · uretra, qUindi iniellarvi un grammo di soluzione ù1 n irato d'argento (al 2 p. 100) e !asciarvela entro per olcun
RIHSIA
mmuli. E~Z:Ii sottopone l'Id e~per irnenlo la soluzione di sublimnlo, mettendo il pus blenor.a,.wo nt~lla (]lul.ione e ime&lanJo con ')uOlla un'urelru ll8un. E~h li'Ovò cltr• adop,...rando lu I'OIU/.ÌOne cll -<uolimalo 8 H' 1 per JùOO oppurt' 1 per 800 l'iollPSlO urelrale resla\'a st·nza r.~ultalo ed tmpie~r~nùo Ja so luzione all' l per 10000 l'innesto ebb~ in un caso piJ'e llo po• silivo. Da queste es1•eriem:e raulot·e eone 1u le eh~> lo ~olu Zl(lne tl t~ll'J pe1· J{J(J(IO di «ublimalo rome pUI'<' la '-'Oiuzioue di 11itr•alo d'ar gento a l m ·zzo pE'I' ce mo sono liUCfìC(·nli n U.. cura ahorLi ve della blenorragia.
Della mlo•lte •11WUo&. - Prof. NtWMANN. - (.Allgcm. ner medi~. Zettuna, N. •H, t8'<i). •\.n che quando In muco ··n rellnl • cb e fu mnlaln p~>r ,ifilìde 6 già guarila, tia oou l o!er~ più >!,;o:lru·r· alcun s ulorn(l clinico. possono munifeslarsi in lt'nsi dolori nella regione anale chesono t•rovocati • a V1ole'll•· contr·azìon1 dello sfìnter·e esterno dell'ano. Che per I'B:tionn di qu~'"-lO ~nnter·e, a ca~to oe deUe $116 propa.·gini rlld•al~. si formino fessure della mucosa anale, quando questa pc1· la inll!lrazione c-el ulare del 11110 las::o lessulo «ollomucol'o ha perJulo la sua elaslirità, cbt qu~ste fessure non raramente :-i apprflroudr"-"ano od si t>!'lendano nel rello, è ttnalomtcaml•nl~ factl~ a "'"''"'-' """"•' Però Ju per" u~tem.a dei d cJiora cr nc•anli aneli& dop·l la CÌC8lf'IZlOZIOIIe ÙPIJO fOS"Ul'e, O flèÌ CB~Ì ÌD CIIÌ le fe,.,ure er~no mai e«tslile, ha ridaiamalo l'a1Lenzione 'opa·n un" t essuto che è il les«uto musr.()lare. Giit il fAlLo che l' rimento ~:o m m l'O del rcllo ha Jler effello le in volont.a scariche al "ioe, ctò che puo ..,.....,••r e ... pwgato pPr "ia degenerazione prodotta dalla iutillrazioue e delh~ con ...e per li w ftu zronalt, fece rh·ol;.!er" une !te ne1 cu~i a culi tent.ìone del Neumann ol si.-tl!tnll utu!lcolare. D "po ave ra ·1 menu t o le c ""t r "a1ioni di altri au tori. E. \-Vu~ner, del Hok,ntanski. del \'irclww, del Z~t·!!tar, Thatn"-kL dello SprnA c.! allr1, f!d cnum,.r·alo 1 mu«coll laccati t! comuni ·ate le .ue p ·op. ie '"l>er\al.Ìoni :-ull' soJ'G radiale del car po, estensore comune dello •llla,
DELLE llA.I.ATTIB VENERKK i DEU.A PELLE
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por~\lll e cucullare, il Neurnann d t> scrive le alti!r&z.IOni ri ...cr•nlrale come r1'-ullalo delle su» o~se•·vaz.ìoui. ~ella mio::sìte aiHiiliCa la inrllt1·azione commcia prevalenlemrnte dtu vasi sanguigni del perimisio rhe cit•concla i fasci e le tìhre mu~colar·i. ~Ili pernnisio '>lesso com,. fra le tìbre muscolari compa1·i::scnno vnsi molto lorluust ingor~ali di sangue e rir~'.oodal• da ··el:ule grllnulo-e perché il le...sul(J conneuivo dt!l perimi ... io é molto pt·olifernnte: ì nuclei delle fibre mu«eolari applicali allo '"uperfi··ie l'!<lerna •lel sarcolemma prolirt>r·ano pure, ciò ch•3 si può facilmente riconoscere dallo disposizione a cot·oncinu ùi cinque fino a dodici nuclei, l'uno accosto all'olln. ~;el les~ulo connetti v o interstiztale "Ì accumulano le cellule ~auulo:::e,mentr·e la l-iOSlanza muscolarP '8 \io via ~parendo, e flnahnente quando il processo ha compitll" il suo corso é completamente !':O~liluito da giovano coHnPttivo. Un tale acmento Ji nuciPi è ~llllO auche os"ervato dall' Erb, llay, Ht>idt>lbera, KrA<~ke oeì muscoli dei coni.l!'li, dei fHH'eellini rli lnrlilt paralr~zali per la ùm..,ione di ner·vi. per emorrnc:ia. In lrP ca!;i nei quali pel continuo ù~>IOI'P fu operula la ~fln terotomia, luroo<' o~s· ·n-ate le citale altera:r.ioni. Dopo &Y<'r br~Vt'mentcl descritto r.in fUI:l casi in cui fu ossenala l'afrczione dello ,fìnl~>re esterno dell'uno, s;tiunge nlla ~ondu~ione che quPslo muscolo nmmaln per sifilide più frC<fllP.I'llPmente deuli alll'i, cbe la :>ua mulAltJa é accmnpagnlilll non solo dA prolungati dolorr, ma ooch.. eia disturbi
runzrona~i.
~ello ~pal · o ·li sei ann·. l'llff,..zion•· acuta ,J,z'i altri mu-
l!c:oh ru nella clinica d~l Neumann o"st•r·vala solo m tre maiali, lfi>'Titre l'affeziorH' dello ;:fintcr.. in du~ anni, fu 0'"s~rvatn gu~ dnque volte, non compulandcJRi i CASI Ji ìndul'llll•·nlo gommo~o del J't'tlo. . P• 'rò "l t muscoln non Rmmala m tult8 la "'U8 eJ>len:o;tOne: 11 Neurnann riu~ci o tr·ovare fra le llbrt> a"'"Ollt:<'ltate anche 11 tre dt uormale grandc•zz.11, maJrP.r-ale. La e-.lenstone della affezmne può e!Jercit...rc sulla in•ell!-<ilt~ del dolore una im-
portante influenza. Quundo anche dopo la t·umplet.a guarì-
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ntVISTA DEllE ll.\1 \!TIE VE:\tltEE E DELLA PELLE
grone della affezione della muco"a t•imangono delle contrazioni tlolu rose, si dovrit favor·ire 11 riossorbJmtmlo e come ultimo mnedro, porr e mano alla $tlnterotornia.
Cura antiaettioa del re•trlngimentl dell'uretra. - LA· VAt.n. (Gtuette des llopitau:r, ~. 132, novcmhru 1887. Il dott. Luvaud ha letto All'accademia eli mPdicìna di Par1gi un lavoro ~u di un mouo di o.nti~t>psi dell' urelt·a e dr Ila ve!'crcn, sulla sua applrazaon~: alla cura dei re..,tr ingHoenU ur Plrali. Ecco l~ conclu..ioni di tJUe ... to lavoro: l' Il ltn·amento continuo dell'ur·etra zioni inlra-vescicalr senza ::ontla co~lituiscono un mezzo "'emphce ed inl"tfensivo di fare l'anti..('psi completa dell'ut·elra e delltt vescaca: :.!' Il nH~zw é applìcabalt> Alla cura della maggror parte dP.i re~trin~imenli Ul'e'lrali; 3' In virtù di •tu~sla anlrsepsi completa e dell' azione anlillO<{I"'taca delle iniezioni vec;cicali calde fatle senza sonda, le complicazioni dO\ ute alla dilatazione rapida sono ora molto rare. \' Nella cur a dei restt•ingm1enti ~emphc1 o facilmente dtla lablli. la dilatazione rapi,Ja deve e:;~ere "Ostituilli m generale alla d1lataziooe tempo•·anea, leobl, che non ha più {o{u&rl la sua ragione d'esistere; a• Le iniezioni intt·a·''e"c·icali f11lle senza sonda sono F~uffic1enti per mantenere 1l calibro dell'ur elra dllaleto: 6 Le indicazion ì dell' ur·ell·olomia interna sono estrema• mente limitate; i ' Il lavamento continuo dell'urelra anteriore e Je ioie zioni vesdcali senza $0nt.le, per·mellendo di fare un'anlise completa dell' ur·etra e della vesctca, deYono r endCJ'e la divulsione e l'uretrotom1a rnlerna molto meno gravi.
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RIVISTA DI TERAPEUIICA La naorotna nel mal 41 mare. -
Ootl. A NDEBR. - (Cen· tralb. jur dèe medie. Wissensch., N. 50, 1~87).
Il dott. Andeer ha avuto occasione nei suoi viaggi transatlantici da OS!';ervare i sintomi proteirormì ma sempre !5piegabah scientitìcamente del mal di mare, ed ba fatto per la guarigione di que~la singolare affezione le ~eguenti impor· tanti e!lper1enze. Nello stato iniziale del mal dì mare, che ordinariam'!nle comincia con malessere generale, vertigine, senso di amba!!e,a, mancanza di appetito, Mnno inqu1eto ed eccitamento al vomito, una dose di resorcina di O.ì;)-1.5 opera sempre con buon rcsultato. Dopo la ebbrezza prodolla dalla re!"orcina che <'&Ima prontamente il <>Pn"'O di vertigine che è proprio del mal di mare e induce un ~onno diver:;amente lungo secondo gli individui, alcuni malati a·~stano affatto liberi di lutti l ..intomi ::.opraricordali, alcuni li provano ancora per breve tempo a grado sempre minor•e finché svaniscono ùel lutto e "empre, !'econdo le a!'l'erz,om df·ll'autore, senza ritorno. ~ei malati coi sintomi pitl violenti, ne' qualt la nausea ~.be $i manifesta dapp1·incipio scoppia subito in 'omilo etratlivo, i di!llurbi di sonno passano in in:;onnia at>soluta, il dil~tto d'appetito in complt>ta drseppetenze, l'inrlescrivibile senso di amba•eaa in un deciso tremore e vacillamento della rert!Ona, la pe~antezza della fronte in un sen"o di pressione o ~umbea graYezza dell'occipitP nei quali lo osLJDala costipaZIOne o la diarrea o ambedue alternativamente lra,·agliano «li aft'rauti corpi. in questi é indicatn la re!"orcina alla dose 1begg,ore di 1.:.. due o tre volte il giorno. Dopo la ebbrezza ebe produce un sonno tt·anquillo e ri,..toratore da tre a cinque ore 1 malati sono manifestamente sollevati e guariscono ra-
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R[YIST.A.
pidamenl& e pure senza ricaduta. Se questu negli indiviriui molto s ensibili avviene per eccezione una volla o si ripete nelle sue forme p1ù leggier·e in occasione di un mare molto tempe~toso, la ripetizione dd rimedio alle dosi t•icor•dal~ è di stcuro effetto. La digestione e l'a«sorbimento dello stomaco P degli intestini tornano allo stalo normale, e cosi pure la funzione ,Jj lutti gli alt.ri organi. ~enlre i r·imedi della farmacopea finora adoperati contro il mal dr mare non raramenle "'i lasciano indietro le~Jti~'>ri disturbi dì stomaco, ciò non accade punto con la rt>~orcina. La resorcina aumenta l'appetito, ~'onailia il sonno. calma il dolore eJ il vomito.
Astone della. na.fta!lna.auU'org&no vWvo. - H . J\TAGNUS. - (Tiwrap. lJ.fonoth. e rentralb.ji.lr die medie. Wis.~enseh., N. 52, 1887).
I l doll. Panas ed altri osservarono dopo la somministrazione interna •Iella nartalina una quanlilà di importanti allera1.loni negli occhi dei couigli. 11 Ma~nus ba r :peluto CfllP~ti l'peri· menti. ~ommin1slrao do giot·nalmenle agli ammali d11 J{t a 1 */t ,!lrammi th naftalma. Dopo quakhe tempo si trovarono sparge nella retina su Lut i.O rl fondo oculare molte prceole macchie bianco sph:-ndentl ed inoltre delle trrand! p·a~~ gralht,.Lrc aventi ~t!de particolarmPnla acco~to al ne1·vo ottico Sul nervo ottico pure apparivano piccole macchie btalt' ca-.tr... che prel'llo riempivano la escavazione tanto carsllerisliea rlel norvo ottico dei conigli. Anche nel oorpo -n11·eo •P" parvero alew.oi inlorbidamt>trli separaLi dì color chiaro c::ple~t dente sirnili ai cl'islalli di colesterina. !'\ella lMlt' mo::;travansl dappr•ìma dP.Jie strisce simili ad ombre, da cui si S\'OigevaoO qumtli degli intorbidamenti sulla super ficie posle1'10re d Ila lente a forma di tela di r11gno. Questi cre><cevano con grsndt r apidità cosicché in br·eve tempo tutta la euptarfìde poslertore della lente 1'1'8 inlorbidRI.a. Striscia simili a ragnateli da qui si dh•igevauo in sventi e finalmente s i sviluppavano suHa faccia anteriore della l ente costituendo un julorbid~men~ analogo a quello della faccia posleriore. Il nudeo o gli sLra
DI TERAPIUTICA
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perinueJeari ritoanevano !'empre liberi. La cateratta sì forma~a talora anche primith·amenle, di modo che ee«a non può et<,ere con~eguenza .della nfft5t.ione della retina, ma d<>lla az.ione diretta della nartalina. La nallalinn, secondo il MaJrnut>. produce una particolare corubinatione cbimiea del liquido nulriti~·o della lente che de-'"ta un proces"o f:imiltl al ftollistteo nella lente o uell'epilPiio della ca""ula. :"egli ani· m~tli ·i J>viluppa ancn1·a una nefrite pareochimatosa.
L1po4ermooll•l nel perloolo eli arredo del oaon per 41N&Dp.ameDto. - Pror. An:-~~ot.oo CA:O.'"TA..'ii.- (Giornale interna:ionale de!le seien:e medieh.e, anno IX, rc~c. V). U prof. Cantoni riferi~ce la stor1a clinica rli un cac;o di aborto al tel7.0 IDP.!'e 11i ~ravidttnza, m cni la <lonna eor:;e peneolo di vita pPr una emorragia proru!lis<~ima c che non si ern riu .. t'iti a domar·e. La paz1ente era $!ià fredda come 911 cadavere, colle muro!le 8CCC."-!'ibili perfettamente ctcolorate, ~enza co"ciPnza rli sè. ~en.;a pal$o anertibile r-:u ncslluna Ar terfa. Tulli !!li eccìtanti po"s1bili non potevano in que!<la terribile condizionP prometter>< un effetto, né allonlomu·e il p•·l'lco o d<-ll'arre"ln CI•r•liAco. Que.c:to non dipendevA già da IDI.ncanza di ec.·itflblhtA d11i nervi earò:aci. o da d1minuita eapacilit di funziouare nel mu!;Colo cardiaco, nè dn una cau"a qua~Ja:.<i d1e A!!en lo da lontano poles"e pa1·ahzzare il cuore. 8e le roo:ollà rnentali erano r-:ospese, c ò era proilolto non 80IQ dull"nnn"'-Ìt m1a ~erebrale, ma anehP. o pr,.valenlemeote tlela cuote~.:a dei va..i cert>bl·ali. vuoteua che d<lminava m tauo il "Ì-.l••ma arlerio"o, che doveva ncea«sar1amente I'OTI· dUJTp ad una contrazlOIItl noLevolc delle arterie minori e dei \'asi capillari.
Le l'$li'nordiuarin diminuzwl1e della ma ....a del sau~ue nelle .,.n . può ,.olo fino a d un certo punto vemre . 4IOib hf!«ime em orrac1e 11
pen"11 1.8 <iaiJ'ao: ..or·blmPnlo di altri liquidi iutrlllseci del-
.c•rg,m, .. rnn'• o ·lnlro,IQttl dt~ll'estt>rno· ma se l't'rnorra~ta · su-
certi limitJ ne risulla una vera \.uQ~zza dei vasi sanla eht:Tiean.!Jia degli antichi.
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Il i VISTA
La morte per di!:<!<Snguameoto non avviene per una para. Ji!'ti pt•imarta del cuore, ma bensì per la p1'lmarla ouot~ della f{l'andis8tma rete capilhu'e della periferia d~>l corpo e dei t~ssuta ed organi ioterni, primaria vuoleua ct1e onduce nece~c;ariamenle ad un arr·csto dP-IIn corrente nei va~r mag· frlort, e quindi più ad una immobili;;azione della pompa eardtaea cbe ad una vera paralisi dt!l cuore L'tnd!C:a.zione razionale sovrana é fiUella di ridare ai vasi •lliqt.udo cnpa~ di riPmpiru i capillAri. di sostituire la colonna li JUida cbe deve avanzare e r (•mpire il cuore e le grandi arl.ert •. e q uindi mobilizzare il cuore di nuovo. Colla vuoteua det vasi ìusorge un altro pericolo che pure può determinare l'arresto del cuort.. poiché diminuendo ptù o meno rapidamllnle la prc~siono ondovasale i gas eetolti normalmente nel anttue s ne devono qpngionare, come si ~tpril!iona l'aria dall'acqua ollo la pompa pneumoticn, e COD ciò si ha un'altra causa dr morte. Quec::te COMideraztout determrnarono il pror. CsnLani ad orc.linare in questo minacclosis<~irno caso l' ifiode r moclisi d.• acqua salata e calda nella pt·opot•zione, per quesla tncii caztone, di 7 gra.mm di cloruro so Jico per un litro d'acqua calda a 3!S• C - L'autot·e si dispensa dal descrtvere la p1-allca del· l' ipodermoclisi, avt>ndone drffusamente discorso nella roemoria sull'uso dt essa nel colera, e solo accenna all'appa• t•ccchto che egli preferisco. L' ìpodet·moclisrno del Canlani si compone di un rec1pien&e doppio, da cui l'interno (della capacrlà di 1-2 lit r 1) contiene . H liquido destinato all' infuctione, l'·~sterno (capace di t-3 Ucrl e rivestito di un panno di lana) contiene ;.;emplice acqui calda desltnata a conservare meglio la temperatura del hquidO interno. Dal recipiente interno parlono due tubi di ebaou&chouc lunghi circa due metri, fornili di rubinetti ~uhilo soUIO il t·ecipiente e lermmanti ognuno in una cannula con un altrO rubinetto, la quale si inne!'-ta n •Ila cannula deltr equarlt eOD cui viene forala lt> pelle; il recipiente es~erno J111 uua apel'" tura eoo rubinetto per farne uscire l'acqua quando l'a ' ; racchio non serH• più. - Al Polito trequarti con oanl1 semplice, che pure si può 1mpiegare, é da prefe1 irst
Dl TERAPEUTICA
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dell'a5piratore Dieulafoy. fornito Ji une cannule con diramazione Hli anstolo acuto, e con rubin~Uo il quale permelte la estrazaone dello stiletlo senza entrala di arie. Il rubinetto della cannula terminale del tubo elastico viene innestato nel ramo laterale, e, prima di introdurre lo ~tiletto nella cannula diretta "i lascia scorrere un po' di liquido per discacciare Lulla l'aria: si mtroduce poi lo !litletto c l'li pratica la puntura MUocutanea. e. mentre si ritira lo stiletto. si chiude il rubinetto delle cannula diritta del Lrequarti e s1 apre qudlo del tulm conduttore dP.l liquido. Durante l' ipod~'rmocJi-:i mede.<>ima i pol!ti dPII'ammalaLa ridaven tarono palpabili anche alle radiali, si riscaldò di nuovo, e dopo due ore circa ero tornata la CO"cienza. La metrorracia r.onllnuava ancora, ma oramai leg~rissima: dopn allre "i ore l'ammsluUI era Ili nuovo in grudo di risponJ ere alle domande che le <~ì dia·igPvano. :--:~>1 giorno c;uccessivo In si ritro,·6 in uno !<Ialo lo.Jt>' o le. b··nrbe tull~tvia deboh~sima per l'anemia spinta n sl allo grado. In seguito le ~:~i ordinò una cura !lradatamenle sempre piu ricostituente, tanto dieW.lica ebe medicamenl· !';8. Dopo cruindici giorni si alzò da lello, e dopo •tnaltro selli ma ne a ve va r1cuperato quasi la 11oridazza di prin1a, t.enché perdesse ancora piccola quantità di l:18ngue quando cammìM~a mollo o ..tava a lungo io piedi. Og-gi la inr..rmn !>la pPrfettamente bene. Il ca~o riferito è di ;.!rancie importanze solto il punto di Yittta pratico; e certamente l' ipodermoch<>i (che ancora 111 altre cuntin~:euz~ potrò •·endere grandi servigi) diventerà un lllezzo utilissimo nelle <~aie cbiruro:icbe quando la si saprà •.fJO.rrtl valutare quanto merita. E«sa potrà divenlare in ispe;: lmpor~ante per la cliirt.trgia milttare, anche nelle ombunze sauatarie de~li e,.,.,rcili in ~uerra. Non dovrebbe poi IDancare là ove ~i"lono delle sta.;ion.i di saloatag!JiO per ._le~ene ogni qual volta venissero portali dei r~riti dissttn8Uata, senza polsi; e l'apparerchio dovrPbbe ec;t-ere tenuto ~rnpre sterilizzato, e per ogni eoenien.Ja gia pronto a fun .t&Onare.
85i Influem:a della sottrazione del llqutcU nlla dlured ~. FEtLCHK:-IF'ELD. - (Zeitsch filr Klin. Jfed. Xl e tralb. Jrtr dìe medi~. Wis.çenscll.). Per provare la tu.Ouonl.a della ~oltrazione de1 lHtuidi I'Ol'ErlìOÌ~mo, e spP.cialrnonlo l;Ulla diurc<~i, il dotl. r~~ilchen
ha <~p~>rimculnto sopra uu cerlo nurnet·o di per.<:oue c:ane maiale. Da qn,~ti sperimPuli risultò che nei cuo1·t norruah anche ne1 vtzì cArdiaci l'ompletamente comr •m"àtJ allo \razione dei liquidi succede un aumento relativo della tliu co<~t('.ehè la qu tntilil della orma non dmtinui!o<ee m e~ua l pro ponione d ..lla anlrodu7.tOne dei liqmdi, ma in propOI'ZlOU" minC>r-e. Divt:t'!'IO fu il risullnto in una quantilà di ''ili ùi cuore nel periodo del disturbo compensatorio. Io que<~tt la sollra• zione dei hquidi non <~i dimostrò co-l fcwtem~:nle dturelicat come ne1 cuori normali, benchè anche qui appari-<ce un T d1 relativo aumento d~>l H ' ' uresi. In lre ca~1 rh es-uilato plearitico sieroso, soLto la utllu~>nza ùolla sottrazione !lui ltqutdi s'ebbe veraulente un rt)lalivo aumenlo della diurl'st, ma non el accelerò punto "ac;.sorLJmeuto del hquicto. Mentre l'effi no que~to metodo nell'cmtl.. emn con dilataziOne del cuore e uede malattia del Ba~edow é tlubbioso, l'autore ct•.,do che, ratamente usnlo, po!>c;.a rwlla obesilA agire ugualmente aUd met.odt di dima~rnmenlo.
I)oa&tura del lavoro mu1oolare impiegato terapeuttoo . La Ga.netta rleglt OSfJedalz (N. H!, ,J~l 29 rehbraio i 88) una sua spe;iale corri>"~(>llnùeoza dn \'te nna. li"'Bi mte~ sante, dt!,.Crivo un nuovo apparecc1aio Ù~'llo ergo.~tato temente ideato dal doll. G ertver, col l{uale SI può r •P.SCI_, a dosare 11 lavoro ulUscolare come ::-i pratica t.ii o~.rn1 mezzo curativo; fallo dt ~rande importanza ~scendo tla riconosciuto che nella inazione dei muscoli sta la causa molLe malallie. e che lP modalilA di la'<oro(pa«:>egg-io. 6(JU!laziono.ccc.)uc;.ualm ntc consi~liote, oltre ·hè d1ffic l po::o::~ono essen) graduale dal medico, richteo..iono che 1l
DJ TKRAPEUTTCA
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zienle si trovi in condiziorli speciali fisiche e finanziarie per potel'lé eseguil'e. L' ergostalo del Gaert,·er consi~le in una ruota che per m~>zzo di un'apposita man~wella viene posta in movimento dal paziente. La ruota é cinta da una fascia d'acctaio o cui sono tìs~11li parecrhi pezzi di legno i quali copeono gr~w par·tt~ della perif<:>ria Jella ruvta. Un'eF~lr.~mHA Jl!!la fascia è ac:sicurata ad una leva orizzontale sullA quale far~eorlo scorr·ere un peso si •;(omprimono più o meno i detti pnzi li legno contro la P•'rìfel'ia della ruotu e in tal modo 1'allrtlo viene aumrmtato o diminutlo. Una scala che si lrova sulla le"a indica •Jllanti chi· logramroetri sono necessari per far compiere un giro alla ruota quando il peso si lrO\'i attaccalo alla leva. QuPsto la· vot·o può variare rla 8 a 25 k.g.m. Un contator e registra il numero <lei giri e rende possìbtle fa valutazione del lavoro ese· guito. L'impiego della roar.ovella non fu scelto a ca!!o, poichè con e~sa 11on solo s1 può sv1luppare maggiore lavol'o che con qualsiasi alh'O meccanismo mettendo in attività runzionale la mas~una parl~ della muscofatura, ma ancbe ~i riec:ee ad avere i ~<eguenli vantaggi: t• il torace \'iene l'ilmicamente comprt.!sso e dilatalo e così si compie una vera respirazione arLiflcìaiP. che vienP in aiuto ùei muscoh respiralor1; 2• l'addome viene rtLmteamente corLpresso e cos1 si ha la benefìt'a a-zsoue ·iel mas>l&lo!llio adriouunale, eecdamento del ctrcolo nel cawpr. della vena porta, nouché dt~lla ~Pcrezione biliare, e della peristalltca inteslinalP. L'et·~oslalo di Gaerlver è di piccole ùim~nsioni. cosicché trova posto in o~m abitazione, ed è ·li prezzo Juuitali:>simo (~•. 70) cosicché é alla por·lala di ogni persona. E<~so ha dato gu\ rlei risullali Vèt'amenle straorJin1:1ri in specie nolla cura della polisarcia, della golta, nonché di varie aff~zioni ùeU'appareccbao re~pirulorio e del sislema nervoso. ~UfUJtf) alla do~e oìel lavoro il Gae!'tvet'. nei casi gravi prescr·~ve c1rca 3000 k.~.m. nell\3 2~ ore (2000 giri a 15 k.g.m.); nei ~151 leggieri la dose può essere minore, non meno però di
aoo k.g.m.
RIVISTA
Solaslolle aolda 41 nbllmato oome cUalnfett&Dte e impiego Del materl&le da medloaslone. - LAPt.ACB
(Deuts. Med. \Voch., e Centr alb. fu r Chir., N. 7, 1888). Allo scopo di ben pl·ecisat·e il valore del sublimato antiselttco, rautora l"Ì è proposto i ~e~ruenti quesiti: t• al teriale •ti medicazione preparato col cloruro rnercur ico attualmente in uqo nella pratica chirurgica é immune germi, è a"ettico 1 2- poscoif'.dt> il pott~re di db>truggere g~rmi o per lo meno é aù P"~i contrariO, in una parola anliseLLico? P er t•tspondere alla prima domanda egli ,.,..,..,,,...., dtver;.e materie cht> coutene,·ano2,!'> p.tOOO, 3 p.lOOO e 4 p. ili <:ulllirnato. La prova falla col metoJo di Esmarch, cioè diante 1 tubi di ~elnlina, dimo:<trò che su 300 pal'chelti di al subii malo soltanto 7 non erano completamente ~te Tutti i 100 .campioni di garza al "ubhmato furono sciuti immunt da ~.termt. Da ciò eg-li deduce che le di medicazione preparate al sublimato possono esserld j;{errni e lo sono per masstrna. che per ò non soddisfano f..ttamente a tulle le condizioni. P er risolvere ti ,..econdo quesito, egli sperimentò il di cornportar'<i delle materie summenlovate, in l'.OnlatLO miscele di cultura d• ~tafllococco p10~eno aureo. luanco citrino e del bacillo ptocia neo. e trovò che non :>ollanto lllaterie ord delle, ma anche tutte le altt·e ul1-ale dai chirur'[d sono in grado ~umcienlc asettiche. Tutti i vautag-giosi felli che e"se <~o<~tanze hanno dimo~rralo nella praltca da mettersi in conto delle sole loro •1ualilà anti:-el\iche. teriori r·icerche hanno dimo5trato che ll clot·uro ..nr.•rr.•lll'l. . è un prezioso tlisinfettanle per una !'!Osltlnza non ma non lo è altrettanto se è posto m contatto con che contengono albumina, come il siero del sangue, dA luogo a precipitato di albuminalo di rnercurio e<l il blirnato diventa inerte. Laolace rioscl ad impedire la formazione dell'albumioeto mercurio coll'a~tgiungere alla soluzione di 1 p. 1000 di mato una eguale quantilà di soluzionP d' acido cloridricO 5 p. 10110 Con tAle aggiunta non si for·rnò mai il
Dl I!BAPEUTJCA
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Inoltrtl l'autor·e constatò con certPzza che il sublimato acido dìslrug;reva tutli i bal~ri del materia)~ soU.opotolo all't>,.perimento. Tanto !'<Ul liquido stesso come la garza che ne era imprt>~Znat.a rima"lero stPrilizzati. M o siccome r acido cloridrico col tempo evapora e quindi non si può impief{aro per imbev•·rne il materiale da medicazione, cosi l'autore ha sostituito all'acido l'lorirlrico l'acido tartar·ico col quale ottenne gli !<le~gi buoni risultati, se -.j tratta il «angue umano pulrerauo COli una f!O)uzjone al ... Ublimalo tartariZZAlO non !>Ì ~vi Juppano in quello a lcun batterio, mentre d1e "e lo stesso Mn~e e trattato colla semplice soluzione ol sublimalo si sviluppano numerose colonie di SlAIHococco piogeno aureo. Qoe.,li t'1SoltaU notevoli!Osimi indus<>ero l' autore a pratrr~u·e l'esperimenlO colla soluzione mercut'l&ie c.arlartzzata •Ul··ue sopra ammalali della clinica di BPrgmann. In casi di decubilo, di !IUppurazione tubercolosA dell'articolazione cox o-fPm• Jrale-, di gangrena di moncone itt ~egu1L0 ad amputazione di CO"cie, l'uso •Jl'lla soluzione al ::;uLiimalo tartariuato, non riuflci a portare una compleLa ~lerilita per•cbé. crede l'autore, la ~up purazl· ·ne era e ·cessi va. Ma ne;:li allri ca.-i (rerite ~uppu renti dello mani e delle dita, gangrena del mignolo, ftt>mrnone del cavo della mano, ulcer1 fetide del piede) ~i rece lavatura per lOminuLi colla !;Oluzionl' tartal'izzata (i p. 1000 di subii molo, !l p. 1000 d1 acido lartaric.u), qu1nm fu apposta unn comprel:òsa. imbevutA delln stessa <mluzione sulla piaga e all' mùomani ae ne r·ipeté l'&jlplicazione. Dopo 'luec;Lo tempo ~i lr·ovò appena tracci& dt pus e l'appareccbio era affallo sterile. In un callo di W~ngrena di un dtlo e uno di perip•·oclile. i quali furono trattati in egual manier·a, si o~scrvò lo stesso ravore~ole risultato. Laplace constatò pu1•e che l'efficacia dello actdo renico era aumentala se vi si aggiun!le una soluztone di 8 Cl'do c loridr,co al 2 p»r 100. Ecco 1n ria"~untu le conclusioni dell'autore :roul risultato di
queste esperienze.
t• ~oi po~~ediamo nella soluzione mercur:co·LartarizzAla
? 0 ' 6 l7.c sufficente per la die~infezione delle ferite e delle PJagbo.
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Per oltenere questa drsinrezione si devono lavare le fe•·ite e
liiV"ISTA
le piaghe inftltlo almeno una volta al giorno per JO o 20 minuti
collo ~oloziotll' oii sublimato ed acid,, tal'l.arico. PCJ· il lra\Lamenlo delle ferite recPr1li. ba:,terà la, arle e,J irrtgarle :;ne voi~ sola. Per far la :-;oJuzione ~i ndopera: 1,00 di "ublimslQ 6,00 di actùo tarLarico, 1000 di acqua t!islillata. Per imbevere la ~arza da mc<Ji,-aztone, l'uLlimato 5,00, acido tartarico 20,00, &CIJua dislillala iOOO; 2- "Nel ltqu~t.lo acido il sublimalo !>i ~cioglie molto pit fac-ilmente elle nell'acqua. La ~oiu:.~;ione di sublunalo e acrdO' Ull'l&rtco &deri"C6 fortemente al le::ssUlO che deve .~e rvire alla ruedicazi•me s"nza puulo alterarli); :l" Il matet•iale co~i prepara to è pt>rfelt~mente a~ettieo; •· Il maleriala e la ~oluzione ~• tiO"'"ono pr•par"re ClOD pocn spe:::a .
L'trrtgazione 4 ' aoqaa molto calda contro le epbtull gravi. - ALVL'-:. - (Ga.;ecte de.i ll~pitau:c, N. 135. novembre 1887).
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11 doU. AI"Vtn rn imi lato da due .Jei suoi colleghi ad &llat~tere un m~ lato, nel tfuale non A e\·11no potuto frenare UDII epi~tassi che durava du p!ù rli 48 ore. Erano steli adoperali. 1 pediluvu. il ghiaccto, il perclorut·o di fet•ro, lA segale cornuta, il tawponamenLo del nnso dall'avanti all'tndielro e dall'mdietro flll'avami. LA seJe dell'emorragia e ra la nariot ùe~lra.
QuRndo il dolL Ah·iu vide il malato, il ~an~ue lìllrava • lrA ver~o i lamponi e ~i era fallo un pas~ag~io per i1 puniO-
lagmnale. Il naso era In se le di una lutnefazione consider .. vole prodolln dal sangue che riempiva la s ua ~'.8\·ité. Egli fece lt)gliere la rnPdicazione: il san~ne sMiava abbondantemente, per cui non potè rat'l! l'ic:pezione della rossa. ,\ tunito, in o;ni caso, Ji un ir r·tgatore in!!lese, avendo • sua dtspo!;itione dell'11~qua allo temperatura di 65" a 7G- cealiJ.:radi, egli pt·alicò seduta stante un'abbondantP trrigazione11 liquido r•tlornava in piCCola parte per tu SleS"'8 narice, Dia in ffr& D parte per l'allra nar1ce e per la goln. Dopo due o U. minuti lo scolo sanguigno era a r reslalo.
DI TltRAPE.t!TICA
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L'irrigazione e ra stata poco o niente dolorosa, malf.rrado l'alla temperatura dell'aequo che la mauo non poteva t.Jllerar~.
Non fu nece!IS(Jl'IO l'innovm·e r irrigazione che due \'O) le nella serata. L'out.ore credo poler couchiudere da que10ta o«scrvazione: t• Chtl J'Jrt·iJru;r.ione d'11cqua molto calda è uu mt~Z1.0 potenh"'!imo Ja adoperarJo.i nei casi d• epist.a!!~l, e soprattutto di ept~liiSSi E:r&\·i; 2' Che que~to mezzn non pr~s~nla alcun per1colo: ;{• Cile è acct>llalo ~enzn r·ipugnanza: 4• Clte non c per nulla doloroso; s• Clte il malato ~le\'l:l e""'cre sor·vt>~lìRlo un~ diecina d'ore, aYendo ac.qua bollente cd un i1·ris:atnre a di!~po,.izione.
L'utltebbrtna nelle malattie febbrili 4el faaolalU. J. Wroowu:t. - (Arcllioes ,\lhhcales JJelges, sellcnJbre 115KÌ).
In que"tò )a\'(Jro "ono rif~'l'tli 'l3 ca;.1 nt>i qu11lt l'antireh· brlll& fu :-Omtnini::;tralA 8 fuuciuJii: • ~C8r:attine, f l I'O!OCO)O semplicr, 12 ro:eole con brrmco-pnemnonite, 2 roseole con tub ereolo~i. :! l'isipole dt•lla fat·cia. 4 pn«'umonili, 2 IJI'oncopneumoniti, 2 pleuro-polrnoniti, 4 bronch1tt, 2 tubercolosi, 4 an~ino lònl'ilhm, 3 ~aslrtli e t eoleJ•ile acuta. Risulta ùa 1IU6JOlC t•icerche 1111 primo ratto importante e uon ecoru segnalato; c1oé l.'he, ronlrariamenle a ciò che ~i os· ller,·u n~"ll'adullo, In lemp~rntura ~i al>ba::;ga già 10 minuti, al più tardi 20 minuU dopo l'm!:eqione e che l'abba!'sarnento l rapido tino où un punto dl:'lerminat.o, o partire dul quale la derer vescenza .. , fa meno prontamt·nle l'l meno regolarIDente. Il termometro ,..; rullnli,..na pe!' poco lempo al rui:,mo e ricominc1a su :-e~uito a !'&lire. l.a rapidJlò rlella de'9idve~ccnza non tHpende tanto t.1alla dose quanto dall'iudillalttll del malato e •iella mulalli&. Un altro fallo !\egnalalo du W alowltz. si é l'eccellente efdell'antifebhrinA "'ullo sletto cem'l'llle del fanciullo. 11 piccolo malato che piange\'&, ~i dimenava nel suo lello,
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RlVlSTA
diventa calmo un quar·Lo d'ora circa dopo l'in~estione del medicamento e si addormenta. Questo fatlo é stato osser vato in tutti 1 casi senza eccezione. Soventi, nei fa nciulli in pieno collasso, l' amministraztone dell' antifebbrina h a prodotto rapidamente un maraviglioso miglioramentò dello "lato genel"Sie. In tutte le malattie acute, come sono gli esantemi, specialmente la scarlatlina e la rtsipola, che sono le più refrat. lal'te all'azione dell'antifehbrina, questa apporla tutt'al piu una defervescenza dt qualche decimo di grado. L'az.ione del medicamento è piu polente nella polmonite complicante la, rose o la, nelle polmoniti lobari e lobulari, nella roseola che.• tacca i fanciulli già tuber-colosi o denutriti. ln questi ulllmi cast la lemperaLura si abbassa rapidame nte di più gt•adi. Il polso si rallenta, ma soventi questo rallentamento non è in proporzione r..oll'abbassamento deUP lemperatur·a. L'autore amministra rantifebbrina in polvet•e. con pr ese dt 10 centigrammi fino all'età di 3 e 4 anni; noi ranciullì più avanzati in età, le prese sono di 20 a 30 cenlig;Nunmi. Eccezionalmente, nella scarlaltina, è necessario andare fino a 50 e 60 centigrammi. In generale le piccole dosi sono sufficienti nei fanciulli deboli, j quah sono ptU. sensibili al medicamento dei fanci{JIIi più vi~orosi. Si può arrivar e, in ua giorno, allij dose di 2 grammi. L'aolirebhrina non ha alcuna azione nell'andamento della malattta. Si conslulano talvoll.s. anche fUando l'eff·-ll.o del medicamento e mollo utile, certi effetti secondarii: lt'asplrazioni abbondanlì, 11na tinta cianotica della faccia e del le estremità delle dita.
Della oura dell'emloranJa. cales Belges, giup:oo 1887).
RAsow. - (A rchioes Medi·
Non mancano rimedi preconizzati contro l'emicrania P. con• siderati da al~uoi autori come eroici. Astrazione falla daUa nitroglicerina, dall'anlipirina e dal massagtzio, l'autor~ <·ila ancons il nitrito d'amile, l'aconitina, Ja cocaina e J' eleltriztazione. Senza ' 'oler contestare l'ulililà di qu.esle diverse me-
DI IERAPUITICA
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dicazioni. egli si limita a presentare un nuovo rimedio, che si raccomanda soprattutto perché é inoffensivo e perché é alla porUlt& dt lutll. Questo rimedto é il 11ale rli cucina. Nella stessa guisa che Not!:nagel venne per caso a constatare la ulthla .Ji questa !'Oq,tanza per troncare gli acc~!'~i di t>pilessìe, l'autore apprese a conns•·ere m un modo puramente fortuito che gli acce~si di emicrania potevano essere troncati o per lo meno notevolmente dìruìnu1li, grazie all' ammmistrarione di una piccola quantitu tli cloruro di gotlio. Nel momento in cui la persona avverte i primi segui dell'acces.-:o dell'emicrania prende unn mezza cucchiaiata ocJ una cucchiniata inltera di sale di cucina in natura, poi beve ~o;opra un ~orso d'acqua. In regol~t f!enerale succede che l'a<'.cesso imminente abortisce, oppure, se è ~ia stabilito, scompare dopo una mezz'ora. Rabow, basandosi su sei casi, nei qualt la medicazione é slsta >anta~~or-a, si crede autorizzat•> 11 rac<'omandarla soprAttulto quando l'accesso di emicranja é accompa~nalo da sintomi da parte dello ~tomaco: l'effeLLo !!ara sovente molto note,·ole e rnollo pronto, ma ~enz11 dubbio si hanno e&'!i d'in!m~ces~.
L'utilità del cloruro di sodio nel caso presente sarebbe veri· ~'ib1lmenle da atLrtbuirsJ a fenomeni riflessi. D'aUra parte
Eulembur~ ha ms1~lilo sull'efficacia del massaagio, speeialmenLe nell·' forme ~ielle miopatiche della emi<'rania: questo pr<~cesso consisLorebbt:l inpress1onì esef:{uile rapidamente suiJa me !ii d ..lla fronte~ sulla t~mp1a aff~lle o in leggiere frizioni e in percussioni praticate sulla regione della nuca. Internamente l'autore raccomanda anche l' anUpir ina, un KI'Ammo c.Ia ripetersi, se occorre, un'ora dopo.
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RIVISTA D'IGIENE ----;P-=::---
LA rlvaoolnazto.ne. I n una delle ullime ~edule del consiglio superiore di coanit.A del Regno, il pror. Bizzozzero prdpoM che il ~onsi ~Jio pre~·nta<>se a S. E. il M inistro olell'inll~r·no il voto chl•. dovendo per ~a lt>gge sanitarra ddl R,-gno ÙÌ\'Pntare obbhll8tol·ia oramai la vaccrn<Jzione, fosse pur r eso obbliaalor·it! la rivac:cina1.rone, du pralrCArs1 a•l un dato pel'iodo tl! età e eioé tra il selLirno ed il Jecimo anno. Egli suffragò la sua pr•lPO"ta, alla quale il con-.id io fece buon viso, con numerosi dati statistici. Nolò come le !<lati• slicbe sanrlarie ~ermanil'he ed ausLrutcbe valgano a dunostrere-, ralfronttlndole, l'ulilità, la nec~ssrtà, ben potr... bbe dir<:~i, della rivaccinszione. Le rt>lahve c fredtlla mortalilà pel vaiuolo provano in modo indiscutrbile quesln ac;sprzione. Quando in ~rman111 ed in Au-.lria fu ~latJihta l'nbbltgat.orietA cieli,, vaccioaz•oni, la mortalità pPI v~iunlo, cl;e era ~:~t&f.a fino ad allora notevole, auzi e!l•vatR, scese ,.;-ra<law m~nle ad una cifra veramt>n~o confor tevole. P "rò dopo il g1ro di Rlcuni anni cominciò ad aumt>nlkl'6 di nuovo. L" Gt>r·manrs in qtw;:lo tumo di tempo stabili l'obblr~o per· le!lge delle ri''accin8.2iom ed li vatUolo si mili~ò colà <>ommau1en le o per uumt>r'O P- per deleteri.. tà, <~osi rhe negli ultuni anni .JisePse ad una cifra che ben può drrsi in.:;knilican~e. La Germania inratlt ogg1dl ha il rnmimo quoz.iente dr r11or· talllèt per vaiuolo; dopo vier1e l'ln{!hiHerra •we «olo la VfiC· cino~ione è obblt~allll'la; rrra lo · fin dttlla J•r m l!•::'ima età, entro cioè i primi tre mel'i dRila naseata (Lel'!'t.!e del 1871 pt>r l'Inghrlt~>rra e la Scoz1a - Le~ge 1863 ed ~meodemen to J8';"'9 pet· l'lr·lllll•la). In Au$lria o ve IJU&:>i simultaneamente che 1n P r uc;<;ta fu resa
RIVISTA D'IGIENE
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obbligatoria la vfl~cinazione ma uon lo é la rivar,cina7.ione, in onta alla dilifrenza con cui vi <>i altua le vaccinazione, l'influenza vaiuolosa l:'Ì mantenne ancora quale era; anz• b ·n può dlN>i cht> antl6 ~en~ibilmonte aumentando. Ed un altro fatto \'iene a con~tat.are rut1htà J..tla rìvaccinazione generale. Jl \'&iuolo che primA tlellll vaccinazione era in Au~lraa malattia, ben può dir"'•· PIÙ cb.. ma• '"!untlle. pella vaccmazione "'Ì spostò e divtmlò malatha della {,!iovinPzza: prova polente della lemporarietil dell'oziono pre!'lervati"a della vaccinazione, e dimostrazione quinùi della utilità, della necessità tlello t•h•accinaziooe . .Ma in un paese che ora soltanto A.!tsumorà l'obbl•go posiUvo della "accinazione, in ontA ai vAntaggi che pot Je,ouo riprometlerseoe sarà pos<>ihile tiare a !lP rivaccina7.ioni ertì('ace es1.ens10ne 1 F inora in Italia la vacr.inazione non t-1'8 vera · mente obbligt~tot·ia: lo era solo in modo indiretto, l'JCill~>dE'n dosi per l'ammis!liooe a.l•' scuole, nei cotl·· :.ti. et.lucandati, istituti di bt.meflcenza, a certi impieghi, tJcc. ti cet·ttllcato di v~:~c emazione. con~talHnle moltrP ,a buon esi t~· dPll'ìnnesto. R ben numerosi devono pur esser·e f!li IIHtivului clw si sottraggono a tale op~razione, e che la "llbi5cono st>ra:ta risullalo. Se i vaccmalori fuori delle grandi ctllà lamentano l'mrlolen1.a dei parenti a pt·esentare i bawbim per la vl'ritka del ri~ulf.alo della operazione. Sn~cht> ctua~i lfs dei ,·n··cinati sfu,:rgono a l.ala enn'!lataziooc; e se uuon numet·o dello annue reclute .iell'e&>rcito, all'a.to de la '\'8CC1nazione. p~r ""ss•· obbligatol'JB e gia da molti anni, è risconll'Hlo mni vac,.inato o vuiuolalo. Do,·rebbe va ere ii mcitamer1lo ad ubb..-J 1re a quella iu~::iuo Zione il notare eh.; anche da noi l'ultlttA della rivaccmazioue emerge dal fatto della dimmuzione nell't'"ercilo d~>i casi ·Il Taiuolo e della "Ua relativa m itezza, essendo la mortalità mi:ma ~··mai p•·r questa mRhlllia, m riscontro alle condizioni le 0 dl\'erse pella pupolazione civile. Ma ::~i rie«cira ndl'ind ntor ..... La legge non reste rà 1eltera mor·ta o qua~i 1 Ne la asse Lcnesto.nle e civile si ~ponlanea Anche da uoi abLaelanza dt1Tu"8 la pratica ddle rh·acdnazioni; ma nello camllegne se non n ancora ùopo tanti blllli accellala vaccinazione,
c
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JUflSTA D'IGIENE
lo sat·à facilmente la rivaccmazione? Sarà obbligatonaf Ba· sterà riò "enza cot!rcitive sanzioni? Ecco intanto pei propugnatort della proposta alcuni dati per soslenerla, desunti dalle 5Lutistic.he sanitarie militari, pubblt cale tlall'urHcio statistica pre«so l'lspelloralo di sanita, o specialmenlu Ila quelli! de~li uiLimi anni (ispettore doU. Pecco), comecché !\Otto qu~>slo rapporto meglio compiute. Nell'ultimo òecen'lLO 1877-1'386. furono praticate: VaceinlUionè: .Somno
Nei mìhlari di truppa. Nef.rli alunni dei collegi
11.;8299
Tol.ale. Di essi inrlividui erano: Gtil vaiuolati . . . . .
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Gté vaccìnali . • Non vaiuoleli né vaccinali
108KJ95
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20096 300
w
Furono voccinati: 83f.327 Con linfa animale . . 4Moa3 Con esito. . . . 30206,"1 Con linfa umanizzata . 116778 Con esito. . . . 19059 Con linfa di incerta origine. 6733 Con esito. . . . . . 57656+ Totale e!Oìli certi l colpttì da forme V81Uolosc furono: Dal 18."7 al 1881 . N. !Hl con 77 decessi (1) Dal 1b8:.! al 1886 . • 911 con 35 decessi (2)
Totale . .
N. 2052 con i12 deeesl'i.
(t) Sono compml an~ho l casi di varicelù., ece. (t) l'i• l lSM non 11 ebbe nell'e,;ercito nessun decesso per nluolo;
eeul su ttl7 colpiti spettano 1\l i88G.
beli•
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VARIETÀ L'. .rc1to &i&PPOlleae nel 1884. - (A rehioes de MUerine. aprile 1887). Etrellivo 36970.
Malati 74597 Deceduti 438
.
= 2018 p. 1000. = H,82 p. 1000.
Fanteria Cavalleria . Artiglieria . Genio Treno Truppe sanitarie Gendarmeria . Fanciulli di truppa. Detenuti . . . .
.
!ll'etUvo medlo llorboslt3 p. tOOO Mortalt14 p. tOO
27695 447
2437 1122 627 323 1309 20l:!2 1026
1880 2796 25U 2105 3100 2198 2155 2444 3746
11,8 17,9 J0,2 13,4 :~,2
3,1 i,1
10,1 30,2
Mall1tlie.
~ febbN! lifoide e la tubercolo~i sono al Giappone :-o<;ti-
~te dal paludismo e dal beri-beri, non ..ono però sconoeaut.e (se ne ebbero 160-10'2 C8!0i).
Al paludi<;mo rannodasi le mio!'ite infezio..a; il lieri- beri Ielle i giapponesi appellano kakké) diede 10215 malati e 209 decessi. B
~0c~nferma di quanto ci scriveva il collega Natali, ripor11
d
Parere deii'AssociazJolle rraoceAe per l'm\!I'emento elle scienze sull'azione dell'antipirina contro il mal di mare. LA DIRBZIONE.
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TA!Ul:TÀ
n mal 41 m.ue. - •aup&tl&. Il sig. Ossian Bonnet in un viaggio di due mesi avrebbe so d1 sè e di diversi viaggiatori esper imentata l'azione p.. servativa e curativa deU'antipirina. Invece 1 membr i Jella A""ociazione france..c;e per l'incremento delle ::;cienze, che dove"ano da Marsiglia recarsi al congre..«uo d'Orano. e cht> erano una cmquaolina, 6'3sendoel proposti di verificare quella propriet.A aeU'anlipirina, avrebbero oltanuli risultati as~olutamenle negativi, anzi in aleum individui quasa disastrosi. B.
CONGRESSI •ono Oongreuo intemastonale 41 Kedloln& • OlLirUIIISeslone eU oftalmologta. Giovedì. 8 settembre . - Quarto gicrno. - SeJuta antiJDeo ridiana. _ I~proC.~Galezowski, di Parigi, legge una memoria inlitOlata: jSulla cu.rabilìcà dello «~ollamen.to tlella retina. - La patologia della-;.';Wtattia)nonéTel tutto c aara. L'au,_ ha os..ervalo, nello spsziol dij2Q anni, , u 1~2,000 persoot. 789 c;collamenti,ltra i quaJt 87 m ambediJe gli occht, 63Ji0 occhi emmetropJ ..t!d)P•'rmetropi; l!H erano di origine treamalìca, 13f avvenuli)n :se~uilo ad estrazioni} di eatare*t 1 3erano sifililici, e 4 provenivano da affezioni :>Jmpaticb8In 10 casi riscontrò tumori. Egli trovò solamente due 'YOIIIt lo l:!COIIam~ntolnellalr tioilP albuminurica, benché ques\'11-: fezione sia molto frequenl6. Si troval~pesso cawratta ~ scollantento della~lina. Alle volle sì vede una lacerazione della retina, es:;eD~~~~'"""':
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il corpo vitreo introdotto dietro di essa tra la coroide e la relina. Quésta laeer&zic.ne, abbastanza rara, é la conseguenze dello scollamenlo e non la causa . li prof. Graefe sosteneva clld lo scollamento non é curabile e che le funzioni della retina non si ristabiliscono; 11 dott. Galezowski ha "isto un c~so nel quale vi erano alterazioni della retina al punto dello scollamento, e che pur tullavia guarì. Il malato aveva avuto disturbi della visione che durarono due o tre mesi e poi disparvero tompletamenle. Le condizioni che prPdispongonl) allo scoltamento sono la ooroidite e la liquefazione del corpo vitreo. L"aulore comincia con una cura anliflogh;tica che é mollo importante, l'aLropina, ripaso, ecc.; egli ba ottenuto in sette casi guarigione completa. Ogni mese egli fa l'applicazione di due, tre, qualtro o cinque sanguiliU#lhe, poi applica at,·opina, comp1·esse alternativamente calde e fredde. e negli intet•volli, tra le s&Oln!l"'ugne, uc;a degli empiaslri derivativi. Il mer~'urio e lo ioduro di potassio sono pure u~ili allorché vi ba essudazione od una affeZIOne sistematica. Quindici anni indietro egli propose l'iridectomia, che fa ces!lare l"1rite, ma non la coro1dite. Egli propone ora una nuova operazione. Secondo lui l'essuJatione che avviene dietro la retina è della stessa natura di 'lllella ùella pleurite e della peritonite, e perciò e~li ba fallo far~ un tsl.rumenlo per aspirare il liquido, cons1slenle m una ~•rioga ed un a~o d'aspirazione. Egli introduce l'ago atlra""rso la sci~J'Olica ad una distanza notevole dal r.orpo cihare, e lo fa passare nel globo ad una certa clislanza. Poi egli fu il vuoto eolio slanLutro; se l'ago é andalo troppo lont.ano. non comparirà liquido nella siringa; ma t••tirandolo, comparira-a poco a poco del liquido e se ne eslrarrà un grammCl od un gramn10 e mezzo. Non ha luogo infiammazione in seguito ull'operaz:ione. Due t;U diciassette dei suoi operati guar•ir~mo complt-tamenle, e vi ru miglioramento in tutti gll altri. Nei casi antichi egli introduce un ago curvo da dietro tn ~;: 0.1 ~ al.lravetso la sclerolJca e la reli~a scollata p.rima di rare PII aztone, allorc.hè il liquido è slato estralto, egli ra passare un filo di catgut che agisce come selone.
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Il doU. Keyser, di Filadelfia, parla dei metodi di Graere e W ecker, i quali non hanno mai daLo risultati permanan.ti. s~rumento del doll. Galezow~ki f{lt sembra buono. Il dott. J. RicoarJson Cross dice che il sog~etto è qeJt~I'G.,: Il doU. E. Landoll, di Pat•igt, riconosce tre sorta di eco>Qao(J menti; la prima è prodotta tlall'e~l'udazione corotdale, ......- .... conda dalla miopia e la terza dfli traum1. La prima gua.-.•-~'" col t•iposo e colle mf'dicature; nella seconda é indica lo l'i~ vento chirurgico, poiché la vi~ìone è quasi irrevocabilm-.; perduta; nella terza non vi .~ono regole fisse. Il dott. E. Smitb preferisce ti processo d1 Wolf. l dottori Holc.ombe. Reynolù, Calhoun, Power e RAI"mAnl~t prt.:ndono parte alla di!.tCU<\Sione. Il dotL. Galezowski nota che egli ha eseguito l ~oltanlo nei casi gravi, ciò che influisce sulla pror10r:li01~., dalle guarigioni. Anche nel caso che la vista non sia grata, s'impedirà la perdtla di ciò che pu,ò reslarne. Il dott. Grant (bey). del Ca•ro, legge una memoria del tore Bougscb (bey), del Cairo, intitolata: La predisp<Oel:.ai'Cl~~~&:
al glaucoma. L·esa:;reraziooe della lenqione può ess~re prodotta mento della secrezione, o dalla sua r1lenzione allorchè io quantità normale. Egli duhita chP gli occhi cc.n cornea siano affetti da glaucoma, e cita delle statistiche io poggio alla sua opinione. La razza eb1'6tl ha una pretlisposizione tutta particolareglaucoma. La propor·zione nelle aHre razze è di 1 p. quella é di 4 p. 100. La cornea dell'egiziano è foN-~e ancbe il suo globo oculare è p1ccolo. L'iridectomia ò seguila eia un tngrandimento corneale. Seduta pomer1diana. Il dott. A. Q. Sinclair, di Mempru«,riporta un caso di: della reiinn d'ambo i lati. Egli trovò in un ragazzo, che avevo dei di~turbi visiY~w terazioni evidentissime inamLeduP gli occhi. Doppia
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zio ne. I.·e~ame microscopico mostrò la presenza di glio-sarcomi in ambedue i lati. Sono ora tra~co~i •ei anni dall·epoca dell'operazione, ed il ragazzo sta beni'!. Il tlotL Keyser dubit.a che uu indiv•uuo possa &opravvivere lungo tempo all'estirpazione d'un vero glioma. Il JoU. Power, di Londra, é dello s tesso avviso. Il doLL. Galezowski ha operato per la sles~a affezione, ed il suo malato é guarilo. Il dotL D. s. Reynolds nota cl1e allorquando il male é lo<'blizzoto nella retina, la p:aar1gione é j~ssibile. li doll. Rando•ph, di Balli mora, in un caso che egli ha esaminuto ultimamente, ha trovato una òiffu!'òione este!etiS5iroa nel nervo ottico. 11 dott. H. C. Paddock, di New-YGrk, !d una comunicaZIOni! "opra: lA segale cornuta tn ojtalmolor;ia. !'\on se ne fa menzione 5U lalr·J(::uardo r·he in alcune opere recenti; questo medicamento product~ beuissimo la contrazione dei vasi dell'occhio, e può utflizzar si nelle affezioni cron1cbè. Egli cit.a dei casi di guar•gione nellu congiuntivite congostiva, nell"irile con relinite e nevralgia ciliare, ecc. Egli ne con~igh~ l'uso a forti dosi pt>r più ~eior·ni. Il rioll. Power. di Loudra, legge una memoria del doltor .Mule~, ili Manchester, sopra: L'eoiseera•ione ed il corpo ~ilreo arli;lciale.
F.gli propone un'operazione che apporterà un miglioramento nell'apparenza dopo l'eviscerazioM, con una cavità PN1priA, non conleneote muco-pu!Ol. Egli fa una incisione ellilticn nella congiuntiva intorno alla co1·nea; la disseca un poco H fa una mcisione corrispondente nella sclerolica; il eontl\nuto del globo é tolto con cura, e s'introduce la palla di vetro; liU quesl.8 si fa la sutura a ccuratA della ferita !':CieI'OlicAle, ed in seguito quella della rerii.A congiuntivale con eatgul.
~l doli. Cros!':, di Bristol, lr0\"8 che l'operazione deve dare dct mo'"itnenli abbas\anza estesi. La sostanza del globo può etls('re indifl'erenlemenle di velro, d"arg~nto o di c~llnlc,ide.
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Uno rlei vantaggi dell'operazione è la preservazione della palpebra inferiore. È ev1dente cùe non si può t>Oslilui!'la alla enucleazione nell'oft.alm18 simpatica. l ùotlnrì Galezowski, Baker, Keyser, Dibble e E. Smith prendono parte alla discussione. Il dott. R. L. Randolpb, di Baltimora, legge un arLicolo del dott. H. Gifi'ord, di Omaba, intitolato: Contributo allo studio delCqftalmia simpatica. Egli ha fallo delle esperienze che dimostrano che vi è una cor•rente linfatica che va dalla parl.e posteriore dell'orcbio verso il cervello. indipendentemente dai canali dei nervi
ottici. Il dott. J. Ricbardson Cross, di Bristol, ~una comunica· zione ll!opra: La retin.oscopia; metodo r·apfdo e ;-;lcuro per misurare i oizi di rifrazione, ecc. Essa dispensa dall'impiego d'atropina, salvo nei ca~i di spasmo dell'accomodazione. Egli insertna la St1·ada da seguire per ottenere la pro.iuzione dell'immagine nella miopia. Fa in seguito la dimostra· zione degli otlometri di Doyne e di Cooper. La rifrazione deve essere valutata alla macula Julea, il che non é punto facile. Il dott. Galezowski spiega che il termloe retinoscopia !leve essere surrogato da cheraloscopia, poicM l'ombra é prodotta dai cambiamenti nella cornea. Jl dott. A. R. Baker, di Cleveland, legge anche una memorta sulla: Retinoscopia. E$58 è poco U!':ata in Germania e negli Stall Uniti. Essa è di una esattezza che è difficile ollenere coll'oLtalmoscopia. a meno di essere molto abili. Sestone 41 dermatologia e 41 •11llografla. GiovedJ 8 settembre. -
Quarto giorno. - Seduta antime-
r idiana. li dott. P. G. Unna, di Amburgo, legge una memoria (COD prepal'az..ioni microscopiche) sopra: L'eczema sebor1'oico.
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La differenza semplice tra l'eczema acuto e l'eczema cr·o· nico non é di una esallezza screntrtlca abbastanza grande. P.:r esempio, vi «ono tre tipi Jrstinli dell'eczema della faceia nel bambino: eczemi nervosi, tubercolari e seborroici. n primo apparisce durante la dentizione su rlì una pelle assolutamente sana (pr ima le guancie e poi la fronte); il prurrto è in proporzrone dirt>lta colla furza del bambino e collo spes,.ore dell'ep dermide. Le ve!>cicole somil{liano qualr.he volla a ·quelle dell'erpete zoster; ma la l'l-immetria ùelle 11'"ioni e la loro tendenza alla rrcaduta fanno escludere •JUe«ta dia;rnosi. Nell'eczema seborroico la pelle non era anteriormente :sana; vr è "lala pr obabilmente una seborrea del cuoio C4pelluto qualche settimana dopo la nascita, cbe é estesa alla parte fltU· periore della Caccia. Il prurllo é meno violento. Un unguento composto d'illiolo e di zinco, col bromuro di potassio per uso interno, a~risce bene nell'eczema nervoso. Per l'al~ro devono usar·si lo zolfo e la resorcma. Il dott. Unna ritiene che le seborree co~ideLle c;ecche !'liano delle infiarnm~t~ioni croniche della pelle. e che non esi!'tla in elinrca ip· rkcrezione delle glandole ~ebacee da costituire:una at!borrea secca prodolln da un c.leposilo sulla superficie della sostanza <~egrt-gata da queste glandole. Unna chiama eczema seborroico una affezione dipendente da alterazioni ntlle glandole sudoripare. che ùanno luogo a secrezione dr gtasso da queste l·dandole. L'aumento di grasso suJla pelle indica una allivit.é più grande allorché esso proviene dalle glandole sebacee; ma, quando le glandole ~utloripare forni«cono del gr&S!'O, é !'tegno che le lot•o cellule endoteliali sono morte. Quasi lutti gli eczRmi seborroici cominciano sul cuoio capelluto; se ne descrivono tre rnrme: t• L' erzema comincia come catarro latente del cuoio ca:lluto e passa pei periodi di formazione squamosa e di secper terminare come iper ldro!'ti oleosa. - le croste si accumulano tra i capelli e producono la caduta di questi. La corona seborroica sulla fronte, sull'orlo
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della capigliatura é caratteristica di questa '\ zione. a• Glt accidenll di catarro <;ono molto accenluali; 8lll sono preceduti da una semplice pit1riasi e pNsentano le appareru.e di un eczema umido. splendente. Una piliri8S1 od una ~eborrea possono esistere sul cuoae capelluto, mentre la faccia è sede dì un eczema. La fonu crosto11a si sviluppa quasi esclusivamente sul petto. La loc.alit:zazione -.ulle braccia si trova sulla "uperficie &D~ lel'iore, il che ·• ~pi~'gal() dalla parl~'> che hanno le gla a~ sudoripare in questa varietà di eczema. Noi non troviamo, sulle gambe, sul principio, che i tipl crosto~1 e papulari. Le placche di "'eborrea attorno al naso ed alla bocca 10110 nei vecchi spesso li punto d'origine di uu carcinoma. In tutti i ca"i di ..czema s ... borroico del cuoio capelluto 6S&1te un "'emphce ecz~>ma ~quamo<;o dell'orecchio ac.!ompagnaiO da prurito. Una placca d'eczema seborroico può r estare per aum senza cambiare di forma e senza produrre accidenti seri. Allo1·ché esso comincia "W cuoio capelluto o sulla \eltll si ealende lentamente alle allre regioni scegliendo th pl'eo!' fereoza la fe~ia, il pelto ed il dorso. ~e~sun eczema e o~?ssuna p,-orl8~1 banno un analogo. s~ il cor po intiero ~~invaso, l'affeztone rassomiglia alla liriasi rol!sa od alla psoriasi. L'eczema seborroico aUaeca reaioni mediane del corpo, é più :.tazionar:o, ,... preceduto .una 5;eborrea locale, e le croste hanno un CArattere Il prCinoslico é più favorevole cho nella peoria!ti. La gion~> é diffic:le a·l otlenersi, poicbè le lesiooi si e!lt.aJ!Jdo·Dit:' alle glandole sudor.pare profonde. Il ~olfo è il rimedio eccellenza; si usa il pirogallol e la resorcina come mezzi alltvi; non vi è cura interna. Allorché la malattia è "''11' "11u; bisogna ricorrere agli agenti profilaUici, come l'igiene pelle, ecc. Il dott. Zeisler nota cbe l'affezione é frequente negli Uniti. ma che finora é stata considerala come seborrea.
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n dott. Robinson dice che egli non comprende che il grasso possa to1·nire una irr itazione locale sufficiente alla produuone dt un eczema. n doll. Unna risponde che egli non crede eh~ il gra~so sia la eu usa d~ll'irrilazione; egh pensa che deve esistere un bacillo che sta cercando. U dotl Rohé, t.li Baltimora, presenta un malato che é affetto da sarcomi multipli della pelle. Il malato ha 30 anni. I tumot·i sono situati sul dorso, sulle spalle, gambe e co~cie. fl doLl. A. R. RobiMon, di Nt-W· York, riporta l'osservazione di un caso raro di: Melano.i p t'o!JrU.<;ica della pelle. La malata, di ~ anni, notò 2t anni fa una macchia ~ura sulla tempia. Essa si è estesa a tulla la superficie laterale della ft·onte. Preparazioni wicrost~opiche. Il dott. Unna nola la parlicolarita del colore che è blual'lro. l1 dott. A . H. 011menn-Dumes011, dì Sainl-Louis, legge un articolo intitolato. La pu8tola di acne doppia. Essa si forma pel riassorhimento Jel setto che separa due pu..tole semplici. Il dott. Unna dice che essa non si sviluppa su di una pelle sana. n dott. H. W atraszewski, di Var'4tvia, fa une comunicazione !>Opra: La cura chlla sijUidt colrinie~ione di aali mercuriali 'n10lu1Jili. Il suo met.odo di cura non è nuovo, come efdì stesso conressi!; ma egli ba fatt.o une ser1e di espetienze che dtrnostrauo cbe l'o~~ido giallo di mercul'io è il mi!!lior sale per le inteLiOnl, delle quali egli ne fa do l~ a 20. Egli in1etta ogni selhmana il contenuto d'una siringa di Prs'Vaz della soluztone seguente: Ossido $dallo di mercurio Gomma et'abica . . . . Acqua distillata . . . .
gr. t,OO •
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• :lO,OO
Il doll. Gottheil, di New-York, fa notare che i mala'i negli Stati Untti non vogliono sottomettersi a queql.a cura.
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Il doU. Shoemaker h parliJr:ia no di questo metodo; e(lll usa giornalmente una ~oluzione aequO-CO& di sublimato. Il doll. Klotz non ha mai avuto dirticollA a persuodt>re gli ammalali a soltomelter !'li a que--to metodo curativo. Il •lotl. Zeisler combatte l'iniezione giornaliera.
8eztoue eU oblrurgta e eU mecUolna milltare e uavale. Giovedì 8 settembre. - Quarto r.dorno. - Sedut.& antimeridiana. S1 legge iJ Lilolo dJ una memoria del dott. J. D. Bryanl, di New-York. inlllolala: Delle cause e della eura del/'ereaipela. Il dott. William Val'ian. di Titusville, fa una comunicazione sopra: L'etiologia e la cura della gangrena d'(hspedalt
durante la guerra. Ef!'h passa in rivista le condizioni che facililaoo il I'UO evi· luppoe discute la possibili tU. d t>!l'esistenza di un agente settico t~peciale. L'affeztone è locale, non sistematica, e prod uce un contagio auto·genct•ativo pel quale essa di estende. La cura medica è inutile; btSO$tn& distruggere completament.:~ i tessuti malati col bislut•ì e cogli acidi. l i dott. Carlo W. Buvinger, <li Pill«burgb, legf!e una memoria interessante ropra: L'etiologia e la cura della dtsun•
teria e della diarrea degli accampamenti. La loro origine é, pPr cos1 dire, sconosciuta, poichè noa. si é scoperto il micror~amf'mo che le genera. Come cura l'autore u"a ~oprattutto la formula ~eg uente: Acido nitroso i3" . . . gr 4 Laudano del Sydhenam. . . . • 8 Acqua di!'ltillala . . . . . • • :lf!O Sciroppo semplice. . . . . . . • 250 Prenderne un cuech:aio in un biechiere di Bordeaux ~ tre ore. Oppure la rormula seguente: Polvere d'acacia . Olio di trementina . .
gr.
50 60
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mescola ~>d aggiungi: Acqua . . . . . . . . . . Sciroppo semplice . . . . . Un cucchiuìo da caffè ogni tre ore.
trr. "
100 400
Il dolt. Giuseppe R. Smith, di '-:ew.York, leEZ"ge un articolo inhlolalo: La miglior forma di rapporto su i malati ed i feriti nelle armate. Il doU. Cha~ W. Brown, d'Eimlra, le~ge un articolo intitolato: l.'etiolog;a e la cura del tetano. E;1li ritiene che il tetano sia una malattia specifica, conlagtol'a ed infellt\8 prodotta, secondo Rosenbach, da un microbo. E~li adduce le esperienze falle bU animali. Questa affezione è spe~~<o confui'a colla meninllite cerebro-spinale. In quanto alla cura, la ferita •la\'e essere medicata anlisetticomunte, il malato deve P.ssere i!>Oialo; si è usa \a la chinina a dosi enormi (17 grammi) con buoni risultati. Del resto una luuga serit> ùi medicinali è l'lata t·accomondata da diversi o~!'ter\'alori. Discu!'tsione sulla Origine microbiea del tetano, pel dollore Ma.~ Gaston, di Atlanta, il quale nola che molti scienliaU !'embrano considerare l'origine bacillare del tetano come pro,•aln, menlre che essa e lontane dall'e""erlo. È vero che li é trovato un microbo speciale che !tt mostra nel corso della melaltia; ma essa può esserne il risultato e non la eau~
.
. In q11anto al contagio ed all'infezione il fallo che il tetano manifesta ove già ne esiste non prova che ellli non sia cau!lato de cond1zioni atmosferiche predisponenti. Ciò è possibile qualora il tetano risulli dallo sviluppo di una ptomaina . . Come cura egli consiglia 1'u"O del cloroformio e l'ammiDl8lJ'azìone del cloralio e del bromuro a forti dosi. Su 18 c.asi curati m tal modo 10 sono guariti. 81
Sedute pomeridiana
irl~l~olt. J. W S. Goul~y. di Ne\\-York, legge una memoria lata: La eonsidera;ione prattea della nosografta Lm1ona.
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Il dott. H. Brockway Boutecou, di Troy, legge un ar ttcoto cha ha per titolo: Quale è la claue di f~rite per artn4 d4 fuoco che qiustijfca la rese•wne o fescissione nelle uuerrt moderne? ' Egli enumera lungamente il vsnl8ggio delle escissioni che danno t.>ecellenti risultati dopo la vol~Zarizzazione del metodo antisettico. Egli cita delle osservazioni di feril~> per arma de fuoco del cranio, della clavicola, dell'omoplat& e d~lla $palla. Lo rectezioni nei mombr1 •nfer1ori non danno buoni r111u n aa.. dal punto di vi!-ot& dell'accorciamento del membro. Non sogna però dim~>nlicare i succe<t!'i che si otten~ono 1 r icorrer& all'~ntervenlo chìrurlo{ico, collè medicature a ticbe. Il dolL Enrico Joneq, di ·waterbury, fa una comunicazion& sopr•a: Le f ratture per arma da fuoco del femo re. Negli anui 11'-62 e 186:1 egli ha curato nei suoi due dali òa campo ~~7 casi d1 questo genere. E~li riferisce mmulame::nt.., il numero dei feriLi curati Mcondo i differenti metodi, e dà la mortalità comparativa. Egli conclude nel se,:tuenle modo: Le fer1le anlero-po~Lenori non guarirono me~lio trasverse. Le fratture prodotte da proietl1li lanciati & velocila erano piu pericolose di quelle prodolle dn una munita di minor velocita. LA mortalilA fu più g rande nei prigionieri. Le fratture per arma da fuoco s-i riuniscono qualche pi\l pre,-to delle rrauure semplici. Non si ebbe che un caso di pseudarlrosi su 263 casi rali cogli appar\·CChJ. Le emorra~ie qecondarìe si manifestarono soltanto volte. Vi fu un Mlu caso di Let&no. 11 cattivo tempo ed una ventilazione difettosa ,.,.,,AI"Iu. la gangr~na t~·ospedale nell'autunno del 1863. Il raccorctameolo in generale ~re di più d'un vu •..-':'é La fot·mar.ione ùel callo era spesso 1r regolaré ed cessi va. Le. maggioranza ùei ferili furono curati solto la
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Giovedi 8 settembre. - Quarto gior no. - SeduU! pomeridiana. U doll. W . E. Casselberry, di Cbica~o. ra una comunicazione "opra: l .flbromi del naso. L'auLoro vuole qui parlare ~otamenle dei neopla...mi a slruUurn Obi'O&J, e lasciare da parte i tìbro-mixomi ed i fibro-5arcomi, come pur e i tumori ne:::o-faringeì. I fibromi primitivi del na!lo sono relativamente rari; la strullura dello slrst.o "Uperficìale della mucosa nnsale vi è predominante. l fibromi della cavi lA na sale risiedono sui coJ•neUi, sul ~ello, pavimento e su tutta la "olla . Il sesso e l'età non mfluiscono sul loro sviluppo; una irritazione Jocale, 11 trsumalisrno. o l'tt!>i,tenza di un processo d'ipertrofia cronica, può essere la causa eccitante. La loro dura la yarin de uno a due anni. l prim1 sintomi. sono di natura catarr&le, seguiti ùn ostruzione, derormilà, ecc. l Lumori sono compatti e non lrasporenli; il eolo microscopio ci dà la diagnosi esalta. E~!li sono composti dì fibre a fasci, strettamente intrecciati, dì aJcuni \'&<ti e di lln P.iecolo numero di cellule rotonde e Cul>iformi. Il fibroma nasale lende a degenerare in sarcoma, ed a recidavare; l'ablazione lot.ale e la distruzione della base col cau\erw P03SOoo soll.ant<> permeLt.ere una prngr.osi ravorevole. L'autore cita una osservazione personale, e presenta uno tavola dettagliata di quelle che egli ba poLuto raccogliere dagiJ autori. L'abla1jone deve farsi coll'ansa e col 1!8hano- cauterio. Il dotl John O. Roe, dì Rochester, le_g~e una memoria "?Pra: La eorea del laringe. Egli cita tre o!l;;erva:Lioni in flovanette di i7, iG e 18 anni. Nessuna complica:lione uterina. Cua•a: applicazioni locali, arsenjco, valerianato, di zinco o di atropina, ferro, morfina, ecc. • U dott. 'rborne, di Cincìnnati, cita molli casi di corea lalingea sviluppatasi al secondo o terzo mese della flravidanza e !!COmparsa immeùialamentc prima del parto.
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Il Joll. Lennox Browne h& visto casi simili. Il ciott. F. M. Cooms, d! Lowsvilll'1 una comunieoz1one sopra: L'ejfctto nocioo del tabacco sulla gola e sul naso. Il dotl Ma' J. Stern,di Filadellla, legJ.l'e una memoria che ha per tilolo: Intubtuione o tf'acheotomia. Egli fa la torta concisa della tracheotomia e dell'inlubazione. Secondo 1 documenti da ~o consuJlati e le stali~tiche racoolle, . valore relativo delle Jue operazioni sarebbe il seguente: l n tubazione: 2G 'la p. iOO di guarigioni. Tracheolomia: 2H 'lrs p. :100 di guarigioni.
ra
Età
lnLu.bazione
Trachrotomla
Meno di 2 !inni. tr, p. 100 3 p tOO Tra 2 e 2 'fs anni . . 2~ 1~ • ,. 2 .,, e 3 tf'J anni. 2R,7 • 17 • • 3 1. t e i 1ft :.13,7 • 3D • • 4 1ft e 5 1/• • • 28,:! • 35 • Più di 51/i anni » • 37,3 » 39,6 • L'intubazìone pre~.~enta i seguenti vanlag(li· i genitori vi consentono (acilmente; essa non necessita l'assi:.t.enza di aiuti abili; la cura consecutiva è ~t'mplice. Biso~a "empre p&·t~Cerirla nei bambini che hanno meno di a 1ft anni. Sezione 41 ohl.ru.rgla 4entarla e 41 otologi&. G ovedl 8 .. ellernbre. - Quarto giorno. - Seduta anL&mertdia:Ja. Micr08copia. - Preparazioni di ogni specie sono mostrate ai membri della sezione dat dollori F rank Abboll e R. R. Andrews. Cliniehe. - Una trentina di dentisti fanno lezioni cliniche sulle differenti operaziont dell'arte d~ntaria. M. C. L. Goddard, li San Franci ..co, le~ge un articolo tn• titolaLo: Dolore nelrarticola.;ione temporo-ma!eellare etwdalfi,..,.e:Jol zrita cl~i rltnli. Malato di 30 anni. Ma,.ti~tione penosissima. Sepnrazione dei denti. Guarigtone.
879 Il dolL G. S. Chisbolm, di Tuscaloosa, Ca una corouoicaziooe ~opra. L' nfluetua dei cambiamenti ckl tempo sull'or-
ganismo umano. .\llor··llé il nervo di un dente é scoperto, e la pres,ione barometrtca s1 abbas~. esso ba una lmdenza ad essere attirato e sviluppa dei fenomeni fnliammatorii. Se•iuta pomertdiana. Visita del pr esidente del Congresso, dott. N. S. Davis. Il pr··sidente .iella sezione, dotL. I. Tan. ~lì indirizza calde parole J• corl~ht& rin~raziandolo degli gt>rzì da et~so ratli per innalzare lo stato sc1entiflco dell'odontologia. 11 dolt. E S. Talbot, dt Cbtcago, presenta una memoria ehe ha per titolo: C:etiolo11ìa delle irregolarita delle m.(UiCelle e dei clent i. p.,i st passs alla lettura delle l>eguenti memorie: Irr gola.rtt", pel dott. J. J R. Palrick, di Bdlevìlle. Note sull'od,ontite, ecc. pel dotL E. H. Angle, di M inneapoli<~.
L'rn.ftamma:ione dei tessuti dell'orecchio, pel doll. L. C. lugersoll, ùi Keokuk.
Beztone 4t oUmatologta. Giovedì 8 settembre. - Quarto ~iorno. lJ lotl. Tito Munson Coao, ùt New- York, legge un articolo intitolato: Le aeqlle minerali americane, con note aut
d ima.
Ezli le divide in sorRenti degli Stati dell'Atlanltco, del Sud
Centrali~, del Nord Centrale e del Pacillco. Esse sono relativamente rare nell'Est. Esse danno delle acque di compo8lztone differentissima, che hanno proprieta curative assai dlver~e. Egli le passa rapidamente in r1visla. 11 dott. RicharJ J. !>lunn Ieg:.te una memoria inlilolala: C olontrlfJ 'to allo studio delle parlicolarita climateriche e di tre delle località che darmo l'esen;ion.e da malattie endemiche.
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CO!'f&RESSI
Poi !!i passa aUe seguenti comunicazioni: Gli ejfetli Meioi dell'agglomet'tUiont d'indioidui citta, pel dolt. A. W ernicb. Il termometro come ittrumento eli.matologico, pel giorf" Carlo Smarl. Stat&8tiche oitali e geografia medit!a, per Al&edo viland. Il nord-ooest della Carolina come 8tasion.e di salute, dolt. Enri~ O. Marcy. Le in/luense terap4ttiiche tiel clima della Cal tu.--............. sud, pel dotL Remondino. Le sorgenti termali e minerali della California, pel !essore W. F. Mc Nutt.
Sezione dl gmeoologta. Giovedì 8 settembre. - Quarto giorno. - Sedula H niUIJ...., ridia na. Jl dott. Ephraim Culter, dt New·York, !a una ,.n•nnn..,••~ zione sopra: ll galoanismo nei .ftbromi uierini. Egli divide la sua memoria m aspettazione, realizuw~llllj risposte alle critiche. e conclu~ioni. Il 21 agosto 1886 fu falla la prima operazione att1el'lieallll per ~llenere l'at-resto dì sviluppo d'un fibroma. L'autore mera le difficoltà incontrate nella conCezione di aghi venienti. l risullali ottenuti nella magRioranza dei casi sono i sef!ruel~ 1• Guarigiont ddìnilive; 2• Diminuzione del volume dei tumori; 3" Diminuzione del dolore e dell'emorragia, ecc. L'autore in ~eguilo ri:oponde alle critiche del doU. n.-u-.., Conclusioni: t• L'operazione non deve es~ere considerala com e sibile prima di tentarla. ~ Bisogna altribuit·e a cia.-,cuno il merito di ciò ebl fatto.
CONGRt:SSI
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3' Biso:roa nell'intervento la~ciarsi guidar e dal p-ruprio buon sen ~o senza rist.ringersi a ~eguire un metodo speciale. .s• I ratti banno pro,'ato che i tlbromi uterini erano curabili. Prendono part~ alla discussione i doLto1·i Laplhorn Smith, F. H. ~larlin, Kimball, Garret e A postol i. Sr>dnlA pomeridiana. Il tlntt. Augusto Martin, di Berlino, fa una comunicazione sopra: L'estirpa~ione totale dell'utero per la oagina. per eanl'ro. Il Freuntl institui il metodo cliec1 anni indietr o. 1 materiali cne noi ogl{i abbiamo a nostl'a disposizione ci permettono dì decidere le due '1uestioni seguenti: i' L'operazione é abbaslanZca semplice per dare buoni rt!!ullall immediali fatta ecc~zìone del successo grandissimo
che hanno ottenuto certi abili operatori 1 2" L'estirpazione dell'utero canceroso da risultati tali da "'S&t>re forzali ad ammelLere che questo metodo é superiore ari OJmt al tra cura cbe ~i a stata impiegata fino al giorno d'oggi? R t!òpO!!l8 alla prima domanda: L'opPraztone è moHo pratica ta in Gt rmania, sia col metodo di Frf•und. sra con quelli di Czeroy, Billrc>lh o Schroeder. In flr&z.ia alla corte!!ia di variì operat('lri sperimentati, l'autore può dare le ~guenli cifre: Finn alla flne del 1886 l'islerectomia ve~inale è stata prali~LR da: Fritsch 60 volLe ron -; morti; Leopold 4z volte con 4 rnr>rti; OJqhausen 47 volte con 12 morti; Scbroeder 74 volte con 12 tnorli; Stande 2'2 volte con l morto; A. Martin 66 volte con 11 rnorti. - Totale: 311 casi, -ii morti, ossia il15,J p. 100. Questa proporzione di morti diminuirà ancora con l'abilità tnaggiore Cbe que~li Operatori acqUlSlaOO ogni WOl'DO; i J'Ì• sullsti dell'estirpazione totale dell'utero suno già migliol'i di quel.i · • dell'ab! aztone del seno caocert>so. l nul()re eonclude che l'isterectomia •aginale è a livello di qualun'lue all 1. . Rl o metodo per la cura del cancr o ufermo.
;POlla alla seconJa Jomanda:
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CONGRESSI
L'autore t'i ~erve qui delle osservaziom, sebbene poco merose, raccolte con cura da SchroeJer, Frilsch, ...,.,,JIIU.. da lui slesso; e~se dimoslrano che i risultati dell 'ttganall?, ancb~ duranle questo periodo d'osservazione vamenl.e brev~, eguaghano t ruighort risultati di n,.,,.,..""' praticate per carcinoma in altri organi Fino alla fino del t 5 egli aveva operato volte: 18 dt''e ossia il 29,7 p . 100; 31 guartg10ui, ossia il 70.8 p. 100. Allorché il punto di partenza del cancro risit:ae nella coeft del ca.nal~ cervicale, vt hanno noduli carcinomaloei collo; o ìl tumore è silualo sul fondo dell'organo, non altro prr>eesso lerapeutico; anche quando il neopla"ma mitato al collo, si estenderli l'aptdamente al corpo ee lascia nella ravilà addommale. È ''ero che l'amputazione, ancorchè pr-aticata molto in non esclude la PO"'Stbililà di una gr-a,idt~nza "n'n!lu•l'nt•v•: Hormeit• stesso dichìat•a che la gravidanza è un grande colo quando havvi un car-ctnoma. A!'lporlinmo dunque l'utero inttero e più presto che è c;ibile. La tecnica dell'operaziCine ha subilo pochissime zioni. l .'autore constglta l'ablaziOne delle li'Ombe e delle • se o po!tstbile. È curtoso da notare il fallo che l'onel'lllZMIII poca tmpre ...sione alle malate. Di.,cussione clelia memoria dei doltori Martin e Il ololt. Martin, di Berlino, spiega minutamente ti ce:sl!o operatorio; ept!rlura del cui di sacco di Oouglas, della vagina al pcrtlOnt~o. sezione del le~ameot.o Ja,·go di le parli, libel'8ziooe della vescica. riunione deUa parete naie al periloneo come prima. drenag,llio. 11 dott. O'Arnay, di Ungheria, comunica le sue (12 casi). Kgli è parligìaoo dell'operazione. Il dott. A. P. Duùley, di New-York, ricorda che le ziont negli Sl&li Uniti sono fatte da un gran numero rut·glu che non hanno ancora l'esperienza voluta per risultati cos1 buoot come alcuOJ operator i della fanno e~clusivamente l'istereclomta vaginale.
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CO:-iGRESSI
11 dotL Graily HewiU nota che l'intiero mondo civilo ha grandi obblighi verso il dott. Mar tin ed i suoi collaboratori pei progres~i che essi hanno ratto rar e a questa operazaone. Il dott. A. Reeves Jackson condanna l'isterectomia vag~nale.
(Continua).
RIVISTA BIBLIOGBAFICA . . .ttarto tuoabUe. - Cellllt e formole terapewatlolle. WaETnE. - Tradotto da MYA e Sli..VA. Ricevnmmo dal solerte ed intelligente editore C Erma nno Loeaeher (Torino, Roma, Firt>nze) 11 sovraenuncJalo libro e crecllamo far cosa grata ed utile ai colleghi col loro indiearlo e '·ivamente raccomandarlo. Il mode"-lo titolo potrebbe Carlo pas!'tare inos"erva\o ne lla l'leca, troppo ricca serie di r icellari, memoriali, vade-mecum, tec.., che 'Ì hanno già. Esso merita invec~ una tutta ~pe clale con~ìderaztone, perché non é gié una arida raccolta di neette, ma é invece una preziosa bella riunione ordinata e IDelodJca dellP. rormole ragionate m ucoo llelle ptù rinomate dlniche di Vienna. I sintomi morbo"' e le complict'zioni piu ~~~ ~no l'icordali brevemente, direi prntit>amentc deindicando i provvedimenti meglio adatti olia cura malallJe od a scoo~iurarne i sintomi più minsccmsi. : •neomrna, dice il Bo.uola neUa breC'e prefazione e lo dice • : tutta P'agione. un indice utilis~imo di lerap•a ragional8, • .quale, bene ordinato per materia, viene esposto quanto 6 neceS<-ario al medtco oratico improvvi'{amente chia· to 111 lllllo del Inalalo lD. • A dareu'd ~ ace n 1 ea del suo scienliflco e pratico valore basterà ennsre che per la parte chirurg!ca sono ricordati i
::aw,
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•.:6.
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RIHSTA
ruetod1 curat1vs e le ricette applicat~> della clinica "d ambulatorio del pr of. Alberi. Per la parte med1ca quell1 e quelle dt>lla clìnlr.a ed ambulatorio rlel prof. Bambergcr. Per le malattie del si~tema net·voso quelle dell'ambulalorio policlimco del Beneclikl. Alla clinica lraumatologica ri<>ponclono le rlsultanze della clinica del Billrolh . P er la clinica o telrica e snnecologicn sono ricordati i precetti e le pre;;crizioni del Baun. Per la ('lologia quelli ùel Gr·uber; per le malattie rlella pelle 'ruelli del Kaposi; per la psi<'hialria quelli del Meynert; per le malnlli" dei bambini quelli d~l Monti e del W rderhorer. per le malaltie !'iflhliche tJUelli del Neuruann, P arla chniea speciale delle malallie del pello i precetti pratica ed il rire~ lario é quello del Scanitzler. Dalla clinica del Schròlter 80il tratti i precr.lli e le formole per J'e<oerdzio laringoscopaco. L'o••uli ..tica è improntala nll'~>!'lercizio clinico dello ~tellwagg. La pralico delle malattie cle~li orgam uro-gérulali ~ lroccaala sulle cliniche rìsultanze del U llz~ann. I traduttori banno aqgtunlo relenco delle acque miueraU med1camento!'e italiane, colle specillh in iicazioru loro. Finalmente ,.i è pure unita una ta\oln comparaltva der ll'rmoaoe&ri cenle..<>imali (Celsiuc;), Oltanti~rario (Réaumur) ed mgl-. (Fahrenheit). È un comodo oade-meeum che t~tarà bene tra le mam cl qualuoquP buon pralièo. LA DlllE7.10NE DEl.. GIOII:-òALF: (B. L& Bilharzta nelle truppe d'Atrloa.
Fu ultimamente sollevata una quest1one medicA importaJllt?; relativA alla profilas~i della impo1•tazione, a mezzo dalle tru _11,. nostre r educi dall'Africa, e d••lla possibild diiTu~ione d di3tomia.'fi, vale a dire dJ 'lu"lla formR morùosa che è jJ por-: talo Ji quel "erme paras~itario che appella!'r distoma tobium. o dal <>uo r>rimo illu,.h·al.orc bilharsia san!/ 11 ~ ll prof. Gras::,i e l il dott Rovellì segnalarono all'a CC& dei hncei il fallo • che nel 75 per cento delle pecore le IJ • oengono macellate a Cutania,o che provPngono da una c vicina JocalitA, rinoienai il para8sila noto 3olto il no~
la,._
IIBUOGRAPlCA
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c Bilharzia craR88. Siccome fino ad ogg1 credeva!'ti che queRto • vPrme si riscontrasse esclu&ivomente in Arri<'.&, C'Ol;Ì, sorse • il dubbio che potes~e l'8S··re :stato trasportato da qualche • milii.Are reduce da quella regione, e potesse per tal modo • divenil·e endemico di quelle r~gioni Italiane, a va~li pa• scoli ed ove !Si incontr~:~no qu1ndi le condizioni favorevoli • aJ ciclo evolutivo del parat:-sita ~L'm~tegoere Ernesto :\hmcini nelle pregevoli sue rat~segne acienlilìche che pubblica periodicamente nel giornale fOpt · nione ha ciò a~cennato. riportando::oi &Ile istitu.:ioni d'anatomia patologica cl el T ommas1-Crudc•li alcune notizie sul parassita ~ !ioUi danni di cui può l'l'Sere cag1one all'uomo. NH rt&"sumt.'re ciò che ern noto fio allora nella scienza intorno al d1~toma, il Tomma~1-Crudeli ha messa umanzi tana ipotest, che co~tituìRCe apflunto 11 ronriamento tiolle preoccupazioni manifestatt~sì or·a rirr11 il pertcolo della clitTusione in Italia d•·lla brulla malattia. 1~ una i pute::;i non dl!l"tituita di eeientitlco ronuamenlo; ma che fin ora non ebb•! il riscontro d"un fallo acce•·tato qualsras1. Il Tommasi-Crudcli, • rìcor• dando 'JU80lO tnflUISCb J'amhienle !'<Ull~ m odìfìcazioni di • rormn dil~h el;seri inrerion ~come in alcuni casi per azion«.l • da •ruesto ftmbaente non st rinven~ qua,.i più relazione lra • due individm eli una spec1e idtmtica, emi"le il dubbio che le e biJharzie dPll'U0ffi0 1 del bOV6 e nella peCOra appartetlel'e • pote~~ero ad uon ~pecie sola, liecenunte modificata a se• cond11 nell'o!!pilc nt:l ·~ualc si Pviluppano •. Però la bilharzia non fu dal Gra<:~si, in onta alle piu a çcurate ricerche, ritrovata finora ne1 nos tri militari reduci ciall'Atrica. Ora u questa tranquillante as!>icurazJOne del pror. Grassi, eh, !Ieri ve è ben lieto di poleroP afr!rlungers altM e forse più lhn•]uìllizzan Li ancora . . Ben prirna che la que~tione t"~ puntasse nei giornali, fino Cioè dallo «corso anno l'ispettorato d• sanità miht.are richiaIDava l'attenzrone di S. E. il ministro .iella guerra, sulla ben nota rrequenza in E11illo da for me morbose nell'uomo, dipendenti dalla presenza di elmmti parns~ilari diversi (il die<toma e!Datobin - la filaria del !<angue - l'anchilostoma duodenale);
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RlVISTA
e come per analogia delle cond1zioni metereologiche, suolo e più specialmente delle acque, nonché per la della importazione, non ro!!se impossibile, non anz1, potessero ossenarsi analoghi faltì anco nella truppa m Africa. Certamente, notava !"ispettorato, lutLo non esllere ignoto all'egre}tio di1·ettore del servizio <~a nitariQ del nostro corpo dj ~ped1zione; ma che sarebbe stato utile il potere, mediante ufficiale mvilo ad esso di rettor~. alf_.. mAI'e un giorno che fln dall'inizio non si era lrascuraLo, Dtl limiti del po~<;iblle, dj attuare ogni preventi\•o, provvedimento. S E. il ministro aderendo ad essa proposta tra~TMtteva quella direzione sanitaria opportune istruzioni, ptlrché in C6!lO menomamente so<~peUo dovessero p::-aticar:-o1 .....,,,...,_, r1cercbe, per le quali a quella d1rozione non mancavano 41 certo i necessari mezzi, potendo dispor1•e di buoni '" ""w•• scopi e d'ogni altro nececsario N!lativo accessorio. Quella direzione aveva g1à di propria JOJZ1at1va attuate..,. mih 1·icerche, ma ottemperò po1 esalta e sollecita ull'inl.'.arico da S. E. afftdato~li ed ha lrA"mes~o t.esl.è una estesa re1azaulll!~ dei praticati studi, corr('dala di buon numero di del cliniche osservazioni e di accurate aulop~ie, a raccogliere quAli si adoperarono i colleghi ca~u. Cantarano, Piceni, PrPss&cco. Tur,..ml, Ver-Jura, Dellori e l'aUualo tore Jel servizio magg. med1co doll :\lanescalchi. Quesll nella citala reltuione cosi formola le conclu1&iCIDif posiùve sue con~ioziol\1. • Quantunque i casi nosolog~c1 di dissenterie • di ratarri enterici esuur1enti ed osl1nal1 occorrauo in c presidi. con ft·equenza, massime in cet•le stagioni • (aulunno e principio d'mveroo) e la più superfic i ~tle • vazione dell~ feci 8''rebb~ dovuto manifestare anche ed c medico poco esper to la presenza di un quid noci, non • gli ufficiali sanitari. preposti alla direzione ed c dei \"'ari clinici r1parti pel las~to di ben tre anni, • menzionare una causo specifica parassitaris in to1a • bMe entità. c Soltanto si era costatala la pre~enza della tenia, in
BIBLIOGUFJC.,
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c della medio-canellata, coi catarri transitori che induce nelle • ultimi! porz1001 dell'inte!<Lioo. • Nondimeno per l'ordine mmi~terio.le del dccembre t887 • si raddoppiò di vigilanza, coadiuvando le relative o~!lerva• zioni al CS!'O colle autopsie, 8empre coll'e~ame microl'lco" pico. c Mi ~ode l'animo nel constatare che tutti gli ufficiali me• dici !li adoperarono con abile zelo in tali ricerche; e più • ancora e ~op ralutlo di poter aSl>Ìcurare che l'elmiolo io c quPl'lione, o lP ~ue uova, non furono mai ri,.contrale; nei • numProsi CSI!i di acuti e lenti profluvi dell'alvo e 1li entec rorragia, e come nelle relativP autopsie si ebbe ~empre ri• sullalo nellalivo. Ed occorre ancoro aggiungere che non • !i ebbe mai a constatare nessun caso di ematuria • • Mi ~embra quindi,- conclude l'egregio dolL. ManeMal• chi - che ~i ro~a con coscienu e sicut·ezza affermare • che nP le no!ltre truppe in Africa fin'ora non mai si verificò c resi!ltenza del distoma ematobio. » • Non ch'io vo~lìa nt.>j!art.>, a ragione soggiunge, dro! tu~to • l'esi«lenza m que~ta comrada di e<:~o distoma, specie se • importato (sebbene nei numeros1 mdigeni e basci-buzuk • curati all'ospedale civile dì Ma!'saua, non sia ~talo da noi • mai ri«contrsto}; ma mi è lecito ,..taL1hN' che cerlawente c es'"o non ru mai la causa, o complicaziane nè f•·equenl~ né c ordrnaria , né t=>ccezionale fin ora dei catarri inte!llinali e • delle di«senterie che afflì~!lero le no.,tre truppe in ~~fl~<=aua • e dintorni. • Le ricercheinon saranno nE>ppure perciò anche nell'Rvve• nircebbandonate, per renderne, se per disavvMtura qualche • ca"o avesse manifestarsi, immed1atament..• edotto chi • di ra.crione • . Ad uno di tah e!'ami fin dal 1886 as<:isteve l'egregio dotlo~ P. Sonsino di passag~io a Massaua, e ben nolo nefJa ICienza per ~umili ricerche, ed al qualt> il so~gzorno di ben i2 an ·1 · ~ m Egitto dà una competenza tutta ~peeiale nefJa ::st•one ... E risultò in unta alle apparenze so11petle a!'lsoJnente negativo.
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RIY1STA
Xee-all\'6 riescirono pur~> le ricerche ultimamente falle a Napoli ~ui t·eJuci da località afriMne. Vogliamo finalmente aggiungere che gtà da un anno fanno parte del tecnico insegnamt:nlo impartito agli allievi deUa scuola d'applicazione di satlit.à militare in Firenze, le mulatLìe ~t·opicali o dei pae~i caldi e quindi anche la storta, te ncerche, gli esami microscopici direLLi allo :iludio dei vermi parassi lari dell'Egitto, ecc. Si è fatto adunque e si fara tutto che é posstlnle per prevenire l'importazione o la diffusione almeno della paurosa malattia ... È una asstcut'B.ZtOne tranquillante che si ha il diritto di emetter e ed wvocare, vtsli i pronedim~nli adoUali eli i t•isultati iln'ora ollenuli. BAJ\OFFlO.
l!lanuale di ohlrnrgla dl guerra ed upoaWone del .-.. vizio sanitario ln oamp&gD&. Annunziamo con vera sodrlisfazione essersi pubblicata uoa
2• edizione:del Manuale di chirurgia di guerra ed esptm~ione del 8eroùio sanitario in campagna, del collega Segre cav. l"acoo, lenente colonnello medico. Es~a è cor•·el!.a, ampliala. colla aggiunta dello numerotf figure, e con un compendìo di q11anto si riferisce al sl!t'\'lzi_! in Africa. B.
lluovo prooesso per gnarlre i reatringlmenti dell rapidamente e aeua. alcun perloolo. - J. A. FoRl'. Memoria presentata all'accademia di m~dici na di ..,Arn••·f il 1• maggio 1887. Ou4l é il miglior metodo ope'l'atloo applicabile at
gim.en.ti dell'aretra . L'autore non considera nel suo lavoro cbe i rP~It.rJu~o:•,, ......-:-;:. comuni, quasi sempre blenorragici, quei restrm~timeotl canale dell'urelra che progrediscono continuamente. cono uoa rilenzioue pnì o meno completa dell'orina e mano mtlne un inlervenlo chirurgico.
DII LIOGR!.l'ICA
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Prec:enlt!mente i reslrinsdmenti sono curali con lrl! metodi differenti· 1• Il metodo della serione inlerna con un uretroto mo; ~ Il metodo della dilattut'one colli:' S()Dde; 3" Il melod<, dell'el,.tfroli:sl. La dioulstone non é altro che una dilata~ione brusca del rel'tringimento accompagnata òa la<.-er·azione. Metodo dell'uretrowmia interna. - Questo metodo è generohuenl.e e, si può dire, unì"ersalmente adottalo. Esso consista nel far~ la sezrone del r estrmgimento con un i::>trumeniO dello ur etrotomo. È ~opratlutlo alla facilita della sua esecuzione che l'urelrotomia ha avuto un sf gran succes<>o. Infatti basta far penetrare lo str·umenlo e imprimere alla lama un movimento di va e \'Ìeni. Ma, praticata anche coU'urctrotomo di Maisonneuve, il piu u~toLo oggidi, l'uretrolomia é un'operazione pericolosa, poleodo Jl\1' luogo aù acradenti mortali. Ecco le cond u~iooi n cui è venuto l'Autor~ : L'urelrolomia è un'operuzione P"ricolosa, dolo ro.~a ed inutil·, ~'ne spar· nta il malal.o, perché ·~uesta u·me o~ni operotione falla con istrumento tagliente, susseguita tla scolo sanguigno. Essa OP.ces<>ita il soyg(orno a letto per du" :.:iorni almeno. Qualche volta essa deve esser e preceduta da una dila&aztoriP prehminare o dall'aoe .. tesaa col cloroformio. ~: urger.l•; porre una :'londa a permanen:oa per 2-i ore alrneno. Il malato, per combaLlel'e una recidiva, che non evita qualSi mai, sarà coslr.:Hlo a sondarsi !'lenza anlerr uzione. La recidioa è pres:sochèjutale, data la legge di formazione delle cicatrici. Aa:r.tiun!{clnsi yli accidenti, così var i e CO!< i gravi, anche la morte, S volld !SU 100 almeno, e si avra un quadro assai l~gubre dell'uretrolomiu interna e dei suoi accidenti, perchè 81 debba accettare di sostituire quest'operazione grave con un'altra del tutto mofl'ensi"a. M etodo della dilata.:i011e. - È molto usato, ma In reci-
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RlVlSTA
diva é tanto fatale quanto dopo l'uretrolomia interna. La è lunga, noiosa. peno~a. ed in certi malati pericoloNL.
Reybard afferma, con rag1one, che la dilatazion•~ noo mai guarito uu restringimento. Metodo dell'elettrolisi. - Questo metodo presenta ta~~i indi!->culibili, i quali sat'ebbero, secondo l'autore, i ~UelllÌ:
È un'operazione facile e generalmente poco doloroea.
Non è accompagnala da !4Colo di sangue, né da febbrih. Non necessita il SO(:~iorno a letto. ~on rtcbieJe una sonda a permanenza. Non è mai C8U!l8 d1 accidenti consecutivi. Dopo l'operazione il malato orma con pieno getto. Infine, il malato può rip!'11ndere, in quast tulti i !'lue occupaziom nel giorno stt.!sso dell'operazlODP. Se l'elettrolisi non è "~lata accolta come meritava cura dei restringimenti, "'i è perché 1 primi chtr urgtu che ne !>Ono occupati, si sono serviti di strumenti difettosi. L'1ùea di applicare l'eleUroli~i nella cura de1 re!o>lrm dell'urelra apparlient!, ~condo l'autore, a Frommhelcl, il n~> fece parola nel l 1160. :\1allez e Cripier co•h uirono nel 1863 un apparecchio distruggere il tessuto patologico nei restringtmenll relre. I cateteri usati come elettrodi conl"il"tevano e14:881lllll mente in un cilindro meLilllico terminato da una ohva mente melalliea. nurante l'operazione essi a~ivano su luLta la circonfer·enza, la qual cosa é contraria al cipio chirurgico, generalmente ammeeso, secondo il eonoiene non distr uggere i restringimmti che su dJ
ca-,
punto della loro etreonfet·en:~a. La produzione di un'e!lcar•a Circolare e la sua elimìruiZICIII con!leguenze dell'applicazione delr ..JeUrolisi col Mallez e Tripier, co:-titUJ ..cono un traumatismo assat dere\'ole per aver determinato t.nhrolta accidenti serii. su lulla la CÌl'COnferenza del restringimento, vttle a d1re colar•mente, l'isLrumeolo ui Mallez e Tripier poteva restringimenli in un canole in cui non ne esistevano. ~
BIBLIOGRAFICA
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babile che da ciò ~ia nata l'idl:'a assurda che relellrolisi pro· duce re~lrinttimenli. Quesl'obbiezione è . lata falla agli ~IN· menti di Mallez e Tripier, ma que!<lO arl:l'ornento conlro l'eletlroli"i non reg~e. perchè i l-'oli clellroliuatori, che possono rallione"olmenle adoperarsi, sono i lint•arì i quali aprono una ~trada in un sol punto della circonferenza del reslringnnenlo. Ct.ec•<'hé ne sia dei risultuti ottenuti dalle operazioni praticate cogli anzidetti strumenti, non é men vero cbe non ~i può n~>~are questa ver1t.à, che il tessuto patologico che cotlitlll sce i restringi menti dell'ure/ra puo e.,ser distrutto eoll'elettrolisi.
Il prindpio essendo ammesso, e dimo~lrato il risultato, si un buon i .. trumenlo che non presenta~<>e gli inconvenienti di 'luello di Mallez e Tripier. Gh elettrolizzatori lineari coslilUJli sul modello dell'ur<>lro· lornn di Maisonneuve sono gli slJ·umenlJ che de,·onsi preCe•·ire, es!'lendu ammesso, come venn~ più sopra dello, il prJOcipJo chu è sufficiente aprire i !'astt·mgimenti su di un punto dello loro circonfet•enza. Un eleLLrolizzatoro formato di tre pezzi come l' ur-etronomo di Maisonneuve sembrava dover dare i migliori ri~ullali, e il dc.ll. Jardin ne ha ratto appunto CQ8Iruire uno sul modello dell'urelrotorno di ~Iaisonneuve. 2 l'uretrotomo colla sola differenza che la lama tagliente di questo strurnenLO è sostituita da una lama da platino non tagliente. È ~Ialo p1>r6 impo~sibile al Jardin di fare un is\rumc-nto co;ol minuto come l'urelroloruo di Mai::;ooneuve, quan\un,tue e"!>O sia compo!llo degli l;les~i pezzi. Il r.atelere scanalato ha dovuto es10er•~ isolato per evitare la dllfu!lione del ftuido elettrico ~o elle pareti dell'uretra. È appunto quest'ic:oJarneoto. con uno slralo di guttaperca, che da allo llrumento un volume ll'oppo considerevole, di modo che rnilllra 3 a 4 millimetri di diametr o. L'&utore t.a praticato ptù da 400 operazioni con questo ~trurn,.nto e riferisce alcune osser\'&zioni le quaH bastano a ..,:ostrare ~no dei principali inconvenit>nli dell'elellrolizzada Jard111, vale a dire la di1atazione preliminare, ciò che tret~va di trovare
IIIVlSIA co~tilui!'lce sopratlullo in certi malati, un inconvenient~ molto Sei' IO.
Nei primi l~mpi ebb~ so venti emorragie e conMcutivamenle br·ividi ~ febbre orinosa. Piu lardi, avendo avuto cura ù1 applicare in tul\i i ca~i •ti emorragia una sonda a permanenza, ebbe mollo mmori accidenll, ma sì ha <~empre l'inconvP.nienle della sonda u permauenza Se però le os~ervazioni •·iferile mettono in rilievo gli inconveuienli di un ISlrum•·nto, :;1 deve r1cono<~cere che e!\;;e dimo.t:{r(lll() anche la rapi lità ~ l'innocUità detrelettroli·i. Uretro-elettroliuatore di'l dott. Fort - L'uretro-elettroJuzalor • che l'autore ba presentato all'accademia dì roi'dicina di Parig-i il t• muggio 1888 non ha mai dato luogo ad alcun accidunle. E formalo da un pezzo <~olo, menlru che l'ureu·otomo di Maisouneuvl:! e l'elettrolizzatore di Jardin sono composti di tre pe~u di«linli che uno è obbligato di aggiu!'llare. La lama di plahno, non tagliente, che opera cou e 1a Jamo d... n·uretrolomn, somiglia a quellA ùi Jardin. QuPslo è il ><olo punto metallico dello strumento in contallo dell'ur~.;tra ed accesSIbile alla ,·isla, di modo che la corrente non può e~<!!IBJ' messa in cou'atto coi lussuli elle con que;.:to solo punto. Lo str·umentl'l é fot·mato ùa un sottile fllo metallico, che ronduce la corrente alla lama di platino. Questo Ilio è i~olato da u no strato di guttap1lrca che si con\tnua al ili lA della lama di platino !>Olto forma di c:.onda ca~illare. Ne ri'!lulta che l'istrumcnto è molLo fino e che e!'I<:O penell"& nct re~tdngimeuti più an~usti . Que-.to strumento somiglia aci un piccolissJmo scudlscìO pot·tanle una lama metallica ver!"O la metà della "UB !un• tt l8ZZ8
1!: impossib1lo che la lama d1 platmo non arrivi fi n dove la !'tonda •lifot·rne conduur.re è penelt•aLa. Si comprende corm• servendosi di que~to uretr·o-elettrohJ• Z\lore -;i evilann la ,filata;iofl~> p reliminare, le em.orrtJQ'e• la sonda a permanf!n~a. ecc., in una parola tutlt gli eceJ• . Il dt'nti. Con e!"sO !<Ì po~souo opcra1•e seduta sLaule i restrtgnnen
liiBLlOGRAFICA
893
pit'l angusti, ad eccezione di quellt che si è convenuto di chiamarli insuperabtli. L'operaz•one non dura che uno a tre minuti nell'immensa maggiot'8.nza dei casi e non necessita alcuna cura immediata L'avvenire si pronunciera suUa questione della rccidioa, che l'autortl rilit>ne rara dopo l'elettr·olisi. quasi fatale dopo l'uretrotomia e la dilatazione. Il modo di formazione della cicatrice dopo l'ureLrotomia deve necessariamente produrrt~ la r ecidiva. L'autore crede che non si possa paragonare la •listruzionf> prodotta daH'eleltrolisi con una cauterizzazione. Non vi h(l e!ICara propr1amente parlando. L'eleltrolizzatot·e non produce né una vera c.auterizzazione, né un assorbimento, nè una ~ezione; esso decompone chimicameule i tesc:;uti nei loro el~>menli pt·imiti"i e li dì~lrugge, come uno può a<;sicurarsene, de oi~u et de auditu speritnenlalmente. Quesle t·agìont lo fanno dubitare della produzione di una cicatrtef> retratllle. So,:rgiunge l'autore: " Ammettiamo per un mom,•nto cbe la r·ecidivA sia più frequente che dopo Juretrotomia; ammsLliamo anche chela recidiva $Ìa costante, ma che l'operazione restilui!Sca il rnalalo alla v t la ordinaria per uno o due anni. Ebbene !
aneheeon '}tleste condizioni soantaggiose ehe non si osseroano mai, noi pL·efel'lamo l'elettrolisi all'urelrotomta. Qual ò lJuol malato che esitel'Sbbe lra un'operazione sao,.ruinante, fasti-
~io~a, della 'luale non si possono prevedere le compllcazioru o 1
rtsultati, ed nn'operazioue benigna, inolfensi va, che s1 pra-
l~ca in un momento, che non obblisza ad alcuna cura consecuuva e che non offre alcun pericolo? » Rias~umendo, è mcontestabile che l'inoffensiva e rapida elettrolisi è supel'ior•e alla perkolosa uretrolomia ed alla fast 1to~a 1Jiataztone.
89i-
B.IVISTA BIBLIOGRAFICA
Otttà eU TorlDo. - Utlloto d'igiene. - RencUoonto •tatt.ttco per l'aiUlo 1886 e sUDto del 188 7. L'egregio collega ed amico carissimo dott. cav. Ramello, medico capo dt esso ufficio, ci ha trasmesso il dettagliato rend•conto sovra accennalo. I rtsulLali igienjco-senitari c::ono cosi confortevoli da valere il piu mer1tato elogio a quel municipio ed ai soler ti impiegati dell'ufficio suo d'igiene, come atLuat.ori delle egregie misure dalla municipale autorità promulgate. Tor•ino che sul principio del secolo aveva una morlalt\4 f:(ravissima (66 p. 1000), che avevK Ancora una mortalità nel 1867 abbastanza elevala (quasi il 35 p. 1000), nel decennio dal 18i8 aJ 1887 non segnò più che il 28 p. 1000. Sono cifre veramente p!lrlantil B.
AVVISO
Aooademla meclloo-Adoa tlorentlna
La società medico-fisica e la società tlloiatrica di Firenze hanno fondato un pr emio quinquennale di lire 500 per favorire il progresso della chirurgia in Italia t:! pl'r onorare e per1 eluare la memoria dell'illustre professore Ferdinando Za.nnettl. Il primo concor so a dello premio scade per la presentazione delle opere col 1• marzo 1889 e il tema designfllo è: • La ahi·
rurgia del cervello, del midollo :~pinale e delle loro me• ningi. • Nell'ordine IO!'!ico della chirurgia questo argomento fa seguito a qu ..llo della trapanazione del cranio sul quale il professor Zannettl dopo un as<~iduo lavoro di oJlre dieci anni, nel 1877 scris~ un'opera stupenda, incorag~iando i C'birur~hi ad • uno sludìo di cw essa \la trapanazione del cranio) ancora
AVfJSO
895
c ebhbogna, direuo a riconoscere i casi nei quali debba con• s•olerarsi quale alto operator io di assoluta urgenza; cosicché • le clmica non possa es..ere accusala di avere respinto un • compenso chirurgico razionale e proficuo ad impedire un • ecoit.o fatale. • (Vedi prefszione a delta opera). Qua..i che que!tle parol€1 dell'eminente clinico di Firenze avessero avuto un eco lontano, in Inghilterra e in Germania alcuni valorosi chirurghi hanno preso a coltiYare questo studio; e le vittorie da essi riportate in que-,to carnpo autorizzano f(ià a pl'esaglre che anche in esso la moderna chirurgia lan'l grandi conquiste. La !'<\oria asSJcura che i chirurghi italiani riqpondersnno in buon numero a •tuesto t~ppello e che opteranno al Premio Zarw·tti pel qual~ occorrono le condizioni formulale in qu~>~lo
REGOLAMENTO.
Arl. l . - È aperto il concor·so al pr·emio quinquennale di
L. 500 islituito dalle due ~ocretà medico-fisica e tlloiatl'ica fiorentina col titolo Premio Zan.n.etti. Art Il. - Saranno ammessi al concor:;o soltanto i lavori dJ IIUtori italiani. . ArL III. - Il pr·emio ~erà conferito dalle d'ue società roedJco.fl,_ica e 61oialt•ica riunite in seduta plenaria, lel.lo, diecueso ed approvato al ranporlo della eommis~ione esaminatrice de! lavori pre!l~>ntaU a concorso. Art lV. - Detta comrnisRJone sarà composta di membri IS~elt, H~>lle due ~ocieté e cioè di due roembt•i della medico-ti· 81ca e d'1 uno della filoralrica. zi A~l. V· - La presidenza della societé medico-fl~ic.a annunl'upertura del concorso un anno avanti il termine utile peer. r al CQn• · •er1mento del premio. ~l'l ~ 1 · .- Il t.ermine utile per la pre!'lenlazione dei lllvori ra Il di i• marzo 1889 cd i lavori dovranno es~ere diretti,
896
AVVISO
franchi da ogni dico-fisica Arl. VII. - Tulli i lavori presentati a concorso proprietà delle due società e saranno conservati in s r·•~hìvkl.. Arl VIII. - Quando enlro il termjne di un anno del lavoro premiato non l'abbia fallo stampare per p conto, le du~ societa avranno il diritto di pul)blic!lrlo loro atti. Ar~. lX. Nel caso che nessun lavoro Cosse pr4~senta,fD~II concorso o che non si facesse luogo al conferrmento premio, le due società pt·ovvederanno subilo a rtapl'ire concorso Pirtn.n, dalla rttidenztl deJI.' Aecadm!io nel Il. Jlrtlqedaù di S. J\'uo11q, fO mar.zo 1888.
v- n Presidente Prof. Lu rGt Lt.CJAN 1.
l Segretarii degli atti DoLL. VITTORIO GRAUl Dolt. AuRELIO BrAscur.
Il Direttore
Dott. FELIO BuoFPIO generale medieo.
!l Collaboratore perla R.• Marina
11
GlOVA.NNl PETELLA
.VecUco di t• eloul
NonNI FEDERICO, Gerente.
MEIMOR.J:El OR.:tG:tN.AL:t
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STUDIO DEL DOTT. CAV. DOMENICO IIIAfSTRELU IUCiC:IQRE llltllltO
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:,·ella :led uta ti ella Camt•m dei deputati t.! el 31maggio scorso, durante la discus:\ione dt• l bilancio preven Lil·o della gnel'ra, l'onoJ·evolt:l Elia mvitava 1l )llllistro n studiare le cau::edei fre· quenti suicidi eh~ avvengono nell'c:,et cito. Quell'in\ ilo suonava c'ome una voce d'nllarme, no11 nuova del resto, da far credere n tut1.1 pr·ima ad una !!l'a\e recrm1e:.ccnza delle morti •olontnrit.> fra i nostri soldati. Fortunatamente però le nutizie 'lati-ti che sulle condizioni -.anitarie dell'esercito italiano, !Jllhbhcate lino al l ·sH, -onu Il• per tran•ruillizznrci sul proposito; lier le meclesime infatti .;,j ricaYa che i suiddi militrui furono: .\nno
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Come può rerh~r,..i dalla lun:r.t -.erie di zioue, l'antlnmento del .;;uicidio uell'e,-ercilo fn para ebl1e il primo minimo nel l Rìi-, col quale la serie inconunc~ crebh~ fino al 18~0. nel qual anno, mediano <iella verificò il mn:;simo a:;sat gra"e d i l 00 morti volontarie; crehbe in ~Pgnito fino al 1886. col quale coincide il minuno che, come quello del 18i4, è inferjore piu che metil al mas~imo del 181-lO. Fu un'onda di monomania su che inrn~cle Jllènli dei nostri braYt $Oidau, inralzando più lino al I IS80, per rilirar::i gradatamente, da quest'a poi, iìno entro i limiti a:-,.ai mod~>sti (lel 1836. Se oltJDIJUC pote' ano e~::.er giu~lificale le grari conci cui ' enh a il ~l or,elli uJ so il' idio del no~tro e'et'Cito. 11 suir.i./io nel l!'!/!>: :.e tornava opportuno il bello 'tud10 dal Fwri nello ,;.te,.....o anno c;,,ll'i,creu•tNto tltl suilad•o l'esercìtu; 'e erano ~cusaloili le apprensi~mi del H:troflìo nel t ~~3 :-crh-e\ :t Dei suicidi nell'tsercito, ba.-;andosi :-tatistiche puhhlic.,t' tino al ISSO (1), ozzi non ,;.arebbe Ili ~ n ba e 1 rlb'IO ~Ilo l'aut.ore 11 mio concetto, nel gentllmei!W r.ùru il ,.,mn~:IClol m1o ~enlto ul suoridio n~JI'es('rc:ltO, metten lo mi nel olczll tJI/,zrmnrl, ~un lv '"ut> o nr.n lo (•ro; appunto pPI rbcorotnl del fatto nel c:vlle, c pu1 poi n~ll ~rcill estrri lo accenn:no ~nzl ali& hiht.o d1 ripnrnre nPI hre•e temp~ lell" pcrmanenz·, .. Ile :mn1 alle ml)mtl ~ sot·lnll J)rlwn olt·lln inr.orporazlone..... lnOnN\t.e .,u,, •1uali ~!l'l\O lo 'perare Chi! b mllit3r~ dutazione poss.1 metten' ~l cu ro e, reb!Jo! n~e;;~arl~. r:~poclo raparo. 1
IL SGIClDIO ::'\HJ.'JISt'ltCITO
giu>tificatn tanta preoccupazione per un male il qnole. benr.ht\ di ,-ua natur-a insanabile, non solo non accenna ad incrudirt:. ma Yolge indubbiamente ad insperala mitezz::t. t: non tli;::si senza ra~ione \'< in::.perota mitPu.n >~ perchè J',mdnmento r1el ,-uicidio nella popolazione civile italinna non "nrebbe ~lato darrero tale Ja far pren~dere il tiPcremeoto del suicidio nella popolazione militare determinalo'i dopo ili X1SO. Il ~uicidio nella popolazione ciYile del re;.:uo cresce co,.lautPmente di anno in anno da. più che un venlenoiu. obbedendo ad una legge quasi generale, che !!Overna que,tn gra'l'e manifNazil)oe in Europa. Oifaui le morti YOiontnrie .rnnue in rtalia furono per ogni l 00000 abitanti: ~elcJninquennio 1864--68 . !l, l )\ 1869-?:l . :l,i Nt•l qnadrieonio H:174-77 3.i ~el biennio 1878-79 ~.i~ell'anno 1880 •. 7 ~
1881
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18 i. 1881}
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4.8 ~.9
QnP:.to andamento evidentemente iperholico dt!l suicidio nella popolazione CÌ\ ile italiana fa ris:tltarè anche meglio 311· damento parabolico del suicidio nella popolazione militare. dimostrando come l'esereito. Lenchl> der·h·nnte t'd allorniato dalla popolazione cirile. ne.lla quale si fa sempre maggiore la proclività per le morti volontarie, non è menato dalla mala ~ufera; anzi vi resiste, e sempre più validnmente, dal 18~0
r
rn poi.
~la, oltre che l'e~ame ora fatto dell'anùameolo del ~uicidio militare, concorre a tranquillizza rei la misura della sua iuteu-
Il. SliiGIDIO NELI.'.ESl!RClTO
900
sil~t. Questa si valuta ordinariamente confronLando la nr''"""'""
zione dei suicidi l'ile avvengono fr:1 1 soldati. con qnella morti ,oJonlnrie Ghe c;i 'erifìcano nella popolazione civile schia da ~O n :)O noni. la più :.tffine per età a quella mili Tenendo questo modo di rnffronlo, nove anni or sono, il ..eli i. prO\ ava che l'inten,ilit del suicidio nei militari in crnctu<uirnpln eli quella che verificarnsi nella popolazione :-chin da ~O n 30 noni. \'ediamo 'C o~gi si è autorizzati a nire nlln ..te:-sa conclu ...ione: :'tUCitli ~~~ 100000 AJii:"\1
llo•Jl:l
jJOJIOiattOO~
rnMchln tla t0 11 30 nnni li)
Rapporto
della
popolazione militare (t)
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-~8,0
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Il,i 11 ,9
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~~~t)
S····umlo l}llC:-ti Ila ti attendi!Jilis:-imi. che si riferiscono 'lumquennio di recente lrn'l!orso. il rapporto"che intetreEI9 hnlin fra ~uicidic. della popolazione civile e suicidio della polaz.ione militare. ono ~arebbe espre.:.so altrimenti da t ma in media d:L l : 3.:; lì no al 188::>. Per riguardo poi al (l) Ptr .,w~uerc l IIUOdcntl dt rtu~ta colonna i dati ;<~no i seguenti. lazlonu maStttla ll~fl.,na d:\ ~ a 30 11DOI ~,!6,.661 (cetuimerL•' 1881], lll:Url•l •la :IO a llll :u~nl: !'J4. tlt'l tASJ , !6.'1 nel tS83, 168 nel 1884, 'J83 (.SI<Ifrll m rl~lle r<ltllt d( murlf, pPr ~tli anni 1883-188$.-1885: App~UI
mortt l'll11tute). (!) Velln~l a t•ag. !.
:L SUICIDIO :'iELL ESERC:ITO
Hll l
questo rapporto non si può esallamente precisar(), mnncanJoci ancora la. ;5tatistica ufficiale delle morti ,·ioiPnte açvenute in Italia io quell'anno; mn ammesso, co;:;n mollo proltahile. che i suiridi nella popolazione maschia da 20 a 30 anni vi si :Siano nrificati almeno nella :;tes~a propon.ione r.ht: nel 188:), l'inleo ità di'l suicidio militare nel l ~SG ~nrelth~ ~lata appena doppia di quella del .. uicidio nella popola;done ch·iJe. Il mi~lioramento dunqne a taJ ri~uardo i· evirl~>nte: da quadrupla che era prima del 18SO la intensiti1 del suici1lio nell'esercito, rispello a quella della popolazione civile. si sarebbe ridolla tripla successintmenle, e sollanto doppia nel 1SX6. Il rapporto. in G ann1 soltanto. si sarel>he ridotto della metit. llenchè ristrella io qoe~ti piu modesti limiti la inten~ilit del suiciclio fra i nostri soldati non ces!'a di es.,ert• ma~gion• di quella dell'aflìne popolazione civile. Questo fallo, comune d'nllronde a. lutli i gr·andi eserciti europei, tr·o,·a però una grande nltenuante nell'esame, per un lnngo periodo di tempo, delle proporzioni annue di suicidi av' enuti nelle \1lrie armi e nei corpi di cui l'eserr•ito è costituito. ,\ tale scopo ecco 1 i uniti Ilei .eguente specchio i dati relatiri al derennio 18ii·8fi:
AIIMI 1•: (X)IIPI
Gra11alieri l' fontL·J·in eli lirwn Bi•r!:!nA"lici'Ì o Drsll•elti . . . . . !::: Réggimeuti alpini. • . . . . ~ BnlluJ!'Iioni d'istJ·uzione ocl rAtiLuti militari ~ Cn "nllerin u ~<'uoln uortl'llll•~ . . . _,.. Arthdie1·iu e compugui•~ opurai e \nlerani.
(J, -t.:~
O,« O, iO l O, {21 0,!12! O, io O, i8l M3 0,42 1 O,i2l 0,2i
Corpo Jllvuh•!• e ':cturam .
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l:l R•!&h c~u·niJ~n!er·i co11 la _logìMle nllif~vi .
i:i Compagn~·~ Jt. lc<SIIll~ .
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Eserdlo in rornph.!S$0
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Compng111e 111 ~uss•~lenzu . . . . . . . . . Compagnie di disciplina c Blnhilmcnli rnilil. rli pena. Sollufficiolì • . . . . . . . . . . . .
Genio
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0,71 0,67 1,62 0,47 1,461 0,49 1,93 0,71 1, 15 » ll,:i:l ti.~R 0,10 (J,:l4 0,15 11,1·• 0,19 1, 0,55 0.23 0,28 0,64 0,20 o,11 o,~ o,2H u,2,.. o,21 o,:n o.<•5 0,21 0,42 0,63 0,22 • 0.21 •. O, l'l • • 0,85 1,161 0,52 1,44 0,951 1,27 0,671 1,191 0,70 0,58 7,55 ,, • 0,92 • 1,08 •1 • • ., • 0,68 . • 1,45 o,62 o,69 • • • • , • • • • 0,69 • 0,31 0,661 (),:12 . 1,01 1 0,68 o.:.u 1,04 )l 1,69 2,12 2,37 1,69 1,62 1,75 1,621 1,75 1,621 1,12
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N. 11. - Tutte le pro,wrtle)nl di •tn~•to <fltadro s~oo tolte .thgU IIJ•t>cchi dt•IIP: ttJIItr di •11orlt in rnJiporto 111/a (orr.a lllf•lìa drl" r~r·mi rho ~~ tro\ll.n•• nf' lo //fl•t:~ru 114111 t•"tda:fcnu 1arutanr. d~ll'.turtilo tl<th•lflll ('er 1:11 enol elci dt!ecnolo In esaDl!!, f.e solt;,. proporzioni relative .a l l!lllnllldah fnrol!(l ealcolato In base rld numuo dll souumebll trtlddt l!i uel um, lU tu•l t8illla8 ""' t8.!ll !7url IAAO, ici 11~1 ISSI, t8 Of'l tlì8t, !& n~l 18113, ti nel IIJSl, :!e OPI 18S:J, 18 lll'l 1~), IIQI.Illi n~li fiJ!eCrhi oU tlrUe re 8lionl dtP c 11!00 i morti di lntppa clnulllrati Jli'r J(rftdo e e.ut~e. dci clecu~w. nonclul in bue\ dell:t forza mOllia utallln :IJIJlrM~tmativ~ rlei so~tuOittalì, Ml4bilila In WlOO, JIUIIa scorl.it dt•l tlall olTcrtt dal rlo(umeoto Il tlt>lle ulthuo Jleluzfdn( ~ullr trtrtwlt <ltl R. lhrrrlto, IIUhbllcate dal-
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_ tn•••li•t anntH gt-
Il SUICIDIO ~P.t.L't:SBlli.:ITO
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Da quP-.li dati autor~roli e .;(•pin.;i ti-uha che. mentt··~ nella maggior parlt' tlclle armi e dei corpi In er·eedenza c.lel ~uicic.lio ~ulle Jll'oporzioni medie ~enerali dell'es erri lo è s·a m.aceidcutale perqn 'rh., 1nnu e compeus.Jta perdt p1u da proporzioni minime o nulle d1 suicidi in aiLt·i periodi annuali . in pochi rP.pas·ti invece' nn fatto C• stante per lutto il decennio, saçpre-.entalo a~-li 'fib50 da proporzioni e)e,ate, irnpre-.sion:mti. Ciii tli mostra all'evidenza che In smodata tendenza al snicirlio non è male comune a tullo l'eserciw. ma c pi.tga circo,crill.a a pochi ~peciali t·iparti di o:.-.o, eli H sono sopt·allullo: 1° l.'nrma dei reali ··arabinicri con prnpnrzi(oni nnnuP. di -oicidio o-.cillanli fra 0,5:? e l , ~i Jler l UIIO della forza; :!0 l hattaglinni d'istt·uzione ed istituti militari tli edur:a zione con proporzione tli "ui<'irli che \'li riano ,hl O,'-'7 all' 1.9~1 2.:Jì pt•r· 1000 delln forLa; :Jo La eia ·.;e ÙP.Ì ~ouuftkiali con proporzioni n•ramP.IIIe straordirune ù• .-nicidi r(lrupre.,enel ùecenniofrn l'l, l:! C'•l il ~,3i par 1000 della forza. l'\on L. ca,;o 1. t·= le' ArP qui il ,·omp'P ,.u delle cau~e determinanti il ~rave fallo: In l'lcercu eH esse p<ltrel,he fot•rnare sog~;etto di un impol'lanli~simn ~lu dio e dt ~t ·it!con ..iderazioni intomo nll'intlucnza , he ~--ercitano t'eri~ PlPz"lllli e ~onòizioni sodnli sulla genesi del suicidio: mn nn tale .;;tudio nè tt·overehbe opportur 1 n -:~uc...t.a -.emphce .n due-. .1 , Jti-tica, nè mi -enti rei lena di tentnrlo. f) ur.Jin cbe mi preme piuttogto di metter heue in d1iaro . ..;i 1 la iunu"n - che il 'atto e-;erl'ita sulle risult.mze generali inlot~o al ~uiCHlio nell'esercito~ pt't' In quale un danno cirt·ocnuo n 1 t'' _rupp• thmtlttari può e~:-ere nttr ibuito, dn chi (l ~e~\ i SIIJICrtir.inlmeniP In cosa, a lllltil intera la gmntle ra.mt ~-:ha militru·e. ' "nza entrare in 'OYen·hi rlellagli num~rici, crecìo che n di-
Il. SUICIDIO ~BLL'ESE.RCITO
mo~trare la cosa hn~teril il ...ef!uente còrnputo basato sui raccolù nelle tabelle \. eU riportalt'~ :-otto forma di allegau,
fondo di que,;.to ~critto. :-i el decl'll"l', tSii~
l . L'l (or:ra med w complessi,,n dell' e~erdto rn di. t 88381·5 I suicidi che si verilìc:trono fra i soldati furono . 8~0 Conseguentemente la propor.:innc. di essi su /000 ,fdla {or.:11 fn di . 0.44 11. ep:trando da que,..to cumputu ~ene rale quanto si riferisce ai tre gruppi dell'esercito grnvementn provati dal suicidio, si ba: For:ra media complessh :l clei reali carabinieri, ballagliout d'i~truzioneed i.;tiluti militari d'educazione e dei ,;.ot1ufth.tli . 3:}ti?X l Suicidi in totale 'erifir,:ttisi in qne"ti tre gruppi . 3~8 p 1"01J01"Zimte di es,..j SII J000 d1•lla forza. J ,li l i l. Facendo infine un identico calcolo per l' ellercito depurato ùai tre ~r nppi girt indicati r.ome più alllilli dal :;uìcidio, :>i an-à: Fur;a 111edia dell'e:.crcito meno i t 5;)356l tre ripati sopra. notati . S11icidi nell'esercito con le :)lesse deduzioni
Proporzione per l 000 tlrlla forza
IL SIDCIDIO NY.:I.I.'ESRRCITO
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!Jue-to dellagho pieno d'intere.;f.e dimostra. che la anormale ec~eùeuza del -uicidio nell'esercrto non dew attribuirsi, come ,}'ordinario ~i fa, alla totalità di e,.,o, hensi a tre -(leciali riparti 1.1ppresentanti in tutti appena il quinto della forza sotlo le :mni. Per questi riparti la nwrlto~a t~ndenza al suiridio <'ssr.ndn un fatto normale, nt' viune ad essere esagerala assni scmsibilmente la propol'zionc gouer·alo dei suicidi dell'eserrito iutt~ro. llifatto. la intensità del suicidio. eh~> nella totalità dell'esercito i.· roppresentata. in media, per il decennio 18';1 -S6 dalla proponione di O, H pt.>r 1Oli!) della forza. c in' ere ridolla d1 o.cts p('r l 000 della forza. qnalor~L si abbia curn di calcolar' a parte il mo•imento di lnlt• manifestazione !Jer i carabi111eri. ~li isliluli militari di edw;a,dhnt' etl i sollullìr.iali, i 'Juali Lutti msicme si uccisero, nello ste~;o periodo decouniale, 111 1·a~ione dell'l, l 7 per l 000 della fot·zn l 1\ignardo pni al 1886, pel qunl» ho roruito i dati a parte, le co c .;n nn ancora più rimnrdle\ oli. l n quc.sto anno. forlunaai·,imo fra tuui quelli del decennio per la -.carsilà. di morti volontarie frn ...oJdali. si ehbe e;.;n:tl numero di suicidi u:j) tanto nei' 11 della forza dell'e:-ercilu cn tituiti dai vari corpi, meno i carnùinieri, gli istituti di educazione militare ed i :-ottullìdali. f(UilniO nell'altro Va di rMzll 11\JIJll'e~entalo da 1lliC$ti riparti speciali ili truppa. f;iòsi risolve nella esigua mortalitia pet· suici,Jio del O, 1o per 1000 doli a forza per i primi 4, ~ d i ~sa. llltlntre per l'alli'O quinto, co... titnito cnme è nolo dai tre nparti peci nli ricordati, la d1•tla mortalità rimane rappre.~en lata rlalln grave proporzione del O.i4- per IOOll. e dun'}ue per la massima parte dell',.,et cito, per i ' s circa deHa ua fon.n. la proporzione delle morti volontarie può fissarsi pel decennio 18/ì-86 il 0,2S l! per il fortunato anno 488 6 a Il, l :i per 1000 dell'eiTettiYo :;otto le armi, riguardo al
90(ì
IL !tUICIDIO ~EJ t.' E..'lE.RClTO
suicitlio nell'eseJ·ritll po~si3.1uo O!.!:!i restare danero più tran· qoilli di quello clte r·enlmente non lo permellerebi.J~ro nppreosion i poco fondate e meno opportunamente espr·e~,e da pP.r.sone. d'altroli(Jeautore,·olis~ime.ma che di fronte alla doloro a nire~tazione non seppero e;;sere abbast.1nza calwe e pal~ieltli.; nP.Il'c:.amin:~rla. fredde c circospelle nel '"alutam'' Ja b t.leplortl\ olt: altitnilioe d'in,·eire oltre mi~ora contro propria csi.;lenlll. ,, piat!a limitata atl una minima pane e~c1·cito. atl t ;; circ.1 della sua forza. costituito dal corpo met·iLo tlei rl'n.li t~ar.thinieri: dai hattaglioni d'istruzionee hil iruenti militari di ellucazione, •! pii1 che tullo dalla ùei ~ottnffidali. ln t)llbti r·iparli da' ,-ero il suicidio ass.uii~J proporzioni as~ni ~ravi. relativam<.'nle a t{llCIIQ che ord mente avviene RLnl proposito 10 rtaltn, ma è male parziale lfU3Ie pt•ro bisOgna guard:m;~ uene di chiamare a compa l'!!:-crei lo i nt ero. Hia,-:;nrnt•Hclo, dall'aualisi dei faui passati ora in r·.~~s~Rll~tto "e ue puil •lt!clurr~: l 0 t:ho il -uicidio nell'esercito Ya diminueru1o dal l in poi: ~· Cl1e t]ue.-la diminuzione è tanto più 5hmifìcati iptanlo nella popolazione d,·ile italiana questa gra"e -t azione tPnde ad aument.ll'e costantemente da più chetO a l]IH'sta parte; :J• Che IL inten.;it!a del suicidio nelre:>crcito . come si :-;uole ali:~. :;tre,.:ua di quella della popolazione ma-:chi:l lla .:?0 a :~o anui, mentre poco tempo fa. l!al UJ89 addietro, VPOÌ\';t cou~t:tlatn quadrupla di <rnella della lazinne ci \·ilt• ora della (la piu ani ne e coeva a quella m da IJUell'anno in poi Jecrehhe. li M a ri ... ultarue doppia tanto nel l SXG; ~o Che la inten~ilà del ~uiwlio non è ej!uah• in
JL St!ICIDIO Nvtl'ESBKC.:lTO
nn;
esercito. ma .,olo arcentuata in certi :-pedali riparti di militari. eho rnppre:'entano appena il quinto della forza otto le armi; per tuili gli ahri corpi. che formano i $/11 clelia forzu, questa mtrn:.it:t è molto minore. e tanto che nel 18t'lì, e~~e:-~do e;;sa rappt-e~entala dal 0. 1o di suicidi per I OUO riella furz.1, può diN •n~i ra.I~ua~liata qua.'-i alla inten-.ità del suicidio della popolazione civile maschia da ~O a !Jil anni: 5° Che i riparti ùell'escrcito --pccialmcnte l111HI~Iiati dal suicidio sono l'arma dei reali t:arabinieri, i bauaglioni •l'i ·t m· zioru: e -.opratluHo poi la cla$..e lie1 --ortuffit:inli: n••i •JU:tli in comples:-o, durante il decennio 18ìi·8{j, si eilhe unn proportinulj media annua di suicicli Ilei l' l , l i p. l ClOU dt! la fort.a. ~ono dunque questi riparti che occorreric aV"er di mira sempre quando s'intenda studiare le <:anse de' su iridi nell'esercito; in questi dtnyero il suicidio è piaga rlm fa temflr·e cangreua, rnentr·e, fortunatamente, per In rimanente gran parto dell'c~er·cito riveste le proporzioni di una ordinaria manifesta7.ione del dis:,:usto della nta, in qne~ti te111pi di ~ranùi illu· sioni o di immen:.i disin!!anni. non dissimile troppo da ciò che 'erificn ..i nella popolazione ci\'ile piu aflìnc alla militare. \l a tUt altro fano ancora credo che snrit intli~lll!n-.ahile :n·er ben pre. ente, quando s'intenda di studiare ..crinmentc In que· "tione 'lei ,.uicidio nell't>sercito, come fu rn~comandato ultima· mente in Parlamento. PÙ i! p~rciò ellè, prima di terminare. bra.mo meuerlo per quanto mi :-ani possiiJile in luce . .E cornune credenza che le caose più impellenti al suicidio 1181 solcìati .•iaoo quasi sempre specifiche dallo 'i tu militar••· ~ne incolpù la lontananza dal paese natio. il di~gosto della fila milit:cre, una innata anersione alla mcrle~im1. la ri~i deu.a della jlisciplina e ,imiti altri rno\enti esclu.-i\·i della Yita del soldato. Io ritengo però che a tal propo:-ilo ~i :-ia ~~a~ernto lllolto e si t>·:-ager1,. tn lOl'a .m lJuona fede, spc:'sO nne lle nn po'
fiO X
IL SUICIDIO :'itLL'ESERCITO
pet• di~l'~no. nell' i11tento di magnificare il nocumento che grandi Pserciti stau1.iali <Jdierni arrecbereùLero alla dPrna ...ocicthl 1 fatti che ,.,lo per esaminare mi :;embra vai~Ano a.;~ai LNII' a ricondurre la cosa nei suo; "eri Urtlle ullitne :.r.lle relazioni ::-n Ile 'ficende del renio compilate dall'onore\ole !!enerale Torre per gli anni l ~SIHH -l ~MtHfi{ l H rican1,che d t :l-;3 suicidi di oldat1 ,·cuuti in quel 'ellennio furuno note le c:mse Orbene. in hase alle mcde;)ime, quet suicidi possono ra par i rome seP,nc: etrettt•i
I. :;uiridi tla raust Cfillllt11i:
Stati psicopatici. .Mnluttie fi..;iche ingnnrihili o sospettate tali . SLanrhczzn dcllu rita Passione anwrosu . Dispiac·erl tlnme~tìci J) issesli finanzmrt . Himor~o. \ t'rhognn o li more di condnnn·t per azioni crimino,.,e comuni
63
Totale dci suicidi del l gruppo
~~~
21
'Il !)i.
G:? 39 :~le(
(Il l.'anno mlll13re adoltalo nelle relwooi del :tene."ale Tòrre t • ottobre ol 30 Jelt ..mbrelluo all:t rtlazione t~-83, e dal t•1u~llo .tell'anno ucces~l'o nelle ulttme re.laz1oni t&ì'--85. !885·86, t88&-87 spo~tamcnl(l rh ronnnl dell'aooo milttarc ne derh-a ehe 13 rel:ldOIM rornrrcnlle un Jlel'lOtlo di !l rue..,i •o1!1anto.
!)l)!)
IL SUICIDIO NELI;F.SEIICIIO K!Tetti11
!'er !00
U. ='111ciòi da cau.sf. .~ptrificht• d.·lla Dito mi/i(ltre: Tiruore orimorso per mancanze ~ m-
r
:.>i
11:·'''-e ~u c•dati:-i e,...endo liOtlo giudizio di
lr1bunale militare Snicidnti;i per diserzione. Ili-piaceri per promozioni mancate, .-o~pen~ione dal !rado, a,: ... e;nazioni non !.Crndite, rimproreri rice· ruti,ecc.. Timore d'incapaci ti\ per il grado occupato 1nersinne decisa alla vita milita1·e
3 2
13 1-
V
Totale dei sn ici di del [[ gruppo . Totali generali .
313
l 00,0
Lla IJne:to dettaglio chiaramente emer~e che i <:nicidi dcterminati dal ~econdo gruppo di cau ..e (che do\ rebbero e$:'Cre in ~rran maggior:~nza, pereht! pote.;;.-ero n,·er ragione coloro cbe fanno e'elusi' nmente tlerinne il suicidio nell' e~crcilo da COndiz•ooi speciali inerenti alla 'ita militare) souo in ~rande lllinoranza: e~i non rar.ujunorono nemmeno il quartu del lo"'" e lale; in\'ere su l ou snic11li, 77 furono determinati da can.-e COIIIuni, clte nnclthero potuto a"ire anche al di fuori della' i tu militare. " Ma vi f. il più: la inclinazione al ,i:UÌI:itlio nei soldati è mollo diTer:.a :econtlo il luogo di, loro pro\enienza. Per regola gc~.le 51 Hccidono con più ft·equenza quelli orif!innri Ili proVJJlet.e o:e il ~uicidio mggiunlo{e nella popolazione civile le Jli'Oporz1001 111Cltlgiot·i, che non quelli che provengono tlalle pro-
HIli
Il. SliCIDIO '.ELL.ESERCITO
'incie d'llnlia tneno contri~Late dalla funesta manife r:,J,I, per e.;P-mpi''· come il :.uicidio t'> massimo nelle zioui •lP.II'Emilin. della l.omhardia, deiJa Toscana !'nichli frn i soltlati nati nei territori delle ùivi.;toni m ~tilano, nr.. ~cin. Piacenza. BolO!:O:l. firenze, Lrrorno r.ora i 1•iu frequenti: c tl'nllro hto. mentre nei com ùellc l'uglie, delle Gnlnbric. di Ba5ilicata, di Sicilia il rlci .. lllciùt ll minimo ('lor...ellil. 1 !!io•ani sotto le arm1 'e11i~nli dalle dhi:-ioni militari di Bari, Catanzaro, Palermo sono IJHCIIi chi! meno allentano alla propria e. i "lctten lo poi n confronto le proporzioni d1 ~oldati e cor'I'OtHl nIle h:ulllier~ òall'alta Italia, dalla media llalia, Ttalin meridionale e dall' ILalia insulare, con quelle dei che si vtw1fìcnno (m i sol d;~ ti provenienti da quei quattro 1·ipnrti del regno, s1 può nvet·e la conferma di questa li:>simn rrequcn1.n delle morii 'olontarie fra soldati di pro\enienzn. \ eda~i iufntti il seguente dettaglio:
SoMa h alle bandiere (1) . . . • S oldati ~mc•di (nels,.. c:-.enmo l 118!':6) {~) • • • • • • • • •
{2
53
13
Il !'> econ11o una accurata -r!llutuione CaliA in oose ai dati olferd •ulla rlporU~lvne 1ltlle rtcll•l •h s• tatrg oria. cbe ;i esejZ11l..<ce strtltl ntilll.~~rt , •111 ulrl rhiJ si tr0\1100 nelle rei:Woni •oIle le\ e l'oli. s~w·rn!t• rnrr~ (i) 0•'1 47t ~ol<!.lll rl111 si sutrirlaronn sotto le armi duraute Il )lfO\~IIiV tnu 1lall'oll:t \lnll;t !l~l, 1!alln ruerlia 63, dall'Italia "'or·l<ilniM II l'uutular,• 4n. 1:. ~~~ t(tt~~u dntt elle ;,ono calcolale le proporzioni corrette uJIIlortutnuncolc Jl"r vmouere le frazioni.
lL SL:lCIDIO NELL'l:SKRCITO
911
l.a preponderante propozione dci suicicli nei soldati dct·ivnnti ùall'llalia continentale ~ e'·iùenti,;.;irua. e contrasta con le miti proporzioni dei ,-uicidi deri' nn ti dal rimanente della penisola. Ora qoe,ti falli che ~tanno a .;.ignilicare! Secondo il mio modo di ,-e•lere essi dimo::,lrano due eo:;e importantissime a conoscersi. le quali. oltre che ralevoli a ,;cagionare in gt·an parte la ,-itn militare. quale almeno si svolga iu Italia, dalla gra,eatcu~a ùi essere in alto grado impellante nl :-.nicirlio, potranno e'-'ere di efficace !!Uida per le ril·erche di coloro che saranno des.linati, quando che sia, a studiare la gL•nesi del medesimo nell'esercito. I ùue falli ,;ono: l" t:lte i giorani soldati non tro,·nno tanto spe:;so, cume comunemenll' ~i crede. nelle condizioni spedlichc della vita militare le cause tmpe11Pnti al suir1dio; si bene lP. trovano put· essi, ns~ai tli fr·equeote: nella ordinal'in •·oorte dei !li~gusLi della 'ila. '!o Che i gioTani italiani portano seco. piullo:.to che acquislnt·e nell't•:-.ercito.la predisposizione al suir.idio, giit tletPrminnta in loro dall'ambiente sociala in coi nacquero. vissero o SOrtirono In educazione della mente e tlel cuorl.l prima di necorrere alle bandiere. Sarehlocro dunque fuori ùi strada. a parer mio. coloro che, per studiare le cause del :;uictdio nell'~ercito. fì.;-a.;:;ero .:olalllente l'attenzione sulle condizioni ~pecifiche dclln 'ita militare, per elevarle quindi a fallori e~clu.;ivi di suicidio fra i :dati. Io.reputo in;ece clte ~iret.t.erll più mzionalmenle lzando 1l loro ~~uarJo alla ricerca delle fi.5Silrt~ nllraver..o le quali ~i J'O%ono introdurre uell'e~ercito tanri squilibrati di llletllee tli ~nore prede:;tinati al sui1'Ì•lio, on•le poi cerca''" il llodo rni;:ti,,re di tappa l'le ad ogni costo. Uno di IJIIt'~ti crepacci, })ere~emt· . . . . ' Ho, to rttengo sta ~tato lroYato nel reclutamento det
li. SUJCIDiù l'IEI.t.'ESRRCITO
H\2
balla •lioni 1l'i·lrn1.iooc, ij molto opportunamente slucc:llO la rt•cenlc oppre,~iuuc dei meùesimi. Chi sa che altro e ~otr;lJIÙe e ùi piu Jiflicile ~tuceatura. non si trovi lunrro il ùetla carriera dei -ouufticiali Ili chiuderio, in modo sia.;i, io ritengo sa rebbe' e1-amente decisi l'o per la lJuona lìtn......i del :.n iddio nell'e . . erciLo.
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H) Qu~ta rurz~ , t:olleolata snlla rorta camplessi\~ dei sottuffteiali In l(ll(JO uomini, ~ome rn drtto nella not."L deUa tabella :1 pag. 91)!. 36 p tno. ~h'' ,, la pmponlone •lei sottufOciall, dei car:u•lnt~rl e ll'liunl cl'htrutlo•t•' e st:LIJIIhncoti militari di edocarione rispcllll Il ~ottnllldali •lrll'e,wrell<l.
IL SUICIDIO ~ELL'ESEI\CilO .~LLI:bA TU
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U) Qnesl.\ riduzlfJne oi ratta ~~ella steosa pruvorll~one del 3& l'· lOO, come ru detto nelb nota dello 'flecchio precedet•te.
914
SULLA CURA
BUBBONI JNGUINALI Alemorta SG~enlldca latta nell'o-pedale m•hlarl' di Roma nel me.•c di Ullgi!'IO ~~~ ·111 doti. $iulia D l' tJaati, sottotenente mediCO.
Riporto il risullnto clelia mll'a di 25 bubboni suppura\t l quali, nel tempo ehe fui o Jll'P.~tar set·vizio nel ripat·Lo venerei trattai col hl<Jlocio dello punlurH, m~:loòo noto, ma che uon ancora g(ld2 piena Oducia di lultì i medici, poic.h st~ssr, ho potuto o" ervar c1 c-om·~ molli oqgi ~ oguilano p111tic~re il metodo di lun~hi lfl~li ne' bubboni ~uppurati. mE • ·l rleUe puntur a vent'R praticato fin dal 1800 dal l or P izzorno meùtco .ti reggimento ecl il P izzo~n•l lo manJa caldamenl•· n\'enJone A\'Uli anche lui ollu111 t•i Altt·i pt•aticarono nnehe l'a~ptrazione della morda ue' boui, allri fecerO più rorami l'Ul bubbone allo scopO di varne meglio la cavilA. I bubboni cm•ati nel ripat lo, tranne tre provenienti da cera dura, !!li altr·i )ll"()VI'ni\'ano ò11 ukeri '\'l'OCI'C6, rl pil'colo di e--<>i avevR la ~rnnd··zza òi un uo\·o dt più ~nmde di un uovo tli tacchino. Il minimo dl'l tempo ~uarJgiouc è ~tato di quullt'O ~iorni. il mct;;;:-imo di nnllftQgiornì, la medi.'\ Ji dieci !!Ì(li'IIÌ, La guari~:l)ue p!u o lunga dipende dnii'•'PfH'a piu o meno pt·r•cocd in cui la puntura c:ecotul•l che il proces-.o !>Uppurati\·o é in atto o è esaurtlo e ùalln complicanza o no di !
SULLA CURA DEl Bl18BOSI l'iGUI.SALI
nile, pflrauenite, ecc. Gli autori dividono i bubboni in sempliei, irrrtatir:i, mjlammalori ,simJXZtici tJ conseltBIUJ.Ii quando l'uleéra nfw•ce producendo un semplice ~timolo infiammalario, cd in bubboni lllccrosi O l'irulenti pnr :\!'SOrbimento di pu« ulccro'i'o, in sijllittci (Jietro l'as~ot·hìm,.nto del viruc: «i· flhllco), in bubboni slrumosi (t{UCI!i che si verificano ne'scrofolc,~i in seguito ad ulccri YCncree), in sijllo-strumosi tllacrastct, ccc., ecc. Noi dal punto di Yista della terapia che ~o~liliiiiO udultare potr emmo divtdel'li in huLbuni non .<tuppurcai <• cht> non han LellliPll7.a alla ~<uppur•~tttone e in bubboni suppurati. l primi li trallererno con lutti i mezzi ric:o!Yenli noti, cet•cando ùi oltener·u la risoluzione l:>ia con adalle cur·e interne :-r·ecie ne· --•tìlilici e sifllo-slrlllnosi. che d'ordinario !luppurano raramenli·. ne' th<:crasici. ec:c., ecc.. ,.. sia ag..-ndo locahuenle '-'pec•e ne;li irritativi inrìemmatori. ecc., con lo. eornpt-e::None, col frecldo, coll'acetato piombicf\, col caldo sscco, col caldo umido, con la linlUI'Q th ìoùo, colle causlicazioni t1·n~cor:renti di uitt•nlo ù'at"gonlo, colle pomate, ecc. Un 11\t'ZZO ri<:olulivo doloJ'O:'iHsimo, lllfl in olcuni ca!<i efficace li '{Uello della contr·otrrilazìone (ne' huhbuni non tendt!nli alla suppurazione). St melle sul bubbone 1111 't>scicante r.be abbrarci tulla la Jl&udula (akuni u:-nno il \'6."Cicante dJ camalea e cantaridina del Palma): nel di "U<:!<eguente ~mila veaci~oztrme ùtl ,·escic.anlt! si pa"sa uno pennellatura di tiuturu dt iodio e la si ripete per tre o quattro mattine lln <'ite al qu111to o sesto giorno si ha la risoluzione. Qualche <·a~o é •tnln CO!I\ tratlalo nel riparto con e!>ito felice. Tal meto1lo Don t• sempr~ praticabile specil! io indh·iclui eretistici es"PTHio troppo doloroso. :\Ja con~telalo eh~ il hubbone tende alla •~ppurazione im·ece che reprimerla ancora inutilmente, la ea favorirà con lulli i mezzi (catapla!!'mi tli lin seme ecc.) e qtlanrlo lu llultuazione si può perc~piro «i pratica con la puula di un bi•torì ordinario una piccoli~sirna apertura capace apP8tla di far tluìre fuori la marcia, la quale <:i fa iuOI"ÌU!'Cire premendo con le dita attorno di rorellino p1·alicato. Il P•z~0 leme~do. che con la pre<:st· ·DI! t!elle dita attorno al de Jl(!Mlrt arta nel cavo, dict" chE' appena fatto il fo1·o "i •e con una "irin,:ra iniettare il1iq1Jido nel bubbone e prima
Ql6
SULI \ Cl.iRA
th aver· l'allo U"'cire la mar(ra. verarn••nte cit• mi sembra irupo~~ibilc poichè il liquido cbP s'inietta non potni. lrO\Rre po:::lo nell'inlt>rno dl' buhboue se pl'ima non ne e~r.e la rnarcia a meno di voler pi'Odurre l'Ct1llamonti magrion urlla ca'•ilà . D'altra J•ar·t~ w pc tulo notare che con lA pr·e-. ione b ·n falla llllOI'nO al prccoh> nro l'rorra non l'UÒ entrare nel foro esileudo esso ocduso dnll'uscilu dol pul" ~~~ cl:isend,) le ! ureli dal Ca\'O preurule oo hidos;..ule da l• dita mentre <>olo in que;oto modo il lil]lliùo cht c:'mrelln (">ubllmnlo aU'unoper mille o aciùo ft>nico all'uno per ce11Lo) può ragr.ri ungere il duplice "COpo di lawu·e la ca,ità ~uppuranle e di medicarla uel tempo :-;les:;o. Ciò fallo f:e la pelle nel ,..ilo non è mo to irrital.a Il iperemica "i pas.'u sulla par·le una pennellatura di Linturn oli ilHiio o vi :si spnlma su la seguente pornals come ri ..OI\'eule molto efli<'ace: Jodui'O pola~!::HCO, tintura di iodro . . . an8 gl'. G Ya.. elina, ungut'nlo Ji bcllaoouna. . . • W S1 adatta poi un cuscinello di O\'&lla e si fa unu fasciatura comp ·e::-,iva. Il matlino ..:eguenle sr ~fa:-cia, si riapre con lo l>pecillo il rorellino clul qunle esce nncorn una Cl'l'la quanlitA di puc;, perb mollo attenuato c •1unsi sieroso, s'inìotla di nuovo il h•tuido e SI mediea e ra'<Cia allo sle~!"O moclo. Al qwoto giorno dal ror·eJlino non e."CC chf' IJUalche goccio di liqutclo ~reros11 e di color· citnno i fenomeni infiammatori sono tuui scomporsi. Si seguilo ancor·a. con l'uso deUa tintura di o d•>ìl pomnle risol""nb E' in medio al decimo giornò l fermo P. (!uarito. Alcuni, come abh1amo accennato, praticano pw forami eal bubbone allo scopo. dicono, di lavart• tU••!!Iio la caHtà, . tale vralicn ~ ~Ul'Cl'flua )Uando non é nociva, poiché o tre rhe si ir•r·iiH troppo lA parlt' e la p!'lle fuceotlo piil for1 Sl più facile acce-:so ulla penetrazione dell'aria uella menll'll co11 un sol foro :-.i può la\'are beni:;simo e non stando una iniezione se ne raranno duo o tr-e tln che l quido dal cavo esco perfettomente lim~•ido. A l tri u<>a1·ouo l'tl'-'piraz!olte per mezw di una sll'lnga rante. Tal metodo --nrebbe teoricamente ancor piu utile non pr·csculasse i seguenh inconvenienti: c Che l'usc.tla
DEl
Bt:BBO~I
l~GUINAI.I
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pu è re a aucor più difficile poichò ne' bubboni è faciJi!;simo che quAlche zf10'o olluri Rubito l's~o: che Rpe--~o put\ succ"· dere che la cavità dt"l bubbone sia aurraltuol:a e che l'ugu o caunula non pn!"chi clae in un solo compar·tuuento, mentr-e e tal incon\'enicntc si può rimeJia••e, con la puntur·A a mezzo del bisturi, con uno spt>dllo attnzzu e ~nLtile che s"iutt"Oduce pel forn e che apre In vta al pu~ rnccolto nella nnfroLtuos1h\; che COli la siringa o coll'apparerchio aspiratore non ;::i può age· vohnenLe praticare 11 hwaggio del C8\'0 e ripeterlo nci ~orni Ct•n,-;ecutivi a meno di voler bucare ogni mattina il bubbone; eh..: non :-empre si put'1 8\"er di--voniùile una siringa o un nppareccluo a-.p1rat •r• . lnflrw A ~uni ><oc:;tersr;ronù t he colla 1\ piJ•azione allH volt~> coj siano Vl.'rillcali. degli 1nconwnienti, r~ <'ui uon rar-o qttPIIn 1eh'e"ulcerazione del bub . le cho cornincierebbè do l punto por•fot·ato ùnll'a~o, ulccrando~i prim11 il lragillo dell'a~o o della cannula: piis fucthucrrle ciò (JUanlo il L .Ib_ t 1'8 ulcero- l wl •rnamente Si vorrebbe obbit?ltat·e al metodo dP.Ila puntura ch'e,:;~o q l eh ' •Ila r on ra~~unga lo c:copo 11an io ·rall ~ rli bubborti ulcarosi, Ilit~ pur notando che molti buhhoni di vPngono ul!:eroc:i dopo praticatane l'apertura ··~c:~>ndo 11 conlollo del· l'oria coutlizione ro\'Or cvole allo S\•!luppo do'i'ulcerozione o all'~tzinnl\ del virus uker·o~o. ri~pontlet•.. mo thc noi non po -· tarno drsgnoslicare a priori nella &no!-:,..:tot'Rnza der c.:as1 ~e un bubbone sin divenuto o no ulcero .. o; che ..,e per bubbone ulcero:,o intendiamo, oome gli autori intendono, quel11 cht' si tlV11up)lAno dietro l'azione ùel viru,-; o pu~ dell'ulcera venerea, po Hatno afl'ermart' che tranne tre di natura r-ifililica perché lh ~eguiln ad ulcera dur•a, lulli gli altr•i curah nel ripnrto :;arehbet·o 1ali ulcero"i pet·ché dAli da uil'eri 'enereo c lutti son guarili colla punlura. Ed nn,·be avendo ogni pmbabilita di diagno!lticare n priori un bubh ne ulrero~o, nulln perderemo praticando p· imtt a puntura, poiché o avremo la guarigione medicando il cavo ulcero ..o \!tra,. ~"'O il d llo roro, o non l"açremo n lollu ('lnso l>latno sempre in tempo di praltcare una lungn aperllru ove . . . . fl à h , ~~ creda opportuno. Jn quall'r8«1 mc Jo SI r1 ellt r 1 c e ''Bnlag:;:i del metodo in dt~cu!'.'sìone souo i ~t)~uenti:
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SCLLA CUli.\
Si preserva dal contAtto dell"aria una supe1•ficie rante. Pur presci'vsndo rlall"arta !>Ì ba l'agio dj come 1'1 "uole la ca,·ità del bubbone e come se fosl\e stata aperta per mezz~> di iniezioni medicamen!oso che "'i credono opportune. Si rispat·roia all'ammalalo il un lungo Laglio e la lunga cicalrizzazione de' margim Che "8 consideriamo poi le tristi consegu~nze e le sfavorevoli alla guarigione che frequentissimamente t'i ficano pet' un lungo la~dio, quali sono: l'induriment.o, carlocciamento, ti racìle di\aricamento de' borJi, la razione di es::.i, la produzione di granulazioni Cu:~go•e pide e ~uppurnnti, lo produzione di lessulo iperpJa ... tico dulare facilitala dalle irritazioni e:,le1·ne, la produzione di fistolosi a lun~his:;itna guarigione: ecc., ecc.. ogni prima di praticat•e un lungo taglio vi penserà su bene e corderu sempte clw un bubboon ulcerato aperto in Ricot•d !lut•ò tredici anni, eli un aUro in mano di vuua~""' undici anni. Quanto abbiam poi dallo per i bubboni ioguinali su iulorno alla cura, Vtii'I'U oncot• più per le aJentli •A'"'"''-vicali e soltoma~c~llari !-luppurate, nelle quuli con l larga a teglio, ollre tulh ,:tli allri incom-eoienti c.Le capitare, residuano detorrnaoli e \'Ì$ibili cicatrici. l ca!;i curati nel reparto venerd sono i se!!u~nli: l. Campanile Vilo. caporale maggiore ia fanteria. lralo il 10 marzo pet• ukera vener.-a e bubbone l"illl~lro. Gual'igione 111 l l giorni. 2. Monti Ernesto, '-ergt•nte 16• fanteria . Enlratotl l:-l per ulcera dut•a c bubbone :-uppuralO. Guarigione del in cinque aiorni. 3. Farinati Luigi, l'Srabiniere nella le!tione K tralo il 10 marzo per ulcera molle e bubbone Guarigione in IO ~iorn1. L Branda Giovauui. "'Oltlato 3• bersaglieri. :r.n:Lnl:w·.• marzo per bubbone kUpJlUI'tllo. Guarilo in "c-tornt. n. Caltlarulo Fron<·c,co, :-;oldalo fl• fantet•ia. marzo per ulcera duru e g,·os~>o bubbone suppurato. rito ùcl hubbone m dnque giot•ni.
Dii BUBBO~l
I~GUINAIJ
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6. ~~u~iello :\latteo. soldalc.. tu• fanteria. Entrato il 10 marz.o per uletJri e bubbone ,..uppuralO Guarilo del bubbone m .., grorni. L'infermo o:=:el dall'ospedslè alcuni !!iorni dopo perché opPrnto di fimosi. 7. Chiareppe Giuseppe, tsoltlalo tv• Cunlet·ia. Entrato il4 mat•zo pr•r ulcera molle e bubiJOnc destro. Il bubbone é gua· rito iu U ~iorni. L'infermo è u::~cilo dtlll"o~pedale i123 ma1·zo pt•r Hlleud~>l'l' h:t guarigione dell'ulcera. ~. ~lM•o Gio. Ballista, caporaln maggiore ;.,• fanteria. Enll'lllo il 12 apr·ile p~r ulcera molle e hubbone "Uppurato. ne usci Il ~3 dello. "· Piras Giuseppe, solualo J:l• fanteria . Bubbone suppurato ~ariLo 111 cinque giorni. 10. Urni Antonio. serg-Pnle èi~t rello mìlrl8.re Perugia. Granùlf'"lluo bubbone supput·&to, pnnto rl H maggio, !!Harllo il 20 detlo. Entrò il 10 maggio ti ~i r·un"e il 14 perr.h~ il bubbonr• non era complelamonlo suppurato. 11. Sergente Ma1·chi Giuseppn, l~· C'IH'alllwia Alossandt•ia. Gro~!lo bubbone suppural<,, punto il 15 uprile, guarilo in I:J giorui. 1~. Darone Enrico, allie,·o gunrcli& di P. S. Entralo il 12 maggio per· due bubboni suppuro ti. P un t.. il 27 ma!:gio, e&cP il 81 guar·ito de' due hubhoui. 13. Mozzon Ciiovanni, mJardia ciP) re. Entrato il19 ma!!'ltio per ulceri molli P. bubbone $101"-'tro ~uppuralo, guarilo in O\to grorrai. H. )int·l'ligli Deodalo, l:iOiùato J ~· cavalleria. Entrato rl l8 muggiù pel' bubbone suppu•·ato, gunriLo in cin,rue gioJ•ni. t:,. Dall'Aglio Adolfo, bl'igt1diere dei reali carabinieri. Entrato PPr bubbone .!estro. GuAI'ilo iu quallJ·o g'iorni. • ~G. Ttu·quinio Fortunato, nHJ!'ic8nle delHi" fanteria, guarilo In 8 giorni. 17 · ~uz.zi Francese<•, !!Uardia di P . s. Bubbone suppul'alo Guanto in ::,~: giorni. bo 18. Mancinctti Gio. Ballbtn, soldato 12" artiglieria. Bubne doppio. Guarito in l;;er · ìorni 19 . ~ . ...,~_, • ~l 1 Croce Donalo, soldato rl• fouleria. Bubbone •1e:>tro, • - nto Ili 15 giorni.
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SULLA CU!l.\ DEl BUBBONi INGUJN_Ul
20. Di Febo Aulomo, ,..oldalo ()• fanteria, guarito in giot•ni del bubbone l'luppuralo sini.,tro. 21 . Raccioppo Lf'onardo. caporale 6• fanteria, guarito bubbono !'luppumlo in aiorni 15. , 22. Cro\'ello Antonio, ~ol.lalo 6- fanteria, guar ilo 10 ~iorni di uu bubbone ... uppura.lo. :!3. Agaptlo Giu~cppe. l'loldalo 1• artiglieria. ~rito giorni 13. 2'-. Cornalba Pietro, zappalore t6• fanteria, guarito 10 giorni. 2~>. D :mati, soldato ~ ~enio. guarito in giorni 15. 26. Breia, soldalo a• ca\'alleria, guarilo in ~iorni tO.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVIST.A. ~fEDIOA
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hoora del fleJDJiloue 11l.fettivo primario della faringe. (Berliner l'ltnische Wochensc!trijt, ~- li, pag. 112, 1888).
Ave,·o già consegnato alle stnmpe un precedente ar·ticolu eli r·ivi<;la sull'interessante argomP.nlo (1), quando mi venne !>Oll'occhi il re~oconto della seùuta dell'associazionl• mecltca di BP.I'lmo, presieduta dall' illush·e Virchow, del 18 gennaitl e. a., al t•us ordine del p:iorno era messa la tliscussione sulla JeLLura falLa tlal SP.nator dei casi o~ser·vati di fariu~ile Oemmouu~"a. Pet· la partr che vi pr·e~ero scienziati di spicca la notor•idà, e per le opinioni concluilenti cb e furono serenamente f'rnesse a c.hiu· ri rP l'c1scur·a patogenesi, mette conlo rli porgerne un r las"Unto, latsto più che, lusingato dal nome d'un l"osi accurato Ol'IS&t'\'&lore, qual'è il Senalor, fui indotlo 11 ritenet·e l'inl~r uuta da lui descrilla per un pericolo nuovo nel campo delle maJatlie da infezione. Invece il Gullmann, levato!>.i primo a parlare, fece appello alla m&meria de~li astanti, specialmente chirurghi, pe•· rievocare in essa osservazioni sJmili ds flogosi llemmonol'le tlt>lla l'at·ua!!e, di cui una anche a lui occorsa alcuni anni innanzi, che ~i propagano alla laringe e la occlutlono al punto, da l'endt-re necessaria la tracheolomi~, quando gié l'ammalato non ~ll.l)ia in brevissimo tempo per a~fissia o pel' :::ravr!iSitua inez.wne ~enerale. - È queste una forma morbo~a co:;t ben delimitala, che difficilmente se ne afllevolisce la memMìa per· la de'"l'Ì7Jone abbasLanza buona che n'•· st.ula fatta. ln apiJ!gio di quesl'ullima frase Gultmann si I'ipor·lò t~lla Patoogsa speciale di Ziemssen, che ritiene la malattia per ftogoss Il ) \'eiiJ rn.t.cicolo di luglio, a pag. i9t.
Rl\'l TA
erisipelatoso della farmg.:~ e della laringe. alla Patolo~ia dica ùi Eiclwr t ed al Trattato di chirurgia d t KcHu~. "'"''""m•"' 1 quali s'accot·Juoo nel compt•eucler•la sollo la de"ifrn di erisipela dt-lle mucose. - Non e a mera' ij.tliarf'i se le cerche di s.mal()t' !ml micrococco er•s•pelo~erio del Feh siano state nega\i\'e, perché fut•ono ì!'<tilUilt: sopra un solo e dt questo !'IU ft'Arr1rnenlo mitumo di les!>ulo,quaodo ~i sa 11uei microrganismi spec1tici "UF:liono proJiguh'amente mula.rsi \'et·"'o i contini del le'!!<Ulo infiammato. E 11011 é lida r&g-ion~>, per escludere la po;:::;ibilitn c.l' uno ftogo~t ::;ipelatoso di I'JUegli organt, la mancan?.a tlel do to eucliOI~ d'una pregre-.;sn erisipela clelia faccia. per ché iu casi dt gent>re il rni<'rococco ~ril'ltfll:!logeuo è ::;lato trovato. E Guttmanu, ad ouo r~ del nome italiano. citò due del dott. Biond• (mio tmtico cornpacno di ::otudi, che. ~;ja
Fer incidenza, levorl'l p~r ti pes·fez10nameulo •tell'•"tiluLO nko di Berlmo, rd ora f· aMi"lf'nle a Bt·P~Iavia). una dt rintdle el'!~ipe l tHosa, e l'allrt~ di fa•·iogo-ton~i ll ile cou 11 follic(llari, Jlf'lJ,, ,..aJiva di amho ì quali infermi egli di la presenza rlellc> !"lr eplococco -:pectfìco ..1el Fehlet~en. ne scri"!le un lavoro per la Riforrr.a Medica (1 •N che venne nnnunz1ato ueuh annali batteriologici del gaJ'leu (2• vol.188il. P er tutta ('Onclu~ione ìl Gulttnann «JUeSll nemmoui raringo-lat•in~Pi, che il Senalor .. ~da ma per co~a nuovA, ci sono giò noli per descrizioni an tiche e ct>nli, como procedenti probabilmente da un momento livo erisipelalo"o. ~ìa in ségttilo di eri"ip...ia della all' infuori di •1ueste circo-.tanzu, massime m tempo di demia. in cui ù possibile che il J{enne, Ll•aver:<o la ca~ •ti "aie o hocc11Ie, penetri direttamente nE'Ila muco,a rin!:'ea. Le ullt>rio•·•todsgini !IO 1t'8nno additarci •l mezzo per amplitu•e la nozione etiologica d1 questa inft>rmila,se, in ogni caso si ll'alli sempre clt tnCez10ne eri~IJ alle colture, inoculate agli annnali dall·a~"'Ì"'ten l~ del nelrunico rnso ~ottoposto a ticèrch~. risultarono indtDIIPIIl per il ~ernpltc e fatto che i microt·gl\nism• coll•vaU non
!:!pecifici. Sorse a porlarP, in secondo luogo, 1\ rresi·lento
:!lEDICA
U?3
ct.e comtnciò per accetl8r•1 in massima le conclu;.ioni dell'orAIOI'e prcceJt.mle. Egli rivendicò alla scuola t.l1 Berlino la pl"io-
rttll rtelle o-<~er' a;cioni cit·ca il ne:>so fru l'erisipela e !e ttne7.10ni di cui é di::;cor~o, alle quali Rusl uppli<•ò illlome d: pscud cri&if ele. e lo :-le.""O Vircho" ìjUello pii) cort•enle di llenlmoni ditfu"i. - Fece po:-c1a nota1·e che, in pro~o:r'"'"''o di tempo, JUand· anche si giunge!"c:e ad ar.,.ertat·e chi• le due malatlte d1pendano da unico germe inft'llivo organiuolo. pratica meolo 1 sarebbe costrelli a mantenere la d1lr. renzo. com~chè l'un frOCCilSO, J'ul'Ì!;Ìp!!IR, 1100 abbia niente che fure COl' l'mfìJtraZtOnc ceiJulart>e uel le:-.sulo, Chù la~ia rit:-Cl't'hllllt'llte inlallo; meutre l'allt·n pt·ocesM, il llt>mrnone difTu~.o~n, pog~ie :-;oll'in· filtrazione onzideltn, f"J comdtw~ •ruasi sempl't' u rnor·lifìcazi(lllÌ di l'">'llll "U '"asta "-Cala. Per CJò che concenu~ le o.::-.ervazioni del Senalor, Il Virc " prese a dire cl• e le ><ue -.icure ossenoz10ni dalaoo òalla tloe ùel 1t-UO, fin cla 'JU8lldo era rnedtco dirclt(Jt'c' delle ~r e• l'i 111 Bet·linc1, pc:wcui il materiAle raccolto é tlìsct•etamenl~ ril \'Il nh•, auch"" per la rop•a di reperti anatomc - palolo:.:-ici, clte gli Cor ni l'o"pedale dello Car,l.à specinhnente nezli anni l 7 . So!.'g1un"e cou molto garbo; • 11 ... enolor ci lta fu \lo un certo torto, me, ~enzo ruuovert?ll dcuu rirupro\ tlro, • dt:!.bo dir·~ eh .. uou è t•f!li l'unico cl~t• 11011 abbia letto le • lllÌ· r{•lllZcnni; uu ~o! Jl()mO fl1101'a conO'<C"' che se ne '-Ì& • occup!llt•. ed é 1! prof. Hauc-hftt ·s di Pietrobur~?o. • EntJ·ò P >tQ!a nel Jiscor~>o df>l tlemmoue diffuso, e, con quella erud,ztone ehe g'li c propria, deltò una belln e vcrn lezioue ma· : tlttle,che è un compendio, illu~trato da CAl'i pratici, di quanto ~ 1 10 occo[')o;n <-ull'argorne nln nella lunga c:nrrtera. c St 1! • s ' 16 lor ("eutt•nz•ò il YìrCIIO\\) con !a comunicnzione dei sur • ulttmi · • ca;;., 1•a mo~trato dovt) si po:::su giungere anche con 1 no '"'car"n raccolta di e~ si, pd miei. in vet•ila, non sapt·ei 1 [Il) v~ «e n!'! ro!':sa trovar la fln" . • E rrui enum e rò tulle le "'t •h llotlosi tlemmonose Jella farinr•e tlell'e~·ofaao dello ma 0 • ' ,.. ' ~' • dd!' tnle,tiuo, e ,)~J media~lino, h::gate Il proces.,i t lit 1 n nott, quah In "carla l lana e la difier1l•• o n-ero in ne ~o h~ . • aravi ntfez,,.,m pu• rpel1 o ·per \"18 mt>~~loll~n • ~'On le <> putr••:.cenze dell'utero, come le diceva il veccltio Boer,
l\1\'lSTA o~ anche indi!wndcnll cln '(U8l"-Ì8!'Ì c-.sn1sa noU., P, spcondo
li 'A re_ la. additalA 1 er llogosi ftemmonoooe • -.ponlane l, Sonnenburg pre l'e 111 tP.r·zo luo~o la parole per mare che i chirur•gi banno, già ùa tempo, n~!"ervaLO e scrllto ìl flemmone !' ·lllc-o farmqeo, che capila a-:'>ai s 111 fancJUili, e cito, all'uor o, un caso recente l'viluppato 1 punLo in un ra~azr.o ;.:enza cau~a app rezzabile, rhe vnn &<mnnn aYea opPI'Nlo d1 lrucheotomta per la1:ingo-~teno era in ,·ia di !!119r•tzione. e 'el casi analoghi del lìautier e l uno di Poulel: ricnrcil't da ultimo la frec,ue:llA dei moni faringei 11ei ùinbeltci, e conclu"e col non duhilare l'eri!-ipela, pos...a, 111 qualche ca<>o. avere una pnrle neticn nello s\'ihrr d1 questa grave forma di flogo 1. Si levò allora il Senalor a parlare in dir~~a delle o"ser"azioni, mo, dopo una replica del Gullmann, mettere ancor ruu 1n rilievo l'opinione di Ziem,.~cn elle, senza una prP.~re!I~<O erisipela cutanea, •rueslo oflezione in~'<orl{ere primarit.unPnle sulla mucosa l'ar·in!!;O luringea e durre rapidamt:nlf! a mol'le ,.tl'inf~rmi, e dopo un'in zione di Henoch ·c dove!lctP percrò il flemmone ferir<>i sempre a.l erisipela, la !'leria ùiscus:sione• .., eh queste precise parole ùel Gullmann: c per quauto la " è nota. n'é uguAle il valore: ho eletto però -=nttnn~ .. ,,. . • h,, forma clinrcn di 1?'-'!18 é già Je"<'ritta. • Ho crt>rlulo mio elflvPrP rli riferire quanto ctnpra, comunicazioni ùel Seuator. cosi dotlameote illuslrate el:>posla discu<~"'JOne aecatl• m1ca. non fossero r ima"le malich!:', quali par·vero annunziarsi. A roe era venuu. mode,. la l'rdea che il caso del llaruch da ri!Pnersi per eri<:ipela pr·imilivo della larmg<', in ciò ammeltP.I't-, dulia I~Ltura della pregevole mcmo~ del Ma<>~ei (il )lor·~ragni. 1885), per quella ctleol"-8 clinica che la s toriu me ne porge\'&: "" rot t'ÌII apposto • non tocca a me dire: aJ o~ni modo, cte m'mganuai 1111 fllrla illu::;inghier o nppogJ(io di così eulore,·ole lar"'"u,.,...... meno che l'opininnP di sommi scienziati strauier1 . .-\. poi r1el fin (JUÌ espO"'ll), (l_ fnrluna ch'io pOS"B CJWIe le vazioni cliniche e ballel'iole~giche del dott. Cardooe.
li[OIL.\
dellu clinica lariogoìatrica di Napoli (Giornale intern.a:iormle delle sc1en.:e me•licllc, anno X), ('be per corte,.ia d'1unica mi furono mlditate. sulla ert~ipela prim1hva della fat·inge. De:;>'e, contuttodtè brevi. porgono prezio:;~o ~onlributo all'etiologia delle faringiti cosi variamente batt~>uale r.on nomi impropri, ed hnnno 11 merito di adùurt•e a comprovo inda~iru microseopich•· e sp!!rimentali, controllate nell' blituto anatomopalologico di truella Univer~ilA, che gli venne fallo di eseguire con "\lcce~~o in uno dei quattro r&!'li o«~ervati, rttccoglien!ln, a mezze d'una ~irin~a di Prnvaz ~lerilizzala, il li~luidn contenuto in piccole llittene sul boa·ùo libero del velopendolo, e riu,·enendo in tutli l prepat-ati lo specifico strP· ptococco erbipdogeno, cb e fu isolato e coltivato puro in piano ~Ila gelatina. Resta CO"l, per opera di due no,tri, Bionda e Cardone. abbac:tanza validamente dimostrato con metodo :;perimentale, Ili cui :.;i lamentava il difetto, che il flemmone faringeo, hen conosciuto nella !-!UO forruo clinicn, JlOSSll. ben ri· ferir!< i nd erisipela. primi li va di quell'organo. G. P.
hU'ettologta dell'erulpela e dell& febbre puerpel'&le. D tL llAKTMA:-;~. - (,1reltio fiir JJggiene, ,·ol. i, fa;;:c. ·~· 188i).
Quantunque pet· noi, che ci occupiamo di medicina militare,
ha seconda delle Pnunziale mnlallie non "iu di pratico intere$sn, nonpertanto. per l'intimo r·appor lo etiologico. non ha guari 11~ccrtato, in cui tal volta Fti ll'llVII ro11 l' erisipela, ne olTre uno sc1entifico che poh·ebbe servire di incentivo ad "!ler10ri inùnj!ini; ollraccin, la parte, cht• dell'erisipela sarà l'tfer•ta, "ervm1 a completare l'articolo pt•ccuden~e. AgiJ osservatori dello. più r emota elà nveva rccalo sorp~~8 In notat.o coinciclenza ilt'lla fcbbr ,.. puerpera1e con la etUtpele epidt:!mica, ma la nozione scientifica che l'un pt·opo\e<~-e ori::inat·:-i dall'altro, cornballuta a volte con tro en~ da laluni, me anch~ calorosamentQ difec:a da altri, v() lrl \ 'irchow uu aulore\'ole sostenitore. E di fatti, fu eali Pl'lmo fl raccogUerne la confcr·ma anatomo·paLologica e ~d tlillflca1·e 1 . . o. processo ew;•pelaLoso cutaneo, quella clte
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chiam•'l • eri!òipelu gl'Cl\'\! puerp~rale interna •· H.u~uuo,e r'FAI' e Gu!>~Pt•ow si oppll!'L•t·o a CJUe:-;L'upinione: Winckel s1 di condlinrlA ammclleudo per· la febb re puet'f erf.t1e zione acuta chirurgi•~. determinata da un microcpcco a solo od ussocialo noi n!Lro micrQrganismo: Friinkel, nel fermare i r~>p«.>rti batl«.>rici di Orlh, SO!".leune elle le due lallie procerless«.>r·:> da virus identict o, pet· lo rneno, affini. Era "Orbala ~ti llarlmann, fl"~i"tente della clinicll logica di Monaco. la furluna Ji decirl~>re la que::.tione, in 3 ca~1 1l1 febbre puerperale, riuc:cl ad isolare e ,.n, ..v_ lo str·ertococco eric:ip lo!!eno <lei Fehlei,..to>n, e:. lraen l ciò prollt.Lo, pre"e a slurliaz-e l' ehnto~in òe\1~ due m separatamenle e Ct·a lot·o. istiluendn all'uopo ri!l'oro"'e ,.;,.,,...,~M balteriolo~tche nel 18boralorio del Pellenkofer. Gh é del risultato, ~: ùi un pr... ~evole ::;tu.fio éliolo~ico e ,.o,e rlnH!nli• che ~i or·cupa l'autoru 10 un'accuraht monocrntiu di 22B gine, iiJU"tl'Sla da dne i.JeJle IO\'Oie 8 colori, che fu del prem1o tlalla Fa~:ollà medica di quetla Universit.A. Dopo un rapido ;;~guardo ~tor•co all'etiologia del nrttl'81111l erisipehtlo::;i, a cotOIIIl'iare Ja l ppocrsle per ~iuncere. ·verso le vat·ie epoche dorlllnate do idee piu o meno u m u u • a Volkmann che no ~ospellò la natura infetlna. ad che per 11 primo nel 1S69 l'ac.:cet•lò. a Koch che nell' 81 riconobbe in un diplococco a catenu esclusiv~m ... nte nei linfalici, ed a Fehl•'i"'en che riusci ad otlenerne collure battezzandolo del ~~~~· nome. l'autore entra subito nel dell' 6l't3lpP!a, ch•3 distingue in tre gr·uppi. ~el l" quelln cutanea e ùelle rnuco!'e (~:. Jr·a quec:le et1urnerala farin~E'a, In rell81e, la larmgo-tr·acheale, la va!!i la rat'8 uretrale !'Ì8 nell'uomo che nella floun a), a clini<.'O <·aratleri,.tico, con ri!'conlto pulolo~ico in u zione llogisLica tlt>lln pelle e Jelle tnllo'O"e. ~el~ gr"Uppo prendr ~uell'infezìoue erisipelato<>a che, "euzn colpire i: munì teg•Jrnenti, a deco1·so uou e ...anlt!mattco. rle prefel'enzo allP1'87.inni èecli Ot'!!oni interni, ,.. di cm ,.ono pre<;r·ntanlt tfuei Cll"Ì di febbr~ puerperale. lla lui batleriologicomeul~. Il 3' gruppo di procesl!i eri oeiatOSI~
I:P.DlC-~
rebbt~
formato da quei co"i ella sor~ouo, in via primari~ Ci secondttria. a contplicure it} altre malatlil' acuLe iufcUtve (1le•)· t.ifo, ~curlallìun. dinerite). P~>r ragioni di ~pll7.ÌO l.mttato nou é pos,.ibil·· ~eguire Hartmann nella di~amina det Rmgoli casi, corredati da r:.tori~ cllmche. e laluni anche da rPiativi reperti anatomo-pat.ologic•, e nemm~>no in quella parte, che del lavoro occupa un buon &eno,la più dottrmale per la copia delle r icerche :>perimeutah. ed in pari lemvo la più ol'il-{inale per l ri::;u!Lali oll4::nuli nellu febbre puet·p~t·ule. L' aulot·e inlr·apt·e~e le sue indogiui con colture provenienti da erbipele culan"e e muco..e, dalla febbre puerperak nonché -Ja un caso inlere~~ante di peritomte micolica pt•itnitiva: cou ,•ssP praticò inoculazioni sollucutanee. inifl~ioni intraveno~P et1 irllr'aùdominali, tl'asporll •la un animale all'altro, «tud 1ando le Cl>n•lizioni eli "'''i· llppo " di forme dei microl!occhi eri..ipelogeni nei terreni Dutriti~i liqui 1i •• "OluJ•. eù a diverse temperature come purA, il loro rnoi:Jo di pt•opagaraì c di comportarsi, "'Ui divcr!>i le<t!;;Uii e di fronte a <tpt:>(Jul reMlh•1. Relall\·amenle all' eri~ipela primitiva delle muco~e orale • farm!!o-laring 'R, eh ~:l per il tl•ma dinanzi discuc:so ~i<wa aeeennat·e, llar·tmann confCI'llljj che purtroppo nesi:luna ricerca bolleriolo~ica ;.rl• venue ratto dt es~>;zuire, come a nes,..un altro finora, mentre ebbe oe.casione di O""er,·are eri;:.ipele leoondarìe a c:carlaltina e dift.•rile. coi relalivi repc•rli microJICOpici e balltJriolog•ci. Le flittene si sollevano su quella muCO&e co,.l b~ne. e perfino più sn·anJi, come sulla pell.. , p~rchc la loro formalione é, a ~uo parere. legata ai le:;:;uli, che IOilo r1coperli d& l'pilelio pavtmenlo:::o, "ll'alifkalo .. uuo bo:se di cellul•' cilindriche. Da ciò emerge ancor più cl•iaro il tner,to del!~ citati' os"ervaz10ni del no~tro dotlOI' Cat•lione. lo ria«!<unto, ecco le conchiU"oni, alle quali pervenne lo autore 8 se~uito d~lle "Ue ricer::he: t• Il r('perto Lallerir.o nell' eri~ipela, m gener·al·~. non é <:ol!~&~le, come finora si ò ammec;so. Gli <tpazi !Acunari ~ ' 8 S1 lutfatici cutanei non sono i -.oli -·d uruci punti della tnva::ione. ma i batteri pos,.ono, dali~ muco--e di·lla part& lttJierloN> dell'inte~tiuo e dA truelle dt>gli nrgani re!'pirRLori,
:i
RlVlSH propagar~i per• le viP linfaLiche delle sollost.ante, eh~ t•ietnpìono l'Opiosamente. Eguale st 'eriuca nella mucosa Jei genilali femminili. ne.l puer·pcrio, nel quote i micrococchi el"isipelozcni pei \'&!c'i l<&uguigui beonlr direttamente nel crrcolo sa 2" Solto il punto di vr--ta isto-baLleriolo;:;ico, pui) M"ere di,linla in superficiale (cutanea) e pt•ofonda mono::;u, per es. rril<tpela iuiopalica defla faccia), neral" da bullerr rdenticr. • :1• Que:-ti, per la pos..ibilrlii -Ji entJ•ata nd cii-colo, veugonu ancltt: nej:!li organi interni in dali ca~ì. 4• Tnlunn volt.a l'erisipela è mortale per• l'infezione nernl•· del vir·us l-lpecillco, 110n per azione di plotuaine: tnfezioru Ulic::te può la morte attrrbuir::;t anche a sepst 5" I micr·ococchi .-risipelogeni non cagionano mai purnzìone nel Lessuto cellulare cutaneo, nt', ascessi slici negli organi interni, ma possono esercitare piorteniche nei te<;suli ricchi ùr vasi linfatici e nelle omonune. li• Cer te forme di febbre puerperale stanno nel phi rapporto con l'eristpi>la tleUa mucosa genrtale, e noa da imp11tarsi ad mfezion(' 8ellica. 7" L' ••ri ipelu dimo!"tr·a grande tendenza a cou oltre mnloLtie ncute infettive (lìfo-addomrrtalo, dinerite) i.: Jalle mucose cosi ati..tte, per ,t!COrJdarra di micruc•>cchi, dAterminare inrezione generale e gosr artrrolari. ~· Il nuruero delle malattie erisipelat.osc pliarsi a que:;ta ~.tuisa, più che non sta fin oggr così una peritomle spontanea, alcune forme di ~·erale, i flemmoni farin;zei, secondtu•i a ~cariHlli na e furono riconosciuti di natura erìsrpelalosa. E !•er no"lr'a aggiunta, anche tal une faringiti bono QH'I'iYersi olia !'~lessa causa iofetliva, come ad ci <~embra ù'~t'·cr innanzi dimostrato.
