GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1889 VOL II

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DELLA

SIIUUliONE PRESUNTA EDELLA SlMllLAliONE REALE DEl

MORBI NELL'ESERCITO ll'ltura fatta nella conlllreoza seientillca dei m&• dJ wnrzo e aprile 1889 nello spedale militare di Parma dal dott. E nri co J!inzj, capitano medico.

I.

Nessuno fra i medici addetti all'esercittl nei primi anni che tennero diett·o al uoslro risorgimento, può aver dimenticalo quanto fost>ero numerosi in quel periodo fra le truppe i casi di simulazione e di provocazione di malauie allo scopo di esimersi dal sen"izio militare. Egli è ancora con J'ipugnanza che ricordo come ogni anno ad epoche fisse, cioè nella ricor1·eoza della chiamat;L degli aoscriui dannti ai consigli di le\'a. ed in quella del loro in vio ai corpi, i nostri ospedali rignrgitavano tli codesta vergognosa eategoria d'infermi. Brano sempre vasto piaghe rranclolentemente provocate e mantenute; convulsioni, sordità, routolezza, claudicaziome, balbuzie, enuresi, ambliopie, emoftoe, piit o meno abilmente simulate. Oaui d' Italia otfriva il con• n reaione o lingeme di simulazioni speciali, tal uni mandamenti o circon clarii avevano il privilegio di speciali provocazioni morbose. Della simUlazione e provocazione si ern fatta un'arte, in La.U


690 DBI.LA. SIMULAZfONE PRESUNTA E DKLLA SUIULAZIO~E REALI

lune parti un' inrlustria: co~ i cc h è ogni malaLlia era "ospetta ed occorreva molta indipendenza di spirito e molta nculatezza nel medico per· sceveraro le form e veramenle moriJose fra quelle suscettibili di contraffazione per non co involgere nella stessa riprovazione veri e finti ammalati. La lun~a dUI·ata della ferma, lo frequenti guerre di quel periodo, la lunga ed aspra lotLa contro il bl'il-(nntaggio. la reazione che ancora LeueYa il campo in parecchie regroni ..l'Italia nostrn. l'unificazione della palrin materialmente mn non mo· ralmento allora compiuta. e quinùi il sentimento clel tlovere non ancor·a da tutte le par·ti compPnetrato in E-guale mt:;nra. erano le cause òi quel fallo doloroso. Ora tulle queste cause sono .;comparse: i r.n:-i di simula zione e di pr·ovocazione di malattie si sono fatti O:i~ar pnr rari; anzi. la simuln1.ione stessa ha cambiato natura.• riducendosi nel piu dei casi ad esagerazione d'infermità o d'impE>rl'<'7.iuni realmente esistenti. Senonchè ciò che è stato può ancora ritornare poiclri· fra le cause tesLt\ accennale, alcune ponno riprodursi, altre ne po3sono insorgere di nuove, che. indebolendo il ~enso morale delle mnsse, delerminino falli ann loghi a quelli chr ho testè deplorato. Le dottrine socialisti.· be fraintese dalla plebi , sfrnllatt> dalle natnl'e malvagie, l'anarchismo che di giorno iu giorno vieppiit scuole oscni principio di ordine e di auloriti1, non saranno ultime fr·a le cause cbe, nell'imminenza di una !!UCITil o di spedizioni in regioni lontan e, potranno scemare in molli la forza con cui rcsistet·e alln tentazi'one di esi mersi t•nlla frode dal pagare il tributo di sangue che loro spetta E quel ~iorno che potrebbe esse!'e non lontano, in cui i nostri ospedali si ripopolassero di simulatori, il medico militare potrebbe essere sorpreso nella buona fede in cui venne cullato dalla bonnccia


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di questi ultimi anni, ed inconsciamente porgere alimento alla frode, !asciandola pn:.sare ùappt·in1~ipio impuniltl. È questa la ragione del modesto con tributo ell e mi acdngo a portare alla casni~tica d i :;iO"atta caLegOI'ia di morhi. pro ponendomi di con:'idet·are sotto l'a~petto medico-legale alcuni casi che mi occorse ùi ossen•are durante il mio e·ercizio pro· ression::lle.

rr. L'articolo 166 della legge sul reclutamento del R. Esercito dispone che gl'in~crilli colpevoli di essersi procacciate infermitit tempornrie o permanenti al fine ùi e:'imersi dal servizio militare sono puniti col carcere esten~ibile ad un anno; ...... . e che gli in scriLLi che abbiano sirn ultli.o infermi tii od imporfo· zioni al line di conseguit·e la riforma :;ono a ·ct·itli alla t• cat~ori a sen1.a riguardo al loro numero di estrazione, e non possono godere delle esenzioni dal !\ervir.io di l~ e:?" cate goria. L'al'licoto 17<\. òcl Codice penale militare com mina la reclusione al mil itat·o che per muti lazione voloolaria , o per indi~posizioni malizio~amenle pr·ocor:1tesi <.ara dirennto incapace di pro!\eguire nel militare servizio, ed accresce ùi alr.uni gradi la pena se ciò si verifica in tempo di guerra. lnfìoe il § 75 l tlol Regolamento di disciplina militare enumera le infermità simulate per carpire In riforma fra le m.tn oanzt; per le quali i mili tari di truppa po~so n o esser·e transitati nelle compagnie di disciplina. Da questa rassegna delle disposizioni di legge, emerge quanta sia la responsabilitil che incombe al perito sanitario allorcbe nei casi di malauie che ·i so·peltaoo simulate dove pronunciare un gitldizio che può con d tuTe all'applicazione di


. 692 OElL.A SHJULAZI ONE PRESUNTA E DELLA SIMULA ZlONE REA LE

cosi gravi misure penali o disciplinari. 11 quesito. che a lui prupone la legge, appare senza dubùio della più ~rande sem~ plicità: il perito sanitario deve soltanto dichiarare se l'individuo soLtoposto al sno esame è o no colpevole di simulazione o di provocazione morbosa. Senonchè le cose più semplici non sono sempr·e le piti raci li. e peccherebbe di presunzione o di legger·ez·r.a c1uol medico che ritenesse di poter sempre con scienza e coscirnza rispondere al tjuesiLo nel modo assoluto e recillo che da lui la leg~e es ige. ~~ra i periroli ai quali il pet'ilo saoitar·io è e:;poslo nel giudicare di una malattia sospett.a, fra quello di t'ilenere per si· mu lnla o provocata. una infet·rn ità rea le naturnle, e quello di ritenere per reale una malattia simulnta, noo esito a dichia· rare più grave e dannoso il primo. So per In erroneita del secondo fra questi giudizii viene elusa la legge. questa stessa, almeno per quanto riguarda gli inscritli, pull porvi 1·iparo coll'ap pli~azione dell'artico lo 8i> col quale viene stabilito cile la riforma pronunciata prima di un certo termine non (• irre· vocuhile; ma per la enoneitù del primo giudizio, cioè, q11nndo una infermi t/t reale viene giudicata simulata, oltre che !'Ì pro· caccia una ingiusta appl icazione dell a Je~ge, si commette una colpa di lesa umani tit a cui non sempre arriva iu tempo o sufficiente il riparo. li r.

La soluzione del problema medico· legale, c.he si cannelle ad ogni caso sospetto di simulazione e di provocazione, è• affi data ad un doppio ordine di prove: cioè, a ptove dil'ette, quali sono la constatazione dci mezzi di provocazione. la confessione della colpa o la rinuncia alla si mulazione, chr in al·


OEJ ~tOHIJI NELL' EflE RCITO

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cani ca~i implica confessione: ed a prooe indirette, che non altrimenti sembrami si debbano designare le prove fornite dal cri Le rio cli oico. Qui però, :~i presenta una qnistiooe pregiudiziale: i criterii diagnostici comuni si debbono essi considerare sufficienti per ~soli a dat· valore giurid ico al giudizio peritale? •;gli è certo che considerando i numerosi mezzi d'indagine di cui la scienza dispone, non!;hè la sicurezza colla quale nt311e malanie di molli sistemi organici può procedot·si alla diugnosi, ~mbrerehhc di poter far sempre a lidanza con tali mezzi per la soluzione di qunlsiasi problema medico-legale. ~l a, quando anche si voglia prescindere da quell e form e moriJose che ordinariamente non si rh•elano con sintom i obbiellivi , ella quelle le cui mnnifeslazioni sintomatiche, per quanto obbiellivc, sono sprovviste di valore patognornonit:o, l'esperienza ltu troppo spesso dimostt·ato che il criterio cli nico può e·sere fallace o quanto meno nei periodi iniziali di cot'le forme morbose, nell e deviazioni ti piche di allre, uon può condurrtl che ad una diagnosi di prouabilità. Onte tcd: contingenze, mi sia lecito chiedere se ò giusto, raz10nale, che una diagnosi di probabilità perchè, in difetto di meglio, ''iene dal medico considerala sufficiente per la indicazione di una cura, possa da sola riveslire tale r.a rnllere di prova giul'idica da far condannare un individuo sospello di simulazione. Per quanto subordinata sia la parte assegnata al criterio clinico nella diagnosi diiTerenzia!e di Lal une forme ùi malattie sospeue, sembrarui prudente il non attribuire eccessivo Yalore al giudizio peri tale fondato ~opra un fJUadro incompleto o poco significativo di sintomi, poichè il giudizio omesso in tali cir~slaoze. l'ipo:Serebbe esclu:>ivamente sopra degli indizi i. Ct1tè sopra una hase giu l'idica cho deve r·i tent:lt·si assai inCida


694 DEL LA SI MULAZIONI! l'tH:SU"NTA E DEI.U SI MULAZIONE REA LE ~e delrindizio si vuole accettare il con celio formul:llu dal :.trandt!

giurista l\litterme)el· cioè di circostanza cena, illllubiHn, positiva dalla quale -;e ne ritrae un'nltra non po,;iLi\a, Hnnt·erta, dubbia. È prrciò dte mi sembra opportuno che . Lli fronte alle esiJ.:enze ùelln le~ge. s.i clistin~na In simulazione u la pro\·oca7.ione in prP.).untn e renle riferendo la simulaziune presunta a 11uei ca:;i in cui il ~iudizi..> pet·itale. non potendo ·•llm~ere la voluta certezza nel criterio cli11ico. tlere riposare "opra una diagnosi ùi probahili111; e la :;imulnzione reale il tjuelli 111 cui il giudizio~ corroltot·nto u daJie pro\ c diretLe. n dal rnter1o clini co fo ndnlo sop ra una oggett ivi tà sin tomatica eriJPnte e di valore indisrutibile. Jl giud izio periLale di simu lazione presunta nun do•.t·ebbe portn rc efreui disr.i plimn·i o penali ; quello di simu lnzio11P ren la invece sarà il 'ero ~iudizio medico-legale. non importa se poco medico qua ndo sin molLo l e~ale. purclte oo11 hbr'J luo)lo a dubu1nell'app lirnzi()ne della le!-(ge. A rhi rilenes~c troppo sottili queste di,;tinzi oui, ,, chi temes~e che attraverso <•d esse la frode pn1essc pa:;~are impunita. potrei rispo.1dere rhe le lacune della :-cienza non pos.;nflo col· mal"i colla ingiustizia. Oj.!ni giorno nelle aule !!llHliwu·ie ~i assi:; te a ' ere louo e, per la scienza nou sempre rll•r·oru~e, fra i periti :-nnitnrii di accusa e ùi difesa. Se pnò a\ \'enire chtl per pari e d' intelli~enze C!.!ualmente illuminate cd in eguale m1sura amanti del vero. gli ~tessi fnlli morbosi, gli stc:;si sintomi possano prestarsi ad interprelazlolli difl'e rcnli e talora opposte. con vico dire che la scienza ha an· cora dei lati molto deholi che mol to spesso tolgono alr·riterio cli nico il va lore assoluto che se ne YO!'rebbe prelendere.


DEl MOR.BI N~LL. ESHIICITO

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IV. Enunciali i criterii che reputerei più allendillili siccome norma generale per la ricerca ùell a prova le;.:ule delln simulazione, ripot·terò alcuni casi che valgono nd illustrat·c la mia tesi. Nun presnmo di espone faLLi di eccezionale importanza nè tampoco nu(\YÌ. L'umana malizia si esercita da troppo lun)1o tempo su questo tema pcrchè non sia costretta a ripetet·si noi suoi espedienti, malgrado che di espedienti sia tanto feconda. Ma per quanto siano e!-(uali gli i11 tenti e poco diss imili i mez1.i, ogni caso di simulazione ha lisonoruia propria, come l'ha o~ni reato, n ·eco nda dell'i!tdole. della perspicnria. del grado d'istt·uzione del sog~etto. r, perciò cbe il Ialo interessante di o~ni fallo ùi simulazione m01·bosa non risiede tanto nella l'rode in :;o stcsscl, qu:mto noi procecltmento con cui, per sno mezzo. ~i tenta di ~orprendere la huona fede, ed è dn questo lato della ~pecialita del proce· dimento, o della singolarità dolla forma, eLle una casui:;tica este~a e particolareggiata può essere istruttiva, '>pecialmente a rhi muo'e i primi pas~i nell'e~errizio medico le~ale \.

ro Caso.- L' in crillo R . è. veniva inviato nllo spedale

lllilitare di ~ a(lol i a scopo di osservazione per panno della eornea ùestt·a che si sospNtava provocato. Era un indi viduo di robustn costituzione il quale pt·esentava tutta la pert·rerta · della comea destra ricoperta da un re lo mero-


696 l>ELL!. SIMULAZIONE PRESU NTA Il; DELLA SiMULAZIONE REALE

branoso opaco di color grigiastro che in nessun punto faceva rilievo su lla superficie cheratica, mentre il centro corneale eraperfeuamente trasparente. L'infermo facevarisalireaparec· chi mesi ~ddietro il principio del suo mnle senza sapernepredsare nè la forma iniziale, nè il modo di evoluzione; ma h\ foto· fobia e la lagrimazion e che allora esistevano, facevano ritenere il morbo di data più recente. Quell'opacamento grigiastro differiva tanto nel suo aspetto da quello del panno che a_guardal'lo si riceveva subito l'impressione che fo$Se il pt·odotto di una causticazione della cornea, e tale impressione Lr'flsformavasi in morale certezza considerando la preservazione del centro corneale, l'integl'ilà della congiunl iva. prdpebr.lll'. la normale direzione delle ciglia e l'assenza d' iniezionè pericheratica Non esistendo alcuna di queste alterazioni cosi comuni come elementi causali e concom itanze del panno com eale, e volen· dosi presuppone che l'intorbidamento fosse dovuto ad un'af· feziono Q.Utoctona della cornea, per giustificare la disposizione periferiCit dell' opacamento non potevasi ammettere cbe la preesistcoza eli una chemtite flictenulare, ma anche questa ·dovevasi escludere per l:: perfella continuità ed e~uaglianza che si constatava in quel velo grig iastro. In questo caso adunque oltreccbè il criterio clinico faceva riten ere a!'sai poco probabile che quell'affezione fosse spontanea, esistevano molli argomenti alli ad indurre nella conv inzion e che fosse provocata. Senoochè mancava la prova legale dell'avvenuta proYo· cazion e. Si dovette qu indi restar paghi di curare quell'occhio: di lasciar sospeso qualunque giudizio intorno al sospetto dt provocazione e di rimandare quell'inscritto, dopo che ebbe ottenuta la guarigione, accompagnandolo col giudizio d'ido· neità al 3ervizio militare. 2" Caso.- L'inscriLLo G. R. veniva inviato in ossen•azione allo spedale militare di tFirenze per piaga scrofolosa a~la re-


DEl MORBI NELL'ESERCITO

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gione mediana dello sterno. Era una vasta piaga a fondo tor·pido con secreLo scarso e grigiastro, di cui J"iotermo non sapeva spiegare nè il modo con cui era principiata, nè le cure che aveva teniate: s~ ltanto ne faceva risalire l'inizio ad epoca remota. La robusta sua costituzione, !"assenza di qualsiasi labe apparente, permettevano di escludere il cnrattere scrofoloso di quella piaga, mentre la regolarità dei suoi contorni, J'inteirilà del perioslio e dell'osso souostanti facevano dubitare della spontaneità della sua origine, o quanto meno cb·e ad una rozza incur·ia fosse dovuta la cronicità di quel male . Per due volle, dopo lunghe cure, era pervenuto ad ottenere una. cicatrizzazione quasi completa di quella piaga e per dne Tolte dovelli assistere con rincrescimento alla esulcernzione del tessuto cicatriziale, senza poterne mai trovare la cagione. L'infermo quasi si associava a me nel deplorare la refrattarietà del suo male, quando llD giorno, mentre lo medicava, fui sorpreso nello scorgere io mezzo al pus alcuni punti lucenti che davano dei riflessi verdastri. Insospellito sottoposi al microscopio il secreto di quella piaga e riconobbi commisti ad esso framm enti minutissimi di cantaridi. Per quanlo non vi fosse più dubbio intorno alla provocazione. volli esserne ancor più certo, erivolta la mia attenzione alle mani dell'infermo, scopersi sotto le ungbie dell'indice e del medio destri dei frammenti verdastri identici a quelli rinvenuti su lla piaga: trovai poi sotto il guanciale il corpo del reato consistente in un cartocc io che conteneva polvere di cantaridi. l'aggiungendo così la prova legale più evidente della provocazione morbosa. Jo Caso.- L'inscritto B. P. dal consiglio di leva veniva inviato in osservazione allo spedale di Napoli per ambliopia amaurotica. Raccontava di andar sot?"elto da quakhe anno a . l'lcorrenti ambliopie che duraYnno talora setlimane e mesi con prevalenza della diminuzione del visus all'occhio destro la cui \' ~


698 DELLA SJMULAZIO'NE l'RESu~TA ~:DELLA Sl ll l'I..A7.lll'~g 1\EAU:

pupilla presenta VMi noLe\"olmente dilatata ed immnlJ1Ie; non accusavtt disturbi di allro genere all'infuori dci ~111ndìcaLi. L'esame otta lmoscopico pet·mellev:t di escludcrr. qualunque lesione del fondo dell'occhio, o dopo \'ario e lall orio~e esperienze di controllo si raggiunse la prova che il ri~ll" E'ra pressocbè normnl~ tanto a destra che a sinistra. Resla\,1 --olo la midriasi ma anche questa a sua \'Olta scompan e dopu la insLillazioue di poche goccie di Linlnrn di fava del t:alahat·. Perc.iò q u e l l 'in~c riLLo l'li gi11di cat.o iùoneo u fallo ttscire dallo sporlale. Erano Lra:>cor.;e poche :;etlimane q11audn il B. dal re;.:gimenlo cui era statn <b~t'gn:tto wnha mn wtn allo spedale di ~apoli percbt> di nuo\'o aiTeuo da muln .t~i destra e da relativa allegata dimimni()ne tlel visus. Qoe~la \'ulta però il B. non si aeconLenLava di far pompa della sua uudna,;i; ma preseulavn un cerliO caLo medi co ('O I quale venivH òicltinraLo affeuo da ambliopia isLericn. [[Jcominci'ava allora ad es-;erE' in voga l'i,tt>ri-<mo ma5chile: i fatti nenosi piu semplici b specialmemc tpll'lli che non si sapevano nltrimeuti iniCl'JII'etare, si de:.lgn;n.uw volentieri como avanguardia o rnauifestazioni dellt' pii1 ;.:11Wi nevropati e, co me ep ilessia, i!ìtori smo, tabe dorsa lt·, t•cc. Si c1·edeva ron ciò di sciotfliore il problema. menu·c non faceYasi che wmplicarl o e rcnderlo più oscuro. Per quanto IJUelri nseriLto non a resse accennata la 1rima volta a Lurhe nerrose di qualsiasi ~enere, nè le nccll~a:s:;e la second» vol la. pure volli prnlicnt·e un esame nccura.tu di tutle le spec iiJ di ~e n s ibilitil , dei rill cs~< i , della contrallililil T11Uscolare, insomma di lutto quanto avesse polulo condurre alla scop~rta di qualche aherazionc nel campo del si:.lt•Ut:l nervoso. :tla la ricerca fu \' 311!1. Ricur.;i perciù anc'OI'i\ itlln ra\'a del Calahnr che anche qu e~lo 'olia fece rapidamente :-com· paril'e la mitil·iasi.


DEl li ORBl ~Et.t.'.ESIUIClTO

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Questo fallo però della scomvar·M\ della midriasi per mezzo ram del Cnlabar 1 non prora' n ancor nulla al medico ~aie; essa non r·ivelava che l'azione miotica del riwodio di l'l'onte nd una pnr11 lisi dell'irirlf'. PE'I medico coscienzioso reSlava ancora a scoprire la causa di lJUCSia paralisi, poichc l'assenza di lesioni del fond o vculare nou l'auloriuara ad escludere altr" lesioni che erentualmenle poteraoo esistere nella iuuena~i o n o dello sfiolerc iritleo. alle a produrre la paralisi dello fi br·c ci rcolnri ; oppure lesioni nella innenaaione delle fibr·e ruggiate se per r.a:;o queste fo ssero state spaslicamente contrw..tlle da una irTiLazinnc del gran simpatico. Pochi gior·ni dopo la 'Compar:-a dellil widriasi riconobbi con miu sorpresa che questa :;i era r·iprodolla, mentre l'ir.· fermo accusara di nuoro nnneltbiamento della ,·ista. embrava questo l'istante opporln no JH'I' far tesoro delle mie conideraziooj t•ollo studiare il modo eli funzionnre dei nen i cigliari P del ~rnncle simpatico: ma. impaziente di fronte n questa reeidh a, pensai di fi nire tlnnde a\'l'ei do' uto iut'Ominciare: feci una minuta ricerra nelle \'C:-Ii e nel lelln dell'infermo. e con so mrnn mia 110ddi~f.~zion<' rinvenni nel pngliericcio nnn busta contenente nrra ricella di soluzione di llropinn ed accanto ad essa la :;olll7.ione ~lessa entro ad una pic:c:ola ampulla. Prora più cd dente d~lla pnH oc:a~ione morl.lu~a non avrei potuto de...;idorn1·e . .f' Caso - Mentr·e dirigeva un riparto di medi cinu nello ' Pedale militare di Mi lano veniavi nci'Oho un soldato d'nrLiglieria per c:11·dropalmo con so,;pello d'ipertrofia. Era un $(iova ne oltremodo r·obu:-lo. co n IUU!':\e mu~colari IUai Sl il uppnte. imm une da pret·edt•nll morbosi d'imporlanza . Le so1Te1·enze eh<' accnsavn erano mole'iiO ca rdiopalmo e clispnea souo le J.liù lievi fat ielle o t'oncitnz.i oni del corpo. Dn pochi


'l i00 DEI,LA SUJULAZlONE PIIF.SUNTA E DE LLA SI~1ULAZIU'iE RKAI.E

giorni :l\ eva fallo rito m o dal paese natio dove Pt·a stato 1n hre,·e licenza. Al primo esame cui lo solloposi. dopo avel'llll de3critte le sue soiTerenze, mi porgeva una dichiarazione del medico del suo pae:>e, nella quale si certifica m che quel sol· dato era niTello da ipertrofìa cardiaca. Non nasconrlo che fui alquanto urtato dalla presentazione di quel certificato: o •luell'artigliere ayeva l'ipertrofìa cardiaca e sembravami che qualunque altro medico anel>be potuto riconoscerla ""nza allestazioni di seconda mano; o non l'aveva e quPI rt'rtificato non era sufficien te a per;:;uader·e del contrario; nPII'nu coso e nell'altro la dichi.1razione sembravami supertlua. Ciooonpertantu mi accinsi ad esaminare senza pre,enzioni l'infermo, e riscontrai en'ettivamenle cosi rr·ecrnenle e vigo1'0:\0 l'impulso cnnliaco, ed il timbro dei ton1 co'' squisilnment e metn llico, da frmni ammettere che solo una cill·dio· palia organica am:l l>be potuto elevarsi a causa di alterazioni funziQDali cosi grnvi. ~ l a da questo Ialo le mie ricf'rl'ltc, por quanto ripetuti), furono vane; non 'olo mnncara l'ipertroria t·nrùiaca, ma non rilevavasi nlcun'allra alterazionf' locale o generale cho·potesse ritener·:;i alla a produrla. 3lalgnulo ciò. il cardiopalmo as ·ociato allo scuotente impulso cardiaco mJn· Lenevasi costante ed immutato, le lngoanzc ùelrinfermo nndavano crescendo ùi giorno in giomo, ed anzi alle sue sof· fercnze un'altra :~e ne aggiungera di cui nou sape\,t danni J'agione, quella cioi• di una sete quasi inestinguthile. F.rn ~(iunto al punto di dubitare dell'esallezza ilelle mie inda~ini. e pensava giit di ricorrere nll'esame delle orine, quando un maltino nvvicinuntlomi alleuo dell'infermo fui colpito da uno spiccato odor di aglio. Chiesi al personale che asst:;leva allu mia visita se alcuno avesse fatto uso di aglio in quelltlaltino; avutane risposta uegativa . ripetei In domandn all'infermo che se ne mostrò qnusi offeso e ~e ne schermi con tanto c.alore


DEI ,\101181 NEL!.'ESEIICI 1'0

indurmi a fare appunto su di lui le piil minute ricerche. Scopersi improvvisall?-ente l'amma lalo, e da sotto le coltn vidi nolazzare una mcmbranelln leggiet\\ come piuma; la raccolsi &riconobbi in essa una pellicola di aglio. f.ompresi allora, e, lo confesso, un po' Lardi di che si lmL· laVa. Feci perqui sire il suo !ello senza risultato; ma, dirette ie mie ricerche alle adiacenze. in un leuo Mià da tempo non occupato, prospiciente quello dell'ammnlaLo.tro\'ni na~coslo un fazzoleuo in cui era nvvilnppata una trentina di cnpi d'aglio. Era sollo l'influenza di qneslo cibo che veniva provocata la lumultuaria ipercine i del cuore di quell'artigliere, e determinavasi In sete inestinl.)uilli le, in torno alllt cui origine Iloti dubbi accumulantnsi nella mìa mente. 5° Caso. - oggeuo di questo caso è puri) un artigliere da pochi mHsi soLlo le anni ehe ven iva invinto all'ospedale aditare di Parma per piaga e seno fistoloso nlla gamha sinillt'a. Esso era inviato in cura e non n scopo di osservaziOne, il che dimostrava che l'infermità non aveva destato alcun sospeno nel medico del corpo. Senonchè dall'anamn esi risultava che quel soldato appena chiamalo alle at·mi aveva soll'erto la stessa informità e rhe ne era guarilo da un mese dopo lunga der!enzn in altro spedale militure in coi era stato inrialo in osso1Tnziono. Questo pre cedente areva già molta importanza per se stesso; ma magfiore importanza riscontra i negli insufficienti sebiarimenli fornitirni dall'infet·mo per dimostl·;mni il modo con cui la ~8iil\ si era t·iprodotln, nel contrasto che emerge,"a fra le ottime condizioni ~enernli ed il carattere apparente del morbo, inftne nella profondità del seno fistoloso, che in rapporto alla data della recidiva del morbo doveva considerarsi ec. ' ~IYa. Tutte queste circostanze m'indussero fiu dal primo CJorno in tale sospeuo, che rifet;Lone nl direllore dello spe-


702 DELLA SUIULAZIONE PtHtSU i'lTA l:: DELLA SIMUL.AZIOt'n: REALE

d;de cavalier Calellì, questi volle procedere al primo esame dell'inier·mo. Speci llalo il seno fistoloso il tJuale scendeva per ci nque centimetri alla ~a rte esterna della gamb.t :;inistra, mentre Sll di esso esercitavasi una dolce pre:;siouc clal basso nJI'olLo per ricou oscere il contenuto, ne usci uu piccolo getto di pus, e con esso 1•idesi cadere a Lena nno zoll'o sferico avente Lulla l'apparenza di un coagulo sauguigno. Haccollo lo za/To ed esami nato lo diligentemente, si ril evò elto infaui la sua periferia era costituita da un coni!ulo sanguigno, ma che il centro aYeva per nucleo un cece. L'infermo nou mancò di manifestare la mag~iorè sorpresa quando gli si ~ltiese come fosse avvenuto che nel seno fistoloso si trovasse incuneato un cece, ma dovette confessare hl frode gn:rndo, prcu:edondo nelle indagini. si ll'ùVÒ che al collo portava appesti un sncd tello il quale, iu luogo dei soliti amuleti. conteneva unn discr·eta provvista ùi ceci ed insieme parecchi bastonci ni di iegno,., ben toroiti, destinali n sp ingere il corpo stnllliero nel fondo del seno listuloso. 6° Caso . - 'e mi fosse perme-5so il ).(er).:o del fr·eddurista, chiamerei que"tO caso un colmo, chl' non altri menti dovrebbe designnrsi il fallo tli un soldato che :>i pnH'UI'II unii malallia artifi ciale per meuerne io evidenza una re11le. ~el 188'1veniva accolto nella infermeria di presidio di Heggio Cn,. lo labria, di cui aveva la temporar·ia direzione, uu solo;~ Lo de1o fanteria per piaga nlla gamba sinistra. Al primo esame che feci di quella piaga, tnnto per· la forma , colore e ::ecrezione, quanto per· la causa all~ala che aHebbe dovuto produrre una lesionl:l di continuità con caraLLeri del tuuo òilferenti dn quelli riscontrati. mi accorsi che essa doYeva r.:;sere stal:l fraudolentemente provocata. Era cosi sicuro del mio giudizio che diedi all'infermo un giorno di riflession e per ÙC'citlersi a


DEl MORBI :'lEI. L. ESEI\CITO

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confessarmi la frode che sospellaYa. minacciandolo in cnso contrario di riferirne al comandante del :.uu r·eln:imento. Tra· scorsa In ~iornala, e persistendo l'infermo ndl'an·ermare accidentale l'origine di quella piaga, mi rilenni in obbli~o di comunicare i miei sospetti al suo colonn cllc> . All'indomani. mentre attendeva alla medicatura dell'infermo. questi, con voce commossa, chiese gli fosse perdontll:l la sua mancanza. • Signor· capitone, mi disse, elh't ave\11 rn gione quando dubitava ùella naLur·a del mio ma lP: 1.• vero che io mi sono procarata questa piaga, coll'applicazione eli un 'escicante, ma fu allo scopo di essere ricoverato io que:;ta infermeria. e di poterle mostrare un altro male da cui em all'etto ancor prima d1 venir sollo le armi. Cosi dicendo rn'indicura l' ing-uine destro: vede signor· cupilano , da due anni io qui ho un 'ernia. ) I>et· quanto sor·pt•oso dal la via indiretta prosa da qttel soldalo per fn1· ricono!'ce•·e una infermità che qualunque medico anebbe potuto l'Onstatar·e. procedeui losLn all'esame della regione mdicatami e con:;tatai la pre~enza di un'ernia in~ninale oon tale dtkttazione degli anelli e del cana!e che riconobbt Mallo quanto egli asseriva intorno alla ùnta abbastanza remota che ocrli fu perdella sua infet·mità • ~~ superfluo il so•ruiun•,er·a f"\ f'J :') clonata la frode commessa, in gt·azin. della malattia reale che lleva e per la quale ftl immediatamentl! sottoposto a rassegna di rimando .

VI. Nei ca·i. che ho testè esposto. le prove dirette della frode lllersero con tale evidenza che ti giudizio di simulazione e di proyocazione mot·bosa potè essere pronunciato con piena si curezza legnle: soltanto nel primo caso il criterio cl inir,o di


704 DELLA Si~IULAZIONE PRESUNTA II DELLÀ SlliUUZIONE lli!AL&

presltnla provocazione do·velle arrestarsi davanti alla p~>ssi ­ bilità, più che alla probauilità, che quel panno corneale mppresentasse una deviazione lipica. insolita, dalle forme piit comuni. A cotesti casi ne contrappongo altri due che ri guardano Lnlnoì di quei morbi, di cui accennai in sul principio, i quali non rivelandosi cbe molto t:ll'di con sintomi obbiettivi o veramente patognomon ici, nelle loro fasi iniziai isono considerati con sospetto dal peri1o sanitario, eù espongono il me~lco ad incol'l'ere nei più deplorevoli errori, qualora non mt1deri la tendenza a precipitare il suo giudizio . 7° Caso. - c. n. appuntato nel 78° reggimento fan teria, nel corso di un anno era stato ricoverato tre volte nello spedal e militare di Parma per isch ialgia destra' La sua robusta costituzione, la sede non abbastanza definita dei suoi dolori, la .circosLanzn che egl i non teneva volenLiet·i il !ello e per due volte entrava allo spedale alla vigilia di eccezionali fatiche per parte,del suo !'eggimento, avevano fatto dubiLare i medici~ che ciascuna volta l'ebbero in cunt, della allendibtlilil delle. sue soll'eronze. La d.iagnosi d'isclJinlgia era ;;lata fatta in base alle sue asserzioni, ed io stesso che l'ebbi una volla iu cura fui trallenuto dol considerarlo simulatore o guanto meno esnget'alore, soltanto dalla t•iservatezza che da lungo tempo m'impone l'espet·ieoza. l ~uoi dolori erano vaghi, occupavano bensì la 1·egione gluLea ma non esistevano i punti dolos·osi della sciaLica, l'arto pelvico non p1·es_ent.ava alterazioni di nutrizion e, i riflessi et·ano normali, nulla nell'addome ne aJI'arlicolazione co~o-fe­ morale che desse ragione dell'allegata nevralgia. Un solo sintomo campeggiava, e questo era soggettivo: il dolore. Nel marzo del ·1886 dopo parecchi mesi di 11pparente be~ nessere, interrotto sollanto dalla temporanea ricorrenza di


DEl MORBI NELL'ESERCiTO

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accessi dolorosi che si dissipavano pr·esto r.on lievi cure alla blferllleria del corpo, il C. D. rientrava allo spedale: rl sintomo tra lo stesso dol ore elle dalla natica destra eslenclevasi alla coscia corrispondente, ma questa volla irradiavasi anche in allo verso i lCJmbi dove la pressione del1e vet·tebre riusciva pur dolorosa. Inolu·e le sue condizioni generali non erano più floride come prima; era pallido, dimagralo, di LratLo in Lrallo aveva un po' di febbre vespet·lina, infine dopo brove tempo alla t·egione lombo-sacrale compal've un ascesso congestizio il quale traeva origine da carie delle vertebre Iom bari con diifnsione alla cresta ùull'ileo-destro. Ecco una malattia ohe impiegò un anno e mezzo a farsi obbieUiva, e che nella soa lenta evoluzione nllraversò tolle le fasi necessarie per mettere a dura prova il ~riterio clinico del medico, anzj del perito sanitario pju che del medico , passando dalla rot·ma nevt·algica tradizionalmente a lui sospetta, alla lroppo evidente obbieuività dell'ascesso congesLizio. lr Caso . -Non minor interesse del caso precedente, ha, llo l'aspetto medico lega le, quesl'ultimo che riporto. Nell'aprile del 1886 veniva inviato in osservazione all'oMJedale mil itat·e di Partna un soldato di cavalleria pet·cbé fosse OOnstataLa la reale esistenza o meno delle soll'erenzo dal mol e:kimo allegate che furono o si l'ileunero pt·eteslo ad un allo f'mdisciplina pel quale doveva essere solloposto a pro~edi­ Dlento penale. Quel soldato era gii\ st-ato in cura tre anni prima in altro ~aie militate per ischialgia sinistra cbe dovette essere stata bastanza intensa e non sospetta a giudicame dal Lratta~nlo energico cui fu sottoposta, e di cui co nser·va va le traccie ~numerose cicatrici di mignalle applicate alla regione lombo· MI


l'

706 08LI.A SIXULAZI(I~K PRESU:\TA K DELLA SUft.:L\ZIO\'E REALE

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sacralo. lJn anno dopo lo curai io stesso nello ,-pedale di Parma e ricordo cbe tanto per l'a:;petto 'uo soll'ereute, per l'anegg1amento speciale con cui giaco,·a in lello, quanto per la esalla descrizione che mi aveva fatto del ~;uo male e per In lìdnrio~a tolleranza cuo cui si a~so~gellò alla luuga a penosa rura adottata , lasciò in me la c.onvinzionP assoluta che la ,;na nevr:-~lg ta fosse renle e non simulata. Successivamente fu io cu1·a altre due volte nello ~le,.~o :;pedale, ma col succedersi delle recidive audava ~emprr piil sce· mando nei medici. che ne assumevano la cura, la cre1lnlità alle sue sofferenze, siccht'l finì co l passare per simnlatort• Quando fu inviato in osservazione accusara: alla natic-a slnist:-a in cor'l'ispondenzn dcll'nscitn del nervo ,;ciatil'n nn dolore che varia,·a d'intensità :ìecondo le sta~on1 e lP IIJ:t)!gion o mino1·i 1':11irhe w i ern sottoposto; rapida :;tanchezzn all'arto pelvico sinistro dopo ureve oquilaziont', stanchezza che 101• :liavasi con un Lremolio dei muscoli estern i della l{!lllii.Ja e liniva con crampi dolorosi. l giudizi oppolìli. precedentemente fcu·mula ti intorno :1lla sua intermitil , non penneLtevano che si faces:~e molto assegnn· mento, per la diagnosi, sulle allrgnzioui deii P ~ue ..;oll'ereoze. Quand'anche fosse ~lato dissipato qualunqn c duhhio intorno alla correl.lezza del mio apprezzamento, allorch i· )!indicai real~ la sua sciatica la prima volla che l'ebbi in cura, ciò oon im· plicava che fosse erralo il giudizio degli altri medu:i che successivamente la dichiararono sim ulaln, non ossenrio infrequente il caso di militari che tl·aggono pat·tito da una infermita realmenLe :all'erta per continuare ad accusarla a ltwgo anche dopo esserne guariti. Ed era appunto da que~ta considerazione che la cansa dell'infermo veniva assai prel!iudir.ata. Occorreva quindi che il giudizio, che V"enivn richiesto uol


DEl ~fOitBI Nl!J,L1 KSEilCITO

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aao invio io ossen·ar.ione, si appoggiasse non piu sulle alle· pioni sue, ma sopra sintomi oubietlivi evidenti e di valore patogoomonico indiscuti bile. Perciò si procedelle all'esame dell'infermo colla magl(ior· diligenza possibile e si rilevò: nutrizione. temperaiUra, e conlraltilita m11scolare ognali in ambe le ostrernitit inferiori: sensibilità dolorifica aumentata in alc:uni pumi alla parte posteriore della coscia sinistra o pitt notevolmente i n corrispondenza dell'uscita dello sciatico; ·ensibilila tnltile alquanto diminuita alla pianta del piede si nistri) il cui solletico ridestava meno pronti c meno vivaci i mo\·imenli rilles i.• i conslntò inollre che ponendo le estr·en1ilà inferiori in semillessione fhcendo punto d'appog~tio sulle natiche e sui calc:tgni mentre l'infermo Slafa !-eduto sul letto, ùopo br·eve tempo si rideslavano rapide contrazion i fibl'illrrri 1 quasi cor·eicbe. nei muscoli peronei sinistri, mentre gli omonimi di destra mantenevano cost.anle il loro tono: rimanendo le es tre miti1 inferiori piu n lon~oto in questa posizione. alle oscillazioni fi brillari succedevano mollo spesso crampi dei muscoli de ll e sure. ln!ine la. contrattilità elet.lr·o.auscolnre era cosi accresciuta a si nistra da produrre crampi violenti,;simi al polpaccio. men11·e eh~ a destra la contrnttililit era normale ed in rapporto colla forza della corrente che veniva applicata. Per quantP. volte le ricerche sin no state t·ipetute. si ottennero sempre questi risultati. Questo t·epor·to clinico non poteva essere più esplicito nel fornire la provn che in quel soldato esisteva effeuivamente un .materiale substrato mor·boso, e che questo era cosi ben caratlerizzato da giustificare completamente le sofferenze da lui allegate. Prescindendo dalla iper·estesia dolorifica e dalla parestesia


708 DEI.I.A SUIULAZIO:SE l'ltESUXTA E Ot:Ll.A SUJUI \ZIO\E rn:_\J.E

piantare, le qnali, come sintom i soj.!gellivi, quantunque sperimentalmente accertale, avreubero potnto aucoru 1'!\M'rt' rirennte per simulate, non poteva dir·:Si lo stesso dei crampi violenti, e delle contrazioni fibrillari t•he <:i con:.llllarono nei mu:;coli peronei sinistri, poicbè tali forme di c•onrrazwne e 3pecialmcnte le fihrillari, sottracndm>i al dominio della rolontù, non ::ono su~ceuibili di simulazione . .\l a ciù l'11t> da\·a al reperto il carattere indubllio di consratazione m01·b o ~a, et·a l'esalto ed esclush·o raggruppamento delle alret'tlztnni funzionali io rnrporlo a quCI!Ii organi che li~iologicamenlr pn:~ie­ dono a quelle dare fuozioul. Se infatti si considerano le diramazioni uenosc fornile dallo ·dntico alle na:iclte ed alla parte posteriore della ,· ..~eia coi ner n glutei, ed alla ~amba coi ner"i 1ibiale e peroneo. si riconosce che nel caso in esame cru più compromes~n In fuoziona lilit del pcroneo, ed alquaulo meuo quella rlellil,iale. Coll'appoggio di questi falli Yennc e~rluso il so:-pello d1 s-imulaziOne. ed in tnlr ~indizio imparziale, l'infrazione dt~ci ­ plioare commessa dn quel soldato rro'ò tale auenuante. che questa porè veuiro co nvenientemente apprezzata dai ~ u oi giudici per una mitigozione della pena.

Yll. Ed ora concludo. Ho consideralo In simulazione nt•lle sue manifestazioni più spiccA re, più clnmorose, quasi ù1rei nelle sue forme più acnle: non bo fallo però alcun cenno di ([nelrallra forma lenra, insidiosa e suscettibile di fnr~i cronica quando pnssi ino~:;ervata od impunita. che nei reggimrnt1 'iene qua~i ~ioma lm en t c esercitala dai mtlitui coll'annundar:>l fai·


DEl MORBl .NELl/ESERClTO

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samen~e ammalati per soltrar·si ai servizi di un giorno, ai di· sagi ùi una istrui'.ione, alle lnti èhe di una marr.in. Egli è che questa forma pella modesta apparenza dei mezzi e pet·l)nella ancor più modesta ùegli intenli, sembra non possn a~SIIl':Xere alla òignilà .di argo monlo d'ordine medico -legale. Eppur·e In sua importanza so lto l'aspetto disciplinare è lnle che i •·eggimenli , in co i ess.-1. riuscisse a passare inaVYe•·tita od impunita. ~ i riconoscerehhero assai facilmente dal numero esorhilanle degli nm mnlati gio rnalieri , dalle lunge code del le loro colonne in marcia , dai numerosi ritardatari che avre bbero all'anivo al luogo di lrtppa, si r·iconoscerebhero inso mma da un rilassamento della disciplina che si compirebbe soLto il prelesto di ùna eccessiva. preoccupazione dello snlule indivi duale. Non può essen•i chi non riconosca quanlo sin rrui necessaria pPI hene dell'esercito, l'opera del pet'ilo saniltlrio: senonchl· l'ellicacia del soo concot'so non è sempre propor·zio oata al bisnt;uo ed alla opportunila. L'esaget·ato i1ller·veuto dell o spiri lo tlmanilrtrio che ali ta ,;opm lulle Je sociali isLitm:ion i dei nostri l empi; l' ombt·a tl el dubbio e col dubbio il discredito prodotto na pochi ma deplorevoU er·rori d'incauti più che ù' inell i; in fin o lo tliflìcol tà stesiìe che ci rcondano il pro illema meJ ico-legale, lu cni soluzione in que:$li casi è nl medico mililrtro affidata. co~ tiLui sco no altt·etlnntc tause per cui il suo gindizio viene accollo non di mdo con ampia riserva . Mn é pure nell'in teresse dell' CS'Jt'cilo che co testi ostacoli ChP si fmppongono al conseguimento di un obbiettivo cosi impot·tante qnal'è la tutela della disciplinn, delibano venir supet•ati.

Ln -'Pirilo umanilario, per· quanto legitlimo e benefico, non


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DELLA SIMULAZIONE PltES ONTA .ECC.

deve essere esaget·ato al punto da far obbliare lo 5COJIO della istiwzion c su cui slende le sue ali protettrici; gli errori. per qnanto deplorevoli, di pochi , non possono nè debbono riverberarsi sul ~n u dizi o della magj!ioranzn scuotendone lamentata fiducia: e, per ciò che riguarda la difficoltà che s'11tcontra nello sccverat·e frammezzo a queste forme di simulazione il vero dal finto ammalato, è appunto in essa che i! medico militare deve sapore affinare il suo criterio , per tentnt"t' tlr raggiungere colla scienza. coll'intuito e più di tutto colla Psperienza quella sicurezza di giudizio che ralga a mantenerlo 11ei ~ iust i limiti fra una esagerala diffidenza, ed un riprovevole abbandono di ogni difesa contro lt> subdole arti ùelln mi:;tiftcazione.


741

CONTRIBUTO ALL'ETIOLOGIA ltELL.\

PARALISI FACCIALE · A FRIGORE • llEL IIOTTOkE

ALF O N SO MA::> L CCI • UIC.O llt Ù

CLUJI -.11.1.4. • • _ _.. ••

l. Nel mPo;;e di lug'io 18l:S7 il p1·of. Neum nnn pubblicò nel giol'nale: Arcluces de Neorologie un aJ•Iicr•lo inlrlnlalo: Et11de dea eonrlition.s rJtiologique.s de lt1 Paral!}sie faciale . 10 c ui , meltendo da pa1·le quelle forme dr pa•·alisl, <• he pn$1Sono òi pe>n tiPr e da trauma. da l>itìlrde. emorra!ria o luJnot·.. l'et·r>brAic, da ca J•ic rlella rocca, in ~o? eneru le da l!•;oioni bPtHl delt' rminnte. ~i occupò .. !ll'IU!livam~nle deiiH parali$1t faccìa iP a frigore: P con la Sc-orta di 17 casi cer cò òi dirnMlran• elle con Ul•'auali!:'i t•igorosa dei ratti, e sopt•atLullo con u no ;.lu ni<J accur·ato dei pr ecedenlt d et ma 1ali e delle lo•·o famiglaP, tutte le cau<>l' che d'O I'· danar•o !''invocano per i!>piega re l'ol'tgine liell11 pnralil't facciale souo put·amenle !>eco nt.la r i!' e !'ooo s uhordinol•· a quel polente fallare , che imperA !'llvr-auo nella cli,logiH d~lle malattie ne1·vose, cioé all'eredita OPrvosa. Nel maggio dell'anno s egue nle l'autore pubblicò nello stesso giornale un'altra serie di osservazioni (al numero ùi 24), <:Oli cui venne o conrermare pienamente le sue idee. D'allol'a in poi l'attenzione dei nevrolo,gi é stala rivolta. un po' di pitl allo studio delle C8U'Ie di questa malattia e s i è dovu to coli ven ire c hA n ella etiolot.ria della paralisi facciale r•eumalica l'eredità ne rvosa esercitA una grande infl uenza. T uttavia nOli sono maucote le


7'12

CO~TIIlDUTO Al.t.' ETIOI.OGIA

smentite, anche da pa rte o i illush·i cultort di nenoloJ,na; anzi si ò osservato che in molli casi, s pecie nelle fot·rne leggere di paralisi. il fatto eredilal'Ìo non appat·e e forse non e,..H,. addirittura. La sla tisllca del Neumann offri va già un lulo dt•bole alla critica spassionata: delle H SUl' o~servazioni ues<>una dava risultato negativo. Ora ba~là ft·equenlat•t• , andt•· per qualchu mese, un ga bi11etto di olelLro ler·apia per perR<Jtt.tlersi cho molle volte, per quante iudo!-!ini ocrursle si fact·inno, per quanto maliziosi ~i pos~a essere nella ricerra 11i outntfeslaziont nervose negli infermi e nei loro parEmli, non <>i r r-sce a tt·ovare nessun fallo nervoso. eredilar 10 od a C'JUhtlo, 111 person~ colpite da l)&l'&lisi roi!cialo. Eù allora, o il ~eu t ntln t t ha taciulo i casi negalivi, il elle nòn è lecito supporn•. ovn·I'O è stato cosi fortunato da imballerRi, lut ~olo, in ca:,i. Hl n~:nu no d ei quali l'influenza (Iella t>redita nervo~a sullo ~VJiuppo oJella maluttia era chiara e rnRuifesta. Cet·ltunetlte, a• nost.t'i ftio r nì, dopo g lt s ludii rll•ll'nniore in propo$lLo, nessuno polt•à tlegare l'importanza gt·Hndtssima dell" cause nervose nell'origine della paralisi faccia lP a {rigore: i f'allj parlano troppo chiarameulf', e quac: i luUe h• fnrme

gravi di .raralisi sono iu diretta di pendenza da unA <"jtu<>n nel'vo~a; ma pos,.iamo noi, nnllo stato attuale dellt> nosti·e cogu•zioni, band ire rle l lullo l'nz10ne del freddo, d e ll e cause t" urna· lizza n ti? Ed eccoci daYanti ad una grande I'JUtslione che int•·t·~ssa tutta la patologia. Come a~isca il fretld~1 "'ul nostro oi':.!Uni,-rno n e l pt•od ur•·e malallie, llP"l'lllno ha an<·ot·a detto ~~ climo;:lralo in modo ossolu Lo, e coll 'attual e inuit•i zzo scielllifico diWcilmcnlc riusciremo a lo rmarci sul pt'OPO"ilo un cout·.,.llo adegualo. In m edicina mo lle malatL1e diconsi di origine reumatica; s'incolpa il fl'eddo-um itlo come causa principflh• di un gran numt>ro di aneziCJni; ma I'JUtHido poi si vanno a va~liare ben b et t !~ Il' rose, >. t veda ~ubilo che le condizioni l't'1Hllllliche o non vi enl1·ano pCl' nulla, o vi P-<erl·tlauo ull'lllllu,•nza talmente !'IGl'Ondal'ia, ..:he l'it>SCP uiflìcile concP.pit·e come e:".se pe1' tanto LPmpo s iano l'late rileuute causa ullit'A 1li 1111 dalo morbo. V(llfango Goellll', g1·and<' poeta e pt•orond o couosc•tore de ll e co~'<e del rnondn, d iceva: Qunndo s'Jg-n oJ'I.i l'oo:;senza


DEI. I,t\ I'Ail ,\LISI l1ACCIAI.R A FRIGI) Il Il:

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delle cose, si cr 1•a r1 o dei vocaboli; e noi in patolof!i& abbiamo crealo la parola mollo comoda dr rcuma, per• rndicarc una particolare morbosa condizinoe dell'orgaoisrno, che nessuno poi !lH tlire in rhe cosa consista. Coi continui pr·ogr·•ssi della balterioloma la ']trrstione si ,.. ancora dippiu cnmpllcala. Sr avevA prima una malattia reumaliN\ per ecroll<"oza, il reumàlisrno ar·ticolat•e acuLn, lur'affe?.ilme prodo~tu escl usivamente dall'influenza del fred do-umrcln sul cor po; ebbene, og!!i, dopo ~~~ studii dì Hueler. confermali da lanl1 altri autori, nessuno può meUere più in tlubbro l'origine parassitaria di questa malattia,<' l e condizioni r·enmaliche, quauùo esislono, nou esercitano ehe un'azione pul'amenle se,.ondnria. Vi et·a ia pulmon ite cru pale acuta, nella cui manifec.;taz.ione le causo reumatizzanti !'piegavano un'inllut>uza mas!'imtt; un colpo di venlO frt>ddo bastava per produrr e l'iuliammaziono lobar·e del polm•H• <'; ma poi a poco a pocn si è vi«to cl11• i r·ntfrPtllor i e le alli-t~ intluenzt! e~<;ler · n e n oc1ve non kono <'8 11!"6 HÒ ne('es:;ar ie De COStAnti, che Ja maJallit~ tal UIW VOlle di'c'Ili' l'l• epidemicamenU• 111 alcum sili, anche luo!!hi clliu::-i. ed 111 c·t>rle ~tnA"ioni . ttpecw nt>l,a prirmwera e D••ll"aulnnno, quando cioè il rreoldo m11nccr n f.o poco inlen ~n . e tìnalrnl'Til•' colla !l•'OJHWla del diplncncco del Frrt-dliindet· In po!ruon1le è eulr·ata 1WI no,cro dell·· malattie ini'OtliVI'. Nella etiologiA tlnllt.! malnl~11· dol ki--tem" ner·vo!"o il fr eddo ha rnppres~nt.alo, e rappresenta Luli.Ana. urm g1·ande pa1·te: è il Deus ex mat!lllna, la ra••"a qua"' I'"Cht>:r\8 dr 'lll8!'1 l .u e le affezioni del midollo spi nale, la 1;~1i oliolo,!.!rll in gt•an parte ci sfugge ancor•a Of'gi. Bo!itu !' ro gliH I e qua lunque l ratluLo di lllalutlie nervo!'e, anclu" i più l'l'cenli, pet• verler'P citalP ad ogni pa~so le cond1ztnni r eumatiche come cau"a .ti Lalr malattie: ma quanto dr vero, di r·eale ci sia in eiò nessuno si pr... nde mai la l1r iga dJ eeaminare. Eppur e, u rnauo a mauo cb~ !IOr1o progr t>diti gli l<luùii sulla Pliologiu e sulla natura deJ lrlorbi s_pinali, le cos1dtiette caus•· r·eurnaliclte so11o andale 8 Jlnco a poco dileguandosi: ~i é \•isto. p. es . ciro> nell'al&ssia l~comotrice. più che i raffr t:cldori, &!.!isce co111e causa preCipua la sifilide, "le stali~tiche di Et·b (6~ p. 1001, di F ournier (\)4 811 103), di Sl1·u mpell (U1 p. 100) sor10 li ad atlt~s larlo. ìYi olLe


7U.

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CONTRIBUTO AU ETJOLOGIA

malattie spinali sono legate intimamente a condizioni er·edi· tarie, ed alcune ~ono vere malattie infettive. prodotle cioè dall'azrone di un germe viventt:. quali la poliomielite anterio r e acuta, l~ paralisi spinale ascendente acuta (par·alisi di Landry) e forse alcune forme di mrelite acuta l•·asve1·sa. Si pal'la nei libri di nevralgie r enmatt:che, prodolle dall'influenza dell'aria, del vento, dell'ulllido ~u l nervo malato; ma non si dice mai in qual 111odo Il rr-eddo ha agito 111 tali casi. Anzi trattandosi di affezioni, le cui alterazioni ~ruggono completamente al nostro giudiZIO, il cui reperto anatomo-patologrco è ancora oggi nt>gativo, I'Ìesce difficile il co11cepire rn qual m odo queste cause esterne riescano a pi'Odlll'!'e rlistu r·bi, clinicament~ ..;Mi notevoli ed anatomkamentP poi ccsi pocoimportanti, tho neppure O)!gi co1 mezzi piil perfetti d'inv~>­ s Lisazione, di cui la scienza dispone, arri viorno & constatare. Invece nella e liologia delle trevralgie ha una g ranùe impOI'· tanza la tendenza generttle neuroputica ereditala, p-1accùé molle di queste lO i m o •tra 110 in per:;one eh!:l sot'l'rono di alll·e n evr osi, o nell~ cui rami~-tl• a si sono mAuifestale affezioni ner· vose; spieg~:~no un1.1 g rande intluetiza le int'èzioni e le inlossicazioni, ed è molto pr<•babile, come hPu nola lo SLrumpell, che pAt'l:lCcbie nevt·algie, iu apparenza idiopatiche , !Opecie le intercostali cd alcune acute del Lrig..mino, l.lebbano essere in diretta dipend<'nza di una causa infettiva. E senza dtlungaJ•ci maggiOI'Jnt>ute veniamo alla par·alisi facciale. l n tutli i lt•altati di patologia m edJca si citane') i colpi di aria, il dormire colla fìueslra apPrta, il viaggiare in ferrovia coi fin estrini aperti , ed a lli'O come cause dirette della !Jara· lisi; ma alla prova è difficile:: cons tatal'e tutto ciò, o per rueglio di re é raro il c11so di ammalali, i quali accusino il frt:ùdo come ca•Jsfl prima ùella lw·o affezronp; anzi la magg ior parte di essi As::icura di non t!Sl>en:i l'unto e:::posta nei giorPi p t·Pcedenli la comparse della perah!:!i alle cause reumatizzanti. Se le cause esterne influis!'!et·o tanto. quanto finora si è detto sulla produzione della pa1·ahsi facciale, es~a tlovrebbe esser e una malaLI.ia abbastanza frequen te, il che !tvn é; i11 rappot·to alla corizza, all'angina. alla laringile reumatica, ari altre affezioni catarrali, in cui più di1'eltamente possono essere invocate

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DELLA PAI\Al.ISI FACCIALE ·' PRICORE

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come fallor-i pritn i le ca:.~se t'ellrnatizzanli, essa occupa l'ulllmu poslo. Nelle t•ampagne è una affezione rarissima, e nel mio paese nativo, che conta circa 10,000 abitanti, non se ne é avuto un caso dù mo1tt e molti anni; ••ppur·c se vi è gente che piu toi el> pont> all'aziorw del freddo-umido, che pili vi ve in mezzo ali .. inlt>mperie e l all e vi<.:issiludini almosfericbe sono appuulo 1 contaolini. pro'~so d,..i •1unli però bisogna nola re che le Hfl'ezioui del ~ii<lema nervtlSO non ~>ono mollo comuni. Nell'anno 18!:8 si ::ono avut1 in cura no,~IJ'o.,p•daie dipartimentale di Napolì 1J83 individu i, di cui pi t\ ili uu ter zo con affezioni reumatiche, ma non si è a vut•J nes*'un ca~o di parulrsi facciale; nel primo Lrime~ Lre oli que,.,lo anno, a causa delle pessime con<lizionr clhualeriche delln crllù, si é avuto 1111 numero a&raordmario di mala11 ; i casi di polmonite, reumalisrn(lacuto, calarro br·onchiale, angina e l allt'e Rllezioni l'eumatiche hanno eorpastoalo di mollo la cifra degli 111111i precedenti. ma non si 6 osservato nessun caso di pH rali~i faccìale. e nessunù vor rà oegartl che i nostri morinai 11on si e:<pongano allò cause reumatizzAnli. Il Neumaun d i c~~ chu c"'~>a é una mul allia più frequente nl'lle donne che negli nomini. giacchè delle H persone, da lui o SRù i'Vale , 23 Pr ano donue e 18 masclti, • d aggiun ~e come spirgazione, che le donne, bt>11d1é si e~ro ngano meno, purt~ sono più spesso che i mas\:llt Clllpr le da 1arahsi, perché Bono pit't disposte al n o r vos i~ m o, e pcr·chò cerle atfez oni ner Yose, ~peci e il' nevro->r, Lro,ann 10 e"3" un più facile campo d1 svilupro. Ma non parù che lll ~lalislica del Neumano esprima il vero; e drfalti Il pr·or. Bernhardl di Berlino in un luo lavoro (Beitriigc .::ur r t',{rige ratorischen.faeial islaltmiin.g) riporta 57 ca'H di pornli~i fncciale, in cui vi sono 9) maschi e 23 donne; l e mie o~servazioni diln no 18 mascls1 e solo 7 donne; Pare cioè elle il pr ofessol'e f1·ance!"e abhia duto per r egola c16 che fu una semplice coinctdenzo . Sull(~ conclusioni del :'-l oumann, ho gté dt'LLP, non sono lutti di accnr.lo, o per mej:tlio di1·e. esse ven,:ono accellulè, rni si P8 ~'si le fra se, con una c~ rln r est rizione mentale. L' l~rb am~e.tle '" qualche modo eù in nlcuni ca~i una certa predispotltzrone et·editaria nella produzione della paralisi fllcciale, Pe r.~ hé spesse voH!j alcuni individui ''enl!ono coll'ili da paralisi.


7 16

Cll:ìTR.IBOTO ALI.'ETIOLOGU

non Appena sì espongono a cause t·eumatìzzauti. I.'Eult•mburtt dice r·he l'ot·ig-ioe della purali<-i facciale reumali•·a può •, er .. fa· vorita da una c t r la predif'poslr.itHlO uc· rvo~a. • t•edtlHia O< l acquisita, speciolmcnle percltò e!:><:a pu6 aua,care r ipelult:> w Ile le stesso ind ividuo n pr rsone ùr ltA ~lcs<:tl fa rntglia. Il Bt rnhSirJt ùe.<:idera al propo:<tlo mu~~i, l'i d ludrlazioni, ,·uule d11• ,i gmdicbi su di un lllllj::tg"ior numet•utli o~st>t'\'azioni; luli.Avta 11 11h:uni casi amnwtle l'influf' nza della ererlilà ~uno svilllf'f!O tllila !•Il · ralisi. e conchiudt• che una piu C"-O.Ila ricerca potri-t iu an·enire dimosl.rAt'l' ;,, moùn asRol ulu l'importanze delll' ca use nervose. rersflnali o genliliziP, sull'm·igine di q11•·~la malallia. Per il momento, e!! l• dicf', parmi dubhio elle •Ju...... lu prcdi&po!'ìzione ne t vo!>a abbia !>t'IDJH'e lA JIIH':e che '\ "urortnn vi ascrh·e. come ul piì1 impnataule od all'unico mnmeuln • liolo· gtcO ,·ero dellll pv rnliE<i racdole. Il !'l'Or. Vizil li. Jll1 1 COII;.!l'C!'SO di mcdicin11 intt>l'OA tcnuto~i o ltomll nell'ottobre "t·nrsP, venn~ alle seguen ti conclusiuui, ciH• ripot·to per· i11ter·o Pd a c·ui 10 avrò ben poco tla mod•fìctJre 1• Ja n~giun;;ere: 1• In molli ca!>i la pAI'ali<-i fal·t·iAIP è uuA twvro>-i t>r~di­ taria, ramilit~:'P, rome la malallia di Ft·iedr·e:ch. il 11101 bo di Thomsen. lo po.rah"i pseuJo-iperli'Oiica. la cort'u IH'I'-'~''>"iva. 2" Vi !'c•no c·As• in cu i~ iutpO::-'-Jh•le l!•uvurc le I.'OII(h7ioni di malullia ralllilillt't'. Come ,.i :::ouot·osa di pal'ali!'t pc:ruolo-iperLt•ofica no11 c a•ediLaJ•i nr fami ll nt'l (il riO J1. 100 seccJnùn lt• :dutistiche dl'l ~l iiluus e t! el Vizi oh), e cor·et• volga l'i, HOli pt•ogres· si ve t>d e!'cdilot•iP. cosi vi sono pat•nlisi facciali, che lipcu•lono unicamente dal fre 1do. 3' Quc«.ti ca«.i ~~ no c.aratlt:>riut•li dul rreJdo. dtl' J'I'O luce la lll8(atti8, ofll dul01 Ì lli'I!Cedenll l' COIICOIDJlO.IIti, ~ponl.UIIl'l O pro,·ocati, da t·t·cilabilalà neurl')· mu ...colal'<>, da r<.>nziOJH! ckge· nel'ati"a, du t'OII Lrnzioni librillt~t•i: cioc si lt'C:Jllu di 111111 vera ne \Ti te. 4• Vi !'tono ca!'< i benigni, clae guat'i:;cono dopo alcuna giorni senza alcuno cur:>, P fJUe::li casi sono pt•o<lolli ùal frt!dùo. Nell'inverno di fJU•·st'ann(l, U\ endo A \'UIO l'c.cca:-ÌOIIr li rrefJUen tar e nncor·a il Gal,inello di eli·U.t•olera pia dell'l) lliv, •r·"rtà di Napoli, diretto dall'illu!>l re pt·or. F. Vrzioli, ho awollo lan)·a a llenzione al! n ~Ltt d io dd l'eliologio ,(ella ptH'S lisi I'Hccitall' ed ho


DELI \ P\11 \LIS l HCCI \l.b A FIHGORE

il Ì

25 osserv<lZioni, che mi propotH!O ora di pubuhcare. da cui !>i potrA r1ca ''a r~ qualchè utile;> t'ouclu'-ione

Olfser r. l. - Gra.-.in R, di a nni 25, mat·ll8lfl, con ùue n~11, «i

è pl'tll'lt>nlala a lla tiOSlr a osservazioni' <.:0 11 pa1·olisi roe,·in l!~ a de..tra, co ~npnrsA du•' giOJ'ni prima (!lO ge 1 •n~io). Il a sCimpre g •dulo buo 1a salul,..; non ba mRi soffer to malattia uen·o!i\8,

o 1:t>lla su11 rami~lia si l'i~conlra alcun fallo eJ·editaJ'JO 01 c~ da non e:::ser.-J u1ai t•:>poqa in questi uhìllll tempi alle cuus• ,_,umaliaanti. Chiude 'Jll8"'i cornpletAlllente l'ucchio del lnlo aft'eltu, ma non •·ie;;ce a COJ'J'ufw r·e l a f i'Oitle o ad anicciat·e il naso. N o11 avv el' ~o dolot·i 1.è s ponta nei, 11è provoca~ì ull'upoflsi mastoidea; mtlnca lo reazione dogcnt• t·ati vo. È di te m pera· mento eecitaoilisllimo, e S!'esso col Jmlrllo s1 aùbandl)Ott a teene violente di ~clo.;;ia: d<>po uno d1 que,IJ alten·bi e durcwle un ri"'-' convulso ~i ma•1ifestò ll'Jmpt•,>vvi"o la pa:-alisi. Que~la osset•vazione mollo inlere!<i'anle, giacché se ''i è caso io cui l'influPnza M1·vosa sulla protluziort.) della pnrultsi epparll chiara ed evidente, è app unto qut•s lo. .l\loltt~ v0ll.o g li inrermi non presentano oiLro d istu 1·bo nervoso elle una CI!J•la s&renezza di carattere, ttoa grande ec·c1Lal.ulilli, uua graude un ~ssionabilala alle cose della vi :.a: piangono e ri•lono racJImenlt! (2' c 11' osser n;tztor.e di );eu ma nn). fucilmeole si adirano, <:i adorubt•ano di un nonnulla e vta dicenJo. Oc·a questa t&llg ..wata, questa SfJ uisi ti senstbll 1ta non ò certo un t'alto nrwmale, ed indiC<l quasi sernpre uno ~la to d i debolezza, dj vulneI'Bbililà del SiSll·m a 11 0 1'V030. 08&er!".l/. -Luigi L., di anni 3~, si prasenlò a noi il 5 feb.braiu f'On paralisi a de;.Lra. da cui era stato colpito à 6 giorni Jll'•ma. l,;na m a llina si alzo di letto coll'occhio che gli lact·i· mava e col viso !'~torto . Assicura che a causa del suo mestiere di contadino s i espoue mollo al freddo Ili nido. Nulla d i e!'eùilario s i osset'VA nolla );Ua, fam ig lia; egli pe t'ò è di tem(lera · mento ecct(abilissimo. Dopo 20 gio r11i si è a v ula la guarigione

e

Spontanea.

!

V (llse~r · l~· -:- Gae ta no L., di ann1 53. di me'- ti e r e vetraio. e~o 'pram1 d1 d1ccmbr e ultimo fu colto alrtmprovviso da pa· rahsJ a destr·a. N on Ra Ùll'e uessuna causa occas1onale di qualche rilievo. Un ~uo l'l'ate Ho euue a patire la stessa malattia


CO~TRillUlO ALL'ETIOLOGIA

718

8 anni l'o; suo padre v~r·so i 60 ann1 clivenae imbecille. Riosservalo 11 15 febbraio presentò una ~ensibile miglioria, specie nei movimen ti dell'occhio. 1124 si lamenta d1 un forte dolore dietro l'ort>cchio, che lo lCll"menta du qualche giorno, e .chiude meno bene di prime l'occluo. Si noto la reazione de!!t•neraliva Il 27 mar·zo pre:>entò una leggo r·a miglior1a. Non é raro il caso che altre per·f':one della s.tes<>n famiglia siono o siano st.ale colpile daJJa par·alisi facciale Molle volte, come tulle le malalLie del sistema ner·voso, que~ta l'l può trovare allo stato di affezione di fami :.: lia. Il NeumtHtn cita il caso di uu fratello c dr ùue sor·elle, tullr e tre colpiLi da paralisi faecrale, e n PII'oss<•rvaz. J!l' r·i-porla il fallo cri tre sorelle, nate da mat11·e cnnvuls ional'ia, tutte e Ire affi•lle tla paralic•i. Jl Bernba rdl nola il cnso di un fraldlo e ai n.1a sorell&, co lpili quasi cu r\lem porauenmenle da uufl for·mt~ lt'ggera di par·alisi, e quello di un signort>, eh•• atfello per )H seconda voltu da par·ali~i, aveva uno sorella <'olprla dalla !<le:-toa malattw, ed in Lerz,, luogo il Cl:tSn di un uomo con panlllsi del fac· ciale (forma le!!ger·a) il cui nrpole, ll:zlio di una c;ua sorella mo rta al monicomil', prest•utava anche egli una for·ma lieve di paralrsi. Ma l'osservazione piit importante sul pl'oposito i• quella falLtl dal pro f. Charcol, il quale conobbe una rami:.rlia di nevi'Opt~ licr, vt-tali alla paralisi facciule, gracché 5 p••J'l'one d1 quella famiglia t-rano colpili dalla stessa malaltitr. Come si vetle, non ~ i lratto. più di diAL•·si oef'\'osa. che !li mauifP<:La più o meno dit·eltamenle, ma é l'eredrlH direUa, simrlare. n1es~ in piena luce. R.ipo r·to il quadro genPalogico di q ue::;tu tami~lia: esso merita bene ùi esser e conosciuto. t: nn so r~lla di nnnl70. Tipo nervoso. Soffri la

M. A., rli :tnnl60, molto nervosa, affetta dJ pa-

ralisi facciale n sinistra. seguita da con tralturo. Ebbe un:~ tlglia, M.. eh o .sposò

sclaticn, una ne,•ml!;,'ia

lnterrosi4Jo, c p:tr(llisi rno·ciale a slnl~trà. F.bbe un llglio atassico, con Jlttralisl facciale a slui>tra, che ,po>ò

~------~-------'

di

Un11 Oglla IG anni con pamllsi raeeinle n sini;.tra. Un3 figlia di 13 anni affetta

Ila rorea.

Un:l sorella o:h ~nni Si,

con pamlisl façciale n destra . oli rni era gua· rito.


DELr,A 11 ARAUSl FACCIA LE A FRH~O RE

/~9

Ossero. IV.- Antonio P .• di anni 32, fu colto improvvisamente da paralisi facciale a sinistra il 12 genr:aio. Nulla di ereditario si nota r1ella sua famiglia; egli è f'lato sempr·e bene. Assicura che nei giorni precedenlr la compa rsa dell'atl"ezione non si è punlo esposto a cause reumatizza11li. Dopo la prima visilà afl'ospedale non si reco più veder~. Ossero. l'.- Gennaro A .• di anni 17, di mestiere falej:rname, venne il giorno 11 febbraiu con para lis i facciale a .ùes,lra, da cui era stato colpito una setlimam1 prima. Manca del tuLt(> qualsiasi causa, predisponente o occasionale. che spieghi la comparsa della malaltia. Ver so la line di marzo era molto migliorato. Osse111. VL- Concetta A., dj a nni 30, maritata, venne all'ospedale iliO gennaio con paralisi raccialo u destra. che si manifestò cl 1impr ovviso 21 giorno ra, e di cui si accorse la meltina levandosi di !ello. Avverte doiOI'i, spon tanei e provo cati, dielro l'orecchio, non continui, ma ad inte •·valli. Mancsno del lutto l~ CRuse r"lu rnati (· l, ~ ; n eSl' lll1 dato f(e ntilizio. Ella fin dalla ranciull t>zza ha sofft't"lO emicrania ed è andala soggetta a •·rpetuLe neoralaie del triuemirw. V pç:>o !a fine di febbraio prel.'ernav11 11na lenl1:1 miglioT'ia Spesso nelle per·sone colpile da pAt•ali::i facciale si ll"o'·a no nei dali aoamnesLici attacchi f•·equ t•Hti di nevr·algie, ed il t"eumano ha parecchie di queste osserv(jzioni. Né la cosa de ve l'eear" met·a viglia, giaccl1é si Stl che uell'eliologiu delle nevraJ,gie ha una gran parte la disposizione ne1·vosa: è noto, per es., che una clas.;-1~ di gr~nte va s oggetta ci i p iù Il queste affezioni per una costituzione pal.ologica relati'"a alla funzionalità del ~i­ stema ner·voso. Questa dÌspO!ìizione s i può anche trasmetter e, Lrisle retaggio, com e eredita da padre a figlio e tr·a i componenti di una fttroiglia. 0$8erv. VII. - Pasquale T., di anni 34, campa~nuolo. L a manina del 9 mar·zo si svegliò con paralisi faccial e a desLra· Nei giorni precede nti oon s i e r·a esposto alle cause re umalizZtluti. U na sorella pali atlacehì corroufsioi nella piccola età; la madra va soggetta a ripetut~ neoral{)ie del braccio ùes lr·o. La Paralisi é leggera all'occhio. completa nel ramo medio ed inreriore del 7• psio.


720

CO~TR I OUTO ;\LL'&TJOLOGIA

Ussero. VIII. - Filomena C., di anni 28. S1 pr·est•nla 11 26 febbraio con pare,.i •lei ìacctale a ùestra: alla fine tlella pr1ma settimana sj ebbe dn quel Ialo paralisi rompiPlA Hiossen ·ata il 2/ marzo si p1·es.-ntò m olto migliorata ~l'qsuna caU!;lll nervosa o reumatica si t·i~contra nell'originP riPIIa malallia. o.~se r o. IX.- Gi useppe L., cii unni 36, ru colto V(\I'R(J i prin· cipii di marzo ùa paralisi a deslr·a, svegliandosi unu mattina con il viso stot·lo. A v verli nPi primi giomi dolora n l rmwosso masloiueo. Dice di non 6."1,1\Jrsi esposto a cause reuwatizzanli. Non ha mai patito 111ulall10 nervosa; la matlre è modu per

emorrauia cerebrale.

li: degno di nota osservare che rnolte ''Oite la paralisi :H ~;la· b ilisce di nolle. du1·anLe rl Mnno dell'infermo; constato il fatto e passo ollre, giacchù nes*'uno ne ha dato ancot:a la :.piegazione. Ossero. X. - Nicola G., rat'l'clliel'e, di anni 4iJ, ~i pt•e!o,enla alla nòslra osservazione il 15 l'ebhl'aio con paralisi l'accinlP. a sinistra, di cui ò affello da uoa quaranLina di gioJ'Ill, e <'he lo colp'i impr ovvisarnenle, mentre fumava la pip», clll' gl1 ~rut.:'gi da lla bocca. A vverle dolo1·i e fìsch1 all'oreccb10 dr! Ialo colpilo; chiude aJquanlo bene l'occhio, rnu non arriccia ilnal'lo e

la hngua de\'ia ,·erso il lato l'ano. Il padr·e, dedico al ,;,,o, muri in seguito di un colpo apoplettico; lo madre soffre di un'ajJ~­ :rione nervosa, che non si può bene determint~r~ tyu.il• <:18. Egli é mollo amico di Bacco. Q.<;sero . .YI. - Giovanni S., di anni 24, wrso i p1·imi di mano t'u col to da paralis i a sinistr·a, accom pagnaLe dn v ivi dolol'i 111ltl guancia. Non si riscorJlJ•ano né <·ause reurnuliche n6 l'alli ner vo~>i; il padr e è alcoolico. Ve1•so lA fi ne del ~nese c1·a lllOILo 111i· glioralo. Osserv. XII. - Antonio B., di anni 2i. ve1·so la fine d1 ,Jicembr e ebbe paresi a destra, d1 cui guarì spouLaneamcnle dopo una ventina di giorni. Non vi sono cause reuu\atiuonti. Una ~orella è andaLa soggetta a r1peluLe neoralgie; la madre è tli lempert~mento eccitabilissirno. Egli 5 anni ra si contugi~ di ulcero duro seguito dalle manii'eslazioni secondarie della

sifilide.


DELl,A l'ARALISl l'ACCIALE A }"fliGORE

7.24

Osserc. Xlii. - Lucia F., di anni 53, presente. paralisi completa a t'lastra con reazione degenerativa; è state. colpita dall'atl'ezione il 1:; dicembre. Mentre soffiava una mattina nel tuooo si accorse di non poter piti. fare ciò, eJ andata allo specchio si vide con il viso sconcio. L'etiologia della paralisi è del tutto negativa. Nel 2' anno di matt·imonio fu contagiata dal marito di sifilide. Ossero . .\IV. - Pie~ro R., di anni 23, f'u colto ai primi di genoaJO da paralisi facciale a destrv,ù.opo essersi mollo esposto al freudo umiùo. Due soJ·elle soffrono ùi con;ot~lsioni isteriche; un fraLoUo piccolo ùa frequenLi attacchi ùi eclampsia; un cugino •• tabetico. Egli un anno fa, facendo il soldato, si contagiò di svllidc. Quale InlluP.nza hanno spiegato in questi ultimi casi l'alcool e la sifilide s ulla produzione della paralisi facc1ale? Si trat.ta di una semplice coincidenza, come c mollo probabile, ovvero di faLlm•i dialogici r eali di ques ta malnll.1a? Io non pretendo di scopril'l'• nuovi orizzonti, né voglio aggi ungere esca al l'uoco; solo richiamo l'aLtenzione di LuLli su questo fatto. Del resto ness uno igno1'a la triste influenza che l"alcoolismo e la stfllRie esercitano sul sistema nervoso e sulla genesi delle sne malallie, e mente q uindi ci vieta di pensat·e che, come l'et·edil.à nervo~. cosi anche questi due terribili veleni del nostro organi"mo agiscano malamente sulle fibt·e del uervo facciale. Ossero. XV. - Luisa B., di anni ~6, si pre~enla con conlt-allura posL-pal'aJitica a sinistra. ~essun fallo ereditario. Ossero. XVI. - Gennaro S., si p l'll~e nla <;o n contrattura post-paralilit·a a destra. Tre anni fa fu chiuso per qualche mese nel manicomio di Aversa; non ne sa ùire la ragione. La contJ·ulLura post-paralilica si presenta il :H p.100 di volte. Ossero. XVJL- N. N., studente di medicina, si presentò il 12 marzo con par alisi facciale a desl1•a. Si J'ifinlò di dare qual l!iasi schiar•mento. Ossero. XVlJJ. - Raffaele M., di anni 13, la mattina del 18 dieembt·e si svegliò con paralisi facciale a destra. Nessun faLlo ereditario nella s ua fami glia; nessuna causa r eumatizzante. Riosser vato alla fine di gennaio egli el'a quasi del lutlo guarilo.

46


CONTRIBUTO ~LL'ETTOLOGI A

Osssero. X IX. -Francesco B., di anni 51, verso 1a fine dì o ttobre fu colpito da paralisi facciale a destra, cominciala all'improvviso s enza alcuna causa occasiooale e con vivi dolori alla nuca. Vi è reazione degenerativa. L'in fermo 7 anni or sono ebbe a patire la stessa malctcia e dallo s tesso lato. Ossero. XX.- Onofrio T .. di anni 48, pr esenta paralisi facciale a sinistra, comparsa vet·so la fine di gennaio dopo di ess ersi molto esposto, a quanto egli assicura, al freddo umido. A vverLe dolori dietro l'orecchio. Il padr e ebbe ri petuti atta~Jehi apoplettici e mot•ì per emo1'rar;ia cerebrale. Egli ba sofferto l'isiessa malattla 1J anni or sono, e q uella volta fu c;olpito il lato desll'o. Ossero. XXI.- Annina S., di anni 16, verso la fine di ottobre fu colta da pat·alisi del fa cciale a destra: nessuna causa r eumatizzantP, nessun falto nervoso nella sua (ami glia. Soffre di cefalea rtbituale. 3 anni fa ebbe paralisi farcia/(' allo stesso lato . NeiJo sç:orso novembr·e di un s ubito s i accot•se che 1!.011 poteoa muove,.e bene l'arto s uperiore destt·o: il diRtur·bo di molo persil'I LC tuttavia (15 mat·zo) ma la s ensibililà ò in latta. Osser.o. XX {l -Giovanna R. , di anni 20, venne ai primi di dicembre •!on paralisi facciale a destra, comparsa d'improvviso dopo un sudore raffreddato. dice lei. La madre pativa frequenti svenimenti. L'anno scor so fu colla dalla stessa malattia, mt1 a sinis tra. La recidivita della paralis i é 011 0 d ei fatti piu impot·Lanti per dimostt'at·e g ius ta l'opinione del Neumann. I libl'Ì non registrano queste r ecidive, le quali, benché non sono molto comuni, pure non devono esser e consideL•ate come Lroppo rare. La sl.atistica del Neumann dà 4 casi di recidiva; lo CharcoL ne cita alcuni, e nelle Leçons du Mard i r iferisce il caso ui una donna cbe ha avuto fino a 4 accessi d i paralisi allet•ni , ora a destt·a ed ot·a a s inistra. Er•b dice di averne visto doi ~si; Eulenburg r ifer isce che un gio van e è s tato attaccato fl volle dalla paralisi, 2 a destra e 3 a siuis tra; il prof. Tl'oschell (Kiew) ba osservato due volte la delta affezione in un malato rli isteroepilessia . Il Mòbius (86) raccouta dì un giova ne ventisoienoe, nato da genitor i sani, che 6 anni prima era stato colto rlB m'la forma leggera di paralisi a sin is tra, e più tardi a destra: do po


D&LU I'AR.\I.ISI FA CCIA!.& A FIHGORE

1?3

7 mesi dt nuovo a sinislt'a o dopo 8 per· la seconda volta a de5Lra. Jnll ne In sl esso autore ripol'la il caso di un uomo sui cinquanta anni , elle patì l a paralisi una pt•ima volla nel IR()8 a destra. poi una seconda a sinil'llra nel 1876 e finalmente una &erza volta a de,.tra nel 1886, dopo un colpo di venlo preso mentre ''iagguwa in carroua ~coperta Osserc. XX III.- Antonio G.. !i an111 G6, ru colp:to dalla paralisi il giornn 3 ottobre a sinr<>bl. Jopo un colpo di vento avuto duranlP il via~gio 1n ferrovi1\, OiPci anni fa ebbe monoplegia brachiale de~tra, molto pr•obabilmenle in seguito di emorragia CPrebralc. Ha uu j/oilio pm;:;.o, affetl'> da megalomania.

OAAero. X.\"l V. - N. X .. mcdico, d1 anni 2:J, venne ti giorno 8 gennaio con paralisi facciale a sinistra, di cui si accorse nello alzarsi la m altiua dal letto. Non si riscontra nessuna causa reumatica o 11er vosa. Il padre e l'nvo materno ecano ootto.'{i. Ossero. XXV. - Giulio V., di anni 47, fu colpilo ver~o la metà di no vembre da paralisi a destra. Anche 'lui manca fJUalttiasi dt1lo etiolo~ico. Hu uno zio (JOtloso. La goLia, l'artl'it1Je. il diubell! sp•·s-o coinciJouo colle atTezioni nervrtlòt>. ed il Neumann 8\'l' va ,::ià notato il rt~pfJorto tra Ja parali~t rACCÌafe e queste ullerllzioni del ricambio materiale,

Il.

Ed ora concluùiamo. i'iessuno. a mio modo di credere, potra più mettere in dubbio l'i nfluente delle cause ner vose sullo ~~ppo de.lla puraltsi facciale: 'JU6sla, come Lanle altre malatue del srstema net•vosò molte volle é un'affezione eredi&arìa, e l 'eredità può esser~ dir·etta o lndtr t:!Ua. similare o asIÌinil~re; alcune volte, come ahr·~ affeziuui ne'rvose, può veDil-e tnlluenzata dalle malattie ùel ricarobto. dall'alcool e dalla llifllide. Però non possiamo negare che vt sono casi, in cu1 la :u~ nervosa non esiste o per· lo meno non è manifesta; ma li noi in questi casi, per spiegar e l'origine della par·a' ' r acorrer·e alle cause r eumatlzzan Li ? Si noti che molte volte lllcbe queste mancano del tutto; ed allora a qnale fattor e dob-

~bt~o


724

CONTHIBI'TO AI.L'&TIOLOGlA

biamo ricorrerPl Il Neumtlnn. forse un ro' lrnpro rreorcupato della sua l~sì, dice che in un lerTeno adatto ugn; cosa sarà rapace di s vegliare Io ùiate~>i nervo!>&; baslPrà auclw una legge1·a perlurbozione fisi ca, mor·nlc, inlellf'lluale per delermi· narno !"esplosione. Ciò 111 gran parto é vero, 1110 vi -<ono llet casi. in cui manco qualsias i causo orcasionole, qualsiA"Ì c~ usa determinante, e manca nello ~le~so tempo il ~ubslJ•ato ner· voso. In questi casi. invece di ricMrert' ad ìnulil, c quasi sempr·e follaci supposizioni, è nwglio confe~sure clrP il moruenlo etiologico ci sfugge. come ugualmente i(.!nntn ri é io gran parte l'eli<Jiogìa eli molle e rt1olle malattie del ,.istema nen·o~o. In ulltmo, senza escluderlr• del tullo, b:so~ull allribuil'e ~1lle cause reumal ìcl u~ tm'inth1enza mollo limitolu: sono pochissimi i casi In cui si è co!'trelli ad ammP.llerrw l'nzionè. e la! volta il freddo agisce suterr·eno prepornlo (O~Hn·. XIV e XXII). Urla var•itHà dì par alisi f'tlCciaJe ò In for ma òolot·O~ft, in cui la colllparsa delln malattia •· accompagnala. e talora Jr·ect!dui.a, da Vi\lÌ aoJOrÌ, Sp011lOil6i 0 p1'0\'0t'S ti, diClJ'O J'nl't'Ct!hio. ed anche otla nucn, alla fr· onle, alle leulpie, <>opra gli occhi tlel l!! lo colpilo. Questo fallo. benché L1·ascuealo da mollt nulori, é nolo da mollo trmpo: Erb ed Eu lenbur·~ np fannn rn uzione. ed il JII'Of. Vi~i o li fin dal 1878 ricldamò J'ollt>n;.ione i<UI stn· lomo dolol'é, altrrbuendolo non nd una partecipuziulle del 5' paio, ma alle fihre se11sili ve <:lte il 'i' per un Ll'alln dPI ::uo decorl'lo conlit>nP e eh e provengono dnl ,-a ~o e do! gln.. ~o faringeo, e s tabili che quando vi è dolol'e e sensibilililt•l,•lLromuscolare esagerala si Lralla di una nevrile, che so·lll'll6 e rende ostinata la 1araJ1si facciale, e cbc dl:i l'e1'ito in c•1utratlur a. Il Testaz in un suo la vol'o (f'ar ai!Jsie doHlotu't:"ll·~e de la .<~.eptième pa,re) cer·c6 di dimoslr·are che quando il dnlt .r·· esislll ed é mollo accentuato la pr·ognosi della paralt~i é sfa,orevole. e vicever~a; mo In Cha!'col ed il nernhar·dt, c que!';l'ulluno con 11 n gran num,..ro diosseJ•vazioni, lto uno roLlo vod ere rotn(\ q ueslo

segno clinico spe~so falla. l 11 ogni modo molle ,·ollè 1l dolore inizia le for me gl'avi di paralisi, la quali sono carallt'l'tzzale. ollre che dalla l'eazione degenerativa completa, da "peciali sintomi mo lor•i da ir rHazionc (H ilzigl, quali: la contr·aUura IO·


OEI..LA PaRA LlS I FACCIALE A FRI6()Rf

7ti)

nica dei muse<>li p~;~ralizzal•.l'aumenlo di:!ll'eccitabiltlà neut'Omu"col ar e e le conLt•azioui Obrillat•i, che t'ivelano una modtfl· cazione Ol'!:!anica acosai pronunziata nei l'as~'i mu~colari. lu queste fo1·me si tr&Lla chiar'amentc di una n.err ite; in 'tuesti casi si dicltiarll ru or di dubbio roff,•Lto loca le ùel fr·eddo sul ner vn che ummala. Et.linget• (Fortscltrilte der J!fediein, Xl i , 18-l';) ùice· È ùifrìcile ammetter e l'influenza detrer etlilariela in una mAiottio, che si accompagna a lesioni nno.Lomicho, le l'(uali consistono in una totale o partiale alterazione delle fibre nerVO!;e; il prof. V•zioli, si è vislo, é della stessa opinione. N9n si può et>r•to negar·e che molte YOllt• uella paralisi facciale .:;i tt'8lla di 11na vet·a nevrile; anzr o notevole Il fatto clte e~sn alcune YOite accompagna ed anche pt'tlcede la ne,·rite multiplu: il pt·of. Gt•occo (M orrJagn.i, L SA~) il Prer&on, il Buztll'd ctlano ciascuno un ca~o di diplegia fucciale da nevrite, c lo stesso pror. Grocco na!'l'a ùi 1111 coignor u ~essantennP. e:ol pilo senza cau!la aprt·ezzabrle da parali~i facciale a destra, in cui dopo pochi giorni si manif~~lò una polinevrite. P1·ima si negu ,.a qu..sla partecip&ztone tlui nervi cl.'t·~bralr e bulbar t allu ne· vdle multipla; ma 01'8 nnu più: olln• i l sellimo paio, sono stati tro va li all'etti l'ottico dali" Eichorsl, l'abùucenle da Hitler, ed anr.he il rrenico ed il vago ..\mmes~o pE>rò, come e _~<i m:> Lo, che molte volle si lt•aLli di una ne\'rile, si dLWC per· questo escluder~ l'eredità, le cau'le lll'r,·ose? L'e-.istenza delle lesioni inrerma le vedute del Neu tnann? Sin tw r·ament.r, a me pur e d1 no, prima per ché in molti cnsi di par·al•si, in cui certamente si tratta di 116\'rile, il rutto er·eùilario è manifesto; secon·lo pet·cil~ vi sono allre malallre, qunli la parali'li progr••ssivA, l'alu~sia, la paralisi infantil e. in cu i esislonn lesioni anatomict1e bene dett>rmin~tle ed i n cur l'inlluenza dell'eredi tà è p-r•andl): io terzo luogo p~t·chè l'etiologia delle r1evr·iti pt•imai'Ìe nucora oggi ò un capiLolo abbaslanza O'~CUI'O. Si parla di nevriti pr odoLle da cause reumatiche, ma ne!'l<~unò ne purla in modò nf'tlo e r·eciso: i semln-a ed i .forse su 'lueslo punto ::~bbondano: Hamilton ott~nno la nevrite colla polver•izzazione di etere e vVallon col ghiaccio; ma si Pbbero ror·me le~g.. ru e molto liroilnte, e nesa~no poi vorrà mellere pur agone tt·a un colpo di venlo , l'AZione coutinua, im metlia.ta del ghiaccio messo tlit·euaml)ute


726

CON1'111Bl1Tù ALL'ItliOLOGIA

!:UI nervo. Me nPII'eliolo!{·a delle nevr1ti ~piegan o una ~ra n par te le inlossicozioni e le cause infettive; m olte paralisi t{Jssiche non sono d1e nevriti (St rumpell •; la nevritt! mull1pla mollo probabilmente, per 11 "UO decorso. deve e~sere prodolla da un mif'roorgaoisrno, t-d 11 dolL Abundo, coadiutore della clinica pslcbia lrica di Napoli, inoculando i bacilli del liro ed i d1plococchi della pneumonile nPI connellivo cbe c~rconda Il nervo, ebbe nevriw, ora inlerslizia1e, ecl ora parenchimale. Quindi com lodiamo che anche le fo rme di paralisi, prodotte da nevt·it(', possono benissimo dipendere da una ceu"'a net·vosa ed el'tsere iutluenzate direttamente dall'et·editA, in ogni modo non é necessaria l'azione dtll freddo pt!r la loro pt·otluzione. R iassumendo, PO~'Siamo sta bi lire: l' I n molti casi la paralisi facciale è una nevrosi familiare. 2• Qua ~i sempre essa in rappor to d i una cau~a uervosa, ereditala od acquisila. 3° Anche quo ndo sl ~t' aLla dìnevrile le cause nervol'!c spiegano una gl'ande influenza . .>~-• 111 alcuni ra~ i 11011 si t•iesce a trovare 11essun momento oLio log-ico. ;;• Il ft•eùòo ha un'azione m ollo limitata sulla proùu7.ione clelia paralisi, e pet· lo più agisce come causa occasionale. l n ullimo pet· eh• ha va ghezza di numeri diciamo che lfl paralisi facciole é più frequento a destr a che a sinistra: Neumann sui 41 ha 23 ca~i a des tra e JS a sinistra; il Bernhot•dl sui '{)7 ba 33 a destra o 24 a sinistra; noi sui 25 abbiamo 18 a destr e e 7 a sinisli'a; e che essa r iguardo a ll'età sPmbra più fr equente nei giovani tra i 20 e i 40 anni: il Bernlutrdt ha roLalo le seguenti cifre:

e

Masclu

Da JOo 2Clanni • 208 30 • • 30 a 40 )) • 40a50 ) » 50 o IlO •

001111e

5 R 10

2

Da 10 o 20.anni » 20a30 » 30 o 40 » • 40a50 • 50 a 60 • • 60 a 70 •

T otale

:io

Tol&le

, GO a iO

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o

l

..

8

..

3

i ()

:!

18


727

DELLA PARALISI FACCIAtE A FRIGORE

llonne

Maschi

Da 10 a 20 anni • :'!O a 30

•:Wa40

• .Wa50 •

2 4 4

• •

3 2 1

Totale

16

• 50a60 • 60s iO

Da 10 a 20 anni •25&30 • • 30a 40 • •40 a50 • • 50a60 •

2 3

o l l

o

Totale

7

• (;()a iO

Di due non si è raccolta l'età. A bordo dell'Italia, 31 maggio 1889.


728

LA

PERITONITE TUBERCOLARE Pli>L DOTTORE

MICHELE DE ROSA n::'iESl'E llt:UII:O

-=·:·:- « l! n· Y a pas il" i!IISI'ÌJ.(rlfl!l'-'llt Jl(U$ • SÙI' Cf Il O cehti uos rnlls, quancl,>n r''Sie

• lldele il. leur lntc.-prolation. c l'ROI..Ol~N '•

Siyn.ori, La s tor ia esatta dillle malallie, dice FedcPico HofTma1•, e le osservazioni fatte con cura costituiscono il prtmo e pt•in· cipale fondamento della patolog-ia e della lerapcullcn, e se i medici tutti studiasser·o con attenzione ed assidUJtà •JUOnto si l'iferiscc ulla e voluzione, aJ cot·so cd al trallarnenlo t!!tCnico e r urativo dei morbi, e rendessero di pubblica ra~ione i loro lavor•t clinici e necro~copi ci, la nostra sctenza procederebbe a!'sai piu spet!ila verso la via della per·fezionP. Queste considerazioni del celebJ•e professore, e gli incoraggiamenti del mio s ignor caporipar·to ma ~giot•c metlico Vallino cav. Giovanni Batti~ta, mi spinsero a scrl\·ere que~te righe, per fot· noti alc~uni casi clinici importanti nsser\'&lt uel r oparto 2" medicina dell'ospedale militare di Milano. L'ar gomento s ul quale desidero intraUenel'li è la pcrilon it~ lubet·colare. Tal malatlia è appena accennala negli ordin~r~ trattati di patologia, e non oslanta i parecchi la vori !'pectol~ pubblieati in propos ito, soventi t•esla sconosciuta pet•clu' ~· difficile diagnos i (Grisolle); qu indi tutto ciò che può contrl-


LA l'ERITONITE TUBER COI.AHE

729

buire a rendere questa più. cotnpleta deve essere rilevato con cura; ed è perciò che credo ulilc richiamard la loro attenzione su tale soggetto. Comincerò prima col ril'erire in breve i casi osservati e quln(ti mi permetterò poche osservazioni . CMo I. - Cassini Giulio, appuntalo nel 2l" reggimet!lo Cantet•ia, della clAsse 1865, entrò nell'ospedale militare ùi Milano il 20 agosto '1887, perclié alletto di rebbre tifoidea, che ebbfl uH corso r egolare per modo che il Cassini al 20 settembre, cioè un mese ùopo la sua entrata neU'ospedale, era apit•Allico completamente; a quest'epoca accusa,·a solo leggera tosse e d~ bolezza genet·ale, onde potè ben dirsi in piena convalescenza. Pero tale stato di miglioramento e di benessere dut•ò solo una dozzina di giorni e verso i primi di ottobre, pur restan(lo inalterate Lutlr;, le altro funzioni organiche, ricomparve la febbt·e con ~ipo speciale. La temperatura si manteneva normale lungo lutto il gior no e solo nelle or·e della set·a risaliva flno a 38' ,5 C. Ben pr esto si aggiunsero n questa altri disturbi, cioè inappeten7.a, diarrea alterna ta •·on costipazione e di tAnto in tanto dolori sordi pel '1entre, crmseguenLemeute la debolezza àlllllenl(l sempre più e con es"a il dima;tramento e la perdita •lelle forze. All'esame fisico dell'adùome non s i rilevarono fatti mollo importanti; il ventre er n di volume normale ma poco trattabile colla palpa~ione, le pareti addominali avevano perduta 1a loro morbidezza e preMnlavano una certa resistonza caralloristica cbe richiamava alla mante la t'S!Jr es sione del GueoRu de Mussy, che paragonava lale sensazione a quella provata d1:d la palpazione del ventre di un cadaver e. Le cose durarono cosi tutto il mese di ottobre aggt•avando!!i sempre graJatamenle. Verso ~li ultimi giorni del mese l'infermo t•ichiamù la nostra aLlemdone sulla t·egione ornbellicale rlove avver·Liva dolore. Di/iatti nei dintorni dell'ombelico rilrovammo un olone rosso del diametro di 4 a 5 cm .. e la Pt'essione in fJUesta regione riusciva insoppot·Labile; tal dolore andò sempre aumenla11do però !'\enza diventare mai eccessivo, solo limitava alquanto i movimcnli clell' infer·mo.


730

I..A I'& RI TONI'l'E TU BFlRCOLAR E

Nella noLte del 2i novembre rammalato si sentì d'un tratto tullo bagnalo e fece chiamare il medico di guardia; quesli accorse tosto e ritr·ovò che l'ombelico arasi perìoralo e dava esito a materie fecali liquide fetidissime. Il mattino seguente si osservò uo"apertura in corrispondenza della cicatrice ombelicale del diametro di ;, mm, ed i cui mar gini avevuno l'MpeUo ulcer oso. lntanto ndlo stato generale si notava progressivo rodebolimento, la febbre dr· venlò continua. J'anor~ssia completa, le evacuazioni liquide avevano luogo parecchie volle nl giorno, il ventre meleorico come un tamburo si sgonfiava alquanto allorche dall'apertura fistolosa veniva fuori una certa quaoLita di gas misto a rnal~t·ie fecali niOIIJ. A Lulli questi fatti si aggiunse la tosse e coll'osst>rvazione fisica del torace si rilevò leggero catarro agli apici. n marasma diventò sempre più grave e fìnalllleute la notte del Hl dicembre alle ore 11, i5 pomeridiane il pover o Cassini cessava tli vivere e sofl'eire. L'aulop ia dette i seguenti risulla lì : L!! cicatrice. ombelicale, circondala da un alone liv11lo, pt·e· sen ta nel mezzo un fo ro del rliamelro ùi mezzo em. Apet·Lo l'addome si nola che la parete anteriore è completamente li· bera per modo che il carcine della Oslola stercor·acea non l1a aderenzA con nessun organo interno; per qu_anlo si sia ricercato non é s tato possibile tr·o"ar~ alcuna perforazione intestinale che fos!'!e piit o mono vicina alla regione ombelicale: il gt'tlllde epiploon per la sua faccia posteriore t• ade· reote al pacchetto inlestrnale, e nella sua faccia anteriore si mostra ·iru ~ttalo e villoso; il pet'iloneo parielale i> anch'esso inspessito e villoso, e tale alterazione comprende lulla la pa· l'el.e anteriore dell'addome, solo si arresta ai lati, dove l'e piploon e l'intestino hanno ader enze: col periloneo portelale e hmiLano cosi nell'acldome una spec1e dj voluminosa sacca; lal sacca comunica col piccolo bacino ed è piena di materie fecali ltquide, gullle, di pessimo odore. Distaccato l'epiploon si sono meSisi allo scopei'LO gli intestini di color rosso leggermente iniettati . L'attenzione é stata portata waggiot·mente nella t'ossa iliaca tiestr·a, dove trova vasi un gt·osso tumore form a ~o dal cieco, <la ll 'ullima porzione ùcll'ileo e da


LA PERITONITE TUBERCOLA R.K

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me glandole, il tullo ade rentissimo alla rossa iliaco. cieco e l'ultimo tratto dell'ileo presentano ben dieci pert11l:l'azioni, per mezzo delle quali rinler·no dell'in lesti no comualca colla sacca g ià descr·itta; tali pe1·forazioni hanno il diometro di circa 1 cm. e rappresentano il fondo di a llrella nte lleeri. Aperto l'in testino si è tr>ovato il tratto infe1·iore delnleo, il cieco e la prima por·zione del Cùloc inreslali da ulceri 1uunero"e che circondnno qua si lutto il ' isce1·~. quindi 11 loro liSe ma~:g1o re è perpendicolare all'as<>e dell'mteslino. E"se banno già Jìslt•utto tutte le tonache del tubo digerente, e IOiò rèsla integrn la tonaca ester na, la quale nella sua faccia perltoneale è cos parso d i granulazioni gri~de o giallastre. Nella fo~:-sa iliaca s1 !'Ono trovate molte ~lan.lole dall11 f,!ran · èlezza di un cece a quella ùi un p:ros~o UO\'O di colombo; IDcbe il nte!'ienteru è tullo seminato eli glan,Jole ingr ossate; di que~<la rui)Jle sono Je~eneratc e quindi r•ipicne ùi S•>stanzu taeeosa. TuLto l'epiploon ed il pe rilo 11e0 pnr·iela le sono soDllllaU di gran ulazioni , alcune gri gias ~r e altre gìallas lte. -Negli allr·i organi niente di anorrnale, solo agli apici polmonari vi sono le note di un cl:l larr·o, ma non si trovano ~reali, le ba si polmonari s!lno epaliZlale pPr iposla<>i. Diagnosi anatom ica. - Ileo- tifo con pPI'fvraztOne inle:.ti.-le quindi enlet'o- pt'r rlonile tubercolar e o flslola stercoracea. - Farò qualche O$Ser va zione pr ima di narrst'e le allre 'llorie. Cas sini ebbe prima una rebbt•e lil'oidea di cinque AeU1mane, quindi sorse la perilonile tubercolare . Ora polrebbesi rare una abbiezione: il secondo p!!rioùo rlella molallia Al veramente una per ilonite tubercolare, oppure una recdt,·a -41 tiroide? A tal domanda é facile risponder e sia coi dali clanaci eire coi dali a r atomici. Clinicamente bisogna tener eonto della Lermomek1a, c ioé della febbre lenlR, a deco rso llpico (vP.spertina), e finalmente l'aumento gr·aduale di essa Id~ luugo decorso san fatti che escluùono il sospel'.o della ~~~·a. 11. Liebermeisler dice che il cot·so di una recidiva JIA..~fo~tle "'' accorda essenzialmente con quello della prima ,...,,~, eoUa differe nza che suole essere piu bl'eye. E se ~&i raui clinici IJ On bastasser o a convalidA re ta le opinione ene l'aruto polenLe della ana tomia pA 101ngicu corr Lutt i i

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1111

l

73z

LA PEI\ITONilE TUBERCOLARE

fatti necroscopici che io bo descritti, cioè con l uLli r1uei guasti intestinali e per i toneali che valgono a spiegarci il secondo pel'iodo. ArnrrH~sso che il secondo pel'iodo della malatLia non sia stato una recidiva, bisogna che per arrivare alla perilonile tubercolare e per spiegare tutte le alterazioni intestinali si ammetta resistenza della tubercolosi intestinale. La quantità di ulceri rinvenute, di cui ben dieci per·forate, i caralleri delle medesime mi confei"OJano in tale diaguosJ. La sede ùelle ulceri tifoidi e quella delle ulce!'i tubercolari è quasi la stessa, perché LuLLo e due le form o si svolgono con p•·e·liledone ne11 1ileo e raramente nel colon; ~.:osi pure le due specie di ulceri si !"viluppano lanlo nellt: glandole o follicoli dissem!nati del Liebe1·kim, quanto nelle glandole agminate o pln•:clle del Pe ~re•·, solamente cha il lift) p••eferisce queste ullime, mentre il luber·colo le prime Da •ruesta pr~­ t'erenzs ne,11asce che l e ulue1·i in Le::tinali han110 diver sa forma secondo le cause da cui der·ivuno, ed in lulli i lillr·i ùi pato· ~ogia si Lrpva che le ulceri tifose banno il ùiamt:> tJ•o mtl~giore di sposto parallelamente all'asse dell'inlesliuo, meull·e le ulcet•i tubercolari !Janno il tot·o asse maggiore disposte perpendicolal'menle a quello dcll'inleslino, cioè a forma tli cingolo, e nella stessa direzioue in cui, :secondo afferma il Rindl1 eisch, t'i spandono i vasi iu leslinal i. Ammessa quindi la lubor·colosi i ntestinale si contpr elllle di leggiet·i come tal processo allbia potuto ditlontler si al vicino periloneo, e ciò anche pl'ima che si fosse a'· ulo la perfc.•·a· z.ione dell'intestino; difatti dai caratteri delle ulceJ'i si rileva che le perfor·azioni sono di antica dala. e si souo verificate in moòo assai subdolo, pet·ci6 é 11ecessario ulll ;1Jette•·e che anche primo clelia pet·fo••azione il periltmeo ~~ sin inOammalo cr onicamente. La paete degna di nola in quesLo caso di pe_r· fora ziou~ intestinal e è la nessuua allività piglinta ,Jal pet·t: Loneo, massime se si considera che tale clelicll lll s1erosa e restata indHfet•enle al conlatto con liquidi recuh. anzi era diventala, uoa cloaca che serviva da punto di pa:;so;:rgio alle feci dall'intestino verso l'esle1·no. - Ed oro pn-.so alle altre storie.


LA PERITO:\'ITE TUBEilCOI.AilE

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11. - Sanfralello GIOvanni, ~oldalo nel21' regfXimenlo della cla sse 186:), enlt'n nello s tesso ospedale il H dicembre 1887. Era indtviduo di buona co.:;liLuzione e di tempet•amento linfatico snnguig no; niente si poté IIIN>Arl.A re nel ;,!enlilizio; non a veva mai fatta alcuna malattia wt!impo•·tat'rLa. P orlti giorni pr ima dt r·icoverare all'ospedale _ ..,.uanciò ad ovverlit·c dolore forli<~.,irno eli ,·entre e coprosa ·-..-....,... Qui 11011 si l'ilevò niente d'impot'lante alre~am~ lìIl ve11lrd era tt•aLlabille, la lin~ua leg-get·menlt• i m patìl'appetito normale, molla selo, parecchie evur.uazioni giù!·no; gli nltr·i o rga ni not·rnali . Si fec~ qui ndi 1lia~nosi catarro intestinale e fu curalo analog-amente. Dopo ~elle oUo ,:tiC\rni. cessata la diarrPa, l'mdividuo s i trovQ\'8 re~~iv..m""'le be11ò. solo accusa .. a all'epi~aslrto u11 lc~gero che aumentava colla palpazione. Tale '<lttlo dul'o im cit·ca u11 mese. quindi vennet·o in campo nnovi fatti ci ìlluminar·ono sulla diagnosi. L'infermo dima ~n·ava co ~uLe,melnlc, la diart'eH rito1·nil allet•nandosi colla cosli pal'appelilo diminuì, la dtgcslione divenne laboriosA, il volumino'<o e sporgeule in avanti; non si potè colle os-.ervozioni accerlai'C la pr esenza dì liqu•do periColla palpazione il ''enlrc ~i lro,·ò duro c consite e colla per cussione si ebbe suono timpanico t n alcuni e più oscur·o in cerli altri; i congia menlt di posiz•one fer·mo non a ltc•·avano i r· i ~ ullali della r e•·cusRione . 11 all'epi~astr·io persì~Leva ~empre colla medesima int~;_1&1l8ità. eioé dava poca moles tia all' infermo in riposo e s i colla percussione e colla palpazione. Follo ime nuovo fu poi la compar·so della febbt•e se•·otina eon sudori noLlurni: il mattino vi era a piressia e la sera la temperatura •·aggiungeva i 38°,fl C. L?u f'o.tto ancho l'esame degli organi lorHcici sebliene l'infer•mo non richiamasse per l'attenzione su quelle parti, c ru ritrovato nello plcure d'ambo i lati un essudalo che era più abbondante a sinistra rsggiungeva l'angolo della scapola. - Dopo 1111 mese lo stato del Sanft•atello ~i a ggra vò ollremodo. il di~l21'R~'" o divenne eccessivo, l'anoressia completa et! in , il dolorP epigas trico suddetto p~ rsiste nlo e slazio-


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LA P&RLTO ITE 1'UBKRCOLARE

nario, il ventre meleol'ico, globoso, sporgente in avanti, in a lcuni punti vi er·a ottusi tà a lla percussione supediciale e sonorità alla percussione profonda; gli intestini si spostavano difficilm ente ed in massa, si tocca vano qua e là rnus.se pie· cole e dure. La febbre, divenle.La continua, raggiunge i 39' la ser·a, nella notte si hanno abbondtmli sudori al dorso ed aJ petto. È compa rsa anche la tosse con scarsi.;;simo espettorato; all'esane fi sico del to race s i trova le~gera ottl.lsila agli apici polmonal'i, e coll'ascoltazione si per·cepiscono piccoli rantoli secchi nelle r egioni m~de;;irne. - Dopo un mese ancora aggravandosi di pill lo ~L:::Lo dell'inrermo ~i ·~ avverato il p~o~noslicato e~i to letale ed il g iot•no H mar·zo il San fratello t• mor·to alle ore lJ ontirneri liane. L'autop-'ia ha dalo il st>guenle t•isullalo: Aperto l'addome si 1\ ritrovato: la parete addom1 nale anleriOI'e ollremndo ìnspess ìla. tanto che io alcuui punU misura,·a fino n 4 cm. il periLoneo parie tale da solo sorpassava lo spe~so i·e di l cm . ~d er•a di cc.lor giallo r icopet·lo di gra· nulazioni , pi,ù numcr·ose si ~rovavano nel connettivo soltoper iton~ale. T ulla la par Pte an teriol'e dell'addome si ill:;lac· cava con difficoltà clallt: anse intesli11ali soltoslanli, le ·1ua li si trovavano ag;:;!lornerale fra lot·o e ricoperte di pseuJom embra1le !:pe.,se e grigiaslJ·e; nell'intervallo t! PII" anse in· lestinali vi er·a un essudu to pul'it'ot·me. gialla><lt'o in alcuni punti, siero·tlbrinoso in altr i; scar sissi mo Jssudato era ancora nel cavo pel vico. Il per itoneo viscerale era inspessito anch'e:>so e coperto di g ranulazioni. L e glandole mesenteriche ingrossate ed al· cune caseitìrale: nessuna Lr accia di perforazione intestinale. - ' ell6 p!eure pi.:cola quan tità Iii essudalo siero-fibrinoso e pocb~ !!ranulazioni. Agli apici polmonar i solo le note di un catar·ro: uon f. ~Lato possibile rinvenire alcun tubercolo. Ques to caso abbasta nza chiuro per se stesso non ba bisogno di molti commenti. U Sanfralello ba avuto una peritontle tubercola N a cui ha tenuto die tro la tuberçolosi delle pleure. Caso. fll. - Lombar do Luigi, solùalo uel 21• re~gime nlo fanl~ria della classe J86G, ent1·6 nello stesso ospedale il4 roarto


LA PERITONITE TCDEBCOLARE

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Era individuo di temperamento sanguigno linfalico P di

macret.e cosliluzione lisico, senza pr ocedonLi morbol"i e•·editari. Da giovane ebbe febbre malarl(·e che ~i ripete pt'l' ai"'Cuni anni nella stap:ìone estha. Durante la s ua permant>nza eoUo le armi non fece mai nlcuna maiAllill d'impor tanza Quando enlt•ò all'ospedale era ammalalo da cwque giorni con dolot•e di v~nLt·e, dinrt·oa o ceralal ~itt. A noi accusò gli stessi cUsturbi ed all'esame fisico si conshttò: addome teso, poco trattabile. liogua ao;;ciulta, impaLinatn nel mezzo e rossa ai marl{ini, anor esRia; nessuna lesione negli allr i organi, solo aumt>nto del volume della milza ed un poco anclw del fef!alo. Sottoposto ad adatta cura cessò la diorJ'~'A, ma raddome si mantenne sempre nello sl~'RSn stato; di piu l'ammalato a ccusò dolore r.U'ipocoodrio sinistt•o in corrispondenza del pt•olungamento 1lella linea papillart-; tale dolot·e era poco importante durante il t'Jposo a !ello, ma s i esa!Speravo. colla pulpez1one e col movimenti. Durarono cost le cose per una ventina di giorni, ma poi lo s t.alo dell'infermo cominciò a peggiorare. L'appetito scomparve; il dimagramento dtvenne coosidet•e'Yole: persisteva il dolo re addominale; la di&J' t•ea ricompa[•ve al~rnan dosi colla coslipaziont>, l'addome sempre Leso, duro, meteorico, leggermente dolente alla palpazione. Colla percussione si rilevò anche piccola qua n li là di c:ssudato nel ca vo peritoneale. Sebbene l'ammalalo non t·ichiornesse punto l'attenzione sugli or gani toracici, se ne praticò l'esame fisico e li rile,·ò l'esistenza d1 liquido in ambo le pleure, più abboodtnte Allalo destro; tal liquido quindi et·asi formalo subdolamente e senza alcuna reazioue alli va delrorganismo. P er un mese ancora lutti i fAtti accennnaLi anda rono grarlalamcnte &llmentaudo e di più sor se febbre serolina che ramelleva al mattino con profu!<i s udot•i. Verso i primi di maggio, r.ioé dopo due mesi di degenza all'ospedale, il Lom bardo cominciò • lllig\iOI'8t'e. Jmor nò ('appetitO, le funzioni lllleSlin>di diYeU• lerono più regolar i, scompaJ•ve il movimento ft>hbrile set•olino, solamente il dolore ba persislilo e con esso tutte le allet·a zioni obbiellive dell'adùonae. sebbene in mino1· ~t·ado. Cosi pure è dbninuito ill1quido nelle pleut·e. l nOne circa ll•e mesi dopo l'inCOminciare della mal alli&, viste le condizioni discrete del Lo m·


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LA PE RITONlTE TUBERCOLARE

bardo o considei•ando che il morbo potr ebbe uver fatto sempl.ìcemente una sosw, lo si é riform.,Lo ed è usdto dall'ospedale il giorno 2;:, maggio 1888. Nei tre casi s tudiati, s ebbene ta11to dhersi l'uno dall'allro, la dia~nos i fatta é lu stessa, cioè periton.ite tubercolare. PL'ima d'andare ollr e é necessado notare la differenza fra peralonile tubercolare e LubeJ'COlos i del peritoneo. n DecllanJbrc dice che la pet•ilonite tubercolare é una lllfiamrnazioHe specilìca, conseg:neuza della evoluzione del bacillo che ba scelto a suo domicilio la sierosa peritoneale; invece Ja tu bercolosi dol peritoueo ò caratterizzata da noù uli lubeecolari senza inflaJOmazione concomitan te delle s ierose, noùuli tuboi·colari i~olati o conglomerati che vengono nel corso di una tubercolosi localizzaLa in altri or gani . Tale malattia fu per la prima volta studiata a parte da Johnson nel 1817, ma solo quando il Grisollo ne tractiò con mano maestra la storia completa ed il quadro clinico sì polè · ritenere come e11trata definitivamente uel no vero dello el]tilà morbose. Molti lavori sono comparsi in seguilo su 1.81 soggeLLo e. cito fra i migliori quelli dell'Empis, Hémey, Delpeuck, Trabautl ed a ltri. Ma la deset·iziooe completu l'estava solo a farsi pet·ché non era ancora messa abbaslauza in lucH la ragione]della curabilità di certe forme di4{)erit.ouile tubercolare, curobilità per altro dimostrata irrefutabilmente da tJ·e osservazion i, una del Grisolle, una del Bernhe im ( IRTi) e l11 terza dello Spencer Wells, la <·ui ammalata subì la laparotomin per un errore- di diagnosi , 111a fu forlunata di guari re. La tesi di Boul laud del 1885 riporta un gran numero di casi conosciuti .fino allora e fa la storia complet.a dellà naalaltia analizzando le forme diverse sotto cui può presentarsi. Qua.nlo alla frequenza con cui la malattia si p re;:erJt.a se· condo le eta. devesi notat·e che g li ~mtol'i luLli affermano essere la per ilonite tubercolare fre•tuentissima nei bambini, ma piuttosto rara negli adulti. Il Vallin però in un suo lavor o pubblica to negli Archivi Generati rli Mecliaina (18U7) fa no~ Lare che la per·ilonile tubercolal'e si p r esenta negli ospedBh militar-i con uua frequenza che si osserYa di rado nella popo· lazion e borghese, e vi acquista delle foJ'me che sono conside-


LA PRIUTONI'FE ·runERCOLAllE

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come esclusive Jell'infanzia. Pre~so gli adulti é più facil~ avere come compl icazione della Lisi polwonare la lubercolo!!i delperitoneo cioe una localizzazione avanzala della tuberèulo«i giA fissata uegli organi ordinari di predilezione ~i polmoni e le pleure); invece nei militari non é raro vedere la Lttber colizuzione pel'itoneale sviluppArsi lentamente senza che u11a e11atta e roinuzìosa esploraz•one giornaliera ci permetta di acoprire <.-.~lcun segno apprexzabile di tubercoluRi negli sllri organi. Il Va1Ji11 ha cosi constataLo il faLl o ma non ha neppure tentato di spiegar! o; in vece H Collin che più recenlémen te ha raUa la stes&J~ osservazione ne ha ce1·cato .l e ragioni nella vita del soldato. r ilevandole dall'abbigliamelllO, dalla vittitazione, dalla vi la in co mune. Tali ragioni a me sono sembrate mollo vaghe ed ipotetiche, per cui r)on mi l'ermo neanche a discuterle, e solo mi terrò fortunato se coi casi clinici riportati avrò poluto a vvalorare in qualche modo l'accennala osservaziouc. Il Boullàud nella tesi citata (1885) distingue tre for me di perUooile tuber.:olare. cioè a forma acuta milt.are, la l'or·ma ero""" ttlcerosa e la forma cronicajlbrosa ct,rabile.Lo SpUlman a queste tre l'o r·m e ne a!!giunge ancora due, cioè la pelvi-periUmite tubercolare e la pleuro-per1 tonìte tubercolare. La forma miliare acuta, i cui sintomi sono molto analoghi a quelli dell'ileo-tifo, con cui spesso si confonde , non entra nel piano dl questo lavoro; invece la form a tubercolare ulcerosa ba un 88empio nel caso primo, e la for ma tubercolare tìbro~:a .ha due elempi, molto divers i fra loro nell'esito, rioé il caso secondo ed n terzo La peritonile tubercolare ulcerosa nasce tale spontaoea'lfteote, ma qualche vol ta si sviluppa in seguito ad enl.erite tubercolare ulcerosa come nel caso riportato, ed al iONl all'autopsia si rìtrovano i g uasti intensi che io ho descr•itli e che tono rifel'ibili al doppio processo svoltosi simultaueamenle. Oaaicbe volt.a tale for ma dù luogo a perforazione delle pareti addominali in vicinanza dell'ombelico . e que,:;ta eomplicazioue è a~ta riscontr ata dal Vallin, dal Grisolle e dal H i l ton Fag-ge ~),però la morte del paziente ha sempre segui Lo a brevu nza la perforazione, ed in Lesi generale lo Spillman ri-

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T..\ PERITO'UTE TUBERCOLARE

Liene che la mor te sia immediaLa od avvenga 4R ore al più tardi. Nel Cassini abbiamo anche verificata tale complicazione, però L'esito letale non si è avuto che dopo 25 giorni dall'avvenuta perforazione. Riguardo a tale complic~:~nza giova ctiscutere in qua le modo e con quale pt'ocesso pO!;Sa aver luogo. La perforazione dell'ombelico può avYenire o per processo infiammatorio acuto o cronico o per ulcerazione. Il Bernutz, che ritiene sia possibile solamGnte la prima ipotesi cioè l'infiammazione delle pareti addominali ha daLo una eccellente e completa descr izione del nemmone delle pareti oddomin11li che si sviluppa ne1 corso della peritonite lubet·colare sotto forma acuta o cronica; nell'uno e nell'altro caso si ha asccc:;so equindt r oltut·actiesso all'eslet•no. L'ascesso in molli casi non comunica col peritooeo, ma m altri pochi tale comunicazione si s tabilisce e quindi si ha pronto e.;;ito letale. Nel caso nostro non ci è stato tale processo flemmonoso nelle pareti addominali, ed invece la perforazione è s tata conseguenza di un'ulcera tubet·coltn·e s,viluppatasj sul per1toneo nei dintorni della cicatrice ombelicale. 'I:ale opinione è avvalorata dall'esistenza di un processo ulcera livo diffuso in tutto il peritoneo, dalla lentezza con cui la perfot·azione si è prodotta e dai caratteri ulcerosi che presentava il cercine dell'apet·Lut·a fì~Lol osa. La per-itonite iubercolarejlòrosa d1lferisce dal la forma precedente pet' la na tura dei tubercoli cl 1e dèlerminano la maLattia. Difatti nella rorma ulcerosa i tubel'coli sono opachi 0 gia llasll'i, hanno tendenza a moltiplical'si ed accumularsi, per cui sovente formano ammass i caseosi di conl"islenza molle, e subiscono facilmente un processo regl'essivo ed ulcerativo, onde le perforazioni e disll'uzioni negli organi addominali. in· vece nella forma fibrosa i lubot·coli scrgono dal Les!>ulo connettivo sotto-s ieroso, sono trasparenti o hiancastl'i, per un cet•to tempo hanno sviluppo progr essivo, ma poi in certe circostanze il processo si arresta d'un colpo perché il tubercolo è pervenuto allo stato di perrello sviluppo e quindi r•esta stazionario (Charcol); è eccezionale la degenerazione caseosa. A questo punto il tessuto connettivo solto·pet•iloneale irritato ed infiltt·ato dai tubercoli prolifera daodo luogo alla formazione


LE l'ElUTONlTM TURERCOLARE

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tessuto ernbrionale cb e guadagna a poco a poco la superficie della sier·osa e la ricopre di neo-membrane; queste fanno .aderire fra lor o i fo~lietti del periloneo e coi loro vasi numerosi favoriscono il J·iasso11bimento dei liquidi e in seguito l'accotlamento delle super ficie irritate e la loro cicatrizzazione. Ben tosto il tessuto embrionale si trasforma in tessuto connettivo e strozza le granulazioni tubercolari; quesLe subiscono oosi la degenerazione fibrosa, o se sono già caseose, restano incislale dalla proliferazione connettivale . Sicchè in poche paTole la degenerazione fibrosa avviene fìnchè lo sviluppo del wssuto fibroso domina la evoluzione dellubercolo. ~ques ta dunq ue la spiegazione che dimostra la possibilità ~ella ~ua rigioue in malattia di tanta importanza; sebbene molto spesso avvenga che l'ammalalo guarisca della peritoDite ed alcuni mesi dopo muoia per tisi polr.nonare. De1due ca~i da me narrati uno ha avuto esito letale, l'altro .attualmente è fuol'Ì dell'o8pedale relativamente guarito; io non '()ti() affec·mare che guarira del tutto, ma cer tamente il processo tuberc<>lare ha fatto una sosta che gli permellei'à ancot•a una dil&zione colla morte. Del r·esto tale esito l'elice non deve esseri! cosi raro cvme a primo aspetto può sembrare tlal momento che il Fernet in una sua statistica mostra che questa forma sub acuta di peritonite tuber colare lìbrosa guarisce nel 27 p. 100 dei casi. Farò adesso un breve esame critico dei principali fenomeni man1festatisi nei <·asi r iportati. Gli autori toLti ammettono che nella peritor.ite tubercolare ei sia sempre l'a;ocite sebbene in vario grado; è abbondante nella for ma fibrosa, può el'ser e più o meno limitata nelle altre fOt'me, raramente manca del tutto. Dei tre casi riferiti, nel primo non si po tè dimostrare la presenza di liquido essen- , il<>ci COS"i ampoa comun 1cazione fra il perrtoneoi l'intestino ~ il_mon.do esterno. Negli a ltri due casi abbiamo avuto che ~ asctle è mancata nel ~:aso I 1 finilo con esito letale, ed è stata myece poco abbondante nel caso III , nel quale attualmente è fflt\ sparìlo osni ~;\intorno di liqu1d0 periloneale. Un ffltlo importante che non conviene far passare inosser'fato è questo: che all'esame del petto al principio della ma-


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LA I'EHITO"N!TE TUBElRCOT-Al\E

laLlia non si è mlli riscontrato nulla di anot'IDale ed invece dopo qualche mese si è sempre trovato lif!uido nelle pleure senza che al~;un s intomo avesse richiamato rattenzione su di esse. Tal fatto è stat.o già osservato dagJi autori che scris· ser o s ul soggetto, anzi il Godelier ne ha ratto una legge, dovi.' dice che quando vi è peritonite tubercolare vi è sempre in concomitanza la tubercolosi delle pleure. 11 Boullaud nella statistica che riporta mostra che la.lleJ.tge !'i avver·a ne146 p. 100 dei casi. Come si vede adunque, senza andat•e alla esagerazione del Godelier, i t'alli dimostrane> l'enorme frequenza di tal complicazione, per cui lo Spi!Jman enumerando le formi:' sotto cui si può presentare la perito· nite Lubercolai'e, alle tre stabiliLe dal Boullaud aggiunge anche la pleuro-po1·itoniLe tubercolare • facendone cosi Ullfl forma che ùesct•ive a parte.- La. pleurite di cui s~ parla pt•eser1tasi rar1ssim11men te sotto forma acuta, d'ordinario 0 sub-acutA o cronica· flr~ dal pt•incipio, e si svolge sempl'e subùolamenle. Essa può manifeslat•si in forma essudativa o anclte eecca. ffi,H la pl'imq. é assai piu frequen te. Tal complicazione 1' stata spiega~ ammettendo che ·1'infezione tuber colare pel sistemo linfatico !::ii )wopaga a lle pleure, vi determina una e1·uzione tubm•cohwe e ()Hindi la plem•ite ct•onica molto analoga alla perit.onite tli cu1 s tiamo ùiscùrrendo. Pt•ima di fini t' e voglio fare ancora un'osservazione c1•itica. II Vollin uel citato lavor·o dallo studio di tre casi clinici vieue alla conclusione che nella peritoni le tubercolare sorge nei dintorni dèlla cicatrice ombelicale un r ossore edematoso cri indolente della pelle cbe persiste durante 1111 tempo molto lungo (uno a Ire mesi); e questa complicazione si llistingue dal fl emmone dello pareli addominali per l'assenza di molla dol01·abililà alla pressioHe, ùi tlu ltuazione !:l di J'eazione leb· brile. Questi sint.om i possono ess-ere indizio di una pel'fora· zio1le ombelicale, altre volte spariscono lentamente, roa non senza aver fo rnilo una indicazione diagnostica e prognosLica. Tal fatto, secondo lui, sarebbe una manifes tazione di una infiammazione ct•onicu s viluppatasi nei dintorni dell'ombelico ovo notasi sempre adet•enza delle anse intestinali. Anch'io nei cosi studiati ho sempre riscontrato il dolol'e


LA PERITONlT.E TU1Jl,CRCO J.ARE

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Vallin, m a con a lcune varianli. Il dolot·e addo· mioale aveva var ia sede, nel caso I alrorobelic<t (prodt•omo di per forazione), nel caso II all'epigastrio. nel 111 all' ipocondrio s in istro . .Escluso il primo caso rlove il dolore P.ra prodollo dal processo ulceraLivo sotlostanle, uegli altri casi la ragione deve esser•e stata appunto quella t•iferila dal Vall iu; dlfatli nel caso II all'autopsia si è trovato appunto aderenza delle ans e intestinali a quel punto deUa pal'ele addominale dove il Sanrrat.ello accusava dolore; pel caso II I restiamo nel campo delle ipotesi perche l'ammalalo vive ancot·a. Per·ò nei due ultimi casi non bo mai riscon trato né r ossot•e né edema e di più mancava l'indolenza cal'allerisltca. Sicchè in eonclusione il sin loma descritto dal Vallin, secouùo me. si r itltOnlru sempre, ma è vario per le man ifestazioni ns terno! per lA st>de e per le cause che lo producono.


Il RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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La aoapen11one nella cura della meninglte oronloa •.Plnale. - Prof. E. DE R~.Nz1. - (Ricisla elin.tcn eterapeuiica, marzo 1889). L'autore cr·ede utile di pubblicare la storia clinica di un caso di m eni n ~ile cronica spinale io cui ottenne unt~ guarrgione r·apidissima e sor•prendente mediante la !'Ospcnqione. P er· tal modo aumenta la casuislica, a ravot•e dr un melodo curativo che comincia ad essere in tmdollo lar·g~~mente nella cura dellE\ moloLtie nervoso dopo la pubbl icnziono degli inrporlanti s tudii dEII prof. Cllor·cot. Dopo aver·e descritto sornmar·iamenle i dali anamru'slici e semeiolici che indussero alla dia~rn osi sovraindicata, l'autore espone Rubrlo 1 t•isultali curativi. Per· due ~iomi si praticò esclusivamente la cori'Pnle galvanica spinale a scenden te, ma senza alcun beneficio. A clnesta, dopo due giorni, si associò la sospensione del <:or po coll'appar•ecchio alla Sayre, della durata di 2' a 31 che !'i praticò a gior·ni alterni per cinque volte. Il giorno seg-uente alla prima applicazione l'infermo avverti un sensibile miglioramento. Dopo la seconda applicazione poté cominciare a camminare senza l'aiuto ciel bno;tone del qual•• per l'innanzi aveva assol uto bisogno. Dopo la stj-' conda Applicazione anche il dolor·e diminuì notevolmente, e si a ccen tuo sempre piu la forza degli &r ti inferiori e il mi· glioramenlo nella deao•bulazione. Quando l'infer mo usci di clinica, il dolore era per·Celtamenle scompa1•so, il movimento di r otazione della colonna vertebrale si effettuava quosi come nelle persone sane, ed il modo di camminare era normale. In questo caso fu stabilita la diag nosi di meningo-mielite


RIVIS1'A ~ffiDICA

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cronica spinale, con prevalenza delle lesioni meningiliche. Gli effetti ùella nuova cura furono superiori all'espella li va. Ora anche a voler essere scetLici, cioè a voler aLLribuirf! la gua-

rigione all'andamento ordinario della malaltia, ed alle poche applicazioni elettriche, rimane sempre dimostralo almeno che in questo infermo di meningile :<pinale la cura della sospensione l> stata ben tollerat.a, non ba aumentato affatto i dolcri, anzi è stata seguita da guarigione. L'autore crede eziandio utile di citare la seguente ossE-rvazione retta sul medesimo infermo. 'Quando slavs col corpo !!allevato dal suolo, gli fece anche eseguire dei movimenti allivi co~li arti inferiori, e crede che qo.1esto l'allo a bbia r.o n· &ribnito potenLeroente all'esito favorevole della cura. In ogni modo il pt'of. De R enzi segnala atl'altenzione dei colleghi la r icat·ca degli effetti specioli c he può produrre nello. cura dellt' sospensione Ja contemporanea g innas tica muscolot·e; e si riser va di comunicare in fin d'anno g li studi speciali che avrà a-vuto occasione di fare applicando nella cura del le malattie spinali la sospent>ione, sia isolata, sia ron~iunla agli ePercizi gio nastici.

RlVlSTA CHlRURGlCA D V&rloooele e la aua cura. radicale . per W 1LLIAM BENNET - (The Laneet,rebbraio 1889).

'E uua bt·eve monografia esposta con vedule ess~nzial­ mente pratiche che merita un riassunto. per l'allinenza che l'argomento ha con la medicina militare. Nella gran maggior anza dei casi il varicocele si riscontra 8 sinistra, ma l'autor e ne ha c?slatali Lt·e destri, o nola che quolche volta si trova d'ambo i la ti ma allot•a vi sono vur,icoeita anche sugli estremi inferio;·i, come ve n'er-ano nell eRlremo inrerior e destro nei tre ca si ch'egli ha riscontrati


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JHVlSTA

a destra, mentre la varicosita del testicolo sinistro può non esser e associata a quella dell'a rto inferior·e corrispondente. L'origine è sempre congenita, e se tale imperfezione si osserva per· lo più nella pube•·tà, é perchè prima di quest'epocA llOLl ar••eca incomodo, ed il s uo volume non attrae sufficientemente l'attenzione dei parenti. Molle volt.e é avvertita dall'istesso infermo all'epoca della coscrizione, perché non reca alcun f'aslidio, e non ''.i st bada, molte volte viene scover'ta ed accusa la dagli in,fer·m1 dopo l'esercizio sessuale, e solo gl'individui che soffrono abituali costipazioni intestinali ricot•rono al medico pel vari· cocele in altre epoche della loro vita, giacché la costipazione intestinale predispone al cirsocele, e lo aggrc~vu quando esiste, per la pl'essione che I'S iliaca fa sulla corris pondente vena. Un tumore oblungo, soffice, "ermiforwe, che nasconde ti tes~icolo corrispondente e lo atrofizza, che riceve impulso dalla tosse, che è capace d'una g•·aduale e parziale •·iduzione con la pt·essione da solto in sopra, che aumenta con la com· pr•essiòne dell'anello inguinale e diminuisce nella posizione su!)ina ad al'li in semillessione, cat·alterizzano il varicocele, che per sintomi funzionali si riduce ad una sen~azione di peso e stiramenlo, ad un dolore che può esser continuo od iotermillenle, ed assumere perfino il grado di una forte ne· vralgia, ed una certa ansi&lu della mente che a volte cnnfina con l'ipocondria::i, e ad una squisita sensibilità della parte affetta. Se il varicocele non da alcun fastidio prima dei 25 anni, non ne darà che nei casi di costipazione ventrale, o di gotta durante la quale si avvera tal volla il fatto già ossen•ato da Hunter, di una trombosi nelle vene del funicolo. Molti uel· l'età del rilot·no attt·ibuiscono al varicocele L'indebolimento della funzione sessuale, e l'autore consiglia in quest.i casi un'estrema delicatezza nell'esporre all'infermo la vera cause della sua impotenza, perché di nulla i vecchi sono cosi suscettibili come della mancata funzione sessuale. .. fu un rislreUo numero di pazienti si notn un'ansietà, untrrequietezza della mente, una frequenza di polluzioni notLurne


CHlRURGICA

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io quelli che menano vita sedentaria, tutte condizioni che predispongono all'istero-ipocondrias i, ed alla nevrastenia. L'esame del testicolo affetto fa frequentemente rilevare una maggiore sofficilà, ed un impicciolimento del volume in confronto del n0rmale, ciò che indica un arresto di ~viluppo, non un processo regressivo come erroneamente si è asserito, giacchè dopo l'operazione del varjcocele, il testicolo riar.quista la sua consistenza ed il volume normale, ed anche la secr e-zione spermatica si modifica. In un operato di doppio vat'icocele dal dott. Rouse la s ecrezione dello sperma cominciò a vet·i:tìcarsi qualche tempo dopo l'operazione, e projO'edJ di pari passo con lo sviluppo dei testicoli che prima erano piccolissimi. Quando il varicoceln è un:Iaterale," spesso non r·ichiede ·~he l'uso d'un buon sospeosorio, e l'autot·e aborre i sospensori che si vendono bell'e fatti, perché non si adattano mai bene, preferisce invece quelli di tela fatti su m islwa, nei fjUali lo scroto riposa senza coslrizioni. Contro le nevralgie t' le iporoudriasi, si é adoperato il brornur·o di pot.assio, il .solfato di zinco con la noce vomica, ed anche l' elettricitit ma con pochi risultati. I casi nei quali può esser richiesta la cura radicale sono, secondo l'aulore, la reiezione dal sf.\r vizio militare, l'enorme peso del vavicocele che espone agli urli , o che produce grave fastidio a l paziente, la nevralgia continua od inlet·miltente, l'estrema sensibilità locale o generale, la sopravvenienza di cause cl~e aggt•avano il varicocele, come le frequenti c:oslipazioniinlestinali, i tumori addominali, l'ernia, ecc., la minacciante ipocondriasi, e soprattutto l'esiste nza di un doppio varicocete clte compromette la funzione generativa. Due metodi si presentano per la cura radicale; il soltocutaneo, ed il metodo dell'operazione al l'aper-to. Il primo si effettua in due modi: o legando le vene al di8?llo della cute per mezzo di aghi o dell'apposito strumento dt ~e-yes, lasciando fuori i capi se si è adoperata la seta od 1 fili metallici, !asciandoli al di dentro se sono di ce.lgut; 0 facendo con un te.notomo una piccola incisione della pelle


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RlV IS'fA

dello sct·oto, e legando le vene attraverso la pic,•ola apertura con due nodi, e tagliando fra i nodi le vene Ques lo metodo sotloculaneo ba, secondo l'oulnr·e, due incon venienti: l'incertezza del risulla~o per fa dirrìcoltù di legare· Lutte le vene vaJ'icose 1lel fu 11icolo, c he sono torlun!:'e, irregolari, e faci li a sCuggire alle legature; il pèrlcolo di emorragie rousidel'evoli dentro lo SCI'Olo, se qualch~ lttccio cade prima dellù formazione del tromho, e la recidiva sr qualche vena non s i è tagliata. Il metodo scoverto è invece ~ernp lice in p1'{1Lica, cel'lo nei risulLaLi, eri esente da ogni pe1·icolo se es~g111lO con Lutle l~ cautele ontisellicbe. Con un lungo laglio si melLono aUo scoverlo Lutlt} le vene del funicolo spermatico, P poi si legano ~cpa1'a tamente le diVI~rse vene a misura l.!hO vengono isolate, o si fanno due legature pel' ciascun~ v.ma. e si 1.8gliano le vene fra i due nodi. Questo modo è applicabile ai var-icoceli np 11 moll,o g1·andi, con vene non mo l l~'l voluminose e torluo~Se, ed un buo11 laccio rf.i seta o di cor·da .li budello sono i migliori per le legature. ' . ' Nei , val'icoceli molto voluminosi è pl'efer ibil.- resCJsswne previa le~a tura in massa où i solt~ lamente dei ples~i \•eno~i. e per• avere u na guida sicur a intor no alla quantità di sos tanza da escidare, è meglio esaminare prima il paziente m piedi; se l'allungamento dello sc1·oLo dallalo inl'ermo giunge a tre pollici, s i può sicuramente t'a r e un'escis!lione di J 1/'Z pollici dal p lesso venosa, la re trazio ne cicatriziale ai utata dal !'Ospensorio per qualche lempo, rit.larà allo !';('l'alo la s ua forma no1'male. Per quesla operazio ne, ancstesizzato Il paziente, si pigia con due dita il val'icocele onde portal'lo sotto la pelle, allo nlanando da essa il funicolo. e sul fa scio di vene prominenti si fa un'incisione di un poll ice e m oz:w di lunghezza. Scoverta la l'ascia che in vo1ge. il val'icocele, si vedono trasparire i vasi , si lascia il coltello , e per mezzo d'una sonda o di un ago da aneuri!!m a si passa un laccio che comprtnda Lulti i vasi in massa, e la fascia che li ciJ·conda, ~ q ues to laccio si fa scorJ'61' giù vicino al Leslirolo, indi iii annoda f'orlemonte. Un altl'o laccio si passa al di sopra del primo, prosslllla-


CHIRURG ICA

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all'estremo superiore del taglio, e si lega con nodo semplice, lascian<ione i capi in mano dell'assistente. AIl ora si recide il rasrio delle vene sopra. e so Lto a distanza di un quarto di pollir.c dei due nodi, e s i o~por ta il pezzo ruso libero, dopo ave t•lo isolato dalla fAscia , e si completa In le ptura dell'el'lremo s uperiore. l capì dei fili si lasciano fuori, si irriga il campo dell'opera zione con acqua calda al s ubiimalo, e cessala l'emorr agia, si le~a il monconl3 superrore eon l'inferiore coi Ali !asciali liberi, soiiAvando C()'-'i il teslt· colo al suo livello normale. I cupi della legatura cho alfine restano si tag liano, o l'operaziono ò terminata, percltÀ le labbra della ferita vanno a mutuo COIIl&llo fra loro, fH'nzn ùiaogno di sutura o di tubi di drena:tgio. LasctandO in <>tlO i foglielli dello (&!':Ci& cbc Cit•conrla le ~ene quando s i ftl la legatura, si •'• s icurr Ji co~nprenriPrle tutte, e di esclud ere il cordone spcr·maLico ebe ùal po~o del testicolo è pot•talo indieLro. SLrin gautlo ed annodando il laccio della legalur11 supet·iot·e rtuantlo le ve ne~ son tagliate, si ovvia l'emort·agia consecutiva che an ~' I H' tlif:crela può intralciar la guari{?ione pel ~angue che s! ,·ersa nelle fet'ile. L'uDtQne dei due capi r ecisi si olliene annodando i fili super tori con gl'inferiort quasi sempre, ma se la riunione non ros<>e perfetta, s i potrebbe passare un pun lo tli due cflpi della fa.sèia tagliato. Dopo ciuque o sei !l:iorni la I'CI'ilu è t·imar giuola. e nel punto di t·iuuione dcii~- vene !"i sente la Ju rezza di un callo che poi scompare 10 un mese, ma per quindici giorni almeno btsogna Lener l'infermo in letto. perch•• l'edema dello !':<'rolo • delteslil~oto nou si dissipa prima. Non v'.. bisogno d·a~por·­ lere nulla della pelle dello seroLe, pet•ché tolte di mezzo le 'tene del vat•icocele, scemaLo il roso, lo scr oto ritornp pe r propria conlrallililt'• e l volume primitivo,


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RlVISTA DI OCULlSTICA

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Determinazione oggettiva della. refrazione delfooohio per mezzo della. Bkia.ekopla.. - OYER\\ EG. - (/Jct~l6ehe M ilitar-iir:zttiche Zeitseh ,.tJt, aprile 1889).

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In aggiunta a quanto il giornale ha pubblicato nel fascicolo di giugno 188R cb•a la retinosropùt od PsamC' delrombra. diamo ot·a ti sunto Jì una memol'io sul medesim•) ::o:;:gello dello Stabsat'7.L Overweg. Ritenendo meno appt•opt•io~i i nomi ùi re~inoscopia ro cheraloscopia, egli da al metodo il nom e, già ben nolo, 111 sehia!>copla n [H'0' \'8 tle1l'omhra, e descri ve un pt•ocessn modiricalo, e secondo lui miglior·a Lo, dtll pr o f. ScbweiggPt' P da IJUe~to caldamente raccomandato a color o che sono meno P!"er cit.atì nell'esame ad immagine dir itta, siccome semplit'<', facile aò impararsi, e nello stesso lPmpo capace di dar e rì"llllAli sicuri. Eccone la descr izione. L'Os!"ervalot't' si colloca in raccifl od un miope eli gt·ado elevato - miopia di 4 di ottrie= M . '/10 e più - in una stanza o;>cut·o, a circa 'l~ m. di distanza. come si fa d'ot•rlinnt·io per l 'esame ad immagine r ovesciata. Se le pup11le dell'o~servato sono mediocrProenl e dilatale, como neiJo. maggior partetl<'ì giovam, p. es.,tlei sol dati, non é necessa ria nessuna preparo1.ione. ellrimenli ~i possonoriilatare le pupille con una soluzionetlioUiotropi~ta 811' 1 p.100. La lampada si mel~e lalet·almentc od alrruanto nll'indiell'odell'osse rvato, cosi che i suoi o~chi si lroYino completamente all'oscuro. Per esaminare l'occ:ltio de~t1·o SI fa guardare l ontano nella stanza scura in dir ezione del proprio orecchio dest1·o, e si illumina l'occhio con uno sp<.>crhio piano. La form a dello specchio è indiffer ente, ma in o~ni caso de"e e;:.sere piano. Si vede cosi la pupilla destr a unifot•ntemeote e cii·colarmeuLe illuminala in r osso. Si sta in CJUC!.-IA posizione per alcuni secondi , e si assicur a che l'osset·vato guardi im-


RIVISTA Dl OCULISTICA

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mobile nell'anzideLta direzione, allora s i g ira Jenlamenle lo apecchio facendo piccolissime escur sioni attorno al suo asse verticale da destt'a a sinb lra . La pupilla, elae dapprima era eir còlat'men l·e rossa, ciivenla t•ela livamente oscura ùal lato Lemporale per un'ombra sottile fal cata che la copre, la qual&, qua nto più si gira lo specchio ùa destra a s inistra, lanto più si avan~a verso il naso, fìnchè alla fine r esta oscurata tu&&a Ja pupilla. Se si gira di n uovo lo specchio in direzione opposta la pupilla comincia ad illuminarsi nuovamente dal lato del naso, pres to scompare an eh e l'ombt·a, che ora s i dirige lenlameule vel'SO il lato tempot•ale. 11 movimento dell'ombra é ciò di cui si deve lener conto t:: bene osservare nel metodo in discorsu, per• cui esso ba ricevuto il nome di prooa coltombi"a.

Nello stes~o modo l'ombra cammina dal basso in allo se Jo specchio si gira dall'alto al basso, e viceversa. Constatiamo per conseguenza il retto che, nel suddetto caso di miopi a elevata, l'ombra si muove in direzione opposta alla rotazione dello specchio. La cosa succede inversamente nei miopi di grado minore, negli emtnelt·opici e negli ipermel!·opici, nei quali l'ombra si muove nella medesima dir·ezione, nella tJuale s i gira to specchio; succede pure diversamente quando si adoperi uno specchio concovo, il quale ra muovet·e l'ombra in dir ezione opposta negli ernmeli'opi e ipel't'lleli'Opi, nella medesima diL'ezione nei miopi. Ritor niamo al nostro miope, e dopo di esserci l'eso ben conto del movimento dell'omb1·a. avviciniamoci lentamente all'occhio esaminato. DapJ.r ima l'ombra era abbast.am.a oscut·a, nettamente deliminata, dislioltlmente falciforme e si muoveva relativamente lentamente ma coll'ulteriore avvicinamento di' nelta.rnenLe delimi tata, non é più venta meno O!i!cura, meno falciforme e S I muove più r apiùament.e. Riesce qualche volLa anche vanla..,.gioso di altel·tU:II'O il UI Ov· t . o nnen o, girandolo ora a ttorno al suo asse verticale, oro at~rn() all'asse ot·izzontale. Per l'a vvicinamenlo adunque i mo'Y amenti ùell'ombr a perdono di chiarez~a, ftnchè si arriva od un Pnnto j n cui l'ombr a. incomincia a muoversi nello stesso senso nel quale si gira lo specchio. A questo punto noi dobbiamo


JU\'ISTA

arrestarci per misurare, o fat' misurare, la distanza tr a il no"'tt·o occhio e quello dell'osservato, gìac•:hè rruer-tn distan~a se~na la posit.ione ùel punto l'emolo dell'occhio miope, per conseguenza il gr ado della miopia. Per esempio se lu distanza, alln l')uale l'ombra comincia a muover"'i nel rot::desimo senso t·aggiun~=te 6 pollici= 15 cm. not avremo uns miopta 1/ 1 = 6 .,, o.

In ciò consiste una certa difficoltà del processo, in ogni caso anche la sola, che non si ri esce sempre a stahtltrE> con certezza la Jtslanz.a, alla quale l'ombra cominctA n muoversi nella stessa dir·eziono dello spcccltio. Vi sì rim edì11. sullanlo con l'esel'cìzio individuale, eri i pr ecetti non valgono L'ombra per l 'appunto non ha limiti ben definili e si muove mollo celeremente, pet• acqui-,lat·e :'ab•Ludine ~io va osservare 1111 miope di gt•ado elevalo, ti cui punlo remoto si conosca, ~d in f~tccia al quale Ct si colloca alla giusl.tt dtf<lanza mìsuru ndolr>. Si esamina, p. e~ .• Jtn m tope di M. 1/ 0 ollu distanza di (ì pollici, e sì constala che il movimento dell'ombra ha l uogo IJnlla medesima d1rezione della r otazione dello specchio. U:glt è di fatti singolar e, ma rmre ;:;uccede, che st vede il movun~nto tlell'omlwa, ma non si può subito dit•o se essa si muovo nel medesnuo senso od in senso iu verso. 111 qurslo modo si può slabdiro la rifrazione in gt>nct·c ed il grado dì una miopia el evala. Gite cosa avvien e nei miopi di grado minor e? Ammesso che uoi siamo seduti ,n l'tlcl·ta all'o,.!"el·vato pt'ecisamen le a 50 cm. di distanza, il punto rernoto dì un mtope di l O. = M. '/,0 si l t·overebbe dietr o d t noi, e precisamente un melt·o davanli all'occhio osservato, r>d inollN ci trovert-mmo pr rcisamenle al punto r emoto ù1 uu miope di :! D. = ~1 . 1/trJ, ed in ambedue i casi noi vedremmo l'ombra Il muover·si nello stesso senso. Con M. '/1~ = 3 D. il punto re· moto si tt·overehhe ft•a il nostro occhio e quello dcll'os!'=ervalo e perciò il movirn~::n to dell'ombra sat·ebbe in senso inverso. Per questo moti vo er a necessat•io di sceglier•' nelle prime prove un miope di prado elevnto. Ora non vt è nulla di P1Ù semplice che cambiare un miope di grado leggero in uno dt grado elevato, collocandogli davanti all'occhio lenti Cortemenle convesse. Se abb1amo ùa fot·e con un miope ùi 'l D., e


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DI OCULIS llCA

metliamo davanti lenti convesse di 5 D., egh :-;1 comporteri1 come 1111 miope tli G D. Colle stesse lenti noi facciamo di Ull emmelropico un miope di 5 D. c di un ipermett·opico un miopu di 4 D. o meno, secondo il g r ado della ipermelropia. Que!'.lu mezzo ausilia re ~amplifica essenzialmente il processo, e lo rendo mollo adallo per lo !OCOpo medico-militare. È appena d'uopo di accennare cl1e coloro i quali vogliono esercit.at'$i nel processo, o non hanno <>ollomano un miope di gr·a do elevalo. po!llono procurat•selo, rend•mdo m iope coll'aiuto di lenti conYe88e il primo eiulanle d'ospedale vonulo. Trallisi ora di delet·minarc lo slalo di rif1•azione, che 110i non ronosciamo. di una persona; 110i facciamo JWima di luLlo la prova dell'ombra sunza l'uso di ltnli conves!<C. Se l'ombra !<l muov.> "hiaram.. nlt• in dit•ezione inver~a, si lralltl di un miop • a gl'lido elevalo, H noi determiniamo questo graclo nella maniera detla di sopra ~enza lenli convesse. Se !<iamo nel dubbio, o Ile l'on1bl'& si mu o~e nella dit·ezione ontologa, noi collochiamo davanti l'occhioos:set·vato len lì co nves<~l-l di 5 D. = +'/8 e ra,~ciamo la p!'O''a dell'ombra. A seconda dellA distanza. alla quell' l'ombra comincia a muover~i nella mede<>ima di rezioue, li hanno i seguenti risullf ti: Alla distanza di 12,5 cm. 3 D. M . = M. 1/ 11 t4,0 • 2 D. M. M. 1/ ,. 16,0 • l D. 1.\1. = M. 1/~.~~ 20,0 • F.mmelropia 25,0 • l D. H . Il. 1/ " 33,0 • 2 D. H . = H. 1/ ,. 50,0 • . . . . . 3 D. H. = H. 1/u l gradt più ele vali di iparmetropia non s i possono dete rminare colle lenti sopra deLle, ma sono neccsstwie le n li piiJ forli, lempre supponendo ciJe noi ci collochiamo ad una distanza dall'os!-lervalo non magg iore di cil•ca 1/! m. Qualora ad onta delle lenti convesse di 5 D. l'ombra lhanga n ella m edesima direzione, od il movime nto non cì eomparisca d..l lullo distinto, noi prendiamo lenli convesse dJ 8 D. = ed allora il risullalo é il seguente: Alla dist~ nr.a di:

=

=

r•-

+ '/,,


IIIVfSTA

12,5 cm.

Emmell·opia 1 D. Il . = H. 1/10 16,0 • 2 D. 11. B. '/'10 20,0 • a IJ. H. = 11. '/., 2o.ll • ti- D. H. !:L 1/ 10 33.0 • 5 D. H. H. 1/~ 50,0 • 6 D. Il. = H . '/, 1/, Questi numer·i di lenti con ves~e ùovt·ehbet·o basto l'e pe r· la IIIOSSÌIIIII parle d~i CSSÌ. Per quanto Piguar·da la misura della distanza , ei';'-~O non pu(J recare ùifflcoHà nelle 11ostre circostanze, ~i acche pet· questo scopo !"ani bene presente un aiutante d'ospeclale cl qualcltt.• altra persona pl'8ttca. Del resto il sig. Schweigget· ha unil•e ad uo lalCI di un nastro metrico lo specchio piano che l'<i Liene fe1•rno dall'altro lato vicino all'occhio osscrv(!lo. Il naslr·o c:i lasciti facilmente svolge!'e dalla s na scatola, nella quale coll'avvicinat•si rientra da sè facilmente, e puo essere t'ermato a quP.Jia distanza che si vuole. Una parte non tanto piccola dei nostri letlori avrù notato r·o'n piacere che finora non si é faLLo parolo del ripoc:o dell'accomodazione. L'osservato ùeve ualuraln1ente la!-lciare in riposo la sua accomodazione, c, che ciò a vven~o, cP ne a~sicu· t·iamo copt·endogli un occh io e t'ace nùolo guat•fiart> coll'alt i'O internamente nel buio, in casi speciali nulla si oppone ad una osservaziune coll'omalropina . L'osservatore perii non abbiso_ctna di metter e iu ripo~o fu sua accomodazione " ciò é Ull vantaggio mollo essenz1ale uelnosLro metodo. QuPIIi, che a•·· comoùano ancora bene per una distanza eh 15 a 20 c-m., 11011 abbisognouo d'altro. Gli allt•i si f.lO I'vono delle co!'rispondenlJ lenti convesse o tenute sul naso, o colloco le dietr o lo specchio piano. Ancora una parola de tl'asligmalisrno. A nche questa ano· malia della rifrazione si può t•ilevare o determinare rolla scbJII· scopia, giacché l'ombra si comporta divers amente secondo rhe noi giri>1mo lo specchio attorno all'asse vel'licale od a 'luello orizzontale e noi possiamo determinare la rifrazione ree ciascun meridiano principale separalamente . Cosi, P· eo.; • ~e alla dis tanza abJtuale e senza l'appos izione di lenti con-

u,o •

=

=

=


01 Ot:ULIS'flCA

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vesse, noi v~~dil;mo gi.ranùo lo !:ìpeccbio aLtorno all'SS!Sl~ verlieale, muovet•si l'ombra in scn!i'O inverso. ed invece muoverl'i nello stesso (;enso girandolo attomo all'asse orizzontale, ~ tl'8tlerà di un astigmatis mo"' pr·ecisamenle ùi miopia elevalu in un rneriùiauo, e nell'altro di miopia debole, emmek o pia od ipei·mekopia, ciò che si pu6 ùelel'minare in parte con , in parte ~~t~nzala lente eonvessll. Si può pure stabilire la pol'izione del meriùia11o pr·incipale, e se esso é in ùirezton e obliqua '>i forwa una immag ine mollo caratteristica, quando, p. es. , g irando lo speccuio a ttorno all"ass<.' verticale, l om br·a non si muove orizzonlAimenLe, rnù obliquamente dal basso all'allo e daJresterua all'interno. Non meno car·allerisLicu è l'in.:goh\rità dell' ombra nell'astigmatismo 11•r·egolare dipeudente, p. es. da opac ilà cor-

neale. Queste irJùìcazioni p ossouo b&::slart!. e. pet· coochiudere, mì resta solo da esprimel'(;l la sper·unza che anche i meno esercìlati nelle osservazioni ollalmoscopicbe, per i quali precis amento q1tesLn proces!'o è pr ezioso, potrebbero ess~re auimati n fare •walche espe1'1menLn colla s ch 1a:.<copiu.

IUVlS'J'A DI AN!TO]UA E FISIOLOGlA llaaueua degll amarl •ulla funzione dello •tomaoo sano D ott. REICB~fA.'<N.- (Zeilsch..fùr l<lin. Med ie . -HV e Can.lrdllJ. fii7' die med ie. Wissensclt. N. 32, 1888). 0 .11l&lato -

Per detet•mirwre la influenza delle sos Lanze amare s ullo stomaco smm o malato rurono ìsliluili rn blli s perimenU su ~ornini che uvPvtuto qualche affezione dello sto maco o del l intestiuo, o dell'uno e de ll'alll'o insieme. Furouo usati J ue sruppi d'amari, gli arna i'Ì puri e g li amar i at•omalici in infuso. fredde ùi 12 gr ammi per 250 em e. d'a cqua di stillata. Gli l!perunenti rurono ~'seguiti iu quattro manier e. U na volla i 48


Ili RlVlSTA

malati preser·o lu mallina a digiuno un infuso amaro e do po 10 minuti fu esLt·aLto il contenuto de1lo stomaco ed esaminalo t~bimìcamen te. N elle seconda serie d'esperimenti , ques to fu fallo aspettando 30 minuti dopo la somministrazione di 200 ccm. d'un infuso amaro e facendo quindi b er~ 200 ccm. d'acqua stillata alla lempet·atura della camera. Nel primo sperimento s i polé stud iare l'azione d ir·etta def!li amari !iulla secrezione del s •1go ga strico. nel secondo In stess& azioM dopo ta scomparl:'a del medicamento dallo ~tornaco . Nella terza serie di sperimenti i maiali prese1·o ogni ~iorno pe1· alcune settimane 200 ccm. d'un in l'uso ama1·o e più. t~;~rdi bevvero, come nel primo caso 200 ccm. d'acqua disfi11ata e rlopo 10 minuti fu esaminalo il c.ontenuto dello st0maro. Co~l si ebbe contezza della influenza del lungo uso degli amar1. Finalmente i malati preset·o Ja mattina a digiuno l'albumina d'un uovo di gallina, vi bevveeo sopra 200 ccm. cl'un mfuso amat•o e quindi in diverse distanze ai tempo, da 180 a ~O minuti, fu estratlo il contenuto dello !$lomaco, fu determinat11 la s ua quantità, J•eaz.iooe, acidità, l'acido cloridl'ico libero,~ fu esaminalo il residuo dell' alb•Jm ina non clig-erita come òel peptone . Con fJues L'ordine di sperimenti fu studiata l'azione degli amari sulla sec1·ezione dello s tomaco di g~>re 11le, la 101'0 influenha sul corso e la dut'ala della diges tione slomacale e s ulla fuuzion e m eccauica dello !llcmaco. l i r eeullaLo di tutti q uesti sperimenti fu il seg uente. La secr ezione del sugo ga· slt'Jco nello stomaco digiuno sa no o malato e ::;ubito dopo lA introduzione cfun infuso amaro, è scarsa come dopo la introduzione eli Acqua stillate. Ft'equenlement.e l'ucido clori· òr ico non potè essere dirnos:t•·alo o solo b1 piccolissima quan· tilé. Auche la digestione artificiale procede molto più lenta· mente. Dopo la scomparsa dell' infuso ama ro Jello stomaC(I digiuno éomincia in esso ad aumentare la sPcr ezione ciel s ugo (Zaslrico. La quantita dell'aciJo c.loridr·ico clo venla moJ;· g ioré, la dig·JSLio ne arlificiale si i'a più J'apitlamenLe. ~el~~ s tomaco digerente, la digestione s tomacale è rlaf!h amarJ pnl o mena danneggiala, ancbe la funzione meccanica Milo ~1.0· maco· si dimostra in questa circostanza un poco meno awva In quanto a lla secrezione del s ugo gastrico 11 ello s tomaco


DI ANATOMH. l-: FI S IOLOGIA

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dlgerenle sotto la inl:luenza deg li ama r i, e~sa a pparisce nell'organo normale inalter a ta, In q uello debolmente secer nent.e la secrezione é aumentala. Ov~ uon esiste secrezione acida di sugo gastrico, gli amar i non la provocano. Quando la sei:rezione é aumentata , gli a mari ranno aumentare l' acirlità ùel s ugo gas trico. L' uso con tr nua lo deg-li ama r·i non pregiudica la funzione né dello stomaco sa no nè del mala to. Oa qur si rileva cb e l' u~o tlt>gli amar•r è solo indrcalo in pochi ca:~i 1r drminuila atlivii.A c:ecrelor·ia dello stomaco, e che questo L'tmeùio de ve esser e pr·eso una mezz'or•a avanti il paslo.

RIVISTA DELLE MALATTIEVENEREE E DELLA PELLE - - -:.--<•>--""'"--- •~ .Woma del musooll -

A. Bn::R -

(Centralb. filr die

me(iic. W issensch. N. 40, 1888). L'autore rirerì::<ce s u 12 casi di sifìlomr dei wuscoli, dei qua li la metà osset·vò negli ultimi due anni nella clinita chirurgi :a dr r< iel. In un casu avevano sede uel muscolo relto dell'addome e nel mu::;colo p-ran pelloraiP, in quatlr•o casi negli Hernocll' idoma!'> loitlei e sei volte rwi muscoli dello ~strPmi tà specìulmente inferio r•i. La cosl.iluziouc a natomica della gommo mu-wolar·e os;;;er•vala microscopicamente é di ~gola una lumerazione dur'a, talora elastica, di un pallor e par ticolare che ~passo contiene uno ma teria caseo~a o un giovane le !:suto gom mo~ o Ji consistenza come viscuiosa l'd ba aulla supe r·flcie del taglio un espello la r·daceo o fina mente slrt11L0 e raEtgialo. Que"Lo aspello é in cer to modo C81'1lller•s lrco e nei casi dubbi di molta impor·tanza. P erò •••erte l'a1rtor·e ùr ÙO\er r rc111·rere all'e-sa nHs microscoprco CfUendo l;j v oglia evitar e rl pet·rcolo di sca mbiare un vero alftloma per un s arcoma o pet• un indurimenlo muscolat·e


75ti

li l VISTA

r eumatico. per una semplice infiammazione od allro di ~i­ mite. 11 sifilomu muscolar e semhrn avere una particolat·e lendeoza a manifestarsi piuttosto presto. Io due dei casi comuuicati pet• l'affezione pl'imaria e lo sviluppo della gommA pa.:sarono ~olo R e 12 mesi. LP irritazioni esterne hanno sul a sua ori~ine una decisa mfluenza. e questo sp1ega la pllrllcolare frequenza con cui ne sooo colpili gli slernuciPHiomastoidei Mmpre scopet·ti. Ju alcuni muscoli la gomma !!i trova preferibilmente in vicinanza dell'all~cco dci lencliui e dP.Jie os!.'a Lo sviluppo dci sifilomi muscolut·i manca •~om ­ plelamente d• un ror so lipico, ora e10si cresconn molLo r&Jii· dnmente, ot•a mollo l entamen te, ma in ogni casu raggiun gono i11 pochi mesi un volume enor me. QuPsli tumo1·i rhe vengono in modo acuto hanno probabilmenlP. una composizione mista, COilSlano di gomma e di una infiammazione collate•·ol,..; eono pet'ci6 anche molto duri, non hanno limiti ben delet•tninati, cedono rapidam ente al trattamen to cu1•ali"o t•omindAlo per· tempo o SI lasciano dietr o cicatrici appena opJWezzabili. Al contrario i sifilomi cbe si sviluppano lentamente con!>istono so llonto di Lessu to gommo!>'l !;pacifico e dei suoi pt·odolLi di Lt·asforroazione. Nella gomma muscolare Or'H mancono completamente i dolori , ora sono mollo forli e si aggravaM rrertuontemente nella notte. La pr ognosi i> tanto piir ravorevole quanto più pr·esto sr manifestano i tumori nel cor!';o della sifìlicle e quanto piit t•apidamenle si sviluppano. L'autore con,iglia oli Ll•altare i tumori muscolari, la cui diver sa natura non è stola asFolulamenle slflbilila, dapprima coi rimedi antisitililici.

Sulla •Ulllde renale. - Dott. ANORONico.- (Gaz:. mt-d. di Tor ino 5, dicembre 1888). Dalle osservazioni falle sopra alcuni casi clinici e~aminoli l'autore r.onclude: t• Chr la sifilide renale è una di quelle affezioni cbe, poco o nulla conosciuta dagli anlichi specialisti, entra oggi


DELLE MALATTIE YENEilKE E DELLA PELLE

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nel vasto ùomioio dellè.l patologia dei m orbi cellicr dei visceri 1nlerui. 2" Che essa manifeslasi tanto nella lue congen ils quan to in quello acquisila. 3" Clmicamenle considerale le delet·minaziuni ~ifilone­ fropaliche po~ono presentare 'srie form e, dalla piu semJtlil!~ nefrrte, alla inler·stiziale o gomm oso. ~· SiOilLte determinazioni sra nell'assieme dei loro smtomr, come nel loro aspetto analomo-palologico non Pl'esentuno impronta alcuna specrale da ùrstrnguer le dalle bllre eht• rrconoscono ben altra nalur·a. ;1• Fa solo eccezione la sifìlonefropt~ liu a forma gomIDnM, lu quf)le p er· la presenzo. dello speeilico neuplas ma mo!.ll'asi con aspetto speciale dal lato anatomo- patoloA'ico. fl• Quantunque le sitìlonefropalie succeda no nel periodo inollr·ato della infezione, in is pccie quelle gomrnos<>., pure non nuwcano dei casi in cu i si ffalle deler·minazioni Hi HO HO vtsle nel periodo precoce dall' intossicarnCIIlO celtico. 7• l.a curabilità relalivaml"nle fa cile di ft·onle a quelle di tutl'allra natura é un criled o quasi sicur·o della loro s peeificilt't. W L'unica cur·a r•azionale ,·. quella mi~ta, a pr·ef1•r enza il lnl·rcurio, J·imeòio indispensabile, che a tPmpo opportuno è indicato a combatlf' r e 111 lesione specifica I'Pnale.

RIVI Si A DI TERA PEUTICA a.J1awone terapeutica dello •trofanto- dott. L•vr~;RATO - (Hioista clinica, Archioio Italiano di clinica medica, anno XXVII. puntata V , 31 dicembre 1888).

U~ nuovo rimedio cardiaco che sor·ge s ull'of'izzonte lert~­ peutrco c lo strojanto. Questo i' un arbus to sermenloso, che dal punto di vista botanico apparlieue olia famiglra dalle flpOciru•e. Si t•ls conlra in tulle le regioni tropicali. mo par-


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BIYISTA

ticolarmente nelle r·egioni dell'Africa centr ale, c.:ome pure 8 lava e a Sumalra. Gli indigeni dell'Africa equatoriale adopet•ano i semi per avvelenare le t'rtocce. Il suo nome proviene dalle parole greche cnpo~oç (noù.l) e cMoç (fiore). Il pr imo che usò in Lerapia lo slrofanto fu il Fraser d! Eùirnbtu·go (nel 1885), che lo pose nella set·ie dei rimedi carùiaci. L a forma sotto cui viene us ato lo slrofauto iu terapia é Ja linlura alcoolica dei semi contusi e sgrassati (5:100). Si somministra alla dose di 5-iU goe<;ie, due o lre volte nella giornata. Fraser spin se la dose giot·Jtaliera fino a 30 e 40 goccia. La strofantina Si somminis tl'o. in soluzioal', alla dose di gr. 0,002 fin o a gr. 0,004 uella gior·na la per via dello stomaco. Fu tentata pure la somminislt'azione pet' via ipodermica , ma si do,·ette abbandonar e questa ,·ia per gli accidenti locali che ne derivano. Come contro inçlicaz:ioni all'uso dello stroranto venner·o segnalate le iperemie attive e le emort·agie intern e. T raLtandosj di un rimedio nuovo, sull'azione rlel quale non !Otono al\cora tuUi concor di gli osst-n•ator i. gli uni elevandolo al disopra della djgitale, gli aJLri negandogli qualunque azione notevole sul cuore, l'a utore ba creduto necessa t·io eli studiare l'azione del farmaco tanl.o soprA cardiopatici t;be su allr·i malati, e cercò di rilevare la sua influenza sul polso, sulla r espirazione . pressione ar·Ler•iosa, sul tracciato stìgmografico, sui diametri cardiaci, sulla temperatm·a, sulla secrezione urinaria ed inoltre sui vasi p eriferid. Dal complesso delle osservazioni fatte si può concludera: 1' La tintura dello strofanto ha realmente azione sull'atti vila caediaca. ;!• La frequenza del polso ordinat•iamenle onn è inOuen· zata in modo uniforme; in seguito a forli dosi diminuisce, e ciò se prima della somminislrazione del rimed io era frequente; diventa frequente invece s~ prima il polso Pra rat·o. 3° Il polso qualche volta diventa più regolat'e. ~· L'azione sul polso dipende dalla regolarizzazione della funzion e cat'diaca. 5' Il tracciato !'lfì g mograftco diventa più morco.to e più regolare.


DI TEKAPBUTICA

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in~raarterJOsa aumeuta costantemente. 7' Quesl'au111ento da pochi millimetri può a rrivar~ fluo a .W. L'aumeuto ùUt·a por lutto il Lempo della somministrat.ione del farmaco e ancora nel gioroo successivo quantunque d1 minuilo. ~· l diamell"i dell'area ùell"ollusilà cal'dtarn si abbreviano manifeslamenLt', e ciò parallelamente all'aumento della presaiont- sangui ~na ed all"aumento della diut·esi. 9" L' accorciameuto maggior e corr isponde al diametro lrasversale e longitudinale. 10• Quest'accot·ctomenLo è tanto piu marca to quanlo tuflg>· giort~ ?!. l'azione sviluppata dal farmaco. 11• Quest'azione e manifesta solo nei cardiopatici, o no, in ,&:ui l'area dell'ollusitA cardiaca è anormalmente allargata. 12' La .respiJ·ozione nou subisce modifìcazioni degne ù1 not.a; qualche volto aumenta il numero dello escursioni l't'· spiratorie. t3• L'azione tlella tintut·a dello !::\Lrofanlo comincia g1a 16-?J> minuti dopo la sua ~omminislraztone. 14' Ripetendo le dO!<i la sua azione si somma. t5• La quanlitA di urina eliminala nelle 24: ore aumenta notevolmente tìno a JOOO e '1700 c. c. e più, corrispondentemente au·aziono sviluppata e alla dose somminis trata. 16' In caso J i gravi dislut•bi ùel circolo sangui gno, lo •troranlo si mostra molle ''olle incapace o vincerli ed é al· lore che trionfano la digilale e lo ca ffeina. 17' Anche in nllri ammala ti, non affetti da cardiopatia, lo strofanto i> capncP di aumentnre lo pre~>sione san~uisma e la •liure~i. l tl' In Lutti gli ammalati rebbr icilanli, a cui ru somminit&rato lo s trofanlo, si mostrò costantemente inefficace. tUO Qualche volla l' u ~o dello sLrofan t.O determinò J iot'f'(;lll lenza però dolori colici o altri disturbi nè dell'apparato diRerente, nè del sistema ner voso. 2o' La tintura dello strofanlo non ba azione rilevante •asi per ifer iCI e se esercita qualche mfluenze, è piullosto D tenso costrittivo.

li" La pressiune

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RlT ISTA

Un gr11ppo dl o&si trattati oon lu atrofanto lapido. per DAvio EvANS. - ( T he Laneet, olLobre 1888).

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Il miglior m etodo per {.riuclicat•e il valot·e di un r imedio 1: quello di sorvegliare accuratamenle i cambiamenti che esso p roduce ne' fen omeni clinici di un singolo caso ; ~d uno studio accurato di poch i casi beoe scelti, é pilt pt•oficuo delle conclusioni alle quali s i arl'iva con le agglomerazioni statis1iche. 1. Un vecchio militare di 6R anni con seg·n1 non il ubbi d'insufficienza della mìtrale, il 2U seLlembre 1867 soffriva cii considerevole rlispuea, palpitazione. losse socca, sh'ingimento del petto, debolezza, lan guore, pallore del vollo, cianosi delle un ghie e delle pinne nae:ali, color e illerico delle congiuntive, polso debole ad 86 pulsazioni, albumina netl(l orine. Fu ammi nie:lt•ala la tintura di strofanlo alla dose di ~ram. 6 con g ram mi 4 di cloroformio in infuso di {!anziana grammi 300 , due cucchiai ogni 3 ore. Si ordinò una rliela liquidi! eo-rroborante, ed il g iorno seguente, 30 sellembre. l' mferroo aveva ~2 puÌsazioni al minuto, il fo ottobre il benessere si manifesta va con 80 pulsazioni, il 2 otLobre con 78 , il :3 la dispnea e le palpitaz-ioni et·ano molto dimiuuite. ed al !l otlobre si sospese l'uso d!:!l rimedio per ché l'infermo diceva di sentirsi meglio che non fosse s lal-o da più d'un Anno. N el 7 febbraio egli riebbe un nuovo a ccesso delle s tesse soffer enze, e l'autore prescrisse una m isl ut•a composta dt lintura di str ofanlo 1 tintura di noce vo mica e clot·oformio, tre gr am mi per ciascuna, in 300 gr ammi di infuso (li genziana, da prenderne un cucclùaio ogni tre ore. F u questa prescrizione ripetuta per tl'e volle, e di nuovo scompaL'\'8 l'affa nno, la congestione polmonare, e l' albumina dalle orine. 2. Una ~ignora di 4!) anni era anasarcatica e so!fet'ente per dispnea, tosse e palpitazione cardiaca che durava da 2 anni e mezzo. peL' i11sufficienza della m itt·alc consecutiva 8 r e umatismo SJ'ticolar e. In !"eguito all'amminis~t·azione delta tintura di stroranto e noce vo mica. la com pensazione si r istabilì, il polso divenne


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,. regolare, la conge~tione polmrma1·e e gli edemt scomcome scomparve l'albumina ò~lle orine. 3. Un signore di 47 anni soffPiva un violento dolo1·e sotto la mammella sinistra, aveva palpitazione t> dispneA, cianosi meipienle. battito ondulatoriO dell'epigastrio, polso rap1d0. debole, compressibile, congestione polmonare t.lella base, per insufficienza deUa milt'llle non compenf'fl ta. In due mesi di eura rnn l'infuso di genziana, tintura di strofanto e noce vomica, il compenso si ricuperò talmente, che l' infermo potè tornare alle s ue abituali occupAzioni. '· Una signora di 4i anni sofl'riw1 di debolezza c di cot·ea, adinamia, pallore del volto , dolore a1Ja pressione n eU' epi.pstrio. rebbre, polso piccolo e debole u 102 pulsazioni, iU.o eartliaco non visibile nè sensibile al tatto, tuono sis tolico non pereeptbile. arcentuazione del secondo tuono dell'arteria polmonare, estrema d~>bolezza del muscolo cfU·diaco !'enza rumori pe1·cepibili. L'autot•e amministrò la tinltu·a di noce vomica e stroft~ll to, t> deUe polveri aslrin~enti contro la dtart·ea, e l'inrerma dal 17 maggio al :~ giugno guarl romplelamenle. 5. Una s i ~ nora di 57 anni , dispnoica, cianotica , con nau~ee, vomiti. congestione epatica, est rema debolez:tn del polso e pallorP. rlel ''iso, ricorse all'autore il 13 novembre 1888. E~li volle s perimenll'lt'n la lilllUt'a ùi s ti'OfAnlo al la dose eli 2 grammi, la tintura di noce vomica alla dose di :l ~r·ammi • quelle di capsico alla dose di 2 grammi. in 300 di Ùf'COzione di china , tre cucchiai alla volta tt·e volte o l giorno. Dopo due giorni le pulsazioni car•diache ridivennero pet·cettibili al tatto , le condizioni dello s tomaco migliorarono, la dittpnea e la cianosi scomparvero. 6. Un uomo di 1'\l anni si affannu"a ad ogni piccolo mo· vltn~>nto, era gottoso. l'impulso cat•diuco era impercettibile, i luoni • ~pecialmE>nle rruello della mttrale eran debolisc;imi. per infiltrAzione adtposa del muscolo cardiaco. La tintura di stroranlo e noce vomica pt•odusset•o iu lui tale migliol'amento da ridonar~li il colorito normale , la percettibilità, dei tuoni Clal'diaet, e la regolare J•espiraziont'. 7· Un uomo eli :l't anni era l'idollo in nn di vito dalla


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RIVISTA

debolezza del cuor~ consecutiva a grave febbre enterica so t~ fer La, con congestione polmonare, enterorragia, e trombosi delle v~ne dell'arto inferiore deslro. V'era dispnea con teudenza alla sincope, l'impulso cardiaco E>ra imperceltibile, 11 tuono dello mitrale non si sentiva, con lo ste to~;copio si udiva appena quello dell'aorta e dell'arl~1'ia polmooa1·e il polso e1·a inlermiltente, la degenerazione grassa dAl cuore e 1'R evi~ de n le. Gli si amministrò ogni men'or a la solitA m istura di tintura di strofanto e noce vomica alla dose di W centigrammi quindi ogni o1·a a misUl'8 che si pronun ciav~:~ il miglioramento ne' sintomi morbosi, poi fu lasciata da banda la lin· tu1·a ùi noce vomica ed amministrala quella di s trofanto ogr!i due ore, ed in ullnno ne furono p1'escr·itle quatt1·o sole do::.t al giorno. Ls guarigione s i ottenne completa, e quella vita fu certarnenlu salvata dallo stroJ'anlo ispido. È da osservare che il 1· 2• e G' di questi pa:d0nli avevano pr eso larghe dosi di digiLale senza alcun vantaggio. ed il solo uso dello strofanto regolarizzò il polso e ristabilì la compe nsa~i one muscolat'e, dando maggior vigore e durala alla sistole venll'icola1·e rialzando la pressione del sangue nello all>et•o arlet·!oso ed aumentando la diure!':i. Nel 5• caso sol· levò evidentemente il tono della circolazione cerebt•ale,aumen· tondo la conlt'azione delle fibre muscolari cardiache. L'autore assicuro di non aver mai veduto sollo l'azione dello sLeo faolo quell' irregola 1'ità e rapiditù~ del pol>;o cuf' spesso si osserva con r uso della digitale, n t\ d'aver mai notato un'azione cumulativa del rimedio, e sostiene <'be l'ag· giunta della tintura di noce vornica aiuLi ed accelen gh et'· fetti terape utici dello slrofanto ispido.


Df TER.UEUTICA

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ttrotaDto nelle malattie del cuore. - Dott. BucouoY (Bullettn de l'Académie de Médecine de Par is, gennaio 1889).

Il dottor Bucquoy •·isponde al dottor· M. G. Sée, elle 11ella seduta dell'accademia medie~:~ di Pt~ri gi ùel 13 novernbr e 1888 ha vantata la strofantina, e di<;hiar alo lo s trofanlo un med i~mento di poca energ ia e di sCSI'sO valore. Il dotl.tJr B. rammenta il modo col quale lo strofanto é 11alo introdotto uelle malatlie del cuor·c dal professore Fraser di Edimburgo _ le sue esperien:te fisiologiche falle nel L869 conrerma!'!Li quelle di P elikan di PieLr'oburgo e di Vulpiao che tutte dimostt'arooo la polente azione che lo slr'oranlo "ercita sul cuore. Ricorda le comunicazioni falle dallo stesso Fraser alla Società medica Britannica di Cardif nel tH85, le cui conclusioni furono che lo s trofanto per la sua azione tonica sul cuore e pei suoi effetti diuretici supera il valore della digitale. Il dottor B. nola come due aoJJi fa trovasse grandi difficoltà per ollenere dello s lrofanto, e per l' incertezza che regnava sulla specie botanica cui appartengono i grani, spe!;so differenti ùi espello, i quali set·vono ali& prep8r&7ione dello s trofan lo. A proposito delle specie e delle var-ietà dello si!'Ofanlo ras8\Uniarno quello che oggi si conosce. Gli !òtrofanli che provengono dall'Africa tropicale, sono di numer·ose varietà: ma le specie commerciali che giungono in Eur'opa s i t•iducono 8 due. Le prime che sono designate col titolo« Prooenienza dal.ftt~,me Niger » sono i frutti dello strophantus hispidus 0 variot.à dell' hispidus. L e seconde specie raccolte nelle r egioni ùei gra udi laghi e tlel Zambese altr o non sono che frutti dello slrophantus lwmbé. Que~ta slP-~l"a specie s i lrovt~ lnehe nell'India. Una terza specie, rimarchevole per ls t·iccbezza della sua lloatanza alliva, ma t·arissima a trovarsi, è lo st-rophantus :Olabre del_ Gabon. Fra le lre specie quella kombé è la più abndante rn commercio e la più usata. La pianta appartiene ~ ramiglia delle apocinee; è una lia na immensa che si aeUa di albero in albero. Il fr ullo consta di uno o due fol-


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ltcoli della lunghcua d t 30 o 40 centimetri e del tli~tmetrn fii 2 o ;! centimetri. l gt•ant Sltpali in t'SSO sono ùa due a tt·eceuto. l sç.,mi dello slt•ofontfl sono i più t·icchi della so:,lama olliv(l; poh·erizzati e lralloti c011 eter e, alcool e acqua disltllata. se 110 lt·Ae un eslt·atto :cilcoolico c·onosciulo solto Il noruc• di liu· lut·a F ra scr lilolalo u.t 1111 ventesimo. La dose clw il J.i'raMt' pt•escr·i\'P è di n a ((l ~occie lt•e voll•• al ~iot·no. Il Jollot· Bucquoy pt·ef'et·isce pl' t' rn1Hr~inre P.S8Ll~zza l'uso cicli' eslr•nuo in l'orma di granuli di nn tttillif('t'armna di soslan?.n. Li propina cominciando c.on ~ gt•anuli il pr1mo giorno. IJUindi ;{e i 11 giorno seguenlP mantenendo questa dose per lunf{t> tempn f-Pnza inconveni en ti. Pet• lu i la stt·ofanlina sla alln strofanto c ·me la d1~ilalina Alla tligilale. CircA l'azione ll't'apeulica questa sostanza é un veleno cDI'· tlitH'O. A dose cttt·ali va ngisce come tonico sul C'Uorc. QuA· lunque sia la su11 nzionc o dir·ella sulla fibra carrlìuca ; o inlc· r·mediat•ia del ~i~lerna rlot·voso, n i t•r•itante del cuor·e ed ostesA a di ver·si apparati , lo ~lrofanto produce un aurncttto nello enPr!!ra della contt·azione ventricolare. lnollre l'effetto piit co· stante e r•imarchevnle sta nell'aumento della diul'esi che c:i muuiresla c;ubilo r·apidamerrll', e che per·clura lun~o tempo •fttu ntn è quello dell'uso del medicamento. LP urinr sono spess(l brunastre e. quAlche rara volta perfino net'E', r-en za eire il microscopio abbia l'ile volo traccia di sangue. L' u~o dallo !<lr•ofanto non ha mai .Je•.et·minata la presenza dell'albumina ne'Ile m·in e. LA differ enza fra l'azione dello slrofanlo e quella d..lla tli· l!tlale starebbe sul raLLo che mentre la digitale esel'cita sul piccoli vasi un'azione coor·citiva, lo slrofanlo i nvece, nndre dopo l'uso pr·olungalo, non dimostra alcuna azione consimllu. Prr que~to fallo mentr-e lo clif!ltalc spes"e volli' non e tollerabile, lo 5'tr ofanlo può ul>arsi a lungo sempre mantenendo la ~ua azione Lonica cardiaca. La differenza dell'azione dello str•ofanto e della :;ll·ofanuns ,..or1sisler·ebbe in questo eire il primo é di urelic1>, l'altra non lo "· Nonostante che laluni medici Abbiano ricon osciuto l'in-


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dello st•·ofooto sulla tempe1·atura, il ùottor n. non lo ancora studiato, nè osser vato. Ohre l 'azione to01ca cardiaca il t! ello medicau.ento po..ta un Immediato ~ollievo ai dispnoici. L'esperienze falle dal dottor 8, 8000 SOpl'a cento casi Circa. l pt•inc ipalt di questi SOIIO dali •)fl8ioni miLt•ali, con buoni risultati in 17 su 20. Lo s trol'auto non pr·oduce, come la digitale, efl'elti cumulativi, ma appunto per la po<~sibilitè di prolungare le CUI'e con questo medicamento, ~i g1unge a veder mitigati, cou s traordinaria rapid ità, 1 fenomeni più gt•avi. Le lll'ine divengono abbondanti: g li edemi P. le conge~tioni scompaiono; il pol"o s i rialza e ne ùiJDinuisce In frequenza : l'oppt·essiooe .. lu palpllazioni si m•Lipno,.: i lllalali godono di un "enso •li benessere Ja lungo 'tempo desiderato. Riguardo alla asistolia lo strofanlo dimostra pure la sua buona ozione, subordinata pe l'ò allo stato sauo o degenerato ciel muscolo canliaco, all'eiA degli ammalati e alla data della mala ttia. l ma ggiori efTetti s i notano nella infanzia e nell'da adulta ; i minori nell'clù pii t o meno avanzala. Nelle lesiuni aortiche, nelle insullicicnze, in special modo, t nelle lesioui alero malose delle urlc l'io tanto più se vi ha la aeCrite albuminurica, la di!!italo è r.ont•·oindtca La, dice il doltot· B.t poiché rial~a sensibilmente la pressi•,ne Arte riosa. Sopra qulllro casi di insufficienza a o rtica, lr" volte lo strofanto ha cleto buoni risuHali. Nella nr-fl'ile albu min urica lo s trofanto ù conlr·oindicato pel fallo che a gisce attivamente sulle funzioni Pe nali· Nell'angina peelori~ in tre cas1 ;;tli pfl't.>lli sono sta li s e n"ibUmente favo r·evo li. Nel gozzo exoltttlmico in tre casi SII quatLI'O i risultati s ono alati meno favorè voli. Sopra uno solo cui andava congiunta la sindrome clat~sica della malallia di Ba~edow l'i è notato un llliglioramento considere,·ole. In conclusione il d•>llore Buc1uo:Y, ùichiar a utlo di non apflr\enere alla clas~e degli entusiasti, è convinto, per la sua Ollaerv11zione clinica, che lo slrofanto è un medicamento cardiaco di prim'ordine, ed uno acquisto pl'ezioso pet· la terapeuuca.


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Sovra an metodo di cura più efdoaoe della pustola mallgna - doLI. G. M. At.TARA- (Spallan~ani g-enua10 1880). Da circa 20 anni il dott. Allara ha curato un numero con

~idt•J'e"ole di ammalali di pustula maligna con un risultato favorevolissimo. r app•·esenlalo da g uarigioni del 98 1ft per 10'1. I l doLL Allora adopera la potassa caustica in bastoncini. C11t1diuvata, se occor t•e, da incisioni. Applica sulla pustula la potasse caustica, non l'abbandona, ma la regola con pinzetta a pres~ioue continua. Quando l'escara rag~•unge 11 litnite voluto della pustula, toglie il bastoncino caustico, asciuga e medica cou rolone imbevuto in soluzione fenir.ata all'l per 100.

Nuovo oaso dt g uarigione del tetano me diante 11 rlpoJo ass oluto - DJ:: R~::Nzl- (Rivista clinica e terapeutica geuIIAio 18!)9). Il pl'of. De Rcnzi narra un nuo~o caso di tetano guarilo nel J~Priodo tfi :a gio•·ni col suo metodo d~l ripO"O assoluto, Er<so 11ota cbe i fll'imi segni del miglioramento consistono nella mitigazionc> delle scosse: l'andamento della malaUia é lungo, e ciò rhe si f!uadagna nella inlen:--ith dei sintomi, vie!H' compensa lo dalla dul'ala del morbo. Il metodo tli <'ura é :;:em plice ed é bene t•ipeterlo cosi r1as· "'llnlo:

l' L' mfet·mo, colle o•·ecchie lurate con bambagia o con rer a, deve restare in una camera perfellamento oscura e tranquilla. facPnòo~li!<i conoscer e che la sua gUiu·igione dipende appunto •la! riposo assoluto. 2• S1 ponga11o delle sluoi(• nella camera dell'infermo e nelle alLi~ue, e fine di evitare il rumor·e rle1 passi. Si apro In CIHnera dell' inf'er·mo ogui 4 Ori' e col massimo r·iguat•do. J cibi debbono essere liquidi; latte, uova Je uer·e sbattute nel bJ·oclo, a<:qua con vino, ecc. e c:i devono dn1·e con un I'PCiptente a becco. 4' Nella camera dell'infermo si entri con un lume co-


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peno, la~wiandost flUidAre pio dal lamento dell' tnfermo che flalla viste per riconoscer e la posizione del letto. &• Se esistP s titichezza , non s i procurino evacuazioni

con pul·f.tenti o clisLer i: prima di ogni altra cosa é necessario il nposo dell'ammalato. 6" Se i dolori sono intensi si faccia ricorso pe1' calmar li alle polvere di belladonna e ;;egala. cornuta.

L'ltuolo succedaneo del mero urto, nella. cura. d ella. st1l114e. - DoLl. G. Pt.mO~L - (Gio rnale dell'accademia di medicina di Torino, gennaio 18 '9). L'ittiolo celebralo da taluni, e condannalo da alki nella lei'Rpia di alcu11e malattie della pelle è slalo adoperato dal· l'autore in Lalune forme della s ifilide con r isultati prevalenti all'azione del mercurio. Il dott. Peroni nelle s ue esperienze tera.peuliche lo somministra in dosi varianti da mc•zzo a due grammi al giorno: e per uso esterno (anche s u larghe estensioni) in soluz1oni IC'Juose dal 5 per 100 fino ad applict~zioni di itliolo pt.ro. Nell'ulcero iniziale sifilitico lo ha usalo in forma dj polverizzazione dt un miscuglio di etere e di illiolo. In 14 mesi di esperieuze non ha riscontrato nes!'luna reciùiva; e non mai, dice, essergli maucala la guarigione, u!;aod(IIO esternamente come unguento shpra ulceri iniziali, su papuloderml, su ultern7.ioni impetiginose o gommP cut.anee ulcerate. ~ulle impetigini sifi litiche ,:tr avi se si c.oosidera che j mer· curiali lor11eno più dannosi c lte utili, che le dosi alte di ioduro di polas!'liO sono sopportate malamente, o sono dannose l"arebbe buona fortuna il ritrova to di questo medicaDiento efficace ed innocuo. Coll'iUiolo non «1 hanno nè stomatiti né diarree né le allre conseguenze proprie deli'Ul"O de1 mercuriali. L'ittiolo é pure utile nelle adenopatie specifiche, e spc~lmeote in quellE\ di natura dubbia pr ovenienti dall'ulcero lntalo; e dalle esperienze falle r isulterebbe la guarigione fra l IS e i 30 ;!iorni.


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Finalmente il P erooi ricl.iama l'alten;;ione "ttl tatlo che le condizioni ùei sifìlitici migliorano rapidamente "6 si urusce all'iLLiolo, dato esternamente, dell'ucido <>ilicllico nella proporzione del 2 per 100.

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Azione anttaettio& dello lodoformio e dello lodolo - n• .M,, .,.TEI E Se \[.A. - (Bolletti11o dell'accademia ,,,ediea dl Roma. Anno XIV, Fascicolo VIII). Per le molto esperienze con res ultati couLrAddillori sulla azione aulisetlica dello iodolo e dello iodt)l'ormio. cm taiUlù osservBtori allrilluiscono un'azione energica e tali allr1 la negano, i dottori Mattei e Scala hanno rslituito :move ricerchP con mP.todi già noli. e con altri non ancora da al· cunj tentati. Eccone i risull.atr : Jo Cbe la gelatina ed ti !'iero di sangue so110 sostanze poco adallo n provocare In decomposizione dello iodol'orrnio e dello iodolo, per cui in questi tert•eni nutt•itivi non si resero ster ili che le sole culture del vibrio del colera, r non :::i ebbe che debolissima reazione c.!i iodio; 2o Che tanto nella !!'elulina tluidilìcata dai balltrii !.'le..,si, !'\W quali si o:;perimentaYa. ()Uanto nel latte <· nel brodo. ol· Lt·ecl1è un acceleramento nella disLruziooo de: vibrio del colera, si ebbe anche distruzione dello stafllococco e del baci1Io del t:ar honchio, ed unche in tem pi brevi l'elalivalllenle alla loro r esis tenza. I saggi chimici mos trarouo nelle culture s ter ili una quantità di iodio molto maggiore che neUe culture 11011 sterili; 3, Che il pus mescolato sia con iodoformJO. f:ta cm1 io· dolo rimase s terile alla luc·e cd alla stufa in tP111pO relativam~nte br eve. La r r>azioue clli!nica svelava quantitò di iodio consider evole; 4o Che le cultu re al bu io a temper atura ambiente Jl{\ll mostrarono difTere111.a nei risultati da qut•llc alla luctl alla stessa temperatura; 5• Che le colture pialle diedero risultati senza paragone migliori di quelle in Lubicini, cioè la distruztone dei rnicro-or·


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fu più t·alere. come pu•·e la. quantità di ioduri. "'ve-

leti dalla •·eazione, maggiore; &o Che le col turo di couLrollo con poi vere di vetr<• oou furono sloPili ne nnneno dopo ~O gio1·ni ; i" Cht• il calore della slul'a favorì la decom posizione .tetch un ti:>ettic1 ed tlCl'eler ò perc1c'! i m1cro r ganil<mi; s- Cl•e lo 10doformio agisce piùcner~:t icamentedello ir)dolo ed,. più th·componihile di l(lle~lo, poichè in lulli i cnsi le quan. tilè di iodur1 furono <:empr~> f'uperiori r•elle collurc con iodnformio c lte um1 iodolo. Gli autori t-redono quindi pol~r COIIclude•·e delinilivamenle che lo iodoforrnio C' lo ioclo lo laotu1o un potere auti!lettico non dublJIO e t•he •tnesla loro prO(Wit'lil •' do' utn allo iodio cbe e~si !-lOM 111 g rado di sviluppare allo !"tato nac:cPulr>. allorché s1 lr oviuo a contatto di <:nstam;«;; r11e, come il pus, ..ono molto ri dueenli

La renaoetiDa.. -t.. CA l r.\NI. - (Gn.;zetia metliNI italiana, 1• dicumlH'•• l t'\88).

:it'l ~~~mph•-t'lo dt> Ile rt-;ullanzP l'lm1co-te ra peullchC'. l'A.

ho cercal11 d1 dare tullo 11 pt'"O a1 pt'eg"l ed ai duelli del fal'maco; quindi !\en za l'iescit•o comG taluni tJ·oppo e ntu!-lia~li dei \'&ntaggl Clll'ath•• della feuacelina, uon ùevP essa ùi«cono8CP.I'$i cot.. t' 1111 t·imedio uti le~ trwl'ilevole Jt l'imauere fra i IDOitt dellu Jartuacolo~ia. come può declu!'si dai "'eguenli corollurii 1 ~1ual i •·nppresenta no la s in lesi di tuLlo il lavoro inlraJifeM dall'A.· to La l'eunt•diua possiedt' in tc•si ~C'll•>ralr un'azione anlipirP.tica et! unnlgesica. 2o Lo feun celin n abbassa lo temperatura I'Pblwilc P Lant.o ~~~ effieacPmPntr quan to più allo ~ia il grado ùella pi:-P""'ia. Lapolct•tnia !-IUccede rapidamf'nLP cioè dopo cit•ct~ 11na mezt'ora o trE' qutll'ti !l'ora tlolla llllfC!'tione del medicamento, e ~giunge il !>Uo mossimo clopo lrr o quallr o cwu, di roro 111 prolun,:ta Ili più, e la tcmpel·atu ra normah7.7ala uon l>i Daaatienl! colla couLinuazione del rirnt:>Jio di lrt• nt t1·e ore, od llneheùi !IUP.w dur ore, arrivando in lui modo anche a gr. 2,50 .t!J


Il 'i70

1\1\'lSTA

:l Ltl defervescenza arrtV8 fino a tre, rrualtr·n ;!'radi e p•ù, produc<~ndo eccezionaltnente una discesa termomelrica al dt!;•Jllo del normale, nel qulil ca:;o non si determinano or· dinariamente fenomeni molesti e lauto menfi allarmauli. 4., Gli effdll a~lìpirelici non sono proporziouati alla dose, ma bensi rutilità della fenacetina si manifesta quando corriRpondt: elletlivamente a dosi motleeale e c·he nou arre· C!l.no quasi as~olutaml:' nle mole8lia di sorLR 5° La dose necessat•ta per con!\eguir.- gh Plft•lti hnliptretici nei limiti r·egol ar·i si aggira intornn 11 gr. l,oO rih'isa in rlue o tre ùosi ammini>!trate alla distanza di urta o due ore o al massimo di tre. 6" L'ileoliffJ dalla ft!n&ct:lma non subi~ce mfluenza alcuna nel suo decorso, vtene però calmata la cel'ale11 e st produce ti benessere dello srebbrameuto, conservaudosr tntegro completamente ù seusor1o e lucida la mente. l .'effetw antipiretico si manifesta forse più evidente e piu duraturo sulla fin e del la malattia elle non sul principio, al c;onlrario dell'ant1pirina la qual& é più efficace di gran lunga "llll'inizio dell'ileolifo. i' Nella pneumonite crupale la feuacelin11 abbassa la temperatura senza punto modirJcare il processo morboso, determina !Jer6 la diminuzione e talvolta la ~comparsa momentanea o ùet1uiliva del dolore molesto di!llti pneumouite, a cui va di pari passo u11fl. ùislinta eufm·ia pet· la i;Ousecutiva ce!;c;azione o quanto meno pel migliorAmento ùl'lla disspnea, tome spesso ha luogo anche med1aute l'aulipil'tna. 8° Nell'endotardite t'eumalica speciahnentc, ed alqunnto anche nella forma settica, la renacPlina é vnnta~~ioM soltanto contr o il frequente dolor e precordiale, ed agisce come tonico car diaco pr oducendo un effetto eucinetico co!ltante, anche dopo essersi costituilCI un vizio vAivolArO come ad esempio l'insufllcienzu milrale. Anche nelle altre forme morbose la fenacetina !'Viluppo nou un effello depressivo sul cuore, ma jptullosto produce un rin,•igorimento della cardiocinesi. n·• Nella pleurite. pel'icard1le. tisi polmonare, infezione palustro non fa che diminuire la tempera tut·a l'obbrile, 0


01 'fEllAPIW'l'ICA

771

azione alcuna sulle r ispettive m alalLie; oè pr evieue mai l'accesso della febbre inlermiltenle né l'msorgenza veapertina della febbre etica. 100 Nel reumatismo articolare acuto, nel reumatismo moacolare ed in altre affezioni d.i natura reumatica cioè dipendenti in genere pr Psurnibilmenle da vicissitudini atmosferiche, la fenaceti na può esercilat·e un'azione s pecifica più brillante quando sono a<>sociate a febbre li" Nel reumatismo articolare colla complicazione dell'endocnrdile è utiliss1ma, ancl1e riguardo ai fenomeni proprii di t)uesL'ultirna mala.tLia, sia dal lato oggeLLivo come dal Ialo "<>ggettivo. 12° L'efficacia della feuacelina nel reumat1smo si manifesta rapidamente e prima s ulla febbre poi s u.i dolori, talvollu però i vantaggi seguono iu modo graduale. Le reciclivt abbastanza frequenti di solito, non sono mai state cooata&alc rrei casi nei quali la fenacetina si mostrò vanLaggiol!fl.. . t:lo Le dosi oece!>sariv, contro il reumatis1110 febbrile, non devono essere minori eli gr. 1 ,~0 al giorno, e ~pesso devono essere superate massime se manca la febbre 11el qual ca so BÌ deve raggiungere la dose giOI'IIaliera compJessivtt eli 3 sramrui cirra ed anche più divisa io pa1·ti di 50 centigr. ad un grommo e distnnziale di due o Lre or e cadauna. 1\o L'azione analgesica della feuncetina ha luogo ollrechi· nei dolori sintomAtici dellA malattie fal>b•·ili anche nella cr•fttlea dipendente da disor dini vascolari, da di~ord.ini vasornotot·i e contro la cPfalea llct·vosa propriomente delLa, COntro la cPfalea simpatica e contro la nevralgia do uevr·all&eni'1· In tali casi il vantatrgio è di rrequeule ottenuto anche .iu ve11ti. o Lrenla minuti circa, dopo una dose di 40-50 centrgramm1, la quale può r ipetersi due o tre volle nello Spazio di otto o dieci ore. Riesce poco erocace conlro la ceralea dipendente da into!-sicazione o da catarro gastrico, o da IAsione organica dei cent1·i ne1•vosi. In tali casi se i risultati fnvorevoli si oLlengono, durano br eviss.imo lempo. l :P Le nevralgie in gcnr·re, propriamente delle, risenUrono Ull'effìcacil' transitoria ma pronta e talvolta completa,


l l IIJ V!STA

piia duratw·a dopo la prima amministra:tiooe che non ~oelle s uccessive anche a dosi di 4-6 grammi a1 giorno. 16° Non !;:i può uegare finalmente un'azione analge:ium sui dolori da lesioni organiche, come conlro le gMiralgic da carcinoma del venlricolo o contro dolori per altri f?lero· plasmi; ma ~~~ elfetll furono lal'di, incompleti e poco peN-I · stenti, nuJii poi continuandone l'amministrazione nnche a do11i pii1 alle. l n questo la fenacetina da PffHtì mollo mferiori alla anltpirina e alla morflna. 17° Altrettanto dicaqi di una cert.a azione anaiJ!tlSica lo· piea, pronta si, ma altrettanto fu~gevole e non veritlcantea1 nelle applicazioni successive. 18• A seconda della forma morbosa, l'orgari~mo maniresta una rerta abiludi ne alla fenacetiua a mministl·at.a A ~copo analgesico, e quaRi mai a scopo ant.ipiretico.

La nattaù.na nella oura deU'lleotifo. - Pro f. PH'l'TeRu l'l. - (O io-rnale inler na.zionale delle scien;e mediche, fase. IO, 1888). Fino dal 1885 il RosFibach co11sigliava l'uso inlerno dello naflalina per la cura delle malattie dell'apparec<>hio tli~e­ reulc che v!'nivan pi'Otlolte o !'Oslenut.e da proces'" 1nfettiv• o di fcrmenta7.ione, como nei catarr i cronici del le une e rlel cra~!!O, nella dissenteria e finalmente nel tifo inlt>"tmale. Il pi'Ìncipio da cui pat•tiva il Rossback era quello d1 thsiu· feltare l'intestino f\COZA provoca r e effetti dannosi c;ull'organismo metlioule un r imedio il quale, meult'e poq!'edevo le virtù anttseUiche più spiccate, veniva poco assorbito e 'luindi o non riUsciva dannoso, o per lo meno gli effelli <>fa"orevoll dovevano tenersi in poco conl.o in paragone t!e1 VIJOblj:(p;i che potevano sper·arsi. l risultati ollenuli dal Rossba ck incoraggiarono l'aotor~ 8 spel'imenlar•o egual mente questo rimedio nella cura tlel ti(•l intestinale, e le conclusioni a cui egli giunse possono essers cosi formulate: t • La naflalina si tollera certamente senza djsturbo rile· vanlo fino ai 4 gr. al g ior·no. Sebbene il Rossback siaei spinto


DI TRIUPBUTICA

77:J

ai l) grammi al J!iorno, io non bo 1·isenlita la necessitA di aperare la dose sopradelta e qutndi uon posso dire nuUa delle do&• maggiori. 2' l suli disturbi cbe la nanalina produco f!Uan do vieut> ieprila uel corpo umano per la vta dello stom11c0 nelle do$i •praJeUe si riducono Lutti al coloramP-nlo bruno dello UJ'Ine, dolori piil o meno forti nella emi:.sione di queste e in qualche e&Bll fino al g rado di Lenes mo ves c1cale, leggie ri dis tu r bi diarroici, ra1·a.menle vomito. Il CC\IoJ·ilo bruuo delle ur•ine cominCIIi g ià dùpo cinque or e dalla somminis lrazione del 1'11Ded10 e dura in Lutto il Lem po della cura, con la partrcolarilAcl•e è ~t!mpre più intenso Vtli'So la sera e ia noltc quanc.lo la naflaiiiiR si sommin istra nelle or" liel mallino ÙIHmt-nùo .,pena appt·ezzabiJe nelle or e del malli uo cioè alla 1ua ~$ imu di&lahl.ll dalla sommiuislrazione del rimrdio. Questo color ito pro1 iene da una piccola quanlità di naflalina assorbila noll'int J,..lino ~>d eliminata per la vitl delle ur·ine, probobilmellle allo ~:~Lato di combinazione con l'acido ROII'orico sotto la forma di un acido coniugato della serie orornolica, ma c he conser•va BllcoJ·a il suo odore CIH'&llerislico. Il doiOI'e alla emiss•oue delle urine, come pure illenes mo debbono cert.ameute ~pie­ lfii'SI p~ r la stes....~ pr esenza di que ~lo prodotto della nartalina belle tu·rue, ~variano di g raJ o o pf'r le \'tlrrazioni nt-lh• rtUall&iti assnrbile o per la di,·ersa sensibilila degli amrol!ll! ti. l disturbi •liarroici sono rari e s icuramente sono provocati nei •si rr11peUivr dalla nartalina dell'inles lfno ; ma I!S$1 scon•plllono anche con la continuazione c.leiiA cura, l'iò ch e dimostra ehe rtues ta sostanza non pr•ovoca una vera u·r•itazrone sulle Plreti dell'intestino e che quindi si pos!<a oncbe sornminilb'are ne1 casi iu cui questa irrilaziono già esis la e s ia alala Pro•ocalft da altre cause . 3- La uanalioa non spiep-a un'azione semplicemente anL•P.Ifttica, come si verifica per l'anlipu·i no. ltillina, ecc. , ma una laion., direttamente curativa nel Lrfo inleslinai.J. E ciò v1ene ~&lnente dimostr ato Ja l fa llo che cessala la febbre con UIO !.Iella naflaJina, essa più non r itorna quando s e ne so-4pende la somministrazione come avviene n1vece pe•· '"'li an"•tp1retict· in genere. Eppoi l'abbassamento del la terupera"'


RJ VISTA

li

li

tura che si veri(Jca Jopo il secondo o Lerw ~no rn o della cura presenta un andamen to progt·essivo e, nna volta comincialo, continua sempre fino alla cessazione della l't!bbre. E quest.o fallo n on pu6 inlerpreta rs• per una a otipit·esi st>mplice, poiché né può suppors i cht! l'azione di a lcune do!<i di nartalina si pro· lunghi fino a lla nuova somminil'>lrazionc ùel giorno consecutivo , 11è vi sarebbe poi r aRione pet·c hè la l'ebbre non ritorr1i dopo cessala la somministrazione 4' Come la nafLolina pO!'sa rie11c re a gua l'ir·e, o ll1eglio. a troncare il clecot·so Ù"l Lifo inle~linal e può facilmente compr endersi quando si pensi che il v1rus di que~>ln malallia (bacilli deii'Eber l) si localizzi pr imiet•amenlo e pt·indpalmente nei gt·uppi glanuulari dell'intestino, e che i primi falli patologici e spesso i più rilevanti sia :to qu elli eire ~i v(•l'ificano nel tubo enterico; di la poscia, per la via dei lrnfalici, sono anche interessate le glandole del mesenter e e poi finalmente lutto l'org11nis mo, s•a pt>r la penetraziono dirctln dei bacilli nel lor· renle circolulorio, sia per l'assorbimeulo dei proùolli della loro vitalità od anche altrimenti. Si com pt·enùe dunqut• 1·1te perve,nendo la naflalina nell'intestino in quanlilit sufficiente, attacca dir ell.tlmeute il focolaio principale ùel morbo e cosi distrullo questo non vi sia la possibili tà pel' lo ~vi luppo delle altt•e lesioni consecutive e si possa lrooc&re lu malattia g••oerale. Il vantaggio della nanalina sugli a ltri auti~ottici. con!li&te pr incipalmente in ciò che alcun i di questi sono inlollera.oili per la mucosu intestinale che nu viene irl'itata e auche distrutta e cosi non possono intr odursi in una quantità suffi ciouLo per spiegar e la lo t'O azione par assilic:idu. A Itri poi meno o punlo irritanti vengono subito assorbili nello c:te"~0 canale dige•·e11te e cosi allootanansi s ubito dal luogo dove dovrebbero piega re la lor'.l uzione curativa. Lu nanaliJlS in· veca non irrita il canale c.liger<!nte, pu6 qumdt inlrodut"EI nella dose sufficiente a s piegore una potente azione autiset· tica e par assilictc.la e d'a ltra parte non venendo assorbila cbe in piccolissima quanlilA come lo dimos tra la sua presenza nei ma let•ia li pr ovenienti dall'in lesti no, resta sul luogo dove è più necessaria la sua presen za e cor risponde tJuindi si-


DI 1'~11 APEU'fiCA

'i7i)

t'Ideale di una ~; ura razionale del tifo inleRl lnult~, come au-

c:he di qualchE\ al~ra malattia infettiva. 5' L'autore aggiunge alcune particolarità Rulla dose cura· an111 non ha mai sorpest~ato la dose dei due grom mi al mussimo, e come min1mo ai é attenuto a quella di uu ~ rammo. Negli adulti ha sempr e prePcrillo le ·:artoline di nartalina di 0,50 o~ nuna, c di queste ne ha !1ommi nistrale quattro nel primo giorno con l'intervallo di un'ùr a; P poi (s:econdo la l{)lleranza e l'elle Ilo ottenuto) é peR!Ialo nc1 gior ui "uccessivi a 5. a 6 e anche ad car toiine. B per fin ire con queste ptll'licolaritil. pratiche aggiung.- poi che ~i é se1·vito sempre dPllo naftalina perfettamente bianca del commercio, solamente dopo avel'la falla Rcioglier e nell'al· cool, versa ta la sol uzione :o.opra di un filtr o o l'alta codero> ~>ul · l'acqua, dalla quaiP rllccollo il orecipitatc. di nortalina !<i é rauo asciugare tra la carta s ugault>. ti~e. Nei bambini al disotl{) dei quattr{)

HlVISTA DI CIDMI CA E FARMACOLOGIA

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Id 'W'alore cUagnoaUco e prognoatloo dell& ate:rtna e

tella p&r&globulln& nelllquidl org&nlol p&tologtol. DotL G. P ATERNO. -

(Rivista clinica <' terapeutica, >181-

lembre 1888, N' !1).

l llquirli Ol'ganici contengnuo a pr el'<>1·euzo qnelle c:ostaoze albuminoidt>e ch(' prevalgono nel siero del sangue. cioè l'albumina del s ir.ro o sierina ,. la paraglobulina. Da1 ri <>\lllati delle moll<> oc:servazioni raue Jall'auloi'P- 1 in rappom al modo di comporlars i di quesle du e pr incipali IOelanze olbuminoidee nei liquid i organici pololo!!'ici, si po<>· tiOno rica va re le seguenti r on,.lus ioni : . l• d'or·dinario la !i'ierino, la par·aglobulina. <~i trova no inllle:ne n ei liquidi organici. 2• La s ierina è ma ncato c:os tanLernenLe r1oi lìquidi d1 ci-


776

RIV[STA

slo\Ar lo. La c;ierina ìl mancata pure in un 'oc;~•: rvazione praticab~ su dt un liquido da idrorrach ia estr atto in un neonato da una bozza esistente alla parte supet•iore della colonn11 ,·erlebral~; così pu1·a nel liquido ottenuto, a scopo sperimentale, dalla appl i (;a zior~e di un vescicanle in una per'l!Ollll !"BOa. 3• La pa1·aglobuhlla, tranne cho in 4· osse1•vazioni praticate nelle urine. non è mancata mai nei rimanenti liquidi di differente natura che sono stati oggeLto di t]ueste ricèrche. come i liquidi toracici Ja pl eut•ite, i liquidi addominali da peritonile. quelli d~ ascite per ci1·rost epatica o ca1·cinoma d~l fegato stesso. 4• Nei liquidi addominali la pl'esen~a di • sol~:~ • paraglobuliua depone a favo1·e della diagnosi d1 cistova1·io. 5• La voluto. distinzion e f1·a gli essudaLi ed i trasudati in l'appOI'lo al modo di rornpot•larsi della paraglobulina e della sierina , uon riceve appoggio alcuno da queste osservazioni Tanto nei primi che nei secondi infatti si è t•inveuulo costantemente l'una e l'altra delle due sostanze albnmiuoidee. Soi)O specialmeJ tl c dimostrative A questo riguur·do le osservazioni praticate sui l iquidi ascitici di non dubbie cirros1 volgari del regalo. In tre osservazioni p1·aticate in liquidi dt ta le provr:<nicnza si sono infatti costantemente rilrovate le due sostanze albuminoidee; e se, in una di esf'e, trat.tavssi di un individuo cile aveva subito un'operazione all'addome, che aveva subito la puntura ripetute volte, e che alla necroscopia preeent.ò l e uote di una peritonile cromca con J>lCcoli flbroni diffusi e vaste aderenze, nell e altre due tt•altavasi di individui sotloposLi alla paracenlesi addominale per la pr ima volta e che ni uo segno presentavano eli processo infiammatorio del pel'itoneo, come del re!'Lo il decor80 ulle· riore della malattia ha dimostrato. La par aglobulina si é trovata unita alla sierina , ed a~z~ in pr oporzioni eccedenti su di questa, finanche nei liqUidi estratti dalle flitten e degli arti inferiori di un cardiaco ali~ stato preagonico. Ci6 da una parte. Dall'altr a nei liquidi ~~ natura infiammato.. ia, tr annechè in quello ottenuto sportmentalmente con l'applicazione di un ve~cicant.e la pal'aglo-


01 CIDMICA E F.\RMACOWGIA

7Ti

)!Jiina stessa non e mai stata trovata presente io modo esclusivo. 6• lo quan to al modo di compm·lat•si della sierina e della _pera:zlobulina nelle urine Ilei nefr·ilici. la paraglobulina è stata trovata in due osservazioni unite alla sierina; in quattro casi invece fu r invenuta esclusivamente la sierina. Pare adunque che queste osset•vazioni confer·m ino CJUelle pl'aticate recentemente sulle sostanze albuminoidee delle urine nel JOOrbo bn ghtico, osservazioni le quali tolgono ogni imporlenza diagnostica e prognosLica al modo di comportarsi delle IIOStanze stl'sse nella anzidetta malatlia.

Gatdbusloue allo studio della ellmluaztone dell'ur ea e tell'aol4o udoo per le urine allo stato patologioo. Doll. l ~GR IA e Dott. LIPARI.- (Gazzetta 1\fedica di To r ino; fascicoli 26·2i ùel setlembre 1888). Gli autori t·ipor tano brevemen te alcune r·icerche ese~ui te nella clinica medica di P alermo intorno alla eliminazionF> dell'urea e dell'acido urico allo sta to pùlologico, convinti che non è esaur ilo lo studio dell'influenza che spie~ano gli Blali patologici s ulla. el iminazione di queste sostanze, e che i risultati ottenuti da questo s ludio possano concorrere n dilucidare alcuni punti della fisiologia del ricambio materiali' di cui l'acido urico e rurea rappr esentano i prodoLLi regreslivi ultimi delle sostanze azotate. Ecco le conclusioni che si possono •ledur re da questo studio :

t• L'urea in generale diminuisce nelle mala Llie che o pet·

la loro natura o per la lot·o cronicità o per altra ragione liOrtano profondo òeperimento orga nico. Lo st.esso avviene lalora per l'acido urico (anemia, nefrite). ,,,, 2- L'urea e l'acido ut·ico ordinat·ia.mente cr escono in _.e le malallie febbrili. 3" Men tr e l'urea aumenta più o meno notevolmente ma~tti: in cui si ha secrezione urinaria abbondante, 0 urtco mvece- diminuisce. r 4.' Non si ha ra. pporlo costante tra l'eli mioazione deiUl'ea 6 dell'acido u r ico; mentre in cer·li sta ti morbosi cr·e-

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778

RIVISTA

scono o diminuiscono di conserva e più o meno propOI'Zi!1natamente, in altri l'urea cresce quando l'acido urico dimi· nuisee o l'imune not·malP o vicevel'sa. 5o L'influenza dello stato !Jatologico, specialmente di alcune mala llie, sull'eliminazione dell'urea e dell'acido urico é mcontraslabile, come pure quella dell'alimf'ntaziont>. Go l. n ot•dine discendente Je malattie in cut si ha aumefllO dei pt·odolli in discorso sono: a) Per l'urea: le malattie del ricambio malerialf' (diabete mellilo ed insipido) le rebbri inrettive. alcune malalli~ f'ebbt·ili dell'apparecchio re;.pit·atorio (pneumonite fibrioosa), alcune malattie nervose (corea). l n alcune nerriti l'urea tn certi pet•iodi diminuisce, in altri aumenta, solu perché eumentaiiÙO le urine. si elimina anche queila accumulala nell'oJ'ganismo, pe r· ef:empio nei ver samenti. b) Per l'acidn ut·ico: le mal atti~ del tubo gaslroen tet·i~ul quelle del fegato, quelle de l cuore , la leucemia splenlca e linfatica, alcu ne malutlie dell'appa r ecchio respiratorio (eufl· sema, tubercolosi) le malattie febbrili in ~enet·e non esclusi il I'Oumalismo e le pleuriti. 7° Le malattie in cui diminuiscono i pr odotti mede~imi in ordine discendente, ;.onù: a) Pe1· l'urea: le malalLie dell'apparecchio digesttvo.la tubercolosi po!monaro, le malattie cardiache a periodo inol· Lt·ato, le nefrili, l'anemia, la leucemia, l'enfisema polmont<re, la maggior parte delle malaltie epatrche, alcuni casi di •·eumalismo cronico o febbt·ile. alcune affezioni nervo::;e (ish:l'ismo). b) P er l'acido uri co : le m ala llie del ricambio matet·tal~ (ùiabete mellito ed insipido), l'anemia, le neft·ili, alcum cae• di reumatismo ct·onico o febbr ile e con deperimento delhi nutr izione genet·ale, alcune affezioni nervose (isterismo e corea). 8° Le nozioni fisiologiche sull'eliminazione dell'ur~a e dell'acido urico sono s Lale in parle confermate da questo s tudio; infatti s i ebbe occasione di rilevar e l'influenza d~e eset•cilano su lla pr oduzione di tali sostanze le lar ghe bili! e


D1 CUIM'I CA E FARMACO LOG IA

'i79

I CIJU& e la poliuria consecuti,·a , l'a limentazione, lo sta to pnerale, il peso del corpo, il ses8o, l'etti, la coslJlU7lone. !l" Gli o1·gani proJultl vi dell'ur ea e dell'a cido UI'II'O de.ooo essere molleplici contra r iamente all'opinione eli coloro cbe as'trivono soltanto a l r e ne o al regalO lo propr 1r.ll.l di torma•·e queste sostanze ; giacché le differenze sia in piu ebe m meno sono state notate non soltanto nel! ~ molatliP epatiche e rPnali, m a in molle alLre aucora , ,!elle quali 1'\0· pra si fece l'enumerazione senza che vi fosse contemporaneamente lesione del fegato o del t'ene. Ciò vuoi olirP che lento il tubo gastrocnlel'ico, quan to il t.:uore, i polmo11i, la eras1 del sa ng ue, ecc. influiscono ch i più e chi mPuo, chi dirf>llameule e chi indirella menle a d iudutTe clelle ;:en :;~ibili 'ferlezi mi rtuanlitative ùell'urea e del l'acido Ul'ico secoudo che souo allo s telo fisi ologico o patologico, ed in que:;L'ulllmo caso st>conùo la natura e il gr·ndo ùclla malollia .

lal oomportamento delle soluzioni acide dl aubltmato tono.tvo in pre1enz a dt liquidi albumlnoai. AGRESTrNr. - (Il Raccoglitore meclico, opril1• 18881.

Ootl.

Il dott. Laplace ( t} ha djm oslralo che ment•·e la mn!'<>ima Plrte degli apparati al sublimalo (gar7.a, colonP, Pct·.) s~Jnn llelliei, niuno di es~ i dimosL1·a un polPJ'e decisamPnte anliletlico ; pet·occhè quando la soluzione di c::ublimal.t) i> po1·lala bJ COntatto di fluidi nlbuminosi, ne ri!'ulta llll albuminalo cii lbercurio insolubile. il quale é ~provvi c::to c·om plelamente di lfOprielll anlisellichc. Propose perciò l'aclchzione d1 5 p. iOO di 8 <'ido uwta rico ad un litro di soluzione di ~>ublimato all' l p. UIOO onde pre,·enire ed impedire la rormezione clell'albullinato insolubile. .. L'au~rP ha ver ificato sperim cni Rimente qu~>slo fallo purli suo esame non solo sulla soluzione di albumina ed vo,. ma altresì s u quella di sangue dj bue dPflbrinalo; ba Inoltre cercato quali ollri acini organici, oiL••e il lo r·-

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Jou1·nal o( mtd1ci11 e cnHL rJuroery. -

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7 Il

IIIVISr.\ 111 (,I!Uill:A R F.\R~.\COI.OGIA

la1u:u, e •[U&Li ac•lli t> l'ali mtnerali sono capoci ù1 fat· ~com· pa ri re l'llllOJ'bidamento p1·oJotto ueUa soluzione d1 subhmato COI'I'O ivo ùalle tluP p r~cilAle soluzioni albuminos~: 0~11~: esperie nu pl·t~licale risullerebhe: 1" Che ollre ull'ac1do ta rt.arico, p1·oposto dal clolt. La· piace, hanno azione di:.solvenle sull'intorbidaPiento prodotto uell~: ...oluzioni di sublimato dall'albumina anche altre !IO stanze inorganiche t>d organiche: fra le prime gli acuii MI· fol'ico, cloridrico, nitriCO, l'allume, il salmiaco, 11 liquore MI ~·o" ler. il ioò uro di pulassio e il sal marmo. fr·a le "econ·l~ !tli acidi salicilico, benzoico, gallico, acetico. citr1co. 2" Che il potere 1lissohenle di tali sosttm~e è magg1ore per l'intorbidamenlo p1·odotto nelle solu1ioni rli ~;ublimato dalla soluzione di albumina d'uovo, che per quello originato dal s ang ue ùeflbrinalo. 3• Di tutte le at·c..:PIJH&le sostanze le più ene t·gu·h~ sono. l'acido solfor ico e!Je l1a poter e dissolvonte sull'fllbum inaln di mercurio superinro al \.artdco; il nitrico, il cloridriro, l'acetico, il citrico che lo ht~nno uguale ad esso; il gallico di poco inferios·e, rome pure le soluzioni t~cquoAe dPgli acitll hen7.oico P. salicilico; quindi l'allume, il E=almiaco, 1! "Al marino; infine il liquore del Fowles' e lo iodurto di potas11io i quali. in leggero ecces~o. inducendo Lrasformazioue del "ublim11lo nou lo rendono più p1·ec1pitabile dalle albuminose. !.t> soluziom t li !lublimalo all'i e al 2 p. iUOO acidificate col delli acidi non e~clus1 il solforico, il nitl'ico, 11 cloridrico. n ...lle dosi p roponionali alla loro potenza dissolvente sovrtl· indicata, sono tutte benissimo toller ate nell'applica7.iOne delle mt>dicatura anti!-ellice.


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RIVI~TA DI TECNICA E S~R~IliO M~DI~O MILITARE ~---

lopra llettl oon paravento e gli oepedaU &ll"a.rla aperta. - Ooll. PoRT. - (Deuf.'{che .11ilitiirftr .:tlielte Zei lsch r i(t. N• 12, 1R88) . Sul teatro della !nle•·•-a i fabbricati chi> vi si posf'onu lt•(lYare sono in generale di gran lunga insafficicnli pel ricovero

déi rer1ti ed è perciò necessario l'icot'J'ere a lende e b aracche: ma se ancbe queste 110n si possono avP.re sul luogo é necessario far uso di ricovet•i improvvisati, comP- espt·essamente ~rescrive il •·ego1amento di g uena pl'ussiano. l medici capi degli ospedali da campo dovrebbero pt•ocaccil:l.rsi il materiale Deeee!sl)ric. in sul p t• incipio della radunata e farlo possibilmente disporre lungo il cammino che sarà per percorrer e l'esercito. A la l uopo potrebbero set•vit•e le tende basse di lei a teeondo il modello pr oposto Jal Nicolai, h~ quali dovrebbero essere provviste a tempo ed in numero ade~uato al bisogno per disposizione minister iale, completala do rela ti va 1stru~one.

n

dott. Pot•t pet•ò proporrebbe di I'OI"lituir !i a i l'icoveri im~vvisati <·on le tende del Nicolai un l•~ tlo se mplice da lui im-ftir\alo e costrutto. E gl i vorl·eblJP che tali leUi fosser·o PI'O" ''illti. od in numero grandissi mo, Ano dal tempo di pace, modo da co t•rispondet·e alla massima c he vi potessero essere letti senza reriti. non mai fPr iti ~enza lelli . Quesli letti do"\'rébbero funzionare duran Le la ba tlsglia ed immediata-:""~ dopo fitto all'arrhro delle baracche eù al fun~onamcnto egh O~tpedali da campo. Coi letti p r epa.-ati dal P ori s i a vrebbero ~!!pedali all'aria a perta, che disposti convenientemente e .:::• Possibilmente al r iparo ùal vento e dal sole, offrirob"1_ dal lato san itario ed amminis trativo parecchi vantaggi

m

msperati.


782

Rl VI ST.\ 01 TEC~ICA

~on l'i può melt.ere in dubbio che i ferili n<> gli ospedl\li all'aria libera siano meszlio alloggiati che nelle ca'lc dei contadini, nei gt•anni, nelle stttlle, dove mancano luce ed ar•io, e la rrecessai'Ìo accessrbililli a ciascun letto, cbve ò difficile ottenere la richiesta vigiltwza sugli infermi ùisseminoti in tanli luoghi svariali e doYe nt>l caso di ir.cendio sarf!bbe quasi impo;:;;:;ibilo ar,pot·lar•e efficace soccorso. Negh ospeda li all'aria liber·a 11011 si teme iugombr·o, con opportuno vigilanza si può evitare che ìl suolo si c.onlamini o quando ciò non sia possrbile, specialmente se dumina cliart·ea, è facile rimuovere il campo. lnlanlo .!i ver r ebbe impos'3ibile il co nlo~io da leLto a letto, 1mzi llll ospt>dale all'at·ia libera sarebbe l'unico mezzo per evilaro la drffusioue di rnalattie contogiuse, e si polrt>bbe con calma ed as!'<ennalezza p rovvedere alla costruzione dr baracche, le 11uali divet•rebbero se:npt·e meno necessarie, a mrJno chè la campagna avesse luogo errezionalmente d'j nvel'l10. In ogni modo ò cer to che i f'e r ili c la ma~gior parle dt'i maiali di malallie inleene ~i trover·ebbern a~sai meglio curuli ull'ar•a libera che in quella r elativamente t·onllnala eJ oppr imeole delle baracche. Ma dove questi lelt1 ragj:(iungerebbeJ·o la mus!'<ima ulilil8 sarebbe nello sgombero dei maiali e fer·ili dal corupo tli ballaglia e ner relali,·i traspor ti ''erso la madre> palr·ia, perché lento i rarr·i comuni di campagnfl, quanto !o rat·rozu rerroviarie o i ca rTi merci apel'ti o le navi ser•vir11bbc••o bouissimo al lt•asporto ùi ammalali e feriti che potrebbor·n mollo godere di luce, di aria e di visto. Lo p t'O V\ isla di tal i lelli potrebbe esst!re affidala alle società di ~occorso, le fJUAii r!l;tgiun:::e: rebbero il più nobile ~copo, se t·iuscisset·o a rwocnrare ai rer•U immcdiolarnenle questo primo ricovero, cbc consentirebbe loro di ellset·e subito allontanali ùal campo d• bnLragha e ll &sporlati in luoghi di 1'u ra più calmi e più sicut·•· ~ -'li 11 lello tla campo, sPcondo l'autore, deve avere i ..equr::t seguenti : L Ot>ve es~ere ro~~tbilmenle ~olido ed inft•angiùile e pre· fer1b•lmenle di legno; . 0 2. Semplice, facile a ri piegursi fino ad un certo frl'8 Jl •


~ S.EIIVJZIO

MEDI CO MIL ITA IIE

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non deve con tenere né pezzi mobili, né abbondanti cer t

3. Deve esse re p1·ovveduto d i manichi affinché i maiaLI ,pn88ano esse1·e l'o cilme nle posti in solvo in caso di pet•icolo per fuoco o born bol'damento e possano es~ero car icati sui qgoni ins1eme el loro giac1glio, ~-riacclt é è da ri tene r~' come aoaa ..ssenziale che negli sgomberi se i maiali o feriti non possono essere traspor tati ~ed u li, devono esser e ricevuti ineaeme alloro letto. 4. n !ello da campo non dove essc~l'e ll·oppo lar go a ffincbé tre di essi possano essere collocali in cia scun Ialo di un ~gone mer<'i ferrovia1·io; 5. Deve esse1·e confezionato in modo che possa e~sere 4lainfeU.alo facilmente e completa mente. ln base a tali principi l'aulo1'e ha costrutto il suo lello con paravento. Bsso ha fll~o~ n gh o di legno como f[Uelle di bare lle, di un s ol pezzo, lun ~he 2m,\O, alle 8•m e lt.11'ghe !)•m. Le s tang he sono 11Dile 8 30•m dalle estremità mediante traver se della s tessa hmgbezza (47•m) l piedt di legno dello stesso spessore delle stanghe hanno sa- d'altezza e t•uolano allor no " due a~si di ferro che sono Innestati nellt~ fa ccia. interna dell e s ta ng he. Con l'emplice lDecellnismo i piedi possono esset'e rivolti ver so il la to ester no tltlle stanglte sino a raggiunge r e ill i v~llo or izzontale ed a llora ill.. llo traqformasi in bar ella, senza piedi, di 66°"' di lar lhezza e trovasi in ou:me condizioni pel trasporto dell'amIDalalo col suo giaciglio s ui carri ferroviari. Quando i piedi tono del tullo abbaQsali, forma no con le stAn ghe un a ngolo di ~toe e sono tenuti fet•mi in questa. posi7.iOne da una pias tr a di ferro spo1•gente verso il lato es ter no della faccia super iore delta stanga e da una catenella. l piedi ~ono un ili 8 d u~ a due ~iante due s barre di t'e rro . ..!uperiormPnte, nello spazio in terposto fra le due sta nghe e Ialo dalle due Lraverse, lungo t•,so, sono lese longitudie tru svt'rsalmenle s trisce d1 lamiera. Un car lo n udi s\risce di lamiera Lrasver·sali s i tro va pure alla suJII·II'fl~~ie inferiore nelle sta nghe nella parte media na del letto,


iX i·

IIIVI$1.-\

01

TEC~ICA

meutre vei'SO (l' tlu•! ··Rlr'eHuhi, dove UlalH·ano ddlt• !;(rt:..:c lo ~paziv, sollevando 1 predì, é riempito òalle sbarre ,fr ferro le

quali. come si è ùe~lo. ser,·ono a riunire i pie<~i a dul.' 11 ,,u... Cosicché, 'IUando i piedi sono Eollevalì ar lati delle :;lauglle, come per I.!S., ~ il CSM per la conse•·,·azione ùt>i lt>tll nel c.lepu<::ilo, si tr·o' a nell' iuteJ•no dell'intelaiatura d,..Jia hnrPlla uno spazio chiuso dtt oj:tni pttt·le dall'altezza delle :'ìtangh•', cJO·· tli S•m. IIPI quale puR:~Ono l'~SI'I'e rnlloca t i Q'li ll~g..tli oh c•ll'redo del letto e dell'ammalalo. Alla facc1a e-'LCI'IItl d1 cia<::cuntt stanga, in vicinAlll.a ,(c(" suo metà, é inne~Stato un anello metallico pe1' mcu;o:lrfii'\'Ì rl111· t·avenlo che é s1mrle al soffie~tu di una cart·ozza rJrl n •IUl'l ri· pat'u che si pow: rwi lettucci a ruote der bambini. Il para\ ent rlel letto Jn cam po è formalo ùa tre a rchetti, ricope1·tr rh leltt irnpa•·meabile allo HQ•m, ltwga 80=. Il paravento o sol· ii11LlO pu6 es!òere innalzato ou ahba ssa to a volontà ruediante due vi li, una t1 d eslen t: l'altra a s inistra ; pe1· dislendorlo ::<ervono pure, f3econùo le circostanze , due co t•(licell ~ chv possono fe1·mal'Si vet·~o i pietli Jel letto. Nei giorn1 piovosi il !"offietlo deve cuoprit·e la ruetà s uper·iot•e del eoi'JH•, rnentre un pezzo di fol'le stoffu imper·mcllbile ne protegge lo r11ellt 111· reriore. La copcrltl rmpermeubile ba due aperLUI't> n l suo rner· gine inferiore ed in e~se !\'infilano i due roanirhi ùt•lla bert'lle. l'OSJcchè non può la copert11 essere solle vata dal ' ento. Quono~ 1 la testa del letto é rivollu ver~o la direzione tlel vt>nlo. l'lllll· 111slato rimane cowplelamenle protello <la!razione dell11 J·Ì•II! · f!Ìu ed é pure hmilalo l'accesso ùell'ar ia. Il pagliericcio, col quale 6 cucilo il cuscino.•. a,gicu ralu ul leLlo con c orregge per modo che è impossibile il ;.uo ::th•ur· ciolamento. Nello spaz1o ~ià menzionato fea l'intelaiatura superior.. Jr lamiera e la inreeiore stauno t•iposti: 1• il par·avenlo, Z' le ropet•ta imperrneo bile, :~· il puglia riccio vuoto, i• tluc ler11.uu ·' ;;• due coper te Ili lana, ()• una camicia ;• un pa•o di calze. S' u•• ' l ~ corpetto ùa ammalalo, !)O un fazzoletto, ·to• un <:acco c.Ia e · Quando si eslraP un le tto dal d eposito, é giù con cs::o a,•vilur· palo tutto ciò c he arpa1·Lione al le tto cd all'amlll&lato . .Prr


K SERVIZIO \lgni CO MJI.ITARE

un "OillfJit' LO giaciglio non r irna oe piil •·he a 1'ie1npire 11 ,.USricciO . Quando il letto è preparato eù il malato si è coa·icalo. Milo apezio vuoto •·imasto fra le due in telaiaturt> s i possono r•pOI'r<! Jli 1bih t>•lal riroaneu te bagag lio ùel malato slt-s, o. P r-r ,. porn• 11 fazzolello. un libro ed altri piccoli uggelti St- I'VfliJ" loolta·e due l.tl~rhe che sono unite ai eluc> la li ùel cuscino. ll lt•tln da campo vuoto pe!:ta 26 chilogr·aunni, ('On•ple•lamt>ult' fornito 37 cùilogra mmi. A compiPmento della :::ua [Wopo-;la •l Port a~giun~e la d" t rri;.!eOJII' <li cucine aiJ'aria a per ta e gli utensili nE>cessarr pt!r· preparare 1l leE'sO. l"umido e l'ar rosto 01~1'1' le cucine, l'autore ba pua·e uu;g:unlu un ingt'gnm;•J apparec<'hio pel r·iscai.Jamcnto ,Jell'acqu a da ser vi re per· le meli,.azio ni e le operazioni.

RIVISTA D'IGTB~ NE ---~

Goatrtbuto allo llttldlo della d ifterite . - Ro:•x ~ YEH~>IN (Annate.~ d i! l'Imtitu t Pasteur, tlict>mbr•e tR88). Dopo gli s tudi di Bretonneau , lu tliflPr ile fu rilenulù qualP. malallJtt specifica e conla gio!==a, m a spPcialme ule Kleb!> e Loemer ci hauuo fornito dati esalti s ulla s ua natura . Fu Klebs il pt•imo ch e s eg-na lò il bacillo s peciale delhi dinerite e ne descrisse la s ua dis posizione nPIIe faJ~c mem· bran~ sullu super·ficie delle mucose m a la lP; Loefller poi stu1liò l& casi d1 diflelile, nella maggior· parte dea truali l'iscon trO al rnil·roscopio il bacillo di Klebs et! 1n r. cA~i lo i~oli• e ne Olteruw colture pure. E gli r iuscì purP o I'ipr otlurre nei pi<·cloni, polli, conigU e nelle cAvie la fo lsa me mbrana difte rico ltropiecisudo con colture pure la m ucosa escoriflt8 rlella cnnaluntiva, lrochea, faringe e vug inn. 1\oux (' Yersin sono g iunti, con le lorn ricerche, a diw •J-

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786

RJVJSTA

st1·at·e !'ltiat·amenle ~be il bacillt) di Klebs e Loerfler è 11 baCillO s pecifico della òiflet·ite. Essi risconlra t·oo u il dello bacillo iu tutti i casi di difte rite esaminati (15); con colture pure 1·iprodu!>seru nngli animali le false membl'ane, mu piu fortunali d1 L oefller ottennero pure paralisi analoghe a qu(,lle ~.:h e si os!'et•vano nell'uomo, quali successioni mot bo!'e della difterite ed mfiue dimo:::-trarono che le colture rli •lello bacrlln contengono un "eleno che, secondo le do~i in1ellat•·. uccitle !'Ub1lo gh ammali o cagiona lo1·o parali::'i senza rutlt>rv~n to di microbi vtveuti. l. Bacillo della difterite. - Secondo Lo.-ftler, in casi di ùiflorile, A decot·so rapitlo, colo1·ando una !'t>7.iOite rli fals11 membrana col bleu di metilene. si osserva che lf> parti su· pet•flcialt sono formate da uno slreto di piccoli badili quasi allo stato di put·ezza (bacilli di Klebs)1 ~eparali dtdla muco~a che ha pot·dulo il suo epitelio, Ja uno slratb dt tlbt•ìrHJ gra· nulosa e da una r ete fìbrinosa aderente al tessuto rnucoso, i cui vasi 1110llo dilatati hunno dalo uscito n g lobllli I'O !ISÌ. Spesso la zonu piu superllciale della fa lso m<'rniwonn contiene microbi diversi, bacilli, cucchi e slreplococ"hi nwc:colali aù amma'-!>1 di bacilli di l\ leb!', i quali al conll'llt'io 1redominano unmrùialamenlc al disotto. Sono ;;:pecialmrniP numerosi nelle difll'ril• m ollo gruvi, mentre gli aiLt'l mirruhi ,.'in· contrano in m olle angine che non hanno nnlln in comunt> con la ti i rtel'i le. Pe1· i'!olaro ti bacillo allo stato di purezza Loet'llf'r di.;let deva co•t l'ugo di platino sulla superficie di un tubo .ii "'ero una piccolis9ima parte della fal&a memhraua; C< n lo stt·!'!'O ago, Sl'nla immc•·gerlo di nuoYo uella falsa membt·ana. stri· sc1avu più volle su dtver!':i lub• dì si~:ro. AliA temperatura di 33• SI !'viluppavano le divct·se colonie nei tubt, negli ul· timi dei quali «i distinguevano nellarnenlc dnll<· ultre colottie quelle del bacillo Rpccifico. E"'se hanno l'Al'petlo di piccole macchie rolondr, bianco gt-ij!iastr e, p11'1 opnche al centr·o chE' alla p9t'treria, e germog-liano con ln11IR rapidila sul sie1 o, f'lte t'agqiungono iiiOl'O completo !"\'ÌhlllJlO quMdo le coloni<! di 11ltri ba~leri chi vi pos~ono essere mt•scolall, non sono ancor·o manifeste . Coll'esame micr·us!·opit.:o si ri-


787 una colonia forma ta da bacilli PUJ'Ì e da quesLa, distubi di siero, ~~ ottengono sollecitacolture pure. Le colonie del bAcillo della difLerìle s i svilu prlano più lan· Cemenle sull'agn r f:!liceri nato che ~ul siero, ma vi prendono ..,alto piu carulleristico. Sulla superficie ru tubi di 81!11.1' sficerinato si isola il bacillo dalle membrane difleridw c-oll'ago eli plati no CliiJO steSSO proce~RO indicato per i luh1 lU liero. La temperatura più arconC'iA i> quella di 33" e dopo un mtervallo di :lO a -1-8 o•·e si Hcor•~:tono piccole mucc!Jie blanrhe più spesse al ce nlro, Je qu rdi sono colonie tiPI baeillo <liOel'ico. Il mict·ot.io dPIIa difterite isolato e colorato col bleu alcatino di Loefl1 er sembra più piccolo chi' nelle false me mbrane; 6 presso a poco l un~o come il bactllo della tubercoloRi, ma pi6 spe:<!'Oj le sue eslr f'mità arrotondate si colorano piu intensamente eh.- lA par·te me1lia. Il ht~clllo ùel ln dlnet•iLe é im mobile; vl'gela r ij!ogliosamcnte aei mezz1 liquidi !>pec:alm~>nle nel brodo di manzo lejXgerOJente elculiuo pr t>parato con una pnt'IP di carnt> e rlue d'acqua. Il brodo cont<'n<>nle la coltura dopo p<lcbi g10r·nr diviPne Cleido, tjuel>L'III'itlit.a dura lun{lo LI'Olf o P dopo è nuovamente t~Dstihuta da reAz ione alcttliua, se l'oria penPira libt'ramenle nella collura .

~WIDinaL8 su pat·ecchj

n. - Azione negli animali. - !noculruione Sttlle mueose. - loerner rr u~rr a riprodu rr·e fp nu•t11brane difle!'iCitE> escol'IIm lo t'On u~o dt platino imuwr~o in untt coltura del bacillo -di Kh·l·s lo muroq ... della raru r?!t' e della conl!iunlivn ner couigli, prccioni t• polli e deliA ,-ulvn nelle cavie. Loefnel' ol._ne pure sp~'~!oio la mot•tp de' clorllgli e de' piedoni iuoculan,Jo nella lral'!rea. dopo lu tra<·IH•rolo l11ia, il bacillo cliflcr·ico. :Per riproduno la malAllia 1> net~' s~a r·io incidere la murosa: Dsem,,lice str oprccwuH•nlo "'(lf'!'a una mucosa saoa non basta 118r proclurre lo m~>mbraru · CJ'IIJ•nlr . ~oux e Y~>t·~iu hanuo r tcouft>l'lllnl:'l tutle le esperienze del _::eroer~ ~nzi ho~mo oiiPncclo <:~urpre la mnrte ~e~li animali ri OCuiah rn ..;e:..mlo a tra•·h· olotrrra P ner contgh hanno nure Prodotto m tal modo luUe l~ ollcl'azion i anaton10-1 alo-


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111

ltlVISIA

logiche ed i fenomeni tlsic• della malattia, che nell'uomù prende il nome di croup. Inocttlarioni sottocutanee . - Loeffler con h1 inocula.zioni di co~~u •·e pure del bacillo di Klebs sotlo la pelle non otteuue la morte nei piccioni e conig li, ma semplicemente necrol!i dei tessuti; Roux e Ye1·::in all'incontro produS!ll•t·o la morte di piccioni e conigli. L'inl•·oduzione nel mu culo petLoraJe e nPI le~suto soUocutaoeo di piccioni Ji llll ..:enluuelro cubo d'una t a• collu••a di diftet·ite cagionò loro 111 mortt> in meno di GO ore; le inoculazioni con dosi inft~ri or i a 1/i!. cenlimelt'o cubo produssero pul'e la m orte, ma quelle con 1/5 di centimetro cubo non furono quasi mai le la li. A!l'autopsia, si riscontrò sotto la pelle, 111 corrispondenza dell'i11oculazione. una piccola zona grigias tra ed un edema gelaltnoc:o; la porzione dal muscolo inoculato gonfio, con le llbre cnlorate in g iallo. Negli organi intern i non s i riscontr ò alcuna lesior.t' apparente, eccettuala la r,ongestione. I vasi l' r'f\110 dilatati~' contenevano sanp;ue nero o mal coagulato. Le cavie sono più senl!ihili alle inoculazioni et! all'autops ia s i ri1o;contrano in esse lesioni tipiche e cnrulleristiche. lnì~ioni entro le oene. - Rome e Yers111 ottennero la mo••le di conigli in m eno di 60 ore inieLLando nelle loro w:oe J cc. d• coltura. In quegli animali i quali oou mo•·•rono nel dello r ~ r·r oùo di tempo, sopragg iunsero dopo alcuni i!iorui par•al isi C'Sralleristiche. Vi r ulen.fa di colture a ntiche. - Le ino c..:la~ ioui di r·o!Lur€: antiche !'O LLo la pelle d1 p1ccioni e n elle vene eli coru~li non ]i uccidono, possono nullameno cagionare ptJ rali-.i tardiTe o non v•·odut·re alcun effetto; però una coltura "ul siero conservata All'aria per cinque rn .. si, e r iparata dalla luce aila temperatu1'a ordinaria inoculato direttamente i11 uno cavia. l'ucciHe irt cinque gi01·ni; ravvivata fece morh·e una cavia in 24 ore. R icerche del bacillo tlella di,'lerile negli or{lani.- Le ou· merose espertenze hanno dimostrato che i berilli ~li Kleb$ si trovano coslanlemenle nelle false m embranr• e che pro· babilmenle possono penetrare pur'e nel san Aue, 0\'6 però


D'tGtEIIIE

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sarebbero rapidamente distrulli; lA malatlia per ò continua Usuo decorso tmche dopo la clistruzione de' bacilli nel san ~u A. III. - Parali.si difteriche spe1·imentali. - Ronx e Yersin aono riuseili ed ottenere neg li a nimali pat·alisi difleJ·iche caratteristiche. sulla na tura delle quali non può cader dubbio eli sorta tanto in l"eguito a inoculazioni di coltura nella fa ringe e tracbea, quaulo in seguito ari iniezioni en tr o le vene . IV. - n oeleno d(fte1·ico. - Gli a ulori avendo di m ostra lo che il bacillo di Klehs non vegeta negli organi ùi uon'lilti , o di animali colpiLi da questa mala llia e che si tt·ova esclus i· VIlmente ueUe false m embrane, o nella sede d'inoculaziò he , Pi sono domandali come ma1 unft collura in un punlo del corpo tahlo ris tr·etlo. dia l uogo ad un'infezione gene•·ale ed a lesioni vascolari di lutti ~li o rga ni. Si é pens ato che s111la lede delta coltura si Plabori un ' 'eleno a llivi!:'l>im o e che dì tè si diffonda in tutto l'organism o. Lot?.l't1er ed Oerlel, ft·A f!li altri, credono all'esistenza di quei'\ lO veleno; ma Baum gArten pensa essere inl)tile invocare l'Azione d'un p•·odotto c himico Ipotetico, ed ammette, per errore, che i microbi dellA rliflPl'i&e possano invade re gli or p;a ni Il ''eleno dirterico esiste e l'i. può metter e in e videnza nelle colture del bacillo ni Klebs . •Gli autori filtrarono, su porC'ellanA, una collura 11 el brodo ds manzo, dopo una permanenza di s elle giorni aliA stufa; lutti i microbi rimasero sul filtro, ecl il liq uido ottenuto e1·a del tutto limpido e le~ge••mente a cido, e non conte neva alcun orsanismo vivente. Lasc1a lo nella stufa non s'in tor bidò; agaiunto a] brodo alcalino no n p rod usse colture; inlrodollo tolto la pelle rl i animali alla dose di 2 a 4 cc. non li fece llllmalare, ma impiegano o dosi piu forti per Psempio 35 cc. ed inieUanuoli nella cavità periloneale eli cavie o conigli, dopo ?ue o ll·e giorni i peli divenne ro irti , gli animali non lll~tn~navano, lalor·a emettevano per l'urelraliquidi sang uigni, &uln~ntò la debolezza, la r espir&:tione divenne irregolare. e lllor•rono r1 n 6 gio••ni dopo l'iniezione. All'a utopsia, i gangli delle ascelle e degl'inguini erano Lurgidi , tutti i vasi dil&tati, toprattutlo q~elli nei re-ni e delle caps ule sopral'enali, l'urina


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IUVISTA

era talora mescolata a san~tue; si risconLrarorw ecchimoSI Jungo i vasi e le pleure contenevano Vf'rsamellli sierosi. Gli aulol'i, cou tali iniezioni, hanno r·iprodollo nelle cavre e nei co11igli LuUi i fenomeni paralitici che si l'iscontrano nel· l'uomo rn s••guito a malallia dirterica ed hanno pure tUrnostrato che le collur·e antiche, pri\-ate di micrcobr, sono pn) attive t• con esse hanno ottenuto difieritr tossiche aculi"sime e che produ~sero la morte iu 5 o 6 ore_ Negli animali !'li è pure ottenuta la diar·rf'a . che a l~sli­ monionzu di M.lla Daussier, sor·vegliantc de! padig-lione cler difterici, ò fr•equentissima nella difLer:a infezio~a e coslituisre un s~>gno prognostrco di cattivo augurio_ Quando le colture del bacillo della dWel'ile sono cosr abbondanlr di pr·odolli tossici, non é necessario per os,c>rvarne gli eiTetli negli animali, d'impiega r ne granrli du!'i e di ricOI'rOt'O olle iniezio~i nelle vene o nel periLorwo. lnlroducendn solto la pelle d'una ser ie ui cavie una r(ua11Lilà di liquido Lo&· sico pr·ivo di microbi, 1/5 di cc. a 2 cc , si ollrngouo lulll gli slessli risultati che si banno inoculando in simili onimah collure fre che del bacillo di Klebs_ Le ca vie resislonn a queste sostanze Los!:'iche. put•chè :>icnu lot·o iniollale in dosi mtrtime. Cavie che avcvnr1o r1c:ewl•> soLto lo polle 1/ 15 di centimetro cubo dj liquido tillrt~lo ebber·o edema e necrosi ùella pelle assai este~o. l couigli muoiono come le cavie in seguito aJ iuie.tio••r soLto la pelle di pt•odolti ,liflerici solubili. Con dosi di 4, 2." i cc. la mot•le avviene io ~8 ote, in 60 ed 80 ore, con edema al punto d'iniezione, con dilatazione di vasi. con emorra~t~ e con uno stato giallo del fegato, sulla IJUale ullima slle1'11· zionr gli autori insistono moltissimo. 1 piccioni muoiono dopo l 'illtr'oduzione di meno ùi un centimetro cubo di liquido nel mU!:iCOIO pellOJ'ale_ . o hBasta d'inl•·odurr-e Lr·e o quatlt'O gocce del meùe,..rm <.Juido t>Otlo la pelle per uccidere, in poche ore, piccoli. uccelli, c·he fl'a lulti gli animali !:ono i piu sensibili all'azrone del micr·obo della ùiflerile. Gli animal i, come topolini e sot•ci, che non si arr11naJan~ 1 quando s 'inoculano loro sotlo la pelle grandi quantità r


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D 1GIENE

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bacilli di Klebs, dimos~t·ano pure una nol~-Vol~ res1!'tenza al veleno dineric(J. L'iniezione negli animali di dosi vAriabili di v~l en o solubili! dt'lla difterite ha di mostrato agli aulor·i le divrr s<> fot·m e dell'mtossicazione dirlet•ica, dA quelle che producono la morte 111 •tualcùe orn sino a quelle che, in tempo più o m eno lun~o . eegionano paralisi morlali 'l c:uscellihili di flual'igione. I.)UI'!'le manife:;tazi oni lat•dive, proseguono ~li autori, sono irnportanhssime ,, se un gior·no saranno pe~· impiegarsi a sropo protllallico malet·ie solubili elaboralo dui microbi, non bi~o­ gnerù ùimenticar e la possihilité di un'az•one, i cui effetti qi manifesteranno più tardi. Molle nefrit1 o malalliP uer voqe di cui !'·i~nora l'origine o che si r ifer isrono a cau!'e comunr sono forse successioni rl"un'ifez!one m iCI'ohiro che passò tnn8· Hrvata. Sulla nattJra del vele no difterico poco, allo s tato attuai(', s i può rli re . L'a.t~'ivilA della materia tossica diminuisce moHi~!!i 1 no pel col01'e. Un liquido, che inietlal o solto la pelle nC'Ilo quenma di 2 cc. uccide un coniglio, non produce più alcun male> anch(\ rnieltalo nelle vene alla t.IO!"e di :l:, cc., se prima fu M11celdato a JOO• per cUeci minuti. Dopo un t•iscaldam('nlo di due ore, in tubo chiuso, alla te mper atura di nS• un liquHio di coltura flllrato uccise do po lungo tempo una ca vio, alla quelt• se n'era iniettato un centimPiro rubo. Dopo due ore di r illcaldamenlo, cagionò, alJa stessa dosi', un poco di edE>mo aul punto d'iniezione senza produr ne lo mo rte. Lo sleso:o liquido non riscaldato uccise le cavie alla dose di 1/5 di cenlltnetro cubo. Conserva to in contatto dell'aria il veleno dille· l'leo ~<embra che perda prestissimo le s ue proprietà tossiclu~; al conl!·ario lP conserva per più lungo tempo se è posto in tuba chiusi al riparo dell'aria e della luce. Roux e Yr t•sin da quanto possono anllvedeee, opinono chu il vela uo, piu ebe &l<:aloideo, siA diastasico. ~li autori dimo:~treranno in una futura memor ia, se Sl8 poslibde abituare gli an ima li al veleno difterico e pr odurre loro ;on tal mezzo l'immunita contro la difler·ile. AlLualrnenle le espe rienze negli animali te11dono o provare che J1 m orobo J e-lla dilto t•ile non s i svi luppò cho $ Opl'U una mucostt

u:t&


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ltlYISTA

;ià malata rrl è probabile che la s lessu cosa pet• la massima parlo dei caE~i a\'venga pure neJruomo. E siccome si osser,•a

Il

che lfl dineritc é soprattutto frequent~ in se:;{uHo Al mot•billn eri allu scArlaltino, cosi non ,.,j dov rà mai L1·ascu rare l'anginR di 'lueste due m al11llie e sa1·a in,~~ce utili~si mo fare e.,~guir ai ris peU1v1 molati frequenti collu llori e gargar1smi fenicati poiclré l'acido feuico :sembra essere l'antisettico pitl efficace anche nei casi di Jirterile confermala. Quesla precauziOne dov robbeessere regolar·mente mtrodotta soprallu Ilo negli ospedali di fa nciulli nei quali s i vecle spesso il morbillo e la aca1·· lattinu com plicarsi ron Ja t!ifLerite. Le augioe :semplici noi fao cnlllt richie;;gono l&stesso precauzioni , poichè Loeftler ha ossei'\'!! lO ti bal'illo della difterite n ella bo.:ca d1 un fancliiiiO cho 11011 a ve va dettu malattia. Può ess ere che 'luesto bacillo ::;iu mollo tlill'u ~o; che l!Ìfl u11 ospi lP frNJuenle e inoll'ensivo della bocca e faringe, s provvisto di vi 1·u lenza cd hopotcnte innanzi Ad una IIIUcosa sauo e cl,c ~i sviluppi se la mucosa s'infiamma o 81 5<poglia cJel s uo rives limcnlO l'pileliale. In questo terreno favorevole ri· acquis tera la ~ua vieulenza e pre pare 1·8 il suo veleno che po1 <>ara diffuli'o nell'organismo.

Sul modo d1 oomportanl di &lou.n l batteri patogeDi nel· l 'acqua potablle. - KARLINSKI.- fArchio {ii r Htmiene, neuntet· Band, 2 Hen. 188!1). Stimolato dal lavoro pubblicato dal dolt C. K1·aus, ;,oUo lo s lesso titolo, nel VI volume dell'Archiojur Hggtene, l'aulOP' mLrapre~e, durante l'eslale 1888, una serie di ricercb•! nel! l · s tiluto ano tomo-patologico dell'università d'l nn~bruck. Le s ue ricerche furono r ivolte ai bacilli del ti l'o, del colera 8 rlr-1 carbondltO, l'azione dei quali fu studiata uPIIe acque ti t conduLlura d'l nnsb1·uc.:k-Willt'ner e del pozzo dell'i:=:tiluto an t~· tomico-patologico. Quattro so1·genti principali alimentano la città d' l nnsbruck e la lor n composizione chimica , secondo l'analisi del dott~•· Senno hfer·, oscilla, per 1000 ccm., nei Jj mitl seguenti. Hesiduo tota le in mm . da O,i54 a 0,80H;


o'tGIE'H.. Sostanza orgauica. una sola sot·geule ne contiene trHcce: O!!!lido di calcio da 0,0055 a 0,1716: <nstdo di magnesio da O,Mi Il 0,0983. Durezza in g t•adi tedeschi. temporanea da 6.'> a 0.5, per·manenlt- da 1,5 a 4,0. La temperatura media de1le acque dt condullut·fl pE'i mesi di luglio, ugosto e seUembre, fu di 8•,2. La quantità di batteri pe1· l ccm. secondo le r·icer che fall e alle sorgeull osciUò da-; a 9; nelle acquR di conùutlu•·a da O ad 11 . L'acqua di .::isterna dell'islilutu analomo- palologtc!o conteneva in media 40 get·mi per <~cm Dalle diver se acque l'autore isolò e descr isse sette ballert. quattro non fluidificant i t> l!'e tlUtdificanli la gelatina. A ppar~n(lono ai pr·imi : t• il micrococcns radiatu.s non lique.f'acl'ns che s i •·iscontrb tn tlue acque di condullura e nella nislHJ•na a pompa dell'laliluto; 2" il micrococeus oiticulosus di Fl ugge che si l'iseonLIIL' f!Ure in due a cque di cQndullurn, ma no11 in quelle inl·ui si era tro''llll• ti primo batterio; 3" il bac11lo produllore di pigmento che si tr·ovil m compagnia del secondo in un'acqua c.li conduttura e col pt·imo nella ci$lerna dell'istiLt~to; -'"•1bacillo fluorescente che ~i tt·oyò nell'acqua di ciste•·na e in una di condu ttura in compagnia del secondo t- dt-ll('J'ZO. A ppart~ngono a i fluidificanti: So il bacillo bianco che si trovò in Ir e ocque c.li conduttura e nella cisterna ; 6' il bacillo giallo fluidificante che si trovò in tutte lP &eque esarnmate; i' Il bacillo bianco-gial!ognolo che st tt·ov6 nell'acqua di cast~rua Poi in una Ji conduttura in compagnia del primo e del qumto.

Dallu descr·Jzione delle diverse specie di germi costantemente trovati uelle acqu e risultano manifeste le diffeJ•eozo dci germi patogeni usati per le ricerche. P er ollenere una tempera tura bassa e costante l'autore a·icor~e ul ~etto d'acqua dell'Is tituto enalomo-palo loglcn, il


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1\IVISTA

quale aveva la lemperalura di W C. e sotto d• e~so adattò una boccetta E•·llnayet• contenente l'acqua da e!'lamiOAJ'e in morln cl1e quesla non si m e$cola sse a qu~lla. Uopo un quarto d'oru lu tem pcrHlura dell'acqutt da esami ntu·,j divt>uiva costante ~d egua le a quella dell'acqua cort·enlP. ~el i" boccettP di Erlmayer furono m escolati 1 sette batter•• onali11.a li, e fu esammalo il loro pr ogressivo sviluppo giol·nalit:'rll m tutte l>" acque di conduttura sepa1·atamente e nell'aC(JU8 di <·•o.;lerna. l selle germi cr ebbero giot•nalmente e lentumenle d1 nu1nt>ro in tL\lLJ gli esperi menti s iuo all'ollav(J giol'nO d'<•some. Unu nuova serie d i l'icerche intra prese pure l'aulor·e allo s copo di vedere se i ger rni trovati nell'ac1:uA, mantenuli a tempe1·a tura C(ISlan le di s•c. ed in acqua non slet·illl.zala , sarebbet·o pu re a umentati ed anche in fJUesle r icerche gi Ollenne che i gurmi pure aumentol·ouo pi'Ogl•essiYamenlt?, pt'I'Ò meoc. rapidamente d 1e nel primo caso, perché l'azione ciel ct~ lore ave va m odillcalo i lirJuidi nuLI'ILì vi. Dopo ques te pri me s er ie ùi esperimenti , l'autot·e tolsP dalle col ture di a ga r-agar i bacilli d1 liro e di colera. ne detl•rminò la quunlilé con colture a piallo e li mc!òcol6 alle diversi.' acque. uve s i trovavano i selle b11Ue t•i naturali, nell>' st... ·se condi;:iooi delle pr1me espel'ienze. Pet· avere i bacilli .li cu1·bonchio privi tli Bpore, inoculò il ca1·boncltio ad un coniglio,. dopo due gio l'n i es trast'le i bacilli clol sangue di uno venn !.: iugulare, u>Oando lulle lo necessarie pt•ecauzioni a oli<;elticlw. Dalle m olteplici esper ienze esefruite r isultò che i ;,tPrrni palo~eui sop1·a indicati n on sono in grado oè di molliplkat·si, né di s orwav vive••o nell'aequo. La quantità dei bacilli di tllo mescolati all'acqua potabllt> oscillò da to a 3tl000 "ti ti nu mt>rO de i germi natut·al i da 7 n 40 per cc m., oppure dopo sei giorni al massimo non si riscontra va pitt alcun hAcillo di lifo; la quanlit.A dei bac1lli di colera introdo tti oscillò da 2oH 11 40000. m entt·e i germi naturali t>rano da 8 a 46, lutul\'ia dopo 72 ore i delli bacilli di coler a da 3GOOO er•auo discesi a 14 tl da iOOOO 8 30 ed al quarto giorno non ne esistevano p11i; la quanl1LA dei bacilli del carbonchio m escolati all'acqua oscillò fra 2:1 ed 11000, quella dci germi nalurali da 7 a 4i ed al quarto gioruo anche di q uesli bacilli carbonchiosi non esisteva più ln:~ccia alcuna.


795 Secondo l'aulorc, la morte dei ~ermi patogeni ~t>mbra che

da un lato dipt.llldB tlalle sravorevoll conLlizioni tli lemperntut'8

e dall'allro dal r apldo aumento Jei baLlar i uaturali cl elle a cque. Spesso il doll. Karlinski deler·minò con colture u piallo i germi palogem c iJUelli naturali dello acque eJ osservò che la distruzione der micror ganismi palogPni nell'acqua ra ppr t>sentava una condizione ravorevole per la moltiplicazione dE> i g·~ rmi naturali, poiché, sotto le s tesse condizioni di lemper·aturto e di •!Uiintilà d'acqua, la ener gia di r·iproduzione ùe1 ger·r ni Jell'accturi aumentava considerevolmente. Cosl, a.ù es., monLr·e 8 germi nalur•ali dell'acqua al terzo giomoavevano prodotto 2LO, ed ell'ollavo f:(iorno 500 colonie; gli stessi._ ger·mr, me~colati a 9000 bacilli di colera. dop0 Lt·e ~ao rn i produs1>ero IROO e dopo seUe gaorui 17000 colonie. Dunque é assai probahile che il materiale nutriti \O pr odotto dalla dil>lr·uzion.-, di ~t>rllli palogeni abbia :::ervito dr alimento per quelli dell'acqua. l bucilli di Cll riJoncbio, privi di RJlOl't, che furon o lliOScolaLi all'aciJua in quanlila rela tivamentP piccole, per le sravoJ•evoli con lizioni di temperatura e per l'inli11enza d~>lla moltiplicazione dei gr rtna natura la, non rt>«lar·ono nell'acquA più di La·e giorni. l germ i dell'acqua invece l1·ovamno alimento cO!ii affine per la distruzione dei baca ili del carbonchio che da 10, in quattro giOl'lll , salirono a 140!10 colonie, mentre gli s tessi germi nell'acqua non infetta , r•ng-gi llllsero appeno 300 colonie nello ~lesso pC't·ioùo di tempo. Allo stato aLtuale della l>cienm non u completamente possibile rispondert' alla domanda, so un 'in l'ezioue, cioè, possa esser cagionala dall'acquA potabile>. Le e:-per ienze sopr·a eseguite raa·ebbea o concludere cb o poi ltfo, colera e cot•boncbio tiò non !:li a po>~Sibil e alla te mpera turo ùi 8• C., ma se ((uoste condizioni di ltHiipeJ•aLura cambiano e se nelle aequo Ri rnesco~o, come iu alcuni luoghi è possib1le, i liquidi escrementizi , dtvengono necessarie nuove seri•· tll csperienz~ peJ• r isolvere l'importante ed arduo problema. L'autore, 111 una nuovo s et·ie di l'icerche che pea· cuuse de l .. . ' ' W lndapendenti , non ha potuto completare, avrebbe osservato quanto segue. Egli esaminò i'acqua puzzole nte di una pozzang li er'a ed os-


IHVISTA o'!Gl &Nii:

Re r vò, mediante colture a piattn, che un eme. d1 essa conle neq:~ 7500 fte r mi diversi. l n 120 crnc. di dell'acqua inoculò '1 6000 g ermi di lifo e li soLlopose ad una Lernpe•·atura di g• C. per rnezzn di un getto d'aC'J U8- Dopo uu giorno. con replical.l' coll•tre a pialLo, non ru vossibile r iscontrat·e una sola colonia di tifo. È vero che si svi luppa rono colonit> che avevano •·as· somigliauza con quelle tli tifo, m A con successive colln i'e ed esami di ùifl'e penziamenlo, si vi1 e che non avevtJIIO nulla a c he fare con esse. Un'altro volta mescolò ad un'acqua di fognatura ricca di batteri, bacillj di tifo e, deler·minalo il numer o òi questi, ri· scontrò che in un eme. tli aequo si contenevano 3!l000 colonie. Nel prossimo gio1•no, su 24 collure a piallo, non ru poss ibile risconll'al'e a lcun germe di tifo. Qui spiegano certat n~n te un'azione importante, oltre le s favot•evoli condizioni di temperatur a, gli esistenti germi sapr ofitici. Nelle ulter iori s ue l'icer·che s ulle acque, s tag nanti e cor· t·enli, d' lnnsbruck, l'autore riscontrò !<pesso balte l'l. le cui t·o· lonie I:IVevano grande rassomiglianza con quelle del tifo. Per differenziarle eg-li non si contentò del nolo lor·o svil uppo sulle patate, perchè non ~osla11le. Di fatto un bacillo, isolato da ll'acqua del fiume scorr ente in mezzo alla cilt.à tl' l nnsbruck, pel suo svi· luppo sulla g elatina a l IO p. 'LOO e pe1• l'aspetto del le s ue co · lonie sulle pata te, sembr ava del lutto similP a rruello del tifo: però le ulteriori es periem.e dimostrar ono che fluidificava la gelatina non alcalinizzalA al 7 p. tOO e che form ava colonie ::ria llaslre s ull'ag at·-agar glicerinalo. S e l'autore non avesse u~>ato tali cautele, avrebbe potuto ritener·e per tifo il netto bat· terio; come pure é possibile che cio sia avvenuto ad altri os· servalori , i qua li spesso ne banno annunciata la presenza nelle acque di pozzo e in quelle di fi ume.


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VARIETÀ Paaooltl e fagoolto1i. - Pt·or. Ost.t·:R - (The M etltcnl Rl'~rml, N. \J62, aprilo>, l889). Spll'ot·gunis mo esistono 1-{I'tt ppi eh lt·~~ult, derivali clal me80dea·ma. le cui cellule, IHog•mclicameule ola •·apporlat·si al lipo oldlc ltbeJ•efmigranli (Mino l), pO.. '-Cggono propr ieUi am••boi·l•, ossto 11011 solo Ji cmnl)iat' (nt'ula me1·cè movimenll propri, ma anehe eli polel' ussumerc clall'e!"lerno delle pat·licelle estranee. Siffalle cellule mw,odermil'he si t•·ovano nell'(lrgarus mo udullo nelle scgullllli condizioni: J) corpuscoli di muco o leucociti : 2) cellule conn•JlLivali, libere e fisst!, }JI'O· prie del tessuto connettivo o fot•manli lo slroma degli organ i solidi: 3) cellut.. della milz.a, delle os!"a, del lot•o midoll0 e dèllt" glandole linfalichc: i) endolt•li0 VH!i&lf' e li11faLico: 5) epileli11 degli alveoli polmonari . •\ motivo dclraozideUa pt·oprielli, esi!"Lenle in lulte questo c~llule in g t•ado più o meuo spicculo. M etscboikoll' suggerì Jler es:se il nome di jagociti, fJU8lf' ''~press•one dellu più distinta upparonza,ttuella ciot'• di tllCOI'J•Ili'::Jr!:;J 1<'. particelle soliùt, come per IIIBIIgiar le. Al pr0c0R~O iu go11e ra l<• egli diedi' quindi ilnom·~ di fnyoeifosi, che consiùel'a com., l'unzione lrasmcs!"o per ••retlitt• alle cellule del l'ogliclto m•!dio ~ermi naie clegl i ammali superiori dul p1·inlilivo organismo roonocellulat·e: cellule, in llllri termini, chn p~t· vit•lu d'Aul\'ismo C()nset•w ~bbero Ìll ~OllllflO grado l'utile ufficio Jj pt•ole:rget•e rot'g<l· Dtllmo •lt~ll'aggressionP. dei {:''rmi morbig~ni specifici. È ap· Pllnlo ~r ' JUesle Yedute di f'voluztone, a travPr;;u la set·ie ZOOlogica, <'he la così della " leoriu ùcl MctschnikC>IT " SI ~!l're seducente, ed :ntet·tlssa pet• l' iugegnost1 manict·n, con quale fu concepìltJ e tracciola dnll'aulore. Questo preambolo, che lto riassunto, è del dott. ùslt>J•, pt·o-


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VARJETÀ

fesc;ore di clinica 111edicn all'università di Pennsylvania, il quale, neii'Apt•ilc ultimo, pt'onunziò un discor1<o intorno alle seguenti inlet'6l:i!'!OnLissimo nozioni di aLlualità, sull'm·g-omento tlr>i l'agociLi, a~li Alunni dell'associAzione dell'ospPtlale " Bellevue • di ~uova York. Da.ppl'ima egli illu~Lr•ò con due esempi, tratti dallA fì"i ologia cornpat·a~,, l'impor·lanle parte cbc hanno i fagociti in certe lrasfot·mozioni subite t!agli animali. Nello sviluppo della t'lll18 il girino pel'de la coda e le ht•ancbie, secondo Melsclmikotf. pet• effetto di gt·aduAie ali'ofia, opeL'ata ùall'allività delle cel· lule ameboirli, pet· un processo <'Joi> ili migrazione dei leucociLi vrrso lo cofla e le branchie, e di assimilazione fagocilica di fl'alilmenli minimi di tessuti, visib1li nell'interno del loro protopiH!"tna. Netta lt•as formazion e della larva in mosca, Kowal ewsky l1n dimostralo che l'abbondanL~ tessu lo museo· lat·c dAlla lat'vu il t·ia~s<wbiLo, insieme con allre pat·li inu· Wi nlla mo~ca ndullo, met·ce un id entico pt·ocesso di fago-

cilosr. È nolo l' nl'fìr·ir> dr' t leucociti nel rimuovere dall'orgll.nisrno cer·Li çot•pi eslrun ci, com e fìli di legatura, pezzetti d'osso ne· cr•o!!alu ecc., ma, pe r· quanto questo fallo sia L11terr>ssante nella questione che ci occupA, Osler si limitò a co nsideral'io esclusivam ente ~~>oUo il doppio punto di vista fìsinlogico 1101'm~>le. e pt·ofllnllico vtwso le malattie. Nell'appot·ecchio respiratorio è facile slu iiare l'azione Jei ra~ocili, ma, per· la pre!"enza delle ciglia vil)ratili aell'epilelio bt·ouchiale, é difficile dire se la magg:iot·e importanza speltr agli uni piuLlosto che alle altre, nello espellere dalle vie aeree il poh•iscolo che s'inala conlinuamente, nelle città a pr·efet•enza. I cOl'pu-.coli di muco, prodoUi nm·malmenle dolio glandole lliUt:ipare, e n e~li steli tlogi~tici dall'intera mucosa_ bronchiale, ese1·ci lan o allivamenle l'ufficio di appl'OJ11'i8.1'~1 del poi vi!'>colo, fscil;t.ando cosi il compilo alle stesse ciglia vibl'alili: è ovvia l'u!"scr·vazione clegli sputi mattuti ni, bruna· s lri o scu 1·i affa tto per g t·amtli di car·hone contenuti m corpuscoli di muco, nei fumatori di sigarette od in persone che hanno L'espiralo la ~et·a o.vanli in atmosfera polverosa. Fin· cltè i g ranuli di pi g m ento cadono sulla mucosa Lt·ached-


VARlKTÀ

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II'OJnctut~•"• l~ cellule e le ciglia bastano. con tutta probabili tà,

a purificarnf: le vie respir ator ie, raro essendo c he dessi s i epprorondiscano nel tP.ssuto solto- mucoso, e tu tt'al più potendo r·a ggiungere i Ieucociti dei vasellini linfatici soltomueosi, a traverso gli pseudo-s lomi, che s'apron o a lla superficie rra l'epitelio a ciglia vibralili (Arnold); ma, quando arrivano a penel!·are negli a lveoli polmonnri, non trovAndo i'fi una correnl~ aLLiva cbe li porti via, è l'epitelio al"eola re a protoplasma a ttivo, mutabile eli for ma a nche allo ~Lat.o normale, facile a desquamarsi, quello che s'incarica di compiere la funzione di spazzino. Nef!ii oper ai addetli a lle min ier e carbonifere, negli s lessì facchini che car tcano il carbone ecc. , cllvenuti Lossieolosi e che frequen tano gli ospedali del Nor·d America, si ossel'vano espettorali contenenti , per lun go spa .sio di mesi, dei granuli ci i pigmento in copia s lraordina l'ia, a tale che il loro sputo non come semplice espulsione ~i or­ nalieru, ma si pu6 considerare, pe•· così dire, come una deBiliti va escr·ezione ùi particelle immsgazzinate nel pa reneblmll pohuonai'8. Una p1wte per 6 del poi vi scolo inalalo sfu g-~e all'azione flgocilica dei .:orpuscoli di mucc. e dell'epitelio alveola r·e, e, • traverso agll pseudo- s tomi delle pareti alveola l'i, penetra nel tessuto uuiLivo interalveol are, forse lacer andu ne meccanlaarn.. ute le delicate cellule. Negli abitanti delle campagne e n egli animali allo s ta to di nalur11, l'a•·ia, relativa mente pur a che respira no, lt'Ovn nelle eiglia Yibralili bronchiali e nei fagociti mucosi un s ufficiente mezzo di a•·reslo per q uei granuli che può conlener·e; ma, 11tgli abitanti delle città e negli anim ali allo stato domesLico. Pl'esto o tarùi le impurità atm osferiche sovrabbondanti, con l'tQdubbio sussidio dei movimenti respira to l'i, per vengono ftn 11elle cellule polmonari, come si h a occasione quo tidiaua nei tlalri anatomici dì osservare. eli Una volta raggiunti gli spazi linfatici, il polviscolo è ag~elo dalle cellu le Ubeee e fisse del le~Ru lo connrlti vo, alle CIUali 81 aggiungono i le ucociti, ma noa in tanta copia dA O}lporsi al costante progr edire tlei gr a nu li, i quali co n la Corrente bnfalica arri vano prima nei n oduli linfalici pa lm o-


8011 nuri dre cit•coudariO i bronchi e i vasi !>llllguig-ni, per rnd1 pas<::are nei seUr interlobulari fin ~ollo la pleura, una pnrl~> rimanendo lralLenula p~t·manenlemenle nelle celluiP ·!ello ~tr•orJH\ connettivale, ed un'altro at•restando;:i alltl glundoltl Jinfalichc bronchiali e lracheali, che si sono coo~iderulP romr un fil tro rmpP rrneabile al polvi«colo, da rmpe lirrw rro~ h• penelraz.ione nel ci rcolo generale. Senonché. in quE>«ll ullrmr Lt>ulpi, e soll<l dale ciJ·ro;;ola nz,.. 'lnest.a oprnione ,. ~lata urfì J'rnala dalle osservazioni di aulJ•acosi umana del regalo, della rnilza ecc., per opera ùi Soyka, di W•• rg~rL ~ ,h altrr. conr'ebbi a rife1·irne a paf.!. 1423 del faswicolo òi drcembre 188tl rl r ques;to stcs~o t-'ior11ale. Lo ~les;oo Osler cita Ire ..:a~r dr ontr·acos• epatica e splenica, osserva ta da lui nell'•,,pedah• d1 L<'ilaùelfla. Quando si ove"'se l'ecceziona le occasione di esuminare i pulmo•li d'un minator e, morto per disgr aziato acciùente f• per malattia acuta, si poLrebbero seguire, meglio che nei polmoni d'u n abi tan te della città , le rasi s uccessive cb•• pet•corrl\ il p!'ocesso dinanzi de~cri llo della fagocitosi polmona r·e: si vt>· dre))be che la maggior parle del pigmento, quasi interamente net·o, é contenuto hPI pr·oLopla s ma celluler'e. Q,.servaudo al microscopio un prepat•alo, o U~u ulo raschiauùo un polmone an· tracolico, oli anche 1111 po' di ~ucco nero spr·emuto .la el;su. ~1 a vreuùe la mi~lior prova •iella pr·oprieLà amehoide del protor·l8· ~ma umano, poichè le cellule, meuo qualche r·a r·o leuc·otito, lOOOII riempite al massimo òi l!rtwulr di carbone. Fra l'am"ba d'uno sla~no che va cer cando la preda rra lt> rliatomee e 11 le al g-be, o il ft~gocilo eli un m·ganismo superiore c'e que"l dill'm·enza, chP m entre l'una ma ngia per \'iYer~-', l'iOutando le sostanze inutili alla sua esi,-tenza. l'allro. invec~. non · 111 do talo di queslo polel'e di selezion e, JWI'Chi• a sl:'llllH' 0~~' cOl:'& indJffet•e ntentenle: anzi, Oslet• ho veduto due o lr'e fA ~oci lr rnsiem~-", eire a~gredivano per le due estremità e pt•r il t·entt·o una stessa particella a for·ma di baciiJo. . l fogociti hanno nna parla principale nel proce>~!'\0 fisrolog:co del disfacimento dei corpuscoli r o!:'=>i del s[lngue, cbr dopo aver· adem pilo alla loJ'O funzione viLalc sono .la e.•!'l asso rbiti ed eliminaLi. Le cellule del midollo delle os$&e


VARIETÀ

~01

milza, allo slalo normale, conlenj:tono emazte ùisfallt', t non po!!sono averle assuola che per polare fagocitico; nw é In certe forme di anemia che se ne incontrauo in copia I Lreordlnat•ia negli anzidetti ot•gani , eu in altri s loli morbu~i anche nelle glandole linlàliche, nel l'el!alo e fin OPI san~u" llesso.

Le osservazioni di Quincke e dei RIIIH allievi hanno dimostrato che il fegato è In sede principale di distruzione t.lt•t corpuscoli t•ossi del sangue netraneuua perniciosa, nello quale le cellule epaltche SJ trovano ph.1110 di pigmento, a r·odlcale cliffeJ·enza dalla malaria, nell11 quale invece il pigmento è nello slJ'oma e mlot·no ai vosi sanguigni. Osler, non potendo cons1derare l'anemia pe1•nicio~a ('Ome un disturbo epa· tieo, suppone che l'eccessiva quanlitù di materia coloJ•anle emessa ùai tessuti arrivi al regalo sotto una forma diversa dalla malaria, piulloslo cioè e<>me pigmento analogo al btUare; d'on(le la parlecipa ?:ione atli ~a delle cellule epalirhe. Nell'enfisema twouic:.o e in tutte le ai'Jbzioni ca r·dio- polrnoaari che ir.ceppa no la piccola cir colazione, i corpuscoli f"OIJgui;:ni cadono pe1· diapede~i nello s!J•oma ah"cola••e, nel quale sono assorbiLi dallo cellulP connt~llivali e da q~tesle ritenute e convt>l'lile in pigmento, sebbene il :'>lcumann, in un rect•nle lavoro (Deutsches Archio j. ltlin. M ed. Bd. 33•). dubili che l'lndurimento h r uuo det polmoni avve11gn per virtù ragocitica delle cellule conneltivali. La fa~ocilosi t- stola s~udiala allres\ m as~ociazione col JII'Oeesso di riassorbimento del sanguo stravasalo, come liti per il primo dimosll'alo Lan~hans, ed ù slalo in seguito confermalo ampiamente Ila altri o~ervatori: il sangue effuso Ilei tessuli non t\ semplicemente disgt·op:aLo e quindi rias~rbito dalle lacune linfaliche del connettivo, ma per uon PICcola parte é rip•·oso dai leucociti migrati e dalle cellule 8ase del les!-.ulo. È probabile che, nei g randi ~ll·avasi, sollanto alla periferia del g r umo sanguiJ,!nO gli elemen ti c•·lluleri fissi e liberi spieghino la loro azionf' ragocitica, esistendo tana notevole diffcrPnza nelia lrasformnzione finale dell'eruuslobi~a, ùalla quale •·isullauo due pi gmenti , l'ematoidina ciH~ 11 av•luppa principal menl<~ nel cenlro ùello Stl'avaso, c l'u6l


802

VAIU.&TÀ

mol!idel'ina talbuminato di ferro} che si forma ùwece al confine di esso, m conlatto coi tessuti. Corue S chaeft:t' diLOoslt·ò assai cillarameule ( Montltly Inlernat. Journ. oj Anat. and Physioloyy, 1885), ùur·anle la d i ~~slione i leucociti coadiuvano l'assot·bimento dol grasso. in un modo noo ancora nolo COli esattezza , ma pt·obabilmenle a ssumendo ne la minimo gocciol ina emulsionata, nel tes~;uto stesso del villo intestinale, pet• intli passero nel vasellino chilifet·o cetitrale, nel quale si di~fanno del gt·asso. e laboralo in g ranuli molecolal'i ancor pil't fi ni. Sono ùegne di nota, a tal proposito le br·illanti ricerche di Melscbnikoff sulla digestione inle rcellulare d t certi a nunali iuret·iort (planarte e spongiat·i), ~seguite s u vasta scalt.1 nella steziOnll zoologica (Aquar•ium) di Napoli, c confermnlo dipoi da Par·ker· e La nkes tet, le quali furono il punto di pat·lenza dt ultti 'LUÙI che lo conùuss.:!t'O a formolar·o la sua teoria della faj:tocitosr, già intravis ta e iorliziala da pt·udeoLi ossol'vutor i, Ad esowpio dallo Slerubet•g, come accennai a pag. 570 del fascicolo doppio (maggio e g iugno) c. a. Ftn qu1, le 1ndagim biologtcho dell'im por tante funz1on6 fa· gocitica delle cellule ameboidi del mesodrrtHa, innegnbile uon solo nei primordi tlt!Uo svilupf'O embriona le tld blaslotlerms. ma eziandio nell'or ganismo adulto, s'er ano aggirate, nel camr• rlclla fisiologia nol·male, ma 11\)ll anc<• ro s'era penl-'alo a lr&· sferirl e in quello dello pf\lologia, di più cap•Lale interesse per la moderna dollrina parassi lat•iu , _ Fu ncl1884 cLc 1\lt:tscbnl" kotr, proseguendo 1 suoi slud1 nella primllt\'8 :!ù·ez1one, pub· blicò, nel XCV I vol. ùel Vi.rc/ww's Archio. , un inlPressanle lavor o sopra una malnLLia rnicotica delle tlafnie, le coruunl pulci d'acqua (Uebe r cine Sposspilzk r ankheìt der Daphrtiell), che sono pt·edisposlo ad esRore a J!grùdito da ce1·Li funglu: egli s tudiò 100 di questi in•:r>lll, infotlùoùonc 7:3, tl~t t! 0811 59 guarirono e 14 mor1rono, e dimostr·6 che pe1· CJpot'8. de• fa gociti l' int.estino ùe lla dafnio si libera dei poro~sili, m~ ques ti fiui..,cono per rimaner vittoriosi nella Jolla, qua~JdO ~­ lol'o nume1·o sia soverchianle e le fotoze dì resiston:ta rnsu fici euti. . Proseguendo a11cora le ricerche su queslu linea, lo slesso


VARIETÀ

;;'Jifeii;IChmll:on passò a studiare l'azione dei leucociti sui badili del car·bonchio, sui micrococchi delreresipela e di aJtte infezioni. Egli paragonò il processo flogistico suscitato da 8881 ad una guert'a, nella q naie l 'eser·cito invasor·e è r a ppresentato dai microt•gaoismi e il dirensore dai l!orpuscoli bianchi del sangue~ e, manteuendo l'analogia anche uei deL!a«li, assegnò ai ner·vi vasomoLor•i l'utlìcio di tel r~grafisli pe t· dare avvi!!o dell'arrivo degli aggr·essor·r, eù ai va:::i sanguigni quello di vie di mobilitazione. - Dalla lolla impegnata fro i due partiti uscirà vincitore il più fol'tr>: molLe perdite può SUbire J'escrcito dei fagociti , ma pur·e può ad esso arridere la sorte: uu ascesso rappresenta l'insieme dei fagocitì rimat ti sul campo di balLaglia. Se, pel' contra1·io, gl'invasori sono plu Corti per o.umero, pee attività di movimenti e pet· polare 1 tren~ivo , la localita aggt·edi Lu rimarrà lor pr•eda, e n eUa mercia progressiva, tlloltiplicandosi rapiùamenlt>, invadono l'intero Ot'ganismo e lo minacciano nella vita. Questa in gegnosa ed allrMnLe Leor'ia, nella quule a peiltla "rista laluno potrebbe scorger e sover·cbio giuoco di fantasia, f\A, a vicenda, ace:etlala con entusiasmo ed irrisa con beffat·da ceritiea, dagli uni stnm uamente difesa, dagli a ltri aLlaccata con ..ce&ltimento: certa t:osa è cl te, dopo MelscbnikofJ', il quale dall'M a lutl'oggi ha accresciuto con numerosi P.d elabot'a Li 'lludi la S(Wie delle com un ica:.:ion i in nppoggio delle sue opinioni. molli autori d'i ncootestala competenza si sono occupati delle questione, che é longi dall'essere risoluta. Egli studiò la fttgncitosi nell'eresipela, r·iconosce ndo nei leucociti, e uon ne lle gra ndi cellule con11ellivali, il polere di aUarcare lo slrep lococco del Fohleisen, e raccotnandò òi sperimentare s ui topi bianchi, com e quell i che offt·ono un campo favorevole per lo stud io della loaa f'r·a le cellule e i baLLeri. Nella rana, notoriamente immune, a temperatura or dinaria , -l'So l'iuf<i~ione car bonchiol'<a, inoculò sollo la pe1le un pezzetto di tessuto cat•boucbioso, e dopo 15- 20 or e lo vide circondato di leucociLi, che s'er ano impo~sessati di molti bacilli: Della rana, invece. riscaldata ar·tificialmente, lo sviluppo •li ~i opera ra.pr~amente, da sover·chiare l'a~ione fa goci: ca der cor·puscol: btanchi del sangue: d'o nde r1sulla ohe 1

:e6li


804

VARIETÀ

filaròenti ca1•bonchiosi non si moltiplicano nei leucociti, comtt vuole il Koch, ma all'infuori di essi, e che per tal r3gi'one la rana a temperatura ordinaria gua r isce. Baumgarten criti cò queste osseJ·vazioni , affermando rhe sono in antagonismo con le inoculazioni ca1·bonchiose praticate ai colombi, nei quali i ba.cilli degenerano alla stessa g uisa che nell'acqua distillata, e soltanto in piccola parte sono assorbiti dai leucociti; ma Hess, con u lteriori sperimenti inoculando le colture carbonchiose nella camera {lj vetro di Zeigler, sotto la pelle di animali non molto suscettibili (cani, uceelli), dimostrò (Viehow's Arehiv, vol. CIX), in modn sorprendènte, che\. i leucociti migravano attivamente nell'interno delhi camera stessa, ch iusa d'ogni par~e, trovando la loro via per uno strello forellino in essa praticato . Nella febbre ricorrente, prodotta spef'imentalmente nelle scimmie, Metschnikoff accertò cbe l'inclusione degli spirilli nei fagociti e la lòr o distruzione avveniva nella milza, e non nel sangue, durante il periodo d'incremento dellfl tempera· tura or ganica e pt•ima della crisi, e spiegò la ricorrenza 1lel secondo od anche del terzo accesso, supponendo che alcuni spirilli sfuggano alla fagocitosi splenica, ed abbiauo cof<i il tempo di moltiplicarsi di nuovo. - Baumgarten, che è il p111 abile e sotli le oppositore della teol'ia fagocilica, si fa forte di questa immunità che godono g li spirilli nel sangue, per add urre ancora un argomento in con trat'io, ma l'osserYazione della fa gocitosi splenica è innegabile e, probabilmente, si spiega ammettendo che gli spiri Ili siano inclusi in un pe!'iodo di dimi· nuita vitalità, allu stessa guisa che i leucociti della milza J>ra· ticano verso i g lobuli r ossi disfatti. . Rihbert, per converso', sostiene la teoria COll esperimenti sugli animali , iniettando nel loro fegato e nei polrnoni delle spore dell'aspergillus e del m ueor, le quali , se in limitata quantità sono distrutte dai fa gociti, ma, se in copia riJev~ule, da non essere sufficienti le cellule ameboidi a JI'altiva dig~~ stione di esse, finiscono per uccidere l'animale. I fagociti epatiCI e polmonari sono più attivi dei renali, e cosi pure quelli della camera anteriore de: l'occhio alla superficie dell'iride e pressO


fAJUETÀ m:=t~~iìli:Jro pupiJlare, a

805

preferenza della superficie posterior e a

f<OD&alto della lente cristallina .

Daehr, allievo di Ribberl, s tudiò gli effetti ùell'iniezione aei polmoni dei conig li, a traverso la lt•achea, dello stafìJoceo piogeno aureo, e confermò la teol'ia f'a gocitica. osser·'VIndo l'inclusione del microrganismo nell'epitelio alveolare e nei leucocili, i quali ultimi, dopo pochi giorni, :lagli alveoli pe888rono nei bronchi; nello stesso tempo l'epitelio era in proliterazìoue, cagionando una llogosi calarr·ule. Con l'anzidetto statilococco Hess praticò inoculazione nella cornea del coniglio e del gatto, e pervenne ad analoghi ris ultati. Contradiltori di Melscbnikoff sono anche Bitter e N uttal, di San Francisco (California), che nel laboratorio ùi F!i.igge fecero osservazioni, per le quali concluser·o (Arehìo .fii.r Hl/gume. vol. lV) non essere i bacilli distrutti nel nostro organismo dai,soli fagociti. Anche Christruas-Oerkinck-Holmfeld (FortseT'iite del' Medìein, 1887) si schiera fr•a gli oppositori, ritenendo che la neu lralizzazione dei micro!'gaoismi dipendCt piìt da azione chimico -biologica dei tessuti, anziché da potere fagocilìco delle cellule, avvicinandosi cosi all'opiDIOne di Ribbert, che ascrive la limitazione dello sviluppo hatlerico a mut.amP.nli nutritivi, pei quali e particolarmen te llllpedito l'accesso dell·ossigeno. Da ultimo, in un r ecente lavo.r·o (Virchow's Archio, vol. CXIII), Metscbnikoff ha slud iaLo la lagocilosi in rapporto al bacillo tubercolare, il ryuale degenera nelle cellule giganti per virlu ameboide di queste, e non per naturale decadenza Pl'Opria. Baumgar len, per contt·ar·io, invoca questo fatto come la ~rova più evidente a svantag-gio della fagocitosi: egli anzi, criticando iu allro lavoro c he gli s treplococchì eresipelogeni stati trovati da Metschnikotf incl usi nei leucocili, é 11 Vel'o, ma in una zona di tessuto postet·iore a quella nella 'PIII& s'avanzano liberamente quei germi infettivi, dice con ~lo spirito che a non gli eroi della batta glia, ma sono le --.s del campo , .

::no

Da quanto il prof. Osler è venuto fin fJUi espone ndo chiaro

;:'~e eh~, ~on fosse per allro, la teoria della fago citosi,

ando or1g10e Rd animose discussioni ed a divisioni di


806 partiti, nel campo scientifico, ha avuto il merito di appassionare lo spirito degli osservatori e di stimolarli a nuovi studi e ricerche. In un'epoca, come la nostr·a , Ji supr·emo scetticismc) in faLLo di osservazioni, nessuno é forse, per propr·ia confe!>sione, piu scettico dello stesso O!>.ler , il quale però soggiunge che fino a Lre anni or sono, fìnchè cioè non gh venne sotto mano un ampio mnter·iale rii osservazione e non si diede a ricerche pPrsonali, l'impor·lanle scoperta del Laveran sugli emornicrobi della malaria lo avenl trovato incredulo. SenonchB, la piena con ferma che quella ~;coperta (l'alta da un chirurgo milita r e, solo in Algeri ed in circostanze tutt'Altro che favorevo·li, senza un laboratorio bene arredato e coi doveri del servizio da compiet·e~, s'ebbe d'ogni parte con successive leggier·e modilicnzioni, fu Lale che lo indusse a sludiat·e ocularmenle la questione. Valse a incrtarlo in queste indagini l'et'empio di Riclrard jn Francia, ur Marcliiafava e Celli, di Golgi e dei suoi allievi presso nor, degli a mericani suoi compatriotti S ler oberg, Col.lncilroan, James e Shatluck, e di Vandyke Carler in India: il risultato .... fu che anch'egli, il pr of. Osler, confermò l'inval'iabile associazione del parassita emaLobio con la febbre da malaria, sebbene la precisa relnzione mot'fologica sia tuLtor•a sub iu· dice. E~li classificò il parassita nel genere degli haemaf(Jmon.as (Metropltanow), ma noi tralascianùo di ripetere quanto fin'ogg i è a tutti nolo intorno alle fasi che, comunque esso si chiami, subisce nei cor·puscoli sanguigni, ed alle alterazioni che induce in questi, fino a converti l'e l'emo~lobina in pigmento melanemico, ci limitiamo a rife rire soltanto quella parte originale delle ricerche di Osler che ha attinenza C•111 la fagocitosi . E dapprima egli si domanda: le forme ameboidi degli emo· microbi della malaria che cosa sono se non fagociti, che a ggrediscono il cor·puscolo rosso del sangue, e, di strug~en­ done lo slroma e l'emoglobina, lo annienta110 io un restduo 5011 pigmentico? ~ella lolLa impegnala nel sangue, i leucociti ~ 1 in troppo scarso numero per poter venire in aiu to deg emociti con lro gl'in vasor•i parassitari, ma é noto l'ufficio cb.'e:;S; 11 disimpegnano nell'assumere i granuli di pigmento, sia ~


VARIETÀ

807

88Dgue stesso1 che nel fegato, nella milza e nel midollo delle ~. nei quali organi le emazie soggiacciono alla finale loro

di!lruzione. ~ Ed è alla questione della fagocitosi pigmenliea neJia malaria che il prof. Osler, negli ultimi due anni, esopra un totale di circa HjO·casi d'ogni forma d'impaludismo, ba rivolta la l:!Ua particolare attenzione, venendo al seguente risultato. Nel saogutl la fag.ocitòsi è debolissimanenle evidentE>: è vero che qua e là s'incontrano i corpuscoli bianchi con ineluse le fo1•me ameboidi del parassita malarico, sia libeJ'O, cbo associato a qnalohe resid1:1o di emocito, ma la loro stessa ecarsezza farebbe ritenere. per probabi le che il granulo pigmentico sia stato assorbilo nel la mnza o nèl midollo delle 0888, in condizioui circolatorie favorevoli all'azione fa ?oeitica. In due casi morlaJi di cac he~ sia palustre cronica. contratta. da due uomini per lu!).go soggiorno nell'istmo di Panamà, il regata, la milza e il midollo delle ossa (gli organi, nei quali al dire di Wei~ert, i corpuseoli rossi del sangue, già morti o prossimi a mori1'e, vengono cr emati), Osler tr ovò le caratteristiche alterazioni melanoliche dell'impaludismo, e. come se l'aspettava, una attività fagocitica proporzionata all'aumento del materiale da consumare, ma non ta1!l, da parte dei leucociti, da riconoscere in questi il potere agg ressivo. Metschnikoff sostiene cbe nella malaria i pat'assiti sono per massima parte attaccali dai grandi fagociti splenici, ed · in molto minor copia dai Jeucociti del sangue circolante. Osler, invece-, assegna a questi ultimi un limitatissimo uffl~io, t>, tralasciando di parlar-e dell'inununilà con ro?rita dall'aZione dei fagociti verso certe malattie (ciò che sarebbe preIXI8turo nello s tato attuale delle NOstre CO!Znizioni), conclude con le testuali parole: • Mentre la fagocitosi è un esteso ed importante processo 8 • traverso il regno animale e mentre non può dubitdrsi ' ima parte in molte condizioni • ch'essa abbia un'importantiss : ~atologicl1e, la qu€)stione d'una attiva lotta distruttiva, che nnpegnano le cellule or o·aniche contro i microrganismi • lllorbigem,· è da considerarsi · "' tutt.ora aperta )) , G. P.


808

RIVISTA BIBLIOGHAFI CA A. propo1ito d'un giudizio bibllogra8oo aulla S torta o!d-

rurgioa della guerra. di Seoeaaione d'Amerioa. In un cenno bibliografico sul Compendio di ~ltirur!Jia dt !lfterra ru detto, a pr·oposito della Stor ia medico-chrrurgica dfJlla !Jtterra di Secessione d'A merica o di quella della Cam· pagna franco·nerman iea {1870-71), che esse sono si dt.•gli UD· portanti storici documenti, ma non hanno però più oggidi un gran \'Oior·c:pratico, perché i m~>zzi di guerra troppo mu· larono; porchè la cl11rurgia da allora ha già e di troppo progredito essendosi escogitati melodi di cura a quelle epoche non usitati, sconosciuti; perchè •Tnindi le deduzioni di quei f~Jtli non sono più quPII~ che permetterebbero i falli d'oggidl e sa ranno ancor a meno quelle che 1 falli avvenu·e autot'izze· r anno ...... Specialmente poi perchè non attuavasi allora l11 cura anliMllica che é oggidlla baf;o del:a chirurl:ria e che darA in g uerra t'isullati ben diversi da quelli che allora era posst· btle ottenor·e, che anzi non erà allora neppure possibile tUtrav· verlere. Quei documenti al postutLo no n dicono l'ultima parola pratica per la cu.ra dei ferili in guerra. A me pare che si grave e reciso :;iudizio s1a .-olo la conse· guenza d'un apprezzamento limita lo e superficiale delle ine· renti que~tiou i ; sia il portato di considerazioni che ùel vero hauno solo l'apparenza. I puri fatli , ebbe a di r e il sommo Ra· sor i, osser vati all'ingros~o. non decomposti noi loro elemenlt e non benè s tudiati nelle loro relazioni , sono ~ovenle strada aperta all'er rore ...... Ed a mio giudizio tale P p1·opr·io il caso nostr o. Le due opere in I'JUCS~ione sono opere gr·andJOse che ~no~ rano i corpi medico-mililal'Ì delle due nazioni e che costitUIscono proprio dei meravigliosi monumenti elevali con lungo


RIVISTA BrBLlOGRAI!TCA.

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IIJilf~:nd1io e fatica alla chirurgia Ji g uerra. Esse altamen te illu~no l'opera medica durante quelle Litan icbe tolte, e le dire-

zioni del Mnitario ser·vizio che giuuse1·o a si splendidamente COQlprlarle, ordinando in modo meraviglioso innumer·evoli f'aUi, così da permellere di trat'ne tanti ammaestramen ti, tanltl scientifiche e pratiche utilissime deduzion i. Che segnino gli ultimi insupet·abili li mit.i delia scienza, che dicano l'ultima pl)rola pratica per la cura dei fe1·iti in guert·a, ehi mai lo asseri~ Ol1 no! Ma nulla fìno acl ora si è delto di più positivo, di più. aj)pt•ezzevole. T utto cammina, LulLo pr ogr edisce e forse noi faremo, od i nostri nepoLi faranno, datane l a dolorosa occasione, qualche cosa di eguale, di meglio benanco: però fino ad oggi di eguale, di meglio non s i è e non sì P. poluto fare. L'opera però dello direzione generale aroet•icana, e benanco quella della germanica non ha, neppur essa, tutto innovato 1 tuLto sconvollo; ha riscontrato, modificato, perfezionato. La chirurgia militare non é una specialila, ma dalle condizioni &!>t!ciali in cui si eser cita a ssume in guePra una speciale impronta ed un carallere proprio che la ditfet·enzia dalla civile o CI>DlUne. l militari rerili in g uerra lrovallSI invero in COndizioni affatto pr oprle e ben divet·se da f( Uelle dei fel'iti civili ed in condizioni ordinarie. L e indicazioni curaLi ve possono quindi essere ben diverse e disparate, profondamenLe modificate. La ehirurgia militare si avvantaggia dei progressi di certo cle lia civile, ma p~aticamente si perfeziona sulla. s Loria delln chirurgia in g uerra. Il medico mililat•e de,•e perciò avere perretta cognizione dei fatli e delle osser vazioni che costituiscono il prezioso patrimonio della sua ar te pratica, a noi trasmesso dalle laboriose spesso er oiche gesta di chil·urghi militari. D'aiLra parte è una I!Saget·azione lo a ll'a rmare che tutto, dopo di quelle guet•re, mutò. Furono a nzi quelle due colossali eampagne che promossero e diedero impu lso alle massime mutazioni negli ordinamenti milit-ari, nei mezzi di combattimento. E, quel che P. piil, fu precisamente la guerra americana profondamente studiata e con assoluta competenza, il Dlov~nte delle grandi innovazioni sanitarie dell'esercito gerlllanlco; come fu la g uerra franco-germanica il pu.nto eli


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RIVISTA

partenza d••lle innovazioni attuatesi poi in esso "'Crvizio !•res-so tutte le potenze e uropee. Quelle mutazioni ct·earono condizioni e w·ces~'>itit ben diverse da quelle del-passolo ....... Ma io onta ai [H'Ogt·e:ssi attuali dAII't\l'LO della guerra, l'èsperienza dei rtOAiri predece"sori, rapporto alla gravezza, alla cura ed agli eRìlr tlelle feril,. in guerra non ha nè perdulCl, ne minorato l'allo --uo valore: non é vero che lutto resti a r•if~~re o rinnovcllal'e. Ct•rlamente le deduzioni del passato non pt·esenlano piu inl•·t·o il loro valore prìrnitivo soLto il rapporto uenerale, orflit,otioo, amminr· slrativo; ma lo conset·vatJO intallo sotto l'tl~petlo !;peciale scienliOco, medico, curAtivo. Le fet·ite come )'alti obbiettieì oou hanno mutato natura; A condtzioni pari ollrono lE' "te"-sa indicaztoni, ed i ~a•i prec••lli !asciatici dai !!rarllli muesu·i del· l'arte r•rmangono e t·ilnat·rnnno validissimi a sorreg~ere la co~cienzioRa timidilà degli IIIOSperti, la francA t> sicura opera d ei p1·ovoLti, a servire di solida hase alle innovazioni stesse progre!lsivo uolla abilità e dell'audacia del gt•nio. Ad e!'<etnpio: LulLP. le modiflcazioni della forma, dPnsità. ro>!5istenza, calibt•o dei proiettili; Lutle le innovazinnr meccaniche t~ppllcale alla balistica, alla costruzione ,J,•IIc armi. ad anmeotnrne 111 portata, la lou~ione della tt·airllorra, la rapidità del Liro; Lutle le chimiche ri!'iorse per nct·t·escri·e la po· te11za ti ella forza impulsiva, ecc., che hanno p l'od otto 1 Si à col pili ~~ moggiore distanza, o distanze egtHl li l'ii ti colpili con maggiore efficacia, con forza maggiore; minori sono le cle•m· zioni nei Le,.suti colpiti; più facili gli ossei perfor nmenli ecc...... .Ma i pircoli proiettili possono pur compol".ar-;i comu l!ià J!h antichi: d~viare, girare intoruo alle caYilà, capo"olgt'rsi, rimbalzare, I'Ompersi, frantu mal'~i, conficcar si nelle ossa, perdersi n elle pa l'li molli, ecc. L e ferito quindi come fatti obbiettio,: of· friranno sempr e quelle stesl'!c indicazioni, quelle ~LMM deduzioni di pt·obabilità di esi Lo, ncc.• che avrebbol'o ntl'erlo, date identiche lesioni, se prodolle co~li antichi pt·oiettili, !<pin li dalle 11nliche potenze. Il I.egouest, parlando tlelle analogl.e deduzioni che alcuni superficiali osservatori volevano trarre dalle molle a pur ra.dicali j11novazioni apportale alle armi di guena duJ'an te 18 campagnu di Crimea e quollu d'lLalia (1859), diceva: ~ .Ma le


BIBLIOGRAFIC.\

81t

• dift'er enze cleA'II .. trelli non sonCI tali da do ver e moùificar•~. e 1 meno por sconvolget·e i precetti della cltirurgia degli t>Ser·1 citi •. ..... E noi ciò coscienziosamP-nLe cn~cliamo polcr· ripetere giudicando le ultime ir1novazion i per quanto militarmente ed amminislratioamente importantissime. Ma Ja eu ra an ti~H·ltica? Anzitutto ancor·s oggidi e nel campo più elevalo deliA clurur~ia ]a questione non e pi~namPnte risolta: alla antr-.epsi aleunl oppongono ed antepongono ancot·a l'asep!'i e la c redono per sè valida G sicura atl ottenere, ed otten gono, egregi r·isultall. Ora l'asepsi aulica r1uanlb la d1ir·urgia, s i pet·rezionò a fu ridotta a vero m etodisroo appunto la prima volta nellll guet·ra america na e poi nella guerra Ira neo-germanica. Certo l'antiaep~ i é valiùrs~Jm& e ouo,;ssima r il:Or!'a (l} cut·ativa, rou in guerra se uon coadiuvaLa da tutti i più sicuri mezzi della asepsi rioscir·a ben meno, ben poco et'fìcace. Al posJ.utlo ci perme tterà qualche più mi Le e piu fortunata indicazione apPra tiv A; ma non Vtlrr à a ùi!'<lnr:.rgere i vener·ati prer~tti dell'osc:;ervazione rRccolli nellt• guerre' pa::;c:;ale.. .... L'o~"SPn•azioue 1> in fln dei conti la !'<lla inrrollabilcl base utJila medicina, e nelle due lungb~ e ~rav1c:;~irue guerre sovra rrcorùale essa ha raccolto immense, endrscuUbill elemeull ùi sludio e progre!>so ...... E ppoe è vor·o elle della anlisepsi chir urgica non si ra pa rolt~ 1 Ma se buona pflrle del 3• volume é consagt•ata al s uo ~ludi o ed ai l'a lli r elativ i anche r eceutissimil Questo é Il vero valore di quelle due slupent!e oper·e, che costituiscono appunto la ~lorra per• ora più ampia e completa della chirurgia di guerra . B.

Oroo. B.osu I taliana. - Comitato centrale . - Resooonto Per l 'anno 1888. - Pre~> i ùen te Conte G. L . D BLLA SollfAGLtA. -

20 O.pl'ile 188!).

Per rispondet·e al cortesissimo invio fattoci del R e~oconlo sovr-a accennato, cr ediamo opportuno ed mleressanle brPvemente accermare i r isultati che da esso dimoslranst ottenuti pella benemerita istituzione. telt) A veee di nuovl~slma bisognerebbe ben dire ri11novala e l' asepsi c l'llflltPII non erano Ignoto nd Ippocrate, n Galeno 1


IUVISL\

Adempiendo ol disposto dell"ar·t. 15 dello Slalulu, l'illustre Presidente dell'Associazione italiana ha pre8CIIIalo ul Consiglio dir·ettivo per la ter·2a voltn il Rendiconto gonol'ale, riguardanlo la gestione pe1· l"a11n0 1888, notando l'incrernenlo della 1sti luzione. r sotlo-comrlali regionali ola 15:1 cile erano allo spirare dell'aprile 18!l8, !'Ono og-gi aumentali a 224, recando ulla a-.~C\cia­ zione un contingente di ben 2000 nuovi soci..... . O;.:~uh questi sono in complesso circa HJOOO. Nei solto-comitali ~ì ì!'liluirono diver se sezioni femminili, sicché queste sono oggidi ascese a ben G3, ello git\ oper·osamente concorsero all'incr·omento dell'opera in ispecie da dopo la convocazione in Rorrra dell:l Commissiont! :-:.uperrot·e delle Dame, tenutasi solto la orcsidenza della no~lt·u augusta Regrna ..... Basti lo accenllflre che con divet'Si mezz1 seppal'o esse sez10ni raccogli eL·~ ben iiOOO lire, oltre ad una ingente quantità d'og~elti, in ispecio hiowcherie. Auche oll'esler·o le Delegazioni nazionali hanno foLto mollo, e Lt•asmist1r o ben17000 lir·e cit·ca i n di versi modi r•ocr~olle. Il capitale patrimonialedel Comitato centrale eu c al t' ;.:onntlio J&Q8 ascendeva a L. 2,902,~:l0 48, con un materiale del valot·e di L. 6!l7,20i c ' (uindi complessr vamente L. :i.5!l9,H6 iS, al 31 dicembl'e di esso anno era costituilo di L. 2,873,53i 27 pel capitale, L. $1~18,593 34 p el mal(>r iule ecioO:: in totale L. :J,8:12,1312i, con un aume nto quindi di L. 2:J2,084 73. Aggiu11p;et·e per•ù vi si deve il cupi tale doi soLLo- cowilali (cir·ca L . 408,000) od H loi'O m<J~erial~ (L. 125,000) e quindi complessivamente L. 532,000, con un aumento di ben 118,000 lire: l' AssociazJOil" in totale avrebbe quindi un patrirnonio di ben 4,365,000 lll'e crrca. Il sollo-comilalo di Lucca ha provvisto un o~'<peda•e Ja guerra di f>O lelli, ed uno identico ne sta al!esterHio quello di Genova. Fur·ono spese 40,000 lit·u nella provvi!:ilL' di 111uterie prime da medicazione, da l'enderl)i antisettiche al momento opportuno. Fu provveduto il vestiario del pet·souolt>, compreso quello per gli ufficiali addeUi agli ospedali di J!UerTa. etl i relativi oggetti di e<lujpaggiam~>nlo Gli arruolati che rivestono il carattere di uf'ficiali sono 256. Furono allunli corsi di istruzione per il personole presso i.

diversi comiLali; ed anche dei corsi speciali agli oporai delle


BIDLlOGRA fiCA

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officine ferrovial'ie, per ammaestrarli nelle lrasformnzioni necessnr·ie per i lr eni-ospedaiP. A gior ni ~(lrà pubblica ta la seconda pa rte del Regolamento di guerra. Fur·ono diramato tutle lo istruzioni ai sotto-comitati per la mobilitazioM. Ricorre ndo l'Anniversario (co.~i è detto) della Convenzione di Ginevra il Comit.ato internazionale di Ginevra lo volle solennizzare pubblicando le m emori('O dPLlale per l'occasione dai divers i countarr, ed il comitato italiano mandò pw• la Rua indicando Al fa llo ed a quanto inLerrdo g radatamente fare. l lodevolissi mi risulta ti realizzati sono l'elogio fo r•male della benemerita A ~<~ociaziorH•, o della zelante di1·ezione, come sono au:ura arra del s uo largo benefico uvveni re. B.

!'rattato teorioo-pra.ttoo di materia. medio& e tera.peutloa v eterinari&, p el dott. BR USASCO cav. LORENZO , prof•ss01'6 e dir•oLtor e di clinica modit:a nella R. scuoto 811perio r•e di medicma veterina r ia di Torino.

~nn lavoro compiuto, redatto con elevati intendimenti, con eminente prnllro criterio e che rnet·i ta d'esser e ap prezzalo ed encomiato...... Fa onore all'autori' ed alla scuola veterinaria di Tor·ino B.

Ua bleDDto dt olinloa ooulistioa., pel doll. G. N oRSA. Nel 1886 il don. Norsa apl'Ì llll drPpem;ario oculistico rei poveri; nel 18S7 vi aggiunse una cac::a di stllute oLlalmica. Dal 1' s eUembre 18B6 ali• settembre ~ ~~8 ebbe cosi a prei'llare le sne cure a ben 1 ~63 infe rmi.. . ... È di que;;Le c ure che il Nors a dà conto nell'opuscolo sovt·a occcn nato. Nelle brevi 1\lorie cliniche che lo cor r·eda no sono ripo r•Lali a lc uni casi veramente •nteressan ti (Una cataratta pun tegoiafa legata a diabete zucehe,.ino, mtli prima sospelialo. - Un caso di lttMa.:ione •~ont~nea di lente trasparente nella camera anteriore, con rr~>acrta r idu..rione). B.


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III VISTA

Dea voiea de propa.ga.Uon dea baoilles de la. tuberoolose, pel doLL. De To)1A, lenente medico deUa mtlizia rnobtle. Comunicazione al congr·esso per lo studio della tubercolosi.

Da diver•se esperienze sui conigli l'autore é inùolto a credera che i bacilli si diffondono per conùollt linfalici. ...•. Egli p1·aticò le inoculazioni alla cornea. B. La prlma lntubazione della. laringe per orup fa.tta iD Italia ooll' appa.reoohto dell' O'Dwyer, pel ùotl. C. F. EGIOl.

Ver·amenle nun uno ma due casi riferisce l'aut•1re eJ entrambi sfortunali ..... . Non é quindi certamente per· essi che potrà giudicarsi il metodo: eùbo ed ha faullll'i convinlt; f.. surfragalo da ftttti, da statistiche «plonrlide, ru e sora qumdi lecito Lenlat•lo eù ò lodevole l'ove rlo LenLal o.... .. Ma la. g-ru ve questiono tlella s ut.t s uperiorità di fr·onle alla tt·acheotomia t•est.a per lo meno molLo dubbio. B.

Impiego delle ferrovie pel t rasporto del malati e ferUl ln guerra.. - Treni aanttarl, pcl doU. Gto. FnA 'ct:sco RANDONE, ma~giore modtco. - Con 5 Lavole o 52 ligut·e.

La cliscus~iooe ,Jello speciale argomenlo fu pal'lP (vol. Ul , perle 11, capo 23•) integrante d'un lavoro ben più Ampio e com· plesso, che ha per ogg••Llo la costruzioni' o l'eserc·t~tU delle str ade ferrato e delle tram vie, t·edaLlo da una cl ello di ingegneri specialisti, solto la d11·ezione delringe~ucre Fad 111, con intento. prMipuamente pratico, ed edito dall'Unione ttpogra· fico·edilrice Lo ri11ese, 188fJ. l n onta al tenue volume, qu esto lavot·o dell'egr•.. !.(iO collega~ offJ·e La le interesse pt!t' !'ampio erudilo studio d1 lulli g•i s··r lll anl.et•tot·i, pel pratico succoso o rdinamento della materia, per la ricchezza gtU,tiziose delle IJ~ur·e, ecc., e pPI' le pt·aliche esaLltssime deduzioni conclusionali du dovet•e t>ssere addtLBlO ai colleghi con qualcho dettaglio onde possano come meri!a apJH·ezzat•lo e procut·at•sene uoa precisaconoscenzo.


BlBLIOGRAFICA

X15

prima parte che tr alta dei vad 1110di di aùoper aro il 1illliAI'i:a le ferroviario si accenna al modo di utilizzazione senza ~iale pr eparazione; ai modi di traslor·rnazion e di osso ma-

feriale (veicoli ado Ui, attrezzamento, materiale letlet•eccio), e eoo tuLli i più ùesrderovoli dettagli s i par·la ùei mezzi diversi di aoepensione delle bot•elle (con appoggio sul ~uolo, con allacchi al lello, sospensione e sostegoi alle poreli, sistema misto), al modo di loro fissazio ne, e desct·i vendo le l'orme spt!clali più a pprezzale ed adottale di esso barelle. Un capitolo è coosagrato alla aereazioue, al ris caldamento, alla illuminazione del va goni , un aiLt·o all 'at•eeJom>~nLo ed accessori pel servizio; 110 altro alla co<~tr•uzione specrale del materiale di traspot•lo adatto p61 ~er vizro malati e rerrti. l.a pru·te secondo é destinatn sila spocializzota descrizione dei treni tt·asporto-feriti e dei treni- ospedali (veicoli, attrezzi, llleeS"'ri). La terza parte finalmente lrotla della composizione e runsionarnento dei treni sanitat·i: dà le norme nostre regolamentari; descrive le monovre di carico e <~carico. Accenna oIle più impor tanti re~ole igieniche relative e finalmente ai modi 1ti disinfuzione di essi treni. ChiudeAi l'iwportanle lavoro corr una compiuta bibUogr•afla rerau,·a all'argomento. Le ta vole r·appresentaoo lo 1•, 2· e 3" (con 13 flgut•e) un Lreno08pedale della Croce Rossa italiana; la 4"' (3 figu re) l'oltrezzamento 1'\lli(olamentare di un carro da 8 ferili d'un Lreno-tra8p011o-Cet·ili, la 5" da il grafico dimostrativo del ser vizio sanitario in compa gna. L'indiea zione sovra accennata degli argomenti discussi Ol:edo baslt~rà a convincere i lelLori della sua importanza: io Olio asserire che è un lavoro compiuto, metodico, della lo con •era cognizione tlell'at•gomenlo e pel'ciò veramente utile .. ... Baso al poslulto ra onore all'egreg io nostro collega. J3AHOFFIO.


~1 6

IHVI STA BIBLIOG-RAFICA

Parallal del e• palo da trauma. sul oapo . - Do l L. FERRJ L.

Dopo uu accurato, sicuPo, logico studio del caso, l'egregio autore è indotLo a con chiudere doversi solo con qualcbe rise1•va accettar e la proposizione del Mouthner , che le paralisi de1 nervi cranici consec~;~ live a trauma e bilaterali, in ispec1e dei nervi abducenti debbano ritenersi di origine 11 ttClL•are.. .• Pare meglio s icuro il ritenere che più freq ueote111en le la causa della paralisi sia Ja t·icercai'Si alla periferia della cniiA craniaua e non dentPo la compagine della mao:;sa cet·ebrale.

B. Tuberoolosl delle oavltà nasali. faringe, velo pendolo. ton· sllle,llngna,apparato uditivo.- COZZO!.. INO dolt.VtNCENZO.

Sono poche (6) lezioni nelle quali l'autore ,ha spigolato e l'iass uoto quanto ru scrit.lo sull'aPgomento: naturalmente se un po' largo s;pazio accordò alle patologiche discussioni, eri alla' sinloma tologia speciale, la parle pr atica, la tera peutica s i riduce, e noo pote va e ssere aiLrimenti, a beo poca cosu, a lla indicazione dei mezzi generic i preconizzati per le afl'e· zioni lulle di na lUI'll tubercolare. B. I nuovi regolamenti aulla prostituzione e protuass1 della. s11l11de. - Dott. PERONI .

Relatore della commissione nominata ùalla R. società d'i· g ieoe (sede pit~montese) per lo studio della g ravissima que· s tione ..... Le conclusioni sono conlJ•arie ai nuovi r egolamenti: si ba sano però sulla discus sione teoretica di essi, non su fatti probator ii, che finora era impossibile raccogliel'e suf· Hcienti e valulat'e colla necessaria ponderazione e colla equa larghezza di vedute che solo col tempo potr anno valere a con· c retivi giudizi positivi e positivamente efficacL 1:1. 11 DìreLtore

OoU. FELICB BAROFFIO generale medi co. U Collaboratore p erJa .R .• Marina GIOVANNI PET ELLA Jleàico di i• ~laue NUTINl FEOERICO,

l l .Redattore CLAUDIO SFORZA Capitano medi~

Gerente.


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BlMO:R.l:E

O :R. l : G l : N A L l :

REL\ZIOXE Al\ITARIA SI: l

HRITI ~E L Lfl MBATTI~IKNTO DI S ~GA NRITI l.elln alla conreren~n scientillca d1•l me:se Ili aprile nell'oipe(lnle militare prioripale di Roma dul dott. VirgR IIito ~l .. rie, tt.•nente medico.

All'nlbn del giorno 8 ago ~ lo dell o ~cor:;o anno avveni1'a uno ~cor11r·o fra 700 bnsci. hnwc, so ld<lli inti igeni addelli al servizio italiano nei nostri possedimenti d'Africa, ed una banda di armati ):Oito il comando di Oehch, cnpo ahis~ioo. Il teatro del combattimento fu nel Tigrè, parte orientale dell'.\ hissinia e propriamentE' in una locali tà montuosa appellata Saganeili, distante circa l 00 dr iIom. ùa ~fassaua. L1 nostra colonna, che era l'allanautt', comandata ùal ca.pitanu Tolllo t:ornacchia, ave1•a la mrsstone di eseguire un eolpo di mann dirNto ad impadroc.ir.;i della persona eli Oeheb. parti Ila \ r~iko la none del ~ a~o:.to ; ma nei giorni seguenti , lllanrando notizie sulle sorti da l:'ssa incontrate. c pre\edendost an pos,iuiludisastro. il comandante del campo d' Arkiko di~pose ehe la srm del giomo 7 del mese ~te:;~o io mi recassi, pus· sando por lla-à, in cerca ùelln meuei\i ma. Sicchè in e!ìeruzi.c;ne di tale mnntlnto, provvisLom i ùi conveniente quantitiL ds materiale snnitat·io, segui to du una scorta tli 4 l.Jasci-lHlZUr·, parLii PPI' quella I'Oi tn, e dopo nver percorso 50 cltilometl'i 5:.!


I1EtAZION.E SA"ilTARIA

! .

circa di cammino, raggiunsi al l'alba del dì 8 agosto ad Ua-,a un distaccamento di 4 00 basci -buzuc, comandalo dal capitano Amegl ia Giov. 'Battista . Ma neppure quivi si avevano ancora notizie della Cl)lonna in marcia e solo nelle ore pomeridiane del giorno dopo lo scontro, cioè il 9 agosto, quando cominciarono a giungere i prim i fer ili ed alcuni fugg iaschi scampati all'er.cidio ~!vvenuto a ~aganeiti, si seppe delta roll.l1 completa dei nostri ua:sci-buzuc e della perdita ùei 5 uflìcinli ital iani, che ne ~~vevano il comando, morti combaLtendo da ero i alla testa dei propr·i i soldati. Il numero dei feriti ·raccolti superò il cen-t.inaio e non avrei parole adeguate per descrivere lo stato miserando con cui si .presentavano quei valorosi, che digiuni da due giorni si erano a piccoli drappelli "trascinati innanzi a stento , ed aiu· tandosi vicendevolmente avevano percorso lunghi tratti di strade sassose e costitui te da sentieri r ipidi e su terren i montuosi quasi impraticabili. Sul loro volto erano impresse chiaramente le note della più grave sofferenza, la quale, esacsrbata dal dolore della !<ubìla sconfìtta, era però sopportata con calma e con dignitosa rassegnazione. Seguendo i precetti oggi dominanti nella cbirurgia di guetT!\ mi limitai al posto di medicazione al le operazion i di urgenza, dirette sia ad im pedire le emorragie ed altre compii· canze, come ad assicurare un trasporto all'ospedale il meno che si poteva dannoso. A tal e uopo non appena mi si pre· sentava un ferilo provvedevo mediante eccitanti a solleval·ne le forze estremamente abbattnle e poi a scov ri re colla massima cautela la regione fer ita, che istintivamente gl'indigeni avevano ricoperto con qualche straccio del loro sciamma. con foglie di alberi e taluno anche con tabacco da sigaretlePer detergere le ferite feci largo uso di soluzioni di Sllblimato corrosiYo al1'1 per •1000 e di acqua fen icata a\2 per 100,


SUI FERITI !\'EL COMBATTIMENTO DI SAGAi:'IEITI

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yrecau.zione r ichiesta, oltre che dalle comuni t·egole antisettiche ) anche dal' falLo che parecchie ferite osservate due giorni dopo il combattimento brulicavano già di numerosi vermicciattoli. Eseguila una scrupolosa lavanda colle solu· zioni accennale e cosparso le lesioni di continuo con abhondante poh'ere di iodofo:·mio, di cui ero largamente provvisto, applicai sulle regioni offese, previo !IU sufficiente strato di eompr·esse di garza e di colone idrofilo, un bendaggio contentivo con fasce di cambric l'li sublimato. Questa medicatura potelli riscontrarla molto vantaggiosa, perchè durante il lungo e difficile u·asporlo si mantenne bene in sito slante la facilità con cui le bende di carnbric meglio di quelle di cotone si possono adattare su qualunque regione del corpo. Dopo le operazioni chir·urgiche eli urgenza e la medicatura antisettica, la mia attenzione f11 seriamente richiamata sul modo come provvedere al tt·asporto di tanti feriti , e' le diffi • coltà da superarsi non erano lievi. Icmanr.i tutto non disponevo che di 6 barel le e volendo improvvisarne non avrei potuto praticamente adoperarle per la notevole distanza a cut dovevano essere trasportati i feriti e la derrcienza di pel'sonale adatto, c,ui affidarle. D'altra parte il materiale per poterle costruire mancava assolutamente. L'unica risorsa del momento em cost ituita da c:.irc<L 25 cammelli e da 6 muletti, e slante l'ot·dine perentorio di partire senza ulteriore indugio, facendo di necessi tà virtù, dopo applicato adalle stecche di legno ben protette di ov:.1tta ngli arti feriti, caricai sui muletti i pi(t gravi, sostenuti lateralmente, o almeJlQ so!'vegliaLi. da 2 basci-buzuc, e gli aiLt'i su i cammelli colle precnuziont> ehe ogni singolo caso r ichiedeva. Non omisi di proYVede!'e ogni fedto eli una gh irba, specie di otre, piena d'acqua, e la colonna, protetta da oltre trecento uomini armaLi, verso la mez~anotte dell'11 arrosto si diresse acl Arkiko. La strada. l!>


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R&LAZJONK SAN ITA RIA

che quivi mena da Ua-à è per molti chilometri infossata in una gola, ove fortunatamente il terreno non pr·eseota grandi accidentalità e poi si percorre una vuslrt pin nut·a di sab'biu, onde noi ritorno non s'ebber·o inconvenienti.:\ questo deve a~giunger$i che il mot·ale ùei feriti si mantenne sempre talmente elevalo da far loro sopportare senza muovere al cun lamento tutte le dolorose scos~e prodolle dal mo,·imento di beccheggio dei cammellt e (Jopo qualche fernHtla :ìi giunse il giorno seguen te ad Arkiko con lulli i feriti in I1110ne condizioni. Ma qui vi per deficienza di locali non Lttlli potettero de· l.iruLivamente l'icoverarsi e dopo un giorno di rijloso una buona parte fu in\'iata all'ospedale ci"ile di :\Iassaua. Come ho accennalo raccolsi oltre 100 feriti, mn per la mancanzn rt:\soluta di tempo non ho preso nota che delle ferite di ID11ggiorc importan;~,a, lo quali raggiuugono il numero di 62. Devo notare inoltre cho di tutti questi ferili sebbene mi fossi proposto di se:ruire il decor:>o e l'esito delle lesioni. non ho potuto fado bene che per quel!! ricoverati all'anfermeria di Al'kiJ..o, ov'ero addetto, sollo l'abile direzione del capitaoo·rr.edico Scaldara doLI. Giuseppe , o nel ~egueule succinto rcsoconlo ho clnssificnlo le rer·ite secOtl(l o le regioni offese all o scopo di trame quulcho coosideraziune per In statistica, la 'Juale, sebbene limitat;t ad un piccolo numero di ··asi, viene anche in questa ci1·costanzaa confermare le os~er­ vazioni falle nelle grandi ::uerrc moderne. Ferite .. un tcs(u.

'' · Odug il/oammed, buluc-basci dell'orda' di Moncullo (·1). - Fu feriLo con arma da fuoco alla regione occipttale ed il proiettile dirello dall'allo al hasso e da destra a sin1-.lra, dopo ( t ) Il bulue·ll.'lstl è un graduato che comnntla nn lmluc, forll •Il ~ uomini (bnscl-huwe).


SUl FERI'l'l ~EL COHBATTI MENTO DI SAG-A."{lUTI

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di avere interessato il cuoio capello lo e sfiorato l'osso occi pitale sino alla diploe per la lunghez1.a di 5 cen timetri, producendo una ferita a semi canale larga un dito , strisciava sulla. regione soprnscapolnre sini stra, di co i feriva solo i tessut:i multi. Lo lesione si presentava coperta da una dura crosta di 5angue e seubene l'individuo accennasse a qualche dolore alla LesLa non fu giudicata grave. Infalli ricoverato all'ospedale civile di .Massaua guari senza. reliquali ed in poco tempo . 2. Hawnecl S ciabra, basci-huzuc {11). - Fu ferito da <lue piccoli proietLili d'arma tln fuoco nlla regione media na del· l'occipite, i quali inlet·essaodo solo il cuoio capelluto nvevano prodotto due feri le lacero-contuse molto irre~olari. ed è probabile che dess1 anziclu} di piombo fossero pielruzze con cui ~l i abissini lalv olla cari cano i fuc il i ad avclllcarica qt1ando difettano di munizioni. Qu esta suppos izione venne in parte confermata dal fuLto di essere l' iu di viduo sta to ferito a poca distanza ed in tal caso i proiellilì dì piombo non a\'l·ebbero eausatu ferile lnce:·e. Le suddette ferite si presentarono sin da prima di non molta entilit, tnnlo Gite il paziente stesso non volle ricoverare ~ Il ' ospedale e guarì dopo 1i5 giorn i di ~ura nel suo tukullo (2). 3. Saacl J~fah mad, ba~ci -huzuc . -Fu ferit o anch'egli da due proiellil i d'arma dn fuoco 11ll:t regione occipilll le, di eui uno al lato sinistro e l'altro nlla parte mediana. ~on essendo ìnler·es alo che il solo cuoio capelluto, da cui fu estratto un proielllle . l' individuo guarì iu poco tempo e fu curato SOlto la pr·opria capanna. 4. Hc(med Omadcn·, ;uasci-IJuzuc. - Riportò <tl la ref(ione occipi talè una ferita d'arma da taglio, lunga circa 1O lt) Il bascl·buzuc é indigeno arp:~rtcnPnt~ a tribù diver~e. a~soldnto d.al

soverno italiano. (i) CPpnnn(l. eli r·t~.ml d'albero.


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RELAZIONR SANITARIA

cenlim. , direua da destra a sinistra e profonda sino all'o5so. Lo stato generale dell'individuo accennava ad una commo· zione cerebrale, da cui ben pro:~to si 1·imise ed in :-.eguito ~otuarj completamente. Aveva anche riportato una feriln alla mano sini stra di cui parlerò nel capitolo degli arti supel"iori. 5. Said Jlloammed, bn,.ci-huwc. - Si III'Cseutò con una ferita d'n~·mn da fu oco nlla regione parotidea destl'il, ore il proieuile era penetrato in direzione dall'alto al bas,<o e doll'indietr·o in avanti, e strisciando sull 'angol o della mascella inferiore. J·asentalo il fascio nerreo·vascolarl' rll'l collo. si fermava :>OLIO l'aponevrosi della regione sottu-mascellnre ~i­ nistra, donde fu estrallo sent.a difiìcolta. ~ esso n 'n,.o d'importanza essendo stato le5o non vi fu emo!'ragia. Però la presenza del proiettile a ve' a dete!'minato una n1He\ ole infiammazione nel tessnto connettivo della reginn o ioido:1 e sotLo· mascellarc sinistra da molestnrc un poco il pazi<'nlc, il quale accusava llll vivo dolor·e al punto O\'e s'era lern1111o il proiettile. Ricoverato all'ospedale ci,•ile di ~J assaua m• u~cha poscia guarilo. 6. Jlloammed lsmail, basci-huzuc.- Cn pit·colo proieLLil e penotrlllo verso l'ang-olo della mascella ,; ini;o;tr·n s'ern fermato st>llO la cute della r<'~ioue souomascellat·l! ,:.trrispondente dopo di nver in parte sche~p-into l'osso . li proieUi le fu eslrauo facilmente ed in segutto l'individuo ::-fn;::.!t alle mill ricerdJe. 7. Dawl Js,,wil, ba~ci-hu1.uc dell'orda .\ dillll· - Riportò uua ferita d' arma da fuoco alla metil ùe~ lra del viso. Il proiellilo diretlo dall'allo al basso o dall 'indietro in avanti par'Liva in Yicinanza della commessura pal pebralc e-terna. nel tragitto scopriva e scheggiava l'osso zigomatico e quindi aspot•t<wa la pinna nasale destra. Questo basci -liuzuc fu 10vialo all'ospedale ciYile di ~l assaun, oYe non avendo forse \ oluto


Slil F~: lllll NEL COMB.ATTiliE~TO DI SAGAN.EITI

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· ad un'operazione di autoplastia guarì con una eiealrice, che cau·ò ectropion della palpebra inferiore destra. 8.llammed Jfammed. basc1-b uzttc dell'ordadi Tnulud.-Un piccolo proielli le gli penetrò nell'occhio sinistro dopo di anr forato il quarto interno ùella palpeLra inferiore. L'occhio si mostrava iperemico, v'ern fotofobin, J'indiYiduo accusava vivi dolori cefal~i(·i e cecità dell 'oct· hio ofl'eso. Infatti ricoverato all'infermeria di Arkiko ne ust·i con cecitit monoculnre. E~h presentnVIl un'altra ferita nll':\vnmùraccio sinist1·o, e non se ne tPI'rà pa1·ola in seguito perchù uon era di grande entità come hn fallo 111 molli altri cnsi identici . Ferite nl peUo ed a l dor8o

9. J\loammed Alì, basci-bnzuc dell'ordaAdam.- Fu ferito cun arma da fuoco alla metà siuislra del pelto. TI proiettilP. penPtrato nel secondo spazio intc1·costale sinistro rer:-o la li· nea ascellare nnter10re dopo aver probabilmeute inte1·essa1o il plesso brachiale usci m \'er:'o l'angolu inferiore della scnpola sinistra. Nel momento in cui il paztente fu raccolto. cioè tre giorni dopo il co mhattimenl o, v'ern lie,re emorragia c<l u~;cu­ sava dolore i11 coni.sponileoza dl'll'articolazionc acromio-claYicolare. Pote\ a camminare lentamente. cnn an dosi molto dal lato ferito e sebbene la re3piruzionl' ro~se un po' nn~allle. e lo statn genel'ille piullosto depre:;.;o. non ''era reazione febbrile. L'ascoltazione face,·a notni'E' aboliLo il mormorio vescic?lar•e nll'apice sini stt·o del polroono, aflievolito all i! base corriSpondente ed alquanto ::spro per la respirazione di compenso alla metà destra. Questo ferito tra:-;portalo all'infermeria di A.rkiko non presentò nei primi ~ior·ui sinloroi allarmanti, anzi. 118 per l,1 limitata secrezione dai due ruri della ferita. come per la persistente mancanza di febbre e le lodevoli condizioni ge-


824.

RELAZIONE SANITAIHA

nemi i, tweva lasciato molto a sperare di sè; ma dopo 12 giorni le cose cambiarono improvvisamente di aspetto. L'inlermo cominciò ad accusare pii! vivo il dolore all'estremità r<uperiore sinistro del torace, la febbre presentandosi con t~ccessi di brividi oltrepassò i 40° C. nelle ore ''e:;perline, si notò un appianamento dei pr·imi quauro ::pazii imercostali sinistri e poi addirillura una tumefazione assai dolente alla pre~siooe, mentre il gonfiore io,·ase anche l'articolazione omero-scapo· lare ed acromio-clavicolar<>. Inlinf' il dolore sulla .re~iono lesa si fece tanto intenso da non lasciar piu ripos:-~re di nolle il po\'ero ferito, che per l'insonnia, la febbre e l'inappetenza cadde in uno stato di prostrazione. Al 17u gior·no per di più un grave incidente venne a disturbare questo statn rli co~e già ahbustanzu male incnmminato, e fu cau~ato dagli lltessi parenti d~ll'inferrno , i quali nttribuendone le :;oll'erenze n raccolta di sangue nel torace. pro(illnndo di uu momento in cui era assente il per·sonaledi servizio, misero in pratica un'antica consuetudine, che hanno gli arabi di curare molte inforrnità cc•n pr·ofonde scarificazioni, ed inlissero nelle vicinanze del foro di uscita delta ferita tre tuhetLi, da cui un faltui'Chiere succhiò del i'anguo. Dopo questo nuoyo Lr:urmatismn l'indi,·idoo peggiorò rapidamente, ud il dolore si fece intenso al punto che non si potè vincere l'insonnia nemmeno sotto l'azione del dorai io. Jn queste deplore\'Oi i condizioni il ferito fu per ra~ioni di convenienza traslocato all'ospedale crvrle di ~f assnua, ove mori dopo due giorni di degenza ed all'autop;ia si riscontrarono le nore di nna polmonite tr·atunatica. Ciò che sorprese in quest'infermo f11l' assenza per l~ ).!inrni di febbre e dei fenomeni infiammatorii, che poi produssero la morte, assenzn che per giunta si accompagnava a uenessere del paziente, il quule respi rà\'a con poca diflicolla, mangiava con appeti to e si muoveva senza solfereoze. Si tratto.vn però


SUl FERITI ~tL \.:0)1BATTiltE~TO DI SAG.UU:tn

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un giovanotto a 'l r>anni e di costituzione gracile, la quale DOD pre~entava le condizioni (lpportune per re:;islere ad un processo morboso cosi gra\"e. t O. ! di'fs E ctì, hasci -bnzuc. - H.iportù una. ferita d';u·mn da fuoco alla regione c;oprascapolare destra. Il proiettile strisciò dall'alto al baso <' dall' estorno alr interr.o. ma non produs,;e altra lesione l'lte l'asportazione a forma di doccia dei soli tes:-ut1 molli . sitchi• l'indi,•idno in 15 giorni guari. 44 . 1/aamnwd Saale, lJnluc-hasci. - Pr~sentavn 'i varie ferite d'arma da fuoco al dorso prodotte da pr·oietLili striscianti. che l'avevano colpito superficialmente in direzione trasversale di\ siniiltrn a destra, o riceverlin, e non penet1·nndo in cavi tà avevano prodotto le ·ioni semplir<'mente dei mu!>coli del c! orso. Guarì and1'egli in poco tempo c riprese servizio. t ~. A hdat Giamà, buluc-hfl:;ci dell'orda di Arkiko. Riportò una }!rave ferita d'ar·mn da fuoco. la quale nllraversò il torace Il proiettile avem il foro ti'entral~l alla regione anteriore dell'articolazione omC'ro-scnpoln re destra e di uscita al punto medio. terzo superiore, del lato de~tro del clor~o. Non ''era quindi duhhio sulla penctrazione nella ca ''ità toracica donde usci\ a specialmente nei movim enti espiratorii notevo le quantità di sangne, sebbene questi fos ero anche molto limilati per· rl dolore, t he provocavano nelle vicinanze della lesione. L'esame obhietti>o accennava ad una polmonite traumatica e l' infermo. giunto ad Arkih.o n~sai estenuato di for·ze dopo il luncro ed incomrnodo viaoroio fu il di seoruente iuvialo "" nn ' ,.. all'ospedale civile di Massaua per il nurare stato in w i versll\':1 . lo se~utto non ne ebbi noti?.ie precise, ma si dis~e rhe vE>nne a soccom here. 13 .•1U iVloamm ed, Lasci-IJutuc. - Gli vennero ri~con­ tr:ate tre feriLe d'arma da fuoco al quarto inferiore del dorso, dt cui duo in vicinanza della colonna vertebrrtle e l'altra ver~o


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llEI •.HIOi'iE SAi'XlTARl.\

il limite intet no posteriore della regione ìpocondrìat·a ·dnistra. llroùoue ùa proiettili :otri·cianti e non pcnetraol i in carilà avevano solo asporhllo parle dei lcssuli molli. donde la facililit <l'una rapida vu nri~inue .

l i.. lt/J'i.o; Jfoammecl, hasci-hnzuc. - Sì riscuntrarono i\U quest'indi geno due ferite d' nrm:J ùa fuoco in 1 ICI Danza

della spina iliaca antet ior·!<uperiore sinistra. stn.;nanti nel eonnettivo souoculaneo. 01 c i pro1e1tili proùnsser·o due fertlo n caunlo. Monlre ùapprim:l v'era :-;o~pello che fo~st' interussala la cavitit sol tostante, iu segu ito si riscontrò ille~a. e si ehbe nna [I!'Oll ln r:uarig-ione. 1:). l f u111med (;o mari. basci -huzuc dell'nrtla di Taulud. - Riportò una fel'lla d'arma da. fuoco all"ipocondrio òe~lro. la qu.1io direLlu dall 'a van ti all'indietro ioteressrt\'a t11 essuto con netti vo ed in ptu·le il muscolo quadrato dei lomlu. Era dt forma a 1·:mnle ma 11on penet rante nell'addo111e. t:unica mo· lest ia che pr·ova' a l'individuo proveniva dal dolon·. che su· sci t:wnno 1 mo' imenti re~piratori sulla parte addom.nale fertl:t L'cbilo fìnnl e fu la gunri~ione flopo circa. 25 giorn i di cura. 16. llamnwd Omar. hnsci-hnzuc àPil"orda di .\ rk1k11. - Fu fento con arma ùa fuoco il cni proiettile en1 r·aro an1e· l'iormente a ci rca '. centimetri dalla spina iliaca aulrr ,ore :-uperiore sin istra, se:wendo un cammi no a~~ai curvo ern oscrlo nl Lerzo superiore della nali ca sinistr·a. Anche in questo caso non si potè decidere subito se il proiettile ro~se penelralo ol'Ila cariLà oddominalc, ma in seguito. parì ogni dubbio c l'inùrvidno gua rì dopo circa un mese senza reliquati.


SUI FERITI NEL CO~B UTIMENTO DI SAf.ANEITI

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f7. A U Z ai, hnsci-buzuc dell"orda di Ark iko. - Fu medicato per una reritn d'arma da fuoco, la qunlo presentAva il loro d'entrata al limite anteriore dell' ipocondl'io de~tro. all'altezza della cicatrice ombelicale, e di uscita n circa } centimetri dalla spina iliaca posteriore. \"era dubbio fondato che fossero intere,sate le pareti addominali ~ino al perilonco. ma poi non ·i ebbero fenomeni da fat' sospettare una peritonite. Però l'indrn duo arvertiva dolori intensi lungo il canale della rerita e nell'addome tanto che ern costrelln n cammina1'e mollo COr\'0 in avanti. Dur:mte il trasporto da ra-il si dO\'PllCrO amministrare dei calmanti ed all'iufermeria di prc~idio di .\rkiko Jl(:l pri mi giorni di degCIJZil si notù reazione febbrile, tumefazione delle pareti addominali nel perimetro della rer·itr~ e discrelfl s uppu rt~z i o n e lu ngo il tragillo dell a medesima. La suppurn~ion e dopo poco più di nna seLLi nn nn nndò diminnenilo e venuto su le grn nulazioni l'infermo guad senzn poglullli ili SOI'Ia in meno di un mese . •~•Ue- a,;ll arH superiori (co n~pre~a In s palla).

18. Gabr Jl area, bn~ci-ùuzuc·.- Ferito con arma da fuoco ali., mano destra con asportazione delle prime dne falan~i del dito indice c del medio ))i proceJeue LOJ;Lo alla regolariuazic.ne dei lembi e d!!'articolazione dei frammenti delle falangi interessate. La ~>uarirrione fu mpida e dopo l O~>iorni l ammalnto lasciò l'infermeria. H). h /ds . l lì Ab(lbacar, hasci-lwzuc.- Fu fer·ito con arma da fuoco nl braccio de~lro eon foro di entrata al terzo medio della r·egione latera le estorn~ e di uscita al terzo inferiore tlell'intema. La diafrsi dell'omcro era sta ta ra!-lentnta, •

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REI.AZIO!'ìl:! S ANITARlA.

ma non sembrava inter·essata ed infatti la guarigione si verificò io l i) giorni. '20. Ifaamet Omwwr. ()asci buzoc. - Presentò duo fe· rito d'arma da fuoco al gomito sinistro e si nota,·ano ~olo i fori d'entrata :tll:l regione posteriore interna. Un'accurata esplorazione per ricet·care i proiellili riuscì infruuuosa, e l'e"· sere l'articolazione interessata poteva arguirsi solo dal dolore che il fet·ito accennava in corrisp•JOdenza della medesima, es· sendo la tumefazione mollo limiLatn. Dopo qual che giorno st manifestò urr po' di !'nppurazione dai fori accennati, la quale d nrò per ci rea 12 giom i e dopo un mese il paziente fu lasciato in libertit guarito con :o;emianch ilosi all'articolazione omero· cubitale. ~H. Hos an. K ulin, basci-bnznc. n colpo ò'arma da fu oco stri sciando stll le ultime 4. dita della mano destra inLe· 1·essò i tessuti molli òelle terze falangi sino a scalfire i tendini dei m1tsco li estensori . Le articolazioni erano ill e!\C, onde gua· ri;done senza rel iqoati. 92. Sf/id Aga.-;rtlem , buluc-IJasci.-_Ebbe una fer·itn d'arma da fu oco alla spalla destra con foro di entrata in cor· ri.;pondenza della spina della scapola e di uscita al terzo in· terno della regione solloclavicolare omonima. ~on si \erificò emorragia, nt\ reazione febbrile, nè altro fenomeno generale degno di nota. L'individuo accusa m solamente dolore nei mo· vimcnti respiratori , e sebbene l'osservazione obbiellÌ\'a la· sc1a '"e sospettare leso l'apice polmonare, dopo 2;) ~i orni circa di cu ra prllsso l'infermeria di Arkiko il canale si chiuse ed il buloc ·basci guarito completnmente riprese servizio. 33. l!ammed l sCt, basci-buzuc. - Presentò una ferila d'arma da fu oco all'avambraccio sinistro con foro di entrata all a regione latem le eslerua n3 centimetri soLto l'artico lazione


SUI F&IUTI NKL COMIJATTIMENTO 0 1 SAGANEJTI

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gomito e di uscita alla regione laterale interna. QuesL'ulera costituila da una larga breccia dalla quale si osser·nva il r.ubìto nei due terzi inferiori ridotto in fran~umi o In frattura v'era dubbio che si estendesse ono nll'estremita superiore, anzi l'articolazioneomero-cu bitalc~:ebbene non a vesse lraccie esterne di Lrauma pure si presentava tumefalla. Dopo eliminate le schegge la ferita quantunque s:rave non pre~entò 1lcona ct'mplicanza nel suo decorso ed in circa due mesi guarì con semiancbilosi dell 'art icolazione omero-cubitale, anchilosi completa di quella della mano, auoliti i m!wimenti di supinalione e di pronazione c sulla breccia non appena si copd di granulazioni si formò una vasta cicatrice. Al momento in cui l'indi\·rduo usti dall'ospedale poteva far poco uso dell'arto per i postumi descritti. U. llammed Omar, basci-uuznc. - F LL medicnlo per una ferila a forma di docc ia prodotta da on co lpo d'arma da fuoco sLri:;ciante al terzo medio della regione laterale esterna dell'avambraccio sinistro. Non erano ir:tcre:o;sali che i te$sttti molli e la guarigione fu rapida. 25. H aamed J.l!fosà, basci-buzuc. - Hiporlò uua ferita d'arma da fuoco all'avarnhraccio desLro con for·o di outrata al terzo superiore della regione laterale estema e di uscita al terzo inferiore della regione laterale interna. ~eppure in questo ''aso, trauandosi di le;;ione non ,.'l'a\·e. si vt>rifìcarooo m seguito raui degni di nola. ~6. M oammed Scial'g-ltarì, basci-buzuc dell'orda eli Taulnd. - Fu ferilo con arma da fuoco alla rl'gione ipoLcnare della mano clestm. Un proiellile asporto parta dci tesIGli molli e suor·ò le ossa del melacarpo, un altro interessò 11. dito mi ~nolo ed anulare corrispondente. Queste fet·ite J!U;tl'irono lasciando una rioidità alle due dita accennate ed unu • o Cicatrice nlla regione ipoteuare.


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RELAZIONE SANJTARI.~

27. Haame'l H amed, basci-buzuc dell'orda Adam . Riportò una gravis!;imu ferita. ò'arma da fuoco nll'avnmbrac· cio sinistro. li pro ielLile p!)netrato dalla regione laterale esterna, qualche centimetro sotto il gomito, produceva alla sua uscitn all'estt·emo inferiore nnteriore dell'arto una breccia mollo vasia, fratturando in molteplici frammenti il r·adio. Il cubito era solo in parte interessato ed i tendini dei muscoli estensori messi allo scoverto. Questo indi viduo fn raccolto poco distante dal posto ov'en1 caduto e clal quale non s'era potuto all ontanare per la grave emorragia . Ùn suo fratello prorvistosi d'un cammello n'era andlllo iu cerca e rinvenotolo quasi esa n ime per arrestare l'emorragia cospar·se la ferita con t.:tbt~cco dn sigareue, il quale agi come emol\tntico. formando una sol ida ~;rosta co l san!!tte e non la il'ritò, nImeno per quanto potetti osservare al momento dell'arrivo :Id lla-it. rndi egl i (u invi:~ to all'ospeda le civile di Massaua o ne usci in se · guito a sne \'Ìve premu re dopo circa due mesi, ma non del tutto J.!Uarito, perchè una piccola parte del r:tùio trovantsi ancora allo scoverto. Continuala la cura da me in Arkiko, in meuo di 30 J.! Ìorni, le granula:doni coprirono l'osso e restò un infossamento notevole llovo s'era llrodoU:t l'ellOrme ~er•­ dita di soslonzu. Si residuò nn'anchi losi angolare al gomito con imLJossibilità dei mo,~imenti di pt·Gnaziooe e supinazione e rigiùita in quelli della mano, come, sebbene in grado mi· nore, delle ullime quallro dita corrispondenti. QuP.SlO lo stato di C(>:'e nel mese di otLobre 1888, cioè tre mesi dopo il comboLlimcnto. 28. lVfc,·~;ab Idl'Ls, hasci·buzuc dell'orda Aòam.- Ferito con arma da fuoco al bt·accio destro riportò al terzo sllperiore della regione in tema del ruedesi mo una ferì l.'l con s!rappamento ùi tessuti moll i sino a rauo-j un l'lt•ere lo scheletro l':~

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S(l Ft:ltiTI 'i EL COllB.HTDIK'lTO DI SAGA:\EITl

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osseo. Fortunatamente rarteria omernlo era sfuggita altmuma e dopo 40 giorn i l'individuo guarì con una vasta cicatrice. ~. Al/. Abd.àl, hnsci-bnzuc dell'orda Adctm. - ElJbe due ferite d'arma Ja fuo co, una alla mnuo si nistra ed un'ultra alla ~amha dello stesso Ialo. della quale farò cenno nel deserivere le lesioni d~gli :ll'li inferiori. Quella alla mano la interessava in lnlla la sua spessezzn ed il proiellile penetrati} dalla regione dorsale frotluravn parte delle ossa del carpo e del met«Cat·po, producendo rlelle sche7~e lìhet·e che furon o emnltc. La guarigione si verificò io un mese, la mano reslò tuollo impal·riata nei mo,·i menti ed all'epoca dell'u~cit.a dell'individuu dall'infermeria d' \d,iko s'era resirltulltl una cicatrice aderente con tumefoztone dei tes~uli molli del la regione dorsale e palmare della mano in pro~similit deii:L lesione. 30. Soleilllrtll A da, ha~ci-huzuc dell'orda di Monwllo. - ..\nrlte que;;to indigeno fu ferito alla mano ·inistra con arma da tuoco, il cui proieuile ~tri sctando a,·e,Ta inlere::::;ato in parle 1 tendini dei muscoli esLen,ori e scbeg-giato qualche o~o del meto.ca rpo. L'i ndividuo gunri pnrimenti con lieve t'i· gidità dei nwvirn e n~i della mano. 3t. Onu,· .ll((fulai, baslli-huwc·. - Ebbe fer· ito ii!Jrat:eio destro con ar·ma da fuoco. Il proiettile penelra~o nella regione interna del terzo inferiore uscint alla regione esterna del quarto rnferiore, interessando solo i le;;~uli molli. La guarigione avven ne senza poslumi di sortr•. 32. Hanunetl Hibraim, uasci~uu:wc dell'orda <l'A.I'l.iko. - ltiportò all o. mano sinislra un:t vasta ferila d'at·ma da taglio, la quale partendo dal bordo e!\lCrno un centimetro sopra l'arth·olazione rnetacarpo- falangea del dito mignolo inl('teslaYa tuua la spessezza della mano fino a raggiungere l'arti-


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IIELAZIO!'iE SA~ITARU

colazione radio-carpca. che ri.;contmvasi aperta. Dalla tlirezione della ferita e dal r(lcconto dell'individuo -;i riNlu:; e che esl'.t fn causata dn nn colpo di sciabola mentr·'••.!!lr, tiraotlone uno uguale al nemico. por·tnvn i·tiotira ment e rn altu la mano sinistra. Questa far·itn ~ua l'i per seconda iuiPnziorre. ma ull re alla liberta limitata dei movirnenLi delle dila di'Ila mano residuo anchi losi nll'nrli colaziono dell:1 stessa. 1!l. Jiammed Omadar. !lasci huzuc . - Fu ft>rito con arma da fuoco alla mano inislr«, da cni il proirllrle -.trap!Jò quusi completamente il tlito medio. Oo, eu i pttJt'erlere alla di ·a rti colazione completa dello stesso e In ;ItWnJ.!iune arvPnnt>, corn'er·a naturale, iu poch i giorni. :H . .l1oamed Osman illi, basri-buzrw.- t;li furono medicate du e ferite d'n rm(l. da fuoco. La prima "'eva un fon1 d'cn Lrata al Le n~ o superiore della 1·egione lnlcralo intern11 uell'avambraccio destro e di uscila all:t regio rr t~ latera le esterna a circa 3 eenL. dall'at·ticolazione uel 1{01111111. '\oo erano interessati dre te,.5uti molli. La :;ecolllla pre,;ent;n.l un foro di entrala alla region<' anteriore del hntt·cio "te~,u, due eemim . solto la piega del gomrto c dj nscita alla re~ione laterale esterna. ::olio l'articolazione :;udtlella. dre non era stata le~a. Gmrigione senza po~Lumi di riliero. F c a•ltc n.g ll u.rtl ht('c••loa•l ( e cnnpre.!Ul fnufla ). :~!). Ffrmwcl l fibl'uint. hn~ci-huzuc. (' u 1•roretlrl~ d'arma da fuoco penetrato tJUa:-i al eenLro della re:.:wne laterale esterna della natica ~iuistnt, percorrendo una direzione orizzontale, uscì dal lato -.immctrico oppo~Hn. l.'i nclt\ iduo accusava dolori ' et·so l'articola7.ione coxo-femorale •ini;;lra e nella deambulazione, ma con lullo questo ~i cr~òellr l'Ire f, 1.,;·


SUl FERITI NEL COMBATTIMENTO Dl SAGANEITI

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interessati solo i tes:;uti molli e questa credenza non venne smentita dal decor:;o della lesione, in cui si manifes1ò uaa discreta suppttrazione e dopo coperlasi di grannla7.ioni io un mese gnnrì. !«l. Jloammed Salt, basci- buzuc. i presento con 5 ferite d'arma cla fuoco alla natica sinistra ed i proiettili, tutti di pi('cola grandezza. erano strisciati lateralmente provocando lesione semplicemente dolla cute e del tessuto conneuivo soltoshmte ed in pat·te dei muscol i glutei. ~o n -;i verificò durante la cura nnlla degno di menzione. 37. FarghiaUa J1,1 oammed, hasci-huzuc. - Fu ferilo eon a1·mn da fuoco alla gamba ùe!!lra e!l il proieuile dirello dal ua ~~o all'alto e dall'avanti all'indietro perforò i Le~suti molli della regione laterale interna e •·asentando la tibia, che sche~~inva in parto, usciva pocn cli:~tanle dall'articolazione del 1!iuoc11hio. dopo aver prodollo una notevole perdita di OSlauza. Cna va~la cira1rice ed i! ripristinamento, dapprima incompleto. dellt1 lunzioni tlc>ll'arlo furono l'ultimo esito. 38. llii.Jra/111 Suleima. hasci·unzuc. - Riportò una lesione d'arma da fuoco alla coscia sinisLJ·n e propriamente al terzo rnerlio ontoriore interuo. Il proiettile dit·euo dall'alto al lmss11 e percoiTenclo la :;pP~sl'ua dd muscoli reui in&erni 'i andara ad incuneare sul quarto inferiore ùel femore. Lunj.(o questo trngiLlo rnsonlò !"arteria femorale, che fot·tnn alamentt> insieme nl femore re:-tò illesa . donde la salvezza dell'mrli,·iduo dovuta alla fu ga. E' lra,.:-a non senza qualche diflicoltit il proiettile, cile incuneato nrl femore em:;i schiacciato •.mò di fungo . Anche in qne~Lo raso dopo lieye suppuralione si ebbe in circa '20 giorui la gu:n·igio ne. , 30. •lloammed Gebe1·, basei·huzuc. - Un proiellile d_arma da fuoco. slm~iando sulln regione laterale esterna del g•nocchio sinistro, produ ~se una le. ione che sembrava avesse 5:1


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llEI.AZ!ONE SAN ITARIA

raseutato, ma non interessata l'articolazione. lnfalli non ,j ebbero postumi. 4-0. i l li illahmasale, basci-buzuc dell'orda di Taulud.f.li si riscontrò una ferita lacero-contusa alla regione anteriore della gamba destra prodoua da proiettile di rimbalzo Un altro penetrò dall'avanti all'indietro nell'arLi•·olazione del :.tinocchio sintstro e non fu possibile estrarlo. L'111fenuo ac cusava vivissimi dolori al ginocchio quando giun~e aù Ua-a ed infau i ern tumcfauo c dolente alla palpazione. La pre senza di felJI)I'e indicava chiaramen te lo :wiluppo di nnn sinovite traumatica. Sebbene aves:;i applicalo all'arto una ndatla stecca di legno il trasporto sul cammeilo fn disastl·o~o e quando si giunse ad Arkiko il povero feri to era iu nnP stato molto abbattuto. Inviato all'ospedale c:vilc di Massaua r~vidi qttesto basci-buzuc;, un giovanello rli 'l() :111ni, di deboll\ costituzione, dopo due mesi e n!ln ancora s'erano decisè le sorti dellfl snn nrticolazione, la quale erli travaglinta da si no· vile lenta, che minacciava di divenit·e granulo-fnogosa. In seguito non ne seppi più nulla e credo che l'esito più fori'J· nato abbi a potuto essere un'anchilo:;i rellrt all 'arto infertorc leso. ~l. Abdal HamllleC, basci-buzuc dell'orda di Sahatt. Ebbe interessata la regione laterale esterna del !.!irl<lcchio destro da un proiellile di anna da fuoco, il quale ledendo ,;ulo i tessuti molli circostan ti e rispettando l'articolazione prodll':se una ferita a doccia. ~e:1suna complicazione sino alla guarigione. 42. Aclrrm H ammed, basci-buzuc dell'orda di Taulutl. - Riportò una ferita contusa al terzo infl~riot·e della re~iont' nnterio ro della gamba sinigtra prodotta da un pro1eltilo col~ velociltl fin ale presso al suo termine. I nteressati ~olo i tessuti


SUl F&RlTl N.EL COMBA'fTIMENTO Dl SA(;ANEITl

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molli per un'e..;Lensione di solo due centimetri e restato immune lo scbelett·o osseo si ebbe la guarigione senza postumi. i3. Alì A bdal, ba-;ci-buzuc dell'ot·da Adam. - Oltre alla ferila d'arma da fuoco innanzi descrilla ne riportò un'al tra alla gamha sinistt·a, in cui il proietti le entrò al quarto SlL · periore della regione posteriore e fu estratto in corrispondenza del tet'7.0 med io della regione laterale esterna. addossalo ~ulla tibia. La guarigione fu completa e l'arto non ne ~ffri conseguenze. U Hammed Amad(([ja, buluc · hnsci dell'orda di Tnutud. - Mentre disteso per terra tirava cooll·o il nemico fu ferilo alla pianta del piede sinistro d:t ~chegge di pi etra l'i m· balzate in seguito ad urti di proielli li d'arma da fLtoco. Tale fo In versione data dall'individuo, e potendo nnche darsi che la ferita fosse stata prodotta dn urti nel saltare ostacoli , pure non può escludersi l'asset'Zione nccennala. Oel resto si trattava di ferita lacero-contusa con poca perdita di so'ltanzn e si ebbe nmt raJJida guarigione. ' =>- A lì .\loammed, ba "ci·buzuc. -Come sopra ho anche nowto que:;tì fu colpi tu da unn scarica òi ft1cil e con pieculi proiettili, di cui a:cuni feriron o il dor$0 e l' ipoco.ldrio sinistro ed un altro più j.!rosso fed verso il quarto superiore In regjone luterale es tema della coscia dostm, donde fu ~trauo. La guarigione non presentò difficoltà di sorta. 46 . 1btlal H ammed, basci·buzuc. - Fu ferilo con arma da fuoco nlla gamba destm ed il proiellile penetrato verso tltel7.o medio della regione posteriore si arrestò sotto la ente verso il L<'l'?.n superior·e dell:t regione anlet·iot·e interna. Que· 110 proiellile fu estmtto e sebbene avesse rasentato il femore non ne produsse la frnllur·n, risparmiando fortunatamente anche il fagcio nen·eo·\'ascolare nelle cui vicinanze era passato. 4


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IIBI.AZIONE ~ANITA RIA

L'esito finale f11 la guarigione e sebbene l'individuo, alla sua uscita dall'infermeria di Arkiko, camminasse un po' claudicante, non v'è dubbio che in segnilo si sia rimesso compie· tamenLe. 47. Hammed llaamed: llasci-buzuc dell'orda di Arkiko. - Restò ferito ulla regione anter·iorc della gamba destra. Il proieLLilc penetrando verso il terzo infer10re uscirn al terzo medio, formando una ferita a canale completo nei tessuti molli. La lesione dopo il suo regolare decorso guar·r senza postumi. 48. Hamt•d .1lì, basci-buzuc dell'orda .\dam. - Uu proiettile cl'armu da fuoco penetrato nel terzo superiore della regione posteriore della coscia sinistra gli fu estratto al terzo medio della regione anleriol'e. Il femore non era stato inte· ressa to e lit foritn a canale incompl eto dei tessuti molli guari in breve tempo . -\.9. Titrt Buied. bn.ci·buzuc dell'orda di ~l oncullo.­ Anche quel:lli ebbe unn feri ta per la stessa causa alla coscia destra eù il proi ellile areva prodotto il foro d'entrata alla regione anLerior·e e dl uscita al terzo medio della regwne laterale esterna. Nessunn complican za durame il processi) tli guar·igione, che fu completa. SO. Alì Zai, basci·buzuc dell'or·da di Arki~o. - O!lre <Jlla feril::t ùell'ipoconòl·io destro. già descriua, ne riportò un'allra, e pure per nrma da fuoco. al piede sinistro. ùi cui il proiNtilc interessò la re~ione dorsale con frallur•• di qualche osso del metalar:;o. Oopo la ~uarigione essendo ancora un po' Lumef:1llo il dorso del piede, la dE-ambulazione non era molto liheru. iH . _.j bddl Fanti n, lmst: i·buzGc dell'orda ùi Snhati. Ferilo ancho al piede sinistro e parimenti con arma da ruoro. Il proicllile entrò verso il punto mediano del bordo •'sterno


SUI FEIUTr N.E L COl! BATTUffiNTO DI SAGANEITI

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ed osei dalla regione dorsale, producendo ft•allura dei metallrsi. Si estrassem pan•cchie schegge e sebbene la perdi ta di sostanza si fosse dopo in pa: te riparata pure all'epoca dell'u~r i ta del ferito dall'infaa·meria di Ark iko la rleamhulazioue era malagerole per una tumefazione dei tessuti molli residontasi nella regione pro.ssimiore alla lesione. Non fu possibile conoscere l'ulteriore esito. :)~ . A.dam Osman, basci -buzuc. - Al qua rto inferiore della regione interna della coscia destra n portò una ferila d arma da fuoco. La perdita di sostanza era notevole, il con· dite tlel femore quasi scoverto e l':~rlicol:nionc del ~inocchio presentnvasi tumefHtl:l e dolenl e. L'i nd ivid uo ~u u ri ùopo cirra rlue mesi. la perdita di tessuto si rip:nl) 111 parto, ma si re~i• lnò ttt lll notevol e rigiditit all' articolnione accennata , dunrle un os1ucolo alla libera deamh11 lllzinne.

In questa somtoaria descrizione dell e più nolevoli lesioni riscontrate sulla maggior pari e dei feriti di Saganei1i (1 ), non ho tenuto conio di alcuni altri . sebbene in piccol numero. clm colpiti in modo assai piu gra\'e fut·ono rnct·olli non ad l'a-à, ma pMeriormenLe ai giorni della mia pre:<cnza in quella loealita e porL:lti ad Arkiko . Fra que.;Li pero merita menzione speciniP 1m sudar.ese, il quale riporto Ire ferite d'arma dn fooro c quattr·o d'arma da la).!l io. Delle pri me l'una era a 111 Qnatrhe ~ornu dopo lo scontro di S:lgaupiti M :~vvenne un nllro tm assanrtlnl t'rl una c.uovnna abissina diretta n Massaua. l r,1riti in Ollllllli'O rll 6, ClOII 1"-''ìoni mollo gra\i . furono u:;ualmenl!· tmsporlali su camml'lli nll'lnferlll«~a •Il Ar~iko •' tra que;li ad un abJS~inu, ferito all'estremo lof(lrlore del femurPalnistro dn un projeltilc d'arma da fuoco . il quale oiLrc nd t•ondllo ioterno del femore stesso aveva rìuotto ìu mlnu ti~simi frtulturui In rotola corrtspond~n te . Fu amputata la coscia al terzo inferiore dnl sig. t•apitn uo medico llcaldara dott. Giuseppe colla mia assistenza Gu:trl in poro tempo I•Or prima l DlfDIIIIoe,


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RELAZIONE SANI'rARIA

canale completo e ledeva i tessuti molli della coscia sinistra, la seconda era della stessa natura nll'avam bra~;cio sinistro o l'ultima aveva prodotto una contusione alla regione temporale sinistra; le nHre presentavano maggior gravità, e di queste la pl'ima prodotta da un gran colpo di sciabola aveva aperto per una lunghezza di circa 115 centim. il quinto spazio ioter· costale del lato sìnisli'O sino alla pleura parielalr; le rimanenti interessavann ambo le mani colle COI'J'ispondenti artico lazioni, comp1·ese quelle di parecchie d ila e l'a vamlwaccio destro. Onesto base i· buzuc cosi malconcio guarì· senza ineon· venienti di soJ·tu e senza la, minima r·er~zi one febbrile in circa due mesi, r·esiduandosi rigidità all'articolaziùne della manG sinistra e di parecchie dita di entrambe le m;wi, oltre ad una vasta cicatrice alla regione laterale sinistra 'del torace, la qunle non riusciva di alcun disturbo. Un alt1·o individuo degno di nota c un bolnc-basci dell'orda Adam. Egli ebbe quasi asportato il dito mi~nolo destro da un colpo di fendente ed un proiettile stt·isciaute gli prod usse una ferita a doccia all'avnmbraccio sinistro , mentre altri u·e par· titi danna scarica Li r:1ta a poca distanza penetrarono l'uno al· trave1·so le pareti addominali verso il punto medio tra la spina iliaca nnter·iot· superiore e la cicatrice ombelicale, e ~ l i ~Itri due colpirono l'inguine nel suo terzo esterno. Da queste ultime ferite in tre diverse volte Ju estrattn. della stoppa, ma nou fu possibile rinveni re alcun proiellil e, sebbene ~r. ne dubitasse l'esistenza, specia lmente n~ll n feriLR a can !l lt! a fonòo cieco della paret0 addomiJwl o. InfalLi le due prime gna l'irono in cit·ca un mese e mezzo ed all'altra segui un seno listoloso che dopo 4 mesi di cura era pt·esso n chiudersi. Como appare chint·amente, Lulte le descritte lesioni non presentano grande interesse dal lato pratico, sicchù uoo era mia intenzione di farne oggetto di una conferenza, ma nel


SlJI FJo!RITI NEl. COMBATTUIENTO DI S.>.CANEITI

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la relazione sani taria sugli eserci ti tedeschi nella perra 1870 71 , che nltunlmente vienepuhhlicandosi percura della direzione del Giornale 1\leclico del R.o E:{ercito e della R." lvlctrina, ho potuto osservare mo lta analogia tra i risultati statistici dell e ferite curate durante quella campagna e quelli che si deducono dalle ~esioni da me riscontrate dopo il comballimento di 'agaoeiti, e quindi mi sono indotlo a farne la pa·esent.e comunicazionr. Forse il pn rugone dei risultati di uno scontro cou truppe selvagge armate di fucili, suYenle ad nvanrarica, e di lance. ron quelli otten uti nelle grandi JUerre negli ultimi tempi fra nazioni civi li, munit e di tulli i mode.-ni e potenti mezzi di otresaJ potreblJe serobrnre un Yoler falsare !"indirizzo e l'obLicuivo della statistica, la quale allora può avere importanza ttuando sia il frullo di esperi memi fntli su larga scala; mn oggi in cu1 sul suolo africano fe"e sempre viva la lotta frn nazi oni ci vili e quelle sparse lribù di hnrbal"i, lolln che sovente si e;:plicn con operazioni di guerriglia del genere del fnllo di agaoeiti . non sa1·à <'erto fuori di luo~o un breve resoconto statistico. Solo col snssidio di queste cifre sarà pos ihile iu avvenire fare nn calcolo al111eoo anpro·simntivo ~ulla quantità e gravitil delle ferite di Dna dala categoria e provvedere in tempo ai mez1.i di trnspurto .più adnui allo ~copo, al materiale sanitario più ur~e n te ed all'opportuna isLru1.ione del personale desti nato ai soc1;orsi. La pri ma osservazione de~na di nota è data dalla frequenza eon coi ·L Saj!unei ti in modo identico che nelle guerre euro-pee vennero colpiti gli arti, e tra questi a preferenza gl' infetio~, in confronto :tlle altre regioni del corpo. 11 Beck aLtri~ISee qnesto risultnto alla direzione discendente del proielti.le dopo nve1· percor o una grande distanzn e nella relazione Q~la e SCI'illo che questo Ci Spiega il gran ll(lntero 4_, f eriti agli arti injèrio,·i dell'es ere: ito tedesco, in


ll 840

REL AZIONE SANITARIA

quanto che si sa che ifrancesi sparavano ad una distan.:a superiore alta portata stessa del loro jitcile ed .tggi unge che r:on tutto ciù la Jrequen~a delle ferite delle estremità superiori in co,~fronto delle altre re9ioni del C'Orpo i: un.fatto rimasto ancora inesplicato. Nel nostro ~aso il numero di ferile agli arti su· periori è di poco minore ùi quelle agli ar1i i oferiori, e quasi tolle ~raoo a canale completo. Ciò dipend~ra dal f.tiLO che il combatlimenlo in gran parte avvenne a poca distnm:n, quindi i proiellili dotali di velodtit non finale, quando essendo nlla fine della pnrabola descrilla dalla traelloria. colpis•·ouo n preferenza gli arti inferi ot·i. Lo studio sul rapporlo di frequenza fra le ferite delle ~•n · gole regioni e sulla loro :,:ra vità ha menato alla conclusione, fl sembrn abbastanza fontlata , che il numero minimo lli feriti. immediatamente trasporta bile dopo una ballaglia sia presso a poco uguale a quello dei colpiti alle estt·emità, cifra che io media si fa sa lire al 69 p. l 00 sul lOLale dei feriti, e che R Sagaueili sarebbe slata òi 66.1 p. 100. '\f :t ciò perde d'im· portanza nelle AUet-re sul suolo africano in cui è necessario porre to~to in salvo tulli i fer·iti per· non esporli ad ult eriori pericoli e maltrattamenti da parie di nemici. che sor~nte usano sevizio contro i cad uti . Daii 'H llegata tabella l l risulta ben chiaro r.ome la di~tribu­ ziont! delle ferite delle ~i ngole regioni del corpo nella !:uerra del l 10-7 1 e in altro sei riporta le nella citala R ela:iom· ~anitaria di poco difl'erisce da quella riscontrata a Sa!!aneili . Cosi alla media di 12,7 ferite alla lesta p. l 00 casi nelle sud· dette gnerre ne corrispondo una di 14,5 a Soganeiti; a quella di 11 ,2 di ferì Le al pello ne corrispc•nde un a di 1 1,3; nqllella di 15,8 riguarclanle il ventre se ne contrnppone untt òi •1: .ed i nfine n quelln di 3'1,7 e 37, O ri spettivamente por ~li nrtt


SUl FERJTl NEL COMBATrtllfKNTO Dl SA!TANI!:!Tl

84-11

superiori ed iofet·iori corrisponde 11nn di 30,6 e :~5,5. Come si vede In differenza, sa h-o per le feriLe nl ventr·e. che ecce9ono alquanto a SngnoeiLi, ù di poco rili evo . Riguardo allalo ferito del corpo come nelle guerre europee anche nello scont:-o di Saganeiti si notò che il lato colpito di prefereo11a è il sinistro. I nfalli uellntauella l si risconlra como so 6~ ferite, 34, rigua r·dano il lnto siniSLro, '23 il destro e 5 la parle mediana del corpo. t)uesta difTer·eoza è meno mar·rata nella guel'l'a del ·1870-71, Me su 33335 ll'a fer·iti e moni, di cui si posseggono i relativi rlati, 171.>33 erano slali 1:olpi1i al lato sinistro del corpo c l :>782 ::li tleslr·o. Nella stessa tabella si r·ileva la tlilferenza Lt·a le ftlrite riporLate sulle regioni anteriori del corpo paragounle alle posleriori. Dà questo confronto risulta che delle 62 ferile da me descrille, 33, qoinrli più drlln metò't, sono anleriomtenLe, 29 posteriormente. Le ferite d'arma da fuo co, che erano poi la mas;;ima parte> avevano quasi wIle una dire~ione dall'all o al basso, e ciò conferma quanto i s uper~l"iti affcrmarnno, che il nemico :;;i era asserragliato sulle alture ci rcostanli al villaggio di Saganeiti. e menlt·e non si può alfermareche tutle le lesioni alla regione anLeriore del wrpo furono riportate trovandosi di fronte al nemico, perchè questo dalla posizione che occupava potenl anche colpire posteriormente, non si può nemmeno affer·mnre con cogni11ione di eu usa che qttelle ri!;contrate alle spalle sia'no sL~tle rìport:~Le solo durnnte la ruga e non quando il ferilo si lrovava di facci a coutro l'avversario. Pro:\eguendo nello studio slatistico lto fallo anche nn parallelo rr·a la sede delle le:;ion i t·iscontrate sui basci-bozuc a Sa~taoeiti co n qnell e ripot·late dai nostri vn lorosi soldati nell e giornnte di Dogali e Sahati, egregiamenle descritte dal lenente medico Lucciola iu una memo ria pubblicata nel N. 4. dello


RELAZIONE SANITARIA

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:>corso anno del Giol'llc~le JVfedico del R. 0 Esercito e della R.' .i.V arùw. A Dogali però il combatLirueuto fini con un vP.ro mas;oacro, donde l'esorbitante numero di fe1·ite d'arma da taglio; ciò non si è veri fi cato n ~nganeiti o rJuiodi mi sori limitato al solo confronto delle ferite d'anna da fuoco. l\ella memoria ci tata adunque sono rip(ll'late 11 3 ferite di questa natura e sono distribuite sulle regioni del cor·po in modo poco diJTerente di qnelle riscontrate sui feriti di l'nganeiti, sicchè come si vede ùnlla tahella II a 12,:1 p. l 00 fm·itc alla testa a Oo1-1ali ne corTispondono l U> p. l 00 a SaganE'iti. n '17.1> ferite al torace, a 7,0 al ventre, a 29,2 ;rgli arti superiori ed n 30 ugli arti inferiori, ne corrispondono 11.:J per il torace, 8, l pPI venll·e, 30,(; per gli arti superiori e 35,:) per gli arli inferiori. Risu lta quindi eviclenle che anche tjtiC:>te cifre non discordn no molto fra loro e riafTerrn ruro il risultato delle numerose slati!'ìtiche registra te dalla eh iru r~ia di guerr·a. Tn ullimo mi resta a fare un confronto sulla llivcr;;a ~rav ità delle ferite e sulla mot·Lnlitit dr~ esse causata. Ooi feriti rli Dogali non è il caso di tener conto perchè dalla nwmoria :;opra acc;ennata risuha che Lolli i ferili grunti a ~apol; fortunatamente guarirono con postumi di varia entiti1, dovuti aneire :rlle ferite d'arma da t~glio, e non pochi dopo una lunga degenza all'ospedale militar·e rii ~apoli. l nvece ~ pos. ibile un paragone sulla mortalità riscontrata nei feriti della guerra del 1810-7 1. Dalla statistica sanitaria piu volte citata si rileva che su 9:"!1 M ferili entrati oegli ospednli ue morirono Il 02~ . cioè il l 0,55 p. 100 di morti ed 88543 licenziati. o guariti o giubilati (l). Ebbene all'ospedale di ~l assaua lo cose antl:rrono diversamente e per quanto sappia non morirono eire due basci-buzuc (l) Vedi pag. 4 deUa SintuC dtlla Relazione sanitaria suuti u!Yciti ttik$cM.

Roma 1888.


SUI FERITJ ~EL COMBATJ'J!IENTO nl SAGAN EI Tf

84.3

dei feriti a Snganeiti, donde rìsullereh bo uur~ media di 3,8 p. fOO di morti sul totale degli individui avuti io cura. Eppure non muncarono molteplici casi dì lesioni trnumatìcbe gravi, di cui una-gL":m parte curati all'infermeria dì presidio di Arkiko souo l'iotellìgenle direzione del capitano medico Scaldara doll. Giuseppe, da me nssistìto, guarirouo in breve tempo senza alcu oa di quelle complicanze, che non cl i rado si presentano durame il processo di gua1·igiooe delle feriLe, eomeJa febbre t1·aumatica, le llogosi Jlemmonose, gli ascessi, il tetano, ecc. È vero che le stesse furon o LrattH le con iscrupo loso metodo anlisellico, ma è ,·ero p111'e che parecchie le$ioni le ho vis~e guarire quasi nell'identico modo e oell o stesso pe · riodo di lempo in individui , i qnali , non avendo potuto raggiungere che tardi l'infermeria perchè prigionieri. furono curati durante la prigionia con sLcrco di cammello o di bue. Si direbbe che i microrganismi lauto temuti e contro cui nl!i nostri ospedali non vi sono precauzioni mai !:u ffi c;enti per premunirsene non allignano sulla razza negra e sul suolo africano, ove ho visto non poche ferite d'cmoa da fuoco guarire quasi senza suppurazione. Le granulazioni comparivnno tosto e di bello nspello, sicchè in poco più di una settirrWMI, o ùue, si formav11 il tessuto cicatriziale. Un'ecceY.ione a questo riguardo la presenta vano le piaghe agli arti inferiori , le quali sovente Ilo riscontrato negl'indigen i in seguito a lraumi o causticazioui col fen o rovenL~, di cui abu sano a scopo di cura. Es'e assumevano ~pesso un aspeLto atonico e sia per la mancanza di ripo!>O, cui non si potevano obbligare, sia pel sudiciume e le .cure improprie, ocl infine per la COsti~uzione deperi ta o aD'ella da scrofoln dell'indi vi duo, non tendevano a cìcatrizzaJ·e· però in (Tenera le dopo un mese, med' ' l'l '~le la medi calura prima antisettica e modificatrice, poi alla Bamton, si otteneva la guarigione.


K~I.AZIO'\E SANITARll

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La pero sempre il fallo che nelle lesioni traumatiche in genere i poteri fì~iologici e la natura medtcntrice operano dei veri prodigi su quelle popolazioni barbare, le quali senza mezzi di cure 1-)Uari:.cnno di le3ioni ~ r~\\' i per cui gli europei dimoranti in Arrica pet· lo piti soccombono. 1.\è è a ti ire che ciò sia il portato di una nattu-:~ le robustezza. Lrallandosi di una razza. rhe hn tutto t'a!'petto ùi una generazione in ,·ia di deperimento e ;.:l'indi,•idui an che fornili di costituzione fì ~ica Len nutrita possono sviluppare nei lavot·i manuali pochi:ìsima forza muSt~oln re, ed hanno poca resistenza alle fatich e. Si potrebbe obbiettare che l'instancn bile resistenza cb e gl'in(ligcni dimostrano nello marce ~l punto da poter percorrere ct-ntinHia dt chilometri con pochi mez1.i di :;ostentamen~o. proverebbe ti contrt\rio, ma n prescindere che essi nelle marce non portanll alcun vesti mento , nè scarpe, che pos;;ano !or~ Ja.re impaccio, e l'unico esercizio cu i resistono ed a cui si tenl-(ono allenaLI si n dalla prima eùt. Una prova poi non dubbia che non si tralli di una razza rorle si Lt·ova nell'ossenrnzione che a 40 anni ed anche molto primn si cominc,ia ad esser vecchi, fallo dovuto, oltre che al clima grandemente snervante ed all'insurrìcienle alimenta'l.iooe, anch e in parto all'abuso so vente eccezionale, cb e i giovani fnnoo della Venera, e che viene favorito dalia poligam ia ammessa dalla religione mu ·ulmana. A questo riguardo l'i parla di abost. che se fossero 'eri dimostrerebbero oegl'iodi~eni sulle coste dt>l Mar 1\osso una salacitìt (Jiù che rara. A mnggiomteute comp rovare quanto sia cnor·rne la ten· ùenza alla guarigione spontanea nei popol i del continente afri cano ven~ono in ai ulo le mit·abili guarigioni seguite ali~ mutilu7.ioni praticate per vendeua ed anche per condaon!l· t noto infatti che il codice io vigore io Abissinia (F eta-tliJ· ghest) dit nll' imponllore diritto di condanne a mol'le ed alla.