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MEDICA
IDJluezua del tra1Uill 81l1la produsloDe della uloera dello .Wmaoo. - A RITTER- (Zeil:Jch r • .fù r K lin .\1etl. XII e Ceruralb. ffJ. r die ~vedi.e. Wi9sensch, :-; . 19. 18.'! ). Tr~~ endo motivo da un caso
di ulcera dello !ilotnaco che,
Sf'COlldO ogni probobihlà, fu provocato du UUIJ perCI>!'88 "UJI8
reg1one i>pigastrica per caduta sullo S!Jigolo eli un tavolino, ti dotl. Rittcr iutraprùse alcune esperienzP ~u,;li animali cb e pare debbano rholvere la questione della influenza dei ll'aumi sulla produzwne ti elle ulcere dello stomaco. Nella prìtna e:.~•,·itmza ad un cane nella narcosi ctoroformica t'ur·ono c!uti più colpi non molto forti per mezzo di un martello contro lo Elomaco mediocremente pieno. Dopo alcuni g10rnl che òecor:;ero sem:a sintomt lo <~perimenlo fu ripetuto e quindi l'animale ucciso col cloroformio. La sezione del ca•lavet•t.~ mostrò :;ulla supel'flcte anteriore dello stomaco. ollro un ntTossamento dilru~o unn macchia scura larga quanto dieci cenl••simi rorr ispondenli u<l un'emorragia !:!Ollomucosa. Hi :;ocontt·os~<i pure uua rottura del lobo sinistr o del fegato Ln le!'>inne della mucosa ù11llo ::-tornaco avrebbe bene in n v venire m••nalo alla produzione ,Ji una ulcera. Non pct·lonto fu e~eguilo un !-'Ceondo e~1 erimenlo per vedere ><e eru po!'l!ltbtle una lo le lPtione della rnucoosa gaslrica senza con temporanea lesione di allro ot•gano oddomios.Je. E que~lo fu dimo ... trato nel "econdo 1!p;;rtrnl'uto. In questo gli orj::ani addommolf erano r1ma~ti allest. :\€'Ilo ,tornaco si trovarono si di fuo r i due macchie roe"e chr> corri"pond.,vano a un !;O)h•vamenlo emorragico della rnuro"a largo circa quanto cinque tnat·chi. In 11mLerlue lli sperameuti ~i trallava, come fiJ dimostralo dal micro8e'lplo, eh una separazione della mucosa dalla submnco,n con un versamento san!::'uigno in quesla ultima. ~on é dubbio ebe rra nou molto qui J>er razione del sugo gastrico si sa~bLe formata un'ulcera. È anello ~ollovnln In que::.tione se li·aumt che operano sullo sLomaco lt>n\.amPnl"' pos"ano di•ent.ur cau<~a di ulcera dello stomaco. SecNJdCI ques to coneeUo are1bero principalmente da condannarsi i bu11ti dellt'
donne.
RIVI STA
Balla oura dell'aloer& rotonda dello •tomHO. RAROT.- Deuts .U,.d. Wochensch. e Corrisponden:z ]tH' SchtNJt:oer. Aer:ote, t• gtugno 1888). (.a parte prmcipaJe nei trattamentO dietetiCO è rann1NUI,_ lato dnl lallc, eh~ ~enza dubbio è un mezzo di nell'ulcera cronica >"emplice. Nelle forme 1 ecenll, dieta lattea continuata per alcune sellunane, ba«ta per t'J r <l l'ulcera; nella nntichc però ~i può appe;1a l<perare venqa sopporlata pel tempo necessario alla guarigione. questo caso occorre che la nutrizione sia abbonùau !allea. l peploni non son•' molto da raccomaudar;;i, Lo roseo ~ 1rrtlalo alla secrezione; 1l loro gusto di un nau«eante guasta l'appetito, e ~emhra che dalla natura siano stati falti per nutrimento dalla bocca. Al certe condizioni gt'Avi come emorrat:rie o perforazioni ulcera. post-ono e!<!'\ere impiegati p~r clistere allo scopo mantenere le forze. Gt·an parte dei llledici ordina dieta lattea o carnea bUml!nte m ftH'mu lirtuhla o semiliquida. Si deve 1nira la racihlà di clif,!eslione: una so~tanza lìqUJ.la noo pe,hsc•• la guarigione, è poco doloro~a al eonlallo ed po~o "llergicamente la !>ecr·ezione gac;trica. Tanto per tr1ziorte lalten quanto per la CArnea occorre -concedere c .. rlli l(ll&ntità d'idrati d1 carbomo. La cognizione òi manente iperaciditil dei succh1 gac;trici ·nell' ulcera !-lomaco giu~tlilica la prevalente dieta carnea per q lati. SI òeve avere ri~tuar lo alle condizioni di o~ni
caso. Nella ::rran parte dei r.asì bi~ogna mantenere una Z10ne d i so.. tanze facilmente digeribili com~ latte, uova , con una minima quanlità d'idrato di carbonio ua di:!Ell'lblle. La cura merl.icn nPII'ulcera dello stomaco non confidenza ed in un carlo l'en"o si mo~lra frustranea. non è raro il C8flo che SI fnccia una spiacevole ..,.,,.,.-,.,...l'uso di sostanze medicinali L'etiolojZJa dev'essere la guida per la terapia, in relazione però colle nr•lPI,.,_
931 contenuto dello stomaco. Le indicuzioni pei singoli Ca!"i sono difficili e possiamo affermare che gli effetti dei mezz1 •mpiep;ati sono ineguali. In ogo; caso il rigoroso trattamento dietetico è sempre la base del suecesso di una terapia medi<'amenlosa. La morfina per l'ulcera dello stomaco non è indicata; ne impedisce la guarigione e favorisce i disturbi dietetici. l narcotici sopratullo devono usarsi per eccezione, in caso di bi"'OfmO, ma non devono format•e la base della cura. Dell'acido idroclorico (come anche del solforico o fosfor·ico) !<l deve appena far menzione, mentre l'ulcera senza rii dò é q•1asi continuamenle.bagaata dal conlenulo dello slomaco ricco dì quest'acido. Qualche volla uegli anemici si scopre una deficenza di quesL'acido, e qui è il caso di usarlo. L'uso uel perrloruro dì ferro qui trova buon successo perché adempie a due indicazioni. Le ricerche sul contenuto dello stomaco banno ùimo!ILJ'alo che talvolta sono indicati gli autacidi. Gli alcalini sono poco appropriati alla neutralizzazione del con tenuto stomacale, Pf'rchè hanno di conseguenza una t•iooa formaz1one di a cidi. Pos!lono soltanto giovaTe io circostanze speciali. La ;:;oda <:ol bismuto é molto in uso solo in riguarJo all'azione astring.. nte e <lisinrettante del bismuto. Sono vanla{?giose le frequenti lavature con deboli soluzioni &!calme, e da ciò si raooomanda l'uso delle acque di Kat·bbaù Em;:;, Tarasp ed altre di analoga composizione chimica. 81lll& tra•mJaaibilltà del tetano traumatico 4t.ll'uomo &ll'uomo. - B<:RGER - (Gazetfe des H~pitau::e, n. 71 , ~riugno 1888). Ber~rer ha riferito all'accademia di medicina di P&l'igì due or.servazioni, delle qual• la seconda gli è stata comuniMla dal dott. Nelaton. li 20 gennaio 1888 un uomo, affetto da tetano traumatieo gr·av.e, consecutivo ad una scollatura profonda della mano. entt•a nel riparto di Berger. 11 23, lo sLato del pazi~nt~ es-ndo peggiorato, malgrado la medicazione col cloralio,
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RIVISTA
~ieo praticata l'amput.azionGdell'antibraccio, ma primaBèr:?er chiede l'avviso del dott. Nelaton, al quale fa vedere 11 maJato. Questo, dopo un miglioramento molto pronunziato, muore otto giorni dopo l'oper·azione. Nelaton, useen\io dal riparto di Be1·ger, rientN nelle sue sale e tosto, dopo aver usato le precauzioni antiseUicbe or· dinarie, medica un giovane entra~o tre gior ni prima con uua ferita contusa alla cosc1a ~elaton non a-.;•eva lo~lu tl letanico, ma si era appoggiaLo sul suo lelto; egli non può del resto affermare cb.e i suoi allievi abbiano preso le pr·ecauzioni identiche alle sue. Checché M sia, il f~rito in di8co rso è colto dal tetano sette ~Ziorni dopo. Egli guarl dopo un me.."'e in virtù della medicazione col cloralio adoperalo con vigore fin riai pr·incipio. :\Ialgra1o le p1•ecauzioni anlise\licbe pre.qe da Nelaton, precauuoni la cui efficacia contro l'infezione. tetanica, ,;;e que::;la ~siste, u per lo meno problemalica, Berger crede che la ll•bmissione del tetano dal primo ferilo al secondo sia evidente. Egli rammenta gli esempi analoghi dr Lrasmis:.ione del tetano dall'uomo all·uomo, cbe sono stati riuniti da Yerneuil nelle sue r icerche sulla natura, origine e patogeuio del letan<o, e principalmente le epidemie di case private e di spedaJi che sono slate pubbUcale. Il fatto presente conferma inoilre l'opinione di Verueuil suii'OI'iJZine equina del letAuo: il primo dei tetanici, di cui Ber!!er rlfei·isct'J !osservazione, andavll tulli i g-iorni t~lla scuderia, dopo ch~:~ aveva riportato lo scollatura, per premlerv1 la biada. Berger ha riunito, solto questo punLo di vista, i dor.umenti eziologici t·elalJ\•r a sei cas1 di tetano traumatico, che egli fino ad ora ha curato. Qunllro di questi ferili, :.ia per il rnodo di produzione dt:lla lesione, sia pe1• la loro abitazione o per le loro abitudini, erano. al momento in cui avevano •·ìpOI"lato la ferita o dopo d'allora, in rapporto con cavalli. l a un JUIUto, il contagio dall'uomo all'uomo era verisimilo. Questi fatti vengono dunque in appoggio dt!lla. dottrina di Verneuil, essi concordano coll'ipotesi di uu·origine Ì!lfellJV8 del let.ano, e due di loro sembrano indicare una trasmiss•· biJità dlill'uomo all'uomo.
JU:DlC.\
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L'itterizia nel oolera - Osservazioni cliniche del dottor~ A. Mo;o.;TEF•Jsco. - (Giorn. Interna•. delle Scien;e mediche, rascic. 4•, 1~~). l.t• allez·azioni e i rlil'lllrbi funzionali del fegato nel colera poco hanno ricluamato l'attenzione d~li oso:erv&lori. L'itte-
riZIA e l'tp~remia del fc~ato, rilevate in vila all'e~a1111:1 fl::;ico, non c::i lt·ovunol'icordate lt·a Jecomplica:l.ioni del colera. Qualche o~;;ervazion~: di itterizia é riferllu m qualche caso come com. plicazione tlel periodo di reazione e di com•alc~ceoza d\}) colera, ma ~iammai del periodo algido. l.'Rutore quindi crede utile di riferire alcune irnporlanti storie cliniche di colero>'i nei quali ~bhtl a•l o<:«ervare in vitA dei sintomi riferentisi ad allez·azione cJel fegato: e da fiU<'sti ne dcduc1~ po!'lcia alcune coosidet·azioni cliniche ed anatomopalologiche. Tulli ammettono cùe all'aulop,..,a ùei colel'osi si rinviene la cisli!'ellea piena di bilo più o meno densa coo purl1celle quo~i >'olide. Si tratte1·ebbe dunqut' ,fl 1rnpedimento ell'~cre zioue della lule, non di lll&ncata secr·ezionto; t• ltt cau"o per cui 111 bile segrC!.!alasi dal fegato anche nel periodo nlgido, non ,.j ,·ersa n~>ll'intetotino è dovuta, ~econdo il ~amial>, a smoùole e "P&~modichc contrazioni della parte dell" in le., lino che "- in rapporto col dotto coledoco: :secondo il Ceci, ad una conlrallura permanente del coledoco. l; n fatto clinico che dimostra come la <:ecrezione Jella bile non é ~oppresc:t~ , .. eh·· molle volle (Anche 111 cac:ì tipiri Ji colera) In ùiarre11 conserva un colo1·ito giallastro o verda:>.lro, ciò che polrebb•: spiegar"i con lo spa:-mo minore da parte del d~Otif:no o del coleJo~o. Juo!lre al c:opra~rgiungere •lell(l reaZIOno e"c:endo dimmuita l'h·rìtaziont=' e lo spo!<tnO inle~linale, la bile può sf':orrn<> liberamente nell'inte>'lino e i materiali riacquic:tano lll'arlatam.•nle il colorito normale; ciò dinota pure che la secr-ezione della bil·l non era soppres"-a, ma ne era "Ofo impedilo il libero deflusso nell'inte,..lino. · Amm~:~"'O 1un<Jue questo fallo clinico, è fRCittl spiegare la l>alog'lllc-:i dell'itlj·rizia nei cac::i di colera o~~ervati clall'au\ore. Sì lro.tta cvidenterno>nte di un iltero per riassorbimeolo,
RlVJSIA KtDICA
per O:,lacolo meceamco al dellu~so della bile rappresentalo dolio "pasruo del coledoco. Il ratto di più difficile interpretazione é la ragione percuJ, con ln eonst.antemenle impedits escrezione della bile, 1'1lle rizis non sia un fenomeno comune nel colera.' Può a mmet· te t·~ i cb e ciò avvenga perché, specialmenle nei C85t nei qual& Al uvvex·ano abbondanlt perdit~ liquide, si riassorbe .,oltnnlo la parte acc1uosa della bile, rimanendo il deposito (che $Ì riscontra spesso all'aulopsiu) di particelle solide e di IHii! muCO!;a e tenace. Puo amm••llcrsi pure che la bile eout111ui 8 segregarsi, ma non in cJU&nllw cosi eccessiva dn pot rs ne av,·erare il rias..~rbimcnlo ne1 pochi giorni dell'alLacco colerico. Meno importante~ dt>ll'ilterllla é la presenza detl'iperern 8 epatica; sebbene sia que-.to un fenomeno frequ"'nlrt nel colera, tuttavia raramente rag~iunge tali proporzioni tia e" ere r ilevata clinicamenlo. ln quanto all'inftuenza. dell'iltarizia, pare che essa non ne abbio. alcuna sul decorso u sull'e~i1o del colera.
RIVISTA CH IRURGICA Oontrlbuto a.ll'en4o•oop1& v ..oloale nell'uomo & . . . . 41 a.ppa.reoo!io elettrico. - Dott. MAx NtT7.F. - Arellil /ùr Chirurgie, vol. i!6, fe.czc. 3, Uerliner klin. H'uc/w111Chr N . 8, pag. 151, e Tlw lAncct., 21 aprile, 188ri). Non v'ba dubbio che l'applicazione de1la Juca olellr1ca al• J'e!lplorazione endovec:cicnlc, rotta dal dott. ~itze di Berh inventando un i:.trumf!nlo per quanlo semplice allrettan\0 ialo!egnoso, segni. al d1re di PDqner, una pietra miliare ne ro gr.~sso ùiagnostico t• ternpeuLtco delle malattie dell'ui'OCJ Quando si pensa ai mozzi dei quali c:i disponeYa. no u p1u venti anni fa, all'endoscopio di Desormanx, ad eselllpio, ,..-.
ca.
ltffiSTA CHLRURGIC.-t
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soddisfatti del progressivo miglioramento che la scienza e il genso de~-rl' inventori lta.n saputo introdurre nella tecnk~ :;lrumenlale: alla paraffina è subentrata le luce eletlric~. ai costosi fili di platino incandescenti del più antico cistoscopia, NsLze ba !'Os1Huito il sistema Edi~on. Lo slrumenlo patentulo è della fabbrica di Hartwig eli Berlino. e non di Leiter di Vienna, che dall' irlVentot·e dovette comprar·e il permesso per fabbricarlo co11 alcune ltlodificazioni tecniche. Nitze ne reclama la prioritù, perchè il Fenwick, L>asamlo:;i f<ul seco11do, porse inesa\le spiegazioni alla socio>ta medica di Londra. Desso è •lì una grande ~emplicità: l· simile ad un Cl;ltetere 'Mercier d'l:lrgento, del cahbr•o 23 della lìliera Charriér·e. alla cui eslremtlil ~ 1ncastrat.a a cemento, in una capsula pure d'argento che pt•esenla un'apertura ovale pet· il J.l8"'::i8f!gio dei rag:~i luminosi, una lampada io miniatura ati incandescenza: :;icchò il vetro ùi questa partecipa ùclln circonfei·enza del becco stesso: la capsula lermiualu è poi a vite, permettendo co;oi COn SiO)l,'olore faciljtà il <;ambio ùella. Jampuclina in CaRO di guasli Una piceola lente prismaltca è siluala nella parte concava del ratelet•e, nel punto ove il fusto ~· rìpie~ra a becco. L'apparecchio o~lico è completato da una leule piano-co11ves:;a, !n'!::;!!a, verso la metà del tul.io retti> del catetere.. ~ultragill{' dei ral!gr t-efralli ùal prisma. All'eslr·emilà esterna •leJlo strumento é innestato un imbuto oculal'c, ed un sistema assai comodo tli vtlu ad anello, cb e, con movimento in uo verso piuttosto che iu un altro, permette di render•e a volontà inr.aud~~~·enlt• o di spegnere la lampadina, a seronrla che sì Rla· bth~ce, o pur no, li cont.alto coi flli coorlultori deHa corrente eontiuua, i <JUSli s'adattano all'orlo dell'imbuto e continuano &lSSOlliuliati il loro cammino nell' :ntel'no dijl lubo. Da 4 a 5 eleroenti Grenet (zinco, carbone, ucido cromico) basta11o per gene1' 11 r e tale corrente che .tia una luce bianca e chiara, ea~~et• di rì"Chiarere tutta la superficie interna della vescica. tze, tro,·audo diflicile l'esplorazione del rondo e ddl'orificio nlerno \'!!!>Cicale a mezzo del descrillo ~lrumento, ne; fece c~atruire alh·1 ùue,neiquali varianùo la IJO;:;iztone del prh:;ma, 0 8 Slltungendone un secondo, riusc\ uell' intento di renderP.
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RlVIS'fA
visibile ancùe l' immagi;'le di rruelle rimanenti par ti dell'nrociRll.
Nellf> mani del ~uo inventOI'I:' tJUeslo ingegnosissimo endOC"iSLoscopio l•a for·nito hrìllanli risultati diagnostici, confermali da succes<~ivi alli opernlivi; e~li, a giusla ragione ne par·la con enrosi, comecht; in tntli i casi il suo f{iudizio sulla grt~rldezza, forma e posizione dei tumori vescicali, (di cui l'esplorazione col caLetere ordinario, benché pr•aL1cata da t'mi· nenlr specialisti. non aveva atl'allo rivelato la pre~enza) ,ift stato ~empre esatto. Un sol metodo, secondo l'Rutor·e , pu6 COmparar~i a ffll&llo ÌO disCOI'l'O, per il valore diagnosti C'O ('he offl'e, ed é l'esploraztone digitale dell'interno della vese1~ traver•so una lmtloniera ipogal"trica; ma non (• a dire com"' l'-ia piena di pericoJì, mentre il metodo endoci'1los0opieo elettrico ne è scevro, e perfettamente simile ad un «emplico ca· teter1smo. Tre condizioni occorrono per condurre un e~ame endove~ci!.!ale a mezzo ùell'appareccluo NiLze, e sono: l ) s ufficiente ampiezza dell'ut•etra (che. eJJ'occorl·enza, può dilatari=j) da ~r mPtlPrne rinli'Ofhlzione oer iseivolamenlo: 2J !liSCl'Pta Lollc>ranza della ve«cica, percb~ po~<sa contenere un 150 eme. da acqua: all'uopo si può ricorrPN• alla cocaina· 3) l'acqua duranLe r esploraziolle visiva, deve rimaner chiara, e non intorbidarsi per pus o sangue. È 1n questa lt>rza condiziono la difficoltà: d'onde il precetto che, mentre è in allo un'emalurta, non sia da pralicar~i esame alcuno. Peraltro, anche con e;.igota quantità dì sangue, ehe go~ioll da un tumore. é possihìle ot· Lenel'e un successo, finché, perdurando piu a lu.nfro, non orlu.,chi il campo v1sivo. Sem.a dubbio ò nai lumori della vescica che N itze ba rac· collo i maggior·i lJ•wnfi col suo apparecehro; ma. dis!!rsxia t.amenLe, quando gl' infermi si tlecisero a far~i os<=er\"are, 0 era. già troppo tardi per pt·ocedere ad un atto ope1·a ti\·o, o la lunga durata della malattia col conseguente «tAto di ,Jebolezza non lo rendeva possibili'. Nitze perciò ha pienamente 5 ragione nel sostenere l'estrema imporLanza della ,l ia gll falla per tempo. Ben s'appoue Posner col dire che io e;ò fl• siede 11 nodo di LuLLa la questione: egli tro\'8 alquanto pa-
CUIRl!RGICA
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radossale e "confortante la fra(;e del Gu:yon che, cioè: c per • l'fll&lllo più ~'<icura è la dial'tnosi, oiLreUanlo pt>g~tiore ò la • progno"i •. secondo la qual~ un tumore bene accertato con la palpazionc é !lià sicuramenlP. inoperabile. Ebbene: tumori ve.scicali, che nè l'annmne"i. nè al cateteri"-rno ordinario. né l' e!<plorazwne rP-llale, e nemmeno la f•alpazioue bimanuftle e l'analisa micrO!>COpica dell'orma avevano potuto accertare, furono invece diug:noslicali da ~itze nel modo anzidetto, ed operati rol lo!!liO :poj:tastrico. Dogh otto primi casi, ec-li re!<e pubblica ragione nell'archivio chir·urgico dd LHngenbe~:k. e piu tardi, in'iieanc ad allra sette, in tutlì fJIJintlici, dette comunicazione ai rned ci in~le~i per mezzo del reputato e chfru"o periotlico The Lancf'l ~opra dtato. por~endo di CÌ8!:CUD caso una breve descrizione e ~loria,~. per dare un'idea delle dh·er"'e forme rli tumori. accompa~nandoli con quattro di~t grarumi. ;iudicnti dall'eminente specialista di \'ienna v. Dille) per • pitture lnholta ,·era mente grazh•se • ,segnnlamenle nelle apparenze di certi tumori villosi. In otto calli :;i addivenuu od atto oper11livo. selle vollP col rnelodo della ~ezione Alta o sopra-pubtcn. ed una ''Oita (in donna} traver<>O l'uretra dilatata: dJ eS!-1 n~>!>~uno mori per le consegucn1.e dell"operoZIOn!', ese~uil.ll quallro volle dallo slt:sso );itz~. due da HergIXIann, una dn Sonneubnrg ed un1-1 da Madrh111~. Cin'}ue infl'rmi g-uaria·ono perfetlam~ule: 1111 se!>IO era. nll'epo<:'S della ~:ornunaca7.iOnP, tuttora solto cura in cosi ~od ~racenli condizioni. da polersi dire anche pr·e-. ...ocbè sanato, •~~:ehè sì ava···l•bE' per ora una slalic.lica di ~ulH'i!!ione uegli operata del i5•; •. È conforlàute. per 'erilll, que~;la ci[ra contrapposta alla frase surricortlnta del Guyon, la t·ui ~cuoia pea·n non h11 ma·a res!<ulo dttl propugnare autorevolnumle l'idea t~ol'eLìea, nota alla maggioranza dei pratici, che un'istantanea 1 COpiosa emorragia ''e:~cicule, uou dipenùe.nte da lraumo ùi e dimmuente dopo alcuni ~iorni, richiama il l"OspeUo cl' ~os~a procedere ds tumore. Conlullociò, il primo sinto111o u~ ematur1a ~imile è in pratica purtroppo mal compre!<o, ~~lente B~a~to, e ~i nde c;pp""0 a pronunziare la diagno~i l1\rìemorroida \'ibcacali • col reloti,·o trallumcuto mercò ~li ngenta, 1 quoli hanno ~oltanto un'azione pallialtva . .Mef'tliO
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RlVISTA
farebbero, d"ora innanzi. i medici pralici, conchiude C08l non sl tosto $Ìa ces<:al& l'emor·ragia vescicale, ll or~•Ut! regola un esa m•' endoscopico col ~uo apparecchio. se elevare la cirra dei tumori operabilì con succe"so. Con que~le l<lO"~a ve.Jute, e ~ur r iconoscendc) le inerenti o l maneggio del naovo apparecchio. non però montab1li, anz1 tìducio ... o che in progre:;so di tem po e""O, cotne ~tt·urru~nto di precisione, ra~giunga vieppiil fezione, lo Ha r rrl'on, chirur!:'O di Liverpool, in a lcune WlZIOOi <~ul lemll che ci occupa, lette innanzi a ll' zione me.tica di quella citta e pubblicate nel T!te 21; ma~~10 c. o., occol"e con ravore il nuovo metodo di enrlo!'r.<Jpia ve<~cicale, e ne fece rilevare 11 capitale o1iR!.!'IIO:;lico pf'r t} Uti Ca~J, nei quaJi glJ altri m~zzi "ulllcienli. Egli conclude col pr e dire che, OO!r>Or·tuoarrnenll pllrato, !!nrà per render·~ utili !>ervizi al chi r urgo pr~1Lic~ solo per l'illutuìnazione della ''esc1ca e ùell'ur·etra, ma di a ltre ruvitA del cor po. Il Po~nPr. da cu1 ho attinto buona parte di queqta stnnP., J'IICrisc•• che il nuovo slr·umento di Nilze é andte R drfllinguerP, in dati cas• difficili, se il pus ~>miA•MJ l'orina provenga dalla vescica o dalle vi~ sup~riori , O"i~<ta caslite o prelil~, se un'ematur ia sia eli origine cale o reno le, ed inollre a separare fra loro a !eune ci~tile catarrale, non meno che a scopr ire focolar di flogo. i, cor pi e::;tranei, calcoli di varia na tura. cap!"ulali, di\'Cr ticoli, ecc. !"elle mani del suo invenLore1 come ~i é 'i!>'ttl. Io ha dalo ~plendidi r·isultali: però llia in Buda pest il Ant.al confermò a quella società me~ca (lViener tMd. 1~87, pA,:. ~0) le comunirazioni di ;-.;itze con n1lre prie di 5 tumori vcscicali (df'i quaJi 3 papillomi, succe<:"O), d t un caso di cor p· · estraneo (pezzo d1 e~Lratto col li ton lrilor e, o di due cal>i eli resid ui rnn~li in \'e!;cica in :" e~uilo di liLolaplassi. dei 'luali t1on AVI'VU ofl'crlo alcuna sensazione, e che mvec& l-'tali ~coperti c:ol cistoc:copio elettrico. Che nella medici penetri la convinzione della necessità di
Cflill._U RGlCA
Q3!)
tempo llebito un'esplorazione col nuovo appareccl•io: ecco il voto che Cormola Posner concludendo ra sua interessante rPlozione. cui sia permesso di unire tJUest'allro: che l'endoci!"to-.eopia elettrica non resti nelle mani di pochi forlunali,ma eh... resa facile e sicura, diventi patrtmonio dj lulli i chirurg pratici. G P.
Bottura del tendine del muscolo quadrtcJptte femorale. 'l'enorra1la. - KAurMA.:-~~. - (Corrisponden:: Rlall .JU.r Selu.oei::er Aer::te, t5 maggio 1888). uu uomo di -i8 anm il 2-2 ollobrl' 18f>tì nel discend~;re una SCillA r imase allaccato col tacco ad un g radmo e nE'l nwnlre vo-
leva evitare la caduta mantenendosi all'appo.gg1o, ebhe la sensazione di uno strappo al ginocchio destro. Un medtco chiamato immedialamenle dopo l'accaduto con~tatò: impossibilitA d1 esten·hwe la gamba, spazio vuolo di circa un pollice al di sopra della rotula destra. L'autoro che visitò l' infer mo il giorno seguente conslaLò la rottura del tendine del quad r icipiLe destro al suo punto d'inserzione sulla l'O tulo, senza alcun ro!'sore, gonfiore e partecipazione dell' Hrli<:olazìone del ginoecllio. Diastasi di circa 4 cm.,cessaz1one della funzione mu$Colat·e. Dopo 5 giorni il Kauff'mann esegui la tenorrafla sotto la Ilbr·co"i cloroformica. Egli praticò un'iucisiono trasverenle dt circa 10 cm. sul punto leso, colla 'fUsi~ p<~se allu ~copet·to ti mar!!ine superiore della rotula, ed O~!'ervò che la borsa Situata solto al quad1·icipile era ampiamente aperta. Per Ùl· l!cOpt·lre il margine muscolare pralirò un'&llra incisione di 4 cm. Pi!rpendicolare alla prima, e lo rin"enne 4 cm. e mozzo al di "Opra della r·olula 1eggermt>nterigon11o,di aspetto carneo e senza .,.eruna apparenza di tessuto tendi neo. L'intervallo era occupato da un grosso coagulo sanguit:no. S1 os~erva ~ono ad arnbo i lati i margini Wesl dei due va~ti. L'a$pello (el margsfle muscolare indicava che il distacco er·a avvenuto nel punto d'unione tra il tessuto tendineo e muscolare, ma ~~m si '>co1•geva alcuna traccia di lendioe. Ave ndo r}crò l'au.~~., rovesciato con un uncino il margine r·otuleo, rinvenne 1 endine accartocciato solto la rolulaannldato coll~:~suelunghe
RH'ISTA
fibre f'Ollo il ,·ac.to interno e cl'ntro l' aper·tu r'8 EstralltJ fuori ed O"SPrvalo che il suo attacco eolla era alterato. vrrme I'Ccenlalo colle forbici, riunito con a punll l'lace&ll col muscolo a tutta spesc:ezza , a!lOPien il catgut, intli ~uturn della pelle ed apposiz1011e di un solto la 1·otula. Durante l'opera?.ione anli"ep:;i col poi m~>dkatura con garza iodoformica e po~izione llells -.tecca eli Volkrnann. Il cor~o ru normaiP. In d1~ci giorni la rerita guarl tamentG, eJ ì1 paliènls si alzò da !ello dopo quattro mane. Elasso il termine di 6 me;;:i la <'J~lrice era nearc e sotto al laLlo si c:entiva una piega dura il scolo c la rotula. La coscia non era atrofica, i del A"ino !t'bio nOJ"mali . la garnba si piegava fino all' retto. Dopo 1 ~ me~1 clall'oper uzione raulore constatò la pleta r~>f'tituzionf' della funzionP. Allo nu!'razaonc' d~>l caso r autore ftt se~uire alcune tiche rilles!>ioni. Per quanto a parere di Maydl, H Brunnt"l' ed E. Bcck non si ùcbba venire ad atlt ope frallul'll d••lla roluln e per· analo~ia nelle rottu re quadrtCJfllle non colle!!ale n t'crita, pure In statistica di raccolti dn Maycll rwn é mollo brillante e si può ragonarP. cogli l'Si li rlelle fratture rotulee. l n •JUC.sLi 28 \'Olte si ottenne la JlUarigio"lne completa, in; rirnaeero di!;lur bi funzionali. di 13 ca!li non é dato l'esito altra l:l vengono menzionati alcuni disturbi fnr•~~~m~w,... Se 'lOn aves~e l'autore fH'onlumenle operato. ne "Arebbe dt!rtvala una insufficienza del cita in proposito gli c;.tudi dt Ceci suil'alrotla di scolo cJ ammette con que~to che la diretta lesione scolo, la lunga inatti\'ilà, un ce1·to grado di divstasi, menti 'icioo al punto d'in:-er·.tione, e l'accorciamento lare "iann i mom~nLi E'ziolnp-ict àell'aLrorla miJ:o-~•v•••,.•• · Ltl rottu re del tendine del quadricipite complicat.e esterna, erano ft'CCJuenli nei gladiatori e Galeno fln ne con:~iglia'a le suture. In due casi citati da tenne un felice l"l"llllato.
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CHIRURGICA
Della oura dell' ldrooele medlante lo 1oollamento e l'eIOlslone deU.. tuDloa vagiJlale. - D· ·IL :-<i ICAISt.. - (Recue de chirargte, febbraio 18 · ). L'autore, che gié. nel 1886 avo va propo~lo per la cura radicale dell'ernia inguinale di scollare il ~>ecco perjtoneale ùall'in,·olucro fibr{)SO dello :<eroi<, creJe ora per analo~ia eia~ la ste::- a pratica possa servìJ•e in un cerlo nuUler·o di casi per la t.:ura dell' 1drocele della vaginale mt•.!iante l'escisione. Bgh dice infatti, che la tunica vaginale (CC'me jl ll&cco periton~·ale) è accollala alla facr1a interna della tunica fibrosa dello ser·oto aderendtwi ~oventt in mo.Jo m limo: ma :,;iccome in ce•·tì casi l'aderenza fra le due membrana è meno intima, riesce <:Osi p05:SÌbìlc la qep&I'O:I.ÌOne <li C:"!<t', e J' Operazione deli' idro~'ele coll' Pst'isiC'Ine della vagina! e n•<>ta in tal guisa assai emplificala e resa ancor p1ù bcni~n di quella col melodo dell'escisione inler·essante ad un tempo le due luniche flhro!!a e vagina!!:!. Prima di de~criw:re il suo processo, l'autore accenna alle llll)(hficaziom che subisce la tunica ''agìnale uelJ' idrocele e oeil'enua e fa nolm·e }' irnpOl'SibJlita del tralhsmenlo ,., .Jr eBei8irme, sia nell'er·•ua che nell' 1drocele, noi casi di ade1·euza troppo intima fra lt' 11Ue membra ile, nei quali neppur·o "' leve pensare ah'<:scisrone simullanun delle due menbraue, l er il ~l'lcolo cui il chirur~w sì esporrebbe, di ledere 1 va<:i del testicolo ai quali la membrana llhrosa serve di substralO, proVocando una morlirlcazione del testicoli) m(!>dc:simo. Ricorda poscia l principali proce!'l<>. •mpiegali dai ch1rurgbi per I'Ofetaz.ione dell'tdrocele da11873 in poi, epoca nolla quale il Volk~nu rimi,;e in onore il metodo ùell'inci~ione, in grazia del~rnpll•go de!la medicalura anti~ttica ~ fa cenno dd medelo dclfinei8ionepura di Volkmann, di quello Jell'esei ione ~ 5~!<"0 aulort., e dei proce!l«i di JulliarJ & ili Bergmann. . ravo ITitìne il pr·ocesso propt•io nt! modo come ftt esein un ~a"o dì idrocele della 'aginale di destra con ispesN ·nto della vagine le ::>tessa. l'ìor:r~olizzato l' mrermo fece un'incisione ~ulla parte auleel turnore mteressante 1 divers~ involucri d•~llo scJ•oto
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IIIYISTA
fino alla ,·a~tuale. lu quale pur es"a fu inctsa. Con uo dt pmze afferrò In ''aJ:IIIale sspes>'il& e tappezzata m sun parte dt placche bianca-.tr~ di apparenza e In scollò dalla tunica flhrM>a. Questo scollamenlo nel concreto riusct facilmente colla semplice trazione e colla ~ione delle dita "'P.llZ..."' l'intervento di ogni più piccola sione. La vaginale venne in tal modo separata dalla ftbro~a fino ad una certa distanza dall' epididimo, e dt ne lasciò solo qu~>l tanto che era necessario per leslicolo. l due mnrgini della !lezione della vaginale allora riuniti con ~utura ir. modo che illesticolo "'i temente chiuso nella sua siero<ta. l margìni della • br0!'8 venuero compre..• nella sutura cutanea ,uperfi guila dopo dt quella ISOlata della vaginale; un a drenaggio fu collocato nell'tnlerno della vagina le ed al di fuori di e~!'a, fuoriu:-cendo da una conlt lJcata al fontlo r\ello $eroto verso la sua faécia po~ nalmenle con unn fa~cia tura a spica assicur·ò in silo recchio di medicazione antisellica. In pochi gior ni la tt·izzazione è stala completa. L'autore crede che late proces~l) potrebbe es~ere gato in un car lo numero di casi: con esso non ~i a temere alcuna emor·ra~is, nè infiltrazione sanguigna sulo cellulare. Queslo scollo mento della ~i erosa, dice ~icaise, non st1camento raccomandato da Grosselin nella cura locele, nel quale s• opera <>u membrane di nuova e su coa~uli ~lln~uigni; ma l'autore pensa che in di emalocel~ potrebhH e~sere ulile lo scollamento della dalla fibro;:a, e for"e •n alcuni casi in cui si l> cercato rare lo scollamenlo rlclle sole neo-membrane ~i ri,ultato anche lo ~collamenlo della vaginale. Lo ~collamento della !'iero,:a del testicolo non è lizzabtle nella cut·n dell'idrocele, e l'autore ue r rporta in cui appunto non fu pos~ibile l'operare nel modo Ad o~ni modo e!{li conch• ude che allorquando toi la cura dell' idrocf'l(> il proce;.so dell'esci~ione n A f' ZCUIIM lE>nlare dapprima lo scollocamento dellà Lumca va
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CRIRURGICA
le dua ro~mbrane sono troppo intimamente riunile, il miglior partito l!i è ùi eseguire il prOCMSQ di Julliard cb~ con~isle e~"enziahuenl~ nell'escidere ad un teropo la vaginaJe e la fi. brosa riunit~.
OoDIIderaoz:tont pTattohe •ulle airezionl ohlrurgtohe del rene e la netreotomla pel dott. r~u'\tAR, prof. aggiunto alla università di Bruxelles. - (Dalla neoue de Chirurgie, 188R). L'autore comunica aJ pubblico cbirur~ico la storia clinica di Ilei casi eli nerrectomia. Questa oper·azione abbastanza r~>cen le. que..<;ta nuova audacia della chirurgit1 altu&IE>, ha rapidamente guadagnato ler·reno, ad onta delle critiche severe e tah•oll.a anch~ acerbe e maJevole, a cui fu fatta segno. L'autore perciò crede che i risultati della sun prntica non sittno privi d'imporlonza. Egli frattauto comincia dal noLare che la nefroctomia ebbe la più favorevole accoglienza in Fraucia, ove il numero ùt casi operati è già considerevole. Nel Belgio ru accettala con maggiore diffidenza, stccbè i vi, prima della sua, non furono praticate che tre sole 01'e1-a2ioni, due estraperitonea1J ed una per la via del periloneo, con due guarigioni èd 1111 caso di morte. Pa!!Sa indi a riferire accuratamente e <'.On i piil minuti particolari le sei operazioni da lui praticaL~. Nel primo caso si trattava di un sarcoma del rene• liberamente ilultuante nella eavita dell'addome CLÒ che rendeva d~cile !la dragnosi e la scelta del met(IJ; operatorio. Dirallt molli distiulissimi chirurgi, che visitarono l'infermo. eflpres~ro sert dubbi sulla sede dell'affezione atLribuendola. f}Uas! lutti alla milza. Tulli poi consrgliavano metodo Lran3!lertLOtteale. L'autore però dopo tnolte diliJ:tenti el'>plorazioni :~~~~ quali ebbe il valido aiuto del dolt. Desmelli, prof. di 10 '111 ~~ me lica. potè esaLLamente l'labtlir·e la d.ia~nosi tlt rene ~ ile !)8tcomaklso. L'operazione fu eseguila col melotlo del~pertl•)Oe:!ale. Durante la med~s1ma si verificò laceraziolle pleura per un lralt.o piuttosto considerevole, ma l'aulot'!! alt,r'b · 1 utsce questo acciden~e ad estrema fragilità della
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membrana, allrimen~i egli non saprebbe spiegarsi perché scontinuttà sia avvenuta nella direzione delle coslt e non quella della inctsione da lui praticat~, cioè all'ultima costola. Ad ogni modo ~i affretto a riuntre 1 della ploura eon aJalta suturo, e raccidente non ebbe s~gucnz" notevoli. L.infermo guarì compJetamenlt! &l di un wese CJr·ca. A questo propo~ìlo rautore ricorda che l'apertura del pleurale durante l'operazione della nefrectonua si t! gia fìca.ta altre volle e cita due casiJ uno avvenuto a Lucas un altro a Le Deotu, entrambi guariti perfeUamente. E glUnF-ta che se questo accidente, d'infausta prugnust passato, ora quasi non desta apprensioni nell'animo rurgo, ciò s i deve unicamente alla medicatura an~'"'t:nwl\ll&• gorosameote applicala. Non é l'aria per se slessa. che nociva alle sierose, ma i germi infeziosi che esl:a se entra nella pleuea una certa quantità 'di ario, put·cll~ ùismrella, nulla vi é a temere. L'autore anche molla 1rnportanza alla sollecila e completa della cav1hi pleur1ca e stabilisce dei precetti determi eseguire la sutura nei casi di lesione della pteura, come che St verificò sotto le sue mani. Eccoli questi i • si potrebbe praticare la sutura passando il filo alla costola, 't' si polt•ebbe perforare 1a cosloln pt>r un pa~saggio ul nlo; a· tnfine si potrebbe, quando ees.,ario, praticare una resezione solloperiol;tea della ontle mettere allo scoperto un sufficiente lembo di la !':ulura. Nel secondo caso si lraltava di neCrile suppurali~a plicuta da tumore vescicale (forse un papilloma). rutti lomi in priucipio richiamavano l'attenzione sulla ve,;;cJ'ca. più Lardi sj palesò l'aftezione renale. e siccOJne le co generali delr infermo erano tanto deperite da gJustlitlc:Atf. sosp~AtlO che dett.e lesione fosse di natura lube!'colare, scusse. ha uecessit.à e sopra lutto l'utilita dell'in t•urgicCi. Pero l'autore si J.ecise ad operare quandl) le O!:!servazioni dei polmoni e le ricerche deì bacil1t nelh~ riuscirono negative. Molto più tardi, ed J guarigione
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ptuta relativam~>nte all'alto oper·ativo. la pre::;euz.n <lei bAcilli Cu me....J fuuri 1h duubio. Tuttl\via l'autore afff>r·ma che l"opet·ato ricavò Ull grande benefiZIO dalla no(r>eclol11ill, medinule la quole fu Ttmo«c:o dall' orgauJ"'IIIO un focolaio d' infez.ione perJIJBrrAnle, impossibile a combattere con m~>zzi medicz•meuto~l . Dopo la nef•·ectomia l'autore. come •wa notur·ol~. pen"ò a debcllar·e il morbo della vec:cicn. ~ pOiché nesc:un YBotaggio erasi olt.tnuto dalle iniezioni e da alll'i lratl8m•.,nli ela'-'~ici , egH !'Ì accingeva a prulicurtl il taglio ipogac:trtro quando, ispiran.losi alle idee di Yerneuil sulla tubt>rcolo"-i, ebbe la felice idea di combattere il uemico iniollnndo <tiret tarueme una c:oluzione di iodoformio nPIIa vs.-<ciel-1. Uun l<Oia Iniezione bastò per arrPc:Lare il rlecor!'o dello lesione e produrr" un caugiarnento r .. djcale nell'operato, faceudo -<plwire. 11ubilo l't>maturia ed il carattere purult.mlo dello nr·ma. L'11ria della r.empa~na e l'uso dello io,loformio inl~rnumen&n rtbadironc, in segmto la gual'i~ione. La Lct·za Ol3fi'celomia fu praltcala soprn una si!{noru di circu cinfJunul"ann•. aiTelta da nefrite suppurnlivn ud infurli. La IU&rigtone fu rapida, poiché al 15" g•orno dalla nefrectornia roper·atn era già in grado di uscire. Ma disl{ra;~.ialamenla ~ non go1lClt~" a lun,::o dei benetìzii dell'op•'ra7.ion•'. perché due rnest dor•o ru colpita da pleuro- polmonite ncula clto lA lehiu~te la tomba rapidamente. fn questo caso la diagno:;i ave,a prec:cmtato cliflicoltà non he\'i. Eru evidente l'esi!'lenza di un tumore. cd a tulla prima l'autore era inrloLlfl a pen. ore, lebbene con •[UHiche ri ... erva, Lratt.ar,.i di un lUUtore ~olido del r·ene e pr· ·Ct!'ameote dt un :-arcoma. Un fnUo notevole nel r~perlo del rene a" porta lo fu la pre~nta di due inrarli emorragici. Questi mfarli, raris!'imi "e· eotldo Corrul c Prault. sono per«ino ne~ali da molti autori, ~e 'l aln•a lrt~ gli altri. ~fa nel ca::;o in discorso furono laaltantente IICI·er·tati. L'aulore è anelli' Jì 8V\'iso dw es::;j l'apPI'fl!lentarono :ortgme, il punto di J'Brtenzn Llolla .'uppu::oue ro>nale. Gl' infor·ti sogliono t·•sve~tltare una sen~a1.ione ~ to"a alla regione lombare, e poc:sono esser eu usa ti i emaa, oro la malattia dell'operata cominl'iò preci..,amente con
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'Juec:.ti ft·nomr.ni. è tiunf"jne più che probal>i\P. ttuppurati'a :-ia ~tAle con~'<Pgtll'nza degl' int'erti. l nlere""anli..!=:imR è la quarta o~eFvazione. Tralt&\'8!111 una donnu dell'eta d1 ~:!anni, affetta da tumore c1slico ,.... ,.~uw· del rcnP. tleslro, e rle a~ces:so perinefri\ico ~\'Uol:'llosi per via dPllo ..,Lomaco. C1ò eh~ \'Ì ha rli più rile\•ante iu <:a:-0 C appunto la fOl'UlSZiOne dell"asce,.."O, che l'aulore e~ita ad altl'ibUJro ad una puntura esftloratrice falla che rwre,·ma foc;se afll.laLa ali~ .!-;Ue cure. sP.nza alcuntt rauzionu anl1:settiM. Da falli, avanti la punlu!'B. l'inferma, era affella da i:::tcri«nH>. por la\'a nelraJdome un tumore !>labile con e~lr<'IDI\ fa .:iliW, Ul8 nulla pa)e:;(l\'8 re!'iSlenza uu lavorio suppurativo. Subito dopo la puntura, corne dalla :-Loria clinicA, l' inrerma '\i lamentò di violenti ebbe vomi ti frequenti, .. i accel>e la rebbre, l'i maniu•!'Ull'UIM mfioe tnltì i C(t'u'·i !"inlomi della ~uppurozione ùi un flemmone pet•ineft·itic.). L'evacuazione per la v1a dello maco tn·venne mentre l'autore si accinge,•a. ad onPI•RI'IH, .. nF"frertowia. Qu ..;.to modo ùi ;.vuota mento •" generalmente galo ,Ju::h autori: il . olo R aye•· ne ripotta un esempio. nols l'oulore, eh~ nrwhe teori,•amenle se ne dP.ve .,,..,""'At.llM lu pnc;c:.ibilità per i flemmoni perireric1 del lato tle!<lro. infatti t<a a ,J,.,_trn la farciA unteriore del r ene é ricor rl.a <>UOÌ ! fa O 3/ ' :,oUpCl'ÌOri dal regolo, )a cui fOCCÌil prest>!llu 1111(1 fosc:otLa a testimonianza di que,;lo rapporto, ò me11 ver·o che nel «uo terzo m!eriore la faccia (iel rene corrisponde al colon 8!"rendenle. alla vena cav• feriore ed al :!" tratto del duodeno: P«sa dunq ue non 6 poco lontanA dAllo stomaco. e se eli asce~,.j periuefnti<:l tuahu,.nlc c:.i apr ono nel colon. è però po,..c:.ihile in di quec;ti rapporti anatomici che ,..j aprano tah·olta e si tino per la \'i& dello c:.tomaco. Ed é appunto ch'l che anenne an quec:.la infermA, la a dive r!'l~ ripre~>e v<>mitò fl1)lli di pus; ma dopo 11n cerlO e~l'enduqi cicatrìnalo l'ascel'>~o. l'opei'Hlor~ ebbe agio ter,·enire atlt\'ameuh·. È notevole che svuotato r tumol't renal" Ila wobile che t'l'a di..---nne f[U&Si modo rhe, essendo nella sua po!<izione normale ed
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tsnJo ancora di volume, ru facile qotto l'azione del cloro(ornuo determinare il !'obhalzo renate. s; e l!tà accennalo ehe l' mferma era isterica: rbbene, que-.to !;'lato nevrol1cn poco mancò che non comprometle«c::c re . .ito dell'operazione, powhò cinque ore dopo il compimento di questa. l'inferma fu colpita da uno shock grAvJssitno, dnl quale si t•iebbe coll'n<~o degli eccitanti sollecìt.amenle nmminic::trali. L'autore r.corda in proposito di avere osservato r~nomeni 'limigli&nli w donne nervose da lui operate di OYariolomta o tl"tereclomia, e di aver trattato questo at•gomenlo in altro suo lavoro. La tuinla n•'frt>ctomia fu Jl'&licala !'lopra un nomi) dell'eia dr c1rca I)Uaranl'anni, aff.-uo tla pielo-ncfrite <:uppurala rlel renr• o:inistro con intime aderenze nlla milza. L' affezione a,·evn pre«entalo un inizio ed un decor::;o insolito. Durava da cinque anm ed era cominr1ala con rr-equ·:nle ~<timolo alla minzjone e.l ematuria; solo da un anno e mezzo lA ur ìne l'>rano d1venult puruleule. E probabile che in principio la "Uppuraztone renal~> occupa!'IS6 solo la profonJitò. dell'organo, f'd rn tal caso la rongestione I•er1rerica spul{herebbe le P.roalurie prccoct. Quanclo la suppuraz10ne invase i calici eù il bacino renute «i ebbe la presenta l'ii pu~ nelle urine. All'e:same del rene a"portato si trovarono non soto dei focolai -.uppurativi comuniranli con la pelvi renate, mn anche duP cavità ben "'hnte ed occupa11ti t poli del rene. W\ fusione dc.l rf!ne con la m IUJ era ~lata gia sO!>pellata prima dell'opert~zìone, poiché •l hunore seguiva i movimenti re<~prratorii; ma quando il fallo apparve ben chiaro cio!\ durante l'alto operblÌ\'0, l'autorll non esitò a rinunziare alla semplice nefreclomia t> ric~~"e ullu netredomi& sollocapsulure consigliala da Olher. L lnff!rmo ~uarl rnteramen~ al termine di circa un mese Il lli!!ZZ<J.
La se"ta oo:qervazione riguarda un bambino eli 14 me<>J, etto da "Br-coma rl.d rene o:ini~tro. Il piccolo infermo fu perBto eli nerr, ·ctoaùa lrun,.periloneale. ma e~<~enJo a vvt~ ~utu In. ea<luta del laccio S!Jpeoa compita l'operazione (il laccio 11 ub,to rìapplicalo), perdette tale t(UAntilA dì c:angue, che p c.he ore dopo cec::sò di vivere p r ~hock d& anemia. I <>At'• C(ilnr del renP. sono rrequenlis~imi nella pr·irna età ed io ge-
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nerale la loro esLìrpaz1one é fac1le e ~ef:!uita pel momento da buon ril'ultato. Disgraziatamente pea·c) la recidi \'8 del lmnore a I.Jreve scadenza è qua!'li lflllll8DC8hile. Le Denlu :,lima la uerl·cctomia assolutamente controindicata in l'imili ca:;i. Ma l'autore dal canto :suo è di SVVI!'O che se la malattia può ~ ...... ere scoperla e tllaf(n oslicata al !<UIJ cominciamen to, l'intervento chi· ru1·gico é permesso ed indicato pel Lamlìino come per l'aduHo, poichè Ja tenera età non co~titui'-ce una conLt·oinclicazione. L'autore cita in propo!>ito il ca,c:o di duP. bambini, uno di 25 me~ i operato da Oantioi ... e l'altro di 2"1 me;; i operato da Godlee, entrambi guarili collA nefrecwwia; ed é con,inlo rJ1e, se il suo piccolo operato non fossu rìmMto vittima di un'emorraJZia ali allo acciJentale. a vrebbtt bene potuto supera l'e gli effetti dell'operazione. Ciò ch1• realmente fa estlare il ~bi rurgo è il faUo della recidiva che c:i v~rìfica quasi sempre ed anche la dtfficollà th•lla diabrno«•, poichè tempbl'c,.:gjando, seguendo per lungo Lelllp<' il decor·~o dell'affezione, :-;i dA a quel'lla l' a~io di estendel'8i, di guada~nare i gangli v1cini ed infPltare l'organismo; ed é p• l' 'luesla ragione cho l'autore :. cou\'iolo ùei buoni ri!>ullati che dar·ebbe •l eollecit.o inlel"\'ento cl1iruraico. Egli ... j au;.wra che un !.!iorno la ehirurgia po~segqa !.1~1 c1•iteri sicuri per sLabilire una pronta dia~uo~i 10 simili cit·coRianze. L'autore a queste ~lorie cliniche di neCrectomia a~~1unge un cenno sopra un c.a~u di calcolo renale volummo<lO ed un altro tli idronefroc:;i. Il culcolo òn cui e ra affdtn una signorn di circa 60 anni, nveva t!Plel'rninato 11n flt·rnmone perinefr ilico elle si apri alla rogione lombare, lascianclo un seno lìsloloso. L'autore iugranùi qucc:;to seno e mediani•• una pie· cola tana glia estra~"e felicemente il calcolo. Disgraziatamente però una pleuro-polmonile c:opra~giunta poco dopo ucc1se l'infermu. L'idron~frosi fu osservata io una g-iO\'tlll& donna di circa lnml'aom. 11 turuore era enorme. Stabilita la diagnosi, l'autor e propo~e lulla\'ia una puntura esplora trice; ma 'luando l'i recò pre~~o l'iuferrna per compiere ratto op~rali"o, il tumore era interamente ~comparso dopo una copiost~l!llD8 emtss1ooe d• urina torbida, brunastra. In seguttO l'allezione nou s 1 •·iprodu!::se.
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Ecco ora le considerazioni che l'autore fo c;uJie coue stor•e climchc: L' inl~: rvento cbirur!!ico è al di d'o~rgi pNscritto in una quantlh) di malnUie renali, che fino a qual<'he anno addietro erano rut·alt! con mezzi medicamento"i "~mpre in!'urtìcienli. Il dominio rl,..lla chi1·urgia atltlorninale si é !lingolsrmenle e"le:::o anche da '}Ue~to lato; non «i ~·~ita più od esplorare direttamente le glandole renali, Pd il ri~ultl1lo '-'ressissimo :xiu~tiOt·n alli operativi giudicati finora lcmt!rariì. Prima di inLervenir'!! attivamente è n•'Ct>co~ario pe1·ò ri:-;olvel'e un problemA clelia più alLa Importanza: bisogna stabili1'e una diagno-.i la piu e.::alla possib1le. Assicurar--i t>en~ dell'esic:tenza d1 un'olterazioue renalf' deve e~ ..ere precipuo pcnc:iero del chirurgo; determinare la natura della le:-;ione, c;apere se un lumorP. i> mali!:mo o benigno, riconost•ere l'esi .. tenza d,.,i t1ue •·~ru, tnli ~ono i preHminari indic;pen,::abili a •1ualunque inlervcmto chir·urgico. Tutti i chit•ur·gi che hanno qualche prnlica nella chiruq~ia addominale sanno quanto la diagno!<i dci tumor1 è irta di difficolhi, e le affezioni etei rene --otto que~to rim~ardo po~ c;ouo • """f'fl rlal'siflcate in prima lineA. Prima della nerrectomia h ~rmon di Heidelberg, il quare pel primo praticò determifl 'llamentl! l'asportazione del renr>, l'lei uefreclomie erano state\ falle pe1· cac;o, cìoé in seguìl<> ad una fal~a diagnosi: Wal!!"ott credeva operare una cisti del fegato: Baum, PeasJe,., Spre~Pib~rg, Esmarch e Spencer Wells c;i propone,.ano c.h pc;lirpa_re diversi tumori addominali, !"Opl'atutlo delle cìc;tj ovnl'irht>. ~essuno di questi insignì chi1·urghi pensava ad url'llff~>zione renale. Citare il nome di que.. li sapienti pratici •li una ec;perienza, di un'abilità e di una scir>nza indiseulibile c;ignitica clinaoslt'are immediatamente la difficoltà diagnotttica dt>i tumori del rene. Gli elementi principali delle diagnosi po!O<>ono riassumer~i nello sYiluppo èel tumore che occupa lo re~ione renate, nella "Ua pos1tura laterale, nella ~ua immohìlilé durante le escur~ioni r·er.~piralorie; un c;egno clas~ico si rica,·A dalla percu"l'inno, che fa rilevare il pasc;aggio del colon sulla faccia anltWioJ•e rlel Lumore. Infine la disgno!ili può essere anche il-
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luminat.a dall'esame dell'urina, poiche la secrezione urinAI~ subisce spesso dei caogJamenli in rapporto al geMre di terazione dd rene. È uopo però aggiungére che tutti s intomi possono tuancare e che presi isolatamente non affatto carall.erisl1ci di una lesione 1·enale. I n alcune delle osservazioui riferite innanzi si tralla'i& un tumore solido, sposlabile, migrante nell'~ddome. non locato nella regione renate e non coperlo dal colo [l. li per altro non seguiva i movimenti respirator1. Per ,....,,u....-.._ la diagnosi rioscl $pecialmente utile la percussion~. fece eliminal"e ogni idea di uu ~umore della milzn. Ou.alc>b« volta il giudizio diagnosltco ru aiur.ato anche dali"t:waLurlil!l ricorrente. ~el caso d'idronerrosi rautore era st.ato colpito logia che i sintomt di quel"t.'all'ezione presentavano eou di una cisLt ovarics, per modo che a luUa prima e:;li ru lato :.li diagnosticare appunto una cil;ti ovarica t.anlo pni lo sviluppo del tumore uon corrispondeva alla sede u del rette; questo tumore pareva inolh'e mollo mobile. rn siffaLto furono le notizie &namnestiche ed i disor·dini secrezione urinatia che condutisero per esclusione alla gnosi d'idr one!rosr, Neglt altri casi la diagnosi era facile perché ortlt1CIIDI.I fllll vano i sintomi importanti rrferentist ad una malattia reni. L'autore però ha potuto notare che per proctlùer ella palpazione del ventre, per sentire con sicurezza il solto l'arco coslale, è indispen;~abile anestesizz~ rP nr•:nu•mente l'inf,·rroo, poicLé la lenc;ione "ddominalP r••nde sempre impossibile il ).l81pamerrt() della l'6/olrOne. Sf può questo meno eseguire anche agevohnent.. il sobbalzo naie, tanto importante per riconoscer•e un aumento di lume clell'organo. Per eseguire questa specie di è nece!'sat·io applicar•e una mano ~ulla regiune lnntbal'l.t\ sollevarne la parete leggermente con una serie Ji allora posc;ibile di meuere iu cont.atto il rent:- coll'altra applicala sull'addome. S1 riesce cosi a senltr·• un r-ene mediocremenle accresciuto di volume. L'esame ,Jel rena.le renùe anche dei gt·andi servigi quall.lt' il rene
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grante, ma è m~>'-lieri che '-i& praticato a r ' "'cio, t. n · 1 l'infE'rmo coll'addome r·ivolto ''erRo il letto Senza la cloroformizzazione però si potrebbe talvnllll crederl a la prt·~enzn ,J, 1111 tumore renale <·he realmente non I'Si~te, ('Ome l'aut.ore ha potuto chiaramente dimo trare in un "a~o di ~upposto tumore renalt>. inYiatogli dA alcuni me.Jici cb!! reputavano necc~~ria la nefreclomia. Il Lunl()rtJ e"'istc, ~""qo appartiene al rellt!, è nece~..:arw allor·a delet•minar·ne t'"'llllamenle la uotura. Si tratta dt !<10iido o dr liquido, é nn tumore mali!mo o bt>ni!Zn •? Due ,·olte r1u«cr impof'~ihile all'flltlore la diAJ.l'llO:si di nal11ra. Egli é VE't'O che dal punto di vif'ta llell'intorveutn r.hirurgico Ua.stfl a!<;;icnrar;:i che la lecoìnne appartenga al ren~ e comprometta la "~:ila dell'infermo; rna lult~\'ia per la !leellu del metodo operntivo •JU•·~la tlekrmina.done non manca rl' importanza: LraUando--i ad e'-'empio di un u«cego::o dPI rene non é ìndil'ferente rll''l rf' al melo lo cxlrapcritoneale piutto .. to e a fllll'llo li'IlTl!<per•it()nealt>. L'~levaziorw :,;erotina tlella temperature é ur ,.m torno PCcellerall' per ricono<tcere un 8" ~eo::so
renalr•. Un punto molto più importante n tlilucil!are e la detcrminazi on~ della malignitu o bonignilll rlel lurnor-e. Il profe;:-
qore Rommelaf're, autore di r·ieerche inter'e""Ailti <tuliA nulmfon .. Ol'~anic11 ha dt•Llo c dimo!'!lralo <:he la maligniiA é un (allore ~·he tr·ova«i al di..,npra della qu""'tione istnlogica. Qu lo rattort> imprime a hrt> tumori di <~trull~.;ra d h er<~a nn d{lr.t rso ÌÙCIIlÌCO, il procesRo ratale di un C.UilCI'O, e Ìll\'BCC Q
8 du" tumori della cole<>M .. rnllura uno «volcimento opposto
runo f'll'!lt rizzante il cancrn l'altro un tumore benig-no. Per enn"~>guen m lo ~lt·utlura di un tumol'e non é C~UtlkiP.nte ad indi " '~ o::ua evoluzione: la --ua malignilil. dip~>ndP uon !!ili rlogh eletnt!nli morfoiCigiCt ma dal terreno in cui e,..~o si ~,~u ppa. o ve eioè altinr.te i' materinli della c::ua nutrizionP e e "Ue tra<> formazioni~ e !<i comprende facilruente la grand~ ~rnportarm.l eh,. a,·rebbe la cognizioOP. e~alla rli que~to ampo 1 vohnione. Ora po..,iamo no1 l·en d~ter·minare JU"'sto ~latv " · 1 P rec1a o dell'or~anismu, il ,,uale ha per efletl 1 cht> l\' ro nn mt.Iividuo un tumore JlresenlJ un cal'stterc b~urgno,
Rinsn. mPnlre pre-<!>.0 un nllro 8!';SUme un unJameoto muhguof tore soggiunge che lo Qcìoglimento òi queglo in ,..,...,,...,..... problemn 10embra aftltlalo alla mic;urazione della nut ot•gautct~. E!l'li ha t•icluamato l'allem:ione dei membri cou::-r-e QO ft-snce ... c di cltii·urzia !';UII'importanza delle a dell'urma nella chin1r.:ra addominale, e cr ede di .a •er J>Lrato che •IUC!'Ie anAii~i ben falle '-ono estremamente pet' l'ÌConoscere la maligmtà o la benigoilà di uu tumore dominale. Per qunnt.o con~E>rnf' r tumori del r enè non ancora 8\'UlO l'occasion~ di procedere a queste r icerche; perciò :nlere,.sant.,.,.tmR la prima delle o~~ervaztom in fJile~to la\'Oro. DAl punto di vì:;la istologico ne""u n <-hll il Lumore del rcnt' consisteva in un sarcoma · il ~tico quindi ùon•va es~l'r ri"et•volo anzi affatto l'fu' '"'""",.... poichc ... una ba!òe .Jell'c"am~ istologu•o ~i pre;vedcva una ci<ii\'a u bre\e !;cadente. TuLtavin dal punto til \ i;;ta !l pri)JW!'<lico di,·•e rlt' LJerugno, la reddiva non ha l Prima dell'oper a:done l'~:~u lore esegui dieci anal1 si ,Ji che d..tlor·o iu media ~rammi 17.02 di ut·ea; dopo venhcinqut• analisi foJ'nirono una mP.dia di gr ammi ur •n C:<r.r paln quotiùinnemente. Se la teor·ia di Romm l> e~oltR ronchiuùe l'nutore, la rP<'Idiva non dovl'ù a et! ti rauo che l'oper nlo, r iesa minsto dopo dieci mesi, solo non pre,.entava alt'UII renuml"no di reci.Ji,·u 018 deva oncl10 buona "alule e polC\'8 dedicarsi a non lievi ticl,,:, dorcbbe mollo a !<p~rare in fJUe~to senc:o. L'auto re è convmlo che in un avvenire non lonta no lieti delle urine fornil'anno un polente aiuto alla chi fJuandn l'i lralli tli preudere una ùeci~ione i n un cas o mort3 renate. Pre~~o i bambini da due a tre an111 é gii sibila •·acco!rliere Lulte le urine per :soLLoporle ad Blllfllll.,. in tali CS!>Ì il Josem enlo dell'urea fornir à indicaziom per la dia{!no~i .lei neoplasmi del rene. Quando il di tJIIe!'lO dosamenlo S!l!'à fa\•Orevole, quanckt cioè Ufl8 di annh!li avrà mCS!>O in evidenza una sufficiente urE>a ehminala quotiùianamente, s e rà do"er e del inl~'rvcuire attivamente ed asportar e il tum ore. Por rkavarc ùa quesle analisi tulli i benefizi c he
ClllRURGlCA
dard, per polerOP. dedurre delle indicazioni p1·atiche. e:-~e de, ono e!'sere numerose e bene eseguite. Infalli molle cau'~e di errore pM~ono momentaneamente alterar·ne i l'i;;111tnti. SeJ tumori mali~ni l'urea può per due o tre giorni aumeutare in quantità ~otlo l'i!lfioer:za di diverse cauc:e; egualmente può dimiuuh·e in ruod•> as;.;aJ con~iderevolo nc1 tumori llerugni. Per citare qualcuna d1 queste circoc:Lanz.u che fanno variare la quantìl.à dell'urea, l'autore fa os~ervare che la de· pre.ssionP. nervoc:a, la dimora uell'o.o.pellale. J'annuuz1o di una grave operazione, la preoccupazione dell'allo operativo, poc:sono modificare le quantità dell'urea per qualche ~ioruo. R1sulta dun•rue da f1Ueste conc:iderazioni che le analic:i della urin11 devono e~c:f>re ripetutè fr~>quenlemeute, e clw In mntiia de,·e esc:eru stabilita sul magg1or numero po!lc:ibilc •ii e<>s•·. L'autor~> crede w poler affel'rnare che le ~ne ricer·rhe ~;ui tumori rt>nali. al pari di quelle !lui tumori addominali in go· nere Cl>nfermino la teoria di Rommclaer••. Nc1 tumori di buon11 natura la cifra giornaliera dell'urea ò sempr·e superiora a 12 grammi se, bene inteso, una cau"o •tualuuque indlpeudenlt! dsll'atl'ezione princ1pale non mo.lilìchi mom•mla· neamP.nle la •1uanlilll. di urea eme~~a nelle :!l ore Prima d'inlPrvenire in un caso di affezione clti•·urgic:a del rene, re,;ta un ultimo punlo a dilucirlarP: ò ne<'es,.ario a!lsicurar~i non solamente dell'esic:tenza ùet due reni, ma nucho dello stato di sanita del l'ene che non serubru altcrat.o. Si IOno J•roposli dt\"Pr"i metodi per rs!!giun::ere que::to flne 1118 n~;;uoo é ~oddic:fecente. In realtà non ci c,arebhe c.he reaplorazione diretta mediante la laparolomin che può ìarci ••cura•~ della presenza dei clue reni e del loro "lato Iii ~a llillt 0 di malattia. L'esplorazione delle reJZioni renali per IDezto della mano introdotta nel retto e poco praU('a})ile ~r giunta. pericolo;;a. L'autore ,·ide uno df'i suoi amici, eortJrurgo prudenk e sper im eulalo, distaccare laceroro te pletawenle il t•elto in una simile manovrA. Oastcr·il ci-
l'
r ... gh altri pi'OCP:<c;i per appr<>zzarne il valore: COIIlpl'ÌOlCI'f.l .::.~~ del rene da tslirpare DI'l punto ove incroda J'at·-
laei ilraca rnedianle la mano o un pezzo di lt•!Juo introdoUo retto, flJ·atic~re un'incisione sull'urelere del reue malato
RIVl ·v.
P:d applicarvi momentaneamente un laccio; occludert l'orifizio 'escicsle dell'ureterc med1ante un btrumcnlo ad hoe; com pnmere la porzione \"f!"Cical.- dell'ure tere 1'0n una palla piena di mercurio; ed mfìoe. pre!t-.n la Jonna soltanto, praticare una tisto!a ,e. cico-vagiuele Artif.~'iaJe allo "'copo di avere soll'occhio le t~pPr'lure degli ureteri pel calf!leri!lmo. L'aut01·e a questo puuln aggiun ge in moùo ironico: presso. l'uomo si potrebbe anclw, a mio avviso. ese~<Uire tl taglio ipo~a!'lr•co allo scopo i<>le<:!to di porre allo scoperto gli ontìzu iegli ureteri pel cateterismo! Son·> ancora dn menz.ionare duP proce""i applirobill solo nella donna, CÌ(I(' ,, ru·oce<>--o dì Sìmon e '(Uello ()j Pn\\ lick. Il proce«so di SìnHHI c,m... h le nel dilatare l'ur~l ra onde ~piul!eri! il d1to in 't'"-CiéR. l~ sulla t.:"uida 1lel d1Lç•, eh•"' 1!8DI.e le ,..porg~.:nze dellrigono di L11.;nta ud, l'operatore può mlrodurrP un c~tletere negli ureter1 Il proce~so di Pa\\lick consiste nel praticare il calet•msmo deglì ureteri medionlt' uno speciale sL1·umenLo r ho «i g111d• con nn dito i ntr odollo nella vauina. Tutti questi pro<: >-.~i ono ditctlosi. l due uhnni sono evidentemente prefer!IJJii, (JIIBnlunque anch'esSI d1 unn e~a zione pratica assai difucile. Con l'osser'"az.ione nUenta e ripetuta degl'info>t·m• ò quali ~empre pos.,ibile 8" icurAr"i dell't:si"tenza ùL>i due reni e del loro '-'lato di sanità o dlrnAlRllia. Il ~obbalzo renate e dell'ut•;oa forniscono doti diagno.,Ltci prezio:H. 11 au111ento di volun10 deJ rene rende possibile 11 f,·nomeno Soklbalzo, 01'8 quale C J'alt'ezione chirurgica che liUTI prod una certa tumelazionc> .!el rene? I cangiamf'llti d poc:sono anch'essi guuiArci alla d1::c-nosi. Il rPne malato punto da rendere n Cè!'l"flria una operazione JJOD può for·nire tln Ji,luido alterato. Resta ora a parlare d~ll"inlerwnto chirureico propr•
detto. Quattro operazioni <~ono slat~ praticato> "Uit·1me; la tomia, la nefrolitotomio, IR nefrorafia o la nerreclom•a. lore "~Ì occupa brevemente ~olo di JUe:sL'ultimA ,1 ,.,.-......_... Due vie si sep-uono P~'- 1' arr•ivare nl r l:!ne ed e~ tirrarlo
CHIRURGICA
ex.traperitoneale e la tran.. pPrtlonealc. Generalmente i chil'urgi hanno mo~tralo la loro r•ref~renzn pl'l metodo extraper·ttonenle, quando è pos~ibile pNthtal'ln. Le Dentu dtehillrawt essere altunlmente tlimo~tralo che i ri:;~ullati della n~rrectornia sono migliori quando si opera fuori del perìtnneo, ..ia che !-<'incida la pareto addominale indiett·o ~ia che l'inci~•one st pratichi più all'innanzi. S. L. Championniére dice che l'oper·azione extrapcritoneale P più ~~mpliee, più facile, m eno pPricolo-,a e che, meno il ca..o di 1111 tumore molto volurnmoso, è sempre preferilulu opentre fuori ,del peritoneo. Péan ò di avviso che '"i I!Phbll pref•·rirf• la vin lombare tutte le volte che ~ia po..stbile. per·chè ~t1Tatl8 operazione non e"i~te J'apertul'a del peritoneo, quautunqu • c.~ ..a :::ia molto meno temiblle che per lo passato ~razie ai progre~~i della chrrurl!io. Infine Trùlal pen..:a che per lo ~celto del metodo :casi ùubbano M'-'<'r~ .Jivi..:i in due gruppi: i ,.o~i mftammalor·ii cù•l nsigono scnz'aHro l'incisione lombare; c tutti g!J altri di indica:t.ione variabile . .\Itri chil·urgi sono di dh·erso par·eH!, e cerli operatori in~!eJ<i ~p•·cialmenle speztano <:pe..l<o una lancia io fsvore d"'lla via tran<:peratonealt>. Già nel no,·embre ~~~4 in ~euo alla Societa reale di medicina~ cbirurgia da Londra. Tbornton ha dichiaralo che oramai incidere il pt>riloneo é come incidere '}Ualuuque altro tes<::ulo; per c~)nH:'ICIII'nza egli apre il venta·e anche per· semplico• ec:plorazione, e "C risl'ontro l'esi!;tcnu. di un asces~o chiUile l'udùome ed in 8eguito pratica il drenaggio lombare. An~he ulllmaaucnlo iu una :mporlaulo discul<'-Ìone sulla nefrectomia !!ollevatn alt'Jlu Società cllfli('a di Lon dra, Tbornton dichiara che le ·vra loanbure non è un aont~ ln e ..alto per questa operazione. Il "oln timore di l~dere Il perilonet• non ba più rogi<•ne di e~;;~ere. e~li esclama, dal mnmenlo che si usa la rnedicalura anli~etlica. Altri chirurt:a couthettc•no in verità queste maniera di vedere un poco troppo a,.. oluta. L'autore fJUAnlurt'lU6 convinto cht! le inci5ioni periloneali hcn raltc, ~ompl~mente antisettiche, rit>~('fliiO inoffensive. ri· herv• luUavia giuslifìcntn la prudenza d1 w;pf·lt~n·e per lfU&nto •\ possaùile questa sierosa ; poiché se l'opPr•atore è certo di
RJTlSTA
se stesso, llOO lo è del pari di quello che può chia rua rsi bienle Opel'atOJ'iO, e J"a>'epsi completa pUÒ forse TC'nire al momento necessario. La più piccola dimenticanza, la norna distrat:ioue non solo da parte dell'operatore, ma da parte dt un assistente incartcato di uu ufficin ca n te, può e~~er causa di gro v1 conseguenze. Emmet. conta che dut·ante una ovar ioLotnia molto semplice, uno ast.anli aveva preso un isLrumento; il chirurgo lo rada vivamente. ma dimenucò di disinfeUare la mano con cui toccato le vesti dell'nnprudente !"peLtalore; una perilonl settica uccise r·apiJamenle la giovine donna. L'autore di •1uest.a memoria pardelte uu' operata di ovaril•tomia una causa consimile: nel corso dell'operazione uno dei alli~vi poco abituato all'antisepsi, r•espinse nel venlre u inte:;.linale con le dita sporcb•• di sangue e dopo aver le sue >e::.lt, una perilonile settica spense l'infermi! in giorni. Appunto que:sli fatti, il cui numMo non è c1•t·Lo lato, reJldono cauto l'sulore e gli fanno preferir•e la via traperiloneale tutte l volle che le circostanze lo pel'w Secondo lui bisogna adottarla come metodo di ~1 essendo la :;ola operazione log1Ca e razionale. nel caso dt suppuraziooe renate, poiché 1n tale riucontro pus contaminerebbe inevitabilmente il peritoneo. 11 trausperitoueale invece va praltCillo quando il tumore é voluUlÌnO!"O, t'JUando !-<i hanno dei dubùi serii s u l l'e~1ist•~dll dei due rent, sulla int~rilà del rem• rilenulo sano ecc. Quanto al proces$o operalorin rautot•e uelte sue nefrectomie extraperiloneali ~~ é serv•Lo dell'incisione raccomandata da Verneuil e Lo Denlu. St possono tare tumori molto voluminosi con questa incisione. che esl'let·e proluugata in basso fio che si vuole. u tsra.c..-llu'""'" quadrato dei lombi dalle sue inserzioni all'osso iliaco, cihlo smgolarmenle la no>freclomia, onde l'aulor tl ra•;çv•ua·~ di non trala~ciara mai questo 1listacco. In generale fa sule adiposa ùel rena Pi lascia facilmente lacerare, l'enu<'leazione dell'organo non rtesce dJftlcile. P ub a però che qu»sto connellivo si lrovi indurito, sclero~a to . impossibile a 18cerarsi: come :si dà anche il esso
CBIRURGIC.\
9:Si
con!;eguenza di una pet·itonile acle,..tva, ti rene ::ia lllltma-
mente <>alrlalo ngli organi vicini. St allora "i "olec::se ac:c::olutamente prar··.are la n T'~"<' otuta eJ~:trapertlon aie ordinaria, ~;:i curret•o!Jbe un t·ìschiO quasi certo; si aprirebbe iu ogni ca~o il peritoneo e si prouut'rebtero tali I ·Arazioni do. rendere a<>sat problnmalico un buon riHùlaLo. È Hl que~to circo~tauze che si deve riconere alla decorlicazione del rene, detta dall'Olliet• 11efrcctomia sotLocap!iulare. L'autol'u praltcò la clt:lcorlicazione nel J<UO t]UinLo caso, quello in cut tl·o'ò il rene mt maw nte r. lt.ore,,t.e alla rutl:ta, e gli t·i~sci dì estirpare il rene con tanta faciltlà, Cl)ll lanta "ÌCUI't'UII, con emurraf!t8 :>i poco consder• volt. che egli si accorda col dollo prof. di L1one nel considerare Ja nefr..,cLouua !:'Otlocapsulare non gié come una opet•azione Elccezional(' o come un meuo per condurre a t~rmìne delle operazioni labor•iose cominciale col melo·io claRc:ico, ma come un meLodo ds ~;.eù rae applicabile a lullu prima in c<:rti ca,i detes'Jnsnati. Talvolta infine il chirur {lo non o. l8nLe la sua r·•pugnonza è obbligato a pralicare la nefrc1ctomia transperiloneale. L·aulora la t•raticò nel suo sesto caso e scelse Jl proce,.so t.li F. Terri•!t'.ll melot.lu tran::periloneale ordinario ha due g1·andi IIH!onverwmli: eli. o apre due volLe il pt1ritoneo e lascio nel P.ro~ondo dell'a1idome una va~ ca ca~ stà, m cui difficilmente ~~ rJe"C•• où evilaN l'accumulo di materiali più o meno irr:tantì. "PC:sso ancl e --ettJ<'i; poiché non dobbiamo perder di \J"ta Jl rnllo cbe io questa opet•azione si l!aJJllO SeUJJI1'6 a ~~n.bottore delle cnuse intrin,.eche d'infe:tione. t d es. proOllt morbosi cb e possono fluire daJ.rli ur•et.ers cosi RJ .esso alt~~l•. Infine é ben difficile 1mpedire la !'lupput·azione della ca~ 1 ~ r ·lrcpertl >n~>ale, ra'{ one per cui quasi lulli i clsirurgi con~ 1 ~J 1 ano . . . . " • come opet•aztone di complemento, 11 drenaggro •lella re . l . . indi gtor.e ombare Le Denlu rt J ·n· .uesla precauz10~e Il drenaggio però complica la neCrcctomta 1 pen~abtle. ran-p:~r1 loneale. operazione g:ià troppo delicata e dtffkile , l'.ra "e '~te" sa, ag~pungendo un nuovo Lraurnali!'OmO a quello o:: Prodotto.
P
F. Terucr, allo scopo di evJiare questi pericolosi inconve-
938 ni...nLt, ba propo~to un nuo\·1) processo di nefreetomta sp ... rit.oneale. E~li riuni<:c" mediante sutura i mar.:im fi1.io peritoneale ùolln C8Yitù rell·operìtoneale a quelh rerita anteriore dell'nddome, indi co loca dei tubi UA nn..m• - -
nel focolaiO treumalico retroperitoneale. Co"'i la cavità peritoneo resta cluu.lt e protetta da ogm perle. Non sarà inul1le dH:;;crivere br~vemente il pr•ocl!S!::.o dall'autore nella Ml'r eclomia exlraperitonealtl: l'1111'el'lllOè r1rato sul Ialo "ano con qualche cuscino sotto il fla neo. pratica uu"inci~ione od l:l centimetri dalle apoflsi spinose, rallela al mar;ine estcrnu dello massa saero-lombare, da reJO;tn t.ii«tante circa un ceolimetro Questa inch<ione, che preudE' la pallE>, rl lt'H;uto cellulare soll.ocutaneo e l'a'"''""'' superficiale, parte dalla dodicesima cost.ola e ai.:ceude ticalroente alla distanza di un centimetro dalla cresta Da que::>to punte e<-sa o.j curvA m a\·anlì e c:i dirige quameute fino al livello della spina iliaca anlerior(incisione di Verneuil). Inciso il foglietto che r•icopr•o la dei mu~coli ver·tt•lwnli e quello po!Olerior e deii'Aponev trasver:;o, si <:alle sul mar•giue estemo dt-1 quad rato bare. Questo muc;coJo c:i òi<>tacca lall.- sue in cr-zioni per reslensione d1 2 a 3 centl[nelrì S'inCJJ~ dt pot il profondo dt:ll'apouuvro!>i del trac:v~rso e tai mctle allo perlo la capsula Adipo~a del rene. lacet-ata la quale, 81 clea con le dita prudentemenle il rene dalle :;llle co a.d1pose. Finalment6 con un gro:;so filo di cal~?lll c;i in massa i -çac;i jeJI'rlo, e ~~ distacca il rene. All'occOirr'll! l'1nci:;ione inferiore p116 essere prolungata me.t1ante stol'i bottonaio.
Il rasohi&mento negU asoeiSi o&ldi. - Dott. B. I Ra~eo!]/itore .'.ffdico, 20 mcH!!!'ÌO 1'-'88). L·antisepsi e l'al'ep!;i riunite hanno un va lo t e i ad impedire cl1e dei proces~i se:tìci !c'i ,.vtluppino ac:ettiche, ma pur tt·òppo sono sp~>sso insufficrenU a un processo ~ett•co 1imiatosi. Ora è noto che la sr fu nella spaecalura tl1 un a:;;cesso caldo e Oernn:JIOP8
CHJBUKGIC\
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Ceril& c:etllca. appunto perché emmAnlemcnle ~etLico é il processo ilernmcmoc:o. ~e risulta quindi la opportunità di allonLanoro completamente gli agenti <~pacifici della !<nppuraz..ioue mèdtant il raschiamento, come gaà i u~a con risultati mcomggianli negli ascessi fredd 1. l.'aulor~ ha viRLO frequentemente I' Hahn Applicare il raschiRmentn nello curA delle periostttl acute, rua agnora se allr1 abbia o no ftlà praticato e r eso dt pubblica ragione questo procedintt>nlo nella cura dei flemmoni. AJ ogni modo ecco un nussunlo del processo consi~liato: l' Tagho ->Ptnplice od a croce che f"Orpa,si i limiti del roc:~toro infiammatorio, previa applicazione della fascia di E~ma rk se operasi sopra zii arti. ~ :svuotamenti Jell'asce«~o e lavaturA
ul «ubtimato (1-3
(lfr m•lle).
3• Hsschiamento c.olcucchiain del Volkmann, poco tagliente però, e•l A S0111iglianza di quelli che !'lervono pel raschiamer•lo tlf Ila mucosa uterina. Si comincia prima sulla parete che ~orru~pondo alla cute, quindr ~:~ u quella che guar da i leslluli prnroudi, lt>nendo il cucchiaio cowe penua da scr1vere e usando poca forza. BiMgna insi'-'ler•' però fino a eh~ non ~ an·crt.a 111 c;ensazioue caratteric:trca della ma!!arore re"Jstenza, upp€'na «i giun}Ze ~ul te;.~uto sano. ~Durante il ra,-chiamento l'irri~ziouc anti~elhca deve e"!t:re permanente, e l'operazione non srA completa fiuo a cbe Il drlo del chirur go non abbia !';enlito che io ne:-sun PUnto (!!)>ecialmente fra gli inler;:;Lizii muscolari negli asce!"!"i P:oroudiJ ~'"Ì«Le quell'edema inflarnmalor·io che il dito percro-
Piscu tnollo lwrae. t• Tollo lo fascia d'Esmark si provvPri~> all'emostasia doflnihvn •• quinth ~i fa la sutura r.on punti profondi e super·
flcta~i. pouentlo un piccolo tubo a dreuaggio nel punto 1•iti decll\e dello fe r,ta. Anche la mt>dicatura ò al ..,ublimato cor1'0$ l
l autore rireri«ce quindi le !'tor1e cliniciiP rli alcuni ca<:i
~plerab nel modo c:opradeuo con e!'trlo rehci!'l;.irno. e termina ~o e · seguent• conclusioni:
~60
RI\'ISTA
1• 11 rn:;chiarnonlo clelle cavii.IJ negli as.l.'e!'si calci! è razione ractle ed innocua. 2• E'"SO as«icura la riumon» di prima mtenzione mendo subito qualun11ue ultertore sup!Jurazione. ~ Da f!Ueslo punto ti! vi$lA il rascbiamento lutti i pericoli inerenti alla ..uppurazione. t' L'u,o del c:.ubli w alo corrosivo in soluzioni fort1, è po«c:.tbtle l'applicazJone deliA iascia d'Esmark. aiuta temente ti t•ac:.chiamenlo nel ;;opprimere tutti i micr or palo~enotici deliA suppur11zionc.
Sopra. due oa.•l eU fistole bra.nohlall. - Doll. C. aH-i!~lenle alla clmica clurur~1ca genet•ale di (Ganetta m1·dica di Torino, ~ maggio 188~). L'autore nel mentre r iferisce tlettsgliatamente le "-loril niche di due casi dt fis~ole br·anchiali da lui ossenRle diana dc•l collo, o pt•eauricola.re bilaterale) l! che rurgicamente curate con e~ilo di guarigione prer.edcro ~l resoconto clinico alcuni c~nni illuslrall\1 rali che possono es:-;ere rias~unti come segue. Avanti la fin~ del secon!IO mPse dello vita in trA.nll>l'itll8'.1 quattro fes~ure brn11chiali si chiudono tuUe ad ec1cez;ttnl'l una porte della pr tma, dalla qualtl derivano il condoUo tivo e~terno, la ca~sa del timp"no e la tromba d' l~Ul5184:1A Talvolta però anit:ne che o l'una o l'altra di f!uesle non "compaia nella sua totalità; ne sor:rono allora du palologict ~.hver"J: le Jlstole o le cisli branehiali. mentP. alla nomenclalura di quelle anali, anche le branchiali possono essere: complete od incomplete e ulllme ..i suddividono ancora in cieche interne e esterne. Lt lì!'tole brsmcluali pos.~ouo ort!!inarst da ciascune quattro fe~sort>, pl'rò non in eguale proporziOne. Le !(Ut>nlt rlt•t•ivano dalla qual'la fessura, ed banno esterno in corri.,pondllnza dell'articolazione ,.... ,.,,,L''-' .. ora al m~u·gine esterno, ora al margine inLerno slet•nale ùel muscolo sterno- cleido-mastoideo. In
CUIRURGICA
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fre•jU~Il7.8 \'Cilgono poi le fi~tnle della terza fessuro il CUi orifiero C"'let·no è :<ilualo fra la cartilagine tiroide ed il muscolo sterno-cleido-rna!<lOideo. In l<e~to «Juelle dAlla pruna ~he sono r•are ed hanno selle o al ùuvanti del mt>alo uditivo eslerno, opput·e proprio sull'eHce; td iufìne l" fh;tole spelLanti alla ::;econda fessura branchiaiP, che si uprono \'icino all'angolo del moscellar~ inferiore. Sebbene le ci... ti brancluali abbiano patogenelicament~> la stes"tt sorgente, pure la lor·o rrequcnza non coincide con «juella delle fistole. Di fatti preval~-rono per numero le ci"ti in relazione con la tet·za e la secowJa fessura: in linea secondaria slaono quelle dello quarta. Tt·a le fistole congenite del collo le urulaterali sono mollo più numerose Jl'!le bilaleroti, e le destr•e òellc sinistre; invece le preaurrcolari si moslt•ano per il ~olito cootemporanramente ifa arub·> 1 lall. Oltre alle fistole laterali dipendenti da una imperf!!Lla chiusura df:'lle fessure branchiuli, se ne conoscono altre mediane, sile cioé ,.ulla linea longitu.linale metlinua dt'l collo, le quali sono parunenti congemle .. prodot~ daiJa mancanza di rh.:.nione anleriora de1 due a1·cl11 visceraJi tnferiori. Queste ~oa r~b bet·o le fistole dì Luschka o fistole dt'lle oie aerct·: co~i delte perclttl, quando cumpletc, ~i aprirebhcro pt-r il solito mlernament(' nelle vte aeree e non nella rarinf.!e. Ciò però è contestato •la taluni autori, fr·a ~li altri Jall' Allierl il •[US!o:l osseri!lcc che • la divisione d•·dle fistole congenite ùul collo in Jann~ee e farin~ce è incsuttu ..; secondo lui luLte le ll,.tole COmplete avrl!bbt•t•o il loro sbocco profoudo nella farinue. Delle tl:slole branchiali ulcune sono r.ongenite nel ver·o seoJ"o d~lla parola; allre invece lo sono :;olo vit·tualmcnte, perché dipeudono da 1111 difetto di svtluppo or~anico, ma si coslilutlleòno eol tempo o spontaneamente. o per inter·vcnl.o chir urIPco allo :>COpò d• curarè o <'!!"Li o a~ce,..l!J branchiozeni. p 1 di~turbi cbt,! cagionano •1ueste fhtole sono dr pocu enLrtà. erò quatldo lÙnllantma 11 ::~ono o il cavo llst.olo,..o, nllora dalla ::;tura esterna m vece Jel ~olito liquido mucoM lllante, ora ro ora torbirlo. :;cola del rus e 5Ì risentono punture in,.i61
RIVISTA ClURl!RGlCA ~tenti e moleste, le tyuali azl?iunte al continuo noio. o delernunano finalmtonte i pazienti a ricorrere all'arte no"tl'a Quale ne è la cura? Allo scopo di promuover., la .~.,....a•ouw. delle pareti dP.] tramite fl!llolo~o fur·ono escocilati e ad•Oill!l'lll• d1ver ~~ mezzi: iniezione ,Jj !':O~lanze irritanti, ra:;chJa canterazzaz•one della . uperticie interna, incisione del seno e,..c.~ione ùi tulla la fl~tola. Questa compensi riescirono spesso o infruttuosi o ~ono giovevoli e conducenti allo scopo soHanto nello cieche esteme, per le quah però il metodo terapeultco pu1 zionale e più sicuro é la e~tirpazione complela quale :fu gulla dal pt-or. Novar-o e dali autore nei due ca~i climct rirerlli.
RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE Studi •perimentaU •ulla patologia e sul della ~.norrea. - CA"PER. - (Ga.:ette métiic•rle de 3 "Ollt>mbre. 1S87). L'autore ricorda che Guyon. in Francia, ha il mP.rl&o R-ver -.lahilito una cht:--sitlcazione della gonorrea in e flO"lerior·...; cJac;c;atkaziooe ba~ata su rjcerch~. le quali mostrano, che dal punto di vi ... ta della pslolo~ia, della to'mia, rlella tisiolo~ia e dell'embriologia, J' urPtr a sa v1dP. in due r·ee-ion1 alle quali il muscolo compref'qore porzione membrRII0:'18 serve di limite comuuc. Questa nottrina acceU.ala e ,·ol!!'arlzzala in Ult1.tnann E' Ca.. per, è ~tata combattuta da 7.eJ~sl. . ctuto li mezzo pratico mdicato da Guyon per d la "ede e"alla dellfl blenorra.zta uretrale nell'uomo. Si ua1·c l'ammolato in due l'ipre~e. L si racc.olgono m differenti le due quanlith di urina. Se l'urina eme sa 1l primo tempo lil"lte 111 "08pen!'-!One de1 fiocchi la seconda porzione d' ut•ina ì> invece perfettamente
RiVISTA DELLE llAUTTJE VE:\ERF.E E DI!I.LA PIU.t.E
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è !'rgno che si tratta di una blenort·n;::ia auleriore. Se le due quanlìla d'urina contengono del puq, l'tn·etra po~tertort• è pur es,;.a in\'asa dall'affezione blenorragica: infine t18 rl pus è più abbondante nella seconda porzione d'urina che Mlla prima, é ::-egno che vi ha complicazione di ci. tite. Zeissl "Ì é opposto alle suddette aff"'rmazioui dichiarando, ebe il rus segregato alla Caccia inter1 a dell' uretra po!Oleriore D<•n rifturscu nella vescica, ma scola verso il mcalo, non cu·tiluendo il muscolo· compres::-ore della porzione membrano~a. come vuole Guyon, ufficio di una barrìeramsormon· labile. G!J argomenti invo~li da Zeissl all'appol.:gio del ~uo modo di "edere ~ono t seguenti: Che nei casi dt opitliditlJit.e b:"not•ragica ove incontestabilmeute è inval'ta l'u•·elra poste· riore, l'urina emessa durante ìl secondo tempo delltl minZIOno non contiene del pus, che i lraumatisnu prorlolti da una sonila sulla porzione membrttnosa o sulla porzione pr·Mtalir.a danno luogo ad uno scolo d1 sangue por l'oriflc•o ester·no; infine ehe nei casi in cui l'urina ultima emes~a è limpida: 1!1 può dimostrare la p1·esenza del pus nell'urdt·a postertore, tletet•gendo dapprima l'uretra anteriore con un e~ploratore di gomma bolla olivare, eJ introducendo poi l'•~trumento lln nella porzione posterio1·e, 1ruesla r·icondurrà tAOCOl'a allo &!Lerno de pus.
Ecco in l{ual modo Casper ha rifiutato quest'arRomento ùi Zel 1. Quando l'urttrite blenorragica si compiaca coll'epididimite ord nariamente lo scolo muc~-purulento si "Opprime. Uno lo di sanzue per rortficio ester11o in seguito nd una le11 ono della porzione membranosa o prost.alica appa1'e rome un ratto molto naturale, se Qi pensa che Il !>au~-tue ~cola rn ~Iii l'linde abbondanza che non iJ pus segregut.o alla !~uper· 16 dell'uretra in\·asa da una bleoorragra· d'altra parte la Sòn r a ~8 Qtrada al pus verso il mesto. In 'quanto all'c'<peq:~~: ooll'e:<~lot•atorò di gomma, es~a non dimostrò punto tuu. che Zet!>!>l volle farle srg1111lcare; poiché malgrado d•sa 1e {'rl!cauzioni prese, resterà sempt·e nel fondo del cul~co bulbare, dopo il primo tempo dell'esplorazione, un
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RIVISTA
po' di pus che la sonda traspor terà varcando quer.:Lo hmile tìn clal seco:1do cateleri!!mo. P er reodet·e l'e~perienza provati va bisogna la vare con CW'8 l'uretra an teriore tlno a che il liquido ebe riflui"-ce non CODLens:a piu trAccio di pu~. Se allora ~i introd uce la sonda fin uella porzione mernbrano~ >-i <:arà quasi cer ti di non tra&o porlaro del pus, nei ca~i m cui l'urina emess.a duranl <>econdo tempo delle minzione non ne conteneva D'altra parte, introducendo nella porzione membrano~a dJ un tarlO numero di ammalt~ti due o tre goccie di una soluzio1ns dtluita di ferro cianuro d t polsssto, e racco:.!l. ando in lr• biCchieri differ enti l' ur ina emess~ da ciascuno di el;;ot dopo una minztone, ~~ può constatare la presenza di f, rro cianuro Dei tre cam pioni d'urine. Lo !0\PS~(J J•isullalo ~i ottiene quando, ·ml'ura dopo l'inLrorluzione del ferrqcianuro, si fa orinar e l'individuo per estrarre po!tcià collo !'onda il rimanente dell' urina contenuta nella vec::ctcA. Adunque il ferrocianut·o rli poLassio era rlfJUJlo dalo urelra po1<ler1ore nella vescica. Adunque il pus può faré eltr ellanto in 1111 C8"'0 di blenorragia uretrsle po"teriore. Ce!!-per pas~e in se~u1to alla questione della cura della blenorragJ&. In que<::li ultimi tempi si sono vantati i risultati olleuuti coll'e!'l"cnza di l<andalo nella'cura iella blenorragia a cut11. Il Ca:; per h.a polulo convincersi dell'efficacia dJ ques'O medicamento, com" pure nei casi Ji congc"uone renal albuminurin, eli nefrite a cui i> esposto il m alato. La blenorraris pac::~ata allo stato cronico non Dll!rli ,. punto coll'essenza di sandalo; essa resisle a lltl ma~Jriorperll delle med1cazioni para..«ilicide esperimenta te in que"tt ulli1111 tempi, 1l rhe, egli occhi di Casper, non è un orgodl ~enza r eplica contro la natura infelltva della ùleno~ Quando ci ~i trova in (Weseo7.8 di un ca"'O ÙÌ blenOrnllftP'" cronica mollo· r1helle, sono da consitlerare d ue orrllni dJ costanze se si n~ole trionfare della malattia. BJsogna P cupal'SJ dell'influenza eventuale deliA costitu<~ione ~ull' zio1w dello blenorragia, ed agire in conse~uenzn. E""''~~""'' una volte u CS!Iper di otlenere la guarigione doroa~t t.omi'!'I~O il malato ed un trattamento speciflco reso
DELL& 11.-\I.ATTIE YEN&RU & DiLI.A PKI.LE
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"-ario da una sifì ide concomitante; in un'altra volta, in un md1viduo atfelt.o da reumatismo, la guarigiOne de"la ~onort'ea non fu ottenuta che colla tiimora in un paesn del mPzzogiorno. Inoltre b1sot.ma notare che lalvolla non "' otti('ne il risullnto per l'appli<'azione difettosa dei lopici con cui si spera d• moùificare le ~uperflc1e malate. Le ricer<'he di Buw e di Bockharl dimostrano che alla lunga i gonococchi supposti agenti dell'iniezione blenorragica penetrano negli strati profondi della muco"&. Ora. la difficoltà della cura con<.J~lP.ra pr~i.,amente nel far penetrare le ~ostanze medicamentose a quu~ta proCom!Jlà. Per g~ungervi il Ca-.pel' ebbe l'idea di utilizzare rome ecclpieutll la lanolina, mattlria grassa clto ha la p:·opril'ta di a~~orLirt.• una ~ran le quanti lA d'al'qU&, che pe1• conseguenza ha la possibilità di rimanere più a lungo aderenle alla mucc,sa uretrale bagnata dall'urina. Ouc"r,dea ru messa in esecuzione dall'~utore malg-rado i ricoultall poco incoraggianti che gli avevano fornili le e!!per~enzl.' raue sui cani. hgli si è serv1lo d1 una pom11ta cosi COlO posta: l' n1traLo d'ar~enlo gr. 0,5 o ~r. o::s. Sciogliere in una piccolissima quantitll d'acqua e ag~tiun t:ere: LanoHna anidra puri8sima . gr. 35 Olio d'oli va pnri:<simo. . . • 15 M pt>r r. s. a. un unguento. Con una spatola si die~lende quest'un~uento nella doccia di UIUI !<Onda scannellata, di cui la part"' anler10re li"cia è <~pal mata 1Ìl olio. Si mtroduce poi la sonda nell'urett·a dell'infermo, qualche cenlimell·o soltanto al di ùel bulbo nei casi d1 goaorrea anteriore, e tlno nella \'escica nei ~casi di gonorrea po ter10re.
la
I n un gian numero di casi, questo Lrall.amento d1ede delle
~uariA"ioni definilive. Ha fallito in alcune altre in cui il t.rat-
~ntento prl.'~nizzalo dal Guyon (islillazione di qualche goccia
All~na soluz10ne concentrata di nitrato d'argento) è rmscita. d autore pare attualmente impossibile di determinare le mcnuoni preCise che devono far pr~ferirt"l l'uno O l'alti'O di qutl ti due metodi di cut•a.
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RIVISTA DI TERAPEUTICA Dell'astone 41 alo'IID.l rtmeti nlla oiroolastone e sione renale. - Pel dotl. PmLLIPS. - (The l.Ancet, vembre 1887). La sempli\:e ossenazione dt31 corso delle orine e della sìone sanguigna ~otlo l'azioni} di cerLi rimeda è rr.elodo lace. perché si omette un importante fattore. l'azrone ti medio sulle arterie renaiL !'lon è necessario cho uo r im•AIIilllli abbia la ste...ga azione gu tutta la circolazioue per ifer aea, può co~tringere quella di un· area. e dilàLare quella altra; e siccome il fluir delle urane ooo dipendo lt~n to pressione sanl(uignn gP.nerale quanto dalla difl'erenla di sione fra i vasi r enali e I}Uelli di tutto il corpo, COI!L il glìor diuretico sarà quello che dilali i vasi sanglllgnl e restringa lutti gli allri va::;i periferici. Mosso ed allri hanno investigata la circola.zJOnO n ........,..... racchiudendo un braccio ou unA gamba in un vaqo ripieno o.J'un liquido comunicante con un apparecchio d1 gistrazione molto sensibile, in modo che o:mi del membro pr oducesse un movimento nell'app11receba , ro ..se g r atlcamenle registrato su d'un tamburo gtrllnte. li dott. Roy di Cambridge ha o~te~o ques-to metodo~ e ai reni. Il rerw é chiuso in una sca~ola metallica d'olio caldo, che non offende con la chiusura l'alo del perché è fatta di due metà, in ciascuna delle 'luali si un pezzo di poritoneo preparato, che chiude commissura senza comprime1•e i vasi renali, che rene come rarebbe il pericardio intorno al cuore, c fa da comelro, per ché l'olio che Mntiene è in comuniear.ione l'apparecchlo di registrazione. Tutto l'apparecchio è c;tato •la! Roy denominato per distinguerlo dall'oocomolro. Esso é co~1 t~tlncJbJle
1\ VIST\ DI l ER:\P!U li CA
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trucciato prodoltovi dal rene di un cane, è praticamen\e 1denlico al Simultaneo tracciato che !'t o\Liene per la prec:SJoue tlel c:ungue nella carolhle; la piccola e~pansione del rene prodotta da ciascun battito ca•·diaco, quella cagionala dalle ondulazioni l'\.Spit•atorie, !"ono pet•feltamente regis\ret~ dall'i!=trumento. Or se in uno ste~~ animale si registrano "•mullaneamenle la pre~~ione generale del !-'aDJtUe, l'espancionc e cont1·uzione del rene e l'escrozioue di ciascuna ~occia d'uriuo, "'• potrà determinare l'azione d'un I'Jmeùio con molla maggior precisione che con i mezzi finora impiegali. Lo esptmenze dell'autore furono e:-~~guile in compa~uiu del dott. Ro~e di BratlforJ nel laboratorio fisiologico della untv ~1lé di Londra col :>Pf!uente metodo. Anesl~> .. izzato l'animale, e po!'lta nel solito modo una cannula nello carot1de, sì ~eparava il rene dal cellulare circostante e SI 1 oneva u~ll'oocomelro ripieno d'oho. Poi l>'introduceva una cannula neU'urelere, ed ogni goccut d'ul'ina eh~ ne usciva, iutPrrompeva il cir cuiLo d'uu appat•erch•o elettl·o· ma~nt'lico, ed in tal modo ogni gocciA vt,niva ~egnalala dallo appar·~:cc hio di regi~lrazione. na ultimo s'iutrc•duceva una cannula nella giuguhtre C.!'lerna per iniettare 11 rimediO che Ili vole..-a 'ptrimentare. In tal modo la cur\'8 della pre::;sione onguigna e la curva della pressione rPuale re<>t.a,·eno ('.Ostanti per diverse or·e, il corso dell'orina era pure co!'ltante per lo >~lesso animale, ma va1·iava da un animale all'altro. Fcco i r·•sullali delle e~per•ienze: (tirato d t caneina. Con l'miezione di 5 centigT. la pre«IOIIe l'angu•.,;na da prmcipio :si abba~stlvtt, poi si rialza,a, mo. debolmente e per pochi minuti; 1 battiti rarJiecì ,.'mde· boh,·suv primi!, poi cresce,auo in ro1·zo; nel •·ene si notava una Cònlr'&zione per dutl o tre minuti, con d1minuzione. P.Ù ~~che lll'resto •li secreuont.', ma dopo altri 5 cenligr. di careann miettati accadeva una espanstone che durava mezza ~ra, e lrillhcava il flus~o tiell'urina. Che l'efl~llo prodotto sul en.. non ro~~e il re«ullalo nell'aumento <lì pre"l"ione ;;an~ t;na ~enerale è dimostrato dal fallO che i due aumenti dJ l"e.!!o•one non erano l'imultanei, giacché lo pres~ione gene-
RlYb TA
rale durava pochi secondi, •JUella del rene s i pr otrae,·a pel' mezz'ora. Un rimedio che a~--ce nelriste«so modo é l'11le:ritHt nuo~ aJcaloide eslratkl daii'Uiex :Eur opreus, ma la dose ricbt~la perché ~i ottenga l'aztone diuretics, aceelera la re"'piraztone e ~uscita convul!'=ioni. Agi~>ce come la caffeina pro.Jucendo prima una co~tri~ione, poi un'e<tpan..ione de' \'asi renall, ma ne diffcri!'=ee pea·chè é più potente, l'effetto é piu trn n<tilor~o e le rtpetule iniezioni cagionant) ripetute e!<p&n"iOill rcnall non precedute da rontt·azione. Fra le a ltre !'=oslanze che dilatano i va~i oriniferi son da ripor re fa dutr03t, l'urea, l"aeetato !!(l il eloru ro di sodio forl'e tutti i r.ostiluen ti dell'orina. Le sostanz e ~Ile pt•oducon contrazione rent~le sono la dif!italina cbe agisce pure come diuretico aumentando la pr essione generi\le sanguizne; la sparteina che diminuisce il fiusl'lo delle orine, ma aumr•Dta la e~rcolaztour. ~eneral' • la strofantirw. e l'apoein<'ina che agi~rono sul rnusrolo ca•·diacn, la torpentìna, l'adonrcltn4. ed il cloruro d1 bario che effelluano una forte con r enale st:'nza provocar la diut•esi. Riassumendo 1 risultati tli tRii esperienze raulore ot::~I'Q che i piu t·iuomoll diuretici producono cònlrazione. e espanl'<ione d••ì vMi renali, e che l'espansione può e~ser ge1·a come per l'acetato tii l;oda, o considerevole come per cafl'einn: che rra 1 t•imedi che producono costr i1Jom d~.>' renali la soiA d i~•talioa ha una deci!'a aZIone diu relJca: che aumenl:> dell'urinA non dipende tanto dall'aumento della siono snngUtj.:08 ~enerale, quanto da cruella de' ,·ast "H'""''~.. renali: che fluantunque la strofantina accresca Ja forza battiti cat•diaci, es$a diminuisce la <'8pacit.à cardiaca. onde !"angue che giun~o t•i reni uon varia in quantità: che la lina invece innnlzando la pr essione gener al e. e restrino-iP.DGIII~ vaf!i renAli, fa paq""are in e«"i ma j:tgior quantità li qao~ percit'l a11isce comP diuretico.
DI Ti': li \Pt:Ul'lCA
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Le appUoaztom · delle proprietà antiletttohe del boraoe e dell'acido borloo. - òull. BEDOJN, medJco magg10re. ( .4.1'eltioe3 de M tJdet:ine et de Pliarmacie militaires, ~et tambre L S7). Il bor·ato di so,Jn od il borace, e !Oopratlutlo racico bor·•co, godono di proprit>là anti~ettichP inconlestabili, la di cui atlivt~ non é co:-1 debole como oggidi qi afferma comunemtlnte e eh li raccomandano arubidut\ per la con!';er vazione di 'of!tanze alimentar•. romt· il latte, il burro, il rormaggio, le U0\11, le carni di macello. Solamente, avuto rì~ruar·lo alla c:ua insipiùita quasi as~olutn, l'acrdo borico deve essere, per •rue~to u<~o, preferito al bor·ace, li cu1 ~apore é disaggradevole: tultt e due però ~ono d'una innocuilà assoluta. All'interno, l'nM terapeuLico dell'acido bor ico come antì!!ell•co, ha gia dati rrsultati talm••ute incoraggianti da autorizzar·e In sun amminislraz1one nelle affezioni nelle I{Uilli si pl'ACOJ1Ìll.8 fTU8Si ( SC(U8ÌV8ffi80ti! j' aC'tÙO feniCO (es
rebbre
tifoidea).
All'ec::teruo, le proprietà antis~ltiche l'eaJi del borace e soprallulLQ dell'acido borico legiltimano la ::teneralizzazione del loru uso in chirurt:ria. !'lpecialmente nella pratica deJle medicaz,oni ..econdo il metodo dì Lr!'lter, come in certe allèzioni delle vie urinet·ie, degli occhi, degli orecchi e della pelle.
Il ro.roro Della febbre tttotdea. - Dotl. L . A YCART. (Rerista de .<~anidad militat' , N. 1, J• lullliO i8 ·n Quahm'lue sia il metodo di cura che st adolli fra i molti
~eeornandati per comballere la febbre tifoidea. non sempre ~ rre~ce ari iroped ire che l'infermo non giunga a quel pel'iod~ o ,tadio in cui qualsivoglia mezzo pare ina1eguato a ~Odlftcare la pesantezza del coma o la furia del delirio, e ~cui ~ono 1rnminen1i il tremito muscolare, il sudore vi8
•o~o. la carfolo~ia e il raffreddamento delle estrernita. Quando SI é di fronte a que~to gravissimo sladio nel quale ~;lhra, per cosi d1 r e, c-he tutto il dinamismo orgamco dello n errno vada ~pegneu 1Jo~i. <' in faccia a cui il medico va tor-
UìO
RIVISTA
turar• l•"> la propria inlelhJtenza e ia mt:.moria pur di un qualche nuovo cd efficace mezzo terapeutico, il L. Aycart, aulore dell'articolo che br evemente ria!'ll UuullWUr· non &~'~i ta a proporre di ricorrere all' arnmmistraztone fosforo. Ozioso sarebbe avvertire, dice l'autore, che ~gl i tJUesLo medicamento allora "<Oltanto che ebbe e::.uurilo 1 mezzi orduum di cura e che le forze de:,rli inf~ rmt s1 s<'ntavano esousle, annientate; ~ :3oggiunge elle m tutti i 01•1 quu1 s1 valse d l fo,.fl>ro. J' or.!auismo r1<>p0se selntJ:..-: perfelta mentu c in modo rap1do e deci!livo all'ener gra di temuto a~eule terap.. utico, 8enza che in nes~uno ùei casi ~iano manifestati, in modo apprezzabile, reuomeni d' SÌCAZÌOrtP.
Quanto ali..-. dosi del meJicamento, il dolt. Ayca i"t. quelle con~igliate per l'uso inter no da Glowe1• e, quanto forma, quello dell't Lere fol'll"orato d~l L oe-çelhu<>. P. Fo:;,foro . . . . . centigrammi 10 Etere t'tilico . . . . . . zramrni {5 Olio volatile tli menta . . . gocctc :!l Grammi 4 di questo "tere fosforalo, misti ad un di virao di :\Ialaga, costJtut~cono una dose, la quale nNUDI~ rinmentc occorre r1petere nelle :H ore. In qualche caso aulor•! l rovo convemenle d1 oltrepassare le ,Jue do!iti ed di amministr•are il rimedio in ragione di due goccia delr tere losforalo per caduno ora. su Iii un pezzello di zu<:dliB"UU A dimostrare che l'uso del fosfot·o, l ungi tlall'es!"cr temet·nria, é di una ulllila tncontestabile nel periodo più del tifo, espone ra.ulore ùue falli cimici che, per 111 della prognm~i, come pel contrasto dei sintomi. poss ono rar~ come prova tipica dell'6zione benefica di lale mento. Si r1Ceriscono i futti clinici a due g1ovani •li .20 a :!5 J quah per coincidenza ammalarono contempora nnArneiJIIIIII' vennero r icoverati in una stessa sala d'ospe lale, in leiLi ligui, presentar:do l'uno e l'alu·o veri esemp1 di febbre a ~viluppo rapido e gra\'t"Simo col carattere peculiare disliole forme alllssica e &dinamica.
l
Dl 1 ERA.PBUITC.~
H7 t
Al u• giorno della malattia, uno di essi pareva prossimo a soccombere nel collasso consecutivo ad una febbre irregolare con dtllirio continuato e violento. Né ~tli anlll'pa«mo.itcJ, né i revulsivi, nè i mezzi impiegati per otlenere una azione ipotermica valser o a moùlficare menomarnenle l'e~trema a~lazione del paz1ente, agiLazione cb.:- s arebb.: par~ più propria di un'infiammazione delle meningi, se l'epistassi, le papule, 1' ingor go splenico e l'insieme dei sin lo mi addominali non avesset·o eliminato ogni dubbio al riguardo. Jnvece l'altro infermo si trovava, io detto giorno. in uno stato di profondo torpore, torpore comincialo colla malattia, accompagnato da meleorismo, dn diarr ea e da allri fenom eni ~lro·enlericì tutti ~randemente esagerali e che non &1 modificò punto colla presentazione de• sintomi bronco·polrnonaM, n.. coi cambinmenU !"Opra\'Venuli nella calorifi<:azione. Subito dopo uno straordinar io abbassamento della temperatura da 40",2 a 36',4 in dodici ore, la faccia ippocr atica, il colore terreo della pelle, la debolezza del polso, la paralisi deg-U sftnteri, il rafl'reddamenlo e la c.a rfolo~ia ne face'"ano letnert• con raglone vicina la morte . .A.J entrambi fu allora somlllinistrat.a l'indicata poziono di ~tere fosfol'&Lo nel vino di Malaga e l'uno e !"altro, con un ~ntervallo di pochi minuti, entrarono ht quello s tesso gwrno •Il tuJ periodo tlì reazione cut·aliva. Tr11 !'COrse due oi·e dallo iogesllone del medicamento e"1e:i rJ!!pondevano alle domande se jnlerro~au e presenta"·ano l' l .,.. ' &!'~etl.t) di persoua ebbra, per la '·i vezza tlel eolorito e pel 1 ucctrat·~ degli occlù; il polso non tardò a rarsi regolare e 111 mezzo ad · · un sonno qu1elo, appena ·mlerr olto da spont.anet C:atnb,amenti di decubito, apparve un sudor e copioso e generai~ c!Je lasciò alla biancheri& l'odore pa1·licolare delle soQtanzA fosforate. In Una settimana di poi i due inrermi lasciavano 1' ospedale P•ena convalescenza.
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Sull'azione emo•ta.ttoadell'antlptrtn&.- Dolt. Tr ro (Raeeo:~lrtore .\fctLieo, 30 marzo 1 88). L'antipirina, scoper·ta nel 1884 ùa Ludovico Knor r. è un caloide sintetico aprartenenle el g:ruppo dei uerh n ti e la si ottenne rucendo reagrre l'etere acetico sopra Deve il suo nome alla suo potenza anlitermica; ma 111 fu l'iconol<Ciuta efllcacis~ima come antinevralgico, come settico, ed anche <.'ome emostatico locale ~e ussla m (al 5 p. 100). A ll'aulor·e non ri~ulla <.'h e essa sia $lata mai fin(lad ora ministrata per bocca a scopo emostatico, 1.' quindi rl :>lCirie di parecchi ca~t clinici (porpora emol'rggica, interne, menorragie, ecc.) nei quali egli rtescì c:empre a nere le emorragi· mediante la :SommmìsLrazione d t nella dose medin di :l grammi su 500 cii !ICIJUB di,.."......... , prender~t a cucdu.ti in dnl:l giorni. Egli ritiene inoltre che questo rimedio dt>hba e,sere mentalo anche contro allt·e fot·me morbose come ud l'E-moltil"i,le melrorragie, le enterorragie, l'cc., e non l>occa ma anche per iniezione ipodermica, o per it1a per lamponamenlo, o per· chst.ere.
Del polso geminato oome guida nell' aa:UIIlLIUitK<~ della cltgtta.le. - P. DUROSIEZ. - (ArcJrioel! Belge&. settembre i ' i).
Il dolt. P. Duro~iez ha pre:-~t-~n!alo all'accademra delle d1 Parigi la se~ueute nola: Fin dal 18M, noi abbiamo chiamato il pol9o gemi digitalico, tanto et<so è frequente in segllllO all'n zione della digitale a do,..e troppo forlb pel malato Per noi, la com1·ar~a dtl polso geminalo è uu ~.,.,...di cessar·o la sommini!'lrazione del r·imedio. Se •l regolare diventa geminalo, nulla abbiamo simo ratto me~:ho 8 non adoperare la dtgitale. se da irregolare di\'CIIla geminalo, l' effello é ;;U abbiamo agito l•ene, ma dobbiamo arrestaJ'CÌ.
DI TEll.\PEUliC.\
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11 polco geminato é costituito da paia di pul..azioni composte di una rorte e cJi una debole. la pul"azrone debole potendo scomparire, e-.i«lendo però ancora al cuore. E«so può essere regolare c co"tanle. !'nn è punl•) necessario cbe il pol~o geminato sia costante per 11ervrru a noi ù'avvertimento; ancht~ incostante ci avverte pure. Il polso geminato potrebbe cou~ervare il suo titolo anche tr1geminato, quadrigem inato. Ciò elle lu caratterizza è la r egolerllil nell'irregolarità. Il pol'-o geminato sarebbe solamente un tipo a cui si avvìcmerebbero pui o meno le altre forme. Il polso geminato oon appnrliene soltanto alla di~i14lo. Si r1,coutra anche nell'asma bronchiale. E stato chia1ll8lo bigeminnto. alternante, emisi~toli~o. Il pol~o gaminato esiste nelle vene, ma ol rovescio; è la prime pul~azronP che tend~ a scomparire. lt iudispenRabìle studiare il polso geminato al cuore, nelle artct·ie e nPlle \feue. Il poi!'O geminato é un segno d'utililù pratica.
Z.,.rtmenu oomparatlvi fra l'astone della pap&I.Jla • tueUa della pepsiJla, pel dott. D. FtNKLER. - ( The lAne el, luglio 1887). l .a papainn é un fermento che l'auLore ha preparato estraendolo ùalln Carica Papaya, e consiste in un corpo albumino;;o, il •tuale sotto determinale cit•coslanze, trasforma l'al· bume tn peptone. A dimostrar ne glr tlfl'etLi, l'autore ha inlrapt·~o unu. serie di esperim1·ntl deHni di molLa attenzione tanto Jluì che e!'t.:aj sono Cattr in comparazione con Iu pep~ina, onde Crt>.diamo utile darne un sarz~io ai lettori. Cmque grammi ù1 carne ben ta~liuzzata, 50 eme. ò'ac.tua, ~ eme. di una c:olnzione di papainu oli' t p. 100 sono posti Jn dun rnatraccro. . e tenuti. per 21 ora alla temperatura di~. . 1 1 l n filtralo il miscuglio, la so~tanu pA!lSSU\ nel illLro con~~eva la partf:! albuminosa della car ne convet•tite in peptone, n·~~alc ern precipitato dall'acido tannico, ma non dall'acido 1
tt('O
nG !loll'aceta.to fer·ro-pot.assico.
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La reazione della xantoproteina era ben manifesta, siduo d1 ~ostanze non peplonìaole, portato a di!;SE~CCUIII pesa,•a un decigrammo, quin·li il 90 p. 100 delle era di ...ciollo, e r 87 p. 100 d'albumina era che m of<tra un'energica azione digestiva. In altro malraccio !>i pone la «lessa quantità e carne, w eme. d'una so!U1.ione d'acido idroclorico al 2 e 5 eme d1 soluzione di pepsina all' i p. 100. Dopo 2t erano peptonizzale che 70,6 p. lflOdelle sostanze al Ripetute le esper1enze ora var1ando la quantità e di soRlanze alnnentari, ora la dose del ferm~nt.o, ora rala della macerazione. l'autore Yìene ttlle .c:eguenU sioni. La papaina mostra ur:a1.ione p1ù enerlrica che pepc:ina, "pecialmenle quando é minore lo pro liquido r1spetto all'albume. r1oè quando le c:o<>tanze nose sono molto concentrate, condizione che sì verifica nello stomaco. Le uova sode ~ono meglio dige::rilA:l daliA pepsina Il quido é abbondante, meglio dalla papaina <>e la concentr ala. Siccome é impo..sibile creare nello stomaco e stimt una condiziOne nella quale si conser'i tanta liquido quanta ne richiede l'azione della p€'psina, cosi fer ibile la papaina. La pl'psina a~isce nello stomaco, ma uon nelle dove la reazione è alcalina, la Jlapama agt•ce poco maco dove lro'a reazione ar.tda, ma se la re:~z10ne d.ivien neutra od alcalina per condizioni palo! paina peptonizza l'albume, mentre la pepsina passa mente. Or ~iceome nel catarro dello c:otomaco "'pe,.so la si fa neutra otl auche al<'ahnA per la c:oomm111i •ti~AziOI rimedi. cosi la papaina avt·a ~empre un'azione la pep~ina un'azione debole o nulla. L'az1one della pepsina é mollo breve, perché pena che il c1bo abbia assunto nelle inle:;lina la
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caline, quella della papama invece è illimitata, perchè contwua llnchè il cibo rimane nel tubo inle<ltioale. Oltre a ciò. siccome la papaiua non ha hisogno d'e~sere avvalorala da alcun acido, e le pseudomembrane della dif~rile Mno benissimo disciolte da questo fermento, ciò che alcuni qperimentatori han già dimostralo. noi abbiamo nella papaina un mezzo il quale ha un ~nde avvenire dmanzi a ~é. ed è perciò c~ulore si é studiato di otlenerne una preparazione che sia sempr e unirorme, mentre la pepsina del commercio presenta tante varietà, alcune delle qu..li non peptonizzano cbe il 20 p. 100 df:'ll'a lbume delle !IOstar;ze alimPnlar1 La ooo&in& gludloata dall'..perieua penon&le. del dottore FRA:o.'K W. Rr:-;G- (TIIe Xezc York Metlieal Reeord, settembre !Rx'i\. Da l11lto quéUo che si è scritto intorno alla cocaina risnlt& una Jifler·enza ili opinioni nE'Ile menti ti i m Prlici. un ~iudizio CO!l vario nell'innocuilé. P. c.uJia pernicio:.rtà del rimedro, che rautore ~~ decide a rendere di pubblica rag10ne la ,oua per!nna!A esperienza di dieci me~i, <~ulle inalazioni ch'egli ha ul?alc COntro una faringite follicolar e cronica con iperlrofla de"lur· b nnU daliA qt:ale era aO!itlo, e che ~li pr oducevA una co$lante occlusione del naso nP.IIa notte, ed una sec<-h~>zzs della lrnJniR e delle fauci. · Al l' settembre 11~~13 cominciò ad usar tutte le '~ere una pol;enuazione ddla ~oh1zionc cocainica al 4 per 100. "pingen· 08 nelle narici per mezzo <11 un piccolo nefogeno. Dopo un 016"e ,j cominc16 ad nccor:::-ere di una ~ran d1flìcollà uel ptrender ~onno, TnPnlre dopo le pr•ime applrcazioni sr era senJto h r111· lsrmo, · aveva respir•ato bene, e tlorruiLo bPne cilJI·aole 111 IIOlte. Pur tuttavia lieto del miglioramento, non bado a quel ~VJgllto che d'altronde ero pie n~ òi rantastiC'herie e di visioni. . nn uraute i me::~1. d'ottobre. novembre c d1cembr·e ouIl a d'1 ,... ~o occoi'Se all'autore, ed e~tli pensando che una quantità ... n r •. d"1 t COca ma "'arebbe ba.,lata p•! t' calmare l'irritazione 0 6 " na:;ali. rrdu<~se di alquanto la ::-oluzione,impieganòo
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IIIHSTA
il 3 pet•iOO ù'alcaloiùe. Il penodo d'insonrua ·~i recepii\ ma il ~onno era trancJuillo e non interrolto. ln gennaio retTeLlo benefico alle narici era div più ~ensiNie, ed egli cominciò ad usare due o tre per !'era, alttuanlo prima di andat•e a !ello. ~fa scorse selLimane cominciò a seultrsi urtato dal rarmaeo, ed braio ue sospese l'uso per dieci gtorni, pr>rò c•,;•cAJn.u corto c!Je d suo alito r1d1\'enìva dìsgusto,.o e la dinlcile, si rialtaccò alla cocaina. Duranle 1 mesi di mat•zo ed aprile non cevoli effetti all'infuori di una diflìcollà a pr{mder durava due o tre ore, ed una certa diminuzione d' ma il primo g10rno Ji masrgìo !>i sel'll spos--ato, 8Kivo macchinalmente, raceva tutto qua!'r senza Tentò m ricorrere di nuovo alla cocama, e ne ~nU continuò ad usarne per quattro o c!nque volte alla di cot•tcarsi, e le notti passarono m un sopore con mente lucida, e spirito esilaralo. L'appetito minuire. i ner·\'i divennero in«labiti, ma e~li toeguitb ]e inalnzir·ni anche eli giorno. fln chè nel 2-:" giugno nisrno era giunto al raslrgio. mentre gli alTari di lo ~o' raccaricavano di occupazioni, onde egh ridu881 sione dell' malatore, diminul la quanti!! del un'inalaztone si sdraiò su di una poltrona, pe1· KrnJ_,~,~ sig-at·etto in bocca, di uun calma e soddisfazione i lora ,j senti intirizzito dai piedi alla te~<l.u, provò dt luC'..idilà di menle e dt r lasciamenlo delle m~::•u"''" mcnlrcc'l tutte le noie della vita; non ave& \'o~lia sruggrva la compagnia. «i appigliò di nuo'o ad una e tutta quella spossatezzn scomparve, lusciandogli di capo, un accelera monto di polso, ed un li~ ve dr temperatura, che to~<lo si dissiparono con una mo-caffeina. li !l luglio avvedendo~' che la cocaina tliventva neee~s.ilà, ne aboli l'uso ma ne sen~ìva un d cibile. Falli i conti col rarmacbta si accorQe che ne aveva consumato 36 grammi, e che per giunla ollenuto un effetto anufrodisiaco.
DI TEHAPEUTJCA
L'autore J•if••r isce rru~>~te e .::perienze ch'P.zl i ha fnllo !'U di se s::te""O per dlffitl'--irare cbe l'abituoline pPrnicio;oa d t~ l tllnPdio !'òl può ~ontrnr1'P col lungo U!'IO, e che l'e~perime•tlo di lle mmond il quaiA l"l ò "Ollopo~lo alle iniezioni ipotlMm ir:he Ji cocaina per dieci giorni, non «ono euucludenli. Anche l'autore ha preso oppio !ll""Oiuto per d1eci p-' orni, in quanl1là da ~eotirno infoJ·rnìcolamento delle mem , perdita di ~onno, co<:lipazione dolorosissimA. ma nnn hl! conll•ulto nè pr.t... vn contrarre l'obiludine dell'opi io in co~1 breve tP.mpo. Il dolL. Hammontl aveva spinlu fil do~e delle inor.ulazioni fino ad un gJ·mnma, e ne ebht palpilaz10ni card1ach e, cefalea, snemoJ·alezza per due giorni, me non consig-lierebbe una simile do"'e ad un uomo meao f0rt di lu , n "''ll'ebbc utile ollre!Jll""llre il grado di bene~$Cre r.ltt> il rimedio può tlal' , pel ~lo scor o di accertare !le \'Ì "18 o no quc!l pernicio,..o elleU.o dell'addizione di cui pal'lano i gw1·no.li t.li medicina Quando l'autore cominciò lo ~ua cura il dott. Dayton M •~pe· zionò lf" cavil{l neqaJi, e r invenne il sello spinto mollo verso "'ni~tra c{!n gtbb,..1- là promllleulc a destra. Pro«a in di"er::-i puuli da ulccrazioni. la muco~ll del turbinato !>iniSlN rperlroftce, qoella del de--tro aJuos:;•JI ~ contro il setto; la \ olla del rarmg.-. con';jdeJ·evolmenle i~pP~~ita dn occludere le bocclle della tromba d' Eul<tachio. ciò cb~ si rcndtlva monJfel'llo pt' l' una ~rescPnle sOJ·dità o sibili delle ort>cchic•, la parte po~teriore mflammatn ~·ome le altre pur•ti r1Ail8 r·atrobocca •
. NP_l28 lughn 1&~7 re~ame rino~,.oprco con:>lalò che lo spn-
1 dt rC$;piraz tone ero cresciuto nt.:lll' due narici, che la muros::a aveva rni!!lioJ·ato neU~> c:ue con.lizioni e::sendo dtminuila la llecrt>zione o scnmpar~ le ulcerazioni, che la volla c par·ete po~teriore del faringe Prano ance ra t«pess1le, e che l'lllrofia e le ne rtct · · ua .• pr·tma. esisti) n le er•a di molto corretto, ma si 81lr~>bLe ripri!<linata ~e non !>i fo!;~e adoperalo eh IIUO\O la COcairm 0 . • 'lll9 1ct.e altro mezzo pt>r 1::~congturarl u.
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RiVISTA
Bto..tdo d'idrogeno nel trattamento della. difterite, m&l&ttte del lartnge, f&ri.Dge, n&SO. e delle vte ohl&lle polm.onart, per J. )fouST BL.EYER. - T/te Yo,./.: Medi~al Record, ago"'to t88i). Il biossido o peros...ido d'idrogeno (H' 0' A q i4) nel 1818 da Thcnard, cowe agente terapeutico è r1m8"'to l'o-.curiléllno a 41ue«li ultimi tempi. È una ~oluzione 10 dJSlJllala del biol"si•lo d'idrogeno anidro. lunptda, in d'un sapore piccante, del peso specifico di 1,010 a i ,OU . tenente 1l 2.::~ per rento del gas che secondo Schone è il sl1luente normale dell'acqua di pioggia e delle grandme, con•lo Hager l'<i lro\n nella terra in minor quantità zono. cresco ~otto un cielo nuvoloso, decresce ne' sert>ni, aumenta in luglio. diminuisce in genna1o, e Berlhelol ~ubisce una spontanea decomposizinne in ossigeno l1ùeJ'O. Lo re<lenli investigazioni condotte da Miguel n tm·io di MontROUI·is lo rivelano il più potenle dif'iu·u•...,,,... bttlleri, e Jetet·mmano nel modo seguente le minime ùi cia~cuna so~::lanza alt.a a prevenire la un litro eli brodo:
BiossidO tfitlrogeno idrato lodo . . Br(tmo . . . . Clorut'O di z1nco. • Acido carholico Permanganato di potassa .Acido boriC('I . . Sdlici!AlO di Soia Borace . . . . • Alcool s~soluto . •
grammi 0.00
• •
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Le pro,·c comparath·e con ftli antisettici rli maagìbr dimostrano che e!'"'O é 60 volte phi potente dell'acidO e superiore al bicloruro di mercurio, al gas cloro
DT TRRA.PEt.:TICA
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cido ~olforoso, è perfeLtamente innocuo, e non lascia alcun callivo odore in sostituzione di quello che toglie Siamo deLite~ri al dott. Richat•d<>on dt Londra delle attuali cognizioni sull"azione fisiologica e Lerapeutica del bio~qido d'idrogeno. Due parti del rimedio in H d'acqua "'ervono eecelll'ntemcnte per nebultzzare un arnbtente, e per gargarismo: da 3 a f> pa1•ti su 1:1 d'acqua è do~e !!ufficiente per irrigazione, per inalazione. Una soluzione di J5 \"Oiumi di gas in uno d'acqua si può amministrare commtsta 11!1 egual ,.olume di gl <:ermo, da uno a tre cucchiai in un bicchitw d'acqua, tre volle a giorno dopo i pasti. Cl)ntro la .lineria de' bambini d1 rrualunque età si adoperano 200 parti di una ~oluziont; del fili li JO volumi roescol&.le a tre parli Ji glicorinu pura, e se ne ùò. un cucchiaio ogni due orP., ed anche oc-ni ora. I dotl Bert ~> Reynard furono i primi a t·accmnandRr le malazioni òi biossido d'idrogeno nella Lr!>i, o !"autore le ha unpie~aLe in 80 casi di diflerile per lo piu grave, 42 de' quali fuJ•ouo operati di tracheotomia. Degli operati morirono 27, guarirono 15, de' non operati guarirono 31, morirono i . l.'o..,!"idazione che si ottiene dallo S'\"iluppo di ossif{t-no put'O può e:-ser prov~la ponendo nel biossido d'idr·ogeuo un pezzo ds P~eudo-membrana difterica; accade Allora un Immediato 8\'lluppo d'oas.i~Zeno per efferve!'CPnza, e le bolliciuc aderiscono sulla membrana senza di~e~ogherla: con più lun~a 82 ne la membrana ingia!.isce, di'"enta bruna, i <>crepola. IUH&di si riduce m frammenti fra il :r o 4• g•orno. L'«:>ffeUo :renerale su· pazienti è sempre ~lato lodevole, lo eppcUto aumentava anche quando cresce,·a la febbre. ~elle lonsiJhti e lisi laringee produce ~an sollievo, nelle bronchiti cromche con dispnea e nella li~i migliora la d•ge!!lioue, reode più atllvi gii allri r1medi, aiJe,iA la dic:pnea corn? ra l'oppio "enza produrre la narcoss, allontana i pa1'0$ H•rni dj to~se. Gli accessi d'Mma si dis~ipano dopo ll'e ~ flla\lro inalazioni, il croup, le malalli~ del naso C'.(lllle do~cna, la Jirterile nasale le ulcer·azioni sifililicùe, la febbre e fieno. si giovano grandemente di que$lO rimedio, il quaiG
IUHS f A a~a!'Ce liberando un equi,altmle d'o~!'ig'IIO nascente ed lp&o ralliYO. li perossidò d'idrogeno mcl"ita accurati !Jtudi ed mvest•gazioni, ma quando l~ sue inclicazioni saranno be n precisate, es~o acquisterà un posto importanLP- nel numero delle risorse terapeutiche.
Idrato 41 amilene e •olfon&le, nuovttpnotiol- Douora G RLAvEs, pror. KAST e RosE1"1lACH, e dot• tori RO!JIS e OESl"REICiilm. - (Be,.liner klin. W oehensehr, N. 6, 12,16, 17, 21, 2i e 25. 1888).
TLER, BuscHAN f'
l· ra i rimedi son111feri, cht> in questi ultima sn;i il pro~resao Jelln cltimica ha considerevolmente aumentali>, qua ti il me· tilale, l'ipnone, roretano, il cunnabinone, ('~strutto h piwdaa l'acelale, la pareldeide, IJU~ta s'è messa in lìn•'a s ub1lo dopo il doralio; ma in pratica ~l'inrermi, a lungo llllliaa·e, tmi::eo P"'•' di!lgustarsene, o motivo del suo sapor;~ Fifrradevole. cbe perdura pt'r le e;oalaziooa dallo stomaco. Uu mPdicHm ento clJe non laa qul !'ti inconvenienti, ma che pos:.iedc luiU 1 vanlag d~lla paraldeiJe é I'Hh·ato di ornilene, «coper·tu da w nrtz e raocon1andato per la p d ma v1 ILa da Joll~· e von ~Ieriu~ (ZeU. schr. Jù.r Therapie, 1R8-, 112), e te::;té dai prim i tre dol sunnominnli. La medicazione ipuolaca però ~·è arricchila un'allro rimedio, il ~olfonale, per opera dt>i prof. naumanll e Kasl: ~icch'\ ,ii entrambi riunisco ti se~;~uente s unto rarmacolo~ico e ler apculico per il miglaor prol1ll.o l.ldl'urua~ sofferente. I.· idrato di am lene (alcnol a milico krziarto, dimelileliicarJii. nolo= Cs H!!O O= (C H3):? C (C! Hs; OH) é hqui1lo, incotoro limpido, «olubile in acqua nt-lla proporzione tli l a d S,di afUne alla canfora, penetrantìssimo, di sa por~ chtl racorda mente. piperila, che, a deHa degli infermi, per l'a ggiuula g ran le quonlita d'inruso dt.:lla st.es~a m~nla, ''aen re~o sen~llJtle: CJo che e un ratto ~orprendente. Per· i~Luoliure la sua aziune fisiologica sul ano, al Bu~c·laan ~<perimenl6 !'Opra sè stesso, cominciando con 8 del r imedao ed elevandone la dose gradat.amente di 1
Dl TEIUPEUTlCA
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ozmtre o quattro giorni, flno ella ma~sima di 7 gt~mmi. Dopo due o tre minuti notò oo:cillttzioni dell'iride, e gili dopo dreci le pup1llr raggiunsero il !JÌII ampio ~r·ado di tuidria$i: 11 ritmo respir11lorio restò inalter ato, ma il polso aumento di rr~quPnza (da 10 8 a:) balLJli in più al minuto) "'ubito dopo la dosf', e, da r rrolare che era, si (o·ce teso e quasi dil'rolo: due volle ' u cinque ricerche. Buschan oo:--er\·6 una le,rjrlcra drafore"'i. L'azione spcclflca ipnogena "Ì maoireslò, in media do~e. dopo 10-15 minuti. ed il "'Onno dur·l! R-9 OI't!, sen1.a che l'mdomani lo ~perimenlalore avesse 8\ uto mai a risentirM dfelti rli!'lpiacevr)h, B~FOendosi ridestalo l'roseo e gaio Pl!"snndo alle t'JCerche sui malati, l'idrato d'm:niiene lù ::;ommtnt,trato ati uomini c ùonn~. atl'elli da aliennztoni nwtalali: i ri,ullall addizionati, nell'uno e nell'altro ""'"'"'0· furono "'odd...,racenli nel 791!l p~>r cento: :;i ehbe un ,oouo mPdi<><:re nel 12•1•. e nullo nell'8.i"f.,Jei casi: il rlottor Lebmann nella «ua pul.blicazton~> (YeurolOfJ. Centf'albl..l887, N. 20 F~Up••rò d t poco (82.2) l'anzidetta crlra per·cenluale. L'o~servazione di Petr1:1zzani (Nuori ipnogt!nl)che il rimedio, dopo 5 o 6 volle ...:he si U!';a, venga meno all'etfello, non fu conrermata da Duc:chon. Gùnller lo <:a~:rsriò in di,·ersi ca~i di malattie, nelle quali J'i.nc:onnio od il doÌ~re reclamava l'indilione d'un narcotico, e ~e n' Pbbe a lodare :<empre, "enza o«servare mai vomito od altrt sintomi d'intolleranza. Il ritn••ùio, 'Ialo peJ• bocca, alla dose meda~ di grammi 3-3,& n<>gli llilulli (in principio anche mano, specialmente né11e donne•, e di grammi 0.:! a bambini lullanli e di zrarnmi 0,6 oi fAn culli fino a dieci armi. I uò associar..i ad uo ''e1colo mucrl s:mo. o o ~ciropposo. con acqua dt rnenta P..d una goceia ~'ho dt rnent.o piperij:!nA. DovPndo,..i tmpiegare per di. Leri, 8 doo:e JICl' gli adulti può elevarsi impunemente a ~-"1 grarnmi. !~et· via ipodel'miea Bn!'!chan impiegò a priocipto una sol u: 0' e di idrflto di amilene ed alcool 8""òluLo a parli uguali, più ~d 1 dirninut l'alcool della mPtà, imellanùo V• di .sir inga per vo la ~otto la pelle del dorso, senza deplorar mai forme~>:ione a"ee"~ . d~>lla puntura; 1 r t:;ullal: però var1arono · ne l '-tto 8 ~~Ilda de~l'indhidui, e quindi occorreranno ulteriori in11 101 Per prununziat·si.
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BlVIST.\.
In conclusione: l'idrato di amilene, sebbene non sia un ipno. tico di prim'ordine, può essere ammesso in pratica, comechè stia in mezzo l'ra il cloralio e la paraldeide. Desso agisce in c.lose doppia e tdpla del primo, ed è da prererirsi Alla seconda per il sapore grade\'Oie: dippiù non è pericoloso JlPr il cuore, su cui invece il cloralio non è del LuLlo indifferente. Il solfonale (rli.elilsoHoodimetilmetano =(C H3)' = C= (SOl c' HG)2) ricavato da Baumann dui cosi delli rliso{(oni. è un prodotto di ossidaZìone dell'elilmercaplano con l'acetone, cM· swllimato in grosse tavolette, inodoro ed insipido, solubile leggermente uell'aleool e nell't~ClfU8 bollMl!l> più diflicil menle nella fredda. l primi sperimenh sui cani !'ecet;,o palese cl1e questa nuova sostanza esercita un'azione llsiologica sulla c r· leccio celebrale, perché, dopo disturbi motori rl'ì ncoordinazioue e sensilivi, che nello staù io iniziale ricordano, .fino ad un certo punto, qu ;li stessi che si producono a ..porlsn o con un laglio Je regioni motor1e corticali, gli animali caldaro in un sonno lt'8.nquillo. Non si prese a saggiar1o1e l'azioue sul· l'uomo se non dopo che, a segu1to di nun1~rose ricerche sugli stessi, se n'ebbe SCifUisLaLa la sicurezza del dosamenlo. Nel pet•sooe sane 2-3 grl-lmmi del rimedio, ùopo un'ora pt•eso, pro· dussero senso di peso al capo e di stanchezza, cou uote,ole torpol'e ver~o le impressioni esterne, a1 •1uali sintomi segui. eccetto che in qualche caso, un sonno p1•ofonclo e tr11nqu1ll& di 5 a d 8 ot·e, senza epiacevoli sintomi postumi di sorta. NoiJ ioflui in senso nocivo sul polso e sulla respiralioue. e nemmeno gli organi digestivi e l'innervazione muscolare neri· sentirono disturbo alcuno. Da osservazioni fisiologiche sulle pressione sanguigna ristùlò che cosi nf;gli anima h. eotnP. nel· l'uomo. il solfonale encùe a dosi elevale, non esercita sfa~o r uvole influenza sul cuore, nè sul sistema vasale: J'onJe l'a~ plicazione pratica che si può dare anche ad un cardiopaticO. come ÌÌifallì il Kasl lo pt'opinò contro l' insonnio, alla dose di 1 grammo, ad un infermo d1 sleno«i deU'oslto mttraliGOt complicala ad insu.ftlclenza aorL1ca, con cli~lurbt <11 compe~M zì~>ne ed irregolarità del ritmo cardiaco. oltenendoll(l 1l desiderato etfelto, senza l'ilevare alcun inconvenienlP. Non éa d poi çome alla dose media tli :.l g.rammi, e ùi meno
DI l ElUPEUTI CA
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nelle donne, il nuovo ipnolìco abbia bene corri!tpost.o nei cacoi d'in--onnio senile. nervol"o, où in quello febbrllt> d..-llP mAlattie acute o procedente dA allra cansa, come pUI't) nei diverl;l ~tat i d'ecriloz10ne degli Alil"nall . Il solfonale è stato lrovolo, anche l'ial RabhA~ rii MArburgo, un spnotico aco~olutamenle innocuo f er l'a\Lh'il.il cardiaca, che in\·ece é indebolita dal cloralio, e di ~ìcuro effetto alla do.-~ media dì 2-3 s:-rammì, meglio elle non operino il cloraho e la paraldcide a docoe più elt'''Ala. La :,;Uil azione non é venuta meno nc.te pct•coone abituale ai nart'olici, e p1•r l'assenza d'ogni Otlot•e e sapot·e !-ii é poLulo sommioJ:-It•al·lo 11i Colli nel lalte o n~>l lhe, !'<enza eh~ <;e n'accorg-essero. In generale il TIIIJlliOr mezzo é di propinarlo in polvere co11 ocolia, formando poco volu me. Gli spel'imenti e<~ ·~ui li con lllel.oi.IO <'O,.cJenzwso nel ripn rLo del primario prof. Hocoenbach dal ~uo a«-,tstPnt•) dot,.. tora n o"in . nell'o «pedale • Ogniscoanlì d Bre<>la via. o dal dott. O lreicher nelln cn n di salute n Schoru b 1·r~-Berlino. ~·ac~ortlano pe,·follamenlo coi su rrif~ritt: lannde, a ~iutlirarne •ialle eomunicazwni fatte, purrebbe che al "Oifonale, pPr le> ~ue spsccale propr1etll di e~'<f.:re indiffe• ente per il cuore, e di non po" edere alcun odore e t'apor e , oltr t> che Jli non agire in alcun modo sugli altri orp;ani ed npparecdti, :-oin riservata la fortuna di detroni:a.are non solo la paraldeide ed il p1ù re~ntc u"!rsto d'atnìleue, ma anche lo !'tosso cloralio, rimaneu,Jo però !lmpre e.llH uwrflnn il primAto fra. gli 1pnogeni. Ad ogni tuo!lo "ara sempr~> un prP7.iO"O tarmaco, cui ... j potrebbe riCOrN:re, quando l'abitudine agli altri mezzi lerapeutici, o l'mt lleran?.a, richiedegso che il medico pratico Agisca in :-ocC()rso de ~ori' infermi in:;onni, od in v oria altt•a guisa f'Oflerenli, lraendos·t eg11• COl<! dali ••unbat·azzo, nel quale a caso potr ebbe 1rmar-1. G. P.
lilVlSTA
Lo • Strophantu• hkplda, • nuovo Dolt .R.os&:-:ausCH e GRAIITZ. - ,Berl. J.lrn. N. 7 e ~. H pag. t8u, Jfùneh. m.ed. Woclle~tschr.• N. e Med. cMr . Run.d$cltau, N. 9, 1888).
È una pianta tlft·tcana, da poèo tempo cono:;cj ut&, a
nenl-e, com e l'olPan.der e l'apocynum cannalJinum, llila delle A pocinee, dai cui sem i l'resclli1 ùi rorma dlissllide lungata, secondo la descr·iz!t)lle di Ch t•iEty ( 'VetD colntrlet'l!tllll P lants and Dnty:s, 1886, N. !l) quei selvaggi for mano, pestamento e con a~ea:iunLA d'un po' d'acquq. una densa tigha, che col tempo DC•lUJ;,ta 011 colore rossal;lr o, e loro a rendet· ''eleno::-e le frecce, che sono in tomwo rapidamente morlali. La ::-elvaggina uccisa irt quto:;Lo è, m angiata iwpunemeul.e dagl' indigtmi, d()po elle coo Laglio hanno asportalo la t•egione ferita. Era. nolo che 1' olt>atHir tna e l' apocineina , so11 tanze estratte dalle piante nomina te, possedesser o virlìt alla digitalina: sicché non e a mer av•gliarsi ~o il ~uidato da sifla tla conoscenza, sia riuscito a J'icavare semi anzidetti lt~ l'elali\'a :slrofantina. su cui allt\ do~e dt milligr amma per -via ipodermica, e suUa linlm·a egli, per Jl primo, hslilui delle r•c~rche (Britislt n.~d . H novembre J8 :j), che furono pienamente t·o nftlrmflte ·~~ America da Dana (New· l'orlo med. Recordj 18 dil!o mbre e da Bowdil;:.eu (Boston. med. and Surg. Jow•n.., 1887). Fraser, a seg'Ujto dello sue indagini !lsiologil:ùf) e pervenne ai scguenli doti: 1• Lo s.trofanto r a llento l' del cuor e, ma no rinl'orza la sistole. 2' Non agisce sull'inlestioo. o minimamente. a• L a sua propinazione provoca, oppostamenle alla digitale, distur bi digestivi. pa l'i della digitale possiede virlù diuretica ed 81 5• ~on si accumula nell'organismo. 6.. DeYe es•er somministral.a in pic..:ole dosi. Il .R.osenhusc!J ba sptn·imentato anch'egli que:;Lo n medio card1aco, nel r iparto medico del dott. 'Vidmann, spedale generale di Lemberg. Si servi in rwincipio pastiglie di strofanlo del Bourro ugs, indi della tintura
ui ,.....,......
Dl TERAPElll'lCA
9~5
coolica alle dose di 15 gocce al ~iorno in tre >oHe. che più tar·dr ..:evò a 30 e nei casi gravi a i5. e della stroranlina pura per iniezioni sottoeulanee alla dose di 1-2 mg. ogni due o tre giornr. Il rimedio fu usato non solo nelle malattie dell'endocardio, ma anche in quelle del pericardio, del muscolo cardiaco e dei vasi, ed in una intera sede di malattie renali, per lo ptù !lofriti parenchimatose ed inlerslizìali, aeute e croniche. Ad eccezione di due infermi, il ~\ui appar eccllio dig-e~livo trovava:;i già malat.o, e nei quali la tintura di strofanlo pt·uvoc6 nausea e vomito, che si calmò con alcune gocce di 8CJJU8 di lauroceraso, in tntll gli altri fu lollerata assai bene rivelandosi per affatto innocua sul tubo intestinale. Ini~tlota :ootto la J)tll•e alla dose accennata, la ~trorantina susctta nel :;,to della puntura intenso bruciore, che .tura i - 8 ore, cui l!i:JVJOII O ro~sore !! lurgore; olLl'accrò iusor1!0JJO swlomi generali, come a dire uolor di capu, ronzio neH'oreccltie. JllCl· lamento al vomtlo, l'he però si òilegtlano con rapidita, rimanettclo soltanto per più lungo lampo il dolot•e locale della ini~:~zione tpoùermica. Nell'uomo sano la tintura di slt•oranto, alla dose di li>-20 go..:ce $piega il suo meceani$mO d'azione dopo un quarto d"<)NI più o me11o, rallentandn li pol~'~n (In un giovane ùa 86, quanti "e n~ conta,·ano prima, i balli li dt~cesero, dopo tOminuti a H. per risulire a ~ dopo 3/4 d'ora), ma aumentandone le len,rone. Analogamente si comporta nelle cardiopatie, delle quah lo s~edale "Umrnentovalo porse rilevante ed istruttivo materrale d'os~ervazione. Nei vizi valvolari organici, la tintura di ~\rofauto operò uegli stadt ùj disquilibrata compensazione, m ::rutsa Ja rialzare e riordinare il rftmo cardiaco, ript-ish~Ando la "Carseg~iante diuresi, e da Jiminuire la cianosi, la tllpn\le, gli +!demi cutanei e le idropi cavil.ari~, in una parola !!<lstatu..ndosi alla digitale, che in IJU&Iche caso non corr·isp<>se COsi l,ene. 'llls
Da ultmto le conclusioni, elle quali il Rosenhusch pervenne ereè accurate ricerche, completando le anteriori del Fraser,
IJntJ:
t• Lo strophantus hispidus eserèila un'eminente aZione
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AlfiSTA
sul r.uore, dt cui rinforza e rallenta la sistole, pres~ione arterio~a.
2- È un tonico del muscolo t'ardisco, di cui regola il é, in una parola, un cardiocinetico. 3' ~elle cardiopatie ri"ela proprietà diurehca, che, 6 l'oppo!i~to, minima nelle malattie r·enali. 4' Non altera l~ funzioni tli~e!lnve, come gli aiLri del cuore, segnat.aruente la dtgitule. s· Può eS!\f'l'6 propinato per alcune setlimane vel ar·u ~intomi ùt azrone cumulativa. 6' Il miglior preparato ò la liolura pJ,~ra, alla 10·:?il goccP, tre volle al giorno . 7' P er esser meno attivo o particolarmente in quei cnsi, che non ricbtedono ancora l'uso .della •ue;;•..IMI'!I), ,. ~ei ~ravi •li~turbi di r.ornppnsaziont-•ra!Z!!iunge r..tto a !·referenza della di~itale -.tessa. 9' È da usar-..i lo tmturo alcoolica, che contiene glicoRidr· amaro, potenùo lo tintura e~erea allt•rare cilmente la digestione. 10" t:: controindicat.a nella c::tenosi dell' oslio aortico. a motivo del magg•or ratlenlamento sJ"tolico determma. La tintura di strofaoto, in bo"e alle ora citate \N'" ""-• ru anche ~BJrziota da PenzoldL nella rJebolezza acuta delle malattie febbt•ili, ~et::natamPnte dP.lla polmonite: ces~o oe fu brillante: ~u 1;1 malati ~ravi (li (fUMita ne mot•l uno solllmlo. Gra(\l~. nssislenle ella dica •l• Frlangen, ascrive allu lmtura di strofantn il decol'f.io Iii tutti i ca"i menzionati, nei quali. dopo di 10 gocce, si ebbe un soll~cito miglioramento ùel Come si è vigto, lo si,.ophnntus hi.'jpidu.~, che no:s•~ una discreta. leLler·aturu. perch•\ oltre ai mentovaU e:;so ebbero a d occupar:c::t, nel breve giro di pochi prima comunicazione, "U IJ"r le 'arie gazzette med niere. moltissimi allrt (ciò t:he è giustificalo dall' tissìma sua effica~ia come rtmE'dìo cardiaco). "" '~eD.u-., preztosi vanla~~i della digitale c::opra,·anzandoli, ~edeJ'HP. gl'inconvenienti. Lnonde è da accogliere
DI Il' R \PSl"TIC \
cere queslo nuovo rimedio, clw con la ~paNeìua, l'adonis oernalis,Pcc., è venuto atl arrjcl'hire il nO!'lt·o arsenolelerHI>eutico nella medicarione cardiaca. e da spet·at·e che anchP. appo noi pils~a,all'occorNnza, sper1mentarsene la vantata ctHcar1a.
G P. L'aotdo t&DnJco oontTo 1 avvelenamento ptoma1n1co del oholera. - Prof. C \XTA:-11 .rott. Dt~I\10:'\E- (Gifl rnale interna~iona.le $Cien.ze mediche, Fa~c. i', l8s ').
La razionalitil flell'indirazionr. dell'ent(•l·oclisi tnnnìca ralda ed i ~ucc»'-~i. con e~c:a ollt>nuli, ''emwno ora Jllu"tralt ::-otto un nurwo ·un lo tli vista potendo~ i alll•thuire a que-.to farmAco Mn «olo la virtù parassdicida contro il badllo v1rgola, ma anche una r:irta anlitossi"a, potenJo ~!'<So procic:are la "ostanza to!Bka (co 111 '.a r tomoinica) cui «i ettribui«cono molli dei fenome111 et e Cdl·attfri.:Zano rattacco colerico. lnl'oLLi l'oggiula tli una soluzione di acido t.annico alla colturo del bacillo col,rtco, Anch" dopo t l t'Ala col filtro d1 Cl nmberland e re~a perfettamente limpida, tlé un precipitato abbondanlt... ~imo che non può AL\ribuirsi che alla intluenza dell'actdo lnnnìco ~ui prodolli di'l bacillo sdoiLL Gli autori praticarono ti e~ li eqrerimenh ~o pro dci ctmi ;nielland~ m alcun: della collura "Oitanto ,terilizzata, Hl altr1 della coltura !<lerllìzzalA e traltoto con uno !'!nluzione eh acHlo tanr~tco (i t/2 •;.). No risultò eh•, nei ~rimi furono evidrmti i "egn1
dt tnlol':-.icnzìone, rhe mancn•·•mo invece nei secondi. Da JUC ... li ed ulki consimili e ... perimenti é lecito eoncJu,Jere ch" l' acirlo tannico o dirPU&rnPnte Tnadiante azion•• propt·ia ~ul 'el!'no ptomaìruco. formando con """0 d.-i tannali in~o
~ub11t ed Innocui; n indirettamente, per mezzo dei coaguli che ornta con ~:ti albuminoidi, fu si che !>epara dallitpJiòo la '-'O· lat l'.8 l 0 . . "1Ca !<Ocre~ata o iu altro modo prodolla dal bal1 rJQ colet•ico.
e c.on id~rando l r-i~ultati rh questi e!lperìmenti ~i comprendi'! ~~:P-Ila l'atiOUH henetlca che si è ,-i~lo spiegata llall'o>nl7i!ZOCILc;1 calda tannica non solo nel prin10 stadio, nei primi 1 d l colera, uella diat·r·ea premontloria, ùov~ e::oc:a può
le;'
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RIVISTA
riescire dis nfellanle, parAlizzante l'allivilà ve~etalh·a del c ilio virgola: ma anche !'i ~pie!!& l'azione benefica che osservata molle volle anche durante il secondo starlio. nel lera avanzalo, quando già è r.ominciato l'avvelenamento ler1co. Fincbè questo avvelenamento non è troppo a ovvero finché non troppo veleno colerico fu as~orLilo dal gue e molto altro se ne trova ancora preparato uell l'acido taonico applicalo per enteroclisi può neutrali pLomaine formantisi e formale nell'inleslino, può può impe..iirne l'assorbimento nel sangue, e quindi anche pedire e peevenire l'inlosl;icazione colerica.; o per lo se é già cominciata, può limilarla alla quanlilJi già nr1~cedel temente assorbila del veleno. Queste conclusioni furono, direi quasi, prevedute dal lore Perii il quale fino daì primi trionfi dell'enlerocli!tl nica calda emise il parere che parte di questo succel!"O tesse essere •lovulo ad un'azione neutralizzante che l' lannico l;piegasse Rulle ptomaine alcaloidi del colera.
Sul traptantamento eU •pugne asoettlche nella. our& uloert e piaghe. - Prof. D'AMBROSIO- (Morga(l ni, 1•. maggio 18&'<). Il prof. Hamilton eia Aberdeen fu il pl'lffiO che nella delle p•al!he t>d ulcere tot•piòP, rPc;e asf'ttiche con la sublimatu, si giovò con esito favorev<Jie del di pezzetti di spugna dello spesso1•e di 3 rom. ponendoli cm. ùi dislanzu fra loro e dalla periferia. Questa pratica fu seguita da altri chirurgi ingle!'li ed ricani; ed anche l'autore ha ripetuto collo stesso metodo 111 ll'apiantamenlo facendone lo studio su 30 casi Ji ..; ulceri ribelli ad altri trattamenti, e venendo quindi alle ~ruenti conclusioni così rill::~sumibili: 1• l pezzeltini di spugna asettica adertscono ràuidlaD.., e promuovono de!le moditlcszioni chimiche eJ quali appaiono sempre più evidenti ed importanti H che l ades10ne diviene più mttma. 2' Dal Ialo cli~ico ~cema la suppurazione, le 6
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DI TERAl'EUTICA
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lezioni !"Ì fanno rigogliose, i margini rammolli~cono e pa,.te da e""' ver~o il centro un alone epiteliale. Nello stesso tempo i pezzetti di bpugna aderiti cambiano di colore, s' inpiecoliscono, "ono mvolli nelle granulazioni, e spariscono intierameote. 3' Dal Ialo islologico avviene un moderato risvPglio del processo infiammatorio, donde la molliplicezione cellulare e l'ernrgrazione dei corpuscoli bianchi che in parte si trasformano tosto in cellule fortnalive. Queste si dispongono alla superficiE> delle spugne, penetrano nelle loro cavità, ed essendo a sufficienza nutrite subiscono lo ~tes~o processo di sviluppo come nelle granulazioni. e si formano le cellule polioucleate e le cellule giganti che sono facili a trov~~rsi in Lutti i si o infiammati e vogliono essere cousiderate come elementi dotati di grande attiv1là e nei quali il t•icambio materiale è assai E-nergico. QuPsti nuovi elementi pent>trando nelle trabecole delle spugne ne producono il disgregamento e lo sfìbrillamenlo, donde la parz1ale e totale scomparsa delle medesime. 4• Per spiegare il modo di comportarsi rli ques~e spu~ne si posflono fare due tpotesi: 1• che la parte disgregala seguendo le vie circolatorie e plesmaliche raggiunga la periferia A<i ecc t li attività rormativa degli elementi epiteliali; 2' che le spugne, allontanando alcune cause perturbalrici della cicaLrttz&ztone, favm·iscano il processo riparalore. Questa se· COnda ipoter<i :::embra mollo attendibile, giacchè fra le ragioni per r.ui un'ulcera atonica non viene tante volte a cicatrizza· zione, sono do. annoverare l'abbondante essudAzione, la cop~o:oa suppurazione, tale da impedire agli elementi epiteliali di ferrnarsi e di attecchire alla superficie delle s(lluzioni di continuo. Le spugne, assorbendo 1uesti liquidi, agiscono come tanti drenaggi capillari; e mentre la parte li•]Uida dell'essudato si r~pora, la parti' cellulare va a formare il tessulo di granu· 8 1 ~ one, e frattanto !Ili elementi epitelia ri non sono più elitnin.ati come ce lo dimostra la comparsa dell'alone epiteliale P6nrerico. eb :)• Per deter minare la sorte di quei pezzeLtini di spugna e, non ancor·a disgregati, restano talvolta inclusi nella ci·
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RIY!SH DI l.ERAP.EUTICA
calricc CJ,ÌÒ .. r·moitla!e, l'autore fece molte ricertbe al c;copio, rtpelute anche èsl prof. Armannl, ma Eenz.a mai lrucda alcuna. La qual co,.a significa eh,! il lavoro lluiditlcaziono di questi re~•dui à coulloualo ancora dopo forUHlZIOrte della cicakice sino alla totale di~parizione di 6• Peltrapi.-nlamen1.o in parola l'autor e adopera Il eU8pongia (nello da Linneo ojjtcinalis) elle non contiene lice, o fa parte dr una famit:lla della delle Epongidee la det·i\'O da un «oll'ordine di :-pugne chiamate CU'ltine, s una recente cla""ificazrone dt Brou.n e til V"osmMr. La gione oll&:lUla in molLi casi da quest.a speciale ml'dicl!lura C'..i rant1sre nella pt·aLtca l'utili tè del pt·ocesso, il quale per la semplicit& pu() compelP.t•e eoi di\'er;;i lrapianlamenli dt umana e dt animoh, malgra Jo cbc in que::;li ultimt SI il beneficio dello isole di cicatrice. '
Sull'ueo della nttToglloerin& tu un oa.rdt&oo. - (Rrt.<~Se{{na di scien.;e mediche, aprile 1888). L'aulOt't1 riferisce la storia clinica di un caso ùi iasu aorhca con acce~st rli slenoC"ardia in un individuo alerotnasin diffuso. nel quale volle sperimentare la carina. e~~entlo riuseila insuftic•enle ogni allra c ure. A somigluwzu di quanto gia o Itri praticarono in ooso dl gina pectori~ c di asma bronchiale. si fece u~o di una zione di nitroglicerina all'l '/,, ~omministrando li tale "'olutione m 101J ~. d'acqua, da bere .. "''"'"'"u'"' corso Jel giorno. D:~po 20 giorni di tale cura l'cmtnalato apparentemente guarito e '"Ì !"enliva in !!rado di ritornare sue abilunli <.1ccupazioni; e questo succ~;;;o de' e e sere ll'ibuilo alla nitroglicerina, la quale per la sua azione dilataLrice ha ngtLo contro l'irregolare distribuzione ùel ca~ionala dal vizio aortico e dall'arterio-sclero~i.
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RIVISTA DI STATISTICA MEDICA ---~:-----
Vaoolnaston.l e v&.luolo (1) V aceina:ioni.
---.\nni
Xall nell'anno vaccinati con linfa uma·
ntzzata .
I&SS
1886
2~>2870
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2\W>OG 522511 4H18RI
!\ati anterior·mente vaccinati con linfa
umanizzata. Totale vaccina ti con linfa umanizzata . Elltli favorevoli . NaLt nell'anno vaccinati con linfa animale.
• ank•rior·menle
,
Totale v~tccinati con linfa animale . E!tti ravnr·evoli . . . . . . . Tolalc vaccinati dei nati nell'anno . • dei nati anteriormente . • vaccinati ec: ili ra vorevoli . .
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r>4!JRI2
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47171H 00931
:-una7
751619
:t IJ Cl '' olfre l' opportunità di doenmt'fltMO Il hrtlvo ttliiMUilinumente pub· biiCito tul \'antaJiri che si potrebbero at«>ndere eolio sllthlllre l'obhliJtatorlrt.a ~:solo •Hia pruna vaccinazione ma benanco d~lle rlvacdnazto!ll, con,·:lh=dolu CI•Ue eltro u(/(çiaU relative alle vnecinazloru e rhuc<"rnllztaul [lratlca· In IL&Ua nel biennio 1885-86 ~ dai casi di \:siuolo e reL1li\ i deces-1 nel legno Ptr lo stc,.so periodo dì tempo. E<.<l dati furono con lnstueote !•remo: c:nm Potati l'l&COY,&llere dalla Dlrt:ione tJt114 1a11ila pi'Wil~ pre;so Il ~$ll:zo dell'in~mo, per presentarle al consiglio auperiorc di ~nltb ·1~1 0 • ller l suoi >IUdi '! dediUioni. nell'Intento di auiC'nnre e Dllglioraro ~~ imPortante branca del pubblico ,.-milario ~nlzlo. 0 l@«l 1'Portwul4, ed anche come meao di rlieontro del •lati aut v:uuolo, ~~ 4tl ;nghml) Il rllssunto Mtne3tralo (t • sem.,~trù lRIJS) d•'lliolltltiM Janilarlo COIIIbtlll\~ , rqmpil.lto >tlll~ denUDcie delle m1lattle lnrcttlve (Circolare t4 di· re lij87), pure rerla.tto dalla direzione delln snnlt~ pubblica.
99~
RIV1STA
Ricaceintuioni.
_ _ __ ,__
l88:1
Con linfa umanizzata nei primi t Oanni di età • • dopo i iO anni . • • e--ili favorevoli nei p:-imi 10 anni . . " ef'ili favoreYoli dopo i 10 anni . . . . Con linfa animale, nei prtmi iO anni di età • • dopo i 10 armt . . . • • e!\iti favorevoli nei prjmi 1f• anni. . . . etlili favorevoli dopo • iO anni Con vaccino umani?.talo. » flnmlale . . Noi pt·imi 10 anni di età
Dopo 1 l O anni . . . . Totali. . . . . . . . Esili favoa·evoli col vaccino umanizzato . » • animale . . • nei primi 10 anm dj età. • dopo 1 tO anni • in totale. E"ili modificati
37105 5~81~
2i7tlt
29 61 :;-2; .• w~.s:t
1ti905
29054 97223 93:l H i0186 J 2()3~ll 19fì~)3i 5i65~)
~595'.)
416'1!! ~!111'>
100614
197H
Opercuioni c~einiclte eomplusice. lSSS
Con linfa umamzzala. • antmale. . Totale operazioni . . E~iti favorevoli colla linfa umanizzata • animale. • •
Totale esili favorevoli . .
683685 35i99i 10~842
60ti6i
278746 891061
DI SlATlSTICA MI\DIC.\
Vaiuolo.
Sei r:aceiNiti: Con linra urnaniZ?.ala . . . . . . • Animale. . . . . . . . • umanizzatanei primi IOanni • dopo i O anni. • animale nei prim• 10 anni. • , dopo 10 anni Nei pt·imi 10 anni d1 età. . . Dopo i 10 anni . . . . In lolale. . . . . . . Nè mal oaecinali: Nei Jwirni 10 anni di elà. Dopo i 10 llttni . . . . In loLnle. . . . . . . . . ToLole nei primi 10 anni di età • dopo i 10 anni . Tolale generAli> . . . . . .
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i
l
Riscontri proporzi()nnli (m~>dit> bienna/1).
l a cirro dellA popolazione, base dt alcuni raffronti, é la rt~llante dnl Cl!nsimenlo ullimt) (:lJ dicembre J~8i). e cioè dì ahtlanti 28951374.
l nati rurono indi~li nel numero: (ler l'anno 1S.S5 di 106373--i = 36,7 p. 1000 della popolazrone • 18RG di t001196 =:H,:, • • Non :-empre le cifre parziali ecl i rtspettivi lot~li ... j corf'i8~·ldono, perché !Jer quesli st poterono calcolare dei dati e e •lifeLLanclo delle !:peciflche indicazioni non polevono cniCOlar~i in quelle.
r. a
99i-
JUVISTA
Vaccinali nel 1• anno dalla nascita su 1000 natf nclI'Rnno. • . • . • . . . . . . . • . . . Vaccinati nel t• enno dalla nascita p. 1000 \'aCCineli • po-l.er•ormcnle p. 100 ,·accinati . . . con linfa umanizzata p. 1000 vaccinati . • • animale • per 1000 della popolazione . . . . • • con e--ilo felice su t ()(l() vaccinati. . . • vaccinati con linfa • umanizzata . • vaccinati con linfa Il animale . • . Rivaccinali p. 1000 della popolazione . . . . . . • nei primi IO anni di età p. 1000 2\'accinati dopo i 10 anni p. 1000 vaccinati . • Esiti favorevoli p. 100C t•ivaccinali. . . . . . • • • nei primi 10 anni d'età. . . dopo i 10 anni . . • con vaccino uma» n•zzsto. . con vaccino ani• • " male. . . . . • pei I'J\"accinali con vaccino umano cou 1000 rivacctnati. . . . . . . • • pei r ivaccinati con vaccino arumale !'U 1000 rtvaccinati . . . . Operazioni vaccimche con linfa umanizzala su 1000 operazioni. . . . . . . con linfa animale su 1000 ope" " razioni. . . . . . · · ~ p. 1000 abitanti . . . . . Esili comple"'bivi fe.vore"oli per JUOO operazioni voc· ciniche. . . . . · per 1000 op~ratì corr lm fa • • umanizzala . . . · • n per 1000 opera li con linfa animale . . . · •
•
..
DI STATISTICA MEDICA E~:iti neu;li operati con linfa umanizzata su 1000operali
• • animale • Ca~l di \'&iUOÌO per 1000 abiLanli . • . . . . • DPces-.i per vaiuolo pe1• 1000 abitanti . . . . . Ca•i di \'&lllolo nei primi IO anni di età su 000 e&!':i " • dopo i 10 anni su 1000 cast • Dece::c;i per 1000 casi di vaiuolo nei primi lO anni di età p. 1000 . dopo i 10 am1i p. 1000 . . • nei vuccinali, p. 1000 • . . nei mai vaccinati, p. 1000 . nei vn..:cmali p. 1000 decessi. • ,. nei mai vaccinati p. 1000 dt-ce~~i • • nei vscemati con linfa umanizzala ,«u 1000 dect•ssi nei vaccinati . . . . . . . . • ne1 vaccinati con linfa animalo s'u tOOO de~'esc:i nei vaccinati . . nei vaccinati nei primi 10 anni eli eta, p. 1000 . , dopo i IO ann1, p. 1000. . . .
fl9;.) 556 +H
1,;>;j 0.30
408 5i0 191
2iG 122 131 301 4~~
554 571 218 107
201
Malattie in.feWve denunz,iate nel 1888 (1).
~~bai~. i'>5t5 20393 4115 •382 ~95:1 :!IO 101; • :r.l:>'7 M ra1o . . :.343 :!27·i2 377u 3f.l6tl :l2!l2 IGI 9!0 • 40:!1'13 t• ar:zo · · . . 4i9l 2:ll55 3; -:n 3i~l 336(1 ti6 956 • 42W9 A~ me:stre. 15G50 68590 ti;I'O 12132 10601 Mi ~913 • 12.:!1~ Ifa,. ~ · · · · io; t 2fl1i'l:) 3610 3.'J3t 3391 138 ~n9 • i\528 G .... gto • . . 4540 295:?2 3596 2s1s a:ta!J 16n GSt ,. 42i06 2-'ugno. . . . ~6i!l 23li85 3605 2930 3i,2 :!.iO 58:> • 3!l206 f• ~me<>tre. 13290 80:~~10i111 9109,102U 528 20i5 12M40 rnestt'l:. 28940i li8975 2249121:!41 208-i!) 10;;,14988 , 2i86.39
..
1
--(f) È
"PDDer ~!l'ave Il dover nol4re ehe sui 8tl7 comuni d~l Regno, quasi 500 non rl. 1 ~alla minlstoriale richiesto, o che Ira essi comuni obllosi del loro do~ere lranu degli ordini superiori si uol4no puro n.neho diversi eo.plluot:thi dJ
996
CONGRESSI
SesJone d'anatomia.. Giovedì 8 settembre. - Quar ta ~iornata . meridiana. Le considerazioni anatomieo- meecaniehe
Sedula
che r-egolano la cura delle dejorma.ioni, delle maltlttie e debo?eue della colonna nertebrale, poi dott. Millon Rnberls, di New-Yor k. Egh cont-iglia l'uso del busto in filo di reno che punto n'appoggio su sporgenze ossoe. li doit. Max J. Stern. di Filadelfia, mostra un pezzo che presenla: Un'artel'ia tir-oidea media anamàla. Seduta pomeridiana. Il doiL. W. X. Suddutb, di Filadelfia, fa una comu ..........-..,., !<Opra: Lo soiluppo delle ossa. I corpuscoli bi&nchi del sangue costituiscono la base circondarlo e <Il provtnda; e che non rl'c~'ro denum;le di sorta oltre 6001Jll1•"'1!'1: medici esercenti nel Regno Il Con stmill precedenti che sl pnò sperare dall'obbllgu.torietà .!l)lle T ......-~,.. e che ne sfU'ebbe aneor plu tlella obbligatorlet,a delln n vaeciont.lonA' Là ore l't'duca.~one clrilP. non ri;ponde per inten,itB.. o più el'Attaic111•' t&ltmiona a certe eleva~ esigenze della scienJR, non n ha rhe nessibile coercizione che possa &.1 Mcora con lent:. c graduale 'luindi In nn sicuro ma lontano avvenlre. rendere possibil~ ct,rll toglie debb:~s1 laTOraro pei posteri, o quindi e c.1 tn•oro dl'bha lnll[Jlllllt,"!J lunque ne po3sa es.'<ere l'esito immcdl3to.
CO~GltESSl
997
intero ~r·uppo del tessuto congiuntivo; l'osteoblasto non si ealeifiea. L'autol'e di\ide lo sviluppo dl>lle ossa in: inlerslitiale; mlerruembranoso; sottoperioswo; iolercartilagineo. li dott. N. Stamm di Frémonl legge una memor ia mtHoleta: Punti anatomici utili nella diagnosi e nella cur a di certe ajfe;roni artieolarr. Il doLt Beniamino Lee, di Filadelfia, legge un articolo Intitolato: Mala eonjorma;ione della colonna oertebra/e causata da una impres,.~ione materna sul feto.
Sezione eU medlolna psloologloa.
Giovedt 8 selterubre. - Quarta grornata. II ùolL. S. S. Bisbop, ùi Chicago, fa una comunicazione "Opra: La patologia della febbre del j!eno. Egli crede ad una origine nervosa. I lollort Brush e Hurd dividono quesla opimooe; i dollari Channing ed Anùt•ews ne differiscono. L'au1ore consrqlia come cura la galvano-causlica e la comhina7jone di solfati di morfina ed atropina a dosi abbastanza forli amministrata immediatamente. Il doll. Elliot, di New-Haven, presenta una memoria elle ha per titolo: La cura delle neoralgie. Dù;l'ussione tra i dottori Crego, Duquet, Hebet·, Ellis, Gir~lrom, Bt·ower, Clark ed Andrews. Il •lotl. "Russe! Je,::rge un arlieolo intitolato: La frontiera t/•lrr.tìcncuione mentale. Seduta pomeridiana. ~l dolt W. W. Godding legge una memoria int.ilolata: La 0 1 ena.:wne mentale co~ scusa nel delitto. 1 c . mudid dovrebbero, a tal r·iguardo, acquistare una edu821011e cliuica visitando gli asili e gli ospedali. Po·1 1·1 dou. Savage apre la discussione sopra: La sijllide 0 " L ~~'~Plieata alla paralt'.si generale. 11111 del a lide lta una tendenza a produrr~ una degenerazione Dèr te~sulo nervoso; essa é sovente la causa della paralisi " Jerele t dì.ffi . ~ ~ · 1.ale decidere quaJe delle due affezioni è la u::.a e 'luaJe l'effello.
098
CONGRESSI
11 pror. Mendel fa un discorso sopra: La folLia m.n:rnn• .. termine dovrebbe essere sostituito da imbecillità Si riprende di nuovo la discussione sulla sifilide. Il dott. Mickle ha veduto molli casi di sifilide ~lrese1111iD i medesimi renomeni della paralisi generale. Le alter azioni vascolari sifililiche danno luo~o us~;.ua>:òl:tUIIII menle nel cerveUo a formazione di focolai di t·atnnlollttmem 11 dott. Down rilitme che la maggior parte dei casi di La&~ia 1ocomolrice ~iano di origine sifilitica. l dottori Yellowlees e Nicbols dividono l'opinìone del Savage. . Il dolL. Spilzka differisce da questo av\'iso in molli Esiste la ùernenza alcooli~ e la puerperale; perchè non potrebbe avere una ùemenza siBlilica? La discussione è continuata dai dottori Hugues, Hul'tl e Savage. SEDUTA GENERALE. Venerdl !> settembre. - Quinta gior.naLa. Il segretario generale rifer isce che la commissione allo scopo ha deciso che il •decimo con~resso inlern di meòicina e chirurgia • sarà tenuto a Berlino nel Poi egli comunica le risoluzioni adottaLe dalla se2:n.ll"'"llll litare, raccomandando • l'unirormità dei rapporti I:!Ui e fPrili in llalli gli eserciti ùel mondo •. Si passa in seguii.Q a questioni amministrative. Il doLL. Faelùin~ Blandfor·1 di Londf'a ta. un Ùi$COt'~ La cuM dé1 cas-i rt>centi di alienanone mentale e nelle case partieolari. L'autore parla solamente della follia recente e si quali saranno le condizioni che ne facilitano la Vi sono delle persoue per le quali il fatlo di e"'sere un asilo sarebbe di&~slroso; bisogna distinguer e a dei casi, e, allorché è possibile, curaré quel!& '"'r•AO•~ casa loro. L'allacco di eccitazione maniaca, alcoolica o d'altra è il disordine mentale il più transitorio.
CONGIIF.SSl
999
1 rnelanconici non sono violenti: •l pt!ricolo principale é il SUICidio: in seguito l'al<tensione a prendere c•bo. L'e2oi~mo mteu;~o, che é la caralleri5-lica della mal.nltia, é iucorag~iato dalle cure di qu~lli che circonJano il malnto, so egli re~ta in ca o !"U&. t.u cura dei pazzi in una ca,.a parllcolare è co«tosa. Seslone di mecUolD&.
VeuoJI'Il 9 seltembre. -
Qninta gil)rnslJ•. -
"Cduta nnl•-
merirlaana.
Il dott. G. E. Slubbs, di F1ladeltla, fa urut comunicazione sopra: La cura ra;,ionale delle ma/alli detle oie ae,.ee. Egli di"'cule lungamente la que..:tione dello tubercolo'-i. Il doli. Eye, di Readin!l, leg!!r· un'articolo inlitolalo: Unrwooo
metod•J per la cura deUa tisi. Egli rn<~i:-ole ;<UIIa convalidazaon~~ tlella ilaHgnt1l:IÌ medianlo il ruict·o~copio. E~IJ voa·sa in un bicchiere ,l'acquA il hiunco rti un uovo, 1uette IJUL'~ln miscuglio in una bolliglio, o dopo cinque o ~ei
giorui, llliorch~ si svolge un'odoro d'uovo rrarli<'io, n~ fn fat•e dtJlle inahuioni profonrle per 2~ or e. l bucilli S\!ompaiono a poco n poco dagli sputi. Egli non "'1\ quale ~ia il modo d'a7.tOM d~>l mi::;cuglio, salvo che non vi l'l fm'ffii un bacillo auta~om~ta o quello della tuber ·olosi c abba"'tanza potenle P r h!!lrugr:erlo. Sar Jntncot Grant, del Canaùu, leg~tc unn memoria !"Opra: l..a difterite. ·e e~i~tono due varieta; diflertle l<emphce o diftct·ilt' mnli no, &tube lue costituenti un veleno ~ellico che acisce ..;uJ anugu<:l. Sul principio ee:li consiglio l'uso dei bagni l<enapali, ed Il ferro int.emarnenle. Il maiolo d •ve re.,.wre in !ello. Non C$Ì"le rimedio contro la forma mnli~o:nn. L'um1d1tà almosferica è un faltore nella p1•oduziono della
tnalam8 • l doltorì Ouchlerlony e Palrner ApproVIHIO ogni cura che
ha per S('opo lo detPrminnzione llelln diafore«i, Que::t'nlliano
Btnmmt!!tra lo iaborandi ma con pl'<'Cuu~ionc 1 a cau~a delftt deLoJ~zza rarJiac:a. '
-1000
CONGRESSI
Sedut.& pomeridiana. Il doll. Ouchterlony leg~e un rapporto suJla fatla nel secondo giorno tlel congresso dal ùoll. Korosi, tolala: Il potere preoentico della r:aeeina.zione. . Il dolt. A. B. Arnold legge un& memoria che ha per getto: La dilatazione e la degenerazione grass... del cuore. Egli còndanna l'uso della <ligilale in quesLa affezione. Il òolt. Giorgio E. Fell, di Buffalo, fa una cvLuuJHct•lòlU'~· sopra: La respira; ione artificiale (or:;ata ne per oppio, la pos!libilità del suo impiego ed il mt!Jlio~ parecchio per praticarla. Questo processo è usato Ot.:'gli annegamenti, nel v"'"''"""udelle vie aeree, nell'avvolenamenLo per anestetici, ecc. Ai vimenli forzati de1 membri e del corpo si é sostiluila la p sione. Xelle esperienze di labot·atorio si apre la trachea e si mette un tubo. L'autore designa sol~o il noLne di respira2.ione l'or:r.ala il cesso che consisle nelt'ap!'Ìl'e la trachea. Egli lo ha usato un caso di avvelenamento pet· oppio il23 luglio 1887. G giona. li dolL. Brainard condanna il processo ~ CSU:$8 dol nPriMIIII dell'operazione.
Sezione dl oh1rurgla. Venerdì 9 seLLembr e. - QuinLo gior no. meridii,Jna. Il dott. Giorgio As<~aky, di Bul,arest, le~ge unà intitolata: Lo iodd in ehirurqia. Le sue eonclusiom sono le seguenli: 1• Lo ioùol produce la l'iunione per prima inte però qll.alche volla é nece:ssar.a la cooperazione tli allrl tori. Esso agi!'ce benissimo nelle piaghe aperte nell'uJcera hunte1 iana, nell'ulcera molle il risultato è lo stesso avviene nel bubbone. 2• L'organismo !>Opporla molto bene delle dm>i gw di 40 centigrammi a 2 grammi di iodol, ancorch~
CO~GBES<;J
10{)1
slrale per· lungo tempo. Qut!sta cura ùà risultati merangliosi oeUe atfo?.icni <>cror'olose e nella sifilide ler·ziarra . Lo iodol produce un mi:;lioramento 111~1la nutrìzione, nelle forze e nel pe"o. E<::;o è antip rdlico. Il dott. ~Jillon J. Rober l.s, d1 :-:ew-York, fa una comunica;dono ~opra: Un nuollo metodo per le opera.ioni sulle ossa evtl'osteotomo eluttrico. L'aulnr·s fH la dimostrazione tlel HUO in~er.tnoso appaNcchio. Il rn~tn i<•o f:\ cavo e dà passaggio Al fili t•lellrici che fanno girare una ~aga circolare che può es:1ere cambiala secondo la grandezza r.he vuole l'operatore. Un meccani~mo S?eciale permette alln mano che t·ene l'islrumcnto di chiuder e r apidamente e facilmente la correute. Il dotl. Grol'g:o E. Post, di Be~ roulh, leg:;!e una memoria IOprt•: Il calcolo cescicale in Siria. E~so ,j rn•quenti!'simo. Esiste una clOtl"e di chirurgi ambulenh dH! "Olio chiamati tagllt~tori di pielr•l P che non fanno che ùelk lltolonrie delle più p1·imiLivc. L'autore descrive il loro nwlodo operatorio. Essi oLLengono eccellenti risultati L'autor•• ha ope1·ato 250 volLe; 1n que..,Lu numero vi erano J06 racaui 111inor• di 10 aoo1. Il dott. J . .-\,S. GNnt (bey) nota che il calcolo é frequenti!"111bo 111
E,.-;ttto.
Il dolL Ùl!e&r· J. Co8cary, di Ballimoru, riporta: Un caso rarr, di Jra· l• ra con lussa; ione del tar o e tb:l metatar:so. Ili Il doll N Sonn; d Mtlwankee, legg.-. una memoria intitola Lrz COl!tri:ione elastica del collo con e.qc{u.sione della IP't'.ehea r.ome m.e.:.:o di emostasia nelle opera::roni della testa. et!~li t.u fallo delle esperienze sui cunl che ~opportano la coZiot•o Pet· clue o tre ore. 11 dott. Cni'Oochan, tli Ne'' - York, prt>"P.Ill& un peuo mo· ltrante • uua doppia lussazione dell'articol11:t.ione coxo- fe-
lllorale.•
~ ttne vern IU""azione od una muta conrormaz:one?
dotL H. T. Morris crede che -.ja un er·t·e!"to di s•iluppo. 11 cl'o . olL. Po~t nota cl1e vi ha tutla unn ~~-•·te di ca.,.i che sono ~~~•ne •li liulnrncnte rachitica. L'Cile <ilL Ltnk, di llldianopol!s, Jf.'gge unn memoria :::op1·a:
oot co,,w anestetico.
tOOB
CO!'iGRESSl
Egli lo ~omminislrn nel s~~ueole modo: due ono.:ie 1li ogru ciuque minuti flnchè il malalo ne abbia preso m ::;egu•t.o r]ualc.he inalazione di clororormi•l.
hztoDe d1 ohirurgta e di m edicina militare e VP-ner.:ll 9 «etternbre. - Quinto çrior no. - Se:luta riditmo. Il doll. Elisha H. Gr egory . li Saint-Loui"', lcage una
tnOl'ia 111\ilolu1.8: L'amputa.Aione per traumatismo di aenti non è m.ar nf·et:Ssaria. Egli p11S"8 m riv•"tn i numerosi processi moderni tlonn CO"I "'Jli1~"'o po~c:ibi[P. la conservazione delle pa La superior itit dr.{Jli apparPcchi gessari bacarl'8t frcdture del/n namba per arma da .flloeo, pel dotl. Il . Gr<•gor·y, ùi Omahn. li riOLI. Hic•laRr'd Francis Tobin, di Nettley, prest•nta mrrnoriA inlilolal11: Alcz~ne osseroazioni Rulla m pitl comoda delle.f,·atlure delle estremità inferiori Rul di battaglia da l punto di oista del tr04porto dei L'Autnr•e f'S"PIHIO A:;~cntè, il doll. :\1ar::ton ne dA l n seguiln il dott. Eli A. Wood, d• Pill!:;burg. nome dei membr i dPIIa -ezion~ un vaso di 8!.r8lEI al clott. Em·ico H. Sruilh, eù u~a copia di risoluzioni Il òolt. Stnilh pet•l'iulcre::,se Ctle e~li ~1'1"90 MI zione della l'lezione. 11 pre."idenlA prouuncia un discorso ili rin<Yrrn:r.iRnlletlll
ra
~edutu del pomeril!!:::tO. Il doli. E. Grt ... wold fa una comunica7ione che ha lolo: Quali sono sul campo di battaglia le l'amp11la~tonc per ferite cfarma da fuoeo? E~li ptt~"R in rivi:-~ln le condizioni che ciu"'Ltfirano venln, e ra..:romandll l'O!":servauza l'li una slreUa l d,lllori Bnnlerou, E. A. Wood. Collius. Biedler ''ohi pr• n dono porte alla discus~ione .
I:ONG11&SSJ
100::1
8es1one d'orietrlola.
Venerdì 9 scltembr·e. merad•ana.