SUl FKRJTI ~KL COMllATTI MEl'iTO DI SAC.ANEITl

8.};)

pena di mutil a~io n e ed in forza delle leggi l'assassino si consegna ai parenti della viLLima perchè paghi col sangue il ungue versato, al ladro si taglia la mano desl ra iu corri:>pon· denza del polso, ed anche un piede se il furto fn commesso a mano:u·mata; eguale pena è inOilla ai traditori, ai sacril eghi ed ai ribell i; chi unque menli:-ce in date ci rcostanze ha la l in~ua tagliata; il delilto di lesa maestà, la t·iliellione del figlio al padre. del ser,·o contro il padrone è punita colla pcrditn della ,·ista ; e cosi per i reaLi di minore imporlanza si S<lmministra una dose adeguata di buone frustale col corbosc:io, frusta ùi cnoio d'ippopotamo, le quali ho visto io stesso applicare in pareccbie occasioni ed ho potuto uotar·e che sebbene sopportate con molto stoicismo riescono non per tanto dolol'llsissime. E qui nou trovo fuor di lu ogo dat·e un cenn o sull 'esecuzione di quo:;te pene, alle quali però tn lvoita sut;cede la morte per emot·t·ngia. Pronunzia ta la sentenza inappellabi le ùal trilmnale dell'imperatore, il carnefice, se r· i c~ve qualche mancia in dono dai pal'enti del reo,si munisce di un coltello bene affilalo ed insegna al paziente in qnal modo deliba tcne1-e la mano, od Il piede, affinchè L'ampu lazione riesca più facile e meno ùoloro!;ll: nel caso contrario si serve di un coltello arruggi n:to e f'impi ega maggior tempo. t:ompinta la mutilazione la gamba od il braccio sanguinanti vengono lì pe1· li immersi in un vaso d'olio quasi bollente, che agisce come emostatico; questo però talvolta viene negalo e sono i casi 111 cui il paziente llri'u tli qaal~insi soccorso finisc-e spesso e ·an~ue sul lungo ore :-uht la Krave operazione. Rpoi sorprendente il sangue freddo col quale gli nlti:->smi, come molLe altre popolazioni africane, subiscono que:Ha pe11a, 8 non •\ raro il c:tso che il mu tilato, specialmente se apJJal·tenente ad al ta classe sociale, colla mano rimn~tngl i raccolga


84.6

IIH.\ZIONE SANITAIUA

quella cadut 11 c In scagli in faccia al giudice soprastanle nl l'esecn7.ione . Anche durante le opet·nzioni chirurgiche, e ne ho praticnlè di qualunque ~r:witit, ho not~to questa straordinaria indiiTPrenza per ti dolore. sicchè ad [ a-à dorante l'esti11Zione de1 proiellili et! altri alli operali ,·i occorsimi. non ho sentito un lamento, nè un acc,.nno a sen~azioni dolorose ..\ s..;i;.tefo nd uno spettacolo sorprendente e sembrnvami di opernre su cad:Lvet·i, non su uomini 'iventi. 11 darne una spiegn1.ione non ,·. fucile, tanta che molti .son venuti nella conclusione di ammellcre nella rnza nera un sistema nervoso meno :.ensibile dt quell o della J'ti7.7.1L bianca. ~: umt supposizione che può avere un cetlo forulamcnto, mn non ct·edo che possa arnmette r~i senzll il honelicio d' iu venLorio. D'rlltrODde io ho poL11 IO osser· vat·c che gl'indigeni ab itanti nei nostri possedimenti h r~nn o IJene S\•ilnpprilo le passioni dell 'animo, come il sentimento di'l JlUU(JI'O, quell o dell 'all'ello, specialmente verso i fi~li e la fn· mi gli a, non manC<~ II O giammai di rispetto vers-o lt} donne, che traunno spesso con certa galanteria. sempre poi con ueuevo lenza, hanno uno sguarùo penetranle, che fa scrutare hene lP pa:;s1oni di !'hi l1 nv\icina, nelle sventure e nelle malaUit d1 parenti :-i le~ge eh iaramenle sul loro volto l'espressione della loro 111terna sofTercnza, si abbandonano a manife~taziofll di ~ioia 1n occa~ione ùi feste o di lieti 1itro' i. e rimproverati ~iu~tameute. se non arrussi~cono, cosa impo.;;sihi!c ad aneror;i sul loro ri,;o nero. dimostrano colla mimica. e lalroll:t an··hc con lul{ri me agli orchi, il loro interno rammarico. Tutto que~ 1 '1 non depone prr l' esi:~tenza di un sistema oen·osn in~ensillllt• c t['t indi incapace di emozioni , come sa.rebhe d1 fNnLe nllt• st: nsazioni dolnrose, anzi ho potuto ben constatare in pa: recchio cOIILingcnr.e che tpmndo emno lesi organi capaci d~ ntTocare forLi molosLie, come il peritoneo, la pl eura, le grnn~'


SU l FERITI NEL COlfBATTIMENTO 01 SAG·AN.K11'1

847

ar&ieolnzioni. le meningi, ecc .. gl'indigeni avvertivano come qualunque mortale le sensazioni di dolore (1). E con questo mello termine alla breve relazione sui feriti nel combattimento di SaganeiLi . In esso, se l'an·erso destino non permise, com'era stabili Lo, di lrovarmi a fianco dei compagni d'armi caduti da eroi e dividerne la gloriosa fine, ebbi la rorluna di poter compiere il doloroso manclato di lenire le sofferenze di tanti prodi cadnti per una causa italiana; e se non ei arrise la vittoria, anche nell'imminenza di un novello alU\cco, come ebbe a segnalare la relazione uflìcial e di qu ello 11contro, non venne meno all'alto SlLO còmpito il servizio sanitario militare, il quale sia fra nazioni civi li , co mo rra orde di barbari, coprendo con un mesto velo le dis.~ordie umane. ab· braccin tulli, amici e nemici, sotto il sno gran manto di [li'Ote~ionee rapisce alla morte l'esistenza di tanti valo1·osi, cui la telilijiooe del dovere, l'onore delle armi, e, fra popoli selvaggi, il fanatismò spinto all'estremo limite, impongono il sacriOzio dellR Yita Lino alle ultime sti lle del proprio sangue. <l) A !II1Teren1.a degli uomini adulti ho ossen·ato che le do nn e ed i lmmbini èmt'llt!nD lamenti più o meno acuti durante le operazioni cltirur::'iche dolorose. Cbleito spiel!ll'Lionc di questo ratto ad alcuni indigeni inll'lllgenti mi ru nssiQJI'lllo che la rolilliono di Maometto riprova c proihiSèe sevcrom!'nlll ag li nollllnl le (!fida •li dolore, considerandoli •1uali ~el!ni di l'ilta. E •Juc.-;ta proibizlonr l genitori sanno talmente insinuare nel Ogli, che ho l'i sto dei llamhlnl durant.e •rualche att.o operativo cessare di piangere od m1 semplice sgunrdo di nprova.zione del p:ulre sopraggiunto improv,·is1mente. Questo proverebbe tbe non al sistema nervoso insensibile, ma ad una prescrizione dl rcli~iono, QJI~:Ii :lralll sonb senza eece~iono molto ossetruentl, si deve il sangue rrcddo tht• e;~i dimostrano neUa medica.tura delle lesioni traumatiche.


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SULLA

AZIONE DEL PROIETTILE WETERLY A BREVE DI TANZA

NOTA D EL DOTT. l?EOOO ISPETTORE o:A PH

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Pee dim0sLrare q uali sLraordi ua r ie lesioni possa pr·, dur'l'e iJ p r·oiellile Welerly a b reve dis ta nza, r eputo oppor·tuno di far conosce1·e ai colleghi la graviti! delle ferite ri por Late da rlue militari del 7° reggimento bersaglieri nel doloroso fallo .Jella Tufara presso Benevento e la importanza delle oper·azioni ch irurgiche che ne furono la cons eguenza. Le notizie pe1· questa r elazione sono s tate forniLe dai sanitari che, qua li consulenti od operalo1·i, soccot·sero i olue militari sul luogo del ferimento e nell'ospedale civico di Benevento. Il caporale F1•osinooe Menotli, il 29 giugno 18, !l, alle ore 11 ant., mentre tentava alla T uf'ar·a pr esso Benevento di porre fuori combattimento il fur ibondo solùato Borrel li, ru da questo colpito con proieltile di fucile \Velerlv a l br·accio !'ì nist rol ch.e era sollevato e leggermente abdotto nella posizione Ji punt>. Jt proiellile penell•ò nel bt'8CCÌO in COrl·isprmden:!El de)rinserzione dello idea 1 si diresse di baS!"O in alto e d'~:n•anli indietro, f1·a ttu r·ò il Lerzo superiore dall'omero, penetrò nell'arLicolazione omero- scapolar e, a ttraversò le parli Jllolli della


SULLA AZIONE DEL PROIETTILB WET!!: l\ Lr , ECC.

53

apallu e fi nalmente s i conficcò fra i comuni integumenli della regione sopr a-spinosa vet·so la metà della spina della scapola. Il fol'ito r·u subilo soccot·so dal sottolenente medico di complemento Natale Nicola, il quale lavò la ferila con soluzione a ntisettica al sublimato, rivesti lulta la re~ione lesa con softlce !! ll'~lo di colone al sublimato ed 1mmobilizzò ccn adatte stecche e cQn girt di fa~cia l'arto sul tronco, mantenendo l'avambraccio in semifles!<iooe. T erminata la medtcalura, il caporale Frosinone fu tr asportato in carrozza all'ospedale civilo di S. Dioda lo di Benevento, ove, esplorala attentamente la fer ila. s i t•iscontr ò: a) nella regioM ~opraspinosa della ~pt~ lla sinistra una macchia bluaslra ed una leggera spo r~enza, ove con semplice mcisione lineare, fu estratto il pr•otetlile che era deforme ed incompleto; b) nella t'egioue supet•iore anteriore eSlerua del braccio,l'om•·r·o t•idotto in minutissime schegge, le quali in g ran put•Lo si ernuo conllccale en Lt·u ì Les ~ uli molli; la Lesta del l'ornet•o era pur~ comminutamcnle fratturala: il lf•mho cartilagineo della cavilAgll'noidea era stato lacerato Pd in pflr lC' strappato via; i mult<!t•li dt>lla regione, ma più specialmentt! il delloide, erano steli 1!1'avemente contusi e lacera ti. InsommA l!embra,·a che le lesioni rossero s tate prodoLLe da p1·oiellile esplosivo. Nel consulto preliminat•o, a cui presoro parte Lutti i sanitori borgllesi e militari prosonli (l) fu determinato ad unanimitO. di diParltcolare il braccio col metodo a racchella (non polendosi farA assef!oarnento sul lembo deltoideo), operazione che fu tosto eseguila dal dott. P aolo Serloli. chi1·u r ~o o rdinario dell'<»opedale Civico di Benevento. . L'esame dell'arto nsporlalo dimostrò che le schegge si es tendevano quas1 s ino a lla meLa della dialìs i omerale eù a lcunu feudilure oucbe al disotto di esso. La medica tura fu ese~uila secondo i moderni precelli con l nl•sepsi a l sublimalo.

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~ Furono presenU al consulto i dottori Crumno, neCaro e Sertoli dell'O>Pf·

civile, i capitani medici fìiuli;mi, Cataldi e Mosc.1ti; i solto leoenti medici 1 •rrapesn, D'Amiço o Nntnlo. '


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SULI.A AZIO NE DEL PI\OIETTILE WETERI.Y

Il ferilo solamenlo nei pt•im i due ,!!iorru ebbe lieve r·eazione febbr·ile (3ì .,8) in se~uilo fu sempre apireltico ecl or·n é in eli guar igione.

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Nello ~lesso dolorOllO fallo della T ufara fu pure ferilo il eolùalo Bianco Vincenzo. Qu e~ li fu lroYalo di~le>:o in terra in po izione $5upina, lontano dal soldato Borrelli pet· la !'Oia larghezza della slrado. Dal sotlolenenle medico del corpo . doli. lllarrape!'a, chn IOtilo lo soccorse, fu riscontt·ata una ferita d'armo da l'u<JCO alla gamba smislra, con frattura comminuta della lihit1 al let·.:o super iore, frattura semplice del perone con abbontlonl~ e minaccioso emorragia. l l proiellile Welerly avevt• colpilo la ~ttmba sinistra dr Allo in basso e :::i e r·o fermalo solto la cute della regione malleolat·e eslerna , d'onùe f'u estra iLo con setn· plice incision_p dal so llQtenenl e medico suddetto e Lt·ovol\l dol'orrnolo a g uisa tl i picr.ola focaccia. La ferita fu disinfettoln co 11 soluzion e anlise llica, ropr• rla di o valla al subli11talo, e quinJi la ga mba fu fasciato eri rmtMbt· lizzata con adatte stecche o giri di fascia. n ferito fu qutndi udugiato sopt'tt un pagliariccio e, mediante cal'l'o requt~tlo. L•·asporlalo all'ospedale ci' il.'o di Beuevenlo, accompagnato dal tlott. Marr·ape a c clu trtl soldati por ta-ferili. Durante il viaggio. che durò un'orn e un quarto, fu necessal'io compr•· mere lo femorale a llu coscio col torcolare di P eli Le con le dita ull'inguine per frenare la minacciante emorragia. All'ospedale civico di Renevenlo si riscontr·ò: a) il terzo s uperiore dellA Libia sinistra. ad eccl'zwnt\ della elltt·enailà Articolare, ridotta in piccolissimi ft·antumi: u) 11 p~;ron e fratturalo all'unione del Le1·zo supet•iore col terzo m edio; e) lacera2io~o dei vasi con im;>onen le emorra~ia; contusione e lacerazione tle' nervi; d ) i tessuti m olli quas i in isfa celo con grave locer:JZione . dei muscoli del polpaccio; e) tutta la gamba enflala e deforme per <;onsiderevolts· simo edema a cuto c dolentissima.


A BI\EVI!: DI STANZA

Nel consulto, a cui preser o parte i nove sanitAri intlicati nella noto precedente, furono tulli concoNii nella 1wcessilà di amputa re la coscia, ad eccezione del predetto dottor' Marrapt>sa, che propose la disarlicolazìon& della gamba alla Grilli. i\la essendosi riconoscmto che per· tale procefoso sarebbero mancati i lembi. egli n on solo non per!>everò nella sua pr·oposta, ma per g'Cnlile deferenza del dolt. Sertoli, e!>egui l'amputazione della coscia al quarto inferiore con metodo circohu•e. Meùicalura anli!;etlica. L'esame del membro asportalo confermò l'e<:taltezza della diagnosi e fece me[o!lio determinare ti decor·so del pr·oietli le, il quote, enh·alo due rm. e mezzo solto il margrne inferiore ùe!la rolula, un cm. a sinistra della ct·csta della til.lta, ad angolo di 25", penetrò nella libia di alln in hasso, da de ... Lr•a a sinistra, da avanU indietro, la fJ•nLlurò comrninutumente, poMia pas!-iò fra lo tibia e il perone, spezzò questo all'umone dl'l terzo superior e col medio (' r·est6 stllto la cute della r•egione malleolare esterno. Nei primi giorni dopo l'operazione, lo tempcralur·a sali a :W,8 C. c vi ru discreta suppurazione. Adesso il moncone é r icoperto di ottime granulazioni ed é in via di cicatrizzazione.

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Imponenti rurono veramente le de,.;crille lesioni del fucile Wt>lerly a breve distanza, ma pari alla loro im ponenza l'u il senno e l'energia dei sanilat•i curanti, i •1uoli con pronlr ed ade~uali soccorsi, sa!Yarono ai due lèrili la vita. Roma, 5 agosto 1889.

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856

CURA Db i

BUBBONI VENEREI SUPPURAfl

Nei reparti dei venerei presso i nostri ospedali si praticano da qualche anno ft•equenli aspot·lazioni di ghiandole ing uinali rimaste sco perle in seguito alla s paccatura dei bubboni suppurali. Questo fallo, meritevole di considerazione solto diversi aspetti, m'induce a t•icordare ai colleg hi un metodo cut·ativo più semplice, più spedjlivo, meno doloroso che non sia quello delle s:paccature e mediante il quale si potranno forse evilat•e o pet· lo meno t•idurre a pechi casi le sopra menzionate esportazioni ghiandolari. Tale e il movente di questo breve sct·itlo. Nell'anno 1860 il benemet·ito nostro collega, il cav. Giuseppe Pizzorno, ora maggiol'e medico nella riserva, pubblicava nel Giornale dfMedicina mtlitare (N .• 48 e 49) un s uo metodo per la cura dei bu bboni ve!lerei suppurati: metodo che allora ebbi più volle occasione di vedere applicalo dallo stesso autore con risullamenli veramente lusinghieri e quali trovansi ricordati nella di lui memoria. Non saprei quale sorte abbia incontrato negli altri spedali il metodo patrocinato dal Pizzorno; ma quello che so d1 sicut•o si è che negli spedali di AlessaodJ•ia e di Milano, avendolo fallo costantemente ed esaUamente praticare durante i


CLRA DEl DUBBO~l VF.N"RliKI SVPI'UilATI

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t8 enm in cui ne tenni la direzione, ebbi s empt•e moLivo di altamente lodarmene, poiché nella grandissima ma_g;gioranza de~rli ammalati la gual'igione era molto sollecita, n è mai occorse il bisogno d'esportare ~hi andole iperlroHche od allerate. Ed in faLlo di degenerazioni fo~eden i ch o dei bubboni avrei potuto in 18 anni contarle l"ulle dila d'una mauo. como furor.o anche rari i casi in cui la guarigione dovetle !'lubir a ri tardi per mancata primitiva cicatrizzazione del cavo asces!'uale. E debbo ancora soggiungere che il metodo era applicalO mt!lslintamenLe a qualunque bubbone. Memor·e dei vantaggi ottenuti col dello meLodo, cbe ora trova anche appoggio nelle Leorie anliseltiche. e per~uaso cbc coll'applicazione di esso potrebbero evitarsi molte delle operazioni ~opra meuzionale, ho stimato conveniente far ripr•odu rre in questo Giornale un e~lrall o della memoria del Pizzorno, luRingandomi che se i signori diretto r·i di s an iLil, direttori di t>pedali e capi-riparto dei venerei, ' 'OI'r& nno farne quel caso che merita, e sperimentare il metodo nel modo preciso in .!Ui è formulato, ne r imarranno soddisfatti al pari di quanto lo rui io stesso nei tempi andali. L'Ispettore Capo PECCO.

Dtlla oura del bubboni venerei, del doll. GiusEPPE Pizzon:-:o. medico di r ('ggimento (1). Or sono tre anni (2) ho fatlo ùi pubblica ragione un m etodo semplice, facile, ed utile per lo brevità di tempo cbo ri~hiede per la cura dei bubboni >enm'f>Ì. che io già da qualche tempo adopera\'& con costante successo, iracilando i miei colleghi a volf?rlo sperimentare: ora, sicco me da alcuni dei miei amici mi rurono falle tanto a vore che p1'1' lellna alcune osservazioni, le quali nel mentre ammellono in pr·incipio e nel maggior numero dei casi, l'ulilihì, brevità ed inoocuita di questo metodo, negano che ~i poto~tl in o~ni caso adoperare, ho ereIl) E'trattu d!•I IA. memnrlll Ptzznu'o iJl dat.~ ~G oovombre 1800. t!l \'etll Giorn11le d i Jledlclna ,1/ilffore. I'>S.". numeri 6 e i .


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CUli.\

dulo bene di ritornare su questo argomento, de~crivandolo prù:na un po' più esatlamenle che non ho fatLo la volla scorsa, ed ar1·ecando in appoggio dello ~tPsso uoa lunga pnH1ca on•Je invogliare OilChe· 1 rilrosi, se nou altro, ad espe1·imel1tarlo; nella lusinga che sarà adottalo quale melodo ge>nel·lllo e comune, quando lòarà un po' piu conosciuto .fra i mie1 colleghi. Questo metodo consiste in ri,·, che, applicale localmente sul bubbone delle compresse inzuppate nell'acqua vegeto- mine· rale, qualunque sia la forma e lo stato del bubhone &culo. siavi ingorgo inlìammatnrio di poche g-landole, o m olto versamento plastico, sia il bubbon1~ l irnitu Lo, indole ule, o a l t1 1'~a base dolente, in.flam mato, se s i constala dopo qua'ir!Je Lempu l'ascesso, si fa una piccola apertura colla lancettA llppena .!11 permettere 1'usc1la del pus, e l'inlr'oùuzione della punla d'una piccola siring-a di vetro. Non ~i de,•e i!Spellere il pus colla pressiooe, poicl1è si favorisce troppo l'introduzionij deil'ar1a nel sacco, ma vi s1 inietta uòa soluzione di suulimulo cori·os ivo nell 'acqua semplice nella pr oporzjoue di IO cen Lìgramrni per ogni 100 g t·ammi di acqua (l).!niellando l'acqua con forza per due o lt·e volle di seguito, il sacco si la va inlel'f Tllell te, ed alla fine non esce dalla piccola aper tura che acqua appena tinta di sangue alteralo: allora si lo scia entro il sacco unu piccola quantità della soluzione, cioè un terzo di sirizq.{tl o anche meno . e si medica SQpra coll'applicarvi uu amm!l ~'SO di fllacciche (2) inzuppate ne lla medesima soluzione, e sopra queste una o due cornpt·esse r ipiegate, e pat•imen le bagnale nella soluziono. Sopra qLtesto si ra una fasciatura con lunga P Jnrga benda la quale comprima il bubbone. Dopo 24 •>l'C "' <:fMcia: se v'isa pus che esca dalla piccola apertura, si ripele l'iJiie· zione come pPima, si inzuppano altre iìlacciche, SI bagnano le s tesse compresse, e s i fa di nuovo la fasciatu ra. :-.Jolt e volle s uccede ch e, dopo la prima fasciaLm·a, c i,)é dopo 21- ol'e, la supp ura :.~ i one s i arresta, ed allora si medica solo esternamente come ho detto, e aù ogni 24 ot·e d'inler·vttllo fino olio

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scorge che rusare, w me Ialunl r:umo, ~i uz!Qlli (li solfato di rnmc o di nitrato d':u-gento D()n ù plil il mctod<> l'iz1.orno. (2) In vece delle lllacciche si può adopero~re ma teriale anti•ctllro. eonte GQtone ecc. , che valga n sostituirle. ( ! ) fla questA rclnzione si


DEl Bt:BBOS I VEStii El SUPPURA TI

totale scompar~a del bubbone. 16 quale 10 questi casi non ri tarda che di «ei, ollo o dieci g;ior·ni al pilJ. Kou si può imma1-li· nare con quanla rapidità si di~ll·u~Re in quel'<lo modo il processo suppur ativo, si al'<sor be il ver~nme n to inler•stiz.iol e e si risolve il bubhone. Non si l tA nc~l' uno in··otwenienle a tcmert-, non è doloroso ed è co,.tantc e felice risullato. Ho ~ura lo in La l modo più di cinquecento bubboni, cd ullimanwnte giunto a Milano nel mese di maggi1>. essenclomi "Lala sflìdotn l::t "ezione rene rei, numl'rosu allora d t 1!)5 ammolat1 con urtu media di 120 a J:JO al giol'no di per·mancn1.a, nei quattro me:-i che ne ebbi la direzionE>, tanto io che i colleghi che mi atulavono non u ~am roo allr·o melodo: e ne!'suno di noi ebhe ad O~!'le rvat·e mai nè minaccia di de)!eneraziottt', nè inOammazioue intensa, ne dolor1, ne\ alcun seno fi«tolo!~o, m11 lutti, nessuno eccettualo, guaril•ono in 17 gior·ni e una frazione pt>t' mrdin fii permanenza all'oo;peJale. Ho curAlo in que:;lo modo dei bubboni talmente inOa rn mnti da prescnlaro l'apic3 g-an!!t'euoto con tlilteni. li dolt. Gor·ia che, vil'<lane rutililà ed innocuilà, adottò il mio metodo, me ne fece ''eder C' alcuui curil li do l.ti, par·inwnle roll'apice gantU'•.!n&lo per impelo di 111flammaz10nP, guar•iti in breve tempo, rio.! in meno di :W giol'lli, senza 11 menomo inconveniente. Lo slesso av,•ennl· al doll. Semenzo e ad altri. Anzi si può dn·e cbc aPr~sta la rnor·lificaztone de1 tessuti, poi cbC dopo la pl'ima medicazione presenta ~ubilo il bubbone un espello miglior·e. Sr dopo I n MCOJlùa o tcr•ut medicazifmc si vede uscir e il pus e l"aequo ltnta in scur·o e anche m nero, non bisoE:na desister e ùallo !.'tcs~a ml'dicazione, poichè questo non dipende che da sangue alterato secrelo dall'interno del sacco, e modiHcatone il colore cloll'uzione del sublimuto cor rosiv o; d'allrondP l a guur ig-ione non ne vi ene per questo incidente rila•·ùata. Bisogna anche avere la precauzione di os.~e r­ vare se per caso \'i fosse qualrllo "acco o concunterazione molto lontana dall'aper·lut·a, ed in quella dit•ezione e!'ep-uire le sirjoga zioni onde espellere il pus che vi fosfe accumulato; come pure di aumentare un po' lo fllac.:icbe su quel punto, onde per mozzo della rascialura obbligare le due raccie del sacco a star e a mutuo contatto. Di mano in mano che la sup-


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CURA DEl DUDDONI VENEREI SOl'PURA.Tl

purazione diminuisce, bì$ogna rere le siringazioni più dolcemente, non ispinget·e cioé con rorza, onde con tlislaccare quella parte delle due faccia dell'interno del sacco che fossero già unile; e quando lo suppu razione è qua:::i nulla, il che nel maggior uumet·o det casi succede dopo tre o quattro medicazioni, di protrarre le !~lesse anche di 48 ore per non disturbai'" il processo di riparazione. In questo modo operando, io non ho ma i avuto a ser vil•mi del bislod, o d'altro strumento, nè per spaccar seui, nè per espor·tare glandole scoperte, ipertrotìzzate, nè !Jer laghar bordi callosi, incicatrizzabili o ro1inaccianti degenerazione gangrenosa; come purtroppo av,•iene bene spesso col metodo comunt>, o delle larghe spaccalut·e; e che presto spero si chiameré antico. e s ara abbandonalo del tollo. Fra tutte le malallie le veneree sono quelle nelle quali bisogna fare il più parco uso che s1 può delle soluzioni di continuità, e non usare il l'ei'I'O tagliente che rruando ve ne ba assoluta necessità. La raf.\'io ne é cosl ovvia che basto il solo accennarla: « Ogni so« luzione ùi con~inuità a conlolLo con un'ulceT'a o supe1·flci o « suppurante non fa che accrescere l'area e l'estensione del" l'ulcera o s upertlcio suppurante medesima. •


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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lJD'IDoble1ta intorno alla causa del oolera astatico per NEJ L M ACLEOD e W ALTER MILLF:S - ( The Laneet, marzo '1889). L'inchiesta ebbe principio alla fine del 1884, e molte conclusioni contenute jn questo scrillo furono pubblicate nelt·apporlo sulla salute pubblica al municipio di Shangai nei1R86, ma prima che s'iniziasser o le investigazioni , Koch a veva già pubblicato il risultato delle sue ricel·che, quintH s i cominciò dal verificar e ciò che Koch aveva annun:tiolo. Si fecero c uHure pialle e Lubulari del comma-bacillo, in gelatina debolmen te alcalina , s i conser var ono le gelatine in ghiaccio durante la calda stagione, s i fece ro delle pr ove con l'agar ma uon riescir ono. Ciascu110 clei due sper imentatori operò in una abitazione separata, scr venèosi a YOila entrambi ùello stesso materia le, a volla adoperando ognuno un materiale diver so, ma tuLLi i ~asi di colera fut'ono esaminaLi da entrambi. L'assil)ma betleriologico per l'identifict•ziolle d"u11 ballerio pu6 ·~ssere espresso così: lo s lesso or ganismo p1·odollosi nelle s~esse cvndizioni di cullure, 1li lornpera lura e di tempo, rleve a ve1•e gli slessi cara Lleri mac1·oscopid, e se colorA lo e montato allo s tesso modo, gli ste ssi cara ttet·r mict·oscopici. Ora i C'Sra lleri che Koch ha assegnali al comma -bacillo r itenuto ora come uno spit•illo, s ono: che s i trova nelJe feccia de' colerosi, che è grande la molà o due lel'z.i di un bacillo ~ella tubercolosi, uo po' più spesso, t: legger mente cur vo, In modo da formare un semicerchio od uo S quando rl ue o l~e si mellono in fila, che cresce nella gelalina alcalina e la hqucra, cr·e!:ce meno rapidamen te su lla neutra, mollo lenta-


RIVISTA

mente nella gelatina debol mente acida. non si moltipl•ca nella ~elalina a fot·Le acidità. l n un tu bo dì gelatina. alla sommi là della punturA, si fo1·ma un imbuto, JIIJIIa cavità del quale s i pr oduce come un bulbo dì ca pello r 0vesciaLo; la gelatina si liquefà. lungo 1l lragillo d'inlìssioue ù~ll'a:.co, ed in essa si vede aù occhio nudo la masJ>a bianchiccia della colonia, !'pecialmente nella parte in· reriore. Fra tre o quollro settimane la liquefazione si diiTund~: a lulla la ma~<-a gelatinosa, i hacillì 'anno a fondo fo1·mando un ~edìmenlo bianco- grigio che in alcuni punti di luce tende all'at·onciato, e st> non SI a gita il tubo, il liquido d1vicn traspar ente, e ~<'p ara dal sedimento una schiuma biarichiccia che viene a f!alln Unn bassa Lprnperatura non disll·ugge il bac1llo eh.. pero ha poca fo1·zn d• molliplicazione al disollo di 9' C, l'i moltiplica poco a 1 ~1', rapidamente da 2G• a 38° n elle culture di g elatina . È allivnrncnlo m obile nel ::uo l1quido eli r.ullura, nell'agM-OgAJ' 1:n11 hA apparenze cot·atlet·isliche, m a t·asso· na iglia it1vect! li 11\0ili altri mict'OJ'~umi s mi fo rmando ulla s u· pc rflcie uno ~ch iuma bruna. Sulle patate, alla lemper·atur·a da 2G• a 38' formo de!IP colonie g t·igie, ma non si moltiplicA alla temperatura or·dinar ia della stanza. Rende liquido il siero del sangue :oolulìlìca lo, arresta il suo sviluppo nella golotioa S'\ pt•ivo d'arin, ten uto nell'umido vive nei tubi per· mesr, an · che quando la mollrplicazione si 6 aneslala, al St'C<'O muore celet·emenle, ho riproduzione flssipera. non p resenta spor·e. S1 sou clescz•il!•• delle forme d'in,•oluzione, con pnJ•lJ che si colorano poco, P. che Ceci ha cr l!duto spore. H ueppd ha chiamato artro!'pore, ma un ultcnlo esame fa t·icono!'cere che 'luesli ft>nome111 s i verificano quando il bacillo è pr('s:=:o a morJI'e. Un t•apido csauw l'li può rare stendendo sul copri og,.!ello un solllle Slt·ato dello materia da csamina t·e, lasciando Fecc/11'8 il vetrino, e ver!'antlovi una soluzione acquosa tli fuc:>ina pt•r pochi secolhh, indi !avendolo con acqua, e !asciandolo dJ nuovo disseccor·e. Dura nte rinclnesla eli Shangoi la presenza del microrga nis mo ne' maia li di colera fu coslalula in 41- casi dei CJ11tlli


MEDICA

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fu rono morta li, ma solo in sei cadav<'ri l'u fallu la t'icerea, perciH~ gli allei erano chine!>i presso i quali è proibita l'autopsia. In 40 di t')uesli ammalati ru r·iuvenuto il commabactllo, tn lr e le deiezioni ah·ioe non erano carallerh;liche, in uno i baciUi e t'atJO nelle deiezioni, si vedevano nei prcparulr, male cultu r e non riuscirono, perché le deiPzioni erano state rlil"infetlale con acido fenico. Nei 40 ca si una goccia delle f•·ccie o del contenuto dell'ileo ùe' caduver·t, allenuala tino alla centesima, duecentesima e I(Uallroceul»sima pat·lt>, died·· dt>lle magnifiche cullut'e. L«• cullure falle con le reccie prese nello stat!JO di estremo collasso non t·iescil'ono tipiche, come non r ìescirono le culture fatte rol contenuto intestinale òi alcuui cadaveri, duranti' la vita de' quali Je feccie avevano dalo un risullJllo lipico. Dn fatti consi m11i i dottor i Roy, Brown e Sherr•ingltton de,·ono avet• concluso, ma erroneamente, che il microrgonismo non s i trova in lutti i ca~i di colora: rna lHr:<ogna r·icordarsi ch e lo s tadio di col lasso confina con l'algidis rno a con ra mor·le, e se non si sono analizzale le rorcie prima, é ditlicile trovat·e in qu Pslo s tadio, e dopo l 'az i o n 1~ ('fHlaveri~a il c~omma-bacill o . Allor•a si trovano molli mict·o r•ganrt~mi che nP!lo ~ladio vitale del colf'ra non si trovavano. l follicoli intestinali comunicanti col lum~ dell'i nlesturo ereuo ri pieni di detriti del comma- bocJilo, come se ue vedevano anche negli spazi fot·mati dalla separ·azione dell'epitelio dai foll i<'oli, e dalla ~eparazione di questi ùalla nwmbrana fondam entale, e nel tessuto prossimo ai rollicoli. Ltt penelra7ione de' bacilli dentro i follicoli e negli spazr subepiteha h era certamente il risullnto della loro atllvrla, 111a il loro pasea ggio ollt·e di essi et·a probabilmente dovuto at lagli ed alle preparazioni de' tessuli. N e' coloram Pntl otlenuti claJ Koclt in Egilto, ed in quelli ullittli di Kuelrne, lu PI'P.!Iouza Ile i CNnma-bacillo nel tessuto delle pareti mlea&inali non può esser mes~a in dubbio. ma Klein opiua che essi penetrino n e' te~suli dur ante il periodo agonico. In lltl ca!"o di rnorle avvenuta dieci or e dopo i pr illli s iu tomi del colct·a, s i fece l'autopsia mezz'ora dopo la morte, e si lrovo il leoue disteso, arrosMto all'estern o, ron pat•eti


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!ti VISTA

cbo pareYano stirate della par'alisi, come se 11011 aves::>el'o r icuperata lu loro conlrattililé, contenente un lir1uido chi&I'Cr come quello ùelle lipiche feccie coleriche, con lo mucosa ispesr:<it.a, spoglia di epitelio in considerevole estl'nsione, con punti r oss1 çhe indicavano gli storni dei fol licoli. Al microscopio m olti di questi folli coli erano pieni d'epHPi io t'rauLumato distaccalo, e l'epitelio del lume inlè~linale mancava totalmente. l comma-bac1lli erano ne' follicoli e negli spazr subepilelali. :n un caso tli morte dopo lrent'or·e, all'au top!'ia P"'eguila sei or e dopo 111 morte il tenue presenta\'& la ~le~su apparenza, ma er•a maggior•mente con~<!slo, emol'rll~-tico, P coliteneva dei comma- bacilli come il precedente. In un terzo caso di 33 ore di malallia, esamina to due or e P mezzo dopo la morte, l'iii'O conteneva un liquido tenue, leggermente linro d• ~engue. v't•ra congestione e gonfiore della mucosa co11 molla peruitn d'epitelio. In un quar·to t'OI"o m orto al.~· gior·no di malattia dopo debole r eazione, quando le feccio er·nno dlvenule melmose, scure, puzzolenti, il contenu to ruleslinal>l era dello s tesso caratter e delle ft>ccie, ma più s&nf.urnolenh.•. e l'ulcerazion~, la cadula dell'ep1Lelr, l'emorraglll. lu forte congestione er·ano le noto anatomiche !"alienli dell"intestino tenue. l comma-bacilli t~bbondanti nelle fecci a dur·ante la malallia non furono h•o,·ati dopo lu morte nò uel c~Jutenuto intestinale, uo nei tessuti dell'inleslino, ma abbo11dnvnrH1 invece altt•i micrOt·gan ismi, più volle rì nvenuli nelle par·P.l• ru· leslinali, e messi Jn evidenza col bleu di rneti leno per· 2~ 01'6 nell'ordinaria temper·atura d'uua stanza, come fu r·lnvenuro una specie di fungo dispo::::olo a rete nella S!'l'-.~l"zza tl<'l tes::>uli. Klein e Gibbes nel loro rappot'lo go ver·nalivo sul cuJer·a dell'India dicono che in taluni C8"'1 Lr·ovarono bru pnchi comma - bacilli, e questa è una ùelle ragioni clw adùucu11o per non rilenHe 1Jueslo microparos~ila come causa della rua)Allia; ma qu&ndo si pensa come sia d•fficilr il tr(1Y8I'IO nei lessuli daver se ore dopo la morte, quando s• peu"'a al l'abbondanza delle deiezioni alvi n~, non si può più l'art- uu calcolo sul numero ùei microrgan ismi che !:>i tr·overauno 111 es;-o, e


MEDI CA

apecialmenle 1n quella piccolissima ~rorria l'h<> ..-ien "'Oli•Jpo!la all'esame microscopico. Un ullro passo nell'invesligazioue fu la ricerca del comJO(lbaeillo nel materiale non colerico, cioò in sei casi di Jio•·rea Remplice, in uno di dissenteria, nella saliva di qnuttro individui sani, nel muro di tre alfelli l.lu tonsillile, nelle recc1e di un uomo sano, nel malerialP t••allu dall'ileo ù1 du~: tuor·L• pet· ti"i. di due ffi(•r ti per cancro dello stomaco, di un mor i•• per tubercolosi poi monale e perilonE'alr, un mot•to pe1· rnulaltia cerebrale. uno por ernia slrozznta, rn•'Oingite, mnlattin cardioca, bronchite aeutn, empiamo. In parecebt di !fUPsli materiali si •·inveunero pochiso::irru wicr nr gani!-Smi "Omigliami ol com111n-bur illo, eh~ non ,., poterono riprodurre cou cultur e piullc, c·ume facilmente ~i np1·oduce il bac:tlo vii'2'0iu. Di tutt1 1 Lacilll nei quali ,j (; voluto trovar•' una somiglianza con r1ue•::t<), merilano att..-r•zione il bacillo clel colern nos t•·as òi Finklcr e Prior, e quPllo del t'orma gl(io <li l)eneko ma le 101'1'1 r.uiLnre sono molto diverfle. 1\lein ha r r 1•cluto c!re fo~!'I' I'O silnili nl commo- becillt, •l hacillo deJh• c;alivu trovnto da Lewi.:. l' quello del noma ma finora non vi ~1111 pr·ove "Ufficienh I'•Jentitc1. Egli drc•~ aH·r provato COli c•spet·imenti Jirelli eh<' lu <>lato pa~olo~i•''' dell'intestino favori"ce la moltiplicazione Jel comrua-barillo poiché avendo anJminisLI·ato ad UIHl ~cimrn•a dell'olio eli eustoro col quu lo produs!-ln unfl clint·•·en, apl'l quinòi l'oddome in un'atmo~ fe rA slori lizzoln. aprì l'ileo ul disopra dcllu \'OI · vola ileo-cecale, compt'l'<;•~ fra due lil!alure la parle ù'inlPlllino aper ta, pre"P un po· c.li umro 1nl•'"tinale, ma noo " rinv.•nne il comma-hor illo. lnieltc\ in 'luell'intesLino tlu<' centimo:tri cubic1 di soluzione satura .!1 'lO lfato di ma!:!'ncsw, tolse i legami, ~u tut·c't In ferila , e lo n1ellicù cw1 tutte )(• pt't!· cauzioni anUs etti clw, tl op0 4R Ol'fl ttC·I'i!'e l'animale, LI'0\'1' COrlt'mente iniettate le par·li !'Ul)e •JUn li U\'eva falla la leg-nt\11'8, e l'intesliuo ripieno eli muco -;angurnolt'nlo; quel mnco conteneva baciUi di tutte le ,!tranrlezzc. P molli che !'OmigliaYall•• al comma- bacillo, ma ~rano un pc; più piccoli. Fallnnè lu c~llura in ~e1 pialli di gelntinu: in uno di quesli d(lpo tr•· I(JOrni •·iuvenne <lellr c:olonie che C'Ol'rl'~pondevano o quella

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RlVISTA

del comma-bacillo, e le culLure in tubi riprodussero le identiche forme microscopiche e macroscopiche del commabacillo. Quest'esperimento dimostra che il comma-bacillo esisteva nell'organismo della scimmia, ma non si rilevava che per uno stato patolo~_?ico delle intestina, e per questa stessa ra· gione non si rivela nell'ileo umano normale, ma S l trova dul'ante il colera , secondo Klein. Egli per-ò non dimostra che questo microrganismo non si possa trovare prima dello stato patologico, perché lJa omesso di farne la ricerca per mezzo delle culture, senza le quali ogni identificazione e impossibile, ed inollre non ha sterilizzato la siriuga con la quale ha iniètiato il solfato di magnesia, nè i fili con i quali ha fatt-a la legatura. Quesl'obbiezione di Klein tendente a dimostrare che il comma-bacillo è l'effetto e non la causa del colera, è priva di fondamento, e gli autori del rapporto la riport::lfio d6Ltagliatameote in omaggio al nome dello scienziato ma non possono lenerne gran conto. La seguente parte del rapporto verge sulla riproduzione della malattia. In Shangai due serie d'esperimenti fallirono, e per mancanza di tempo non furono ripetuti. MenLt•e molli osset•,•atori inglesi hanno praticamente confermalo i fatti ad· dotti da Koch in prova della riproduzione della maléllia, Watson Cheyne e Klein ritengono il bacino di Kocll come palogeno per i porcellini d'india, ma negano ad esso ogni relazione causale col colera asiatico. Presentemente è opinione dei medici inglesi che il commabacillo s ia il costanLe compagno del colera, che non :~iasi t·invenulo in altro malattio, che compaia nel lubo inteslìn&le e scompaia con la malattia, che si debba ritenfll' coma pa· togeno, ma che per dire che sia proprio esso la causa efficiente del colera, occorrano altre prove. Nel congresso di Berlino del 1885, Koch anuuot!i6 che avendo trovato il conlenulo inteslinale dei porcellini d'Indi~ sempre acido, lo avuva neult·alizzalo con una soluzione d~ soda, ma con tuUo ciò nou era riescito ad avvelenare gh animali col comma-bacillo per inges tione. Attribuendo l'in· successo alla celerità cou la quale i cibi passavauo dallo sto-


MEDICA.

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maco alle uHime posizioni d'intestino, e venivano quindi espulsi in for·ma di escrementi, pensò di rallentare il movimento perislalLico con l'oppio, onde dar tempo ar bacilli di moltiplicarsi, e cosi riesci ad ottenere la morte degli animali, iniettando oppio nel Gavo periton~a l e. Ma contro questi esperimenti si obbiettò che i sintomi prodotti nei porcellini d'India non emno quelli del colera, per· chè mancavano il vomito, la diarrea ed i crampi; eppure vi sono dei casi fu()ninanti di colera nell'uomo che mancano di quesli tre segni, e può darsi che ciò cbe nell'uomo è una pura eccezione, sia nei porcellini d'l ndia La regola. Si obbieltò che la morte degli animali potesse esser prodotta da tult'altra causa che il colera, cJall'eccessiva dose dell'oppio iniettato, dalla puntura dell'addome, ecc. e siccome quest'ohbiezione è di molto valore, gli autori del rappor to sull'iochiesta, pl'ima di ripaLere gli esperimenti di Kocb, si sono ~sercitati oel cateterismo esofageo dei porcellini d'India, hauno iniettato per questo mezzo la tintura d'oppio nello stomaco alla dose prescritta di un centimetro cubico su 200 grammi del peso dell'animale e trovando la dose troppo elevata, ne l1anno ado~lata una più piccola, che riuscisse appena a produrr·e torpore dei muscoli volontari, scartando dall'esperimento tulli quegli animali che non si svegliavano dopo l'iniezione dell'oppio. Gli esperimenti e~eguiti al collegio reale di medicina in Ed•mbur·g ed all'istituto igieujco di Berlino con cultura di eomma-bac•llo tratto dal colera di Sllango.i furono 142. Scelti i}O porcellini d'india perfettamente sani fur·ono uccisi , e si trovarono le intestina quasi vuote e contratte, senza quella distensione che l'azione dell'oppio suoi produrre per paralisL Il contenuto intestinale tanto all'esame microscopico come a quello fatto per mezzo di colt.tra non presentò alcuna forma che si potesse rassomigliare al comma- bacillo, quantunque il semplice esame microscopico facesse vedere Infinito numero di spirilli, '3 di batteri gr·ossi, curvi, vermitormi specialmente nel cieco. Ad alcuni di questi animali era stato amministralo dell'oppio, ed in questi s i trovò un


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microrganismo che mancava nel contenuto intestinale degli aJLrj. Tutti gli alhri animali, tanto quelli avvelenati col commabacillo eli Shangai, come quelli riservati per controllo, furono trattati nell' istesso modo, cioè fu loro iniettata nello stomaco una soluzione al ::,% di carbonato di soda in quanlit.a eguale a 5 ceot. cub. senza alcun digiuno preliminare, dopo 10 o 20 minuti una quanti!~ identica di materiale colerico, o di brodo sterilizzato per quelli che dovevano servir di confronto, e subito dopo ru iniettata la tintura d'oppio sterilizzala nella cavita periloneo.le, con Ja siringa di Koch sterilizzata al calor rosso, e rafft•eddaba in lubo sterilizza to. Il contenuto dello stomaco mercé l'iniezione sodica rJmaneva neutro per circa sei ore, l'oppio preveniva il l'apido passaggio di microrganismi attraverso le intestina, eue ra· cilitava la moiLiplicazione. In selle ànìmali fu iniettAta nello stomaco una quandta varia di cu!Lura di comma- bacilli in tubi di gelatina, con l'aggiunta di ;, eme. di brodo sterilizzato; in allri 27 fu iniettalo a dosi varie un tubo contenente 5 eme. di bt'OÙO steriHzzaLo leggermente alcalino, e tenuto in incubazione a 35~> con una cullura in gelatina di comma-bacilli per 21- ore. Di tutti questi animali 21 morirono e 13 guat'irono. l 21 ria\•Utisi daJI'etfeUo dell'oppio si misero a camminare ed a man· giare, ma il giorno dopo ammalarono, rifiularono il cibo, il loro pelo divenne ruvido, gli angoli palpebrali si fecero aridi. tt'ascina vano gli arti posteriori che piu tardi si paralizzarono, alcuni morirono al secondo giorno, altt'i al terzo e quarto. Undici animali di contl'ollo a' quali si era inietlato nelln stomaco br·odo st.erilizzato senza bacilli colerig-eni, guarirono tuLti, e tranne lo s tordimento dell'oppio, non pre,:enlll· rono altri sintomi apprezzabili. A tre s'iniettò la. sola acqua sodica che riesci perfettamente ir:nocua. Da. uno degli animuli morti in seguito all'iniezione di cui· tura del comma-bacillo fu raccolto il contenuto intestinale in un vaso sterilizzato, e ne furono iniettati due cent. cub. ne llo s tomaco di due aiLri animali i crua1i morirono, e da


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oquesLi si prese lo stesso contenuto per inieUa rlo ad altr i, (l()nlinua.ndo l'esperimento fino alla 10• riproduzione. Di 21 aolmali lra~tati in ta l modo morirono 19, ~ua ri rono 2 ; la dose negli ultimi esperimenti aveva variato da 0.5 a 2.o eent cub. Come controllo di quest'esperimento s' iniellarono a due aoimali 5 eme. di soluzione sodica, 5 eme. di brodo sterilizzato, e la solila dose di tintura d'oppio; dopo G ore questi animali furono uccisi, fu raccolto il contenuto del loro intestino, ed iniettato alla dose di 2 cm. c. con le solite pro· eauzioni a 4 a ltri animali che guarirono perrettameoto. Il cieco de' porcellini d'India morti pOI' iniezione colerica .J trovò sempre r ipieno d'un liquido bianchiccio o verdas lro e he conleneva comma-bacilli in g ran quant1til, in mezzo ad una mollitudine d'altre forme baltericho. Il materiale delt'ileo di uno di questi animali fu iniellalo fllla dose di 2 cm. c. nello stomaco eli un porcellino ù' lndia, e la s tessA quantità del couten uto cec~:tle in quello d i tr e a ltr i, dopo la sohta iniezioue di soda ed oppio. ) l primo animale mol'l, gli ~Itri tre si riebbero senza alcun segno di malattia, ciò c he conferma l'opinione di Koch, che i microqranismi del colera muoiono nel cieco de' porcellini d'India. De' 15 animali che guarirono dopo l' iniezione del materiale coler ico, 7 erano manifestamente ammalati, due mo~trat'OOfl qualche softerenza, 6 non presentavano segni di malattia. L'esame necroscopico degli animali mor ti di colera ril<?vò un !'&.ngue fluido, vischioso, e piu scuro del normale, i tes· ~ull delle pareti toraciche ed addominali disseccati, il tenue in~llno disteso, <:.Ongesto, d'aspetto paralitico. occupantlj rna ~-tgiore spazio del consuet.ll nella cavità addominale, il cieco disteso da un contenuto fluido o semi lluido. S~ la mor te er11 stata rapida il liquido intestinale si tro vava torbido, me8COlato a residui di cibo, ma acquoso, c rooleoente g rumi rnucosi; se la mor te era avvenuta al secondo o terzo giorno, ~on v'e1·ano residui di cibo nell'intestino, ed il contenuto anteRtinale rassomigliava al materiale diar roico del colet·a


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nell'uomo; in ogni caso, i comma-bacilli erano dimostrabili microscopicamente, e per culturl:l, come nel colera umano. Se si osservava al mict·oscopio il brodo nel quale si ertt scioll.a la gelatina di coiLura, i microrgaoismi si potevano, bEonchè a stento! contar e nel campo microscopico. toa non era più possibile contarli in un p reparato tratto da una goccia del contenuto intestinale di un animale che con quel brodo era stato inoculato. Lavando le intestina nell'acqua si pote'a costatat•o l'abrasione epiteliale. Due animali moril·ono nel 5' e nell' • giorno dopo l'iniezione colerica, e non si Lt•ovarono lraccie di cotnmA-bacilli; l'apparenza delle intestina ri,•elava che fossero morti nel periodo di •·eazione, a quello 1porto all'S' giorno, l'unico che abbia perduto le feccie, aveva le intestit1a congesle, con epitelio vastamente dis~rutlo, e le placche di Peyer prominenti ed ulcerate La dose di 2 eme. del contenuto intestinale colerico d'un animalo è sufficiente a ùare UllO morte ra pida ad un porcellino d'india, meott•e la stessa dose di brodo di coltivazion& non è cosi mortai&, c ciò può altt·ibui r~i al maggio•· numero di bacilli che si trova nel contenuto intestinale od alln roag· gior virulenza di questi bacilli La cuiLura in brodo del mat~rialo colerico portato dalla China, e conservato in culture ripetuto per un anno, impiegale alla dose di 5. crn. c. uccise 5 porcellini d'India su 7 inocnlati, mentre la ste~~n cultura passata per tre generazioni di porcellini d' Jndin, e poi raccolto il contenuto intestinale per saggiame la virulenza, ha dato ·i- morti su 4 inoculati con una dose di 3 <·m. c.. un morto io due inoculati con 2 1/2 ero. c. Koch dice che i bacilli tratti dali'ullimo colera europeo, e cooset•vati nelle culture del suo laboratorio pet· molto tempo avevano perdul{) gran parte della loro vii'ulenza, lalcbè egli in ultimo non poteva più ottenere ne' porcellini d'india i risultati dei primi tempi. E Klein obieLla che ~e le deiezioni de' colerosi dovesset·o possedere un così forte potere infeL· tante, non si comprenderebbe l'immuni la relativa degli iofei•mieri, dei medici, delle assistenti òei colet·ici, dei parenti, e di tolti quelli che maneggiano le biancherie sudicia dei


MEDI CA

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colerosi. Ma ness uno di questi ingerisce le secrez1oni dei colerosi, o l'iniezione di quest1 materiali nello stomaro dei porcellini d'india è una vera ingeslioue forzalA. Un po' di luc~:~ su tale questione può spargerla il seguente ratto: il dott. Bentley, cinque anni or sono, fn chiamato da Singapore per un' invusione di colera a Ielak Blanga, dove si diceva che la malattia fosse 1mportato dall'India per mezzo d'un piroseafo che trasportava iucligeni e forestieri ogni settimana. Per qualche tempo non ci fu indizio di continua· zione dell'epidemia, poi cominciò di nuovo a manifestarsi con casi che ricorrevano a gruppi di due individui alla volla con l'intPrvallo di un giorno o du,.., e facendo delle ricerche il dott. Benlley riesci a scoprir" clae quelle coppie d'uomini attaccali dal colera aveYano luvato 1 cadaveri dei colPr osi secondo il rito maornettano. R iuscite mutili le ••accomandazioni di seppellire i morti senza lavarli, si provocò un editto del sultano di Johore, al ']uale l'alto clero dette la sanzione predicando di Lrascm'al'e in caso di colera il t•eligioso rito, ed il colera non si riprodusse piu a Jelak Blanga. Pcttenkofer crede C'he il veleno colerico s i espella per dereca:t.ione, sia or ganizzato. capace di molliplicarsi fuori dell'or g-anismo, ma non sia il comma bacillo che può esser racihnente distrutto p ~r disseccamento , perchè non presenta spore ; 11erò questo dis~eccameu to può avvenit'e soltanto nell'aria. ed è comune credenza che il colera non si propaghi J1er mezzo dell'aria. Pellenkofer pensa che il baciJlo d'Emmerich può essere piit giusl.ttmente r itenuto come causa del colera, perchO ò stato tr·ovalo nel sangue e negli organi dei colerosi, ed ha prodotto 11~i porcellini d'India sintomi analoghi a quelli del colera; che il bacillo di Koch può esistere nell'uomo sano, e può moltipl icarsi in causa della malattia colerica. A quest'oprnione di Pe tteokoret' si può obbiettare cl1e il bacillo d' Emmel'ich è stalo ti·ovato nelle feccie normali nell'aria, nei liquidi in putrefazione, ed i sintomi prodotti nei' Jl(lrcellini d' India s ono atll'ibuibili alle ptomaine di altri microrganismi. Un'altra obiezione di Klein ed oltri é la facile distrultibi-


RIVISTA

liiA del comma- baciUo per l'azfone di altri microrganiami attaccati ad abili sudici c!Je ne Impedirebbero la moltiplicazione, menlre quesLi abiti sono repulali da tutti un mezzo d1 diffusione del colora. Ma il ~op ••avvivere dei micl·organismi ne' laboratori sp!H'!ìe molto luce s ulla lotta per l'esistenza nello stato natm•ale; pe1·ò l'essere ess i confinati a romhaLtPI'O dentro i limiti de' lubi e piaLli di cullu•·a non ci da la vera idea della gue rl'a c he essi s i t'anno nl'l sudiciume allo sta to nalurale e nel "udiciume degli abili, come non ce lA tlal'ebb c il sopravvi,·er e dei lop1, in una guerra che 11i ~la bdJsse dentro una camertt c ltiustt fra qaesti animali, 1 galt1 ed 1 cani. Quasi lutti gli osser,alorl cou\'engono che per la ddl'u~ione della malattia e la produzione d'un'epidemia è necessaria una dis pos izione s peciale di luogo e di s lal!'ione. Al· cuni conside1·ano tali di~posizio ni come fuvorevoli alla moltiplicazione del veleno fu ori del co1•po, altri come Potlenkofer ritengono che il veleno fecal e sia capace soiLanlo di produrr e llei casi is olati di colera. ma c he l'epidemia non J•O~I'a ,·erljicarsi senza Alcuni et~ ngiamenl1 de l veleno fuori riel t'O rpo. Il mirrorganismo tli Koch è ce1·tamenle capace rti moltiplicarsi fu ori del corpo, ma H· il cangiamento rlr luesto da P elteokofet· s1a o no necessario, può esser messo 111 sodo dalla comple ta noz1one della biologia ciel commahacillo , messa io relazione con la produzione delle epidemiP, studio ancora inesplorato. Gli autori riassumendo le loro conclusioni ritengono che il comma-bacillo di Koch ~i trovi sempre nell'intestino tenue doi colerosi ; che non sia dfmos tt·ato essere esso un abituale lllquiliuo del canale 11limen tare umano, nè un prodollo della malattia ; che i mezz1 m~ali per iotrodul'lo nelle intestina d~l pOI'Cellini d'India . come quelli adoperali per rita1·d ar~ il mo''1mento peristAllico, non possono essere incolpati di produrre fenomeni colerici, nè la morte del 60 per 100 di questi animah; che le culture pure di comma-bacillo introdotte nello sto~ 1 maco con le descritte precauzioni, sieno patogemc he ~er Porcellini d' India l cb e similmente lo s ia il contenuto intesllnale • <lei mor ii in seg uito ad iniezione; che il microrganismo .oo-


MED ICA

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culai.O si molliplicht nell'intestino di c[uesti animali e \'i produca dc>lle lesioni simili a quelle prodolle ucll'uoroo dal colera asiatico: cbe da lutle queste :;rioni sot•ga l'eYidenza per la quale ~i dt>bht1 r itenere il bactllo di Koclt come causa del colera.

•·a

eu•• 008& po..a lndloare il brivido, por w. G tLCII RIST Su nl'IlE . -

(TIIe L an.cet. genna;o 188!1).

Oltre alle malattie nellè quali il br ivido iuiziale è frequeotP e conosciuto, r aulor e ne indica alcune altre, sulle quali richiama l'attenzione dei pratici. Urt signoa•t• di 6U anni già emiplegico per pregressa apoplessia . con parahsi della vescica. ebbe un ac1·esso di gotta poi una cislitt>, ma in d ue mesi queste due complicazioni si di~siparon o, e l'emiplegia disparve. Dopo f[UA!che tempo l'infermo cominc1ò ad esser·e pigro e.l apalico, 11011 s i leva,•a dal letto, (• si lnqnava di uu dolore a ll'ipocondt•io destro, e di una sensazioue di bt·ivido per lutto il corpo, quauòo un bel g iorno fu pr eso <la un brivido forte e prolungato, cou una temperatura dt H• 2. Dal :lO murzo al 14 maggio, g ioa'no in cui l'infermo mori, ebbe uno o duu forti brividi al giorno, con temperatura che si elevava dt\ SU a 40',5 nel momento del brh·ido, e lorua va al nc.rmale negli inter valli senz'altro fenomeno mm·boso che u n'estrema debolezza. Il ùotl. Clill'ord Allbut chiama to a consulto, non ammise un a ma lallia del feE!nlo, ma una suppurazinno nell a cavità addominale. L'autopsia eseguila 48;ore dopo la mor te t•ivelò una spiegalu melanosi. li regalo era completamente annerilv, indurito ed ingrandito, ripieno di granelli pigrnentarii, l'apice del cuore ~ra contot•nato da una rotonda massa melanolica , della grosst>zza d'un'avellana, aderente al pericaa·dio. Macchie di melanosi s i r invennea·o nei reni, in cia!!cuno dei quali v'era una cisti ripiena di liquido ner astro, la milza e ra mollo ingrandita e nera, i polmoni erano più scuri del normale, ma senza depositi melanotici, nes!!una tr accia di pus fu scoverta nel cavo addominale.


RIVlSV.

Sir James Pl:lget parla della prest'nza di granuh ptgmental'ii nell'orma come l'untco se~o che spesso rivP.Ii la rn!'· !anemia, ed è depl01·evole che in un caso !'imile non si sta e~aminata l'orina al microscopio. L'autor i" ricorda un caso nel quale i professori West ed Andrew non poterono formulare una ùiognosi. Un t·obuslo giovane, dopo un giot•no di malessere pel quAle aveva pre~o un pm·ganle, andò a !ello pet· un forte bl'ivido seguito da tlotore nella regione del dotlo biliar·e. Gli fu ammini!'ltralo della morfìna, nell'idea che si lrallassc del pas~aggto di un calcolo, ma per 15 ~riorni l'infermo continuò a lagnllt'$1 eh mal di capo. dolo~:e nella regione epatica, e tulle le no Ila aveva brh·iolo fot•le accompngnnlo da elevazione di lempPralura, se~uita da profu!'i sudon Si cominciava a pensare ad una febbre lifoide, quando l'infermo raccontò di aver ~oll'e r•lo antecedentemente ùi sifi lide. La cur•a isliluita col iocluro di potassio ad alle do!"i h•ionfò del ùolore all'ipoc<,ndr'io, ciel brivido e della febbr·e, e l'inl'ermo godè buon~_~ salute per quattro anni, poi una srfìllde c·el'ebrsle lo lolse eli viln. Nel luglio scorso l'a11tore assisté al parto ò'una donna prianipar•a, che pet· cin•JU!! ~ellimane stelle benissimo. Poi comanciò ad aver· un brivido o duo t~l ~riorno, ma non vi badò t•d alla fine di due allN sellimane fu vi~ta dall'auto>re, il qual~' tt•ovò uu polso a 120 ba llute, la tempea•aLura a 39,2. e l'infe rma accusavA un 1loloro alla fossa tliaca destru. Fur·ono applicali dei cataplasmi, amministralo il chinino, in pochi g iorni i bt•ividi ·e la fehbr·e scompat·vero; l'iof'erma si Jovò dal letto, e la febb r e ed il brivido ricompa rvero; l'inferma ~;i <!fJt'icò ùi nuovo, e dopo due giorni finì Ja febbre cd il bt·ivido. Siccome 111 camera da !ello era al pr imo piano, e quando la donna ~i levava ~cendeva al pian ter!'eno, l'auloa·e ispezionò la c-asa , e tr o,·ò una fo:,:na che comunicava cou racquaao della cucina adiacente allo camera dove la donna la ,·ora va. L'autore ordinò immediatamente un cambiamento di domicilio, e la febbre nou tornò piu. S econdo l'autore, il brivido non é solo il precur·sore della l'el!bro malarica, o di'Ile suppurazioni, ma e un segnala d'al·


llEDICA

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Jarme che dà la natura quando un veleno entra nel sangue. Perciò nelle febbri infeUi'"e v'è un solo br1vido, perchè il veleno enlra una sola volla, e nelle febbri malaricbe ogni !ebbre è preceduta da brivido, perché ad ogni nuova febbre il veleno mod1fic:a di uuovo il sangue. E se ad ogni nuova !ebbre di suppurazione nuovo materiale purulento entra nel Nngue, 11 brivido ricorre costantemente, come coslantemenle il br·ivido ha annunziato la melanosi che invadeva nuovi organi, la sitllidechesi riproduceva passandopelsangue, l'infezione della fogna che era assorbita dull"orgaoismo.

L& nuova malattia lDfetUva di Well tl'a l soldati. HtHJEH.

Weil, (·ome è noto, ha richiamato l'attenzione dei p1'8Lic1 sopra una malaltia acuta febb1·ile accon1pognata da gravi fenomeni net·vosi, da tumefazione della milza, del fegato, da itterizia e da sintomi nc frilici, la qual rnrt! Httia dopo un a du•·ata relativamente breve dei più gl'avi dis turbi pt•ende un decorso fav ot't'vole. Le osservazioni u1leriot·i falle su questa forma morbo!'a ha dalo occasione a molli sludi , frn 1quali é notevole quello di Ruber sopra seLle soldaLi, dei quah tre fur ono osserva h da un altro medico, il doll. Lebraurt. Trnllasi. di soldt~li del primo, seeondo e a nche terzo anno di servizio. Le loro professioni civili erano ass11i va1·ie. TulLi i ca:'li si verificat·ono nella stagione calda. TuLLi e selle poi ammalarono irnprovvisameule, la febbr e si alzò repentinamente ad un g rado note· vole ed ebbe una durata media di otto giot•ni. Quattro degli ammalali r•ecidivarono. Il tempo dell'apiressia oscillò tra uno e dieci friorni, la dut·ata io media fu ùi I'Gi, la r ecidiva durò da due a otto giorni. l n tulli i casi i sintomi più accentuali furono cefalea, vertigini, sonno iO<JUieLo, delll'ii. Non mancò mai l'iLterizia e solo una volla questa scomparve, l'orina aveva sempr e un colol'e rosso-bruno, non ma1 nerastro o ''erdastro come nei casi ordinari d'itterizia, er'a sempre torbida, e conteneva alburnrna. Si notò poi la costante mancanza di un ollro sintomo, cioè il t•t~ll e ntamento ùel polso. Huber ci dà come sinloma costante o car·atloristlco della ma-


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IUVISTA ll.IWICA

laltia i doJo r·i alla muscolalura, specialmente delle sure, ciò che fu notato anche da altri osset•vat.ori. Huber accen ua ad un'altra tJOI.s caratleristica del la malattia ed é una fl ogosi acuta di tutta la mucosa durante l'acme del pr-ocesso: si vede cioè comparire t·ossore delle fauci, epistassi, sputi · sangui nolenti. In quanto alla !t&lura del mal ~ Huher s'accorda .:ogli altt·i Hutot·i riconoscendola com e malatlia di infezione sui gPneris senza alcun punto tli c.onlallo col ti l'o o colle allt•e malattie int'elli \'6.

... HIVISTA CHIRURGJ CA Sopra la traoheotomta eatemporanea. - GLASMA CHBR. (Der Militiirarzll .. e Cen,tralb. fii.r Chir., N. 23, 1!<88). Sopra questo ar·gornento ba parlato il .rn aggior e medico f>lasmascher nella sezione di Medicina militare d<'l congresso oaluralis lico di Colonia. Egli chiama tt•acheotomia estemporanea quella tr·achao· lomia che viene eseguila J'un sol colpo senza la di·ssezione e. scoperlnra della lal'inge ja caso di g t·ave minaccia Jr soffocazione. Le Alterazioni che possono recla mare q ues ta operaz ione improvvisata sa t•ebbero l'ostruzione delle prime vie aeree per ema toma ed enfisema in seguito a Lt•aumi oelln hocc(l o della lar·inge, in segui lo a frattura della J<u·inge o del· l'osso ioide, pene Lr·azione ùi corpi èstt-anei, e per la pt•esenzR di membrane cr upose. Uu'altt·a ind icazione per questa lr!l c heotomia cì é dala dallo slalo as fittico repeulinameJJlC prodotto dal clotlofot•tnio o dall'fnspi razione di gas in espirabili. Il quadro fenonrenico è variabile a seconda deìla causa che diretta mente produce l'asfissia. Prima di procedere all'opet·a~ zione fa d'uopo esplorare dtligenlemenle la bocca e le fauci~ penetrat'e coll a pinza, o colle dita allontanare col'p i cslr·aner


HIVISTA CUJRliRGCC."

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od introdurre la sonda esofagea. Se non si olliene con cir1 alcun m iglior amento, si <leve s postar e per ogni lato Jala t•JDf!'~. allo Rcopo tli smuover e i corpi eslt·anei che ewn tualm ent·~ vi si trovassero. La LJ•acheotomia ustempot·anea, soprn vverumdo con grave minaccia deve esset•e l'ultimo rirned i0. l tracheotomi :::i possono avere assai di rado, oltre n ciò essi non sono opportuni se con temporaneam ente <>i tratta di dover a llontanat·e cot•pi estt•anei, sono poi per·i1·olo:-i specialmenle pet• i bambini se con lempot·aneamentP esiste lP:<ione della pat·ete pos leriot·e della lracllo.•a <'\ rlell'esofogo. P er la esecuzione della lraclleolomin ad un sol colpo bisogna distinguere se s i lta disponibile una cannula Lra('heule oppur no. Se ~i ha, basla unn incis onP che deve pt•incipiare al margine s uper iore della cr·icoaden, m11 che non deve t'aggiungere la cartilagine lit•oidea e ci6 per evitare di ledere l'arteria tiro- cricoidea. Dal marguae supl!riore del Laglio f>i ronno due incisioni la let·a li in modo che ne a·isulli una fet•iln in forma di T. Se non Ri ha una co.nnnla lraclt eale e parinl t~nli se !ti tratta di r imozione tli cor pi estr•onei, 8ar ebbe indicAia la treel!eotomia superiore e precisamente t'olta iu modo che le parli laterali della trachea subito sollo la cartila gine cricoid•• Bieno compres e tra al pollice e l'indace della roano 8ini<>lrn e si eserciti una compressione sulle par li esterne anlet'tot·i che coprono il canale. Quindi si in('idt• pea· la lunghezza di :! c·enlimelrl e mezzo. In rptesla incisioni' s'inta·oduce l'indice della mam. dr.slra. se vi t; emorragia, Jl~'l' tener e apel'la le l'c•l'ila, non ave ndo altr i strumenti o cli~posiziont> . Se l'emOt't'ngia nella trachea é più intensa f'i r accomanda ùi a!'<pi r are il san!!ue mediante un caleler·e e di pratica N lo t·espirazione arliticl{lle . Continuando la perdi la di san;.:ue -., de' t' procedero allo ta·asflssione od a lla le gatura. S e a uchtl dopo lollu l'a81iSF<io vi t: ra ~ion e a sospettare che esi!>l& uncoa·a un co t·pn eF<ll'tltle() nelle vie ocree, s i applicano due Ili i ulle porti latera li della l'l'· rita e se ne allontanano i mar~i ui le~ando i fili bPn te!'li olieii'O il collo. Quando la respirozion~e ~i 1\ ratto lt·anquilln, ~>i r•·nltf'l-l la !!Utu ra rlella ferila lraclu•ale


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IHVlSTA

Sulla operazione dell'idrocele e sui1uoi rl1Ultati dn&U. - II ERTZltEI\.- (Ce,ltralb. filr Chir., ~. 3~, 1888). H et•tzber rirerisce in un suo lavoro sopra 51 casi d'idrocele traltall col metodo dell'incisione secondo Volkman n. Si cono~cono i risullali definitivi di 47, cioè 45 guarirono stabilmente e 2 recidivarono. Co nfrontati questi t•isullati coo quelli di altri m e todi, troviamo che col metodo dell'incisione si ha il 3 o 4 p. 100 di recidive, mentre che con allri metodi, p. es., colle iniezioni iodote si contò in rt>cidive 1'8 p. i OO. Tenuto conto che in media il m etodo dell'incisione richiede circa sed ici giorni pet• ottenere guarigione completa, e che quello dell'iniezione ioduta abbisogna da 8 a 14 giorni ed é sempt·o espo~ to alla recidiva, l'autore dichiara che il metodo dell'incisione è il pi(t t•a zionale ed efficace.

Azione curativa della rlslpola sul tumori. (Cent;·alb . .fur Chir ., N. 3~, 1888).

BRUNS. -

Bt•11ns s i occupò m ollo di 11ueslo soggalLo raccogliendo lutto le r <>lative noLizte sparse uella medica leLLeralura eò aggiungendovi alcune osservazioni propt•te. Egli r ifer·isce 22 casi di melano-sarcoma della mammella guari Lo in seguito a risipola Di ci nque sat•comi lt·e furono completame nte guari li ùal processo t·isipelatof'o, due c.liminuirono di volnme, ma dopo un c;erlo tempo t'ipresero il loro andamento. l nollre due cheloidi cicall•iziali cd alcuni linfomi guarirono sempee in seguito alla tnlercorrenle risipola. Queste o~servaziooi diedet·o occasione ad al runi chit·ut·ghi di spet·imeulat·e la risipola provoca a ad arte come mezzo eut'a livo ui tumori maligni ino1 e rabili. Fehleisen innestò colle !lue colture di ris1pola cinc1ue maiali con esito di guarigione parzinle: ed un successo posiLivo e comple to ottenne Ganicke contro il carcinoma della mammella. Ma l'influenza c urativa della risipola non si é osset•vala sul· tan to nei Lumot·i di maligna natu t·a, ma n elle a!Tezioni c:1Lanee c r·oni(' he, ulce ri, lue, ecc.. D'altronde n o n si può negare c he corti tumori sieno guat'iti sponLaneamenle anche in seguito ed


CHlRURGICA

altri processi morbosi come lifo e piemia. Pet·c•ò Brum~ sa· rebbe inclinato a. credere che in questi tumori la metamorfosi grassoM degli elementi cellulari e il riassorbimento de• medesimi s1a provocato dalla febbre, e attribuisce questa guarigione alla sola invasione dei micrococcbi e ne adduce per prova la gual'igionh di Lumot•i sui quali uon si era esteSI\ la risipola. L'autore crede che in pratica sarebbe giustilìcnto pe1· c~rli casi provocare la ris1pola artificialmente a scopo curati vo di tumori. Havvi però un ostacolo all'applicazione di questo metodo o.t è che non siamo ancora sicm·i di inoculare con sucC6S!!O la riaipola poiché s i sono veduti pitt casi assolutomente refrallart a qualsiasi tentativo d'innesto. L'eaplorazlone delle piaghe granulanti colla aonda . MosETIG v. MooRHOF. - (Centra/b . .fiiT' Chlr.).

L'aulot·e sostieue che non è una pratica. razioua le né punto giovevole quella di usare Lanto spesso la sonda a scopo eli esplorare le piague granulanti. L'infezione settica dello medesime può accadere non solo co11 spocilli e sonda infette, mo anche con strumenti ridotti rigorosamente asettici, e ciò r-;uccede speciahne nte quando le g1'anulazioni che sono R contatto dell'oria e che bene spesso pot'tano alla lor·o s upel'ficie dei micror·ganismi vengono roLte dallo strumento esploratore. Fin · tantocbè le granulazioni rimangono intatte i germi che vengono 10 loro contallo non vi esercitano alcuna azioue. Ma quando si fa sulle medesime una !>oluzione d• continuo si ap1·ono i linfstici e per questi i microrganismi entrano, si moltiplicano e pl'Oducono i noti processi settici. Si possono evilare •tuesli pericoli se p1·i ma di adoperare la sonda, ben !nleM perfettamente disinfettsta, si procede anche a lla disinfezione della piaga e dei suoi seni fistolosi se ve ne souo. Mn s i otlit!ne più sicuramenLe lo scopo, cbe è quello di eviltu•o l'infezione per parte delle granulazioni roLle, chiudendo immedia· lamenta colla cauterizzazione i vacui linfalici stati aperli dalla sonda. Se la cauterizzazione è troppo forte si neutralizzn colla soluzione di sal marino.


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RlVJ STA

Sopre. aloune rare affezioni delle ossa. (Centrafb.jiir Chir., N. :!1, 1888).

SCHLANGE. -

l. La cosi della perioslite eJ ost~ite albumino«a, ,;,tudiala e desc•·itlo lo pr ima volla da Ollier, fu pure illul"lrala dall'autore con qualli'O nuovi casi, due dei quali dalla clinica uni,ersilaria di Bt>J'lino ed uno l'i ferito da Rietiel. Quei casi si distinguevano specialmente io ciò, che decorrendo con fenometu di os"'u· mie l i ~e infettiva acuta o subacuta presenlavauo la for mazione ùi steeo nel luogo dove or<linariomenle si raccoglie il pus. In nessuno di quei quatt•·o casi, come in altri undici Lolli dalla lelleJ•aluJ'8. chirurgica, si " trovato la bencllè minima quanLtltt di pus e iu suo luogo $Ì è cosla uLemPn le osserv11to t•accoglier si liquido sicJ'O!"O n simile alla sinovia intorno oppur» anrbe donlro l e ossa. Ma meulrP pel passato non si coMscovano clte casi in cui la raccollu di liquidi nei dintorni Jl'l periosLio inspessilo costiluiYa la prìm:ipule al te•·azìotH~, l'sulor o c11eùo di imoslrare colla denominazione di osl cile ciJ1• sirnllmenle a quanto accaùe nella osleile acuta pu•·ulenla i Jll'Ocl:lsl'li infìammalot•ii !li !;!volgono tanto nelle ossa come nl:'l loro ·invllùppo e!llcrno. Pcrcili egli non nega che pe1· alcuni casi il nome òi pe1·tosteil~ possa es~ere giu!;!tificalo. I n •1uanto ~t-Il a sceiLa clell'epileto t·gli cr ede clae la ùenominatione tlt osleile non purulenla sia la piu adallo, poicbè J'esf;enza della malallia o carallerizzata meno per In fo1·m azione di e~s-u<lato che pel' le sue qualità negatìYe e più di tutto p~1· la tnancAnza di pu!=. L'affezione colpisce quas1 ~""elu si vamente so!!~dli I!ÌOYIIOI dell'età di 15 o 20 anni, ctuindi in tpiel tempo appunlo in cu i le ossa che SOlcO in accre!>cuncnlo f-Ono 80)!g<'tte A :tran ie lavl)rO. Sono colpile di prefJJ'euza le O!"!'!O Lubular1 lungh.- L'afleztoue inl'omincia t•on dolot•i !:liranLi e Lerebranti, con febbre alla fino a ·-iO•. Ma giti dopo pochi giol'lli truesli sintomi si eli· leguano, o ben pr esto, .li raro dopo fJU&I che seltunana, si J'Unde visibile uno Lumefuzi one òifl'usa ù progressiva olia r e.,.ione afiella accompa~>uata da non ,...t·nvi di"lut·bi l'unzionali. '!:) 1"'1' L u sede dell'nlfezioue f'u 111 ollo casi il femort>, in lr e la tiùill, '{J.

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CR1RURGlCA

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lP due l'ulna, in uno l'omer o, in w1o una costola. Anche qui, aome nell'osteoDUehle purule n ta, ammalano di preferenza le esLremilè epifi~arie in immedia ta vicina nza della linea epifl uria. In quest: punti ad unque s i man ifesta In tum efazione, .aLto la pelle di solito inalterata, r ara mente tesa ed arrosuaa. forma ndosi cosi un tumore diffuso oppure più o meno cil'· coscriUo, d1 ~randezz' ,·ariabile, a forma a llungala, offrente una re~ist»nza notevole , sensibile fluttuazione e poca scns•bdlté alla compressione. Sotto il punto di vista analomo·patologico son da nolDrsi delle parUcolarità intel'essanti. L'osso il più delle voHe e1·a lnapessilo, il periostio qua e là distaccalo; quC~tLro volle !:i ~ YP-duto la necrosi, una volla la necro"'i totale rlell'ulna e l!·e volte ques ta nect·osi p1•esenta \'asi solto forma di piccoli St' questri al femor e. In quei casi si riconobbe anche nello spazio mi•lollare dell'osso la prrsenza di quelle granulazioni di color giallo runcioto chn or dina1·iamentd s i scot·gono nell'oslcomiPiitO pm·uJenLB i sollan lo che esse gioce vnno in moJo do coaliluil'<l uno s trato el i rivestimento del sP.questro e till volla tlOme iucapsula lo in un anello largo dj tessuto g r•onuloso. In uno di quf'<~li cal"i che presentò un decorso nru lo si pote ollenerP, mediante coltura. lo sLafìlococco a ureo pìo~Pnt>, in alli'! non Bi ebb11 questo r isultato. Il per iostio er a pet• r egola inspeseito •• trAsfo rmato in una massa amorfa. Se l'essuda lo el'a anca v~nlnto s i trova va a llora un !'\a eco ci<~ltco attaccato all'ollsu, <~o lt an lO da un lato. Ja cui pa1·ete "enza limiti chiar i faC8\'8 passaggio al oe1·ioslil> ingrossato ed e1·a tappezzata ùa wa IIOllile velo di gran ulazionj rosso-scure. Il contenuto era t•appre:~entato ùa un ii•IUttlo di color.• ro~~o o Kltlllo n b•ancaslro . il quale presentava raspello e la consistenza ora della s ierosilà sa nguinolonla, nra del Jiquulo rla Idrocele, ora della s inovia, ora della glicerin A. Com e fa •l PUII nell'os teomielile suppura ta cosi il liquido s ie1·oso qui s i raccoglie sotto il periostin sollevandolo e distaccandolo a Kl'&l!o a grado, oppurd si accumula negli s trati stessi tl,.l periostil') formando un !:8Cco cistico tli cui uno par eto copr•J Ancora l'osso, oppur e fina lmente viene ~pinto anche l'uor i 11elln 1-te~so perios lio, in parte per u~cilo del liquido ro<wnl-

r,o


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!\l VISTA

tosi dapprima per entro del periostio stesso ed ìn quest'ultimo caso ha luogo la tumefazione edematosa d1ffusa degli strati periost~i estemi e del tessuto unitivo intermuscolare. Una volta formato il sacco esso può persis lero senza che ,p er ciò sia necessario un ulteriore processo llogislico. La c isti vive di una vita indipendente da quella dt!l periostìo e dell'osso. Da qui si é spiegato il perchè le punture rie~cono insufficienti a curare la malattia . L'autore non ammette, come alcuni vorrebbet·o, che questa singolare affezione sia di natut·a tubercolosa. In voco il suo decorso clinico mostrerebbe qualche analogia trll ossa e l'o· steomielite put•ulenta acuta che l'autore pono o confronto ~olle analogie che presentano tra loro l'artrite tuberco1osa purulenta colla carie secca o rempiema articolare coll'artrite eatarrale. Egli presume che nei casi in questione il germe del1a osteomielite purulenta peoett·: nell'?rganismo o in quan· tilà minore o più indebolito oppure allacchi un inùividuo poco dispdsto e che per conse[.!uenza il processo iuOommatorio non possa svolgersi con esito di suppurazione Oemmonosa. ma dia luogo invece ad essudato sieroso. P e1·ci6 "gli crede che tra l'osteomielile purnlenta e la non purulenta non esista ~he differenza d'intensità. 2. Un caso di eisti ossea rlclla tibia. - Si lrnlta di una dsti della cliaflsi della tibia sinistra in un ragazzo di 14 pnoi. In seguito ad un accurato esame crede l'autot·o ossl't·si dovuto riconoscere in un processo flogistico la causn della formazione della cisti; con questa suo opinione però c!lli non in· tende combattere l'ipotesi di uu rammollimento di encondroma emessa dal Virchow An che a proposito di questo caso e~li mantiene la sua dottrina che le stesse differenze di intèusila riscottlraLe fra la osLoomielile purulenta e la rw u purulent.a esistano anche ft·a le cisti ossee purulente 1• uon puTulenle.


CRJ RURGICA -

GROSCR. -

883 (Cen.tralb. fii r C/lir.,

Alcune ricerche proseguite con tutta esattezza s ulla forcnazrone di una determinala ~pecie di tumori, cioè del li poma, furono per l'autore il punto di partenza por battere e con suc-cesso una nuova via che può condurre alla soluzione non ancora ottenuta s ull'impor tante quesito della patogeoesi di co1ali infermità. Per quanto riguar·da poi allo speciale tumore in quP.slione la s ua orij:tine ci verrebbe pO$l8 dai lavori del Gr•oscll soUo una luceatlàtlo nuova. L'obbietlivopl'incipale che il Gt·osclr si é proposto nelle sue ricerche fu quello di 'eriflcare qual parte abbia nella eziologia àei tumori rn generale e del li poma in particolare la cosr detta disposi: io/le loca e. E questo momento eziologico ò qui inlraHeduto i~ modo più oatur·ale di quello che non lo sia Jalln dottrina di Cohnheim, il quale ro risalire la morbosa disposizione fino ad un l'imoto sconcerto -dell'età f,>lale. Menl!·o il Cohnheim ammette per· ogni tumore germi mis teriosi ed ipotetici, germi che nessuno ha mai potuto vedere e che dovrebbero essere appunto là dove la loro pre.."6nza sar~bbe neres~aria a sp:egarci la rormaziono di un tal tumore, Gr·osch invece ci mena !iOpra un terreno piu !'licuro quando egli cerca di mostrerei che dipende da certe disposizioni analomrrhP, da cer·ti rapporti di str•utlur•a se alcun i tumor•i ~i s vilupptruo di pr·efet•enza iu determinale regioni del corpo. La pronunciata e co~tante temlenza a localizzarsi che é ca ratteristica dei li pomi non trova soddi~fa<~ente spiegazione nella teoria dei ~e rmi embrionali fuor' iati, appunto per la ragione che il ca~t:ale deviamento esclude neccssariumente ogni costanza, ogni regolarità di sede. Prendendo u tr·altare dclln predilezione del lipoma per• certe r~>~tioni (faLLo ~i à nolo ai pratici di lutti i tempi) ecco come ogli re In rappresenta: t• La più pronunciata dispo!>izione ai lipomi si osserva 1llla regione d~l collo e delle spalle. 2' La s uperOcie posteriore del tronco in lulla la sua estensione dalle spalle in giù fino al sacro é soggetta in modo speciale a diventar sede di lipomi, mentre la s upe1·ficie anteriore


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RlVlSTA

del tl'onco presenta questa disposizione quasi nulla o in grado molto infer ior e. a• Alla testa i lipomi sono abbasta11za rari, meno •·a•·i alla faccia che al capill izio, la qual ullimu •·egione pe•· quanto l'iguarda il lipoma è in singolare contr apposto colla lim1trora regione dolla nuca e delle spAlle. 4• Le estremità inferiori prellentano una più d"bole di~po­ sizione che le estremità supe1·ior i, le quali anzi allo re11ione .:talla spalla hanno la ste~>sa trndenza che la superficie del dorso; perciò considerali in totalità gli arti, il modo eli d effondersi dei li pomi sui m edoS>imi é lo stesso, vale a di•·e elle prendendo il punto della massima f1·equenza, gli orti, la spalla ed il sacr·o, da quei punti in giù essa fr<•Quenza va sempre più diminuendo llncbé di'l""enla minima alla palma della mano e quasi nulla alla pianta del piede. Questo modo di diffusione non é soltanto proprio dei lipomi solitari, ma anche delle formo mulliple e deliA llpomntosi diffusa. Pertanto l'autore avr ebbe trovato che la localizzazrone del lipomo, come fu sopra stabilito, !:i l r·ova in un clt?tcrminato rappo•·to di dipendenza col modo di di~tribuzione th•;xli or~tani ghiandolari innicchiali nelfa cute, e precisameute delle gbiandol e scbacee e delle ghiandole suùo•·ipare, eli moclo che la spessezzn dell'er uzione dei tumori nei suoi tratti della <·ute sta in r agionP. ìnvers~ della ••icchezza di peli e quiudi dd numero delle ~hiandole sebacee e delle ghiandole sudnrrpar<:>. Per· comp••endere questo rappo•·Lo bisogna ri COJ'J"Pre col pensiero all'attività seceroente delle ~hiandole sl!bacee. Le ghiandole s:ebacee e sudot•ipat·e banno l'ufficio di f'liminere, oltre i prodolli di decomposizione del ricumbio 111alt>riale, nnche il gr•asso ed i suoi corpi d~>t•ivali. Seconclo !"opinione dr Meissoer , opinione che ora é ancbe calorosamente soste· nnla da Unno, !"attività fun~ionale delle ghiandole Rndoripare devn r•splica •·si di prevalenza nella eliminazione del grasso. Perciò mollo probabilmente lu secrezione di IJUelle ~hian­ dole dt! ve avere una pat·tc impo•·tanle sulla disposrzione dc Lullo il pannicolo adiposo. Se questo pannicolo :-\ing•·ossa nella pin guedine gener~:~l e, il suo numeuto in ogni c-uso, sarà


CHIRURGiCA

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più forte in quei luoghi nei quali per m!!zzo della secrezione sarà eondotLo alla superficie il f.!rasso in JOioor quantità, e sarà pilì for·le che in quelle parli ricche ùj ghiandole che per la loro funzione snllraggono al sangue che vi arriva una cet·la quanlilé. di grasso. A qu8$to processo corrisponde in fallo anche la distribuzione del pannlcolo adiposo nei soggetti pingui, la quale di' lribuzione in generale si accor·da al luogo di elezione del lipoma. La polisst•cit• e la formazione di lipomi rappresentano ln,ero fenomeni patologici che per riguardo alle forme si differenziano l'una e l'altra notevolmente, ma che nella lor·o natura wno del tullo idelllici. Un cer·to numero di hpnmi noi pos"iamo considerarlo semplicemente come un parzio.le fenomeno della polisarcia generale sul cui medesimo Lcrt·eno es!tl si sviluppano. Per quanto riguarda quei lipomi elle sogliano svilupparsi nei soggetti ma gt'i, il G1·osch richiama l'attenzione alla disposizione dell'eruzione lipomatosa simmet1·ica e che s i osserva in certi c:as i e che finora fu poco apprezzata; ed egli meLLe que~ta simmetria in r·apporto colls. dislribuzione put·e si mmetrica dei follicoli sebacei cutanei, i quali probabilmente hanno sofferto un djsturbo nervoso d'origine centrale che ebbe per effetto la diminuzione delh1 serrezione sebacea. Adunque eouo questo punto dl vista un certo numero di H(lorni sarebbe da consiJerarsi come il prodotto di una dermatosi neuro· palica. Di un interesse del Lullo speciale e prali co sono le ricerch e dell'autore sopt·a due rare forme di tumori grassosi, cioè sopra i lipomi del cranio, della palma della mano e delle dita. In base ai casi della clinica di Oo1·pal e di quelli registral.i nèlla letteralur·a, egli ci descr ive esattamente queste due rare forme pot·Lando un nuovo contrihulo scientifico .alla dia~nosì delle medesime. Mentre il li poma, com'é noto, in quasi tutte le regioni del corpo presenta delle solcalur'e e delle globosilà Per la presenza di selli di tessuto congiu11tivo nell'interno del tumore-, assume cioè quella forma che chiamasi bernoccoluta, i lipomi invece cl•e si sviluppano alla superficie della testa sono per lo più affatto lisci e la pelle che li ricopre si


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RIVISTA

lascia sollevare in pieghe e spostare liberamente. Quasi senz& eccezione questi li pomi risiedono in quelli strati di tessuto che stanno al disotto del muscolo occipit.o- f•·onta 1e e qumdi !'!Ollo la ~alea aponeurollca, il qual Callo trova sufficiente spiegazione ndla peculiare struttura della culo della lesta, cioè abbondanzA di cuoio duro e slipalo, di fibre elastiche, e di iasc1 muscola •·i, pannicolo adiposo straordinariamente stipato e cos tituito di globuli ~ras osi della grossezza di una testa ù1 ;;.pillo. Anche i rappol'Li dei lipomi della lesta col pericranio e le ossa oel cranio hanno molla importanza pratica. come per le ci!'ti dermoidi, le quali pu1·e si sviluppano sempr~ al thsotlo del muscolo epica·anico, anche nei lipomi può avveuire u•• crollico pi·ocesso irritalivo con esito di proliferazione o:-;:;ea t1 quindi eli formazione di una pe•·ioslosi anu lare allo. ha>~e del tumore. Bene spesso il li pomo della lesta è scambiato coll'ateroma. Gli ateromi, i quali hanno sempre ori~1ne dai follicoli sebacei, risiedouo nella pelle stessa. l l loro sacco si può fol'l'l'l81'e tanto al disopra come al djsotlo del corion. Non i~ pollsibile sposla •·e la pelle sopra l'ateroma né sollevarla m una pieg11. Assai più difficile è ùint>r enziot·e il lipoma del cran1o dalla tisti dermoide. Qui bieogoa tene1· conto dell'annmnesi, delhl svilttppo, se cioò congenito o comparso nei primi anni di vita; come pu1•e della sede, cioè mat•gine orbitale laterale superiore, glubella, rt>gione della grande fontanella, reginne masloidea. Pe fJUan to rr~"Uarda il llpoma della superficie palmar·t• della mano e delle d•ta, nola l'autore la faciHtà di un errore dia~o­ slico cioè di prenòcr lo pe•· un igroma delle guaine tendinee. ed è questo un errore in cu1 caddero senza eccez10ne tutti 1 clln'urghi. Lo sbaglio però è uffulto scusabile in quanto che tutlo il quadro !"tntomatico dell'igroma del carpo può esser<> pe••fettamente identico a quello dellipoma palma•·e (acèl'esci· mento lento, consistenza elastica, fluttuazione, crep•Lio, ecc. l . L'autore fa notare a 11ues to pr·oposilo che il lipomo si di!Tonde sempre solto l'aponeurosi p11lmllre e jn gt•azia di quet'la sua caratteris tica sede esso si differenzia dall'igroma del carpo: lJlonlre la borsa mucosa del carpo gonfiala e sle~a non pt·o-


ClllllURGICA

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duce sollanlo una prominenza alla superficie palmare della mano ma prolungandosi entt·o lo stretto canale del car·po verso l'avambraccio fa tumore anche alla superficie a n libra· chiale esterna, tumore che si può estendere t>llre a lr'e centimelri in su dalla linea del carpo, il lipllma solloaponcurolico all'incontro 1100 prende quella estensione ma viene arrestalo dalla linea del carpo 111 parte dalla forte aoiP.renza della fascia palmat·e al legamento trasver·so, in pat·le per· la presenza della massa dei tendini solloslanli. Da ciò ne segue che é impo~sibile al lipoma palmare di estender si sulla sezrone interiore dell'avambraccio, " che t•esla sempre limitato ella palma della mano. All'incontro il lipoma polra benissimo estentlersi verso le dtla, e non soltanto al pr·imo ed al quinto dito ('OIUl' l'igroma, perchè l'aponeurosi palmare termina alle dlLa con prolungamenti. Inoltre il lipoma può invadere la muscolalura degli spazi inlermetacarpei e quindi far comparsa al dorl!o della mano sC>tto forma di nodi il' o] ali, mentre l'igr·oma earpoo non pno estendersi, come si é detto, alla superficie pahnare della màno e alla faccia esterna del corrispondente a~amhraccio.

RIVISTA DI TERAPEUTICA L'Ja.olauone loo&le e l 'tpeoaouana. - Doll. H u ~t e, medico mag~?iore dell'esercito anglo-indiano. - (T/te J.aneec, aprilt> 1889).

H doli. Hume esordisce col riferirsi ad una memor ia Sltlle alLerazioui vaso- motorie in India, da lui pubblicata nel Prat!~ titiotter del1878, nella quale r·ichiamava l'attenzione alla erftcar.ia dPlla. ipecacuana nel ristabilire i•e,,uiJibl'IO quante volle ~eoiva lurbato nel sistema vaso-motorio, rilevandone par·ltcolarmenle il potere spiegalo sulla circolazione del feflalo nelle malattie funzionali di quell'organo. L'impiego por· ùieci


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RIVISTA

anni delta rpecacuana nei casi di aller azioni del sist.ema vasomotor io non f!ll ha mai fallito. Egli ritiene a ragione il seguente caso di insolazione locale, c.omplicala a gravi ed angosciosi sintomi di dispnea ed a profonda per·Lurbazione del cuore, interossante h~nto per la localizzazione degli effetti del sole che dal punto di vrsla terapeutic.o. Un uffi'!iale, su i trentalré anni di età, nervoso tli temperamento, rimase il12 gennaio 1889 esposto durante l'inli11ro giorno al cocente sole india no. Per effetto della direzione di marcia delle truppe, il Ialo sinistro della sua lPsla e del s uo corpo, ma speci alm ~nte il collo nella parte omonrma, fur ono riardeggiali dal violento sole pomeridiano. Giunto atl'accamparoAnto, avvertili indi!.>posizione e grande accaloramento, pre!>e immedratamente un ba(lno caldi), onde si riebbe alquanto dal suo senso di malessere: si r ecò al pranzo, ma, mentre Si('devu n tavola. appena saggiata un poco di zuppa, ebbe un attacco di verli!!ine e di lan~uore, cosi da dovere a bbandonare la mensa, raggiungendo a stento la tenda. Cbiamato alle 9 ant. il doLL. Hume presso i•infermo, que~li lo trovò al ~<u o at'rivo seduto sull'or lo del letto con le br•accia allargate e dislese, facendovi sforzi. esattamente come per· sona presa da un alt.acco acuto di asma. Lente erano le re· spirazioni, circa diec! al minuto, prolungati e tardi gli alli insprratorii. Egli si doleva di esset·e impossibilitalo a compiere un vero alto re piratot·io ed esprime,·a la ~na ambascia col dire ciro l'aria non voleva penetrargli nel Ialo sinistro del pello. L' inter·o petto r imaneva fissalo dalle braccia e la respirazione si compiva quasi affatto per l'azione ausi· liaria dei muscoli addominali . L'a"coltazione a sjnislra con· statava la penetrazione dell'aria nel polmone. senza sorprendervi s uoni anormali. Il polso ris ultava mollo lenlo. ed il fnrmar.isla, che primo aveva visitato l'infe rmo, 10formò il dotl. Hume come al suo sopra~Zgiungere non gli venisse fatto di r ilevare pulsazione di SIWla. Col ma lessere generale l' infer mo aveva senso di nausea ed un dolore di ca ra.tlere nevralgico nella metà destra del capo ed inollt•e una sensazione come se la testa g li si spac· casse: l'espressione er·a di ambascia c le eslremita infer iori


01 TlmA PlWTICA

S8!>

if ..OOev~t uo in cosl.anle movimento. Pallido uvt!va il volto. oome la s uper ficte del corpo e sbadigliova ft·equ~nle Prima obe lo visitasse il dolt. [l ume aveva pr('~o qualche go<:.:ia d'&ter<'. Qut>1<li gli ~om m inislrò 15 l'enligramrni d'ipecncunnn, e dopo dieci m inuli l'mf~rmo si coricò e cadrle immedlatnmente in un pr ofondo sonno. facendosi al temp., i1<tesso fttellto ti r espiro ed llumentando la fr·Pquenzfl ed il volume tlel pol110. Passò una buona notte eu al f!'ICirno segueule. pu1· debole, si seuliva bene. lnnto che all'tndimani ri pre!'e servizio La causa dei t•iferili sintomi, i qual1 co!·litui~cono un raso di insolaz1ooe locale, é semplicP, benchè non comune. Lu parte del corpo dell'infE'I 'OOO maggiormente e~>posla <'ru 11 Ialo ~i n i~lro del collo, !<UIIa quale l'A7.ioue dit·etla del ~oln determinò lo s timolo (stimolo caldo) del nervo vago, che provoca alla s ua volla la depressione dei movimenti r orlliaci e rfspirator ii e la con\t•azione dei ht·o11chi e della lrnr. heA (donde il ca ratter e s ibilante della respi1·azione erl il senso dt lmpo!$sibilìlà a colm at·e ad eguatamente~ di tH·ia il polrnono lliniRLro). L'unica abbiezione potrebbn essere fornila dallt• lunghezza del tempo impie!Zalo pero l'in~o··~et·e dei !-lintomi dopo l'esposizione al sole. Senonchè, il fALLo tli avere questi Beftuilo immediatamentE' l'introduzione dPI c1bo nello f<tomaco, donde si originò il mezzo di ec<;llaa·e lo giA stimolato pne um oga~Lrico, coslilui~ce una concatenazione di evidPnzu aft'alto s oddisfacente. Esi!;leva un cel'lo gt·ado eli con~Astion o ella base del cervello, dimostl'ala dallo !>badiJZlio, che é a11cht> un segno della fatica e dell'inadeguato la,•OJ'io dt>i muscoli reapirator ii; ma si trallava essenzialmente di msolazione locale, eorneclté non vi avesse elevazione di tt;mperalura, ficcomt> OCcorre nella insolazione rren erale, ma ~emplici s intomi ut rvot~i confinati a lla cerchia di un'intluemm di un nervo, cioé del Sinistro pneumogas tr·ico. La ROmministrazione dell'ipecacuana, come venne gia a ssodato, fu seguita da immediato sollievo, mentre la ~ua razionale azione può esplicarsi in due vie. e lo stabilii'P. per quali eli quest ~ Stesi compiuta, il dott. Hume lasc1a al ct·ilerio del lettore : 1' un Lieve stimolo, determinante di eccitamento, ed una s ua continuazione od aumento, provoca esa uri mento, es-


ltl HSH DI l'lffiAPEU liCA

sendo il vago un nervo, le cui (lbr·e sono facili ad e..~urit·si: azione nel ner"o vago, la quale, come nel caso di dolore prodotta nel na"O ~o~~ello alla più mite sensazione dello s tarnuto, è delet•mina tn dalla ipecacuana, donde il sollievo dall'angosciosa dispnea e Jal stmso di soffocamento. Gli è superfluo ra mmentare lo stretto nesso tra il centro pneumogastrico ed il vaso-motore nel mulollo, o connettere le loro manifestazioni nel caso in discorso, avvcgoachè que!!le risultino dallo sLuJio dei principali sintl,mt. F. S.

;!• la produzione di un'aumenlala

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HIVISTA Dr CHIMICA E FARMACOLOGIA

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Sulla rloeroa del oolorl artlflolall nel vino. La Reoue wtur.alionale cles falsitlcations (l o mar.w JR88) pubblica le seguenti deliberazioui prese dalla uuione dei chimici s vizzeri circa i metodi dR peguirsi JlCI' la -;uddella l'icerca. l. Colot·i vegt~tal i. Per t•iconoscet'O s o i vini Riano Rtuti coloriti cot 1 Hoslanze coloranti uaLur11li si possono seguire i metodi che si aJopet•arono fìoo ad ora; essi uoo hanno tuttavia un valore Jecisivo, se non ne l caso in cui si ll'olli di colorimento (~olia coccin iglia. II. Colori ro~anilinici, fucsina, cerise (colori bacoici). Per trovare questi colori nei vini, i metodi che ~i ~ej:tuono al preso•1te, noo hanno bisogno di essere cau1bia~i. I Il. Color i contenenti il gt·uppo su Ironico: (l'ucsioa-acida, cerise) ecc., del pari che i colori nzoiei rocoso-borùeaus. ponceau, congo, ecc. Il metodo più semplice per la ricerca di quesll colol'i t! quello p1·oposlo da Cazeneuq}. A 10 centimett·i cubi di viuo posto in un tubetto da saggi


RIVI S'U DI CUI.\IICA E PAUMACOLOGlA

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aggiungono 20 centigr·ammi d'ossido giallo di mercurio, e iiaJritavivamenl<'almeno per un mezzo minuto primo la mescolanza; si scalda poi fin o a bollore incipiente e si pas'"n per ftllro doppio. Se il vino è genuino, il liquido flllra incoloro. otullo al più legger•mente grigiastJ'O con vini molto ricchi io tannino, e ciò percM la mater ia colorante naturale del vino torma una lacca insolubile coll'ossido di mercurio. Se il color e invece è do\'Ulo in tullo o in par·le a fucsina acida, o ad uno qualunque dei colort azoici più comunemente ueali. il liqurdo flll.ralo sarà rosso. La sensiblilà del metodo è un po' minore pei color i a~oici che non per la rucsina-acida. L'O!'f"ido r•osso di rnercur·io uon può servire in queste ricerche. A distinguere poi separalamenle i colori di questa cate goria, o alme110 del ~ r·oppo cui a ppar·tungono, vale il metodo del prof. H . Wollf di W inter'llmr·. A 10 centimetri cubi di vino a~g iungcsi un egual ,·olume di una soluzione ft•odda e salura tli c loruro mercurico, a g itando; vi si instillano poi 10 gocce di polasso caustica in soluzione della densita pari n 12i 0, si agi la nuovamente e si pal'"ll per filtro secco. Il liquido filtralo può essere debolmente giallaRzr o (anche trattandosi di vini genuini), oppure gia/la$lro-ro.~so, rosl!o, t'Oifa-r:iolelfo .

Nel primo ca~o l'aggiunta di acido acetico fino a reazioue acida determint> rb nel liquido una colorazione ro~en se vi c pretaeoza di fucsina-acida. Nel secondo ca so il liquido sr a cidula con acido clor idrico. Se il color e non cambiA o si re appena roseo. si tratta di colorr os.,i- a•oici, come bordeau:r, ponceau, ecc., la cu1 pr eeenzapuò art cile poi accertarsi , evapor·ando il liquido su l bugno acquoso c cimentando il r·esiduo coll'acido solfot·ico concentrato. Se il colore d i gialla str·o -ro~"!o si rambia in r·osso lurcltilliccio, fino ad anurro violt>llO, tt·nltasi d1 color• rtmido~oici (con!Jo, benlo·porporina, melilaranc;o, ecc. ) Gli alcali 10 ecces~o ripl'islinano il colore grallo s lro-ro~sCI. Nota. - Se il colore turcùino- r·osso originario Jel liquido llltrato, acid ulalo con acido clor•idJ'ico, si cambia in giallo-


Ili VISTA ros~o, che può

rigenerarsi coll'ammonia ca, la colora~ione ottenuta con coccini,.-:lia o con Lornasoll;l; lullavia queste duP. mater·ie color·anli non possono essere accertale se non qmtndo sono presenti in assai grande quantita. v~>nne

UD mezzo per faollltare l 'e1ame mioro•ooptoo dell'urina. - Oolt. M. Wr::~ORtNG&R. - (Tha Lancet, aprile 1889).

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Nel saggiare le urine solto il microscopio, affine Ji sor·pr·endervi cellu:e epiteliali ed altri corpi organici, s'incontra talvolta non lieve diftìcollè, deler·minala cosi dagli uratr corM pure, all&r•a c!re il sa~gio non sia affatto fre!\co, dalla r.•r·meulazrone e dar prodotti dr pulrescenza. P er OV\'Iare a ques ta difficoii.A, e dr piu a scopo di conservare m~<glio rl saj,!gio consiglia il clollor Wendrin~er di mescolare l'uriun con una soluzione quasi salurn di borace e di acido borico. Que~ta scioglie gli ur•ali ed impedisce la ferm enlazrone, mentre non eser·cila efl'etlo distruttivo sugli e lemenLi epiteliali e !IU gli allt·i corpi che vogliono esaminarsi. La soluzione é prAparala con mescolare 12 parti di polver e di borace in 100 porti di acqua bollente, aggiungendovi quindi un'eguale quan· tihi rlr acido borico coll'avvertenza di agitar e bene la nuscela, la quale dee filtrarsi tfuando ancora cocente. Con lungo r•· po;:o se ne determino un piccolo deposito cristallizzato, che ader1sce alle pareti del rf'crpiente, cosiccbè non intot·hidi la tra~pnrenza del liquido. L'urina da esaminare viene i111111essa iu un bicchiere conico, l'd a@'giuntovi da un let·zo nd un quinto del suo volume di soluzione borica, la si al(ita in· sicme. Dopo breve tempo l'ur•ina ne risullera cl!iora, q.ralor·a non vi sia inlor bidamento dovuto li batlorii, o tale si m11nlct·ra per parecchi giorni. Qu&ndo necessiti dr rJ!'chia· r·arla ma~giormenle e di conservarla così pet· un giorno 0 due, sarà sufficiente l'aggiunta di una piccola (IUanlilù di solu· zione borica. Basta l'aggiunta di un terzo del suo \'olume perché non s i determinrno processi di fermentazione o di putr.~scenza, anche se il vaso rimanga sco perlo in luo~lli caldi. Neppure l'albumina, se vi e siste, rimane coagulala. Gliele· menti organici, come cellule epiteliali, corpuscoli sauguignr


DI CHUIICA E FAIIllACOLOGIA

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concentrano cosi rapidamente l!enzt~ subit·u morfologica di sorta al fondo del bicchiere, che la primo goccia pr esa colla cannula riesce d'ordinar io un saggio soddjsfucenle. F. S .

. .taaantl della oompo•lzlone ohlmtoa del musooU nell& tatloa. - A . M ONAr~ r.- (Bullcttino della R. Accademia Medrea di Roma, anno XV, fasci coli 2• e 3•1. Nell'annCI decorso l'autor e eslt·asse Jai muscoli affaticali e dalle urine oJi persone stanche una nuovu base affine alla creatinina, cioP.la xantocrealinina, che quasi contemporanetlmenle 11nche Gautier rica•ò dar musC{)li frest•lri; e osservò pure che la ct·eatinina iniettata nell'ot•s:;ani~5mo si lrs sform~:~va in xantocr ealinina. Le attuali r•i cer che dell'autore furono rotte ~opra muscoli di animali (cani) alfalicati e in riposo. Dalle esperienze fatte ROpra muscoli di cani in riposo ri su ltano l o soguenti (•oncl usioni princrpali: t• Che non è vero che il muscolo alln slulo Ji ripo so sia aleah no, o neutro, secondo> Du Bois- Reymond, ma acido come osservar.wo pure recentemenlc Molescholt e BaLlistini. 2° Che si r icava anzi mollo fosfato acido di potassio H quale crislallixza facilmente in m agnitici ollaedri. Che questo ha un'azione sulla cl'eatina al pal'i di al tr·i aciùi e la trasfor ma par zialmente in cr•eoti nina. Le esperienze sopra muscoli aff11LicaLi pot·tJulo l'autnt'e alle segQenti conclusioni: J• Che pet• effetto della fatica aumentano I.Aulo lA crealina quanto la cr eatinina nel muscolo. 2" Che nei mu~coli, i quali sponL&neanlelltl' lavor·ano eli pitì, aumenta in complesso la forma delle cr•ealmtt. a• Che ~e rl lavoro non oiLrepnssa cer·ti limilr, aurnenla fortemente In sola creatina. ,. Che l'aumento eccessivo dello cr•ealinina è dato c:.,Ju •la un eccessivo lavor o muscolare. 5• Che alcune vol te la quantrta di cr<!nlina nel mu-.oJloBf· faticato è inrel'ior·e all t~ 1.fuanlilà cJi cr eatinA che Lt·ovasi n~:l

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RIVISTA

muscolo iu riposo, ed in ques to caso si ricavano le quan lilé maggiori ùi creaLiuina , le quali possono anche super'8re della m età <Juellu della cr·eatina. (io Che la creatinina e fornila essenzialmente per trasform azione dello crealina. i' Che solo 111 un eccec;;~o di lavoro in cui !'i formano le magg iori quantità dt creatinina si ricava insieme a quest'ultima una nuova base, la xantocreatinioa, la quale pui, calcolarsi per 'Ilo clelia creatinina. s• Che la sarcula od ipoxanlina scema pet· effetto Jel lavoro !l' Che scema par 1menti la xanlina pe r quanto le quan tit11 che si t· i ca' ano siano assai tenui. 10' Cho per la melilidontoina nei muscoli nulla pur'l di r5ij è dal'itenet·si quas i come un prodotto che. si ricava accidon· talme nte: fot'.~~e colle quanlitè piu grandi di m uscolo si potrà venir e n quolclte ris ultato. l'l' Che flnn lme nto 2 volto s u 10 è stata trovata nei muscoli ulfntico.ti lu leucina.

Variazioni del glicogeno, dello zucchero e dell'aoldo lattloo nei mu•ooli della fatica . - A. MoNAHt. - (BttiIRtlin.o <iclln R. 1\ ccademia Medica di Roma. anno xv. fase. 2• e 3•). Contempora nea mente alle ricerche sulle ~o...,taoze azol.8te. l'autore intraprese nPi muscoli affalicati anche quelle sul glico~eno, sullo zuccher•l e sull'acido Jattico, per rarsi un con· cetto "'IlO proprio intorno alla con Lroversia che ha luogo d11 lungo tempo, ctoé se aumentano o diminuiscono . e Sd l'acido lallico nel mn~ct)IO debba attribuirsi agli idrali di carbonio. Do fJUCSLe r icer <'he si deduce: l' Che il g licogeno viene grandemente consumato n ~ l la vor o muscoltli'C t•itraendosene un terzo circa della quanti La normale. 2• Che lo w cchP.r o, pee quanto siano tenui le quontil.à, m·a a umenla ed ora diminuisce di fronte al muscolo in l'iposo; però e da r ìlene r•si con og ni pr obabilità che nel lavoro museo·


DI CHIM ICA E FARli \COJ.OGIA

lare aumenti , e che venga solo consumalo da un eccesso dr la•oro. :r Che l'acido lattico decresce for temente e non può quindr pll'l ammellersi la teori~t che si formi dal glicogeno o dallo ~uccbero.

RIVISTA DI TO~SILOLOGIA E MEDICINA tEGAL~ OIMnruloD.l sulla. guarigione delle erD.le - Dott. \ ' tr..LARET. - (Deutsche M ,wa.riirztliche Z eilscltrift, dicembre 1888). Il lampo richiesto per la -guarigione di un'ernia ha molLa importanza pe i medici militari. Gia l'aul.ot·e si era occupato di quest'argomento quando il 20 fe bbt•aio 1887 lesse nel Laneet cbe un medico dr Bruxelles nell'agosto 1883 fu sottoposto a processo giudiziario e finalmen~ as:>olto perchd nel giugno del <ietto anno aveva dichiarato affetto da he1'n.ia ingllinointcrstitialis un giovane di 18 a nni (ernia che il medil!o ridUI'!t! e rnantenne ridotta con cinto) il quale, pochi mesi dopo, alla visita di leva, fu riconosciuto del Lutto immune da quell'lmpeJ•fezione. In tale processo furonCI hmuti io molto <'Onto i parer·i dei pr ofessori Souparl e Debaisieux, i quali, rispellivamente, dichiararono possibile la guarigione di u n'ernia inle rttiziale in dué o tre mesi e di uo"ernialraumatica, tosto ridotta, entro 11lcuni f!iorni od alcune settimane. Anche all'autore avvenne di dichiarare, nel novembre 1886. inabile al servizio un volontario per ernia traumatica, mentre poi il 2i maggio 1887 il dello volontario no11 pr esentava piu 'fe~ligia di ernia e perciò fu di nuovo incorpor a to nell'e~ercito PMl!-ll!iono e potè compier e il suo ser vizio compreso un Cllmpo d'ietruzione, s enza l'uso di cin to e senza soffer enze di sor to. lu uppresso l'autore ebbe occa s ione di osser vare un'ernifl lr&umatica recente in un fucilie r·e del s uo reg-gimento e


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IUV lSlA DI l'OSSICOLOGIA

dopo la riduzione del viscere e quaLL;·o giorni di uso del ciulo non solo riscontrò guat•ito il detLo soldato, ma questi polé servire per altri due anni nell'eser·r ito senza molestie di sol'la. Due casi simili ebbe l'aulot·e occasi one di osser vat•oin seguito come pm·e altri gli furono comunicati dai suoi colleghi. L'autore quintli domanda ~e si!l giusto dichiar·a1·e sen:t'aHro semi- invalido un militat·e in cui si 1·iscontri un'er111a traumatica r eceu te, oppure non idoneo nl servizio un i~c1·illo Ili le,•o. Con la disposizione minislet•iale, in data 2 apl'ile 1876, fu determinalo elle un'et·nia conlt·aLta dtll't-mte il sel'vizio desse diritto a t•ifOI'mfl e solamente ai r·iassoldati con pt•emio fu con· ces~o di contintiar·e nel s13r vizio. Pl'ima di quel te1npo però gli erniosi col sussidio del cinto, avevàno prestato uellc gutlJ'ni· gioni utili set•vigi. I n campagna la loJ'O utilità sarebbe molto discu tibile . .Ma il nodo della qnest.ione sta in ciò, cioè se un mi lita1·e in cui si manifesti un'el'oia LJ•aumatica r ecente debba senz' altro essere dich iaralo inabile a conLinuar·e i l servizio? Donde scaturisce un secondo quesito , cioè: quale intet·vallo di tempo si potr·ebbe tlssegnare pee la guari~ione eli un'ernia tJ'aumalica 1 L'autore vort'ebbe che si facesse ùistiu· zione di Jue specie di er niosi: ·1• di r ecenti; 2• Ji lunga dala, e solamente i primi dovrebbel'o pet· qualche tempo esser e conservati nell'esercito pet' vedere se la loro ernia fosse suscettibile di guari gione. Il limite di tempo p~ r·ù non potrebbe esset'O che appt·ossirnali vo, poiché allo slc.lo al~ual e della questione non sarebbe possibi le determinar·lc> nettamente. Secondo l'autore gum·i1·ebbero più presto l'cJ'llie svoilesi pet• cir costanze e cause straordinaria, mentr·t~ pt>l' lo con~rario sarebbero da dichiarat·e di ditlicile od impo.,.c:rbilt' guat•igioJJe quelle et·nie che si pr odusse l'O Jentatne11 LP ·~ per comuni m o virnenli del coJ·po e fur·ouo agevolale da cJdatA:t.ion•· dei canali e degli anel li inguinol i. Da ultimo I'AuloJ•e formula l e seguen ti ctmclusioni: t• L e er ni+< tl'aumaliche t•eceuli sono da t·itell~'l'l>i coul~ suscettibili di guarigione e non sono pe1· nuUa Ja pol·agonat·si, in sul prin cipio, colle el'llie ùi lunga data, rhe abbi!'ognano dell' uso conlinuo dr un cinto; . La PI'Ognosi é lanlo più favor evole, quanlo plU l'et•nlB


E .MEDlClNA LEGALE

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e quan~o minor tempo è t rascorso fra la sua com-

parsa e la sua riduzione e quanto minore é il pericolo rlell::J recidiva; 3' Un'ernia da causa comune e per movimenti del corpo, o elorzi spesso ripetuti, offre minore probabilità dì guarigione di quella deler~minata da slorzi e movimenti straordinari; 4" L'ampiezza del canale iuguinale e la dilatazione degli anelli (predisposizione all'et'llia) peggiorano notevolmente la prognosi riguardo alla guarigione; 5• l medici militari dovrebbero dichiarare inabili al ser·vizio i milHarj a:ffeltL da ernia quando, dopo un'osservazione di diversa dlll'ala, secondo i casi co11creli, é compt•ovato che l'ernioso è asRolutamente costretto a far uso d'un cinLo per evitare l'uscita del viscere.

lhlle oagionl prossime di morte nell'applocamento. Dolt. MrsuRACA. - (Ri-oista sperimentale di Freniatria e l,fedicina, Te57ale1 vol. Xl V. fascico li 3° e!~·Il pr·of. l'amassi&, in un suo lavoro spe1·imenlale pubblica to nel 1880, confutando le opinioni di coloro che sostenevano come cagiolle p r ossima dì morte nello appiccamento e nello strangolamento la compressione dei vaghi, dimostrava in modo netlo erl evidente come la causa pr-ecipua si debba I'l cereare nell'occlusione delle vie ae r<~e. L'aulore, pure associandosi ai r-isultati >:perimentali t.!el prof. Tamassia, ha creduto Lullavia necessario di ritornare IIUll'argomenlo allo scopo- di meglio detì~ i re le moditi.cazioni cM avvengono 11ella marte pe1' !lppiccamentu, qtH1lora negli animali da esperimento siasi precedent~h•ente praticata la "'scheotomia, o la legatura dei vaghi o dci gr ossi vasi del «;olio.

ll risultato di queste ricerche può essere cosi riassunto: t• La tracheotolllitl non salva g li animali dalla mo!'le quand,o vengono appiCCl31i. . . 2- Difterentemenle dall'appicca~L:ulo m'dinario la morle 10 ques li animali gi ung~ sempre io un tempo eccezionalmente lungo. Anche la srntomalologiu di simile appiccamento s i a!;)-;-


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RIVlSTA DI TOSSICOLOGIIl

lontana di non poco da queUa dell'appicca mento ordinario, quantunque all'azione del laccio venga sol!t'atto soltanto il tubo aereo. 3° Il r eperto anatomo-palologico di questi cadaveri non è conforme a ciò che si rinviene negli impiccali, poit:hè mancano i segni interni comuni dell'asfissia meccanica; invece tutto fa ammettere che la morte sia caus ala da esaurimento nervoso. 4• La legatura delle cai'Olidi, e delle giugulari contemporaneamente, nei cani non cagiona mai la morte immediata o s uccessiva di ess i. 5• Legando le arter.le solamente, o queste insieme alle vene del collo, i cani sembrano non soffrire gravi disturbi potendo st~re in piedi, correre, mangiare, ecc. , come di solito. 6' L'appiccamento di cani cosi opera ti, dopo parecchi gioi'Di dall'operazione, cagiona la morte quasi istantanea ma non così rapida come nell'ordinario appiccamenlo. 7• Il rita1·do della mor·tc in tali casi si spieg~ dall'essere sottratto in quel momento il disordine idl'auhco istantaneo ~erebral e, essendo la circolazione ben ristabilita per le Yertebrali. s• Il r eperto necroscopico di questi cadaveri è inte1·aroente identico a quello deg-li appiccati ordinarii. 9' La legatura dei cordoni vago-simpatici , noi cani, cag iona la morte in un tempo variabile fra 14 or e e G-7 g iorni. 10' La legatura deve semp1·e considerars i come uo grado molto esagerato della costrizione che questi nervi possono soffrire per la azione del laccio. 11• Le conseguenze di tale legatura sono eguali a quelle e he si osser vano dopo la se~ione s imultanea di tali nervi. 12• La morte è dovuta tanto nella legatura che nella sez ione ad a s fissia cronica (pel' diminuita capacita inspiratoria), :ai gravi disturbi pulmonari (focolai di pneumonite catarrale), -e circolatorii (esagerato mov1mento cardiaco per interruzione dei cordoni frenici del cuore). 13• La morte nell'impiccamento (ed anche nello strangolamento e s trozzamento) è esclusivamente dovula alla occlus ione delle vie respiratorie.


K MEDICINA LEGAT.E 899 t'• La compressione dei vasi del collo e dei vaghi in ispecial

modo giova ad abQrE>.viare sensibilmente il tempo occorrente per veder morire gli animali colla sola occlusione delle vie respiratori·e. Jlo:rte improvvisa In seguito ad una lnlezlone dl oo· oaln& nell'uretra. - StMES, di Filadelfia.- (Gazette Médìcale de Paris, N. 17, 1889).

In un uomo di 29 anni, affetto da un re~tringimento dell'uretra con fistola perineale, Simes aveva stabilito di praticare l'uretrolomia interna e, nello scopo di ottenere l'anestesia della mucos8, iniettò grammi :3,60 di una soluzione di cocaina al 20 p. LOO. E~li aveva appE:na ritirata la siringa da in iezione, che il malato, dopo d'aver e~presso delle idee che denotavano un perturbamento dell'intelligenza, fu colto da contrazioni convulsive nella faccia, da fissità dello ~guardo, con dilatazione <;ielle pupille, schiuma alla bocca; la respirazione divenne inceppata, tutto il corpo fu agitato da convulsioni epilettifot•mi, la cui intensità andò rapidamente aumentando. Il POlSù divenne irregolare, di più in più raro, e la respir·azione andò sempre più indebolendosi. Il malato soccombette 20 minuti dopo l'iniezione. All'autopsia non fu trovata alcuna: traccia di una lesione re· cente nell'uretra. I pohnoni, il fegato ed i reni erano ripieni di sangue, come pure il cuore destro, mentre che il cuore sinistr.o e,r a quasi vuoto. Il cuore er a sano. Anche i vasi cet·ebrali erano distesi dal sangue. In tali condizioni la sola spiegazione plausibile per t·enùersi conto di quel;>ta morte improvvisa era quella di un'intossicazione molto acuta per la cocaina.


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IUVISTA DI TOSSICOLOGIA

Un caao eU grave avvelenamento per l a oooaiDa. Dotl HAENEL. - (Berl. f{lin. Wochens., e Centralb. J1( r die medie. Vissensch., l\• \ 188H). A una ragazza di 19 anni, un poco a11emict~, mll del resto sana furono inieltati da un dentisla solto la gPngiva 0,1125 dr cocaina io due volte, a breve iritervallo l'una oall'allrtl e quindi fu estratto il dente senza dolore. Dopo esset'!'lt alla lcslu sciacquata la bocca, la giova11e divenile pallidi:;sima, cadde t\ fu presa da violente eonvul~ioni inte1•rotte da br·t>vi pouse. 11 oilrato d'amtle e le applrcazìoot fredde sulla te ... ta runasero "enza effetto. Essa giacevo senza coscienz.a, gemendo, e sgrtata pel" cinque ore da "intenti crampr clonici dPr muscoli del tronco e delle estremità. te pupillo er·aoo m ediocrl•menle di· !alale e senza reazione. Il polso dapprincipio nr)n pole\'a con· Larsi, dopo si avevano li6 puls1.1zioni il minuto, tempert~tura 38,2•, r espir·azioni 4~. Dopo ce:::saLe le convulsioni stelle an· cort) due ore ruori di sé. QuiruJi t•imnRe spossata senza polet· muovere l~ estremità; Pbbe bagliori ; diminuih1 sen!!ibilila tl~lle mani, anestesia della mucosa del naso ,, d .. llo bocca, perdita ùel gusto e dell'odot•ato, set.e, v iolenti sfnr.d 1h vornilo, polso 132, r espirazione 28. Fu quind1 fJI'esa da gastralgia chi! durò sei giorni. Nelle prrme 24 or~ vi ru anche rrlt>n?.i()nP d'u· rina. L'insonnia du rò 30 ot·e, coml'leta disappetenza quattru giorni. Grandi dosi di C"ppio t•irnasct·o "enza effello

Oollte dlfterlo& per avvelenamento mer-carlale . - Dottor SAoRvcowzKI. - (Centralb. fur Chir., N• 45. 1888). Uu ammalato di 30 anni al quale era slala pl'flLi<'ala la •·csl.'· zione costale per piolot·oce e -1- giorni dopo l'opera?. ione !11 la· valut·a del cavo pleurico con iniezrone di ,:;ublirnalo corrnsivo (prima di 1 su IOIJO P poi dr 1 s u 3000) e medico la anche la rerilu esterna con ga t·za al sublimalo, presentò .Jopo pochr giomi renomoni !!ravi di u vveleoamcnto me rcu riale con sto· maLi te, ematemesi, lenesmo e sca riche san~.,ruignc con enu~· sione di bt•andelli nect·otici della mucosa del retto. Si sospe:<e immediatamenLe la medicazione al s ublimalo c si ommrnr·


E liEDICINA l.RGALE

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strarono eccitanti con clisteri di linseme i quali provocarono ancora l'eliminazione di grandi brani necrolici. Guarigione in CApo a 7 settimane. Pare che sopra ~:erli organismi anche la ~ola medicazìone di !ZI.UZa al sublimàto sopra una superficie crueolata po!'Sa eseJ•cilare un'azione venefica, la quale si esplica oltrechè coi fenome ui di sLomatiLe anche con quelli della colite diftet'ica gangrenosa.

RIVISTA D'IGIENE Sull'acqua cotta. e sul mezzi per prepararla. ....,.. C. TEL• LrEa. -

(C~ette <Les Hopitaux).

È conoscmla da tutti l'ìnfluen;.~a uef~".~sla dell'acqua nei casi di mala.ltie epidemiche. L'acqua, infutti, lava l'aria; riceve le tleiezioru de[{U uomini e degH animali, le 1mpurità di tutte le città; essa è qullldi in modo speciale alla alla seminagiona ed allo sviluppo dei gern:ù morbosi. lntine, siccome ser ve di beva(lda, essa è il veicolo più aduLto a portare nelle vie digeslive gli ageuti perniciosi cho essa contiene. P er rendere l'acqua veramente sana esistouo due mezzi : 1" Gli antisettici; 2• L'ebollizione. li primo mezzo è incerto e uon è alla pOl'lata di tutli. li secondo è buono, ma porla seco quattt·o inconvenienti ehe sono: t• La temperatura di 100• non é sufllciente perche si abbia la cet·lezza che si sieno dislt•ulli Lulli i microbi; 2" L'aria è scacciata dall'acqua per effetto c.lell'ebollizione e l't~cqua diventa pe>'ante ed indigesto; 3• I carbonati calcar ei sono egualmente pt·ecipitali e l'acqua di viene meno saporo<sa;


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RIVISTA

4' Le sostanze ter·rose io sospensione nell'acqua precipitano egua lmente o la rendono disaggradevole a bere. P er ovviare a questi var·ii inconvenienti, l'autore sostituisce l'acqua colLa aiJa bollila ed ecco come opera: Si prende un r·ecipiente metalhco chiu~o, perfettamente stagnato, che possa sopportare una pressione di sei almosrere. Sopra l'uno dai suoi fondi questo recipieute presenta un t•igonfìamento inferior e che é calcolaLI) in modo che colla sua dilatazione t.lut•anle la collura l'acqua riempia completamente il recipiente. Un rubiuello inf~riore sormontato d'un filtro pcrmelle il Lravasamcnto rlell'acqua; un r·ubinello super•iore sormontato. nel momento in cu• si adopera, d'un fiJtro in ovaLta lascia entrare l'aria. Quando la bottiglia è piena, si mette, sia in un bag-no saturo di salmarino, sia in un l'ecipienle in cui si fanno arr•ivare vapori d'acqua. In un ca so come nell'altt·o) !>i scaldo e l'acqua si trova così cotta ad una temperatura che può variare Lr·a l W e t50. Ecco le consoguenze di quPsla opet·azione: 1' L'acqua resta perfettamente aereala, poicbe essendo s ta ta colla solt o pl'essione, l'aria non ha potuto sepnt·arsi e rimane disciolta ; 2' L'acquu é rimasta carica di sali calcaJ'ei. poichè l'acido carbonico non è sl~Lo scacciato; 3' Gli altri sali, le matfll'ie Lerrose ~i sono precipitate, ma ess:i si sepat•ano dall'acqua nel momento ùel suo uso, perchè nsiste un filtro nell'apparecchio; 4• 11 fillJ•o non è mai infetlato, poichè esso stegso cuoce in ciascunn optH·azione; 5• Infine l'acqua resta purificata duJ•ante Lutto Il tempo del SUO USO, perché l'lll'ÌO cbe entra nell'apparecchio e essa stessa filtrala s ul cotone. In queste condi1.ioni è permesso di dire che l'acqua co<~l prepar ata è assolutamente pura, salubt•e e digestiva.


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1.1 aoqae potabW in rapporto &l oolera. - Prof. 0TTAV JO LEONI. - (Giornale della Società d'igtene, nov.-dic. 1888). Non ostanle le opposte idee degli igienis ti sulla dilfusione del colera, alcuni dei quali incriminano le acque come mezzo di trasmissione; ed allri le scagionano credendo la ditl"usione del morbo dipe nda da un complesso di cause locali; il Leoni è di pare..e che l'ultima parola non sia ancora della r•spello alla accu~a cont1·o le acque potabili. Osser va che i medici militari delle truppe inglesi nell'India, dopo accuratissimi eLudi dimostrarono che lo sviluppo e la ùiffusione del colet·a fra ~l'indi geni dipendeva dall'uso di acque impure, di stagni, veJ•i focolai colerigini. l medki ingle~i fino da 50 anni s1 avvi.let o che il eolera ai beae. Dopo la scoperta del bacillo del Koch si sa che le vie d'introduzione del colera sono le gastt•iche, e che l'aequo ne é il veicolo più acconcio. Cila molLi fatti di rincrudlmenlo dell'epidemia colerosa dopo acquazzoni. I l compilatore di questa rivista pu6 avvaloJ'are questo osservazioni con fallo da lui nota lo nell'anno 1867, nel mese di novembt·o in .Maglianaabioo, ove tla 40 giorni non era piu avvenuto t~ 1 cun caso di colera (cha nel mese precedt>nle aveva flagellalo quel paese), quando dopo un acquazzone improvvisamente ai rinnovellò più flero e più micidiale di prima, e specialmente fra le truppe. Il Leoni non vuole enll·are nella discussionA sulle causo di sviluppo del colera, ma prende in f'eJ•ia considerazione l'acqua che ser ve senza dubbio ili veicolo, d• esca e di pro· pagazJone d~! contagio. Consiglia opere di risanamento complessive del terreno, dell'abitato, della fog ualura, ecc. , ma in modo a ssoluto l'igiene delle acque potabili, che, dall'evidenza dei fatti, nessuno può negare essere desse il principato veicolo del morbo. Cita i faLli di Napoli e Roma, ove il colere. non riuscl a d1ft'ondersi col consuelo carattere epidemico, dopo che le 8C'Jue del Serino e l'acqua Marcia furono sostitui te agli an· ehi pozzi. In conclusione, le giuste idee dell'autore circa le norme


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igieniche preventive più possenti contro il colera sono quelle già diviso da tutti e che abbiamo imparalo dalla antica Roma, di importare ft•a le popolazioni chiare, dolci, fresche, abbondanti e saluberrime acque. T. llloerohe batteriologiche sul tetano. - Prol'. LAMPrAst.(Morgagni; par te 1', N° 5, magg-io 1888). Grande confusione t'egna in batteriologia cir·ca il rnicror· ganismo <lei tetano, che non si è r iuscito ad isoLare e ollenel'ne una cultura put•a. Pel' cui s i va dal cocco o s lafilococco al bacillo spilliforme o a bacchella di tamburo, ecc.; e lo stesso Fh1~ge segna questo bacillo cori 1 DaL lunghi e molli stuùii eseguili si desume che il microt•ganismo del tetano nelle sue diverse fasi evolutive di vegetazione, sporiflcuzio ne e ger•minH1ione, e per l'influsso che risente dai diversi soslra li nutritivi e dall'azione ter~ica, assuma forme svariate. P erò la sua m orfologia e bio· Jogia sono conformi alle leggi d1e govemano :zii altri setti· zomiceli. Seguendo la evoluzione rli questo micror ganismo, che si compie in tempi djversi secondo i diversi meLod i di cuiLura, nel suo periodo vegelalivo assume la forma bacillare. l bacilli a completo sviluppo si presentano diriUi, I'IH'amente in· c urvali , qualclre \'Olla segmentati, cilindr·ici co lle cstretnita ~r1 ·otondite, leggermente affilate. Nell'allo d<>lla sporificazione alcuni sono fu~ ifo rrni e con aspe tto granuk•so. I loro movimenti sono cara tteristici. La spo1'a é una grossa cellula e lilt1ca che nei preparati .a s ecco s i presenta con due br·e vi prolungamenti caudali • filiformi, corris pondenti all'asse maggior e. Kei prPparati a fresco queste espans ioni caudali non s i osse1·vano. Anche le spore son<> dotate di movimenti caratteristici. Dal complesso dei fenomeni mot·bos i che fu r·ono osservati nei molli animali inoculati colle coltur e, ri~ulterebbe e''idente come si possa ottenere il tetano specia lmente nelle s ue svariate forme cliniche, che hanno riscontro nel tetano,


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così spontaneo come traumatico, dell'uomo e degli animali inreriori. Dalle molle osservazioni folte, l'autore verrebbe alle segueuti deduzioni : 1' Che il microrganiE<mo del tetano é un bacil lo specifico identico nelia sua for·ma tanto nell'uomo che nel genere equino ; 2" Che da innesti di sangue di uomo come d"alll"i ani mali tetanici, snche inoculati ar tificialmente, s i possono ottenere culture pme del micror ganismo; 3• Che il tetano spontaneo è prodotto dal microrganismo ste~so col quale si ottiene il tetano sperimentale. 4' Che a nche il tetano traumatico é con ogni pr·obabihté, se non con c~rtezza, prodotto dal medesimo microrgunismo.

Delle nostre sostanze alimentari considerate oome ter · reno dl coltura dl germi infettivi. - Prof. CELLI . (BulleLtino della R. A ccadem;a di Roma, anno XIV, fa$Cicoli 6• e 7'). L'autore ba voluto s tudiare se, e fino a qual punto, le nostt·e più comuni sostanze a limentari s i comportino come tet·reno nutritivo di micr01·ganis mi patogen i. Questo ar·gomento ha un'importanza anche prulica; per occhè a lla etiologia ed alla epid emiolo~ia interessa molto di sapero se una volla che germi di malattie in f~lLive, ad esempio, per m ezzo delle COt'renti d'aria, degli utensili, delle a cque e delle mani sporche, per mezzo delle mosche, ecc., sono capitali sopl'a sostanze alrlllentari (massime in quelle che sono sempre espos te) vi possono vivere, vi si possono moltiplicare, aumentando cosi la sfera della lor·o Azione infettante. · Sopra numerose sostanze alimenlar·i (latte, acqua, carni, uova, forma~gi , frulla, ecc.) tal quali come si comprano, oppure pr eviamenle sterilizzate, l'autore ha posto in quan tità alcuni germi tipici di màlallie pr esi da coiLure pure e recenti per lo più in brodo, cioé il bacillo del carbonchio, quello della tifoide, il vibrio del colera, e lo s lafilococco piogeno aureo:


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qualche volla bo adoperato anche il bacillo del colera dei polli, il vib1·io del colera noslrale, il bacillo della morva, lo streplo· cocco dell'erisipela e il vibrio di Of'neke. Le esperienze falle dall'autore parlano in favore della possibililé che parecchie delle nost1·e soblanze alimenlaJ'i possano essere il veicolo e talora anche il mezzo di moltiplicazione di germi patogeni. Il tempo nd quale questa possibililit puo esser spie~ola, varia molto secondo la nalurt~ e la resislt!nza propria dei singoli ger mi, s~condo la qualila delle varie sostanze alimentari e il loro grado di disseccamento, secondo la concorrenza dei bllcte•·ii che vi pree8istono. Pei germi patogeni menzionati il meno da temtlre, solto questo punto di v1sla, pare sia pel vibrio del cole•·a (pe•· lo meno delle nostt·e ordinarie collure), il quale anche nelle sostauzc alimenlal'i s terilizzate (eccello carne fr·esca e uova) ha una durata di vita mollo fugnre, probabilmente a causa anche dell'ambiente acirJp in cui viene a lrova•·si. Sulla resistenza. del vlru• rabloo. - Dolt. lvo Nov1. IBoll. delle 8Cierue med., gennaio 188!1). L'oulOI'e ••icor•do che numerose espe•·ienze del Pasleur, del Roux, del Thuillier, dello Chambel'land provano che la pu· trefazione com~ la temper·atul'a elevata, e come anche taluni mezzi cltimici possono diminuire il potere. infettante del ,,, _ I' US J'ahiCO. Ctla dai Compies renclu (gennaio 1888) il Galliel'. 11 quale afl'erma che un cont> mot•lo di rabbia, seppt'llito dopo 2t ore ~i trovò virulento dopo 15 gtorni. Ma il Novi nola cile questo follo non reca nulla di nuovo, poiché avvenne in tempo di rigid11 stagione invernale, pel' cu1 Ja pulrefazione era senza dubbio ritardata. Nt>lle sue ricerche spcl'imeulali ba r·iconosciulo che la virulenza r&bica el'a conscn•ala in conigli morti id1·ofobi da 5 giorni. ln uo con iglio morto idrofobo, cui eL'a stato nel primo ~iorno oper·to il cranio, trovò al 4o giorno nella cavità cranianR e nello speco verltJbrale una quanti là di larve di mosche. PosLe queste lai'V\3 in emulsione, senza alcuna


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traccia di tessuti, e inoculati diversi animali, ne conseguirono i fenomeni classici di eccitamento, peraplegia, par·olisi gcnt~rale e morte. Riservandosi di precieare lt~ sue sper•ienze, l'autor e reputa indisculibile il fallo che larve lolle da un cadavere di idr ofobo in stato di pnlrefazione, incipiente o avanzala, sono alle a trasu:etlere la r·abbia, e con esse il materiale in via di pulrefazione, t·nlro cui sono situate lP larve divide le s tesse proprietà Quante volte for·se cani, galli, porci, topi, ecc. avevano preso la r abbia cibandosi o venendo a contallo con materiale rabico di queslu provenienza, menlr·e med ici e veter·rnari c;i affaticavano invano alla ricer'<'a di un animale. che col mot·so avesse comunicato la terribile malattia!

lt&to attuale della questione della batterioterapia. Dott. MANFR EDI. - (Gio rn. Inlern. delle Scierue mediche, gennaio 1889). L'au tor e dopo aver· riMsunlo in Jun~n r·ivisln cl'ilica A'li s tudi noti r·elalivi alla cur·a di talune malalli1•, mediante l'aziontl dei batteri riassume lo stato auuale d1•Jlu questione della batterioterapia nellt> s eguenti pi'oposizioni g-encl'ali: 1° Lo base scit:'otilica della batler·iolerapia sta nell'antagonis mo tra i balleri e principalmente nei due falli luminosamente dimostraLi: a) elle un terreno nutritivo nel quale sia vis:mto un batlel'ill, può diventar·e 1'efraLLario contr·o unn nuova ìnva!!ione dì allri batteri o del m edesimo; b) elle in cer·te condizroni di e~ìstenzo taluni micr orgonrsmi s!'no costantemente gli antagonisli di altr·i. 2o L 'av,·enire della balteriOl<!r ilpio dipende dalla coguizione delle condizioni nelle quali l'anlf1gonismo IJallerico si verifica. Il problema e dei più difficili, 1el'occbè s i vede che minimi cangiamenti delle influenze flsico -rhi miche, bastano per alterar e enormemente il corso o l'esito della lotta Ira hatler ii. 3o La tera pia batte1·ica ha assunto due forme: lo rorma di batterio-profilassi e la forma propr·iamcnte deLta ùi balle-


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l'iotarapia . La (Wimn, coronata dai miglior·i successi e {!enor·alizzala per molle malatlie infetlivo degli animali, è entrata cou la p1·ofllas-.i antirabicu anche nel dominio della terapia r1~uardanle l'uomo. La seconda, sperimentalmente dimostrala negli animali, ttspolta ancora il verdello clelia clinica chE' no sanzioni l'upplicazione aU'uomo. i 0 Un caso l"pecinle di bal!ei'IOtel·apia nell'uomo, ancora 80~~ellO a di~WU~SIOIH', é J'anl.a~ooismo tra il batlerio-lermo e il bacillo luh~rcolaro n<>ll'inlerno dell'organismo. Esaminando i falli addotti pro e conh·o, è forza conchmtlere che la quc~Lione dell'azione lerapeulica del balterio-lernl{) nella tuheJ'CCIIost pulmonttre, siu rtmasla impregiudicata. tanto dal la to clinico, quattlC> dal lato sperimentale. ;,o Lo l'icPrclte s ul con ferimento de ll'immunità mediante lf' l"O~tun ze solubili cho vengono fo1·male dall'attività vitale dei balterii, danno la chiavo di quello che possa e;;;sere in cet•li cnsi il moc<;anis nto della battol'ioterapia, f' mostrano qualf' f:(l'nnde avveni re s ia destinaLo a questa stt·oot·dinaria scoverln.

Sulla vaoolnazlone della f ebbre tifoidea. coNe. -

Dott . FAL(Ga:zetta degli ospitali; 8 luglio 1888).

Le mvesligazioni t•ecenli di Brieger, Siroliui, Heumer e P etpe1· hanno dimosll'alo cluJ i bacilli lifogeni segregano un '•el••no speciale, unn plomn tioa a cui Brieger ha ònlo il nome di lifoloxina. Que~la sostanza iniettata negli animali in 'lnal· elle cs~o ha riprodollo lù leo: ioni anatomiche che l'il eoliCo produce uell'uomo. Pare duuque assai p1·obabile. t<t' ctò é vPt o, che non r-inno i bacilli per sè che direttamente danno luogo alla infezione specifica, sibbene i prodotti della loro alllvilu nutritiva e secreliva. E ciò sembra tanto piu \'ero in quanto che Alcune esperienze ben condotte banno recentemeuto dimostrato che le cultul'e stAt'ilizzate dei bacilli ti· fogPoi riescono infeltnoli nella s le~sa maniera che le colture non s te1·ilizzate ; donde si dovrebbe pot.er affermare che i smtomi cltlla febbre Lifoide sono dovuti piulto!:'lo ad un avveiPnnmento che od un'infezior.c, nei limiti in cui noi pos-


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siamo ora distinguere queste due forme di grt~ vi les1on1 fUnzionali generali. Gli studi spe!'imentali di Frànchel e Simmon~>, nonchè Ji Sirotini, c:omprovarouo il fatto che una p!'ima infezione tlé a~li animali una certa immunità, g1·azie alla quale la J•einfezion e produce pochi sintomi o ne"sun !<intorno morbosi', Le conclusioni che quesli autori traggono dalle loro invt>llll~azioni sono ria~sum ibih nei segue n l• pora:zrafì . 1° l sinlcmi e le alterazioni che si ol.'set•,•auo negli unimali ui quali si iniettarono culture di bacilli lifuidi sono prodotti dalla sostanza tossica fiegregala ùai bacilli. 2o I germi nocivi che segregano la lifoloxina ~i lllulliplicano nell'intestino. La pt.omaina viene ut<sorbita, enlru 111 circolazione, e giunge CU!,Ì ai varii organ1 -;u~ceUibili di l'" sere lesi da essa. ao Probabilmente si hanno le stesse COSI' uell"uomo fH"e:30 da ileo-Ufo. 1• Una prima iuiezione ùa immunità couLro una 1:!0Concla iniezirme, anche quando questa seconda sin l'icr·H di FIO>~Ianl'.a to:>sica. 5° Sarà neces~at•io con espeJ•imenli ed o~servazioni cl1· niche •·igorose, slab•liJ·e sopro una ba:-•• >"cicnLifica la leot·ta della immunitU medumlo iniezione di t:ullu1·e sterilizzat(l che non con tengano oltre una dele rwinala quuntità ùi UfoloxintJ. Go Nel caso che que.sta tco.,.ia divonli un j'CiltO vero, la riproduzione della sle~l'a immunitù nell"uomo sarà giul'll· ficata, cominciando con 'luanlitù molto pll'COie di li(otoxiua e aumentandole gra.IAtamente, ~econclo i I"I""Uitali che "'l potranno ollenere. Cosi alla vaccinazione carbonchiosa, alla vaccinazione t·,,bbica (lasciando a par·le quella colel'ica l) og"gi si aggiun~e 1111a vacciaàzione della febbre tifoide, la quale senza ùubhto uon è fuol'i dei limiti delle probabilltlt st•ienlitkhe.


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Sul fermento inverelvo nell'org&n.lsmo anlm&le . - Ricerche fisio-balteriologicbe dei dottol'i L. MANFH~.o r, G. Boe· CARDI e G. IAPPELLI. (Giornale inlernaz. delle scienze mediche, anno X, fascicoli Vl e VII). I progressi rapidissimi della bo.Ueriologia si sono e~tesi anche allo s tudio dei microbi norrnalm" nte o patologicamente riscontrabili nelle diverse ro~ioni del tubo digerente. O producendo speciali ferm enti o con altro meccanismo nutriLivo più complesso molti di que!'lli microbi t•ioscouo a de· terminare nelle sostanze alimentari dei cambiamenti io lutto identici a quelli prodotti da i s ucchi della digestione. Le cellule g landolari dell'apparecchio digerente non fanno dunque qualche cosa di essenzialmente specifico quando trasformano mediante i rispettivi secr eti l'amido in glucosio, gli albuminoidi in (l"plone, lo zucchero di canna in zucchero d'uva, ecc. ldenliche rn~tamorfosi possono verificar si nnche fuol'i del tubo digen •nte pet· opera di parecchi mict'Ot'ganls mi. E poiché si tt·o,·ano nell'appat·ecchio digesliYo tanti micr obi, e molli di e ssi sono dotali di tali proprietà diger·onti. .. na turale chll siasi te ntato di conoscere quanta parte spelli alle cellule glandulari e quanta possa spettare agli organi!'mi infe r'iori nel processo dif!.eslivo. Ma queslo studio cosi importante per la fis iologia è a ppena incornmciato. Gli autor·i di ques Lo pre~cvo l issimo lavor o hanno voluto pe r· oro studia re un s olo punto di un così vasto ar·gomento: la digestione del saccarosio. S perano però di polet•e presto completar e allt·e l'icerche iu corso sopr·a argomenti aualo(.{hi e portare cosi un importante contributo alla fl~io -ba tte­ r tologJa della digestione. Le concluf'io ni cho a modo d i corollario si possono dedurre dalle numerose e diligenti ricerche eseguite dagli autori r->ono le seguenti : t• L'esistem.a di molti microrfla nis mi capaci di so~re­ gur e invertina (e di trasformare quindi il Mccarosio in zuc· chero intet·ver·titol, c l'ordinar ia prt>senza di essi nel succo e nterico sono ratti che hanno reso necessario di r·iprendere


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lo studio della digestione del saccarosio solto un nuovo punto di vista. ~ Questo capitolo, in ispecie per ciò che riguarda l'origine e la presenza del fermento inversivo nell'organrsmo animale, è stato fi no ad oggi avvolto da dubbi e da contraddizioni. Ollre l'oscur·ità· derivante dalla parLedpazione dei microbi in questa funzione digestiva, si deve riconoscere che altre ragioni di errore dipendono dall'inesattezza dei metodi adoperali e sopratulto dalla facile alterabilità del saccarosio per cui questo è _sempt·e più o meno inquinato di glucosio. 3• Causa dell'inversione spontanea del saccat·osio sono unicamente i germi inversivi dell'ar'ia. 4" Nello s tomaco, dove manca una vegetazione di germi lnversivi, non ba luogo inverSione di sot'la. L'opinione di molli autori che l'banno ammessa e elle l'attribuiscono alla acidità del succo gasteico o al muco gastrico o alla presenza di fermento inversivo segregato dalla mucosa, è fondalo sopl'8 errori di tecnica. 5" U succo enterico che contiene gran copia di geemi inversivi, accoglie pure una grande quantità di invertina. Ouesta, nel coni~lio, è fabbricata esclusivamente dai micror ganismi , poicl:è la mucosa inLe!!linale non vi preude purte. Nel cane, sebbene manchino prove dirette per escludere la lnueosa da quesla funzione digestivo, abbandono però i fatti che lendono a far riferire il fermento inversivo alla medesima provenif-nza. 6" Si deve escludere la presenza di fermento inversivo in altri succhi od organi, compreso il fegato, non ostante che recentemente sìasi preteso di ritrovat'vi tale fermento. 7" Gli infus i di tutti gli or gani (meno quello di rnucosa gaslrica) e i prodotti di secrezione (saliva) quando vengono lasciati all'aria insieme con saccarosio, diventano terrani di coltura dei germi inversivi, entro un tempo variabile. Si forma allora inve1•tina, ed ba luogo in quei liquiùi la tralilrormazione del saccarosio in zucchero intervertito.


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Sull'&zlone 1l1lologlc& e to..lo& del prodotti di coltura dello 1treptooooco deU'erJ•ipela. - Conlr·ibulo alla paLOgenesi dell'erisipela. -

Ooll. L. MANFREill e doll. G.

(Giornale interna::. delle S•~cn;e medie/te, anno X, fase. VI). fRA Vt::RSA. -

Cou questo lavoro gli autori portano un conll•ibull! allo studio de• prodotti solubili l'abhl'lcali da• micr'Jt·gnnismi J•U· logeni, t•elaLivamenLe alla parte elle i delti p rodollt prendono nella pfltogenesi delle malatLi~ iut'c!llive. La rorma o il grado d••ll'inlot-~st.::szione r isipelnlo,;a· che ~i otlongono sperimenlalmenLtl vat·taJtO pet• diverse cause, Ju cui inlluenza vale anche a ::<piegure parecchi t'alli chnict. Per ra giont ùt chtat•eaa gli nulori t'aggruppano le loro os~erva­ zioni a questo pt·oposito so4lo quRlll'o punti di vtsla principali: 1° Influenza della quantità. clel veleno assorllilo. - Ht· sult6 dalle espet·ie nze clw i protlt~ Lli tossici dello sLI'epLococ<~o dell'eristpe>la non si accumulano nelle coHure di eJ<so; 111 ul tr1 termini, che una coltura nl to• giot·no può t:s:;et'd tos :::ica qeu.1nlo una colluto ul 20o o 30• giot·no. P are inoltre d10 In velenosila di una coltura !>ta nell'unihi. di tempo, t!iJ•ella· mente prO(}Orzional e al numero dei germ1 che e~so conltdne: t•agione per cui, a pat•ità tli coudizione, una coltura li 37° é sE> m p r e meno tos::;ica d t una collura u tSo- 3()<>, poh:leè 10 quella i germi crescono più scor:-~r che in que~ln. Orn da questi falli si può de•du t·t·e lt1 t'Rgione per cu1 ..:liuicamenle le forme più g1·avi eli e r isipela non siono qut>ll•• c he ÒUI'ano a lungo con ft1Colni circoscritti, sihhene quello cb e in breve tempo offrono all'in va~ione òel morbn UllA vu!'l8 super ficie. É nolo pe1· es. cl1e la rtsipolu detlu 111 pa>'"atu traumatica sia sempre più gravo di quella cosi delta idiopatica, per cbc nella pl'imo vi sono lesioni di Les:;,uli. nevrollt, ecc, conelizion1 le quali permettono una diffu~ion~> rapida e.J esteSA del germe infetlivo. Avviene allora uno sviluppo nurrH' I'ico di questo a bbondantissimo, e la produzione ed iw-


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missione nel sang ue in un sol tempo di una quantita dt veleno s uperiore alla resistenza orgAnica. 2~ l njluen.::a dell'ossigeno sulla .formazione di prodotti tossiei nell'organismo. Vi sono faLli che dimostrano coma i prodolli losstci dell'erisipela crescono d' intensita quando sono fabbri ca ti al riparo dell'ossigeno atmosferico; c i6 che intloe va d'accOI'dO collo s viluppo piu ri ~og li oso r.ui questo microrganis rno va i11coo tro ne l vuoto. È fo r se dovuta a questa !'l Lti tudine a lla vita anae:-obia la tendenza che esso mostra di produrre necrosi nei tessuli nei lJUSii si sviluppa; è pel'ò cer to che dei tessuti oecr ot.izzali e:;sl) poi s'avvantaggia per uno sviluppo più rigoglioso. Come pure ~·avvantaggia ùi Lulle le altre condizioni aoalomo-patologicbe, da esso prodotte, e che a loi'O volla si t'isolvono in condizioni l'avorevoli al suo sviluppo per l'impoverimento dei tessuti rispetlivi in ossige 10 (compt·essione esercitala dAll'essudato. trombosi vasali, e mort·agie capillari , ecc.). È in quest i f'utti e h <~ bisogna cer core la t·agione della eecezionale g1·avilà d i rePte eris ipele eh<" vanno congiunte a g uasli pt•ofon(li, sebbene limita ti, dei Lt'S'luti, o che trovano condizioni anatomiche speciali nella ~ecle llel'a loro evoluzione. Cosi é d11 tempo che si clliede pPrché l'eresipela dd capo (cuoio capillizio, l'accia e cavità anuesse) decorr a piu gravemente cbe non quella eli qualunqu~ allra parte del corpo. La ragione potrebbe es;:ere app11nlo nel fatto che la diffìcollu circolatot·la in caso di cong-esLtl)ne e rigonfiamento infiammati vo, a ca usa della !=>Ollig liezzu M t•esis Lenza dei tessuti moll i della Lesta, é qui vi maggiOI't' che a lli'OVe , q uiud più ra pidamente e in piu forte misura sot•gono le condizioni dt rela tiva anaerobiosi per lo st t·t•plol!occo. Nello stesso ordine di idee, cioè dell'influen za che esel'cita la deficienza dell'ossigeno, ca.le a pro!Josi!.o l'osservazione di D'Anlona, cioè che le up~razioni eseguile in indtvidui obesi o 111 regioni riccltt' di lessulo adiposo (t'egione mammaria nelle donne, lipomi, ccr.) ~inno più predispost,. ed erisipela gravP. 3a Influenza dell'ossidauilità dei pt•oclotti to.~sici. - Comi! i prodnlLi dell 'er·isipela non s i accumulano nelle co!Lure, ne

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resistono mollo all'aria senza allerarsi, poichè pare che siano facilmente ossidabili, cosi si può supporre che per la mede· sima ragione non riescano ad accumularsi n~ll'organismo. Già per tuLLi i prodolti velenosi e non velenosi dei bactel'ii, il Brieger ha sospettato che l'enorme forza ossidante del corpo li ossidi conlinuament.e, e quindi li trasformi del tutto: nel caso dell'erisipela è peobabile cile tale allerazione avv~:~nga colla maggiore facilità e rapidi!A. Appunto per ciò, come dice Volkmann: u dé.i casi gravissimi di risipola pose sono guarire rapidament-e al pari di altri pitl leggieri • ; nello s tesso modo si vide negli animali da esperim~nto sueseguire una rapi~issima guarigione ad un inloss icamenlo intenso. Ed é pure per questo motivo che la morte si ver·ilica solo quando enll'ano nel circolo in un solo momenlo grandi quantità di .sostanze tossiche contro le quali forse s i esaurisce il potere di ossiùazione organica. 4° Recettioità dioersa dell'organismo pei prodotti tossici 4cn'erisipela. - Non devo recare meraviglia il f<1ltO che vi siano diiferenze di suscettibilità individuale, anche considerevoli, nel \risentire l'azione di un veleno chimico animale come quello contenuto in un liquido di coltura sterilizzato. E già nota la diversa suscettibi lità delle singole classi di animali di fronte ai veleni eh nn ici ; ma qualche cosa di più ancura risulla dalle attuali esperienze degli autori, e cioè cbe in una stessa specie animale vi sono individui predisposti a t'eagire differentemente di fronte alla medesima sostaoza tossica. Nel caso dell'erisipela si può fino ad un certo punto argomentare le ragioni di tali differenze: cosi quegli individui che manifestat·ono sintomi di slimolazione motrice s i può -supporre che avesset•o i centri motori poco r esistenU, facil· mente ecci tabili (spasmofilia); quegli allri che reagit•ono con -sintomi di torpore o tli paralisi mostrarono di ave,·e illoeus minori$ resistentia! o el midollo a llungalo e midollo s pinale i ~ quelli infine che furono refraLlarii dieùet'O prova di una grande resistenza del loro sistema nervoso, o di essere dotati di uo energico poter e ossidaoLe.


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Tolto ciò, del r esto, non ha che un fondamento di probabilità; e può servire per intentlet•e, in linea pt•ovvisoria, la grande diffet•enza di recetlivilà. dell'organi'3mo umano verso l'intossicazione eri, ipelatosa . Finalmente é il!lpOI·lante di rilevare due altt·e conseguenze che del'ivano du queste ricP.t·che: to La prima riguarda la questione della • t•ecidiva • nell'erisipela. O~g i, dopo le esperienze di vaccinazione metlianle i prodotti solubili doll'attivilà vitale dei ballerii, i concetti dell'unmunilà o della recidiva devono essere radicalmente modiOcaLi. P oiché, non solo l butle t•i, ma anche i loro prodotti possono essere agenti tli immunilà (Liro, seLlicemia, cat•bonchio s intomolico) la t·eciLliva specialu1ente nelle iufezioni oon spiccato carattere d'iotossicamento, va intesa nel senso che i prodotti tli quelli a genti inl'ettanli non abbiano virLu vaccinale. Questo é il caso dell'erisipela di cui è nota la facilità a recidivnre; con la medesima facilità si può riprodurre sperimen talmente più volte nello ~lesso animale l'avnlenamento er•isipelatoso. 2° Il fatto che le ravie, le quali sono per lo più immuni oon~ro le inoculazioni di slt'eptococco dell'el'isipela so:rgiucclono nelle esperienze all'intossica mento ris1pelatoso dimo· slra che in uno ~ tessa specie animale vi può essere • recet• tivitti pei prodotti di un batterio, e non r eceLLivitA pel bat• te rio medesimo •. Ciò dovt•ù mettere in guardta i batteriologi e ì palolog nel tentar e sull'uomo, come oggi acc>'nna l' indit•izzo scientifico, le inoculaz•oni a scopo vaccinale o lerapeutico dei prodotti eli mirrol'gDnismi non patogl'ni per• l'uomo o nou patogeoi affatto, poichè si potrebbe avere da pat•te di quei prodotti un'inattesa Azione tossi c'a. A ciò s i aggiunga che, como g iu si é detto, la reccltivilà individuale per· uno s tesso prodotto batterico può essere immensamente diversa. Queste rag ioni invitano od andat·e cauti nell'applica zione che si vo!esse fare alla tet•apeulica di questi veleni chimici animali.


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Contributo sperimentale alla natura infettiva della pneamonlte flbrlDos&. - Dott. G. LI PARI. - (Il Morgagni, parte 14 , fascicoli 8, 9, e 10, 1888). In dieci casi di pneumonile fibrinosa lobare acuta, l'autore ba trovato nell"espellorato cocchi e diplococchi, alcuni rotondi, allri ovsli, in tutto il corso della rnH!attia, vale a dire finchè il prbcesso infiammatorio era nella sua piena t~lLi vt t.a. Questi ultimi micrococchi erano simili per forma al pneumococco del Froenk~ l. Le iniezioni t\ndopo1mo 11ari dPII'espeltoralo pneurnonico l"ugginoM raccolto a malattia più o meno protralla, ed una volla anche n el p eriodo di t•isoluzione, e le reinoculazioni dell'essudalo pleurico, pt•odussero la pneu.m onite della maggior parte di uno o di tutti e due i polmoni, quasi sempr·e accompagnale da pleurite e talora Mlche da pericarJile. Le inoculazioni dei medesimi prodotti per altra via (soltocutanea, peritoneale, nel sangue) produsse1·o gravi fenomeni gene1·ali, talora morlt:l o per setlicoemia o per peri toni te, una volta sola per pneurnoniLe. Le iniezioni endo• tracheali riùscirono in parte positive quando s i sottoponeva l'animale alla influenza r eumatica gener·ale o locale. Dal contenuto della flictona di un vescicante a pplicalo ad un pneumonico al quarto e quinto giorno di malallia , dall'essudalo pleul'ico delle cavie dei conigli e dei cuoi, c,rne pure dal sangue e dalla milza, talora dal fegato, dal pt>ritoneo, dal pericardio, s i ricavò un diplococco d i forma ovale, talora forn ito di capsula, capace di produ1·re la pneumonite se inoculato direttamente nel polmone. L e inoculazioni di sostanze irritanti e di liquidi con ter.enli alt1·a s pecie ùi microrganismi non produssero la pneumonite fibrin osa . l lavor·i che s i sono faUi dal 1882 in poi rig uardo alla pstogenesi della pneumonite, e le es perienze d~:~ll'autore inducono ad ammettere qua nto segue: 1• Che la pneumonile fibrin osa è 'Jil mor•bo infettivo. Veramente intorno a questo punto le opinioni sarebbero dr~cordr tu ttora. Gli unicisti s ostengono che la pnP.urnonil0 sia uno malattia genera!c con localizzazione nel polmone,


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e perciò come ìllifo, la tubercolosi ed altre malattie infettive ha diversi g radi di intensità ; ciò sar~bbe contrario all'opinlone già profèssata da altri, e recentemente anche dal DeRenzi il quale riguarda la polmonite come una malattia locale non infettiva . l dualisti r.redono che la pneumonite franca, genuina, sia una malattia puramente locale; le altre forme (la miasmatica, la discrasica, il pnE::u molifo, ecc.) siano in vece malattia generale con localizzazione ai polmoni, ambedue le s pecie di pneumoni_te aventi la stessa t'orma a natomica. Per ò nella maggioranza degli autori oggi pt•ew!le il concetto dell'unità etiologica, e la poeumonite è r iguardata come morbo infetti vo: ed in vero è stato possibil·:l riprodurla negli anim~l i mer cè l'inoculazione dei prodotLi che contengono i pneumococchi e le colture pure. Se qualch.e autore ha potuto ,provocar e le stesse lesioni con liquidi irritanti atfuLto privi di pne umococch i , ciò non dovrebbe r ecat•e a lcuna meraviglia, perchè questi liquidi a~irebbero indil'eLtamente determinando ne l polmone tali lesioni preparaterie su cui agevolmente s i innesterebbe l'ag~nte specifico cella pneumonite fibrinosa proveniente dall'esterno ; ed è notorio cbe esso si tt•ova talora nella saliva degli indjvidui a llo stato sano, come anche so~peso nell'ar ia, e perciò cogli atti della t·espil'azione polrebbe introdursi nelle vie respi rator ie. L'influenza del freddo sullo sviluppo della pneumonite potrebbesi in certo modo spier.;ar e diminuendo o par alizzando i movimenti delle ciglia vibratili delle cellule epiteliali delle vie respit·atorie. 2" Che circa a l sapet·e se la pneumonite possa essere prodo~ta da un solo o da mo lteplici agenti morbosi da un canto, da ll'altro se nel caso di pneumonile con meningite, Pleurite, pericardite, nefrile, ecc. si debba pensare a due malattie distinte cotsislenti nello s tesso individuo ovvero ad una stessa causa infetliva con localizzaziOni mu ltiple, l'autore non es1terebbe ad ammetter e la I,Iloltiplicita degli eccitator i morbosi J ella pneumonite, perchè nei prodotti infiam matorii nel sangue, negli organi di individui morti di p neu-


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monile fibrinosa s i sono trovati Ol'a i pneumococchi del Fr1edlaendt!1', ora quelli del Fraenkel, ora quelli d1 altri autori, )'uno dall'altro in qualche CO~a divOPSi; di VÌil COli ciaSCUnO di queHli micrococchi i t•ispetlivi a•1lori banno prodoLLo sperimentalmente la pneumonitc, irnpr egiudkala cd irresoluta lasciando la questione se l'uno sia per avveuLura modllìcazioue, attenuazione o ll·ns:fol'ffitJZione dell'altro. Auche il Perret è convinto che la pu eumonile può esse1·e prodotta da microbi dliTel'~>ntl; d'altra par te oramai ò I'icouosciuto cbe il bacillo del tifo (st'condo Sal violi, Foà o Bordonì-Ull'l·eJulzi) possa essere a ltresi causa di (')lleumonile csse11dOKi riscoulrato nel focolaio pneumonico sviluppatosi nel l'OI'SO d'un ileo tifo. Quando poi coesistono nello slesso individuo pneumouiw, meningite, pleurite, pericardite, art1·ite, ecc. Ja .·nusn devL• essere lo stesso agente infell1vo, perché nell'urgHOJ!'mo \'Ì sono molle vie di diffusione (1infutici, sangue), e perché tutti g lì autori hunno ricouosciulo P ident1lii dei micrococchi con· tempo1·aneamente t'Jsconlrllll, aù esempio, nel focololll pncumooico e nell'essudalo menmgeo o endocardico, o pleur•co. o articolare e via ùac~ndo. Il Saenge1', fra cinque varie specie di cocchi, tl'nvò quello palogeno della pneurnonite (ovoide e talora rotoudu) non solo nei focolai pneumonaci, ma anche nei focolai mtLastatici (meningile, endocat'dile, nrfrite, pel'icanlile, plt~m·i le , ecc.) di cui sarebbe altresì pologeno. Anzi alcuau autor 1, fpa cui FoA e Bot·doni Uifa·eduzzi, hanno trovato 1 micrococchi nelle semplici meniogil1 cerebro- spinali senza pneumonite, analoghi a qudli che so~liono ll'ovarsi Jwlla ve1·a pueumonite librinosa; e ciò pure st è notato in C(' ! l•' pleur iti infetti ve. :J• Cile lo pt·opa·ielé. mot·fologiche, biologiclw e patolo· giche, essendo multiplo l'ageule specifico della pn<•umouill', debbono essct·e molto varie; pe1·ci6 sono rra lm·o da~cordanll le descriziona fatte dai varii autol'i. 4" Che quesLO pneumococco costantemente ~i trova nel· l'essudato pleurico (emor ragico o s ier o flbdnoso soltanto) e nel parenchirna epaL1Zzato in grandissimo numero; nel


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sangue e nella mil?.a in numero più Jiscr elo; negli ultri Ol'gani la r icerca ora è slala positi,·a e ora nel!aliva. a• Che finalmente la pneumonite è sempr e un morbo infettivo e che il punto di partenza d~ll' infezione è semp1·e il polmone : giacché nè le inoculazioni degli espettorati pneumt>nici, nè quelle delle colture pure dci pneumococchi, sia nelle vene, s ia nel peritonco , sin sotLo la cute, riescirono (mlvo uua volla) o d~lerminore la pneumonile: vale a dire che i pneumococchi per produ1•re il loro elf~Lto devono localizzarsi sino dal principio nel polmone. D'alli'Onde la porla d'~ntra ta dei mict•ococchi deltn pneumon1le non possono ot'lser~ altro che le vie respiratorie. Perltlnto è da credere che la pneumonile il p1ù delle volte pe1• lo meno cominci come inft>zione locale o tlnisct1 come infezione generale, l1·asportaudosi i pncumococchi dal polmone nel sangue e da ctueslo Lalora localizzaodosi negli allr1 organi. •aove rloerohe sulla ftsJologla pa tologica del rene, con lpeolale riguardo al modo di comportarsi del r ene ve n o alcani batteri. - Prof. G. BoCCARDr . - (Giornale inlerncuionale delle scien.~e mediche, rase. 1~. anno 1888). Uno degli ar gomenti più controvei'SÌ in patologia gene1·ale e in balle r·iologia è questo: come sr comporla il r·ene rispetto

ai batlerii contenuti nel sangue e molliplicanl1si in esso oppure no. Lasciando da parla le discussioni sul la presen~a di batterii nell'orina normale, questione ~ià abbastanza risoluta in senso negativo, le divergenze incommciano invece quando ei lratla di decidet•e se i ballerii intronoll.i direttamente nel sangue ovve1·o inoculati e spieganti azione patogena siano capaci di allraversal'e il rene, e, nel caso posilivo, s e siano necessarie lesioni renali (e di quale llijlura) pel passa~gio di essi. E volendo anche fare ast1•azione da quei microrgunismi capaci di fi~:<sarsi, per così dire, nel rene e determinarvi speciali alterazioni, la questione rimarr ebbe sempre


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RIVISTA

per quei batterii che non esercitano sul rene alcuna azione ~peciale patogena.

L'oggeLLo delle ricer.cbe eseguite dall'autore sopra animali fu d'inda::rare quale rapporto vi s •a ft•a il passaggio dell'al· bumina nelle ur·ine ed il passaggio di alcuni ballerii; cioè S<' quelle condizioni renali che determinano albuminuria siano egualmente fa vor evoli al passAg!tio dei ballerii oppure no, ovvero se fra i due falli non vi s iano rapporli costanti. Non è quindi dell'albuminuria consecut•va al pa.::sas.rgio dei bollerii che ha voluto ocr.upa t·si, ma dèll'albuminuriu detet·rninata prima o insieme all'accumulo di batteri nel sangue. Le espel'ienze veunero falle con tre mict·organismi diversi cioè il bacillus anthracis, il batterio del barbone e ilqlisero. batterio. Questi due ultimi sono a ncora poco noli benché del primo si siano oc<·upali in un •mpot•l.anlissimo lavoro i pro f~sso ri Armanni e Oreste, o intot·no al secondo abbinno fatto due prt-gevoli pubblica7-ioni il Maler ba e il Sanna-SalAris. Le ricerche col barbone o cnl ~li se t·o batterio nou fur ono eseguile su vasta scala come pel carbonchio; put•e dai molli falli osset·vali ct·ede l'autore d1 potere frattanto ricavare a lcune conclu ..ioni. salvo ad estendere in seguito queste ricerche anche con altr i batteri . t• L'an Pmia temporanea (2 ore) del r ene per le~atu ra transitor ia dell'arteria induce alterAzioni non pure nl'gli epi· telii dei tubi ma ancora nei glomeruli Malpip:hiani, molti dei quali però restano ancora intaLli. Con .. ~gu enlem ente a queste alterazioni producesi albuminuria non propriamente costante nè molto notevole, ma evidente nella p1ù parte dei casi. Prolungando la durata dell'ane mia le alterazioni glomerulat•i sono più diffuse e più gravi, ma l'albuminuria non cr esce in pt•oporzione di queste lesioni res tando entro cerli limiti ristretti, quando non sopravvenga nefrorragia notèvole. 2" Le alterazioni glomerulari che danno origino Rd ·al· buminuria in ques ti casi non influiscono quasi pet• nulla s ulla permeabihta del glomerulo a i baller•i. Il bacillus anLhracis e il batterio del barbone passano in numero mollo esig uo attraverso il g lomerulo seuza che si produca albo· minuria, e passano egualmente in numero piccolissimo se


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il gl omerulo ~ i trova iu condizioni da lasciar pasl'lare 1"111bumina (in p,roporzionr non super·iori al 2 p. 1000). 3• Il gliser·ohallerio passa ocr tubi urinifel'i insieme all 'albumiua ed anche all'emoglobina. 4• 11 bocilluR anthracis nvn pnsc:a rn numer·o corrsiderevole nei tubi urinrferr !'Ì da polervisi ravvisar·e f'acilmenle se non quando i vasi capillari sono ripieni e come lrombosatì da CJuesLo batlerio. In quesle coodizioui si verificano ttller azioni della paratA vasale, le quali potranno consiJerarsr qualche \'Olla come ''ere iacer•azi oni, ma più spesso dovranno riferirsi a semplici di,tpedPsi, si che i bacilli e!lcono fuori come i gl obuli sanguif(ni. Usando culture attenuate su·chè la moltiplicazione dei bacilli sia poco conRiùerevole, lfUPSlì potranno forse passare nelle orine, ma Rempre in quanlrtù piccolissima, e 1l r iscontrarli nei tubi r•eUi (cosa facile Recondo il M a0'ucci1 i> r·iuscila all'autore appena qualche volla in centinaia di prepa. rali. Nè Ct'Odò ~ho vi inlluisca l'aLlenuazione legg-leru delle colture come diminuzione di potenzialità nei bacilli i quali non atlraver•sano il ~lomerul o cho passivamenLe. 5• A sua vcolla un'albuminar ia mediocre non ò d'ostacolo assoluto all' eliminazione dei batlerii, come crede lo Schweizer per qualche suo O$perimenlo. E vitando altre lesioni del ren e (emorraEtie ecc.) o limitandosi ad un'alburni nuria non ~u pe riore al 2 p. 1000 nes!!>un rapporto v'hl\ tl'a questi due fa tti. Le mod ificazioni del glomerulo che danno luogo ad albuminuria in quei limiti, e quelle che lasciano passare in gr an copia i balterii, sono di nalura diver><a.

lull'importa.nza dell'educazione flJiloa. -

Dott. SEBA(Gi.. rnale della Società italiana d'i(Jiene, novemLl·e-clicombre 1888). STIA NO Ft:N:tt. -

Al congresso d'igiene in Bologna ha trattato dell' importanza dell'educa~ione fisica dei ~iovinetti onde divengano atti a mostrarsi forli e sal di campioni nella lotta della vita. Riproduciamo alcuni peosteri eli queslo illustr e igienista della


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ginnastica, che potrebbero avere efficace riflesso sui nostri is tiluti IDJiilari d1 educa1.ione. Si procura smaniosamenle - esso dice - di migliorare le razze equine, bovine, ovine, canin u, e magari anche •tuelle dei polli e dei piccioni; ma in quanto a darsi pensiero perchè la razza umana possa di gen~razioue in generazione progredir·e sulla v1a della perft>ltJbilità, nessuno ~>cmbl'a dirigervi ponderata e savia attenzione. ~ola come per l'educazione della mento si ùeùicano ure e oee ogni ~ior11o, menti•e per quella del corpo, !>embra già lroppo un'ora ogni due o tre giorni. Da più di 300 li ntli il sacerdozio ha prodotto l'indi lfer<wzo per la fisica educazione, poicbè Lullo doYeva rarsi per l'auìma Il Fenzi ha proposto al congresso di rivol ger~ pregh1era al Ministe!'O dell'istruzione pubblica uffi nchè fosse nommata una commissione gover•nativa, per studia re a rondo la •tuesliooe della tisu~a educazione, la quaJP n1ellesse m p1eua luce: 1• Ciù che pralicasi in ratto ùi Os1ca educazione in lutti i paesi d'Europtl ,. dell'America del Nord. :2° Che desse un ragguaglio ùE'gli esper·imenlt esegutli in Francia, in Inghilter-ra o in Germania relali\'arll cn te alla necessita di la!'cinre che nelle scuoh•, cosi dei ma!'chi come delle remrnine, gli alunni o le ulunuo non passiuo Ja una all'altra lez·one, senztt prima godere di u11 poco d'aria libera, e COI'L'ere e saltar••, come madre natura addimo"lrn che u--si :stintivamenle "tu·ehbero disposti a rare, se avessero sctoltn la b1·iglia. In lng hilerra si reca, poco fa, l'esperime nto ~u 100 alunni, formandone due clas.c•i Ji 50 cadauna, e cominciaudo dal pi'Onder·e i due più bravi o ponendol1 a capi dell'tulo e doll'altra classe, e continuando cosi o sparlil'li insieme agli ultimi due meno l:l\'Bozali. t n una di queste due cla!'si, 1 ragar.zi conLmuaròr JO per I' intero anno scolas tico u studiare giorno per giorno secondo l'u~n che prevale; e nell'ultra gli a lunni furono ratti studiare tre soli ~<iot•nì della F~o ltimano. la!'ciandoli liberi g li allri (jUAltro ~iorni . purcllò s tessero rl più poss ibile all'aria aperta e g iuocassero al cr,ckel e sì


D' IGIENE

esercitasser o alla danza e via discor t•endo, e si det.lil!u,sero, insomma, a eserc•zi lulli corpor ei. Fallo si è c he in On d'anno, questi ultimi superarono di gran lunga, agi• esami, quelli dell'altra classe, che avevano s tudiato giorno per giorno con poche ore settimanali d1 ricr eazione. Ques to sembm un esempio mollo coucludente. So La importanza gr·a nde cl1 allet•uare le lezioni ùi ginnastica i gienica motodicamenLe impar llte, con i giuochi di ricre11zione come u~ansi appunto iu l ngbllterra. Su que~lo par ticolare il Fenzi r1cl•iamerebbe ~pecialmente J'allenzione di detta Commtssione, p erclu~ chi ha cognizione Jelle nostre disc•phne e dei giuochi di r icreazione sa bene, cho se !tprime l~ndono a sviluppare tutte le parti del corpo in modo simultaneo ed ar monioso, quesL1 ultimi sono un complemento mdispensa bile a dello sviluppo, e si mostrano del pal'i indispensabili per La formazione ùol caralter·e, dotando ogni gio''inello dt coraggio, S\'eltezzo, colpo d'occhio sicuro, en~r~na e fede in sè. Pocui auni inrJielJ'O la gioventù inglese, amante de1 giuvcbi a tletici e di r icreazione, nulla faceva in fallo di ginnas lica me lodica, rnon lre a l contra rio in Ger mo.n ia si coHivavano le discipline ginnastiche ma, nuUa si ft~ceYn 111 fallo dì giuochi di ricreazione. O•·u pero, la nto nell'uno cita nell'alLr·o pae~e, s i sono accorLi che le due cose dovevano pruticarsi &lternali,•ameute se s i vole,•n che i :.tiovaoi ottenPssero i veri V!!nlaggi di u na be ue inlef'a e com ple La educnzione del fisico: e si in Inghilterra che in Germania hanno commciato ad ampliaro queste discipline, acccltandoue il complrmenLo coll'in lrod ul're i ~iuochi di l'ic•·cazione iu Ger·m unia, e la ginnastico metodica in l nghillert·a. Jl.lmbta.noamento e diaiDfezlone della t el a imper me a.bUe delle barelle.

Ne ll'uso delle bm·elle, la tela pu6 t•imAnere imbrollala da altre mater •e. A r imbiancai'La e, lJUalor a sia necessario a d operar ne la disinfezioni', senza danno della suo

~angue o da


lliVISTA

t·esisleuza, pott·ebbe "'et•vire il clot·oz.ono. Tullavta quando si tratti di telu resa impermeabile da un sapone di allumina, é preferibile ,·alerRi di una soluzione acquosa e alquanto concentl'ata d'ii•OCinrilo d'allumina. L'ipoclorito d'olluminu, che si prepara estemporaneamente mescolando una soluzione di solfalo eli allumina o di solfato doppio alluminko·potassico, possibilmente privi di ferro, ad una soluzionP. conceulrat.a d'ipoclorilo calcico e tìiLranJo, ugisce come il ch.rozono; probabilmeole coo intensità mtnore, ma pu1· s~>mpre con bastante ener·gia, come !1-arebbe risultato per qualche esperimento che ne fu fatto. Il motivo della prerel'e:na da accordarsi all'ipoclorito d'al· lumina sta in cio, che con esso si può ancora, in una stesso nperazionc, t•cintegt•arc l'impermeabilitil del tessuto nei punti dove per of'fett.o (loll'usl1 fos!'e diminuita. Basta a tal tlne di t'Ar seguire alla lavalurn coll' ipoclorito d'allumino una conveniente lavutura c01 1 soluzione acquosa di sapone biunco, così detto di Marsi~dia. Nei punti permoabili e alla supet·flcie stessa cleliA tola !'i depoue, in questo tralta.mento, del ;:apone insolubile d'allumina, che s i Ossa o aderisce alle fl. brP che !>.i tr o,·ino allo scopet·to. Sull'ellttenza del mtorobl ne.i. tessuti vegetali. - Dollot• DJ VEsTEA. - (Giornale rntern.a::. delle scien.;e medi· t/te, genmuo 18$9).

Sulla questioue: se r microbi ùel $:.:olo entrino, o no, nei tessuti vegek•li, l'aulot•e ha fallo studi sperimentali anAloghi " •1uelli del Gal•ppe e del Fernbach. Doro numeroso prove dK lui raue conclude: cb» le collure, sia all'aria, o:io nel vuoto. istituite !ìopra vegetali eli versi sono sempro rimusle slerili; elle, lasciando all'aria, per 24 ore, codesti stess1 ,•egetali, rl più delle volle olleneva un in ne<'to fecondo; cbe spet·imPnlondo sopra vegetali comper·ati al met·calo olteut~va sempre sviluppo di mict•obi. Questo fallo l'autore lo spie~a aLLr·ibuendo all'acqua, spesso carica di microrga-


D'JG IEN.E

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nismi, con cui gJj ortolani asper gono le verdure per mantenerle fresche. Ma nella tr ama organica dci vef{etali non risulta che vt penetrino mict·obi.

La 4latrlbuzlone delle aoque e l'igiene. - lAnnales cl'llgguJne Pu.blique et de Médecine Legale, gl'ilnaio 1889).

La Società Heale di medicina pubbltett 1wl Belg10 avevA mePso all'ordine del giorno la '.{Uestione della t•icerca, d••lla ~ce lta e della dislr•buzione delle acque nellt• agglomeraziont di popolazione, dal punto di vista dell'igiene pubblicR e privata. Dopo una lunga edinleressauLe discu!-\!\inrH•, l'ossomblet1 ho approvalo le seguenti condusioni: t• Colrevitare alle popolazioui le immunùezze ùell'at·•A, col ror uu•Je di acc1ua sana cd abbondante, ,:;i conlr1buisce largamente ad assicurar e loro la salute e la longevità. Que~Lo ò un dovet•e a eui l e amm inisll'Uzion i mu nicipali 11 0 11 clrvollo) "-OLLt'Bl'SÌ. 2° È necessat·io in primo luogo ùelet·m•nat·e la lopogt•ulio. la geologia 6 rtdt•ologifl della l'è~ione che r ll'O\'e U mn,JifiCH )t} ar•que da esaminarsi. 3° Le acque di sm·genle che possit.!tlono le quslitu dt una buona acqua d'alimentazione non souo comunali o non !':Ouo sollo la dipendenza delle atnmini<Slrazioni municipali. 4° Se la c1 rra desiderabile di 150 hlr i pet· abitante 1• pet· &•or no, compt·esivi i set•vizi pubblic:i, 11011 può es.<>eJ't' i m· tnedistamenlo ollenula, fa d'uopo ciò nondimeno non t•iutm· ziare ai vantaggi che procuret•ebl)e una I(UAnlilà minor <'. 5<> l migliori mezzi per pr o vvedere all'in~urtlcienza IJIIIHI· l itstiva o quahtali,·a d'acl']ua proveniPnte da una allPzza ~'on ­ ventente consi~ tono: a) nel ct·eare pozzi e th·ena!rgi 1-\uf(Jctenl emente profondi ed ampi; b) nello s tabilire laghi at•lillc•ali mediante uarriore poste alLravet':<O le vallate; t!) nell'uLihzzot•e, i u mancanza di questi mezz1, le ncrtue del fiume assop-gellall' alla decantazione ed alla filtrnzione od anche ad una opPro· ziQn e chimica. So È inrlispen"'abile che sia compi lali! un pia110 gCII~t·:tle


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RIVISTA n' IGIENE

e completo in previsione dell'avvenire, salvo a non esegUire in s eguito cile ci6 che permettono i mezzi del momento. 7• Per quanto le circostanze ed il suolo Io permellono, l'acqua deriva ta deve sboccare in un serbatoio-cisterna, o m eglio ancora devesi fare in modo che l'agglomerazione si trovi situata tra due o più serbatoi comunicanti . 8' L'esper·ieoza ha dimostrato cbe sotto tutti i punti di vista é meglio costl'uir e i condotti di distribuzione con ferr·o fuso. 9• Le pressioni che s uperano le due atmosfere non sono indispensabili. 10o L'acqua de~l.inala a sopperir•e ai bisogni dell'igiene privata sarà distribuila gratuitamente. ifo Il comune non deve avere in vista, negli impianti di questa natura, eh~ l'interesse dell'igiene e del benessere pubblico. 12• Per facilitare l'opera dei comuni, la Società Reale di med icina pubblica del Belgio emise il volo: 1° di veder intraprendere nei paesi lo studio delle a lterazioni che subiscono nel loro percorso, i fiumi ed allri corsi di acqua, i torrenti della regione roccibsa; 2' di vedere s tabilire una inchiesta sullo stal0 ~ani lario degli abitunti della zona intere$sa t~:~; 3• di vedere le amministr azioni pubblich~ reprimere energicamente il corr ompimento dei corsi d'acqua; 4o stabilita la dis tribuzione, di vederla soggeLLa ad una perman ente sorveglianza.


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VARIETÀ

. n fonografo appltoato alla diagnosi flstoa delle malattie oardlo-polmonarl e s uo avvenire. BLEYER. -

Dott. J. MouNT

(The M edical Recor rl).

Oggidl che il mePaviglioso apparecchio, inventato or sono già parecchi anni da Edison, col •·ecente perfezionamento subito ha stupefaUo il mondo scientifico ed è la grande attrattiva della Mostra universale di Parigi: oggidì che lo stesso nostro Augusto Sovrano, ammirandone l'ingegnosissimo mecca nismo, si è degnato di inviare al celebre inveutore un fonogramma di congratulazione, ci sia lecito di riferire ai nostri lettori le utili e feconde applicazioni, che di esso si son r11tte e si faranno a quella parte della semiotica fisica che tratta dell'ascoltazione. Era da aspettarsi che, dai medici nord-americani pei primi, si pensasse a trarre profitto pratko dallo s trumento, per regis trare e ri produrre, a distanza di tempo e di luogo, i suoni normali e patologici, nelle loro minime vibrazioni impercettibili quasi al piu acuto ed esercitato orecchio, i quali si formano negli orgAni r espiratori e del circolo sanguigno. Il fonografo di primn invenzione, emettendo i suoni con timbro metallico, talvolta indistinti, doveva rimaner relegato nel laboratorio dello scienziato o nel museo delle curios ita; mo, quei difetti ed altri ancora numerosi sono stati oggi tolli di mezzo, e il prezioso strumento é destinato, checché gli umor isti sappiano immaginare di bizzarro e di faceto nelle sue applicazioni, a diventare di utile uso pr atico, analogamente al copialettere e al telefono. Nel cumpo dell'insegnamento clinico un nuovo orizzonte s i è dischiuso e un nuovo sistema verrà adottato, perocchè, a


VAUJBTÀ

vece di descrivere lo sva1•iale modalità d'un gruppo di segui fisici, appartenenti ad unn data forma morbosa cardiaca o polmona1·e, oppur e ad un infl!rmo di rara os;~ervazume clmica, il prores~ore insegnante si risparmierà questa Caltca o la studentesca assembrata sar à meglio in g1•ado tli ascollar e, con tutto suo agio, •1uei suoni che non sarebbero allriro~nll mtel· ligibili, se non a seguito di minuta e d i li~ente descrizione e di prolungato o ripetuto esame alletto dell'infel'mo. Olll'P. di che, occorre talvolta in clinica di dover ri3parm·arel'ossot•vazione in massa Ad infernu io eccezionale stato di gravezza o ad altr1, che per invincibile rilrosia mal volenl•eri ~i pre<>tano a comparire in pubblico aotìlootro, il natm•al sentimento d1 pudore non essendo privdegio esclusivo del seRso femminHe, potendo anzi incontrarsi io uomini dotali di squisita sensibil1til o meritevoli di ri~uardo speciale. Ma •'ha di più, ed è che. per il ratto stesso della rarit.ù d'un particola1· caso cliniCO, g1ovi render ~X"rafico tutto un g-ruppo di suoni patologici, per 111di riprocludi od illustrAzione d'una leziona teorotica, d"un consulto medico, ecc., o. n<'lla circostanza d'una lettura dì memn1·ia, a qualche 9ssoc1azione medica lontana, Ol'~cnle J'inr~rmo: e ciò può esser fatto a scadenza d'una seLiimana, d'uu rucc:e ed anche d'un periodo rnaggiot•e di tempu. Ft•a i medici nord-american i suaccenuali, il dott. William Porlet·, da San Luigi, oltre ad aver tro vnto che il nuovo fonografo, come strumento di preciE<ione, O capace di r1produrre distintamente i di\'ersi suor11 della voce umana, r·ìconobbc l·be, adattando un comune sleto<~copio al fonogt·afo, taluur rumrlrj cardiaci, specialmente un rumor di softlo in un ca~o d'lllf-IUfficieuza dell' ostio mitralico, erano ripetuti cou cluarozza, mentre i toni normali lo er11no men JlCI'fcttamente, u 1111>1ho dello lol'o dolcezza. È però aJ dCIU. Mounl Ble~ er, da Nuova York, cht• \'unlsi riconoscere il merito d'aver fallo sperimenti più esto>11, Jopo <,ttenutone iJ pet•messo dallo Metropo litan Phonor1 rap/1 Company di rtuella grand e ci llt\, i quali egli espose in quolli'O colonne di stampa nel prcge,·olc periodico !'eUimanaltl surricordato, donde altmgiamo le !'eguenli notizie ria,.buntiH.'. Prima d'enl!·a1·~ nel dettaglio degli an:Gidelli speJ'iliiC'IIli. non


VARIETÀ

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è un ruor rl'opera il seguire l'autor e nello descrizione che porge del fonografo pet·feziona lo E dison, facendo ad es~>a precedere lalune considerazioni d'ordine llsico. Dai tempi di Lucrczio ad oggi, le indagini der lllosofl e scienziati sul movimenlo deJ:di alomi sono stale i nce~snnli, ma é nell'epoca moderr.n clte, con crescente int.ere~'>-.e e g r ndo d'imp()rlanza, la Leor ia delle ondo molecolari luminose, calorifiche e sonore ha lrovalo i più validi sosl<>nitot·i. Il fonogral'o é una illustrazione dr quella vt>rità, compresa nel principio dell'unive rso concepilo da Pilagor·u, elle la parola umana è governala dalle leggi del numero. dell'armonia e del ritmo, pet· virtù delle quoli noi possJauto oggi rendl'r grafica ogni 11orta di suoni, ogni emissione di vore articolalo, pertluo le pi\\ l e~gere ombre e variaztoni di esso, sootto l'orma eli linee e punlr, che equivAlgono ad un'emissione d1 suoni dalle labbra. ~p ossiamo, m!'rcé tluesla stupenda invenzione, oltenerne la riproduziona, !'ueno dessi !>uoni vorali, ruu~icaJi o .r altr·a specie, ascollabili oppur nn. E un follo. per verità slraor.IIIHH'JO. l'Ire, mentre r orecclrio umano. r itenuto por il più co1nplicalo e rnet·uviglioso apparecrhio tlel noslrn or::roni<>mo, è soltanto capnce di percepire il tono piu basso avente tG vibrazioni a rrunul•> secondo, il ronogralo, invece, ù in grado di r·egistr·or·o perfln IO vibrazioni od anche meno, di elevar ne il numrt·o per t•entl,wle asc'lltabili, e parimenti di ript•odurr€' vibrazioni nl llisopra del più allo tono, abbassantlon!' il numet·o perché ùiwntino percellibili. Ci piace t·iporlar qui le se~uenti parole dello stesso Edison. acciò servauo d'o!-lem piiJ per fo r mut·si una più chiara idon gt>ne rale inlorrto nl nuovo si.,t!'tna g r·alìco dPi s uoni. • ~ oi luUi siamo s tati colpili uell'ammirat•t• la precision~. • con la qua le le onde del mar•e, auche debolis!'lime, lascianC\ • impres<>e sulla superficie d'una !>pia~gia, tlt>lle tenui line~ • s muose, a ricor do del loro Avanzarsi in orli increspnli : 1 pressoché famil o are c\ l'allro osc:e1 vuzione ~I l e granelli dr • snbbia, spar~i s ur· una supertìcu• ll'vi!:(ala di Viltr·o o di legno, • che sia situata sopra un eia vicembolo o nelle vi cioanz~ • Ji esso, si dispongono in lin~e variamente curve, mutando • po~tizione, a ~t'co nda delle v1brazioni ùello melodia che H 5!)


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VAB.IET.~

11 esegue sulla tastiera. QuesU fatti indicano con quanta faci" lità si ·possa impat·tire un movimento a particell~ solide, e 1c come queste sieno im!Jressionate da delicate onde liquide, u aet·ee o sonore. Eppure, per quanlo questi fenomeni sieno « ben noti, fino a pochi anni fa non suggerirono moi l'idea c che le onde sonore, emesse della voce umana, potessero c venir cosi raccolte da lasciare un'impressione sopr•a una « qualche sostanza solida, con delicatezza pari a quella che la u marea tt·accia nel suo fluire sulla spiaggia sabbiosa. • Il fonografo perfezioualo, che il colonneUo Gom·eaud ebbe non ha guar-ì l'onore di pr-esentare, por conto dell'il lustt·o iuventore, all'Accademia delle- Scienze in Parigi, riscuoteudo l'universale ammirazione, diff~risce dal primitivo in questo, ehe all'antica lamina di stagno è sostil:.tilo un cilindro di cera ed al vecchio meccanismo d'orologeria un motore elettrico affatto speciale, murcé il quale ·l'anzidoLLo cilindro gira con facilità, molo uniforme e senza rumore. Il cilindro di cera è ùes~inalo a ricevere le viLrazioni del suono, trasmesse da un diafl'amma registratore(the recorder}. mediante una piccola punta che, premendo contro la cera, vi incide delle linee eskemameote soUili, appena visibili ad occhio nudo. Quàndo si é finilo di parlare, di eseguire un suono, ecc., mediante due semplici movimenti si mette a posto, ad immediato contatto con la cera, un altro ùiarramma cosl detto ripctil.ore (the reproduaer), il quale, provvisto com'è d'un delicatissimo ma resistente ago, riproduce le vibrazioni incise sulla cera in quelle sottilissime linee e le trasmette all'orecchio, a mezzo d'un tubo, del quale, talvolta, si può rare a meno, applicando l'orecchio accosto alla cera. Il modo di assestare esattamente i due diaframmi è assai facile: il meccanismo che li mette in moto, una volta disposto per bene, gir·erà perfettamente per un. lungo periodo di tempo, non occorrendo per esso che una piccolissima attenzione e qualche lie\'6 aggiustatUJ'a . La batt eria elettrica potrà durare sei settimane od anche più, se situata in luogo sicuro. Allri congegni accessol'i, che per brevità omettiamo di descr·ivere, permettono oou pure di osservare il punto del cilindro di cera, dove incomincia il fono-


VARIKÙ

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gramma e dove, per non perdere Lam po, deve perciò a pplicarsi ti diafr·amrna ripetitore, ma anche di r allenta ru a volontà la ripetizione fo nogr·afi ca , per comodi là di chi ascolta o è intento a copiare, e di a rrestare e ft~ r r ipeter e qualunque s uono o parola che non s iasi chiara mente compr eso, e ciò per quel numero di volle che si desidera. Il cilindro di cera non è costoso: ognuno può contenere circa duemila parolt>, al prezzo di appena cinque cenlesrmi di dollaro, ossia di L. 0,25 della nostra moneta corrente. Prima che uno di essi sia roso inutile, quando non si voglia custodire il fonogvamma, può se rvire s u cces~iva mente per ·15 a 20 volte. All'uopo, un allr·o diaframma girante appiana la super fide della cer·a, ne r imuove ogni tr accia di incisione, e, reso cosi il cilind ro nuova mento liscio, lo prepara a l'icevere le impr•essioni di altri suoni. Negli sperimenti a scopo di dia:.rnoslka fisica, il dott. M oun t Bleyer s i condu~"se nel modo seg-uente: Dis posto il fo uografo ~opr•a un acconcio tavolo. aùall6 al suo cilindr·o registratore l'eslremitò d'un tubo a for ma di portavoce sot·do, e. dopo aver messo quello in molo, applicO l'allra eslr t>milà del tubo su quella parte del tor·ace da esaminare, non s~nzn aver pr ima pronunziato nel fonogr·afo la regione topog-rafica o il nome a ualomico dell'ur gano, oggetto dell'esame stt'~~o. Cosi, poniamo c.:l1e questo dovesse fAt·si all'apice d'un polmone: si pronunziano allora le par ole r egione 8opra-claoicolare, le quali r este t·anuo r·egislra le come ad intitolaz.ione. A questo modo si possono raccogliere i suoni 1lef!li organi endo-lOI'llcici, esplorando col fonografo l'intero ambito polmonare e gh apparecchi va lvolari cardiaci nei lot·o rispP.ltivi focolai di nscoltoziòne dirt?tta e propagata. Finilo l'esa me>, si art•està il fonogra fo, e, tollo· d i me1.zo il tubo porta voce, si l'a agire il dia fr·o rnma ripetitore. A mezzo d'uno stetoscopio, applicato drreLtamente ft·a l'orecchio e il ronografo, si ascollano tulli i suoni r egistrati, con tanta perfetta cbiaNzza cd in tutte le lor·o modalità di timbro e di risonanza, come se provenissero dalla s tessa persona viva. È facile qumdi prevedere, dopo quanto sia mo venuti esponendo, quali utili servigi pratici po trà in avvenire pres tare aUa


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VARIETÀ

clinica il fonografo perfezionato, ed in quale altra maniera se ne polra fare applicazione. Per concludere, diciamo che già il doLt. Mount Bleyt:>r ha immaginaLo di adallare al fonografo uno stetoscopio microfonico, mercè il quale i minimi suoni sarebbero trasme::ssi a quello ingranditi, oltre che, sovra!JpOnendo al cilindro di cera un imbuto di stagno, agente darisuonator·e, gli stessi suoni ~errebbero ripetutt ancor più in grande, a diretto vantaggio d'un numer·oso uJitorio di stud.:nti. Un gabinetto fonol-'rafico di semiotica fisica cal'dio-polmonare si potrebbe, d'ora innanzi, <.OmporTe COn una estesa serie di cilindri, ::sui quali fosst>ro incisi i suoni patologici delle diverse malattie: vol9ndo studiarae tal una, baslereboe cuvar fuori quel dato cilindro segnalo in precedenza ed as~.:ollarne 11 suono scritto. L'uso del fonografo richiede una certa istr·uzione e pratica, molto minore per·ò di quella che esige il pullgrafo ~d tlppena superiore aH.altra, che occorre per s.:rvir s• della macchJJJa da cucire. G. P. S chema del clroolo. - Dott. SAL.AGHI. Scù;nze Mediche, febbraio 1i.l89).

(Bollettino delle

Il dott. Salaghi ha inventato uno schema della circolazione. il quale consta di una cavità ventricolare, una cavità auricolare, un sistema arter·ioso, un sistema veuoso e, fra questi, un duplic~ sistema capillar·e. Per ridu1·re il problema semplice, facile e pratico, il Salaghi non vi ha aggiunto i circoli polmonare, portale e linfatico. La caratteristica essenziale d1 questo schema è tutta relativa alla circolazione per• ferica. È uno str·umento assolutamente nuovo che nè in id t'aulico nè in medicina era mai slalo tentato. Con questo schema sr vedono gli effetti di una ins ufficienza valvolare, o di una stenosi di oriflcio. Si spiegano con questo str·umenlo i cambiamenti di volume del sistema capillare con pr·ecrsione. Serve quindi a dim'>Strar·e i difetti pet'iferici dipendenti da vizi di cuore, da emorragia interna o da ferite. È uno strumento che può servi r' bene per l'insegnamento pratico della circolazione e può trovar·e uo posto impo•·Lantlssimo nelle scuole biologiche.


VARIETÀ

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Per la atoria dell'arte. - Note dl chirurgia. a.blsslnioa, r&cco)te dal dott. MENDINI GrusEPPE, capitano medico. La conoscenza delle usanze dei paesi che vivono allo stato sei vag-gi9 oltre che soddisfare al desiqerio dell'istruzione per se stessa, è anche ulile, perché <:i dà modo di vedere come in un solo quadro, le fasi per le quali. sono passate tali costumaHze per arr·ivare da uno stato primitivo allo stato attuale di sviluppo. Non azwr·do a dire dallo stato perfetto allo stato di perfezione, perché molto spesso quello che noi crediamo sia un perfPzionamento in modo assoluto, lo è invece in modo molto relativo, se pure non è un passo all'indietro. Queste poche nolt) sulla chirurgia abissini ca servono anche a dimostrare questa ver·ità. Esse sono tolLe da un rapporto inviato nel 1839 ali'accademia di medicina di Parigi dal dottor Aatonio P etlt, che dopo aver viaggiato per a lcuni a nni l'Etiopia con una commissione scientifica, peri viUima, si dice, di un coccodrillo, mentre pas.sa,-a un fiume trasportato a spalle .da un portatore. In Abissinia pare che non si facc ia della chirurgia a scopo salula!·e, per·ò si praticano delle mutilazioni a scopo di punizione, dì vendetta o di lucro. Si taglia la mano ai ladri, si taglia il piede ai vinti, si evirano i fanciu lli pet·ché un eunuco si vende a miglior mercato di un uomo completo. Si evira un adulto perché g li organi genitali sono un ambito trofeo di guerra. A mputazicne del piede e della mano.

ll tea tro d'operazione é di solito una piazza, un mercato, la campagna: si opera all'aria aperta. Gli spellalort fanno circolo, trattenuti da uomini armali di bastoni. L'operatore, nel senso manuale della parola che mPglio si potrebbe cb,amare carnefice (/;ourreaux), é por lo più un custode di strumenti musicali militari, di nagarits. Egli ha anche uno o più assistenti.


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YARlETÀ.

L'a rmamentario si riduce ad un coltello convesso di 5 a 6 pollici di lunghezza per un pollice e mezzo cii larghezza nel mezzo. È simile ai cnllelli che ado pera no i guantai per assottig lia re la pelle. Il paziente viene preso e la sua gamba viene circondata con una lunga correggia di cuoio, fortemente ser·rata per opporsi allo scolo del sangue. Qui é il caso di dire nil sub sole nooi. Si é scritto tanto pet• vedere se il meri Lo dell'ischemia pre . venti va speLLasse al nostro g randioso Sii vestri o all' Esmarch, ma pare proprio che LuW e due siano s tati preceduti ùal cat·nefice etiopico . Fatta l'ischemia il paziente viene s teso boccont sull'erba . Cinque o sei uomini lo tengono fet•mo, aflerrano la gamba su c ui si deve operare e la presentano all'opet·atore che tiene fra i denti il collello. Egli prende il piede per la sua faccia dors ale nella mano sinistra, mentre con l'a ltra, dopo essel'l'i assicurato sui lati del tendine d'Achille, delle eslremHa malleo· lal'i, laglia ·questo tendine d'un sol colpo, s copr endo cosi l'a rLicolazione per la sua l'accia posterior e; egli entra in seguito senza esitare nell'articolazione dal Ialo pe1·ooiero e infine girando la gamba per disarticolare in avanLi l'aslrasruJo, finisce al Ialo interno con l'arlicoJazione tibiale. Tullo ciò con molta abilita e senza perdere una goccia di sangue. Seduta stante si fa anche la disat'Licolazione della tnano . Si p rocede in questo modo: La mano viene presentata colla fa ccia palmare iu a llo. L'operatot'e limita colle dita l'at·ticoJazione; fa una incisione dal margine radiale al margine cubitale; penetra nell'ai·trcola· zione fj compie in brevisJ::imo tempo la mutilazione del membro. I monconi r estano senza lembi e le ossa s por gono dall'esLr emila amputala. S i ,tolgono s ubito le fascia ischemizzanti e ben tosto il sangue zampil la. Immediatamente pet'Ò si rimpiazza questa fasciatura con un'altra falla mediante bende di lino e col col'· d one di seta dell'ope1·ato. I n seguito i mutilati si abbandonano a loro stessi e restano $Uil'erba flncbè un parente od amico non li trasporta nel r~·


V.ARtiTÀ

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cinto di una chiesa dove aspettano la cicalriuazione delle loro ferite. Le m ambt•a amputale vengono raccolte dalle loro donne che le fau no disseccare al fuoco sopra una lastr·a di ferro e poi le con!lervano sotto il buri'O fino alla morte della peraona a cui appartenevano per mt.errar·le insieme con la me· desima . Ciò tiene alla credenza che bisogna presentarsi tullt interi il gior no del giudizio universat.>. Ma torniamo ai rnonconi. Aut.onio Peli l prestò le sue cure a tr·e di questi <lisg raziati , quinru ebbll a cu rare sei monl!oni Le ossa, dil!e Pelil, fot·mavano uno spor·genza di due o tre pollicr infuori ai tessuti molli. Egli si limttò a coprire i monconi con pezwole e filaccio dopo ti verli un Li con pomat.a oppiacea. L'operazione er a stata falla il 7 del mese; la primo medicatura 1'8. Internamente un po' di estrallo d'oppto. Jl 9 gli operati erano apirettici: a,·evano dormiLo nello nolle. 11 10 essi s tessi tolsero la medica tura. Le rerile ero no <'Oper le di ver mi. La supporazione comincia,'a; non v'era febbre. Dolore vivo; qussulti tendinei; pol~>o o ling ua normali. Furono applicaLe compresse imbevute di estratto d'oppio eù eslraLto di rat.ania. Giorno 11 : s ussulli Lenùinei mollo dolorosi; legget'a febbre; funzioni digestive normali. Nolli buone. Giorno 12: sen!'ibilità e irritabili tè aumentale; insonnia; suppurazione buona; ingor go leEfgero dei monconi; nessuna emorragia. Sles~a medicalura. Per ò gli ammalali, giust.a l'uso del paese irrorano la medicazione con burro fuso. Per molivi pot·Lieolori Petit non r·ivede i ma ia li cl1e il 16. Gorno i6: Vermi sulle piaghe; dolori vivi; insonnia, cefalea; polso, lin ~ua, funzioni digerenti normali. l monconi presentano l'espello seguente: la pelle forma una linea circolare, al di là della quale Id carni sono rigonfie a guisa di fungo; pallide, un po' secche. Suppurazione poco abbondante. Al fondo s i scorgono le superficie articolari; le une ccperte delle lot•o cartilagini ancora bi ooch~>, levigate umide; le allre


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TARUHÀ

sopt·aLtuLto ai piedi, di cui le os:::a fanno maggiore sporgenza net•aslre e denudate delle carli agini. Continuazione della stessa medicatura all'oppio e r·atania. Pelit par·te e lascia ai malati di che medicarsi. Dopo otto giorni ritorna e trova con sua graudo met·aviglia che sen~a c !te la pelle sia oenuta a coprire le ferite, ciò che era impossibile per l'assenza di lembi, sei monron.t erano pressocl!è intieramente cicatriuati. Si era formata una cicatrice rosea, come le cicatrici r ecenti, senza essudazione e non sensrbile al toccamento. In qualche punLo le~get•tt suppuraziune. l monconi hanno la .for ma di un fungo a superjlcte globo.qa, leoigala, lucente, rossastra come la mucosa delle labbra. Dopo di aver·è rtftlrilo questo, PeliL fa. le met·aviglie perché in 18 giorni sei fel'ite enormi, derh·anli da amputazioni, senza lembi, !}enza legature, non hanno dato alcuna emonagia; non complicazioni gastriche; non febbri traumatiche e la guarigione si é fatta io un tempo straet>dinariamente breve in \ rapporto a quello che succede in casi analoghi noi ooslrr ospedali. Egli si domanda s~ questo fosse dun1to alla medicalura all'oppio e &118 ratania. "erumeote il fallo é mt-raviglioso; ma però spiegabilissimo colle idee chirurgiche di oggi. Non é certamtlnlo l'oppio e la ratauia che hanno folto guarire le piaghe. Anzi dal diario risulta che durante quella medicatura le piaghe suppuravano od erano coperte di vermi. Le pia~he sono guarite dopo che partito il medico non si è fatta più alcuna medicazione. È il trallamento allo scoperto, patrocinato anche ai nostri gior lli da qualche autore e che porta buoni risultati, specralmenle là dove l'aria non é inquinata, anzi la perché si curano le ferite all'aria aperta. Quell'irroraroento di burro fuso é un efficace trattamento antisettico, perché tutti i germi sonll stati uccisi durante rl riscaldamento della sostanza grassa ed il suo raffreddamento sulla piaga ha fatto ~i che la medesima venisse ricoper·ta da uno strato di sostanza asettica. Questo trattamento antisettico, può inv1t.are al sorriso chi é abttu~lo oggi a vedare nelle nos tre cliniche farsi scrupolo


YARLBTÀ

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persino a toccare una benda: c in vero siamo d'accor do che lo scrupolo è necessario all'ospedale dove s i accumulano da anni e anni i germi patogeni; ma dove questi get•mi esistono soll~> nlo in ~·ia eccezionale, in un ambiente d'aria pura, l"andamento antisettico si oltiono a nche senza la n le precauzioni. In conclusione il lr·aLtamenLo barbaro di un popo lo barbaro ed. ignorante faceva guarire i Cerili; il trattamento perfezio· nato dei popolt civili fino a pochi anni addietro faceva la pioemia, la setticoemia, la flebite, l'osleomielile e tutta la coorLe delle rormo complicanti le ferite.

Eoirazione. QuBsla opet•azione si fa più di ft·equente presst1 i popoli Gnllas. I vinti sono inevilabilmehle evirali. La mulilazione è completa. Afferrando i testicoli e la vet·ga con una mano, il vincitore rolln s ua sciabo la li distacca con nn sòl colpo interessando anche la cute del pube e del pcrineo. l Gallas mutilano cosi pure i fanciulli pet• venderli ai mus~l ­ mani, come eunucui, e in questi casi essi operano nella slessa manier a servendosi d'un callivo coltello o d'un cattivo ra!;;Gio. La fe1·ita i11\mensa che ne r isulta non è sotto posta aù a lcun lt·atLamenlo, 0 nullemono è ben raro che la morte ne sia la conseguenza, sia presso i fanciulli, sia presso gli adulti. Per arrestare l'emorragia, coprono la ferila con polvere s ottile di .pietra macinata e l'abbandonano a sè . La cict}trice si forma solto crosta. Avvìene qualche volLa che la cicatrice deforme ricopra il .mea lo urinario e ne consegua la rilenzione d'urina. In uno di questi casi, racconta Petit, il malato con un coraggio spaventoso mise fine alle sue soffet•enze, riapren do, con un coltello, la cicatrice per l'estensione di due grandi pollici. L'emostasia in questi casi o si f11 sponlaneamente perchè l'islr umento non é molto tagliente e produce quasi una ferita lacerv-conlusa, o si ottiene mediante l'applicazione di una polvere inerte, come è quella della pietra macinata.


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vA.Rl&TÀ.

L 'enterocllema del 1ecolo XVI. Quando pochi anni addietro il prof. Cenl.ani di Napoli ha dotato la terapeutica dell'enteroclisma, le iniezioni o irrigazioni intestinali venivano falle o colla pera di gomma, o col vecchio clis tere a stanLuffo, o collo clil'!o-pompe di va1•i sistemi. Ognuno di questi apparecchi rispondeva molto imperfettamente a llo scopo. La quaoti ta del liquido inieltalo era di solito piccolo; lo stantuffo non funzionava ii>Ompre: la elisopompa era piuttosto costosa, si guastava facilmente, conteneva essa pure poco liquido. Con lutti questi appSI'eccbi la sos1anza medicamentosa era porLa ta so!Lanlo nelle ullime vie dell'intestino grSS!>O; si può dir e c he si faceva la medicatura del retto ma non più. Ciò spiega il mo livo pe1· cui si è fatto tanto buon viso a questo mirabile ist1·umento che è l'enteroclisma, che h!Jreso e roncle tanti servizi, perchè viene non solo a portare il l iquido medica.mentoso per t11tto l'intestino gl'asso, ma s upera talvolta l'islessa valvola ileo-cecale. Qu e~to t'u un vero· progl'csso dell'arte. Non ii>a1·a tuttavia menomato il mèrilo del mio illustre maesl:-o, !>e s i conoscet'ò cbe in una ela più r em ota si faceva uso in Ita lia di un llppa. racchio cbe è un vero enterocli sma, sebbene p1•imilivo e 1•nzzn. Questo opparecchio e un clil"tere basato sul pr incipio della ltvt•llazione dei lirjuidi nei tubi comunicanti Esso qua le è 1·appresentato nell'unita figut•a è dis.•gnalo sopra un alberello cilindrico strozullO nel centro. Nella parte superiore del pr ospetto sul fondo bleu vi è una donna in ginoccbio che applica il clistere ari un giovane inginoccbiato sopra un cuscino, colle natiche in alto e la tos ta in bas~;o nll'altezza delle g inocchia. Il clistere é unjmbuto con una canna lunga circa un mezzo metro piegata ad ango lo nella s uAesll'emilà inferiore. La donna ha introJotto la estremità della t:{lnna ' nf~Jl'orHlzio anale e co1 pollice della mano sinistra monlieoe la canna coolro il solco L1·a le na tiche, menlre coll'altea mano ve1•sa nell'imbuto un a brocca d i sostanza medicinale. Dietro la donna vi é un grosso urinale preparato. L'alberello è di m oiolica e porta nel mezzo la scritta farmaceutica Ell. e de Gen-

\


VARIET).

tiaM (Eielluario di genziana). Solto vi sono due a•1uile lumeg~iate ''et•di ed il tullo è chiuso entro corona di allOri'l let·mìnante in eleganti naslri svolllzzanli. Queslo vaso è della fabbrictl di Castelduranle, e risale alla prima metA del secolo xv1, giusta il parere del prof. Erculei, dìrellore del Museo artistico industriale di Roma. E!\so é di propriell:l del principe D. Odescalchi e proviene dalle collezioni del fll Ales~andro Caslellnni. È allo 0•,21 ed ha il diametro di o•,t3. Del resto questo sistema di applicare clisLeri che differisce dall't·nteroclisma solo perchè la canna o tubo D<>n è di gomma elastica, si è conser,'alo io cerl1 paesi d'Italia e si adopera anche oggidì r.ell'Umbrin da!!li empir1ci che si MRNOINJ. dedicano alla cura degli unimali.

Il oorpo sanitario milltare spagnuolo

Persottale medico: Numero

IspetloJ'I di 1' classe . lspellori di 2• clnsse Sollo·ispellori di i' classe . Sollo-ispeltori di 2' classe .

3 l:!

17 :ZJ 112 139 1 il~

Ma~rgi01·i

P rimari. Secondi. Totale

430

17 degli ispettori e sotlo-ispellori hanno incat·ico di d1r~l1\lr i nelle diverse ci!'coscrizioni mihlari del regno e colonie.

Personale farmaceutico: Numero

lspellore di 2' classe . Sollo-ispellori di J• classe SoUo-ispellori da 2' classe

1 3

3 10 25 29

Mag~ i ori .

Primari Seconùi . Total•'

71 Il


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RIVISTA BIBLIOGB AF ICA _._,__

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Rendiconto statistico dell'ufdoio d'igiene della otttà di Torino pel 1887 e sunto pel 1888. Qu~sla egregta relazione comprende il movimento dello stato ci vile (con un cf'ono d eli P operazioni di leva per le classi 186()..67); le cause di morte (con delle belle carte per 11 \'AIUolo, la searlatlina, la febbre tifoide, la diftet·ite). Ai servizi sanitari municipali (le va~inotiooi compre!:<e) é consacrata la terza parte: il capitolo relativo a lle scuole é quanto può mai desiderarsi completo. La parte quarta tratta del servizio chimico (chimica bromatologica) e ba lte•·iologtco con un cenno sulla alimentazione pubblica. La quinta parte è dedicala al servizio veterinario, con ispeciale riguardo al servizio ùi mallazione. In una appendice è brevemente anticipalo un cenno riassuntivo r elativo all'anno 1888. ~ un lavoro preErevole, compiuto. utilissimo, e tale da fare onore a quella dir ezione igienica municipale alla quale so,-rintende con a b1le altivitù qual medico capo l'egregio dollorc cav. namcllo B.

Cenni di b&tterlologia, igiene e dtainfettanti. -

Dottore

ALESSANDRO LE PIANE.

L'autore ba voluto racco~Iiere dagli autori più accr·edilali nazionali ed esteri ed espone in modo semplice le col!'niziont relalh'e Agli indicati oggetti che devono essere fami:!Isari at medici esercenti massime per inelullabili circostanze nella impossibilita di seguire gli scientifici progressi.


RIYLSTA BlBLlOGBAFICA

Nel vosto campo che gli era a perto ha mietuto con parsimonia e pMtico tatto il meglio, il sicuro..... Questo a me par e sia il m1gliore el ogio del piccolo ma interessante suo libro.

B. lllcUrlzso pratico alla dlagnoal e cura delle malattie DU&ll, pel dotl G HERARDO F'E RRERI, llÌUlO clinico. - Manuali Vallardi, vol. XV.

Il M&nQale è destinalo Ai giovani elle si iniziano al pl'Slico e.CJercizio. P remessa l'anatomia rlel naso e brevi cenni di lìsiologia del senso olfattivo, s'apre la via alla part.e pratica coll'accennare ai metodi e modi r inosr..opici e Mn generiche l'OOsiderazioni suJI'anlisepsL Accenna quintli pa r litamen te ai dive1·si iìlati e condizioni patologiche, tlogJslicl1e, ner-vose, lr'amnatiche, alla patologia dPJ lumol'i, alle morbose alterozioui pu1' delle cavilù a ccessorie, alle malattie d'indole s ifilitica, compiendo l'opera col brevemente accennare alle rolalive operazioni plastiche E un buon libro che r accomanJiamo ai colleg.hi, g iacchè senza p1·e tesa, senzn tlifTI)ndtwsi in teot·eliche !>peculazioni, da al giovine pratico una guida appr ezzevolbsima pella diagnosi e la cura delle malallie nasali, elle se apparentemente offrono un campo applicativo limitato, io realtà nella pratica banno spes!lo un interesse, una impot' lanzn apprezzevolissima. B.

n ventennlo d"esercizio del comitato di vacclna.zlone animale (dloembre 1 8 68-8 8). - R<>lazinnedel doll. G RANCIN J GJOAr~CHJNO.

P1•emessi alcuni cenni cronologici sull"ot'igine &l arJti::tmenlo dell'istituto (parLe :J•), si da la ~;tatisti ca r e laLi va (pa1·lf' 2'), la quale per la deficienza dei daLi eioili compr'ende IJUasi esclusivamente quelli t•elali vi ai milital'i. Nella 3a par te si fa un accorato con fronto dei due vaccilli (animale ed umanizzato) da l punto di visto. della officacia detrazione lor•o proillollica. 11 comit.nlo nel ''enlennio hn eseg nilP 78303 vRccinazinui.


!Il VISTA

1426{)8 r ivaceinazioni, e quindi 2209(>1 operazioni Yaeeiniche in complesso, vale a dire circa l 1000 operazioni in media all'anno ..... Questa cifra attesta dell'operosità, alla popolazione bene occetta, ùPl benemer ito comitato. B.

La natura e la vita nella. America. del Sud. - Impress ioni di viaggio del dott. G. PF.TELLA, medico di ·t• classe clf>.lla R.! marina. - Roma 1880.

l!: una bella, is lruttì v<1 ud esilranLe na1'raziooe ricca di aneddoli, di descrizioni, di osservazioni spiritose, giudiziose, buttate la senza prètese, ma con squisito garbo ed allraenle fl•rma. Da Montevideo si iuizia il dllcltevole viaggio a quindi pe1· Buenos-Ayres, pello Stt•etlo di Magcllano, pc! Canale della Pata~onia 1 si a1·riva a SanLiago, la capitale del Chili, a Porto Callao, a Lima. Di lù si,'passa n Guazaquil , nPJI'Equatol'e, a Bueua venlu l·a nella Colombia, a Panama e tìnolmente all'isola di Taboga. di dove circondaLa tuLLa l'Ameri ca del Sud il nostro viaggiatore ha falto ritorno w Italia. Lo scriltore abbÒzza una quantità di uLili ed imperlanti no· zioni, !Htlle r ozze, i cosLumi; dà le descrizioni delle 1orme (lr vetuste or r ibutLanli, dello r icchezze e delle gentilezze squisite Ol'a, ora delle miserrime, rozze, $eh•agge brutture di quei diversi paesi. Colie escursioni dei porti tocca li nell'interno del paese rende però ricco ed interessante il lavoro: ed interesso.ntissime sono le due nelle Ande e pe1· l'Istmo di Panamà. Sempt•c il b!'avo collega trova luogo pee u na no ta gentile, ,;rat.iosa, palL'ioltica, che con squisito taLLo melLe là a dar risalto al s uo bel quadro. Noi lo a bbiamo letto il suo libt•o con molto diletto, e con ulile..... È per ciò che consigliamo i collegh.i a farg li buona, amichevole, fl'aterna accog.llenza. B.

l


BlBWOGRAPlC.A.

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Sall'etiologla dell'infezione malarloa. - Memoria dei professori A. CELLJ e G. GuARNIERI.- Edite. a cura del Minis tero d'agricoltura, industria e commercio.- (N. 160 degli Annali.- Con tr·o tavole micrografiche).

Il Celli ed il Guarnieri col Marchiafava sono davvero benemeriti di tali studi ed il la voro dei primi che qui annunciamo é una bella prova dello zelo indefesso, del lavoro pertinace, dell'abile criler io col quale pr oseguono nel clut•o e difficile cammino per ri~olvere le incognite che alla cauMie della malarica influenza fanno ancor a un denso velo, che la scienza con per·tinacia lutta sua cerca squarciar e. B.


9.U.

NOTIZIE Dltlnfes ion1.

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Le M:edi%inal-A.ùtlteilung, dd minisler·o della /ZUUrJ·a germanico nel gennaio 1888 faceva conoscere una vaJ•iante negli apparecchi di disinfezione pe1· gll ospedali di presidio, mercé la quale si olle.neva un sopt•a••iscaldamenlo del vapore al disopra di 100• C. Nuove prove falLe con simili apparecchi a"endo dimostralo che quella variante non solo non era da considerarsi come un miglior•amenlo, ma cbe il polere disinfelt.nnle del vapore Pr$ p1·egiudicalo anche notevolmente tlal soprariscaldamenlo; nel novembre 1888 , lo s tesso minislet'O ha pr e:Ocrillo di soprassedere in avvenire dalla variante sop•·aindicata, e di prendere delle misure affinché la temperatura del vapore, il quale entra nell'ambiente per la disinfez.ione, non sorpassi i -too• C., od almeno li sorpassi in modo insignificante.

U Direttore

Dotl. I!'.KLICB llAROFFIO generale medico.

11 Collaboral.ore per la R .~ Marina GiOVANNI PET!':LLA J/edico di 1• claut

l l Redattore C LAUDIO SFORZA

Capiklno mtdi,o.

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NuTrNr FEDERi co, Gerente.




:M:BlMO &J:E

ORIGI N

AL I

NUOVA CO~TRlBUZIONE

OISTOTOMIA IPOG ASTRI CA MemCirlò Iella allrt ~onrereoz~t sd entilic:t de l mes~ di luglio 1889 nell' ospedalo militare d t norna lini doti. n a O'a ele D i • 'ed e, m:tggiore mttdlco.

In nn peri odo di tempo in cui ancora vi,•amenle si combatte per rimettere in onore un veccbio processo di cistolomia, che coi sussidi dell a medi.cazione anli:;ettica. tende a prendet·e il sopravvenr.o, in molti casi, su quello consuetndinario del taglio perioenle, permetletemi, egregi colleghi, che porti nella quistione il modesto contri btllo di tre ca:;i, che, se pochi di numet·o, mi sembrano im porlnnti per la loro specialita. Il pr•imo di qLtesti ca~ i fu como nicato alla conferenza. seienLiOca di questo ospedulemili LUre del maggio •t887, ed all'accademia di medicina di Roma nel la tornata di dello mese. In compend io dirò che si ri ferisce ad un individuo di 75 anni , il sig. Bova Luigi, all'ello da circa 8 anni di calcolosi vescicale e molto deperito di forze. Nel ::ettembro dell'anno precedente egli andò a consultal'tl due egregi chirurgi in Napoli, dai quali gli fu consigliata la litotrisia. Sottoposto ad un primo lentalivo si ebbe profusa emorragia, cd aumentarono le sue soll'erenze con iscuria, febbre nlta ed esacerbazione del eaturro vescicnle. Gli operatori giuflic.arono prudente astenersi da 60


l\t:OVA l.:ONTIIIBUZIONll:

altri tenlalivi. ed il sig . Uova ritornò in Gaeta . .;tta nbilunle dimora, ove passò l'im•erno 86-87 in preda a coutinui spasmi. ~ ell'aprile del 18 ì sen venne a Roma e si :;olloposu alle mie cure. Preparatolo convenientemente, l'opemi di epir.tstotornia il 7 maggio: estrassi quattro calcoli grossi come piccole noci, cucii i margini dell'incisione vcscicale coi mu~coli relli. drenai la vescir.a, ed nIle~ i la gunrigione per seconda intenzione. Si ebbe una soln cle,•nzione termica la sct·a dell'operazione, poi la cicatrizzazione procedette relativamente rapida, in modo cbe al l i) ~iugno il 3ova potè le,•ar~i dal letto ('Oropletamente guarito. Il secondo caso va narrato piu dilfu;;amente, p"t'chè moltu importante per le complicazioni e per i falli che si svolsero dut·ante la cura. Jl sig. Gennaro Corvisier, ufficiale d'ordine presso il Mini"Lero della guerra, era all'ello da parecchi me:-i da fì~tola periueale, colllplicata a catarro vescic;lle. Souoposto alle cure di distinti cbirurghi civili con catetere in permanenza, inci::oioni multiple e cauterizzazione col Paqnelin. oiun vnnta,.:gio ebLe a ricavarne: Lanloclui scora~giaLo nell'estate 188 cercò ricovero io quest'ospedale nd riparto ufli ciali, diretto allora dal maggiore medico doll. Pauara. Al !iUO l1lgresso nello stabilimento il Cor·risier era travagliato ùa febbre ~rrotioa, con nolc,·ole deperi me nLo, e so ITri va moll.i:;simo per un'ostinata i~ruria tompl icn nle il ca tUtTO della vc~c i ca, per ru i si era abituato a tenere un catetere ~l'laion in permanenza, dal IJUale non poteva di aHezzar·:'i. Ebbe anche in quel torno una gr:l\ e complic;aziooe di pielite e perinefritesuppnratira perla quale occone praticare:una vasta inci:;ioHe lombare. Col drena~gio e con opportuna medicazioneanliseuica la canta accennò pre::to a restringersi senza che fos:>o nccess:trio praticare la nefrcc-


AI..LA CISTOTOMIA lPOG ASTiliCA.

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tomia, essendo stato riscontrato il rene sano , come lo dimostrò poi l'esito della cura. Appena venne a me affidalo, fui sorpreso dalla persistenza dell 'iscuria noo oslanle la regolarizzazione della funzio ne renaie ; e sospettando qualche altra complicazione vescicale, prali ca i l'esplorazione dett a vescica sotto la narcosi cloroformica, a causa dell'eccessiva sensib il itft del paziente; e vi con statai l'esistenza di calcoli. Da. quel giorno furono cominciale le lavature boriche per preparare la vescica all'ano operativo che mi proponeva di eseguire, come anche per dilatarla, e11sendo permanentemente contraLta e ridotta al minimo vollllne, perchè il paziente onde evitare le gravi soiTerenze dell'iscur·ia. tenera il catetere Nt'lalon aperto, dal quale l'urina !lui vn completamente. Prescelsi il taglio ipogastr i coper u onoperar~in un perineo ma\t n.t tt!,IIO da seni fistolosi, e nella persuasione che col clrenaggio vescicale, impedendo~i il passaggio dell'urina dall'uretra, facilmente si sarebbe ottenuta la guarigione della listola. Di piu colle abbondanti lavature della ve cica, più agevoli nel taglio ipogastrico, si poteva facil mente aYere ragione dell'affezione catarrale passata allo stato di cronicitit. Il 7 seltembre dello scorso anno eseguii colle c.onsuete normo il taglio ipogastrico, ed estrassi ll'e calcoli vescicali gl'Ossi come nocciuole. Passai alla cucitura della vescica coi museo li reui , introdussi due grossi drenaggi, dai quali eseguii (requ enti lavature colla soluzione borica . t 'opera~ione decorse asettica, e la temperatura non raggiun!ie neppure i 38 centigradi. Colle frequenti l:lvature ~orich e cessò tien presto il cat;~rro, e In fescica cominciò a distendersi da raggiungere quasi la capacità normale. La feriLa che accennava a stringersi fn mantenuta aperta per oltre un mese, onde dar lempo alla fistola perineale di chiudersi: difatti ques ta verso il '16 di ottobre sembr·avn chiusa do. cicatrice ab-


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NUOVA CO~ TR.! BUZIONE

bastanza resistente; se non che, tolti i drenaggi vescical.i, il paziente, che era stato provveduto di catetere elastico in permanenza, si provò ad ur·inare senza cnlelere: SO'!TaVYenne UQ nuovo ascesso, e si do vene riaprire la cicutrice) onde evi Lare infiltramenti urinosi e mali maggiori. Oopo varie peripezie che non ''aie la pena di enumerare e che depongono in favore della grande pazienza esercitala dal curante e dall'infermo, dopo aver tentata la sutura uret.rale alla Durante senza alcun risultato , la fistola si chiuse mercè il catetere iu permanenza e le frequenti lavature uoricbe vescico-urèlrali. ~ei primi di mar·zo usci completamente guarito eù in grado di riprendere il servizio suo presso il :\linislero della guerra. li terzo cnso riguarda un soldato di anni iH, 11 nume Lillo Leonardo, del 1,5° fanteria, il quale narrava che da rnreccbi mesi so.fTriva di peso alla vescica, prurito all' cmemitil della verga, e tal volta d'interruzione nell'urinazìone. L'esame della vescica pnHicalo lino al lora non aYeva rivelato l' esistenza della pietm in nscìca e l'individuo era stato inviato nl mio riparto colla diagnosi dì catarro vescicalo. Le urine torbide e manifestamente purulenle, la facilità ad emeller sangue insieme all'urina in seguito a qualche fa tica, il senso di peso al perineo ed il prurito molesto all' esLremita dell'asta, mi fecero ritenere prohalJile h~ calcolosi vescicale. l nfaui dnpo diligente esame constatai un calc(llo nel basso fondo della Yescica. La difficoltà della ricerca era proveniente da una grande' rilasciatezza dello sfintere vesr.icale, per cui, appena introdotto il catetere, l'urina sfuggiva dai lati del medesimo con grande violenza, e non era possibile procedere a lunghe ricerche col catetere che rimaneva abbracciato dalla nsci~a contratta. Trattandosi di un giovane sano, con uretra piullosto ampia, l


ALLA. CISTOTOMI.\ I POGASTRICA

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mio primo pen ~ i ero fu quello di procedere alla litotrisia, colla quale in una o in poche sedute speravo di :wer ragione del calcolo che non sembraH mollo g1·aode di volume. Sotlo la cloroformizzazione in ieLtai in vescica una discreta quantità di soluzione borica e mi pro\"ai ad afferrare il calcolo con un forte litrotitore ma il liquido, nonostante l'espediente di comvrimere con un anello elastico la verga sul fusto del litotritore. sfuggiva con vio lenza dai lati ad ogni piccola manovra, in modo che l'operazione diventava disage>ole per l'nddossamento della vesci;:a sulle branche dello st rumento. 11 calcolo misurava ol tt·e 3 cm. di rlinmetro, ed er<\ abbastanza resistente. fn Yit-ta di tali difficollà smisi il pensiero della li trotisia c rimisi l'operazione nel altro giorno. Il 13 settembre, dopo aver preparato convenientemente l'infermo con frequenti lavalut·e v~> sci cali disinfettanti. eseguii in lui colle consuete norme il t:~gl io ipogastrico eù estra:.:oi un calcolo di forma schiacciata, misurante nel sno gran diametro circa 4 cm. Feci al solito In sultlra dei margini dell'inci ·io ne vescicale coi muscoli relti, posi il doppio drenaggio in vescica ed allesi che la guari:o:ione avrenisse per seconda intenzione. Il decorso fu perfettamente asettil!o ed afebbrile: dopo 8 giorni tol:-i uno dei lo bi ili drenaggio, dopo altri 6 giorni il secondo, perchi! la pin~n accennan\ a restringersi. ln meno di nu m~se l'urina ripre,;o il suo corso naturale e la piaga cicatrizzò dellUlto. L'indi' iduo fn dime:-so il 9 ottobre.

* ** All 'esposizione di questi rasi clinici credo opportuno di 3f!ginngere le seguenti consideraziiHlÌ. 11 taglio ipogastrico ancora. in rtalia non è molto dill"uso nonostante i miglioramenti apportati al processo operativo dal


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NUOVA CONTI\IJJUZ IONE

Petersen c da qualche altro valente operatore. Le difficoltà che incontra questo metodo ad acquistard il posto che gli compete sono di vario ordine: da una parte la tradizione pel metodo peri nenie che s'impone presso la maggioranza degli operatori, dall'altra il timore di ledere il peritoneo, eia po~sibile intìltrazione urinosa nello spazio di Retzius. Uno degli appunti clte si fa al metodo ipogastrico riguarda specialmente l'allo operativo, lungo, minuzioso e delicnLO; che esige pazienza e sangue freddo da parLe dell'operatore. In''ece pel metodo (Jerineale vi sono processi, coJUe per esempio il lateralizzato preferito dalla ~cuoia napoletana. d'eset:uzione rapida e brillante; però questo vnntaggio, abbastanza discutibile nell 'epoca. attuale, non melle al coperto l'operato dR Yari accidenti lemibili, cioè dal Laglio di un dulto eiawlaLOre, dal malti'OLtamelllo dei tessuti nell'estrazione di qnalcho calcolo un po'voluminoso, dalle conseguenti infezioni, d:t incC~n­ tinenza di urine o da fistole perineali. E poi nei prot~C5SI elle si propong'ono l'estrazione dei calcoli vescical i per la via del pe1·ineo ù inutile parlare di antisepsi: anche drenando la \'Csl!ica e tamponando cou garza iodoformi ca il tragilto del ta~lio. e facendo frequenti la\'ature. è difficile che si rie~ca ad oltenerla perchr il I'Ì~Ltlg no dell'urina nei tessuti determin3 facilmente fusioni ed infiltrazioni purulente, tanlocl!i! molti operatot·i preferiscono l nUora. lasciare libero corso all'orina dulia feriLa. lo non pt·etendo certamente sostenere che il metodo sotl<r pullico deubn essere haudito dall'esercizio chirurgico: tulli i metodi nccellnti da lunga serie di operatori hanno diritto ad essere impiegati, e poi vi sono casi nei quali per circostanze :speciali non si hn il diritto della scelta: a me pare però cbe i termini attuali debhaoo essere rovesciati: il taglio ipo~mstrico


ALLA CISTOTOMIA IPOGASTiliCA

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deve •·imanere come il metodo ordinar·io por l'estrn ione dei calcoli vescicali. e quello perineale soltanto l'eccezione. Ora, per quanto possa parere supedlua In ùescriztone del processo da me impiegato. permeuetemi, egregi ~o ll e~i, cbe oe faccia cenno. ~ on ho la pretensione di dire qualche cosa di nuovo, ma tmuandosi di un processo tuttora molto discussi) e combnlluto, credo che \ alga la pena e!\aminare il procedimento tenu to, al q•1ale :utriuui~ro in massima i ~od­ dillfacenti risulta ti. lu romincio a preparare l'infermo da opernre colle bvalure boriche della -rescica, cbe sermno benissimo a corregge•·e il caLano della medesima. li giorno avanti all'operazione somminisLro un lassativo, e pocltc ore pri ma faccio praticare nn clistere. Eseguita l'acctH'ata pu lizia della 1·egiooe :\UIIa quale cade l'operazione, soLto la n n rco~ i clorofot·mi cn intt·oduco il pallone di Petersen nel retto, che po i riPrnpio d'acqua. Faccio alzare quinrli con un cuscino il baci no in modo dn costitui re col tronco un legget·o piano inclinato: però non l!·ovo indispensabile la posizione indirata pel pl'imo dal Morand (bacino e coscie piilehnnte del tronco) . Con un catetere a rubinetto svuoto la vescica, che riempio fino n cei'IO punto di soluzione borica: quindi chiodo il ruhinetto, e, se occorre, applico intorno all'asta una ·triscia elastica per· impedire lo svuotnmenlo della vescica dai lati ùel catetere, come tal volta accade. Pratico quindi a s11·ati Pd a mano :;o:' pesa una incisione ~:oulla linea mediana di circa 8 centimetri ehe termina sul puue: penetro tra i muscoli piram iJali e romineio ad accertarmi se vi è una piega per itoneale, che tahTolla> specialmente negli adul ti, nonostan te il pallone uel re llo~ il riempimento dell a vescica e In p os i~i o n e sollevata del baci no, non si nll ontann dal pube. Scosto in alto ··oll'indice la pie~a peritonenle, e


:'\\10\'A CONTRIBCZIONE

cerco r·iconoscere la punta del catetere nllrarer~o alla parete ''escicalo. In questo tempo procuro di evitare este;i scollamenli, onde impedire possibili infiltrazioni ur·ino8e. Fr<~snta coll'indice sinistro l'estremità del catetere. il rui padij.llrone affido nd un a~~istente, con un bisLori incido d'alto in basso la parete -vescicale per circa 2 ccntimetr·i ed introduco il dito per esplorare la posizione c la grandezza del calcolo. Si comprendo che, dalo un talcolo voluminoso. ltisol-(na proport.ionare a questo l'incisione vescicale con un btston bottonnto. La soluzione borica come nuta nella' escrca, che invade il campo ope•·ativo, nòn può infellnrlo; nondimen1• appena estrallo il calcolo con una comune pinza o con una ~pe­ ciale da calcoli, la\'O con soluzione di suhlim~lo tutta la regione, e passo al tempo piu difficile dell'uper;rzione. cioi· alla cucirura dei margini ve-;cicali coi muscoli retti, o meglio coi piramidali. Per facilitare questo tempn un po' lauorioso. ;;pecialmente nelle persone pingui, occor-rHrehhero de!-!lt a~ hi :;peciali molto curvi, innestati od un lungo mnnico, che mi pro· pongo di far co~troire . Terminata la ~utura, inlroduco in vescira due ;:rossi tolti da drenaggio, che fer mo coo un punto di sutura alla pelle. L'no di questi tubt pesca tn una storta di vetro (pappagHIIO) che l'opemto devo tenere Lra le cosce, l'altro, piegato <l ginocchio, viene stretto da nn la<·cio. Termino la medicat.ione con garza iodoformica, cotone al sublimnlo, carla di guttaperca, secondo lo consuete norme. Jl doppio tubo mi oll'l·e il Yantaggio di ese~uire ampie la,•ature della vesdca colla soluzione borica por tutto il tempo della sun cura senza rimuo,·ere la medicazione. Di solito all'olla\'o g10rno tolgo unn der tnbi ed al qui ndicesimo, io massima, il ~econdo. La piaga alIom. i> gn1nulante, ed accenna n riunirsi per seconda inten· zione; ne :n-vicino i margini con strisce d t garza che fermo col


Al. LA Cl STOTOMIA l POGASTR l CA

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collodio e lascio che la riunione avvenga lentamenl<>. ~ei primi giorni quasi tutta l'urina passa per la ferita, per cui occorre spesso rinnovare le medicazioni: ma a poco n poco quella riprende le vie Mlurali e la breccia s: chiude. La guarigione nei cosi citaLi si è avuta da 27 a 43 giol'lli. L'ideale di questo pt·ocesso sarebbe veramente se si potesse ollenere la riunione per prtma tnLenzìone praLirnndo la sutura delle pat·ati ve:;cical i: e non pochi operatori, ad esempio di Bruns e Lotzbecl.., hanno Lentalo questo pt·ocedimento; però, meno qualche rara eccezione , non hanno avuto ragione di lodarsene: che anzi alcuni insucce:>"i deb!Jono a tn l fallo allrìbuirsi. Allri hanno tentato di cuctre la vescica lasciando dt·enata ed aperta la ferita delle pareti addomiuali; ma i risultati pratici non sono stati favorevoli. Riunendo invece i mar·gioi dell 'inci sione vescicale ai te~s u ti adùominnli si Ila il vantaggio d'impedire le temil.lili infiltrazioni nel tessuto prcvescicale, e di facilitare col drenaggio lo svuotamento completo e continuo della vescica. ~·u vemilata anche la possilJilita dì operare in due tempi, cioè praticando prima l'incisione dei te~5uti nddominoli siuo allo vescica, ed aspellando ad incidere la parete di questa dopo par·ecchi giorni, appena avvenute le aderenze, secondo il processo dì Graves, Yolkmann per lo cìsLì d'eccbinococco. lnfalli il Neuùer, di Kìel, nel ·l i 0 congresso della Società tede:~ca di chirurgia (7 aprile •l '88) rifcl'i di aver modificato la se,•t io alta in tal senso ('l ). Egli eseguisce a prima tempo l'incistooe dell e pareti addominali sino alla Yescica; pratica dell~ sutur·e allraverso alla stessa, fermantlo i fil i ai due lati con striscie adesive. Oopo 6-8 giorni incidr' la vescica, ed estrailo tll Quesl3. m•,dlllcazl"'"' tl~ll3 !tclio ull,, itt <Ili•' tempi, apJinrlicn•• n Yidal !],• C'h•b. U :SeuhPr eh~ 1.1 fa pr.. pri.1. 1<011 'i ha ·•~..:i un l<.~ rlt•• l'a(•l""itt..w' •ltt 1111 ~ r•ri 1110 te mpo.


NUOV.>\ CO~TRillUZION,E

il cn lcol o ri·nn isce l'in cisione vescicale coi fili di seta passa li in anteccJenza. Dopo alquanti giorni chiude la ferita addominale con sulu1·a secondnria. lla operato per (i volle in tal modo con ottimo ri sultato. ~ella medesima sedn ta il T1·endelenhurg, di Bonn, disse di ritenere la (:ondotta del Neuher come complicata. Egli ha eseguito la scc.:tio aLta per 40 volte, senza apertura del peritoneo e senza infiltrazioni urinose. L'ope1·azione in due !empi non ù sw ta neppu re scena di perico li. Ullmann (11) riferisce che di 4 ope rati di cL>tolomia io due tempi nella dioica di Albert due ebbero esito letale: uno J11zi prima dell \tpel·tura dello vescica per lesio ne del periloneo. Qnestofalto spi nse I' Aiuerl a ritomare at.l operare in un solo tempo. Una &lnlisticanccnrata di rnll'ronlo tra la sectio alta ed il taglioperioeale Lu ltora non è possibile, per quanto non manchmo èlementi a far propendere gli operatori spassionati per la prima. Oli re i 40 casi di guarigione dell'rendelenbn1·g sopra citati , scorrendo la leueralura di quest'arano trovo una eicca con tJ'Jhuzione alla statistica nei l 03 cnsi del doli. Assendelft ('2) praticali fino al mnggio 1887 nell ' ospedale privnto del sig. B. A. Pasc hkoff nel villaggio di Wetoscltkino, nel ~c­ verna di Nischn i-~ owgo rod, circolo rli Sergatscl1 in Rus,;ia. Di questi ca~ i I O si riferiscono a fan ciulli al disoLlo di 15 anni. L'autore segue la condotta del PeLersen negli adulti, mentre nei fanciulli e ragnzi 11! disotto di 15 nn n i, una modemta iniezione in vescica basta a render libero il campo operati vo. Ha avuto 2 soli casi d i morte, di cui uno per malattia indipendente dall'operazione. Egli non riunisce la vescica n (l ) Witner klinMclte ll'ochermhri{l, N. 36, 1888. (2) Archio (ilr l:lin. CMrurgr e, Bd. XXXYI.


AL!.A ClSTOTOMlA IPOGASTJH CA

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primo tempo. ma melle i drenngggi e cambia spessissi mo la medicaLura. Il taglio perioealo ci olTre tali splendidi risultati ! Permettetemi di dubitarne. E se nel taglio ipoga::~r-ìco riscontriamo degl i jnsoccessi, questi in massima parte debbono auribuir:-i alla trascurnnza delle norme suindicate, piullostochè al metodo per st\ stesso. La sutura della vescica a primo tempo, i· quella che è cagione f1·equente di tristi risultati . Le fibre musc,>lnri a maglie di quest'organo , divise, si retraggono irr<'golarmenle c producono smagliamenti nella li nea di c;nLora. lilumamente il ~ iedzwi ed.tki ( l) ha descritto una sutura della vescica nella sectio alta, che non è alt1·o che quella del f: ely per· l'int estino. modificata nel senso che invece di pratiC'arsi nella $Uperlìcie es Lema, si eseguisce nella supe!'licie d.i taglio della vescica: porò non porta in appoggio nessun caso pratico, e pate che non l'abbiil neppure sperimentata su l vivente. Tra i ralttori del Laglio ipogastrico debbo citare il J)illel, dte ne ha pubuliclllo un douo ed accurato studio (2). il mio amico dou. Gal\'ani d'At ene e molli altri che non vale la vena di enumernre. lo ltalia. come diceva . que~to metodo è an<'ora discusso. e viene cornballulo lln vaJenti clinici. Oopo il ~ on• ro, il compianto Albanese, il Ruggi, il Hoth e qualcbe nltro di cui mi sfugge il nome, la sectio alca non t rora laulor·i. ~ oi non pos· siamo com!Jauero gli an·ersari che alla s11·egua dei falli , ed i falli non dubito ci dnrnnno ra~-:i o ne in un jJrossimo a vvenire(:l). Il) Centralb. (iir CMr., l\. 13, 1 88~. (2) lVitllt r !lltditillisclu• ll'usclim<cllri{t. l\. ' 3·4G, 188G.

(3) Mentre In pre~c11te rncrriOr•n ~ra In corso di stamtJa, tui si t•rescnlù l'occasione di praticare uon ttnarla rJ•totomia rolla stctio-aUa . :" t• riassumeru la storia in poche linee. Peppon l Romo lo, soldato tl(·l IS' reggi menti• ranteria, ddla rlass<' ISGO, di


~1)6 ~ UO VA CONTIIIB UZIONE AI.I,A CL:>TOTOMIA I POGASTJliCA

l!enllorl l':lni. ~od•!lte ;,empri' oUìma . alule Uno atr anno sror~••, epoca 111 cui •·ominclò n risentire un pò di pt•so al1;1 ''eiciCa rbe si es:verbaç:t no•lle nurr• e ad o:;n• C3ttca protratta. Sopraggiuntagll 110 po' d'l'malltria o·he s. mnnlr••st:lln specialmente dopo un:t mareta, Il Peppom ro ro>tretto a n(l:traril m rtuest•l o,pcclalo m•lllarP, in un riparto mooico. FaLla In diogoosi di o:t1kolo~l vr·•~l­ c:\lc, il 15 giu~no ultimo ru p:B-.11<1 nrl riparto chirurgico. Il I'OIIPoni rlapprima si rl Onlò ostlnalamt•nle :t IIU:tlun'!llf.l alt•J upt•r:tiJ\IJ. DoJio ripotulo insisten~c si sollopo>r n qunlclt tl tcota til•o di lllontl'isia, ula Yisll vru11 i nostri srorzi per rrantuman• il rnlcolo du ris:;imo, acc·nn<o•nrl " r~rsi oprrare. Il t:iorno U del corrente me;u cl':t!losto pratt•·ai iu lui la c•stotumi.> 'l"';as rrlr~~ nel modo sopra rnunrinlo Nl t·~ tl'aS:ìl un calcolo :;rosso come un111~··e, cluro eJ un po' sehia~eiato dai lati. Or,•nal nl sol•to Jn •·escien pre1 la la '"tum ciiiiiU. stessa alle pareti noldomln;tli e medicai •·ome rli consuPto. l.'mriJ\ iduu ehh" unn sola elevazione termica (38°,3) nPI giorno seguente aii'OJ>er.ulono• JIOi il cor«> In aft'h!,riil'. Uno d••i oln•nn~a fu tolt.J al >••llìm•' ,(M'li , l • tro nl tjnattr·rdico,imo. l margini •h·ll'inchion•• ii'Oll'll--ilrka :;,rronulanli, furono rtai· \U'JJUb •1::1 ~tr•~CI•' ag'l'IIIUnlltilo rorm~to rol C<JIIotliu. O;:;• la t.r•'•'•'lol II'><'H'nle •• ··omp l t'lam~nte chil~>a P l'iwlii'Hino urinn normnlmcott• llall'ul'l'tr IJtu•oto •:aso di gtL1rtginne più rapido •l••ltJr~t:otltJnli, conrcrm,l l,a·llluui•'I11Pnlt• Jlr~~~·Ul <'i[lr~ssl nel pr.:o~rnto ~~·ritto .

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SULLE

FEBBRI

DI

CASSINO

IlE I. llOTTllh K

PANFILO PANARA .IIA!lGIOR& MF.OICO

Memoria letta nella conferenza ~cientiltca •fcl mese Ili luglio t889 nell'ospedale ulÌiit:u· r- di Homa.

Nel n ovembre i88G il maggioPe medico cav. Chiaiso lu inviato d'ordine del comando della divisione a visitare il dislaccamen lo di h·uppe residente in Cassino, dove ricorr evano cer te febbri, che per la loro frequenza e gravezza avevano richiamato l'attenzione dell'autot•ila superiore. 11 doll. Chieiso trovò i vi il comandante del distaccamento ammalato d'ileo-lifo, ed alcuni soldati l'icoverati in quell'ospedale civile per febbri dello stesso g..:nere, benché lievi; t'i scontr ò un indebito agglomeramento dei soldali nelle cellette monastiche del convento di S. F rancesco che serviva da caser ma, consta lo che la r1e tlezza dei clot•m ito t•i, delle latr ine, delle ad iacenze della caserma, e persino dell'acqua che serviva per llevanda lasciava molto 11 ùesidet·are, consigliò l'appLcazione ri~orosa delle norme igieniche sancite nell'allegalo al r egolamento ùi disciplina, o>d il rli••adaulenlo dei lelli nei dormitori, e per 'JU&lche tempo uon si porlò più di quelle feb br i. Quel paef>e è posto sugli ullimi pendii del mont~ dell'islesso nome sul quale si ader~e l'antica abbadiA dei PP. BenedetLini; ed ba una parte fabb ricata in leggicro declivio, etl un'altra


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SULLE FEBDIU 0 [ C..\SSII\0

tutta piana sulla quale giace la caserma, isolata dal paese, ma a valle dello scolo delle aci'Jue. L'acqua, che serve alla caserma, è quindi gia passata attraverso il paese, ed il condotto in muralura, ollre ad essere soggetto ari infiltrazioni, djcesi che sia I]Ui e là foralo dagli abitanti. e poi richiuso di nascosto, per deviarne l'acqua occorrente all'inaftìamenlo dei loro orli. Ollt•e a ciò, nella par te piana del paesello, come accade nelle regioni poste a pie dei monti, e che banno un suolo molto poroso, a poca profondit.a si trova l'acqua del sottosuolo. ed il riparo che il monte oppone ai raggi del sole per qualche ora della gior nata, contribuisce a rendet·e quel suolo ancor piu umido. Dala l'umidità del suolo e<l una certa tompcralut·a, si con-e facilmente col pensiero ad una ter•ra malarica nello nostra Italia, e delle febbt•icialtole malariche ve ne sono realmente in Cassino, come Yedremo in seguito. Ma il conccllo maltJ r•ico non deve aver pt·evalso e non poteva prevalere nella mente do' medici ai quali è affidala la cura di quel disloccamento, perché qua ndo in una localilà simile si sviluppsno febb ri di lunga durata, che non cPdono Al chinino, siamo in obbligo tl'ind3gare con tutti i mezzi che la scienza ci offr·e, la vera natura ùelre pidemia dominante, pel' veder•e se l'igiene pos:seg'ga un mezzo efficace di prolìlassi che tulelr la. salute della popolazione, cosa che non sr fa piu quando ci culliamo n ella persuasione d'una mfezione rnalarica, COHlro la quale la profilassi è impotente. Cambiala la guamigione di Roma nello scor cio del J88i, quel di ... taccamer.Lo fu fornito dal 5• r egg. fant. dal sellembre di quell'anno ir. poi, e dopo qualche tempo, il comandunte del reggimento comiucii1 a preoccuparsi della frequenza con la quale i poclri uomini dt quel distaccamento ammala,·ano. en1ravano all'ospedale, erano inviati in licenza di cunvolescem~a, e notò pure unn maggior frequenza di rnalallic in quelli che tornavano dal rustaccamenlo, notit il numero dei morti superiot•i a quello dato dagli ammalati che pl'O'·enivano dalla guarnigione di Roma, ed impensierilo dal:c malattie e dolle mor ti che si vertficavano a Cassino, ''e1·so la fine d'aprile tli qt.esL'anno diè ordine d'inviare all'ospedale


SULLlt FEBBRI Df CASSINO

!)()9

militare di Roma tulli gl'infermi di qualche entilé che fosaero trasporta bili. Che le preoccupazioni del comandante il r eg-r.cimento fossero fonda le, si r ileva da una sta tistica clte egli fece ultimamente compilare e che mi trasmise corLesemente. Da essa rilevo che dei 233 uomini del :-)· reggimento che dimorarono per tre mesi in Cassino, 27 entrarono all'ospedale durante il distaccamento, 28 poco dopo rientrati dal distaccamento, che 11 di questi furono inviati io licenza dal distaccamento, 6 vi furono in'"iati dopo il loro r itorno; che OP. morirono i durante il distaccamento, 2 fra quelli che da poco erano tor nati. Se si sommano le cifre di queste due cat~gorie che infine son falle dagli stessi individui, s i vedrà che dal 5 settembr e 1887 al 20 giugno 188(), epoca nella quale il reggimento t.enoe i suoi soldati a Cassino, su 23a uomini si sono av uti 55 ammalali curali all'ospedale, t. morti . 17 inviati in licenza di con'"alescenza Queste cifre, più per l'insolita modalità ell e poi numet·o di malati, ci dimoslt·ano la gravezza dalle febb r i di Cassino. Tentiamo orA d"indagarne la natur·a dai pochi (·he furono pe1· ordine ùcl colonnello inviati all"ospedale mililar·o di Roma. Bonaioli Emilio della classe 1 6i, mentre e ra A Cassino ru preso da un fo:·Le accesso febbl"ile il O giugno; la fdbb r e si ripetè il giorno seguente press·a poco all'isles'"a ora, e pure con forte brividc· iniziale, onde fu inviato in quesl'ospedato, do\"e g iunse la ser·a dell'l l giu~no. Al mallino del 12 presen tava all'esame del dolt. di Fede dirigente il 3" reparto di medicina una linfa cachellica del volto, uu colorito giallo- terreo della pelle, un lumot·e ~ple­ niro che sorpassava di quattro dita lrasvorse l'ar·co COI"lale: aveva le mucose biadile, il pol"O debole, la ldmperatura ascellare a :~H",6, che alla sera cadde a :n•,t. Gli fu amminist rato un gramma di solfato di chinina, la mulliua seguente si conscn ·ò apiret~ico , ma alla sera ebbe un lie'"e aumento di temperatura a 38• senza bl"ivido. Prese un nllro g rammo di chinina la ma.llinu del 1 ·~. c la fubbl·e non si mostrù piu.


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SULLE FEUHRI DI CASSINO

Da quel gior11o cootir.uò a prendere delle p1ccole dost di chinina, ed abbondante ùecolto di china con elisir di china, il colorito dell'infermo migliorò g radatamente, il tumore di milza andu l'iducendosi, e uel giorno 4 lulo{lio ill3onainli uscì dall'ospedale. Il c11poral Ma ~sone Giovanni, appena tornato dal distaccamento di Cassino, cominciò a !<Offrire di dolori di ''enlre, diarrea, ceft~lea, ebbe tro gior ni di febbt•i che devono essere state leggif•re perchò le trascin ò in caserma senza annunciarsi ammalalo, ed il lO luglio enlt•ò all'ospedale. Al mattino dell'il aveva fl sonomia mollo abbullut.a, ~olo­ riLo giallo-terreo del volto, lingua fortemente rm patmala, tumore di milza che non sporgeva ollr e l'arco costale, ma alla percusstone mostrava sorpassare la linea mamrntllare di circa due centimetri. Raccontava d'aver soffel'lo le stesse febbri nell'agosto dell'anno scorso, dopo esset·e s tato per 15 giorni al foJ·le Al'dealina. Ve rso il mezzogio1·no fu preso da un fot·te e prolungato brivido, e do febbre che si elevo fino a -i0.,8 e si protrasse fino al giorno s~gucnle. L'esame microscopico del sangue ripetuto piu volle nello istesso giorno, P continualo per quattro giorni di se~uito, con la cooperazione del doll. Sforza, fece rilevare quontp "egue: Un sol prepat•alo. 11. luglio Ol'e 2 pom. T. 40·,s. cor pi pigmenlati in numet•o :ti'Rn::lissimo, qua!<i m aturi simili a o(Uelli descritti dal Golgi u('lla quarlaoa, mollisl'imi corpi plgm~-:u ­ tati :;olo alla periferia, e che occupano la metà cl'uu coi·puscolo r osso; ollt·i più piccoli cbe occupano solo un terzo del globulo r osso; molte forme pigmenlale libere; rat'l ploc;mot.li non pigmenlali. 12luglio ot·e G p. T. 38",5, alcune forme pigmentala mature molLo gr»ndi; molLi corpi pigmentali liber·i. 12 luglio ot·o G pom. T. 40', alcuni corpi pig menlali grandi con pigmento alla periferia. l 3 luglio or'e H,::!ll a. m. T. 36', i , forme pigroentaw mature n piccolo numero. H luglio ore 6,20 a. m. T. 31ì'.!J, pochissime fo1•me p1gmenlale a pigmento s par•so a lle. peri t'e1·ìa.


SULLE F.EBBIU DI CASSI NO

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Alla sera del 12 menlr~ la febbre ere in defervescenza, e rlnrermo in profuso sudore, furon o iniettati con la siringa dl Pravaz 80 cent. d'idrocloralo di chinina, al mallino seguente la temperatura era scesa a 36° 4, eppur·e si li'Ovarooò aftune forme pigmenlate mature che sarebbero state sufficienti a caratlerizz.are per malarica là febbre, anche dopo l'accesso. L'infer mo continuò a prender chinino nei giorni seguenti, l'appetito migliorò, la febbre non riapparve più, ma la caehessill peesis le tuLlora, il colorito del volto é sempre un po' giallo- terreo, quindi si continua la cura. Questi due casi di febb1•e provenuti Jal distaccamen to di Cassino sono decisamente febbri malariche, e sebbene il secondo caso s i possa eitenere fino ad un certo punto come una recidiva dell'infezione subita l'anno scorso al forte Ardeatina, come r isveglio di antico inguinamento ai primi calori dell'estate, pel primo non si può che pensare act un'infezione conlralla in distaccamento. Col pror. Caualis ebbi poi l'opportunità di osservare, in mrlitari provenienti specialmente dai for Li di Roma, febb:.'i malal'iche subcootinue, ostinatissime, e che non cedevano all'azione deJlu chinina. In questi casi si riscontrarono co!òlantemenle e quasi unicamente en tro i cor puscoli san~nigni parassiti piccoli non pigmenlah o contenenti tutl"al più da uno a tre granuliui di pigmento. Vero di queste osser vazioni si occuperà particolarmente lo stesso pror. Canalis m un suo lavoro speciale. Ma un altro genere di febbri si è svollo negli individui re!liùenti in quella localllù, eù a rlarne un"idea più possibilanenle cornpleta, ne compendierò le slorie cliniche. Da Gabriele Vincenzo caporale della classe 1867 fu preso . da febbre piullos to lieve il 15 ma~gi o.- Questa febbre perdurava, ed il 28 dello sle:.so u1esb fu a vvialo io quesl'ospedale, Al suo entrare aveva colorito anem•co, tumore di milza chi} l'aggiungeva appena la linea ascellare anteriore, non presentava alcun fenomeno slcloscopico rilevabile nel petto, non a veva soll'e renze intestinali, il ventt·e era palpabilo, non Ili


96.2

SULLE FEBBRI DI CASSlNO

m~Leorico , la lingua appena velata da legg iera patina,

l'appetito lodevole. Ad onla di ciò fu tenuto a brodi ristrelt.i, e gli furono amministrati 60 eent. di calomelano. La temperatura ascellare segnava 38• al matlino, 39' alla sera. L'es ame del sangue non mostrò alcuna delle conosciute forme malariche, il chinino amministralo nei giorni seguenti non ebbe alcuna influenza sul decorso febbril e, la febbre seg ui una curva decrescente fino al ·J2 giugno in cui la Lemperatw·a discese a 36•,8 per non risalir più al disopra del normale. L'infermo dopo , 27 giorni di febbt•e non molto elevala senz'altre sofferenze, er?- afquanto deperito, eti H 30 giugno fu inviato in licenza di convrtle.scenza di 40 giorni. Marotti Egisto soldato della classe 1867 tornò da Ca~sino il 2 luglio, il giorno 8 flt preso da febbre , il 10 ricoverò nel 3' riparto eli medicina . Il magg. medico cav . Di Fede non riscontrò in lu! alcun seg.no d'infezione malarica, pur tuttavia si 'fece l'esame microscopico del sang ue che riuscì uegativo. Tranne un po' di patina sulla lingua, una leggera cefalea, e~ una' stitichezza piuttosto ostinata che veniva vin ta con dosi dÌ calomel?no, l'infermo non avevo altre so.ffer~oze: La tempera tura presa alle 7 a. m. ed alle 4 p. m. tutlt 1 g10rm mostro la seguente scala termica:

11 l uglio 12 ))

13

»

14

))

15 16 17

18 19

)>

Mattina

SurJ

38•,7 38',8 37•,8 38',8 38• 37•,4

39',9 39•,6

37.,4

a-·:) l

))

, .;...

37•

:~8.,9

39°,4 39.,1 37°,9 38•,9 37',2 36°,5

La cura si ridusse a qualche dose d'antipirina nei g iorni di febbre più elevata, a bevande ghiacciate, a diela liquida. L'infermo è tuttora convalescente all'ospedale.


SULLE FEBBRI or CASSINO

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Questi due ultimi infermi ci offrono l'esempio specchiato di quelle che si dicono febbrette, febbricole, e che si consi~ derano dai clinici come casi lievi d'ileo- tifo. Griesinger, primo a riconoscere le forme di typhus-lrevis assegnò a questi la durata di 15 giorni, che Liebel'meister estese a più settimane. In queste febbricole manca l'acme febbrile, la febbre conserva un periodo remltlenle dal principio alla fine, non si osservano mai sintomi di stupore o delirio, il tumore di milza è appena accennato, la roseola compare sovente nella seconda settimana, ma può mancare, la stitichezza predomina, la <;J.iarrea è rat·a, la febbre non cede al cllioino. Quella febbricola così comune in Napoli, da meritar dal Tommasi il nome di febbr e napoletana, fu anch'essa classificata fra i tifi leggiat·i, e le ragioni che indussero i clinici in tale concetto etiologico furono le seguenli: queste febbri si palesano dove regna un'epidemia d'ileo-tifo più o meno diffusa, sono remittenti che non cedono al chinino, quindi non possono confondersi con le malariche, si riproducono al minimo disordine dietetico, e per un disordìne dietetico si prolungano e s i aggravano. Ma in vari casi si s ono avute delle pt·ove piu convincenti delle semplici parvenza sintomatiche, le quali hanno avvalorato il coticetlo etiologico dei clinici. Liebermeister parla di casi di tifo lievissimo seguiti repentinamente da morte inopinaLa, ne' quali l'autopsia ha rilevato estese ulcerazioni · delle placche del P eyet', una delle quali aveva perforato l'in testino. Louis descrive un caso simile, e Paolucci nelle sue annotazioni allo S trumpell narra di qualche autopsia eseguita nella clinica di f\oap oli s u morti di malattie intercorrenti in mezzo a queste febbricole, nelle quali autopsie si son viste infiltrazioni delle placche del Peyer e delle glandole rpeseraiche. T due casi clie seguono, e che si ravvicinano molto a quelli citali dal Paolucci, ·ci daranno la conferma dell'origine tifogena delle febb ri di Cassino. Pinciotti Luigi; nel gennaio scorso, m entre era distaccato a Ca&sino, · entro in quell'ospedale per febb ri a tipo r e -


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SULLE FEBBRI DJ CASSlNO

mittente, e dopo 19 giorni fu inviato in licenza di drre mesi, ma rimase a casa senza l)Olersi muover e per quattro mesi, perché la febbre recidivò ben presto, conservò il suo tipo remiltente primitivo, ma si accompagnò a pt·ofusa diarrea che era cessata appena, quando !,infermo tornato dalla licenza entrò nel mio riparto di medicina il l 0 giugno. Probabilmente quella recidiva, e quella proluugata diarrea erano dovute a l troppo rapido abbandono della dieta liquida, ed al ritorno troppo precoce ad un vitto ordinario. All'ispezione rinvenni un individuo accascialo, con ventt•e molle e cedevole, trattabile, non dolente alla pres~ione, con gç>rgoglio della fossa ileo-cecale; la lin g ua che negli orli conservava l'impronta dei denti, er a coperta da una palina che cadeva a falde: nessun fenomeno toracico era riscontt·abiie all'ascQllazione, la mi lza non si mqslrava ingrandita probabilmente per la forte dilatazione timpanilica del colon e del venlricolo. L'infermo era stordito, rispondeva a sl~nto, il suo potere d'attenzione si esaùriva presto se s' inter•r•ogava un po' a lungo sul s uo passato, a veva un leggiero slrabj~mo conver gente dell'occhio destro di cui non si tlra mai accor\o per· lo innanzi, la sua vista era alquanto indebolita, la pupilla tm·pida, r·eagen Le mollo lentamente alla luce; si lagnava di forte ed ostinata cefalea, e teneva con molta soddisfazione applicala s ul capo la vescica di l!hit~ ccio. Dal f o al 7 giugno la febbre oscillò fr·a i 38• ed i 38•,5, poi sali a 39o, la pupilla divenne addir ittura insensibile, cowincrò un subdeUrio che crebbe fino al bisogno di doverlo far tenere dagl'infermiet•i, perclté tentava di butla!'si giù dal letto, lo strabismo aumento, svanì ogni p'e rcezione, e nella sera del 9 giugno, in mezzo ad una paralisi generale avvenne la morte. Aperta 36 ore dopo la cavità del cranio, venne fuori lloco sangue versato dai vasi e ~eni della dul'a madre mollo congesti, sulla pia madre si trovò un essudalo perlaceo cbe diveniva sempre piu opaco a misu:-a che dalla volla pro~rc­ diva verso la base, i vasi della pia madre erano iniettati come lo era la tela coroidea, ne' venlricoli cerebrali era racc.oiLo poco siero.


SULLE l'fBBRI Dr CASSI"O

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Alla base dell'encefalo, e precisamente tra i lobi anteriori al limite anteriore della sostanza perforata, si trovò un focolaio di caseificazione della grandezza di una noce, esteso ai due terzi posteri cr i della scissura longitudinale, e confinante con le circonvoluzioni olfattorie interne che erano compresse ed in parte distrutte, con la f1·ontale Interna ed il principio del corpo calloso, e con le circonvoluzioni del piede d'Ippocampo. Da questo punto la leptomeningite si propagava alla volla encefalica. Aperto 11 torace, si rinvenne un'iposlasi nelle regioni po· steriori d'ambo i polmoni, senz'alcuna aderenza pleurica. Nell'apice del polmone sinistro v'era un nido tubercolare, abbasLanza grande t>d ancora duro, alcune ghiandole peribronchiali erano caseificate . Le cavità del cuore erano normaH, le valvole dell'arteria polmone r e mollo indurite, ispessite, ad orli nodosi. All'apertura rlell' addome si trovarono focolai tubercolari nella milza e ne' r eni, nel fegato s i rilevò qualche macchia di degenerazione grassa. L'intestino aperto nel senso longitudinale dal duodeno 1n giù, mostrò molle placche del Peyer 111cerate, le ulceri erano in via di progressiva ripar·azione, avevano il maggior diametro nel senso longiludinale dell'intestino, v'erano anche delle ulceri follicolari rotonde, la più p1·ofonda delle quali incrociava, e si soprapponeva ad una estesa ulcerazione della placca del Peyer. Ne' vasi mesenterici acl intestinali si vedeva una Corte iniezione arborescente. v'era infiltrazione e rammollimento delle glandole mesentericho. L'esame microscopico ii!Liluito sovra tagli longiludinali e trasversali dell'intestino in COI'I·ispoodenza di alcuna ulcere lifose mostrava le placche del Peyer ancora in preda a forte inflltramenLo parvicellulare; l'infiUrazione sorpassava i confini delle placche, invadendo la mU8cularis mueosae e la mucosa stessa. Infatti si vedevano delle porzioni di placca sostituite da tessuto di granulazione il quale si approfondiva impigliando nella sua struLlura delle fibro- cellule contorte, deformate, residui evidenti dell!l muscularis mucosae. Un po' lontano dalle plac~:he ulcerate si vedevano le glandole


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SUL LB FKBBRl Dl CASSL'ìO

del Goleali prive di epitelio, defor mate, appena ricono!'cibili ed il tessuto della mucosa sostituito da tessuto cicatriziale a vario grado di formazione. Così, mentre ne' punti più Jon· leni della placca v'erano agglomerazioni di recente infiltrazione cellulare. e glaudole del GaJeali poco alterale, in allri molLo vicini si vedeva già un tessuto connettivo denso, fitto. fibroso. In un trallo d'intestino una placca di Pleyer, presentante le solite alterazioni, era attraversala da un'ulcera craleriforme, evidentemente di natura diversa, posta col suo maggior dialllelro secondo l'asse trasversale dell'intestino. Ora l'esame di questo tratto in sezioni longitudinali, che comprendevano lo placca e l'ulcera soprapposla, mise in chiar·o la natura lu· bercolare di quest'uiLima; poiché i mat•gini della soluzione di conlinuila erano forma ti da masse caseose, in cui del tessuto distr utto non vi si scor gevano ell e fra mmen ti di nuclei o qualche nucleo ancora intero, mentr., il fondo ero giù ricoperto da tessuto di gran ulozione tendente alla cicall'ice; ondo non si vedevano più le coralleristiche for me tubercolat'i. Ulcer·i si mili a questa si vedevan(l del resto in var ii punti del· l'intestino. :à:Ionlella Mat•iono trombettiere, è stato un mesP e mezzo all'ospedale di Cassino, uscito di là é stato r icoverato per quindici giorni all'infermeria del corpo, ed indi inviato in quest'ospedale il 31 maggio. Er ano dunque scorsi 4-:J giorni duranle i quali il Montella era sempre stato travagliato da una febbretla che non aveva mai ceduto al chinino. Al s uo entrare nell'ospedale si lagnava di continui dolori di ventre e diart'ea alternata a!Ja stitichezza, aveva lingua irupalinata, rossa agli orli, er a anemico, a veva dtscreto tumore di milza, e febbre che oscillò fra i 38" ed i :W,5 fino al 15 g iugno in cui l'elevazione termica raggiunse i 39'. Allora lo lingua ~i fece arida e crostosa, il ventre divenne dolento allo pressione, la coproslasi si fece piit ostinata, la febbre continui~ ad elevarsi oscillando fra i 39' e 39',5, tutti i fenomeni mol'bosi si aggrava rono, il 22 giuguo si maoife::;tò vomito bilioso, delirio, il ventre divenne tumido, timpanilico, porolilico, i polsi si fecero fuggevoli ed irnpercelli·


SULLE FEBBRr DI CASSINO

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bill, si produsse una forte midriasi, il 24 si ebbe1·o de' moti eonvuJsivi, e nel giorno 2-6 alle 2 1/2 p. il lfontelln mori. L'autopsia eseguita il giorno dopo rilevò congestione de' vasi della dura madre, leptomeningile più accentuata alla base per essudalo denso, meno vis1bile nella volta a lla quale si era propagata in forma d'intorbidamento perlaceo, piccolissimi nidi tubercolari aderenti alla rete vascolare dell'arac· noide. Un grosso focolaio tubercolare nell'apice del polmone de!!lro, ghiandole brouchiali caseifìcale, iposlasi polmonart>, cuore Llaccido con parelt assoll•glrate. L'intestino tenue era ricopet·to l'<ulla ~uperllcie mucosa da lunghe striscie di cica trici pigmenlate che rammenla,•ano la progressiva ulcerazione delle placche del Peyer·, con qualche ulcerelta rotonda qua e là disseminala. La milza non mollo aumentala di volume era coverta di nidi tubercolari disseminali, v'erano pochi lubercoli giovani in 1111 rene, il fegato era normale. Un pr eparato microscopico rilevato meJ•ct'> un laglio nel senso del la lun ghezza dell' intestino, interessante una di quelle cicatr ici lunghe e pigmenlale, ha mostrato le stes~'e apparen7.e dei tagli p1•ecedeolemente clescritti, cioc l'innltraZione profonda delle placche del Peyer, larghe s lriscie di lessulo fibroso cbe si approt'ondava nella musc~tlal'i& mucosae e nella mucosa intestinale, !'oslituendo alle llbro.çellule muscolari ed alle glandole e agh l>bocchi glandolari della mucosa un te~sulo cicatriziale mollo avanzalo; inflltramenti parvicellulari, ~d audole d• LiPberkùhn deformaLe, dolli ~laodolari ostruiti. Eichhorst dice che spesso al processo tifoso tien ùietro immediatamente il processo tubercolai'e, e che solo rarl:lmente le due infezioni assalgono simultaneamente il paziente. ~egli ultimi due casi riferiti é evidente la successione del processo tubercolare a quello dell'infezione tifosa. Non é il caso di dire che il get•me tubercola•·e preeaistesse nell'organismo dA' duA infermi e che avesse trovato un terreno adatto aUa sua moltiplicazione solo dopo l'esaurimon lo del processo tifoso ? Che cioè l'infezione tifosa esaurendosi abbia


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anche esausLa la t'esistenza organica, e che il germo tubar· colare si sia svolto sulle ruine del germe liflco? Certamen te il proce~so Lilìco era esaurilo, e le coUure lentate con i detril.i di milza del primo cadavere non banno attecchito. onde non h<? ripetuto il lenla.Livo sul secondo, nel quale le cicatrici Lifose erano piu inoltrate. E neppure il processo tubercola •·e era molto diffuso, giacché ne' polmoni v'erano pochi focolai tubercolari. e pochi tubarcoli gio,•ani disseminati nella milza e ne' reni; ma Iii morte di questi due infermi é stata prodotta dalla sede di predilezione scelta dai germi tubercolari, le roeningi ed il cervello. Cosi io entrambi si e avuta una rapida cci inopinala morte per tubercolosi méningo-cerebrale, che ci ba f11lto ll'ovar an· cora le ~raccie della preesisLonLe infezione liflca, e ci ha dato la spiegazione di quella lunga febbricola sopportata dagl'infet·mi seuza apparente pericolo, e che 8arebbe guat·ita, ed andata confusa con tutte le febbricole o febbr elle napoletane, livor nesi, romane e cassines i, e forse non sarebbe mai stata ricono<:;ciula per un ileo-tifo lieve, se una malattia intercorrente non a vesse tronro.la la vita degl'infermi. Dalle storie cliniche narrate, dal reperto anatomico-palologico di due morti, cr edo si possano tt·arre i seguenti criteri sulle febbri che gia da oltre due anni dominano nel distaccamento di Cassino. t · Che alcune di quelle febbri sono malariche, ma senza .gt·avezza e senza conseguenza, ed a quelle si può rimediare con generose dosi di chinino. e con un'opportuna cura rico· s tiluent.e se producono la cachessia malarica. 2• Che la maggior parte di quelle febbri sono di natura tifi ca, sono l'espt•essione d'un' infezione tifogoua che deve aver la sua sede nella caserma stessa, uelle trascurate re· gole igieniche, nell'inquinamento dell'acque, dell'oria, del suolo che circonda. la caserma, nella ostruzione o nelle con · dizioni abn(Jrmi della latl'ina, nel pavimento, nelle pareti stesse delle celle che servono da dormitorio. E qui la profilassi ha vasto campo da perlustrare, l'igiene molte ricerche da fare, il comando del distaccamento molla ~orveglianza da esercitare e molla autorità da far valere,


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è additata, e si deve poter r aggiungere. La salute del distaccamento, e forse dell'intero villaggio, lo esige. Un ultimo avver timento può trarre la clinica da queste poche istorie, che cioò le febbri a tipo subcoolinuo o remit· t.ente che vogHa dirsi, anche quando si sviluppano in una regione malarica devono es~er guardate con occhio sospetto, e non bisogna accontentarsi di battezzarle per malaricbe, senza ulteriore e:same. L'organismo ha poche forme di r eazione per svelare le diverse infezioni che lo minano, ed i quadri sinlomatologici di due infezioni diverse possono rassomigliar molto l'uno all'altro. Bisogna perciò andare in cerca d'altri crileri per giudicare cleUa vera entil.à delle inrazioni; e se nella ristretta cerchia di pochi casi non ci avesse illuminalo l'anatomia patologica, l'osservazione clinica di molli ammalati ci avrebbe dovuto far riflettere che non vi possono essP.re tante febbri malariche subcontinue tlove non est.~le una malaria grave, dove la gran perle della popolazione non é in preda a cacltessia malarica, dove non son frèquenti le perniciOse. E la stessa terapia inefficace ci avrebbe dovuto rammentare il giusto lamento di Laveran che ~i dà troppo chinino a chi non ha febbre rnaJarica, e se ne da troppo poco a quelli che l'ltanno.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Sull'infezione malarloa. - CAM ILLO Gor.Gl. - (A rehioio per le Scienze Jlediehe).

11 pror. Gol~i nei primi due me~i dell'anno scolastico 1886 esaminò alcuni casi d'infezione malal'ica in Pavia e comunkò il ris ultato delle sue osservazioni ai pr ofessori .Marchiafnva e Celli di Roma che, come è noto, si sono mollo oecupah e '31 occupano ancorA di questo interessantissimo argomento. I casi furono in Lutto quaranta, compresi tre dell'aJJnO pJ·eccdente, e preseolavono in generale il ca l'altere dAll'intermiL· lenza con spiccato pt•edominio del tipo quar tonorJO. L'autore divide tutto lo sLudio iu due categorie: la prima comprende diciotto casi io cui si limitò alla sola osservazione del reperto car•atteristico dello malal'ia; la seconda ne comprende ventidue, nei quali cc..n diligentissimo esame lo svolgimento del reperto malarico ru messo in rapporto con la forma clinico. Due soli s ul totale dei cosi parve dcsse1·o risultato negativo; e diciamo parve perché l'autore per cause indipendenti dalla sua volonta non polé seguir li come sarebbe stato nect>"!'ario. In tutti gli altri riscontrò quanto segue: SoHanto plosrnodli entro glol>uli rossi in quattro cnsi. Plasmodii e corpi pigmenlo.ti nei globuli rossi in otto casi. Soltanto corpi pigmenlali nei globuli ros·si in ventiset:e casi. Plasmodii nei globuli rossi e corpi semilunori, ovali o glohosi liberi in un caso. L'autore intanto dichiura di ave r adottata la non compromettente denominazione di plasmoòii, proposta da Marchia· fava e Celli, per designare i piccoli corpi biancJ1icci, dotali di


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movimenli ameboidi, che si vedono en~ro i globuli rossi. Chiama poi senz'allro cor pi pigmenlali gli altri cor picciuoli di vari.& grandezza, in generale più. g r·andi dei plasmodii, dotati di meno sensibil i moviment i ameboidi e contenuti essi pure nei globuli rossi. Chiama infine cor pi semilunar i, globosi, o,·ali, a bastoncino quei cor•pic<:iuoli de! par i pigmentali ed aventi la forma indicata dal loro nome, cb e si trovano liberi nel plasma sanguigno. A differenza delle osservazioni fallo da Marchiafava e Cciii, il Golgi trovò pr evalenza di for·me pigment.ate e non di pla· smodii; ma egli alh·ibuisce questo t•eperto a l fatto di non aver potuto esaminare che casi di fcbln·i oslinale e r ecidive. Quando riscontrò i veri plasmodii, er·ano in maggior numero nel periodo dell'apiressia precede nte l'accesso. Talvolta f'Comparivano subito dopo per ricompar·ire più. lardi; ma l'autore non r•iuscl a r ender si r·a gione di questo fenomeno. l corpi pigmenl~ti presentnvano un movimento ameboide mollo meno vh·ace eli quello dei plasmoò ii, anzi di solito non s i ri levav~l <.~h e un ~:<emplice e leggero movimento ondulatorio dei loro contorni. È un faLlo bene accet·tato dall'aulot·e c!he i corpi pigmentoti defia quartana nell"inizio della loro evoluzione assumono in c~rti casi i caralleri dei plasmodii, presen ta ndosi come corpicciuoli piccoli, non pigmentali, dotati di movimenti vivaci; ma non ba potuto stabilire allt•etta nto di positivo CÌ I'CO lo svolgimento dei plasmodii ,·eri, i quali senza dubbio ubbidiscono a leggi dlve r·se da quelle dei cor pi pigmenta ti. E questa osscr' 'llzione è cosi giusta che alloquando ai corpi pigmenleli erano associati anche i plasmodi1, questi avevano il significato di una complicazione che esercitava una evidente influenza sul decorso del processo febbrile. Il numer·o dei mir.r or ga nismi rappr esentanti la malaria ha un rapporto dirello con la intensi tu della forma clinica. T uttavia l'autore tr·ovò qualche eccezione a questa r·egola, che egli spiega con la eli versa eccitabililé del sist ema nervoso dei vari individui, ft•a le a ltre par ticola•·i disposizioni. Frattanto ha potuto stabilire circa la febb re quartnna questa legge importantissima: • Nella febbre qua r tana i cot·pi pigmentali t'aggiungono il


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• completo lor o sviluppo (mu~urazione) entr·o il periodo che ~ decor t•e fra due accessi; la malurazione e l'incominciante o • avviata segmentazione dei medesimi di poco precede la « comparsa di un nuovo accesso, siccbè, come dallo presenza c delle forme mature e di segmentazione ::;i può pronosticare c la vicina insor·genza di un accesso febbJ•il e, cosi, Lenendo c conto delle diverse allre fa si di sviluppo, è possibile prono" slicare l'eventuale insor genza dell'accesso fra uno oppu re ' fra due ~iorni. • Ed a dimostt'azione di quesLa legge riferisce alcunf' slorre cliniche dei 22 casi da lui osservati, avvertendo pero cbe tutti questi casi furono egualmente positivi. I n Lullo le storie cliniche sono cinque e presentano un r eperto quasi identico. Si lraLLava in genet·alP. d'infezione vecchia, per lo piu a tipo quartauario. L'autore riscontrava nel sungue i corpi pi~uumtali più o meno abbondanti. Nel primo ~iorno di apiressia questi corpi, COII~nuti nei globulr rossi, erano relativamente piccoli, ma poi andavano a mano a mano crescendo flnoa distruggere interamente il globulo sanguigno. per modo che appar·ivaoo liberr; ed Allora comiuciava la lor·o scissiono, con la t[uale coincideva l'insorgem•.a dell'acce:.so febbrile. Solo per eccezione trovò cho la scissione si compiva nel globulo non ancora distrullo, come pure eccezionalment~' ~li avvoune di vedere delle fot·me L'ispondenli ai v,.ri pia· smodii non pigmontati. È note,•ole il ~econdo caso, d1 quadana doppia. In corri· spondenza dei due &l'..ce5si si riscontravano nel sangue ,fue serie diverse o generazioni di corpi pigmenlaLi. l'una piu rallra meno abbondante, r aggiungentr il completo s'iluppo con un giorno di distanza. Alla serie scarsa corrispondeva l'accesso leggero, all'abbondante l'accesso forte. ~oleYole 1\ pure la quarta osservazione. L a malattra, cominciala con tipo quartanario, era poi divenuta terz.anaria ed infine I{UOtidiana (quanJo l'autore l'esaminò). Ebbene con ripetute ricerche mi· croscopiche si poté constatare che ad ogni accesso corri spondeva la maluraz•one (segmentaziont-) di una determinata generazione di corpi pigmentali. i quali però ~mpre compi· ,·ano il loro ciclo a termine di tre giorni. La febbre to 11uesto


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ea~o cessò senza risorse farmaceutiche, e ciò cer tamente per Je mutate condizioni igieniche dell'infermo, che modificarono

faml)ietde Ì fL CUi VÌOO'ftO gli .~peéiali mierOf"(!afliSmi della m~ liJria (safìgue). La fagocitosi si osservava quasi soltanto nel

periodo d• febbre alta e nella defervescenza, poiché è nell'i-

nizio della. febbre che, per effètto della segmentazion e, le piccole masse pigmentate restano libere. Altro fatto importante tula lunga precedenza della temperatura febbrile alla èomparsa d~l bri vido. Nel quinto caso l'autore rilevò pure il fatto che, somministrato il chinino 4 o 5 ore prima dell'accesso, si riscontravano ancol'a le forme di scissione e l'acce!:'SO non fu impedito; dalla qual cosa egli deduce chP. il precello pratico di somministrare il chìhino appena cessato l'accesso o durante il primo giorno di apiressia sia preferibile aU'altro di somministrarlo alcune ore innanzi all'insorgenza del nuovo accesso. Alle storie cliniche l'autore fa seguire alcune considerazioni. Anzitutto nota la regolarita dello sviluppo dei corpi pigmentl.lu, il cui ciclo s i compie in tre gior ni, cioè nel periodo che decorre tra due accessi di quat·tana r<"golare; e soggiunge che questo fallo l'indusse a cons idera•·e la quarlana come il tipo normale di febbre inlermìltente. Infatti: « la quarlana • doppia ed alcuni ~si di quotidia na rientrano rigorosamente • nello stesso tipo, perciò che anche in queste forme più com• plesse ciascun accesso è io corrispondenza con una distinta « generazione di corpi pigmentali arrivanti al loro svil uppo ad • uo giorno di distanza. • Alcune eccezioni poco notevoli, come in quàlche caso l'anlicipazione1dell'accesso, non servirono che a confermare la regola. L'autor.e passa poi a qualche particolare di descrizione dei corpi pigmenta li. Questi corpi nel primo. giorno di apiressia non occupano cbe t;~, o L/5 del globulo t'osso: ma vanno crescendo a mano a mano, per modo che qualche ora prima del nuovo accesso si osservano globuli occupati quasi per intero dalle forme pigmentate, e corpi pigmenlali liberi, intorno ai quali cioè non si vede più traccia di globulo, e che solo qualche volla mostrano un ten ne involucro, pt·obabi lmen te dato da un sottile strato di slroma globulare scoloralo.


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11 pigmento, che e ra ir·regolarmente dissemina lo io questi corpi, si va poscia raccogliendo verso il centro fino a fo rmare un piccolo a mmasso globulare a con torni ben distinti od al piu inviante qualche raggio verso la periferia. E contemporaneamente appariscono nella massa bianca periferica i segni aella divisione, che par e si compia con coosidere,·ole rapidità, risultandone per lo più la regolare ed elegante fig ura di una m~trghe rita. l n fine i cor-pi pirirorrni od O\'ali, regolarmente disposti a corona, assumono fo rma globosa e si disgregano: e dopo ciò avviene una rapida scompar sa di tuUe le forme di segmentazione. Quale é la sorte di queste forme ( L'autore in pr·oposito s i esprime cosi: « Riguardo a tale fallo è ovvia la • supposizione che i globetti, res i liberi e che solo ecce• zionalmente si possono s coprire nei preparati di sangue, • vadano a stazion11re in quolcbe organo (milza ?) per ricom· « perire il giorno successivo forieri di un nuovo successivo • accesso febbr ile s olto forma di corpuscoli non pi!nnenlati « (plasmodii , che rappresentano la prima fase di un nuovo • ulter iore ciclo. • Riguardo poi alle masse di pigmento rer-;iduate dice: • Le piccole masse pigmentali abbandonate dai • globelti risultanti dalla segmentazione vengono abbastauza • rapidamen te a ~sunte e vero$imilmente distrutte dai ~lobuli c bianchi. • Riassumendo dunque l'aulot·e, in base all'accenntlta descrizione, distingue le seguenti for me di avanzato sviluppo: t• corpi pigmentali prossimi al complel'l sviluppo, che occupano per intero, o quasi, il globulo sanguigno; 2' cor pi pigmentati a sviluppo completo, che mos ti·ano il pigmento raccolto nt•l centro e la sostanza per iferica in via di sctssione; 3• cor pi con segmentazione in allo, cbe a<;sumono la ror ma di una margherita o di piccoli irregolari gruppetti. La scis~ione ta h·Òita si ,·ede compiere durante l'osservazione microscopica; ma è certo che le forme già segmentate esistono nel sangue a ll'atto della suu uscila dai ''asi. Finalmente, a modo di conclusione, l'autor e dichiara che le deduzioni dei suoi studii non equi,·algono a leggi genet•ali comprendenti tutte le febbri intermitlenti mala r iche, ma solta nto (ed in relazione del tempo e del luozo in cui prnticò le


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sue ricer che) la febbre quartana semplice, la quarlana doppia, alcune quotidiane e lalune irregolari. E sog~i unge : • Ri• guardo alla terzana s i può a nche dire, a priori, che il pa · « ras~u ta rappresentante l'infezione malarica deve avere un c ciclo di sviluppo diverso da quello della quartana e s ue com• plicazìoni. " Difatli, se mancassero altre ragioni per sos tenere che alle varie forme cliniche della malaria corris ponda un diverso reperto nell'esame del sangue, basterebbe un caso (unico sui 40) osservato dall'a uLore, nel quale la forma clinica e t·a di febbt•e inlerrniltente a Lipo irregolarissimo e l'alterazione del sa ngue era rappresentata dalla presenza di corpi semilunari, o globosi od ovali liberi, e da plasmodii contenuti oei globuli rossi. L'esame di quest'unico caso, per quanto seguito attentissimamente dall'aulot•e, non bastò per fargli acquistare un'idea esatta delle varìe fasi di sv iluppo delle forme trovate nel sangue; ed ·e sollanto in via di probabilità ch.e egli ammette dette fasi essere rappresentate successivamente dai corpi globosi1 ovali, allungati, più o meno semilunari, ecc.; come pure inclina a credere che le forme semilunari subiscano un processo di segmeotazione analogo a quello descr itto pei corpi pigmentati nei globuli rossi. Bai olol o evolutivo del par&lliti malarlol nella febbre terzaua . - Prof. CAi\ULLO GoLGI- (A r chioio per re scienze mediche, F ascicolo 2", 1889).

In questo secondo lavoro il Golgi si occupa della febbre terza na . Il parassita ameboide di qu ~sto tipo d'infezione mala t·ica corrisponde essenzialmente u quello della quarta na, ma presenra s peciali caratteri biologici e morfo lo ~ici, che mettono l'osservatore in grado di stabilirne con sicurezza la diagnosi differenziale. E d'altra parte, seguendo con attenzione lo svolgimento delle forme del parassi ta nel sangue, si pu6 con mirabile precisione determinare non solo la forma clinica, ma anche il numero di ore decorse dalla febbr e, il


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giorno del ntl.ovo accesso, la mancanza di poche o molle ore dall'inso1·genza di queslo, ecc. Ecco intanto una sol!1maria descri:tione dei parassili ameboidi della terzana, la cui evoluzione si può compendiare in tre fasi: t• Poche ore dopo finito l'accesso febbrile si r·iscontrano dei globuli t'Ossi contenenti i cor picciuoli protoplasmatici, chiamati plasmodii da Marolllatava e Celli. Siffatti corpicciuoli, che in questo caso presentano le minime dimeosi·oni (1/4 o 1(5 di globulo ros·so}, s i differenziano dalla sostanza del globulo pel loro colore bianchiccio ed una speciale rifrangenza; ma ciò che più segnatamente li caratterizzano sono i movimenti ameboidi assai più vivaci di quelli che si osservano nelle forme corrispondenti della quat•tana. l n q11esto periodo o sono spr ovvisti di pigmento o non ne contengono che tracce. Talvolta la vivace mobilità si osserva anche nelle forme alquanto più inoltrai~, munile di una discreta quantità di gr!lnuli pigmentali, i quali si raccolgono verso l'estremità ingrossata dei prolungamenti (pseudopodi). Se allo1'a non si guarda attentamente il preparato, siccome le parti non coloratE:t dei prolungamenti sono meno visibili, si può credere che nel globulo esistano più corpi pigmenlati, mentre questo reperto è a.ffalto eccezionale. I globuli in vasi hanno meno tendenza a ragg rinzarsi di quelli corrispondent• dlllla quartaoa, e di solito sembrano come ing randiti rispetto a quelli normali. 2• L'autore rifet·ìsce ad una seconda fase tuU.e le modiflcazioni che presentano i parassiti della lerzana durante 11 giorno che s'interpone tra Jue accessi febbrili. Si rbconlrano in questo periodo notevolmente ingranditi, più ricchi di pigmento e con contorno più netto; ma i !OJ'O moviroenli sono divenuti meno sensibili, quantu nque la contrattilità sia sempr·e maggiore che nelle fnrme ameboidi della quarlana ad un corrispondente periodo di sviluppo. l parassiti della Lerzana sono parlicola.rroenle caratterizzati dalla grande rapidità con cui trasformano l'emoglobina in melanina; onde qualche ora prima dell'accesso i globuli rossi occupati dalle forme ameboidi sono quasi deltulto sco-


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lorati. Siffalli parassiti per ò non sor pas~>a.no c·he per eccezioni un diametro corr·isponòP,nle a 2/3 o ·~(> del globulo 1'081!0.

3' La terzn fase é carellerizzaLA òalla maturazion e e segmenlazione dPlle t'orm e ameboidi. A differenzn di fJUanlo si osserva nella quartana, nella Ler zana <>i hanno diver·!'e manierl' di segmentazrone, che l'autore co~i r iassume: Prima maniera. - A v vione prima d'ogni altr·o la riurlione del pigmento ver so il centr n del corpo ameboide; mentre nella parte p erirerica si accenna una specie di anello, in cui pr·esto 8i palesano delle str ie r adiate. Continuando i t processo queste strie limitano 15 a 20 cor·prcciuoli di sostanza branchiccia, i quali, pr ima ovali e poc:cia rotondeggiauti, fini l'cono in ullimo per staccarsi gli uni e gli altri , serbaudo una ùisposizione a corons intor no Pd un di"-CO cenh'al e limitato da un distinto orlo, elle è espressione di membrana limrtante, s::icchè io conrple!I~O si ha la figura di un gira<"ole. Oisgregali ed allontanati i corpicciuol! per·rferici, il disco CE'Iolrale in cui si è r accolto lullo il pil-!mento é dr sol!to di&trullo per• fagocit•smo. come r egolarmente si os;.el'va; ma non può escludersi i n modo assoluto eire ulcuui di 'IUe!'li corpi r esiduali o:;i ruanlengano ancora allivi o tlotaLi di ulter iore produ Lli vitti. Notevolissimo c·· ri 111odo di segrneuta.ziono tlei pur·as<~iti d~>lla l erzano, poiché pOii'-ono J•ilev~;~t·~<i i seguenti caratteri ditTer enziali da quelli dt>lla quaJ·touu. In questa i corpicciuoh ri11u1tauti clolla r-;cissione sono di regola da li a 12, mentre nello terzana sono or•.linariamente da 1::> a 20, si pr·esentano as<~ai piu piccoli e non vi ~ i scOt·ge il nucleo. Però la dirfer enza più im pol'lanle è !;empre in ciii cho nella terzana, compiutu la scissiom•, il cor•po resid •.aJ~> serba una for•ma ben determinalo, mentr e uellu qulll'tllntt rirnune uoa semplice massetla di prgmeuto che be•• presto scompar e. Seeon cla man.iera. - Hiunilosi rl pignwnlo nel centro del corpo ameboide, non solo la parte pPriftH'ica ma Lutla la sostanU\ bianchiccia di esso !:'ubisce il gr adual e di[el'enziamt>oto per m oùo che si formano ùe~li ammassi di corprc;-

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ciuoli tondeggianti, corrispondenti a quelli descrilli da Marchiafava e Celli. Tu.:a maniera. - In alcune forme mature con pigmento disseminato, che possono dirsi libere, il pigmento invece di raccogliersi al centr·o s i porta io una zona vicina aliti periferia della n1assa ameboide. Intanto la parte centrale abbastanza nettamente separata dalla periferica che ora contiene il pigmento, diviene trasparentissima, acquistando talvolla rapparenza di un vacuolo, entro cui si vede un gto betLo, raramente due, come quelli risultanti dalla segmenlazione. Ques ta maniera è riferita dal l' aulore in modo assai dubitativo, essendogli manc~:~ta l'opportunita di sludiarla in molti casi. Il ciclo evoluti vo dunque dei pat•assiti della lerzana si compie in due giorni, e nei casi di terzana doppia o duplicata si "erifica la stessa legge che regola la forma quarlanaria, cioè cl 1e ad ogni accesso corrisponde la rnalurità di essa singola generazione di parassiti, mentre in generale la quanlita di parassiti che si r·i ~co nLran o nel sangue é in rap· por~o con l 'inl~osità dell'accesso. Ritenuta questa legge, é facile intender·e la g rande variata di fot•me clioiclle pol'sil>ili per la varia quantiiA e maturazione delle form e ameboidi presenti nel sangue; vi sono per fino acce~si co!'i lievi. che la sola ri ~o rosa osservazione termomelrica può meUerli iu evidenza. Forme anche più complesse s i hanno quando la terzana si complica con la quartana, ed allora senza una lungo esperienza nell'osservazione del saugue e quasi impossibile formulare un'esalta diagnosi. L'autor e ebbe ad os~:ervare un classico esempio di questo genere: lrattavasi eli tlltfl quar· tana triplicata unita a terzana, fallo che egli potè perfettamente stabilire mettendo in relazione il rep13rto microscopico del sangue con la complicalìssima forma cli nica. In CJLlesto caso ebbe pure a notare la presenza di forme flagellale nel ~a n gue, come quelle descl'ilLe da La\'eran, Marchiafava e Celli, Osler e Councilmann; e sircome non l'i risconLt•avano che in corr·ispondenza o poco dopo il periodo di malur·azione delle forme ameboidi della Lerzana con le quali, quando re·


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alano libere in seguito alla segmentazione, il loro corpo somiglia, cosi egli inclina ad ammettere che le forme flagellate entrino nel ciclo evolutivo dei parassiti della terzana; ma questo !a~to r·lchiede ulteriot•i e più precise osservazioni. Conçhiudeodo dunque l'autore, riferendosi ai suoi studi sulla quartana, stabilisce ora questa legge: c Anche per la ter zana esiste un rappot•Leo proporzionale • tra l'intensità degli accessi e la quanlità dei microrganismi c malarici esistenti nel sangue; quanto più abbondante è il c reperto parassitario, tanto piu intensi sono gli accessi, e c viceversa. Ai più scarsi reperti pos!'!ono poi corrispondere • non accessi veri, ma soltanto più o meno spiccati rialzi • di temperatura. Qualora la quanlila degli stessi micf'orgac nismi sia discesa aci un roiui rnum, il cui livello non è con c precisìone determinabile (cerlamente v~:~ria nei diversi in' dividui), essi possono diventare impotenti a produrre nel c sangue il grado di alterazione valevole per provocare un • accesso febbrile •. Naturalmente questa legge preseula molte eccezioni che sono dovute alla diversa reazione organica dei singoli infermi. ~econdo il Golgi dunque il microrganismo che produce la febbre terzana é dislint.o biologicamente e morfologicamente da quello che produce la febbre quartana, com e può desumersi dalla descrizione in breve riferila. L'autore iufloe, s ulla base dei suoi s tudi intorno alla quarLana ed alla lerzana, ritiene che queste du e forme rapprel!enLino i tipi normali (lell'infezione malarica febbrile, mentre Le febbri malat•iche quotidian e non t•appresenterebbet'O un tipo a parte ma solamente forme complesse di quartana o di lerzana; senza escludere con ciò l'esistenza possibile di altri tipi di f~bbre legati allo sviluppo di altre varieta di parassiti malal'ici. Anzi è probabile che le semilune del Laveran, con le quali sono pure in rapporto alcune forme Ilageliate, proriucano un tipo particolare di febbre mah.trica.


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Un caso di gomma della base del cervello . - E. StEMEI~ t- t NG. - (Cen tra.lù Jttr elie medie. Wissensch. , N. 5,0, 1888). Una donno ù i 38 unni con indubbi segni di uno. infezione siiìlilica, sofferenle da più anni di dolore ui le~l.a. vomilo, verliftini cd access1 epilettoidi, presentava il f<eguenle <Juadro mor•boso: strabismo ùcll'occbio sinislr•o, Jebolezzn della eslr em ila inrcriore sini sll'S, diminuzione del potere vis i'''). Dopo un accesso di apoplessia a sinistr·a sopravvenne r•o s intomr bulbart: djsturbi della pa t·ola e della deglutizione. P oco tempo dopo, colpo apoplettico a destra, paresi delle eglr·emilir deslre, della ling ua, dello paNe inferior·e della faccia. Abbassamento doll'udilo a deslt·a; pe r•ditn dbl gusto; estinta la r eazione pupillare. Atrofia doppia dei nervi o ttici; a desLr•a nulla parte inferiore della pupilla un riflesso l'OSsiccio. A. sini::;tru a.mauro!:'i, a tlestra emianopsra L~mp01·al~. A ùeslra oflalmoplegia e slet·na, a sinislt•a par·alisi di alcunr t'ami dell'oculo nrolor e. Coll'aumenLo dei fenomeni paralitici e col peggior•amenlo dei s intomi bulbari sopravveune la mor•le. Alla se:.:ione J'u trovato un J'o cola[o di rl\mmollimeulo ue l COI'pu f<ll'ialo sruislro che pene~ra,·a nella capsula interna e un piccolo lòcolaio nel luogo co.t•rispondenle dsl destro Ialo. Alla baso u u lumore gom moso J.lrovenienle dalle me111brltne, il I)Uille twevu tra.Uo i11 compromissione gli oltatlori, gli ottici, il clJÌHii llla e le banùcllclle. La banllelle tt.a sinistra et•a nel sun cot·so flno jnclusivamente ai corpi ~enicolaL1 e al puh·iuar·e, cambiata in un tumore che aveva inYaso anclte le pal'lì vicint-. La b andelle tla destra, il chias ma ~~ ambeJue i nervi ollici er·ano in pat·Le in fìllrati dal pr odotto si{ili tico e più n sillif'Ll'a, iu purle ovviati alla alt•ofla. Nel uervo ollico desli'O, bauòelletta e mela destra del chiasron s i poteva t·icouoscere un tratto continuo di lìh['o ner vosP.. Fru i peduncoli cer·ebrali era una eserescenza gommosa fr·esca che si era estesa agli oculoroolori ; a nche sugli abducenti vi erano l eggiori deposi ti gommosi. Nel cor·po r esliformo sinistr o si Ll'ovnva un Lumo1·e il quale aveva il suo puolo di pa rtenza dal ·~enel­ letlo, che a"eva dislt'\Hl(l e iofiltr·ato quasi tulla In mt!l& siJl ìslra del midollo allungato all'allezza Jel nuCIPH infertore


li EDlC., dfall'ipo;;los~o. De~ene raziont: discendente d~r fasci piremtdali u speciali allet·azioni sifiliticbe delle pareti vascolar·i. Q~t~•slo caso è impor tan te non solo pc:rchò arl'icchisce lu casuislica della e lllinnopsia tempot•ale con allec·azioui anatomiche. ma anche perché set'\'f' a chiarit·e il cor·so delle flbr·e nt>l ne r vo ottico nel cbiasma c nelle bondellelle. P er• via dell'esame a ualomico fu dala la sicura pt•ova di u n fascio di llht'ù ner vose conLinue in tutto il rorsc• della papilla fino al t'<II'PO genicolato esterno c interno, nel 'JIIale fascio, seCOIHIO l'esper ienza clinica, sono contenute •1uelle fibre cheprovvedono il quatl ra utt' eslet·no inf~:~r·iore e la mf)ggior par•te d~>\ quadrante eslnr no superior·e clellA. retina. Wuesle fibre clw pt'OHedono la par·tc laterale dcllu r·aLino decorrono 11cl tront~ del ue r ,·o uLLico lalei·almenl~ raggiungendo con la mag~r or parte del loro volume la periferia, nella porzione lnlruorbilale stanno inferiormente e nella porzione centrah• piu vet-so l'esterno. Nel chiasma il fas~:io nou incrociato !<la !Qlcralmente, nella par te anterior e nel centro, nella par·Le p,1,lt•1·lore nella !'a ccin dor sa le. t\ellu bandoli~Lta ha una po11izione centrale, non arTiva rntti ulla pet•ifel'ia.

lalla lntussasoezlone dello stomaco. - H. CiliARI. - (P,·ayer med. Wor:lleoschri,ft, e Centrali•. (Il/' 1/ie medir. Wt.~· 116f1.''1Ch, N. 2, lfl8!)).

Una don ua di 4i- anni ammalo con diurl'ea e vomito nella regione del p iloro una tumefa· zione g ros sa cruento un uovo di tacchino P Il pr esso uno forte dila tazione dcllt\ ,·cscichelta b1liarP Il contenuto dello 11 lomaco si h'O\'O pr·ivo d"al'ido cloridrico. Ln 1liarrnosi fu dr • C&l'Cruoma del pilm·o e idrope della cislifellen •. Otto settimane dopo la compai'Sa dei primr fenomen i, la malata mor r. Ali ~ autopsia si osser vò nella gl'fmde cu1·valur•a dello stomaco medioct·emun te disteso e pieno di ga s e lirJ:uido, a cit·cu K cenlunetri dal pilOI'o. uno fossetta imbutiforme nelln quale s1 P· •leYa penetr·ure per· circa 6 centimetri andando ve~o rl piloro. Si trattava quindi di una inlrotlessìon~> tl'una par·t,. delle pareti c.lello »lomncll nullo gl'anùe cut•va tw ra. li colon

san~ur gno. S i r isroulr6


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RIVTSTA

lrasverso, per la trazione del g rande epiploou verso la fossetta, era a questa avvirinato. Lo svaginamento avvenne con la mass ima facilith. Alla sezione dello s tomaco a ppa t•ve chiaramenla che l'invaginamento era stato deter·minato da tum ori della parete dello stomaco etl era parziale. La rnucosa era dap pertutto arrossata o inspessils, e alla punta dello invaginamento ave,·a tre polipi a for ma di cavo! fiore con g rosso picciolo ed in allri punti a ltri piu piccoli fino alla grossezza di un pisello. La porzione ~uperi or~ trasversale del duodeno era molLo larga e la sua tunica muscolare mollo iper tt•otìzzala. All'esame microscopico npparvet•o quelle o•screscen:te polipiformi come veri adenomi poliposi cot·rispondenti ai polipi muoosi che ~esso si osservano nel calo t•ro cronico dello s tomaco. 11 fatto che nel cadavet·e lo in vagioamento si lascrava facilmente sciogliere, come pur facilmente si r istabilivn anche più estesamente di quello che fu trovato alla apertura dello stomaco, conduce Alla conclusione che anche in vilo fosse a vvenuto lo scioglimen to e il ristabilimento d~Jla intussuscezione, poiché nel corso della malattia si verificò un notevole temporaneo miglioramento di tutti i sintomi. La combinazione delle escrescenze polipose con lo invaf:ttnamento precisamente n ella r egione dell'antro pi lorico prov,·isto nel caso attuale di una t'o t'te muscolare, del cosi dello s flnlere dell'an\ro, si può s pìegar·e per la nota dilferenza dei movimenti di contrazione dell'ultima parte rammentata e del rimanente dello s tomaco, di guisa che per ']Uesle contrazioni l'udenoma che trovava si nella vicinanza , fu abbracciato spinto nell'antro e cos\ la par te della parete dello s toma co su cnì avevo sede rimase invagirlata. Sulla hulutfiolenz& 4elle v&lvule aemllun&rl dell'aort&. - TJMOFeuew. - (Berl w . klìn. Vocllensch. e Centralo. (Ur die medi~:. Wissensch. N. 50 1888). Il Timofejew s tudiò le condizioni dell'nscollazionE' nella insufficienza delle valvule aor tiche prodotta ~pecial mente nei cani io rapporto con la osservazione sugli uomini, ne1 quali


lf&DI CA

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11 rumore diastolico gener ato dal dello difelto vah·ulare drminuisce o anche totalmente spari sce col diminuir'e della pressione sanguigna come ad esempio quando si ha nello lllesso tempo insurflcien za dt!lla milr ale, per essere sostituito da un touo. Omettendo di descr·iver e la tecnica delle esperrenze eseguite dall'autore, vogliamo l'ilevarP che quando è piccola l'apertura pr odotta artifici almente nella val vula non si genera alcun r umore, quando l'apertura è più gr·ande si eente un tono cort r umore, qunndo è ancor a più considerevole si ode un rumor e senzn tono. Abba s~ando arLifìcial mente nel sistema arterioso la pr·essione sanguigna, con un MI&!>SO dall'arter ia crur•ale, il t·mnot•e diastolico spat•isce erl è sostitui Lo da un tono pur·o, evidentemente per chè vengono a mancnr e le co:-:dizioni per· il l'or·tc rigut'~i to del sa ngue uri venlricolo sinistro, necessat·io per la prooluzione del r uml)re. Lo stesso fenomeno l'autore potè dimoslrar·o in un cane nl!l 'tuale potè pr odur r·e prima uno insufftcienzn delle valvule aor tiche e quindi unn insul'fìcienza mitrale. Poichè, secondo quanto ora si ò detto, il r umor·e cliasLolico del cuor e non dr'l llt>soluta sicurezza per la diagnosi della insufllcienza aortica. cosi l 'autor e studiò i toni e i r umori nelle carotidi. Egli t1·ovò rbe nella insuffìcieuza aorti('a del cane pr·oùotta artitlcialmenle, il secondo tono nelle car·otidi st~r n pre spar iSCl', e tanto più presto quanto pil1 con:::ide1·evole et•a In insu frlci enza delle valvule. Il pi(t o meno r apido dilcguar·si di questo tono è , <Jllindi in r apporto con i] più o meno raptclo abbasf'amento della pr essione sanguignn. Il secondo t'umot•e che si ode talvolLa nei maiali cl'insuffìcienza aor tica nelle carotidi non è pr opagato secondo l'autor e dalla base del cuor e, ma ha una origine puramente local e per l ~"' irregolari vibrazioni delle pareti der va::i patologicamenle alter ate. Oaao ollnico eU emoglobinuria. - Prof. De REN7.t E R EALE. - (Rivista clintca e i erapeutica; maggi o 1889). Esporremo brevemente le considerazioni degli autori ~ui

ralli piil im po•·tanLi che si lt'Ovano r egistrati nella storia dellag1iata di questo caso clinico.


RJVJSTA

E noto cbe le teorie che oggt SI ammettono più. comunemer~te dagli autori a spiegazione de1 fenomeni dell'emo::tlo-

binuria sono due. Secouùo unfl Ltwr·ia la malet·ia colorante del san;.:ue, dure.nte qlt access1, s1 scioglie nclfaheo ctrcolalorio e viene poi segt·e~ula Secomdo allr1 la malallia ,. delermin&ta in modo prectpuo da allerazioJJi Jei t•eni. Il SII· vestrini, fra gli altri. ritiene che e:-F:a consi~tu in uoa epalile parencltimalosa associnla tl neft•iLe tub ultlt'e. Or·a allo scopo di accertarsi clelia preesislenza o non dellu emoglobina nel sangue, gli aulOI'i hanno p1·a licati .Ju,. sala!lsi all'ìnl'et•mo, l'uno negli iulervalli degli altacclu, l'ulli'O durante UOO dt 11ueslì. 1J risuflumento fu decisivo, CIOCCbo• mentr(' il siero tlel sangue caccialo col primo ~alasso non cont.encva dell'emoglobina sciolta, 'JneUo del ~an!!Ue racctalo dut·anto l'accesso conteneva dit~ciolla l'emoglobmu. l n ra pporto poi alle moditìcn1.ioni riscoutrale nelle ut·me enu~sse dopu la scompa1·sa della ~rnoglob ina e f')Uintl1 Jell'allacco i fotti pl'incipali notati sono: l'aum<'nlo nutovolo doll'urotlilintt e dell'acido ut·ico. Il fallo dell'aumenlalu quanlil.a dell'ui'Obilina nelk ut·ine emesse dopo gli acce«st, o, 'tuel che più irnporlH, delln ~o· stiluzione dell'urobilina oll'emoglob1na nell'attacco, 'a. in acC'or.io colle r icer che sperimentali pratica te da Ponlìck. Questo autore dimo&tr6 che quando l'~moglobina si C<tacr.a da1 cot·puscoli ematici e ~i disc;ol\'t•, non s empre s1 wrtficu l'eliminazione dell'emoglobina sle;.;su pl:'i reni. L'cmol.(lol>tnul'ia ma nca quando i glouuli distrutti sono po<;hi. glllcchè allora tanto l'emoglobiua cha il ùclt•ilo dei globuli emalll'l possono essere incorpor ati a lt·nsfot·mati dal fegato e dolln milza. Rig-uat·do poi all'aumento dell 'acitlo u1·ico, la <Jnanliht ehmtnata nei giorni in cui l'lllfet•m,, non ebbe acccss1 di "ot•ln fu lro,•ala eguale a gr. 0.1 145. nPt gio1·nt in,·ece ne t •1uah l'ammalato ebbe un accesso mlenso a motivo della forto inlluenza del freddo ai p1edi, la quanlila sali a g r. 2,1i'f · nli autori si credono pel'lanlo autorizzali a tra1·re le ~e­ gt.enti conclusioni da rruesto studio:


MEDICA

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t• E fuori di dubbio che l'emoglobina pt'eesisla nel sangue degli wfermi di emoglobmuria. durante Erli accessi. 2• A l ces~at·e di questi, e se~nat.nmeolc colla completa scompar--e .lell'emoglobina dall'Ut·ina, ha luogo un aumento nella t>lnni ll&Ztone dell'urobilinR e tlcll'acido urico, pt•oporzionato all'iotens ilà dell'accesso. Può esistere coll'influenza del fr eddo in moderato . gruolo Ull ottoeco C'\g ualm~nte leEfgi er0 dello rnalaLlifl, caraLlerizzato dalla emif'sione di fot•le quon lilà. dì nrobilina, anzichr d t omoglobma. - l n tal ca~o puo aver~1 una urobilinuria paroMsistica in cambio di una cor•rispnndenle omoglobtnuna. 4' Con Lulta probabilità la me t~mo~lubin a che si l'iscontra nell'orina nei casi di cmoglobrnur·w, che perciò l~ staLa chiAmala anche metemogluf,inll r ia. 11011 pt·eesìsle nel sangue, 1118 si fot•ma nei reni: in etlì:Uo tlel<wmioalOl"i l'atUicco dello malattia, l'urina non C'onliene altr o che rnele-

mo~lobiua .

5' Ln tliflìcolll1 <.li pr·odurre l'allacci) ùi omoglobiourio, dopo una brew~ cura mer curtaiP, indtwe o ritener lc' col Murri clw il mer·t•ut·io ahhia una r ealr eftìcfltiu conll·o questa affezione. Dlagnotl bio& della insufficienza meoca.nioa. dello atomaoo. - OEB IO - (Centralb. ltir d~> mel/te. TrisRensch. N. 16, 1889). Lo stomaco vuoto di una persona Rl\118 1 stando ror l ernenle contralto nel lato sinislt'O dellu vol to. del diafl'agrna, non da alcuna otLusilà alla percussione. M a 9e si fa bere un quarto d1 hko d'ucqua. si può nella posiziorw er·etta sen tire con la Pl\r•cussione una oltusita che scendo in forma di at·w in media l l l /2 cm. solto la puntu tlell'apofisì em•iforme dello sterno nella linea mediana. Dopo a'cr preso un secondo quarto di litro d'acqua ìl confine infcr·tor·e dell'oltusita sta in media 2.8 rm. piu basso, dopo il t•·rzo allr•i 2, 1 cm, e dopo il quarto flnalmenle altri 2.5 cm. piu giù. Sotto la li r.ea owbeltcale la ottusità dello stomaco nei 1'8111 non scendti mai.


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R" JSH

Se la persona si esamina nella posizione supina in luogo della oLLusiLà si sente naturahnente un suono timpsnico per l'aria inghiottita con l'acqua. Dopo un pasto ordinario il limile interiore de>llo s tomaco s i trova allo stesso livello che dopo aver preso da 1 2 a 3t-i di litro d'acqua. Nelle persone con dispepsia cronica o catarro cronico dello s tomaco, in co u seguem~a dello indebolimento della forza elastica e muscolar•e dello parell gastriche, il limile inferiore della otlusita dopo la be vut.a d'acqua, è sempre più basso che nei sani; e Jlnalmenle si trova dopo a ver pres:o un quarto di litro d'aeq uo , cosi basso come nei sani dopo un mezzo litro. In alcuni casi, nelle stesse condizioni arri'"a fino all'ombi'Jiico. Con c1ueslo meLodo di esame si può facilmente riconoscer·e la insufficienza meccanica dello stomaco. Nei molati con dilatuzione del ventricolo, nei quah pure lo !Stomaco é per•monentementa distc~o, nella r·c•gict~te '1Uperiore del ventre si ha sempre un rumore pii1 c meno ottuso, poicltò probabiiO}o.)nto lo stomaco, come un sacco vuoto, è accollalò alla pot·eteaddominale. So uno di queslt malati beve un bicchier e d'Accruo, la ottusità semiiunarc scen•Jc subito fino al fon~o di questo sacco, e nei cas i g t'avi raggiun ge fluo lo linea or·iztonlule iliaca. Cosi la percussione Milo stomaco può dar notizia della condizione motoria P mf·c::anica dello stou1aco tonto nei sani quanto nei malati. Sulle alterazioni prodotte dalle tDiezioDi nel tess uto dell& mllz&. - A . BEORCHIA NrGRIS - (Bullettino delle scilm:e mecliclle di Bologna , marzo 1889). Pun to concordi so11o le interpretazioni che i varr nulori danno sull'azione delle inietioni parencllimalose nel tessuto della milza malata. Nessuno ha indagato quali effell• le iDJezioni producano suila milza di animali sani. Perciò l'autore p ensò di colmare questa lac,ma ist•tuendo, solto la direzione del prof. AJberlom, una serie di ricerche con iniezioni di diver "'e sostanze in milze di animali sani (cani) nell'intento di contribuire alla ùilucidozione del mec-


D Dl CA

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cani ~ m o d'azione che le iniezioni hanno nella l'iduzione del volume della mil:r.a . Da ques te ricerche si può dedurre quanto segue: t• Le iniezioni parenchimalose nel tessuto della milza qualunque sia il liquido iniettato vi inducono r1uasi coslantemenle delle alterazioni anatomiche. 2" La maggiore o minore estensione delle alterazioni anatomiche dipende da tre fattor i principali, e cio6: dalla quanlilé del liquido iniettato, dalla sua più o meno polente azione locale e dai rapporti anatomici che la milza assume coll'omenlo. 3" L e alterazioni anatomiche consisloM qua!:'i sempre in soluzioni di continuo, triangolari o reLlnngolari dellA milza, circondate dalla capsula e riempite da giovane tessuto connettivo J a to dall'omento aderente moùiOcalo. Quando man c~:~ l'aderenza dell'omenlo i ma rgi ni della fer ila non tendono a cicatr•iu are · 4° L a diminuzione del volume dei tumori "Plenici tratlltll colle iniez ioni pal'enchima lose, è da a llr ibuit•si nl connellivo che riempie le ferile prodotte dalle iniezioni, che deve subire il r aggri nza menlo proprio acl ogni conneLlivo cicalrìzio. i>" Nel l.t'allamenlu dei tumori cronici di tnilza alla sem· plice ago- punlut·a od alle iniezioni di acqua òisli llala, ùi chi nino, di slt·icnioa, so:w da prefeJ•i t·si ie iniezioni di soAtanza a venti una azione locale ben manifesta, o caustica, •Juali il ;iquor e arsenicale di Fowler , o meglio ancora una soluzione di Na Cl al 30 per 100.

11llla patologia e terapia della paohlmenlnglte esterna Purulenta , 1D •egulto ad otite media. - DoU. Il oFF· \IANN. (Centralblatt fù r Chirurgie, N" G, 18 9). Gli in teressanti studi di Hoffmann intorno ollt\ suddella malallia si basano sopra buon numet'o di osservazioni proprie dell'autore e da altr e raccolte nella letteratura medica. La mt\lattia, relativamen te alla posizione ana.lom ica della dura madre si può riguat·dare come una periostile la quale pet·ò


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RIVCSTA.

a~s ume uoa special issima lìsionomia pet' la vicinanza del cervello o dei !:moi in,•tluppi e per la presenza Jel cranio che ttene imprigionali i prodotti lìlogislici. Numerosi reperli ncceoscopici (ralJLore ne ha t'accolli 102) stHnno a dimostt•are che la pachim eningite esterna tra le t~fTezioni endocraniche consecutive all'oLi te meJia é la più fr·equente P erò non si de ve riguardarln per se stessa uua frequente causa dil'eLlo di morte, mentre ossai più spesso quesla è causata dalla leptorneo ing ite, la ilebjte dei seni e l'ascesso cerebrale che veng<>no ad associat·si a lla affezione primiliva . Ma queste mal1:1llie ad esito quasi costaute.menle mortaio sono da consiùerat·s i come pr·qdo lle med iatamenle per peopagaziono del pt·oces!>o suppuratl'vo della dut·a madre, cosicché la pachimeuing ite come più frequente rrtomento e?.iologico delle malattie ot'ade~te meril~ una pa t·Licolsru all.cnzio11e pe r· parte dei c liuict. La patogenesi della pachi ~ne ningile è identica a quello della a ffezione primitiva val e a dire dello o!itP. media acuto e piu spesso della ome media cr·onica. Il suo in sor~e1·e e fa vol'i lo da nn a di fftcollù o da un ostacolo che si fra ppone a l defl~sso della ~ateria segregala ; tali oslacoli possono es· sere esostosi , un pt~piU oma, e piu spesso un polipo. La pr opagazione del processo s1t ppuralivo dall'oreccbio meclio all'interno del cranio può a'·et' luogo per viu dei can ali va scolari e ne r vei che mettono in c<1municazione l1\ ca· vita del timpano colla ca,,i la del cranio, opput·e, c 'lue~lo è H modo piLl frequente, per processi mor·bosi delle ossa specialmente per ca r ie dell'apofis i mas toidea. Se nei casi di rruest'ultima specie si è gié. attuato lo svuotameoto della apofisi mastoid,ea e ciò non osla nte continuano cefalea, fei>bl'e, sensibilità alla pressione , stupore, opput·e sop t•avvengono t sinlomì di una incipiente meningite o d i una flebile dei seni, dovremo arnmeLLe t·e la pacl1imeu in3'ile quule t·omplicazione della malattia. Nei pochi casi clinicamente osset•vati lo svuolamento della apofisi mas toidca hu servito a s labiliee con cer·tezza la diagnosi si a che dall'apofisi ma s loidea a per ta dallo :;('alpello st t'acesse uo deflusso di pus proven iente dall' inleeno, sia t he


lUWIC.>.

la stessa apertu ra per mellenJo l'iotroòuzwne d1 uno specìllo esplor'llto r e me ttesse il chirurgo nella possibilita di ricono scer" la pre~Pnza dell'ascesso. La te rllpla consiste nell'aprire larP'ameole ra.,ce!>sO 1.1 colpi Ji s<!Srpello c quindi medicare la cav1tà con tomponamento di ~ar·za iodoformizzala.

HIVISTA CBIHl:HGICA

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Edema acuto primitivo del larluge. Aafissla. oon minaoola. dl morte immediata. Tra.oheotomla. d'urgenza. llaplda gaa.rlglone. - Doll . .\. Y vF.R'J. - (Re eme tle Cltiru ryie, ma !!gio 1889). L'a uto re ho pubblicato •JUeFio ('ac:o ucc"r·so~li dnrt~nl•' la spedizil)ne del T onkino pe r due rnP'ioni SJ•ecialmente: i• 1 er la rar1tà di casi analoghi: 2? perchf' in sim1!i r'l!:!conli'Ì la F:ulvezza dell'infermo d1pende tutta dalla rapidila dell'intervento chir•m·gico. Si trattava d1 un gio\'Ool:) iudi!!cno dell'e tà di anni 2!, da qualche m ese soltanto a rn10lato nel 2n reggimento dei hrolori lonkinesi, il I'JUalo ru ricove1 aln d'ur;,.eut.a n!l'ospedale m1litare d1 ~a rn- D inh in istato t.li g ravissima a-fi-~ia. Premessa una descr izione m iuuljss1ma del r]uadro l'enomellico strazino te c be mostra' a l'rufermn, "oggiun~P che '·' dispn ea, diveolulH rapidamente minacciol>a . era sorta d'illlprovvi!:!o poche ot·e pr·ima che l'infermo rosse traspor ta to al l' ~~pedale e l'enza alcun se~oo precursore. Intanto l'Insorgere r e pentino de ll'alfeziooe in rnezzo al ~onno, l'numeuto rapido m a progressh·o della dispnea e la mancanza di quulsia<~i iufer rn ilà preceJente che p()l6!:!~e mettersi in 1·appor·to coll'nttuole, posero in grado l'nulor·e d1 ùiagnost1care per esclusione e senza indugio oo ederoa acuto del larJo!{e. E ci;, che c:i ,·el'illcò dipoi confermò pienomenle I{UC!'tO ~·ind1zio.


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fHYISl'A

L'aulore in presenza di un pericolo cosl imminente decise subito di operare, quantunque non avesse a sua disposizione cb.e un bistorJ ed un~ cannula comune, dolente di non aver potuto eseguire la laringotomia. crico-tiroidea per mancanza della cannula di Krishaber. Incontrò le solite difficoltà dei casi gravi di asfissia: emort•agia venosa abbondante e considerevole spostamento in basso ed in dietro della trachea, per cui la caL·tilagioe c ricoide si trovava molto vicina al margine s uperiore dello sterno, rendendo difficile l'allo di raggiungere ed incidere la trachea. Tuttavia l'opet•azione polé pralicarsi con sufficiente regolari !il, e l'infermo, ormai fuori di pe1·icolo, provò subito un gt·an sollievo. Dopo nove giorni soltanto la g uarigione et·a completa, non r esid uando che una cicatrice poco appariscent~ nel posto della pt·aticaLa incisione, sicché l'mfermo fu dimesso Q.all'ospedale .. L'autore fa poscia qualche considerazione su questo caso cl inico. Circa la diagnosi dell'edema a cuto primitivo della glottide, egli crede cue nella maggior parte tlei casi non sia possi· bile arrivare a buon l'isullalo se non per via di e~clusione. E prima di ogni altro ritiene in generale facile determinare che l'ostacolo prç>ducénte la di~poea abbia sede nel laringe, valell· dosi dei segùenti fatti: 1• la speciale sen~azione di molestia c he l'infermo avverte in quella regione, 2• la considerevole d~pressione delle fosse sopraclavicolac·i, 3• lo spostamento in basso ed indietro di tutto l'apparato lariogo-tracheale. Ma il compito irto di difficoltà. é quello di determinare esattamente la lesione iutra· larin~ea, causa dellaspaventosa sinlomatologia, tanto piu che iu simili circostanze, quando anche si avesse a disposizione un laringoscopio, non si potrebbe adoperarlo per troppo ovvie ragioni. Trousseau in un caso occot'sogli all'ospedale Neker potè, mediante il dito profondamente introdotto nella. gola, sentire una notevole tumefazione dell'epigloltide e delle pliche aritcnoepiglotticbe. Ma questa esplorazione fallisce quando l'edema è posto piu in basso, cioè nella glottide o solto di essa. Difalli l' Yverl1tel caso, che è ogge tto di questa memoria, per quanto si l:'ia affaticato ad esplorare la gola col dito spinto fin nel la-


CHJR URGICA

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non poté r icava r ne alcun criter io Jiagooslico, pe1•ché appunto il gonfiore infiammatorio era mollo profondo. Non potendo dunque ricorr et·e né alla t'isorsa dellaringoscopio né a quella del dito esplo1·atore, bisogna senz'aiLro valersi di un giudizio di escl usione. A tal fin e s i penser à subìto aDa posstbilii.A di un corpo estraneo, di una ferila od altra ~o­ lozione di continuita del laringe, di un ascesso, eli una forte infiammazione delle vicinanze, di una faringite flemmonosa, ecc.; o dopo avere eliminato tutte queste lesioni coll'ost~trvazione obbietlì va d Pila gola e col t'agionamento, tenendo io gran conto sopralluUo la repPnlinn iusorgenza della dispnea, si potrà con suflìcienle esattezza stabtlirc la dia~nosi di edema acuto primitivo del laringe. Quale è la causa di cosi pericoloso accidente? È questo un problema assai difficile, r1uantunque in qualche caso (Trousseau) si s ia potuto all•·•buire al raffreddamento. L'autore non potè r•iconoscerne alcuna con sicureZZI:l nel suo infermo; ricorse perciò alla supposizione, un po' arrischiala in verila. che la lesione poteva essere stala pr odoLta dalla puntura di una zanzara, capitala nel laringe per 110 br usco allo inspiratorio. Del resto, egli ~oggiunge: ciò non fa t•à meraviglia o chi ha visto il gonfiore, tah·olta istantaneo e cospicuo, che determina nei paesi lropiculi la puntura di questo insetto. Comunque !'eia , r iconosciuto una volta l'ostacolo nel laringe, ciò cltc importa é di aprire t•apidomenle al disotto una vie. artiOciale pel passaggio dell'aria. E per raggiungere ques lo scopo non si ha che la laringotomia crico- tiroidea e la tt·acheotomia. L'autore, quantunque l'indicaziQne piu netk'l fosse quella di eseguire la pl'ima operazione a causa del forte abbassamento della trachea elle permetteva solo di ottaccm'C la membr·ana crico- liroidea, fu obbligato a prattcare la seconda, percha non ave,•a a sua dispo;oizione la cannula di Krishaber. Ef'li chiude la sua memoria con questi cot·ollaei: 1" In pr esenza di un'asfissia d'origine laringea, non rifcribile né a traumatismi, né a corpi estranei, ne a tumori o falli infiammativi cronici o s ubacuh del laringe o delle vicmanze. bisogna per esclusione a mmetteee subito come ca usa l'edema acuto pr imitivo della glottide.


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Ili VISTA

2· In sifl'atlo r inconlro o indispensabile l'intervento chi· rurgico nel più breve tempo possibile. a· L'operazione da pr·escegliere (\ la laringotomia Cl'ICOtiroidea col pr ocesso di Krishaber .

Contributo alla patogenesi dell'erDla e alla s ua inter pretazione in r apporto alla medloina legal e . - Doll. SocrN. - (Corresponden::&latt ~ Cenlralùlmi fur Chirurgie). Richiesto l'autore di eroellere il s uo parere circa l'opportunità di cousider·ote come vere lesioni lraumaliche lo eruie consecutive agli sforzi fisici, egli affronta l'irnporl~;~nte quesito con alcune considerazioni che qui r·1portiamo: Le spiegazioni allualmeule in corso circa l'ot·igioe Ù1~ lle cr·nie addominali, a Ruo par·ere. sono giuste ~>oltanlo 11t parle e non contengono però tullala verità. Le erme m~uina.i rongenile sono estremamente rara) sono invece frequenti quelle che si sviluppano nei primi mesi di vita. Come propritJmt:Hite congenito non SI dt>''e considcrar·e nella ma(.!~ior parte clei casi cJw il sacco erniorw. lo stel'lso lurnore •' r'rriHrito è sempre acquisilo. Un pl'oluu~ameulo peritoueale incomplPLomente chiuso può clisporr'<' alla for·mazione dell'~ rnia unche nell'Pia adulla. Conll•o la teor·io dello trazione si ohrt~Llò anzilullo es~er mollo rara la comparsa tli lumo t•i gr·as:-c1si davanti al sacco eeniar·io e per di pilt non potet·"i ~~~e,·· 1rnente conct>pire q•Jella forzo rnister io-.u cl1P sr è obbliuali aJ ussegnat·e ad un piccolo g-lomer·ulo di grasso eredut(• capace di eset'Cilare una cosl l'orte trazione sul pcritcrH•o da obbligare questa mcmbrt~na n pr olungar·si fuor•i m l'or•ma di ~acco erniarro. A nelle la ipotesi della trazione non pul'l sostenersi !'enza l'aiuto di'Ila pressione intr>rnn come fo rza impP IIe11 le. La re· penlina formazione di un'el'nitl in tutte le sue singol.· parti non può nver luogo senza lacerazione e sug~d laz ione ed in I(Ueslo cu<~o precisampnle non si Lrat.lerà sol lan to di ur•a lacerazione del pf>t·itoneo, ma anche di una rottura de:zh ultr·i strali cho ordinariamente cosliluiscnno il tumore ernio~o. Nella maggior parte dei rnsi in cui i psziPntl accusauo


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una corrispondente causa che ha loro pr odotta impr ovvisamente un'ernia si tralla sempr e di emie ioguinall esler·ne di individui giovani nei quali veramente H totnore eruJoso ei è palesato impr·ovvtsamenle ma che ern giù preparato di lunga mano dalla pr·esenza del pr•olungamento periloneale rimasto pcrvio. P er· conseguenza, secondo l'a utore, la rorma:r.ione rapida, momentanea di un'er·nia porta con sé la precedente esistenza di un sacco e1·niario. Fatta a s trazione da ciò il procei>so della formazione delle er·uie non può essere che assai !eolo e graduato. La mobilità e gli spostameuti ùel periloneo hanno ctui una parte non piccola. Dove esiste un punto meno r esistente là s i può fare una infossalura, il periloneo può insaccorsi. Un repentino ingrossamento di una ernia già esistente può anche qui simular e la formazione improvvisa di lulla un' ernia. Anche nella formaz ione lenta dell"er·nia la presl>ione inler'-oddominale costituisce la vera e propriu forza lr~enle. In base ai s uoi molteplici studi e. r iscon LI'Ì e nucner ose oeservazioni P.gli crede non doversi cons11.lerare l'ernia quale una l o~ one nel signilicalo chirurgico della parola e cb~ a questo p r·oposito la legge sugli indennizzi per lesioni violente sotTra rJui unn lacuna. I n qutl!>la legge si dovrebbe concedere una par·le più o meuo importante di o;asualila ollre r.he alla violenza l'oiTerta nucho alln speciul~ costi Lt.;zionc fi. I'ÌC8 dell'i n di \iÙUO .

.Due oasi d 'estirpazione della. milza. - Dollot· As cH . (Ccntro lb. fii.ro dic medie. Wissensck, W 3, 1889). Dopo tWere r·accolli !IO casi d'e!ò;lit•pazione della mlfza con Sl guarigioni e 39 morlt, ti dott . .-\!"<·h t•iferisce due ct1si opel'ati dal 'l'ristoch. Ntll primo ca"'n "' tr·allavu di una donna con la milza meclioct•ementc in:.:r·o~~t•La per un linfosar·coma. l a operazione procedelte senza iuculenti; la malata gua t·l e di poi è s tata bene. Il !llecouùo ruso t'tguarda una signom ùi 2G anni con un gr·osso tumore di milza Ieucoemtco. Dopo molte esitazioni si passò alla opor·aztone che pure t•iusc·J bene, 1na la malata mor i cinque ore dopo per emorragia interna. Ci3


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RIVISTA

La opinione finora invalsa che n ~i tumori leucoamici deiJa milza non si deve operare è dall'autore con trastala. LamorLaUta nella estit·pazione dei gr·ossi tumori della milza per semplice jperlrofia o per iper lrofìa da malaria e malallie simili ad esclusione della leucoemia è quasi egua le a quella per i lumorL leucoemici. Quindi la mass ima che n ella lcucoemia no n l:li deve operare do,Tebbe esset•e sostituita da quest'altra: se si crede 1li dovere toglier·e una milza iper!rofica sia prodotta dalla leucoemia o da altre cause, si de\'C operare per tempo, pr·ima che il tumore della mil:ca abbia t'a g-giunto 1111 certo volume.

Della. ohlrurgla. conservatrice del piede e dell'ablazione antecedente dell'astragalo nelle resezioni tlbio-tarsee per osteo-artrite suppurata. - 0LLIER. - (Ga.;ecte Medicale de P aris. N. 21, maggio 1889). Il pro f. Olller ha fal~o ttll' Accademia delle scienze nella se · d uLa ~lei l:'i maggio 1889 un'smpoelante comunicar-ione sui l'isul tali cis~: egli ha ollenuti colla rllit• urgia roMer,·atr·ice del piede nelle osleo-arLI'ili suppurate. La frequenza delle recicli ve dopo le opera;.:ioni conservlltrici tentate sul collo del picJe, la diflìcolta d i conrlurread una guarigione completa e definitiva la piaga pt·odoLta dalla resezione delrar~icolazione libio-larsea, a nella da cas·ie o da tuber·colosi ossea, semb t·arono dar ragione fino ad Ol'a a~li opera lot>i cbe con sidE>ra11o l'amputazione del piede, in que:::tn fi l'· ticolazione, come il partito più saggio e piu razionale. Quest'opinione pa rve all'autol'e uu errore ,lipPudente dt~l­ l'imperfezioue dei metodi opera tori antichi, e dall'impossibilità <li estirpare completamen te e radicalmente i lessuli morbosi quando s i ra u~o dei pmcessi cla~sici. Ciò clte imporlA, • nelle lesioni a limiti Yaglti e diffusi e nelle pat•Li accidentale e sinuoseoccupaleda ossa rnnlliple e da arlìcolazioui numerose, !'l i è di potet· attaccare lulte le anfr·otluo"ita dc..:I IH r·egione malatfl senza compromettere alcuno degli orgRni necessari al suo funzionamento ulteriore. La r·csezione dell'articolazione libio-larsea uei casi di osLeo-


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artrite suppurata ha consistilo principalmcule fino ad ora nell'abhtz ione delle eslremita tibio-peronee eù accessor1amonte aell'ablazione o nell'escissione dell'astragalo. Si esportava dapprima i mtllleoli e la superficie libiale e si finiva col risecare una parte o la lotalilà dell'aslra ~alo, secondo che si riscoolrava più o meno profondamente alterato. Presentemente l'a utore opera in senso inver<oo: esporta dapprima l'astragalo e r aschia la !<Upertìcie !ibiale ed i malleoh procurando di conser>vat•e la forma dell'incavo libiale, e, so fa d'uopo, esporta completamente ryueste pal'li determinando un po' più in alto una nuova incurva tura mediante una resczione modellante. Eglr cosi opera ron un tr1plice ::copo Tofllie dapprima l'as tragalo che è sovente il piJillo di partenza dell'affezione l'che, nelle antiche osleo-aetrili, e sempre assai alterato per ftH' temere una prossima recidiva, se lo si lascia nella ferila. In secondo luogo, co nserva il più che 1' possibile di incavo lJbia le, ello scopo di avere le migliori condizion i di solidila pet• la neat·trosi che si vuole stabilire. t:oa c:cmplice abrasione o un asc;ottig)jamento della faccia interna dei maUeoli e della superficie tibiale pcrmellono di consenur·c l'armalut·a del ~in­ glimo futuro. Ed infine, l'aulot'l' Liene innanzi lutlo a procurarsi, tìn dal principio c.lell'oper·azione, tulta la luce necessaria pct• ricercar·c le a lterazioni o~see ed il maggior ~pazio possibile per frugarr con sicurl'zza ~li angoli pi1'1 noscosti. Grazie allo spazao libero che lascia l'ablazione ùcll'astragalo. egLi vea<' immediatamenle in qual sen~o de,·e dtragerc le sue ricerche ed in quali limiti egli può agire. Egli !H'ocede in tnl modo anche noi casi in cui L'astragalo non sumbra essere allct•ato in tutta la s ua rstensione. Al bi~ogno di vedere chiaramente egli c;acrifka qualche parte <-'hr può essere ancora sana, Renza dubbto, ma che oslAcola la t·icerca dei tessuti malati. Sacrifica un osso. di ~u i il piede può fare perfeUamente senza, piultostochò le eslremitù libioperonee che è prù difflcile di far l'iprollurre in buone condizioni, malgr ado la rigener11zione dei molleoli.


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RlVlSTA

Egli applica !lei resLo lo stesso pr·incipio alle altre resezioni del piede. Allorché si tra tla di andare a frugare nelle a1·tico1azioni multiple od anfrattuose del ter so, egli E<acr·il1ca volentieri uno o più di (]Uesti piccoli ossi, quando la ltH'O presenza impedisce di vede1·e bene quali alterazioni vi sono e'ltOI'DO ad essi e Ji sacrifica specialmente quando la loro ablazione, !ungi dalresser noci va nell'interesse ortopedico. n.Jn fa che favo rirlo. Nella.l.arsectoroia anteriore, per esempio, l'ablazione di cinque ossa è in generale preferì bile all'ablazione di una delle meta lalet•ali della massa tar!'\en. Quando si considera cbe l a puleggia astragalica do sola soppor·la il peso ù.el!corpo, in certi movimenti ed in ce1·Lo attitudini e che!'~ il cenlro dei movimenti del collo del pirde, vien naturale la domanda come il piede polra funzionare dopo l'ablazione Ji quest'osso; ma, se nza contare i falLi antichi :!'al;lazione dell'ssLraf!alo lussato, gli esperimenti e Sl'lprattullo ì risultati cliuici ollenuti dall'autore c1 IJttnno da luna:o tempo rassicurati a questo rigua rdo. Bencltè l'as trag~1 lo non possa l'i prodm•si colla !\Ua forma e collh sua. struttura pl'imiliva, unti lleartmsi solida e Jrlobile si rkoslituisce mercé la produzione in sìio di una n1ussa osteofibrosa che l'iempie lo :;;pazio interlibio-calcaneo. Questo spazio dimin uisce immediatamente, del 1·eslo, per il ravvicinamento della tibia e del calcagno. Quest'ultimo osso risale e va ad i rlcastr arsi uelle sporgenze mal leolari che in seguito assicu reranno la suo llssilù laterale. Il membro perde, da qu;osL'estre.mità. 2 centimcl1·i circa in lunghezza, ma ricupero tulln la sua solidilà e finisce pe1· ricupe1•are anche a lungo anda1·e LulLa la . nwbitita necessaria per un buon fum.ionam eulo, se le condizioni analon.iclre degli ossi interessati e dei tessult p~ t·iferiei sono fav or evoli alla formazione di una neartrosi. Alcuni cosi ebbero per esilo un'anchilosi, tutta la s uperficie r.orlJ]fi,!(iuea essendo stata distrutta e le ossincaziorii periostiche aYe11dc• invaso i tessuti congiun th•i vicini. Il trattamento posl-operatorio ·~ qui d'altronde, della PIU grande imporl&nw per dtrigere il processo t.li 1'icusliLuz1one dell'articolazione e per impediJ·c la saldatura delle ossa, man-


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interamente l'ec;aLlezza dei lot•r, rapporti nelle prime .'iJir.&inla nte cùe tengono dietro all"operazionr;, La conservazrone di lutti i tendini periarlicolari e di Lutti i legamenti delle arLicolazion i inte r•essate è indispensabile pet' ottenere la r icostituzione di un'articolazione sul tipo Clsiologico della giunlurll tolta. Quando si a.pplicllnO ri~orosamente all'ablazione d cll'as lra~alo le re~ole fondamentali del metodo soUO-perio<>teo, il prerle ha poca tendenza a spostar si: e manl.euulo in equilibrio dalla resistenzn di Lutti i legAmenti perirerici che si è av uto cura di cor~ser·,·are. Si .~da dieci anni cir ca che l'autor a praLiea in qu e~la maniera la re!.'ezione Ltbio·tarsea . ed attualmente può invocare in auo fa,,or e, non g iil qua lche fatto rsolalo e r ecen te, rna i r·isul lali lli 43 operazioni praticate sia !-l ull 'a!> lra~alo solo, s ia nell'aslragalo e nel calca~no ad un tempo, sia tra queste due ossa e sulle allre ossa del Larso alle quali sono unite in avanti. Il tempo non ha fallo che confer·mare ed anche miglior are i risultati olt.enull. L'aulort~ era stato poco soùdisf»lto sul principio dell'ablazione simultanPa del calcagno e dell'as trogalo. cosicché fa cendo conoscere i s uoi primi risultati, a'eva emesso le piu Jtr&ndi riser ve sul valor·e di quest'operazione. Cinryue operati, che l'auLora ha r·ecenlemente lt·ovoli, gli pt·ovat·ono che le sue riserve erano esagerale, ed uoa giova11e donr.a, opera ta C(lll'ablazione del calcagno oel ·1882 u C'oli' ablazione dell' aslt·a · gelo nel 1883, é in gr aùo al presr:>nlP di fa re una ma r cia di 30 chilometri senza sostegno e ser~za calzatura speciale. Un Jliovane che ha subrlo la stessa operuzrone nel 1884, ha fatto, qualche mese ot· sono, 73 cbilornelr·r in tr·e giorni. Ma se i ri~ullali clell'oblazione simultanea dell'aslt·Hgalo e del calcagno lasciarono per· qualche te m po indeci~o l'autot·e RU! valore di ques t'operazione, que lli de ll'ablazi o nt~ semplice dell'astragalo con nbrasione dell'incur·vaLura tibio-per onea o d~>lla t'accra s u(:eriot·e del calcagno sono :;Lati m olto pru prontamente dimoslr·ativi. :\on é quindi net·essario l'atrr·etlar·sì a pt•aticare l'am putazione del piede nelle osteo- a t'l!·iti s up purate del collo del pteùe e delle a ltre articolazioni tor·sec. Quantunque allor·r~iute eia


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ostacoli maggiori cl1e nell"arto superiore, le operazioni cor.servatrici riesciranno mollo bene nelle osleopatie del piede, tutte le volte che si appl icherauno nelle condizioni locali e generali atte a 1'avo1·ire .il loro successo. Ques te operazioui sono applicabili sopx•attutto aj giovani SIJggelli, fino all'et~ di 20 a 30 anni, allorqtJando si tratta di quelle osteo- ar·trili spontanee che vengono attualmente rd'erile alla tubercolosi. Non vi ha alcuna regola assoluta a questo rig uarùo; ma piu tardi, l'amputazione è, in una maniera gene1·a1e, preferibile nei tubercolosi e non sì deve esitare a ricol'rere ad essa se gli individui sono minacciati d'infezione generale o ;;ià affetti da incipiente a!Lerazione viscerale. Riassumendo, l'ablazione dell'astragalo s usseguita dt~ll'a­ bras!One o dalla resezione delle articolazioni lim iton ti permelle <.li conservare il piede colla sua forma quasi normale e colJa sua attitudine funzionale per l'esercizio ùi una vita at~iva . Questi risultati sembr ano, a parer e dell'autot•e, dovuti al cambiamento nell'idea dir ellrice e nel tecnicismo della resezione tibio· tarsea. L'ablazione Jell'astraga lo per!Jielte di conservare più coroplelamente le estt·em1Là libia le e peronea, oJte sono le pàrti più essenzta!i per la solidità del piede e sopr•attulto essa apre una larga via per esplorare il campo operatorio e scoprire i germi morbC>si ehe sfuggivano allre v~)lt~. D'alù·a parte il pel'i'ez.iooamenlo del tecnicismo operatorio permette di fare le ablazioni ossee le più complesRe e Je piì1 estese senza sacrificar e alcuno degli organi (tendini, muscoli, net·vi, legamenti) che saranno uLJ!i pei' la t•icostituzione del piede nel suo tipo prirnilivo. Aneurisma traumatico dell'arteria omerale sinistra. Dott. MATUS. - (Medie. New., e Central(J,fa.ltfi11' Cllirllrgie, N• 10, 1889). Ad un giovane negro che era ~la lo ferilo da una scarica di pallini al braccio sinistro si sviluppò nel mezzo tlel braccio un tumore pulsante. Due mesi dopo il paziente ricorse al chiru1·go. Il tumore pr•esentava tutli i s in tomi dell'aneurisma dell'arteeio omerale, il gonfiore arrivava in su lino a Ire poll ici so lto il mar·gine del grande peLtorale iltfe•·iorroenle


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ftno a me~zo pollice sopra il ~omilo . Il bt·accio presentavo

u• CJrconrerenza di due pollici e rr.ezzo maggiore che nel

braccio sano. Dopo rapplicazione della fa<>citl elastica di Esmarch il perimetro del braccto diminui di due pollici. Venne dapprima adottala la cuPa colla fascia d'Esrnarcb, ma il paziente nou la tollerav11; fu prRticata la compres~ione SOJli'B ti lumore colla llessione rorzata dell'a,•ambraccio, ma non s " n'o>bbe alcun eiTello duraturo. Intanto il tumore cresceva e minacciava dt t·omperst. Dopoclw \'t•nne allacciala. pure ~en za r·isultato. J'art.-•·ia orncrt~le soUo il punto di par· tenza dell'omerale profonda, l'suture aiiRcciò, sedici giornt piu tardi. l'arteria omerRie ~ollo il tumore e tentò dt eslir· pare Il sacco aneurtsn•attco, giuecltè la pul>'uzione 11011 e:-a punto tluninuila, tn !'eguilo allu :;econdu allacciatura ; mu non v1 •·iusci. Allora, pre..-ia l'ischemia ari.ifìciale, fu aperto il !>acco ed 10 questo si Lt·ovArono tr•' <>bocchi bene distinti, due estrem1, cio~ il !<upct'iore ed lllferiol'e nei quali !<i pene· lra\'u con un catetere fiuo al punto coJ·rispondenle aUn lt!gatura, e questi duP !"boccbi "i ottural'ono con allra le/Z8lUr'a . Lo sbocco di mezzo fu cluuso con quattro punti di sutura. Siccome dopo levata la fascia anemizzanle ricotnparve l'emorragia doi tlue sbocclti, !;UperiOr<' ed tnferiore, fu pralicela auche in que~ti lA "ulura come a quella di mezzo, con cbe l'emorragta si a•·resto comph~ltlm~n le e stabilmente. Medicazione con ~a1·zo. t.lrena!!'gio e ~utura ·~sterna. Dopo 15 l!IOI'IIi il paziPnte u«d compl.. tamente I!U&rilo.

La luaaa.stone della. ilbula. - K. l III ISCHBF.RG. - (Central· blo.ti /tìr rlzirurgie, ~· 5, 1~8n}. In seguito atl una osservazione rdlla sopra ernesto genere di lu~sazioni, l'auvwe r·accolse i vari casi che a ncora si tro-

vano descritti dagli autor•i ed a!!giunli i risultati di propri esper imenti sul cadaverP. venne a completard lo studJo dolle varie forme di questa rara lesione. 1· La lussaz1one puo aver luogo per proce$si morbosi o per aztone di cause violente. Non ;oi e mai osservata conge1uta.


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IUHST.\

Una lussaz.ione della fibula in lotalit.a, cioe uno ~rosla­ meulo doll' tnlel'o osso in su ll'oviamo menzionato tre volle da Roger, da ~lrohmPyer e tla Sorbets; lo spo!;lamento fu causalo da violenza che agi di basso in allo. Pt>r•n in questi casi trallasi di diasl.asi che sono pos"ibill !'enza Jaceraztone del legomento inleros,eo. 2" Più d1 frequenln VJOn notata la lussaziolte !loll'e!=:lre· milà intèl'iore (Schmalz, Her nslcin, Nélalon ed alll"i). Però da moH1 questa forma ò messa in dubbio. Sewlm1 111 vero <!he senza una simull.anea fl'attura del malleolo e>ìlerno o senza lnf<sazione dell'arlicolazione libio-tarseA uno spostamento lt·aumatico <iella eslt•emilit inferiore nella fibula non siasi mai diagnosticato con certezza All'incontro da Hunphi'Y e da Ilelferich Ri fa cenno d1 !ìpostamenli p•tlolo[!ici in disturbi di ~\·ilu pp•> della tibia, r~r o::;leo-mìclìle o per necrosi. 3" La lussaz.ione dcll"estremita supcr·1ore della fìhula fu bene uss•3rvalA in connessione ad aller·azioni patologiche ed a lesioni di\•erse, od 1\llche come lesione unica ed 1solata. Non è rarissimo il caso che m seguito a disturbi d'at:'cre· sciroenlo della tibia, non potendo la fibula tener tiiOli'O ad un abor·me accrescimento della libia abbia a luf<sar!-i in basso, oppure pot"lar.si col suo capitello in a lto nel caso opposto, cioè di accrhcimento normale della fibula ed ar-resto di sviluppo od incurvamenlo rachitico dell' alll·o u-.so. Inollre fu descritto un altro modo di spostamento patologico, cioè in se~uilo a r·ila~ciamento rlei legamenti ed idrope del ginocchio. !n fiU~slo caso lo spostamento è operAto pe r azione del muscolo bicipite cbe lira la fibula indieh·C'. OnfHtre si l'ilascia l'articolazione da permeLlere movimenti della fibula in piu sensi. fn ambidue i casi l'affezione è ac<'ompagnata da dolot•e per f<li ramenlo del nervo peronen. L'autore fa menzione di IO casi di lu:o<RAzioni ln«llmallche del capitello della fibula, nei quali aravi contempornneamente fraltur·a d1 tibia, lu lussaz.iono e1·a in avanti. Quindi due casi nei quali lo spostamento del capitello era prodolh"' da repentina trazione del muscolo bicipite.


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-l)aJtli sperimenti condotti sul cadaver e !"autore Yiene poi

elle Reguenli conclusioni. Un trauma rlirello, sotto certe condizioni, può cAgionare

una luStsazione della lesta della fibula. UnA lussazioue in a•anlt 8\ viene per lo più per un'abnorme lruzione dei muscoli che pr e11dono allacco olla faccia anleriorl• della fibula, estensor e comun1>, estonsore dell'lllluce e muscoli pet·onei. Sintomi subieltivi della lussazione isolata del capitello della fibula sarebbero : t• Impossibilità di camminare, di l:;la r e in piedi e dt ~Stendere compleLemPnte il ginocchio, mentre la nessione ne é m~no limitata. 2" Dolori l'olgoranli e formi colio ttlla gamba. Sintomi obbieWvi: t• Aumento dei ginocchi nel senso della larghezza con spor #tenza abnorme a tensione del tend!ne del bicip1te femor ale quanrlo la Ju-;sazione é twteriore, conkazione spaflmodica del biclpite quando la lns<..:ozione 0 posle1•iore. ~ Leggera odduzione del piede tn seguito a sposlameuto in basso di tutta la flbula. 3" Mancanza dd capitello dal suo posto normale. 4• Posizione del capitello o in11BOZ1 piu o meno avvicinato al legamento palollare, opput•e indietro a!la faccia postet·lore deUa tibia. La r iposizione s• olliene per lo più per pressione dirella dopo di avere messo in rilasc,amento i rnuc:coli mediante flessione del piede e del la gamba. Ptw mantenere al suo posto il capitello dello fibula biso~na mellero fuori d'azione il muscolo bicipite mediante flessione dol ginocchio e fissare in questa posizione la f!amba per· mezzo di un solido appar ecchio, previu la fa«>cialura espul;.:iva detrarlo.


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JU\'ISTA

Un nuovo metodo per rlmedi&re &d este1e perdite di 101t&nZ& delle ossa del or&nio.- Dott. SEYOEL. - (Ccntralblalt fii.r Chirurgie, :\• 12, 1889). L a chir ur;ia moderna ha giustamente r iabilitata la trapunazione che era caduta in di scredito ed in pari ll'mpo ne stabili le indicazioni entro hmili ben deci~i ed a base eviùeutemente scientifica. Ora l'aulor·e ~i dimanda se pr opo •·zionalamenle alla piu estesa applicazione di questo chir urgico su~sid•o ~i siano faUi progr es!"r sul modo di rime !rare ai difelli di soslan~.a ossea mediante sostituzione. Sono f{eneralmente not1 r lentath•i falli in questo ~l·nso do Walte•·, da L tlllgenbeck, da Klenke. da "Wolff. Ed in quesli ultimi tempi si sono molto occupalr della questione Mocewen, Weir e Seguin. Macowen nolle frntlur·e complicale l'accoglio tullc le 1-<clreggie. le purifica in una soluzione c<wbolictt u1 2 per 100, le suddivide i n piccoli p~zzi ~poi l ~ t•imeLLc in sito como i pczzeLti d'un mosa ico. Con questo metodo uon !'i hfr ~ec•·c­ ztone dì pus e l? maggior parle delle !>cheggie aJPr·ìscono. L'auLoi"C •vuo i rici!Ìtlmat•e l'allen:tione dei colleghi :.opr·a u11 processo eire egli non ha guarì ha praLicato con e~ilo felice in un caso di estesa pe••,Jita dì soslom:a delle ossa c••auìali. :-\el suo caso sì Lt·allavu di frattura ùPI cranto complicata a depr essione dei fL'ammenLi in segutLo u calcio di ca,al lo nlla regione Lemporale sinistra. L a lamina ossea rlepresc:u ave'& la lun~hezza di 4 cenlìmelt•ì e meno e la larghezza dr tre centimeLr·i. La. profondi ta della dept·essione a•·rivavu ai <he centimetri. I mmeùiatamenle dopo la le~ione il paziente pr•·Jelle la co<~ci o uza. Però al suo i nfp'eseo all 'ospedale ent rinvenuto e r estava una ptosi destra, ptl r alisi del facciale, distu••bo ùì lo· quela, paralisi delle eslremité superiore tld inferiore di destra con sensi bilità intatta. Per solleYaJ'e rosso depresso l'autore porto via o colpi di sculpello la sostanza ossea pe1· un mezzo centimetr o tollo all'llltorno della sche~gia depr·essa e così poté aJ:nntanare l'osso d rruale era adagialo sullo dura [mad•·e. LA Jarntr1a vih·ea era scheggiata per una lunghezz"B dì 5,5 centimetri e pe1· 11na lnrghez:ta òi 4 cen timetri . La dura madre ern


ClilllURGICA

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scopertt~, per ò oon pulsava. mostrava parecchie ecchimosi e nel mezzo del tratto mancante d'osso una fes;:u ra della lunghezza d tdue centimetri. Attraverso quella fessura si potevano vedere dt ~t intamente le circonvoluzioni cet·ebrali. Il cet•vello era in allo gt•ado anemico e palesemente contuso. Siccome nel traltameulo delle lesioni del ct•anio la pt'ecipua indicazioue a cui si deve soddisfare è quella di man tenere le condizioni asettiche, cd al m inim o segno di incipienLe meningite p rocedere ad energiche disinfezioni, co~i questo ferite si devono curare a ll'aperto. Dopo disinfezione con acido f.:ntco l'autore fece il tamponamento con garza io·loformizzata e ~o ' rappo::e una medicazione al sublimato ristwvandosi di ret·o uua F.pa ccaLura sulla dura madre c quindi disinfezione non oppena si fosse osservato un aumento di te1·mogenesi con conlt'lll.ioni museo la l'i, giacclté ogn i meningtte traumatica è sul prmcipio localizza ta e fin tanto C'lte è loco.lizza ~a si può comballot·la e vincet·la con pronte ed energiclle disinfezionì. Al terzo gior no era scompo.t·~a la paralisi facciale, tutti i ~inLom i dt paralisi rnigltorarono e la fet·ita Mila dura madt•e era cicatrizzata. Assicuralo. cosi la guarigione, l'autore l'ivolse il suo pen<>iero a r itneilie.re al dif~llo d'ossa dte er a ùi l'or·ma ovale ed esteso a 5 centimetri e mezzo in lunghezza e 4 centimett·i in larghez.za. Gli parve che in questo caso il metodo di Macewen non avreb be presentato tutte le gur•a nzie per otlene1·e uno stato completame nte asellico dPi ft•arnmcnli, trallandosi qui d'impian lat·e essi ft•ammenti in vicinanza delle meningi; per ls qual coso. pensò di levare collo scalpello dei pezzi d'osso tlalla libia per Lrapianlarli al cranio. :\. tale ~copo egli mise allo scoper to un lrallo J'osso della tibia solamente copel'lo di periostio, mediante un lembo cutaneo, dirello all'interno ed in basso. L'area d'o!-so scoperta avea l'estensione di cinque centimetri in lunghezza e qualtra in lat•ghezza e collo scalpello portò via lo !>I rato corticale col periostio per l'estensione suindica ta e nella profondità di un rnillimetro iu m odo da intere.:;sare la sola lamina corticale. La lamina corticale s i può e~portaN per intiero colla


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T\IVISTA CIH RU 1\GlCA

mas$irna facilità lenendo Io scalpello inclinato a 1-Z> gradi sull'asse longitudinnle della Libia. Dopo di avore esportaLo ltuesto lembo osteo· per·iO:>leo l'autore lo pose in una soluzioue di clor uro di ~odio, lo suddivise poi in Goù 8 piccoli pezzi e li applico come un mosaico aulla dura matlre c~J periostio all'esterno Egli avr·cbbP- potuto cbiuc.IPr·e la ferita della te>-la per· 8\'er maggior prohabtlilt' di r iuscita, ma percbè non gli si avesse ad obiellar·e di non aver ost-ervAlo e.l accertato il procc~so dr Jruer•gione e;:rli ><i limito 8 copr ir e il campo ddl'operaziooP. con seta proleLLrice e sovra rtoe~la llpporr·e gRrza ioJorormil· zRI.a e IJUindi medicn;r.ione al subii malo. Al quinto giorno, tolta la medictJZione, l'i o~'-'er·va rono 1 pezzi d'osso complel8mente udesi alla dur·a ma,dt•t', l'innova la la medicazione e ritoJtu dopo altri cinque gior·ni ~i li'Ovo c!a~ tutti quei pezzi rim11 sli non formavano d tP un l'Oio osso r os!>eggiante e saoguinuute ad ogni co ntatto. L' e~<Jlo uell'opor•azione era assicu 1·ato, per ciò l'uulore pi'I SSÒ allll chi usu ra defrn ilivn Jella ferila esterna prendendo un lembo cutAneo òaliac r egione occipilale, cl11• aderi per·reuameute. In quanto alla p11rlo che er·a f;lala pr·i,·ata di co~• grancle por t.ionc di lamina os1>oa e di prriosLio. non si osset·vò in essa alcun fenomeuo eli reazione locale, e la cicatrizzazione !-ii Cl però senza la menoma traccia Iii necrosi. ·

RIVISTA DI OCULISTICA La oiroolazJone retl.nioa, e specialmente del poliO arterlolo retillloo, nelle malattie generali. - H. Scll,tAl.r... -(Anna/es rl'Ocrtlisiif)ue, marzo aprile 1889). L'autor e constala dapprima la r a1·ilà mollo grande dei renomeni dt st.asi sanguigna e di ipf'r elllia capillare della retine. nelle affezioni cardiache non compensale e pr oducenti una forte ciano!<i dt>l tegumento esterno. ~ella sola persistenza


RIVISTA 01 OCt.:L.ISTJCA

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del foro di Bolallo vi ha una cianosi del fo11do dell'occhio nella stessa guisa che nella cute ed allora le ot•let·ia rel111iche sono dilatale quanto le vene. Nei casi rari di vizio organico di cuor~ acqutsilo nella vitA extra- ulerina. in cui vi ha dilalazione delle vene reliniclu:=t. l'li riscontra del pari una dilatazione delle ar·lerie corri~pon­ denti. In •1uesle circostanze si avrebbe, !'econdo roulore. una puralisi locale dei vasomotort retinici {pal'nlt!'i rhe mancherebbe nella generomà dei casi ; l'ipPremia t•eUnka nolì sat·ebhe un semplice effetto fisi co di stasi ,·enosa. Cos1 nelle insufficienze cardiache J'ipet'Clllta retinica è l ungi dall'essere In r egola; al con lrat·io, si osset•va mollo plù soveuli l'anemia arteriosa (risultato ùelln diminuzione della pressione s.f3nguigna gener·ole). Schmoll ha trovato il polso ar·terioso ed il pol~>o capillare in tutti i casi d'insul'ficienza aortica da lui e:;;aminati e Mlalltenle due volte s u 22 nnomalie del l'oriLicio miLt•nle. ~ell o stadio iniziale, di reazione, delle mnlalLio febbrili (pueumonile, r eumaLic;mo arLicolare), vJ Ila ipct·emiu capillat·e o c.lilalazione delle at·Ler·ie (r etiniche). ~ello malallie l'ebbrill di lunga dUI'aLa, pt·oducetJLi un certo grado di esaurimento (lifo), si O!"servn nl conlrat•io uu reslringimenlo delltl nt·terie ed un aumento di calibro delle vene. Raramente si constata il polso arter10so. L'uutot'e ha os.,et·vato in queste circostanze un colla~'-o repentino delle vene o c·ecitù. Nellt1 lisi, Schmall ba generalmente lrovttl•, un'1peremta capillare tlel fondo dell'occhio. lnllno, nelle anemie croniche di 'luabtasr natura (clorosi, emorragie, ccc.), egli ha h·ovalo il fondo d,..ll'occhio normale in 20 p. 100 dei casi, e nell'SO p. 10U ha conslalalo modificazioni vascolari. In questi ultimi ca~i l'allet•azìone ''8'-colare e r:,imullallea e nello slesso .senso, pet• le arlerio e per le ve:1e; rar·alnllnte le arterie sono alterate in senso opposto alle ,·erw. C!: nello stesso senso l'alteraziouo 't Allo•·a si lrtHlo o Ji UtJfl ùiminuziono del co!ore del sangue, o di una Jimintu.ione del calibro od anche di Lutle e due questo cau"'c th.l un L• mpo.


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È nel senso contrario? Allora non si lratla che di una 1nodifi cazione del calibt·o. Però non vi ha mai aumento di calibro delle arterie , salvo che vi concort•a eziandio un'altt•a ca u ~;~a di ipere mia, come ad e!;:. la congiuntivite. Quest'ultimo risultato e in opposizio ne colle contestazioni fatte da Rachlma nn, i l t[uale nell'nneroia c ronica lrO\'Ò l'a· n emia relinica ne120 p. 100 dei ca s i, l'iperernia a rte riosa nella met8 di tutti i e11si. ed ancbe la pulsuzione arlerio::a.

Analisi dello stato di rifrazione di 576 cornee aane determinato mediante l ' oftalmometro di Javal e Sohlotz. - BuR.NE'rT, di W ashinglon. - (An na/es d'Ocl).listir;ue, maggio- g iugno 1880) . L'autore ha potuto convincersi sem pre piu elle il potere rifr angente della cornea é indipendente dalla rifrazione totale. Ques to potere può es~;ere mollo debole nella miopia e mollo forle nell'ipermelropia. Per una medesima rifPazione totale, la rifrazione della cot·nea p uò va r iare di 8 diollt'ie D'altra parte, )a m isura dcll'astif!ma lis m o tota le é orclinarifu':leute fornita ùall'~'>tigmati sm o cor neale. Su 462 occhi, l'auLot·c uon ne J1a riscontra ti che 36, in cui l'as tig matis mo della cornea d ifleriva di più di 0,5 diollrie dall'asligmalismo to tale. Ciò no ndimeno , i n certi casi, la spro rJOrzione tra rasLigmaLismo della cornea e l'as tigmatis mo totale é mMifeslo. Questa diffe renza può esse r e prodotta da una contl'azione parziale del muscolo ciliare; ma so venti essa persiste, dopo esset· s tat!l paralizzata dall'atropina. É quindi necessario ricorrere, in alc uoi di quesLi casi, ad un'altra spiegazione che può esser data da una posizione obl iqua del c eisLalli oo. Pochissime sono le cornee che no n presen tino a s tigmatismo o che abbiano un a stigmatismo infet•iore a 0,25 d iottrie. Sulle 576 cornee esamina te, But•neLl no n nu ha tro va te cl1e 68 che l'osset'O in queste conclizio ni. L'astigmatismo ver ticale é la regola. Su U O casi, r asligma· tismo contrario alla regola non fu trovato che 20 volle. i'iella metà cir ca di ({ U (;l$ ~i cas i l'astig-matismo era. le nLicolare.


DI 0Cl"LI5TICA

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Questi risultati sembrano confermare l'opinione di Javal. aecondo il quale l'astit:tmalismo "erticale 1\ genernlrr.enle cau sato dalla cornea, mentre che l'orizzontale ha or linar iamentc lt !IUII s ede nel cristallino. L'ast igmatt!'mo semplice i-> mollo più fl'61juenle dell'astigma&ismo compoc:;to. È ancht' uen·astigmatismo semplice che c:;i nseontrano i gradi pii. forl1. L'aulol'e termina la sua comunicazione insistendo sul valore pratico dell'oftalmometro. Cloatrlbuztone allo •tudlo delle alterazioni della. vbta Ja •guito ad acoldentl delle ferrovie : loro importanza la medicina legale. - BAOAL.- (.-tnnales d"Ocullsli1JIIe, maggio-giugno 1889).

L'autore riacosume a f!randi Lratli negli .-1 rchices d'Ophlal -

mologie lo sintomatologia delle varie oltt1r azion 1 descritte sotto 11 nome di railii'O!J·-'Ipiue (letteralmente ~pina clorsal~· J"rooiaria), ra i ltra!J- &ra in (lelleralmen le cer oello- ferrooiario), ueuro- aslcnia, neuro-psicoc:;i. isterismo Lraumatico, ecc. Le allerazioui oculuri, che sono mollo frequenti, IK'.Quislarono, in se~uito ui minuti e rigorosi processi d'inve;.li~azione, u:: ~ignifìcnto del lutto pat'licolare dal punto di nsla della òiagno~i. Se alcuni !-Ono puramente subiettivi, ~nscellibili .ti esser~ t<imulali " difficili ati es~ere controllali, altri, al contrario. possono essere rilevati con una precisione del lulLo maletnati~'a, comP ad esempio: ti res lt·ingtmenlo del campo \Ìsivo, l'ineguaglianza pupillare, rindeboltmenlo dell'nculeun, lu fìaccltezzo, la riduzione delrampiena cl'accomodazione. l'm$uflicienzn muscolare, la diulopiu. lo strabismo. In una mamera g(•nerale, i sintom1 oculari hanno una parte considerevole e, sotto questo rapporto, ilJ'e"lt·ingimento del campo visivo e un dato importante. In du1· perizie delicate, ::;euM i l'isullatt fa,·or ili dall"esame degli occhi, probabilmente ranlore e due colleghi che lo as~isle,·ano, sarebbero rima"li indecil>i. J3adal propone di allener.si all'espressione dj ''ailtllOIJ·bratn.


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R.IVlSTA

In sosLanza, secondo Badal, il vocabolo IJa poca imporLat1Z8; ressenztale ~ar,;bbe dt m ... tter·st d'accordo ne1 punti seguenti: 1' Le alterazioni uer,·ose osservate t n seguito aù accidenti delle ferrovie, quelU almeno che danno nll'affozione la sua fisionomia speciale e carallel'islica, hanno un'ortgine puramente psichica. 2' Unilumenle a lle altera:.:ioni psichiehe, cornpaiono co· slanle:nenle allri sintnroi, la cui accentuaz•oHe piil o meno pt·onun?.iata tende a fM' pt•andore alla mu lallia l'and&monLo di certe nevrosi, l'islerismo in particolare. 3' FrequenLemento ai disot·dini semplicemente funzionali si aggiungono altre manifestazioni mo1·bose che sono il l'isul· Lato di lesioni matèriali t.lel sistema nervoso centrale o li'a trs apparati: reni, polmoni, t'uure, ecc. 4' In alcuni feriti, e specialmente in quelli che hanno riportato fe!'He alla testa, l'aziono riRe!;sa od inibilot·ia e~erci· lata dalle ferile o dali~ loro creatrici, può anche over la ~ua par te d'm/luenza sulla compat·su e sull'ondamenlo o~>l;'li ac· cidenli. Perturba.~entl vislvl

nell'a.uemta. oa.glona.ti dalla presenza dl vermi tntestlnall. - ~LEI. e LEPLAT. - A ll nales d'Oculisi.ique, morzo·aprile 188!1).

Masius e Fr-oncotlt' !Jauno l1·ovuto che l'anerniu, di cui ->offrono t lavoratori nelle minier~ òi carbon fostoil <> nel bt~Ctrto di Liége, ò dovuta mollo !"Ovenli allo pt'eRenza, nei loru intestini, ùell'anc!Jilostoma. duodenale. Fra i sinlouti c.Ji questo affezione figurano coslantemenlc un perturbarnenlo tlellll vi.-ta consistente iu una pronta stanche.z:;a deqli occhi, senzn che esista lesione apprezzabile dell'organo vi!:<i\O, ed un certo grado di emeralopia: fr•e(ruentemente sr osser1•a pure nislagmo. Nw1l e Lep lal hanno avuto l'occasione Ji esaminnt·e ~l individui, cm·oti per ques ta malallia alla clinica tli Li(;ge. ed in 6 casi hanno tr·ovRlo le seguenli alterazioni: Uno d i quesLi mulo. Li presenta va uu' emorr·agia retinjca : V= >, In un nllro, l'occhio destro oiTI'iva emorragte r eti-


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niche numerose, risiedenti soprattutto nello strato delle fibre nervostl: V=$/.,. Nell'occhio sinisteo la papilla era sbiadita, i suoi limiti erano un po' velati da un'alter·azione estesa nella porzione confinante della relina ed avPnle la for•m a pr·essocltè di strie caggiate. Le vene ero.no un po'ingorgate: V = 5/ 5 • Due altrì pa.zienli otr.•irono un'inflllrazione della papi11a e della retina, analoga a quella ::lell'ultirno caso. Il primo possedeva una vista normale: 5/ 5 , e l'alLr·o un'acutezza visiva di &fn· Il loro campo visivo ed il senso dei colori erano n ormali: solamente la sensibilitt\ luminosa era l'icloUa alla melu. Dopo una degenza di tre mesi allo spedale, liberali dap1Jrimà questi malati dt1i loro ptu•assiLi, poi sottoposti ad un regime corrobora nte ed al soggiorno nell'oscurità, l'aspetto oftalmoscopico si presentava alquanto migliorato, ma l'infiltrazione della r etina per•sisteva <mcot·a. Lu vista del secondo paziente era uguale Il •;•. Un quinto paziente era conLemporaueamente albuminurico: prPsen lava una nevro-relinile incipiente. La cura dc>ll'anchiloslomasit~ consiste nella somministrazione dell'estratto di felce masrlùo, che produce l'evacuazione rapida dei parassiti e delle lor·o uova, in seguito nell'uso Ji tonici e ili una alimentazione cor·rohorante. Poco tempo fa un mcclico dei dinlot•ni di Liége inviò alla elinh~ rlegh ~:~u tori un rninatorA anemic·o, che accusavo dolori nelltl l'egione epigastrica e che presPulEIVa un leggier grado di nevro-retinile. Gli autori l'ecet'O diagnosi di ancldlostomasia duodenale e fecero somministrare l'estratto di t'elce mascl1io. Le evacuazioni alvine contenevano un'enorme quantita di piccoli vePmi ehe eJ•ano con Lulta pr·obabilitù aocbiloslomL L'assenza ili pi'Urilo anale escludeva l'ipotesi che si lraltasse di ossiuri. Dopo d'allor•n il malato (!Orninc ir\ u star· meglio. Secondo gli autori, devonst collegare questa nevro-retir•ile e qlleste emorragie della retina alle lesioni che complicano l'anemia pern iciosa progressiva eu a quelle che sopraggiungono lalvolto in seguito a perdite sa11guigne. Quanto all'eme?alopia, che si ri scontra di regola nell'anchilostomasia, e!òPtl

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RIVISTA

deve alLribuirsi a ll'anemia, nel l ~;~ s tessa guisa dell'emeralopia degli schiavi del Bra sile, per es. Il nistagmo, mollo frequeote, riconosce la medesima causa e di più il lavoro cogli occhi rivolli in allo, come si pratica nei filoni. Non dovr·ebbet·si confondere questi accidenti visivi colla forte ambliopia ed anche coll'amaurosi di natura rifl~sa che siriscqntra no taivolta negli individui alberganti nel loro tubo digestivo, siA lenie, sia asca ridi. Ciò nondimeno. siccome questi parassiti pr oducono Lalvolla un'anemia talmente forle •Juanto gli anchilostomi, cosi devesi ammettere la possibilità che in certi casi essi possano dat· luogo ai medesimi perlurbamenli visivi di quGsli ultimi parassiti. Dell'eredità dell~ mlopla. - MoTAJS 1 d'Angees. - (Anna/es d'Oculistir;ue, maggio-giug no J8RH).

L'autore ha esa minato le famig lie di 330 giovani miopi ed è giun~o alle t;eguenti conclusioni: L'influenza eeedilaria della miopia esiste in 216 famigli e s u 330, ossia ·65 p. 100. Questa rniopia oredilat•ia si d istingue dalla miopia aeqnisita: a) pel' la sua comparsa più precoce; b) per il suo sviluppo più r apido; c) pet· la media più alta de! suo g rado; d ) per le complicazioni piu ft•equenti e più estese. Insomma la miopia et·edilaria é più grave della mwpia acquisila . La miopia '' Ln generale, trasmessa dal padr·e alla figlia, 30 p. 100 dei ca si osservati, dal pa dre al figlio 1i- p. 100, e dalla madro al figlio 79 p. 100, dalla madre alla figlia 21 p. iOO. La miopia ereditaria è quindi iocrociala dal punto di vista del se:sso. Ques to rile.vanle fallo non era ancora :-:tato segnalato. Le principali condizioni che favOI'iscono la n·asmissioneeredi tat·ia della m iopia sono: a) pl'ima d i Lullo l'appl ica zione della vista in un mezzo igienico s f~.worevole, sia alla scuola, sia alla casa paterna;


Dr OCULlSTlCA

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b) l'as tigmatismo di un cer to g rado (al disoprA di 0,75)

1-6 p. 100; c) l'abbassamento della volla orbitaria. 16 p. 100. Lo conclusione della dimostrazione precisa della miopia ereditaria io una alta proporzione (65 p. 100) deve esser e di raccomandar e a coloro che dirigono l'educazione doi ranciulll un'igiene scolastica più r igorosa, tanto n Ila scuola, quanto alla cesa paterna , per i fanciulli predisposti. Se non si porra rimedio, inratti. la miopia acquisila non re· stando individuale, ma trasmellendosi ai di~cendcnti, il pericolo della miopia non tardera a moltiplicarsi e ad estcnderf'i in proporzioni inquietanti.

Dellamloplae suoi rapporti ooll"asttgma.tlsmo.- CH \ ~VEr •• - (Anrr ale.s cl'Or:ulistique, mnggio-giu~no 1889). Conclusion i: 1• L'amuiez.:a d'accomodazion e non ù mod ificata in una maniera notevole e regolare dalla miopia; ciò non ostanto essa di m inuisce legger mente, in generale, nei g radi elevntr di questo vizio di refrazione. 2" L'acutezza visiva a distanza, senza corresione, diminuisce rapidamente a misur a cht> cresce la miopin. L'acutezza visiva a di~taoia, anche colla corr~io11e sferica, pre~enta un indebolimento progressivo e notevole nelle miopie rorti ed CC"..-essivt> . 3° Il campo "isivo è egualmente modificai<' nella ~ua estensione nelle mio pie- gravi; esso si rei'llrin~e progressi . vamente e assa i regolArmente nei !<UOi diirerenli diametri . .i• Lo staflloma posteriore segue regolarmente nel su o Av1lup po lo sviluppo della miop1a; esso ct•csce in estensione a misura che essa aumenta. e questo rapporlo à Colsi netto che o s~o dimostra la relazione intima che e~1stc tra l'ametropie e la lesione della cor oide. f>• L'astigmatismo regolare, già frequente nei deboli g radi di miopia, s i osset·va più soventi anco r a nelle miopie gravi, ma non esiste alcun rapporto lt•a lo s viluppo dello due ame-


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tropie. Esse coincidono frequentemente; non hanno alcuna azione l'una sull'altra. . a• S é in qualche coso la sede della mezza luna stafilomalosa. sembra ~ssere io l'apporto coll'inclinazione dei meridiani principali dell'asLigmalismo, i ratli dimostrano in un modo decisivo che l'inclinazione di questi non esercita, in generale, assolutamente alcuna influenza sulla situazione dell'ectasia sclero-coroideale.

Le oa.use della. oa.ta.ra.tta. senile. - Scu6N. d'Oculistique, maggio-giugno, 1889).

(Anna/es

Conclusioni: 1• II processo al quale si è dalo il nom~ di cataralla senile comincia sempre collo sviluppo. nella regione equolorialc, di pun~i e di strie bianche e finissime. :2• Non si osserva mai la ·sclerosi del nucleo senza cataratta equatoriale. Al contrario, la statistica porta 3/7 casi di cataratta equatoriale con trasparenza dPI nucleo. L'opacita di ques,L'ultimo ò ,dunque consecutiva. 3• Più, della metà degli affetti da calaralla (60 p. 100) vassiedono atÌcor·a un'acutezza no1·malc, ci6 che esclude ogni alterazione del centr o della lente. .i• La cataralt.a col'licale non si aggiunge ordinariamente a ll'equatoriale che dopo i 50 anni. 5' La sclerosi del nucleo non compare che Jopo i 60 e 70 aonL 6' J a cataratta semplice non ò gia proprietù della vecchiaia; essa comincia spesso nei giovani di 20 a 30 aoni. Sa· rebbe quindi meglio sostituire la denominazione di cataratta senile con quella di cataratta semplice. 7• I 3/4 delle cataratte sono d'origine ipermctropica od astigmatica. s• La cataratta equatoriale comincia il più soventi nel mel'idiano orizzontale. 9' I punti e le strie, visibili ad occh io nudo, corrispondono esattamente alle inserzioni zolunari anteriori e mediano.


DI OCULISTICA

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to• Le alterazioni m icroscopiche sono egual mente s ituate in corrispondenza di q uesti fascelti . · Risulta.dalle sovraesposte conclusioni che la tensione accomoda,tiva sarebbe la causa della catar&tta semplice: il tiramento delle fìbre zonulari produrrebbe l'irritazione dell'epitelio capsulare rlel cristallino e questa irrilazione sarebbe il punto di partenzà dell'alterazione catar attosa . Besooonto di l oo estrazioni di cataratta senza tridectomla. - KNAPP, di New-York. - (A nnales d'Oculistique, maggio-$ iugno i889).

Nessun malato é stato operato nel giorno del suo ingresso allo spedale. Pet·la durata di qualche giorno, Knapp assoggetta gli occhi del paziente ad una rigorosa pulizia e vi inslilla la soluzione di Panas. Nel giorno antecedente all'operazione, bagno e purgante. L'autore opera colla luce nalUl'ale, ma ba sempre solto manu, in c&so di bisogno, una luce artificiale. Questa. uUima é preferibile per Je discissiooi. Le mani e gli strumenti non taglienti sono disinfettati colla soluzione ordinaria al sublimato; . gli strumenti taglienti con una soluzione meno concentrala (1/5000).

- L'incisione é pralica ta col coltello di Gl'aefe e compr end~ i "In superiori della comea. Leggiero lembo congiunlivale, specialmente nei c'asi di complicazion i da parte della congiunLiva o delle vie lagrimali. Se, dopo il rientramento dell'iride, la pupilla non è perfettamente re>Londa, non è possibile fidarsi dell'azione dell'eserina, ed é preferibile fare una piccola irideclomia: Knapp fa il n et· lamento della pupilla colle manovee meccaniche. Se egli pratica lalavatura della camera ant.wiot·e, ciò fa unicamente per iscopo anti~e ltico . Utilizza la soluzione di Panas, ma é parco nell'usal'la; il più sovenLi non bagna realmente che le labbra de! la ferita. Knapp insiste sulla necessità del riposo nei due o tre primi giorni, tanto per favori:·e la cicatrizzazione della ferita, qua nto per prevenire l'uscita dell'iride. Rinnova la fascia-

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RIVISTA

tura il 2• ed il 3° giorno senza vlsilare l'occhio. Non è che al .i • od al 5• giorno che l'occhio viene esaminalo. Devesi dillidaro dei soggetti eh~ sono solto l'influenza di una suppuraziono acuta o cronira, delt•eumatis mo at·Licolare, della sifilide o di a ltre ntolaLlie costituzionali. Quanto ai diabetici, non devousi operare che dopo aver mi~liorato le loro condizioni generali. Il prolasso dell'iride avvenne 12 volle. l n quallt'O casi questo prolasso scompa1·ve spontaneumeule; .{. \'Olt.e ru e~portalo colle forbici. In 8 a ltri casi sì ebbe aderenza pat•zialo. 111 Lulli i casi, salvo uno, in cui l'occhio ru perduto pel' supput·udone, l'incuneamenlo dell'iride non ebbe alcuna sptacevrtle CClnseguenza. Knapp ha riscontrato un gran numero di voltu le Clltnralle secoudarìe. Egli le opera generalmente coll'ag-o. Nou t'che m circostanze eccezionali, in cui la puptlla è o"lruila ùu una membrana spessa, conseguenza cl'irìle o di it·irlo-ciditc, che egli s i set•ve con vantaggio dt un proprio processo e elle consiste noi pungere simultaneamente la cornea e iu Jllembrana meùiaute' un collcllo di Bo01·, nel trarre la membrana al dì fuori Òolla pot·zione dell'iricle odet·ente e nell'e-.•·tdel'e il lutto coa una rorbice. Knapp insis te sull'ulilit.& dell'opedtzione secondariu ~' sulla sua innocuilli, se si mettono in opet•a Lulle le precauzioni anlisflllicbe. Egli hn potuto aumentare considerevolmente l'nru· tezza visiva neErli operati che si Rorebbero potuti ronsiJet·ar·~ ~me avt!uli ricuperato un'acutezza s ufficiente. Riassumendo i vantaggi e gli inconvenienti dei due meLodi òi estrazione, l'aulore conclude dicendo che l'esl!·azione semplice è tanto sicura, quanto l'estt·ozione combinota, r he essa è ~uperiore nei s uoi risultati, ma che la sua esecuzione presenta maggiori diiTìcoltà, che ess a e !"pone di più ai lll'Oiassi dell'iride ed alle sinecchie posteriori; ,che essa può opplicar f'i ad un numero mollo grande ùi casi, è vero, ma cho peru essa non può sostituire l'estrazione combinala, come meLodo generale.


DJ OCULISTIC.\

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AlltsloDI p ertocUohe od intermlttenU degli ooohJ. CmGNET.- (Journal de M&deeine et de Chirurgie, maggio 1889). Il dolt. Cuignel ha richiamato l'attenzione dei colleghi su cer te affezioni oculari degne di nota per la loro periodicnù che al può p1•esent.ar o sotto due rorme principali: runa in cui l'!!Sa co!!liluisce essenzialmente e totalmente la rnalalLia ; roiLru in cui essa ne e semplicemente un elemento più o meno dichiaralo. Ecco un esom.pto del pr imo coso. Si lraLta di un er itema inlerm iUenle delle palpebre soprul-{giunlo in uu giovane di lG auni. Cominciò br uscamente nel mattino, aumentò fino a fur crcdtH e nd un inizio di rtsipola, ma scomparve nella giornata. Si rtpro,Jul>se nello stesso mot!o per ll·e giorni senza cagionare lurlJamenli generali, poi acomparve sotto l'mJluenza del !>Olruto di chinino. I n un'altra perMna, l'all'ezio11e t·onsislcva in un Jll'Ul'ilo del ma1'gioe lnfe1·ior e dolla palpebt·a sir1i sLro; gl i accessi com inCiavano ver $o'le cinqu~ di sera e flui vono verso le selle, senza lumE:fazione. senza rossore. senzu la~J'Ìlllazione. Essi scomparvero con una sola dose di :l grammo di solfato di chinino. Molto pii.! numerur-:e sono le alfeZJOlll che, invece di essere nettameole inlermitlonti, sono semplict>menle r·~mitlenli. Ollr·P che molte di qu este Afl'ezioni s'esacorbont• nella !>era, ve ne sono alcune che Ruui!:>cono CJUeSlt l r et:r·udescenza un po' più presto. ver·so le .-j. ot·e, per esempio. Queste esacerbat.ioni co!.<ltluiscono veri accessi, $i& a cagione della rep:olar·i Là della loro complll'l"8 quolidtana o bi~uo­ ljdiana, sia per l'aument.o simultaneo di lulli i sintomi o anche per la compar sa d t nuovi segni. Ciò si osr:;ervfl anche nei traumaLismi, ma si è nel glaucoma che si r·iscontra piu spesso qu~sto andamen to remittentc dell' all'czione, ancora di più nelle sue for·me acuta o subacuta che nella cr onica. I n •IUe!'\ti casi la chinina é mdicala. come pure nelle affezioni com~i­ stenti in er uzioni aceompa~nale da febbre. Tanto l e cheratiti, quanti) Je cougiunti,·iti ioizianlisi con uu malesser e febbrile più o rneno apparente, con f!Wene e J•ecidivo legate l e uno , alle al tr e o separate da inter valli netti ed


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IH VISTA

accompagnale o non da movimento febbrile ~no vinle dal tnedicam enlo, il quale deve quasi sempre esse1·e "Ommini!<lr ato a do~e mollo alLa per a;t~re.