Quinto giorno. -
Seduta anti-
Ra porto del comtlalo ~opra: L'unijormita clelia nomenelatura oscetriea. Es•o pa,.~a in r;vi!>l& succe:;:-h·amentc i termin• che debbono de~i!!llare i diametri del hacino. i diametra dt!llo te'la del bambino, le pre....enlsztolli, le po«tziona del feto ed i periodi del parto. Il r-apporto è a 1otlato da lutti i membri. eccello il rloltot• Yer lin di Ber· ino. Il ùott. n. S. Stringer Jt:J,a Florula, fa una comunicazione SOJ•ra: Un metodo ra;ionale per scotl{Jiurare l'a.~jlssia dei neonatr. Il clull. lrtt E. Ontman, di San Francisc(J, legge una mc-
moriA !>Opra: La cura dell'eclampsia puerperale. So le r.onvulsicmi !'li manifestano pr ima del pot•lo egli consiglia l'aneslPSJA e l'esLraziouo ruphla; so il purlo lta. avuto luogo, egli amministra il \'Cralt·o vt-rde pAI retto. Il dott. A. Simpson dice che egli 11011 ha ~·~p"'rienze circa }'itnpj,_go clJ tal IDPdtramenlO. l dott~'ri G. Lane Taneyhill a Duncau C. :\le. Cullom hanno ottenuto eccellenll ri!;ultalt colla ve,.atrina. l dottori Pierce, Lawrcnce e Jone"' prendono par·te ~Ila dascu!'sione. Il dotl .\. F . .\. Kin!!. di \Va,-hin~ton, crt!do che l'eclarr.p"'ia Prodotta dalla 11ressionc dell'utero J:t'8\'ido sull'aorta e sue branche e sulla vena ca\a e rP.lati\i remi. L'eciamp:::ia 1100 t produce nelle ure"'t'nlazioni tra:;ver~ali. Il dott. W. \V. Ja!<gard. di Chiea~to. nota chP. l'eclamp-qa 6 una tnanire~tazione uremira. che la !'ua cau--a è l'o.,·,·elellahlento del "'Bn::ue e che la !>Oin cura consiste ncll'amm:11181~'8Z;onc r•rolun~ata di medicamenti narcotici. 818
IOOi.
CONGRESSI
Seduta (llltnel'idiarJa.
l l ololt. II . O. :\larcy, di Boston, le!!ge una memoria tolata: 1.'1stolo;;ia e la patologia della riprod~ione. El.!li rende orna..t;.;Jo ulle r icerche del pror. Erco!ani d1 loE(na. lrnroediolltUI• ute dopo la concezione l'epitelio della co,a uterino è tJi,trullo; questa distruzione Iac•lila la (}uziouu d1 alter·az10ni che rormeranoo la porzione della plncenla. Il dolt. E. Paolo Salt>, d'Aberdeen, legge un articolo ha per sog!!ello: La prt:oen:~ione dell'emorragia {X'::, l medran.t~ unn cura istituita durante la gractdnn.:a.
Egh puc;<ta 111 rivi ... ta le differenti cause predisJJonenli e nello ste<~so tempo la cura ci1C egli prererisce per"'"''""'"ùi e.s~c. Il doli. H. 13. llemenway nola che è difficile far·e la gnofti qualche mese prima. Il 1lott Giorgio \Vhel'lt>r Jones, di Danville, la una uicazione :::.opl·a: La di~tlocia causata da r igidità ciel e Mta cura. E~lt
u!:'u Il clorofor·rnio ed 1 dilatatori di Barnes.
Sezione delle malattie de' bambinl. Ven~rdl
() l'etlt-mbre. - Quinto ~dorno. Il dull. \V1lli nm E. Balkvill~, di Londra, leg::e un iulJlolnt' l n cura del piede torto congenico con .Jione r/1 apparecchi. Egli crede che lo tenolomia :.io indicata n eH a ma dei ca~i. Egh tuo~lra un1 '-erte di appareccbj in:;egno;:i. Il ;ioll. Le\\ l' A. !::'tsvrt>. d! ~ew-York. fa una c.:l Zlone che hA pt:'r l1l 1 La se...1one dei ussuti con l e nct.e#nria 71rima di fare aqire i meni meeca11icil Non òbo~ua confonderè la contrazione eou la La di:>liuzionè ~i lrarluce nel modo seguente: se u:J !'Colo t.' C(Jli\J'ttllut·nlo, ttllOI'chè noi glt diamo meccau lulla lu tewmHH' pog:-il1ile e che noi lo pungiamu o Uomo, Mt produrrù iu queslo muscolo uno spasmo clw non t•l'isll' ndla ~onlrazione.
CO~GRESSI
too;;
l tes~utì conlralturati non sono rapac i tlì ll'-lr•nsione, r. bi!IOr.ma for·ne la sez10ne prima dr attender~ un buon rr!>ultalo dall'u"O di 8! parecchi. TI vice-prc!lidente .A. B Iud~on fa alcune oco,.ervnzroni "Uila cura del pie•le. torto, che è soprallutto importante allorché Il bambino comincia a camminare. Il dott. E dmondo Owen, di Londra, é partigiano di quello ehe é cono!lcìuto col nome di meto.io americano, cioè della divi:;ione ~ucceS!IIVa dei tendini. Egli St !larve dell'appa recchio J.(e!l:;ato. l dottori R. Lewi~. Hingston :li M on tréal P. O. A. K. Steel. lli Chica~o, prendono parte alla dl"cussione. Si pa:;!'\8 alla lettura dei tiloh delle seguenti memorie:
Corre:ione fo r:xata della eontra::ionc tlel ginoecllio, pt•l dott. E. H. BradforJ, ùi Boston.
I proaressc della chirurgia or topeclicrr. per M . ;o.;oble Srnilh, rii Londra: Anchilosi del ginocchio nell'estensione come rimedio alla t/ejormilà ed alla atrofla che risullano dalla poltomielitc acuta dei bambini, pel dott. Slephen Smilh, ùi ~ ew- Yok. lA cura rlella deoùuion.e laterale della cownna r:cr lt:IJI'frle. del dott. James Knight, dt New-Vork. I r•sultati della cura della co.xalfJia col metodo am6ricano, pel <loll. Judson, di X e>\ - York. La cura delle ipertrofle glandulari del collo, pel dottor Mar tin G. Il. Oxley, di Ltverpool. L(J natura e la cura antisettica della to.'fse cuncuL~a, pel dotl Moncorvo, di Rio de Janeiro. I:aeetonuria ne, bambini, pel dott. A. Bagin<>ky, di
Berhno.
l tumori media3tinici nei bambini, pel dottore Oscar Wy,s, ui Ginevra. Sezione d'oftalmologl&.
d~ener.]t 9 lleltembre. - Quinto gior·no. - Seduta enlillle-
r1 lll'la,
~:·dll. Power presenta un nuovo mo•lello di ol1olmoscopio. OlL. E. Smith, di Détroit, legge una memoria inlilolala:
1006
COSGUSSI
La cura degli ascessi e delle ulcertU10n.i rlella eor•n.~Mt.~ iequirily. Er:li "'t occupa di tale que~llone da molli anni. E;li adopera una $Oluzione al 3 • •• che e~li applica ottiene una leggiera infiammazione calat'J'aie. Il òolt. Galezow~~oki, conclannu l'uso di questo' meci 11 ~lodo anti.setlico cosLiluisce la mi~lior cura. Il dott. D. S Reynolds, di LouJsvJlle, legg-e uu HI'ILI.,. . . . ., lilolato: Necessita di riforme nella designa~ione dell~ Discussione dei dottori D. l. Richardson Cross, Burndt, AJ1en E· Thom!ton. Il dott. E. Jack!on, di FJiadelfia, pre,enta uoa mP·mtiNI.t ha per tiloto: La drusigna:ione dei p rismt per la (/fl'UI.I•
minimtt inoece dell'anaolo di rijra3ion.e. Il dott. G. S. '\orton, di Nuw York, fa una comuni
L'importan•a relulica dt un debole grado tismo come causa eli eefalaluia e di a,~tenopia.
S(•! ra:
Egli dta parecchie f(UBL'igioni prodotte dalla co•-r..1••u,...... l'astigmatismo. Il dott.. F. B. Tiffany, di Kan"a!' City, le2:i!e un saggio
L'ametropia. Gli ametropi <:i tro,·ano nelle classi elevate. Il colore occhi ha una cc•·t.a influenza. l dottori Burn ·lt, Herberl, Tdley. Youn~. Dickinson, dwin e Calhoun, db~:utono le diverse memorie che soDO prese n La le. Il dott. Galezowski, noto che l'astigmatismo non è cau<~a d1 astenopia, la quale l'isulta anci.Je da alle raziona apparecchi dentario o lugl'illlttle. L~t discussioM P. continuata dai differenti membri zione su Il' astenopia, l'amPtropia e l'astigmatismo. lore Crn!ts fa la dimO!!tlr&7.sone dell'ollometro di
~007
N ECROLOGI A
-
SALVATORE TOMMASI. Cbi ~ nella nostra famiglia e fuori, che non rimpianga que!rt.o colo&so del sapere medico, questa luminosa figura di pe~atore improntata alla pui schietia italianilil, dalla testa maestosa, sulla cui fronle, vero panteon JeJrintelligeuza, spaziava l'aureola delruomo di genio ? Clù ò dei su(\i disc~poli che non ricordi il gloriosa e venerando mneslro, alto della perf<Ona e vigoroso, affabile e sorrideute con tutti come un padre affettuoso, cur,·o sotto il peso degli anm, Jl)goro da atrori sotTerenze, rua pur fm'te della sua. ferrea volo11tà, allorquando dalla cattedra, su cui sali fin quasi agli ultimi motnPnU di sua vita, scolpiva parlando, c.d incatena,·a a sè l'attoniti.' uditorio .;otto il fascino della parola colorita. conVInta come quella d'un aposl(llo1 Nes!:\\JTI elogio sarà pari alla grandezza dell'uomo, il cui F.O!o norne è un monumento imperituro, e di cui fu ben detto, cou mntt.o epigrafico, che la posterità cominciò innanzi morte, a ~lori.lcazioue in vita del nensiero immortale. B 1111 arduo CÒinJ•ito per lo sloriografo della medicina lo scrivet'•' eli lui, patri(ltn, ~"Cienztatn, artista, /llosofo, fibmLt·opo, noYello Micbe~angelo dalle cinr[ue llDime. F!ghn di quel forte e gentile Ahruzzo. che un'intera lt•gione di U1e•lu~i forni alla scuola napoiAtaoa, Salvatore Tommasi ~ghe;:gio in '-'iLa due sutlimi ideali, l'unità ùelln Patria, e l.oUnttà lella medicina. e per entrambi sostenne lolle l.ormend ~J alfronlando impavvido il carcere e l'esilio, r increuhLiJ o il d'l · degh· ·lnLt·ausiOgen.! · ,. ·lppocrlhlCI. •· · Della ' eggm SCtenzu eLb l . . . . l. . e · e 1 gcnto div1naLor<!, precorrendo dt mo ll anm ~n ra~dico vaticinio, il noYo verbo delle moderne dottrine ....ra"~ttar•e. · ·, fattosi arclilo inuovatore. abbatte cou fec<lnda Cr"ti l Ila Je VèCChie teorie elevando i' edifiCIO della mediCÙ)a
•
1008
SECIWLOGU.
cont.emporanea ~una base della fisiologia e del m rimentale. Dell'arte ebbe cullo nel suo animo, «empra siast.e. per tutto ciò che i nuovi studi venivano ziando e seppe servirsene, come nessun altro, per i suoi t'ensìeri d'una torma elelia, clùara e semplice~ busta " incisiva a un t.empo,qnale scaturiva da 1111 originale, armonizzato nel modo più perfetto. La grandiosa r·iYoluziooe al vecchio sistema medtl.e.l.e. e compiuta, con serena coscj1!nza, nella sua mente di filosofo naturalista. Ep'li,il Lulero del in medicina, infram•e gli idoli del falso dommatismo tifìco dominante, e con sintesi veramente ammirabile a.J principio dell'unità delle leggi naturali, antPsignauo dello stesso Darwin, sulla cui bara inne!Zgiando a sé stesso, pronunziò Le memorabili parole o eccw~JIUI miracolo, che furono il suo testamento scientifico. Il mento morale raggiunse in lui un grado elevaLis:<imo feziooe, oud'è che fu umanitario in tutto il piu ampio tlcalo della parola, a tale che gli fu felicemente fl rovescio, ciò che il Foscolo scrisse d'una douna corteggiata, di avere un cervello fatto di cuore. E fu nell'i41ealità d'una fede scientifica, che formò il cm;tall..., siero della sua "ile. operosa. La modestia fu la graudeua dt cui la povertà, nella quale è morto, é eloquente e ll'adizionale conferma. Que~Le poche parole noi scriviamo per tnbut.are, vereute affetto di deYoli discepoli, un modesto ma oma~gio alla memoria del compianto m»estro. Doti. Il Dirett.o:r-e
DoLt. FELICE .BA.ROFFIO generale medi•:o. 11 Collaboratore per la R.• Marina GJOVANNl PETELLA MuUco d.l t• clasu
NuTlNI FEDERICO, Gerente.
ME:MOR.IE O R . I G I N A L I
C~ CASO Ili
I~I~ONCHI'T'f~ Ji~fl3I1I~C)SA AlllTO IS CtR.\ lìlL l RIPARTO DI KEDICIH DELL'OSPEDALE
~ULITARE
0 [
RO)olA.
» moria '~ieuti!lca I~Ua dal tnaggwre rue•hco cav. P-dio Paaara ll("eouro:reut.1 ~~icutiOeu ,JPU'o-p&Lal•• militari' •Il Ilo ma U 3fl ~IUgno t~. l.
Dalla vasta bihliogratia che il l\iegel premeue al capitolo della llronchite librinosa, appare ··ume questa malattia ro~~e cono~l!ittta ti n dagli antichi tempi, .~nuo vari aspeui. ,. ,·nrie deru•rn inazioni. (i:tleno parla di e~pettorazione di un v.ho polmonare ..\lorgagni di un tuho \· eno~o. Tulpio di frammenLi di nna 'ennarterio~a. 1\ui~chio jlt rnas,e polipo~e~ Sarnltcr <li emo~·loe con es~uornt.ione di polipi. IJe Ilaeo di pleuril~ con espettorato poltpo o, )l icltaeli~ di an~ioa volipo.;a, produzioni tutte che certamente ,j po,.,ono rifP.rire :JII'espetLorato della hroochite fibrino-.1. lla nlo sulla ~eèonda metit ùel no~lro 'e~olo si :-on moltiplttnte le e-atte osservazioni. si ò arricchita l'anatomia palolo,.rica, si,·. ri~~hiarata la sintomatolo~ia di questo morlw abbastau~a raro. la cni forma dinica cade In prima Yolla souo la OS$el'vnz.ion•; mia, e dei colleghi ora atldetti ull'ospedalc di
Ea
IOIO
U'i CASO
l\oma. onde •·redn mio do, ere di renderne conto mente. ~i eme) er tralln hrt~n.•mente dell' infìammazi11ne della mucosa tracheale e bronchiale, la ritiene per lo propagazione della laringite cropo$3, raramente unn primitiva cita allacca i br(lnchi di terzo e <Ju3rtH ordine anni della pulwrlil, la de.,cri\e come un male croniw c durar me i ed anni, cat~tltct·izzato uoicameute••lalla dal colorito pallido ùc~li infermi. dall'espellora1.ione di con~istenti, r.hc rne.-.~e nell'aCl1fla presentano la rorma ramifìcazioui tlei hrond1i. con replicate di\"i~ioui d"•c:OIOIDI; con q•Jalche "-tria di san~ue. Hic~che di tanto in tanto avven~ono defle esaee1 "'"''u..... febbre alta pt·ecednta ùn Itri fidi di freddo. forte di:.pnea, fusione di proce"so ad altre •·egioni bronchiali,,. l'he j;ollo queste dtfTu~ioni e questi accessi, la respirazione si insuffkieule 111 punto da lOJ.rliere di vita t'infermo. Eichhorst distingue una bronchite fihrinosa ~r>contlnria pa~ata tlal crouplal'in:,:eo. o dn proce~'i inliammatori aln•oli polmon.1ri. orla infìammaziom polmooari in~oJ1e ultimi :-Indi tlella tisi. ed una bronchite fìhrino~n che a sua 'olia puiJ propn)!ar:;i alle cdlul~ polmouari. larin!,!P.. Quc,t'ullima la riporta come m1la1tia rara. ed risce chP. lì no al giorno d'o:gi non n sonc' che so di lnouchite fihrinosa primaria, alcune delle quali molto int·ompiuramente. La distmgue in acuta e crnmca nendo J'acntu ··omu 1.1 più pet·icolosa per le diiTrt~ioni lariop~. e quindi rninacr.ianle la .::o!Tocaiione. t:ome =-e:.:ni principali dello malattia nola IJnello della zione o •lei re,.trin~imculo hronchi11le. e IJUello plll stico dell' e~pellor.niune rJi Ctt:\:,!UI i (ì uri no,.;i 1~1111 ifiMit, l rappresentano l'imma~ine a r!<'llo delle Yie hronchi.tlt.
DI BROSCHITE FIBIII:\0~.\, ECt••
1Ul l
spettorato nou an-iene. può 'edricar..i la morte per soffo..:a 11 ne ed allora la dia.:-'Dosi non può e, ... er ri~cl11arata cbe da la autop,ia. La intom:uolo~ia e~ posta dall' Eir.hltorst comprende un cal rro brondti.tle proùromicl) accùmpagnato da Lrh idi ed o~·JIInzioni fnhltl'ili. la tosse che a \Olto dit luo)!o ad emottisi anche ahùondnnti, la stenosi lll'ont•hiale e l'3DJ;{USlia sotTor3IÌI 1, b rl'equeoza del polso. la cianosi, gli a\'fallamenti circo· • nui tlcl tnracP-. 1:1 sua parziale immohilità. In diminuzione del rremito 'ocale nel campo dei hronchi .unmalati. la scomparsa del rnorJUorlo 'eseicolare nelle nree alTelle. l'ottu...ità di pertu-.ione lnddo"e il proce..::-o SI dtiTonde a,:li ah wl i. e negli pazi nei quali non passa l'alia ed t l polmone cnde incollas:.o, l T1lntoli silJilanli e 'alfolaoti d'o~ni specie. Htportn la descriziOne di Flint sulla slt·utlurn lamellare e ~tr~tilicatn rlei coal{uli >eduli al micn>:>copio, il Yario numero delle lanu•lle,lltr,suto basilare ialino che lo costituisce, i cor· PU•eolt ro!><:i rlel ::-nngue che si troYano alla periferia, i pochi rpu eol1 bianchi degen~rati in ~ra ..so. le cellule epiteliali '•mento,e proreniemi dalla bocca. e gli epiteli -ribratili dei ronchi. ~ota i clistalli pirnmidali a~~crilli da Charcol nei !!uli ltronrhinli, e tronti da Frieùreich e da Riegel, ~emi lrantr ai rdstalli asmatici di Leiden, ma o'sen n che, secondo ìuck\\ell, gli elrmenti formati' i possono mancare. i momenti etioloaici che in l' Il 1\iel!'el pa~sando n rasse.,na e ., 1 '""r'Se<·ontiuzenze han poLUio prPdh;porre, o condurredireltamente nIla hronrhite fibrinosa. cita il cn~o di Ei~enlohr nel q 1" e ~a i :-\ iluppò al secondo ~euerwrio di un ileo-tifo, q lido I0\6Cec:noJ prODUDCiar.-j il semplice C:t larrn UfOnchiale, ltl IO rond ' ' · sra · nece ...u rHIPD( che per contrarre tale mnlatt1a, r una disposiz one speciale, o t'azione di un a~ente per 111 'rilloto ..\rl O!!ui modo, esclode('ulllit•rrnet· ogni rel3zione
1012
U.'l CASO
con In tul:ercolosi, con la rochitide, con la scrufula e ~ililide.
Jn IJunnlo alla forma. il Riegel di~tingue e;.:li pure gli altri nutori. una forma acuta, ed una forma o:r""'"'tando che la crouh:a o! la piu comune. l'acnla la piu
nel de-.crivcre •1ue.-te due forme. fa vedere che la risiede :-olo nel cor:-o; infatti. se la bronchite Jibrinosa può dnrnr Me.)Ì ed anni. e~li è percbe nell' i;,te,~o ,j \erilìcano con fre,Juenza di;ersi accessi di rante i quali rengono espettorati dei grumi fibrinosi. un inten allo di lre~ua, nel quale non resta chs il catarro hronchiale, e dopo un certo tempo un cesso, ed altre espettorazioni hanno lu.ogo. 'la questi :Utacchi, sono perfettamente simili nei loro breve quello dr una hronchite acuta, sono L~lvolla avt;uuliJ"MO"' fehlrre, dn emollisi, da dispnea e da Lulfi i sintomi denti dall'insufficienza del respiro. Lo Str·nmpfel ne pal'la mollo brevemente, riportando servazìoni dei citati (lUlori, e henchè proclivea •·•Nirr..llm origiuc balleriologìca come cagione delle malattie. nod1t la brouchile fibrinosa, nè alla Lisi, nè nlla brino~a . ni! parla di un principio morbigeno speciale Il et~ o utTertosi alla osservazione nell'o,;.pednle da . Lntn non ,oJo raro, ma abbastanza strano nell:lformK nel 1eperto nnatomico, nel decorso e nel fatale io mi ac ·in~o a de~criverlo con la maggior preci -..u :1 po"ibile.
DI BRONCHITE FIBRIXOSA, RCC.
II.
,
Petrum ~<th·atore, soldato nel :;o reggimeo.to fanteria. eluse l Stii, dopo otlo giorni di de.!!enM all'infermeria, entran aiJ'o,peclnle il 1OS?ennaio 1888. accu..;nnùo una l~g:.:iern dtarrea, e dolore di capo. Arera fel1l.lre o~cillnnle fra i 38• e 39",5, pit~colo tumore di milza, gorgoglio della fossa iliaca dP· stra. ne....tllt fenomeno stetoscopico appre7.7.:lhile negli organi del re~piro, nè tos,-e, nè espettorazione. l.a fehhre andò decrescendo, e scomparve al 9° giorno. onde calcolando gli otto ~iorni passati all'infermeria. ritenni che i trnllas ·e di una delle solite fet.hrir.ciole cosi comuni in Roma. t' dopo qualche giorno cominciai a concedere qualche JlÒ di cilJO ~o lido all'infermo. i\la nella sem del 2G ~enna io ~i riacee.•e In fehbre, si tornò all'alimentazione liquida. ed al 7 del sul'cessJvo fehhraio, la febbre scomparve di nuovo. Questa Yolta la dieta liquida fu prolrntta per un'altra settimana, ed il corso di questa febbre pare' a convalidare il lrimo concetto diagnostico. )la l'appetito dell'infermo era irresi~tibite. ed il !!iorno successi\"o a quello nel quale si conees•e nn pe7.zettino di carne. ci trasse nel ~oltlo inganno. giac.efk\ la temperatura sali di nuo•o a :l9<>, e ~i mantenne elP\'\\ la 1110 al termine della malallia. Se non che ai primi di marzo. il Pelt'UJ.Zi. uorno taciturno, n~ll~ p~rcezione, e. caparbio oltre o~oi dire, ~ifiutò i~ lte Petcl~t• d•cera che gh stimolava la tos~e. E"l.lmmnto dt ll1IO'fo il J)ett11, "' rt~contrarooo rantoli .;ihilanti n;zli apici pol~oari, pecialmeme a de~lr.l. e si notò nnale.!gier.t dbpnea. febbt·e aveYa assunto un tipo intermiueote •tiacch~ il terllo17etro che al maLtino se~nava :no. s:llhn la l'era a 38",5. gtornn lì marzo ~i notò per la prima volla nella "putac-
:rdo
IOU
IIN CASO
chiera unn ma-;,.,a immer$n nello sputo :;alìvar~. che fa confe.,sarlo. fu presa per carne masticata e non potuta lire. )Ja e..; ..eudosi que:;ta forma di e.. pettorato ri due giorni di ..eguito, il dou. Rossini a~"istente al mio wr~t'l il contenuto della :;puracchiera nell'a··qua. ed un filwiooso ~i -.vol,e, e pre;;e In forma denlri~icu hroncl1iale. ~ei giorni seguenti il nranchieLto non mancò mai tacchiera, e -.i poterono racco~liere molti di ~uei gromr no~i che furono con~f'n·ati nell'alcool cuciti :,opra un cino. od arlopemri per veder come 51 comportav.wo Yerse soluzioni. Così potei \'erilicnre c'ò che dice il ~ieme~er, che i dell'espettorato si sriul~ono completamente nell'acqua di si sciolgono pure, mu molto lentamente, nella ~oluzione carbonnto di sod:1, Ai •·igootìano n'ell'r~cido aeerico mentre le concrezioni eli semplice mucco io quest'ncido gl'inzano P s' iodm·iscono. Due di questi grumi d' grandezza nntnrnle, ~ono più grandi e più ricdai di zioni che quelli riportnti dal Riegel, daii'Eichl}l)rst • trumprel. rh•lla 'OiuLilit:, di que-.ti ~rum i nell'acqua di e<tlce calcolo ~econdo il consiglio di :Xiemeyer. per poteroe tutto il vantn!!l>(io lerapeutico po5sibile. e ,j fecero all'infermo delle inalazioni d'acqua di cake pnl,..,.,-,.....,nefogeno, e di )1oluzioni di hi('arbonato di ~c~da . Se quell'infelice tlra ro•i apatico, e d'indole tanto el rifi•1tar"i a 'lualnni(Ue mezzo di ~nra. onde neanche dieazione potè e''ere protratta. ~i: si mancò t! i '"llupone ~li sputi al micr(•~copio. rlei preparati o sPI'Co, e colm-ancloli col me1o~o di 'i si rinYenneru i pnenmococd•i di FrieJI;irHit>r,
DI BRO:\'CIIITI-.: FIUIII'\OSA, t.t,;C.
101 ;;
dono di~e,mnti n linnco dt>i ~rumi lìltrino..i. La forma Lumultaaria " ~uhclula dd la malattia non ~~~~g••t i l'iclea di ricercare oegh -.pulì il ltacillu della luhercolo-.i, riò che anebbe con dotto piit clitett.lmente a•1nnn rliaguosi completa. come :;i vedrà in ·~'~llilo. fDl31llO ('infermo ~i a~gl'aV,lHl, cci il 1• lll31'ZCI l'otlusil;l dell'api•·~> !lt•l polmone de,;tro ~>t'a ln:n di,linta, ed in corrispondent.., •lrll'apice de~! m ,;j n«Jin111o rantoli crepitanti e~te-.i &no a lin~llo della :~· c•o,.tol.t anter·iurrnPnte. lino alla met:L della "capc,la po-teriormeme. b let.hre nel ~;iorou l ~ r3.).!1Jun~e i !lU0 ,:J, 'ali il ~i- n ~lP,:), il r:tntolo ,i ililfn::e in f,as.:u eccupando tullu il polmone lli>:.lrn. ed era rnntnlo minuto. ueprt:1111t•, eun ipufonesi ùi lnllo il latn. •• nel ~(ì l'omindc'• n divenire ipuronelicu anche il lato sini~11·o. mo:-Lrando esteso
soffio tuhnrio. L'espr.ttol'llzione dei grnmi lìlt~·innsi c•ontir.uò nssocianc.lusi a sputi r·uligino,i, per sangue intimnmenl•' commisto a mucco alveol;u·o. l' l'apnea rrehbt>. la fehùre ,j mantenne stazional'la fra i :l9° e :iH 0 ,ii, la pro:'tr;tzione delle forze ~d il pallore
llemico J•ro;.:teclirono, il polso di\'cnne celere. piccolo. eyalelc:entc, nei giot ni :J e 5 aprile' i furnno altri :-puti di grumi lbrioo~i. e furonu gli ultimi. l'(li il colln~-.o. l'apnea, la manilaza d'ogni e~pl•llorat.ione, l,t narcosi carhonica, la perdita OMIIplet., d~> i polsi, misero fine alla vita ù~>ll'infel ice Peu·u1..zi lef mauino t! el ì aprile 1~88 . .lJI'autop,in esc~nila .H ore dnpo la morte .;i rin"enne nn poco denutrito, cnn le~~it>ro ede•na delle estremità. fasi d...l rnllo lurgiùi, e roq10 tiroideo 'nlumino,;o. Fu l' .. pertum clelia e:n i là cnmica, e l'apertura del pello atlt~renl.t>J,Ieuriche facilmente separai, ili nella parte ore d'.tmllll i pnlmoni,enorm•· mas~a 13i ~landole Lroncaseiltr.nle a livello ùelln biforcaziont' della trachea. ri-
1U16
U.N CASO
coprenti il perir.ardin all' emers10ne de' grossi va'i, c ma:-,~e ca,eo'e che accompagnarano i bt·oncbi nell.1 loro tr.ll:t uel polmone. Il polrnonP destro era duro. pesante e resistente .d pre,entan una sup•·tfici~ di ta,!lio ;!ranulosa. con ~ra nnli dnn. pr~moto davn esrlo ad un liquido ~i-.chilH•. torl•1 lo. 101mcr:-o nell'acqua non galle.t;i:av pleum ,·i.-r.crale t"r.t oJiaeata ed ispessita. Il f10lmollé :.ini,tru era ano;;..,ito. conteneva poca aria, pit:l\ 11 poco ul taglio, la,cianùo una superficie finatue nte nnln:-a, uniforme per densitil e c~lorilo; ·pt·emuto JHll'O liquido ~-rrigio ro,c;astro, immerso nell'acqua gall Il I"Uore ern dilntnto. ripieno di grumi. il fej.!ato 1•'., ··"•n• t•onlo(est.o, lo intestina perfeLtamente sane e pallide nll e~teruo, In milza poco aumentata di volume. lll.
()alla riferita ~loria e ùal repetto anatomico non e concenn pato~t>netico che spieghi l' :mdamento della e la murtr. del Petruzzi. ed ulteriori indagini sono se si \unle un'idea rompi eta del raso che ci occupa. 1:hP. co~'t•ra q nella fehhre che a,e,-a tuua l'apparenza febbricola. che cede\ a per· ri~or;!ere la terza' ulta. e p 1reY rectude~cenla prwlolln da di,.ordini dietetici? Una del "ener•· drlle tifoidi non ,.i può ammettere, perchè ci h:~ fallo 'edere le inte~tina senza ulcerazioni, ~enza di nkeri. ,.enza infarti delle nhmdole. mesenteriehe. non i• que~to un rn:-o analogo a quello di Eisenlohr, hrunchite fihrinosa si :.viluppò nel :;econdo periodo di Era il proce~so di ln·onchile fibrinosa che so.;;teoeu fehht·t\? ~ennche qnl'sto (\ammissibile pE~rciH~ il paz'
l
..
DI BROXCBIIE FlBRINOS.-\, f·cc.
l lì li
are' a mai accu~ato molestie nella re~pirazione. nonaveva to~~e, e J'e~ame dPI petto eseguito più rolte nelle recrude~r~nze fehhrili. 1•ra. stato nel!ativo. lo credu che qnella febbre precedente i fenomeni di ltronehite doYe~=-e attribuirsi ali" enorme caseificazione delle gian· dole bronchhli. che certamente non ..; era prodotta durante la ~indronf'! ft>nomenale della Lronchi1e. pPrclu~ non .-' intenderebbe io tempo co;;i bre,·e la ca~eificazione 11i tutti i ~mn::li bronchiali. lì no a rag~ion~ere un Yolnmt' che inrolga i gro:-si bronchi. e rirnopra il per<cardio. Orn noi sappiamo che la caseificazione tlei ~:m~li i\ una comp.1_gnr~ quasi indi,·i~ihile della tul•ercolosi polmonare, P. malgratlu le asserzioni del Biermer e del R ie~el i quali riten~ono non P~~ere la bronchite fihrinosa in r·elazione con la tuhPt'rO· osi, 1- a quNa che dobbiamo riferire tptella f~ilhre e r an damento subdolo della malattia, e gran pnrle del lr·istc esitu finale. L'esame microscopico del polmone destro, 1li qnello che per )lnmo ha ri>elato fenomeni stetoscopki. durante l'e•pellflrazione di coaguli fibrinosi. autorina a ricono~cere un'in6ltrazione tubercolare, e quella massa polmonnre uniformemente indurita ed addensata con una snperficie eli taplio che al tallo fa 'entil'e la durezza de' br-oucheoli recisi. par-la in favore di una hronco·polmonite tnùer1·olnre primaria.alla qualP ~i è 8"5ociato il proces<:o di ,·nseificnzione de' gangli bronchiali, t>eltra-porto in ~si an-ennio delle colonie de' hacilli tuhercolh~i.
Tal~> concP-Uo fu :l\-Talnrato d:l!l'e,-ame mit~Mcopico che il dou. Caporaso volle ese~uire sui pe1..z1 d t polmone e ùi gau~li easeilìcali, rhe erano stati induriti nelliqniùo di Miiller. e ront~en:ui nell' akool. Colorati al carmino alluminato. indn~i in ~'t>lluictllla. l' falle le sez•oni col microwmo di Chanz•·. quei Pezli ci mogtrarono le se~wenti apparen7.t' rnirr'"copirhe:
fOI R
L':"l c..so
Unn sezione lralla dall'apice pnlmonare destro io de' gro,,i hrou..:hi, mo~lra\'a infiltramenti parvicellulari muco~a de' hroncJ,eoli. cd alcuni focolai d'infiltrazione hruu~hiti•·n I ,eui interinfundiLolari erano fortdme nte .;;iti, i '-CIIi internh·enlari infilll-ati e ripieni di ~raonlazioni. rano iuline le note caralle!"i,tiche della sclo>rosi ·polmt)Dift! Una ,ezione trall.t ùal loho medio del polmone-de"lro vedere IIPIJe ma,,e tul•eunlo.:.e peribroncbitirhe in gran ca"eilìcate. con ,Ielle ~ranulazioni in grandi accumuli. e cellule giganti nlla pPrifeJ·ia. Nel centro di nlcuni di questi colai Lnhcr.·olo~i ,..; os~e•·,·ava un bronco contenent·~ un rerirulo di lihrina, ndle maglie del quale erano inclusi de' eo.·iti. Gna sewmo tl' un gro•so ganglio linfatico perii, pl't•sen ta\n en:;cilìeatn tutrn h~ sostanza midollare, c della :-.la nza t'Ol'liralo non restavano che pochi punti ne' •1uali "ero l!r:wm·nihili i follicoli ed i seni linfatici, e dore il er.r meno olt1•t·ato, .si trovovnno delle masse tubercolari dellt> c·P.IIule gignnti. La capsula del ganglio ern ins in torhilia In. l r.nrntteri l'Ire il polmone de-tro presentara, erano m.l~l'lhCOpicamenle e mi.:roscopieamenle propri della
cnlo.;j bronc•r·polruonare, lo quale doreTa essere di origine CP.d~uti• nlln l•• onchite fibrino-a, e doreva :<o, lenere febllre che, come abhinmo >isto nella lelleratura ri~ua •Jtll~:.r ultima condizione patolo2iea, non suole mo•trarsl •JUaudo i konc:hi -onll 1ipieni di zaffi, la di,pnea t! l'e:-pellorazione :>l•l10ud:11ìte. ~la con un polmone cosi di gt·anula7.ioni tulrercolu~e e di cellole giganti, con un cirm·nto tuLercolor·e di quella sor·te,e con una corHeguente lonizzat.iOilR òe' hncilli della tuhercolosi jo quel polmone, :.i può conct'pir·r. r.he esi~t••o;se contem por·anearuepte un
DI BRO~CHil'E FIBRI~OSA, F.CC.
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prinripio infettivo ed un 'altra condizione morho~n sopmtullo, la quale richiedeva uno stato perYio de' hrnnchi, c t'apnee tli contenere quelli zaffi fibrinosi di considererole calihro cùe l'infermo hn. espettorali durante la sua malattia. L'e•ame del polmone sinistro ci toglieril ogni dnhhio. ,\ltttiamo \"eduto come all'autopsia questo polmone t:i manifeslas~e lo >-Indio d'ingorgo d'una polmonite; es..:o 111fatti era rosso \"inoso. emelle,•a spremuto un liquido ro,-sastro. e galleggi:l\'a nellacqun. Le sezioni di questo polmone mostrarono nl micro5t:opio i ,·asi sanguigni fortemente ioieunti, i selli inte•·ah·eolnri infiltra ti di cellnle migrutorie, gl'infondi boli e gli :dveoli ripieni di filtrina stratitìcata. t.:on cellule Ppiteliali e corpuscoli sanguigni entro Te sue maglie. Om la palogenesi di qtiesLO caso abbastanza strano ci ~i (a chiara. Quella febbriciattola che il Pett·uzzi ave~ n ~ufTettn an ch ~ all'infermeria per otto giorni. era sostenuta dalla Lisi subdola, che senza se~ni fisici apprezzabili invadeva il polmone destro ed i gan~lii h;oncbiali . Durante la permanenzn dell'infermo nell'ospedale si svolse la bronchite fihl'inosn, la quale •·ima,;e con lì nata ni grosili bronchi per un certo tempo. poi siccome ~li ah•eoli del polmone destro erano inv;Hi cl<~ll'infarto tuhercolm·e si fece strada nel polmone sini~tro. producendn in esso Una pohnonitefibri nosa, che s'ÌUOL.l aiiO$laÙio cl'ingOI'!!O troncò la vita dell'infermo, percbè in quel momento ne' clue polmoni. per di, erse cond•zioni morbose, non era pii• possibile In drC()Jazione aerea . .\vendo rin\"ennto negli sputi dell'infermo il diplo~oc,:o della ~lmonite. hiso,gna ora ammettere, noclle senza averne fallo tlcerea. 1l bacillo del Koch, nè l'esistenza di due parassiti pa· 1011eni nell'bLesso indi,,iduo _deve ~orpr~nJet·ci, pere!ti• non Ì' un fallo nuovo. t:iò che finora non mi pare che rosse costatato, è l'esi~tenza del diplococco nella hronchite lìbl'inosn . ma se si
HHU
UN C.\SO DI llllONCHilB FIBRINOSA, ECC
pen!'lu all'iùentitit di proces.;o patologico fra la comune poi nite fìiJrino~m o qne:;ta ra1·a bronchite, non si lat·der:·• ad mettere :~nche l'identilit del principio infelli>o, e la po,si di diffu.;ione d~l modw dei Ltronchi agli alveoli polmonari, !'pecialmente n quPIIi che sono ancora perrii, perchè non occupati tla altro processo patolo~ico. Credo inoltre che qne~lo caso clinico non infirmi le idee Riermer e del Riegel. giacchi! questa bronebite Jìbrino;;a te\11 heoi-.simo non e!-sere una dipendenza della Ln 1er,em1H11·; polmonare, e1l e'~ere imece una semplice coincidenza , puro complicanza della malatlia primili·ça, una nuova morhosa insorta n precipitnr·e ed :1ggravare il cor.;o della Ma d'ora innanzi occorrera inYestigare in casi simili i segm prec111-sori delln ti~i, ncercart- i bacilli del K.ocù nello sputo d.eHI'infet·rni, 'islo che le due mnlaltie possono coesi!>tere e4 aggmvarsi t·edpronunenle. Questi ed altri studi di simil genere spettano ai uoslri giovani rolleghi. orn che il ~J inistero della guerra si i• heni eli dotare Il nostl'o ospedale di un gabinetto di micros che con poco piti pui'l esser messo al co!'rente di tulle le genze delln "cienzn moderna. se come non dubito. l' del!a .;cienzn imo61ier.\ i giovani alle pazienti eminme che ~ui mi,.teri della rita, del morbo. e della morte.
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DI U~ C.\SO tJI
FRATTURA COMMlNUTIVA DELLA TIBIA 00~ Pi:RDIT! DI&\\ SOTHOLE PORZIO~!
mO~ O
SEGUITA nA GUARIG IONE
CQIITRtBUTO AlH CHIRURGIA CONSERVATRICE IlEI. nOTTlll\1:
l . ljl(,;l
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Zorzoli Carlo, di auni venti, da Pegli (G•~novu), marinaio di 2" cla,-!te nel Cot•po Reali E• lui paggi, imbarcato sul Re~io incrociatore Sar:oia, di forte costituzione tl~ica, il gioruo 8 ottobre 1887 nel distendere dei l&ppeli ne] Regio ar!.lenale di gpezia, io prosstmilà del primo bacmo(\'uoto di a cqua), vi prt:· cipitava da uua altezza dt circa 14 metri, cadendo nella staztone ._.erLicalc, sopra dt:i grol>-::-i pezzi di ferro (salmoni). Dopo la caduta, il Zot·zoli non perdeue la cuscienza. ma ebbe a soffrir"' una forte sco::;sa alla teslo, Jo,·ola all'ut·lo per controcolpo, non che un ~enso di lòCricebiolio aUe gambe, •n seguito del quale cadde sul Ialo ùe~Lro. riportando una Ueve contu.,iont> alla faccia. Dal medic-o tli servizio del Re!rio ar:!enale rice\è i primi soccor...i, ed immeJiatamenle fu in ,·ialo all'o~pe la le diparliment.ale, uve veniva affidalo alle no!:;tre cure. All't:~ame l'in l'ermo pre!'enlo va. le se~uenti lesioni: 1• Gamba dest,-a. - Frattura del a• inferiore della libia e frattura del malleolo esterno. 2• Gamba 11inistra. - Frattura del perone e ft•ullura com-
DI Ul'i CASO
tninuttva della Lib1a, quattro dita trasw~rse al di sopra l'articolazione del piede, complicata a larg-a ferita contusa delia t'11ccia int~:>rna della gamha,e a discreta .,....._. .....,,lflllll Vt'li0S8.
Nella ~ede della frallura della libia ~i nola ve una ,., ...,,...nua' p<>rdila di sostanza o<:«Pa. 3" Da ullirno, alla superficie piantare ùel piedet .-.u.u"''"~' una fer1la conlU$8 profondA ai mu~coli, che comiuciando
al disollo del malleolo interno, si estendeva qua$i fino tnarginP esterno c!el piede. La notevole tumefazione delle parli molLi non una dia~nosi precisa circa le conJizioni anaLomiebe delle licolazioru dei piedi. Il giorno seguente ·venivano in\•iali dal medico di servizio dPI Regio ar~enale i frammenti ossei rinvenuti nel bacino, ove cadde il Zorzoli, dei quali il più grande misurava, se~~nc.w la lunpltez:;a, centimetri sette, cd ins1enu! aglt altrijorm(UJ(j un pe~o di os.~o che ripeleoa la for ma della libirc, della qua/4 maneaca so'o la fàeeia laterale interna. Quindi nella sede della fl'allura della Libia sinislru non resbsva che una sollilissimfl supet·ficie ossea scontmuata. ~ stituita dalla parete laterale inlt:rna r·imasta in sito. Le condizioni generali dell'infer mo in prlllll) lemrw piultoslo gra,•i, f> dorante ta notte si manifestarono slroel dolori negli ar·ti inf'er·iori, che poleller·o però esser!:\ •w•'fl.''"""' merci> l'uso ripetuto della morfina per via ipotierm,ca. La perdita della uotevole porzione di osso lasciavt~ sperare nella consPrvazione dell'ut·to..~ inferioN sinisti'O; lt>nulo conto che io corrit<poodenza d~lla ft·uttur·a, eccezioiW fatta della ferila lacero- contusa, gli altr·i tessuti mollt noa presentavano peslamenlo di sorta, e che l'emorragia si facilmente potute arrestar·e, si decise eli accordo e(Jf med dr primu classe dott. Cognelti, di "Opra::;sedere rer quel da qualsiasi atto operativo, tanto prù che l'infermo era prostrato di rorze. E ci acconlentammo invece di un metodo puramente lntivo, hrnitandoci solo ad immobilizzare lemporenPilmtllll.;
pero
01 1%\TTUIIA CO~lii.:-.UT!V.\ DELLA TJB1A 1 ECC.
IO!:i
cntr~mbi ~li
arti e lc>nef'lt a permanenza colla vescica di delr in(li vìùuo. Il di ,-us~~>guenle !e condizioni ~enerali dello Znr1.0li erano dt molto rialzate, ~·acrlw i ftlnomeni nervoF-i erano del lutto ~'anili, e la elevatione termica nella notte aveva 8! IWIIA Mlg'S:IUOtO ;!8• C. Tele rniglioram~>nto ci f8l'e'·a sempre più !'peral'" in una cura con--er\'lllrice. andm per-che l'inrermo presenht'~"a"i Ji \8 i:fl~c:ima COl'tilU7.100e fl<>ica; ma fWr non lll"SUmere tulla mlera la rcc:ponsohllilu, inv!larnmol il sig. direttore 'cav'!llier Ros ..i, 11onchè allri colleghi dell'ospedale, a voler dare il loro pat·ere l'U questo importnnle caso clinico. e lutti appr·ovarono 11 metodo curativo da noi ìutrapreso, e c'incoraggiarono anzi ~ uarrio, sostenendo le fo1·ze
n pro~e!.!uirlo. In qu11nto alla cura con.. ~:cutiva è ov\"iO il dire che l'arto inferJot·e destro, appena mitigati i dolori, fu immobilizzato COli un appurecchio al ~Jlicalo. il qual~ 'enne solo rimo ..... o n 411• giot•no, e paRStamo invt-ce ùirettenwnte ad occuparci della le!<i•,ne più imrort.anlt•, cioè quella della gamba sintc:tra. l.' il ottol•re. lrt> .1iomi cioè dopo l' entr·ata d··ll' infermo '!'ll'oqpedale, l'intero a1·to iofçoriore «ini~tro fu im~ob;Itzzoto ron Ult apparecchi~ a ge""'O, hnesiJ"tttO in corli::poud~nza deUe due ferite dei te,.suti mnlli. Tali ..oluzic.ni di continuo ,·eni\'ano medicate m pl'imo tempo ozni •lue. tre giorni, iuù1 ogni cinquP giorni, con accurata ~nt>·licatnra anlisetlica (la,·anlie al clo:•ur·o di zmro al 4 • •. lodof~~rmicl. ecc.. ecc.) o presentarono c:empre l""8~Ì""''ma l!upprrrazionP, colla quale il J7 oltol,re nwne fuori un frammento 0"" o di un tre centim tri. Alla finE\ della terza ~t'ltirnana la f~rita dt•i piede era CCtlllpl(:larnente cicatr1uota. e dopo un me~e. J•imo<~--n la fa"'Cialul'll, ~;1 tro"ò la fr·altur·a del perone ~uaritA. l\··~tuva solo lu sconlinuitil in corr1:-pondenza del t~>no in~ce" riore della tibia i n vitt di ~uarirr;one p•w la quale fu ne. .., o ' 11110 rnlnOYare l'ajlparecchio fim "tra tu. la letnper.:~turu non fu mai elevaltl. e f'Olo rasr~iunse un ' ~ rrt.Ur,, di 39' C. la "'era del 10 ottobre, 1locrel.'cendo grn-
Ul G~ CASO
datauumte nei giorni :.uccessivi, sino ad a,·ersi pare--:-ia il 18 •lello '-lesso mese. ~el dict>mbrt!, pet• rRt:ioni Jj servizio, fummo fidare la <hre7.iont> dd repa rto al medico capo di 2Jolt. Abbamondi Gtamballi;ota, il quale gentilmen te ri-co che. nel fébbraio ultimo. do~è estrarre all'm framrnenlo o ...,.eo dt un tre ct:ntimelri. e cile d!l 11 tec:c:uto 1h ciealrizzazione della soluzione di "empr~ progredendo. • ~ello <~toLo attuale la gar"ba destra è guarita con c!Jilosi dt!ll'articolazione dd piede. e la gamba sinistra, mente atrofica, non presenta veruna deviazione od v am,..nt.o, ma "<•lo un accorciamento di tre ccnttmeLri .\ livello•lt>IIE- c:continuitAdella Libia,allafaccta 80'""'"·'"'ove cioè In '"OSlanza osc:ea è stata soslituit.a da tes><uto ri::;coutrasi una cicatrice cutanea. quasi del Lutto ad Le,.!òulo sollo,.lo.nle, od alla faccia antera-interna una rH"ofor·rua~iorw O!>Rea c:vollasi da quella por·zione ~:;contmuaLn f~ t•itnasta. in sito. 11 perone ben comnJuulll1 i movìmen tt del piede integri. Ot·a, uno spMso tessuto fibroso avendo so::;lilutto pet ben <:elle centtm•!lri e '{Uasi nella totalim, l'urto l"intslt'l>, non o:c:lunto il pcrone e la parete laterale ildla tibia ben con ...olidoti, non può certamente, nelle z10ni allunli, so:--Lell(Jre il peso del corpo nella sllittij)lll tir.ale e nella dt!ambulazione. E o::L8lo quindi ne~cosarto nèorr~re ad un ,.etnolllCIII appal'ecchiv ort.opeJico, abilmente costruilo Baldinelli e Commetti re-.identi a Spezia, col quale ,LE-C\'.ft metallica :::iluola a parte interna della tibia, si l'arto inftjriore "mi:;L!'O quella solidità. necesi!aria mettero all'iufel'rnt> una facil~ deambulazione ~enza di ,coorta (1). ( l ) L'h•f•·nuu ha oli 1!1.1 faLLo delle Jungl>e passeggiate ~on talt1 ~euu rl enllru6 tuol~~ua alruna. eecelione fatta di W< leggteto t'l ro~l-1to•l nt"llO. &ed•l della clcntrlee, o ve la ente ricopre la ute lnron,·t•nlrnte JH"ro ~· t. ov,iato, llando alla ste~ca metalll!:~~, dl~ato, Urlll runa tnnSf!IOre.
DJ FR.HfUR.\ COliMI~UTIVA Dll.I.A TIBIA, ECC.
l 0~5
ln tal modo,e!'>~e!lfloci accontentati di un metodo puramente .-petlativtì, limilandoci ~olo ad immobilizzare l"erto e aù una ecrupolo!'a mf'dtcatura anti!::ellica. quando lo gran•zza della Jelione ci permetteva lli procedere imrneùiatamenle ull'ampatazione. noi abbiaruo con::;enato &Ilo Zorzoli un arto lanlo illdispeno;abile. Che ;:~e edi bu bi:--ogno dt ricorr"'~ ad un sostegno arti-
&iale per garantir~i nel cammino. può benissimo pero fare
ao del piede, il quale è totalmente mtevro nei &uoi mocr-
-..a.
L'mrermo ~ :<lato <li J!ÌS ammesso alla ~ura dei fanghi di ,Acqui, dalla qn••le re rlamente l"articolazione tibio-tarsea otterrà \"antag;;i tali, che la deambulazione in appresso sarà •mpre pfu perfella. Col render lloln questo impot·tanlf! ca:oo clinico, non ttb.biamo O\"uto allm ~copo. che tJUelln di portare ur1 mod~sto contributo allA cur·a clelle rrolturtJ !'r'operte, rarenòo rilevare Vantaggi òt'llu chirurgia c-onaervutrict~. Sp~ziu , lnglio 1888.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED
RI\TJST.d. ~IEDIC'A
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Coutrlbuto alla nozione dell'aottnomlooRl nel! Dott. PRrRon·. - (Ber?. t in. Woehensclir .. :\. 27, Oi qucc::ta malaltia da mfezione, l:!enerata da uu nn fungo a forma rag~rata (aerinomgces), a decor:;o temente cr·ouroo, pr'Ono-.ticameot.c sfaYorevole. di chirurgica .'~ollo il punto Ji "i~La Lerapeutico, non é il di oii!'ICOrrere pet• di<>leso, pt>rClJ<> gia ai lellori di 'lUC:;ttO naie furono offerti pregevoli sunti di più accurati
tor1 (1). È ultlf' pero\ ripetere, p~>r quei clie nou ['ero il fa ....cicolo di ottobre l8P5, che la scoperta della lAllia nella mandibola del hove, prima che dal undici anni or· sono, ru fatta dal nostro RivoltA no'fO prima, cioè uel 186.~. e c.-onfermata da un altr·o nt.,..tro, d ronCtlo, nel 11-iì~·. c.-.ome ,Jimostrò il Firket m un ;:uo ed il doLL. Torella olella R. marina ril'er• nel crtali> cui rirnanrlo per tulto il resto chi avesse vaghezza ampie notilie. Qui mi limito a rifer·re quel che di pt cente é stato pubblic.-alo intorno alJ'actiuouuco ...i dal dolL lroff, prol'll'tlore deJJ'l ... liluto analomo-patològico ò f::ltà di Ku-.an. I ca. i ltn'oggì O!t<>er,ali sono dà numero;•. "econdo 1:!3, dci quali 6 in Ru:-~ia: spero bene che in quel abbia t'Oiuprel'-o i 2 ca:-i pubblicati in Italia, uno dal nt~li (Rit•tsta clmrca di Bologna. 1882. pa!!. u7tl) e pr·tmo m ~Apoli. del mio e~r·e~:io colle~a ,·on Sot!llOl...-~ rtsta int~;rno•ionale, 188-;"), ~he ben :;.'appo"e nel (''f"~lileii'F.l In malattia ~i debba riscontrar~ in pratica con pi
RIVISTA MEDICA
come apparisce chiaro dal rapido ~uccederai, a breve itnel'· ,allo, delle osservazioni altrui. A.d onta della casui!':tita ri.! levanttJ, n.>n si è ancora abbastanza studiata la malattia nella parte eliologica ed anatomo-patologica, da poter a~11orgere ad una Scinlesi nosologica soddisfacente: oeni IIUO\"O caso. rh·elando un qualche lato nuoYO della proleiforme ed interes~ante inferm1tà, reca un contributo prezioso alla noz1one scientifica o. per lo meno, ne fornisce dab sulla distrJbuz.iouo:: ~eo~Eratìca, di cui sono ristrette le localit.à nelle quaH è stata n~~o.>n·ata.
Dopo l'eccellente mono~rafia di Israel, che per il primo sropM la nuova malattia nell'uomo nel 1877, i g1·uppi di looalizzazione morbosa da tre, quanLi egli ne stabili e cioè:
a) cavità bucco-faringea, b) vie respiratorie e e) apparecchio drg-estivo, per le ulteriori ricerche oggi possono pot'larsi a cinque: così si avrebbe una forma d) cutanea, per la nota del prof. MaiocclJi (Riv. clin. di Bologn.a, 1882) e pe1 ca~i di Part::tch (Dezttsch~ Zeits. r. Cftir., 18861 vol. 23) e di Hohenegg (Wiener mecl. Presse, 1887, N. 16 , 17 e 18), od una rorma e) cerebrale. osservata testé da Bolllnger (Mctrtehentr merl. Wochettschr., 1887, N. 41), in cui sì lraltava di un lumvre aclinomicolico nel terzo venlricolo, ad iofezJone c crtp· log.,netica •. come si e~presse l'autore per nasconderne l'ignota origine. Il ca~o testè pubblicato da Petroff, e verifìcalo~i in giovan~> di 26 anni, candidato alle scienze filologiche. e cl~l più ~nde intere!<se, perchè l'actinomicosi inva~e gli apici poi· tnonari, circo~tanza cosi rara che sollanto al Moosbru~gPr TJeitrii!Je :ou.r klin. Chir., 1886, vol. 2-) era capitata una volta: e •iiratti lo Israel, per aver sempre os~ervato che con una ~"rta predjlezione il parassita si stabiliva nei lobi polmon&ri l~reriori, elevo questo ratto a c:rilerio dia~noslico ditfer·enl.lale con la tubercolosi: sicché, se non fosse Jlel' l' mcomP&rabile sussidio delle ricerche bacillari microscopiche che tolgono ogni dubbio, le due malattie, actinomicoltea e tubercolare agli apici polmonari, sarebbero facilmen~ $Cambiale. All'autore riuscì di praticare l'autopsia del disgraziato giovaue, rna risultò incompleta comeché falla nella privata ahi-
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R!YISH
tazione di lui: la "Catola ct·aruca fu trascurata. punti elle più llli ::!erubrano rilevanti. A parte ~ce<>c:i aperti~i in vtla, ~e ne co~slalarono: uno cellulare ;,ollocuLaneo del collo al lato smic:tro dibola. un altro "'ulla "C8pola dello sle""O Ialo. ed nell'articolaziouA del gomito pure smistro. Aperta toracica. i foglietti pleurali di 8.lllbo !!'li apici e d1 marnoine polmonat·e pO~teriore destro si lrl)\'Siii'OY'lll. ader enti: il polmone destro mostra \'8 alterazi•lni indurimento nei t.e:-~uti dell'apice e del margine ptù compallo u d'un rolorc più !!'rigio all'apice era pet·cot·,.o da tratti bianca;;:tri, comA tendmosi · appal'i"a di!"crclamcute putrido, rammolhln, faci re bile, e C()ntene,·a i noti !!lobuli actinmutcotJci, Ja,..lri nel centro, dullu prandezza variabil& da un dt <:abbia a.J un :-t.>JU<' di papavero, raCJii ad con la punln d'nn ago. Pio.!cole ca,·eruuote. riemptt pus ;;i trovavano !':parse nel tessuto indurito, pure un'e!'li~ua •lU!lntitù de;:rli stessi ~lerneuti Oltre 11 •JlWRLn pt·itlcipalt~ focolaio di malattia nel monat·e sup. t•iot't' de~tro , parecchi altri piu piccoli vano nei lobi medio P.f inreriore: l'apice ~in i siro !':ffilllva l'a pt>tlo cicatriziale dell'altro. ma era in mente rammollito. ~ella cavitA adt.lorrunale <>i m-o~,..o tumore, una copiO~ raccolt.a cente ,ulla parete po~tPriore e che spim~e,·a tliAca ed il ren~ sinistt'O, ed a,-eva di~truLto quasf mente i mu<:coli lotnhar i ed usuralo le apoll~i lr~t",ren ,·ertebro corf'ispoudenti. Il rene sinistr-o aderiva ai lesf'Ull vicint. e la sua >'Uperficie posteriore a coll'ascc:;,o era irr·egolarmente distrutla. in parte a mo' dt ciCRlt'lce, in pat•le invasa da nodicim ,..lr·i. nel centr o graudi (]llanlo un :!rano di migho. de .. tro !'Ì trovò uu focolaio d.Lc::.crelllmente g rande. clue cavtta a t'C. ualt, comunicanti U'8 fo ra, pu, den"'o. utucbso. di colore \'erde gìiùla,tr-o: nt!l mente di part•colar.~. Le r·icl'rche micro~<coptche, ese!:ru:te nei ,.,,.ouU
MEDJCA
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or nni le"i te't~ nominati. approdaronr> ol r•!lultato di r icoceròl ir. e""Ì la prPsenza dei globi ùi actìnomiceti. rari'· m ne1 t~c:uti resi callosi. nei quali i r im·enuer ,; zlnbt dt 11 c dt gr&""' crh;tallizzati 111 forma d'agh1, as:-oi copio.'' in, e~,· in qur>lli rammolliti e risultanli du cumuli d1 cellule rotonùc. con inframmezzale cellule, giganti al pari delle tubercolari, circonda t .. da una zona coucenlrica di tes~uto fibro:;o. Una pel'llcoloritA, gia primo non il'lf\l~gita a Moo~brug!:'et· ( oco citaitJ), dis1JJ1gue i nodi aeLìnonlii~C•t•c• dai tubercolari, ed e IK rlle"nnla neoformozione dt 'asi ::;an~ui~::ui. a pareti tllli ed a lumd largo, che li circonda, mentre quei secondi e no aiTntlo prt\'i: citl che spiega il finale :spe<>.simenlo ca ' , a 'CC•' t lei completo proces~:~o dl!'ltrutti vo, proprio de la tu berc:olo"i. L'ematosstliuo, la coccini!llia od altri mezzi coloranti. rie~ no a dt!>tmguere il microfito dai tessuti cir costanti, ma la lelicata stt·utlura del globo dt artinomicele vien meglio lriP.~~a in ev id~>nza coi colori d'aniliua, anziché col ptcroC8rluino ra c~'omaudato ullimamenl• tlu Baranskr (Deu.tsche d. Wochet~sc!tr .• 1887. N. 49). J-.ulnto con dilisrentedi~srr~ mento il granulo di actinomicele. e tratlatolo C•JI metoJo del Gratu, apparisce distinto coi ~uoi tJiamenti roggiati eiat rrn.. rna que~ti d'or.lin~trio re.,lano incolori o mostrano na debole UntA azzurl'o:znola. Per colorare bellamente un buio di achnomicete, P elroft' si sel'Vl tlel metodo anzt~~lto, lltOditlcauùolo nei parlicolal'i seguenti per togliere le •lfmzn ~ra~sa, che imp<di,•a la perfetta colorazione. Il t •uto Ot't~:llnico N>lpito vtene indurito in alcool assoluto, ed lti~liu trattato prima con una debole soluzione di pot&S'-8 ean~uca (' t•on lnclusiont> in ceiJoidina, che si toglie con ~1~0 "d et..re, gli riuscirono a que.,lo modrJ ecce!Jenti pre· tal ·nei JUnli accanto ai filamenti fortemente colol'ati, anche ro e~tremità r igonfiate a cla'a ~i tinsero in azzurrano. g hl far ri"altare queste ultime sui primi "i serVI del· 1110 e della ll&franina, deUe quali l'una non colora le la che inwce con 114 ~afranina a~sumono una debole t ~~~"ea. Auche il metodo di Babe~ (Wirehotc's Arcl~to, :>) col llùmplice coloramento alla s afranina, porse bel-
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RI\"l~TA
lissimi tllamenli d'un inten::o colore rosi'O·&I'ftnciato, le estremilA pre::;ero ranz.idella tinta rol"ea.
Le conclu~aoni che ::~i pos,.ouo trarre dala-epcrto patolo~ico sOpl'tl riferito :-OnO, che l'aclìnomico i
terazioni di carallere diverso, a :;econda degli or gani e della durttla della malallia, e che dall'aspetto di cGse
piuttosto facile di :<eguire il cor::;o cronico de Win primo in!'orgere all'ultimo suo focolaio di posc.ihìle :Xel caso di Pelr ofT. ché appar tiene ella c.econdn di pr ocessi localizzati stabilita da J~rael (forma 1 s i può con tutta evidenza riptlrcorr ere le fnl't ""Si l'altet·azione ili pilt antica dala, os,.ia il completo simento cicatriziale, callo:::o, rinvenendosi nell'apice nare destro, lascia riconMcere che quh·i aùbia ovulo la primili\o infezic.ne actinomicolica. Dall'apice St .....,.......... altre pnr li del polmone de~tro, e po::;cia al l"irusll-o. Le razioni piil recenti nei reni, uei muscoli Jomhnri e nel suto connettivo sottocutaneo, non dipendenùo in modo dalle polmonari, debbono atnmetlersi come o l'i ~ina via metaf"lotìca. Anche il Parlsch, che ha lc,.té una pregevole monografia sull'actinomico::;i Jel l'uumo mann·~ klifl. Jrortriige, ~ . 306 e 30;, Leipzig. l ) eh~ la meta!lla--i 10i verifica pei ,·asi san~1~ni, e linfatici, e nella rorma addominale si ri ..conlrn nel nell' inLe~lino e perfino nell'apparecchio se«'-'Uale La stesso autoa·e, pal'lando della diagnosi difl'ornrt7.1&le l'actinomicol<i polmonare con la tubercolosi, ~1 accorda Isr ael sul crilet•io gia citalo che la li::;i bacillui'C nr•!UIIIapìci, ma il ca~o pre!'ente eli Petroff, pubblicato dopo, ad infirrnarlo in modo assai convincente. Sulla dia gnostica dell'actinom•cosi é solo a rbitro il quando il caso ~pecrale consente eventualmente da una puntura esplorativa, o di esaminare rcspellorato prodotto morbo~o. Dell'igiene profilattica della si é ancora al cac:o di discorrere, comeC'hè etiOlogia leramen~ o::;cura. Oltrechè nei bovini, nelle cavJià car1ate dei denti trovasi quasi olio stelO tura pura, può attecchire in moltissimi altri
MEUICA
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ror~e in tutti: il modo J' infezinne «i pt•esume che abbia luogo
mediante l'al'ia l'espirabile od ti cibo, ''h•endn desso, con tullll probabilil.a, come para"::-iU1 sui semi dei cereali, se)..nata~nent<~ dell'orzo. I casi di Hobeneg~ e tli von Sommar, rhe ~ono a min conoscenza, e nei quali una fantesca ed unn sianrorll, p.. r !"abitudine di restare lun~amente a conlaLLo od in vicinanza Ji mucche certo inl'el'rne, contrasset•o, l'una .. una fqJ·rna di actinomicosi cutanea, c l'allt•a una mortale anah,ga tnfczinnP polmonale. ammoniscono che La ormai non p111 rat·a infezione neU'uotuo possa venir lt'ilsmessa re!lpiraudo in tnubi~nle, come le stalle, Ùo\'a vh·ono animali infermi .ti aclinnmicosi. Credo che ba~ti questo piccolo cenno per lrar·ne la et•nseguenza profilattica ili tenersi alla lar!!a dni bo\Ìni, nonché dagli alll·i msnu11it'eri Jomestici, a ma~crior ··u~toclia della propria <>alule. G. P.
B.eperto tnloroaooplco dt gregarlne lnoap•nlate in membrane dlfterlt1che dell'uomo. - DotL. PETERS.- (Berliner • w. Woclten.sehr., N. 21, 1888). tra notv all'autore che n•!lla dil'lerrte dei polli si rinv~n r;on. :n !!I'8111le copia gre~rer·ine. ma, che rrne::;li par•assili }JQ•
tr:~ ero vero~rmilru~:nte trovarsi anche nelle membrana diftent che dell'uomo .era soltanto un'urluizione. che ora ~li è riu:eru, dì tradurre in pro"a ùi fallo col Juicroscopio. Si lraUava lnrllluzi lutto tli trovare un metodo di coloramento adeg-uato, e ùopo molt~ ricerche pervenue fil seguente: indurimenlo delle tnembr·ane in alcool rettillcato: inclusione in paraffina lJ due fagli •ii ogni membrana. l'uno trasversale, l'altro di ~up•rOr.ie, tll'<eguiti i:>ollilmenle con microlomo a scala di i /tOO òJ millimetro
nopo cri•, si allontana la paratnna dal laglio a mezzo dello 1 lholo " e t . sblla' .'.u ~o .con ul~ol as~oluto, que<:L'altro con acqua il~Io ,..la. md• "• fissa ll preparato sopra la~trioa porta-oggetli, ~ · 1 CCof>re con vetrino e lo si immerge per 18-20 ore in una 1
P~~~llone BCljUOl>a di car'IDino all'allume, d~:~lla quale si pn8sa
lu.z un nlmuto in acqua distillata, pel' allr·ì cinque in una soK•ne acquosa satura di acido pict•inico, e por ancora per
t03~
HIHSTA
un minulo in acqua distillAta. e pet• un momento soltanto alcool rellillcato: da uitimo, ~>i chiuJe ii preparato con olio dJ origano e balt"amo del CAnada. Con que;.;to metodo, ello colora in ~iallo il lel',;uto reticolare della membrana e in r<·«!io 1 corpu~coli bianchi del sangue in el'sa mi,;rt•ali1 il dott. Pl'Lers in sei casi dJ diftel'ite ~u,ne~.uqa. daì 3 ai 16 anni, de$!enll Ot!l riparto del prof. Thier~cb J'o"pedale civile di Lip:;ia), ~pra i9 tagli d1 m(ltnbrane nel 33 "/. osservò (',e!lule var·iabili di ~r·lmdezza, isolulè od f(tuppate, ovoidali o cirr.olori, od anC'he irregoltmnente cono formate, v1sibili Q"ià ad un dt•bola mgran.limento di 55 dia-. metri (Zei'<~. obb. .\A, ocul. 2) MI r·eticolr' clelle membrane, di colorilo R<:uro fra i punlicini rossi appena visibili dei leacocih. Ad ingrant.iiDlento maggiore di 23:1 diam•·tri (Zeiu obh. D, ocul. 2), senza Af'Pilrecchio d'illuminazione Abbe, queste cellule apparvero limitate tla una rnembrano a .. ~.~ ....~. contorno, ~oltile e chiaro. o ~oltanto O:.l!uro: in una ><n.nn•ac "• cellula della pt•ima specie, fra l'un c011lorno e l'aiLro, ma pa6 da presso all'Interno, era di!\posta para~amr•nte tma corou di pu•coliss1me cellule o' ali o fusiformi: in al 1e altre, tra le piu gro:;~e ovoidali o rotoude, si pote'a di.,.cernere sul eoalorno esterno un punto !'lporgenle A. t:tuisa tli bottone. Il tenuto delle cellult\, di colol'e oscuro, ~i componeva ,Ji pla!'<ma finaulente granulo!'<o o compatto: in un Cl'l"O di st'ultima specie P eters riu"cl a discernere io e~so ""'•,..1• m cule altre cellule di egual forma a doppio involucro. l>all'inlera apparenza di l"ilfatle cellule egli fu iudotto a nerle per gregar•in~>. incap!';ulate o p!>orospermit.> n~l piu ~ignificato tlella parola, e ,·eramenlt> per coccidi a molrYO lor·o fot·ma, comi-l Leucl\.ar·l ha denominale quell•• a forma ovoide o sferoidalC\. Per anAlogia di reperto pre~M gli ardo mali. é pre~umibile cLe gi i "nzidetti para~otiti non ieno nell'ati eo~ì incap:;ulali nelle membrAne, ma che abbiano in\'a~o aJlo stato libero le cellult> epiteliali t>, dir-lrullele, Ili sieno poscia formato il dc,ppio involucro. Que!;li coccidi rill• -venuti nelle membrane thfle riliche dell'uomo, ad avviso cll. Pell'r~, ~ono atlìni per ~ran.!ezza e f<wma al eoeeidiltnl oo forme, che in più o meno grande ']Uantita si trova nel regatD
llll:DICA
1033
e nell" intestino dei coni~h mort1 per !:re::!arinosi, e che 8! compol'la analozamente "er~o il melodo di colorazione, cio.; var1ab1lmente colorabile in giallo, vos'tDigho1 bruno dal più chiaro al piìt ;.;curo. Sicché, come per la ricerca deU(' eregarine ne. I'.Onigli, anch·· ~telle membrane dinerilicbe d'!ll'uomo egli consiglia d' includet'E' in paraffina o~ni pezzo di e~ e e, non~~ lu"to sieno sta t.. indurite rlAII'alcool,e. dopo <!"'lraltl) dalla paraffina, di e~egmrrw i tagli P colm·nrli al più presto po!'lsibile. Accertata la preMnza di tali ~reg11rine n~ll'uomo !IOtserv naturali all'autore lf' dom .• n.!E> ,..,zuenli: cl1e po:sto e.~ee occupano ft•a gli organismi pnrassitar·ì r sono mnocue per ~li anunRii o no 1 da 'luali anìmalt proYengono 1 f't>l' mezzo (li quali allri c;j trasmettono all' uorno ? Leuckorl nei suoi l'aras•.,iti del l'uomo dic.e dei coccidi eh~ " du giovani non hanno wvolucro e risieJono nell~> cellule epit.Piiali. ma che n -.viJuppv compl ..to ~i circondttn(l di una membrann solida •. Butschli designa 1 gretzarintdi pes· • prolozoi pa ra~>l'l tar• monocellulari •. Ziirn altribuisce loro "'Pecialo> potere patogenn, più o meno gra,·e a !ìeconrla òell' importanza 1iegli orJtanl colpili, negli au!rnaJi dome<:~lid, a preferenza nei conigli, e poi nel pollame da cortile, nel cane eù an~· be nei 1 ilelli: fisr-audo--1 con pr~ileziono sull'epilelio delle pt•une via l'eSptraloria e lllgesltva cegiouano rinite. stomalil ·,larw!.!'<•·lrttcbeile, entl!rite con enorme ingorgo dE'Ile !:rlandote del Lieberkithn, dei rollicoli solttari e placche di Peyer e con epatite della c;tes:;t~ cau~a. BiHsclùi ai mammifer i do· me.,tici citati, come "oggetti ad e,.,er colp1~i da p-rt>~rarino.,i, es: ~iunge il gatto, il topo. la pecora, il ma1ale, a il porcellino d'Indie. Ziirn in u11 suo lavoro (l-'oririige_fi( r Thieriir~te, t• ;:f:rie, f&!<C. 2, Lip~ia18S8) r ·ce interessanti comunie&ZÌOIIÌ -.ulle psorORpermie, e sulle malallie delle vie Nspit•awriP che ca ,:!;ioMuo ne <·on•gh e nE'i po li, r·1chiamando alla memor1a In gre· ~arino"• epizootica dei poi h totess1, "'IJ.ldiata nel1!'7:! dai nost1·i Ri\'olla e Silv~s ll'ini , il quale ultimo ne ol'servb ,..ei forme diverse, c10e la tarintrile crupaJe, il catarro naf"nle, la ~lo-
lll' ISTA
matite pu re crupuJe, In C<Jnj:!runlivlle, la malallìa delle l'enterite con tulle le a lire "'<. rme ~ecundarre. D'onùe p ropriaru~>nte provengano IJUei par·asgiti non cora ace< rtato ;;i ronoscc :>Orlan o che '-i rin,·en!!'ono nei •ermi e negli in selli, e.d è probabile che il loro negli ammali dotoestrcr abbia luogo a mezzo dd ctbo e t eva!"lda. l tentativi di z, rn per determinare "'perr menle la l{regorino>~i nei couudi, alinwnlaudoli con infett). rr<:ullarono ne~ ali• t. ror::le perchè que"li agiscono allo <:lato libero amiboi ieo, e non quaudo e iucisU!Li. Hivo)La e Sil\'e ..tr·mr tro,·arono ch" le dispi~>gano azione infelttVH bPrnpreché il loro proloplas grsnuloso. C<>n tulla probabrlità la f.tl'egaeinosi si per m~zz ~ Je,..li escrernl'nti: un o •ni!!lio, od un pollo jrli Ialo, penetr·a in una «talla dove sono .!egli animali lascio depo!"ilo di gregarme ~ut CJbo, d'onde la PO'!òtbi fusione dt>ll'epizoozia. Tol'lla 8!!!"61 facile sprt>gar e come dagli animali d le !!l'egarine possano infettare a preff!renza i bam fanciulli, ~·ome quelli che si trastullano appunto con zevol~ ùime-.tichezza coi (.Jicculi mammrferi o volatili. reperto micro.. copico dr.! Pelers, non caùe piu rinfe1.rone difler1tìca pos!'A sorger in se~uilo a contag10 fatto, o, per lo meno, che la pre"enza udle JUel coccidt abbia a con..iderarsi come unA ,."'""'" "'..'"''"" d'onde e o,·,·io rilevare il pèl'tC•Jio. cui vanno incontro ed adole:-c.,nti, e la prec8uztone utile di non nelrm,enl~r·• «overchia amicizia cou lt• l•eslie dì ca,a.
La così detta c febbre del fluo • come ma.J.&Hia glDe nervol& centrale . - Dvlt. Kr~:-:AAR. - (TM rlical Record, luglio, 11~,.,8). A controllo dell'espressa 1potesi, inp-•>gnnsamente
tat.a. r autore reca il lral1.amento curativo, seguito cesso, di ~ei ca"i dell'enunziala m a lallia. desig nala '-!lesi col nome di • ha~ fever • (febbre de.l fieno),
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o:-eura putogcnt:!>i molto :;i é !'CI'illo e, ut re~ola. poco si e conelnu~o o niente.
Kinnear Ja.,cia unp•·e~iudicals retiologul della singolare corizta od a<>mA da tìeno, e ... i bforza invece dt spiegarne la
condizione pnlolotnca che determina le acu~ esacerbazioni q ot•d•ane, O"Sia qudle 'lt•aordinarie :;cariche di acqua più ebP di muco dal naso, cùn tultt gli altri sintomi noti, da l>a~narne dozzine tli fazzolelli, ammettendo un disturbo, dirò subJto. cir colatorio. in quei gruppi di cellule nervO"'! della ~ "lanza gril.!ia cerebralt', dai quali !"i <lriginano i ner\'i che èJ tstribui-.cono alle re~:ioui colpite. Sulta ba-., •ielle pii! •Nilte cot:nizioni anatom1che e li!OÌOlof!iche egli ha elevati! la sua ip(Jwsi che. lo ripeto, é ing...gno;:il'simn. fors'anche r·ic::pcmdetlle alla realta. e. guidalo dtt un procec::su di t•agionamenlo progre:s~ivo, messo in pratira il met<tdo terapeutico. Dopo IH'e•··· oppo•·tunamenlc enumeralo la ~~rie di falli naturali, d' orùiue corporeo, in uus~o bene accer-tato con cause d"ori!!ine nervosa, coml', pe•· cilu1'ne alcuni, l'azwne dei ctJnlri ~ulla set'rt!zione delle Jacr·ime nel dolore, del sudore e del muco abbondante nella diarrea pe-r subitanea paura, della "-ah,·a alla vi.::La di un ;>iallo appetitoso, e cosi di se:!!uilo pei tenomem inerenti aù allr• !>ÌSletni aJ apparecchi, e dopo 1n·er rbmlato quanto ~i cono>~ce della fisiologia ~perimentall' dello P 1eumo!:a,..trico tJ del simpalico sull'azione cardiaca, (Iella <:orda del timpano sulla seCI'{'Zione della ~landola '"Olloml!~~!lare, del l'impalico cervicale ,..uJia nutrizìon~ della Caccia ecc., conchiude coll'nmmcttere per pro"alo che v t :-ono C• ntri nervo--i indipendenti dulln t:ortcccia cerebrale, a dipetto della cui elevala funzione agi!"cono automali··amen!e. l.' CCCltlimcnto eli c)uesti centri conduce, per la '"ia centri!uza det filetti nenos terminali. ad anormale azione. poniamo tlecreli~a. "e trallasi di glou•iofe: ciò che ~ t11ustralo tla dat1 anatomici di ratto, aveudo Pfluger e Boli seguito al mi~ro,..cop•o i lllamenli ne•·vo~i cerebro--.pìnali fino a• nuclei à elle cellule ~landolari òella saliva, e Letzer1Ch d no a qut'lle eJte«li""Jo• J • · A " In ~ '"" ·come pure a ~le:<,.a lermmaz•one ~stata traccia..,. per le tilondole toudoripare e pe1 reni, unirol'memente ad un
11f!tl
Ili\"l SU
punto ri1 \'Ì:;~ta unico cl'intu>rvazione. D'altra parte 1-\.lejn scito ad accompagnare lP fibre nervose <>impatkhe '8~i " SilJ(Ui:.rnrcaprllari,e Brown-SéquardeCI. Bernard conchJU"o posrtivameule, che la capitale runzione del nervo~n -<impatico sia di regolare la contrazione d~i ''1181 guignr. Spetta a Chapman l'onore di a\·er annunziato clio:! librio li iologico d!3lla ~ecrezione glandolare e della ziono pogg1a couiJa re!!olare azione antagoni..,ta dei d Hemi ner·vo..i, cer·ebro- spinale e simpatico: pPr poco «(JmOIO JJl'epondcr•i ~uiJ'uno piuttosto che SUJrAJtro, Je dole r1~pnndono con numento o diminuzion,. del loro dotto, d'onde la condizione lllOl'bosa. Ciò preute"'l'lO, Kinnear a::-cl'ive ad iperemia dei centri tomatici ltl <'8U!'18 dell'PccJtamento, per cui corrt: ntt n pii• em•rt-r•rhe ::;i lra<~meLlono ai rispettivi organi od r·Acch•, delat•minando un eccesso di nutrizio:1e, elle si duce iu aumouto ùi pl'odotto funzionale. Cosi ad e8e è iper-emil•o un C~'nlr•o sensox•io si avrà dolore nella da esso ri!<peltivarnenle innervata: se un gauglto ~pa~mo vaE~ale nel dornìoio di esso: ~e i centri iper<>e~r~>zion.- Analo~a. Vulpian irritando il ganglio di Oltt!nne ipe•·secrf>ziont• nella corrispondente metà Iater'ftiEtlll! mucn«a na~ale. Per la • rehbré del fieno •. da parecebi autori francesi anche • riuobronchite "'pasmodica •. Kinoear ammette te~• di una iperemia nei centri di so>:tanza ~rigia del miuo, (}el glo~ ..o-farin!!eo, del Cacc-iale e di alcune cellule pneumoga. triro. l unanzi tutto. egli riconosce ùu~ malattia, iu uua delle quali i sintomi predominnanti ce~<:ivn •per ..ecrezione Ja;!'rimale, na sale e faringea, ipE're te . . ia nasale, -.tarnuti. faccia pallida, al par1 della co .. 11 burCfl.fAr·iugPa, \'Oilo fresco allatto, azione mentale !(uida: é lo ro,-ma • contrattile • dell"autore, o come d !>modica, elle "• può rilPoere per leggiera, da un· anormale contrazione delle arterie del capo. ad ziono di qut>lll' cht! irri:;:ano le glandole lagrima li ed il glaudolat•e mucCl!<O naso- faringeo, che sono per co
'IEOIC,\
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da ~cce.:o::l\'8 azione troflca (i) Ct!ntrale. La ::ec(•n Ja c ,.,.pano::iva "· che meglio chiamerei paralitsca, è dala una s.:-enes·ale dilalazioue dPi va.:i san~u i~ni cefalici, iniìluei l già menlovati. dalla •JUaJe dipendono i ~inlomi ai ca• JOre al capo. con ~en!'O di pe!"O e pienezza. di ros ...ore al \'bo eoa occh1 iniettati: ollroccc'• l' iutelligenza ò depres::;a, \'.ha •• .,,..,,nnin e fotofobia. la bocca~ la gola '"Ono seeche, le memmuco,e ::onfie, d•fficolt.à di re~piro o ...enro di ;;offo•w.;uon~ mdspendeuti da!!'h acce<>si a"nJatici, e Cor:<e dovuti a •-•~~~r~~:•l}re della muco,.a dsffu"o ai bronclu. A questa imponente ra cefalica ~enerale. e (fuindr anemia dei gan).!li "Ìm)!atici cervicalr, si un1scono rpereslesse dell'iride. della pelle a faccia e del cranio. delle muco-.e na~ole e broncluale, .. nalmentc ~pa:-;mo mu!'colare rlei piccoli bronchi, a~rna. La tnalnllJil, ollll'Ante ltt :<ta~done fr,.dda o fl'e"ca, subisce $0"pcn,ione, rna col sopc·avvenirtJ dt!lln prima''l!ra ri' lll'~li individui o ~islema ltol'VO:'\n predisposto, con cre;...:elldo di ripetuti ntlacchi •Jilnlicliani, pruvorali doi p1ù i Ìl'l'llanti (fumo, polvcr... ,'pullin~:~ di flor1, odore tli rose dl aiLJ·i liori c del lìeno, da cu1 il nom•J di battesimo). E~si 111-"ono il mH~>'imo deollo vioii•Hza JJ estate, nei giorui ln <~!Ji, forRe pcs· l'intluenza dirt!Lla tlel cal<,l'tl centri 2ia ipt>remici, e ,ouo mauteuuli, per circolo yjzjo ...o, c:onliuuo "lal'llulure. che ba si potere di produrre ipeeefalica. di a.c<·re~cere la gu\ es1sLente, e ds indcbolh·c contr·allile delle Arterie per l'nuernio che 111duce nei ~ìmpallci.
raramente accade che qut>:-lJ acce.:;,.i, ripetendo i di In anuo nei periodi indicati. tini~eono per paralizzare az•one del "istema )'impatico, e per rendere r erenne ,__..,.,,,uo anche col I'Jtorno della "lngione freddaJ come oca Kinn~'ar di o,;serYarc un ~ignore che ne :.-olfrJ\8 da 8
CCt>~><J notturni che ri~ve~linno i pa1.ienti, d'or linario le tre o le 'fUatlro del mattino, nelle quali o re allo !"lato la circ:oiAzione !'uperliriale «i•JI dormiente raggiungA lo •alleutn~nento, sono in vocali dall'autore in appoggio sua teoria per il probabile fallo, che oppo,.tar~:to:ntc ~i
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Ili VISTA
vertfica a quulla ste;;<~o ora, d'un
OO?t ceolt·i atf~lti. La di;;trlhuz•one anatomica d"' i nervi, i que::.lt> due forme di melnltio. alle regioni nelle appaJe.:ano lulli i '-Ìntorni anzidetti, spiego ~enza rapotec::i av~tnut~ do Kinnear, per il quale la worhosa òrzione ri:<iede applll'enlemente nelle localitu culrolte, realla 8 da a«cl'iver·).i , come ho già detto, a•l lper.-•m•a maria dei r i!>petlh i ceutJ•i. Difa~ti bastera accen nare branca onalmka d~>l ;,• paio innerva le ~landolo la parotide: cbe il facciale, c<>seozialmente motore, la !'celiare, su cui, eccilato, induce aumento da <~ec stesso nervo !'·a~<:ocia an ~ollrli filamenti a qua:-i tutte ramazioni ter minali del trigemino. e rneulre jJU'""to vede alla "'Cll"ibililà dellu pelle e delle mucose. l'altro ne regolu la loro nutt•izione cellulare e glandolare branca del s· p:~in ò mista, e, probabilmenle ! et· le sue motrici, arriva allo cellule glandolar1 della pat·tJlidc ed mucose deliA borro: Jl glosso-faringeo é parimeuti dA nervi di mtlr·iz•one alle glandole muco"'c t.lellu com~> colle branchP del ''Af'O forniE<ce ad essa t11elli tivi: da 11ltimo, le branche anteriore e posteriore del 10' paio seguono tutte le diramazioni dei b roncht. Arrivalo a r(ue!>to punto l'autore mette il que~tto: ~pre~;:a ipote«i ~ ve1·u, per curare efficacemente 1'1 e le :<:cat·ichc IOUC'O-e. che ;:ono i più moJe,.:ti ,intomt malallia, ba~lcrà ~C'Acciare il santme dai ceulri ioerefllll raordinare In circola1.ione. A conseguire que"LO !"Copo peulico, egli ;:j f!Cf\tJ d'uno dei seguenti due metodi, conda della formn del morbo e delle condizioni del bal"ati sull'azione AHiagonista rille~sa, indotta zione del rreddo in Allra regione del corpo. ed lnlt Chapman: a mighor·e intellizenza èella co"a, un treblJe chiarna~i cilio-~pioale, e raJtro - --•'-A-' bor se di ::wmma elac:tica alla Chapman, di lun:bezw serYono all'occorrenza. riempite di ghiaccio pe~to rate sulla colonna H~l"ll3brale, la borsa t~iu lunga dalla lebra ceJ•vicalo alla ~· lombare, e la più breve dolla
HEl)l(~ \
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, ~ 6 alla 4• dor<=ale. o "Uila
re~ione cilio·--pinale. Per In freddo c:j an•ebbe iu primo tempo uno spa"-mo ,'&qale, cui <~egue ben tosto una t.lilnlaztone delle arteriole ti t tto al capo col metodo cilio-spinale, c di tutto il corpo con Ilo dor"o-lombar~. ollenendo,i coc::i un rior'lintnneulo delh• circolazione cefalica, mercil l'e<~pul~ione del san~ue dat c~>nlt·i ìp•'T"Pmici. e la ce~sazirme dei Yiolentt fenomeni OZlOnll del
morbo,.i. I.o re~ole tla adottare nella cura tlello malattia <:ono compendiate nel moJo seguente: se <:i ha dinanzi la rorma ""P8smoòtca, che e la più trallabile, e l'infermo presenta debolezza circolatoria alle ec:tremità, ciò che si Af palesa al tatto con seuc:o dt freddo. si t·icorra al metodo dor,o-lombare. e !l applicht la bor~a lun;!S, due o h·e Yolle al j:1'iorno. ~ncht! meno secowio il caso. un'ora per volta: !'le invece le e::,lremtta non otrrono contrazione delle arteriole. allora ba,.terA 11 metodo <'llio-~pinale con la bor~a meno lunga. una volla al giorno per un'ora. So> poi si tratta della forma paralittcn o, come l'a.utnre la chiama espan~r'orr, (·· pre~critto di regoln ti metodo tlor-so-lombare, due o tr·P volte al giorno c pet• un tempo ma~giore, il cui effetto è dt r·e<:lituire il calore ·alle '-lremita m modo rapino. -.e il pa1jente è rolw"to, e pm len&arn~>nte. ,.e debole e do più lungo tempo >'Oft~rl"nte: l'uc:o d'un'altra ve ...cira di ghutccio ::;ul capo ar.celera, ~r razione lota e, l"esput--ìone dai centri del "8ngue in ecce"'so. C n "'iffatti metodi continuati per <:etlirnane, e per me<~i nel ca~i in' et.-.rali, Kinnear ba otlenulo fa\'ot·e,·oli ri~ul!ati. rh nolevole ~ollievo o di gu&rigione, una volta anrhe sopl'a Bé ~le<~~o. e conchiu.je col raccomawlare caldamente un a ecu· rato esame pt·duninare d'ogni ca<:o, che è nece!<sar·io. non sol() l er applicare opporlunam.,.nte il metodo allu forma speciale, ma anche per re~olarizzare le cunùizroni di tor•pore ga<~tro· tn ll"tinale ed epatico, che in dali Ch i "Oilr> fAttori o so.,te11
1 rt d'iperenùa cefalica. a L'efiicaeta curath·a del !!:hiaccio
~de "" enzìalrnenle dall"alt••nztone ed opportunitÀ di ~ua
11 PPhcazio , • 111
Oltre che n~lla febbr,. deljieno il meto.lo Chapman aveva PNma bene corrtsposto -. . queIl n ' <:pectA . le nevroc::t, . ehe "tn • m
1010
!ti VISTA
contr·a non raramcntr• n~lle donne a preferenza. e
.'iste in un c:enzo dt fretldo obbieLtivo e subbietliv "trcmità. Chc~chè . ia ciel valor·e dtdl' ipole"'i nella anzidetta. pres~o 1101 meno frequente che altro,·e,
é che il ~hiaccio il sliltu l'unico rimedio ,·antaggio. e lllette\'fi eonlo di Additarlo, qualora si tal uno l'occa~ion e di o,;:c:cr\ are questa stranA formo
DegU spa•ml mu•oolarl oonseontivi alle leslolll tiohe orolllohe delle giunture - Doti. GILUEtn - Ga;eitc dt>s /16pttaua:. X. G7. !!'iugt~o J 8 ). Dopo 1 lavori di Charcot, 'C'i sa che allorquando le
arttcolari ag!~couo sulla mitlolla, es~c deter·minano contnlllum 11111 colare, ora la parali:::i mu;:.colorl.' L'autore vuoi dimo.. tt·ure che rsse pos:::ouo, ino.llre, Jo i".jlO::llllt1 1/)IISCIJlll!'é.
Egli !111 avuto l'or·tn ..ione ,Ji esaminare ultima donna •li Gl muuJ, Jn qun le presenta vo a Ciascun is~nte spasmi. i cui t:nt•r•lt~>rì erano i c:;eguenti: il braccio era talo in ad luztone n l iu rot11zione io dentro, tnl.,·o!ta si na,·a in tlielro; l'anlihr·tJCcro era esteso in una pc<:izione medin lro la pr·onazione e la supinaziooe: uul!a si mano. [ mu coli aff, tli da "1)A:>mo erano mo teralamenlè non vi eruno dolori di ct'iHnpo. E,aminando le ~i mani, l"Ì COn!>lal&\8 <:he P.;.;o.e presentavano lesiom nife:-Le di reu malk 11111 cronico; nelle f:l'andi arltcol lava :<criccluulto. Que!"lO :>pa:sUIO che dura due __ , ......."' stmguc dalle "etnpli!!i scosse della corea elellrica: C"~o vicino alquAnto allo convul.,ioni toniche dell'eplle;;sia 'Onn, :ntt lA ,.,torin ùoll'ntfèzione, i suoi caraUerl "'' "lzimento del mot·bo rnihtano conh-o lJUe -ta SOJDJfi:S ·rotta quindi •li uno "Jl8"mo funzionale, in t ~~in un reumatico, o pet· ,..piega l'lo ~i è natura tali a :-tabiliro una conncs:sione tra I'aller~iono tu
la malattia COl''"•~lenle: il reumatismo. Il fallo !-leguenlo "iene in appoggio di questa ipotel!t.
lll::DlCA
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..1 on uomo ùi -iS anni, uou nervoso, ma reumatico. il quale da due anna é a1Tello da spa:smi Jei ma"seteri, che si a·iprodu-
cono più volle al giorno, (}uando euli parla o ma~tica. llma<~ ~etere ~anistro é ~pecialmenLe af'fello è, c.tuando vi Ila spa~nH>, le du•! mascelle sono fortemente applicato l'una conlt'O J'altru è JJOn é po~$ibile allontanarle-. Sa produrono ~o venti contemporauelwlente movimenti di laleraliti\ del muscellare iuferaore, determinati dallu contrazione dei pteri~ro1dei e ~i nccompugnano ad un rumor~ di slr·ulore di dent1. Ece.,zaoualmeute In contrattura spa!'tmodica si ecoten11P ai muscoliabbns-
eatori della mascella. La r.t'Ì:.<i Jut·a dut! ll1inuli; più ~risi si ~ucccdono qualche \Oilo ~enza interruzione. Lo ~pasmo non ~. propriamente variando, doloro~o, é semplirtlmenle molt-oslo. Uu C"ame dJli!!eute del malato fa r.on!'t.atare nei ginocchi scli~clli•)lit', che l:>Ì riscontra. meno marcato, nelle articolaZIOni degli arti tiUper•iori. Quando il ruolnto eseguisce mo" i· rnenti di abbassamento e da elevaz•ont• dl"'llu masceUa, SI perc••pi!!c~ mollo nettamente uno scricchiolio in corrispondenza illll'nt·ticolazione teanporo-mascellaN' siuìtttra. Ora, siccome Jn quc-to lllelalo non si può riferir•• l•) "'PB"mo Jel ma"""~' tere JOi"'lro. ne alrAbu,o f•mzionalo, nò ad una snsceltibtlrtil particolari' ~l !':Ì!'tlt>ma ner'o'o ...., e in .lir·ttto di attribuirlo al reum:~ti rn :1. Siftatta tpotesi é tanto piil le::!illtma. in IJIIHnto che, iu '111· ..,.lo caso, lo spt~ooJulo ;. p1'é1lnmiunnte dal lato dell'articsJlazione malata. L'ipole':'i trfwa iutlne un solido punto Ùl&p!Jog~io nel confronto dei clue casi pt•ect•denlement·~ t•tferilt. lu ntnbi i rasi, infatti. coi rileva da una parte uno spasmo muscolAre, dall'altra lesioni articolari d1 natura reumatica; infin~>, i constata la localizzazione dello "pasmo at mu--mli eh<> muovono l'una delle giunture maiale. Rall ... L rita una tt'rza os!'tervazione. QIIARli falli portano qualche luce nc•llp palogenia di QUt!!'l~ alr.erazioni, l~ quali pt•oven~ono l>P.mpre da una eccitebihtA anomala di un centro ruidollart>. ma dn una ~ccilabilitA, la 111 ( causa può Yariare. Ora rbulla dall' abu:,o funzionale c:rornro dezti l"crivam), ora da una ~usceUibilità del si,tema G!l
ton
RIVISTA
nervoso (spMmi •sterict), ora mtìne l'&perecc&tabililà !aro e le.:ala Rtl una lesione Cl'(lll1C8 dì Ull8 ~iuntura . Q1esti rlalt conducotw a sostituu·e alla medi('Atzione :euu'!t~ao~
ttca una mclltc:,zionc che abbia di mira il processo m~:)li)QIIIi nella sua efol~;enza.
Delle par&llsl nella dluenhrta • nella cUarrea or~nd• nel paesi oalcU. - J P eGIB&t , medico mihtare. ::ette de.q 1/~Jp;cau r, !';. :m, ma~gio t~ss}.
Conclusic.ni. La disqenter·ia e la dtatrea crnruche dei paest calli sono, al per• clPIIa g+>neralilà dellt> affezioni acutP, oroduPIN perlurbamenti dì vel'~t òel si~ tema nervoo::o, c:opratlulto n Ar Aiia• Coutraria mente ad una opinione ~-teneralmenle ammessa, forma paraplegiea non è "pec1ale alla ùis~l'llle rta e~ diarrea. Nel corso di queste du·· aff~z10ni ali<• «lato cronico s i poR!'IOrH) osservare lA rn1·me piil diverse dt'!lle t.-'r aziom nervo!'!~'. Le paralic:i cli::;:c-entcriche hanno sovenli un inizio unu...,., . notturno ~euza insulto apoplettico; e;,,e «ono $.!eneral inl'omplete; il loro awlamPnlo e rapido: esse flni"C(JOO ff'equeolt'meulP colla $!Uarigi0JII' cnruplela; alcune d tutta la vila; più Taramflnt.e cag1ouano la morl<>. Que"lJ chieuti nervo~i. il più :;0\'enti :-immetr·ici, poc;c;ono ag1re ncr,·i motori, r<f'!rt!'itivi. misti, ed llnl'he del~>rminare una co:::-uria pu,.!>e~~èra. l muscoli snno paralizzati mollo bizzarro; fra quelli che ~ono tnnervali del m1~e·su• plc!:'so o dal medesimo nPrvo, alcuni ;;ono p:-iv1 mento, allr1 ne). La sensibillta pnò """"re attaccata, ma vc•nti es!'a .'· iuta t lR; 111 conl!·attilìta ••lPtlrira <i e i m~coll • nol'male o leg~Prm!'nlti Jim:nUJta. Queste paralisi non c;ono semplici neuroc;i, afl'ezioni materia; la !!••le delle ltj~ioni de\'e ri,..•edere nelrasl'e b1·n- spiuole e spPclalm'.!ntt> nelle <'t•llule ner\'o«e dei anlPriori nella midolla. La lec;inne. cagione dr LjUeste
ZJoni fllllZlonali è, "'eC()ndo l'autore. una trornbco<>r
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produrente una iscb~mia limitata cha può d~terminare in certi casi l'aLrofia ed il rammollimento degli elementi ne1•vosi. Il pronostiro "-peciele di •tU~'"-le paralì"-i è mollo berun:no, perch~. nella rnsjfgior parte dei CBsi. e"'~e guariscono corolll~tamen te; il pronostico genert~le è grave, perché es<>e denotano un indebolimento pror011do dell'organismo, ed uno, che sia guarito della -;ua paralisi. muore poco dopo in consen:u~>nza nella sua malaUia intestinale. Ln dissenteria dei paesi ca!~ del Tonkino specialmente, si complica soventi ati ac· ces~1 di febbre o di cache~sia palustre. La c ura deve ettser diretta dapprima contro lo stato di deperimento rlt>l sO;!!.!ello, in seJ.ruito cont1·o le malattie anteriori. che, come la febbre palustre, la .,ifllide. ecc., possono fornire indicazion1 speciali dal punto di vista degli accidenti nervosi. Infine, poiché i malati osserw1ti erano militari, risulta t]a questo studio. che le paralisi della motilità. delle sensibilità fl"enerali o speciali, od anche una glicosuria, comparsa dur·ao ~l corso o la. convalesc~>n:r.a Ji una. dissenteri.a o diarrea acuta o cronica, sono da rit~nersi conseguenze di qu~slP. malatlie. Per cui. se l'jueste malallie sono state contratte durante il servizio, e SI"' le infermità che ne risultano sono g1•a vi ed inr-urabili, esse ùe ~·ono, solto 1o !-<lesso titolo El nelle medesime condizioni di lutls le altre ferile od infer~ m1ta. dar dirillo alla pens1one.
Sull a. paral1814el quinto paio di nervi ora.ntot, pet· DA\'JO FeRRtEn. - (The Lancet, g~nnaio 1888). Il caso che l autore esamina, scevro da ogni complicanza. ed abbastanza raro, equivale ad un preciso esperimento fi-
siologico sugli animali inferiorl, col vantaggio di una dir etta manifestazione delle sensaz.ioili, invece delle poco inlellh:tJbih pro'>e che nn animale puo foron•e sulle sue rliverse perC~'>7.ioni, che .hanno indotto i fisiologi a 'tooclusioni tanto rii_ sparo le. Uu U(\ffiO di 43 anni, guAt'dla delle rerrovie, entrava all'opedale il 25 novembre H•~- rac.comaudo di essere stato ~>balzalo da un carro tre anni innanzi, d'averne riportato dt-
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verc:e contusioni al capo e nel resto del corpo, ,..ft.~~.~-· masto privo di sen~i per un l'fUarto d'ora, e d'aver abbandonare il ~ervizio per tre mesi, dopo di che era colpito diverse volle da parossismi ne,·ralgici lll lato del capo e della faccia. Per nove me<~i :-i era fatto vis1lare all'o<;pedale di auuu••.,. poi facendosi estrarre diver::Ji denli cariati della masr.elJa periore destra, benché non usasse alcun ane.,lelico, non verli dolore di "'orts. Set mesi or l'Ono cominciò a som·ire J'mfiammaz1one d•~turbi della visione nell'occhio destro, per le quah renze è stato in cura fino all't>p:>ca in cui fu amtne""'O l'ospedale Craven. Era un uomo di robul"l.a complessione, scevro da e dR altre mfeziooi, u presentava una leg~iera atrofia jitola o della re~ìon•• temporale destra, ed avvizzila la pebra superior11. l movimenti òell'ocr.hio erano normali, f{il alht movimenti mimici, ma l'infermo non poteva amp1amente la bocca, e quando l'apriva, il mento de d"'"lr~ Non poteva eseguire i movimenti laterali della dìbola, né protendere in avanti il mento oltre il livello incisivt superiori; m~>nh·e stringeva le mascelle, il teJDpt[Jl'l! e ma~"et.ere di desLt·a non si contraevano "Ome (UI:IIi di ni~lra, e la stessa differenza ~i osservava nei della mandibola quando &priva la bocca. La «timolazione faradica del massatere e temporale f'tro cat:ionava l'islHnLanea ctuusura ddla bocca. mentre forte corrente rimaneva ~enza effetto f'Ui mu«coli di Ltt lingua pote,·a e9sere sporls in linea 1-ella, ed Ambo i r ..a!;!ivano Alla corrente. nel palato v'era una ~inislra dell'ugola, ma gli archi palalini erano no•·mall, e;olJevavano ~,:tualmente nella respirazione e nella ronaz V'era completa ane~lesia ed analgesia a de!ltra della della re~ir o P lt·mporale, delle palpebre B del bulbo del Ialo d~>~tro del naso t! della guancia, ed aneo:tesla rna!'ICE'lla inrerio•·e flno alla linea mediana; completa ::~ibilita della narice, della mucosa orale destra fluo alla s•lla, e di Lutto 11 lato destro della lingua, ulcerazìone
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Hciale della mucosa della gota de~<tra, ed incapacità rl.i di~~~n~ullre. i sapor1 nel Ialo destro della bocca. L'odorato era anche tndebolito a d\'~lra, ma con quella narice rinfermo poteva r1conosc~>re il mentolo, benchè meno di!>lintamente cha con la <>ini!i'tra. All'esamaùell'occhio il pro r. Mc Hardy trovò ltt cornea destra a nebbiala, la pupilla de-.trs piu larga JeUa ..inistra. il fonrlo oculare normale, la rong-iunti\'a e cornea del\lra anesLesicbe, l'iri1e aderente 11lla capsula, aderenze che l'atrorina la ... cia,·a lutatlt>. 11 paziente ~i lagnava d! ùolor1 ricorrenti ed urenll nel t!lobo oculare, rifer•bìli specialmente all'mdietro del globo. Il pror. PrilcharJ tro,·ò l'acuJLà dell'udito a de .. tra ridotta a due (juinti dell'orecchio sinistro, ma l'udito migliorava dopo un'in~umnz1on~ con la c;Jringa del Politzer. Le noi~> acute del ll11chietto di Gallon non erano udite, le bassP udite egualmente da ambo gli or-ecchi. Rimo~~ il C"'rume dell'orec"hio destro l'udito divenne u~uale in ambo i lati. Eqaminato il ~en!ilo del guelo 1! 29 novembre, si co:;tntò clw 116 lo zucchero. ne il ~le, né l'acido nitrico, né il cb•11•M erAno avvertiti nei due lerzi anlet·iort del Ialo destro ella lin;ua, mt•nlrt nel ler-t.o ro~teriore destro ed m tutto 11 lati) sinistro i sapori et•ano ben percep1lì. Al l" dicembre la ·enl'libililé della regione facciale inferiore d~stra era alquanto migliorala tanto internamente elle e!!ternamente, come pura la sen~ibililà lattile ·~ speciale della h~ua. L'arE'a dJ ant ~te .. ìa delle altre parli della faccia mil!~• t&\'8 altre~!. il polo posìt1vo di'Ila corrente ~alvanica era dislintamente sentito nel lato destro della lin2lla e !'lpeciaiIIlentP alla punta. i sapori delracido OJtrico, t!ello zuccher•1 ~ 1 "ale cominciavano Ad ec;~ere avvertiti, non perb quello el ~'hiniuo. Pochi giorni dopo la senc;Jbilità t.atlile erl'l com_etamPnle ripri!>tinata, ed iu secruito tutto il Jato destro andò ~~~ . . ULll\ando le sue percez1oni dc lortHchl, lallili e specthR mn 1' 1· · c !!e • occ uo r1maneva anE>stelico e continuava ad es~r~ ~edr- di acuti dolort, ed i muscoli della mas\tcazione 1 •~na,·ano 11d essere pt~ralizzoli. 1 tro ~•nlomi riferiti mdicono una lesione cii continuita del nr.:o del qumto · ner"o c:ranico, IPsione di sen~o e di moto,
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con progros. ivo llll~ltot'8mento iniztalosi nella terza La manc1:1ta conlrattiliui rnradica Jei muscoli della zione depone in favore d1 una lesìono periferica, teoricamente può e'sere protlolla ùallaùislruzione ,..eo«ori c motori, ruo che non potrebbe a meno di allri disturbi che mancuno nel caso presenteLa cagione di una :-imile lesione suoi essere un tAna tlogos1, una gomma !;Ìtllitica della fossa media del mn iu tal ca:;{), altri nervi cranici ,ono paralizzati. c:o~'fla ritenere che 1a cagione traumatica abbia ,uo effetto al :;olo quinto pajv, p~:r·che i fenomeni ..., '"t.J·n pre~enlali in ~e~uilo alla caduta. Siccouw :<ono ~tali paJ'flli?.Zati tutti i mu~coli in JUìnto, ed occe,.siblli all'inve~tiga2ione, è da ;; la rarllce motrice sia •tata completamente distrutta rttienc comunemente che la radice motoriu del iune1·vi l'a;;igoa uyulae, il leusore <h·! palato ed Il del timpano, e se ciò l'o<iHO ver·o, l'~u·co destro del vrebbe e~sere ~lato più Plevato del sin1l'<tro, l'ugola es~Pr·e stato deviata, la mancanza Jj tensione del destra e ''•·ebbe dovuto otruscare · ]a percezione acute. Vulpian ha in vece trovato che l"irrilltzione del pnio e rlel l<IJllimo non mduce nei cani alcun mov1 palalo, movimento che é indotto Jall'er.ciUlzlone '-Orio del Willis, e gli stc~"i risullali sono "tatr Gower,. e da Ho1-seler sulle scimmie. Lo ..loto .tell'occhio richiede una con .... ider82ione Quei ~cgni di vecch!a cheratite, di cou;::eslione d'aderenze •lell'iride, co ... tilui!':cono un'oftalmia neu più volte O"scnata nelle lesioni del quinto. e clte tent.rono or·iginala dall'aue::lesia. e quìndi daUn · di ~can:<are gli a~eult nocivi che irritano roccbJo. emianel'tt>sie cerebrali l'occhio è insensibile e zione non ha luogo, mentre io alcune lesioni del insensibilità incompleta, l'ollalmia «t prl'duce, ed rn completa io~:;en,.ibilità non si avver&. ~é ia zione paruliliCfl di vasi può spiegare l"inti~;~nuna:uooa, Sir11tzi11 lllO!'Itralo che es:,a non si forma per la
101-i -impatico ct'r,icnle, e che RIIZI la ~Pzione del !<impatico prc\tene l'oftaluua elle rì,o.uJLt:t·ebbe della "-t>Ztone Jel quinto. D· bhiau1o òu11que con,.id• •·are l'iuflammazi(•ne neuro pa•·al'J~a àcll'ocduo com~ dipeud •ute dalla dirdta intluellUI della renca onalmica sulla nutrìzioue del globo oculare. branca che eve conwnere neni lrofìci, 111a immede.'-:mnti coi ner'"• oella secrezione, del IliO\ iJDento e tlclla sen<:tbilità, t! non j,..olati e d.-tinti, giacclu> le Je,.ioru di nutrizione ~i a-<~ociano >'empre n uelle della ~F!n,..ibililà. In quanto alla qne~tione JIII)Jlo l!t«cu-:-a "'JII'originP- e -ul 001'::-!Hiei •~e•·vi del gu"lO. l'aulor . put· Blmnelleudo le p1 O\'e !pertmentali che diow~l rano l'atrofia deiJ,, pupille circum\'Oilate pet·la ~twone del ~los«o-faringeo,ricorJa il caso riferilo du Gower,.. di una le:-ione 111 vicinanza del p•mte chA aveva prodotto l'ane~IA<~ia del •tUII!Ic>, m.oJ quRI cn-,;o tl sen'lo dd 11-to era obolito non ~o:o nei due terzi anteriori. ma ao<'he 1.11 terz" ru•~t••t·aot·•· .Iella l111gua ,, nell•• rPj.tJOni YJcin!', cin ch1• proverl'hhe c·ome lutlì 1 uvr\'i del gu~to possono al~ri \&lt' 'tal trat:'elniuo. Ed MdH' '(liClli eh•· con Erb alll·t»uil!tflno al Il t:: l'' o lìll!.:ualt> il l'~-' n !'lo gustatorio dei due ter1.i anleriQri della lingun, ritengonc1 che que5to nt.'rvo non r.outen::a fi1r, gu l11torie chP cfopu l'unione cou la corda del Umpano, la quulc :-orebiJl• lo vura sadt> del !.,'U!"W, pcrchè Herna1'd, Lu-.,.anu ed altri, dalla ~ezione della corda dd timJ.&no bau ~•,.lo ...cemare lu fncollà ~~:u-,talor1a nei due terzi ante:-1ori àdla liuguR. r: l oltr·t! all'OfliniouP. di LlCòsana e èt ~hitr, depouA per la far.oltil gu-.t~tlol'ia della corda del liml'&uo la J.l8l'llh"'i del U!!rvu ftH'CÌtlle, "PCCJalmenle se la letOnt:: ha "'èdf! fm l'origini! clelia cortla ed il gan~lio ~eui culnto. E nel ca"o E1re~enlf•, cJUnndo 11 gu,.to ed Il ,enso del talto COmincio a ricomparirù nei aue terzi anteriori dt>lla linsma, '91 era anco•·a ll""oluta aue~tec;ia della primn ,. !-CeconJa brarH·a el 1J·1g . . em1mo, nella quale ((t cont.luztone era ancora t~let·lllentt·t! ~:i riaprhu la via della cor-da del timpano atl'a\er«o 1 h . o rancn lnfet•JOrè dtl quiuto pnio. Ecco perché t:sto ca ~ o I'!(UI\8 · le Ili 1 Ull e<>pt>t•tmen · 1O d·l VJ\'lSeZIOIIe, · · · e
;0\la,
Rl\151.\ !lEDICA
tuo;;,lra come molle quesl10oi fisiologiche m~>rilino c ~ano ull~riori iuvestigazioni, alle •JUali i> stimolo
clinica 0!.-..ervazìone dei falli.
IUVISTA CHIIfGRGICA Oara ra41oale 4ell"lpertrofla e del tumori prolltatael l'elettroU..t.- Dott. CASPt:R.- (Berlmer klin. Wocl! N. 2J e 24. 188$). La terapia di siffatte malllltie è sta(a fin'oggi. m eno eccezioni. puramente palliati\·a, checcbè i chi ru r~i di paee~e ave<-"'ero letJlato per addivenire ad un attv piu concluJenlo,contro il quale si <>ono sempre schìei"Bti fra i più eminenti urologi viventi, T hompson, Guyo n, Soci n. che enn l'oulOI'ita del nome hanno paralizza to di ulteriori tentat.vi.ll Casper di Berlino, cui va elogio nou fo::.-,c altro che per la corAggiosa iuizialiva, il quale era umiliante il fallo che il catet€re. (fU8 SI mezzo di t>Oìcace "OIIie..-o per gl'infermi, tal volla c1vien ba r•prè!'t&. la questione del trallamenlO radicale dell' trofla pro!ltatica, e, con la pubblicazione di quattro lui cu•·atì con l'elettrolisi. l'ba rimessa in ouorc. ~cl darne lettura il 18 aprile di que,.ranuo a cieti<me meJtca. l'autore prese le mos...c:,e da uM \i<>ta di quanto fln'og~i s'P.ra operato dagli allr•J per n a~ o, almeno, dimiuuil'e il volume ddl11 pro:>lata lll~tnllllll! che~·oppone ntel·canicamenle all'emi,.sionedell'or ma. Ctviele. Gulht·•e. LaugieL·, Oemar·'Juay incide..-ano l a~portavano un pezzo di prostata: LProy d'Eliolles e ra!:!giuncevano lo stesso scopo mediante istr umento allo schiaccialore: Velpeau cercò pure collo scrua•~GH~ di rimuovt>re la parte iperlrolìca· Heine e<l I vt>r~en vano dal retto ir.iezioni intraparenchimatose di lintur& di
RlVISTA ClURURGICA
ed Huter Ji acido fenico· Bottini incideva ed e~cideva la proelalll dall'uretra mercé la galvanoce.u~lica: Genzmer di HaUe leolò di impicciolirla con l'ignipunturn. Quanto ai lumon pr(ltlatici, ~pecie di maligna natura (carcinoma e 88rcomll), dei qultla diagno;;i differenziai~ con l'ipertrofln semplice, spesso tmpoc: ..ibile a far~i. rammenl/1 Bi:Jrolh. Spanton, Leisrink, Fergu~"on, Lan~!!b~>ck, Benno Schmrdt. Lawson Tatt, Wtlliams, Br~anl, Harrison, i quah vp<•t-avano parte col ta~lio mediano. parte con l'ipo!!a~trico. e:.lirpaudo una porzione o lllltala proslata, e, fra i piu ro>centi. etto :Sewmann di ~uova t ori;; che. analogamente al noc:tro Bottini. :-i serve della plvanocau:-lica dall'ut·etra o del la!!ho c:opra·pubico, prece· cleflternente ec:egutlo, per asportare la porzione di pru!'ltata oetru..nte. al 'JUa le metodo e~li addebita il rischio di leJere roretra o la vescica. e la possibtlila rli rormazione di Clllcolo intoruo all'e:->cat•a, che al distacco relltll in vec:cica come co1•po eetraue(),oltt•echè la cauterizzazione è inellìcace a reggrtnzare la pro!>tata. In generale nessuno deg-li anzìddti pt•oces!'ll ha lrO\'&to falore nella pratica, e. meno qualche lmon risultolo, qua«i 1utti hanno registrato insucces~i e casi ùi morte, u motivo del pericolo inerente all'operazione «ulla pt•o!c<lala, r,he 8 inculltala fra l'uretra ed il retto, entrambi I'09Ì itnf o!'lan ti orJr&llt blah.l.o c:ocielà cl in ira di Londra però si ocr-upù l'anno scor~o della pro"'tatectom1a. e nella di~cu..~ion~. cui pt-esero parte Il Gtll, Ht>alh, Barwell, Bryanl, Bennet. Bowlby e Tho(np:-on, ~~ eh P fin' allora aveva militato n~>l campo d~> gli 8\ ,·erllri, tmi"P 1'01 inione chf' in avvemre é una op•'ra zion~> da ~ver«t non perdere di vi..t.a in dati casi· nell'ultima ~c:~emblea dti na\urali!tli. a principio di quec:t'anno in \\·iesba~en, 11 tomplanlo Langt>beck e Benno ~rhmtdl t.!mi"ero opinione IDaloga.
~per. pure ~perando che l'operazione con la ~ahnno llee tca, o colta~?lio mediano nd ipogastr1co. posooa un !!'torno . . re accolta in pratica, crede dt aver raggiuntll lo scopo ~derato, •li rimpicciolire cioP la prolll&la, senza led~re in 0 • ~··rio l'urelra o il retto, merco un proct•sso odeguato e~clurle ogni difficoltà e pel'icolo. ossia l'eleUrolisi, cui
to:.H)
RIVISTA
è stato ~tni.ialo dal fallo che un ragguardevole rne11Jci, JWI' e""8, é riu.:::cilo a r·impicciolire turno rt p81'll •ll'l corro. Nt~lalnn fu il primo cbe nel 186i parlr di m~>lodo 111nnnzr al!'.\ ccademia delle scienze d i Pa è ad Althau. di Londra. che particolarmente !<Ì de"e re'"" di que ... lo ar~omenlo. Per l'infl"«ione nei tc...:;uli anilll8Ji '"h·enti di ~Iue ne.. si per t-eofori ai due poli u·una balleria e)PitMca <.j Oper·a t n C""-Ì Ull8 scp81'8ZÌOile di Os::;izeoo di acid anode. e di idro~eno con alc:ali al catode. Per f'pJieltMIJIII nu\ler1ale orp-anico «r>rvP il polo negativo o catode, rlll duplice azione, chimica e meccanica, i l~> ,·utì
e
:-lrulli dagiJ alea!J e ùist:re[latJ dall'idrogeno d1e ne drc& la IIUlt·iziou••: n ..! '"Ilo eli sua app11cazione non .. ,
emorr·agrn di Mrla, o !'lcollanLo in \'ia eccezionale. né ~..:tlAtto dolori ul pa<t"nggio della corrente ~lel!rJf:a, e
meno llogoet t! !:'lllppurazione; il polo positivo, cui sr fot•nw ptulla , ._; applica neliR vicinanza. In bu~e a t[Ut><tti ~per·im e11ti una numerosa sArit> di 1'• sh• la distruLla: plH'('hé non dovrebbe J'J?Iettroli"i, a zioru pari, riuscire almeno ad impiccolire la proc:tala dila/ Gli r\ •ruello che Ca"-per J1a pe nsato ed e~ec-ui lo, in ,·io «p••tautt•nl~tle "Ili conidi e sui cani nel laho rnacologico cii Berlmo. e poi :>ugli uommi, •·on r1sult.at òi .. faceule. 1.' idea .t'una po.,o;ìbile lìstola po ... tuma reuale non lo trattennP, <'omechè al Thompc:on, che ha \oiLe punto l'uroci~li dal retto con un trequarli. non m~:~i un "'Ìillil~ accidente. LA difficolta "'ta•a nell'a~o. sotttgheua do\e\'8 unire la rec:islenza per &raf. rare ~tata. ma egli rru ..ci, dopo molle prove, a ft~ rn e fa da Hit·~cJunaun d1 Berlmo, di platino ~ d'trid•o, ver·uice per certo tratto. Jl J'I'Occ "'0 opel'ali \'O mes..o in allo fu il c:ezuent.a. il pa1.ieute a giacere ~ul lato, <>i elettr olizza prima pi'Ol'latico 1lt>.,lrn ~e J) decuhito è Jaler&le <Oini:;tro '' Si • Ì"ÌUJ'Plll\ il rello ~on una iniezione di 100 ~l'amm $OiuzintJe di l'luhlimato all'l p.lOOO: indi $Ì applica ~ul polo pu..;itivo piallo, della superficie di 400 cm.
CUIHU!Wil:.\
lato: Cllll un d1to uuto d'olio, wlrodullo per l'ano. ;:-i Ji-.tendono alquanto le pieghe mucose l'dh;li e si lls::-a il polpastrello nel punto scl!llo per la puutura: con l'altra mano ~j lolroduce razo ~ <>.ulla zu• la del dito lo "l iufig'ge d'un colpo ne la proo..tata m direzioue pre5tabilita. L'ago fuol'iu--cente al retlo ,j mette in comunicazione col polo negaU\"o d'una ba teria zah·enica,cui è anne;;;--o un gahanonu:tr,•. '~che. poco alla \OliA. da ~ elementi \"iene portata a IL Si 1a~ciu a!:t~ la corrente per cinque u1inuti, indi si rJtirn u,, poco l'a::to, ma noa 51 da tc·arlo fuori dalll'ftzitlo della puntura, pec· modo clr~ lo ,.j po-. ... a inftg;ere cou ..ecull\llm•Jnte in nllre due diver--e direz1oni per lo ::-tes--o primtlivo for-o d'entrala, durundo 00,1 !"intera seduta 1:} minuti. La tor-la della corre H te impie~o:ata è ùi lu-2:, lllilltampére: non é che al dt"opt·a dei 1:! milliamp~•r~ chA comincia l'inf~rtno a laznarf<l d'un le~!.riero hi·ucrore con punture al ~lande. Con un po' di prec:auzione c di et~er<'itio ~i arriva ed irrflggert~ l'ago co11 :<ÌcuJ•ezza nelh1 <li· rez1une esaLta voi uta, c non falsamente 1'1·a pl'lìsLata e pa1·elu rettale ~.:h e ne sarebbtJ dislt·uLla. Le sedute el~t Lt·olltiche, .runa fot•za Ji corrt3nle media e::ua.lmenLe eflicace, ~:<i l'ipelono ad nrtervalli, secontlo 11 biso~uo e lo stato del ntalall>, per una venl111a 1li volle; ma a tal l'iguat·du &•ichieùon<:i ulli>I'IOri e~re fJenz ... Come mezzi sus-.idiul'l tli cura l.'O!IO impi••Z11h quelli O~~· m u. o· il cateterismo co11 Ì"lrumeulo u pN:fèrenza -pe.. ,.o e r•gido,allo ,.copo di comprune1 t! le prO'- la la. ripetuto pii! "Volte al gtomu a ,.e\!OIItia delruriua re"iduo: le irngttz1oni dl!>infetlauti nd catarro 't::-'cicale. e lA medicazione '-intnmetica nartotica.
Ue1 JUaltro intermi, che C9 ... pe1· lrnllò con l'elettroh-i. lutti l'ecchi di 00 anni e più. e dei quali ~Arebbe o,•,io rtporlat'e !!lorr ' chuich~J, del re,.to comuni, di Jjlt-rlrotle pro:;laliehe n lUlltlla re!atha ~inlomatologu~.due mi!!liorarono in modo note~ole, uuo poco, ed un altro ni~ule affatto, ma p~"r que-
at ulttmo l'autore incolpa u sé ;;Les:oo la ll::.lola vù:>c&co-retla!P, c le re~iduò . l'ngo .rn ,.e,.ctcu, · per aver una \'O l la conlwcalù e Pet· e~"ers1· nella ste:-sa seduta accideulalmentc tli~la~·cntu 1
~ ~e 111 iciatura: nel ca:oo di poco miglio t amt-uln,ltl ~list• nsiona 1\hllcn data aveva fatlC\ pertloN ugni potei'•' contr·ntlilc alla
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RI\'ISTA
vo><~cica, e l'orina tl'lli,iua rimase rilevante. Non CO'"I
rlue ca!<i, nei qunli la prostala elettrolizzata 1:2 volLe 10 nelrallro, .;j raggr111zò in modo obbiettivo. e l'onna, 8i emeue,·o "PNIIaneamenle ad ogni minzione. da 150 cm. cub1ci cho era a principio. residuò in vesc•ca, a finita. :soltAnto in :!O e 50 cm. cubici in ambo gli oltraccio "i ottenne anche una diminuzione dei du~Lurbi biettivi. con t•itardo nel bisogno del m ingere, con ripo!':O dur ante la notte: i dolori si m iligaronrJ durante nazione. ed il bene'"'•·re ;:enerale si sollevò nn' .. '""'ft.,,. Cttsp~>r conchiu"e la lettura ,Jel sul) trattamento '""'._.. ,._ dell'ipertrofin pro tatica c-oll'affermare. che il metodo è d1 pericoli), e "e una tlcttola :.i ebbe a lamentare o beneficio dell' inr.. rmo rer una fermentazione e."'i«teule , des!<a non "'i verificò negli altri tre malati, nei il t•elto fu in compl""'-'0 perrorato 40 volle: ciò clJtl \~OJ!Ul.aJII la re:xola. Err~>t•ebbt~ pl'rò chi credesse cl1e tutti 1 casi ~ano con l'el~>ttr•t>l!sr Approcl&t'é a guar1~ione, pt•rché, lui, in !JUS.tlro CirCORtnnze la prostata llOO é su~cettrbrle glioraroen lo, rinè · a) rruanùo è inarandila meno in i che in lun,qh~>zza e lar•ghczza, e la parete ve«ckale ne è lrala 8 mo' cii di5lCn«ione; /1) quando l'uroristi pet• dilatazione é re"ll 1'0,.1 atonica che. a• l onta dell'ostacolo slltlico rimoct~o. non 1\ più capace di contra~•. pari ad una ve-.ciCJr di gommn t>la~tica ecce=-"iHun .. nle c) quando,oppo,.tamenlc, e,;iste ipertrotia concenlnca d baloio o•·imrr·rn, <>he nai gradi estrem1 ciun!!'e a co-.ì, da non p(lll'r eonteuere più d'un cucchiaio di d) finalmente n•·i l'&«i t!i iperlr·ofia pro-<tatica. che dal non si conf'lAlA, 0111 che im·ece si sviluppa al collo .,cica, e p~>r la quale unA distruzione el... ttrolilrca potrebbe praticar i con uno .;trumento di sicuro da co~lruir,.i all'uopo. A tutti i quuli cas· a,.:ciun~e 11 a mo' d'appendtl'e, enl'lte fJUelli. che ìl K. ;nia ha 1 l'ultimo eou~re<>~o chirur·;:iC(I, nei quali, pur e=--.eudo i sintomi d'una iper-trolio pro..tatica. non ,e ne accerta tivaroenlP J'e,.i"lenza. Com'era da pre>vt>dl"r"i. non mancarono in <~eno
CJaztone meJìcu obbi~.ttoni contro il rneLodo elellrolitico da r-erte di due 'uoi membri, Il Ftirstenheiua ed H \'OU Bergmann, d1reUe arar rtlevare che cl all~ c~oncln'!>iom ,Jet Ca$per i ca.,.i, ne1 quali puu a..:pdt.ars:1 crualche vantaggio datrelcUrolisi, sono ben rHretti: eh ... non pO!""ediamo meu.i p~l' aùsu1iU'e i dia melrt o per dcv•rmin&l't- la forma della prostala: che i melodtcll Heine e di Fenwick, adalli allo >'copo, sono difficili od tmtJraticahih: clte il metoJo eletLt·olilico c pericoloso per le emo1·rocie dn possibile ferita delle vcuc prosl~;~ticbe varicosi!. dell'urtel'18 p1•oslatica mediu: elle In dilllinuzaone dell'orina residua in ve,oocu~a dopo la minztone «ponlanea, quale criterio & eura fimta di c;ucc... sso riportato, oonduce a conclusioni erronee, perché é un fallo pas!-'e~,:tiero, ecc. ecc. A tutte le tua li obbte:tiODI l'autore oppose lo prove ùi ratto dei suoi quattro m!errni, che vivevano in buona !"alule, n ribnttenttole una per una Jll'Otmse, n richiesta di Bel';,!tnRrlll, di pr·e~eotargli in clin1ca f Ùl.l8 Cf)Si fH'OSSOCllè guarìlt, e eli pru!;egtlit•e sulla stessa via per BUlliCillfll'He Il numero. G. P.
La re..zlone del ginooohio s eguita da Ulla sola medloutone. - OtLtER e Dtzi-.A. - (Rerue de chirur,i•, ago to 1lS ; e lu,..l o 18Sx . Il prore-"or Ollier fin dall'ago.. lo ciel ISSi ba t'allo eouo~re come una delle prmeipali cau"'e che per il passalO hanno lmpe tto alla r..:~ezìone del ginocchio di prendere il posto che le spetta nella pratica chirurgica, !;la nella dillicoltà della cura C:OnQecuttva ull'allo operativo cioè nella medicazione postI rerotoria, es~endo co::.t:-elti 'dt fare frt!qu~uli medicazioni ~:~uah rH:ces~ariamenle si oppongono ati un contatto asso0 od co lant~ fra le superficie Nsecate, couJjzione questa ISpe? abile per avere una guarhnone rapida e completa. COU\'tnlo d' ìb d' . 1 1fUC.Sla verità l'autore ha cet·cato se fosse pos1 ~ 1 l'tlllrdare la prima medicazione fer lutlo il tempo 111 alcun ~ '10 al compimento del lavorio adesivo, e gr-azie ad gu1te e regole operatorie ben detlnil•• e rigorosamente eselturne~ ad alcu_ne precauzioni nell'anlisepsi preparatoria ed atn, é rtuscilo a pr otrarre la prima medicazione di
IOia
Hl' !STA
4n. :;o a pii! giorni coliti I"JU&l C0'8 ottenne una ra w li vA riumone fra le ~uper ficie o::,."'et: per morlo uu Lollo continuo ed A~-:ai ;:olido. inl·apace dr l'nv,e:ure.
Il r roceJimt:'nto !o.e~uilo doll'aulore è il se ··e stu•io in pri1110 luog(l li conser,are, durante i legamenti latcr·oh e tutte le partì sane delln , _ _ ,.,,_, perao~tea, r.ioè tutti a le""Uti propri a mantenere le ..ilo, e quelli capsca ds fornit·e gli elementi 0""'"""~1111 compatibile coll'ablazsone c dic:truzione de"'li ,ef~•ml!I!Dt coJnri. Po~cia c indi!'pen,aLile di a,·ere la asepsi dello ferila d'opernz.ione, perthè se mfPtta ·i purazione la quale r·~clama la riunovazione del di 111e licazinne. Pel' ottenere ra~ep!<i c:ono es~~~~ nnpol'lanli due condizioni. cioè l'ahlnzione :li lutti infèltì o propa i n produrre l' infezion\! ed illlrena lo parti declivi e di lutti i fondo ciechi entN cui accumulare le rnuleri~> infellanti. L'autol'e ottiene l~nlo Pspor·lanclll, uall·~ urlr•iti fun~Ol'e, lullo In si molata, di!'secanclo con cut·a il prolungtmtenlo ~i LJ·iclpilnle ed i di"~>r·licoli lat.,rali chP pO"!'Ono "' "~'""t" o roc:chianùo le rungo"tlà che esic:tono alla della cnpc:ula tìbroc:a P dei legamenti, pur paa•Le ~&na del rtveslimenlo capsulo-per10steo. Siccome Olliet· ce rca "l'mpre Ji prnticare la co~\ e •li opern In t'N•ezione totale, ~"' uei ro"-1 in é .::ana o lfU&"'i, ec:pot·ta Jt e:o<=a un :;c.thle «lrAlo mere la car tilagine diat'li'Odiale la rotula di e'portata e c:e eccuionalmente Ja lac:cis m c:ilo, collo ~egn la superfh;il~ cartila!!inosa per otten('re renza colle oltre o sa ~lei ginocclno. • lu q nanto ulle inci. ioni est. rne l'Ollier ra un qunda•ilatero Emlel'iore colla base in allo taglia monto rntulo>o, lembo che può esser~> t c:toni nJ H , pr olungando in basso le due inctSIOD1:1 ùinali . Que,to lemh<t permette la con"el'''t.'l7ione )aleraJi, elementi pt•eziO"'I per Ja ~oJidilà futur.tl operato. Due altr~ incicionì longitudtnali e
CfJIIlllHI:II.:.\
W\'On , pt'r l'eluniuazionellct p:-cldotLI di «e('rezionedelln fer1ta. a:;, curando ~ue,..L'elnnrnazinne mediante un piccolodreno.:g-io fer.orante che "'' porln da un Ialo nll'allro. li d1·em1~10 tli• relts111enLe posterio••e c solo ueccsgurw quando ~• hanno
elle mfillrnztoui put·uleult' u de~IJ otnmassi di fungoo:;ita sll'tndietro. Uue RIIJ•t cll'enot:gi laterali (di 7 millim...:L!·t di caro ., porlauo da ullù tiPI! t' parLI lat~rali dell' inci.::ioue ad H a t'inct"ione po"'L-'t'O·Iatetale oors·i<opondente. Un ullimo na::Zto mtlne !'t porta nel fondo cieco 'Ottotl"ietpilale ~emp1 e uando e.::::o non Sta ohliLerato da adeJ•enze fibro:-e L'autore 1-ll'alica sempre la <~uturo O':;ea coi fi11 nlt.:Lalllci comprendeudo uello sulut•u a !'<tetue all'o:o:"o aucbe ti perioslìù ~ gh '-lrah tlllr.>::oi che avvolg-ono le o:<sa. Dopo della sutura ''ea opera quella del legamento roluleo e delle parli fibrose ·arhcolaztone. Le psrlt 111 tal mod" opcrule i ..poi verano col JOtloìoL•n,io e ~! an-olgono di gat·za reuica fra i vat·ii struti d~:lla ! fUSI~ ~~ !>perge del iudofcwmìo g"I'O!-ll!Oitllltllltf'nld ll·iltll'ldo ntl iu pie· cr.IJ cristalli iu rJUIHtlilà snlllctnnle prr rendere asettico l'&p· [illreechìr, u1 tut!dtcazione duronlo tutto il lempo cl.te reslel'a IO ~:lo.
Della ,le.....a ...osta11za ~i ~pohet'H anche l'arto dal t:•nocc:bJO tn SU per ÌmpeJit·e Ja ret'fflt'lll8ZIOOe dei prodotti di :-eCI'eztoue della r~rit.u. Olliel' dà molt.n importanza alla IIJ(.>d cazic.ne col iodoft•t·mw, o con~idera questo riUJe•ho come l'anti-."'tlìco !'iù l>icut·o e più duraturo. vale a dire, •tnello clt~ tealm.a me~lio rantbep::;i pet·manente. II rne:nbro infioP.., an-olto 111 un apparecchio di medtca~ne &nlt ethca completa (garza fenica, mackintosh, o fo ~ Ut dt gultaperka). e (IO"'tO in un ..emi·c&nale ::e,,..alo di nella che \8 dalle dita del piede alla r·adice del lllembro. h'luale ~ctni·canale quando !-i c C':.i"'iccalo forma un appur~c c 1~ PeJ·t'ello di t<Ol>IPZJto e d' immoLilizzazione. L autore lln d~tll'nu~o ::;C(ll'SO p!'t!'-'cntn la rdaztone ò1 6 ca;.;i re,.e?Jont: lotalo Jet ~inoccluo praticata col proceùtmento 0 fl:_a liescrilto nei quali ca'-i !'i pol 1 i tardare lu medicazione 1 i, . 3 de!> ' - • l, :Ji, 3$ e 5:1 g10mi, tempo nece!'~nr.o perché l"a· euza fra l~ O:;::;a d"t venga ro~1. .m lima . da poi t: t ::ol. soIle-
ki\'ISL\.
\'are il membro in u11 :-.ol pezzo. In altr1 tre ca::;i, dott. Duzea, uel lu::.:lio del corrente anno (da ag1pung.• se1 suaccenuati) J'Ollier rmnovò la prima me111caz•one tanto dopo trascor::;ì 52. 5i e 71 :;:iornc· dall'allo Tullo ciò dimostra c!ltl il successo della meJicnzionf' non é un'eccezione-, mtt div1•·ne la regola I(UIIItdo dO(IO le necessarJt:l pr~<'auzloni onLisettiche. Sonvi pero ca«i in cni si deve rinnO\'are la m dopo 3 o -i giorni quaudo cioè l'ammalato ha seJlst!IZiC~ lorose nella parte oper11te ~ pre!'enla e!Pvaz•oni di raturll. Per il solo ruttl'l dell'elevazione della Lem anche quando que!lla oltrepassa i 39", non si ~ in di l'imuovere l'apparecchio per visitare la fer•ta, la febbre lliJJenderc do allri fatti morbosi tinfe.zione influenze reuroalicbe, l'~·.); p•·r contro, i dolori che SI tono nel giorno dall'operazione od all'indomani, pot~SCliDI pendere da un difdllo d~:~ll'apparecchJo, dallo sll'utf:'i guale delle fasce, da un leg{otero spostamento del gessato prima dell'uvwnulo essiccaruenlo e :o1u1ili. In basta sovente di ('ambiare la posizione del membro, sp~uderl ) od elevarlo, per far cessare ogni ~eJilSBIJ:.IUIIIIII!!i lorolla ; se con c16 non :.-i r·iesce neu· intento ~~ fender,.: parecchio iu corl'l"pondcnza del ~inocchio e lo poscia colta garza al wdoformio e colrovatta ,.,o,........-~ 11ca ques\8 cbe \'Uol e...:o,re eseguila nella camera z10ne con tulle le regole antisettiche d'u::;o. È importante, allorché s1 toglie per la prima volta l'èccbio, di non sopprimAt'e d1 un tratto il drenugg10, tolto iJ primo drenaggio si dovranno collocul'e nei dei drenaggi più piccoli o fasci di crini; cio é nei ca"t grav1 Ill:'l IJU81i si banno pruna dc tuoltephci ed estese inftllNUJOni pul'ulenle, mentre p1ù semplici. c:pecic nelle rese:.doni orl.opediche, ba:sta~ naugi assorbenti, quali ad e,..empio 1 fa<:ci di L'autore conchiude: 1• Le mP.dicazioni rare sono perfettamente noP"'._ resezione del ginocchio;
CHlRURGlCA
IU~7
2" Coll'uso del iodoformio si può ritarJare la primu mt'!· iicazione fino a 40, 50 e 70 giot'ni; 3• Si ottiene in tal modo la consolid&.zione del ginocchio
dopo di una sola m erlicazi<,ne ; •· L'operazione così praticata semplinca grandemC'Ute la cura post operatoria della resezione del ginocchio.
lulla netrolltotomia nell'&nlll'l& per oaloolo renale, e contribuzione alla qubttone dell'anurta rl1leua. - JsRAEI... - (Deu8tche Medicinìsclte Wochensch1'irt, !'l gennaio,1888). Dal momento in cu1 S1mon hn iuanguralo con succtlsso la chirurma renale, le operazioni !:'O questi organi si sono moltJplicate, ma finora si contano due casi soli tli nefrolìlotomia la~cianùo a pil!>lo il ren": uno appartenente a Bardeneuer, e l'altro u Lan~n ùi New York. L'autorP- vi aggiunge un ter-..w ra.~, mollo impm·tante per la •ruisLione dell'anuria rillessa. Un uomo ,Ji lflanni che avevtl in pass:ato sofferto ùi colicne nefrilich~ R deslra con eliminazione di calcoli, ìl lfl novembre 1886, ru colpito da colica renale aioislrR. Dal mezzogiorno del ln cessarono inlieramenle le urinP. Si trall&va l'li individuo ptutlosto oblk'o. con respirazione Ji«pnoicu , ipertrofia cardiaca per insufficiPnza aortica t1 catarro bronchiale. La pal~ pazione resà d:tfictle dal fn'ado di obesita rivela\& una forte r~,.istenza al fianco sin i~lto ed una ~ensazione dolorosa. Le ~ondizioni dEIJI' indi\ i duo. per •JUanto Il sensorio rosse
not·male,si aggravat•c>oo I'A pidamenle; nei ~iorni ,:;eguenti non ,.
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~>ra ~ltmolo alcuno all'urmazione. la con~i unliva era iniel·
lilla, le VP.ne d81 collo tut'g ide, il respiro affannoso, il polso
Peno e celerP, e un pr incipio d'edema ai malleoli.ll 21 questo stnlo ara talmente minacdoso da far decidere l'aulore all'allo operattvo seguente· Incisione del punto d'incroctomento del muscolo sacrolombare colla 12~ costola diretta da dietro in avAnti fino alla cresta lltaca. Appeoa iucisa 'la fascia lrasversa io corrispondenzR Jel trlat·gine anteriore del muscolo qua'Ùrato ùei lo111bj, si tro vò 18 capsule renale libera e mollo ispessita; incisa questa sgorgò molto liquido chiaro ed apparentemente urinoso. Non potendo r,;
RH l::. TA
a causH della pr ofondità esammart• il rCH•' che _e:ua della capsula si pre~entava molto inl!: rO~'-ato,l'a f'~ct• cadere un'altra ìnci«ione perpendicolar e alla pr1ma <·irca 12 cm.. attraYerso alle pal'eti 8rldominali sino al I.ODPO, ed allora ebbe campo di lu~:!are il rene mollo in dito (18 cm. nel suu maggior diametro) e che pre~,..ntava polo superiore una cisti urandc come uoa melA, a corne un'aneur•sma. Scoperto il bacino renale ,.. a v\'ert1 rnedes1mo un calcolo c.lP cb1ude\U l'ust1o pelVJco dell' e che fu (·'<lrlltLo con U11u incb1one. Colla ~onda fu anerlalo un a.tro ca teolo a 10 cm. dal osll<), L'autore per estr a rre quectto secoruln l'alcol n dut.-~e la mano lungo l' ur o>ter e fino al cl• ~ollo de l punto eu •Iuedo t>ra aJagiat~ ~- comprimeudo t' stirando l' lPr~'> tru l'indice eti Il medio riul'ci a port-are in alto fi no pei\'Ì il cuJcolo che in tal modo fu estratto. Il rr:ne fu nella propr-ia ~ede ~otto l' ll'rlgazione della "Oiuzione lica, la renta spr uzu1ta <.'Clll iodoformio scio! lo nell'~>t~>re, uag~io mullit>IO, "ulur·a parz•ale- e medicazione in~l n(t'\rnlia.ao, L'operazione durv due ME'. Dopo tre ore l'operato t•rni!ò~) 300 eme. di urmalìmpidR a con moJerat.a albumina, dalle vie naturali, e nel mt••llll'l tempo la medicaz o>ne, il letln si trovarono bat! nfl li. f'ione rielle urine continui\ p~>r l<> due 'it>, compar\·e dante il sudore, e l'm fermo nE'Ila !'era dichiarò di senlirtoi :\el gior no seguMte, con tinuantlo l'emi~sione di urina per due vie, l'autore po«e un lungo tubo nella fet•ita, che colla e<~tremité. libera pas!"ava io un recipiente con :ooluzione n1ca . Quesl•l pr·oc•·dimenLo rivelò un faLlo "orprPndente, rhe l' ur inu vescirale era piu color1lta, piil d enea, e n~>vo mag~ior quantita d'alhumina di quella eme!""8 tialla rito, se.zno evi,fenle. che l'altro reni' aveva cominciato a zionar e fin dal momento d.-..ll'oper·azione. Qua ntunque Lutto pr·oced,..l'lse in modo !>Oddi:::fa<'Pnle, cominc1ò dopo qualche giorno a manife-.tHr"'l uno .!'lato vemente ur emict>, con sen"or·io otlu~o. hngua a!'ciutl8 e Al fl• gior·no dopo l'operazion~> !:li ebbe aumPnto di ~"'""' tura, delil'lo, allucinal.iolll, ecc. L ' ur;na ec:aminala al
CBIRVRGICA
10:)9
•copio .,i mostrò ricca di eptleh cilmdrici, epiteli dei bacine~li e cristalli degli acidi urino<.t 10 forma di rosette: queUa della \·escica cont~ne"a f[lobuli <tanguignì e t~edimenlo purulenlo, quella della f~rila ne~suna traccja dt l'langue. ,\l !.l" r.:torno la secrezione urinncta cominctò a diminuire raì>idamenle. i sintomi uremict si accrebbero e la morte 8\\enne con fenomeni eli dehrto e coma. L' aulop~ia riwlò nel rene destro ispessimenlo della cap;;ula, coloramento jl'tallo della SUJ erlicie per punti eruorra~~ •• bP,·metto e caltci dilatati. due di quectli, a CQIJo ristrullo contPn~>vano 4 calcoletti, mPntre il bacinetlo e l'urctere e rano ltLeri oli concreziont El suggellaz10ni. Le papille in parte scom· parse , la corticale piena di autich1 e recenti punlt emorracici. Il rene smtstro era in2ro~ato e presenl.ava rlue cisti nello stt•olo corlicalo. Questo era molle, grigio, ed intillt·ato d pu!< L'esame rrucroscoptco della sostanza corticale rivelò colonie dt micror~anismt ordinah a ret~, ed ìntittro purulento. L'irnpol'taoza che c;econùo l'autqre presenta •1uesta o ..~er· '·azione "i rtfert ce al fatto della soppressioni! completa dt-11urma aneli~ dal r~ne desh·o do rame ti ~empo 111 cut rima!<& Impervio l'uretet·e smistr o, e al ristabilimento della secrezione appena rutto operativo pt>rmi!'e il ristabilimenl!, della emi..;tone ur•tno!'a a sinistra. QuPsto fattC! accertalo della dilletenta quulJtà d'urina emessa dalla vescica e dalla piaga non può rif~rtrsi aJ occlusione rueccantca .lell'uretere destro. per· chè né pritua n è ùuraul~ r 0'-.:i&rvaziooe. "i ruronl) cohche "~ 011 h a deslt•a o emissione eh calcoli. E i caléolt!lti imr eJCna\t U~t calicetti renall non ostruivano che alcuni di •'ssi e 0011 pot; ''lUlo e~sere d'osl.acolo al passaggio dell'urina, come non lo turono dop .. l'operaztone. L'autore tJUtndi non e:,ila a.j attrtbuire la cesf'azione funzionale del rene destro nei cmqtua ~iurni d'anuria, ad un'a.tìone rUiessa prooocata dall'u·ru~ione delrur~ote,.e 3inist,.o. Egli ctta in appo~f!{ÌO della ua •Pole~i l' ~::spertenza di Cl. Bernard, che provocava l' anut a ~t· anemia irl'itantlo r tlo renale, e le esperienze congeneri d:1 p~kn~trdt, GrUtzner. Conbeim e Roy Cita le osservazioni Cbarcot rifleueuli cast di anurta tsterica. Cita due casi
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RIVISTA
Ji oliguria ed anuria per dJslurbi ulerini come anche traumi r enali quali cagioni di questa an uria riflessa. L'esito sfavorevole deU'opE>razione deve allribuirsi piu allro alle grandi difficoltà che si dovettero vincere. Oltre cattiva iniluenza eser citata dallo stato artritico, dal ··~···-'-' cienza aor tica, dalla doppia e gra\'e a ffezione reoale e l'infezione uremica, vi fu rono a ltri momenti che aggrav tali condizioni. La mostruosa obesità del ventre, e la •tuantHà delr intorno al rene t•ese difficile lo ricer ca del baeioello reD.alan L'ingro$flamento dell'organo, e la profondi!& in cut "l do1,e'flìG•II la vorar·e, obbligarono a lussar·e il rene dalla capsula orc,orJ181'~1(' procedimento che l' autore non esita a chiamar e pl:'rchè il denudamento Jél rene fu causa d'infezione urìn01..... . e di flogosi infettiva della corteccia t·enale. L' inci~ion e a T adottata dall'autoro con alcune modift~ ziooi, rende molto facile la ricerca dell'urelet-e tlo quasi l'astio vescicale. Egli pratica il taglio ver Licale nellu fo~ conosci ula e comincia il taglio trae; versa le dal margine esternO del quadrato dei lombi, un dito lrasver•so sotto la 1:za oostolloSegue dapprima una direzione parallela alla delta co~tofa mt verso l'apice della sles~a obbliqua in bssso fino a ragp gere il mezzo dell'areata di Poupart, ripiegando pui verso margine esterno del muscolo relto. Scopre il peritoneo ~ r•relale che sposta insteme ai visceri, ed ha sotto gli tutto il corso ùell'urelere s ino al suo inneslo nella vP.!!CI(....,'il
Contribuzione alla oasulstloa della trapa.nuloae fratture del oranio e rottura dell' arteria mtud:. ...._. media. - BHUNNER. - (Cot·rispon.dettz. Btatt .fur
Aerzte, 15 giu~no 1f;88). L'autore in qualità d'assistente del prof. Kronlein rilEiriliC'il lr e casi importanti dJ lesione del cramo n ei quali ru bile a questi stabill.re con precisione la diagnosi di Pmawoluo:! e l'indicazione precisa della trapanazione. Il primo caso si riferisce ad un uomo rorle e, robus"' almi 30, colpilo a.l capo da un ordegno di macchina.
CUJRURGICA
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~&\'l'mente rerito, fece circa 50 passi per andarsi a far me-
dicare. Trasportato all'ospedale cantonale. ru constatato sensotio libero, temperatura normale, polso 84, pieno e re~olare . ~~sun di~turbo alla re!òpirazione, cuore e polmoni nor·mali. Nessuna paralisi o alleratione di sensibilità nella innervazìone. Nella regione parietale destra, a 6 cm. sopra l'osso zigo· m11tieo e circa 3 cm. dietro la sutura coronale si scorge una fertle a lerub1 sfrangiati dat quali sgor:.;ra abboudante saoti\)e arlet·ioso. Rasato U capo e dJSi!lfetlalo con etere, ~apone e !'oluzione di sublimato, si prolunga la ferita cutanea in avanli per 4 cm., s1 divartcano i bordi ed in mezzo a frammenti di sostanza cerebrale il dito avverte 11n wro osseo pel quale si peneLra nell'emisfero destro. Il difetto è di 12 cm. quadrati, vi è un foro di circa a cm. nella dura madrt~ e nel cervello spappolat.o vi sono val'i l'rammenti ossei. Coll' elevatore. colla pinza a sequestri rie~cP all'operatore di estrarre R :>equestri ossei di cui il maggiorA era $Civolato dit>tro al frontale. Si rialzano i bordi intropres<>i e col lamponamenlo di ~arz.a ioùoformica si arre~t,a remorra:.;ria proveniente ùalla P1a madre verso In regione temporale ove esisteva una ressura profonda. Fu posto ìl drenaggio, la pelle fu suturata e fu applicala la medicazione al ~ublimato. Il corso fu straordinar·utmente favorevole e meno un·elevii?.IOne di temperatura di 38,1, neJ giorno seguenlf:, non ~i ebbe a notare la menoma alterazione. 11 paziente guari per pruna intenzione. e tu licenziato dall'ospedale dopo 2 mesi e nv·uo di cura co11 piastru di guttaperca. Uopo due anni fu vis1tato dall'autor·e che lo lro,•ò In cond.z,oni perr.. ttamente normali. Al poeto della perforauone nes-,.una pulsazione ed il dito mconLra. una res1stenza che Si:mbra o"'~~a. 11 seconòo caso riguat•da un uomo forte e robusto di 27 anni crm frattura a schegctie esposta del cranio, cagionata da col'po ;nlund~~te. Sensorio quasi perduto. Polso pieno e fr e JUente bQ J:IUisaz•oni), temperatura 3 8,1, 3 ore dopo l'accaduto. Ferita a l'di lacero-contusi di circa 6 cm. nel lato sinisiJ·o del c•·anio 111 direzione antera-posteriore, estesa da circa 8 cm. rlalla
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RIHSIA
glabella aU'allezza del padiglione dell'orecchio. Coa santi sulla ferita. scheggiatura del pal'ietale larga vola rlella mano, con molte sche~ge infossate per circa Paresi del facciale a sinistra, paralisi completa del destro, paresi della ~amba. Rasato e disinfettato dili~entemente il capo, Kr"nlein lungò con mcisione i margioi delle soluzioni di conlmuo. di che, coll'elevatore e colla pinza a sequestri estrasse le sche~ge (18) alcune delle \fU ali m il'! te coi capelli volate sotto la volta. La dura madre che era compressa riprese il suo ma un ramo anteriore dell'artet•ia meningea diede raS!'ia troportanle. Fu necessariO asportarP colle glie n ti alcuni frammenti ossei per mettere in evidenza gente deU'emorraEda, che fu arrestata con due aau~oo•llllll! fatte con aghi curvi finissimi al eli sopra ed al rli C!Olto lesiont'. Drenaggio, sutura dei margint, medrcazione el doformio ed al sublimato. Immediatamente dopo l'operazione eseguita senza il pazjeote s i alzò, cominciò a movere il braccio 1lestro gamba corrispondente, tirò fuori la lingua e diede capire le domande. Dopo due ore pote dar~ ragguagli tìcienli e:ul faLLo. Cor~o normale asettico, riunione pn> mam, guarigione completa il 21 moggio c10e dopo giorni di degenza nell'ospedale Jl terzo cas:o si riferisce ad una frattura del ps nislro riportata dtt un uomo adulto in ~eguilo a caduta. primi momenti consecuhvì alla lesione il sensorio integro e non ru che dopo parecchie ore che si rrntllllO'.... rono i «agni di una compr essione cerebrale. Al constatò abolizwne completa del sensorio, ~ia~'ilura qualche movimento all'estremità inferiore sinistra, polSO ma interm11t.ente, temperatura ::16, respirazione tipo Cheyne...Stokes. Le pupille t•eagivano poco alla era par·ali..i d"'i muscoli inner.,.a lì ,!al facciale a d regionEilemporaJ,.. sinistra era rigonfia e sembra,·a Ptti81D~ La pressione in fJUel punto par•ve che risvegli&f'"e Nella meta postel'iore del parietale sinistl'l.l vi erano
CIIJRl!ltGlCA
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i!•Coriazioni e due pìccole ferite cutanee che non Arrivavano e la ::.upl!t·tlcil! o<:l'ea. ~essuna traccia di emor·rag1a dal naso e !alle or·ecchie. Emipare~i destra con abba<~o::amenlo delle <M~ibifil.à.
Falla dal Kronlem la diaf..,'llosi di frattura tiel cranio e di emaloma siuic:tro SfJpramenint'eo per rottura di un ramo dt>l· flirter1a mening-e:! meù1a, <:i pa~sò, senza bi<:O!:no di narcosi e co!IP coolìle precauzioni unti..e!liche all'alto operativo, con·tq<'nle in un'ioctsione cb•• da dìt>tro il proces"o ma<~Loideo ~~ spingeva in alto. Fu scoperta una fe~sura dProrrenlP da d1etro iu u\anti. Furono applicat ~ d te corone d1 trapano n corri~tlOndeoza tlei rami po-<leriori dell'anzidetta at·terie. ~on nvt>u l o "'"OPPr·lo la "or .:renle dell't•mnloma, Kronlein pra·
licò unn mci~tone qunsi ortzzonlalt• p~>t'pPndwollu·e tllla prima Ct•mprt>uùeute gl1 attacchi superiori •lei mtt"Mio temporale. h·i o:copersu uu frammento o~seo mobil mn non depre.o::"o, clt~ ru f.',.h·aUo, e nel quale scopl'i i -.olc!Ji h li~ dUA diramoZIOIIÌ •lt>llronco anteriore tlell'arl••r•a rueuin~ea media. Uopo
allontlluate le o::che~~e il t·amn posteriore della bruncn anltlrlore menmgea, dteJe un f!•·lto dì !':angue che ru nrre~lRlo con tre punti òi sutura al est~:ul. T11ILo 11 «an~ 1e r rmante l'ematoma (ci1·cn 200 grammi), iu purle Ma!!Uiato P mollo aderent•• alla duro madre, l'u ratla lu solita meùtcaluru con oppo,i7.10ile d1 un .J reua,.~io e sutura culauea. l' "'~ .operazione ebbe luugo il 2i ago"to; dopf' alcnnP or<~> fun-i 'l.Ualch A tuovimento e J'inrermo emh;e •JUalche parola Il ~5 I'I8CrJuHò Il ~en,:;orio. Il 2() febbre a iO. Per timore di r·il~tione di pu~, ::.i riupr~ la ferila e nou ..i r•iscontt•a lracr.ta t1! uppurazron~ o tl1 t>morragia . Il 26 lfl febbn• --i mantieue ~ 111 f!re alta e ~i . copr ono i segni tli pneumonite •lestra. Il e~1lo letale.
~·a~.~, ){!~io non rivPla traccio di l'Orgente inft>ltiva nella loc:a là. Il cervello nel po~Lo della lesione è ~U!J<'rflcialrnen e !;pal'f>Oiato. m~t la lura 111arlre è in!-ntta. Yi è raccolta san;:•~;nu nel ventriC'olo sinisll·o si "<copre una fe~urn dPIIa j>
n . eh,, lall'esterno ve alla piccola ala Rinistra dello sfe-
~~~: Al fiQI~nom: d~~lro i t"tlgni di una pneumonìa loltulare. e P0 ~lZIOt.e minute dei cao::i, l'autore fa <:e.:ruire nlcune
~ OtH
1\IVISTA
rifle::~sioni cbirur~icbe, che rias::;umiamo in puche lutlSCS.··--
gli accidenti l"lorhosi elle restrmgouo la C8pacttà e....._ e, che, oiTrouo una in dicazione precisa alla trapanaztone in prima linea lo stravaso l"&nguigno come con~J:U_. gravi lus•oni traumatiche della volU!. Nei J ue primi CIIIJ Il rollura dell'arter1a rmming· a eru resa O!llell!!tbile dalla sione; nel terzo però in cui la pelle e la ~ralca erano...._ ~i ru guidati a tal criterio da l comple sso dei :-olrllom•,...... tali tiatrinfcrm o. !\ei due primi casi oltre a lla le~ione della dura tnadN era c:p~tppolamento del cel've!lo; grave P.d ec:tec:o n l piu limiluto nel t'econrlo: eppure appena ec:trallc le 11clie&lt ed attuati i presidi lerapeulici tii una meclicuZI•IIltl an~ la Jtllarigione si ottenne io brevissimo tempo. i'iellerzo indtviduo i g ra,·i fenomeni com•nctautno ,...... lamenta a sparire colla d mozione Jello 8lravaso; 11 par;till si svej:!'lia ''a a poco a poco dal so p ore cui ertt iu preda, tornava la co«cienza c la paralisi laterale colllinctava a rl r l'; ed è a dnplo1·are che la cornplacazionc pohnonale .6 ratto prendere una callìva piega ad una op~ rar.tone anuunziava foriera di uu brillante succl:'~!"o.
Un uomo di 57 anni, pro,•andosi a bere in un ruscello arloperat•e il bicchiert>, mentre f'i curva'a a tt>rru, .la klla che 8\ent iu tasCII cadJe, talté in un :sa!l~o. e• lo forJ al è'>"tato destro. La fe rita cl'enlJ·aLa era a 14 cenli:mctri all'in(uor• della med•ana, ed a ruet8 fra l'al:>cella e la spina 1h11ca per·1orc, la fcnta d'u8cìla era a 25 ceutim!ltr • l'aou~P.JUFI'!I! 20 cm. Ùlllla spina dell'ileo, due buoni centinJetrl p1ù 1 quellA J. eutrata, ed Il tratto inl.erruedio fra le due era lungo 1:) c~.'llLi melt'l in direzione di!'lHnz 1 della ferila d'uscita della l111ea mediana
l
CHU\UR(HCA
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el rorpo era di centimetri 14, ed i tratti della ; •, 8- e 9' coe:ola compresi nel canale, erano comminulamente frallurali. S•Jbito dopo la ferita vi ru profu:sa em0rragta, che duri) poi d~5ert'l& per 12 ore. l ~uoi amici non lo trovarono che 25 ore dopo l'ecca.luto, e vedendolo in gravbsimo 8lato, lo rico,·e.rarano an una casa vicina, e dopo altre :H m·e lo posero :sovra tn cerro, e lo tl'asportarooo per selle miS!Iia,all'(\-:pedale campeslre di Goodwin. Al "-UO 2iuogere aveva una tempt>ratura a::cellare di 3~. che ti gio1·no dopo sali a 39•, e l'altro gionto a w,:,. 111 marzo, 6' frÌOrnO dall'acraduto, dopo l'ammini~lrazione dell'etere Ch t! richie~e 15 minuti, con le some precàuzioni anti!lellicJte,l'aut re recbe il tratto che cli\·ideva la ferila J'cnLrala da qu~lla ll'u~.-itB. poi dis~eco de' lembi ai due lati Jel taglio mediaun, fino a t·a~dungere le parti ~ane delle CO!ltole fr-alturate. rimo~"C i frammenti o<:sei, rtsecò ed a!"l"oLorul<) le estremita di rrallura della , ., s· e !t" costola, e non elJbe che 8 le~are r~· arlerta inlercostale. l.c porzioni di costole risecale et'8nO clelia lunghez1.a di 7 Ct nllmelri. la breccia cosi es~>(J;uila mo<.ll'U\'U alla l'lcoverlo lll()bo tieslro del re p-alo per uno spazio relt&nl-(olare dt i <'enlin"Jetrt per 1;), avente una lun~a lacerazione. ed un'a!"Ca""'O Alto prt>rondità di i centimetri nel bel mezzo dello parte ~{!Q'!la, che inciso dette esito a pu ... eommi!~~lo a bile. Dopo che luUe Le scheg#!ie furono rimosse o l"a<~ces<~o \ uolsl(l, ~~ dié opera alle copiose lavande o detersioni ~un :;oluz"unj> eli <~ublimalo all't•/ ••• si pose un gro<>c:n tubo da drellBggio nella cavità del Ce;!alo, uu altro lungo tutta la fl'rita dal punto d"t>nlrata a quello d'uscita, e "-Ì rtunirono i lembi COn ~utura interrotta. L\,perazione durò 35 mmuti. L'infermo ru poscia collocato in lelt<>, e ovvolto in un lenzuolo, la ferita ru frequentemente a<:pcr!tll con .;oluzione di liUblimato oppiato, furono amministrate dello piccole do<~i di lnot·finn pe r iniezione ipodermica, e ùeHe pi<'cole ùoc:i di <'iunino ed oppio tre volle al ,.iorno nutrendo e rh•torando l"mt o ' . ermo con tor:i d"uo,·o sballuh nel cognac. Due volle al c torno Currmo lavati con siringa i tubi da drenogJ.Zi•) t' l'al-'porecc!:io dt metlicaz.ione. sempre coo soluzione di ~ubluualo, furono
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,
RIVJST~
amministrali de' las!'alivi e degli enemi secontio il lardi si t•icor•<:of' ai ~timolanti, al carbonato d'a latte. ai brodi concentrati, e con rrue~lo lrtttlamPnlO llnché. non fu pa,.~alo il pericolo della pPrilomt.. e cenua. lmrante i prrmi to ~orni la bile fluiva lil>eramente da Jrenag~io, e la temperatura si mantenne su vando a 40.,5 "<olo in un giorno. Qualche piaga di d un punlo n~>crotico nell' estremita ri:;ecata Il ella 9" Curono le l'ole complica:tioni degne di nota: al t• fermo usr'l dblrO"pedale perfettamente guarito. La diapoat delle malattie dell'oreoohio HllS& per Ht snNGTo:-o; HICHAROS. - tTite .\:~iical Record, 188~). • L'aulnr~ premelle che questo titolo sara t~ccolto conlrtulJ:tion<• ne· termini, ma se i medici e lruvcranno C0"'6 utili nella pratica, la colpa sora l?ru e non liell'ar~omeoto. Egli ammette che Jia,trHlSI llt!l mag~10r numero delle malattie aurìoolart-~ ~ì pos~>a rare :senza l'aiuto di ben costrutti ammette pure che in molti casi l'aiuto del medico posst!ggo un apparato i"lrum~ntale, o non ne abbia ce,..l'aria prati<-a, possa pure riuscir uille al paz.iente. Le ~uppura:~:ioni croniche dell'ot·ecchio medio rrequenlemente nell'infanzia, durante il cor!>O d~lla delmorbiUo.della ditl...ria. to"se coov:..~lsiva,tlei tel'ltn i' moli d t gola. e spesso sono instdiose nel loro 1 a v<lll$ ::.'iniziano !>enzo malattia precedente, a volta fu<>e con alcune malattie del cervello e delle ruem lorchè corupar•· l'otorrea, ricorre alla mente la W ilde di 25 anni or sono: • fioche dura rctiJrrea , t>iamo 1IÌI' come, quan,lo t: dove essa finira e dtw•• Una precoci'! diagnosi delle suppuraziom del timpeDO e._trema importanza, come é importante H cono"cere ID le formo non :ouppurative acule e c~;onicbe, ~ la bilìtà Ji tale ùiagnosi ricaJe tutta sulla famiglia de'
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CHUH!RGICA
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pnch•: la cura, e la prevenzione di 'luesla rualaltia è luLla nelle loro mani. DebLono per•ciò atlde:-.lrar<>i a lulh j metodi Jae:n o~hci, e specialmenLe a quelli che ..., po, ... ono u::oare in o~rm cir-co~la nza. e senza strumenti. Le malattie del padiglione non richiedono speciali apparecchi, e quelle del condotto udilr,·o e::-terno, rlell'oreccl io me1io e dell'interno, possono essere dia~tno-.ticat~ con molLa appro8simazione senza apparecchi. La storia della malolllo, a prec;enza o l'assenza di sordi lA, dolo1·e nell' interno o nei dintorni delrorecchio, secrezione, prurito ecc. lltOw:ranno a formu lare nna diagnosi, specialmente "e <ti rarn altenzrone al J!raùo. modo, tempo, alla fN>quenza. concomrlanza, all'ord ne di diver;.r l"inlomi. Una erezione mucosa. puruienlu o "iero:-a mista a muco, in ica malallia dell'oreccbio medio con rollur·u della mem · huwa. La comparsA del sangue in otorrea cronica llldtca ~rranulazioni o polipi. La secrezione fetida ~• nl'ipoina fr·equen-
temenle ùal timpano, mentre l'otot·ren l'liPro-purulenLa esterna hu puru cattivo odore, ma di nature diverga. L'olorrea con continuo prurito del condollo esclude una m•1lallia del limpuno. Pt) indica malattia eczematosa Jcli'oreccbio t~slerno. Il dolore dell'orecchio accre!<ciulo •lillla lt·azton~ sul paili;:ohone. è sndizio più di otite esterna che di olile lìmpanitica; dolore all'orecchio ed al capo, con gonllore, ..en ...ihihtà ero ... ~ore dHru l'ore,.cbio, indicano i'ltlammRzione della ca... ~n, r:on partecipazione dell'antro, e delle cellule moo:toidee. mentre P*'r rezoto aenerale, quando v'é u:onlìot·o e rm;sore al disotto dell'oreccltio, ~ più probabile una malattia e!"tra·timpanica. Sorditn senza ~ecrezione ne dolore, ,. -<intorno di éatarro •ubacuto o cronico dell'orecchio medto: ron prurito nel condotto, indico oslruztone per esfoliazione epiteliale. o per ingro ... amento delle pareti. Se la sorùttà ò ,..ubitanea, 8\'\'C-
nuta dopo un bagno, può drpendere ,Ja &C11ua nel fondo del ~nalt!. da occlu.;ione per cerume; se l'infermo t' <>ttlhtico. ou6 erlvare da mutameuli avvenuti nell'nrecclun inler·no, lun~o l l COI·so . l !le ner"o acustico, dalla .. ua or·rgin"' nel cervelleLlo " ue)[a m·l Il ì1 1 o t1 allungata alla sua <h'-lribuztnM nlla ,·ocl.-a, al veal ulot:dalleampollede' canali semic.rcClla:-i. Sorditit di lunga
IU6fS
JIH1S1A
durata, senza s~Cl'E:ZIOUe, variabile . econJo lu 1 la stagione, è indizio di catarro cronico del timpano, mento se v'e catarro cronico naso-furingeo, eJ l' che pitì frequentemeute conduce alla ordita d•:' ululi~mo, ed a11a durezza d• udHo nelrela odulta. Il racconto di un cCIIpo, di una caduta, . eguita lanea. :.ordtta con ru111ori, ,;jbjlj & 'erllginc, può far ad un turacciolo di cerume spo:;talo nel condotto un corpo e"traneo pt>netretovi, od a rollura traunl8ti• membrana del t:mp.. no. S<> dopo qualche J:IOrno duto ~i manifesttt secrezione modora, fuot·uscita siero-sanguinolento, la rollura della membraM acquistera maggior pr·obabtltld, specialménte ~e si d~re la preesi.. tenza 111 altra malaUia dell'orecchio. Il tin.nilu.<s aurium, la vedi::nne, la losQe l't flessa, il rifte::>~o. le com ul~toni. l'autvfonia o c~gt>rata lOIJI d<>lla iJroprut Yoce, ~ono sintomi ili oc:truzione dotto udihvo est.·rno, nccompagnauo il catarro rned10. Lu ~intomatologia che caraUtlrizza la Mt:'nior~ é la più rara, e meno comprese dt tutte le dell'orecchio, e non ù patoaoomonica di alcuna raztone. Nelle rollure trautuatiche del timpano, --e la tuba cht&Ha é pt:rvia, l'in~unlMione del VaJgalva può licienle a comptere la diagnosi, ma il medico farà tralasciarne l'uso se v'è dolore nell'orecchio. Se ti di h vo t'• molto largò, o benché ristretto non to d€:bole ll'tiZione <lei padi~lione in sopt·a. indietro ed ncs:!h adulti. in b~s ..o, in fuori ed mdtetro n~>' f8111CUJill; ~(··rn per· "eùer•• la membr-ana Jel timpano. Per zione Jel canale hast>-t·~ 'm semplice ltpecclaio a tutt'al ptu uuo specchio ft·onlale Le ~leno~• ed i po. i pt po-... ono ft•equentemente perlt senza alcun islt•umemo, come i corp1 estranei; ,·era posizione ed iropottBnza d'eHm I arle molto delicato delle !"Ond~ e dello :~peculutil, ed molto • !:> ... r tlala. L'su lot•e non ~·retenJe a' ~ r.,. "tabilito regole.
11169 appunti per la dia~no~i delle malattie dell'orecchio, e racromanda che prima di por maM a2'1'istrumenli, si pensi a tutto quello che :,.j può far~ ::-enza •li essi. Benché un'accu· rata diagnosi non ~ia possibil .. "(•nzA un ben fornilo gabinetto di O"servazione, spe"!<O una di&J:nosi appro~s: mativa, ~un indirizzo alla diagno">t piu pre~i<>a è fornito ~ni <>inlomt ">ubielli\'1 e dalla c;toria della malattia.
RIVISTA DI TERA PEUTICA Valore ollnloo degll anUptretlot, per L l. BRoor.:s.- (Phi· ladelphia Medieal Times, :o;•3ttembre 1887).
Dopo che Wood ebbe trovato ti c<•ntro della produzione del calore vtr.ino al Mlco conico in un cane, e che AronMn e SachsJo ebbPrO ripo~lO nella parlP più interna del COrpO striatO, n!leriori '-ludi dimostrarono che la sezione totale del midollo "!einoal ponte, produce va innalzumento ili temperatur·a, mentre cht "'e "' ri"parmutvano nel taglio le colonne anteriori, l'in118lzamento non si verifieflva. :Ya ciò che è importanle, è Il dc•lt•!'rnmare se le patologiche variAzioni di t••mperatura <~ieno la rt"ultanza di un di!"turbo de' polel'i li-.iologici regolatorì del calore inùollo da un' im[lres~ione "Ut centri nervo!"i, o se qualche elemento estl'aneo introdotto nel sangue elevi la temperatura per un ~tccrec:ciulO llh:labolic:mo di tel'ISUtt, potrlté in 'luesti tempi di mìcrobìo10~!18. c::j gr·ida che la febbre P. ti ri115ullato di una battaglia fra 1 P.istemi organici, eù i loro microbici nemici. Mll l'l.. l'clevaztone di temperatura è dovuta a cambiamenti :~olti dalle pre:;enza nei balleri del sangue, o tae la febbre
ba& rto;.ultanza di •Jnalche ~ecr~ztonf> di materiale prodoUo dai tten. o di qualche veleno «pect tlro che agisca direttament~
~~~. "a.ngue, quet rimedi che dt ·truggono l'altivita d~>i balleri, \rt!nbet•o abbasPare la remperaturn. Or gli antisettici ~ono
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RIVISTA
ec;"i nnllpt>rellJc:i7 e In sono perchè antisettici, o per altJ'tl aw>ne ~recifiM? Il lluhlìmak' coJ-ro:;h·o che é fatale alla \'ita rle' nismi n•·lls proporzione ùi i a 20000. che è IO volte tent~ del timolo e rlel benzoato di so.Ja. 20 volte più solo è dell'acido benzoico, 30 volle più dell'acido rlt>ll'eucaliptol ,. itiO volte più dPII'acido r. nico e della come llnti..etti<'o. non ha azione antipiretica. Alcuni attivi anliptrt!tici "ono debolmente antisettici, come la ì benzoati. f~ impoco<:ibile introtlurJ·e nell' organi~mo e mant.ener"i per un tempo sufficiente una quantità :--lanze antic:ettica che ·lì«lrutrEfS l'atlintà dei batteri. e lo "'Ublimalo, nelle proporzioni necessar•e all' entil"epsl r~>bbe "elenoso. D'altra parte, ml'llli <:Ocolengono che i baUeri PD'S~llllll.,. colare nel sen~ue d1 un uomo sano, che possano starvl in condiziom morbose ~enza elevare la temperr.tura, uell'idrofohia eù in certi 1:tati maltlrici. Possiamo d lenPre che l' aoticoepsi non implica l'antipire!Cli, e antipiretici olle seguenti clas~1· 1' quelli r.ltP. l'it1.1rola no la proci uzione del calore; ::• quelli che diminui~rono la produzione del celo~ accrP<:cono la di~persione; a· 'Jur•lh che aumentano ~ollanto la disp,raione. La prima cla~~e include la chinina. la seconda l'a l'antifebbrins, la tsllina. la cairina. riJrocinconioa , i lati ed altri oli <>lmile derhazione.la terza l'aconitO, li il 'veratro e le applicazioni fredde. La ct:ininl\ é for!le il :::olo farmaco che per diretta cifka nione diminui«ca la produzione del calo•·e. e azion~ non t\ dovuta al suo etrelto coul veleno malaru:o, riduce la tempernlura nella pneumonia. nella tifoide, "':ipela, nelle febbri erutti •e, nelle febbri chirurgiche, contengono \'t'leno malarico. Non é do,·uta alle sue enli~ettiche. perclt~ Binz ed allri han dimo!!trato ebe nima quanlitti ù1 chittina necessaria a prevenire lo ,,~· batte-ri f!. una. parte su millè, è evidente una 'Juantilò approssimativa di 18 libbre di sangue
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DI TEIUPEUTII~.\
rebLero almeno !l grammi di ChHHna ÌO permanente cit•cnIAtlone. n ...;j sa c,Je la chinma st elrmir111 tanto ra pidamente da non permellerc• una <:ommmi--trazic>ne • uttlcientr. a dtElru!!gere i balleri. La cluniua diminuisce rauh·ità de' corpu•coli bianchi, ~ce ma alth rlil mt>labolica de' te<:suti, ma non ...j può a~cri,·ere a qu~~t.- azroni La "Ua qualità antipiretica; e"sa ttbbA""er~bbe bi ~mperatura di un individuo ~ano, "enza EIYer effetlo ..en! bile ~u!Ja circolazione e ... una re ... pirazione, e<:•a ho dunque una d1rdtu e specrfica azrone sui centri protlultori del c~tlor~. e que,.l'a:cione commciu due o tre ore dopo l'ammior<~tra:r.tone el rimeùro, raggiunge il .. uo ma.rimum in cinque o set ore, e conlinua decre,.,cendo per 24 ore. QuPi runedi rhe scemano la pro,luzione ed aumentano la ffusione iel Clilor e, come i salwrlttlt, .'antipirina, l'antifebbrma ecc., possc~gono in generale le ~e,quenti propriela: il loro effetto sulla produzione t> meno profondo e )ÌÙ \'Ariabrle che •tuello della chinina, raramente dr::;lru..;~ono la tonden:za all'ìper·piresl'tia, aumentano l~t !li!'lpOrllione, e ((Uando Mn 1!0nu amminì:slrali in dose ecct-~$iva. o non \1 --ia dl·bolezza cardiaca, mostrano effetti mollo moderati ~ul cuor·... e '<ulla rc~pirazione.la loro specificità nella tempcr·atura dt>l corpo t! ~olt&nlo m relazione di quella quantità alta tt produrre Ul\8 profonda 1mpressione sui centri ner'o"l, l s~thcJlati vengono dopo la chinina, hanno mo~!liOl'P. 111Huenza ~ulla produzione che non l'anliptrina, maggiOre ~ulla 11er-1one che neo la chinina, rar&mente dbtrug~uno la len· denz.a della febbre alla ricorrenza. hanno moderato effetto ul cuore, sulla ten~rone arteriosa e !'ulla re. pirazione. Ml3ntre ac do sali~ilico è CortemenLe anlh-ellico, le c:ue cmubinazioni :n eh all'ali non lo sono; nel sangue si cornbinn con la :-<O lA ~ando un salit'ilalo ,Jt soda . l •ahcilali ùe"ouo ì"'"ere am~10 "Irali a larghe do~i, frequentemenlt: ripetute. ed allor•a l'eletto cornincia in un· ora o due, ra~giun,:rH il ma ... ~imo clnpo lre o~ o . L' set, e cessa dopo ~ ore. dr outtrebbrina è d'un effetto triplo deJranlipirina, l'a1.iond lXII )U.e~~,e due sostanze sulla temperatura temporsneu. CO· ncta unpo un' ora o d uP, raggtUnGt:e . ')t ma~stmo . .111 cuufue .
e
107.2
Rlr!STA
ot·~, poi <>i dts~'ipa rapidamente. ::\on prev~ngouo la di una febbre speciflca, non hanno qualilé anlic;eUieJJe ticienli a modificare le wndizioru dd sangue, n~ a!cuua ~ui corpu!<coli ~>an~ui!:mi; il loro effelto sulla <·alCJre è più pronunctalo che quello dei salicilati, hanno benetka influenza <~ul sist~ma nervoso, alleviano ia cooclliano il sonno, calmano il delirio, agisc(ì;:•• :-ul ''S"r>mntore, aumentano la tra<>pirazione cutanea e ]a ztonc orinosa, diminuiscono moderatamente la lenstone IPrin~.
Ur>eru1ione !'limile alla morbillosa è spe;;"ocausatn da rimedt. ma tosto ~cCJmpare. La terza cla~!<e nella quale rientrano l'aconito, il il veralro ~d t! ba~no freddo, non ba specifica azione proJutione de! calore, ma beosi sulla disper:siou•'· Hanno dr~oza a pat•aliuat•t> il cuor" e la respirazione, riùucooo tensione arleriosa. !'edano ti sistema va;;omotore. vono i! sudore, e quindi abbassano la temperatura. Il freddo, glt anl.imoniati, agiscono egualmentP, o ~<OllO ~!iabili quando la disper sione nalurale é dimiouil6 . .Mac Alli~ler ue' >~uoi recenti sludi sulla febbre, dt chlj in e!t!t& é disturbata a principio la terruol.lls:;i, o zione del calorico, poi la termogtmesi o produzionu del lore, in ultimo la lermolisi o dispersione del calore. A ci pio d'una rebbr, quindi, importarico!lt·uir·· la lurbata mo.lbssi e termogenesi, e tentare se e possibile, ab In durata, Pd a •JUt!~to ..copo Liebermei$ler, ~•eme)er, nc,JM, Da Costa, Flmt. Cleveland ed altri jiJ(bcano il come 1l mi!:!liore a~enle. ~•'l pro~-rr~~o della febbre, bisogna scegliere quel che diminui!tcano la produzione del calore :.enza forte depre!<sione, aumentino r eliminazione, calmino ~~ma nervoso, ed a ciò pro,•vedono i salic•lali, r ,. l' Anlifehrina, che calmano 1J Jelirio e conciliAnO Jl mentre in vece il chinino accresce i dislw•bi cerebrali. ~c~li ultimi stadi ùel!a f~>bbre, a ristorare il potere !ili co, bi:"ogna bandire gli antipiretici, adoperare gli
DI TEH \l'JWTlCA
lenti ed i tonici. Il freddo può e;;,..ere usRLo nel pr uno e ::;,•. condo '='ta,Jio, uon nel terzo. La l~rza cJa;.;:e 1ll!gli anlipkctici può 8"~rc Ul!ala :-olo ~.elle condizioni ,leruche mollo al.live, mA t.l' orJiuorio l' autipi•·t:::;i é ~ufficienterm:utc procurat.e dal clnn10o nel primo slad10, dal freJdo uel ~~o•u.lo tlall'antipirina e dai salicilali nel .:.econdo,
e nel prine~vio dt-1 te1-zo. Yalore terapeut1eo eU reoeDtl rlmecll per le lll&lattle p· alto-urlnarie, per Hcmw Ft.NWJCK. - (11&e Lancec. ,..t'l. tembre 18'7. L'aulor... riferì"''& alla riunione dei medici di St-Pet••r's Ho· •P tal 11 rbulh1lo ùelle ::;ue esperienze fisiologiche e cliruchc 8UJ ~P.guenli rim·~.li:
Kula (H1 re alia acumuuaa). - E un atti vo :<Lirnolanle che eonlicn~ il !l p. 100 di calfe1na, ~ t1•acc1e d1 tileobromina. Atlopet•ala 111 forma oli cioccolattf' in ah'Uill r·ttfli di Sllllitltl
Lel"liat·ia grave, r·eM tollerabile il ioduro tll pòla~;:io ffno1 allo dot~e •li quaLtro o cinque grammi nl giorno. Sali,. fli{ler. - È un cnlrmwle dt•llc vie ses.,ualJ, ll\lop•·rabilt• t~•ln profìllo llt'lle itoPt'l'!o~le .. ie o\'&rll'he, nella prn8tullrrea. •pcnnolot'l'f'n, e nt>lla coutiJJ•·uzn fm•znla. Un ~··mnma due al ~ioruo per dose. L!JeOpiJ(lìum elar:alum. - Lo Lmlura è utile ll>'IIP irritali 111 tlellu \'I'"Ch:a, nl'L•• frc•Juenti urmazionr. nel c•~lo"J>asmo aou hpendente do c01·pi :-tranieri. [l,u• tln 1::. o 20 ~occil} al rn Aaca lùzca J>;per meth!J~liCWn). - G10vn rlt·lle UJ'('lrtli, Pielali e t'i"'lìll acure e cr·onache. E runa ozione inreriore el COp&l\e ed nll'•,ho di "Andalo, ma meno di,gu->to-:o e piit tot-
lerabale dallo -<lomaco. Do.. e: uu grarumo al.l'orn del pa!>lo. f 11i.ala ''1a.rdi ·. - Di !!t-an 'ulore neHt! pie liti e c~liche ftnali, 1h Ile cic:titi -.uhacute " cronicllP, n(ln hu effetlo nelle kute. la dN.•.ozione cli!llo sli::ma fresco (barba del !ZI'8119llG) ~ lll~glìut·e; in mnncanza ~i usa la tintura, o J'M•tratto alla l un !:ramrna. Pa.pai(J, PaptfOtin, Papaina. - Di gl'an 'anloggio nelle li8
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RIVISTA
u!c'eri della !Jrl~uu e della gola, specialmente mi;~ta caana. Ln I'IIJll!rfh:ie delle ulceri e delle placclJe \leterge in lJI•cvu tempi). Si U!>a in mescolanza Cll ll glac••rina, da rorrnaro una pa:;b, con la quale ,.i cot~rom ulcet·J. Jltehe (Pn!nana imbricaia). - Ottimo ealmanr..> nelle '<'llnh; in un ca,.Cl hu arre.. tato !"ematuria. S• u"a dA 1 grammo n :?
UleZltttz (f"lez europ"us). - Un ecceaumr..: adoperar coa prudenza nei re"tringirnen r. S. (. 2 milligrammi. 'itroplmnt!ls Kom bé). - ~·:11, operazìonr ,111 tratto "<'l'O uretrnle può c•"er utile ad impedire i br·iv1di ~la uretrale. Si ouunrnistranu l'ei ad olto goccie di trutura il CRlòlt'rl"lllO. f J/eum {l!JnO~nrrUa•. È nn buon linimento nPI hlo•u(lrra~ica P ll(li dolori osleocopi. 1/t!dra'fltùt rannrlcnst.~. - È un buon restringente da perat•si AliA do"'e di 10 gocce di tintura in una siringa di ~licel'inn. Dnmiana (Turnem apltrodisiaca). - Da lllÌilllltU runzinne ~(!!'SU&Je indipendPnte Ùa
Stadi aperlmentall e ollntol a alla talllna. - Eu RLIC8 • Deut.'Jclt. me</. ll-'oelttns., 1887. N. 48 e Centralb.fÌ/.7' me-l. Wiuenscll ., t<l87, N. 3iJ. Pt>r st8bilire le alterazioni dell'oreani~mo che "ODO doltP. dal lungo U!'O di t.orandi dosi di tallina. parve ali neccsc;ario innanzi lutto di esaminare in quali parti ~aniswo In lallina "'i dPpoc::ita. Per la ~>oa ricerca nei l'autore I!J c:ervi della cezuente reazione. La tallina é agenti oc:~ idanli, ad ec:ernpi(l ti cloruro di ferro, in una so<~lon:r..s colorante \erde che col sublimato in forme. di fiocchi dello ~>le~~o colore. Ponendo delle piane di parli or~ani<.'he in \lna ~oluzione tiepida cl or uru oli mercurio (200 ~ram mi di sublimato c 100 di Sale 11mrnouiaco in un litro) ed a ggiungendovi del
DI TER ... PEUTICA
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di ferro ,;i rivela la presenza della tallina pel comparire dJ una c~lorazion verde. In •tuesta maniera si riu ~ci a dimos\rarA la pre~enza della tallinn solo in picccola quanlilà nel
ll!lema ner\'O"'O CPn!rale, o::pecialmenle nella ~o. t.anza ;zrtara, mvece fu incontrata particolarmente abboudaute nel gra;:<:o. eo~ ~· "PÌeJ:!a perchè la tallina tanto faCilmente Octç.idabtle ptJÒ mantener!<i inallerata sull'o~ani<:mo fino a 2-' ore. Le alteraziom anatomo-patologiche che furono osser\'aW n"l c:ooi:.di dopo le grandi dosi di tallino sono: t• formaZIODt adipose particolarmente nP} cuore e nei canaletti oriniferl si retti che contorti; ~ proce.o::!'ti necrolici nelle 2landole aabvari e particolarmente nella glandola <:Ollo mascellars e eoUolinguale, meno fortemente nella parolule e nel pancrea><; 3" Infarti emorr'Bf.!ÌCi dei reni. L' Ehrlich attribuisce r e~itc. letale alle degenerazioru alitpo~e che egli cr·ede ronl'leguenza della l;Otlrt~zJOne di ossigeno e raccomanda come antidoto l'oho di trementina ozonalo. Nella seconde parte del suo Jln·oro l'autore t•ende con\tl delle sue espe!'ieuze con la tallma oel liro. Per poter ~iutcare dei ''aulaflgi e dei danni rlel trattamento con la tallina "spetto a quelln con l'acqua, ru :;tmpre altemetivamente lratt.atu un ca~o con la lallina e un altro con l'acqua fredda: rna ut>l trallamento con la tallina si s~r''' di un tnetorlo di"erao da quello usato fino allora, al quale .Js nom~ di • talltnn.zaztOne • proflressiva. SCt>po di que"tf• è troYar·,:; la uanlilà di tallina. la cui cont.nua ~otnm10h•trazione ra ce"· Ilare completamente la febbre. Dopo es!:ere '-lnla trovata la dose che indui"ce su.Ja !ebbra, questa e aurn.:mtata porno per Z1orno fioch•' è raggiunto l'effetto du-.ider·ato. L3 •10"8 che toglie assolutamente la rebbre varia c:.~>rondo la indiviaahta, del malato, ed il sesso e ""condo la gravt>ua dAlla hlfezione. Al ma..,simo rurono o::omministrall ogni ora o,;s dr ~rtrato di tallina. che corrisponde alle do:-e giornaliera fii gl'llmmi. Dei resullati con questo metodo ottenuti l' Ehrlich parla :Ilo favorr>volmente. La lallinizzazione p1·o~rellsiva nel ttfo tenl'ebbe- fare ront>orrenza al trattamento sdrot.erap1co. Si cio COme vantaggi particolari della tallina la influenza fa-
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JtiVISH
vorevoliss1ma sul sensorto e la quasi completa delle complicaziOni da parte del canale intestinale. ra~tia intestinale, la périlonjte uon SJ sono quasi mai o~~ser~llll In niw1 caso polé essere osservata una azione sul cuore e i reni, f:.t anzi la esistente albumlnul'la , e fatta cestiare. Al contrario la 1·iduuoue del tumore d1 fu piuttosto ritardata che favorita, e poco egualmente d coo lo sfebbrarnenlo, la consunzione rie1 materia li noifli ciel corpo. Dalla c1rcostanza che nel trattam~nlo con J'acqu.a. il gior numel'l) dei casi di morte accade nell' acme ùella lallia. laùd()ve con la lallina in un periodo p1ù tarJo, è portato a concludere elle la eff'lcaria della • lallinò st fa particolat·mente sentire nel pario,Jo più alto del eh~ e..c::sa combatte i pericoli propri eli quesk; periodo in p!U efficace di quello clte era finorA possibile.
Le. feue.cettne. , nuovo antlptrettoo ed antlnevralgloo. Doli. RuMPl-'. -
(8erl. klin. Wocliert8èhr., ~. 2:J. 1&38)
P el' opera eli Hmsberg e Kast. or fa un anno e
(Cen.tralbl.f d. merl. Wissen.sclt., 18~1, N. U), venne questo nuovo rim&iio.un amidofenolo, alla cu1 servi di modello 1'acetanilide di Calto ed Hepp oc an È tn p .!vere, bianchiccia e b1•tllaute, inodora od quasi insolubil& nella mag,...rior parLe dei liquidi let··uveu•~ solubil~ solt.anlo a cal Jo in alcool, glicerllla etl olio: a i:l5". Allt• prima cou1unicazione dei suoi scopt•itori, r ono quelle di Hoppe, Kobler, Lepme. Dujnrrlw-Bea H eusnt-t·, ed ullimamenl~ di Rumpl'. Kob)er sperimentò la reuaceLma in 50 casi di '""UI''"'"'... di varia natura, nella clinica di Bamberger in Vieuna, e l'azione di essa venne a1 seguenti favort;voli I"JSUILab. ( med. H'oc/lenschr., 1887, N. 9). Alla dose di gr. O,:Y~-tJ,70 l'uomo sano nesl;una variazione si verifica nello stato ma p•.:t•l'oppo!llo, ne1 pt·oces::.i febbrili dosi minori di gl'. non 'engono mai meno all'azione antipirelica : a~li adulti ramenle e prereribJib cb e sia propinata in òose unica di gr.