CongiUD.tivite infettante ohe pare traameaea dagli &Di· mali all'uomo. - PAtiiNA uo. - IJo u T'na l dc lvlrldl'tiiH' et de Chir uryie, giugno JR89).

Il dott. Pa1·inaud ha sognalalo alla Società cl'oflalmologia dt P arigi tre casi di una forma particolare di congwntiv•le, eminentemente infettante, che p1·ovoca costanletnentt• la suppUI'SZÌllne dei ga ngli e chf' pare tra!'mes.."8 all"uomo tlagh auimali. N d tre casi l'affezione era monoculare. E:<sa a~"omiglia . a primo aspetto, ad una con~iunlivitc granulosa. La congiunti\'& ò la sede di vegetazioni rossP o gia lla~lri!, ~emi-lraspurenti 111 pt•incipio, opache ad un ~r1;1do più avanzato, eh!-! possouo rogg iunger c il volume di una g-l'OSAti lesta di spi lla. A llonco di queste f(ranulazioni carnose se Ili' r iscontrano altre più piccole, completamen te giall e, che, a tutta prima, avevano fallo suppor•·e èhe si lratlas!"e eli tuber·colosi della congiunLh·a. In un caso. queste granulazioni erano limitate alla congiuntiva c.lel larso della palpeb•·a superiore. Negli altri due ca<>i, e.<>»e occupavano le i ue palpclwf', i cul-di- s acco cd una porz•one della congiuntiva bulbare. Sembra che la cornea non ubhia alcuna lt>n-ienza ad e:-sE\r e iuleressala. Vi ha secr ezione mucosa con deposi li fibrinosi mollo dcii!'. T ma non s uppurazione pl'o priamenle delta. Le palpebre sono tumefnlle, dure alla palpazione, cou nodosila che potrebbero far credere all a presenza d• calaw Lt~ regione parolidea diventa a"soi ra pidamente la sede di uua tumefazione ir.tlammaloria clw può estendt>rsi lino al c·lllO l' tH•I m ezzo del1a q uale si notano gangli lumcfalli e Lah·ollH rommollili. V i ha febbre, con brividi ir•·egolar-i, rhe può du1·are lun~o tempo. ma rimane sempre moderata e non ba grave iunuenza s ullo stato generale.


Df OCUI.lSTICA

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La congiuntivite é poco dolo rosu. e l'ingor go del gangli é pure indolente. Pare che l'er uzione congmnlivale abhia Lentleuza a guarire spontaneamente dopo quattro o cinque mesi. Le granulazio~ai scomparia·ebbero senza lasciare cicull'ice. Le caute rizzazioni colnitra1.t1 d'a rgento a rreslano l'evoluzio ne delle g t·anulazioni, ma non pr'<Hlucono una guar igione mollo rupida. l n un malttto in via di guat'igione dopo quindici giorui di cura, le tra·arfu laztoni hanno preso un nuovo s ,·iluppo, alloa·chc venne interrotta la cura. La tumefazione della re~ione parotidea Jaminuasce ''er:>o la quinta sellunaoa, ma l'ingorgo Jci gangli perl'iste. Aleuna l"i risolvono per· IISSor!Jirnento, alt1'ì .:;uppm·ano. L'evoluzione degli ascesRi é molto lenta. Ques ta suppurazione Jei gan~li, dae denota la natura iorctlanle della malalLia, costituisce un carallc t•e esscuziale, perché se gli ingorghi pas;;eg~ie ri dea gan ~lt ~ono nssai frequenti nelle alfezioni dell'occhio, la lnro !;uppua·azione ,·: a l r.ontrario, eccessivamente rar·a. La presenza di piccole g r anu lazioni giAlle t'a suppotTe clie si lratla Ji tubercolosi, ma l'anèz1one ne diff~ri:;ce per molti caratte r i. La lubercolol'i della con~iunlava &; manifesta come quellu delle nlire mucose con ulcerazioni n margini netLi e non con vegetazioni prominenti . D'AltrA par·LP, l'e,·oluzione e la (lllarigione spontanea èlell'aH'czionu tolgono og-ni incertezza a questo ri!-(UBl'do. Devesi aggiungere cho nessuno dei tre malati pr esentava ~t>g-ni di lubet·colo"i. Anche la sifilide era e~clusa.

Nel secondo malato, o cagione dell'nppal'enza singola re dell'affezione oculare e dello sviluppo insolito tlella l infan~ioite c la e si e"tenaeva fino alla base ciel collo Pat·inaud pensò ad un'infezione d'origine animale con ma#!gior· veri~imiglianza, in quanto che la malat-a era macellaia. U lerto cat>o confcr•ma ancora rJUesla suppo~r zion e: il malato, che é un fnnciullo di cinque anni , abita in una vecchia casa di un sol piano, o ve si trova un ue~07.io di carni nelle più detes tabili condizioni igieniche.


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RIVISTA DI OCULISTJ CA

Devesi agg iungere che il marilo della malata che raceva la macelloia eru stato pur e stretto dalla s tessa malalliu. Parioaud soggiunge che non saprebbe ancora d1re quale aia la malallia atumale che è l'origine di questa affezione noil'uomo; crede peraltro che essa potrebbe essere la linfangioite del bue, recentemente studiata da Nocarl. La teasm!ssione pa•obabile colla car ne òi macello, la sua relativa benignita, la sua somiglianza colla tuber colosi, autorizzano qut!sla supposizio ne.

• Contribuzione alla dottrina del glauooma. - J. JACOBSON. - (.4 nn ales d'Oculistiqtte, marzo-a p1·ile t889). Si sa c iJe Czermack e Birubacher ha nno rilevato negli occhi affelli da glAucoma, alterazioni infiammatorie della coroidu, specialmel}te nelle sue parli antPriori ed attorno allo vene vorlicose, nt•l punto in cui esse perforano la sclerotica.. Jacobson ra uolare che questi ris ultaLi cnnfermono pienamente la F:ua antica ipole!è<i, secondo la quale l'aumento della lension~ !tnrebhe nel glaucoma primario, il risultato di una >-leSI remota, sus5eJ:tuila _da ipet·sccrezione. Egli cerca di ~piegare come specialmente l'escavazione della papilla si colleghi con questa causa. Egli ammette che un liquido più o meno palologico, proveniente dalla r l'gione anteriore della coroide, pcnr•Lri nel ca Mie di Cloquel e di là nella 'papilla del uorvo oLLico elle esso altera. Nel glaucoma infiammatorio, il corpo v1 treo sar ebbe sempre più o meno alterato, c nel glaucoma semplice, il \'olumc lt>l corpo vitreo ~ arebbe numenlalo. La teoria della di rilenzione non poll'ebbe spiegat•e lutli i sintomi, specialmente i ca.si di forte ambliopia, neppure quelli di amaurosi senza esravazione del ner·vo ottico o senza escavazione equivalente, e nemmeno le escavazioni $enza aumento della pressioni' .

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RIVlSTA DI ANATO~IIA E FISIOLOGIA ----'.~· ~:----

Gentrtbuto allo studio della tubercolosi lntesttnale. Dotl. TcaiS'fOVITCII. - fAnna/es de l'lnstiluf Paste~tr, N. 5, 18 9). Koch fu il IWimo che nel1882 riscontrò la p1·esenza di bacilli tubercolari nelle granulazioni iulcstinali e noLò che il RUmero di bacilli é considerevole nelle grmmlazioni giovani e recenti. Cor o il e Babès nel 18 3 trovarono gt•arHie fJUUnlilà tli bacilli nelle parli superficiali e nel lessulo r eti col~< Lo della mucosa ispesll!ita, nel tessuto sollomucoso, nei focolai tubercolari altorno ai vasi e Lra i fasci muscola1·i. Wesener nel 188~ uolò una grandissima quanti là di bacillr ne1 margini delle ulcerazioni tubercolari dell'inlesttno ed osservò che i bacilli si li'Ovano sopraltuLlo numerosi nei les~uli accessibili all'aria (caverne polmonari, ulc~razioni inleslinali). Ma questa regola, secondo lo stesso W esooer, patisce molle ecceziont, poiché egli trovò moltiludino di bacilli nel fegato, nei ga11gli mesenterici e nelle capsule Ropra-renali. Nel1f'85 Baumgarlen osservò, nelle co vie solloposle ad ingestione di colture di bacilli tubercolari, elle i tubercoli cominriono a svilupparsi sempre nei follicoli ll!olitari dell'intestino e ehe in appresso invadono i tessuti circoslanli. Baumgarle n é inoltre di parere che la formazione di cellule giganti sia in rapp()rlo iO\•erso col numero e con l'intensità di s,·iluppo di bacilli tubercolari, e che il numero dogli elementi linfoidi sia in rapporto diretto col numero e con gli elementi vitali di essi bacilli. \Vesener, in un la"oro pubblical(\ nel 1 85. non è del tullo


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Rl VJSTA

d'accordo con Baum!;tll'len. Accanto ai Lubercoli a cellule epitelioidi, egli a mmette la preseu~a di tubercoli lint'oidi, che si formano dall'agglomerazione di elementi linfaLici c si lrastot·· mano consecutivamente in Lubet·coli epiLelioidi. Honing (1885) atierma con Kiister e GoLtsackor elle il pro cesso inthunmalorio precede la formazione de' lubercoli. Egli avrebbe ossel'vato cl te i bacil li, nelle affezioni tubercolal"i cronich~ dell'intestino, non si maoif.;slano elle in piccolo numero dopo la formazion e di ulcero.ziorti e sola mente alla loro superficie. Ma quauto più J'ulcr.t'azione è antica, t.unlo più, secondo Honing, divengono numerosi i bacilli e piit profondamente penelr·nno nello inlerno ùei tessuli. Girode (1888) ha Lrova1o grandi quunLltà di bacilli nelle parti che avevano subito la tra~formazione caseosa, e Dobroklonski nello stesso anno ha dimoslr·alo con esperimenti suUe cavie che i bacilli tubercolari possono infetlaro un intestino sano. anche a slralo epiteliale intatlo. Tale.era lo sfato della f]ues lione quando il dolt. 1'cltistnvilcll intraprese il suo lavoro nel laboratorio del prof. Corni!. Dalle s ue osservazioni egli sar ebbe giunto Alle conclusioni seguenti: 1• I. lubercoli dell"in leslino, quando finfezione ò fatta dal contenuto intestinale, cominciano negli s lraU mucoso e soLtomucose. Nel maggior numero di casi s i trovano in questa classe le ulcerazioni. ~ella tubercolosi Jtliliare geueralizzula, il processo s i localizza nel tessuto congiuntivale sotlo-s ieroso. 2° Nel primo <·aso, ]a diffusione del processo lohercnlnre ih profondità, ver so lo strato sotto- sieroso, è considerevolmente limitato dallo sts'a to muscolare. Questa pt·oprielù dello strato muscolare é molLo più pronuncia ta nei ratti della seconda classe, nei quali il processo tubercolare principia nello slralo solto- sieroso . 3• l leucociLi hanno un'azione considerevole nel pa>-saggio di bacilli altraverso lo stt·alo epiteliale. 4° Nello sviluppo di tuhel'coli dell'in tostino, secondo routor e, gli eleme nti epitel iali, glandola ri uon avrebbero alcuna azione: essi s i modificherebbero in appresso. 5• La pr opagazio!le del proce8so. tubercolare altra,·erso


DI A:'iATO Uif.. E FISIO LOGIA

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la parete intestinale avviene di preferenza per la via linfa&ica. G• Lo trasfor mazione cn~eosa 1lei Lubercoli non dipende esclusivamente dal numero dei bacilli e può aver luogo anche in presenza di qnanlilà minima di questi mtcrorganismi.

RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE E DELLA PELLE

Jkewt cenni sullo stato attuale della. dermatologia., del prof. ER?\EST O ScHWDI\IF:R, eia Budapest Wiener medie. Zeitung. N. 1, 188!l).

(All!femeine

Negli u!Limi anni gli studi dermatologici non hanno l'Atto progressi luminosi, ma si sono avule alcune pubblicaziOni mel'itevoli di es~ere t•icol'dale tAnto !'Ollo l'aspe tto cliu ito quanto Lel'apeutico, le quali possono inlerP!'S&re anche i non specialisti. Sopra un ar gomento generale, cioé sui ro.ppo t•ti delle rnalallie della pelle con le marallie genHali ha discorso nel Bri i. med. jouru. Jon»Lhan H•tt!'cbinsC\n, lt>nendo conto in conveniente misur a della nuc.v11 ùollt·ina m icrobica. Cosi ricorda il fallo dimostrato dalla esperwnzo l'!te le roalallie del comune inlegumento, come il lupus. il corri uoma. la psoriasi ecc. si allar gano a guisa òi cet·cltio, cd egli crede cltc la t•agione sia perche i gprmi dP.Ila malattia o della inff'zione si estendono via via nelle vicinanze per meno delle Vte linfatiche. L 'H u:schinson attribuisce quindi alle vie !infatiche una pa1·tecipazione diretta alla propagazione della malallia. Divet·samenl c si comportano le inflammazioni della pelle, le qua.li si estendono nellt• pat·li vicine per le vie c:anguigne. Cosi l'eczema che ptwtendo ùa un punto limi tato può invadere luLLa la Stlper flcJO cutanea. La cosliLuzione ot~ilanica e il modo di \'iverP dei sin!!oli


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RIVISTA

individui sono pure secondo l'Hulschinson un elemento caupel lo sviluppo di alcune malattie cutanee. fl credere come egli fa che l'a1'senico sia causa dirella d'alcune clcrmalosi <;embl'll un'idea put•amente inglese. PasRondo Ol'O a sludia1·e più da vicino alcune forme morbose dir~mo in fll'lmo luogo dei pro~ressi falli nella conoscenza del mixedema. Come é nolo il cong1·esso mo,Jico tn· lernazionale di Londra (181 1) offri primo la occasione di conoscere r1uesla 1n ~eneral e tanl1J rara forma morbosa con la pre~entazione eli alcuoi casi d1 questa malattia. È impot· · tante 11 gindii:io eliologic? di lutto il processo morboso, poi· ché, comu ò noto. 1 dermolologi e i neuropalologi si sono lun· gamcnle contesi sulla natura della malattia consiolcrantlola si fJUesli c ho r1uelli come del loro rispetti vo dominio. Ultimamente si ò spiegata la genest della molall1a, e se1nbru atrallo fnori eli dubbio clte sia giusta la opinione di alcuni medici francesi e tedeschi (Revet•din, Ollivet', Kochet•) cioé che la r1whossiu str umiprivt~ e il mixedcrmt siena lA stessa malattia, o in nlll'e parole che l'atrofia 1lella g-landola tir oide sia la vera causa del precesso morboso 1li cui si lralla. Questo t·et:iproco t•nppOI'Lo fra l'alrofla della lit•oide e la formm:iono del rnixedema fu confermato ,iall' llorseley coi suoi esperime nti !òulle scimmie. Se e l'Ome il mixcdema sia suscellivo di un conveniente trollamenlo non si puil ancora. secondo l'alluale cspnri~nza, dichiarare. La lebbra offre put•e un fertile campo allo osser vazione e alla e pericnza. La quec;tione se i bacilli della lebbra sono rAcchiusi in c1•llule o cc•t't'ono liberi per le vie linfatirho hA oggi perdulo la "U8 allualil.à. La po-,sibilihl d'avet·~ coltt. re pure finora conlraslata da molti ossct•vatol'i ha or·a, se le affermazioni di Bol'dom- UITreduz7.i saranno conft>rmate, una soluzione posi~ivs, poichi• l'iuscl loro di coHiva1·e rl bacillo. P erò fiii'Ono anche lo lor•o collur·e poco dureYoli e poco •·os tanti. In quanto nll'imwsto dello lcbb t•a sugli animnli,l'opi· nione del Leloir che vide attecchire l'innesto, ma non seguirne la lebbra sembra anche confermata da Campana, il qunle lraspol'lò i bacilli, mu non poLè osservarP. negli animali alcuna malallia corrispondente alla vera lebbt•a. Anehe ~ale


OEl.f.E 'MALATTI E V&NElt EE E DELLA PEI. I.E ~ tltleSilton e della

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contagiosità ùella lebbra sembra decisa senso negalivo, poicbè anche messo ùa parte che si può sporaqica io regioni immuni ùalla lubhra senza •tlre conseguenze, gli stessi medici che hanno t!Serc ilalo in paesi abitati da molli lebbrosi non hanno polulo lr•o,•are alcun fonda mento della s ua contagiosità. Lo terapia dt.>lla lebbra non sembra og~i così disperala come una volta. Unna e Leloir hanno con l'uso delle sostanze t•iducenli, ~alicilulo, resorcina, itliolo. ottenuto delle parziali ~uarigioni, ma vor·amenle r·iguardavano persone curate in paesi non inrelltali dallalebbt·a . Sulle malattie cnlanee trofoncuroticbe pocl•o comurura zioni impot·taut• sono state fa lle. Se non ponno negars i alenne malallie nngioneuroliche poichè le r•icerche sperim~n­ tell dimostr ano delle alterazioni vasRii pc.t• inltuenzo dei vusoeos triltot•i e dei vasodilatalori o la pt•oùuzioue di malal~ie e utane~ per questa causa, non sono pet•ò ancor·a tlu tulli ùrnmosse quelle afrezioni clte si vogliono r·i fe rire alla rntluenza tr·oflca. Or 110no due anni il dotl. M. .Tosef di Bet•liuo hacr·eduLodi twer provato la esis tenza di nervi trofici, poi eh è spcrimen la ndo sui gnlti dopn la estir pazione di alcuni ner vi c~t·vicali, nelle parli pet·i· fericho della pelle corrispondeoti viùe la caduta dei peli . Gli sperimenti rurono ripetuti dal :\1ibclh e il risultato fu lo stesso. D'altra parte il doll. Samuel cbe hn i::;ttltu lo uguAli spet·imenlt c:ui coni~:; si é dich iarato contro i precedeuti s perimenlalot•i. Ma il Josef ha recentemente in una delle ultime chspense uegli archivi del Vircho'' energicamente l'lbattuLo le obiezioni ùel Samuel; cosicché dovremo attendere elle altre esperienze decidano sperimentalrnt•nlo la <tuesttone della esistenza dei nervi lt·ofici . Ma in niun caso dohbiomo trascura re il cr·iterio clinico. Anche contro alcune malatlieangioncurolicheùalungo tempo ammesse, come per esempio rertlema, si sono tllevale t'e· cenlemenle delle obiezioni. Se og,gi é tJuasi geucr·atmenle riconosciuto l'eritema come una mal a Uta angioueurotica pura e scrn plicc, vi sono però nlcuni ossct·vatori che ne dubiltHIO ancoro. Il Polotebnoff ha combattuto (Juosta opinione, facendo vale1'e per la genesi di (Juesla affezione allr(• iulluonzu


RJ\' ISTA

ma se ~i esamina la ragion e ùi questo giudizio e si conRi dera che egli ri conosce l'aztone l'illessa dt cet·Li agenli nel sangue o negli or gani intern•, resta ·in u!tima tmali<;i il sistema nervoso com e la o,ola ca usa da cui del'iva J'(Witema. Cerll processi di ncoformaziont' Jt1ollo e,;le!li, come la M r · comatosi della cute, i n.-vi, ecc. pei r1uaJi non puu esrlurlersi una diretta malattia del sislemu IWt·vo-;o llanno avvalorl}lO la opintone che M!<tiene la influenza ùtt·•3lla rlct nervi U1f!lati suiJ'acc•·escirnelllo e lo .-viluppo di certi elemPnti dei tessuti come sulle fot·mnzioni ''A"colarj. Il Cnmpana Ira attivamente ciii confermnto con molte ricerche islologwhe o:ul l'&rcoma pi gmenloso, sul nevo vaRcol are, sulla pruri~tnc. La natura dello sclerema, la cui ol'igine tr oruneurotica fu rla lungo tempu segnalata da alcuni autori Crances1, 1\ ~lata recentemente spiegata iu all r·a mamer·a: li dott. Erben ha soltopo~lo ad un l'i~oroso metodo di ...,_ame elettrico fallo con molla cm•u e prt•cisione, 81cuni casi di sclerema :renerale e parziale eù ,. venuto nellA t:OHclusione: che~~ mollo dubbwsa la intlucnza t.lel Si!;tema nervQso sullo l'VIluppo d1 quP'\la malaLliA. i\la nr>n ùobbiam11 dimt..'nti cnr·e chA vi sono de~li c;tali patologici in cut è chiara la gt•andA mfluenzn 1lE>I ~istema ner·voso e uei quali l o sperimento non ùa chP. ri~ttllali ll•'gativi. Quanto varia per e>'Pmpio non i• la l'ot·roa della islet•ia e di posil t\'O quanto poco ci \..' !lato finora Jalh' più minute indagini microscopiche del sistema net•voso. QuAli e qunnlP tliverse fot·me di anestesia e di iperestesia 11011 ;.i mallife!'tano sul comune inlegumenlo e quanto ~pe!-<so le rac~rche anatomiche ci 1a~c•ano nel buio ()uando vogliamo darci 1'8g-Jone di queste alterazioni dt>lla sensibilità. Per molt11 malattie nervo!>e come pe1· molle malallie della pelle non 1\ da rafiulal'!>Ì la opinione chP la vita della cellula net•vosa uel !'UO molo molecolat·t~ pr oduca dei fenomeni mollo rìle,•antt senza cl 10 a noi riesca dim o~tt·are cotali intln11' allel'azioni di quesln ~is tema orj:tanico. Un chiar o e!'em pio CP. l'otlrono i rappOI'll della peli~> cm1 gli alimerrti ed 1 medi1·ameoll •nl.l'odotli nel corpo J quali per· v ia rifl~ssa pr-o vocano altet'azioni del comune tegumento. FJ'a le affezio11i dt~lla pr>lle conosniule come e~a nlemi medicinali bisoj?na or·a anche an-


D.El.I.E MALA1'Tl.E VEflEIIJ::E E D.&li.A PELLE

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miii~Ti!.ìml:rar·e quelli eritemi che vengono per ruso degli entipi-

e analgelici. L'antipi1·ina, la fenacetina, l'antifebrina e

la resor cina producono in alcuni individui che ,.i sono di-

apolli eCCezioni simili a qUt~ lle che sono prodolLe da alcuni altri veccl•i rnedicnmenLi. Anche certe malattie della pelle 11esignale come proce~si essudativi sono state diretlamen Lo allriiJu ,l o al sislemn ner"VO!o; fra que"le anche il lichen e la psoriasi, ma con si poco fondamento che tal concetto è assolutamente da rifiular;;i. Per la psoriasi si è anche andali çercando una causa paJ'U8itaria, ma la questione è stata ormai risoluta negtllivamente dal Maiocchi con un rigol'so m etodo scienWìco per mezzo delle colture e degli inu~sli. L' Unna ha con poca tatiea combattuta l'ideo deli'Hebl'fl che 11 lic!ten r uber acuminatus sia una forma morbosa che ha Let•mine l etalmente, pereM il lichen si present.a in 1laverse forme, ma di pet· si• non é mai una m alallio funesta. La maggior parte dei moderni autori r·ilornano sulla forma gi a pr·ima de!'lcritta cl;,~l Wilson del licllen planus, quella forma lievt> d• questa matawa cbe rappr esenta in general o una tr1o1Lo frequente affezione patologica. Si occuparono pure della polologia nel lichen ruber• Casparr, Lossar·. Touton, :\lorison ed all1·i. Caapary e M ori.,on hanno ilh.str·alo la par tu rstologica ed hanno eonrermato com~ costante alterazrone anatomica la infiltrazione e la infl»mmazion e dei follicol i piliferi. Poterono inoltre anche dimostrare un sollevam1•nto dellu epider mide dagli S&rati sottoposti, cagionalo du infittraztone parvtcellulare degli strati supe1·ior·i ùel cori o, e questo l'li spiega per via dt>l di~;facimento e della !"Compur;:a del tessuto connettivo SOltoepileliale. Il dott. Duhring ha indirato rome unu forma speciale la dermatite erpetiforme, attribuendole :;rrauùe importanz.a. Che vi siano mal attie estese del çomune te~umento nelle quali COmpariscono contemporaneamente o !'li succedono 1~ une alle altre, vescicheltP, '"esciche più grandi e pustul e, non cade dubbio alcuni"', che talora anche si accompagnino a P&pule e ad eritemi è anche probabile e da lungo tempo ammesso da tutti i dermatol(lgi. Ma il Duhl'ing va più oltr e,

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allrihuendo a que~li casi una parlicolarita, ed c clw queste efflorescenze si manifesterebbero lutle insieme 1ad accessi e dopo pauso di più l"aUimane o me:-i nuove erulioni si rìpetcr·ebber·o. La possibilità di que~lo fatto non i> da ne~arsi e per questi casi eccetionali si può serbare la sopraindicata denominazione. L'alopecia Ira sostenitori della teoria ne\Topatica come della teoria parassitaril\. Per· o::rui aut~re che difende In teoria para~ .. itaria ve ne ~ono lre che l'O:':tengono la natura newopnlica di questa aO'ezione. Xello scorso anno questo Br!<Omento provocò una rmporlanle discussione in senu alla Accademia dt l\ledicioa d t Parigi e si di,;:cusse la que"l1oue della prolilas~i della Alopecin e dell'isolamento di questi malati. La 1t11:1g-gior· parte degli ossen •alot•i come Thibiet·ge, Tommassoli, Besmèr, Leloir, Vidal. ere. sono di 8\'\'i'"o chP vi .. ieno clue specie eli aiOpQcia, una ner·vosa e una parassilaria. Lo St:l1" lrttmet· pen~a che la ulopecia é sernprP una malattia uem·otica, e ')Uondo sendH'fl contagiosa è combi naLA c0n l'et·pele t.oul'u rante. li ~iguiftcalo ~cionLilko ciel lupus nei suoi rapporti con la tubercolosi della pelle non ha ri ·ov11lo negli ullimi tempi pro\'e maggiori di I[Uelle che ebbe nei congres:>i di CopenAg-hen e di Berlino. L'opinione gerwrale inclina ad arnmelet·o In identità dei duo pr·oce..si o gli autopi che si sono receutemente occupuli ùi questo so;.rgolto non hanno portato in ilggiunta dei noli Rr·gomenli altro che fatli clinici. Lo Scll" irnruer •:onvrene che esis t~ una certa i!>loloA"ica e anche ptu una biologica par•onlela ft'U t due processi, ma è lungi dal riconoscere lor·o una assoluta identità. Per· quanto, per esempio, :>ieuo Ìlllimi i rapporti clt>lltl ~CrOfO[osi COli la lubcrcoJMÌ. si !':OUO sernpr c <'linicanH•nte dbtinle queslf' due specie dt malattia; cosi auche il lupus c la Lubercoloc::i :-i debbono l'i~uaeda re come simili ma nt>n identici ~lult patologici. Si é domandaLo per·ché ~ul fnudo luposo si 110s~ono sviluppar~ nllri neoplasmi, segnatame11te il carcirHlllHt, loclùoYe sulle ulcer·i tubercolose non ili f'Ogliono svilup1•8rt'. Sembra che la coprosa produzioue di cell ule E\piteliali alla periferia dei va:::i e la presenza dì numerose cellule giganti Jiono oc·


DELLE MAJ.AHIE \'E~EIII!t: E DELLA ri:.I.J.E

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a questa prolife•·arione del tessuto, sostituendosi cosi cellule epite lia li del carcinoma alla granulazioni dellupus. Fra le forme rare eli malattia cutanea e da menzionare la Jintodermia perniciol'n della fJUale il Kaposi ha da più anni cla&o una estesa descrizione. Si traLta va d' un rnala~o con un eczemn generale persistente il qnale pres,~ntava sulla pelle numct·ose diffuse inflllrazioni a forma di nodi non bene delimilati con tendenza a trasformarsi in ulcer·a serpiginose ed inolh·e tumefazione delle glandole linfaliche e ingrossamento della milza, di guisachè i malati avevano l'aspetto di quelli atretli da leucocitemia. Alla aulossia si lro\'C'l una estesa affezione delle glandole linfatiche ll!lche degli organi interni, e questa malallia del sistema lillfalico semhl'a'·a esse1·e il punto di pa1·tenza delle molto infìlh-azioni nodol'e della cute. Oueqta for~a morbosa si può flu da of[gi considerare come wuca ; dopo allora ué dal Kaposi ne da altri specialisti non <~lata mai più os!!eJ'vala uno Simile affezione. Vuols i ricordar e la xerodermia pig1nenlo:.:<a pcl fallo cl1e negli ullimi a nni se ne è osservato qualche caso negli adulti, Dlenlre secondo le prime comunicazioni sembrava esclu~i'a della giovanissima eta. Passando a discorrere della leropia delle malaUie cutanee, é d~t notar s i a ozitutlo, •·ispelto alla cura dell'eczema, che tutte le volle che un nuovo mediramonlo ,~ introdotto in mec.liciua é provato nella cura di questa malallia. e cosi sono stati uttatJ con esito più o meno buouo il salicilato di bismuto, la resot'cina, il Mflolo, la crisir·obino, l' iUiolo, ccc. L'acido salicilico é mollo vantaggioso nella cura dell'eczema e spes~o sonosi ,·eduli casi ostionli con infilll'azione del connettivo sollocuLaneo, segnatamente aJle eslremila ed in particola:-e allo dilft delle mani e dei piedi. esser•· favo revolmente modificall COn t•rn piaslri d'addo salicilico a l 5-10 °/o. l n alcuni eczPmi umidi é molto ulilo l'ompiasko della seguente I'O J'mola: Fiori di zinco Olio ùi sesamo. . . . ana :20.00 Etnpia~tt'O saponalo . . » 60.00 Tro'·•amo spesso vantati la resorcina, l'illiolo come specillct con tro l'eczema. L'e~perieuza ha dimostr·ato che hanno


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una efficacia limitata; e menlr;e nelle forme papulose, in alcune forme croniche d'eczema producono elfelli sodtlisfac~nLi, nelle rorme flogistiche e oe1le umide ùi ogni specie sono molto meno efficaci degli altri rimedi conosciuti. ~el trattamento della p!"oriasi non è stato fatto alcun pt'O· gres~o: il calt·ame, la cr Ì!>arobina e l'acido pirogallico ~tanno ~empre in prima li neo. L 'anlrarobina cne da poco ci è venuta raccomandata da Berlino sembra molto inferiore agli altri menzionati rimedi, oltt·echè danneggia mollo la biancheria. La cura interna preconiuo.la dal Hasbusch con le g r·andi dosi di joduro polu..sico ha l1·ovalo finora pochi :;eguaci. La terapia del lichen ruber plantl8 neppure ha ratto progressi. Il LraLtameulo arsenicale é senza dubbio ancora il più raccomandabile. La cura col sublimato e acido a1·senico rucC?mandalo daii'Unna, io mancanza di meglio ~ quella che rimano ancor•a in uso, ma non può dirsi sicura. Giovano pure le unzioni con unguenti di catrame e eli solfo unilamenle ai bagni prolungati. Nel LraltamPnlo dell'acnP c della sua alTI ne, la sicosi, ù stata l'accomandata all'og~ello di produr1·e una infiammazione re· attiva la pasta dj naf'lolo proposta dal Las~ar : Latte di solfo Naflolo puro . ana 5.00 Sapone verde. " 10.00 Sugna porcina » 20.00 Neppur e é. da trascurarsi l'aperllll'a artificiale delle pustole che in un buon numero òi casi ha prodotto buonissimi effelli. L'Unna ha r ecentE>menle raccomandato oiLrP una pasta di solfo che applica tli nolle, delle la\'ande di resorcina e .::ublimalo pel giorno. Queste la,•node si sono dimo!>tl·ate più vantaggiose dell'uso interno dell' ittiolo raccomandato dallo stesso Unna. L'applicazione esterna deJrillielo in soluzioue del 20-25 °/o è ugualmente ruccomandabile. ~elle inliammazioni culanlle di vado genere e negli eczemi acuti molto umidi ha giovalo molle volte una miscela di a celalo di calce, solfato d1 soda e allume; ess11 infall1 a~isce come calmante la iulìammazjoue e rome astrin~enle, in questa s ua proprietà dl restringere i vasi supera nnche l'il-


DELLE ~l\LATTIK VENERKE E DRLLA l'KLLE

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llolo. Nelle g randi scottature giova il trattamento coll' iodoformio tanto raccomandato dal Moselig non solo per manten~re pulita la superficie della piaga, ma ben anche per calmare il dolore. Quest' ultimo \'Snlaggio appariscE< solo quando si applica una medicalura impe1·meabile ed allora opera r iodoformio beneficamente sia che ~i applichi Ìll poiTere o in pomata. Però quando la lesione é mollo estec:a qu11ndo è penetrata profondamente nel cor1on, la sua azione è insufficiente e non Yale a impedirl.' il pericolo di tali ustioni. Nella er esipela della faccia la soluzione di r esorcina nella glicerina al 30 - 40 "/. da buoni resullali. L' unzione dei ma r~i n i della eresipela con un grosso strato ùi pomata dt cerussa , r accomandata da alcuni meùici inglesi (Barwell e Freer) l1a potuto impeçlire lo estendersi della malattia. \Volfler usò recentemente un tratlamento meccanico che consiste nel fi ssar e alcune s trisce di carta di guttaperca mediante la trauma ticina nei punti di passaggio dolln pelle inflammota oon la sana, e fu mollo soddisfatto doi rosultali. La vantatli azione curativa della resipola per altri J)l'ocesc:;i morbo~i ncCtdenlalmente coesistenti, speciaJmante per le produzioni iperlroftcbe e maligne (carcinoma, lupus, sarcoma) non ha avuto la !'anzione della esperienza. Il tentativo di cu1·are illupus coi p1·epa1'ali mercUI·iali, spt!cialtnente col sublimo.lo é stato ultimam(•ntc ripreso da molti. Si par ti dall'idea di poter guarire qucst.e. malattia consideJ•ata come bacillare, in modo specifico. L' Unna ha dìfeso questa cura, però la miscela di sublimalo da lui raccomandata contiene anche una soluzione di acido fenico al 20 °/o, e que!'ttO lendP a far dubitare della efficacia ùel lrallamenlo col solo subii malo, in quantochè l'acido fenico puro fu usato per lungo tempo contro il lupus. Met•ila grsndc attenzione la mussola all'acido salicilico c al creosoto che da qualche tempo ò stata raccomandatAanche nellupus. Questa mussola medicamentosa si p1·epara formando. con una soluzione di caoutchouc unita ad un medicar.aento , un impiastro adesivo che si distende IIUIIo mussola, e questa si applica direttamente sulle pat•Li della pelle ma la ta. Secondo ltt esperienza dello Schwimme1· ques ta


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medicazione non i• nel lupus che un utile complemento nel comune metodo di cura di que!>.la malallia. Una guarigioné del lupus pel solo uso di questo empia~lro egli non vide mai, ma la cicatrizzazione avviene più rapida c rcgolan< e ulcuni noduli talvolta, uon sempre però, ~ono rias!':orbali. Questo empiaslt•o es~cndo troppo costoso per gli OSJ·~ù ali, lo Schwimmer ne ha proposto un altr·o la cui base é la r~in a di damara (cmpiasll·o diachylon semplice 40,0. resina Damar, cera bianca ona 6,0, olio di trementina 5). La sua formala è la seg uente: 50,0 Empiastro di Damor . 20,0 P omata di piombo. 16,0 Acido salicilico . . . Ct•eosoto. . . . . . ~.o Questo rimedio non solo giova p et• abbassare !eciculrici ipcrtrofiche dopo il lupus, ma anche in molli casi r[uelle ipertr9t1e che sono accompagnate da un leggiero stato infiammatol'io, come 1 chei(Jidi recenti, le tumerazioni scr orolose della cu te, prodm~ioni callose e iperplastiche conseguenti olle ct•oniclte irt•itazioni tli di ver~a specie. Dall'acido loltico non v idA lo Schwimmer dor·ivarno al lupus alcun vantaggio, l'unica sicura medicaziono contro il lupus rimane sempr'e f}uella ora in uso con la quale si SllOle otltlner•e la distruzione Jelle !•roduzioni morbo"e· Il Lrallamento della iperLricosi si é arri~hito del metoJo eiPlLrico che da alcuni aom é in uso in America. Applicato con cura e per~ everanza ba sempre dalo resullati molto soddi~facenti.

Più difficile è il ll'ullomento della alopecia. Un metodo ebe <>posso ba dato buoni effetti é la galvanizzazione delle ra•·li malate. Lo Sch\\ immer r·icorda il caso di una fanciulla òi dodici anni la fJUale aveva una piastra di alopeciA per cau:>s accidentale larga quanto la palma di una mano, la quale t' re stata inulilmenle ll·allala con tanti allri mezzi i•·ritntìvi, e che gut~l'i benissimo, r iocquislando Lutti i perduli capelli, mediante l'opplicazione proseguita costantemente pet· tlue mesi ùella corrente galvanica. In un secondo caso lo ~tesso Schwirnmet· ollenne lo stesso esi to favorevole con una po-


DELLE MALATTIE VENBRKE E DELLA PBLLE

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10 /o di cr isarobin&. Il Las1-1ar ha recentemente l't· ferito un modo dt cur·a della alopecia che sembra rnccomanclabile. Dopo una pt•ecedenle lavanda da fat•si lullP le ser e con $apnne di catrame fa frizioni con unn soluzione alcoolica di sublimalo aU' l : iOO P quindi fa unget·e la ~este con una miscela di olio e glicerina al 20 •t•. Benchè fondalo suUa teoria pru·asstlaJ·ia, può questo metodo di cura, poiché in prntica trovato ,·antal!gio<>o, essere pure adoperato in altri casi nei quali non è supponibill' ulcuna causa parassitaria. Contro le macchie pigmentarie (efeliùi e cloasma) fu pl'IJposto dal Leloir circa due anni atldietro In cr isarobina nel collodio (1 : JO). Con questa soluzione <li Loccano pt•t· nJ. cuni g10rni le superficie pigmenlate finciJé st é formata una crosta bruna, dopo la cui caclula lu peliP p1·csenla un a<lpetto normale. Nello stesso modo fu proposto dagli inglesi l'acido !unico pu1'0. Invero solto l'azione di quesli topici irt•ttnnli, le pign:umtazioni spat•iscono, ma tornano a mostl'at•si tl~JpO qualche tempo. Ques to trattamento <J meno pel'icoloso eli quello t·a.ccomandato dal Hebra per mezzo della soluzione •·oncentrala di sublimalo, ma nel suo pfreUo finale in nulla ne differisce. Lo Schwimmer ra pure cenno della cura di alcune malattie delle muccse accessibili e segnotamcnle della lubereolost. Il iodoformio, l'acido lattico e cromico ruccomaoùali nella p1·atica non danno buon resullalo, c be anzi pt~ggJOrano la condizione. lu ulcuni casi di ulceri dolorose di natura tubercolare ba mollo giovalo l'applicazione di una soluzione acquosa di papaiotina al 5-10 o, o· Fra gli anestetici cutanei, la cocainn ha ormat acquistato un posto sicuro. Un ullro anestetico sperimentato dal Reid e la drumina, un alcaloide che é eslrallo da una euforbia cea racendo bollire la pianta nell'acido clot•idt·ico. La soluzione acquosa o alcoolica opera come valido anestetico sulle mucose e sulle superficie tenere della pelle, e nelle scoLlature e nel prurilo dei genitali é usato con buon effetto. La erilrofleina su cui furono circa nn nnno addietro falle ùlcune esper·ienze dal Lewin a Berlino, é gtaln ora provata dal Lipp 3

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RIVlSTA DI::LLR ~IALATTrE VENEII RE E DELLA PELLE

e dal Kaposi nella pratica dermalologis:a, ma con esito poco favor evole, poiché spiega si un'azione anestetica e aualgelica, ma il suo effetto é molto piu lento di quello della cocaina e può dar luogo ad accidenti tossici .

RIVISTA DI T~~SimWGfA EMEDICINA tEGALE Dell'avvelenamento per aloool sott o il rapporto me41oo· legale. - Dott. RAVAGLIA.- (Rinista sperinwn,tale di freniatria e rli medicina legale, vol. X v, fase. 1). Basta e!"amina r e i principali lrattat1 di tossicolog-ia e lo pubblicaziOIIi eli col oro che recenLemeuLe si sono occupati ùolle ricerco dell'alcool in caso di veneflcio, per riconoscere che l'ar:zomenlo mer1ta di essc>re nuovamente studiato. Iufolli Il per la flducia sover chia riposta su taluna dello I'Oazioni che si davano rome caratteristiche dell'alcool, o per la fede l'ioca prestata Jin qui allo asse1•zioni di cer•ti sperimentaton (quali Scbuhnus e i duP Bechampe padre e figlio) che prelt'sero di a'·er trovato tale sostanza quasi dovunque. non poche inesallc7.ze si :::ono nn date via via ripetendo e propagando. Sopra questo argomento l'11utor·e h~t intrapr'P«o una scru• di ricerche, dalle quali si pot1·ebbe venire alle se~uenlì con· elusioni: J• L'alcool in viu nurmale non ra parte iut~graul.. dei nostri le<;c;uti. Se nei proce«si chimic·i. che si effettuano nel:·inlimita dei mede~imi, iu tentussime proporzioni »e ue andasc:e pet• avventura formou do, esso verrebbe via ,-ia eliminalo o distrutto; in o~ni modo non l>e ne potrebhe tener calcolo dal punto di vista medico·legale. 2' Quando la puLrefazione avviene nelle co•Jdizioui in


ltlri STA DI !OSSJCOl.OCIA E MEDICJ:'IA I.EGAJ.E

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comunemente si trova un rada vet'e umano, non è dalo rinvenire fra i suoi prodotlt In più piccola quanlila di alcool. 3o La re~zione iodoformicn ritenuta in pa~sato e anche oggi come caratteristica dell'alcool e volevo! e n dar pro-va dell'intossicumento pet• rruesla sostanza, non merita in nessutt modo siflatta fiducia. Essa , ollrechè avpr,.i da moltissimi 3llri cor pi, si ottiene qualche volla da ta l uni organi nllo stato fresco, e si può ottenere da lulli indistintamente quando !'Ì lroviM in via di putrefazione e a qualunque periodo della mede.;ima. 4" La quonli~a dell'alcool t·imasto nell'OJ'gaoismo al momento della morte di1ninuist'o a mano a mano cbe il processo putrefallivo aYanza. Q11e::<La leg.:e \'aie tanto se la pulrefazione 8i compie alraria libera, quanto nell'ti<'.((U& o solto tet·t·a. 5• O~ni traccia di alcool pPnetrnlo nel corpo vivo scompare quando il cadavPl'C ha roggiunlo In fese cosi detta di putrefazione gazosa. 6• Non si può avere la prova sicura detravvelenamcnlo ~er alcool, se la mo1·te non ~op ravvenno poche oro dopo l'ingestione di questa !"OSt.'\oza. 811.1 botullamo. - Ooll. ENRICo 0AI.L'ACQUA . - (G iornale della reale societa italiana !l'igiene, numeri a e 4, 188!l). ~ei libri auche •·ecenti di paLolo;;iu t!enerale quando trallasi della influenza degli alimellli, viene accennalo com'è naturale nuche al botulismo; ma si sorvola su tale puolo cou manifesta noncuranza accontcntando<li di accennare al più ui casi occors i al Wi'u·lemberg, corne quelli che pe•· im pone n ~a di nume1·o e di vittime sco~:-e 1·o gh inlere~sali Alla ricr•rc·a delle cause. L'autore si a fTreLta a dire che scrivendo del botulismo non terrà conto dei ratti patologici aLlribuili ad avvelenomenli peculiari ab ingesti.'f, le cui rause sono ben note (gelati, latte tubercoloso, carni di animali ammalali, ecc.); ma invece accennerò a Lutti quelli che sembrano dut·tvaro da prodolli chimico-biologici ant:ora ~conosciuti e pei quali la scienzn in


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RlVISIA DI

rOS~lCOLOGI.\

eggl combatte acl oltranza contro l'ignoto: ed 41 perciò elle sotto il nome di Loilllismo e:.rli comprenc.le anche i ('8~i di it:lwsumo, il Wuf'stuzrt. il merluzzo rosso. cd altri. Fin dal 1815 il pro!'. F odere nel suo lavoro ù1 lo><l'icologia collocava gli alimenti CO l'l'O lli fra i veleni. 01 Hl a nel l '-l" c.."Sminava qual'era l'alteraztone chimica che provano i Jluidi tli aoilllali dopo morte, la loro ~>rione sull'economia anunale e il genere di malattie locali e gentwali che e;;si cagionano t(uando sono imputrir.lili. Eravamo però c:cmprP nell'oscuro campo della pulrefazionc. e se anche aUo Schlos~berget· nell857 balena\·a 1'1dea tPaltarsi in questi casi di una h&f'é orgam~a veleriOsa, tutto rimase muto 1 er il momento. Più lordi Pa;.LI•ur scop1 i va un fermento di cui il germe veniva dnll'nria ed ora fallo Ji diver:;i e"seri viveuli e il terreno adallo p«>t' il suo sviluppo erano le malet'ie albuminoidi: a rtuf'slo e~sere viwnle in pa1·te conoscmto, in parte anr·ora dul1bro si deve !>6 In zuccher·o ...; trasforma in nkool, rulcool in seulo ocetico, l'uren in carbonato d'ammOllili~, ralbumìna in peptone e tanti altri cor·pi l:imili; se da quec:te lrac:rot•roazioni ne risullano leucina, llrosina, acidi gra!'<:l, tn.Jol. feuol, scatol, tdrogeni solforati, seulo carbonico, ACt[Ua, al.:aloidt septici, alcaloidi cada veri ci. Dopo lanli tro,·ali di chimica analitica parve nro e lo~rtco di idenlilical'c i pl'incipti lo!>Sici del botulismo ~ tclbto,,~rno a qualche alcaloide cadaverico o ptomaina, restr•in;.tendo quac:i in tal modo il campo dell'etiologia t•iguardo a tal•' lcnouwoo pntologico. limitando anche co~i il cnm]•ito del pro' 'cdrr<' per J'ig1eui;::ta; ma invece lo pl'alica e ;::evera o;::,..crvaz.rone .1..., fatti ha deluc:o tMto questa ~peranzu: ncs;;una ptomaina procluce i s intomi caraltet'islici del boluli,.mo. E '-C é pur ,., ro che fin oro non si riconobbero speciali organismi, e;peciali I ro· prietil locali o particolarità di rnate,·ialo per spiegore la diiTercnza di eff'olto, pure alll'i falli inducono a credere elle nel botulismo non si tratta di sola putrefazione. ma di altro proce,..,.o di evoluzione organica con prodotti lullora ÌfmOli. Intanto, anche collo. grossolana O!>servazione dei materioli, si può dire che spC's~o le c&l'lll o le so~:-tanze causanti il botu-


t »EDI CI:XA LEGAI E

come 0\'8 di pesci, pasticci, con<~erve, ecc., appaiono Dormali di colore, odore, sapore; altre \'Oile, specialmente le ealsiccie, sono molli. polLacee, di color grigio-verdaslro lltll centro; su esse si possono trova re anche ad occhio nudo illnocenli mucorinee, quali il mucor mucedo c il penicillwn glaucum, ma in que~lo caso ò più difficile che queste soslant.e vengano mangiate e tn graude copio. La puLt•efazione d<•lle :;:ostanze albumtnoidi avviene piu facilmente in c.ontallo ùell'ot·ia e dell'umiditit; le ptomaine dellt> carni invece si pt·oducono soprattutto quando l'evoluzione regressiva si compio ruol'i del contaLlo dell'&ria: spella poi nlln chimica il provare o meno elle desse ri~111Lano dall'unione di cet·li idrogeni carbonali coll'uzoto tlei le,.'-uli o dei liquidi ammali quaudo l'osslgt>no e il cat·honio di quec:te so:.lanze spat·i~>cono allo stato di ocido carbonico. Certo !ILa che è nel centro delle salciccie e nei prosciutti, nelle !lcatole ùi conservd alimentari ben chiUse e beu preparate che il più spesso si de\'e cercare la causa del holulismo, e lo !leiouza qui ha credulo di dare appagante 5:pie~aziouc del fatto. Hcul'i!'ieau a Gijltingen ha provato cbe cerlt anaerobi forni!>COIIO. anche senza os«igeoo, ùei prodolli tossici in quant1Lù pin consic.lerevole e ptù •·apidamenle che gli altri micr·obi della putrert~zione. Di più Brieger che ila studiato le ptomaine in tulle le Jorn fasi proteiformi di produzione. tro,'O cho quando anzi la pulrefaziono ò a vam~a lu le plomai ne sono òislrutte; dopo 8 g10rni scompaiono le 1>n"i ossel'valc in principio pet· lasciar 110slo ad allre. D'altronde non Yale ostinarsi a c.. rea t·~~ la causa nella pulrefazione, quando ~>i sa gia clte anche durante la vita di un nuimale si producono wleni per gli allr1 Il Yaporc acquC'o <'he noi espiriamo, raccollo su loslre fredde sterilizzate e poi inietlnlo, uccido i piccoli nuimali; la sali vfl !'lessa, semplice secrezione, è velenosa. Tale ostinazione 11011 sarebbe giusliflctthile a meuo che uon l"i Yo!e!'se con Il oppe Seyler ammettere sempre e dovunquo l'analogia dei fonomen i Usiolo~ict con quelli della putt-efozione, o con )1itscllerlich asserire che lo vit~ é lulla nna putrefazione.


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Ili VISTA 01 TOSSJCOLOCJA

L'impetuosa cor·r anLe odiOI'na Londenle a lutto aLL1•ibuit·e nell'evoluzione or ganica, specialmente patologica, ai microrganismi, ha tosto suscitata l'itlea cbe onche nel botulismo preso in genere si tl'nllac;se Ji qualche schizoruiceto quale causa di tan to effetto. E ciò molto piu pùr parte dr coloro che non vi vedono allro che uo fallo di putr efaziorw· quindi ecço n oppe Seyler cui suoi vibr ioni rinveuulr in salsiccre, ma che poi rilpovò in rnass<' putride senza che queste n loro ,·olla l'os:;;ero poi capaci di pt•odurre ft-norneni Anttlol!hì Ili botulismo; ec:co pel merluzzo r osc;o ttl clathrocv.~till rosrtJ-JIP.r!~icina di Farlow, che più lardi \'enne dimostrata un innocente mrcrococco dell'aria; pur·e p<'l meduzzo r ol"M gli elem"nli i<:lrcinoi.Ji di Luyet e Ferrt\ che si Jli'Ovarono rnnocuì su ..dr animali. Kleiu, nell'epidemia di Welbech e ùi NoUinglram. tt·ovò ùer hacilli che inoculati a dci mAiali ~ani ne produssero lA morL•', ma 11011 ~i lrovarouo più nel sa11gue di que,.,te villirne e, pe~tgio ancora. non ;:i riuvennet·o piu negli e~ami rnicrm•c•lpicr ratti 1!uranLe altro epidemie. Il Poincaré dicu che uelle sue espet•ienzP Ira tr ovato i rni ct'obi più abbondnnli all'apertura delle scaLole, e che quelli di essi dominanti nei meZ'l.i che c:crviruno per le ini~i"~oni erano il bacler•ium cermo, il bacillux subltltl! e il vibrione RelLico , ollr·o a pat·ccchie specie dill'et·enLi, scorl o· c;riule, ioco... Laolis~ime; ma !ungi dal dar <' alcuna importanza ad essi, pet·chè SÌ (li'OdUCOIIO e vivono in qualuuquu fli'OtJ(bSO pulr efaLtivo, nel re.c;to è un continuo divagamenlo r.ello sp<11io della morfologia bactct•i,)logtca fra rnicrococclri, l!acterir, bacilli e filamenti, o:enza olcun ri~ultalo di certezza per una for·ma sola. Dunque sulla eziologia. completa oscurila finora: ,;:i è pero :;;ulla buono vio P le con tinue esperienze, benclw costosis.•ame e falico;:C', dl'"ono presto esl"Pr e feconde di risultalt felicr. L'autot·c rrede ulile di riferir e d1re ca~ i di botu lismo, con una s in lomalolo~ia degua di nola, a lui occor:i; tanto più cùe rlei casr di botulismo, per quanto risulta, non ~c ne lruvn Ju descr izione in nessuno doi nostri Lr allali di patologia o d'igil•fle. N el 1883 in VenPzia venne chio malo d 'ur~enza ali··Lt.o di certo sig. P. il qunle aveva cominciuln a senlir·si malE> 6 ore circa


f. \IED1 CI".\

I.EGAI.E

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dopo il pra nzo, durante il quale a,veYa mangiato dei piccoli $8· !ami faLLi come salciccle, CI'udi e duri elle aveva portato s~co dalla ~mpogn a. L'ammalalo non parla,·a atTatlo. 8\l•va l'alilo fetido, e trasaTiva pr·emendo sull'epiga"lrio; il polso era filiforme, irregola r·e; la respirazione affan11osa, afonica; mancava totalmente la secrezione salivar e, la pelle era secca, frc>dda. eravi ptosi completa e , tolto orliflcialrncute queRla, l'occhio ~~ mostrava fisso con pupilla dilatata; la mucosa boreale e farin![ea aveva aspetto fJU&si diflcl'ico; era,·i inoltre meleori~mo e ~"ll psi compie~; l'urina perù er·a abbondante. l'inlelligenzn piena, e colle mani il paziento mostrava rli conoscer·e IR ~~·a ­ ''ezza del suo stato. L'autore pr O\ ,-ide eccitando la l'unziont' del'a cute con ruvide fregagioni con alcool e panni caldi; poscia rece delle iuit>zioni d'elPre alle rosc1c e que~te ebbero potenza di eccitare alquoulo il malato; indi, allo sco po di e liminare quella parte di veleno che ancora non rosse sUllo &1"sorb•Lo. iniellò nel r•ellcQ circa ti litr·i d'acqua, p rima fatta hol llrc, e a ncora tiepida; ottenne cosi delle sct:u·icl!o obbondantil'lsime di feci liquide, cessò il tnetcori:::mo, e l'ammalalo a poco a poco si r·iebbe: dopo alcune ore il polso si l't!cc l'O rte, dttninui l'a fo1tia e dopo cinque giorni di louto ma pl'ogres8ivo miglioramento non t•ima!:"e che una sensazione di ;:ecchezza alle fauci . L'altro coso ossel'vato avvenne a Bolfor·te nel 1&\G in uno stgnorina che aveva mangiato molle ostriche lP- quali 11011 presentavano certamen te 11cssun indizio rli putrerazione. Anche ques ta volla lo fenornenolo~ia fu mollo ..,imile a f)Uella già descritta nel 1° caso. La sinlomato l o~ia del botulismo, quale si Lt·ova desct·itta d!iii'Husemann, daii'Ore~te e ùall' Eicht'nberg, è ideutil'a a quella prP~enlat a nt:i due casi l"Opra ril'tH·ili; Lullr i suddelli au • lnri Jn::< istono mollo s nll'impo•·tanza dt•lln rapida sospeul'-iono delle secrezioni, sulle ptosi e ~ulle pa r·alisi del giO"SO farin!.!efl e dell'ipoglosso, men lr·e i nervi ~pinali o g li emisferi cerelmlli non sono lesi. Gl i autori slos~i per ò descrivono ancho lilla ~'acbe~sia ed un mara,.mo con"l'cutivo, lo. cecità qualclre vnllu. perfetta; m a, come SI capisce, t(ue<>ti falli palologict non so-


· RIVISTA Dl TOSSlCOLOGIA

pravvengono che assai tardivamente c n.ei casi di ripetute re cidive. Nei ca si mortali vennero r icercate le alterazion i annlomopatologiche, ma anche qui domina confusione completa. I glo· buli s aog ui,qni non sono aller•ati di l'orma; non si trovano schizomiceti speciali; si notò qualche emorragia sulla mucosa ga stro-intestinale e la milza (Jualchn volta è iogro~sata . Em mert avr·ebbe provata r esislAnza dell'acido cianidrico nelle car ni; Buchner avrebbe trovato un acido g rasso volatile analogo all'acido phoceinico con proprietà tossiche; ma 11ulla. di sicuro. Escludendo i casj ben provati di tossicita delle ca r·11 i dovuti all'ambiente o a malattie parassitarie ante mortem c ben conosciute, o a peculiari eve ntua lità di cattive prepamzioni per mater·iaJi metallici nocivi, i ve1·i casi di botulis mo si debbono coosider·are come ca si di vero avvelenamento e lo Ziino, pct· esempio, li appose ai veleni settici. Molte gastriti ed enteriti per le quali ~i accuso la s tag ione estiva, dovreb bero invf'ce ascri "ersi ad avvelenamento da ingeslione .li cibi wal~ani perché corrotti o Pe si selLic1; for se anche molli casi di quelle febb r i tifoiùi lievi c he migl iora no tosto con un po· tli r.hinino e un pu\·ga livo sarebber o a dir si leggieri aHelenameoti da botulismo. Che poi per la produzione di questo vclenn particolare s i debbano invocat·o le ptomnine con o sonzo l'intervento ,li o.;peciali microrgnuis mi. i quali, come gia si disse, nou furouo an cot·a trovati, ciò é ancor·a a s tudiarsi. Dal lato pratico però, mal~p·ado l'o;;curità dello can so, l'ig iene accettando le cognizioni dei fatti c \Oiendo sollecitamente altuaJ•e dci pt•ovvC'Jimenti, ha g ià consig lioto mollo su questo argomento, ma mollo lo r·imane ad ottenere. L'autore dopo avel'e br'èvemen~e passato in rassegoa i codici ctelle dive rse nazioni per vede re i migliot'i provvcdi mooli adottati, conclude esser e desiderabile che a nche presso c.! i noi si or dinino visite sanitarie frequenti ed improvviso agli spacci di tlerrale alimentari; o ciò anche ne i pfccoli f'omuni ctove ciascun bottegaio dovr ebbe badnre a quolunf'Jue cowJoeecio,


E HE OIC IN A LEG-ALE

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tranne a quello di spacciar carni o salumi> lasciando questi ad appos:to negozio dove il si ndaco e il med ico polt'ebbet'O con tutta facilità portarvì un po' piu di luce benefica . Le multe da infiiggersì ai eontravventori nou dovr ebbero · essere illusot'ie e ridicole; e nei casi appena sospetti e non autoriz-zanti dt'aconiane espr opriazioni non si dovrebbero permellet·e che carni colte: c'è di mezzo la salute pubblica e c iù deve bastare per olteoere serietà ed energia dì pensiero e di azione in un problema che non ver.ne risolto certo dall'art. -'1·2 della nost-ra nuova legge per la tu tela dell'igiene. Bevrite m ultipla periferica per avvelenamento cronico d'arsenloo, per HENR.Y lvi. CLURE . - ( The Lancet, giugno 1889).

Una signora di 26 anni aveva sempre goduto beona salute , ma da 18 mesi erà s tata colpiLa lla dolori cm·ati coi soliti rimedi éontro il reumatismo e la gotta. Nel settembre del '1888 l'autore la vidè per la prima vol ta, e la trovò deperita, con lingua fortemente impnlinata ella base. senza appeLi lo, con ostinata costipazione ventrale, polso a iiO', lemperalut·a normnle. Haccontava elle da alcuni mesi aveva avuto leggeri dolori a lle ginocchia, e ad inter vallo di tre o quattro settimane, una specie di crisi gastrica. Presentemente il dolore era fisso alle piante dei piedi che erano completamente anest.etic lte alla puntura ed alle pjzz.icatur e. La sensibilità era ottusa nel dorso del piede, un po' meno sulla faccia anteriore della gamba, dow, i muscoli erano note volmente atrofizzati, quindi la paziente nou s lava ferma in piedi, teneva congt•tm diftìcollà la posizione et'ella, e barcollava se era bendaLa, penzolando da un lato all'altro, con le gi nocchia molto fiesse, e le dila dei piedi relralte. Poggiata contro nn muro, se le calcagna erq.uo temtle \o ferme , le d ila non pote vano essere so llevate dal ptiv imento. La cute delle gambe e-r a lucida e come scr eziata, i movimenli complHssi delle mani e1·ano liberi, e la presa mollo forte, benché alcune giuntura delle dita fossero gonfie e dolenli alla pressione.


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RlVI STA DI 10SSICOLOGIA

Le sensazioni di e!'llremo freddo !<i alternavano con quelle dr e.c;ll·emo caldo in ambo i piedi, il ritie~so ;:;lnnlar·c er(t abolilo, il I'Oluleo esageralo, mancava il clono dd piede. l mu~coli innet'voli dal libialc anler·iore non rea!.!l\'llnn alla cort·ente faradica, e solo debolment.e alln ~alv unica, gli occhi r ea givano alla luce Hla non ave,·ano piu l'accc)IJ10daziune per le ~islànze. Fu ndoper-atn nel nwdesimu ,ziorno l'elellricilà slatica per mezzo (l'unn macellino Cat't'é, flll'OIIO l'alle eleltrizzazioni per l'rizioni, e per fino tratto delle !ìCtnLdle dalle p1ante dei piedi e dai mu~coli atrofizzali, e furono viste cner·gicbP contt'8.ZIOni durante selle rninJili d'applicazione. Ques to mozzo f'u ripelulo pet· Ire giorni con~ccutivi con g t•ave !ìollicvn ui dolori, e qualche miglioramento nelle sensibilità. In quesl't'pocu la paziente <>bbe uno (Ici suoi nltacrhi gastrici, con forlo dolore alla regione dello sloroaeo. nnu!:ea, estrcmu debolezza. capogiri che le prendevano anche m lolln, e le pnt•eva eh~ i mobili si movessero tulli nella slanzn. Dopo due gior·ni quesli sinlonJi pas!"arono c si riprese lu cur·a cleltr•ica. Il ùott. Donaltl Hood vide as!>ieme all'aulorc la paziente. ed <>nlrambi pf'nsavaoo acl un'o!:Cura le~rone ot·~anita cl«'l midollo spinale. In quel giorno, a confermarli in tale cancello. fli produsso nell'infermtl un deciso crampo dog li scr·ivnn i, con completa Anestesia dei polpastreUi delle lre priu~r• dita della mano clestra. In !'iCguilo l"olt~llricrla l"latica mig liorò lutti i sullomi morbosi, i dolori erano ces.,ati, la sonsibiJilù Lor·uala, la cMnplec;sione e la salute generalo si consolidavano, !"appetito crn 1'C· celleJnLe, no n res ~av::t all'infal'ma ello un s e uso ùi JH"•anlezza o di r·igidrtà nelle gambe ~pecialmen le di nolle, e le par·cva di averl:l i pi ...di legati. Alla meli! di novembre poteva gtù 1 assaggiare senza niuto, poteva sollevarsi sulle punte dei pieJi, i muscoli si erano notevolmente rinutrìti, il crampo clelia lllflliO destra non si el'a piu mauifestalo, ma al 15 ùict'miH·e uu nuovo assallo che cominciò con rorlc dolo1·e al piede de;;ll•o. t'd abbattimento estremo del volto. paralizzò ambo i piedi, ri'-vef!lih


E MED!CfNA J.EGA I, Lt

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\'ìldlel1180 dolore alla mano sini!>lra, con anestesia complPla tlella delle dita e dei polpastr elli , ed inabilitu t1 chiudere la mano. Gli estensori dei piedi eran o dolenti, In .,;ensuzione della pr essione e della puntur a mol Lo J'iUII'dat<~, specialmente nelle piante, e nella superficie anteriore della gamba. l muscoli irlnervAli dal libia!<• nnteriMe non rispondevano alla laradizzazione. i r iOec;si !le l ginocchio erano di m mUlti,. i ololori I(&Bl rici e la nausea e1·ano Lornali. Questa ricaduta sugger•\ all'autore l'idea d'una ne\Tile multipla d'origine tossica, dovendo escluder•· l'alcool ed il piombo, pensò all'arsenico. E~aminata la tappPzzeria dell'ap!Jartamento non constatò l'eaziont~ ar·sen ical l', ma unn signor·a inlelligenle che era in casa, l'rclunmo l'nllOnliOllt• del medico $U certa mussolinA tndiann che la pazienlP aveva avuto rra le maui per ben due anni, fnccnclone cot•Linc, copol'lUI'e di sofà, ~ini ed altri generi di mobrlia per si> ,. le sue amicht•. Rac·eolli molli t>sernplari di questa mussoli11a furouo mandate aJ dott. Malthews per l'anotisi, e vi si rinvenne ar•flenico iu con· •iderevole f]Uantità. Allot·a fur•ono allonlanatC\ dalla stanzo dell'inl't• rrn a tull-'! te mus~toline colorale, le fu amministr alo del iodur·o di sodio, fu continuato l'uso della corr·enle galvanici!, ed in bre'e tempo pota ahbandonat·e la sua casa, ~i r·ecò fl Bri~hlou dovo ru cur&lft dal dott. Chtolf, ti quale sc-rh'cva al d(ltl. Gowt•r;; 11 20 marzo che divideva pienamente la d1agnosi ciel d~U. Clure, ehe le macchie pigrnentarie cornpal'S(j :<ulla pr·lle eran o un segno di più dell'avvelenamento pet· l.lt'l>enico, che la uevrite periferica esisteva tutta via, ma in più legger o grodo, che egli oon aveva mai vist~ un caso simile. ma rh e proùabiJmente questi casi d'n vvel enamPnto p et• l'ar5enico delle !'tloffe P88Savano inosservati. In questo <'aso mancò l'ii'!'Ìltlzrooe Jelle congiun tive oculari, segno frequente di avvel cna ru e11l<~ P•'r arsenico, l'albumi· nurio, ed il passaggio clell'arsenrco udl'orina. L i 11dirizzo alla diagnosi fu Jato dalle l t>sruni d1·1 net·vc seusor1 otfer enlr, e da1 Del'vi moto1·i effer·euti.


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RIViSTA D'IGIENE • Sulla ricerca del bacilli tubercolari negll sputi. - Dotto!' C. BE«GON<:rr-r. - (Ras.~~·una delle .~cietue mediche, febbr·aio 1889).

Fmo da '!Ulllldo Kocb fece la memorabile "copcr•ta llel bacillo della tuber•colosi e del modo di tliagnc!<ticarlo, lulli i clinici ben presto si accorses·o della ~rande imporiMza elle a \'6\'8 nn tale reperto bacler·iologicc•. Sorser•o allot·n mollissrmP moclificnzioni sul suo metodo dr r icer·ca pmllof'lu b•·rgoso1 (lnchè l a mnggio1· pat•lé degl i osservalOI'I si ucq nelò u •Juello ù1 Ehrlich piit o meno modificato. n mcto,to Ehrlich dà se01ps·e olluni risultati, ma p~ò!l~n la incon\'enienli notevoli. E prima di Lutto il tempo hmg•' (24 or'(') cito si richiede per chò la soslsnza colorante pt>nell·t con· vcoientemenle 1 bacilli. Yero '' cue Rindfietsch ha prnposl" di sca ldAr·e il vetrino contenenlo la sostanza colo r•n 11IC nwnlre eE<,:.;a agisce l>UIIo sputo: in questo roo lo luLla la prt•par·u7.ione si potrebbe faro in pochi minuti, ma spesso !11 c·nlorn~iona dei bacilli c iucerta o poco intensa. pe1· cu1 se i h<w lh c:ono scarsi r ie"ce un oo' difficile Lrovnrli Allro inconve~iente del IUPlOdo Ehrlirh, l'quindi liuche di •Juello di Rmdllei~clt, conflislc nel non P 'Jlt l'$1 c·on:-Pnare sempt•e pronto il liquido nece"c:tu·io all'operazione, pc1·eb8 rapidamen te> !':li allertl. An che tnnrnrlo ~"eptt rali 1 suor rr.>tnponenli (la c;oluzione acquosa d't~rtilinu ('la soluzirlllt> ulcoolica di \·iolello tli genziana) avviene cue la prima ::.i EtliE'I'll con molla rapitl itù, siccbè occort•e scmpl'e prepar~r!fl eli uuovo; e•i in un laborttlorio dove si s1a !'fesso richiesti d'ec:onlP. di :c-pulì d1venta questa una dello r·icPrcbe pii1 latJor•in'-'l' Ma tt·oppo lungo sarebbe l'enumet•ur·e Lulle le tnodifìc•aztnlll pro·


I !H3 per r•mediare a que~li inconveruenli, e dire l e ragioni loro poca fOI'lttna. Fmo dal 188ft In Zieh l consigliù per colorare i bacilli luborcolari una so1 uziouo di fu csina nell'acqua fenicata e successiva scoloraziono coll'acido !'Oifo r ico. Que~to m<>U>do verme modificaln n<.'l IRSII dal Loomi-., c anche datraulore il qua lP è riuscito ad ottenere dei risullal1 '<Od dbfacent•s:rimi. lantoclté creJe ullle di far cnuo~ce r•' come devesi procedet•u. E prima di lnLlo ecco como si deve preparat·e il llquido di .Ziehl. l r• 20 gr. u'okool si moLLe tanta l'ncsina avel'ne unn @O)uzione s alu1·o : quPslo l ascia<>i in r•ipo:;o per :H or·o oude sciol~a. quanto piu plll\, di fucsina d1e si é lllesso in ecce'<so nel fondo del 1 edptC'nle. L'tndomtnu <~i pr·epara un'allra $OluXtone falla di;) gr. di acido feni•;o cri ... tnlltzzato rn 10.1 ~··· di ac fUO distillala . Lo dute soluzioni v~u~ono me:::colale e SI latciano in r iposo per olt1·c 2~ ore. !lllCfUIÙO cosi oller.uto sen ·e

ùa

per la col ora~i o ne o si conser va pC'!' Ull tempo abbastonzn lungo (ollre G mesi). ~ullo strato di sputo di$leso sul coollln vetrino e di"seccalo •Ila lampada, si fanuo cadere alcune goccie di qu~>sla '-Oluzione. poi sulla llamma stessa si ::calda il lullo fino arl ec;c;iccamenlo completo o quasi. Iu,·occ tlì distendere lo spu lo fra due coprioggotli che pet· la l or o piccolezza o fr ag-iliu} posso no torllare me n M tnod i, eonvioue dislonderlo fra due porLaogflOili avendo curo di sccglierli piul~o::~ln s(lllili, scaltlal'li ada tri•l e laseiarli ralTred iaro: lenltlmenle percl.tè uon si sp~>zzino. Secc~lo il colore sullo spulo, ;,;i lt~,·n per un minuto solto un filo d'acqua, po1 si f'A"~a alla ,lt•colol·azinn'3. L'auloro prefer·i!!ce un liqu1du fur•mato di due por·Li ti'Mqua e una parte di acitlo nili'ico, per cliì' con questo 1 bncilli restano più r•osRl cd assumono 111eno i l rolor ilo violetlt> cito pt·endono assai pro· nuncialo adopet·anùo la miscela tJlc-oolico-nitrica cot1 hleu di lnelilene. Sulla pr•'fllll'azione si Yersa un po· tli questo liquido e urovendolo IC,!!!!ermenle vi ~i la:-cia pet· :J o 4 second1, ctrca lauto lempo C(uanlo .. necessar·10 P~'r contare in ft'ellM t.laH'l ulto. Subito dopo ~i lava nell'alcool ordtnar·io. poscia n"ll'acqua lìncltè ìl \'tll ri no sembra scolomlo, o quasi. Allot•n, dopo


liiVlSTA

allon tanala q ua;;;i lntla l'acqua di lavatura, si ve1•sa ;;;opro una soluzione allungato rli verde di m t-: tile (0.2 %) che si lascia per pochi minuti. Dopo che que::.t'ullim a soluziOtll' b a ogilo s i la va di nuovo, si a!'lciugll il vett•ino ron una pezzuola dalla parte .Juvl' non é lo sputo, e •1uindi <;enza di"-seccarlo né passarlo a l bal"amo ;;;i melle sullA pre pat'azione un copriogge tto, s icchò essA r·esta cosi montata nell"acquo o la si oss••rvu per lo più con un obbieLlivo a•l immersione. l bacilli r estano in La l modo colorali in. rosso oioo e il fondo in. blen oerdastro, onde i prirni risai· lano. con molla facililil ed anche il mf'no addestrato l! c:enza obbiellivi a.J imlllersionP, ne condensalor·e, mA solo ron un buon obbie ttivo a !"ecco può trova rli racilmenle l\J ollo volle l'autore ll'alascia la colot·uztone di conlrastu, e aflorn i bacilh s o no rossi !;u fon do incolor·e o appeno roseo. Se dopo osseevata la prepa r·azione si volesse conc:er,·arla, allot•a baste r ebbe a sciuga l'la alla lampada e sov t·spporvi untl goccia d i bals a mo allo x ilolo o di soluzione di gommn ùamar, e coprir•e con un velt'Jno, per ave re uno p reparazione perma· n ente. N on occor·re dire ch~; in lulle •Jue sle ope t'azioni bisogna cu· rar·e le più rigot·osf' cau telo a ntisettic he, non torcanclo mai lo sputo colle dita, Arroven lllodo oghi c pinzette che vengono adoperali , e lascia ndl) pe t• qualc he giomo i vetrini lllquinali in soluzio ni forli di s ublimato o nell'acido solfot·ico o nitrico concentrati prima dr far• procedere alla loro pulrzia, se !li vuole esser e cer li c he queste operazioni , specialmen te l'C d• frequente r ipe tu te in nn lobot·atorio , noll tor nino di g r·ovissimo danno olia salute.

Contributo &llo studio della difterite. - Roux c Y ER:OJ~. - (Annales cle l'lnstilut Pa.~leur, N. 6, 188!1). 1n q uesta secooùa memoria (l) g li ftltLo t•i fann o con o~>ccre i r isultati o Ue nuti relativamente alle proprietà del veleno Jiite· r ico. Le colture del bacillo difterico nel brodo di nHlnzo le~-

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(t) La pnma memoria lt• r~~·-.unta e ~tampnta m tJUe>1.o g•orn;~lt', rn-c•eolo t1i

luglio, 11ng. 78G.


germenle atcalmo, divengono acide nei pr1m1 gior ni e dopo lungo tempo l'itot'tHHlO a lcalino. Finc ho la colLum ò tlc ida non ha gra n potere tossico cd è necessar io inoculnre una g rande quautilà di liquido fil traLo egli aui mali per ottcne1'e l'avvelenamento difl~rico acuto. Iu appresso quando la coltur a é alcalina il suo potere tossico aum<>nla d t mollo, cou1e Io h a nno dimostralo gli esperimenti tanto nelle cavie e nei conig li, quanto nei cani e nei rnontonì. Nei cani si sono ottenuti lutti 1 fenomeni dell'nv velenamenlo acuto, e le paralisi difteriche 11ia col liquido delle collure, s ia direttamente con le col ture di badili. Anzi sembra che il cane l:'i pre~li assai meglio dei conigli por lo s tudio delle pat·alisi difteriche. Come g ià g li a ulori avevano preveduto n~ll a pr ima memoria, il veleno dine rico ha proprietu simili alle diastasi Oi fallo é modificato dal calore e tanto piu proromlamenle r[uan lo più la temperatura è elevata e per più lungo tempo pr olungata. • Un liquido tìltr ato, che iniettato sotto la pelle alla dose di 'l• di eme. uccideva le cavie, nou le ft1 più mori re a nche inietta to in dose di 1 eme., quando fu rtscaJdalo per 2 o t·e a 58'. Perù non é deltullo in11ocuo, poichò proùuce ellema sulla sede di inieziooe cd uccide facilmente ptccoli uccelli. Lo stesso liquiùl• ri~caldat o per ve n li m inuti a 100', può essere in trodotto nello vene di uu coniglio ulla dose di 35 e me.· sonzn ca gionargli alcun disturbo immediato, moutrechè prima del r iscaldamento, 1/ , eme. di lirruiùo per i111ezionc soltoculunea od entro le ' 'ene ~li avr ebbe procurato siclll'amente la mo rte. Gli animali che riceYono nelle ven<• o solto la pelle g randi quan tità di liquido r iscaldnto, ·e che sembrava non no risenlisset'O i tt pri ncipio alcu n male, fin iscono quasi sempt·o con la m orte dopo un tempo piu o m eno h.: n go. Dima~rauo lenta mente, se hbene m a ngino rome di con~ueto, e <>ouo colpili da para lisi, principalment~ delle membra po!>leriori, alcuni g rorni pruun della morte. La malattia por la (] Ua!e questi animali muoi o n ~r é del lutto somiglian lo a que llu C'lte si produce nelle cavie u nei conig li ai quoli s'inietta ur ina tìllJ•ata di dincr ici o macerazioni d'organi d'individui m orti dr ùiflet·ia iofeziosa . Gli autori l•nuno in fatto ricercato, se ue1 corpi d1 amm alati elle muoiouo


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1\IVISl'A

Ili ùifLeria si teovi il veleno (la loro ~ copert o uclle etdlure Ùl•l m1crobo di questa molallia. Ad un funciullo di culrJU6 anni, ltiOrlo durante l'inverno per ùiftel'ia inlèziol;a, gli autori asportarono la milza, e dopo averla spappolata, la posero a maccrm·e per due ore a bas;:a temperatura e lìltraro11o allraver~o porcellana il litluido macernto..\ù uua cavia fUI'Ollo iniettati solto la pelle 8 eme. Ji liquido filtralo e aù un coniglio ne ful'Ono inoculati nelle vene 35 eme. La ca via comittciù subito a climagrnre e mori 5 giorni dopo l'iniezione; il coniglio --oprn,·''i~se circa due mesi, in principio apparentemente in buono "lato, dimagrò 8 poco 8 poco c; 1JU8ndo fu p1·ec:;:o o mori~: aveva paralizzate ambedue le esll·emitò posteriOI'i. I n ur1 altro (•a<>o eli dirteria virulentic:sima, osservata e:;ualmuntt• d'in· verno in un fandullo, si raccolst> l'urina nel tempo dr•l mac:;c:imo abbattimenlO, fu flltr·otn frec:ca e iruellala uelle 'ene rh 1111 conigli o o sot.to la pelle di utlél cavia. Undici giorni tlopo, In cavia mor i consunta; il con1glio fu colpiLo da parnltsì 1-·, giorni dopo l'ini ezione c mori il :">1° giol'rt o. Ptll'agonando l'i~<loria di IJUesti animali con quella dolle ca,·ie e dei cçnigti, in cui ru iuo· culaLa l a coltura rli ùif'terlu llllt'a la e riscaldatu , c:i J•intarrù convinti cl1e la causa dr·lla morle è la stessa nd due caci. Il riscaldamen to dic:trugge UM gran parte del veleno, Il •1uale :::.ubiscc una modrficaziortc analoga a quella che Il\ vreue nell'or~anisroo.

Com::ennle in vasi chiu"'i, u r ipa r o dell'araa e d<>lln luce, hl Ct)ltUI"O filtrale di di fter ia rimun~ono per luogo tempo tu~c:iche.

A contatto dell'aria, rl loro poter·c tossico a poco a poco diminuisce. QuesL'azione ùcll'ario. è piu lenlu all'oscuro, più rapida allu luce solar e. Al conLrot•lu il li quido si conserva oLtil'i!>SJmO in tubo chiuso esposl.u al ~ole in confronto di quello la,cJalo in vasi aperti e per lo stesso per iodo ùi tempo. Le colture del ùacillo dello rllflc• ia non banno pr vpr•tùlu to"!<iche energiche che quaudo souo divenute alcoli ne. Finchè !l'l reazione è acida, occorrono do~i note,·oJi ùi Jiquidn tdtr otn porch~ abbiano azione ~ugl i ani muli. Lo renziouu alcalino òcl li•[uido è dovuta senza dubbio All'ossi<.lazione drlls llllllt?rin liZOlaLo del brodo, pe•·clltl HOil nvviene nelle colture fa.ILL' :t t'i-


o' IGI RNE paro dell'arta, inoltr·e, nelle collu re auliche, "i formano dopo alcuni mesi ct•is Lalli rli fo~fulo am111oniaco-mngnesiaco. L'agsiunta dt un acido ad una coltura alcalino, ne diminuiscegrandemenla razione tos~ica. L'acido latlico, tar·tarico, fenico, borico, il biboralo di soda, aggiunti al liquido loRsico banno ritardato l'azione di questo s ugli ammali, ma non ne 11anno iwpedila la morte. .Kon è n ecessaritt una dose considerevole di acido per diminuire l'energia del velano della ilifteria, poichè anche dosi minime :::;piegano un'azione IJOlevole. Studiando accuratamente il modo con cui la sostanza attiva è modificata dai diversi composti chimici, si pnll'allno lot·se avere indica zioni le~·apeuticbe importanti. Baslil una minima dose di ''èlerJ() put'O tnocula lo solto la pelle per pr odm·re la morte dell'animalo. P erò se la sua azione e straoJ-.linariarnenle g rMde per viu ipoJermica, introdotto nen.., s tomaco ancho in q11anlità co nslder evoll non ha più alcun'azione. Sembr•a che il veleno ag isca s ulle pa l'eli ùci vosi, perc!Jè oli'autopsia si r isconll·ano: dilataztom val>ali, emorrag ie ed edenti· È dirflcilo abtluare gli anima li a l veloun difterico a cagione de!Ja sua grande attivi Là. Anche a dosi minime, produce effelli straordinari e pereto nei difterici e necc!'l~ri o d'in traprendere una medicatura energica no .ial pt•incipio della fo rmazione di raJse memb••one. Se al bacillo si lasc1a il tempo di fot•mare una dose sufftcienl(l di veleno, inulilmente F>J distrugger ti a llora la melllbrana crupale coi bacilli che racclù ude; la morte a' l'à luogo per avvelenamento. Diretto nella diftel'ia , contrariameo lo a quello che si osserva per altre malaLLie infeziose, l'infezione non t'cagionala da lllt microbio elle invade i tessuti, ma dallo diffusione n ell'organismo di una sostanza tossica prepara ta alla superficie d'una mucosa, per cosj dire , fuori del cOI'JJO.


RIVISTA

Dell'astone d1•1nfettante del vapore.- Von EsMARK. (The Lancet, aprile JH89). Co11ror meme11ll:l 11 talune nuove ricerche, compiult: da von Esurat•k sull'azione del vupo t·e qualr• disinrettante, t·isullerebbl\ che gli· effetti in r ulnzione alla dislt·uzione dei batlerii drpenùono meno dalla temperatura che dal gt•tHlo dr saturazione dr·l vapor·e. Quando vi sia aria il polare ùislrutlivo ne r·rmane lllOlLissimo rrdolto. Cosi . el"pe•·imcnlando s-ullo> spore della pu~lola maligna, von Esmark trovò cbe, meulrt il ''8· pore 11011 ir1 rF;lato di sa lurazioue a 120• C. nnrr avevo potet'IJ di distrugg-ere le spor·e in mt!zz'or·a, Il 'n poro saturo. solo A 100• C. lè distrugll'e"A in uno ~pazio di cinquP a dreci minuti. r~. s.

Contributo allo •tudto dell'in1luenza deUa putrefazione sui germi del oolera e del tifo. - ùollorr P. CANAt.rs e E. Dr MATTEr. - (Bullettino della R. Accademia metlica di Roma; anno X v, fase. Il e Jll). Lo sluliio dell' mnuenza dei matcriuli in putr•f'fatinno sui germi infettivi i' assai importante per· l'igif'ne rn ~pnerale e per l'epidemiologia in ispec1al modo. E infalli dr sommo rnlare~se pet· l' rgtemsta il saper e che co~a succ~da ad e::empin dei bacilli del rolrra o del lrf<l quando un9 deiezione Iii colet'o~o o tifoso perviene non elisinfellala in una latnna, iu una pozzanf!het·a, in una fogna, oppure che cosa an·h·me dei detti germi in U'} cadavere di colerrJSO o tiroso che va a suh11·e 1& comune pLrfrefazione. Nell'inlraÌ)r·endere però queste t·icet·clre j:tli autori s1 sono prefissi di studiare specialme11te la que:slione solto alcuni punti dj vista di c.ui non l'isulta clw rinor.a Allhiauo ft·uulo conto gli allri spot·imenlalori, e cioè: t• l' iOuenza d t un materiale a di ''t'r~o stad ,o di putr·afA· ziooe sui A"ermi del colera e del tifo; 2• se tale influenza sia legata ai prodolLi chimici in t•l"SO liquido putrido disciolti o ~i a invece dovuta alla pr esenza dei microrganismi m esso contenuti, croè a dire se r1 liquido


104-9 pull'ido privato dei suoi germi ~enza s ubire allerazioui si comFOrti, ri::-pelto alla vitnlilà dei microbi infettivi, come un materiale allivo o indiJI"et•t:nle. Dalle osser·vazionì esc~ uit e, gli autori <·t·edOliO di poter concludere : cb e i soli pt·odotti chi miei elaborali nella putrefazione a dilferenl t stadii non ltanno che una influenza molto limitata sulla vitaltlà dei bac•illi del coll't'a, e ri;.;pellivame nle su quelli del tifo; mentre Jnvcce su l]ltel1i del colera ne hanno uno fll'8ndis~ima e nociva i batte ri t produllor·i della putrefazione; che razione dei mnte r•iali in pull•efazione s ui bacilli del colera deve perciò essenziahnenle considel'ar~i come l'esprescoiono di nna lolla per l'esistenzR fra queste dtver·se spc·cie di batterii. L'ecoito dt que-,la tolta pero varia c;e<'oodo i per•todi della putrefazione: nei pt·i111i periodi 1 bacilli del colern soccombono J}ronLarncnle, nei periodi pitl avanzali I'P.sislono mollo pi•'• 11 lungo, e rtuanlunqu t• non r 1oscnno mai n pigliare il sopravvrnlo su quelli della pul1·efat.ione e a :tOI)I'affarli, pure ripOI'Iati iu terreni odalli ~i sviluppo no egualmente t·igogliosi Oa questo fallo ~i può trarre rtualche deduzione applicabile al campo pratico; 'li può cioè t•ileuere non improbabile chP per veoeudo deiezì0 11i colel'icltc in malet·iali allo s lt~Lo di putreft~ziono avanzatis-.ima, comé nello fo gno. i bacilli del colora fJO,sono i vi maolenet-si lungamente in 'lta , e scampati alla, folla coi ballerii della pulrefazione, divenire sempre sorgenti di nuoyo infezioni o~ni c~a l volla riescnno ad essere trasportati in terreni più opportuni al lot·o sviluppo.

••ovt puntl d t vl1ta nello atudJo della que1ttone del potere patogeno del baolllo del tifo degli animali da esperimento. - Ontl. PA VO!\E. - (Giornale lntf•r no::ionale clelle Scienze M ediche, fa~;c·. X, anno '1888). C')l contributo d1 questo lavoro ~>perimenlale l'autore ha creduto sempltcemenle di dtscul••t·e quale valore abbiano i tentativi fòtli fin rtui di r ip1·odu rre il processo tifoso negli animali do laboratorio mediante la inoculazion P. del bacillo di Eberlb. ed ba cercato specialmente a tale uopo di melle1·e in luce dei fallì ai quali fin or·a non era !'ItAla r·ivolta l'allenztone


·10i)0

RIVISTA

(per esempio: le le!>iOni islologiche dete rminale neglr animali dalle inoculazioni del bacillo Lrfoso e delle su<• plomainc, la eliminazione per· la bile, ecc.j. Dichiara però dr ln:-cìar e imprel!iudicala la quP.sliono se il bacillo di Eberlb possa, pt:r altr·e rogionr, r·itenersi come agente del!~ trroide nelruoruo.

Importanz a della. istruzione milita.re del s oldato d1 fan· teria pel suo perfezionamento fisico. - Dott. OST\1 \N~. ( Deul.~cht

M ili 1ii r iir :Jih fie/o• Zeitscltrift).

Il nuovo so!Jalo deve, dur aule ti suo lempo Ji .::er\'izio con la gioi'Oaliera t•ipeli~ione dt>i più svar iati e~er·cizi, ed usando tutto !11 ~ua forza fi i volontà ~tùdeslrare, o come st suoi dire. educu r•e il s uo corpo in modo da poter sodtli,.farta Lulle ltl (ISi~tonze del servizio. Aùdestraru o t•.lucu r e il corpo non stgniflca ollr o se non che pel'fezionnrc il !\i--tema muscnla r·e e ue r·voso uoilamente a cel'le funzioni dt•ll'anima. Si domandn ~<> nr e qut!slo scopo può esset·e ragl!iLllllO con g li es~ rciz.i militari. Nei pr·imi g iot·n1 drlla s ua is Lr·uzione, il soiJalo cleve cseglri re una quonlil.à di lòCmph~i eser c.;izi a cor po l1bero cho devono sciogliere le s ue articolazioni e a poco a poco assuor~:~ rm o i suoi muscoli a più energica azione. I n que.-::li c!;er· cizr v'ha quello di mantene re la posizione che ordinarianwnle o imparala solo dopo lunghe prove. li soldato, coro~! è costume della gente del popolo, era pl'ima av,·ezzo a parlare la colonna ve rlebrale p1ù o meno inclimtla in ovanli, men tre losc1a anelare . secondo la legge di g1'8\ÌI<1. le spalle con le braccia in ovanti e in basso a causa clelia insurtìcieute azione dei muscoli cbe tirano le scapolP tu .ùetro e in alto. Al conlt'ar io nella po.siziooe mililar·e, il rorpo ripo~a a piombo "ulle anche, il rreuo e la parte piu alla del corpo sono portati un poco in avan li e l ~ s palle 111 dietro, di t nodo r h \l ambedue Ili eia vi cole stanno in linea Ol'tzzonlale. Quest.o por·lamento della colonna vertebrale corrispondo a quello che il l\oleyet· ha designalo come militare ed !la indicaLo come la posizione ùi riposo di essA colonna, pnJChè questa nella della posizione può, per la sua r~si s lenze, soste-


n 'IGlENE

IOo l

nere con elasticila il peso del it'OHco, cieli•' estt•emilù ~upe­ riori o della test.a, e la linea di g ravitù cade diet ro l'asl'e delle anche, cosicchè la tensione dei Jigat •euti lleu·femorah fa equilibrio a lla grtnilà che agisce sulla pat·te po=-lt>rtot e del bacino. Questa posizione è inusita•a all' uomo ; per poLdt·la l'Ostenere c• vuole un allo di YOior,lù. ~la per r1uanlo ci nwlla del buon voler~>. per f)Uanlo sia energico lo sforzo che fa, egh da pprima ci riesce solo in modo più o meno imperfello e spesso riesce male perché nello sforzo oiLt·epassa hl nlieura. Invece dì pot•tare la testa naturalmente eon lo sguardo drillo in &vanti, lo tiene spasmorlicamente rif:!itlo; le spalle lt! lira non solo in didro, ma nello st<!s<::o tempo anchf' '''H· geratamente in allo, e piega iudietro con U lh> sl'ot·zo dei m11· ~coli lombar i, la colonna ~verteb ra! e; il elle ha pe r con"t guenza di sporgere il "entre in avunli. FinahnPnte e)!li viene· nella neces ~ità di pot·ta re il sul) corpo, per mezzo d un mo· ''imenLo intorno l'asse trasversale d'arnbe,Jue le ot·til-rJ iazioni del piede, tanto eccessi vamente in avouli che la linea di gravit.à del piede non cade più >:ul quadrato dci piedi lll ll a li"ello dei grosssi diti e cosi i calcagni si dislaccullù d11l suolo. Perciò a chi osse1•va la posizione setnb l'a aflallo l'o t·zata e1l esagerata, tnentre do,•rebbe es,.ere perfellamcllle libera e naturale. l d1felli che danno ttUe!'ta apparen.tu :;ono da una pat•te la insurtìcienle cogoiziom: del modo di ngire ~della fo 1-za dei singoli mu~coli; ùaU'allrn parlP il rnanchoW>Ie s vilu ppo del senso di pre!'!'ione e dd St'n~o mnE~cola i'e, per cui 1l soldato, cile pr ima a veva un'ol tt·a posiziOne che gli era ubilusle e si credeva slo:·e hen dt•tllo, nel princip.o dell'esercizio, non l'oramentP, quando ha prc~o la postztone regolameolare, ha la sensazione come di sture invece Lullo storto. Col gioroalìeJ'O esercizio riescono i soldati dopo più o m eno lem~ o a perdere questi difetti, raconJovi SPmpre altenztune, e cosi essen do obbliga Li con un allo della volonla cons<'icnle · ed eccitare i loro muscoli ad una cleterminula azione l'ièl><'Ono a dare elle lor o membra uno spectale alleg~iameulo, ed in 'lUe~to sono aiutati Jall'istinto d' irni taziouC', quando di Lento


1053

RlV ISTA

jn tanto, come il r egolamento comanda, è loro mostr ato, perchè lo pr endano arl elO'empio, un uomo nellA giusta po!!i· zione. l ligamenli della colouna Vt>t•Lebralo e delle articola· zioni che si erano adattali alla anticA posizione c devono essere di.,tesi per p rend~>rf' quella militare, rcst"lono dapprima all'insolito atteggiamento del corpo e devono essere vinti rlaUa forza muscolare. A mano a mono che l~ loro •·esistenz~ elastico, per l'adattamento alla nuova posizione, di mi· nuisce. la forza tnuscola•·o neces!lal'io diventn semprt.' piu piccola, e quesLo lonLo piu i n f}Uanto che col eonlinuo ase•·· cizio diminuisce anche quella for zo rhH era pr1ma imp1egala inutilmente a danno di unn buono posiziont>. Co"i ùa uno pRrte la posizione diventa sempre più abituale e quindi più libera P naturale. dall'alli'& par te diminuif;ce In sub1ta sto n· chezza e con questa il vivo dolo••e dei muscoli e dei l!qam~nti. Dopo poro più di tt>mpo il soldato l'iesce a prent.ler•e la retta po~izione con un volontario <'ambiamt>nlo di pos•~io n e di una od altr a pa•·te del corpo, come con lo av11nza••e dci gomiti o con 1'11bba~sare rlellc spalle, o qnoslo grado lli istruzione è rae;~tlllnlo •1uando ha perJulo lulti i d1fellì. Quaulo pift frequentemente è eseguilo nn ese•·ci7.it• corporeo, tanto pìtl si canct>lla dal sistema net•voso centrale la con"CieozA del meccanismo con cui si compi e. Finalmente il l'loldalo r iesce anche a pt•endere, al comando, lH po!>it.ione r egolamenla r•e in modo che si può di r e riflesso, e questa é inconsciarnenle mantenuta nelle evoluzioni, nel maneg-gio d'arma, ne~rli ecoercizi di ma••cia, a cui l'attenzione é princi palmente ri volla. A ftU t~sta perfezione pott\ a1-riva•·e sol perchè con l'esercizio da uno parte rinforzò i suoi muscoli e dall'all••a imparò a farli o~ire volontal'iamentu con fort.a pt'OpOI'zionata all' inlentione ed apprendendo n valnlai'O l'Al· toggiamPnto delle suo membra e le posizioni nel cenL•·o dì gravita ùrl suo corpo, affino i suoi sensi di pressionP e mu· scolare. Furono cosi perfezionati il sistema nervoso di molo f' di senso et! ancht\ le funzioni dell'anima, essendo;:i avvezzalo N fa1·e ajZire sui centri motori la sua voloolit ron una ener gia a lui prima sconosciuta. L 'influl'nza dell'esert·izio si \'ed e qui manifesta. Si ,·ede non l'ara me n le che un


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ooserilto nei primi giot•ni, al comando riposo, mette subilo in avanti il piede sinistr o, percM IJUeslo gli è ::>lalu par·Licolarmente inse~nato e sembra il più irnportaule atto d~lla posizione di riposo; Lutto il rimanente del corpo rimau o ancora qualche secondo nella prima r•gi.la posizione. finchà, spe:;so solo all'avver·liloenlo di muover·e le ;.ue membrn, queste l'una dopo l'altra SI S<..:1olgono. Egli dAppr·•ncipio non puù elimolare insieme piu centri mot~ri, i quali non >'ono eser· citali nd agit·e di conser,•a nello stesso tempo. C1ù più lardt .gli riesce colla ma$sima facilittJ. L'addeslt·amento del corp o 6 t•ontinuatn con la istr·uzione del passo militare, Ji cui il pas"o ùi sruola può pr·ender»i come tipo. L'andatur·a uaturale di ogni uomo diver·silica ptir o meno da quella d• u11'altro, poiché queilla per mette una certa liberta di movimenti ello può farsi val er e or a in un o oro in al tro momenlo del passo. Al cootrarto l'andatura mi· litare pareggia più cbc è possib1le le drlfert>nze inclividualt ed obbliga C\gnuno a tt1mmina1·e !"econdo il r egolomen lo, po•chè non vi !"arehbe nel!a marcia no misura, né accordo se ciascuno moves->e 1 piedi s.-condo la -;U& volontà. È questo un passo artificiale Cl di e~;ercizio, il quale, manteneudo il corpb nella descrilla posizione, deYe guadagnare Jl terreno l'OI prir che é possibile r•isparmìo dell'uomo. Qual valor·e ha l'uppr·endimenlo di qur>sto modo di camminare per la for·ln&ZIOne del corpo si puo meglio slimar>3 conoscendo quali sono le sue differ enze dal passo ordinariO e come si debbono impar·are. Queste diJ1'erenze si moslr·ano piìt chiar·amenle nei p1•imi eser·cit.i di mtJr cia, cioé nel passo lento, poichè in questo da una parte spiccano più distintamente i caratteri speciali di questa andatura, dull'altra anche la successione rlelle singole fasi elci movimento acl'ade cos! lentamente eh o si può bene ossei'' are. Un esame di confronto fra le due maniere di ca111miuare fa veder e le seguenL1 tlilie•·enzr principali. J• N ell'ondotura OI'tltnaria gli ar ti ìnfe!'iori oscillllno, c;econdo le leggi del molo del peiHlolo con poca cooperazlnnr dei muscoli dell'anca; nel passo mihlarc• la forza lllU"'cularc agi~ce quasr esclusivumcnle i

'


Rl\'lSTA

2• Nella primn l'erto sospeso, piégolo sul gi nocchio pog. gia sul suolo primo. col calcagno ; neli'allro, stando nella estcn::ione complrls. poc:a nello stesso temro lulla la pianta; 3' Nella prima, l•l forza eslensi\'a dell'ar·lo postcrior•e ap poggiato è prodolla dalla estensione dell'articolazione ciel gin .cchio e del piede, nell'ullima solo dalla t>stensione dèll'ar·· licolazione del piede. lo goner·ale per rnau c.lare a\·anti una ~amba c•m lo forza muc:colar·e non occor-re alcun particolare e<;er cizio. :'Ila nella p<>siT.ione m ilitartj a cui l'uom., non è ancora av\'czzn <' il cui mantenimento fissa già la sua allenzione, questa azrone acquista una pa-rticolare imporl.lln)(tl, in'{uantocb•., uell'eseguu•e il movimento voluto bisogna che \·aiuti mollo f!'Jalla· mente il sostegno del centr·o di graviLti. del suo corpo per non cor•rert• il ri::cbio di cndere, come fa da principio. Allot·a, dovenrlo riman er !' IJUalcue tempo io una posizione nel la quale !>i F:OSI.iene Mprn un nr·lo, t11Pntr•e l'altro che ha mP.sso avanti deve esser·o l onuln sos po~o con le ar·ticolazioni del ginocchio e del pieda pt>t•felltltnente stese, egli de\·e sapersi benA t·qui· libr•are, cioè deve ra pidamente affer·rar·e gli sposlomenU del suo centro di gr·ovi lù ed impararE' a r•islabilire un11 Lronquilla pos1zione di Cfluihbrio per· mezzo di ben misnrale e proporL:onate azioni muscolarr. P.!r faO'e un pal"~O ovanti, l'arto pendente oppo~gia nello stesso tempo con tutta la pianta del pied•1, il rhe l'uomo dapprincipio puo so!n ell'allua r e tfuantlo pensi 1-ernpr·e a ciò che deve f11re: p1i••bé Ja una pa rte r lig-ameolr dell'articolazrone del piede si oppon~l)nO alla uecessal'ia esl~nsio ne del meJesimo, dall'allro rar·to ,i piefXB sul ~iuocciJio ·quan lo il peF~o del corpo é tr a:. portato :cou cl1 e'"so. !'W nel primo caqo i li ~tam enli 1100 sono pr·opor· ziunatamenle distesr dalla nzione muscolare o nel secondo se non l' impedita la flessione. Q11asi nello stesso morw1nlo in cui l'arto pPIIIlenle po"A o terra, quello fermo !'i tlistat::ca clal !"uolo. Qul'Slo, nel lernpo dt>l sollevarsi. era sempre dislc<:o, lah:hé lo spinta che (la !!!!SO rlevP esser e comunicala al Li'•'nco per· muover, un passo può f<Ollì esser·e prod•)lto t.la unu ocCPRsivn eqteusione t.lell'urticolazione tlt>l piede. In pr mc•pio dt!ll'e.,;e rcizio si vede nou rm·a1nenle che l'orlo fer·mo poco


o 'JGJKNE

di sollevarsi si piega r apidamente un poco nel ginoc· e CO!'li per la estensione che no ~egue, auche questa forza estcnqìva è itnpiegala come nell'andatura I.)I'(Jinnr ia. Quelllo difetto pure si puo solo evitare pet· mezzo ò'una energiCA ozione muscolare volontaria. Nell'anùatura miLitar<> una pat·te della forza pc::ternn dell'artu appogsciato è pet•,IUla. E poiché questa perdtla può ('-:sere supplita solo fino a un certo punto da uno pit't enoq:dca estensione dell'arlicolazioue del piede, ed e3 en lo l'arto fe:·rno in permanente estens1one, l'nrl1colazione dell'ancn ò se m)Ir e porlala alla stessa altezza c non può esscr·lo ad altezze dtver sP, come è necessnrio pPr mutat'e la veloci!U del passo, ne tleriva che il posso mil itare non può essere accelerato come il posso naturale. Quindi quello è piu !imitalo dell'allr o per la lungh ezza c· pet· la dur·ata, e a cagione dello sempre e~uale lun ghezza dell'arto sollcvnto dalH!'mina una r·idur.iono delle oscillazioni ver ticali del tronco. Or rrui In r·agiono per· cui il passo militare si distinguo da lln anda.tnr·a ordi nar iu eomt~ un modo artificiale di cammina.r•e, per In r·og-ol ar ila P la tranquillità dei suoi movimenlr, lt~ q unii sono aumentalt• dalla mancanza di movimen ti perlur·baLori associati rl cl tr onco. Il oldalo non solo fortifica i suoi muscoli •' acquista su loro una consapevole pndt·onanza, ma imparanclo a star·e in equrlibt•io in posizione insotita, r·ende piu squi~ilo il 'iUO si!i~l<•rna nervoso col perfezionare il !o;enso di pr•oo::sione e il llOnso muscolare, e si av,·ezza ad agit•e ropidanren L<~ ed ec;all amente cnn la sua volontà sui centri motori tlella cortcccin ~"et·ebral e.

Qualche altra c1•8a e ùa notare ne!:(lt cset•t•izi a COL'po liber·o, in quelli col fucile, alla srhet•mo 6<1 alla baionelLM. Questi sono movimenti compoc;ti, per lo più nuovi nll'uomo, por <' h~ i muscoli non hanno dalla natur·a alcuno altitudine a C'> 9 1 pal'licolat·i azioni combinult'. Con In. loro freqmmte r·i(leliziOn !l, anche piu che per r appt•entlimcnto dolio po~izione e rlel passo. sono aumentate lu forza muscolAre e la O!!ilttù !Ielle tnt-mbr a1 poicbc• alla lor o esecuzione ~i r·ichiNie 11 11 gran dispen<iro di fo1'za, c per lu lor·o vnl'ielò, sono ll'ulli in azione, pitt o meno, tutti i mt:scoli, tulle le ar•licolnzioni. È


Ili VISTA

pur e aumènlata la facoltà che lm ruoano di fal'e agare i !'Uoi muscoli ora separal amonte ora più insième, nel tPmpo, t> c:on l a fo t•ta occorrenti per r·aggiungtre lo :::copo, p01claé, ollt'ù rendere l'acili i piu svariati mov'imenl• I'Ompusla impara anche a soppl'lmere i movimenti associali che >"Ul prluctJllo negli esercizi ~->i manifestano la n lo più vh•omeule qua n lo meno ti si::, temu ner voso é con• va lo. QuRnùo, per esempio, il cosct·itlo pa.....a la pt·ima volla dal poeto cl'Eu·ma all'arma tn spalla, egli non solo maneggia l'arma lenlamenLe e sgarbat.amenlli, mn con 1~ bt·accia tnuove anche nello slegso tempo involuntariamenlf! la l~;sta e il l!·onco; e nella scherma nella quale la irt'i!iolutczza e la mancanza di sicurezza !lei colpo salla subito agli occhi, ncrompagoa la porala con una viva mimicn del volto. Alla iine del !iUO servizio egli maneggia l'arma con la n••ce:::sarill sveltezza e con la ma..sima precisione <lenza cht> un muscolo si muova fuori di luogo involontar iamente, c nella R<'rterma, in cui nn colpo segue r·apidameute e sicur amentl' 11ll' ultt·o, il suo aspeLlo rimane in perfetta quiete. Il meccanismo di lutti •!noi movimenti comumal• che l'uomo impar·a ha Séde, cnme Bois- Reymor11J ha .JinHJI"trAto, uel sislemn nervoso centrale, c percit't col lot·o esPr·ciJ.io n•JII solo si perfeziona il sistema muscolare, ma ancora ill"islerua neevoso. E questo volo col'li pet• quello ùi senSI) come Jter quello di moto, poich•• i diversi esercizi, come ad e<>ernJ'Ì•), t'Juelli alla sbar ro e al tJ•apezio, coott•ibuiscono al m&;.!J!tOr sviluppo del primo, principalmente pet• via dcl l'ol'lluo•MIIlO del senso ùi pr essiono e ùel senso mur:;co1aro. Finalmertte da Lutti insiPme gli esercizi cot·porei sono pu•·e ~sel'citate le l'unzioni dell'anima, poiché l'uomo impara a cono•wer··· rapidament~ la posizione atlualu del suo corpo, c da questA, a un ùalo comando. a past-tare subito in un'altra. Con la istruzione milihu·c del sol dato eli ronlet•ia , uurn~u ­ lando la for za m uscol at•c o la svellczzo del suo l'.orpo, e pet'ff!zionantlosi rl sisl••ma ne~vo~n motor·e e ~eu~ith·o e le funzioni tlell'anirna, sono date tutte le condizioni per cui l'uorno acquisla l'altiludine ad e"el!uit•e non solo ;th ese•·c1zi corporei imparati, ma qu11lunque altro rsercizio in geuerale.


o'JGIKl'ìE

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1 polchè egli Ila coscienza della suo destrezza o aùililà cor porea, aumenta l a fiducia in !'\e stesso ed il corog~io, cosic·

obè egli non più indietreggia doli~ difficili pericolose intraprese. Il soldato ist!'uito somi glia al viandan te che per la coscienza

della ralica fisica fl morale dUI·ata nel salire una ripida altura gode doppiRmento del magnifico sottoposto paesaggio. Anche il soldato, ripensando alie gravi fatiche del corpo e dell'emma sopportate durante il suu tempo di servizio, pt•r le quali t\ aumentaLo il suo valorE>, lioppiamenle si l'allegrA di avere acquistato un piu va<~to campo alla sua attività. E quasi sempre anche nella piit tarda el8, noi riconosciamo l'antico soldato dai S<!gni cb~ la spesso dura mn buona scuola vi ha impresso, come dalle impronte che il :;:hiacciajo ha ac:olpi te nella pietra, giudichiamo rl~lla sua remota esistenza.

La ,propagazlone del baolllo della tuberooloal fuori dell 'organtamo. - uEORG CoRI'/ ET. - (Annales d'if!IUiène Pabli1Jue ed de M éclecine Légale. mo~f!io 1. 89).

Il doll. Cor hel hn rallo nell' l sliluto d'igiene di Be•·lino una ter1e <li ri cerche !'lull'esic;LenzJ:t del bocillo della tubercolo!!'i Cuori dell'organismn. Sapendo che l e numer ose E'!lperienzc faùe pe-r trovare il baetllo nell'ari a di luu~hi abitali da tisll'i avevano dalo risultati IMito insufficienti, ebbe l'•dea ùi prP.udere lo polver e di questi luoghi e di portare 11u di Pssa il suo c~!'.ame. Egli procurava ~e rnpPe che questA polvci'e fosse al riparo JAII'espettor azione IIPi malati, velo a dire, prendeva semprP i l'Uoi sa ggi nelle parli alle Jegli ttppar tamenti, ove il malato non ave,·~ potuto sputare ed ove la pol vere era stata certamente cleposta dall'oria e non dallfl mani o dal le vestimenta dsllli abitanti. Qufll\lc polv13ri, r nccolte colle pil't :rr ancli precauzioni, egli e~aminAva col mic1·oscopio e spa•·gP\'8 su brodi di cultura, (}d anche, 11 più spesso, se ne ser,•iva per inoculare animali, si& dir ettamente, sia pii.J sovenli mediante culturP . L'autore ha preso dei saggi in sci ospedali, nei manicomi,

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Ili VISTA

nelle carce ri cellula ri, nelle camere di in,dazione, nelle stanze di ciltà a bitale da ltsici. A questo proposito egli c ita il rotto ~eguente , m olto interes~an te. La signorina .-\ ., a ll1·ice. abil.a eia quulche s e ltimana in una c amera d'alber go; sol1're d1 Lanlo in lan lo el i pello, ciò che le impedisce talvolla di r·ecarr.:i &l teatro. Da quah:he te mpo pr esenta i segni carALlerislici di una Li si laringM; sputo, o ra in una spulacc hi<•ra, Ot'll nel suu fazzoletto. ral·umenle a ler ea. La sua camera è scopa ta a Recco, po~cia umellata ed a sciugata. L'autore ha raccol to llellu polvere da divct·~i luol.lhi e levati. T utti gli animali inoculati m orirono di perilonile. Egli ha presp inoltr e polveri negli appartamenti cii lisici o nPgh stabilimenti iu c ui i ti"ici Mnocurali: stabilim••nli d'&CJ[IItl termali, di inalazione, ecc., nelle "aie d1 chirurgu1. nella strade. Eg li laa racccl lo co~l Hi <~aggi di polve1•i e innculolo 3!12 por cellini d' India: 13i !'Ono mo rti luberr.olo:;i; 19G sono morti pur allr·e u.alaltiEI. Quaranta sagf!i hanno bal:llalo per Lober·colizzare per lo meno un animale. Questi ratti dimos~ra110 l'ubiquita del bacillo di Koc·h. Or·a t\ ben slal>ililo c he il bacillo non ;;i sviluppa e non pun tnolllphCRI'Si ruori dell'o rgaui .. mo '<!nimale. È necesc:nr·io quindi cho lragga la sua origine cla un a nimale prececlenl~mcnlc Hlretto. In '[Ual modo il ba cillo pass<~ tl,lll'or ganismo umano •1•1 anirnale 11el m ondo c!<ler•iore 1 Ora la tube r·co\ol'lì ''"' ' esì<~le che nel hue, nel porco e specialmente nell'uon1o- è 'luinch il l.is ico la sorge nte d'infezione Lube r·col(•sa più rreq ue nto per l'uomo s ano. Infatti il Lis ico non cessa di emell••ro 1·oi !'UOi sputi numerosi hacilli. Se questi sputi sono raccolti in un s ito nmitlo. in un lup1ido, essi vi riman!Iono Se al contra r io cadctOo i11 un luo~:o nsciutto, vi si t;as!orn1ano in polveri; queste si n.c .. colannal1' a r ia e possono de porsi sui 10obili, nPg:li angoli tlel!li llppartamenli. Pare che l'aria espir·nla dai ti ~ici ed Il lo ro f'U d Mc non cnnl en~ano bacilli o ne contengono pochi. L'aria inspit•ala al con tr•a rio {• pro bobilmetl le l'agente priu-


o'tGIENE

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dpale dell'inrezionc; infatti nell'uomo l'affeztone si localizza e comincia mollo piu spesso dall'apparato respiratorio che da tulli gli altri apparati insieme. La facile disseminazione delle polveri e la resistenza dei ba~illi e tlello !'lpore dei bacilli di Koch ci s piegano la frequenza della tìF<i, ft•equenza considerevole, secondo l'autore, poicbè un individuo su cinque dovr ebbe lottare contt·o questa inf~ ­ zione e uno sopra selle vi soccombet·ebbo. Jl tisico non essendo per·tcoloso che per i s uoi spuLi, si è ~ontro questi cbe fa d'uopo m etterei in g uardi&, sono i microbi che essi contengono chù fn mestieri distruggere il più presto ed il più sicuramente possib1le. P er ciò si dovr à proibire at maiali di sputare a ter ra o nt!i IOI'O fazzoletti, pt·atica .assolutamente detestabile, essendo il fazzoletto uno dei migliort mezzi di disseminazione dei ~erm i. Es~i do,·ra nno a1 contrario ser virsi di sputacchiero sem pre umide e conten enti -di prefer enza liquidi ontiseltici. O.li spuli non dovranno mai essere ge lla ~i a casaccio. ma nei luoghi in cui non potranno essere nocivi: fogne, pozzi neri, ecc. AIIIJrchè non sa•·à pos8bile servit'Sì di spulaccbiere, fuori di C8 " 8 , per e sempio, s i farà uso di un fazzolello, ma s i ev1terà di scuoterlo quando sarà asciutto e lo SI nE:llerà e disinfetterà al piu pres to possibile. Il malato e'•ilera d t b aciar e la sua famiglia , o tutl' a l più bec1arla sollanlo !'ulla ft·onte l! s ulle g ua nr ie. Quando un lisico morto, sor à t:onvenien le dis truggere tu tti gli ogg-elli che gli sono apporlenuli e che sono senza valore, o difl infellare gli altri come pure gli appart~me~li che egli ha obilato coi loro mobili o tulti gli og~etli che essi

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contou~o no.

La profilassi liPve cominciarr fi n dalla nascila. Una madre tubeJ·colosa eviterit di allaltar•• d s uo bombino. Si r ifiutPrit ~1ua lunqu e nutrice offella da lulw rcolo~i. Qualora si doves::;e allevar e 11 bo111bino col !alle di vaccu, sarà necessat•io il fal'lo sempre bollir<'. Le persone che tossiscouo, eviteranno di portare alla lor•o bocca il cucchiaio del bambino nel fal'IO mangiai'O. Si ev itor·à di porre il bttmbiuo a con tatto di persone che


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RIVISTA

tossiscono (allri bambini, do mestici). Alla scuola il maestro sor veglierà perchè i fanciulli non spu tino mai in terra, ma i11 recipienti sp~ci11li. Si dovrà Sémpre inartlat·e prima di scopare, u brucim·e le spazzatur e. Nel caso in cui s i venisse ad abital'c l'allof!f,':i•l di un tubercoloso, si dovrà far strofinare i murt colla molhca di pane e far spazzolat•e i tappeti, gli arazzi Pd i mobili al di fuori. Si evilera di chiedere in pr·e!'tito libri che abbiano potuto r-s· sere contaminali da tossicolo!'i. Allorché st è obbligati ad alloggiare in un allHll'go, sarr) ne· cessat·io assentat·si durante la pulizia degli appartamenti e si faranno scopare dopo ave r umettato rl suolo. Negli opifici, gli ispellor i ed i direllOI'i sorvegliet·anno affinché nessun operaio sputi in terra. l medici, i comuni, lo Sta lo 1l0vranno mP.llere in opet·a lutti i loro sforzi per lollare contro l'in vasiona della tubercolOSI. Essendo il tisico inoffensivo pet• sò sles~o quando i suoi sputi sieno disinl'ellali, pare all'autore che sin inutile ct·eare per loro stabilimen ti speciali. Infine bic:ognera cercare di diminuit•o l:a frequenza della lubercolosi nelle razze bovine e por·cine, facendo visitare fre!]uenlemente quesl1 animali e sorvegliare il personale che è loro a conltllto. Hiassumendo, !!i vede che il b acillo di Kocll, se si trovo in molti si ti, non esiste per ò dappertutto ove si trovano i tis ici. Noi sappiamo i"' qual modo entra nel nostro ot•ganismo, ciò che fa d'uopo adopet•ar~ per impedire che egli giunga a noi, ciò che è neces:'!ario mellere in opera perclrò nou ci nuoccia, non c'infetti, non ci ucciùa in un a proporziona colossale. Spella a noi dunque di prendet·e le pt•ecazioni multiple, incomode. minuziose e costanti.


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D JCIENE

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Yatore nutritivo del olisterl d 'u ova e del olllterl . dl peptont. - (Journ.al de .11édecine el de Chi rurgie, marzo 1888). Il doll. ~wald ha fallo alcune esper·ienze s-ul valore nulritrvo dei peptoni e delle uova sdo!Jerale nei c:lisleri. Risultò dalle deLle esperienze che, ver isimilmonte, la mucosa relLole non é capace, allo stato fisiolo~ico, t! i operare da ~è slessa le moditìcazioni def!ll albuminoidi nece~Mr·ie per· renderli assimllabrh ; i clisLeri composti dr uova nou pt>ploni·~:zate sono assorbiLI tanto rapidamente quanto i peptoni e producono un el'· felto nutr itivo eguale a fJuello di questi ultimi. Di fronte a questi risultati ~l è autorizzali od accordare la preferenza ai clisteri compo<>li ~emplicemente con uova, il cui prezzo ò mollo minore. Si comporranno di due uova cr·ude, ~n ,mul ~ionale e diluile con una ptccola quantità d'acqua salata. Si può egualmente pr·escl'ivere un miscuglio di uova e di vino rosl!o in una soluzione dr zucchero òi uYa allO o 20 p.IOO. La quantità di liquido adoperata come Yeicolo non deve sorpassare 1/4 di litro. Se è necessario, se ne sommtnislreranno diversi nt>lla gior•nala. Si fara precedere la loro ammiuistrazlone da un clistere evacuantt>; dopo un'ora si inietterà la mescolanza nutritiva letilamente, con una debole pr essione e facendola giunger·e più in allo elle sia possibile nel retto (mediante Il cateteJ•e di Nelalon). Se esi~le una grande !'lensibilrlà dell'intestino, si aggiunge nlln mescolanza qualche goccia di tinlur·a d'oppio.

D mlorobo della febb re t i foidea - LEGRY. - (JOttrn.a( c/C l•.,Jédecine et de Chirurgie, marzo l88ù). l numerotti lavor'i hallel'iologici che sono stati pubblicati in <JUesti ultimi tempi su tale arj:!omeuto hanno definitivamente 8 labililo i carallcrr del micr·ohCl rlello febbre tifoidea. Il dottor Legry, in una r e<·entissima pubblicazione, ba dimosLrato quale "ialo stato attuale delle nostre cognizioni relativamente alla morfologia ed alla bioiClgia di questo microbo, alla sua ricerca


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IHVJSl A

sul vivo e sul cadavere, al suo modo di propagazione ed ai primi tentativi di vaccinazione che sono st.ali falli su «JU<'Sl() soggetto. Ecco il riassunto che ha fallo il dott. Just Lucos-Chnrnpionniél·e di questa pubblicazione. li microbo della rebbre tiroide, il quale é stato scoperto da Eberlh e coltivato da GafTky, fu l'oggetto in Francia di recenlt lavori o specialmente di quelli Ji Chantemesse e Widal. 11 microbo tipico é un bacillo, un basto ncino co11 est!'emitlt nrrolondite che può in ce1·Le condizioni assumet·e a!'pelti parhcolari; é accompagnalo do spore, la cuj pre~enza ~piega la l'esistenza del microbo a certi agenti dj distruziorw. Essi resistono, infatti, a LcrnpcraturP mollo alle o mollo bac:se, come pure a ce,•ti a genti antisettici. Quest'organismo si collrva racilmPule usando cerlt Jli'Ocessi pai·licolari ed é con queste culture che sono state falle le esperienze sugli animali. l risullali così olle11uli sono ~lati mollo discussi, ma ChantemBsse o \Viùal banno conchiuso che il bacillo inoculato in certi animali allesta va della s un virulem:& in un modo tutto c:;pccJaltl. Un fallo degno di nola s i è che questo microbo c diflicilissimo a riscontrarsi nel sanguo per iferico, mentre l:' !te :11 lro\'a qua"i semp1·e nei visceri e specialmente nella milzo. Erl è a p· punto in •tuesl'organo che s i puél ric('rcarlo, anrhe durante la vita, mediante punture che, falle anlr!'etlicamente, non presen tano alcun pericolo. Nell'iolestino spe~so si riscnrrlra in ''llll maniera assai irreiolere. Cha11Lemesi:ie e '\'idal che vi hanno trovato frequentem ente il bacillo con uno specinle pro· cosso rileugouo che l'infezione avvenga nel seguente modo: i 1nicr•obi introdotti nell'inLcsliuo si sviluppano, colonizzano sulle placche dr Peyer e sui follicoli chiusi; ossi sono as!'orh li in questo punto dai linfalit:i e clalle rndtcine della vena porta, ~ono porlnli nei gangli mcsenlerici e nel fegato e perrPtrano cosi nella circolazione gene1·ale e ,·anno ad impregna1·e i ,!ifferenli viscer i. Questi organismi sono stati tr·ovali nell'orina e nel conl('ntrlo delle vescicole miliari; ma non s i é pol.Jlo ritrovarle rn aJtr·t liquidi, come nel latte, negli spuli, nel sudore. Sul cutla\'PI'I'


trovati nel regalo, nella roilza e nei J.(angli mesenlel'ici,

._.ue placche di Pey~r, nel muscolo carJiaco, nei polmoni, Delle meningi cerebrali e nei tesltcoli; rno i e ricerche raue a qullfllo proposito dimostra rono e lle non vi ha alcuna ..-ia d'escrezione fi siologica per questo mict·obo quando è nato nelreconomia; esso viene distrt~llo nei tessuti e scompare per ;1Ìa880rbimen lo celi u!ar e. E impor tante di deter minare quali sono i mezzi naturali in cui il bacillo ti pico può vivere e svilupparsi, allo scopo di conoscere come e pet· qua li vie es~o s'in trod uce nel nostro Ot'ganismo. La sua presenza nell'sria è mollo verossmile, ma non venne ancora dirett.ameule dimostra la. É logico il supporre che le polveri provenienti do btoncherie imbrattale Jt deiezioni tificbeùisseccate pos~ano portaru ti bacillo a distanza '! ser vil•a cosi alla disseminazione ùellu malattia coll'aria res pit·ata dalle per sone esposto a •1uesto conlalto. L'ePis tenzo del bacillo nel suolo ò me)<lio dimul>traLo: venne trovato assui ft·oquentemenle nella l~ t-ra pres« in v icina nza cii fogne o di pozzi sospetti. Ma è principalmente a lla ricer ca del bacillo nell'acqua che i balleriolof.!i ltAnno conE<acralo i lot'o 11forzi. Legry cita o questo proposito un gnlll numero di lavori stati falli tn quel>lo ~<:nso. T utti pe1·6 ncm ~:-ono ancora comJlllllamente d'al!cordo sulla questtone !-8 la proliferazione si faccia piti facil mente ueiJ'acqua pura che nell'aCtiUa sporca OplJur o nell'acqua r·iccu di ma terie organiche. Pt!rò le ricerche ùa CltantemP.sse e \Viùol sembrano aver tlimoslrato che l'agitazione dell'a cqua esercita uno certo in lluenza s u questo s viluppo fav or endolo: la qual cosa ~pit>gherebbe t'or se la freq:Jenzo delle epidemie iu seguito al pulimento di uo condotto, di una cis te rna o di un se1·batoio. Questi stessi sperimenlatori hanno luùiato l'azione del freddo sui get·tni io sospensione nell'a cqua ed hanno constatato che ctucsL'acqua, faLla congelar e, poteva ser vir e ancora a far e inoculazioni. Insomma la molallia 99 volle su 100 è trasmessa dall'acqua. Numerose epidemie, riferite da Legt•y, ciò confer mano. A. questo proposito, l'a utor·e osser vo che questo modo di propagazione non é punto in contr addizione colla teoria di P etteo-


106i. kofer. Egli, avendo notato un part~ ll eli ~mo quasi coslanla Ira l'ahbassnmento del velo ù'aCI]ua !;Ollcrran ea e la recrurle~cenza delle epidem ie, l'ilien~;: CbC rrtl llUesli due fenomeni esisla un rappo rto di causa ad effuLLo. Pe1· lui i ge rmi s i svilupp&IIO dal s uo lo: ora. quando il livello delle acque si mantiene inualza to, gli sL1'al1 che o-;"'i attrave rsano sono continua men te lavati eJ i microrgan1smi !>Ono po•·lati via dalla corr ente; quando invece il l ivello si abbussa, lo mt~lerie or;:a••icltc e parse negli s trati dì lerrerto JH'i vi d'acqua, s1 J• ulrefAnno, i get·mi allora si molltplicano e sono lasciall m hberlà. Chanlemesse e Wi rlal inte t·prt:lano cl11Teronlemrnle ques to rapporto ùelle epidemie colle osc Il azioni del velo d'ac']ua solte r,·anea. Un abtlassame nlo di q u~slo velo, dicono essi, ca~ion a la dimi n uzione de llo scolo di un fiume o d111na ~"Or~te nte, Cl quindi l'accumulo in un volume più piécolo dei ftt'l'mr nociv1 che esso può contenere. D'altra pa1·te i u un terre no perroeftbile s i ha l'attrazione dei mi<' rnbi verso le pa1·ti dedi,·•· vale 11 di re verso l'origiue dellu raccolta delle ncque. Il conl1·a rio hA luogo naturalmenl<' quando il velo d'acqua si umalza . La fJUftn· lìta deJI'a(·qua nelle sor gaoti o nei fiumi è aumenl11la e per· uno stesso peso la sua ,·irule nza é di!;lr utla od 111deiJolita. Gl• o rgauisrni palo~teni invece ùi es!"era altralli ver'!::O que!'llt~ sor· qeJ;tti, sono a llora spmli lontano do ess•• per l'asct•nc:ronA dt.>l· l"a cqua sotterranea. Tulle quests r·icercbe, facend o co nosc e re l'origin ~ drllo uw· leltia , danno a sperare che l'lÌ giuol!'erl\ più sicurameule alla sua profilassi. Sotto questo punto di vi ... la, i Javol'i di Chanlt•messe e W idal hanno già dato qualche 1·isultalo s ugli ani muli all'ar·gomcnlo dt.> lltl vuccint~zioue. Si s11, iufalli, tile il pet'icolo noll deriva solo dallA presenzn dei mic rob1 e cbo devPsi pu1·e tene r calcr lo dei prodotti los!:'ici che e~q' genera un uell'intcslmo e cbe s i accumulauo nell'econo miA . Ora questi autor1 ~ono riusciti a pl'Otlurre lo st.a.lo refrat to rio nei topi. facen •lo penetrare nel l01·o organismo que!'li pl'JOCipi solubili formo li coi bacilli . Me ntre c he questi ani m a li resistono in mollo eccezionale ali una dose determinala di c ultu1'8 liflca vi,·ulenta, essi resistono .al contrario nella gr&nde maggioranza dei casi alla slessa ino·


n'IGIE:'\E "'~~~"a''''"'ne, quando essi sono sloti trattati preventivomente. I n-

fine risulta chiar amente da tulle queste ricet·che la necessitA

di distruggere tutti i A'et·mi morbosi, prodolti dalle deiezioni Litlehe. Pat·e, a questo riguat·do, clte i migliori disinfeltanli

delle dei~ziom titìche A1eno l'11cido solfori,•o, il !>ublimato c<wrosivo eò il clor uro di calce. aaii& aUlltde vaoolDJoa. - FoURNIER.- (Jrmrnal rle }dérlecifle et de Chirur{lie. aprile i 889).

n prof. Fournier· ho t•iunito i11 un volume una serie di lA· zioni cbe e~li ha l'atte nell'a11no scorso~:~ ll' n!':pPua l e Saint-Louis suila sitnide vaccinict~. Questo liht·o. SPI'ondo Il cloll. P. LucosChampionnìòre, è una ~uida r reZlOSa per il medico l n quosla 'fuestione, la quale non é rl•t·se abba!=tlonza conosciuta dai pratici, alcuni dei quali praticano la vacciuozione cou uua ~~­ curezza inconscienle del pericolo, senzn preoccupazione della sorg~nt.e che ha l'o t·nilo il vaccino. li dott. P. Luca~- Championniér·e lta c:tudialo alcune delle conclusioni che si tru:r!!ono da que~to libro e specialrnenlì' quellA, per' la quAle sembra e.!<sere "taio !-lcrilto, vale 11 dire, le neeessitl\ nssolula d'Mrivat·o progt·es!livamente ed in un modo generale nlla vaccinazione animalo>. all'ec:clusio11e tl('ila vacci nazione umana. 11 nu01ero .:lei fatti compon(.'nti l'e~i~lt:nl:a della silllide vnrcinica è co!-ll grar.de che recn met·a vi~?lia il ratto che questo pericolo abbta potuto passar·e in cosi lungo tempo inosservato, per chò il t•olotore (BOII!'ClUet) della commis::ione all'Accademia di Pari!!i, non f> mollo tempo fa, ancor·a non l'ammetteva. Ma aLludlmenle, non !<Oio l'o~sPI'\' 07.ione clrnica, ma la pratica stessa hanno dato In dimo:>trozione slf'ssa di que~li falli. Foui'Oier ramm ento, a qu~Rlo prOpCI~ito. chP il dott. COI'Y, direttor e dell'ist1lulo di vacc111azione animale a Londra, non avendo mAi osservato alcun ca"o di s-itilide vaccinica, era ftlllnlo a dubitare del contagio vaccino-!>ifilitico. Nel 187R Pf!li volle risoh•er e la queslion~-' inoculandosi del vaccino pr eso l'Opra un fonciullo'!=tlfilittco: cosa singolare, tre e.!<perienze rima-


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se1·o sterili, e non fu che ol quarto Lcnlalivo, fallo nel l88J, che la sifilide fu inoculata. Ai faLli isolati d'altronde ~i aE!giungono casi di "ere epi· demie che si e plicano per il fallo che le vaccinazioni m-dinariamente si fanno ad in,fornate, e che si cagionano contagi di seconda mano. Le più cono"ciute di queste epidemt~ sono quelle di Cremona nel 1821, in cui iO bamhini su .v; ruro11o infalli c seconduriamenLe un cer t.o numero di rnadrt •• di nutrtci

furono att.accale. A Lupara (l 56) 23 bambini furouo contagionali. Nel 1886 nel dipa1·Limento di Lo L13 bambini su 22 contl·assero in questo modo la l"ifi lide. AUorchò il vaccino silililtco è stato inoculato od un individuo saoo, Lre casi possono presentarsi; o, è quec;to fortuna· tamenLe il rnso mollo più rrequente, la sifillùe nC'n vienP Irasmessa; o il vaccino resta sterile, mfl la l"ifìlide v1en tra~mcssa ed allora i sintomi morbosi derivAnti da questa moculazione misto. sono csollomenle identici a qu1•Jii eh~ pro,luCA rinocu· lezione su di un individuo sano di un liquido sifiliti<'o; od inllue i due viru::; clùnno un risultato positivo; ma alloi'A puo accadere che a cet•le punture susseguano pustole vu1·ci rul'o•1·~ pure, mentre che l'ulce1'a non si sviluppo che sui punti 111 cu1 il vaccino Ira abol'lilo. l n fine, e questo è il coso che otfn• sov••nh p1ù difficolta dal punto di vista della diagnosi, l'ulcera l"i ::-viluppa sulle puntu1·e ehe hanno subito J'e,oluzione vacc111ica; ed allora l'ulcera compar·e ora poco dopil la termin H;(ione della vuccina, vale a dit·e dopo lo caduta delle croste vaeciniche, ora prima della caduta di queste croste, nel qual Ctl!-lO C!"!'a na!>ce sollo di el"St', in una maniera latente e veramcnl~ lor\'ala. Dopo quest'ulcE>ra l'evoluzione ulteriore della sitllid ~> uon é più clte quella tli una sifilide ordinaria. Ciò che fa d'uopo rilenere soprattutto, dal punto Ili vista della diagnosi della sifìlide vaccinrca, si t> che esc:a ho !'l.-mprtl pe1· esordio, per accidente iniziale, UOf\ vera ulce1·a roi -;uoi car alleri classici d'evoluzione. di indurimcnto, d'aden opolia, ecc. Il faLLo é tanto più importante, in quanto chP, fr equentemente, la vaccinazione é messa 1n causa, allorquando la silìlide sopraggiunge posteriormente nei bambmi vac<'inali


D 'tGIRXE

t 067

re~n temente , allorrJUendo si t1·atta unicamente di una sililiùe

eredi tari a. Il prof. F ournier è d'avviso che non sia punto necessario, come sì ritiene Lr·oppo spesso, perché la sifìliùo sia tra· smessa, cbe il vaccinifero sia in islato rli sifilide alliva. Il contagio vaccino-sìiìlìlico può essere lt•asrnel"so da un vaccinifero in istato di sifilide latente; anzi è suftìciente clte il vaccinifero Sj trovi in is~lo di h10culazione di silìlide. Un bambino, pe1• esempio, è vaccinnlo con vaccino d'o rigine sifilitica: le pustole si sviluppano bene e nel sellimo od oliavo giorno sH,·e egli stesso dtt vaccinifcl·o; ora, li n do questo momen to il vacr.ino che egli for nirà potrà inocula!'e la s1filide e ciò per conseguenza mollo prima elle l'ulcera, che non deve comparil'e al più presto che il 21• gior·no. si"si sviluppata. La sifilide, che non é in quesl'intlividun cùe allo :.Ialo d'incubazione è CJuindi fin d'allora lrasrnll'sibile, a llleno che non si ammetlu, c16 che non è mollo vcrostmile. che una partu della matel'ia stfllttica inocula ta col vaccino l'lia rimasta inassorbi ta. nel s ito SlE'sso ùell'incculazione, in modo da poter c~sere ripr·esa colla lancetta qualche giorno più lardi e ripm·tala su di un altro individuo. Regna ancora sul u1odo di tr·a'lrnìs~ione deUa sifllìde vac ·inica un err ore j:teneralmenle acc1·editato, e cio\: clte nel liquido vaccinico il san ~ue solo sia pet·icoloso e cbe cogliendo il vaccino in moùo da oon pr enùoro del sungue contentporaneamente, non si corre alcun rischio. .\la, ollre cb e questa limitazione al sangue del potere coulagioso non è punto dimostrala, fa d'uopo sapere, e Fournier• molto rn::.iste su questo fallo: t• che il ''accino else abitualmente si raccoglie e che viene inoculato coi proct:~lSi usuali t> quasi ros tantemente mescolato a sangue, ed unche quando obiellh•amenle, all'occhio non arm,llo di micr·oscopio, sernb1·a sonzo colo1·e e puro; 2' cbe 'IUOl'to vaccmo senza colore ha sicurissimamente trasmessa Ja sifilide in un certo nunwr·o di casi di autenlicilà perfetta: a• che per conseguenza, se è necessarto r •Kellare 10 modo assoluto ')Ualunque vaccino cnlorato, non dobbiamo però cr edere di essere gat·antili in modo sicuro usando un


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RI\' ISTA

vaccino senza color e, contro il pericolo di uua inoculazione simultanea di sifilide. La rtuestione della dial(nosi é mol lo intf'r essanle. Fa d'uopo dislinKue1·e dappr ima la vaccina ulrer ol'a dall"ulcera sifìlilica Yaccinica dte essa può l'imul are. Si !"9 che sotto 1nfluenze variabili poc;sono succedere vere ulcerazioni alle punture ed a tutte le punlure in p-enE>re. Esse corr odono il derma mollo più profondamente delle pustole orclinarie e possqno approfondirsi ad imbuto, e pi'Psen lAt'si come se fosser o !'late scavalt' con un succLiello. Ora molto sovcnti queste ulcer azioni possono far sospetta i'~ un'ulcera vAccinica, dalla quale dilf~ r·(;:tcono lutluvia in ciò che quest'ultima non flllacra che una puntur a; che essa coslituisc~ !"Oprallt:lto una le-.ione crostosa e non dà mai luogo ad una ulrerazione cosi ron!"iderevole, che e;;sa infine é co nsociala ad una atlenopotia indoll'nl e. Ma il szegno di ffer enziale più impol"lanle è fot·nito tlall'evoluzione morboc;a. I ofalli la "accina ulcet•osa compare dn l quindicesi mo al scdicesimo giot·no dopo la \'RCcinazione e ls lesione é di già piennmente co!'l1Luila nel ventesimo giot·no, meolrP che l'ulcl'ra non compor.~ gener almenlP che dopo la lèrza $Pllimana <' mai prima del quind 1 ct>~i mo g-i or no; anzi c:ul li mt•o del venle!'limo {'.dorno dopo · l a va<'cinaziooe J'ulct-~t•a o deve ancor a na!"cere o non re che sbocciare ed i· ancora pH'cola, rudimonlal e. ' Un seeondo punto della diagnoc;i è relativo allt> eruzioni vaccimcho che sono !al volta pr ese per sillliliche. T\IH in qul'slo caso la diagnosi è qua~i sempre mollo facile, pPr chf>. oltre i lor·o car atte l"i pr opr i e r assenza dell'ulcera vacciuira. quec:te er m:ioni presentano nella cronologia degli acciclenti llll criler io ch iar o. Esc:;e compaiouo iu media dal nono al quindices;imo ,:!iorno dopo la ,·accinaziooe, menl1·e che le sifilllichl' non possono pt•odurc;i cbe;10ve o d1eci settimane dopo 11ueslo momento. U n ultimù problema nella diagnosi può ancor a presentorsi nella pratica, ed i• il sef.tuenle: dilf,.renziare dalla sifiliùe \'&Ccinica ogni sifll idP, la quale, indipEmdenle clal vucci no come or igine, venissP per avveutura a compar ir e dopo l"inoculnzione ,·accinica. Ciò !'i verifica o~~ai spe~c;o e ~i inre>lpa fttCJl -


D' IGIENE

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mente la vaccinazione del contagio. 1 due elementi principali della diagnosi sono in questo caso l'assenza o l~t preseuza dell'ulceru vaccinica e !"evoluzione morbosa della >~ifll ide . N on v1 ba, ioralli, sifilide Yaccinica ;>enza ulcera, e se non si o~serva Il malato che in un'~poca tardiva, si putl lulla via ar1·ivare a conoscere l'andamento tenuto dalla vaccinazione sosp~Ua; d'altra parle, la s1filiue er èditaria 110n ò mai preceduta dA ulcera e por di piri presenta un'evoluzione ditlerente da 'luella della sifllide inoculata: invece di avere una evolu:òo11e 11\elodica, in quallro per iodi. e~sa 8i presenta di pr·imo accJ.ilo !!eneralizzala solto forma di manifestazioni secondarie o terziarie, di cui molle le sono del lullo speciali. Devonsi infine r·ammenlare due modi di conla~io oper·atnrio concer·nenli la vaccina ed il vaccinifero c che sono stati O!'lser· vati più volle senza elle pee alleo il vuccino al>bia polulo esserne incolpato. Il pr·imo modo si ossPrva nelle vaccina2ioni success i\· e, quando uuo dei vaccinati essendo sinlilico, l't"-tru· m eolo e pol'lalo, senza esseee !Stato MCiugaL<', da un individuo ad un altro. 11 secondo modo si ha quanùo si riporta lalt~ncdla per carica rla da un vaccinato !"ifilitico ati un vaccinirer·o :-ano; in questo caso si potrebbe conta gwre quest' ultimo. Non si ,Jeve quindi nelle vaccinazioni mulliple portar mai In lancellu da un soggello a d un altro senza averla antecedentemenlo lavata con cu1·a. Salvo quest'ultimo caso, che non clipenùe che dall'operatore, non esiste che una sola pt•otllas~i pet' la s ifilide vaccinica, vale a di r e l'u!<O del vaccino animale. Questo è il solo mezzo che dia una srcurezztt assoluta e non presenta alcuno degli in convenienti che gli sono stati allribuili. La sostituzione del vacciuo animale al vaccino u!\1anrzzato è nna riforma che s'impone ecl in favot•e della •tuale dPvono adoperarsi lutti i meùici.


1010

Ili VISTA

Rapporto tra l 'altitudine e la ti•l polmonare . - Dott. CHARLES CARTUS, med1co di marina negli Steli (jniti. (P!tifatlelph ù{. .Ved1:cal Times, gennaio 188!1). Si é molto parlato dell'immunità della lisi di cui ~odono l!li abitanti della vizzera all'altezza di 1,500 metri, d~>lf"•m­ munilà che con fl! r isce. ai suoi abitanti l'lmala10, l'altipiano del Me!lsico, onde l'autore s'mduce a comunica•·.. le p1·oprie ossel'\•azioni climatiche e quelle d'al tri autori !-lull'.\mt•rica In ollo m esi paRMli presso il Moquis lndia n Puehlos in Ar·izona, a ll 'altitudine di 200 metr i, ho costatalo elle gl' Indiani e tu ll'ibù di Navajo, come i bianchi stabiliti in quella re:rione, el'ano t'senti dalle tubercolosi; solo un in fiano che aveva lungamente "issulf) in basse regioni, cd e1·a drdilo a lulli i vizi d~l& civilizzazione, era ammalalo di li~i. ma la malallia si era Ol'reslala col r ilo1·no in Arizona, e non gli impediva di allenclere al fWOpri o impieg-o. Que8l8 locahlé é molto asciuttA, quant unque In pioggio anu uo lo s ia s ufficiente alla limitatA a,!!ricoltura. Di là pa~~ò l'autore per alcuni mesi pres:zo la Pm1a, altr•a tribu indiana , a to(l metri d'all•ludmc, e 'i II'O'ò molli ammala ti di lubercolo~i, mttlgi·Ado l'uso di que=ll Indiani di bruciar la ca panna nella quale una pPrsona muut•e d• •fUSI· siasi malallia . V'e •·ano casi di lisi ltll'ingea nef!li lndi~ni, otl un caso di Lis i polrnonartl in un bionco. Due anni eli r esidenza nella Carolina del Nord llan .tnuo~lralo aii'Aulol'e le s tess e condizioni, ed egli hA potuto costatare casi' di li~i ad 800 metri di allitudine, menll'e nell'al· tipia110 di Va tanzo a 1,500 m etr·i non ha tl'o volo trorcie di con:::unzioni. Il pror. Kert· è venu to alle stes!'e conclu!'IOJli. Il dotl. Campbell di SalisbuJ'Y pe1· quindici an ni ha 111At1dulo i s uoi tisici o Blowina Rock ne l cuore di quesl» 1'0gione ed tls~e•·isce d i n on e!'SCI'sene mai pPnt•lo, perchè f{Uel luogo é vicino a grandi città, non '''è caldo .-ccc~!'l\'0 nell'estate, nò mollo ft'cddo nell' in\'erno, non '·,·. pohe1·e, non vi !'On o insetti, le strade sabbiose si asciugano pl'e,;to dopo le fllog-gie, ,., sono ùelle pa sseggiate, magniflc• or•zzonti.

i


Le cospicue altitud•ni saranno sempre ricercate dai poveri tisici, pPJ·cbè l'ar ia pu1·a ~ earefallo promuove espanSIOni polmonari, facilita l'assol·btmeulo de' depos•li m01·bosi, miglio ra l'appetito e la nutrizione, e permette quella mode· rata a tllvilà fisica tanto giovevole agli ammalati.

•aove o..ervazloul sul ba.olllo del taberoolo. KaemA..'ISKl. - (T/te Ltweet, aprile 1889).

PrfJf.

L'autore, il cui nomf' e conne!'ISO al l•·attamento, cosi dello all'auiliua, della' lisi, Ila pubbli<!ato tli reca uLe insieme eol dott. T$eslinski nel giornale .Uerlill'ltns/;(JP O'Jerrén.ie, un articolo sulla importanza tlel frequente esame microscopico de~li ll(lULi, non me1Jn pel' l'indirizzo diap:nostico che per il Lerapeutico, uei casi nei quali la lisi é o può csser·e in atto. G!i infermi esamiuati ammonla:1o a H31, la maggior pa1·te uulla clinica ùel prof. Kremianski in Kluu·kofi' o nell'ambulal ·t·io, isliluendone qualcosa co111e dieci mila osse1·vazioni microscopiche nel corso dei due ultimi anni. Inoltre gran numero di esami fis1ci venne oomplelamente condollo, non con i semplici mezzi Jell'oss ef'Vazione s te toscopicH, ma coll'au~•ho dello spir omelro, del manometro. del loracometro, del termometr•o, della bilancia . E l'i raccol~ero nole il piil possibilmente complete su gli eiTetti dei van rimedi. Sopra !l:H casi, i bacilli Lube1·colar·i vennero rinvenuli in 5i0, O!>Sia in (H pOI' 100, incJUSI\'i quelli della p1ù variata ÙeSCrizione, tal uni con ca ''illl. con con~olidazione agli apici lal'altri, ed alcun i con semplici s intomi di b1·onchil.e o tli br·oncopleurile. Cosi, de• 570 casi pr·esentanti bacilli, :HO, ossia 3S per 1UO, a ve vano ca,·ità; ~29, ossia il }O per· 100, consolidaztonr agli apici; Hl, ossin il :i per 100, se1uplici bront:hili, e 5, oss•a 0,8 per 100, bronco·pleurili. t.;u consÌIIPI'evole numOI'O Ji casi, 97, ru rono in viali do medie• e:>le•·ni per l'esame dello spulo a «copo dia~no.,tico. :'\on fu r&r<t OCCOl'l'enzo quella di trovAre una complt'ltl:l assenza dt•l bacillo negli sputi di inf~rmi, i qutsli pre~<entavano i pnJ. pulenti seg'ni della lisi, consohùazioui e per·fino cavità . Dei 238 inrerrni con cavita, i bacilli mancavano in 18, ossia


1073 in ì per JOO. Dei .u9 casi di consolidazioue i bucilli uon si cons tatarono in 190, ossia in 45 per 100. Su 1 ~)i casi di bronchite.

erano a ssenti solo m :~5, O!'l:>ia 111 G5 pe.r 100. l bacilli non si r•iscoulral'ono mai in c&si di eollsr•ma senza complicazioni, ossia ove non esistevano ca vità od ispessuneuLr. Tu '(Uaoto allo speciale metodo curativi) del Kt•emtan~ki, me ntre fu r iposto completo s ucc,•sso nell'al'l'estar·e affatto lo s'il uppo del bacìllo in rir ca :.10 casi, Jeterminò la ce~sazrone degli ordtn&l'i sistemi della lisi, tosse, debolezze, febbre, sudo ri, ecc., ccc. in cit•ca :JOO. F. S.

n V&iuolo 1n Germani&. - (Anal. rf lf!Jg .• e Giornnle della Reale Socreca Italiana d'lyiene).

Le s;latil:lichc r ecentissime m osl1•ano i grand• $el'l'igi resi

alla popolazione ge•·muoicu dalla vaccinazione e rivaccinazione obbligator ie. P el i886, la mediti dei decessi per v;;~iuolo ru del 0,03 p. 100,000 abitanti; u Berlino l'u del 0,07, ad .\mborgo .!el 3,66. l Jue terzi dei d·~cessi veiuolos;i s,.gonnlall in Germania sono ùa a llril>uirsi allo citta che, et• me o• l A m- · burgo, hanno un commercio mal'illimo conside•·e,·ole e ai oi· &tretti situali l uu~o le f1·onliere ous lria<'a e r ul"!'3.

n D1ret..tore

Dott. FRLlCB RA ROFFl O J.tenerale med ico.

U Colla boraLo re perla B.• Marina

11 Redntt.ot c

GIOVANNI PETELLA

CLA UDIO SFORZA CopHano mtdaw.

Jltdfco di l' claut

~ UTINI F .EOf.R ICO,

- -- - ---

Gerenre.


:M:Bl M O R . I E

ORIGINALI

UBOR\TORIO PlBACTKRIOLOGlrl F. MICROSCOPlA DELU lllREZ. DI SANITà' PL1!BLJC11 (IIINISTERO liELJ.'INTERXO)

DIRETTO DAL DOTT. CANALIS

CONTRIBUTO ALLO STUDIO OF.LLlil

CONSERV E ALIMENTARI (stUOLB 01 URNE CONSEW Tl IN &~O NELL' EST.RCITO) OEJ OIITTOAI

SFORZA

f;

CA PORASO

CAPITAN I !IJ!IHCI

U pro f. Poincaré, in una sua memoria sull' azione toss ica delle conser·ve alimenwri (1), trovò che tutte le trentacinque scatole di conserve da lui esa minaLe coo Len evano ~ alla lòro apertura, una quan tità di microbi assai considerevol e e cbe le inoculazioni recenti con esse esegu ite negli aoimali avevnno cagionato la morte ad nn terzo di essi. TI sig. Fernbach (2) nello stesso anno ripetetlo le esperi enze del prof. Poinca1·e. Egli esaminò ventollo scatole di conserve e le coltivò in mau·acci Pastenr, di cui adoperò d ne per ogni scatola, e racchiodeoli, uno , brodo neutro di manto, l'altro. acqua zuccherata di navone. Tu tti i 56 matracei, senza eccezione di Sorta, rimasero sterili . Il Fernbach coochiuse perciò che nell e Ventotto scatole di conserve da lu i esam inate non esistevuno microbi. • (t) Rtclttrcht$ I'Xprrlmenllllt.~ s11r l'aclion l®q11t dlll! cOn$erves. - (Rtuue d'Hg(Jlt,le el d~ Polic•· srmit(lir •. Pa ris t 8S8, t. X, p. 107). (2) IJr t'auseiiC~ dr ge1'1ne1 t•it•attl1 <laus lP~ co11Ser~es, IJ:Ir M. A. F ERl"IIACII, Pnlt>arntt~ar n la Sorhount. - (Anualr~ de l' lu•lilul Pas/eur, 1888, t. Il , p. 279).

6R


\ CONTRlBUTO ALLO STUDIO

Il Poincan~ in un successiro lavoro fallO io compagnia del dott. Macé (1), spiega la difTerenza dei risultati ollenuLi dal sig. Femhnch con ciò, che qu esti, col processo adoper·n.Lo per estrarre la sostanza da coltivare si sarebbe limitato a prendere ::oltanlo porzioni per·iferiche della conserva. rome grasso. salsa, le quali parti avevano sentito in altissimo ~rado l'azione slerilizzatrice del calore, mentre i germi che possono soprarvivere si tro\'ano più facilmente, secondo loro, nella parte centrale tlell!l massa . Essi perciò tolsero da que:;t'ultima il materiale d'i nocnl nione pei loro nnovi esperimenti , dai quali ottennero i se:::uenti risultati. Su 33 colture, 15 volle :;i svilupparono ballcrt ne1 liquidi impie~:ni. ma le iniezioni sollocut.anee furono tullr innocue, ad eccezione di una falla con brodo di coltura di bue ~a lalo in una cavia, In quale mor-i nl 72° giorno per tulwreolosi. Recentc>mente il dotl. La Portn (2) id una ootn prcvenli\•a pubblicata nel mese di luglio, rl!ode conto dell'esa mc> di ~6 conser>e YegE'lnli - legumi e frulla - esaminale nellahoratorio balleriologico del prof. Cantani. Oi lulle le colture cs~;wite, doe sole conserve, nespole c zucchetline, dellero luogo allo sviluppo di microrga oismi. 1m pensier·iti ùai risullati ùi queste ricerche e mollo più dalla relazione sanitaria dei medici militari fr·ance~i Bouchereau e ~oir {:3) del 93° reggimento fanteria, i quali .tve\'ano (i) Snr In 1wruucr d& oenncs viv«.uts d(llts les cottscrv1·• ali!twiiiOirCS. -

(llevud d' II!IUfétt e, 1889, L. X l , Jl. 107) . (2) Analisi IJat!fr ìologica ctellc t•ow~ct·vr nlimc11 tari. - (Wnrttnlr lttlcrna::;ionale cl~llr -'nrn;e .lfeditht, anon Xl, 1 ~9, Case. 7, t>ag. 5311. (3) fltlo.trcohllu par dancleJ dr cousrn•t ulliréu (A"idflll, •un-rtuts llll 92e Ttq•m~ul d'iu{anlerie), par Boi'CIIt:IIEAC, médecio- maJI)r oh• !' eia>«', et ~ODI, mt)(Jl>rin :UI\oli:tirt'. - (.drcluor• !lr Midfciror rl IV Phar•"nt•' lrntalmres. L i 3, 11. '!, ISS?J ,


DE LLE CO:-ìSERVR ALUI&NTARI

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osservato ed assistito 'iO militari del dello r~ggimen lo, avvelenati dalla carne in conserva, reputammo oppor'luno d'intraprendere uno studio chimico e Latteriologico sulle scatole di carne in c.onserva del nostro eser·cito per riscontrare: 1° Il loro valore nutritivo; 2° Se anche quando si presentano sane pei loro caratteri fiiicr ed orgaooletlici possano contenere germi viYenLi. Nel presente contributo rendiamo conto dei risultati delle ricerche batteriologiche e ci riserbiamo di far conoscere, in un prossimo lavoro, l'esito delle ricerr.he chimiche che già abbiamo incomincinto. Le prime esper·ienze furono eseguite nel febbraio 1889 sopra tre scatole di carne io coo:.erva fabbricata nello stabilimento govero:nivo di CasaralLa, presso Bologn:~, nel 1878 e t he er·ano state per alcuni anni in Afr ica. Per la pa rte tecnico ci aLLenammo in parte a quella ~eg n ita dal Fernbach nel suo lavoro, però vi apportammo qualche modificazione dettataci dalla necesgitù di coltivare la parte li · quida, e la carne non solo della supcr·ficie, ma ben nn co delle parti centrali e profonde della scatola. Immergemmo adunque la scatola in un bagno-maria a 35° o ,.e l:! mantenemmo per 40 minuti ; steril izzammo, con fiamma di gaz rovesciutn, il coperchio di e-su e quindi con un punteruolo sterilizzato l'aprimmo. Con sir·inga di Koch sterilizzata aspirammò la pnrte liquida della superficie, del centro e delle parti profouùe, che coltivammo separa tamente; ed estrnommo con grande ngo di platino, egualmente ster·iliuato e ben bene atlorcigliato, frammenti di carne dei diver~i strati dell .• scatola. Colla massima sollecitudine possibile c di mano iu mano che erano estraili inoculammo separatamenle liquido e carne in provette di gelatina, colle quali preparammo per· ogni scatola cinque colture arrotolate o a piatto; queste ultime nelle scatole di Petri.


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CONTI\IUOTV ALLO STUDIO

Per escludere po·sibilmente l'inlerrento di germr contenutt nell'aria, eseguinrmo iltraspor·to del liquido e della t'nrne dalla scatola nei tubi di coltura entr·o una grnnde ca·sella, a' ente pareti rhiuse con vetri, che furono nella parte interna spalmn t~ di glicerina. Le sca tole, nppena uper'le, C'salavano odore :,:nHiito, il contenuto manifestava reazione acida e le fibre muscolari, osservate nl m'icroscopio, erarro egregi:1merHe conscrYale. La carne residua fu mangiata da noi e dagl'insen·ientr del laboratorio e trovata di uuon sapore e di facilissim:t digestione. Le colture furono conservate alla temperatura rli l "a :33• ed os er·vate da noi quasi ogni giorno tanto ad occhio nndo, quanto con l'aiuto del microscopio. Continunmmo le osservazioni per circa un mese, ma le colture rimasero costantement~ steri li. La seconda serie di e$perimcnti fu incomiuciata il !3 aprile e terminata il IO agosto dello stesso anno~ Jn que.;ta seconda serie adoperammo quattro scatole di carne in consern1. fabbricate pure a Casara ha, due cio(• nel 1877 e due rwl 1878. Per la tecnica dell'apertura delle scatole ci auenE'mmo in generale alle norme seguite nelle prime espcrieuzc, ma tenemmo pure cdnto dello precauzioni consigliate dni :-i).:nort Poincaré e Mncé nella citala memoria per potere con certezza col tivare, oltre le altre parti ùella consena, la cat'lle contenuta nel centl'o della scatola . TaoLo le pr·ime scatole, q uno Lo queste della seconda ~erie, erano di forma cilindrica, ed il loro peso o~cillò da ~87 a ;)04. "rn mmi: presentavano tolle il coperchio e il fondo piano, non r·igonfìati, ed, ngitnndo le o:.catol e, non si noLa\'a alcun mo,·imento.


DELLE CON'SERVE ALI3!ENTAHI

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Le aprimmo, dopo le consuete precau~ioni , con cesoie arf'OYentate ed ancora assai calde; nspir11mmo il liquido superfiasportammo frammenti della -carne superficiale e ponemmo in coiLUra con la massima solfeeitudine possibile tanto il liquido. quanto i frammenLi di ~ne. Con sen ipel li sterilizzati ~Ila fìnmma ed ancora ca ldi in~idel'nl)l O In carne della conserva. e ne asportammo illerzo su· reriore e con altra incisione perpentlicolare, e:.eguita però -eon scalpelli sterilizz:ui ma freddi. :>coprimmo la caroe del centro C<l!l cui facemmo altre colture. Lo stC$SO pra~icammo -eon la carne del fondo, usando però il gr·osso a~o di platino. Per ognt SC<ttoln di carne adopemmmo due tubi di brodo eù Gllo tubi di gelati nn, dei quali ulti mi, ~ei usammo per colture arrotolAte e due per colture ana erob iche nlln Esmarch. Per -eseguire queste ultime, prima fncemmo lo co muni collure arrotolale e dopo, immersi i tubi tra frammenti di ghiaccio, versammo entro ciascun tubo gelatina ìnsa ed Agginngemmo alla partesupe1·ior·e uno strato d'olio ste1·ilizzato all'autoclave eri ~prim mo il tubo col consueto tappo d'ovaua. ltuhi di coltur·a nel brodo furono tennli nei pr·;mi giorni tlelter·mostato alla temperatura costante t.li 3'ia ed in seguito ~~~tutte le nltr•e colture alla temperatura or d innria d i 18° a22° . In <Juesli espcr·imenLi fu pure po~ t a a profìllo la sensibi•ità ùelle cavie per lo studio di quei germi patogen i, i qual i, per avventum non fossero stati eapaci di sviluppo nei liquidi di colt nt·a impiegati. Per ogn i sca tola di rnrne im piegammo due cavie ed inoculammo ad una di es~e, mediante siringa di Koch, liquido di conserva nella cavitit addomiMle, ed all'altra Urt pezzetto di carne solto gl'integumenti dell'addome, oYe lo fermammo con vari punti di sutura. l a re11zione chimica delle quallro scatole di carne fu co $làntemt-nte acida; le lìbre muscolari, osservate per dilace~iale con pipella sterilizzala;


l 078 COi'! Tl\ l OUTO ALLO STUOlO DRLI,K CONSERVE ALIMENTARI

razione al microscopio, furono trovate integre, come pure normale fu l'odore ed il sapor·e della carne, la cui parte residua fu sempre mangiata da noi e trovata eccellente sotto Lutti gli aspeui. Coltw·,•. - Tolle le colture rimasero co~tantemeote sterili. Cavie:. - Le ollo c:~vie furono tenute in o,sermzione da due a quattro mesi e ad eccezione della prima, la I(Uale mori il giorno successivo all'operazione, cioè all'introduzione nel ventre di un pczzetto di carne, per grave lraumnlismo, inquanlochè durante l'allo opt>rath·o uscirono fuori parecchie anse intestinali, tutte le altre si mantennero sempre. vispe erigogliose, in ottima s:lluto. Concl11siooi. - Oall e nostt·e osservazioni po~s iamo per· tanto conchiud or·o che quando le scatole di carne in conserva in uso nel nostro eserci to presentnno, all'apertura, Lulli i caratteri della buona conservazione, non contengono germi capaci di sviluppo. L'analisi chimica ci darà poi qualche nozione del loro valore nutritivo e delle possibi li metamorfosi chim iche clre rossero per caso in esse avvenute.


'1079

AZIO NE BIOLO GIC A DE LLA BEBlRlNA RI C~RCHE

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Origine botanica. - Da mollo lempo è <·onosciulo in l nghillerra sotto il nome di " Grean Hea rL • un legno duro, pesante, originario della Guyana in~lese, che è mollo impiegalo dai lornilori e dogli ebanisti, e rh e è considerato come uno ùei m i~liori le!(ni da costr·uzioni navali. Gl'indigeni della Guya na lo denomiuarono u Beburu •. L'albl'ro, che lo furni~ce, ra~giuoge !"altezza di 24 a 30 melt'i, a tronco dir itto, iodrvi"O, e cre~ce in abbondanza !C'usrli elevali lerreni roccro"'• che coste~giano le ra,·iere d"E-.sequibo, Demerara, Pomeroon P Ber bice. Storia. - Fu Fr·oncofl, nel 176H, che richiamò l"allenzione sopra questo ecct>llenle legno, nr•lla sna Storia sulla Guyana. Nell835 ll ugh Rodie, medico di marina che aveva soggiornato a Demerara pèl' cia·ca 20 anni, ~copr·i nella corteccit\ di ftUest'albero un alcaloide di ~rende efficacia come t'ebbrifugo, al quale impose nome di • bebPerina • Nel 1843 questo alcaloide fu Psamina lo dal doll. OouJ.rlas Maclagan, d' Edi n bou r~, che 110 110 fallo la ripu tazione medica in Eut'opa; e l'o n no s!>guenle l'albtll'O fu dcsc!'illo da Schom-


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AZIO~E BIOLOGICA DELLA BEBIR.•NA

burg ~ollo il nome dt • N ecla.ndr·ia Radi ci •, cla~~ificalo nella fami!.!liu rlelle laurmee. Descri.:rone. - La scor1.a nel bibit·u !'<i prer,.euta in lunghi pezzi appiattiLi, grossi, assat fl'equentementc lot•glt: 10 cm. e spessi da 6 rom. a:! l /! cm., colorati esler iorm<'ntu in brunogrigraslt•o, con una SUJHWficie inlPt'nA di colot· <·anoella, più unifMme, munita di forLi sLr·ie longiLudiuAii. Questa scorza f.> J'r·iabile, la sua frattura é l!r ossolanamt•nlc $!ranulosa, un I'Ò foliacea, e fibt•osa negli !>lrali interui 5'olamenle. Lo sLrato sugheroso grigta~lro è sempre ~ollrle. e:-:so fOt·ma sovcnlc delle piccole verruche, e lascia vedet•e quando sr levano delle depressroni IOO$!rludi naJi analoghP alle dept·essìorti digitali delle scorze pialle Ji calisaya, mu ordinAri&mt'nle ptù lunghe. Composi::ione chimica. - La bebirrna, alcaloi.! · ,..onlenulo ndla corteccra del 11ebr.eru, è -.Lata ri!.ruat·Jala da hr11go lt>mpo come una specie chimica di!<tinla. Wnl:r. , n !li JH60, l ru uw~Lruln cho (jueslo corpo i> probabilmente identico alla l111.rsinf1, ~o­ stanza s~ope t•la nel1830 nella scano e nelle l'o:;rlic del Bu.cu\ sempe1'oir,ns L. ~el1869 l'as~erzione di Walz fu confermala da Fliiggu·. Eglt dimostrò inollt·e, che In pclo!:!ina, ulcolotde che si Lt'OVR nel tronco c nella radice t! i Cissamwlo., Pareira L. e del Condorlendron tomenlosum Ruil~ Paron non può e!'<. ere differenzialo dall'alcoloide del Bibiru P del Buxus (l). L'alcalorùo della scorza rlP I Hibiru puo esst't'fl ftll'ilmt'IILC preparato riai sol fu lo br•uto imptegato in werhcina sotto il uotne di solfato oli bebirina. È unn sostanza amorfa, im•ulora, ave11te pet· for·mula c•s H" A Z 03. Questo alcaloicle ò soluhilu in cinque pn••li d'ai.;oQI. assoluto, in trerlici di et.-re ed i11 t HIO (1800 secondo Wulz) d"acfJua llollenle; que!>le soluzioni souo 11elt.amenle nlca!rne al tornasol e. St scioglie nel Ro!fui'P di etll'· bonio e negli actdi. l ~ali sono incri slalltzz.ab.ili. La l'olur.snne del l>UO aceta lo nPulro da un ahbondarHe prPciptl&lo ~otto l'in· fluenza d'un fosfato alcalino, d'un nitrato del iodro, tiel rc1dio iclrargittulo, del J.ili1Lino cianuro di potal'!'lio. del pc·rclor·ut·n di mercurio e rlell'aciùo nitrico o indico (2). (Il 1/i.</otrt dt$ drogrtt8, p~r FLIICKIGER el lf .H8CAG. (9) /)iciiOI!IlfW'P de 'rhcropeutlq11e, JHU' D UJA8Jiii\·0E.&U~IETI.


AZIONE DIOI.OGICA OKI.LA DKBIIliN"A

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Maclagan, uno dei più an tichi mvesli:;alori del BP-beru, ha recentemente estratto, in collobvrazion•• cou GamJ,:ce, degli elcaloidi dal legno dell'albero. Quesli chimici hanno assegnalo ad uno di quesli cot•pi la for111u la c~o H'~ AZ 0 1 e gli hanno dalo il nome di necl8nrlrina. Due allt't alcaloidi, i cui caraLlet·i non sono arlcora sufncientemenle studialt , sono slalt estt·allì dal medesimo legno. L'acido bibirico, che Madagnn ha estr·allo dai semi è desci'Ìtto comP ineoloro ct·isiAIImo cloliqucscenle, fusibtle a 150 g. e 'o lali le a 200. Stof'ia i ef'apeutlca. - La biberina è da lunghissim i nnni adoperata dagl'indi~Pni della Guyana in;.rlese come 11110 emeaee rimedto <'Onlro le febbri da iuf'eziouc pt~luslro. Entrò nella pratica mPdica em·opPa come !':nccedanea del chinino, principalmeula por O))era di M~tclagun, di Edinhurg. dopo che ~oria prima R ocliè in Oemerara s'ero convinto del suo valor·e cut·allvo. Questo alcaloide et! rl suo solfato han trovato sin dall'anno 184-:1, specialmenLe in In ~ hillerrn, dei partigiA ni, i quali atlerma no chela bebirina dislr·uggc le inlcrmilleuLi malal'irlae ! enza produrre, come i chinacr·i in genel'e, di~lut•bi dellft dt~Pslione e del !':t>nsot·io, c:os:a ello viene confermala dn Becquerel, laddove il BaLlerson in FiladeHiu dice d i avere oltenul:t buoni etft>tlr non senza un lra\Aglio d•llo l<lomaco uccompa~nalo da vomiti. fu Fr·ancia sembrt\ che le rnccomaodozioni dol Bt-cqoP.r'cl, il quale di selle ca'\i d'invet.er•ale o recidive f'ebbt•i inlcrmillenti ne guat•r cinque.>, non abbtaoo pt•ocurulo a questo Sf!Onle 'c:uralivo una impot•lunle dillusione. In Germania fu leulalo Lcrapeulicnnwnlc solo da Clarus, nl Quale la hebirina os.... rgensta, Lt·Alta da Frondol'l'f in soluzrone acidulata faiU com plHamanle 111 quattro casi d'mter millenti . Anche in tnghillen'1\ vuolo il Rennel(J852), che la bìberin n non abbitt più prestati c·o>'i bnoni set•vigi cotslo prima, ma questo forse in !IPf!Utlo ad alterazioni tlcl prcpar·ato. È slato ancot·a eaccomandalo da V.'ll lìams conLr·o le oflahnie serofolose, giacche ad alcuno cosliluziom meglio si afla, e non agisce in modo così il'l'ilanle sui sislomi ner vol:!o e vascolare, come il l"olraln di cltinino d'altra pat·Lc L'accomandalo. Fu adopera lo co11 s uccesso.da Mert'i1 contro l'amenorrell e


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A7.10~& RIOLOG ICA DKI.f,A BEBIRI~A

ua :VIaclngan contro i dolor i di Le!'la iulermillenli, e contro la dtspopsin atonico (1). Stor ia ldologica.- La bibes•ina, secondo B inz (2) o Conzen spiega ~ u ~l i or ganismi inferiori in genere un'azionequasi cost intensa corno r id rocl ot·alo di chmino, ed Eugleni aOf>rma che essu atrisca anco1· pii.t ~gliat•dam enle; che per p•·esel'Vare dalle pulrefazione l e sostanze or ganiche vaiga parimenti che l~ chinu1a impediscll più sicuramente la fermenluzione, a che finalmente sui globuli hianchi del l<angue Ja <'hinu1a tl la bibe· rina spieghino lo sle'1so effetto deleLerio. Il Conzen l'ha ~ ludiola come di passaggi o sui cani a varie dosi. Con 30 cg. non ollenne alcuu fallo r ilevante. Colla dose di 80 cg. frozionata 111 ùhorse piccole Josi, ossPrvf\ vomito, lamenti, stanchezza, capogil'i, cadu te, tr emito, i quali fenomelli per nl lt·o non RÌ m osLrat•ono Lulli simultaneamente. Uu cane cui t>gli sommitliRlrò sullo spazio di 5 ore !JO cg. di bibe· rino in di ver!'le dosi morì scnzu convulsioni. li r isultato della sezione fu negativo. Secondo Go ld i n ~ Bir·J o Powelllu biberino ùeve aulllentar•e la secr e:done UJ'illoda (3). Questa c una supposizioue !>Uila quale non possiamo fnre alcun assegnamento. l)uesle scarse notizie non pos~unu cer tamenlP tH:conlenlat•ci. pòiclu•. rnme ognuno vede, f'Ot·man o lull'allro cb e uno sluùio completo sul · l'ar gom ento: non ri dicono, infatti. i summentovali autori, se e come que!-la. sostanza aqisca sul sistema "ervo::o c ..-a ...colare, se o quaJJlo modi fichi la tem peratura e 'ia dicPndo; ar· gomenli lulli ai IJU& It io mi propon~o rli r isponrlere baHIOdomi su~li Pspe•·imenti. i'! ello sLuùrare l'azione llsiologicu di questa so;:;tanza m crlrr amenlosa ho 8\ltlo l o mmt di ollt>ner la 11 più pm•!<tbilmt!nte pura pPr evitar e una !"OJ'(?enlP di ert·ori nella valutazione J~>i ìenom eui. i quali n vr phhet•l) potuto essere allet·a ti rwlla 101'0 munifeswzi one ciPII'aziont> delle copio~e impurezze nnde é m· quinato lo. biberina riPI commercio . il) Di e /Jfliiii :I'!I SIOff'•• ili pitiii'III<ICOIOgi.Ych er ,

•'<:•·., hioskhl Hl>fli.I N uflll

lhu;~;R.

(~) fl~ow -

(:1) l ,AUII~fl

'l'l'afl(l/0 el i (•u·maro logill. llur~TA 11 - f'/•m·mriCOIIItf!/ '/'IIPI'liTJelilic 1111d· .Jftlln·ia t/letliCH


AZIONE UIOLOGICA DE LLA DEUIII INA

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Quindi per pur·ificarla ho seguito iJ segue11 Le p r•ocP~so: Il o eciolta la biberina del commercio in molta acr1ua acidulata e poi tlltrata, l'ho preciprtala con ammoniaca. Il precrpitato ottenuto l'ho lavato e ridisciolto in acqua acidulata a nuovamente precipitato con ammoniaca e lavato, indi ho lrallato con l'sùcool. La sostanza ottenuta dall"alcool e,·apor•ato è un prodotto che posso ritenere !"ufficientemenle puro. Nelle mie e!lperienze ho u.sato questa bebrrina sciolta mediante l'acido clori,h·ico. Azione biolortica.

Esperien;a 1'. - S'inietta ad una r·a no, or·e 12, 8 minuti, l cg. di bebil'ina nei sacchetti linfatici dorl'ali. Dopo IO mmuli

s i osser va una certa l"i lasciulezza degli orli, i movimenti volontat•i s ten ta ti, lo rana cercando rug~•re tr·ascind gli at·Li postel'iol'i. l movimenLi rifl essi sono anch'essi diminuili, piu pos teriormente cbc anteriormente. Alle ore 1,35 i movimenti volontari e riflessi sono completamente a bolili. Scoper to il cuor·e travasi arre~ ta lo, al contatto tlell'aJ•ia pulsa, ma é vuoto di sangue. E-~pcrien::a ~·. - Ad una rana si iniettano nei !<acchellt liufatici dorsali 2 cg. di bebirina. Dopo IO minut1 s i osse1·vano mollo diminuitj i movimenti volontari con pat•csi del lreuo posteriore. Movimenti rit1es;;;i mollo inJeboliti, !flUlSi annullali ne~li arti posler1ori. normali 1 moti ioidei. Scoper to il cuore trovasi arrestalo, ma al ronlalto òell'ar•a J'iprenòe debolmente le pul,.azioni, è vuoto di sangue Dopo altri 20 m1nuti, strinRendo gli arl1 posteriori Ir a le branche d1 una pinzetta, pun ~endoli e traforandoli con uno spillo, oes<~un a traccia di movimenti l'tflessi; si conser vano debolls!'timt negli erli aulel'tori, piu eviden ti sul dorso e sulla làcria. Dopo altra 1/ , ora trovas r abolizi-one assoluta dei movimenti volontari e rrtle!lsi, mentre il cuore conti nua a ballere, sebbene debolmente Pd a vuoto. Ho ripetute queste e~peri eme fJ& t·ecchie volle, anco a dose crescente, ed ho sempre con!'tatali i medesimi fenomeni, ot-


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AZIONE BIOLOGICA DELLA IJEiliR INA

tenendoli in un tempo sempre più breve per quanto maggiore era la dose impiegala. lù:Jperienza 3•. - Si inieUaop a due rane sotlo la cute 4 cg. di bebirina, e dopo pochi minuti si ottengo m1 i medesimi falLi nelle altre esperienze notati. Appena cessali i movimenti volontari e r illessi se ne prcpat'& una alla Galvani. EccJLati allora con una co1-reole elettrica di media forza i nervi lombari, si ottengono debolissime coni.raz•ont muscolari, mentre applicati i reofori direttamente sui muscoli, le cQnlrazioni ~ono energiche. Si atlende un'altt•a ora per lasciar·e eh~ l'avvale· oamento bebirir'lico sia piu intenso nell'alll'a l'an a; e dopo preparata pure alla Gah·ani si eccitano i lomba ri senza ottenere la menoma contrazione nei muscoli corrispondenti; ladtlove queste si osservano tostocbé Io stimolo efettJ•ico si porta direltam enl~ sui muscoli medesimi. Da quesle esperienze risullano i seguenti falli: diminuzione dei movimenti volontar·i e riflessi, poi abolizione c:omp!Pla dei medesimi fino oò avere pal'o li ~i gener·ale, la quale incom111cia dalle estremità pM;lel'ior i e viene a numo a mano alle anteriori. Dippiù abbiamo veduto cbe poco dopo la morte i nervi peritedci sono ecci tabi li; invece più te1•di essi nervi pPrdono l' eccitabilila, mentre i muscoli si mantengono sernpt'r> contt•aUili. Dopo ciò possiamo concludere che la bebirillf\ nei batracei agisce dapprimA sul sistema nervoso cenl•·ale, cervello e midollo ~pina l e, e poscia sui ner,,i periferici: pare non ~>pit>ghi alcuna azione sul si~tema rnuscolal'e. OsMnando però rhe il cuore ~i arreslu prima che si abbia la completa abolizione dei movimenti volontari e ritlessi, si potrebbe per avvenl u•·a pen· sare che non all'azione dir·ett.a della bebit·i na, ma alla sop· pressa circolazione sanguigna si <iovesse attribuire le pur·ulisi del sistema nervoso. Per eliminat·e queslo dubbio ho l'utlQ la seguente es perienza. 'Esperienza ,;•. - Ho preso delle l'ilo~;: . e messo allo ~c.)­ perto il cuore ho fallo l'iniezione di l cg. di bebirina ne~li al'li poster iori, poco dopo ~i ò nola la diminuzione prima e abolì· zione quasi completa di poi dei movimenti voloulal'i e riflessi.


AcZI Oi'i E BIOLOGLC.\ DJ::Ll-A UEOI RI'ìA

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che il cuore subiSSI! alcuun modificazione si nel numero e frequenza delle pul$azion• come nel contenutosongui;.mo. Questo fa tto ci mdica che la paralisi •lei ,.istt!ma nervoso non dipende da disLUI·bala circolazione. da anenùa di centri nervosi, ma dobbiamo atlribuil'ia ad azioue dirclla delln belmtna augli elementi nervost.

In riguardo all'azione !!ent>rale dobbiamo dlsLingu..r e le 1 iccole, le med1e e le ~rondi (tosi. Lt> piccole dosi non spie!!ano alcuna aziont>; difalti somminislJ•Hli aJ un cane del peso òJ Cg. ~l,55Q, 15 cg di bebirina per varii giorni «(Ueslo mostrn;;si .empre nello stato fi~iologico in tulle le sue funzioni. A dose un pò p1il elen•lfl, 35 ce, data allo ,tes~o cane. Jopo alcuni giorn• non ebbesi altro a notare che un abba..,:.:amento di 1/H~rado della temperatura rellale. ~1a le cose cambiano con dosi p•i• alte. Esperien:;a 5•. - S1 inidtano ad un piccolo coni;:lio Ili cg. di bebirina sotto la cute, e dopo;) minuti 8ltri 10 c::. Uopo poco tempo nota si una certa impotenza a muover~i; l'animale ce1·ca ru~gir•e, ma non può trascinare ;rli a r·ti postet·iori, che sono completamente pa rallzzuti. i movimenti 1•iOe si Mno !11 molto diminuili; e~c:o e ast>olutamente iuabililato a qualunque piccolo movimento e resta come slordi!o. la le!'la non la può Lenere r illa, ma rascanle, e sollevaltt riCade al SIJolo. l n seguito notansi scosse convulsive ìn tutto il corpo, midr·ta«i, totale abolizione dei moti rit!esr:>i, m<>ensibililà del globo ocular e. Dopo pocbi minuti da que-.ti fatti si arresto la respi razione ed mtaoto il cuore se~uita a puiMre. Appeua questo si ur r•esla si passa a ll'autopsia e notasi conp-eslione degli organi parerchimali. Esperien::a 6•. - Ad un cane del peso di kg. li si iniettano alle ore 10,:30· :)() cg. di bebil·iuo !':Ollo la cute. Alle ll ,l~1 nolasi un certo sl•>rdimenlo, l'animale si regge male sulle ~ambe e cerca a~poggu1rst agli o~getli vicim, sta ptù volentieri cor·icalo, ba vomilurazioni che vengono seguiti da 'omiti


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AZIONE BIOLOGICA DELLA B.KB 'RI~A

I n iettati alle J1 ,20 altri :!0 c g., dopo poco l'animale non può più reg(lersi sulle gambe e l'addrizzalo casca pe1• t~rra, imo virnenti l'illessi sono d i1ninuiLi . Alle 11 ,30 si ini elLanC' altri 20 Cg'. e si attenùe ancora 1/ 1 d'ora. Con quest'ultima do!\e i movimenti \'Oioutari e riflessi si spengono quasi del tutto. EsperienJa 7 ". - Ad un cane del peso di kg. 13,JOO "ira alle ore 12,55 pom. iniezione inlravenoso di 40 Cji. d1 bebirina. All'l ,10 si oolauo indeboliti di mollo i movimenti volontari e l'lflessi. All'1 ,25 ecciLato il ct·u rale con una coneute elettrica non si è notato elle qualche ùebole movimento l'ill\lsSo generale. Si uola l'ila:-;ciamenlo degli at·ti, abolizione ùt'i rillessi, meno i palpcbrali. All"1.33 ecritato lo sciatico coll'elellririlà si sono ollenuti poclti e deboli moti rillessi generali. e poi abolizione lolale del molo volontario e riflesso con perdi tu della cosctenza e pat·ali~i della lingua, la quale mostrasi ca~walltP, per cui l'animale 11011 puc'• r espira1·e e si pa ssa alla lrach...olomia. Il polso è celcn·o e freque11Le, appena percetlihile. All'l,52 si fa altra iniez1011B intravenosa tli 20 cg. di bebirina e 11olAsi opi slolono. 1·igiùità degli a rli anteriori, rilasciamento dei posteriori, mid r iasi, polso depresso e pa ralitico. AI1'1,5S la l'espirazione è quasi per paralizzarsi, si f11 per movimenti respiratori deboli ed insurficienti, nota si m!lensibihtà completa, abolili pure i ri nessi palpebrali. Alle 2,35 eccitato lo scialico colla cletlricitv non si olli en e cl1e qualche movimeolo riflesso generai!', ma l'animale 11011 si larnenla, tutte le funz:oni ~ono abolile. volontà, motilita. sensibilito, ecc., solo persistono a funzionare il cuore e debolmente la 1'6S]Jirazione. Or~ 3,2 inie· zione di 20 cg. 01·e 3,4 pom. la respirazione si fa p1~r '>Oh mo· \;menti del diaframma. Ore 3,W iniezione di 20 cg. Scosse con vulsive dei muscoli della nuca e della spalla di brovi~c:1ma durata, dopo di che l'anitMie Lo1·na inerte. Ore :1,18 paralisi r espiralOI'ia, Il cuor e seguita a pulsare. Ore 3,~0 paralisi Jel eu ore. Autopsia.- CongesLionedcl cervello, polmoni , fegato, milza. Da queste e>'pcr 1enze risulta che nei mammiferi la bebirina abolisce i movimenti volontari e riflessi, arresta In r·espirazione, il che delet·mil!a la morle, mentre il cuore é J'ullimo a spegner si. Possiamo dunque ·concluder e che il mcccnnismo


A ZI O~"X BfOI.OGICA

DEI.I.A BEiliRINA

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cui la bebirina agil:;ce nei mammrferi ~· rdentico a tJUello abbiamo nolalo uet batraci, cioè Il dire p1u·alizza dapprimA centrale e JIOi Il periferico. A~ìone ~ui mw;coli.

Studiando sulie rane l'azione ~eoerale della hebirina, merce iniezioni ipotiertniche falle ~ugli arli poslet·iorr, m1 sono accorto c he l'at•tn 111 cui t·seguiva l'in1ezione, ù1venlnva 110 pò piu rigido in paral-!one tlc~li aHr1. piu dur·o, per cu1 l'anmmle r~on po l~va muov~rlo lìberr~mcnle. Ho pen:;alo cnrne <TUe~to fallo po tesse d1penderll da a:tione locale della bebirina sulla ftbra muscolat·e H l'ho voluto pt•ovure merce la !'legHenle esperienza. Esperien:a s•. - "Di-staccalo u•• arto pn!"tcriol'e col nervo relativ,, ad uno rana, e decor llcalo. hn messn la t O'-'CÌa ecl il ner\'0 in una ;.oluzione di hebirina all'L p. 100, las(;•ando fuori la gu mba che bagnavo eonliuuam t>nle c·ou 8CtJU8 per non farla diseccare. App~na fallo cao ~~ Pbbero vive conh·aziooi fibl'iltari dei muscoli immer!"i. Oo1 o l); minuti, eccitalo sepaa·alamonle il ne r vo, non s1 t•bbe rucuna conta·azrotH' di muHcoh, mentre eccilatt ()Uesti cliretlarnenlc, lAnln quella ••ntro che quella fuon della !"Oiuzione. -;i snuo conla·aUi. D •ro :~o minuli .falla immersione ho lrnval•l divenuti IIH'CCilabili i muscoli della cosc iu, mentt·e f)Uelh delln !!amba ('{tHSet•va,·ano, sebbene diminuita, la loro c:ontrallililà l muscoli immet':,\1 oltre a perdere la lo1'0 eccilabililà divenner o l'i!-!idi. Da questa espca·icnza risulta il ratto cJ1e ti net·vo hA perduto prima l'eccitabilila u poi i um,..t·oli, •' ll'a questi prima ljUlllli irn m~r=-i. Que.~Lc> ct dice che am·ho per· uzrone locale la bebirrna c prrncipalmenle uo ag ..!lllc ncrvosv. uta che nello qes~o telllpo ha una certa azione locale sulla lihra mu<;colare. Ma 'ediamo se 'lll6l:'la :;lcsl>a azione ln spiega dopo che e s tata ussorbila . .\ provur do ho fallo il se~uentc espurimenlo. Fsperien:;a 9,.. - Alle u rl' 10..\ ar.t. ho le~alo fortemente l'a rto poslct•iore !>inislro di unu rana. iu modo tla impctli t•c i n


J 08~

AZIONE BIOLOGICA DEI.LA liF.AllllNA

e!>so la circolazione, indi ho iuieltati nei sacchetlt linfatic1 doPsali 30 cg. di bebirina. Due minuli dopo In rana et·a completamenti' ~lupefalla, quasi del lullo spenti i movimenti volonlnt•i e rill e~s i . Sag~ialo coll'elellricilà il potere contrattile nei due al'ti moSLt'Ost>-i ugual1· Ali~ l'O, 15 neiJ'at•to non lega l<' (de~IJ>01 la conlPazioni s i mos trarono piu deboli, mentre nel sini ~ tro manle· nt.vaiiRi uor·moli. Alle 10,25 il potere contrattile era diminwto in enlJ>ambi gh arti, ma molto di p il! nel ùestr·o. Alle IO, ~5 n&l ::;iuislro et•a dimiuutlo, nel destro que:>i spento. Ali P 10,5a l'arto destr o non st contraeva più anclto Gon unu l'orlt: corrente, rnenlre nel sinistro manltmevasi uncore, sebbene dtminuila, l'eccilabilità. Alle ore 11 nè l'uno oè l'altro l'ispo!'ero a slimoli di qualunf1ue natura. La bebit•ina adunque anche atlt•avcrso la circolazione !.'80guigna l'lpieu;o. una debole azione sui muscoli della "ita animale.

Azione ~ctl si.~lema carcliaco-oascolare. Esperienza J(J•. - Ft!-Jsata una rana sul sughern, rnec::so allo scopet•\o il cuore, e lasciato pa!>Mre ti pt·imo ecctlemento prodotto dul dolore ciel luglio o dal contallo dell'aria, ~~~~Ile ,upcrtlcie cardiache, Ilo contale le pulsazioni che sono 5~ per minuto 1•. Allot•o lto in iettali ~otto la culP delhi ~upt>dicic anteriore delle co~cie 2 <·g. di bebirinA. Cmque mrnuti dopo. ('l• l ii all'l ,ti pom., i hnttili cardiAci non ::;ono modifil'ali nel numei'O, ma ti cuot·e e impicciolito, la diastole meno attlpia, e durtwl•~ I(UeslA non si l'u tutto ro~"O come prima _\ll' l , l :l i battiti cardiaci -;ono ridotti a :lO, all'1,30 a 2:J, alle :?,Il! u 11 , Nl intanto il cuore buLle tnolto lentamente, f. pallido pet· poc11 quanl1lu di saug-ue che vi a rl'ivn durante lu diustoiA. Alle !2.!>0 i bt1Llili eurdinci sono J'tdolll a 9, il cuot•e é olne,·olito, rn11 ancora ,•ccitabile agli stintOli meccnnici. Esperien::a 1 t•. - Fi!:>sa la ~ul sugltet•o una pro::;~a rnnn, e messo allo scopet·to il cuot·e, alle 12,1 ho coutato le puls3zioni che sono 50 per minuto pt·imo, dùpO di che le bo tnielLoLi l:! cg. ùi bebit'illa s otto la cute.


AZ!ONK BIOLOGICA DEL LA BRBIRJNA

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Alle 12,20 i movi m enti volonlar·i e r•iflussi !'~Ono di molto io· debolili. Il cuore pul sa meno ener gicamen l P, nella diastole; non si espande come prima, è pallido per poca quantita di sangue che vi ar r i va, conla 25 battute pu1· minulo primo. All e; t2,30 i movi menti volontari e r i flessi aboliti rnteramente, nel mentre il cuore pulsa, ma len lomente ed a vuoto, ronl a 20 bat· lulP.. Alle 12,35 ar·rest.o del cuo1•e. Punto con uno spillo r1· sponde a questo stimolo ese:.ruendo poche conll'azioni. Da questa esperienza r rsulla eh~> la bebi r·tna diminuisce il numero delle pulsazioni rar.liache, c lu indebolisre nella loro forza ed estensione. e eire il cuoro, quundo la rana è complf'tamente paralizzata per intossicazione <.la bcbirina, pulsa o sejruiLa a pulsare per u11 certo tempo, conse1•vando la sua ec· eilabili ltt per cui r eagisce agli stimoli meccanici ed ulellrici. Ya balle senza sangue fino ad ar reslarlli compl etamen te. La mancanza di sa n,:tut~ nel cuor·e ci ra pl·evedel'e che ci !;ia paralisi ,vascolarc, per la quale il Ran~u o si occumula al;n penreria, e non viene Sj)inlo dalle ar terie nelle vene e quindi nel cuore. Vedremo meglio nei mammìrer•i se esista qut!sta pa ra li~i eardiaco-vascolar e e con quale meccani~mo si pr oduca, cioè se per azione sullo fiUI'tl muscolar•e o sulla flbr·a nervosa vAscolare.

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AZJO:;F. BIOLOGICA DELLA B"EBlRL~A

t::sperien1:a 1~.- Cane tlu caccia del peso di kg. 13,100. S 1 poue il manometro alla cnt•olitle !;ini;::tra .

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l nieliwlc t n tra venosa d1 ~o ca:. ùi b~bi rina. l nsez1one di 20 cg. di bebirina

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J .l() -j.;, • J, l:! 40 100

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Eccitalo il nervo crur'Aie co11 l 'dt•tlrwtlà. ( La pressione ed il polso so110 ri masl! irn · mutati . l, l !) :t·, " " l Ecci lA lo il cru t·al e l a pr essio11 t~ ed rl polso 1,2:. '~() , s•,i•,R• non si sono rnodi tìr~ali. l ,:!:l :~;:, 91t no )) Eccilalo lo sciatico il pol so e l " pressione l ,:lfi :.l:'l .. 11011 si sn11 n modilìcali. Polf;O ct> ler e ft•equeme ma debol i~<si rno. » l ,i.a 85 IlO » I niezione .ti 20 c~ di bcbir·ina 1,~~ 3;) Il 1 ,~, Polso depr•,sso e paralitico. Iniezione di 20 cg. di bebirina :J,2 35, • • Eccrlalo lo scialico nes!:'uu r·1 3.~ i l nPI pol"o e nella pressione. 3,16 90 :l,17 • • l niezrone eli 20 cg. di bebiriua rnlic:i r espiratorsa, il eu o :J, l8 20 • Papulsare.

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Paralisi del cuore


AZIONE niOLOGlCA DELI.A DE:DIIli)IA

109 1

Eaperien;a 13•. - Cane bastardo del pt>so cii kg. ~>,400. Si ,- .... _..,.... v

il manom etro in comu:-~icazione della earottde sinistr a .

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llSSKilYAZlO~I

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1 p. 180 96ll'uraale • l) » 2• Ecci tamen to del vago. Iniezione inlraveno~u dì 80 C'!!. di biberina. t,t5 tSo • .. 1,30! l iO L:W i,35 120 » t,3i l110 • il \'ago ~tnislt'O con una corrente 1,381105 D • Eccitato elellrica l'ammalo unn c;'è mosso, le pulsazioni si ~ono nrreslole, non si ~ ollenulo moditìcazione della pressione. Iniezione di 36 cg. ùi bebirina. Eccitalo il t,i5 vago DOn SI e Oll.anulo abbassam ento drlla pressione E<an~-:uigna, il polso, duran te l'eccita me nto\, s'è fe rmalo un pò. 2,15 75 100 Il Eccitato il vago nessun cambituneuto del polso, nè della pressione. EccitaLo il cr urale n es~ u ua mo.:liflcazioue nella pt'essione . Preparato con accu ratezza il vago del lato destro ed f'ccila to, ne!;'SUn camhiarnMlO, esso c perciò complelamenle ineccilnbiie. 2,27 G5 Il u 2,{0 so .. to lo scialico ne~suna modificaz one • Eccita della pres::ione del polso. 2,4~ 80 ~ )) Crut'ale, vag'o, scialico ineccitabili.

so usi

La bc birina adunq ue, come r isullo da !flli'Sli dati sperim Pntali, spiega un'ene rgica azione sul si~le ma car diaco-vascolare cioé dappt·tma aumenta il numero di'Ile pu lsaztoni canliache: tna poi le diminuisce ed mdeboltsce tlno alln morte, abbasso la pressione !'a n~uigna gradatamente Clnoazero,dopo di che si 81'· re~la il cuor e. Aù un certo ~ rado di ebbasMmenlo della pt·t>ssione s anguigna s-i nola che l'ecci tamento di un nervo sensili\'o non produce néacceleramento delpol ... o, né aumen to della pr essione. T ullo ciò ci d ice che la bt>bl riua para lizza il sislemn ner voso vnsomoto re. Dalle esposte espel'ienze t'isulta il ratto


l 092

AZ IONE BIOLOGICA DELLA Jl.EBllll:NA

l che la bebirina ha una notevole azione paralizzante sul vago, giacché l'eccitamento del m edesim o non produce più l'art·csto del cuore. A proposito di ciò è a nota re che la bebirina r assomiglia all'atropina; ma la prima produce un debolissimo acceleramento del polso in confronto a quello che produce la seconda, g iacché l'acceleramento del polso che abbiamo veduto nelle nostre esperienze, è poco nolnvole e di br eve du rata, per far posto ad una pl'ogressiva diminuzione del num ero e delle fo rza. Sappiamo dalla fisiologitt che la parali!'i del vago produce un enorme acceleramento del polso, 110n cho a umento della pressione sanguigns ; invece, abbiamo ,•edulo che solto l'influenza della bebirina vi é debole acceleramento del polso, seguito s ubito da paralisi ed abbassamento di 1 ressione: per· r ebbe quindi che ci fosse contraddizione, ma lenendo cont.o che la bebirina para lizza, oltre la ionerva:.~:i one moderatl'ice, anche il sistema nervoso vasomolore e quindi la innMvazione acceleralrice, !:i rende chiaro il perché la biberina produce, colla paralisi del ' 'ago, abbassamento di pression e e indebolimento del polso.