DI l le:IIAl'l:l'TlCA
iOiì
0,70. pmtlo... lo che in p1u ptccole ripllute. Nt!l W ca 1 solto· posti altral!ltmento, non furono mai osservati sinton1i dispia· ca'oli,com•• a dire nau:;PO, Yomito o cinno«i VICeversa, le temper,tur·• febbrili "'Ì abba«sar·onn o1fni vC~Ita di 1,5-2.5". C. La dt~cesa termica si ottenne in generale poco alla ,·oll8. ra:r!!i·Jn,.., •ndo ìl massnuo dopo ~-7 ore, per J'ls&lire per1\, Ql't;.:ai leotamt>nte, dopo altre s.J O ore. Di rc~ola, la ce~ az io n.- della f»bbre non ò a~'rompa~nata da sudore: il pol;.:o pee6 migliora e "l a' ,·era ~>ensibile euforia. HOPJ•e (Ut·b••r ti. Wirk. d. Phenae. lr~a!lgural Dlsstrt. Berho lo:;R ). per,·enne a rt«ultali tùenlici. t:d Heu ... nPr . labili il confronto che l g rammo di fenacetina agtsce ~ulla t~mpe r··• .ra rebbrile, enalo~rr t~ n te 8 Cft ~raromo di 8nl fe} r n a ed 8 2 ~··srnmi di anlipirina,ladùovl< la chinina in tlose tlt ttr. 1,5 ·. ' ,..::,•,ctta, m molo !'illOificante l'IUIJa lt-rmogene~J, tuell'a· ztonf! che bene sniegano gli anzidelti r imedi. Per la ~rade 'ole calma e leg~iera l'Onnol.,uza chP provoca nella mag,ruoranza de~l'tnfeJ•mi, la fenacetina &t la~cia ùietro 8'-~ai vau· l•ll:ti· -.amenta ~li altri C(>IJI'Orrentr. Un alLro merito con;;:i~t~>rebbe nell'a~li'enza d'ognt (lzion>' "•'condsrJa, Ul'IRO\lola come antipit·etìco nei fanciulli. Agli ~ CR'li di Hoppe. nt'i quali lo do~i di gr. n,2Q..t),40 agirono energtcamt-nle nei :·agazzi, ~enza mdurre sintomi sp1acevoli. il doll. SlnyLPr agl<ÌUJ1sP te!'lé le pro· prie O<~!lervazioni, per lA ']Il& !t la dose tii mezzo gramruo data fi hambini, non ::olo corrispose al 1ie~tùeralo elfello, ma fu eflìca.·e a procurar loro una note\'ole quiete. Le ricerche di Rumpf <·addero t>~!\Snzialmenle !"\1 malattie febbrth acute, nè mai ebbero 1t segnai&Nl renomeni .. piace· voti. co01e br·ividt, vomilf\. P!lantemi ecc.. ~ tanto menu effetti nocivi sull'athvità carJiar.o. l n un caso Ji erisipela del braccio, un ~rammo di fenacetina al giorno ''81"" Rrl abbas· ~r·e ~"ftìrncemen~e la t>le,·ata l... rmo~ene!ll orf:'arues, perfino BI dt f1llo dtllla norma!<', sPnza perkolo di sorta. anzi con 1 ""Ruenza 11 rapidu zu~tri;... me. ~a la 'lola proprietà antipiretica vanta la fenacetir.a, . · · •nonancf.f' . un· Prcellenlb 'irtù antinevraJ({ira, cotne dt•nostl'lln" i t~ ca'-i pubblica li da Hoppe. per lo più '10lenti dolr,r dt' capo, ti ~re enucr·ant · · ecc , net· qua t·1 81!1· <~Jcuramen · te
...
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RIVISTA
anche a dose più e!evata. Heusner spe1·imentò sopra sè il rimedio (l ~rammo) con successo contro l' insonnio cesso di lavoro e l' eccnabilita nervosa, e gli pr o betr avven1re uelle atrazroru nevralgiche di nalura neuratil.enica, e siuu!t. Rumpf, nella sua comunicazione, porge un contributo teressanl.e alla medicazione antinevralgica con la fe11 I suoi casi sono di emicranie, dicMala.1gie postume !id alcoolici, gra\'ali"e per neu1•asterùa, di nevralgie del mino, dello scia tieo, ovariclle. intercoslali, crurali, Jo11wn.-• crali, e di angina pectoris: In tulle 2 L ossèrvaz1oni. menle quallro volte il rimedio resl6 inefficace, in due algie, procedenti 1' una sicuramente da causa l'altra da commozione del midollo spmale, m una ~n·ave gina pecloris (in una s~conJa invece operò bene) ed in nevralgia inl.e1·coslale. In conf••onto dei briUanti rrsultali lì.'nuti eell'emicrania e cefalalgia, l'azione della fenacetina allre specie di nevralgia sembra elle sia assai CÌ"" 11''""1~'~ ....., Rumpr r estò sorpreso di riconoscerne l'eftlc&cJa anche ca:li dì nevralgia da labe dorsale, e, subordinatamente, 1n iu(ermo di mielite lrasversa, tor•mentato da dolori il nonché due vollE: su 3 ne>'l'ili. E ben a ragione c·ern da rav1gliarsene, comecbé il sintoma dolore, nei rireriti s uccesso, sia legato ad alterazioni i sto-a natomiche, per quali molti alLri autori in c&l'i analoghi non riUscirono con l' a.nlifebrina ad ottenet•e un successo. In alcuni insonnia a seguito di dolori, la fenacetina facendo que~ti. si palesò sonnifero indiretto. Ma é o'•vio soltanto accenn a re cbe non è un narrntico: appartiene alla stessa serie dell'antipirina e dell'enti sulle quali sembra al Rumpf che abbia t·iluvanli van perché non seguono al suo uso quei dispiacevoli sinlQmi condar•, soliti a "Verificarsi per le allre due so::; Lanze, ad cezìone forse di una diaforesi più copiol'a nelle a"lfezJoni brili, ' e per.·bè ha corrisposto bene in molti ca::i. nei gli anzide1tr rimedi, nonché la cninina, erano rimàstl ficaci. ReJalivamente al meccanismo d'azione della fenacetina,
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~~ può dnre ancoru una rispnc::Ln ~ìcura. J1 prepsrato non è
onl•zimotku, nel ~en!'o, doé. che penetrato nell' ol'gani..;mo ne tli.,.trug!!e t C!'ernli morbis.reni: e:::perimenti e"egmti ,ull'orioa hanno rlimo.,.\ralo che, con O l!\!OZ8 la fenacetina, Ja fermenl.l!zion~ ammoniaca!•' 8\'\'lene lo ... tes::;o: <iippiu Rumpf e_::ium:e Ch" non esercita alcuna azione ~terilizT.anlt' ;:ullo "'1luppo delle colture llatlPrirhP-.
~emmeuo c:i {: anrnrn 111 gra.Jo •li accerlare .::otto quale cornbmAzione de:<'-'A «i eli mi nn per il flltro renate. L'ipotesi
eh • la uunvA «o... lanzo antipiretica "PÌ<>!lbi un'azione diretta -.ul c:i.,lcma ne1·vo ...o c•.!nlrale, n v ve r .. sul ~o"'ale e ... uo inne~vazione, ,.. accorda colli! oc:<:Prvaz.ioni cliniche della f"Ua 'rtù autin~>,·ralgica nPtle nevrn«1 vn,.omotori+>,e per lo meno "l hhcia intuire tlul rallo d'una .t,arore."l c-ospicua nei febhricll!l n ti. P+'r t•nccoghr~re o conclusioni il Jln q11i esrosln, dirò rhe: 1' La renaceUna é tlll "1curo rimed1o eu li! iro>tien. sce,·ro d'ogni Jiqpiaeevole inc-onveuJPOlt1 ""'cmulario o pericolo, alltt uo"e 1i .!r.11,:.o negli nJiulli, di m •no nei rancìulli (gr. 0,20.0,25). 2' Alla do!'\e di un ~t·ammo t: eia raccomandarsi come nntineHalgico: (() in tutti i ca"' eh IIPvrosi '\QSomotorie: b) ne 1 dolot·i foluoranli dell'ala!>l'lia loco•noll'ice e nelle nevral~ie da r. e, •·i t~ rroniCA: e) come lenili,·o nelle pi11 «variate nevralgie. 3' A motivo delln "'ua in~olubihlà nei comuni veicoli liqui li, il miglior modo di propinarla è in O!"tia, o v'ero, prl\·a m'è d'o::ni o.lot'C c "apore, la si può più :;emplicemente
mettet-e ulla lingua, <' rleglul•rla rneccanicamenle. ~el felicitare l'en\Ntla eli •tue:>lo nuovo rim~>ùio nel no!'<Lro 8 ·enale Lerapeulico, !<timo utile u.ddtlarne la corgenle pura 1 fabbricazione nella Ca!la F('ùerico Bayer •• C . di Elberfeld, 1 r.ui souo ùepo,.itari per l'll8lia 1 :-ignori LeJ elil e Dollfus •n :\filano.
G. P.
Rl\1!<TA
Ollo di menta plperlta come antiaeUtoo, e come nella Uat e nella dltterlte. - Per LEO:\ARo ... ~""''IJ'U" The l.anc~t. marzo 1"~'. Koch nelle <:ue ra~··rche ,..uJ bacillo del carbonchi che un~t parte in 301)0 d'olio rli menta piperita A"r"'"'••-' li' lluppo delle <:porc. ed il vapore di questa solu1.ion~ deva rapidamente <>pnre e bacilli. Que.. ta O~!'Or\ az10ne è raiuta sopr'8 terreno non ed è tnl8117.ÌOne tleJrautore di richiamare fatleO:IJOIIC de' lici "U que«lo rarmaco che nuò el"~ere un anli~euico rate. f'ld un r imedio "Pedale contro la lisi ~ la diOrna E;:h ha fnllo degli ~>sperimenti che si av,'icinAno il che ~ poc:..ihil•• alle r·ondiziom che si avver•Ann n .. lle a l"otto g li apparecchi. le quali sono mollo divt>rs" da che ofTronn ~~~ nr.iinari tubi di cullura, e li ha èondnUt mndo APgnPnle · Ha t•iempito delle piccole capsule con infusioni ,li fr~>~cA, albume d'uovo in arqua, infuso di cavoli, ed ha ']llel'llf' rap~ulc Rll'al'ia, rinnovando l'acqua a mic;nr·a I'V8 pC! l'li\' A.
Di fJUt!"~Le CApsule alcune ne ha co,·erle di w lo l/n ,, .,..._ velo impr·egnalo d'olio d'oliva. tJllre di unlr• d'olio d'olivA <'.()nlenente una proporzione d'oho d1 <'he varia'" da t p. 1000 nd 1 p. 100,000. Altre ~rrntli cap~ule le ha covert~ di velo ba.!nttlo o blrrualo cnrro"i"o a tliver"a conc~ntraxione. altre di ve gnalo m Mluzinn•· alcoolics di iodoformio, di iodolo, fen ico, ha co' crlfl a!lrP capsuiF> con due slrall dr 'llblirnato,con quAUr·o ,h-ali di garza carbolJca. con str'Rli di garza alrolro fenicato. In allr+> e!lp. ule contenenti le stesse infu::-illnt pu ha 8~gÌUU(O del "'llbJimalO COrrO>'iTO in di\'erse n"nnl'li'ZIIU dell'acide• renico. del io,Joformio. e delfoho di rnt>n a uell'alronl. Un'Altra <~erte òi cap~ule con suhlimato corro<~Jvo f<>n;co, ioùoforrnio t'~ olio di menta, le ha riemprl• 1:1tnnza putt'l'fatta presa dall'intestino di una pec.ot•a. IIClJUA, Altre di
DI TER.\I'EUTIC.\
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Da ullirno ha avvolto de' pezzi di carne in garza al ublimalO, alracido fenico, all'olio rH menta, e 11 Jm e:>posti al· l'ar·a libera; altr1 pezz1 di carne a n-o l ti in ,jmili garze li ba po«ti "OHa un mucchio di soqtilnze in putrefazione. L..a temperatura della stanza variava da s· a 20•, i matenali d e•perimenti erano conservati umt<h mercò In frequenl~> a•pel·z>iooe d'acqua di pozzo, lè infusioni non rlmmo proviami'nll!. '-'lerilizzate. talchi! le condizioni di una pia~a operla erano appro,.simalivamente im1tale. Le conclu"10ni di tali esper1rnenti la~ciano ,, .. u·:u•lmo del· rautore la convinzione di una !!ran ~uperioritil dell'olio di mE-nta !'!Ugli altri anlisettici, quantunqu" i risultuli non '-'leno stati Nnlrollati con opportune cullu r~ per mancanza di tempo. La decornpo,-izione era ritar .lota dal llj' al :?t• giorno nelle !<O"luuze coverle da olio di menta, mentre ~i A\'verava nl G' zìor·no nelle :--o~lanze scow>rt.• P St•nzn anli ..ellici, al i. in quelle cuverte rli ~empi ice velo un lo ,t'olio. Du•3 ecemplar·1 co· verti di soluzione d'olio di menta all'i p. 1000 :-;i conser,·arnuo per lE'mpo lunghissimo, una infuc:ione coverla eli velo con nho di rnt!nla all' 1 per 10,000 -.j cons<'rvò 26 r;tiorni, IJUt•llo in cni la PI'OI orzioue dell'olio di menta t>ra di l a IOIJ,OO\) cominciò a d~tr rallivo odore al tG• ~iorno. L'oclo1'6 dPII'olio .li menta ~i dt"'Ì~ava gem•ralmenlt:o in tre c:ptlimane. D1 que«I.P. preparaztoni mescolate ai ''ar·i nuti~ltici, qut-lla r11e conteneva il 2 p. 100 di iodoformio -.i decomro~f' .;eler..mente. quella cbe conlene\'a scido ft>nioo l p. 60 ,i decomp "e dnpo 24 giorni, le ~olu1ioni di sublimalo th t p. 1000, 1 p. i>,OOH, l p. 10,000, e le solu;doni di menta pipcr11a di l P 1000, l p. 2000, t p. 3000 con...E'rvarono inalterate le prcparaztoni per tre ~etlimanc,la mi<>cela con ~oluzione di rnenta 8 l' J p. 50(10 dettP cattivo oJorù nella 4• '''lliruflna . D~>Jie prepat'87.ion: cnn la El'arza l'autore lro'ò cbe quella 1 mi•regnata d'olio di menta, contt>neva della carne e Jel gt a<~;;;o onco1·o ft•ec:chi dnpo <>ci mesi, t' dopo che la carne era lllsta PIU "Oltt> e<~poc:ta 8ll'aria: la gar1a carbolica falli nella 3' ~etti· rnarm, quella al sublimato nella !<econdn. L'autnrp ha impieS!'a~o l'olio dì menta comP. nnlic:t>ttir•o in uua rPcoezione eli ginocchio tubercolo!"o, con <:icfltt·ice di prima
RIViSTA
miP.nzione; nell'esportazione d'una grossa cisti del una goccia di PU", con cicatrice al 4• gir rn '; nel di uu'ernia ootrangolala, guar ita ~enza suppurazlone, c:quarciam.:nto di moltt "t'Dt fu:tolosi in un br accio nel furono applir.all "e' pollici d1 tubi da oJ-ena;!~io, 1 11c r. o n<~eguic;~c elevazione di temperatura, e con rig1one; nell'al"portaziune eli ur. erosso sarcoma della anter1orc dcii& co"cia, con legatura delJ'arleria ft>nr~or._.. un vcccl.io h "0 anni, con ottimo ri~ultato. L'oho di rnenta pipPrita si può usare a qv~I!"Ja<>i traz•one e 'lllRnt•lfl, 'enza alcun inconveniente per l quantunque diflu«tbile, non si evapora rapidamente J'esautilltelllO, o rneul!·~ Ja earza al subiimatfl non la!Cia ,.are nulla nella t'eri la, la ;:rarza All'olio di menta emana parte d••lla ~ua e"senza sulle piaghe. e rattien.• l'odt)J'8 l'nliu p•r ::~ei mesi, ~enza mascherare un caLtivo odore po~;~u :«volgerF.i rhllla pult'f'fazione, come fa il io,lo L'autore uuLr•e fiducia che questo rimedio, oltre che in rurgio, poM~a t1·ovare un vasto campo in medicina, e la "-tom1 eh <>ei tubercolo~i trattati con le iuaJazioni d
UIPnla,
Untt rA~ùua di W anni, con gracile coruple,:-rone,
liC>ici, •Jue fratt>lli morti, oltusitit, dìminuit(l mormorio colare o rantoli all'apice dt>l polmone sinistro, SJ uto
mularc con ~rand•• quantità dr baccdli. tenne per se1 ruane la ma~chera di Mackeuz1e con del co tone in cui •Jil&Uro ore "' '··~n,"ttno d ieci qQccie di olio d i meula. In a li "Citimnne tutti • ~mtomt fisìci erano scomparsi, un le~:::rero ~offio e:-prrator·io un p. · aspr-o: non .-j piu bacrlli nello "'PUIO, e "~'' me."i doro l'inferma staYa
ni,~ iruo.
Una "'''!'nora di :!9 anui in preda a lisi galoppante parto, con ~puto nurumulare, purulento. abbondante, di Lal'illi e micrococdu, con febbre da 3g. a .w-, "!!dori fu:-i, diarrea, emaciazione, dispnea e polso celere, mantenrna in vil9 per altre sei !:'eltimane con rin11 olin eli llH?rllll 1 e migliorò alquanto. Poi ritìutn le 1-1rl in altl'i tl1eci giorni morl.
DJ TEHAPEl1 TlCA
IO~:J
Una signora di 32 am1i, ammalala òa ùue anni. mostrava bacilli nello sputo, tosse,emaciazione, rantoli Cl'epi!auli. Dopo l'inalazione di 12se.llimane mi~liorò la tosse,l'e.~pellorazione, dtminuirono i baciUi; sospesa l'inalazione per una f!.eltimana pPS?s:ior/1 dìnuo,·o. Un sergente di 52 anni, ammalato da no,·e rne::-i con lutti di sclerosi polmonele do?ll'apiee ~inh:tt o, ebbe un p>' d'emollisi dopo i pr·imi giorni tl'inalaziont>, e la $OSpe""· ~ ancora in cura. Un uomo di 3::> anni, ammalalo t1e 3 anni di li!:!i l'ronica c.ìn f'"'acerbaz1oni subaculP., ìu soltopoo::to Alle ina lazioni, e lo sputo •timinuì; continuò aù usar li'-\ inalazioni ad intervalli per di•ersi mesi. e la malattia rimaee slaz.ional'ia. Una ragazza di 17 anni si riflul<'o alle iualazioni p•.tt·chè la ~;ofiocavnno, ma in apparenza la •li~pnea 11011 cre!;CC\f.l e;olto il rimf'dio. L'aut.Qre non osa trarre conclusioni da •Jnee;ti casi, ma ~La bilisce che l'olio di menla può es:::ere inalato pu ro per un lerupu illimitato, senza produrre alcuno caltivo effetlo; ché è dt un effetto benefico ed immediato Lanlo ne~li ultimi ,tadl della lisi che uello stadio a~ulo di tubercolosi galoppantu; che la lisi incipiente si può arrestar!$, ed anche ~uarir\: rodicalmenle in alcune favorevoli cit'COPlaiiZt. Ne la dillel'ia, il mil!lior rimedio è certo nu batle!·icHin che ro"!'.a esser inalalo ed anche inghiottito ~enza akun p.-ricolo. L'aulo1·e in un'epidemia che taceva molle vìltìme. ne ha lrall&to due casi in adulti, con la sola applicazione dell'olio di nu•nta. Entrambi a·vevano m olle ulcE'ri nellP. rauci, nelle lon!!Ì l~ e nella faringe, ricoverle di p::<eudumerubJ•ant.> cinet·o~:uoJe che progredivano a vista d'occhio nel prtmo !!tOrno dt O!;ser\'87.ione aspellanl~. Copiose. unzioni d' olio a!'lsolulo d ment.H furono faLle due volle al FfÌOrno, ed al 'JUarto giorno In un caM, aJ terzo ìn un altro, ognt LJ•uccia di pseudomemb,~ne era sYanita, e le ulceri erano quasi irllet·amenle ciCli• lrtzzate. In entrambi cessò la febbre al secondo ~iomo, in nt>:-;:o:~uno dei tlue si mostrò albumina nelle orine. L'olio ùi menla è ::òtalo usato come carminativo da tempo Immemorabile, e forse questa sua virlu é ùovutn al potere 1 ~inLomi
IOR1
II!V!STA
nntlf,.rm!!nlativo, ed all'azione venefica che ~piega ~ mali di piccola rnole, come le ~anguisugbe, J.!'li ed alcuni ìnc;ellì. Jppocrate lo raccomandava nelle Cel<~o lo con•q~Jiava contro la Yermìnazione ed il coJ"'ra. <~cri-.e chi) unK goccia po!'ta sotto una campanina d r covrs una cultura di bacilli del cofèra, in i8 ore uccide
cilli e ..pore.
Po..tbWt& ed utWtà del lavaggio della pelri dec-U uretert, per la ria della v ..otoa, per HARRI"n:-~. - (Tite Lancet, marzo 1888).
Dopo avere iiJu Irato in altra circostanza un suzinne per· l'e~lrazinne di corpi estranet dalla ,.e ..cica. tenne nra l'autore !lpeciflcare il modo di di;ote:Jsrone urt>leri t> lf,..Jia pelvi renale, operato da granùf' illJuido mit>tlslo 1n ve<~cica. Ad or~nru normali, l'imboccatura degli url'teri nella $cics é l'alla in modo da impediz'e ogni rlgurgito; ~ vecchi strin~imenll nretrali. e negli ingrossamenti della filala, que!'!lo dillposiziouP si distrugge gradalam<.>nte, .stlì Ul'eteri t' le pelvi renali divengono quasr ve!<crche ditu·ie, e J,. ''alvole l'i alt.•rano talmente, pel continuo !'&ggro rlei dPll'ili della ~uppurazione e de' <'alcoli, che tore c rie<~ctln p1ù "O!le di far passar de'liquidi dalla
a~li urt>lt>n
Con llt flt"'Len~inne forzala della •e~cic~ per mezzo ({IIÌdO iniettato, J'OUlOI't' Olten:lt> UDa
YOi(a
fa
diocl'e~
calcolo fermatoc:i ucll'uretere, e !a cessazione d'una ln una donna " Offerente di ematurul e colica renale cakolo che ccn molta proLabilità era iodovato nel ni~lro, l'autore couc:is;-Jio la nefrot~mia, che n •Il fu dnll' infer rna . Il ~tomo dopo il dolore 8\'('va , ambiato e tutto rare H~ credPre che il l'al colo della peh 1 fo!'se ncll'ur elo•re. Allont l'autore lavò la vescica, la r iempi trepida, e fl•re uno compreJ<sione del liquido con l'" che <~i !'Uni uc:ure nella Jitotril"ia. L'inferma sen t1 co !'la cl H• ~i llHIOH• ' '8 lun~o la regi nn e de' lombi. e dopo
IlJ TERAPI!:UTlCA
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!llampolazioni, la boltiglia dell'aspiratore conteneva un mezzo cucchiaio di fl'ammenli di fosfatt ed urAli in picculi J.ll!l<Gi. Que,li rramllleuli furono ricouosciuli pP.r pon10ni di calcclu dal riolt. Ba1•rou, e certamente non provenivano olalla ve,.cica ehe era ~>lata lavata. Il processo fu ripetukl dopo 15 giorn1 1 pre\·ia lavatura e vuotamenlo della vescica. ~l oltl casi clinic1 provano la possib1litu h Jsstendor c gh uret.eri con una corrente d"acqua: e se si rillt:lle che molts ca coli ù'urati ss formano ne' rem, e s' ingr0"88IIO nella ,.~' ~~1("8, chiara appare l'utilikl della loro espul~ione nel primo ptrl•;do Ji ror·ma.zione. Oltre a cio, questa pratica può esser utile ad espellere i ~ro.f()l!Ì infiammatori del rene, ed a dirig.. re ver;;IJ il rene d~lte l'Ostanze medicamentose in caso di ematuria, acc1dente tbe finora è :;lato considerato come superiore ad ognt mi3ZZO ·J,lruNtico.
Alolll1i appunti aul trattamento dell'albuminuria oronloa nella malattia dJ Bright, per Ca . S. Vooo. - ('l'h e -"hrlù:al Reco.,.d, marzo ii\88). Fra le molte!JliCi ragjoni di simile malallia, è oecl:lssario n dnnenlicare le degenerazioni che occorrono nei d h el':;i 'rr.:-a111 e le:ssuli del corpo per tendenza er~>ditar·ia, c per in· nuel12e climaltche e telluricbe, come la malaria, cheJa BlackLsll, Chenoviaru, Nevel, Lenz, Rosenstein, Bat·lel~. Hertz, Alkinson. Soldaton, Dickinson, M ac Lean, WouJwar·.l e rnvlti nltri t•jtengonsi come causa prossima Jell"albuminuria. • . È eono::-ciulo che dorante il brivido dello febbre rualarica, 1 rem, come Lulli gli organi jnlerni enlrauo in conge:~tione, che IB frequente ripetizione dei br1vitli pu(, indut·re nei reni un cangiamento di struttura, e eh... t mutamenti mter·~l!:t.iali ~ 1 qu~tJ organi possono acquistar cat•altel'l'' permanente. Al· ora ~i puro verificare una diulurna albuminuria che passa lllf\s,~et·vat.a, fino a quando r wema dei mfllleoli e l'ail'onno 11011 richiamano l'allenzjone del medico. rJa ci!', si deJuce come la profilassi debba in p•·ituo luogo 11 a %tanare i brividi per mezzo del chinino, poi cu!'are l'in1
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RIHSTA
fezione [ll8lar i ca cnu l'111lnntanamento dP! fornil e r con l'ar!<eni('o e con i preparati ferru2ioosi. l n que:>lo primo periOdi> l'a~senza degli elementi nel depo"'tto .lell'ntina in lucE' ad una proznr)si e questo pertndo può pt•otrarsi per anni, '"enz.a che ialini «i scoprano all'uualisi. P.-t"r'- e Parker hAnno da molto tempo precon,zzato del biclor·uro di rn~>t·curio nella malattia dt Bri~hl,tmo le che hanno a Jnper8le :--ono !"tale cos1 fort1 da produrre di!'turbi generali, e da fa r cadere in dimeotican7.a il L'autore "Ì loda dcll"uM della nitro-sdJcerma non ~ente Lerapeutico, ma come modificatore di alcuni ,.piacevoli, come la cefalea p....r uremia, l'insonma, le tazioni cardiache, ecc. Un milligrammo o~ni dut> ore duce un <:enso di bene«,.ere, aumenta la Pl"1:•duzinne r ina e dell'ur·ea. AI!J•o l"imedio eccellente per lo "'"''r"'"'""'' orinaria e per "'O"hm.-re le azioni cardiache nell nuria cr·onica ~ la dlgilale.
Quando gli edemi aumentano, il calomelano con l clorur·o d'oro con lEI -;oda, aumentano le secrezioni nali, e rendouo la vita più tollerabile. Con un sist>'rna ù1 cura cosi tracciato, protratto a si può ~'per·ar la cruArrgione nei primi stadi della se ne pos:-ono an·eslare i pro~ressr, e protrarre la 'itla un t"erto numero dr anni, come l'aut.,re ha potuto con nella sua Junfta prntica. Sui mecUoamentt antttermlol oon.tderatl oome del 1f1tema nervo1o - Comunicaziom del prof. BFAu~1ETS aii'Acccademìa di medicina di Pars!li. del30 ago!Cito 18:3':.- (Ballelin de t Accademie cle :\. 35, 81111 (1 1"''7). L"interes"anU~~ rm& ~;omunicazione chE' il prof. G. Sé8
fatto nell'ultima '-'eduta •leli'Accad~.>rnia sull'azione d piriua contro l't'micrania e 1~ cefalee, ha !<u;z-~erito al alcune o:-~ervazioni ~u cui ~>~li richiama l'attenzione
<'&d•)ntia.
DI l F.lUPFl ll C \
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Le pro{li'Jeln anal~esiche dell'tmlipil'ina cbe l'illustre Sét:> ba me,>~o 111 piena luce, uon ~ono unicamente propr:e d. qu ~to me licamtlllO, ma ~i può dir·fl che sppar·ten;:onn a Lui' o gruppo dr code ..ti nuon r·imPdi. t '"erameute curiosa la slorltl di IJUt>"'lO aruppo particolare òt medicamenti traLL da.la feconda «erie aromatica. l feuol e ~li o~"'ifenol, impie~a li prima con•e meJicamentì aulJsettict per l'abba~"amento da e-.~j provocato nella temperstura rebb1·ile. <'O"'tituir·• •no un nuovu g ruppo, a cui si diede il nome di auliterruici. Come duno,.trò allra "·olta rautore iu r i10posta aù una comunicazione del prof. Jacoud ,.uJI'sntivlrma, -.ulla ca irina e SDla lalhna. que"ti snliterruici po,.-.()110 dal punto di \"i;.ta del A loro azione fi-.iologica. di\'1der,.1 in lrtl gr·uppi: gli uni. c:ome la cairina, abba«~no la tempcralur·a a~entlo rlirettamettle «ui globuli, di cut dtminui~cono il I olere r espiralorio. Allrt ~0110 anltlermici per l'azione dir~Ua c!H~ spie~ano sui centri lermict dt>l midollo; tali so 10 l'acido ~ilicilico e r anlipirina. Allrt finalmente ollengono que.;Li effclli anlilerroici agendo contemporaneamente sul midollo~ sul sangue. come racuJo ft~uico e l'aC'etanilitle. Ma 'lll&~l'azione sul midollo condusse h~?n PI'C!"ln ~rli sperimentntori, ~a ··tuptricamente, sia basandosi !"ui t.ittti th•iologici, o•l atumiru .. lrnrc questi rime li nelle affezioni del si--t~ma n•~rvo,.o c .._j riconobbe allora ene JUe'!te so. lanze che prima erano anti,.eUiche e poi antiterrn che, erano ollimi medicamP.nti anah%ec:ici e buoni ~eda ti•t d~>l ~~~tema ut!n·oc:n. Il fatLo et•a ~ié calalo constatato da 8J'an ll:lmpo [•el' l'aciJo fenico, tn8 Cl'8 st&to oc:<>enalO sopralutto per l'aci.lo caalicilico; e nP!le prime esperienze coll'acicio @ehcilico e eol c:alicitat.o di "'Oda ~i erano "egnalate delle gual'lgroni di "'CÌaticilt!, tli nenalcie facciali e per sino dt>i dolori 11 : _aheltci, ottenute con quPsli me licamcnti. Il dotL Luy~ degttportato pure alcune o«~er"ozioni qui dolori folgoranti •·t li ~lst-"ici l>COmpar«i sotto l'mflul!uza d~lla mt-dicazione -re~ hca.
z:gr.n che Jl pror See dimo-tt·a cnn fAlli u.disculihili l'abe analg~'siC',a
lell'antlpirina, l'autt>r~ vuoi dimo:>tr-are che
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RiVISTA
I'Ac.-.tanilide •· 11 ~alol po~"'ono e!:>l"ere uuo,·o ~ruppo, <li m~dicamenti anlitermicì ana l Quando l'anno scorso g;ras,;i,..lenti della clinsca dj Cahl e Hepp fecero notare l'importanza lerapeulica f-O!:'lanza che il Gernaldl aveva scoperto nel tfl:l5 ed col nome di acetonilide, nuo furono me~!>e in luce prielil anlìlerrniche di que!<lo medicamento, ed il antifeb!Jrina che i sudde~li as><is.tenti gli appos~ro, abbastanza quali fossero i risultl<li delle loro ru:~el"cnt.: .\ l•ropC\sito di code.,li nomi nuovi che sr dan no 81 cementi, btso~na dir~ che le cose non si pessano hscie e ~peùite. La chimrca slretlamenle le~al8 1ìcazione atomiaca, ha crealo clei nomi per· le nuove che non ~' p• '"SC'no pronunciare facilmente nel comuut>. Bef-<ln gellare un'occhiata sulla tavolo lavui'O ciel cloU. Bourgoin sugli alcrLloidi estratti RI'Oillalica p61' IC${f!6r\'i tlei nomi che occupano una t·ighP, e ciJe •· impos~ihile pronsmciare in uno vol ta riprende!' fiato . Erava1n0 gia contenti, dice l'autore, !';Oslslurto al nome di rlimefilossichinina quP.Ilo di ma bsso,~.:na Mnfessat·e d1e quest'u!Limo non f• più o~~i~riorno ··~sentlo pro v 1lo cb e que!lto rimedio qualitir terepeutich~ utilizzabili più spes~o contro il c·h~ contro In lempPratut•e. È queslo un punto su lore rirhiama l'attenzione de1 chimici e ùe1 terapisti. Antifebbrine nulla era più semplice che darle il suo chimico di ace•anilide, poiché l nome non preg1 le p1'oprit1là terapeuUche di queste ~oslanza, ma ~"l"aude irnberazzo f!Uando la metassijenilei.o~l)iSC'JCII>lllll oppure il cieeamt filpe.-, twnidopenrafenileLilerle o i ::eni/rlimeciifenilnnima prende!'anno posto nella l~O e~periCII:lE: Cblc'l raulore ha intraprel!O C11hin dopo 1~ comunicazioni dci dollorJ Kahn e prof. L•'ptrt di Lyone dimostrano che ~e l'a rnf!drocre enlitcrmico mollo inf~rior•) all'anlipirina , trarin ur\ buon setlati"o del !li!>lema nervoM. :Xeì dolo r i cha accompagnano le alterazioni .tel nervoso, nei dolori folgoranti dei tabetici, nei dolori
Dl l'IUIAI'F.UliC \
IOSH
rr"~.,ione dt>i nervi e del miJollo 1 n.-i dolu1·i
ello occornpa•nano la nevrile dei nervi ottici. l'acelnmlide ha lato i m,.,lior1 ri,ullati. La do"'e media fu da uu g rmnma e cim]Ubllla e due grammi, e in cert" drc..o,;.tnnze "i portò tino a lro>. Qu ta .Jo...,e non fu mni ammim"'ll'tlla in una 'olla ,.ola. e ·i frollonò ,empr-e in parli di 50 rentr~ramrn i che si dtedf1ro n un involucro me.licamenlo::.o.
L"ino:oJubilit.à ·1ell'a~tanrlrte non pc rm~'lte dt ammrnHrarJa • la in porzioui. lutta\"i& lu "' pun dnre nelle ..oJuZtont alltehe e parlicolarmenl... nell'ehxir di Gt\l'U"'. :-;.~Ila rna~~Dor ~arte delle O:ò!"61'\'azioni l'autore uon constatò nP., ... un dTello fi ... oloS!"rCO apprt•zzabile di que<>la meJicttzi•>ne che gl'infermi ~opportarouo pt-r molli rue::i. In allt·i ca .. , al contrario. molto piu rari, si prooJu..,,.e una crano<>i manif~!<la e nn "'eu:>o eli rnrfrl!ù lamento. L'outo1·e dire che non ò riu .. rito arwora a rili'O\tU·c IR caw;n di questa ditl"Pr'ell:t.tl di azione, -.eppure non t•msi~L~ ili una olill'tH't.mzo rli ~l llivitù oli cutnhll"'liollt' nei ..:Icr bu11 >~&llglltgni Il"' diver«i indi"Hlui in e"'pr>rimento. p<>ichù l'Ar·AtaniliJe ha nn'a;:ione dir•elta !'<UI Ran~tUI! Jantlo luogo Alli\ l•rorluziorre d.-I lo. metaemoglohinu ~>rl alla diminuzione della o'~icnH>glc.obiuu. ffaltra partt> queslfl ~iano"i eh~ spav~nt&
JUnlo;ite volltl gl"iufer·rni P. lt> i''''""C.Hlt' che In a~"'"'t<•uo. r10n }Jre.o::cnlio nrai il minirno perr<'oln, t• 1'11ulore .lic.. dt 11011 n'el' ('-On ...tutaln arwor a un solo accidt>nte dannoo::o pro iotlo da jue~to medicaml!nl(l.
I:azroue aual~e..ica e .-e lalha dcll'acel.unrlrdc :>UI ..,j,temo e1 \OSO c ,tnlo confermalo doru' le r1cerche iiol Lépine e l'nutort• . . te ......o tls un ~ran numero de1 me lici rro i quali l Zr«ctrer· 111 Germania e daii'Amrllon in .\merica. Il "alol eh P. ~ahlt e Lcpine intro lu"' ero nella tersp1e ba P re dc le 1 roprtelA sedstiYe indubbre :-oul o:istemu uer~oso. L&utOJ··· lo :unmini<-tr-a a!!li irrrlividui atT... ui da Labe P da reurnatic:uu>, etl offerrna òr a,·er·nt· ~llleuuti èlfelli para~onabili 8 Jtrelli pt·odotlt tlnll"antipil'ina +: doll'ucelanilide. Il salo! puu cs'-'o're ummini~trato alla dose di \-R s;rarnm1 al r<Jrn • in o!<Lie, poiclre la :;ua iu.. olnbilittì t! ~o"\ completa che non lo "Ì può dat'P. ro pozioni. o{l
IO!lO Que~raz.1011e analg~>!"ica 4lel s:alol e!:-<Rf!ndo H salo! una combinAzione ac1d•1 fenico rhe <~i tr ovano infatti nelle nrine de ~li
a eu. : ~i ammilll- tra. Ma queo:t.o ,.,doppiamPnlo non aver luogo ln pre~enza di ~wioli non si pr oduce che sUn·>, e da f!Je51'· fatto l"au&Dre hll tratto prnfitto cl1are l·~ diluiBZ.IOnì dello siOnlflco. e<~aminanrln la rAr•lttoiYI o meno :.rrande .:on cui l'a<:i·lo l'<AiiciliCil compEu·1sce orine. Xoi abbutmo dunque, d1ce l'autore, una "eriG di corpi con pr opr ietù a nalgesiche e ~edalive tlel si~tema i ·fff~ll" in• ·l)nle... t.'lbile. C•ò cìe MA oi..ngua ( A r e è di diar~:~ attentamente la lor o az1one terapeulica pr•I' poi le indicat.ioni. Per quello cbP 1:11'1 c:e ne sa. l'a utore d1 poter stabilire i punti se~uenli. :\elle nevrAlgie, nelle emirranie, nellP c~>falee, l'an è s uper!o1'<1 uU'acetanilide chP al conlral'io è p1ù dolori dei labetici, P iu cerlt manife,.,tazion! •Jer V"ose proprieta sedatha sul ,.islemn ner,·o~o può far f;Ì che medicamenti ~oslitui<:I!Ono il broulUI'O li p-.~UI~sico 1 lo sperava per l'acelamlh1e, O•l infatti egli cHn d u~ zioci d i epJif"llici. in rui scolupar-ç.,s·o J!'li acce"<~i solto tluenza di quel!to I'JmPdìo. ~el primo ra~o "'l tralla bambsno di 12 Rnni, MI 4[U8IP ·Ielle forti dosi 1ii hromuro ~ vevano pr o 1otto pen•ino uu hromismo acuto, non riescitt> ad impedil'e gli acr.esl'li di epilesc:ia. Oa uove cue 'Jl:··sto r~t:razzo prende racelanilide alla do"e d1 J,ilO al giorno non si O"'toer,•ò più che un accesso :;imo. Oro il ra~azzo non prend~> che una dose o;rni due e gli .. cce;;l<i 'lon si !'ono plll ripetuti. La secondo osservazione <.i s•iferìc:ce ad unn donna an m · ;1 w eli ullacchi d1 er•tl ~<~1a, malg1-ado il ' el'ìfka,·ano tre o quallro ''olll' al mese: dOJIO cinque di trattamento coll'acelanilid• (!::'ramms J;,rJ al ~orno) cessi non o:ouo piu ricompar;;i. L'aulore pei'ò ricono!>Cc che code;:,li tolti sono e:-N\Zi() •
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DI URAPtVTlCA
1091
eonressa di aver ottenuto più insuccessi che ~uc.ces~i. però egli non dl"'pt>ra elle c::i poc;c:.a tro,are in codesta <>erie aromatica un medicamento che !:'ia eguale, se non superiore a i bromuri .
Rl\ISTA DI CHIMICA E FAR~IACOLOGIA :>te- - -
La Accaril1a. - (ReouP Se,ent~fltJue, ;, ma~gìo 188"). Fu scopex·ta nel 1Ri9 da un cbimico americano sig. Jahlbel'g. ehe l'ha estratta dal calran•e del <:4ll'bon ro!'sile; la saccarina é di gia lar~amenle utilizzata oli' estero per gli u~i alim.. ntari, e la medasima ì• stata nnche C>ggetlo di qualche applicazione te-
rapt>utìca. lo una rueu10r1a recent. mente letta all'accademia di rnt>du•ina in Francia, M. W ornis ha fatto conoscere la storia 11ttuale di questa ,.oc;lanzn. La saccnrina é una polvere bianca ~be ha odore di mandorle amare. È poco solubile nell'a cqua fredda; piu solubile nell'acqua bollenlP. La ':-oluùilità definiti\'& è unA parte di ~ccarina per Gi~ di acqua o<>sia 15 centi~. per 100 grammi. L'&"':;!Ìunta di una piccola quantita di carbonalo di soda. (U per 100 di ~accarina) peraieUe di di~c.o!.dierne un magSJOre 'I'Olum~, senza diminuirne ti l'apore zuccherino. L'alcool, e l'etere la sciol~ono 'fuasi completamente. Non riduce il liquore .li Fehhu". Il S&J>(lrto zuccher·ino d1 ~1ue~ta ~o~tanza è talmente forte ~he è pure sen~ib1lissimo quando s1 discioltra un grammo di ~accarina in 70 litri di a~JUO.
ln -ua formula clinica é la se,lfiJenle: C: H5 SO!. La sua preparazione é lunga e complicata. Questa <~Mtanza di1 ai littuidi e a1 ~olidi ai quali 'li mescola
1093
l VISTA
un sapore dolce 280 volte l:'Uper iore o quello di uno st peso di zuccherc- di canna o di barbabietola • .Molle per~one non s a nro blin;;u~ r~ il <>Elpore fra due quìdi, clP I quali uno sia addolcito con U. g rarom1 th wcehero l'altro con :1 cenli;:rrammi dì !>&ccarina. Vi -.uuo però d lle personfl 11 cui gu"to dehcato fa che ,listin,,•ono «enza sbe~o:har"' il ~usto p~trticolat•tJ Ielle ,..oJuzioni di accarina di w_. tiss1me, ma l"ono una rara eccezioue. P ert. st.: le attitudini del ~u!'Lo :lell'uom o -.ono iu c-en raJe ìnsu•lì ·i ~uti a "tabilire questa di~tinz1one 8\ 1eue Jt~ers. mente pet• certi insetti. Le form iche, le mo~cl11• , le w~SJ•I e~& ~nano le sostanze addolcttP. colla saccari na, P i e.i~g. Ftcb e Robow hnnno potuto a~sicurar--i che in u 1a pa,liccel'la paste sulle quali "'Ì era spur:-n una ~oluzione le~ger11 h sec. carina, t·e~tavano sole inlaltt>. LP. api sembt•tìlll> a'ere per la saccariua un'avversione A'~"'oluta, e che tna nife4in liDI vera irritazione quundo ~i per!'li"-le uelrappre.:.;l.8rgliela. La dopp1a qnist1one che si agita OJ'a è di sA (W re !"e non é alcun pericolo per la salute pubblica a inlrotlurre lA sa& car iou nellA con<~umaziour: Ahiluale, e .:;e d'altra pArte v1 dei ,·anlftggi r~ali a ut•lizzArla in certe mnlaltiu come diaiJ.,te. Si qvrebbero, per risponde•·e a quPste due IJUf>UOt i, ,.. "ultalJ eli esper teuze fallA -•à da liversi a ulOri; ma qu r esultall Runo fln'ora un poc1) conll"addittor ì. Cosi, nwnlre che il si~. Sluutzer eia Bonu prl)tende cbe la preset Ut li una porzion~ Anche considerevole dt c:accatJDII n•m Alteri -.o>nsìbilme nte l'azi11nc del ,.ucco ~o::a,- IJ•ico ne l aestio111 At·litìcìuli, e che questo prodnllo possieda Inoltre pr oprielil anlil!eltu-:bP, li. ~alkowski obietta che l'szion canficante della s&ltva e Jet "ucco panereatiC4 1 e meep da lla f'flccarina 'Jllanclo la tli~otestione si effettull Hl un centrO acirlo, e che tli più queslu Msttmza non impedi«ce la putrefaziouu olelh• materie Albuminoidi !'e il <:entro o;t.e acido. M. Sa Jk,)wski iu :;eguito ad esp~·t•ienze fa tte . ui cani parer~ cho 111 o :!O gramm1 dt saccarina per un uo rn e
01 CHIMtc: \
~.
1'\Rll \l'OI.OGIA
1093
dJ 60 kf!'. possono t>$!'181'8 111gel'ili senta alcun pericolo nelle ~'ore. Ammettendo che tale tolleranza per que~lo prodotto ~:a mmiwa nella ,-pccie umana, <>i può nonostant" concludere eh.. a1le dn$i quotidiano Ili gr. 0,1 a gr. 0,2 cbA ba!lterebbero lmamentt> p~r ~li U'Ì a1 (Juali potrebbe es~ere destinata, la • rcarmB "ara -<cevta d'incon,·enienti D'altra parte i "ignor• .\dii<'CC'\ e Mo::-so banno fatte espenènze su se steS$1. Per due giorni con ...ecutivi hanno preso ;Jer ci&$CUno dall'l a 2 grammi al giorno di ...accarina i11 --ol uone, poseia per IJU~ttlro giorni eonsecuti..-i dell~ dosi mas•lme di ;; grammi ~enza avere provol'> ,!egii sconcerti signi-
&-anti. La ~occnrina non ::.-i èlim•r n è per le glandule $&liYat·•· nè ptr le glandule ruamm&JI~. S1 eli1nina in natura, in parte almeno, pt>r le or·ine cbP <>ono in tal cnso più lente a putrerar~ì eh~> nelle circo.,tanze ordinarte. Un'allra parte secondo Solkow!<ki ~i eliminerebbe ~olio forma di acido solfammeLénzoico. Infine i signori Aducco e Mosso che hanno pure studrala l'bl.ion~> di •tuesta ~O!"lanza in Clmcm·so di C"rli f••r·menli,hanno co~tatuto che que~lll. fa perc.lt•t•e al lie,·il\1 di bit•ra una parte del suu polPre fel'mf:'nle~cibile alla do!<E> di 0,18 per 100: che e•~rciLa un'azione --imile rmi fermenti .lell'urina, e sui fermenti dèlla putref111:ione contenur 111 una mac~raztone d1 /'llJ!ere{l8; che flUP~ta r allenta la fel'rnenlazioue lattica, a la Peptonizzazione dell'albumina provocata colla pepsina. imP1"'2ata n ..lla proporzione di li.032 a 0,016; che a~dizionali ad 1108 "oluzione achia o neutra di amido nella proporzioue di O,Hl a 0.:!3 per 100 diminuiscl' l'azione saccariftcante del ferrnento dia::.ta ... u·o. In ~uanto allrt ... ua applicaziont in certe malalliP. e in parlicolart> nel 1liabetc ò ancoro troppo poco studiata per potersi Pronunziare. 11 '>•~. Lt:yden ravrebbe amministrata per molti m :;i in fl:i"tlglifl alla dO!o\C di gr. 0,15 a gr. 2 senza os-.ervare 11 mirumo . . • W tnconventt?nte; rnenlrr• che qualche malato del s1gnor orm... avrebbe, con delle tlo"ì quotiùiane li ::;or. 0,0~~ corri-
109}
RJYISTA
spondenl~ al f'upore prodoLto da 8 grammi cannn in una tazza di ~>coltatura, avrebbe per duto e provAto delle nau.::ee e dei dolori di stomaco. Corno l'ha ratto OS"'ervare il sig. W orms è ne<C8Sisa.JI'JO.~ i meJici pe~i ... tino nello <~ludio della saccarina. pOJch impiego potendo fa r realizzare una economia del 50 !'UJ!o zucchero ordinario• ..; può prevefiere che la SOJ~titaali dello zuccher-o di e~tlrame (minerale) a quello di .eanna terà infalhbilmente tra !) ·e tempo e su larga commerCio.
n olorosono. Nell'A nnée &eiellti.ftque et induscrielle per l'anno dt!llo es>'et·e il clor·ozono un nuovo trovato chimico, il cow•ta di ipvclorito soùico per0$sidato e che conviene felllunenlo ueli'Jmbiancemento delle materie vegetali, dotato di ouergico potere ossidante e di grande l'idrogeno, e perché agisce quasi istant.aneamente. SuiJ(I composizione e preparazione del clorol'ono Ja t'accollo fornisce i seguenti dali: • Il clorozono é un liquido chiaro, e limpido che l'ICre adoperalo della densità Ji 1>250, contenendo sotto den ... ità: di cloro . . • o ...l'ligano • ::;odio.
5."':!
.
»
• acqua da combinazione • acqua di soluzione e malertedi-
•
8,6::! 3,38
"ers.. . . . . . . . . . .
•
69,50
• Lo si prepara salurando a freddo .:on una corrente ipocl(\r o... v ,. fino a neutralizzazione completa, una più o rneno concentrata di "Oda caustica. II prodotto lonuto non é pio corrosivo. ma è un decolorante mentn Pnergico, il cloro essendo perossidalo. • Etoaminnnòo l~ cifre surriferite che esprimono la
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•
DI CHUUt:A E t'AR~ACOI.OGIA
1095
lilione cenl.:simale del clorMIJOO, e consicierandon" H ruodo ii prepu·aziuue, uon parmi che !'i pos!'a ritenere il cloro•no quale un nuovo lrovalo, e n»ppure quale un compo!'lO ellimico di CO!lliluzione divert-a da quellu dell'ipoclorJto sudico lrd.ioaJ·io. :'\~Cl! 0!. Nel clorozouo, di nuo,·o non ,., !'arebbe dle iluoUlc. In!alli òalle ~uddelle cifrt>. falla &-<trazione di quella che rappresenta comple~"n·amente l'acqua di soluzione e le matene •meoimpurità, rì!'ulla molto approssiruativamentepel clorolODO la cnmpOl:'IZione espressa dalla rorrnola :'\at ca Ot, H t o. Supponendo ad esempio che la pt·oporzione ~enle::.imalt! del IOdio nel preparulo sia e~altmnenle IJUella enunciala, vale a 8,62, dalln rormola sud•lelta s1 dedurrebbe che la comIone c•'ntesimale teorica rlel clnrozono deve ess.-re, pon _ .,...llter.lle, la l:;eguente:
cloro . O!',...igeno sodio .
combinu.tiOHt!. acqua di soluziune e malPrìe ùi~er·..e . . . . . . . . . &C•JU8 d1
par ti 13.305 per "1. 5Jl92 n li
8,(;20 :J.:l72
• •
ti8,711
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01'8, .,e !'Ì lien conto degli e1·rorì pos,ibih e talvolta ineì n dr ~o;e;:-u1mento delle analil'i chimiche di prodoUi i m· e "l r.on mente alle reaziotu secondarie che si possono ~Dii!,p,.., durante la pt·cparazione del clorozono o in "e~uìto, pere che •rueste cifre, dedotti) dolln formola. si post~ano ''Oltuente comparare c-olle prece lenti e che ~ìa quindi ia.!lll"'""" di rilen"'r~ 11 clorozono quale unu semplice soluacquo--a p1ù o meno satura d'ipoelorito sodìco. J a deÙI clorozono data a questo preparato non avrebbe h "'~: lltes;.a ragione rli e:t<tere, ove e~-.a non ser_0PPortunamente a di>'lmcuerlo da altro prepara to anali CO, i dettn liquore del Labarraque, che, pure eonslanùo ~oluzinne 8C!JUOsa d' ipoclorito sodìco, ha dìver11o il di pr~:parozione ed anche diver"'a nel suo comple~so CO!npo!'izume e che sotto ed uguah~ rlensité, in csu~a ùel
10%
BIVI SU
doruro l'C'Jòico che accompas:na .·.i.oclorito,conhene di una ftuaultta minore e quindi proporzionalmente una qu&ntit.à di O!"toi~eno attivo. Que,..to r•·eu1esso. il modo <li agire del c sponde u qudlo che é propri(! de;.di ipoelorrli in sollflnlo in quel'lO, a tuanlo pare, s1 Jisliozut>, cf1e é più 1-apida percM il clorozono più prontame.ate ~enerJ preparazioni ceùe alla materia ossidabile il o"!"igeuo. L'impiCF:O del clorozono nell'imbiancamertth delle 'e gelali prc>~enla. -.econdo h1 Cltronique indwu:,.utrr•l"" Yttnlaggi "U quello del cloruro di calce. L'azmue speeinlmo>nle operando a l'<'mpl:!rblura dr +50" a+ più energica e aù un tempo più rapida. La ref< flore le'•sili non è menomamente moditlcata e la de• le~suli pcr::;isle (' si fa col tempo più allntente, col tempo lllj.(181Jif<CODO i tessuti la CUi bianchezza fu meùiaule l'spocl01·ito calcico. Non contenendo il cJttroZOII capaci ds llssarsi in corubinuzione insolubile ::;ulle con«er"hll•l lullu la loro mor·bide1.za e flessibilita. chieJcuùosi poi uell'opPrazione J'imbiancam~:nlo d1 alcun acido, non succerle s,·iluppo di cloro, pera io. Anche pr "cinùendo dagli allri vanta~J.!I s Calto eolo della innocuiL8 dell' impiego del cJu,ro:zo~I06'1 rebbe H stabrlire la convenienza o meglio ìl slstuire qut!F<lo 4fe•·olora.nte al cloruro di calce nel dustt'ialt>, anche quando solto il punlo di 'i><ta soF<tiluzione po"-sa recare un qualche magdore Ma non ::;olo nel lavoro indu:.lriaJe può avere utili applicaz10ni: altre oon meno importanll ne nell'igiene domt>"lica e nel servizio ospedaliero. mt-nte l"arebhe iudiealo per la la"atura e colnle,mJJGt: sinfezione dt>lle hraocberie imbrattale di sangue o e-.cremeutizie in ~enere.
Dl CHIMIC \ E F.\R)f.\COI.OG1A
1097
Oompo•lslone e .mt..t della pUooarplna. - (Rerme <o,cìent• ·u7ue, 2~ ~ellembre 1887). La pilo~arpma è l'alcalotde chf:' il ;;ic:. HarJy e~tra:o,..e per la pnma volta nel 1875 dalle fosdie d1-l jaborandi. Pilocarpwt
pinnclll!l,
Ha l a«petto di mat~r~a 'bciùo.,a: rormn con ,·ari ac1di !alì perfellamenle cri"-talliz.zatì e trovo nurnet·ose applica-
uons m ter·apia. Le r·eazioni che seguono, hanno offerto il destro di slabtlirne la costtluzione chimtca e di etfelluernt! la sinle~L La pilocarpina a:;sorbe facilmente una molecola d'a~·1ua
trn!:-rormandosi m HCiùo pilocarpìco. Qu~l:lto ar.iJo oon esi'-le aUu ~talo libero, ma forma se.li ben tletlrtill Si rle\'u concbtu<~t!t't: che la pilocarpina è un'antdrtJe tntet•na. Le !Jtlncll.rpina, perdendo dt::ll'alcolo metilico, si cumbia in pìlocarpidina. Scaldata bruscamente si pollmet•izzb, generando la labortna e un ~:~cido iaborico, composti dt grandezzu mol~<colat•e doppili e comparabili alla dilalllù~ a all'acido dìlaLUco. Bollita con acqua si sdoppta formando lf•tmelilamina f!l ar.tdo ~ piridino 1.1 lattico. o~sidata col perman~analo pola!<~l l'O si trasforma prima m ac-ido pirtdin-tal·lronico e quintli f'"r rJsl'idazione ulteriore iu aeido piridm-carbonièo. Quel>te reazioni dimostrano che nella pilocarpina uon e~isle cile una catena latet·ale nel po'-'lo ~ di fronte al nucleo della pin1ma. che la p1r1dina è :-tluata in 1.1 in qu~"la catena, che la catena co::.titui"ce un =.:ruppo lattico e che CS'-8 è la trlmetlbetaina cOITt!"pondente dell'a~ido lattico. La co:-tituztone chimica della ptlocarpma è dunque rapprt:.emata dalla rormola
coo 1 Hs O H' A;~ C;::::::__ -A;-:::::::._C 113 H,__C H3
..-c
----c
La pilocarpiua pertanto è ad un LPmpo piridina. lllaniua o b~taina.
IO!)S
RJV1STA
l St!{nori llardy e Calmels ollennero la sinte~i e, portendo Jall"acido ~ p1ridino ~ lattico,
effetto in due fasi:
t• Tra"'rormo~ione dell'aciJo ~ piridmt> « lattico carpidina: • 2· T ra!Oformazione della ptlocarpidina in pi Si trallò racido ~ piridino «lattico col bromuro di e -;i si a~~-iun"e idt•alo barìttco, del quale ~i tolse con una corrente dt gas cat•bonico. Il t·esiduo venne in presenza di a,.ido bromidrico e di cloruro aurico; un vredptlato che verwe scomposto con idrogeno e "i ollenne dell'ociùo ptrhlin-bromo-propionico. Qoesll&,~ doto " J61Y' C. con della trimetilamina, forni~._ carpitlinu. La pilocarpidina in soluzion~ metilica tu con iodut·o Ji mPlile e potassa caustico, attenendone dom<!ltlnto elle, decowpo~to medtanle il permanganato geulo, forni la pilocarpioa ùi eintesi. Le propt•ìetA fi!'liologiche della pilocarpina ùi sinLesi Je Rlosse di qu ell~ della pilocar·pina naturale, come è tiolle esparien~u ~eguenli: t• In un cùO(\ leg~et•mente curarizzato !' fis"a nel cnnùolto tll Warthon d'una ùeJl,.. ::lanJule scellari uua <'nonuccia. Quindt nella vena t>afeua opera un'imPzione di una piccola quantit.A di "'tnte ... t; immediatamente :oi produce uno scolo sali ahhondanle, che pPrsiste a lun~o lino alla morte che 'lo:ne ucct'>'o per ~·untura del Lulbo. Que;;to scolo caralleri, nella sua abbondanza l'l nella qualit.Adella iu tutto s i111ile alla salivazione che determina la e'tratta tial i11borandi. 2" Una rtma é di"p<>!'lla pel tracciato cardiograftco pinza di )lar~y. Otto ~occie Jellu. soluzione sono in tre volle sul cuore; i battiti di qu~st'orlo!auo nuJEl&IIUI'IOJ 8 poco a poco di Corz.a, e, prima cbe st8no cessati del ,.; c:j proietta 'Jualche goccia di una soluzione to~lo i buHili t•iprendono forza e una st!couda dose piua li riporta pt·es~oehè alli:l loro forza normale.
..
+
DI CHDIICA E Jo'AII~f\C.Of0t11A
La pWg&D.ina. -
IOfHI
(DalrAnm!e scientijlque, e<·c , 188G).
E l'alcaloitlP. 'lei piligan, licopodiacea ori~ina ria del Brn&lle e qui"i usat.s come dt·o!Ia medicinale. È probabile cile il ptl1gan fra le pian t~> della fa111iglia corri,pouda olia vonetà Lycopodi"m Sau.c:suru.<~, affine per caralleri botlmici al Li(OfJOd.irm Sela'JO dei nostri paesi. l.a pre.q,.nza li un pril.cipio alcaloidtco in della dro~a lu I'IC()OO"riula dal qi~. Bardet, capo del laboratono di t~ra peullea all'o"pedale Cochin, e, per "UO incarico, "enne isoalo da .\drian. La pilizanina si pr~c:ent.s cootto la forma d• tna,.,~a mollE>. le~11ermente ~•allognoln e tra:;psrent~. dotata •h odol'e viroso dle fn •·icordare quello della p•Jilelier ina. Ha reazione alcaUna e svnlg~: vapori bianchi, ao;vicinandola ad un tubo l·agnatn ila acido cloridrico non fumante. È ~:~olubile nell'acqua, nell'alcole e nel chH·ofm·mio; poco in etPre. Si può ave1•ne il cloridl·ato, che é deliquesceutissimo, in minuti cristalli mirro~copid, evapoJ•amlona la soluzione uel vuoto e l'Opra ad acido ~olforico. l.a pili!:~Anina ha un'azione emelo-cal!u•lica ;.piccatissima ed 6 mollt) "elenosa. L'OIIda-eno •olldo. - (Dall'.'\nnte scienti{lque, ~cr~. 1"'"6). OUenne l'o;.~i~eno allo l'lato -.olido il pro(...ig. Dewar, Dell'anno 1"'%.
. 'n un \'8~0. dove c:i è ratto parzialmente il vuoto... j fa Kiungere dell'ossizeno allo stato liquido. L'enorme quantità d, calore che viene asMrbilo nella bJ'UHa evapornzione di 1lna parte deiJ'o;.~igeno lil'fUÌ•lo determina un tale abbaS"tl'?ento rli temperatura in :-eno alla pa1 te r·imaneule che qu~ta 81 solidifica. L'o;.l'i~eno solido ha l'apparenza come di ne,·e ed una temperatura che venne ralcolala di 200• C. !"Otto allo ~r(,, Con una suffkienLe provvista di oo;Silo!eno in tale l'talo Jli~himici potranno studiare le proprietà lì<>ichP dei corpi nlle u ba~>se temper·alnre.
t l (10
lti\ISU.
La •oopoleiDa - (0all".4.nnée seient{lfl]ue, ecc.• Alcalllide dalla Seopolia Japonìeo., pianta deJia delle ~olanacee: ~i trova eziandio nella SCOf'olia ''egcta n~>l Nepoul e '-ui m onti Himolaya. Ullre alla leina le ~uddelte piante contengono un ~econdo a Roteino. La scopoleina, Ì!!Olata da PrerdlJOuy J htt ra,petto t.:-ria br·una. vi~cbio"n; é solubile nel cloroformi() ed nell'nc'1ua. La ;>oluziooe alquanto acidulata con acido oOre tutte le reazioni caratteslicbe degli nlcaloidi DAgli e;;:perirnt!nti falli parrebbe c.be la c:copoleina l11 ('roprietir di dilalt~re in modo singolare la pupilla rapirlaru~n le l'he uon avvenga col sol rato d'ntropina. acci'P<5rer~>bbe ma~:ziormPnle il diametro dt>lla pupilla prudu1·r+• nel paziente mttle~sere di sor·ta.
oa•o d l purpura em.orragloa. - P. RoE~ER, fa dr 2' das~e. - (Archices t/e .\1édeeine Pltarmrzcic mtlita(res. agosto 188i ).
ma~JerOre
Avendo dovuto el>aminar·e le deiezioni di uu malato da put·pu•·a emot•ragica allo scopo di rilroval"t.' i globuh r.cuigni, l'nutore ottenne i risultati seguenti. Que!'le dciet.iuni haono un colore nericcio. ::-ech cafle, carallert!'lico olelle dl:'iezioni dellu melena. Esse liq Ullle, houuo un n reazione fortemenl" ale&lina. All'e<~ame micrO"~'.Opico, :•auLore non ha tru\'a to ne sumruigni, ne slMma di questi ~lobuli. malgrado pi~ liv• ili colorazione con dive rsi color1 di anìlma. Qualche reazion~ rana .. una lamina porta·or:getti ba coll'acidr, :-olrortco, un colore ros!W molto netto, babihnente alla -.tP.rcor·ina; coii'A.cido nitrico. un alhumin1:1 sPIIt.A colorazion~ alcuna; c.oiJ'acido ~ol io,Jio ne ... •unn reazione. l di\'er-;i elementi trovati sOn():
I lOl
01 CII l'tiC.\ 1-: F \1111 \COl IIG l\
1• c~uule epiteliali l1l g'l'811 Jlllnlero,
tfl
cliwr~e
:opecie
eah,·iformi. cilindriche ecc.). piu o Hl«fi•J cleformale, ~oloran
lisi rnal.- co1 colori di anilina; :!" Tracdt! eli muco e cellule linfntiche a più nuele1 ~ 3• Goccioline e mucchi di g ra-."o perfeltemeute ::olubili cll'o>lere, più ,.., meno tinti in ::iallo, a.u qunlche piccole cri,tallia.azione in a..!hi d'acidi gra. ~•: 4• cri ... talli di fo"fato ammoni~>-magn('~iaeo in debole prorz.ione;
s· :-iuruero:;e s::runulazionì proteiche piu o meno colorata in marrone. nuJucrO!-i bacilli u bacterii di difrerenli specie: 6• Infine COrpU!'<COfi rolonùi (QrtemPnle refrangenli, forl.e!laente coloruti in :::iallo, aventi completamente l'a~pello della lencina. E!'>~i :-on1) insolubili ntlll'etcre. solubili negli ileidi e negli alcali. Esaminati rtuel"'li corpuscoli. l'autot·e ha constatato !'e>;is>.tenza della l··ncma. La leucina nou é slat.a. fino ari Ol'a segnnlat.a nelle <h:iezioni chi! in quelle d ei colerosi. lllaura della. putredtne lnteltlnale oon la. determinazione degli etert aolforlol nell'orina.- V. \lOHO)I:.- (LeitRch lùr fdtyiSfol. Clt. e Central/J. fcir die medie. "\. 15, 18l'-7).
l''issense!t.,
Poiché i prodotti aromatici tldh· ,l1'-lanz.e albuminoidi putreratt.P. negli inle::-lini. renolo. cre,-olo. iuJolo . ..:calolo. -.ono ~psrati coroe eteri solforici per mezzo deiJe orine, può In '!Uanlltà di '!Ue"li eteri CO!;i ,eporali prender:-i per IUI"'"'Ura del.a putrefaziOne inte.c:linale. U• iodorormio -;omminic:trato ai caui. a 5 :n-ammi per !!JOrno dim;nui~ce la putrefazione tino a cl abba""are la rdaliva quantìlU de:di e~ri solfor ici al Ji '-Ollo di ' /' della qunnlitit pr·ima 0 '~"""ala. AJI'inconll·o 5 !!ramJUi t!• Sflltonilrato t.li bismuto ~no ~·omplet11mente ..enzo influenza ~mila pulrefazJOne inletttinole-. Il calom~>lano a 1-2 grammi dalo ui cani, opt!ro clopo la •·nmpar<>a d1 una forte diarrea, una note\'ole diminU:Lione lcila flUlrefazione inte~tinale (hl rJUanlità ••elativo degli cl~r·i
Il 0:?
1\1\'1~1'.\ DJ CHIMICA E FARMACOLOGIA
solfot'I!'Ì appeua l/3 clelia normale); ma quando non introduzione del ruelano, di nuovo aumenta la putrefa?.ione sil.•l Rn,.n••perare la qullulitu ordiuaria. Se allora l"UCC(>dono di copiose evacuaztoni, la proporzione degli elr:r1 ~ol Ìll e&;:j f8VM8\0Ji, ,C.. ndere finO 8 un lfttl oieJJa nni'II!IAUt_•. L'olw di •·ic1uo produce nell'uomo, non astante la drarrea, un aumento cJella pulrefazione (aument6 degU fino al dopJiin della quantita normale). Ugualmente p-rammo di calomelano, anche cagionando forte diarrea, ducono ùapprima un r·elativo aumento e ~olo dopo la !<aZIOne della diarrl.'a una relativa dtminuzione degb J'IOiforici, C\ ncuazioni, non o~ tante la ripetuta
In un cteconòo ... perimento il calomelano, non diarrea , fu senza aztone sulla putrefazione inte.,tinale. le piccole quantità cht.> pos;:ono esser dale all'uomo, twti~t.Jtlica di'l calomelano non si manifesta..
VARIETÀ lfuovt •a-enti terapeuticl. procesli ohtrurglot.
lfuovt metocU
Valle Rela.:iort1 sanitarie annuali degli ospedali per l'a,.,,o 1.8v;-, ria:-sumiamo le seguenti notiue scientlll!l COI relativi giudtzi: a) ::.u!ru!"o d. nuovi agenli ter'8P~ L :::u IIUO\i meto:li curath·1 o processi chirur~ici, che liamo 8Jano per r1uscire gradite ai nostri assoCJall. 11 naie .\1edico ,c;i propoue anche per gli anrù venturi di nua.re ~tue ... ta t•hio.;ta.
VARI ET\
11 (J:l
A. - Suooi agenti ter apeutiei,
.4ntipirina. - ~elro'-peflale militare di Ale....andria fu adoprrltla vanl&J!'giosamente j1uale antitermico nella cura di mn· letue febbrili a tipo continuo c nelle febbri tifoidee In quello 1 Ancona fu riconosciuta utile in venti.,ei c.a~i di fJOiiartrtte, ed tn qut>llo di Bre"cia ~i otlermero pure indubit.abili succe<-"-i coll'antìpirina nella cura del reumeti~mo articolare acuto e ntlle 'arie specie di n•wralgie. ~ell'o .. pedale mihtare di F tl"!nZe ru adoperata come antinevn~IJ:ico ed autireumatico. <n-e corrt~po~e bt>Jit-. mA non in modo tia "'uperar·e gli altri farmari l'b .. "-i adoperano per tali infermilu. In quello di PiaC{:Ola fu adùperala in piccole do"- i come emostatico nella emol· IJ!i e nelle broncorra~ie, pero non fu mollo efficace. anche io que•t'o-.pedale ~mari in m odo t'Apic.lo e definitivo varie ne'ralgie e !'pecialmt>nle le iscllialgiP. Nt>ll'o~pedal~ milllaee di Gaota fu adoperala 4Ual~> antitex•mico nC'lle ntàlnlliP, acute ed inftHiìve con Plevata temperatura. Nl'll'infcrmer·ia presidial'ia di Casale~~ «pet•imenlò l'a1.ione eimullanea dt-lla autipir ina e,f anttft'b!Jrina, ll"'IIA do"~ di du•• gl'aromi della prima Pd uno della !'el'onc.la. ÒÌ\'Ì>'i in quattro earte. Furono amministrate ad un maln'lo di li"i polmonarP n temperatura a ~8.,5-39 e "-1 olteun ~ l'apire"-!'<Ì3 "ino al giorno ~U!<"eguente colla sommim"-lrazione di una o due carte della detta me..colanza . .ieìdo crisofanico. - ~el."o"- ped ale mìlilaM> di :\'ovara ru &ntrrment&to in quattro c•· si òi p.~ria.aia guitata. In un indhiduo la malattia era diffu::-a a tutto il cor po e. come ,u conSUeto, più «peci&lmente pronunciata «ugli arU nel «t>.Jl"O della ~ten"-ione; nel >'econdo t- lt-rzo ca ..o più a ccentuota al dor"o :n qualche chiazza "u~li arti; infine nel quarto cn«o ave"a '8~<1 an •he la faccia, circondandola come d'una fa-.cìa "qua m~~a. St e"perimentarono i bagni "-olfut'ci artrficiAii, Je un11011' di I ornate n l catrame, non tra"-cur·nndo do"i gr~.Jual lllellte ele\'ate di liquore arsenico le rli Fo\\ ler, rOA uc.•n "'e ue
lt rH
VAIUEÙ
nttennc notevuiP glnvttrrJ•'nlo, perché le ~<ruamme rat•rmo e ~~ I'Jprodusc;ero tosto che si sospe!!e unzioru . Yi.. ti mutili i rimedi suddetti. si pen~ò ~rJfunic·o, dichiarato ertìcace in tale malattia cis u .. r.... r~~·• >}, prO\ v~lulolo dilli a farmacia delrospedal~: dt S . di l'ormo, "8 ne fecero ìr·tzioni con una pomata U"ttndo In vaselina coro~ eccipieat-e. Dopo poche medra cinque, ... j o .....ervarono othmi risultati. Le --compar\"cro c 11011 c;j riprodussero più e gl rono l'o~pcdal~ pe1•fellaroente !!uartli.
Alamlato di mer~urw.- Furono e~egutll •JUbtu t·tmooio, nell'o,.pedale di BresCLa, contro J<ecouùo ti molodu proposto dai professori De Luca 6 ai quali eurri'~pO"e bene. Cloridrato di cocaina. - Fu adoperato cou lato nell'osrwd11lo roilitai•e ùi Brescia nelle affezioni tua'<strue quando fu necessario ricorrere a potenti locah. Anche u•·ll'o~pellale militare di Firenze fu ulilnwnll' come anestetico ùella congiuntiva sia zionu dt picc·oli cotpi ostt-anet, sia nell'abrasione di piMca epii<>JioiP Nell'ospedale militar·e di ~ apo li fu l'Alo •!IIAI•· unesletico lot.;A!tl per iniezioni ipode dMt> d1 nwuo 1-(ramnw l'ciollo in due ~rammi ;:.tillat~. L'uut>ziont~ ru eseguita pochi minuti pr 1ma raziorll' e ne lu rAvvivata l'aziQne ,·ersando pocl1e •h.>lla ~oluzione l'ulla ferila durante l'opet-az.ione. Si in tnl 1110do ll"porl.8t·o lumort e linfo- adenomi ca:>eliiJWif! t·ogiom profondo del collo <>enza che 1 malati lore. ~elro.. pcdnlc mthtare di Piacenza e nel su•cc'~ f~aelA ru puro nsalo come anestetico locale e quat!l "anwgg1osnmente. Inie~io11i projonde di calomelano. -
Furono
l'o~ pedale militare di Brescia contro la sifilide col
llalztlr (ciuque cenligramwi per ogni grammo di :-oclina) a lunghi periodi ùa un'iniezione alfallro. hf•ro Il lamentare gli accidenti locali che si nrc:Jcna...uiJII! t~lt!'i m•'lodi ud anche con le iniezioni stesse q
eseguile con altri 'eicoli. Con tali llljezioui .scomporveru rapid8mente ~omwe r! uuuwro~e eJ npparil!c•·nll pleiadi. Iodulo. - Fu adopt·rato utilmente nelrn.-pedale milihu e di Ieri quale auli::etlico ed ane~let1co locvle iu :;.o:>tiluziout' del OfOrll)ÌO, perc.hè più "OIUbile ndl'a\COIP i' perché ~ pl'l' O quell'odore :-:•eciale elle c;pec;~o non t! tollerato dagli amMialL Fu pure u,.alo ulilmenl~ in detto o:;~•cdali"! nella lenp a oculare ,. di pr.-r~renz.a nellP. blefAriti. Ittiolo . - Riu,.ci utili.-.. mo ndro-.pedole ~uc ·ur~l~ di Panna in ollo ca'i di ri!"ipole. in cui "'l ottenne m media la parigione in quattro ~iorni. Ltquore contro la malaria. - Fu pt'o)JO>'LO ndl'o~pe:lale aulilare di Chieti dal Jir~llON Jell'o><petlnlc, tenente colouDtllo tndicu cav. Violini. È composto di solfato basico di cluraina j::rannui dieci, aci• lo cloroalrico Jepurato ~.:rammi tre, ale(l\e rettificato ~rmnmi L1·er.ento, zncch»l'•> ratfiualo di canna grammt tt•eceulo, arqua Ji fcJnte grammi quattrocento, skolilo di hmone grammi d1eC1. Tolale grummi I02:l ·,Ji liquore. Fu ammini ~lt•ato, •tUale JJl'uflluLlico, nulla tlo8e di v~nti g!'umllli J>l't' rnallina e riul';ci ulili::~simo nei pl'tol'<iùi tli Teramo e Fu~gta . •\JiRc•ln tlel .ftlrmacr~ta militn re .~/!f. Bcllia;:;i per ranelleata - ~ compn""la dì clorot'orutl<l f!ramuu ull81118, olio " hHtle di t1·emenlma gramtni venti. Qut>c;Lu miscela fu riteonlt'8ta utili~sima, neii'O"Jiedttl~ wil•l:Jr<' di Salerno, m un in n i uo alcoli~ta. in cui non era :;lato po~~ibilc in altro toodo OtlentH'e l'une,.le..~ut Cvlllpleti\. D Ua mi~ct>la ru purt) t!i ·•Uimo 'IICCè'"o iu nllrl ca,.i Ji ane~te«ia, poichè •ruesta ru pronta. completa e -.enm molel'tie . • Paflarna - Fu adoperala, nell'o,pe<lale tmhtare t'h Bari. 10 '" 'llluziono della pe1 sma e cou mollo vontag!!io. J>er la IQa Propriela di di-;ciodiero la libruHt ru adoperata con vantaggi nelle AII..!ÌII~ diflet•iche C I'I'Upa)j fa~entlnne penneJinlure CJUnllm volte ul ~int•uo om una "01111.JOile al due per ~nto.
ru
R SCJrcina. - Nell'o~pt!dale m•litllre Ji Fireuze e,.pt?r•111entata ulilmt'nte, come Sj•plicazJOne Pelerna, in un l!aso i..li
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\'A1UETÀ
piallhu degli at•li 111ferior·i a forma lorpida ed in t.o.m cro11ici dell'orecchio medio d'indn·iduì liufa Cor r·i. po~c bene, pero maccluo m ~iallo-o,curo la chP. uon p ·rdette tnlt.! tinta n.:>ppure col bucalo. H. -
Sltoc;i metodt crtratioi o proees~i rlli
Rfl{Jno (lntt ·eflieo ul cloruro mercllrico. - Fu "'pedale ruilit.are di Piacenza nella cura Jelle ferste. ~ dei flernrnoni, ~pecialmente se àifi'u~t e dJ origine e corl'i.. po~e '-ewpre benis~imo. In casi d !>etlJcemJe. coufertna~, per fe rite inquinate e suppul'anti. con peratura ve:<pertina a «>•, poche ore dopo il bagno, t! el lullo la febbre e le soluzioni di continuo p,.. ,,.,,~.... ur1 bello 8!>!peUo. Qlte~<li ~ffeLl1 si otteu~ono purché d caldo o norr, ~econtlo la ~ta!;'ione, ;;ia prolungato e ca ~oor ancJ,e r·rpt>lulo pril volte, in ragione della tl~tt.a lu.I.ÌO!ltl di coulilluu, nonchè della estensione e dolla lt•!'<ione ud t~ nello della Rpecie d'inquinamflnto, e do,.c del cloruro mer·currco in soluzione corrisponda ai cJ'l~Ì. La dur·ata del bHgno varra da mezz'ora a otto la propol'zrona 4.h>l sublimato in soluz1one Ja .g1·. O,SO grnmu10 per mtlie. lrriga~iont d'a,.qu" col sublimato eorrosico mille, - Qu..!'U> ir·r1gazioui furono usate con oUim1 neglt o:.pedali 111ilitari di Brescia, .\i .. s~ina e cura delle cungnlllti\lti catarrali, !Zranuose e negli menti corneali. i'ielro:-pe.iale dr Messina fu ~uarito lalllentu t~òn tre me:-i dr irrkazioni d'acqua al :;;uti1JJII-•
rnalato di panno carno!to cor·neale da antiC'8 gra duravn du cirCil un 811no e mezzo. htlpaeco al sub(imalO. - L'Jmpacco al sublimato Ul
zume acquu"'a. all'uno pt>r mrlltl fu impiegato, u milrtare or Toriuo. quale mezzo antiflogistico n4.llle ma/.IOni llllrunwnose ed. in !:!enere. in tutte le te....sulu cellulare ~<ollocutaueo ed intermu.:;;colare.
IIOi L'tmpacco s1 fa bagnando uno --trato di cotone idrot!lo <' VARTETÀ
di rou~""Oia nella soluzione sovraccennala applicnn11olo ~ulla parte e coprt>ndo poscia il tullo cori uno c:trato di L!Ul!Apcrca ~ ziie. fermato con una fasciatura moderalarnenle cornpre--iYa . L'1mpacco al sublimalo so,.titwl"cd i calapla!'.!mi e di allt·t meni emolli.,nli. diminuendo l'eccessiva ten!'ione dei tesc:uti e quindi calmando i dolori "~nza produrre IR rnaceraziono taoea o la «na morttftcazione quando v'è tendenza alla ~n;:rena, ma agisce soprattutto mantenendo co-.tanternenLc l'uep~i. In molli flemmoni, nei quali non era ancora ~tabilìta la l!Uppurazione, il dello impacco fece abortire completamAnte l proce;;<>o flCidstìco. .:\el riparto chirur.=ico dell'oo:pedale militare di Torino, mercè l'impacco al sublimnto, furono n· boliti completamente i calaplasmj di ~:>eme ùi lino. Fa.qciaturrt alla Velpeau nelle fra t cure della elaoicola.- Fu •'perimentata a:;sai utilmente in tre cac:i di frallut·e delhi eia· vicola dal cav. Astesiano Emilio, magg1ore medico nell'o~pedale militAre di Messina. La fascintura allo Velpeau fu Ctllnplet.a!JI con un ~omitolo di benda Hs!'\~lricc dei ft·ammt>nlt Pd immediata ~ovrapposizione di apparecchio ge.<~salo. copr.'nte tulla la fasdatur•a in modo ùa fermart> ~ohdamente la ~palla ed il braccio tutto dal Ialo offeso. Co:o.i fatto apparecchio, tollerato abbas~nza bene, deU è !'CI' ri«ullato un perr~Lto coalito, co~lantemenle mantenuto e la ;::uar1gioue complet.c~ nel p1ù breve spazio <ii lempo P ~enzR il ohto rallo derorme o tr~ppo ,·oluruinoso. Mu~sola al iodoformio.- Fa usata nell'o-..pL·dAie milìtat·o dt Torino e preparata immergendo più volte la mus,ola 111 unn '!OlU7Jone di 5 parti di iodofot·mio, 25 di etere e 100 di alcol(', La mu:-sola fu poi lasciata a l asciugare m un ambaente riparato dalla polvere e consenala anolla in carla
Pi>rgamenata. Il vantaagio della mussola all'iodoformio cou!'\i... te e~~en ZIIIlroente in ciò che r iodoformio cosi disciolto é unito inlÌJnumente alJo mussola per modo che questa non tlgisce puJ. quale corpo estraneo, come succede allorquando "l adopera
110
VARIEÙ
in polver~ od in emulsione. lnoltre la quanlita d può e~~er~ ~em1 re esuttamente c-alcolata. La mu:s~ola all'todofortuio fu adoperata di pr~fer~nu la suppure:tione ertt mollo abbondante, allo Qcopo di vere rinnovare troppo l'rc,rutmtemente le medicaziOni, corrispondeva pt>!' la pa·opa·ietà antisettica dell' aoaor(Jna che è più duratura di quella degli allr1 mezzi co•wuneiiUII!! us1:1Li e perché il pus as~orbilo Jalla mussola è pe mente a contallo di unA !"IO~tanza che ne 1mped1sce la com posizione. La mu~sola al io.loformio :;tjrve mollo beni' per a'sre poni slilic• couta·o le •'morra~u::; sostatuì8c•• i tub1 a nag!lio nei 1;a i in cui questi per la dispo ...izione del ddla t't!rita non VO""OilO fun:tiunar": as~rbe 1 li fU I h erezione della 1er1ta e quale ~arone li porlu al da fuorJ Tre quartt sifone .\fonti. - Fu esperimentalo RS3BJ mente dall'autore ~.:av. Roberto Monti maggiore lllft(JICC.I,D! l'o.spedale militare di Ancllnl\ 111 ll'e casi dr toracentesa. Di f'JUesl' iElll·uruento fu l'liLla lodevole 504 di questo j.<ÌIIru~tle, 811110 1R86.
Veleno • h&y& • ed erltl'oflein&. - Dottnr1 l.~:wtN, BREICH, LOEVE!"HAHI>"r, KMH-:W,..KI e.-lliiR"CIIOERG. klin. Wochenscl!rift, ~. -i, !1, IO, 11, e 13, 1 8s).
L'erythrop/tlat;um guineense •lJttdiccale é un alherèUO rmmose, che si trova sparso in Africa non ~olo H l occidiP! ma unclte 10 .Mozambico e probabilmente nella terra wa·i: è piu pr·opa·io del!<:~ resriuntl del Con;.:-o. 1 cui a chilllllàrlO 'nCO.'iSa, e ùove ru dal Tuckey descrlllO nella lazwnt .te l l'luo viaggio di spedizione, a priuripio da :'t!Colù. ~ella sua cot·leccia !'i contiene un veleno r ...a·JtroH€'1Uo, Ili cui On'oggr era nota soltanto l'az•one "ÌYnnte. nualoga alla di~1talina: ~peUa al Lew111 11 nY,.I'D'.! r1pre,o lo ~tudìo farmacologico sperimenlale \·u·tù sne,le,lca scoperta, t>, con la lettura 1oltan
\' \RIETÀ
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aazi(1Utl medica di Berlino. di aver SU!'-citalo \'1\'e discus~ioui e dato ori~irH· tttl una "erie di alti•ì lavori. an~:he fuori di Germania, che --i "Ono rapidamPnle succe iuti nel primo seme... tre di que«t'Anno, e dei quali ecco per ~ommi c11p1 l'ori~in.-. Dal dro;.rbiere Tomaso Christy tli Londra, il Lewin, do~nte di mot('rio medica e tos ..icologra all'universitil di Berlino. ricevette una piccola quantiUJ cl'una l'<oc:lanza in peni, uero;.::nola, Amorfa, dA sottoporre a•l Anllli~i. ~ollo l'oscura in•JieaziOII6 ÙÌ \'Pieno ltayrr e(t}i pr t>!-IUOl-'8 Che fo~se di pro\'~llÌ('II%8 afr·icana, com~ difatti, ullerrnri informAzioni d'un dottore Hay, clw l'a"eva eia Aden _petlito a LonJra. accerta" no che e ra ;.Lata formia d~li irrdis;rem Abis..int pre.l<<òO Harrat-. Lr. prima impre ..sion~ del Lewin, 111la ,·isla di quei p~>nL fu che si lralta!-<se cl'uua so ... t.anza, estMttiA dR corteccia d'alùero •' .le~tinala ad av\'elenare le fre<'cie dei <>elvag;gi: alcuni pun~icini brillanti. commisti a leJ•riccio, furono riconosciuti pPr ,:tranellr d'oro. Il velt>no, 111oJoJ·o l'd insipido, possecla\'8 sprecata proprietà rgro~coprca, •· fu lt>ggei·menlt~ "0· lubiiP nell'ac'luu fredda, mt>glio nella bolleute. Con un prntet!<O cl'e!'lrazi·•ne a rnezzo rlell'alco(ll, Lewin r1uscì ad !)ttenere un residuo giAllognolo, clre,la\'lllo più vollt». dette urftn .. una m~n'"" cristallizzata micro~eopicamente, in~olubJie nell'acqua, ::.oluhile nell'alcool e uell'etere, lo qua!P, trattata eon acido C>OIIorico conceJ.trato e riflcoldata, forni un • bel colore ,·ermiglio lucido ~. che "i re<>.e nncor più appari$ceule
dopo raff,•eddnla. Il LPwiu Ai 1·:cordò allora d'aver lel~o. in un'antica l'eialione di' YÌu{Zgi. d'un vp)eno. nel renme di Futa a nord-ovest d'Afrira. rh~ nv~va proprietà anE'>-le ... ica. e !l'un altro. sul lago
N)·n:.;,n 8tl nrrente, per CJUanlo ne !ICI'ift~~ Livrngstone, aoçentg 1• sle~sa v1rtù di rendere insensrhil~> la lingua: fu cosi rhe flth sp~1·imentn sull'occhio degli animalr. e rimase non po.-o IOrprt.,o •ii ...coprire nel \'P.leno ha!Ja r an1idelta proprieté, Ptu lnrdi"a pt:rò della cocaina, rua \'icever"a piu duratura (8-10 ore), •' lt>!!Cermente irritante. Le miezioni ipodermiche dell'illru~o acquoso ùel "elenn al Cl,:! "J. dettero nelle rane p~>r l'lsultato: ahba-.samento delr attività rardiaca. prima con-
ti IO
VARffiTÀ
trslture indi parali"'i delle estremita, diminuzione tiibilìtà nlla suverflcie del cot•po, e morte. I colombi ed i coni.,:li. trattati allo ste~~o .u ..•uv,, ..,'"'l t•iù elevala, presentaromo vomil.ù e copiosa d rirono di!'pnoici con crampi terminali di brt!ve mini!'trato in,·ece il veleno per le '>ie di gr-. n,22, i colombi o non ne risentirono <>tTetto ~ollanlo ebbero un po' Ji vumito e diarrea, ma .ai runo. Dai quali sperimenti e sintomi, oltl'e che da cor clì di analollhP ricerche, da lui ese!!uite 13 anni ~<UIIa COI"leCCJtl d'eritrofieo e :>ul veleno Jelle frecce mAli, cn-:1 nello uabaio, egli ve nne alla conclusione Yelf·no hoya si contenesse eritr·ofieina., ~:•l lilla ~c-ori@Pil/: Aun vir·tu ane!!tesica. L'annunzio lnnciato venne tosto raccolto dal L1 ebreich di Berlino, che si levò ad oppositore. un ed in '-eno alla stessa associazione medica leSt>:t>, in tosto pungente, una critica al lavoro di Lewin. Co•mlna~ contrastargli che il w•leno provenisse dal regno tirò in campo, con ingegnoso ritrovato, la zoologia: po~~io tlel competente magrtiore medico Falkestein, preso parte alla "Pedizione di Loango (1x73-76) Ct•lental,., c:Mtonne ch1•, col nome di haya , qner negri ind1care una specie dr serpente veleno~o (~ aja morc:o hanno la cr edenza possa e:osere neutralizzato di donna applicato nel punto colpito, e che la naja t1'ipudiaM dell' Asia, al l(enere dei "l.'rpenU Ciliati. E s1ccome é noto rhe la naja haje ò diffusa l'Africa, tlno al Cap<• di Buona Speranza, compreso f'n llo, rosi ne concluse che il preteso alcaloide er1 tos"e altra cosa che lo stesso ,.Pieno di serpente . d1 Cleopatra dopo la batta~lia d'Azio per darsi la rnorte, ~pi.te degli antichi E ((ui, '<ia detto per inciJ~n za, il Frils ch, interrogato in proposito da Liebreich , pose que:;to punto t•onlro,·erso, iJenlrtìcando per otlùi sp~!cie 'lUl'i, che al tempo dei Yia~gi di "coperUl mali coiJra elfi cttpello dai portoghesi e :spagnoli,
VAIUET\
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nott~:otmt nell'antico E!!il!o, ~rano emblema tli dignit.à re~alt> adornantlout· il diadema, ed inoltre appari!>cono r.on e}nzo!are rrPquenza nP.i gero~lifici, uonchè quegli allrt. cbe
per uno parLicolare forma di "cudo :.ul collo furon detti con a voce O!tpicli. Que.c;fultimo nome per conru~ione venne roi, io tempi recenti, applicato anch'! alla ,;pera cornuta («rastes aPgyptiacus). che da un antico autore fu tradotta in lede~ ·o col nome di c ~ilwurm • (verme .,del ~ilo), poco u :!t'ant!P d'una comune maltla, come ben lA dtpinlrono i mod"rm pittori. la \'era '\"tp->ra di Cl~'opa tro, e non la naja luJje. rh.. pt>r la ,un lunehezzn di 5 o f.l piedi ., l azililà. mal pot,vo celar~i "olio i fiori e 1., frulla d'un piccolo c~ ne-lro . •\ compro·•a dello digre<;sione zoologtco. Lieht•eich citò il fallo che ti veleno dei serpenti Af.tÌ~ce per t'l!rile della pelle O l"'r iniezioni ipo!l~>rmiche, non gtà pet· vin .!ello stomn<'o, come appunt('l ri«ultava d!'lll'e~per·ienzo di La'' in: oltraccit>, aw•ndoglt li prof. Koch fornilo un po' di vPieno, appet•tcmente al s~rpeute acl occhtali indiano, <'lw è identico probAhtlmenlo nei suoi t•ni~lli t.o"sict all' afrtcano, lo !<Olloposc ad snali~i chirotea, ,., traUatolo con actùo !'Olfot'ti'O roncl'ntralo, ne ottenne reazione cl'un • bel col01·e vermtglio lueidn •. ch'e~li ~6 ~hbe a ricono!'<cere pur•• nell'eri'rolleina: reazione che è c:otnune a.l ullrc "'O!':lanze, «1uali ad esempio, l'albumina .JelJ"uo\'o di galli11a e la colP,.terina. Sicclu~. p~r m«•tlere in seCOrio i dati e ~li .. perimenli d'ambo coli autori, parmi lecito, th" ,.j pos--a "eroc;imrlmente opinare che l'uno abbia ra::;ione e l'oltr<J non <:ia nel torto. poten lo bene i due '~leni. apparnenli a ùue rezni tliver.-i, po~,edere idPntiche proprieté chillliclte e lo~'iche, ovvero lr.:J\'Br,i riuniti in una ,te... ,.a "0etanza, di cui ,.,·a\'val!:ono le razze africane pet· rcnderP , ..,_ 1 n ~e lor fre~ce. .~'lecché <>ia della 1Jue-o1.10ne, qcesta ... in compendio roriJnne di lutti i lu v ori oppar"i in GP.rmonia, in l nl!hillerrn ed :n Au-;lrr.a, sull'ùrìtrofleine, ~ulla cui a?.ione, eome enesle!'<ico oca te, gh sperimeflli "ugli animali e «ull'occhio umano, e!'<egu111 da Liebrùich col cloridrato d' r.ritrotleino, s'accordano
Ili ~ ~oi ri<~ultati ottenuti da Twee ly (The Lane• t, o!'<<~en·alor·•• co~r·ienzi,.,,.o,
·rfi'·""·-h
da molli altri. Sella cli~cuc:<~i,.,ne che tenne dietr·o alla prrma zione dr Le\\ iu. il pror. Liebreicn. "Oi'l~'nuto dalla num~n del dtotl, Lam:ga/jrd, gia a-:--istente nell' macologko, rHendicò a !'Ò il lavoro ~ulla corleec• Ileo, e•l accu<~Ando Lewin di ral<>ilit pel' le rrcerche muli ne ··o n ruto i po~tt.lati. e gli oppo!;e la "eguente dei propri sr·eruuenli. cioé: • che l' eritrofl~ina può 6.!<"~rl~ a'J.iitatu r.ome ttne!;le,.ico locale, e che le dermiche ono inv~ce doloro,.,e ed irritAnti •· .........,,... alle ricl'rrhe ~rerimenlllli "'ull'occ1Jio, egli in .·cc6 starnPulP "Crisse Cl. Aernard. che, cioè, e~i<~tono h1 1ita uell'occllio, diveM>C? fra loro, l'una corneale dal ;:ranglio ciliare. " rallra dellA rongiunliva, in eui C••ntf'ipeti !'Ct!IIOIIO Ull èOI'!<O Jire1t0: le 1fUAii ~t'"'"''ua''""" da maulent•r ... i rl1slinle no11 !'olo m•lle l'icer·rhe gkhe, ma ancLe nell'uso l{'rap• ultcv d'una ~o,..ta nza, P
intet·t•r-;cantì flUI't' in clinic;ll. Mentre la cocaina rnìna un· arH·--le..ia gt•nernll' dt>ll' O~'Chio, rerit rotlt>rna rt~n•le ine:cn~ibill-' <~oltnnlo la cornea, ror~e pe1· azione palicn, (ls>'is sul ganglio cìliar(', ma irrita tt•attra parte ~iunlÌ\'8, come anche Knller ( H'iener m.ed. N. 6) ~ \'. Ht>u::;"' ,. Kiilllg'!"lein (fntern.. klin. n.,,.,.,,,...,,...lll! hanno \'erJtkato
Liebt•t:ìc:h I'ÌCorJò che per l'uso interno dt talune l'auzidclla "~'P&razione delle due !'t-n~ibililà oculari th·~t: co--i. la "'lricniuo ane>olesizza prima la eorn~: per idr·ogeno pdrna la ron~.:"iunLiva: l'etere, il curaro, ~olamento, fanno pet·-.h;.tere a lungo la qen,..ibtliLà la narco~i per doroformio. sebbene con in«en«rbile ht <-.onziuulì,·a, e con~erva la scn"rb1ht• cornt>ale. RICOrdò pure che reritroflcina è IJII \'8leno ;.ivo, e la ,.un nw!lrt! ttnesle::.ica appartiene al genere che "iene nppunlo determinata da corpi acuminali per M\erchiu e ccìta;done dolorosa finiscono per ~•'ll~ìbililil.
\'ARJ.JH\
1113
Ad l!ccezione di GolJschm1ll (CI'ntralbl. j'. I./in. Afetl. 1888
pa.:. 121). che con una soluzione all'O, i •t. osservò ane~l~:ilia c:umplela senza manifestazioni mollo ,gt•adevoli, tutti gb allri ,ur.?r per\'ennero qua"i all'unisono ai risullalL cbe il doLU'>r r. Reu"'" nella .\fe;l. chirurg. Rund&chau (15 apr1le c:. o.) così mpenJu'l: • l'er•troileina del.. rmina aue!:LC"ia dt-lla cornea, m@zz'or& dopo incotillat.a, non co:;i completa c'ome per la coeama ma invece dopo 2i ore non clel tullo 5'\'anil.a. Il to1118!:!!10 corneale e l'asportazione di <--che~ge Ji ferro ri~ scono in!'en;.;ibili: non cosi le cau-:licazionl ~o! ~oliato di rame e nitrato d'argento, perché J'~ritrotleill8 agi;o.c,._ pOCO !"U1J8 C(lTI· giuntiva, in cui anzi, dopo breve tempo dall'm"-lilluione. in· aorjlonc. dolor·i s;>e.coso violenti, sco~ezione di corpi "'strtw,.i, brueio1·i. punture, sintomi chl" si rendnno obiel\h'i per l' irritAzione tlogi~tica evidente. La roa~t~ior pa1·le de~li autnri o~s... rvarono niTuscamenli della vislt~, cloYuti a l!iO'uso inlo1·bidamenlo della cOI'lH'8, risiedentP nt>.llo slratu ~!<le1·no epilehale, s~bliene Reu~:.-~ l'osservasse anche ìn forma sli•iata nei tessuti profonùi, ma dil~g:uantcsi nel corso dei giorni succe~ sivi. Welker di Ambur~o con una soluzione al r1 "/. osse1•vò '" tm C&!<o perfino ipopio: secondo lui (Centralùl ..r /,fin. -~«:lenlieil/•. fehln'8io 1~88 , l'intorbiclamenlo coJ•uenle ~i dilegua dopo 5 giorni. SPcou,1o ReU"'" la pupilla uon ~ubi<~<'~ l&riaz.ione, e nemmeno il grado rli a!·comodazione. o Tutli :::-li o~"·~r\•alori perven:.rono adunque al ri ..nltato finale ehe la coc.ainA.Ia più lll'illonle cocoporta di quc!:lo coccolo nel campo oculi"tico, al òire Ji Hi•~clrbeJ·g, e di Liebreiclt, "18 in o;mi C8"0 tla anteporsi all'erilrolleina. YaJe,·a allora la pena tli tJccupar..i R lunr:o del111 '.{Ue-..tione? Mi f. par,o ùi si, per la storia un po' euriosa del come ->i originarono le di;.pute ~cienliftche sul vel ... no ha!Ja c \}Uindi "UI· rerllrofieina. 'ltompra Ì"lrultive ad ogni moùo: per l'idea r.he por~e tlell'aUiviUt con la quale ol%gitli "i ln,·,)rll al prot:r8""0 delle rao:-~tre cono:,cenze, e da ultimo per una prova di piu circa li 11ecogo chP serbano fra lnro le varie !lCieo:tr> naturali. G P.
11B
VARIETÀ
D oolera al Giappone.
To~hamo dal Boletin de Sanidaà, pubblicazione della direzione ~t!ru~rale di beneficenza e :::anità n1ini.. tero del ~:rovernC\ (interno spasmuolo, alcune lativP al colera nell'impero del Giappone nell'anno GeoMio. Febbraio Mar·zo Aprili' Ma~.:ìo .
.
CfiU4!110 •
Luglio Agosto . Settembre .
Oltobr•e. Novem~re.
Oie•·mlJre
Colp!U
llorU
10S 1;;; 131
f2e
ro;
4840 b254211Ji1 57687 4459~
J j814 1992
180
Ila
'107
286 36U 6;170
lUI!-' 371)50 315:12 12625 l7:J6 111
Totale
=70.73 p. WO, proporzione srravissìma15.!:!57 che potrebbe e!'lprè."sione della gravezza dell'evidemia, come DOIJ'ell• te~ta.rc .Ielle tri<:ti ~ondizioui igieniche della JIVIf'V''.......-. noi l~nuto conto del ciclo totale d'ogni annuale mortnlit4 ha ->empre appena superato il 50 p. 100 Re-.ta anche " veJer,. ~e da noi non ~<"~tbbonda gno;;i; chiamando tolera forme ben più miti che d• non danno mortalità!
111 5
RIVISTA BIBLIOG HA ~,l CA LtDte corueale blAooulare d1 ZeheAcler, oostrutt& c1&l Westiell, eU Jlostook. - Relazione del prof. L AQllEt:R, di ~·ru:;bur::;o (Con~re.,.,.o di Wiecbaden, :<<:!llembre, 1·•77). ommaria Je,.,crtzione lraUo dal 1\linrsclte Moruuscf./acur jii.r .-lw;en!.eilkunde, dicembre 18R7J.
La leu le ordinaria di 1n !!t•an•limenlo non dà che unn ampli~azione llnem·e dì tre diametri, senza rilic\O l"tereoscoptco;
pel corto fuoco btso~nn sommamente nvvicinar·la all'Qcchil1 1 U campo simultaneo os~ct•vabile è ristrt>tto. l microscopi oculari (e lt·a c~si il più accreditalo, qudlo del Lì~>bre•ch) Jànno si un conl'iderevolt• ingr antlìmen ltl di a .W •hametri; ne è pt>rò difficile l'uso, per la piccola e:.--teusioue olf'l campo vj-.jvo, per lo brevis,.ima di,.,[lllll8 rocale, pella 11lU· labilila dell'a iattamento. pel menomo rilO\'imeuto del capo o
ao
dell'ncchìo. La lente corneale del Zeheurle1· ha invece una tlbtanZft rotai~ nolP\Ole (8 cm.), un t"ampo ..,+•uale ahba,.tauza arupto i bea i mm. di dinm~>lro). un iu:.!rantlimenlo nbha~tanw gt'ande (10 dtamelrl), !!d ha azione ~tereo:-copica. L'apparecchiO è co~tenult> ùa un pied.. pe...anle e quiud1 .oolrdl,,imo. Con<>ic:Le in un tul•o orizzontale rii 2U a 2~ centimetri dJlungheus. che ad una E'"tremità "i biforca ad angolo acuto Cll<: da otlhre due aperture ocularJ, armate t.li lenti conca,·e di circa 21) òiollrit>, e di~tanli tra loro quanto '-OUO dh·er!!'t!nli i du ... centri tlei due occhi ùP.Il'o~~er\'Alote. L'altra e"lremilti del tubo, la ohbìettiva é abbastanza lar~a. in <:en..o onuonlale, PPr e!""ere armata da due lenti convesse •li 25 diollr ie, alle quali fu e>-portata la parte per ciaRcune interno. per t/3 "i da ~iust.apot·sì nel meno, Rulla linea vertir.a!l' mediana e co-
Hl 6
RH" l STA
~tituisce una unica lente a due superficit1 inclinct le ad rient•·aute. Gli nculeri po;.c::ono un pu' Allungahi od accorciarlli lt>nert' co<-l di adalla•·li all"' diver~e ti1vergenze tiej:tli o:o!'enalori. Mediante &dej.!uall meceani:-mi a CI'Omelriehe n scalella, ecc. l'i~lrumenlo può inuatii.CIII~ ba"'!'ftr"i, avvieinaN>i od aJJonLanarsi dall'occhio ruota t·~i a dt>lltr·a od a sinistra. Il m.-~o illuminante à costihtilo. ollrecchP. dallA tl0'"8. da duP h>nli, hl•t>rt> montale l>U c:oliJi , o.::t~>gni
6 che lnF~dia nlt> COilW'!lllO lubulare, 8 CflOCI~'Chiale, elew~ r--i etl abbac: ... ar~<t j!IUSia necessità. Una di esse con,·e"c:a, eli _. tlioltrie. a 2rande apertura ·~ collocasi a 25 cm. dalla fonte lumino"a. chP esc:endo ('0 - i a l fuoco ltmte, i •·aggi emerge nti da que"la a "sumono lAt1ìSPOIIIJIII
iu rac::cio parallelo. L'altra lenlt> "'' colloca alla slesf!a dt>lla pr i111a (t> naturalmente insiememente a lla stessa
rlt>lla fon te luminosa e dell'occhio osser vato) al lato l'mnanzi c piil che fJO~ sib l le accosto all'asse vi«uale in ~>~ame) l'd all'inna nzi d1·l capo dPIJ'osse r\·fito ••d a H, liJne lt·i di di~taozfl; e!'l!"a é pure a f!ra nde ApertUJ·a. Q diolt•·it:t. La fonte luminn"a dista circa 1• ,50 dRII'Otl'hio ''"''~~>rw.. dalo l~ dbt11nz~ delle lenti riesce pos;<ibile illuminare rul m t'nle l'ocdtio in un l'ir cnlo tli ben tre cenlime tr r di m•·lt·o, mrlipt'ndeulemetaltl dai movimenti del! il Laqueu r Cl e JnliDAgint\ illumina r .. l'Ol"Ì rocchiCI, ID mnment.. 1 Z· ·aeruler lo raceva con una forLe lente adallnlARrla f•Rr le anter iore (ocular··• del luho e ..... n.v• 11~ il l~>hen.te r anzi "O"lenevtt nel congresso che 11 !lllO ùi illumiuaz.ione (con una lente cio~ articohlht iniJ_. ste.. "O btt·umrnlo. ~1 ch"' ne ~lia c::opra) e ultle, · pelle ott,er\'&zioni non limitate ad un punto .iell'"""'mta ... Pe•· r... r·mfll'<! lA le~la non é necesc:ar io cl1e un so-.tegno del ruellln. pur libero e ad astn "erticale quelli delle l~>nti, allungabile, ecc. Cou •Jue;;ll) islr umenlo lli può ossei'Var e l'ot;chio, e
colarmcnte le "Ut' pnrti anter·iori in modo vernmente-
BI BLhJGRA FIC \
Ili ";
ftrìlOl'dinar• o. La rete dei "a~i con:::iuntivali c ~ollooon~iun · vah appare co"picua, distintic::òima; c·o,l la l'cle mar·~in11lc Ila cor·nca. Jl suo strato ep1Leliale, la ~upe rliclt: anlel'iord èla'arirle, e i mutamenti indotti dal :-uo re ...llim.:1mento e di· lauone. riu:scendo a con;:;taLar~ l'esi"t.:uza tlcll'/JipptuJ ti• • I021cc, m olipendeuz~;~. de!!li ~luuoli ~emHLili o psicluci ai quah l'cn·;:auasmn ~ incessaulemenle -;ollopo!>lu; si o:ssel'\'8 bemo:,srnu la "trultura slellala della :::upe!'llcie unler·iore clelia lente. li campo poi d'applicaZIOne dello c:tl'lunento nelle ri· cer~he patolc.dch~ è ~l'andissimo, ~~ do poterc:i heu <i1re cilt! abbraccta l'intero domimo Jelle malullie della congiunth 8, ella coruea, dell'rride ed una gran par·te di IJUelle della lente Cl't-tnllma Snrprdndente è poi la diagno~i dcz corpi ~lranei wti~"' n• la cornea dei quali rilevas1 In pl'oronùiw, la spor~enUi (• meno nella camera anteriore, ècc.; cos\ cornu pèr' qU~<lh dell'iridi!, per le sinecchie, e•:.c. An<·he Jl~l' ros::~erva ZiflllB rlellu cnler·atla nelle sue divcr·se forme può ries·~ire l'i· strunu.mtu utilissimo, uon potendosi pel'n pt·etendt>re ~et• la l~nt•· nna A!IRoluta diagnosi di sede dègli oggcLti. Insomma l'i•t1·umento ha una lunga, ampia l>PrJc> di mdJ<'IlZioni opplicaIJre erl é .li conc;e~uenza molto utiiP. H11 pero un inconveniente..... );: C11~lcl"o: circa :! 'O franchi.
B. hclnottt (t) iD Ferentt.no (1817-1818).- Mouo~:-alla del ott. ~ATAt.•: At.LEGRl, medico condollu in Ferenliuo. RiJutR, ltpogralìs Pras~ allè Ter1ua Oioelllziaue. i~S. Il dott ..\llegri. con molta pazienza e IJ!l'Rnde amore, ha com-
Pllllto •! pubblir.ato un'imporLanle Mono~rnlla "lillA prima cou· d llrt m ed t<:& di Pucinolli Gli elementi P"l' •JUU~lo la \'01'0 'ono &tali fornili al dolt. Allegri dagli abitanti di Fc>renlino. ove
tro,a,·a~i in conrlolla e da documenti e da 8utogl'at1 raccolti In quei luoghi.
L'sutore ha divi<:o il lavor·o in due pnrti: nella prima qj Ol'cupo di Fel'entino. nc>lla i'econòa di Purinolli. 1
x~lfll •utostran ntecolti dal dott. AlleJn"i st le~rge chiAramente l'ucinl}ttt, ~nelle 0 !·•·rc me•liche, pubblic:\te in aprresso dall'nutor,•, Puccmotli.
11 1~
RIVI:> T.\
L'a ntkhi!\<~ima F'rr>::ntino ha territorio \'&.,lo P ri~reta pJ•inc-ipalment~> rlai cor<~i delle arque d.>:
l'A labro rli Torano e di altre num<>rMe picco! t> .. • le a cque minPrsli di natura c:oJfur.-a: "Or~Ze in Juoj:!'o <" ~aluhre eli é ntlnrna di portenln"e mura pela t~moi Jell'antica Home era rtcercata oome luozo di
rono r.ome eli luogo sog!:'eltn alle melar1a: ma oggi in d1 numerMi miclioramenli I:::"ien,ci, e jdl' ACftU& abbon·ianla e 1h ottima ([Ualilà. è divenuta IP.nte ~t.Azionc e;;th·a. climatica, balnearie. Pucinolli rccos,..j a Ferentiuo, in ']uahtà di modico nel~>, ~ul prtncipio ciel lusrlio l'l7 e "i ec: ·rcìlò meùicina onor<', !'<O•Idisfazinne e loùP dellR città, coc;icchè sl 1-' bre ddlo c:t••"-c:o anno ru elPllo meJic.o :>tabiiP a.! una di \'Oli meno uno. E.zli menò in FHenlino vita ~ima, tutta inl~sa allo c:tudio della rnPd1cina e al degli ammalali. Fra gli aneddoti riferiti dal dott. A scegli t't'fimo uno P•'r in voglia re il lrllore 11 leggere da ter·a monos.rrnfia. • ~el 1~1 7 rlominò in Feren tino mia eli r... bbri pele<·clnali. CaddP infer·mo di oletla malattia ~'Ìt:roor Luca Aruici. ve~covo di FerentinC'. A nulle perizia del Pucinolli, e aiacque nel giorno s febbrai dopo di e~!'ert> ~lato al aoverno dE'Ila chi~>~a feren t anni e undid me~i. E,rli ben comprese il danno che perdita gh venha. e uell'imhalsamazione tld coda,·ere S!rufandolo 6"CI81DÒ: i\ti CO<:li Una fibra rronorc. un;uooow.~ 11\1' ectclamalione &!!ziun~e;.!-c una ceftata. presa da per w~ro ~chiaffo •·d inctulto. e da altri per unA carezza :-cio"a. qua .. i a dsmo;;trare 11 ''i\·o dolore che ne Anche l'autore ~ ds quPsto ~econdo parere. Il tloll....\IIE>ari ha fallo veramente opera buona ceudo con redelta e chi~:~rezza le prime pagine, quas• r·ate, d~lla \ ita •o.,uica di co,-i i\luslre :.cienziato, ed è ptù m~rit.. vnle dt loJe. in quanto che egli ha defl opetn filantt·opica, in favore civé della faro:!!lill ""'"...111111 granrl1~ Purinolli, ogni guadagno cht> potru ritrarre dita degli autografi. C.
BIBLIOGRAFlCA
111 !)
JlYilt& olbdoa. Aroh!vlo Italiano 41 oli.Jdoa medtoa. Que .. ta pre:;r... vole raccolta che ~ gtà al XXVII suo annu. nproduce le p1ù interessanti memorie. mono&rrafìe. ecc., an nualwenle pubblicata tn ltalta. Ed al valore "Cit?nllllco a~ g~unze il non piccolo m~>rito d'ec:sere "'ornmaruenle eeono1111ea (ull "olume d1 800 pag. all'anno per f5 hre}. La 2' puntata dJ quest'anno contiene: XVIII. - SA:"lQUmtco. - Lacatura delrorgani3m.o neqli accelenament, ne c't t. XIV.- PALOMSIERt. - La tra~miJJ ione della ooce aj'o11a atlracerso i oer31lmenti endo- pleurittci.. XV. - CAPPARO:"lt. - Rara ilnfJmalia rlet gr08:~t cas' t del cuore. XVI. - ORECCHIA e CutARELLA. - Sul modo di comportarai tlell'it~testino distaccato dal suo mesenterio. XVII. - To:\1MASL. - Sulla sifilide dei reni. XVIll. - MARAGLIANO. - I fenomeni oascolar i della
febbre. XlX. -
di Koch.
ZASSLEIN. -
· Sulle oartetà del bacillo vipgola
11 :?()
CONCORSI
Oonoorao &l premto B.lbert. A no~rna del pro..,.r<~mma pubblicato nella GU'COitar.a·•
«lei Giornaf,._ .\fditar~ Ujflcùlle, J "-7, parte:!& ,.uJ
bert m coro::o. ,. ~cadente Il 30 settembre 1888. "'Ono a!J"J,petloralo «lt !t8niti1 m:lilare due m~:morie con le ::<Cio(ueniJ eptgrati: 1. • Etlfral ~r lo NmmltiO alto e silot~tro, • DA!\"TI!.
• -~Opim::a t! cibo, cht laziando di st. di té IUI'IO. •
Roma, t• ottobre JSI'.!?. L'Ispettore capo PEcco.
Il Dtret.tore llotl. t'tue.& BABOFFIO generale medico. 11 Collobor·at-ore per la R.• :\Iarina. GrOVANNr f>b'TELLA flt4fco di l" clo.ue
Ntl TINJ FEDERrco, Gerente.
ME:U:OR.l:E O R . l : O I N A L I
MIA P~RMANENZA A~JASSA[A !>Al
GfUGt\0 t~S7 AL .\L\GG JO r8~8
BRK\1 OSSfkfAZIOXI CLIYATili.OGJCHK ECLINifHK lh:morla letta nelle tornate• men<lll •I•JII., r~~ttf••r,•nze S•''"'•t•llw., IJI'tl~so l'o~pt>Jale militare d1 UoloRJllt. •hl e:~v. lUcore aa.. bate lU, tatJitanu medico.
llestinnlo n far parte delle truppe in Africa nel mese ùi rnaggio dello scorso anno. partii per )1assaua e raggiun~i qtJell'ospedale militare da campo. di cui tenni la direzione inlerinale per un anno. e nei mesi e:;tiri dorelli n"suroere aneo quella ÙPila direzione dei sen izi sanilnrii di lutti i pre,.idii. lo non intendo presentare un la\'Oro ,tnti'lico completo tirca le malnllie che ,; ""erifìc.'lrono durante l'nono. ma solo esprimere alcune mie impre,.~ioni sul clima di Mn,,.aua, corredate •la poche o;~Prrazioni cliniche ..une mnlallie che con lllazgior frectuenza :n veraron ... i nel pf'riodo di grnn cnldo ed in qu~>llo delle pioggie.
11 22
P.\HTE I. (;li n'la ,
Questo puù 1iir-i ca"l.mte ri-Jlello a •Juelli delle altre d'Europ.l, in f'{nantn che la .sua temperatura olTre poljDIIIIII!I di-ta•'Cù Ira la noli~> l'd il giomo, specialmente nel est h" o dt ~l'llll caldo. molto \·ariabile nel periodo delle gitl o di meno cnldo. cioì• dal novembre al marto. Jo :-.l'rlllimo periodo infalli l'uria è eccessivamente umida snnoginrntlll' inLcro nuvoloseepiovose,nelletJUal i il WtHÌSlll O ll\'VOI'IO la molestia del freddo umido, 'fU:I lt•lllpCI':liUI'il CM!'I'fla sia ÙÌ 2J 0 Il 26° grad i, COn au ..u---: ùi :;o ,, li" gmdr nelle ort> delhr notte. Per· quelli dH~ nnn hanno pa..::-ato un inti~::ro anno 10 f.1 mumiglia rurne con ~:io o z6° ~radi di po 'n ah•t·c la ,en.-azion., ùi freddo. eppure ,·. col'i: mente pt•r col11ro dlr> preced~>ntemente ,.; abbiano estate. menrn~ 'Jnelli che ~iun2onu nel periodo delle nHenonu Ìll\ece en-azione òi ~aldoe la loro pelle l' nl ~udor • COli la tempemturn ~o notata. ~el periodo di ~ran caldo im·ece la temperatura e).-, .t pl'ogr c-,intmento e dall'aprile al sellembre ...,.,~--~, 0 ai ifl e 41 ° dl'l ~entigraùo sul,endo ugualmente renn•~ìl'lll!! di poclti gr.tdi neiiP ore òella notte, le quali diminurioo un r•onnulla per· il povero organismo rastrello a \'Ì\ere · amhi11rrtc: infatti ~e nel febbraio. p. es., si r :n·uta si mn di ~R" ed una mioirna di 2 l o a ?2°, nel luglio e
D.\LGIUG~O 188i AL )!AGGIO 188X 0
i I~:J
go•tucon una massima ùi ~1"-.i-! e per qnalcht> ora nneo H 0 , i eblle una minima di 31.>" o 36" gradi. (lue,to pow di~taeco dP.IIR temperatur'8 tra l11 nolte e.l il giorno. con gradi cosi ele'fati, è la cau=>a principale che rende d clima di , Ja,.;aoa poco tolleral•ile d'e,;title. Chi 2iun;;e in .\Ja,;,.:ma al comincinre di que"h' periodo ricere una imp1 e.-.;ione spiace'fole_ :-Confortante, alrUt'riO tale fu per me. Per tJuanlo ,;j ,ieno ,.opportate fatiche di marcia in aperta campa!!na. per qu:mto !'Ì nhbia un ti ..ico abitualo arrlj strapazzi ed al caldo. non,.; c il beocb i: minimo raffronto con il caJ,Jn che ,i :;ente in Ma.;saua, e ciò senza esporsi all'azione du·eua dei raggi solari. ~t · mi si incolpi dir.;agerat.ione, dappoicll r io fui uno di quelli cho avanzarono re):(olart' domanda al .\linistero della guerra per far parte dei pr·esidt d'Africa, tollero bene il caldo e per il mio fisico gracile soiTI·o mollissimo al freddo. Il caldo d1 \tn~saoa. per completare il mio cnncetlo, ha late Hllensità e costanza che deprime rapidamente le rorle di qualunqu~ organbmo, que~to sente di tro,·:lr.;i in un amhieDle direi qrrasi irrtJ~pir'llhilc per r:1ref.1zione tlelraria (quantunque Ciò è ft.;icamente impossihile), e l'unit-a ragione di tale soiT~; r~nz:t ,La nella temperatura e;terna che u:wagli:l quella del no~tro corpo per moltt> or~ e la supera in qualcuna. La no ... tm (Ielle aumenta eccessinmente di funzione. wa,sime del -sud!ire. il no:-tro or;,!ani:;mo ..;ente la mote ... ti:t dell'aria c.alda e secca che penetra nei no;;tri polmoni aria poco ndatta arl una tompleta emato:-i), quindi e.:>a!.!era la funzione del re::opiro, e ne con,egue oeces~ariamenle la :-tanchezza muscolnre e J'P,autimemo nervo<.o. II ltenefkio delle correnti d'aria in alcune ore. quanllltHJUe Poco fr·e~che. l'iesce di gramli~simo sollie\O, percl11" mette in lllOYimeuto l'ambiente infuorntn o ùil un relalivo benessere,
lll.\ Pl!Rll.l:'\.E.\'ZA A lUSSAUA
mP.ntre nei "iorni di :tfa si avverte fortissima smao bascin. A •1uesto pr·oposito ricordo la spiegazione un mio colle~a dicendo che l'organi.,mo ern costreuo rare l'aria che emelle\ a. lo non tHvido punto la ... ua opinione dappoichè ciò mente e chimir.amenre impos,iuile: infatti l'aria l'e:>pirazione è ricca di vapore acquoso l! di acido onde è più pe.-aute dell'aria esterna, e quindi que5t.a rela1.ione fisico-chimica al fallo in discu1ssr•r»nt•.~ derando che l'aria e.'teroa in Hrica è porerisl'ima, priva di vapore acquo,;o e calda, ne consegue che l tende nd audare in basso, e l'11ria inspirata non sarà quPsla. Pintln-.to l'aml>t~~cin nelle ore che non ins r.orrente d'aria. dere a\!giudicarsi esclushamente olia temperatura esterna, pcr·cltì• il nostro corpo lrovasi in un'ambiento a Lemper•atura uguale alla propria, sono diflicoltnti tutti gli scamui organici non e~cluso ,;udorc, il r.uore e:.agera il -.uo la\""oro, e l'inrtiYiduo pena grarosa di tale stato anorma!e. ed a seconda del stema nf'no~o più omeno Mnsibile e re;.btente. ,,,.,..-n.... in~oruuo. ec~.
Il caldo è il rero e I•"'rm:mente nemico dell'uomo tropicali, figlio le~ittimo del potente Feho, che co!ilalli!IJI darde,!.(gia quesh' zone terrestr·i con i suoi rng~i in l :2 ore del ~orinrno con quakhe piccola ral'iante tra il del meno caltlo " del ~rnr1 ~·aiJo. l n \fri~, e piir ,pecialmente in ~Ia.-,:~ua, il wle :-cottante CJU:tlunque "ia la :-.tngione. purclu'· il rielo e dopo le ore t Oan ti m. (c· he c'OJTispondono alle 8 e Italia), mal .. ; tollera da lnlli, è po1 perrroloso periodo di ~rnn caldo, facili t:,.,sendo le in:-olazioni. La posizionp geo~rnlìcn di )Jassaoa sulle sponde
D.\ L GIUG~O
t 81$ì AL UGGLO 1!1~~
l t ;?;j
]t11,~u n 15° gradi t• frazione dall'Equatore, in una profonda IDSt'naLura di quello, contnhuisce moltissimo a renderla poco
abrtat.ile nell'estate tla noi europP.i. In questo periodo i venLi di nord· e,.t ~onv poro freqnenti e se -psrono pas:.uno mollo al lar·go, ond·~ che ·olo i '"enti di s d·e~t. rinfrescati dal mare, pt•nengono e mitigano l'am· bente rendendo lo po~sibile nelle ore calde. vivendo però a ql:lro tlal .;ol~>, in adatti baracc:tmenti: ces,;andn questo bene· filio -i ripiomhu nel ,ofToco t> ricomincia la ,;mania, l'insonoio td altri consimili males<:eri. Le piogge in e~Lale mancano tleltullo. ed io che ~iunsi nei primi l!iorni di giugno lì no al :u IIJ.tHSlO, non 'idi mai tempn nurolo. quasi erami renoto in u;.!gia truell'a:.pello del cielo sempre seren•• di J.tÌorno, scintillante di stelle nella noLLe. [ronia della nn. tura che non semps·e accoppi;l il ridente al bello od al buono l Quale diiTerenza c.on le fs·e!<che e stella te nolli estive d'ltali.t! Esse in' ece erano ugl!IO~e, mole~ te, calde. quasi COllJ!! il g10rno c qualche sera iltermometrh -.f'gnò 38" del centi~rado'
La temperatura del nostro co t po ~uùisce nn eh '••ssa una eleTlltt•me di 6 a -; d~cigradi senr.J d1e -.i avverta male:;, ere mor·
bow, dappoich~ ,; appetisce e di;,!t~ri,.ce normalmente. Il ~ l :J l ago~to al ~O no"emLre 1887 .. ; e !lite nuoçamenle
tempo bello, .tlternandosi con •1ualche ::riorno nm olo, ed in 4JllN'ultima epoca poi, sopra' "enne un temporale con forte acqoanone accompa~nato ùa impetuo-o \ento di nord-on~st. e on quello in com i ociò la çera ~taziooe delle pio~~e per llassaaa e dintorni, che è ùurata tino a Lutto il mese di marzo u. s., IIOn ~olendo tener cnlcolo di qunlche acquazr.one sopranenoto uel mese th aprile specialmente all'epoca del ~olstiz:o. Ho o~~erYalo che nel periodo delle pio!!ge, il \'ento prPJu11111101nte fu sempre il norti e-. L u IHH'fi·O\ est , ecl npportò sempre
MIA PERMANENZA ... lfASS.\UA
pioggia nhhondarllee fresco sen:>ibile. ~ell'estate in met]P,imo VPnto è infuocato, chiamasi Knmsin. che vuoi dire ciruruanta {dappoichl· dice!'i cbe si ripe!a volte dur<lnte l'anno), trn ... porta seco molti,;,..jmnpolT sim:~, impalpal•ilt'. che si elera a molte centinaia di 'uolo, nnch'•!...3a mfnocata. ed al suo arrit'o la tem ele\a ecce,-i\amente: al toccare qualunque O~J!ellod• u di cri-.tallo :.i ha la ,en::-azionP di caldo. la no tra viene arida per· qualche ora e si avnme un male.......,.-...•che può riu~eire pt'ricolo'o "Pecialmente per CJUCIIi cleiJoli otl aiTaticati. e.. ~en.lo facili le sincopi. Ho O''ervnto anco che al cadere delle pdme piogge vasi dal .;unlo un rH}ur·e di idrogeno solforato, m•Jlto e ciò··· in rApporto òirl'tlo della natura llel suolo vero cimitl.'ro di animali concbi~liferi ed infrt~orii . ~011 pos~o tacere della eccessiva estensione di ùanr che per molle ore, specialmente crestate, rel'tano bu-;~n mnr·en, allora l'aria :>'impregna di e~alazioni trcmodo mole~te all'olfatto e nocive all'or;.mnismo r lo non pos"o comlividere pienamente !"opinione di~tirllo mio superiore e collega cav. Panara chen importanza alle ba'. P. maree ed a quelle e"alaziflni. "\(''il cor~.;idei'U che per 15 a 16 cililometri in,?iro, m.1:-ca ..:ir.;on•ln lo ,;piazgh e la ci !là di 'fa,-.-aua; da Tanluù. ùa 'faulud a Mn:;saoa . e da quesla alle 1;herar· ed \ lul-~1-llndPr; e che nel mare si Jiversano rilìuti animali, \'e:?E>tnli ed escremenlizii dei dil~rsr r.he in molti punti, come le insenature di Gherar e .'In ~au:a. il mnr e resta qua-.i sempre !'enza mm irut-n può mettere in dubhio che lotte quelle sostanz •• in tl'efazion<•, re,-rnndo allo ~coperto nelle ore dr ba~~., impregnino l':llmo~fera di mia;;mi nocivi all'urga
D \1, GIUGNO HHfi Al. UGr.IO t HM~
1t ::?7
faUi nella peni~ola di Taulud furono frequenti le fehllri a tipo IDtermiurnle. ed al c.1mpo Gherar il h:tllaglione ~lpino ehhe •olll~simi anunalnli di fehltri intermillcnti c• tifoicli. con 9 110rti e pil1 cii 3U rimpatri:lli per oligocitemia eon.:e!!uente a lebbre ~otferta. Se la "l'iaggia del mare che circonda Ala -aun e dintorni IOD fo~~e CO,j profondamente ,jnuO a. 'e i mar1HÌ pote~sero ilcilmente 'enire ad infran~er'i coulro di eNt in tutt'i punti. si tomprènde come riusc.irehhe fnc•ile la rimoziclne tli tutte le sostanze eli rifiuto nffidate al mnre. ma ciò non i• che limitato aisoli capi Rn:--~ludur ed ,\ bd-el· J\acler nella ,.ola l~~ru pallt! più 'por;.rPnh! in mare. Tuui •tue:-ti agenti morbosi adulltJUe, re!>idui animali e ve~etali in via ùi putrrfazione, Ja,:ciati olio scopt>t·to per ha,;;;a marea, sono In fonte iniziale, a miu n·ederr, di q nel tnle miasanoido o plnsmoidc. che dir !\i Yo~o~lin. molto affi n~ al ptllusttt~, ma Jliù infeunnte, che è la cnusa delerminnnlt• dt'lle moltissime febbri JIPriodir·he. r.Jirnatich~ ed infettive. che nelJ'e,;tat\' .,j OSServano l'un piit frequenza e con sintomi grn' i più che nel periodo della pio~ge . .\.llmeut•alone .
Molto J i.· eletto. molto "criuu ,uJI':•limentnziont- e talvolta ._ Pt~"one che videro ~l a~":Uta ... u qualche atlante ;.;co~rafkn. ll!J r. he \ i 'Ono opinioni le piu di-parnte rirr,:1 le nonne ipieD•che-dietetir.he a ,e~ruir;;i. f.hi consi,dia una villitazione prevalentemente nzotuta: nhri c:red11no che le bevande alc:ooliche sieno nE>ces,.trie per· conlervat·e la tonicittt muscolare e nenosa; altri inlìne credono the una dieta tenne priva di Qualunque liquido alcoolico ..;ia ~ ver:t nlimenLazione per con.;~r·vnr·si snni.
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MI A 11 81tiiANE'ìZA A MASSAUA
h~ tnfttiO virtlt,-t, qualunque eccesso ~ vizioso, e adagio fu m~glio confermato come in questa s•",'n"••• cale. Infatti gli alcoolici rie.;;cono nocivi per l'organ•smo, 1;ponendolo co11 molta facilità ai catarri ditru~ione alle' iP hiliari, e neWestate in Africa era simo il colorito 'Uh-illt•rico delle congiuntive oculari, il funrpJe fehbricil.llnte ad onta che avesse pow o nulla di a!coolici . Que lo fallo morb0$0 tiene alle facili ineJreat• sive d~l sistema della nna porta, per l'abuso di ne1r1111,w; ..che che si inceri,cono in questi paesi, determinandosi ruentn di 'o lume del fegato e conseguente policolia. La dieta cnr·nea alternantesi con quella vegetale: l'uso dorato del vino. l'astensione completa dai liquori, t•, creder·c. la migliore. Il voler eccedere nell'uso delle l'tleugo cito Ritt noc1Yo. dappoiche tutti conoscono che fine di npnle al novembt·e verdure fresche non H~ ne non ve ne possono arrivare, stante Ja eleralissima rPm,OIH'• di quell'epoca, e qnind1 :.i ~ costretti ricorrere alle cotte rhi use in isl'atole di laua (Cirio e Comp.). le quali ,empre sono della migliore qualità ed il nostro corpo le co'i come l'ingeri~cc. Dal no\ em hrr• ali 'aprile poi rie~ce age,·ole ar e• ne d.,.U eli Archicu e dat piroscafi pro\"enienti da Snez e Un 'ucco vc;.;,..tale che è utile e direi qua~i indJIS~!IIIIIIII,I per il clima di \J n~<:aua. è quello del limone. che on~n-.; r.ilmenlfl lo --rorbuto. di cni parecchi casi si veriearoDI militari iu que.. t'anno, raramente però con forme gr&flo Oelle frutta devesi far poco uso per la difficoltà ehe tra"i dallo stomaco a dij!erirle, eppoi in i\Jassa ua ne poche e guaste nel pel'iodo di gran caldo. Cirea il \'ino se ne deve usare moderatamente,
DAL GIUG!'IO 1887 Al. 1\1',\GGIO 1888
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d<neudo sopportare un lungo vi~gio per mare, eppoi sollostare ad una temperatura el era la nel 'la•· Rn!'so. oltre al proprio alcool ,·iene alcoolizzato dall'R al t O p. 100 per eritarnP la rermeotazione acida e qnind1 nes..:e danno ...o. te di-trihuzioni di rhum fatte alle truppe in ..\Jrica per ;tli anni -cor--i ed in questo in,·erno ultimo, non le credo alhtto auli. anzi no"he, :'pecialmeme nel periodo invernale. Per quanto in questo periodo qualche giorno si a'' erta un fre-co p1acHole. pure dura poco e non appena il sole fa capolino lrn le nulli o le :'baraglia. ritorna il caldo :o;en. iltile che mal dipone il corpo all'uso degli alcoolici: eppoi fnvori-;ce lo ...,·iloppo dei catarri ~astrici ed intestinali , specialmente questi ullnni. che in questo periodo sono anco rrequentis~iuu per 1.. flltll l ptlrfri~w··nziont della pelle per il r.·esco umido dell'aiO· bi~nl e.
NtJI periodo di j.rrandecnldo si distl'ihui nn l•qnore preset·vll· ti\O alle truppe.
Questo c:ompuneYasi nel ~eguente modo: Cloruro ferr·i co liquido . gr. 6 olfato di chinina . u JO >l 50 .\ctdo cloridrico depurato • » IOU .\lcoolilo di menta ~~ . 6 \ leoni " ,.•roppo . .. 17 "• comprt:nd~ facilmenle come da questo cuunubio medicinale ne ri:mltas!'O un liquore di ;-;apore amaro stitico ed acido, ohr~>modu alcoolico, del quale si di,.triltuh·ano 50 .!rammi ~riornalm eute n c ia~cun militare di truppa. \.le uni però non lo tollerarono bene e andarono incontro a dolori ,. bruciori di SlfJrnaco con inappetenza. Sarebbe stato forse molto piit utile e fnrlle la distribuzione dell'anice chinato nelle proporztoni ~ome tt!laìli per le truppe del presidio di Roma in servizio ai
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\IlA I'EIIMA:'iEi\ZA A .\lASSAUA
ffll"ti, dappuidtè dnpo pochi grorni si silrebhero l' .lmaro, come ebbi ad o::,;etvare personalmente 10 rnentrc il 'apon: amaru slitiro ù.e-1 lhJuore in ù.i,.corso ceva tale .pa,mo farin~eoche eraimpo;;siltile poterne una seconda 'llf~:ltn. Il Ila di lrihu.tione di anice chinato se ne gio' ò la 'P •cialmente J'er le ciurme di quei leen1 che erano porlo .tll'nncor.tggio rli (ihenu·.
.t.eellmatazlo11e .
f),l(j tntti i •·oeflicienti fnvorevolj igienici e dietetici
atmnnlar•' t> consrrvnre possibilmente il nostro 11 ;; ...u,.,_ t•orulizioni sn ne, domando a me sLesso, si t; r·isoluto hlemu dell'a1'cl im:llnzione per Massaua? Si può im..,,..'""'1~·stnr·vi fll'r più nn ni ~enza riportame morbose l;IIJI""i"'u~.. In t·.r·etlu che uessun europeo potrà restani l'er· più di anni, cJuanlHnque :;t:mpre p~bi il suo tnbnlo al clima oligocitemin. lnfnrri tutt'i negozianti greei, "iriani ed che ,·cn.~.rono in .\Ja~~:llln, o~ni due anni ~i :::o~lilu· nltr·i, eclt primi ,j Jtortano nelle Ctltà natie per ri:;arcire corpo dai danni ciel climn, e "e ritornano in 'l.t,:,auai> 1lopo quauro o ccnque nuni. Uu esl-'lllpio cltiam e parlnntP che non i· pos~ibile la~ i lo olfrono (Juei pochi nostri connazionali. i qualr gioni di uflicin. quali impiegati civili atlùetti alle min i~trat.iou i. sono tj,.~j sol po:;to: es.-.i. pur uun da richiedere ill'impaLrio, direngono scolorati in volto, muco~e appn re nti pre,enlan:-i anemiche maniteswrtllellttv.••, 'istt·ma muscolarn perde ogni tonicW1.e sono destitutli lotHJU6 ent•rgia. Eppurfl non devono sollostarr. ud
DAL GIIJG:';O l ~!:Si AL MAGli Ili 18XM
Il ~ f
:~tiplina militare. uè eseguire laYo1·i nmnunli~ !'e cammiuauo
al ~o! e usano indumenti adatti, molto permeahili all'nria. ripanno il capo ··on cappelli a larghe tese erl u~:uto l'ombrello: ,·i· r nu .:on qualche comodit;,_ ~iban.si bene etl u-.:mo di tulle qaelle nonne i)!ieniche richie-te a tempo c luo~o . l~iil non pertanto anch'e~si inesorabilmente .subiscono l'azione deleteria del clima, din~o,;ono tlosci e pt•,·eri di .san •ue: gnai a ltJro se in (}Ue51~> condizioni sii 'oprn' ven~a qualche malattia acnta febhrile, corronù il pP.rìcolo della \'ila per la facilità con eoi :n es~i ~i svilupperebbe l'adm:unia rardiacn. Rtassumeaùo atlunfJUC, pur 'e;.:etnnùo in 1111111i me-i del· l'anno, come negli e~ti,i, e la,·orando moderatamente nel periorto di meno caldo, :>i va incontro ad un certo grado tl.i oli~ocitemio, che t' cnusn d'inùcholintt!nlo dell'orl{ani,;tno l) predi~ponente n ftll'lo ammalare alla più piaoln l'ansa mor~o~a . .\1 mio arrivo in Africa mi mer<n iglia va d1e ~o~l'indigeni in :Johon fo~.;ero buoni n soJ1e, are c· oIli del peso di !)O o li Ochi· logrnmmi, mentre i nosln 5oldati li stJile,aHlUO e polta\':.tDII da .:-oli; ma m• sono do>uto corn io cere d1e dopu 8 o l O me& i di permanenza, <}uei medesimi ,;olcinli erano ttuasi nelle -.te-.:;e condizioni di qne;;li indigeni. e :;P u~gi erano co~trelli a lnvon faticosi manuali, domani erauu fellluicitnnti, oppure tanto indoltC>nziti ùa richiedere no a=-~oluto 1 ipo:-o. l.a l!ifficQhà dell'acdimatar~i sta nellt> condizioni locali co~ miche e c~:lluriche. ·'la nella midtliale temferatnrn e•terua ~r la\ icinanza all'Equatore, e lìnalmenle ncl la impo.-,;ibilità a 'o Iuta di poter dar Yita sul po... to n tutte •1uelle ~orgenti 'egelali ed animali nece,~nrie per una buona e cornpletn alimentazione. In llassnua. se ne eccettuiamo la carne. pel' tutto il resto si deve vivere nii<J men•t'• di speculatori. che incetlauo burro m tscntole, di rui In primit.va sorgente non c sempre e ~olo il hHte, e COJoÌ yenlure colle, per aromatizzare il broflo,
MI.\ PERIIAN&~Z.\ A )(A:'S.\LA
le quali in Italia si mangiano dai nostri quaòr11pedi. 'folli falli determinano, :>pecialmente nel periodo esti,o, oa ' ole deperimento nel no<ttro organismo, e snpra di me ln dimin!nione di~ chilogrommi dJ peso in due mesr ne partire di \Ja.;sana n>ea riacquistato tutto il peso nPr'lt•tta. l na condizione indispen:-abile per poter Tivere mente ltene in e'Late è la moderazione delln>oro: !\Ìa ILìco, che mentale. de'e alternarsi con lunghi intervaU1 po,o, e mollo sa;t)!iamenle il si~. maglo(ior generale eu leun, comandante ~uperiore delle truppe. 1lispose che !l antim. nIle :l pom. non vr fossero operazioni •li sorta, cn n militare (JOLevn muorere dal suo campo per t(u"''""•• senizio. Quelle ore erano dovute al risarcimento delle cd alla cura tlella propria persona. l nfatti il ma.;~;imo rerri~el'io , nelle ore calùe, si i> quello rnetler·si undi, ftlcilitando così la perdita d! calorico per pellr, mercè l'oYnporazione del sudore, asper·gere il l'Oil :u~qua rre~ca a temperai ora di ~orgolella (l). oppure YOI;;er:-i in un lt>lo imbevuto di acqna e godere del bellre~" dell'evaporazione piuuosto rapida di quella per In eleuta peralura e--terna. Cjue,-t'niLimo mezzo è spesso tn~lìSI)eDSU"! nelle giornate alost! del lu!!'lio e deU'ago:oto per cotJcnlall•~ sonno e cptinc.li ollenere un risturu riparatore. Ile\ e nsarsi delle bibite fresche. ma non abusarne, chè determin:mo nna poYerlà nella secrezione del succo ~trico che re,ta molto diluito. c qutndi si produce lentell& di!!'t~lion e. cattil'a a~similaziooe, eppoi contribuiscono mento di vulumc del fe~ato. U) Pi~wlo vaM di trel.l, t'"t.:rato aJ §Oie, molto poro<o, nel •luale per la continu~ evaporadone, si conserva sempre a ternperatuu nla1URiiltlll f• rio re ,. quella atmo Ieri~.
lJAL GI UGNO 1887 AL ~AG GIO 1888
tt ~:l
Se mi si domanùa!':>e adunque quale ·ia l'epoca più opportona per noi per raggiun~ere quei pre~idii. io ~a•·ei di parere che l'acclimatazione douebhe rar~i per gradi e prima di por· tar,i in ~Ja,snua, si douehl•e restare un anno sulla costa settentrionale deii'ACric.'l passandovi un Jlrimo ~tale e :;ullinire dell'autunno ;;.i potrehùe andarP. nei no:>tri po...,edimenli, ma CIÒ per noi miliLUri non i· attuabile, e quindi dorremmo ,,Jaturciad nndftrti in dicembre o nel gennaio, si anehhe cosi 1:\ facilità di ahitu:mi prot:res:;i,ameote alla lotagione di !!ran eaiJo. Tale min con' inzione \enne dal vedere che tutti coloro i ~nati arrharono sul comiuciare del periodc> c.tlùo, ammalarono di febbri con piit facilita di coloro rhe erano giunti in \l assaua nel periodo delle pioggia.
\ engo ora alla ... econda parte di •Jnesto mio .-crìllo, cio~ e.5Jtorrò alcune mie o~•ervazioni cliniche :-ulle mnlallie clte furono) (Jiù frequenti in ~t a:-,;aun durante l'nnno e mi fermerb alquanto 3 parlare sin)!olarmente dP.I \olulo lìrltttll' tropic.alt r d'Ila {'''''"" di mntiw. l.l~beue tropleale. -
Llebt"ne n'•~•aolno .
È realmente un yero lichene, un'eruzione e.:z~matosn! Per ri;;pondere a tale domanda i: mestieri conoscere e::.nllamente il decorso, la ~ede e In ualura di tale eruzione ~ntnnea. \fii mesi ùi caldo, cio~ dallo seconda me1i1 di nprile a tnllo
f f :u.
MIA
l
PERMA.NE~ZA A IIL\SSAUA
t>flllem hre, lu no,tra pelle ra soggetta a profu,o !l iper,.ecrezione sndorale (iperidrosiJ, induce una dello 'Irato !'UJierlìr.iale di quella, per mudo che perficie compar-i,eono tante piccole re cicole.J de~.za «fi un grnuo d1 mi!!l io, ripiene di un li!Juido simili irnenlla forma an:uomo patolozica della mllltmH Con etuthnmente que::;te \ e,eicole :-i rompono perla zione, prodoun dal sndor~. delle cellule snpertìciali 1nuee, e compar-e que..-te, nuo\e ue insorgono e ,uito.
Tul~> eruzione rappre3eota il primo stadio di questa fu,;, mi ,j t'once1la il Yocabolo. e si manifesta più Jll"e-<to. t' piil o nwno con fluente. e perdura più o a sr>cnrula iltelllfH•r·amento più. o meno liofatico o dell'individuo.,.. può lieniss•mo denomina,.sisudami•UJ par·r.1t1.. rH~ lt;t lutti i caratteri eriologici ed anatomici. PPr.,i.;tondo però la rausa efiìciente. cioè la "~·---,·--, fu.::~. l'iperemia dei capillari cutanei si diffonde sen11ura~ h• ~lliundole ~~·bnt·ee partecipano anch'esse al nr(ll':eiiiU loro iper·q~cr••zione, e quindi i tessuti ;;uperficiali del re,tano inlìnmmati. allora la pelle tnHa ._;presenta in ru-.o e ,; ricopr·e tli piccole papule ;;porcreoti ~olia perlìcie l::cco' i descf'illo il secondo ~Ladio deiJ·enuno• per nulla diiTeri,re tlalln ,utlamina rossa. E,.,o è il pia dappoiclu! ~; nccompa,.ma a prurito iuestin~nihile. coo 1.ione come di punture di spille. come quando si la pdle a conta Ilo di 'Pine: il po;,.iare il ùoro ;,DI la molesti n ~imi li' a quando ci poggias;;imo a corpo (JU pl'alo riecn di piante orticanli. Que.sta sensazione nn,a seguA il deror$o dei nerri cutanei e la d•su·•mtuui l ci1·coli taltili, e tiene cer·tamente al!o stimolo
DAl. GIUG:\0 188i Al. MAGGIO 1888
1t 3:1
innioni nervose subiscono pe1· la prer.enza degli acidi · irr:mcidt•nlt..;i :;ulla superficie della pelle. ~elt·avo delle a!'cellc e nelle p1eglte in~uinali. per ragione •atomica a tuili nota, J'entZione a~tui;;ta il :-tw mn.-..imo ~\'i ppo. i peli cadono macerati con lo ,lrnto corn~"o della pelle. restando allo 'coperto il denna. crl allora al prurito ~i a-::;ocia la ~n-nzi one dolorosa del bruciore. '!ne.;ti due 'udde.;critli st.aJii -i"'rtlll'!rnnnn n . econdn che la dazio ne è piit o mt>no at.hoodanle o continua. secondo ciòè che il corpo ltn-ori nttintmente o con calma, e si ripetono più rolre. Ciò fa dire da •t nel li che n" sono atTeni eh P. il lich'nl! repcJisr,•, scowflrtl'r.. o rhl' ne ricomparr 111111 SProuda. ?111n ln':n l'l'IL.: iO li!' f
Il eerlo si è che tratta~i d'una dcrmnlile la quale è io dipcndenr.<1 etiologu.:n direll:L della seerczione del sudo1·e, eppereiò 11 d:1 ritenersi per una ven1 iperitlrosi curanen (sudumina bianca ~~ros;:a), t>d infine con il suo ripelcr~i, più che ree i d h are, in· duce aneo pertm·baziooe di nurrizione devii st •·ati snperfìcìali del derma, da cui orirdnano !P. ••:wori:v.ioni. le bolle penlfìtoidi ed i ruruncoli, di cni pari~Jrò in ~P;.:uito. llu.;econdo carattere differenziale di que:-tn forma cutanea da LuLte le dermatiti E>czemato:-e e licltenoidi ..; è auco quello 41 non lasciare po,.lumi. n.:· ir11!urre alcuna inlìllr.tzione del ~rma . f~ mie la cura'!
l.a\'ature ..aponate ..emplit!i !!Ìorunlit-r e o medi rate con -nJlOnent catrame od all'acido fenico. ma ('OD poo.:o ri"ultato . l)ue rimedi mi gio'"arono nel cura1·rnene. -.pecialmente alla ric:omparsa dP.Jl'eruzione; cioè, pre;in lavntnra saponara semplice di pulizia, spnlmni la supedicie del corpo con :u:qna fre~~a hell:1 quale enrYi •·ommisto, quasi emulsionalo. olio di uJiça; (J1'!1ure, imitando gl'indigeni. alla comparsa delle piccole ve-
l 131)
·cicole trasparenti romperle meccanicamente mercé teccia di piante acquatiche macerata e ridoua io ....,,_ 111 bevuti di ~apone sciolto. Con quest'ultimo modo si preveoi...-a l'ennioneroua il prurito mole~to che l'avr-ebbe accompagnata. Col medio invece, ,e ,j erita quasi del lnlto l'eniZiooe noa impedire che la p~lle ,·;,·riti per ritenzione delle sae zioni, ma~:.ime dr·lla ;)ebaeea, e si n incontro a .,..... _,A re,to -:ho si e-arerha talvolta in maniera da produrre ed in~Mmio. Uiepilu~nndo. poco affaticando il corpo. tasciando ure In pella libera da qualunque indumento, ed usando vatnre ,l{iornalier·e snponMe, eppoi rompendo le vel~CI(lOftl Yoltn che ne io~org-ano, mercè il tessuto 6Jamentoso "ltddcuo, si pnll tenere l'eruzione io una for·ma mite e r·nhile.
ljunndo poi il prurito assume forme moJeste, :;pt~c•a~aq nelle ore della noue, dn causare J'iosonnio. rif'sce l'involgtm.i in un telo imbe' uto d'acqua fr~ra, la pot·ando:.i alla sua volta, produce un Lenessere .·alma come per incanto l'irritazione oervo~a cutanea . .\lln fine di 'ellemhre questa emzione ce-~ percbé qun~i deltullo il ,nflore• .-pecialmente in coloro che datn per on intiPro e~tate d' Hrica; inve~e perdurd o SI tll•'llloro che ..onfl .d unti ,uJ fioiJ·e dell'estate o n tino allo slnl{ione vern l'Ielle pioggif', cioè nel thr.Pm.o"'.J!I j,.c,Jmpa~ i-.ce. l.n diminuzione o ce•s:.zione del sudore nel setteDlRD~ 'JIIt>lli d1e p:hsarono un'e:-tate. tiene ad un fatto anntomo-thiologiw, più che ad un certo grado di zioue, come eia alcuni si \Orrebbe far credere: in falli i pill:ari cutanei t•he restarono dilatati durante il periodo
DAl. GIUG~() 1887 Al. !IACGIO f 88X
I I:J?
caldo. non appena h temperatura ··~ternn <uhisct' ùimiJi alcuni ~o:radi. si reslrio)!ono, e con e~,j diminuisce -ecreth·a eu tane:~: memre per contrarin culorn i IJU&Ii in 'I:N•ana in nllohre. rapidameme eia t ~~ a 1+• CJ grarli !>Opra lo zero pas..:trnno a ~~· o 30° all'omlìr.1, epilnro ,-aselli ai cutanei clilatnti .. j clelerminn,·nnn la ~uda .PIDe a!lhomlanle. Flittene pe rnOeolde. ~!\Ile parti tlella cute, ove lo .. tmlo corneo~ in~pe;;sito, com~ il palmo e ~li estremi delle di tn •l elle ma n r. la :;eatl7.ÌHM
llldorifora pnò esser (~ansa di holle. che io chiamo pem{ir11ir/i, perdr<\ molto simili n quelle rh e l'arnlleriuuno il prnce~~o di lal nome. E~!>e sono grosse VCtiCir~ole prodoltt• da una wpÌO$R rac~olln di sudore so t lo l'epider·mide rnspessita, dnppl'imu. tr·atparentr nel lor·o contenuto, ìn seguilu torbidt• t! tendenti f\1 «iallo, di formn cu·colare, ùel dinmrtro d'nn tentimeu·o drcn, ioiPntì nltnllo. Punte con nn a piccola lancet1:1, lasl'iano 'enir laori un liquido di n~petlo pnrirorme. ahhaudonnte a se sle.,,e, lllvece. merci· l'adipilicazionc del loru ·~ontenuto ~i ria!> orllono,J'epidermide :'Ì riacrostn nl ùerma souo-.tantA e tu Ilo C.liSce, restando 'olo in quel punto una macrhia ro-~n ..tra per .-alche tempo. la milllior cura per arct>lerorne il decor-.o è la chirurgica, tiOè vuotare la bolla del soo contenuto. e con leg~ern compre,-SIOnP fn vori re la t'apida ade,.ione ùell' t'piderm id e al derma sol~l.:lntt-. o~tacolandosi in tal modo che nuovo liqniùo \i si '-tr&JKa.
MI.\ PERMA:IIENZA A liASS.W.&
Farune-eU.
l.n compar'a dei ruruncot., ,ja isolati che in modo non tiene n legge co.;lante. ma è varia per il -.e le: mollo però influisce sulla celere loro hofaticu u maranti~o degl'indiridoi. t:d e..;~i 'ODO i seruc afTeu; e ,pe..,;o nppt:oa giunti in :.\lassaua. sonu con ecutivi ud un:l per:;i;;Lente eruzione c•tate cito uel periodo •lelle piog-ge. l'1.••·la :-(•de poi non 'i i· nulla di determinato, a ::.cnn n una \era t'cJJ·ona intorn<l al cuoio capelluto, tirit.zano le dita delle maui o gli arti inferiot·i od il Essi rie~cono oltremodo molesti sia per la sede occupano. che per il loro numero o per il loro p,,,. t{ltnuto apparentemente sem~ri piccolo un ì• ~empm at:rnmpagnnlo da un lar7o alone di lllho, lnt•etllc. caldo allatto, con e:He~a infil livo furlllalll,. lu 'troma del ùerm:1, onde il supPl'a d i l n a l~ rolle il diametro apparente del Ln~cio immag•nare qu:tle e quanto sia il (a;>lJdio che pl'odncuuo. ,. clue "-onn i rimed1 che meglio al C:t•O. 1/npcrtnr.t n crudo ampia per p re\ enire la...,,__ ~ zione tlet tc-~uti souo ..tauli. oppure ahhandooare a ~c te~-..o, acloperando emollienti od ablazioni rmu,cle. Il primo m,~zzo ,·. la t:ura abortil"n del IJfln~i ne uno vi ,j :hsoggolla; il5econdo '-' di pili cazione: però non si creda che renulo a capo il fuori fadlmentA il suo contenuto, io\-ece gemono tli pn!òi ,jer·oso. cd il proc·e~so pet·ùura mol!is,jmo
DAL GIUGNO l ~87 Al. M,\GGTO l ~~M
I l :l!)
con la necrobiosi dei te:;~uti Yicini non "i ~nuclei illnrgo cencio OI'Crotico, la~ciando un \ibto ~~aro. che lene poi ,j rieolma con nno,·o tes,.uto neoformnto. 'l'e bbre ellaaaUea .
\en •o ora n pariart! della febbre co,iddeua climatica o ma;;•utna. la qoalt.: molto frequentemente ... i o~;;erra e con -.inIDilli t:r.n i, spP-~ialmente nel periodo di !.!rnn t'~tlflo. ~~a è tnlvoltn set.nalata da prodromi. come il male~sere, l'iIIPI'eu~nza e la nau:>ea, oppure irromp~ contemporaneamt:'nte li ~intomi sudtletLi, non mai preceduta da brividi, nt\ accompnpata da sudore. L'infermo accusa cefalea le~gera, nilusea ~r,i,ll!ute Ano al yomito, e <loll>l'e molesto alla regione epiga~trica, pt·otn·iamenle detta, t~o~ì c.lh' la pnlpnzione in quel sito 1·iesce dolorosissima. \ ll'e...ame obhiellivo si rileYa un le~gen' rolorito giallo-pnJhetino delle congiuntive nwlari: la lingua impaniaLa eù alquanto sl"cca: addome molle e cedevole. al\"(1 rej!olare od a PtPferenza stitico; mancan1.a di •[unlun4ue gorgo;;! io ileo-reQie e di pelAechie; milza leggermente nnmentatn nel suo diallletro lr:t...Yersu. Il ,intorno più grave: e direi fpta,.i unico per imporUiDI.a dmrca cui il curante tiene dietro, ,j .~ In fehbre. Le tabelle termometriche in tal mnlalli:t non offrono alcuna regularit..1. tla potersi con ogni ..icorPtz:t tletP-rminare il ciclo del processo, ni· oiTrono ra,;somil.tlianza con •Jnellc del dermolifo od ileo-tifo, nel!•• quali ultime ,j può qna ... i maternatica~"nt•· prevenire c predirè lP pro.:re~:-;ive elevnzinni t) òedina11011i termometriche e precisare llfm-,i ilprocuostico. lnfalli in liUto il deror·so tlelln fehbre dimnti,·n. r•hr :;i a~:>ol\e in media.
f 1.~0
.MIA PBIUUNENZA A llASS.-\U.~
i 11 l O a l i. giot 11 i 11 por·o pili, :si po&'ono aH re le eleYlii.ÌltiiÌ IPI tuidl~.
C:o;.s hu o,~el'\ato r.he Lalvolta la febhre PJtn'M"• u :~~ :)', per Jlni ele,ar~i interpolatamente, "'":u.a··~ ~!le-~ilolino ai 4-11°.:;' . 4-tno piùnt!i primi .selle regr!!dire ulln sle$'o modo nel -eeondu ~t:llenario; comincia\ n con temperature di ~o· o .S. t• gradi, a tale altezza per Lullo il ,;uo deeor:-o. con gr.1ve \Ìin per il paziente, ,. linnlm~nlè nltre yoJre nel ntipico, co-i rhe ùa un 3i0 .9' ri:;ali>~tsi ad un i t• giorui C'OII~ennvasi nlta, per poiridi:>cendere n n,nvl~ ternperutlll~l di 38" o :)8°.:;• e cosi di segnito. ~~~~~ ernri mai roma o delirio, solo qualche ali vaniiWJtli nei rnornenti della temperatura alta; mia. e la pnl'lllisi l'al'diocn er-a sempre la causR ultima natllu lu morte. Le t'ltnazioni notr\oli della temperatura e lo mico sviluppn\ansi mollo facilmente nel periodo d iu cui l'nmmnlnlo febbricitante trofa\asi impo~iSti~HII usufruire del bcnelirio eli una temperatura e.:tema alla propria.
4•1 outu pero else il tlecor..,o dd la malattia fos::oe compn~nato dal grnw• fatto ùella temperatunt poc!Jt ÒCCe•!!Ì si \'CI'ilìcnl'll!IO. ~d iD quei pochi caSt po!:-iltile praticnrln' l'autovsia (dappoichè in Africa razione nn ieuc :1 hrc' j,.,,.,jrna distanza dalla morte), Je\c't alcun dato Jj f,tiiO pato)o~ÌI.:O che potesse li e' n ttunldlt:l focolaio rli localiuazion<' murlto:>a suU. -:tt·o-~·nteridle nd in altri organi. llerllltr·i,.ione a\ anzata, aspetto anemico di tolU milza tumidfl ron polpa facilmente spappolahile, mic.o. rruesti gli unici reperfi nnatomo-patolo~ici
DAL GIUG:'\0 1887 .U, MAGGIO 1R8~
l Hl
t o nanrato ~tudiu lmtteriologico aHebbe rli mollo illumi1111 la scient.a "ulla natura e1l etiologia ùi tnl morl!o, ma io ifeUant di tuili i mezzi opportuni, eppoi in tali ricerche de· · anco ayere pratica per ouenere ri ultati e'alli e co,-cien-
••·Pure ùomando a me 5:te;;-.o: la febbre climatica è una nuo,·n etiln morbosa che po,..;a ritener5:i e-.rlu~i'a del clima di Ma.;-
aua e dintorni. oppure rientr-a nPila fami)!lia rlclle felthri infeui,,.t lo la ritengo una malattia t. he partecipa delle feb~ ri ùa malaria tl delle infetLire, e che rappre--entn nn tipo bnc;tarrlo tli entmm be; basando la mia opinione :.pecialmente ,;ulle condizioni topografiche di Ma:;:-.nun, ~ulle sue este!ie sorgenti louli d'infezione e sui molteplici ~i n tomi rlinid r.hc fanno t':tratt~rizznre questo processo fehhrile. lnl'atlt :-e si t•on:>itlE'r>a che 'icue egunlmrnlo contralla da tolti !!l'individui. qualunque llia la loro posizione sociale, che efrequente nel periodo mollo calllo. più che in quello tlclle pio2~ie, quasi Pnùemica e cbe :-i acrompagna sempre ad un lef~ero tumore -.pleniw. ,j pul'· a prima giuula riteu~>re che ablna molta nffinitrt con le fehhri palu,tri. llall'nltro cnnto manca affallo il çor!!oglio ileo-cecale e lfl ~eol:l titìea. P. J'e;;ame chimico cl elle urine fa rilenue urea aulletltata, uro-e1 ;trina ahhondante. urof,•ina normale. carl.ollati e fo,f1ti -.en-.illili. L'urofeiua normale Lta,-terehhe per a p· pog;:iare la idea .:he non trntta>-i rli morbo infclliYo. come l'urottitrina ahbondante :;i ri:'contra anl'n nelle urine dei febhri<ttunti per malaria. :'\piJ,L febbre climatica le conj.liontire o1·ulori si present:mo qua,;i sempre di un cc•lorilo -.uh-itterico, l'infermo ncr.usa nausea e vomilo .• sintomi che nnche nelle~ra\i fehhri palustri si riscontrano, mn in queste nllime ltt fehhre intermelle al-
11.B
MI.\ PERMANENH A MASSA t:<\
meno per 'Jualchc ora, od almeno r•mellendo offre
'nle di-.tn,·,·o tra le ore del mattino e quelle della :-i 'ince ...h;nrnmente con proporzionate Jo~i d1 eh tempo dchito. ~elln climntica io,·ece il tipo della fehbre i! COEilliiWJ etero-tipiche remi,.. ioni. non ... ; rince col chin'noe e mMt!Sima come tutti 1 morloi infettiTi lln fnuo ltnatomo-palologico che rt:nde la fehltr~ mollo afline a quelle da malaria ed alle infettive !iii delle :~Jt,>razioni anatomiche del ;;anj!ue. ii•Jnale raouJ11• irllpO\CI'Ì!l~e di elementi nnaLomici,per e:.te::.o ù suoi rorpu~coli e ~i rostitui:-1'~ un profondo stato OIIJI{OCIQ{II!I ed idrormit·u com<' nelle malallie suaccenoate. Tale postumo è coslante in ogni febhre climatica, •·apidarnenll', ed i• eosì intenso che i numerosi residui sfacimcr.to dei globnl1 sanguigni em1grano nelrornmiUI-ta lntot·w e con molla facifilit si organizzano emholi e ne os~m·,ai diver:'i casi dell'arteria crurale ùi uno o gli :ul i.
Ln 111alauia :,Ì iniziava souo forma di un edema di J'intiero olrlO. 'l'IIZa marE'ZZ3IDèJllO \""efiù"O 5ensibiJe, calure ùelln pulle.l;Jj iniermi cl. e ne ~rnno aftè111 aec:ua~:t~ t.li ,orpre,a. dolore nel profondo dell.i ref!ione crural :lJ'(QI Ìrf'3dt8fiiC,j 1110~0 jJ deCOJ'SO del fasciO nPl"\-PIU'l-8 contt•mporant'..1mente l'arto aumentn>a lentamente lume lì nn n dh enire tre o qoauro rolte ma~giore ID l'ispeu(, nJJ'altro ornonimo. n dito premuto 5ullapelle una fmea profonda: meno nella regione crordle, la zione er;1 indolente. 'l'ali edemi dopo l :S giorni o ~comparhnno merCI'· frizioni eccitami ed ooa Jasctal""''~ tenti1a d~ll'illliC'ro ;uto, coaditnanùo però tale con una cura rrcoslituente Louit•a gent>rale.
DA!. GIUGNO lXXi Al. MAGGIO 1~X~
Il ~3
El•hi ancora ad o... ~ervare nn caso òi emboli--mo cerebrale reiJbre climatica: l'inf••rlllO n~ fu colpito ffiCllll'l' dormiva tdal mattino ;)vegliandosi ~i a" itlc di a,·er pèrtlut.l cnmpleIID!eute la favella, cravi emipletia tlc ... tm, p:1rali,1 del faceiale e tlell'ipoglo:;so ...ini ... tri: cosdeuza integra. llopo vemi ~rni cir~a ...compane l'emiple!!ia e l'emipare...i del ,.euimo, restnndo ...olo l' emipnre~i dell'ipoglo~::.o, co:;i che In f:n·ellnera lltremoJo diflicollata; però u~ni giorno l'infermo migliorarn COSJ che al momento t l el ... uo tra<.luco all'o.; pedale milito re di l'apuli pole\a arlicolare qualche sillalta (monofnsia). Era lfllÌnt!i rhiaro che la le::.ione risio•lera nell'uprarecchio de.-tiDato nll'nrticolazione dei suoni, ,·ini· lingua e ffiu ...•·oli rielln farcia, senza lesioni postume t•enlrali tlella rnordinazione dei sooui della pnroln. Per lullr i falli sutldc~t·t·ìlli si rileva come In fehhr·~ climalir,, ,;tia Ira qu~lle tla mahn·ia •• lr til'oidi pergmve1.zn, tent?ndo enlcolo delln continuit!t dt>l processo febhrtl~. del rap1du deperimento or!!nnico che l'nccompil~Jln e delll' ~··ad nllern1.wni anatomiche tlel sangn~ che 01• t•nnst•guou•>. l'rohahilmenle la causa eftìcit•HLe .-nrit nn plasmnide <tffine al palu:-ll e. non contnnioso, ma piu infettnnre. quantunque o1gi non ::.ia nncora stata prnnunciata l'nllimn parola ..;;ulJa Datma dPI q~ti./ producente In malaria. La rum più adnua ,\ quella tli comlmllere rnodl'ratnmente (On antiterrnici In rebbre e sollOJI6rre l'in(ermo :ul una rlieta eJnin..ntemente nutritiva e Ionica. :-otto forma littnida (laue, bn,di ri,tr~lli con onvn, e ~ino ~enero.-o), come prnticasi per le ret.bri riruiùi .
Dati f'h~ plà l'ltrono rreqoentt
\Jello te1mine a quc:.lo mio lavoro e-ponendo ,Lnti~tici rPiath i al mm imento dell'o~pedale. u ..,,, ...,, .• tfUPJie rnalallie t: he diedero il mag~ior t:ontint-{ente, dole in dt.e ~ranrli penodi, ciut·· q11elle rlel periodo c•nl•lo (1lal rnu~gio al :m settembre 188~ ), e quelle di mello c•aldo o delle p10ggie (dal l •otto hre al 1" aprile Periodo Ct!fti'I'O.
Le Juala1ti1• predominan ti furono le tnedidae e un mn ...;imo uclme!)e di »:,?osio, eoo 309 ammalati sa
trati in dello me,e. Tra •Juelle primeggiarono le febbri climatiche ed l ~a tlici cd inte-rinali ( \'edi 'Pecchi A. B. C). La elcv.tta tcrnperntnrn •;,lt>rna oltre i i t gradi. coa nima dr :Jjo o :16 , la frequente mancanza del ,beJ~euGRr correnti tf'nn.t, inducono pm~re,.siyamente nel nosllO m~mo un ce1·to ~rado di indelltllimenlo. e nella lolta con il cnllio, con In mole:-tia del sudore e dellmsoa~~aw. ni·q~e pe1· prcdi:-por:-;i molto facilmente ad ammalare OJ(IIÌ picrola cnu.-a si febllricila. con o !lenza di~turbi ~astro euterirhe. Si \'Piificaronu in questo periodo 126 febbri cui 5 sl'~uite da morte; :JV5 catarri gastro·
DAL Gl UGNO 1887 U MAGGIO 1R88
1 l ~ :)
•orti e 1i9 sinorhe. senza tener calcolo di mohi:~sime fehbri effimere. Tali mnl;lltie acute fehhrili furono qua~i :-empre accompapate da .-in tomi nPrvosi che talrolla per la loro f.!ra'czr.a proìa--ero la morte dell'infermo, " coincidettero . .empre con la 1empen11ura e--terna tlle,:ni,:!ima: infnui ~i ebb~>ro 5 morli pedehhre climatica. di cui .i anennPrO nell'a~o•to. '?per di.;!ellteria nella mede.,ima epoca. e ? ··a-.i ili enterite acuta ed 1nennero nel lu,..lio. Que.,ti po' eri infermi rP,tarono 'in ti dalla tempemtura eleYaLi:;...ima ùel propriu rorpo. che nnn lro\Ò faciliti1 a disperdero.:i nell'ambieme e.;,temn. li cnore in laiP. devata combustione oq.:anica ne pagava le ~pe!'e. aumentando la sua fum.ioue e rome conl'.e~uenza nece;;snria dell'es~urin~ento nenoso, sviluppava~i lo 11talo adiMmico e IJnindi il [lPrkolo òi vita per lo inrermo. La rebbro lifoide eube ~empre un tleCOI'SO gt·a\issiuto. sin per l;~ ~ua natura infelliva, cbe per l'elevata lempera111n1 eltE'rna ùell'atmo"fera. ed in tJueo.:to periodo •1i !H c·urnti ne mu · fltfiOO 1!l. Si11 dalla line del primu sellenario, pri111a ancora elle la feLl•re rn,="ioo:xesse un grado elevalo. ~\·ih•ppa,·a,.i lo ·!alo adi 11amico, e q nei pMhi ammalati che ... opr:lni~ ...ero lo don~Hero alla loro rolttbli ...!'ima costituzione lì~icn cui i! clima non a\etl ancora potuto minare. epperò il loro cuore -.o ·tenuto ela eccitaotietonici (brotli ri.-tretti. OO\R e Mnr...ala). ha potuto. o.;teDtre la lotta io quel che il morho e<>anri' a il :-no ciclo. Le inl\olazioni furono frequenti ... pecialmcnte nel lu!!lio ed tgo,tu. etl il \ luglio ne an ennea·o l)Or. asi in pnche orn, quan· tunl)ue la temperatura e~terna non raggiun!.!CN~ che i-t• all'ombra, e vi contribuì mollissi mo lu giornat~t afo,a. ln questo Periodo ne ricover<Jrono ~4. all'ospedale, con 11 casi di morte,
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tlt>i ljUali !) lra ..por·tati eaduveri dai campi di .h drico e cullo.
Mollo influì :-.ullu ~riluppo di que;;La malnuia il pkroli po.. ti c·he pPr· lo 'Ialo di ~'llerra qnei due campi fit•ati cluve,·nnll clr irnJ'e;;nare. Ver tale ra.!it•ne i mautl.• th i t>eSlanmo ~~ ore a hi\ acro. ..,u]o riparando~i con un piccolu ombrello di stuoie, c)nde n~>i ~iorni di la elevntj ..,jma temptJratura ester·na elle >i er-a. mollo da que!la ei1C rilenhi all'o mlmt (come per os,ervaziODI ter.•ologiche ~i rrsa), n' n:ni\ ano facilmente n:ofi~:-;ie per e \eri colpi «li r.1lnr-e. cui n{m -.empre l'or~ani,.,mo era io (li re,j ler·e. l)nanlurHJllf· si fu,,e c11posti all'azione di una luce ed in terreno ~abiJio~o, quasi del LuUo sproni~ru di ;dom· 1111/'e le emeralopia non fumno fr~t.juenti essemao1111 avuti solo due casi. Le congiunl ivrli anch' t'sse attecchirono poco, quan nelle giu,.nnte ventose, e massime rn quelle in cui h.;~msin. l'aria fo,,e prenn di pulviscolo; non si, n;;s;erw'IU'III elle semplici iperewifl congiunlivali. L • \ie biliari partcciparouo facilmente ai processi tldlt' \'ie va,.tro entel'iche ed anc" in tutti gli altri morbt f•'hhrili, rnm~ :1crennai innanzi; si ebLe a deplorare un p"r t•prtrite acuta . l.ct ù[,, euteria può dir~i che in quP ...lo periodo non si \ e1 ilìr.:ua c e .. ; ehher11 tlue casi seguiti da morte, qu~i pr •st'lllarouo piHrto ... to la fase ultima di un catarro mt.estm~ d! è recidh-ando :n ea determinato qualcùe le., ione ... uiJa muco:sn dt•ll'inte,tino J.!l'il~so. Lu le!'iuni lt'lurrnarir.he infine diedero un certo n amm.llati, non perchi• \Ì sieno stati faui d'arme o cinli rhe le :nPs!'ero p1·ovocate, ma fnrono
D-\LGIUG~O
ISM'i .-\LifAGGJO II')X8
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swppio della polverier.1 in Taolnd, la più grande òei nostri campi. f't>r tal fallo si ehller(l S.$. feriti con i mot·ti. Le lesioni ri~contrate furono parecdtie "cottnturr· ctl e.o:coriaT.ioni leg;;iere, ~O ferite lacero- contu.e: l ~ frnllure delle oN lun~lle. e dut frallure rlelle ossa della Yolla del ,·ranio, tuuora complicate a contusioni ~""i delle parti ruolli. Fu noteYole la fratt.ura •lt'llt'fi.O inferiore dAlla ,;amlm jni-tra anenuta in pl"rsona del ;;;oldato nel l o reggimento fanIeri., \lhane~e Antonio; eravi lacerHzione P :-pnppolnmento delle parti molli. fuol'i usrita di frammento os,eo, e frallurn comminuta di ami>o le o:0sa {tibia e perone) ~i deci-.e pel'l'arnputol.ione nl aa medio. elle venne eseguita fH urè dopo l'a'· w:nim.,nto. dal cap.itano mf>dico Fresa rar. Ari,todemo, cun 111etndo a lembo circolare, e lo infet·mo untlò guarito in patria dopo iO giorni. :\on meno importante perla "~ta sede fu una liollc due fratture delle o--:;a rrani~he. nella qnale buona parte del parietall} sini$tro re:< IO distrutto. lacerata la durn maùre, e le circonvn· luuoni rerebrali apparivano dal fondo della ferita. Tale le:-.iHne fu nccomp:tgnata da stupure e coma. mìùriao;j ,ini~tra e pamlisi della fa{'cia e lingua in quel lato, con nfn,ia r> perdita della m~rn oria.
\ll'epo~a in cui l'inf~rmo \enne tra--localo all'ospedale mi-
litare di ~apoli, Jlel':'i~te,·ano soltanto l'afa--in e la pertlitn tle11n memoria,l'af:tsia certo dipendente dnlla tunnca07l\ di coordi · nazione dei monmenti destinati alla pronunzia, per Je,-ione circolatoria aneralac;i nella porzione posteriOre delln :1• drconrolnzione frontale sini:;tra (porzione opercolareùel Broca), dappoiclu' i fatti paralitici della lingua erano dPI tullo scompar.;i.
fi~R
TrasloehJ .
~i \ede chinromente dal'!:' c·fre annes'~ e dagli e ;, . t, d1t> il nurueru dei lra,-Jocati io que,ro perrodo •Ì"oificant~>, dappoiché per ma.-.~ima ,.:j lra;:.loe; \ano dale militare di .\apoli, :'olo quelli ammalali che i vnno incap:.1ci a ripreotlere il loro :-enizio 11er un teinpcJ.JII to ... rn lungo. t! co-.1 ...ofo nel luglio '' :ra,focarorw ' a ~n poli, e per clelicil'nza di loc.lli all'ospedaJp di Has· ... ; lrn(locarllno :lfi ammalati di malallie ··omuni ,..ulfa regta Clllit di tiNHi\ a nflora adihita come ospedale !!al n·~~~~··~Rlmpatru.
Il rimpatrio dei convale~centi di malallie gra vi, o di mia ed ane111iu prodo11a dal d ima. fu :)empre attualo su scafa, ond!• elimiuarP ch1 i diver-si cnmpi, quel/r uomim di divPnuli rnl'lli :ti 'erru:io di ~Ut!rra. e come rileva r ue.'l,..i ~pecchi \e \. l dali" o~pedale ne rimpatriarono dai cnrpi IH, Jue . . ti ullimi pero dopo an~r :-nbila una eta l direllor~ tlei sen izi :-anitari.
Hall' ouoltrc nl marlu la temperatura esterna drseese vre"ihunente dn r"llg~iun:!'ere nn minimo medio di f9' ~<,l uu mrt ~imo ruediu di i8"al 30• del cenligrndo :al -e lnle .tbha~~arnP.nlo di lemperatnra non sarebLe slato ne~6' o, :-11 non fo-~e t•ornl'i~o con il periodo delle le unlli furouo fre1ldo·umide, ed a tale causa deYonsi IJttasi tutte le rnalallie osserrate in questo periodo.
OAl. lòlt!(; :";l)
18Xi ·''- \tAr.GIO (~!)~
11 4,9
yi conlnlmi la' ila allatJll<tle furunu w~trelli i no:;tri solati. alln}olgiare cioi· per molti me"i :,ullu temla. ed in campi ·, con limitata qoantitit tli ncqna per bere e ,cnr~i,.per la pulizia rer,onak l'rirnegl!iaruno ugualmente le mnlaltie mediche. che dieiuo un um,.,imo nel )!ennaio u. "· rlt 5:1!1 'opra un totale di ~~entrati nell'ospel.lale. frn t]ue.-te furono fretJuenli i cawrri ;.:a-triei. intestin th. le k•-entPrie, le fehlll'i tifoicli e11 i reumati,mi mu.-r.olnl'i ed arlaçolari. l.n cau~a eftìciente dei di,turLi ga,;trici intc,.tinali. lino alln rorma dis,enterica e dei 1·eumatbmi, fu il :-en,.ihile dt.;Lat;~u della Lt•mperntnra e~terna tra il Hiorno e In nolle, con la •·ondìziOneùell'umiditil eccessiva dell'aria. Infatti i rnilit11ri di tntppa, ~pf.\cialmente quelli venuti col corpo tli spodit,ione, erano in l'onlittno sudore clm·anle il giorno, trovnnclMi soli o una tempet·aturn d1 ~so a 30° per lo meno. eppoi nelle ore della notte la loro p~lle trn~pirnnle venha solto posta all'azione eli nna temperatura di l !)0 a ~w· ft·edùo-nmida, oudP facili lè mnlnllie .;;nnnotate {\ edi ;;pecdtio t:J. l catarri inte,linall dierleru la rile\·ante rifu1 di ~~6 entrali nell'o,pedale senza tener calcolo di qua i un U$!nalnumero eli tar amrnnlati, rÌcO\·eroti nelle grandi infermerie da campo. slnhilitP nei forti 1li ~lonkollo • .\bt1-ei-Kadel.lllnmlo e l~hernr all'nrri\o del corpo di :-pcdizione. ~"'morirono 2; ne fur(lno lra•locati all'ospedale militare di ~a poli 3~: ne 1 impatriarono per •lt!perimento con~eculÌ\'0 alla malattia in pnrola :n rlnll'o~pellal e, i l ùai corpi. :\on seronclu fu la dissenteria. ,·he ehhe unn forma piuuo,to ~ate, almeno per quelli rico\ ere\ li all'ospednle da campo. Se ne ehhèt'o H4. casi. di cui t:} seguiti da morte: ne rirnpntrtn•·ono () l ; traslocati all'o:;pedniP. militare di Nil poli 18.
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Per 1 molll•plici c.arauer·i clinici ris~ontrati, non falli anatOJuo· p.tlnloglf•i r ilerati con le autopsie, i è m"ntt dt>1t•1·ru inato d1e tratta \'asi di rera dis:'enteria. auali:)i micro-copiche ~i fo,.~ero praticélle sulle urine turiclle Ili lfue,.ti :unmalati, come -ul sangue ùelJPaJrtPt"IA•III genti dei c.tdln eri. non fu po"ioile rrorare trace1a di emator.reuo o dello 'ue o~ula. Si c!Jf•ero molli,...; mi casi di reumatismo drtlla forma rnu .. c11lare, .tlte più ;:r:H i articolari: il de:-or.:o però fu ia piuttu,to hr~\C, la forma mite, e non si eiJhero a JlO'lurni d' impol'lnnza (r.ardiaei od articolari) : -e ne :? l l ~·a~i. di cui :; rimpau·iarono, e 3 \"enoero lraslocali .. pr•tlnlo milit.tf'e di Napoli. Osservai come faci lmente Ja laltia l'ut•idira~se, moltissime volte sen1.'alcuna causa a 1.al1il1•. cioi· monll'e IJuelli ammalati tr·o-vavarMi !ullorn all'ospednlt~, ed n eonvnlescen~a ìoollrata, venivano da nn novelloncr~>sso fe hlwile e nuonunente presenlatono dw arflcoluzion~ dt>gli arti gonfia e dolente. Si l•hl,ero l i casi òi peritonilt~, con sei morti: ne r·oofl 3; uo furono tm ... !Ot'ati :i nll'o~pedale militare dt Fru·ono nultwnli due casi di miosite reumatica generale ~miti da LOOito, .ti quarto (!ÌOt no di decur.:o. nr iufermi non a\ enmo piu nlcun IDO>imenlo \ ' OJUU'IW!IJ ,;inauco i mu~coli tlella deglutizione uanCl paretici. da ,.illtre In ondn è,.ofaj!ea per alimentarli: ed al quarto di noti :-opran-enne la parali.. j ùei muscoli della •ni' rnztOII•' quindi morte 11et· a.;li~:-ia da narco,j ~rbonica. Le malauie clell' apparecchio respiratorio el1bero fre•JIICIIMt che Ilei period11 e,tiro. Si e""eru 41'! pleuriti, con tre morti; il decorso fu mente IJreve, l'essudato "carso, facile il riassorhimf!trnu•c:•
DAI,GIUIJNO 1R~i \I.M\GGIO 18~~
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rimpatr·inrono 13; ne furono traslocati all'ospedalemilitJ.m.• di Napoli IO. Cosi le polmoniti, meno alcune gravi r,.,r la loro e:;lensiune o pe.r complicanze infeuin•. ç,uar·i, ano facilmente, ~e ne elobero 5 ca::i •li cui uno sef!uito da morte: ne rimpatriarono~ ne fu tra,locnto a t\' a poli l. 'i ebhero alcuni casi di meningite tulLi ... e(tniti dn morte. ni eratite acuta ~. di cui uno ...eguito da morte. r nn malnuia che -.j manif••,.tr) in proporzioni mollo allarmauti fn l'ileo-tifo. che tlall'ottohre nll'nprile otTri ~n ca'i di rieo' emti all' ll'PI!•lnle, con :;6 morti. e qua~i lulli nh altri \'èIl· nero im iati in Ital ia, sia come rirnp<ttrianli. che traslocaudi (\'~'d i specchio ~. l e ~. ~)Tnle malattia mfeltiva si presentò sempre con sintomi ~ravi. pllrò la mortalità fn minore rispello all'altro periodo sia perclu\ ~l 'inùivtdui che IlA ammnlavano ernno venuti di ret·ente dall'Italia, e quindi in condizioni di salute mi~liori per resistere all' inft>zione, e sia perchi• la temperatur·a otmnsferica era molto piu llas:-a di q nella <li quei febhricilanti, unde ~i a verano r,..mbsiooi mattutine :;alntari, ed elerazi11ni «urotine nfJn modate. per le quali i pazienti ri,parmianno le loro fom• e pote\'ano :;uperare il male . .\on fu infrl'IJU~>nt~> la fehbriwla come '"e,·e"ione morbo,a al tifo, c non appena le fllrLe dell'infe:·mo lu pennenm ano lo ~ianiam in patria. nella certeu.ll che mai il vre ·ello ipJ)Orralieo iJ.elfu!Jt t'OI'llllll in q!loaegrutnUi,a\'rt-Lhe R\UL'\ una mil!liore applicazione come nel ca...o prt>,.ente: era l'unica anwra di ~alvezza per redimere quelle Yerdi età all'ine..-orabiiP falce della IMrt e. Le rau~e determinanti lo sviluppo d~>lle fehbri tiroidi in tal~> cifra rilevante. furono: l'umiditil cccessh·n ù~l suolo Nl il :iliO di~sodamento con una temperatura miLe, e. la vita in campi trin-
1152
MIA P Eli'! \NE~ZA A li\.SSAUA
cerati dttl l O a l 2 Ili ila uomini dol'"ellero menare r.er me:.i . i'ù~ furuno lra~t'urate tolle quelle norme ig1'EtDic:l(l! ressarie. e ~i pronide sn lar)la ~cala aUa disinfe'ziooe di deui ··ampi. J o :-lato ..anitario migliorò ··ome per iucanlù nl n>;:.U~"·•·• JHOg,;ic. e cun il ratorno dell'atmosfera asciuna. Le lebllri dimatir.he in IJUe.>lo periodo furono poeo Ili'• molto g1.1ri; !'le ne ehl•cro 137 Cfu'Ì ron 6 morlJ. J.e coneiuuthiti furono piu frequenti e :.e ne ebbero cui due purnlenle. o due blenorragiche segwte da estli neali !.1111\ i. l.' ~rnemlopia ehlte lUI contin~ente maggiore di 11n'"'nll•·• pel'iudo e~Li\ o, Hl ne furono 28 ca~i che gnariruuo ld~<lll....,lllll con il semplice r·iposo, atutati da una buona alimen Le canst• print•tpnlt rho fa\orirono lo svil uppo ùi tal ful'llrw: il f1·eddo-umido della notte. la luce molto viva del nu, c le fatidte eccessi\ e cui per forza maggiore do verano J!orlafu i nostri soldati. Le Jt•,ioni tmuulntiche non offrirono nulla tl'im·'"''""""t>ltht:to i rrnllure selllplici di arti; 3 feriLe d'armi da par.nJin proiellile, td una commozione toraci ca 'egurta da 'l'rasloebl .
In .-.~uno a di Jl""izione ministeriale con i1 15 febbraio 'iniziò 1111 reg11lare tra,loco di ammalati daWospedaleda ùi Hn - 'luunr ~>quelli dt'l corpo d'armata di •"apoli: lale \ÌIIleutn ~i f:lltellnò t'nn i pil'oscafi nole~~iati in lima naie pu;o;t:dP. ll :.c·n izio san ilario su ciru;cun nir•!lStliiVJ •ii~impeJ.(nntu du un capililno medico della Rea l ~ arina vato du uu rapo infrrmìerf! e 6 marinai infermieri.
DAL GIUGNO 1H87 .\l, YAGGIO 1~8X
l 15:3
Ogni piroscafo in media disponeva di tìO piaaaletti n ~ospen s one per truppa e !) o 6 lelli pen.;iJi t~t•r uffici:lli. Fino al l 0 aprile n.~. r~nneto tra,locati ~01 infermi come p11ò 'eder,j dnll'annesso .;pecchin ~. ~. Rlmpatrle.
Il rimpatrio u~ualmente fu nltnatu con i meùe,imi criteri tenuti neiJ'e,tate. e ne furono inviati in Jtnlia :Jt):; dall'o,.pedale e 3~11 dai l'orpi. ljue..:.te cifre non !'>OliO molto rileYanli ri:'pello all'e~tate, se si consideri dte la fm-za me.Iia in qnc.;to periodo fu ai l i~80, mentr·e in tjnello era tli lìO:J:;. Con riò mello termine a que.~to mio tenue lavoro nP-1 'luale non presumo di are•· detto cose nuove, ma eli nver portato il mio piccolo obolo. per cnnttterizzat·e qualche mal aLtia del d ima di )1 as!la1Hl, o fallo rilevare quelle dlc con più fr·eqnenza avvennero frn i militari dal 1° ma[.!gio 1887 al t• apri i ~ 1888.
73
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DI aloUDe cU1'8ooltà. nella dl&gnosi dell'ileo-tito Bu," To~ BALL. - , Tl1e Me.:tìca Record, s~ttemb
frll18ttzi olia oCH!ta dei m è iic1 pratici in N uova- York IOJ•e le"'"'c un' ac,.nrata «et·ie di osservazioni, rclatl\e el enurt1.1Alo, atrer111ando, 110 dal principio. che poch [ll'l!!!Cnt)lnn iu clinicA tnaA"g,or e frPquenza d 1 t> rrtll'l :-l1c1 qwmto l' ill:lu-lJfo. E dì fal-li un tipo com plt'lo ,Ji infer uutn co~lllu1sce piutto~l.l) l'eccez ioue anzir.lt.\ la ~nno lP devlll:t.Jnni, più o rneno significanti dal ,,..,.,.,....,:•.u male, quelle rlw t•endnno la diagnoi'li incerta o dirtlcil In u11a grnnùo cill•) conlt' Nuova-York, nella quale una ti~ti<-n esn lla t h febhrl' li foiùt:: non può farsi cllt' HPPI"'!Itll li \"lllrJelltP 1 Ja dJ fOcnltù ÙÌ ben diagno«ticare per tempo pu>~tu nel fallo chl', 1uolli~!'itni casi sono curAli nellh •lslì da u11 uurnero rolalivamente ristr,tlo di medLCI, In maj:l"gJOr parlo «<i 'JUP..,li non s1 rendono io modo tamilmri r.on la molteplice varie!A tli aspetto. che d PI'C"Clllll neJ ditfot·P.nh cal"i. Ol!racciò i sintomi dt natura, nel (>l'Imo !tlad10 •leiJ' mrezione, ed um1 certa denL~> ri'-~CI''" nel pro11unzuctre il notne u' una mslallilt de.-tn l'allal'lne nelle famtzlie. inducono il ru~dico m errouee, che sono poi ~o<>tcnule con ostinazion e, o gemente modifiCllLe (JUAniiO l'uller·iore S\iluppo Jnj>r~IOIG.!,I pone m C\ uJcnz,t l'e,._ euza reale. • Como por· l•' Altre infezroni !':peciiìche. anclJe per la ~int{lrnatoi•1J:ul, put• tendendo ad uniformarsi ad un norale. pr esontn differenzi' •J gJ•adazioni dj gravezza ~oli (~!ii, di l' il J ilrgensen l1a fatto rilevare ( Votf(t.IUJjlllil Samml. kli11. Vorit fine, N .13 1). Se la malattia non t\ eh zlono conLro 1111 vcr11~ specifico da pa r te ù' un tattor
IUVISH. MEOIC.\
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,,duale C'-lrem!uuenle ,·ariabiiP, à chiRI'O cl1e tolle le p111 ~'a r•ale evcni~nze ndl'intensilà dt'l proce!";.o morbo"" ...ono po"~Jbih, dalle forme fulminanti alle rnit miLi, a quelle, cioè, che durano podti giorni, senza che ven~a fatto di detcnninnrne la natura allrirut:nti, che per cou~ìdel'azioni eliologicl.e. ~etrileo-tifo, e meno del valore inthscu~ibile che pre ... ente la r1cerca del Lacillo -.peciflco, ne-.sun !-inlomo, pre"o i:-olalatamente, può 1 ileneroi pal•J.!nomonico, lutti potendo r• COIItraN;J, Cllll p1ù o meno frequenza. nelle allre Affi·zionì. In cha:J!OO~i p..•ggìa 4!uinoi sull' in,jeme di e:;,.i, che co~ a ... gruppati arqu•~tano un significato caraW•ristico. Ciò eru t•i ...aputo, ma il Br11yton Bali vi insisl·· &"SAi fort,·mente. ~. dopo tali premesS(', pas,.a alla dbamina dAlle llifllcollii che e~h A«idllo J!CI' più frequenti nella pratica. Il nolo a-.<:ioma clinic<} tel'mornctrìco dt!l \\'uuùl'rlich che. una ~alita rap1<la della temperatura ul 400 C:. fin tini Jll'huo (J ~:e..:ondo ~::iorno debba elo'cludPre il :-o~petto c ho ~~ tratlt d'•leolifo, se è indubbiamente vero nella rnaggiot·unza dci CA"i, non è fluida asc;olutamenle sicut·a per le numero~o ec·cezion1. 1• 111111 può quindi servir di t•egola. L' insorgfln1a bru"-<'1\ della lnllillltia lalvolla ù le!!ata lì r.omplicanzn ci'irnpaluùislllO, rnu può a"er luogo anche fuori .funa ,..jffotla o<"corr·t•nzo, come ati eqempiu in quei ca!'i aculit<$illli che "anno ind•rali pl.'r fulminanti, in queg-li aUri mod••ral8rncnLc ~travi ma a decor"o proli-atto, e più i!pecialmente in quelle iorml! abortivP., ls pi11 diflìc1li R dia!!llO:;licare. che finiscono alltt primo o "Oconda settimana.la~CI&IJdo il medico più o mt>no dubbio ... o ... ulla na· tura dd la malaUia. A •tuec;l'ullimo propo<:ito lP lali ... liche di J11rgen<:en sono islruttive, percht! 111 ..;; ca«i d'ileo-tifo oborll\o l'inizio ùd morbo fu brusco nell' l> •J., P. llraytou Bali 8"·1Cilra che in X uova- Yorck an·icne rrequentemenle olia ste.. -;a guisa, ma per fortuna i sintomi eli tumore :-plemco, di lc~ziera diarrea e d'una prec()(·e appfwiziono di ro•eola, tuttoché po~sano 'mancare nei ca~i ,Ji non dubbio natura lifoiùe, «i a<osc•ciano bene spec;,.o negli abortivi. SiflÌ\ttn variet'' d'lllfe7.ione occorre in pratica più ~resso che comuncml!ntc non "i «upponga. ed i ~ali ùi chinina !"ono u!'llti dal medicu
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per le apparenze di natura malarica che es~a astsUilll&. "Ì è invece trattato d'una forma aoortiva di tifo
A gìu!tta rsgion" "i è aUribuito maggiore imtiOI'• periodo tione. L'insieme dei l'lintomì che caratterizzano l ileo-tifoso è do,·uto ed uno stato di depressiooe del nervoso per eJTcllo del ,·eleuo tifoideo, piullo!"to \'Ot3 temperatura Ol'!!Rnica. L•auk>re richiama alla Lelun inrermo, che. cou termogene~i alta per oa;l'e(!QIJil"j di ~e.gulto nelle ore del pomeri~s.rio. s i mostra gaio a tal ,.egno, che non si sarebbe indotti al SOI!Ipl~ rleo-tiro, se alcuni Jie,i ~mtomi e l'anamo~~i Ji casi zhi verilkali"i m•lla sle~sa famiglia, non ponessero l"a"vi!'O. E per I'A\nverso :;i hanno infermi con tel!lpiJIII! moderate, ma con pt·ostraziooe •li forze ecl vAnti. eenza ue!<suno dei noli smtomi piil fre•JUenU: Cllf<l la dia~no:;i non è l'<Ult~~r1ta che, in via dì pr(>U~1Qllll111,.1 "proporzione rrs la febbre e lo stato ~enerale. La Ctll'\'fl gralica della lemiJ•!raturs febbrtle nell' rtnalt.: i libri di testo pi'e!'lentano in forma schemaUee triplice f'erie di o;;ciJiazioni ssceudenli. stazionarie e denti, in conformi ti• più o meno e;:atte d·un tipo srel:!Q• malattia, e so~gclta ad una notevole variellt d'inft turbatrict: l'equilibrio della temperatura nella febbre é pat·ticolormente instabile. Si .:.. ftiil. vi;::lo che il oe1;01:181 o;ocillaziolll a-.cendenti può mancare nei ca5i ad "00: parimenti il periodo finale puri as!<olversi per ~olarmente rspida, mentre l'intermedio. che si dice nario, pUlÌ ,li!!lingn"r:<i mvece per ra pide discese e do,·ute all'azione d~i farmaci, aò emozioni. ad errori tid, eruorr&!ltC, comphcaLioni palustri ed altre cause.; grande valore dios:mo~tico. palo!!"nomonico percbe O"servarsi in allre affezioni febbrili. ,i çompele al te1·zo per·iodo Jell•' oscillazioni. tipicam.,.nle n~1MIIIIIIII cite !'-i riducono alla normale nella terza o quarta di rnolatlia. Dr contro all'ordinario tracciato ~rafico di temperature remittenli al mflltino, tal volta, per uno g1orni. ca~ i t a òi o:>!'-ervaro un • tipo inver:"o • ~culiare fiqonomia dei malati nel primo
turu remiltenti alla sera: ed tnollre »i ""'I'illcauo ca,.:i, nei quali "' ba una depre~sione ~en~!r·ale della curva con O>'CII· lez.iont che non ~i ele"ano al ili "opt·a del 38•,:, o .&f. Ila ultimo da competenti osservatori, quali Slrubé. Liebermcistcr, Frtedli\nder ed aiLri, in lalune epiòemi~ di iloo-lifo '-ono stati notall cas1 eli malattia a d~:~corso totalmente afebl.Jrile. La roseol11, a forma tipica ed a successione ricorrente, c il plU \'&lido <>u<>~rdio per la diagno:>i. Per lo piu, fa notare rauLore. dessa pa<>;;a ino,..~nala, a motivo dell'ignoranza •lei ratto cbe il sito prediletto dell'e1·uzione non è l'a•ldome. com•~ d'ordinario c:i ritiene, ma :Sibbene la regione rlel dor10o. nella qual· apparbce prima che altrove, G10va ricm·dare che, <>econdo Rilliet e Barlhez e Bouehut, una ro~eolo ~imile alla l1tlca si osser·va abbaslanza spes~o llt!i fanciulli l'Oli tubPI'· colosi milwrt: acuta. e, secondo Mut·t~hison e Senalol' Anc.:he ne~h adulti, infermi della ~tessa inft!zione. Il tumore di milza, quando non sia m dipendenzA di m0t·bi carJio-polmonari od epatici, acqui~,;tn 1111 ~rgniflratn impor·tante in ogni pr•ocesso infeLLivo. Nella malarint·a~~iunge un ~olume ma1{grore che nell'ileo Lifo, però nei fanciUlli ()U~>sto cr1terto suui~ce eventualmente una '-m~nlila: uclla lubercc•lo i genPrale, n~>lla piemia e setticemia, nelll.lnùocnt·dìt" malig"nn ed in altrt>. affezioni .... mcontra ezioniliu illlumure SJIIP.mco, che di re!!ola fa Jifello u<:l cala1·ro ga:-tro·~ntedco o:emplicc, e n~lla febbre elìmera non procedente da c.au e mfeltl\e, fnt le lJUali ultime atT~ziom e I'J!eo-tifo si ~tabifi;;cc perciò, cou la pr·~senza ùell'in!p'andimenlo della m1lz.a, uu Cl'ilCrlo lraIZDO"lieo di molla uliliiA. La diarrea, che è il :;intomo pilì cuhninnnl", come qu.,llo eh e""enzialmcnle ne ri,·ela la localizznzionn della malnllta, non di rado ,.,. sostiluila oppostamcnle da una coprostn!>t o llllata, col'i nei ca::,i lc;::o;:!teri con più frequen:~.a. come ne1 ~:ravi a ùecot"r' L• pico p,r altri ,..wtomt. H111~·to11 B11ll htt ,., to lerrm:1nre fatalmente un caso di !JUe'-l'ullimo generi;', per P •ritrmite tla pel'rorazione cl'un'ulrera liloide, e la dia,.;no!'ti lrov/, confcl'lna sul tavolo anatomici). Pr '"'ej;(uentlo c:nlle difficoltà dial!'no... tiche uell'•l~o-tifo, l'nulorll ìa rilevare che ~i ò troppo abitual• a con!<ult•rare qut>flla
liGi lnrt>z.1one come proce::."o enle1•ico predominante, a altre localiuazioni che po~--uno entrare per prime in percbé non ri.,ulti ~'·i·lente la possibilila d'uno !"cambio pleto con altre malattie. L'tl,·o-lifo è anche unn. uenerale. con sintomi precociesimi d'ori~ìoe bron uare. ro?nale o cerebrale, che ùorninai1o lalvolla tnenl~ il rtua•l r•) clinico, do ma..,chel'a~e al completo e~senza dellu malattia. All'uopo Brayton Bali cita propriP """ervazioni d'mfezio'"' ilt:o-tirMa che forma pi\1 ~piccala di una \'e:'a bronChite, «ah·o che in riuscì agevole per altri sintomi di i-tabllire la t,riul'lta LR rassomiglianza clei!P. forme polmona1·i di febbre con la Luberculo~• d•' llo ~le ...,..o organo ù ~pcsso coSi che la dia2:nMi •lìiTt~ r-enziale torna impo...!;ibtle senz.e il sitlio di altri sintomi. Due ra"1 illustrali ìnv.,,•;ournent.e, del )furchi.,on e l'altro del St~nalur, pro\'ano all'e'i e~.,uezza d'una ~iffalla as5;•·rz10nP. Il tipc'l rebbrile della hl!rcolo~i. sia questA polmonart!, peri tonPole o ......lrl'tll'llllt o rdinario ditl'eri«ce da •1uello del tifo addominale, ed comunemeute iover." o; la nc•·rra del bacillo "'peeilico, rotare o tiroideo, conduce talfiata a diagno~i pos:tiva. Un'altra difficoltà è offerta dal tipo rcnale di'l lillco, dec:crilto per la prima volla da Gubler c R ttuali !"'intitola: lo !'cambio con una nt•fr-:le acuta é "l Ama l in ca~i di c:imil g1m~>rt>, pat·lando llella dice che son 111or taH nell'"~:~ p~>r renlo nella . e conda $8lllt1181 Non minore imbaruzzo (>O~"OTJO occacionarc i .. jntomt CO<'i da parte JPI !:'islt 1011 nPr·voeo cerebro·"piu a!e: ndln :•ua I'IM!Stca opera sullt• febl,ri della Gran affet·ma che il delirio può es;;~rt> il orirno "Ìtllomo e eh~ per ciò ~li ammalati :<ono inviati in una ca!'ta di come anche altt'l ossm·vatori hanno confermato. In atipici v'é pt edominio tli !'inlomi sp!nali, C<)Ole Fritz e seau hanno ,.eznalato all'atlen~ione dei pratici. Bnurcy. neJJo "UR tP.!'i di Parigi 08~3) sugli p,.,.,ulrD4 mnltsmi ittjettioi, addita un C(>rlo numero lll casi. nel ;o;i tra ttava d1 felJLre ltfoid~> con ùe lèrminatioru artic:<>U!In,.~ anche al \\'agner (Dera.~ch~s ,trehic. fiir l;lin.
peg. 2(11) occorl"e di o,,..cnar~ un én::o all8logo. In lslune Jocahlà i sintomi art1colan co,-tiluiscono unA fruquentis~ltnR complicanza nella l'ebbre liftliJe: a Gibilterra 11 ùolt Turner ebbe occasione di us~erverne parecchi. Anche il dolt. Finlay rezic:.tra un C8'"•> i'nteressat•le di febbri! tifoi le, ritenuto pet• reumnti<>m., art1colare ~ traltato in COn!"eguenta con -.ah· Clhlto di ~>oda, ma che all'uutopsia rl\·elò una peritomle genP.rale da perforazione tli ulcera epecitlca. Vl(:everSA, uu reumati-.mo articolare vero, con febbro allti ma con Hntomi ùi locaHz:t.azione imperfellamente sviluppati, può e\'enlualment•• trarre tn ingenuo e far pensare ad un liro aJdominale. \Ya~ner inoltre loeo citato) menziona parecchi ca,..i, nei quah la dia~n~i v;;cillò per J1versi ~iorni fra le anzidette malattie e la mening1tè cerebro-,.pioale, tinchè non "i ucccntuarono fenomeni articolari. Brft~ ton Bali, a cte~ito c.li !<ilralte O$$ervaz1oni, perviene elle 1=e::u~nli couclu~ioni pratiche: 1• l'tlco·lifo, analogamente alla "rnrlatlin~. ma con minor frequenza, può presentare sintomi arlicolal'i apparentem~nte reumatici, salvo a decidere nel cuso sp"rial·· !6 siano da ritener"'i come una manire.. tazione di proce-.,n Infettivo o come complicanza da t·cumali~mo ~enuino. :!• i~ da tener present> la pos..ìbth~ di contrarre una febbre taro1de dopo un atlaCCtl li reurn&ll'"mO acuto, al quolt• !'>arebbe J ÌU o m•'no ~.hrettamente associata. 3• LA febb1•o reuult~lica può, \ndipcndenlemente, t>imulnre un'inre;done ileo ltfosa intnodo CO"l fallace, che soltanto il rtsullato della cura o l'ulteriore pro~re~"'O del CbSO può m~>llere in chiat·o la diazno~i. Un altro poss1bile errore diagnostico ~arebbu la perilil!lte, tnttoché i !'intomt Ji questa eiano co~i netti du non ammel· tere confu"iooe· nmt sono tanto l'ilri i casi di errori, e l'autorE! non esita a ronfessat·e che fu particeps crlminis 111 un caso annlogo, che alla uecrnscopia presentò, n vece d'una fletiliflite, numerMe ulcer. ifoidi nellratto infenure dt!ll'tleo, ton incipiPnle perÌlOnite da perforazione in un punto, chA fu causa immediata della morl•l. È I'I"Bpulo cl1e lo avet• um• prima volla o;uperalo il tifo Addommale conrenc;ca un certo grado cf' immunitil contro una uuova infezione: però Murchi~on, Ba.t·tlelt, Bu lù, Lieberruei-
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ster ed altri, hanno r1ferito e!'empi in contrario di attacco. Più recentemente Eichhorst, di Zurigo, ( A f'Citio. vol. Il l, 1888, peg. ~) ha fallo rilevare renza di ripetute inrezioni sia più frequente che essendo pOMJbile perfino a quattro volle: =otalistiche confermano che un secondo aLtacco è del primo, senza che la morlalilil e le COIIDPIIClW.iJIII scano differenze. V'ba un punto nella dias:nos1 differenziale dell' la febbre palustre, che ha !C'mwitalo molta colllt~ovt~n~ totll presenta serie difficoltà. Se all'autore non è nei ristretti confini d'un articolo, che di accennare in bre,·e alle cose prmcipali. tanto meno torneri esporle in riassunto. Dirò pertanto che, in origine, minazionP. di febbre lifo·malarica fu proposta dal word col ragionevole mlendimento di applicarla a stretti calli d'infezione doppia, val dire tifoide e un tempo. Fu in que~to senso che il congresso naie medico di FiladelfiA nel 1876, ed il collegio Londra adottarono la nuovo nomenclalura, che il Ball non esita n qualificare r;er ibrida, atta soi&DII8UIII nerar confusione, in concorrenza con altri proposli. Più tard1 il significato originario nominazione fu vòllo a specificare la 80la febbre a tipo ..:onlinuo-remillente o subconlinuo, con nemici ed intestinali, in unu parola tifoidei, ma infez.ione ltfìea, come bene tl dott. S'}Wre di Londra ec;porre (The American Journal of c!.e Medieal aprii 1887, p. 300). Allr1 nutort americani nNÌifPJI'i84!011.: mine dt • febbre palu~lre continuH, • che. al .... l!llll'~~*fJIIII!I! riconoscere d'un trallo la natura della malattia, c.h distinguerla dalla più comune e men grave Lente rnalarica. :\ proposito delle statistiche di mortalitA per lle(Hli~ remitlente palustre e febbre tifo-malarica in Nuovail quinquennio lS.«3-87, compilate dall'ufficio di saoilé, Bali stabtlisce un ronfronto con le analoghe ~&al""" "urtanli da otto o:-pedali riuniti della stessa citlà, e
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rthe,·o l' ÌllP."'8lL~ZZ8 ùiagoOSlÌC8, lJ81'111\J•o irre"'{IOI1t-8bile, di quell'ulticio, per<>cchè la proporzioni' .la mol'lnlltà fra febbre reltlillenle palu<:trè e tifo-mal11rica in<.:ieme. e febbre liforde, sarebbe di 1 : 1,6~~. ({Uando invt>ce la relatha mortalità fra le ,Les!>e molaltie negli ospPdali slarcbLe come l : li,i-2: d'onde emerge una maggiore accuratezza diaguo .. tica nello tltudio der rt~pettivi ca~;i ne!!ll spedali, , la conchrc::ione ir·ref'ra~abi le che moltissimi casi di febhf"e tiro-melnr·ica furono erroneamente ascritti ad impnluda~mo Lo dia~no,-i dell'ileo-tifo, datlerenziale dalla febbre continua pelu5tre, t"• ~pe:;!';O difficilissima, ma"!<itue 4(Usnrlo que11ta é complicuta n rìle"anli sintomi inteslinnla, ed in laluni ce.:;r ampo~stbile "'enza un Psame mic:ro~copico del sangue o ùelle deiezioni ahine. A complet.ar ht lri11de <>or~ In lubercolo!;i milisre acuta, ma l'esame oflalmoscopico, che scopr·e i tnb~r· coli nella coroidee, IJUello microscopico degli sputa nella rorma pofrnonare, O del !'"an~e circolante, lle~la rol'lll8 generale, cstt·atlo pPr puntura dalla milza, come :\leisels ha dimostr11to (Wiene1· M ed. Wo~ltensehr., i 884, psf!. l H$ H 1187), sono d'un V8)0r(l capitale per la prP~6DZ8 dei hacilli S[>è''ifir.i, f.e rtct-t·che ~ui baetlli •li Eberth nell'ileo-tifo sono meno !"••tldtfa cenli N~.>uhaus Berl. /,·Un. Woehet~schr., JSRU, pa~. llh (' 3"9) li tro\6 !t voll+> !ò-Opra 15 nel ~ang•te pa·e!>o Ila inc.i,..tone d1 ro!'eol.-.., che e!:!"li ct1nsiòer·a come emholi micolat'i cutanei" e li eolli"ò !>U a:elatina: ancht• ~l Prkel ~ GoJtt ... chrni Il ripelettera con succe!>so le stesse indagini. col «angue faUo sptc· ctnre òa un dtto. Leitz. Frat!nkel, Simond<c e Pfetffer tt o'arono i bacilli dell'ileo-tifo nelle deiezaoni ventrali : com'ebbi ~~~~ a !'l('J·i,·crne (1). ~eumann •-d altt·i ne accerlornno la presenza nell'orina. Per l'esame .lei sangue della milza, al me· lodo non ò ...ceno di perìcoli, ~"'he-~cué 11 doli. Councilmon, di lialtimora, cret!a ìn contrario: Setl7. considem l'operaziOne carne ani!-lchfata, me Braylon Bali opino. che, praticata con le debito pt•ecauziom per ur::.inreltare l'e!!o, eò a priucipio del proces><<l rebbrde, quando la capsula ... plenica 11011 è rli~te,:a ~ ------------------------------------Ili Ve<l• laselcolo oii lll:(lio correnlP. anno, pu. Si't
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da rcudtll'e pos~iLile un versamento peritoneale, sia un CC"SO pPrfeltameut•· ìunocuo. Relal1 varnente oll'uroscopìa chimica nelrileo-lilo ed /o re tlt:l JII"OCC"SO proposto da Ehrlich di Bt>rlino, nel c fallo conoscere iu America dal dott. Dana, consistente <:l'rallerislica produzione d i certi colori nell'or10a per zione d1 acido coolfanilico in prt1senza dì acido n luuzzundo la m! .. cela merci! acqua ammoniacale forte, Bali alfct·ma che uellt1 prima l!dtimana di malattia, riodo c1oé p1ù lllcerto per la d1agnosi, s1a d1 poco mentre ncj::/i altr• etndi r as::-enza della reaz1one. oss1a 'o lo•·~ negati\ v, ne co,;litui~ca la più importante Inoltre, e~li ra notaru che, per quanto sia a soa COJilOSICelllll ne un ossuJ•,·atore uu1·opeo !.:i é occupato ù'inv,e!ii~Jtl.,.. valo1•e dul r;r oce... so di Ehrlicb nella diagno.si fl'a lleo-t1fo c febbre malt~rica; ond'è che s1 rivolge ai leghi dPgll Stat1 Unit1 del Sud, che hanno ampio materiale servazìouo m fallo d' impaludismo, perché suppliscano
deficianztl rilevata. Tali ~ono lH diJl!collil nella diagnosi dell' ileo·lifo, che tore rlalla elaborala leLlura espose ai suoi colleghi di York, o eh~ per l'interesse dell'argomento, non meno per la frt>rJt!Pnza di o"'~t' rvare siffalla malattia nei nostra dali militari, bo c1·eduto opportuno dJ riassumere in piuttosto e"teso. G.
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HlVISTA CHIRUHGICA lùl'emomedJuUno lll secutto a tertta 4a p1lllt& 4ell'arterta mammari& ••tenaa . - llioEt..c~c.- (Cencralb. Jur Clur.. ~. IR 1~ ·s).
P n uomo di 39 anni avPva riporU.lo, n•· Ila twlle tlel 2 seta ferile di coltello alla ll'Sia, al petto etl al veutre. non si fece grave emorragia. Il pazient camm10ò ancoro l't>nto passi fino alla sua abitazione Jove fu conslatalo uno procidenza dt>frl'intestini dalla ferila del ba«so ventre . •\ll'mdnman1 fu Lrasporlolo su di un carro All'o,..petlale di Ro"lock. L'intestino rimMto affatto incolume ru riposto nella. cavità 8(ldornmale e la ferila delle pareti dHI ventre fu cudtn. La fet·ila al torace si trovava sul Ialo de"lro parallolrt alla :1• co<>la; era lar~a 2 centimetri e comiuciavA dal m1u·IWI8 dt>slro dello «terno; non l'i vetl('\'8 u"cire "'ungue. Il pol111one deslro ed il cuore davano t·h;onnnw uormah.•. Alla ferita fu applicato drena~J?io e <>uture. F111o alla sera del t:l ~ellembre lo stato del pa?.ientP nulln la"CI&\'fl n dcsic.lerart•. Io quel giorno ~i maniCe!=:l.àl'C'IOo .lolori al tnl'ace e •li"t•nee .•\. 10 ore. dalla ferita qua<>i completamente cluu~a, compnr"e :n'8ve o?morra~ia i questa ,..j l'lpeté alle -.te""" ra nel t~ e 15 settembre. co«icchè il paziente Mdava ridur.endt•"• anemico. Al 16 seuembre 1'3ulor•' riapri la ferila. La cartilagine dAlla terza CO<ola fu !nl-!'li8la Ìll prOl'....imilà flpf !'Ili) attacco ternate. dalla ferit.'\ l'i reee :mbito t•morrngia orlerJ(Jsa tanto sopra ehe l'Otto della co:;;tu; •tuiudi re~ezione oli nn Pt>1zo d1 costa lun~o tre l'entimetri. Con èi4\ fu meco"8 allo '<COpo•rto una cav1til. delle dimensioni tli un 1111\'0 d'ocn l'ipiPIIfi di Brumi e g1acente nell(• ~r·azio medt3 ... 1ttli!.'o. Pu quindi r•secnto u11 pezzo della · ~· co~ta della :::te:::so lunghezza, con c~e fu ape1·to il pericardio (probabilm~>nl~ 11 t.H~ric•nrdiO • e1'8 l..'là l'lllln offe;,o dalla l'er·itn, e ri"ecanù,J la •·osla -.i t(}lcoero ~mbt·e dell'tlnn<> scorso
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RIVISTA
la ftd••rMze ~or~t·avvenute di seguito) ed allora "Ì emorragia imponent~". L'autore allacciò dapprima al r)• spazio interco... tale la mammaria internH sulla tinu1tà e l'em•>rragia ce~'"o. La cavi là della f.,r1tà fu nata con garza e iodoformio ed egualtnenle ferita del per1carJio. Il decorsi) fu Cavorevole. L c-enna in ultimo alla neerlssilà di aJiaceiare l'arteria maria interna nelle rlue e"'lremitu rec1se e ciò per le bondanti sma... tomnsl, specialmente coll'arl~ria 8al trattameDto delle fratture dell& r otal& e nl •altatl. - BP.CK. - (Cenlralb. Jii r Chir.).
l.o scopo l'hO si prefigf!e r autore s1 è di osan1inare più conveniente delle fra tulo. :te cioè ti pii1 opportuno un metodo speciale nr.Jinnrii incruenl1 ~ cruenl1, e questa disamina la ~ulll\ ba-.e rh 1111 materiale di 2R. casi curali nella rurgica di rubing". Fra rJUO$li ~e ne trovarono 23 turu tr·ll!WIJN!slfl, 19 C(ln dio"1.8si, } senza .iiasta~i del meul1 , l rif•·attura. !l Mllocutanee e.l una fraltur11 tìv" enmpli<'ltla . In flUHnlo all'eziologia, cinque furono dotte tla c~•U"' 8 d1relta, q\lallro da contrazione nHI SCQIII~ lntll ~li altri la ettusa fu la caduta sul cinorchio, nol .. w:nto pero conCOl'S\' più n meno come e~~u-.n ancl•e trazione mullcola•·e. Ln ciiastai"i nei ra~• recenti a •nnocebin òi..,te..,o, nlruni millimetri sino a i o 5 nelle fraUure !"Cn:ta tliR!;la~i r:li inviluppi memhr·anosi rotula non Prano r·otti. l n •JUB!'Ii tu l li i rR<>i r er.Pnli si trovò lo ~traYa~o rotare. In ri,~ruardo alla terapia. i r elath; mtttYdi Yi po:.~ono tli~tinli in cinqu., gruppi: 1' Con rzpparecchio co11t~niioo.- Sì colloCA va l'arto untt l'erula, dopo ~comparso lo stravaso si appurava scialurn a te~lu ~grne di sparadrappo adesivo e messi l lal~ i frammenti si meLle"a l'apparecrhio ges$8to. lrat.taml'nto fu me!.'SO in oper·a cinque volte quandc la
~tinne <~ul tratlamt>nlo
CHlRUBGIC.\
11ìf
0 a;aocava tld lullo o era al minimo gra1lo. 'l re di qu~sli paZienti, quando rurono licenziati daJl'o~pedale, pre:;enta\'ano la frattura guarila senza mobilitA, oppure con pochis.caima mobilita dea rrammenli, ed in segui w a rict:rch~ po:-otcnori di du~ di JUei ca~1 (il terzo non ru esaminalo), t<i l'Ùbe la prova che la (raltura era guarila indubbiamente con callo oscaeo; quindi anche la funzionalità era integra. Negli altra due <'asi 8\'\'enn.., la guarigione con ~oslanza intermedia fibhro~a: in seguito ad ulteriore esame, in uno di questi due ultimi cu!ia era vi diasLasa di un centimetro e mezzo a due ceotimetrr, artrite deformante ed alrolla del tJUadracipitt-!; nell"allro rai"o pochi,.,ama rliastasi con ottima funzione resiJus. 2" Trattamento cogli uncini di Malvaiyne (7 ea~r) e colla rit~ di Brrms (-J cast). - QuesL'ullimo apparecchio con:::.ta di due picco!~:: v1ti che vengono spiule n~i framm ... nti ed una vite tra\'ersale che viene attraversata dalle altre due. Questi apparecchi furono applicati quando erano scompat·si 1 fl'llomeni d'iuflammuzionoal ginocchio (da ollo u quullOl'ùicl giorn1 dopo l'uvvenuta le!<aone). In quattro di qutlsli casi che ttppArtengono 111l'epocu preantiseLlica si fece reazione intlmnmalos•ra (rn nn "B'-o 11nzi flemmone). Gli apparPcchi s1 U"Arono <~olù quando 9 ra,·i una a-ravc <~compo~izione. l riFultali tli que.,to trattamento furono: una \'Oita !!Uarigione completa con callo esclu~i\"'lrn~>nle os<~oo, ciò che s1 ebhe occ.a!-rone di con ... latar& mediante autopsia quindi<'i anni dopo. S• ·prn olto pat:ienti dopo liceu7.iati daii'Mpedale la guarigiontl era uv venuta quasr ~enza dra"'la;,a. Tre Ji costoro furono poi ''isilali dopn molto tempo. lu uno vi era nel punto dell'avçenuta frattura una rna~"a le~amentoM larga 1/2 centimetro con funzione buona; nel ~'*.J· eoudo la riunione 1lei frammenti sì ere falla per mezzo di uu forte legamento di un centimetro e tre millimetri di lunghezza, funzaone buona, mcipaenle artr1Le de!ormante. :-\el terzo ca~o nes,.,un lno,·imeolo dei fmmmenti. Lunghezza della rotula cell~rnetri 5,~<~. funzione buona.. Gli ultrì pazumta non furono vis1tnh. 3• Trattamento per meno della puntura articolare. Questa cura fu messa in opeJ·a su quattr.) malnti. In due dopo trt• a •tualtro giorni sì é trovato il sal'lguo coagulalo; venrte
11n
RIVISTA
tjuindi aperta l'articolazione ed apphcat.a la c::utura volte riu!~cl bene la puntura ma non si poterono iramrnenli, cosicché SI è dovuto applicarP. la \"ile di
4• La sutura d"l tendine col m.eiodo di li"~her. ticula una volta, con I'Ì!'Il!lato, dopo due anni. assai s• Sutura o.<~sea. - Fu praticata tr<> volte su casi 1" caso. Frallur'8 comminuti va~ operaz1one giorni e"traziooP di piccole 10cheg;;re, sutura delle La maggior parte di queste ultime furono però cro::~i. Dopo sei anni riunione solida dei frammenti. tuJa più piccola in lutti i suo1 diametri, funzione buona . :2• caso. Frattura trasversale, tlecorso a cinrtue anni riunione o~sea, funzione buona. a• ca..w. Frattura comminuti va complicata, dopo due anni aùe~iooe ossea. Artrite delorman te. Ora conlronlantlo i risultati favorevoli ottenuti ...........,.... wcruonla coi risultati della sutura ossea !>.i deve l!he nell"' ft•allure Mùinarie !'li cleve dare la preferenza toù1 wrrueuti e che que~'<li ultimi possono essere con vantaszl(io ~olhmlo nella cura delle fratture
La frattura per atrappamento della aplna a.na - E. :\lur..r..ER - (Centralb. fù.r Clur., 1~). Un allievo ginnasiale 1ii 16 anni alla scuola i'ti nel rare un "allo a terrn sentì un acuto (folore al destro, ne polé rialzar~ . E!OSminata la gamha de$trfl devA quc«ta estesa ed munobile, legf!iero balloltanlle.r•m; rotula: all'estremità '"uperiore della tibia in della rarcia anter•or e del ginocchio la pl'lle era minente tla un pezzo ù'O!<"'O triangolare che la Zjj.IIIUII'"'~ fuori. La base di quel frummento trian~olare misurava 5 conltrn•ltri, la sua altezza 3 centimetri, mento si lascia !'lposlare e dà crenilazione ne• La rotula di •lt1 gtra "la più in alto, centimetri della Quel frammento non era altro che la spina della wnne ~pinto in giù ed immobilizzato con g11·i d1 gadl
i
CUlUU.RGJCA
l Ila
Dopo 14 giornt la ~pine era adertla dt bel ouovo alla tibia. Dopo 6 settimane fu rimosso l'opparecduo. Lo l'pina si tro ,·avo ad un centimetro più alla che al 'ello or.:Jinario. Doro 3 !è'ellimane l'arto si era ri~l.8btlìlo completamente nella sua fuflZlone. Un altro caso consimile fu rifertlo dtt Lauesteiu eJ e ti teguente : Un allie,·o ginnasiale detrela Ji 18 anni uel ~!tar 8 u dal l!a\'&llelto di ginnashM urlò contro il metle-.imo col g1116cehio destro dO!>O di che gli fu impo~c;ìbile di e!le~uirc coll'arto corrispondcnLe un movimento quals•asi, Il ~mo<'ch io era tumefalto, nes~uno ~travaso nell'ari.Jcolaz•nne: Lt•e dita lrasverse solto l'apice della rutula ~i ~cor ge'a un frammento osseo C'be si lasciava ~po~<tare lateralmertle con crep1 taztone. Il frammento fu spinto e l•·nuto m ba•,o con ~pa radrappo adesivo e ~opra vi si è applirato l'apparecchio a gesso che si lasciò in posto cutque setltmane. i.11 guarigione fu perfetta. Oltl'e questi due casi se ne conoscono altri sei gìi4 oseet·vali da altri autori. Per. Il\ magg1or parte si tratta •russi sempre di giovani '80jlll;&lti. Ln lesione ha luogo sempre per azione mu,colare. E "lesione consiste o m puro distacco eptfi~ario della ,-pina ~uando e~sa spina aderisc~ alla libta per un intermezzo cat'lllagineo, oppure consiste in una vera rraltura per ~tlrap perneoto ~e la spina e completamente 0!!'-Jikata oppure po~ '!onò trovarsi le due fratture combinale insteme cioè può f11~J distacco della parte cartilaginea che unic;ce la "'pina alla d~afist e strapparoento deUe parti o~~ee che uni~cono la =-k~"'a Sptna coll'epìJìsi. l P<'Ut ~laccatì nei singoli casi presentano dimensioni vario. .Lo straYa>-o intra-articolare può aver Iuo:::o quando si rompe -qu~fla esile memb1·ana che separa la cavi1à sino,·iale del S1nocchio dalla borsa sinoviale che sta immerliatamenta -sott.o al tendine tibio- rotuleo. Il risultato definitivo in selLe casi curati imme fintamente ~ 111 I'n la lesione fu il ritorno completo della funzione della PArte. 1 ppareecluo aes!lalo.
11il
RJ\'ISTA
011ervaslonl 1opra UJl cuo eU &108110 della rtto oon operaslone. - C. LALE..'isTEJs. Citi,.,, ~- Jfl, i888). Luuenstein rireri ..ce un ca~o òi a$Ce~so splenioo 10 di :?'2 anni ch6 prccPdPntemente ave\'a !'Offerto una febbrile con lutti 1 sintomi dell'ileo-tifo. La milza Appariva enormemente ingrandita c l'n.llt...\'area O<'cnpala da quel viscere si eslendeva al •l ir1nt1llllll al ft!galo e !'Up1•riormente fino al marginP inferiore eo;;;ta, mentJ·e il suo limite posteriore :<lavA a l un ~Vt>NO ~li~co~to dalla colon DA vertebra le. Da prmcip1o l alla regione mAlati\ ~>rano sopporlabìli. Era vi c:fre~amPnlo aJ lobo inferiore tlel polmone sinistro. fi fr•amrnn non prende,·a p{\rte all'atto della respirazaone "tra va piuUI)"lO un movimento li relrazione nella rA.IIrtor.. goa<~L1·ica !lOllo l' ulto in .. pirativo. Solto l'inva!lione brivarlo a freddo l'i aumentarono i dolori alla rPgione di'iAeA "inislrA el'otlu«ila si accrebbe tanto <>n""''"'u,...u..... iudietro d n raa~iun~:er~> l'an5eolo inferiore della rmPri!mCltndl E~capula. Aveudo l'Autore dl&f!'nosticatn d11 questi lo svaluppn di un al'lceo:,so alla re:ziorn:l della rnilza, ru lo punzione esplorativa con 110 ago-cannula di u ............~,,, l'ottavo ~razio inlerco!ltale. Nel ritirare l'ago u~cl una quantità di un liquido bruno. a~sai fetido. Allm·a ri .. ecn un pt>zzo della nona COl"la ed apri col tPrmct·OIIIttlll I'A"'t'C""O della milza. Le due porziom pleurali erano tiORte. St dila tò la ferita pe•· poter allontanare i pe%Z' "-Il h t•imac:ti nel CA\'o 8!'C8""Uale. Di.,infezionc e tampOI18IIIIJIII!I dell'llsces"'o colla JZar-ta al io.loformio. La pMma volla cambiò mn<licazione ~i ti'Ovn In m ilza cb~ ave\'& dt>renza col diaframma c colla purete• toracics. La A"Cas~unle l"l resLrinl'le graclatamente mediante graoulllll~ ed eguHlm~nl~> la f··rito dr l torace si rirnpiccioli fino a nlla dimen"iOne di uua Jenliccìua. ~fentre In .. m,DAII'IIIII immediAtamente dopo l'operaztone e rA~i mantenuta "-l rt~tlz6 r~pt.!ntinarnente !! "-Ì manifestarono i ~inlom• addominal,•. A vveuuta lA guori!:'ione, \'otlu<:ità ,)t!l 'aree
CRII\URGICA
1 l 15
niea '?tll di 1ti e poi di 11 centimetri o il diaframma prende\'& parte al movimento •Iella re!'pirazione-. Dal punto cii \'isl.ll eziolo~?iC.> Lauenstein comm•ml.lt il <'n«o sudd•'!'crtllo ammellemlo che l'a'"<!ec::!-<u della mtlza •ia lato una complicazione ti~>l liro in cor!'O. Pes· riguar.lo al dìagMstico alennt fenomeni ebber<l una l"pecialo IIDJIOrlanza, tali furono l'mgro;:;c::amento della milza, i tlolori a l i fenomeni infiamrnalorii tli t)uella regione e nelle *'ue vicinanze (pleurih·). o~::er\8 118 ultimo. che una circo ... lanza 8"'"8Ì fa\'Cirevole all'e..;ito dell' oparazioM fu certamente l'atfe,.tono s•ectproca dèlle due pagine pleurali.
RIVISTA DI OCUUSTICA Guaol vitrei, correttivi appUoaU dlrettamente alla oor~ nea pella oorrestone delle deformità dl qaeata aon correggtblll colle lenti - FtcK. Pren1lo>nclo la forma l'Ull'occhio del cadavere, ;1 Fick •·:e..ci coo;truiredei ~u«ci vitrei cùe appli~ti direltarneule alla cornea, coll'intermezzo (per riempier~> i vani •iipender~ti doll'irrcgolnril.é corneale, p. es. nel Keratocono) d'un IHtttitll) di den 1lA Identica (1 p. Hlll ui tzlucosio nt>ll'ar..qua : ~ono pe•·fell<Jmenle per j1uslcha ora sopp· ·rlali. ~i movnno oollo cornt!a come i ~U"<'i de~li occhi artificiali, a corr~:.tJ.:OIIIl, "Ommameute mij;thorano la vi"-ione.
._.Rra obbletttva del vlltu. -
SEGGf'.t..
Nelle applicazioni medico-legali milib1ri le Mtol'~ellività della ITli~tura tlo>l visuc.; é un gravt> inconvenieniF>, Si può !!Up~rare e reuùcre el'l~a misura obbiettivo, ..-olio ~hthil1r~ emptr·cn-
mente delle ~cale cnralleri su fondo l>{rigio. QuAndo J'imliv•tluo di~>c-erne il carattere nero sul fon1lo grigin pìu cupo, p1ù inten1-o
fl"i6
RJVISTA
ciarà prova di un v1sus magfi'IOre; '-e lo dJ~ lingue fondo meno inten~o il vi::~u~ sarà meno elevato; 88 un gri::io ,>iù leggiero, doruie maggiore il contrasto tero nel'e, il vi"u~ :-ara ancore meno elevato. mente l'autor~ é giunlo a ~tab11ire delle 1.8 \'O le eh~ le tre ~dalioni del vi:;u:- &/6 (=1), '/9 ~= !fJ ). •111 Gli e:-perimenti debbonsi !>ernpre iniziare colla OOI!IIalill rl8 parte tlc•JI'e,.&mÌMIOI'e del proprio, A Juj noto, valutare lP condizioni del momento, effeUi luminosi, Se difficJie praticamente, esallissimo é però te<II'J(:UIMI concetto della propo;.ta modalità della mi~ura obl>ie&IM vi~us . . . F.d è un'idea leconda che vuoi e$sere Pare che rapparecchio VÌ!'ÌOmelrico del W olfberg ache Jfonatsbltitte,. .fur .4 U!Jenheillwnrie, 1886) d1a egregi pratict rt~ultati •
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.Uura 4elle ametropie. A propo!'lito d'una ~iusti,..sima osservazione del :-~ulla ampiezza, accenoota dal Chouel, del campG retinicr:Gt
luminRto n~n·e!"ame :,kinscoptco del miope, il Chau•el g!uuze che la skis«copia s•· t' un prezioso mezzo per D gnostico gualiiatioo rl~llo ,..lbto della rifrazion e, per la nAt.iouu tlt>l ~adn .lell'aruetro;>ia. per il dia;:nostico tioo é nella mìopìa almeno mferiore all'esame dei oui • La mi ura della miopia. e~li a~unge. ,..j ho eMtta • determinAZione dello :>iluazione !!"alta della irnrnaigllll8 ~ c vcj;cia .Jal pro.~ttimu deJro,.servalort:. • Il cancello è e atli!;ctimo rua non mi sembra ben r.hlial'ldl• e.,.pre,.so. Com'è po ,.ibile delerminal'·e la di::;umza dell' Fine J a l prO!'<:imo? ~oo é a vece facendo coincidere gme col propl'in pro"'simo che ~ì misura Jtt• dil'tanza ' magine dslrocehio osservato? Si misura in vero aUora «tanza dell'occhio propr io da f1Uella dell'os..'4er>·ato, e la r onza tt·o e~l"8 distanZI! ed il pl'Oc:l"imo iodica appunto la della immagine dall'ncchto OS!'ervato, ne indica il (;iacché opera--i ad acromo•lazione para lizzata), che in diottrie dà il trrado d··ll'ametropia.
11 ii
Dl OCULISilCA
lo ò1r,.i quindi: • La misura e~alta della miopia ,..j ha otte-
* nendo l'esalta coincidenza dell'immagine ro,·escia Rpontanett • col proprio prossimo previamenle esal\amenle misurato, e • ~ollraUa la dist.anza di questo J11 quella dell'occhio os~r,·ato. • lraducesi la diff~renza in diottr ie. • Inutile il dire che la coinc1denzadelpro~~imo si a\'\·era •tuando ved~ i di.,.liota ne lUi l'immagine sol~J il massimo po:<~ib1le sforzo aecoiUodalivo, s quin.li alla minima possibile dislm•za. ~ su ctueslo principio che 11i basa il r~>~olo ollomelrico del Giud1c1 •.• Ee"li tentò meceanicamwce applicare uo pr incipiu ben noto ~fa "i può, e forse mef;!lio, rsrne senza, rie~ceudo egualmente allo mlento . •\nche ad immagine rovescia ottenuta arlataml!nll! All'uopo ddla lente (ciò che anche col retotolo ollomelrico rleve«t rare, armandone l'estremità oculare d'una forte lt>nlt> ronvergentP.) .. i può applicare lo stesso prmcipio alla mburA delle ametropie ip11rmelropicbe e se vuolsi pure delle miop1chP tanto deboli da ner<'ssilar e, all'immagine spontanea, un allontanameulu eco
o
•
l'e1't:>ivo.
Il Bongers di Jena (Klinische Mono.tsbltitter .ftìr A.ugefiJ,eilkunde, maggio 1888) cosi sul pl'Oposilo ,..i Psprime:
• Tutti 1 metodi che si ,·algonu dell' irnnul~-tine rove~cla • (proooeata , aggiungerei io) pe1· la rniE\uro .Jelln refraztone,
• hanno per ba!-e la misura della di!'tanza dell'immagine • flel!a lente. La dtfficoltà sta nell'esallamenle ~limare ti • punto dello spazio o ve r imrnaztne <:i fc>r m8. • Snellen (ed io agQiungerd Loi--~au e \\'ttdornonl col • loro ollalmoscoplometro) ricP.ve l'immagme su d'un velt'O • merigliato piano e misura la distanzu dt et~eo vetro dalla • lent••: ma l' 1mrnagme non è a sufficienza chiara e n<>al11 laule per determinare esattamente il punto della ma<>«tma • 11ellezza, e ciò cosliluisce un grave ostacolo. • ~lautner e Burchardt portano, all'uopo cl'una lente conc cave, il propt•io remoto ad una distanza ll!!M, e riportando • l'immagine •lei fondo oculare in esso punto, d..term1nano • In l'ift·azione, t-ollraendo la di!:'tanza del remoto dalla di• "tanza della lenle. Ma per applicare que!:-to melodo l'o11-
lUHSTA
• servotore deve meltere la sua accomodazione a c che è diHic•lc od impossibile. • Schmìdt·Rìulplcr proietta nell'occhio osser·vato~ • d'uno specchietto d.i noto foco, l'immagine di uoa • ~ratella; quando l'immagine !•re!"enta la massima • l"e ne deduce facilmente la posi:Uone sottraendo la • focale dalla di ... t.anza dello specchio dalla lente. li • 111 lln olci conii consi:ol.. adunque nel.'os~,.r\8J'P. • ~i ne del fondo d11ll'f)cchìo al punlo dr sua formazione • oppure ad aveNi un punLo fisso sul quale calcolare • stanza dell' imrnagrne O"S"rvata, noto il foco dello • chio . .. Il meloJo é quin,!i onalogo al preceti~>nte, • è pres.,.•a )I{JCO lo ~l··~~a cosa trasportare il rolmoto acl • dtstanzlt n..... a, o per• contr·o prendere il prossim~ c punto 11i partenza della rnisura della distanza t!P.II' • !!inc. • Su ciò ~i bal:ia 81 poslulto il metodo proposto dal • L'o~~ervalore mi<;uro anzitutto il suo prossimo mcm(JteUII • (alla "C81fl, o comunque); colloca qumdi l'ossci·valo oc 1\lanza ùeter·minata e lo11s&mina col masur·atoredelao ~,co " Rimplel'. Getta la luce nell'occhio collo specchio • zero; poi s'avvicina od allontana dall'occhio Jìuché l' " g-ino div~nti netta; misura col nastro rnelril.'•> la • dalla lente e ne ~ottrac la distanza del suo ptollsuno. • ditTeruu7.a da la ,Ji;:tanza dell'imma;,!ine dall"' lenti', • quale dlc:tanza si deduce la rtfrazioue. •
Vista mlnlm& per gli uMolall della regi& mut.&. (Coudiztoni di ammi~"rone nella regia accademia militare). L'e.,aminalo deve l eégcre correnttmem~. cot due con cta,..cun occhio !eparatameot~. 1 caratteri N. t& c:calu di Snelleu (oli 22-.5 •l'altezza) alla distanza -di 6 ,Jeve t~vere intet1ra la perr.ezionP .lei colorr, a co1rt8&8111111! eoll'eo;periml'!nlo ddla laua ,.olorata e col Jo!l. l1t'>nar•t. l \ izi diottr·ici nduufJue non :;ono consitleratì pt·r
Il i !)
DI OCULISTIC.\
per riolluenza sulla visione, de<=unla diii grado ùel super·c:l!te visus. Il visus richiesto è eli almeno 2t5 in entrambi ::tli occhi... Joratli il caratLere no1·male per la distanza J1 G ~~~elri e:;:oenùo 4Juello di 9... ùi alte:rza si ha 9 : 22,5 == O, i ~ ii. La prova binoculare, superflua come mezzo Ji misur a in 11uanto nelra nisometropia è sempre l'occhio llligliore, per quelle dale condizioni tlell'esper.imento, che determina il !!1'8do apparente della visione binoculare, può valere però a•l eliminare d'un tratto chi no n "ede. L'esperimento dà risultali composti. misura ::-imultaneamenle la percezione luminosa , la ~enstbllilù specifica mani· .festtr, lo stato deiJa l'il'rJJzione . . . Sollo questo ao::peltn è opportunissimo per individui, la cui pr·oressione essenzialmPnte necessita una lunga portata ùella vista. La prescritta prova esclude assolutamente 'lual.-:ia;;i gor·ado di rniopia, eù anco minimo eù in un sol o~rhio ... Un rn.ope inver·o anche a solo •h. dio ttr ia se può Mclert> a mal'(~iore, ben maggio1•e dis tanza, non vede però ùislinto e ne.tlo, come ~i richiede per leggere rorrenlementE', al eli là. di circa due melr1. ~on escluJP a vece gli ipermelNlpl auche A g!'udo un po' SUf•errort' s 6 diollrie . . . Ora un iper m~>lrOJ•O a r; diottrie ha il punto prossimo a ben 33 cenlimels·i circa; in br·evi anm non potrà più applicarsi su minuti og,!!'elli sPn7~ il ~u!'lsi~io eh lenti positive .. . Ciò non è ror::~e però un gro:-"'o guaio. Xon c•cluùe l'asligmatismo (eccetto il mit,picn composto) inrerit re però a 2 diolb'le. ~on escluùP il non integro concor s:o Jegli &:;:;i '·isuali, che hd pure molta impor tanza nel giudicare delle J islenze. Quanto a! grado - 2:s~di vi~us - non é di certo mollo el•'''&to . . . In quasi LuUe le marine estere si richiede "-UjJerior .... Anche pel marinai{), almeno per l'occhio d~tro, lo ~i
=
pr·~:~tenJe anche Ja noi superiore - IJ! - : 1\ ,·ero cl1~ pel' l'ufficiale ::;i t·ìcltie.Jono ~,s anche nfll'occlllo t;.Jnic:tr•o, mcu!re nel mt~rinaio basta f/to. Il t•icltie~lo visus limi~a la vi8!a della macchi,•tla d'un uomo n ;,32 metri .. E ~uffì.ciE'nle alle esitrenze spel'i!lli dr>ll'uf-
1181)
RIVIS'U.
Ilei a le di morina? Non ~iamo competenti a giudicare ••• non ci ~embra fecoudo pel •·eclut.amento lo e-.i;:rere, ~ia Il grado neces~ario, "'Ul identico nei due occhi. La prova ~ e.. clu~.>ivamente !O!Jgettir:a ... C1ò non certo un O!' la co lo tralla111io~i di indi \'idui che banno dec:iderio e l'intere!'-.e di !!Up~rarla: costituirebbe invece cil·costanza meuo opp01·tuna "e si vole:'se esclusicamente voettrla in cond•zior.i oppo..te, di ser\'JZio cioè obbli Sono numet·o<~e le e .. clu~ioni per causa dello sl.ato "'"ione? Se no, la pratica convaliderebbe le teoretiebe colazioni. :-:on si put. pero òi~>conosce•·e che la miopia 6 reta~~io deliA cla<~se colla e sLud10sa . . . E .. e cosl é, e!'cluderc qualeia-.i anche minimo grado di esga imoe!r l'ezilliHI potrebbe t>l'l!'et·e tutt'altro che un vero beneflcJO per l'a In Germania pr·t>tende:-i un v1c:us !'uperiore (3/'); ma tollerato pe1· gli ufficiali e g-raduati di truppa l'u!'o ~effli chiali, e pl't' l'ii• t'Ppulas• idoneo chi ad occhio nudo V= i Juaurlo pel'ò collt· adatte lenli correttive può e~sere tato a 3Jl Sul proposito il Wolfher~ eri il Seggel notant' • la mìopia è la causa più frequente dell'abbf's~amento • acuitl1 visiva e d.-t tllsordini nella percezione dei colori • di$lanaa . . . • St ha per ciò !>uftìcienle ra-'ione di -1lerue ogni mintmo ~rado 1 Nei pae~i nordici "arebbe po..... ibile o 'lUa!ll • • . Da n ..i uliiP? ~on siamo. lo peliamo. compe~nli a giuthcare. B.
e
Dae 0&81 eU parallal rtaeaa& d'&ooom.od&sloae deU'~ ooa lllldrlaal,per lrrttuloae deat&rta. per Suu::EL TaaoIL\t.D. - (7'/te Medtcal Record. rebbraio tgsB: Un m~rcante di :!6 anni sc1nro per l'wnaJ!zi Ila l'ifilide • da disturbi , ·jsj\·i, il l" luglio 1883 consultò l'autore per alleraztoM delln \'Ì!-tla che dura,·a da 24 ore. La pupilla dell'occhio "in1stro e1a dll&lhla, il punto remoLo della \'Jsioue ere a !0;30, mn il punto pro-.s imo co~i accot·cialo, che l' inreriDO poteva appt>na leggl•re con difficoltà alla distanza di 12 eea. timetri i cnrnlleri N. IO di laeE;rer. Aveva ~otferto un'i mazione suppuraLiva nella rodice del dente incis:,·o lat;~r&ile'i
DJ OCUUSTICA
1181
"uperiore ~inistt·o, nell'- quale un ùeutisla av~va distrullo il nervo. Il dente era cariato, suppurante, non dava dolore, ma v'era cefalea sinistt•a e dolora della gota. 114 luglio fu e~ tratto quel de;1te, fu a~minislralo un grammo l'li ioduro di potassio, ed applicalo un vescicsnte alla fronte, ma 1'8 luglio nulla era cambiato. Fu consisrltata una pomata a parli eguali di estrallo di faYft del Calabar e gras.o:;o da ungere la fronte ed il sopracciglio alla sera, ed una pillole 1li mezzo milligrammo di ~oltalo di slricnina tre volle al giorno. Il 18 luglio si cominciò l'uso della corrente farsdi~n quando l'unguenh1 di Cal!lbar a'·eva già ps•oùollo una discreta midr1asi, e corretta in parte l'accomodazione, fu dtminuil.a la dose del ioduro di potassio, e ;.i cominciò a tlar mezzo milligrammo al giorno di bioJuro di mercurio, e 1lopo questi rimedi il miglioramento progredì al punto, che il giorno 4 agosto l'infermo poteva leggere i caralleri N. 6 di Jaeger, ed Al 31 agosto la pupllla era clelia stessa gJ•andezza dell'allra e la vista dell'occhio sinistro perfettamente normale. Un benestante di 35 anni, nel 19 otlobre 1885 aveva leggera dilatazione della pupilla àell' occhio def:ltro, retrazioue delle pAlpebre cbe ne faceva sembrar più lar~a l'aporlur·A, ed immobilità d'ambo le pupille all'azione ùella Juc~. Anche il Sf'llSO del gusto, spel!ialmenle per i s8pori dolci, era alteralo. La vista a di;:l.anza si conserva,•a normale, ma mentre eon l'occhio '3inistro leggeva iJ X. l di Jaeger, col de,.tro distingueva appena i caratteri del X. 11 a 18 CPntimetrì di dislan7.a. 11 ron.Jo tlegli o~hi era normale. L'esente costatò f!'atlurala la corona ,Jel dente inci~ivo laterale superiore destro, infiammata la radi<!e, rigonfio il processo alveolare. Fu estratto il dente ed il giorno dopo la ~;engsvn migliorò, e l'occhio deslro pot(! le~gere il ~-O della sesia di J aeger.II20 ottobre l'autore prescrisse lO centigrammi eli ioduro di potassio. e njezzo milligramlllo di bioùuro di mercurio tre volte al giorno, la dose del bioduro fu in ~e ~mito raddoppiata .. e quella del ioduro quadrupli('ate, ru usala la l>tricnina a dose crescente, un'unzione con pomaln mercuriale sulla fronLe e sulla tempia, alcune epplic&zioni ds ese-
IUYIST.\
rma. Il 2; otlobr·c il g-ustQ pel dolce era migliorato, ma !t ''r:.ta o: la nudr·ai;:r 11011 !'tÌ erliuo modiJkate. Il 23 noYeruhr" ,;j so~pese il mercurio che cag:tona \a cJio. slurhi vi~coralr, il ~ lo pupilla cominciò a rea~ire, ti t di· cernh1·c "'' mo tro un deet,o migliorameot., nell'accomodazione, c nel giurno 5 gt-nuaio sr polé finalmente conQtatare una cotnplcta ~ua11grone L'suno appre~ o, per In carie d'un altro d"'ut~?, ::-i r·rpeterono i di:-turhi 'Il'i ,.i, i (JUuli "'i ùi:.;siparooo poi con la stessa
cura.
L'auLot•~:: rlmpian,~:e l'uùbanJono in cui e caJuta la vecchia
teoria d~llo paraJi... i r·ines~e. e r·ili<:ne questi due ca si come f rove evideuti di lc-<ione rrtles~ per la perststente irrrtazione d'uua bt•unc:a dt•l ;,• paio, aztone indotta sul ganglio ottico cerlamoutc:, e da questo sui muscoli ciliari, e sul nervo gu~tativo. Per lu cJuraL11 dci disturbi visivr e gustativi r ilil'ne che l'allernzrono riflt•Hsa siu non una semplice lesione vaeomotorra, mu una le~ione lrollca, cJuantunque non si di~simuU che i di8cepoli ùel Conlteim delibano gìudica1'e a ssur da una ~imilc ipole~r. Ma si J.lOf<l'lono realmente riprodur·r~ con lo ~--pcrimonto lu condizioui che danuo luogo ad uu oflalmJte ~impalrco. f È IJUC"'lo il dubbio che l'autore eleva intorno alle tP<•t·re del t:onheim. Alteraslont ooulart nella tabe dorsale. - Eun.. ro BERG&A. - lAnnal...t ti Oculitlique. A"iu~mo fSS$). L 'lluloJ e ha rrferilo all' acca:Jemia delle ~cienz~ di Par igt il I'Ì-<Uilato delle riC' l'.;he Ch» egla U8 fatto sulle a Jteru·oru
oculari prodotte dulia labe Jorsale. Le rrcerche «ono state fatte :.u 109 malati,. Ira i qualr ,. p. H)(r erano :-~rlllrtici, :!Il eli que1-ti malati erano nel periodo pre-ato<:sir.o, :->0 nt:l periodo ala~srco e 33 nel periodo para littco. Fra i s-intornr lino acl ora non descritti, si è la dimt• nuzione della ten ...iolltl iutraocuhu·e che ha colpito sopratLutlo l'o.utort• e che dui ~ra li l'iù vuriabilr anJa va fino ad una debo l~ re~"~i«lent.tt del ~lt>bo oculare. In du» casi soltanto egli
DI OCUI.ISTICA
11~3
l1a potuto constatare una iperlonia, ma e~sB ~i era sviluppata prima dell'inizio della tabe. Tra i ratti di ipotonia notevole. questo fenomeno fu ri"COfl· Irato da un sol Jato in due dei casi del perio,lo pr·e-atassico. in Il dei casi del periodo a~ssico ed in ti anch'" de• casi del perindo pat>alilico. Il fenom~no si é presentato dai due lati in t casi nel periodo pre-atassico ed egualmPnte nei pPriodì BIJ!ssico e paralitico. Per consegu!'nz.a ripoll'mia fu riscontrata il piu soventi nel periodo paralitico e più raramente nel primo periodo (il pre-atassico). Un altro sintomo fino ad ora poco osset•vaLo ~ nna pBr•alisi delle fibre muscolari Jiscie delle palpebr·e, che sono innP-r•,•ate .tal gran simpalieo: essa è causa di un leggero restr·ingimenlo dt~IJ'apPrtura palpebrale. L'autore ha riscontrato queslo re~'lrmgimcnLo in 42 casi (non contanùo r casi di paralisi del terzo paio di nervi): in iì di questi casi da un sol Ialo (3 nel pel'iodo pre-atasS<ico, 6 nell'atassico, 8 nel paralitico). In 25 di qu~~li ca~i, esi"a era dai due lati (3 volte nel primo per•iodo, !l nel ser.ondo e 13 nel terzo). La miosi <'oesisteva colla diminuzione dell'aperl11r11 palpeI.Jrale: negli individui affetti da un sol IaLo. G volli:; nei soglle!ti alftJlli dai due lati, 11 volle. Quanto alla frequenza di •Tuesta le~giera coòula della palpebra, E'$S8 aumenta progressivamenltJ cialJ'inrzio fino $1 pe· riodo paralitico. Un allro sinLomo, fino ad ora seono~ciulo, ,., la d··formazirme della puprlla dei tabelici, la quale, frequenl~Jment~. ees'-a di essere circolare. Soventi es~a è elliLLica: il :,-uo gran dUl· rnelro e dir~:tto dall'infuori all'indentro e dal basso in allo, ~i mmetricamente dai due lati {1 t volte); più raramente il gran diametro è lrasv~>rsale (H volte) o secondo altr e direzioni. In lutto l'autore ha trovato 32 casi nel periodo pre-atac:s.ico, 2fl nell'atassie<>, 5 nel paralitico, nei quali la forma della pupiJJa differiva considerevolmente dalla forma circolare; in quaqi lutti i casi esisteva la miosi. Questo fenomeno sta contro l'opinione che la miosì dei tahstici dipenda da una contrazione spasmodica. del muscolo slìrHere dell'iride. L'aulore crede eh<' essa sia dovuta ad una
1185.
RIVISTA
paralisi dei vasi dell'iride, paralisi inegualo nei d1ani; ma la m1o:;i coesistendo mollo spesso con
dPI rnuscolo dell'accomodazione, era gione tlt>lla vicinanza d'origine delle tìbre muc:coli intra-oculeri e del loro tragiUo comune. loro fos,.e per anui in uno «lato attiYo, mentre che pa ralina:o. La t·oe ... istenza •lella miosi. della diminuzione della intra-oculare e del re8lringimento lezgero pebrale rammenta i sintom1 analoghi che compaiono sFozione J,.l gr·an l"irnpali<'o. Es"& dimostra che <~u•......r . mterviene nella rompar>'a di c~:rli sintornj ocular i Fa d'uopo menztona1·e che gli allievi di Vulpian trovato alterazioni anatomo-palologicbe nel gran dei tabetici. :\la la po..sibilìlà che ciascuno di quesU :<i presenti <:olo é uno p1·uva che il gran stmpalico causa, ma la via di lrasmic:«ione di irritazioni <'he tlolla spinale vanno all'ocdllo.
Forma partloolare d'ott&lmia nellaro88ola. - uA..., . - (Journal (/e ."tf-'di~im• el Chintrgie, mar zo A fianco <li rli,·er..,e complicazioni oculari della lt>ZO\\ ..ki ha descritto una 'arielà di chera1:o·<~orunuo1U'fl~ tenulare dc~na di menzione "OPt'atulto per il periodo P-<l!R compot"'· E"!a comincia infalli nel momentn in
,un allro "inlomo della ro!'eola ,..j mo:4ra. Il ·rarlCI Ut..ao"' 1
lato, ha per· qualche minuto un po' di l'ebhre, manp u~i due o Ire ..:iorni ùa una forte eYacuazione i
pMcia tutto rientra nell'ordine normale, ma l'ol'lalmia biliosa per"'i"tc, solto lo rorma di una conziuntivJte inteli:H\ C'Oli rntnroLio e lagr·imazione. lJi\'arictindo l t• pulf10bre ed esammando attentamente dd globo orulare, ..i r•i$cOnlt-ano pu~lole "up<>rflciali. rnAr!!ine dt>lla cornea, :;ia !illlln con::iuntiva e nnUa Que-.to ..t.alo per-;iSlè clA IO o 15 gtorni, poi tutto el l'occhio riprende il "Ilo a;;;pello normale, e se non po~to mente ai ft.!norneni febbrili ed agli altri
Dl OCLUSTII.:A
!i di cui !<i lamentava il malato durante lA rua!Hllin ocu-
flrt-, ..; potrebbe non riconm:cere la ro,..eola a nou ·~•JII'•i<lc·
nre q!Jt!"la aft'ezione che come una scmplico cherHLO-cOrlpmh''lte llillenulare. Que"'ta vorietil rfoftalmia rnorliiiiO!'<à '-'Cill.8 l'O'~I!Oiu può "'''ÌIIppar51 rv>lh~ condizioni le piu dill~renti. li più .sov.:nli, GaJeww~ki l'ha 0!:!servnta in fanciulla che n bi là' n no in un lo• e, in eui pii1 membri della famiglia ~::rano --taLI coltJila dalla ~eolo . uuelli che non erano affetti che da cheraLo-con~uu liTale tlillenulllre avevano di già ,ofTe1·to la roseola tJUalche lempo prima. uullatlimeno l'epidemia morbillo~a utJn &l"evn illtere-.<~ato in loro che gli occhi. Fu un'allra varietr di roseola irr~golore, hl malnttia :oi pre· eentn cnn una :;emplace cheralo-Pon~mntivilu lhtlenulol'e tuOI'· aiJO,.,ll in uno mi in ambi gli occha senza r.lae vi sia il minunu t!iutomo di malattia generalt>. Il fandullo l· curato p~r la t;Ua oftalmia llittenulllre pel' dieci o ,ruindici giorni; gli occhi conlinunno ad es~erl:l malata e hall~;: le cure rae~cono infruttuosi', ullorqunn,Jo LuLtn ad ura lratlo, dopo qui11dki '' ''enti ar•rni, veu!.:ono in !:'Cena J sintomi generali della ro~r,<))u, o da qu~~to momento l'oftalmta morbtllo~u climinuisce St11tl<iLilmente d'inteu~ iui per scomparire complelnmcnle, '-iB in ~{· guato A•lmall'nllHmento approprialo, sia ~rnnlflnearm.:ul~ come una con ...e;ut!nza dell'evoluzione nolurole della anrtlnllia . .,i ''ede tlUn•JU~ che l'oftalmia tuorbrllo$8 può i'\ ilupp::u·si qualche volta an un r"nciullo ~enza alcun "egll(J dc·llu 1'0~1&; in cea·li ca;,1 e~,a non e che nn prot!t·omo dello malattia eruttiva ,generale: ma in alLri ca'<i, l'affcnone rc;;t.a Ji. lll.laLa o Ile mucose degli occru. mentre cii~ le nllre purl1 dell'organi:-mu rinum~ono completamento inlnlla Jlf;C tutto la du· l'llla dell'aff~zione.
S1 è generalmente :-ollo forma d1 une chcralo-cougiunllvJl.., RiUenuh'll'e o con!:innlivale catarralt! \"ubucuta 1·he lu mnlatt111 li Più 'O venti cor~incìa; è anche "Otto què~lo forma che • "'"8 PeJ'!!.aste per pii• giorni e $J lra~mello a piu membri d dio sle sa
larniglio.
118fi
Proceno per rloonoacere la slma.l&slone e 4ell'ambllopta monooal&re. - MICHAUD, tare.- (Journal de .\-férlieine et ci e r:hirurpit$,
a
cosa 1101.8 che le linee tracciale con lapis rosso bianca non <:~nn o v edule altraven>o un vetro rosso; t n uu cnsn d'amauro.:i o dì forte ambliopia m<Jmoeullal18• un ,·etro ros!'io ,J'a\'anli aU'ocr.hio sano e ~li si dare caratteri ros"'i su ron«<o bianco, il malato non dere alcuuo di questi caratteri. Se questi caratleri 'eduu,es...i lo Rarebbero tlall'allro occhio, l'occhio •·olico. Limitando. i a Jlresentare ad un occhio sospetto e
soYraindicato hnee o caratteri in rosso, il perito rcbbe pe1· altro a far~i ingannar~'. L'e!è<aminalo può il solter•fugio e di<'hiararc •ii 'eder niente. Per che "'Ì8 posstbile •JUCl'la prol.labihtA di errore. si può Hll'arliflzio *'egneute. Basta portar "ia alle lettere di ~<~-'mplice unn o due a-.;teggi per can:;riat'ne del tutto {1.1 il \'1\lore. Cosi rlella lt>Ltera E è facile fare un I, un L. Se dunque ~i li'ncria sulla carta un E. i di cui ortuontali ::siano in roRso, e si fa guardare queRla trave~o •li 1111 '·etro rosso, non si vedra un E, ma un h; ttel'e CO!'Ì modificate iu una parola possono ,costiiLuilL'el uuo'a parola. CO!<J la parola PRETER poh'l'l d I..IER. lA pat·ola MEOFNAE che non ha alcun éenso diventare A tra,·er. o un vetro rosc::o VICI XAL ecc. Ot'&, nella lettura corrente, il lettore è condotto dine a non ve.lh:n-e cia~cuna d,.lle lellere che ,.,..,..t,;biWiil!il n formAre l n pnroln prc:>entata al suo s~uar io; !li é l:iionomia dell' in~i~rne del tt·acctalo jlrafic(' dt>lla parola 1isveglia nel po)n~iero l'idea corrispondente a questa H nece. .:;ario per con~t>guenza un lavoro della mente hvamenle as,..ai lun~o e difficile per dirsi alla se senlazionr• tlt unn parola ~ ~opprimendo tale e taraltro ~io, unn cet'ltl pat·ola che rappresenta una certa idea 81
bitl. in un'altra parola rappresentante un'altra idea di un dine completamente differente.
Dl OCULISTIC\
1187
Co,-i. pre!<entando ad un simulalore la parola EPO~GE : (convenientemente colorita in ro~-;!':o ed in nero), dopo aver 11!tuato un vetro t•osso d'avanti l'occhio dichiarato llOno, l'oecluo elle :,i allega essere amaurotico e che é ~coperto ''edra la parola EPO:-;G E: l'idea corrispondente a quellta parola e ri· "Sil'lrliata nella menle dell'esaminalo ed anche quando egli oono!<cesse il principio sul IJilale é fondato questo e!lame, ~~~ ~ra difficile sostituire l'idea uo:-; colla ~otlrazione m~n tale dr ciò che è colorato in rosso. Il simulatore solJer.ttato 1m po' vi\'amente di leggere ad alla 'oce senza che gli sì lasci d tt>mpo eli riJleltere, leg-gera certamente EPO:-.:GI~ Se l'oc<'llio scoperto é realmente. nmaurotico, il vetr·n ro~so cancella per l'occhio sano; tutto ciò che ~ tracciato 10 r·o,..,..o «compat·e ed il malato legge la parola LION tanto pre'il~•. •Juonlo leggerebbe EPONGE. senza l'interposi<Gìoue ùel velt·o rollliO
Tale é il principio sul quale è fondato c1ue~to rnelodo d'in· vellligazione. L'autore completa il suo !'ludio colla descriZione di diversi processi che permellono d1 applicarlo &!Zii il· lellerali e colla determinazione del ~rado dcll'aculelza visivu.
DeU'lmmobWt& della papWa nella paraUd pro&T••slva. - Dott. ~foF.LJ. - (Recueil d" OplttalmolO{Ii~. novembre t8~).
lia<>ando!'-i su più di 500 osservazioni di malata rtffelli da PAralisi, il doli. l\Ioeli è gi~to alla conclusione ~hP. l'immo· btlila rillessa della pup!lla è un !':intomo frequente dPIIa paralisi progressiva. l!: inoltre un segno molLo importante pPr diagno!>licare la malattia. Nelle ma~~or parte de1 casi In pupilla è ristrella (meno 'li :J millimetri}, e presenta uc orlo angolo•o. Piu rarnluente essa è anormalm~nle dilatata (6 millimetri). Quellta unmooilila si risconll'a specialxpente ne1 malati che accu!<an<• Il sintomo d1 Westphal al ginocchio. L'autore ha studiato attentamente tutti i casi in culla man-canza di reazione alla luce gli fu sufficiente per ~ospellare la malattia. Egli ha avuto l'occasione di osservare cinquan-
t I SH
HJ\ ISlA
ta.::ei molati, nei •ruulì la vista era normale "' che cu!'<avarao altri -.intomi che potessero riferir,i alla La magllior parte Prano tabdici nei '}ua li la paraliil ~re<:SÌ\'8 ru più tar di conqt.atala. In dieci ~ s i e~J.SU't1P8 mulalliA cerehrnle confermata. In Y"'nti casi "" ....,n..,,... mol••hlil pupillare non fu su<:se!!Uila da para lis1. ma dtmo<:trare l'e,.i«t.enza dello "'ifiliùe e delralcoolismo. Le nutop ie falle dall'autore non gli hanno r ile "alo UJMI te\·ole ah-ofln delle fibt·e delle pareti ventricolad. lo un pat·ticolare lu cui, durante la ,·ita. l'esame a natomiCO gli a\'6\'fl palc:Htlo la minima malattia del nervo rnobilith della pupilla, e:;sendo ciò non pertanto 'oermtan,tiDI egli r•"COnlr•'•, nella parete anteriore del te rzo tumor•• ~ro" ..O com·~ u11 piccolo pomo. I nervi i molot·t ncula r-i comuni, par evano intatti. Si •· dnvnto •mllurltmeno att ribuire l"lm mobilita (Iella pilln ad un'nlterar.ione locAle. a cagione dello 8pessore ,..j COnRta la u~>lle flhJ•e pupìllari ùel ne rvo ottico Vt!llll'icolo. Glt eooe111 tU &ooomodutone e loro oon1eguenze. Scnr•=- .- <A nnaleH d'Uealistirf1.te, novembr~-·i&cembre L'autore hli cercnto di ... tabJiire una relazione mtima !!h ecce."' d1 accorno lnztone da una parte. la ca taratta n~Je ed il glaucoma dall'altra parlP. Per caò che riguarda il glaucoma primario. si "a da J tempo che e "O auacca di prer~renza g-h occhi L'ipermetropio co~liluPnùo ruindi una condizione nN!rliì!~ nenle nl glaucoru11, era a--"'al natur<~le attributr ne la alle contrazioni del mu ...colo ci~l·are, ipet-tr olico al pun eguagliare In mo~-.a il volumt;: del cristallino. L·ault>re é slutu anche colpito dalla frequen za d i A~i'.ll'1111" zioni fì._iologiche delle papille di occhi ipet•melroplci :suppone uu'uzione tnecc~nico. un tiramenlo ec::et•citato papilln del uervo ollicn dal mu"colo ciliare, e ciò coJI'int.ar-o:~ media1·io dell~ lamell~ Mpt·u-coroidiane che egli comu teuriini !Ielle flb1•e me!'idlonali ùel m uscolo CJgllare.
DI OCt:USTIC.\
IHW
Seconol(l l'autore la cataratta !ti riscontrerebbe qua ..i e~clu !!h'lltnente negli occhi CO!>trelU ad accomodare molto. Su 01 ea•r di ~taratla equa l• .rìale, !lH erano astigmatici, 39 ipermetropi e 11 presbiti. Ciò e2li ~piega con un tiramenlu ipotetico e~>ercrLato ~ul l'equalore ò!!l <'ri~tallino dalle fibre della zonula di Zinn. Qu e~te fibre ~arebbero cinque volle piu volumino~ ne~li occhi ipE>rmetropi cbP nei miopi, e si O!>!'erverebbt~ nella ma!:!::ior parte degli occhi ipermet.ropr non ancnr·~t catal'lll· to•r, un incr •«pnmenlo della cap~ula del ct•tslallinu, all'mdentro dt>ll'msPrzinne della zona di Zinn. La cateratta senile cornincierebbe ~l'mpee dall'et[uatort'. Set'nnolo l'autore non sì O!<:;erv~rebhft mai la sclerosi del nucle::o del c:t•istallino ~enza catur;;lta equutoriale, rna sO\·enli <'ataratle Pqu~tlor·iali l'enza sdcrosi del nucleo, con un'acutezza \'ÌStva normAle. J.'a~ligmalismo si nota nei t/;; degli occhi affl•tli da cataratta !<enile. ~ella maggior parte del tempo si trutl8 dì un d~bole grado <li astigmatismo arrove~ciato, uel quale il meridiano ot•tzzontale possiede la prù forte t·t~rrazione; la t'ornen ha un11 curvatu1-a sferrca. Scbi.iw considt!ra que~t· a~tigma trsmo come acquisilo: gli inolivr·lui coc:treltt acl ar.comodAre molto, restri ugono la fessura palpebt'81e 10 modo da eliminare lutti i meridiani corneali, eccello l'oriuonlale. D'allora in poi il mu~colo cizliara non ~i contrarrebbe che alle duo ~>«lr;;mità ùi questo m eridiano e cagionerebbe cosi l'a!'ll!l· malismo. La ne<-tl~sità di acCilmodare molto produrrebbe dunque le ccm~egueoze se~uenti: l'esca\azione accomodath·a della paltilla llt:>l n~no oUico e qualche volla l'esca,·al'Jonc glauc{lrnatose; l'astigmatil'mo arro,·esciato: blefarospa!!tnO, irritazione oculare. compre!>evi le blefarìli e le cheratiti (Martin): infine la cataratta <lenile (iniziante~i tltill'equatore del Cristallino).
·t l HO
RIVISTA
DeU'iDJluensa del m14rlatlol e 4el alone bltraooal&re nelle oondlzlonl aa•v•.vlli-..-·-·'
chino la rre:s!'ione intr-aoculare cd in qual senso. Laqueur-. ba~ando~• -.pecialmente so O!'<Servazioni giche, ha l'ORleuulo recentemenlP. che l'atropina a .., .. ~"-~ che l'e~;erina diminui~ce la pressione intraoculare, so-.benc la ~"'' dtam•!lralmente opposta, basanclosi tullo su ri~rche fl"'iologiclte. Schullen sembra aver "'h·ato che \Veber Prro nel sostenere che razione pina ~ delreserma è rli significato opposto, !'econdo consuiera la pre~sJOne in avanti dell'iride o all'inOJe~t~lli.: qu•!:sta membrana. MPver ila t•ipreso la queshone dal dt vi'lta sperim~:nt.ale, utilizzando i perre~ion amenli che 1 versi autori banno successi"ament~ apportalo al opl.'ratorio. Le sue conclusioni sono le se~uenli: Nell'animttle cur·arizzato, l'atropina climinuiscc le e progt·essivnrnente la pressione inlraoculare. I .a la diminui~ca egualmente. dopo d'avet·la umnentata tienteutenle per un momento. L'eserina aumenta da pet• diminuil'la in ::<eguilo in una misura un po' più pilorarpina l'aumP.nta dapprima pet· una me7.ù,ra per nuirla in ;reguilo prol.lres!!ivamente. ~on vi ha re CS\1!'8 cd .effello tra l'a gtre della pu; illa e le \'ariaziom teu,ione intraoculare. BplecastoDe •pertmeDtale dell' lmm11Dità apan,o ftalJ. .I 4el palUDi di plombo . - RoLLA~D fMon (.-tnnale.f d'Oeuli~twuP, novembre·di~mbre
t un fallo cono:sciulu che, '(uanto la panonahnite
co--i dit·~ cof:t&niP in <~eguilo ad uoa rottura del guscio !aro prodotta da schegge meléllliche, altrettanto P..Sl'8 è iopo lu peaetrazione di pnllini di piombo. Ecco i moLiVI 1° ~Oli è la forma, la Cllffi( )SLliOne chimiea del lini dt pìolllbo ·~he fa me,lÌ•'ri tn\·oca re per ..;pie!rnr e la
ne
D l Otl.ì I.IS II C-\
l 19 1
ritti della panoìLalmile in segujto alla lor o penelrR:lione uell'uroore vJh'P.O, ma la lnro asellicilà Jovut.a all'ahbrustioue dr·i pallim di piombo per l'abhr·ucJamento oldla polvere. :!• Quando i pallmi di p1ombo non :;ono a~etllci nel roomenlo in eu• essi penetrano nelrocclu o, pr·oducono la panoflalm•t~> colla sLessa fréquen:z.a dei trucioli di rsmP. rl1 fer·ro o di bronzo. .l Que.,.ti ultimi penetrando nell'occhio dopo ~sere !:lati prece Jentemenle abbrusliati, godono dello mede!tilna immo-
nltil dP.i pallini di piombo. la eU 1Ul& forma. p&rUcolue eU oher&Ute uella febbre lDtermtttente. - Yan ~IILt.INGE:-<, di Coslrmtiuopoli.- (Reeuetltl'Oplttalmologie, aprile lX&"). Uut•slu fot·w~:~ ~ la cher·etite che Hock, Hau~en, Grul, gm. nwrt htlmto (lescl'illo gotto il nome (li clwl'nl•le dentritica, e Gillet di Gr·ammonl solto qu~llo di cheralile o strie •·aggiate. La relabJone coll'int'ez•one palu!>tre par·e s1a lol'o ~rug~ila. L'autOJ•e traccia dell'afl'ezion•' il ~ee;uenle qu»dro: uu'Pr·o$Ìon~ ~upert!ciale :,J mostra al lato esterno della cornea, più rarauumte allro\'e. La si direbbe la consr·guenzn di un piccolo trautnatismo. L'e~arue collo ~pecchi o fA ril~var·e che )a lacunu Ila margiui irrc>golnJ•i. Il tPssulo corneale, dapprima lJ•n::pttrenle, non Iarda ad intorbida~i. Il fondo di\'iene inegllal<1. I rnargmi :-i mtorbidano eeualmenle; av\'iene allora unn :-pPcie di necro· bio"•: l'uh:era ~uao1agna in e"len>-ione e ra.ggaungr> Il ceulro della cornea. ma ha poca tendenza allo plwforazìone. ~ello te""O tempo l'inliltrazione manda olei prolungnmcnli ra!!!!Jali nel te ..);ul(, rwcot•a sano, il di cui 8!"pello l"lHIIIU~'Illa nllora rruello della l'hPt·alile striata che lien dielt'll ull~ operazioni. I "mlonu "uhieltivi l"Ono vaJ·iabili: in princìp1o vJ lta ololrwtl, poi !'en,..azaone di corpo eì"lraneo, lag1·imazioue; po<:cia tl dolore può cahnar><i o persistere. L'miezione pericol'ncnle é lez~era t luu g i tlall'e~sere in proporzione colla ~r·n,·ezza apparente llellu le~ione. Quest'ulcera ha nn andam~uto ll"lcuico e lorPhlo. Ln Vtlscolarizzazione non t~i fa che dopo ukunc sellìmane
-
...
11 fl3
111\"JSTA
o la guBJ'Igiono non l'i olliene che Jentameute con opaca che lede la 'i. 1one ej è aggra,ata dalla della sll·;o ragr;tiole le •ruali non lasciano ner•pur" la uu'ir•dectornia olllcn. Que"ts c una cheratite per decubito come nelle an:~illll nalt gr a'> i e nelle malattie d'e::-auriruento. 8t&to del campo vtaivo nelle nevrosi. (Re,.u Il d'Oplttalmologie, febbt•aio J f<). Da uu gran uurucro dì o<~Ser,·azioui l"iunile in u cornpa•·~A t'l'CI'ttlemente e raccolle nella clinica òelle
nervo«c del rwof. :\lerzhieievsk~-. rìsuJta che il campo J-ubillce una 111Jlevolo diminuzione concentrica al mo•au• dell'accesso rli f'pile~~ia, di isterismo. di delirium nella neut·o~l••rnio c durnnte 11 pet•iodo meuslruall• Nell'~piles~<~•a Jn dimmuzìoue ciel campo visivo itnmediatarnouto fli'Ìtnn dell'accesso, nello slesF.o 81 (a ~onlit't.) fa "'i>ll~AZÌOllC fli'8COl'I'itrice di vertigine, fnlea, flcc. E lltJIIadinu•no «ubilo dopo l'acces<;o ehe ~lringimontu c:.j l'u più ac~entuato. ~eL giorno !'US{C(!>IZW"" all'ncl't~s~o. il ~llflljlo V1<~i vo La ::;r~mpre ricuperato la sua 111ale ....... ten~ion('; 11011 si è mai notata la persbtenza "'k111g1m nlo nl d1 Il\ ticllc :!t ore che :c:eguono l'atta ~u11nto al enmpc• visi~u <'romalico. e""O <-ubJ"Ce molfifiCllz.iom anorrnnli, la d1mmuzione e "'en--IbJie rneute pet· ti vcrd~. meno per il giallo ~ per il I'O"SO ancor'8 per I'Azzurl'(),
Il rt•«tring,mento del cnmpo \'Ìsivo. osser~ato durallll periodo mcnslruule, commcia da uno a tre giorni compnrsa dei m~>n<~trui; e::o,-o ra!!gi~nae il suo mass1m H lel~.!:o o li tptarto ~dorno dello seolo e l'ilOI'na at'lldlllll'l mentn 1tJIA normale ver~o il SE!ltimo giorno dalrmizio me~lt·uaztone . Il ,:;c•·ado tlel restrmgimenlo è in rapporiO retto collo stato ~en•·rale della donna e colla quantitA <>nugut• pcrrlul!l. Conlrariumente a ciò che ha luogo plf! epile~siu, il (~ampo Yi!.<ho cr·omal1co subisce un mento uniforme, qunlunque sia il coJore cha si nnn•ììtl!lrwo-....,
DI OC{; lll'TICA
l Ht.
J'revenztone 4ell& miopi&. - JA'"AL. - (Reeueil ci'Ophtal· mofogie, febbraio 18'-8). É pos~lbile evitare la miopia negli indhidui predillpo,.li prendendo le precauzioni sufficienti? Tale la ttuc,tìoue che Javal ha lrall&lo da,·anti l'ace-ad. mia di rue•licin11 di Peri~ e che t-gli crede do'e~i rr--oiH't'e iu sen:-o affermativo. Ecco il suo ra:.rionamento. • H~lt divide i miopi in due cale~orie una prim8, nr·i quali la miopia fa rnpidi proaressi in seguito ali'U'-(1 tli lenti con('8ve, le quali non fanno che esagerare la loro irlftormtlà e la cui ampiezza di t~ccomodazione é molto ùl!bole. e•l una "econrla. nella t]uale questa ampiezza ò pii1 cou~idPre\"ule e nelln quale è pos~ibile far 11"0 di lenti rhe perruettono di \'8Ùer~ egualmente gli ogfrelti lontam e gli oggt>tli vicini. • Que~lo sistema presenta il grande vnnta~Cgin eli nllontanar~i e:;rualmenle dai due sistemi <!111' c'nrHiunnono o Jll'éf<Crivono iu una maniera assoluta l'u"o di lenli rleiiH miop.a . Dai rif<ullali, che egli ha ollénulo coliti !':ua cura, Ja\'al con· cludl' che ret•ti individui dn·enlano miopi in ronse~uenUI d13l llleccanismo dell' accomodll7june, allri Pt'l' nn adatt.amenlo }•ermanente che aumenta in un molo rlellnitivo il diametro anlero-po~teriore dell'occhio. Questa e una semplice ipot~--i .~enza pt·oye anatomiche di,·ell~>. ma i cui rt!'!lJllah della cura i"liluita tendono a ~tabilire la reallu. "
L 'otial.mia g r&Dulo•a nell'armata ra• .... - (Recueil d'Opi!· tu.lmulog i"; febhraill 1838).
Il doll. T a; ko, in un articolo pubblicato in un gior·nale nell'armala ru., ..a, dtce che ~e ( 1ue~ta affezione è !';empre cosi difi'uMl nell'armata, <>i è percbf:\ st accett.ano r ec:ute che ne ..;ono sffellc e che lt\ comunicano agli altrt soldati. !'\et JR%, Q;l50 ~iovani soldati. vale a dire 67,2 p. 1000. t·· d~>lla Polonia suJI'ortalmia granulosa
t·nno tracomatosi. In cet·te annate il numero delle reclute niTt•lte "' et·a elevato fino n 10000.
l t9 -~
RIVISL\
La diver11e armi l'!embrano essere molto differenti. Cos1, mentre la fanteria ne conta rl gemo 09.!1 p. 1000 e rarti!!lieria il 23.i' p. 1000, la è del lull(l c::cono"Ciuta ner C0:-'8C<'b.i. Il dott. Talko pretende tro,·arne la spiegazione m fatto d1e i co!'tacchì non :sono tenuti chi~i D"'lle tanto quanto ~li allri ..;oJdati, ma. a l contrario, ra:.no i loro ec:er·rizi e le loro manone all'aria ltbera e, lui, ci6 <>arebbe quello che premunirebbe i gìo,·am del Don.
Oaratt.rl atenoaooplcl per la mmalasioae deiUa . .LM1.. ed amauroal monooulare. - Ooll. KROLL, di ~.r,.. •A•n~. ( KUnische .ltorwtblmter jùr A rtgenhedJ. unde). Snno 24 tavolo dPIIO grandezza delle ordinar1e ,..i.t!rPo;;eopio. Offrono segni. numeri, C8J'alteri, molli, binali in modo dR poter esc::et• visti da un solo oc.cn•o.c:• vero da entr ambi e:-~c::endo appunto necesc::aria la culnre pet• completar e il motto, il numero, che " "'""''..u••· 'edrehl.le dimezznto, incompiuto, diver so. Il mezzo non é appunto nuovo.... È una applicazione conceltrl del Flees. "O~liluenùo, come prima proponeva il aoue~t. lo >~Leroscopio alla camera oscura emi;:copica d1 Flee~. Chi scrive quec::to cenno vide tìu dal 1867 iu un o --pedale u<>ar,i nell'e~me degli ir.scrJtti unaloghe t.avole "lereos<!opio: erano co.:::tJtuile di parolP a ~tampa, di fotografiche, e..:c .• di:<PO"le in modo da non dar luogo a cus,azione delle innna~mi, o da invece decu«,.a rle mente o !18rzialmente; da finure che completavan::i pel' vrappos1zione. eC<'. La no,ilit eli il pro~rresso dal Kroll rear1Zzato ;,ta egli tracciate le sue ht\"Ole calcolando la riduzione del con riguardo olia dimmuz.iooe dt e:sso indotta pel (atto anomah~> drotlri~'he, anche int.alta per se ht sensibilità rettiruea• È nolO tovero c.ue l'anomali•) diollricbe per loro cotesse indipendentemente dalla cowlizione scnsorial~ tiella producono una di111innzione del vi:-us (utile, man•fe~to),
DI OClLISTIC.\
l lUi>
minuzione cbe nou !!i è riesciti ad e~<t~Lli~~~ojoment•~ dctermmart>, ma che t'> reale (:d anche note"ole.... Per l'o~litnna ti~mo la !"i calcola ad '/s pi:r ogni grado Jell' anomalia; p~r la miopia ad ahaeno '/to per diottria 1l'anomalin; pt!r l'ipermelropia non ,~ certo minore di l /!fl per diottria. Amò il Kroll appellare le sue tavole aterer;~~opiche; 8\'l't~bbe do,·ute semplicementè dirle per la stereoscor•ia, ~i8cché o non danno luogo 8 so"rapposizione, o per la idenltl.à delle figure .. <:ovrapponentisJ non pos~ono dare veri erfelfi ,Ji r i~ievo, eli soliditil. stereoscoptci propriamente detti. l carall~ri sono calcati esalt.aruente !'Uttli ollotipi di lettura dello Sl'hweig~eqBerlino 18H). h c ascuna tllvola è indkata l'acutezza vi!!'iva nell'occhio nn1'mt1le per 'luelle dale ùimenziom del carattere. ecc. e ~iccoma poi esso carattere e aumenlato proporzionalmente alla rirluzioue mùolla dallo stato miop1co, del quale è puri! indicato il g-rado, cosi é possibile ,tefìumerntl diretlamenhl l'acutezza. assoluta, sensoriale, dtll'occhio m esauw. L'autore consiglia di usare a tutta p1·imn unn tavola ndalla alla visioni:' distinta del solo occhio ~ano; poi rìvoltonùola (a pre~entare IR faccia posteriore)rie<>ce adatlfl, e~"'endo id~ntico il !=egno o la pal'Ola, alla vis1on'! sollanco clell'ctcchil) tll'ele;;tato ammalato; con aUre laYolt a carallt'ri nlteruati p·r~ "enta all'e::;aminato una parola, una cifra dl\·i,..a in lettere o nutneri per modo che cit~scun occhio non ne può '·eclert' cho alcuui, mentre ...oro con la vistA hinoculare può leçrger<:i la intera parols o cifra. A. :-::copo di riscontro vi hanno ttn·ole con P8I'Oie comr~osle delìe <>ltlSSe lctli'r~. o Clf!'e C08Liluile dazli stesi nultteri, ma dh;posle le lettere od i numeri in ordine divcr~o. t·ovescialo, ecc ,onde confondere il simulalOI'e. Il principio dt!lla riduzione in rtguardo all'azione sul vi"'u'pcr le Anomalie rifratlìve (che per•'> I'auhlre lirni!ac:ì ad applirare per la miopia) ha esalto fondamento scientifico o co"'hluisl'e, co1ne dtssi, un giu<:lo e pratico fl r•)gre.;:;o. lnvero se p .... il caraltt>re di o-.5 indira il viSU"- normale pet• In emmeh'ope, per rasti~mati..:o anche eli on "01 gra lo sì ri~hicderit (pel vi5us 1) un cot•allere '" 2••, per un miope a
=
RJVbTA
il lliollrw si t!Si~era un carallar.:: di !> drottrie un carattere <.Il n-.%. P<•rt'l le tavole tlel Kroll ~e vale1· po;;;sono per \'IlO l farsi un concetto dt>l vero ~Lato della s dPil'esammato, dovr•!bbero e~::.ere mo•lìtica~e per agli er<ami rne.Jico-lt·gHii, per noi almeno.. Noi non tener cr.nto .lei "bu<t !<en~oriale, ma del manife.to, cio~ utile. cttlcolondolo poi in base alle rìduzioni che
lamento JetPrmioa compulibih col rnilit.art. llervizio. Il no"lro regolamento ci impone. lo si ìnlravvede da ptè."C!'Ì7.Ìioni, ùi rnisurarH il vi.,us ad oceltio libero, ri<>ulla l'lfPitr va mente... Di misurare il vi~ n!> uullnu-•lll dipendente dallo l"lato liella eeu~ibilitit r~Linictt concli1.ione llioLtricA. Ed é racile capacll»r;:~i della lczzB. deliR necu:-,:;itA di cosi fare: è invero il \'isus il t·•·golamenlo d;:,ve over• di mira . l'er costruire adunque delle ta,·ole da stereoscopio modico legale mililArl!, non deve~i aver riguar.lo alle ZIOlli clf:'l vi"u~ diotlrielu~, ma ulle man(feste, ba><e allt~ la""alivamente inùicsle pci dive''"i ~;;i lamento. E ciò per buona "~ntm·a "emplific~ la bisogwll!l SI olovrà qumdi: t• Tener con lo clelia dil'lanza uormal~ su~reos,t'OI11CII;Q dio;tanzn ciot'l Alle quale •! ripor·tala l immagine Ji~uu·e collocate ~ul f·-llldO dell' •~lruruenlo, per· elfetto forma lenlicolaro.: (J·O~itl ''a' rlei pri"m. alla Brew$ler e an cura ,Ielle lenti .le~!! i ... tereo ...copi ad assr 'ssuali Jo:.:;~a di>~lanzn .~ m mellsa di =111 ceutimelri: :!•Su ds p,. sa l'li~lanl& ~i calcolt>rà la ;:!randezza df't numeri, ecc., tene ndo couto l"C lratl8~i di caratteri !!Olo "i"uole normale é per noi ctuelio di 5 minuli,quello di J' ~e tt·atta"i di 01Z'f!'Clli omo;enei, pieniw l caratteri quindi lt'IH'ciali proporzio nali aJie riduzioni re{Co ( l = vi~u!' nol'lnale; t,s Yisus mirs1mo pella regia marina· 1 er gli ultlciali cJi DlRrina: '/3 pell'esl:'r<'ito, O. D.. se il
ha un \'i:;u,.. inft•riore ad t t2: • ~,fo6 alm··no se '<in1:-tro ha visu~ minore di 1f4: r 12 per l' O. S ..... Si
11011
DI OCULI~lll. \
l l Ui
.iono quin•li tavole pel visus = •;~. ltMG, 113, lf~. t li, t tt). E solo ooo.f che potrM,i dal proposto mezzo di pro''« ottenere elle 111 concorso òe~li altrt ben noli, e t"he a "'COpo eli u••ca"sarw ~contro devon"-t pur attuare. ,·alza allo intenl<l. alla "OluZJone rlei non ~emphci, nè factli problemi che :-imtli s.imu-
18lioni ;:oliavano. No11 si oblier6 poi mai che il menorno ~rado di ,lrat.i--rno, meccanico o funzionale, renJt> inPfficaci le prove ,..tel'eo,copiche.
B.
IU\ lSTA DI 1NATO~IIA E FISIOLOGIA lulle f a.nzloni del •ent eU V ala&va, e delle appendlol auri· oola.rl -per MA'VO CoLLIER. - (T/w Laneet, giugno 181'\X). Queste tre saccoccie situate alle r•aJici ,Jell'aorln e dtll!'llr· leria polmonare, si trova n!) costantemPnlf· nel cuore de' tnatnmiferi e degli uccelli. Fo"Ler nella ~ua clt~ssica op..l'8 Iii fisiologia dice,chC' quaudo unu cot•renle sanguigna che scorre in un cnn al e a fondo cluu"o é arre-.tala, uua controcorrente si produce nella periferio, e quP-.tll controcorrente nell'aorta e nell'arto>t•ta polmonolechiude le \'alvole semilunari. e. essendo arre;::tota dolle accoccie \'alvolnri, con~uma la sua enel'l.~ia contro !t• pareti nt·terw .... e oppo,..te a tali «acco~'cie. Co~i i seui di Ysl.-ava non "Brebb,.,ro che formazioni patolo;iche, senz~t l'rwzione pt'Cl\labtlile. In oppo!<izìone a simile teorica l'autore o:;scr,·a che nella ''lla retale le val\·ole semilunari sono molto unpet·felle, l'una di e.s ..c é ~'<empre più piccola delle oltre &lue, ma la raptdtbì delle conlrozioni cardiache é sufficrenle n mantenere lo cil•colazione anclte con vah·ole poco S\'tluppale. OlLre a r.iò, essendo la pre~sione drl' liquiùi eguale iu lullc le direzioni, ed il sangue dell'aorta sempl'e sotto una pres,;ìone COll~idet'O\'Ole, il rbuJlaiO rli IJUCStll pi'C"'. iODt! sul)(> pa•
Il !l~
RI\"IST.\
t'Pii interne, ~ulla superficie superiore delle ,·alvale. e ~ezione dJ birorcazionc dell'aorta a distanza dalle 'alvole v' el'ser la medesima Ora rtuando il ventricolt, si COI!ltrl~ ~pinge ener:;:icamente il !'UO contenuto con molla energia l' aorUt. ed aumenta la tensione aorlica 11elle vicinanze cuore. L"ener~ia del venlricolo !ti dispPrde in parte con le vazione delle valvole semi lunari, in par·te con la spinta di JU&nlitù addizionale di sangue nell'aorta che é ~iù solto rorte pressione, ll questa quantità addizionale di !'Sngue cupa 11 centro del lume della prima porzione del Y8!IO, gendo alla periferia il contenuto primitivo in tulle le .direzioni, in avanti 111 dietro e ù1 lato. tendendo co~ì a chiudere le valvole, ed a dilatare il vaso nelle prime potozioni. e 8016 una piccola parte di tfUI''<la t~nergin di contrazione é adoperala a mandare innanzi la colonna :>anguigna. E giccomela forza richiesta per• c:pingere in a''nnti la colonna sanguigoa e produrre la dilatazione di tutto il !olistema arterioso dovreb· b' esst!re enorme, é certo chP l'impulso del vl.'ntricolo DOD può bagtare allo scopo. La pt•essione del ''enh·icolo, c:econdo l' au!ore non ta che iniziaro il movimento in avanti dd sangue; le ultime quan~ lll.à di ::-angu~> enLrano nell'aorta con leggiera pressione, e4 occupano le vicinanze de' lubercoli d'Aranzio,ed un'allrafol'll. e~,ruale a qut: ... la \'Ìene in soccorso, la conlroprel"sione delle "alvole. Sotto tali cir·costanze le valvole !lODO f(U&!'i chilld ''er;;;o il principio dt.>lla c:islole, quindr non é poc:sibtle controcorrente periferica. L' aorta distesa si contra·~ per la sua elasliciUt, tlislenolendo cosi la porzione sucec:~i\'8, e COli di seguito lino alle piccole arterie, od i "eni di Valsalva im• pediscono alle val\'olc semilunari di toccar le pareti dell'aor&a -e dell' arteria polmonale, e pro\'engono durante la vita una completa insufficienza val\'olare. Se co~;l non fosse, la pressione del sangu., sull'aorta li eserciterebbe contro la superficie infer•ipre e non ~ulla sup&o riore, e tutta la forza del sblt.>rna arterioso a~irebbe contro l'interno del veni.I'icolo, pr•oducendo subitanea dilatazione ed arrt>sto del cuore.l seni del Val~ah·a ~ono quindi, «econdo l'autorù, un meccanismo essenz1ale del poler·c pro pulsi vo del cuore,
..
DI A~ATO\IU. E FISIOI.OGl.\
11 99
e la stessA runzione devono compiere i muscoli papillari det ,·entr·icoli, i quali con la loro conlraztone spintrono innanzi le valvole mitrale e tricuspidale, ed irnpcdtscono loro di affiMciarsi neU'interno dei ventricoti, e divenire insufficienti. Dalle sue molleplict vivisezioni l' a utor~ é indotto a ritenere che una completa conll'azione delle orecebielle non avviene mai, e che l'uutèa parte di esse che ~i Yuota cornple· tamente è l'appendice auricolare, dalla •juale scorre sufficiente quantità di sangue n~>l ventricolo per atluarne la distensione, senza aurnenlar·e la LE>rtstone delle oreccbtetle. li meccanismo cardiaco si compirebbe nel modo seguente: 11 primo effeuo deUa contrazione dei ,·entricolt sarebbe l'apertura delle valvole mitrale e tricuspidale che !';j staccano dalle pareti ventricolari per l'azione dei muscoli papillat•i. Du· rante questo tempo rorecchieUa ~arebbe più o meno piena, ed il sangue si raccoglìerebbe nelle ~t·andi ven~; le valvole si muoverebbero lentamente per la densità del sangue, e pro· durrebbero un movimento retro4ITado, ed un coutra~colpo al contenuto delle orecchiette, ed il primo luono dd cuore sarebue prodotto od infiueru.ato dalla chJUsura òella val vola mitrale e lrtcuspidale. La cluusura degli orifici auricolo-ventricolari essendo il risultato ùella continuazione della contrazionP, il contenuto dei ventricoli sarebbe soggetto a l'orte pressione. La contrazione cominctaodo dai rnllscoli papìllari, pas~a prima all'apice, poi si difl'onde ver so la hal'e. MPnlre la ten· sione del ventricolo é eRuale a quella dell'aor ta, le valvole non sì muovono, perché la pressione del sangue è egualf>. da ambo i tali delle valvole; ma quando la prima eccede la seconda, comincia il movimento valvola re, ed il sangue entra nell'aorta, l' opposiziont: all' az1one dei venlricoli aumenta, quindi cresce gradatamente l'azione delle pareti ventricolari, il contenuto è spinto nel centro del lume aortico, dove il sangue che pr ecedentemente esist9va vien ricacciato avantt, indietro e verso le pareti distendendo CO!d l'aorta, opponendosi al movimento di progressione tleUe ''alvole, e tendendo a muovere la colonna sanguigna in avanti. Da questo meccanismo risulterebbe che il secondo tuono car-
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lUVISTA
dioco non sarebbe Jovuto alla subitanea chiu~ura •Ielle voi e semilunari, perché a principio della diastole la re~SIS'Lei!Ui della spmta infe!'Jore è al suo rninimo, e le valvole vil1oii'A1n& come un panno subitamen te stirato. ma l& viLrazione é re~;;talu dal sangue che affluisce nell'orecchiel~J e dunque ditlerenza d1 pressione sulle \""&lvoJe che produc~ queMta vibrazione che forma il secondo tuono. Da numerose osservazioni falt•· a~sierne al professor seley su1 cani l'aulor·e deduce, che il polso delle arlerit· è da un onda di dilatazione a reslringiroeuto<'hecomincianùo prime porz1oni dell'aorta arriverebbe alle ultrme arterie ~eo sihili al tatto, senza apprezzabile distenswne imlolta daUa forza impellente del cuore; e che per diromuita teMione, o comparativa vacuità delle arterie, si può avere un ft(J!t~o di· eroto, senza che que!'to abbia alcuna dipenJeoza dalla rorzr. tmpulsiva cl!!l cuore. L'autore riassume il suo lavoro nel ruodo ~eguentP: 1• I seni rl1 Valse.h·a sono costanti in tulli i cuori degli uccelli e mammiferi, non sono formazioni patologiche, ma preformazioni necessarie all'azione efficiente ùt:lle valvole semilunal'i. ~ l muscoli papillari servono allo ste::;so scopo per le valvole aurJcolo-ventricolari, che i seni di Yalsuha pet• le valvole aortiche; 3• Le appendici auricolari probabllrnente complelauo la di~tensione de i venlricoh, senza alterar grarl rattO le lt'n~looe gtmerale nelle orecehielttl; -i• 11 primo suono del cuore non é dovuto alla subitanea tensione delle valvole lricu"pidali e mitra li; 5' Le valvole semilunari ~;;i aprono e chiudouo gradatamente, il secondo tuono del cuore è dovuto alla ùitferenza di p1·es;.ione uei due lati delle valvole, al momento in cui comincia la rlìastolc Jei ventricoli che le fa vibrart'; t.• Ad ogni sbl<Jie il contenuto del ventricolo llistend& solo un segmento della lunghezza dell'~;~orla, la forza del ventrìcolo esercila lie,·e inCluenza direUa stilla cit'colazione generale, ed un'influenza indiretta per la contrazi"ontl elastica dell'aorta;
DJ ANATOMIA E FISIOLOGI.\
tzO I
-;• Il polso é òovuto ad un' onùa di clilalazione f' di rontrazione normalmente unica; s• ;Quando Ja tensione arteriosa è al disoLto di un certo grado, una o più onde secondarie di pulsazione si possono verificare per la dislensione r addoppiata o triplicata delle ultime sezioni arteriose, e la loro consecutiva contrazione, ma nè la forza del polso ne il dict•otismo ~ono indizio dello ~lato del cuore.
RIVISTADELLE MALATTIE VENEREE EDElLA PELLE ----;~---
Sulla tuberoolold out&nea per iDnocula.zlone e per autoInfezione. - STEtNTHAL. - (Deutsehe Medicinische Woehenscrift, N. 10, 8 marzo 11388). Dal momento in cui venne clinicamente e sperimenlaltnente constatato che la cauga della tubercolosi neve riferirsi unicamente alTa penetrazione del virus tubt>rcolare nell'organismo, si ritenne che la porta d'ingresso ne dovesse essere 11 polmone e forse ìl tubo intestinale; però mancava finora il fondamento per affermare ricisamente che la tubercolosi dovesse considerarsi <:ome malattia ù' infezione, e non già come una diatesi, aventP la sua bese nell'eredità. Ai pochi falli ò' innoculazione che vengono a confermare il criterio scientifico, l'autore aggiunge il caso seguente d'infezione eu· tanea, raccolto nella clinica dal prof. Czerny. Una donna dell'et.&. di anni 37, di precedenti sani, entrò in quella clinica il 1• diccmbt•e 1887. Era vedova di un uomo morto nel febbraio 1884 di tisì. Essa clte aveva laval.a la biancheria appartenute al marito, dopo 14 giorni dalla di lui morte fu affetta da paLereccio al medio della mano sinistra cbe invece di guarire regolarmente, si trasformò in processo ulcerativo. Verso la fine di quell'anno cominciò a mostrarsi un processo ulcerativo croniéo alla base del ~dito 76
RH'IS f A
della ma no • destra, :oup.,rficìe dor;oale, che non ostanLe cure appropriale nou volle gua t•h·t!. All'esam~ •jUel:lta dt buona nutrizione. cou !JOiuwni perCetlarnente sani, sent.ava una suprdlcie ulceJ·atlt MI dorso tlella w ano d-., in CO t'rispondenza ciel 2•. 3• e -i• met.acarpo penetrante IJiaO alla superficie volare trR il 2- e 3" tiito. La -.te.s,.a e cope11111 di t·ro>"le che, tolln con unguenti e hagni, mostr11 no piccoleulct·ra:t.ioni in ~rara parte rotonde. Alcune d• figura irregolar••, clln mar gini tagliati a picco Il rondo di queste ulcere é di un ro<>«-o pAllido A <>ecerne pocbi«-sima marcia. A IlA ril~ria ~• sc(\ra-e chiaramente che queste ulcer~tziom t1A!I'lvAn.no:." dalla dl!'lruzione ti'infiltrati cutanei g•·osst quan ti) una testa dt sptllo. Dalla confluenza di par~>cchie ulcere ne1 punti esposti, come tra il 2" e a• dito, nascono uléerazion1 luul(ha e profor•d~>. chP sangumano facilmt>nll' e ono mollo doloro~. renh·o della superflcie ulcer ai.SI vi • lenden1.a alln cicatraee Mobilità Mlle dita molto limttata. \IIB mano <>inlstr&. dove l'affe:t.ione ebbe prindpio, è sollanlo ammalato Il dito medio. Qui la pelle è quas1 daperlutlo in&pessìta, l'unghia mostn un teolo ac<'rescimenl•' ed è colol'al.a io bruno. A l marpé rat.l11.1le del tlito ,.; i: un'ulcera allungata. lacera, racilm..nle l"angumanle e spor~a f}'Ua e Il\ tii te!'lc:.ulo di appa1·r.nza cicatrizu~Ie Pd anche rli piccoli inflltt·ati tMialt. Collo ~cucchiaia menlo, eoll'U!tO del Paquelin. dei bagni di sublimalo e pomata di wdoform1o, le condizioni ora son ~liOI'ew. Invece do)lla :;uperflcte ulrerata si !''eor •e un lea~ul.o tli ci~lr1ce che alla periferia e tuttora ctrcondato da pice<llt noduli, !';Ìmili a quelli nel Lupus. Anche il dito me4io della ma no sinistra é tlel tutto guartto. Qu A~t.a descrizionf\ ~Pcondo l'autQre, é simile a •tuella d • dal Kapo<~i per la tubercolosi cutanea in ant.He~1 a quella del Lupu'l c. dello scrofulorlerma. Di piti la diagnosi fu confermata dal ùolL Martin Schnudl coll'esalna microscopico. N~ tlubbto che l'mfezwne flia stalll cotltl"atta dalla •donr.a nel Ja· varP le biancherie del marito. La vera tubercolosi cutanea é rara. Kaposi ne riporta 20 casi, in ~n parte della rec:dl. ed in qua~1 tutti vi era o aveva pr eceduto la luhercolo81 pot•
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OEI.I.E MALUT!E ''&:\ EREB E DELLA PEI.f E
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monale. Queslo ~ il primo caso cii tubereoiol"i cutanea ser\ta alcuna partecipazione del polmone. Po~;;ono star~ in paraHelo e •1uesla le tre "<e~uenti osservaztoni di Volkmann in una delle quali da una spina ventosa tubercolare si sviluppò il lupus nPI dilo e nel dorso della meno, in un'aHre da una carie del calcagno ebbe origme il lupus nella pelle circost~nLe, E' neHa terza da una incisroue di lle.lola analt! tubercolare cicatrizzata derwn un lupus esroliali,· 1 uelle natiche. Sebbene qui si tt'8lli tl'eulo-ìnfeziouo', pur~> questi casi hanno pet· uor ~peciale importanza per la qutsliorw ancore insoluta se il lupus, lo scrnfuloderma e la Lu1Jercolosr culauea debbano considerarsi com~ processi iùen· lici o similari. Il seguenté ca:;o viene aùappog.Ll'iare quetsìr ct•iteri. Lo Czel'ny cut·ava col cucchiaio tagliente e col Paquelio il lupo nasale m un ragazzo di H anni. Questi, alcuni anni pt•ime, era stato curalo dallo ste::so Czerny per osleile e pet'Iostile dt>.lle ossa nasali. ch'erano slale asportatA pt·evia incisione MI dOt'SO deluaso. Rimase un seno Astoloso e st sviluppò un lupus nasale che. a poco a poco comtnciò ad invadere le ~uancie ed illabbt·o :-uperiore. Il ragazzo ba soJferLò ulcerazioru su ahrt punti del corpo, ~.:ome si rileva dalle uum~rO"P ciealric.t al gomito de~lro, suJla rotula destra, alla natica deslt•a ed al dorsll del prPde sinislt'o. Pet•ò nel posto ori~inario la malallra é ili una o~l! nazioue tale da resistere a tulti i mezzi impiegati. Il giovane quantunque gracile e denutrito, ha ~li OI'Jl&Di l'ani. ad onta di una piccola carie aJ piede destro. Nell'ullima oper11· zio11e il naso fu diviso pel sospetto cbe l'origirte del morbo ri.,iedesse sulla mucosa nac;ate; ma questa <~i rinvenne intatta. solo al marQ'ine delle pinne vr era un'intutrac:ione luposa. Le glandolo cervicali estirpale manifestarono microscopicamente la tubercolosi. lnleressa moltil:!simo il modo di auto-tnfeziooe di questo lupus mu!Hplo. In queslo giovane o l' inor.ulazione è avvenula per contatto colle dile che prima avevano toccato il 181'ritt~rro 111fetto, OJlllUre per via interna. Semhra più plausibile la prìma spiegAzione, pel ratto che le cicaLrici sono tutte nl'31 lato destro, accessibile piu del lato si,nrstro alla ma110 destra
RJVlSTA
del ~iovane: pert'• si può anche Ammettere che il veleno b•H·colare circolando pt>r mollo tempo col ~anglle. si eia • posìtalo st-coodo le circostanze 111 varii punti dflllo pelle le!'so prorP.!'SO indictJ Lo da Rosembach e Kocher n eli mu~lile "''""PerimentaJe c da SciJuller nelle IJltìarmnazionJ bcrcollll'l rlelle arti 'l')luzlont. In appoggio di JUesi.A "~~~er2:1C1•nli tu la "llJ.."Uenle o"~ervaziorw. Un uomo di 34 anlll, 1! c ui mone non e1a Jel tutto SNIZ« ... o<~petto, fu ,.,pt'rato m per protluztone fungosa per·i·arlicoiRre suppurata nel !azione de1 pre.le <;ioi:::.lro. Il paz,en~ u:sc1 ;.:uarlt•) della rila. ma con una persi:.tente tumefazione elasli<-u 11el J'operalione . Dopo un mese rientrò in cliuica per· aggravamento clelle condizioni locali . oltre aJ nn punto intP.n<~amenle coloralo C~UI con<illo inlernu dell11 tìb!a "'ini~>tra nel cu, ,·enU. E'i apriva uu seno fistoloso che immettevi! In w1 tessui.IJ f'uD. goso e facilmente sanguir.ante. Questa mll""8 fu ra~cbiata ~:-~i trovò composta microscoricamente ti1Le""uto tubercolari' con molli bacilli, La pelle negli altri punti era intatta, eolo nel punto di prl!s~rone della ..lecca la della pelle c:i era alterala e ,.i !"i era "tabihto il proceE>so tubercolare. Un'ultima O"~Arvazione rit:tuat·tla un ~iovane di li ann eire all'eta di H mesi aveva sofferto di ascessi alln ~palla e4 alla ~o!ICÌ& ~rni;;.tra. Da circa uu anno r:h "'' é svrluppata uoa cuosi nelle vertebre dorsalt. Soth'e ùi ulcerazione al di&o, manife.::I.At.asi t1ol'o ch'egii t··asporto d .. lle !· •sthf· di tabacco Da otto g1orui coffre di noduh rrutlivi rliffu•q A tutto •' cor po. •h ruagttior·i dimerrsroni alln bocca e1l al IAlo l'ini~tro del rollo. ÙI'J:&nì iuterni ..ani. L'~>ruzione è di apparenze JichenO!•IP A collO, 10 corr·1spon lem:a del mar~iue anteriore d11l muscolo cuculla••e, ~i ll'ova un'iuUil•·nziom• Jella <!ul~ ro~,.u·blua<~trll. dura. prommcnle,larga Juanto un mezzo rennigl1. Altra simile all'angolo de«tro della bocCI!. Al terzo ,.. •JI•&rt.o dito tlella mano de«lra. )P. unghie pre;.e11 lano alte· razioni trofl,.he e •lai marsrini un~veah lu~"uregsriano piccole e rnolli ~ranulazJom. Al lato r·adiale del ditu med1o un piccolo B"cesso. Al msr~ine ulnare del mignolo uua piccola cr• o;ola •o!to hl quale appat'ltiC6 OliA superlicie ulc~ r-at.ft 8 (8-
cdruenln san:.:uinante. Le ricercho micl'u:,.;ct~piche e~ Cf:Ulle
f
DEI.I R K.\1 ..\ ITJF. H~ EllE!!: K Ofi.I.A PELI, E
11!1);)
-dallo SchmidL dieder(l per risultato l'esbtt?nza llei luLercoli ~ bacìlh nel nodulo del cnllo, re~ultatì negaLivi uelle ulcerazioni del·· .iita E> n~>~lt o~llri nodula e::.eiS'>I. Qui' ... ne :11 campo Il que!<ilo se l'ntl't>zione alte dita debba con~ideJ•arsì come un proee..c:o par~c1pant•· dellrt rimanente tubercolo~i (ctfol'li, noliuh cutanei), o :~e alla cifosi !!i sia aggiunta una nuo,·a infeztont:s dipendente dal cunt.atlo colle foglie di tabacco, infe· ;r.ione cile si é òiffuc:a al collo, ulla bocca, ecc. l:t~ulor,.. aromette la Luherco'osi pro\'enieul«) dali~ foglie di tabncc.o, per le os~ervazìonì di Czerny che hR trovato un nes~o cau~ale 11 a coloro che s1 occupano d t> Ila collrvazione del tabacco e la tubercolosi tlelle d.ta; però non é in gradfJ dt dare :<U di CIÒ Ull giudiZIO SICUI'Q,
Da quanto ,... :'ra . "'alo espo-l(• eme r~·~ che l'etiologta lullcwa ..~curi'lsima, ma si ~pera dJ" l' nvwmire offra la !<Oiuzinne rli que!!ta imporlentc •tui"lione. ~Ielle tnbercoloc;i cutanea è
RIV!ST A D1 TERA PEUT!CA L& oreolln& quale &Utlaettloo e &UUparauUarlo 4ell'bl· te.tlno. - lhLLER. - (Derd.<1 ••Vfe,J. lVoehen.sch., N. 27. 1 S').
Dopo che per mezzo d· ·e rie·>rche di 'l rohuer e di E!'tmarch si venne 11 cono~ce re chA la cr•1olma po'lsiedn (H'Oprieth notisettiche e non é \'eleno"-A. Hillt>t' ba t>slel"o l'impiego di quec:to medieamenlo nuche alla medrcina mterna . •\.ntiluli.O egh r;conobbe nE:IIa creolinA un l'ccellente -.ucceduueu a tutti quelli anla'!etlal'l che si adupe!·ano uù irt·i;.rare u rvilò pleutica nezli ( ; ·t>n••: t.la ton:tc• 11ll'si l.a c•·eolina ••or, 6<i!'l••ndo punto veleuo~a. non irrìtantP, e pn"M•lendo potere .snti..,ellico, adoperaU. alla do~l' ,fi 1-5 p. 10il41 é prcferihlle a
RIHSTA
•ruaJqia<:i altro litJuido nelle irrigazioni del tonu:e. Però spetto lalliginMo e un po' torbidodellu "Oluzione di cr,~oltn.t~l•t~ pedisc<: d1 r1conoscere 1 caraueri dell'essudato pleurico questo mot1vo l'auloru si allume alla aeolina ~olu •tuando ottener~ senza pericolo una t'orte . H~inrezione, quint:li Al ~io•·rw dopo l'operazione della toracentesi ed U!'-8 nei SUCCPSSÌVÌ la ~Oiuzinne di acidO horico "di limo l, ~elln rnooo agì ..ce l'autore r..olle r rri~azioni clelia veqcica Nella cistite purulenta gli elfetu di una lav~:~turM ft1lla con luztoot di creoli nh all' 1 o al :> p. 500 "ono in vero sorprEmdlenu.,c Nul catar••o acuto e t·rrmko no11 putri lo la cn!olioa non nece~,.arJe e "Ì può riconere agli ol'Jinsri mezzi ostr·Ju••.,..,b,.., ~fA dnve la creolina ha preso un posto imporln ute, defi serondo il parere dell'autore, sì ~ nelln lerapeutict• tlelle e z1onì gaslr'iche eli intesti n ah Tn qu.~~te affezioni l'azione croohna si manife.,la con tutta PvidAnza ed el'tlcacio come .... t17.1motica t:ontro 1 procs~~i rermenlnltvi e putr1d1 che uccompa~nano >'e noa tulle certo la mag~iOJ' porte l.lt t.ali rnalatue per la cut cut•u el'l~a I'appre!!enla rantil<ellico i·leal~ non aoJo. per e ... ;.oert. anti ..~ttica. ma onc!JP per non Ps!<ere punto il'l'i· tante nè velenocaft, ~on ...i d,.,-e gia riguarrlarP ~~me mezzo curativo proprramente tlello mn u11 mP.zzo valiùi.-caimo pel"" menomare certi ...intomi e quindi indir..ttamente fa"ortre la gU81'1j(IOCI6.
Tra tfUeslJ sintcm1 sta in ,,..ima linea il mcleorismo da qua-. !unquc r:ausa c:ia e"'"o prollollo, sia dalle SU!nos. inl,~><Lmale c.;ia da triflile, ~ia che act•ompAJZni :1 catarro dPI lenuP, l'atom~t ahiluale con "litichezza, oppurP l'ileo-tifo. Ed a propo"itn di quest'ultima malattia l'autor1.1 crede fermamente che la sommintslrazione della creolina col cornhaUe•·e il ureteortl:mo nell'ileo-tifo, diminu1sca la facilità alle perforazioni iulesunali. E{lli non ha tnui veduto "euir meno l'efficacia della creolina contro le flatulenze che ~pf):too c:j a"'"OCÌRilO al calart'o intestinale ~i acuto che cronico, Pgnalmenle rontro la di~t(lnsione ùell'eprga!'Lrio in tte~uito a disturbi eli digestione e C(JOtro la fermentazione put!'ida delle materie tnlf"obnali. La creolina gli ha re .. o ottimi hlll'"igi anclr~ a:-suCJata el Ja,a rn~nto deUo
l) l
TEll.tP EIJ li CA
t~U7
,.:tornar-o nPIJa erta•ia ~tomacsle, combattPnclo 1<, sviluppo dì ga-. e «Juindi r ~intomi tortn••nln"i che l'a~compaunaoo. Da ultimo l'ha sperim••utata con oUimo ~ust>idio contro il csl8rro l!asLnto acuto, contro la diarr·ea. nelle quali malnttre ~!'<"8 uou s1 rnol"lrò ::;ollauto come m e1zo palhalivu, ma anche caI'Uce .li abbrevtat·e il corso della malaUia «LPssa. L'autM•• suoi•· pr·ei"cri,·er .. la c·reolin·• alla Joc:e di O.:i-0.!•-l,O ~rammt da prendl'r"i tr e volte al l!inrno un'oro Jopn il pa«lo. Per m&<l<'ht>rare il suo ;~apot·e intenso-reRino~o la "Ì auHntnisl!·a 111 capsule gclalmose, le •tuali sono molto bene tollerate: prolungan.!uue l'uso productl un po' .li tendenza al \'0lllilo. L'etl'etto più ;~plcc&lo e t•araUerisLico cloll.a creolina è la '-'COmpar~a della ten..,ione limpnn.ra del bu~~o wntre ed il benPssere dPl malato, in molti ca"i ancht• l'aumento dell'appetitò. In ba e alle esperienze ratte lluu ad l)ra l'aulore r1tienP che questa !'<O!Itnnza t! udicaltl, oltrt> alle suaccennale malallle, anche uella dis8•'11lf't•ia, per boe~~~ alla do::;u di 0,5-t,O g rommi tre W•llc al giurno, ·· per cl:.::~tere 1-:.i 500,0. utile inoltre '-ollo rorma d'irrigazioni nel r.ancro del retto, nel oolera a~raltco, n~>l colera ;~poradirn e nell'ilen-tifn. L'autoN eb!le unche occa..ione di .:;perim entare la ''irLù anlrpara!<c:itnria della creolina m due casr di ehmntiasl intestinale e precisam ,nte 111 un ca so di tenra ~olium,etl un caso di o.t:iuris cermiculari~, amb1tlue 1 ca~i fut·or•o lraLtatr m c~ual modo cioé: creolina l ,O in capsule gelalinose LN •volle al gio1·no (5-6 do"' 111 tutto). ~oll'aggru nta •li un purll8Livo prima e dopo l'rn::rf'~tion.~ dP.I m~>dicsmeuto. L'effetto nou pote~a '"""eri• né pìu pronto né pii1 completo Da ultuno avvet·lo l'autor~ c~lte l'innocuit.à della cr·eohua é \'·•t'd m& r t~lati,·a l nf11lli la Cl'tWiina, corrt~ é uolo, n<H• ~i ,..cioglie nell'acqun. né nelle ~ecre:.:1oni iuto,.,lJnah a lcaline. l n contatto .tf'll'acqua e di queqti umori alcaliui essa C•JI'ma ~u blto una emulsione rhe !c«Ì mantiene per più giorni. Le goccioline di creolina di ~1uosta emulsiono vengouo assorbite solu in minima parte da1 \'&si ch iliferi dt•ll'intestino eome le IZOCcioltne di gra ...l'o, e tenuta indiPtro in ~ran parL" delle ghiandolt.-
RIVISl \ DJ TE.RAPEUUCA
me;;ent.encho. Un assorbimento in forma liquida non ,fuile noll'inloslino, con ciò si r~ndA imptlctqibile 7.iOnP. della creolma ,. ..1 d:· :nl " 1n P' ·• teuwo la mani~!~~ zionc della ua aZI•)HC to~,H:II.
RIVISTA D'IGIENE '
~-
L'aJl&llal batterlologtoa dell'aoqua, pel dott. M ...ct. ( rl 11nale.~ d'H!![Jicne fmhliqw.' et rle Jfede.clfl~; '"rlale).
e
Lo ~llulio batteriologico di'Il(' 8CI]IIe divenuto una r#l/.11)118 d1 S'l'Afide iruptll'llln7.1l .!8 quandO B ~t8l8 ""''rrniOIII:DI la pru~Ntza nelle IICfJUe potabili d1 hatt.erii pato~eni per t'd ;. stato ricotto~<dulo l'be tale era la v1a di tra.siiusiJIOIIIII piu fr••queule di <·erte tualaLLiu epidemiche d'un c·arattere alla gr·avii.A, como In febbri! lifotde, il colera e le dis~enlt•ric·l•••.
Ctm«P.!!ue •la eu\ la nel'es«tlA d'al",.ICIIr~:~rsl ~un'acqua ~<tinala alltt conJ<IIIIlazinnc non contenga organismi noovi,
la. pos •bililà òt rwP.rcat·c il p11nlo d1 parteoz~t ed il modo esteuder:-t Ielle eptdt>mte. L'tmali;.l clumica 11011 fontll'a che poche indicaztoui e nes~unR. Non ''i ~ono infatti cl.e òc1 rappnrli dPJ lutto du·eth tra In tuanltlà tl••i haltel'ii e le materie or!:anicllP tenuto m un'ltcquA. Certamente alloJ•chP- un·acqua t!On molte materUl uz.utate offr~: un nu~hor terreno •h sviluppo. egli e"'~era mfer11>r1 èiJI' d nulrl"cono dt e.,c::e; cfuesLI, a rll.if d• o~n1 altra cowlwone, v1 pulluleranno pi11 abbondanlemeuiH chr· in un'slll'a meno HUlt'ILÌ\'8 per es~J. Ma se la condtzìon•' cs~enzialo·. lA conlaluinpzinne manea, l'ncqua, per '[li& n lo CRI'tcn ~~~~cii cletrill or~tanict, potrà non essere in eloUD modo noci \R, D'n ltra pt~rl.e molli baltPrii, e rra ~li altri al,· une ~pecre ~~~~~~ l~'mlbilt, uon hanno biso~no di ahmenU
RIVISTA o'IGIE:"!K
azotaLi: certi po:;::oono vegetare e ript·oJursi abbu ... Lau.tu lun~arnenle nell'acqua distillaLa. utilizzAndo delle quantat8 tlt alirnt-tnli co<~ i .Jeholi da non ~ss•·r·· ~egna late dai nMtri realth-i chimici. Finalmente delle a cque porhi'l~in•o rit'l'he di materie Orf!aniche. date com... p\lr·e Jall'anah<~i chimica, po<~ sono ruostrarsi popolalissime di haUerli. l doll.ori Vidal e Coaulemesse, auraule l'eptd•:mla 111 Picrrdfond, hanno h·ovalo numero~i bacilli Hfìci in un'acqua di rozzo lA •1uale contene,·a •leboli""irnt> propor~ioni •h ~ ba i"olato questa "Jl&rJe di barilli lo ahbondanza da acque c·he i ehimict dovano coma purtsl>ime, un campione, tra gli alh·i. non conteneva per litro l'he 111 milligrammi di materie organiche do~aL!! col parmaugauato. La quanlllil eli ~atterii conLenuu nPll'acquo è varia; cc: ...o var1a ~oprattutto a second1:1 ct~ll 'or1~int> deii'II•''JUa e dei modi ~>tanze azotale; l'aulore !>le'<SO
li'-Hli
per portarla ttl luogo di consumuzione.
'l'eoracameute un'acqua che scaturisce da 1111 tt!rrl·no cht' flH1·8 hene deve essere pura. l!: crò chu su1~c~dt' per moltt• aCcfU" Ili surl-'euti. Ma spe;;!';O il li•1uido è iruruinuto alla sua uscita, e c1ò per cliver<~e ~U'-'e. Dappr·una il lert't'IW, alli'&• \'Crl!o il quAle l'acqua filtra, può ess!:'re rormalo dn eleJuenlJ gl'o~solani i quali lasciano tra loro int~>t·vallr più o meno cousitlPrevoli: 11 liquido non è c:pozliato che 10 fllll'll' dPt oorpu-
l'coli lll !:<O,.peO"ÌOIIe. Il fatto è più comun" clHl non ~i creda; dello C::>pcneuza hanno provato c!,e una ::-abhia gr·o,..:.a ancorché in stralo ~ue~so -.i Ja ..eia attraversare dai hatlerii: ~oll811lo i malerioti d'una fìnena e.o::trema tìllrano beue. Una orgente d'll(!{{Un pur& può CS"t're IIIIJUÌOSta dal mbCUt!hO <h llCI{UO implll'e \'Ì• c:rne tra pelanti dalle llssure del -.uolo. Dei J,allerli ed nnehe tlelle muffe molto ,,iù gt'linJi, accollandol"i alla !<uperftr.1e d'un filtro in porcellaua rtscalJala, eho nellts condizioni ortlinarte !''Oppow• cn!':l bene al lot•o pa~~a!.!~ io, &l'l'i\'tlllO. r•r,n Ullll tenta ,·egetazione, ~tda\tanrlo--i allo spalio f"l"lretlo che lorl, é offerti), fino ><ulla fAccia oppo~ta ov1, e'-~i r·ìpren,]uno il loro a~petto norma!e.
1210
JUfiSTA
Supponiamo p~rtanlo l'acqua pura all'u.,cire dR l ;;uolrr, come>
e 'luella delle buone ~Or;{eoti \"i <::ono Eovente alla prel'e na• mE•ro~e cause rli conlaminazionP. U,:tuahuent,. avviene luo~ il percorso, ovP '4'osser\'auo spe'"O fes!!lur·t" dei lubr, o neJ tlllli stes:si, nei puulr di r~>«logno, arurnas~r dr materra orgaruca, veri fm·olai di pullulazrone pei uucrorgauisroL Queste cautè' non hRnno soveule cht'\ una ImportanzA •P-co" lul'ill; mA e;,•a ÙÌ\'Ìene grande ~e per le rP.«!"U-;e possono rn~"'COIAr«i acque !W ~colo, acque che abbìanQ ':lervito per lavur~> oggetti "porchi. Il· quidl pr()venient.i ..oprAlluUo .la latrine, co!le bt-n facrh ad a•· verarsi cJal momenlO che i coodolti lraver~anu i luoghi abf· taLi. Intlne la contamrna:liooe fJUÒ avvenire ancora piil vicrno al termine. nel c:erbaloio della casa, o nello "~~~.:;o r'Obi· raetl.fJ di presa, ma ciò va fuori dell'igiene ~ocia'e per entrAre ir1 quella privAta. Tenendo conto tfi queste circo~tanzf> nor ve· dtamo clw dal punLo di vi"la Jell·~ prob&bihlà di coul8tn1118• zrone le &C•JOe de~tinale alld' cons.umazrono si po,..,.onr• daf!Si• ficar·e n,.J modo ~aguente: in primo luogo l~ 8C4fUO di rtvrera; in secondo luogo le acque di pozzi e di ci:<turne: rn ter·zo luogo le a,.quc di sorgenti. Que..,te ultrme ..;o(Lanlo MilO :;~neral· mo>nte <il una purl)zza relativa; ~e esse non ~on(l inqumale, el loro punto Iii ern"rsrenza. tia un <:uo!o ricco di ~~:~>rmi. e facile poter pr·entlere delle di«posiziooi che permettano di averle pure. (..luanlo alle altre, e!'l"e debbono e"ser,. se&npre l"O~f)ell~ d "anno per ·1uarrlo c po<:'-ibile pro..,crilte dall'alimentazione . ì'\ou 1-'er quest" e~s·· cooll:ngono !".~mprc •leile "'P-'cie nocn:e; lu preseu~a di 'T'leste anzr è abhoFLanza l'ara . D'llllra par·te l'or~ani .. mo non <~t lt~:;c•a ul\·adere dai par'8""Jtr c )Ila iadlilt d"nft mezzo di r.ul~ura rnerle: esso r·esrsltl t•d ba ~pe~"O rl s~ p1·avvento. Di piu 1 baltt:rii allo stato di cellule veg-etali ve !"ono ued!-ti dal '"UCCù ga"lrìcQ; le sp01·e non sono attaccai~>, ma b1• ~Qgna che essto abbiano grà potuto rormar::oi, e 'fUa:oi sempre la lemp<'ralura poro elevala uell'ac<]ua vr ~~ oppone. La princrpale ragione delht proibizione cflt' do,rcbbe eslen· ler-.i all4· acque dello prima P !'leconda cate~oria ~ l'~>stremll racilità della loro contamina7.ione c la (O'ande esteu~ione clie pos~;ono allora prendere lo allez:oui epidemiche snluJlpat~J.
l~fl ~tanto il gran nurnerQ ~li perQom~ ec:poste. Questi falli "Ono "tltU nmpiarnente •limo:;trati dallo studio di certe ~ptdemie di
febbre tifohlt', decirnanti le per;;one cbe ru~evano uSO d'u11 arqua ~~u~tamente sosp~tLa, mentre t•ispurmiavano tulle le ullre per~oue vicme che tt•h•pet·avaHn un'nc<Jua ~·ura. D1 ciò ~:oi hanno p:·ove cou \'in.:enLt 111 una notevOli! comunìcaziouu ~ui modi di pr·opaga.lione della fèhbrc tifoide fl\tla <lal profe<:,ore Brouurdelal C:oui.!I"C"!'IO in~rnAzinnale d'il.!iene di Vienna nel 18~i. QuPste meòeQime t'azioni dovrebhei'O far abbandonare il -.i,..lema di • tutto alla ro~ma • che avvelena il cor"<' dell'acqua a llanno degli abrtanli lurtgo le rivtere. Le matt>rìe orl(e.niche c:corupaiono, cnMuLnal~ :;opt•attullo dai batlt>rir dell'accJua, ma i germi iufellh·i per,islono. per lo m ... no le IOI"o 'JlOre notate rli co, i !!'rande resi:;lenza. e poS"ono porta•·~ lontAno la mt.rlc. Queste ragioni saranno rertamente ~ufllcienti per far c;linl>tre lo "'ludto batterioloa:ico delle acque di consumazione alm~:<rro all'altezza dell'analisi chimica. Questi ùu,. studi rtevou!l ·~ompl.,tarsl a vicenda, ma non pOfl!'Ouo in alcun ca"o soslilulr....i. Arnbedut' hanno uno grande 101porlonza dal punto di v1~ta igienu:o, il primo for~P piu del ..:~>conrlo R CAU"& delle con· "t'stUPn7e mollO più ~ra,·i che pn;csono ri"ullar~>dnll'inlroduziono nell'or~ani .. mo di un contagio 'i"ente. Tuue le precauzioni sono u~1l1 soprattutto a prendersi uell" grandi 11gglomerazioui
·l'mdivHiuJ, piu Jo1·se ancora negli ac~rnvaulerrtr. nelle popolazioni operuie ove :-pesso le condizioui Ji vita cattive, lo stato rli fnlica, la miseria ftc:ica creano tante pt·o·drspo~tizroni allo
epirlemie. IJ punto importanti' non é già rii W•Julare, nalurolroente, con una larga approssimazione. non e-;c;endo puserbile di !'&t'lo e attamentP, 1! nt.:mr.ro di baLleriJ ch6 st trovano in
un'acqua, il che nou fol'oi:.cu che dei dali troppo genl!rilli e nù:s· ma ùi ùetet·min81'8 le :::ptlcie che vi "ono cnrrl~>nule, o per lo meno òi poter 1 icono!lcere se fra e ....,. ve ne sono di 'tuelle nocive o "O"'JI"Ue. Qu~>-.to rleve ~"~ere l'oggetto ove tentleranno tutti ,:tli Qrorti. lo l'copo che guul~ru le ricerche. L'O!•"'el·vatore nou ha rlnoru che ~>bha~una indicazione pratica;
·~ l t
RJVIST \
stanza poche no7.ion1 per di r 1gersi: ma el';se bastano frii ri.:;;olvere alcune f';I'&VI 'lue,.tioni, purchè vi 8Ì mella \uLta
pt•Pcisioue nece!!"IU'18 per •}Uel'<li ..tudii. SlRbihti bene l rl"llllali da ollenersi, è racll·· di ~91''1 ~ul valor·e 1lea ditf• renti proce<;«i che c::ono staU po~t1 e mec:"i 111 opera per lo .:tuJio batterll>lofl•CO dell'Acque; s •llfJ "'0hHn•·nte ULlliuablli quelli che permettono d' I"'<Jiare utr"'renti 'P~C~e eh batleru e di olleuerne dd le culture 1 cara Ilei i Ielle tuali «et·vlraliUO di b~t:;e sUa dia..:uo 1. Altri ~ono 10 la..dsJ' i Cl)tnpltHarnPnl,. ria pa:ole. dando umto rL"'Illlati mc rti od aff.,llo inc;uflìcienti. E inullh' pen Are all'e~arne •iirelto; .. ; trattA rl1 eesen troppo piccoli, non mJ~uranli sov~nle cbe frazioni di millee .,.uno lh milhmelr'O, e l~t rifrongt!nza •leJ quah sa •li.. ll pocJti!'lsJtuo •la quella del li JUHio amb1ente perché la loro ri· cercn ,;ìa prnlrcabtlt• soltt) il ntÌI'I'O"<I'Opìo nr•malo dei fn r·ll tn• jlran liml'ttll nel'•·- sart. L' agg111nta dì Hci do oc:.mko non Caeilita puulo l'op~t·n~ionu: rnolte partir•elle organiche 1•he • • di .... linguvrw l!lollo dtllìClllll ente sopralullo t.l ai bellel'l rotondi, clai micrucocclti, l't ('(I)OrKno ttuche m uero cou questo pJ'Ooo ''13!':10 ~>d appol'lurio una not •voi•· causa •.ret·rur e nella nufiH'raz iona. E mtpo..~ìbile ad un o!>seJ•valore, anche di'i pià eqerc1tali. di far<>t mt'JJOn, con una lar~lti"sima a ppro!<sima· ztnne, del lllltnero rleì lJallerr conlr•nuli 111 una ~occ1a d'acqua p r meu ' tlull'•• ama unmed1ato. Di più, con questo meuo non Li~vj..'ll8 pen,arc o diO~renztare le :>y·ecia e,l arrivaJe eotl al !:OIO ,., ullato reahuenle pralii' J~.:anali~j balleri Jogace delle acqw"': i carallflrì! r·opt·l dt"',.: 11 el~>mi)llll ,li molle o::pecl c:ono troppo allsm per permetter" l ptù r!elle ,·olle la difl'e· renzia:Lione. Lo stu ..o ~tvvtene per l'e ...amo colla colorazion·~. s1a l'he !;l p•·ntielu col tnetodo or hnar·1o. "'" con ttuello propoHlO dal C~>r te,.. . Nel prutH• rneLO!lo1 una gocl'ta l'acqua é evapor11ta ad un dolce ~'&!ore "OPI li una lamt>lla cnpri-oggelto ben pulita. ed il ,.olliiP. ... trnlo re~tdnAie é colorato in po ·h1>"<>1mo lemp<' con llrl8 ~O)uzitollP. RICnOJira COilt'r>nh'8lA di fui'..Ì08 O di violetto dl
o'tGJEXE
t~13
mPtile. poi lavato rapidamente I'On acf'}Ua. Oltre ~he un tale esame. per quanto poco accurato, è molto fastidioso, 1 risultati che -:;e ne cavano non <-ono pr-eferJbJJì a quP!h olleuu\i I'OI primo proce"lso. l crislulli oJ 11 seJimenlo amot·ro che ri<>ultat•o !all'evaporazione •li$lurbano d'altronde nolevohnentc l'n<>...enaziQne. Ln modtflcazioue ratta dal nott. Certes (A na/i11i mierogt'aj1ca delle a.Cf]ue, L 83) non è applicabile che in c.a-.i affetto ~pe Clllli. e non pu<\ l'c.. ndurre alla soluzione cercata. Questo abile micrografo cons1::ha di lasciai· ct~d,.,ro nell'aequo da t!"tuninart• 1lelle lamelle <'apri-oggetti, ac:curalamenlc la vale I'Oll'acido t: coll'alcool P «lerilizzale alla ttamma. Secondi) C!'~o i bAllet'l m «ospensione nel liquido ~otto rortna di piccole colonie ''isco~e ader.iscono alla lamellu Ji vett·o l'Ile \'O R toccorle. Le lamelle raccolte sono trattate coi reatt1vi coloranti o tnontale in preparazione microscopica. vuec;to rnelodo, ~c celll•nle per certe ~randi sp·~de, fo C/18 puo dt~re dei raggua$fli inlet•t>ssanli sull'aspetto dei piccoli ammassi cho formano i batteri nell'acqua. c;ulle loro zooglec. non fomi,.ce alcuna loac;e sicura tanto per la numerazione, Lnnlo, a I•ÌÌI forte ragi1•ne, per la diagnosi. La rapiJil.ll più o meno grand~ rolla rruale ùeh(llt prOpiJrziout d'acque òa esaminare liquefanno uua data quantilH di ~elatina non ha una "'tgnificazione utilizzal•ile. Molle !'P"CÌP non liquefanno mai questo mezzo, c ft•a 6~!'8 alcune mnlto noci\'~'. il bacìlln del tifo. i microrCH:rhì della polmonite, i micrococchi dell'erisipela, fra le Allre che ~j Eono rtsconlrslc o che <>i può e:ssere e;opoo::ti a risconlrnrc nelle iiCt(lle. D'altra parte cerl~ specie affalto IIIOfl'en-.,1\'e hanno un potere liquefacente veramente notevole. Lo "le>':ot• elica 1 fiell'apparizione piil o meno sollecita nei brodi nulrith·i dell'inlnr•hidamcnlo indicante lo S\'iluppn •1~>i hallert nella lt>r•' mo ~;sa Il doLl. ~1i<Juel ha applicalo nll'anali"J tlell'acqua Il proce"so che egli ave,·a adoperato per l'e!"&IIIO ballerìologico tiRIJ'almo ...rera. la cultura nel brodo dt pat·ti di sostan:t.a talmente diluite èa poter e~s~r~ Sicuri rl1 nou e.vcrfl tn 1:iascuu palloiH' L"he una sola specie provenienll• da un get·me unico.
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RIVISTA
Un pi•·colo volum•• determinato d'acfJu&,un centimetro n1t anl"he unA gocci ~t <~e é ne::eq_sario, è mescolatA per Agita:m•: con JOO centimetri cubici d'acf{Ua o di brodo ~terilizu li. uu1-~'j pr1m1t diluzioue. che polrA al b1!!o;.mo essere falla piu debole, è riparuta tutta od in parte in uoa .=.erie numt:rosa dt pero. Ioni di piccolo \'diurne 1 i~mpiti a metà di brodo nutritivo è c:tato privato ~ic urameute d'ogni I!Prme po:-r meno ~posizinn;' di l o 2 ore in un'autocl&\"e a 11:>• a 120". o....-•...-;J le prohobililà di rius~ila siano ~:rrandi, perché si po!!"ll una arandP. pr obsbìlitil d'essere errivat~ ad una diluzione cf*. l'acqua da •JS&miuare sufllcnmle per·c!tti un "Oio batterio o una sola !'lpora si lro\ 1 nel 'olume messo in gerruioaziooe. è ne"'essario che una rt•r·hl purte dei palloni atlop"ralì r esti s tert!e. Si lrAlW ~ernplictJmeut.· rlel numero dei palloni; hiMgna il più delle volle prerul~>rne una f)uaotilà a~sai g;rande. da 50 a 100 ed anche di piu. È uno degli JOconveoienti del proce~<'O che esige un gran preporat•vo. Di più i mezzi liquidi, sebbent~ meglio con\'eni~nll allo sviluppo Jella m&gflior perle delle specie d~i ballert, s1 p1·estano ùiftlcilmcnlc al loro i-.oJamf'nlo llllnrché piu specie cr••scono m~1erne. P ull benls~llno <~uccedPre eh o> e~i~tauo duP., tre, quattro specie dJffereoU in un mede'!imo pallone <ii cultura f'enza che un occhio per quanto e~ercilalo se ne accor ;a. F inalmente nelle condizioni (lllr ravurevoli, quanùo cio~ :\1 ha a raru cou specie oene rselale, è in ge1wrale mollo pm dirtìc1l~: rkonvscere una s peete ai caraUel'i .!elle ~ue culture nei mezzi lìquidi che coll'aiuto di ljUelli d11· è<~«a nffre allorché si .oviluppa nPi mezzi solidi UC!.&Ii.
TI tnetlldo da raccomandar::.i è ;;enza dubbio •rnello delle culture su placche di w:lalina, immaginalo dal dott. K()('b . Il mezzo uJopere lv è una gelatina ouenuta racenao ~ ghere a caldo nel brodo Ji bue o Ji ,·itello. o in una solu• ~ione di pl'ptonì secchi nll'l •t. w•a propv..;ione di gelalina rrnne~e 011issima var1anLe da 8-12 ·; •. La massa che se ne ottiene, eh • chiarnet·emo ::iemplicemenle col nome di gelatina, ~solida tlno ad una temparalura d1 20• a 22"; prendendo t5•/. di gelallna ~:.1 può arr1vare a 2-1-•. La pr oporzione di sostanza
e'tGlENE
da impiegare vat•ia secondo i bisogni, sopt•atullo a ~eC\)flda della ~emperatura ambiente . essa deve e~Qere almeno del 10 .,. in estate. Questa ~elafina neutralizzata con cura fino a reazione le&rgermente alcalina e filtrata a ea!do fino a lunpidita perfetta è ripartita io tubi d'assagftio ordmar1 in pro~·onione dt 1.0 cenumetri cubici circa per tubo. Alloreh8 si tratta di fare una numeraz1one esatta, la <luantilà di massa da inlrodurs1 in ciascun tubo è perfettamente mi!'lurata, eS!-'8 de,•e e~sere esattamente di 10 centimetri cubici. Nei casi ordtnarii, allo&·chè si vuole semplicemente isolare le spec1e. si opPra approssimativamente. I lubt, chiusi con un buon lampone rl"ovalta, sono esposti in diversi appar•eccht t~tl uua tempet•atura di 100•, al meno per un'ora t:! più. per tulli 1 ger•mi <:h<J sono steLi introdotti nel corso delle manipolazioni. Il principio che ha guidaLo il sapiente batteriolo~ìsta ai lato nello l'llabilil'e il suo matodo era dl disseminare nPIItl ~Pia lina liquef&tla a bassa temperalur·a i batter1 contenuti in una particella della sostanza da esaminare, in maniera da permeUeJ'o;llOl·o di svilupparsi isolatamente allorché la R&lalina rafft•eddala, a vendo fallo presa, li mantiene Liistanli gli uni dag-li alLrt. One risultati sono sopral.lullo n•>Levoli: l' i~olamento delle rolonie prodotte che p~ essere più o meno pt•onunciato "'~· condo la quantità di batlerii che contiene la materia d' ìnoculazionf3 eJ il gradò di diluzione che le si è fatta subtre: la fof'm.a di queste colonie, provenienti da un ::ol germe, rive~tono sempre un aspetto veramente tipico. Ec~'O quindi dei caratteri importantissimi che possouo condurre tiireuamenle allo scopo che ci proponiamo, ail otlenere cioè delle t•ulture pure e la diagnosi delle specie. Se non st perde di vist.a il primo scopo del metodo. l'isolament.o dei f!ermi sufficiente ad impeJ1re la coufusiouu delle colonie che essi faranno nello sviluppars•, l'appltcaz.lone !:<arà facile. Bisogna far si che i balterii contenuti in un piccolo volnme rlAII'acqua da esaminare siano tliluiti in una quantità !.Al~ di liquido ~elatinoso che, aHorquando queslo abbia fatto pt-esa pel raffreddamento, essi restino sufficieoLemeule t~e-
l'ì l tì
RJV JSlA
paNih gli uni <lltgli altri affinché le Ct>IOil<~. che nascerne, possano facilmen te di!'<lingue rsi e si estendano meno poso;1bile sulle lot·o v1cin e. 81 tratta solamen te di pi'~'ZZarnt!nlo e d1 rict•r<•a. Se non qj è riusdll unu volla si è liberi di l'ÌCOminr1are mellendo a proHllo a daU prima volta. 11 mod" da prtJCedPrt:> é Il ~eg11enla. Alcuni tubi di A'&lalina ben lrU!'Ips l•ente, pt•epar ati ~opra si é detto, accuralamPnla .-lt>t·il<uali, !< no messi 10 va~n couc.enenle acqun ad una temperatura di i()" circa. gela t ma ronde raptdalllent..·. Ci ~~ a!'<"tcura che 1 tmuponi 4lt ovatta uon adi!riscano alla parete; nel caso contr11rio si di"lacr.IUIO girandoli più volle "'U loro "lessi "enza arra•are per1:1llro Il ::;lappat•e completamente il tubo. ~~ prende coll'aiuto di una ~tltiP pipelta falla d'un tubo di vetr·o stu-sto, stai& precedentemente o;Lertlizzata allo fiamma e p01 last:iaLu rafi're Ilare, una p!C<·oltt quanlltA dell'acqua da analizzare preventivamenle beu agilut.a al fine di riparltre me~lio
n~>lla mflo:~a
i germi che
~>~o:a
contiene. Si sta
un tubo e 'Iii !'i laSCJa rapt.iarnente caJere una gocc1a dalla pipetta; ~i rimette ~ubtto il tampone tli o\•&U.a. Il tubo l> dolcemente "C0"'SO ~ ~nato fra le dtla per ben rneo:colare l'acqua alla gelatina SPJMa provo,carc:~la for mazione d1 LJoUe d'aria nelfil massa, avendo cura oli non fa1· cadet·e parte del coulan • sultampon~. Si o:c>.gnll t! tub(l col llUOl~'TO l ; que.. la e la dtluzione origiMlt>. Unn :reconda diluzrone silollieue mescolando una .cocete rli •1uesl8 prima colla ~elalina di un ..econdo tubo, e In si diqtmgue col t.urn~t·u 2. Una (locda J.>Jla secondo 1lìluzione 8Q'f(iuuta al ~ont•mulo d'un terzo luho dà una terzn. diluzione so>swata col numero 3. Tre • iluz1oni ordinariamente bastano. PPr le 8CìtUf' riccht• di batteru, acque di fo,zne --pectalmente, é spe;.:-~o n····esl;arw di ricorrere ad una 'fuarta e1l unche ad una IJUinla dilu:t.ione. Ciò .;i wdrà subito ad Ulllt prima operazion~. I lnhi roe-t preparall ~ono lasciati qualche minuto nptl'acqua ad una temperature rii 25• circa: quando e;:;si sono di..~!.d a questo jlrado possono P-sser e ''UOlatt "U pia8tr e .ti vetro.
O'IGtL'il
1'21ì
Ci "i serve Ct>n vantaggio dt la~trP dJ vPtro larghe tn-J:l c:entimetrì su 14-t!) di lunghezza. Dopo esser(! Rlate ben pulit••, esse debbono e!:'sere riscaldate in modo da essere <~l~> rilruale e da n•ln polet· portare sret•mi che fal<~ereb~o l'op!!razione. Lo sterilizzat.ion~ può rarl't in ma<~~ in una s<'atola di IHtts òu ~ui si po<><~ll, a misura tlel bi11o~mo, cevarrw lt> lastre pt>r mezto di pinzP- <>caldate alla fiamma. St può più semplu~P rnr~nte pasMre le lastre nella fiamma bleu d'un becco di Bunsen n di una lampada Ad oleool e mc•Lterle a raffreddare colla ,ect~•a che deve e~~er~ utihzzal.a t·tvolt.a iu alto, coperte tla llll roglio rll ··srta b1811C8 ben pulita. P(lr impedir·~ alla gelatma di spandersi ir·regolarmente ::-ulla aRtra ed anche eli colare dai !luoi margini, biMflna e<~e~uire foper azione della colatura sopra un piano perr"ttamente ortuontale. Que<~La condiuone ;;;i oUiene benis~imo coll'mulo dt nna tavoletta munita t.h tr~: vìlt calanti che possono ·h8porst a volontà avanh aù un p1ccolo livello t1 bolla ù'arm· Questa tavolt>Ua deve poter ~apportare tre delle lastre da &Ilo. pt>rare in m• )Ilo da pt>rmell~>r~> di fart> l'opera tione in una !!ola volla. Allorché la temperatura é un poco elevata, per produ r1·e od accelerar11 la presa della ~elalina, invece dr porre le la· !4Lrt- direttamenl•l sulla la\-olella u iiiul sosleJ(no, s'interpone uu refrigeranl~.Siadopera 1111 cril'ltallizzalore p1cno di ehiaccio e coperto da una larga la~tra di vetro eh~ <~erve di soc:;te,zno ali•· piastrinE'. Questa la~tro deve e<~sPre naturalmente po"ta pure perfettamente orizzontale. Si prende allora un tubo io cui!la gelatina, ancora vischio"a, é vicina al suo punto di coagulazione, e dopo averlo asciugul.lt per non rar colar l'acqua del bagno nel mi~cuglio, ~., n e ''ersa H c•nnl .. nutu ~ulla placra fredda. La gelatina "Ì t! it~> nde in uno ... trato più o mPno larg-o sProrulo che P!'IAA Pi rupprende più o meno presto. Bisogna evitare di ver!'nrP lr·oppo prestu la gelatina che si estende troppo e raglo!iung~> " "Orpast:~a i margin' !Pile pia.,trme; d'allra parte aUorr.hè es "8 comi nera a c:oltflca1 st nel lobo ~i torma nn de1 grandi
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ammassi sfavorevoli all' o"*6r,az1one. presto ,•ogllere 11 momento opportuno. Del resto é raeale eli rimediare r. l'uno ed all'altro d1f~Llo raffreddando o riseal· dando lPggermonLt> i tubi o le lasLrine. S1 coprono le piastrine con une campana nù un cr·•slallizzalore fino alla 10liditicazione completa della ma«~a d1 cullura per evìLare pnì chi! e po.. «ibile d ~rasporln per· tnèzzo dell'ana dJ gerau ~ lranierì. O;tni laslrina deve ec:;sPrc munita Iii un cartellino colle Jnòir.-azion• nece~!larie, indicAzione dell'acqua ID"""8 in cuiLura ~> numero d'orclw... della diiU7.1011". l.e Jac::tr iue """o allora disposte sin isolatamente in fondo Ad un cristallizzatore coperto, ove l'unaidita è mantenuta pcs· meno di un batuffolo di coLone unhevuto ù'ac•JU8 holhLa, "''a piu msteme pogg~ati !'lu sostegni metallici po;oll in unu camer~ umida qualsutai. E prPreribile tfì N!porr,. le cultur·e c::ulle lac::lre Rlla tempe• a~ura <11 ts•-m·. ottenuta per m(':n:o di una !"tura Rd a.-.qua calda. B1sognera in oglll caso tnAntenerle, ::~e é possibile, verso i 1:1•. Al disotto di JO lo sv1luppo an-iene Rllll&i lenta• menle o non avv1ene affaltfl L'apparizioue delle~ colonie anu'lue pm o meno presto ia t [Ue~te culture . e~ondo le contii7.ìoni della temperahu'8 e le "p<>cie che contiene l'acqua a do peret.a. Per .,.ohlo SI presentano corno una punteggiatura hinn<:R. sopratutto •A la lastra 8i trova l'(opra nn rondo uPro, al termine di iH-!ln ore. Ad un dehole mgrt~ndim emo, 2:>-50 d•amelr•, e.-.se si JislingtlllDO come tante pu~oole u1acclue ~t"el·iclle u discoidt, bJanchù, grigle, giallastre. opache o piu o meu•) tl'a!'!;paret,tl. Spes-co soltanlo dO l'O &!CUlli g'ÌOMII [•rendO IlO un R'\pelto ~ o.;rdmentc caratterisllco. Molt~ allora ùan11o guRdagualo la "uperflcie della gelatina. ove e~<~~ !>Ì sono ,_parl'(e. È ~perialmenle utile eaeminare le laslt·iiJS dal secondo alqumto gior no. Esaminando in tale epoca una simile cullur•a, VI si ll'0\'8 un tn~ie madi colonie, la .th·er·!ita dell'aspetto delle quali è ,pe ,~o :;01·prenden&e. .\lcune 11011 modificano ne l'espello ué la costituzione deUa gelatina nutritiva: c::ono dei piccoli discllr più o meno esteat ~ullll supel'#Jcte libera, rlPile porzioni rli "fera «pe11so 1rre-
ftf!) ~olar1 che "i
ollevano a forma dt cupola, dell"' preeole ru:b,.e mammellonate o lobate. LP. altre liquefanno tullo all'tntorno (ji es.«e la :.relalina a mr,.m·a che l;i eslenJono, coll'aiuto delle dJa!::!lasi eh~ 8""~8 secernono; •tuesta licjuefaziorw può avve · nire rPgolarml!nle su tutta la per·iferia della roloni11, oppu1•e &\'Venir~ principalmente oò e«dU!\ivamente 111 cet·tt> ùire:Lioni Dalla ponione centrale ciella zooglea partono in questo caso Jei raggi diritti o torluo:-i che s'infossano uella gelatina e dirigono il tt·atLo di liqnefazione. Oa qu~tn Pcce"!'liva variet.a d1 forme «i ritt·arranno dei caratteri di primo ordine per la d1agno«i ùeHe !::!peciu alle quali appartengono le colonie ottenute S?esso alcune ~pecie contenute nell'aria vengono ad •>rnar•· le la-;lrioe co1 loro colori vivi, rosso, gia llo, ro...a. b1anco ~phmdenle. Flrt8lnu~nle. nelle cullur·e un po' vecchie "OPI'AluUo, compaiono numerosi! mutre oon tendenza invadente. E~<>e sono 1 fiocdu bionch1 del penicillium canrlidum, i dic:chi ver.Ji a cerchi conc{'nlrir.i rlt!l penicifl tum glaucum eù aflpergillus fllaucus, le cupole d'un llt~t·o verde dt>;l'aspergillus 1liger. la lonugtne bianca di molti t11ucor. Sono lull1 rtemici da temer"l per J,. culture: !!"SÌ arre--tano lu s\'iluppo delle colonie ,.offocanuole in u11a --ll·elta rete ùi tubi Ji micdi, o liquefacendo rapidamenle la gelatina. Per tal motivo non saranno ma: troppe le prer.auzioni che ~i prt-nderanno contro e:>st. Ci "' clifl"nde da >'!<~!li con una accu rata sterilizzazione delle cauter e umide e colla dislru ztune ~.ool fuuco o col,·acqua bollente Ji qut'!'h amrna..,.si di nwf'l<!, J~ll~ ~~uali bi,;ogna impedir e piu che é J>O<~Ntbile la dic:..emrnazione delle ~pot·e nel !orale .ros-ervaztone. l germi tlei 'JUBiì SI O!;~t.:I'Va lo ... \·iluppo nelle culture sulle Ia-.Lrinf! po~sonn, come si é delLo, non proveuiro tutti dalla sostanza da el'aminat·e. Uu certo numero di cs~i !"ono stati <ioposlt dall'ar•a durante il cot·so delle manipolaz10ui. Allorché si ha cura di ricoprire le la~ldne oou una campaua dur·ante il ruffredilanu>nto della gelntina l! si opera in un wezzo in cui i'aritt non l! ag1lttta, il Lra!"por·to dei uermi d11H'atmo~rera pnò t!""'P.re con~iderato come raro, od almeno come pocn importante. Cio ri~ulta ,Ja uuu1er·o~,. e~perieuze esopl'alutLo 1ia
t~20
RIVlS l A
quelle d!.'l Mi•1uel. Ugua mente uccede durante i primi ~iorm delle culture, allorcltè P~se re..t.ano nnchiuse nella camere umida e non ttono adoperate che pocbi!l!lilno od affatto. Ma allorcbò !'li adoperano <~pesso p•·r esaminar!~, lA cont.arnmaztone avvit>ne e ~pe!!so anche m larsra proporzione. E tuttavia fa<:ile il di ..lin$[uet·e le colonie di questi germt tlell'at•ia che non si trovano che alla suo.. dicte della gelalinu, mentre che le altrP si osservano anche nelle parli profonde; inoltre con un poco di P."perien7.a l'i apprenrlP rapiddmente a Mnoscere l'espello delle coloniB dei prtmi. Del re~to è fACtle <it render'li con lo della media delle contaminaz .o n i e-.pouendo d eli~ la..tre testimoni \ tcino a delle vet•e laslrint~ di cullura. Di verse modiftcazioni "nno stal"' proposte per evitare queste cau".. ,l'errore. rnli e&!<e offrono t•erlam,nle in que ... to CA!O particolare più mconvenienli che vantaggi. É raro cLte la placca. numero 1 tlella prima diluzioue po~l!& "ervire lungo U>ompo. g,:-;a conllenP ordinariamente troppo numeroee colonae che ~i toccano, si confondono in parte e ~i disturbano nel lor o !'>Viluppo. Di piu, lo str ato d1 ..relatina t• d'ordinario hquefaUo prima .ti uno ~viluppo suftìci~nte di molte colonie. Le diiJJzioni segu,nlt sono ptu ultlizznbili. Se si vo-liono I'ODI.ar da principio le colonie pro lolleai in modo tiA poter arrtvare a calcolare appro:;simaLivamente il numet'O di batterii che può contenere uu dato volume, un cenlimelJ•o cubo od un lilro, dell'acqua mes..a in ~ludio , $i può ulili7.zere la prtma Jìluzione primA della sun liquefazione. Si mette la lastra su di u11 foglio ùi cartone nero di· vt<~o co11 tratta b!Hnchi in piccoli quadrati rti un mezzo o th un centimetro di lato: la numerazìoM delle colonie c<lulenule in ciascuno dei qun.trati si fa facilmente ad or·chio nudo o colla lPOle; ti totale da la cifra cerCAta. 1 · esaro• dell~> colonie &•l un ingrantlim .. nt.o Ja 15-t~ daametri dara dei preziosi t•aggua~h !:UI loro aspetto generale e "'-Ui rapporti ,Jelle iot•o dtft'ereu\i parli . Gli obiellivt o dt V I> ru~k ed , ditTerenti sistema a di leiss, com put>e gli obiettivi o• ed a" ad m"'ranrlimenlo vartabìle di •JUI'Sli lllerle~t mi ro!'lrutlora ~ono uhltssimi per quPsle O""Pr\'azioni. Delle com·
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o'tGIENE
biuazioni più forli come il 2 di V Srick o BB di Zeil!~ ~peS!-O dvelerann•l u faranno \'edere meglio cerl.e particolarità Ji -strulturtt. Finalmenk in alcuni ca~i speciali, potrà es!'IOrA utrle ru~art' obbietlivi d1 forza media, 4 ,Jj Vérick o DO di .Ze1<:"' allorché la trasparenza e la sottigliezza delle parti da ~-saminars lo permettono. L' u,;o ,Ji obllit•Hivl piu forti non è possib•le a cau~a ùel loro fuoco corto. Il diset-tno •li 'J116Sle fiRure cmtl svariate è un eccellente mPzzo per r icordurle. QUI "Opratullo la fotomicrografia rende importanti servigi fiss11n•lo con p~rtetts fedeltà certi particolari che "'arebbe thCflclll!'l:-imo od impo~"1bile di t·itrarre col di:segno. Lo ::;tud.io completo ùelle colomo esige l'esamP. det loro (::le· menti coslltulh"i coll'aiuto li rorh ingrardimenli. Una particella della colonia, che F-i studia. <~i to~tio con un Rio di pialino provvi«kl di un manico. preventiwlmt!nle atl"f>~flato ttlla fiamma e ralfreddnto. po1 <;l di .. ;.:tt>ga su ·li un porta oggetti in unii gocc1a d'acqua pUl'O o d1 li•tuido conservatore. ~i ricopre la preparaziOne con ·.;.ua .. wtt>lla e !'l e:;am111a culle combln&ZiùOI ottiche vol-utt, pr1ma c.. tr aiuto Ji uu forte obtettivo a ~ecco, 8 n :11ii V1\r·ick, F <l• Zeiss, poi con uno ad fmmr:r,iooe. La p r c3& della "•<:t8n1.a con l'as;ro .!t platino de\·e es"er·e faLla in maniera 1la non toccare '(•Ile la sola colonia che ~~ vuole. Sp··s:;o è utile ed alle. volle oece!l~ar·io di aiutal·"i con un debolt.' mgra11•l1mt>nl•) oUenuto per mezzo di una lente da .Jisse7.tone o del miero>-copio munito Ji obbiettivi ed ot:ulari deboli. H r·o,·es ·ia111enlo delle immagiru da principio disturba, ma con un po l'attenzione e C!\lt'abitudine d1vrene ra t il~ roper·are in f{Uc~te condizioni. Per completare questo esame eti arrivllrt! ad un risuH11tn più ,;;oddil'lfacentP l'Ile é por-;sibile, l'li pou·A ricot•t·ora ai ,tlflerenti proct>!>--i di colol·uzione d·•i ùatleri. Finalmente saril neee... sario di ottenere delle colture f.II"P.~e dai g~t·uti che ~i desidera "tu liare e "pecialmente ~pecltl car Colle colur.ie ottenuti! su~lt' laslrinP, ben i<~olale lP une dalle aare, è $8mplicisslrno giunget·vi. Bisogna ~cegliere. se si puù. una co o•••a isolata, u.ella fU&Ie un e~am~ attento al
RIVISH.
microqCOf·io lll•ll <>veli alcuna rnescolaoza. Vi lòol lufta re ..tre mità di un Ago di platino ~leriiJzzato prima al fuoco, operando ad occhio nudo o con dt>bole J01.!1'8ndimenln. L'osservatore ba ,.:ia pr·epara to un lubo dt cullUNl contenente secondo 1 ca~i g~ !alma. gelo~io, o una fetta di patata c-otta. T enendo il tubo inclinato Nll'oriflcio rivolto in ba!tso, od almeno ptu orizzontalmente cbt! e po!t:-ìbll~, e,rh toglie il tappo colla mano de..tra muruta d<>ll'al!o cari~:o della so«tanza presa nella colonra, poi tuflà l a~o nel tubo e ~t'IDIO& il mezzo con una puntura o con una cctria ti: ullle subil.c, dopo verificare al micro..copro lo '-talo tleUa colonia toccata per &"~•curarsi della perl'elta rm· "Cita deliA manovre. Per evllJ-rre piu cbe è possibile il lr'usporto d1 germi :;lranieri per l'a ria, si é propo~to dr soltditìcare la gelatina 1lelle o~ivP r~e ~ohtz•on• nell'm terno dei vAsi chiusi. Il dott. Gtrard, di PArÌ!tJ, adoperA le hotliglie dr Erl... nmeyer conich~', a fo n Jo Jar~\J. Si mtrodncono IO cenllmetri cubici di gelatina ru~a tn ciascuna delle botti~lie eh~ !Il chiudono con un tampone d'ovalla e Al porta::o 11egli apparecchi ~>lerilia.atori. Le Jrluzioni po~~ono farsi come precedentemente, e sr lascia solu.lifical'e la ma~su in uno !lll·ato che occupr il fondo. Le colonie vi s1 "viluppano pet·fettamente. P er·ò allora é difficile od impO!>flJbtle da poter to~lurliBre rla vicino e 1ilrellamenle le differenti colonie che ~• ~viluppano nella g~>latina: é soprattutto difficih..simo ài pr ocurar.., particelle di colonie senza toccare le vacin~. Quando ci sa 'uol hrntl.flr,. ad una semplice numerazione delle colome, c:ò che non è sullìcrente. IB modificazione é comoda: si melle la hoccella su di unn carta w•re qna.J r ettata in biauco e !!l opera comP. ~"• è dello <>opra. 11 doll. E"march Ira conqigliato di fare le diluzion• in tubi dt1 sa4rgio dr gro..so calibro, e. in,·ece di v ... rsarn ~: ìl contenuto ... u}te lestrine, sohdrftcat'lo nell'interrao dello stesso tubt1, pro"ocando lu coagulazroM in uno fllrato ~ollile ed unifl)r·me lungo le pArelr. Ciò "'i ottiene factlmt!nle tenendo il tubo ortzzontalmcnte $0ltO un rubi n~>llo d'ac•tua fredda ed imprimo>ndogli un movimento nhba!llAnza ra pido di rotazione tra le drta. Anche in qne,tll <'8 "0 ~> dtfficiJiqsimo d'esaminar e Cl•n sue-
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n'JGJE~B
si trovano delle specie chP. li•JUefanuo lo ~elatina rapldiWl~nl~>,
ce<~c:o }fl colonie, P.d inolti'P, allorchl> nell'acqua in e~ome
ilehP ~pe ... ~o av,·iene, il liquido prodollo ~cola ben pre«to e 'i~·ne a •Ile: turbare l'operazione. In~omma. il melo lo pt·imHivo del Kocb é anco1·u quello Ilo 1-ll'eferir:-i come il più ::;emplice oo il più <•l!uel'llle, del ra<:lo s1 giunge ben pre~lo, coll'obitu•line " roll'e<~aLlPun ad O\'viare in tuona parl•' agli inconvenu~nli citali. Tuili i ballerii che può contPnere un camphme d'acqua non formano colonie sulle Ili )'O trine. Vi "ono ,felle sp!!dc che, come h11nno tlimostt·ato le ùelle r1cerche ùAI Miqu!!l, sviluppandosi bt·ne nel br<Xlo. non cre,:.cono atfallo sulla ~ .... latina, ed in dò con!liste uno •lei ''Bnla~rgi delle culttll·e nei bro.li; nllre. <'he vegetano ron e>-lrema lentezza, rirhiedono del tt• "ettirnano re•· nffr·it•e tleRii indizii di culture, mentre. trascorw> un tempo co~i lun~o. le culture suile laslrin•• !'tOllO "~ernpre as'<'olutamente tnserviblli. Ftnalmente n é tutta ur•a cla~se di questi •'~seri che non s1 sviluppano nell'assenza cornpl .. ta dell'c,,....;_ gnno, i bullt'l'ii anaerobi•; di q11esLt non SI può prov(lcaru lo "viluppo che U<~ando proc-~ssi ~pecieli CUe O<~lacolano la \ 118 de~li altri. per la più part.e veri aerobii. Que"LP "Ono altre rau"e d'errore delle •Tuali bisogna tenP-r c.onlo e che bbognerebbe rercnre •li r•ischiarai·e. se ~i \'Ole~se f.!IUnget·e ~t•l unH "nluzioat> più completa eh•• è po~~ibìle. L'acqua da t•,;ammare è raramenl•• alla portula immedtoln dello ->per·•mentalore. Dovendo e~"8 "ubire un t•·ospot·to ph't o meno lunstn, é ne('P.ssario di raccoglicrla in vaMi prt'parati all'uopo. non contenenti alcun germe che pn!'•a all~>rAre l ri"ultati. Dei tubi o dei piccoli palloni ordinanamente ~no urticienti: e~,i •l•lbbono C"$Cre prima ~lPr:linalJ, cotloro tappi, a ~~~.poi luppati ancora caldi. Essi Mno ru•mpili all'oJ·Jh~ro d'u':!cila, ùopo 8\'er JascJalo colare un primo lllu de::tinato a porl11r via le impurita cile possono allaccar:-:i al conùotto, poi ono !=!ubito richiusi. Allorché <~i tl'ntta di un napp•• d'OCIJUB, 1 o,u~i. che uncora caldi erano sta li circonda t: da un foglio tf'o· valla !òletilizzala con es!'i, si tirano fuori e coll'al1llO di una pinza ~terilizzata si tuffano nel liquido, e poi "i cavano t! ei
UYIIT•
tappano. Si può con gran van&eggtO ~vini cl quali U collo è eaa&o stirato ia un 80Ui1e &abo qua.t.i paUoni SODO taldati e poi chiusi al que nel loro illt.erao an vuoto rea.tivo. Le nell'..- si rnmpe con une pinza sterilizzata; 'il ne&na in quanLita Più o meoo RNode; si fbade una lampade ad alcool. A deetinazione, la ' IIIIN,_ rompe con aaa pinzetta ateritiuata dopo aveni colla .lima ed aYel'la pa-ta alla flemme. Ne1811• preeauioni deve eeeere &raacurata aUorc:bé si 1eDere n.Wtati certi. L 'analisi baUeriologica .u.ti'Milllll opei'8Zione cbe riebiede una ecc::eesiva esatteua ea roaa oseerçazione. La qo~slione del lrallporto dell'acqua è più COIIIIIIIII!
quello che sembri da principio. Può inOitti accadere eerrino differenze aensibilinime nel contenuto in l'acqua preaa nelluoso s&eaeo o ve è utilizzata e la messa in vasi chiusi e trasportata in luoghi più o tani dal suo luogo d'origine. Generalmente Te n'è di secondo caso; può peraltro qualche volta l.rovarseae Molli baUerii, sopraUuttn i patogeni, crescono nell'acqua ordinaria poco ricca di aosta Me orl~l'luette; ·:llll ugualmente, come il dOU. Meade Bollon ba of'(l•vaiiO speoe comuni dell'acque il bat:illua ergtArospo,.,. erocoeeru tiiiJfUIIiU. che pullulano nell'acqull dìsi~Ua~..W: Questa potenza di vegetazione 6 in rapporto della tura e del tempo trascorso lra la presa del eaiiDpiioa~ aame. Le molliplicazione, abbastanza rapida verso sopra, diminuisce coll'abbasaarsi del Rf'8do di calore; abbastanza debole verso H"-tO"; poco seosabale al ~bra nulla a 0'. Cosi per un'aoalis• rigorosamente neeeuano aaant.eaere 1 campioni d'acqua a queste peratlure, spedeodole, per esempio, ~~e~l ghiaccio. temere per la vitalità dei germi, poiché la stessa COEII*II è senza elfeUo S'Q di essi. Allri più et'ligenli dal puato alimentare, scompaiono rapidamente, come a •pir'illo del eolcrta che, secondo le rieerehe dei
o'tGfENE
fhi.l.gel e Rìedel, é sempre morto dopo due settimane di soggiorno nell'acqua ordinaria. Se l'acqua resta lungo tempo ìn bottiglie ben piene ed ermeticamente chiuse. l'os~;~igeno ~h~ essa contiéne è rapidamente consumato; i balterii aerobi i veri, come per esempio quelli di certe putr·e(aziom, non trovando più •tues~ gas che è loro assolutamente necessario, cadono in una vita latente, danno delle spore allorché possono, o muotono abbastanza rapidamente. QueJ:>ta é una causa d1 diminuzione nel numero delle colonie cbe si svilupperanno. ~d anche una causa di scomparsa completa di certe "pecie assai bisognevoli d'ossigeno. Si ovvta a ciò rtemptendo il vaso solo in parte; è vero che allora si rischia di introdurre alcuui get•mi dell'aria; ma la contaminazione A msigruftcante se si ha cura di operare m un'atmosfera calma, non avente polveri io ::~o spensione. I ballerii palogeni se~nalati finora nell' a(~qua :::ono poco numerosi. r più importanti a rjconoscersi sono cert~menle quelli delia febbre tifoidee del cl:iolera. Le ac'lue contaminate dalle materie fecali possono contenere in abbondanza una specie comune nell'intestino dell'uomo, il bactllwt colt communis che l1a una azione nol"!volmenle nociva sut-tli animali, <l deve essere ritenuta come sospetta. Jl dott. Pasteur ha i::>olalo dall'acqua della Vanue il suo Vibrione PVO!teno, anaerobio faooltativo, che introdotto nel sangue det coniJ;tli produl'e 1 srntomt tipici d'una grave pieruia. Il dott. Gaft'ky ha riscontrato nell'acqua della Pan.ke. ar11uente dello Sprea di Berliuo, elle riceve numerosi d~tdli organici, un batteriO settlco, di un'estrema virulenza, di cui la quantìtA più ptccola, inoculata soLto la pelle dei rnui~li, li fii morire in 12 o 20 ore. Oltr e queste specie, la presenza deJie quali ueU'acqua é assicurata, si può contare di trovarvi un gioruo o l'allro il bacillo del carboncltio, cbe deve avere certaruente questa vitt di trasporto. È infin~ interessante di riconose~:~re cede ~pucie pt·oprie della pulrefazione degli albuminoidi, le quali. se non sono eh rettamente nocive, d~bbono temersi a aau~a della lollsicita dei loro prodotti di secrezione,
RlVlSTA
Sono -;po>t'l81rnl!llle le olUI' q!JPCie l"t>gnalate in primo luogo., il tmeUlo tt}leo ed il bnctllo del cholera, quelli che lo ~tperi• ment.atoro> riAW· !lforznr!'i di cercare e dì caratt~rizzare . Fuori <lell'nrganiSILO atrelt.o, il bacillo tijico non e l'llato 111101'8 ri!lconll'lllo che nall'a.;qua, proveniente. "<.'condo ognt probabllil4, dalla Clllllllminazione per le materie fecali <lei tifosi. Quc-<1.11 é ct•J·Iamente uua provA i1·re!utabile della gran parte eh•! 1'11rqua, "oprullulto quella da bere. ha nel contagio della febbre tifoidt>. Non "l può p~nllro so::::tenere che questo !>ia ti <:olo modo oli propagnzion~ delle epidemie, essendo al contt·er•o più razionale ommeltPre la possibilità d't~llre vie d'mrezione, ma !'Ì ~ in dir1lt0 di >tffel'nlfJ.re, basandosi "U faW òebitam~>nt~ constatali. che l'acq1H1 é l'agente più romune li... Jia propagazione d• queqta affezione. La ricer·ra ùel bacillo ltlico OP.II'acqua presenta tlifficollé abbaAtanza ._el'ie, dovuti' al ~ran numero di batterii che essa può c•onLenere, •ler quali certo specie liquefacendo troppo pr~"-l.o la l(elotma non permeLlOIIO lo sv1luppo della prim11. ed alla fr·equenLe prel"enza di !'lp!.!Cie aventi caratteri molto vicini~ ditlìcili a diRlinguet·.~i !'IPnza un profoodtJ st11<iio. Per ovvia1·e al pr·imo d1 'IUI>"-ti inconvenienti, bi~ognerà, per le culture "ulle laslrine. usare ,Jiluzioni sufficieuli, o meglro impedi1·e lo "'ViiiiPJ o d~IIP. colonie li•tuefacenti perutettl'utlo P~"l'&llru a tfU~>lle del bacillo ti.flco tli c re"cert> Si grun;:erA a IIUe!'t'ullimo ri~ult.ato aggmngeudo, come hanno indi,·ulo i o10l\t>M Chanteme""'e c Vrdal, un poco d't~cido fenico, ~ia a tuua l'ar.qna da e~arninar·e. nella proporzioneòi 1 gr. per lilr u circa. "Ì8 aggiun!lendo a cia->cuu tubo di "'elatrna che oleve usor"i olue 11 tre gnr.ce di una soluzion.. d'acid•J feni<".O all'l p. 100. Per· pronuuciarsi c:tHJ una probabihtà aRsai !lrande, bi~ogna ltll<"'ndet·e da due a C[Uellro g10rnr dopo pO"-W la cullurt~ se la ternpern\ura sr mantiene verso i t5•; se essa è più bassa, lo ~viluppo riclaieoh• u11 tempo pu'i luogo. Esaminando tali la· strine, ove f-Ii ll·ovo il liacillo tijfeo, -e ne ,·e.:lono '1111a superticJe della gelatina, Rd occltio nudo o a debole rnJ'trandim,.mlo. le ptrcole colonie, !-Oilìli, trasparenti, spesso blua"-ll'e ed ir1-
1lale. l margini non sono netti, ma pre"enlltno &l con lr~trio do·lle ~inuosità ben pronunciate. dei ver·1 golfi e prornontorii. La parte mediana è leggermente prominente; tutta la superficie e percor"8 da ~olchi ondulati delimitanti cre~te ~musse con dorso arrotondato. l solchi sono qualche voltn bene accculuali, c..'Cl allora la colonia può otTrire raspclto di un·arn· ma--"0 eh anse inte;;tinali. Più di so\·enle "'ono poco accentuati' eri allora la colonia somi~lia ad una piccola monl8s:na di !!lliaccio o 11d una aoccia di gelatina a superllf'JP ondulola. Li• colonie co"i S\'Jiuppate verso il quarto giorno ordinariamente si rJ(".ono~cono con Cacililà ad occhto nu·lo, la rJ("P.rca e anche più ra.-ile con 'luesto metodo che col rn•croscopio. allorché "'Ì ha ucqui«lal8 una certa pratica. Os!'tervaudo lu Ja ... tra a~"AÌ obluJuamente, quasi radendo la superficie, ;.i di"llingue molto mt-glin In loro if"idizzazione tulla ~peciale e s1 ~<tiunge n sco · prii'IP sollecitamente. Le colonie più ~iovani ""no nH•no facili a V!'der::~i. specialmPnte quelle che <>Ono nelln mas,.a della gel&linu. È allora assolutamente neces.. ario l'uso dd mi("ro~copior e ~pe~so anche un forte ingra •• dimenlo, come per esempio il 2 di Vérick. Esse appariscono come pict·oli di!'chi a margiui nPtti, tra ... parenli. inculori. dei quali la super•llcit> !'Ìnna pnn moc;trar~i clivi"a in seUori irrregolari 1'~'1' m~zzo di uu numeN variabile, ma poco conc;ideremlf' di solr.hi rliJ•itti, heo n<:rtll, che gener·almenle non Arrivano llnu al centro. ~la l'a-.pello ::oolc. Ji que~t.e colonie in cuiLurc• su la--tre.> non è c;ufficienle a stabilire una diagnosi certa. ~lohealtre!'pt-cie abbondanti nelle acque presentano caratteri a<>.sni ,·icioi od id~>n lici. Oi"nlò!na allora <>ervirsi di lulli c-li alt•·• caratteri di rorma e di cultur·e. L., forma, le dimensJODJ, la mnlilitn delle cellule, ti lo r·o scoloraroenl<' col metodo di Gram pu ... l'Oili) ciappl'ima illuminan~i Le culture su gelatin~ ~do~io ~ brodo sono poco caratteristiche; e~se ~ono in generale p<•co ohilondaut•, non s\iluprauo mo.i oJore, e possonu far~i al coperto Joll'arìo. f: la r.nllura :.ullc patate (juella che ci rormrH clt:i "egni ~>LI.!uri. È una cullura po<'o apparente, spesc;o ~lifllciiP a ecorgersi nei primi gior•ni; la suJJerficie di ta~lio ~embra ~emplice111ente umido, lucente; essa si ricopre di un :c-ollde str1•1.ò nHJCO,..o, in-
IUYlST.\
cGloro, che non in!!iatlisce che tardh·a mente, c che può e la ,j tocca coll'eslr~miià d·uu btruml'nto, una se,,M,7 ìn,no Jt mem brana perga rue nac~'8 . 'fo~liendo col ra;;chiamenLo piccolo : a:··jc,.,la del tmbstratllm e ìacendone una n ............. z.ione micro,-copiCll, "'Ì tro vano in meuo a i rletrit1 del colo oumero~i bRUcrii mobiJi..-.imi. P ochi!!!'rme "'IJ~ie pl'&<lent.auo que~Lo modo cos• s pec1ale ~viluppo 'ulle pata te. Il micT'(Jeoccus riélla er isipelo.1 sec:~n.IIO~ il Gaffkr, rofJ'rlr ebbe co~Uirrtemente; ma. oltreché s su e <tla&o ancora "'C!zrtalalo nell'A ·qua, la rorm B sferica delle ~ue cellule lo diffe•·enzierebb+! racilmente. l.ll masr.:10r 1·ar te Jellt> (:olùnie <.Hrula ri, che po:,.~ono mostrare le culture "U la:-lrine, si ricono:-cooo con uno studiO accurato quando '-i ha ttualche pl'8Uca in que!>te r tcercbe; gtuu~e a tl<>sar e nella memoria i mtnrmi particolari proprU di e;.~e. ::\u passeremo ora in r·rvi!"ta alcuni dell.- priuCJpall. Il bacillus 3ubtifis d ' _ul principio dei piccoli t»olottt tra:::parenLi, p1ù appiattiti, d'uua tmla nella menLe g•allastra v,..,..,o ti ">!Condo o ler·w ~torno il centro ::.-1 deprime, 1 maJ'o grur ~i fondono per C0$1 dire nella gela tma cit·co:::tanle cbe da allora sr liCluerA m poco ternpo. LP. colom•• del bacillta coli co" mw'is banno molla aoae logia con quelle del bacillo tifler- Son o, coml' ques te ultr!D@, d ei piccoli aroma~sr ialini, a tna rgini "'inuo,.i, a .superfiCie scabra . nonliqueracenti la gelalwa; ma es..,e <>ono p1u g talle. meno ir•dele, rl contro è un poco più opaet, e s i delimita me~ho dalla zona peritt-r ica piu sollile e blua tra . 1 ba$lODeelh :1&nr1o l!t rne li><>;ma l'or ma t• le !'l\es=> e cliruen ~iom di ~~uelll di quesr ulti ulll sper.ie; essr però alle. volte ::-ono più mob1 . Lii cultura ,.ulle patate le difter~nzia ~ubito; il btleilltu coli eommunis 'i ' l :.vtlupp!i abbonòan tem,,nte e dt uno :-Irato a bba"Uili:LO c:pe-.~o . dr colore gtalla-.lr o, a lle ~olle t.inW ru verJe. Le due ~pecie possono lrovar:;t a fianco; l'euton~ le ha ou.. nut.e dalle medesime cullure d'acqua certamente contamina la dn. materie fecah di tifosi. L'autore ha O!>!lervato io ac.~ue potabili abbastanza pnre una .:>perie llr b~ttte rti crom ogena, segre,ll'a.lltf' un piamento violetto. e che gli ..embra
n'JGtE~.E
potersi riportare al bacil/us jnn.thinw~. che secondo il Zopf liquefarebbe lA gelalina, e che diffèrisce aerLamenLe da un'altra specie dello stesso colore, comune nell'ac.qua, che liquefa t'&pidamente la gelatina e che :leve! essere probabilmente il oaeillus oiolaceus di vat•i autori. Le colonie su lastl'ine somigliano tanto a quelle del baci//() tiflco da io$tannarcisi, la !<lPssa forma, la stessa trasparenza. la !>les!"a tint.a bleu iridala. 1 bastoncelli. vivamente mobìli. misurano 2 p. in media ed bo nn o le loro estremit4 arrotondite, caratteri questi anthe mollo simi!!. Coll'inoculazione in stria in un tubo di gelatina inclinato si oltiene una sotlile striscia biancastt-e. un poce> piu opaca che non sono d'ordinario le culture del bacillo li fico falte nelle m edesime condizioni. Al termine Ji 10-·15 giornt la cultura prende una tint.a leggerissima di tm bleu violello; il colore poi diviene rapidamente intenso. La p:elatina è ltquefelta, ma dopo un tempo lunghissimo, un mese e pii): ìllir1uido prodotto é chiartssimo; al fondo si rorma uno spe~"O deposile> tloccoso violetto. Le culture su patate souo anche poco appari"centi nei pr·imi giorni; Ja ~uperfide del tnPzzo si copre dt un sottile strato vischioso cite si fa bruno a poco a poco. Esiste abbastanza costantemente nell'aequa una spPcie non ancora descritLa di rnicrococco di cui le colonie, io cultura su Jaslrine. possono ancot•a essere conruse con quelle dèl nostro baUerio petogeno. La cullut·a su patate gli somiglia mollissimo nei primi giorni È uno strato ''ischioso, incolol'O, pochissimo spesso, che Jiviene più forte dopo 6-8 giorni e prende una tinta giallastra. La forma sola ùelle cellule. che sono t'egolarmenle ..reriche. basta a fat· l'\ilare la !'Onfustone. Il baeillus j1uoresceM pttiridu.<J, comuuissuno nell' ael!U8~ forma sulle lastrine delle colonie traspar·enli a margini sinuosi, a superficie scabra; ma queste colonie sono più allar gate, più sottili, ~estendono mollo più presto; essf' giuo· gono alle volle a misurare in alcuni giorni tlno ad un renlimelro di diametro e si circondano di un'areola verda!.'tra. L'inoculazione in stria su gelatina dà u-oa colonie più spessa, a margini lobali. a superfirie un pò pieghellala, simi!P ali&
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IIIVlStA
fcglta dt cerLe telci; soprattutlt) det polipo.Ui; La !Zelatma c1r. costante prellde una lini.& verda slra ryualcbe volta bruna Sulle patate si produce uno slralo ~otlile, brillante. verniciato, elle s'1spessisee poco. rna diviene r oseo ed é sollevaiO w a lcuni punti da bolle ùi p;as. Queste diverso cttllure sviluppano un odore speciale, sgraue"ole, rteorJaul~ l'urma fermen lata. Riassumendo: basandosi su Lutto un insieme di carallen ottenuti MII'Psame microscopico o coll'esame delle culture, eon"lHtando specialmPnte, cosa nece--S!lria, J'aspello della cultura suHo patate, cosi dimo$tl-ativo, la ore::.eoza del bacillo tiftco JJell'acqua può essePe constatala ubbaslauza fa~ilruente ecl affèt'mala con tulta ce t tezza. Col meùe~imo pr ocesso d'analisi balteriologtca m doVI'anoo rar e le ricerche nell'acltua del baeilln del c/!1)/et'a. lo tal molo i dottori Nicali e RieLseh ~ono t•msctli ad isolorlo dall'acqua stagnante d..) vecchio purlo di Marsigba. Le C'Oionie liquefanrto la ~f'launa. Al t.ermin~ ùi ~ u.re si hanno delle p1ceole masse sferiche a couLw·ui si uuosi, a superficie irregolari?, bernoccoluta, situate già ul fondo d1 una ~upola formata dalla gelatina liquefatta. l contorni del nodulo centrale ttiven(lono sempre meno oelti ,. si fondono nel liquido circostante. Al ~· od al 6• giorno esse sono meseolllte al JiquiJo l[iallaslro che r·teuopri: lulta la lastrma e che esala un odore che è slalo pat·agonato a •Juello di urina Ùl sorcio. Le consJderaziom "'volte dimostrano l' tmportanza dello !';luùio balleriologiro dell'a<''lU8 e fanno vedere •tuale profitto se ne può ca va re. Esse allireranno forse l'altenzil)ue dei poteri pubbJtri sopra i pericoli cos1 grand1 che possono t·isultare dalla conla.mlnazlone troppo fac1le dell'acqua destinata all'alimentazione. Esse pro,·ano, in ogni ~so, c.he è possibil•• a quelli, che debbono vegliar·e sul benes::;ere delle popolazioni, di render~>i un conto e~allo delle rninaccie dt contagio c!Je pesano su di esse, e di tentare d'allontanarle. La conseguenztt poLrf'bbe essere, non ~ià di far ~par ire questt fiagP.lli epidemtci che si chiamano febbre Ufoide e
o'tGlENE
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~holera, ma di impedirne arr~«la rli
la propagllziona, forse anche di nel loro pr aneipao. Questo è già un bt~l còmpito
pea· rizieni~t.a.