Azione sulla temperatura. In ieUnli ad un canino del pes o di k g. ~. 10 cg. di bebirma sotto la cu te, In temvel'alur a r eltale, che era 30•, nor'l subì modificazione di sorta. In iellati dopo tt·e quarti d'oru altri 5 cg. non si ebbe alcun abbassamento della tem por·atur·a. Esperienza 14". - Cane del peso di kg. 5. Ora

J 1,30 11,35 11,~ 5

12,5 12,25 12,55 1,35 2 2,30

J

Tcmperatur.t

39,2 ))

38,8 381

:n's ' 37,5

3i 5

38' 38,8

l

OSS.~HVAZ ION I

Iniezione solto la cute eli 40 cg. di bebirioa.


AZIONE BIOLOGICA DELLA BEDIRINA

1093

1

Esperienza t sa . ...:.. Cane da caccia J el peso di kg. 13,100. Ora

lTempèratura [

12,15

39,8

12,30 12,59 1,12 1,45

))

OSSERVAZIONI

Iniezion e inlravenosa di f.IO cg. d i bebir ina.

38,4 38 37,5

Possiamo adunque concludeee che le piccole dosi non hanno alcuna influenza s ulla termogenesi; le medie abbassano la temperatura eli 1 g eado ad l 1/~, le g randi dosi da 2 a 2 1/ 1 ; essa è dunque un prezioso antitermico. Non passo ad emeltef'e alc una teoria. per s piegare il meceanismo con cui questo medicamento riesce ad abba ssare la temperatura, pojchè, come altrove dissi, io niente assel'isco, che non sia la naturale conseguenza ed il legittimo risultato della sperlmentazione; quan tunque il fatto che la bebirina paraliz-za i nervi vasomotori, e fa c:uindi aumentare di mollo il campo della circolazione per·iferica, p:iuslifìchi l'ipotesi, che ciò possa a vvenire pee aumentata dispe rsione di calore della superficie cu tanea.


IO!M.

LA

L~NTR~E~TEN~I~NE LOMBINATA COLLA SOSPENSIONE l~

LX

rA O DJ 'CL\ TICJ 11 1'.:L DOTTOIIIl

LUIGI GOTT.ARDI

-l.

La sciutica, ischia/,! nervosa postica, sia pur e sempl•cemeut& r eumoLica, non porto seco nel nascere, come fanno l e malalti& a cor so ciclico, il momento della propr ia fine in un tempo determinalo più o meno breve. Essa ~i pr esenta d'ordiuario lentamente, persiste con ostinozione P~"'r mesi e talvolta per anni ad 9nta tli qualUnque cura, ~'tl no va lentamente e non tutte le volle senza conseguenze, non contando poi il caso, in cui al malato non r esta altr o peJ' r •medio, che la consep-uenla final e di natur•a; che Chir•onc immortal<'. oppresso dal dolore, dovè quantunque medico implorare dogli De1 . Ebbene, il fam•glio della ::>cuoia, Car·lo Mootanar•, rui pre· sentò il caso rh !>Ciat•ca ret;malica che sto pe1· nM rMe, nel qual!' caso il mezzo •!urativo di sopr a enuncialo fece !'paJ•ir e immediatamente i sintomi più ~ra,•i del morbo e diede i o breve tempo la p-uari gione al soggetto.


CONT.RORSTENSI ONECOMUTNA TA COI.LA SOSPENSIONE, F.CC.

l 091.)

Il.

Carlo .Montanari , cl'anni 32, eia Mo(lenu. di buona origine, senza par ticolari eredilari ne colla ter ali, ammogliato con prole sana, fal egname; rfiCCo ll la ch t~ scontò: a 2 Rnui d'età il morbillOj a 16 una disLo••sione al piede destro, un'n lcer-a venerea ed una blonor ragio; a 21 anrH una contusione all'occhio destro ed una fer ita lacer·o-c<)nlusa al naso; e sei m esi dopo una ferila lace1·o-contusa el Ialo interne del bulbo del medesin10 oecllio, e per gli esili delle dette lesioni rima$'e o l'feso a ll'occhio nel n w do che poi dit•ò; a 28 a11ni un gonir.lrat•to traumatico a deslt'a, senza conseguenze; non obbc mai sifilide; mai paluùismo; nè da ma neggiare r·ame , morcurin, piombo, ecc., e f1•a i ccJmposti di questi metalli non fu chr 12 anni fa, ch·ebbe da macinare per 4·5 giorni della biacca saturnina ad olio, senza alcun distmbo. La sua sciatica principiò a poco a poco ai primi del pros!limo passa to maggio, do po esser si esposto per Vtlri g iorni a corpo sudato a correnti d'aria l'r esca, all'umido e alla guazza della set•a. lu pochi d i l.o malattia r-aggiu11se ti massimo, per cui il ~on­ tanari fu costr e tto ad abbandonare temporariamente il ser vizio e farsi curare. lncomtnc-iò col sofl·t·ire t(lrpot'e insolito, peso e facil e sl anthezze a lulto il membr o inferiore de!'ltr o e qualche volta forrnicoUo alla pisota del piede; poi qualche di dopo un dolo1'e alla na lica e alloruo all 'anca; da queste regioni il clolore discendeva Jungn la faccia postet·iore A lnterale esleJ•na della cosciù, fino quasi a l polpaccio e a voHu si estendevo alla parte esterna del calcagno. E ra continuo in forma cl'ammaccalura e smangiamento, come lui diceva, nelle carni, nJassimamli:nte alla natica, l;'ulla tuberosilà iscllialica e nel cavo del gru·elto; tale dolore s i esacerbava ad acce<>si più o meno atroci e persistenti; talvol la senza mo tivo appar ente, ta l al tr a pet• il minimo movimento, o pet' uno s lern uto, ma più di tutto camminando. Questi o cce~si di r·ado mancavano sul fa re della sera


l 096 LA CONTROKST&NSIONE COMBlNATA COLLA SOSPRNSIONX e uella prim& ore della nolle; dimodoché quando Jl malato andava a letto non aveva riposo, e se si alzava e moveva qualche passo soO'riva di peggio; che, correva rischio dj cader·t> all'mdietro sul l ato malato, per lo spasmo i m pro v vi RO clw di faceva venjr meno le fone. Talvolta solfl'ivaformicolio, vellrcamento superficiale allu gam ba ed al piede, o scosse e crampi in tutto il membro; e poche notti avanti la guar·igrone, mcnlr'era a letto supino, ebbe una scoRSA forte cosi, che d'improvviso si vide bultar· allo il piede r1uasi un metro dul !ello, seuùlllro. N on ebbe mar dolor•e in forma rli fascia allorn o al ventre; mai febbre. nemmeno durante gli accessi nevralgici. Trovai ncll\lontanari un uomo robusto, d'alta statura, ~=;che­ letto regolare, dì buona nutrizione con punnicolo u•ltpo"'o "niLocul.olleo normalmente svtluppaLo e col sisL•~ma muscoiAJ·e ben pr·onunci aU"l, non Psclusa la e!<lremità inrpr·iorc de,tra malata. Non avt'a rigitlil~'l, aurit.i, ùnfor mnzio11i nello urlieolnzioni, né tleviat.iuui in lunghezza, du·èzione, e<;c, nt>l mewhro malato. N t>ssuu parli colar•e dn par·Le della colonna vPrtcbrale; senonche la pr·essione manifAslava chiaro il punto 1lolùr'u:::-o apofisario !<ullc vertebre sacr•ali; nessuna allcrazionc ucll'!lppar aLo gJandolar·e linratico, nei viRceri adùominah, rwl r ello; e mai slilicl.lezza abrtualc. Normali i r·illessr teudinPi 111 ogni par tH; nt>ssun segno di per·tur·bazinne muscolare c do>Jia cool'din!lzinne 1lPi movimenti; nc!<-.un fenomeno né del Romber(.1', né oculn-pupillare, né d'11 llri sensi; aslf'tlzione faLla, !<'iulende, di cprelli dipcn<ieuli dalle allerazionr postume all a l e><1oni, che, come abbiAmo vis to, il MO!!lanari ha ~·i!~> vate all'occhio tle~tr·o; quali un notevole strabismo ronvergenle; piccolr opacita ,)flrr· tPIIall' alla peril'er·ie della pupilla, rostituile da a,·anz1 operati di cap~ula anler·ior c dellA lcnle: trfachiA Accidentale per ltl'sorbiruenlo. Oel rmtarH.mle in amhinue ~lt occhi i pEII'Licolar·i del fondo d'aspl'llo normale, racu:tà vi~iva buona 111 lutto il campo o non vi era che il grave difetto dioltt•ico, como si capi~ce, per la rn»11canza tlella lente t1 destra. Il ntolato :.rodeva qualche irrlet·vullo d'euforiA diSCI'4'la. Allora egli tentava di camminar e con l'aiuto del ba!"tonc, zoppicavl'l t11nendo un certo çrr·ado rli flessrone del lronro e della ~ambu sulla cosci~:~, cnl calcaf!no solleva lo e la punta del


l ~ U~

CASO DI SCIATICA

1097

piede appoggiata appenfl o ter t·a, facendo 11 passo co11 pr ecnuziooe e a st~nlo per tema di cade1·è, come qualche volla gli accadeva. Il comple~so de1 stntomt nel caso del :\Jc.nto1181'i e 1'o cbinro

e completo, da comprender e gJUstarneute nella formula tlìa gno~tica d1 nevralgia essenztale da causa J'euulal•ca dE'l ne1·vo grantla isclt1atico desko, limitata pa t'lJcola t·meute allo branche eolloler·ah l'he vanno ai mu::;coiJ gemeUi, all'otturatore tnlet•no, al quadrato crul'a le. a llo capsula coxo-femol'alo, al semi ·toudinoso, al semi-mernhranO!';O ecl al g rande otturatore; cou e«clusioue d'og-ni sorta d'alasRi!l, d'istel'i8mo, eh coxalgia, ecc. Quundo ti Montanat·i "enne da mo ::;ul principiar della malattia, iulrapresi la cura coi ~olili rimedi: quali i diaforetici, i narc"ltci, ì t'iYul"i vi, ect·., ma qualche tempo dopo ìl mio maIalo 1100 si l'e ce pii1 vedet·e, c seppi l'he a rrdavA l'acendo In oia cr!lf'at p~r i va l'l 1• diwrsi ambulatori e dhpeol:>ari, come eli «O· lito fonno tanli al tl'i, specie i maleli di sciat rca , pt•ovendo ognr sorta di rimedt con poco o ue~suu ~io\·amentu, ~iccome d'allru parte, questo poco felicot•isullalo egl1 avC'a avuto a nc he dali~ mie antecedenti ordtnazwnt. Dopo circa lt·e rnesi di malattia e di cure assulue,.l l g ici l'll" H luglio Lot•uò da tne. Pc!'(luln quo"i ogni ~peranza Ili g-uurtgioue, egli de!.<iclt'ravn qualche calnra11ll' pet· nnd<J t'e Ava nti in qualche modo nel .servizto, èl\8!lclu Ja manlc::ner·e sè e la propt·ia famiglia. Questa volla egli pr·csc11tnva un cet·to g raclo d'ipolrolìa al membro malato, d'un cenlrmetro n reno di pel'imelro si twlla {ramba cho nella coscia a confc·onLo col sano. Sluvo provanrlo allo t·a da poclu clr la cura della !'O~pe n :.iona semplice in utJ I'U!-;0 di paraplogia i~t cc)nrplela meui11gO· mieli lica cromca; e per c·rò tw•·vo proulo rappareccbto dél Seyrr~, c'he feci costruirn apposta, eu n l'aggiunttl d'u11 appat•cccbio d'allacco a guisa di forca, per· render lo trasportabile. Non dur'Ai mollo a 1l isporre il :'vl on lsnat·i a fa rs i, corne disse lni, atscbe tmpil'care pu r dt guarire, e uon a vendovi trovato <~l­ cuna con troindicazioni', pcl' non perder1 Lernpo, quella s-.Lessa matltna princtpiai la cura. 4


l 098 LA CO~TROKSTE~SfO'ìE COMBI'ìATA CtJU.A SOSPE.'iSlO:'ìt" PPnsai pet•ò ùi combinare l'oUa so<>peusinne la controestens iono sul me mbro malato, per le considt>razioni ehe più tardi dirò. Fect adunque applica t•e, col mezzo irnpt•ovvisalo u'un fa gotto di ciottoli, al piede dt'slro il pe~o tollf>t·oto. che arrivò ad undici chilogrammi. Disposto o~ni col'a m perfetto ordine, feci tirat· su adagio adogio, «Ccondo il solito. il malato a t•ir cu un pulrnn dnl pavimt>nlo. C,Judla pr·ima Seduta fu d'un mioulO U lll~ZZo. duranti' Je <luale non si c manif••stato nlcun inconwnionle e dì f<'nomeni obbieltivi allt•o che un :.ttdore generale profu<:o . .\ppena oli:<ccl'o e "'eùuto <>ulla sedta •l :\lonlanati tere un ~.l'l'nn «ospit·o di soddil'f<11.ione e <·• rtH'<'onlc't d'avere l'Pulito lo l'lit·aroenlo; speciulrocnle lungo il membr·o <'nricalo dal peso, in fprma di sensoziorw gradevole o bcnefoca. tnJicarulo più di tutto la ontr~1, ri'Altomo l'ancn e lungo la coscta. Sf'nrtrato Ilei pt"'O il pa.:it>nle lo la«ciai nlquanto <J ripm:o e pos1·ja lo invilui nel alzarsi. Biso,:tna pet·!'t ch'io dica, pt•intu di segu1la1'f' il rucconlo. che quando il l\lonlanm·i andò a !>Pdcre $ollo l'appnrccclun per es· ser·\·t !>O!:spr.!-o, C'laudicuvo ancot•a e non poco, appoggiando:-~ al bastone P mi,UJ'8ndn ti pas<>c con ri gu11 rdo, sempre per il dolort' f' pH la tema di cadere. Ebbene. io non a v evo ancora termino lo l'irn ilo, 1•he il )Jon· tanarì s'alzò f1•anco d111la srolia , genza alcun aiuln. e c:i mise lol'lo a fare con precauzione alcuni passi. Apper:a "i -.;onli si· curo in gamba, l'i fl•ce 8 percorrt>rc ft•cttoloso in lung-o e in largo la slanz~t. tutLo bealo (\ contento, Pd ogni lant • sì fermava, batleva del pie•le a terra collo mossa di chi pt·o,·a le l:icar pe nuove c cet'<·u di 8"sicut·are st.\ e gli ustanli ehe vAnno propr1o bano. In que!'>lo modo spediltvo, e 8 d1r vero da rnc e eia l lllalalo inslleso, "eomparvero con IJUella seduta i sinLornt pitt ;."ravt e molesta della 'sciolica. rmne se al so~.t~etto a \·es,.i 8nunini!1=lralo un narcotico. Con 11Ue<~ to pero uon inlenùu ,hre, che il :\fonta nai'Ì coo rruulla sola sedulu abbia r icupt>ralo cum pletumente la s alute


IN UN CASO DI SCI~T!C A

1099

quasi per incanto. No, perchè debbo aggiu nger e che, per tre settimane circa dopo, •!gli ebbe p ii1 o m eno qualche sentore del propio au~le, con un po' 1li dolore passeggero, un po' di peso e di stanchezza a l membro, probabilmente per l'ipoh·ofia che in questo gli rimaneva . Ma ef.!U è un l'aLto . abbastanza impor•tanLe da eilevar e, c l1e il Montanari da quel la p rima seduta non ~i é più lag na lo dei dolori atroci, né continui né ad a ccess i, da cui prima e per quasi lr·e mesi era l"'talo tormentato. Dopo quella :;edula egli ei tenne gua'.rito e come tale si comporlo subito, nou ct.>sl;8ndo dal camminat•e s~nza alcun appoggio, e lo steso;;,. gior no tornò in servizio eli tavoleggiante e continuò nou senza utilizzar e, con l'aLLi vita sua abituale, anclte le ore desLinale al riposo diur no. Ciò nonos tante, sia pet· debellare quel po' di male cb e gli t·imaneva, sia per In tema di ricadulu, s i guardò bene di desistere dalla cur a. Si contirmar·ono qui ndi le sedute una al di, o quolidiane, o alteruale da uno o due o tre gior·oi di r·iposo, variando la durala da non meno uno ~ mezzo a tre minuti. Ad ogni seduta non mancava il Montanari di uotare il miglioramento progressivo, nella scomparsa gr·aduale dei suoi piecoli disturbi E l'rallantola eskemilà inferior e, ch 'era prima dimagrala, andò un po' pel' volta nutrendosi coll'esercizio; tanto che in poco più di tre settimane riacquistò complelamellle il volume normale.

Il l.

Dal1883 in poi, che il :Vl !'lc!Joukow ny indicò per la labe dorsale la sospensione, e che pei lavol'i pregevoli del Charcot QllBSlo mezzo ClH'a tivo fu tanto dt\'Uigato e gener aUz7.ato a varie altre malaLLre ner vose, oou e s tato anche dello, ch'io mi sappia, in qual motlo esso agisca; e si slara mollo tempo, io credo, prima tfa vere la soluzinne di questo problema, il


Il 00 I.A CONTJlOESTBNSJONE COMBINATA COLLA SOSPB~SION.E quale, a dir vero, al pari d'ogni altro di tal natura, si presenta abba«tanza complesso (t). _, ~~io souo rJuello cer tamente rbe intenda ora di spiegare in qu11le maniera abbia agito la conlroestensione sul membro malato, co• nbinatu collu sospensione nel ra5o suesposLo di sciatica; e dtJ•e quttli possono essere state le modifìcaz•oni che, estrinsecale col riordioam~>nto funzionai'!, debbono nece~a­ riamente e::!':ere avvenute nell'as."e cerebro-spinale, nel nervo iscbialico e loi'O Annessi e counef'si. Devo d1re però le ragioni pe1· le quali ho creduto bt>ne di adoperare il metodo cur·altvo suesposto. Con lo !':ospensìonP semplice si p1·esume in generAlo. come si sa, di agire inùi•·eLt&mente con la forza di ~rtn 1la. rarpresentata dal peso ù~l corpo, sull'asse cer ebro- spirutle: onde pro,Jurr e lo <:tiramenlo, c l'elevamento del midollo spinale, delle radici, delle guaine e dei nervi che escono dalla spina; in modo ~i direbbe analo~o sebben indiretto ullu $lirRnHmlo cruento du•elto t!ei norvi, ~lato poco tempo fa 111 \'OgA per me· rito "pecialmcnte del Debove. Nell'uomo ~Odpe~o me.lianle l'apparecchio alla Scyre la forza di g ravitil, dala <ial pes•• eomplessivo del corpo, SI può considera •·e, s iccome l'argomento richiede, decomponibili", rispettivamente alle due estremità infcrwri, in duo concort't'nti d'inl<>ns•tà sensibilmente uguale; le cui<ilrezioni (::ec:uendo la diagonale di cia><cuna estremità inferiore) s'incontrobhero in un punto ~itua to pr·ess'u poco a livello della sintll;i sacroiliaca, in corrispondenza deJia prima o :>ècOnda apofi<;i spitwsa :-act•ale, il quale può ritl'ner,.i il punto 1l'applicazione tlelle due fo rze conc01·renti. Si comprende che, per questa disposizione anatomka, non può e~se re che n l disopra del dello punto d'applicazione dell~ due fnrze conl'orrentl, che !Ili effetti di trazione conuncìano cou un aunaento progresSIVO cl'inlensita in rappol'lo diretto

- - - - - - ---

(l ) Sehltetl~ •l~i prfl;.(cwll Jnv•• n fnLU nmo-..·t•r~> al Xli i Con;:l'l.'~>"lll'~liru In Pa•lo'a 'ì~ st:1t11 fatlcllll ar.:oan~olo •111:1.kh•• Jla."O l\31lti, o•m """ oll •l tutL~\·L& rhl' l'nlùllla p~rnla ~h -tata •·uu ciu Jlr~tuunri:tta. Per •·ni io en•do, clu• •1uanto tfi>.,J 'l"' S<ll<r.t purhi th (lrima •lei t::on"'Tt-" 0• l'·~"' -1. r<! ~oda al pn-•·ot••.

t


IN UN CASO 01 SCIATICA

l'l 01

all'altezza, ad esser e proporzionali al la risultante, a lla somma cioè delle co mponenti. La r1ua le condizion e sara favot-evole n e lla Cl!t'a delle malattie spina li mediante la sospeusione semplice, dacché la pratica ci dimos tra che il pe~o del cor po non P.. d'ordi nario n è scarso, n é esuberante nei suoi ·~ffetli di trazione per lo scopo in parola. • Nel caso invece di malallie uervose unilaLe•·ali, come d'ordinario la scialica, in eui p1ù che la spiua sono interessa li i cordoni nerv·osi delle estremit.a inferior i, tale disposizione oon appare la più fa vor evole; poi c hè, al disollo del punto d'applicazione delle due forze concorren ti, gli effelli di trazione in ciascun me•nbro non pO$SOIIO essere proporzionali r ispeltiva mente, che alla inte nsità d'ogni :;ingola ro rza concor•rente, in diretto rapporto anche qui col livello d'altezza della regione che si ha da con sidera 1·e. Per le quali cose colla semplice sospensione gJi effetti di trazione, per la cut·a della scialica, nou possono che r iuscire se non eccei>!>ivi per lo meno inutili snlla par te sana; mentre sul membro ma lato g li ell'etLi eli trazione, colla sola s ospensione del corpo, non possono esse•·e che incompleti e inadeguati alla esigenza cut·ali va del malo. Ecco !,\dunque il per ché nella cura delle m alallie nerYose unilaterali delle estremilli infer-iori m ediante la sospensione, con \'errà, secondo me, va lersi, col m e1..zo pitt adatto allo sccpo, della controes lens ionc per a umen ta l'e, nei limiti di tolleranza, gli effetti di trazion e s ulla est•·emilà infet·iore amma lala. Del rimanente, ri polo, elle attual me11te ogni co ngetlura s ul mo<lo d'agire del t'imedio sat'ebbe, ollr e che pr ematura, d'una importan za secouda•·io . Noi che dobbiam o tendere ognora al vero, al posit.ivo, come le piante tendono all'uia liber a ed alla luce, dobbiamo prima d'ogni altra cosA acce1·taro il ra tto. Eg li è facile com p•·enùcr e che, qualora nella p luralità dei casi si avesse la con ferma della p iù o meuo pronta efficacra del m etodo cura livo s uesposto, sarebbe propr io come avere trovata la poss ib ilità di convertire più o meno presto un valore negativo ed oneroso io un valore positivo e proficuo; col re-


11 O.:J t.A r:ONTilOf.;Sl'ENSJONE COMBil\'ATA COLLASOSPE\:STONE, ECC. stituiJ·o volta pe1· vofta allo fìle della rnilizio un ~oldato di più gual'ito di scìat1ca, per la qut~le esso diversamente avrebhl.' potuto, dopo lunghe cu1·e c non poca spesa, esse1·e congedato. Emerge adur111ue chiararn~nte la importanza d1 pro\'are in quali e quant1 ca!;i l'Orrisponda con vero succe..c:~o il metodo suesposto. per assegnare ari esso quel valore che realmente si IOCI'ila, e da mia parte noo manchero eli dare ulteriori ragguo,qli intorno allo stato di salute del Montuuarr, seg:oalando c:e mai accadessero le ricadute.

1~; dal punto di vista di llvert! un- giuùiuo esatto in arg-omento, basato ~u vasta e~perienza, che bo cr·eduto deguo di nota il 1'8~0 del Monlanuri, e che nel pul,!Jiicar lo io ~pero elle far6 cosa che M r·à g-radita dai colleghi e in particoltH'C dai m1e1 coJle{!hi rnililaJ•i. .Modena, 1.'i ap-osto IS89.

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

Sulla ltpoma.toal del onore. - Prof. Kr sc11- (A ll{J· Wien.. •nedla. Zeitu11y, N. ' ''· l H89). Il Kiscb, uoUe ~ue rHrmer·oso rkert·lie »U per soue mollo quali ci t•cos tanze in !ali l11dividui d1e oiLre il ;;t·anùe ac•:umuln ùel gra~so uel cuor·e, non lttw lln altra malattia cardiaca, si ma111resli irregolat•ità del polso. Il cuore grasso u l'ar·ilmia si combinano relali ,·amenle d• rado. Jn 700 persoue e~m inal e con ;, sfigmo::rrafH, la Jiwma della aritUlia caJ•diaca fu tr·ovata ~<olo in 55 (S p. !00). Nei g10vaui c 11elle persnne di media eta si Lt·ova t'ili racilm elllt! la CO!'I lletta intermfltenza del cuore, la quale con8i'-'lO i11 questo che dopo una serie di pulsazitmi regolat·i vi c uun. pAusn. Que~lo può avvenire rertolarmenle, ad e"'empitì, dupo lt'e n •tnaUt·o battute o senza alcuoa J'egola. LA forma del la curvo olfr e ti carallel'e del polso tardo, la frequenza ' per l n ptù !:'\ L r·allenla, e i disturbi ~;ubiettivi sono leggcr·i. Il Kiscl1 ha vt>duLo questa inleemit~eo:r.a continuare per anni e ::<parir·e co11 un adatto l'egime ;.!TMl>e ba innan:t.i Lullo ef'8J.llinaln m

di vita. l n u11'alll·a serie di per !>onc g t·a:-se. 11ella qual e la maggior parte avevano varca Lo l'eta di ;;oanni, la insufficienza cardiaca ~i manifestava in questi modi : dopo un certo numero di pulsazioni r egol Ari ~ep;uivano dellu pulsazioui rudimenl&l ' e delle pause. La clll·va. del polso aveva per lo più il ca r·aLlere del pol~o subdic·r o ln ,, diCl'ntn. QbjeLlivamenle s i riSCOllll'a aumen to del la nl luf.;ilà cftl'diaca o indebolimenln dell'urto della punla. Nel l'azione muscol are insorgono fac-ili palpita7,ioni dr cuore o tl1spnea, talor a accessr asmatici. stu:-::i nel sistema veno~o c albuminuria. Quesli s mlouli egli li ha


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JUV JS'!'A

osservati per molti anni, furono favorevolmente rno<liflcali ùa un opportuno tr attamento, ma non sparirono mai. Quella l'orma, nella quale le , pulsazioni si seguono senza alcuna regola, e la frequenza e l'Hitezza cam!Jiano mcessaotemenLe (del.irium cordis) solo in coloro accade nei rJ uali è manifestA una grande debolezza di cuore. l distuebi sono ~rftvi, la rli>'pnea viene indipendentemente dai m11vimenti; manifestansi l'asma, l'an,!liua pecloris, l'ederno, l'alùuminuria, l'idrope generale, i rumori. Questi fenomuui uo1a ~pariscono

mai. V ediamo t·IJe n<>lle persone lipomalose possono succedere i diversi stadi (ijllla i1'regolarita del cuort>, dalla semplice in: termiltenza al del irium cordis. Causa di q11esti l'enomeni vuole il Nolhnagel che sia l'anormale funzi01w det nervi cenlt'ali o la degenerazione grassosu del muscolo ca1·diaco. Nella intermillenza i gangli del cuore subiscono delle allerazioni che lnrbano la l or o funzione senza che il mus..:olo cardiMo sia compromesso . Il Kisch non crede in modo assoluto che la io lermiLLenza sia un :;:intorno tnolto influietante poiché ha ossérvato di tali casi per venti anni. La completa ar itmia, come il delirium cOJ'dis, annunziano uno prognosi inl'au~ta inquantochò é probabile la morte subitanea.

• Sopra una forma ereditaria muscolare apeoiale progressiva complicata con pa.r&llal bulbare. - M . 13ERNHAROT . (Arch . .fii.r pathol., Anal., e Centrafb. )rir die medie. W i-ssenseh. N. 24, 1R89).

Le ol'lservazioni del B ernbordL sono di particolare impol'lanza inquaotocbè rappresentano casi di atr ofia nauscolal'e progressiva cb e non si possono rife1'i!'e nè al tipo DuchenneAtan, né alla l'orma g-iovanjl e dell' Erb. Questi ca~i nvvennet'O tutti in una famigl ia, nella quale erano state osReevate IB più svariate malattie nervos('. L'autore ebbe occasio11e eli osservm'e la malattia in questione, in tr e mernhri ùi essa. due eugin ~ e un loro zio, e si potè quasi stabilire clw la madre di ambedue le cugine, due l'Orelle, a vevèlno sofferto la stessa malattia. N el primo e uel secondo casò questa si palesò


lll.miCA

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eome una paralisi atrofica rapidomentP c:, iluppatast dei musc:oli superficiali e profonrli del collo e dPIIe spaJJ~ con «olo poca partecipazione dei muscoli delle braccia e delle moni. Era pat'licolarme nle notevole la poc::iztone inchinala in o'anli della testa Mancavano apprezznbili cti.,lurbi della sl"n'~tbilill), la eccilabilita eletlrira er·a molto abba!-sAL8. io pnrte estinta. Solo in piccolo 'grado e~istovuno c·onlr3:t.ioni llbrillari. Am beduu le malate che avevanCI rispeltivam~>nte l'elé. dt :3~ e 36 anni mor irono dopo due anm n dur noni t• mezzo dt malatlta cnn srntom1 hulharr. :'\el Lrrzo ~1so la malaLtia commcao l'Otto for ma rli una ùcbolt•zzn ~enet·al c ùell'arlo supertore destro P in min01· g rado anche dell'art(l mfea·iot•e a cui pr eslo "i aggiu:!sero i sintomi della pnrnlisi bulbar e. Anche in questo mancarono i dic:Lurbt clt•IIR "'•·n'<ih:hlà Il malato mori dopo rl ue ann1 di malaUia. La sezione non fu fa lla in nessuno dei cas. Però è da notat•e che tnancavano in luUi P tre i casi i segni clello stato ipertrofico o p~eudoiperLrofico dei mwscolt. D.ll'emlplegia ln alcune aft'ezloDl Dervoae. - BL. EoWARD:s. - (Jottt'll<ll de Jlédecinc et cle f hirtt:-!Jie, gJUg. 1889). S• conosce pregenlPmente che l'(•mtplc>gia ;.i osser·va, oltre ehe nell'emorragia cerebrale e nel rawmollimento, anche in alcune altre mulall1e mollo più speS<c:o th ciò the si credeva per lo passato. Nullaùimeuo, lll sip:nonua BI Edwards ba rmuito m una sua te<..i un certo numero di fuUt, i quali Jimo ... Lrano che rtuesta proporzione è mollo piu ~n·anùe ancora di •ruanto si suppone gent>rnlmente. per<'hè ha potuto nella sua os:::ervazione personale, r•uuìruc in tlu~ anui .ticta ~sette easr rtfere nlisi gia alla La hc, !<ì'a all'i<>ler·I"HIO, ~ia alla para lt!<i a~itaule. L'emiplegia è relalivamenle ft•equenle nell'atassia J()(:Oulotrice t' si pre'-'enla solto foa·ma tranc:itoria. o solto forma dt paraJic:i per--ì-.Lenle. Nel pl'irno <'a !ìo la paralisi clu1'a ,ja •rualche ora n qualche ~ettimana, rcctd1va frequPntementf', sia dal medesimo Ialo,

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HI\'ISTA

:oia dul IAlo opposto: i n generale essa ~i complt..:a colla parah!'i dr allrr gr·uppi muscolari (occhi, faccia). L'eiLiiplcgia durevole si r·is conh'R anche mollo !'.f>C~sn nelle labi; eRsn può sopragg iunger·c repenLinarnenlc <·on o !'enza wsullo apoplutLico o l:'tabilir:;i gr aduéllmenlt!. EssA ù l!Ccompagnala ordmorram ent... da emianeslesia sovcnlt> anche da unestc-,.ia l-<en<~oriale; in fine, uuche l'afasia r·w'l complicare l'emiplt>gra l llÙE'tica. Si Yede chE" que:>t'emiplegra ha molla analogiu coll'emiplegia comune. Cionondimeno sr clonà so· !'pellar·e: la s ua natura tabetica se si os~ervano IH:lllo ~les~<, ternpo pat·uli5ìi pAsseggt!l'C, lrlln!'.itor·ie, a ripcti:tdone. o pal'lllisi urlt·r<!"~'flfllr Allri gruppi IIIUscolat'i al1'i1tfuorr dt'Jia zona di emiplegia. la ùtagno!'i sHrà qua~i certa. se SJ notano turbamenti ocular·i simultanei, se si r•iscontrano all<'r&r.toni ciel senso muscolare e della sen~ihili!é e se infìne t-i lr•ova l'abolizior~e dflr r•iflessi della r oLula l! del pugno, spc!'ialrnente da l Ialo ptwali~zalo. L'erniplogitt (· nnche fr·equenle nella sclcr·osi i11 plAcche. Second() Cltnr co l essa compar•irebbe in un quinto dci casi e Marie l'nvt'rhbr constatala seLle volle su fJuindici nei rauciulli. 't'aholln OS'-« si confonda compl etamente solto il puuto di vistH <lct '-'llllomi coll'emi ple~ia rlel r ammolltmeulrt. ~~O!"­ servmto pt r nltt·n rn rpralche <"USO certi segni particolari. All'rnizto apnpldfif'or·mt> corr·isponde la febbre, tllttHllliCillo del polso e riella lompt'l'ttlura che rag~iung-eda 38•,5 a :l!l'. mt>ulre t·he uelremm·r·a~ia cerebrale, la temperatura, nd pl'inripio, alrueno d unmlt• le 21- ore, r·cl'ta sempre al disotto della nor· male. L'anclmne11lo c mctllo "l:lriabile e l'insu1lo apoph•ltrformE' può aver· p<'r csilo l1:1 morte t·apida con escara. L'emrplcgrA può ~labi lit'!'.Ì , poi scomparir·e e quPslo t~nzi é il modo abilualt> di proceder·e. Ma vi ba un ratto importotde cla segnaluro -.otto il punto di vista della diagnMi. t•d c\ che que~la élli iJIIU;.!tH ~i osserva ordinar•iamenle ner o:nggelll ~in vani e 'lli''Rin ~ uno dei caraLLeri ch" la distingunn'' dall'emiplegia volgAre. Infine, quest'emiplegia è so,•enlo fuqace o a ripPtizroue cd e accompagnala da parali~i dci musc<1li dcll'occlrio. L'l-lmiplegia l~ler•ica costi tui sco nncora una siudrome che


Y E DICA

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t i presPnla frequentem ente e che, malgeado i numerosi lavori di cui è slala falla oggeUo, pa!lsa molto sovenLe sconoscmta. Ecco i suoi pr incipali cat•a tleri differenziali: la faccia è risparm iata o, se vi ha deviazio ne di un Ialo della l'accia, il tremore del labbro super iore, la deviazione della Jin~ua , la conservazrone di questi movimenti dimostrano che ti tralttt di un cmispasmo glo..c:o-lnbbiale concomilante. Vi ha emianestesia abitualmente dalla lo paralizzat.o: puo esservi anestesia per placche ed infine fr·ertuenten.cnte emianeslesia serrsoriale. Vi sono allt•i segni dt>ll'is ler•ismo ed infine l'afa$ Ì8 , qua ndo essa esiste, ~i pl'e!le nta sotto l'orma di mulismo islerico (impossibrlitll di emettere Eluoui, paralisi delle corde vocali, linguaggio scritto con!'tervato). GU)ttucchi apoplcltirormi sarebbet·o rorticularmenle l'rcquenli llf'~li isler ismi che hanno esordito occa!\ionati da un avvelenamento (saluroino, mercuriale, alcoolico). La signorina Edwards richioma ~Jncor a l'al.lenzione sopra un err ore fr·equenlementc commessn a rig uardo dell e~ paralisi agita nte. La malattia di P arkinsun può infalli preseatare un mizio unilaterale che r ichiama l'Pmiplegia per la rigidezza e per la difllcollil dci movimentr dr un Ialo del cor po; per l'as petto generale cliP ricorda quello della stupidezza dei rammollimenti; e per la possibilttJr di una deviazione spasmodica d'un lato della faccia. Si riconosce•·a che si tratta di pa r•a lisi agi tante COli inizio unilatllJ'ale dai segni seguen ti: la poss ibilita di lutti i movimenti lanlo a ttivi cltc passivi, i I(Uali non sono aboliti, ma semplicemente diftlciU; la l'igidPzza delle grunture molto accentuala fin dall'inizio: rassaoza di modificazione dei riflessi, della !\ensiùililé, del senso muscolare; l'assenza di allerazioni oculari o cerebra li. Il malato è sempre in possesso della sua intelligenza ; la l'ig idezza del dorso e del collo p1·oducono l'espello irr·igidilo di questi ma lati. Ecco un dia t; nostico impor ta n lP a farsi a ca usa del pronos tico. Non si osserva nel corso della malattia di Pa r kinson la perdita o l'indebolimento pt·ofondo delle facoltà inlelleLluali. È degno di nota, dal punto di vista anato mico, il l'allo che


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Rl nSTA

le lesioni che deter mina questa ~ind rome non sono costanti. E se tolvolla nell'ala~l'lia si è ri~conlrata una lesione ''ariabile, ri siedente sul per•corso del lascio pir·amirlalt~ nelle emiplegi«' dur·evoli, si sono osservati altri ca~i nelle •·mrple,gie lran!'!rlor·ie in cur non é st.ata r.onsl&tata; e n ... lJe nlh·e ulfezioni più <oopra accennnle ogni !et-ione, visibilt• Cl.'l mezzi che sono Alluolmenle n no!'ltr·n di<oposizione, facf'va drft•llo.

Le pleuriti pulaatW. tnu:r, N. Go, 1889).

J.

Co~uw.

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(Ca.;ettv deN Hopi-

Conclusio ni. - Risulta dai nurner·osissimi lavor·i clte sono stati pubblicati recentemente sulle pl euriti pul.,.alili, una sintomatolog-ia netta e pr ocisa cbe r•cnde la diagrtosi lhcilt! nella ma!!gior parte der caeoi. Una pleurite e tlelta pulsatile, quanùo la pareto toracrca del Ialo malato è a11•mat.a da pulsazioni ri tmiche sincrone al polso ed alla sistole cardiaca. Ora queste pulsa~ioni occupano una lar ga superlicre del torac~. oro son.o limrtote aù un Lumot·e ftuttuunle che comunica col versamento. Que~to tumore pulsatJI~ non t> -empre unico; talor•a è doppio. Esso può Lr·ovorsi lontano dniiA cassa tor a<'ica; ru osservato du~ volle n•:lla r egio11!! loiiiiJut·e. Le pleut•tli pulsati li sono quasi sempre pleurrli sin isLL'''· ~o:--se sono pure tJUO.!:>i t>eropre pleuriti put•ulente; é quimh pcrfcllamt>nU! giustificalo il termi11e di empiemo pulsatile. La constatazione delle pulsazinnr toraciclJe Ira ancl11.! un valore sernrologrco impot·lante, poichè essa per·111 elle 1li affemjore la purulen~a del versarnenlo pr·ima di O.'t'ni altra esplot·azrone. Quando ci ll'oviamo per lu pt·ima volla in presenla di una pleurite pulsalile, è naturale il pensare acl un u11euri,.,ma dell'not·lu. Quest'etTOr e é stato commosso molle vullE', er·rore t•incr escevole che può fa r rirnantlat·e indoHni trvAmente un ut·genl o intervento. Ora, se l e puls~umi toracicbe sono ritmiche e "incrone, al polso, se esse sono talvolta cosi fol'li ,]a c:olJI'vart> la mano che palpa e la testa che ascolta, é nE'o,;P.~sarro notare


liEDlCA

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l'assenza di espansione aneurismnlica, di sc;ffio, di fremito, ecc. Fa duopo t•ilevat•e la coi nc·flenzn di un vei'i>alllenl o mollo abbondante, il quale non è pulsulile ciJe in uno piccola estensione d cl la suu '-Uper fi ci E-. Tullt questi ar;:C'mcnl1 sono <.:ufucienli . !:iE'r.za parlare dei dali anamnestici, per e~cludet·e l'aneurisma. Accer·lala la diagno!"i, si fa unn puntura ei'plot•otrice che dà esito a pus. Se l'i pr•ocede all'evacuazione flèl liqniùo non gj tarda a provocare la formazinue di un pneumfJiorace chE' vu acl occupar·e il posto delliqurùo a!>piralo. Il p!)lmone, inralli, è aleletlasiCO aò un g'rado tale 1·he è iorapart! di d•laLarsi abbastanzA rn fr·eLto per t•iempir·" il vuoto creolt• dalla pu nllli'A Il pneumolorace succedr> 'llli:Hli quasi fl'llnlmcnte; norr rnant~ò che in •Jualcli e oe:ser vazionP. Que!>to pneumolorace è lnlent• t• n0n de,·esi far assegnamento nè sul ~omo anforico, n{• ~ul suono metallico; la RUCcu~!liOn e ippocralica Mltanto c<~mprovet·a la sua esistenza. Le pulsazioni l.rl!'acich e '-Cnrn p(ll'irebb ar o dopo l'evacuazronP del liquido, e l'icompal'Ìrt>hbcro quando il liquido l"i riproduce con abhondanza. Anzi 111 '(Uest' ullin.o c~so esse po~<~ono finiJ•e per scompa r ir e senza ritornare più. 11 cuo1·e e devialo e, pei· l'Osi òir e, ll'a!">pc•rlfllo a deslt·a, ed è trattenuto rla a1ler em.e che p-li impediscono di ritornar~> 11 si nislr·a dopo la punturn . l suoi baLli li sono r egolari, uon vi ha iperl rotla, n~ dilatat.tonì. né lesioni valvohH·i. SI (> conslalolo lah·olta un le!!Etll' ro versamen to J:ericurdico od adert>uzl' che pote,·ann antlare fino alla srnfìsi r!\!' clincH . Le pleuriti pul!'aliE sono ~!'seuz ialm e nte C'l'onicbe; la lor o dut·ata è incletlnito; abbandonale Alla loro naturale eYoluzione, es.se ~ono spcc::so mortali, tanto piu in quanto che i malati 01111 sovenli o diventano tubet'l:olosi. Ciononùimeno, l e pleuriti pul!=ìalili sono cut·abili ed il lot•o prognostico non è sempre co!lì ~n·ave come si dice. Se le pulsazioni tor·aciche sono fAcili ori essere constatale, non si u ancora potuto spiegar e la eau<>a t>d il meccanismo di que<;lo ren(nneno cuJ'ioc::o e 1·a r o.


RIVISTA

Perturbamentt nervosi ed acoeaal latero-epilettlformi nel periodo dl oonvaleaoenz.a. del tifo addominal e. Dott. HERMANN KiisTENBAUM. - ( Wiener Kfinische Wochenschr(fi, 22 e 29 agosto i889). Rammentata la frequenza, onde lra le successioni morbose dell'ileo tifo si delerminaoo le malallie del sistema nervoso in g enet•ale, l'autore si riporta ad un lavoro, In propol!ito, del prof. Nothnagel, nel quale si riscontra descritla una preziosa serie oi tali perturbazioni, che afl'ellano i nervi motorii, sensitivi, trofici, ed il sistema centrale. Da siffalto lavoro si rileva un con tributo quanto mai importante per numero di casi e per intimo valore di osservazioni, apportalo da egregi àutori alla illustrazione Jell'argomenlo in discorso. Così Ebste.in riconobbe all'autopsia di inferm i, morli dopo simili perlurbamenLi successivi 1ll tifo, s clerosi multipla nel cervello e nel mitiolJo spiuale, ed 10 egual senso scrivono approssimativamente U. Tuck, Schmiùt E., Mendel, Bruns 0., Mainleve, Garlick. Quesli descri,•e un caso, nel quale ùopo il Lifo eolJ•arono in campo convulsioni è quipdi emiplegia destra, afasia e disturbi ùi sen:;ibi· lilà, il Lutto seguito ùa sollecito miglioramento. Zenker osservò che dopo il lifo i muscoli subiscono degenerazione colloide e talora perfino si spezzano, e secondo Griesinger ne conseguono irrigidimento, tremore, violenti dolori a qPa· lunque movimento muscolare, aumento della sen!=:ibilita eu· tanea, all'islesso tempo che si r iscontra anes tesia in determinaLi distrelli. Stando al NothnageJ, il F1·iedberg in un ca~o, o.el quale er ano venuti in campo dolori e sussulti alle cosce, riscontrò alla a ut0ssia emorragie nei muscoli estcusot"Ì. Popofl' trovò chP. le alter azioni muscola r i, conseguenti al tifo, dipendevano da un aumento degli elementi cellulori. corna appunto Waldeye•· sosteneva con tro Zenker. Sempre quali succes1:<ioni mot·bose del tifo vengono citati casi di aras18 e di agrafla da Bélier, CJ•euvell, Baas, Duckworlh, alla quwla s etl1mana della malallia e da ·wal<.lenburg il mo1·b0 Ji Basedow. I casi di afasia, riporta li ùa Longuel, si r1 fer iscono in ~ randl ssima maggioranza ai fanciUlli, e sono leg-ati a di-


M!DICA

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rbi di circoiAziorw. non a lesioni s trolllatiche. Cort Sleckel' cita nella convat...scenza rlel trfo llel'f• atrezroni dolor ose elle erllcolazioni delle dita del prede. Str-umpell os~ervò aumento dei moti rillessi del piede ed inoltre ipere~lesia dt-11» pelle e specialmente dei ulus<·oli, senza però con'-ltal.t•l·e al la)!liO del midollo spinale al te l'll7.11lnÌ né macr oscopiclre, 11e microscopiche. F ranz Karl Miillel' r1rcrisce n l"imilt "'Ir;cesSIOni la psicosi, c-ume il Kracpclrn l'ancrnia ,. l'esaul'imeulo. Rob. P. Oglesbl constatò dopo il tifo disturbi ottici. Knipelin allri boisct- alla Influenza del tifo !!Ìà vinto una proporZIOne di Lutl+> lt• psrrosi e ne ll·af' c; l'a vor evolo prognostrco. Brunon riferisce un ca~o di atrofia mu!'r·olo1·e con acuta !'coliosi. ma te1·mi11aLo in gua rigrone. C. H. Hobn ossE.'rvò Jisturbi dE.'lla parola nclracm•· ft•bllrrle. d più sovenl•• nelln stadio dl decremento o nella rorwalescl'nza. I.!Ut•nti in ~ei u setw g iOI'Di, la cui c»csa più probabtle egli riconosce a d ('robolie od erncm·agi~·. Circoscrrlle anolges1e conc;egoenti al liro '·enn('ro ri<>contrat.e rln Pullllllll, !'imullanearnt>ole a•l anestesia dello peli~' dPII'inliero braccrn e clt•lla ~palla ,inislra, del Ialo omonrmo del collo e tlel torace Tra i 287 ca!'i, d1 tiro, studiati tla L. W olfbel'l! v.. nn~>r·o in cMnpo talvolla i delil'iì, indipendeuti dulia elt>vazioor• tlclla tempe•·atura, mentre eccezio11almen lc gl'avi s intomi nervo'li, come rrJ'efJuietezza , tremore. sussulti lt>ndme1 \'enli~t!Lle ca.!';i di afa:-ia sono r egistrati da Richard Kuhn. Pitré..: A . e L Vai llar•d hanno osservato pa1·alt<>r dt si11goli muscoli conse!.!uente al tifo, accompagnati! da dolori, anè'-'tesin, at1·otiu P perJita della r eazione elcllrica , di penclcnlP, l't>cnrlllo loro, tla nevrite perrferrca. Alexandel' C. htl o,..<>en•alo p1·~cedere olia paralisi ;n'avi dolori, atrofia tli muscnlr e• l accompagnarla completa perdrla della 1·eazione elett1•ica. invocAnùone in cau:;a una nevrile dt>gt•nerati va mulli!)ltl. Curl'lcbma nn con!'lalò il bacillo del tifo nel miunllo spinale iu un caso di tifo, che era s tato accompag11ato du monrfel'lazioni meningee, niuna alterazione l'lulle meniugi r ivelandosi alla aulo!'"ia. ~J ainle,·é parla dj una forma spina le d~l lifu compar s a durante la convaJPscenza, e:>pl'imendone ra,o revole PI'O;...'lloslico. La rneniogile cerebra le o cerebro-'-piuale. della cui diagnoc:i è ~in-


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Rl\'lSTA

tomo dc·cìsivo il risconlt·o oflalmoscoprco, venne urm rarament.e constatala da Boucbut dopo il tifò. Goruluin l"iferisce parimenti un caso di tifo, nel qu~le al lermme d• l primo :;ettcnario si manifestar·onu in moclo violento rperf'sle;:it~ della pelli!, dolorabililà 1\lla pr~ssrone delle apofh;i "Jliruy-e, tentlenza all'opi"-lolono e paresi delle estr emità inl"er·il ri illull• se~uilo cla rapida guarrgione. Una d~ltal!lìala lelt.,ratur·a delle forrtle spinali del lifo ti ~tala prodotta dal pror. M. Ber ubar•dt. Il dott. 'Woltf descrive casr, n('i quali i :-;mlumi da una meningile cerebro-spinale erano etssociati tl pr-i dt•l tifo. constatato all'autossra. ma l'eota allerazionJ, ne maca·u. nè microscopiche nel sistema Hervo::;o c:entrale, ~ ,..•·nta alcun bacillo tifico. Scbullz~ vide in casi, diag-no~licali per· cul!nm gite. ,scJu"a $Ul cadavere, nel cervello e nrl na rclolln spanale, un accumulo Ji cellule alloruo ai vasr. 11 pror Jolly insieme alle malattie consf'culave riconosce allo. COII\'Rio·scenza dei litì g ravt il rnomcnt.o cliologico delrrsl~t·ia pri; 11r1a •' della anemia secondaria. Nello infinrla variPlà dei riferiti turbamenti nPI'\fl>-J, coucornitanli lt\ con-valescenzu del tifo ed all'rofc7.ion•· inoluhbiamenle legali, nou tro,·iamo per altro faLla ant•nztone da ~c­ ce;.c.i i~tero cpilc:>lliformi. E·l è appunto la H11U1canta rl~lla descriztoue di silfa.LUi forma mm·bo"-a neUa lelleraltU'à clelia infeztouc lifica elle ha consi!!ltnto al dollor llerm.• nu Klslenbaum a riferit·e sn di ur. caso a lui occorl"O, ~pie!!olosi in piena con' alescenza di lrfo con sintlromc fenomt>nicl\ oIelle più accentua le. Qnanto all1::1 l'ed~ patogenfl ùellu succes:.iOnt' mo1·bu,..u io rliscorsu uel ca:;o parlicola1·e de:-cr illo dul K~"'Lenhnum. ~c cioè clehba rieono~cersi nea cenlt•i, cercb•·al1· o ~panall·. o nella 11eriferill, ov\'ero IIIC.!!Iìo in Mnbt>due. rautore couclucle appunto per queslH ulliana ovnnaenza.

r•. s.


Ua auovo aintomo della perloarcllte. - E. PlNS. (Wien. med. Wochen.s. e Centralb . .fi.ir lJ.ie Medie. Wissensch., N. 24, 188H). Nelle difficoltà cbe non di rado si oppongono alla diagnosi della pericardite, il Pins richiama l'attenzione sopra un sintomo, solo finora ricordato dal Bambet·ger. NeUa percussione del malato s t.,a.nLe nella posizione assisa o nella. po!"izione later ale destra si trova non ra•·ameule alla par le posteriore del loraee sinistr·o al disopra dell'angolo della scapola un suono limpanico oLLuso o .~ompl eta oltusila; nel luogo della maggiore oLlusiiA si nota manifesta respirazione br onchialu e broncofonia col frem ito peLlol'ale rin forzato. Se il malaLo si l'a piegare in avanti, sparil'\Cl'l completamente una parte della ottusità, una parlo prende il caraLt.er e timpanico, e la respir flzione bronchiale ~ ostituila dal respir o indeterminato; anche più evidente ò 11 menlovaLo cambjamenlo dei segni della per cussione o della ascoltazione, quando s i r1esce a fa•· sla••e il tnalalo sui gomiti e i ginocchi. I descr illi sintomi che manifestamente, 11anno per causa le compr essione del lobo inferiore sinis~ro per parte del lirtuido per icardico e deJ cuore rla questo r espinto indietro, l'autor·e li trovò peP l·o più negl i i ndividui giovani con torace slrelto e appianaLo d'avanti intlielro. Questi s intomi potrebb!'ro far na~ce l'C il sospetto di una polmonite od una pleurilt· insieme esistenti, ma ci farà 0\'ilSI'C questo er t·ore il ca mbiamenlo dei lènomeni flf'<ici col Ctltnbiare della posi2ione

e

Sopra un segno premonitor1o dell'endocardite nel reu matismo a.rtioola.re acuto. - OucLos. - (Archioes M é·

.

rlicales Belges, t'ebbl'aio l SbH) .

Dopo a vet· fallo nolRre chf' allo ~Lato normale, fisiologico, il dicronismo Lra la pulsazione cat·diaca e la pulsazione radiale, é quasi nullo (tutt'al pii't un tftWrlo di secondo), il pl'O· fessor D uclos dice di aver conslalato in vat•i individui arfèLLi da reumatismo , alla vigilia della com parsa ll\ma enno· cardite, che 'lllesto dicronismo esiste"a e poLeva raggiuuger~


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RIVISTA

fino a due leni di secondo. Il r•tardo dellu pulsa?.ionc radiule, che si C0 11slala coll'orecchio po~to ~ulla r·e!!ioue ca•·diaca e coUe •iita «ulrartt> r ia rad1ale, non et·a accompagnalo c.Ia olcun rumo•·e ctu·diaco o e«t•·a - cn•·diaco nno1·malc; ma nel 1-('ior no s usseguente uu ~ofiio <tistolico alli\ punta rivelava l'mcontesla bile esistenza ù'u na Pudocardite. L'a utore termma 11 suo lo"oro colle segul'nl• con!!iderazioni: lo mi limito pr ~e 1tem•·nte a slabihrt·: 1' che in • ·umalismo poliarlicolaro nculo l'ascoltazione del cuor • . Pssere falla in ciac;cuna vi~;;•la del mah•to, applieando 10 ><teloscopio f\Uccessivamt•nlf' aa punti di 8!'coltazioue dei tii\'ersJ oritìci del cuore e J.IOnendo nello l'lte !'<so tempo e per tuLia la du rata il dito sull'arteria l'ndiale: 2• che in ques to caso il dicrolismo •lella c1 ulrazionc cardiaca .. della pulsa:~.ione radiale e un "C~uo [H'eanomtorio deiJ'endocardile. A ~giungo che quegta constatazioni' hA un'importnuza pratica. Tosloché l'init.io ancora latente del male c .. e_nalalo, non si deve forse intPr,·•·nire alli\'atnente allo sropo tli tlinainoit'P di pt·imo acchil.o la <>ua intensi là? lo lo rr··do, ed in con:-:evuenza Ilo agito ed a mio pure re, C• ·Il vantaggio dei malota. Io non esito quindi a prescrtvere immrdiatamenLc l'applicnzione, alla regione pr rcord•alc, di un largl•igsimo 'escicaute volante, ~em plicemente volante. ltt~cialo in salo per qu8lcl1e 0 1'8 , tollo !"Ubitn che il bruriore prodotto 1lHII8 cantaride comincia a tnauifestarsi, contliziOnt• formai•·. H!-'!'Otuta, nell'mi ZIO dell'endocardite, eu me pur e nell'e'or Jirt.J della pleurite e dell'at•lrite. ln mnucanza di ve<:cicanta• ,. mentre lo s i s ta alle ndemlo, s a poc;- >no applicar e un senapistno ''8· :!ante sulla regione cardiaca, venlo!'e ~ecche, oppure IIICile • ventose scarlflcate o !>augUtsughe. l nollre rendo la medicazione intel'lla più nlli\'a. Cna dose i m mediata più forte, s in !li chinino, sio ùi !"alictlalo di soda, sia di ctualunque alt: o medicamento che ~e ra :>lato o.•lottato fin llnJl'el>ordirt• dPI reumuti~mo, come 8!-WIIle terapeutico principale, avru, in lulli i casa, un'az1one pronta t d ener;.!IC'S..


MEDICA

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Della perdita dei riflessi tendlnel nel diabete zu ooheri.Do. - NrvrÈRE.- (Joarnal de Médecine et de Chiruruie, giugno 1889).

Il dottor Niviére ha riunito in una sua lesi un cer to numero di nuovi dati s u questo l'enomeno, st<.1Lo osservato per la prima volta da Bouchard. Niviére fa notare, dappeima, cl1e 1a1 t•ice!'CS dì questi riflessi può essere negdtiva, se non si r·icot•re al metodo inrucato rla Jeindrassik e cl1.: consiste, nei casi delicati, nel far· fare uno sforzo muscolare di un'altra regione ùel corpo durante l'esame di un dalo r·ifles~;o. rer esempio, quando egli percuote il tendine roluleo, prescr·ive al malato di unire le drta della mano sinistra con quelle della destra, dì eslen· dere le braccia m avanti, nella posizione orizzontale e di a11ontaDarle nel modo più violento possibile. Si può, con questo processo, scoprire un rilless o che 11011 si poteva rilevat•e coi mezzi ordrnarl e quindr evitare cosi una caùsa dì e1·rore. Dallo spoglio ùi tutte le statistiche pubblicate fiuo aù ora r!sulla che Rll diabetici s u 210, ossia ur1 po' più ùel -~3 per 100 presentano, sia una perdita assoluta. sia una notevolissima tlept•essioue ùei riliessi tenr.linei. Un fnlto degno tli nola si è che lo s tato della I·iflessione uon rimane stazionario. La perdita <lei 1·i1Jessi, irlf'alti, si osserva spesso nell'aggravamento della malal!ia; d'altra parte, essa E'Compare soventi quando il malato migliora Se la j:.et·dita J.ei riliessi tendinei ha un valore importante sotto il puuto ùi vis ta della diagnosi , questo valore non è assoluto, perché è dirnostr·ato che questa perdila può esister e in individui sani nella proporzione ùi t '/1 per lOO circa; in oltre essa si ril'<contr-a in diversi gruppi d'affezioni del sistema nervoso. ù: quindi sopratulto da l punlo di vis ta della prognosi che ques to fenomeno ha importanza. Gli auiori ft•ancesi sono unani mi nell'ammettet·e che la perdita di l'itlessi tendinei nei diabetici é un segno che Aggrava il pronostico. Dal punto di vista chirurgico, per esem pio, devesi evitare ogni operazione in un malato che presenli questo fenomeno e,


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Ili VISTA

d'altra parte, In statistica sta a pr ovare chP, in condizioni identrcbe, In morte è avvenuta 34- volte per 100, nei diabetici che a\•evanu perduto i lor•o r iflessi, e 5 volle soltanto 8U100 in quelli che li nvevano conservati. Con tutto ciò, la propor·ZJOne non può esser·e rovesciata, perchè si hanno esempi di diabelìci morli coi riflessi normali. Ma que:::.ti cosi non modificano questa regola. cht> quAlunque diabetico, il quale abbia. per duto i nuo,ii riflessi, é un mfllalo che é affetto da cliabnte gr•uve o che altrflver-a un periodo !..'-rave delln sua

molaUia. Aooeasl vertlglnoal ed apoplettlforml nella parallal agit&nte - MARTBA. - (Journal de \fédecinc t:t fie Citi ruraie, magg-io '188!)). Le crisi ver•tigi nose ApopleUifor·mi sono cou)<Jtll'l'ale da lulli di autori come appnrlenenli a certo nf'l'e1ioru c•·•·<>b•·olnidollal"i, conw lA sclerosi in placche, l"au~::: sra, la pnralisi gener•ole, ecc, ma n un mai, stando oIle oper e cln!';siclw. queste crisi si os!:ler·ve•·ebbero nella paralisi agitante. Con 1uttu c1ò il dollÒl' M,arlha hH pnlulo l'accogliere otto os!'el"'ozioni di par alisi agitante m•lle quall esistevano, sia d••'lt• verli::::rni, sia degli attacchi apoplettiformi ud e1·•lellifurmr. ,. ne ha l'allo oggelll'l tli una sua tesi . QuPsli falli ~ono inlt>re!"sanli sotto divcr;;.i puuli d1 vrsla, !'pecialmenle !'Ollo il punto di vista della prognORI Sec•HldO 'llii'Ste OS!'Crvaz.ioni infatti il modo d"app81'Ì7.Ì011f} C rnntlnmento di queste cr•i!:>i é Yariahrlo Le ,.e,·ligini ora sono pas· !'Pg~e1•e, or·a quac:i continue: t•l8 il più sp sso rl malato non cade. Gli attacchi apoplt>tltformi od epilcttifor·mi sono piu frequenti delle vertigini c Y&riano in iotensJiit do una leg!l'era commozrone fino ud un coma mo1·tale. Qunlunque :-reno d'altra par·te. questi accidenti cl)mpaiono o nelrinizro della malattia ùi Parkin!'on "d alloro essi oprono In scena t'IJI1l6 ~~ osc:er·va dopo un·er·uzioue od uno spav1•nto, oppnr•1• nel <'or;.::o od anche !'ul fìnrre clell"affeztone. Se l"allacco e leggicro, !':6 il per iodo CO I1i è!ltl~O non dul"8 cht> qualche minuto, l'accidente per se slesAO non pre~enhl


M:EO.lCA

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ordinar·iaroente alcun per•icolo. Al lorcbè al contra rio gl i altacchi si riproducono ra pidamen t~ od il malato rimane imtDerso più or·e, uno , due giorn r, nel corlla, è verisimile che il malato soccomberà m ollo presto. l u.finc sembra che uo aumento costan te e prO)!t'essivo della temperatu r•a centrale in seguito ad uu attacco sia indizio di una morle vicina. Qua nlo all'azione modifical!·ice tlell'atlacco per r·apporto al tremor·e, essa non è che passeggera: or a il ma lato tt·ema meno dopo la crisi; ora Yi ha u na vera r ecrudescenza che ~ee neralmenle non dur·a che qualc!Je giorno. Oaaae del furnnoolo . - C. ScHIM-:Irt::LuuscH. fìlr die medie. \llissenseh, N. 24-, 1889).

(Cent ralo.

IJ lavoro dr.llo Scllimmelbusch riguardava orrgrnar iamen t.a soltanto il ruruncolo llell'oreccbio; m11 poichè questo noo ba nulla di pat·ticolare in confronto degli altri fumocoli, lo studio si estende natur·almente a lla furu'ucolosi in gener ale. Qual primo r esultalo di questo è da notare che, come già avevano dimostrato il Gar·re e il Rokhart, g li stafilococc!li piogeni sono la ca usa del fu1·uncolo e quindi la f'uruncolosi è utla malattia iofeUiva. Inoltre le ricerche microscopiche e sperimentali dell 'autore dimostr•ano che la infezione si produce senza lesio11e Jel la pelle per- semplice confricazione degli s lafllococchi. Dovunque i cocchi penetrarono nella pelle e produssero una pustola, Yi si insinuarono scendendo lu ngo i peli. Due t» use, secondo l'aulore, agiscono nella produzione di un furuncolo. La pr·ima è la presenza o l'accumulo degli slafìlococchi piogeni sulla superfici ~ della pelle, e la seconda la confricazione. La p rima caus~;~ spiega pe1·ché il furuncolo piu f1'equenlemente accade nella gente sudlcia, sulla cui pelle si trovano l'acilmenle acl!ur uuli di funghi, che in quelli 0he cut·a11o la pulizia della per:>one; perchA frequentemente il furuncolo· s i produce dopo le ~ruzioni pustolose, dopo gli ascess i; e pe,·ch~ non di rado il i'uruncolo alll'i ne pr ovoca nellF! sue vicinanze. La seconda causa; cioè lo s fregamento, spiega, secondo l'autore nel miglior modo possibile la proprietà della furuncolosi di avere


I HR

IUVJSTA MEDlCA

certi luùghi di predilezionP. Lo ragione per cui ti collo, (11 cin tola, le natiche sono la sede preferita del ful'lmcolo è che C"(U!·c;tc pulì sono dalle ''e~li troppo strelle e compresse ne1 movimenti del corpo confl'icatn. Che una certa ù1spoc;iz1one nlla furuncolosi sia [H'ovocatn da certe cachessie, l'autore!. non lo nega: ma si spiega facilmente ammellendo che es:~e trasformano il corpo in un favorevole terreno nuLl'ìtivo pet· gli slofl lococchi.

RIVISTA DI OCULISTICA Teoria e raffronto della oherato•oopi& (alla. Cu1gnet), la skla.scopia. (alla. Sohwelgger) e l 'otta.lmo•oopla. ottometrica.. L'ec;amC' skiascopico (o rlell'ombra) col metodismo dello ha éome mczzn oltomelrico pratico, l<pec:ial11\Pnlo per le ~igenze medico-IP~ali militari, un Yero valore: ' uu mezzo per coc;i dire oqoettioo eli misura so,.llhutn al tJU8'-i ~ubietfi.co della cbcraloscopin alla Cuignel, clw «i ha"ll su criteri peN:òonali ed alquanto arbitrari nell'app1·eu unento ùol gr ado delle auomaJ1e diottriche, meno che nella nunp10 d1 ~rado piuttosto elevaLo. Costi Lui ~cc quindi una modifkaztone, uu perfel:iouamento pralicl\mont.e appl'ezzevole. Al cenno, gia pul>blicnto noi giot·na.le, col quaJe I'Ovorwog raccornanda esso pt·ocosf:!O, o percio opportuno uggiunECet•ij llllfl qualche roagg1ore nozione sullu analogio o dilfci'Otlt.6 ùei due metodi, onde colla più compiuta ed esalta lot·o tuoricn int.erpretazione farne meglio l'isaltare i pregi c rontlcrno eOìcacemente più facile e s1cura rapplicazione: e sani Mche utile metlerli in riscontro coll'ec:ame otlalmoscopico prnll~nlo a «<'opo otlomelrico, chu 1 nwdici militari italiani ùo. lun~hi anni benissimo conoscono, e molli anz1 usano abitual111ento con soddisfacenti pratici ri ~ ultali. S~.:hwei~ger


IUVISTA OldCI.iLlSI'I(;.\

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Tulli o tra i procc"l~i otLomelrici l'icOr•luli :-.i aLLuano pertèUamenle alla maniera di qualsial'i o!'<"crva~inne otlalmoscopica, e non diversificano tra lot·o che per dellagli io apparen u1 ben pir..coli, ma in reallò di e~!'-cnziole valore. Tutti e tre llaJulo per nbbiellivo l' iJ ornugine ùel fondo oculare, che .formfUii !'16 r·eale, od apflare .formrtrsi se vil'luale, al punLn di concorso dei raggi emet·~enli, ol punto r, oJ a l punlo artala menle ~ostiluilovi se ~i l'a uso di lenti. Reale eu o ui!:!lfliiZ!l fini la nel tnHl[lO (emer·g-enza conver gente) r011 le, ma a oli!<lanza iufìniiA uoll'cmlllolrope (emerf'&nza parallela virtuale a dista11za linita ncgnti,·a nelrlpermetrope (emergenza dh·ergeut.e . Tutti e Ll'e i pror,e~;;i poi si bn"uno Rullu. conslalaziooe del movimento appa r ente (omonimo o conL••a•·io) di essa immaftine. Io lulli è necessario eliminare il cotnplicanlc fattore dell'accomodazio ne, nell 'occhio osser vato; non r toces~ilera pet'ò sempre para lizzarla coi m idriatici, ba:;lu rtd n di •·egola il reuderla ineflicace col ftll' lìssa•·e n di<:tanzu, rnassirno nuUa scarsa luce 1.1' 1111 gabinetto ollalmo"C!Jpico; c far fis-;are un punto J'not·i doll'o--se•·vatore non l:'oln polla dislnnza, ma anche (almeno nel prnc•'::<"O ollalrno!"<('opico otlomet•·ico) per •·cndere l'occhio indipendente tlai lllO\'IIUenll dello specchielln. Lo stato dell'accomodazione .telr o~~erVfttor ..., e perfino l'az1one d'urta lento oeulare pc1· lui 11011 ha alcuna influenza. Ed in ciò co n ~iste appunln la Jll'niicn ~upo ••ini·ilù tli essi pl'ocessi ollomoll•ici in courronto a ll'ollm r1etria per la immagino dirilla, cht> Psi~o la com piuta inc•·,.i~ .lcll'ac;comodazione, od il senti mento da ptwtc tloll'osservulore elci grado di sua all·vilù, cose pr~ r tutti r1è facili, uò po~t~ibil i I n lutti, a diiTf'r·enza che ne!..{li Ol<Omi otlalrnoscopici ordinari, uon ò uCCPSSAI'ÌO n!der bene, di~linlu, Ht!llo. E sullicienlP vedt•re com,Ul.tJUe, e solo 'luanlo ba>-ta per ricouosce1·e il movimentn delle immagini. Se fo~l<c necc.~«a•·io vedere tlistinta menlo bisognet•ebbe lenerl<i n distanza, dall'iLomagine, della visla lllt>dia disl111la: non :;;ar('bLe il gran guaio tua si esigerebbe, Yolla per volta e JH-llc condizioui in allo d!'llo s perime nto, de termin ar e con nnn prnva Rcce:;soria qua le ò

'J-


RIVISTA

essa rul"lanzo. Per inlravvedeJ•e di<:liulo H wovi:nenlo dell' 1mmagine basla una 1list.anza mi n una e trascurabile, anzi Ri vede a sufficienza anche l:!e l' imtoagme coincide coll'orchio dell'oss~rvulore. Eù i> appunto cosi cbf-' ~i può du·eltarnenle rnisurari' la tllslanza dal punto di formazione drll' 11n· mu,:rine, se l'o!<!'i9rvaLo !'· miope ad un certo g1'81lo ·~ m1'ìura rr esso g t·urlo. L& aflsenzinle !lill'erenza ll•a l'otta:moscopiu ollnmelr·rcu e l!' llr'IIVP- d••ll'ombra (cheraLoscopio e sk 1ascopi~) !'LO in un di'l· laglio iÌ1 apparenza minimo, mn che ha invece unn dei.!i~a iullnenz.a. Si illumina sempre l'occhio collo "-pecl'biello oll.tllrnoscopico. è qlliDcU sempl'P l'asse del fa'lCÌO luroiOO"O cfw ole· lermma il centro del campo retiuico illuminalo Mu nel processo oll ahnoscopico lo r:peccilieuo, in secondo ten'l""· !;Ì sposta (latot·almente o vet•Licalmcnle) e con es~o ~i Sf'n1't& l'occbio dou· osset·valore pf'r manleuer si sempre s.JIJ'n~:-;e d P.! ft;~scio ill1tminarrLe: non avv~1·tc •111iudi il corrispl)nrlt:~ n te Rposlamonlo in massa del c11rnpo rotinico rllurninato, mc•ulr·e pun cortslalaJ'e la ùiglocazione, il mooimfJnto a[lparenll• tlej.tl i oggetti srtuati in esHo carupo, e qnindi il movimento di quel fJU&l!>iMi punto (lo papillo, il nodo d·· i vasi del suro ccntr·o. un va!;o p('rireri co, ccc.) eh~> fi«suvn c che gla l>eJ'VP di puuto Ili r epe1·e n~l l<UO e~àllll'. Movimento (•sclusivamenlc• dip•·ndenle dallo s tato dioUrico llell'ocduo oc::~er,-alo. Per contro. nei processi clteratos.:opico e l"kia..;;copìcn lo !-~pecchietv.> norr ~i sposta, lo si fa c;emplicemcntc ru[)tm·c ~'li d'un asse (oJ•izzontale o verticale} e l'osservatore moultettd la posizione e fissa nella direzione che aveva nP.I prirno Len1po dello. osser·vazione, quando cioè l'occhio 7 11 npJ•ru·ì' s mlPranwnle illuminnto. Peri\ pella r otazione ùPIIo ~pllcchio l'immagine «pcculurr• clellu fonte luminosa si spoRto: in <;t'u;;o inverc;(l l!( movimento dello specchio, se es"ll imrna~ine è \'Ìrlualc, dietr•1 lo spc>cchio (Rpecchio piano); nello ~;w<;;;o "en'òo St> è rea lP, t l'a lo l'pecl'hiotto e l'occhio osservato (specchio conca v()). Collo sposlamento déll' immnt.::ine ;;per ula re del! n ronln Jnmino~a si sposta conseguenlowent(\ la zona ci rcolMr dlu-


DC OCULISTICA

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della r etina, e come immagine t·ovesciala, e quiudi senso coutrorio al wovimenlo della fonte luminosa. avv1ene elle l' immt~giue sua obbietlivn, l'immagine cìoé del eampo lum io(ls<> veduta dall'oss~:rvalore, paro s1 sposti, ),!* coo movimento inve1·so a que llo della zo11a retinica ilIIJJD.inala se é t•eale (emergenza converge11Le); con muvimenlo omonimo a vece se è virtuale ( emL~I·genza divet·genlel. Ap pa!ono cosl nel campo pupillare le modilica:doo i elle coslitoiscono le diverse parvenza e gradua7.io11i tl el l"omb!·~;~. skia $COpica. Spiegas1 cosi t•ome nelle prove tlell'ombra t;ollu specchio )•Ulno il mo vimenlv sia identico u qudlo ('be con qualsiasi ~w di illumincuione si nota costante, invnriato nelli esperimenli oU.almoscopici: t! cioé omonimo uella emet•genza divergeule (immagine vit•Luale), inverso 11ella conver gente OmmA;.\ine r eale). Collo specchlo con eu vo si hanno invece etretti opposti : il movimento dell'ombl'a è omonimo coH'iuitne.gine reale, è contrario colla immag ino vi rtua le ('1). Duuque la sol a ed unica essenziale diffel·e11za tra l'ollalm••scl•pia ottometrica e le prove dell'owbl'll !'\LO nr.l diverso rappor·t.o tra la dirP.zione visuale dell'osservato re e l'asse del fasèio iUumioaole l'occhio. Nella pri111a si mantengono sem-pre coillctùr nLi ; nella prova dell'omht'f~ non souu più coincidenti uel secoudo lerupo (provocazione del movimento ro-

talorio). Per al!er·r1l 1'e il senso ed il valore tlei d110 1netoùi ùi esame (t) Per•:IHI l~ to nna plana o eone~ va dello ~pcr.o:h lc\1 LO dii lu ogo ;Id all'etti assolutamontu nppo~ l i? Lo Sll~r·dtiil piauo clio dlllln foutr· l umiuo~a tl n'i nlntaglnt• vlrLLW ie, il conca\'O UU'Iromngine realo. SuuH sl sullo stesso ;t.;st;.ium a o li~t:m~e hen cliverse. Quindi ID i" li'mpo (ru ullllfl lu SJJecclllelt.)) mci1louu ::~ll'orchlu ossorvnto so tto angoli ben dilersl; Jlkcolo collo speccb;o piaJJO, sLante In n•1Levolc oUsmnza dell'immagine speculare, olrt"clle, tlellll fonte luminosa. c a vf're grande •:olio specchio couca"o lllnte In llHIIIO dl~l.llnza oli nss.1 immagine comccdoc r t•a le. La zona retinica illulllillala iu :~ccoudo tempi) l.'llm $poslata: ma collo Sl!ll(r.ltio plano lo sariL dal Jato 01'>Pvslo all'as~o del Ctu;cirJ dei rag~i IJJuminaJtti In ~runu tempo; lo Sllra dal lato st~o colto ~peechiu wucavo. Questo ratto diottrico coslilLLiscola r<tgione ultima delle rÌSL!Itau~e del lllùVImonto ajljl:li'ODte uel l 'irnmaglue tlù hiOUÌV:l, ~kiascopica, leeOUdo che si imjdega lu SJ!e<:chio piàno od n 1ece il coucavo. B.

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• li lV !S'l ,\

d<>IJ'Mnbru, ulla tnanit•l'8 c.oé Jel Cui~~el ed Il quella dello Scllweigger, è fll•cessar io avot·e presente: Che anche atnmessa la ~uiliciente vtsìhilità tlclla ìuuna~-tine obbicUi va quanJo coincidente o quas1 coll'nct'hio .Joll'os«ervutore, la dislalll8 alla rruale questi puil ll!nt:r,.., dall'occhto O'<,.,or,alo è ::-ubordinalu alle esig<'nze d'una buo11a illummazioue e che quinclt (anche co11 uno specchio piilno, o con uno speccluo concavo di lungo fuoco) non può c!'l,.,t'rl! senzA ditncoltà gr·1we, lluperiut''J, a ù un metro, a111.i pt>r avi'N r i.,ull&ti ben disti11ti è nu:glio limitarsi a 711, ~O C1·nL al p111. Che è :;Ampre appr·ezzabilo ill>en::o ùel tunviruenlo della io1utagiue rcalo (emergenza C(lnvcr~eute. ol'clno mtOJW), I")Uando l'osset·valore può tenersi a .!istanza 111!\~giorc od almeno eguale a quella del punto di formalione (punto r) di essa immag-ine dall'oc·chio o~~e1•vato; che a vece ~e si l1eue a dislu11za mi11ore, se colloca~i c:ioè suJ tra!!illn dei t•aggi emPr gcnLi prima clol loro coucorso focale (falLo cho occorI'erehbu 11 011a minpia moHu leg·gcra) l' immagine divenla per lui vi1•Lualo e quindi a movimento opposto a 'luello della imllnl gmo 1'1.1ale, movimento elle ba poi sempre nella cmer· genza JWI'allula (occiJio ernmetrore) e nella di,·er~-:ente (occhio IJICI'OflO). So IHhtiHJII!' faeile c stcuro t! ri conoscere unii anomnlia minpica di ;.trado 11011 •llfèi'ÌOI'~ a dno clioltrie, non •' cnsn IIP t<llltO ;;~::mplicc 111' lauto sic11ra il dctei'WÌIHH'e ,/irl'ilamcllle neppur e lo ,l<llo ttfratuvo ;:.wnerico se l'occhio è ancot-a tueno tniope, i• etumelt·ope. ,. ipe,·mdl'Opo. In lutti <JIH'"li ca::-1 il rno,·imeolo dd l' im•uRgme é tJenlico. e solo J•ellu rapiùtla r elativa di e:.~;o. pelle moditìcat.ioni di forma dell'ombrA, di eslen~ione JII'Opm·t.ionattt. tt·a la parte luminosa, lo penomut·n, l'ombra, dt g r llduuliOIIl' della ImninosWt , l'l'C é pos~tblle compl clare la dìa~.:nosi. Ora ~ono queste cottdnt••llt dillìcìli a defiuirst, a rtrall cauii!Htc t·appresentarsi: l'Il è 8olo po,.sJbile r iescirvi pet· opern propt•ia, [H'r ripeLuLi risconll'i delle risnl· tam.c d•eraloscopi··he con quelle ottenute in aJLro nwdtt: ' questo nuu !'~OliO condiztoui fat\tli a J'ca.tizw r e, alln pnrlala ùi lulli, aucl 1c di chi 11011 può diutuJ•oamentu, co~tanlemonte


DI OCULISTICA

H~3

mantenersi esercitalo io s rrnili el"ami e non vi ~ iniziato dal l'eotperienza pratica d'un abile mac~tro. Da ciò la modilìcazione proposta dallo Schweigger, la quale indiscutibilmenle rende meglio adallo alla generalità degli oq!'8rvalori e quindi piu pr•alico il m ~toclo skiascopico. Lo Schweiggt•r· anzitutto com•iglia per• se mplificazione di far uJ>o o:olo dello specchio piano; in secondo luogo a mezzo di len~i correttive positive forti (àlmeno 5 diottrie), ottiene una immag ine ~emprc reaiP ed a drslanzA non s uperiore a 50 cent. (in quanto sol'ititursce al punln r - anche virtualeil punto r' reale comecchè ddolto tale per azione della lente). Misurata essa distanza, convertrtala i11 dioLLr ie (100: d), o sottrallone il valore, in dioilric, della lente, si olterra oltreché la nozione del gener•e anche la esalta rnisura del grado dell'anomalia rifrattivn. Vuolsi notare ancora che nell'ollalmoscopia ottomelrica (constalazione del movimento ù' un oggello del fondo oculare) e.lme nella ::>kia scopia alla S chwei~ger (cons tatazione del mtJvimcnto del campn illuminato, pella immagine sua reale) a scopo medico-legale milrtar e, e g-iuste le pr·cscrizioni del no!;lro r·egolamento !lUI r eclutamento, la bisogna diventa semplice e facili ssima. La m iopia H l'ipermetropia inabilitanti devono essere almeno al ~rado di lì di•ltlrie. ~on v'ha alcuna nocl'ssihì quindr di dolerminMc una miopia lieve. una ipel'metropia lrevc, o ~e l'occhio é a vece emmetrope; basta convincer si o poter dimostrare ch11 l'occhio è o non è miope od iperope a 6, o più tlioltrie. Se si hanno adunq ue le par vPnze della miopia (movimento contrario) la misurazione è po5sibile diretta fle nz'a!Lro; se si constala per contro movimento omonimo si avrà r·icorso ad una lenle positiva di 6 diottrie. Se questa non vAle ad in vertir!a (vale a dire n dare un· immagine reale) é certo che sr lratta di ipormelropia di 6 od a 6 diottrie superiore. Chi uon vode come i due melo li sarebbero appl icabili anche ai tlislreUi. ru corpi, oso dir-c negli stessi Consigli di lo va, almeno pe1' cJ1i ne avesse famigliare il pralicismo 1 B


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RIVlSTA Dl TERAPEU TICA La. nafta.Una nella. oura. delrtleo-tifo. - Dottor· SEHRWALD. - (Berl. klifl. \Vochenscltr., numer·i 19, 2fl, 21 c 22, li' !ll. Dopo che il 11os!'bach, or !'Ono pochi anni, r·accumandò l'uso della n aflolinu, avYenne per questo me lrcamenlo In s te 3sa co<~a, a lla quale s<'ggiace ogni r•imeùi•> nuoYo: ru da un certo numero tlr osserva tori decantato quale sovrAnO antisettico intestinale, m l'nlre, indi n poco, a ltri meùtci rn· firmarono ad esso un sitfallo valore. La ra~ionr tl'una co<>r eviden te conlraùolizione è riposta in diver·~i mMnenti, dei quali alcuni sono inerenti nlla òifl'er·ouza individutllo tlegli in(ermi nel reagiro verso una data sostanza medicamentosn, laddove che altri debbono ricercars i nella pure1.1.a del pre· parato, nel modo impiegato dui singoli c;; per·im r~ n t utMi nello s Ludiarne l'azione biol o~ica. Pd anche nel numPt'o d·~i casi, trattati n par·i coaùiziour di :;t. alo, ùi gravezza e di dec.lr:ou uwr boso. Gli è soltanto da riJe, anti dati statis tici che, rn un per·iodo ùi LP.ropo r·elativarnunte breve, è leciln as~orgero ro n sicurezza alla couclusronr t:he un fa1·m aco ;:;ia vea·amente efficace, comechè una !'erie [~(>lata di (J'"er,·azioni non basti H porget•o un giudizio delìnili vo sopru ur es!'lo. Finalmente, l'ulilitll tl'un rinw dio é oggidi cornpronll8 dal m etodo sperimentale batteriologico, pr·rma ancora che :::i aùdaven<>a a sommim..,trarlo in delermiuale forme morbose. l'i: con gli an:ddelti criLtiri che il JoLlor SelarwalJ. docenle aiI'Universilit ùi Jena, ha proceduto a nnovi stu.ti e ricerche s ul valore lerapeulko della naflalina nel tifo t~.llominAie, del la cui importanza é superflua ogni consider•azione. Stando al Boucluu·d (Lét;MS ~ ~u· les autoi!1lo:ricatiot1S, pag. 10El), un ùisinfe ll<l u le dell'anlestino dev'esser·e l'o"sibilm enle iusolubile, u 'luindi non riassorbabile, ondt• nlln agi;:;cll


RI\"JSTA 01 TERAPEUTICA

per virlù tossica sull'11rganismo. Il St!h rw~ld aggiungr• cile a centallo clelia mucosa inte.,tinale. non ùe,•e esercitare alcuna ir ritazion e mecca11ic.:a, nè chillliCR. Quanlo alla naftalina, è provato dalle analisi delle or ine che unA parte di essa pe11etra nel circolo sanguigno: r t!sla quìndt A r isolvere la quel'tionc se quel tanto ch~> se u'è a~ ... orbito torni dannoso all'economia e, rwl C'lso ollèl'malivo, quale siH la dose sufficiente n disinfetllwe, senza recal' nocurnento. Gli os ervatori. a maggioranza , ;:;'acror.Jano nel ritenerla completamenl•• innocua , a dose anche relativamente ele,•ala, purché sia chimicnmentc pul'a. Per· c.:on v~:rso, so n vi allri autor i che atlrtbuisconn al r·ia<:o::orbirnento del prept~t•ato cet·Li distur·bi "'servnli, fra i quali i pui numero;:;i si riferi;:;cono al ;:;islema ;tenilo- orinat·io. rome Pick, sJhworz, Popper Ptl Ewald ebbero a comuoical'e, cioè prur ito nella urelra . frequenza ecl anche dnlo•·e nell'atto del minge1·e. Fin d1).lla sua prima pubblicazlllne Rl)st<bo.ch allribui que <>li sintorni all'impurità del pr epara to, il qunle però, per purn che sia al massimo, «pes.,o provocA etTellivamente lcggiero prurito w·elrale e rugaci~simi dolori renali. senza. che nell'orina sia.s i mai rinvenuto albumina: donde !<i può ammellere che la nafLalina non ~ un irJ•iLante pei reni. Casi ic;olati d• tut•goi'P e 1·ossore del mealo orinario, di edema Jcl prepuzio, di ulceri al pene, di vnlvo-vagi nite, sono slt\li citai i dal M urel e dal Gotze, in addebito all'uso della naflalioa: ma, siffalli sintomi, piuttosto che a questa sostanza, non ;:;ono per· avventura d n ascriversi all'infezione tifosa, pr~ t·clu> appun to i n malati di la [ gene1·e ebbero ad OSSel'\'arsi t S~>coado Bouchart.l. di '• f!r. eli llllflalina , somminisl!'llla per via inlern11 , sollt~nto pochi cenltgrarnmi vengono ria;.sorbili. a motivo della dil'ficile solubilità di essa, cosi in acqua eh,.. ne~li ac1di diltuli e negli alcali. Per il fatlo, invec~. che il pr·cparalo è rn maggiore quanliW solubile nei l!ras!';i ed in akool. e cho di quesL'ullimo si fa appun to piu largtl u'lo nello cu t·a del tifo, il riasso rbim~>nto della nafta lina sareb!Je ptit cospicuo, sernpre che fr tt la somrnimslrazione dell e due sostanze non irtlerceda un surtìcienle spazio


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RIVISTA

di tempo. per ovviare agli effetli nocivi, ai quali, peraltro, uon è da attribuire grande importanza, percbè leP"f!ieri e fu~aci. Il Gotze osservò in un infermo della clin ica di Rossba.c!T, che prendeva 7 gr . di naftalina al giot·no, i seguenti sintomi: depressione della psiche, irrequietezza, delirio, spasmi convulsivi, dispnea cd emissione involontnt•ia delle fet:cie e dell'ori na . In un caso dì E ver s (BP r l. klin. Woch enschr., l 88·i, pag. 593), i disturbi osservati sotto piuttosto da imputarsi ad una idiosinct'8!"ia verso l'odo1·e della nafl-t~liua, auzichè ad intossicazione per rinssorbimeoto della stessa. Il Pauli ha indicato il cqlorilo Hlerico dei bambini come sintomo òi avvelenamento, ma lo si è osservato anche in iuclividui adulti, a pelle ùelieata , senza cousegueuze spiacevoli, dileguandosi rapidamente col SOSIJenùere l'uso della uaflalioa. Da parte del tubo digestivo sono sta li segnalati: dolori colici, erosioni della mucosa eù·anche vomito, nonché tmmeulo delle scat•iche alvi ne per· effetto J'uoa azione it'l'itanLe ùtllla naftaliua sull'ioLestino, a seguito d'un prolungato uso t/el rimeqio. 1n vi~ sperimentale, infine, si son provoca le nei conigli alL~roz i oni del glob.> oculare, mediante c.lo!:-i elevale di naftalinà, ossia, una volta opacamenlo della lente cJ·islal· lina, in modo Rifatto a nalogo alla cata ralla senile, ed un'altra volta for mazione di piccoli vacuoli nello ~lrato dei g t·anuli della retina; ma Ji sifialle allerazioni, citale a solo scopo rli r ender completa l'esposizione Jei d i s~u r b i ossenati , non si ha il minimo indizio nell'uomo. Il S eJjrwald conclude che, dai riferiti casi all'allo isolati di inconvenienti, r ilevati dai divet·si autori, non ·~ lecito Je · J une che lo naftalina sia un rimedio pericoloso, poichè i rli s~urbi stessi, in parte sono da r icercarsi nell'impurità del f'aem aco, ~d in pat'te nell'inopporLunita di s ua in.l icaztone e uell'inlollet·anza, special e a laluni soggelli. La nartaliOA, co me lo htmno prova to le numet·ose osser\·azioni, l'lte si sono s uccedute dallo prima comunicazione del H ns~bach . non è un rimedio inutile, ma ueanche innocuo: Lehrnaun, Criimcr, Lieb1g, P eabody e molti oltri la :;tper· im t~nlar•HlD cun vanlog~io nei Ciilarrt r-ronici entet•o- colicì, come pu re


DI TERA PE!UT JCA

Il ?/

li, \Yìtlowitz, Emruel, Pribram ed alll·i anrora la u'arono co n succe~sn nello tl•arren infnnlile. Fu Lrovala llÌO\'O?· vc.Je nella tubercolo<;;• <lt•li'iute~linn, co .. i <.llrtlci llltentc tr altnbcle . .li•nmuentlo il numt.>•·o delle sca•·•cllf' <illlrroiche e mitiganu<l i dolori. Pariro~nli. da qun!'i lulli g-li O$"ervalori. a 1111 tempo. fu ritenula per· un •·ftìCùce deodo rnnte rl<~llt> m11$•tl fecali, auche in que1 cnsi, nei qunli una variAzione esseuziale nel tlecoi''W clini1·n d<'lla malnlliu fu 8JIJ.!Cil1J HOIalo: Ewurd, Buurhor.l, Schwar·z, von Stnrt·k ed allr1 C0nfl'rmarono il fallo. M<!rcè lu nan.alina, non s0to ... i arr· -=la lo sviluppo dei micror·gani c::mi nt>ll'inte..;Lino, ma si r lt-!òCC euche ad uccid ·rvi i parnl<~ili J'una :<pecie pil.l ele\'alo in orgar1izzazion , cotn(' sono ,.di elmiuti. ad el<>'ln(W' gli o:-llruri. E poiché una parte del far·maco, riassorbita. c;i elimina pt'l' 11 ,..~tE'ma onnal'io solto for·ma d'un Pler·e soHor•co, ne contw~ue c be tle!sn spi••ga un'al.iOUP unli!<ellica sull'orina ~les~a, cht>, solto la <;;ua iulluem.n ctJ'etth·om••nte r esta inalte rata per «ellimanc t> 111~1 IIIIN'I, c·nrt!;e•·vand" la not•maiP ren zione acida, ~enza subrrc ullcrazioni d1 sor·ta, ferrnenlath·e o putrefatlive . Bou~ha rd, anz•, menz•ona una circo!'l:mza di molto inh·res«e, ed é elle in cer·ti disturbi ~a:-Lf'ici l'orina actJui,ta propriPtà rorlemenlP. lO!':>icbe, che vcu:;rono anuullale non ~i loslo agli infermi si ~ommini .. lra Jll'l' uu pu' di tempo la nallalina, fS quale p11Ù '>piegar e niJn «lt'S"'O rno.Jo llll:l f>t\'0l'f'VOie azione sul t•alnrro dell:1 n•sc·ica, in virlìr d•>l suo pa~­ c::aggio a traverso i r·eni. Ma, pi ù r·b1• nelle ~urnùtcnle alft>zionì, la naflalina Lrova la sua capitalo mùicaziono rllzH>nalc nella lel'apia iniziale dt•ll'ileo-tifo, in cui il pror Ro~sbach, du ellore tli clinica medica a Jena, l'ho rucl'•)mantluta ed uc;ata con !'UCCe!'sO. E difatti , se ,.j ammette che il barillo •le i lil'o renE>lra nell'or~aoi;;mo dall'intestino ~'Clt<>, alme no al princtpio nella rnaJallia, nuove irnra!'ior•i di microbi hanno r•petutamE>.nle )uogo daJl'mtes tino slc~so o dal prtrnillvn focolaio morboc::n, ~i deve in ron~!'gueuza pen"'arc. in qut•slo primQ pPriotlo dell'infE-zi one, ad opE'tare tolt' una medil'.azinne anlic:eltica !ute<>ti-


RlVISTA

nel.-, che valga se non a di8lruggere, per lo meno a limìnuire il nurnero dci j:!'cr·mi infellanti, onde mellerP Je eellule or~mche in condizioni di poter re«islere alla loli.H chP rionanno combatter e . QuanLo piu pr·e~ocemenle !'i PITelluera que<>la disinfe1iooe inlt>slìnale, Lanlo mag!!rori "flranno le probabilità dì l'lucces<>o neiJ'aborllr ... od allcnusre r111 trfo adrlnminale gr·avc; rmperncchè, se In malalli~t e inoltrata nel 8UO det•m•so, i bucillì, dalla pal'l~te intestinali' ~i <>nno lra<>feriti nelle !dandoiP me en~crì~hc t> nella mìiZR. P ii lo hanno già operata un'inf•·zionc ,:renerale, contr•o la fJUalr pet•<·io torna affatto inefficace l'anlisepsi intestinali'. Cnn •rue,tì criteri, non solo d Giit.ze, ma anche \\"illox, Pt>abrldy, Boucbar L il nostro Testa ('d aUri molli banno nltf'nnt • r·tlevanli succeflsì nella tet•apìa rlcll"ileo-lìfo, mercè la di.;;infezJnnu con la naftali na. Fra tanto accurdo di aulor·i, la Jcller atura mo.iira dr fìermania po-.!:'iede in propoC>ilo due lr\\"ori, che r·ont1•ad.twono i buoni risulla~ì anzidetti, P sono: una Jis:;erlazionc del !\lurel (Ueber die the r apeulisclte l'ertrerlltun{f t/es Yapfltalms, besonders be( Typh. alJr{nm. Slra!><~burg ), e.l una conferenza del Fiirbrin~er (Deulseh• meri. Wocltenl$eh r., t887, nume ri 1'1, 12 c 1::1) ; ma noi, per amor dr brevità, ci limi tramo Il segnalare sollauln lll critica st ringente, clu> ne ha falla Seh.rwald, ba!"a.la sui criteri palogenelrci c c!iuici ,.oprA accennati, come··hi· l'un autore abbia lrallalo con la nanahns un nutnei'O as«ai cr-<ruuo (IO appena) d'rleo-tìfo«r ~-'per pochi :nornr '<ollanlo, e l'alli'O, il Fi.irbrin;.:er, pur avendo un nu· mPrO ma:z~inre d'rorermi (50), di qu<>sli non abhill snllopo:.to al tr·aLlameolo predetto che una melil (a scopo dr c·ontrolln cnmpa r·alìvo). i più !'favore voli per coudiziom rndinìuah ••r· ganrche c per lo stato dr gravezza in cui sr lro'a'ano. rllr·eché ai 2:> casr la oaflatina sra slata pr oprrrala pt'l' la prima volla in media dopo 8 1/ , gior·11ì ciall'inìzio del!a 111t1lullia, ossia

nel secondo sell~t,.r rio. Senonchè, l'espel'ienz<~ c l'os.-;ervszione hanno fatto adollti1'6 per principio di ma~:::ìma, nèlla cliruca tli Jena, eli non tr·attar·e alcun caso d' ileo-tifr, con la naftalina. !;6 non a !>tadio intzìale, quando non ,, ancora avvenuta un'infezione generale e torna nalurahnonle utile la


DI TERAPKUTlCA

11 zo

medicazione a nti<~ettica intestinale. P er 'luesta stessa raHione s'intende da sé che la naflalina non poteva spiegare azione sul decorso della temperatura febbt·ile, come, invece, le curve termometriche del Got.ze, nei casi so ~topos ti per tempo all'uso del farmaco, e le ricer che sper imentali del nostro Testa s ull'azione btologica di esso nei cani e conigli, inficiati con pus putrdallo e resi per ciò febbricitanti, dimosll'arooo il suo potere antipiretico. Da ultimo Il Sellrwald, con tinuando nella critica, ha fatto valere le sue buone r·agioni per iscoprit>e un altro punto debole del lavo• o di FU.t·bl'inge r·, relativo alle ricerche bntleriologich c, pet· ridut'le ul loro giusti) ''alore, poiché di queste s't,ra fallo forte sostej::"nO alle sue asset·ziont. Lo aver coltivalo uoa "Olta i bacilli ciel l'ileo-tifo dalla rntlza d'un infermo lrallalo con la nafta li nH, e lo aver ottenuto un'altra volLa colonie pure, in collu•·a pialLa su gelatina, dt~lle scariche alvine di analogo mttlaln, non sono argomenLr valevoli a scrcclltaJ·e l'azione anlis&tlrcl1 del medicamento, perché l'un caso fu preso in cura al l'l l • giorno di malattia "• rtuindi, in uno Hlndio, come s'è accen· nato, Lurdivo per ollener ''antaggio dalla naftalina ; e l'allro non prova a! Lro che questo, cioè lo possibilità che i bacilli del tifo, sotto l'inOuenza ùirella della naftalina, vengono danneggiati nell'mleslino nella Iom rnergia vitale e nel po· lere di svìlup pll, uon però da reslat'lll' uccisr, in g uisa che lt·asporlati in un terreno nutri tivo flWot·e,•ole , qual'è lo gelatina pri"a di nnflaliua, t·i!'rundono rapidamente novello vigore e si sviluppano l'igogliosmn~>nt ... Ed ora, sem~a rnlra1·e nel detta~lio delle nuove rtce1·che !>pE>rimE-ntal i, eh~> il Sehrwald hn rontlollo a termino, ron ingegnosi m ezzi e pazienl"' esattezu1, nel campo òella bAtter· io l o~ìa , ne.l 'lUAie ogguli si col~o no i più sicuri a llori, rimandiamo il leLlot·e, cni pungesse desiderio el i conOI"COI"e le minute pal'licoluita tecniche, ulla sor ge:-:te indicata mdl'intestazione dd presente articoltJ, c ci contentiamo eli riportare testualmente, qui appre»so, le conclusioni for moiHle dall'egregio nulor·o. 1. La neftalinA an sostanza a;;isce s ui micro rgunisrni rlella


1130

IIIYISTA

putrefaziont>, delle feccie P del tifo, nrre!'<tandone lo S\'iluppo a lemperAlura di stanza, ma solo in tenue ~?rodo 2. Il potere di!'<infeLtanl.e della naflalina in 110h·ere è, in corri~pondenza con la quantila d1 f>S!':Il, maqgio1·e quando ~ più estesa in superficie: in motlo analogo si comporta ver"O i liquidi, cl1e sieno continuamente agitali. 3. L 'azione delle naflalina soprà tulle le specte note di batter• é, in un modo assai "'i:Ztlifìcanle, più inlenl'a, 'JU&ndo si eleva la lempernlura al flrado del calore noc:l rn organico· da ciò è più cbe pr nbahile che la naflalina A.!l"' a a prHalenza sotlo forma di gas, nel distrugg-ere i gt:rtui o. comunl(Ue, nel paralizzarli. 4. La naftalina, (Juale ùi.c:infetlrutte ga<>soso, deve spiegare più energica azione sui g:ermi aerobi, ec:istenti in un liquido, che non sugli anaerobi: paritoenli, 0!'<!'<8 Gin )!riHlo di agzredire più tenacemente quelli che vegetano sopr a terreni nutritivi solidi, Anzirhè gli altri che ";vono nei Ji,ruidt. 5 Le condiY.ioni per una piu l'avorevole aziont> della nof· Ialina esistono nell'intestino, m0llo pii• che nel hicchier e da sa§Zgio, poichè non <:Oio per il calN·e cor poreo l>i ,·erilica una forte evaporazione del farmaco. Hlfl anche per la peristalsi il Mntcnuto lirtuido iule~Linol e è mantenuto in continuo movimento, donde anche un continuo cont.all.o •l'una parte del liquido «lesso col ;,!'8s, che si Holge ,laJla noltalina 6. La nnflolioa, &J.!giunta alle materie fecali cme~se, ne diminuisce il contenuto batleric:o, circa della meh1. Data in· lernamente, a principio abbassa d1 '/,-'/, •l numero dei ~rermi , ma poi, a poco a poco, questi si elevano di nuo,·o alla primitiva cifru, per il t'api•IO sviluppo di 'i "elli fl'a •·ssi. eh·· ~ono piu resi<.;tenti alla nanaltna. i. Sui ballen delle scariche ah·ine tiroidi la naflalmu a~"Ì'-CC ancor piil enerzicamente. diminuendoli al deciJOO Anclw i ger·mi, r he si tr·ovano nelle de1ezioni venlrali o·un ileo-tifoso, u l"c!!uito dell'uso del calomelano, resta no Jalla 1aClalina aso:ai rortemente danneggiati. 8. EssP.ndo il lifo add0minalc da rilener;oi I(Uale infezione mistu, ne con~egue che l'..tso dello naflaliuo tro,·u la sua intliral.ione a pr·incrpJO di malallla Pd acquic:to a buon tli6Uo


Dl IERAPEUTICA

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terapeulico per il fatto che, allA temperatura del il gas che ~i evapora da essa è in g r ado di arreanche i bacilli del tifo. 9. Avendo il calomelano potere disinfettante sopra una ,P&rte dei hatteri fecali nel Lifo, e, per converso, altre specie di questi rimanendo attaccale dalla naflalina, la somministrazione combinata dei rlue rimedi, al più presto possibile in principio di mala ttia, s i presenta come la piu raziona to indicazione teral)eulica del caso. tO. La naftalina, introdotta nell'intestino, è in par le riassorbita, ma i pr odotti tr·asformati di essa, circolanti nel sangue e segr egati con l'orina. non esercitano a lcuna azione para· lizzante sui microbi del tift). Dopo ciò, ci resta a meUot·e soltanto in rilievo che gli ora riferiti ciflli spet•imentali dPI Sehrwald conferma no luminosamente le prime osservazioni del R ossbach, il quale raccomandavA la naftAlinA nel trattamento dell'ileo-lifo, e di più provano a ll'evidenza che ques ta sostnnza possiede virtù paralizzante non solo s ui bacilli del tifo, ma eziandio sugli alb-i microrganisroi esistenti in quelle deiezioni alvine. Sul· l'ulilHà pro~ica di questo r imedio pokanno solamente pronunziare un giudizio definiLi vo le osser vazion i a l letto degli intermi, lo quali sar·anno lanlo più concludenti, quanto pu) numerose. rtimane per ò con ra~rone assodalo che i risultati ntagativi de l Fùrbrin get• e del MureL nullo tolgono al valor e della nàftal ina nell11 ~e ra pia aborlive nd attenuante del tifo addominale. G. P.


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RIVlSTA DI TEC~IC\ ES~:RVJllll M~:mro MlliHRt Saggio d1 una breve latruztone aulla tattica delle truppe dlii&Dità. - Ooll. \VABLOeRG. -(Dettlsclle .\filtliiriir~tliehe Zeitsehrijt, febbraio 1889).

La Lattica o la scienza di dirigPre il comhaltimento tratta de!Ja disposizione delle truppe, dei loro movimenti e dello relative norme prima e durante il comballmlento e la rrcerca dell"mflueiiLa che in questa esercita la locahtà. Come le altre tru ppe, anche quelle eli "anità doHcbbero Hno dal tempo di pace, esser e educale ed isti'UiLe per poLcr fornire io guerra la maggior quautrl<:i di lavoro po~,.tbile c racco-

gtierne il relati"o utile. La tattica delle tru ppe di sanità si divide in r eale ed applicata. La prtma si occupa della Lattica delle tru ppe di "anilà.la seconda ne esamina i ra pporti con un distaccamento di uoa delle altre armi.

L La tattica reale.

CILralleri.stiea dellr truppe di santCà. li còmprlo delle tr uppe di !:-Snilà consiste nd raccoaliere e ll'asporlare dsl campo •li batta~lia, durante e dopo il combfltlime nto, coloro i quali, o per le armi del nemico, c per aJLro motivo di,·engono incapari a combattere, e qurndi apprestare loro quegli aiuti richiesti dal loro stato arflncbè po,.;sano. al p1ù presto possibile, l'iprendere il loro posto tra le file.


RIVI STA DI TECNICA "E SEJ\VIZJO MEDI CO MJLlTARE

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La m8niera co11 la qu" le le truppe di sanita prendono parte battaglia per questo scopo ba una grande azione morale tt•uppe, e contr1buisce essenzialmente alla vittoria, poiebè col comparir-e delle truppe di sanjtA sul campo di battaglia nasce e si maotiene nel combatt;;nte la convinzione che mtutte le circostanze si avranno per lui Lali cure, che sarà conservata la sua vita e saranoo diminuiti i suoi dolori per quanto è umanamente possibile. Ciò inspir·a coraggio e confidenza. Si comprende quale importanza abbia questa confidenza a sicurezza quando si confronti l'istiolo della propria conserva· zionP. iunat.o nell'uomo, coi pet•icoli, oserei dit'e quasi inevilobili, cb e sovrastano alle tt-uppe sul campo di battaglia al giot·oo d'oggi e ad una dis tanza, alla rtuale uon s i scorge ancora il nemico. Le numerose diserzioni durante la guerra tra Federico n e Maria Teresa avevano, in grado non piccolo, la loro causa, nella inesprimibile calamità che attendeva i fer-iti nei luoglù di me.licazione e negli ospedali. Per adempier e completamente al suo dovere, il soldato di sanità deve in primo luogo sapere aiutare il suo camer ata ferito, in secondo luogo trovarsi là dove il suo a iuto è necessario. Pet·ciò l'istruzione del soldato di san ità deve essere di due specie: una tecnica (fasciatur e, servizio d'igiene e degli ammalali), l'altra disciplina re (obbedienzu, es•~ rcizi, marce, ecc.). Una trup pa di sanilà bene esercitata deve essere istruita completamen te in tutte e due le specie e, come per gli altri corpi, l'istruzione individuale è la base dBll'istruzione dell'iotiera truppa. Per questo motivo non è tanto facile di procacciarsi la truppa lli sanità, sebbene l'istruzione del soldato di sanità non rlchieda cosi lungo tempo, come quella del soldato de!le altre armi speciali. Ral'amente le truppe Ji san ità g iungono sole sul campo di battaglia, ma OI'Ùiuariamenté in unione alle altri armi, però non esiste a lcuna specie di armi elle possa fare a meno di esse.


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RIVISTA Dl TEC~ICA

l n riguardo all'arredamento le truppe di sanità po!'sono essere cllvise in lre classi: soldali di sanità <li prima linea, i quali sono assegnati alle corrispondenti unita di h'uppe; quelli tli seconda linea, i quali funzionano sul teatro della guerra dietro l'armata; e quelli di terza linea, i quali islituiscono i loro stab•limenli nel campo della base d·opet•azione nel senso più largo, nellu patl'iu. Appartengono alla prima classe i riparti di sanità presso le truppe (a iuti porlaferiti) ed in parte le compagnie di sanilà autonome (distaccamenti di !'anité); alla seconda classe Ftli ospeùali c.Ia campo col personale di riserva od il ser,·izio di tappa pe•· amm(llati; alla terza classe gli ospedali di guer1·a pennanenti (ospedali di riserva) specialmente in patria. Gli ultimi sono immobili e sono costituiti da sluhili menti, i quali Ol'dinariamenle servirono come ospedali militat•i fino dal tempo di pace. Gli 011pedali da campo apparleneuti alla seconda linea sono a•·•·edati per modo che posMnn mutare di posL<'. Tutti gli oggetti ed accessorì appartenenti a questi ospe· dali l'Ono così disposti da poter essere ripiegati l'd imballali sopra veicoli elle seguono a questo scopo l'ospedale da campo. L'arret.IB.plento dello compagnie da sanità autonome è de"li· natC' in prima linea per i posl1 prmcipali di medicaztone. La compagnia porta con sò sopra veicoli a ciò dcsLinat.i tenda da oper·aziouc, is li'umeoli chirurgici e malerialè darne· ùicazione, vi vera alimentari e di conrorlo, e tnezzi dt ll'&:;porto per j r.:rili . I n conseguen:t.8 di l~le arr edamento una co10pawua dr sanità si wuove presso a poco con lu stessa ve::locttà della fAnteria, J)er corre cioè cit·ca quattro chilornetl·i 11ll'oro. Il cat·ico pe~nt~ !!d iluumero dei voicoli presupponi' per l11 marcia in avanti della compagnia u11a strada pratacnbile cd un te rreno seuza notevoli imped1meuti, come f>11lh, !'uolo ,.abbJOso o simili . Solamente i riparti di sanità io g razia del loJ'O art·oùamcoto le~gero possono facilmente seguit•e per ogni dove le truppe indi poudenLemente dalle strade. Per l'at•redamento di uo soldato ùi sanità occorre un l~ggero zuioo da medicazione, il quale contieno prmcipalmcnte oggetti


E SEHVJZIO ll EDICO ll ll.llAllK

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per la prima 111edicazione, una hm Le·• na, um• hor•accia p~r l'acqua c.;on bicchiere, ad e:.so si ng 2iunf!e il bngaglio e le armi pr oprie del soldato (1). A 'JU"'-lu CIJI'ICO o;i a~giunge sohlltleute Jurflnle il comballimenlo la barella. DuraoLe la rnar·cia tutle le Lar~lle sono lraspòr'LillC sopra veicoli appartenenti ul ri par to, Mpr a uno o tlue carri dP m edicazione legger·i a duP o qualli'O r·uole ed un carro leg gOI'O Lrasporlo degl i ammolali. In u11o dei rarn tln medlca:tiorw ;;i trovano imballali tulli gli oggelli nect•ssnr·i pt•t· C!Ji'tiluire il posto di m• d&Ct<7.ione. L'inliero rqnu·ln d t i'anilit è Lraspor laLo a cavallo. l ripa1•li di ~'an i ta !-i muovou(• ('11'-Ì con la stessa vt•locità delle truppe, alle 'luali appartengono, cioé pt:~ r·cot'I'O II O con l A ra.nLeria da 4 ad 8 clulometri, cou la cu,aUerìa dtt n a 10 chilowel•·• all'ora.

per·

A pplicfuiort<' della t altica alle truppe d i sanità.

Il r iparto di !'unitÀ l'i può con~i.terare r o111e l'unità lattica delle Lr•uppe eli ~-'llnila nPI\n !òtCi'"!O modo che il hAllAglione, o me!.!lio «Cc(onrlo alcuni la colllpA::nia, lo !'fJII&drone ~'la bnller•in sono c·oni'ii,J,.r·»li rispoltivAruenl~ <·nmP unità lALlica della fnnt81'1 8 , de)Jn ('fiVU 1Jeria, oJeJI'al'ligJieris.

EsM é ver oruentc la più :z raude unità autonoma che può e~· Sl'r e dir ettn dAl comAndo di una sola per~onA <' nello sle!'!'O tempo la prù prcrnla unità che può co-.lituir"• autonoma uell'ìull' r no dcllr tr·uppe di i'flttill-~. Uu plotone rli porl::~feriti del ripArl~ eli sani tt'l può qualche volla 11ello sle~i'O modo che 11m• rompR~nia di fnnter ia, es"ler e i ncaricalo di tur "ler•vizio in lipendenle, 1118 in fJucsfo caso deve per o !'eropre p(lll'r disporre o dPI materiale del riparto, oppur e mantenet-si in •~ Lrello cpnlallo r·rm es!'o. Le uozioni eh ~'l llt'dra, fila, lurr>n, colnnna non abbisognnno di alcuno Mh iar imcllto. (Il Rolntivamcntc allr anni c-t~te .:rnndn rtilTeruntil n~l diver31 eserciti. In ulcuni Il ,.,Jdaltl t h ,antla t1 armato tli caraloina, 10 altri tli ri\·oltella e sembra cho rJ&Hl>l<~ corrhi(l!ii Hia. meglio a ll o ;copu.


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RIVISTA DI TEC~I C.\

Una colonnn si dice uperla quando le òi<>lanze fr a le sue singole parli ~ ono eguali alla la rglcezza clelia loro fronte. Perciò uno to lo c<,lolina può sr mprc prcnc.Jerc una posizione spiegata, l.dacch(• le :;ue parLi possono muoversi libe•·atnPute. All'incoolro una colonna si dice chiusu, se Jr dislunze l'l'n le ~ue parli sono mcnori. Una colonna rice"e il nome da colonno de!>lra, sinistra, o 1118di8fl8, S<'COilÒOChe ha i n testa la pal'le destra (pei'CÌÒ Ot •l l'l· parlo di sunil!l i carri eli sanità), la parte sinistra (i carr1 do medicAzione), la perle mediana (il plotone portafer ili). In r i?UAt'do allo scopo :;;i possono cli~linguere le formazioni speciali di marcitl, ùc riunione, di manuvra, di comballirnrnlo

Costitu:zione dei porta.feriti e det rtjJarzi di sancta. (Rt gO/(Imellto clel f88G).

Il plotone di porlaferili composto di .~barelle, 8 !Jle. Hi uomini (forza di gu~> •·ra) è po~to 1n ra11go in nn solo meruln·o "Ccondo la lunghezza ed c• formolo da• portnferiti di UIIA m··cles.ma compagnia; 11 primo plotone ùel raparto di s a111t.s ,. cn"l•· Lui lo dalla LI'Uflpn della pl'ima compagnia (squacirone, ••cc .) r1 !:'erondo da quellu dello seconda compagnio, ec.:. Per a (.lri re lo fìle e çoctcenl•·arc lP squad re, il plolouo t> or· di nato su ùue Lnemlll'i, su qualt•·o membri ma in modn che 1 portareriLi tic una !~ lessa barella J'or·mino un n1ernbro. La prima furmazione è prefel'ibile pl!l' lQ rmnione n c,.u,.n del ~.:olpo d'occhw, mentre le altre due 80no più comode .tur ante la marcia, pe•·ché esse occupano minm·e esl en~ione in larghezza, e cosi ~i secomodano •neglio alla larghezza della ::;t•·aJa. La òislnoza f1•a clue uo mini che stanno uno vicino al· !"altro nello !>Lesso membro ammonta alla largbozza della mann, m enl1·e fra due membr• la d1stanza è ugual1· alla lun·

ghezw di un braccio ossia " di G~ cm. Il posto dP l capo-plotone io que!'ls formazione ù semp•·e all'ala deslra del plotone. vicino all'uomo di ala d!:'l prian u membro. t pol'tabar·elle o vuttuglie di sanHu sono sempr·e di!-!linll u numerali da desLI'a a sinistra coi num~ ri l, 2, 3, 4


E SEilVI ZIO ll.l.:O ICO Mlti TAllE

Gli uomini addetti al se t•vi~io dei can i Lt•asporLo malati e dei CDI't'i da medica:lione (d i sani tà) in numer o dl4uomini ed l soLturtlciale per i [H'Ìilll e d1 3 uomini cd l soUufflciale per il seeonòo (o secondi M ,, .. n'è più di uno), sl an nn alla destra dc i enrri nella for mazione ~piegatu c dielt•o d1 es, i nella rorma:r.IUne chiusa. li J'iparlo di sanita 11elln formazione iu ltnen (formazione di base) è cosi disposto: all'e,.tremilà destra il carro tra~porto maiali co' suoi in<~e1·vienli. alla l'inislra de1 quali marciano 1 plotoui por tafc 1·iti col pr·imo plotone alla testa, e diotro il secondo, il ter zo cd il quarto pet• ultimo, a f<inislra del plotonP gl'inservi enli dt>l carro di sanii.U ed a ll \~strema sinistr a il car rn •h sanil8 stesso. Se i ca t•r i malati o di sanilù sono più di une>, si dispongono 11empre i primi all'ala ùe!:'ltra ed 1 secondj all'ala sinistr o, o,.,rnuno di v1sa dall'alli'o riai l'ispoUivi inserv1enli. Il comandant.e della sezione ha il suo poslo a desl ra innanz1 al carro l raspo•·to maiali. L: n r iparto th ;:anil.à cosi spiegato ha uno 1'1·onte lar ga cir ca 50 lll<'tl'i. 11 passo di mar ci a delle truppe di sA'nitil à uguale a quello dPIIa fanteria, cioè di 0•,80. nella m arcia ordinar ia, di 112 a. 116 passi almi nulo. nella mar ci a acCtJl or ata di 1:20 a 125, nella cor so da 1G=l u 1 Opo~si al minuto. M ooimento deL plotone por lo./'erili.

· 1 plotoni porlafer ili si muovono in una liuea in» vanti, indielt•o, 111 ~;ouvt:H'S iOI I l' inLi• ·t·a o nt l.':tzll. l cu m bia nH:~ nli di fr onte si ranno !'Ull convpr•sioni lò\ul loln doslro o sul siui<iLro. f•'ormaz i 01li cl i eolu nrte.

Dai ploloni di por tafet•ili rl i ~posli ì11 li nea possono Pssere fot•male: aJ m1a colonua a Jesl!·a, ucllu qualo il pr1mo plolone •·imane fermo e gli aiLrt s1 collocano d1ett·o di osso;

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RI\'ISI.\ DI H.C;\'Ir \

. u) una r:olonna a sinL-.lra nella quAle ti •ruarto plotone ri manP. Al ~uo po!-lo come lt'!>la di l'Oinnna e gli altri dietro di esso; · c) l'd unn colon n <:~ di po r·Laft-l'ili irt due linf.\c•, n... llu quule il pr·imo ed il >'e1·ondo ploton•• slll nuo in prima hnea, il le1·zo dietr o al primo ed il qua1·Lo dielr·o al ::econdo. Qu e!~le formaz1oni in colonna 1icevono i !"e~ucnll nomi : colonna di mPzzo plotone e colorma di pattuglie, "ecoudo che ciascun pl otone(> diviso in due od m I'JU&tlro m rmbri Per tale motivo al romartdo per prendere urta formuzione d>lvc Rempre pr l'cedPI'e l'indicazione dPila fo t·rnttzione del plotone. p. e~.: Forrnar·e i pl.')lonì eli porlaferili 111 colonne di palluglie col plolouc su tlue linee, ecc. Di fJuesto formazio ni in colonna, lJUella ::u du" ltnf'P c U$ala · per la r iunione, p~-'r contr o, le colonne di mezzo plotone a sinistra od R tle.. tra, o le colonne di pattuglia p•·r le marci'.

Forma:;ion.i in ttn.ee. DAlle fn1•rnnioni in colonna <>i ripren de la rormnz1one m battll~lia mf'cltaute lo !~piegnmen lo dei plotoni 11 dPRLr•a ed a

"inistJ'8 sul plotone eh•• è in pr 1ma lineA, il quale ruontiPne il Ruo posto. I n questo fOI'ITiflZiOnf' e neces!"Ar'iO ch e i plotont ~i !~pieghino ::econdo il (t,ro numero pr ogl't>S!';ivo, per chè diver!"amenle Avrebbe luogo uu't~tvt>r;.ionc, che 11on ::ar ebhe dt alcuno speciAle vanta~~io. Le òir ez1one clt•llu mar cia di utHl cnlonna è aftitlala al plotone di te>~ ta. Il passa:;tgtO rlel mezzo plotone uliA rolonne di pattuglie avviene nE!IJ'It il erll" di tulLi i ploton 1 colllemporanramcnl•> con :a divisiorw in membt'l e vicever~a si r ifot'ma la grande larghezza ò i 1'1·onll' spiegando noll'inlPt'no di tutti i plotoni i membri di v1::..i con tempor aneamente.


E SEBVlZlO MEDICO MUlTAR&

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Formasione della catena nei plotoni portajeriti. La piu piccola parte di un plotone portaferiLi, la quale possa essere mt:~.ndala avanti formala m catena è composta di due barelle o patlughe, cioè d1 un mezzo plotcne, alla quale tien dietro rallt'O ltl6ZZO plotune in Ol'dinechiuso, per l'inforzare la catena in caso ùi bisogno. Alla formuz10n e in catena preceue una disposizione nella quale i pot'lafet·iti pt~ssano in p1'1rna linea, mentre la dis tanza fra le barelle si porla a 5 passi. lntaolo la catena può essere format.a subito dopoché si sono messe fuori le barelle e le pattuglie si sono disposte iotorno ad esse. Un tale camb1amento può, ciò non oslante, divenl.3re necessario, se le truppe devono eseguire un movimento set·t•aLo.

Mooimento del riparto di sanità. Il ripa~Lo di sauilà può muoversi in avanti, tauLo in inlier-a, quanto in mezza conversione. 1 ca.mbian,e nLi di fronte si possono eseguir~; cou conversioni avanzando l'ala destra o la s inistra.

Fo rmazione in colonne. Un riparto di sanila in linea può dar luogo alle seguenti formazioni in colonna: a) colon na s ul la destra, nella quale i l carro· trasporto feriti è in testa, indiolro "'d esso i plotoni pm·ta feriti e da ultimo il carro di sanità; b) colonna sulla sinistra. In essa il carro Ji sanità va in testa, poi i plotoni portaferili e da ullimo il carro trasportomalati; c) colonna. sul centro, coi portaferiti alla testa, i carri in seconda.liuea uno di fi&nco all'altro quando il terreno lo pee-


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lliVISTA 01 TEC~ICA

melle, in ca so di,·erso prima il carro lrasporlo-malali, quindi il carro d1 sanilV.. In luLLe queste ditfdrenti colonne i portafer1ti po<>sono dispot·si nelle sopradelle formazioni. Delle formazioni in ~olonna del ri par to di sanill.t, le due pri me sono adoper-ale come colonna di marcia, la tcna sul campo di ballaglia fuori del liro efficace del nem1co. Dalla formazione di riunione il riparto di sanità si cambia nel m odo m igliot•e nella formazione in linea. Il pos~aggio dalla fot·mazione in colonna alla formazione tll spiegamento avviene 11el seguente m odo: la partP che ma rcia iu lesta Jel riparto m antiene il suo posto e le altre s1 ordinano a Jcstra où a sinistt·a di essa, oppu1·e nella colonna ::-ul centro, a destra ed a siuislt'A ùdla paete che è in testo. Gli uomini di servizio ai carri tra~porto' malati e tlr sanitù nella formazione spi~gata stanno a destra c.iel car1·o, nelle fot·· mazh)ui in co lon11a invece die tro di esso. Combattimento.

N.-1 comball1men to Il l'iparlo di ~anita puo rimanere iu orùiue c hiuso, o dividet•:;:i in ordine sparso. Se la tnq>pn in marcia ioconlt·a uno piccola forza nem1ca," per •1uesta .;;prega una pat·le, una o due compagnie o rorse solamon te la sua avaoguard1o, se il riparlo di sanita l"i sviluppasse inti01·ameote, no sa 1·ubbero ostacolati i suoi mo\'imenli. Sr spiego pet·ciò solam uule quella parte dei plotoni porwfet•ili pel servizio dello barello che é necessaria, la •1uole medica i f~l'ili s ul luogo e li prende con sè o col carro malati o con le barelle n Così avvenne spesso nella guer1·a tli Bosnia ed Et'7.t!govina • del 1882. n La formaz1one ello in tali cirt.:oslanze cor-risponde meglio por il t•ipurto di sanilù é quella in colonna centrai••, perchè perm e tto il libe1·o movimento dei plotoni porlaferiti, senza impedire 11 lavot•o cou uno dei due cani. In vece se lo ll'uppa l!i s p~ega nella supposizio11e che d com-


E SERVIZIO lrEDICO l!ILITAIIE

• r nlo rich ieda batLim

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lu lt·~ le s uP f()r7. C, allor·a All~' h e il rip~'rlo di sanità deve e~sere spicf(alo. In tale eir cm;lauza i plotoni porll\feriti ~~ c;volgC\no dalla colonna centrale nello stesso ordirro~ delle compagnre dt.!l bALlaJ!Iione. · Se le compaguie (una o più) passAno a comballer o• in ordine sparso. il riporto di sani là manda pure in ordine sparso i cor•rispondenti plotoni. 11 plotone od i plotoni che non si sono spiega li formano la riserva di sanità. Con essa il capo della sanit~ può aiutare i plotoni giA spir::rati in caso di bisogno, oppurt' pl'OV\'t•del'e n!In riser•va generale delle truppe, quando sin mttndala in soccorso della prrma linea. distaccata, o fatta avAnzare pPr l'alLacco ed turche con catene di sanità. In qualu r'VJUC fo1·mazi one il ripArto dt sanitò p~entlfl parte al combattimento deve co1-rispondPre a Lre !'\copi: dt'oe trorarsi lh dove ve n'è bisogno, ma col suo avansarsi non deve impedire i movimenti delle lrU{IJif', l' n cp[lurc e.çpo1·si inutilmente a t .fuoco del ne m i co Nella lattica applirata !<Srà rlescl'illo più esalla.menle il modo con cui il riparto di sanità adempie a questi scopi in un romballimolnto, a l 'JUUie pr·ende parte in unione ad un COI'jìO di tru ppA compo:>lo di tu ll~> le ~rmi . Ora sara desc rillo KOlamenlc il modo di comportarsi di un r ipart6 Ili sanità rn un combAltimsnto in cui prenda parto• solarnenlo la truppa alla qualE' PSSO a;>pa1·liene.

Noì scegliemmo a qu~>;;Lo fine un ripar to ùi s arrilà, apparlenentP ad un ballagltone dr fanlel'iu, giac<'bé nelle guerrP dei nostri l('mpi il combat1imenlo della fanteria é l'essenziale. Il combattimento dellii f~mteria avviene perle coll'arma da fuoco, parte colla baionetta. L'ultima arma trova il suo impi~>~o nell'ultimo decish'O attacco. Quest'ultimo è preparato e re~o possibile m f'dian te il combattimen to a fuoco. Dacche fu1·ono inlrodolLe in tulli gli eserciti le armi da fuoco di grande portata, il combattimento con essP comincia gia Ad


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RIVISTA DI TECNI CA

una g rande di ~ta nza: 800 fino n 1500 m. o più, e crmtinuA ftno alla massi ma vici nanza , tOO m. ~ più. e; importante, nel condurre sul campo di balla~lia le truppe di sanità, di conoscere esaltamen le le circostanze N•lativa mente a l corso dei proiettili delle a t•mi lla fuoco. Ogni proiettile descrive nel s uo cor so un arco d i m a ggior e o minore convessità, diver so secondo i divers i sis te mi d'armi da fuoco. Dietr o a ciò si può dividere il corso di una pali n in uno spazio per cor so da essa , in nna parte non per icolosa, dentro !11 quale la palla é più a lta del bersaglio, ed in una per1colnc:a nPIII:l rrualo la curva s i a vvicina di nuovo a l suolo ed flg!i nggelli che vi s tanno sopr a. Inoltre per il p'eso della palla, l'ostacolo dell'aria, e lo dimi· nuita velocitil d~lla palla , colla accr esciuta Jonla nant.a, il raggio di curvatura é più piccolo pe1· la porzioue peril·olosa del cor•so del pr oiettile, che per• le a llre due porzioni. L'angolo di caduta, oppure l'angolo cbe la tr aieltori•• fA col piano orizzoJl lale là dove- la palla cade é s empre p1ù gr·aude dell'an golo che fa la palla collo stesso piono m principifJ Jo>lla s ua corsa . La g randezza dell'angolo di caduta di r.eudc poi, d'allra partP, dalla dis tanza del ber sa glio; quanto mag~rore é f)Ue~ta n istanza, tanLo maggiore elevazione il tirator e deve dar~ alla sua arma, a rfìnchè la palla po~sa colpir e il ber·~aglio, t' Lflnlo pii! grancie sal't'l pure l'angolo tli ca du~a . I doli ~opracila ti valgono p~l cor·so di un proiellile su ~uCJlo piano. Le ele vazioni e }.) depr essioni del l~ r·t·en o de vCJno natuJalmen le cambiare le pr opr ietà dt-1 cor so della palla e la :-ua p~ ­ l'icolosità. Una depr ession e nel terr eno può r endere note,·olmeule mi· nor e la parte radente della traiettoria, all'iocontt·o una e!evazinne può r endere peric•>losa la parte non per rcolosa, ed aumenl8l'e la por le !Jericolosa. Alla gra nde distauza, dove slunno le nostre pr oprie truppe a ll'infuori del do minio del fuoco r·ndenle nemico, tendono i lt H'O sforzi n d1rigere il lo r·o fu oco così, che d suo be r·~a ~:;lio "''IIP'a a d e~~e re neJI'tnler no del d· miuifJ ptr Jcolo::o.


E SEIIYIZlO IIIEOICO liii.ITARR

Il bersaglio del fuoco nemico sul campo di battaglia, ha specilllmenle due scopi, le ('atene dei cacciator i delle uo~lJ'e truppe

e l11 nostra rise1·vu. Qullsli bersagli secondo ilt!!rr·eno po~souo essere distanti

tra loro di circn 300 metri Per ogui roo\'imento cii~ le truppe eseguiscono cambia la tlistanzr~ dPI ber·~aglio e pert·iò allo ~lesso tempo la lt'll.iellorw, cosi che uno spazto d1e era espo...,lo al peri rolo, p•u't diveni t e ~i curo. m" n tre il sicuJ•o Jouò eASI'I•e cop••l'lo dai pl'oielLili, ~e noi ri cerrhiamo inoltre come si compol'lino le per.lile dt>lla truppa in rapporto alla distanza, noi lroviuroo elle esse aumontano a misura che dimin11ìsee la di~tanza dal nemico. Al principio del comballimenlo •l fuoco del nrmico C11gìona forli perdite n!!Ue catene t.lei cacciator•, più tuJ•ùi il lor·o numero aumenta, menLJ·e a:1clte le compagnie di ri~ervn soffrono qualche perdita; a poco a poco il numt>r·o clei ferili aumento sempre più, ... com•nciAnò a soffrire anche i battaglioni di serva, flno a che le villime cadrJno 1•resso a poco nelle ~lessa proporzione in lutto lu lruppo uello spu.do dominalo dal fuoco raden l~ d•·l nemrco. « Come i tedeschi nAII'ullima guerra ft'Bttco-let.lesca nelras• ssllo d t> Ile a!tu t'e di Sl· Pr·ivul. " La più ~raude di stauza, a1Jt1. tJuale uuu perLe di Lr uppo !>Offre perrlite per il fuoco nemico, dnv•·ebbe ca lcolur!li sopra -1-000 meLI'i. Ora se noi preudiamo in consiJel'azimae i cf>mpili, l)i quali neve soddisfare. Ùn riparto di sani per· porto re, dura11le rl combattimento, quel l>eoeOzio od aiuto chP s<: ne espeLLa, e nello stesso tempo quaulo ... j è olelto circa il corso der pr oiettili ed il combaLlirnenlo in general o, uni vt>r'l'Prno subito alla conclusiorw, corroboru taa nche dall'esperienza, che una l1·uppa di sanità, lu ~ruale voglia p1-eslare le !>Ue cure ai fer·ili esclusivamente fuori dell'uoco ne111ico, sa r·a cerLaLDente di bPn poca utilila. Noi abbiamo cioè posto t~o me prima condizione per uu ulilf' lavoro, (·lto il riparto tlf sauiLA si trovi Jù dove rw ~ ri chiesto il biso~no. Ma, comr abbiamo veduto, questo bisogno nr•n e

r•-

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RfV(STA DI TEC'iiCA

dietro il campo eli battaglia, ma su òi esso P. si fa Lanrn ma~­ gioM qua!!to pni la truppa si n vvicina al nemrc'' Noi rigt>tliamo quindi l'opmionc. inftllrala<~i dalla pu1 gr·u ndt~ antichità, che anche te isliluzioni sanilarie, che se~Z:uono imrnediatarneole le truppe, debbano sempre tenersi fuol'i del tiro nemico, lu qual cosa é assurda neUo stesso modo, che si vole~se in untt b~ttlaglia dei nostri grorni rrt.ardare la cura de1 ferili fino a tanto che si ~enta rl ~egnale della \'illoria •·oml! t'ra costume al tPmpo di Feder·iro il Grandi' . Il campo di lavor o del ripal'to di sanilil coincide ron quello delle altre truppe. n posto dr medica7.ione più 8'1'Anl8ln. seCOll'IO quanto si e dPllo, nella maggwr parte delle armAte si stabilisce da '700 a 1UOO met1·i dallalinen di fuoco .lei Mnuc '· e quindi in un luogo ancora dominato dal fuoco rwmrco (f Il brillante ~ucces~o. l'aggiunto dal scr' rz1o snnrtarrn te· c desco oell'ullima guerra fr·anco-germanica, P Jn\'ulo ..:r•nza ~ dubbio alla O"!'"'l''anza di questa massima. NumerMi. •tuasi a or·dmar·ii, sono 1 Cll8i, in cui il lavoro sanitario fu l'unc dotto solto il fuoco nemico. • Si domanda orn comt> un riparto di sani la pun durante lA ~ ua aLLivilà in questo terreno. adempi('rc agli altri comptlr che as· sicura no un la voro ulrle. Il riparto di sanità. pt>r non irnpPdire i JI)Ovimpnti rlelle pr·o· prie li'Uppe, dt::Ve evitar·e eSpressamPnto IJUCile strade, ftOr IC quali rlP\'OIHI avanza1·:>i le riser ve. aflirw di non arre<olarlc. e.i inoltre i puuli dol campo di baLla~lia importanti ~otto il rrgu!irdn laltiC"o, ~-:iaccho ~tkwno ud éssi pun I'irulo,ar::-1 piu \'Oite rl comhatltmento nella sle<::sa ballaglia, <· finAirneolle il l'ipar·~o di sanit.à 11011 d··vc imp•'rlire rolla sua venut.n 11 funt'n d••lle pr·opric truppe. • Pe1· est'rnpio ru un err•>rù nella batl&).!lia di Nui<;..,evillt' a il :11 a~osto 18i0 di collocare un posto di med1ca1.inne rrel c castello dr Ser vigny, rl quale 61'8 un o~~elto di lotta. rh•' • fu pr<!so una prima v1•lla dat Lede~cbl, poi ripreso dni fr·nu« resi, ed alln fiuc di nuavo dar lede:,chi. » Rimane ancora da vedere come un riparto di sauitA P'l""a a lemprer·e a l ler-zo còmpito d•·i sopranoroinali


E S.EIIVJZIO MEDI CO Mll.lTARE

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Jl quesito si può sciogliere sèhemalicamente senza g rande difficoltà V'e· una fase della lc•lta, nella truaJe il nemico Lira sulle nostre catene di caccialorì con f':.:oco isolato, sulle nostre riserve, per contro, a salve. Qualora il fuoco nemico fosse cosi ben di retto che i proieLLi li colpissero solamente quella parte del campo di battaglia che Unemico ba in mira, cioé le c.atene dì caccialoi·i e le riserve, lo s pazio tra lu catena e le riserve e quello immediatamente dopo queste sar ebbe liber o dalrefficacità del fuoco; e così la riuoion'e e la médicazione in questo luogo, di coloro che rimasero fei·ili, m entr e le truppe si avanzano, avverrebbe senza che le truppe di san ità, o coloro che sono soccorsi. fosset·o e!:'posli inulilmenle al pericolo di essere feriLi. Ma in realt.a queslo non avviene mai; é quindi miglior· cosa per noi di considerare il campo di battaglia come lutto pericoloso, e che perciò ci obbliga, per sodd isfare al terzo CÒQ'lpito, di ricercat' e un'alli'a protezione contro il fuoco nemico. Una tale protezione noi po~sia mo trovare solamente nPI modu di compo••larsi clel let•reno, che il riparto di sanità deve utilizzare a ;;:.uo vantaggio. Una elevAzione od una dep ressionP del terreno, un rout·o, un fabbl'icalo possono principRI· mente dare um1 protezione dal fuoco nemico, quan do si conosce la 10anieru di adoperurl t>, r-iò c lte pu(l dare solamen te l'espet·ien za degli esercizi in campagna.

Dire:&iMe del ripa.,.to rli saniin sut campo eli battaglia. Fìuo a LAnto cl1e s i co mbatte a g1·ande distanza eri il pericolo per le truppe 6 limitato, il t•ipat•to di sanità deve essere teoutn riunito fin ché é possibile ed in caso di bisogno deve agit·e in formazione chiu~:;a. In questo periodo del comLallilllento si può più facilmente fare a meno di un posto di medicazione a nzichè della mobili Là del riparto di 5<8.nilà. " Così avvenne nel comball1meulo di Wrascbdehna il2 geo·


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RIVISTA 01 TECN ICA

• naio l 18, pel pa~saggìo dei Balcani, nella battaglia pr~sso '' Taskisen ~::d in molli altri casi nell'ullima ~uerra russo• turca. • Con ctò si olti cno il g 1•ande VflO ltlggio che, qualora il nemico abbandoni In sua posizione senza aspettare la bt~ltagh a o senza 1mpegnur si maggiormente, si può sPguire senza ritardo le ll'uppe che SI avanzano. Ciò avviene obbt~st.an?.a frequ en temente in ~Pgu ilo di maIIIH·re, come girando il fianco del nemico, ecc. « C16 avvenne s p<~sso duro nLc la guerra 1877-7R. '' Quando le truppe entrano solLO il fuoco effì~ce ùel uernico, ad 1t.1a distanza 1\1 800 A 1200 m. circa, fa disposizione della lt·uppa di sauità deve va riat·~. E!>ss deve o1·a preodt>r parLe alla lotte in or dme sciolto. In ques\'ordint> si distacca: t• lu l1•uppa per il disimpegno del posto di medi,:nziont>, consistente dei carri trasporlo·malaLi e di sanitù col :or o per sonale solto i l comando Ji uno dei medici del •·i parto; 2•1a sezione el i pOI'L!!fel'ili sotto il secon(IO med1co eli lrtappo per il lavoro sul campo di baltùglia stesso Primo posto di medica.;;ione o po.~fo di medica.;ione del r iparto di l$anilct.

Il primo posto di medicazione (1) Aposto da 700 lino lì 1000 m. dalla linea di tiro del Helllico, ma dietro il centr o o meglio dietr o una d ~lf e due ali delle proprie truppe, ben inteso in un luogo prolello pe1• quanto è possibile dal fuoco. a N ella guet•r a franco-ted<>sca ciel 1R70-7'1 SI scep-lievano « per primo • posln da medicazione villaggi o case isolate, « distanti 15 o 20 minuti dalla linen di combaLtimenLo, come " A Langensulzbarh, G6sdm·l'; alla baLlnjlli a di W òl'lll, ecc.; • spes~o in aperta campagnn immmliatarnente dietro la linea a di fuoco, rome nella balla!!lia p1•esM B eaumoul del 30 ago"to H!70, ecr. • {l) È conosciuto, rho rll posto <li questa oulica llcsigr~<tziolle " s uiJenlrnUI tj llclla 111: fJOsto di mNiiCMione delle truppe.


R SEIIVIZIU MEDICO M1Ll1'AIIK

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In molti casi e slrAOI'dinal·iamenle difllrìlo eli ÙISporJ•e Il

primo posto di medicazione che sia n• quulche maniera al co· perlo dal fuoco nemico, il quale può anche dopo qualche tempo obbligare a trasporlarlo inùiet1·o . • Molli casi dPila slessa guerra om·on< Cf:empi ùi dò; • eosl dur tJu le la battaglia di GJ•avelolte- St-Privat si fu ob• bligali per qualche tempo tli portare indietro d posto di • medicazioue di SL-Ail. • Io qu esLe circo:.tanzt~ non bisogna kalascinre di mellere il posto di medicazione al copel'lo per qutwlo è possibile artificialmente, come pr esc1·ive pure il ~·~golamenlo, anche coo la costt·uzionl! di uu t•iparo di terra. Oll.rl' a ciò nella scelta di una località per il primo posto di mediCAZ one si deve badat·e alla po!!sibillttt d'avere della buona acqua, alle comuuicazioni col p•.>Sto priuc•pale th medicazione, alle cunùizioni igieniche ùei <:onlorui, alla vie nanza di fabbr ietili dove i rer iti possano lro\'nre l'ico,·et·o conLro le vicissitudini atruosferiche, ecc. Una buona ecella solto tutti i rappod1 del posto di medicazione dipende dalla esattezza collo quale il capo del riparto di 68llità ha ricouosciultl le ncinauze, ciò che noo si puèl t'are ma• troppo a fondo. Scelta tu locali si deve tosto o tabiliro:~ il pòstci di mec.Iicaziooe. Pro1Ha dndsione nella scelta~ celerila nello stabilire il posto di ntedicaz•oue sono di grauJe importauw. È sempre meglio di avere a disposi ziou~ uo luogo Ji medicuziontl anche con qualche difetto, ma però giu pronto, anziché esset·e imprt:parall qua ndo ar1'1vano i portatori coi ft::riti dal campo di battaglia. È della massima impo1·tnnzo, lo~lochè si è cominciato il lavor o in un posto di medicazione, di stabili re un collegamento: t o col posto priucipale d• medicaz1one, 2" colle •ruppe. Col po::~lu principa:e di medicazione, poiché Lutti i ferili complet.amenle 1ned•cali devono lo!'lo C'~erc evacuati verso di esso, ciò elle 111 prima liu<'a apptu·ti!:loc o.lla compagnia di sallilà del posto principale di medicazione. la quale per 'lueslo mottvu 1'app1·estmla la riserva gene1·ale del ripat•Lo di sanita oporaute sul campo ù1 battaglia.

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RIVISTA Dl T&CNlGA

Quanto piu presto può esser.. l'alla l'evacuazione dei feriti sul posto pri11cipale di medicazione, tanto maggior•e sarà il vantaggio ~ia pei fer iti, i quali tanto più p1·esto arrivano alla tranq uillità ed al coufortabile, sia anche p~r il riparto di sanità, il quale si 1·ende così più mobile. Colle truppe il riparto di sanità s i manti ene in contatto mediante le pattuglie di porlaferili, le quali seguono le orme della lt·uppa. Se intanto accades se in qualche punto del campo tli battaglia una graude·p er dita di uomini, e peeciò si dove~se {lirigera cola un uumet•o maggio1·e di pa ttuglie di sanità. potrebbe avveni re, specialmente in un terreno bo~co so od accidentato, che la catena di sanità p erdesse per qualche momento il contatto colle truppe, e che perciò il ripa1•to d1 sa1ulà ignorasse i movimenti della sua truppa. Da ciò può inoare avve nit•e eh() il posto di medicazione o rimane troppo indietro dei combattenti, oppure non tiene più la posizione più v~nlaggiO!':tl per le suo truppe, Oj)JJUI'O, nel caso che questo siano sospinte indietro, non può a bbastanza presto levare il ca!!lpo e rilìrars i in buon 01·dine. Se 'il :-i pprlo di sanità ha pet•duto il contallo colle IJ' uppe, il com a ndauìe del ripartò deve ~ubilo cercare, mediante ordinanze particolari , di ris tabil1rlo • K el modo 80pradetto durante la ballag lla d i Noi~sevill e « del 3:1 agosto e 1• sellembre un posto di medicazione le<< desco cadde nelle m ani dei f1•ancesi. E nellu ~tesso JOodn . « cioè pe r· la ma ncanza di conta lto colle tl'up pe, duranLe la u battaglia di Gornu-ùubnick il 2~ ottobre H\7i, il riparto ùi « sanità della brigata cacciatori della guardia entt·o in run• zione più lardi di ciò cbe era desiderabile. ~ Lo scopo t) i u11 ripa r· Lo di sanità s ul posl o di m erlicazione. è quello di mettere i fe•·iti in condizione di sopportar<' un trasporto sui carri o sulle ba r·elle Ono a l posto principale di medic·azione. Le misurf' corrispnmlenti a questo s copo consis tono pl'i n· c i palmeate nell'apposizione di bendaggi, nella di~mrezione delld fer iti;.', nell'eseguire quelle operazion i che sono n ece~­ sarie per la lraspot•tabilità dei feriti, come tracheotomic, al-


E SERVIZIO ME DICO MILITARE

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ù'arterie, e"porlazione di frammenti d'osso liberi, ecc. Le oper·azionr di mag~iortl importanza, comP amputazioni. resezionì, ecc., devono praticar"i al pr imo pMt.o di medicazione solamente quando per rAso non vi fosse un altro posto di medrcazione (posto di medicazrone prrncipal~) ed i feriti potessero co·1 es!!e ec:sere pr~parah per un traspot•lo più lun~o.

Nelle ci rcostanzi' ordinuie non s1 dovrebbero intraprendere tali oper·azioni, perciocchè in certe circostanze ne potrebbe conc::eguire una immohilita in un posto del ri pa1·to di sanitit, e le tru ppe manche•·ebber·o del suo aiuto per qualch" tempo.

Dire$ione del plocone portaferiti S(l/ campo di lxtliaylia Come abbierno osser,·a to. il numero dèi ferili cresce lClsloché la tr·uppa entra nel dominio del lir o effic~ce del nemrco, e tanto più, quanto e più vicina all~ calenP dei cacciatori nemici. 1 plotoni portaferili. i q\lali seguitano le truppe>, svilup· pa no la loro èàtena in corril>pondenza dei combatleoli, cioè alla compagnia che è in prima linea. c::egue il s uo plotone ùi portaferili chf' si sviluppa lullo in catena. Gl! altri plotoni al principio del combaLLimenlo r·imangono in riserva. Quest'ultima ~ul campo di ballag"lia ha una doppia importa nza: 1• prov\'edere di truppe di sanila la riser va del battaglione, nel caso che il fuoco nPmico vi produca delle vittime, o 'Jlltl!Jdo sia mandata in sostegno dalla prima lin~>a; 2• (>ssa deve ser,·ire di r iserva speciale per quei plotoni, i quali hanno tenuto dietro alle compagnie piu a vanzate. A misura che l'una o l'altra delle pattuglie del plotone che opera in prima linea ritorna al posto di me.iirazione con fer iti, bisogna r impiaz:zarla nella catena, ciò che si fa mediante le pattuglie mondate dai plotoni di r1serva; le pattuglie di portarerili che vengono dal posto di medicazione


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lliVISl'A 01 T&çNICA

sono al più presto possibile ricollocate nei plotoni di riserva, per potere a loro volla essere distaccate il1 rimpiazzo di altre. Questa disposizione ha lo scopo di avere sempre a drspo· s.izione per il bisogno uomini di ~:.anrlé, per· mantenere COli· tioua la catena dì sanità e di conservare una certa quantità di forze t'iposale pel momento decisivo della battaglia, per· il soprafar.ente lavor o che d'or dinario attende il riparto di sanità in CJUel tempo. La catena di sanità può avanzarsi fo rmata in pattuglie fìno clave il fuoco del nernico diventa r·adente, ma da questo punt.o in là ogni soldato di sanita deve cet•care, per conto suo ed approfittando rlel .riparo che il terreno pu6 offr•ire, di avvicinarsi ai ferili per prestal'e loro il primo soccorso. Siccome in questo punto del campo di ballaglia e della massima importanza di offrire il pi ù piccolo bersaglio possibile ai colpi dP.I nemico, cosi nou si può naturalmente parlare di tma pattuglia che traspor ta un f'et'ito grave, ma devono, due, o luLt'al più tre porta ferili, aiutarsi a Lrarlo fuori dal punto più per Jcoloso. 1 pot•tafel'iti in questo luogo non devono neppure perdere il loro tempo, oppur·e esporre sé stessi ed i ferili inuLtlmente a l fuoco per raccogliere gli oggetti di corredo dfi ferili e portarli seco. Se ciò si può fare senza diCficolla, lo si lacci~ , mo la ]oro attenzione s i deve dirigere ttrlla ed inliera ai f•'l'ili, per preslar·e loro il primo soccot·so e soltr·arli ai per·ìco!o E~ questo può talora essere tale chf' lo ste~so posto dove giace jl ferito ed uno a lfallo vicino può dargli maggiore pl'olezione, che un ll'asporto. In questo caso egli deve eJ::ser·e la scialo colà dove trovasi a l sicuro dai proiettili. Poiché il lavoro dei porla ferili in questo periodo del com· battimento porta via u11 tempo straot•dinat•io, e pr ecisamente in esso il numero dei feriti ingr ossa sempre più e raggit.mge durante la carica il suo punto cul minante, ò naturale che un gl'ande numer·o di fel'iLi può es~ere r·accollo c soccorso !'.O ta menle dopo il tel'mine cleiJa baLtaglifl. !< Dopo la battaglia di Koniggr•atz del :l luglio 18o6 si Lt•o" vaYano ancora dc>i feriti non medicati alla se1·a del 7luglio. "


E SEII\' 17.10 MEOICO MILI'fAIIJ.<.:

-(Vedi Unler der roi.hem Krt>u.., vo11 clolt. J UL.IUS NAUNDORFF. Leipzig l 6i) Se rauacco é coronalo dalla villor•a d lavoro sanitario dopo il combattimento si compie fac lmeote, al che contribuit~cooo , non poco,· Ja gioia e r .. ntuf<JaSifiO deUa VllLOrla, ehe si comu nicano Anche ai fer·ili. Se, all'incontro, l'attacco fu infelice, ullora s'incoo lr·ano spesso g randis!':ime .·liffìcollà nel raccogliere u tt•aspot·Lare i feriti. Od il nemico. dopo d'a,•er r·espinto un atta cco, paRsa egli ste..-so aJI'asc::.alt.o, o fa lln conlr<~llacco, ,. sempre re10o impossibile d1 raccogliere i rrritì. « Cosi avvf'Hne nell'infelice alla<'co oonl!·n Plewna, e col::'i • pure dopo ti disgraziato combaUimenlo del reg:frilnento • <'acciatori della guardia presso Tohs ti :H ottobre 1877. Quando le tr·uppe dopo un attacco non •·iu!'cilo, ri p1·endono Ja posizione cbe avevano prima, possono bene porlaft•rili isolati tentare di ve11ire in a iuto dE't loro camera ti feriti, come è lor·o dover•' di fttre secondo le loro for~Le. ma, aoclte iu questo coso, è impo;:~ibìle un Ja,·orn ord nato. giac<'hi· nella maggior pa•·le dei ca<:i tl lL'I't'Cno è ballulo dal l'uocn nemico. In lali circostanze il buio della notte é un bcu,enuto ulleato dei [X>r laferitL Coll'aiuto .l~ll'oscur·ila si deve :;piogere avanli la ca lena Ji ~ani t.à e raccogliere i feriti. Il comandante del ri parto di sanila ol cadere del giorno deve portars i vicino all11 Jin~ di eomhatlimenlo quanto piu gli è possibile, affinché ù perco r::-o dalle paUuglie ùi sanrlà sia il pm b r eve possibile. Il la\'oro sul campo di ballaglia deve ~!'~sere con d-.~tto per· modo, che né le voc~ né i lumi J·os..c::.ano forma re ber-..aglio al fuoco nemico, le lanl,..rne cieche necessarie per apporre la medicazrone, devono sempre esser e tenute dal pOr'taferilo per modo che la luce venga sul rento clalla parte del nemico. Anche aJ posto di medicazione si devono O!'l~ et•varo le s tesse mis ure di precau:~.ione, :ZiliCChò sebbene il comando superiore nemico pocsa avvertire che é ~lato eretto un posto


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RIVI STA DI 'nCNJCA

di medicazione u ùil'ellalllent.e oppu1·c pe1· 1ne.:?.o dei segnali delJa Croce nossa (di ooLle una lanlc•·na rossa •, può pPrò avv1•nire che tiratot•i isolati od un distaccAmento prenclo uo per· ei'I'Ort> il posto di med1cazione come lnro bersagho. Allu spuntar· del g iorno il lavoro dove cessarP. lanto su ~ r,ampo co1ne ul posto di mediet~zione, e questo rle\'e e"st•re r i!•Orlalo iudieko lontano dalle linee di lir·o. " Dopo la bollaglia di Plewna f'u po-.sibll~ ili raccngliere e a Lraf;por·tor e l'dicemeule duranlt• la uulle 1 fct·•li del g1orno « u1 èombattirnenlo. " Jn combattimento di molli corpi di truppa uevono spe:;c;o più riparti di s&uilà enlraro in u:done unito l'un l'allm. Se è pt·ofillevole, il comandante p1ù an7.Jnno dc1 dl\'t'r"i l'iparti prende il comallclo tli Lutti. l n gene1•ale " pt~1·ò !'lempre ml•glio rli. avere almeno due pr imi posti di medicazione, giacchè la linea ùi battaglio Ji venta co<~i estesa anche d1 già per· unu br iga tP di runtcr·1a, che un p1'1mo posto ùi medicazione comune sarà col ternpo troppo dislilnle dalle singole par·li del campo ùi ballaglw. Jn r iguat'do alla po~sib1htà sop1·a detta, i riparti dJ !'Allilà uppartent•'Uti alla stesf'a riunione di l t·uppe, per 'fUanto t! po~sìbile, non ùov1·ebber o giommo.1 es~>ere d•vi!>.l, ma ~" anche l o fossero si deve aui1 e 111 w odu, cb e i H ce.-te cirl·••,.ttutze f'SSI pOS$tiOu r itrovar si.

A ~ione del riparto di sanità durante un combatwnento di difesa. Il combatlimento di p•,sizione om·e vonlaggì essenziali J•t-1 lavor o delle tr·uppe di "'anilu. P rima eli tutto è da notarsi, che il pael'e dietro la pu!"i?Jone è orrhnarìomenlt} qia conosciuto: per· cui la scelln dJ un luogo adatto per il pr imo posto di methrazione non presrnta llt!'~­ suna dìffirollà. Qu indi esso puù esser'(' complelamcnle <~tu ­ bililO in precedenza. i mez7.i per lo sgombero sul posto di medicuzione pl'incipalc possono provveder si a LPmpo rleLilo, in brevp, si può preparare Lullo per 11 cornballimenlo.


E SEit\ l ZIO llEDlCO llii.IT..ul&

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Subilo dal priucipio del combattimento si possono mandare avanti i plot.oni portaf~riti per modo che ss tr ovino tosto 10 condizione da comineiare il loro lavoro. Frattanto anche in un tale combaUimenlo ~i deve pensare alla necessità di uno spostamento del primo posto di mediear.ione, nel caso cioè che sia cambialo J! campo di baltaglia. Se le propr ie lt'uppe completa11o la difesa con un movimento offensivo, luLla la linea di rombaltiroento sarà ~pinta più in avanti, e con essa naturaiJHenle anche il primo posto di medicazione. la qual cosa non inconlren\ molLe difficoltà giaochè il paese è COIIosciulo. Se invece si deve abbandonarP per· r1ualche motivo la po· aizrone, e le truppe devono ritirarsi. si primo posto di medica?.ione dovrà pure <>eguire lu mede<>sma direzione Una ritirata elTettuata con ordine e cAlma durante un combaUirnento di dii-esa costituisce il più difficile còmpito per una truppa di ~unità ed è una pset1·o dr paragone della !!Ua abili ti!. A ll'impr~ssione sLr•a.ordsnariaroenle dP.primente, cbr• una ritirata produce sul morale delle truppe combattenti, si aggiunge per uua lr'uppa dr sani:.à rangoscia e la dispern7.rone dei ferili per la loro condizione senza RQCcorso. cbe imperlisce lor o anche dt concorrere a sollra r·li dall'inimico. • Si può citare come un esempio di una. rìlis·ala etfelluata • cou or dsne e con buona riuscita, quella della compagnia • di sanità del corpo d'ar·mat.a bavarr>!'!e dopo la balla~li11 di • Coulmiers il 9 novembre 1870. • Se il lavoro sul cornpo di ba.Uaglia è ullsmato ed il ripar·to di '~anita è riunito, In rilsrata snr•é nolur·almenle effettuala facilmente, poi ch~· unn parte di'i feriti >~i LruRporle rolle barelle, rallr·a parte coi carri. ecc·. Tutti i feriti devono, per quanto è possinile, essero Lr·uspor tali con sé. poiché il loro abbaudono n~>lle mani del nenuco, che si avanza, ha in generale una azione mollo deprimente sullP truppe. Ciò non si può nllluralmenle evilore quando il campo di battaglia non c ancora e::;plorolo. il luogo di medio.~zio'le è iugombro di f~s·iti , ed il nemico incalza. 73


RJVJS!A Ol TECNICA

In mezzo a que~te circostanze il lAvoro tuo lo nelle caien~

di sanità, como ul posto di med1caziono, t•ichiede 111 piu ~rrande calma ed il più gt·ande sangue frerldo da parte del comandante del riparto e parlicolarm~>uto ll·uppe ben discipltnat.e. ~ella constdet'8Zione che rl t·iparlo di sa111 tà, qualora cada nelle 1nani uel nemico, non può uei primi tempi dedicarsi alla propt·ia truppa, la •Iualt; forse ,.a rl1retLamenle 1ncontt·o ad uoa g iorn atti sa nguiuosn, e clltl spotla di fare l'icet·cs dei r~::nl1 sul campo di ball.agha a quello fra 1 combatleuli che ne u rimasto padrone, i· più vantaggioso eli sospe11det·e il lavoro sul campo dr ballaf,:lia che l•• propt'le truppe devono abbundonare e moglie piu pt·e<>lo che troppo Lardi. St può allot•a con lulle lP. fos·ze l'iunitc sgombrar t• il pnslo di medicaztone o r1uindi pt·ovvedere al lrasp•>rlo tlei feriti già medicati. Ctn uondimeno nella considerazio11a dei l'ameralt Cer1Li che rimungouo sul campo dt b11LLaglia, il lavoro santlario F.U di e!':!:iO non devo mLerrompel'si troppo pr~~Lo, cd incorr·ere perciò nella Lacci& di viglia ccLeria, cio che le truppa dt satLitn dovono assolulamcoLe evilat·e, g iacehè esse 11011 solo l'ODO al ..,erv1zio del pt·oprio popolo, ma dell'umanità, e 101'0 è aC· fidato l'onore 11on .sol l,anlo detiR rrop t·ia nuzione, ma tJp)l'u· ruatula. Se le crr eo;;Lanzo l'l JH'el'enlnlw co~:-1 diSI-\'t·aziale cbu Ri è obbligati u lasciar~ 1nclielt•o 11011 solamente 1 propri ferili cbe si trova11o sul caJnpo, rua anclte quelli del posto di medica· zionc, deve ~empt'P rimanervi pur e od il cupo clt·l ri parto di sarut.a, od ti p1u t;apnco de1 s uoi dipondenlr. Egh rleve Cl)Oseguar e il posto al ttetnico coi suoi l'ocili io buon ol'cline; •1uando questi ,, pre::.eula msp1rargli constderazioue, rimanel'e a !inuco dei suoi camerati ferili consola11doli ed mcoraggiandolt, e hnalmeule p111 lar·di cPrcare la 8Lruda ,(pile sue pt·opt'ie truppe, ciò cito in guen·a é spesso mollo dirticile e ricl11•·de ad uu tempo intelligunza, senso d'ortenlarnento c furza ò'tlllÌIIlO. • Offrouo esempio di ciò t casi dei Lede:ochi dopo la por« dtla di Ot·leall~ il !) novembre 1870. •


E SERVIZIO MEDICO lnLIT.\RE

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D((esa p r opria del riparto dì sanità.

Avveniva dapprima ed avverra ancoru nelle guerre future, specialmente contro popoli non civilizzati, che le truppe di eanità sieuo necessarie per· la difesa di coloro, che sono af· fidati alle lot·o cur·e sta sul campo di battaglia che sul posto d.i merl icazione. Sul campo di ballaglia la lollll si impegna con quegli individui <he assaliscono per rubare ai feritt ed ai morti il loro bagaglio. In talt casi l'esito della lotta dipende dall'abilità dei soldati di sanità nel maneggio delle loro aerni. La difesa contro un attacco di cavallerta nemica all'incontro r if:biede maggiore esercizio e circospezione. L'esito in tali casi dipende dal nnmet·o dei soldati di sanilA che si trovano s ul luogo, 11 dalla celerita colla quale sono capa ci di fare uso dell·~ loro armi. Un fuoco rapido di uno od alcuni minuti basta giA a togliere ad un attacco di cavalleria di una piccola ma!IS8 la sua più dannosa forza e ad impe•iire che i ferili siano calpc~"<tali dai cavalli. Da ciO emerge di quanta importanza sia che i soldati di sani!$. siano el'ercitati nell'uso delle loro armi, e che essi ad un attenti seguitino con tutta la loro atleuzione il comando del loro capo.

La brigala di sanità. La più grande formazione delle truppe di sanita è la br igata di sanita, la quale è composta di 4 ripar ti di sanità. Questa non può esser e guidata dal comando a voce di una sola persona, a me11o che oon s ia nella formazione di riunioni:! . Sul campo ùi battaglia all'incontro ciò è impossibile. Una brigala di sanita si òu•.e disposta ad ali qua ndo i relativi riparti stauno uno accanto all'aHro; si dice invece in co lonna quando essi si trovano in due linee uno dietro l'altro.


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RIV ISTA DI TECNICA

Colla p rima disposizione Lutla la brigala di sani la può pr endere parte nello stesso tempo al lavoro sul campo di battaglia; all'incontro colla sec.onda disposizione i due riparti, che si trovano n ella seconda linea, sono da con!>iderarsi come sostegno di quelli che si trovano io prima linea, e Mno chiam ali al lavoro secondo il bisogno.

Sostituzione deg li oggetti di medicazione adoperati. N e ll'uiLima guerra é avvenuto frequentemente cl1e le truppe rima nesser o senza materiale di medicazione. << Cbe enor•me quantitA di materiale da medicazione può u essere adope1·ato del lutto rapidamente emerge dal grande u numer o di feriti e di morti che una trup pa può avere nello « spazio di un'ora; cosi la 38• b r igata di fanteria ha perduto cc in un'ora presso Mars la T ours il 70 p. 100 degli ufficiali • ed il 50 p. 100 della truppa. l) Allo scopo di evilare una disgrazia, quale é la mancanza di mezzi da medicazionP, non solamente de" e essere assegnalo ad ogni riparto di sanità un co rro da m edicazione. che segue tulli i movimenti del r 1parto, m a inoiLr·e un carro da medicazione di rise1·va, il q uale appa•'liene al g•·osso treno della truppa. P rima di ogni battaglia il comandante deve as sicurarsi c he ogni militare comballenle ab bia veramente con sè il pacchetto da medicazion e, e che inollre ogni bare!Ja sw provveduta di una sufficiente quantita di questo mezzo di medicazione. Og ni pa ttuglia, la quale port.a un ferilo al posto di medicazione1 se deve rilornat·e s ul luogo del comballi mento, deve dichiarare che le é rimast.a ancora una suffìcieote q uantita di maleria~e da medicazione, ed in cas o contrario riceve la necessaria soslituzione.


E SERVIZIO M.EDlCO MILITARE

H 57

R iseroa prùte,iptlle de.l riparto di medicaziont:. Nella organizzazione del servizio sanìtat'io delle armate di quasi tu tti i paesi, la compagnia di sanità deve essere constdP-rata come la r·iserva generale dei ripal'ti di sanità delle truppe. Ordinariamente esistono dne o tre di tali compagnie in un corpo d'armata. IL l'oro còmpito principale è di costituir·e il posto lwincipale di medicazione e di efl'etluare il tr·asporto dei feriti ad esso dai primi posti di medicazione delle truppe. Siccome pet'ò venne nelle ultime guer·re provalo che i riparti di sanità delle truppe non fur ono mai sufficienti allo straordinario lavoro, cho trovano sul campo di battaglia) così le ,compagnie di sanità si affrettarono a sostituirle in lm·o socco!'so, costituirono il primo posto di medicazione ed operarono il traSt!Or to dei feriti dal campo di battaglia al posto di medicazione. In tali cil'costal1Ze la direzione lattica delle compugnie di sanità è la stessa Jei plotoni di portaferili sul campo dì battaglia. P erchè le compagnie di sanìta possano rappresentare la Tiserva generale delle truppe di sanita, la lnro disposizione durante la battaglia deve essere tale, che il capo delle tr uppe di sanita le abbia continuarneote solto mano per mandarle tutte od in par·le nelle località del campo ùt battaglia dove il bisogno é maggiore.

Il posto di medicazione principale. Il posto d i medicazione principale é ordinariamente stabi lito a 2000 o 3000 m _ inùietr·o della parte mediana della linea dì battagl ia, in vicinanza o dentr·o la linea pr incipale di rìtiralaJ ed. è comunemente destinato ad un maggior cor po di truppe composto di tulle le armi. La località deve essere


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RIVISTA DI TECNICA

completamente difesa dal fuoco nemico, riccamente provveduta di buona acqua, e nella vicinanza di un luogo abitato, nella quale i più grandi fabbricati aperti, le chtese. i mercati, le tettoie, possono subito essere destinat.i ari ospedali pei feriti. Le disposizioni più particolareggiate sul luogo principale di medicazione su quanto concerne gli ospedali da campo, e le altrd formazioni di 2• e 3• linea sono del dominio della tattica applicata, e devono essere colà Lratlate, per cui qui le ricordiamo solo incidentalmente.

E(lttcazione del soldato di san ita. Nelle cose sopradelle noi abbillmo cercalo di seguire la tr uppa di sani !A durante la ballaglia, ed abbi&mo veduto che s ul campo di battag lia le incombono g randi doveri. Non si pretende solamente da ess e abilita professionale, ma le loro capacità nel servizio ed abi lita nella mauovra sono messe a dura prova, come abbiamo \'Gduto, cosl pure la loro disciplina e la l01·o obbedienza, fedeltà e torzu d'animo fino al sacrifìzio della propria vita. Noi abbiamo veduto ne llo stesso tempo come nelle criliebe circostanze del soldato dt c:anilà si richieda non solamente calma, padronanza di sè e completa presenza di .::pil'ilo, ma oltre a ciò vivo sentimento per il camerata ferilo, il quale aspetta da lui consolazione e ristoro. ~asce da ciò la domanda come si deve diriget·e retluca zione del soldato di sanità per rormare di lui una individua· Jità che sia capace di adempierE' alle esigenze del ~;uo servizio. Vi è un a sola via per raggiunger e questo scopo, noi dobbiamo educare o~ni singolo soldato di sanità od un !:'ol.!ato compenelt'aLo della sua funzione. nel quale noi mentre facciamo r isallar e l'altezza della sua missione, d0bbiamo svilu ppal'e e mantenere una tenera umunilà e un calcio l'Pntimento di cameratismo. Tutte quesle tre pRI'li, capacità professionale, abilità mi-


& SEIIVTZIO 'iEOICO . 'fli,ITATIE

Il 59

Jil.are e vh•a comp»q"ione sono ~'l!ualrnenlP importanti nel soldato di sanita. ~oi abbiamo a di:<posizìone un grande numtWO di lavori come guide all'is truzi out~ del le truppE' rli sanità e loro culucazione nei due sen"i soprainriiceti. Nui pocosiarno qui cc.mteolat•ci di rimetterei ad essi. Al contrario tr·oviarno ma~?aiori difficol~ per l'ormerP le tr uppe di san ilù co11 nomini di cnlda comp&<>sione e tli alto sentimento di c·omeratismo. Qui non c:i trovano ,.. rum si possono trovare manuali, nè regole che l'l'•trutlo·" possa seguire; e 'JUPslo proposito diponde lutto nella ua tntlivrdunlità, dalla sua simpalra propria, dnll'entul"ia~mo della sue missione. Egli deve t·ercare mezzi aul'iliari ùalle i mme ~ini delhr s toria sanrtaria clello guerre ante1·iori, 1111ll8 storia delle sofferenzE' umane al lelln tlell'ammalatn, e tJUesli wez..:i ausiliar·i egli deve adnper·ar e l'o.centlo sempre appello al !lPnlt· mento iolerno clt·l ~uo allievo per il !'UO prossimo, per la sua patria, pe r i cantpi nolivi, pet' l'i~Linlo tlella propria con!.'arvezionc. per i suoi car·i nt'l pae~e nativo, fra i quali, duraole il t.empo tle1 l:lervizio. chwe cornpr·enclure LutLi coloro che sono r iuniti sollo la Rles~u suo bandiet·a. Per raggiurrg-er e il suo scopo l'h!lrullore ed il dirigente la truppa di sanità eleva esser·~ islt·ullo od esperimenll'llo come rnedico, ~olda to in tull~:~ I"Pslenl'ione uel lcrrnrue, ed uomo Ono elle pi u inlm•nc fllfr·r. del s uo cuore.

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1160

VARIETÀ

L'insegnamento nel Corpo sanitario militare. GIACOMO

PECCO

GBN!IULS lll!niCO ISPETTOIIB C.u>o

l

Con questo titolo fu pubblicata uell' ultimo fascicolo d1 ques to giornale per l'anno i884 una mia memoria mlurno ai vari modi con cui quell' JOReguamenLQ s'era andato svol~ouclo dal 183:1 fino a quell'epo<·a Aveva d&lo argomento a quello s tudio rìsliluzione della scuola d'applicazione di <>anitè mmt.urc, avvenuta rlue annt prima. Se non che, mentre nella r icor data memor ia !"i rian· dava un lungo seguito d1 rcJ;.C passate, nulla o quas1 nullA ~i direva della Scuola e dell'inc.egnamenlo in essa in1parhtu agli all1CVJ medici. Or·a che la scuola , dopo una esistenztt di selle ann1, ,., é meglio ussodata, semb1·ami giunto il momento di riparuro allo pensalt~ omis!"ionc d'Allor·u. EspOtTò quindi dettagltalamcnl.e l'!llunlo ad essa sì l'iferil'ce e, cogliendo l'occasione, dirò pur e. 1• cieli' istruzione ferrov1at·ia pet· ~LI ufficialt medici c:talA appeuu ricordata co11 unii bt·cve notu oello scr itto del ll')'lt; 2~ dei concorsi al !Jremio !'\ibe ri, avvenuti dopo quell'epoca, a• ùella scuola riì perfezionamento nell'igiene pubblica alla quale presero parte ulliciali medici f~ rarm<tcisti millturi.

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VARiETÀ

Scuola d'applicazione di sanità militare. Questa scuola fu istitttita con R. Decreto L6 novembre 1882 l!onformementc al prescritto Jalla leg~e 29 giugno dello stesso anno sull'ordinamento dell' eset·cilo, e venne aperta in Firenze il 1• gennaio 1883. Il lo~l e in cui fu stabilita e conveniente, salubre ed a Lto ad esser e all'occorrenza ingraudil.o, ed ha pure il vantaggio di trovarsi in prossimità dello spedale militare il cui coucorso è indispensabile alla scuola per alcuni insegnamenti pratici agli allievi. Scopo generico della scuola, s econdo la lef!'ge, è quello di fornire ufficiali al Coepo sanitarto militare; ma, come lo iudica la stessa sua denominazione, essa Jm il sostanziale scopo di dare ai g·iovani laur·eati in medicina e chirurgia i quali, dovendo' soddisfar e ad obblighi di set'v izio rntlilare, prefel'iscono concorrere alla nomina di sùlloleuenle medico di complemento, uu wdil'izzo prali co f\d uniforme uell'a pplicazione della scienza alle svarta te modaJila e specialità della medicina militare. Altro scopo non meno importante tli della scuola ò quello d'impartire agli allievi una elementare istruzione militare ed Ull compendialo insegnamento di lullo rtuelle leggi e di lutti quei regolamenti a cui dovrann o poi ltniformar si nella ruturà lot1o carriet·a ùi ufficiali medici, tanto n·~ i corpi di truppa quanto negli o!<:pedali, tan to in Lernpo di pace quanto in quelro di giterra. Nella loro permauenza alla scuola gli a!Jievi vengono puru educati a quelle norme d'ordine e di disciplina alle quali un ufficiale medico deve costanlernenlc informare la propria condotta. Tutti questi obiettivi sono inùic~ti nel regolamento J4 marzo 1888, ot·a vigeote per la scuola. Il t·egolaruenlo con uui essa cominciò a funziona re, era del !l d icembre 1882. Ma, come d'altrondo era l'aci! e a pt·e vedersi lraltaudosi d'un istilu lo di


YAIII.E'l'À

nuova creazione. dovelle io seguito subire alcune mutazioni, ùr I'Ui le principali furonc. l" L'abbreYiamento del corso che da un anno fu ridoLlo ad ollo me;;i, compr·eM il pel'iotlo de~rli es&mi !inali; 2" il cambiaml'nto uell'epoca dell'ammissione; 3° l' int!'oduzione 11i un ~som e scritto; 4• il cambiamento nell'uniforme degli allievi. Ciò premesso, diro or·a porlilamenLe del pel'sonale costituente la scuola, del modo con cui questa funziona, ùegli ins egllumenti che vi ->i impat•liscono, degli esami che ne sono il r:oronamento, e dei frutti ollenuLi nell'interesse del set•vir.io sanitario del R. esercito. PER SONALE.

Il per•sonaln è presen temente stabilito come segue dalla Tnbella N. 41, anuef"<>a al H. Decreto 3 luglio 1887. Ujf/eiali (1).

l C'O I011n ello medico (direltOI'e), l Lenente colonnello medico (vice direttore), 2 tenenti colonnelli o maggiori medici, 2 c.apilani medici, 3 lenenti mcclici, 1 capitano contabile, 1 lenente contabile.

Personale civile. l maestro dt schennu n di ginnastica, loettli.

~ scl'ivani

(l) Il tenente colonnello vicu dlrellore, l due altri ufficiali super1ori (che al· tu3lm cllle sono un Lenenti: colonnello ed un ln~Urgìore) ed i d11e capitani medici <ono proft>ssori titolari l tenenti medici sono J.orofe;;sorl lll(ginnll col assistenll al eoni. Il C:lllitano contabile •· dlrellom dei conti ed insegnante di contabilità. Il tenente contabile non ha ingerenza nell'insegnamento. Oltre a IJUe~to personale fisso, vengono annualmente c'lmandatl alla scuola alcuni urttciali del presidio per te istru~!onl di cu.J si dirà in seguito.


VARIETÀ

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Truppa (l)

l furiere, 2 soltu(Tì.ciali di maggiorilà, ·1 so~luffi ciale eli governo, ~ capora li, 8 soldati. Allievi. In numer·o variabile secondo i risultati ùel reclutamento di ciascun anno, ma che all'infuot•i del primo anno, superò sempre il centinaio. Degli allievi e delle loro vicende si dirà in seguito più diffusamente. AL'l'F\1:: ATTRIBUZIONI OEGLT UFF ICIAL I ~[EU!CJ .

li direttore è comandante della scuola, presidente del Consiglio d'amministrazione e diretto1·e degli s tudi. 11 vice direttor e lo supplisce in caso d'assenza. Degli a llri due ufficiali superiori, uno e relatore del Consiglio d'amministrazione. Dei due capitani medici, uno è aiutante maggiore e l"allro comanda la compagnia e dirige l' infermeria. Ambedue l'anno un turno $etlimanale di ispezione. l tenenti medici sono ufficiali ,li compagnia e fanno un turno giornaliero di guardia. UFFIOIALI OBB FURONO O SONO ADDBTTI ALLA SC UOLA.

A titoio d'onore ed a scopo di ricordo eh~ certamente tornerà loro gt·adilo, amo qui menzionare gli ufficiali Lutt.i che fecero o fauno par te dello islitulo. (t) Dum11.te il corso ~ono pure comaod(lll alta scuola dne caporali e !6 sol· dati della comr,agnia di sanita locale, Jn sussl•liù aJ personale fisso di truppa.


VARIETÀ

Direttori. BACCARA:-!! cav. Ottavio, ora colonnello medico ispettore, dall"aperlut·a della scuola all'ottobre 1887; Tos1 c~av. F ederico, colonnello medico, succedette al precedente nell'ollobt·e 1887 ed è tuttora in carica.

Vice- diretto n MARINI cAv. Francesco, tenente colonnello medico, ora nella l'iset·va, ru vice-direttore e pr ofessore di medicina legale dall'apertura d~a scuola fìno al gennaio 1885. BoNALU~ll cav. Giovanni, tenente colonnellp medico, surrogò il Ma r ini in ambedue le cat·iche tlal febbraio 1885 e le disi mpegna tuttora.

A Itri professori titolari. SEGRE cav. !Sacco, ora Lenente colonnello medico in posizione ausiliaria, 1\t desti nato alla scuola dall'aper·Lura e vi rimase col ~rado di maggiot·e medico fin o al sellemlwe Hl85, Lenendo vi r insegnamento del servizio sanila.J'io in guet•ra e della chirurgia di guer!'a. LAI cav. Luigi, ora tenente colonnello dit·ellorP. dello spe· dal~ dl Livorno, vi stelle dall'apertura fino ul 1-fiugnu 1888 col grado di maggiore, ed insegnò legg i e r egolamenti. PRETTI cav. Carlo, tenente colonnello medico, è atldelLo alla scuola dal setlemb!'e 1888 e vi insegna traumatolog:a tli g uet'l'U, oper·azioni chir·ut·giclte e servizio sanital'io di guerr a . FALCONE ca v. Nicola, maggior·e medico, fu addetto in tale ~rado alla scuola da l setLernbt•e 1885 al settembre 1888. suL'· rogando il dott. Segl'e nell'insegnamento speciale sopt·a d cordato, a cui aggiunse più tardi quello delle medicatur·e ed appareccl•i relativi, non che -rlell'anaLornia regional~J e delle operazioni chirurgiche. RANDONE cav. Ft·ancesco, maggiore medico. Destinalo fr·a


t t 65 i primi alla scuola quale capiLano e tale rirnaslovi fino al )ufllio 1887, vi tenne insegnamento di meùicature ed apparecchi relativi, non che J'anatom1a retr1onale e d'operazioni. MAESTRELLI cav. Domenico, mac-!!iore medico, destinalo pur egli dei primi alla scuola quale capitano, ne fa tuttora parte e vi insegna taiene, chimica bromatologica e statistica. IMBRJACO Prelt•o, magg10re medico. fu alla scuola dal luglio 1887 al "''llembre l !:'lo\8 cui grado di capitano e ~'oil' incarico d' in;:eA"nante per le malallie ed epid~mie piu frequenti negh Clòerciti. Qurxzro Ce-<art>. <'apttano medico, è addetto alla scuola Jal l'aprile ~~~ e.-l ha surro~:talo l' lmbriaco nell' insPgnamento suddello. PuGLtsJ 11ichelangelo, capitattn m edico, fu destinato alla tteuola nel fellembre 1~88 e vi insegna leggi e regolamenti.

Professori a!lrJilmti. In que;:;ta qualita fecero parte della scuola i seguenti tenenti medJc1, ora cnp1lani . dal gennaio 1883 al st?ttemhre l~. SPJI"ELLl Giuseppe ZANCEft Dante . . . dal gennaio 188;3 al giugno IK85. BREZZI Giuseppe . . del ~du~no lt18i all'aprile 18x5. GALLI Gio\'. Domenico dall'aprile 1<:!• 5 al luglio 1 H. MEN OJ!'\1 Giuseppe . dal settembr e al dicerobr·t> 188:J. PRESSACCO Pastruale. dal novembt·e 1885 al settembre ll'$'$7. R ICCIUTI Francc~co dal dicembr e 18 5 al selternbre 18S7. T URSIN"J Giovanni. . dal lu;..:lio 1 ·6 al no\'embre 18 7.

Ne fecero ~zi andio parte i lenenti medic1 · ora di missionarlo. ùal giugno a l noResc1 Francesco . vembre l ' ~. P ASCALE Alberto. dal seltembrc l 7 al c-iuquo J gg, NoceLu Domenico tlal l?iugno l88il al maggio 18 9. Fruoot.t Leonardo. dal settembt•e 1887 al luglio 1889. Vi fu inoltre comandalo per tolto l'anno l ~85 il teneme m edico Buo'llo\lo Lorenzo, allora sottotent?nte medico di complemento.


11 66

YAJUET).

Attualmente sono addetti alla scuola il tenente medico PEREGo Vittorio ed i soltotenenLi medici SANTucct Stefano e SAVI:-It Cat·lo, tulli e tre già aUievt nella stessa. C-Jjtciali conlabilt.

RA)lORtNO Teresio, capitano, destinalo alla scuola dall'aper· tura e tutLora presente ; MARCHESE Ang-elo, tenente, dal gennaio 188:! al febbraio

18%; ~ALAllOCCHlA Gtovanni,

tenente, dal febbraiO 1885 e Lul-

tora Pl'esente. Allleoi. In massima gli allievi provengono dai militari di J• caleg-oriu c da1 volonl.ari d'wl anno cht! ottennero tlt ril.ardare il ri-.pPllivo obbli~o di servizio fino al compimento ll<•i loro studi tw i versHari, cioè fino al 26• anno d'ellt Eventualmente potrebbero ancbt' pervenire ùai militan di 2' o lU 3" categoria, ma solo per co~i speciali. conformemente a quanto è consentilo dalr lstru::ion.e per flh rtlfieoi u,{!ieialt rh complemento. Però di que~tu categ-or ia d'allieYi non se n·ebbe finorll alcuno nella nostra scuola. L'auuncssione Alla scuola è altualtnenle stabilita al J• di novetobre d·ogni anno, ma è subordinata a due e--~~utiali condizioni; al già avvenuto conset:!uimeoLo dellu laurea medico·chit•ut•gica ed all'ave roe fatta domanda con dichiArazione d·a!';pirare alla nomina di ufficiale medtco di complemento. Allra condizione è quella dell'idoneità fisica al mililKrP :oer· vizio. al pari d'ogui altro soldato. ParCJò, al loro arr1vo alJa scuola, i concorreuti sono visilaLi e, se inabili. propoc::h & rassegna pe1· essere t•tformali od inviati m licenza dt cun'alesccnza d' un anno, seconc.lo le circostanze indivtduu.lì. Gli ammessi costilui:;cono una compagnio divisa in plotoni e squadre, c vengono subito cla!:'silìcati secondo i puuti di merito ottenuti negli esami universilal't ed, a parità di r unti. !::econdo l'età. Quelli che per meu buona condolla non potessero rima-


VAR IETÀ

11 67

nere alla scuola, s arebbero mamlali a co mpiere la loro ferma in un reggimento el i fanteria od i11 uua compagnia di san ila. Ma di s i fatte elimjnazioni aon occorse fin ora aleu!1 esempio nella scuola. Ter minali gli studi che dut'ano selle mesi (ùal principio di novembr e a tutti) maggio), gli allievi sono sottoposti a speciali esami, ed in seguito a questi gli appro vati vengono s ubito nom inati sottotenenti medici di co mplemen to ed i riprovati possono olleoere di ripresentar~i nel novembre successivo ad un esame di r iparazione, pet· esser~: poi uominali allo stesso gr ado, se app rovali. Nel qual g rado debbono quindi prestar e snt'vizio effettivo nei corpi di ll•upp~:~, i ,pr ovenienti dulia 1• caLogoria fino al termi ne della loro fe rma, a compuLa1·e dal gÌI.>l'no della loro arnmessione nella scuola, ed i pl'oveuienti dai volonla1'i d'un anno per un tempo che accumuloto con quello passato sollo le armi in quuliLà d'allievi l'aggiunga il li.mite di 1:'1 mesi. Allo scader e di tali per iodi tl ebbouo essere inviati in congedo illimitato, nè possono continuare nel se••vizio se non con autorizzazione speciale del Minister o . Quali soLtoteneuti medici di rompiemeuto, siano essi ancora in servizio o 1-{ià in cougedo illiru•tat•J, possono pl·endere parte ai conco1·si pe1· la nomina a sottolenenti medici effetti vi. La divisa degli allievi medici fu da poco Lampo 'notevolmente modificata. · Fino a tullo il COJ'so 1887-1888 et·a quasi co11forme a quella dei soldati di s~mi tli da cui solo si diffe 1·e nziava per il colore amaranto ù'a lcune s ue par·ti ; IJuinùi giubba ad un so1 petLo e pantaloni di color bigio, in panno ru truppa. Ora. fermo stando il tlisti11Livo del colm·e amaranto al baver o, ai panlaloni ed al berretto, come pure al keppì, la giubba è a doppio petto ed i pantaloni s0110 di colore oscuro, quella e questi di l:lanno (ìno, cosi che la divisa s'avvici na a quella del sottolenenta medico. Questa va•·ianl•!, olke all'es~ere economicameol.e vantag-gio!!la agli aHievi, ha pure una notevole influenza sul loro contegno.


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VARJ P.TÀ

Gli allievi ammalaLi ~ono curali nella pt•opria mfermeria o nello speòole militarP, ~~·contlo l' enlita della malattia. 11 lot·o uumero flt per ò S•'mpt•t• mollo ~carso . • Hanno ottimi dormilot·i . lcLLt eccellenti. buone sAle dl s tudio e di t'icreazione, e convivono a mensa comun e con trallamento par•i n 'IUt>llo dei sottulficiali, notevole per abbondanza, per var·ielà u pet· buona preparazione, es!"endo questa affidata ad un c uoco di profes!tionc. Ciò non ostanle, fu pure !tlahilita nell'i n terno della :;cuoia una specie cl t vi vanderta in cui quo>gh nllie,•i che n e hanno desidet·io, posMno trova re qunlcho cibo, coll'è ed altre bevande, c nella truale possono pure &CCJUis torn l'rancobolli, si~tnr•i, c·arta, ecc. Gli allievi non sono tenuti ad alcun servizio di fal1Cu o di pulizia, salvo quelli personali o l'assestamento dt•l proprio letto. Quanto a punizioni, gli allievi c;ono trallati nlla <>l<>s"-a c:;tr egua degli allri mtlilari ùi tr·uppa ; ma é cosa soddisfacente poter so~g11mgere che le punizioni fu t•ono "ewpre poche e lcggicrE>. Dall'apCt'tlt1'8 della scuola a quPsl'oggi il movim,nlo de~li allievi fu il gegnen te.

Corso 1883. Ammes«i iU; rifOt'lltali all'arrivo 4; te rminarono il co1·so 72, dei quaH 68 di J• Ctllegot•ia e 4 volontari d'un anno. TuUi, dopo aver soslenuto con buon osilo l!li e!iami finali, vo>nnero nominali sollotenenti medici di complem ento il 31 dirembre ùello ~lesso aoou. Di essi :37 furono poi nominali Plf~tlivt io settembre 188i e nP rimangono 811COr8 iO serviziO :'!:!, lUtti col grado eli lenente medico (comp re ~o 1 in aspettativa) e tuLli già stati ch iamali all'esame pe1· ln promozione a quello di capitano. Cor.~o

1884 .

Ammessi 121 ; l'iformati all'arrivo i ; proseguirono il corso 120. In quell'anno non ebbero luogo g li Hsami finali perchè il


VARIETÀ

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Ministero, pe1· la comparsa del cl:olera. io varie parlì tlel regno, giudicò opportuno vale rsi degli allievi per i bisogni del -servizio, prima del termine degli s tudi. Perciò dei 120 allievi, 103 che p•·ovenivaoo dalla 1' categoria, fa'l'Ono nominati soltoteneoti merl ici <li complemento nel mese di seLlPmbr e, e 17 a ltri che, es~endo volontari d'un anno, non ll·nvarono di loro f'Onven ienza aumentare di tre mesi il periodo del loro servizio, furono lrasferti quali aiutanti eli saoHà presso vari spedAli fino al termine del loro volontaria tu. Dej 103 n om inali sottotenenti medici di complemento, ne vennero poi nominati elfellivi !39 in nov~mbre e dicembre 1885 e 2 in novembre 1886. Di questi 41 sottotenenli medici etfellivi, quell1 che nel di · cemhre 1886 s i trovavano ancor a in ser vizio fu l'ono s ottoposti ad esame per la promozione al grado di teuente. E con questo grado ne rimangono aucora i11 servizio 30.

Corso 188.5. Ammessi 139; ri rormaLi aU'arrivo 4; riro,·mati od inviati in licenza durante il corso 5 ; licenziAti dalla scuola per aiLre ragioni ammin istra tive 4; terminarono il corso 12G, dei quali ~}2 di 1' categoria e 24 volontari rl' un anno. ~egli esami fina li cbe ebbero luogo in ottobl'e, uno soltanto fu r iprovalo, ma ebbe poi mig lior fortuna nell'esame rli riparazione. . 1 102 di J• categoria furono tutli nominali sotwlenenli medici di complemento, 101 ai 23 novelllbre ed 1 ai 31 dicembre i 885. Uei 24 volont& l'l d' un anno, IGI'iflutarono di sottoporsi agli esami per ev itare l'aumento J i Lre rnesi di servizio ~ t'ut•ono trasferli nelle compagllie di sanità. Gli altri 8 avendo supe· l'ati gli esami, furono pure nominali come sopra in novembre 1885; ma di. uno di essi la nomina fu poi r evoC3la ed un secondo fu inviato in congedo illimiLalo contem poraneamente alla. nomina. Furono in soguilo nominali sotlotenenti medici effettivi: • 74


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VARJ&TÀ

fra i primi, 50 in novembre 1886 ed l in novembre 1887; fra i se<'-Oncli, l solo nel novemb re 18R7. Di questi 52, ne rimangono ancora in servizio 31 col grado di lenenlù ed 1 con quello di sotlolenenle medico.

Corso 188.5-1886. Do po i l corso pt·eceden te, l' e poca dr-11' ammissione alla scuola ed il ppr·iodo dell' insegnameoltl furono variati. Quella fu stabilita al1 " novembre; questo venne ridotto da un anno ari ollo mesi, o pet' meglio dire a 7 mesi, poichè l'ottavo é ~olia n Lo de lieti LO agli esomi. Oond u la ragione per cui i l 4" corso tocca i due anni 1885-1886. A m messi 'l38; ri!'ormaLi all'm·rivo H ; trasfer·ti ad altri corpi dopo 2 m esi 32 i riformati d ur·ante il cor~o 2, licenziati per· oltre t·ag-ioni amminis trativo 1; te r minarono il corso 89. dei rtuali illl di 1• categoria e !l volontari d'un anno. l 32 tr as ferli a1 altri cor·pi ora no volontari d'un anuo chE) non voller·n ct,nLrarre l'onbligo di assoggettarsi agli esami final i. Degli R9 che lermiuarono il cor!So, R8 fu rono Approvati ed uno ripr'oVAlo: rruelli vennero s uJJilo nominati l'otlot.enenli medici òi c·ompleme nto; il riprovalo lo fu piu tardi, dopo aver e suhilo t'elicemeule l'esame d i r•iparAziooe. Di quesli 89 :-:;oLLoLonenLi medici di complemento, ne furono poi nominali efl'clli vi :n nel novembr·e 188i e 4 in aprile 1889. Attualmente m~ rinulllf!'OIIO ancor a in servizio :ii uol !!rado di tenente e 3 coo qu~llo òi sollotenente.

Corso 1886-1887. Ammes~i l:l!); riformati all'arrivo 15; r·iformati durante iJ cor so :3; LorminAt'on o il corso 121. dei quali 84 di 1• categoria e '.l7 volonta ri d'un anno. ln !>eguiLo agli esami, 117 fur ono nominati soLloLenenti medici di complemento in lug lio 1887 e gli altri 4, per essPre s tati riprovati nel primo es am E>, lo furono in agosto successivo, pr evio l'esame d i riparazione.