I"Jooma.l 4eUa t1lbuoola.l. - MA.RCGS. - (/Jeut.'tf'he .Y et/.tcinische \Voch.en$chrift. 12 apr ilt!, t888). :'\ell'art\'erno "COI':iO l'autnre, lavorando nell'istituto pi'ILOlogtco t.lellta scuolA ~uporiore velerìnal'IB di Annover· 'Otto la dar··zione olel pruf, R~tbt>, ed occupsndosi ~pecialmente di ~tlllli batteriologici, ebbe occa>"ione di fare molle autopse di calli, nei q nati rinvenne manife~ti i ,.in tomi tleliRlubercolo!>i. lu ,·ari or~ana e spt:ciahnenle nel polmone, rua'Ono Lrovati a bacilli propri del tubercolo. Questo fatto é impvr1ante, perchè finQra, lt ,tetto dell'autore, non suno st.ati conslal.tlli e molto meno pubbhcati ca €1i da tub•~rcolo~i spont.anea, cioè non provof'-~tl.a artitlcialment.e, nei cani. Ln denazione che presenta la rorma anatomo-patolo~ aca della tubercolosi dei cani da quella degli ultl'i anirnali e dell'uomo, sembra che ~ta stata la causa del ft1llù che la .. ua frequenza tu quel'h unimali è runu~t.e ftnora "'cono~ciuta. La pr~enza del bacillo tubercolare n ei cal:'i cilati dall'autore re"e c.vid~>n te e <:•'rta la . tia~nosi di tuber·colosi dei cani. Il prof. Rllbe, il quale pubblirJu:ra un ~apporto su que.«ti falli, ha permesso all'autore di farne una oom~nicazione pN'venhva per la profilassi a solto il punto di vista igiemco. S1 ~come 8'Nln pat·te ù••gli uomim, ptSI' passione dtllla caccia pAr altri motivi con,· iv·~ ,~,..i cani, non T'é b1150gno di un'a~ Jita pre<~unlÌ•Jnu per i mma~inat•e la pu~sibilit.8 ., le v w di tra~trnis siune del bacillu tubercolare dai ra ni all'uomo, essenrlo nolfl del re..c:w .. s•·i•·nlu1camente confermato Il pa..Mggio di altri paa·us.,;th da •JUP.sli «uimali alla specie umana. La cìr~stanza che la tubercolo~i nei cani dt.•cort·e pt!r lungo tempo senza ~in torni marcati, obbliga le ~~~one ad usare le dl)vult> pl'eCBUliom nei loro rapporli con que.-.ti animt~li.
ANNUNZI
P&401lettt &Atitletttot.
L'iJiustre collt~ga doli. R. B. .Bonlencou, chirurJ.tO e colonnello ~adu11l.o dei volontal"i agh Stati Uniti d'A merica (TroJ N. Y. S. U. A.), ha lrasme~si all'uftlcio medico .... uperiore d~ll'esercJlo itAliano alcuni esemplari d1 pacchetti anliseUici per la cura delle ferile negli eserciti, che aveva giA preseD· tali ed Arano ~Lati eloltiati al lX congresso internazionale di Ne...··York. l n una elefl&llle p1ccola cassellina metallica sono rtpos\i diversi pe1..2:1 di cer ollo impermeabile, ricoperl.o di garza a~ tisettica . Essi RODO medirali ron diverse sostanze antisettiche (flublimAtn, JOdoformio, acido fla licilico, acirlo borico), ma non ~ d~tto come, ni• in quali pt·oporzione , come mesr,ola&e, esse sostanze entrmo a costituire il cerotto; non é quindi facile, non é anzi pOllSibile ,·aiutarne a prior i il valore medtcamenlosCJ, la durevol~> conservabiltlà, ecc. PPr dPbito di cort~>~ia al J(entile invio non abbiamo però YOlul.o tAcerne. Se avremo succe~sivamente notiz1a dei ri•ullati pratici ottenutine, non tra~eoreremo di acc~>nnarli ai colleft"hi. o .')tL F. BARonto.
1
01ret.t.ore
Ooll. i<'&LICI BAROFFIO ~enerale medico. l l Collaboratore por la. R.• ~er1ne.
11 Rede.t.to:re
GtOVANNJ PETeLLA
CLAUDIO SFORU CopUcafto ~
Jl~ df te cloae
NUTINI FEDER ICO, Gerente.
MBJMOR.IE O R I G I N A L I
DELLA
TERAPIA MECCANICA E DEL Ml&~AGGIO .. o~
RESOLONTO DI ALCUm CASI CLINICI ~Noor1a Mta n~lle eonrerect2e ~i..ntlOrhe del 111e-l •li agosto ft s~lll'ml•rP Ili$.•
nell'ospedale IDJHtare di Boll),(oa 11~1 capitano medico B erlll&rdo Luir;l
l.
Sono nppenn pochi anni dacchè In tel'3pia meccani1·n, ed in ispec1e il ma&saggto, hanno preso il po ·t o che loro CI)UJpete nella terapia ~enernle; in questi ultimi tempi le munipula;,10n i COJ'ative hanno :1:.snnto tale importanza ,la meritare l'inLtJ c:<-amt>nto di ogni medico, poicbc il:.erio e.~ame 1lel mPtodo eia pl'atica. ora cliP nou ,;iamo più nel periodo iniziale, r:i possu11o f::r evitare gli erron eh~ dipendono tfall'ento-.in.. mo per lullo ciò cht: (• nuovo e profittare dei Yanta"gi dte l'opinione gcnt•rale dei clinir.i attribuisce nlla cont mecc.lnicu. lo mi propongo di e~porre ai colle~ bi -ol:tmente il risultuto 111tennlo in quei pochi ca"i che ebbi l'occ:tsaone di t:lll are nell'o:->pednlc militare di Firenze durante IOme:>i dell'anno 1887. nggiun~;endowne altri cnrati prima e dopo, P dei quali ho me· mot·ia. Maucano dei dati di confronto cogli nltr1 metodi di cura, poidu~~ non si verificarono allrellanli casi ù1 m.tlatrie da fare il paragone, e po1er così giudicnrequalesia preferihile. Ogonno, 78
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DELLA TE!lAPIA HECC!~CA R OE L MASSAGGIO
nella sua pratica, potrà fare per suo conto la critica: e se ma si darà l'occasione non mancherò certamente in anenire di istituire ai diversi casi differenti cure. per· aveme cosi il necessario confronto ed il controllo dcll'ospe1·ienza. Se io vi volessi riferire le sLo1·ie, nuche sommariamente, citando in ogni caso Il metodo adoperalo e le wariate manipolazioni. vi costringerei ad ascoltare una descrizione noio~;a, percP.è molte storie cliniche sono simili e dovrei cadere in continue ripetizioni: m1 permetto perciò di esporre brevemente la stor·ia, la teoria e In pratica della cura; e dopo, divise per malatlre, un riassunto delle cure praticate.
PARTE I Pr·esso o~ni popolo. ed in Lulle le epoche, v'è stato l'uso di cur11re con delle manipolazioni parecchie malallie e,terne, specialmente alcune lesioni traumntrche. Però , senza voler elevare alla dignità storica gli empirici,(\ accertato che pres:-o gl'lnùiani, fin dagli ~nlichi tempi, la cura meccanica era ro· nosciuta: poichè nel Sus1·ata (antico libro indiano) vi ~ono delle descriziom d1 ginnastica medica; e siccome pre<.so fJnea popoli lutle le scienze erano monopolio della casta dei :-acer· doti. i Bramini circondarono di formole religiose il metodo di cnr·a in discorso, ed aLtriburvano r.osi ad influenza dirina l'esito felice delle cure ottenute mediante le manipolazioni; prt>cisamenLe come nel medio e\ o si tTedeva che ~li e:;on·i:-mi e l'impo,izione delle mani guarrs:::ero le credute ir:demoniale di •ruei tempi, ng~i ritenute per vollo(ari isteriche ed allucinale.
CON RESOCONTO I)I ALCUNI CASI CLlt'ilCI
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.!.nche i Cinesi conoscevano la cura meccanica, e nei loro 1ibri anliclli si trovano dei trattati di gmnastica medica illu~lrati da figure; e.ssi sapevano cu1·are meccanicamente le distoraioni ed altre malattie chi1·urgiche; e tale metodo salì a tanta importanzache, secondo le relazioni del P. Rubalde, nel Celeste Impero si fondarono :<cuole e stabilimenti di ginna -stica medica dove affini\rano centinaia d'ammalali elle venivano curati da medici, i quali in detti istituti si addestravano .alle manipolazioni (t). La storia ci racconta i:ome presso i Greci e Homani la ginnastica formasse una parte importante detre·ducazione giovanile; però essa subì l'influenza delle abitudini di quei popoli. I Greci ave\Tano un mi le carallere; coltivavano la letteratura e le belle arti; i loro legislatori e filosofi non disdegnavano le ispirazieni delle seducenti etère: essi avevano t n l)nore la ginnastica. acciocchr ilcorpo, assi~me alla robustezza, acq uislasse le belle forme che gli scalpelli di Fidia e Pressi tele tramandarono ai posteri nei loro capolavori. l giuochi olimpici erano ~iuoebi essenzialmente ginnastici: ai vincitori venivano de-creta te corone, statue; dippiit erano celebrali dalle canzoni popolari e da' poeti. I Romani invece, popolo di abitudini bellicose, coltivavano ~a ginnastica allo scopo principale di render·e l'organismo robusto e forte. Mentre i Greci tenevano all'armonico sviluppo ed fllla bellezza del corpo, i Romani ave,·ano in pregio le forme grossolane: i primi apprezzavao0 le proporzionate ed ~leganti forme di Yenere, i secondi quelle opulente di Giunone; .quelli onoravano gli atleti, questi i gladiatori, presso le scuole dei quali si prAticavano speciali manipolazioni. onde ottene1·e (!) ScKREIDEil, - Praklùclle Anltilunq z1w lJeht.mdbtt~g d11rch. Maasogeunrl .rnelot:tis<:M II(Usk~lù.IJung. Wlen 11nrt Leipzig, 1883.
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DEI.l.A TERA PH KECC.PilCA P. nEL MA"SAGGIO
un J!rande ~' iluppo del ~i,tellla mu~colarc; e prima d'inlraprcndPre le lollt'. e"=-' veni\'nnn 8"~oggellati a fri1.iooi molle) somiglianti a quelle praticate nella cur11 meccanica. Essendo là giona~tica oo5;i tliffusa nell'educazione dei popolr tll quell'epo.·a. ne;suno fara •Ielle marmi:,!lie che In medicma 't! ne giova~:-e per i:! frullarne la Yirtù medicatrice: infatti Erodico dettò i primi precelli di ··ura ginna;;tica. i •Juali, :Sviluppati poi da l ppor.r-ate, .-i diffn,ero nt-Ile 'CUole mediche della (~ reria e di 1\om:1, tnnto che Galeno indicituovedifferenti manier·e di manipolazioni cur-ati\'e. l'are che la cura meccanr.·a fo:-se conosciul:l nei primi tempi dP.JI'impPro romano; e Plutnrco r-ncconta che Ce:.art• per e''er·e li1Je11rlo d.• una nevral gia geneJ•,tle ,.i face\a pizzicare tutti i ;!iorni da uno .:-chia,o. ~egli ultimi .;et·nli tlell'imvero romano ,, nel medio evo, cmne decaddero tut l" le seieH:te. cosi non si hanno tracce del metodo ùelh t·ur.! meccanr•·a, e "oltauto i ciarlnt:mi e gli uomini ignoranti, ai •JURii il popolo nurilmha lu conoscenza del "~greto di ):!uanre le malallie. se~o itarono a praticare. per tra· dizione, alcune wani,.olazioni ,,.opo ùi wra . .\t a col risveglio :-denti fico del secolo 'vr ricominciò a lì o· l'ire anche la ginna,.tka: ed il Mercurinli con"utrl:na i nnni per rat:eo;liere nei pul\·~n,..:i mano:.crilli del Yatic.'loo quanto ''er.t di nolo sull'arte giuna~tica, cornc più lardi il lklrrelh (!liSO) cl~>llava illrallalo lJr l!otu Auimalium. lnlùmo :1 quel tt•mpo in Fnmeia ,j r.ominciù a curare nlcune malauiecoll'ai~Ìone nH~ccanica, nlla quale fu dato il nome di lftt...-sfi!Jt'. Nel 17 )()comparve il libro del Fuller· -otto il titol~ di Gi,wastica mi'ilù:a; e~ li asseri \Il di curare con e''ll la lisi polmonart> l'id ropi~>ia. r ipocof!tlrin. In tempi po:;tl'l'iori il Ti,.-.ot. ( l). il (li Tl.<;~OT. - Gynn4lii'P't medtmlt, ov l'un-cur ctppliqur ou.r orgo11es di fhomrnt, d'apt·à In loù •lt In Pli!JIÌIJi oge de l'llqptmt d d~ to fllrraprultl)rJt, 1781
CO!'\ RISOCO~TO DI ALCUl"'l CASI CLINICI
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Pugh ( l ) e, nel principio 1lel ~ecolo no,.lro. il RadJa~ (~) ed il Balfur (:J) puhllliearono notemli Trnttari ,.uiJ'azione eumtiva d1•i movimenti. )la colui che ~pe!:e luW'tla sua vita in favot•c della ginnn'l ica medira fu il Lin~. il ,reniale c:apo-scnola della ginna;-.tiea S\-edese. E:,tli oltennr. cali splendidi ri!'ullati. ricnuo:;ciuti anr.he dai meùicL che J.;li venne •.·onferito il litoJo di profes...ore. ed 'l 5Uo metodo .,j diiTose ben tosto in ln!!hilterra. Germania. Rus:.i<t e Franci11. )fa i ,Jis.cepoli del Lio~ vollero ,.,ft>nderl' la \'ll'tù terapentica. dt>IJ'azione me.·canica oh re limiti· nientemeno che il Neu.mann credeYa 1li wrac·e il rnrci?IOillfl, 111 lisi, e le 1/111{111/Ì~ eretliwril': alla t!'U!!erazione seguirono gl'in~ncce~si. l'opinione pubblica li trattò tl.t ciarlatani e c.1dùero in di-crc1it11. Ma il huon seme germogliò: la cum meccanica t·ominciò ad es~ ere tenuta m conto da al cnn i dotti. e nel t 855 il Blacbe ..;tampò il suo tr:lltato: Dutraitt'm~nt de la t/,or·rt parla !1Ytn1Utstii{IU e nel IHH3 l'E tradere n•• Cece oggt>Ltu della sun tesi di lnurr:.: n poco n poco si fece strndu, ricomindai'Oou le 'f·ar~e pubhJ;~:azioni in proposito, e non o~tante la cliflidenza. la maggior pune de' dotti la presero io considerazione e nel l Hi5 il Bilh·ofh pubbhcò un artic(IIO nel quale e:,!li narrava di aver con-.egnilo mediante il ma''llg::tio dei ri,..ultati quali non :H e\'a mai prima sper·nti. ~el IX'J6 il \losengeil . .:olia pro'a sperÌUI~>IIIale. rra~-.e la .f'UJ"a me~·ranica tlallo stad:o d'emfriri,mo e le delle ti hattesimo rit>lln ~cienzn. Jn QlH:lF-ti ultimi clodicr anni se ne studiò d r l't .u - Tt"ealìu on lht S(ittiC• o( mu•.:LII•rr adl<lrt, 17~1' . (t) BAIIUAY.- 'l'li t tllll3cular mollons 11( Wr lluman bl!ll!f, t808.
/llllttrolioas u{ lht. po•t'.ff o( ttlmpr~,ion '"lht cur11 o{ r/llua,d -llfultlg o( llle e,rlrt'1flll!/ and Jl'I"MrtoliiiD lltnll/j aRti 10fl9 tt:ity. !dlDlburg, 1819. {3) 84Lr• R. -
malim~. got~l
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Oii.I.A TRRAPI \ MECCA~h.!A E DEL JUS:..,CGIII
accuratamente l'azione fi.;joJogica t> lerapeuticn, predsandoD& la indicazioni: dalle isolate pulJhlicnzioni si pnc;~ò alla comptlat.ìone di divea·"i Trallali. ed il pro~resso t' :)Ialo tale da TPnirenlla ronclusione cbe i semplici mo' i menti auh·i e pa:.si' 1 con le lievi manipolazioni del Lin~, quelle speciali del massaggio,. l'tll.lone sptegata dagl1 istrumenti aclaui. non :-i pM~ono disas· ~ociare, costituendo diiTenmti specit> di manipolazioni curalire, cbe fanno parte di IHI solo rnNodo. al quale uon si addice più l'anlico nome di ginnastica mt>dira,cli gwua,vtirrl ttfrrtomuscolare, di ma.ssaggi•J i..olat9.menlt~: ma esso ~otto il nume di terapia mPCCfliHCa ha già preso il pos1o che gli spelln nella terapia generale. Il.
La terapia meccanica nhlwaccia diH•r.-e specie di manone,. che noi meuìamo in pratit·a. allo :;copo di curare alcune malattie: esse si dividono in ginMstica curazit·a. in uwvimtnti passifii e att1v1, ed 10 a.:io/!1' mecca1111'a propriamente dei!Or ciot• massaggio.
§ l . - Glana•tlea euratha. La ginna~tica •:urativn non ho. che fnret:olla igieniL~: questa lt:nde a dare nl corpo uno ;,viluppo regolare ed eguale io tutltt le :.ne parti; qnella ha per is<'opo di •·urar-e una illlpt!rfezione~ o malattia di una data specie. o di una sula parte del corpo; cu ...ì, negli indi\ idui a petto stre!lo~ con deficiente sriluppo dei musl'oli che pre,iedono alla re,;pinlzione, la ginnastica curai i va cerc·a di aumentare la funzione e l'alt h itil dei muscoli che si in~eris~ono aJie co,.tole e le muovono. In ahre malattie od imperTP7.i•Jni 'i ...arit la nece~,.ila di rin-
CON RESOCONTO DI Af.CUNI CASI CUNJCI
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for1.are i muscoli della ouca o del troot"o; cosi purP in altr·e 'i !lUI'à il bisogno ili eserdtnre singoli J.{l'uppi rou~colari. Il Ling ra~iunse lo st~opn mYentando appnrecchi ~pecmli, mediante i quali, mentre viene esercitalo il J!roppo de' muscoli indeholiti, si e!le~uooo movimenti d'insieme di tutto il corpo 1.1 ). Egli raggr·uppo gli esercizi in l'ilpporto alle diverse posizìnni che può prendert> il no"lro corpo: cioè stare in piedi, seduto, coricaLo. in ginocr.hiu ed in posiZione inclinnln. Qne,te principali vengono moililìcnte e comhìnttle l'unti coll'altra. Così la posizione fonù:unenLale tli stare in pit>ùi ha le \'arielà: della stazione ,·ertirah.> a piedi chiusa ed apet·ti. e qudla di dt·izzarsi snlle punte dei piedi. Per le diiTerenli posi1.1oni delle braccia si hanno le varietà di appoggiarsi a solle•ar!>i :>Uile bracc1a, stare colle llracrin in •·i poso. a òracria ~tese cd appoggiarsi alla sbarra. Oal diversi atteggiamenli del tr·onco si ha la posizione di ritta, inclinata e l'aLlo di rotolarsi leteralmentesul pn,·imento. Tutte queste diverse posi1.ioni ven).tono modificate faeentlo uso degli allrezzi di ginnastica ed adoltando le dh erse andature come quella di cavalcare. salire tl scendere un piano incimalo. o le Sl~nle. andare in cntTona. ecc. lo analoga manier;-. :,;i :n iluppano le posizioni ùi stare a serlere. a gincerP-. in ~inocchio e sospt'so. Tutte queste manovre. però, eccello alcune che •·ichiedono ~li speciali attrezzi della j.riOnastica !1\ edese. ~ono comprese negli eser·cizi di ginnastica da eamera; ed in tutto questo metodo niente vi t'• di sLra01·dinn rio ciii! la cooril inntdone dello eser·cizio mu,;colnre ed il richiamo in \"ila di cose già ,-ecchie e risapute, ma trascurate (Scbeiher) (J Ling pero indorinò che, volendo fortificare medianre movimenlo volontario un Il) ::koatmu;n, -t/p. cl t: .Apporucltì p~r lo gf" ncuttca ti:IW~t.
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DE.J,J,\ T!::IUl'l.\ !I!CCniCA E DEL li:ASSAGGIO
dato gruppo di mn-...:oli indeboliti, h1sognn escludere i muscoli antaJ.!onisti; poichi• :>t! si melle in esercizio l'arto in generale, lo 'tinwlo Yol11ntario ,; propa!!a più factlmente nei museoh ~ani che ne~li ammalati: e que:;Lo fatto o~tacola il ritorno all'azione dei muscoli Je,.i. La ,.ourazione degli ant:.goni...ti dall't•.-ercizio. ,j può ottenere in due modi: o cogli appat·eechi del l.in~ ~ coll'aiuto di un med1co o di un aintantP.. -'d esempio: volendo fortitìcare l'azione dei fle,.~ori dell'anmhraccio, pc:r "'Jtlr·arre (!li ~sten~ori dl'lll'iolluenza' olontariil, si fa estendt•re l'avambrac ·io e si rollocn col dorso sopra nn a Lavo ra; il ginna,la IJ"l\lliene J':n·ambraccio esle~o. mentre l'ammalato meUPudo in e'ercizio solo i lles;;ori cerca di fii'Lterlo sul braccio (movimento t~oncentrico duplicato) . - Ovvero, in principio d~ll'est~r·cizio l'ammalato tiene l'avambraccio fle..;so ;.ul bracci() e cerca di lrallenerlo in questa posizione mentre il ginnasta procura di estenderlo, ohhlil{ando cosi i flessori ad e=-~ui•·e uno sforzo (movimento eccentrico duplicato). In hreve, la :.rinnaslic:l rurnli\a ha lo scopo d'influire sopra i :.ingoli muscolr del corpo. •solando cia:.cun movimento che appartit>oo ad uu dato ~ruppo di muscoli; nello stesso tempo aiutata •lalla ginna~tica i;?iPutca, e da camera, ngil>Ct: $11110 stato ::enerull. yj,·itka le •i~'prtt:5S6 tunzinni de' mu.-cQIÌ, e de' ner·vi. renrleudu piii atti' i i proce.;si trotìci :.renerali, (pie~and(l nna nutevoiP. iullnen1.a "Olia r.ìrcolazione. ;;nlfa 'ceretione della p••llt· e df'i reni, ..;ulla respirazione Pd ossidazione. Si aume•nta •:o•i il ricamhio materiale, si produce maggior calore e si cun... umilno più allivamente i j!ro:;:;i strati di adipe. Infine O:>"ll facilita 1.1 rircol.tzione intraddommale, sia dei linfatiéi, ··he del circolo df•lb vena Porta: ed atti•ando la nutrizione dei Mrvi inlluìsce "UIIa funzione del sistema nervoro e sullo ~tnto dell'animo (S: hreiber). In spero che non sia lontano il tempo in cui nei !lm·tili e
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CO~ RESOCOI(TO DI .\I.CCNI CASI Cli~ICI
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giardini dei no~tri ospedali militari verranno elevati gli attreui per la ginnastica igienica e curativa. onde ravvivare il lento rì.;;1mb10 materiale dei convaiP..;centi e dare ai :-oIda t i un utile mezzo di uaopnre le ore d'ozio .
E':-Ì sono quei mo,·imenti che -rengono intrapre'i -;utrammalato mentre questi resta pel'feltAtnente iMllivo, e comfllt:ndono: l:l flessione. l'e;;ten,.ione, la rotazione. i moti cir~olnri e di lat~>ralità, secondo la funzione delle di\·er,;e nrtit•ola.zioni. l.'andare in carrozza. il ,·avalcare, il .;edere e la manovra szinnastica del dondolo rieutmno in questa cate~oria. l mofimemi pao::-;ivi si adoperano in tutte le rigiùit:t arti,·oiRri ed in quelle malattie degli arti nelle quali v'è ipoti'Of~l\ e1! indebolimento funzionale di alcuni ~-truppi di mu~coli. Ltt presenza di processi infiamma ton ne conlro-indit·a la pratica: 6s.. i producono differenti elfelli curativi. che. secondo i mec· cano·terapisLi, sono i seguenti: 1° Scluac•·1ano, comprimono c porciò Ult'llnno in r~J:Ho di e..,ere rra.;;,oruili ~li t>ssodati intra e periarticulnri: ~o Producono la distensione dei mu-coli contmui, Jaeea-ano le adt!siooi e rendono alte al riassorbimentu le regetazioni ,.yjJuppate~i nell'articolazione; !J• ~lediante la di~tensione e comprcs5ione di \asi anJ,Iuigni e linfatic1. si accelem ed eccita la cireola7.iona. protlucendo inoltre anche un cambiamento nello 'lato molecolare dei muscoli e dei nen i: ~o I mu-coli già inatti' i per i d(llori reumatici e ne\fnl!.tÌe si rimeuono a poco a poco in iunziooe; Pd i moti passi\ i, special mente nelle nevralgie e nel reumatismo, sono d'o'' iamento a quelli alliYi, i rJuali non riescono più tanto doloro,i.
mo' i menti .ali h· i $Ono )!li ... tes--i che :-i praticano nella ginnastica ~urativn-igienica e d;l camera: s'intraprendono-. per completare la cura de' mo>irnenti pa:>SiYi nelle dilferenlt .tiTeziuni articolari. sia per e:>ercilare i muscoli di una dala regione eJ anche per un i\are la ematosi che ... i compie con lenteua. In molti ca~i e ...,; co·aui,eouo il complemeuto d'o~'llt rora. ~elle nen·;,Jgie. nel renmati-:;mo mul)colare e nella nefra'teniu, la cura cl~i movimenti attivi è la più efficace (l deve e... ~ere intr.tpresa al piìt pre.,Lo possibile. L'azione Ll'rapeutica consbte nell'aumento del 1'ic3 mbi~ materiale e delln circolazione locale, modificando cosi la nu· tri1.ione de' musc:oli e de' nerri della regione, con indireua intluenza ~nlln stato trofico generale. ~ L - .&zlooe meeeanlcua, propriamente detta ma•. .aKio,
t e manipolazioni dc•l ma.,,aggio haJtno lo .;;copo: l ~' di tra· sportare gli es'udati liqui•li da una regione ad un'altra del corpo spiogendoli nelle ,·ie di a:,>:orhimenlo (manoHe pro~re:;~i"e): 2u di ,ftriceinlare. schiacciar\!, comprimere j.tiÌ ~sll· dati, i to,-,uti neoformati promovendone l'atrofia e la liquerazione onde po~:.nno e.;sere n""'orl•iti da' linfatici; qne-'IO effeUo si ouien ~ con manone pmticate 'UI posto ::.Le:-:-.o dore deTe ~viluppnr"i l'azione (manone '-lahili). Tutte le mauipolazioni cumthe dcll'alioue meccanica ~; possono rag;!r-uppure nelle quallro fondamentali che la :.cnola francese ascrive al massaggio, non e :;endn le altre che ~emplici varietà: e:;"e sono cosi denominate: tiJ!Iezuagt•, {riction, plt rissagt, tapottlllf'll l ·
co-. RESOCONTO DI AlCUNI CA!' l Gl.l~lCJ
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a) L'tWf,•ttrage (lieve frizione) i! prati,:alo sfiorando logge&·mente colla mano le partì ammalate: non dere pro,·ocarenlcnn dolore: ha per i-copo di determinnre. in Yia riflessa, il rilnsciaDlt!Oio ùi q nelle contrazioni che :oi prodUl'ono spontan~>amcnl!! nei mu..;coli r.he ~o,teg~iano: on·ero sono direttamente compresi nella r-egione doy·,; aHenuto il trauma, od e.:i-.te l'inliltramento .•~ello sles"o tempo :<pingemlo nelle rie di a~~orhi mento i lil}uidi elle infihrnno la parte malata, dimiuui,co il tur~wre ed il dolore. poichè i ner\'i delln re-giuu.• nnn 'ono più ,·nmpressi e stirati . b) f.,ljriction {forte fregamento u frizione): ha per i;;copo ùi .;cacciare dalla p~rte lesa e ù'ioieuare ndlt> rie liofaticllt! j liquidi trava:.ati che infiltrano le parti arnnwlnte; co..;i òiminuisce sempre di più il turgore ed il dolnre. l)ueste due manipola?.ioni >-i fanno colla mano uula o di ~otrasso o di vasellina. percbè non "i sia attrito. Si abhraL~t~in la parte o con tutte due le mani on eru l'IlD una sola, 1n modo che la pressione sia e~wale e \enga eserdtutu pr11ferihilmente clalla palma d~>lla mano. ~i comincia la fri1.ione nella parte ~ouo-.taote nlln malnta, ~· pasl'oa su questa e ,;j continua per mt hnon tratto ... uperiore. Le manipolazioni JPhl!ono cm p re ave• e una direzic,ne centripeta. l'eguendo il rnr1>o del sangue' eno''': non !Ji,ogna mai fare dei mol'imeoti di \Il e v-ieni. Prima di cominciare il rua,.::ngs;io delht pnrle te ...a è co . .a utile e-e,l!uire la frizione di tulla la w::ione supra,tantc. ~.e1 ouenrre un \"UOiameoto maggiore dei liofatici e delle ,·ent>. e preparare la :.trada agli inlìltrati che d··!JI,vno c-•ere ini~t lali nelle vie di assorl.)imento. t;) Pltri.~·sa!J«'(impastamento):qoe:;ta manipolazione si esegue sti'Ìn).!endo o sctuacciando collt' di t~ h rP~ione le.'a , onde !ibricdolarr gl'infillmli, precisamente come ~e si vules~e impastare quella parte. L'impa5Lamento ~i ouiene anche adoperando dPgli strumenti, quali il cilindro e le mezzelune.
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OEI.U TIUtAPIA YECC ANIC \ 1!: DEl. IB.SSAGGIO
d) fapt1le111r11t (martellamento): :;i eseguisce piccbiaad& eolie ptHtta ùrlle rlila riuoitP o ··ol bordo uJnare della •lisle-n 11 adopP.ranilo un piccolo martello di legno rivestito ~uoio: O\'\ ero una macchina rh e mella in azione un gran mero Ji maru•llini o•l anche un fla;!ello di ~om ma ..,,.,,..,.,._, .:-ìono ltuesle le clas-iche manipolazioni alle quali ~i rufllCCJill8! ~na,.i tolle •!nelle che certe' oIle (O O piccole modilìe'azioni ticann gli .;ppdulisti; ro-i questi parlano di allac<'iamento, ... 1rizione, follnmento dell.l regione. pizzicamento, compres,..ione. disten,ione e mano\ ra di .;egn er··. EstradP.re. solo _per la m11nipolnzione dd picchiar e, di:-.tin"e 5 ' arietà: J,achuru, ~·loqumrl'nls, vtln·lltiotls poirtflts. cibralion;; pr,{tmtlt'4, la J"rl"u"". Come dici' r.. Schreiber, que~ta moltiplicazione di nnaù non fa elle ~··on1:,r~uu e e r.unfoodere i principianti: trattatt· ~lo,.,i ~olo eli sbrirdolnre degli e~sudnti, di trnsportare liqoidi infì ltrali, srmgue o hnfa , o d'agire su tessuti normali. ~~ utile atlent>rl>i nllu S •lenuminazioni clas>-iche della scuola francese. poich i: ognuno, nel ra;o prariro, faril da sè quelle modificazioni opportune, senza perciò crerlet·si un inventore. Lo stesso autore,·. cii pnrPre di praticare il mn.s~a~gio ,.,olo colla mano, senza ricorrere a~li -.trumt>nti. L'ordine col !Jilllle ~• dehhnno fare le manipol:u~ivni è dtver..o "ecorulo il ra.-o. l'!t>lle lesioni rerenti(contusioni. di tor,..joni) -i pro l ica l'élllf'urn;:e 3 o ~ folte al giorno. per IO o !O minutr: appr>nn .;j puit llliiP.r:trt', .. j pratica la frizione e J'impa,tamenro. :\elle lt?sioni anliche si de'e cominciare dall'impa,-ramPnto e marlellameutn o da' rnoti :1ttivi e p:h.sivi . secondo i! ~~~o. onde -.bt·i,·ci••lnre ~li e~,udati. renderli atti all'a,-sorbi· m~nto, l! coli,\ fri:r.ioue imm••llerli nelle vie linlittiche. È ntile far ~ernpre pnu:etler~ l,t frizione forte della re~ione soprastante aJI,, lesiont~; l'i mpa-tarneoto ed il martellamento possono ese~nir"i nnr.he ·enzn nn"er.;i le mani ~ pero ciò non sempre è
CO:'{ RISOCOJHO DI ALCUSI CASI CI.JSI(;J
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tollerato. È necessario radere prima i peli :,OIIt! parti .. ulfe qo nli si e.~egoirà il massaggio, per impedire la irritazione pro· we.Lla dallo :;tirare i peli a rovescio della liireziou~ tl'impiunt() e pn:'t'!!nire la facile ~omparsa dell'acne. III. EFFETTO DELL'AZIO:'\E ~JECCA:'\lC.\ .
-..e,·oullo lo Se hrei ber gli elietti del ma.:.-a~;::io si di' iùon() 10 due grupp1 pr1Ucipali: 1° eiTeui imm~c.liali: ~o etlc!lti rneùiati. Il / 0 gruppo comp:-ende il trasporto 'erso il cuo1·e Jel ~nngue, della linf;l, degli essudati, transudati, schiacci~tmeuto c sbricdolnmento degli essudati, lat't•razioue, clisten~ione e sc io:.~limento delle adesioni. compressione f' ennseJZuen te al rufìa 1lelle prolifemzioni delle sinoriali e lJUindi il loro n~~ol'lli mento. Il 2• !fl'llf'JIO alllmlcci.ll'eceitazione della ci•·colazione e del ric.1mhio wateriale, una modificazione molerolat·e dello parti a .:-. o ~~ettate nlle manipolazioni (azionP lrolicu sulle fihre ner'o'" terminali che si può propagare in ,;a centripe•la ,juo :~i centr·i ) ed una azione refle.;,;a c;rll sistema nenosn. ~
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EG'eCU Immediati dell'aaloae •eeeaalea {.bione di CrasporCo del •••aue, •ella llnr. e del liquidi tra,·a•aCI) . \
E..eguendo noi sopra un arto un,1 frizJooe in direzione del wr~o del :-an;:;ue \eno:"o e della linfa. 11•'111• te .. •n l~mt•o l' he :.pin:,:iam(l in avnuli qoe~ti liqniùi - '!'! non colla ~tc....n relociti•, r,ertamente in m:tg,!!ior •!Ul\HIÌiil - proùucin1110 nelle part i po~teriori un vuotamentu dei 'a.. i 'ennsi o della liufa ~
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DELLA TEli API A M~CCA-r. ICA E Diti MASSAGGIO
~d obblighiamo così i linfatici, che pigliano 11rihTinc con aperte
hoccuccie negli ioter,Lizi dei tessuti, a succhiare ùa questi coa pH effetto della pres• !lione u~cito dai capillari, e tutti gli altri llqn ìdi che per di Yene condizi(loi patologiche vi r,i tro\·ano. Le \alvole che ab.. bondano nelle vene e nei '<l~i linfn.tici ùi piccolo calibro. •m· pediscono il rinu.-Ro degli umori che noi scarcia:no ve r~o il cuore. 4;toni .ml rit·nmbin mnlt>rìalP tlell~> parti /l.'>SOff!tt•Ua tP •l· l'nzùme mtwmira. - La contrazione muscolnre (mo v i m e n~i alli\ i e pas~i,i) comprimendo quei piccoli vasi, eccita, accelera il ricambio materiale ed il l'itnorbimt~nlo, perdò le manipolazioni del massaggio vengono coadiuvate dai moti allivi e pa:-sivi. Sclnarctalm'n/n . trasforwaziO''f degli 'trarttsi i11 modo da rrnderli alitati e.'set·e assorbiti.- l 'esperimento ha dimostrato chiaramente che gli essudati ed 1 trasudati acc•~ssibil i all'azione meccanica, con riçetule e forli pressioni possono essere suricciolati, re:;i molli ed essere spinti come liquide molecole ( l) ne.ttli interstìzi dei tessuti dove .si trovano gli ~tomj beanti de1 llnfnt•ci. \ oche i solidi e l'Onsistenli essudali ehe datano òa nnni. si !:~sciano rimuo,rere in tulto od 10 J.(ran p~trle delle m:~n•polaz.io n i . .A s.~orbimmto. Che pCJi il ria~sorhimento accada nel modo anzidetto e che \'en.!:!a acreleralo dal massnggio, lo dimostra chiaramente quell'esperimeuto di Mo:ienged (2! che ma~_giore atLi\·itil il pln~ma ~agnign o,
lf) Nt"l c(lrSO rli questo lavoro si parlerà LreQlll'ntfmente •Il Tl!ltderl'l molli o Il· qoerar.. gli essudali, lr inflltraT.ionl, i tessuti nroformatl: t[UPste parole oon •lei•· bono e$~ere inliiSt' nel •eu110 l~tterale, ma ~ervono ad indicaro to ttr •t nelle metro· morCosi degenorati•e (a noi non ancor& note ~perlmelltalmeote) 11er leQllali l tPSsotl neorMmaU vpngono motliOcntlln guisa rtaPSW*' a:;sor!JIII (t) Mus&NCU!II•. -
J.o nga11bil'l."ì Arrltll' (1ir Klinflcht CJ.Irurgi,, !876, !l BO.
CO, RKSOCO!UO DI ALC~I CASI CLINICI
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dette la base sr.it>ntilìca alla terapia meccanica. Egli iniettò ripetutamente nelle artir.olazioni delle J.Cinoccbia di un conitdio dell'inchiostro di china finameote polverato: le ginocchia di· wnnero e~oalmeote gonfie: dipoi nn ginocchio fn a~~ogget tnto ;ti ma ...•aggio, e l'altro. per controllo. laseJato a ~ :otesso: il primo, rlopo l~ manipolazione, Pra già diventato ~ouile; mentn1 l'altro si ~gonfiò n poco a poco. ma non del tolto. L'e~pt.>rimeoto fu ripetuto il ~iorno ~ucces.'>il'o: due minuti dopo il mas"a~gio. t'articolazione, solloposta alla cara met·cHnir.a, era già del volume normale. mentre t'altra rima· neva ,;.empre tumida. l'rima di uccidere l'animale fu fatta una iniezione d'inchio~tro di china in nmho le articolazioni del ~omito; in un lato wnne praticnlo il massa~gio della sola articolazione, e nell'altro s1 feceru le manipolazioni non ~ulo della nnicolazione, "!a anche del hraccio e della regione ascellare. -.pecinlmente òei ~angli linfatici. All'autopsia degli arti 'llperiori. nel lato in cui t'azione meccanica era stata esercitJlta 'Oiamente :'ull'artirolazione. 'i rinvenne una larga mae· dlia d'inchiostro OPI te~suto periarticolare intorno al foro di iniezione: la colorazione nera si dirigeva in allo lungo il corso dei \a~i e de~li interstizi mu.;cnlari: le ghiandole linfatiche dell'ascella contenevano l'inchiostro f'd i tini ,·a~i afferenti si mostraYano inten:;amente Ccllurati io nero. IO\ ece oell'allro lato. dove ~·era fallo il massal{gio sull'articohl7:ione, sul braccio, :;olle ~lnndole ascellari. que-.Le e le viP. linf,ltlche niTerenti ~rano senza trauia d'inchio.;tro. Uguale fu il reperto nelle e..~tremità inreriori. o,, que~to e.-peri mento ~i ricava che. mediante l'azione meccanic:t, si i· in condizioni di -.pingere e far penetrare. dopo pochi minuti. nelle ,·ie di 3''orbimento l'iniezione di liquido introdotto nell'nrtkolazione rlel Jrinocchio di un coni)!lio. l.a simmetria tlelle ligure e della distribuzione dell'inchio:>tr(l che
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DKLU TEUPU JI RCCA..."CA E DEL JIASSAG~IO
rip1·odu~~e il \lo5eogeil. dimostrano ehe Jebhuuo preesistere
dPI!e vie determin:llc per l'assot'l.;•mento, chE> egli considerò come liofati~i. anche non avendone potuto ditno~trare l'endotelio 4ziow caimani!', muin.-rral•tica. - \.mi ...nra che gli es,utlali e trasudati vengono schiacr mti, suricciolali, l'esi liquidi e spinti nelle ,·ie linfatJcbe. ce::.::.a e'fideottJmente la loru pres :-ione ,..opra i nervi 'ensitivi delle parti lese: o con riò dimirlllisce il dolon~ A.;-wue antiflogtstiCll· - Colln diminuzione ùell'e sudato e ,·oll'numento dPlla pressione ne1 u;;i hnfalJ<'t, scema la tu· mefazione e l'eleva1.ione della lemperarurn nelle parti infiammate. Azio1l.t .~ltlla rapitlittì del nassorbintPMo.- IIJ•apiùo m•JIO prozre.isJvo della linfa e del ,..:wgue •mpedi,..ce J'aceumulo degli e--sudati liquidi: tJUelli già raccolti 'engono rapidamente "ucchiati. e p~>rciò l'azione meccanica p•·omuo'e un celere riassorhìmento. l::~. - EB'ettl mediati dell'a•lone meeeanlea.
L:icnv xttlla t:irwla:io''"· - 11 primo degli eiJerti mediati è l'eccitazione della drl'olazione nella pal'le asso).!gettnla alle manipolazio01. Lol ma snggio noi eccitiamo direttamente i gangli parietali dei Yasi sanguigni eù i nen i e.:;terni di <;enso, l'irriiM.ione dei quali produre la d ila l ,ziooe del lnme. del ra..:o. L'azione meccanica agisce. in ~rande, preci~amento ~om e in p•··colo. ~li st•moli meccanacJ agist·onosul mesenterio. o membrana inlcnli~itale della raon sollOJW'Ia al micro::ropin: 5i ha cio\·. prima un re,.lrio,.. i mento delle nrleric e poi nna dilatazione con relaliHl :;last. chfl si dilegua in tempo più o meno
CII~ RIISO..:ONro DI A LCU~T CASI CI.INICI
J~j.\}
Jun~o. e tanto !Jit'a f.n;il meute ~~~·· •Ju~nto all'azione meccanica
si fa segui•·e un modpr·ato esercizio degli arti del corpo. •hio11e ~ui neroi. - Il massag.eio ha un'azione -.timolaDie ,ni nerri delle parti .;ottopu~te alle manipolazioni. pPr irrita~ zione t!iretlll delle fìhre h•rtninali e delle cellule neno..e in· t•'tcalatn nel dcc:orsn delle fibre mutrit•i, che :;i con,itlernno come ~II D !'Ii d'eccitamento. Questa eccitazione. percepita tini rami .St!nsihili.;.;imi, ric;alentlo lun~o le ,·ie Hcl·vw;e, ·i può t1·asmettere :\~li or1,rani centrali: od io Yi.t rifle,.$a ,oprn altri territori ne n o.; i e da1· luo>!n n dive""'' moùiurazion i delle l'nn· .lioui di altri organi: rosa. per cormessiune ùe1 nen i Ji -en~u con fibre di sen,o, ti i moln, di sPéfPzione e tl'arre,to. in -=eguito all'irritazione tlelle lìltre ,.en.;ib•li. si può aYere per risultato un'azione simpatica. un mo' imento riflesso. una se~1 e~ Z1one rillessa e l'arre,to d'nn morimentu mu,eolaro (ri~t.<~.w ,J'~~rrt\lu: S··hreiber). Quel'ti falli :;ono più f;ltili a rompreutler~i :~t si nccelltt l'opinione di llei~chel sulla natura liquida ùella so~lanza. del cilindro rusile dei ner\'Ì -rivi e che fa intendere più facilrnente la propa~razinne dello stinwlo nllra'fer~o il si..,Lema nerruso . Una ~peciale CODsltlerazione merita razioOt' m ecr.an i~a in •IUanto wwanla i cn n~ inmen ti molecolnri che ~nhi~cono le lihre nervose e mu:;colari durante il mnssag~iu. 011 i mott :lltivi e pnssivi. Oltreai i':\OffiPnlO ,JPIIa circolazione e del ricambio materiale, ··he si e~tnnsera :'OliO forma di anm('nto di calore OPih partP o;ulh quale'' fanno le manipolazioni . .;i lerilica uei nerri nn cnn)l'iamenlo molecolare sJwcinle. rlel quale ,; è Ll'allo profittu dalla rhinirt;ia cnrnnùo colla di'ff!l'ÌODI! le o..;linate nevralgie, contro le quali si ernoo invan~ srwrimentatì i più rqlUiati rimeùt. Quale sia questo r.n n~inmcnLo molecolal'e n11i lo ignoriamo, nella stes~a maniera colla quale ci soOli i~roote Il· le1:i del ricambio maLeriale dei nen·i durante l'nuività ed ì9
12;;0
DELLA TI!R \PIA MEt:CA~IC \ E DKL M.,.;SAGGIO
illnro ripn:-o. L',\t.ione meccanica ~ti rau do. compnm~ndo, pii• zicando, picchjanllo nnn :-oolo i lrunchi prindpali , mn le IBI· gliaia d t fibre tenninali, guasta met•t;auir..;t mente tJnelra:cgrup· pamentu molecolan· palolo,z;co o ra ria.--orbire quell'essudato fonuato:-.i fra le ;.:uni ne de' nen i che for,e producono la nevrah:ia. Jn questo modo non è diflil'ile intender!'! ,.,,me, iniziaLa.;i la reintegrazione molecolare alla periferi~t, po,,a risalire n~r~o le pilrti eentr.lli; e ro~i rie:<t:•J meno dillìcile s pie~rare le ~uari;rioui di akttnc malattie dellt> tf ttali hanno menato tanto Hlll'' i mr·: ·ano-tcrapi:-ti (laue tlor:<alc). l ::iullt .su.i ma.w:oli . - Meni re t'Oll ipote:<i a~~ardate dob· biamo :;eu--are la no,lt;\ i:.moranzl\ :.ulla ··onoscent.a della co· !\lituzione chim it~:• o li:.ir<l dei neni vivi, noi cono:<ciamo abha-.Jnnt..t heue le cnndit.inui dtimkn li,iche tlei mu~coli, ed es,e ~~~oo tla tener:-i in j.tlilll conto neUa cura meccanica. :-pe('talmente in quella dei movimenti alttvi e pa::~iiri. Lemanipo · l.lt.tont t·uratire, preci~amente come In -;ti molo elellrico,LermJco e cl11rnico, irritando direllumente lo fìhre muscul,u·i (SchiiT) lf' fauno contrarre indipendentemente dall'influeu1.a nernlsa. ~~···oudu il Dn Hoi,- He~ mond,il principalis:.imo cangiamento dei mu:;roli m "eguito alln loro funztone, rousi :;te nellu produ· zirJne tli un acido libero. \·erosimilmente Ltrtdu IJIIico. L'in· h.'n ... tla ,J,•IIa reazioue acirla aumenta t·olla fatica d1•l mu:.colo P., ~o t lo l'"nali condit.ioni, •' ele'<tli~!:>t ma -e. tnedianto nn forte o,lat·olo. se ne impedisce la contt·aziooe. l.>a qnf•,ta leg~e si co oeh tude che volendo fare sprigionare, dal muscolo,mn,l!:;iore qnantit:1 li aei.Jo. n 1 ·leve oppurre alla sua funziune. ~tr in ~aputa eli c(uesl,t le~gc il Ling, nella ginna!:>lica ~' cde:<e, mdm inò il fatto e '' tdi' l'utili1a clw :.i ricavava cui movimenti cunt:entrit'i ed e•·renlt'tCi. [)alla ricerche dall'llerm.wn e d1 allrt. ,j rileva che il IIIUl>Colo in uUi' ila ~onsum a piu us·i;.;eno e rorma una ~nmde •tnantitit di so~tnnza facilmente 'J~'idahile,
CO\ RE~OCO~TO DI ALC{!~ I C&SI CLI ~ ICI
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1a quale Si ri>er:;:l nel ~aU,!Ue: fan meOlO t)j l{ lfe"IO COO.;umo (' la ma}lgior· pt·oduzione di CO i• deLerminuln in parte dalla ~~~tnde celerilà wlla quale il "an!!ne circola nel utu,colo( Lud" ig): perdò il circolare con ma;;~ior~ rapidità cl'"" fa il san~ue ne: :nu:;.coli dtu'llnle l'a:f.iont> m~··canica. ha un gran $Ì;:nilicato e molta imporlanza per il chimi:;mo dei mu.;cnli stessi t• d~::i nervr; inollre tluranle il ma .. .;;\~gio ''l..• un notevole aumento di calore, come ~pel'imentalmenle dimostrò il ll auile"'s~~ ( l ). Il ma-'s1ggio dei mJwoli agi'r~ in \"Ìa rille,,a (mediante i nervi cutanei) sul plesso-ipoga~tri,·o, e :.ugli organi digerenti e della circolazione dominata da e,;::.i nen i (azione sulla al· ti\ itù dei muscoli im oloutal'i del! o !'tomnl'o ed intestino c sulle 6brt' ruu::.r.olari dell'ateru; .l:iow• .\td ri,:nmbio mllfultllt t sull'mmlo.\i. - Il ma~ ~aJ.!gio generali) poi, ~iccome :,i pratica ~ollalllfJ .:.ul tessuto muscolare. e comprende nella manipolazione i vasi e nervi perift:'rici. hn una !!rande inlluenZA ~nl ricaml,io maleriale. ~oi infalli =-appiamo che il le~~uto muscolare i! il principale fo~olaio ùella economia anirnale; ed Il .. uo ,lato hl\ una gr·ande inllnenza sulla sanguifìcazione. Ln fisiologia nf.l insegna che, anche allo :-tatn rli ripn~o. il mu ..colo ~out·an :ti ..;angue os$i~enu libero t• comhinato leggermente alla emo:.!lohina: m· bene: nello .:.1:1to J'atLività o di eccitazione (colite àV\'iE.'ne nel ma,;sn.ggio) il r.nnsumo d'ossi~eno si act•resce ~ino al quinluplo: - Il Yecchio e glorioso imp,.ratore di Gt>rmania, r.uglielmo 1, <;i face'a .;pesso praticare il ma.;~ag;:::in generale onde mantenere attivo quel ri-camhio materiale che l'in,•oluzione :;enile rentlem meno ri~o jrlìoso; questa III'Ulica veniva eseguila imnumcahilmenlt• n!!ni volta che euli avr>~,.c dovuto snpporlar~ le fatidu>: Ili 1111<1 riIli SCRIIIBER, - Opera d La !.iL, e Fu;);: Jluii•WiKII4l .~riJrll tUid Wormtmi!DJ· c/.:'1""11 bei tltr JfuJ~IItattgllrlt, ldJ"I%'1t, f8S~
DELLA lERAPIA liii!:CCA:'<IICA E DEl. l!HSS \GGlO
'ista. o d1 :;tar·e n lunl!o in pit.>di; e si don'• pure rirorrere at mac;,ag~io per mnntenerc alli' o il ricambio materiale nel teste
defunto imperatore f'cderko HL .\ltnahnentP 'ono uniwr,alrnenle noti i .,:randi untaggi che niTre il ma,...-n~gio :,!t'nernle in tull•' quelle malattie nelle quali l'emato.;i non si rompi~ fì.;iologic.amente: in bre\"e in tutte quelle dove è "''o 11 ri•·amltio materiale. ~ !l.
-
M talltUI~ o~lle fa~ore' Olfo~ote
quali è stat:e 5iodleata lll eora 10eeeanlea.
l. :\'eH;tlgie. Ane~le:-ie ed iperestesie. nevro,;i artic!llnrr e parnlls1 pe1 lo pii.t a fondo istenco. t. Reumatismo muscolare. :L \n elennnwntu d'oppio. di morfina. di cloroformio ed iùmto di clumliu. L Dbtor,-iunc, rigiditir anicolare, tendora~inite, adenite. metri Le e parumet1·iw cronira. i>. ~lalauie del rirambio materlille. Cloro:.i. diabete m~li tn. 6. lswria. ipocundria, nevra.::;tenia 7. Ti ..i polmonnre (in certi dati ca,.,i e condizioni del pror.es~o morho.io) Euli~ema pulrnonare. X. C.:onge. . tione cercllr,lle. ~l. Cat.trro KB"trico crou icu. Cust ipazione cron icn. ~opra stasi. - \lcuue coliche. Emorroidi. 13. Cor'Pa,. cram111J d,.yli srrtt:!lm. Cramp1 j,lt:I i~i e crampi in genen:. - \ta%ia locomotd1·e pro!!res::;1va. parali!Oi ,.piuale dt>1 hamLini. ~~>Ile mal.lltie •lell'occhiu i· "lato .:operimentato il111assa;zg1u: nelln couginntint~ pustolo,-a; odia con;iuoti\·ite marginale ipertrolì~ · ~ (•·nhu-ro prirua\·el'ile): epbclerite ~ubacnla e ero· nira. oHgli mtorhidamenti tJP.IIa cornea, anche che vi ,.,j~ p.mno cornealfl.
13:;~
CON RESOCoNTO Dl .\LCUNI C.\SI t: LINII:I
PARTE Il. Quadro tlelle malltUie earate eoll'aaloae aaeeeaolea .
~AI.ATII\
Coulusion~ f!
postumi .li con tu-
. . .
"i•one .
POI'IO~lil~ .
Po~tlumi
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Ematoma . Ili ,lor,t())H~ Rt!.ndilà articolare. SinO\'ite Tenrlo-v11:,:-inil<> .
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di frattura
Parafimo~i
x.. ,,·alg•a sctallca. . l nllllrnlo del la cor nea Heurnal•<:mo muscolare. Totale
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Cnntusinnr.- f 18 c,,si di t:ontu,..ione, e le le...ioni tlipen1ienti. curati nell'o"pedale militare di Firenze dal ~t ~t'n nai o al ~ l otto ore l ~8i, furono tuili asso;:gellnti al mnssa~gio. Il •tempo impit>;.,'1llo nella cura appare dal -.eguente --vecchio.
Numero del casi
Giorni <li cura
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DELI.A fli:RAPI \ liECCAS!C \ E DEI. 11\SSAGGlll
l r.asi di contusione ret•ente non mer·itano alcun ··ennn particolare nd ecre1.ione del i;t>Jrnente, in cui In •·ur-a sr protrasseper 3i lofÌoroi. Cossellu Domt>n ico. cnporal furiere del ref!).,rim~nlo cavnlle!"in \ o~ta(6"),cnddc tla un'allena di otto metri riportando una gr:l\·e contusione a lulla la rt-gione posteriore ed esterna dell'arto inferiore ;;ini~tro: le più ;ra' i les;oni si ri;;<!onu·arano in curri:'pondenza ùd gr.•n trocantert-: là e.sistera va:;tll eechim,,,-i ed nn ,·iro dolore allo pre~sione. Quando fu JIOrtato all'ospedale la coscia era edetnaro a al punto d'n' ere un 'olurne IJuasi doppio del norma!~: i mot"imenti alti\ i ~>mno aboliti e tnuo l'arto doleva vivamente: in princrpiu -.i sospellò lrHIIar'i di qualche frattura del cullo del femor·e. mn. malgrndu il rilevante ed~>ma, essendo con:-e nnt~~o In for·ma del membro, r1otendo e~egnire i morimenti pns~ivi limitatamente in tulle le diretioni. si esrluse la frallnra e si giudicò trallal'si ~olomeoro dt t•onlnsione. Con poche 'edule di mnsl'a~f(io l'a r·to rincquistò il volume normale. però iJ ~ran tr·oncatere era dr un volume triplo di quello del lato opposto, sia pt>t· la presenza di stra,·asi fra i muscoli che pigliano inserzionE' ulla eletta protuberanza, ~ia per lo ;;volgersi tli una per·iostite dt•l trocanl~>re. A poco u poco però la pa1 te diminuì di volume: e dopo tren Laselle giorni l'infermo tNi dall'o.-pedale aYendo il gran tro-: cantett' sint:;tm di poco più grn,so del destro. potendo però eseguire senza akuu dolore qtJulnnqne morimento e p~,. eggiantlo liheramente. . F'rn i casi di lesione dipendenti da contusione, merit:~ menzione quello di )1 nni Angelo. ~oldato del2•reggimento bcr,ngl. Egli, due anni anmti. :n·eva sorferto una grave contusione alla coscia sini,..tra, pH essere 'lato gellnto a terra e poi trascinato da un paio lli btHll ~pitHntati. Quando entrò all'ospc•
CO;-; R&SOCOl'iTO DI AI.Cl!NI CASI CI,IXICI
l!':):)
Jale pre..;entava la co~cia :.ini:-otra di ~ rentimetri in rircuuferenzn maggio•·e della destra; i mu~coli dt:>lln ro:.6a nou f'rano lu>n limitati ed i ,ofcbi intermu~colari non erauu nppnrist'l'nli: pan•m Che al di ~ollo defl' aponevrnsi ~i ro«<:.t• llll:l IUil":o.a comp:ma. La coulrazione dei mu,.culi f'nt .ll'lltata allt'he f'C· citata colt't>lt>llr'it•ilà. Uopo l :5 ).!ioroi di cum, lllediantf' l'imp~Ftnmento P. la frizione. la co,cia rincqui,tò il Yulum c IJOJJO:lle e la contrat.ione muscolare la -.ua enf'J'l{Ìa voi nLa; ril-ump:II·\Cro 1 --olchi degli inter.;lizi interm•J,colnri e rinft-ruw gn=1rì. \e~li ahri casi di rontu~ione. lutti ossenuti agli nrti. ~i notarono e:.le:'e ecchimosi rias•oruite in puco 1empn col llln'sal{~iu .
In tntti i casi le manipolazioni cnrative furono t•ominciate appenu gl'infermi venivano ricovera11 all'o~ pedala, :;o lo pt!l'Chù era pas:;alo quel primo periodo nel quale il 1nns~aggio i· controindica lo l n alcuni trattati si consiglia ver la contu-.ione, ~enz'altro. il mnss:tg~o;io; e parecchi lo iniJ·aprcntlono snltilo dopo h1 le-.ionP; ebhene: dalla pratica di altri ra~i curo1lÌ nnche all'mll.!r• meria ùel re~gimento, poss(l dire che vi sono nlcune l'outu~ioni , nt•lle r1uali in primo tempo nun ~i tullerano le m:lllipolazioni, e queste ~ono quelle nell~ quali yj è esagernto dolnre e l'emorm;.:m sollor.utan~>a non ;;.i è ant•orn limilntn: in qut'!-ti ca:;i l'nzione mecrnnica sarehhe Jannosis,irna. p1·odnrrehlu~ aumento dei dolori, imvediret.he l'nrre~to ,Jell'r'morragin provorando. di più. una note' oli'! infiammazione clf'lln partr:. \'olendo perciò adottare una cura cnnnmiente per le t'ontu.-ioni d'importanza (poicht' le lie\ i ~unri:-corw c•on poche frizioni ed noche senza l'aiuto dt>l mr.dico) r.i :-i può nttenere ai seguenti precelli: 1° Colmare Il dolore mediante la romprc,siune. iii'ÌJ'Il~o, In ronvronit:>nte posizione dell'arto e l'appliraziouP delln ve-
J~56
DEI.I.A TERAPIA. )IECCANICA E DEl. MASSAGGIO
!;Cica d:t j.;hiacr.io: nei ca~i ne' quali i dolort son('l forlissim1 SI può tlncllf• ricorrere aHa morfina. 2° Essendo pre.~enti nl momento della le,.ion~>, il principale còrupilo è quello d'impedire l'efTu;;ionP .;;an~ni~na nelle parli contuse mediante la rompres~iooe o 1:1 ,·escJca'dighiar.cio; però que::ro mezzo va adoperalo cautamente, poichi• non i> infrequente il caso di \'eder sor~ere la necros1 dei tegumenti ,·ontu"i. come ehhi a nota1·e pare~chi anni or sono in un ufli -
ciale; ;Jo Successi va monte si deve fayorire
il rias$orhimento
dello strava;;o. :'iPi cac;i ne' quali vi é mollo dolore, giova l'iO\iluppu idro· patito t•on fa,;ciature compt·es,;ive e la posizione e!evatn dt'l · t'arto: si possono anche adoperare gli astringenti. ce.~salj i dolur1 e l'irnLawma si de' e adoperare sollecitamente il ms~s !'iag,..,o colle ·ue •iiver;;e manipolazioot. Yi pos,nno peni e•~ere dei cru i net quaJi, per In \'MIIlà dell'ematoma, si teme neerosi, per compressione •lelle parti 'ici ne, n ::;i può ~viluppare la !1-uppnrazione ( poicJ.,., i germi produllori della marcia lrovnno proptzie condizioni rli .:'\i· lnppo nei littnidi alcalini stravasati): in queste condtzion1, colle precauzioni anti,;ettiche, st può incidere l'ematoma, si :tspltr· tano i te:~:;uti mot·tificati od i Jl'rumi sanguitrni: si pntti,·a il drf.nnp-gto, s1 ~nlUJ'a In fe,'Ìla e poi si applica una re~olare me dicatora Hnli•elltca (Pischcr) (1).
J.
Ematoma.
~elrospedale mìlitare di Firenze furono ricoveruti '2 ca:.i di eJTaloma. Io uno si tralta,·a di vasta racc:olla $an~i~n •• al disotto del ~··nn pelloraiP, in se~uilo a ferita da laglio ripor· (l) F1SC!I8Jl. :... ultrhuclt dtr Al!lfmtlllttl Cmrurqte FIO~h dtm h'lligrrt ~lt'"d
ptm kle dtr lVlssenscha(t, i887.
,
CON IUOCOtn'O DI .ALCU!Q CASI CLINICI
t !57
lata io doello: cicatrizzata la ferita per prima intenzione. si ootò al disotto dei mu,.coli una collezione di sangue della grandezza d'una melarancia: il collega, dottore f.andolfi, praticò 41 massal!~Ìo (frizione) e dopo tre giorni l'eotatoma era completamente ria~sorhito. Nell'altro caso :,Ì notò un'ematoma della grandezza di un UOt"O di tacchino nella horsa prepatellaredel ginocchio destro io ~eguito a caduta. l.'iofPrmo era stato rico\erato all'infermeria per 20 ~iorni, ed ivi eran" state praticate la cura eompr~ .:-ira e le spennellatur·e iorliche, ma senza ri:sultato. Dopo le prime ~edule di ma.-:'ag~io l'ematoma scompan-e: se non che la bor:;a mneo.-a che ave\ a perduta la sua elasticità rimaneva llosl!ia e pendente a,·,mti il :,!inocchio; allora si praticò il mas~ag;zio per altri 6- giorni assieme all'oso di una fasciatura com· pressiYa, e l'infermo )!U:tri completamente. •••tenleae.
Circa un terzo dei cn:;i curati col massaggio è rappresentato dallt> tlistorsi•1ni. Secondo le arLicnlazioni niTese. vanno cosi di,·ise: Arlicolazione tibio astragalea destra 8 rd. id. id sini~tra • 9 IJ. id. del ;:iooct·hio de:,lro 4 Id. id . itl. sinistrn Id. melacarpo falan~ea del pollice
Totnle
• 21)
Cir.:a la durala della cura i ehbero i seguenti risultati: in
.t casi si rerilicù la ~n:mgione in meno di t O giorni; in ì oun tardò ohre i 13 giorni. In ~ ca~i la cura durt't da 46 a !O giorni; in altri ~ oe furono necessari ~8; in 3 ca~i le mani-
12:i8
DRI.LA TERAPIA MECCA:'\'lCA fo: DEL 'IASSAGGJO
polazioni furono praticate do :lO u i.O giorni; in ~ il risult.tto fu negativo. ~ stata tanto vantata In cura del mn!isa~~io nelle distor·~ioni (s'intende per lo piil parlare delle distorsioni rieJI'articolnione tibio-tarsen) che alcuni divinarono l'abulizione dell'apparecchio inamovibile adoperatn nelle ~torte. Il Philippeaux assicura che le di'torsioni recenti e di lieve ;..'l·ndo 'en· gono ~oa rite qnn.,.i sempre in una ::eduta :;ola, e nt'i ,·asi gravi (senza lesione ossea) IJastino k al più 5 sedute, per· porttm~ l'ammalato allo sL~to di camminare. Gli autori francesi dicono quasi unnnimamenle clte colla pre$sione esercitala con tutta la fo!7.a del pollke c ripetotu ~ o 3 volte (t1crasPmmt o ma.~sagt {orcé), si sia in !;(rado di sbricciolare i grandi :~travasi che si presentano nelle distor~ioni, procurandone il rinssorbimento io 2 o 3 gior·ni: mentre con ahri metodi sono necessarie parecchie <~ettimane. Lo Schreiber ripCII'Ia che, dal consonante giudizio di tuili gli autori risulta cb e nella •!urn dPII:~ d i:.lor sione :;i ablJia una minore dural.l:l della m:-tlauia col massaggio che colla immobilizza~ione. Muller, medico militare tede,;co. ha composto uni\ statistica compnrativa per i ùue metodi ed è venuto alla .-egnente conclusione: l< colla immobilizzazione st ricbiederellhero 25 o 26 ,ttiorni, mentre col mas aggio ne basterebbero 9 11. Un simile buon r·isuhalo l'i ferisce MUIJcr in una relazione di casi curali nell'nrmnta francesc( 1882). Io, tenendo conto dei risultati ottenuti, non po:o. o essere tanto ottimistJL TI Fischer nel suo nuovo traltalo di patologia chiruygica nun divide l'opjnione di cut-are le distor·sioni solo col massaggio e consiglia prima l'apparecchio inges$ato per 3 o i settimane, in ):econdo tempo il massaggio e la cura de' movimeJlti pnssrvi. Io oon credo che tutte le distorsioni si debùano curare alla ste!\sa ma mera, poi eh è Te ne ~ono di di[ereniP grado P~pecie.
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CO~ IKSOCONTO DI ALCl'Nl CASI CLINICI
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Ve ne ba di quelle che ~i po~sono trattare solo col massa~~io e ahre nelle quali nna simile cura sarebbe dannosis~ima. Val 1:-~ pt•na di riaodare il meccanismo d'una distor~ione. l o o"ni articolazione o e--a~eraodo l'eìtenrsione normale de' capi articolari, (oelzinorchio e :?omilo con una e~ten~ione :-operiore a l ~o gradi). or~ero detenninando movimenti etero)f>~ hi. non eo~portnti dal meccani~mo dell'articolazione (in quelle n ginglimo cu11 i rno,·imenti di rotazione o di lat~rnlità )• .-j può pròdurre una di,.tor:.ione. In que~to easu ace.11le che i rapi articolnri mentre da un lato ~j an·icinano al puntu da fare ono 1li ipomoclio all'altro, dal lato oppo,;lo si allontanano fra loro, formando ro~i un aug"ln. nell'·t pertnra del quale ;;j trovano le parti molli fporzione della capsula, legantenti e tendini). che vengono stirate e di:-te:-;e :ti punto da poler,i lacerare o "trappare; mentre nell'apice le o~~a per l'attrito e per la ,·ioleD7.a del tranmn '-Ì puntellano otlnppo~giano l'una contro l'altra in modo che po~~ano contonder~i e letlersi le car·tilngini interartkolari od epilì!:arie. Durante il trauma. nel momento in cui le duE> o~~n cla un lato ,j allontanano fra loro (Bu--ch). la pre~sione atmosferica ~pinge fra lo spazin delle 2 ossa la capsula e le parli molli non di:;te~e: nel momento dopo, ..e l'azione ,Jeltranma ces:Sa o diminui.;ce, si chiude di nuom l"articolazioni' ed allora le piP~he della :.inoçiale spinte dalla pre,.~iotte dell'aria fra i r.npi articolari po.;;ono es$fre strozzate fra le o;;..a. I >iolenti dolori che :;~nono la di,tor"ione •ii pendono in parte dal forte stirarnenlu. elle hanno "-llbito i legamenti. i lendini e, per mezzo di t.!~;;i i muscoli; io parte ùa lacerazione e ~truzz:unenltJ delle pieghe della 'inoviale o da dislocazione •ielle cartilagini. Per la forte ùi,.tensione i tendini ed i legamenti po""ono e'>sere lnrerati o :-laccati dalla loro inserzione. Come quella che capita più frequente all'o:-~en·azione, merita oua :>peciale considerazione la di,IOr$ione delrarticolazionP.
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J>El.LA TERAPIA MECCA~ICA E DEl, \1.\SSAGGIO
dd pieùe. Perlo più da alcuni oon si dà importanza altrt~uma e si considera curne di poca eotitil; in ree e anche la più insignitìcanle distorsione può essere causa di ;.:r-nndi lesioni. Le diiTerenti n1rietà di distor~ioui rhe si possono verific.are nel l'articolazione L1ùio -a~trngalica si pos,ono mggl'uppare in 3 <:ate~orie:
1° Distor~io1tl! ron lacernzio11•' par:iale tl~lla cap.~ula o di IW lt•gntnl'iliiJ O dt' (e.~.•!llti pei'Ìarticolari, (OH /'ill'l'an/1' IWW'• fa:irme intra e peria1·ticolart'. - lo qoe~li 1:asi volendo il chirurgo ottenere una guarigiOne efficace, si deve proporre: l La 1·iconduzionc del piede alla posizione normale, poich~ geueralmente esso e de\'iaLo qnando v'è lacerazio n ~" di un lt:gameuto. ~o L'immohilizzazìone della parte con adatta la~c:ia tur'a (apparecchio inamnvibile). per procurare una perfetta ciralriu;azwne line<tre fra le parti I;Jcerate, .;enza l'mtermezzo di altro connellivo il qunle, allungando i le~amenli e la enpsula, non potrebbe che nuocere alla solidità dell'articolu1.iom!. 3" Toflo l'aJJpareahio, bisogna rimuovere q:ueiiP alterazioni .che sono tlo' ute sia al trauma clu~ alla pi'Oiunl-(ata i mmobilita {infiltrazione iotra e peria1·tirolare. ipotl·ofta de' muscoli. rigidita artir.olare}. naqueste ma11sime generali appare chiaro che la cura rnec cuuicu. 1\ indi..:al'\ solo nel :l., tempo, meulre nel l 0 lempo t>s~a è controindicala. ~l a può dar~1 il caso che per l'enorme tumef,tzione oJ ar11·he per· lo spostamento de' teocjini o delle pal'li lacerate non !>Ì possa ottenere la pe1·fettn riduzione del piede nella po~izione normale; .\llora è utih.:simo. mediante l'l/lf,•urflye e la lieve {ric~ ion (ogni 2 ore} promuo\'ere un attivo r·inssorhi men Lo della inlìllrazioue per procurnre la esatta riposizione ùelle parti ~po $lllte o la~erale ed applicare, quindi. un apparecchio inamoribile per 3 o 4- settimane; riiDO$SO j! quale. si de'e di nuo\o
CO~ RESOCO~ro flf -'LCU~I C-\SI CLINICI
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dar di mano alla cura meccanic<t In qne5to motlo ,j e\'Ìlà il ~~(l chP. fra le fibre legamento!:e lacerate si rnccolgn l'intiltrazione P si organizzi un nuovo lessuto connetti' o che allun~ando i le}!amenti, renda l'articolazione uo poco rilasciata. ?0 /Jistor~ioth con fo,.l•' ./t.~ww'orte tlt.i l~yammti ,_ .Ielltr. I'OJI!iUla, nnl rilt.c;ante tumc-fa:itm<'. -Nelle le~ioni di que..;ta c:~te.l!oria il chirnr:,!o ,.; propone: l" Il sollt>l'ito ria, ..orhimento dello ·tnn·a ..o: ?" Far ricuperare alla eap~ula ed ai lt:gr•menti il JJrimitiro luno d'ei~J.;;ticila che hanno perduto m ,·ansa dPlla tfi;ti>n:-;ione subita e ciel Yer-samento inll-articnlare. Alla prima intli·~ozione. pinllo~to cht• enl freùdo P l'Olia compre,,ione, ~i può oltempernre col ma>-.'-'lggio. Durante i primi ~ o .~ gionti _j fa r,:f/leutage e la frizione Oi;Oi ~ o !) ore: e fjuaodo si \'ede che con qne:'to non ,.; ottiene altro mi;.!lihl"llmento, -.i applica l':•pp:u·eccltiu innmo' ihiiP: tolto il quale (1lopo ~ o ~ -.ellimnne) ,j deve ricornint•iare la ~~ura meccanica come nel 1° ~aso. :lo J)i\tonJOiu con scarsa lllm1'Ja31ulle. litcc dolore e ptr{l'fla liiJerlli di 1110rimmt•. - Questi ca5i ~i pos;;ono curare "<llo col ma.ssa:!~io 11 :-i hanno ri,-ultnli -.plentlirli: sonu IJUC:-ti quei ,.a,i n~· CJUnli ,j ,·. men:no tanto ronto della cur.a mt•c· •:.ani,~a. Ne '~ll ca,.j curati, in ~ c:oltnnto si ehhe ~ito ne~ath·o. In uno ;;j traltn\·a di un .. oJdato tlel li• regj:. c:n-alleria ehe aYern già riportato nn nnno prima una tli5tot·sione gra\·P. al piene ~ini;;tro ( articolnzione tibia-tar,oea). della quale ern vuaritu. ~el m:~ggio 188i. nello sfilare in para la. mise lt• ,,e,,n piede iu fallo: ehl1e nn forte dolore alla medesima articolazione: qucqa tlh·enue tumida: al lato e,.terno si formò uo e-k,o ematoma; tuue l" ,.ofite cure ed 1l massaggio furoM ifltltili; ,.; manife:;tò pre.-tu una luller~olo;.i nrtirolare. t!
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OI!LI.A l KRA11 1A lltCCA!\ICA E DEl. "" ~SAGG I O
t·i usciti 'ani i teul.tll\·i di raschiatur~ de'te ..,uti ammalali, 11 du"è ,·enire atraruputuzione ;]ella gamb.t. Jo un nliro ca ·o ,j tralt:ml di di ..tor~ione cou lacerazione pnr1.iale ùal le~nmen1o latera! .. intemo del piede :.im~tro: •l ma•'•'"gto l" ima e gli npl'aretchi poi non dettero un bel ri .. olt.1to: l'infermo ~uari con nn a di:o:creta deformi la della articolazione. Furono que:-ti i ,ufi ~ ca ..i d'insucce:O,o: nel!li altri ~• ol · tenno una complctn ~uari.;iune . .\cciocchè però l:l cura rie:.ca si l'ichiedono alcune concuzit~ni. 1:1 prima delle •1uali è, the l'infermiere ma-;~aggiatore pratichi ltcuf• le manipolazioni e ,j mett.1 tnlla 1:! .. ua l.luona rvl11111à; poirhc il ma~sagl(io :.i può far bene a uno o doe antmalati di seguito e nun piu, e se invece lo si de,·e praticare a molti, l'infermiere i 'tancn e lo fa con poco zelo e ne:;sun risultato. In sec<mdu luogo l.t cura meccanica del"e essere ben dirtlta: una mano\ 1<1 cominciala fnor di luogo non :;t~lo puè e:.· -.ere danHo.-a, m:-t 't!n t' di perditempo. Co:.i appena tolta la fasciaiUra inamo,·i ltile al.:uoi colllinciano subito In cura de1 movimenti pa~'i'"i: rin nou è ,.mpre conforme alle rt!)COie. Hi111os,.o J'appareuhio . .;e ' i fo,. ..ero ancora de!!li infiltrnti periartieolari (eo•a elle 'i dimo,tra dal non poter -.olfeure io pie;a In pelle come nt:l laln <;ano t'd alla poett nppari.;ct>Oza de .;oJchi fnt i t~ndini ), hi..ozna pnma coll' impa,.wmento st.rictiolare e '"'o~liere td 'inlihr.tli. f:trl1 ria.;;urhire coll:'l fr• zione e poi ònr mnno nlltt ('UJ-:1 dA' mnvimenti alliYi e pa5-h i . Ridotta la pal"le ali•• -lato 011rmale non sempr~> i legamenti hanno ripr~.;a la loro ten;;inne e restslt>nza: il lessuw neoformalo fra le tihre lacerate pnt'1 dtstendersi, e noi \tltliamo spe:....o per il precuce n . .o dt>ll'arto riapparire ht tumefazione e ridivenire dolente.
COX RESOCONTO DI ALCUSI CASI CLINICI
l ~6:J
F. questo un doloroso accidente che hiso~na preven1re. pokhc non abbiamo alcun mezzo per pot€'r uc:t:orl'inre il lu· gameoto disteso o che, cicatrizzalo, ahbi<l cedulll • .\ t(ue~to :-copo .,j possono •t,.are le fa:-~'e el:tstiehe (le tJnnli pea·ll 'nno òi c.lifficile applicazione e non ;;empre ,; tollerano); ovvero i c.~ ILeltini eln~tici i quali mj semhrano i più aclatti. poicltr limitano i moYimenti de' piPdi ed i le)!amenti non vengono di't~>~i. aJTrellandosi cosi Iii :,:unri)lione . .A tulle que!'le pret~auzioni si tleve ngJ[iungt•r-e una caiUltora rumenieute con tacchi has~i ~?d nllacdata aot~riormente. fYii stivalini rnll'elastico non convengono a chi i• cuovalescellle di distorsione. poiché, sia nell'infil11rli che nel loglierli. sono ner. es~ari movimenta di estensione e llessione forzuta ed anche di lateralità. Per quanto una di,tor:;ione appaia lie\e es~n uon d•we •·:-· sere trA~curata potendo condurre a conseguenze gravissrme. l~ quali cosi si possono raassumet·e: l o Tumef'azaone cronica infiammatoria della parte ed impt!dimento Ji adoperare rarto come ~i desidera; ~ · nila~ciatezzn dell'articolazione per di .. tensioue della cap,.ula e de' le!!arnenti ~peeialmente nel piede e ginocchio; nei quali casi fa distot·5ione si ripro•lnce ;ul ugni occnsione e cull'u:su forzato s• può a,·ere fìnaneo una defur111il1t: :l• Rì~idità articolare t·on inlìhrazione de' te,,uti periarticol<~ri:
,s.• \ rtrnmeniogite croni~a; :;• Tubercolosi dell'articolazione. ;;e 'ennero colpiti indi' idui ne· quali erano latenti i ~ermi della tultercoJo,i: 6° In casi rarissimi (Stanley) può prodnr:-i una al'uta <:uppurazione delta articolazione collo ~viluppo di una osleomiPìite. Btmdeth riferisce che su 18 casi di amputazioni della
l ~6-i.
DII:LLA JE&APIA X!.CCA..'iiCA B DEL MASSAGGIO
éamba e"eguite nell' e~ercito frnnce~e tlur-.mte la pace1 tiO ca~i ne erll stato ~~u'a una ùi-tor,ione della articoluioae 1lel pieòP ( l). Bltrldltà artleelaft.
questo nome :-i .:omprendono molteplici lel'ioni di lli \ersa nntura le quali limitano la molulità d'una artieolaz.ione. l traumi delle articolazioni. i proce-•i infiammatori tlei te,;•uti peri-articolari, de' musr.oli, tendini o delle apone,·ro5i che pigliano auacco nelle\ iciunoze, le infiammazioni della sinoviale. l'immobilità prolungata di un arlo produeooo lc•-ioni differenti: (pro-ciuaamento della o:innria. rnggrinzamento, i~pe~simento. cicatrizza;Lione della cap•ula, neoformaliODP ronol'llh·ale intrarti,•.ì} re. qualche , ofta con formazione dì IP~~uto cartilngineo od o~~Po: iperpla~in del conneuivo sou,rutaoeo. mlilu-nzinne de le ·~uti molli peri-articolari) . Tutte •lue..;te alleraziuni pos-.ono dar lno:w alla limitazione tlP.'tnovimenti d'nna articol:.1.ione. In molti casi non è còmpito tanto facile p~r il meJico determinare la natura e l'c;)ten:-ione llella Je,-ione: -.pesso ~i vedono corlll'aUurc in«ignificanti, ma che Fono innmo~iltili, ed al ··ontrnrio, rigiri i là arti,·olari che hanno l'apparenza tlell'aochilosi os~M e "' la~ciano rimuovere con una certa faci lità. L'anarnne:-i Pd il prorf',-:() modw::o ·~he lta Jeterminnto la ri)liditit ci poo,;sono mellrn~ 'lllln drit111 ,·itl. In que•ta imperfezione bi,.ogna che il rnr-di1'o :-ia multo ri,erratu nella progno:-i, -:e non ntOie rno•ller'l al ri' •h io d'e:.sere "-mentito; poichè -olo la prati~, pur• dar e in riò Ilegli utili ammae..;tramenti. ~Oll•l
l) Ft<a~f!'fl - Op. dl.
C01( RBSOCONTO DI ALCUNI CASl Cl.lNICl
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Fra i 9 casi riportati nel quadro delle malallie curate, 7 sono rappresentati da rigidità at·ticolnri dipendenti da distorswne delle articolazioni tibiotar:;iche. rnrate colf' appa· recchio inamo"ibile. Di questi, 6 guarirono completamente~ l'altro in~ece migliorò al pumo dtl potere adoperar·~ bene il suo ano lasciando sper-are in tempo non lontano unn completa !(Uarigione. Gli altri 2 casi non appartengono a miLitari, ma pe1· In loro rarità meritnoo d'essere r·iferili. Giobbi :\n~elo, servo del colonnello dei reali carabinieri di Bologna. d'anni 48, cadde a terra e riportò la lussazione preglenoiden dell'omero ::.inistro ed nna forte contusione all'articolazione del pugno sinistro . .\.rendo dovuto immobili.zzare l'arlicolazione t~m~rt)·scapolare, non si potr iu p1·imo tempo curare coliJlassaggio laconlo$ioneal dorso del pugno; ~i svolse on' artrite traumatica in seguito alla quale si manifestò un esle:)O edema di Luna In mano e delle dita. Questa affezione \enne curata col mas~ggio. però al dissiparsi dell'edema e diminuendo le alterazioni che si notavano al dorso del pu~no. si rilevò ch" Lulle le articolazioni delle dita e1·ano ril-(ide .:: qunlunque mo,imento era doloroso e proùuce'a una seo<:azrone come di scricchiolio: Le dita, non essendo slnte fJUnto lese ùal u·nnma e goilendo esse di 1utta la loro funliune prima della 1mmohilizzazinne. s1 dovè ammertere che 1n questo caso era avvenuto il pr·o~c1ugamen1o delle ~inovmli. Fu inll"apr&a anche su <luelle arth:olat.ioni la cura del massaggio 8 dei mO\ÌIOeDtÌ passiVI, llOitamente alla r:ura dei bagnt caldi. Dopo ~ mesi il GioiJhi riu,;cm• n piegt\l'e le dita al punto da LO~car·e lu base delle emiuenze tenare ed ipoleuare Però true·te 1l1ta al mal tino erano come se fossero pareLit;he e bisognava adoperare i movimenti passi'ìi di fle:>sione e di e:;tensiooe per mellerle in istato di funzionare. ~el-
so
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O&IJ.A T&RAPIA MECCAl'II~A & DEL liiAS~'"GIO
l'e.:t,rtt• egli c "lalu in\'iato ;.Ila cura ler·male, l' ·-Ilo ill·lla qu.tlc io Luor·o anr.ora Il rom m. S . .A. in.:tl •nel e capfl tldiP {ert'O\ 1e mcrrdionalr :1a11111 or ~v uo, ~rùe ntln tla uu rnrrouintt, r·rporlti uua forte t'uutu,.iorH' t'Oli feritu lae••ra al ti Ilo anulare tlelln m.u1o de ..tra. La ft>rita .-1 luu,e. c l'.trtrite tr.tum.lliG.t che . . i "'' ol-e c(tnÒth~•· <~Ila ri;.;iditir ~enzn alcun rnu,imentn d, Ile .trtu:ol.tzroni (r'8 1.1 J• e f,t ~· P fm la ~· e la !J• falan,.:e. Il rlito en rimn IO iu un .tHeg~iam .. uto lepg~rmeute cuno, In -ua rr •idità pot IIIIJII'ilira l,, lilwra funzwue dfllln mauu ••u egli nnu ~nlo non J•Oteva ~tri11;ere O.!rielli piccoli. ma Oi•ppure rice~erli nella ur ruo poiclw t:nrlevann pt•r ,.rJ'rnternllr fra il mec.lin c l'nnularl!: n~· JHtle'a ··ulle e-tn•mitit di tult•• le dita lw"are 1n 'lu.dclte ptlltln la palru.r rli'll:! m:tno. Il tes,uto :>nllu cnt.10eo et t intillrdln .l puulo clte la pCIJl' 1 11 ,j :-.Oifev.t\11 in piu:,;a e~~e ndo uwlru Les.t. Il :-.i;;nor t'olonnello tntldico ra \. Tn~i con-.i~liò, P pel primo gli pr .ttiet'l ìl m......, 1...;oio. m~ CN~ndo·r c_Ji ·•·~e nl.tlo .la Fircnte mi cl!dt• la crrr .1. l.)uauc.lo j,. 'IIIUÌul'iai la t.:ur·a lllll•;~.:an~t•a. l'nnic·vl.r1.iuue fra J,, f.tl.tn:{'"'' .. l.t falau;;e aveva rilll'qubtalo rrrr mo' rmenlo dr pur..1 eulit.t. la pelle del flito non ·i pote·.rt ...IJ'It•var· 'u !'"';!' l'.trth·c•lar.inrll\ fra la 1• e ~· falange Cl'll a~solutamnnte 1111 muhile. Col m.trlellamcnto t! la friliune ,j arr. \o r··llll"'rl.' la pelle reJe\fJI\', l' intiltr.tztonc ,j diln~uò, ..,j form.trono dr 11110\'{1 lè st·umpaa·:<o preghe in t'IIITbpundenza delle ~ionture c tJUP....It> furono ridotte allu st.•to oor111ale. t:o11 Ilio\ inu•utr l'•''"'' 1 i curninciu n tleliPrc l _• hl n,:t', :-rlll.r priu1;1: mn t'lo riu~cenclo duloro;,o l'd e:isl!ndorni assicurato d11• l'artrt'tl· lnwllf! pnl"\ll redcr~. .Jielr< lt '"' " ir ..t ·•zroni fn co.)trtlllìl un,t ru.t •r.hinc11.1 coli.• tJII Uitl il dilo pule:>se e~st'r~ .1 (Jil<'IJ u pu•·o pie,.: tlll e IH•i J,td•lriualo. In qoc-.lo mollo ~• oltt•une un nolo'\ olt• pi'0 0rcsso e ,j guadagnò una limiLaln ~:;ten~ione. la
~O~ :tKSOCON [() DI AJ.CUSI CASI Cl.l:'\11:1 ~ Jfl,tle
l ~tì7
•rri\'llla a1l un certu puuto non anmenlaHt neppure
<i:«~ Ila Ot:l•'chin:t; evidentementr· ~-· er;•no delle
briglie ciratri-
J.iali cliP ÌlllfJetliv,llltl i' e,t;III':.Ìune O!:l~j.!ÌOrC dei capi artiCO·
lnri: mi ··un' insi d1~-> 'e111.a romperlc n viva for·za In c•nn• :.a· imrno(,jJizzatu In mano c la pri111a. falnn!.!e. io Ct!l't',IÌ di ''"fendere forzatam~nle la st1··on•la fnlangt•; nnn ~cti•·chioliu e la 'l'lblllÌOll~ dt?ll'ill!pet!I OICOIO :.npcmto mi fecero unertito che 10 fl.ll'lè l'ostacolu era 1 tntu: ,j fu 1111 pn•·o tlì •·eazione; il dito dhcnn,.. clul••nl~ e un pu' ;.!Oillio; fu interrotta la cura; si lerero i ha~ui freùdi; e finalmente. dopo dissipala l'ioiìnffilml7.ionc, ,j ript·t>.sr·la cu1·a 1ne•·cnuka. \nche h llc:isione. arrivata :ul uu t~erlu punto, non amueutam uepp11re col!u ma,.. hioa : con la lle--~ione fOI'laln io :;uperai andtll que~lu ostueolo ed il diw poti· piH,.;ar ...i .td angol., rl' t .. . \Ì fu uo poco dt rt"aziune che ...compane 1lopo pochi giol'lll. h· giurlk.ll vpptoiiUIIO clte ~lllt'....IO limite Iii n~·,.iune fo.,.. . e ~ullìcit"nte 111'1' dan• al dito lnle grnrlo di funziorw da poleJ· con•'orrere Cii mo' unenti •:alle altre •l ila: s'mterruppe Il m;h~a:.!!.!Ìo; ('nnsigliai :tll'ingegnere di ='tlì{UÌtan• le mannVI't! eolla lllarc hinett,, e di atlde:>trarsi n 'trio;;ere det cilindri e delle palle :;radatnmente piit piccole: la cura Ù•Jrò 6 ntesi. durame i 'IU.1li l'ammalalo tlimo~trò lllolla \Oionta eli \Oier ,.!IHH'Ìre, molli-,ima pazienza, 'enza ma1 \'ADire mono nella lìdo··ia della cura. lo hc> rivi::;tc• l'ammalalo ÙulJU 8 rnt>-i; :-e~uila sempre ad aùopemre la ma•·~h in a; tutti i giorni fa gli eset·cizi culle pnlle t> coi ci lindri, cd il .:uo dito si pÌt>J(a in lllu•lo t.: h· LnlLe le tlita sonza <:'forzo arrivano a loccare la palma della manu. Io nuguro a .:hi 1t.1 ~li niiHmtlaLi •l.l coru1e, d'imhatter.-i in rJuelli che ltaono una forzn di voloutà di \'ole1· gu:11·ire 4'offie iu J'eltùi :•d nmmil-:tre n~>l wrnm ...\. "e v'i· cura razionule pel' la l'i~iùilil urricolare es~a è la rllltft,~ rima:;l:l inutile; infntti, n,·eudo
l :!68
DELLA TERAPIA "ECCANICA E DEL MASSAGGIO
mPc,·aoic;l; solamente questa può rompere. schiacciare e far& rias~orhirt> gli antich1 es~udati. t:irca all'eslto della cura non
hs.;ogna mai lu.;ingnre ~~~ ammalali. specialmente se :.i tratta di le...ioni che esi·tono da noni· nelle recenti invece. e IJUand~ il .;oggeuo è ~iorane. ci '' può permettere una progno<~i com pletamente f:n-orevole. r na e-...;atla dia~nosi indica da 'e t es a il metodo da .;eguire nelle manipolazioni. Relati,nmente allo scopo che si prefi~!!e la cnra me~e.1nit•a, lu rigiditil articolari dì ditièreole natura (e::cluse quelle da conlnlllora dì muscoli P fa ·ce, ne' quali ca.'i vi è bisogno dt>lla chirur·~illl si pos:o.ono r·aga;ruppare nelle ~et.ruenli r·ategorit>: 1° .\lten1ziont nelle rtuali ... è soltanto la lesione dei legamenti e delln ,·apsula, r.on nt~oformnzione connl'llivale inu·:u·ticolare e Lf"~~u Lo d1 cicatrice; ~o R1gid1ta nelle qunli vi è infiltr·nzionP delle parli molli perinrt1cOiari. 3• Higidllà per neoforma~iooe carlilaginea f"d ossl'n n('ll'inlerno dell'arLicolazir,oe. La chirnrgin. medinnte l'<•:.teocla~tia, l'osteolomia. e la rec;<'zione, si occupa dell'ullima categoria, inYece la corn meccanicrt ~olo delle due prime. Com~ regole generali si po.;,.ono inrli,•;u e le seguenti: L La cura dere es~er.- intrapre.~.J quando non y'è alcun dolore nella parte lesa e nun .;i poNI ride;;tare l' infì:unmazione: fl. f)uandn r'è l'infillraziooe de' tessuti peri-arli~olari hi:.ogna prima coJI'impaslameoto ~colle frizinni flu: ria,.,orhirl' !!l'ìnfìltrati, e poi cominciare la cura dc' mO\ imenli pa,. · !'i\'i; poschè non si possono muovere i 1·api articolari qu11ndo i tessuti che circondnno l'nrli•·nlazione form:mo nn ammas~(} di hriglie eica tnziall ;
CON RESOCOXTO DI ALCUNI CASI CLI:'<ICC
n69
l IL r movimPoti pa!'sivi debbono essere faui gradatamente e senza scosse, e da p1·mcipio bisogna contentarsi solo d1 limitati movimenti: però se il medico e J'ammulato ro)!liono guadagnar tempo, e questi sia robu~;to ~ tolleri il dolore, lìn d.11 primo momento si pl}ssono intraprenrtere ener;;iei mm imenti passiri (Schreiber'. Oltre a quelli falli dal medico, .-j può farne eseguire degli altri ùallo stesso infermo, obiJiìg~mdolo ad e:-e~uire forzati IDO\'Ìmenti pa3siri di O~sione e Ui esteDSIOne, sollevare dei pesi (se lrattasi di rigidità nelle articolazioni de~li arti superio!'iJ o tli restare in una dala po~11.ione (se tralla.,.j ùi ai'Li inferiori). ~i possono inoltre far costruire macthine adatte ad ogni ral\O, onde potere misurare lo sforzo e farne la cun1 ~radnta mente; IV. Nell'eseguire l'impastamento d~~-fli inliltrati pr>riut·licolfll'i bisogna procedere metodicamente, facendo le m:lmpolazioni per reFioni, tenendo ben pt·esenle che nelle Hrundi :u·Lieolazioni in ogni seduta si potra esegul!'f~ l'impastamento di una ,ofa re~~ ione: \". La cura è certamente dolorosa per l'infermo. ma 111"ogna ~orregliare a che non rinasca l'infiammazione della pnrte, e bi:>ogoa so.spenderla ogni volla l!he que~ta dopo le manipolazioni, diventi calda o dolerlle permanentemente, o ri ,;ia \h o tlolore; VI. Anche ll'J<lndo non vi sono apparenti intìltmti periarticolari, prima d'iutraprenL1er·e i movimenti passh i, bi,.ogna "empre. per parecchie ,;edute, praticare l'impastamento e la fl'iztone dell'arlicòlazione. :'iella cura de' morimenli bisogna nndar·e goardinglli ed in principio Cftnlentar-si di movimenti minimi che non cagionino
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OHI~\ TER \PI.\ Mio;CC.o\:-;<ICA F. Jt~;L M.\S~AGGIO
clolon); in se~uito ci si !ipÌn!!e graòatamenle :1 mc., im~>nti piiJ .... ,e,i. Bi'o"O.t interr•llllpPre la cura appena l'iof ·tmo non tollt'ri piu lo manipola7.iont , pnirhc l'insot·!!erf> de' pror.e.~si lllfì.uumttnri porterel•lt~ In peniita rl~>' lteoefici t:1111seguiti e ,fnnm mag •inri. In m<1lti '',Jhi i· utile •'·~'gnire 1~> manipol.ll.ioni nel ha •no raldu c -ono l'n1.ione della dort:ia ,•.dùa (l). l.n •·um meci·tnica •lellll ri!itlita nrtieolare è li molla imp 1r taoza, althi,ogna c.li gra tul~> r.ircc"pezinrw: ~oprallntto non i tlt'\'e "' er fretln ed '\ nl!cc• .. al'ia una grand" pazienza c •la parte cltdl'ammalato e del medico. SlnodCe.
:'ion tutte le forme Iii nrtt·omeutn:,rile comportano la cura clel m:h!'a~"io. Fra q nelle rh e si ru·esentarnno llPI riparto. in li t':t!'i fu ndopP.rnl.l la ~~ura mercnnil'a; ne !!ll:tl'lrono completamen te :l ; tmo mi;.:linrò note.,.olmeult' erl u.:rt dali ospedale ..:ou ri~irli t à clelia articulnzion•· dPI !!inocch1o de ..tro ~Agli altri l casi, in ""o non si cht.e alcun mi~lior:unento. e n~>ll'nllro. srihtpp.ttasi la lnhere<Jio:>t dell'articolazione ;,' don! 1 ieorrerc nll'onmputnzione dell.t ··o,cia. [l temPQ ad lperato p•'r la wra non lu lllinot·e di 30 aiomi e non ::upet·ò i 511. T 3 ca'i "'' •1nali nun si ebhe h gn.u·i~ione. rnent•nn òi ih~Pri' riferiti. Frnnce ...dtelli Enri•·o. :-ulrlato ù··l t• fanteria, '<ltlendo rn piazza cl' anni. lt:tlt•· a terra col '.!iunrchio ,je tro t• si~' iluppo un:l -.i no' il~: 1lopo nn ru~'P. -.i t•nn,latò 1:'1 presenm 'd t un /tliUH!lt mlt '''•lfl!ltr tfOutll<' Il\ fi)Grmtr 8a!V.- (/J t!lstll IVoc/vnrctl., :'i. 3l, 11!7i).
(l) liiii"IS , .~oilt.<l.
CO~ RE50t,;!l~HO DI ALCU:\1 l:.-\ SI CLI~ICI
12i l
c·nrJHt moltile articolare dte fu estratto metli;lflll' l'in•·isinnA ,Jal rn:l,!!Jo:Ìor meilico ~~'. \'inni. Pcr:<i,le!ulo la --ino' ile. si pratirù l"imwultihu.nzicllle OH'· clinnte rappan•cchio Ì07e5:-alv. rlle fu rip~l• tlo per lten due \H) le: poi furono adopet·ati i 'esd~tnli, le friziuni iodidtt' P 1~:.~ canteriz7.aziuni tra-correnti ,pnza nlcun vnHtngj;ifl Pralicatn il rn:.ss.1~_gio ,j ouenne un mi!!liorJrneoto. pokht• tiiminui il \t.!f'.;amt:nlo ar&ir.olarc. Il Jlrance.-chPIIi ru Ili\ i:llo al depo--ito di COli\ a)to,c·enza eli \lrmteolin!to e di la ali• cura lt!IIU:dP.: nl eli lui l'itornu polPi cu-.tnt~ re cho In tumefazione olel ginocchifl -.i er;1 riprnd.,ttn al punto i 11 cui ~i lrovam primn di r.omincian! la t'lll'fl ùelwn~-;ag~ tn.
Cnvalera France:' 'O clPI 9~ 0 fanteria, l':ttlen,lo iu pinn 1 ll'n l'lni, riportò una conlusione al ginol'(·hio sinisll'll, in ~ej.(uito ulla •tualt' ::;i -<viluppò una sinoYÌft). .•"ion "'-~l'tHiovi "intomi rl'inli;~mmazioor:> fu pra&it'nlo il mn~~ag~io: ma dopo l Ogi111ui :-.i viùe che mentre l'e"'tlliato liqni1lo si ri:~,.,n•·l•iva, per:-i~lè\ a ttc!J';If·ticulazinne una tumefazione di ronl"istonz:t Jtlblosa. fu ~fl"JIC:-:1 la rnt~ e \POne fatta l' immnl•ilizzazion~> coll'npparecchin in.!e..:sato. rimo"'O il quale. ,j cnn,tntò che l'arlitola · ziun .... put· 111111 a•en1io alcun li tJilÌ(Io nell'interno, era dt>formnta~ in ~P~uitn .;.j manift>.;tarono de7,li a.;ce,,i f'E'I'iarlkol,u·i e .;;j re~e e\ideule la luherc.olosi dell'•u·tk.,Juzionf'. f:,,eodu riuscite mnf' lnlle h' nhra ctu·e -.j do"~ procedere all'nmputnzione della r•N'ia. 1\o,._i EugPni•• ~ohlato nel ?o reg~timentn i.• n&erh. em l'iru H•rntu aJI'O,fH11iale da12:.> npri!P IS~Iì. pere b.:· alletto tla -ilio VIle troltica tld ~innrrhìo Òel'lfO. ()uranle> la ~1111 JICI'Ill:IIJI'm:.l all'u~pE'Ùah• .;j erano :'Volti 3 oo;cessi Jlf>riartìcolnri uno de' ']Unii :~~port:ti unitamente alla rapsul:t (membrana piogenir.al dte l'i 11 \'O lgera: l'ari icolazionP. e m ùefonual '· tlolt·n lf', o,_n i tuo-
Df:I.LA T!RAPI-\ lfECCANIC\! O ~L li\S!; l& GIO "t mento. ,.ja auivo che pas~ivo, em impossibile e riu rh·a do -
lorosi:-.simo; la parta a re va tutto l'aspello di un gonartrorace e ··omd tale em ritenuto. Oopo praticate t11lte le cure ~o llte. l'infermo r·i!iutnvasi a qualsiasi allo opt~rativo. E:-rll era gia rirormato cla un anno, era priro di mezzi dt "ll"sistenza e nel "uu ..:o mune non ~:'bt•'' a un o:-pe•lnle chP poles:.~ a,.::.mnernelacura. Dall:i~ iu~ nolinoal3 1 1uglio I~Ri ru pralic:.to il mas,.tg;Iio (impastamento , marlt'llameolo e fn• zione): a poco a poco il ginocchio di\'onne meno do l t~ nto . dt· minui il ;.ronfi11re, i bernoccoli, dtt~ in qua e in là co~tituhn no la deformità. 'P trirnuo; il Rossi poti· appo~gi;u·e il piede a terra e camminare con una ...tampell;t; f'nrticolazinne 'lei gr noecbio cl iw nn~ le7.:,:ermente mohile -'•i no a poteria pieg:u·e un po•·o: poco bri'\'P tt>mpo il Ro.:si n.;ci dall'o,pedale cnn unn rigidilà articolare e cnmmioava. discr·elamenLe appoggian do~i ad un klslone. Que.sto fatto é riportato nello specrhio fr i mil.(liorati: ma '••m mente potrebltc. e:..scrP 'aiutato t·orne una puari;.;ione per le condizioni dell'infermo. li r~·t--•1 del Ro!ò i destò la mera\Ìrili.t ::.ia in me l>lt~:>~o che nei colleghi, i tJnah n e>ano potuto se~uire tutte le fas i clelia malattia l). ~egli alui ca:.i dr arlromeningrLe, ue' quali si otlerln<• la ~uarigiooe, ,j Lrall.t\'<1 di 'ÌOO\tlP tr-nnm llica nll'arta~ol.tztone di'l ginocchio; 10 e,.,,i non ,j eLLe a notare niente di ,tranrdillltrio. la cur 1 fu cominciata .;ernpre dopo ce,sato lo ~tndro d'inliammazi•Hie Ciù che ho espthlo r·i;.:uardo alle::.anovita oun Cll Non ràra.mrutn la tUIH•rr.olosi llrltcolaro ,, arrr~ta In qualiuJtJU" siJiclh>: le s r•oulru:a ru ~lnlggrtozaoo, 1.1 rap ul'l ,'rntlurbl" " puo avt>re uM ~nchliOàì od un'arlirol8lionc con limitati munmtntl • .Anrho IJU.tn<1o .,.astoov f\ICOfl i tu • hercolari nP' rapi artJr~l.rt, ~i J•u•, avere uua ~thlA del proce-w t\1 una JrUUI· glene relatln cou dl•ttlrbo della runz1ooeartlcolarc: pero oou ,j puo ~JICim dPIIil I(U.ln;rrone rlll! dopll IO o U :tnnl ~ fi'I<CRli:R, "l'· ctt.J. t'lei er1-n dul lt•• t pPrdò si deve a~Jif'ttarl' a •lare un ziodizìo, e &alo,, roo•1ire che ti ma•-ll!oUO ha giontn certamontt1 ad arrestare Il proc.: ~~~ morbo~.
t:O~ RESOCONTO DI ALCUSI CASI CU~ICI
t !i3
può avPre un peso efficace ne!ln ~t:~tistit'a . essendo i dati poco numerosi; però i risnltali si deLhono tener presenti n••' pro ~essi nrt.icoltlt·i cronici. Il ma:;~aggio può tentar,; i ~o! tanto nell'artromenin~itesiero,:;a, acuta e cronica; nella sin ovile hlenorrag•cae nelle alterazioni articolari che si "'filuppano in 'eguito :dia immohiliZ7.azione; si può sempre tentare. ma •·oo cautela. ne' pro~e5:-i cronici ~eJIP altre !'pPcie di .sino, i ti ed in quelle che si accumpagnano a suppurazione. o la lasciano temere, il massagj.!io deve el'c;ere proscrillo. Colla cura meccanica. c;pet•ialmente se la capsula :u·ticolare ,, ~ollorulanea , l'azione è esArcitnta diretlameute ..uiJe pareti capsulari: le incrostazioni fihrino'-e Yen:zooo :.tncca1e rlnlle pareti: icoa~uli si sbricciolano. l'infiltrm;ionecellulare che rende impermen hili le pareti della cap~ula et! occlude le ,·ie d'a,~or himento, si tlilegun; i Yasi linfatici che mellono Cl\po nlla .capsula medinnte In ricca rete vnsale sotto l'endott•lio diven~ono di nuovo per' i, ed~ po~~ihile il ria.~sorbimento di fJnelle parti che la cura meccanica ha :'hricciolaLo. rese lictuide e .;u:.ceuihili di e ..~ere assorbite. A ctue~to proposito il fischer si esprime nel modo seguente: u il wassa~gio, aumentando la diaperlesi delle c·ellule inlìlLrate. può contrilluire potentemente .al rias<:orbimento dell'essuùato intrarticolare • ( l ) l mo' intenti pa.;sivi accelerando in genere il•·ia.'-:-orhimeutn ·Coadiuvano la rura, la quale però è lunga e può dur.tre per settimane e mesi; quanto pii1 i· Hcchin la malatti.t. tnnto più la guarigione ~i farà aspettare. Le forme iperpla,tichc e le alterazioni cl1pcnùeoti dalla immobilizzazione prolungata ricb•edono l'irnpastamenlo, le forti frizioni ed i tno\ im~nti passivi. La t'Uri! t• poco doloro ..a r•·r l'ammalato. (li PJ•cRn, o p. o:.t.
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DF.I.U li'Ro\l'IA MECCA:'>ìCA E OU .XA"SAGGJO
Te adcn·a~lolte
Cllt'ar:tllilliere pre,.Cnl:l\"3 110 hetre~empio dt lelldO\' 1,!11111&
ert>pttnnte 1lelle ~uaine de!!li e~ten ori dtl pielie: tutte le enre "ohte furono inefficaci: anclH• il mn,.,az~io non deu~ al nn mi~lioramento, poiehè p.tre che questa forma sia io~u:~riltile lll\~C utLenni un ottimo n ultato in un casu 1lt tendonr.t· nile in :-.eguil«J a tr.unna. ~lt:nlre il Ct~llf~l alt> n. ,\l .• Cà\"alcaorio. allra\"er~3\1l una Ime di trammay, il ca\"nllo enfld.- dr quarto. ed t>..di rima,e piede ,jni,tro nellt 'tolfa: il IJHadrnpetle nel rialzar,.i 1111" ·ino il ~enemle. e.l il pietle compr•'~'o dal pPso del corpo !lei c •' .d lo s! rÌ:.1!ÌI1 ~1111" l'O la i e: il Ira urna fu _;r,n Ìs:>ÌIU11. JlOp(J .. 11111 t •li cnre ··~Il pr~scnl n a l'irH!•Ir!!o tli tnlle le !:'uame tendinP dor,ali, pian lari e ùel•·ollo del pieùe. sicclti• qu,.,,to era ingros~ato; i ,oichi fra i tendini r.ranu ..;corupar,i. la circonferent.a di'l ~ietlt>, collo 1ld pie le P quarto inferiore di'Ila g.tntll.l sJni::.lra er·:1 ùi :i centimetri ma...:...:iore dell'ar'ln :-.1110. Si cominciò coll'irnp:Humentu e la frizione: ed io ~5 ~edule ti pae 1e \"enne ridotto nl ,·rotnme norm.1le . Per,) la pellè r; le guaine l~>ndinec .. di,te-e ùall'io~or..!O che durara .la tanti (llf;'i. ,l\.t..i\'800 r,ef1dlll0 la loro eJa,.tieita, e fu nec~" trio .lpphc u-e un calzellirao eJa,tico, onde ~t-nere ,ta-ette quell" ~nrti fiancate. La "nari;iooc fu perfella. ed ora, dopo ~ m~i, il ... ,~nor ~enerale ha ... olo ti disturbo d: soffrire (1ualcht> dolor·e in o 'CJl'ÌOtlt' delle \arinzioni attno!'feriche. . nopo IJilantu si t\ dt>UO IIPIIn p trte g~>nerale è 11111111~ qua ripeter~ rome -.o lo l'azi,mt.: m~ceanica po,.... a ,brie ·iolnre. re n dere lil]uiJi gli e...:,udatt delle ,.:u.tioe :;ino\"ial". e come e,~a =-ola. su,.~idiatn dalla co-.trizione el.t;,lica, ~os"a fare ripi!!! i •• c alle delle p 11ti il tono cl'el:htidtà pe•·doto
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C:O!' Rl\SOCONTO Dl ALCUNI CASI C LI~J CI
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In questi c·asi, come in tutte le lf'3ioni Lranmatidle. hisognn r••minciare h1 rnra •1uaodo non ~i è piit infìmnmnzione e non ,j ,ja J•••ricolo di "nscitare processi suppuraiÌ\Ì: poicltP. .:p"'!'O ~·•mpan• L1 -.uppurazione in luo~hi dO\ P nui non \'Piliamo l*' ft•,.ion• che cuslituiscono la portu d'enlr:tln per i germi produnmti la 111111 eia, tu.• che dehhuno però e..;islere n nel luo~u :-les.:u Ilei trnnma. od in nltre parti che per ora sfuggono ni nn•tri mezzi cl'iudagine.
Il massa~-:gio velloe adoperalo in :3 ~~~,.j di pet·iostite: in ~ st lralla\'a di pl'ri11slile fibrosa. nell'altro di perio~til~ ussilkante. Erano state p1·atJcnte tutte lt• cu•·e solite. ma ,.enza all'un risultato: io :?0 sedute di massaggio ~u:u·irono cumpletamcnte i p1·imi due ca~i: il terzo migliorò al punlu l'llt> l'ammalato pu tevn camminare bene senza dolori e 50JlJHII'Inn: anche le fatiche militari: la tibia però 80iamente in que~t'ultimo non rhtcltui 4ò il _,uo \·olume llot·male: ed il perimeu·o dell'<lrh• ntburava in t:irconferenza un centimetro e me1.zo più dell'arti) ,;1(1•1.
\on u, tulte le forme di J.lt!r·iustite potr-e(Jhu aùope1·arsi il rn.b"•l;.:gin; e::;,o i· indicato nella fìhro;;a, scorbutica ed o~sifi r.nutP: è as ·olutamente controindirato nella perio~tite 'crofnlo:-.1, Luln~rcolnre cronica od acula. nell.l peri,lstite gommo . .a ,jfililiC3 e pnrulenta; poic}H\ in quest~ ullime, es~endo' i Leudeuza alla "uppnraziooe. questa :;nrehlte acct-leraln dalle manipolat.ioni. .\dlc prime invece. tt·auando:.i ,ultanlo d·iolìllrazione cellulare del periostio cou Lenùenza alla neoformazione l'Onnetlivale cHI i tessuto o:;,;eo,l'impastamento, il martellamento e la frizione. aumentando la diapede~i delle cellule inlìllrate. ngi~ctmo rne·· -
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U&I.L.\ TKR.\PIA 'I ECCANICA K DEL K.AS:H GGIO
(·:wicarnenle sullo ~lato di nutrizione generale del periostio. renrl11no più auivo il ricnmhio materiale, e si ottiene rapidamente rl rias!\or·h;mento della infiltro;~zione cellulare e della • neororrnazione del l'onneuh·o. 11 ma~,;aJl.::io deve e:;sere intrapre'o nel periodo io eui non vi ~~ dolore; poirfu\ non ~empre le manipolazioni sul pet·iostio rie,cono innocue.
In qne:;ti ultimi rempi t'• stata ··urata solamente col mas'a1i:.:io, e con htton ri,;ultnro, la rrallura del perone, e ~i vorrehlw ~~Lendt!re tjuestn cura anr.he alle frallure del radio e del cnhilo, ntl•lurendo per ra1-rione la f11r.ìlità dell'anchilosi della aJ'lit·oluzJOne del cubito A l'ipotrofia ennseJ.(uente all'applical.ione dell'uppnrecchio inarnovthilt•. Nel nosu·o ospetlale militare di Firenze fu r·icoyerato un giorou un soldato che pa~sP~l-(iando a\·eva riportato una di:-:tor.-ione d~>l piede ~ini,trn. La tumefatiooe era tanto c.ste,a ~·he in ne:>sun punto pote\a$i e'plorare l'estremo inferiore del perline; l'infermo non \Oie\·a :-lat-e a letto, s'al1.ara ~ eamminrn·a zoppi.-ando: ''era poco dolore; si so~pellò la frattura SO{)I'fiOlnlh:oJare ci~J perone, però si 3lo!giMnt'1 0"1lÌ giudizio Il qunn,lo ..,j ro~se dis,.ipata la lnmefazrone per praticar!! il ri ...contru delle o:-,.a. Si adoperò il massa!!!!io per l~ giorni: la tumefatione scompan-c ,. ,j constatò la f:-allnra tlel petone e a:? centimetri dal maiiPulo: non ,.i era alcuno i'(tO· :.tamento tii frarnrnentt: ~iccome l'intlividuo passe~giava continuantente. fu tlPCiso di applicar~li un apparecchto inge,;sato; t quandu fu tolto (tloro .tO ~odol'ni) ~i constatò la perfeun guarij.!iunt>. ~l t>nL1·e il mns'Hlo!.:io non produ ce alcun danno nella cura
CON RESOCONTO DI .UCU:SI <;ASl CLINICI
1~7i
delle frallure del perone, non potrebbe es,ere for'e corCinato da Lauto felice risullalo in quelle delle ossa dell'avaml1raccio: è . olu all'esperienza ed al futuro che deve e:-~ere rimar:dala la. -.oluziooe ciel quesito. l nvece il massaggio spiega tu Ila la sua Tirtù c:uratrke nelle alterazioni cl1e ac.:ompagnano la formazionE> del callo nelle frnllure c la protratta applicazione de)!E apparecchi. l calli deformi e \·oluminosi çeogono ridoui dal nlét-.sazgio. c l'ipotrofia dei muscoli immobilizzati o::cnmpan~ 10 hrcve tempo. In ~ casi di frattura {dell'omero e deJI,, cJ;mcola), ricorerati nel riparto chirurgico. potei cothtatnre come i calli fra due frammenti abhastanza irregolari, appena rimo:-;;;i gli app<lrecchi. col massa~gio diminuirono di volume ed a;;sunsero nnn fOI'ma reA"olare. L'ipotrofia poi si dissipl) 1n breve tempo. e dopo poco gl'infermi furono in gradn di ,,cJopcrMe le lo!'() membra. l nsomma la cura meccanica e,.ercitn la sua azione: 1• sulla it-regolarilil del ~a llo; 2° sugli infìltrali rhe circondano il posto della rr.ttlura: 3° sulla rigidità articolare od ipotrofìe con~e ~uenti. (..)uesLi casi rirhiedono tulla l'abilit i• del ma,;~nggi a lllJ·e; si de\'e arloperare rimpa>;tamenll) e la fritione; qnnlrhe volla t! nere:-sario adoperare il cilindro e il marlello: c. da ultimo sllnO indicati non solo i mo' iment i .t Ilh i e pa~sh·i, ma nnche i concentrici ed ec\'entrici dPila ~inna;;ticn ,\ t•èe-e. Paraft•••l .
Il caporale lnguimbert del l]i,.trctto wilit.•re di Bologna, d rea ~ me::.i 01 sono. mi si pre..P.ntò una mallinu n111 gnn f' parnfimosi: il ~lande era enormemente tumefnuo, lo .;lrozzaml'nto rileYanltssimo ed, e~sendo riu:.citi infrnlluo:-i i ripetuti tentalivi di riduzione forzata, avevo già pen sato allu im·i,.ione
ilello ..trozzamclllo, quando mi ltal('uò l'i,Iea di tenta~. turmipulaztoni, di far diminuire. il 'olomP del ghiande e puter pntticare In ridt11.1one. Allnra con delle friziunt e ptt'~"ioni ftlle .·oli,, punta dell~> dita dall'apice çersn ti !IQieò coronario, 111i riuscì di tc111are l'in~or)!o ~1 punto da ridurre l.t parnrìmo"i .-enzn nl ·una dillìcoltà Rimlhl •'u•i irnp rl:'~.; ionoto cial fallo. che mi propo 1 per l fi\\enire eli lìHJiare ~·•mpr~> que<to ulPtodo avanti di r•eor.rere ai mcai e~trem• 'iella rirint.ion~> forzata e rlella mct .ooe.
~oi ignot iam11 perfetlameute i ·an;;iameoti mulecolari t·he an ~ngonn nellt! fil11·e ner·vo~e ònrante le ne\ ralgie: parecchi autori amm .. ltono •'he iu r}lle,tc malauie ~i tratti proprio dt Dln ttk u tli fut·rua1.ioue di P.':;t11lati nella J!IIUÌO<l nervosa; ,1llli non :~ccNt.tno questa opinione t• Jlell:oano du' nelle rt>re neYrrtlgie 'i .~in f;olnmente un rau::intnPnto ml)let·olar~. I.aseiantlo imprc,.:iucltCilln 'llll'~ta disqui~izione teorica. bi· . . o~no pnr cOli\ enire che le~~~~ ral~iecoutro le •Juali riu>:rJroDO in~>rfìc:tci ;:li ordinnri mrni terapentici si !!io,·auo mulltssimo dt>llt curn mercani~. la quale . .ouo (jualunque forma. C(lmprimeudo, ~tirando. -'Chiacdando '" lihre nervose produce tali altemzioni meccaniche. determina tali fenomt>ni compie,, i ulla -eircolnzion,. f' nutrizwnc di"~'''· ·he la prima :~lterazione. s1a e"a \ erdmeute fnut•unale, in uua oe' ritc ud una forrun ana· lo!!rt, si dtle,:na. ProktbilmenlP l'a.tinue del ma'"3:!!!iO in questi -ca... i con-iste nell'ncrP.!ernre l'.tssorhimeot.• di quelli elementt e.-tranei che. mlìilrantln l,t ~nnioa th?no ...a. la c~mprimono e co ... titoi:.cono eo,j In le ione forHiameutaiP delle nenal~ie. L'nziono. meccani~ e-crciuua sulle mizliaia tli lihre terminali l''''lvoca in queste delle mtdilìcazioni troticht! ,. mole-
CO:-i RESOCO!"iTO DI A I.CrJ~I CASI t: LI~I Cl
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<;olari le quali ri::;algouo in via c,entriveta fìrw .ti cl'ntri neno:;i: ,j,·dtè in nlcune mabuie finora ~iodicatl' iw•uarihill (ata..;:;m ln~omot ri,•e progre~~ira, parali::;i ~pinalc dc' l•atnJ,jui) si può ::pPnH·~. ~e non una rompleta ~narigion". almf'nu un ritardo nP.I cor,;o fatale di e"~"· lli ... ugna premettere che in hllte le ueHal,t:iP -.i Ile' e primn fare pn-...ihilmPute la cura catF·ale. ~c· ~ C3:.i di :-ci.ttica tenuti in cura, e nei qunli lutti i soliti cornpcn'i tarapPutir.i interni ed esterni ernno riusciti inutili. ~; .-.t.he la ~ollecitn scomparsa Jdla ne\'rlll):in pantu.·ando la fri1.iunc e J'impa.-tamPulo profondo lun~n ìltlt'ow:;u dPIIu ~r,in tico e1l il martellamento "opt·a i punti <luloro-:i r:nntcmpor:tne:unente ::;i fece la cura de' moti alli vi e passh i, divj;;j per mu,·imenti, se•·ondo la funzione dei ~ruppi •le' muscoli. La cura tiu a·ù rirca ':?0 ~iorni in unn e ~:i nPII'nltt'n ammalato. Alln rur·n meccanica si rle.ve a:~rriv~re In distensione in t•ruenta del nervll .;ciali t'o pratirnla col solito rnetodo. r.iot": tuedinntP la fllrlala lles--ioneùella co~cia .;uiJ'ad•lome. teneu•lo l.r gamha ~tc-:a. I n 3 umciali io ho ouennlo 1111 ottimo ri~nl tato; uno anzi di es,..i il quale andan\ so~ge11o u ripetuti attacchi tli :;dutica. prntic:wa ùa :.:e "-te-:~u In di~tPn..;ion~> al rnininw arccnno del ritorno della ne' ralgia . Suno p:•ssnti:! auni ed P •li nra mi fa -apere cir(' 1100 e :;Lato più lornu.•ulalfl da' !'Uoi dolori. r,lunlruno potrebl1e o....Prvare che la •uari •ione nrrebhe JlOlnto nn·enire sponlaneamente anche 'en1.a In cura m~cca ni,a : t•iù avrebbe potuto 'erilicar.:i ronw "~~~'r••..;i'a spe~:;is simu: né voglio dir·e che il mns;aggio sia il rimt•diu ~icurn, IM .solo pos~o indicnrlo quale un mezzo 1li curarla h~nea· prPseute in ogni ca;;o .
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Ols'.Ll.A TBitAJ'lA IIICCA~ICA & DEL IIASSAGGIU
Ho a\ nle l'occa:.ione di curari! col massn~gio 5 easi di r..,. mati::mo muscolare, lornlizzatcl in 3 casi nei muscoli del col... in tuw in quelli dei lomLi ed io un altro nei mu~h della ~pulln destra. Col mnssag·•io {impastamt!nlo. martellameafOi e t·olla frizione), si ollenne nn gran miglioramento, dimiuzitJOe del tlolore :.in cl alla prima seduta, ed in ~giorni la c.ra era c·ompleta. Che t'O~>:t :>la c•on prer.1sione la miosite reumatica. noi ooa lo s;1 ppinmo; sieno le llllerazioni di natura infiammatoria o4 1nfPltHn (pro!Jahilmenle UDa infiltrazione del perimisio) et>rto è dte colla terapia meccanica siamo io grado di fare c·e~.-are i cloluri in una soln sedn tu; po1chr vetTeùùe co.~ a:;sorhita J'inliiLrnz10ne fnrmatnsi sollo l'influenza dellauusa morhosu. f)unndo siAmo rafTredalì ed abbiamo ~li arti indolenziti H weuiamo in nwvimento roo moti attivi e passi' i e cosi noi dbsipiamo i dolori. \tuili potreLbero dire che que' dolori reumatic•i $ODO sem· Jllici ne\ r-:dgie: c·iò può esser~> benissimo: anzi rlirò che io alcun i casi la dia:,roosi fra nen-algia e reumali~mo mu,.colare è. mollo difficile e puù aO'atiCJ1·e i migliori iog~ni; poichè, cnme dice il Senator, io alcune forme di reumatismo museo· lar<· ,.,j traua pila di un Ji:)turho nervo:\o che di una le·iooe iufìammatoria della sostanza del mm;eolo o del te,,.oto intermn;colare. ~el teumatic:mo dei muscoli. la frizione, i moti ,11ti\·i e pa~· sivi, --onn indicati~,imi; niente c.llaptac:mi e ripJbO clell'arlo, ma "olo mn.,,.,Jggio e movimenti. /
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CON RISOCO~TO DJ AI.CUNJ CASI Clll'CICI
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OaeraCite llltte•alare.
Fra le malattie d'occhio ho e•perimenlalo il mnssa~g•o m uo :-ol ca·o d'infìllrato c11roeale superficiale (cheratite lliue-
nulare). Un ammalato del riparto oftalmici (nell' o-;pedale di Bologna) presentava parerehie chiazze opache circo,criue delln •ornea sinistra. le quali coll'illuminazione laterale appnri\·ano come piccole prominenze sferiche d'un colore gri~io.mo: lo strato epiteliale era quasi iote!!ro: e eootemporaoente e,i:~teva un.'\ neoforrnazione pet·ieheratica tli vasi che aveva coperto circa 3 millimetri della circonferenza llella cornea. L'individuo era tli debole costituzione e presentava. t•1lle le manifestazioni del predominio del sistema linfatko. Fu prntic:\la la cura iodica e due volle nl giorno il mas~af(g io della cornea (frizioni lef.!~ere Circolari sulla pttlpPbra superiore nel punto dove corrisponde nlla c11rnea). Oopo dne edute mi anìdi che l'opacamento t•ra sen,tbilmente tiimìnuito; ~eguitui a p1·aticare il massaggio e dopo 8 ~itwni l'opacamento non era più risihile ad occhiu nudo; però coll'illnminnzinne obliqua si notavano del!~ r•ree meno rr.t:;parenli: rn cominuata la cura per altri !\ÌOrni e l'infermo u,.r, dall' o~pedale t•omplet.amenl~ guarito. E),:li leggeva henj.;,..irnu l'ultima ritta delle :;cale del Wecker. ment1 e in principio della malattia non vedeYa chiaramente alcuna lettem. lo po~,.e~TI?O altre osservazioni di r:hi ,-jmili curali io altro maniera e facendo anche oso de' iodici; non arendo ottenuto in alcuno un ri~ultato così rapido, debbo attribuire il buon e~ito al massaggio. il quale meccanitnmenle ha favorito il rias~orbimento di quell'in61trato -.upf'rficiale. Se io volesr-i riassumere quanto ho delLO sulla I.Jenefica in8J
DEl t.~ IBR.\PI' XECCA~ICA V. DEL llASSA(;t.IU
Ouenz' òd m.. ·sa.-' ,;o nelle dinm;e malattie. io non farei rhr• 1ifJOiere r1ò dw ho riferito nella parte ~eocrale di que.~to laHII'tl. l ri:-.ullati uttenuli nei p\whi ca.;i o•st>l'~ati. .-e unn !'OliO t.tti -.plendicli, ,ono però t.tli da giu~tilir.are l'import.mza r.he in rJue-.ti uhimi noni ha nssonto il dt>ltu metodo dJ cur.t t' da f.lr oa c:Pre la speranza che fra non mollo ne1 no"ll'l ospedali e depositi •lì c~onvnlt>scenza si fnl'it un giustn imp1e·•o deJ);, girw,t.;lt~t cr11 tlh·· ~della terap1a meccanica. ~~• rneravt;!:li• .... ~I<!Uihfll#nt.o IJalnCMt> (fiN. 'b"rzo!lhcheu lll••ler) a Bader.. IJ,'ld•·n "l nmmlra.nn tle.ld• •lur•eodl apnarf'('rlll meceanlel pellu ((it1ua~Ura curnttva e Jl~l m~~M!:",tio. SuA"gPriU tl.tl fliu eqtto r..ncetto del!~> roMhose coo•Uzlunl n cui npatarl', tl:~tll" , .... l'l'l'C'ISC nn•10nlthlologlche> e meceanl~ SORelle d.J piu arato ino;e~tno n~•lla esCO'..tiw•on<> d~l relatin me«aok:l ccng<>:rni, con I~P«I•I· appli~zt()llf! a l orni Allo me«..r:ani~o <.Jell'or)lani;ruo ed &J ptu dl"ersl n rt1 pan~tl di! loro berraiUe>uh, qu~tu .. ~· l "ITI: 11·lono uon SIJIO 11 cuno. o profano rll~ Il rontempla, non solo il povero ammalalo ehP spel"lln· zoso vi '' aer.osta. ma h nanco il medico illuminato eh~ no inlui<t"e e compreo•le Il 'ommo tuerllo, l'immenso \"3.1ore, Ll poW!tll et!lcad:l. Ks'' IJ•part!'Cchl aooo •t nali de;tmaU a rorr~'gere. ad altì\are, a rar ~olgere r.oo llt'u ~olatl " Còll~ol.tr gradnali e<4lrtltt alllci la M<!f'llÌ.l tll eerU museoU OtJ IIJIJIU'Jti mw.:ola.rl rll:o~enrrend a•t un dal n atto, aJ.l arePntrram l~ liberiA di eerL " lieolntoor,l"'r. \Itri R l'ero int.eu•lonu .t cor~l'lel'<' con Pthlll'i e;;erCI7J la nar.r.h,.un. l'inerzirl, a •11~rllne la vitalltil, n tlomare l:t rMl•tl'nz.• di cerU altri mntroll o.t ••o IAti o r.l!!' ~rupp ti In eonrorl"'nlf miU :ol ,.., ~ •l' u ecclllo; a ral· lentare. snodll't', rom ()'!l't. stretture>, adertnzc artìC<llarl, eee. ll'll t•t$l, llclle lc1c ,lUI>\IndaDlrnw con;!«;naLI' noi11 aprar•teelll prlle r.ure n'ln•t, val~tono a fiano rorm11 e natloa7r<>fiP alle approprlau ~stenu, rhe l'lo· dividuo de1·e da se 1lnetre eG:~ mPto lieì, gradll,ti e> rrm Gli arrarec:clu pella eura r•ullfca .sono mossi •lill vapore che luLli nulma i ml!lr<>rnsi ,, 'vnnatl,,iml dlstrihulll nel1•• nmple "''n rorowri, nei prhatl !!:tllmett1, neUr 1 l•dne dPIIo sta· bilìro~nto, ec:c.; e &tuPi>ce d.nvero lo o<o.err.~re come •JUe!t'aJ>JI.:lreuhlo con al· tt'rnt llnu1uali lmpol-i, <nergld ma tlolri, a. lt>ntll rmpuhtone otl a rapiti" ~COS3C, J•r<>\orhll' .,ten,looe. 111ello la fle.«tOOP, l'.allru J'atl<1ullnoe, •tu~ t'allro l'addnztone, 011 altro a v«~ la rotazione •ti uno n ph1 arti isolat&meute, l'ontempora· n<':\mt•nte, $0C('.('Ssivamcnt~. I!OC:.: come l'uno lll'lla ed "Stenda Cllfl nlt~rnt clelir.ati ma lrrMI~tlblli tollllm~nltll tronco, il collo,,,, c·.; eome un a1fr" ''"" tuttn 'crltl Imi L 1, M"t e lu O<C'illaztoru lotte rh" n<~11h• cm caralu•Jl! ondamlo al ple.:olo ()41 al mn trott.o, al ntoppo, e··r Il ma,iRg;,.'io '' è pure ~ltuato c ,,,uv tutte le aue forme tfrtt~oue,mantraggi& "'"Dlo lJlltrinllgtl, m;H1!lll mPnln,«c..) con mOCI:'lllta apparal.llnge;no~i,
ea.••
,.,..u··
CO'S RESOCONTO DI .UCU'il CASI CLINICI
1~83
<ha e:tre«iamonte rhpon•l•JUO al.-ari suoi ''""l•i, .. eo31 dlver~i d t poteni 6,fri!JLI· meutu applicare a tutto lo parU comun1111e conformate ll~ll'organlsmo. L11 cure elettrich<~u balneari completnno l IDAlll di cullo >Lihlilmento dl~poue. Il olott./.andber. dt Stocolma, f•rima, po;ct~ l'alluale dtrtltoM- dei Friedrldttl>lder, IW1110 ron omt.-om(ll!teo.za.unt. pìu rh~> rara., dato {SOmtll da S. A.I'Ar· dduea tli!Ja.Jeu, che al L• hl'i<'.a. sostituiti valctoJdill1.rlo attuale) &Ilo stabllimento IlM •vllup1 •o e.l nn conti MO lnt:remento ,Ja,·vero sorpr;m·lomtt, elle ~ta a riprova d~ll'enorme bene che dalla ter.1pia mllCcanlc" Hi puù attenllere,lflaecne ricetta annualmente più mkllal11 di m ola:ti d'ognlpll,ltlono e graduazlonr• sociale. A.U'httro si hanno, aoaluj{hi ed anch'l egualm~nto mndi·>SI, t.llversl stabiU· menti dJ tal gen~re. .... In ltalll o~><~U'I~: e l è per--lò ~b~ fa plu nluhrl e.l amene !Il 'litro~ ~ontrade, l'a" 1110 pl(l rlccu! e ~lluberrlrne no>tre non attirano elle scaNI
vi'lltatorl ..... l rleehl ammalati accommo a quelli esteri. Sto, ;tlmP,no pre~w i no~tri prinei1nt1 ~hhlllmenti balrteo-u mali, -<i f:u:e5YI Q\t tlel11• C•l38 (li slmll~ ... Sllmpianta,~ero altMnol l piit Aotopllel B plò efOeaM ·~ pm•eebi, quale bMedeto ~e oe potr~bbe lr.trre! Al po•tnlto non Il c~tto Il •lire chnla terapa~ meccanica • del massaggio 6 solo
d'l pochi anni eb~ h~ :\S.mntfl Il po~t'l ch" 111 e~mpete D"lla r.eupla g~~~~~~nle...... ::'fDI all'e•U.N 5I è git," d 1 tem;>.>, lnl.clolt•l Il CliDmin'l e lo si ~ ~·In 11111110 1181'c.lrtO. lh ool ~ scyoa.no ora solo l rnml lnranUH pas~l. NOI4 delln RtdadOIU.
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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA
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8111la .nr.cUo&rclla. - GR08 - (Deutsche Medicinìsclte w~ eMnschrtjl, N. 35, 1888). Menlt•e l'acceleramenlo del polso, la tachicarJia, tu abllamanca uno ;studio analogo per la condiz•one opposta, per tl rallentamento òol poi~ o la bradicarJia, come l'ha voluta de~ignare 11 Grob di cui riportiamo qui le osservazioni che sommano a tOO ed aJle quali egh a~iungt' altre 40 ralte da altri autori e sparse nella medica letteratura. Il sesso mascolino pare p1ù dell'altro :>O!!;go>l to a questa malaU1a dappoiché sopra 14<.1 casi, 131 appartengono ad uomini . Le eenlo osservazioni dell'autore ,..i po;;Fono ùistingue1·.. jn t• Bradicardia fltt1ologica 6 2" l•liopatica . . . . . . . . • . • 1 a· Smlomalica . . • • . . • . . . tt3 In quanlo al raUenlamento fisiologiCO, egli o~;serva che m alcuni uomini, anzi in intere fam1glìe si trova un polsiJ di 5() ballut.- al minuto senza che ~e ne veda turbata lfl salute~ La bradicardiA ora ~ permanf"nle ora trans.•toria. e si é ,.eduta manifestarsi con 30 c1 4() battute al minuto ~opra t~og gelt.i in cond11.toni d1 salute ùuone. Olsbansen c BloL fanno dip.,.nùere la bradi<'.ardia Ja un ab norme quantità di gra«"O nel sangue. Inoltre la bradicardia si manift~sta nel prolungato digiuno. La bradicardia idiopatiM accompagnata da l'li n tomi più o m••no gravi, di cefalee, dispnea, disturbi dJ CO!!Ci~'nza, Jeliquio. ecc., é assai rara. Grob accenna ad un ca~'>o e nella letleratura metlica toe ne trovano in!!erti uudici ca!--i. rJ pol"o può rl1$r.en· der~ fino a 10 o J2 battute per minuto. Per lo più tratta~i ~lanza sLudiata com!' infermtta lia molli clinici,
RJVlSTA JlEDICA
.di soggelli che banno OHI"Spas~ato i 50 anni. La bradìcardia idiopatica devè considet·tmsi come una nevrosi del cuore. La bradicardJa sintomatica è fenomeno molto piu rrequente. Le 93 osser vazioni di Grob possono a seconda della $erie ·della maJaLtia raggrupparsi nel modo seguente: 1' Reumatismo muscolare con 2i o11servazionL 2" Affezione dell'apparato respjratot•io con t osservazwne. ~ Affezione dell'apparato digert!nle con 10 osservazioni. 4' Affezione dei centri nervosi e dei nervi periferici co11 •6 osservazioni. s· Malatlle croniche mfeLLive e costituzionali con 9 o~Eer· -vuiooi. 6• Convalesceuza .li mo1·bi rebbrtli acuti con 4;1 os,.,er-vazioni.
T erapie. delle emorr&P• polmoD&rl. - (Deutsehe Merlici· nische WoeheMcr(ft, N. 35. '18881. Per la cura delle emol'ragie bronchiali e polmonari sono in vìgore tre metl)di. t'l'applicazione locale del freddo, degli Bstringer.ti e degli stitici; ~ nausE>anli, a•lassati\·1 e.l irritanti e~ter;1i ed evacuanti (sanguisughe, coppelle e salaslòo). Non -tutti quegli mezzi si mostrano sufficienti. Secondo Seitz l'ap· pli<"azione ciel freddo ha poco valore in quanto che la sua azione é trOpiJO supel'flc1ale, non si approfonda abbastanza. li salasso é cadut.o in discredito. e bene spesso é controindirat.o dalle <'ondizioni generali del paziente. Se1tz auunque 1'8ccomaoùa un mezzo cile è lult'aiLro che una novità, ma lo raccomanda percM cadut.o complel&mente nell'oblìo ~~?nza alcun motivo, mentre é di un effetto sicuro, e questo mezzo con=;isle nella legatura delle membra. Già esl"o e ra io voga fino dai tempi di lppocrate Pd era egualmente pl'econizzato da Grisoji!ono d• Gnido e eia Erasistrato. Furono conlrarii a 'Inasto metodo curativo Asclepiade e Scribonio, all'incontr·o CeLso At-eleo e Galeno ne fu1·ooo fautori. Quindi ~enne dimenticato. Ai nosLrt tempi il Traube per primo tent6 t•imelterlo in onore e dice parlando di esso me~ùo: non è diminuita sollant.o la quantità della massa lìquida
1.28ti
.RIHSJ..\
che affluisce al cuore ma •· anche dimmuiln L't•ffius--o di quelle !:ostanze clJe ~ono iu parte sllmoh natul'ah per i nervi cardiaci. in parle '"Cino allrett&nte condiziOYii di v1la p('r il muscolo cardiaco. ln base alle esperienze fatte allo f'COpo di coorertnare l'opinione di Tt'&ube) Seilz si associa inll!rameule alfe "edule di quest'ultimo e pet· far apprezzare anror p;ù il metodo della legatut·a delle membra conlr•o l'emorragia polmonar•t- S0:itz riporta due storie cliniche. In quanto al tecnicistno raccomanrla di applicare delle fasciP elastiche alle due coscie subilo ~opra le ginocchia il alle due braccia sulla porzione mediana. Sugli ultimi gtrl df fat>cia b1sogna esercitare una le~ gera cosll·izione; il polso della radiale Jeve per·cepirsi t:111a· ramenle. perché la fascia non deve impedire il cor!!'o dd sanl'\ue arleriOFO, allr1mtmli si ha l'effetto opposto a r1ue1lo che si cerra di ottenere; le fascia non devono reslarn m posto p1ù di Ire quarti d'ore, restando poi 1,1 lungo, l'edema che ne conseguita può esser caul'& di gpiaee,·oh arc.iùenli. Lo l:lcioghmento delle fascie deve operarsi fo.'I'&d~ttamen!e, possibilmente nel periodo d1 dieci minuti. Nei casi rrferitì l'emorragJa fu gra(!atamenle arrestala io poch1 miout1
Boomparsa delr11le••o pat.tl lare nell'oDaDiamo. - Prof. lJf'r Rl,NZJ. - lRioisfa cliniea e tu·apevtiea, luglio 18~8) Il rapporto fl•a l'onanigmo e la perdi t.& df'l l itlesso vatelJare è lanln p ù importante in quanto che il climco oltre a tale segno non ba ~pesso altro mezzo pt>r rkonoscere •1ue,ta dannosa a!Jiludine negli ammalati. Le modiflcazJoui d~>gli altri r1flesl'l1 nell'onanismo sono a<>!-ai meno costanti. D'altt·a parte anche in condizioni flsiologicb& vedonsi negli allri riffessi, specie io quello addominale, dlffeteoze notevolissime t: tali che rendono incerto il vlllor& semeiotìco delle stesse differenze in condizioni morlw~e. Sembra all'autore che il rapporto, che egli riconoblle fra l'onan.ismo e la mancanza del dfte!lso palellare, possa esser~ spiegato nel modo seguente: iJ centro dell'erezione si tro,·a .secondo Gollz ed Eckllrard nel midollo lombar• , ora sebbene
• •
O DI CA
128i
tal~ cenLro possA e""ere ~ccita&o in "'a cerebr11IP o p!<ichic.a
ed 111 ''Ì& automatica, pur·e negli onani..li é tWJdentemcnte me"W in &Lione pet· via centripeL8 dal ner vo puderulo, che appa r tiene al ple..'lso lombare t>.d ha la p1ù ><tretl8 comunanza ùi ot·i~tin~ coi ncrn tlèstiuah al r •llest'O patellar~. Indebolito pet·c•ò il tnidollo lombure per vizw •lell'onamsmo, st trove· rebbe paralizzat.o nel JUt:ldesim•J m!dollo il·~entro ercito- molore ! el ritlt",so del ginoccluo.
81alla peroesloae 4el •aoao 41 aa 41apuoa appUoato al lllUOellare laterlore e na appUoasloae alla 41acDH1 4elle malattie 4ecU onoold: - ~ota preventivtt del dc,u. MASI:-.11. - (Bollettinodt.:lle malattie .Jf'/l'oreccldo, della gola e del naso, t• luglio, tR~;,'). Nell'e"PA"IIll"<' alcune ricm·che ll"ioltlgiche " <'hmche ~ulla laleral•zzozionP. del :-uono del ù1apason •;ertex trenomeno di Webcr) l'autore "'' avvide eh~ appoggiando un d;ppason m vibrazione ~ul ma.'-cellare inferiore. pre~t;.o e poco nelluo~o di emergenza della branca d ..l lrigemino, il -.uono in,·ece d• sentir:-i indi"lintomente (cvme a·.·viene pt>l diar.aMn ,·erte x) dai due orecchi, o come parrebbe supponibile cltlll'orerchto più '·icino, ~i s.:ente in,·ece tiall' oNH~chlo opposto e molto
sa
r mf.,rzato. Sr•rpreso per tJUe~to nuo' o fenomeno abbastanza stra !lo
l'uulort• iniziò una '-erie di o!<"enozioui dalle quuli cle!dul'~e l~ c:eguenli le!.!I!Ì <'U "Ianti: L Applicando il chapac;on al maseellnre inrerìoro> al punto di erner~enza della :1• b1-nnca del lri,.remmo il "tlono :;i ~ente dal lato incrociotu. 2. Se ~· chiude, per e~empio, con un dito uno Jei eonùotlt udlllvt 11 suono ,.., ~nlt> ~mprt> dalla parte otlU!'oL8, Laulo che il diapason sia spJ,JiCttlo da un IalO da>! dall'altro, pt~rò si ~ente mollo piu forte 11uando i'-. posto dal lato 111crociato. 3. Ad a mbedue gli orecchi chiusi il "liOJJO rJm(me incr·o· cisto P non subjo.-t~ vsr•az•oni. i. S:z·~~•~en•ì•J fo•·t ... menle le moscL•ile ruua cuuiJ-o l'altra
f'l88
RIVlSU
11 suono diventa mdt"lmto, nè si :>8 bene apprezzare ae • senta piu da un lato che dall'altro. C1rra pf\i 11 Ila cau,;a per cui "'i produce questo fenomeno. c.ioe !'le an-en~ra per la via del n~>rvo mascellare, o pv tresmiQsione o~tm. o in allro 111odo, le et;perienze finora eaeguJle e di cui <:J f11 4!ennO m que:.la nota preventiva noa ~ono ~ufficienll a dare una spie~o:azione scienUfica e razionale. A ncbe gli e~ parimenti clinici furono fatta sopra un numero non troppo nole\'ole di ammalaLi 37); é quiudi probabile che pro eguenJo le indagini sopra un numet·o mollo maggiore di malatlte auricolari, le seguenti concJu;.ioni alle quali rau• torc crede di e'"ere ardvaw, pos,.ano luUavia essere in parl,. modificate: 1• ~··Ile affezioni della luba eu:"tachiana e d!!l condotto u1lil1W• e.s!t!rno il uono ..i semP sempre rinforzalll dal Jato cbiuc:o o più chiu«o, sia dal lato diretto che incroc1aLo, perO più forLe da que t'ulLimo Ialo. 2· Nelle Jnalallfe della Ctf!'i!'la del lmlpano, senza compertectp&ztone dell'acu lico ~i ~n Le sempre Jallato diret.to, anCONI che un Ialo sta p1ù malato dell'altro. { La C8!'1S8 del timpano di un l"Oio orecchio non potè e~scre ~tudiata per maa• cam.a di ca~i) . 3" Nelle malalUP òella ca~"8 con ìpere«Le,ta dell'aeustioo, o nell'apere...tesia enza affeziono delh~o cassa, il :-uono tanto incrocmlo che dirPtlo st senle c.lttl lato ipere.'-lelìeo, ma c:osl ftlrle dal lato mcroclato che qualche ammalalo dice di non pnlerlo ~oppnrlare. _.. ~elle rnAialtie dell'orecchan inl• rno, alomH od atrolla dcll'acu~tico, con o "enza part.,ctpazaone della ca"sa la percezione del t!UOno incrocia \Cl è abolita, menlrt! dura •1ualehe volta :..ebbene deooltl",;imo il suono diretto.
MED1CA
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S ul valore cU.apolltioo 4ell'uooltastoue .t.toMoptoa della perou•loue. - DE DoMJNtCIS. - (RirJi8la clinica e Terapeutièa, settembre 1888. N. 9). L'autore J'uerisce la sloria di molli casi clinici nei quali ha potuto otLenere dei risultati mollo posil.ivi pronunziando dei giudizii diagnoslil'i esattissimi per mezzo della ascoltazit•ne 'Sletoscopica della percussione, e ciò allo c;copo di far rilevare quanto ingiusto sia l'abbandono a cui si è condannato {{Uesto metodo proposto da Camman e Clareke di NewYork, e richiamato in onore pochi anni or sono dal Bitlnchi dJ Fit•enze. A.!la casuistica susseguono delle com:idei·azioni sul modo di eseguire l'esame e sulle l~tl'i fisiche ed anatomiche su cui è fondalo il crilerio cbe se ne vuole ricAvare. e si formulano l'la ultimo le segue•1li nof'me sul modo di ~tio "''ar~<i di questo mezzo di silneiotics fisica per delimitare le aje degli organi contenuti nelle cavità. t• Bisogna avere uno stetoscopio che possa essere applicato senza impegnare le manj dell'osservatore, le quali debbono es~<ere libere per poter e::ocguire la pet•cuss•oue , O'\ vero bisogna avere uno strumeuto che faccia ad un tempo da plessimetro e da martello, cosi che per adopt•arlo basti una $Ola mano. Finora però non è riescJto all'autore dJ ~vere da nPssun meccanico uno su-umento ehe risponda a quesli dali; asserisce peraHro che s1 presta bene lo stelo!icopio bioauricolure che resta da sè fisso agli flrecc.hi e che può el>:::ere tenuto dall'~tromalato stesso. 2' Bisogna tenerlo bene applicato alla pareto toracica e con un padiglione molto piccolo, ma senza cagiouare dolore all'itl rercno. a• La percussione !'Il esegue o con le dita, c, con p1ccolo plessimetro e martello, ma c.;on colpo secco e sicuro, e deve per·corrersi tuha la estensione dove si pet•cepiscono vibrazioni sonore omogenee, siano più o meno forti, tanto dal centro alla periferia, quanto dalla periferia al centro 4' Si segneranno e~allamente due punti principali, uno dovt> la sonoJ"ità comincia a perdere di intensità rimanendo ~mogenea; e raltro dove la sonorità cangia affatto di è8J"al-
L !IO
lUYIS l \ fil DI C.\
l~re. Dal primo punto al "econdo ~~ ha l'aja coperta dell'organo; nel secondo il conllne 8'- oluto dell'organo. l n conclu«ion~, d1etro molle e ripe tnt~ os<=ervazioni l'autore può atftwmare che facendol'i con accuratezza l'a"'oolt&z•one SLeloscop•ca della pert·uct~ioue, quectto mezzo dr e,:ame può, ~alvo eccezioor, rieseit·e a ben fletr·rmmare le &rlo'e .lAI.'!Ii ol'· gAni e i loro conflui, c;opr·altutto in quei CS!Si ne1 I'Jil&li ciò è lmp<> ... sibile con la percu<~ctione ot•ùinal'ia.
HIVlSTA CHIHURGIGA Sopra l metocU e le ID4louf.oD1 4eUa oardlooented. Zf;RNf.R. ( Wiener Med. Wochenseh., N. 38. l h$}. L'ope1·azione della puntu1·a d~l r.uore falla allo scupo dr alleviare le !>Otferenze prodotte da una soverchia ,JJlalazJone e replezionE:> del cuore é al•ruanto in votzu negli Stat, Uniti ÙO\'+< .! rnolto più apprezzata chi'! in lnghilterJ•a ·' nt-1 ronli· nl'nle .. uropeo: ed alcun• e"'1t1 fehci J:iustiflcberebbero que!'lta .. irnpatia dei chirurgh1 amerieam per tsle atlo operahvo. G1é il dott. Bruhl fin dal 1887 in una "erie ti' articoli lraltò de1 favorevoli r1~ullati di questa operazione, ne delòc ri~!lle 11 tecnici~mo e ne additò le llldi<'azioni Che le rerit<> del cuore sieno meno terribili di quanto generalm~>nle ~i è creduto fin ad ora è d1mostrato da molti ratti accidentali. Per esempio all'o!< pedale della Carità in una autop~ia si rinvenne un ago imp1ontato nel cuore e colla punta lib(:l'8 in un venlricolo ~eoza cl1e la sua pre~enza & 'c--se dato ma1 alcuna moll:stia all'indiVJtluo duranl~> In vita. CallenJer de<>crisse un caso nelquRle l'unico ~intoma pale<>e erlf un po· di ilolor punlor io laterale ed anche in quel caso tratta· vos1 di un ago infitto nel cuore. In alcuni cas• in cui .. , er a venuh alla paracentes1 del pericardio allo s<.'opo di evacuarne dei h'luidi di cui si era diagnosticata la presenza, la punto
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<lei trequaJ h a,·eva lraf8l;"ato 11 cuore ~enza t•rodurre altro eflHio l'h e un I!Ovraeccilamenlo dt Jl'altivirè cardiaca. Perciò "'el'ltbrosk, Leur ed altri (;erçarono di uMre delle puntur·e del cuorP. a "COpo lerapeut•Cl), me incontrarono delle diftlcoltà, prima di lulte ia mAncanza oi pt·ecise inòicazwui e le imperfette cono~cenze dell~ condiziOni che possono !!."!<•·re favorevoli alla buona riuscita dell'op,et•aziont-. Ora eoi !;a che que::;l.o meto.lo è nlluabile itr ·{U61 ca"i in cu1 !<i ~ rall.a rapirlamcnl•' una eccessiva distPn~ione del cuore senza pree<:istt-nle all'ezion .. '·ah"olare. spe··ialml·rrle ,Jove ri~ulta in maè· <:imo ~t·atlo cr•mprome5sa la l'ircolazior;e, come per esempio ancb~ 11ella rapida rt>plezioue della pCllrnoua!e con pa1·ali,.i vasomotorìe, nrcrh alcoolisti oppure uegli ind1vidur molto deperiti e in iqlato di r.olla<:"o. Bruhl ml·ntioun un ca!:lo di polmorute ddl'apice pulmonale ole<:.lr<• iu;:;orta rapidarn ...nte con debolt·zza di cuorP; al quinto g:nrno ti paziente era in uoo <~Ialo a~~ ai crili~'o, e per ~ollrargh un po' di '<angue fu pratu:ata la puntura del venlricolu 1le,.lro, tna l'op~razionP fu e!'eguita con un ago troppo fine: non ;:;j rn~tml'e!:<lal'ono <:iJIlomi né buoni nè cattivi. ma la walaUia tlnì colla morle. Soltanto traccia <11 sanj..'Ue st C'on.,.~uò nel pt>rirar·dio, nella "O<:tanla del cuore e ne.l'endo··at>dio, però non ,i potè rrl~ varnP alcun "C!lno di l'el'ita. l casi di ,rran,Je di!>len~ione del ·uore "enza es.,udnto perJcardico non !!l 1 osson•1 "empre lacilmentf~ d1~linguere <la •tuelli nccompa~nali da essudato, eccello d cn::o rhe si ;;ia potuto .!"P~uire lA. ma!allia p~>t' tullo ill- UO decor'<o. Per l"lat.tlire •JUe~ la di,tinzione si deve aver· prcs<>ute per• rt>gola che l'aumt>utalu l'luperflcle otlu!-'a appartenente ad uno stra \'OSO presPIIIala forma di un lrian~olo irregolare colla base in b&S!'O, mentt'P. nella S('mplice drlatazione l)ll.,sta superficie è p;u tondPggiaule, colle parli JIÙ larghe nel m~ao; oltre a ciò in •tucst'ullimo caso la ciano"'· il sen~o d'ambe"cia e l'ìnrur,,ameuto dell~> ca1·ti1agini cof'.U\Ii ell'innenzi, ~ono più accentuati che nel primo C8':'0. Pu1• Lutlevia l"i òieJero caqi di pum.ione inll·apt·e~a per alt.•gP.rire i ~inlomi deliA pericarJite ma realmenle pralirata n~>lla soslanz.a dt>l ruore dilatato e con t'avot·evole I'Ì· sultato. E .. ans l'iferisce più ca~i eli que!<tO ~t!nere. Il lrequet ti
ru dAl dott.. Hulk p:anlalo llt'l quarto spazio mtercostale ... ni.,lro dillco ... to all'mcirca mezzo pollice dal margine 1!\ernale; ne usci in gran cop1a satH?ue veaoc:o, lo ~trumenlo ru subito ritirato. La dispnea del paziente la quale era gravissima ~comparve alfatlo e gh allr1 smtom1 "l m1ti~tArono. Dopo 1' ~iorni 11 malato mori ed all' autop!'ia ,.,j tro\'6 cuore assaa ipertroflco, pr:i\·o dì o~oi lraccJa di ferila la quale 1110lto probabilmente era -;lata falla nPI de .. tro venlricoto. l n riguardo al lt>enicic:mo !eli'operazione, le esperienu falle Cl msegnano che st debba c:ce$tli<•re un ago Alquanto lun~o e la punz10ne <tebbtl ~segUJrst asl-ai t·apidamente onde impedire Ja rormaz1one da coaguh nel cuor . Se l'ego è mlrodolto nell'or.>cchietla "i ottiene una forza e ... puJ,ivat\lquanto dPI!ole e bisogna aiuLat-e l'u<:cila del "'8DilU" .-.on una letrjrera «I'ZÌOne aJIO "C0p0 cJ'ìmpedit•e per quanto ctj pUÒ l'1ngTe8SO dell'ar1a. l paziente de,·e ~iacere !>upino a !ello, colla test11 rial:utla da un cuctcino. Il ~;antag,.tiO Iella puntura nel destro v .. ntricolo è che lo ferila qua"Ì ~rcuramente '"iene chiusa in fMzo dcii~ contrarioni del mu<>colo Cflrdiaco c ~.:osi reeta evrtal• 11 pericolo ùi una emorr&Q'I& nel pericerdio. Ma l'orec· chiP:ta destra è piu facilmente ac~essibilt> e pet"Ciò es!a v~& ne prererJta al v4'ntrKOI• nella punzione da praticars1. Per eolpirla c;icuramentc 11 tnlfdior punto da ... ce~liere per la inlt·oduzione d~ll'a!!o lrovasi nel terzo ~~azio anterco:>lale de· siro io vicinanza del mAr~me dPllo ~terno e questo puuto t1·ovns1 abl,eslanLa ·nei no alla linea medrana pet'Chè tlra e,j. tara con racilìlà l'arterta e la "ena mammaria mterna e abba,tsnza in bac;so per e,·rtare u ve:1a ca,·a sup!:riore ed ab· ba.,tauza allo, per e,·itare di rcrire al <>etto ouricuJo.venLrrcolere, la valvola lricuc;l ide o l'arteria coronaria, la quale ullrma Je:;ione può &;;!"ere caus~ d1 emorragifl mortale. Per la pur17.1one ciel venlr1colo destro il punto p1ù adatto da sce.:lier--i per un cuor• n~.rmaltJ dovrebbe 6!:'Sere l'e:otremilà steroale del quarto o quinto <>patlo mterco..taJe -ini;~tro. Quando vi l'l dilalazinne 10P,.fo punto Adt <;alito co!'i spostato
ver"o destra che porrebbe do\'er,.l cercare il ventricolo al corrispondente spaz10 mtercoslal,.. d1 de<~lra. Qu;jluuque l!ia la cavità elle " \Uol colpire;, t tmportanl~ avvertenza eh rt-
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tira~ c•on
grande preslena l'ago onde imJledire la coa~u. !azione del sangue. Psrrebl>e d1ffict~e il caso di colpir e l'aorta invece del ventricolo, put·e una volta l'aor~a restò punta in que!'lta. operazione. Per ò ùeve~i ritenere questoacctdente as!'lai improbabile. L'arlerra polmonare non fu mai colpita La ferita del cuore s1 cniude quasi lmmedJalamtnL~. e lo l;travaso sanguigno nel perìcardo e qua"i n~llo Se le parPti del cuori' ~ono molto indebolite per soverchia ùi-.to>n!'lione, lo strava"'o perica rdico puo assumere maggiori proporzioni. L'ope ra..:ione può esser·e utilizzata C'Ome un' metodo ùel :"a1&"!'10, Ilei quale melQ,Jo poh·ebbe sor srere l'indicazione fiuanJo il !!alas!'lo alle ,.e11e periferiche fos~ diventato impossrbile ed il pericolo della asistolia "i ros:se ratto minaccioso in seguito ad eccessiva conge~tione del circolo polmonare. In tal ca5o la canliocP-ntesi può esser~ il solo mezzo di -.al\'ezza , mentre il salosso ad un'arteria a'·rebbe uo effetto molto minor•e. Mfl astrazione faUa dal beneficio della sottr·aziotte di sangu~. non vi ha alcun dubbto che l'operaztone ~le~t~a pet· eé sola af.;i~ce "UI cuore come un eccitante meccanico alla guisa ùell'a~ropunlura che con succe<::so si a.Jopra in casi dì lroppo prolnu ~ato "pasm•· ca rdiaco m ac.ce ..c.i epilellici oppure in C8"0 tfi paralisi cardiara in fle~uìto a d applicaztone di ane~tPtico. E co"'f forse ~arebbP giu;;tifìcata l'idea ùt Bruhl, che cio& l'operazione sia meno pericolosa di quello che comunemente si crede e che la puntur•n del ,!estro veulricolo (preferibile a •1uello dell'orecchiella) "Ì8 tla praticar-.j con fidu'!i& e."sencio a "'uo parere una operazione che in certi momenti può costituire una vera ri ..or!a flt'l' il ;;uo òuplice effello di menomare la massa del ~angue e dt servire tl'eccitamenlo al rnuscolo CI.U'òtaco mmacciato di paralisi. Iodotormlo ed eritdpel& - L. FH&Y - ( Vie11er .M ed. /'res~e, N. 4'1 e ~l() e ( tntralb. fur Cltir.. !'\. 17, 18&!). Analogamente a quanto os,;er varono eltrr pratici clln rn•·todi di cura anli~eltici diverl!i, anche il M.o!'letig o,..,ervò fr·a i suoi maiali la rrs11 eia impregando la pura llleti1cazione al
t'?94. iodoformio: la r '•pela prendeva il "UO punto dt parlenta dallA r~riu. e decorreva nel mDdo ordinario. In tre casi però, dt ·e fautore, -.j é \"eJuLo la rt•llpela presentare un decorso tutl'atfalto ctpectale. li punto da cui RÌ mo'Iso la ri"'•pcla in qu»sti tre c~~i non fu aià la ft:rtta, almeno m apparenza, ma m un punto ahba"tanza lontano, da quel puu&o mi~rò uel sohLO modo e pervenne talvolta tino alla renta. L'autore al p: imo Cf•"O ru imiotto a sospettare di uua aceidenlal~ complil!azione, 111r tutluvia o-.. .. er\ando in segu•to ~i altl'i l'&"i dO\'Cll" rtcr.-.de~ì ed ammPt.ter.. eh.! in tuU1 <' lre l'iufezio1:e tlell"or l.l'ani"tno abhia "tmpttl avuto il "U" punlo d• partenza dalla ferita. Una \Oita rn un fertto al lot·&cf' la ri<~ipela incommeu) al c1•)r,o dcl na--o, riu~> ,·olte m una frattura della coo:e~a comphcnh\ a !'<uppurazione del ginoccb o incominciò alle guance eft uno '·olta in un ferito alla perle media dell« co~cia deslra mcom111ciò alla rt.·~1one ÌlliWinale sinistra. S•-cor11lo r aulvr·e non vi !:c'a rebbe alt.:un dubbio clte at micrrJCOt'•~bi ,Jella ri:-ipela, la r~ril#\ abbia servito di punlo d·m· gr~!':;O, roa nei dintoi'Oi ci,.Jltt r~:rrta hanno trovato un terreno poco favorevole per la pr c,enz-• rlel ioioformio . Mentre adunque il iodoformio a'·rebbe re"o innocui i micrococehi ne t d mlorni della ferita no;; avrebbe impe che i meJe"imi entroudo in dl'\!olo per le vi<' dei linfalic.i srano Andati a !=~ptegare la loro attiçilà in r~gioni loullme dal punto in CUI e rn no Ec>nlrati.
mo
Efrettt del nuovi protettllt e dell& mellnlte. -
C HA U VF.L-
(Jot(rnal de Jfédecine Pt rlf' Chcru r,,i~. ~P.nnaio l ~8).
Chauvel l1a faU() alla J<Ociclli di chirurcia di PttMZr una uuo'1 proiettili dei ructli a pìcculo cahbro. Ri--ulta dHIJP. !'tUe o !161'· vazicmi cb, qnec;Li pr01ettil1 non !.a nuo dirillo all' epitt!lo th umanitario che alcuni chirurgi tede:-chi loro hanno dato. Ammali du una ~ande "èloCJtil iniztale ('ia ~l metri almeno) e, 1 producono le;:.ioni constderevolt c8ratterizzate nelle purli molli dall'enorme dimen,ionc dell'orifido di usc1ta. Le intere~~aute comunicazione "UIIt> )P-.ionr prodotte dei
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tesioni "'ono tali <'he le ferile YÌ!Icerali sarebbero qua~i for'Z8lftmente mortali immediatamenLe o m poco tempo; ebe 1~ le!':ioni o~see conlroindicherebberQ la cou"enat1one e neceJO!':ilerebbei'O un·ampulazìone praticata mollco al disopra della ;:;er!e clelia ferita. Lo t·~pel'ienze falle con una velocità iniz•ale minore producono pff~lli paragonabili a quelli che si otterrebbero nelle fel'l:lncli cli~lanze. Allora le parti molli pre~.>nlano setoni ~h·etti ,. le pArli "pugnose delle O~'"a ,;mco trAversate dalla palla C(•me eia un trequtu·Li. Le parti dure delle diafisi al contrarirJ "Ì rompono con enormi :.cbeggc•. hi"'OIIltn9, la graudissima veloci LA dei proiettili sembra che ag~ra vi le ferile. La rnelinile non pare c:.tia al disotto dellf' nuo,·e palle, se !li giudica eia on notevole la"oro do,·uto a Tachard. il quale ha oq..~>rvalo le con~e!Zuenze dell'e!':plosione avvenuta a Belrort il IO marzo 1887. Benché f'i sia in diritto di ~uppot·t•e che le Jegionj che s1 o~set·veranno sarannn phi gravi allcll'ché 1 proiettili scoppieranno in piena carica dopo e"'!':ere stAti lauciati, si é potuto ll... ~ervat·e le !':e~uenli conditiom: molt1phcilé, prnfondità. rJ:'Itretleu.a e g1•avezza delle ferite delle parli molli prodotte •iai rrammenli di rorma cubica in uenerale e non aventi che un pe!IO ed un volume piccolo, produzione di tatuaggi con inclw'~ioue profonda rli parlicell~ 1h metallo ri~lntte alle dimensioni eli un g1·aoo di sabbia . l ru·oi••tlili trovati nelle rerite nvevano i caratteri !>eguenti: i t'rammenti di metalln ~rano irrP.2:olari. ta!llienli; essi non avevano alcun odore speciale e non porla"ano ~eco loro alcun elemento c·himico esti'I:Ineo. Gli ell'elll ..ullo scheletro sono :-lati 111ollo localizzal1. le Ppiflsi come le diafisi sono "'late ridotte in rrammenti e su ne"'HIIl o~c:o Tacbard ha r1scontralo fe..,lllure più o meno esles•·. La r.iduz1one eccessiva in frammenti delle O!':sa lunghe, la profondità e la mollo:plicilé delle le...ioni tlelle parli molli !>Onodovutecerl8mente alla natura !1pez7ante ciel nuo,·o agente espio-
RIVISTA
-.i"o ed alla rorUI polente che egli imprime ad ognuna delle,.chegge, IJUIIIUnqtle ne sia il volume. A fianco tii questi aconquassemenli si vedevano corpi crivellAli di piccolo ferite chiuse da un grumo sen~n~•JCDO. All'autopsia, nel fondo di queste ferite, si trovava un piccolo proiellile di metallo molto acuto avente le dimensioni di un IZT&rtO d1 !'!abbia, p1ccolo proiettile che qarebbe probabilmen te mollo pericoloso per i vasi La ricerca di qjmili corpi estranei é impossibile. l re riti avevano nna tinta sziallo-cbiara che si comunicava a tutta la biancheria toccata da loro Le conseguenze furono dì un'estrema gravezza; su 17 artiglieri feril«, ~ mor·• rono c:ul colpo o mollo r·apidamenle. Due altri mo rirono, l'uno per una fratlur·a del cranio. l'altro per infezione purulenta. Sei qopravv1st:oero; ad ecrezione di uno, non t-i constatò feri la grave in apparenza e ciò non pertanto la gua ri!Z"ione fu lenta, le rerìle erano doloro'3e.
Ferita del ventrloolo lllllllltro del ouore - guartaiOu. - KIAWKOH. - (Centralo. fur Chir., N. 12, tf.88).
uo <'O"'acco Etigando con un ~uo compagno r·icevetle de questo un colpo di pugnale aJ Ialo ~inislro del lot•ace. rJ medico accor!'o al m omento lro,·ò il ferilo steso a terra privo dei sensi, con reqpirazione stertorol'a. All'esame del pello, 11 quale ~>re lulto coperto di sangue, si osservava una fe rita lw•ga un pollice o IDPztO al q11arto spazi~ inLerco,..talP 11ulla linea mamrnill6r" e parallela al mardne costale, dalla quale ferilft SjZ:Ot'gtl\'8 «angUfl in f"(U8nti~. La ferila venne dPte~8, (u applicato un apparecchio etlmpre~«ivo e rurono sommimstreU degli analettici. Poco t.empo dopo il paztente rinvenne in ~' all'indoman• le ~ue condizioni generali eNwo sO<.ldi..racenlJ. Polso 90. piccolo, temperatura 37,8. Alla percu~s1one 11 hmite superiore dell'ollusilA cardiaca era 111 4• spazio irttercnslale, manc1wa il battito, il limite inferìor,. al margini' l'U· pt'riore dt-lla !'letlima I'O""ta. il limite dec:tro ollrep8""a''a la linea pa1'8slernale tlestra, il Um1te smistro la linea mammillara sini~lru p<.>r circa un dito e mezzo.
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Nel gìoroo successivo il paziente fu traspor~lo all'ospeùale da cui venne licenziato guarilo nel periodo di quatl~o settimane. Cinque giorni dopo la sua uscita dall'ospedale egli e.dde morto improvvisamente come fulminato, mentra ~i ~ol'Uiva di levare da terra un og~retto &!tsai pe~an&.e. All'auklpsia sì trovò la ft>rita cutanea completamente guarita eù il fo!rlieUo esleroo del perrcarJro adeso alla pori?le toracica . Il pericardio era Lutto pieno di sangue nera..b·o. Al venlricolo sinistro ttcorge,•asi tma J:Oiuzioue di continuo lunga mezzo pollice; i margini della rerita erano tn'-pesqiu, la museolatura circostante rammollìt.a nei suoi strati esterni o in predu ad incipteote degenerazione adiposa. Vr era •·nllocarrute :.ubacuta. Que!llo é adunque un ca~o Ji ferita del wnlricolo llinr~tro guarito Il paziente poi morì perché troppo pre,.to ROttopose il cuore a sforz1 eccessivi; la cicatrice non era ancora bPn consolidata e l'endocardite non ancora risolta, cosi rl cuore non fu capace di resistere ad un soverchio afllusso dr sangue e la reril.a SÌ riapri per l&ce1'8ZÌOne della giovane CicalrJCe, Fino ad ora le ferite del cuore ~eguile da sn~arigJOnP ragjliunsero la proporzione 7 per cenlo. 81ltul"& HOODd&rl& del Det'YO medl&Do Hl"'llto d& rltol'DO
oompleto della f1lDslone . -
EHRMA~N.- (Cen t,.alb.jì'i,.
Chi,. . N 51. t~i). Un operaio di 22 anw, ~lte mesi prirna di me1ler..1 '"Otto cura. avf'\'a ripor•.ato un colpo di coltello al Ialo csternn del braccio undici c~>nlimetri circa sopra l'epJoondilo. Immediatamente dopo la lesione ,:.i lll8nif~~lò un indeterminato senso di debolezza nella estremità corrispondente; questo mcotnodo però noa impedava al pazrente d1 ettender·e all'ordinario lavot•o; parò alla tlne ùella terza settimana solto uno <>fot·w maggiore dell'ordinario ei manifestò un inten!'to dolure e CIHI· temporaneamente si stabili paraJiqi di mr·ln completa interesqante tutti i muscoli innervati dal radiAle. La parali"• era immutata quando Il paziente si fece esaminare fl spt-rimen-
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Lar·e dall'autore e ru osqa pienamenl,. coufer matA coll'aiuto rtella eorrenle indottA. La "'en!"ibilirà MD era del lutto gpenta mA «ollaolo indebolita. Ehrmann si deci~e dt pro1~eder·e alls ~utura del nervo, la quale operazione, non O!'!Lanle qualche difficollà iuconll'ata io causa di notevoli rieposrti Hogistici all'eslromitil penrerJCa del nervo, f'IU~cl complct.amenle. La guari~ione, ritar· dala da processo snppurativo, non si otlenne <·htl v~rso la flnp della quarta "'ettimana Fu in seg-uito intrapreRa la cura elel\rica, la quale però, benchè r.onlinuat& per dieci se\limane, non ebbe alcun appre~zabìlc rr!<ullato. Sette mesi dopo la prima operazione rl mAisl•') enLrò in cura sotto il doU. Soci n di Basilea. SirA"Oiue la parHli~• motoria persiste\'& mentre la !'ICilò'ibilita era di ml)lto migliorata, iJ Socio delenninò di ten· llll't' ancl)ra una vollA la neuroralìa. Frallsnlll m~>sso allo "'cop"rto il nervo al punlt> prer.io.:o dove era slatlt pratirata la pr rma upet·azione. ~i trovi\ chl· l'adesione delle due estremità del nervo era Avvenuta perfettamente, ma ~ul luogo clelia fel'ila esisteva una picr.ola tumefazione, fatta dc Lessuto cicatriziale solto cui il n,.rvo ~tiAce,·a compre,..!'lll in gr~tdo abbastanza not.e,ole. Oopo che il nervo \'Onue j ....oJato per quanto fu po~:!ibtle . .., crm$talò mediante applicazione di una debole corrente m,t..tta sup~>rl(•rmenle fl quel punto, che la conduccbilcté si ere ri~Labilita. Si mancreslarnno eucrciche contrazioni dei mu~coli e:;tensori. Allora Sociu s i limito a rimuo\'eJ·e f)Uel l!!."· :;;uto Cicatriziale t: chiu-.:e po,.cia lb ferila la qual" guarl a ssai soll~>citamente. Quincli inlrapre:-e la cura eleltrka ; doro otto giorni si osservarono di gìè i primi sintomi di rnolililé nor mu..,coli che erano dapprima paralitici, e dopo quuth·n me•l e 111ezzo l'indrviduo <lc lro,·t'• cornpletam~nle rh;lahilito e nuo\ùlllenw abile a riprenderr~ il l:IUO lavoro. Fa osser,•are l'autor e J'iult>t'~qse non c:omunf! che questo ca,o ci r•-e~enla per il ~ollodto ritorno della funzionsliiA mu· &colare dopo la seconda operazione, e ciò perehò la ('ondu· cih1lilà nervosa era J'ÌAlabiiJla bensi sin clalla primA operazione, ma es~a non pol•·va e~plrcarst cn causa •Iella comprl!s~ione meccamca dellessulo cicatriziale. E que:!ta osser-
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vazione ci melle tn grado di spiegare quet ca~1 in cui la funzionalità d'un n~rvo ricucrto con ~utura ~i ri~tabiJiqoo spontaneamente dopo un lunj:!hi5simo tempo. In questi casi <leve...i ammel~re che il ner\'O ,.i abrtui alla compress1one deila Clcalrtcc, lu quale cotrandal' del tempo Jtveota p1ù cadevnl•• e co~l ruvorisce per parte RUA lti reintegrazione fun zionale.
Pra Uara • 4epreedone del ••no ~ont&le - p&.rtcto•• F . MESTRUDE, medico magarorf' di ~ clasl'<e - (t!reMoe1 de Méde,.ine rt de Pharmaci'' mililai.re"1, a:m,.to 1887 . Sr r resenla olia visita mattinate un !'!Oldato a"compagnalo da un caporale, il quale riferisco:: che il predello soldato, nljl giorno precedeole. aHe ON ' di c.eru, 111 una t'issa con un camerata, lr11 r1cevuto Lre cnlpi tlì leqln sullA fronte. Il dottore MPstrud~> constata, de oisu, chi" la palpebrs ~uperiore sinisLre. é la ~ede dr una forte ecehimol'li e di una bozza sanguigne che non si estende in al~o al di la del sopr•acciglio. L'occhio é completamenLe Nperto. ~eq'luna f~>t'tla ai legumenli: prima di toccare il r.. rilo o mal~ra lo un leggiero e.Jema, raulllrt! distiomJe mollo nettamente una depressione della regione sopraecigliare. ' ApplicanJo il Jit-J, ~i acco r~e che l'arcatA orbitaria é qua~i totalmente s<!ompar311 e che la depre"..ione del rronlale riga lP molto in allo V*-'~O la bozza rronLale Que."'ta de:'r~ssioM é triangolare, mi~ura 32 millimetri !'lull'urcata nrb1laria. ove è più pronunciata e dove è limitata •lal foi'O "Opraor·bitario. i duP altri !ali dt!l triao~olo roi~u rann, l'internn 35 millunetr1 ~ l'eslern~ 30 millimetri. E impo~sibile ~enlire l'arcata orbi. taria Solluvando le palpebra, per quanto è po8sihile, si noLa m fuori une ler.q;pera ecchimosi sotlocott!ltUn~ivale larga sollauto qualche mtlhmelro. L11 vista é wtegra. Il Ct!rito non aceuM alcuna "Oiferenza. 'e<~suno d~gli accidenti cerebrali allrìbuitr ali•• rrattut·e del ~ ranio.
RAmmentando una recente os«ervazrone del pt·of. TiJiaux e con'\iderando che la fratture, la quale dal& gia da più di
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dodici ore. non t'l stata !'eguita da accidenti, l'autore fa le sue ricterve !c!UIIA graveu:a del pronostico e fa ricoversre imme. diatemen1e 11 ferito all'ospedale. La cura t'MRitol~ ~templicemenle in compres!-'e ri~olventi. alla regione. L'indomana il paz.ieote ::.i alza e cammina come al soh~: comincia a d aprir-.i ~tpontaneamenle la palpel,ra. la cui •'ccbimo,i, cnme pure quella del 'llobo, è mà impallidite. La vitlte è completamente intatta: non è accusata la mmima ctofferenza. Nel l!'iorno succe~J\'O nessuna complicazione. Dopo otto g1oni la palpebra si solleva tanto bene a sin1sl1'8 che a destra· r~cchimosi soltocongiunlivale è scomparsa e non re. te che la dopresllione del frontale. Cosi malgrado una este~>a fraUura del frontale con rlepressioM d1 un centimetro aJmeuo dell'areata orbitaria, non ebbero luogo né l~>ctiom nervose, né lesioni dei vasi, nè }llsione dell'appat•ato della VI l'lione. n P accidenti cerebraH. Fa d'uopo quindi ammellet·n che il. malato possieda seni ft•onla li r·oeezionalmenLe !:!viluppali e elle, grazie 11 questa conformAzione . la lamina interna del (J•onlale non sia slata lesa. L'autore dice eccezionalmenle, parche. su qualche cranio che egli ha eoltomano, una ctirnile lel'lione avrebbe certamente depresS<' anche il tavolato interno e prodotto gravi accidenti. Al pari della fanciulla dell'osservazion~ citata dal Tìllctux, il ferilo in discorso ho le bozz·~ frontali particolarmente l'por · ~nli: é molLo robu!lo ed ha le ossa della volla svtluppale più tli quello che -1 o~~er·,·a comunemente. Fu trattenuto all'ospedaJ.. 20 giorni, ed ora fa il "UO servi11o com~ per lo add1etro. Btduslcnll 41 due laa...slonl del gomito datanti 1'1UL& 4a 143, l'altra eta 166 glol'Dl. - NELATON -e PrER01'. - (Centralb fùr Clur .• N. 39,18Sì). A lutli e due i cttall autori riuscì di ridurre felicemente con un roetodo immaginato da Farabeuf una lusliazione di gomito mollo antica, la cui riduzione era st11ta invano tentata con altri metodi.
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Farabeur neU'immaginare il ~uo mel.odo é partil.o dal con:t-llo che, falt.o astrazione Jai casi nei quali la rid\lzione è :li\'entata impossibile in call.tla di profonde alleruioni dei capi articolari, essa è resa fatlibi!e in molti altri nei qualt, esl'a è solo impedita da adesioni Ji te~sulo unitivo, oei quali oasi Ja l't•luzione si olliene lacerando quelle m orbose aderenze. Anz1lulto imporla sll!bilire bene la sede di qut>~'-le aderenze e di ricercArla quindi con accurati~imo esame e <~otlo narco~i. ~ella lussazione JeU'a,·ambraccio indietro esse Mi tro,•ano (Jj solito dietro il punto d'inserzione del tricipile e ad omb•·due i lati ai legamenti laterali raccorciati. La aderenze !'iluate posteriormente si lasciano lacerare pet· lo più median te una forte pressione dell'articolazione <~eropre pt>1•6 col
p••ricolo che si fratturi l'olecranon, la qual !e'lione relat•vautPntG alla funzionalità del braccio posto nella pogizir;ne t·et· !angolare a lussazione ridotta non ha alcuna impot•Lanza. Le difflcolté stanno realmente nella lacerazione ùelle aderenze lat.ert~ li; ad articolazione inlat!.a. ed 10 estensione, co11 tlessioHI lateroh for~ate si rte~ce a lacerare i legamenti later ali, ma quando ~i ha a ftire con un'articolazione lu~ta, ogui ile"sione laterale non fa che spinttere in ~u le, t>!!lrenlilé a rticolari. Allo scopo di ottenere con tali movimenti la l&ceJ·az1onu d»lle mallse legamenl.ose si ha bisogno di un saldo apparec· cltiCt contro il quale pos~no punlellar:o.i il capitello del raùio o l'e!>tremilé ùell'ulna. Ora siccome questo punto d'appoggi<~ colla ~o=>mplice pressione suacceonaiA ,.;ulJe t>!-lremìlà arlilicolari dell'avambraccio non si può oUeoer~ tnnto facilrnenl.:o, Farabeuf pensò eli sostituire alla pressione 41all'allo una enerJli·'a t.J·azione con carrucole all'avambruccio. Se con una simile trazione, udoper~odo 11 pet'o th cit•,•a 50 a ill cbilograrnmi, il braccio viene rortemenLe esteso, a !lora con mo\'imenti laterali forti, <.'orti ed interrotti !Jull'arlicolazione òel gomito ~i ottiene la lacer·azione delle ade· renze lal~>rali. Con •1uesto processo i summeo to..·ati autori ollennea·o in lutti e due ì casi e senza grande difficoltà la lacerazione tlelle :erlereuze e la successiva riduzione Jell'articolazione tusl'laLa.
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Il risultato funzionale dei due ca'-i Jaqciò alcnn poco a detoiderare et!sendo ritornakl il braccio in C!llen,.ione in ca._ di ~oprav,enula atrofia del muscolo bidpite, mentre la .ftell,.ione m a ncavA affatto della neC~!"S&rì" forza. l mece i movi menti dJ ~upinazione e di pronazione erano hberi.
RIVISTA DI OCULISTICA -.toerolae baoterlolotrlolle nl traooma. - Doll. K ùcHA RSKY, dJ finis.- (Rreue·l (f0phtalmologi~, novembre 1887). Lo ::;copu di IJUe~lo Js,·oro •"' <>lato di controllare le ricerche d1 Sctltler e di Miche! sui roicro-organiFmi del tracoma e di verificare ~e il tracoma follicolare ed il catarro follicolare :iieno una solo ed identica malallia 1 ppure affez'oni differenti della congiuntiva. L'autore arriva alle st>guenli conclusioni: 1. Conlrariarnt>nte all'avviso tli clinici di vaglia, il Iracoma é una malattia sui gcn1·ri.'f della cbn,nunth a, nella qualemolti o!'ser,·atori hauno ri,.conlrato nE>lle ~renuiAzioni ~ cror~enismi presentanti differenze coosi•lerevoli solto il punto dì v1sta morfologico e biologiC<I. La patog.:!uità dei microorgao,smi .li Salller e Miche! ò poco n~Lta; le e.<:p~>rienze ~ono. troppo poco numerose. 2. Il rnicro- orgaoismo trovato ll a ~&lller è raro e non l'i o<:ser\'a oeUe !'ecrezioni: quello ·li .Michel è abbondante e costante. È nece."sario di rare a11c"ra una <:erie di ricerche prima di ammettere la !"U8 conformazione morfologica di diplococco. ' 3. Il microbo di Mi<'hel si differenzia dal diplococco e~ miglia al g ooococl"<', ma senza presPntare nulla di ,•aralie• ri!'ltico. ~. Il microbo lro,·ato da Kiicharllky nel lracoma !li riproòuct:: io un terreno di coltura solida &. 30" o 3!J" C, 'otto
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forma di macchie bianche, leggiermente contluenli t> che rormano delle pellicole lìlanti. 5. La peptone-geletma di carne (&15 per 100 o 8 per 100) diventa sempre diffluente ed alle sua superficie "i forma una pellicola bianca, mollo rt~sislente, filante. 6. Ad una temperatura più elevata l'accrescimento delle culture il molto più rapido. 7. Le culture do>l micro- organismo 111 discorso possono es!lere confuse in certe circostanze collo staphJJloeoccus PUO· gene.~ a.ureus od altro, in segui~o all'introduzione dei germi dell'aria. 8. Coll"inoculazione tlelle culture a piccioni. conigU, galli, cani, uomini non si è riusciti a produrre il vero lracoma. 9. L'inoculttzionP. delrontennto di granulazioni sulla congiuntiva dei galli produce lo sviluppo di granulazioni analoghe a quelle del lracoma. Que<>le granulazioni sperimentali danno culture che non si diiTerenz1ano du quelle ollenuLe col contenuto det folhcolì lracornalosi dell'uomo. 10. Il l.racoma ed il cat.arro folJìcola~, i quali, secontlo alcuni autori, sono differenti, devono essere considet·ati come identici dopo i risull.ati di cultura, tlerché nell'uno e nell'altro caso ~i riproduce lo sles~o miCJ'o-or~anismo.
Gomme 4eUa oonglunttva palpebrale. (Recueil d'OphtalmologlP, utaggio 1888).
TAOUSSEAU.
~ella forma cronica si nota leggiera reaztt:me esteriore e si riscon trano nella muco~a pic,..oli tumori analoghi a calazii che scoppiano e poi si riparano. Nella forma acuta la palpebra è rossa. tumeratta, specutlmente iu corr ispondenza del tar'So; t gangli sono iugorgali. Da perLe della congiuntiva s1 os~enano dapprima delle bolle che non l-ardano od ulcPJ'&.r!'l. Le ulcerazioni sono circolel'i, con bordi aderenti, a picco, con fondo ricoperto da uua pellicola grigia!'lra che somiglia a pezzi di stoppa di lino: poscia, se la cura é continuata, lutto ~i colma e rimane una cicatrice bianca, fibrosa. Il pl'onostJco é benigno, malgrado la possibilità di retraztoni cìcalrtziali. Le <:omplacaz10ni {gl:ln-
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f[rena, fagAdemsmn), souo rare. La duraLa media é di eei a dieci sellimane. L' aulore ~rede poter afferma~ c.he l'..._ ~•one commeia dal tarsn. E sopralutt.o nel periodo MCOftdaf'io della ~ittlide che !:li o~«ervano le gomme delle palpebre P nelle siflluJi gravi. La diagno$i è facile; la cura generale speciliOH dovrà e,_ sere di prima giunta molto energica: la cura locale conei@t~rà in lavarri anll«ettici e in applicazioni di pomate al ìodo-
formio. Le bacUoaslolli dl 1lll trattame~ato operatorio ..ne cteYi&slolli ooul&rl par&Utlohe. - ALFRI::OO GRAI::F E. (ArmaleA d'Oe1disiique, mar:w-apr·lle maggto, J888).
Quando Ulli alterazioni mc torie ~:oono sta!<' trattate inutilmente pe1• uno e più anni, se esse danno luoao ad una diplopia moll'"'l.a e Stl d processo patologico cl1e é la bue dell'alT~zionc può as~ere r.onsìderalo come completamente svJiuppAto, si può e~~ere tratti a dover rim~diaru alla diplopia con UnR operazione. .\ priori, si puù pensare a fare l'una o l'altra, od anche più, delle se~oenLi operAzioni: lo ~po«lamento in avanti rlel muscolo p1u·alizZAlo, la tenotomia del ~uo e dci suoi antagoni<~ti ed mftne la tenolomia del (o de1) muscolo compa~oo dell'altro Ialo. L'aulot•c t\ ~lato Lr11Ho a pre(.:rire la tènolom1a del mu~colo compagno; qUB!'l' opN·aziont> :iarebbu piu eflicace per fare scomparire la rliplor JH. Sola munte, importa eli ben compren· òe1•e ciò cbe fa d'uop{l intenriere in ciA«cun ca~o per forze anlat-:orHste tlel mu«coi•J paralizzato. Sia dapprwta una paralisi i ..olala del mu~colo reLto e111Lel'no
o del muscolo rello interno. Ordinariarueule s•lratta del primo. In que~<lo raso. l'autore ra la t~tnot.omia del mu.. rolo compegno (retto inh:rno o eslei'Oo dell'altro lato), unendo"i lo sposl.aroentCl m avanti del muscolo paraliZlalo !'e la deviazionè è molto pronunt'iala. Le cose E~ono molto p•(t complicate quando !O i tra.lla rlì una paralisi di uno dei muscoli od elevatori, abbas"& tori dell'organo della \'i Sta 00 il pi USO\' COli ..i lrnlla del mUS• ·olo grandeoblifJUO·
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L'inelzamenlo e la lenotomia !'Ono in questo caso eguslmenta impo!"sibiti. D'altra parte il piccolo obliquo non è l'anta'-!onista del grande obliquo nello stesso grado che il retto interno lo è del retto esterno; è necessario che la sua azione s ia combinata con quella del retto superiora. Ed il grande obliquo stesso non é abbassatore dello sguardCI che quaudo esso agisce nello stesso tempo del t•etto inferiore. l duo. muscoli elevatori od aLbassalori omomm1 sono in t·eallà molto meno direttamente associaH fìsiologicamenle degli elevatori od abbassalori ~?l.eronimi (per esempio li Jrrande obliquo di un Ialo ed il reLlo inferiore delJ'allro). Ad esempio tl grande <>bliquo sinlstl'o abbassa la cornea e la devia un po' a sinistra; nello stesso tempo egli gira il meridiano verticale a destra. Ora il retto inreriore dell'occhio deslro imprime a quest'ultimo :<li stessi movimenti. Nella paralisi del grande obliquo l'autore interessa dunqu,. il rello inferiore dell'altl'O lato per fare la tanolomia del muscolo compagno e non il piccolo obl iquo. Nella paralisi del retto superiore o del r etto inferiore, é mestieri t•inunciare assolutamente a fare la teoot.omia del muscolo retto antagonista. L'autore preferisce io questo ca~ attenersi allo spostamento m avanti del muscolo paralizzato.