YARI.Il.TÀ

Ne furono poi nominati elfeUivi, 56 in novembre 1887 e 4

maprlle 1~89. Attualmente ne ri man gono ancora in servi-

zio 53, di cui 2 rn aspettativa, lulli nello stesso g rado di sol&otenenli. Corso 1887-1.888. Ammessi 1:!7: riformati all'ar•rivo !(; rrfor·mnti durante rl corso 7; tra.. fer ti ad altro corpo per altre rag ioni amministratrve l; terminarono il corso 111, der quali 94 dr 1• categoria P 17 volontari d'un anno. Tuttr avendo superati con buon esito gli esami finalr, furono nominati soltotenenti medici dr complemento il t • luglio j 888 (in tale qualità ne sono ancora in servizio 56). 42 di essi furono poi nominati effeUivi, 41 in aprile ed l in grugno del volgente anno o trovansi a Llualmenle in servizio. Corso 1888-1889. Am messi 163; rifor·mati all'ar•r•ivo ~2; rifor mati durante il corso 2; licenziati J.161' ragioni amm rnistralive 5; Lermioarono il cor RO 134, der quali 1~3 superarono gli esami e furono nominali soLLoteuenti med ici di complemento con R. Decreto dei 4 luglio p. p. Dei 13~, 117 erano clr t• categoria e 17 volontar! d'nn anno. Riassumendo tutte queste cifre, si hanno sultati:

seguenti ri-

Ammessi . . . . . . . . . . . . . . Non accettali od altrimenti usciti dalla scuola . Termi na rono il corso . . . . . . . . Nominali soltoteuenli medici Ji complem er.LtQ . Nominali effettivi . • . . . . . . . . quali lenenti medici (1) . . Anco ra in servizio quali solto tenenti effettivi (2) ~ quali soltotenenti di compi.

~

• (t} Compr~o t In aspettati va.

(t ) Compresi 3 in aapottatlva.

903 130 773 739 273 114

9~

189


1•17!

VARIKTA

Ad onore degli ufficiali med1ci proYenrenti dagli allievi voglio qui ricordar·e In parte cbe ad essi è toccata nella "Pedizion~ africanu. Sopra 159 medicr tati mviati nei presidi del mar rosso riai febbraio l 5 ad oggi, beu 70 e rano stati all1e"i JeiiA scuola (57 già effettivi e 13 ttncoro ili complemento). Dei due ufficiali medici stati uccisi a Dogali , uno, il lenente Angelo FeRrtE'l~ro di Tt·eviso, aveva faLlo parte ciel primo cor::~o nel f88a. Ad ono1·e di lui e della scuola, nel primo anniversario dcJ luttuoso falto, cioè nel giornCJ 26 gennaro 1888, ne fu affisso il rit1·atto in una sala dell'istituto eol Agir allievi presenti venivano dette dal direttore opporturussime parole. E success1vamente, neJ secondo arwrv•·r!'ar1o, gh venue ancbe posta uoa lapide colla seguente iscriz10ue tlet· lata dallo stesso dit•rllore, colonnello medico cav. To::-i: AL TENENTE MEDICO

ANGELO FERR E TTO :\IORTO A DOGALI

r COMPAGNI O"L SUO CORSO IN QUESTA SCt:0L.\ OGGI

Il AKNIVERSARIU DELLA GLORJOSA ECATO)IIlF. ETF:I'Uo/ANOO l>UEILIME ESE:\JPIO NELLO AMORE DI PATRIA Nf.LLE VIRTU .\JILITARI AVI-'1::1 Tt:OSAMENTE PONG0:-.10

NATO A TREVISO IL 2 OTTOBRE

1858.

Al tenente medico Ft::RR~:;TTo fu confer·ta, come a tuili gli altrr morli e ferrti di Dogali, la medaglia d'argento al volore mihlare, ed altre onorrfìcenze si meritarono pur·p. laJuni eltr1 dei suddetti ufficiali medici.

Il tenente Enrico Cus~JANO ehbe la menzione onorevole per i Mccorsi prestati ai f'erìli di Saati sotto il fuoco uemic(l, nel giorno pt·ecedentu a quello di Dogali .


VAIHE'l'À

1173

n teoenle Gluseppe F.ARI!'IA ebbe la medaglia d'argento al w}or civile per i soccor!òi pr estati in un incendio a Massaua. Il soltotenente Carlo Duwo ebbe la medaglia di bronzo al Vetore civile per lo slesso fallo. MEZZ I O' ISTR.IJZ IONI': .

La scuola possiede una disc1·eta biblioteca ed e provvista d'un copioso ~d assortito strumenta1·io per le dimostrazioni pratiche ùi chimica bromatologica, come pure pet• gli esercizi d'investigazion i diagnostiche in ordine alle malattie degli occhi, degli orecchi, della larin~e. t- del !'iRlema nervoso. P ossiede pure un anfiteatro anatomico con abbondanza di mez.z i per le esercilazioni anatomiche ed operatorie, non che una raccolta di materiale sanitario di 1T10bilitazione. (1). Vi si st.a inOne l'accogliendo dai va1·i ospedali militari un museo patologico relativo a lesioni Lr·aumatiche di qualunque specie, ma pill paPticohwmenle di quelle che sono prodotte de armi a fuoco (2). l nsegnam~>n.to.

L'insegnamento consla dei seguenti cor si: Cor so Lecnico, natu•·almeote pre,•alente: Corso d1 co11tabililà elementar e; Cot·so di leggi e regolamenti mililal'i: Corso di lcLtu.ra delle car·le lopografiche; Corso di !';Cherma, di ginnastica (:3) e d'equitazione; Corso J' is-truzioue militare elementare.

{l) Al materiale sanitario di mobilitazione si spera di pOtl!r aggiungere presto

lUla cassa di carro merci, nuovo modello, pnr gli esercizi di enrico e di scarico

degli anUill\lati. l'il Gli ospedali militari sl rnraono senza rtubbio una doverosa premura dl raccogliere l i>e1.zi patologici che loro si pn~enlioo e dlnrrlcchlrno i1 mU;;eo della SCUola. Sara poi cura del Giornale medico milila,·e di pubbllcarne ogni anno la nota col nome del preparatore. (3) La ginnastica non ru flnoru che un clesitlorio, ma ~i spera di poterne quando che sià ottenere l'o~orrentc materiale.


1174

VARI ET\

Corso lecnico.

Appartengono a questo corso; t• la medicina legale militare; 2• l'igiene militare; a• la lraumatologin di guerra; 4" gli esercizi di ba tteriologia ; o• lo studio delle malaLlie e delle epidemie più frequenti negli es~rciti. Medicina legale. - Questa parte ùell'iosegnomenlo si svolge in tre modi, cioé in lezioni teorichE', con e,erc1z1 pratici sul maneggio degli strumenti diagnostici e collo studio d' inscr ilti e di milita l'i ricovera ti a scopo di o«senazion~: nello spedale milila.re, come pure degli ammalaLI per i quali accorrano pr ovvedimenti medico-legali. Fanno pure parte di queslo cor:::o alcuni esercizi p1·attc1 sulla compilazione melodica dei vat'i ce1·Uftcali Hledico-legali che possono essere r ichiesli agli ufficiali m~ùici subalterni. Igiene. - Anche queslo Cùi'So si svolge in parte con lezioni teoriche ed in parte con esercizi sperimentali Ji inda· gini chimiche e mic1•oscopiche. Vi sono oggetto Jì studio l'alimentazione, il vestiario, l' t'QUipaggiamento, le caserme, gli ospedali, i bagni, le vac-;inazioui, le esercit&:t.loni militari, ecc, e vi si commentano pure le nor·me speciali per l'igiene dei presidii afl'icani. Traumatoloyia. - Si fatto cor:;o compreuùe lezioni teor iche sulle ferile, prepa razioni d'anatomia topografica, esercizi d'operazioni chit•urg iche ed il maneggio degli upparecchi di medicazione, specialmente dt •ruelli cbe fann o parl•• Jolla dotazione sa nitaria dJ guerra. Appartiene put·e a questo cor-~o lo sludio pratico di tullo il mater iale sanll&l'io di mobilitazione e for;;e oe ràrauuo anche parte le dimostrazion i sul modo d'arredamen to tlei veicoli fe rrovi111'i e sulle mano\'re di carico e scarico Je$fh


VAl\! ETÀ

ammalati, quando la ~c uoio «ar·a provve.luta dell'occorrente matarìal e, como sopra ru accennato (1). Eserci:zi di uaiterioluffia. - Quel'li esercizi furono sul&anLo iniziati nell' ullnno cor·~o. Per csgi fu istituito uu apptJeito gabinetto e r insoguamenlo fu diretlù J.a un profes!.iore dt'il' l stilulo igienico c.! i Fir(mze, il !o!i gno•· Guido SANTI. Lo studio delle malattie ed epide,;l.le plu frequenti negli eserciti non puo esse1•e che l~orieu, iu bose a ùirno~lra7.ioni desunte dalla slatrstrt·a. Legyì e r eyulam.rnfi militari.

ln questo cor:oo, P,reviA una rompendiof<A ec:;posizione di quanto gj riff'l'ÌSCI' t~ll'1w.liunrnenlo dPlJ'cu.;el•cilo nella val'ie ~ue parti, al rPclulamento, nl coJic·•' penAle, allo stato dP~Ii ufÌìdali, all'avanzamPHLO, el ln giubi lnzioni, Pr:c., ai lralla più diffuSAmente del corpo sanrlar·ro "' rlel r elntivo "'ervizio coc:;i in pace come in guMra, tanto nPr corpi di truppa rpwnt0 Mgli ospedali ed in altl'i luoglti di cm·u, in r·npportn alle leg~i ed ai r·egolam t•n li che \'Ì <>i ril'eriscnno. L ' insegnamf'ntn d"lla ~Lnli~li C<l ~An ilariA rlovr ebbe lngicamente far parte dt questo corso. ma ru rnvere tìnora deferito tt quello ti' i~iene, a gcopo rli p,..reqnnzione nella t·ipflrlizione delle var·ie materie. CoHla&ilitu.

È un insegnamento elementare, limitato a poche lezioni in cui, dopo alcuni cenni sornmari sul sisterua um1ninistrativo deU'eser·cito, si espongouc1 iu m odn più pArlicolare{lgialo le norme amministrative e contabtlt l't"latrve agli ospedali e specialrnenle alle in l'et·merie d1 co1·po, co!'1i rht abilitare gh allievi alle funzioni a cui nella futura lot·o qualità di sotlotenenti medici polrebbe:-o es:;:erP chiamali nei corpi ùi truppa, quali ùir'Plt.ori inlet•inuli di una inf'ormet·ia. (t) In moncMJz:.l del mttLCriale qui ncconnalo, g li allievi tlel rluo ullhtu corsi furono nmmae.itrali in turno ali~ rt:l:ttivr maut~ue nella st.:nlou~ ili l'ircm~: per cUra dello steSso diret&.ore della ~cuoia.


H 76

VARIEtÀ

È da notarsi cbe di st fatto insegnamento, come pure dei seguenti gli allievi non debbono c!arl' alcun esame alla fine del corso. Però, dei punLi di mPrilo oLtenuli lungo l'anno in questi corsi speciali, si tiene poi conto per costituit•c le medie della classificazione lìnaiP. Lettura di carte lopograjìehe. Qu e!'lo co t•so ~;onstsle w uno brove i~Lt•uzioue (ùt ct rca 20 leztoni) che viene dala dQ un ufticinle designato nnnn per anno dal locale comando della divistonP . Il ~aper leggere lillA carta Lopogt•nfica i• unA necnssilà anche per l'ufficiale medico di qualunque grado, nou ;:nlo in guerra, ma anche 11ulle circosta11zu di grandi manovre. ud è quindi mollo utile chn l'le ne imparino i primi eiPmeuti uella scuola.

Scherma, et)t(ila.:;ione e nrnnaslica. Tutli gh allievi dubbono impal'ure di scborrna fluo ul 10a· neggio elemenlat'e dulia sciabola. Quelli che in tale est!rrizio dimoslt·ano speciale nlltfu.line, ricev onl' poi uu· i~Lt·uzion e più completa, 11011 solo per la· sciabola, tna anche pet· la spada. Questo cor so l1a la du,·ata di .~mesi e mezzo e ~;i c.:ldude con un suggio tlnale alla pr esenza tlt Lullo il per sonale (l) AJ CIJrsn d'equtlaztoue che dura ùue mest, sono amu•essi •tue~h allievi eh.: ne facctano domanda e ne abbiano l'uUituJinc; rna il lot·u numer·o è an n ualrueule detc:rtnt ltnln dal Minis tero, in r agione dei posti pr osunlivamenle vacan ti nt'lle arm1 a cavallo. Quando non vi fossero sufticienlt d1>rnande, il dirolloru delia scuola designa quelli che ùebl.tono cCirnpleLar e il numer o r tch!e:-llo. Quanto alla f,'ÌOll8SlÌCtl f'u già IIOlalO Che fin0r1:1 11011 ~i ft•ce alcuu esercizio pt:r moncauza degli opportuni aLtrPzzt. (l i E ~1.3to nn da l princiJliV della l;Cllola ed è tuttorn dirrltorA t h lfiiPsto msegoamrnto Il maestro Ferdinando MHIEl.LO, auloro di w1 ottimo 1'r11tLalo d•

sc-herma., ~'lllto in Firenzr nel ISSi.


VAlUKTÀ

l Iii

fslt·u::ion.e militare.

Immediatamente dopo l'ammissione gJi allievi cominciano un corso d'istruzione militare elemcnlare il quale compre nde l'istruzione senza ar111a e coll'arma, la scuola di plotone e di compagnia in ordine chiuso ed il lit·o al bersaglio. Questo corso 6 ot·tlioalo per modo da permettere che gli allievi possano contemporaneamente attendere ad altri in~e­ gnamenti, il che e1Jniva te a dire che non è mollo gravoso. Di questo inse~namenLo souo inca1·icati due Leneoli anzlaui del pr esidio, soLto la direzione d'un capitano, coadiuvali da- quatt1·o suttufficiHli. Esam1 {inalt..

Col mese di mag~io te rmina ogni inscg11arnenlo e noi successivo meso di giug no banno luogo gli o.sami fìna li secoodo apposito programtna . Gli esami sono affidali ad uua commissione annuahoonle nominata dal Ministero. Essa è di massima presiedut.s dall'Ispettor e capo di !;floità o comprcnJt! più sottocommissioni costituile da un rwoside ote e da due mcmbt•i. Questi ultimi souo in massimA gli s tessi insegn<1 nLi delle materie a cui lo Mttocommissione ~i riferisce. ma possono, anche essere estranei alla scuola. P~r il passato le ::.ollocommissioni erano sollanlo due; la prima esaminava sulla medicina legale, ~ull' i~iene, sulle mAlattie degli eserciti e sulla parte di'Ile leggi c dei regolarnenlt; constava pOl'CIÒ d1 quaUt·o membri oHre al pre!'idente; la seconda esamina va s ul ser,•izio sanilario iu guerra e sulla tecnico operativa, o conslavR di soli due membri ollre ul preside n le. Essendosi poi ravvisa lo opporLunu di aggiungere a gli esumi verbali e pratici anche una pt·ova scrilta, le soUocommissiont sono or·a in numero di tre composte nel modo sopra indicato. Le materie sono quindi l'ipa•·Lile nei seguenti gruppi:


·1178

VAJUBTÀ

Èsame scritto. -Un tema di medicina legale ed un altro per· le malattie ed epidemie più frequenti negli eserciti. E.~ante orale e pratieo. - Traumatologia dj guerra (compresa un'operazione su l c·aùe ver·e) e servizio sanitario m guerra. Esame pura1;tenie orale. - lgu-ne, leggi e r·egolaruenti, compresa la statistica. Modo degli esami P t! r gli esami scritti il tema è dato volla per volla Jal presidente della commissione. Quanto agli altri due, vengono preveoUvamente stabrliti per o~ni materia pa.re!!chi quesiti sopra gli argomenti più impor·ta nti, ed 11 candidalo nP lira uno a sorte nel momento stesso dell'esame. In manca nza <.li C'arlaveri per la prova pratica ùr opera7.ione, s i supplisce con u11a prova di fasc:atura o d'altra roedicaz.ione. Del re!'ltO anche e~~endovi cadaver·i, il caoc.lidato può optar·e per la seconda pr·ova. Di ma!'lsima il cuudidato è interrogato dall'insegnante di ciascheduno malerra, ma tanto il presidente della commissione, quan to quello della HOltocoutmissione ed il secoaùo membro 1li questa possono pr'ender•e parte alle interrogazioni. Le votaziOni si ranno sopra ciasch!'duna materia, prsma per si e per no e quindi per punti di merHo da dieci o venti pe r· quegli allievi per i quali lu pr·:ma votazion~ fu all'ermaUva. da uuo a nove per gli altri. Per costituire por la classificazione fìnale rr·a i candidati riu ...cili negli esamr, HIIA medio. dei p unti di met•tto ottenuti ili ciaschPdUII gt•uppO !-l Ì 8{Zgiuuge f{~('il8 dei punti di mer·ilO e di condolla avulr dUt·ante l'anno in tutti i corsi, e dalla loro divisione pet· 4 si deduco la medrli comple~siva che determina lo ri>"petlivu classilìcuz.10ne . Ter minali gli esami, g li allievi sono inviati in licenza ilh· milat1.1, in attesa t.leill' detel'minazioni minister·iali.


VAlUETÀ

109

Tale è la scuola di applica'!:ione di sanità miliLat•e in questo momento. Come ogni altra istituzione, potrà ancm·a migliorar e o tnodiflcarsi. Ma, a m io avviso, quale fu finora ha dalo buoni frulli (1). Essa fu oggetto di ct·itiche vivaci cd 1:1ppassionate, ma l{ueste oon parver·o mai suggerite dal bene del servizio ~anltario a (t) Fra i buoni [mlll della scuola tlcbbono comprendersi alcune pubhlicadoni a cui essa porse argomento e che ~ui amo menzionare ad onore ùei rlspeuivi autori. .0 . ! Afam1ate di chirurgia ai guerra, preceduto tla una dettagliata esposizione del servizio sanitario io campagna, e di cui ru teslè pubblicata ona seconda edizione ampllnta " fo rn ita di tavole. Autore Il cav. !sacco Sl·:r.nE, giil lroscgnante nella scuola, ora tenenlo colonnello medico iu servizio nusiliario. i" Manu.a/.6 dì mtdicntttrt, di (asciMurt e ct'apparuchi per lt~i<~~ai in guerra: 110 volume edito nel 4880, c•m fignre intGrcalate. Auto1·e il tav. Giovanni 1\AI\DO~f:, egli pure !(iiL insognante nella scuola, ora maggiore moclico nello spedale di Torino. 3• Jl!onograji.a inltwno all' impitpo delle ferrovie Pt'r il tra.tpo1·to tlt'i malati in ouerra td intonw ai treni wnitnri, con molte tavole, stampata nel rolgente anno dall'Unione tipogrnllca torin ost•.

Autore lo stesso cav. RANuo:sr.. 4o 1/. vitto del soldato, onero r~<~colta di nonne igieniche e delle plu importanti no1.iooi sul caratteri, alternzioni, Calsifie<~1ioo4 preJlnrazione e conservazione degli a Umenll della trurpa, con 56 lig ure intercalnte nel testo· edito nel !886 in Firen7.e. Aurore il cav. Domenico MAEsTnl! LLI, maggiore medico. luttvra insegnante d'Igiene. 5° Rttccolllt lilog1·a(ala dei muaul! eLi cerll/icali, t aotìfloa.z ìoni e rela!:iOni , ùceorreuli ull' urncialc medico lnferloro nell'esercizio della medicina legale ed io altre conUn)!euze del serv izio sru >lLario. Autore Il cav. Giovanni llo:-!ALClll. vice direLtore t1ella scuola, ii iiWlle si propone di J)\1 hhlit:arla $lrtmpata unitarncnte alfe sue J~.zionl di roeclicina legnle. 6° Conter~nze tito(Jra(ate ~~~ua cl!iru1·gia di guerra, del cav. Nicola FH co:-m, gla insegnante ntln. scuola, otl ora maggiore rnerl ico nello spednfe cii ~lilano.

1• Le:;loni Utogrtt(ate di leggi e rtgulamenli mllita1·i, compiJate dal ca\·. LAI, tenente colonnello medico, direttore dello sped:tl<l dj Li vorno, già insegnante di tale spct:ialit:i. nella scuola. S• Conferenze Wogra{ale ~ati St>·vlzio 'tmilario e sutla traumatologia di guerra, del tenente colon nello medico c.'lV. Carlo PRETTI, attuale insegnante di tali materie.


1180

VAR IETÀ

cui solo intende la scucia; parvero piullosto motivate da considerazioni d' utllità e d'ambizione personale, non che da quell'insofferenza che è naturale in giovani i quali dalla sconfinata liber lt\ delle ~cuole unive rs•tarie Ll'ovausi ad un trallo trasportati nell'amLienle disciplinalo d'una s cuola militare. Sono per ò lieto Ii i pote1·e soj!giungere che a nche solto questo ri~uardo le cose sono da qualche tempo notevolmente migliorate (1). (Il Il regolamento delln scunla ammette anche la po;s,bilita Ili corsi :>11CCI311 acct'lerati per urllclali medici subalterni. 01 r1uesti corol ve ne è 51<114 finora uno solo sul Rnire de1 1S84 p..•r !6 sotto· ten·•ntl m~lic1 rli ouo"a nomina di enl n~ rimangono ancoro l li m ~PrYitio r.ol grac1o rti tenente (compre'!o 1 lo nspett..1tlv:1). t :1mi probabile cbe non ve no sar:~nuo altri, essendosi riconuseluto piu conveniente rirornlre la cstegoria del sottotenenti medici effettivi r.on 11oelb dJ complemento r•ro' enient.i dalla scuola, i QU&li ne escono con un lnsegn,.mento pratico phi ~olido e più completo.


VARIETÀ

H8 t

Corsi d'istruzione pratica ferroviaria per ufficiali medici.

La p1·ima altuazwne d'un corso ti' istruzione pratica ferr oviaria per ufficiali medici data dall'anno 1873. A quel primo corso che durò lutto l'anno ed a cui furono destinali parecchi ufficiali di diverso) armi, presero parte i medici di reggimento, ora colonnelli medici, dottori Federico Tos1 e Luigi M IGLI OR, il primo direttore attuaJmenle della scuola di applicazil)ne eli sanità militare ed il secondo in servizio ausiliario. Il programma era per 8$SÌ assai vasto. Dovevano al pari degli altri ufficiali, studiare un po' di tutto nello scibile ferroviario ed, a corso compiuto, peoporre tn ordine aUa parte speciale relativa ai trasporti ùegli ammalati e dei ferili in guerra, quanto a loro sarebbe sembra Lo conveniente nell'interesse di quel se1·vizio. Consegue11temt!nle nei rispP.ltivi rapporti fecel'o circostanziale pi'Oposle : a) sul ser vizio sanitario nelle stazioni; b) .sui trasporti da improvvisal'si rapidamente con vetture da viaggiatori e con carri da merci; e) sulla lra~'<formazione di carri da. merci in vetture-ambulanze e sulla co::tituzione di treni-ospeda li. Quegli s tudi, oltrechè di efficace norma pet• la successiva preparazione dei convogH fe1·rovial'i per ammalaLi, servirono di guiùa ai congener·i corsi che ebbero luogo negli ann i seguenti, con qualche modiRcazione. Di fatli, negli anni 1874-75-76-77 e 1878 si fecero altri COJ'si, ma della ùurata solla11to di sei mesi, ed in ogni anno vi presei'O parLo alcuni ufficiali medici sollo la speciale di1·ezione del già t·ico r:-~lo colonnello Tos1, jJ quale e per gli sludi


·f 182

VARJETÀ

compiuti nel 1873 e per altri ratti all'estero nel 1876, aveva acq uis tala molla competenza in questa specialit.A. Lo scopo di quei corsi era rtuello d' ist.ruire ufficiali medici in lutte quelle parti di set·vizio rert·oviario la cui conoscenza potesse rendere più facile e spec!itivo il trasporto dei malati e dei feriti in ~uerra. In ogni cor so gli ufficiali medici che vi erano comandati facevano da pl'Ìma uno s tudio preparatorio presso il comando del corpo di stato maggiore e quindi attendevano alla parte pratica ~ulle linee e nel!e stazioni ferroviarie, conformemente a programmi prestabiliti. Al termine del corso ognuno di essi do veva redigere un rappor to sulle cose osser vate, comprendendovi quelle proposte che avessero credute opportune per l'interesse del relativo servizio in guet·r·a. Le quali proposte, fa Lle da molti in corsi successivi, avrebbero io seguito poloto port are un piccolo contributo alla compìiazione d'un regolamento generale su tale materia. Ai cor~i sopra menzionati pt'esero parte i seguenti uffi<.iali medtci: 1874. Capitano medico SAMUELI Angeio, ora maggior e medico nella r iserva; Tent>n~e medico CERVASIO Salvatore, ora capitano. 1875. Capitano medico CA.LEFFJ Cirnbt·o, ora tenente colonuello; Tenente id. FALCONE Nicola, " maggiore. 18ì6.

Capitano medico RoSSI Federico G. (morto), l.enenle colon· nello; Ten ente medico VoLINO Carmine, ora <"apitano.


H 83

VA J\ IETA

18ì7. Capitano medico Ot Fsot:: Raffaele, oea maggtore; Tenen te id. LoMBARD<J M1chde, • capitano; Tenente id. V ALLI NO Gto. Batltslèt, • maggiore; Tene ute id. MA~.>STAELLt Domentco, " id. 1878. Captlano merlico PANARA Panfil'>, ora maggiot•e; id. P tNTO Antonto, • id.

Tenente Tenente Tenente

id. id.

F oRTI Gin~eppe,

,,

GOTTAI\Dt Lut,:tt,

capitano; id. Negli anni 1819, 1880- 81-82 non vi furono cor:-i ferroviari per ufficiali medici. Vi si r itor nò poi negli anni lH83-M~. Allora ebbOl'O luogo corsi teorici e pratici dt lmce e stazioni fer roviarie, a cui furono destinali gli ufficiali medici seguenti: 1883.

Capitano, or·a mag~rore medico, Dt FEDE Rallaele, dir~LLorc

del corso; Capitano medico, GRIECO GtuHeppe, Id. id. De CESARE Zaccarra; Id. id. ARCZZOI.I ~icola; Id id. CA vtcCH tA F r~ncescu.

1.8tJ.I. . Capitano, ora maggiore medico, F ALC:ONE Nicola, diretto re del COI'SO; Ca pitano meclico, ~\NORtNt Ccsl'lt'e; Id. id. BtANr.os Leopoldo; id. V ASSEI.LI A ristide; Id. T en ente ifl. MAzzr.:t OiovAnnt (o;a capitano}.

Successivamente, n ell'anno IR81i, si fecero altri due corsi, ma soltan to di s taz ione, uno in f<ireuze e l'alt ro in Roma, e vi fu rono destinali i seguenti urncrali medici.


VARlRTÀ

ln Firenze. Tos1 Fedea•ico .

colonnello medico, quale direttore del corso; tliANCIII Leopoldo. capitano med1co, ass1stente; SEMI'l.ICI Ollavio . capitano medico; NAPOLtTANO Michelangelo id. id.; MAHCHt::TTI Temislocle. id. id .; MAmiiLIO Eurico . id. id.; CEDnot.A Giuseppe id. id.; P cc LISI Y\l1chelangelo id. id.; id. BAHTAl.lNI Emilio . id.; id. MOROSIN l :\larco . id.; BllZAHRI Hodolfo. id . id.; GANOOLf't Giacomo Leuenl~ id.; NODARl Piett"O. id. id.; ora Clipilall i T uRco Domenico . id. id.; medtci. De Y1GtLliS Rallaele id . id.; id. Ru tNt Camillo . id.;

In Roma. D• F1·:o~: Haifa t" l o

waggiore medico, qunle tli r·olLore del cor so; cnpitano rnedtco, assistente; CAVtCClll i\ fo'ran cP.!'ICO De FuRIA Ettore. ~pitano medico; id. id., ora non piu rn M ANCUSI Artlouin. servizio; capitano medico; BoNA voGLIA Lui ~i Id. id.; OT~;m Edoardo id. id.; FANTASIA Sohalore. id. (ora mot'lo). Hosso Antonio. . . id . CAH()Tt-.N UTO Domenico id. id. ; id; id. Ct A~II'INI Cesa r·o . id. id.; RJvmt.LO Ent·1co . CATELLl Giovanni id. id.; leliCtJte id.; .MARONE Ralfael ~. id., ora cap. m e.dico: FECCIIIO·FANTONI Giuseppe id. itl.; id. id., id. GALI.I Giov. Dorntmico . id. id.; CAccutONE F1·ancesco id., ora cap. medico. ARPA Vìllorio . . . . id.


VARIETÀ

11 8!5

Ftnalmente n ell'anno 1888, ebbe luog-o in Roma un ultuuo corso di stazione col se~uente pe1·sonalo: lh FEot: Ra ffaele. maggiore medico, quale direttore del cor so; PF:RSrCHET·rr Carlo capil8rro meri i co; PECETTO Giovannr id id.; VITA Gustavo . id. ìtl.; BRHzzr Giuseppe id; id Lotsno Vito. id. id.; BARECCiiiA Nicola rd. id.; De VrGrr...us, Raffaele~ ul. id.; TROVAN F:r...u E ùqar do id. id.; RAGNINI Romolo. id. ICI .; DELL'Or...ro Giov. Ballista . tenente medico, or·a capi tano; STRANO Antonino id., id. id. id.; FARALLI Celestino id. id .. id. id.; BoReLr..r Ernesto . id. id ., id. id.; Pwx•Tr Vincenzo id. id .; Srau.tANr Ambrogio . iJ. id.;

In questi corsi di stazione l'insegna111enlo aveva due periodi ; uno semplicemente teorico ... dr pochi giornr, l'alto dar ri~pettivi dir ettor·i, e l'altro pratico e più lun~o nell'intern o delle stazioni, r.onfor memente a1l un truestronar•io formulato dagli stessi dir ettori. Gli utnciali medici er ano provvicsti d'apposito taccuin<J in cui giorno per giorno si notavano 1~ CO"e Ot::"'Prvate e che alla llne del corso erano poi comunicale pPr le opportune verifiche al t'i"pellivo direttor e. Gli uffil'iali medici del corso l XSS ebb...ro JJOi anche l'oppor·tuuilà di pr endere parte al viaggio sp~r·i meutule faLlo da un tr·eno - o~pedale della Croce r·ossa ilal ronu sopra diver·Ao linee, e poterono cosr acfJ uù::lare IOB!lgior•i cognizioni ~n l ruu.t.ionamenLo e sull'arredamento tlr el:'!-10, U u analogo insegnameulo s'impar tiva da qualche anno ngli allievi ùella scuola d'applicazione {d i sanità mi lilal'e. Provie al cune lezioni teoi•iche sul servizio f'el'rovial'io r·ela-

76


1186 tivomenlc al lt'8!';porlo dei malati e feriti in lt>rnpn di ~uerr•a, ve n i va nn c·nndnlli neli n stazione d i Fire nze .::d i vi e!>crcilali nelle pratirhe rli attrezzamento dei vagoni, come in quello di carico e scarico dei maiali. F. se, co rne f'n gt!l !"ltt bililo, la ~cu oia w rrA provvedui.R d'una cas!"a da C11 rr·o me•·ri, l&le insejrnnmento vi divenleril piit facile e proficuo e r•·ndera piu comunt ed estese nel del!li uffieiall modici le cognizioni di rni sopra (l .

to•·ro

(l) In ordinonll ' lnse~:orunenlo f~rrovlarl o M lalo i mpt~I'UI.O nttll~ Mruoln tlurnnte il corso tRAA-183!1 rrcdfJ utile •li fJIIi r1f11rì rf' •tn:mLO io flrOfitiSI!II scri~rva 11 òirettl')l'l' rli rs,11, Il rolonneUo Tos1, In un ~uo rafiJIOrto: • Lo ,rrlwnto ha tenuto parecchie conCorenze su•tuos ta Jn:ttl•ri~. thmnstront.lo • l'nntJori.1D7.3 t'<l 11 mod•• di •;;ombro dt'l Cerili ,. malati ml'dl mt•• 1 tra,porli • Cerrovrari. • Il programnl:l svolltt Ì' St.1IO il ~e;;n~nte : • a) Cenni ~loricl del trasporti feriti e mal:~ti con lrem (l'rrnl·iart; • IJ) Treni ferroviari sani tari e loro er~togol'io: • t• Troni trasporto rcrili-mal:~tJ: • ';!" 'f'f!'lli OS jiCdall ;

• ~ Tn•ni (lri)VYisori ~raspor~o r~nl.!·malati • r) 11Pscri7iono dni carri d:t m~rci ron cui s1 compom:oM 1 ~rem r~ola· c mcnt.tri lfllhlnn tra$port.o Ceritl-mnlalr ; • dJ Foruta7tone dPI treni :tt~rl'nali, e •ll most.razione dd 1natrnal~ dt at• tre~zauwu tu, c e1 C.tricu n ~~" r1cO Ilei Ct•rili· nmlatl : • {l Mrtl;~tlio o f11rito per le 'IUI\Ii t'l inl1itat:t. 11 coulrllilltliralll la triiSporla• bill la tle:zli uonuni rh11 ne sono afTeLLI ; . • Q) Succurs11 al lenii-malati n elle ~L,zioni rerro vi;uie ,. duranLP 11 •hggio' • /I.J llocunt(•nti s:mitnri o rorroviar1 rho accompagnano i trt•tu sanitari ; • IJ Tr~nr -aniLvi in Corm.uiono, 111 r1 r"1huJone ed m ,cumtN•<ÌlltlOe. t.oro • tlipcn<lenz:t o ra1•111>rlt r••llc :tutorila unlitari, c co)!ll urnrl ferfll\'l:lri • l) Cenni liUII:L rete r~rroviari:\ rt.,flanu - Cenni sull'onlinnm~ntn rlelle • Corro vio- Cpnni Mille ~tazinnl r~mw.aric - r.Nmi sulle conthtl<~ni th'lle linee • - Cenni sul matarialt• .IJsso e mo l)ilo. • La P<lrlc ttrntica Ili ··arico e scarico u >L1ta ·~egurla so tto In rh rmoM d'el • pmfcssoro tll t l·a umaLotogia, da f'rim:l n~>ll ' interno tlt•Ua st'Huhl ~unu l3ndo • l'allren.tnlt'n t.u tl1•ll•t parett• inl,rna oli 1111 r.1 rro , S(t)lra nn !li>~·tn•• •li fJUC:>tO • c ·c:tuiln ~ul tnurn Ili nna ~:lla. Qui Mi pre~i ~h opportuni ar,·unh rollll di· • retiono ~;erwrnle •Iella R.:te Adri~Lrc:l, IJU~it.'l d irezione ha Ottcnulll un carro • COfll'rto tla mcrcr posto soprn un binano ;~Jlpartato delle orncrne dr Porta al • Prato. Atlr1~1.ZitlO il car•·o col UJitteri tlo regolamentare, l(li all1~1·l " si sono • rcca.ll a grUIIJII, In t:livPrsi giurul, ad c~":;:ulrvi lo manovro !Il Citrico ''~carico. • l,' is Lr11zlo uu e ~ 1 :1ta lmparlitn co lle sLcss11 norme e cogli ,;tMii r.riterl con


VAlli ETÀ

~f87

Non vo~lio lasciare rruest'a1•gomento senza r icor dare la dotta memor ia che il maggiore medico cav. Dt FEDE stampava ftno dall'anno l 79 in questo giornale sopra la dispet'sione dei malati e .feriti in uuerra e sui treni-ospedale. È una memol'ia che potrà esse1•e sompre consultata con proflUo dagli utlìciali medici. Discorrendo della scuola d'applicazione di sanità militare, -bo pure già 1·icor dalo un altro bel lavoro sui .treni per ammalali e .feriti in guerra, stato teslé J•ubblicato in Torino dal maggiort> medico cav. R ANDONE Giovanni. • cui si SY{)I~ono quolle sul servizi !laDIIMI dl guerra dei posti avanzati dJ • mellleazlone, d~lle ~czioul di sanlth, degli ospedali da eampo, ecc. • In questa guJsa, per t'aV'I'eolre, o~ni uroeiAte medico potra nero lo eognt• u ool sufficienti per essere addetto al treni ferroviari sanitari. "


1188

VARIETÀ

Concorsi al premio Riberi.

li li• concorso t1883-188:)), l'ultimo accennato nello scl'ltl() del 1884, non ebbe quel l'elice t•isultamenlo che allora ~i sperava, non essendosi avuta eh~ una sola memoria, giudicata insufficiente da lt' Ispettorato. 18° concorso 1885-1886.

Tema : lo sles~o del cGncorso precedent.e, cioé: dd/e ernie che piu f reqné;,temente si osseroano nei militari : con due premi di L. 1000 ciascuno. In questo concorso si ebbei'O cinque memorie, ctue prE'mi e due monzioni onorevoli. 1• premio alla memoria del capitano m~d ico. doll. Ce«are Qur;z1o, allora aiutante ma:rg10r e dello spedale d1 Fireo1e, 0 ,.a addetto alla scuola di 1;1pplicaziono di ~a11 itll militare. 2• premJO alla memot•in del dott. Antonino STRA~'>O. orA capitano medico, ~:~llora tenente med1co nello spedale di Palermo. Menzioni onorevoli alle memot•Je dei capitani medici, •IOl· '"lori Giovanni ZUNINl e Dante ZANCHI. 19° concorso (1887-1888). Tema: delle malattie tropicali; loro protllassi e cura, e dell'influenza speciale del clima t ropicale sul/'r111tlamento ed esiti delle malattie ordinarie, traumaciche, ecc. Due memorie: nessun premio. Pero le duo me111orie furono ~iudicalc meJ'itevoli di m enzione onol'eYolo. Ne erano autot•i il dott. ACCARDt Stefano, medico capo di :.• clas!'e nella R. m11rina ed il doLI. De ReNzt cav. Giu$e! pe-. ma!!giore medico. nello spedalc di Cava dei Tirreni .

1


VAI\IKTÀ

11 89

20• concorso \1889-1890. Fu quindi indeUo un nuovo concorso collo stesso tema alquanlo tnodificalo, cioè coll'aggiunta delle parole: « con particolare riguardo rr.l cltma speciale dei territori occupati pre8ettlemente dagli daltani. • Il t~mpo utile per le consettne delle memorie scade al 31 marto 1890.


1190

VAlli ETÀ

Partecipazione di ufficiali medici e di farmacisti militari alla scuola di perfezionamento sull'igiene pubblica.

1!: noto come sul pri11cipiare del volgente anno venne aper l& in Roma una scuola di pet•fezionamenlo sul l" igiene pubblicaper medici, ingegner i, veterinari e farmacisti. A quella scuola presero perLe, d'ordine del ~liuistero della guerra, sempre sollecito di quanto può aumentare l' istruzione nel Corpo sanitario, alcuni ufficiali medici ed un farmar.isla. Da prima vi furono destinali i capitani medici Clauùio SF OHZA ·e L uigi CA ~'ORASO, aventi le condizioni di carriera e di s tudio richieste dal Minis tero, ed il farmacista ili t• classeDemetrio GA YTA. l n seguito vi fu pure ammesso il capitano medico RomoloRAGNINl del presidio di Roma . Tutti rimanevano perciò esonerali da ogni altro servizio per lulla la durala dell a scuola. OlLre ai suddelli, rrequenlat·ono eziandio la scuola di perfezionamen.to, ma per· proprio conto, il lenente medico Giulio D~;:SA NTl dello spedale di Milano ed il sotloteneulc Giuseppe GIARDINA del 15" r eggimen to fante ria. Se è nola l'a ttuazione di questa scuola di perfezionamento, non sono ugualmente uoli il modo e l'importanza dell' inseg namento che vi fu impartilo. Ho quindi creùulo convenitmte di da1·oe un r esoconto, anche per not·ma di quelli fra gli ufficiali medici cbe in a v' enire desiderasser o d'esser vi ammes!'i (1). La scuola durò dai primi di gennaio 1.1 ~ullo maggio e gli (t ) l.e Informazioni circostanziate ' " i diversi studi mi furono rn"orltl' dal ca· pil.:lno medico Dott. Claudio S•·onzA.


11 9 l aluuni furono 4=:>, ,fi cw 34 medici, i 1111-ft>f{uer·• e 7 rarmacisli Ju questo periodu rJi lempu vi si re ·ero le seguenti istruzioui ( 1).

Cor:1, di uatleriolo(.fia e di miero.~cupia r/iniso in due Jieriod i della durata eli due mesi ciascuno (Pr o r. CAJ'\ALIS). Oalll' 8 e m ezzo alle 9 e mezzo lezioue del pr•ofessot'f' ; lezione per unn mel.ù teorica e per· l'nllru pr atica (tecnica balleriologi ca). Subito dopo ognuno si r•ecava al suo po~Lo e lavorava sino alle 1 ~. Nel pomeri::tgio, lluovo lavo•·o dalla una ali~ 4-. Qui ndi aiLra lezione tPot•ir.n- .. pMimentale rlella rlura t.a !li cir ca un'or n Nei lavori «<i labor'8lorio si r:oltivArnnr, ri•·cn iO spec1e di schizomiceti in pnlate. 1n gelntina, in A~ar, 1n siero tli ~nn­ ~uu, e si «tudiò il l w o modo rii sviluppo, lauto nelle colo>nil' quanto nello mfl.;;sinni. E furon o ec:Amiuali i~olata mente al mior oscopio sonza colorazione, s u gMrc IKHltfenli, coi vori metodi di coloJ•azione, tanto nei pr cpal'lll.i a secco, con o senza spore, 'luanto nei Le~ suli rli vori o r·~n ni d'animali soLLo.posli a sper·imer.Lo. La maggior• par·t·· dogli «~!lizomiceti studiati furono pur r> òi~egna li. Ogni alunno prepnrò da se gelatinu ocJ n~ar; lutti a s~i ­ sletter·o alla pr <>parazionP del siero di «angue. Durante glr eser ci zi furono assistili clnl fH'Of. CI\ NALIS e dal dott. ScLA v o. Per· quetolo éor so furono uecesSllt'l molli sLr·umenti ed oggetti de1 quali alcuni Gl'anc. fornili dal lniJMalorio e pagati dall'alunno, ro caso d1 guasto, ed altri ertwo eli propriet.a sua (Vedi elenco alla /lne dello scritto). Per· minute spese e per· guasti rl'og-gelli del lobor·atorro accorsero in media u ciascun ulunno U118 speso di L. 80. Il) In ogni corso, oltre agli esercizi pralicl, St ft•cero letloui Leorio:ùe, le •ruall eraoc. cosi rlpartìle: l.untdt-, rll.lbLtie di')( li optrai e.J epidemiologL'I l l'ror. CM!.\ L15); .tlarllda e Gtuotdi, ~~~.;n oria sanitaria (Pror. P \lòL&Ah&); M~cottd.a, demografl:t ~'<l assistenza pubblica (Jlror. IIASERI). Yenerdl, fisica l~cnlca e meteorologia (Prc.r. PALAZw); Sabato, t•olizia sa11itnrl:a dci velcui (Prof. MONAttl ). Nel glorul tli festa oscursloul is LruLtlve.


VARI ~TÀ Cor.~o di para.ssttolo{lia delta du rata di 15 giorni (Pi'Ofes«or PeRRONCITO). QueRtn iu~egnamento teorico- pratico fu impartilcJ a lutti gli alunn1 1·iun1Li (m ~dici e l'tlrmecisti). A l rnallino il pr ofesso t'e l'ace va w1a lezione teorico· pratica della durala di un'ora, e quindi gli alunni dalle 9 alle 12m. e dalla una alle ~ pom prt~para vano a fr esco parasstli estralli direllamenle da o•·~ani d'animali f..,rniLi al laboratnrin dalla pelanrltt dei su1ni o dal 1nallaloio pubblico. ln quest1 ef;errizi furono ac:~ic;lili tl"l prof. PERRONCITO. Anche pe•· i pa1'8l"!lill gli alunni fecero una raccolta di pr eparati.

Co rso prnlico di rhimica applicata all'igiene, dioiso anche questo ùt rlae per iodi tlelltt du r ata rli due mesi 1P ror. MoNAAI). In ogn i periodo gl1 t~ l llevì erano divisi in due' cl&!-<!'.i dPIIe quali una lavol·ava al rnatLmo e l'al tra nel pomeriggio. Tutti gli alunni Jl1'6St~n:t.iavano uniti la lezione teori co-pratica del matlinn r.he rlut·ava. dalle 7 o mezzo alle 8 e mezzn e quindi la mela di essa lavorava dalle 8 e mezzo 111le 11 e mezzo, menL1·e l'altra lnvora va dalla 1 alle 4 pom. Ogni rlue alunn1 avevano un reagenlario in comune e po· Levano inollt•e adoperare lutti ~li altri stromenli ed apparecchi del labot•alorio che lm·o potevAno occorrer e. In questi esercizi l'l'ano ns<>i!'!lill ÒH I (\J'Of MONARI e dal dolL GOSIO. OurAnte il Ct> r~o fu l'OliO ese~uile analisi d'acqua. di vino di latte, burro , fm·roaggto, far ine, pane, paste. caffè e lhe. r:s,. r ri:u p r atici d' tflfi''!Jfterta sanitaria (Pr vr. PAGLIANI). Gli 111gegneri addetL1 a •tueslo cOJ'l'O lavoravano in locali del M inistero c.lt>ll' l nlerno. Pert'l anrhe la clas!'e dei merlici alliev1 del corso rlì chim1cll si reravA i nt"'Jll&tll e di quattro per volla, d sile 10 a. alle J2 P· al !>udrtello Mim!'!Ler o ed i vi Of.!ni allievo esam1nava progetti di costr uzione di Rcuole, di fnt..Tflalu r e, d'ospedali, di conduttu r~ d'acque, di manicomi, di cimi teri, ecc., e quindi compiJpva una r·eluziono f-lop r a i P I'O~tPLLi esaminali . In rrucsti esl'l·r·izi e t'l:liHl assisl1li dal p1·of. PAGLIANI , dAll'assistente i n gq~ ll (> I'C HENTJVIWNA C dal dotl. DRUETTI.


VARI E'l'A

14 93

Eserci•i pratici di Daccina$iOn.e (Prof. LEONI). In isquadre di quattro o sei gli alunni medici si recavano verso le 6 pom. ad assistere alla vaccinazione d'una vilella ed alla successiva raccolta e preparaztone del vaccino animale.

Farmacisti.

Nei primi due mesi i fat•macisti fecero un corso di chimica praLica; in seguito fecero il ~~orso di parassil-alo~ia unitamenle ai medici, e finalmente negli u!Limi due mesi fecet·o quello di mi cro:;copi~:~ clinica a l vaccioogeno sotto la direzione dal dottore Sct.,A v o. Durante il corso lutti gli allievi visitarono l'osservatorio meteorologico e gli uffici della Direzione generale di statistica, dove fu t'ono rispetti vameote istruiti ùai professori P A LAzzo e RASERI.

Alla fine del corso ebbe luogo pes· ogni allievo una prova sperimentale dalla quale pero, per dispos izione del direttore della scuola, fut·ono dispensati gli ufficiali medici ed il t'armacista designati dal MioisLero della guerra. A complemento dei corsi ora deLli ebber o pure luogu escursioni .festive nelle quali professol'i ed alunni si recat·ono a visitar·e opere e stabilimenti importanti per l'igiene della citta e dinlornr, cioè: 1• le cucine economiche; 2• le fogne rn prossimità del Colosseo e la cloaca mas -

sima;

a• lo spedale mililat•e i•• costruzione al monte Celio; 4• la mostra della Croce Rossa; s• la tenuta delle Tre Fontane; 6' il bacino dove fu il lago di Fucino (A vezzano); 7'le carceri di Civitavecchia ; So la scuola Regina Margherita in Traslevere; 9° la lavanderia a vapore nello spedale di Santo Spirito ed il manicomio, 10' il padule di Maccarese per osservarvi i lavori di prosciugamerrlo; 11• le carceri nuov~ di Roma.


VARI ETÀ

'L'ate fu l' in ~eg n amGOlO impa rtito d urante iJ primo cOr!':O della scuola, e certamente esso richiese per oarle degli allievi uno studio continuato ed una ft~Lica considerevole, tanto più che erano per sona lmente obbligati alla pulizia di ogni stram ento ed oggetto.

Anche nella Univer silà di Napoli ebbe luogo in qucstanno un COI'SO di chimica e di batteriologia d1viso in varie classi sotto la direzione del pro!'. ARMANI'H, e, per quanto mi ru rifer ito, a tale corso avrebbero preso parla di propria iniziuliva i seguenti ufficiali med1ci, c10è i dottori: AM A~TE Orazio, maggiore medico; SciUMBATA Giuseppe, capitano medico; BALUANZA Andrea, id. ' PARI S I Felice , io. LosCALZO Vito, leuente medico. Il corso durò un mese pet' ogni classe.


-.:«etli di ~ul d ft'I'ODO fora tnoi t me41el

occeut ehe ..- e . . . . . . . . . . . . . . ._

ehe pre ndono parte at eoro~o di batte rioloci a

l. l microscopio co11 obhiouivi a ,;occo e nd hnm~rsionc (1). ~. l seatola di eticheLll'. 3. 3 S(JaZZolìnt• ( t per IHII,,te, \! Jter 1•utlru le l•ro•clle). 4. 3 aghi di JJiatino eli diler:sa ~<rosscu~ . 5. 2 paia di forbici. 6. l pennello. 7. l tubetto di balsamo tlcl <:amulu. 8. 2 aghi lanceolllli per lnnl'~tu. 9. 2 bistori. 10. \! pinzette. H. t coltello per t;~gfinru lt• Jmtatt•. 12. \'etrini copriog~;uttl ~ port:tu,:~:t'lll (100). t3. IO vetri jlortaoggetlì :;ra va li. 1-1-. t IIUint.erno ìll t:arln Ila llltrv 15. Mezzo kg. di ''"au.u. 16. 100 l,'l"llmml di gela tina . !7. 100 provette. 18 t boccetta tJi olio di t"('flro. 19. Alcool assoluto '/1 tll lltrn.

20. Cappelletti di gomma (:!0).

••

dal l a bora .. r lo

t. Due lampade Ounsen con lullo •Il gomma. i. Soste:;no in ferro con tro anelli (d11 ser•lro )ll'r •luc). 3. IO bocceue di Erlcnmeyer.

4. 3 bicchieri. 5. 3 imbuti. 6. 2 palloni.

7. l portaprovPlte di legno.

8. 4 tavolette di legno. 9. 5 campanelle di Petri. to. 3 capsUle a tronco •li cono c011 rot•orchlo.

H. • '"etrini da orologio. H. Una scattola fii lamiera di rorro Jll'r lo IMlrt" ~-~~m~~

t4. :!5 cavalletti th vetro. t5. 5 blocchi sca•nli cii v~tro.

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,

tG. 3 piccolo capsole doppio. 17. 5 camere umidtJ grandi. t8. 1. recipiente cilindrico Krnmtu •li vt•lro. 19. l reci11iente cìliodrlco piccolo t"flll roperrhlrt pc•r i ~~truu. 20. 6 !Joccelttl con pi)lt•lle por sO,liU17,1' ralnnllllt run so~l!·~no •li legno. ':!1. 1. bottiglione con acc)u" di;tcllatn, t•cm Luhn •ll gomlila c pmtetta a tires~ io n". ~- t campana Jldr la1•nre. 23. Vaso grande di vetro Jler l lh)utell dlslufotlllull. 24. 4 bastoncini di vetro. t ~- Cbiave per l'armadio.

(l i l microscopi per i ch11• t"llltllnnt nwchci )lrlml tlu~!ln3U al corso rnrono JlrOI' I'edllU a Si•r>l' Ilei Mmistero •ll•lln IIU\'rt".l, cloi1 un mirroicopio semplicu ed 1111 altro rl)llll•lctn col rt•lntlvl appart"cdu ed annessi. Q~.testi micro~copa sen•iranno (lOt J•~r l suo·r..•,1lv1 c11r,J •cd :tltri llfilciali medici.

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HIVISTA BIBLIOGHAFI CA

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L'istituto vaootuogeno dello Stato tn Roma.. - Professore 0. L E0:-<1. É la breve islor ia dell'orip-ine dello istituto con un r apido cenno delle sue altualr condizioni. 11 vaiuolo dominò e domma in lU!lia COJ? inlensit.a e frequenza ec.cezinoale; e pet'!"iste da anni ad aumentAre ..~... E ran 20000 nll'onno, diceva~L i decessi per tale malnltia; il Bullettino .:;anit.ario pel 1888 d i~d~ oltre 65000 ra•~t dtmuu ziali, cifr a dt almeno 'f. quindi infet•tot•e al vero. Alle vive sollecitaziot)i d~ll'aulo r·ité per chò si attuassero l e vacrinaziqni e r iva :cinazioni, risp ondevano i comuni lamentnn.!o la scarsilà e lt1 irterfìcacia del maLeria'e vaccinico. I l G ov•~t·no pensò <ruin di a fondare l'isl1tulo vaccmogen-,, alla rlipendenza dello dir ezione di sanità p1•esso il i\linistet•o dell'interno e sotto la virtilanza d'una speciale superior e commi<~­ sione (d•r eltorc di sanita del Roj:mo dott. Pagliani , pre,.ide della facollé me<iica di Roma dott. Toscani, i c:pcllor•l di sAnità roililat•e dott. F. Burofflo). L'islitul<) slahililo Ln vicinanza del mattaloio muruci,.ale, comprend(• lulti i oecessar1 Jocalt per le operazioni vaccinifare, per l e p1·epnrazioni del matet•iale e l e spediztoni, per l'esame chimico-hacler·iolvgico. la stall e, ecc. Per qutoste usasi con sommo vantAggio la l ell er a di torba. Il per sonale é costituito dal meJico-capo (Jli'Of. Leone), ùa un rtl"òico assistente, da un znoiatr·o, uno scri~lurale , iu!;orvienLi e custode. Nell'istituln si riprod uce e prepara esclusivamente vaccino animale: le prime inoculazioni sui vitelli si pralicai·onn con cow pox naturale avuto dall'istituto vacciuogeno di Dr•uxelles; che J'innovasi tutta ~volla ò possibil e.


RlVISTA BIBLIOGRAFICA

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I vitelll (ùi 3 a 6 mesi) teogonsi in preventiva osservazione diversi gior-n i; appena ultimata la raccolta sono nel vicino mattaloio abbattuti e se ne pt•t~lica la necroscopia e se del caso attuasi anche un esame islopatologìco e bacter iologÌco. In Ctl~t) del menomo duhllio lu tto il materiale raccolto è distrutto. Il vaccino raccogliesi dal 4" al s· giorno, [>rima quindi si inizi 1a supput·azione; lo si depura e riducesi in polpa per l'aggiunta di poca glicerina purissima e neutra; e se ne l'iempiono tubelli (P<'I' 100 inoculazioni) o se ne preparano placche di cristallu (p el' 2-5- 1O pet·sone) p l'e via stel'ilìzzazione, ecc.; in estate conse t•vans i in una camera t•eJ'riget·ante a cireolazione d'acfJua. Le speùizioni accompagoansi con cartolina con isl!•uzioni, dalla ltuale il destinatario s t11cc:a una 11pposil.8 par·te l·.he r iempie delle ric!1iesle indicazioni e r invta all'istituto pet• l'icevuta. Dal dicembre '1888 al giugno anrao corranle furono inoculati 70 viLélli o si oLtennero -1-633 tubi ed 8406 placche che furono Lutle spedite, soppet·endo cosi al materiale per circa 900000 inùividui. .... Gli esili favOI'evoLi oltenuti ascesero quasi al totale pet· le vaccinazioni, al!'84 p. 100 in media pel' le ri vaccinazioni. Furono recentemenle presi nccorùi col Ministe ro della guel.'ra per l'adozione del malet•talo vaccinif'ero dell'islitllLO per le vaccinazioni, con lin fa an it nale, ùa praticat•si nell'eB. sercito. TolJ()grada e st&tisttoa medica dl Senigallia, pel dollore SALV.<\TORE NATALI, capitano medico della milizia mobile. - Milano 18HH, stab. Civefli (1).

Il lavoro fu all'egr egio Natali ini':ipi,·ato dalla calda richiesta, che la commiss iona organizzatrice del secondo congresso dei medici delle Maf'cbe, faceva a.i soci, eli voler concorrere à. rendere possibile e compiul~ la relazione da present11re (l) Questo lavoro è st.1to premiato con lllllllnglia d'argento all'Esposizione d'Igiene ctel Xlii Congresso de ii'Associnzlone Medica ltalian!L n Pn<lova.


1 Hl

RJVISTA

al congresso sullo stato igienico e sanitario del paese e sui morbi infettivi che vi dominano. Egli volle dare quindi una idea abbastanza llrlPguata delle conòizioni igienicht> del comune di Senigallia e riescire insiememenle a pr ovare la necessità di alcuni inrlispensabili ed urgenli migliO!'am~nti. La monografia in questione riesci Abba!'llanzo compiuta in quanto nessun dalo di qualche im portanza fu dall' e~regio autore trascurato onde rendt:re esalto e rispondente allo scopo il quadro igienico sauitario del comuue pr·e!'iccllo ad illustrare. Premesse Alcune succose f ..:otizte storiche, descritla la giacitura ed i ronfìni eli Senigallia, c-:>1 sussidio anrhe d'una la· vola topogrAlìca o colori del territorio, riesce, in mancanza d'un osservatorio locale, a dare un'idea appr ossimativA delle condizioni metPreologiche basandosi sulle osservazioni dell'O!<.<~ef'valorio di Pesar o, che raccoglie in a speciali Ul\·ole. Traccia fJUindi la natura geologica del terreno che 1llustra con una bella tavola cromolitografica. Parla dell"acqua (l'alda solle•·r anea, corsi, acque potabili c ,minerAli) ed Al relativo te..,lo aggiunge una tavola schemalica ed una delle analisi fin ora praticate. Fa parola delle colti var.ioni, delle sl•·ade con una pianta della cillà - delle rogne e pozzi n~r1, dello ab1tazioni e pubblici fabbricali (e parlando delle scuole dA uno specchio dell' ìsLmzione elementare) , ospedale, cimiteri, ecc. ~ella I'JU!ll'ta parte è cenno dell'alimentazione: alim enti, bevaude, ecc. Nella quinta é •·iassunto lo stato o mo· vimenlo dellfl popolazione nel decennio 1879-88, con dive1·se annloghe tavole; qui vi é pur cenno dei dati r eloth•i alla leva mililarP. La pArle stessa lralla !ielle condizioni cenno· miche e socinli della popolazione: pauperismo. benellcenza, con indicazione del patrimonio dei poveri , istituti di pr~vi­ denza, servizi sanitari diversi, istruzione pubblicA, isLituzwni di credilo, commercio, rispa t•mio, assoriazioni , costumi e pt·e· giuòizi, religioni, rriminalilà. mezzi dì comunicazione. La $etti ma part e é consacrala alla staLislica delle cause di morte, o completala con numei'Ose tavole e molli deLiagli illu!ltrativi. Questo rapido conno degli argomenti daJ bravo rollega trattati basterà a. da r e un'idea dell'opera abile e m eritoria


BlBLIOGRA FICA

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che ha saputo compiere in onLa alle dure, diuturne, esauren ti occupazioni del pratico medico esercizio a cui con riconosciuto ed apprezzato zelo si è interamente consAgrato.

B. Prof. F RANCESCO OA"'I. - Uno aguardo &l mio &llllo ollJlloo 1888·89. XVU ourloutà ol1Dlohe. - Clin1ca medica dell' univer!lilà di Pa via. La clinica non di"'pone che di 32 letti ed accolse 190 malati: 91 guarirono, 3(} furono dimessi non guariti, 51 migliorati, 4 furono traslocati ai ri1-1arti spedalieri, 8 moril•ono. Gli allievi fuL·ono 126, 59 del 5" e 67 dol 6• cor!lo. È a questi, che soli assumono malati, che fu affidata .la J'edazione delle L'e· lative cliniche ~tor1e. Si ba r enumPrazione dei maiali, distinta per apparati e per genere e specie delle malaUio. ·Suno dtscussi quindi, ragg t•up pandoli ess i divl' rs i casi morbosi ..... Delle X VII curiosità cliniche non è però cenno in questo primo opu!'colo, e saranno più lardi pubblicate ed illustrale. B. HEtTZMANN. - Anatomla umana desorlttlva e topogra1loa. - Esposta 10 637 figure. - 1" ed1zione italiana sulla 5' tedesca. - Dotl. G. LAPPONt. - Vienna : BraumiiLier, e Modena: Sarafiuo. Sono (o di remo meglio saranno, essendone ora pubblicati tre) sei fascicoli. Due sulle os a. articolazioni e le~amenli con 200 fìgur·e; uno pei muscoli, fascia e relativa Lopogratìa, e per gli organi ùei sensi, con 127 figure. Quesli costi tuiscono il primo volume. Il !""COndo ''OiumP. constarli pure di tre fascicoli, adorni di altre 310 figu r e. Inutile è speodet·e troppe par ole per elogiare la bella pub· blicaziono che in qualche maniet·a non è nuova neppure per noi, g iacché anni sono ne era stato pubblicato put•e 111 italiano, sotto formn d1 allant.e, uno schema. L'edizione atlualo per la rorma meglio atlatla allo "lurlio, nitido, con figure veramente belle e dettugliale, costituisce


Ili

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R! VlS'fA Blll i..TOGRAFfCA

un libro sommamente pregevole, utilissimo poi per chi. come pei medici militari accade, non !IUÒ ave re nella modesta pratica libreria opea·e voluminose e d i incomodo formato. Noi la t'accomandiamo quindi vivamente ai colleghi, perchà sotto tutti i punti di vis la soddisfa a lle necessità e condizioni della nos ll'a speciale posizione. È invero l'indispensabile complemento di quah:iasi opera tli a natomia e topografia ar:atomica a s emplice descriZione. B.

A proposito dl un supposto progetto di v aoof.nazione oarbonohlosa nell'agro romano. - Scritti polemici. È la raccolta Mgli aa•Lìcoli r elalivi pubblicati dal Giornale di medicina e oeter inarirt pratica (apr ile-g iugno 18891, ove

furono infatti riprodotti tuili g li scritti polemici sulla questione. B.

Sulla trasmissione del oarbonohio dalla madre al feto. - Ricerche sperimer1tali del dott. LATIS. Conchiuderebbero per· la possibilità e frequenza del fallo, almeno' nelle cavie. B.

Contributo allo studio del polso paradosso. -

DolL E.

0CCHIPINTI .

È una ben dettag-lia t-a storia clin i~a. •·it'e rentesi ad uno dei rarissi;ni cas i di polso paradoss0, di cui le causAli furono esattissimamente defi nite al Ietto del malato e più tardi per· fettam entè con fè r rnote dai r'eper li oecroscopici. B.

Il D ire t to r e

Dott. ~~RLJCR BAROFFIO generale medico. Ll Col l a.bora t ore per 1a R .• M a ri :n a.

11 Red a t. t-ore

GJOVA~Nl PETELLA

C LAUDIO S FORZ"

,1/eclico di t• claue

capatafiO medico.

N onNI FEDERI CO, Gerenze.


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MEMORIE

ORIGINALI

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NUOVA FEHULA MAKTE~ERE l~L\fOHlLl GLI ARTI INFERIORI Prt><enl.llt.• Gtl:l conrPrt'n7a •Cifnltlk.t •lei m<·•<' •Il luglicl l8S9 nell'os~-tednl.- militare t h Pathll :1 d:1l •ICill. G . Asle~iuno, llln!!ltltorc Ult'tlleo.

Siccome l'opitelo nuova me~so <JUHssil nel litolo di CJu eslo sc1 illo, polr~:~hue parere per lo meno sin,4olure a chi unque consideri la grande moltitudi ne di fcr·u lc che, nei tempi antichi e nei rnotlemi. furono in,en!ale p~>r· mantenere immobil i gli at·ti inferiori, cosi stimo, prima di tulto, necessar·io rare la ùe~rrir.io n e eli quella che o:;gi presento. ConsiJ;te, come si \edE' nl'll'auoesso c.ltseguo, in un·a ~ ... jcella di l e~ n o lunga metri 1.:?0 c lar:.:a S-10 centimetri, da nppllcar~i a !:ILo <lei membro che ,.i 'uolc immobilitare. All a sun rslrom itit infcrioro ò prali cato unyrimo foro rotondo, r1el qual!' si impern ia il piantare iu modo. che cs:;o c ~irevole e può rh:evere tuue lP inclinnziuni che al chirurgo piaccia di dargli: .;ia che ~i ' o~ lia tenere il piede nel la posizione nor111ale. inclinato l'io(• di " cirra sulla perpendicolare, sio clte si dcside'ri di mf'ltcrl o in i:..Jato ùi ipt>re<:tcn~ione o di iperlh•;;.;ione. l i plant.ar(.' . metlianle il perno scoi(Jito ~op!·a uno de· ~uo i lati che enu·n :lll incastro con forte fregameuto nel foro ro76


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NUOVA FEIIULA

tondo anzidetto, può per il solo attrito essere fissato io ogni posiz ione voluta; uondimeno, per assicurarne me~!lio la ~ta­ bilita, fu agg iunto una piccola vile ad occhiello. Si può inoltre imperniarlo tanto da una pane quanto dall'altra, in modo che la ferula :;erve iudill'ercntemcnte per l'arto infet'i0t'e di destra e per l'arto inferiore di sinistra. Questo costituisce un primo vantaggio non dispregevole, perchè molte nltre ferule non possono serYire che per un lato solo o destro o sinistro; onde si rende necP.ssario avere sempre la coppia, aumentando cosi la quantita del tn<Jteriale. A breve distanza dal piantare, e pl'ecisamenle all'altezza del mnll eo lo, quando si SUjJponga la ferula mel'sa iu uso, comin t:ia una fineslt'a lunga 50 centimetl'i In qnale arTiva fino al capitello del perone. La necessità che il malleolo cada sopra uno spazio nJOLo, per pon snbi1·e compressione nociva, è cosa evidente per sii stessa. L'e~periema poi mi ha dimostrato, eire questo è pure necessario per il cap) tello del pel'one; perchè se l'i ndi,•idoo al quale si applit;a la ferula Ila muscoli normalmente sviluppati. l'c~tremilà. superiore d~l perone trovasi, come a dire, in un avrallamenlo, compreso, al lato esterno dell'arto. fra i mn~co li dfll polpaccio e quelli della cosc.ia e uou può ~o f­ frir(} compressione di sorta . Ma se le ossa sono morbosamente tumide, come, ad .esempio , nelle osloo-artriti tuoer·t·olari del ginoccllio; e so, · come nccade in questi casi, i muscoli 5ono atrofici. alJora la testa del perone sporge; ed itJ nn malato di questo genere mi è accaduto di vedere formarsi al rlisopra di essa un a pic(;o]a escara. Pen~ai quindi a: ovviare a l:Lie in· conveniente JJI'Oiangando-molto in alto questa prima fìne;;tra, la qrrale in tal maniem lascia pure allo scoperto il Jato esterno del po lpaccio, rendendolo meglio accessibile :~Ile irrigazioni e medicazioni eventualmente necessarie. [n una fraLtura


I'Ell M ANTE~KI\E l~fMODTI.I GU ARTI INFERIORI

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<omplicata della #!:tmba. avendo collocato una stecca non finestra.Ln in questo modo, nw so ltanto con un'apertura per il malleolo, e lasciato l'arto ~coperto nel suo mezzo, per la medicaturn delle piaghe, nvvenne che il Ialo esterno del pol· poccio si fec e flritematoso e si piagò, pcrchè, a contatto colla s:ecca, non era possibile mantenerlo nello ed asciutto, come snt·ebue stato conYenienle. Viene poi un intervallo di 16 centimetri, ove In stecca t' piena, e cormpondo al ginocchio e alla parte inferiore della CII$Cia.

[nd i un'altra finestra, piit ampia ma pit't corta della pl'imu , o\·e cade la :-porgenza del ~ran trocantere. lo altre ferule «Juesta apertura per il gran trocanlct·c, di forma circolare od ellittica, ò assai piit piccola; ma in tal caso t'arnmenLe adempio al suo ullido. Pcrchè l'altezza alla quale trovn~i il gran trocantere non c e~-tnale in tnlli gli individui, essendn varia socondo la lìtnltll'<l; di guisa che sat·ebbo necessario d'avere una stecca a posta, adattala ad ogni singola statura; ciò che i• impraticabile . Se invece l'apertura i> allungata nel modo, come io l'ho falla fa re, può adattarsi tanto alle massitne, {!nanto ai!P minime stature militari. Per accet'larmene scelsi nel roio riparto d'ospedale due ammalali di slalure estreme; ossia un soldato del 29° òistrcLLo allo 1"1,56 1 t ed un carabiniere alto l m,78. Misurato la distanza do Ila pianta del piP.de all'np'ice del ~ran trocantere, "i tro\ ò di 0"' ,8 1 nel pr·imo e di om,!Hi nel seco ndo. Quindi tanto nell'uno quanto nell'altro la stecca sarebbe stata applicabile. Ri adnlla poi n capello agli uomini di cavalleria e di artiglierin, la cui -tatura vnt·ia fra 1'n,60, minima, per i cr~valleggeri e 1m,7~. mas · ~ima, per l'artiglieria; i qunli io tt:mpo di pace hanno assai più di spesso tlei snidati di altri corpi, bisogno di apparect'hi contentivi alle e::;tremitit inferiori, perché iu essi il numero


NUOVA F&RUI.A

dei traumi alle e!'tremitia m~ùesime t\ senza conf1·onto maggiore. Queste lun:.:he fine~tre servono inoltre aù un mi;.:lior·e ndauamento della stecca sopra la superficie tonrleggiante del memhro; senono cioi> allo stesso scopo della itwaratm·n nelle stecche a doccin. lnlino ,.; "OliO altre due piccole linesLriue per p:a-sna·vi i 1·api di un triangolo del )l a~or, che fissa la stecca al tronco. Il modo di servir.;cne non ha bisogno di spie~a'l.ioni. Messo il pedale al lato de"tr·o o sini$tro secondo che occonc, e imhollito l'artO COl COlOne idro{iln, [o SÌ assicura alla Sl('rea fa)'Ciandolo; ùopo di che si spalmano le fascie COli uua ~ostunza plastica crualunquc (=-ilit·ato, gesso, amido. ecc.). u si adoporano pitt :-emplicemente le fa:>cie amicL1Le azzurre. Cosi w uo immohilitale le giunture del piede, del ~tinot•c hio. e dell\ul(;tt. Dove interessi di avere una pnrte del menl111·o allo "coperto. è facilissiwo lasciare un'apertura nell'nppnt t•cdll() p rnt i ca~Hlola secondo le note regole. Credo superlluo da :t\·vertire, che io intendo pnrlal'e ùt ;~p­ purccclti semplicemente contentivi, npplica~ili allora sollanto, che non sia neccs;)aria la estensione conti nua a pe~J. fatta con quei mezzi da lulli conusf·iuti e diventali di thO rumune. Xondimeuo, tolto il pedale, questa femla pnò ~en in' a fare la estensione è la contrae-tensione nel modo cos1 inge;.:noso ideato dal Dcsault, usandola pt·ecisamente. come si u~a la stt'cca Desault- Liston, che nella chirurgia militan• lro\.1 .-empr·e uLili impieghi. )Ja qui pro\'edo un'obbiezioue. Che hi~ogoo c'era di fare questa in>enzione? o nun haslava la tanta varietil e nbboodanza tli mezzi n:u·tc:;ici, che ;.:iit la chirur)lin possiede t Xon erano sufficienti i cat·Loni modellnti, il fe ltro poroplastit.:o, il caucir't, il t'tJOio, le reti


J>IW lL\NTENERE llUIODILl GLI ARTI INFERlORJ

I ~W:)

mewll iche, i semi·canal•; le stecche di balena, di zinco. di lalla, di legno: le cassette bivalri. gli apparecchi di Cìlo Lclegrnfico, ecc. ecc. già co noscinli? T:uhbondanza ù tale da mettere nell'imbara7.ZO per la celta. Quali vantaggi presenta adunque questo nuovo mezzo cont outivo a paragone di quelli finora usati ed imenlati da illu~Ln chirurghi' Ecco qua. Nel sen·ir.io sanitario, tanto in tempo di pnce, qnanto m guerra, occorrono con istraordiuaria f•·equenza le lesioni delle e!ILreroità inferio1·i. Chi ha pratica di ospedali mi:itari :-a quanto sia rilevante nelle armi a cavallo il numero dei traumi nl piede, alla pmba, al ~inocchio, ed anche, :->ebbene piu di raùo, alla eoscin. Quasi non passa giorno se01.a ello sin richiesta l'opera nostrn da un soldato che ehbe la gamba presa solto il cavallo caduto, o si stracollò un piede nel fare il volteggio, o fu colpito da nn rnlcio. l P distorsioni del piede. molle volte ~··a, i, sono cosi frequenti, che qunlwno ne fece qua!'i una forma morbosa di· stinta. la rosidetla ~Jntorse des co<'alie,·s. Poi, con egunle (req11 enzn , ci si presentano le fer·i te lm·cro-contuse e le contusioni: nè ·ono •·n•·e le fratture, specie della gamba, c le lussnzioni; di maniera cb e non a torto si riguarda la traumatologia, come una specialilit per il medico militare. l nfine le sinoviti del ginocchio. traumatiche o reumatiche, sono io lulle le llrmi frequentissime; como pure non scur:;eggiaoo, fra i .;oldati eli fant eria. le lesioni dei piedi. rn questi casi. ness uno voJTà contrm;tnrlo, si rende spesso neces:;aria l'applicazione di un apparecchio contenlivo, rhe tenga immobili gli arti inferiori; od a tal uopo nel ser·vi1.io d'ospedale si può certamente usare quel mezzo che più talenli, poichè L'abbondanza di mnteriale e di tempo lasdano


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NUOVA URULA

largo campo alla scelta. Pure anche qui sembra buona regola l'abituarci di preferenza all'uso di quei mezzi semplici e spe· drlivi , di facile app!icazione e scen-i di pericoli, che eve~t· tualmonte donammo aùoperar·e in gl1ena ; senza di che le difficoltà, gi ~\ grandissime della clrir·urgia ùa rampo. sarebbero accresciute. Se ad unque noi dobbiamo far u~o così spc:;so nei nostri ospedali di apparecchi conlenlivi per gli arti infcrion, non sembra cosa oziosa il cercare di perfezionarl i, quanlo ::ia possib ile, correggendo \lllCÌ difelli , dei quali per avveulura si potessero incolpare. l i principio che io ebùi in mente. come guida, fu questo: che se nel fare un apparecchio contenLi\'o si a!l()pt~ rano stecche di legno o d'altra materia non pioghc,·ole, ~onvier1e r idurre al minimum possibile il co ntatto dell'arto cou le su· perGcie rigide; eJ inoltre quesLo contaLLo devo aver luogo in quelle regioni ove sia meglio tollerato. Per esempio: La stecca che va sollo il nome Ji \\ at~on­ Esmark , adempio assai bene alla prima di queste indicazioni. La pianta del piede poggia contro il pedale, e la ;.:amba si adagia sopra la tavoletLa opportunamen te incavaLa e forata in corrispondenza del calcagno e del polpaccio in modo che i contnlli sono limitati ~simi. )la non adempie alla seconda indicazione ; il membro tocca la superfice dura del legno colla sua parle posteriore meno disposta a tollerare pressioni perchè MI ùi e,sa gravita tutto il peso dell'arto accrc,.ci ulo dal sangu e s~rava~ato, dagli edemi e dagii essudati flogistici. So si tratta di un l'rn tturato gli effetti dannosi di questa pressione sono a~grarati dalla lunga immobilil~t, che l'arto conserva come massa iuer·te. ~e avviene che per quanto si metta allenzione nell'ungere preventivambnle d'olio e imbollire IJeoe di coLOne, non sempr~


l'BR ~fA ' TRN&IlE DmOBJOJI.I GLJ AllTI INFRitlOIIJ

I ~Oi

si riesce d'evitare i dolori al calcagno o le escare al tendine di Achille. Tutt'altro! il dolore al calcagno, elle tur·bn i sonni del fet•ito e lo rende inquieto, è cosi costante, che ho senttto vecchi p1·atit:i cbin mado per antonomasia il dolore dei fratturati; c quel che i• pe~gio accogliere i lamenti su questo proposito con tolta inditrerenza, come dire, elle era un male ~evitabile al quale hi~ognavn rassegnarsi. Con In fet·ttla, che io aclopcro. cbe si colloca non sotto. ma ai lati del mernhro, lo st~oglio ,..j evita con tutla facilitiL e'è ancora presenteutente nel J·iparto chirurgico dell'ospedale militare di Pado,·a un soldato del t·eggimento cavnllena Roma, che ebbe in piazza d'armi spezzata la gamba destra da un calcio di cavallo. Durante l'applicazione dell'npparcr.~hio fatta poco più di un'ora dopo l'accidente. si lamentava disperatamente; pt>i si lranquillò rlel lutto e non ehbe mai il h~nchè minimo dolore al t':tlcngno. La conso lidazione av,·enne regolarissima in trenta giorni . Qui il calcngno Yiene n trovarsi a contallo ùi un cuscino. ··!te con la sua cedevolezza non dà molesi ia di sorta. e che p1Lò es~ere mutato a piacere. ~i ha in quc~to moùo la sicurezza di t>vitare i dolori c le escare al cnlcngno, così faci li n 'eriO carsi adoperando altri apparecchi; e questo mi sembra un vantaggio di non piccolo pregio. Viene poi la somma semplicità e facilità dell'applicazione, tale, che può essere fatta nnehe dai non med id. Dopo a vere lavato ed unto con olio il memhro, lo $Ì ricopre con le faldP di cotone idrofìlo a molti strati; indi lo si assicura con una fascia alln stecca, che per la r;runba può essere collocala a ' olontà ciel chi rurgo, sia al lato esccmo, sia al lato interno del lllèmbro. Basta pe rciù che :;ia segata nella direzione della linea AB (v. figura ) fra mezzo alle due finestre; oppure che sia tju hi


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NUOVA FP.RULA

articolata a cerniera. o con incastro a molla. rome w la ho falla fare. in modo da poterln piegare o clivirlere in dur. Sci casi di lus!-.oziooe, como pure nelle frallure dei mnlleoli fJrtr arrt.n:hc>ulf'ru, o nelle frallure del Poli, quando ti 111e•le ha forte tendenza a spo~tarsi all'inclenlro o all'infuori. torna Yantnj?gioso potere disporrr di un mezzo contentiro. che gli ~i possa eflil-acrmente conttappotTe da un lato l" dall'altro CI)J I la stessa fat•tf ità. Dalla parte opposta a quella oro si colloca In !itecca, :;i può rr.ettere, \'Oienclo, una striscia di cartone per l'infurznre la faìiciatura; ma non i! indi ·pensa bile. Consideriamo orn le rose sollo un altro a~pello, vale a ùire in relazione al SCJ'\'izio sanitario in guerra. Qni ci si presenta d:t prima nn fallo note,·.ofts,.imo; che nella << Sin[, •si dcllu Rt•lu~;O/If' Su nit(l r;o -"'':Jii t•ser · f'r'ti terlcschi rlflrl rllte lr1 [!111!1'/'<Y j i·a n co-r;e!'fnaflic:o

(187 O· 71). com pilrda per eu r u rlel Gt'or"u/1• _1/,•rl;co df'l R. Eserr•ito e r/l•llo R.a ..v arino (lloma 1 ~88) 11 è segnalato co 11 qne:;le parole: « 0:1 nn':dlrn tabrlla sla li;;t ic..'l ( l ) ditnostranle la di,;lri hu« zione delle ferite nelle si n~o le t·egioni in cinque dill'ercntr « g-uerTe, a comi ncia re dal 18iH e "enendo fino n qneiJ,, « del 1870-7 1 e compilnta sopra dali raccolti io parecchi « eserciti , risulta un fa tto importante, cùe senza eccezioni << per ogni guerra ~i è costa ntemente verifìcatu; ed t': la « grande pre,·alcnza delle ferite delle eslremilit inferiori 11 • Nel num ero complelìSÌ \o dei fel'iti cu rati in que,;Le gurrr<', i quali ascf'ndonn a molto miglia in. si tr·ovarono: (l) V. lnbell:l Ili :t pag. 10-lt ; o ''c~gasi pur•· il • Compenolul di l'hkm•,:l;llll f.l tt6l't'll comp ìlnto sulla Slorln tuedlt·o-rllirur;>ic:• tlella Gllllt'I'U •li Sen'"'""'' dt Amr•ri<'a dal tlottnrl B:uomo rr•llce J:enet·.tiA metlico i>pettore o Rlurz:t Ginn l hl r:~pllnno mctlrco. Vlllnmo IV, Roma 1888 •.


PER 'IA~TE~FBE OJliOBILt GLT ARTI l fKRIORJ

l ?09

« feriti nelle estremità infel'iori, com-

presa l'anca . 3i p. 100 feriti nelle e:<tremit:\ superiori. compresa la :;palla . 3 1.7 >l ferili nella testa 12,/ » >> al pelto o dorso '11 ,2 » » al .entre . 5.8 -. >l al collo ~ ,o » Di questa maggiore ft·equenza di ferile ul lc estremirll inferiori si lw soddisf:1rente spiettazionc in ciò, che il proiettile a grande di 'tall7.a di~cende; o pet· In consider·a1.ione che la frequ enza delle lesioni delle si ngole parti sta in rapporto dirello con la loro superficie di ùers:tglio; e per le cslremi tà questa snperlìcie rli bersaglio non é data dalla loro supol'fici e assoluto. ma è rappresentata dai !Jinni che corrispondono al· J'nmpi ezz:t dei loro rth iLuali movim cnLi. « Lo studio di quc:.Lo rapporlo di frequenza - prosegue •< la sintesi sopt·acilnta - fra le ft-rite ùelle singole res:ioni .: del corpo ha uno scopo altamente prati co, in qunuto che • col sussidio di questo cifre ci sarit possibile di faro un cal« colo approssimalÌ\'O della qunntitit dci ferili di 1111:1 çerLa • categoria, r.he saranno mandati agli stabili menti sanitari « mobili e flllindi pot remo prCI'edere all'incirca quale sarà il « nu mer·o dei tra ·portabili ». ~l i si conceda di ·oggiungrre. che un altro insegnamento pratico emerge da queste cifre; ed il che conviene predisporre in giusta proporzione i mezzi di soccorso; ossia fare unn piu larga p:1rte ;1gli apparecchi che sono usati per· il Lrasporto e per la cur·a dei feriti nelle estremità inferiori. Si rilletla inoltre, che l'ani i~epsi chirurgica allar~ò d'assai i conlìni della consen 'azione rendendo sem pre più rare le demolizioni delle membra. Quindi per naturale con:;cl!uenza,


1z1o

NUOVA FER Ul..-'

aumenta il bisogno e l'importanza dei mezzi contenttl'i dell&cstremil.l rolle o ferite, sia come soccorso prowisono per eseguire il trasporto e lo sgombero. sia come mezzo di cura defi nitiva negli ospedali. ~l a questi mezzi contcnti vi per il set·vizio san itnrio in guerra devono, come o~nuno comprende a prima giunta, r•ispondere a certe iudeclinnbili esigenze, senza di cho snreiJ· bero di ~ca rso vantaggio se non addirittura inutili. Bisogna prima di Lutto che l\ianl) semplici, le~geri e facili a trasportarsi; ai quali requisiti questa nno\'a ferula ri,ponde appuntino . Essa non pesa che 700 gra mmi; mentre rJlwlln di \'atson-Esmarck ne pesa da 13:10 a l 000, secondo le :;ne dimensioni rnag$!iori o minor·i rese necessarie dallo ÙtH•t·se stature degli iodi\'idui ai quali devesi adattare ( 1J. La ft't'ltlll t! i Mac-Ewen , eccellente $Otto molti rispetti, pesa n l O grammi, o non potendo applicnrsi che da un Ialo solo o a destra o a si nistra, bisogna avere sempre il paio. Questa del peso. è cosa più importan te che a primo aspelto non sembri : l'apparer.chio più leggero, caeteris paribus, sarà :;emprt• pet· noi preferibile. Si tratta di matcrinle che dere e:;sera carre~g i a to o portato dalle bestie da soma per grandi di:;tallze, seguendo con la vol ut a rapidilit le colonne delle truppe in mar·cia ; coovieoe adunque cercare, lì no allo scrupolo, di alleggerirne il peso. Ed t\ perciò eh~ io lto JaLto forarf' anche il piantare; il qnale è inoltre alquuuto esuberante tli allezzn, affiochi• vi si possano posare sopra le coperte ùellelt o, senza che vi sia bisogno di archelli. Siccome il piantare può slacc<w i e la ferula pie~arsi o (l ) Nell'esposizione ann essa nl X Ili congr~sso rlell':k.;sociaziopo m4·dt(': Ila-

han a, tesh• teoutosi :1 Parlo,·a, rì:;urnvruto IJen «elle mudellì Ili ''arrn dlnwn~lono Ili IJIIesta s tecra, resi neccssn•·i dalle diiT~renti era e ,tatur~ de:!h u~li­ ,·lclni ni 4fUali dovonsi apJllicart•.


PEil MANTENERE UUJOBILI GJ,l ARTT INPERIORI

·121 •1

di\ idcrsi in due, potendo, come ho detto, essere articolata a cernier·a o per incastro, cosi riesce facilissimo il suo collocamento nei cofani o nei carri di saniti1 o nelle casse degli ospedali da cnmpo. La sua semplicità u tale che ogni più rotzo artefice è. capace di farla in poco tempo e a basso prc~w. La prontezza e facilita di applicazione. il nessun pericolo che l'accompagna, sono cose che 11on hanno bisogno di essere dimostrale; o mentre contiene le ossa fratturale a sito con qu P.IIa immohilitil, che si richiede percbè il lavoro di consolidazione possa compiersi regolannenle, può, occorrendo, essere r·imossa con eguale fucilrtiL t)uale differenza. dall'apparecchio gessato, ad esempio, rhe e·ige un tempo, un lavoro ed uoa niJililà di gran lunga :;uperio ri! Per ultimo essa si presta ad una molreplicitit di usi, ignota alle altr·e ferule; potendo essere t:ollucnta indifferentemente all'arto inferiore di destra od a quello di sioislJ'a, tanto al lato esterno qnanlo al lato ioter·no di cin.,cuno di e·si. Ser·1•e ad immobilitare, a seconda del hisogno, o le sole articolazioni del piede e del gjnocchio, o. insieme con queste, l'arti.colazione dell'anca; permette di fare, sia una fasciatur-a iulet·a, sia una fasciatura fenestrata in corrispondenza delle fer·itc delle parli molli, se Ye ne souo. !Juest:t mohtlplicità di usi la rende, se non erro: spe~Jialmenre raccomandabi le al medico mili tare, che, con mareriale limilnto e in hreve tempo , deve recar soccorso ad una folla di ferili mentre intorno rumoreggia la bauaglia. Poche cose mi rimangono da aggiun1-1ere . .'\ell'immaginare qnesto nuovo mezzo conlenLivo degli a~·ti inferiori non sono partito da un concetto teorico; nè a nei osato pre::>entarlo al pubblico senza farue prima sufficiente esperimento.


NUOYA FI!Rli.A

Fu la necessitit dell'esercizio pratico. che me ue ~ttggel'i la prima idea ne! caso seguente. Illz maggio 1887 un solùato dell'S. arti;.dieria, Hal-(ni Felice. nel fare un pa · aggio difficile, fu sbalwto dalra,·antreno e gli passarono sopra le ruote del pezzo. ~e ebbe frallura tlel ratlio del lato destro; e fratture multiple della tibia e del perone di sinistra. Le parli molli della gambttsinistra erano contuse in mnùo gr;wissi mo, in alcuni punti lacerate, a il sangue in· filtralo nei le~~uti s1livn lìno a metà della co~cia. Dopo cinque giomi ;;i rl'so necessaria un'ampia spaccatnra al lato interno del polpnccio pe1· dare esito ad un copio~o l'matomn compreso fra gli strati muscolari. ~folti brani di tes:;ult necrosati si stn ccnvnno: l'arto coprivnsi io al cuoi punti di llitteue s:mguinoiC'oli; :;i acce:;e la febbre, elle durò dal 17 al z.S. ma g~io, mantenendosi per due giorni n .wo. Il ·zu dello stesso mes~ fu inci~o nn ascesso, che si era formal o alla parte alla e interna della gamba. Siccome il solo Ialo e~terno dell'arto era incolume io pensai che sarebbe stato po~sibile di collocar·vi un' lts~i co lln, munita di piantare, as~icurandola alla coscia e nl piede con una fasciatura gessala, e lasciand() cosi nel mt>zzo dell'apparecchio una larghissima finestra·, che mi permettesse di fare le frequenti medicazioni r·ese necessarie. Cosi fu in falli; l'n:;sicelln manteneva le ossa fralluratc nella immobili ti\; e collocando :;ouo il bacino lo sgabello del \'olkmann, era facile iìt>llevare la gamba ed irrigarla copiosamente. mantenendo quello sta to di scrupolosa oetteaa. che ,·alesse a padroneggiare il processo llemmoooso ordiwsi. Sebbene lo specillo conduce~~c ad alcuni punti O\ e lot tibia era scoperta, non ,·i fu eliminazione di frammenti o~;;ei. Il l o agosto con·olidnte le frallur·e e gtHlrite le pia~hc delle parti molli com inciò ad nlzarsi da lello; ed nsci,n dull'ospedale il26 setlemht·e iu cosi buooe condizioni da potere


PER ~ANTENERE HIMOBlU GU All'l'L 1NFJ!.R l0111

15!-1 ~

sperare una piena restitutio ad integrt'll' nelle fnnzi oni dell'arto latHo gravemente offeso. Queste speranze non furon o smentite, pcrchè da informazioni recentissime mi risulta che dopo una licenza di convalescenza di tre mesi. concessagli dietro prol)OSln del direttore di que,;lo spedale, ebbe una licenza straot·dinaria di mesi cinque in seguito a rassegna. come da dclerminazione presa dnl Comando della divisione militare di Yerontl in data .2o gennaio 1888. Da allot-a in poi, ossia per ohre un anno presti, servbio alla propl'ia battel'i" e ci ...;i trot'rt anclte al giomo d'oggi . .Non nego che qui sareblJesi potuto adoperare con sncce;:so egnalmonte buono llllO dei tanti e ben noli apparecchi a so~pensione; ma essi sono di costruzione meno facile, Jneno pt·onla e nnn del tt tllo privi di inconvenienLi. Volendo adunque riconuurre gli apparecch i eli ch irurgi<~ militare alla mas.sima sempl icita mi volsi di prcfcronzn a qu esto, dte infalli corrispose pienamente allo scopo. [)a all ol'a in poi, e sono ot·maJ trascorsi più di due anni, non ho cessalo di adoperare q!tella stessa ferula in un gran numero di lesio ni r'ecandovi man mano i miglioramenti, che la esperienza mi suggeriva. Cosi mi persuasi sempre meglio d~lla sua utilita; e il direttore ùel nostro ospedale lenente colonnello PasLorello, testimonio astiiduo di qneste prove. ebbe la Lontit di esprimermi la sua soddisfazione. ~on si può fare uso esclusivo di lale o di tal'altt·o sostegno in Lulle le fraLLure; nè io pretendo che ~li altri mezzi ttar· · lesi ci, da tanlo tempo in onore, debbano esser·e L1·ascurati; snt•ebbc stoltezza ìl pensarlu l All'inflnila var·ictù ùi lt·aumi. c.lt e ci si presentano, co nviene coutraporre una egua le \a••ietà eli espedienti curativ i. .\Iii, come in ogui nllra cosa,


NUOVA li&RULA, ECC

l'ambiente fa $entire anche qui In sua forte inlluenza cui non ~ dato soltrnrci . Le persone e le circostanze ed i luoghi fra mezzo ai quali esercitiamo l'arte nostra ci soggiogano: ed all'ambiente militare, che vuole massima facllitt1 di Lra~porto e prontezza d'u,o. devono adallarsi i mezzi di soccorso per· i soldati feriti.


1215

IL

NITRO-SOL~ATO DI F~RRO CO~ E DISIN~ETTANTE RlCERCUE SPERUlEXTALI DEL DOTTORR

ALESSANDRO

P.ASQU.AJ:,..E

Questo liquiclo, cho va in commercio sotto ùen all1·o nome, il quale nul la ri vela della sua composizione chimica, ò ~ta lo o:.rKeLlo duli e mie r icer che pe1' iucarico av utone. Il suo colore r icorda C[uello del Yino di Malago; il RUO odore, quando è agitalo, C[Ut-!lo dei vapori nilrosi; la sua dens ità è di 1,360; la sua 1·eaziono uacida. l noltJ·e, alla lomperalura amhion1e svii uppa va pori , cha arrossauo la cal'ta <li to rnasole. St~Yuole cbe esso, in soluzionP all'l p. 100 in acqua, rie~ca un otL:mo disinfettante, ed nnche tnt preA"evole deodorante, sia per lo latrine che per gli utensili: la modici là del pr ezzo lo farebbe preferir e ad allri disinfellanLi o deodoranti. A me premeva. innanzi lull•J. pt·endere una sommaria cognizione elci c:uoi componenti chimici. la quala avesse potuto, por av\·eul ura, agevolare la provfl halteriolog1ca, che più di l•Jlle m'llllerossava per poter dccidère della sua azione di~i nfsllante.

*

* "' Notevolmente diluito e lea tleto co •• ammo uiace. ques;to li-quido mi ha dato un abbondante pr ecip:talo di sesquiossido e solfato basico ùi fe1 ro.


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lJ, NITJIO - SOI-FATO DI FEI\R,O

TrnLlato con actdo solforico, in presenza ùelln tm·ni!urn dt r•1unc, sviluppa vapori niLrosi, rilevabiJi alla visto et! all'oll'alto, i quali divengono abbastanza copio~i. a geYolundo la rea~tone col ri~caHamenlo. Viceversa, se nel proc!'dimento s1 sostituisce al liiJuido in r«ame l'acrtua distillala, on-Pro "t? "Ì ra a g11·e dil'<lllamenle lo stesso acido solfor ico sulla tormtura dt rame, non ~~ ha alcuno svolgtmenlo sensibile di va1 •·ri niLroc:i, n etmche col ri~caldameot.o. Quantunque queslll prova fosse per ~e giu molto .llmo~ll·a­ tiva. put·e ho voluto couvw1darla con l'altra uon mc>no tnlot·~~­ saule, fondata ~ulla propri .. t.it che hanno l'acido rntrì1'u t•d i s11oi del'ivali di dare. a conlatlo del solfato di brucino, una raPallet·islica coltwazionP rosso- porpora. Ho 'fUimli f'l'e,•ipitato, medtant1• anunoniaco, il l'esrruios«iùo ed il solfato J.m,.tco dt ferro da u11o piccolo quanti là del liquido in e:::amt--. e, acidificalo il flltralo con q. b. di 8t;ido !'Oi forico. 110 1\o ft1tt.1 cadere poche AOCCO in uno ~o(uziono acquosa all'l ].l. 100 tlt :;:o lrato di br·ucina. Ebbene, cosi pt'occdenùo, ad ur 1certo punlo lto olle· nula mollo iuten~u la cat·allei'Ìslica. CJlol'azione roR"o- pot'pora. Vict·vet·sa, facendo agi1·~ <.lirella.meute. aii•J ~lt·sso muùo, solo l 'aoido solforico 11elln ~oluzio110 di solfato di IJrucit·a, ho ottenuto nppena unn loggiet•issima tinta rosea, ùo\·uta a 'luel po' di 1Wido JlltJ·ico, clte si accoU1pagnu quasi !'empt·e ull'acido solfor·tco, per quanto pur·o questo Slfl . Ullot·iot·i indagini bamto e--eluso la presenza Ji clurut·i e dt allri componenti m p1 opor.liOm :::enstbili. Dal !':u esposltJ ho potulo <JUinùi stabilire che il li•[Uiùo in C!sarne pir-;ullA esseni'.iolrnenle ùi nitrato e nilPtlo di ferro, e cottliene, •!U&udo é prepar·uto \ii recente où c b~n con..tlt·valo, auch.; actclo nitrico libero

*"' IO:cco Ol'll come ho procetluto alla prova uRtteriolopka. l."ultll Je t li•ruitlo in esame uno soluzione al LO p. 1000, come vi~n<' intli coto nelle IStt·uzioui sul naoùo di u~arlo, ilo 11raticalo su di e:,~ll quullro Rerio di esperimenti. l' M:rie. - Con pezzeLlin i ùi c:arta impregnala tti spor·o Ù1


CO" E OISINFETTANTE

·121i

antrace bo infettate nove pr ovette, contenenti bt•odo sler·ilc di carne, e p1•opriamente a) nella prima pro,·etta ho fallo cadere èenz'altro uno di questi pezzeltioi, ed ho lenulo '(uesta rome provetta- controllo; /Jl nella seconda un altro pozzeLttno della stessa carta, previa imrners1one nella soluzione dianzi pr epa· rata; c) nella terza un ollro pezzeltino, lasciato per i ' minuto nello sl~sso liquido; d) un altro nella quorta, lasciato per"!.) tl'Il noti; c) un altro nella qu•nla, lasciato per 4' minuti; o cosl ,.,a Ono alla nona prove tU!, dove ho fallo cadere uno di quei P•'tzeltini di carta, che aveva subito per :J2' miuult l'aztone del liquido. Ho tenuto •1ueslc IJI'ovette alla lempl'r'alunl amhienLe, e, dopo 48 ore, ecco quali sono stati i faLli r .levoti. Il brotio in tutte si é intorbidato, ma più in quella provclla tenuta per cuu· trollo. Proceduto all'esame rnicroscop1co di cia!òcUna cultura, • ho potuto constatare in tutte la presenza di bacilli di antrace, se non che nella pt•ovella-cootr ollo, se ne son trovati in mollo maggior numet·o. l nollt•e, facendo da ciascuua cultura iu brodo ionestì in gelati na, già dopo 32 ore tutti han dalo sviluppo a llOlonie di anl1·aae. 2• serie. - Con fili ùi sela irnprt>gnali di ~'~POt'c di antrace ho infellate altre IlO\ e p t'O\ elle dl b1·oùo sLet·ile di caro e, s~~­ guendo lo stesso procedimento, e le ho con!"ervate in slnfo a 3i" C. Dopo 32 ore, in ciascuna si é avuto uno ~vilupppo aud1e più rigoglioso di bacilli di antrace, ed 1 t;Oth-ecutiv• innesLi in gelatina, dopo 48 ore, han da lo luogo S CUI lUI'(' dello SlOSSO ltli· crot·ganismo. J• serie. - A controlhll"e razione del liquido direttamente sui bacilli d ell'ant ra c~ non sporifìcati, ho pre.<;o di questi col filo di platino dive r::e colonie da una piastra, che era stata conseJ•vala in carnera frigorifera a 18° C , dopo quattro giorn1 dalla s ua pr eparazione, e le ho disciolte in brodo slet·i!e. Quiod;, r·imescolato questo con un \"Oiume se~tup lo di soluzione aii"J p. 1UO di nitt·osolfato di ferrn, ho proceduto in tempi successivi, cioé di l'minuto, 2', 4', 8', 16' e :32' minuti, da tfii "'!Lo miscuglio ad altrettanti innesti in tubi di gelatina Dopo ~x ur~, in l iascu••o di questi, alla tentperaturo ambiente, si :$00•' IliO· strate colonie di anlroce. 4• serie. - A convalidare i prec.:edeoti esperimenti s u mi-

77


-15!18

U, Nll'!lO-SOLl•'ATO Dl FERilO

CI'Or gauis mi, che più comunemente iuf'estat1o le latrine in caso di epidemia, ho preparato una cultura in brodo di bacilli del colera asiatico, o, quando si è bene sviluppat11, ho rimescolata con un volume sesluplo di una soluzione all'l p. 100 di nitrosol(alo di ferro; indi, in tempi successivi dj 1', i',4',8',Hi',:t~'mi· nuti, ho innestati con rtuesto miscuglio, co~>i ottc11ulo, allreltanti tubi di gelatina. Dopo 48 ore,' alla temperatura t1mbieote, ho constatalo in ciascu no un rigog lioso sviluppo di bacilli del coler·a.

luH11e, a provare se l(uesli microrgaoismi, che si es·ano svi· luppati nonostan te l'aziòue del nìti'Osolfato di rert'O. conserva· ''ano integra la loro virulenza, ho voluto illuslral'e la ricerca con prove sperimentali sugli animali. 1• esperimento. -Ho inoculato nel connelti,~o soltocutaoeo di un coni:;rlio di media grandezza una goccia della cultura in brodo, ollenuta con un fi lo impregnalo Ji spo1·e di antrace, il quale et•a J'imasto per 32' minuti nella soluzione all 'l p. 100 del niLrosolfato di fet·ro. Al cadere del 3" giorno il couiglio b morto, è. fallane l'autopsia, sia nel notevole edema al punto di inocul&zionP, sia nel sang-ue dell'orecchielta des tra, bo cous tatato un numero cpspicuo di bacilli di antrace. 2• cspflrimento. - Nel connettivo soUocutaneo di una cavia ho ioowlato una goccia della cultura io felatina, ollcnula da una cullura in brodo di bacilli d i ant t·ace, la quale era rimasta per 32' minuti sotto l'azione eli un volume sesluplo di soluzion& all'l p. 100· deiJi([Wdo io esame. La cavia dopo 36 ore è mo1·La anch'essa cou la forma classica dell'infezione carbonchiosa. Qu es~i falli cosi notevoli mi hanno di::pensalo èa ullel'iori esperimenti.

,..

** Quantunque, dopo cio, la vi r tù deodoranLe del liquido anlSSB perdnlo affatto d'importanza, pur e no volltlo cimentare anche questa per completare la mia ricerca.


COME D1SINFETTANTE

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1• prooa.- Due piastre di gelatina in uno stato di avanzata pulrefazione, lascial.e in un litro di soluzione a11'1 p. 100 di nitrosolfalo di ferro, dopo pat•ecchi giorni hanno continuaLo a tramandare catlivo odore, f'( uaotunq uo iu modo meno intens0. 2• p rooa. - Venti cm. cubici di ur ina putr efatta, rimescolati con un volume sestu pio dell'anzidetta soluzione, dopo parecçhi gior ni hanno dalo tuttavia esalazioni ommoniacali.

*

** Dagli esperimenti su esposti mison credulo autorizzalo alle seguenti conclusioni: 1° Il liquido, che é slalo oggetto delle mie ricerche, risulta essen ~ ialmenle dall'azione de ll'acido nitrico su <li una soluzione satura di solfa to ferroso del commet·cio; 2• lo soluzione a ll't p. 100 fJuesto liquido non uccide le spore, nè i bacilli dell'anlra ce, né CJUelli del colera asiatico. l bacilli e le spot'e dell'anlt•ace, che han subita la sua azione perfi no du t•or.te 32' .. minuti, conservano con la lor·o vitalità anche la loro virulenza. Per tali motivi, nella soluzio ne su indicata, esso non può dirsi un disinfettan te, e, a qua nto pat·e, neanche un anlisetlico nel senso dato dal BauD;~garlen a questa par·ola. 3° Per lo meno nelle latr ine, dove sono Lanto fa cili ie esalazioni ammoniacali, è molto dubbia la virtt'r deodo ran te del nilrosolfato <li ferro. Laboratorio balleriologico tlella Stazione Zoologica di Napo li, 23 settembre 1889.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERr

RIVISTA MEDICA La dottrlDa della febbre In rapporto coi centri termlol oerebraU. - DoLl. UGOLINO Mosso. - (Giornale dellct reale c,ccademia medica di T orino, N. 2, 3, 4, 5. Hi::!9).

P er conoscere quale sia i l meccanism0 d'aziono di alcuni medicamenti che ser·vono a combatlere la febbre , importa conoscere se realmente esistono nel cervello dei cent ri che in dctcrmiuato circostanze fann o aumentare la temperatura del corpo, e so i t'irnedii antitePmici abbiano un'azione su ques ti ceutr·i. In baso alle numerose esperienze fatte sui cani e sui coHigli l'au lot•e asserisce che non esiste nel cer vello una parte, ilislrutla la quale, succeda un aumento costante della temperatura del cor po. Ma tanto negli uni quanto negli altri animali, l'aumento d~lla tèmperatura che si osser"a in seguito ad una lesione del cer vello è un fatto che t.lipendc da fenomeni psichici anormali, da un esaltamento e da un eccitamento patologico del sistema nervoso, e non già dalla mancata influenze di un centr o termico distrutto ledendo una determinala perle del cer vello. Riepilogando le osservazioni fatte, l'autor e crede di poter affermare che sono essenzialmente due i m odi coi quali si aumenta la temperatura del corpo: l'uno dipende dal sJstems nervoso, e l'aHro si compie anche quando questo e inattivo. Ques~i due differen ti generi di febbre sono l'appresentali da due diffcl'enti gruppi nelle esperienze riferi te: gli aumenti di temper a tura che si osservano per g ravi emorra gie., e quelli che s i producono per mezzo delle iniezioni ùi coc1una rappresen tano un ]Jl'Ocesso febbrile che dipende dl\1 sisletna nervoso; gli aumenti invece eh~ si osservano per l'iniezione


RIVISTA MEDICA

.dello st.aillococco pioReno sono indipendenti dal sistema ne t'· vo:;o e rappresentano la febbre propria dei tessuti. Se si volesse si potrebbe anche dire che la febbre nel pr imo caso ha un'or igine centrale pet ché dipende dal s i~tema nervoso; nel secondo o nella febbre per s tafllococco l'azione invece è periferica ed ba or·igine dentro i tessuti. Né si saprebbe altrimenti spiegare il faLLo che il clor alio impedisce lo sviluppo di calore car'8tter islico della cocaina, mentre che non riesce ad arrestare la feubre pr odotta dallo slafllococco. Siccome non é ammissibrle che lo s lafllococco agisca più intensamente della cocaina perché anzi gli aumenti di temperatur•a che produce la cocaina sono assai pift for Li che non quelli prodotti dallo sta(ilococco, si deve ammeUei·e che qui si tratta di due processi di Lermogenesi affatto differenti fra loro dei L(Uali uno dipende dal sistema ner voso e l'altro ne è indipendente. A questo medesimo risultato giunsero per aHr·a via ~altri sperimentatori che conlril.lUirooo alla conoscenzn della febbre. Bastera citare fra gli italiani il pro!'. A. Murri che git\. fino dal 1871: ru uno dei più strenui :;ostenitori della dottrina che il r iscaldamento degli ammalali non indica assolutame·nte uu dis turbo della funzione nervosa. Egli ha f'aL~o ultimamente delle esperienze che parrebbero uecis ive per eUmiMre l'influenza òel sistema nervoso nella febbre: a) un animale il cruale, in seguito alla distruzione del midollo dalla sesta vertebra cervicale in giù, si raffreddava continuamente, ebbe ancora un aumento febbrile della temperatura per iniezione di sostanze pirogene; b) un cane prima infettato e poscia ucciso si raffreddò assai meno t'apidarnente di un allt·o cane s ano ucciso nelle s!P.sse coudizioni di temperatura e di esperimento. L'autot·e non ha ripetuto queste esperienze delle quali il Murri diede solo un'indicazione :;;cm ma ria: la via che segol iu cliversa, ma condusse allo stesso risullato. Nelle s ue esperienze ha eliminato l'azione termica del !!is lema nel'voso per mezzo del cloralio, e iniellando dopo lo slafìlococco aureo ·ottenne pur sempre un aumento della temperaturfl. Questa ·espel'ìenza pare s ia decisiva: però per un eccesso dì pre-


1.222

RIVISTA

cauzione si polt·ebbe dire che anche in questo caso non può escludersi l'azione del sistema nervo~o, perché fino ad ora non si !18 come restino influenzale dagli agenti pirogeni le terminazioni nervose nei tessuti deg li animali, Pet• decidere questo prùblema si dovra vedere come si compo1•tano le diverse soillanze pil·ogene in rapporto rolle !OOsl'&nze che aumentano o diminuiscono la temperatura Animale, e questo formera l'argomento di un'altra serir ùi ricerche già iniziate dall'autore. Mloalte oastfloante. - Doll. KnONECKER Woelt., 15 agosto 188!'1).

( Wienel' klin.

In una recente riunione cle!Ja Berliner mediciniselre Gesellschajt, presied uta dal Vircbow o dal HPnnoch, il dotto r Kronecker produ$Se uo CS$0 di m!JO.~itts ossitlMns, chu richiamò l'attenzione specialmente per il fatto di avere avuto il suo inizio nell'età tarde. L'individuo, altualmenle su i cin11uanta anui, fino ad ora 8ano nel reslo. fu ttffello da fanciullo da una scoliosi ud allo ~rado. Da due anni ha cominciato n risentire dolori nella nuca e nel petto o difficollù di respiro. Il Kronecker riscoulrò all'ultimo novembre ossiflcali da ambo i lati i gruppi muscolari del collo e prevalentemente gli scaleni e tra 1 mu· scoli del dorso alquan to duro il cucullare. 1 gr·avi doiOI'i nei muscoli della nuca erano permanenti. F. S. Sulle lpertrÒfle del ouore ldlopatlohe. (Deutsehe Mecl. Wochell8ch., 1889).

FRàNTZEL. -

Friinlzel tratto questo ar,:romenlo con a!cune vedute ufTatt.o nuove, ed emancipandosi dalle teorie trad izionali dei cla!lsici trattati facilita e r ischiara la via della diagnosi e cura di questi morbi che fino ad ora presenta vasi al medico piena di o"curità e d'incertezze. Colla denominazione di iperlrofle idiopalicl1e egli vuole in· lendere quelli in ~rossamenti del cuore che sopravvcngon() indipendentemente da vizi valvolar·i.


Id .ED l CA

1.123

Secondo l'autore l'espr._essione ipertrofla cardiaca, abbra<'eerebbe un doppio concetto, cioè da una parte l'ipertro.fla propria del muscolo ca rdraco, del miocardio, dall'altra la dilatazione uelle cavità del cuor·e. Ques te due condizioni non !Olo sono Jiffer enli tra loro anatomicamente, ma hanno anche un significato clinico ed una sintomatologia a ffatto diversa; di qui il bisogno assoluto di ~epararle nettamente, e questa dis tinzione deve esser e basala sui risultati della percussione. Queste iper trofle idiopatiche si dividono secondo le c&U<\e in tre g ran eli gruppi . vale a clire: o pu6 una abnormemente aumentala r esistenza per pal'te del sistema aortico (aor ta o arteria polmonare) costringere un cuore, d'altronde normale, a ipertroflzzar·s1 o dilatarsi , oppm·e la resistenza può esse1·e normale, ma può trovarsi lo s tesso muscolo cardiaco ammalalo e compromcs~o nella sua runzionalità; in terzo luogo può essere ammalato il sistema nervoso del cuore. ~d esservi perfellli integrità del visc~r·e c normale r·esislenza eh circolo. Le abnormi res is tenze nella circolazione polmooare possono essere cagionate da mollo::plici rnalatlie del polmone. Queste malattie agiscono di pr evalenza in modo meccanico, sul corso del sangue, quindi questo momento etiologico si comprende senza a lcuna dirtìcolt.a e non abbisogna di dilucidaz!oni.

Oi ben maggiore interesl:'e scie ntifico e pratico, ma anche difficili a valutars i sono le abnonni :esistenze nel sistema anrtico e la elevat.a. pr·essione sanguigna che 'l quelle resit!lenze va nPcessario.menle congiunta. Viene assegnata una speciale import~nza a quella ipertrotla che avviene in seguito a malallie di r eni che per lo più consistono in raggrinzame nto atr·onco, in nefrito parenchimalosa oppure in pielonefrite. Un sinloma assai frequente di questa form a di ipertrofla cardiaca sarebbe il r itmo di galoppo. Nei tempi andati si a ssegnava una g rande importanza nella . eziologia delle iper ll'ofle cardiache alla sclerosi deliA arterie; ma siccom•, avveniva abbastanza spesso di non tro· ' 'are nelle autopsie questa sclerosi arter iosa o viceversa r:-


RJVISTA

scontrare la sclerosi con nssoluta mancanza di oltcrazioni del cuore, Fràntzel anziché far dipendet·e l'iperll·otln dalla sclerosi preferisce allribuiro tutte e due queste condizioni alle medesime Cll.U!'ie, cioo ad uno smodato uso di alimenti e ad un esa~et·ato lavoro fisico. Ma anche sforzi corporei non molto e~agerali possono condurre ad iper·trolia dr cuore so preesiste una abnorme stt·eUAzza del sistema uortico, e questo probabilmente è quello che si verifica per le iporlrofie di cuore in segui!o elle osagct·ate fatiche del soldato in guerra. Ad ogni modo gli strapazzi della vita militare dt>vono rignardorsi come cause occasionali di questa malaUia giacchò es!'ti, congiunti alla diff!collate r cspiraziOIItl diaframmetic'l e toraeice io causa del ve!\liario e dell'armamento ed alla coqlrazione delle p1ccole artet•ie in causa del fr eddo l'sterno, possono abnorme1nente elevare le t•osisten7e della ci rcolazione sanguigna. Rari sono i casi in cui l'iperLrolhl di cuot·e si produce per un ' abnorme dilatazione del sistema aortico e una ~'<nnulla· nea diminuzione di t>lasticilil delle at·terie cd è a~sm dubbio cbe l'iperlrofia possa avvenire in seguito a pura plt.>tora, a leucemia. Fri.intzel nega che possa farsi iperlrofia di cuore per ceuea di gravidanza; l'in~randimento òell'at·ea card1aca non è in questi casi che apparente, ed e il diafrnmrna ~pinlo in allo che alla sua volta spinge fol'temente il cuore contro la parete anteriore del torace. In quanto all'adiposi del cuore, Friìntzel vuole cho !'e ue stabilisca meglio il concetto. L'adiposi del cnot·e rome malattia speciale a sé non 6 ammissibile, poiché moltissime volte l'autopsia non ha rilevato che piccole tracce di grasso iu soggetti che si supposero morti per adiposi cnrdiaca. D'altra parte si è osset·valo il cuore degenerato di grH!'"O in altr1 cbe clinicamente non avevano dato a vedere alcun sin· torna della malallia. Per ò si verificano oou di rado delle piccole allerazioni mole· colari nel muscolo car diaco in segu1to a divet•si morbi infettivi i quali possono esser causa di una perrnaneotc abnot·rne cedevolezza del miocardio. Questo stato di debolezza cardiaca


Hl\ DI C.~

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può esset·e la conseguenza di altr•o condizioni come la degeqzu prolungata "''l !ello, nelle persone di eta avanzata e l'abuso di Bacco e di Venera. Le aderenzP. del peric1u·dio possono condl\rre ad iperlrofìa, ma solo nel caso che colla pericardit.e siasi sviluppata anche la infiammazione del miocordio. Le s tesso callosita miocarditicbe non sono che la consoguenza ùi una avanzala sclerosi delle arterie cot·onarie per cu1 sono dislrulle le fibre muscolari. Queste poi vengono ancora dan neggiale anche <Ielle neoformazioni, cl ai turnol'i, entozoi, dalle flogosi e dalla de!!enerazione amiloìde. La sclerosi delle arte1·ie cot·onarie è bene spesso anche la causa c!ell'anaina pectoris e dell'asma cat·diaco. Sulle malattie isolate del sistema nervo!':O del cuore non si conosce ancora mollo, a questa pt·obabilmonte appartengono il morbo di Bos edo""", ti cardtopslmo per abuso ditabacco, la lachtcardia par ossisltca e tutte lo nevrosi in causa dt emozioni morali. La bradicat·dia invece sarebbe considerala da Ft•iinlzel non come u11a ncvr·osi ma come u110 stato morboso consecutivo a sclerosi delle arterie cor onarie con alterazione delle fibre muscolari cardiache. Edema delle estremlt& superiori d'origine spi.n ale (slrtngomella) - E. HEMAK. - (Berliner klitl. Wocltenseh., e Cenlralb. {t1r clie medir. Wissensch., !':. '2.7, 1889).

In un operaio di 38 anni, or sono cir ca due anni, furono osservati sintomi di tre !>pecie: primieramente leggt>ri feno· meni bulbal'i pa deglutirione si faceva con difficolta col soc· corso delle contrazioni del platusma myodes e dei muscoli stèrno- clcido- mastoidei); quindi una atroOa degenerativa della mano sinjstra. ed una leggerissima paresi spastica della gamba sinistra. Circa un anno dopo l'autore potò notare in questo malato una parziale paralisi di senso per il <iolore e la lempernlura, tanto pcl caldo r1uanto pel freddo, ma un .poco più eslt~samente per il calore, su Lutla la metà sinistra dAl corpo fino al padiglione dell'orecchio Piu re<:entemenle la mano sinistra cominciò prontamente a gon-


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RIVISTA

fta re senza dolore e circa otto o dieci g iorni dopo anche la destra; da quattro settimane questo gonfiore rimane inaller ato. La pressione sulle articolazioni delle estremità superiori, libet·e nei loro movimE-nti, non è dolorosa, la pAlle non è mui a rrossata, nè dolente. L'edema è specialmPnle snl dorso dolla mano, ma esiste anche nella palma e si estende Ono al mezzo dell'anLibracrio. La pressione digitale lascia una piccola fossetta , cosicchè non è da pensare a una imbibiziono edematosa dei soli strati superficiali della cute ma anche dei profondi. Gli edemi non esistono in allri c;iti. n cuot·e e i t•eni sono normali. Per quest'ultimo sintomo, l'edema, l'autore crede pot('re fare la diagnosi di gliomatosi ce ntrale (~ iringornielia) tlella miclolla cervicale. Egli cr ede che siasi sviluppato un processo gliornaloso con formazione di cavita nel rigonfio mento cervicale e sia stato attaccato il corno anteriOJ•e, par· ticolarmente a sinistra in corrispondenza delle ultime radici cerviçali e della prima dors ale; e con questo si spiegt1 la alrolJa degenera tiva della mano sinistra. La malattia si estende fino alla midolla allungala. Sono anche compt·omese.:e, particolarmente a sin i~lra, lo colonne grigie post.eriori, com& é dimoi'Lralo dai disturbi d('lla sensibilita. Disturbi troflci, come l'edema qui osservato, sono stali più volte de!?crtlti nella siringomielia; essi appartengono alla natura della forma morbosa. Contributo &U' eziologi a del tetano. (Cefltralblatt fur Chirurgie, '. 27).

L um:1cr.eR. -

L'autore opina non do\"ersi nemmeno mettere in dubbio che il tetano in tulLi i casi sia una malattia d'infczio11e e r ro· dotta dalla pr esenza di ptornaine le quali vengono segregate per mezzo dei bacilli specifici del tetano jntrodotti nell'organismo. Egli trova anche una spiegazione per i risultati negAtivi di tante r icerche c.Jovendosi a SUO parere attribuire IJUl'Sli risultati alla grande t('nacitu del veleno telanico per cui


TdEDlCA

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qualch e volla si nasconde e sfu gge alle più accurate indagini. Sopra tre casi osser,·ati dall'autore in questi due ultimi anni, uno ha sommiuistralo la prova innegabile della natura parassHar ia bacillare della malallia in questione. lo questo caso di tetano sviluppalosi in !ìe~uito a re rila dt arma da fuoco, si riu.,ci a trovare nella borra della car ica fermatasi nel canale della ferila i microrgontAmi generatori della malattia; fu anche po.>s•bile tnelterli in C•tltura, allevarli attJ·averso 10 generazioni e con essi proYocare $in tomi di tetano inne,standoli sopra animali. Gli espet·imenli d'incesto ese~uili co~li a$cessi fomlalist nei punti inoculati oppure col loro contenuto o coli!! loro pareti, dirùe ro e\•i,\entcmenle ris ulta li po><ili vi. Do l Mngue degli animali tetanizzali, come pure dai loro organi inlemi non si potè ricavare alcuna cultura e gli innesli non (hedcro alcun positivo risultato.

011ervazlonl ollniohe relative alla oonta1lone del oervello. - BORLI~ E. - (Archioes Médicalcs nelyel$, febbJ'IliO 1889}. A proposito di queste osserva1.ioni, l'autore ha falLe le !i'eguenli considerazioni. La cootus•one del cervello si rivela ordì nariamentc cot !linlomj seguenti: perdita immediuta ùella conoscenza , ma che ordinariamente dura poco: poscia l'intelligenza ~i ristabilisce talvolta t.ompletamente, ma vari fenomeni infiammatori compaiono ver~o il 3•, 4•, e ;;• gior no, altre volte pìu lardi: coma prorondo, contrallura dei membri, movimenti convulsivi, respirazione JamentoF<a, sospirosa, ot·dinariamenle uon stertorosa. Se la contusione é leggera, la per dita di cono!>cenza non è che fugace, l'intelligenza ritor·na, ma il feri to r imane agitalo, ha scosse, g riùa svegliandosi. ha SOA'ni 1•enosi. L'appetito ce~F<o; soventi compliiono, come nella commoz1one cel'ebrale, vomiti al principio rlcll'accideote.


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RIVISTA

Dopo quaranlotto ore o più, il fer•ito diventa triste, irascibile e ven~ono in scena i ~intomi di una encefalite. Se la conlu ione è più profonda, i ~iotomi precedenti sono più intensi; la pet·dita delle facoltà inLellelLualr si prolunga, le pupille sono contratte; i nervi sono agitati da lllOvirneoti spasmodici, la t'espirazione é sospiro!:'&, il polso frequonle, la faccia inieUala . Ordinariamente non si osserva paralisi, e se, p<'t' ao;;<;icurarsene. si cerca di fissare l'alleozrone del malato, ~i eccitano m lui movimenti bruschi di collera. Talvolta, dopo 12 o 2i ore, il ferilo riprende In conoscenza e risponde chiaramente alle domande che gli si fanno; altri sono irritabili, vogliono lasciare il letlt), attendere ai loro affnri; essi vanno in furore se uno si oppone ai loro discgnt. :.\Ia a questa illusione succedono preslo fenomeni iufìammatorii. Il sintomo principale è una cefolalgia viole11ta, Osso, risiedente nel silo in cui ha agito il lraumatismo o nel lato opposto. Co!:'l, supponendo che i sintomi nella contusione abbiano mancato piu o meno, nell'inizio, v1ene un momento in cui l'esistenza di questa lesione non può più es!:'ere sconosciuta La diagnosi differenziale é molto dirtlcile, rnalvrado gli im · mensi progressi r ealizzati dalla fisiologia del sistema ncr•voso. Se vi ba contrattura, convulsioni o paruhsi inlercsc::a.ntc un lato del corpo, la lesione esiste dol IaLo opposto. Le alterazioni · funzionali legate alla lesione dei nervi cranici poLrebbero anche richiamare il diagnostico sullo sede d e!l'a trazione. E cosi la parnlisr isolata della faccia denoter ebbe o una lesione del nervo facciale o della porzione del cervello in cui prende or igine, la paralisi della fo ccta coincidente non 'luella dc~li arti dello slcs!:'o lato farebbe pensare ad uuo Je<;ione della peoluber·nnza ; dicasi lo stesso se si conslala!:'se unii paralisi dei nervi patetico, dell'oculo-motore esterno e del nervo facciale. I nervi vago, Jinguale, rpoglosso, Jaringeo inferior e-, ecc. polrebbl:'ro anche illuminarci sulla sede Jella lesione.


KEDICA

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Il nistagmo e la deviazione coniugata degli occhi, con l'olaziooe della lesta, pr escntantisi dal Ialo dell'emiplegia, non indicherebbero una lesione della protuberanza e dello midolla allungata '( Le lesioni dei peduocoli cerebrali potrebbero esis le1·e se, eontempo1·aneamenLe ad una emiplegia completa, si ossel',.asser o movimenti incoercibili, un'impulsione irresistibile, oppure i sintomi dt•lla pt~ ral isi dell'oculo-motore comune; midriasi, strabismo divergen te, pr olasso qella palpebra superiOJ·e; in questo caso, la paralisi S I presenterebbe dal lato opposto all'emiplegia. Fra i segni ùf..! lu lesione del cen:eJletto sono stati indicati la dispnea, J'umbliopia o l'amaUI"Osi, la sordità, un'emi plegia incompleta ed irregolare, direllu o1 incrociata; i lurbarnenli di disarmonia de1 movimenti si osser \'8110 specialmente agli arti inferior i, tah•olta uo' rmpulsione iiTesislibile a correre in avanti, ad and~:~re a ll'indietro od a gi t•at·e da un Ialo o dall'altro, l'i per estcsia parziale o lolale, un dolor e occìpilale illtenso ed ostinato, er~zioni ed eiaculazioni iovoloutnrio, inline Yomili.

Della cura del tifo addominale - Conferenza clinica del pror. Dt ZreMSSEN, di Monaco. - (Archioes M~dtcales­ Belges, maggio 1889). Il prof. di ZiemsMn co mincia condannando la c ura nspcltante e dichia randosi caldo pat·Ligiauo del metodo di Brand. Egli non ammette la legge di curatililà ~tab ilita dal doll. P or·t e cosi concepita: • li ·v elo d'acqua sollerr·aoeo cagiona un'infezione, intensa quando esso i.• pr ofondo, leggera quando è elevato. L a lerapeutira è senza wllueuza sulla mo rtalità • . Vogl ba pr ovato in un moJo indiscutibile, a dire di Ziemssen, che le conchasioui di P orl 01'8110 err·onee e che non si poteva mellere in dubbio J'inJlue nzn dj una cura metodica coll'acqua freddn sulla diminuzione della mortalità nel tifo. Nel s uo ~ludio l'autore possa successh·a m enlc in r insta: 1• la cura dietetica; 2• la cura antipiretica ed aoti infallìva 1• P er cura dietetica egli intende non solo l'alimeutuzione


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RIVISTA

del malato, ma anche le cure da preslar$i al malato, la sorveglianza da darsi al leLto, alla carnera, alla ventilazione, ai moti corporali, allo stato fisico ed intellettuale. La camera deve essere spaziosa, tranquilla, non deve guardare suJia strada e deve potersi ventilare facilmente. Un seconc.Jo Jetto è necessal'io per poter cambiare il malato di l ello. Si deve proibire ener gicamente ogni movimento, ìmpedire al maJaLo d'alzarsi, anclte per cambiar di letto o per andare di corpo. Per attivare la ventilazione si lascierà ape l'Lo giorno e noLte, se la temperatura lo permelle, il quadrello superiore di una finestra della camera del malato o ùell'appartamenlo vicino. In inverno si deve aereare completamente almonn tre o -quattro volte per giorno. Nei casi gt·avi, un cuscino d'acqua, della lunghezza e c.lella Jarghezza del letto, é necessario per evitare i decubiti. 1 cu,,cini d'aria, in rorma d'anello, de,·ono essPre rifiutati. Nello stesso ordine di idee, frizioni alcooliche al dorso, sia con rbum un po' scaldato, sia con acqua di Cologne, ecc., devono essere praticate una o due Yolle al ~orno. tJuando il malato é coricato su di un Jato. Di Ziemssen insi~te sulla necessità di artìdare ad una in·rermiera pratica le cure da prestarsi ai lifìci. Ciò è uno dei punti più importanti della terapeulica ; queste cure devono essere prestate in modo sicuro e regolare; la temperatura deve easer presa da una mano abile. Fa duopo che i hagJLi, la pulizia, ralimenlaziooe, l'amministrazione dei medicamenti abbiano luogo puoLuaùnente e s ilenziosamente. Le vis ite, qualunque esse sieno, devono essere proibite severamente. Devons.i pure vietare fino ad inollrala con,·alesce n~a, come pure le conversazioni, le occupazioui intellelluali e le emozioni. L'alimentazione sara in pr·incipio liquida: zuppe, brcdi, latte. In fallo d'alimentaz·onl1 albuminoide, l'autore raccomanda in modo particolare il sugo di carne recentemente spremuto (sueeus carnis reeen.s cxpressus), oltenu!o sottoponendo aJ


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MEDICA

torchio pezzi di carne di bue fresca. Questo sugo vien con servato in ghiaccio e preparato ogni ventiquaLL'ore. La dose é di 150 a 200 g t•ammi. Lo SI dà in parte a cuccbtaiate comu un medicamento, in porlt• mescolato alla zuppa. Questo sugo di car ne é preferibile al bianco ed al giallo delle uova di gallina per la sua perretta di;:reribllità: non produce né rutti, nè cnrdtal;zia, nè llattuosild ed il malato non si stanca. Le pr eparazioni di rorne di Koch. di Eromerich, ecc., non snno escluse, s e il lot• gusto non ripul{na ai malati. Come "ino, si daranno. fin dal pr incipio, vini leggeri. non acidi, bianchi o r os11i. Di Ziemssen ra uso anche re~olarro ente di co;:rnac, solto la ror mo di Brandy·eyg·mi:rture di S toke..c;. Questa tni~tura, di gu~to piacevole, ha la formola seguente: Giallo d·uoYa Co;:rnac Acqua di cannella Scit·oppo semplice

num. 2 gr· 50 • 120

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Le prepar azioni ;:r<>latinose sono egualmenl.o uliiL Si danno sotto forma di gelati faltt, di preferenza, con piedi di vitello freschi e con vino bianco. 2" La cura antipire,ica ed anti- infettioa comprende i rimedi tl~ici e fArmaceutici. Pur·e t·icono~cendo che non si ha al<·un c;peciflco contro la febbre tifoidea, Di Ziemssen decanla il calomelano sommini strato nell'inizio della malattia e la cui azione è di sleriltzzare, io una certa misura, i bacilli specifiti che veFelano negli mtestint. Egli dà tre dosi di 50 centigrammi n<>llo spazto dJ due ore ed ottiene una ser ie di scariche liquide verdi con un abbassamento considerevole della tempera tura. Dopo le fo rti dosi somministrate neU'intzio. ha sperimenta to a continuat·e il calo01elano, a dosi frazionate, per un certo tempo, ma il risulwto non é stato appr·czzabilr>. Vengono in segmto i bagni. S i comincia cw bAgni tiepidi dr 24• a 22o R. , della durala di 15 minuti, avendo cura di agitare sempre racqua e di bagnare continuamente le pat·Li del corpo cbe emergono. Il bagno deve essere dalo ùi pii.t in pii.t fr·eddo, a misura cbo


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RIVISTA

si aggra,•ano la febbre, l'affezione del cen ·ello e dell"inteslino e l'indebolimento muscolare. Tuttavia, da anni, D1 Zìemssen non ,.o più nl disotto di 14• n.; anzi egli giuu~e a tale temperatura con ratrr·eddamen lo pro~ressivo. In generale tre o quattr o bog1Ji sono suflicienti pc>r ventiquattro ore; ma si presen lano casi in cui se ne devono dare sei od ollo, mentre che alt1·i casi, IE'f(geri, non ne richiedono che uno o due. P r ima e dopo di ogni baftnO freddo si dà vino n the coit co· gnac e rhum a1 malati gTa,·i, gpecialmente a quelli che hanno il cuor1~ debole. Gti altri metodi di cura, che si raccomandano come succedanei più ùolca dei bagni e delle affusioni, come gli inviluppi umidi, freddi, le lavalut•e coll'acqua fr·edda, sola o mista od aceto, non hanno aiLro valore che ùi produrre un rinfrescamento passeggero. I medicamenti anlip1rctici sono ouovnmenle caduta un poco in discredito. Fino a questi ullimi tempi la chinina occupava ìl primo posto. Le dos·i che Di Ziemssen indica souo [Jer un adulto, di 2 grammi, in due volle, nella sera. L'antipit·ina ha aLLualmenle sosliluilo la chinina. Si dii alla dose di 5 ~rarnmi (:!gr., poi 2 gr., poi t gr. ogni ora, a comin· ciare dallo 6 della sera). L'antifeubrina, che l'autore l'itiene efficace quanlo l'anlipirina, si dà alla dose di 1/ 1 o di 1/ 4 delle dosi preccclenti. Cara di alcuni sintomi. - Le man~fet1tazi0tli cereùrali (ce falea, stupore, vertigine), esigono, in generale, l'applicnzione permanente di una ves.ctca di ghiaccio. Per combaLte1·e l'insonnia, l'a.gita;ione notturna, la sooraeccitazìone, si farà un'iniezione di morfina, & do:>e moderata (l centigrammo). Contro la dcuole::za del l!uvre la canfora in iniezioni ipoclermiche (l parte di canfora, ;, parli di olio d'oliva), il vino di Champagne, il cognac. li meteorismo sara combattuto mediante una n due vt>sciche di ghiaccio applicale sull'adùome, con qualche d~~~~ di calomelano (0,30), con clislt'ri di assenza ùi Lt·emenli no. Le cliarreP c~dono generalmente ad un clister~ oppinl••


MEDiCA

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Ln caso d'emorra{Jia inlescù~ale. fa d'uopo sospender·~:~ f!ualunque alimentsr.iont>, qualuotrue mcdicatnPnto. i bagni, i movimenti cd applicare ùue ve~ciche di ghiaccio sul ver~Lre. Pezzel.li di ghiaccio servi ranno n enlma r·e la seLe. Se, in seguiLo ad un'abhonda11le emor·r•at.:ia, s i l1a tirnor·e di paralisi del cuore, si rnanLer t•a la ··it·colozioul:l con iniezioni solloculan ee ùi sanl-!ue o ,l'acqua ~olula. A quP!'!lO pt•opo~to, Di ZiemE>sen fa ossen •ar e eire le ernor·ragie ci:Je compaiono dallo qutll'ltl nlla sesta settima11a (periodo di una guurigione che Lar·da aù efièl.Luarsi) sono di un

pTonostico molLo piu gr·avc rli cptelle clre si rn·oducouo ver·go la seconda n tcrta settimana (<:udu1.a delle escare). La perjora.;io,re intestinale ~~ quasi selllpre mor·tale. Si cercher·a di combalter·e i s uoi t•tl'eLLì con fot•li dosi d'oppio, p~r Ja boccu c per· il retto, aiutate, al bisogno, da 1niezioui di morfiua. Ve;.ciche di ghiacc1o s ul veu lre e le pr·eclluzioni

abituali. L'autor e insiste sttlln neces~ i~u di sorvegliare da vicino la convalescenzu, o r·nccomanda di da 1·e, per cinque gior·ni, a conlare dal p1•imo ~!!orno scorso nssolulnmcute senza rebbr·e, un r egime lifJuido (compresivi i biscolti inglesi inzuppati). Questa precau?.ione, egli dice, può sembrare esagerala, specialmente a quelli r.he permellono. durante Lutla la malattia, un:alimen Lazione solida. La cifm 5 e in r·eallà aebilraria, ciò nondimeno l'aut1 re la raccornanJa caldamente.

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HIVISTA CHIBUBGICA Resezlone parziale della slnfisl del pube oome atto pre liminare per le operazlonl sulla veaoloa urinarla. ller.FeRICII. - (Arch jflr klin. rhir. XXXVII, c Centralb . .fiir rlie Meri. Wis:;ensclt ., N. ·18, 1889). S i co.nincia con uo'tncisione ll'as versale ~ul u 1:~rgiu e ,..uperiure dolla sinfls i da una spiua ùel pube all'al tra scnJ.!l ledel'e il cordoue sperrnalico, e qnrndi l e parli m olli sono s laccalo dall'osso a colpt di collullo rlirelli vcr:::o questo. Solo alle parli laterali del puue· il per ioslio può cs..ere con ...e rvalo con van1.8gl!io. Quindi esso si s e para dulia superficie postPI'tOI'6 delJa s inOsi con 16 t'C&lpello flnclH" si eracl e neccs~ario. ruu uou occorre arrivare precisa meu le al fvt·u ollurato1·e, aul.i Il penetrate m ques lo foram c, ~e é possibtle, si deve evrtare. Dopo ciù lo f'Calpellu è m essn in d i r·e~ione o l'i~zontule 11i punti eRlt-emi della linea ove let·mioa il clil'< taeco del perim-1 h, e un pu' tli Jato, e un po· dall'mua nzi, a c·olpi d• ~calpello. !:1 cli vidfl la SIJrfl si fìncltt., si è separala la cinlura supe:·10re. 1.11 vt~scicu allonl, in ispede se Je pfll'li m nlli sono lrall· · cCHlvenrur•lem~ nle in d•ell'o non giace cos1 prof<>ndomeule coulè nell'orJ iuario allo apparecclrio, md non c da Lemcrsi C'he !<ia tiTe:-a dallo scalpello, poiuhò giù dopo i l distacco deHe pai'Li molli dello sin· fisi r·imane uuo spazio sufflcicnte pe1· prolt>!.'(~crltl cri di.o da og ni fe rila acci,lenlal ~. L'uulor e ho p•·ovalo ques to operazion e o la sua influenzu s ulla solidità di'l l'anello in~UJnale dHpprimu in un co"o di carie tube1·colosa dt>ll11 smh"l. Per operazioni sulla ,·escics l'ha p:o· vAta lu pt•ima volla con buon ri suli.At0 in 1111 caso Ji escissione Ili un cnr·ciuon.:t della t'et-:i•.~ne on lt'l'io re supe:·ior~ dPlln vescica 111 uu mululo ùi 53 anni, e dupo la gual'i;.done 51 noli) che la sul1ùtlà del baciuo uci rno-..·imenlt non t·r·a punto


IHVISTA CliiRURGICA

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indebolito. L'autore dei'igna l"asporL&zione dei tumori maligni flalla vescica ccme la principale indicazione pet' la combinazionedell'alto apparecchio con la resezione parziale della sinlisi. Per la estrazione della pietra basla la semplice sezione soprapubica, nella quale pe1·ò, secondo l'esempio de l Bardenbeut' e Trendlenbur g, vorl'ebbe preferita la incisione orizzontale delle parti molli a quella della linea mediana. Aneurisma. addomiu.le oura.to ool metodo di Tufnell. Guarigione, per JouN Onoss. - (T/teLan.cet, ma!lgio 1889).

Dopo un peimo caso seguito ùa morte, e già t·iportato in questo giornale, l'a•Jlot·e espone la cura subita da una signora della colonia del Ca p<\ di 21 anno, di buona comple..-ssione, la -qt~ale aveva un tumore doloroso e pulsante all'epigastrio, mànifestatos i un mese innanzi, che a veva l'aggiunto la lunghezza di tre pollici, od il volume di un'arancta, facilmente limi Labile -con, la palpazione, con distinto rumore di r aspa . S'incominciò la dieta di Tufnell, la dimora in letto e l'amministrazione di un grammo ùi iod uro di potassio al giorno, e di -ein'lue centigrammi di tintura d'aconito t1·e volte nella giornata, SOI'vegliando la libera ·e normale evacuazione dell'alvo, ed un a settimana dopo il dolore era diminuito, il tumore aveva acquistato una certa Jut•ezza. Ma l'ml'erma non aveva fede in questo metodo di cu1·a, non <'radeva di dover• sopportare tanta pt·ivaziooe per un male che non rileueva mollo grave, e 15 giorni più tardi l'autore la trovò in piedi, ed il malf'ilo gli coufessò elle ·la cura non e ra stolu proseg-uita. Fu a llora avvertita l'infer·ma ùel per icolo che corr•eva di moTire da un momento all'allro, questa riprese seria meute la -cura, e clopo un'a lli'& selltmana l'aulor·e tt•ovò il tumore per·fettamente indurito, ed il dolot·e mollo alleviato, Ja pulsazione espall siva scomparsa, scomporso ilt•umore sistolico, non restando che una pulsa?.ione nella linea mediana ùel tumore. simile a t(uel'la d'una t•adiale, cd un piccolo punLo pulsanle a sinistr.a. Dopo altl'i 15 g ioroi illumore era !"compa1·so, non vi era più pulsazione.

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IHVIS1'A

La cura duro invariata p er sei settimane, tranne che in qualche g iorno fu amministrala q u ~:~ lche piccola dose ·dLlligilale per irregolarità nella pulsazione cardiaca, e scorsa un'a ltra settimana la pazient e s'imbarcò per Londra. Quattro mesi dopo ru visitata dul ùolt. Make nzie di Dut·b!l tt, i l quale la trovò peri'ellamente guarita. Ferita. d& taglio del fegato. - VoLL.BRECIIT. - (lJel"/. klin. Woeh., e Centralulatt Jùr Chr.ruryie, N . 23, LBS9). Un uomo di 28 anni riportava il 3i gennaio una wande ferita a l venll·e. per· u11 colpo di sciabola da cavallet·ia; la r~rila decorreva tr·asver.salmen Le a Ll'e centimetr-i sotLo il wo'<:asso ~ nsi(orm e, c~ ra della l1m;:hezza d'i 23 centimotl'i ed i s uoi lllArgini erano cosi diva r icali che nel mezzo dislavaJW l'un dall'altro per 15 centimetri. Le pat·eti addominali erano completamen te divise; nell'aQgolo sinisll'O della fer•itn stava lo stomaco il leso, nel mezzo il fegato , H quale er u stato ferilo per l'estensione di circa 10 cen limell'i. T.a fer·ita t! el fega to era così profonda che !<i sarebbe poLul.o introdùr·vi un dito, i mar Rini ne erano divar·icali per oltre t1·e centimelr'i. Sopra vven11e for te emor·r•ag:ia eli e ('u momenl&iJeameote dorr1aLa mediante , lamponamento con :.rarza al SIJbllmato. Le carlila:rini dell'&• e 9' costa erano divise. Pel momento fu a pplicata una 1nedicazione provviso1·ia etl il paziente venne traspor tato a ll'ospedale distante solo tl minuti dal luogo ove era s uccesso il ferimento. All'ospedale fu rimosso l'apparecr.hio. Dal l'egato Jluiva ancora sangue in g rande quantità. Si passò ulla sutura de!Ja fer·ita cm1 18 punti compr•endenti a.o1:he il peritoneo e nell'angolo destro s'introdusse un tubo a dt·enaggio clte si spinl!e lì no a l fegato. Non s i conosce cosa siasi fatto contro l'emorragia quando fu applicala la medrcazione definitiva. Pare eh~ i tamponi pr·ovvisori siano slaLi rimossi e non piu rinnovatr. Al 3 di febbraio venne tol lo an che il tubo a drona!Jgio. Nel :;:dorno s uccessivo si ct·ano sciolti i punti di ~ utut•a, si prMOdelte ad una nuova sutura con 13 punti di "Plu e fu !ascialo


CHlltUIICICA

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er·lo l'angolo destro La ferita ~u arì par·te pel' prima, parte p~r seconda intenzioni' senza notevoli incidenti. Nel mese dopo

l'individuo trovavasi complelamonte e stabilmente guarilo.

:Sulla prognosl fanzlonale della sutura dei tendini. W oLTtm. Dallo studio di 34 stor·ie cliniche rif,..t•erllisi a quest.a opernzrone, Woller Lt·ac argomento per stabilire i cr•it~rii ~ui quali devesi foncla r e la J>l'OgrtOSÌ CÌI'Cil allo. IUIIZiOnr della porte SII cui venne pr·aticata la sulur·a. Questa pr·ognosr diperwe dal doeor<'O della ferila e dalle relazioni anatomi•:he esblen ti lra i tendini c le par·tr circostanti. Per quanto ri~uarda il decol'i'!O della ferita, diremo che al dorso della mano, non oslRnlo la "ioleola flo:.:osi e suppm·azione si sono ollPnuli buom r·rsullati, ma cl'nllra parte in casr dr assoluta assenza dì proces!"i reatliYi <-i é ottenuta uua adesione di tendini cO!;i d1fetto~a eire siamo indoli i Ad Mscgoare mastgiora ioflueuza al modo di trattamento a nti~cltico pìutto lo che al decorso senza reozioue locale. Per 'llll'"lo riguardo sembra c·he la guar·igrone solto la crosta C'malica umid11, cour•or dantlo tanto colle veduto teoriche quanto coi l'isultali dnll'espcr·icnza in finisca ftwor·e voi mento sul pronostico. Allo scopo di realizzt~re nel modo il più completo le condizioni nelle quali !"i lro,·a il lPndioe nella reci<>ione sotLocutauea e Sf>ecialmente pe[' olleue['e quello stra vaso sauguigno cosi importante per il pr'ocesso ripara livo del tendine l o~o, Sch ede usa praticAre l'ernoslnsia sollanlo sui gro..si vasi. menll·r che il coa~ulo sanguigno che si forrno fra le laJ)bra della ferita egli copre con un pezzo di seta che ollr epas"i da ogni Ialo 1 margini dell a f'erita stessa e cosi impedisce che si c!lsicclll per evapot·az{one. Pr·ovvede poi allo sgor go dei rnalet'iali lasciando aperta .la f..:ritn in un punto, non per'Ò nel punto più declive come si usa per· il drenaggio. Che con questo metodo si sienn ottenuti buoni ri sultati l 'autore lo aff,.rma ripor·tando 47 casi di lesioni di tendini, nei quali cof<i appunto fu otteuuta In guarigione mediante la cr osta ematica umida. Tra gli altri vantaggi H a;;-


12:18

111 \' ISl'A

~>egn a a tale metodo anche quello della brcvila del d eco r~o per cui si possono eseguire per tem po i movimenti della par·Le ed impedrre cosi la forma zione di ader enze. lu quanto ai rapporti anatomici i quali LalMn, non oslonle la suddescrilla cura, fanno sì che non si ollenga il desiderato elfeUo, cioò il ri tol'riO della funzi one di'l tendine. J'aulor·" li indnga passando in r•assegna i si ngoli ter•rilMii mus-::olari in le· ressati, dei casi venutigli in cura unitamenlc ari allrr ca"i trovati nella letteratura chirurgica. l tondinr degli estensori del pollice nella r egioue del cnrpo o del melacar·po si prt~senlano, quando reci si, in buone conJr· zioni per la sutur~, in quanto ché la vicinanza deUr> e>~lr·emitn l••ndiuee, oppure l'uccitlentalc adesione col tendine del lungo o~tensore radrale. e piu ancora la fa cile adesione ciPl tPndine alla cicatr ice cutanea, molto facile ad avvenìr·c~ per· la llrnndt> spostabilrtu della pelle, possono favorira rl buon ri sulloto. Lo stesso si pu6 dire per l a r t!cisioue del tendine dell'estensore del mignolo. Esislono pure favor cvoii condizioni per i tPntlini dell'est.en· sor•e comune delle d•la ed estensore propr io dell'indice se Ja reçisione i! ayvenuta al dor~o, poiché na una par·le le eslr~milà çenlrali:P eì tendini, Lr•ovondosi in couoessionA colla aponeu· rosi superficiale, non possono r•ilir·ar·si di molto, e d'nltru parte l a l or o aùe~ione fret1uente colla cjcatrice cutanea non porta alcun olanno, anzi .può !<OStituir si ad un difetto di sostanr.utendinea e faen e l P. veci. Non co!'l fa ,·or evoli sono le condizioni pel t·iprislinameoto della funzione quando i delli tendini sono r·ecisi al carpo, sopra l'articolazione radio carpea; qui la diastasi dl>i monconi può farsi per 4 o f.i cenli10etri ed ogni adesione colle partì vicine riuscire d'impedimento ai movimentr della mano e delltl dita. So invece i tendini estensori sono recisi sulle at•hcolnzioni melacarpo-falangee, la funzione si r·ipri stina facilmentA l; ciò m causa della lor o connessione colla capsula orlicplnre. Alla !accia pal mar·e sull'aeticolazione radio·carpea, la r eci:;:.ione dei tendini grande palmar e, ulnare e pnlmnre ~rocil~ può ancor a ofTrire un buon pronostico, per·cln\ il pt•ocesso dl


CHntURGlCA

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cicatrizzazione avviene per questi tendini isolnLamente e al dìttopra della fnscia profonda. ' on così favorevol e sarelJbc il pronostico per la 1·ecision e anche iso 1Altl dei tendini del flessore sublime poicbò havvi sernp1•e il pericolo che il proces;;o di cicalr'izzazione vada a comprendere lutto il fa~cio dei tendin i flessod ed invilupparlo in una l'igida massa cicalri7Jale elle romprom elterebbe di mollo la funzione della mano e delle dita. Termina pure sfavor evolmente la r ecisione dei tendini nella t•egione ùel carpo, meL&carpo e falangi per la rucile adesione delle loro estremi w colle guaine, colla pelle e collo ossa.

Bvuotamento manuale della vesoloa senza cateterismo. - Hew.u.:s. - (Centralblatt fii r Chir'ttrr;ie, N . 17, 1889). Quando l'orina si occ1.1mula in vescica nè può essere evacuala spontaneamenie io causa di paralisi del delrusore si può ottent>t'ne l'uscito colle sole mani. Bisogna colloca t·si a lato tlel paziente, il quale giace sul dorso colle gambe piegal~ Vl'I'So il corpo, e ponendo le ùue mani sulla r egione soprapubic!'l vi si eset'cila una graduale pressione sullo vescica. Con questo semplice metodo si fa uscit'e l'orina con getto surtìciente ed in bastevole qnanlih:ì da potot• sostituire questa operazione al cateterismo. Questo meloclo però <::St'Cbbe assolutamente contr oindicalo se esistesse uno slalo flogistico di qualche viscel'e t~dJomi nal e, oppuce una gl'ande sensibilila al ven'tre. Quaudo la vescica é molto piena bisogna pt·ocedere con una certa prudenza onde non cagionare lo scoppio del vi-, scere, e se non basta uoa l egg-era pressione converrà procedere al catetel'ismo piultoslo che insistere in pericolos i maneggi.


RIVISTA

Tr&tta.mento delle flogosi articolari colle lavature e oolle lnlnlonl - W. H,\GEn. - (Central(J{ral fìi.r lltrruraie, N. 7, 1889). L'antor·e. gi•\ al""Ì"Lente di Schede a lla clinica oli Ambur;.ro, ct r irf't•isc·e ~ul risultato del metodo curativo ~oprlltndicato. Schede ù un ~··ande rautore della punzione at·ticularc> autisetlica e della lavatu ra, oltre di che sostiene anche l't-ffìcada tlcll1• iniezioni ptu·enchimatosE> reniche delle ossa colpite Ja proces~o rungoso. H malerialt> ra<Tolto cla Haget· consta di 100 cu!'t ùt idrope dPI ginocchio, 15 1•unz ioni di ~mart ro del l-'inoccttìo cou ft•at lura della !''>lula, l ca~o di emal'lt·o cronico Jel ~inocchiu iu soggetto emofìlioco, 4 su ppura~ioui adicolari ~:a lorra li , !l O"· sudati articola ri gm'lot·roici, alcune ~inovtli f{O rt o t·r·o ì cht~ 11 0 11 cs!'ludalive e finalmente casi dt reumaLtsmo articolo re, in parlo! con essudo lo, in pu t·LFJ senza. In Cfuasi lulli quc:::tt casi l'e/Tellt) d ell'operA~iotto o fu indubitatamenle buono oppul'e più o n1cno sotlùisl'acenlc. Ful'ono inollrr traLtali collo s tesso me todo 81 cu,.i dt at·lt·ite fungo sè; contl'o quns ln affezione non sempre la cura t'bbe effetto. l n 33l'el"ito fu a ssolutamente negativo, ma in 18 casi si o~!"e t·vù CfUakhe elfello più o meno soddisfa cente: 2:! pa!.tenh fu t'Ono licenziati U<l llA clinica e poleronorecarsi in palrta seuzu apparec·chio di sorta e seD7.8 pt•ovar alcun disturbo: J;) di quf>Sit r iacquic;tarouo lnlli i not·mali m oYimenli rlell' articolazione Negli allri furono benc;i domati i feuc.tnelll intìammntorii, ma essi dovettero continuare a portar e un appa recchio conlenti,·o per alle11der e alle loro occupaziont. In 15 casi dt arlrile rlerormanle, le lavature carholtchc articolari, falla as tt·ai':ionc dalla g uat·igione dell'i lrat•lo, l'estarono a~solutamcnte ~enza cf'retto.


.... CUIRUtlGTCA

aal trattamento chirurgico della p t~ritonite per perforazione Intestina le. - MIKULICZ. - (Deul.~clw Mt•d. lVochen.~ch., ~. 23, 188fl). Alla 3• sezione ùel 18° congre~~o chi rur~ico di BeJ•Iilto, :i\1ikulicz volle rnell••r·e in discussione que~lo imporlanl•· argolllt!nto olio l!copo di stabilire i cr•Lel'ii c::econtfo i c1uali lu lapa· t•olòmia, d1e va sempre più genc rnlizzando!-~i nella prat•ca chi· f'llr!:l"JC8, sia da inll·ap•·endersi oppure da a bbandona~i come i ucrtlcace ed anche dannosa nei Vllt'i casi Iii pPrilonile perror ativa . OKIIJ chil·u1'go. egl1 dice. che abbia lrallalo cc)n opera1.ionc que~tn specte d1 peritonite e che abbia ollonuto delle ~uars­ ~ioni ~i sat·a l!Onvinto rlae il successo é dH Altt·ibuirsi 11011 tanto al lecuicismo tlcl l'opera<:ione quanto piullOF\LO Ili comp t o~~o di più l'aLlori sconosciuti che \'i hanno esPr•'llnlolo loro influenza. D'altro pa•·tA per molti C!lc::i AVI'~' osserva to che con questa oper azione ;: i l'a del danno non solo, ma ~i all'l·otla ce•·Lnmente l'esito ll~talt>. So vogliamo ollenere con sicur oz7.a il Jesideralo ell'~llo noi dobbtamo assotutamen le l imitare l'operazione a rruoi ca:ti che ci offrono una diagnosi chiat•a e deci:o;n e in cui lo stato ~one 1·al o dell'infermo ci fa spera1·e nel succN•so. 1\on dobbiamo fluindi più frmdare questo ardito LJ·aLLamt>nlo sopra ha ~i purAmente empirif'lt", ma Yenire invece aJ unR sdP.ntiClcn ùislin1.ione di forme le quali ::;ole posono som111inistrarci le razionali indicaztoni di tale ullo operati vo. Il mnleriale fino ad ora r accolto per scevPJ are le forme a seconda dello. località del punto di parlenzn della porilonile ù ancora troppo esiguo pe1· poter venire aù una prati ca conchtsione. All'inconlro possiamo venire ad uno. ulsle òislin:tiooe consirlr-rando queste t'orme solto un altro punto di vista. !!: nolo che si possono presentare ,Jue diverse modalili.t d1 pcr iloniLe pPrforaliva. Una che fln da principio esor.liscc sotto t'oi·mll diffusa, e qut!sta vien chiamala dall'autore perito_ni le settica diffusa. Questa da alcuni cilirur)!bi sarebbe r itenuta come non adatta all'opel'azione. L'auto~e non vorrebbe che fossero osclust in-


RlVJSTA

distintamente Lutti i casi propri di questa forma, ma ammellu anch'egli non doversi opeeare eli lapa r olornia un aunnalalo quasi moribondo, con polsi flliformi, come accade di ,·eder e il più delle volle quando tratlasi di perilonile se ttica diffusa. Posr-iamo invece operare con buon risultato io una seconda for•rna, cioò quella cbe è carall<"rizzata da un ~ssu.lato misto pu rulento e fibr inoso e c.he non si esLentle p-ià a lullo ot.l a ~ran parte del sacco per i ton cale, mli che pat>lendo tlo un l'ocolaio locnlizzalo J>i estende gr·arlatamente. A ftuesla -.econda fonna l'autore dà il come di perilonile fìbrinosa purul .. nla progr•es~ivo. l rneclici !tonno rivoHo spesso ai clururghi il rrm· pl'overn che e.;;si chil·urfthi operando io questa forma vanno n dislrugger·e lo bar·rit>r~ naturali che tengono local rzznlo il procesc::o e fJUillt.li una per itonite cir coscritta vie11 Jo ··~si rn'.ltala in trrrn peritooile diffusa mm·tnle. Il precetto cardinale che l'autore fa dominare in r1uestn sua dissertazionP è di non di· ~ tru ~gc ro lo p1u·cli doi singoli focqlai nella peritonite crrco· scrilLn o rnoglio quei <> io goli f•,co!ai le cui pareti sono l'aLle tla aderenze di e~~uda li , aprirli rispar·miando piu che ::;ia posgibile quali o pareti. Con questo pr ocello sempre pt·eseute Mikulicz ha opera to due Caf;i tli questo !fener e cnn felice successo. Nel priwo caso rur ono aperti sei ~mmdi ascessi mediante tre inc1sioni. É di una grnn1le impor ttlnza tener dietro ul decorso clelia pertlonite osset•vaoùo nllentamente gli ammalali prù ,·olte al giot·no, acciò non isl'u!{ga la formuzione di alcun focolaio. Nei casi che non decorrono molto acutamen te non fa bisogno arfreltarc;i tnnlo nell'aprire gli ascessi. lo uno dei due cnsi operati cor sero tra la prima incisione e l'ullimu due seWmaoe. Si so pende ogni allo op~ralivo 'fUSUÒO e cec;snto il movimento febbrile. In quanto ol tecnicismo òel l'operazione. il pt•i:no taglio deve l'arsi rwlln maggior· poc;sibile vicinanza dell'ori~inaria fonte di Infezione; l e altre inci~ioni si devono pralicartl nei. pu11li dove si per cepisco la presenza di focolai. Accad e talvolta di aprirr più fo1·olai co11 una sola i11ci.sione .so sono lasciate a posto le RO~I! in~<>!" lirrali sgglulinnle. G!i antisettici nou esercrtano in questa l\11·ma alcuna inUuenza. Si tr·atta soltanto di aUontanore


CHIRURGICA

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meccanicamente un essudato. A questCI scopo basla l a lavatura della cavità con semplice soluzione di clorur·o sodico a geLlo non troppo forte. La snlura intesli11ale é indicata se si scopre il punto della perforazione. Non è però indicato il r·ovistar·e a lungo tr·a le anse per trovare questo punto, poiché la gual'igione può farsi anche senza la sutut·a in tesl•oale. Sarà opportuno tamponare la ca vità della J'et·itJt, se es!'a non è troppo estesa, con :;!arza iodoforrnizzala. Poscia giov.,r·a l'applicazione di due punti di sutura per impedi re che coi cona li di vomito o di tosse si faccia procidenza di quancho unsn inleslinale. La snlut•a r!efinilivu si fal'a nel per iodo !!l'Couòorio. Si assegna gr ande importanza altr·a ttamenln successiro dell'operato.' Questo Leallamento deve consislcwe nel l' uso mter•no ddl'oppio, di ~ la ri gor o;:a, impaccamen to caldo umido d•, ll'aùdome. Se per sistono i sintom i d'ileo senza esSP.I'll sosLen u~i du. periLon ile, l'ljnlore consi glia d i pr oceder-a Alln fot·mnzioll e Ji un imo prl'lemalurale. ·

Trat tamento dell'ipertrofia dslle tonslllo coll' lgnipun t ura. - V ALAT. - (Centrabl. fi.i r Clt.i r ., N. 22, 1889). L'auLor a t·accomandà l'ignipunlura in sost i luzi on~> alla tonsillotomia nella cura della iper lrotìa delle amigdale. L'i~niJ.HIII· tura è una operazione assolutamente incr·uenla alla qua l ~ Valal assegna ti toli di preferenza sulla espor·t.azinne fa tta co:r strumento Laglienle. Non .è egli c~rtamente il primo a pr·oporre que;;to operazio:1e, poir.hè ci dice la storia cile 110 chi r urgo d i Padova, il Br uno, nel 12"l2 r accomar)dl'l la cauter•izzazione delle tonsille, e ·K l·ishaber nel 1881 fu il prirno ac.l applicar e l'ignipuntur a. Il rnetoùo ha gnadagnalo molli fauLot•i, specialmente in Francia, dove è lodato assai da Verneuil e dalla sua scuola. Realmente per molti casi merita la pr eferenza sorra gli al tri m etodi. L'operazione incominèia col l'anestesia rlelle Lon!'5ille e delle parti cir·costan ti, che si ottiene merlianle una soluzione co.~aini ca da119 al J 2 p. l 00. Pot· l~ cauterizzAzione l'autor·e si set·ve sO'llanlo del Ler mocauteri o acu to aghi for·me r i scal dato al rosso. '

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111\'rSl'A

Sol.lQ questa ror mi\ d tor•mocouter·ro irradia p()c!r issimo calùrico e perciò lascio intatte le parlr vicine alle arni~·lale. La l io !:tu 1 viene abbassata co11 uno str•umenlo apposito o i u11a spatola e il lor·mocauler·io va infìllo nelle tonsille allu l'rorondiUI di mezzo cenlirn~ll·o. Questa iutissiorle si rip~Le da tre a ci'lt]UO volle irt punli diversr della tonsiUa e l't• l'a d'uopo sì esegue a Lulle e d\•e le tonsille nella medesima sedutn. Non e indispensabile una cura succeasiva speciale. l pazienti possono attendere allo loro giornalier·e occupazioni. L'opernzrone pet•ò deve essel'ò r ipetuta dopo alcuni giorni fino a che l e tl)n sille cadono in aiNOA. La durat1.1 dt;lll'operazione oscrlla tra 1~ J:trorni e ~) seltirno.ne, secondo la gr•ossozzn !ielle tonsille. l princrpalr '~antu~gi della ig nipuntura sopr·n la lollsillo tumia sarebber o i s~guenti· t• E3ocuzione r~:cile. A quesLo pt•oposilo vrene cillila la sentenza di Nélaton che qualiOcò la tonsillotornia urli\ oper azione: qui me COlite le plus e:reculer. 2• Xessun pericolo. ;;• Sua esecuzione possihile in lutti i casi di iporlr•ofia ton~illa!'e, mentre 0011 si può drre ttltrettaolo della tonsilla· lomia, la •tuaiP, p. e~., non SI può pralrcare qunndo le tonsille i pet•lrofìc!Je ~o no sede ùi concr ezioni calcari. i' Si evitano ~empre certe possrbrli compltcM:•O'II, come dil'lel'ite, emot•ragia, r ec.dtva, compbctllioni che non di raro rauno seguito alla e.:>cissione. In luogo del tet·mocaulerto può anche usarsi il galvanocautet•io.

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Guarigioni ottenute sotto la croata. sanguigna umida secondo U metodo del dott. Max Schede - A LH;P\JASN. - (Dettt.sche ·'fed. H'ocl!ensch, N. 50, 1Ril7). Daccbè il dotL. S~;hedc, or fa un a11110, pubblicò il :o'UO !116· lo lo di guarigione sotto la crosta sanguigna umida, non ~i ebht• più nolrzitt di ultoriQri r·isu!Lali di questo metodn lJ•onne che qualche superficiale e sfuggovole cenno eh• ne fa il Nnssbaurn nella sua Guida sul trallameulo anlisollico dello fet·ile . È certo che quesLo metodo di cura semplice. sicuro c comodo laolo per l'opet·atore che per il paziente ha incontrato


C!Ili\ URGl C.\

•rualche opposizion e c non pocn ùiffiùrn?.A chCI fino ad un certo punto si sp:el!a. Eppure Sch,.de utiliZI.n un ··on,!tulo sanguigno come matertEliP. plastico per fAr guaril·c una ferita o accldcntnle o chirurgtra, non oslunte clte il Bergmann uelltt SUtl conferen1.a tenuLa nella 5~>· riunione di meclìci e nalur~:tli'-'li l'M no 188:2 11bbia slobi tito comn condizwne iwlìspeo'labile per u11 cort'ello traltamonto anli~t>lli~o l'aJlontannrc con ogni cur a ,tali>~ ferita i g:rumi sanguigni che con In loro p1•esenn1 $0110 caU!'I8 della Ùecompo!~iZIOile Sierosa e oli malattie illft'ltivP. Ret·gmann diede pe1' nonna preciput\ l'emostasia !J"'I'rett.a e la ro~naturn P. d'allora io poi ~i e an Juli Lauto iuuan:Li colle caulPie da evitare la for111azione dello pii1 piccola cavilli ~'he possa ùar ricello n t·act:oiLe st~ngwgue. A f']Uesto pt·ococler e sla 111 opposizione 11 metodo prt!coniz7.alo da Schede, 11 qnal meloùo Ri bosa sull'espcr·ienza giù Yer·iflcala da V olkmann e da altr1, che cioè no coagulo sanguigno é in condizioui dfl poter or·ganinArsi; dalla 11ual faC•lltù lt·asst• partiLo l o slès"o Voli, ma n 11 ]H~1· proteggere le ossa denudale cunlro il processo necrolico. Premesse queste considerazioni l'autore si p1·opone di e~po1'1·e i l'isult.ali ù~·l Lruttumenlo delle fet•ilc pralicule e.ll'ospeJale di Hagenarn ~econtln il metodo di Schede. Egli l'iconosce che 1 casi a cui quesl<J metodo :-:i rife1·iscs sono 1n scarso numao, cio nondimeno es:>t sono inlet·es~auli pet·l'appt•ezzumenlo da darsi Il l ltleLoùo, sia perché essi pr·ovengouo da Iliversi rami della chirurgia nperator·ia, sia perché ebbero tuili nn ognal e dec:orso. l~cco in poche parole il pi'OCE>sso messo in pratica in quello spedole secondo le uorme dettale d n Sc·bede: dopo finila l'opel'aziooe si legano tulll i vasi eire non s1 erano legati durante l'o· perazionc, e la ferita è accurRlamcwl~.: la \'ala con soluz1one ùi su· l>limAto all'l : 1000. Quindi lovato il tubo ela"ticodi l<:smarch, "C si è ndope1·ato, si allacciano ancora tutti i va coi che danno za!llpillo lSenza cu ral'~i di altr o ~t:olo songuiguo. Dopo UIIH nuovo Jàvallll'a c·on soluzione di ~ublimaLo si PI'OiiCA la sutura cull'avver l.e nza che le pa1·li lHÙ profonJe della fel'ilfl ttbbiano i p•ulli as~ai raYvic•noti, f1Uelle più !'Uperficiali lì abl.Jiano alla distanza di un conlimelr o ~~mezzo e due centimetri. Questa di-


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RlVJSTA

stanza è prescl'illa allo scopo che sia pet·messo lo scolo del sangue supernuo dalla rel'ila; e qui_èespressamenle notato che noo va opplieato drent1ggio d'aicunn sorta. Coperta la ferita con proteltivo 15i fa la fasciatura con gal'za al subii maLo e cloruro di sodio tl cuscini, coll'aggiunta, in casi appropriati, di ferule ùi 1.inco disiofe~tate. l cuscini s ono applicali su due stJ·ati acciocché penet1•ando il liquido sanguigno nello strato s uperiore, quest'ultimo si possa ~omodamente rirn uovt're e dopo disinfeziope del cuscino irJfe1·iore soslituil'lo con altro. Se si trotta ' di ft•attura complicata La garza di sublimato vien coperta invece che coi cusciui, con uno spesso ::ilralo di ovatta sulicila la e sopra questo s i melle l'appai·eccluo gessato. Lo fasce tli gesso sono inumidite Jo soluzione 111 sublimalo. Se qualciJe parte uèll'appat·eccbio gessato reslu impregnato dni liquidi scolati dalla ferila, si raschia via il gesso imbevuto e si soslttuisce con all!'a poltiglia gessosa com~ni s ta a s ublìlllato. l casi lraLtali nel rnoJo suddescrilto fu rono in numero non indifferenle e so·ll'anlo di lesirmi accidenlalì rurono curale due fratture complicale, cinque contusioni della mano con lesiorli ossee. nove ferite semplici delle par li molli e tra le operazioni s i con lai·ono d11e amputazioni, due estirpazioni di tumori , Ire reseziooi articolari e tre opet·azioni sulle essa. Omettere mo per br evila le descr!zioni delle singole operazioni e le storie cliniche dei t•elutivi casi e J'ipoi'Leremo sollanlo in compendio le osservazioni dell'l:lulore sui rtsullali ottenuti e r1u'ndi sull'apprezzamento da farsi ùel metodo in ques tione. Fa rilevare anziLullo l'autore elle il t-r1etoclo ha perfettamente corl'isposto alle esigenze eli un trattamento alllisetlico, pe1· il decorso upirettico ed assenza assoluta di nlalallie accidenLaU ioi'ètlive. Dunque pet· l'iguardo A sicurezza j J meLodo non la cede a nessun a!Lro, ma come e sicuro altretlauto é di comoda esecuzione. Durante l'opet'a7jone si ris parrnia tutlo quel tempo che si richiede negli allri metodi per una as;,oluta emoslasia, e l'appar ecchio una ,-olta applicato nOLl vi e bisogno che di ·cambiare un cnscino o tuLL'al piu e in casi rari ' lo straLo piu s uper·ficialc dell'appa-


CHIR URGICA

notarsi ancor a cbe l a comodità non è sollanto del chir urgo ma anche del pnziente; egli può starsene tranquillo col medesimo appar ecchio sino a guarigione compiuta senza provare i ~o r menli iuevilabili quanùo l 'opparecchio deve essere mutato. Per la sua comodità il metodo diventa co•'nmendevole per la chirurgia di f!uerr a, in quanto che esRO risparmia al cl ti ,·u••go u 11 lempo assai p•·ezioso e la cui -economia non c mai troppa !".UI emnPo di baltaglia e pe•·ché nel trattamento successivo. che quasi tutto consiste nel cambio -di 11n cuscino, il ferilo può esserP at'tìùalo ad un amlanle di sanità bene istr uito o ati nn intelli gente iol'ermiet'e. Nelle operaz•oni contro p•·occssi fungosi si sono invero constatale in alcun i casi del le recidive; pln'lutlavia l'aul<we tro va f(iuslo di comprende•·e quelle opet·azioni tra le riuscite-, in quanto che le l'erile pr odotle claU'allo oper ativo son guarite senza l'l'azione. Una specialità gia r ilevata da Schede medesimo si è che nei primi giorni dell'operazione si veri fica innalzamento di Lemperalur a, e questo aumento termico si è constatato ~u -cinque casi sul numero total e degli opçrali; però queste deviazioni dd la normRJe temperatura non obbligarono a cambiare l'appsr ecchio . Finalmente si fa r ile,·are un altro ,·aotaggio ed è che questo metodo per melle di applicare un appat•ecchio gessalo antisellico sopra l'usuale appa1·ecchio bastando a ciò th sostituire ai cu~cini l'ovatta ~allci lica, e secondo la descrizione che si é data piì1 sopra; par e che <1ucsto apparecchio gessalo cosi applicalo !'ia più valido a tener fisse estremi tà di ossa frattural e o risecate, e qÙcslo speciale apparecchio sarebbe adattatissimo pure alla chirurgia di guerra, segnatamente per mantener e a posto l'r allu •·e complicate, poiché -esso per mette di fasciat·e il ferilo in modo che esso possa senza danno sopportare lunghi lt·aspohi.


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IUVJSTA

Sul trattamento col massaggio delle fratture della. ròtula.. - WAGNt:.R. - (Centra/b. j'ur Chir ., )l. 3, 1888). Il Ll'attamenlo gia pr econizzal o o tante volle usato con successo da Melzger delle rl'olLure della r oluln; aucl1e Wagner l'ha praticato iu cinc1ue casi con soddisfacenti risultati. Il paziente è collocato a lrllo coi ca lragni rialzati e con una vescica di ghiaccio sul luogo della lesione. Gia al quarto o qumto gio1·no s'incomincia il massaggio o questo si pt·a_tica tanto sul quadricipile come sulla stessa orticolazione dè l gi noccbio e subi to dopo s i falliiO i movimevli passivi. Tostochè il pazi en te può eseguire que~li movi meni i senza doloJ·e contio_ua egli stesso a fare i movimenti di tle~sione e a_camm inare colle gt·uccie dopo l't-20 giOI'ni. In capo a sei sellima.ne egli st~rà in g1•ado di camm inare senza alcuu sostegno.

Nuovo metodo di cura della pseudartrosl. - (Cen.tralb . .fii,r Cllir., N. 29, 1889).

MILKULicZ.

Al 18° congr esso della società dei chi•·urgbi tedeschi tenutosi a B erlino nell'april e del corrente aono, ·Milkulicz prest>ntò un soggello elle soffrendo ùi una este~a pscudarll'Osi fu da esso l r att.ato con un metodo nuovo seguito da felicissi mo esito. N ei casi di pseudal'Lrosi che si moslrnvC~no rtbell i agli ordinari mezzi di cu•·a, l'autore immaginc'l l'applicazione locale di una sostanza irritante chimica cl'1e do\'es>'e ~Jgire nella massima estensicme sopra le ossa ed il I'ispetti\·o periostio e cosi eccilat·e quei tessuti olia proli feJ·azione. A tnle scopo egli si servì dell'cliC> di trementina. Nei casi di pscuda1·tro><i di origine tra·umatica egli pratica dappri ma una incisione longi Ludinale inter('!3snule lulle ~e p&l'li molli ed il periostio, ~lacca questo con un raschiatoJO per tutta l'estensione della ferita e nello S! azio trn il pe~ r iosLio sollevato e l 'osso frappone del la gt~rzu imhevula dJ olio di trementina. Dopo qualtro o ci nque gior m togl ie quel!~ gtu·za c ogni due o tJ•e gio1·ni fa una nuova BJ•plicazione di


CBlRlJRGICA

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altra ga1•za leribentina.La con Linuando cosi fino a che la ferita é chiusa. IJ dolot•e mentre s i cambia la medicazione è sopportabile; fatta eccezione di un solo Cél>'O che fino aù ora resistette ad ogni cura eg~i ottenne con questo metodo ~empre ottimi efféLti. Ma splendido p11ù dirsi il risultato ottenuto sul paziente presentato ai congressisti. Traltasi di un giovane di 22 anni il quale tre anni indieli'O aveva soft'erto di osleomielil~ acuta alla tibia. Quasi tutta la diatì!'i r·estò necrotizzaln. Dopo a llontanati i sequeslt'i si era rigenerato soltanto il terzo superiore de ll'osso, tra questo e l'epifisi inferiore el'a rimasto un difetLo d'osso della lunghezza di 15 cen timetri. L'o<sso in quel punto era sosti tuito da un molle cordone eli te~su l.o 'ci ca tJ'izia le. Dopo due anni che esisteva questo rlif'etto M ilkulicz tentò anche qui il trattamento co1l'olio di tt·emcntina, nella lusinga che quel cordone di cicatrice contenesse aneora tes suto osteoplaslico. Dapprima, come in tulli gli altri casi, ali'estPemila superiore dell'osso, conica et! appuntata, staccù il perioslio dal l'osso, quindi spaccò in due con un taglio Jongitudinale quel col'done di cicatrice che nella pa1·te superiore et'a in connessione col periostio; sopra la melà del cordone cosi tagliato egli praticò poscia in di rezione longiludinale altri tagli latel'ali, dimodochè quel cordone veniva suddiviso in certo qual modo in una serie di segmenti longitudioali ; framezzo a questi segmenti fu applica ta la garza ìmbeYuta d'olio di trementina. L'operazione venue poi ripetuta nelle paeti infer iori del cor done cicatriziale, Il risultato fu ellO dopo 9 mesi (5 oper azioni) quella grande perdita fu ri parata da un osso così solido che iu certi punti superava in grossezza la tibia normale. Il paziente ricuperò il perfello uso dell'arto.

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La dl•artloolaztone della oo•ola, prevla allacciatura. dell'arteria tllaoa comune. - PoPI'I RT. - (Deutsefte rMd. Wodlen.schrift, N. 29, 1889). Dopo che fu dimostrato ello la cagione dellt1 slrnot·dnlar·ia morlalilà nel In disarticolazione della coscia cou ... i!'lle uell'el'lourimenlo per l'enorme perdila ùi sangue, e che di fron te a que.c:;ta causn lutle le altre che pure possono vcriRcat•si hanno una imporlan:~.a seroodaria. ~li sfor·zt dP.lla moùo·rna chirurgia furono naluPolmentc l'h•olli u trova l'o quel procc:sso ope.raltvo che present.as~e la ma1-!giot• pos.,ibile garanzia dJ 11118 l'lllO · sto.;i compl eta. Se in l 1ase di una gt·8llde slalil"Lira come è quella dJ Luuing si è calcolalo che circa 70 p. 100 uegli operati di questa disarticolazione tnol'it·ono per anemia acuta mentre gli allri 30 •Juasi senza ecce1.ione furono 'ill11nH rli maJatlie in falliva secondarie. è ben ualut•ole che el",.eln.lo noi ora io grado di evitorc quasi sicuramente i morbi d'infezione consecutivi, i chirurghi si stud.tasset·o di opporsi a que~ta gronde rnorlfllità pc1·fozionando la tecnico de ll'emostasi e rendendo la opet·azione meno cru enta. Per soddi~tu re u questa indicazione importantic::'-'itna imo· derni chirurghi si sono attenuti a p1·ocessi diverRi. :\lentre in I nghilterra si t·acr.omando la comprol"~I!IIIH ddraot•ta sia praticata colle sole mani, sia co11 appositi t·ornpt·es· sori, si tentò in Ge1•mania di utiliz:~.are In costrizione d' Esma rch con speciali motliflcazioni pet· r endet•ln il più poss1!Jill' omcace in fJUCslo attooperaltvo. Per esempio molto usato l'n lino ad ora, specialmeule in Germania, il metodo msegnato da Yolkmauu, ci oè l'ampul»zionc della coscia in Allo coll'ischemin at•lfliciale e successi\'A resezione del monrone "entrai" del femore. Con questo metodo, dopo pt'll liCSla la t'Osll•izione, si demoliva il femore alla maggio1· altezza possibile o con me lodo a le1n!Ji o cireolure e dopo levuto il tubo costt•illor <' si praticava una esulta emostasi . Quind i ~~ facevA nu to ~lto verUcale al lato rslerno dell'at-to lino all'os~o e si enucleava, po!=:<>ibilmenle cnlllllClOdo solloperio~loo il capo del femore; 11 qursta illea clominoule del risparmiO di c::ang-uc s'informa anche ti metodo J'llC<'t>IIIBO•Iato da Hosc, il quale in que"-b opc ra~iooe [H'ocede !=:Lt'alo o strato


CHIRUBGICA

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e legando successivamente tutti i vasi che gettano sangue, nello stesso modo come a vesse ad esportare un tumore. Il metodo cl1e raggiunge lo scopo in un modo ancor· più sopdisfacente é quello di Trendlenbur·g. Secondo questo metodo pr ima si tr·atiggono le par li molli, si introduce poi alla base dei d ue lembi un'as ta d'acciaio sulla quale si eseguiscono degli <llt.o io cifra col tubo costrilture. Per quanto i summenzionali metodi sieno venlaggio~i in singoli ca!;i1 lullavia vi.ba bisogno in Lutti, ad eccezione della compressione sull'aor ta, che tr·a il tumOt·e ed il bacino rimanga un certo spazio onde poter comodamente mettere allo scoperto le parli molli da incidere. Ma se il tumore si estende fin o al bacino nessuno dei detti metodi è sufficiente aJ impedire una grave e pericolosa emorragia. Trendlemburg fu il pr imo che in un ca~o consimile abbia praticalo con succes!'O l'emostasi preventiva mediante allacciatura dell'iliaca pt•irriitiva. Si trallava di un'enor·me sarcoma del la coscia, il qua1e da og11 l parte ascendeva l ino al bacino, oltre a ciò l'infer mo era mollo ùete r•ioralo e non a vrebhe potuto toltet'are una qualsiasi perdita di snugue. L'allaccialnra corrispose perrettamente, l'emorragia ru insignitìcaule ed il paziente guarì. li pror. Bose nel 1884 ebbe occasione di operar•e un suo paziente per• gl'osso Lumope rlclla coscia. Il caso somiglia molto a quello ui Trend le mbUI'g' At1CI Je perchè fu operato nello stesso modo e fu seguito do. guarig ione complela, ma s i differ·enzia alquanto per alcuni particolari dell'operazione. 11 paziente in discorso cbe fu oper ato nel 1884 e }1reseolalo alla società medica di Giessen rrel 1888 in perfette condizioni di salule, presentava un enorme lumol'c che dai condili del femore sì estendeva per lntta la coscia lino all'arco del Po-parzio. L'ope1•atoeo pr ocedette pr ima alla legatura della iliaca comune e della vena omonima; noi legare quesl'ultima rur ouo messe allo scoperlo molle gliiaudole linfaliche tumide che furono lulle f'sli rpale. Si ' 'ennP IJUìndi alla disarticolazione cbe si pr·alict'l coll'ordinario m etodo di due lembi; l'emorragia ru quasi nulla duranle questo secondo periodo.


Rl'-:lSTA

L'operato non rbbe mai febbre, o La :rr·aude piago guarì tuLta per pt·rma intenzione. Tra le particohtrilA interessanti del caso, oltre la facile emoslasia ed il fulice decorso si notò anche la rrmncanza assoluta di reciJi,•a, e l'autore ne attribuisce il merito appunto all'allacciutura pl'evenliva dell'iliaca, la r1uale porse occasione al chirurgo di ri<·oncster·e le ghiundole ammalale e di estirparle, senza di che la recidiva Sal'cbbe cer·tamente avvenuta. Concluclendo, il metodo della emostasi profilatliea roll'allaccialura dell'ilia~ comune nella di«arlicolazione delln coscrll sarebbe da preferirsi agli alLri e ~e esso di,eula più complicalo pet· l'operazione ak1uanto gr•a ,·e, cbe ,;i f11 prccedeL'e alla disarlicolalione, pure il danuo è largamen te compensalo, dalla mancanza di emorragia, causa quasi cs('lusiva della grande mortalità che accompagna rpesla opet•azione. qua~i

Un caso di frattura complicata, trattata e guarita. sotto la crosta. ematica. - L AUEJ'STF.IN. - (Dewsc/ll' Med. \\'oehen$e/t., N. 2~, 1889). Il caso fu pr·esenla lo alla società medica di .\muurgo. Trallavasi di 1111 ma1·ìnaio di 2.3 anni, il qual.. colpilo al b rAccio destro dall'ancora in movimento nveva r•rpol'lato fraLLura complicalo dell'a vambr ac..:io destro. Eg-li pr esentava una fl·attura del radio c ùPII'ulnll tra il lerzo medio ed inferiore, oltre a cr6 sulla faccia auteriore dell'avambraccio due ferite delle parli molli, le quali uavaoo forte emorragia vcuosa, mentre nei loro dintorni lA peUe era drslaccata per una <'.erta estensione dulie ~ot toposte par·Li molli. Dopo cbe furono messe allo ~coperto 1~ parti m olli profonde si LJ•ovò che anche lo. muscolutura era interessata nella lesione, specialmente il mu~colo uloai'O anteriore er11 nella sua porzione media profondamente contuso. Siccome dalla faccia anteriore non ~i potevano raggiungere le ossa, cos~ l'autore mise allo scop1•rlo i puulr fratturali dalla par·Le dorsale e riuni i frnmmenli con sutura metallico; la fr•allura delle due os::a e1'8. semplice ed oùlirtua.


CUlRUllGlCA

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1l braccio fu posto iu supinazione, si lasciar ono le ferite scoperte e si tentò di farle guarire sollo l'escara; si ottenne infalli In cicaLrizzazione nel modo desidet·ato; ì fili r estarono a posto senza alcuna reazi one, e la funzione dell'arto ritornò quas1 completa e l'individuo ritornò abile al set•vizio di marinaio. 1l processo di consolidazione durò qualche tempo più che non ~uole durare coi metodi ordiuari, del qtJnl ratto per or a non si può dar ragione. A proposil.o di questo caso Lauenstein oss~ rva avere l'e!-~perienza dimostralo che i tubi da drenag-gio di solito ri escono d'impedimento alla guari gi one sotto l'escara; ciò in ma:;:Sima è ve1·o, ma questo impedimento non lo arrecano tanto comr~ corpi U8tranei per se, quanto pet·chè sporgendo fuori dalle escare lasciano poi dellt Ostole Se invece il corpo estran eo si lnscia n permanenza nella fu1·ita in via d1 cicatrizzazione, come fu l'alto nel caso pt•eo;ente l'iguardo ai flli metallici di sutura ossea, la ~uari!!ìone non ò punto disturbata. La soln condizione assolulamcnte indl ~pensabile per la r iuscita di questo metodo rli cut'a c la rit{orosa inappuntebll~ a~epsi.

Progressi del trattamento antisettico delle ferite ed apprezzamenti sulla utUltà del drenaggio. - B ErtGMA NN, ~fll .I\I'LlCZ C SCIIIMDT.

X ella magg10r par te delle cliniche chirurgiche e degli sLabilimenti sanitari i si va or-11 generalizzando l'idea di dover sostituire dove ~~ pos~ibi le l'asepsi in luogo dell'anlisepsi e pratica r~ quest' ultima colla minor quuntita. pos~i bile di medicamenU anlisellici, limitandosi ci oé atl'ucido fenico, el sublirnato, all'iodoformio; e i risultati di questi sforzi sono inver·o eccellenti come si può vedere da quello e<he r1ferisce il Bet·gmann sul trattamento antisettico 0 1'8 in uso nella clinica univel·sitaria di Bet•lino. Ber·gmann il quale anzilulto fa osservare come i chit'UJ'ghi debbano prima diri gere i loro sforzi a prolep-gere le ferite da fissi pralicate contt·o l'azione di germi patogeni gia conosciuti , la prima praticare la massima pulizia del paziente mediaute


RIVISTA

un ba.goo gener ale ca ldo entro il quale il paziente stesso é rrìzionato e accuraltlmente spazzolo lo con sapone per 1111 tempo piuttosto lungo. Dal bagno esso passa immedialamt•nte sul tavolo d'opet•azione. Il tavolo è coperto da uno strato rli materia sterilizzata. La parle su cui devesi operare, dapprima rasa e lavata con alcool o meglio con etere, vieu poi lavata nuovamente con soluzione al sublimnlo al 1/'j p. 1000 e quindi ravvolla in pannilini bagnali della stessa soluzione, parimenti il cuoio capelluto vien fast!ialo con bende inzuppate uello stesso liqu.iùo. L a stes!"a pulizia praticano l'opet·atore e gli assistenti alle loro braccia e indossano una veste lalare biauca slerilit.zata. Vengono poi usSORgcllate a l>terdizzazione con vapore cnldo nell'appareccllio di Uonnebt.wg e ùi Riellscbel tuili gli oggetti che de\'ono f'Ssere adoperati uella sala d'operazroni non escluso le biancl!et•ie e le spazzole, ccc. Soltanto le spugne, le quali non r~ sislono ad una elevotissima temperatura, sono lavate coll'oc(]Ua bollila e tlt'clinfelll\le coll'immersione nella soluzion~ di sublimalo. Del PesLo, tlopo venute una sola volla a contatto con prodolli fl ogistici, sono messe n porLe per sempre. Per la disinfezione degli strumenti fii serve tlt-lla ~oluzione carholica. Pet• le allacciatm·o e per sutm·e profonde oclopcra il catgul al sublimalo, per le suture !'<Upertìciali la st>la sterilizzata e conservala io una atmosfera di canlora . Siccome l'aria ùella cAmera d'opera zioni contiene in huon nurnnro ~et·mi palogeoi, cosi le l'erite devono restare e!'<postc ali aria il minor tempo possibile ed invece devono essere sollecilamenle coperte con compresse ba~rnale di soluzione al subiimalo. Del re sto si r accomanda la esallu emostasi, l'nllaccialUJ'a di qualsiasi vaso che getla sangue e YUOLare fJU&Iunque raccolla saccala di sangue 11eJie parli molli. Quindi si fa una disinfezione pt·imaria della ferile. aspet•gendola con una soluzione al subltmato <'/1 p. 1000) versata vi sopr A con vaso lenuLo a poca al Lezzo. Siccome 13ergmann ct•ede non poler faTa a meno di questo processo, il quale neces~ariamente l!·ae seco una forte essudazione in seno alla fet•ila e d'allra parte !'itenendo indispensnbile di prosciugare lo ferile pet· a;:;sicut•at·neuna ~ollecita o completa guarigione, così egli trovast nella ne-


CHIRURG ICA

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cessilù di applicartl aJle profonde ferile i tubi di dr enaggio, il che egli non crede punto dannoso al buon nndamento delle ferile s tess••. P ur~ 200 casi di a spo rtazioni di mammell e pra· ticate nel suo islitulfl, tra le truaJi solo due fu rono successivamente Lr·allali col d1•ena_ggio, ~uarirono tutti. Naturalmente in lutti dopo O od 8 gior ni era cumbia lo la pri ma medicazione ed il d ren&J?~io rirnol:'c:o. Il secondo apparecchio poi per regola l'imaneva tino a guorigionc compiuta. Il malet·ialt> u::alo per medicazione come In gat•zo, l'ovatta ùigrassala, la tor ba. vengono sterilizzate col ralore e la sollecita esc;J<'cazionP degli umori se!!rPgati costituisce il mi_glior mezzo di fensivo con tro lu pr oliferozione tlei germi palogeni. .\ vendo a ra re cnn uno ferii» nn n più aseLlica, ma infetta, Bergmann suole apri r e largnmenle tutti i focolai sollici, dilal»t:e i canali, pratica re controape1·tut·e, allontAnare scheggia mobili. corpi estranei e coaguli 1<unguigui; però ~i astieoo dall'i rrigare la caYilù con uu onlisPtlico, ma 1nvece la riempie compl etornenlo di garzA iodororm izzala e la copre poi con piumaccioli di ga rzn ster11izzata e r·on cuscini di torba. E~<l i cambia ~resso trucslo ~lralo ~uperfici ale di medicazione mentJ•e l a~cia soggiornal'e la ~a rza in ~eno alla ferita. Se poi •tuesla S!a1·za si moslt·a pure inwppala di umor1, la toglie soslltuendolo i tub1 a drenagg1o. Ber~mann usa il La mponau1onto di garza primal'in quantlo si ri~er va di pr aticar e la sutura ~econdarit~, dopò oper azioni sopra te~sulì ~ospclli; e la u<>a anc·ora quando l'e1nO!:lasia non ò riuscita completa in r egioni clovè non possiamo aspetta rci un deCOt'!<O !'<icuramenl•• a;:etlico, p. es., nell'estirpazione del l'atto. Nelle resezio ni od al'lreclomie ùi Ol'ticolazioni colpi te da LubercoloRi egli irriga la I'Priln con etere iodofor mico al lO p. 100 e fn ti tamponamenlo con garza al iocloforJOiO, per rimuo vere 'Jlle!lt'uWma dopo M-1 ore c senza po rr·e tu bi da d!'enaggio prol:'ede da ultimo alla sutura. Con trariamente a quanto fa il Br•t•gma nn, Mi lkulicz cln due anni a questa pat•Le segue per molli casi il pt·ecello di Schede per il trattamento solto Ja crosta ematica umida. P er ora ep-li fo senza di apparecchi ~lerilizzato ri. Egli ado ·


IUVJSTA

pera inoiLI'e Mluzioni di acido feni~o. di sublin•alo, catgu l al sublimalo, ~ela ster·ilizznla e sutur·a metallica. l ll\'ece di spugne ndoper·a piumaccroli di lana 'egetale al subii malo e ricoperti di mussola; i piumaccioli dopo a.loperalì vengono distrutti. Sopra la feJ·ita melle la !'eta protettiva oppure g ullapoi'Ca in l'ogli, s;opra que<~la la garza iodoformizzala al 10 p. 100 iuumù.lito cou ~oluz10ne carbolica al 5 p. 100 e sopt'A la g-ar za melle i cuscini 1.h to1·ha Duranlu l'operazione la ferila viene ir rigal.a o~ni cinque minuti con solur.ione al sublimalo, quindi son legati lutti i ''asi sfluguinanti, la feJ'Ila di nuovo la vala cou soluzione anl•~etticn, per lo più una soluzione fenica al 5 p. 100 seguita poi da ultra Ja,atura con sublimalo. S1 procede iu se~uilo Allu chiU::.ura della ferila po1· mezw d• un cet•Lo numer<• di JIUn li n len· siono di seln o d'ar gento A cui l'li Aggiunge 1111n sulU1'8 11ì gal gut a sopragillo. Si lasciano pC'r ò due aperture <V·ciò pO'>l"a il sangue {remenle dalla ferila scorrere fuori liberaD1('nle. t;na fnscialut·a lel-(germ enle compl'N:lSIVA che !<i applica più tardi impedisce che il sangue si accumuli in muggior e quuntitò. Sollanlo se ,.i sono sol uzioni oli I'Onliouo chC' pel r itirarsi tlelle parli cir convicine uon si lasciano coprire quelle 11per ture di scolo devono , secondo il p1·ocesso di ~chcde, corr isponder e al punto pii• rli'Yalo tlrlln fcrilll. Sopra le medesime ,·anno applicale le slrisco di sel<l pro· talliva e sopra tutte le rer·ite quaUro c;trati •li ~ur111 io,Joformica inumidita e sopra questa i cuscini di torba. Quesl.o appar·ecchin resta a permanenza Ono a guarigione completa. In questo n•otlo Mikulicz lralla lulle le ferile che :òOilO r iconosciute asettiche prim,\ dell'applicazione cleii'Appat·eccuio e che presumihilmenle non saranno esposte in l"e~uilo od i11fezione. Soltanto r~ellt' oper azioni per pro.:essi tubei·coloc;i e,!!h l.Ja r ecentemente lllh'odollo illamponamento prima1·io della ferii& colla garza iodoformizzala, giacché coi processi sOJII'aind•call egl1 vide assai spesso r ecidi va. re la mHiaLtia. Del l'Calo flu irono colla guarigione tutte le 160 grandi oper azioni chr MikuUc/. ha e!;eguite e successivamente LraLlale. Solo uno dei suo• opel'B.li morì t G giorni ùopo l'oper azione pet• tubercolo::i e


CHIR URGTCA

souza alcuna reazione della fer1ta, 133 ferile guarirono senr.a \roccia di s uppuraz1ono, eò nnche negli altri caHi mancò 'luasi sem(H'e la febbre, e sollanlo !,;OPI'a lre operali si do''eLle anzilernpo rimuo,·ere l'upparecchio in causa di dolo ri e di elevazione di Lemper·atura . Anche Schmidl I'iliene che la guarigione sotto un c:;olo ap· parecchio debba essere la mela a cu1 deva asp1rare ogni chirurgo, col chiudere primariamente e completamente la Cet•ita e coll'evitare ognt dr~n af!gio. Il drenaggio non è r iconosciuto llecessario ùa Schrnidt cl,o nel <·aso di ferila infetta. Egli non ha alcuna llducia nei Lubi di gomma, per· ehè, egli dice. non sotidisfsnno mai completamente alle indicazioni per le quali vengono appltca l1; p. es., nella djfterile dolio piaghe e nel flemmone non hanno alcun valor e. Col rimanere a lungo in poslo si otturano c:;pesso, vengono compre.c:si, e comprimono allo loro volla i tessuti vicini, Ulellono in pel'icolo il re,golare andamento Jì una fer1t.a col richiedet'O s pesso il cambio di:ll la medieazione. lo certe; g randi e pericolose operlizioni come ndle laparotomie la lot'O azione é ùel tutto illusOI'ta ..-\nzi •JUOncto il chirurgo si alt•ene ud uoa riftorosissimu asepsi i Lub1 a dr enaggio presenterebbero maggior pericolo che se si chtutlesscr o nella fer iLa gli umori, compresovi anche qualche ~OI'Ine infettivo. A. pt·ofossaré questa opinione lo Scbmidt sarebbe stato indotto daj risult.ati della sua c~lcsissìma pralica clururgìca. l n nessuno dei s uoi operati l'a::'eps i venne 111ai perturbata in modo da dargli g ravi inquietudin i, e se pure talvolta si verificavano delle raccolte sierose, ed anche purulen te nel fonc•o della ferila egli vi J1a sempre r•imeclialo semplicemente eoll'allonlanare l'upparecchio, sciogliere qualclle punto di suLura, apr•ire la ferita per l'eRtensione dt 2 o 3 centimetr i ed appor•r·e una fa:-ctalura compressivo; ed è da nolars i che in questo modo egh r iusciva aJ ottenere ancora la guar igione per prima intenzione. Scbmit.lt, che non possiP-de ancora uo apparecchio slet'ilizzator e , fa dapprima rader e e lava1·e con sapone la par'lé da ope1·arsi, e quindi la tieue coperta per 12 ore prima del· l'operazione con compresse tnumidite con soluziorw al su-


1258

RIVISTA

blimaf.o. Le compresso non si l evano che dopo ottenuta la nar cosi del paziente, cosicché non vi ha bisogno di spazzolare una seconda volta il campo dell'operaY.ione, ma soltanto t'i lava con elere e soluzione al sublimato. Aù ogni pau!'!a dell'oper azione la ferila vieo coper ta con spugne imbevute di sublimato. Del reslo bisog-na evitare di· it-rignrla c di lur arla senza A~soluta necessità. Dopo finila l'emosla::ia. che dove essere accuratissima, l"i comprime deulro la ferila una ~pugna bagnala al subllmalo; si prosciug~ il fondo e vi si possa sopt'B con un legge r o l"Lt'aLn di iodoformio, quindi la ferila si cuce io lulla la sua e~ lensio oe e sopra si applica una spugna comprc~siva, garza al iodoforrnio c ru::cim t!i torba od ovalla al suhlitnalo, fel'rnando il lullo con ~irt ulf'JUanto slrelli di gana. Dopo 12 o 2~ ore se l'~:~ppArecchio cosi applicato produ cr~ incomodo pet· es~eru lt•nppo c:trello, :-i sciolgono o si tagliano i giri di fascia superfìciuli e ~i 8!>pli~no allri git'i meno ~ Lre LL!. Per molle ferile nellE' •1unli nou é oecesl"a}'ia la comprt'Ssiooe, spectalrne11le ~e le por·ti molli pr ofonde furono avvicinale con Rutura pt•ofon,Ja, non vi lra altro bisogno che di pr otegget•e i punti di sultn•a con pennella~JOni di collodron salicilalo. T Ale è i! L!•11Ltsmcn to ASt'llico delle ferite cb<' Schede rncromanda nello pratica degli ospedali. Per l a pral ica. pri vata, come pure per la chirur~ia di guerr-a. egli raccoman da il lampoosmenL<J dello fer·ita con gar·za rodoformizzala, lasciando In ferita slessa senza sutura, fa!ò'ciata l assamenLe, con ri'-erva di fare lu sutura nel pc t•iodo secondario, oppure di lasciar guarire la ferita per !ò'econdo intenzione. Per· le ferite già infette Schede rnccomanda di pr·aticar·e l ar~he aper tu r e, drenaggio con garza al iodofor·min e l'nppljcozione di fornenti umidi antisettici, i fJUali drvono csmbiar-.i spesso.