Dell'in1laensa. dell& vista •aU'ucUsloue e reolprooa.msnte. - (Recueil rCOplttalmologie, gennaio 18~8). 11 ùotL. Urbants~bitseh ha com1.1nacato allu soc1ela imperitilt! dei mrdùici di Vienna il risaltato delle ~aperienze faUe per determiuare l'infineuza recipt·oca degli organi dei sensi. La visla aumenta l'udito, ti lic- tae di 11n orologio è meglio $enti lo cogli occhi aperti checogliocehi chiusi. H rosso, il verde aumentano le percezioni uditive. All'Opera luUi i musici sono sl.ah ù'accordo nel Jire che il ro~o. il verde, il giallo, l'azzur·ro ,determinano un· elevaz.ione di !luono di lfs ed il violetto una diminutione. Questo ~enso della vista ha anche un'influenza nel a campo uditivo subiell.ivo .. , vale a dire. s ulla localizzazione subiet. thtt dei !-lur ni Le perc~>zioni udttive e suhbiettive aumentano quando si
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aprono gli o cebi, sollo l'inftuenza del rosso e del verde; esse dim inuiscono quando si chiudono e fino o dileguarsi soltt> l'influenza del giallo e dell'azzurro. La luce bronzina, il verdP, aument.ano il gusto, J'oseuJilà. !"azzurro e il g1allo lo diminuiscono. È IO stesso per l'oclorato, il Sl"fiSO della lemper·alU1'8 e ciel tatto. L'udito ha l'lgualmente uu'intluenza suUa visione. I <'-Oiori sono Lanto più vivi, quantrJ più sono innal;tati. Se si fa a((ire un suono sopra l'orecchio, rocchio può le~gere nel momento della percezione di fJUeslo suono Jelle parole che non poteva leggere prima. Delle e morragie retbl1ohe nell'anemia; della preuloae lntra-ooulare nelle perdite sanguigne e negll avvelenamenti colla ohlnl.Da e ool oloralto. - R. U LRJCII.(.-inn~zles tl'netdisti(flte, marzo-aprile maggio, 1888). In Ire casi d'&nemia molto prollUnciata iu seguito a ..·omiti di sangue ed in un caso di anemia perniciosa, Ulr1ch ha osservato coll'oftalmoscopio il fenomeno seguente, constatatodel resto (gia nel 1879) da Horner e[.!:ualmenle m un caso di emorragia stomacale. Nei sogg-etti molto anemici le arterie reliniche sOllO un po' assottigliate; lt! vene !'ono tortuose, dilatale in lutto il fondo dell"occhio, eccetto che sulla papilla.. ove esse sono notHolmente ristrell~ e con contenuto più chiaro che normalmente al punlo da somigliare alle arterie. Jn alcurti dt questi <'a si esi~levano emorrap:ie papillari e retìniche. Una leggiera rom· pres!'ione esercitata s.ull"occhio ''uol8 completament.e le '""'"e nell'e~tcnsione della papilla. P er ~piegare queste apparenze oftalmoscopiche, l'autore invoca: a) una diminuzione della pressione ~aoguigna gt•nerale; b) l"esistPnza> allo slalo normale, ùi un ostacolo circolatorio nel sil(\ in cui le vene retinicbe ~i inflettono ver~o ti nervo ottico; c} un aumento di questo o~lacolo per il ratto della pressione inlra-o<'ulare; d) un certo grado di idrew ia . La forza propul~anle del sangutl arterioso es~endo diminuita
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in una mìsul'8 più forte della pre!'!<ione iutrs oculare,ls vens saranno come schiacciate nel pu11to in cui esse 5i infletLono wr.:•· il nervo; d'onds sl8~i nella parte ~uperiore ed ischemia nella parte infPriore. L'a pparenza chiara sarehbe prodotta almt>nc m parll' da una alter azione del sangue, dall'uln:mia conMculiva all'eullirragia. Le espertenze fatte da Ulrich 10ugli animali ~embrauo effettivamente dimosll'8re che le ~oltraziooi sanguigne diminuic:cono la prl'~l"i one s&nlluignu genf'rale in una pr• •I urzione piit lo{J'a nùe dell<t pres~iouo inll'a-oculare. Nell'avvelenamento (spt>rimenlale) colla chinina ed in quello col cloralio. la ptt>!l!rif•ne intra -oculare riiminuil<ce notevolmente, nello sleo;~o tempo della pres~ionf' ~anguigna generaiP.
Del terro roveate Della terapeaUoa oculare. - V At:HER, .rOrlean~. - (Recuril d'Ophtalmologi" ma~gio 1888). Benché -.j sia giunti a coslrutre •·euteri Paquelin dt una piccolezza suffirienle aò e'·tt.are le scottature per ir radiazione, l'Aulo•·e crede chi' lullf' le vollP rbe <'in è possib1le, l"ia da pr('I'E'l'i~i l'uso dt>l gah·sno-<·aut.t>rio. Le apphcaziooi del ferro •·ovente nE'Ila tt-r apeutica e nella ch, rurgia oculare "ono mollo numeroto<>. Si possono rias .. ume•·e scommariernente nel seguente modo, procedendo dall'infuori all'indenlro. Palpt· bre: blPfHrill croniche con ulcera1.ioni, ectropion, lUIOOri. Vie lacrimali: in certi casi disperati la dic:truzlone del saeco col fuoco devt> es!Oer prt>ferit.a ai caustici. Congiunttve: congJUnlivite pustolol!a, granulo!!a, catarro primaverile, plerigio cr-onico. Cornea· chPratite parenchimatosa, inter~tiziale, panno. l ride: tutte le rualatlie dell'i t•ide sono vantag~iottameute modiilcale dalla peri tomi a ign~>a, egualmente le affe1joni df'lla scleroltra anteriore (cheratocono ecc.). La galvano-caustica lo ap}'licabilc nella p losi ed in cer·le complkazioru dopo l'operaztone: ernia dell'i rule, infezir;ne di
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una f~rita curnt>ale. :-;el :daucome infine, colla <~~ezioue dfll filetti nervo::;i, ~ ..sa diminui"c~ i dolor1 e proJuce un mtffli~ ramenlo notevolE>. Nei casi a~.-olut.amenLe ribelli "' può, "'enza 1uconveOJente, pungere la scleratir,a e fare una sclerolomia al di dietro dell'equatore.
Delle lllotaoiLl Rll'eqaatore e e1lll'emtsfero porierlore 4el ~lobo o01llare. - Con!itJderezioni anatom•clu• e nuovo proeef'.~o operat"·o. - MO'l AIS (Angers). - (Ree~teil d'Oplttalmologie, rnatzf{iO 1888). li ùotl. .Mot.ais ha fatto una coruunieaz1one alla Soc1el.8 rt·ancese d'ort.almol~ia allo scopo di precìea re 1 rapporli del globo ocula~ e di ben "'labilil'o;! le cognizioni analuwiche che pe rmellono di regolare l'uflalmolomia poslerior••, operiiZJOnl:! che non ha. fiuo ad ora. regol~ tisse. n luogo ~lell'inci::tione, la sua e::;tensione ec<'. ''ai·iano a Sl'Couda dell'operatort!, senza u1oli vt bt•u determiuati. Per arr1var'J alla !lclerolH'a, quando l'incisiont'! si fa in avaul1 della linea d'inserzione òe1 muscoli reUs. si tt•uvet·sa la congiunLi\'ll, ìl tessol · cellulare e la rascia sotlo-congiun· livale. Dalla l111ea d'ins('r-L:ione di'i mu.:.;coli retti tint• a 2 o 3 mi hmetri i111iieLro dell'equatore, -,j bllraversano 1 m~M !:limi strati, più la !IJero::otJ oC'ulare e s1 cade nella cavita di Té-non. A pur·llre da 2 v a msllimell'i indietro d<>ll'equatore, il collello taglia: 1• il cui di ~acC'o con~iuntival«.>, :!" li te.c:~ulo cellularè, 3• l'iufundibulo aponeurotico portato in 8\'&nli dalla rotazione dt>l globo. i" Jl te~c:uto cellular-e ~ra~soso ~ell'or· bila, s• la r~~CIA profonda dPI18 t.:Apsula di Ténon, o· la ... jerosa oculare. A 3 o ~ mshimetri indietro del bordo intt-rno del liiUl>Colo retto su periot·~o>, ìllendìne del muscolo grande obliquo coruiucia a scorrere sul ~lobo. Sarebbe tanto più pericoloso H le·lerlo, in quanto che '~ar·ebbe facile tagliar·lo lutto inl.ero, non avendo , cPr •ouo Leudino"o che 1 millimeLro e ''' di !Ars.thena Nel mezzo dello "'J)azio che separa i muscoli retta inferaore ed esterno, 11 muscolo piccolo obliquo comincio a :::.cor· rere sul globo. In questo punto, il suo bordo anterint·e non
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è che a 10 o 12 millimetri dal bordo della cornea. Si applica di più jn più sul globo fino al bordo inreriore <lei muFcolo retto esterno soUo il quale s'impegna. Del l.uU/l all'indietro, i tronchi in spirale di nt>rvi ciliara altornirmo l'inser-tione del nervo ottico. A 5 o 6 millimeLt•i in avania, le! nrlerie ciliari lunghe travel'l<ano la ~clerolil'a e camminano tra la '!clerolica o lA coroidea solLo i muscoli retti interno eJ ec:terno. Le quattro vene vorucose sono "Jluate a l o 2 millimelri ìnòietro dell'equatore, due ~ouo il muscolo rello superiore, due sotto H muscolo retto inferiore; soventi •Jueslc vone si f'iluano 2 a 3 millimetri all'infuor i òPi boròi mu"colari. Da que!'<te coMiderazìoni si deducono le due concluc:aoni ~guenli:
t• Col procpc:so ordinario, nelle mcisioni po!tlet·o-equatoriali, i luoghi òi elezione saNtnnn: o) il meno IJell'inll!rstizio dei muscoli l'etti !tUperiore ed esterno; b) il m~zzo dell'anle ~li7.io olei muscoli rcll1 in(Priore ed interno. Ma in tuili i casi si penell·er·a nel tessuLo cellulo-grassoso dell'orbita. 2" Il luo~ro òi elezione non es"~endo sempre po~sibile (scoiJamento dE.-lla retina ecc.) fa me!<til!ri cerrare un proces!>o che mPtla al cnp!>rlo dai (Jrancipali accidenti ~e;::-nalati e permetta tJi t>pel'8re in tutti gli mterslizi mu•co!ari. Questo proce~o e il seguente: in luogo d'incidet-e eli fuori in dentro, si penetra cl'un colpo nelle capsula di Ténon. Quindr ~i fa ~correre il l'Oilello nella cavità fino al punto voluto. Si evita cosl la sezione dei due muscoli oblirJui t- la penetrazione nel Les1tuto cellulo-f!:ras~o"o ciell'orbrta. Il coltello avendo interescoato lA ..rlero&.iea, u qual punLo con vjenP penetrare nell'occhio qn~mrlo la scelta é perme&~a? A~lorno al nervo ottico (5 a 6 millimetn), la zona OI'Cupata dalle spirali òelle artel'ie ciliari deve esser ricopeLleta. EF-rualmeote in avanti per h1 zona occ:upat.a dal corpo cigliare e òal cril"lallino (dal bordo corne11le a 5 o 6 mrllimelra indietro). Piu ci av,·acinramo all8 parte ant~riore del globo, più i capillari della coMide e gli elementi uervosi clelia retina climìnuiscono. Saré 1lunque prereribile, dal punto di vi!!lla aualomaco, rh rut· partire l'incrc:aone da 6 millimetri all'mdielro del bordo òell& cornea.
l\IVISTA DI ANATO)JIA E FISIOLOGIA Dell'attività del ouore tu relaldoDe ooll' &I'U'hr& delle oa'rità çl&Dolliohe. - :\ota pre"'nti,•a de1 pr'Of. l. TAS· Sl:-.11. (Gauetta mecUca Jtaftana, 18 agosto 1888). Non com•La all'autore che :siiHt~i mai falle ric~rehr.• tlirelle sull'attività del cuore in relazion» coll'apertura delle cavità splaucnicùe «ollo il punto d• \'Ì"la chirurJ?iCCI. La tendenza della chirurttia ad invadere \ali cavJtà per porlar\'Ì t'<fficaci proHeòimenli t..•·apeulici rentie '-empre più neca!;.~ftria la oono~cenza d1 tutti quei fenomeni della v11.a che pos~~nno ~s seJ·e dalle imprese operat1ve tlh•eltHment.e inlluenr.ali. Le inJaflinJ alluali si basano Kulla g•·afica .del cum·c rilevata sul COntl'fllo (' . ul cane. Dopo l'apertura d ..JI11 eaeita addominale e l'~,;po~iti•)nc delle anse inle<:linali all'aria si ha !><•1upre un rallenlameulAJ nei movimenti del cuor r>, ma c.:m una le•uporaria e tren!'ilo•·ia maggiOre ener~a degli stessi quando l'amiMnle sia frt•d<lo e tJi ver ifichi marcata l'anemia del11• Anse esposte. Segna poi una depre""!one notevole che si rnAIIti1•ne per lungo tempo rla IO fino a 20 ore t1o1 o chP. "' c.ono ricollocale le en~e e "Ì è richiusa la rcrita del venlre. Coll'e~fl<l"JZIOn~> rlelle anse in IHnlJienle caldo i rnovimenli del cuore 'uhic:.cono in grado minore il raUenlanoenlo g18 notalo, e qua-.1 uon ;.j nota l'aum!'lnto, per quan~o tran!<ill)rJI}, dell'energiu ~.;islolica; avviene Lullavia, ma in ~raùo miuore, la depres~ion•• l:<UI~<'es~ivR dell'sUi vita CBI'<Iiaca, e sebbene in minor gra,lo perdu1·a pero per un tempo egua lmeute luugo. Ri;.caldando l· An ...e, a\'\'Oigcndole in (&l're imbevule di 8C!JU8 caltia, ~j rl8l7.8 l' allivtta cardiaca, lnli r~r poc.o~ C"''8 torna a depdmer~i rapuJaruenle. E degno di nota l'abb&!'l!>amllnto notevol~~ l'iella Lt!1uperatura dell'annnnle malgrado che l'aro-
Rrf'ISTA DI .HATO'IIIA l FJSIOLOGlA
biente che a,·volge le am•P inte;;tinali
~ia
t 3t l
di U!mperatura
~levata.
Apcendo la caoita del petto, e per esse!' meglio preci"'i, la cavilà pleurica dt>slra, senza aggiungere altra manualilà nè traumà al polmone, ~i rileva un rialza mento nella atltvtta cardiaca, non tanto pet• senstbtiP acceleramento det mo\i del cuore quanto pel' una tnal{~ore ener~ia degli ..te~~i. ma io pari tempo si notano trr.:~olarilà nella fuuzione cardi/1('8 che òovranuo Agf<et·e oggelto di attento e:)8me. Si notano eziandto delle alterazioni nella funzion .. te;.piratorta. Coll'apertura della caoità df'/ craMo senza olfenr!Me la so· slanza cerebra!P, ma coll'espo!'lat~om: dt>lla dura rnadr·e p.·r un· e::shm"ÌOnt! pa1·i 8 quella della r~::riL8 O!'<se8, Si riiC\'8 Ulla imme-liala depre~sione dell' allivilà del cuore che però nnn au menta lacocinndo r animale anche per lungo U>mpo. mezz'ora od un ora, col cranio aperto. ~embra però che due o tre ore dopo la lrapanazione razione del cuore tenda a rialzarsi, ed il tracciato si faccia a~-.aì somigliante a 'luello ol· tenuto prima delle ~copertura •lt>l ccr\·ello. Le e<cperienz~ ~i l'ipetei'Ono con animala sen!>ibili P ron animali re!'lt insensibili per mezzo dell'anestesia f:eneralt>, e i ri~ultsh compArativi furono uguali. Sono questi i primi e p1ù ~ro~coolani risultati: dall'e!'~& me più aLlento dci Lt·acciati, è dalle varieUl delle l'icerche che l'lÌ dovranno ancora fare r i>'ultet'Rnno particolari e fatti del ma<;l<imo inlet·e......e.
Sul modo d1 oomporlaral dell1Jate1tlDo dUtaooato d&laao me1enterlo. - Studio sr ertmenl3le dei donori 0RF.CCHJ.\ e CHIARF.LLA. - (RirJista eliniea- A rchioio ilaliarw dì clinil'<l medica, 30 gmgno 1888). Intorno a questo argomento la votarono. nel volgere tlegli ultimi anni. non pochi spedmentstori fra i quali <cono degni d'esser !<• ·gnalali i nomi d"l Lilleo, 4lel Madelung, •lei Tansmi e dello ze.,.as. Il conceUo fo111lamentale di lulle le f\flperienze eseguite 111 pl'oposiLo deriva da uu fatlo anatomie.• le arle1·,e mesenteriche non sono arterie terminali nel ~enM llalo dal
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RJYISTA
Conbeim alla parola. 1'8lllt delrarteria mesent.erica superiore non solo sono ricchis~imamente anal"lomizzati rra loro e t~n quelli della mesenterica inferiore, ma & 1andio con altre arterie ad ~empio con la pancreat•co-.Juodenale. noto di ratti come con un'accurata iniez1one tlell' aorta, tutto il territorio di di!ill'ibuzìone dell'art.eria me~nterica superior<', anche dopo la legature 1lel suo tronccJ, possa per la via delle anastomosi essere riempito ùel 1iquitlo di inie7.ione flno alle s ue p1ù ~otbli ramificazioni. Inoltre anche nelle pareti intestinali è abbondantissima l'irrorazion~> 9an;."Uigna specialmen~ nelle tuniche mterne. Orbene, daii'O$..~C'rvazione t.lella disposizione di quesU vui l! naturale che sia "'Orlo l'idea di ve.Jere !'e anche per quel! LO ~rrilorio del corp•) umano vigevano le le;rgi generali del circolo collaterale. Si può ad esempio !t-gare o escl.tere ua lt'&llo tiella succlavia senza temere la g:angren& dell'arto eol"riPpondente, lo Sle«SO avverra per l'intestino ! Questo quesilo ru gia aftermal.ivameote risolto dalltt pra· tica; ma le operaztoni chirur~etche S!OO aù ora eqegutW sotto •JUesL() punto di vi~ta non ba'!'lno grand~ ''alore srtentifloo, in quanto che ~s:;e non sempre descrivono a«atLamente i 'asi l~>gati o 1~ por7.ioni di mesenterio divise. Più fertile quindi de,•e e~sere il rempo degli e«perimenti; e que~ti ven· nero recentemente e con molta diligenza t!Seguili anche dai dottori Orecchia e Chiarella operando sopraan1muli, ma coUa più qcrupolosa autisep-.i e con tulle lP. avverlt>nze ricono~ciute e messe in pratica per la chirur gie addominale nell'uomo. Dalla descrtzione dello espertenze ese~uite si possoM de· durre le se~ruenli conclustom pratiche· 1• St può a"c1dere un tràllo dt mesenierio, più bré\'e, ~~ rRsenl!- all'intestino (knue o crasso), più e"te~o se lontano da esso, e d6 a !In ~copo di e~portare un tumore o per altra ragion,., senza temere lA necrosi d~>l "i::cere. Que$&o S8rebbe in opposizione alla id<'a ern~>..sa JaUo 7..esa~ che cioè • neU'intèSlìno non reci..o, il cui mo3senten fu dil'!taccato adeMntemente ad esso, il (.167.ZO tntesttnale cor·rispondenle vuole el'l.:;ere resecnto P" t e v l'l re certa ..:angrena • . R:~ultll però
e
1343 confermato che tra i 9 e i 15 centimetri Oimite massimo, oltre rui ~i ebbe da tulli la n~crost) la vitalità dell'intestino in !'leguilo al suo i<4olamenlo nou é più un ratto certo; Z' Nelle recisioni trasversali dell' iolestmo, anche se ti distacco del mesentere sorpassas~e per un certo tratto la linea di sezione di quello, la gan~renà non ne è La conf!cguenw necessaria come afferma tw•ere sempre lo Ze!'a!'l; perciò, contrat•iameote a nche all'opinione del Madelung, la sutura per inva~inazione del J obert c;arebbe, per quesl(• Ialo elfeUuabila; 3" Non essendo conpatibile con la vita dell'intestino l•mue la legatura o lo rec1>0ione dell'arltma mesenterica superiore, questa stabilirebbe una controindicfittone al )Jro>'eguimento dl.lll'operozione. qualora rosse totalmente incorporata col tumore cl1e ..i vuole esportare tla non poternela completamente liberare. Tale contro indicazione non esic;te per l'arteria me· serllrtca inferiore. inquantoché elisa st può legare senzo pro· durre la necrosi dell'intestino cra~so.
B&ttt 4ell'••UrpasloDe 4e11& o~Uea. - R. Ooo1. (Bollettmo delle scienze medit:lte, fascicoli a· e 4•, 1888). L'ec;tirpazinne deUe cì~lifelle& ru per le prima Yolta ec;eguit.a dallo Zambeccari (1680) ottenendo per rt:;ult.alo la guarif,{ione perfP.llo del eone «u cui ru e~eguila. Il Lan~enbuck J.>ropose di praticarla n~lruomo, previo le~Zatura del dulto Ctl'tico, in sostituzione della colet•tslot.omia; ma anche nella chìr·urgia moder na 'luec;ta opf'razione é tuttor a piuttosto rara. L'autore, ùìelro consiglio e solto la direzione del pror.•.-l<IJI'e Artur·o Marcocci, sollopol'le alcuni cani a questa upero:Lione per t-Lutltarne p1ù preciPamente gli efielli; e i tatti o-.c:urvati troYano la loro Splegatl<'D" nelle <lt:>guenu con'-tdern:.:ioni: ~ei cani operati di e~ lir·paziou~ l~lla r.istìfellea pochi giornr Jopo l'operazione si riscontra la pre.,cnza dei pigmenti b iliari nelle ul'ine: conlemporanearnenl~> lo1 reccie "' mostrano lirJUtd~, inlen amen te colorale, ricche di muceo; l'animale d~? perisce a vi~ta d'occhio nonoslanlt> che l'li mo~tri voracJ!'I-
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RtV!STA.
simo. Dopo un me~e o un me3e c mezzo dalla opera~lone i pi~menli tendono a s<'omparire. le reccie l'i mostrano meno II!Juide e meno ~oloratP., la voracilit va diminuendo, le condiZioni ~enerali del cane tendono a magliorare. La spiegazione cii que"-ti fatti è abbastanza semplice: E'lirpat& la cblifiJllea la bila è costretta a scaricarsi conlmuamenle n"ll'anle!IIIJOO anzichè lrallener.::i nel suo serbatoio per r;verS&r~ nei normali periocli dia-e,livi. Penetrata nel duode no la bile di"CAtld"' lungo lullo il traiLo intec:.linalt>, dove 10 pnrle ..-iene AFSOrbita e cJa ciò !a presenza dei pigmenU nelle urme, c 111 pnrle slanlo l'irritazione t'he determina sulla muco:sa intestinale vitme espul!'!a colle feccìe, e perciò la diarrea. il dPperimentn •lell'animale e la voracita tende nte a riparare l'enot·me per.iita :;!iornaliera. Di più, amme~!lo che l & bile abbia un'azinue benefica <>ui prodotti della di~estaone lfB!'lri<'e e dei grA""i, quest'azione non può piit esercitarla o al m•' no con mollo miuMe energ1u, po1chè essendo cos treLla tt scolare ct~nlinuamenle nell'LUleslmo non può più lari-li lrovtu•c consep,nala noi duodeno nel momento in cui il cibo dallo l-llomaco p~ts~a ncll'anlestino. Adunque il éane opt>ralo di e~t11·pazione della ci!~lifellea sì può considerare essere n1.1lle <>L"""8 condizioni d~l cane operato di fistola biliar e comune. Qualche t~mpo dopo l'operazione non potendo la btlo per CAU;t!l lldla speciale rll<~po!~i7.ione ec;i::tente allo ~bocco del cole loco I'&Ver ar"i <'ontinuamente nell'intestino, cc1'Cft dt crearsi un nuovo !lfogo, d1lala i dutti biliari, sfiunca 11 ci,.uco e roll''llllcld a fabbricarsi un nuovo serbatoio: perdo • pigmenti ~compaiono. ces-sa la diarrea ed il cane enho un certo periodo di tempo ritorna in condiziom pt>rfetlamenle normali. Gli e::.pe1·imenti praticati oltre che confermare la grande iutluPnza d&o la bile Pserc1ta sulla da~festìone e l'importunza ddl'.-~isterttR oall11 ri<~li feltea come serbatoio necessarin per rnccol!'liere In bile .. !'caricarla poi R t»mpo debito nell'inle~tiw •. tlimo~lrauo anche alcuni ratti chP ~embra n o non del
lutto lrascurabili: 1• Che all'e!<portllziooe della cistifellea tiene dietro una
DI AlUT03UA E FlSIOLOGlA
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farla dilatazione dei condotti bil1ari e "pecialmente dul cistico e del coledoco. 2" C•1e questa dilatazione non é temporanea ma prosegue lentamente, tanto cùe dopo un certo lasso di ternpo !2-3 mesr) Il cistico ha assuolo tali proporzioni da poter rer·e l'urficio di un "ero e proprio ~erbaLo1o !'ostiluenJo la ci~tirell+>a: fallo che ha una certa importanza specialmenl•.mte per la chirurgia. 3' Quei!la enorme dilatazione. sus!!eguente all'asporlezione dPIIa cistifellea, non ra cbe confermare l'esl«tenu di una speciale d!spo~izione a sfintere allo s.boccv tlèl coledoco, cb.e impedigce alla bìle dì fluire continuamente nell'intestino e che l'obbliga a raccogliersi nella cislìfellea, o, mancando •JUP.!'ta, nei dilatati ~ondotli biliari.
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RIVISTA DI TERAPEUTICA Btaoaola del or.oMto puro 41 taca1o uella oua 4eU& t1lM1'00l081 polmOD&re. - Prof. SOMMERBRODT ~ dottori VO!l 8RUNN, KAATZER , ROSENTB AL
e DRIVER.
-
(8et'l.
klin.. WocheMehr., numer•i l fl e 48, 1887, e numcm 8, H, 32. :!S e 35, 1888).
Dal giorno che Il gemo della balleriologia arri~,, beuigno ai fortunali prof. Kocb e Baumgarlen, coronan jo Il} luro assidue ricerche colla scoperta del bacillo luber.::ola re, quando gtà la medicina ippocl'8lica, inlrnvedendÒne la natura, aveva tramandata ai postert la credenza che la lisi polmonarc fosse contagiosa (come or sono oltr e 20 a nni il Villemm tn Francia ed il nostro Armanm a Napoli ne porsero la prova sperimentale), da quel giorno, che forma epoca negli annali della medicina contemporanea, glt !!forzi dei medici si ~ono ri\'olti alla r1cerca di un mezzo, che o direttamente uccidesse il bacillo tubercolare o, almeno, no alterasl'e CO."l le condizioni di sviluppo, da ltmìtarne l'ulteJ'i(Jre influenza delclerea. Di pari paE~so si é proceduto, per altra via terapeuLica, a mtll· lere l'org"antsmo in condizioui rli resistere all'allaeco òel temuto m.icrohio, sollevandoue i pol~>ri fisioloA"ici con un insreme d1 "US"Ì li igienici e farmaceutici, che !<&~bbo ovvio qui enumerare. Dopochè Masllin• di Balltlea (Deut.<~ehes A reltio. f. klin. }tfedicin., vol. Xl, fase. 4 e 5) ebbe per la primA volla, in base a statistiche anatomo-palologiche di quello sped~tle, ad annunziare che il processo rli.,lrutlivo cronico del polmone sie gueribil~, f' dopo che anche Heiller (Peste r med.-chir. P resse, N. 35, 1880), lo sle'""~O Baumgarten (Sammlttn.g klin. Vortra9e. N. 218, 18~2, Dellweiler e Penzoldt ( Ve rhandlungen dea Congr~:~J. rnn. Med. in Wiesbaden., 1887, pag. 43) emi·
RIVlSlA Dl n:JIAPI.UTICA
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sero concordi un'idenlic~; opinione, i tentativi dei ter-api:ili d'o~m pae!!e !'li flono succe.iuta in un modo ioce .. ,.ante per quanto poco Crullifero, e vale la pena da riepilogarli. 011 Kremjansky, cbe rliccomanùò il traltamenlo deUa lisi bacillare con l'amlina, a Cantana, Testi, Marza e Maffucci che con inalazioni di bacterium lermo tentarono una batLerioterapis, applicando il pa·incipio darwinaano della loUa per l'esif;tenza alla cua·a delle malattie infetlive: da Bergeon . .ii Lione, e Comil, che usarono le iniezioni gassose per il t·etto t!i acido ca1·bonico e di idrog"'no solforalo, a Laussedat e Chu1)Ual che scredtlarono quelle di acido nuoridrico: da Buctmer, che preconizzò l'arsentco, alla serie non bn.:ve di altri spcrimentatori, che con varia vicenda si alleruarono uel proporre gli acidi fenico, borico e salicilico, il benzuato di "oda, la uanalina, il sublìmato corrosivo, al nitrato d'argento, il me11tolo e f~:ucaliplolo, lutti quanti i più noli rimed1 para~..;iticidi MilO s \ati ~l{giati con paù o meno ~ur.cel'SO, ma ne~uno ha corri<>posto meglio al desideralo degl'infermi e dei medaci curanti r1uanlo il creosoto, della cui efllcacia finora le comunicazioni sono abbastan~a concorda. li crt'osoto non è un rimedio rJUO\O, percbe giA dal pl'incipio di questo coecolo lo !:li lrova raccomandato nelle più svariate malattie, ed anche sotto forma di inala.Lion1 contro la tisichezza polmonare o per via mterna. da Ebers ed Eichberger (Casper's Wochenscllr. N. W, J837), oltreché da Wolff e da Martin-Solon. Caduto in dimenticanza, fu di nuovo richiamato ro onore nel 1817 da Boucbarù e Gimbert (Bull. gbtér. de tMrapic, 15 ollnbre) alla dose ila gr. 0,2-0,4 al giorno, sciolto in alcool. ,·ano di malaga od olro di re~alo di merluzzo, per la durala c.li lro mesi ad un anno: i rh..uJ\ati ottenuti furono incorag~ianli. L'anno seguente Hu~ues e Brnvel l TMse de Paris) conft>t•marono il fatto, e pni lardi Reuss (Jor~rn. de thérapie, IB, pag. 601, 18i9) propinandolo sotlofotma di pillole unito a bal!'lRrno del Tolu, vanlò il W p. 100 ,li guarigioni ed il 30 p. 100 di miglioramenti. Ad analoghi risultati pervenne Fraentzel. OO(! r iu rect!ntemente (4 aprile t88ì) nel :2< congr·e~~o medico lo raccomandò non come specifico, ma come il farmaco sperimentato fin'oggi con maggior van-
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RIVlSTA
tagKio. È anche c.Ia ricordare il Pick (Dent&ehe med. Wechtnschr., N. J3 e H, 1883, che oltre a dado per vta inlt:rna ~econdo Jl metodo dì Bouchard, ne rece con lem poran~amente pralicaro inalazioni a Laluri infermi a primo stadio con incipienti intìltrazioni e catarr1 c.leglt apici, oltenendone sorprenJenle migliorAmento . È però al prof. Sommerbrodl di Breslavia che, per Il numero degli infermi di tubercolosi polmonare e. Taringea de lui curali col ('reo<>oto {<'irca !lOOO F.no all'aprile dell'a nno seor5o), spetta la preminenza nel trattamento in discorso. Egli c:omminislrt~ le cap~ule gelatinose, ognuna delle <ruall contiene g r . o,o;; di creosoto e gr. 0,20 di balsamo del Tolt'l, a cnminctare con una, due e tre aJ l!iorno nella pr.ma fetti· roana, per indt aumentarne progressivamente il numero a quattro n~>lla l'econì.la, a cinque neHa terzR ed n sei cap· sule nella rp•ez·la settimana. Di regola le ('ap<>ule "ono ben tollera te anche a dose maggiore di 9, e solo sopra mnlte centinaia di malati accade d'inconlrat"'i in taluno, cui si dov ré limitar ue il numt?ro. o a(ldir•illura sopprimerne l'uso, a seconda .Jel ca!'lo; ctò che ~ rrservato al criterio del m~!lieo, ma e 1'81'0 a \'eriflcarsi. L"autore 8DZI pone la frase: c qua nto pii) rl c,.eo~oto •' giornalmente tollerato, tanto miglioro ne ò l'azione •: '-Ìrcbé dalla dMe ma~s:ma di gr. O, ia al giorno, dato per 6, 8, 12 me~i •li sPgurto, cui era arrivato in arrile. c:aJi dipoi 8 ~r. o.n per tre o quattro mesi !'enza lamentare sintnmi dispiacevoli, ··hecr.hé Fraenlzel. che purP conta pa• rPcchre mi~liaia di curati, teme!<se in proposito. rnR:;.sime in eolot'O cht>, nella pratka pr·i,·ata, o perché ambulant:, l<fu~:;:ono piu recilmenle alfa sorveglianza diuturna del m'!dico. Talunl autori, quali Czarnecki, "eudMrer, H<'pmann. v . Brunn e Scholl. che [!Ure r·iconoscono l'ectìcaeia del creot>olo nella cura delle tuber·colo:!r, hanno osser' alo che l'u<>o prolungato non é ll<'e,ro d'ineonvenienH, c:peeialmente sulle funzioni drge~li,e, rno veroc:imilmt>nle des;,i sono provocati dal bal!'&mo del Tolù o <la altr·i eccipienti piulloc:to che i.lal creo:;okt, il quale anzi del citato v. Brunn è slalo trovato un eccellente anllùiarroico, solto fot ma pzllolore associato od un po' d'uppio. Pt~z· ovviare. a ~itraue perturbazioni del tubo dige~o,tivo, d1&
DI TRRAPJWTlCA
da altri autori ~ono ò'allra parte rel'iMmeHlll llC$çal~'>, ~i è p~>n~ato ùi '"ariarne il ricPlt&rio, a llontananrlo i balsamici com•) •Juelli che non ~ono in sren•!rah• ben to!II}!'Rti .lal trallo ~raslro- inteslinale. Jl dott. Ro!'len lhal di Kllnigl'lberg lut propo::;t.o ùi propinarlo in acqur. cart..on iea cou cognoc, ed all'uopo la ' proporziono progre~siva del rreo~to é rel!:olnle noi modo ~eguen le. Si abbiano tre bottiglie diver~e da •te, 1/3 e '/t litro di a cqua carbonica: ndla prime fi dic:ciolga J1 creo~otn gr. 0,10 e di cognac gt•. 5,0: nella seconda (rln 'h ) il creosoto <::1 aumenti a !.."T. 0,40 ed il r•osrna1: ..... raddoppi a gr. 10,0• .; nella bottigha da '/t litro le do<::t relath·e 8icno di g1·. o,r,o e tlt gr. 1:>,0. Si cominci il primo giorno col berne unn bottiglina da 1/e subito dopo il de:-<inarP, ma dal s••t·•lnùo in poi, e pt-r una intera settimana, !<e ne bevano due, ,.. mpre dopo i pn<~ti, rnatlina e sera. Alla terza :-;e llimana, pPr non eccedere in 8Cf1U8 carbonica, nella stP~sn bottiglina Ja •!o può rnddoppial'!'i la dose del c reo!:'olo (~r. 0,20), che !l&rù IHvuta !JUrt• m due '·olte, e pt!r la terza volta t~arà U!.l&la la primitiva p1·oporzione ùi gr. 0,10: e cosl, di ~>ellimunt~ iu settimana, U!•auùo da sole e combinando fra loro le Yarie bolllgliuu, si aumen ti ~adatamen le il creosoto tino alla dose maqsirua di ç!r. 11.80: il cognac si può portare a gt•. 20,0 Per lo :-ma fncile dtgeribililà l'acqua carbonica creoc:olalA, l~hc pui'J benissimo me<~eolarsi al vino. trova opportuna inriH'AZiune nel Lrattomento della scrofolosi. tlelln Lrrmr.hilo ct·ouica, n••lla con,·aJe,..cenza delle maiattie bronco-polmonart iu genere, neiiP «JU&Ii inf~rmilà Sommerbrodl e Reusc: (ltlernu:ro col creoc:oto soddisfacenti rtsullAli. Un'altra rormola ~ MI dott. Kantzer, che la r-accomanda per la tolleranza eia parte dell'apparecchio digc tivo, anche nelle sjgnore per solito assai "61l!!!ibJIJ \'Ct·eo ti !>&puN del fnrmnco, rd é In ~eguenle: Pt•. creolòoto pu•·•~"ÌIIlO di faggto ~r. 2,0. olcool reUHìcato ~W· 30,U; tintura rfi genziana. e"lt·allo di caffè. ana ~··· SO.O: acqua distillala gr. IOO,o. S. A~tlore bene prima di usarla: un cucchiaio ola zuppa 3 \'olte al giorno tn una mezza tAzza rh latte. Da quanto son venuto fin qu1 ··~poueuùo chial'o nppur·iqce che non é sul valore lerapeulico del creosoto ('he cade di-
vergenza d'opiniom. pea·cltè quagi ad unanimil8 finora ai e r iconosciuto che, 10 ~egu1to al quo uso metodiCI>, nei luberoolohci SI avvera un notevole mi~rlioramento dello stato ~e nerale: la f.o:,!'l• e l'e;:opetlorazione diminuil'lc.ono, l'oppl"f!!18ÌOne, i dolori al petto, l'eccitabilit.é. cardiaca e vesomotoria, la rebbre ~;~U~:a e i sudori notturni cel<!-Ano; ed obbiettivamenle, nello ~pulo si r1scontra un11 ~uccessh't\ decre~cenza , ed in alcum callli anche la s comp!Hsa dei hacilli, ùi par·i pa11so che sul torace l'esame fis1co accerta un impiccolimento deiJ'aja di ottusit.é., con diminuzione di rantoli, io una parola il raggrin· zt~menlo deiiP parlt Ielle dei l.eR..uti, la J:lUari~:tone. S però da notare che un siiTaHo !'lUccesqo si può ottenere t.anto piu qicuramente e con mall'giore prontezza. per qua n lo la malatUa é d1 recente data, con rebbre di breve durata e modica, con processo non mollo et~LP-~0. meglio se localiLzato a1l un --olo apice pol m ona r~. eù in 1n1li-.tdui di giovane el3, con o ,.enza tendenza all'emollic;:. l n ;razia della vir·tu anlimicut1ca del c1·eosoto, il focolaio bacillare r esterebbe cosi B t~rìlizzato, quando fosse rìcQnùsciulo p~>t• ll'IDJIO e Roltoposlo o tralLam.-nlo, senza che la febbre. mtiizio d1 reazione nr·ganica contro Ja l:tia avvenuta penctraztone dei bacill1 nel "~tngue. e glt eventuali disturbi della digPstione cosliluis<'unc. uns con· tromdicazione: cbP anzi per la l'IU& aziont> slertltzzante sut bAcilli i1 creosoto :;i ò pale ..ato indirettamente antilermico. t<: indi'"pensabile che il creosoto sia quello pul'is>•imo dt faggio, un liquido cioé neutro;-- oleoso, chiaro, le~gPrm e nte giAllognolo, che r ifrange fo rlemPnte la luce, alli~ r.ui espoSII.ione di\ent.a un po' bruno, f!' che, oltre all'mlor~:~ pene· t1·ante ed al ~apora Rcollanle, possiede tutte le altre proprieLA fis1che e chno•.che pt·.-~crllte dalla farmacopea. Ho "-limato opportuno questo brev~ ricordo farmacologico, pe1·ché ad 8''' t~o del doll. Kaal1.er, spes!:'o il creoc::oto, eu t poi ~·actde· bilano i di:,Lurbi rlige-.Livi, non é che catrame di pino, che co"ta duque voll~ meno, arro,..;-;isce facilmente al111 luce solare , ba odore di acido renic.o, é chtaramenle di rt-azìnne acida ed è solubile m glicerinA, mentre quello di raggio ronna cun queqlA un·emulsionc lsltigino'"a, che col r1po,o. dopc mezz'ora
Dl TUAPEUTJCA
t 3~t
od una, qj "ttparìl in due distinti strat1, dei quali il super iot·e è formato dal ere'lsolo puris.«~imo. Per concludere non mi t·&~U. che riferire brevemente della parte 's perimentale, su cu1 poggìa l'odierno trattamento far· maeeulico della tubercolosi pohnonare a mezzo del creosoto. Cbe IJUesto '<i& un antiqetlico lo ba provato l'insigne Koch con le culLure su gelatina, cui ~ia slata beno mescolata, previa fluidificazlan(>, una soluzione alcoolica di creosoto a l 5 p. 100 in tale rapporto di diversa quantill\, da ollener ne miscele contenenti t/,ooo, 'f'fi!IOO, tf tf#J ecc.. di creo!tolo; ciò per pt·ovare tino a che punto il rimedio a 'es"e potere antisettico. Le ••icercht) furono istituite con 13 mierorganism1 paloj:teoi e ~ non patogeni. dei quali. oUenul'.) collur.· pure, si praticò innesto sulla gelaliua preparata nel modo anztdetto, e contemporaneamente. a scop<.t di controllo, uuche sopra gelatina semplice; in generale il r1sullato delle numerose rkerche fu che il hmilo di ~'·iluppo fosse segnato dal contenuto di tj3(1.W) o •!•IXYJ· Più hu·di lo stesso Koch avendo ripetuto gli sperimenti pei bacilli tubercolari col ì:iiero di sangue contenente creosoto nella proporzione d1 ~>opra, tro"o che ti loro "'''tluppo era min1mo nei tubi all' tf,OCKJ, mentre al contrario nella gelalma a maggior rontenuto di tj-.,oo di creosoto i bacilli C&l""8110 Ili . . vilupparsi (Zeit.~clt t'ift .frir klinisclll' Medicirt, \'OI. XIII. fa-.. 5). D'on,J~ 11 lotl. GuLlmann conchiuse che ad impedrre lo ~"iluppo dei bar.JIIi tubercolari in un orgam!"mO si do' rebb~ i11trodurre nel sangue 1/lhiJ della sua quanti Là in Cl'eOSCtt· , che ptwciò oltrepasserebbe di molto ti lim1te terapeulico concesso. Il òott. Rusentlial cl~t· ripetette con le ste~~e n 1rme, ma t-U piu vustt~ scala, gh spt>r·1menlt del Koch, con colluro di hf'n 32 svariatil"~imi microq~anismi, dei quali 17 palc•gtHII, ottcune analoghi risultati, !'lervendosi, a vece della ..oluzione akoolica, della l"U8 acqua carbonica creo:;otata all'l p. 100: •Il cui venne cosi a provaru anche il forte potere auli!~P.tlil • COlU~cnè sia in grado di uccidere un gran numero di rnicroq~ani~mi od almeno di inJebolirne in modo signill··ant•• la vit.alità. R~lalivamenle alla conclusione dianz1 rifut'lla del Gultman, lo slesS•1 Ro~11ll18l imellò nel sangue di conigli per v1a ipodermica tanto ereo!<olo, pur e sciolto in
IUflSTA
acqua carbonica, quant· · fu nece.:.sarìo per rag;zlungere la citala proponione: co~i ad e~Pmpio, ad un C(\niglio del peiO ili ~ kg .• e perèi6 con una ma<~sa !-languigna di clrc.a 200 gr. furiHtO a poco n poco, nel corio di a giorni, non "'olo iniet. tali i 11,075 ftr. di creo~ot.o equivalenti ad 1{400() ètel puso san. gu1gno, ma sorpassati fino a 0,10 gr., senza che .si osserva .. ~ero alt.crazioni nello '-lalo generale delranl male. Da ultimo è ri..,ervat.o all'avvenirP. ti decidere se le iniezioni parenchimatoc:e al 3 p. iOO di creMoto, precowzzate iD ques\i ullimì tempi, e la ~o~ttituzione, proposta dal dott. SahU dt Bet·na, del guaiacol allo stesso creosoto per• via dello ~to rnaco, pos~ano accettar"i in pratica e rendere quei sflrvigi migliori che 1 poveri tisici ne attendono. G. P.
llulle dlvene appUoaslonJ terapeuUohe dell'aaUpiriDa. Ooutronto ooll'autltebbrlD&. - GERMA~o Sf."!. - ( Brtlletin de l'.-1-c(l(/emie de MMicine, c;edula del 6 c:;etlPmbr& 1887).
Non meno importante della pr ima è questa J<econda comunkazione eh» li pro f. Séc ha fatto all'Accademia di P arigi nella seduta tlel u sellembrt>. Dopn aver dimostralo che l'anLipir ina è iJ rime.Jio sovrano delle CP(alea c dello> emu::ranie, egli dimostra ora con un gran numero di ca;:oi che dello medicamento t~piega pure un'azione ~llìcaci,o~•ma nelle afft:Lioni dolorose .ii origine meccanica. lnteresc:anti!'<~ime. a tal•• r1zuardo, sono le con!liderazionr c:ul rcumati;.mo artieolaN, «olia gotta e sulle eoliche epa· liebe e nefrilic.h€' in cui, coll'u~o dell'nnlìpirrna, l"fìulore otlenue degli effetti addi••iLLu ra meravìgl•osJ. ~o1 siamo <~icuri che i I'Ì!lultali di tali studi, i IJUOII mociitl· cano radicalmente la lerapeutica del dolore, terranno desta l"atlPnzione d~>i collegW. (; li invo::tlieranno a pr )!'eguire per conto loro lP. ricerche su tJUe!lto importante arlo(ornen to. 1° Rellmali,,mi arlìcolari nruti e cronici. Grlita ,. suoi p4 ro.~&i!mi. - La prima ma1otlia doloro,.:a che !'i tentò di gual'ire colran11p1rina ~il r eumali<>rno articolare aculo: c:iccom&
DJ TIRAPF.UTICA
quesltl malattia é gentralmenle r.:bhriJe. ~i parli dall'idea che ract·ndo cadere la rt>bhre, l'i farebbe cessare il reumati.. mo. E infatti la tumefazione oo 1 dolori articolari hannr• ceduto tanto pre!-lto e tanto racJimPto le quanto il movimento febbrile. Nur11ero!'e tl!<Servazioni pubblicate da dici<Jllo mesi a •Juesta parte in Germania da Alexnnder Lenharls. Fraenchel, in Franc1a da Bernheirn e <la C!emP.nt, eri in S\1zzera da Secrétan. ecc., dimo:otrano l'azion"" curativa !i ·!ueo::to medicamento, però non ~i ~ono studiati gli etlètti analitici. In fll~lo cs;:o, com~ pel salicilnlo di sodo. dopo av••r •·on· statato la rapidità e la sicurezza della medirazinn~ anlipirica, l'autore cercò per mezzo riPJI'analisi chimic1t quale rosse l'elemento morboso contro cui si "Piega,·a l'a1.ione del rt· medio. Si trall&\'R dell'eleme-ulo ùr•lore inflammaLivo IJpptrre dPIJa (Pbbro·? ~011 manCO )'OCCR~ÌOIII' tll di::-o.:ociare questi due alti morbo..i, a, per eons~~uenza, i due alli ctrralivi ddl'antipirma. Mentre che il salicilato pre"t-nla\'8 una Ct!t·la ~uperio ritA ne1 reumatt~nu arlrcolat·i rebbrili, l'autipirina '"i rnoEtrava assai più ellicace nelle a1feziou1 rcumuliche <>enza ft•bbl'l~. L'autore afferma che trenta inr~rrni lrtoltali contemporaneamente co~ l'iniezionP. rli anlipirina npelul8 .Jue o tre \olte al giorno alla rlo"e ·!i gramwi 0.3Q ~r "Ìringa P con 3· ~gromm i di antipit•ina rer uso interno. accusarono tulli un snlliew; 'IU&"i immediato dPi rlolori genPrali o localizzati e rJacqui~l8rono i loro movimenti in venlr()Uatlr-o ore in seguil•J alla sc-ompa1'"8 IPitlolore, dell'inllammazione arttcol&t·f', e «passo anch~ dell'e"<::ll•lfllo sin~>viale. Pet" e,·iltlre le r icadute CO"<i rre•wenti. lulti gli inrermi coutinuarnuo per 10-15 giorni l'u"o interno e 'luolidiano di 3 grammi di antipirìna ~enza alcun traltameltlfJ loetJlfl e "enza alcuna upphcazrone cst.t>rna. S1 può òunqut> affermare c-he s t tratti qui •lÌ un rimedio non semplicPml,nle palliativo, rno di un mezzo cm·ativo in tutta l'ec:tensionf' òPI lermine. L'aut• r e non \'Uni dirt> cnn c16 t•he tulti i reumatismi cedano all'antipirina, come nE'l resto nnn cedono ~l salici:Alo, ma risultò evi1lente che il potere tlell'autlpirina <>i ::p.esra uel reumati~mo Rrlicolare acuto o o~ubacuto con o !'enzn itlrnrto. In tali ca"i e !'a agisce con "icu1-eua. poiché rh•oh·e, per co"\
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RIVISTA
(lire, l'ingorgo infiammatorio, e sopprime d'un colpo il dolore cile non é certo e<~~lreneo sila flussione. Ogni retto morbo"o extra-articola re sfugge all'azione del medicamento: t~e esisle, dopo uno o più att..ecchi di reumatismo, un' endocardite od une pericardile con lesioni valvolari aorttche o mi· treli, l'antipirina non le modifica affatto. Ma è e~~ capace -d1 arrestare almPno l'evoluzione del reumat1smo o di impe. dirne la trasmissione dalle membrane articola ri allA mE'mbrene del cuor e l È molto probabile che arrestando le manirestaziQni t!t<ll'me arresti conlemporaneamenle lo sviluppo delle inHammuioni inlerne. In ogni modo è bene notare che c:e l'atfezione car<Jtaca !!i sviluppa, e,:.~a è generalmente attenuata. Ora conrrooiaudo a l'i ullali oU8!luti cogh altri rimedii an· ltreumatiei (il "aiicilalo, l'aotir~>bbrina, il <>alo!) "Prnbra, dice ti Séé di poter risolvere Il problema !ielle loro in•licazinni c.,J se~uenle motiO: 1° Il salicilato é ruan•fc::~lamf-nte superiore nei t•eumatisrni g:r•a.vi, articul8.l·i, geoet·alìzzatì, l'ebbrili rna e il cuor6 é caduto in uno ::ilaLo tli a .. Lenia, o se fossé anleced~nte mente assai debole, oppul'e presentas:~e un lli~Lurho di com· pcnsazione in seguito od antiche le~ioni valvolai'Ì, non bi. o~na esitare aJ ammmislrare l'antipmna. Il salicilalO, oome il St~P d1moslrò nove anni add1elro, non 6 certo un ami1'1l Jel cuore. è anzi un dt>preco.sore della sua fona motrice; in que"'to caso l'antipiriua. c hA non produce mai il più piccolo di~turbo neU'ationt! ('ontrattile del miocardìo. ha ineoote,..la· b1h 'rantaggi sul sslicìlato. 2<> L'anlipirme, pot· l'innocuìtà dei suoi eiTelli. per la cerl~zza dt>lla sua aziona paragonata al sallcilato, lo ... upera evidenlernente ncll~:: &frazioni reumatiche apìrdllche: "6 ne può prolungare l'uso irnpunemenle, e la si può i mpie~are u1 iuieliom sollocutanee purch ·queste '> iano ratte lentamente ut-11 ~ proporztom tndicate. 3• L'antifebbrina che é "Lata r Pcentemenle u:;etUl in tutta le furme Ji r eumat.ismo non ha un N aie vantaggiO sull'an· tipirina e non coslitui:.ce un progresso. }• li salo!, l'ultimo d ..llu. serte, é veramente infet·iore a
DI TEIUPIUTJCA
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lulli gli altri mezzi antireumatici: i !-òtiOÌ in~uccessi non -;i e{)nteno pila tento' ~on numero"i. ed in que<~ti ultimi &empi è sce~ al livello di medicamento antil'ellico in pomat.a per le elf~tioni del na so e deUa bocca . Tutli questa rimPdil hanno dunque, a gradi diver~i, una reato &tione antireumalica; ma non bì.,ogna abusare della parola, poicùi• essa non si applica punto alle lesioni intern& d'evident.e omdne r eumaLica. l<'ra le lncalizzazioni interne ve n'ha una che interessa specialment.e il KIStl'rna nervoso; s'intende parlare cleUa eorea reum.ati~a La natura nervosa di qu~ ... te Alft>tioni parrebbe do' er indieare l'anlipirina r. he ~ un d·•pressore dell'ec:citabilità r11le."'Sa cl el mi Jollo, e la sua natura reumatica col'lituirebbe un'indtcazione decisiva: oltre a ciò or sono pochi :rlorni il ciott. Koch ha dimostralo che la corea, comtl il reumatismo c:te~o. é un'affezione microbica; caareb.be quest.s un'&llra ragione per pre~crivere l'aolipJrina cllP è anche antisellica Orbenf.' l11ll~ queste previ!>loni falliscono in pratica: l'antipirino (come il salicilato) è impotente a guarire la corea, a lurbarne l'evoluzione e ad abbreviarn.! la durata· essa é utile !<oltanto a moJ~rare i movimenti rli~ordinati tanto nelle corr.a 1~t.erica, quanto nella reumatica. P~r concludere a~un•]UG llavvi insuccesso completo In tutta la ~erie dei reumatismi interni ed efficacia inconte5tabile In lul~ la serie dei reumatiami articolari. F1·a questi pt•rò l'autore cita ona forma gra,•e che è il vero ,.coglio dellA medicine pratica. della cura termale e dell'idro-le1'8pia; e ci111' 11 reumati~~mo cronico, il quaiP., tii reumatismo, non l a for"e ~he 11 nome. Orbeno l'artrite r.ronicA con o !>enza E'S!=:Udato c;inoviele e l artrite no..Joc;o che rt>c;islono, SI può dire, n lult1 1 m"'dir:amenli, sono su!l\cettìbili di guarig1one coll'anlipirina. Il Sé~ dice che da Ctr<'ft tre mest osser,·a sei donne dai 30 81 60 anni, e due \iOmini Rffelli l'la co J~>•-l"' artriti croniche. di cui due sotl•1 forma di reumatismo nodoso. lo tulti que..li anrermi il male "i é "''iluppato senza prt!cedente reumali~nlo, lentamente e con una pro~ressione !alale fino a l punto da invadere sucre"'~h'amenle le ~inOC(:hia, il C()lJO dei piedi. le Rpall~>, lE' articolat.1oni carpiche e le dita: que!<l~> articolazioni erano immobilizzate, dolenti al minimo
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RIVISTA
movimento, e al' tnfermi quasi anchìlosatr erano co<~~lrelU a truscin11re una penosa e i,;tenur. J.'autore dice che ha vi8lo una mae<~tl'll di pla!"'ofur·IP. rh :->(} armi, la qusle tre onni or :;ono si guadagnava ancora ùbcr~tan.wnle ùa vi vere: da quel· l't~poca lullti le cur·e (sa'rcllal.,, morfina. acque termali) erano rimaslu infruttuose, ttuaodo, tre mesi fa, o.:ssu cominciò il trattamento anliptrioic('l alla dose ~ioroaliera di 4 grammi. Dopo 1:) aìorni t dolori erllno scomparsi completamente: poi le arllct1luzioni ·t.- ptedi cominciarono a farsi libere; piu lardi quelle rielle dita. che erAno mollf' lumefatle: pre~en l~menl~ rammalata ha ripre~o l'e'-··rcizio della mu~ica. Ac> canto a quec:te cure ottenute in coudizioni cosi sfAvorevoli, l'autor·e segnala ~ casi d'in--uccesso ruereotisi aJ artr•iti ero. niche delle vertebre cervicali. Gotta. - La golltt crontea può mo~lificar·:;i come il r•eurnatismo. L'autore ollennP. la ~uarigione di due gotto~• dai 30 ai ·~2 anni d'età ~he erano da lun~·> tempo condannati all'i· fJOso, che --offri\ n11o continuamente ~enza provare alcun sol· lievo coi mezzi abituali: la guarigione si nltenne in :~ mesi. l parossi... mi di gotta ce.Jonu pur·· rapidarrwnle sotlo l'm11uenza Jelle inieziom di antipiriua as~o<iat~ all'u:;o interno Ilei medicamento ~le:-so. Tanto nr.:t C8SJ di acces~i con Jnlervalh di calma comple!b , IJtranlo ner ca~i di a.cce~si che in"'orgono nc.-lla gotta lipi<·a, il ri~ullatu é il mede:-imo, ben inteso però che le t·ooct•ezruni nou ne sono punLo modificate. :!'Dolori lombar•. dorro-wtercostali, sciattei.- In un'aUra seri~ di malattie dolorose, di cui le u11e &ono neuro·rntl<~colari e le altre nevralgi~'lle, gli effi•tti dell'autipu·•na sono f!Ovente i"ISntanei: co"'ì le lombagini, quahm•tue no ~ta l'origine e la data. ~arJ~cono complelam~nte dopo due i111eziont di 0,30 cenltf,rrammi di antipirina, assoclate a 3 llt·amrni dello sles~ rillledio r··r uso inlemo. lduntico ri"'ultalo "' ottieuo nei dolori d01·sah t!d intercoslali, i qual t si osservano in individui falicati, o neo: li i~terìci; anzi talvolta non ra nemmeno mest1eri di t·icorrere alle iniezroui. Le. ~eialiche antiche possono cedeN alla cura aulipi.rimca coutpleta (intf:'Ztoni eJ U"ll interno tli an lipirina), chi! ~ del r·esto indi,..pen~abil e aucl1e nelle ::~ciaUche recenti. Con questo m··todo continuato p'!r due o tre settimane
ar-
DI lEI\.\ PEU li(;A
f3li
~~ otlengono rhmllati favorevoli e ded<!i\·i. L'autort> ~u 23 casi
non ne ba vi~ti eh& :2 rìbelli. i quali non han ·~dulO alla mor· ftoa, nè al salicilato, uè all'anLifebbrina. 3° Xeoriti tlegli Oii!3Siei. - L'autore passa a trattare il problema più delicato ed 1mportaute, quello c10è dei dolori ttla!>f'ici o preala~sici, che O!lgidi si considerano come nevriti perirPrìche. Dujardin-Beaumetz. e Lépine parteg!liano per l"anlirebbrina. L'autore invece prererisce 1'antip1rma e per ammettere questa pi'eferenza egli ùice di avere una ragion\l d'orJine fisiologica o tossica, Jo~enza lA quale il parallelo fra le due medit'azioni potrebbe !<OstenersJ beni~,-~•mo. Un'ol'a ùopo l'ingel"tione dell'anl1febbriua ìl san,zue subisce delle Importanti alterazioni; diventa cioè ùi color~ bruno cioc<'olatte, e f'Ì altera per la produz1one ,), metacmoglobina nei Jllobuli sanguigni, dimo.1ochè, come dimostri> Hénoque or non è mollo, la deficienza di emoglobina tllminuisce assAi il potere respira· tor1o del sanhue, il quale si !!poglia perfino fii unn parte ùel suo ossigeno e si Lrova incApace di assot•bJrne di uuovo per· qualche tempo. Di più, per via di •1uesto tttalo veno,.;o del sangue, la pelle preud<> unacu1oraz10ne livida gent>rale: que!'lla cìauosi chu melle natu•·almenle io pensiero il medico, si proqusse 10 alcuni ata~-~k• O><"ervali •lal Lépint'. i quali nou avevano superata la tlose di uu g1·ammo e meuo pe1· giorno. È ben vero t:he ora ~i assi~lH fl questa cianosi con _c~ufficienl~ tran•Juillil.à, ma ::Hccome ,.,. ..a è il rìl'lultato d1 unA \'era decomposiziono de1 globuli, cosi non !!i può ~'Onsiderare tal fenomeno col "anguo rr•eddo di Dujardin-Beaumetz, il rJualc non t('me d1 vedere i l'tUOi amruelali diveutare blual'ltri, A !'li consola di.;endo che ~li indivl.rui solLnpo:sli nJla cu•·a dell'anlipirina diventano ros!'li. Infatti una volla su 12 o 15 casi, l'anlipiriua produce (c;opJ•altullo uelle donue e quando se oe continua ru~o per 15 giorni 8 rorli dc•!'li) un'eruzione 8 forma di ortical'ia o di rusb sulle mani e sui pte<li eh~ dura 2 Il 3 giorni e "parisce 11enza lasciare lruccja ulcuna: t- un esantema me•l•camentoso come quello prodotto dalle chinina. L'anlifebhl'ina non produce tale fenomeno, questo ò vero, rnn determina un vero avveleoamcnl<• del l'8ugue 10 rn(JdO IJUaSJ co!;lante: il dotL Mabille che ha trattato 22 epilellici, tra paren-
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h·><i, senza alcun risultato, coll'antifebbrina ha osservato la eianos1 in tutti l casi. Non si lratta adunque di un semplice incidente, ma di un avvelenamPnto mevitabiJe quando si 801"'pa"sa la Jose di 1 gJ•ammo e mezzo che è generahnenle nee~ seria per calmare i dolor1 atssski. L'11ulore dice di aver fallo più volte il conrronlo rra : due 1netodi alternandonf! l'uso: orbene, eccettuati due casi an cui rantifebbrina ~i era mo~lrat.a più efficace, in lulli szlì aUri potè indictlintamenlo liberar~ gl'infermi dai dolon fol2orunti an un tempo variabile, e ctolle,•are le loro soffprenze in modo immeJjaLt> combinando l'uso interno dell'antipjrina colle miezioni della stessa sostanza. L'autore richiama l'attenzione su quest'ullimo punto: il me~odo ipodermico che non si potrebbe applicare alJ'antJ(Pbbrina perché insolubile nell'acqua, costitni~ce un vantagg1o tanto p1ù notevole inquantocM le iniezioni di antipirina sostitUI<~cono gradatamenl.t· le iniezioni di lnOI'flna a cui la massima p&l'Le degli infermi sono abituati. Qu~'ilO trattamento rnt<~lo puO essere 1mpiegato per $•1ltimane in t'ire ~enza ù1stur·bare la salute degli intlividu~ senza neppure prod01·re la eruzione ~nedicament.osa. PPr' completare la storia delle oevriti gravi non resta più cbe a o•ilurc> le nevr1ti dello sona cosi dolorose e ('Ot-ì persistenti. che l'aulot't! vide <~empre guarire in breve tempo; ed infine le neorcti rliabelielte che SI modificano rapidamPnte <~otto l'influenza J.el trattamento coll'anlipirina. Noi vediamo adunque, pro:~e~ue l'autore. delle alterazioni anatomiche dei nervi e delle lesìom ùetlnite, la cui manifestazione dolorosa cedo prcei~amPnte rome una sempli('e nevral,Va. come un "emplìce disturbo funzionale. L'uso dell'antipirina ha ridotto le walalti~ dt>l ~istorua nervOFo poJ•tferico AllA più <~~t>mplice e~pre~!lione: <~e la .Jr<~mtegraziooe del nervo continua la sua lìpt:ra, ']uesla almeno s1 "''mp1e in srlenzio, <'d il grido ddla natttra ~i lrova 10 LRI modo f·Off'o•:alO. In quet~t'ordine di ider- "Ì può ant!f:lre piu lontani ancora, e pl'ovare ··he le ln~ioni rentrnli ~tesse possono compiere le loro e"oi:J~ionì SPnza llauneggiare lo stato generai~> Ili J;alu~e coii'Jnl4> <~ lu o · olia conlinuiiA dei dolon L'nulor<' ha visto delle cefalee di origini sperifich.... e per
DI TEBAPEUTICA
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con!teguenza di natura organica, delle cefalee dovute a tumori cerebrali cedere rapidamente solto l'influenza llell'anlipirina como se si fosse ll'atlaLo di cefalea comune o di emitrania. Sì può dire adun•JU6 che, dinanzi a tale medicazione lutli i fenomeni dì eccitazione sono e~uali qualunque .. ja la loro provenienza. );on é forse un gran conforto per lo ~cienza disarmata dinoanzi aJralleraz10ne profonda degli orgttni, il ri&etjuislan) il suoJ potere port.undo un lribuLo allo ri,.taurazione degli elementi l::>tologici colpiti e rendendo meuo complicalo e più regolare 11 decorso di una serie di fenomeni complessJI La t.erapeutica che regge i renomeui dì origine ortranJe& si applica ai sintomi Ji ori~ine mecet1nic-a: questo fallo appanrà più e'idente nello ;,ludio delle vil)ceralgie. 4. Dolori oisceralt. Coliche •.patiche, nejrilic/it>, ga~tro intestinali, uterine. - Nella storia delle concrezioni biliari e deì calcoli renali quando tendono a varcare i condolli escretori, noi Lroviamo un sintomo violentiSRimo che, sotto il nome dJ coltea epatica e di eolica ~tefritica, domina tutta la ~;cena patologica: infatti appena s'inizia l'allacco, l'infermo si rifiuta di <;offri•·e e ricorre alle iniezioni di morfina. Ora la morfloa ha il g••ave inconveniente nei calcoli ~patici, di diminuire la !;&erezione della bile, d'Impedire cosi l'e"pul. ione della pietl•a, di arrestare completam~nt.e lu rormazione del muco inte::lJDale, e dt produrre perciò l'accumulo delle materie e di 1le~tare i dolori intestinali che complicano o ..o;:tiluiscono i dolori epatici. Daccbè, dice l'autore, i doltorJ Capitan e Hau•louin hanno usato le iniezioni eli aulipirina invec" 1H quelle •li morlìna, nui '-iam11 giunti in capo a qualch-. minuto a ..opprimere 11 dolo• ~. vale a dire a ,.:opprnuere questa sindrolll\'. lel·ribile nella colica epatica, questo fenomeno gra"e. costituilo Ja irradi&ZIQni Jl)lorose ~< vomiti, da disturbi di circolazione. d'arre, lo e da r•a<;sorbim~nLo deUa bile. La scena cambia, s1 può dire, a vi:oLa d'occhio. Lanlo che c'è do cred~r~ che il calr.olo abbia superato l'or-Lacolo e sia pas!<ato nc,ll'intestino: il dolm·e ces::;a completamente. Ecco Junque uu dolol'e òi origine essl:lnzialmeote meccanica, che nou ha potuto rel"i84
4:l30
RIVISTA
stere all'~tzioM delfanlipirinR proprio C4)me "'6 fosse di ori~ine e<~sP.nzialment.e nel'\'osa. Falle le iniezioni, ntln .. j lralta che di as:;icurare la guari,zione o meglio di impedire ~be altri calcoli ;\'immeUano nei canali cistici biliari o m•l coledoco: a que!'lo scopo ooeo•·re sommitustrare l'anlipirma all'interno, appena lo sLo'ma<>o possa >aopporl.aJV un rime·lio t)d una bevanda. Si ra prendere quattro volle al giorno un !!raOlUlo di antipirina nell'acqua ghiarciala: l'intlomani tre gra10J:IÙ, e i continueri co~i per olto o dieci giorni. l òolori postumi frequenti, ma sopportabili, cedono alla Jor volla, .-d il malato il guarito fino all"in8ol'ge1·e di un uuovo acce.-;so, cioé fino a che un altro c.alcolo non s'irnmelta e s'orre~li nei canali della bHe. Lo st.es<;c, "'' verifica pei cal~oli nefriiici: dal tnomenLo che il calr.ol(l comincia a "('O!'rere negli urel!!I'Ì, JA luogo a dolori ren~Jh lievi al prin ·Jp10, o a dolori più acuti lungo l'u· retere, oppure ad uu le ne~mo vesc1cale intollerabile. App~>na s1 mantl'csta l'uno o l'altro 1.11 questi fenomeni, l'auLore fa praLicare da una a tre iniP.zionì d1 antipil'ina, e fn prendel'l' all'interno due o tre gr-ammi del rimedio stc;~so quando lo ~Ialo nauseo--o è diminuito. Fin(l ad ora l'autore non ha vil'to un "'Oiu attacco re~islere a questa meùiCAzivue o::be è sempre seguìta nelle veuliftuaUro om dall'e~pul~ioue del calcolo. l beneHzi dell'antipiriua, an~he quando l>U na c:onlinua l'U"Il 8 piccole dosi (due ~I'Rmmi al giorno) COllhllUano per un tempo più o meno lung-o t1 sovente i caJc111i fuori~sr.ono s~-'ll7.8 pl'ovocaro il più p11:c•olo dolore: i malAti !-!ft nt-1 accorj.!ono "'Oikmlo al momento do1l pa~Sil:rg'!O attraverso il canale dPIJ'urolra e -"'~>Tflstamenlc ,·er.... o la «ua parlp terminale Ecc(l un'Rilra pro"'a tiell'~tzione dell'anliptriua nolle affezioni che ~~ po!tsono chitunlll't> meceanicbe, azic111e duratura, cur-altva e perl'Allamt>ute ÌIIIIIICt:a, !tOprattullo ~c la :-;j para~oua con quella della morfina, che ha il temJI11le privilegio di arrestAre la «errezio~e urmari a, costituendo t'Oli l una delle piu ~ravi ':()lnplicazioni d~lla litiasi renate. Dopo que~Li stati fisic' èloi canali urinari e t•ìliari, l'autore fa rrualcho o,..«er,•azione rt>lalì\'lt ella ,.etrice aeuta, e soprattutto alle dismenorree membranose: !"otto I{Ue~rullitno punto
Dl TERAPIUTIC.o\
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<11 \tSla. i falli comunicali in gran parte dai mPdicl pratici <iellA ciltà :aono perreuameol!~ conc•ordi. Quando a una donna che ha i me~trui dolorosi !<egnili o non da perdtle considerevoli, f! cfa prodotti di e~foliazione membranosa, si ordina l'anlipil·uta por uso iulet•no olla romparsa rlei me~trui, o meglio ancora "ira prendere un,rramma e mezzo di Rnlipirina p~r clisteri, il dolore che ~pes<~o durava or ~ inters, e si rinno,·a,·a ogni me~e da molti anui, CE:"S8, per CO!;i d1re, hruscameote, o un flusso calamentale ~i ri<~tabilisce ~enza difficoltà alcuna. Ben inteso che bì"ogna t·ipeterP. que!al.n fa ctlissimo pr·ocesso acl ogni epoca. Rimane ancora ad acct:nnare ('d a ~luJiare le manifestazioni doloros~ che a ccompngnano i diver"t ~Lati mor bo!li dello ~lomaco e dell'intestino. Quando una dispepsia chimica o una atonia dello stomaco diventA dolorosa, si può tentare l'associazione dell'antipirina al bicarbonato dJ soda 111 parli uguah R mezzi grammi per giorno: con que"t.e dosi mo<lerate, frazionate, dtstr•Jbuile egualmente e amministrale con un me1.zo bic· cb iere d'acqua ghiacciata al principio dei pa~;:ti ~i ottengono ri· sultati mollo favorevoli. Lo 6le,.~o si verifica nelle affezioni intesl.inali tfolorose, ~egnaiAmenle nelle coliche f{assose o da eo"tipazione; ma in questi ra.,i sono neces..••arae delle dosi piu forti, e l'autore prescrive ordjuariamenle ogni tre ore un gr·ammo ·li antipirina associalo o non a una quRiltità eguale di creta la vula: se la medicazione non riesce sotto 'llle!'la forma, l'autore l'a praticare lP miezioni ttntipiriche rha producono sempre un :-ollievo immedn1lo. Qui ha lPrmine la storia rlelle affezioni dolorose ,Jegli organi dell'a~idome. 5. Dct dolori e punti laterali card;aei, anemie doloro~e del euore e anqino. di petto. - l:ullima parte clello !'ltudio é ri~ervalo alla patologia det dolori del cuore. t-: questo un capitolo di medicina affatto trascurato. Pttntt' lalerat' eardéacr. - l dolori detti cardiaci non sono già nel ruore. ''&le a dire nel mu~colo cat·diacCl, nei nervi che lo ammano, nell'endocaruio o nel pt!ricarJio: essi risiedono invece nelle pa1·li vicine, poiché 11 cuore é per sé slesllu insensibile. i~ ben vero cbP. si afferma esistere una ~enllibìlit.à mor -
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RlVISH
bosa r1sultante dAlle lesioni dell'organo, la qUBie si rileva, &econdo Pete.r, colla pr•essione eset·cilata sul primo o ~ul secondo spazio inlereosLale sinistro: ma ~u che CO!>a? sui plesei, AUi gangli, s ui nervi vaghi, sui ne t• vi frenici 1 Ma il pleM.o ha dei nervi ~impallci che sono soprattullo va~omolori: i ganglr mlraeardiaci eono inlan,ribili, i frenici non appartengono al cuore. come non vi appartengono i nervi di Cyon che sono nervi ò'arresto per i centri va.,omotor i: i nervi vaghi sarehhero i .!'!Oli accessibili, i ~oli nervi d'i mpre~sione. Ora d~ qua n lo risult.a dalle belle e~>pericnze di Frank, l'ecritazionc dell'endnc11rdico che é perfelt.amenle insensibile per se stesso, C•>me lo c\ la RO· p1•rficie interna de1 grossi vasi, non produce allro che degli aUi riflessi vasomotori asMlut.amenle incoseienlt, e tali riflec:si si estrinsecano nei vasi perirerki. A queste cut'IOse ri· cerche l'autore aggiunge la seguente osservazione clinica : sembra che il cuore, soprattutlll ti mu~colo e l'endocardio, jn certi slatt morbo..,i non infìammalorii, e clte portano ut•t•oneamenle il nome di miocarJile e di aorLite (le quali non e'4islono che allo stato cronico) possa proJurr·e un'imprE-ssione incol"I'Ìeote lalent~ che giUnge al midollo, vi Ei riflette e si tr·aduce ~ia con sen<~azioni centrifughe, sia con alti rnuscolad ritlel'l'li, ordinariamente limitati alla regione vic!no al cuore, ,econdo !'!i verifica in lulli ttli altri rifles~i1 secondo il P tiigrr·. L'autore cluama queste sen!òazioni e 'luesli alli col nome di punti late· rali cardiaci. Questi punti laterali r•isiedono uei ner·vi o nei rDl:scoli int~>rcoslali: sono nevrallrie d'irradiazione o mialgie rtlle.·~e. L'autore non trova altra spiegazione di que~li dolori, ùi cui i malati cardiaci si lagnano CO!>i spesso. QlJP.slo ari!'orneulo e.~ige del resto un avvertim~nto preventivo: accad•! spt>s~o che in que.c::ta stc">sa regione esic;t.a un JoiM~> perfettamente indipendente dal cuore, e che è dovuto t~ !l'accumulo ,Jì ga q nella luber osità sLomacale o a nche nell'angolo r ,rmalo dal colon lrasver;:o e dal colon rlisceoùenlt>: la percussione fa t'ile\'SI'tl facilmentP code!'lle timparuti C'S'triche o coliche; o un purgante basta ordiuariamenle a .Ji.,sipare le seusazioui .lolor'<:l!'e che si po~sono chiamare fal~i r-unli lateraii ·ard1aci. Le sensaztoni dolorose non iu!-lOI'gono semprè alla punta
DI TERAPEllTICA
t 3!l!l
del cuore; esse si fissano r-pePso nel mezzo clelia regionP pre~ordiale, e piu sovente ancora alla base do\·e esse producono un senso di co.. trizione penosisPimo e s'irradiano sotto la clavicola ver'-n la I;palla e verso il braccio sinistro. Ca8ualità tli codesti dolori. - Codesti dolor i cardiaci cen.Lt·alizzali o irradiati, e P.IJ stel-lsi punti laterali lli devono attribuire a tre generi di cau!'ie: ore O!'iSi hanno un'origine extra~ rdiaca e co~lituiscono un llinlomo di nevrosi generale o <ii istel'ismo, cii una cloro~i cardiaca o di un'anemia emorroiclat·ia o me,.truale. or·a ::;i h·atla di uoo le«ione più o menc> grave dt>l cuore e, per ordine di r,•equeoza, le d<.~geoerazioni .fibrose o fibro·grasso11e del cuore. le lesioni ~clerNiche e ateroma tosa dell'aor ta, l'aoeurìsma slt>sf:o dell'aorta, l'insuffirienza o la l!lt'lli)SÌ delle vah·ole aorllcl;e. Le cau!'e più rara ,ono l'insufficienza e la stenosi mitralica per la ragione semplici!:'sima che fJUeRte lt~sioni hanno un'influenza molto minor~ ~li 'JUelle ùPII'aorta _, delle sue valvole ~ull'irrigazione del euorl-', cioè s ulle arterie coronal"ltl. Il terzo genere di causo ehe comprende la serie piil grave del dolori cardiaci. vale a dire ranqina peclori~, é pr·ecisament~ cosliluila dalla aclerosi delle arterie coronari~. In tal modo noi ahhiamo la categoria dri dolori benigni, questa è la prima, poi la r-econdtt cla~M ehe è l(rave '!Oilanto per la pershsteuza della sua caulla: e finalmente la ter~a che porta con !'é un doppio pericolo, o~sia queii•J degli a~cssi e quello perman~nte; poiché la circolazione~ la nutrizione del cuore !lOno continuamente compromes~"P dall'obliterazione Ja codell-ti vasi uutritizi: ·1uesla è la cera e la ,qofa an{Jina di petto, come l'autore per il primo a vea stabilito lì n dal 15<75. Dal punto di vista della pl'atica, questa distinzione che fa l'autore ùi tre ~ruppa Ja dolori è vPJ'8mente neceg~aria in mt>zzn aJia confusione che esil'-le su •1uesto argomento: confu!>ione !=pecaso favorila. volontariamente o non, dal medico curante· infatti havvì soddH•fazione maggiore di quella di guarire un'angina tli petto 1 Trascurando le considerazioni di l)rigine, ~i giunge a creare dP.Ile angine di pello a volootà, e se ne trovano r>O, 100 (tgni anno. mPnlre che fortunatamente l"an!}ina pectoris è raru~~ima; •1uella cioe che dipende dsll'oblile-
RIVISTA
razione di un'arleJ·ia coronaria. !;18 perché il YB"O è primitJV8• mente l'clero!!ato, ~i a pere be la @Cierosi e le incro~tazioni ateroma lo. e d~traorta l;i propagano facilmente nell'imbocco dell'arteria cardiaca. Dicer•i gr adi dell'angina.- Dopo aver pronunciato questa parola terrib1l•!, l'autore crt!de !c<UO dovere riconoscere c he rangioa di petto, la quale in realté é un'iscbemia del cuore, un'anemia tloloro~a del cuore. non si presenla sempre wllo unaspP-llO fatale : e"sa, invece. ha dei gradi. Sul principio gli infermi non .:;j la!!:nono che di un r:en!>l) di oppressione all'allo dello sterno, e di un vivo dolore lungo il braccio smistro, tanto che e~si sono costretti a fermars1 unprov\isamente uP.IIa deambulazione ~ uJ piano, ma pili spesso nell'ascensir,nale, •JU&nlunque non si verifichi dispnea; dopo qualche momento ~i sentono liberi, la notte è r..alma, e l'accesso non ritorna che ùuranl(• un lavoro ruusco!Are. QuPsli accessi hanno In caratlf'ri~lica di e~serl\ brevi~o;imi, spariscono col r ipO!>O, e ~i olistinguono dagli acce~Fi graoi, p1:1rchè il malato non è oppresso da ansia pronunciata. nè da conll•arione dei vasomotori della mano !-iinit:tra nt.> da colorazione rlel vollo, pallore o ci»nn!"i, come nr-lla wra angi11a pector is. Più tardi l'acce..<;so ~i estrinse<"8 sovente con pulsazioni nel «econdo o terzo spa?.io IDlf'rcostal~ (Rosenbach) con una diffic{)llà cnoru.e nel muovere il braccio. con una nole\'ole llatulenzu, con ar1tmia del cuore, con un bisogno inces""ante di defecare. L'autor~ non in:.-i"te sulle forme piu a ''anzale di que-.ti paro~~i!>'mi, perché ordinariamente non sono più nel dommìo ,}ella lerapeulica. Trattamento antipirico. - l primi gradi dell'ao!!ina e i punti lal<'r&h cardiaci sono tutti accessibili ai metodi di cura proposti Jaii'Hutore. Nes~un med1camenlo potrPbbe oppor·«i all'evoluzione ùella sclerosi aorltca o cor•ooaria. Tutli i ioduri rieseou() inefllcaci, o per meglio dire agisccno soltaulo s ull'anemia del cuor e, che risultA da coJesla lesione, aUi"ando la circolaz1oue e lA nutt•izione del cuore, a condizione che siano associali all'uso l! ella sparteina o della convallarina. Ma anch&
DJ TJ!:RAPEOTlCA
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C'On •1ue~to trattamento mi~to non ~i guari"cono certo le a r-
teriE> coronarie. ">E>Ilo l'l.alo attuale Jella terapeuticala que~Lione cleve e--~t·r·u l'o"ta in altr• termini dappoiché il trattamento <'Urahvo é irnpù""SiiJile, bi!"ogna procurare d1 ollenet·<; la ,..uarigione Jell'acce~so P. lo profllas-.1 degli accessi seguenti. Oro per arrestare l'acce!"so, ues;owJ meao, neppure J'iniezi<me di UJorfìna, nè la respirazione del nitrito di amilE> é par~a all'auto~ più et'tlcace llell'inieztone di antipirina alla dOl'IP r1petuta di 0,50 cenli~•·· ... ciolti in egual dose di acqua: conlemporaneomeute l'iurenuo h•ve inalare "Ubilo la piridina, che egli purler·à ron l'lé in mtll boccetta <>rmeticam~nle chiusa: questo per· ovviare il priulo p •l'ic-olo. In segutto, per e"itare gli acces!Si ron ... •···utivi, l'infermo prenJe regolarmente lutti i giorni 3 o 4 gt•ammi di anlipirina per la via gastl"ica, senz'allro coad•uvantP: dl've l.lVitare lo digitale che non può nuUa conlN il dolore. il brvtour·o che deprime le forze, il cloralio che abbassa la lousione vuscolare, l'itlrotarap•a e l'elalLricilà che in tali caHi compromettono lo vita. Mediauto quest~ medicazione l'autore t> riU!<Cito: 1• A guarire con certezza Lutti i punli lulerali cardiaci u lulli i dolori cbe dipendono da cause extra-ellt'JIUche, corue l'!slerio:;mo e la clorosi. :t' l dolor i violenti che provano glt aneurismatici al cuore allo Q~rno, al braccio ~ini!=:lro: i dolori d'irnuliAziow• accu!'ali dagli aortici; le .,... n::azioni penose risullanti dall'insufficienza va!volare dell'aorta. In quanto ai clolori delle miocardìli e dello degPnera7.ioni card1ache, cedono <'.on egual facilit.é, ed il malato 11i tro,·a libero da oguj complicazione. 3• Riguardo alle angine di petto, pt.nlo uelieato della que~lione, l'autore possiede attualmente quattro os!le t·vazioni t'a c· colte io Città e ll"e aU'o::-pedale, la cui ..Jiagno!li non dava luogo ul winimo Jubbio7 tutti qu&l; infermi erauo (Il pr imo 11:rado Jell'an~ma, e non pre~entavano lt!sioni cardiache appl'ezzabili cull'ascoltaztone e colla percu~sione (!!i so cl1e que"hl ò sovente un earaLtcre negatioo propril' delle vere anJ[ine di pelto). 1 pt·imi accessi furono, per cosi dire, lroucatì ,fallo iuiezioni di anl1pirina, mu associale alle inalazioni di pit•iùiua; ed i se-
R[flSTA
guenli fu r ono rlnl tuLlo evitati, da òue mesi a questa p&rte, C{)ll'u~o ,:r1ornahero dell'a nlipirma.
Prima d i fi nire la sus importantissim a comunica~ioM l'au·
tore d1ce ancora due parole circa gli effelti ->edalivi dell'anti· pir ina ~ul ~i~tema ner ,oso muscolar". Siccome questorimedio é un meravigliol'o depres!"Or" tlelreccitabilita r ifl6!!sa, l'autor·e Rvea penAalo d'Impiegar lo nella CU1'8 delle convuls ioni e dell'epill'!~sia : orbene, l'insuccesso fu completo come quello dt!ll'antirc bbrina. l nfalli non :<l tratta nell'epile..sia òi calmare un'affezione •l(l)OJ'Osa , ma un'eccitazione dell'encefalo, del bulbn e del centr o va~o-motore: "'Otto que~t.o rapporto 11 bromuro 6 ti solo r imenio eiHcace, mentre poi si dim ostra inferiore all'autipirma, quan•io si tratta rii sedare il sistema .... ensitivo. L'autore ha notato nelle sue osservazioni una considerPvole diminuzione dei movimenti in un caE~o di l'!der osi a placche e in un ca~o di tremore senile alcoolico. F inalmente segnalando gl 1 effetti dell'antipirina sulla respirazione n~fdi a cceg!li Acu ti •l'asma, aggiunge che le ini ezioni <li anlipirina agi<;cono meglio della morfina ma che la conlinua1ione del rirnedio n<>ll'inl4'r vaJlo degli accessi non ha a zion e a lcuna contro Il' d1spnee Non ~i osser varono effelti favorevoli cht' ne,:l'li atfrtnni di l't>~piro di ordine nt>rvoso. R1assumenòo: la medicazione aotip1rica deve co,.litui!'e per l utti gh organi il vero mezzo di calmar e la loro ~ell!'l biliiA ec:Agerata: l'anlipirina é il rimedio sovrano: deì dolor1.
Sulla astone btologtoa. e terapeutiO& deu· aoeta.Dlllde.-
(Riforma metlìea, N 195-20(1, 1887). l tiollorl Li"ierato e Predazzi hanno fallo nt>ll'islituto di el i· nica me•lica della R. Università di Genova vari 8$perimenti l"ull'azione dell'acelaJ•iliòe (antifebbrina) "Ull'uomo; r iferirem o qui brevernente i diver$i q1•e~ili che sì ~OD~'~ proposti f!li autor i e le conclu<:~IOni alle quali ~ono giunti. A ln,/luen~a rlelrantifebbrina sulla temperatura M rmalc, sul pol.,o, sulla reRpirca{on.e e sulla pressione inlrrrrterio.'fa.
Da 4 O!'ISenazioOJ fatte so Individui convale::;cenli e tenuti
Dl TRRAPP.UTJCA ~empre nelle
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medesime condiz•on•, gli autori banno dedotto:
t• Che la temperatura normale non viene dall' antifebbrma , ~mministrala. a do~i medicinali, influenzata in modo appreu:abile. 2° <.:he tanto il polso, quanto la respirazione, per le stesM do~i e nPil'uomo sano, non subiscono mod1ficazìoni dc;oe di nota. 3° Che la presstone arteriol'a ~ubisce leg(.!iere modificazioni; talora aumenta, talora diminuisce, però in grado appena upprezzab1le. B. ln}Tuen~a dell' a.ntifebbrina aulln temperatura pato-
logica. Dalle molteplici osservazioni ratle con d0~1 varie ·lel rimedio, somminislrale in diverse malallie febbr11i, gli autori hanno <'Onclusr, che: 1° Una dose unica di gr. 0,25 data ati un febbricttante può portare una depressione termica massima di gradi 2,9, ed una minima di 0,4. ~ Una dose unica di gr. 0,50 può porlarn una deprcs::~ioue massima dì gradi 3,:;, ed una minima di 1, l. 3° Una do$e unica di gr. 0,75 può portare uua depr(\8Sione te ro1ica •ii i;4. -i0 Una dose unica di l grammo può abbat~sare la temperatura febbrile di circl:l. 5 gradJ. ~)o La depressione Lermica comincia in media a manir&:Slar.si dopo l-l «/t ore e l'aggiuo~e la mall.,ima tnlenflit! dopo -1- ore. 6" La duraLa d'azione per l~ dosi di gr. 0.2i">-0,50 è da 4-8 ore, per le dosi di gr. O,i5-1 è da 3-9 ore. ;n La poleoza d'azione antipiretica d'una ale:o<sa do~e '" s'll,luppa in mo,io vario, e a paritA di condizioni é tanto mag(Ciot·e, 'tuanto più elevata è la temperatura iniziale. C. lnlluen-za delfantifebbrina sulla seet'e.ione delftH'ìna, e passaggio del fallmaco in essa. Da O!'<Serv~tzioni fatte tanto su individui sani che malati, ~li autori dedussero che dosi di gr. 1,50-2-3, nelle 24 ore, o non modificano la quantita dell'urina in modo apprezza-
l ;J:l8 btle, oppure l'aumentano, e che l'snlifebbrina data a doli med1camentose non passa inelte•·a ta nelle urine.
D. Influe7Ua delrantifebbrina sulla circola:ione pcriferi~ Gli autori Launo riseonlrato che l'antifebbrina a dosi medicinali nei soggelti apiretlic• nou ha influenza apprezubUe sui vasì pet·Jferici: ·1ualcbe volta si banno leggere dilatazioni, quatlche altra legger e costrizioni, ma iu ne:o-sun r.eso azione decisamente dilatatr1ce. Nei febbricitanti invece risconl•·erono che lo st'ebbramenlo che si ottiene coll'antifebbrina é accompagnalo da dilata• ziont.l '·asale evidenll', metodica e proc;r6-"Si,·a. La dilatazione vasale per6 prodotta dall'anlifebbrlna è assai m inore dl quella che si ba nello sfebbramenlo per tallin~:~ ed antipirina.
E. In_lfuen::a tlelran.t~(ebb rina tt•il di~perdimento del calor •eo. A ncbP in tal raso rurono ra tle e~pE'rienze sugU individui apirettici e sul febbricitanti; 1 ri c;ultati fur ono i seguenti: to In soggeU1 apireltici l'anlifebbrina a .!o'dl di g rammi 0.2~,.0,50 non mfluenza in modo apprt!zzahile lu Ùl!llper~ione del çalorieo. 2o In soggetti febbricitanti l'antifebbrina alle <:tesse do~i apporto no aumento notevole nella disper siono del calorico. I<'. InjlueMa dell'antijPbbrina tml r'cambio materiale. Tale studio fu fallo su individui sani; eccone le conclusioni:
1° Solto l'azione di gr. 1,50-2 d'aulifebbrma nella maggìol' pa1·te dei casi avviene un aumento nella St!Cf'f\7.iono dell'urea, !'lpecialmente nei prim1 giorni. 2o Quest'au mento non é costante, perc.hà clalle stesse dos• si possono avere dimmuz•oni fino a il> gt•. in media nelle 24 ore. 3° L'antifebbrina ba una influenze notevole sulla q uantità di acido carbonico elimtnala con la resp1razwne negli individui sani. \o L'acido carbonico tlimìnuìt'ce notevolmente l'lotto l'a• zio ne ·iell'anlifebbrina.
DI IIB.APIUTICA
5° Questa diminuzione da gr. 0,1 può arri,·are fino a gr. 0,5 per ogni chilogrammo eli peso dd corpo. G. ..t ;-ione Lt:rapt utica dell'anlifebbrina. Gli autori hanno faLlo numerose osservazioni sull'azion~ dell'aolifebbrma nellt! varie mulallie, noi r•porteremo le cou· clullioni aJle quali "'~.. i sono giunti per ciascuna malattia. Febbre tifoidea. a) L'azione dell'nntifcbbrina ò tanto piu ~<mer~ica, quauto maggior e ne ~ la dose ~ommmbtrala. b) Dosi i~olate di gr. 0,25 p11~sono abbassare la temperatura febbrile di i-3 gradi e mez1.0, raggiungendo '!pesso l'apireflsia. e) Dosi isolate di gr. 0,50 sono capaci di abba~s&I'e la temperatura feb})rile nPi tifosi di 2·3 ed anche 4 gradi, mantenendo $pe~"o l'infermo apir~Uico per 2-3 - ~6-'~ eJ anche 1·iù ore. cl) Dosi isnlaln di gr. o;;s po«c::ono abba"~>are la temperatura febbrile nella tifoide di circa 3 gradi e mantenere l'apiressia per oltre 10..12 ore. e) L'azione dell'antifebbrina nella febbre tifoidea~ tanto piu energica, quanto più si è lontani dal periodo iniziale d•'l morbo Polmonite Jlbrinosa. L'antifebbrina è rimedio erflcace a combattere la febbr•t pneumonica. Do~i di 2fJ ceutigr., somminif!trate isolatamente, possono &bb&S'<8t'e la lt-mperatur8 (ebbrile da pochi decimi di ~dO fino a due gradi e più. Do)si di 50 cenligr., pure igoJale. possouo abbassare la febbre pneumonica ùi 1- L ~/s-2·2 'ls ed anche più gradi. Dosi di 15 centig1-. possono abba!!::;are la rt:bbre pneumonica di oltre 3 gradi e n•anlenere ap•rctlico l'in!er·mo per oltre li orto. La rebbl'e pneumonica talora ei mostra alquanto resi<olente all'anllfebbrinu, e ciò specialmente nell'acme della mulattia; ma allora si vede resistere pun! a1 sali di chinina ed al bagno fl•e. ldo •·a !freddato. La durata ·!t.•Ila Jt·prel;<oione lc·rmica pet· le dosi di gr. 0,25 é <lalle S-7 ore; per• •tut:'lle di gr. 0,50 e 0.7ft da 3-H ore. Nessun disturbo ru osservato dalla somministrazione del-
13'-0
Rl\'ISTA
l'antifebbrina ai pneumonici. La dererv~!l'Cenza speR&O era aocompagnata da una iperidrosi generale, sempre p~>rò in grado a~solulament.e inCel'iore a quella por tata dalla tallina.
Pleurite. Dosi isoJate <11 10 centi:-'1'. possono abba~sa re la febbre siatomalica della pleurHe d1 :\-~ decimi di @:rado; e ripetendo questa dose di ora in ora, '"i può mantener e l'infermo in uno stalo sub·febbrile, oscillando la temperatura f1•u 37o.~ e 38•.7, non o!Lre!Jassando mai questa c1fra ma~::sima. In un caso, sopra 48 ore, la temperatura per 8 ore fu al ùisotto di 3i•.r.; per 18 ore fu tra 3i• 5 ~ :!So; per Ji ore fu tra 38., e 3~•.n, e per 1 38•.6, raggiungendo :{13•.6. una sola volta 3._•.:-.
~ole 4 ore oltr,..p&..!>Ò
Rwmatismo articolare. L'aot1febbrina é rimediO vt.>ramenle prezio:-o per curare U reur:nat1smo artirolare, tanto aculo quanto c 1·onico, combattendone la febbre e mitigaudone, io rnodo veromen l~ soddi· sfacente, il sinloma pil1 molesto, cioè il dolore Do!>i Ji l ·2 ~rammi al ~ioroo somministrate uelle forme A<'.ule, mentre ne rnodor-ano la rebbre, ne allenuano quasi iJD. medialamente i dolor1, e, continuandone la sommmistl'azione m elodica ogni s;riorno, si può oll., ner e la guar ig.one compie &e iu alcum casi anche o capo Ji 4--6 giorru. Xelle forme croniche, !'lA l'anlifebbrina non può a:T~care la guarigione, SE'r\'e però mirabilmente a lenir·e l•! !!OITerenze, per cui <>i può dii'~ ~he l'snti!ebbrina può so<>tillllre ron vanlast~rto il saliciluto di ~oJio nella cura dE>t reumati~mo er&icolar c.
Febbre etica. 1" La febbre elica ~ abba-.Lanza docile all'azione dell'anLi· l'ebbrma. 2<> Dosi isola t·~ di IO ceraigr. possono abbas~are la febbre oticn da poclù dSC:mi di grAdo ad 1 grado e più; quawio perb In temperatura febbrile è in aumento, dos1 isolate di IO centigr. non ba<>tano ad 1mpedir ne totalmente il decor o ascensionale. Con do~i di 10 cenli~r l'ipelute di ora io ora in indi\'1duo febbricìlante pt:r tisi sì può moderare assai il ùeco1·so della
Dl TEllAPiUTJCA
febbre, 1ua non si riesce a mantenere l'infermo del tollo apirellico. 3° Dos.i isolate di gr. 0,20 ~ossono o.hbas!o'are la febbre etica di gr·adì 1-1.~; dosi dl gr. 0,20, <;omminislrat.e ripetuta· mente d1 ora in ora, posso!lo mantenere l'infermo in uno slalo sub-febbrile o leRgermenle febbr1le, rna, continuando tale do~e tuliA l~ ore, nascono rlei fenomeni d'intolleranza gasl!·ica per cui b1sogna sospenùeN il l'imedio. 4o Dosi isolate di gr. 0,25-0,30 portano un abiJassamenlo ùella temperatura da 2-3 gradi, e la 1lurata dello sfebhramenlo é dalle i allo Q ore. 5° Dosi isolate di gr. 0,50 possono abba!-l>Sre la febbre etica di circa 3 gradi, e lo sfebbramento per • 1ue~te do:,;i dura cil·ca .9 ore e p1ù. &' Dosi i!'Oiale ùi gr. 0,50, somministrate alcune ore prima dell'mvadere ddla febbre vesperlina, impediscono talora I'mvasione stessa. pet·ò questo fullo non è cosLaule.
Farmgiiejlemmonosa. 1n uu caso ùi fa1•ingile llemmonosa cht• t.h'cot·t~e con tempe-
rature mollo elevale, gli autori. avendo ~rerimenlato l'azione dell'a nt1febbrinn, risconh·arono che do:si ùi soli gr. 0,50 ap!JorL~vano un abba,semento tale della le111per·atura da l'aggiungere l'apiN::.sia completa.
Gany rerta polmonare. Gli autori, Ja~di esperimenti falli in un c&l'O di gangr~n& polmonaN, lra-;soro le seguenti cooclusJOni: 1° L'autifobbrma in questo casfJ li i gangrena polmonare si i• mot~tr·ata sempre un efficace anlipirolico senza apportare moles\ie di ->ol'ta. 2o Dosi di JO cenligr. bastarono ad abbassare la temperatura ascellare d1 oltre un grado. a• Do~i di 25 cenll~r. abbasctarono la temperatura di ollr~ 2 a 3 gr ad1, raggiungendo l'apir essia dopo :2-3 ore e mantenendo l'infermo apirellico dalle a alle i ore. ~· Do"i ti1 50 centigr. abbu ... c:tarono onche più rapidamente la lem)Jeratura, mantenendo l'llpil'eS!Ha completa per c1rca 7 ore. 5° La òepreto-.ione termica fu lauto più spiccata quanto
RiVISTA
maggiore iu la dose di antifebbrina somministrata, .. la de--
presaione durò dalle 6 alle 12 ore. ln..fezione paiWJtre. L'antifébbrina, somministrata durante raccesso di febbre palustre alla do1:e di 25-00·75 cenligr. ad 1 grammo, é ttempre pifi o meno alliva a mod~r!lrne l'elevazione termica. DoSI di 25 centigr., SOPlOlini~lrate dueanle l'accesso quando la temperatura è ~i è elevata, e ripeluté ùi ora in ora, abbassano prontamente la temperatura rendendo molto phì breve la rlurata dell'acc6l>so, e questo decorre con rjf're tet•mJcbe relali• va mente basse. Lo stesso effetto si ottiene con dosi isolate iii 50 centjgr. Dosi di 2.'j ceotigr. sommirtist.ratealcune ore prima dell'ora in cui suole invadere l'accesso, e ripetute J'ora 10 ot·a. "'ervono nella maggior parte dei casi ad impedìre l'acces!'o. Effetto analogo si può ottenere con dosi uniche di 50 cP.ntigr., e non solo servono aò impediré l'accesso che sta per cominciare, ma talora impediscono 1-2·3 e piti accessi suceessivi. In alcum ca~ì ~<i è ottenuta la %nJarigione completa.
Veoralgie. Dal complesso deTie osservwoni falle, gli autori hanno rilevato che l'anlifehbJ•ina ba mdubbiamente un'atione sedativa, attenuando i dolori nevralgici; un'azione piu ~piccata notar ono nella poliarlrìtc, in ~ui molle volle ottennero la scom· parsa completa dei dolori. Dalla serie di indagini ed osservazioni falt.e gli autort Sl credono autorizzati a concludere che ranlifebbrina è una sostanza dolala di una azione antit.ermica considerevole, per cui merita di essere introdotta nel campo deiJa lerapeutica e dt occupare un posto ragguardevole a fianco Ji antipiretici potenti come l'antipirina e la tallma.. Anche e.'"sa, come la tallina, ma in mmot• gt'ftdo, pr•esenta dei vantaggi paragonata coU'antipirina e la cairma: 1• Agisce C'Oll la stessa intensita in dose mmore; cosi bastano dosi di gr. 0,25-0,50 ad olt~nere depressioni termiche per le quali occortono l-2·3 :.rrarnmi di antipirioa o di cnirina. 2• Non ha alcuna influenza nociva sul sistema nervoso,
DI TERAPIUTlCA
mentre per l'antipirinA si osservann spettso fenomeni dr eccitamento e di depressione psichica. 3" Lo sfebbramento per l'anlifebbrina non é acoornpa· ~nlo da sudore nelle maggior parte dei casi, e quando sr ha, e!.l!lO non è mai in quanti!! tale quale si os!'en•a f!olto ru~o dell'antipirinft e della lallina. 4° La riprPsa della febbre bene llpefò~o con l'antipirina :;.i fa bt·uscamente e con brivido intenso: con l'an&ifebbr ina mvere la febbre riprende a ~do a grado, e rAri!lsimamente con brivido. 5• L'anlirebbrina non provo<'a fenomeni d'intolleranza da. parli· de l sl!<iema dil.!eren1e (almeno per le dolli medicinali), quali il "'omilo ~ la diarrea. fenomeni che spesso si O!'!lervano negli infermi curali con anlipirma e con cairina. lr L'anlifPbbrina non pre~:~enta fenomeni d'intolleranza da parte del sistema nervoso. Solamente alcune volla e per dosi ele,·ate t> ripetute (4 grammi nelle 24 ore) fu o!'osen:ata cianosi del volto, delle estremità e della mucosa delle labhra .
NOTIZIE
Oorso 41 pertestoll&lllellto 4'1gla.e Pubblioa Il l\1inistero della Guerra, m seguito ad accordt pre~i col Mi· nt!l'tl>ro delrlnterno, ha determinato cbe il Corpo Sarutarto e il Corpo Farmaceutico MiliLart pr endano parte, mediante loro rsppre!!entanti, al Corso d'Igtene Pubblica, che a v rH luogo dal t• l{ennaio a tutto maggto 1889 nei laboraton della Scuola di Perl'ezionamflnlo annessa all'Istituto d'Igiene Spertmentale della R. Università dt Roma. Pel pros~tmo anno sono stati presceJti i capitant medicr Srorza Claudio, Caporaso Luigi. e·l il rarmacistA di 1• classe Gayla Demetrio. Siamo veramente lieti ùi annunziare questa determina-: zione e ùi far t'tlevare come questi corst, ripetendosi ogn1 anno, verranno a dar e colle successive ammissioni annuali al Corpo Sauitario e Farmaceutico un numero di r.ollea-hi Leoricamente e praticamenl~ competenti nella materia, con molto lu~tro di entra'mbi i cor·pi e vantag~io del servìzio. LA DIREZIOSE.
Il D1rct t.ore
Dott. ll'BLICK B.uoJP1'Jo generale medico. li Collabor·a t.ore per la R .• Marina
11 Redattore
GIOVANNI PETELLA JledUo di 1." cl4llt
CLAUDIO SFOftU C4pUono f!Udùo.
NuTJNt FEOI>RICO, Gerenze.
:MEMOR-IE O R . I O I N . A L I :
OPERAZIONI CHIH URGICUE STATE ESEGUITE DURANTE L'ANNO 1887
NKGLI STABILI1HNTI S.\YITARI MILITARI
Gli ani di .cbirurgia operativa, stati menzionati nelle l'eia~ zioni annuali ùegli spedali principali e nei rendiconti no soloHici mensili di toLti gli stabilimenti suniutri, raggiunsero nel '1887 la visto-sa cifra di oltre 100, non compresi quelli meno nlevauli cbe giornalmente occorrono nelle cliniche clururRiche. e non comprese neppure le r·iduzion i di frauure o di lu~sa~ion i.
Clli volesse confrontare le cifre della presente l'ivista con quelle delle oIlo precedenti., trovereblle che la mes~e delle operazioni chirurgiche è andata. progressivamente in~rossMÙosi dal 1879 in poi. I risultati ùelle operazioni furono abbastanza farorevoli, anrhe nei casi più g:rayi, come in seguito si dirà, discorrendone ripartitamenle nel modo e secondo l'ordine preeedenternente seguiti. Il numero delle operazioni spettanti a ciascheduno de~li stabilimenti sanitari risulta dal seguente prospetto. Quelli che non vi sono menzionati, o non ebbero o non segnalnr·ono alcun atto operativo. 85
Ol1.KR,\Z!O.'iJ CHJRURGlCUE
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Crlsenza . • Catanra . . . . . . . !) l l nfermeria speciale in N ab poli . . . . . . • . lj Spedale civùe di ~eyni Z"l amoutazione prallcata •18 capila!lO \m~ Hco) 5 MonkuUo (Afrtcs, . . . !)
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Le tunpnl.lt?.ioni furnnn :~o. delle quali: 1.2 di coscio; 1~di gnmba; 1 di brnccio; ::J d'anlihr·accio;
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STATE ESEGUITE OURA~LE t.'AS~O
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d'osso metatarseo; 1 di falangi in due dita d'nna mano. Amfl!lla:ìoni di cosda. - ~etle furono motivate da gonnrtrocaci, una da sarcoma della tibia. due (immediate) da accidenti ferroriari, una, pure immediata, da lesioni prvdolle dalla caduta d'un cannone a bordo della fr-egata l'lUtrlfidn.rtlf) nella ruda tH Ca~liari, l'ullima da f~rita d'arma a fuoco. Fra i l~ amputati di r-oscia, t O;.ruarirono. e fra IJUesti meritano particolare menzione i due che erano "lati ,·iuime d'acl'ideott ferr'l-çinri, perchè in essi. oltre alle lesioni dell'arto amputato, coesistev::mo altre gravissime le~ioni, come ft·:~tlure, feriltJ, commozione cerebrale. ecc. :.Jomono l'amputato per lesioni pt·odoue dRIIa caduta d'un ca n none e •1uello cb e era stato ferì to da arma n fuoco ( ()o~illi). Il primo mor-ì olio ot·e dopo l'opet·nziono per schoo e per l'emorragia immediatamente succes~n alla lesione; ti secondo pet· tetano nello spedale di ~a:;saua. Le amputazioni di co~cia -vennero praticate: l io Savigliano per ~onartrocace (op. capitano Carta)Jantiglia); l in Bresc1a per accidente ferro,•iario (op. maggiore Cabassi). l in Piacenza per gonartrocace (op. maggiore Picca-
Piccone); l a Firenze per gonartrocace (op. capitano Bernardo): l a Roma per gooartroeace (op. maggioré di Fede); l a Roma per sarcoma (op. [eoente Nocelli): l a Cagliari per traumatismo (op. capitano ~l assa); l a ~apoli per accidente ferroviario (op. capitano Scinm· bata); t n Napoli per gonnrtrocace (op. capitnno s.ciumhnta);
1348
OPEU.ZIO~ l CDlRU RGICIJB
a Caserta per gonartrocace (op. tenente colonnello Paris); t a Cava per gonartroeace (op. maggiore De Renzì);
t n Masssua per ferita d'arma a fuoco (op. non indicato). L'amputato di Caserta guarì dell'auo operath-o, ma sei ma.i dopo mori per tubercolo>-i. 'Prima dell'amputazione era slalo inutilmente ~ottopo,.to a due cauterizzazioni intercorrenti sul ginocchio mediante il termo·cauterio. L'amputalo di Cava era stato inutilmente sottoposto due 'olte alla paracentesi articolare. L'amputato di Roma per gonartroc.ace era pure stato inutil mente ~olloposto in prima a raschiamento dei capi articolari con esportaziOne di sequestri e cauterizzazione col Paqnelin , e quindi ad altro rasct•~nnento, due mesi dopo il primo. A mpltla:ioni tli gamba.- Dieci furono motivate da poòutrocnci e due da ferite-fratture rilevate in un caso per caduta da notevole allP.ZZll e nell'altro per !~scoppio d'una pol-veriera (Tanlud io \lassana). Dieci riuscit·ono ad esito favorevole e due ftuono seguite da morte. \Jcuoe di esse meritano uno speciale ricordo. Gli e·qti letali occnr:-.ero io due operati per podartrocnce. lo uno coesistern una dègenerazione amiloide dei reni e nell'altro la carie delle quattro ultime vertebre cervicali; fatti morbosi In cui e;;btenta fu soltanto rrvelata dall'autopsia. In allro amputato per podartrocace, l'oper·azione era stata inutilmente preceduta da raschiamento del calcagno in coi aveva avuto principio il pt·ocesso carioso. nonchè dall' e.~tra zione d'alrun1 SN}uestri del medesimo. Nell'nmpulnto in sel-!uito a caduta, oltre alle gravi l~l>ioni dell'arto che ~i dovelte poi mutilare dopo 26 giorni di cura, erasi pure prodotta una 1ussazione femorale del Ialo opposto, stata sullito ridotta.
S"fAl'E ESEGUITE DURA~& L'ANNO 188'i,KCC.
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Le nmputazioni di gamba vennero praticalt!: 1 io Tor~no per podartrocace (op. maggiori <1ro:;si e llandone): 1 in !Sovara per podartrocace (op. capitélllO Hinnldi): 1 tn Casale per traumatismo (op. capitano Camelli); ~io Genon per podartrocace (op. capitano fìiorgio); l in \'erona per podartrocace (op. tenente Bisceglie); l in Firenze per podartrocace (op. capitano Bernardo): l in Roma per podartrocace (op. maggior·e di Fede); l in Ban per poùaJ·trocace (op. capitano Gunroìeri); 1 io Catanzaro per podartrocace (op. tenente .\laidn); 1 in "assaua per traumatismo (op. capitnno Fresa)( t) . Am[JUlazione di braccio. - Fu praticata dal maggior·e Frnnchini nello spedale di Livorno ad un ammalato di nrtrocnce nl gomito, e se ne ottenne la guarigione per primo coalito. Amputazioni d'antihtaccio. - Due furono oc.casionate da artrocace al pugno ed unn da lesioni consecutive allo ~coppio d'una grannta. llei due primi amputati. uno mori poi per tnhereolosiqunttordid mesi dopo l'ope1·azione (ospedale di \t anlov;•. op. tenente colonnello P reni): l'altro guarì per prrmo coalito {ospedale dr Palermo, op. mng~iore ~ anesealchi). TI LP17.0. "ebhene sin stato amputato nello pedale civile di Le_, ni. fu compreso in que:;la rinsta perrhi· operato d31 capitane medico dott. )Jaiocchi, dirigente il ~ervizio sanitario al campo di Lomb:~rdore. Questo nmpulato fu poi trnslocato allo spf'dale di Tor·ino dove riuscì a buona ~oari~(ione, non senza &.lst'rvi stato ~ollo po~to arl altri atti operath·i per lo ~te:;~o t1·nnmatismo, come in seguito si dir-à. (l) V. MPmoria del capitano met1lco dott. BAPIIATitl.u, ra~r. tt47 d1 IJDC:llo giornale, volgente anno.
OPBRA.ZJOXI CHIRURGICHE
A ntpata.:ione t!'ur~ primo mrtntar:sec prr carie.- Fu praticata nello "pedale di Caserta dal capitano Testa e non se ne conosce l'esito finale. A mpulazio1• i di tbu fulanyi. - I'er ferita -frallnr·a della parte nnlt!riore di due diti d'una mano, cioè del pollice c dell'indice, si fece l'amput.az;one delle mpellil"e prime falangi, ouenendosene la goal'i~ione per primo coalito (o--pedale d; Me.~c:ina, op. Lenente Palermo-Patera). Dl~~arUcolazJooJ .
.
Le tlisartkolazioni furono 37. cioè: 1 Ili spalla:
l d'nntihraccio; 1 di mano;
2 di ossn metnt.arsee; 32 di diti intieri o di fnlanMi isolatamente. Dt.~articola:ione di spalla.- Fu 8$eguita nello spcdnle di Milano in un soldato di cavalleria, che gettato a terra dal cavallo spo.,entato.;i per il passaggio d'un tram a vapore, ebbe un braccio impiglialo sollo le ruote di questo. L'operazione fu immediata ed ebbe un e.'\ito felicissimo. L'operato ottenne pen:-ìone di 2• categoria (op. mn~giore Calderin1). Disarticola:ione tl'alltilJraccio - Stata praticata nell'infermeria eli ~J onl.:ullo ad uno dei feriti di Dogàli, al snldal() Cuccia del ~oo fanteria, di cui è fallo 'cenno nella )lcmoria del Lenente medico dott. Lucciola. "tampata in <luesto friornal& volgente anno, a pag. 4U-U3 ( l ) {op. non indiralo). L'operato ebbe po• pensione di z• categoria. Non t> inutile (t) All'lccurata memoria «1,.1 dott. L~cc10LA 51 rifr.risce in piu ca'i la presenttl rivista; cd In Quel casi, a ~cruuo di rlpeti7ioni, si · riM'ia Il lettor~ aJ del· tagli In e~~ rr~istraU
STATE ESEGUITE DURA..''nl t'AN~O ~ 887. KCC.
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ricordare che in uno dPgli alli estslenli nella pratica di pen ~ione, si parlava di amputazione delL'omeru e non di tli nrlleola.zione del gomito. Disartirul(l;ione di ma11c. -Fu praticata nello spetlale ,]j Massnua ad un altro dei feriti di Dogìlli, al soldato t~;~rdoni. del ~l o fanltlria, accennata purl' nella ~ emoria Luccinla a pag. ~23 del (}iornale (op. ignoto). Il Gardoni ebbe quindi pensione tli ~ r:1tegoria e piia tardi quella di r• categoria, per nppl1cazione ùel disposto J~l 2• comma delle note apposte alla nuova tahella delle inferrnilà eqnivaJeotiallaperditaassoluta d'una mano o d'un piede, :-t:\la sancita con Il. Decreto 7 .~iugno volgente anno. Oism·ticola:ionl' d'ossi melatarsPi.- Amhedue state motivate da pt·ocessi cariosi; ambedue di un primo rcE>lfllat·son. ( na era slata ~receduta tre mesi prima da disarticolal.iont> dell'alluce, operazione questa. riuscita inutile ]Jer òill'lll!iOIIf' della carie al metatarseo (o~pedale di Torino, op. mng!!tot t• Raudone). Guarigione . L'altra, motinta da sino' i te fungosa della giuntura falan~o metalorsea e !'Usseguila da guari~ione, fn praticaltt llf'I!O sp~ dale di Palermo (op. maJ.n!iore ~1 anescalchi). · Dtsarticola~iotti di dit1 intit>ri. cioè: ~ di pollici 2 di indici mano; i di diti med1 2 di anulari 3 di alluci ) l d'un 3• dito ( piede. 1 d'un 4' dito ) .Dtsarticula;ioui di pollici: una in Firenze con esito di guarigione (op- capitano Bernardo); l'altr-:~ in Peru~ia (op. mag~iore Carahha). ~enza risultato, la carie essendo!'i riprodolln
f35~
"UI l o met.'lcarpeo. ;;eJ)heoe di que~Lo fosse t~ta; ambedue per cnrie. · ni.çarticola:irmi di indici: una io Torino per postnmi di parerP.l'CÌo cancrt>no..:o, :-u."seguita poi da decapitazione del relati' n metac:trpeo; \.wari}?ione (op. ma~~iore Randooe}; l'altra in Y~>ron:t per traumatismo. wn e..:ito di ~nri~iooe (op. capitano Stlff!,~ri) . D1 ·arti~ola:ioni di diti mrdi: una a Livorno (op. ma~rgiore Franchini). l'altm a Roma (op. ma;:-:ziore Di Fede), nmhedu per cat"ie, nmhedue 'u'"*'~lìite da goari~ione. nharfirola.:iuni di diu anulari: una a Bologna per carie con:;ecutiva a lesione traumatica. sosse.~uita da morte (op. ea~·itano Pabi~) : l'altra a Ca:-erta per po~tumi di mor:;icaturd (oper·arore •'~l esito i;moti). /Jisartirolnzioni tli alluci: una in Torino per esiti di perio· :.lite trnumatir.a (op. mas.:giore Grossi), e ...enza ril'ult.ato, essendosi poi dovuto disarLtcolare il relativo metatarseo: dne iD 1\omn per c.1rie e con ~ito di guari~tone (op. magJ.,riore Di Fe1ie}. Disarlirol~::ioue tl'm1 ter:o dito dfl pie4le. - Stata prati· rata nello spedal~ d'Aoconn per carie consecutiva a traumati~mo (op. mnggiore Pasrolu): estto di ;marigione. /Jisartir.ola.zitmt d'un qllnrto t/i(() dd pifde. - Eseguita nello :-pedale di Holognn per car;e; e:-ito incerto (op. capitano Il P. Falco). !Jisnrticola::imti par:iali tli {a/.Jmgi. - Furono diciannove. delle q nati t 6 ~us~e:,:uitP d:l guari;ione. una rimasta senza n:<nltato P. due con ri~ultato ignoto. Dieci furono motinte da lrnumati,mi. ottn da po~tnmi di palerecci ed una da artrocace. "eritaoo ,.pecinle menzione le "eguenti: l o Oi;;articolazione delle ultime due falangi dei diti m.edio ed anulare. dt111'nltima falan:,:e del mignolo e decapitazione
STATE ESEGUITE DURA.~TE t'ANNO ~ 88i. ECC.
13:)3
della prima falange dell'indice, per lesioni prodotte dallo scuppio della tanna d'un fucile (ost,edale di Torinl), op. ma.:;ziore 1\andone); guarigione. 2., Disarticolazione dell'uhima f:~lan~e d'un indice e decapitazione dP.IIaseeonda, io caso di ferita lacero-rontusa (ospedale di Milano. op. magg;ore Cat'igioh); guarigione. 3• Disarticolazione della seeonda falange <l'un anullre e re~ezione della seconda falan~e del dito medio in caso d1 ctncrena consecutiva a ferita d'arma da looco; per la canc•·ena erano già cadute le ultime falao;:i degli ultimi quattro diti (o~pedale di ~t itano, op. maggiore Ca,·igioli); guarigione. 4. 0 Jlisa:·ticola7.ione della seconda f;tlan)lfe e quindi resezionc di meta della prima in un alluce alletto da artrocace (ospedale di Brescia, op. capitano Peroni); guarigione.
i'e fttrono e:.eguite 20, delle quali: => di una n più coste; 3 di omero; 1 di eia' icola; ~ di OS!\Ì metacarpei; 1 di falange in una mano; t d'o,.,o iliaco; t d1 ginocchio; ~ di lillia; i di perone: l d'un O'-=>O ~etatarseo.
/l1•se=iom tl1 coste: a) O~pedale di Torino: resez1one parziale d'una settima custa per antico ascesso pleurico con !\eno fi:;tnlo,.o: raschia-
f3i.H
OPEIL.. ZIO"il CDIRURGICHE
meu lo dellil pareti dell'a::-ce5.;o; guarigione (op. ma~t;iore Raa· done); h) Q:,pedale di ~apoh: rese7.ione soltoperiostea di due coste nella loro parte mediana e per circa l? centimetri, in un ammnlato di fistola toracica, superstite a torawtomin per em· piema; guarigione (op. t:4pitano • ··iomb. ta); r.) Ospedale di .Nnpoli: per ~li stessi motivi di coi nel precedente ammalato, resezione ~"uoperiosteadi quattro eo:ote nella loro parte mediana e pe1· no tralto di l O centimetri; esito fal"ore\ole (op .•·apitaoo Sciumbata); , tl) Ospedale di Nnpoli: re~eziooe -.ouo-periosle.l di l re coste pel' reliqunLi di feriLa d'arma da fuoco rilevata a Oogals; operazione lli cui ~i possono le~gere gli intere>.~anti partico · Jar1 nella Memol'ia dt}l doLl. Luccwla a png. 416 del citato fascicolo di <1uesto giornale; guarigione e pensione di ~· categoria (op. capitllno Seiomhata); r) Ospedale di Firenze: resezione paw.iale d'una tena costa nella sua parte anteriore per carie; guarigioue (op. capitano Bernardo). /tt·~~·zioui d'omt•ro:
n) J\e,.ezione sotto-periostea dell'estremo superiort!dell'omero destro, p~>r una lunghezza di l O~:enti metri, in uno dei ferili di Dogitli, con esito tli guari:.:ione (Y. c:toria dl'l caporale Baru•gli nella ~J emoria Lucciola. pag. ~O~ del hriornale} (op. capitano Sciumhata, O'pedale di ~apoli), Il Barzagli ebhe la pensione di 1.• categoda. b) Due altre come sopra nel caporale Baren~o e nel soldato Pischeddu, menzionati nella stessa Memori-a, pag. -'O:l e 4.0;) del !!iornale, ambedue hruarilt e pron-isti di pensione di 3• cate~ori:~ (ospedale di Napoli, np. capit.ano Sciumhata); c) 1\esezione sotlo-periostea dei frammenti d'un ome:-o sLato fratturato nello scoppio della polveriera di Taulud e riu-
STATE iSEGUITB DGRA~'TE L'AN:'iO 188i, ECC.
J:l:);i
nitisi con pseudarlrosi: sutura con filo d'at·gento dei fr,mlmenti resecali e quindi sutura delle parti molli; guarigione con raccorciamento di ~centimetri; l'operato ebbe pensione di ~· categoria per la coesistenza di altre le~iooi nlln mnno c.. :rispondente ed al capo(ospedale di ~npoli, op. capitano Swunhatn); d) Reseziçne di 6 centimP.tri nelln pane inferion~ di nn omero per carie con ecutiva a ferita-frattura da colpo di fucile (tenldlo "Uicidio); la guarigione si effettuò mediante p~eu ùnrtrosi, ~uperstiteeziandio la paralisi del neno rndiale (o,pc· dole di 1\upoli, op. capitano Sciumbnta). ltese:iont> di rlavicola. - Resezione ùell'e~tremo acruminle di clancola destra per ferita-frallur·a r·ilevata a B•JI(illi {V. storia del caporale Pozzo nella Memoria Luct'iola, pag :1!)8 e seguenti del giornale). Questa operuzioue rwu eh be eiTt•llo utile, poichè dopo qualche tempo si dovette puro e~por·tarc il restante dell'o~so. La guari~ione, non ostante gra\ i diflin,Jtil sopra~~iu nle dumnle la cura. terminò per essr.re bnona, e~ sendosi riprodotto l'osso quasi per intiero. L'operato ehhe pensi(\oe di 3" categoria (ospedale di ~apoli, op. capitano ciumbata). llt>sPziotli tl'oxsi metacarpl'i.- In una fu re:-ecnlo il primo tNo metnc:~rpeo per ferila da scoppio di granata, nello st~~,o ~o! dato a cu1 per lo stesso traumatismo era sl.lllo gin amputalo l'an ti braccio del lato opposto nello ,pedale crv1le di Le~ ni {ospedaJe di Torino, op. maggiore llandone). ~all'altra fu e:> portata la metà anteriore d'un 4'' metacarpeo co rullo; guariJ.!ioue (ospedale di ~apoli. op. capitano Sciumhata}. /lt>se:iont• d'una falange in una mano, ciol' di porzione di una seconda falange d'un pollice per poc:tnmi di patereccio, previa disseziOne delle parti molli; guarigione (o:-pedal<' di ~tilano. op. maggiore Calderini).
OPERAZIONI CHIRURGICHE
lle.st•zione di osso iliaco. -
Reseztone sotto·periostea di
~ran p:ll'ted'un osso iliaco per ferila-frattura rilevata a Oogali
e ronse<:nli>a carie necroti•·a (V. storia del soldato Toveri, Memoria Lucciola. pag. 4.20 del giornale. (L'operato guari etl ebbe pensione dt ;J• categoria (ospedale di :\apoli, op. c:tpilAno Srinmhala). llt'st;ione di gi11occllio. slnta praticata dal mnggiore Randone nello ~pedale di Torino ad un ammalato di !!onartrocace. La re:<et.ione ern stata inutilmente preceduta dn pochi ~iornt da profonde causticazioni nei capi articolari e nel cavo della giUntura. La ~u.trt;.:tone fu defioilha dt~po qua~i ollo mesi di cura, ~upPrstiti anchilosi rNln ed un accorciamento di 12 centimetri. L'operato ehbe la pensione di 2• cate~oria. Tlesr:iuni di tibifl. - Ambedue di limitata e..;teosione; in una fu reseca1o un frammento fuoriijscilo di tibia frauurala (infermeria di llocca d'Anfo. op. capitano Abate); nell'altra fo esportala 1urz1011e della spma per callo deforme d'una ltbia (ospe(lalr· ,]i Homu. op. capitano Trovnnelli). Esitn fa,·oremle io ambertue. /le$r'.:ione di peront. - Esportazione solto-perio!'tea per la lnn:thezza di 6 ceutimetn detrestremo inferiore dell'osso, per carie ciel mnlleolo; guatigione (ospedale di Caserta, op. capitano Testa). Resr:illltl' d· w~ primo metalar.st•o, stata praticata nello spe· t!ale di Cava per ostt~ito !:ranulo fnn~osa che rese neces~a ria l'esportazione della metà anteriort' rl""ll'osso. l'esci:'ione di buona pnrte dci tessuti mollt circo~tanti e la c;wsticazione. Si ouenne una buona ~uari~iune. mediante pseud •rtrosi che permelle la funzionalitil ùell<' pnrte (op. ma)lgiore ne Renzi).
.\.rtrreComlr. ~e furono menziouate le seuntJnti:
1° ~ellul>pedale di Totino, np. mag~iore Haudonc: iu un
ammalato dì i!OnarLrocace fu e.<:e!luita l'artrectomia :-emplil·~ del ginocchio, cioè senza resezrone der capi artirolari. 111a colla sola esportazione delle parti de~eoerate delln cap!oula ar'licolare, dei legamenti e dei tessuti periarticolari. Per ciò fare fu aperta la ,?iuntura con un'ìodsione di ono centimetri lungo il lato interno. Guarigione con anchilosi rella. 2° Nello <>pedale di Roma, op. ma;!~iore Di Fede: in :~llro a111 malato come sopra, aper·ta la giunt•tra $1 e!\portarono se'lue;;tri, si rasrbiarono i re;;taoti te<:sutl e si ··;~uteri7.zaron•': due mesi dopo fu ripetuto rl raschia.mento, llHL senza frutto, poichè non <>i ~tè evitare l'amputazJOnl' della co,;, ra. 3° ~ello stesso o'pedale, op. ma~~iore Di f'cdr.: in ca~o di podarLroe<1ce consecutivo a distor=-ione, aperta la t{iunturn, se ne esportarono le fungosità col raschintoio, ma senza osiLo. llrsulta però che ripetotesr altre con~eneri praL1chP operative nei mesi di febbraio. aprile e luglio del volgente anno, le condizioni dell'operato erano 10 seuemùre ultimo :.corso piuuo~to favo revoli. i 0 Osp•·Jale di Padova. op. ma:z~iore \ ste;:i '"'1: in Clbo d'nrlror.ace nlla giuntura metatnrso-falangea d'un alluce, si aperse trasversalmente la giuntura e CJuindi si raschiarono le fnn~osità ed i capi articolari con successiva cauterizzazione. ~:.;;ito nullo: ìl proct>s:'O carioso s'esle~e alle ~innture pro~:-i lll iori.
OI'ERAZfCllSI CHIRURGICHE
Sol'o ljUP-to titolo :.i comprendono: le <:erltte,tr·oLomie: le cstrnzioni d'o:;,;ìcioi o di frammenti osst:r: 1~:~ --~oti.Jiature:
le l'tbchiature; le trapanaziooi: le ahlnzioni di osleom1. S··q /11'.\'/ rotu111 u•: i o ~ello spedule di Savigliano: estrazione d'un :-eque;,lro incap,;nlatu di tib1a, consecutiYo a frattura complic-ata per culcio eli cavallo; gu •ngione (op. ca,pitaoo C;u·ta-,laotiglia). ~·~ Sello spednle di Milano: e~lraz ione d'un sequestro da una gamha (non fu specifit·ato l'osso, ma si »uppone di tibia), postumo di frnll11ra compl1caLa; incisione a T, pravia anestesia locale con iniezioni dr cocaina; guarigione (op . maggiore Cavigioli). 3 :\ello :-peùale di Homa: esportazione d'un ::;equesU'O da 1111 ~A~Ica~no cariato e <:oece,-~ i l'o raschiamento: ne -~un utile. e,»t!O•lo,i poi do,uto ricorrere aJra mputazione della ;;amba otto roe~i dopo (op. ma;I~iore Di Fede). ~o i'iello stesso ospedale: esportazione d'un sequestro da un acromion: due mesi dopo nuova esportazione ù'alt~i peu• necrosati c cnusticazione nll11ale; esito finale di gunri[.!ione (op. mn;tril )J ·' di Fede). ;jo '\ ello sped~tle di ~apoli: esportazione di Hsto se~Jue· stro da un osso parietale in seguito a ferita d'arma da fuoco rile\'ala a Ooititli (vedere storia del soldato To~cano nella Memorin LtH·cioln. a png. 411 del giornnle); guarigione e pen-
ST.UE ES&GUtTE DtiRA~T& l'AMO l R8i, t.CC.
l ;ji)\1
~ione d1 3• categoria che fu poi convertita in ~· (op. capitano
Sciumhata). ti 0 ~ ello spedale di Palermo: in caso di carie necrotica di
mandibola, estrazione d'un .~t~questro lungo ~ 8 millimetri e largo l:S lft. mediante incisione intrahuccale. proce.-:.::o Lnr••lti: e,ito tli ~uari;rione (op. mag.!!iore Alvaro). Estra:ioni di ossiti11i f. tli frammrtlti o~sr.i. - l\e furono registr<lte le ~uenti: n) 13 estrazioni totali o parziali di falangi delle mani, nella matzgioranza dei casi per postumi tli pntereccio. Frn queste oper·azioni merita un ricordo sperinle un'e:.portazioue delle falangi cariate d'un pollice stata praticata nello l'pedale di ~omra. per la coesistenza d'una sinovitt> w·anulo-fungosa llPlle guaine degli estensori nella mnno opposta, la quale l'ichiese unn seconda operazione, cioè l'e!'porta~ione, previu ampio taglio, di notevole quantità del tessuto fuugnso, fino a. metterea nudo i tendini. L'esito di questi alli operativi. tnen· zionali nel testo della Relazione annuale c di cui non fu indicato l'autore, fu relatiramente aùlin~tan1.a soddi!-ofacente. f,) EsLrazioue di frammenti d'osso occipitale rollosi per cnduta, affondati e comprimenti le parli interne. Stnudo a quanto fu riferito, la caduta all'indietro dn cui fu prodotta la frallura. sarebbe :;tala la con·e~enza d'un calcio di c.mlllo alla fronte. ll a non ,..; nnvennero indiea1.iuni intorno alle le· sioni concomitanti della fronte. intorno al numero dei frammenti e~t rnui ed intorno all'esito, che però si :-npponc favo· revole. poichè dal nome del colpilo non si è trovato cenno fra i mort1 (infermeria di Temi. op. u•nentc Falwue). c) E~ trazione di otto o dieci frammenti d'mnero in caso di ferita·frauura da arma a fuoco (ospedale ùi Massana, esito ed operatore non indicati). Il) E~lrazione di frammenti in seguito n gra\e ferita.·frnt ·
t :l60
OPEHAZIO~l CHLRURGICHE
tura r.ommmuta di rotula e del condilo estemo del femore li uno d~i colpiti nellu $COppio della poJçeriera di Taulod; esito huono (ospedale di Massaua, op. non indicato). ~") Estrazioni! di scbe;?ge terziarie, superstiti a perioa&iti traumatiche di tihia io un raso (Savigliano) , e di clavioota a un altro (:\lilauo). Esito j11:noto per ambedue. {) Ju un ca'o di ferita d'arma a fu oc.o in una mano, CIGil fr.Hlura cumminut.a del 33 metacarpeo, estrazione di qaaU. :;rht>J,:~e. pre' io sbrigliamento !=ul dorso d;lla mano; guan~·one (ospedale di Palermo. op. m~giore Alvaro). g) Parecchie e~trnzioni di scbeg::re secondarie o tel"'iane vennero praticate nello spedale di Napoli sui feriti di Dopti, cnmo si le~ge nella menzionata ~lemoria del dott. Lucciola, fra lP quali è specialmente da ricordarsi quella relativa al sol• dato Cìriminnn, di cui a pag. i19 del giornale, e che per t postumi dalln sua fe•·ita ottenne te~tè la pensione di CII~
a-
~o:oria.
Syorhia.tttre.- ~e furono ricordate quattro, tutte state pra• li-:ate con buon P,Sito nello :;pedale di Napoli dal capiWIO Sciumhata. ~el sold... to Speciale ( ~l emoria Lucciola, pag. 3U3del gioi'· nnle), altro de1 feriti di Dogàli. fu fatta la sgorbiatora d'ma tibia lino ad aprire il cnoale midollare. L'operato ebbe peasionft di 3• categoria. Al caporale Capellini (~l emoria suddetta, pag. 392 e 398 del giornale) fu sgorbiata una tibia cariata. Giudizio tu&&ol& sospeso quanto alla pensione . .\ d un altro rèrito per arma da fuoco a Oojo!illi (serteDie ToiTini dPI 15 fanteria, di cni non t! ratta menzione nellaJiemorin Lucciola), 'enne praticato, previo 1m taglio cuWJeo a lembo semilunare, lo sgorbinmenlo dell'estremo cariato d'aDA tibia lino al tavolato compatto della pa1·te opposta, Jaseiancle
..;r \n: ~~t-:Gl'' rK ou11 '~TR c.'.~
N'" t SSi, Eu.:.
t :w t
intallt! le cartilagini articolari d'incro'!nzione; quindi cnu-tic.'lzione. Pen,ione di 2• categoria. lo un ammalato dc osteite ;;uppnratn clell'e..tr('lllO inferiore d'un culti lo, con periostite esle"a a tutta la mette inferiore dello ,te:.:;o os~u per t:au"a non meozìot~t~la, venne fallh lo ..;gorl•iamento delte:;;;nro osseo t1no al canale midollartl, scJeel'a,-ces=-u, e si pmticò quindt la causticaz.ione. llascltiaw ,.e: flue eli mandibole per carie; una nello spellate di Ca\ n (op. non indi~ato}: l'altra nello speùale ùi Dari (op . .-ouotenente Piccinino). Ambedue con e,ito tli guari~iune. Ur.a di clavieola cariata nello ~pedale eli ,\liJnuo (e:;ito ··d operatore non indicati). l'na dul t~oudilo c dell'epicon(iilo d'un otnc•c·o pet· carie Luher·colaro,previa incisione e con successivu Cllllterizzaz.ione; l'opemlo fu riformato a guarigione nou comJ.liula (o:;pedaledi l'ado\<1, op. ma~giore AsLegiano). Cinque di CO:'Ie cariate, tutte con esito di guac·i;:ionc; cio~: una nello .speùale di Torino (op . mag;:iore 1\autltJne); una io •tnt'llo 1li Firenze (op. capitano Bernanlu); una a 1\oma (op. ma~giore Ui Fede): una nello :.pedale di Uari (op. eapiumo l~uarnieri); una nello spedale di ~.1pnli io uno tlei ferili Ji [lo"ali (\'. :-loria del:.oldalo Vaozolini nelln .\lcmoria Lucciola, 11a;.r. 41 ~ del t;iornale). In merito a questo operato i' da notar ... i che mentre nei documenti ufficiali ~i parla espliciuuuente ÙJ semplict• raschiatura di dne coste, nella Memorinelel dottot· Lucdola ~i accenna invece a reseziooe sotlo-pet io,..tea dei cnpi ro,..tali di e.--~e (op. capitano Sciurnhata}. Tre di o:>si melatarsei cariati, con e:.ito di gua.ri~ione; delle quali: una a Norara (op. capitano R:~t'lnltelli); le ,11tre due il ltoma (op. maggiore di Fede). Una di qursle ullime er~• K6
Ol'lR.\ZI0:\1 Cllllll IIGILRE
"lala preceduta dalla di:-.arlicolaziooe dell'alluce corrisponilenle. nue di tillin, con esiln di guarigione: clelle quali: una a ~o,·ara per carie coosecutira a C.'\lr.io di r.aç-aJio (op. mag~iore Olioli): e l"altrCJ a Fir·enze per po:>tumi di contnsione (op. ca[Hiano Ut•rnardo). Uuc di n...... j ùi p1ede: una n NoYara per cnrie della t• falan:::e d'nn nllncc e del corri,;pondente melataN•(I: PSÌto noo ancora staLililo (op. maggiore OJioli): J"allra a H.oma percarie all uu alll11~e: nes-.un n"ultalo. esscndosi\>oi dovuto rlisarticolare il dito (op. rna!!~Jore Oi Fede). Una rlclln testa cariata d'un pcrooe (o,pednle di Verona, e:.i to ed operatnre non indicati) . t" nn l)j JII'OC6SSO llltJStOideo per diffusione di I!Oj.(llSÌ dall'or-ecchio mrdio; Laglio p1•ofondo e rJuindi raschinmento parziale dP Ilo cellule masloidee (ospedale di Torino. op. maggiore Hnndon~'); e~ito non ancota definito. fin" ùi o-.. . a iliache (ospedale di Torino. op. maggiore Handoue). con e~ilo di )!Uari~ione iu una: non indicato nell'nll ra. Tr11pumuioni. - ~e vennero prnticate: l'cm tli cranio in Fireuz... cou e~ito di ifllllrigione (op. co· lonnelfu Tosi). Ln -.toria di qne.;tu fallo fu puhLhcata nel fasci· colo di no,·emt.re l ~87 di que~to ziornale e perdò non se ne l'ipclothl i parl:t•olari. t'n'altra pure di crauio in l'adm·a. per frattura J)rodoua tla caJ,·io eli cavallo ad una regione lemporaJe, con depre sione dei fJ~tmnHlnti. l.'e:;ito non fu felice e l'autopsia ne diede la ra~iooe. ri' clando la coesistenza di altra frattura alta base del cranio t• d'Hitre graYi lesioni dei 'a~i e del cervello (op. maggiore Aste~iano).
S LAT.E ESEGUIT.E DUilA~rB t.' A~ NO 18>i7, F:CC.
l :163
t'na di ap_ofi.,j mastoidea 10 T,>rino, con es11o di !(uari~otione (op. maggiore n andone).
l na di tiuia per carie centrale da o~teomiclite in Torino: quindi •·a.;chiamento della ... nperlicie carint.1: e:>ilo non nncora ..tnbilito (op. maggiore RandonP.) (1). E.~porta::ione d'ost,omi. - ~e occor,.,er·o duo casi: uno in \le~s:mdria (n p. capitano Pera~.;i), e l'ahrn a Genova (op. capitano l>e Prati): nel primo ca~o ...i Lrall.:\\a di ostcocond1orua della grossezza t.l'una nocciuola al margine un~hiale iruernu di un allurf': nel secondo si tratL.wa pure d'un oslenmn :-ul dorso della g. f:tlango d'un alluce. In ambedue J'ahlazione deltumnrelto fn falla ~usse~ire da cau~ticazione. potenziale in uno, ~llnale nell'altro, ollenendosene la guarigione. IEI!Itrazlonl di pl'olettlll .
O.spetfale di Firen::e. -Estrazione d'un proiettile di t·i,·oJtella dnIla reé)ione dorsale del torace deiltt·o, ver'SO la base. dove era"l fl'rmato ~otto la cute. ~on è l'entità dell'operazione ··he rende interessante questo caso, ma la gravità dell.1 rorita e J'e"ito favorevole rhe se ne ottenne. Il pruiettile •• l penetrato nel torace -ouo il capezzolo della mammella ed a\ era allraver~a to il polmone. Ciò non O:,laOte il feritu guari (op. ma •giore \'inai) (2) . IIJ D. Oa r~Jath11 prallca di penslono> pen·cnuta plu tan11 all'lsp~'ltorato di ru un3 vrrn sequestrotomm, atau
o;;ultà rbullerebbe tho! l'operazione fatta sus.e~111ta •h gn:ui<;ione.
(t) Non ~ 'llle<tta la 'ola :tuariglone •li fPrllft f(rll\·lsqlme rll P~tlo clu• la•• 3~ ''el':lta nel II>Si. L.e"!!~l nel Rendi, onto nosolo~1co l.lt lo HIOOalll di ParOla ptr 11 mese di •ettemhre che • 11113. ferita d'arma 3. CUOCO penotrnnto n~lla t'l\VIt.l toraclra ~i nlstra con fr-Jltur~ t!Pila 2• costa e della SCil(ltlb, lrOit.IOSI In ~~~~ tll ~tnnri
gione. • l'i el R••n,uconto nosvlogico di ~1u!!T!o 1887 tle!l'mrermPri~ clelia f1' comp.1gnh
01'&11\ZIO:'il CHIRURGICHE
O•qltdale di Torino. -Estrazione d'un frammento di granaLa da una r.oscia nello ste::so 50idato che fu ;:i;t !'recedentemente ricordato nei capitoli delle amputazioni e delle re ezioni 'iccomP. lato f~rito da uno scoppio di f!ranata e per ciò amputato dell'aolihraccio de,tro e resecato del primo metacarpeo ,jni:.lro. l.a fl•rita, o me;;Iio il "eno fi toloso da cui fu e trauo il frammento suddetto, era lungo 12 centimetri (vp. non mdicato). O ·p(,/alr d'.htco11a. - [;.tra7.ione di un proieuile di rivoltolla del diumetro di 1 l millimetri cb e. peo\trato nella regione ~opr.tpubica, auraver=-ò il bacino ferendo la ..-e:-.cicn orinuria e l'inte~tino r~llo, e si ferruò nello spessore li• uu u.usrolo ~lu teo. Surcessero periionite purulenta ed emotTa:,:ia. con esiltl letale. Il ferilo era una guardia di pubblica :;icurezza (op. soltotenrnte \'u•·in). Ospt•tla[, tli Livorno. -lo caso di feriLa da rivoltella al 3u medio della faccia antl'riore d'una coscia, il proieuile. fermatosi in prossimtlà del cavo poplileo, venne esLraLto con esito !.li l[uari"'iooe (op. non indicato). 0.\JWtlalc di lloma. - In caso di ferita da arma a fuoco ad una L'o,;cia. il proieltile fu e._,trallo dallo spes,;ore Jei mu coli corrispondenti. t•on e.'ito di ~uarigione (op. tenente Leonardi). Ospt•tlalf di .Yapoli. - Estrazione d'un proiettile di fucile dall'e~trèmo ~uperiore d'un cubito do' e era incuneato{\ edere dt dtlttphna al IJalo IVrne-(tal 1~ pure ebe t t fu riro,·erato un soldato flN' rentA d'anna a fuoco atlr~•c~ot.e rompletam,·ntc il polmone th.ll'a•111111 alnu<lt~>tro, eto~ ci>l f•lfO •l'lnjjr~$0 nella ragione mamm.lfiA smistra e eo>l foro d'tL«-ih alla r.:gioDII 'ropul,tre dello ~~I!~O lato, veN<O 1~ melll del marglnfllnterno <Iella ~eapula. ~on ostant-3 i gra•b•imisintomi r•rimlthl td un'emo:ngia •econdma doro il :;o !:Juruu, Il fento rra enLrato in convalcstcnza <1u.rantt1 lo S(('S!O lll!'>e,
Tulle •1ue,te ft·rlte, .:ompra."1 •1uell;a sopra ricordata, erano la conseguenza di tentati\! •h ~ut~c•llo.
STATK ESEGUITE llUBA~TE t'ANNO 188i, ECC.
f3ti ;)
storia del !'Oidato Ch:alini. allro dei feriti di Saati, nella l'lemoria Lurciola. pag. 390 e segnenti del giurnale). Guarigione f' pen-.ione di 3• categona (op. capitano Sdnmbata). Ospedali di Pal.-rnw . - Estrazione dnlla parte posteriore d'un braccio d'un proiettile d'arma a fuoco rhe ave\:t pure frauurato l'omero: !!narigione (op. maé!giore .'1 ane:;calchi). Uspl'dal•· di Jfa.s.saua. - Dne estrazioni di proieuili di fucili in feriti a Dogitli: una ad una ~amba nel :-oldnto Specinle, di t'Ili e cenno nella ~Jemorin Lucciola ttii:IJ.'. :ma del ~iornnle. l'altra da una c:n ità poplllea nel caporalt' Sterua. menzionato pure ùal do ll. Luceiola nella sua Memoria a pag. :lt-18 e ~E>guen ti del giornale, per un'allr01 Cerita ù'arma n fuoco nl dorso. Ulll'e a que.<;to, lo Sterna avem rileraL'l allra ferita alla metà d'un:t :.;amha, con anesto del proiellile nel ca,·o poplileo. re::.iduan· rlogli unnllessione angolare del gino~.;ehio rhe poi venne cn ratn coll'estensione forzata nello spednle di Napoli. AmbPdue i d~>lti operati ~uarirono ed ebbero prn'>ione t!i a· rnte~oria (opemtori in li m~saua non indirati). f n{erwrria tli Lo.~rn::n .- In ~nc;o di tentato suicidio con colpo di ri\ollella all'orerd1io de~tro. il proiettile venne e~tratto tre mesi dopo dalla hocca, e più precisamentetlallar·egionP palotmo tonsillare destra, otLenendosene la !o(URI'ÌJtione (op. cnpitann [)'.hersa). E•trall:lone eU eorpl ~•tranel .
O~p,.tla.l,. di Cagliari. -Ad on carnhiniere stnlo ferito da rolpo di fucile ad ona coscia, l O ceOIIIDP.lri sotto la pie11a inguioalc, ed entralo nello sp~>dale ;;uddelto dopo tr-e me!'i di cura io altra localitit, vennero eslratli d:t un .;eno li toloso ed a quindici giorni di distanza, due stuPII i di lì la atlorcigliate e
1366
OI'ERAZIO~I
GfJlRLRGICBE
cerate di 15 centimetri di lonj.!hezza; dopo di che :.uccesse la guarigione (op. non menliouato). b1J~·rmuia •ll'l reclu~vrio di Gaeta. - E~trazione di due aghi luoghi. ro~li fra le lìbre d'un mustolo gemello. previa profontla inci..ione (op. mag!Jiore Supercht). Operazioni per tuDlorl d!-.er•l.
1'11lipi. - :\e furono sstirpati quauro nasali ed uno auricolnl'e, tuui con esito di guari~ione . Dci primi: due furono c~Lirpati nell<' spedale di 'l ilano (op. maggiore Ca\'igioli); uno in quello tli Catanzaro (op. maggiore De Paris); uno nello spedale dt Gael.t (op. ma~giore Barocchini) . L'auricolare occorse nello spedale di Bresciil. Tru11ori ci.~tici.- Ne furono esportati 40, dei quali: ~ in Torino (ospedale) (op. maggiori Grossi e llandone); z in Toa·ino (accademia) (op. capitano Ferrero); 2 in Alossnntlria (op. capitano Perassi e tenente Ginni); :; in .Milano (op. maggiori Calderini e Cavigioli); l a Brescia (op. maggiore Cabassi); 3 a Genova (op. capitani Oe Prali e Giorgio}; :1 a Verona (op. lenente colonnello Pretti); l n Venezia (op. maggiore Giacomelli); l in Ancona (op. ma~giore Pa~colo): ~ a Fin.1nze (op. capil.ano Bernardo): l a tivorno (op. tenente colonnello Cocchi}: ~n l\oma (op. maggiore di Fede e capitano Trovnnelh); ! a t:n~ert.a (op. capitani B<trbatelli e Iandoli); l a Cam (op. maggiore De Renzi); :? a Bari (op. capitano Guarnieri e sottotenente Piecinioo); :!. a Catanzaro (op. maggiore De Paris e tenente Cutri); .t n Palermo (op. maggiore Manescalchi).
STATE ESEGUITR DURA'iTK L' A'iNO l SK7. E\.1;.
l a67
Fra que,;te operazioni. trentasette rnronu ;;n_:,~egoite da pronta ~uar·igione; di ire altre non fn indicato l'esito. ldmomi.- Vennero menzionate cinquanta P•portnwmi cii adenomi. di cui quallordici nelle rt>gioni del .·olio e trcnta-ei in quelle dell'inguine. Tutle furono se!!nite da ;.{Uarigione. Parecchie ali re furono ~oltanto accennate "ommnriamente in alcuni rendiconti nosologici. nè ~i potè quin,}i tenerne conto. Tra le prime parvero meritevoli d'e:>~er· rit·onlate le ,.,•r.uonti Che furono piiJ Circo,;tauziataiDCIIIP cle~•·rillt'! .:\ello :>pedale d' Ale~sandria: enucleazione di adenomi gitt de~ener-ati, lungo una carotide; esito non ancora -tabililo (op. maggiore Cor·va). -'ell'infermeria di Cal;a!e: esportazione d'un linfo-~ar· comtt lungo :) t•entimetri e largo :3 t t da una t't>~ione ~nprH ioid~a latArale; guarigione per primo coalito (op. ··apitan1, t:nmclli). ~ello spedale di Nnpoli: enucleazione di adenomi cervirali multipli, giit degenerati edaùerenti al fascio nerveo-vascolnrl', primn m un lato del collo e più tardi nel IaLo opposto: altra enndeazwoe di adenomi mnllipli in un.1 region1• rcn i~.1le laterale ed io quelle :;opra-ioit)ee di :Lmt.i i lati: ~'1Hlrig:onn in tutti i ca:;i (op. capitano Sciumbata). Trwwri fibro,-i. - Nello sped:.le d'Ancona ne ftt e~ci~o uno ùa un lah!Jro super-iore, gro~-o come una uocduola e ~ia a~sociato a traJìtture nouuroe t•cl a ~unfì:unento di ~-rhian dole cenicali; guarigione (op. ma~~iore Pascolo). l:o altro ne fu Mportato nello spedale di Cava da un dito uredio eli mnnu, dell:1 grandeu:t d'nn :n·eflaoa., ··on e-ito di guari~ione (op. Jll:lggiore De Heozi). Tan.sille ipertroficltl'.- Vennero eseguite tr·,.ntall'l' ton11illotomie, di cui qunllordici bilateralr, con e~ito di ~uari~iQne. Emntomi.- ~e Hlnnero operati tre: uno ùi tlata antica P
CJPERAZlO'NI CHIIILIRGJt;tiU
dcii n gro:.!\ezzn d'un fllt).{no, in corrispondenza dell'ultima qrtelu·a lombare. stato vuotato mediante un aspiratore eguan&o (o~p. d'.\IC3l>andria, op. m a~giore :Perouaeci): un allro, vu&o e prohallilmcnle recente ad una re~ionP •lor,o-lomhare, pare nwtnl() cnn l'aspiratore e guarito (o~pednle di Caserta, op ca• pitano'fe,ta); il terzo. un ematocele per calcio òi ravullo, mediante puntura colrreiJIHlrli e con e~ilo di guarigione (ospe· dale di ~ovarn, op. non indicato). l.'lromi [lrtf'alell,ri.- ~ntotamenlo mediante a~piratoreo c&n lreqnarli in lrc ca:.i: esport:tzione d\1 sacco in un qoarto; tutli con esito di guari~none. I Ire primi occorsero : uno io " ilaCJo_ (o perii l. ma~tgiore Caltlorioi). 1111 st•condo a Chieli (op. ma~~iorc Pranzntaro), il ter1.0 a Cara (op. maggiore Piuto). L'esportazione del sacco nel •1uarlo fu falla nello :;peòale tii Padova e la guarigione fu di pr·imo conlilo (op. ma~ndore Aslegiano) . llt:tnule. - : \ c furono operate due mt>rlianteescisioneparziale: unn ,·on P.sito tnd1calo rli guarigione (ospedale di \'e· nezia, op. tnHggiore Giacomelli), le altre senza indicazione d'esilo (ospedale di \[ilano). Oltre ai !'uddeui alti operali~i. ne furono :.egnnlali alcuni nliri per tumori di 111inor conto, come condilumi, ,·erruche e ltuoori emorroidari, quali e.,portati e quali legni i, eoo esito di ;1uari~ione in lnlli i casi. l'rn i lnmori emorroitlari, uoo fu c,:, porta ICI coll'nn~a ~ah anic<t (ospedale di H.oma. op. magi!iore Ili Fede).
STATE ESEGIJITE DU1L'-';TE L'AX:'CO 1887. ECC.
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Opt'razlonl •qU er~Janl aenlto-urlnarl. St111i-ra.~lfa.:io11i. -
l'e furono ~eguite quattro con esito fa>or<'vnle: nnn nello spedale di Torino per e:;iti d'orchite traumatica (op. ma~giore Randone); una :;econda nello spedale di f;enont per orchi te cronica suppurata (op. capitano De I>nlli}: una 1er1.a nello spedale di Firenze per tultercolu... i clt>ltesti\·olo (op. capitano Rernardo); la quarta nello :-pedale di ltoma per ~eno listolo'o (op. maggiore Di Fede). /111 ttll' rtl dt>llo Vl'.~l'ica per ritenzione d· ori na da -teno:-i uretr·alt• (o~peùnle di Roma. op. magf,riore Jlannrn ). In ,.,e;.(UÌio fu pun• JH'OHeduto alla stenosi. l'r1•frotomll' e dilata.::ioni uretroli. llieci furouo i cnl'i rli slenosi ur·etr::lle a cui si dovelle provvedere con ntti opemth i. cioè: Coll'uretrolomia interna in due (Torino, maggiore Rnndone; \le" ·andria. ma~giore Cona) con e'ilo di ~uari,!ione; Coll' uretrotomia esterna in uno (Sa\ •,;!inno. tenente Il' .\1loenzio); in que.,;;to caso, che era {;Id complicato d n infiltramento urinoso. la ~uarigione fu imp~:1 fett:t; r:olla òi\ uJ.. ione in tre (ospedale di Homa, op. ma~giore Ili Fede); Colla dilatazione l:>rr.aduale io qtHIIlro. con ~·--i to f;H orevoi e (ospedali rli No~ara, l)iacenzn e Chieti): nell'operato di Chieti la steno:'i era giaaccompa.•ruatn da fì.;tola perineale. fJpcra::ioni t!' idrocele. - Sommarono a veutisette e furono tnlle ~usse;.:oile da ;ruarigione. Optru.:iMi di filllosi e d; parafimosi.- Le prime furono trentasei e le seconde sette: di que:.te una sola rol taglio. le nltre colla riduzione manuaJe.
t:no
UPEIIAZIO'lf CRIRORG1LI:IE
fii tulli que:-li alli operativi, due:.oli meritano .;peciale men t.ioue.
,N,•Jio ~pedale d'Ancona. dopo l'operazione d'nn tìmosi eol ta!!lio CÌI'tolare. oaorse un'emorra~ia a cui si fJrO\'\ i de colla le·•atnm di un'artP.ria anomala del frenulo {op. mag~iore Pas~olo).
~ello pedale di Bari. in caso di fimosi congenito, operato
collacirconr.i.;ionesi trovò il prepuzio tuttoaderenteal ghiande, co,-i che lo ... j do,·elle di:.taccare con molla fatica a colpi di forLici e •·olle pinze. L'estremo prepuzial,eraquasi cat tilagineo ed .ldcri\a al mt!ato orinat·io che ne rimane-va ri:.trt!lto (op. 'otlotenenle Pi•!•·inino). T orace r•te flil e Toraeotontle.
Gl1 nmnutlnli stuli sottoposti ad alli operalivi per iù1·otorace u pt•r empicron furono 131. Però le operazioni sommarono a
l iO, pcrdtt'· in parecchi ammalati si dovettero npelere. I morti furono~ l: ma fra questi, 6 morirono per malanie indipt>wh•uti dal fallo pleurico. come in "eguito ,.arlt detto.
l.'e:.itc ottenuto ncj!li altri operati si trovò inùicato ner seguenti modi: Hiformati . 't!, ~bndati in lunga licenza . Migliorati . ftuariti (con parola generica) Guarili completameRte 1\iroasti in cura Scnzn risultato. :J lfe~ilo non indicato lt IH quc,;ti 1:11 nmmalali
STATE ESEGUITE DURANTE 1.'.~N~O 1887, ~:CC.
1:J7 1
l Ol furono 'Olloposti ad una :o:ola opcrnzione (morti l} }; ~;3 n '' a due operazioni ( » i): :) • >> a t re ( '~' "); 2 ~ >l a qnaltro ( » '););
e cp1:tnlo alla natura della loro malattia: !li renoero indicati wme primitiramf:nte alfeui eia idrn· tora et:: ~~~ come primitivamente affetti da empiema. Gli idrotoraci conYertitisi più tardi in empiemi furono a-:;ai P•lchi e solo cinque di e:;si vennero falli oggello di nuo,·a ope.· razione. Quanto alle operazioni, 13:3 furono "emplici punture coi noli a.;piralori o coi trequart1. e :r; vennero falle col tagltu. Le p1·ime diedero 16 morti, le seconde 5. Parvero inoltre mel'ilare una spt'c·iale menzione 1 seguenti fa li i. ~ello spedale di Li\ orno rennero utilmente usati gli :tghi del Pravaz in alcuni casi d'idrotorace, fac·endo ad ogni operato punture multiple e lasciando poi continuare lo stillicidio per ollo o dieci ore, cost da ouenere l'uscita da cinque a sei etlugrarnmi di liquido. ~ello "P~dale di Firenze, un ammalato d'empiema l•ilaterale fu operato eli lol'acotomia ad a1nLeclue i lati nello ~tes"o \!iorno, con esito di guarigioue a destra e di mi~liorameuto a ~mtstra.
'\ello spedale di Napoli: ad un ammalato d'ernpiema fu praticata la toracotomia in due punti d'uno :-le!\so :-pazio interrostnle per farvi passare un toho a drenn~~io; ma non -.e ne Ollenne l'esito ùe:;ideralo, potcbè dopo un mese fu necessal'io Pr<llJcare la t·e:;ezione parziale di due coste l\ell'infermeria presidiaria di ~ocera, ad nn ammalalo di empiemll nel quale era si potuto diaj.!no~ticare l' 1!!\istenza di
OPERAZIONI CIIIRURGICIIE
dm' di~tint'' r·acrolle purulente fra loro separate da fitte ade.renz~. 'enncro prnticati due t:~gli. uno nel 2° e l'altro oeiiS• 'Pn1.io intPrco~tale. L'operato fu poi riformato. ~ello spednle di Perugia. ad un ammai:Ho Ji pleurite es~~~~Jatira al quale ernno :dà ~late praticate due toracentesi Del deceml•re 1886, furono ancora fatte nel gennaio 188i allre due tor:H'Pnte~i e piu tardi la toracotomia per l'~tn-enuta coa'er--ionts dell'idrotorace in empiema. ~ello ... ,e ... o o~pedale, nn operato di toracotomia a cui 11 st;n a facendo una lnuttur·a del ca"o pl\urale con -oluzione Gi acido borico al o p. l 00, fu colto da VIOienti.ssima eclampsta con minact·ia t l'asfìssin <'h e fortunatamente poti• el' sere scon1-(iurota . .\Ile ()perazioni di torocentesi e di loracotomia parteciparono gl1 o:;pecluli e le inft>rmerie seguenti, nella misum e co~li esiti meno fnvureroli per cia~cheduno indicali:
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1
~f.\TL Ksi::GUtrg OUIIANTE L A:'l:.\O 18~i, ECC.
J:};:l
o~redali
Operaton
eol mfermrne
Livorno . F1renze . Perug:a ca~erla
C11pilllni Xnr! e Bo«:-i: tenente Buouomo. Ma::crc•r. Viuar, Supe:rch1 ~ Jmbriaoo: cApi !.ani St!mf?licì e ~apolilano; tenenti Gand• •lri P L1pari. le) l1J • Capi!ano Atzeni; tenente U,rìùo: ~ollo tenenLt> Bocchia. IO 11 3 Capita m Petr·ella, Lo::: ilo, Testa e ~lulava<>i.
Novara Genova Tot'ino ~lilano Bre~;cia
Ve1·ona
9 1:, C:apilano Bogliaccmi; capitano Rioal•li !l 10 • Capitani De Prati a ~farco·Giusepp~. 810 » ~[Af.r~iori Grossi e Porcelli;Mpitani Stefff'llOni, CherubJOi e Tromb,.lta. i 8 CapilRm Demicheli e Perretti tpe r tre operazioni, opet•atm·e non indicato). 6 6 • Capitani Ct'espi e Zoppellal'i (per lt'O ope· t·azioni, opet·alot·o non tndrcato). 6 8 3 Mag,l.(iot·i Sfr·rso P Dellachà; capitano ~fOI"JHII'g"v.
Alessandria. 4 5 1 Capìlauo Uellauep-ra; sotloten. Giani. Ancona ·i 5 2 Macg10ri Monti e pj,..ed lu; l"ollolPnentc Bt>lli. Napoli 4 6 1 Capitano Sdumbnta. Podova . 3 3 1 Capitani ~Iìchìeli e Citanna. Pinerolo. 2 3 l C11pitano Bobb1o. 2 ., Venezia·. Sottotencnte De Carlo in un ca~o; nell l'allro non indicato. Bolo!!oa . 2 ;! • Capitani Pabi~ e Papolh. Caghari • 2 4 1 C9pitauo ;\18"'"8. Gu;~enli. . 2 !! • Capitani C'l"ella e Lanza. Feuec::trella. 1 1 • Clloitano Bruni. C11~ale . l 2 • Cqp1tano Camelli. P1acenza. J J " ~Ia~~iore Barol!chini. Udine. 1 1 • Capitano Barone. Ravenna. l t • I~tnolo. Aruile 1 2 • Ignoto. tena. 1 1 .. Ignoto . Sasst•ri 1 1 l Capriano Ferrare::.!. Cava . 1 i · ~lttjòtgiore Prnlo. ~Ot'Qra • • l 1 • Capitano Cucace. ).Ionteleone. 1 •> • Capila~ro Abate.
1Jcssina. .
1
i,.
Cnpilano·~1inici.
1:n i
OI'ERAZlO~l CfliRURGICBE
Come fu d!! Ilo, ...et operai i morirono per fatti indipendeoll da I{Uelli che moti,·:u·ooo l" operazione. Co:.i: l mof'i pet· meniogite (o~pedale di ~ovaral: l » re~· polmonite del lato opposto, sei mesi dopo l'operazione (,Xo,·arn): l mori pt>r entero-peritooite purulenta (o,;pednle dt Paclo,a): l ,. per tuhercolo~i polmon:ue (ospedalo di ~ovara ; l ) per tuùercolosi polmonare (o~pedale di Li\oroo); » pt'r idrope-ascite sinL·>ma radi oefrito(o~pedale tli ~0\ lH'3). P:traeentesl artle•tarl.
:'i e vrnnero l"'alicate quattro nello spedale di 1\on:.t f'Ù unll in l)uello dt l:nvn. Dello prÌlnl', due furono molivnLe da emartro lraumaltco al ~inocchio; una da pari lesione ad una giuntura tihio-tnrsea; In •1uartn da ~empi ice gonidrarto. Tutte riuscirono o guaragiooe (oper:.toli: maggiore Di Fede in tre, capitano Trounelli in una). J.a quinta (o,.pedale di Cava) fu motu·ata da !{OUidrartro e ,·enn~> poi ripetuta dopo qualche tempo. ma :;enza frullo poi· eh•' per lu ·n olger..i d'un gonartrocnce, si dO\ eue ptu tardi :tdùi' eoire niiB t.!emol lzìone dell'arto (op. ma!!:,!iore ne Renzi). Tu Ile true,te paracenlesi furono e,e~uite wgli n~piraton Paraeeutes-1 addoanloaU.
SPi furono gli ammalali stati ,;olloposli una o più volte a parancente'i addominale. Tre guarirono, uno fu riforma&o 8 dne morirono. In que,ti l'ascite era ~intomatica tli alterazione organica del fegato o dei reni.
Lapareto..ta.
;s,. fu praticata una sola. con e.'ilo felici;_>-imo. nello spedale di Ho ma dal ma;rgiore Di Fede. Tratta\ a..i di un borghese (l) ferito di coltello alla base e parte :mteriore tlel costalo :-inistro. l.u ft>rita aveva !"estensione di circa olio centimetri ,·on uscita dell'intiero ventricolo enormemente dilatalo tla ~az. per· cui non era più suscettibile di riduzione. llo,·cue;;i IJninùi praticnre la lilp:u·otomia, e con que..ra il ri,cere potè e~--crc ridotto. Traebeofomle .
Ne oc,·m·sero due casi: uno nello speclnlo tli 'apuli e l'altro nell'mftmueritt presidiaria di Girgenti. umbrdue per edema de; le glollidt>, impronisamentt~ sopra' venuta durnnte il corso cl'al tr~> malattie. L'esito non fu frn·orm olt>, non t>:;sendo~i JliJLuta .,,.,,.,giu1are la morte che avvenne 12 ore dopo l'opera· zione nel prime· caso. dopo otto ~iorni nel ~acondo (operatori r:~pirano Sciumbata in ~apoli, capitano Lant.a in t;ir~enti). Autoplastle ed hu•e•tl .
·e rPgh.lrò alcuni casi lo c;pellnle di ~apoli. lutti in rf't·iti a llol!ali (op . capitano Sciumbala). Tali .;ono: 1.11 :.!uari0ione d'una fistola stet·•·oracen tnetlinnle un'opeIl ) Da IJtnlche IPmflO lo "JJ~e miht&re d1 Roma é Q03<t dlvtnl.alo wc& •UC(ursale oli cruello della Consolazione per i trauro3tlsmt cbe sueeellono nel quartl•·rl .teJrE,quilinc•. ~enc spesso ti sono condotti rontl rh() vi rlce\Ono lo: )lrlmn l'lirO t' Lalvol13 ·t~hledono operatlom chlrurglrhe. Il cho tom:t. ad onnre dcll'o~p~dniP mllllnrc end istruzione pratic.1 deHII ulllciall metlicl di gun•·dh.
Ji,l;t;
Ol'Eil.UIO'il CHJnURGJ(;HE
razione plai-ltea nel soldato Stancberi (memoria Lucciola. pa· j!Ìna J.l6. li. e 18 del giornale): Ln gu:u·i~ione d'una vasl.n piaga perineale, mediante mne, lo di 18 pezzelli di cute ~ulla piaga stes-;:1, previamenle mmli11cal.'\ col doruro di zinro (memoria suddeU.t, pag. US e ~~ ~ 1lt!l giornale; storia del ~oldato Cannas); .\lll·e consimili guarigiont nel soldato Pozzo e nel capoJ1lle Teppa. accennati pure nella memoria lucciola, pat( . .6.01 e ~Oli del giornale.
l
E mo8ta 81e.
l'lei reclu:;orio di Sa,·ona fu pt·aticata la legatura dei due capi di un'arteria cubitale in seguito a ferita da vetro (op. capitano Turano). Nel reclusorio di Gaeta fu ul'!'estata l'emorragitl da un'arteria temporale feritn, mediante la compressione (op. mag;!ÌOre Superchi). :\ello --pedale di No,.tra fu pure arre-.tala, meiliante iltnmpunarnento. una grave epi-.ta~.;j sopran·ennta nel decor:.Q di nn reumati~mo acuto.
Fu praticata nello :-pedale di Fir·enze l'enucleazione d'un glnbu oculare per postumi di scottatura, con esito di ~uart ,..!ionc top. capitano Bernardo). \'eu nero da altri spedali ricordate alcune operazioni di 6..,lole o tumori lagrimali. up'iridectomia, parecchie e:~porta· zioni di plerigi t!d altre piccole operazioni, ma tolle in modo •·osi ince1·to c conciso, che non si credelle di poterne qui fare unn menzione particolareggiato.
E•ten~lone
rorzata di a.-ti .
In un ullkiale alfeuo da coxite ··un lle ..~ione tlf'IJ:t t•o;:cin ·n l hncinn. fu prali Cala. preYia ciUI'OformÌlZHZiOIIe, l' e.;tt•fi-
SÌOOè forzata. t:iò non val"e ad impedire la murte (ospc hle
di \ crona. op. ru~~io'"e nellachà). In un ca~o tli l1e:>s10ne tl'una ~amhn sulla co-ci:t in con ..e· ~llt'nt.a di C•I\Ìle. fu fatta l'estensione forz;,ta,pre' in cluroformiuazione e con succes'i'a applicazione d'nn hcnùa!!gio im· mohilizzanlf:' (o.;pedale ùi Venezia, op. ma)!giore l~iacomelli). E"iln ignoto: multò soltnnto che t'upl't·alo fu poi rifn1·mnto. In nn feritu di Dogàli (caporale Sterna) ricordato dal ùolt. Lucciola nt>lla sua memoria. pn~. 388 del ~ioroale, rna per nltri rig-uardi, venne praticata nello speù.de di Nnpoli l'estensione forzata della gamha destm che in seguito alln ferila di .urna a fuoco il cui proif'llile era stato est1-alln iu \hssaun dnl c.tvo del puplite. era rimasta piegata ati angolo nt:ut1ssimo sulla ··o~cin.
L'e~ito fu faYore,ole, poicM dai documenti prodotti per il ncce,,h o ~ollo camenlo dello Sterna in pensione (:J• categ. ), •• poti'• rilernre come la lle!':,ione fosse rido1t.1 a purhi~simn t:os.\ (op. c.af'Ìiauo ~l·inmhata) .
Operazio ni p e r Os 'tole e •enl Oatolo•l .
Fi.)/ol,. atltdi. - Se furono operate i-3, di rui: i n forino {operatori ma~n..'iori (;ros,i e ltanùone}: l a Xo\·ara (op. capitano Hinnldi); i io \.lessandria {nperalori ma~giori Peronnc<~i e ~orva ); 1 a S:rvi61iano (op. capitano Carta-~l ant•glìa); 2 a Ca-;aiP {op. maggiore Peronacci); f/.7
OPY.HAZIU~I
CHIKURGlt.:HE
:~ a Dn•,cia (operatori mags;iore Cabas'i e e&lllilli~
IOni);
6 a nPnu\a (operatori ~apitani [)e Prali, (~iorgiu);
l a \'{·rona (op. tenente colonndlo Prelli); 4 a UoloJ.:na (op. tenente colonnello Caleffi, .\lon:ll'i. capitano (le Falco): '? in \ncona (c•p. ma~~i!ll'e Paq·olo); l <~ f'hicti (op. tenenti' Arian•): :! a f'irr-uze (up. t·apitano Bernt'lldo); :> a Roma (operatori ma~~iore rfi Fede e capitano
\nnelli): 1 a Ca:-.erla (up. capitano Barbalelli); - a Rari (op. capitano (;uarnieri): :1 a Cnttuwu·o ( opPralori maggiore Ue Paris, capitani SIJUttlc ed :\ llanasio); 2 u Palermo (op. maggiore !\l ane~calchi). B furono operate col tn!!lio; una colla legatura elaa&N:ML LUile cun relicc ri;;ultarnento. s~,; {~t11loti. - Undici operazion1: 9 eon esito di io[IOUe. unn ·on mi,;liorameuto ed un'allr-d ~en:r.a risolt.-;;._; puicht'> la ·~arie t•ostale. da rui i seni er-:mo mantenuti, tArmillft);:..l culla rnnrte. Operazioni e
rld. .loDI
d 'rrnle lnl(ulnall •tr...ate.
Si pralit·arunu due erniowmic: una run esito di
m un ,.oJdatu (infermeria d1 ~l onte!eone~ op. capitano au-·•· l'altra ,.u,,.,e;.:uita da morLe in un urtìciale (o:spedale dt 81)1118i op. mag~iore Panara).
STATE RSEGlliTE DUR.\~TE l.'A'iN O 18ki, KCC. 1
1:nO
In .litro caso d'erni:; inJ!ninale strozznta :n vennto in una guardin cii finanza, si ottenne la guoti:,rione col semplice t:nis ospetble d' .\n cona). Iniezioni parenebt-atose,
In un ca.'o òi roluminoso adenoma a~ccllare rit.P.IIe IHl altre cure, ~i tentarono inutilmente le inie1.ioni parenchimnto. e cnn tintum iodica (ospedale di ~o,·ara) . Altre operazioni.
Oncotomir. - Come di consueto. furono assai numcr·use: però •tui se ne ricordano soltanto alcune fra le più importanti: Mr aperture d'ascessi di fosse dinche, con osilo di gua· rigionc in due, di morte in tre, ignoto in uno. In uno dei due (lperatr ~uari ti nccorsero dm• incisioni: ona olia piPga dcll'in~uine -.otto il legamento del l'oparzio e l'altra alla rt•gione lomt.are (ospedale di ~o,ara). flue apN·tnr·e d'ascessi perineali: una nello spedale òi Milano (esito ed operatore non indicati), e l'nltra nelln spellate di ~apoli, con esi lo di ~ awiamen<o alla guarigione •• (op. te~ oente Lucciola). f.)uattro aperture d'asces i pt>riarticolari (ginocchio), delle 1funli: una a To1·ino (O(: H.anùone-). un n a Cremona, due a Bolngna (op. capitano Pahis). L'operato di Cremona mnri per cnmplicnnte tubercolosi: gli altri guarirono. r n·~nrÌ.;ÌOUd di b'l'a\"e ascesso '0llOaponenrOlÌCO aJ!JraCCÌO •le~lro 10 seguito ad innesto vaccìnico. con ll~ito di guarigione thpethle dr Caserta). 1\ella citala Memoria del dott. Lnct•inla, a pa~. i0'1 del Aiornale, si le;!ge cl' un minaccioso a-.l"esso alla base dello .;terno
OJ•F.R.\ZIOXI CHIRUR(;ICHB
corhecutivo ad altre operazioni e guarito mediante al l&Jdeo (~tori a del caporale Pozzo). Apertura d'un a~cesso al lato dEJstro del collo. eonsecutit8 rulunn puntura della retrufauci stata prodotta da un o o aca minato. L'ampia incisione e la cura anti,.etlica non ,·o l ero acl impedire la mot·te, e l'n..;ce~so fu poi riconosciuto )!iil comunicante col mediastino anterrore (ospedale di ~onra). Si ricordano infine: un a::-ce"o di pro~Lata (Torino), aa altro ad uno 'eroto ( \le~santlrin), ed un terzo c.;teso sui mo".:oli d'una coscia in conseguenza di felbre tifoidea (l.ilorno ; tutti a,.:-ai ~ra\'Ì eli opportunamente ~ur·ati colle inci:.ioni; come p!ll'e multi ascessi freddi, quali idiopatici e quali sintomat'er. stati aperti e quindi medicati in Yario modo a seconda delle ::;varinte loro condizioni e con esiti abbastanza fnvore,·oli. B.~ltl'jlf~::ione fl'ltnghie ùtcarnate. - Ne rnrono menzio· nute 39. Tut le ~ussegnite da guarigione. Surur1•. - Ne furono praticate pareccbiè in c:hi di ferile da arma dn taglio e di ferite lacero-contuse in regioni esterne del corpo, e tutte con esito buono. l n e:t-o interes~ante di sutura inle$1inale fu quello ricordato dal dou. Lucciola (pag. 41 G e i 1l del ~iornale). relall\'0 al 'olùato Stancheri, altro de1 ferili di Dogàli, stato operaiO clal r.:1pitano Scinmhata per fistola stercoraceu. T-nle umra uon ebbe y1erò alcun esito per le ragioni espresse nella detta ~lemoria.
E$lÌtpa.:ion~ tl'wut borsa muco~a prerotllltll, flogosa~ forse -.uppurata. in --eguito a ferita lacero-contusa. t~sttrplll In !Jor:.a. si riunirono con :>Utura i mar~ini della ferita ospedale di Torino, op. mag~iore Ranùone). E~ito non ancora -.tahililo.
STA n; ESEGUITE DURANTE L',\~~0 l k87, Ef.C,
138 l
Caoterbzadonl ed t,.nt-panture .
.'\o>ll'inùicata Memoria del dott. Lucciola ,i tro\'ano menzionate alcune cuuteriz:r.azioni fatte i11 feriti t! i llogàli ( \. stnrit: dei ,oJ.Inti Bertani, To--cano e Rocchi. o pag. 398 '00. 410 e ~l l del giornale). ~ello "J::edale di Torino Yennero pr'Ofondnmentecnutt!rizznti i capi articulori in nn ammalato di gunnrtrocace. nu dopo alruni ,:iorni se ue do' elle fare la resezione. ~ello spedale di Caserta, e pure in un caso di gonnrtrocace. ~i pratirò una re:'ezione inler·correote :.ul ginocchio. Dopo due mesi fu nf't~e,sario amputare la co,cia. '\ello ~pedale di Novara, a due ammalali di gounr·trocnce. fur·ooo praticate causticazioni trascorrenti sul ginocchio ammalalo, con esi to di guarigione. \eli n spedale di Bologna , ed in ra~o di curie d'n~tragalo con -tJno fì,toloso in corrispondenza del malleolo interno, fu pmticala la cau~ticazione preYii profondi e mnlleplici ~br·iJiin menti. E..-.ilo non ancora stabilito. /,tri ioni. - In molti casi di llemmoni e tli pnlerecci nmnero praticati profondi sbriglìamenti con e'ilo fa\·oreçoJe. Onllo spedale di Brescia furono ricordati due casi di inci~~unl multiple: io uno per carie d'un olecraD'l, e nell'allro per (':ll'ie di mnndJhola. )la non si ebbel'o in pi'Oposilo suffir.ienti informazioni' per poter dire di che ~i ,.iaeffellivamente trattnto. Fratture e lu•••zlenl ,
Le fratture e le lussazioni registrate nell:t colonna entrati .fir!!ltamt•nte, dei rendiconti no:;olo~ici. furono ,;,.pellÌ\amente 257 e !)7.
OPERAZIONI CIIIRVI\GlCfiE
(.}uant•J alla loro sede. vennero specificate ~53 delle r··-·e i l delle seconde. Lussa;io11i. - Delle i l lussazioni specificate per sede, di s'e pure che furono ridott.e . .tltreuanto 'i ha ral(ione di porre che "ia an ennto di 14- fra le lussa;:ion i non spEK:IIiicateo"t Solo per· altre ~ ri:;ullò poi da pratiche ammiuistratiYe eW non poterono essPre compiutamente ridotte. risuhandone . _ bilità ttl !\Ctvrzio auivo. Queste erano 2 lussazioni di gomito, cio che porta a 4:3 il numero delle conosciuteJ di cui .231 spalla, l di clavicol:r, 9 di cubito, t di mano, :i di diti delle mani l di femore, l di rotola e 2 di\iede. Alle quali ùehbon ..ene aggiungere altre .? • l .I i spalla ed l tli ~omito, avvenute in ufficiali. \ Frutture. - Fra lo 2i):J conosciute se ne coni.:H'ono: :; dr cranio; Z) di ossi mascellari; G d'altri O!\l>i della faccia; i.H di clavicola; tG d'omero; :l!) d'antihraccio; 2 d'oleaano; 16 di o:-.si mer.acarpei; 9 eli falangi di mani; ij di co~ te: 2 di ,·ertdne; ti eli femore; 3 di rotula; /9 di gamba; t d'a:.tragalo e calcagno; 4 di OS!'Ì melatarsei; l di falangi di piedi; :; frallure multiple, in più regioni.
STATE ESEGUITE DUR ANTE I.'AS'òO 1 8~7, f.CC.
l ::J~:J
\llt• ~:;7 fratture sopr-a ricorda li~ ..e ne drltlwno ~rggiungt'r·e alcune allr·e, cio~: 8 in milirari di Lroppa -.tali eurati fuori depli ospctlali dell' e.'ercito; i in persone non appartenenti all\·~ercito, state curate negli ospedali militari e nelle iufermt!rie pre:.idiarie (:.; dell,r marina 1 2 ti eli~ ~nardi e di puhhlim :-kurezza e di finnnza): li iunrlìciali. dei quali uno di marina, $!ali pure curali io ospedali militari. C,hwnto alle con<;eguenze vros,ime o llmlh e tli tutte qn~':-le fratture si poterono raccogliere le 'eguen1i informazioni. f n ordine ad operazioni chirurgiche: Una frattura d'omero richiese la di~arlkolazione irnm,•diata dclln spnlla (.\lilano); n ue eli gamba richiesero l'amputazione immediata della cosdn (Uref'cin e Cagliari); Una di piede diede luogo più tn1·di all'nmpulazioncdella ){amba (Casale) : Une di cranio richie·ero la lrapanazrone (Firenze e l'ndova). Ehhero 1111 esito prontamente letale due frauure dj cranio, fra t:ui urJ.I Ùf'lle due Leslè menzionate, una frnllura di 5• verld.ll-a cervicale ed una delle frallure di ;;amba che necessitarono l'amputazione immediata della co:-;cia. Uel moclo più o meno soddisfaceoLe della gtulri~ioM a cui rru--crrono tulle le altre, poco si può dire di posrtivo. Per lo piu il ri,ullamento delle core \·enne "t>gnalatu nei rendiconti no<:ologiei e ne).!li altri documenLr statistici con J'indkazione ~enerica Ili guari!ltOtlt, e sollanlo in ;1lcuni casi Cu ffif!D7.ÌnData 1:t modalità di questa. colle ~upersliti imperfezioni materiali e f110zionali permanenti o transitorie. In ma111'anzn di dati positivi , si hanno tuttavia vale\ oli mo-
OPKRAZIO:'Il l:HJilUIIGICliK
ti' i per prcsumerecùe nella grande mag:riomnza dei cui sito delle cure abhia corrisposto alle premure ed all''asliNitl~?r1'.., zinue dfli curami. Uell'he si ebbe pure una pron nelle .._~_...,~ lirhe ammiui:-trali\C -.tatP deferite ali' lspt•llornlo per d refa• li\ n uiudizio mediro-le~ale, e--sendone ri-.ultato che aoebe e fmuure molto ••rnvi si Oll('nnero ri~ultati lu:'iughieri. Al po:.tulto, e tenuto ronlo che la ma!!J.!ior parte delle frat. lUrP fu la cun:-e~ùcuza di eventi di servizio, il numero deUe pratiche amminislJ'tlliVe sopra menzionatt· non fu che di t9
cioè: l per frallure di cranio (pen,ìo~ di ~· categoria); )• rl'omero ( l pen!'ione tli '2" categoria, e l'alll'l) giutlizto sospesu); 1 l per fr.tllure d'nntihl'accio (pa:;sliggio ai vetet'8ni); :i >> di femore (l pensione di 2• categoria, t di :l" ~alegoria, l ai vetet·ani); :! per frattura di rotella (passaggio ai vcteram); » di gamba (o pensione di :1" categoria, i 9 pa~sag~io ni \Cter·ani); l per· fmltur·a multipla (pen~ione di 38 categoria). Come ~i i• fallo nelle precedenti ri' iste, si aJ,!ginngono aUe co'e fin qui l'lette alcune particolari nozioni sulle fr:•ttorede fe. rnure. occoN~ in militari di troppa. Oltre alle fi r·e;:;i lrate nei rendiconti nu ..ologici, ne aneDnel'o altr'P. tr~>. ~late curate fuori de7li ospedali dell'eserceto. t)ut•~te tlll\ll fratture di femore occo~ero: l in .\lnnl"'a, f'er pnssa~gio d'una ruota :.ulla coscia (t:,Ìlo ignoto); l a 'fcrui. per caduta ne;;li esercizi ginnastici (esito ~
i~rwto):
l n :\apoli. per· eaduta ne~li eserrizi ,::innastiei (esito i~noto):
SI\U. ESEGL"ITE DURANTE l.'A N~O 1 !)~/. }.CC.
f3 1S:i
a Bari, per urto direuo (e~ito ignoto): l a CtlSerla, per· calcio di ca\'allu (t!!>Ìto huono); 1 in \'asto. da cao<a ignota (ospedale ci' ila) (esito imperfeuo); l in \J n~,;aua, per scovpio di poh erien• (pensione di :J• caleJ.!oria 1: l a Spezia, per causa i~nola {.:tu-:lla nelltl spedale marittimo} (pa:-;,a~J.!iO ai 'eterani); 1 a Dorgali (Sardel{naJ per arma a fuoco (pensione di_ • catelZoriaJ. :1 e;sunn ti i queste fra l! ore fu cura.la coJrapp:areccltio f'i:,tono di t'li t pìu volte si è parlato in queste riviste ( l). L~&lonl
per ealel di eawalll e di 01ull .
l rendironti nosologici registrarono ()/ feritu per calci di cavalli o ùi muli. e, fra esiie, 41 con frattnra tli ossi. l>i tolti questi traumatismi. du~ l>oli ebhero elìliO letule e furono uua frattura di cranio ed nnn contusiune ai \·i:;ceri tornciei ed addominale, ron larerazioue Ji !!rn:;,;j 'nsi. Ul Questo ~&ppanccllio, sehtwne abbia avuto una favoru1ole aeeogll<>nu ntt>,;U ultima c:on!lrr,•l medici tli Pem::h e di P;nla, non ha però nocara potuto eon•lui~Ltrst ID tu tU 1 no:.tci spedali quella consl terazion,. da cullo nteru:uno mer.te\ole e che -iamo sempre c.om anti non .arn s•cr ma.oCllrgll, qua.odo \traga mt•tctlicamente adoperato coll" norme stat~ publolll'llte tn •JII.:5tu ::;aornall) 118.1>51. Kci In •lu~<ta run\lnzlone cì contorta Il <egtaPnte Calto. NPI renlllcl!nhl tlello !)eclale di ParOl:l rer Il me:.c d'aprile ~· p. tu ae.:ennato ad uu caso dt fratturo~ <1~1 ftmore. a !lecco di nanto e oPI 4" interiore, in rul l'apparcc:cbto l'l· tono to~lallJ~ute applieato ru tollerato bPni!•imo ,. diedP un Oltlrnn rimltomrnlo. Di 'l"~·to ratto nbbiaroo poì avuta la controprova ndla pratle:tllmmlnblr~uva che ne ru 1:1 conseguenza o da eul >l flC.lll rllcvaro rome l:a guart~ione rL!ult•J cOSI C.:1vorevole da Care •perart' rhe Il (rntturnto f'O·~~ contillll&re ti proprao 'ervwo.
l :}H(ì
OPERA:t.IO~l ClltnURGTCRE, ECC.
~egli altri fu ollenuta la guarigione nei limiti consenliU dalla ri,pellh n ~rnvezza. e talvolta mediante atti operative, come fu -.pes"'O accennnlo nei relativi capitoli della pre·ente riYistn .
Roma. 16 novembre 1888. L'l<pdlort Capo di Sa11Ua
PECCO.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVIST.A. ~1EDI 01\.
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Immunità dalla tuberoolo•l polmonare nel forDaotal da oaloe. e oouegueuti propollte terapeattohe. - Onllor HAt.TER.- (Berl. i.lin. Woelten.<Jc!tr. ~. !lG, :ii e 38, t 8). L'ttUlore, duranle il suo !;Ogg10rno a Lengerich nel Wiir· temberg, ebl>e a re~lllt' colptlo tiRII'o-;rer·\ aztone fatto :::ui da allri che, mentre la l1s1 bacillot•l.! et·a H"~ai d1tru~a nelln p•> polazione, ne venivano rispat·mtalt i ltlvnralori aJdellt ulle fornaci du calce, induslrta colà as,..ai s,·tluppala da pllt't>CI'hi anni per la costt·uztonP d'una ~tradu fenala. N ello !<Jllrtlo iaùaJZtllore ùel medico moderno, in argomento dt co .. i capitai· inlere!'tl'e qual t> la cura della tubercolo"• in generale e della polmonar<> m ispecre, doveva naturalmr>nle sOrJo(t>!'e la cut•io~ilé di ~coprirne la ra~ione, che, dopo ragtonfltA unAibi. riconobbe e"ic:tere nella secchezza dPII'al'ia, da .u• a 70• C , che abitualmente respirano quegli operai. Fra le altre pl'obabili cause di pre::;cr,·azione dalla lubercolo,i avrt:bbe potuto im·ocarsi lA IJU&!Jtà del terreno di la"oro parimenti ~ecco, P., più ancora, J'inala:t.10ne di ><•JIIi!e polvi..colo di ralce, come q•1ello <:he in viu atrallo IPOJ'èlu;s <tarebbc in grado ù1 calcJfìcare i t&-:-uli e le ...ecre?Joni tubercolari: la quale ulllma circostanza prored~ piullo~lo (lirellamente ùal sangue, anzi non par·e 1wmmcno chtl l'in;.re~tione di acque minerali conleuenti copia di "ah calcat·ei abbia alcunA erticacia sui cal.8rrì bt•onchioli, oll'111fuori ùr:ll'azwu~ solvenlP sul muco. Oltracciò le autop!;Ìe P"eguitc r:ou r01·nirono a rautnl'e reperti <il frequenti calcificazioni glandnlarl o di lubercoli in quegl'individui morti per tuht'I'Colo"'i po!monare, cht! put•e avevano respirato in ttlll'CJ tunùienll' ricro Ji polvere culcarea, o che avevano ratto la1·go u"'o lerapuultco
RlrtSIA
d1 acque l'l ~ali c~tlcarei. Che an~i . :slando atropiniune di Merkel (U• trer iJekran.khPifen, 1~8:?, pa~ 199), la poh·ere di cake rie ~ cirebbe dannosa ai muratori e fa[Pqnami: gli opera1 addetti alle fornaci da calc6 ne "arebbero m eno tlanne;:ll•ali per il ratlo che lavorano più all'aria ùbera, ciò che per qu li :>Ui quali cadder o le O""erva zioni del dott. Boiler non ò J! ca<;o, pcrch.; 111vec.. , flt.bli galJ per le optlrazioni d1 car·•co e penetrare nelle "te""6 fornoc1, r t>l'pir·ano tn ambien te cost ricco •h polve~. che in breve ora ne «ono io,·a"i perfino gU Orluoli da tac;ca Se qu e~ta polvere ro....e rli pr~>ci udizio nlle \"lEI re"Jlii'Alnri~>, do,· r ebbe renderne pales: gli effetti, 11 che non a cCJt.te, perchò i la,orator ~odono perfçtt.a mle::!J'ItH <'lell'alb~tro bronco-polmonare: s1ccbè l'aulo!l concluude '~ol r•Len~r·o indifferente, ne ">aiutare cioè nè nocivo pci polmoni, l'anz1dello polvJ~colo, ed opina cbe l'a!<serzione di )lerkel, pu•· ~"""endo giu~ta pe• muralor• e faleg~ami, abbia Il t;UO J'ontiamento noi fallo che, alla r1emolizione degli edifici, fa polver•' ··he "OIIevanJosi penetra ne• loro polmoni non è d1 sola
ca lci', ma comm1sta a particelle <.i'aHra natura. Per cJò <"Ile !'!Ì ra.!~Uat·da alle cnndizinoi del suolo. le t'l-
cerchi! dJ B· \Hfltch (Jf erl. C•1m ·Mmicaticms of t/te .\fas~~nchu .'letts tnerl. Socll't'J, 181i:!, Vi vol. pap;. Il .Jarebbet·o un mtTllm«m uì tj,j polmo011re pei lerJ'PilJ ~ecchi. la fre'JUenza ·l>·lla malAllia eo::!'endo m 1ilt Lto rappo1·lo col111 umidità cld ,..uolo. l la"on po--terior·• di :\IJiroy P di Buchanan conftmner>'hl ero tale ~OIIllizJOill', ffifl JJalter. 8fpOg:.:iando:::i nJI'opilliOIII! di Hir- ch (1/ist. !J•Qgro. pntholo'ltt, vol J, pn!X. 1~9, non n~cr1ve o) -.uolo rwporlauzn deCJ"iva per lo "Viluppo della 11~1 llecilhu·c. ElinunalP. CO"l l'inalazione nì polvere calcarea e la '"ecchezza .lei "-Uolo dalle cause pr obabili che conrtwi:-cono l'1m· rnunila ' ·er-.o In tubercolosi polmonarP, lo Haller voH~ ogn1 <~ua curo a pro, at-e che de-;J:a sia ri posta nel calo• e secco dell'aria nelle fornaci, rforJmario di 50'-70" C., accPr tand<L • del pari che la relativa unudità. co~i nelle fornaci come nell'immedintu ' 'ICinonza dellf· loro aperture, sia quasi l'empre al di ~ollo di 1e!'o: soltanto ad una certa distanza J'umidit.à aumento in ragione dell'at•bss~arnenlo di temperatura. ma nel
llEDlCA
punto do'e i lavoratori caricano la calce in pte!t·a, l'umidìlà mai fu trovata superiore al 50 p. 100. I~ rt~t;putn eh~ un'aria molto secca non sia fuvorevole allo sviluppo ed al proga•edire della tul>et·colo!<i polmonare, peroccbe le più recenti nozaom ~ulla vitalità dei ba~' i li i capedfìci insegnino elle dessi perrscono più facilmente all'arta "~cca che t~ll' umiòa, potendo in rtuest' ullimu condi4Jone conservare la loro vitalità fino 11 10 ro{':,;i, IJunndo in,·ece allo 11011
<>tato !c'ecco la perderebbero a capo di 2 m•·<~i !"Oilanlo. A Halter passa opportunamente a 1'8:o'St#nll\ le località più note per la cura climatica J,·Jin rnalaltiu in discorso, e sulla scorta dei migliori lrettati«ti di climaloloJ!ia medica e di chmaloterapia, quali Rirsch, Mlilu•y, Lombar·d, e Weber, enumera quelle, sia situale in pianura od iu l'iva al mare, come sulle alte moulague del Vecchio t> dPI Nuovo Mondo, le quali, in virtu della secchezza relativa dell'atmosteJ·a, più cbe pt<r la rarefazione, eserciLano ono ~alutar·e influenza sul decorso della tubercolosi. Per· mio conto posso in pr•oposito dire che l'asserzione dd doll. Ilulter-, relativa alla maggiore importan4a da aLlributt·st alla stwci J e~:Y.a dell'Aria nelle stazionj climatichP eleva~e. ù'accor.Jo con lo !òl~sso Hirsch, trova il suo controllo praltco ne~IJ allipiaru delle Ande òel Perù, dove esistono località abitate a pau di iOOO metri sopra il livello del mare, e dove la ~ltlà ùi 'l'arme ~ famo~a per la cut·a dei tisicr, che vi migliorano ìn modo sorpr·endente, se pure no:-~ pos::a.no guarit·e quando \1 accorressero in primissimo stadio. È cet·lo che in un paese cosi climatologtcamente strano quale il Perù. lungo tutta la rellÌOne della Costà, ed in una certa $l.àf.tione ùell'anno anche in quella cosi della della Sierra, la pio~gia sia fenomeno met~orico ignoto, che solo durante i me,..i dell'rnverno auslr•al~, corrJspondenli ai r1ostri estivi, suole avver•arsi ~otto foi·ma d'un minuto polviscolo acquoso, cu1 si dà al nome speciale d1 garùa. Questa particolare condizione di dlma courer1sce a talune località elevale, in una dala epoca, ullre il privilegio della ra1·eiàzione dell'aria per ,:.ffello tlell'allitudine, snelle una dtminuuone <.h umidtla assoluta e, per le maggiormente alte, altresi relativa dell'atrnosrel'a. Ho •JU8l:'lO p1·oposìto
I:J!)U
Ili VISTA
cono-.cinto pue::.i ;-;ulla '-lraòa fer·r·ata tra:::anJ111a d-"lrOroya, •1unh .MnltwanA A 23i.~ metri e Chicla a 3i2i rnt~lri sul mare, <'O~l a,..Miutamenl~ secctiÌ in certi me::;i dell"onno, che ls carne d1 hue \'i "'' cons.,r·vR inalterata all'aria per due o tre ..-fllllmane: ~redalmcnle tldlla pr ima delle citale slaziom eh· matiche 1 -<(lffereult dr malattie bronco- polmonari rilro~~ono ' maggiori 'nntagg1, ma r·cl'la :-empre a Tarma, al d1 la eUt> \nrle, il primato c:u ùi e::;!<e t~ sulle alh•e analo~he. Chru>-a (JUC t.a hrt: v~ ·li~rPs«ione, ('Ùe mi >:on perme'"~ rurc n contr1huto •Iella pr~>minenza, spellante ai ehm a cle' ali o ecchi nello cura della tubercolosi polmonare. lralallciO per amore di bre' ìU'l di riferire le numero:>e espenenze e egUJt.fl f'èl' determinare il grado di c..alore dell'aria &;nii'AlH e le altre considerazioni che il doll. Il altea porge in rapporto nll'nc('ll· mala1.iona dei fur••aciai Hl calore secct), e,J alle varioztoni fi'-i nlogiche che ne clerivnuo nelle funzioni orga111cht>1 e m'accontento dt l'lpol'lar·ue le Cònclusioni e le propo~lt: Len•peu tic h<'.
L<' cau!'o 1lelt'immnnitil. da luh~>rcolo«i polmmlat'P. pei l'ornnciai ili Lt>ngerich sono: 1• la grande secchP7.7.8 rt>lativa d~ll'al'ia, in piralo nelle fornaci o nella loro pros.,imilé: 2" il fo1·1e calorù della ~Le$g'a ria elle ha per conseguenza: a) una pur,•zz(l da ba~:llli lllbercolari: b) una notevole rurefuzaone, e) 1111 aumeulo gaOI'naliero della termogenesi or~rnnics nei Javornlor·t dut·anta l'acclimatazione. e d) un rile,·anle aecelenurlf'nto tlt>l polso, del r·espiro. della ltaspit·Azrone t.'ulanea o d~l rr<'amb1n materiale durante il periodo di acchmawztone ed nnche dopo. vue,..rulhma con ilzi<Jo~, come giu~ta ment.e O"servn l'alltore, IJ~11 si può purae:ouat.., ad una febbrt> artilicralc c mcl'ita con--iderazione : er :1 ratto che la reazione febbr1lc degli ammalali devP- R~crrversi sUo sforzo ilell'organi9!JIO d1 lib,..raJ•«i, pPr Yia delle ,·aJ'ie secrezioni e<~cre live, deU'agent.e pirogeno c::ia dP.s«o pt.omainico orl orgamzzl\ln, Mme T\anncuherp-, Ki1bn ed A.lbJ•echl hanno indagato per s:li ""ririlli llt.>P:Ii urcessi dr r.. bbre Llfoit1e ricorrente. L·· p1·opol'tc teratu•utiche, che ;;caluri!'.cono dalle precedenti conclue.ioui, possono compendiar~• nel modo seguente: t• d'ac· COI'do col ftlltO renle .lei fornaciai, «i mP.Lt.a a profitto il bagno
MEDICA
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romano (sudalorizmt) per la profìlac;si e cura della Lis1chezza polruouare, praticandolo o!mi giorno, unu o due volle, per la durala di t/4 - tj3 ora. 2' D'accordo parimenti con l'allro fatl" che, ad o~ni inspirazione d'a ria calda o ~wceR gli nlveol• (lOI· momu·i si riscaldano ttl di sopra del 41' C, temperatura <'ha di<.lrugge i bacilli tubercola ri. si usino malaziom cJ"ar1a secca e caMo fino a 55' C. come lratlamPnto localo dell"iufezwne luiciliare. 3" In seguito di al!curati -.perìmenti istituiti dall'autore, il ri. C7118n1('010 delraria polmonare CS!"fmrlo pii• raccle in uu r~>ctnto, la cui lempE.> ratura sia al dl!<opra dt tjltella !'ran:,:ui~nn. anziché in una came1·a a lemper·alura ord inaria, le inAlszipnì d'aria calda e ~ecca si facc1ano pos!'<Jbihnente nallo ~tesso recinto destinalo al bagno. A sifl'ntte propo;::;tp il dott. Haller fa ~eguire le relative dt· ludcJazÌOOÌ, ÒPlJe qua)i mi )ÌmÌto a tlf8l"lrt! "0JtBIIlO quella relativa al grado di calore che dovrebbet·o averi! i bagni e lf• 1nala?,ioni ò'aria ca!Ju e !lt>cca, com~>chò mi f'f)mbri che !:!U di e~so fin'oggi si sono avule idee e lìmot•i et'rOnE"i od esa· Keralì. Difalti, il pii1 allo g-rado di caloro sceco, impiegato nu'o:.qn per la cura delle malaltiP dr·ll'apparslo respit'llLOI ic) é :-lato t.h ~s· C. secondo Orth (RespiratìO!l$.~t ther•rpie, lilBO, per ché. ~i tl!meva che una più elevata lernpet·atura pote""O produrre >'Coltalure c:ullc Yie •lei re.,piro, e ~i credeva che, a motivo 41el pa«saggio lr1werso i polllloni, v&m-.«c ìnlt.lt'flmeute raffreddata. Entrambe qt1esle proposizioni sono inle· ramente mesalte, perché il dott. Haller am.:rma che re."J•trando aria secca e calda Ja -i5' a 120• C., ni••nle di "Ptcialc -.i verifka neJle v ie re::-piratorie. e che ~olo cou temperatura più elevata da 1200 a 190• C .. col tempo !lÌ avvt! rle un sen ... o di cslore cd una nole\'ole secchezza. c•he s1 dilnguano 111 pcoch1 minuti non si tosto si cessa dall'inalare. Nemmeno subentt•a ctilficoJta di respiro per effello dell'ar te rHt·efalla dal colo rP, lo pelle della faccia sopporta di!<cr·et.anumle bene le iMinzioni anzidette da 120• a 190• C.: c1l• che non può recar meraviglia, se si riflette r.he l'aria conduce il calorico l~ un d•pt'I!""'O i volte meno bene dell'aCl)ua. e che le mani possono re~lare rmmer1>e in acqua calda a 50,:,• C.
IU\'ISTA
11 dolt. H alter in base alle "ue ricerche ha tracciato il modo e le inalaziOni come apprcs::-o: 1• Le. temperatura nece$s.aria é soltanto rla 41' a ss• C., ed in eslale la si otliene riscaldando una camet·a ordinar1a. 2• Al di solto di 41• C., i bacilli tubercolari lr'ovareLbero condizione di sviluppo nella stanza stessa. a- La dut·flta ed il grado d1 caldo del b~:rno d'aria dipendono dal caso speciale dell'infermo. in generale. un tisico 11 primo sl.sdio. che conserva la sua vi~oria orA"anica. può a ssogf(etlarsi alle temperalure di 45'-50'C: per con,•en;o, quand o fosse debole, i n primo e secondo stadio, può provar~J un grado di calùo non superiore al 45•: ai lisici da:! terzo ;,;ladio è in· teramenle da pi·oibirsi il ba~no d'aria. \' Ju generale é interdello anche a quei già febbricitanti o che sono procllvi alle emotlJSI. 5o L'aria per le inalazioni è da inlro<lurst direli.Bmt:nle Jalla libl'ra circolante oell'apparPccbio dscaldante (di cui l'aulos•e pres~>nla un modello di ~ua invenzione). 6° Le inalazioni ÌII tulll 1 malati sr fanno più voll"' al gioro(l per •!! ora: quei del s· stadio, ai quati p vietato il bagno, possono praticarle più ::;pesso o qua~i in permanenza. 7• Le ispirazioni fon.ale Inalando sono da evilars• a:;solulaml'nle. 8' Le inalazioni debbono farsi per la bocea, a motivo della SPD~ibihtà dei nervi nasali al ralot·e. 9' Desse possono ben combinarsi con sostanze antisettiche. Son questi i nuovi mezzi che, senza ritene1·li per infallibili, il doll. Halter ha recentemente proposto Il su~s•dio ai altri trovati finora utili nella cura della tubercolo~i polinonere, quali il molo all'aria libero, la cura clima.lica ed il tanto efficace creosoto, e ebe eJ(Ii t'accomanda a tulLi tyuei colleghi, sp~cie tlell~ ::-tazioni cliroaliche, che hanno più spesso l'opporlunil8 di curare lisiei a primo stadio, perchè ne facciano lal'gO sperimento. Quando con ulteriori ricerche fosse provai.B l'efficacta de.t bagni e delle inalazioni d'aria calda e secca conlr•o la tubPrd'u~<are i bagni d'aria
MEDICA
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colosi polmonare, si potrebbe allora pensare a farne analoga applicazione contro altre malattie da infezione, ad esempio contro la tosse convulsiva e la dinerile, come gié per quest'ultima il Fors ler (Jahr buch jur Kinder heilkunde, 1882) ebbe a raccomandAre l'u!>o d~i b~gni ru~si all'apparil'e dei sintomi Iuringei. Alla stessa gui~ che col calore si lenta oggi di distru&:rgere i microrganll'mi patogeni, il Gerhardl (Deut3ehe mRd. Wochensel!r., N. 41. pag. 699, 1885) ottenne col freddo buoni risultati contro la tubercolosi della pelle. Senonché !e ricerche di Friseh. di PicleL e di Yung dimost.r arono che i ba· cilli sono re~i!:llenlissimi aU'azione del freddo (ché, anche a l&mperaLUl'B bassissime di-Sio,;, e - 1300 C. non perdono la loro vilalité putchè contengano spor~). ed olLracciò é da riHellere che 1 Lubercolotici in generale sopportano me~rlio l'azione di temperature calde, Rnz1ché l~ fredde, per quel bisogno di calore che essi naluralmenLe sentono. Da ultimo, in conlempor·aneité ùel dotL Halter, la lisi cronica bacillare dei polmoni è stata curata mercé aria fredda e secca dal dotL. W or-m s di Riga tpetersbur!Jer med. Woclt-en8cltr., N. 25, 1888). il cui opposto metodo, combinalo opportunaDlente all'llltro dell·aria calda e secca ~ Lroverebbe unu spieJ{aziooe dell'apparente paradosso nel fatto già indicato Jal Pasteur (Ga.;ette medicate de Pari8, N. 1.1, 1881 ), che ad attenuare la virulenza dei bacilli del carbonchio non si riesce con maggior facilità allrimenli, t::he esponendoli prima ad una temperatura di 16° C. e poi di 4:!o C., ciò che ben potrebbe essere il caso anche pe'i bacilli lubercolari: ad ogni modo gli è c provando e riprovando », a beneficio sempre dell'uma nità, che la medicina contemporanea si va ogni giorno arricchendo di nuovi rimedi e scoperte. G. P.
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KIVJSlA
EnteromJooat oarboDohlou, oompUoaDte 1lD O&H 4l tito addomillale lll 21• gtomata 4l malattia. - Doll. K "R• LINl:ìKI. - (!Jerl . klin. Wocltenschr., N. 41 e H, t8sg). Non tanto p~'r la rarit.A io ~é <~lt!s:;<a dell'infezwne mieta, dia!mù&licat.n m vita e coJJfermata dal reperto necroc:eopico, quanto pt!r l'lll&pprezzabile c:usc:idio che in casi analoghi orCrono le ricerche batteriolo~iche, è b~e sia eonol'ciulo que$lO tnlert>c:«A.ntic:c:imo, che il doll. Karlinski, medico militAre, ebbP ad O!" ... ervere a Celt·biC, u~>lla Bosnia rnPr1•1ionalt', in indiv1duo clt>lla sua pratrca prrvata, robusto e ben nutr1Lo, Anzrlullo l'uulore porge notizia che, in.quella locahtà,l'tlll•>lifo ~ia mantenuto sporadico dal ~udi~iume. dall'in~ufflei~nle ahmf·otazione e dalla mancanza di sana acqua potabile, c:u~dlando par?.iali epidemie in una stessa casa por l'agglome· rar~i ,lpJie persone e l'impossibilità di praticare le debite dt· sittfezronr, e mietendo numeros~ vittime: che anzi, lo c ma· lallia del cane », co::si difl'u~a in Bosnia ed anche noii'Et·zegovino, non qar·ebbe per lui aHra cosa che lo ste!>So lifo ad· ·dominale alipil'O, a decorso pl'otratto, ma a reperto anatom o• patologico di ul<•eri intestinali qpecifiche. ~ell'tnf->rmo in di<:cor«o l'in-.ieme dei sintomi carallerilltici pemw-e òl diagnosticare appunto una febbre lifoide, per la qu&IP fu me<:!"O in opet"a un tratlamenlo adegualo; ma l'egregio utlicrale saortarto, non pago dell'esallezza de1 ~uoi crilert eh· n1cr, ''olle accertarsi che nel sangue circolante non fos;~ero spiri Ili, conwchc in quello sle!'t-O paese, a pocln 1'8~:!i dalla casa 1lel ,.uo malatt>, esiste"!lero altri infermi dt febbre ricorrente. Ed all'uopo, estralto per mezzo di coppella uno certa quantità eh sangue dal dorso e dalla regione spleniCA, ne rooe parecchi preparati, colorandoli con violelto ùi tnetile, senz.a che in ne<:suno dr essi gli venisse falLo di trovare i noli mterorg~:~ni!'mi l'Iella febbre ricorrente: e nemmeno doll'amtlist microscopica delle fecci ottenne altro risultato che qu"llo di un ordinario r~perlo. La malattia, all'infuori d'una violenta enlerorragta appar:~a in l i• ~otiornala, decorreva senza notevoli perturb111.ioni, e la lemperalurn accennava gia a decrf'scere, quando in\·cco uua
UDJCA
!IUI.lllanea risalita del termometro la~ciò pensare al òoll. Ktnlinski cbe si lratlava for se d'un decorso aL1pico, CO!Iì frequente nell'ileo-tifo in Bosnia, ovvero d'un qualchA er1•or•~ dielctico. E ben s'appose in questo ~econdo so!'!petto, perch~. due giorni avanti il paziente aveva rtcevulo la ,·isita d'una sua sor ella, che gli recò di soppiatto del latte fresco, dt cui lral'annò ingordamenle un buon litro e mezzo. lnfalli non tardò guan che le scariche alvine liquide, ~anguinolen li, di colnr bruno, con numerosi ~umetti della ~1'8ndeua d'una lcnttcebia, !'i resero frequenti, m par i tempo che un vomito di sostanze muc(\se commiste a sangue apparve a deprimere ancor più le forze dell'infenno. già privo di cosciPnz.a, a ventre legger mente meteorizz.alo e dolente alla pre~sione. come davano a di vedPre le spiacevoli contrazioni dei mu~coli facciali. L'esame microscopico rivelò io quei piccoli grumi la presenza di corpuqcoli rossi sanguigni, di numerosi epiteli cilindrici, non<'hè di bacilli in gran copia, lunghi al più 9 JL, ad e!llremità assotligliate facili a colorarsi. isolali o drsposLi in catena di due a t1·o. uon mai incorporati olle emazie où agli elementi dPr \ef!quti, ma liberi affatto. Sebbene la presenza di bacilli nelle r..cci sia un ratto comune, il loro numero eccitò l'tnter esse òelraulore a determinarne lu natura, a mezzo di rtcerche ballel'iologicbe, che intraprese i11 condizioni &!~sai • dillìcili. Con molLo spir iLo egli scrive che la nece..,.qité !'lia la mAdre d~Jl'mveozione, e, per (ermo, sarebbe curioqamenle inler·e~ sanle far conoscere con quali ingegnosi mezzi un medico militare può trovarsi nella circoslanza di fabbricar!ti uno s-terilizzatore a vapore con una lampada a spirito ed UOIJ pentola di !alla, di improvvisare del !>rodo qtertlizzaLo per coltura con una soluztone satura di estratto di carne Liebig, neutt·aliz.zato da poche gocce di lisch·a potassicA, dt ulilizzore la stufa da camere per la relativa incubaz1one, e, dl:!~i::Lito dal proprio domestico, di attendere con longanime pazienza e amore d1 scienza a mantenert~ una temperatura costante ù1 :12o C.-, non avendo a disposizione che un buon microscopio, delle soslanze coloranti, alcuni r ea gt.'nti chimici, qualche filo di platino e pochi oggetti di vetro, fra i qualt una trentina di
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lubeth per raccolta naturalislica di ragni ed insetti. Dopo aver puiHo con acidi, disinfettalo con sublimato e !"ter·iliztato a calore di fiamma lutti quesli o,.. ~etll tli vetro, il Joll. Karlinski procedette metodicamenlAalle colture dei bacilli, rinvenuti Dei grumelli "anguigni del suo ìnrermo dì lrfo adùominAin Dopo 18 ore, e~aminato al microscopio il hrodo sterilizzato. cw aveva mescolato bricciolini degli anzrdetti piccoli grumi, vi trovò «viluppali in grande quanlitA bacilh. di forma e dimen ..iooe analoghi ai precedenti, r·art>211ente j!;oJati, per lo più umLi .ta 5 a 10 m lunghi fllamentt. Con altro opportuno trattamento di immersione per un'orli in soluzione l!alura calda di rucsintt e anilinll, e dopo aver lavato il preparato m alcool acidificalo e coloratolo con debole soluzione alcoolica di azzurro dì meLi lene, nel centro der bacilli apparvero ma· nifeste delle spore ovali, colorate in ro<>so. OJlro 1:1 siffatU grantli bucilli, in altri saggi di brodo se ne contene \"Imo dei pie· colis$imi , •~sa• rari, di racile colorazione, insieme a m•crococchi disposti a cor·on~ di r osario. L'autore rip~.:letle parecchie volle le ~ue colture con prOCP!>SO di allenuazrone e di innesto, a ~copo di controllo. e col metodo w color,unento ottenne sempre di confermare il p1•imitivo reperto, che gli ricordò in modo analogo quello del carbonchio. Per toclie~i Jel dubbio, sì decise a praticare ùegli inne!;ti '"Uf.:li animali con batteri provenienti dalle collure. Riempita ne unA flìrmgtt dr Pr&.vaz, ne pr•aticò iniE>ziona ipodermica u duA lepri, $riovani di tre me!"r, sollo la peiJe dell'addome: dopo 23 or" erano entrambe morte. L'autop:>ia fatta con tulte le cautele dette per risultato: inflllraz10oe f[elahnosn del tessuto cellulare sol· tocmaneo nei dintorni delta puntura. !'inoculazJonc. con iscarsi «tra•asi sanguiKni punliformi; milza grandemente inJ.'l'&ndilu, rammollita e friabile; fegato iperemico; nel cuore, sangue lluido rosso-scuro: r eni alquanto ingranditi, r.on so..tanza cor· ticale iperemica e cou istravat~J Banguigui puntirormi al conHoe della sostanza midollore. ranto il siero ricav11to dall'e· derna gelatinoso, quanto il sangue della milza o del r.uoi'o>, conlt:nevano batlad bacilliformi in grande copio., e nei preparati del fegato, previo indurimc:nlo in alcool assoluto e l'O·
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Ioramento. si trovarono i ''8"Ì ripieni degli stessi microrganismi. L'autore venne cos\ n1·1la ~onvinziooe di aver colli,'llto bacilli carbonchiosi dall'inlt•~lino d'un ileo-tifoso, e bento-to ne ebbe ulteriori prove, poiché l'infermo, venuto a morte al :lO" ,1dorno di malattia, presentò l'lUI tavolo ana1.0mìco le seguenti note caralterh•ticbe, che riassumo. MucoM gastrica arros~ila P gonfia, ricoperta di muco ~iallo-grig•o, tenace, con pliche n stravasi sanguignr puntrforrni, t>d ulcerazioni variabili rli gran.tezza, da una lt:rtticchia ad una fava. rosso-scure, a somm1tà per lo più ombelicala ed escar·otica di Cl\lor lliallo"t.>rdaslro. Nel cluodeno e nella parte superiore del digiuno, muco't& parimenti arro~sila e ~onfia, a pliche ispe,.sile. con punlt fortemente inflamm11ti, ed un'altr·a ulcera a camtleri identici aile gastricl1e. Per conveMOo, nella porte inft:riore dell'int~stino tenue e nt>l cieco, e parzialmente n~l colon a"cen·lenle,si rmvennero profondt- perdtle di so:ot.anze, legate alle placche di Peyer e ùiretle nel senso dell'aAse longttudinale dell'ìnte"tino; alcuni follicoli solitari ingranditi, glandole mesenlerio.li ipertrollche fino alla gros~za d'un uo\'o di colombo, di colore ltvido~nolo per stravesi di sangue, re~ato iperemico, ingrandito, rosc:o-seuro, rammollito: milze 5 volte più grande della normale; reni di grandezza ordinaria, <'On cap~ula racilmente dislaccabile, a. parenchima leggerment..• arrossito e molle, con marcata !<eparazione delle due ~ostanze, e punti emorragici nello stralo midollare. Dopo ttuesto reperlo, rosl distintamente bipartito. di ulceri dh·er ...e per a~petlo noi primo lralto jlAslro- mleslinale da •tuelle dell'ileo inferiore, e di allerazionì "omiglianti all'edema carbonchioso od ai carbonchi intestinali, all'autore non restò ptù dubbio che aveva avuto da fare c• m un ca"o di malallia doppio, come llli era giA chiaramente apparso nella mente ai primi :;uccl.\t-Si ollenull colle t·icerchc balter·iologiche. Le ulleriori analì..i microscoptche del san;.:·ue e dei succhi patolof:nci estrattì da vart •>rgani, riconrermarono la presenza d'una straordinaria quantità di bacilli rarbonrhiosi: ~oltanlo il succo di talune glandQle linfaliche n~>lle vicinanze dell'ml.e~lino CieCO llfl (u ravvi!>alO immune. Anche le ricerche SUl
1398 JtlYISTA. preparati del fegato e dell'intestino, eseguiLe dopo più lungo tempo secondo il metodo di Gram, approdarono ad analogo risullato. Tre giorni dopo la morte del pariente, ripetute l~> colture del bacillo sopra più adeguati terreni nulriliv1, richiesti per lelegrafo da Berlino, si svilupparono lipiche colonie carbonchiose, cosi bene suJia gelatina che sutragar, e fallane inoculazione soltoeutanea ad una lerzp lepre, questa ven11e a morte dopo 30 ore con tutta la classica sintomaLologia dell'infezione carbonchiosa. Restava da ultimo a iovestig(lre in che modo l'infezione carbonchiosa avesse potuto :;;ovrapporsì all' ildo-tirosa, ma si aveva già un dato prèzioso nell'esacerbazione della forma morbosa al 21• giorno di malattia, dopo due giorni cJo.é. che il paziente aveva bevuto copiosamente del latle Cresco, recatogli di nasc.osLo da sua sorella. Fu aJJora che il JolLore Karlinski si recò personalmente in una localìta ai confim della Bosnia, e vi attinse la notizia che la mucca, da cui l'u munto quel latte, era morta dieci giorni avanli, d'una pustola maligna alla mammella e stata sotterrata in seguito nel bosco vicino. Sembrando a lui superflua un'esumazione. ordinò soltanto che sulla c:epoltura fossero ammucchiate delle pietre contro il possibile ulteriore conLagio di eani e volpi. Quel latte, dunque, accidentalmente inquinato da bacilii spo rifert del carbonchio cutaneo mammario della mucca, capitato nello stomaco a reazione debolmente acida dell'infermo, vi trovò terreno favorevole per un rapid{l ed esle!>O sviluppo. mfetLando un organismo presso che e~aurìto da gra\·e tifo addominale. Che si sappia, é questo il primo caso d'una co~1 eccezJo· naie complicanza delle due malattie da inft>zio11e>, procedenll •la diver~i micror.ganismì patogeni, simultaneamenLe sullo stesso individuo: però è da rilevare elle l'enl('romicosi caJ·bonchiosa E~i sviluppò a periOdo finale dell'ileo-lifo, qunndo gia in questo s'era forse esaurito lo sviluppo degii specifici bacilli, e certamente attenuato il loro potere infettante Ond'é che, oltre alle ragioni accennate io principio, metteva conto di rìf~rire questo caso auche per le ulter1ori 1111.1agini IJioJo,giche, cui può dar luogo, intorno alle cont!JZJOni di esi!!lenza
139tl dei due microrgani~mi, messi a contallo a parità di ~viluppn, o~sia alla lotta fra Joro sopra uuo !"te~so terreno nutritivo. Da ultimo, non so tenermt dall'e!=<pr imere un senlim~uto di ammirazione per l'ingegno!<& perizia ed il rigore scientifico, coi qualt un nostro collega militut•e, relegato dalla "or te in remoto paE'se, !'IP.ppe condurre a l~>rmine con m•'zzi improvvisali r1cerche cosi delicate, che l"ono piUttosto da laboratorio dt batteriologia. G. P.
BIVISTA CHIRURGI CA Contrlbustone &lla oura 4egll •trt.Dglmentl aretrall. KovAcs.- (Centralblatt.jur Cltirm·g., N. 10, 1888). Kovacs si dichiara contra1·io alla uretrolomja interna e raccomanda invece la dilatazione rorzala la quale s•· é pralicata cnn una certa oculatezza non ò più violenta degli altt·i usuali metodi di ùilala?.ione. Ecco il metodo che egli in~ejlna. Dopp un accurato el'ame, il pa7.tenle !'li mette a letto !"e ~i tratta di antico sLrtngtmeoto con mflltrazione infiammAtoria e sen;prechè non vi !lia la di!i:urìa che richieda d'urgenza un alto operaltvo, e stando a letto per otto o quindici giorru prati<:a i fomenti eecondo Pries!"nilz. PrPparata l'uret•·n in quPslo modo vi l'i inlrodue4'! una sonda pieghevole •) boltonuta N. 1 l' la l"i ra passarE' attraver~o lo strmgimeulo; quindi sulla concavila della curvatura di quesLa sonda ~;i inlroduce nell'urelra un'altra sonda scannlala a pareti soltoli in 111aniera che la sonda bottonula un poco t1ral8 in ùiotro sia poi rel"pinta insieme colla sonda ca"a e ratta pa!"sare tli nuovo pr-r lo slringimento. Sulla guida della sonda scanaloto si introduce il dilatAlore di Lyonel che é costituito di dutè brancl e metalliche che !'.i allaraano mediante una vile. e oosl lo !>.lrin· gimenlo é forzatamente allargalo. Da ultimo si 1ntrodoce il dilalal•,re d t Tbom~son col quale ~i puòollenere una maggiore
HOO
.8.1VJSTA
dilatazione. Lo c:trumento ~i lascus 10 posto alcuni minuti e quindi vienP intro.Jotto un I!Slelere N. 10-12 inglese e lo l!s trattiene t·er 24 oppure ~8 ore. n oro questo tempo l'lÌ riesce a passare col N. 13 o H. L'optJrnzìone per regola non dura che da 5 a 1 ~. mu111l•. Crede l'autore che con que~ta dilatazione rorzala non viene divelto il te,.~uto cicatriziale ma il tes~uto ~ano (. e questo e'>iste) e la res<~ura oblunr;a che risulta da quesla divulsione si converte in una fe,..~ura trasversa per l'introduzione del cateter~ e.J m questa ultima tJir ezione cicati'izza. Quind1 sarebbe assicurata la guarìg1one dur·evoiP.
Contrlbustone oua.I•Uoa &ll'operastone delle btole ret· t&U - Gnr.f'FRATB. - (Cent ral . .fur C ft, r., N. 9, 18 8). Dall'anno t 'ì7 ul 18>-5 Greffralh ha raccolt. le ~tor e di 61 cac:i d1 fisll)fe rett.ali tratlali nella r.linica di II!'HI('lh ·rg, 3a cioè !)7,4 p. 100 erano in•lividui dai 20 IU iO anm, la qual cifra perceulual'ia corrisponrle a quelle date da aHt•i autori. J pazienti p1ù !riO\·ani avevano du 6 rMsl a 4 anni. l n 40 ca ~ti c-ioè 6!l,:) p. ltiO trnttavasi di fì:>tole complete, in :1 c1oé 4,9 p 100 fi<::tole in<'umplete interne e t~ cJ· ,,\ 29 p. 100 fi<:tole mcom piele eslerrw. In quanto alla t ..rapia fu mollo usaUI la divisione cruenta l'OI coltello ~eeondo i melorlt gié noli; pero l'<Oprn 30 cui, 11 "pecialmcnte in questi ultimi onui, la c:paccalura dclht li,lola fu pt·aLicata collermocaulerio di Paqueliu. L'autor e A'"r-;egna 11 que!'!t'ullimo metodo i ~eguenli vantag~1: t• L'el.'('ara che ric:ufla dalla t'&u<:liCAzione prolegt:~ nca primi giorni dall'infezione la !'!Uperficie della pia~a 2' L'operazione si compit\ in pochi minuli <::enza emor-
ragia. :~ L'arroventazione col calore &f!i~ee favoreH>Imenle provocando f!rnnulazioni più abbondanti cbe non ~i olterrebt.E>r-o COlla IIICÌC:ÌOn·
Cl"UPOla.
4• L'e~cara reurle impossthile la riadesione delle pareti della fi.c:toln " quind• previene lll recidiva. Inoltre i8 Os!-ervere che i l'isullati delle operazioni praticate col tPrmm:aulerio rli Paquehn furono in lutto a casi di gran lung-a piu fa·
CIIIRURGICA
U OI
\'OreYoli cùe col metodo dPJia inc-isione, e questo fallo egli ci dìwostra slatt~licamenle poicùè avendo e~h dopo qualche t... mpo prese informazioni sullo ~:;lato til salute de1 suoi ope· reti ebb•· a sapere cbe la s:ruarì~ione ìu radicale e senza rec1d1va Hl 80 p. 100 degli operati col taglio in 85 p. JOO degli operati col termocaulerio. ccennando al nel"so causale tra ls tubercolosi e la flf'tola del retto disse che dei suoi operati 10 individui cioo 16,4 p. 100 erttno effetti da tubercolosi conr~rmata e i cioc 11,4 p. 100 erano a questa malattia ereditariamente predi"""sli. Crede che ~perazione delle llstole non si debbo prallcare nei t1~ici mollo deperiti, ma che d.>l re!'ILO la tubercolosi per sé uon CO~Iituì~ca una controindicazione a quest'alto opt>rativo. Due dei suoi palienli presentavano l'inLares;oante complicuzione <lei ùiahele; nel pruno ~i constatò il diabete ·~uondo la fistola e1·a già in via di guar'g1one, nel secondo il d1abete ~i rnanireslò parim~nli dopo che fu operata la fistola t> l'am· malato morì po!'lcia per ~elticoemia. L'arJ~ore ammette una certa correlaziOne tra la fistola del retto e ìl Jiabete, ammette cioè che le flogosi del tessuto cellulare òi natura diabet1ca che lanlo spe~so si -vedono manirestarsi specialmente allt: e~lremilu soltoforma di foruncoli, flemmoni, ecc., siano le sle,.«e che danno oecas1one allA formazione delle fistole. Pt:P '(uesta relazione palogeueliea drlle due alfezioui dovrebbe il mt>dico r1et>rcare sempre lo zucchero nel!~ orine di o;;:n1 ttnl· malat.o eh fistole reLtali.
C1•U lcl&tidea del me•o-oolon tra.-veno: laparotomta, a•por&astone, oua, per ù doll. SvoNEY JoNES, dr>l St Tho· ruas· l' Uospilal di Londra. - (The Lanct•t., settembre 1888). La diagnosi del tumore presenta,•a d1rl1collli inusrlatamenle Il tumore era evidentemente di carattere sernplicf', ma non a veva !<egno d1 contenere fluido, P. la vt'ccbia dala ed il lento sviluppo deU'inlumesceoza rendevano dubbiol:>a lu diagnos i. La ~loria di un grave trauma all'addome includeva la possib1lilà della peritomle localizzata e del!e r1 .. ultanl: ade;,Juni quale causa del tumore, od aocht!. pcJleva rttrne ammet~ra nde.
RIVISTA
lere la der•vaz•one dalla pre. enza di c;angue "travasato, un nesso col caso in questione il doll. Jones si riportò ad aiLro simile, elle gli cadde sotlo cura nel 1884, nel quale e~li rimosse un tumore doloro~o dall'adù!Jme di una dorma di 38 anni, presenLante simili caratte•·i ed a vverlìlo da due anru. Questo era iwiovalo nel <>ini~h·o ipocondrio e completa guarigione !"egui la <:ua asportazione. Que'to aveva .pi'Oba bile origine dermoide ed era strcttamentt~ aderente alla parete dell'wleslino. l n questo caso il turnoru venne avvertilo dopo una lunga inCt!rmilA e presentava pal'llnentr sep:ni oscur·1. Alla pruna ammissione dell'infermo il Jone~ non ern inclinato a "ommellerlo all'atto operallvo, comechè la ara vezza lei -<ir t.omi non sembrasse 1nd•carne la ne~"itA, e con"'e ~tuenlcmcnlc venne deci<;o di altt.mùere. Seuonchè, al tornAre ùell'anft>rtoo. pur uon r1velantfo,.i il tumore m(llto più volumino~o. era dolente, gh impE'rll\8 11 la,oro e .,:h ca~unava graude ansieta mentale, che lo spingeva a diAft~t!:ltme. I l ffil· g'lioramenlo conseguente all'opet·azione fu il più srulrli~faccnte, chè l'inft.>1·mo. più che d'o~ni altra cosa, si dole\'8 dell'a ten· sione .tal lhé, che egli eru uc;o bere cinque volte al giorno. Vuole essere notato che la ghc.erina si somministrò per enema. c1ò che é va,.tamente pralicato nel St. Thoma..•s Hospital e con i più sodùisracenlr risultati. NeJ cuso in questione si trattava di un uomo ~<ui iì. 1m· bianchino, dimorante in Mam•fit:ld, ammesso nell'ospedale al 22 giugno 1888 e congedatone curato il 7 agosto. L'mfer mo dolevasi di un ::travame allo <~tornaco e forniva la seguente storia. Sempre sano fino ad un accidente incor!'0$(1i due anni addieu·o, quando cadendo da un 1mpalcato, ebbe una tavola suU addome. X e rimase molto infer mo in letlo per rlue mesi con grande dolore all'addome e vomito. Fu ~Solo dopo sei me~i dall'ac~"idente che egl1 avverti un tumore nell'aclùome. Allora non !:lÌ avvi<~ò rarvr cosa alcuna, poiché non ne venis«e all"infenno grave disturbo. Peraltro m seguito, pur non proceJt?ndo 8 (rrande sviluppo, il tumore Si rè doJorCI!'O e gli Impedì qual• sias1 occupazroue. sfug~to ai prC~cessr di riassorbtmento. Quale ad avente
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CHIRUBGIC.'L'e~ame dell'a..ldome m:se in rilievo un lumor~ rotondo, del volume e della torma di un ara ncio e Ji solida con«I$Lt-nza, un poco a dr illn e soLto il livello dell'ombelico. 11 lumor d evidentemente non era conne!!SO con la parete addominale ed era racilmunte mobile entro un'area l1mitata. La percu~sione sul tumore non rivelò otlu~ilà, ma pure diminuzione di risonanza, normale ~sendo il resto dell'addoro,•. La maoipola7.icne riusciva dolorosa. L'inrt:r mo nveva aspetto di buona salute, ma er a in ismania perchi> ~li ~i a!Sportas~a il tumore, che gl1 cagionava evidentemente $eru ìncon,onienli, ed il doU. Jo nes lo operò ìl 10 lugho. Somministr•ali etere e clorofor mio c vuol.&ta la vescica, venne pr alwnla un'inci-.ione verticale me.liana di ca rea dieci centimetri in :••nghezza, che partiva prec1'amenle al d1 "'Ollo dell'ombelico. Rng,:tiunto H per1loneo e•laper to, dopo avere arrestato l'enwrra$tia, ru cacciata di lato una va!-tta piegn tli omento, e ...., avverti una massa duro. e rotonola a de~tra ùell'incisiont•, precisamente sopra il colon lrasverso eJ iucastr·Ala Ll'8 :.:li strati del meso-c.>lon, che, lrall.o in vista e gradatamente !<eparato, non dié luogo che a lieve emorragia, rrenata da •loppie le~ature a minugia piazzate in lultt i vasi. che quiv• rorrP.\·ano prima che ne venissero divi!>a dal taglio. Esl,..lPvano aderenze lutto in giro al lumor e. Stagnal1 tulll i punti sanguinanti ed accurala111enle lavato il perttoneo circostante, la ferito venne c.'hiu!>a a meno di s uture alla seta profonde a :~uperllciali. Si adopl'6 la medicatura al iodoformio. :'\on vi ru Jlhok dopo l'operazione. Il tumore ern piano e rotondo ed alla !>6Zione ru ricono!tciulo per una ci.,li idaluJea. ripiena di cisti figlie del volume tli una lesta di spìllo a quello di un 2rosso grano d'uva. Al 1• agosto l'operato, tlopo va• ie \'ice11de, andava gradualmente l'tacqui~laudo lo forze ed al i pottl abbandonnre l'ospedale. F. s.
Dl•lDfezlone degll •trument! ohirurglot mercè boWbra In aoqua a 1000 C. per cblque minuti ed &l ooperto. Dott. 0AVIDSOHN. -(Ber /. klèn. WOchenschr ., N. 35, 1 ~). È spelt.acolo per veJ•ihi sorpreodenle questo, cui Lottodi 8 !.'sisliamo, dell'incessanlt', pregressivo succedersi di nuove idee & teorie, d'onde scatl.triscono mezzi nuovi che mirano a rag giungere l'ideaJe della perfe:~:ione ne-lla pralica medico-chirurgica. Dopo Lislet', col s uo metodo geniale, basalo puramente sull'empirismo, dell'antisepsi nel tralLamenl~ delle ferile, parve risolu1.8 una grande quesli~ne, ma a poco per volLa, nel breve giro th circa un quar·to di secolo, molli dei suoi precelti sono s~.tttr abband<Jnali, comechè sup~rflui e com· plicali, ed il materiale tlì medicatura ha subito una cotnpleta t.ra"-formazione, put• rimanendo all'acido fenico- un valor·e ineonteslabile, ma non assoluto. Oggi è la balteriologio Lrtl)nfante che detla le sue leg~, e col mezzo <ii esatte ricerche Spf•rimentali, secondo il metodo di Kocb, é al caso dr farei conoscere i germi infettanti delle ferile, la loro biologla più o meno ancora imperfetta, e la loro provenienza: al quale altimo proposHo è accertaLo, sempr·e per via di ricerche batteriologiche, che le ferile t•eslano in iettale più per il conlulto della pelJe dello stesso infermo e delle mani dei chiru r·gi. per gli strumenti, le spugne, glr oggeU1 da medJcatura, eco. e roolk> meno pei microrgamsmi nuolanli nell'aria. Gli e per queste nuove idee che. non J1a guari, !>i venne in po~se~so di taluni lt~.vori sulla disiniezrone delle mani del meciico (Fiirbringer, Ceber die Desinfection der Han.de des Arlttes, 1 1'1~8}, della pelle del malato, degli oggeLU da medi calura ecc. (Schlan· ~e, Ueber sterile Verbandsioffe, A rchio fu r Chirurgie, \ ' Dlume 36), ma soltanto in minima parte. che pure dovr epbe essere la più impot·Lanle, si ebbe riguardo alia disinfezione degli strumenti chir·urgici, che .spesso sono la causa dell'infezione, ad onla dei più rigorosi mezzi tìnot'a usali. Una siit'atta lacuna è stata brmantem~nte colmal.tl dal dolL. Davidsohn, da Berlino, con un m~::Lodo di di~infezrone per quanto semplice allrettanlo sicuro, che eccelle sopra tutti glt altr i fin oggi U!<&ll in pralice, e del cui rigore scu:mliCico attes:tano
CUIIUIGltA
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le ricer.:lt~ balleriologiche, eseguile nell'istituto igtenico di quella metropoli. Fra jlli o:::t'nli chiroict di ...infdlauli, il !'ub!imnlù CDrrosi~o. a motivo della ~un azione altl!rante ::ui metalli, reni.lc prestissimo Jn!'.ervibiil ~li :::Mumentì. orul'e che r imane il "'''" acido fen ico. del cui poter•· paras~iticiùa non é clù dubiti: ma S•·, come \'UOle il Kocll (1\{ittMilun;Jen awt dt•m Kaiserliclren Gesundlteitsamle, vol. 1). della bontà d'un metodo ùi di~ìur~ zwne é a giudicarsi l'IO! quando sia ùes!"O io ~:rado di dtgtru~ gere le spor~ carbonchiose, che fra i noti microrganism1 patogeni sono i più re~:~i stenli, l'acido fonico raggiunge é bt!n Vt3I'O Io scopo in modo sicuro io soluzione al o p. 100, ma a capo di parecchi J(iomi, la qual cosa non è :>empre applit•&bile alla disinft~z1one degli f!lrumentr. Gli slt!ssi ordinari batteri tlel pus, che sono meno reSI!Ilenli d••lle !-tpore anzi•lelle, non sono totalmente distrutti dalle soluzione teuicula in uno spazio di tempo relali\'amente bre.,e. Il metodo ùi di~infezione a me-tzo dt'l calor" !<ecco, come~ Kiimm~l lo raccomando (Ceniralblact /ti.r Cltirll r f!ie, N. 17, 1886) m• romeno s'addice allo :-copo. perchò occorrono, !lempre secondo Koch (loco citato), 3 ore ed una lemp~>retura di 1W'>C. per slet·ilizzare ~-(li Rlr umenli infetti d1 ~<pore carbonchio~e. 7.iet:en" pe~·k (Centralblatc fur GyniikoltJg1e, ~. 16, J ~fi:') rigetta il metodo prect>denle, e f'l'Opoue il calore ro,·ente per gli strumenti d'acciaio: sebbene sia questo un eccellente mez:.:o ~Sterilizzante in brevissimo tempo, non può ul'&rt~i in geuerale, che parzìalment.e, per la parte cioè solt.anto metallica d'uno ,.trumento, il cui tagliente per dr più vren reso rapidamente ol\uso ed inser,•ibila. Un altro modo di disinfezione é finalmente il calore umidt,, che può ogire sotto forma di getto di vapore acquoso, o di bagno caldo, il pr imo dei quali ru pure dal Kl\mmel r accomandato al nostro ~=copo, lll8 non ò a dire come sia eli difficile applicazione pt'8tica, rerchè obbliga ù chirurgo a tra~porl.ar seco nelle case deg l'infermi un adatto apparecchio di ~tel'ilizzo.zione u vapOri!. Il meto.Io di far bollire gl'islrumer.ti chirw·gir.i, per· oltenerne una completa e sicura disinfezione, ~ stato già u:;ato
t S.oG nelle cliuìche. ma in mo.io non rigoroMmente scientilJco: a la! l'if':uar;lo non l'i trova nella letteratura alcun dato sicuro. Ne~li ultimi lre anni, Il dott. Davidsolm, as~istendo neliP !lperazioni clurur~iche il prof. Gluck. hn visto praticare 'JUesto meloùo col miglior successo nel modo seguente. Dopo un'operazione gJ'icttrurnenti vemvano forbit1, t•d a !'copo di ,.;n-as erli accuratamente si str opiccla.,.ano con trementina •l etere, e da ullimo si facevano bollire in una de!Joli~:"irua soluzione polassica: quant'lo p01 dovevano scr\"ir~> per allre operazioni si faceYano parimenti bollire. per• una mezz'ora od anche più a lungo, prima di accingersi 1ad eseguirle, e fino al momen lo stesso. l SP, come vuole Il Kocher (Sehweùer Corresponden:oblatt, ~. 1, 1888), rosse effethvamenle necessario eh~. a JisinfetlHr~ completaruenle gl'istr·umenli, il calor~ umiJo •lell'acqua bollente debba agire a lungo per ben due ore, uemmeno que..trJ proces~o potrebbe additarsi al meJif•o pratìco per rtspomlcnle allo scopo. Gei é che 10 r·eallé Jl Uavld!>ohn ha dimostralo sperimentalmente l'!w, li conseguire l'mlcnlo, occorre un tempo nolevolm••ntP ptù breve: c1o che costituisce il ''alore pratico del suo procectso. Innanzi lullo e da con ..illerat·e col Soyka (Prager mt:d. Woehenscltr., numeri 15 e 16, t 888) che noi po!<sediamo nell'acquft un corpo 27 volle miF:lior conduttore del calorico che l'aria, tlotalo eziandio della proprrelà di 8Jnre di rettamente sugli ol'ganiRmi specifici, po1chè ne rigonfia e macera le pareti rellulad, ra'!'giun~endo co<>i l'effetto disinfettante: d'onde l'applicazione al nostro casCI d1 riempir~ d'acqua bollente quegli slrumenlt a canali. come, ad e..,mpio, le !òiringhe od allr·uoenti anfralluosi, per n11li ai'lsoggettarli alle regole ulteriori. Pa'(!<ando alla questione della durala della bollilura, e lenenr!o le spore del car·honcltio pet• classiche nella ricerca dei mcloJl disinfettanti, come di sopra s1 è accennato, cJuando é ri~aputo che ad ucciderle sono necessari due mi.. nutì eli ebolliztone m &C•JU8 a 100• C., l'aulor·o si crede auto· rizzato e ritenere che une durata alquanto piu prolungst& di 5 mtnuli sia surtlcienle a distruggerle pii1 sicuramt>nte.
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CBJIIURGIC.\
UO'i
Questo r·agiMamenlo a priori ha trovato conrt>rma di fatto in una <lpecial~ serie di ricerche, che qui sarebbe troppo lungo riferire, mercé le quali Il Davidsohn si é convinto della verit.à ùella ~ua a!<serzione, <lE'lnpre che l'oggetto da di~in felLare !';ia composto di corpi buoni conduttori del calorico, come in IZCnerale ~ono i nostri ~trumenti metallici a manicbi sollili d1 allre sostanze, ad e!'empio, co•·no, gomma elastica indu1·ita, ecc., eù a condizione che gli 6Lrumenlì cavi, come cannuiP, ~ieno riempiti cl'acqua. PPr gli altri strumenti cattivi courlultori ùel calore, quali 1 pessari, le cannule eli gomma elastica mdurita, ecc., la durata della bollitura si deve eccezionnlmente prolungare. Re;,lava ancora ad assicurare cbe l'acqua bollente del bagno fo"s'! costantemente a too• C., perché !:iCCondo Koch (loro citato, pag. 329), Gaffk~ e Li:iffier, nellt! loro r1cercbe sul valore ciel vapor e acquo"o caldo a "COPO di disìnrez10ne, la temperatura d'un'acqua bolh>nte all'aperto non è equabile io Lult1 i J.Htntl, avendo esatte mi~ut·azioni dimostrato che menll'e 1! ler ltlomel!•o segna 99• C., nel centr o interno della massa ù'acquu, in que!Jo dello !>ll·ato superiore è "Oio a 9H•,;, e meno ancor·a •lì •rualche decimo alla periferia; pArimenti la temperatura raggiUnge un ma!'s1mo di ~~~· 6 C. quando la sorgente eli calur e è più piccola. Il Oa,·id!>ohn che ba coufermal() pienamente queste misur·azionì. ha potuto con faci· llta ovviare alla dispersione di calorico per acces~o dell'aria fredùa ed ollenere un'equaùile o dUI'e"ole temperatura d• JO()• C. in tutti gli strati dell'ac.'qua bollente, meroo un semplice coperchio du non trascurarsi L'autore, cui era nolo che i battert del pus ottenuti da colture pur·e sono dislt'Ulti in !l minuti dal bat-tno in acqua bollente, come il Passelaveva già annunziato (Fortschritte der Medicin von Cari Friedliinder, N. 2, 1885), ha istituito ricerche proprie per provare la bontà del suo processo di disinfeziOne tlP!::li strumenti co11 collure pure di .;tafilococchi piogeni, "lreptococchi t>ri !~ipelogeni e batteri piocianei, nel modo se!=(Uente. Ha pr"!IO strumenti d'ogni sorta, metallici, di lefrno, d'osso, d'avorio, di vetro, ecc., e, previa loro esatta s terilizzazione a calor·c secco di s tufa, li lta im-
U.08
RlYJSTA
brattati di batleri dJ coltura pura; indi Li ba "'OltoposLi alla bollitura per 5 minuti, ed e~tr·allili dal bagno con pinzette sterilizzal.e, li ha trasportati nel brodo o nella gelatina t~> nule a temperatura ùi circa 37° C. nella slufu incubalt·rce. Dopo 24 ore si notò un discreto d.oposilo alla ~u~rtlc e dei pezzi met.alliei immersi nel brodo, ma non risultò pr oveniente da sviluppo di baUeri, sibbena da sali metallici. che poche goccle d'acido bastarono a dilegunre, riùonando ul liquido la sua p•imitiva chiarezza: i terreni di c<>ltura rima· sero affatto sterili. Ma non è con batteri di coltura cbe gli !Strumenti cbirur• ~ici sono in pratica imbralt.ati, bensi collo stesso pus in so stanza, col sangue o colle secrezioni delle ferile putreratte, d'onde sorgono ~empre nuove infezioni mereè trasporto da una fertta in altra. Gli è adunque sull'insieme ùei micror~anismi contenuti negli anzidetti prodotti patologici che il Davidsohn ha rivoiLo anche le «uc indagini, sia allo slato secco che umido, da soli od in mescola4za con spore cii bac11Ji carbonchiosi, e mer•cé colture piutte ha ripetuto gli ;..Lessi tentativi di inoculazione con ri .. ultaLo sempre eJ a!'solutamente ne~atlvo, ottenendo cosl il più brillante sueces!'O, conforme al desideralo c:iella pratica ed all'aspeltatl\·a d•·l ragionamento scientifico. Le ricerche fur.Jno tutte coutrollute da contemporanea coHu.ra, perfeLlameole riuscita, degli stessi microeoccbi patogem aLLaccati a strumenti non bolliti; pt·oveoienti da paLetecci, ascessi glandolari tubercolosi, r arulidi, mastili, flemmoni, empiema, ecc.: ciò che cof!tituisce il merito inconlestabile dt-1 nuovo metodo, basalo com'è ~ul l'infallibile resronso delle ricerche batleriologi!'he. Mette conto di rirerire due esperimenti classici del Duvidsohn, ptima di rra ~:>sumerne Ja conchiu~ione. Egli riempi di pus concreto un Lubo da sa~gio, che immerse in bagno d'acqua boll·~ote e fissò per modo che l'orlo ne sorpassasse il !1 vello del liquido, allo ~copo d'impedire la possibile diltnione del pus· il recipiente nel quale bolliva l'acqua ru coperto ptll' cinque miuut1, a capo dei quali estratto il tubo da l bagno, procedeUe l'autot'e a tent.are delle co!Lure piatte col pus trattato a questo modo: in ne~sun caso gli venne ratto tli ollt:-
CUIRURGICA
utlrnd, comecbc i balleri fossero stati distrulli con la bollitura. Ripetuta alla stessu gui!<a l'esperienza con pus mescolato a sportl di 1'-Srbonchio, le colture rc,8larono parinumli s terili : cinque minut1 c.h bollitura erano stati sufficienti a distrugf{ere anche i microrgani!lmi ritenuti fin oggi pei più r"Sll>lPnli.
n precetto che ~<i deJuce dalle conclut:~ioni pratiche é dalo dall'outore ltlslnalmente cosi: « Subito dopo l'operazione ei • portino gli F.tl'u.m~nti in acqua fredda, restando ne co!'!i nel• Lati l'uperficialmenta t lal pus: le l'~Jringbe e le cannule sì • lavino più volle sprizzando l'acqua aspiral.8: indi si riem• piano con allra acqua. Dopo ciò gli strumenti siano falli bo!• l•re in acqua a too- C., cioè al coperto, per 5 mJnuli. • Eslratli quindi dal bagno si asciughino con un panno ste• rilizzato. Per ~er,irsi nuovamente di es!' i, sentl.r·ipeta lo bui• lilura al momento dell'opert~z•vne, P. quan.Jo "ieno ratrred• dali poJ<sono usa!'l<i J<en~ sltro su~sidio di liquidi cli:-~in• ft!tla n ti •. Non occorre !>pendere molte paro!~ Jl~r proYare i vantaggi tiella bollitura su tulli g li altri proce,.si usati in pratica lln ng~i; ìl prindJ•ale é di nllenersi per 8!<!'48 uua Bieura dh.inre-~ione degli strumenti; in pari tempo presenlft gli altri vantaggi di non allerarut> atraLLn il tagliente, c.li esst\re 1;omorlo, a buon mercato, di rapina e~01:uzione, oltre che d• potersi praticare in ogni casa pri\'ata, dove si tro,·a sempre una peutolo od altra stoviglie di cucina ed un coperchio. G. P.
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RIVISTA DI OCULISTICA Vl•t& mbrlma per eU uftlot&ll4ella K. marina. - Coadl sloDl 4l &IDJDJJIIIione nella Regia Aoo&deml& aa.ale.
Cou •tU~>~l(• titolo venl\A puhblic~tLO in un a ntecedente rasc•colo di que."lo giornale (pa.g. 1178) ur/ articolo d1 rh1sla, che la superior1lé di competenza dell'a utore in argomento ih t.al fatta l'i a"rehbe imposto di accettare reli!!io"amente nel suoi giUÙI:c:i, :;;e la severita rlei medesimi non ci obbligal!se a completare il testo dPlle condizioni fisjcbe, ri!!hie.,•;tt\ p~r· l 'ammi~"ione alla R. Accadt>mia navalt>, per rl iCt:nclel'lo contro i dif~tL1 addel>itatii'tll . Propugnatore, ìn 111lr o pregevnliss•m o ~avoro (Della tlbililti eri in.auilittt al .~aroi;io pn lo stato della oislll, CìiornaiP mf"d1co dell'esercito e della marina, IR86, pag. U91. del pr inc-ipio, che pel "6r \'izio m1litare ciò che intere,..sa d• sa· persi o !l g rado di \lSla utile cbe possiedt: iJ <:oggetto, l'egrel!lll autore ammette la p1·ova "Perimenlale l'iella letturA degli ol!nlipi per la cerna de~li ufficiali i1 marma, come la p111 ~pkcwli\'R e "icura pct· ver •ficare tl «rado minimo•lel l)t.tUll pet· e<-"'J pre<>cr-itto; ma fa osservare che in :ielln pro"a Hmgono ad es<~ert> colp1ti d'inabilila i miopi anche d i mitumo ~raùo. rnentre poi non ""'ngono Ad P!OSPre ef<clusi gl'ip~r metropi <~ian pure eli gr·ado a-çanzato, né gli astigmatici d• un dato genere e ~ado. né !Zii «trabici di un dato grado. S· · co~l ro<~!Oe, il rerlutamenL. dell'ufficialità eh marma non ne risentirebbe mvero un gros...«o guaio, percltÀ rorlunatamPnle A'l'iperm(>lropi non sono mollo nume ro~i e gli ~t"Lig· mRlid ..ono Rncht> pui rari; ma sarebbe l"~nza tiuhhio un fallo dl•plorevole. Non ca pat·e però che si po!-<<~ano \ertfl· care i pr euotall cas1, ed 11 primo parttgn~fo h) òelle ccoudi-: zioni p•·e::~cl'ille per <~labilire l'idoneità fisica degli a!'pi ranll ce ne ~At·antisce ad ol tranza. Ed eccolo te!'tua lmli'nlt':
RIYIST A DI OCUUSTJ CA
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b) Siano (i candidati) di apparerua prestante. robusti, sen;a d~felti e sen.:a malattie. Ve n' é aocl1e troppo per esigere una perfezione orscanica
più che ordinaria. e per dare ai :>erili un'amplis~ima latitudine di accertarsene. Il consecutivo paragrafo c) che specilìca il grado della facoltà visiva ed il modo di misurarla. e di cui il ragguardevole collP.ga solo si é occupato, é quindi non allro che una eccezionP alla regola fondamentale prece.ienle; colla quale si è inteso di transigere circa l'acutezza deiJa vista norm.,t~. e di abbassarla sino ad un minimum determinato, e non più. L'esperimento prescrilLo non esclude perciò le altr•e pro..·e direUe ad accer tare l'integrHA delle allre condtzioni funzionali dell'ot'~ano visivo. In '!Uaulo alla esclusione dei miopi, le argomentazioni teo · relìche dAnno perfettamente regione all'autore-vole coUega; non pertanto la nostra pratica esperienza ci ha mostrato cbe i earalterì di SneUen N".• 15, a 6 metri di distanza, e nelle più favorevoli condizioni di luce, possono essere riconosciuti con ~uffìciente chiarezza anche dai miopi di due diottrie o poco meno. Ma quand'anche l'esperimento indicato, il quale del resto é presso che identico a quello adottato rla quasi tulle le allre marinerie militari per l'esame dei cadetti navali, conduc-esse alla esclusione dei miopi tJi qual~i&lli grado. noi dil'emmo: lento meglio. l,.a ordinaria progr~ssione di questo vizio diottrico nella gio'\·ine età, la riconosciuta influenza che ha nel suo incre mento, lo studio e massimamente IJUelln a luce artificiale, da cui gli allievi non poss,ono esimersi, consi~Hano ad es· sera molto caulL netrsmmissione dei miopi anche di t.enue grado. E surmo confortati in questo avviso dall'autorevole pat•ola dello stesso egregio collega, il quale ci ba insSEtnato, nel la"oro precilalo, quale portata abbia la vista dei miopi, ed ìn uno !:.plendido quadro tratto dal Lonllmore ci ba rappresentato con vivi colori quanlo essa !';Ìa insufficiente allEI esigenze militari ed a quali deplorevoli con~eguenze pr,ssa condurre. Cosa dovrebbesi dire per resigenze della navigazione t r
RIVISTA
E !e~uendo le ritlett!!ionl del Longmore circa l'ineon~ niente !ielle lenti correllhe nei tempi nebulosi e procel._, in cui per l'appannamento che ~uhiscono diventano peggiorative della vi!:!iOn~>. dobbiamo ancora so2JZiungere che l'aaf. ficiale ds marina. !'tlrello com' é dal suo mestiere di navigante a stare eul ponte di comr.ndo, esposto il psù sovente colla Caccia si venlll a tutte le intemperie atmosferiche diurne e notturne, men che altri può analersi dell'uso delle lenti, ed anzi nel maggior bisogno di potere vì!tivo, si trova topeuo obbligato a tinunziarvi. Ma perchò esiger\! un rotere VÌ>-ÌVO identico io ambedue gli occhi ! S ou e c16 'eramente que!Jo che.fti richiede. ma ~sbbeno che ru•ll'occhio pegciore l'acute:tza ,·ìsìva non ssa inferiore ai ~/5 dells normale. E ciò l'embra a noi ben ratto per ragioni ovviP. a concepir~i. Ed o1·a due parole ancora per rispondere ai punti inter• rogativi del valente collega. E~li con uua ecceJo<!'iva riservatezza si dichiara incompe· tontù a giu.ficarc !'e l'acutezza vi!'iva stabil;1a per l'amml&• sioll6 alla Cllrrìera degli ufficiali di marina sia ~ufficìente alla bi~ogna.
~oi snr·emo meno modesti di lui, e francamente diciamo che •lue quinti della vista normale é troppo poco per ehi dew• guidare e comandare le colo~;.ali o minuscole navi moderne, dotate, rome !"ono, di una -çelocità imm~nsa, e destinate a compiere operazioni di tal natura. per cui si richiederebbe unn vi ..ta dì aquila. Ed infatti tutte le marine militari deUe altre nazioni ~· zono, per l'ommis~ione dei cadetti navali, un'acutezza visiya superwre aliA nostra. La Francia ~te~sa, che apparentemente richi~e un potere ,·isho uguale al nostro, per la modaliiA delre':'perimento praticato a luce artificiale, anziche in pieno ginrno e ndl~ migliori digJl<I"Ì.Zioni ottiche. come da noi sool far.-i. anche ci supera. Quale sia poi la perdita che soffre la nostra Accademia oa-çaJo per l'esclusione deg"l'in!>UCficienti d1 vista di ogni speCie, s{ può rilevare dal seguente pt·ospetto; e da esso si }'UÒ
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DI OCULlSTICA M~omentare cbe, eccezion d~lle esclusioni non è
fatta ù~ll'ultimo anno, la nu~cha poi COSl !!rave come !-Ì potrebbg pre-
"Upporre.
"{umero ùei candidati ,·ì::.itati. .
l12 t t:l tol 98 t ià 22fl
Numero degli inabili per insufficienza ·h vista . . . . . . . . . , .
1l
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lUI 12 r..
Non >1ra nell4 nostra idea di menomarnente cr!Uc:\tll le nonue adutt<ttil ('tt l'~e di ammissione alla R. Accademia N:tvalt~ mllilare ..... Cl ~h'"llmo
n elo lncompetanU e lo dichiarammo. Siam,p lieti di avere provocata Wl& ri~JlO•Ia che m~>!lllo determina l criteri d'esame, •n quanto l r..olleghl •1ell'e"'t· etto in certe ocee?.ionali cireolltanze possono o sono elliamatl a formulnre fiN giudizi, se non decisivi, preventivi, nella diCJlelle qoesUon~; eJ c bene abtunno pre.,;enti l•• regolamèntarl condizioni lmro~te e.1 una hlll& esatta t.lt>llo
I!Pirlto che le informa.
n.
Trattamento 4ell& ferita nel tagllo operativo della oataratta. - Prof. HrRSCRBERG~- (Bert. klin. Woehensehr. ~- ~. 1 AA
Taluni autori hanno inilicalo l'acqua pura corne mezzo ant1 ...eltico di egual '"alore parassilicida nelle operazioni "ulrocchio. ma !"ono stati troppo conticienti; non <~i può però ch«cono,cere che i rimedi realmente paressilic1di, u~ati clu· rurgicamenle, ossia a larga t.lose, po~!;ono dt~nneggiare la salute del malato, e minacciare l'e.'-i~ltmza d'un organo co"l delicato com'è l'occhio, nelle tipichE' operazi<•IIÌ che <>i praticrmo su di esso. Oggidi i chirurgi ritornano al procec:so a"eltico dell'acqua, pr·ivandola dei ~ermi a mezzo deUa bullìlura. (l pror. Hir ..chberg ha sempre r inonosciuto la nece ..sitil del metodo antisettico nella chirur•gia oculart>, e !Jen a ragione si è pt·eoccupato di l'Aggiungere la perfez1ona nell'attua-
RIViSTA
;.:ione prahca del pr•incipio, affatto diverso dalla teorelka speculazion~>. Egli. rtferendo"i sempre al campo di :ma speciale compelen:t.a, afferma <'be, a toglier di mezzo tutte le possibili eau"e d'nn cattivo andamento delle rerile, non ;:i c.lo' ,.ebbe avere ptù fiducia in chicchessia, né neì rabbrlcanti di oggetti da medicazione, nè nei farmacic:ti, ed a comprova adduc" 1 se;uenli risultati di ricerche eseguite. Gli odierni o~getti di mcJicalura al sublimato per regola ~>ono privi cl'otrni germe, ma talvolta contengono batter•. e quindi non poc:sono considerar~i come parasstlicidt (La piace, Deut•~h~ rr,ed. Wochen$chr ~. 40, 1887). 1chtange essmmò del coLone al jodoCornuo tl aU'actdo r~nico ul 10 p. 100, nonchè della garza al sublimato all'i p. 100, pro,·enienh da una r·inomata tabbl'ica, ma non un solo paccbelto trovò libero da batlcr1 (A r~hic f. /elin.. Chirur gie, 'ol. 36, pag. 003). Il colone di Brun!-1, secondo FrànkPI, contiene numerosis-,imt mict'organtsmi che fluulifl<'sno perfino la gelatina. Il più recenl.f.' metodo ùt operazione della cataratta (senza dolore e St'nza iridectomia) e~i~e speciale <'autela, come av visa l'eminente oculisla di Berlino, poichè s1 inslillano prima dell'operazione colliri di cocaina e di eserina, la quale ultimo ~i segutla ad usare anche dopo l'apel'lura dell'occhto: cio auments d pericolo d'infezione, avendo egli tro\'&lo eh~ anche nei collirt di cocaina, preparati di recente ,Jal rarmac•sla, esi!llouo microfili (Be rl. klin. Wo~henschr. N.-! 1. 1885). Egli perciò. •la tre anni a questa parte, ha sernprc usato gii alcaloidi anzidetti in una soluzione all'l· :)()(J() di !'ublimalo, beninteso che per ogni caso si serviva d'una nuo'a boccettina; eppure Fr5nkel ba accertato con opportune inda~ini che questi collir1 al ~ublimato di cocaina e di eserma ~no tutt'al più a!<ellici, ma oon anlisetlici, al pari dell'alrool n!;soluto, rHiralo in bocce chiuse dalla farmaciA ~ de--tinato a nelt&ru gli strumenti, della stess'acqua alrl:5000 tli subii· malo per lavot·e l'occhiO ed irrigare la rerita nel tsglio della cata ra tta: un collirio di eserina in acqua al sublimato conl.,neva pertlno microfìtl. Per qua.<~ ti t'atlt Hirschberg si letermino, guidalo da ra~:•oni
DJ OCULISTICA
l~ t :;
teoretiche e da Wl sentimento di nettezza, d1 fare da !'>é sles~>o la :;lerilizzazione indi!.<pensabile nel modo ;oeguoJnte: In una parete della sua stanza da op~rnzionc, slabìlita sucondo 1 moderni principi, che egli ebbe a comumcar•· g1il da lre anni (Ber l. klin. Woclten:sehr. :-\. ~:'!, 18851 intorno all'anlisep!l nella cura delle malallie oculari, ~i trovano + apparecchi: t• Un appat·ecchio a dil"inr~zione di H enneberg r·1scnldato A ~8!1. P··r PS"O c:i olliene uu g~ltù di ,.Ap(lre caldo a tO<r C. fil cui pol.ere disinfellanle ù sl.slo cla"sicamenlc provulo d11 Woll!, Koch, Wolfibil!!el. Gatn..-y, L(iftler ed Esrnarc.h), che il proft!s!'(ore in persona impiega, una o du~ volle per seUI· mena e per la durala di due ore, a dic:mfellar~ ~li op:gelll da medicazione privi di sublimato e chJU~i 111 rccipio:nli •h po1·cellona (ovatta, bende, pezzuoline di tela, e•l anche gl• a~ciugamani che sel'vono pr1ma t' dopo l'operllzione tlellu cataralLa). Lo !.'tt>sso cotono ster1liz7.ato é !lOttoposlo nuovamente ad una ~econrla !>lerilizzaz1one. Gli !ltrumentì d'acciai" dt>bbono 8SS81'8 bene avvolti in cotone pet-chù non vi t~r•rug ginillcano. Le bocce più grandi contPnenti liquidi co"io.lelll nnti:.ettici, ad es. una soluzlolle fenicata ol 2 lf<j p. 100 per• gli ~trumenti da cataratta, possono, ermeticamente c•hill!l•'. t1l'!iervi introdotte. 2" Una pentola di rarnP. del olott. Mlincke, ~:he c uu apper ecclllo più piccolo e più comodo d"l precedeul~>, Hgi::,cc in virtù dello stesso principio, ossia il getto di vapor·•• caldo. P er e,:;~o .-i sl·•rilizzano tutte le ~olurioni •la U!larsi nelrop1·· ra:.done clelia cataratta ed aoche dopo (l'Acqua al "ubhmAlo nella proporzione già indicata, i t·ollirl allo sle!'-.o sublimato eli e~erina, cocaina ed atro pina). Le boUi~lle ermeticamente chiu~e non iscoppiano: le soluzioni non ~i alterano llt'l gr•udo cli concentraz.Jone: i sali alcaloiJi non .,i sciol~tono, o per· Jo meno conservano inalLe.rata la loru azione fi~iologica (la l'o· luzione di eserina diventa presto prorondamenle ros<~a). H i r·SC'hber~ crede che l'aggiunta di sublimalo alle "'oluzioni Rl· caloidi c:iu interamente superflua, maq~<ime se pP.r pr·incipiu c:i apre una boccett.a fresca ad ogn1 opertlzione. 3" Uno slel'ilizzatore ad aria cslda del dott. Hohrbe('k,
DI OCUUSTICA
r egolato al 130" C In e8!lO Hirschberg pone una rislrelllt bu8ta di rame, contenent.e Jl materiale da medicazione. ed e"' .. per l'operazione della cataratta o per il primo rinnovamento <Iella fasciatura. Nello :<le~so tempo vi pone anebe una seconda bu!lla dr rame con gli slt·umeoti da catareUa ben occollnti fra loro: gli !'le«si non arrug:riniscono. La cosa non c difficile, come sembra a prima vista. 4• J>a ultimo, nella stanza da operazione è un recipiente ordinario per Acqua da fur 11ollir·e a gas. e da servire per van scopi; cioé per poter drluìre a volontà e con piena ~icu rezza le soluzioni di cui sopra; per far bollire i tìli di !leta de sutura in c;oluzìone!enicataal 2 p. 100: per iste·AiizzAre colla bolIilura (in 11110 speciale \'8!110 di rame) gli strumenti melallid, prima e lopo il loro uso. Hirschber~ per ques\'ullimo proces"O, il più somplicc e l il più ~icuro per gli scopi oculilstica, com'egli In •iualifica, ha adottato le conclu'<IOIIi dt•l doll. David'<ohn, dr far bollit•e !:!li !llrumenti per 5 minuti ed al coperte., rome in allra par~ di quel'to ~iornele (oR~. 14CH) ho avuto ad e::-pnrre. L'eminent(\ oculista di Berlino a tal proposito nou t'Sila a riichiarare che le rkercbe del doll. David:-ohn !>ono ercellenti, corne quello che provano in modo conro,·tante il rondato ragìonamento teoretico che ~ieno s ufficienti r, minuti ~r tlistru~gere i balt.en del pus. Htrs.:hber~. a conclusione d i quanto !'Opra, dice che la rtunione (lei 4 app~u·eccht nella '<lanze da operazione e l'apphcazìon~> pratica d ell'anli(."8 credenza e del nuovo convincimer.to della rona purifkanle del fuoco e del calore.
G. P.
U.lj
RIVISTA DI !NATOIJA E FISIOLOGIA ---:~:---
•evroglla • oeUale nenoH oerebraiJ net teU. - Ricerche df·l dott. G. MAGNt. - (Atti dc:l Xli congr rttso medico. Pavia, settembre 188'il. Di qnesl'importante lavoro. condollo a termine con scrupolo!OS e!"atlez.za dal valente dotl Ma~otim, ripor tiamo lt:! condu ..ioni se)Zuenti: t• :'\eli .. cellule di nevroglia, nelle cellule nervol'le u tipo fdale. uelle fibre ner vose delle circonvoluzioni cerebrali di roti mammift>ri si trovano speciali rigonflamenli •> var kiJsatà. rue non si riscontrano mai nell adulto, sebbene la tecuica l'leguttA sia s<:rupolo!!amenle iden tica nei due casi. 2' Sitfalli rigonfiamenti non possono rill'nerl'li prodotti da altet·azione cadaverica, giacché i pezzetti di cervello Ul'la ti in questo studio furono freschissimi, P. talora si pu6 dire "Viventi, per!!hè ec:;tralti olal cra nio <:ii animali vivt (cane, roniglio. CAvia, 'ìlello); né da alteMtzioni fatte dal li•JUido oRmio-bicromico pHch~ é un ti!'sslore pronto e sicuro, quando i pezzi tm mer"avi <>ono molto piccoli. come era nel uMlro caso. Quindi si debbono considerare come un fallo morffllo~ico normale des peri11di ret.ali, e di alcun tempo dopo la nascila. Non ho potuto ancora stabilire quando e come ~i ori_!linino. c.ib cliP !-'pt't'() poter fare sn l<eguito rimontando 'ia vie indietro nella vita fnlrautf>rina :l'Che cosa e!'si veramente ~iftn iffchino io non ~aprei dire. Senza punto menomare il giuòjzto in contt•ar io nutt)l·evolis.. jmo di due illu!:'lri osserv~tlori il Muller ed il Golfli i qut1li non ritengono la varico~ità car·attere assolutameulo differc.>uziale di fibre nervo~e. crederea, ~ome !a Schullzll, cht> !"i po(Pc:;!"P a<osumer~ come uno dei carall'!ri ditl"erenziuli (pet• 'l uanlo ri::ruarda al cervello di feti) di ciò che é elemento n•'rvo~o da cio che non è; tanto più c!te non mi ò riusc1lo maì Ila otle-
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Rl\'ISIA
nere simi11 ,·ariCO"I~ con iòeutico trattamento nelle fibr.. c-er· tameule conneltivati del tessuto cellulare !'Oltocutaneo né fe· tal~. né adullo (uomo), e neppure nelle cellule del tet~su to mucoso del cordone ombellicalt! freschissimo di neonato; uel qual ultimo caso era molto prehumlbile lrovarle lenendo conto della molleZ7.a u t.lelìcateua de1 prolunç(arneuti delle cellule connetth·e 4lel1a ,.:elalina J1 Warlnon. Fmalmeule il Gol~• ed 11 Bizzozzero, che vollero onorsrmi dr una loro visita al La· boratorio d'i~tologia e fìsrologia f.leneral~ in Roma, O!<servendo i miei preparati inclrnevano a creder e quelle varico,..Jià un fatto morfologico normale, proprio dt~yrr·~riodi fetali. pìuttosloch un pr·odolto arlillciale. 4• Se si coufl>rmerà que:lo che ullimamt>nte ~i é rj ..corrtralo (nPI laòoretorJO di Cernoy) di verrco~;itir in c~rli tilum~"li della Obra mu->colare «trista potrebb·· tl&rsi che es..e an>!'"''ero qunkhe a.llinenza. ad elemento ner\'oc:;o. s• Ltl que~tion~ tuttora coutroversa sulla noluro ner~osa o conuellivall· dt•lla nevroglia potrebbe es~ere al,fuanto rJschra.rata in que!ILO senso, che nel feto trovandosi tali vt~l'i co:.ilil comuni ai filamenti delle ceiJule nervo. e e a quel a dell8 nevroglra parrebbe doves ..... t'O indicaru un'identica ualura; al qua lP. concetto spingerebbero ancha le seguenlr cou· ~id •razioru: a) La uevrogliu si rrliene oramai da quasi tutti j:tl'ìstologi un derivulo del fogliPtto superior~ del blasloderm~t allo stesso modo che le cellule nervose cen·brali, os"ia in rontlo dal mede~imo epitelio. b) Inoltre \'Ì ha nella SO!'l811Zit eorhcale teolo del reto cb~ dell'adulto dellù illole talora e!lte!'b"ime cost lui l*' puramente oa cellule di n· vrogha "Cil1.8 Un8 cellula ne!'Vosa, e vicPversa vi ha delle zone talora molto grandi di sole cellule nervose senza affallo cellule dr nevro glia; nel primo caso la nevroglia, cui si vorrebbe lra gli ellri uflìcil allribuire quello principalmente di sostenere gli clem~nti n~'>rvo«i (l·, Mslerrebb• !'Oltanto se --te'-!!&; nel second caf'lo le cellule nervo~e non avrebbero di che esc:er·e l'ostenule: né si può obìetlare che quando si osservauo zone e!lclu· Ul Per Il quale uffirlo anebbe do'I"UtQ e.s~re dl•lnl"uln lo modo piatto'*, regollre oella · O t:tnza cerebrale, c;o cl P non ~.
DI A~ATOIIIA E FISIOLOGIA
t .i l P
~ivamenl..e fatte da nevroglia, oppure da cellule ner,·o~e. ~1a que~to un fatto accidentale !>ollanto apparenta e non reale. dovuto al reattivo (nilrato d'argento) il quale colpisca c&priceio,.amenle dì preferenza or gli uni or gli altri elementi cellulari ris:parmianòo i vicini, ella perciò J>Srebbero im·i!;ibJli. percllll talora in mezzo ad una selva :-tipalo Ji cellule uervo"e si trova qua e là contemporaneamente colpila quelrunn o due cellule dì nevroglia soltanto che occupavano un certo t<pazìo di!;ponibile tre le nen·o!'e, allre non potendone JMIlPr<> in rilievo perché non ~«ic;tenti per mancanza di spa1.10 tra le nervose. Allr~ttanlo dicasi del caM inverso, cio•· di quelle regioni chP sono falle di sola nevroglia, le quali • sistonr, "i può dire coslantt-menle alla superficie liberA dt!IIB cortec<'ia, ma a$saj più copio~e e.J in molti ordim DI'l l:m.te tra la "ostauza corticale e la miàolla l'e tanto nel feto che neiI'B•Iullo, il cbe richiama <1a lontano lo strato !'Oltoperio.,tale op~>ranl..e l'mspes:<imento iell'osso. e1 D1 più. come é nell'adulto cosi é nel Mo, vi hanuo delle cellule dubbie, le <ruuli hanno l'aspetto ùi oevroglia e eli cellule nt>rvo~e ad un tempo. e .-,.ì direbbero cellule di nevroglia non ancoro perfettamente mutate in nervose. e che sono tanto abbondanti negli !<lrati inferiori della corteccia cerebrale del feto. s~rnbra quindi B"~ai vt"ro!'imile che le cellule di nevrog!Ja cosliluJ~cano la matrice da riparazione pe1· la muta cellulare dalle cellule nervo:'!e, ,, non :c:lano pe1-eiò rhe una faso embrionale di esse, non polendosi d'altronde coacepire che, come "l ha ricambio c~llu. larc in tutti g!J organi, solo il cervello e il midollo spinale po"~ano fare ec~cezwne, nel qual caso bisognPr~>bbe ammettere che le cellule nervo"e pre~enti alla naf'cita dell'individuo lo accompag-nino per lutt.a ht carriera della \'Ila fino alla morte, senza essere mai sostituite da elementi gìo\'ani. Con tBie ipote$Ì sarehbero conciliabili le zone fallt>. di sole cellule d1 nevroglia e ')Uclle dubbit~ cost1 tuendo coma allrl'ltanti '1' oi di cellule .nervose. 6° 1 suesposti ratti, e le con.,.,itlerazìoni ora delle, se non pos~.-mo ancora l'Ci• gliere la questione sulla natura ner vo"& o meno della oevroglia, certamente devono ~ellare m-e•••il dubbii sulla loro nature connettivale. ln tìn cl~1 conti una l'O·
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JIJVISIA DI A~ATOMIA E J.'ISOI.OGlA
1'lanzn oli ~o'"legno ~i è \'Oiula cercare nella nevroglia, ma r11r~e non ne manca un'altra nei centri ner''O'"Ì, l'C 11i de•e ~ltJdicore da lutt.<t 'fUella amorra o leggermente granulare (ed è cop1n!'.a) che esiste tra le ma!!'lie vascolari, e tramezzo &l corp1 cellulat'J cd Hl l'rolungamenta ddle cellule ner,·ose e delle cellule ra,giate della nevroglia.
RIVISTA D'IGIENE •toerohe nlla penetraslone del germllDfettlvl traveno la sapedlole polmonare Intatta. - DoUori BucHNER. E-.:DF.RLES e MEHKEL. - (Arehio .fiir Hygiem·, vol. ~ .(a .,.cicoli 2 e :J, 1888). Non occorre "-pendc>rc molte parole per prova1·ne l'importtwza, f;Ol che l'i pensi alla circostanza di fatto che le lune ìnf~>zioni ~~ orhtinano appunto re.qpirando, ancl1e per brevJs;~ìmo tempo, in vicmauza di malati od in località mals&nt>. Nell'attuale 1'Convolgimc>nlo llfrrecsto dai nuovi l<tuòi nel ('amr·o della mediciuR prallca, per cui molte teoritl che Ff.iè eran cadute 111 oblio rioascono a nuova Juce, ribatlenatc alla f!JnlP. del metodo "JlCl'im~ntale e della balleriologia.le ricerche ~ulla i>O'""ih1lilà del pas!laggio dHI microrganismi nel !<angue, seuza che la superficie polmonare sia precedentemente lesa, ven~Qno in buon punto ad allarf!ere la noz.ioue etiololrica di talun!! malattie e a di!Ochiu!lere la via od ulteriori indag.m epideuuologicht>. Non sì lt'8lla qui di limì\ar!Oi prineipa lmenle aHe Mie vie re:-piratorie, perchc giè per certi germ• mfellivi {tuber colo•i) le numero!!e r iCf'I'<'IIP rtì Lappl, Tappeiner e S chwenin~er, War· ,;nnin. Ver11guth, W eichselbaum, Kilssner. Koch, eoc. hanno aPrerllllO chu la penell'&ziooe è possibile. Non si tr·alt.a eli sapere sf>, come ad esempio ilo rallo il Kocl• :.Uittlteiltm!fen. aus rlPm ka,s. Gesundheitsamle. vol. 2,
RIVISTA u·IGJif\.E
paf{. 7•), le irHtlazioni di colture pure tuher'c(Jiari ~ieno CllJHH'I (e lo sono difatti a cApo òi poche ;..ettimnue) <ii genc r·ar·e tu-
bPrcolt nel polmou~ det:li 81lllll~li ~O:!"t.:tli allu <=pel'imeuto,
e di infettare ~ecundarJamenLP. per mcta!;llac:i l'iulero or!:'aoi.,mo.
Sr tratta invece di accertare se, 11 ~UJ erficìe polmont~re iulatta, ~i a poc,~rbile rl pa~~aggio diretto ~d immediato uel sou;:u<~ anche per rerli germi infetli">i, incapaci a fi,..c:arsi pr·intiii'Utmente nelle pareti alveolari ed in ttem·r"lllu nel tes--ulo polmnnare. Gli é alla ~oluz.ione di IJUe~lo ìtltere!>saule problema che il dott. Buchner, medico militare 1· docente pr.... ato a·lgìene a Monaco, in collaborazione coi summento\ali colleghi, ha dedicato le ricerche spr•rimenlali, lP quali hanno approdato al ri;..ullato tli abbattere l'opinione Ji Fliigge, elle nel suo libro Die J.fikrooraanismert(:.." ediz. Lip-.ia, l88G, pag. 607 e GOS) as!ìcri • non esistare » pei batteri la facoltà di JH!S8ar·o lraver-:.o lo superficie polmonarE> intaltu. Non è un fuor d'opera il pa«sare con l'Autore rapidarnenle in ra">segnR quanto fin'ogg1 SI é fatto inlONIO nllt: inal»:t.ioui di polveri per rapporto a quelle dì balter·i. P.:ursrw fu il f•rimo che ~i studiò di riferire l'abbondante piguwntazione nel'u. che si rinviene nei polmoni umani e nE'Il~ glundol.-. bronchiali, ad una vera antracosi, menlrt! Laeunec la r1feri in''ece n frliggine respirata dai proJotli dell'illuminazione e; òel ri::-caldamento. A Traube 8petla il primato d'una esatta nozione della cosa, come quegli che nel J860 fece conoscer-e il C8!->0 tl'un carbonaio, nel cui ~puto durante la vita s'erRno riconosciute delle sche~gioline di carbon rli le!:!na P, dopo morto, se OP. troYarono ripieni i polmonj, r·estando cos• provato che corpicctuoli polverulenti p~~ssono tlc;~ar«i nedi alveoli polmonarJ, ad onta che tìn'allora !>i fosse ornme~!'O un ostacolo nelle ciglia vibralrli dell'epitelio bronehiall'l. In !<eguilo. i lavori di Lcwin e Ron~entbal, dt KnBuff e Slavjanski, e se~matamente le ricerche dJ Zenker e von Mer'kel, in parle cliniche, in perle ~perimentah, condus:-;ero ad Gl:'!!Odar~ ch' non pure il polv1scolo di carbone, ma di 'Jualsiasi altt·a '-'pecie, giungeva a penetrare nel parenchima propt•io, e non soltnnto nelle cellette polmonan Per quale via o.vveni~~e la penetr·a-
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-zione del pol''I!'!Colo nel t~ssuto polmonare si occupò di eta• ti tare Arnulcl ( Unler.<Juc/wngen ii. ber Staullinhalation. "'"' Staubnu:laatase. Lip!lia. 1R85). Trs)a!;Ciando di seguire questo accurato O!lservalore net particolari delle sue clatosicbe ricerch~>, dir·ò 111 conclusione che, a seguito Jell'trrttazione pro\flCIIlA dalla pohez·e inalal.s, l'epitelio aheolare si desquama, uurnero~e Ct!ll ule epil~>liali si appr·opriano in più o m-: no greocle •ptnnlità i granuli di pohiscolo, e, penetrando negli spazi intercl'llularl tlPI:Ii ah·Poli, ~iungono nel !C'tslema linfatico delle luro pareti. l primi a descrivere questo sil'tema di e$ili88imi cannlini linfoltèi n dila~zioni lacunar•, !lenza ?reti proprie, (urono Wywodzoff e Kletn. ma la I'ICOnferma ne ru raue da Sikorqky, rnercè iniezioni di carminio nella sotlili!lt~ima re&e, rtp~>lute pol!cia con allre sostanze coloranti da Wttticb e Kilttnes•, e da Scheslopal. Parecch• !:lperim~>nl.stori fecero progredire qucto~lo pun&o delhi questione, quale !'ia cioè la via di trasporto ciel pold!'tCOIO nel le<;suto polmont~t·e· i più recenti a maggioranza am· mettendo l'esi~lenza ciel sistema linfatico anzidett..o, inclinano ad Rl'll't•ivere ai leucociti unn parte principale in quella IJ1I;. ~r·aztOJte verso l'interno. Non si può negure, per le ricercbe Ji Nolhnagel, che anche ai corpuscoli ros:>i del sangue sia ri· ~ervato in rerlì cal'i un còmpito eguale, quarylo eioé poa8090 prnelrar•e nl'i va~ellmi linfalici. Arnold poi'ba descrrUo speciali ctlllule di polvere (!-lla«b.aellen), di natura linrosde, dolate di movirnf>nti attivi, ma in ogni caso si spiegherebbe H loru mq~t'III'C per virlù della circolazione linlalica ed indlretlament~ pei movimenti respiratori del torace. E che il f>OI\'iscolo l"egua nel suo cammino ta ''ia lmf'atiea é provato dal fallo che be ntosto le glandole bronchiali ne re-.tauo inn!lrole. Sul tempo che imptega a percorrerla, le !+cerche degli ~pPrimeolatori hanno dato risult.ali diversi: seconcio Knautr la fìli~:gi11e al terzo giorno dall'inalazione é ldl nelle glnnùole bronchiali: s~>condo lns e Scottehus vs arnft in molto minor tempo, da ~ei a dodici ore: Rupper t ed Af'nolll !l'accordano ancora per meno, tre ore: risultato quettò tanto più notevole, in <tuanto che si ottenne in animali non
trachcotomìzZRli: lo stesso Flugge con\'JeM a 1 ammcuere un tempo brevissimo. Sull'ulteriore sorte del poh·iscolo,dopo ar riwrto sile glandol~ hronchiali, non sono interamente concordi gli autori. Arnolcl non ne ha osservato 11 pas!;'a~gio nei VR"I etferPnl1: vi !'ono però l•.! ricerche di Sla,janl"k) che ac ...erlann In prc."'en.:to dt cellule a contenuto dì cinabro nel sautroe. Una parli..:olare importanza pre<:entano l !'~Si di antr&CO!!Ì del regalo, della mll7a, dPI ro.Jdollo delle O!"sA, delle t:landolt~ lioratiche portllli e retrogastr1che nell'uomo, os~erv11ti da SoykA, Arnold, \Ve•gP.rt e Rolh. Negli sperimenti sugli ammah però A..nold non riuscì tuAi, per prolungate ed intense che roa!'lero slate le inalazioni di polveri, a scopr ire nel san ~-tue parlicP.llP. colorate, né n produrre inilllrazioni ne!!li or!!ani anztoletl•: <:iccM le convinzioni di antichi autori armonizza1111 ro1 risultati dei modct·ni sperimenti. che cioé le gland())e linfatiche e, per ti ca~o p1·esenle, le !JJ·onchiali. siano llll fillr'o impermeabile Ili polvtscolo. Questa conclusionr> si trova diametr•alment~ opposta al fatto dell'anlraco<si umana inne~mbile in or~ani eli v~r<sì~simi: senonché, W~ì~erl per il primo !!pit>gò lA pol'!'ltbllilà ùi anormali comunicazioni fr·a le J.:lanclole bronchiali e 1 vasi !"anguigni, e insieme a Roth dec;rric:se casi di perforazioni d~na ,·e n a cava. dell' azigo10, òell'nrtcria polmonat•e. ecc.. d'onde rimangono chiarili i menlon1li ca~i di autraco"Ì generalìz~ata. Da sitlalLe eccezioni FIUg~e inferi cbe, come pPt' la fl. liggine ., per la polvere di smeriglio, le glandole bJ'Onrhioli ~•euo Cllpaci di lraltP.nere anrbe i microrgani,mi; ma non ò a •in·e come queJ>ta opinione c:ia apertament.e inammis:::.ibile. non pure p<:>r il fallo che un ~anellino •li polv1~colo, privo di \'ila, per minimo che co.ta. è qualche CO"Il d1 diver.·o dn unn cellula batterica, vitale e d'un pec,o spel'ilìco inflnit»c:lrnale, ma «opralluLlo per l'os ..er,•azione clinica di dìversisc:1me tnalulli~ infettive. Se le glandole linfatiche opponessero ai germi rnorbi~eni un ostacolo alla penetrozione uel sangue. unn si uvrebbero le tremende ìnfezìoni della "elttcemia, della .... itllitle c della tubercolosi, nelle quali l'in~orgo glandoleN linfelico sat•ebbe un prov,·itlo arresto dei bacilli: ne~li !0\pe-
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rimenti sugli animali l'inoculazione della morva, che pure avvera pe1· le vie linfat1che, non ~i arresta alle glaodolf', si diffonde sollecitamente agli organ• interni. E ctui opportunamente il Duchnel' pon~ in rilievo l'irnpGI'o tante rauo cl•e le glandole bronchiali si comportano vt~rso i batten non patogeni come coi polviscoli innocui, os$18 U traUen~ono nella lo1·o trama, dove non esercitano azione morbosa, col temvo restano distrutti: gli é appunto a queslo modo che gli ordinar1 batteri saprofilici che si r$pirano con l'aria etmnsr~rica non ri~ultauo noch·i. Ben ;iversamente corl'e la racc·~rHia pci batteri palogeni. come app(esso SI ved"' a moli\'o tltllla loro virulenza e capacita di sviluppo: del rea&o lo sle,.,.o autore accenna ad une seconrla po~sibilità, finora non mdical8, che i rnicror!!anismi penetrmo direttamente daA'Ii alwoli o dalle vie linl'aticbe polmonuri nei capillari .an• guigui. Resta però dimosll·ato che tutte le e~poste ricerebe rl1 inala:t.toni polverulente permettono a priori di ritenere per nece"'sariu ltt pf>netraziono dei germi infettivi inalandoli so~pesi iu pnlviseolo. e pe1· a~sai verosimile l'ulteriore loro entrata net capillari sanguigni. Falla ~~~trazione dalle ricerche coi bacilli tubercolari, menzioual~ a priucipio, fin'o~oun non se n'erano \ltle con alt.ri bath'rl patogeni che ùallo stesso Bucbner per il primo nel 1880
( Unlersuclwngan uber n.iedere Pil~e. Aus dem pjlJn~enplt.g si(Jlo!JÙ!Citen IMlitut .:u Mi'inchen, pa~. Ji8), e poi da \\'p sokowibch e ùa Muskalbluth solto la relativa direzione di Flù~ot~e P. di Enunericb. Buchner facendo inalare a topi b1aneh1 .Ielle spore dt carl>onchio, mescolate a poh·ere secca e soWie di talco o ùi carbon di legna, ottenne il posit.{.,·o ril'ultato che a capo ùi pochi giorni ••e m orir ono d'infezione. Le ricerche fUI'OilO COOdOlle COU e.<:lremo rigore !'ci~nltfiCO eia escludere ti <'8"0 che le !5pore pole~sero penetl'8re nell'organiemo di qu••glì animuletti traverso pil:cole lesioni della pelle o delle muco:'P. o per la via del tubo digerente per de~:lutizione: anzi l'ault)re emi!"~ in propo1<ito la rondata opinione che i polmoni !'Ìt!llO Sll'tiOI'di081'iiiiDente piu af.iaUi al passaggio dei germi m•l sangue che l'inte!!tino stesso, e daUa rspidita veritleatasi
nell'infezione '24-36 ore) concluse per il loro drretlo pa"l'8~~io nel circolo sen1.a mediazione di va,..r linfalicL L•' r1cerche di "Tys.~kowil<~c.h con l•acilli iJeo-tiro~i P. -.ta1llocncchi piogeni non hanno alcun valore dimo:;lrativo: quelle t!i :'llul'katbliilh, ec:eguite a "ll<Jnaco ncllolJoratorio b!ttleriologiro di quell'h-titulo igienico, non cou le inalazioni. ma merc~ iniezioni intralrech~ali di liquidu rorlemenl.e carbonchioso, non sono scevre dall'appunto mo!tcoo ad ec:se d'una pO"'<~ibile infezione locale per la ferrla da puntur·a. A prevenire con !<ICur·ezza quest'ultimo ca .. o. l'autore el'e!!ui i:l prccedermliA tracheolomia ai conigli da ~ouopor~i all'ec:perionzn, a .. p11tl8ndo che la ferrla fosse prima cornpletame11le cicutri7.zala n~>i tnor~ini.
Le inJa~ini di Muskatbliith, sebbene 11110 pol''-ano paraBucbner, perché fatte in •:ondizioui diver<:e, c:ono nondimeno P.gualrnentt~ i <~trultive pei ri~ ultali ai quali approdarono, avendC'I folto ronoscere c.: be la sup.,rOcie polmona.re è infalti permt>nbilo a~li ogenli infelLivi: che la via da questi seguita è la linfuticn Alla 8lessa gui~a del pulviscolo merle, ma che le glanrlole broncluali inva«e ·la muurnerevoli bacilli carboochiO!It non c..ono un tlllro «icuro contro e.<>,.i, poicbè i capillari sanguigni se ne riempìouo copi~amenle: che infine nella milzn e nel fegato d'un Animale, uc<'i"o rlopo 1l ore, si trovano bAcrlli col mezzo) delle collure piatte. L.: nuo\e ricerche li Buchner, Enderlen e .Merkel, delle quali poq(o riassunto, presentano il vantaggio del metodo, ehè le inalazioni "li spore e batteri diver~i rurono uolut•ali, nel "enM che non si introJusset'O i ~ermi artificialmente come per le iniezioni intralracheali: e di più furono i!"tiluile a proverò direttamente, e non per via di esclusione cotne nelle antecedenti di Buchner, che la ~upertlcie polmonare intatto. e non un'altre via, f0"-!'6 por·ta d'entrata sil'infezione. Prep81'8le nel modo più convt>nienle le rolturt> di ~pore carbonchio!"e, da mescolar!"i Alla polvPre di carbone di legna, meglio ravvi!"abile al microscopio iu virtù del suo color nero, od n quella di Zycoperdon gigantetwl a FU'anuli più piccoli del licopodio perfettamente rotonù1, preferibile perché IlO i{Ooar~i a quelle recenti di
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privA di uugoli e punle che pos~ono ledere le pareti aJveohtri, e prmla di prore·lere allf' malazioni l';Ugli animali, gli an· tori si asstcurarono delle se,~n~enli corhlizioni: che la polvere rosse complelamt~llle ~eeca •· :>tPrile: chu le spore fossero vrrulenle a grado ·~:stremo e t~ i ll·ovas~ero wescolate al carbone in proporzione di 1: 1000 ed al lycoperdon di t : UO: che ne determina!> ero nel fallo infezione con piccolissuna •juantità inoculata sotto la pelle tlelranrmaiP. lu uoo speclah'l apparecchio da ioala7.ione gli animali da "perimento re~p•l'8vano, per• una sola voltA e pt!t' la dut·ala di IO-~ minnli. una rliscretic;!'litna quanti!A di polviscolo carbonchio~o. al più gr. 0,25 pei l.opi. e il rtoppio pd porc~llini d'India. Hiaperlo con ogru precauzione l'apparl'Cchio. chE> c;'immergeva a l eE<perienza finita in una soluzione di sublimalo a11'1 p . 1000 per dìAinfùtlarlo. c; e ne eslraPvano gli animali cb P .!<i la..ciavano in liberiA per un ccrlo temt· '· Gli sperimenti furono controllali t·onlemPf•raneamenleahmt>nlando allr1 .mimalr della ~l~::~"'a ~pec1e con una polli~lia romposla dj pane e rape, cui fu mescolata la s•e,sa ·(UHnlJLA di polvt!I'B carbonC'hiosa: e cu'lpcr aumenlart', 1 AJ po1 LO al polmonP, le probabilità ~ rmfezione dalle vie d!gesli\ e. Ba~la Jare uno !>~Uarùo al t'i epilogo delle ~o belle v~r con· vwcet·s1 dt>llu enorrnf> differenza che prPf:;enla'\1 polmon•' m•l pt>ricolo d'luf,...:ionP· •opra 66 animali che re"I•Ìrnl'ono la poi· vcreinfellamorironnd• carbouchio50=7;>,8 p.IOO ,ii polmonite 9 = i:l,H p. lUO: rimo~ero in \•Ìlll 7 = l0,6 p. 100: e sopt·a 33 altri ar11mAh nuLr1li a ~copo di controllo nel m•>•lo anzìdeUo. morirono ,..oltanto i = 12,1 p. iOO, r1mant:ndo in vtlll :ffi 87,!1 p. 100. Sui !l morti per polmouile. Buchnt.>r P. MP.rkel o!!servano che col mezzo delle collure pialle non "'i ottennero rfRI te"suli dell'organo 1nflammato che ~carsisc,i~ni bacilli carbonchiosi, ed in un ca<::o dì flogol-li ~l'jui.,ita non ne furono trovati all'Allo. Invece abbondavano balleri d'al tre .... p~Je, malati cou la polvere u con l'aria atmosferu·a e forst\ cau~a della polmo· uit~, l'inLcn~itA dei cui sintomi flogistici er~ in ragione in' i>r"a tlelln ..carsP.zza de t bacilli rarbonchiO$i nel campo del m croscupio: donùo ~i suppos~> che la flogosi non procedes~;e da infezione locale carbonchio:-&.
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H27 provare dirnUamente che l'infezione generate clell'orf{ani'llìlO fosse avvenuta per le '·ie respiratorie, gli éutori si av"alsero dell•• colture pialt•l col "eguent.e metodo. l polmoni P la milza rlei lopi ~ono gli ot·gani nei quali lo sviluppo dei bacilli carbonchio"i si compie in modo più completo, e perciò. dopo uccic:i gli animAit>lti col cloroformio, a diverso intervallo Ji Lempo (da 4 a t r. ore dall'inalazione di polvere), e pr·t-:;e le debite precauzioni, li estr&S$Cro dal •·orpo con isLrumenti sterilizzati e li tog1iuzzaJ•ono in minut1 pezzelti per rame colture, te quali presentano il grande ,·antaallio, sulla semplic~ osservazione microscopi~, ùi rivela re la quantila dei batter! contenuti in ciascun organo. li ri~ul tato di :n ricerche, riportate an t.abella dagli spcrimentator i, si r1as"uroe favorevolmente per la fissazione primaria nei polmoni, pei quali l>i ebbero: in cifr6 medta, 16,:l pezzellini a S\ rluppo di colonie carbonchiose, e 5,6 pezzettini l'tt~rili: inveri' per la milzA le cifre relutive furono t e 12,!'1. O""Ìa il nutnN'O dei pezzelti polmon~ri fecondi fu 3 volle maggiore deglt sterili, menlre la milza !<i ditnOl'lrò sterile circa 13 voltrs ùi più. Inoculando a controllo, solto la pelle degli Ples«t animala, dei bacilli carbonchiosi, si prO\'Ò che i capillari polmouart sono il pt·uno e preponderanle sito di loro sviluppo: ma contuttociò, uccisi i topi entro le prime sei ore dall'inne~to ipodermico e dall'inalazione. e confMnland•) fra loro t risultati delle colture piatte, t-i ebbe che coi pezzelli polmonari c splenici degli animali inoculati non si S\'ilupparooo afl'atlo colonie, ed invece si ottennero dai :;oli polmoni che av..,.,.,o inalato lo pol\'ere ~porifera. C1ò prova direllamenle che l'infezione Hvvemtò dallo supcrl:lc1e polmonare, come ancho l'osservaztone microscopica confermò piò tardi in preparati di tagli polmonari, colorati con violulto dt genziana ed a('JÙO picrinico, e provenienti da un topo uc<'iso dopo 20 ore: nei polmon• si trovarono bacilli in pieno sviluppo, !'enza chè né nella milzu rimasta l'>lerile alle colture piatte, né nel circolo san~ui~no ve ne ros>~e lracc1a: non cadl!\'ll dubbio cbt- pron•nissero dalle epore inalate con la poh·ere mleramente secca.• e p'wciò non bacillifera. Ma gli sperimenti non si lilllitarono soltanto nlle polveri A
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~P.cchu contenenti llpore di carbonchio, sibbene si estesero, come già a veva tauo Koch pe.i bacilli tubercolari, alle inalazioni umide neblùizzando Li 1uidi a contenuto batterico. Per ral:'giungere cticuram~nle lo scopo Cu necessl\rio innanzi lutto migliorare il metodo eli polverizzazione umida, mereè un appo~ito apparecchio ea accertarsi che la ~otlile nebbiolino che !"8 ne produceva ros~e capace ùi trasportsr seeo l batteri: la quale ultima cond•zione risultò po~itiva col nebulizzare per <lUP. minuli su ~elatJDa <~terile. che dopo 2 •l 3 giorni pre:oentò parecclùe migliaia di coloni~ delle specie halleriche impie~le.
Non é a dire come, anche per questa seconda serie di f'\'li autori si fossero ?remunili d'ogni cautela contro il pericolo che pre~nlavano, ed aves!'lero pensato di ronlrollarli allfl <ilessa gui"a ùei precedenti con relaUva ali· mentazione ùi altri animali e ricerche microscopiche dirette. l J;rerrni morbigeni impi~>gali furono le stesse spore e i bacilli del carbonchio, quelli del colera dei polli, clelia se~ licomia dei conigli e del mal rossino dei maiali. Il metodo deJit) colture piatte riconfermò pure in que~te il risultato rlelle precedenti ricerche a secco: una cav1a, ad esempio, cbe aveva respirato per mezz'ora io uno spazio della capacitA di 50 litri, io cui ~·erano nebulizzali 0,2 eme. di Hjuido earbon · chioso !tpor•fero, fu uccisa col cloroformio e dopo 2.1 '/t ore le colture pialle dei polmoni si pale:;"rono sterili soltanto io 4 di 71 pezzeltinì u<oati, mentre dai rimanenti 6i si evilupparono in comple~"o 186 r.olonie di ~cilli carbonchiosi: per contrario le ste~M colture deUo milza rima;;;ero sterili, come parimenti hbe•·a •ti germi carbonchiosi restò la grande circolazione sanguigna. L'inalazione di bacilli, a differenza delle spore, mentre por"E' una nuova importante pr0\'8. per l'infezione generale lraver!"O le v1e respiratorie, condusse ad un rP.perlo anatomopatologico .tiverso, d'una polmonite siero·fibrrnosa·emorra· gica. come la «lunliftcO il Bollinger cui furono presentali i prepa1·ati, da ritenersi verosimilmente per carbonchio polmone•·e, dipendente da differenza biologica fra le spore e i ~prorimenli.
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bucilli. i quali formando pt.omaine vehmose spiegano in loeo un·aztone morbosa più rapida. L'inalazione coi bacilli del colera dei polli, molto più pericolo~i ai conigli ed ai topi che non gli slefilsi carboodtiosi, pt·ovò anche per via diretta che l'infezione dell'intero organismo s i avvera per il polmone a superficie inl.alla, ma analo!!arnenle determinò in quest'or{o!Sno l'in~orgen1..a d'una polmonite interamente simile alla già mentovata carbonchiosa. Da ultimo, i bacilli della seLlicemia dei coni'!li e del mal rossino dei maial1 deLlero un risultato insufficiente, da aJùebil.at•.:~t verosimilmente alla scarsa virulenza, coroeché le colture non s1eno ancora capaci dj svilupparla al grado neces· sa rio. Alle ricerche dianzi esposte in succinto Buchner aveva ancora bisogno di chiedere: per qual modo st compie il pas!!aggio traverso il polmone 1 quali condizioni lo ravClrlscono, quali altre lo impediscono 1 per quali specie di germi inret· l.ivi é da ammettersene la possibilità, per quali altre viceversa da escluderla~ Per amor di brevità riporterò solo per sommi capi le I'isposte concludenti a ciascuno di queste do· mande. ll prospetto generale di Lutti gli sperimenti riuniti, Ji inalazioni secche ad umide e di alimenlaztone simultanea a contrviJo, coi diversi germi mento va ti, melle in rilieYo a colpo d'occhio reslrema contagiosità dell' inaJazione (68.6 •;, di morti) rispetto all'alimenlazione (8,9 •fJ, e conduce alla conclusione che effettivamente Ja superficie polmonare intatla sia permeabile ai microrganismi pal.o~eni. lo un cet·~o sl.aùio del processo infeUivo, mercé le inalazioni umioe, i bacilli per massima parte eran già. penetrati nei capiUEU"i sanguigni, nei quali, secondo Buchner, l'arrivo è poss1bile per la via dei linfatici e delle glandole .bronchlall, ma anr.he ciiretlamente nei vasellioi traverso minimi stomi delle pareti sotto l'influenza dello sttmolo morboso: come nel processo flogistico i leucocili ed i corpuscoli rossi migrano all'esterno, alla stessa guisa i germi organizzati, per la loro estrema piccoleu.a, per l'allerazione che inducono nelle pareti vasali, per l'attività. pt·opria di cui sooo dotati, agiscono inversamente e penetrano aJI'interno. Quest'attività di penetrazione dei bal-
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Ieri patogeni è f!enza dubbio uno dei risullati più irnportae• delle ricerche presenti. e fino ad un eerto punto, stretta-. mente parlando, Fliiglle e Làhr anebbero ragione nell'ammettere che la I!Uper1icie polmonare intatta sia impermeabile, perché nel momento stesso che avviene il passaggio attivo d!.'i germi, é tolle di mezzo la integrità: una penetrazione puramente m~>ceanica. per lrasporto, non ha luogo nemmeno pei balleri non palogeni e per il pol"i~colo iuerCe, ma inle~ in que...lo l.'en!lo l'integrità non ha valore alcuno. l risultati negativi dPi due ora citati sperimeotatori ai spia. gano per il fallO che i balleri palogeni, impiegali nelle loro belle ed i~trullive rjc13rche, furono il bacillo del tiro e lo stafllococco piogene aureus, il primo dei qu~li é pei conigli, non precilSf'O"'lÌ a I'[UeJI' infezione, innocuo t.raverso la via polmonare, ed il 5eC()ndo, pur essendo palogeno, wa noo in ello graòo. per la !';tel'sa !>pecie animale, avt•ebbt! dovul.o a~ir., in graudf' quantii.A per moltiplicarsi e spiegare Ja &ua eU•v•là di pcnelrJzione, mentre invece un sol bacillo tli ear· bonchio o •li colera dei polli, virulento al massimo, è capace di dare iurezione. Dunque, la pred1sposizione della specie animale, e il potere di molliplicazione legalo ella virulenl8 del (lerme specifico, sono le condizioni che favori~eono la penelrazione alliva traverso il polmone. Quelle i+·ece che la ostacolano fino ed un certo punto, scaturi!>COOO dell"osaervaziouc analom~palologit•a della polmonite carbonchio!o8. che ino:or~e non a !teguito delle inalazioni di spore, ma di baetlli, i quali ~i moltiplicarono •·apidemeole in quanti lA s&.raor· dinaria, delerminando una .,.iolenla Joc~lliziazione primarie. sen1.a che ,c;j rinvcni~q e nel sangue e nella milza, come • · rebbe stato da aspettarsi, una precoce e copio~ invasione di mic1•obi: d'onde ... j può concepire che la flogosi polmonare, eccitata dai g~rmi bacillari, abbia il s,guitlcalo a·uoe u&ile e,·enienza pe1· l'organi~mo generale, come gia Liibr e Ribùert &\'e vano indicato. in virLù dell'etti vitA delle cosi delle cellule ciloraghe (plt~vten). tanto piu cn~rgiea per quanto è coMidcr"vole il loro numeN e maggiore lo stimolo flogistico. Da ultimo, le allre specie di microbi, oltN gli enunziati, ca-
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paci di delerrnin&re un'infezione traver"o la superficiu polmonare mlstta ~arellbet•o i parassiti del sangue. ol:'~iu quelli che sono in grado dj vivere e molliplicat·si in quosluliquido: tullt gh ollri r::ono ùlll!ramenle da esclud~rsi da questo modo eli peneh·a:llolw nt'lreconomta animale. Nell'uomo é da menzionare le cosi delta • maJatlia degli stracri a, provocata dolio ~LeS'O ibactllo del carbonchio, elle ~erosimilmenl~ ptmelra dal polmone, mancando in altri F:tti (pelle o muco:>a inteF:linale) o~ni tr·al'cia ravvi~abile d'altra entrata. Gh !>pirilli della febbt·e ricorn•ute ~ono squisiti pur&::-3iti del sallf!'U&, che con lulla probabililò entrano nel circolo direttamente dagli alveoli polwonari alle . lellsa categorin Rppartengono ~li emomicrob1 dello mulartll, ~ieno de;;si plnr::modi incorporati ai cor·pu~coli ro'<F:i, "econdo Marcb1afava e Celli, o coccirli d' allra gppcit• biologica eerondo Met..~chnikofT. i quali l'os;.ervazìone clinit•a ritien•] re· nelNtli oeU'organil<mo per le vie respiratorie. l bacilli del Ltlbercolo e della morva, che mn~trano 11wla analugia fra lorn, non sono al conlrorio para~~ili del sanguo: le inalazioni di bacilli Lubet•coluJ'I hanno provato che l'lviluppano uoa infPzione localizzata, dirò cosi PxtravosalP, e che in l'MOndo wmpn la meta~tn--i in or gan1 mtcrui si opera non dit•ellameote pei vasi sanguigni. ma per succt•fl«iva infeztone deoi follicoli linfatici e finalmente delle glan•lolu bronchinli, 1l'uncle l'uller10re diffondersi, come a rap;ione o;.~et•va Baumgarlen, non succede per semplice tra:=porto mccranic• '• ma 1ll virtù delriofellività inerente agli !'lP_,.,si baci11i Sebb~ue pet baciiH deUa m orva le oo1'1tre conoF:cenze 8ieuo tuttora mollo limttatP. cJOnoncstanlp, Bucbnf:'r in uno -.peri mento el<E>guito sopra .tue cavie, alle quali li fece inalat·e !lotto fOI'Illll rli nt>hbia, ottenn~> l' imporlanlr:> ri;.ultato che rynei micrnhi , analogamente ai tubercolari. determinarono in un ca!<O una localizzazione polmonare primar1a !!Otto rorma di nodulo mor,·o~o, un po' più gros~o d'un pisello. con eruzione miliare nella milza, mentre, nell"aJlro aniroaluccio ucc.iM al t4•giorno, l) polmone re~lò completamente intallo. ed un'incipiente et·u· zìone miliare di morva splenica fu parimenti occertalu con colture ball~riologiche. Laotule una localinazione primaria nel polmone non é una eondifi() ~irte qua not~ pet• l'enlrula
Il VISTA
dei bacilli ruorvo~i negli organi int•'r·ni, come Anche é possibile che inalando bacilli tubercolar·i, l'inf~zione prrmeria polmonare mouchi e !oli abbia invece tubercolus1 n... i r-eni, nei
te!lticoli e nelle o~>-.a. Per lo ,tr•ept•;cocco erisipelog~::no, di cui è nota la panico• la1·c <~llpllCità di s\'iluppt~r~<i nel !OÌStemalinfatico, quando detenntlla tufezHmì primarie interne (come 5f' ne contano cui n~:lla letlcratura, c rra gh allri uno di Hartm~tnn di peritonile micotica spontanea) si può ammettere per probabile il p&!IS&flSJO dal polmone per le \'ÌC Jiufaliche nelle saugUlgne, come lo ~lC:'"Q Hartmann ue trovò nei capillari epatici: ma l'ipote!li merita più Ampie dimostrazioni rli falli e c~lrolli d 1
ricerche ~perimenta!J. Pei mirrohi del pu.. Jn cos11 è un pfl' più chiara. perché tanto lo stotilococeo com... lo slreptococco pto~ene è certo l'he hanno una parl•! ~tlliva nei proca,;~i t>ndt>cnrùilld, e meult•a l'uno si r·invìene nella corrente san~uigna alla libera ~uperflrie d11lle vAivlll .... l'altro pr•edilige il tes~uto di ~~se e ndla pionuH lo si trova nei capillari renali e di altri organi inlerui. t!' onde si dèl:lume la po~sibilila che vhano nel Rangue penetr•andovt n poco a poco riallt> vie linfaticue e ghllldole bronchiali. l Per· conduùere re•l&uo 11ncora a citarsi il bHciliÒ del lito et.l il vibrione colcrigenu, che nun sono paras~1ti propri del ::-augue. Pc•· il primo è inceri.Q che le inalazioni operino una dit·elta pcnelrazione nel dt·colo sanguir:oo, nel quèile peralt.ro è r•cono~ciuto che poflsa in certo n10do ~viluppars1: gli spertmenti. a motivo for~<~ della niuua J•redi:.po.'tzione delle
specie animali a contrarre l'infezio11e tifo<:a, han d&to tln'oggi risultati negati\:i. In non minor•e sfavorevole u•nuiziouc lro· ,·ui il bacillo-virgola ri~petto al san!{ue •lt>U'uomo mfenno d t colera, perché ad f'!ccczione di ru;lrt>tti dali dlll Babes. che tro'il quel mtcr·obio nP.i re11i d1 cadaYeri colero!li, lo si è f'Ìn\'enulo "Oitanlo nt·l lllbo int,..stinale. Le speciali J'JCerchA <lì Buchner· . dirette a pro"are una certa <'..&pacilà del prt'dt!lto "ibrione del Koch a sviluppar"'i fuori dell'ot'<~arnsou"' nel ~nn::ue detlbdnato del coniglio, non condur_ono a ri!!ul• ttllo pn~1li vn, e !'Ollanlo permettono di aon e!lcluder-ela po!!-
«il11lità che de:-so ~i SYiluppi nel «&n!{ue circolante . :<tante ht mAg!!iore predtsposizione che l'ot·wwismo umano J.!l'e!"enta pt>r il colera. GioYa però ncordare che lo ,..tf:!c;<lo autor~, in un precedente la,·oro (Are/lio fo r Hugi"ne, vol. 3, pag. 101·2 . pro' ò il fallo impor·tanle che La localizzazione del wlura sull"ml<'· ~tino :::ì ''el'ifica non solo per introduzione del ~er me pt•r.ifico a tra,·erso !t' vie di~e$live, ma ancbe p•·r· iuiezioni tpoderrniche in !!rllZJto delfassorbimento linralico. Hueppe pervenne allo stesso risultato (Berl. kUn. Wochenaeh r .• N. 11, 1887. pag. 185) intro lucendo il vibrione colerigeno nel cavo peritoneale. Laonde è lecito dednrre chu alla :;tessa ,:u1sa po:ssa il bacillo-virgola traversare le vje linfutiche polmonar• e localizzarsi nell'intestino. G. P.
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VARIETÀ Eume ott&lmosooptoo alla luoe naturale. Il Vivolle, wedico militare francese, atluando un procel'"O Proun dell'aprii~> 1888. pratics l'esame ottalmoscopico alla luee bianea, e !>Ug:;reriscP aùottarc esso proce,sc, pei con«Jgli d1 re\'J"ione.
d~>l
All'unica finestra della carnera d'osservazione (um<'a per moJo di dire, perché dell'ellre, !'6 ne esi~tono, "'i cluutlono le imposte) si applica una cortina di tela o<~cura, nera (lu· ~trine noire) che "Ì può anche fissare con .!egli -"'Pilli all'an· telaiatura della finestra. ln 8"'0. tela si prali<'a un foro c•rcolore (che potrà orlarsi od anche rafforzar e con tlldiferro) èel difUQelro di LO centimetri; l'altezza del foro ò determinala ù&llu altezzu del capo dell'esaminolo che c.l~vc fat·l3i ~ederu col dot·so rivolto alla finestre .... il foro deve e~!iere appena più alLo del capo, cosicché l'osllervatore P0""1l t•accogliere collo specchietto oltalmoscopit•o i raggi lu111ino~i che pct·
H 3i
V.UUKT\
t!<l!'O foro penetrano nella camera e gcltat·li nell'occhio in U"tUDe. Si ha co~s .;e la llne~tra dà su d'uno spazio aperto, ,..u un largo orizzonte (ed anche &gbriungo io. ~e la pareti! o mul'aglia di contro è unita e bianca, benchè lo "'pazio sia limitato) una c:uftlcientc illumiDazione, straordinariamente bdla, t~gN~pamcule lolJerala, e che ra rilevar·e j) ronJo OCll• lore !>Ollo uo ac:pl!llo v.,ramenle nuovo. slupen•lo. Chi ,crive nel caso dt etlcslllre la '-Prità e le pratica racililé del procflel'=O, che de.,..cris,oe fino dal 1H()'\ (f) SOliti ti titolo: Hsplora.zioni. ottalmoseopiehe alla lucenatu raledijJusa e eh~ praticò sempre nell'ospedale di Firenze, O\'e ancora oggidl ro!':isle nella salA delle conferenze, applicato all'unica finestra dt l'!:lil& ~<nln. lo !:iluoiao fìnP<>trato che gli c:erçiva per C!:'l<i espe1·imenti In nennonia é da aon1 praticato ~>s!•o metodo specialmcute nt>ll~ o~!'let·vazioni rne\lico-legall mililart. B.
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HIVISTA BIBLlOGHAFICA l TeDd& 4el oomit&to oentrale della Orooe-Bou&, e materiale 4egl1 ospecl&l1 cl& O&mpo. È un opuscolello pubbJiratu dall'egrc,rio colle~a colonnello medico ispellore doli. cnmm. Arenu-~acelll, nel •rusle é la de.c;cr•ziouo della tenda da lui iwweginat.a, coll'iodieaz.ione del modo tlt appref<tarla e riporla, uoo che un cenno del matortale per gli ocopedali da campo della Croce-Ro:<!:>a,avendo il comitato suo centrale pure dalo allo stesso cumm. Arena l'incarico di farli costruire ~>ollo la sua direzione, altcnendo.. i ai modelli regolamentari dell'esercito. La piccola len.ta larga (di faccia) 450 cm. profonda (lìancht) 250 cm. ha una guperfìcie di quasi 12 metri; e alla al Cf'rtlro U> Gioro.•lo eh .llrdltltl<di U«.lrt, !868, pn;. 681.
RIVlST.\ BmUOGBAFTCA
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280 cm. ma l"aJtezza media ne é solo di circa 238 cm .. sicché hn una capacitA di poco inferiore a 27 metri (l). Racchiusa cogli accessori in una cassa, questa pe:-~a in complesso 280 ckilogr. circa. Peso non isproporzionalo ,Jj certo, mu trallandoRi d'un solo collo uo po' imbarauante pel rnaneggu•. i~ dello che è per• 4 iofc:rmi.. ... Parrebbe quindi eh e ogni !O pedale dov~e averne diverse? Ad ogni modo a cia~cun infermo spetterebbe uno "pazio luogo 2•,50 e larr;:o t•.t:?.5, quindi 2-.81 di superficie, e circa 6'", !j'3 di cubatura ..... Anche rla tnli tntsure non paro debba valere qual tefl(fa-o8pedale; for·se ll"all8si d'una tenda ùi isolamento, od onche operator•ta a giudicare da alcuni oggetti di arredamento, addombrali nell'interno (fig. 3'). Sio dalla de:;crizione, come dalle figure appare semphcP, svelta e tuttavia solida. È capace di larga ventilazione ~ia per· le due finestrine aperte, in opposizione, alle te!"late, siH per lo po!~~ibililà eli aprire un lungo o::pira~lio in allo sganciando la. lela in corrispondenza di due ùegli spi~oli piov(>nli del tello, sia anche tenendo speri& lu lur·ga porta nel mezzo del Ialo di fronte. Dal cenno sul mater iale Jegli ospedali òo campo \&dèSÌ che lt·alla!'Ì di spetlali di JOO e divisibili ancora in di 50 lelli. Gli fu quindi di neces!'ilà adall8re a tale jor.1a il numero e lo riporli;&ione dt>gli Of?:;telti. Però il comm. Ar·ena l•o lrovolo Hlodo, con uua lenue modificazione dulia numel'nzione delle caso::e. eli rendere possibile, facile e proltla ht Cl1«llluz.Joue anche d'un ospedale per 200 infermi. come regolarmeul~ '-ono quelli dell'esercito. Peccato abbta spinta l'osoUezza del! imitazione d~l maler-ial... militare fino o copiare lo indicazioni in numeri arabici. romani, leltere, ecc., ecc. ....! Complicnuone imbarazzante e punto necessaria a ra~giun~erfl l'ulilo scoptl deliA 11uddir.i:~ibilità dei rlioersi materiali.. .... Ma ~· aùnllata nell'Esercilo1 A render·e facile la conoscenza dellB ubicozione dei sin!;!oli og~etli. medicinali. ecc., tt cia,..cun o:<pednlo è unito uu qun(l) r;: occorso un errore dJ stampa: ht cob.1t1rrn ~ n..tl'npu~olo mwcola •h centtmotrl 1675.
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IUVISTA BlBLIOGHAFICA
derno Il Rt.o mpa ove il materiale è indicato in ordjne alfabetico con richiamo alle casse e colli di dotazione. L"opu8colo di cui facciamo ceuno fu redaLto nel f('iustissirno :;copo di facilitare il maneggio della tendli e rar conoscere la natura eò entità clt>i materiali di dotazione degli o"pedali a i COOlit.ati locali ed ai medici che prestdranno s~rvizio alla società della Croce Rossa in caso di mobilitazione. B.
NOTIZIE
Corso 41 pertesloDameDto d'IgleDe Pubblloa.
Ai nomi degli ufflc1ah medic1 e del farmacista militare destinati a frequentare il Corso d'Igiene Pubblica nella Scuola di Perrt>z1onamento anne~~a all'lsliluto d'Igiene SperimenLtil~ della H Università Ji Roma, devesi aggiungere quello tlt•l capitano medico Ragnini Romolo, il quale otte'\ne di al":-oervi ammesso. 4 LA DIREZIONE.
80"0 Gtoblleo del GeDeralstab...rzt VOD Lauer.
S. E. il Gener·al~t.ab~ai"Zt e capo del corpo sanitario Ileil'e ercito lede"CO dott. v. Lauer ba celebralo il 1~ dicembre, il (;()• onniver"ario della sua t::ntraLa nel servizio militnre. Com .. t>i rileva dal ~- 12 dalla Deui3che militii.riir~tficlle ze,t.o;chrift di que11l'anno, 1l tlolt v. Lauer, nato nell'anno 1~'1.18, !u allievo dell'istiluto medico-chirurgico Federico Guglielmo, entr6 nell'esercito il 18'28 in qualità dr charité-chirurg e consegui la laurea in rnc.licina nel 1830. Da quell'epoca percorl!e tutti i ~r·acti della carriera samlar1a militare e dal 13 dicembre 1~79 copr~ l'attuale sua carica col grado di luogotenente gener·ole Jal 22 mat·zo 1881.
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NOTIZIK
In questa c:tua lunga carriera !<i dedicò pure all'in<>egnamento nell'islilulo Federico Gu~lielmo, come prìvaLo docente all'univer:;ìlà di Berlino e comP. profescore <>Lraordinario dell'accademia militare medico chirurgica. È membro della com· missione e,.,aminalrice superiore per gli e"'omi meJict di ~lato e prore~"ore onorario dell'unh·ersilà di Berlino. Il predelLa g:iornale dà la lunga :;erie delle sue pubblicazioni scientifiche dal 1830 al 1865. Mandiamo, ben lieti. le no!<ll'e ft!licit.azioni all'illustre m~> dico militare e scienziato e.J uniamo i no<>lri voti fl quelli del corpo -<anitario tedesco per la <>ua con::;ervazione.
R.
Il Diret.t.or<-•
Doll. FELICE BAROFFJO generale medico.
11 Collaboratore perla R.• :Marina
11 Rcda.t.t.orc
GJOVAN!'fJ PETELLA Jltd.ko eU l" e!Mu
CLAUDIO SF'ORZA Copjl.cal\0 •ed aeo.
NuTL"'l FBnERtco, Gerente.
l N DICE GENERA LE
MEMORIE ORIGINAL I . .\Jtt•uosnt L111ra, meilico di t G claSSI' della R.• marina - DI un caso di Crattura commlnu tiva della tibia con perdita di una O(Jtevole por7.lono di os~o l!Ogult.'llla l!il8rlgione.- Contributo alln chirurgia conservii trice • p,,g. tO:U RAIIOAT&LLI ETTORE, eap1tano m~•lleo - Mia permanenza a Massaua dal ~t~u~no 1887 al ma!I'Rio t888 - Brevi osservazioni cllmatologlche e elinJche • • • • • • . . . . . ' • Ul l llAnurno comrn. F&I.IC&, generale meolieo - l treni-ospedale •Iella Croce Rossa it31iana • • MI 0.Ui0 Il UITOLOIIIIO, IOtlOtA!nen le wedico -Alcune consideruioni terapeu• liebe c IAtb\iche m c:ut di otite Jruldaa acutll ossernaU neU'os~ •llle mlllwo di R·1:tl:'l t lur.~nte l'mYerM degli anni t886·87 e 1887-88 • 151 6 Eas \llt>O Lt tr.J, eap•tan? medico - O'!lla. terapia mecc:anlca e del m.uSlgglo eoo re,oconto di a t.:anl easi ellnict • • taJ lllA!\Cnt 'd.UIIASIJ, moot•'O •Il , . clAsse Df'lla n.• marina- SiDiod~rm:t o l• 167 ceroso . CoLA -A:>Tt C, e Mosc., nu.t 1\, - J.'ac1do parabUico nella orina del sol-l dati dOJl() lo marcie di ""i.Stenla • • tQ Il& Rt:omo hcrt&Lt, me lìeo di t• cla33e •iella R.• mario3 - Sulla verru"'a ~ruana • t5'1 Oe S\IITI 0JCLtO, 'IOilòtenenlo mediCO - Sulla eura dei bubboni lngui• 9U
La Sellone di sanìta (~(!!' le J truppe 10 AfriCA - Considerazioni c propoo;te • S8ll LC~CIOLA GtA~oOMO, l;•nente mll\llco - l f~>riU di Dogàli e SaaU. • m liAI'!jTI\f:LI.I Duli&NICO, maggioro mo'ileo - Il suicidio nell'e~ercilo.
G!'II'A e.tv. S.u.vnou. rraa1Nlore ma.llco -
PA-'f.UA Col\', I'AXFILO, maggiore medlco-Comlderaztoni~;t.,listlehe ~ulle
febbri malaricbs curate nell'ospethle mJIItare di Romll olnl l~hbruto 1886 al rceonaio tS!rl. . f','D· 1!!9 PA~uu eat. PA'>F'U.V. magmore medtco- Un ca.so di hronthlte flbrliJosa avuto tn cura nel l riparto Ji me.lieina dell'ospedale oaeltwe oli Boma • 100'.• Pu1' eu••\J>OilEA, tenente colonnello medìeo - Glllf e leilone tlllumateu tiell'articolattone del piede sinbtro p~r ferita d'anna \la ful\co • r.u P&cco collllll. Gu.co:~~o, g.:nuale me(!ieo - Operazioni c:blmrgtcbc ~late eiemte dur.mto l'anno l887 npglt -tabllrmcuti sanal&Ji militari • t34S SOTI' Andrl',a, ,;ottotenent~ medico - AICI'S...'IO l•lioJ13h~o •lei urvello e~ mnJUQ.Dte coU'e.t~rno • 7~ f.Acc::nnt GAIIT.l!io, llli!dito di ~ cla~38 della n.• marina- Ul un eallò di erpete lln!lU.3Ie a seguito d'itterbia c.'\tam~. • 1161_
RIVISTE DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI IIIVtST.\ ll&OICA .
AellnumJCO•I nell'uomo (contributo alla nozionP. dell') - PetroiT Pog. l OM A1Tt>1.ion1 polmon;ui (contribuzione alla Jlatoloj!la delle) - Hara\\ • t'.Sf Albumlnunn (flrll'urina oon apumosa in alcuni c.1sl di) - Klrl.: • 516 .\n~mla J•Prnl• ooa (il t>otrioe.:pbahB Jatu3 e). • soo Antiplrlua (le Iniezioni lflodermlrbe di) nelle a!Te:t:lòni lloloroif!- lll't!tlkel • 6~ AnUiurelL!I (•ulla teoria del processo rebt..rile 6 sull'azione deghl - RoJ~ntba1. • &;6 BradJcard1a Uulla) - Grob • t 'J8i Brooco-poeu.monit.e aC"uta cont.agio,-a (iOplll una forma sp'lCWe diJ Cantani
•
ta
Carcinoma (rlr<-rebe st>erimeotnli e betterlolo)llrhe sull'etiologia del) :;,enger. • 63t Cirro!! iperlrollca del regato (00 ea30 di) - Julo. 65 Cloruro d'ammonio (Il) nel trau.ameoto delle mal.atUe t'p:atiche- Stllwnrl • 54l CoiJlQ oli calore - Anderson • au CoiJ'I dt calore p:tròSS13tiCi (d~!) - CoUt<!ao•l. • !i35 Edcm:l a~uto cncoscnttu - Rtel.tl . • 304 Emorragie polrn•)llMJ (ttrapia delle) • lt!U Euteromtr.o~• earhonchlosa. complicante nn t1fo addominale In .t• giornata di m:llattia - Karllnskl • • 1395 ~t•iles<ln pArzi111P (contributo al Sll;llÌfle.,to semlologfco 11~11')- S ppilh • G8'i Eri~ipllla (sull\ltiologia dell') e della. C~hlrre puorperalo - IL-!.rtmnnn • O!G Ergotlnr~ (sull'u'!o dell'l io alcune m:~latt1e diii ruore - nosenhaeh. • &73
l HO Febbre dt>l R•no (1.\ c~i tletta) COlll" malattia d'oril;me nmosa centrale - Klnnmr . P11g. • tos'
Febbre tifoir!P <11 alCIUli !Pnomcnl va."'motom nPIIa) - :\foney. • 11113 Fegato (lo. runzlone nntitossiea del) . 66 Flemmone nculo dt>llll faringe Ila infPZione prima.ria - Senator, Landgraf, Bagrr e 8aruch . • i'9t Plemmoo~ \nfelU•o prtm.ulo !Iella faringe (ancora del) • 11tt Focolai tubrreolosi nelle o:ss:a (ricerche 'perimeotaU ~na rormazll)oe det1 - lliiller • • a Grenrine mcapsulate 10 membran<> dìfteriche dell'uomo lrt'pertu mlero:;ooplco di) - Pt>ters • • 1031 Ileo-tiro (di alcunP •limcolt.\ nella dlal{lln<i del ) - Dali • , ltiiO lnsufflcferm\ trleusplrlale (~uUa dÌllftiiOSI dclln) - Rlegel . • t!17 lodol (Il) ...1 il •uo \nlon ~t-rareutico nell~ aiTmoni tubercolosa e di. tra nalnm dPlh laringe e del naso) - Prlor • eeo Itterizia nel colera 111 - Mooteru.:.~o • 933 Litemla (~lru.ne cou<lderu.ioni ,ulla) ed l disordtna aiDnl - Sallutb~~.
·~ S!
Mal3ttie cPrebrnli (\.1 db#oosl llelle) - Nothn.'l ~t Msbtt•e d~u·,,rl'eehlf) (sulla perctzlone d~l snonn di un diapason applicato al mucellare Inferiore e sua applleazlone alla dlllg!IOSt delle) Masmr
•
• tJ87
Mio<~lle inretu\11 primiti\"o
eontrfbuzione nllo ~tudio della) - Brunon • 4!6 .'eVI'lllg!e ioierrostnll (di:lj!'Oosl e tempia !!Pile) - Suligmiiller. • 306 Onarusmo (~mJI;l~ .j.J 1tl•-s.so patellare otll'} - De Renzi • 1!86 Pachidermla C:clla t.1nngP. ('u1L"1) - Yirchow • ' • JOS Paralbi: dtl qninlo palo di nenl eranict (~uUa) - Ferrier. • t043 l'am!Lli fd~liA) nella tll~•~>nteria e n-Ila diarrea rronlcbe nel pat><;l uh!lPutclbt't • t04! Parenchim~Losl ar\ltll 031, nna nuova mal3ttla infetU\1l- Bnrh\\ald • 1164 Perens.~ionr. (sul valoro diagnostico dcll'nscoltn71on~ steto~~orlra •ll•lla) -
De Pomlnìdt
• ••
PelaUna rlal n~>lla guarnigione di lloniJlPlliPr durante l'anno IBSG ~~t
M
Pcritonite rronlra 1(113Till!. spontantameote In <~>!OJilo a perforazioneHc.rbhan•' . ,. Piccolo puuto (un) dr~o d'essere eonoselnto - Wedeldnd • PleliU> cronica l~lcunì puuli oell& dlngno81 dell~) - Coe • " Pn<'uruonll' m•hment.ui e l~rvate - Kuho • • ProteiL~ huminl~ rap~ukttus cono nuf)va m~latun da Infezione nPII'uomo :renemL1 dal) - llordolti-CII'red•w• • Plomaine (8ulla prl'stD%.1 dr ~ org~lche) neflll escreati dei tuberculosl -
B.>oardi •
678 300 1154 ~
6:'3
• 4!7
Rabbia {sulla) e ~ul mt>todo di cura preventiva alla Pastcnr - Di Veste:~ e- Zanrl • 16'7
lU I sruwl .:nrdi:~eo (SUII•l) - ()c Giovanni . l'ln~..po r:wliaea cmnrt•• p••rl da irrit.uio11e •le Ilo stomaco .
P!Jg. ell3 60
SP~t>ml muscolari (degli) r.onsecnli1·1 alle l•l~lonl reumnliehe eronlrhe olell"
!riWiture - &Uet • • 1010 Stomaro (contrlillllo alla determinazione d~J limiti deiJCI} medbnle pereu5.,ione- l'acannw<ki • • 1;5 T••tlthfl traumntic.• olell' UQmO All' uom<l (';ulla tr.h'tllt •1bilitli o.lel) Berger.
Tetano ~ponl.aueo (09'>erV'~r.lone <li un c.1-n di• - Bo!!n.'lOi Tisl olella laringe: (sulla curabili!:• e !Ili tmttamento <Iella) - Hmiug
•
931
•
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Thl sub-3(tlta (~>O dc guarfgluDI' d.\) -,,uld • 4!8 Ti<i (sulla etlolo;t.l 111'113) - Plllhp . • 5'6 Tuberrolosc polmouare llmmunil.'l d:tlln) nec !omat:lat dA C!!lce, o conseguenti pror•o~!\· tcraJ•eutlclle . " 1:\87 Velo·pen•lolo ·l'allung:un;•nl.o del) CIUIIIt~ caus.1 dl errori dì&llTtUSltri
Gbinozzl
• 4:!3
\'emte nello stomaco t:tusa di slntMoi roler1ci - SuU.vo • • UO l1~ra dello stomaro tmnucnza •lei trnumi •uiJa i•rodutlone della) -
- llltter • m Ulrera rotonda clcllo atom:u:o mila ··•1ra •ltlr• - G••rh:\rdt • !130 on.~rupill batleriologlea per la dlai{IIOSJ tlellll malattie lntet'ne !!mtJortanra dllll'1 - :'\eumaun • SOO ntVJq.\ UlliiUfiGIC.-\.
Adtii)!Oe t1Mltl (eriLll olell') durnnll! la 'l>l'lllzionc del Tonklno Jlag. 188 AO"u.lronl rhiml'j!iehe o.lel rene o la rwrrcrtorulà (conquJ~ra~ionl prntìche <ullc) - Thlrlar. • 9!3 Aloml nt.ulone (.-opm I"J rroolll n~ l! orerati 111 resezìone gastriea ed int~>•t!n:~le - T n \l'li • • m Amput.atione d~Jla gamlh1 ($Id tecull"l~nHJ dell')- ObaJtn,Jci • SI! ._ntr.-.re trnttamento SJ>ertllco dell"1 d~ll"antracemia e del carbonchio MUJj~ett
•
4311
\nmortMDa dell'lnnonunat.t curato coll:t ~lmult.anea aJiaC(Jatnra delhi ca· rotltle primitiva lle.tra e !!Pila succlatia- Warton • • tS& .~ione c:oxo-r•moral" tuo metodo !aeile Ili re:sezione Il PII') -ltoberts •
311 \sces•o ll••lb milza (os<er•'llXiuuì SOl•ra uo ~o dl) guanto eun operanone- l.aueu.tem . • • • . . . • . • ,. 1174 ~l~llèl"(è.jt:~to (11~1 tralt:uncnlll rhintrgtoo clegli} col mellld•• di Slromeycr-L•tlle - M3hboux. \s.···-st epatici (una nuova oparulone per la cura degli) - Zanrarol • tll9 .\•~··--. cai!U (ìl rascluamcnto negli) - Cautì • ~:>li Calroh rcnali (sulla patogeAeSi dei) - llascb . ....._ . • lS:: • 1:!90 l~udlocentesi (~opm i m<:todi e le intllr.:uhonl tleUa) - Zerner !Il
r..1to1Me elasti•:o (un nuovo) per gli iogro~suneuti della pro~tata - Be~ejlottl . Ptlf. • CallSe Ue) Il• ILorte nello fente pPr ltlll.1. da fuoco - Mosetig v. Moorii(Jf • 8lt C:i•t• hlaUdea Ilei me<-J·coloo tras'e~: laparotom•a. .UIJOrtazi(Jne, cura - Sydn~y Jnne' • ue1 Clnicola (s•ttur.• mol.\lhca nell11 fr.<llure dellat - Po~tempski • • &Il Cont.ribuz.Jone alla chlrun:ia endocranica- Du.rante • • Ul t:ucm! (fenlll d~l veutrlcolo ~inastco del t - ,roarigione - S.ia~koiJ. • •• lliianlcoluioue del liiOucrhlo ld"l valore llell.a) - DuJ•Ian~· • • ltlmcolla lll1 errori di llla,;no,J - Ger~ung c Turbinltl'r • a nitlrttaioM d~li atrume~~•l chlrur~tici ltll'fC.è bo.>lhtura in ar<ln.t a tOOD <:. per car1110e mluuU t'd al j·operlo - Onldsohn . • IIOl Emonaeaha.,hn•l ' •ull') IO ~itu a r~rita da punta dell'arteria awnmaria e:~tcroa - llBdelung. • . . . . . . • J • He En•Joqcorala vesc-•cale (rootributo all') oen'uiJDlo a mezzo di appa~~le 1•l<'tlricu - N1t1e • U6 Ero~ hlll nuovo proce~<o nperatho pe.l tmttamentn dPII'J - W•mais 81 FPI{llto lrese7.tone alPI lubo l'in1stro del ) • • f egato (j.IUttrll{lone 111 un•L ferita tli protetllle oell - Leniard • • 661 Fugalo ({l'TIL'I Ila 1.1!!111'1 ""'' - larmotom.J;t - Slltllrll dt>l rcgato - guarhtiOIIe · l'o•lelnp~kl • • F•·~~tn (ferita d'arma tllt ruoco oll'l) con frattura comminuta delle CO$tùle - cura chlmrglr:~ - gunriglone - Fric.k • 1016 Filmore (r~1eztonr. enartrv•li&le dcii, proccs~o Votkmann - Postcmpski • &Il l''lstole branchiali (sOJint llne r.asi di) - Oretthia. • 110 ~·,,toln relt.'lll (routrlhution•• c.:<SUtAlica all'operazione dalleJ- GrtJfrath • 1600 Fr11tura •Iella parrl!' tntl'rn:t dell' ori.Jit:.l e delle cellule etmo'sall ll;ta•nrr • fii Jo'mlluro t~ul tratlAm .. nln delle) col ru:\S;;&~gio - Lucas-Ghampionok're • Hl (:J~n·Julc cer\'1~:~11 htlJ<"r(()Jo'fl ISitlla e>lirpaziooe defle) - (irwafl!ld. • • hlroc~le (·1~1~ tu r.~ dell'l mediani" lo $~.olb.menlo e l'es<"t<ione della toolea • MI \'ll:llnll>ll - :'\ic:lbe • ' lr•:~lllzloot oli doroform10 iton>cgu~>nz~ t1m0te dPllf') - Dlgar •
*
....
Fre~ • •• U.parototula (se •' lll<lltl\f..l 1.1) nelle ferite d'anna rla fuoco dell'addome 0 lnlerC!-.!allti l YI<CI'ri - :"~OCrede • U1
Jodofonnio ed eresiJtch -
J.aparotomla per J~ntonitc tuhereolar" - Homau.s • &a l.lngna (un nuo\'n m"to.lo d'Co'CIISioae delta) - Barewen . • 161 l.lh.SatiQnl !•ltl gomito (rl•luzlool di dne) •LlWiti l'una l'la cu l'altra da ts:s giorni - ~elaton " l'lerot • U80 Nelliclna mJht:lre ~ul progr~'l della\ - Rntb • H5 lllehni!A' t~ITetU d"l nut>n proi~tUii e dell&l - Cb.auvel • •• :\llt:ltle tl<l ttlmQr~ ldatitloo. • 6lf • ltO Monr.<~ni (sulle n•·11rosa dtil Nl•rr,•etomh nd•lomiMI!! per rene mo1J1Ie -Po>temp5.kl
...
1i' !i ISerrolllotomia c~ulla) nell'anuria per calr~lo reMie, e cnntrohuzoone alla •Juo•lione dcll'muri3 riflessa - lsracl • Pa~ l~i l'ier•o mediano \SUtan seeond.aria del! ~Ila da rotomo completo •Iella rontlooe - Ebrmann . • tt9; Orecchio Ila l!l~no>l delle malatti.! d~W1 st:nu •trwneoli - UuotlngtooRtrhutl> • lOIG O,teomìellte (sul lnttamento primario dell')a~uta tntrnivr.- Tscbernlna • ~7 Ostruzione ontestonale (tre casi di) UlustrmU alcuni poSJibill errori di dia· gDO!'oi -
&l
Taylor .
CJVIllta dl turba (delruso dell') in ehorurgla - Lnr.1...Ch3mpionnli.ro. • l'la~ra m~tallica in sostltuziona della comune flond.l n•%1 amt•nLuioniAI••!Itnl . • l'uutura del tuore lstudio sperimentale sugli efTHU dPllll) nel e:LSi di oarw l cloroCo1mlca • •Jnldnelpote Cvmorall! trottura del tendone del mu colo). Ttnorralla Kautmann • • 1\e._-ezioue Ua) liti g\nocchlo segUita da um sol& meollr.ulone - Olller e Uuua •
IAO iOt 1113 93SI
• 10S3
lte.,trlr.~rlmenU uretrali (contrib11%ionc alla cura d~l) -
Ko1 ar.s.
• U99 Rotola c~nl trattamento delle l'ratture della) e sul ~noi risultati- 8<\cl.: • H iO Rotture muscolaro (~tuf!io clinico delle) del soh.latl 1!1 cavalleria.- Cbarcol P Conlllant. • &9!S Sello trontale (Crauura e depressione del) - guarigione - Mostrude • 1199 l)postnononto dPlln •artilsgioe internrticolare rlt•lla u1aaoolln In Corio re c suo • t8:1 tratlnmenlo mediante operazione- Annanda.le Til•la (la frattura per strappamento della spina dCIII\) - Mùller • un • S08 Tolo,ille <soll'emorragi:l dopo l'asportazione delle) - lue!.erkandl i' l Torar~··~·. tmriema ed oper8%ione dì E.sllaruJer - Van rlcn Corpnt Trapanazlone l COntribuzione ~la ra~ulstlea della) nelle lrattnre del ennio c rottura dell'arteria meoingea media - Bnonoer • 11)81) Tumori prostatsri teun radieale dell'ipcrtrofta. t• del) ron l'elcttroli$1 Cuper. • tOls \'o;:;roca !sutura della) attra\·erso un'mc.i>ione dt•ll'llddom~ per rottllrll trau· matiu - Holmes 6~
RIVI$TA DI OCIILISTIC.\ •
•\~mo.lauone (gli eceessi dii e loro eo11segueme - Scluio PllfJ. U s ,\m'Ulro~ lproet~>o per riconosc:e.re la !imolazlonA rtell') e dell'ambliopia moooculare - Miebaud . • 1186 AmblioJIIa eJ amaurosi monoculare {c:aratwl stereolcOJltCI per la samula· :tione della) - Kroll . • U94 Ametropie (misura delle) . • me
IU4 Atrolla del nervo ottl•~o (r.<lntrtbutlone allo ~tutho d~ll') In sCilullo a rìslJ>()ia della ra.cm. - Dufaud Pag. Cat.'lratta (trattamento della ferita MI tagliu OJ•eratlvo della!- llìmhberg • t.u Cecità !misure (Jrofilattlr.ht' contro la) • 581 Cefalea (la) 11r1>dotta da vizi di rcCraxi!)ne - Ri.:kerton • !17& C:herotlte (due nuove for10e di) - Cillet d• lìrammonl • Sllt Cheratite ìntmtizial,. leontribuxlone allo studio dell~l - S<!dan • G8l Cheratite (<opra una rorma particolare dii nella Cel!bre iotcrmlttente Van llll.lllllg,•n . • U9t • ,. Con;:iunthite grn.oulo;;a (Mtnro e Lrattampnto dma) . Coognmti~lte ~l reum~llsmo htP.norra~:ico - M•unac • 584 Congiuntin palpebra!•• 111omme ddl.l) - Trouss«MU • • lS03 Oevl:uiooi ornlari paralltlelle (le lndleazlooi di un tralttun<>n!o operatorio nelle! - Craefe • tll" DL,turbl \iS~vl nel diab··lil mellito - Bìrsehberg • • 3t8 Dìapuoo (influenza dol suoni e delle vibrazioni del) ~ull'or.chio • r.10 Em··r~lopia PJ>Irtemlca cn,trlbnztn,tll alla •lollrioa d••lla) - Kubli • 3!1 • 583 Emleranla oftalmica ( •'Urli t'DnllO r· - Gtllt. de l..alour.. ue Emorragie rl'ltnache nell'll.nemia (delle); d~lla presslon~ mtra-ocutare n~lle perdite a.'lllgui!!IUI e negli nnctenamentl rolla clJinlna e col r.f•,r.••fo - Ulrlc b • tlOO ETJ"'~ ocularo~ - DurnaL) • 577 Erl't'tC della c'-!rnea (ll••ll~ rlifforenU varietà ;H) c d'ulcera. rodente erp~tlca - C·•IPwv. ,L, • ;t'e F ..rro rol'entc (dl>l) nell• teratJeuUca oculare - Yarher • • 1307 Glaucoma tlrallmoauto rhlrurglco del) eolla lorroazll)ne di una tlstola conghmUvall! - Motals • • 51111 Guld l'itrei, corretti•i applicati •llrPttamrnl.tl alla cornea pella eorr••tlone ltelle drrurmita di questa non eonegglbtll colle lenti - Fick • • ltiS Loel'toni (delle) sull'equatore e sull'embrero po,terlore d~l globo oculare - liOtaas • • 1308 lonuenla (d•·ll') llella vt•ta sull'udìdone e r~-ctprocamenU! . • 13fl3 tpopion e cane dentarta- Brnn~rhvig . • 5i5 Le~aone oculare prodotta tJal Cuhnil•t~ - KniP..S • 31~ llalnttle p&ta53tla.rie dell'occhio ile) - v. lohend~r • Sii lllrrobt Jel lta('.<)ma e delle a.llre aiTezioni della coogiuotin • 339 Midnattci Id·•!. 'tnnueot.'l dea) e dea miotid ~ulla (JN's-iooe iotraoculare n•·lle condizioni llsiologlche - Stocker • tUlO Maopill (la g••nl'SI della\ - Veszel) . • Jj3 ltllopb lpreveozlone lft lla) - Ja\ d . • U93 Muscoli dell'oc.:hlo tsulla raradlt•.ar.looe eplsclerale o gaJvunlzzuiooo dei - Eutuwbnrg • 3!0 llll$r••h tlell'o~ebJo lmo,1menti pamd nella cur:l rlella 111Ltalisi del!Bull • !173 • U9:1 Neva·osl (stato del campo vlslvo nelle) - ~'inlle~teln •
\
l'\i.li.l:;mo (OOt.'\ sui) oe;;ll epilelUcl - Fért! • Pag. ~ Not.:o terapeutkhe relative all'oeulisUca - Boek • • ~og o~truzione delle vie awmall (della cura d~IJ') eoll'ellltlrollsl • &IlO Ottalmìa simfllltlca - U~ut.sehmann. • 8l4 Oll.almia ti') :rrarrulosa nell'armaLa russa • U93 Palhm di plombu (spiegazione ~penmontlle .rell'immunlta apanoftalmica. dei) - Rolland • • U 90 Parall~i LratunnUca di tutti i museo li dell'occhio sinistro, deU'accomoda· zlooe e deU'irlde, ptosi palpehrale e nPurite ottica - Rlng • 570 Pamlisi raecinlo (a!Leraztoni dell'occhio nella) - Picot. • eliO Parallsi riflessa (due cusl ùl) d'accomodazione dell'ocohio con mldrlasf, per . • • • USO lrrita.zlone dentaria - Theobald . Purltta (dell'lmmoblliiA della) nella pan!Bì progressiva - Moell • U81 Pupille (l'lneguaglianta tlelle) nelle persone s:me . " 577 Relllzlone !ra le malattlo Qc:ularl c la elmiotonosl intestinale • 3S') RPStriogimPniO deUa p~.tpllla durante la resplrazlone artif!eiale. • ~ ReUua (conclusioni del rapporto suUe ricerche latte dalla societa rra.ncese rl' oflalmologia roln UVlU!li!D te agli scollamenti dQIID.) • 108 Retloìte leueoemlca - nirsehbera: . • 340 Retinosropia, o llliallle dell'ombra - Claiborne • 71)t Rosolia o morbiLlo (forma. particolare d'oflàlmìa nelll!J - Galezowskì • U84 ScoLo!Da {<!ello) nelle altetioni glau.comatose del nervo ottico - Sachs 7 579 Senso della vista (locallu.azione del) - ~olhaguel • 583 Strabismo connrgente c:oncomltante (rieerehu cliniche sullo) - Adam Frost . • 581 Thomsen (stato della vlstn. in un caso di malattia di)- Delmas • G73 Tab3 dorsali! ((llteraz.loni oculari nella) - Berger . • !18! • t30t Tracoma (rfcerrhe bneterlologtche snl) - Jrurhardslcy. Vllllone binoculare (la) rlopo l'operazione dello strabis:ulo - Landolt • lS86 Vista minìmll per gti vmclali della regia marlnn • • Ui8 Vista minima per gli uiOeiali dtlla 8. Marina. - Condizloni di amm.issìone nella Regia Aecademl:\ navale • WO Vlsu~ IID.Ìliura obbiettiva del) - Seggel. • U75
IHVISTA DI PATOLOGIA ESOTICA •:Colex mosqutto • (Il) e la rebhre gialla Paq. 816 Identità della febbre gialla e dell.'l Infezione palustre di forma acuta • 8t8
I U.6 lliVI::\T.~ Ol .-\X.\TOlll.\ E FISIOLOGI.\.
Assorbhncuto d~l ~o t de~li amilacei nell'Itterizia- lhiller l'ag. Ili Allh1til del euoro (dell'l in reludone coll'apertura delle caTJ~ splacnlthe
-
Tan~ml
•
• t3t0
l'.btlMica (elfetl.l •leU'16Urpuione della) - Oddi . • titO Dualtt& del (j>"t-llo e della ntldolla •pmaJe - Bro'Wn·~uard. • 831 IUMU lblologlcl del clfuo • • 831 f'P,~;ato (riren:he auJie altera.iiofli del) nella mfmone malulea - Guar· ni~n • • 3\0
lnoculaztool col nleno dtl cro~lo • • Intestino distaccato dAl f\10 mest'Ateno tsul modo di compurtarsi dell') OrN:chla e Chbrcll" •
ao
• t31t
NeHoJthll e cellule nervose IX'rcbrall nei reu - ~ni " Ul1 Sèni di Val•al vn (~u!le runtlonl d~i) e dolio àppendici t~urlcol:m - Collier • tt!l7 Studio degllllpostamentl del centro dJ gravit.J nel corpo dell'uomo ùu· ran1.11 gli atll dell~ locomor.ione - Demeny. • 1133 Sulla eslstt•nzll. dl j,'nllgll o cellule nervose Isolate sul vontriroli del cuortl dell'uomo, del mammiferi e degli ureelh - Ka.:>em· Dek • 3l7 Vcleno clul serpcn tJ CII) • 830 RIVISTA DELI.E MAt.A1'TIE VENEREE E DEJ.L~ PELLE. Albuminuria (SUll') 5itllltlca - Ca~ari111 . /'!)g. :illl Allm~nw.lone tl'l 11 la medicazione per la via. del retto nPIIIl malattie dell-1 pelle - Skocmat.~r . • l!9t .-\loperla arf'ata (contrlhllltono alla cura dell') - Schachmano. • 814 Blenorragia (morti eaus-'le dallat - J>o,t • 839
•
~S
Gonorrea {sulla •1otsllone del tmtlamento abortivo della) - Welander • Gonorrea (studi apcrimeatall ~ulla patologia e sul trattamento .Jella) C;uper . • L<>ucocl~mta ($UIIal dPll:t pelle - Uoehsm:;er e Sebilr • :)fiQSite liDiitlea (•lrlla) - :Seumann. • Orcbl-epl-lldlmltl! lUbl'rcolosl aeuta (di una maniera frequente e non deswua dell'l • Psort&Sl teora dellat eou le alh dosi di loolnro di potru.~io - Raslond • Reatrblltlm•!Dtl dPll'un•tra (cura antisethu del) - Lavau·f. • Scot~tun es~ l della pelle aegulta da ;;uan;,1one - Jokolo\\!ki . •
845
Ecuma elH>rroko (l') - Unna .
Mi
83J 844 838 834
843 811
Tubercolosi cntllnea Csoll!l) per lnoculuione e per ;.uto-inrll2ione :ilt>lnth:\1
• J:i(lt
Vl'truCI\ llnnt.orulea (sulla cos1 delta)- tubercolosi verroeosa della cute • 841 e la 8llll relazione con Il lupo e la tubercolosi - Fmger .
I U7 RIVISTA IJI TER.U'EUTJI;\,
Aehll\ L\nnlco O') contro l' ·•Heleoameu to ptomatnt~o tl••l ebolera l!alltaol e l.le.;imone . Pav. 987 .Acelamlidn (-sulla azione btologtca P ter~J~Utica dell'l. • 1336 Albunt•nllrb eronlea tak:unl II•Jlunli sul trattamento dell'l Df'lla malaUla d t Rri31lt - \'ood . 1085 • 331 .\nùtellbnun (l'l•t~le ibintelL'll~. Anlitchl•riOA (l'j nelle ma.Lutle febbrili oJei Wlciulll - Wìduv.tlt • 8:1\l Anllptnn:t (eootributo all'aùone analge;;ka dell') . • :U9 \nttr•lnnu l~uJJ'arume t•mo• talle.l dell'l- Zonj!ht . • Ili'! Antlplrina (-;ulle dher.;.- applicazioni ltlrapeutiehe dell'). Confronto coll'mUf•·hbrina - Stia. • 13t:t \Oiilurct•ri t1.alor. clinico d~li) - Oroob • • 1001 \'Cf"' @tcurn (un meto<lo sempUI:<' per ollenere un') • • 600 lllnsslolo d'ldroln!llo od trattamento della dtrtente, oe>ll<! malattie del la· rrngtl, faringe, naso e delle vie bronrhinll e pt•lruun;;ri - Yount lllt•wr . • lli8 llurorr (le npplicaziooi delle (Jroprieta nntisNtieht• Ilei) t'dell'acido boricn
l .
.
.
•
llutloiu • • 1189 C:ulomt'll:lno (azione dluretiril. d•·l) .\le~Jc~ . • :1:10 t:aleolo'l hil,re (un ouo\o riote.llo contro la) - t• ..rclra • . • !Il\! Cirtolazlone l ~ecrezion•• rrnall' (dl'll':uiooP dl altUul runtlllt •ulla) -
.
~~~
~
r.oe:una l(a) gtudJcata oJall'e:>perieou Jlo>fSOOale - Ilio~ • 975 Cousooti"U•' lcootrjhuto al Lratl:~mento della) cou Il mlltodo oli Oen:t•oo
-
0\\~o-Pritcllard
.
ùcolrn~ (vlrlll.llita o1hlt:JM1.3ute t1ella)
• 3:11 .
~
597 r.reohua (la) •Juale antisettico ~ anlip:~rootario dell' lntestlflo - Ulller • tto~ l..rtlOsoto tcoolrtlnl7.1onP all'ìmpl••!lo •lei contro 1.1 hlhcrcolo'll pulmonare n la.no~:~ - Lultlin31o.i • 351 Greo10l0 puro tll fa~IO nt:lla Citra oll'lla tubercolo" (lOimooare - Svm-
merbrll<il. Brunn, Kaatzer, Rosentha.l e Drhtr • • Ut6 polso !!'minato come guida nelt'nmmtlll~lr:mon" dtolb) l•uro-iez • llit
111~1.111,. (d~l
Dtn:lllgu:amtonto fl'ipo<ltnnoclisi n~J pericolo di arl't!sto del cuore per) f:antanl • ~<51 Diuresi (lnOueiiUI delia •ottruiooe dei liquidi sull:t) - Pellcll~nfot.J. • Sll ~:ntlrr.•nf:& htella cum dell') - R.abo~ • ll&ll t:plsWil ~rr:nltJ'Ìrrignione d'acotu:t molto C:\lda tontro le1 - Alrin • 8l8 P nat-etina (lat, nuovo anbpin•tico ed antinevrallrtro - RumJtf. • to;G Fo<~forn (ill nella febbre tifoidea - Ayeart • • 969 Futmme (contro la morte apparente p.:r) - Hitl~go • • :lt.O
Hi8 111r11to ù'amllene 8 sollonalr, IIUOII ipii<Jtlci - fìurtler, Rw;Mulll ,, l..a•<'S Ka.~t o Rosenl~h , e 1\o~ln e Oestreieh.:r Pag, Ml lleo-UIQ (ter:l)lla dell') - '· Ziem~nn • • 711
L.a1oro mu5coL1ro (do:;otma do•l) lm(lie~ato Mmll mr·uo terapeulioo • 8$4 lllal&ttle gerut!>-urmano (1aloro tcrap~ot•~o di recenti rimedi 1\CT le) Fenv.lelo; • ton )lal di 01are la ri!SOrtJnll ~~~ - ,\ndeer. • • . • 8411 Neolla.mrrjlantlttrmld <•ui) l'oruhlerab come sedathi del '<istema nerVOjO OnjllfciiO-IIe;ollroPL~ • • IOIJS !..,1natkl tnooii) . • liU .xaftallna (ulooe deliAl "ull'orv:uw 'J.>no - ll:.~nw. . • 810 Sttroglltcrl113 (sull'uso delh) ,In uo c:trrliaco - Died . • 9110 Uhu di n•ent.a pl~rlta eome antlseti.Jw, e rome rimerlio nella tl~i o nella l1illent>1 - lirad•loo • • 1080 1'111,.103 (OSJI<'rim•·nll comp:lr.ill\"1 Ira l'azione Mila) e quell.l della pepsln:. - Finkll!t • • ?73 l'ehi renale (possiMliu ed utihta rlcl lavng~io della) e dCJlli uretl'rì, per 1:1 vladl'..lln v~dca- !Ltrrl~on • lt~ l'ohnollin (rr.utrlhnt<J alla cura della) P. rl!-lle IDillattl<' n:nali r.o11 l llacm1 raldt • • ~8 Sc:ottatnrn (Il rerrw•ugaualo di potasliU D•-·lle) e nelle congelazioni • • m spugne MetUrhe (sul lr<•JliiiOI~m<·nto di) m•lla cura delle ulct>ri c piaghe ll'Amhrosio. ~ 988 Stomntllt~ mPrtUrl.,.l~ (Il suhllmato n•~lla cun llellaJ . • 599 Strophanlus llhJII•hts (lo) nuovo c:.r<hocm~Uro- Rllsenbnseh 8 Graeh: • 1184 SnLollmtU<J (~oluxlnnf' arlilil di) rc•nle dlslofeLI•to~ e 'no impiego 1wl materiale d11 rnetlleazinu" - l.a)llru:e • • 856 Talli011 (studi ~peruucutall n rhuicl sulla) - EbrhciJ . • 1071 lii\'ISTA 01 CHIMIC.\ E FARli.\COLOGU.
Clorozooo (Il)
l.cueim•
PQ4. U»&
•no•·• ~~~~~~ e~ht»na della~ n~lle delrrioni m un ca.;o di fiOrpora
emorr&!flCil - Roeser
Ossigeno j()Udo !lì .
N-~~
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• 10911 .~
PllocalJIIUI (rnmt•oslzlooe c sintesi ilella} • tOD7 PutrecUne int<'stlnale (mbura dellal eon la determinazione dl!l'tli eteri
hOifnr1~1 n<'ll'onna - ~orox . • UOt Saccarina (lal • ~ 8.\U di nlrlu:l (rlcl'rehe sugh eiTt>tU Os1olo~ù:l del) e l'lmpi('S:o rli •JUe>Ul rMtallo ~r gh utensili da cucìna • ~ Sropore1u.1 (lal • ttllll Stanoe~~rplna (la) • • 356 Strknma (colore mdorallvo per la) e llCt gU altrt ('iu comuni 11lcaloidl Rlox~m . • 3.'13
1\1\"IST.\ DI TO:iSICOlOiil \ ~ l!Eltl(l;\A I.F.GAI.F-
AnPI!!oauleuU aeuU lmodJOeazlo:Je al pi'OCI:'"30 •Iella b\"lltura dell'o~-
nismo ne;:ll - SanqUirieo
Pag. 7i5
RIYU;T\ DI I"f:OJC.\ •: SERVIZIO UKOICU l! IL IT.\RI!:. AmAUf'lhi od amblìOI•ia m•Jnorobre. PtJg. 7!8 Armi dà rnoco porlatìli di piccolo .:alibro (dì nlcunl ell'ettt rl~lle) e part(. c:olarmente del fuçl!e He.bler modello tSii - Bo\-et . • 4li Pattbetto da mediC.\tione • • 1iil
PPrlrarimrtna - SUJ>ercbi . RIVISTA l\'IGLE:\1:: Accllmatar.inne {dell'l degli europl'l nei pMsi caldi - Trt•ille PtJg. 3ll7 Acclimatazione {riAIJ') - MahiJ. • 4SI Act)Ua (l'analisi lmtteriologtca dell'l - ,\tactl. • ft08 &t:lllo •Ici tubercolo {la •IHTusiont> del) a mez.zo •Ielle mosche • • 365 Berl-hM'i <• hacterl del) ,. 364 ConUn~ente di nr•~ nelle armaw • 61! Fehbre ..tialla (ccmtribnzlone allo studio del microbo d~lla) e •Iella sua a t· lWlz.ione • Jll3 Germi lnfetll'ri (ri•erche sulla pt>OPtrazione dei) ~ottraverro la IO('t'rllde polalonare intatta - Buc.bner, En1Jerlen e "\lerkel • H~ Ghhceln (l'e~e blologlco delj in raprJOrto colla pubbliea Igiene - Uf.
treduul
• . cH8
Malaria Ul bacillu della) - Tommasì-Cmdeli . • 740 Mal •l• mare (la patologb e la terapia •lell . • 615 Paludlsmo \rltercl•e mlcrO;Scopiebe •ulla natura (>~~rassltarh d~IJ - .'burcol • 738 IU,.ar.cinazlone (lal • !16! Rowlia (la lnJlueoza della metereolo;ria .snllal - Camerou • • ~ T11t.ereclos1 (proOIU:!i della) - ~lnrcus • • tt31 fubtrO:OIO•i (tra.smwione deiJa) per 0 COllo • • 383 UV>.nsih dJ "'ta.,rouo (uso de-~li) pei hqui•ii acidi e 1!1'r gU alimenti • 74t Ya.ccmuìoue (dedsloni della commissione v.dP;~cn per la) . • 130 Yah1olo (prt!S8nuione dal) e :>Ul ,ttenuuionc a mezzo della n.cclnulone durante il periodo d'lneu!Jlltlone . • 31">11
Li50 IIIVIST.\ lll STHISTICA IDilliCA.
J
r::.nse di morte ,,tau,uca delle} Pa11. :sii Reclutarnnrtto in Pranela (re,;oeonto ~uh per l'anno 1886 ,. iil1 lleiAzlonr rnedlco--t:llbttea ~11lle eontllzloni sanitarie dell'esercito l~llantl per l'anno 188!1 - G. P.:cco . • 111 Relv.lone 6ulle vtreno1o dell'eserctto (188G-87) del Wleota :n-aerate Pedenco Torre •
" 369
Rel&ziooe medico-,tatlstìca ull!' C<'Odttiooi ~itarie dell'eserdto Italiano
por l'anno 11>86 - G. Pecco • Statlstla medita ll~tranoo 1886. .S141.1·Ucu. mtdlca drll'eserato fnanrese per l'anno 1884 \'acemazlant e ''luolo
• 468 • 3t.6 •
Ql8
• 921
VAntETÀ ,
.\nlil•irina (sull') rortlro Il mal tfl mare •
Pag. Hl • H14 • 745
toiPr:t al Gbppon~ (tl). Cromatop~Ju. .
f:trottlvo Ili paca e 111 guerra In Germania • t0\1 Esame ottl\lmo~eoplco nllll luce DCilurale - Vivolle 4 • H3.1 gY.rrlto :lappone<e Il') nell884 • 863 Mrurnenll In caout.ehoue 'uleanlrzato (alterazione degl') • 745 'llalrnnonl deRil uOktnlt medici In Ger.naoìn • • ~t» :\le.lle.17.lone :mtfs<'tllta • 108 \I~,JI~adoul antisel!ldte al sublillllltO • 38ll »~ dt mare. - !\.mpatla • l!a6 :'\ooori agenti !J'rapeuttri. - Xuo~l rne!OOt curatili o processi ebt1'11TgJCt• ti~ OUir<~ oculbtl~ (~mm:ula solo7ione olPi •Joessti di) di cui nel prol!'rnmma
d'e:>a.me ~ gonnnio l8S7 del Giornale Jli/ilflrt f'((iciau, 11nrte t•. 81 ,filo x. ~• - lbrofftn
ùttometrla. -
rn:~ retllfic:atlOtle neecssar&a
•
\'elcoo • llaya • ed rrltrollelna. \"cttnre tlt guerra cadattameuto dell•') {>er il trasporto infermi .
• 38f • H Q8
•
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CO:-.GRESSI. :-.ono corwresso lnlernulonafe ili \lttlidna e Chirurgia Pag. tu, !90, 476, n:t, 745, 8ti6 e 1196
14-51 RIVISTA OIBLIOGRAFICA. Actinomlcosi (U primo c:a.so d'J osse~vatD lo ;s.,poll A.IIJlUII%1 hihliograftcl •
\'OD Sornmer Pau. 76$ 768, 76!, i68 e tU9
Citta di Torino. - Umcio d'igieo11. - Rendiconto staUStico per l'a.IU)o l!>$ e sunto 1f4l t887. • • • • • • • 89' !.'acqua di Fittg<;/ln Anticoli di Campagna - Bacdtinl • 765 la Billmma nelle !.ruppe d'Africa . • tì84 1.11 riforlll3 dllll'amministr&zione sanitaria in Italia - Faralll • 763 lnnte corneale binoculare dì Zebender. ccstrutta dal We;tien di Rostock - Laqueor. • Hl5 Manuale di medicina legata - Garibaldi Monaco . • 16:1 Mnnunle di chirurgia di guerra ed esposizione del senlzio s."Ulltruio In cam· pagna - Segre . • 688 àllcro-org:ullsml e mala.ttie - Klein. • !\IO Nuovo process!l per guarire i rcstrlngiment:i ilrll'uret.ra rapidamente e seo:ta alcun pericolo- Fort • • 888 Pucclnolli iu Ferentino (!8t1·18t8) - AlleRri • tHi 1\ela.tlono sanitaria sugli Jl;seroitì Germanici nella guerra contro la Francia del t870.7{ . • !18 e 48!1 Blcettarlo tascabile. - CeonJ o rormolo ternpeulicbe - Wielho • 883 Stazione di Recoaro nelle stagionl estive 1884·85 • • 764 Soccorlli sanitari immediati (norme per l) da prestarsi In asseut.a del me· dico. - Direzione centrale di sanit.il m&rllt.ima . • l!lO Tenda dei comitato centrale della Croce Rossa e materiale degli ospedali ila campo- Arena-Macelli • *'31 Trattato dJ chirurgia di guerra - Delorme • • 3S3 CONCORSI. Concorso al pre!IUo Rlberi.
Puv.
mo
~OTIZIK.
Corso di perf!!ZiOnamento d'Igiene Pubblica .
Pag. llU e lUI'>
~ Glublleo del Generalstabsarlt von Laoer
"H36
l\"ECROLOGfE.
8ianchessi cav. Annibale - llarotflo. Baromo. Tommasì Salvatore - Petella .
1tllcbelaccl pror Augusto -
Pag. 31!4
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P&CCllcttl &o tlutuc l Premio ZanneltJ •
ladloe tenerale delle materie per l'anno f8S8_ • 1$38
!leueo del bvorl selentifld peneno&.i all"lspettorato di sanità militare durunte l"anno j9!l8 e lino ad ora non pubblicati • lW
ELENCO J
!>El
lavori scientifici pervenuti all' Ispettorato dJ Sanità Militare durante l'anno 1888 e fino ad ora non pubblicati.
aa...ubiDl ca1·. Eorieo, m"g~ore merlreo - M•••litazioni nuove. uarot'elaini c:w. Eoa·ieo, maj\'gior·•• mcdietl C'.n!IO di trn\rmatoto~ia oceor<o nel ruoehl>ta d• t• ela~se Cn1nuurlr! Ang~lo. Darooe .t..adrea, capitano met!1r,J- 111'1 nrovlm··nto m j.!enerale e d~lla tma &PIJiicatione alla l'!ta mrlìtarc. •._••reiU .t..nce to , cap•tano me.heo - O•ll'an• r.onOnat.'l, e plu ~llt'tml mente dl quella d~lle eam~rate. - Suoi cR'ctU lllll'or-
san•smo e speclalmeote S\tllll rc:clute. ao~~;lloae MieJ:tele, tenente medìro -
Del hubooo 1iruleuto. aoao111o ...rea ..o, ten~nte medico - Il Cerro ammlnMrato lll rorm:a lpodermie~~ nellM oll!lOt'lllla ~tu tre c nelle ncuiMlstenlc anemlc:be. aoaoaao l.o.reJU:o, leDente medlco - Stilla cura aborUna dell~ slfih·lt'. DreJJi!ia Morra Lui,;i. sottoterumte mf'dioo - Cènnl salla epilessia vel? e sulla ep1les:;ia Simuht.& nell'eserdto. ( 'alde rini cav. Ferdinando, mas:tiore lmt';tlto - llesoconto clinico :!OJ1111 una disarticolazione omernle pr.tt.ltala ne-ll'oo~lèltale mllibre di llilano. ~'ttlor;o GioviUUl.i, ~ottotenentu medico - Slori3 diniea di un uso di tobt>rcolosi milillrc CM emorra11ia nel Lala.mt otuet, (lardone FarneeMo, S<ltoll'.nente mrtllco - Alcune eon i•lcnul<~nleul ca~ l di mabttie aurieolarl nr;çl'ìnAerlltllll l..vn In o~~"n·a zione e nel mllitarr. ("ardoae Franee11eo, sottotenente me<llco - Sul (lJiru.-.itJ,mo dell' otlte me<lla purulenta.
t 'f:t - h i t •atullo, ten••nte medie<> -
Alcune considenuioni medlro-lcph lnwrno al vari rn.di dell'anelenamento per nlrool. t t'iao A.daille, sottotenrnte medico Sopra un caso di pleurite ea:;u.tall'"ll seguito d;l atn.\uro,l o con erto letal··· Upri-• l .uici, capitano medico - o·una rottl:l'a interna rletruretra Jl•)r tr:mma. complicata ad infiltramento urino~o o Tlltlllln,
e tJella S\ltl guarl~tlt>ne merce nn nuovo app.'ll'ecchlo pre.,wre uretro-pennealt:>. t "o•en:aa YICo, ~aenta medico - D.ate;i purulenta riSCOntrata ln 1-ern>na dtl 60t.lato Am.aru-o Leoaardo. •'&jello -..G'aetf', t.:~p•tauo medico - S&nguisul!:l cava.lli.oa nell"esofa::o di ua -ol!àtll. ~ C'arto 1.-xuro , soltolm!ente medico - Oell'attitadln,. ft<ica al l'enl7so mlllt.are; della .:-racllit.a, dei criters e del meul atU-.. cono:;cerla. Della magren..~ e debole7.7Al ~tenera le prMnrata e ma.tllenuta. neearoti" t'rallt-e.,t'o , ocoltoll'llente meolico - Oiagno3i thll'erenzlale tra le malattie e le aiter:ulonl funzionali vere dell'orecchio e IJIIC>IIe simulate, e,;a(rerate o procurate. D e .. JI'aleo Andl'f'a , Ull•L<tno medico - Proposta di un carretto d:~. merllca-
tura jJer gli o:<pedall mslfL1ri. n e t Giz•o P•••aualc-, modico-chirurgo -
Con!iderazioni f' 11rn icrs eulla
t~hhre glaiiN.
Del Gìlllllt~• p._,.,,ualc-, m!l<11co-chtrnrgo Anta.goolsmo della febbre paluslrtt nt·ut.a, gra,•e e rehbre lli~lla o tifo icteroide. De Hartino r.ult~• . rHA\Ij{lore mwko - Oreçe cenno di llue ca..;l chlrnfl!'rCI lotues'!anti e l(ravi stati curali pre:;so l'oopedale mlllt&r·· di Perupa. ~ Beaai c.n. t.:iu~ppe, mag~:lore meùico- AlimentaT.loue del sold3l O in \lrtm in rt'lazione &Ile condizioni ~tnìel'e e met~orolo IJichP di quel presrdl. Malattie che ,., pre<l11mlnann "' meni rrhi em~.acl a combaUerle. De M-ti Giulio, 'ottnL<>nPnle medico- Slllla dlagno.ii e sul mezzi dhtrno~tits llerta ne'mll~ia. in l!enerale edell"i<clllalgta ìn parllcot.are.
ee 7.t-li• t:.rnuto , eotLoteuente IJiodjw -
Storia clinica dì un caso di ear-
,moma ìntes1ioale.
•·ara• Giacomo, tenente mediCD- Contr\touzlone alla eura antt•tttlc., olella LlenorragiJ. Garino Giu111eppe, solto lenente medico - Contributo alla CU\Ilstka •M dilallCO tlell'rpiflsi interiOre del radio. Giarctina «;iu~eppe, sollotenente medico - Poche osservazlool sullo altf'ntlonl dd 3311goe nella slOiide recente ~ sul modo di
romporlarsi della mib.a f.Oo•aano Fran~e111eo, tl!llt.ano medico - Un .:aso di an~iooollte ratarrnlo lillerl!la catarrale).
G•aldi t ·arlo , &Ottotenente IJleOico - .~pflltntl ~ulla rlururr:la oon~I!T\11lrla:e nelle aiThzloni tubercolari •lelhl ns!lll col nr tlcol8l•ont Uola Filippo, sottotenente m•llf•co - Il sonn11 dopo 11 pasto. Italia 8(-b&!Otiano, sottotenent!' medico - l'nrall.:lo delln no::o>-1 sp..-•lkhe
del larln;!'e snl L'lvolo anatom•~ • La.11taria l'raaee~~eo , l>Otlot~nwte medico - CootTJI•utn all'el olo,la degli
t·rt>cchionl Ptl alla noiogr,.na dell'orchitn met:L~tat..•a. Lepori 'W'iU4hio, sottotencnte meditO - Un u.~ di ~a~Totna cerehral" "toaa•ti Utili o , sotto!PnPole medico - O•serv:Wonl 5111 r.ul d l decesso vtriflc:~ti•i nell'o•pedale mlUtart' di M.lDtn\'ll 11al no,. mbre l8S6 al l ò1!'urnaio l'-'17. •enditto fiòiol aaai, sollotenrnte medito - Paliii!CIIOSI dPI renwa '114'nne lla A.re-:;elo, t.-nente medico - Sugll antit~rmlrl. OC"t'hipi•ti Ea:t"nio, votont.nlo di un anno - Sopra un caso di plleOeliiV suppurau,-. da tiO•te nlceN.>a. a•alma Ltdt;l , i>Ottoteo~nte n-:Pd1eo - Ca~ cliniCO 111 "'r~ ma. r~linzl<l Giaeinto, capitAno mediro llell~ marQ.I~. tlt•gll atddrnU rh!! ~~ producono durante le marci•• e mnrlu lll ovvbrllt•on consider..woni particolari sulla cab.atura del Ml•l&tOJ. ••••eolo e&\. Loreaxo, rua::;iore lllllthro - Antico tuçolalo ~morra~:tco nel lobo dd l'emisfero s10istro del cer\tllo, 11t•u1.a rlte m vita ahbla dalo sintomi d1 alterata Cun7.lons di'l motn •• del senso. ••ea&a l•a..quale, souoteneuw mt'liico - ;Ilote d• Mtpropologia erlmlnale •Ludaate sut deliu<tUillltl del bagno 1001•al~ tli 3. ~tet111o, Petrooi Andrea, :;otLotenentol medico - C&reinoma tlhruiO prun.'lTio delllt testa del pancreas. Peve~e lli 1•e teo , :;ottotenente m..dico-Storln etl os•cnazluni ~opr 1 no t'li W
di pleurite essudal11a •le.•ha &>a>s:\10 mi f'!tto. ri"eiaiao Giwoeppe, wttotenente mtdico- :-opra un e.uo d'i-terbmo m.t· srlule. Pl"eiaino Gio11eppe, sottotencntu me-heo- Un ca•o •lla~tn~ •l!'l Lnthl lg. raco1UI.o F e lice, farmacistA di t• cllu•e - tnre"otu e dlilnr~zioni. t•renotto llt'nedetto, C<IPJtano medko - Un cao:o dt eaumom:t tp&Uco. Pu"ei Paolo, sottolelleoli! meolico- Relazione <ull'eslto delle eull! pratleate nel ntoarto misto dell'o.pedale militare di Livorno MI mesi di mano, a(lrllll e m·~ao 11\N!. a ai none ErC"ole, sottotenrnw medico- Sl'hizzl sulla E-tlolo~la d~lla diltertk•. aailloae Fran-o, capitano medico - Poebl eeonl n l C<lr.tlU!ri !;W rali
dell'orma. OssenntJOIII ~ note ellnlche sulla cura degli e:;~udaU pleuriUti rmrulcntl. l'unzion•• ed B.SIIira.tione s<>mpllce - Toraeotomla inter o r1>tro costale- Opem1.10ne d1 Lelievnnt·.&sUander. aobino An~lo, sottotenente medico - t;n imrort.'l.nto c.,<o clinico Ili mcningir,, cerebrale.
• - d oa e ca' . Gio•anai, maggiore medleo -
"t
••••ateo .-'Ibere o, ca(•ltano mediro - · Ot>U'elettricit.i In generai~> considerata come !'Jlj>J<Ilo u.lla diagnosi delle malattie. ••••l Gio•aaai, taJHt~no modico - Stnria di un ca.so di telallla curato nef l'o~ped.alo militare di U\·urno. aablao A•toalo, IOtlotcneote metlii'O - Unità patogenetlca della !trofota e della tubercolosi. aauo Earico, rarruaci•a m•li\are di 1• cw-e - Le acque di »usaua e SUOI diJJ torni.
••••• •• lla6ae.te. capitano medico - Stona clinica di Glioma cerebrali'. llfoli<'orai C'arlo, CIIJliLJ.DO medico - ltell'igiene delle marde eon ~1«1aie rl~11rdo all'in$0luiOne. t9erraao C'o•caaciae. sott.,tcnent~> m~dk·• - Ocdusione intestinale, p~ rii.Alnlte. llfoti• Utlre a , aoUoU!neot.e me.ih:o - Sull'az!Oill! anal~e,!ca dell'anUJ•Inna. ••raao .t.atoalno, cnplt.~no m(•dieo :.. Utite media destra e paçb.llllenlnì!ltll soppnrniA - Carie dell'osso p~tr~ d:ostro. llftraao ·-'•coni a o , e:&Jllto.oo medico - Un caSQ di stenosl dell'orilldo rl~lla polmonare. Te•ta ••,.••u~tlc-, t'4Plto.no m,.l\ieo -Cinque casi di emp!em4 eonst.>euUIO a
pldur1t,. t'!<sndAI.I~a o a pleuro-polmonit.e. Trilllc tH A.lee•Dndro , sottot~ne l.ite medico - Sopra un caso di enorme sarcoma di'l testicolo e del peritooeo. Turiaa 4Jbe rto WiU~rlo, sottottnPote medico - Cenno «ltlco ,jpj prmtlpali m"n' di rlilllnft>zluue. 't'oaa ('~leatlao , eaplt.ano me Il w- Snll'lgìeue del caJDfll .
..
ERRATA-CORRIGE
Nel /<Ucicolo di giugno del Giornale Medico a pagina 644, lmea 7•, inr:ece d t: la re,:rione superiore po!tleriore dell'astragalo al ~uo quarto inferiore, legga:~i: la re~one superiOrti posteriore dell'astragalo ecl il perone al suo quarto mrer•ore. A pagina 706, or:e legge.,i: Se uno lenle positiva di 5 d1otlrie, dooeoa inoece stamparsi: di 0,:> diollria. E co.,t ner periodi seguenit si co.~Utu.i.<tca egualmente 0,5 diottria a 5 diottrie. A pag. 707 ooc leqgesi: NPila miopia la più debole, la leo te ronca va.. . ..., si corregga cosi; Nella mio pia, la più debole lenle concava ..... LA REDAZIONR.