CHIRVRGICA Lussazlo~

-

della spalla senza a lterazione della oapaula.

Evli.L. -

(C'efltralb . .fili' Chiruroie,

. :15, 1889).

l,;n uomo di 60 ann1 cadendo da nn'~:~llezza di 6 metri sul lastrico col bt·accio destro in al1duzione riportava unn frattura al te rzo infct·inre dell'omet·o destro ed una lù S~Az i oue !'OlLo- clavicolare (for::e sollo-tnmcoidea) della spalln dello slesso Ialo. Ricoverato all'nspeclale le due lesioni fut•ono subilo ridotte ed il bruccio posto Hl appat'eccl1io a rerule. Il paziente mo ri 12 gio1·ni dopn d faLlo 1)e1· bt·onco polt110nite. All"aulopsia fu esaminata anche la spalla che aveva <;ot:... ferto la luc:;sazione e si tr ovo ti t•apo delrllnwro :3ilualn no1· malmenlc, la capsuln articolanJ perfeUam~:nlc inl.e~t·n HHt solo u n po' più l aSF>fl del normale. 11 prnc-osc:;o cor·Acoiden e ra di!'laccato dalla sua inserzione alla c:;cupula, ma C'l'a anoora uoilo alla corta porzione del biciptl~>. rutti i mu"coli in -vicil10117.8 uell'at•ltCOiazione et'11l10 intallt, fal la eccezion~> del musculo sottu-scopo[are c ltP er·a parzia lmen te lacei'Rlo. Ape rlt1 la cap~-ula apparve In "1111 superfkic iu le t·on iutbe''Uia di !"augue. Al capo onH•t•nle. in curri.,pondenza del a par La po~lerio re del rollo an<llounro, si rilevava un tllcotacco di cartilagine, i; legamenti dellit capsula orano rilassati o inzuppali di sangue. Evi ll crede che in questo cac:;o la lu~aztone sia stata pro· clolta dn cause indirelle e dice che il raso stesso vn coegna· lato come una g ra•Hlc rnritù, non lrovandosene che uno sola cila ziono iu lulta lu lelleralura cltimrgicn conosciuta.

8111 trattamento della rlalpola secondo il met odo dl Eraske- Rledel. - LAUEN S't't::lN . - (Ceniralb. fu r Cltir .. N. 30, 1880). Lauenslein riret·i"co sopra ctn•Jue casi tli risipola nei quali egli ebbe• a pralicat·e con succe"sn il melodo Kraske- Hieclel. Il primo caso si t·ifc•·isce nll'nuLore stesso, il qua le ope-

rando di laparolomia una si~nora alfella da mioma ulerino e che prima era :-lata colpila dt\ •·•sipola. s'moculil acl'idenlalmente la risi pola nll' apic~ dell' 1ndice smislro. E~«r·ndosi


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RIVISTA

la l'isipola estesa fino al pelLo, non oslant~ che ~i fosser o praticati fomenti al suhlimato ed iniezioni d'acido fenico, solto la narcosi furono fatte sui limtli della r1qipola le scorìlìcazioni sl'condo Kraqke- Riedel e !'ucce-~•"anH•nU> applicate le fomentazioni al sublimato, alla se1·a ùPI giorno successi Yo la febbre era gill discesa a 37",9. Non segui Alcuna esacerbazione, l'erisipela impallidi graclatamenle, benchè in alcun i punti avesse sorpac.:,..ata la cinta delle scari flcazioni. In appr esso ~i rese neccssar·ia qualcllr spaccatur a d'ascesso. Il secondo caso 8fl1-HHliene ad llll bambino di due nuni e mezzo. nel quale la l'rsi pola ebbe il suo punto d• partenza tla una piccola ferita alla coscia &iui slra e di la era passata nno al ginocchio. Fur'()l10 pra ticato !'OLio nftrcosi scurifica;don• attorno al ginocchio. La temperatura cadde al socoudo ~iorno. Dopo spaccati alcuni asce!"si alla coc;ctn r·eci livo la t·isipola. Si fecer o allor·a le scarifìcaziooi al ginocchio rnll sopra. la pell9 sana. La l cmperalnra r ìtorn<·, tosto not·male e la ri sipolu ;.comparve. Gli allri li'O caRi pr esentarono analoghi sintomi e lo ste!c',..O nndamento che nei due MpracitaU. I l metodn delle ;.cariflcozioni e successive fomentazioni al snhlimulo si può rtle· ner e il piu sicur•umenle e pr ontamente el'lìcaco contro questa malattia.

La lapà.rotomta. nella febbre t lfolde . - (Th e Lancet, agosto 1889) ' In seno all'adunanza tenuta ìl 17 rnag~io ulllmo decor"o dalla sezione medica dell'accademia r eale di rnf.'tlicùta in Il'· londa, il dolL .1. H. Nicholas diecle lellura di un' irnpol'lanle monog•·afla sulla ape•·Lu•·a dell'aùJorne nei cusi tli febbre tifoidea. Venuero comunicale l e stori e clinrche di due ca"r e 1110· stt·ati esempi, allo scopo di investigare se l'opera zione drll'apertura dPII'addome 61'8 giustiflcato nella perfot·azione dell'intestino pet• febbr e lifoiJea. Il cloU. Nicholas mise in chiaro come la perilonite acuta,


COIIIURGrC.\

1 ~6 1

constatata in questi cas1, msorgeva prr l a presenza delle matei'ie fecali nell'addome, e che, conseguentemente. la esistenza di tale diffusa forma di perilonile acula poteva essere accellata quale uon dia~no~• di una pet·fora;dooe in atto; e, poicbè la guarigione tornava a~!i<olulamente impos!=~ihile con il verfiarnento delle materie fecali nella cHvitu addonainale, ros!i'e a con~ig-liar.-i il praticn•·e una operazione al pt•imo ·determinarsi di que"la succe~!'IIOil6 morboc:a. antecedent~·mente al collasso. Sifl'olla operazi one ch 1rut·~icn é costiluila dal taglio dell'addome. che viene inL~>rnamenLe lavato ed alla cui pat·ete anterior e veugono l'ulurati i lembi della ferita. Tra le molle obbh•zioni, sollevate contr o tale prallca, vennero po!;le in ID8:ZA'iore rilievo le seguenti: t• Difrtcollà di diagnosi. 2• Con d iziooe dell'i n fermo. 3n Difficoltà di rintracciai'•' la scJe ùell11 per fol'azione. i• L o stato morboso delle pareti mlestmali. 5o Il fatto clellu gnar igiono di molle pe1•forazioni chiaramente diagooslirale. Sifl'alte obbiezioni c:i provo a ribattere l'Aulote. Il dol i. Bali espose che il trattamento delle ulce•·• perforanti da febbre tifoidea, a meuo <iella sezionr. addom111nle, 01'8 stato adottato in 1arecchie occasioni con ri~ultali un•lòrmemente fatali, ~· se uoo proprio uniformemente ftllali, tali pe· raltro dovevano ntlendersi in forza del faLlo che la riunione dell e ferilo intestinali ric hietlev<~, uon pu•·e un accuJ·llto combaciolllento, ma e1.iandio uno rapidil'lsiron guari gione dello parti. I l dolL Ormsby venne in appo~gio alle osservaz1oni del dotL. Ball col dichiarare che, quando pur cltJVesse pt•oceder e alla sezione drll'addome. Rr<'glier ebbe il caso: e cht>, ad ogni modo, chiamalo da un medico ad eseguire •1uesta opera· zione, ''i si riflutor eiJbe piuttosto che csibi1·o la più lieve speran za di succesRO. Il dott. Myles espresse il desid ~rio di conoscer e i mezzi onde stabilire in p1·oposilo un'accur·ata diagnosi. l l dott. Nicholas accennò iu risposta alla scompar sa dell'area della ri~ono.nza l1mpnnilica, al che que:rll oppose il fallo, a Rua conosconza, di 1111 fanciullo, il f}uale, carlulo sotto


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RIVISTA

un carro, riporlò gt•a, issima lesione all'addome, manifestando la intiern sind t' ome sinlomo!ica, cbe accompagna la pcrrorazione dell'lllleslino. Benchè sollecitato a pt·ocedere oli' aper tura dell'addome, il chirurgo di servizio ,.i si r1fiutù ed il fanciullo al giorno seguente stava bene. li dott. ~Iyles, pertanto, avvisu non torni possibile la scelta dei casi, comechè l'operazione in discorso sia piulloslo di 'luelle di neruss1la cbe di Plezione. La questione posa\"a sul fallo Sl' l'operazione abbrevierebbe la vil.t1 ùPl paziente, mentre ••gli c;les"O a,·eva veduto infermi, i quali sopr avvi ve,·ano a t1roiJi con profonda ulcer azione inleslinalt-'. Jl doLL. :-.licholos, in t'isposta ·alle enunciale obbiezioni, c.lisso che, in qunuto t'illeLte la diagnosi, il collasso da ulcerazione nella rebbre tifoidea non si determinava Improvvisamente, m o mam festa va:>i gradatamen te fino a complt•to Rvilu ppo da un i11izio incognito, ed era dovuto al veleno delle feci, e non era il r1sultam:!nlo tlellt1 per fornziooe. TullA la teoria regg.•va o ('Ofievu p••r il faLLo cii ammellet·c o no lo condizione dPlla porilonilc acula quale punto tli d ia~no~i. La pet·ito nite, conchtR<: il dott. Niclwlas, si determiunva per la presenza delle malet'ie fecali ncll'adùome e non pel' la diffusione dèlln ulcerazione dalla llogosi. E.!iand1o tla questa discussione risulta come rapertut•a dell'addomo lll'lla pcJ·forHziono intestinale per infezione ttfotdea F. S. sia lullot·a sub jrulice.

Tubi a. drenaggio dl arterie . - ( The Lancec. agosto ..... ~9). Il dott. S. H W eekc; ba presentato all'uJllma adunar za della as,.ociuzione chirurg ica americana laluni saggi .ti una nmwa varielà di tubi a dt·enaggio assorbibili, da lui prcpa· rall, falli ùa arter·ie di bue. Queste vengono separato dalle loro guaine e tagliate in adnllP lunghezze. Prima si soltopongono per cinque tninuli ad ebollizione in acqua, quinù~ vengono passate su verghe in vetro di apposito volutoe, 8 ~ inHnet·~ono in seguito per dieci minuti nella soluzione dt ~uhlimoto corr oRivo all'l p. 100 e finalmente si cnnset·,·ano nell'alcool nl !)~, p. 100.


CHiRURGI CA

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S• dice siauo spoglie di ogni carallere irritante e dotale proprie la di dt·enaggiO, mentre rnnangono a ssorbite in ctrca una settimana. F. S.

•ot& sull'operazlone dell'idrocele . des H dpìtnux, ~.

· ~.

l

CR~':QU\ .- (Ga.:elte

9).

Il pt·occ<>M che, nell'operazione dell'idtw:.el~ constslo O(lll'i· nteltare uno soluzione di cocaina prima dell'iniezione iodala, é t:elllwalmente usato oggidt. E s>'o ra~gi.Jnge il suo scopo rendendo insensibile la tunica vaginale nel momento in cui la tin tura di iodio penetra nella ravtlA sierosa. Ma qucsla one sto~ia è di bt·evi"stma durata ed il dolore non Lardn a risvegliarsi. Per evitare questo inconYeoientc, dolo roso pet' il malato, l'auLorè procede n el seguente modo . Quindici minuti circa prima della puntura, egli fa un'iniezione di 2 u :.l centigrammi di cloridrato di m ol'llna su di un punto qualunque ùella s upedlcio cutanPa, orùinariamcnla sulla coscia. Fa allora la puntura dell'iclrocele m ediante un trequarli flni5simo ed aspit·a il liquido con. \lna sirin ga da idrocele o 111eglio con una ~iringa di vetro coulenente circa 100 grammi, la quale permette di vedere il modo cou cui ~i fa l'aspirazione. Questa siringa (· riunita al tt·equarli da un piccolo tubo di caoulcbouc. Quando lutto il li11Uido é uscito, la sìring11 di ''ell'o è sostituita da una siringa orJinaJ•ta. conlenente } o 5 grammi di una soluz.ione di cocaina, la quale, spio la nella tunica vagmale, ne è riti ra tu dopo oven i soggiol'nato cinque o sei minuli; si è allo ra che la tintura di iodio viene iniettata colla mede!"ima Stringa, ma in quaolilti mollo pii• debole di <:iò cltP si fa g-eneralmente: 5 a t O grnmmi ba::~lano. Si sa con quall:l fac•lità la linlu1·a di iodio ~i estende sulla pelle ed ancora megho sull~.: mucose o s ulle siet•ose. La cura si fa tanto b ene quanto adoperando 100 o 150 grammi, quantita che moll i chirurgi s i CJ'edooo in obbligo di iniettare. Se inavvertenlemento il LrequarLi si ~mar­ r i~se tra lo tuniche scr otali, non si avJ•anno da temere gli


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RJV1STA COIRURGICA

accidenLi g ravi che potrebbero derivarne da una grande rJ uanlilti di iodio iniettata nel tessuto cellulare. L"opel'azione dell'idt•ocele, in tnl modo eseg-uilo, è qual' i indolente. l..a punlUL'a faLla con un Lt•equarli ptccolo di un millimetro c mezzo di diomeLro ù incontestabtltnenle meno dolorosa di quella del lt•oquarLi ordinario !cbo è di 3 millimett•t e me;.zo) e ~uarisce più focilmente, senza che sia anche nece~sarto di copr1rla con un pezzellioo d1 di11chilon. La durata del!'inl:lensibihtù pt•odolta dall"inieziouP della morfina ò di quallro a sei ot·e circa. Questo é appunto il t-empo che dura ord in oriamo11le it dolore prodotto dAll'iniPzione io· dala, dolore le cui irrodtazioni nell"addome e n<' l petto sono talvolta molto penose. Qua n lo olia ~uarigione e ~emhralo all'autore che e:-1'8 sia assicurala con questo proce!'so al pari cbe col pr{)ce,.~o or· djnal'io. La scarsità dell"appat•eccllio inslrumeutale lta il ,·aotaggio di noli spa ventar·e il rnaloto.

RIVISTA Dl OCULISTJCA Del rapporto fra le malattie oculari ed l vermi lntestlnall. - (Reeu.eil cfophtalmolor;ie, novetnbt•o lSSi). Il giornale La lndependencia medicc. de Barcclona ha pubblicato divet•se nsser vazioni tll malattie ocultu·i tausate .Ja lla presPn7.a de1 vermi nell"inleslioo. T r·a le al tr-o, cita il caso di un giovane che doveva esser e operato p6t' uno strabismo convergente. Si decise di amminislrar~li p1·eceJenternente un vermifugo: nel giorno susseguente lo ~trahismo si era corretto. Un all1·o ragazzo guarl di una forla cou!;"cstione della congiuntiva dopo aver preso un verm1fug•,, t"he diede luogo all'espulsione di un gran numero di elminti. altro malato, niTello òa una anemia pr ofo nda , complicala do dts· senleriu, si pr esentò ul dispensal"io nflalmulo}!H~o. Egli era

un


RIVISTA Dl OCULlSTICA

tlRlo collo bru~camente ùa amauro!"i. La malattia era dovuta alla presem.a dell' aochJostoma duodenale. GU venue amm inistraLo l'estratto di felce masc·hic• e la vista si rislabill in pochi giorni.

Ambliopia dovuta all'lutossicazloue col solftll'o dl carboDio. - Nu~:;L. e LEP L.AT . - (.4 nn.aleli c/'Oculistique, morwa p•·ile 1 9). Sol to que!SlO lilolo sntlo :stati pubblicati do Delpech, Galczowski, Rruce, Duboy!'l dc. Ltnigerie, Gnmn e Cha ngal'lliel', cnsi di grave amblioptn !'r prli;,!giunlt in indi,•iJui esposti abitualmente ai vapot•i dt solfuro Ji carboniu. Gli autori ne hanno Ml:ìcrvalo due casi d<'l medesimo gene re: due sorelle lavoranti in una ftlhhrica di caoulchouc, espo!>l.<> ai vapori di s.llfuro di carbonio, furono successivame nto al:lelle, con tn• nnni Ji intervollo, da un·amblìopia mollo gravo, clte per c't guari dopo vari Illesi. Nell'uno e nelraltro ca-,u gli auloa hunno O!>sèr vaLo assolutamente 13 ste~sa forma di alleraziono visiva. Di più le due affezioni hanno presentato lo slesso anùarneoto, 11 medes imo decorso e la ste!'ll'a fine. A!!f!iungasi che la l'ot•uta del per turbomento visivo è assolu tamente cu •·atlel'istica. pet· lo meno al par i elle nell 'ambliopia ptwlrJtLu dall'a vvole n!lmc uto colla chinina o coll'alcool. Essi f!Uinòi credono poter &labtlire un'immagine tipica di que,ta afl'o.>zione, lauto pila che le relazioni dei casi delln specie, 1 er· CJUsnto esse·c;ieno assai esplicite, iudlcano che st è sempre trallalo di una forma clinica identica. L'acutezza \'ÌSiva contr ule li m olto ridotlo, le dita noo vengouo contate che aJ 111 10, due, Lt·e o quallro melri, allorqunndo il campo visivo ha le sue normali d ttnensio ni. È quindi il centro fil'iologico della retina cbe ha specialmente soff'et·lo. Soltanto questo pet'tUt·baJUPnlo ddtu funzione del centro retinlco, 1ieJ luttO p8t'lÌ<'OISre, SÌ distiog110 per piÙ ragiOni oJQ que llo che si osservn noli' nmbtiopia alcoolica. l nfaLti. nn qnadralo tli ca1·La coloraln ò rico nosciuto come tale iu tutta l'es tensione normale de-l campo visivo. Ed intanto si può

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IUVISTA

!"COprire ordinariamente uno scoloma centrale:: il piu ~o venti mollo pronunziato per i colori; ma questo scotoma ~ di dimensioni mollo piccole. In uno dei due casi osl"e!'vati dagli autor i, esso non poteva essere scoper to con lUI disco rosso di uu centimetr o di diametro, ma bensi con uno d1 m~zzo cenlimeLro di diametro e megl10 ancot·a cou uuo più piccolo. Disegnalo sulla distanza del l'aggio perimelrico, lo sco1om<~ ave,•a quindi tutL"al più un mezzo cenlimolro di diam<'lro. Nell'altro caso, un disco rosso di un mP7.7.0 cenlimetrù eea riconosciuto come lalu al punto di fissazione, ma il bianco si fac~va mollo scuro, nella stessa gu1t>a di tulb gli altri colori. Lo slato della vil"ione era del r esto identicamente 11 medesimo nei due occhi. Le papille otLiche erano lievemente alterale; i lot·o margini erauo velati; soprattutto ùal la to nasale; l'altPrRzione t>i estendeva anche alquanto nella retina, ove si vedevano fi nn s trie dovulé l:tll'ipere rnia. capillare. · Le aelor ie r etiniche avevano il calibro nor mu l<1; le vcue erano forse un po' dila tate. La nutrizione genèrale aveH\ sofferto mollo pt'r l'azione prolungata del solfut•o di carbonio. Si risconll·a'a pallore, debole7.za, diminuzione di lempe1·alura, vertigini, crrala l ~ia ed anche vomil1 e formicolio nelle mani e nelle b raccia. Solto l'azione di una cu1·a tonica, che sar à beoo associarla al soggiot•no in un luogo moderatamenLe ris<;hiAralo, cd all'uso Ji occhiali scuri per atl"roulare una più viva luce, lo stato generale migliora e la vista sì t•istabilisce a poco a poco per ridiventare nor male o quasi normale nel periodo di qualLro a sci mesi. Rimane pet·ò sempr e w1a lint.o. un po' biancastra della papilla . L'iniezione ipç>de1·m ica Ji pilocar pioa, cosl utile nell' arn· bliopia alcoolicn e nicotinica, oou dà alcun risultato nell'ambliopia in discorso. Dal decorso della malattia riscontrato nei due cac:1 os;:er· vali dagli aulot•i risulta che la caratlerislica d1 qu.,c;la affezione è la fo1·te ambliopia non un campo visivo d1 dimensioni nor mali c conservazione della cr omatopsia. Non esiste


DI OCUUSTICA

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tra ambliopia, dovuta ad affezione dell'apparato nerollico, nella quale la cromatopsia sia normale con una m unlln<mH cos.i considerevole dell'acutezza visiva. In quanto all'ambliopia alcoolica, una riduzione cosi forte vis ta ù ecces~ivamonte ra ra, mentre che nell'ambliopia discorso es~a (l la r ef!ola. E se n ell' ambliopia alcoolica 7 ""' "" "'·' n visiva diminuisce fino al '/1«~ e pitt, allora genele né il violetto, nè il rosso, né il verde, sono ricoin tutta l'estensione del campo visivo; lo scotoma invaso in tutta la loro estensione o press'a poco i campi ti rosso, il ver de ed il violetto. Lo stato della vìsior:e c'3n lrale è anche caralleristico. Si è vero di una ambliopia per avveiPnamento; vi ba anzi scotoma centrale, che non è né assoluto nè po;;oitivo; mente esso è di dimensioni estremamente piccole. Si generalmente eh!:', nello scoloma cen tt·ale dovuto ad enamMlo a lcoolico, l'ambliopia sia dovu to all'esistenza scoloma e che la visione s ia normale all'infuori dei Ji. di ques t'ultimo. Ciò non s1 nola cet•La mente nelle osi in discor~o. Lo scoloma è di dimensioni troppo piccole. Norm almente 1'8 tWLA7 1>n visiva periferica è molto super·iore ad 1/fll ed anche 1 / 111 con un a llontanamento del punto ùi fl<>sazione corri· enle al piccolo scotoma dell' ambliopia da solfuro di u.a•·"--'o. Ne t'isulta che l'acutezza visiva è diminuila notemenle all'iufuori dei limiti dello scoloma centrate minulnflne, ciò che è ancot'a par ticolat·e n queslll affezione, si la cura bili lé, la possibitilà di un ristabilimento integrale vista. L'am bliopia alcoolica generalmente non guar·isce completamente, se l'acutezza visiva. è discesa a ~/,., anche quando malato s i assof;'gelLi ad un·oslinenza AS!=~Oiuta dell'alcool. La causa della curabiltlà dell'ambliopia in d iscorso è doprobabilmente al fallo che il malato ~i sottrae facilecl in un modo assoluto all'azione della sostanza avlricc. Quanto al JH'Oces!!o intimo che é la sostanza di ques ta sin -


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IUVJSTA

tomalologia, s i lr alla, secondo lutll:j le apparenze, di una oevrite retr obulbat>e cronica, di cui ò difficile precisare la sede ed i car·atteri esa ttamente, in mancanza di qualunque dalo aoa lomo-patologico. Una cosa degna d1 menzione é naturalmente la sproporzione f1·a l'arobliopin e l'alterazione della cromstopsiu. In certi casi, l'ambliopia confina quusi colla cecita, e ciò non ostanlo la cromatopsia è normale o quosi. ~e l'affezione rosse focalizzala nei centri , soprattutto negli exoi~feri cereb rali, se ne trarrebbe la conclu~iono che la cromalopl"in ha una sede ruiiLt•ale clifle t•cnte dall'oculezzu vis iva, l'w111 essendo quasi dislrultu, menLre cl16 l'allra ,. intatta. 01•a si tratla rrui secondo tutte le appa1·cnze di un pruce:--so t•isiedente nel nervo ottico ed interessante per com·eguen·1.a egualmente Lutle le Obre, almeuo quelle di 1111 fascio dotl'r· minato. I vasi retlnlol nella mlopla cong enita. - Nurn. e LJ:.PLAT. - (An11ales d'Oculistique, mar·zo·april u 181)tl).

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JJ rr•of. Nuel ha già pubblicato nel 1885 un caso eli coloboma temporale dolll.t pa pilla del ner vo ollico, nd quale i vasi ccnLrali, mollo numerosi, invece di fltri~ersi nor·mnlmenle in alto ed in hasso, avevauo assuntn, g1à nella pspilla, una di rezione all'infuor i dal Ialo leml'orale. QuesL'occltio era fo rtemente miope (9 diottrie), mentr·c clu~ l'altr·o, miope di l diottria soltanto, non [li'Cscnlava l'anomalia vascolare. Da ciò all'idea che la miopia congenita potesse avere una relazione colla dispusizrone dei Vttsi, per e~>empio, nel c;enso che l'occlusioue tardiva od insufBciente della fùs~>ura fetale predisporrebbe alla miopia e darebbe luogo alla vascolm•iz. z.azione animale, uo n vi era che uu passt•. Fu riscontrato a questo proposito che iu molli colobor:ru maculari (auomalia che si attribuisce so,·enli utl una occlusione incompleta della fessura fetale), i val'i centrali pl'esen tano la medesima disposizione, la qualo del resto ò ~tal~ notata dopo d'allora, specidlmente da Pbliiger, iu un caso •11 coloboma maculare.


DI OCULLSTICA

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La disposizione citala dei vasi si er a constatala egualmente 3 casi su 4 di miopia for te ed eredital'ia (vale a dire in si doveva ct•edore èhe la ùi!>positione alla miopia fosse

la di sposi:done indi cata dei vasi t•etit~ici (ll'Ometteva quincli divenlare un segno tli predisposizione alla miopia, se si ·ça a conslalarla nel fanciullo. Da due anni gli aulort, nella clinica univer!;<itaria di Liége, no portato la loro nllcnzione su questa parlicolarila ed quan lo hanno consiAialo: Su 15 casi di miopia forte (di ; dioUrie c piit) negli indinati da famiglie miopiche, che non hanno rice,,ulo che zione primaria t'IHlimenlale e che non sono steli co' per il loro mestiere, a vedere dislinlamPnle oggetti fini, aulot·i hanno risconlrlllO 10 ,·olte la dispO!'\tZIOne vascoin qul'slione, manifesta m grado più o meno pt>onun· Talvolta essa non é rappr esen tata che da qualche sso vaso r etinico (delle arlel'io soprnlLulto) dirigen le" i ann,rm<>tmenle ver!"o la r egione della maculu. Ordint~ria­ le esisteva nello stesso tempo una estesa alrofìa cot·oidel Ialo temporale della papilla. Questa slatislica ì• r i!';lrelta, per ché gli outo1·i hanno avuto di non occuparsi che dei casi nei qu&li la miopia era ma· " ..""'""ou•Onte ereditat•ia. Ciò noac.lirneno ossi la credouo suf,,ì..,~,.,,, .., per dimoslraJ•e che l'anomal ia vuscolat·e si riscontra più dello metà d~;> i cnsi della specie, e cita deve esservi essa e la miopia una relatione mollo intima. L'uno di questi cacoi é ùegao di nola in quanto che la miopia er a unil aleral~:, e coà pure la dispo!';iziooe dei vast. Di piu, nell'occhio miope soHanlo, vi et·a un'oscavaztone lìdella papilla. che ancla,·a fino al margine temporale di questa. Un secotido caso (uno studente, d'una famiglia di miopi), solo degli individui osnminali che aveva l'icevulo una di· istruzi one, i> degno di menzione, perchè offriva in ue i !ali la disposizione vascolam ed un'escavazione una larga base fino al margine tem-


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lllVISTA DI OCULJSTICA

Contributo &Ila natura e patogeuesi della uevrlte ottloa. e dell'ottalmla almpattoa. - Dolt. G. Ovto. - (Rioista oeneta di scienze mediche, marzo 1889). L'autore, col risultato negativo de' suoi e::>perimeHti, coi quali non rmscl mai a provocare oltalmia simpatica e neppure ncvt'ilo ottica, non intende di infÌJ·mare la tcor·ta parassilal·ia r iguardo alla patogenesi: stanno semp1·e ad appoggiarla le considera1.ioni e soprattutto gli esperimenti positivi di DeuLschmann. Crede però che le sue I'isullanti, conformi R quelle già ollcnute da Gifford e da Massa, possano d11nosLra r e questo fatto: La nevriLe btLica, r.ioé, e l'otlalmia simpatica saranno be· uis$imo di 11t1.t ura infettiva, e avendosi nevrite e otLalmia simpatica, ol microscopio si trove ranno se111pre indovali germi piogeni; ma questi ge1•mi, artificialmente inlrodolli, non portano su occhi sani né l'una nè l'a ltra forma morbosa. È q uindi probabile che i germi infettivi soli n on baslìno, ma debba ad esai associal'si un qualche allro e lemento &ftlnchè i ge1•mi in l'arola spie ghino la loro dannosa influenza.

RIVlS'rA DI ANATO~UA E FISJOLOGfA .......:--- -

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Note sull' &natomla dell' epiglottide, per ~lA YO CoLLIER. - ( The Lan.cel, maggio 1880) MolLi autori d'analomia desca·ivono J'epigloWde allaccata alla lingua per lre ri piegamenli o legamenti glosso- epaglotlidi, ma il Collier non ha poluto verificarli nelle sue numel'OSa descrizioni, e manifesta in queste nole il risultato Jelltl sue invesligazioni a tal riguardo. L'epigloUiJe è una car·lilagioe ialina, elastica. posta alla parte anter·iore s upe riore del laringe, legata infedormenle all'angolo della tiroide, connessa anteriohnenle con la lingua


RIVISTA DI A..J';ATOMIA E FISIO LOGIA

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e l'osso ioide, ed affallo libera posteriormente. Guardandola p~r di clielro si vede covert~ da una c:ottile mucosa, continuazione <li quella che dal disotto o!'lcende, e si e~'<lende da una piega ari-epigloltica all'altra. Allraverso la muc0$8 si vedono le estremilu ben dt>Onlle dell'epiglollide. ma dalla perLe anteriore i SIJOÌ limiti laterali non s i discernono. ed essa appare come una linea di demarcazion~ fr•a il lar inge e la lingua. ~euando la muco~ della superficie anter torc dell'epigloltitle e della base della lingua, si può facilmente mostrare una distutla membrana fibro-elasticu che si attacca n lutto l'osso ioiùe da un ~ran corno all'allr·o, e si estende in allo sulla faccia anteriore dell'epiglottidi>, alla cui slrullm·a o tn· timamon le connessa. Lateralmente il suo margine libero si estende dal lato postc r•ior·e tlell'epiglottide, e passando al di sopr•a del g run corno dell'osso io ide. si gitta sulla nicc,hia della tonsille. L'au tore propone di chiamare fJtJesto fib rosa mfmbrana ioepiglotiica, e la piega che pa~~a esternamente al IaLo dell'c!pigloltide, piega ami-epiglotlica, abbreviazione ciel terminl\ a migdalo-epiglollica. Jl ligAmentc centrale glosso-epiglollico. e l'io- epiglollico, di solito s i descr ivono come due strutture separ·alc, ma in r eali A non esiste cb e un unico ligamenlo Lrinngolar'e a base libera, coperto da mucosa, il cui orlo anter iore é altaccato alla' ling ua ed il posterior·e alla faccia anteriore dell'epiglottide. Questo ligamenlo io- glosso- epiglottico è di At rutlura ben definita, continuazione del tessuto fibrol>o che copre la base della lingua, connesso posteriormente con l'epiglottide L'autore dice di non aver mai potuto isolare una membrana elastica continua che passi dall'osso ioide alla tiroide, ma invece ha trovato un ben definii~ ligamenlo rotondo trn il gran corno ed il processo super iOr e dello tiroide, Pd una for•le bandellelta centr11le cl1e dal corpo dell'osso ioide passa sul pomo di Adamo, che si nasconde fra il cellular·e che é al rlisotto del muscolo tiro-ioirleo, e si attacco all'epiglottide, pr•oprio come é ra ffigurato nella fisiologia del Landoi~ . Il muscolo tir·o-ioideo copre uno spazio piramidale conte-


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RJ VISTA

neu te lo~Sso tessuto cellula1·e e grasso, lim itato posteriorrneute dal Jigam enlo ari- opiglottico, anter i01·menle daliA mcmb1·ana io-cpigloltico, ed intemamente dalJ'estrem1t.a ricurva dell'c>pigloltidP. L'apice di questa piramide si trova Al lato dell'epiglottide. In ultimo l'aulor e richiuma l'all.tlnzione sulla poswoue mollo superficiale d!!i vasi e nervi faringei e Jin;wali, rurleria faringea supe1'iore ed il ne1·vo COPr ispondenle si pvssono veder e atlrav('rso la solltle mucosa che copre la jJiP~.rfl ari- epiglottrca, men tre i vasi linguati ed i ranti dell'ipoglosso sono f1·equen ternente :,eparati appeua dalla mucosu dalla base clelia l~ngua per poche e sotti!i fibre Uluscolol'l.

Dell'Influe nza del oorpo atrla.to e talamo ottJoo aulla temperatura del oorpo. - W. l i At..E Wei'I'E. - (Tiw Lancet, giugno ·18Rfl). A roosolm, SachR, R1clret, n~i loro asperimenLi sui corpi stri11 ti han semr.rr e constata lo un'elevazione di Lempel'alura, ed Olt, cl1 r> più. di Lulli lti:J sper·imentalo su tale sozgello, dolla les1one d1•l corpo striato ha ottenu to un iunalzamenlo <li Lcmpe1·at1U'S rli cirra 4~ ed Jra di mostrato ch tl il lalarno ol· lico ha la ~lessa iulluenza. sulla temper•otur a rorpor·ea. ciò che è sLal? confermalo da Gt:rarJ e Baginsky. • 1 seguenti casi clinici con fermano La li esper irneuti. Un uorno di 50 an ui si eru acco r to da circa un anno che le 5:ue gatnbe divenivano l-empre piu pesanti. tanto che do,•è r imanct·c in ll'lto per ll•e mesi, poi si riebhe, ma lr gambe e1'ano r imaste deboli, e fin almente si paralizzarono del Lullo, le braccia R'inde bolirono, la memoria dh•enne defì· cieute, ed in tale stato fu purtalo al Gu)•'s Hospital. Quando enll·ò parltt\!8 a stento, a vevo <·onsiderevole paresi di tutti i museo! i, specialmente delle gambe, il l'iflt>sso roluleo e•·o ben definilo, la sen!Sibìlità inebtJale nelle divet·searee del co1·po.

Nelle primt• seLle selLim ana In sua tern peratur·a non sot·pass6 mai i 3i',l , eù c•·a. di Rolito di 36•,8, ma nel g~o•·no 5 apr·iiP. mentre l'i nf~rmo sedeva alla latrina , cadde, fu rJpoP-


Dt AN.\TOMii.. E FISlOLOGlA

talo in !ello pr·ivo di Rens i, la s ua temperatura sali n 39",1

-e rimase eu un'elevAzione presc:'a poco simile fino al giorno 1Ò in cui a v,·enne la morte. All'autopo;;io sr rinvenne ro le orler·ie aler·omatose, nell'inter·no della massa cerebrale furono trovate due larghe macchie di sostanza biunco-~ialla.slra rammollita; lo macchia destra era lunga un pollke da.ll'ovanti m dietro. occupaYa la porzione posteriore dello capsula interna fino al sue limite posterrore; la ~inistra occupa,·a il ginoccl1io e la parte posteriol'e d.,.IJa capsula interna; entrambe erano estese per bt•Pve tratto nel talan~o ottico e corpo striato. l reni er·aoo Jeg~ermenlt• granulosi. Un uomo dr 56 annr aveva sofl'erlo olt reumatismi in gio· ventù, si lagnavn ù'i11torpidimento nel brarcio e nella gamba si nislra, nell'istes$0 giorno io cui a vve l'l\ questa reazione cadde e fu Lraspor·tuto all'ospedale. Al suo t•nlrtH'"' era prrfellamenle con<>cio, aveva paralisi completa della faccia, del br·accioodellll ~amba sinis tr·a, mobile solo la fronte, aveva ptosi della palpebt·a sinistr·a , la lingua cleviava a sinistra, la lesta e gli occhi t>raoo rivolti a destra, il r·iflesso roluleo sinrslro era el'agcralo, v'era completa emia· nestesia del lnlo sinisLro del la les ta e ùcllrooco, la congiuntiva sinistra era insensibrle, e sull'area emianestesica il caldo, il fredolo, la puntura non twano percepili. Vera emia· nopia sinistra, con l'orecchio srnislro l'mfermo udiva l'orologio solo a contallo, oel cuore s i percepiva un debole rumore sistolico, nelle orine v'erano traccia d'albumina. L'emianopin, l' ernianoste:.ia ed emiplewa, persistevano, l'infer•mo suda va dnlln guancia sinistra, ebbé accessi di soffocazione, e fra i due lati si man~eneva sempre una d ifferenza di Lem j)eralura di 1•.2 u \antag~io del lato leso; in ultimo insot·se l'ede ma polmonuro, e l'infermo mol'i 5 settimane dopo la s ua " nLrala. La prima circonvoluzione temporale di desLra, eù il mart:rine superiore d_ella seconda. una gr an parte delle circonvoluzioni sopramat·ginale ed aogola r·e, una piccola par·te della parietal ~ super iore e della prima occipitale erano rammollite. Nell'interno del cervello ù nel mede!:imo Ialo destro


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1\TVtSTA

v'era un'area di rammollimento elle si estendeva dùl livello del corpo calloso alla soslauza grigia della base, lateralmente dal elaustr um all'eslremitu opposta del nucleo caudato e del talamo ollico, d'avan ti indietro dalla r·egione anteriore della capsula ioler oa alla s ua estremità po,.teriore. V'et•a ulcerazione della valvola milrale. e numerosi infarti nella milza e nei r eni. Ln sordità unilaterale e l'emianopia tJ·ovava riscontro nel r·ammollimento della regione visuale ed nuùitiva della cor·leccia, e dalla par·le posteriot•e della capsula i nternn rh e è atLraversata dalle fibre visi ve ed uditi ve. J\l a la vat•iazione di temperatura deve altribuir·~i al t•amrnollrmento del corpo s lrioto e del talamo ottico, o Bastian ha mostrato elle l'e!e· vazione di Lernpert~tura si manifesta nel Ialo opposto della Ies10ne, come nel e&l"o presente. Questi due casi, ed un terzo pubblicati dall'autore nel Guy's HospiLal t•eporl confPrmaoo il risultato ottenuto dagli sperimeotator·i, stabilendo nel corpo l"lriato e talamo ottico un cenl1'0 lermogonelico animale. La morfologia del aangue del reumattol, per EPif,,H JM C uTTER. - (Medil:al Times oj Pltiladelphia, aprii~ J889).

Il colore del sangue dei r eumatici può voriut'e da quello della perreua salute a quell0 dell'avanzata anemia, la consistem.a e la rapidilA del coa(,rulo sono però molLo mag~iori che nello slt~lo sano, le emazie ~pesso, ma non sempre, sono un po' sbradiLe, la soslan:tu colorante non ò cosi intima mente connessa al sangue reumatico come al "angue sano. l corpuscoli rossr spesso ~;i LJ·ovano deformati, allu•l gati, a forma ùi lasagna con angoli quasi appuntali , tlggl utinati gU uni con g li altJ'i, riunili per IDP ZZO di filamenti, agglomerali gli uni sugli altr'i , jisposti ad arco, spesso confusi senza fot'rna determinala , per gli spessi nlamenLi di flb rina che li r iunisce in fascio. Questo sle~so aspetto as· sume il sa n ~ue nelle molallie consunlivr, ma 1 globuli sono ivi piì1 distinti fra loro. È do osservo re che la simililudioe fra ti !'angue dei rna-


or ANATOMIA E FlSIOLOGJA lati di consunzione e ({uello dei reumatici, è prodotta da una condizione acida del sangue, per lo sviluppo di acido acetico che si forma dai vegetali ingerili, tanto nel sangue quanto nel tubo alimentare. Piia e acido il sangue, più i suoi corpuscoli si agglulinano ed aJeriscono _fra loro. l corpuscoli bianchi sono di solilo ingranditi, fortemente aderenti l'uno all'allro, aderen ti per lo più ai corpuscoli rossi, ai filamenti di Obl'ina, ed agli allri elemeoli del sanguP. Sembra cll.e l'uffìcio di quesli coa·puscoli bianchi sia quello d'ingbiollire, inglobare ogni soslonza estranea che sia penetrata nel san~ue, cosi noi troviamo denlro eli essi dei piccoli corpi cristallini nel reumatietmo. Ess1 hanno movimeuli ameboidi come !!ello stato sano, una locomozion6 indipendente, che la malallia non può impedire. Spesso si lr'ovano cresciuti in numero, tal volta dimin u:ti, e se 11ell' organ ismo esiste un processo di degenerazione gras~>osa, es~i conlt>ngono globuli dì grasso. l fi laroeu li fìb ri oosi si risconlraoo abbondan ti, in grosr:i fili, in 1naglie ben dislinle clte imprigionano i g lobuli ro:-<~i. in matasse iutralcìate come di lìnissima seta, a 'WJL... in lunghe filaccia ag~lomerule ciLe a bbracc iano le allre forme elemental'i del sangue, che formano masse Lr om botichc, le quali, se Lrovano troppo angusti calibr i nei vasi sanguigni, producono degli e mboli. Questi LI'Ombi possono in volgere COl'puscoli ros~i, biancb1 cristalli, e quando i filamenti flb r inosi sì risconLt•ano in gross e st••ingbe, artisticamente ar1•icciate dalla con·enle san guigna, come micelii di un vegetale, si distinguono ùa qneslt micelii dall'assen7.a della rorma cilindrica perfellf.l, spezzata, appun tala, e dal la mancata divis ione bicotoma o pol icotoma del tronco, come per esempio sarebbero i micelii della si filide. La presenza di questi filamenti fìba•inosi, la resistenza dei globuli rossi, producono nel re umatis mo quell,a qualità adesiva, quella forte coagulabilila del sangue nel reumatismo, quella tendenza ad ostr uire la co!'rente sanguigna, a foa·mar depositi nei tessuti, e specialmente in quelli che hanno una circolazione ril.aa·ùala come le arlicolaz.ioni. L'arenella ùel sangue, o l'am:nasso di corpi Cl'istallini è


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RIVISTA.

facilmente riconoscibile, perché considet·e,·ole nl'l :=>angue dei reu matici. Questi cristalli SOli fatli di acido urico ed urato di soda, di fosfati, e specialmente ciel ll'iplofosftllo di C'\lc•• P !;Oda, d'ossolalo di calcE', di c1stina, molto comum e facilmente l'iconoscibili, ral'srnPnte di carbonalo di cAlce, di stellina o s tellut·ina , r isconlt•abili in fMma granulare nel sict·o, od in veri cristalli nei casi di reumatismo cronico, di pigmento nero, hruno, bleu, hronzino, a•·Ancialo. rosso e giallo. in forma di fiocchi o di piccoli ammassi, che poi ~ono eliminnti per la ~via dri reni. Nelle malattie C'Onsunli,·E', nell'asma, nello febbre del fieno, quesle arenelle si l1·ovao neJ{Ii sputi, come se le vie Aeree focoser•> divenute un organo anormale di quesle secrezioni. L'nrcmella dPlle vie orinarie, del regolo e della vescichetla bilia•·o, dei ùolli delle glandole sal1vari, del muco vaglnale. sono el'empi di srcrezioni melaslalichc di questi corpi crlslalJini. prodolli in g rande eccesso, ed eliminali per tulle Il! vte ' 'icarie rossibili. Ma i caratteri mot·fologici speciali del reumatismo csicotono in uno condizione latente in persone apparentemente sane. ma C!:e appeno si espongono a l ft·eddo i vasi sanguigni l"i r.ontraggono, trattengono (Juegli anormali elementi, ed tlllOI'a si JHl una s laRi del sana:ue che può Pssere alliva o passiva, e monif~slarsi con calo•·e, febbre, dolot·c, gonfiore, infìa111mazionl' o congestione passiva, effusione di liquidi, tutti fenomeni clte costituiscono un allacco di rcum!l.lismo. La febbre può risul· tare dallo s forzo della nalu1·a per sbat·azzat•s i dello so.sl~nze estranee. donde il suggerimento prr.lico di cu rare i reumalici quando il lot•o sangue f'i trova in quella condizione reumatica lalonte, o nello stadio prereumalico onde JWevenira la febbre. Le masse d1 flb1·ina che racchiudono corpuscoli rot~si e bianchi, corpi cristAllini e pigmentari, 1.1pore e micl'li d1 microrganisrni vegetali, formano le Ll'ombosi, c)1e nella rete capillare di"cngono gli <'Jnboh che vengono n produrre le polmoniti loba ri, e la gnngrena eenile delle eslremita. BiQogoa quindi scop1·ir nel Hangue i lrombi pr ima che divengano emboli, ed impedire lo loro formazione correggendo l'acidità del sangue.


DI .\:'\.HOlll.\ E FISlOf.OGI.\

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È molto intima lo. relazione fra la condizione 1norfologica del sang ue reumatico, e la Obromia, eù ò ovidenle che l'occresciuLo ostacolo alla libera circolazio ne faLLa dai lt·ombì ai quali aderiscono i cor puscoli, debba affaticare il cuor e e produroe ripertrofia . f: partmenti faciiP il ~oncept re come la pr~senzanel sangue delle are nelle, con i lur o angol1 e le loro punLP, debba produrre quei dolori lancinanLi del t·eumalismo, quando altraversano tessuti olehcati; como la coagulazione del ~anguc debba accader·e quando si rallenti h1 corrente, o quando le pareti Yasal i Riano alteraLe. Ma la eapiùita con la 1uale gli emboli ed i lrombi scompaiono dal sangue ùopo la cura, l'a credere che esistano processi naturali per discioglierli, sè la forLa net·vosa e sufficiente per sirn1le lavo1·ìo.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Contributo allo studio dell'ossigeno ID terapeuttca. Dottori SACCIIt e PuRGOTT., assistenti a lla clinico medica [li'Opedeulica di Perul!ia . ...: (Il Mor{Jagni, N. ~. pllrle 1•, marzo 1889). Fino dall'epoca della sua !'lcoperla, nel 1774, si fondarono gr and 1 spenmzo s ul valot·e le rapeulico dell'ossigeno; gli l'Il appl1cato il nome di aria oiiale, e lo stesso scop ril~re P 1·ieslley cominciò a fa1'c dell~ esperienze sopra sa stesso inalonùolo, ed aiTerma che eglJ. ne ebbe una. sensazione • come « se il petto dive uisse piu legger o respil·ondo molto più li· • beromeole . ., Benché le g•anùi spemnze cc•ncepita slil principio non siano state in seguito completamente realizzatE'. pure l'uso delm~ùesimo in terapia non è s tato moi completamente abbandonalo. P ochi allri r imedii ci vien dalo incontrare cho siano stati applicati in un numero molteplice e S\8rinlo dJ mala!li e come l'oss•geno; pochi aiLri meùic&ml·nLi nello t't••••[uenza


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1\!YIST...

e varietà del IOI'O U'"O hanno subil.o oscillazioni al pari di esso: tuttavia mancano lavori sperimen~ali completi sulle varie applicazioni ùPl medes1mo in Le••apia. Gli autori hanno fnlto un riassunto enumerando tutte le varie fot·me morbose in cui l'ossig~no è stato finora consiglialo e spel'imentato; e quindi, in base anche ad alcune ricerche da essi eseguile, Rarebbero venuli alle seguenti con clusioni: 1° Che nei vizi cardiaci, o nelle malattie in genere delrapparecchio circolatorio, rossigeno serve solo negU Rtali dj mancato compenso e di asistnlia, non tanto come eccitante cardiaco, quanto come scdalivo degli accessi asmatici <:ho in eRse lanlo frequentemente si riscontrano; e come rende piil r egolare c tneno ft'<'q::ente sia il respiro che il polso, co~ì dò, per quaoto spesso momentaneo, un srnso di sollie,·o e di benessere ai pazienti. 2• Cito per quanto l'ossigeno sia stato vantato nelle forme nevralgiche, nel caso di an(]ina pectoris in cui fu dagli i\Utor·i spel'imcntat11, non orr ecò alt:un soll ievo. ao Cho nelle pneumoniti giova in quanto minacciano fenomeni di astlssia pe1' una I'Opicta ed estesa diffusione del processo pneutnonico. Giova pu1·e negli accessi asmatici in genere, tna specie in quelli dipendenti da catarr o b••onchiale -cronico con enllsema . .t• Cile nella nevrile all.lumiuosa ha ben poca azione modi ficatrice sullo generazione dell'urea e dell'albumiua. che però anche iu questi casi combatte l'inquietudine, rallanno e l'insonnia, nonché i coratleri bronchiali che spe::so d si associano. 6' Che nella clor osi e nel.l'anemia può essere ullle in quanto eccila le funzioui organiche, favorendo cosi il Ja,·orlo di ripuraziou e che deve essere in conclusione dalo dalla buona dieta e rlalla cut·a ferruginosa. G• Che nelle forme di dispepsia e di catarro ga:;Lrico cronico può essere efflcacissimo; e, più elle a combattere il catart·o stesso, vale atl impedire le fermen tazioni abnormi ed a combatlet·e le varie molestie o paresLesie che ùa esse


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dipendono o che sono concomi tanti, nonché ad aumentare il tono delle stesse pv.reti gastr iche. Ma in questi casi l'uso dell'ossigeno, come comunemente sì adopet•a, e cioè per la via della •·espirazione, dovrebbe pet·correre un cam mino h·oppo lun::?O per poter conservare le proprietà che noi sappiamo avere quando esso venga a contatto dit•ello con una mucosa. Gli autori quindi in,ece di scrYir"-i del solito mewdo, hanno pensato d'insuffial'lo nello stomaco pt·eYia la lavatura , sia msutllando ossig-eno nello slomaro contenente anco1·a un po' di acqua del h1vaggio, sia facendo gorgogliare l'ossigeno nell'acfJua intt·odolta pruna colla sonda. Questo secondo melodo par ve rispondere meglio, essendo meno irritante l'azione dell'ossigeno sulla mucosa gastrica. llluovo prooesso d'ane1tesla looale. - VOITURtEz. - (A.rchioes Medicales Belges, maggio 1889). Ecco il pt•ocosso idealo dall'autore per una anestesia locale, la quale non debba olLrepassare 10 o 15 minuti. Questo mezzo consiste nell'utilizzare soluzioni solto pres sione di gas acido carbonico, del quale Br·own- Séquard ha fatto conoscere le proprietà ane!<lesiche, e di cui è mollo facile procurar·si l'apparecchio necessar.o: basta avere a nostra dtsposizione 5 sifoni d'acqua di sellz artificiale. L'insensibilità al dolore, l'analgesia, è ollenutn col geLiare dalla d i~laoza di dieci centimetri il conlenulo di due o tre sifon i d'acqua ùt seltz sulla regione timilala della pelle, su cui si deve portare lo strumento tagliente. e quest'anestesia par· ziale dura 4 o i> minuti; es;;.a va aUenuandosi a poco a poco. per modo che si é obbligati a ricorrere a nuove irl'igazioni; ma allora un nuovo tempo dell'opei·azione è comincialo e piu spesso si ù al momento delle suture che si è costretti a rimuovere il gello dell'acqua gazzosa sulle labbra della fer·ila o pereto ria. D'altronde una irt•igszione cosi t·innova~ non a n eca nocumenlo, poichù molli ch irut·gi adottano ora il principio delrit•rigazione continua d'acqua flllrala fredda, clte sostituisce con


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RIYlSTA.

vantag~i o per essi la spugna e climmuisce lo !:COlo ::anguigno che proviene da• va si capillari. Vot~u riez cita in appoggio del suo pt·ocesso tre osser,·azioni t•elative ad uoa c1sti sebacea della gamba, aJ un igroma e ad un panereccio . Si possono formulare le iudicazioni di questo moLodu pet· i seguenti casi: 1o QuanJo non si ha solto tna uo l'appareccluo più o meno comvlicalo richie:>lo uagli altri mezzi d'ane;;tec;ìn locale. 2• Quando l'operazione, per la dut·ala, non ù ~ve e<'cctlere i dieci o quindici minuti: apct•tura d'uscessi, <'Onlt·oopet·Lure, drenaggio, esLit·pazioni di lurnori di piccolo o medio \'Olume, • 1gnipuntut•a. 3• Devesi r-iser vare que~lo modo d'anestesia esclu~ iva­ ment.c u~li arti· l'il·r1gazione cos1 falla r1escirebbc tllcomoùa nei casi di alT~;.:ione del collo, del lronco e d ~J!u r·adice degli arti.

La cocaina in ohlrurgla. - HECLUS o lscu \\'ALL. . (Journal dc M édecfne et de Chir Hr gie, magg•o J88fll

La cocainÌl. è poco usata in cbi1·ur gia, perchè molti la rilenmeftìcace ed tncoslanle. Ciò nondimeno Reclus se ne serva da circa tre anni per operazioni dì ogni specie e non ha ma i veduto in~orgere uccidenti di qualche g1'avezza. Gli autori cr edono che "'Ì pos.c:u, senza pericolo, fa1· penetraro uell'organi~mo do«i •·eluli\'8menle alte dt alralotde e delerruinnre iu superfici~ ed in profondili! una analge!!ia abbastauza c-ompleta eù auba~lanza e!è'ksa per ché in un gran numero di casi, la cocaiua debba ~ssere sostilutLa ul clorofot·m io. Ecco qualcuna delle applica;.:JOni s ulle quali gli uulot•i in· si~touo più specialmente. L'intooacomenlo dell a mu co~o boccale, colla f'uwlizione di ' ~pazzolarla • iu lJUalcho modo, con uno soluzione nl 10 p. 100 (5 p. 100 nei fanciulli) può permcllt're nelle persontl mollo scn::ibili di inlrodune il tubo per la lamlnt·a ,J<>Jin ~ono peric<'lo~o,

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stomaco, di esportare le lou~ille . un tumore delle geogl\·e, di pralicat·e anche lu stAfìlorafia. Le fessure anali possono esser·o allrviale od anche l>Compar·lre coll'applicM.iOII e di un tam po rto Ji ovatta idrolihì irnblbi ta di una soluziorre al 5 p. 100. Questo s tesso tampura1, introdotto nel lraA"illo sftnleriano. 10opprime immantinenle il prurito od i pizzicOI'r nuali cllf' rt~ltr•i<~tuno la Yitn di ta11ti indr' idui emorroiliA l'l Il vagmismo puo l'"SCl' :ruar·rlo nPII"rslessn guisa. Ln t·o coina può arwor·r1 Ci' !le re inslillala ncll'urcl ra, 11ella vcsci,•a per uu'ueetr·olOJnia od una litotr·isia. Nell'oper•aziorrr doll'idi'C>cele. PS:"Il può r·ender·e grancJi cter-

vigi: due proce;o<~i c:ono i•1 u::-n. ~ell'unu, mezz'ora Jlrima di evacuare il liqu~do, ~• può init>tlar't> nella "ÌCrosa una o due sirrnghe ùi Pra,•nt. d'uno "oluzione al decimo; nell"altro. dopo aver· punto riùmcele, sr fa P"nelr ar'' coll11 cannula nello. vaginale a0 a 40 g rommi d'acqua ùisliJIAin \'Ool en enti 50 ceuLigrumrni ad l g r·nrntnc) di alcaloide; ~i impasta dolcem cnto

lo scroto, poi, dopo cinque minuti. si iuiollu la tintura di iodio. 11 successo e cosloule. e :38 l'aneslc<~iu non è ~empre conrplela , il malato ciò nondtmeno non pro,·a sofferenza reule. Nelle ci"ti siur·o"l.! del c·olln. "''Ile c·r!'lr ~permaliche, DI'Ile sinoviali a.rlicolari rhe ;:i Yo!!liano ll'l\'81'8 colracrùo fenrco, l'icJenlico prnces!"O c opplical>ilr Modianle le iniCJzioni ipodentriclre il cu mpo d'azione dulia cocai11& è mollo più esteso. pel'clrò lutto le volle in cui, anche sulle mucost', l'incisione de"e esse r· profonda, fiolonacamento non è piu :-ufH~ienlt>. Per esLil'pai'O le ci"Li o gli aùenom1 s:ollomucosi del labbro, si 111\tnerge in IJHec:to per la sua faedo uurcosa nel punto prù sporgente del LutnOI'O l'ago di llllb si r·inga d i Pruvaz ri crn}lìla di una soluziuno nl v(~ntesimo: !-'Ì spinge a poco a J'OCo, premendo lo sla11L11f'lil u Hlisura che si nvauza, per modo da lasC'iar·e sullo sla11l111l'o llell'u!!:O uua «l ri,;cia di li']Uitlo «uf-

flcrcnlc per· ass:it-urur-e l'nneste.,ia .\rt'J\'nli al ce!!tro d··l tumore . si pr eme "Uilo ~Lantuffo corr rutH!!!ior forza, a flr11 di accumularYi una piO r;~·aucle quHrrtit.a dr cocaina, poscia Ri ritira la si r•i11 ga Ji f•u i s i P ini(;llulo nei tessuti un quar·to o

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RfVISTA

Lutl'a l più la metà del contenuto. Tt·e m inuti dopo ei può, col bistur·i, fare un'incisione sufficiente per enucleare il tumore. Se si Ll'atla di ep:teliomi del labbro o d~ IIH lingua, l'iniezione deve essere più abbondante. Così per il labbro, si fa prendet·e all'ago, a sinistra ed a destra del tumore, la strada che deve seguire il bisturi: esso delinea per ronseguenza le d ue brnnche d~l V che circoscr ivet·à il cancr·oide. Si può iniettare allora la siringa inliera conLenenle cinque centigrammi di cocaina. Quando i tumori delle gengive, le epulidi, sono di piccolo volume, basta irnmerger·e una sola volta l'ago nella mucosa, un po' al di fuori tlel tumore, poi farlo camminare al disotto, per non ferrparsi che dopo aver, 11el punlo opposto, ollrepassaLo i limiti del neoplAsma. Se la vegeta1.ione rjposa su di una larga base, è necrssario accerchiarla per cosi dit·e e affondare l'ago ai suoi qualtt•o puuli cardinali. P er la dilatazione fotozala dell'ano, Redus consiglia il seguente processo: a ll'ondare l'ago in sei punti differenti aLtorno all'ano ed egualmente dist.suti, farlo camminare un poco all'infu~ri della mucosa nelle flb1·e pirì in let•ne dello sflntere fino a livello od anche tlno al disopra del suo margine superiore. Ciascuna di queste iniezioni é di una mt!ZZS siI'inga, ossia un mezzo centigrammo d'acqua e due t:enti~rammi e mezzo di cocaina, e cioè tre g rammi d'acqua e quindici centigrammi di cocaina per le sei iniezio11i: dopo quattro minuti si può sforzare lo stìnlere s en7.a r.t•odurre la minima sofferem:a. Qutwdo l'operazione inloressa la pelle, ciò cile ò il caso più frequen te, l'iniezione non deve essere l'atla nel tessuto cellulare sottoculaneo, ma nel derma stesso. Sul tragitt~ dell'incisione progeUala, coll'ago della siringu di Pravaz, st fa una punturA a lla pelle: tosto che l'ago é penetrato nel derma, si spinge lo stantuffo della sirinRa per fare sgorgare (}Ualche goccia di liquido; dopo d'allora se l'ago si avan.za lentamente, il ~uo passa ggio non può più esser e avvet•ltto dal puziente, pet·clté la cocaina che esce per la punta . ane_stesina i Lessu\.i nei quali essa punta penelt•erà. cie l'inc•·


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-sione deve essere lunga, è necessario adoperare un ago più. Jungo dell'ago ordi nar to, oppure punget·e a più. riprese e dare alle punture la forma che dovranno avere le incisioni. .Con questo metodo, basta una piccola doso di cocaina, l'ant~­ stesia è quasi immediata e si estende in una zona la cui larghezza oltrepassa di un centimetro attorno al tragitto dell'ago. Le iniezioni agiscono con tanta energia sul derma infiammato come sulla pelli' sana. Si possono cosi incidere sen:~a provocare sofferenze al malato, ascessi, flemmoni circoect•itLi o difTusi, pale t•ec(;i1 furuocoli, anlt·aci. Se l'operazione deve es~er pratica ta !IU parti più. profonde, 1;e ra mestieri di asportare un neo, una ci~ti sebacea, un li poma del tessuto cellulare Mltocutaneo, un ganglio tubercolare, si pt·alica dapprima l'iniezione superficiale, poi si fa camminare nei tessuti p rofondi l'ago solto il tumore, vuotaodovi la sit'in ga in diversi sen!\1 1 per motlo da avviluppare con una specìo di atmosfera olia cocaina, il tumot•c, la cui enuclea.zione o dissezione non risveglia alcuna sofferenza. · Molle operazioni a « ~i im[.Orlanli, esportazione di lesticolo, cura radicale del!" idrocele, r11sC'hiamenlo di ascess1 freddi. disarticolazionP eli di ta, sono Rlatc così eseguile. La ~irconcisione nei fanciulli può essPr fallo nella stessa guisa. Reclus e \Vali esa111inano pure la questione degli acci·denti dovuti a lla COC'DiJJa. Sn tr·ecen l.o casi essi non ebbero a notare che qualche li evi~l' i mo uccidrule: un po' d'agitazione cerebr ale, di cefalalgia, d'opprPRsione, di nausea. l n .quallro casi sollsnlo 1 Lurbam('nli sono s tati molto ser i. In questi casi si è osservato il seguente quadro clin1co: facda pallida, sudore freddo, polso rapido, dispnea, pupilla dilalats, parola drfficile, nAusee, sincopi che pr ecedono talvolla F\ll"idor di ùenli , vct"ligini, perlurbornPnli vis ivi ed ttditivi, cefalalgia. fo rmicolii. contrallure nei muscoli della faccia e deg li arti. Ma può sorgere In questione se molti di questi fenomeni, mollo frequenti negli individui pusJIIanimi e nervosi, sieno vet•amenle dovuti alla cocaina. Heclus non ha mai oltrepa~salo la dose considerevole di 25 centigrammi ed us a il più spesso 5 o 10 centigrammi od


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anche una quantità rnihore. l\la vi ila la uua disLinzione importante da s tabili1·e. Nella maggior parte tlell~ operazioni, ver so il terzo minuto, Reclus incide la pelle sulla sLriscia della cocaina ed una quuntité indeterminata dell"alcaloicle ~ruggt> dall'incisione. In cer·t• casi pe•·ò, come nella dilatazione anale, tntto il medicamento v1ene assorbito: per cui egli consiglia per quest'ultima opet·a ziont•, invece di iniettare 1:> cenli~ra mmi t•ome nell"csempio piu soprn citalo, Ji didùer•• in due par~i la soluzione. Ciò nondimeno 11011 si dovranno trascurare le precauzioni: sa do\·ra invigilare tanto piu quanto più il mAlato o rlebole, spossato, cachellico Si dovrò. tener conto specialmente deiiP. alter·azioni dei t'twi. Si eviter•anuo le inieziom nnanerose nei tessuLi mollo vascolari : si baderà specialmt>nte a non ;>ping('.ro la cocaina nell'inLerno di una vena. In generale J!li acci denti ga·avi soc1o Jovuti all'assorbimento di quanULa inverosimili di alcalo1de; ma fa d'uopo tener pn r conto delle r articolari s uscettrbilitù ed agi 1•e con tnolla p1·uden za. 11 m iglior· processo per combatLer·e questi occidenti cousisLe nel riscaldare :L malato, nel fargli iniezioni d"eler·e e uel far!lli prendcro 50 ceo liga•ammi od 1 grammo Ji caffeinu.

Del massaggio ln mediolna ed ln chirurgia.. - :\. Bt.M e V. W MòNEn. - (Arcltioes de 1\1édecine el de l '/tll!"macte l\Jiliinires, luglio 188!1). A. Bum e V. \Vaguer hanno pubblicato nella JViener l>iuuk due inleressnoti memorie sul ma!:'saggio, Jl primo d11l punto di vista medico, il :>econdo solto il punto di visln chirurgi.-:.o. A. B~;m pr e>couizt.a il Joassaggio nelle les1oni dt>i nervi perifer ici ~enso rii o motori: nevralgie, anestesie. -.:raropr, para· lisi. Tra le nuvralg1e, quelle ùeltrigemino, d,.. i nervi ceHicali, ioter·coslali, ner vn sciatico, sono fr·el'juenlemente mi!!liot•ale 0 guarile. Le emicruniP. cou f<wme cosl vade, des~rille da EuLE>anburg, da du Bois-Reymontl, Rosenbach, sono qudle che più f1\Ci lm en te OW~ngono ro lg"llOramenlo. li massaggio é pur e utile nelle nevralgie arlicolarid"origiiiO traumatica, in quelle che !'Opraggiungono in seguito Sll una


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infl ammazione, che accompagna no un'infilLrazione per•iferica, nelle nevralgia degli isterici, degli ipocondr racr. Le for me aueslesiche che sono dipcmdenli dal fr eddo, ùal reumalismCl. dall'linemio, dall'is terismo, quelle che persistono <lnpo l'esportazione di tumori che compr imono i nervi, t•oclamano il massagg1o come complemento della cura dell'elettrrciIii. 11 crampo degli scrivani, quello dei pianisti, tulle le nevrosi per indebolimento, sono modificate dal massaggio, ma esigono da parte del medico e del molato pazienza e cure speciali. Con questo processo sono pure state curale malallie del sistema nervoso centrale. Gerst ho cons iglialo il massaggio del collo nelle iperemie cerebrali: Bum lo crerlo utile negil a popl~ ltici.

lnconlcslahilmente esso può riesci re utile nello apoplessie e meningiLi spina li, nell'atr·otìa muscolare progr essiva, nelln r seudo-ip erlrofia , nelle paralisi s pina li dd rnuciulli. Le nevrosi funzionali , c01·ea , is teri smo, pa r alis i agita nt(•, possono es!'c'ere cu r·ate col massaggio cou qualche probabilità di successo. Si possono cosi riassumtre le indicaz.i0111 di questa cura tneccauiea: agisce cfflcocemenle sui nervi e sui 111uscoli clm può rag-giungere tutte le volte che lo condizioni dj nutr izione e di ci r·colaz.ione sono alterate. È oro anliflogir-;tica, ora RLi molante, or·a tonrca. Accelera il riassorbuuenLo degli es!'-udoti ed impedrsce le degenerazioni. V. W ag:ner vanta il massaggio nelle rraltur e della r otula. Ecco come si opm·a: Il p&Zit!ULe è cor icato sopra un letto: l'ar·to malato è c;iluato sopra un piano inclinato semplice, o sopra una doccia, cpl tallone elevalo. Se il ginocchio è fiiOi lo doleu te, lumefallo, si applica una vescicll di ghiaccio; se il dolore é mediocre, la compressione elnsticu. Dopo il qu111'lo giorno si può cominciare il massaggio: colla mano sinisll'a sr spinge io ba~<1.0 il frammento supel'ior o menll•e che colla mano de~Ma si nnpasto, si per cuote il muscolo ll'icipite in tutta la sua estensione, poi si stro piccia l'articolazio ne. Quest'oper·azione dura.


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10 minuli e ~i ripete due volle per g1oroo. S'imprimono alla giuntura roovimellti passivi, poi, quondo il malato può fari~ ~enza dolore, flette l'arto nel suo letto. Oopo 1:1 o H giorni, può camminaJ•e colle s tampelle; dopo 2 o 3 se ltimaoe, egli eseguisce questi movimenti mollo piu di col01·o cbe, curati con aiLri processi, te ntano di farli alla fine del secollùo mese. Dopo sei settimane generalmente cammmtl con allretlanla facilità come prima dell'accideole. Wag ner ella una dozzina di casi dl succestoi ottenuti da Tilanus, Mosetig, ccc. Queste cure sono mer11vigliose. Rimalle a sopc•·sì se, nei casi di allonlanamenlo considerevole dei frammenti, il massagg10 darà sim1l1 risultati. Checché ne s ia, esso sara sempre d'un effica ce soccorso negl1 allri processi di cura delle fratture della rotula. Sopra l'uao dl aoluzlonl di aoldo oromloo c ontro 11 audore del pledl. - (A us den. A kten der .\ledi:mal-Abllzei· ltwg des K rieysminìsleriums. - Deuttwlle Jlilitar;ir.:tliche Zeitschrijt, maggio 1889). Nella p••atita civile s i sono ottenuti favorevoli risultati neJla cura del sudore dei piedi con penneJlatur e di soluzioni di acido cr•omico a l 5-10 p. 100. I n base a tali .-is uHati il Generalsla bsar·zt, dir•ettore della sezione medica al Min1stero della guer•ra in Berlino, invitò i Gen e r~ l ~i ••zte dm vari corpi ..resorcilo n fare intraprender e dai rispeltivi uffic:ali medic• dipendenti le r elative esperienze dUl·anle le esel'cilozioni delrestate e dell'auLunno e durante l'isll·uzione dello reclute io quei militari, i quali soffrivano di s udore ai pied1. Gli ammalati f\1rono divisi in Lre cla ssi. Nella prima classe furono raccolti gl'individui affetti da sudore ai p1edi al massi mo g rado, nei quali la cute e ra sempl'e umida, molto arrossata. gonfia, od anche con vesciche limitate specialmente n ~::gli spazi in lerdigitali e macerata et! il cuj puzzo molo!ollava straordinariamente coloro che ne erano allelli ed i circost.anti. Nella seconda furono posti queJli di g rado mediocre, nei qua li il difetto non e1'a accompagnato da particolare r•igonflamenlo dell'epidermide, ma da odore rorle e disgustosi>-


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a continua umid1tà e mollezza delle piante dei piedi. ~ella terza s i collocai'Ono color o, che prese ntAvano uno straordinario sudore ai piedi ~o la rn ente nelle gior nale calde e nelle lunghe ma ree. Ordinuriomenle negli ammalati di lulle e tre le clas!<i si cominciava ad adope1·are una soluzione al 5 p. 100 e solamente quando non si otteneva nessun risultato si passuva a soluzioni pitì tot·ti. Da alcuni medici, parllcolar·meole in coloro nei quali il difetto era al massimo grado, si usava l"U· bilo la sol uzione al 10 p. 100. Ecco come si usa il rimedio. Si strofina con piumaccioli di ovalta bagnati nellu soluzione lo pianta del piede e la pelle ìnterdigitale e siccome v'è pe1·icolo che la soluz.ione di acido cromico intacchi pure il metallo, alle pinze per aiTer·rare i pium11cciuoli furono dn alcuni sosliluili adalli ba~;toncini d1 leg no. 11 pennello COl'ril'poM ttuasi sempr e bene a llo scopo di spargere la soluzione; meno bene corrispose il processo di far e illlmer gdl'e i piedi in uu vaso di terra ri pieno della soluzione di a::ido cromico, perché in questo modo non si poteva riscontrar e con bastante !iicurezza il luogo e l'intensit.S rli azione dell'acido. Regolarmeoto si faceva precedere alla strofinazionP con l'a<'itlo cromico un bAgno ai piedi e si aspettavo a s lrofloarf' t1no a che il piede fosse completamente asciutto e si calzava il piede toslochè l'acido si era unito completamente alla pelle. Le soluzioni di acido cromico, le quali a nche ad una concentrazione del IO p. 100 hanno un colore chiaro, giallobruno e gener almente un gusto metallico corrodente per la loro pr opr ieta d'indur ir e i tessu ti ani mal i sottr aendo loro l'acqua, di foruire un a<:ido le~gero e di coagulare l'albumina , prod ucono s ubito una s ecchezzo ed una colorazione gialla della cute. Questa diventa più compatta, più dura, pii1 r esis ten te e g r inzosa . Non si può neppure escludere che l'acido penetrato nelle ghiandole sudoripar e agisca sulle cellu le epiteliali dei follicoli ghiandolari, cosicché possa ricominciare la secrezione del sudore solamente quando si distacchi l'epitelio alleralo dall'acido cromico. Ripetendo l'uso della soluzione dell'acido, questo può agire di nuoYo sull'e-


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pitelio che fot'se si era già cambialo fino a cliP, in conclusione. può avvenire la dastruzione delle stesse ghiandole sudorifer e. La pelle già indurita per una sola pennellazioue, coo l'uso f1·equeule di sol uzioui piu concentrate, può cliventare (;ome couciata e euvida, può mum mil:ìcarsl, ed anche essere corrosa . Queste corrosion i, per lo più di fOI'ma c:iliudrica, t=:i sviluppano negli operai, che sorto e!<posti per lungo tempo all'azione dell'acido nella peepttt'Azione de:rli svariati pt•odolti ùell'industl'ia ct·omica. Sono noto le ulcet·i di questi operai a i piedi ed al sello nasale prodotte dall'azione dell'ocitlo cromico. Nelltt truppa di un rl'f.('t-timen Lo di deagon i, la quale usava. colorit•e g li ol'l1 dei be t·rdLi con preparati all'acido cromico, s i osservru·ono qualche volta eczemi al cnpo. P er ò con unzioni circospette ad epidermide mlallA non sono da lemorsi simili consegueuze. L'azione dell'acido cromico sopt'él i piedi aff<~lli da slraordina t•ia secr~zi one di s udor e ~~m l)l'a, secondo i rapporti, t~sset·e in geu0rale s orprenden le per la celel'ila ed il modo eli ag ire. Le porziMi di pelle umida, per lo innnnzi arrossate assmne vano generalmente un aspello asciutto e liscio. Ordinariamen te fu Os!:<er\•abile come il fetore !'l!!radevole. dovuto alla scomposizione del ~ud<•re, scompnnva molto pres to coll'uso della soluzione d'acido cromico. In -l casi bastò g ià urtt1 sola applicazione del l'i medio. 11 più del le volle bastarono due o tre applicazioni por ottenere un miglioramento duraturo od anche la guarig ione del lltale. Quando si riconosceva necessaria una t·ipelizione dell' applirélzione dell'acido, quesla per regola doveva essere faLLa tlopo 8 o i4 giorni, dopo che si era Loll8 l'epidermide indurita. Ogni. ulleriore pennellazione il più delle volle nwstrava uo s uccesso semp1·e di maggior d ut•aln. Ma devt:l PS'iC r e parli· colarment.e notato, come in un g t•an numero di rt>lazioo i e ch iaramente espresso, che l'altitudine alle marce degli imlividui a!Tetli da s udor e ai piedi era nolevolmeuLP mig~iorata subito dopo la pennellazione. Una parte dei mililal'i traLLati deve sola menl~ alla precede nte c ura del loro sudot·e Ili piedi


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l'aver~ potuto compiere senza clislurbo le marce delle manovre autunnali. Ordinal'iamenlc nun si ebbero mu~giori successi con le soluzioni al 10 p. 100 dt acido eh~ con le soluzioni più deboli. Sono quindi por r egola da adOJH' t'Ot'si solarnenlo le soln;t.ioni al 5 p. 100. I tentativi con soluzioni ancora piu deboJi finora non Aulorizumo a ne:;.~una conclusione finale, e non hanno condotto a nPssuna e~periPnza sicura, per rhé la pr·cscrizione dd 30 novembre. 18'8 arrh•ò alle mani de.i medici mili tari sollanlo bre"e tempo prima del termine ùegli esperim enti. I n lutto fut·uuo lt'allatt colla su lu~i one di acido cromi co nell'eser cito pi(c che 18000 indiviùni nffelli da sudore Ai piedi, e dai t'apporle pervenuti. per •fUAlllo lo permette la brevità della dur ala delle osservaziom, st può approssimali,·omenle stabilire cht~ ùei curati furono consll.leruli: 42 p. 100 como guar1li; !")!) " migliorate; 8 " » non guru·i li. Si deve però :;;egnalat'C che rru e~ t;> cifre dAbbono PSSCI't' ritenute solamente come lraMiloril" e non definitive, giacché le osservazioni nella stagione calùo sono staLe propot•zionatamenle Lc·oppo bt·evt, che um1 parl~> dei curaLi fu soLLralla ad una OS!-1~-" I'Vazione più prolralla perché passati alla riserva, o c ho le provo inlt'apt•ese w~ll'in verno non danno un r isultato n ello, inquanloch ~ lA infennilà in discorso nell a fredda stagiono fa minor'e comparsa tli sé. Le oc:servaziani particolari !"Ugli effetti concomitanti del processo non mancano d'inter esse gener·ale. Nelrasaminare questi effetti se deve aver· di mira da un lato i fenomeni dovuti all'acido cr·omico stesso o ùall'allro quelli dovuti alla soppressione del sudorP- oi piedi. Prima di lutto ~ della massima importanza ciLe in nessun raso compnrvet·o segni che si!! ct ifìcn!"!'ero un avYelenomento per acido rt·omico, sebbene siano state fatte neU'esorcilo cet·tameole più di 2!i000 pennellazioni con soluzione eli esso. Gli a\·vclenamen ti per acido cromico finora !'e~ua!ati nelle pubblicazic>ni tli medicina legale e di tossiculogia, 110n jm-


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portanti stando al loro numet·o lot.ale, all'infuot•i dell'uso intorno di regola avvenuto per negligenza, avvennero solamente allora quando si adoperarono maggiori quontità di forti soluzioni dell'acido, forse non una sola volta put'O, per scopo CllUstico sopra ulceri, tragitti fistolosi o membt·ane mucose. Coll'uso delle soluzioni pil! deboli dt acido put·o prescrilto contro il sudore ai piedi colle necessarie precauzioni viene escluso ogni pericolo di avvelenamento. È solamente da osservarsi che esiste una senstbilità individuale diver:-a per l'acido cromico. 1\-lenlre !a massima pat·le dell(~ persone non prova nessun incomodo o do lore dopo lo sfregamenlo coll'acido, in altre si desta un bruciore, un pizzicore, un pr·urilo, uno c;liramenlo sulla cule stalu ~ll·ofinala . opput·e insorge un senso di tensione, di secchezza o di sorJilà che dur·a da pochi minuti fino a piu gior·ni in alcuni casi. Quando con una cute mollo sensibile furono falle ripetute 1• forti pen· nellazioni !<i osservò la produzione dr piccole feudilure, scorlicalut'e, vesciche, e di pon~ioni di pelle suppueanti, ufce · rale. In po~hi casi Jimilali sopravvenne edema tti piedi, tre volle anche eczema. :\fa il più delle volle questa azione s t svrluppò dopo l'uso di soluzioni al IO p. 100. Tutti questi ef· faLLi concomitanti scomparYero dopo pochi giot·ni, eccez.ionulmentc in alcuni individui dovette seguire uno rura all'in· fermeria di corpo. Se esistevano pragho ai piedi, l'uso dd rimedio suscitava in pa rte violenti dolori e sintomi inlìammalorii. Soggetl1vamente fut·ono lamentati :u separati casi ~ccezionali languot·e, malessere, dolore di capo, vi~ta gialla. Più volle fu accusalo e si osservò, in seguito alla cessa· zioce del sudore ai piedi, un aumento della st>crezione del s udore in altre par·Li del corpo, parlicolarmenle alle mani ed al do rso, che per lo più scompariva anche dopo poco tempo. Non s i t•iscontrat·ono mai obbietlivantente allr·e •;o ltive conseguenze che fossero legate alla cessazione d.. J sudore ai piedi o che si poLessero ad essa attribuire. Si deve perciò riguardare come un risulloto essenziale, che occanlo ad una azione proporzionatamente cosi rapida e ...,icura delle soluzioni di acido cromico suJ sudot't> ai piedi, si osservò solamente un numero insignitlcantP di elfelli con·


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comilanti non dannosi in un numero limitato di individui (circa O,i5 p. 100 dei curaLi). Ed anch0 rruesli efft~ LLi si sar ebber o certamente evitati, se ~i fossero adoperali subito dapprincipio le soluzioni più deboli e si rosse ricorso gradatamente alle soluzioni piu forli solamente quando le prime erano senza effetto, ma erano pero bene soppor·tale. In genet•ale si possono cosi riassumere i risultati tlegli esperimenti: l ' Secondo il parere, risultante dai r•apporLi, della massima parte dei medici militari. l'acido cromico è il rnezzo che a!!il'ce più prontamente contro il sudor·e ai piedi, od al meno é dello stes:3o valore tlei preparati sulicilici. Il suo uso infalli pol o aumentare notevolmente l'alliLud111e alle marce di quelli che soffrivano di sudor·e ai piedi. 2' Il r imedio i> di facile applicazione. è razionale ed il più pulito dei rimedi contro il sudore ai piedi. 3' È da ri tenersi come non dannoso, se i• adoperalo in g-iusta quantità e forza i u soluzione di un preparato ch imicamente puro. Si dovr·ebbe sempre cominciat'tl con soluzioui più deboli, e solamente quando queste sono insuffictcnli ma ben sopportate, passRr'e alle piu forli. i-' L'applicazione dell'acido cromico deve esser faUa, per' quanto ù possibile, dal medico l>lesso, oppure da un buon aiulanle d"ospedale sollo la canlinua sorveglianza del medico. 5' Glr individui che som·ono sudore ai piedt accompagnalo da esulcerazioni devono esser e curali coll'acido cromico soltanto dopo la lor o guarigione. 6• Sembra che il modo più conveniente sia quello di fare la pennellazione della soluzione ai piedi, lavati e bene asciugali qualche tempo pr ima del coricarsi deiJ& Lr·uppo, e di r ipetere l'oper azione, se è necessoria, dopo 8 a H giorni. Relativameule al trasporto del rimedio si deve esigere che sia collocalo io solidi recipienti di velro, con loppi di vetr o, con una chiara indicazione del contenuto. Se dal suo uso pel sudor e 8i piedi ne ril"ulti una azione disll•uggilrice sulla coper lu1·a dei piedi, si potra stabilire solamente con ulter iori osservazioni.


RIVISTA

Cura delle tenie e del botrlooefall. - Pr·or. Pr.mnoNctTO. - (Giornale della R . Accademia di Medicina di Torino. apri le-maggio 188!)). Da IO anni il pr of. Pet•r oncito soltopone tl cur·a nel suo laboratorio individui aiTeLLi da tenie o da bolrioctlfall. Egli li ha. cur·ati lutti cQn lo stesso metodo, il quale non gli hn mai fAihto. Ecc.o come pr ocede: 1• li gior•no pr·ima dell'ammiuisLr·azione dell' anlelminlico fa stare a drgiuno tuLLo il mallino l'mdr\·iduo a ~copo ùi preparazione: alle 11 antimeridiane gli permette una co1:'tolella b~>n colta coo poco pane e vino. Allo 5 pom .. gli fn prendere una comune tazza di infu~o di lanocelo (pt•eparata con 15 n 20 grammi di foglie di talluceto e 60- 10 gt·ammi d'acqua), in cu r si fanno sciogliere ~olfalo di polftssa grammi 25-HO se l'indrviduo !"Upera gli 8· t0 anni; se é un bimbo l'iduce a iO ~t'8.ntmi l'infuso ed o 15 il solfato di polassa. ,Dopo questo medicamento, l'individuo non deve pir'r prrudt>re nulla, o se si ~ente ur. po' appetito, al più deve pr·ender·e un po' ùi b t•oclo, uua 7.uppina od una minestra lel!~era . 2 Il giorno !" ussegu~nle dalle i alle 8, r.d alle 9 ontim. 1c.rli fa prender e l 'eslrallo eLereo di felce mascbio lleuolmenLe scaldato (s~·aldato nella propru1 boccella a 35' -:Us' C ) allo dose di 4 g rammi se si LralLa ùi un ragazzino o bambino; di 6-8 gt•ammi se ha 10-15 anni; ùi 8-l0-15 grammi ~e è adulto. secoli(IO lo sviluppo dell'individuo. Queslo esLr aLlo !"i poll'ebbe Anche pr opinar e in una soluzione di gomma, in capsule gelatinose, C' in un infuso aroma tico. Trascor si 5- 10 minulr clalla presa dell'antclminl!co ~i da l'olio di r icino alla dose di 2-5·30 grammi. Se durante la pr opinazione dell'anlelminlico o dell'olio l'individuo sente nausee, gli si fa succh iare una felluccra di limone, c si può anche !asciargli prender e un po' di catfè amar o. Si l'A passeggiare l'individuo per aflhLlar~ l'effetto del n•e-


DI TEI1APEUTICA

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dicamento e si espeLla cosi l'eliminazione della ten1a o delle tenie (se sono più J'una), del bo~riocefalo, ecc. 1 \•ermi vengono ordinUJ'iamenlc emessi inlit>ri od in pezzi; si l'fiCcolg-ono dal vaso, si Invano e si sollopon~ono ad esame. Ques to metodo fu Remp1·e ~tll'aulore d1 s icura t•iuscila tanto nei casi di leuit\ solit1m ,. di tenia mediocannellala, quanto iu quelli di tenie uarw e di botriocoftd•).

HIVISTA DI CHl}fiCA E FARMACOLOGIA FUtl'a.ztoue dell' orina attraverso l ' aoido udoo. - E. P Fr~JFFER. (CetttraliJ. fu r die med. Wèssensc!J., X :.!, 1889). Il P feifler ha o~seJ' Yalo che l'orina nor male tlllrando altravcJ·so l'ociùo urico posto ROPI'O un fllt ro, cede ar.ido urico. l']uintll e~ ce impoverila di 'fUe!'l'acitlo. Questo fallo é stato confermalo dal Po:met• o dal Goldenber~. Ma in seguito acl ulteriori ricerc.he ti Pfeiffet· ha trovato che ciò Avviene soltanto con la urina degli uorniui ft·a :30 a ~)O anni, lttddove invecP nPi lancllllli, nello donne e nei ''eccJ1ì !'01·ina sctoglie l'acido ur ico o almeno non ne cede punto al (]llro. JnniLr'e l'autot·e hA Lt•o vato che in cel'le malattie, sPgnatementc nclln gotta c nella IJtiasi urica , dal fillJ•o d'aci•lo ur ico é !':Otlt•atto all'orina lullo o t[uasi tullo il "un acido urico, cosiccl1é l'ur•ina con l'aggiunta d'acido clor1drico spesso non separa più acido urico o, in ogm caso, molto meno di primo. La completa disptl t•izionc è coslanle ut>lla t'alcolosi renate. L'ntatore con!"idet·a certa la p1·ova della J!Oita nei ra:;;i dubbio~i, qunnuo l'orinA lrallala tlireltamcnte con acido cloridrico, dopo filtrazioni attraverso l'acido urir•', nnn dà più separazione d i acido urico. Si suppnne che !<ia prP"a


DIYISH

per prova una par lo dell'ori na delle 2 ~ ore, poicLé alcune porzioni di daver:>e emissioni possono deviare dalla r egola generale. Cosi, per esPmpio, l'orina concentrala del dopo pranzo degli uomini sani può cedere al fìltro d'acido urico tutto l'acuto urico. In questa facile 1-<eparazione dell'acido urico, il PfeiiTer fa consistere la.causa della golln e della liliasi. S ecrezione dell'ure& dopo l b&gni far&diot monopolut e dlpolarJ. - LEIIR. - (Arch. fù r Psgch. XX, 1889, e Cent rali>. fur die mecl. W issen.sch., N. 2t 1889.

Dopo che il Lehr ebbe portato il props·io corpo in equilibrio fra l'entrata e l'uscita della sostanza azotala furono <'Ominciale le ricerche sulla orina e particolurmenle sulla separazione dell'urea uel seguente motlo: Nei primi qua,Lta·o giorni non fu fallo alcun bagno, nei cinque successivi fu fallo re~olarmentc di mallina ti cli~iuno un bagno farad co monopolare. a 34• C., per 15 minuti; il decimo giorno il bagno fu sospeso. Negli alta·i qualll'O giorni furono falli forti bagni faradici monopolari, e finalmente per altra tre giorni consecutiva bagni furaclici dipclara. Per l'uso dei bag ni fat·adici monopola1·i a cora·ente di forza tPrapeulica, Ja quanLita dell'ut·oa separata giornalmente fu appena poco piu di quella che si separa dopo i ba~ui d'acqua ordinari; coi bagni dipolari invece l'aumento è con!>idea·evolo: dt 5,2 gr. por gior no. Il peso specifico della orina rimo se in tutti !!li sperimenti qunsi eguale. Cosi l'analisi ùimostrt'l che la secrezione tlell'ur ea aumenta solo nei bagni dipolari, gli alla·i costiLucnLi solidi deJrorina, in ambedue le formo di bagno furono, senza ap.prezzabile djfi't•enza, sepnrati in maggiori quantità; ma in ogni caso come diuretico opet•a solo il basrno dipolare. L'autore crede che l'azione principale tlei bagni roradici sia riOessa. Rispetto alla sensibililà della pelle trovò che un bagno breve con corr ente debole aumenta la sensibalita l'ara· do-cutanea, quelli con paia lunga durala (20- 30 minuti) e con cot-rente tli maggiore intensità l'abbassano. Il senso dello ~pazio nei bagm faradici monopolari fu per lo pii• numen-


DI CHI MICA. E FARMACOLOGIA

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lato. L'autore conclude i suoi l'is ultali dicendo cb e il bagno dipolare o Lripolare merita d'esset·e preferito al bagno monopoJar e tanto come eccitan te cutaneo, quanlo come acceleratore del ricambio materiale. Sull'ellmlnaztone del piombo dall'organismo in seguito al massaggio. - TEDESC HI. - (Gio rnale Internazionale delle Sciense Mecliche, anno XI, fase. 6°).

Ora ciLe il massaggio hu occupato un elevato posto nella te1·apia, e grazie agli espet•imenli praticati dal Zabludowsky nell' Istituto fh;iologico di Berlino, si s dimostrato uno dei polenli modificatori ùelle funzioni generali dell' orgamsmo, essendosi fino all'evidenza dimoskalo che per esso aumenta la forza e la contrattilità dei muscoli, l'attività del cuore o la pressione del sangue a1·tcrioso che i movimenli peristaltici degli intestini sono r esi più attivi, ecc., non sarà fuori di proposito tener pt·esente il brillante risultato, che ebbe a rit1·arre l'autore dal massaggio nella cw·a d'un caso di saluroismo cronico. La natura della malattia et•a tipicamente (lelinealn. Si ~rat­ tava d'un uomo di profes!;;ione scullo1'e, in cui la sindrome fenomenica si era iniziata co n coliche intestinali, dappr·ima leggere e di breve dura~a, che poscia diventa rono progressivamente sempre pi(t grav i e più lung he. Miglioravano e risolve.vano lentamente coi purganti salini. Alle coliche succesl:'ero le convu lsioni, che insorgevano di botto con perdita di coscien:ta, e si ripeteLtero pH1 volle, dur arono un t empo piu o meno lungo, ed al t'iaver si l'infermo nu lla ricoruava di !'JUanto gli era ::<uccesso . Finalme11le cominciò un indebolimento nell'articolazione del pugno della mano destra, cbe con allet·na vicenda migliorò e peggiol'ò malgraùo l'uso di poma te, ma fìnl col far r estare la mano costantemente flessa e penzoloni suU'anLiJ>raccio. Quando l'infet·mo fu vis itato dall'autor é, oltre la flessione della mano sull'ant ibraccio, si notava pur quella delle dito. sulla mano; qt:asi completa per il medio, completa per l e


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RiVISTA

allre di la, restando Lauto le ùila quanto l'inlier·a mano nella totale impossibilità d'estensione. Il pollice era pure addotto verso la linea mediana. Esisteva aJunque paralisi dell'est~nsore delle dila, tlegli estenso l'i e dell'abduttore del pollic~, degli estensot·i detrarLicoluzione della mauo (muscolo uluar·e es ten~.o re del carpo. e lungo e piccolo r adiale) . L'infe1·mo uon poteva mangiare colla mano destra; e nello scri ve1•e poù:oa tenere la petma.. fra le dita, ma era cosll'elto a m antenere solle vato il pugno sul dorso del tavolo e scri,Teva a stento. Intalli r muscoli inlerossei innervati dall'ulnare, la paralisi era tipicamente Joealizzala n el Lel'rilot•io del r·adiale, e nel avvalnraJ'l: la diagnosi di pal'al1si saturnina, ollr·e la seJe, coucoreevnno altri elemeu ti, la sensibilità tatlilt! e <lolorifica indubolila nell'anLibraccio, normale nel braccio, normale il l'enso mu!;colare, come pure la noz1onc della localizzazione dolle icnpt·essioni: nei muscoli parelici diminuila la eccitabi lità f1:1radica, un poco aumentala invece quella galvanica: non Lremilo llluscolare, non nevralgie, né antralgie: integre le funzioni del retto, della vescica a della erezione: ilr Lei! igenza complelamentà san~: integri i sensi speciali: deposito grigio-nerast.t·o sull'orlo ge'ogivale dei denti, ecc. l disturbi moLor•i c sensiLivi accentuati nell'avambraccio desLro erano appena accennaLi uel sinjsLt·o; gli arti inl'er·iori complelamenle soni. L'infermo fu sottoposto pel' due mesi e piu alle cUI·e di chi11a e ioduro polussico, ma scnla vantaggio: si era in iziata l'el etll'oterapia, quando s i pe11sò di ri· col'rere al massaggio. Jl m assaggio consistette nelle rntmovre indicate da Mclzger• e chiamale: 1• e.Oleurage, che ri sulta di un lento s lrofìnio, leggermente compressivo che si pratica colla palma ùelltl mnno, ov,>ero col pollice o con piu dita, unte di g1·asgo, nella dire· zione della correnle venosa e linfaLica; 2o il massaqe à ( riclior,, che 6 un ~{fleuraoe più forte; 3o ìl petrissaae; che t·icorda la manovra dell' itnpasla· ment0, e si esegue pt•ende11do alternativament~ cvlle Jue


DI CIIUflC.J, F. FAmrACOLOGJ..\

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mani delle piP~he più o meno profo11de .!elle parti molli ed eseguendo pigiumenli e stirature in Rensi diver si; 4• il tapoiement, percussioni r ipetute e cadenzate, che si eseguono s ia colla (!alma .Iella mano semichiusa, sia con pi~ dita semiflesse a ma r tello, sia colla mano di!>posla a coltello, piccbietlando col suo margine e!;terno. Dopo qualchn ttiorno di tali manovre, pr a ticate esclusivamente sopra ravambraccio paralitico, comparoe il piombo nell'orina, s'intziava in tal moù•l l'eliminazione del metallo, che crebbe nei gioi'Di succesl'liYi fino alla tot.ale espulsione ùi esso. Parallelamente all'eliminazione del metallo migliorò e volsa a guarigione completA la pat•alisi doll'antibraccio. Le conclusioni, cbe di!>cenJono dal fallo clinico, sono le seguenti: 1• Il massaggio elimina il piombo dall"organis mo, e con ciò esso guarisce le paralisi saturnine. 2o Se l'azione del massaggio non può deter minare aiLro che un aumento di ener g ia locale del ricam bio organico, é necessario ammettere che la causa nnalom1ra della paralisi r isiede nell'accumulo ciel rnelallo nei muscoli che !!i paralizzano, e quindi, se non si può con ce1·tezza esci:Jdere l'azione di esso s ui nervi periferici (l'ami del nervo radiale se· condo lo Charcol), può senza tema di ert•or·e respingers i la opinione che la causa della paralisi saturnina sia riposta nell'allerazionl) delle corna grigie anteriori.


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RIVISTA DI TELNI~A E SERVIliO M~Dlm MILITARE ... :OQMKQ

Esperienze sopra appareoohl dl adagiamento per il trasporto di feriti ed ammalati gravi. - ScMF.tBF..- (Deutsche Mililii.riir;tlrehe Zeitschr((t, fascicolo Y, 1'~~H). Gli espet·imenti furono istiluili fra due st.az•ont ferroviarie di Berlino su breve lrulto di rert·ovia. Furono scelti per le pt·ov~ i vagoni viaggiat.ot•i di IV classe col sistemH a cor••itloio 1. r.e ba l'elle regolamentari rul'ono sospeso t'rn lo pat·eti del ,·agone a due montanti, oppure al tetto del va[.tonP con quollt·ò corde provvedute di appat•ecchio a molla pet• modo che le cot·de, le cui eslremila libere erano fermutt• sul pavimenlo, s'incrociassero tanto al di sopra cbe al rli~otlo delle stanghe della barella. Gl'individui adagiali in dotte barelle avvertivano poco gli scuotimenli in senso vet·ti<'ule, ma ab· bastanza fortemente le oscillazioni più ruvitle nel senso lon· gitudi uale e laterale specialme11le nel muoversi e nel fermat·si del treno. Con l'applicaztone di m olle spirnli fl'a le bat·elle e le pnt·eli ciel va:rouo oJ i monLanli si riuscì a climinuil'e le oscillazioni lalet•ali. 2. Letto a molle spirali. - Era costituito da uno cassa posta sul pavimento d~l vagone ferroviario. Nella cosstt ct·ano disposte ad eguale dislMza 2~ molle a l:'pirale, sulle quali posava uua secondu cac:sa di legno per ricevt?rt' i materas~i ed i cusciru. L'urto della cassa iolel'nn contro reslet·na era impedito mediante 8 molle a spirale po::.te fra le d·ue casso. Questo modo di adagiamento riuset molto tni-


IUVISTA DI T~CNICA E SERVIZLO MEDICO KILITARE

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txliore del materasso di un vagone a lelli od anche del coupè .<fi mezzo di un vagone di 1• classe a 4 assi, il quale era slat~ dichiarat.o il

più comodo du tutt1 gl'impiegati ferroviari. Nonostante le oscillazioni piu rudi longitudinali e laterali e le piccole ma continue scosse verticali prodotte dalle ruote ~rano ancora cosi considerevoli, che non sembrava assicurata una giacitura del lutto tranquilla pel Ll'asporto di un .ammalaLo g r·ave. 8. l J, letto (Jafleggia nte. - Entro uno cassa dj, legno impermeabi le et·a posta de-ll'acqua fino all'allez7.a di 8 centimetri ed tn questa galleggia,•a una cassa da letto con materassi. Con adatte molle fra le due casse erano impediLi gli urti del galleggiante contro la cassa d'acqua. Con quesl'appareccbio le scosse ed oscitlazioui ;:.iù ruvide non erano affatto od erano appena avverti Le; all'incontro l'acqua comunicava a clri vi era coricato le piccole oscillazioni verticali, Je quali si risentivano particolarmente alla te.sta. 4. ll materasso eli gomma ad aria. - L'apparecchio era cos tituito da un sacco, lungo quanl.o un uomo, l'ormato con tela gommata, cope1·to di un involucro ùi forte tela, che si gonfiava pet• mezzo di un adatto soffietlo e si poneva in uno corr ispondente intelaiatura di legno, la quale poggiava sulla base del ''agone. Il m ater•asso non completamente gonfialo e posto Lrasvet•sulmenle nel Yagone procura va una giacitura ÙE'l Luttl'l · soddisfacente Però con questo. sistema sorse ragionevolmente il timore che l'aria, per avarie della stoffa, polesse uscit•e dal sncco ed allor a il malato o ferito si sarebbe t1·ovoto in contatto del pavimen to del vagone. Per ri•medit~ re u quesL'incon veniente furon o proposti vari espedienti, cioe fut·ono moltiplicati i sact!hi, posti l'uno dentro l'altr o e gounati separatamente, furono adoperati i materazzi ad aria composti di t•ololi, per ò ùa espel'imenli falli negli ospedali mil1tari locali risultò che l'aria insufflata sfuggiva non solo clalle C!tciture e dalle super•ficie di adesione, ma ancbe dal tessuto stesso . Dagli esperimeuLi eseguiti t'isullò adunq ue chiar~men te che i male1·ezzi ad aJ·ia coslituiscono il modo migliore rel Ira-


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RIVISTA nf TECNJCA E SEIIVI~IO MEDICO MJI,JTARE

sporto di malati e ferili g ravi, ma è necessario confezionare una stoffa, la quale, ollre i vantaggi di quelle di ~omma tifiora adoperAle, possieda anche la proprietà di essere dure~ volmente impermeabile all'aria.

RIVISTA D'1GIENE Aggiunta dl un a.oido alle soluzioni dl sublimato oorroalvo per'a.umentare Il loro potere antisettico . -LAPLACE. (Archives Médicales Belges, giuguo 1889).

Il dott. Laplace ha ratto una serie di espet'ien1.e allo scopo di constatare il potere antisettico degli oggetti di medicazione al sublimato corrosivo, come la garza, il cotone, le fasci e di tel•a . Egli ha ricon osci uto che questi tessu ti restano ordinat·iamente senza efficacia. Questo fatlo puo essere att ribuilo a lla formazione dell'albuminato di mercurio insolubile. L'aggiunta rJi un acido allo soluzioni di sublimalo previene questa combinazione chimica. L'autore con!>iglia specialmente l'acido tartarico e s tabilisce !e couclul:òioni seg uenti: fo Le soluzioni acide di s ublimato esercitano una azione inliera ed•assoluta sui liquid i A.lbuminosi; 2• La combinazione di un acido col sublimato !\~men ta il potere antisettlco di quest'ultimo, per cui si possono allora adoperare soluzioni più deboli; 3• La medicaziope al sublìmato acido basta per se stessa; non è necessario ricorrere el iodoformio, ecc. 4° Le preparazioni al s1Jblima tò acido forniscono risultati più soddis fa centi d~gli altri dis infettanti ; 5" Le ferite non :sono irritate. La soluzione indicata da Laplace é la seguente: gr. l Sublimato 5 Acido tarlarico. » 1000 Acqua distillata


RIVISTA D'JGl &'N"E

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Quanto agli oggelli di medicazione, come la garza, il cotone, occ., si immergono, per due ore, nella soluzione seguente: Sublimalo g r. 5 Acido tat·Larico » 20 Acqua disti llala » 1000 Si ottengono in questo modo tessuti disinfelLanli, la cui applicazione assicura la cicatrizzazione. Profilassi della tubercolosi (1). ,N. 89, 1889).

(Ga.:ette des l!opilactJ',

L La tubercolosi è, fra luUe le malattie, quella che fa piu vlltime nelle città ed anche oolle campag_!le. Nel 188-\, aù esempio, su 569";0 parigini deceduti, circa 15000 (ossia piit del quaelo) !'!ono morti di tubercolosi. Se i tubcrcolost sono cosl numet·osi, si é cb~ la li si polmonaro non è la sola manifestazione della tubercolosi, come a torto si crede da i profani. l medici considerano giustnmenlt• come tubercolose molle allre malallie, o IL: e la lisi pohnonare. I nfalli molle bt•onchiti , reumi, pll'uriLi, scrofole, meniugili, peritoniti, enteriti, tumot•i bianchi, ossei cù articolari, ascessi freddi, sono ma· latLie lubercolose, tanto gravi quanto la tisi polmonare. 2. La lubcrcoloei è una malattia pat·aesitaria, vit·ulen ta,. co:-:ta g iosa, teasmisstbile. causala da un microbo - il bacillo di Koclt. - Questo microbo peuelra nell' organismo per il canale digestivo cogli alimenti, pe1· le vie aeree coll'aria in· spirata, per la pelle e per le mucose in seguito ad escoria· zioni , a punture, a ferile e ad ulcerazioni diverse. Alcune malattie, mm·billo, vaiuolo, bronchile cronica, polmonite, alcuni steli costituzionali dipendenti dal diabete, dalla sifilide. dall' olcoolismo, ecc., predispongono considerevolmente a contr arre la tubercolosi. (l) Conclnsioni redatte <b-Ila C'lroml:;,ione (ll!rmanente del Con:zrrS>to per lo drlla tubercolosi, rh edute cd 3flllrovatc dai proressorl Uouchnrd, Drouardel, Polain o Proust. ~tudio


JUVlSTA

Essendo conosciuta la causa della tubercolosi, le precauzioni prese per difendersi contro i suoi germ i sono capaci di impedi re la s ua propagazione. Un esempio incoraggiante si ha nei risu!Luli ottenuti contro la febbre tifoidea, le r.ui epidemie diminuiscono in lulle le citta in cui s i sa nno prender e le misu r e neccss:ar1e per impedire che il germe tifoideo s i mescoli alle. acque potabili. 3. li parassita della tubercolosi può ri.,conlral'!'li nel !alte, nei muscoli, nel san g ue deg li animnli che servono all'alimentazione ùell'uomo (bue, vacca specia lmente, eonigli. volatili). La carne crudo, la carne poco cotta . il sangue, potendo contenere il germe v1venLe della Luber·colosi, devono MISere JH'Oibili. Il la tte, pet· le medesime r aginni, non deve consumarsi che bollilo. 4. In conseguPnza dei per icoli provenienti dal latte, la protezione dei bambini, colpiL.i cosi facilmenLe dalla tubercolosi sotto tutte le, ~u e forme (giacché muoiono a nnutt lrnenle a Par·igi pil'r di 2000 tubercolosi aventi meno di due anni), deve Attira re specialmente l'attenzione delle madri e della nutrici. L'nllallamento colla donna sana é l'ideale. La madre tubercolosa· non lieve nutrire il suo bambino: esea deve affidarlo ad una nutrice ~Ana, che viva in campagna, ovo, colle migliori condizioni igieniche, 1 pericoli del con tag io lubercoloso sono mollo minori che nelle cilta. Il bambino cosi allevalo avl'à grandi probabilità di sfugg ire alla tubercolosi. Se l'a llattamento al seno é im posRibile ed invece si sostituisce coll'alimen tazione col Ielle di vacca, questo !alle, som· ministrato col bibet•on o col cucchio ìo, deve sempre essel'e bollilo. Il lalLe d'asina o di capra p l'eseniA pericoli lnflnitamente mi nori anche se non sarà bollilo. 5. In conseguenza rlei pericoli provenienti ùnllo car·ne def.di animali da macello, che poss ono .~onserVHI'e tutte le Appar enze della salute allorquando sono tubercoloo;i, il pubblico ha tullo l'interesse di as..icut'at•si cbe l' ispeziolltl delle


n ' tGIBNB

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carni, prescriUa dalle leggi, sia convenientemente e dapper·tutto eset•cHala. Il solo mezzo completamente sicuro di evitare i pericoli della carne che pr oviene da animali tubercolosi, è di soltoparla ad una coltura f\ufficiente ptw raggiungere le parti pr·ofonde al pari delle superficiali: lo carni completamente arrostile o bollite e cotte sulla brace, sono le sole che non sieno pericolose. 6. D'altra parte, il germe delln tubercolosi, potendo lt'Asmettersi dall'uomo lubercoloso all' uomo sano, per mezzo degli sputi, del pus. delle muco11ilà ùis!!eccate, e di lutti gli oggetti carichi di poh·eri lubercolose, è neces!':ar·io, per gaga n ~irsi dalla lt•aslllissione della tubercolosi: a) Sapere che g li sputi dci tisici essendo gli agenti piu formidabili della tt'asmissione della tubercolosi, vi ha pel'icolo pubblico a spanderli sul suolo, sui tappeti, sulle tarpezzeri(', s ulle tende, sulle sahiotLe. sui rnzzoleUi, sui panni e sulle coper te; b) Essere ben convinti che l'uso dell e spulaccbiere, in conseguenza, deve imporsi dappertutto e P"l' tutti. Le sputacchiere tlevono sempre esl'Ct'l! vuotate nel fuoco e pulite coll'acqua bollente; giammai d~bhon o essere vuotate nè sui letamai, né nei ~iardini, ove possono luber colizzare gli uccelli, nè nelle latrine; c) Non coricar si nel letto di un Lubercoloso; abitare il meno possibile la sua camera, mn sopralluLto non cor icarvi i raga zzi; d) Allon tanare dai locali abitali dai lisici gli individui considerati come predisposti a contra•·re lA tubercolosi: individui nati da pat·enti Lubet·colosi, o che abbiano avuto il mot•billo, il vaiuolo, la polmonite, bronchiti r ipetute o ofl'elti da diabete, ecc.; e) Non usat·e gli oggetti che hanno potuto essere infettati dai tis ici (biancherie, cort·edi da !eLlo, vestimenla , oggetti eli loelelta, mobili, giuocattoli) che dopo averli sottoposti precedeotemenle a tUsinfezione (stufa solto pressipne, ebollizio:Je, vapori solforosi. vernici colla calce); j) Ottenere che le camere degli alber ghi, le case mobi-


130t

RlYlSTA

liale, le ville, occupa te riai Lisici nelle citta marittime o nelltl stazioni invernali sien o rnobiliate e tappeuale per morto che la disi nfezione vi si pol:!sa eseguire facilmente e perfetta mente dopo la varlenzo di ciascun malato; il me~lto sarebbe che queste camere non avessero nè lendC', nè lappoli, nè tappPzzerie; che ~-.sse fossero imbiancale colla calce e che il pavimento fosse ricoperto d i olio di lino. Il pubblico è il primo intet·essalo a prefot·ire ftl i albct•ghi nei quali si mili precauzioni igioniche e simili misure dr disinfezione cosi indispensabili sieuo osservate.

Del qaa.ntttatlvo di batterii nel contenuto del tubo ga..stro~euterloo dl a.lounl a.utma.li. Prof. DF. GtAXA. (Gio r nale internazionale cle/1~>. scienze mediche, fa>~c. X.

a nno 1888). Il conoscet·e le dh·erse specie di microrganisrnr le quali si riscontt·aoo nel contenuto dello stomaco c del tubo intestinale dell'uomo, r iesce di Yanlaggio allo studio della importante azione di quelli nP.Jia ruuzioue dige!-llva che si compie nelrorg.anisrno dell'uomo c degli a nimali. L'autore non tratta dell'impol'tanza che potrebbero avere, dal punto di vista Lerapeutico, i risultati deiiP ricerche f>u lla quantità di ballcrii nel contenuto dello stomaco ed in quello delle diverse porzioni dell'intes lino; non si può però clisconoscere che da queste r icct•che polt•ebbe scaturire un t•ontrJbuto apprezzabile nelle osservazionr riguardo alle JOf~zioni cou microrganismi 11a togeni attJ•aveJ·so il tubo gasli'O·CIIlHr ico, sopraHulto col determinar e io quale porzione di •JUest'ultimo i batterii stessi ritrovino le più adatte condi:r.ioni alla loro riproduzione. Del vasto !;ludio sperimentale sullu s pecie, azione e quantità dei boLterii contenuti nello stomaco e nell'inleslino dell'uomo e di animali, l'autore volle occupat·si solamente dr quella parte (finora la meno studiata, abbench è im por lll nle) la qus le coucet·ne il qttantitatico. Le osservazioni Istituite e le nozioni ritratte da questo sLudio, fatto su parecchi animflli, possono al-


o' IGI:ENK

•1305

meno in parte concorrere t\ for·nirri qual.;he nozione intorno allo stesso fntlo nell'organi smo umano. Osser•vando le cifre ottenute si possono anzilullo l'iLrarro delle deduzioni generali per quanto ri gua rda i diversi gruppi di animali distinti in ct•bivori, onnivoei, 6 carnivot•i. Ed invero si r•ilevo. che indistintamente in tullo il tratto gastro-iotestinale, jJ numero dei microrganismi fu di molto superi ore presso gli onnivori et11 carnivori di quello che presso gli erbivori; ri<>ullato che già anter·iot·me~tle si doveva altender·e avuto ri guat•do all a differ enza es1s.lcnle ft•a f{li alimenti de:.tli erbivori e quelli degli ounivori e carnivori. l cibi tl ei secondi sono soggetti a processi di decomposizione, il che non O. il caso per i cibi degli erbivori qualora i vegetali che essi consumano siano consumali o ullo slalo fresco o asciutto. Ma ben più. impot·tanti sono le deduzioni seguenti circa r appot'lO ft·a il quantilativo Ji micr·or·gaoisrni nei divet'A tratti del tubo gastr o enterico: 1• Negli orbivu ri il p1ù delle volle il numer·o dci battet·i1 è maggiore nel contenuto del tenue che non in quello dello fllomaco. ' 2" Noll'mtesLino crosso degli er·bivor·i si constala sempre un cons1der•evolissimo aumento nel numet•o dei micr·o r~a­ nismi in conft'Onto al contenuto dello stomaco, ed il piu delle volle anche un aumento i n confronto al contenuto del tenue. 3' Negh onnivori e carnivori, alropposto di quanto avviene negli erbivo1·i, i ballorii inlt'Odolti nello !!locnuco vi vengono in gran parte distrultr e di più trovano nel tenue un ambiente poco favorevole alla l oro r·iproduzione. Condizioni favor evoli si avrebbero invece (come negli erbivori) nell'intestino cras!>O. Nel r etto talvolta si ha aumeoto, Lah•olla diminuzione nel numer·o dei microrE:"anismi. Riassumendo si può quindi concludere che la maggior riproduzione dì rnicrorganismi si effettua C•)Slantemenl.,- nel ~ra!lso e può continuare anche nel r etto; per ò nel contenuto di quest'ultimo presso gli onuivori e carnivori più di frequento che pr esso gli er bi vori si ha una diminuzionP..


4306

RrY1STA

StucU aull'immunltà. pel oa.rbonohio. - Prof. PEFIRONCITO. - (Giornale della R. Accaclemia medica di Torino, numeri 2-3, 1889). È noto il ratto di specie di animali (suini, uccelli), di razze particolari (ovini dell'Algeria) e di individui auimali (porticoIEwi ovini, bovini, cavalli, ccc.) che sono pnrl:colar111ente immuni per il carbonchio, rome vi sono razze ovine immuni per la schiavina (razzn breltona francese), cani ello godono dell'immunità per la t·abbia, e individui della specie umano. i m· munì per la sitllide. L'autore ero già convinto che l'organi~mo animalo quondo possiede naturalmente od ha acquistalo arlifìcialmenlc- il carattere dell'immunità pe1· il carbonchio, acquista la proprietlt Ji ùistruf!gere il virus anlracico in un tempo 1 elAiìvamenle breve; Calto questo della più alta importanza dal punto 1h vista igienico e scientifico. Or o alcuni sperimenti falli sop1·a un montone (vaccinato nel 18% con liqnidi pl'ept~rati alla Pasleur) a cui fu inoculato ri pelulamenle un fort e vi•·ug ca • bonclùo~o spol'tflcato avendone sempre un risultato negativo, pare all'outot'~' che dimostrino a sufficienza che il virus o viene ehmmato Al· trave•·so ai tessuti sani (ciò che è poco o nulla prnhahilt·) o viene distrutto. I n questo ca!>o. che sembra il \'61'0, p:li elementi dei t-essuti, od il plasma o pabulum. nutritivo chu vi è interposto, i tessuti dell'o•·ganismCl o meglio I'OI'gnnismo nei suoi tessuti vivi, in particolari condizioni naturali o cr eate spel'imenlalmente colla voccinazione, acl'(uistano la proprielà di di stru gger e in un tempo l'elalivarnente brove i viJ'U:> piti resislenti, quali sono per esempio le sporc del baci/las an·

thracts. L 'immuni tà quindi in questo ca!i!O, secondo l'autore con~•­ sterebbe nella proprietà di cui godono i tessuti dell'animale di distruggere i vir us nelle loro diverse forme e atlivilè pe· togene. Si è già sperimentalmente dimo>-lralo da tempo che i bac•lli sono dislrulli dal sugo gastrico; ora !!at•ebbe pure provalo che i tessuti dt l corpo godono natur almente o pos·


D'lG tENE

1307

1

sono acquistare arlificialmenle la propri eta di di~truggere non solo i bacilli, ma le stesse loro spore dolete della più grande resistenza. Sui limltl attuali dell'ef1lcaola della oura. Pa1teur . Consillerazioni e proposte del doll. CARLO BA REGGr. (Ga.uetta cler;li Ospedali, numet·i 75 e 76, settembre 1889). È un fa llo notor io che , in mezzo ai risu!Lali generali splen · didi della cura Pasteur, specislmenle nell'ultima annata , si presentano ancora di quando in quando degli insuccessi, e in casi iu cui la cura venne falla nelle condizioni indicate da Pasleur come le più favorevoli , precisamente come nei primi tempi dell'applicaziona di questa cur·a; insucces~i, che restarono finora incsplicali e cbe spargono a lor lo r incertezza e la sfiducia sull'intero metodo curativo. L'unica causa, tìno1'a addotta come spiegazione di tal i insuccessi, si é quella. eli una predisposizione individuale, pel' cui il vil'US rabico darebbe luog<' fata lmente e rapidamente a tutti i suoi e/retti, ad onta della cura, anche cominciala subito o poche ore dopo la m or~icatura. Ma l'aulOI'é già in un lavor o pubblicato nella Gazzett~ medica lombarda del 1887, e cou ma~giori particolarita nella conferenza IeLla all'ospedale maggiore di Milano il 3 maggi(} 1888, emise l'opinione che Yi s iano due sorta eli r.:Lbbia, !]uella Lrasmessa so ltanto per le vie sanguigne, e r ispeLtivamt?.nle li nfa Liche, e quella tr asmessa ezianùio per mezzo dei nervi: eventualità quest' ultima per for tuna abbastanza. rara, in gi'8Zia delle condizioni necessat•ie a lla sua origine: e cioè, che il dente dell'animale mo•·sicaLore penetri proprio nell'inlet'no del nervo, inoculi il virus negli spazi linfaLici, che Lrovansi nell'10terno della guaina, lungo i quali poi pet' continuità (dimostrala da Key e Relzius) il virus si coltiva passo passo, fino a raggiungere negli spazi subùurati del midollo spinale e dell'encefalo (AnLonelli). Ora, l'esset'e colpito o no un net·vo abbastanza grosso, nel modo necessar io alla inoculazione endouer vosa, dipeude dalla pura acciden lalita, che si vel'iflca poi di r ado per la mi-


130~

IUVlSTA

nima estensione del punto clae deve essere Lrapas;:ato dal dento dell'animale: un millimetro più a destra o a sinislt•a, più in ~u o pila in ~itt, piu o meno profondamente, basla a far sl, che In inoculazione diventi perinen·osa, e (jllindi per le vie sanguigne e linfoticbe generali, paut.toslo che enùoner vosa, ossia per gli spazi linfatici speciali aa filamenti nervo~• abbastonza grossi, ~pazi che sono in diretto rapporto per continuil!i cogli spazi liufatici più ampi (solto Ju rali) tlei centri nl"rvosi. Ila I'JUindi una grande importanza il descrivere minuta.menle le rer ite da morsicatura, e non indicare ~emplice­ menle fllla tal mano, o alla tal gamba, o alla faccia, come nella magg-aor parte dei r·egislri degli istituti antirabici, c;pecialmonte ilalia11i. L'autot·e dimostra con daLi statistici, che i casi di l'obbin trasmessi per ln via dei neevi r esistono sempr e alla cura Paslt-ur, anche all'ullimo Lipo di essa quan.iitaticamente intensiro, o !'lea nbr ano propl'io fìssar·e i limiti at.Luali dell'etlicacia della cura Pastcur, nè ~embra probabile che questa possa. in un avvcnir•e piil o meno lontano, arrivare a f.!Utlrirll, essendosi ormai giunti alla massima do~e lollet•abile dall'organismo umano. Por conseguenza, quesLi casi. almeno allualmcnLè, richiedono altri mezzi di cura, ed è appunto sopra es~i che Vl'rlono le proposte clefl'autor''· QunntunfJue sin difficile accertar e che un dato filaml!nlo net·voso sia stato direllamenle interessato nellu ferita, e propr io in tal modo da originar e una Yera inoculazione endoncr vosa, ,.i !'Ono per 6 varie condizioni di ~ede o di profoodilù della ferila verificabili poco dopo la morsicatur·a, sia pu t•e colla speci llazione, ,-'è la circostanza del dolore risentito dal paziente in corris1,ondenza delle ter minaziom per ifet·iche del nervo stesso, che possono permettere una diagno~i almeno mollo probal.Hle; e io tal caso si deve pr·ovveder e alla migliora pt•ofìlossi, non affidandosi alla sola cur•a Pasteur e neppure a questa insi eme alla semplice cauterizzazione, la rtuale nolol'iamentc ri esce quasi sempre incompl eta.


- D'IGIENE

•1309

Se il morsicato si presenta al medico almeno nelle rwin1e due or e dopo la morsicatura, e se dall'esa me della fer·ita e dal racconto del paziente na!'ce iJ sospello che possa es!"er e stato fer ilo qualche considerevole filamento net"\'O<>o, s i do ''rebbe cauterizzare la ferita stessa il più profondnmente possibile col caus tico attuale; poi dilatare le feriLa, mettere allo !'coperto il filamento ner voso colpilo e distru~ger·e la poi"".lione ferita di esso per n;ezzo del cauterio. S e poi sono passa le le prime due ore, ma non piu di veu· tiqualL' 01'6, si dov rebbe invece meLler e allo scoper•to, previa cauLe1·izzazione della ferita, ed isolare il nervo stesso per alcum centimetri, Lento aJrinsu cbe aJI"ingiù del punto fer1fo7 ed escidl't'e tutta la parte ~cope1·ta del nervo, accertandosi poi in seguito, per interesse scientifico e nuche per soùdisfa?.ione dell'ammalato, della r ealtà dell' inoculazione cnc.lonervosa, facendo accuratamente un'em ul~ion e col pezzo di nervo escisso ben isolato e inoculandola suhdu,•almonte o endocl'uralmenle a conigli od a envie. La s uccessiva medicaturo della ferita si farebbe solo dbpo completa lavalUI'Il anti~etlica ul sublimato. Nel raso che non fosse possibile determina re con sufficiente ccl'lezza il ner·vo inoculato in mezzo a rnolti alll'i o fosse dìf:llcile il s uo isolamento, s i potrebhe, quando Lraltisi di estrc milà (dito, mano, piede, orecchio, ecc.), C!lportare l'es tremità stessa. Trasrorse poi le prime ventiquattro 01·e, si dovrebbe espor·t-are una par·te anche maggiore delL' arto, i n ragione della' prog r•essioue abbastanza lenta, ma pure cost-ante e conlmua deJ virus ver~o i centri nervosi. luogo il nervo colpilo. In tulll questi casi si dovrebbe, poi, come nei essi comuni di l'abbia tra!:me!'sa per le vie sanguigne o linfatichc pas · sare all'esame baLLerioscopico del sangue del mor icato, e sottoporre il medesimo alla cura Pasteur quando risultasse infetto. Certamente le operazioni chit·ur•gicbe ora proposte, snno mezzi dolor·osi ed estremi; ma giova spet'a1·e che la rigo1·osa applicazione di oppor tune misure di pol izia sanitar·in rela-


1 3~ 0

fU VI STA

live ai cani. tllmiouendo il numero delle morsicsture, faccr a si che non vi si abbia più a l'icorr·er e, sosLituewlovi intierarnP.nte la vera pr ofilassi.

Influenza del prodotti tosslol del saprotl.tl aulla restituzione della virulenza ai mioropara.ISltt attenuati. DolL. A cHrLI,E 1I O~Tr. - (Atti rlella R. Accademia dei Lincei, vol. V, fase. 7•, 6 ollobre 1889). L 'autor e ha gil:i. comunicalo alla s;ociett\ medica di Pavia una pt•ima ser ie di ri cer che sulla influenza che eser·cilano 1 pr·odolli del t•icambio materiale di divet'SI saprofHr "-UIIa t'C· stituziooe della \'irulcnza ad alcuni microri(anismi attenuaLi, e allora concluse che, nel coN>o dell'attenuAzione del pneu mococco di Fl"iinkel -\Veischselbaum o dolio str cptococco piog;lllc viJ•ulenlo, esiste uu per iodo in cui detti micror;:omsmi non sono più capaci per sé di uccider·e gli animali, rna li uccidono ancora, I'JII&ndo insieme con essi si inietti un vel eno baclerico. Dagli ·animali uccisi a questo modo si coltiva un microrganismo che ha acquislut.o la vir ulenza iniziale. L'autore ha con tinuato le sue ricerch e eù ora mette in Pvidenza un Ialo nuovo della questione dei rapporti tra i saprofi li e i germi patogeni, e cioè clte rispetto all'organic;mo, r primi pos~ono lah•olta aprir e la strada ai secondi. Se ~i collegano queste ri cerche colle el'Sperienze ùt Rog~r e con quello di Nocarù e Houx sulla r estiluziono clelia vit·ulenzo à1 bacillo del carbonchio sin1.<1malico, si dovrit eslt>n· ùere nraggiot·menlc l'ir.opot·lanza Jei bacter i della pulrefazione in r·appor•to alla r estituzione dello ùrrlonza ai patogem allenuati . l veri pat.ogeni essendo pat·assili che diffi· dlmen Le si sviluppano, si conservan o sollanlo fuori dell'O!'· ~anis mo, ma facilmente degener ano, perdono la loro altitudine aJ invadere il corpo animale. e bastano lutto al piì.1 a conferir·gli l'immunita co11lro genorazioui piit ~iru · lente. Ma l'O i prodolli dellu pulr efazione neutr·ulizzano l'ut· tivilà Hnlibacl er•ica rlei su'!clti or ganici, allol'a i [lBras!'ili possono moltiplicarsi e r i&C•JUislar e l'antica virul••nza. L'a"-· sor·bimonto M i prodolli della pulrefazione puù o vveoire non


D'IGIENE

·131f

solo dalle ferile puh·ide o dall'intestino, ma anche dalle vie res piratorie, essendo es si prodotti volatili; con ciò verré. ap~rla Io s trada al pneumococco, che trovasi costantemente nella bocca dei sani, e spiegasi l'osservazione clinica della frequenza della pneumonito ncllepeJ•sone che abitano in luoghi chiusi e male ae reall; può venire unc11e per la via dei geuitall, in quan to che i proLei esistono qua!'J costantem ente nei lochi e possono svilupparsi sui coa!Wii e sui residui placenlali; e cosi può preporaJ·e il terreno agli s tropLococch~ a gli stafilococchi o ai diplococchi pneumonici che sono le cause piu comuni di infezione puerperale. Ciò conferma l'esperienza clinica deglj ostetrici, che danno un gra nde va.Jore premonilorio al fetore dei lochi.

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA Jlelazlone medico stattattoa sulle oondislon.i unitarie del R . Esercito nell'anno 188 7 , del do tt. C. SAN 'l'ANEn A, i"peLtore di ~1\nilù militare. - CPnno eiossunlivo. 1. Dali sulla _ro,.za.

Daì diver3i specchi ris ultai'OHO i seguenti dali s ulla forza, d esunti dalle gior nale d'assegno. F orza media a nnuale: ~umero

Truppe permanenti, J• categoria (giot·nale d'assegno 17707630) . . . 212898 Cl a~si le m poranee: J8u5, 2' caleg:., 45 gioJ•ni (giornate 6uG963) . 14821 45 ,, ( n91406) . 18GG, Qn n i:l142 i861, 1• 28 J) ( • 551079). 19680 1865-66, :l• calcg. '15 giorni ( n 40G2Gl ) . 27084, D1verso, mobile e Lerritoriale, 10 g iorni (giornale 1:37034) . . . . . . . . . . . . . . . 13703


13i 2

RIVISTA

Forza media annuale (Aft·ica) Mossaua Pd Assab (giornate d'assegno :2812903) . . . . . 770& ForzA medio.anoualetotale(giorn. cl'asseg. R2873270) 2270;)0 Forza media annua lo delle di visioni lerriloriali [l1·uppe permanenll): Torino 12283 Ancona . 'i679 Noval'a . Chieti 7200 Gl6-i Alessandria 9407 F1renze. 94-73 7(;18 Cuneo 83:.!1 Livorno. Milano 10677 Roma 15998 Brescia . 8}78 Perugia. 5398 17781 P1ace1Jza 10500 Napol i Genova . 7478 Salerno. ·i900 5WO Verona . 12850 Bari 4610 Padova . 11802 Catai1Z8J'O B ~.o logna . H915 9867 P ale1•mo Ra venna 609(i Mes!•ina. 5213 F orza media an nuale dei cor pi dotati di infermet·in. . . . . . . . . . . . . . . , . . 186740 Forza media annuale dei corpi senza infermeria dì corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . :!61 i-9 2. Mooimento generale (tru ppe pe1·maneuti). Carr<'

a~sulutr

Ent1·nLi nei d iver si luoghi di cura . 1611}06 Morti 160 Rito l'mali 2982 P erdile complessive ~8~2 Invia ti in licenza di con,·alescenza breve (l a 3 mesi) lo viali in licenza di conva lescenza per rassegna . Inviati m licenza di convales cenza in totale 769-i

Per 1000 tlulla forz~

760,00 8,7t

)4,01

:22,75 27,00

9,\0 :!6,40


131 3

DI ST.\ IISTIC.:A MEDICA

Cifre

3s~olute

Per 1000 della rorza

Degenti uugli ospeJali e stabilimenti l) spedalieri 1nililol'i e civili . . . . 25,00 l) 8,00 Degenti nelle infe1•m•>rie di corpo 33,00 • iu lolttle • 5-}5(1) Giornale di malallia ne~li ~pedali • nelle inr. di corpo 129 " iu totale. . . . • li/i11 numero mnssimo delle ~10rnnte di malattia spella all"arlìglierìa a ravt~Jio !53 p. 1000 dì p1·osenza), il medio agli alpini (26); la ranleria diede il 35 p. 1000. Il numero massimo clei curali p. 1000 della forza fu dalo dogli allievi carabinieri (118~). la fanteria diede 831, gli alpini till.

3. lr~fe rmerie di curpo. ~umero

Ent1•atì Passali all'ospcùalo Curali . Ollalmìci Venerei. S c·obbios i

8:H6i·J3G8469780 = 328 p. IOOOdella forza 35311 = 17 » 11 GJ77= 29

242 =

J

»

»

l)

"

l. Stabililtlenti spcdalieri militari.

Rimanevano in c uro . . . . . . Entt·arono tlii'Cllam ~nle . . . . do allr1 .:pedali miliLùri . Il da ~pudali rivi li. in lolnh• • CUI·ati Traslocati ad ell1·i !>pedali militari . l) oi mnuicom1 . t1 spedalì l:ivd1 . . . . • a rlcpo~ili di eon va l escen~a

"

(l) l'ur 1000 tl'ns~c.;uo.

S:l

4-7\4

76792 1017 50

77919 82663 1077


~ 314.

lUVlSTA

Numero

Usci li con prov,•edime'lto (convalescenza, rirorma) 10893 " guarili fl:13;,g Deceduti. . . . 1075 Rimasero . . 44:! 1 Giornale di cura 1609~H~> medie individuali. :'!0

"

Il rnovimculo comples~ivo. calcolali oltre alla ll'uppn zii altri per·... unall, r•isulterebbe: Useiti

\IHrll

HS 680 686 174-i 76792 76040 t; 5M8 5837

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7R74

Rimasti Entrati

Urtìciali T1·uppn. ln!'<critli. t'\on mrlilar·i Tolt~le

1\tnt't'fro

376

7889

811

H21 li :l Il

51~1

01209 90437 IliO

$787

,.

Degenti giornalmente 4870 {'t41 t dell'esercito). fl. DeJiositi di eonvalescenza. r;um~r"

EntraLI Moncalieri . Monleoliveto Il Bile lio So m polo.

:!~:l

,.

70il H: l 711

"

Totale

1856111

6. Ospedali cioi:i. ~umero

Himasti. Entrali . Trasloca li Morti . . Rimac;er·o Giornale di cura per individuo

"

(l) 117 tllrottnmnuto tini corpi.

1053

15368 50

:m 868 30i :IGS 20


l)J STATJSTtCA ~lEDICA

Hl16

i. Malattie piti l<lalienti. OltaiLnici· entrali :l:l p. 1000 dclln forza. Nelle infermer·itl 3:J30, negli spedali militari 3158, negli spe<lali civili 27!!. In lolalc 6!)6lì. Venerei: entrati 81 p. 1000 della forza. Nelle infe•·merie 617i, oeg_li l'>pt>dali militari 1112-t negli spedali civili G25. l n lo tale l i!l26. Entrati

m liJI1llt•

Affezioni brl)nco-pc..lmonali 1'ubercolosi polmonale. Infezioni inalar·icbe . Mo•·bi!lo. Scarlallina l lco-Ltfo . Dermo · lifo •Cachessiu scot•buLica Risipola . . . . . 'Scabbie (infermerie di corpo 242, ospedali 839)

to813 1i2

..

55 li 1812 9~

L07T ::l t09 942 1881

K lnjluen;;a della stagione. MIISSima

EntraLi. Degenti Affezioni br·on~ polmonali Affez. mnlal'iche ~~rbillo . Scarlallina Ileo-tifo Scorbulo . Risipola Oltalmie Venerei

Mlnim&

Gennaio Novembre (83 e 49 p. 1000 forza) ) Feobraio Novembre (40 e 2l

Ollobre (1363 e 300 efftlli vi) ( i56 e 322 Mat·zo • ) ) 'ellembre ( 2ì4 e Il ~!aggio l Il ) Ge n naio Lugl. e Ag. ( 29 e 1 Agosto Dtcembre ( 185 e 41 ) )) ) i\! aggio Dicembre ( 29 e 3 Gennaio Ollobre ( 183 e 26 » ) ( 381 e 16i Luglio OLlob•·e • ) li ) Agosto (1299 e 633 Lu~lio Aprile Agoslo


1316

RIVIST.\

9. Injluenze locali. Ma"uua

~nn

Infezioni rnalul"iche Div. norna MOJ•billo . » Nap9lì Scarlallina • Tol'ino • Home Ileo-lirC\ , Nopo)i

01v. Ravenna ('l:.J5G·23) » Ravenna ( 205-1) • Diver•qe ( :!7-0) ( 157 1 " Kovara ( 1i 4 \ 3) Scorbulo " Genova • Div1w:,.e ·c :H-0) • Risipola . 1 • Roma • CunPO ( 121-ì) Ottalmie » ~upoli v Calan <~aro ( 408-G6) Venerei » Nopoli » Ravenna (J \<i:!-51) Massima dei degenti giornahnenle: Caserta :11!1. Romtt :?!ti, Torino 2 5. '

IO. Decessi. Totale J860 = ~,74 p. 1000 della forza. Negli slabilìmenLi spedalieri militari . l> civili . ~elle infermerie di corpo H Fuori de>i luoghi di cura H!l dei quali In licenza t.h convalescenza 226 \1:1 per ileo-tifo, G2 per lubcrcolosi, 82 per affezioni b1·onco polmonari, 15 pe1· alfczìoui cerebro-spinali). Morti gia riformati, negli spedali 48 (20 per Luberr.olosi polmonare. 19 per affezioni bronco-polmonari). ~lorli per: Vaiuolo :>. morbillo 78, scarlattina 9, ileo ·lifo 26!1. dermo·lifo 1, colera 127, memngile cerebro-spinale 20 (su ::!3 coi]JiLi), infezione malarica 39, alcoolisrno fl, luberco losi 188, nleningo-oncoraliLe 81, Letano 2, affezioni beonco-polmoOAri 679, affezioni cardiaclt~ 31, affezioni gastro-enteriche 11)-., affezioni renali 15, affezioni ossee 11. olile 6, risipole. flemmoni. ascessi 4j, annegamento 29, accidenti vari 4, traumi 37, ris~fl 2. per pubblica sicurezza 7, suicidi 63 (con una media p !11011 della forzs di 0.30; il massimo numero assoluto= 7 occo;·se a J)


DI STA11STICA ~tEDIC.-\

1:3-17

Roma, però la massima t'tipporlo alla forza = 0,65 spella a Catanzaro) La mortalità mac;sima occorse a Messina (2l,10 p. 1000 della forza!, poi a Napoli (U,!J8); superarono la media generale le dh·isioni ùi Genova (9,G3), Verona (10,58~, Padova (10,76), Bo· logna (9,08), Pe rugia (10), Bari (9.41), Palermo (9,98). La mortaliki minima si ve rificò nelle :!ivisioni di Piacenza (6,14ì, Novara (6, 11), Ravenna (5,25), Livorno ( ~,99). Nella fanteria eli linea la mortalità fu di 9,39 p. iOOO clelia forza. nei bersaglieri 9,63, ne!{Li alpini 5,fll. nella cavalleria 8,71. nell'artiglieria 8,i5, nel genio 9,46, nei carabinieri 6,72, nelle -compagnie di sanità •10.55, negli stabilimenti penali 8,03, nelle compagnie sussistenze 3,57. Gius tu gli anni di set•vizio la mortalità fu: N e l t• anno ùi . 778 (cifra assoluta) n ;lo 11 di . 555 323 ,. 3' » di. l62 Oll1'e . In quanto a ll'etA fu: 202 Pei minori di 20 anni 559 A 21 anni 515 !\ .)') » 315 A 23 • 269 Oltre R appot·to ai mesi si puù notare che fu: Nel ~elLemb re di 1.066 p. 1000 della forza (massi mal • gennaio di . 0.965 • Nell'aprile di O, 54 11 Nel g iugno di . 0,48i " • (minima) • novembre di 0.470 • • ?\ell'ottobre di . . 0,596 " •


1318

RlVISTA

Xegli ufficiali si avverarono: Pt>r 1000 Cifr~ delle rorzn n:>:.aluto

Generali Colonnelli . Tenenti c.:>lonnelli . Maggiori Capitani Tenenti. Sollotenen li

26,32

4

15.97 13,76 l5,GL

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10,():}

8,39 5,80

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J3 43 44 l l'l

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1:~3

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11. Riforme.

FuL·ono pronunciate 2982 riforme pet' rimando: lu !>OtLufficiali 60, caporali 2\8. soldati 2674. Per infer.ione malar·ica 57. cachessia scrofolosfi 9·1, tubercolosi polmonare 236, mat'asmo si, psicopalie l2J, epilessia e nevrosi 127, affezioni bronco-polmonari G:>i-, vizi cardiaci 20 1, gola g rossa 27>, varici 32, ernte 608, affezioni ossee 102, all'ezioni oculari l6l, affezioni dell'udilo 31, postumi di lt·aumi 78, a mputati 14. Le riforme nell'arma di fanteria asceser o al 15,37 p. JOùO; nei bersaglieri a 11,2-2; nei distrelli a 25,0lj negli al pini a LO,l3; net:~li isLiluli educativi a 1G,35; nella cavalleria a 12,67; liOII'ar·Liglieria o 13,07; nel genio a 14,02; nei caL'abinieri a 6,8~; nelle compagnie di sanità a 2:>,5~; negli slabilimeuli di pena a 17,1;6; nelle compagnie sussistenze a 7,14. Nel i' anno di servizio fut'ono(cifra as~ol ula) 1225, nel2° 1008, nel 3• 486. ollre 1 i3. P er l'e tà furono: fino 8 20 anni 2~5, a 21 8H, a 22 nos, A 23 59~, oltr e 39l. Il numero massimo delle riforme occorse a Tor10o (26i) e Roma (221). 12. Rasse!/ne specialt.

Furono r iformati N. 3395. Tt·a i quali 595 erniosi, 268 gracili. l l7 pet· infezione malu-


1319

DI STATISTICA MEDiCA

r ica, 111 epilettici, 2G!l pct• deformità o d~ficiema del torace, 138 per vizi cardiaci, 529 pel' malattie oculari . Furono rnandali rivedivili !l143. Per infezione mnlat·icu i3!l. per gracilità ~98, per deficienza del perimch·o Loracico 3~::. per affezioni oculari 572, per alfezioni dell'organo uditivo 12ft 13. Llcen;e clt roncalc.~cerua in. seguito a ra.sseana.

Fur·ono in totale 1!)90. Per inft-zione mnlarica L~5; per organico deper1mento 2~\(). per affezioni bronco-polmonari 814; per affezion i cardio-vaS8Ii !16; per affezioni os~co 50: per affezioni oculal'i !lrl: per postumi di traumi IH. Vi contr•ihui lt\ classe L864 per· 337; quello 1865 per 6L3; quellA 18611 Jl81' ~GG. Ascesero in complo.~so a

Nella fan tori a . Nei bersngliel'i Negli al pini Nei dislrelli Nella cavalleria Nell'arli~lierw

Nel genio . . Nei carubinicri Nelle compagnie di sunitil . Nelle compagnie di sussistenze

1000 = 11), 1:1 p. 1000 106 = R.RS » 37 = -i,57 232 ::= 20,03

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260 = 11,18

164 = / 16(ì 58= 9,80 70 = 3,05 lG = 8.88 6 4,29

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1:120

II IVIS1A

H. Specchietto riassuntivo per divisioni militari. .!:c c::

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Milano Brescia Piacenza . Genovn V e1·onn Padova Bologna. Ravenna. Arrcoua Chieti . Firenze ' Livorno Roma.

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Pe1·u~ia

Napo i Salerno Bari Catanzaro Palermo. M essine . Totale

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7,33 21,49 6,1 l 15,!li 7,65 l (j,ft8 6,~7 11.51 7,87 10,80 8.02 18,28 6,14 12.75 9,63

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Torino Novara Alessandria Cuneo .

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857 s;o2 ::!2 7412:-J 726 l0,!)8 8 64 28 807> 10,76 tj:ss 26 713 !),02 17,63 5 6!)3 5,2/i 6,23 22 738 8,80 i5,50 27 693 9,08 11,68 2:l 70-i 7,18 1!1,8!'> li 684 4,9H '11,03 23 875 6,81 ·15,(;3 25 852 10,00 '15,93 34 827 11,98 12,43 27 708 8,tli 15,92 28 171 !>,41 10,00 35 fl18 8,2~ 15,i0 26 741 9,98 6,66 27 803 ~uo \;1,40 :>.5,760

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(t ) 1~1 dagli ospedali dipeudenU In S:rrdl'gna.

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132 1

DJ STATISTICA MEDICA

15. Stabilimenti balneari e d'acque. Acqui. Ischia. Cascia11a. Salsomaggiore. Recoaro . Stazioni marine

urncioli

Truppn

Totale

3;)6 92

501 259

351

37

64

10L

»

12 156

D

12 55 2:>8

258

;>RU

1149

1735

10'1

Totale

857

{ 16. In:fermerie speciali (isliluti educativi\.

Giornale di malattia p. 1000 d'assegno 26. Mor•ti p. '1 000 della forza 1,7l (totale 3). Inviati in licenza p. 1000 d~IJa forza 2:l,!lf,. Curali venerei 127 (su 2379 ent1·ati). Curali ottalmici ·~9. 'l7. Vaccin.a'llioni e rivacein.ruioni.

Operazioni prnlicate 130&H 11482 negli i~liluli educativi/. Con linfa animale 130397. Su individui non mai vaccinati né vaiuolaLi 2343. E siti buoni 79i-i4 =: 607 p. 1000.

18. Vaiuolo. Casi in totale 285; nel militare 265. 166 casi occor·sero negli stabilimenti m ililari, 71 nei civili, 20 appar·tengouo ai corpi armati non militat·i, 1 fu un ufficiale. Il numero massimo si ebbe in dicembre, poi in gennaio e novembre; negli altri mesi furono scar-si assolutamente. Si ebbero 5 morti (2 negli spedali civili), di essi 3 nou erano mai stati nè vaiuolati né vaccinati. La di,isione militare di Messina uou ebbe alcun vaiuoloso.


L9. CIM:si temporanee.

t865

,-;, te~urm

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l'o

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2

P ermanenza alle at·mì, gioroi . . . . . . GiornaLe complessive di per10aneuza alle at•mi Entr aLi all'ospedaJ e . . . . • pet· ·1000 della forza. » all'infermeria . . . » p ~:l' 1000 della fo t•za . » in lolal.o . . . . . » per 1000 delltt !'ot•za. Morti . . . . . . . . . » per l 000 de.la forz-a . Riformati. . • . . . . . » per 1000 della forza Giornate d'ospedale . . . . » per 1000 d'assegno . » d'infermeria . . . » per 1000 d'assegno . u di malalLia in totale . . . . ,, » pel' 1000 d'assegno

l865 Il .866

:t• cat•'gori::L

4il

4fl

28

1.5

i.>91406

f>5 1079 872

406261

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t• cale:::ori~

6Ufi9G3

<N M

!.866 ~ 1'1\U*.'Htla

(t ) Focero J!~ Ssaggi(l nll'ospet.l:,tle, rls!'eLtilr:uncnlo l.ilH2-I:H-.

75fi

51 467 (1) 27 '1'157

78

696 ~3

450(!.) 31 'IlO-i

84

44

213(1)

·IO 1072 M 2 13,92 6109 H

3

15 1,14 138 10,50 6544 11 2ti20 4

14

15

13

10 0,67 365 24,03 7124 H 21~3

!)307

9164

~lO 74

112

Mìli1.ia roubllc elerritnrinle

1 137034

-

3

2

4

74(1) 3 182 7 4

'l

180 ~65

'19 14,3

4

o, li> 32

14

1

11~8i-

248

2 7293

4

780-

19

1 2


DI ST.\TISTlC.\ lfED!CA

20. Afr ica. M assaua. Forta medin 7210 (minima gennaio, 2243: mas•ima dicembre, 17633}; giornate d'nssegno 2631776. Ammalali 6972; eo trali oll'ospednlc 3112, alle illl'ermerie 38GO.

Ammalatt p. 1000 della forza entt•ati all'ospedale lt32, alle infer merie 4iG, comples::<i\'amenle !J08. Morti urflciali 2~, trupf)B 502. Totale 530. In combattimento 22 ufficiali, 1H truppa, in seguito pet· feri ~e, ecc, nflicJali l, truppa tO. Per malattie agli $pedali Il ufficiali, !19 truppa. Totale UO i j ,3Q p. 1000 della forza.

. Giornated'ospeùale 51711 = 2Up. IOOOù'assegno 1 • d'inferme ria :l H!4-i= 13 • • ) Tola 1e·3·1· A.ssa.b. - Forza medin 49G. En trati all'ospedale . 202 = t07 p. 1000 della l'orzA ! l ) » all'iufermel'ia 76 - i~13 • » totale . . . 278 -= ;;uo

.

~forti

l -= 2,02

))

=

»

Giorna te d'o~pedol e . 3G30 20 fl. 1000 d'assegno d'infer meria 1J 826 = :) • totale. . . ·M56 = ~5 Totale: ontrali 7:!50, 7222 negli ~labilimenli militari dell'esercito, 28 all'ospedale gallegginnle (Garibaldt). Rimanevano il 1• genuaio LO:!, quindi il totale curati fu di 732-i negli sla.Uilimenti dell'esercito. ~l ovimenli d'ospedale:

nlmnsti Rntratl l! orti Trnslocnti Rimase m

M assaua

AssaL

Totale Mo vimento d'inferm. Totale . li) Gioroato tl'-u,egno i8112i (2) Passati nll'ospcdale.

70

:JOH~

76

52

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202

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Jl

14

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32di 3H3U

77

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295

Jl

-i-5:3(~)

~')1)0

88

M

427 722

:H

102

i---

281


RlYlST.\ DI STATISTIC.\ llEDIC.\.

Ufficiali: rimasti 2, entrati 1!2, curali 114, morti 2, rimascro ~-

Entrati all'ospedale: individui non militari ;)!:!. Riassunto: Rlm3Sli

Ufficiali T1·uppa lrregolari Non appartenenti all'e· sercilo . Totale.

2 l02 3

Enlrali 112

Muri•

2

4

7222

88

722

Rimasero

$

3

50

5

IlO

73!)2

!lO

731

dci malati occor"<e a ~fas~aua, in p. 1000). Il oumoi'O minimo occorse in gennaio IH p. 1000). Gli ottalmici fur·ouo ax, i venerei :J98. Il massimo numero proporzionale di malati spella ai cslarl'i gastr·o-enterici {906). l decesHi per ileo-lifo furono 31, per di<>senterit\ i, per febbri pernicio~e 4, per febbre climatica 8, per tubercolosi polmonare 3. per affezioni cerebrali 20 (3 per insolazione), pPI' affezioni bronco-polmonari 6, per vizi caJ•diaci 2, pe1• afl'eziooi addominali 8, per traumi 43fi, per suicidi .-t.. B. Il numero

m~•ssimo

lu~lio ed agosto (Ll4 e 121

N.B. - Il deposito ceulralt• 11er lt- truppe In Africa ha iuulln> t.lat" 1:133 en· lrnli agli ''~l'ellali.


1325

HIVISTA BIBLIOGHAl?ICA ---;:,~c:---

Un oa.so di attossloamento carbonico con paraUsl del trlgemtno. - MOL.JNARI. Facendolo precedere da un Cl"nno riassuntivo dei l'alativi slud i del Litteu, r11'erisce il caso occorso alcuni anni or sono al pror. Galvagni di diagnosticare, ma cbe floora non era stato pubblicato perché non pareva appoggiato da fatti con'genel'i prima riferil i e discu!'si. B.

Commentarlo teorico-sperimentale dl ma.oohine ed apparecchi elettriot,'con elenchi degli appa.recchlln ven· dita presso la. sooletà. elettrica Industriale franco - italiana.. - (Volume 8' della Biblioteca dell' Flettricità). Milano i889.

Detln che é una puiJblicazione utilissima, egreg!atnente r edatta e degna dellt1 più benevola considerazione da parle ili cbiuntrue inlende a simili stud1, non sapremmo come megJio fat•n e risaltare lo scopo, che a ooi sembra essere s tato perfettamente l'&.ggiunto, che rias~umendone la prefazione. nella quale con riserbate e modeste parole è ewegiamenle adombrato l'intenLo, che riassume l'epigrafe: • Uove mtdar aee, 11~ i11dil'i::;zi e scorgtt •.

N ella citala prefazione è detto che il libro, senz'esscre un trattato sperimentale geDerale, valere dovrebbe di utile indirizzo all'eleLLI'icista che si p ropone di ordinare un gabiuelto, o di pl'ovvedet·e istrumeuti pP.r un daLo scopo. Pet' le applicazioni e per la elettroLrcn ic~:~ (:2• parte} la parle teorica é svolltJ pe1· sommi capi cosiccllè il senso della nomenclalura


~ 326

Ili VISTA

pratica appaia nel ~uo giusto conce iLo, e la tecnica cornpt·onda l e nor me più acconcia per mettere in opet•n e manteuere i diversi cong•'gm. Ciascun capilolo di testo ~ seguito da un elenco delle macchine e l apparecchi di cui in esso si ùiF;corre, con indicazione del prezzo commer ciale relativo. Una uppendice ed un calalo~o af!g-iuntovi t~omple tono il lavoro. R ~101..1:->ARL -

Esiste una parltonlte oronloa essudatlva lcHopatloa?

A ppoggiandosj a di\ ersi falli accuratamente stud111li ed anco per alcuni illuc;trali d11i r8perti nect·,,scopici, l'egregio scr·iLtora dimostra che r i' lea ù~l pr•ofessor·e Gah•agoi per lunghi anni nudrila, della possibilila dell'esistenza di essa speciale forma mot·hosa, è pet·fellamenle confel'll1ata ..... r.ome è coufermaltt la giustezza della denominazioue giù pr·oposla dal Concato cd accolta poi dal Corazza e dnl Galvagni di poliorromenile idiopali t'a. o primitiva, in vista clolla l're'JUente natura complessa rtella aff~zione che consiste in un gruppo di ~ìe rositi (d~l pPriloneo. pleura, pericardìo). B. BA~SL -

Contributo allo studio delle nefrltt.

~: rillusLra1.ione nccura t.a di olcune prepara zioni mi<.;roc;copiche alle a dare un'idea del pt·ocesso patologi..:o ed a c:pie· garne alcune fasi. B.

B onSARL -

Ricerche sul acftlo sottoclavlcolare

Dato un e!'alto e r icco cenno della leLLeralura relativa, con oppor·tuno epilogo, ri ferisco le propt·ie osser vuzioni ,11 cnsi, cbe pure epiloga. C•ta quindi le esper ienze praticate ~ul cadavere c formola poscia le conclusioni: li più frequenlomente i sof'n succlavii non sono l'espressione ùi falli prellamena palologici, ma elfalli di speciali Mnùiziom onatomo- fisiologiche.

B.


BrBI.IOGRAFIC.\

1 3~1

oaao dl atassia looomotrioe 011ra.to con la aospenalone e aeguito da morte. La cura dell'atassia locomoLrice mediante la sospensione iniziata dal :\lo tchoukowsky, col l'appat'ecchio del Sayre, nel 1883 suscitò cieco un entusiasmo si da dh·ent.a re o~gello d'articoli ad impressione anche nei giornali letterari e poliLtci, che accolsero e divulgarono g li splendidi successi ottenuti tlall'infalltbile specifico contro una mùlallia tunlo trble e dolorosa e (J't83i assolutamente r ibelle. Fu veramente il Cbarcol che diè voga al metodo coi lun ~hi tentativi e coi non iscarsi esili ottenuti ne. L'autore a ccenna a 4 casi di sito il cut'a tentati nella clinica, tra i quali quello letale di cui l"SS>' l'accurata storia. Non è il primo caso d'esito letale: ma ò dubbio posr-a interamente attribuit·si al metodo cut•aLivo ...... Ad ogni tnodo mollo opporlunamelllt• l'egregio coll>'ga raccomanda ai medici d'aver pr esente esso caso, e di voler pubblicare i nuovi accidenti che nell'appllcat•e questo meloùo curutivo potossero !Ot'o OC· corr ere, oude J'iescire a stabilire se i fatti infa.usLi debban~i a ttribui r e ad accidentali com{.llicazioni o ritenersi efTelto in.siLo al s is leulU di curu. B.


1 8~8

NOTIZIE

Latto- denalmetro e !atto- butirrometro.

Gli ospedali militari della Germanin, i quali accolgono in media 71 ammalati, devono essere fornili d' 1slrurneu!t lisici per dcLer mìnarè la bontà del Ielle elle s i acquista }.161' gli ammalati ste~i. Questi 1slrumenti !!Ono: 1• Il lallo-densimelro con annesso Lermou1etJ·o del doll. Bisc hofl; 2° Il latto-butit'romell·o del dott. Marcband.

Il Dirott.ore

Dou. Fxucx BAROFFIO generale medico.

11 C ollaboratore pOr la R.• Mari o a GIOVANNI PETELLA tlleàlco àl 1• claue

NuTINI FEDER ICO,

11

~cd ...l

t.t.orc

C LA UD IO s~·onu Capitano medico.

Gere7t-le.


MEMOR-IE

OR-IGINALI

LA BORATORJ-SCIEXTIFICI DiLLA DIREZIONB DI SANI TA 'f'DBBLIC!

STUDI SULL'INFEZIONE MALARICA SULlA VARIETA' PARASSITARIA DElLE FORME SEMILUNARI DI LAVEAAN E SUlLE FEBBRI MlUAJCHE CHE DA ESSE DIPENDONO ( l) OSSERVAZIONI R l!~

DOTTOftK

PJETRO CANALIS ~

....... ,,

toun auree aru.. • n uu

•"'•" tu

T paras~iti della malaria portano giustamente il nome dello scienziato che per il primo li studiò accuratamente e ne riconobbe la natura parassitaria, di A. Laver:m. medico militare francese. Le diverse forme che essi presen tano furono da lui ra~g ruppate in tre categorie delle quali riassumerò la descrizione che e;.!li ne fece nel suo Trattato (~ ) : Corpi n. l o a semiluna. - Sono elementi cilindrici lunghi da 8 a 9 p. e larphi 3 p., pigmentali nella parte med iana e per lo più incurvati a semiluna, culle estremità ;1ppuntate o arrotondale, legate soveuli dal lato clelh1 concavità da una linea fin issima. Sopra certe preparazioni è facile constatare che esiste in ({)l piò importantl rlsult.'\U cii queslt! rirerche furono pnbblicntl in forma di noLa Preventiva il IO ottobre 1889 nelle PuiJIIIIcazionl della Dìrfzionc di Saruta PuJ ,. blica e poi nello ,tesso mese nella Ri(ur11w Medica e Gazzella degli Ospedali.

(! l A. LA.-EJI.\1\

~

Trai l• dt3 {fe~:ru poluslrt$ ac~c la descriplion eU$ rm·

crobet du palttdtsme. Paris, 1 88~.


Ili

1330

S'I.'UDI SULJ)l ' FRZIONE lfALARJCA

essi nn doppio contorno. Accanto a questi elementi. i trovano quasi sempre dei corpi ovalari col pigmento di!\posto sofenli ·a corona regolare. Corpi n. 2 o corpi sferici. - (juesti souo i più frPqueotì, ora liberi nel siero sn nguigno ora auaccali al le emazie, dì dimen.5io ni molto varie òa 1- 11 Il, contengono per lo piu granuli 11 1 lJÌJ.;IIlento nero o ro::so-scuro, ma i pift piccoli. allo stato taP;ce!lta JWI' cosi dil'l', non ue contengono ancora. ~ei corpi piil !!rossi i granuli di pigmento si dispongono soventi 1'8!-(0fnrntenle a. forma ùi corona. OY\'OI'O sono disposti senzu ordine e animati da vivì:;simo movimento analogo al mo' i mento uroW11iano. La loro forma sferica si può modificare solto l' intluenza di 1novimenli paragonnbi li agli amcuoidi . Tn questa seconda calel{oria Laveran dese~·ive pure i corpi muniti di fil amenti mobili o Oagellati . i quali costituiscono anche oggi la forma piu mirab ile di quesli parassili e la ùirnostrazione più imponente della loro I'Ìta. [filamenti mohilt sonu :lìni::;simi e trasparen tissimi, lu ngh i 3-4 volLe il diametro di un'emazia, orn liberi nel siero, ora ai tacca li pe1· un· eslremilil. in num ero ''nrio. da ·l a 6, ai corpi n. 2 di med io e grande ,·olumP. T loro moYimcnti sono energici nl punto da deformare e spo~ta re i ;.{lohuli rossi vic:ini, e Yenn ero para).!on;Jti da Lav er;~n a q11elli di nn 'anguillu lrl che fosso sen ata per hl sua estremi Là caudaiP. e racesse :-:l'orzi per liberarsi. Secondo Lavernn (-1) i lì l:nnen ti mobil i .sembr ano rappn·.-;r•,tat'!J lu stato adfllto dei IILÌCI'obii deUa nwlarùt, ed i corpi n. 2 sono probabilmente (2) drtle piccole cisti nell'iNterno

dalle quali :;;i soit11ppww iJilamellti m.obiti. Corpi n. 3. - ~ono masse ialine ùi dimonsioni presso a Jloco uguali a qu elle dei leucor.iti , contenenti gran uli di pig-

- (l-) Trnité, - --t'l'c.,-11ag.- - - - - -- - 16~.

(l! 111., pag. 176.


STUDI SULI.'!NFEZIOI'\E MALAI\ICA

mento v,H·iamenle dispo:~li, e rappresentano le forme cndaTeriche dei ~o rpi n. ·1 e n. 2. In quest'ultima cato~oria Lnvernn comprese anche le formé di se~menlazione. delle quali dice che sono elementi eoi grnni di pigmento accumulali al centro e che intorno alla lol'o nws.<w pi[Jmentarhl centt•ale si distingtw una sper·itJ di segmenta::ione abbastan ::a l'éfJUlare delle pare i vicine ( t) . .\ Lnveran sembra evidente rhe i tlitJersi demwti paras.<litari che si riscontrano nel .~angue dei malarù:i corrispondano alle d~ffeJ·o nti fasi clell'e1,oluzione di un Joede:simo ,,w·as.'{ita (1). Lnreran aveva incominci11to le sue osservazioni in Algeria fin dal 18i9 e fu precisamente il 6 novembre 1880 che scopr·l nel sangue fresco dei ma larici in mezzo ni corpi pigmentnti, ~i cui avr,·n giiL sospellalo la nalurà parass itari a. i corpi llagellnli la cur' Ottlllra nnùtwta non era f•on ce.o;tobilr•. L'importantis;;ima $COperta ven!va nnnum.iata al mondo scien tifico m dne note presentate nli' Accademia di Medici na di Parigi il 23 no,·emure ed il 28 dicemh1·o òcllo ste:.so anno. e la descrizione dei nu ovi parassiti fu ripelutam<'nte pubblicata nE'gli ann i succe:;:;ivi (3) . .:\ elln memor1a òel 188 1 (Nature parasitair~>, ecc.) e~li dimostra ron reperti di auto~:; ie illustrati da di se~ni che i parassiti selJLcne si trovino in tuili i tessuti (l) 'rraitt, C<'f , pn~. 17i.

(21 111., png. 203. !3) A. L4n: RA~ . - Comm unicoliolll ti I'Acaclém ie de méduine •w· lts paTII4ilt( du santi da n' le paludismt. - 1Sedute del 23 ruH·~mhre 1880, •lrl:!!! dccmiJI'o ISSO, del 2:; otlohre i SS I e òcl 23 ottohre 188!). - Communicalfon s la Soelèlé mrdicule t!~.~ htipilcwx. - (Seduto dul ~~ llicemt•re !SSlt, !S aprile t _ e !l lu,::lro l i). - ,\'alurt porasilaire dts trCCidtnla de l'irnptlludisme, dtscriplron d 'uri notlWOrt parasìtc l!·utwé dous le SMl!J cles ma/ode$ alleinls de fievre i'alustl'e. P~rf.;, ISSI. - /)t la na/urt pora#lairt de l'rmpalttdinnt . - (Ruue >ci•ulaf!'JtU du

a

!t!~ nvril ! 882,

pn,!t. 5~i),


4332

STUDI SUU.'tNFEZlONE MALARI CA

che ricevono vasi sangui~Ini, pure hanno unn specie di predilezione per certi organi che sono la milza, il fegato, l) cervello e il midollo spinale, e chiude In pubblicazione coll e conclusioni che riporto testualmenLe: « l • Nel sangue degli ammalati alTetti da febbre palustre t< esistono elementi parassital'i pigmentati cl1e si presentano Il. ·ouo tre aspelli principali. 9° Gli elementi parassitan del \( snnlo(ue che sono descritti in questo lavoro sotto il nume di l( corpi n. •l , n. 2, n. 3 non rappresentano probabilmcnt~ che « tre fasi di sviluppo di un solo e medesimo parassita compa1< rabile alle oscillarie. vivente allo stato di agglomeramento t< o di incislamento durante una parte della sua esistenza. << 3• Gli elementi purassitnri pigmentati del s~tngue non si (( riscontrano che nei malati affelli da febbre palustre: essi (( scompaiono negli individui che prendono il solfato di chi<< DJno. 4-• Gli elementi parassitat·i trovati nel saugue ùe:.di u ammalati aiTelli da febbre palustre sono della ste,ssa natura « dci corpi pigmenlnti che esistono in si wan nmnoro nei 1< vasi di tulli )!li organi dei soggetti morti di febbre pt•rni'< ciosa e che sono sta ti descrilli finora come lencor.iti mela« niferi. 5• Gli elementi pnrassitnri trovati nel sangue dei ma« lati afTelli da rebbre paJu,..tre sono la causa diretta dc)!ll ne« cidenti dell' impaladismo. t>• L' impaltl(lismo deve « prender posto ormai fra le malatlif\ parassitarie. » Da 11uanto bo esposto finora si vede che a Laverao non era :;fuggiLa nessuna delle principal i rormo solto le quali si po!'· sono presentare i parassiti della mnlariu, nleoni falli però non erano stati da lui rettamente interpretati. Cosi. egli arc\'a capito honissimo che i /'arassiti .-;i nutrono a spesi' dei globuli r·nssi a cui si attaccano {ti) e .che le forme pi~-

-------------------------- ----------------(l) Traile, ecc., pa:;. :!03.


STUDI SUI.L'1NFEZIONE MAI.ARICA

·1333

menta te provengono dallo sviluppo delle forme non pigmeotale('! ), però credette cbe i parassi ti n. 2 non liberi fossero soltanto attaccati non contc·nuti dentro le emazie. Cosi pure le forme di segmeutazione le quali, come dimostrò più tardi il Golgi, r·appresentano le form e di scissione e moltiplicazione dei parassiti, furono dal Laveran interpretate co.me form e cadaveriche. Le osservazioni di Laveran furono co nfermale nel188'2 da un altro modico milita•·e francese, il Richard (2), il quale inolt•·e interpretò bene i rapporti dei corpi n. 2 colle emazie de11tro le quali ritenne che erano contenuti; nella sua ultima pubblicazione però anche egli uccellò l'interpretazione di Laveran. che om si ritiene dai pi[L come non giusta. ~ e l ~ 88~ Lnveran venne a Roma e nell'ospeda!e di S. Spit'ito trovò nel sn ngue dei ma larici le stesse forme di par·assiti che ave,, a studiato in Al~e1·ia (3) . alcune forme anzi egli mostrò ai ~ignor: E. Marchiafa\"a e A. Celti (4) i quali nncora non le conoscevano, ma forse perchè non ehbe l'occasione di mo· sLrar !oro dei corpi Oa:.;ellati non riuscì a pcrsuaderli cbe !iÌ traLtava di }Htrassi ,Li. Onesti ossenrat.ori di fl'aui proseguirono lo sludio del sangue nei mnlnrici e ,.i trovar·ono una gran parte dei parassiti descrilli da La\"er·ao, ma li riteoner·o come prodotti di una degenera::ionc pr·ooressiva e gradual<.> (l) A pag. 203 del suo TroLtato si logge: • Au cl ohut ces tlléments tpa r·assiti) sonL traspnrents, hyn.lins, non pigmrutés et Ics hématies au:tquelles lls s'accolent , prèscntent simplemeut de pctitllS taches rlnires (G, Og. 7). bientòt i1 se rornìe un grain do pigtrienl il l'intorleur, pui~ demc, trois et blent6t los grain~ pigmcntés devlcnuent assoz IHHTlbreo:c 11our rJu 'l l soit souvent d ini~ile de IPs

com pter. • (~) RICHARO. -

Commu11uatfons 11. l' Acoàimie del sciencu sur le parasit6 de

Séance tJu 20 rr:ivricr t 882. - (llevue sc!enlifique, t 883, p. U3). (3) A. LAVF.IIAN.- Annates de t'flulitut Pasleur, t 887, pag. '!i3. (4) E. MADCIIIAPA\'A o t\. Cr-1.1.1. - .4t·~Mvio Jlrr le scie11::e mediche, vol. Xli, pag. li8.

l ' i m]Jalttdi sme. -


1:)34

STUDI SULL'INFEZIONE lJALARlCA

dei fllolmli I'O.<;Si ( 1), interpretazione cile fu sostenuta a nome loro (2) nel Congresso di Copenaghen del 188 ~ dal prol'l':)sor Tommasi-C:ruùeli. il quale cercò di confutare le ra~wni ,\ddotle dn Lnveran e Richard in f,lvore della naturn para ·'ilaria di quei corpi. l Jila mc:nti, sosteneva il Tommasi -t:rudeli n nome di Marcltiafava e Celli, sono ::;empliceml'lllr' llll prodotco della distru.~ione dei globuli rossi dt!l sangue. E in seguito: basta esaminare le fo rme rni;inli dd l'al tura::ioJW melanica dei globuli rossi Ili! l disegno e/w tJoi avete sotto gli occhi per es"lrHf,•r,• l'interpreta.:iom> di LaV{!f'(Ln e Richard. Si L,ede d{!'jèttti e/w il pi!]mento nero apparisce nell'intemo ,f~ ·i f!lobult' rossi .'>en.:a la sostan;;a ialina, ulla fjttal..:, ·"''· conrlo rtuesti autori, e s~o dovrebbe essere inclissulo&ilmente legato, {fÙtcduJ il pigmento non è p er essi c he un (/ttribato del jì(ll'assita rappre::wttlato cln 'fttesta so:>tan-~a. ~el '1 88~> però anche Marchiafava e Celli ~i convertirono alla teoria di Laveran clel guale confermarono in ~r·:~ n parte le os:;~r·vnzioni (:3). Essi descrissero inoltre piiL minnlomente ..: he Laveran non avesse fatto le forme paras,;itarie non pi~ 11\eotate alle quali diedero il nome di pla:>modi e ne st udiarono particolarmente i movimenti ameboidi. In quanto al rt~p­ por·to di questi paras:-.iti coi globuli rossi, essi abhracr.iarono l'idea sostenuta prima e poi abbandonata dal Richarù cltecic'~ non sono auaccati ma contenuti nei globuli. Lo studio dell'etiologia della malaria non era Junqne molto ( l ) Complt-remlu oJ u COflgrr3 périodique i11lernalional de,; scie>ICCS liWiiua/tS.

Copenhnguo, 188,, Iom. 11, pag. ~4 e 2:1. (~) E. MARCIIIAFA\'A e A. C~:LI.I.- Arcltivi o pu le rcirn:e metlu/of, \'OI. XJl , I'3J;.

o l.

(3) E. ~IMICIIIAFAVA e A. c.,~. -

.... -1\'"0t'e riarc/ie

Sltlla ill{e~ io)lll' molai'ICII.

( Arch1ulo per le scle11:t m ..dièhe. \ Ol. lX. n. 15, 1885).


STODl SU!.L'INFEZIONB MALARCCA

1a:n

progredito dal punto in cui lo aveva lasciato Laveran, quando comparve il lavoro magistrale di Golgi sulla quarlana (1) che lo indirir.zò sopra una nuova via. Sino allora si conosceva piit o meno bene una congerie di forme cho si stlpponevano fasi diverse dello sleSSI) puassita, ma ben poco si sapeYa !mila IO'ro successione e sui loro rapporti roi diversi tipi di febbre malarica. È merito di Golgi di aver richiamato l'attenzio ne degli osservatori sopra un regolare ciclo e\'Oiotivo dei paras · sili malarici, sulla corrispondenza di tale ciclo colla succe<>ione periodica degli accessi fcbbl'ili e di averlo descritto in tu lle le sue fHsi nella qnartana e nella terzaort. Esaminando metodicamente a brevi intervalli il sangue di individui oiTetLi da quartauJ. semplice, durante l'nccesso feiJ~ril e e nei giorni di apiressia , e g ~i trovò che enlro il periodo decorrente dn un accesso all'altt·o i paras!\ìti ;;i svi luppano gradualmente dentro i globnli rossi pa,;snndo dalle inizi;1li forme ameboidi non pigmentate alle forme pigmenlaLe. lo quali pr·og1·essìvamente sì ingrossano, appropriandosi la sostanza globu lare, lino a che, toccata una cerk'l. fase evoluti vn, vanno incontro ad una segmeotazione, la qunle accado in corri spondenza o poco prima dell 'inizio della fehbre. Per eiTello di tale processo segmenlativo hanno origine nunve generazioni di parassiti, i guaii invadendo allri globuli rossi e ricominciando il ciclo portano seco altri socce:;sivi acces"Si, mentre il residuo di melanina deri,·ante dalla distruzione dell'emoglohinn e rimasto libero per il falLo dellasegmentazione, vieue alla sua volla distrullo dai globuli bianchi eJ. elementi con· trauili del parenchima di taluni organi (milza, fegnto, ecc.). (i ) C. GOLCI . - Sull'in(e:ione mala•·ica. - Comunlcnzlon() falt:l al ln Il. ~\c­ endemia ~lc• l ica di Torino nel la seduta delli 20 tl llVemhrc 1885. - (GioriHtltJ della 11. Acccul. med., vol. XXXHI, t~Su , rog. 734}. - Lavoro In es teso. (Al"· ellivio pe1· le sdell'ze 'llled1che, vol. X, !886}.


1336

STUDI SULL' L~FEZlONE MALARlCA

Ogni acces:;o febbri le perciò nella quartann è in rapporto collo sviluppo di una g~nerazione di parassiti il quale avviene in tre giorni ; le quarta ne ùupl icate e le triplicate {alcune quoll· dinne) sono in rapporto col ciclo evoluli,·o di due o t1·e ~eoc· rnzioni che maturano con un giorno d'intervallo tm Iom. Si veoira cosi a conoscere e disti n ~ u ere dalle altre le forme che fanno parte del ciclo evolutin\ di una rarieti1 di para~sit1. quella della qunrtana. Le ossen azion1 di Golgi furono confermate da ,\1archinfa,·a e Celi i ( l ) e io parte da Counci lman (2) . Più tardi il Golgi (3) scopri,·a il ciclo e,·olutivo di unn ;;econda varietà di pams~ ili , quella della Le1·zana, la quale compie il suo svi luppo nel pe1·iodo di due giorn i. Anche que· sto parassita è rappresentato da orgaoi:;mi ameboidi , i qurdi inyndendo i globul i rossi, entro questi gradatamente si S\'iluppano nel p'oriodo decoJTenle da un accesso Hll 'allro. e appropria ndosi la sostanza glolwlare e trasformando la emoglobin'n in melanina, nllr·a versano le dh·erse fasi di corpo ame· boirle pigmentato fin o n ra~gi un ge re la fase della ~egmenta­ zione (coincidente coll'ini?.io della febbr e) da ·~ui traggono ori· §.!ine altri piccoli corpi amehoidi destinali ad anniùar;o;i entro allri glohuiJ rossi per l'icominciare il ciclo. Le terzane duplicale corrispondono a du e generazioni parassitarie ra;!:!Ìungenl i il completo sviluppo con un giorno di distanza. l paras·iti della tertana offrono note biologiche e morfologirhe raolu IO E. MARCIIIAI'AVA e A. CBLLI. ulla iu(t::.ione malnrica. U•·rlurlf) ptr le ~t&ti!Zt mtdicllt, voi Xli , p:!{;. 153). (~) W. J . Cot:NCILli AN. Neutre Unlerauckullge-t& iibu Laueruu > llt!lll 111· 1m1U der ,1/alarra. - (Forùchrille der Medicin, Bd. G, n. U o 13, 18881. (3J E. GOLGI. - Anrora I Ull'in(tzio&le malarica. -(Gazzdla drllh O•!•ilah, n. fi3, !886, con figuro in zlncotipia intercalato nel testo). - Sul ciclo RUOi tdivo d oi partUsili malarici nella tcrzall/l.- (.l rch&L'"' prr u ICien;:e meàackt, vol. Xlii, t 88'J).


Sl'UDI·SULL' I NIIEZIOXE )(AL ARICA

·1337

speciali e caratteristiche che si può con sicorP7.Za distinguerli da quelli della quartaoa. La riproYa della verit:t delle leggi di Golgi si ha io ciò che dal semplice es,a me del ~no gne de~li ammalati, Lenendo conto dei carallcri dill'ereoziali delle due varietà parassilarie e delle loro diver:>e fasi di sviluppo, si può dat·e un gùuli::io preventit'o oltr e eh(• s11lla fo r ma clinica , t.wc'w srtl numer o r/elle o1·e tl1H'OI'Sé dalla .febbre, s1d yiorno del IWOV() rtccesso, sulla manc((n~a di poche o molte· ore alt'/nsorgen;a di questo. econdo l~ olgi le numerose varietà di febbri interrniuenti che soglionsi an noverare sono in grnndi~s ima maggioranza semplici varietà o romhiuazioni dei dne tipi torzana e tfUHI'lnna; egli ammette però t'esistenza di altri tipi di febbrE' legati allo svil uppo di altre Ynrietil ùi pnrnssiti mnlarici pe1· es. delle scmilune di t a'eran . lo avevo già incominciatn le mi e ri cerche sulla malaria quando venni n conoscen;w di una comn nicnzione fnttn dal Golgi il U apri le del corrente nnno alla società roedico -chirul·l!ica di Pavia. sulle fehbr·i intermitlenti a lungo in te•·vallo (i)-6-8-'10-1 ~- ·1 5 giorni), nella quale all'erma va l'esistenza di questo tipo di fehhri negato dfl molli clinici, e diceva che i parassiti mularici da cni le med~t."iime forme febb,·ili dipl'ndono er ano r appreSl'lltCiti dalle accennate form.esemilunari di Lcwenm, il rui ciclo evolutivo non r·ompiesr' enu·o un limite di ce11I(HJ cosl<tnt(' e ben dt:b·t·minato. ~on essendo anco ra puublirnto il ln,·oro del Go l~i e non conoscendosi pei'Ciò ancorn le fa~i del ciclo evolutil•o da lui osservato, ho creduto non inut ile la pubblicazione delle os strvazioni falle dn me ind ipendentemen te da Golgi. lo ho fatto le mie ricerl'he ueii'O·pedale Militare di Roma


~ 338

STUDI St;LL' INF&ZlONB MA LA BICA

sui soldati ammalati di malaria, provenienti specialm ente dai forti che ci rcondano la ciuà. Grazie alla curle~ia dei miei colle:.tlli militari mi sono trovato in condizioni molto fa\orevoli per questo studio , poit:hè di qunsi tuiLi ~ li ammalati ho potuto conoscere esallamente la sto1·in della malatLia e l'esito ultimo di qnesla. Ho incominciato le ricerche ve•·so lu metà di giugno e le ho pro se~o; ui te fino olia fine di ottolwe, stndiando cosi le febbri mnlariche che hanno d')minato •t ne · st"annn nei dintor-ni di 1\oma in estole e autunuo. ~ un meM di mille m11larici sono santi curat i in questo periodo nell'ospedale militare, il piano di ricel'clte (W l'ti tlu mc st•qrtito non 111i lta pet·messo dt esamùwrne t:!te .-;essafltatre . Di !Tatti volendo esam inar·e metodicamente il sa nttue uej!li r~ m ­ m~:ati giorno per giorno c. più spe 'SO, ota per ora ed anche ad intervalli più hrevi dal momento in cui venirano accettali nell'Ospedale fin o a quand o venivnno licenziati, alw ui am malati hl> do•uto tenerli io esame per oltre uu me•e. e non ho avuto tempo perciò di studiarne un numero maggtere. ~oto per incidenza che avendo nello stesso tempo e:-aminaLo rigorosamente il ·angue di venti individui snui od :unmalati delle malallie più iivariaLe all' iofuor1 della mallll'ia (tifo, lubercolos•, reumntismo articolare, ect•.) non lw mai tro\'alo oulla che si poles:-.e confondere colle forme dei parassiti ùella malaria. l miei sessanlalre ammalati non f11ron o scelti , ma presi a caso fra quelli che a mano a mano si presentavano all'o:>Jledale. Di essi due soiTrivano di fehiH· e n tipo qnananario ,;ero · plice, tre di lerznna semplice, e cinquantollo di reh~ re a tipo <jUOLidiano o irregolare (subcontinue, subent ranti. perni ciose). Trala )\t·inndo J1CI" o•·a i casi di quar·tnna e lorznn a, gli. altri 58 casi si possono dividere in due ~ruppi . tino a nn


STUDI SUI.L'I~FEZIONE YAUIII CA.

1339

certo punto distinti anche clinicamente, ai quali corrisponde un reperto diverso nei paras ·i ti del sangue. Il primo gruppo l• rnppresenrato da febbri ad accessi per lo più quotidiani, i quali incominciano qua si sempre con bri,·ido marcato e sono relativamente eli breve durata (6-l~ ore). ~egli inrervalli fra un accesso e l'altro vi è completa apiressia e senso di benes'ere nel malato. 1! chinino ha tron··ato quasi sempre in poco tempo la malattia, anzi rah•olla è hn:<tato il ripo:;o dell'ol\pedn.le per ~narirln. lo queste febbri, di cui ho ~tudiaro quindici casi, non ho rrovato nel sangue ··he le variclù para'>srlarie stndiate dal (;olgi nella quar·tann ù nella terzana; e5se rappresen!avano cioù quarta ne triplicate, rerzane duplicate o combinazioni dei due tipi. La ma ~~iot· parte dei ca:>i appar-tenenti a questo gruppo occor·sero dtll l i) giugno al 1i> ngosto. rt 3econùo gruppo, al quale spellano gli altri 4:3 casi siL~· ùiati, comprende febbri ad accessi ordinariamente lunghi ( 13-30 ore e più) i quali le prime volle per lo piu incomin~tano con l1rivido intenso e prolun:.:ato, ma che col ripetersi maocn no del ht·ivido iniziale siccht> gli nmmalnti non sanno in òica r·e con precisione quando la febbre incominciò. Disturbi ~nstroenter·ici accompagnano soventi queste febbri ed una cefalea intensa lorment.a gli ammalali anche nei periodi di apiressia. Gli ncce~si non ~ i succedono <L poriodi regolari, or·dinnriamente tra un accesso e l'altro non intercedono che poche ore ùi apire:;sia. tah·olta non si ha che una . empi ice rernissiono ed il qnaùro clinico simula quello di una fehbre tifoidea. In principio di malnllin può accadet·e che gli accessi :i succedano n giorni alrerni regolarmonte, simulando un tipo di terznna, opporo tutti i giorni come in una ter·zann cluplicata, mtl dopo cinque o :>ri acces-i il tipo si fa completamente irregolare. e si ha cnra di ten er dietro alla storia


134.0

STUDI SULL'INFEZIOJ'jE lL\ U iliCA

del malato si vede che per lo più anche quando con generose dosi di chinino somministr:lle per iniezione inlf·nmo:;colare si riesce a troncare la feubre. la guarigione non c che apparente, giacchè dopo 8- f 0- 15 giorni si hanno delle ricadute e gli acce:;·i continuano poi a ripeter ·i a lun~lu inter· valli talvolta con qualche re~olarità. Que~te febbt·i possono dnre in por hi J!iorni delle cachessie. 1n questo gruppo entrano le febbri perniciose e le cosideue subt•ontinue e subentranti. 1n 40 d1 IJUesti ammalati all 'esame del san~ue tollo dal polpastrello delle dita con le solite cautele, non ho mai trovato le forme parnssitotic della qnartana e della lerzaua, ma unicamente le forme di una tenm varietà di parassita malarico di'l quale hò potuto studiare la evoluzione ed al quale c1·edo si debba do re il uomo di oarietrì deUeform.: :>f'mi(,,wri. dalla forma più caratteristica del suo sviluppo, rhe meglio Si dis tingue dn quelle delle altre due V!lf'ÌCIÌI Q( UÙialt) dal Golgi. In 3 cnsi ho trOI'nto le forme semil unari in com· pa~nin ùei pnrassiti della quarlana o terzana. I n CJ uesti però non ho potuto fare che os en·azioni :;altuaric. per or:~ perciò non tengo piu cuntodi que:;ti :l ra~i, J'i:.rrbanùomi a riloroare !'UIIo studio di queste comuingzioni ernando pott·ò disporre di un maggior nu mero di casi hen e:>aminati. Le forme :-emilunari del t a,·eran non si presen tano però nel sangue, almeno in quello ùella etile, che dopo ripetu!t accessi febbrili; ordinariamente nei casi da me studiati com· parirano dal l i$ 0 al 30° giorno dopo il primo accesso, in un solo c:1so ho potuto vedere la comparsa delle semilnne al io giorno di malattia e nl ,s.o accesso rebbrile. Si tralt:wa di un soldato, certo Rinaldo Mar·iotti da Cataoz,,ro , il quale non aveva mai so ll'et·lo rehbri da malaria e che potei :t vere in e~n me fin dal secondo accesso. 11 f1tllo imporlo rlle però ò r.he quando si segue l'esame del


STU DI SGLI.'I:-.rEZIO~I'. lfA LARICA

l :l4. l

malato, come ho potuto fare io, per un tempo piullosto lungo, ed tll1cile dopo rappareote guarigione, le.forme semilwwri compaiono qua...i costantemenw nunzie per per lo più di nuovi accessi febbrili e viceversa: t1·vvando le forme .'it:milunari nel sat1fJUe di un malato si puù con certcz::a affermare che ha so.l/'erto già altri (ordinariamente pareccla) accessi di queste .febbri iNe,qo lal'i. Dei miei 4-0 ammalali di febbri del '2° gru ppo ho potuto consta tare in :24 la fase delle semilnne, in 16 non le trovai , ma si tmllava preci -amt>nte di ammalati che avevo potuto esaminare soltanto per due o tre giorni in prin cipio di malauia. Però, e:;sendo la ricadntn. come dissi, la regola gener;lle di ctueste febbri, alcuni di questi lo. giun ti ttl re~gi­ meuLo ebbero altri accessi febbrili, od in ùue che fur·ono rimandnLi all'o pedale potei constato re In presenza delle semilun e. Alcune \'OilC è capitalo clte ammalati , nei quali in principio di malallia non a\'6\'(1 trovato le semilu ne, stavano per esser licenzw ti dnll'o~pedale dopo l Oo ~ 5 giornt di apiressia quundo ri é.~nmiuando il sangue vi ritrovavo le forme semilunari. \ nche in questo ~ ruppo di felllwi nde la legge di Golgi che all'inizio di ogni accesso febbrile COJTisponde la mntu razione di una generazione di parassiti, però i primi accessi sono in corrispondenza con un ciclo di !'Viluppo rapido e acceleralo del para ~si ta , gli ac('essi che vengono più Lardi corrispondono ad nn ciclo dello stesso pa1·nssìta che si svolge piit lentamente e del qual e ~n no una fase le form e :o;emilonari. T;mto il primo ricln quanto il secondo hanno per pun to di partenza il p:.H·n:;sita ameboide non pigmentato e pet· ullima f.tse la ~ci ssion o o ~ poru l n iou e , il pnras~i la cioi• pe · netra lo denl ro 1l glohulo vi si ~' iluppa trasformando l' emo-


tJ :H.;?

Sl UOI SALI.'r:WEZIO~E &IAI..AIIICA

globina in melnnina e nllmYerso una serie di metamorfo,i differenti uei tlne cic li gi unge alla segmenlazìone. Lu studio del primo ,-ido è re o molto dtlficile ùa ciò che per lo piit sì tro\'ano nel sangue contemporaneamente più ~E'n eraz i oni dì para~si tì a diverso stadto, le quali preparano allrellantì acces i fehhrili distinti o sovrappont>nli i. e da ciò che non si può ritardare la somminislrnzione del chinino agli ammalati senza pericolo stante 1:~ tendenza d t queste febiH·i ad aggravarsi. È per queste ragioni chP la llumta di e.• o non :.i può s~ mprc pr·eci~are hene, pare però che ordinariamente non sia minore di due giorni. In qualche raro raso ho trovato che il ciclo sì svolgeva in 24- ore; certo 1\ che non ha una durato costnnte e che può \'aria re non soJo da indi\ iduo n individuo, ma <\Oche da un accesso all'altro nel lo ste.;so individuo . l casi più opportuni per lo studio della snccessione delle forme del pr-imo ciclo sono quelli in cui, come ho detto, la febbre incominria colla forma di ttna terza na e gli arce,;~i .,i surceùono o~ ni due !!iorni regolarmente. l n tali casi nel s an ~ ue non si 1rovn che una generazione di para:;siti nIlo stes~o ~ta d io di 5\'iluppo, la qual e ginoge a maturazwne nel period o di due 1-{iorni e che sì può se[.!uire da uu a•·re,;;n nl- ' l'altro io tulln la sun e'•oluzione. Nello svol!!imentu di q ue~to ciclo si po :;ono di~tin;uere dne fasi: 1• fa~e . E~nmi n a o do a fresco il sangue in uno di que:;tt casi tipici nelle prime tre o quallt'o ore dell'ac.cesso sì tro,·ano i parassiti dentro i globuli t'0:5si all'inizio del loro sviluppo. La ma~g i o r parto di ossi , già dopo pochi minut i dalla prr':l del san~u e, ~ i presenta allo sl:11o di riposo o co n U10\'imenli amebo idi molto lenii an che quando la tempen1Lura tleJI';IInhiento sia piullosto elevata (30°-3'2'' C.) . [n ernesto stato ~vnl 1


STUDI SUtL't:-iFEllONE XALARICA

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di form a rohmde~gianle, mollo piccoli. il loro diametro es· senòo presso a poco 1, li di quello dei ~lounli ros i, sono perciò più piccoli ct~i paras·iti non pigmentati della terz~tnn. Questo carallere della notevr le piccole7.7.n e quello che col pi ce di più rosservatore il quale possa farP. un confronto rolle forme corrispondenti della terzana e quartnna. All o stato di riposo presentano distime una parLe centrale più o~cura (entoplasma), che per la sua forma e po··izione ra s~o­ miglia ad on nucleo, ed una parte anulare perif~rica più chiar"l {ertoplasma). La parte d'apparenza nucleare for·ma per lo più una ma:;sa rotonda che :-la al centro od anche eccentricamente. in qualche parassita però invece di essa si vedono due o tre punti piit oscuri i q1mli apparentemente sono isolati l'uno dall'altro. \Ilo stato di riposo il limite tra il pnras.;ita e la sostanza del globulo t\ per lo più netto. Soventi si verlono i parassiti eseguire dei mofimenti eli tra~lazione d<1 nn punto Hll'altro del globulo senza deformarsi notevolmente. Questo movimento ~i rende manife:>to soprattullo quando ~i trovano due o tre parassiti dentro In le::~o ;.dohulo (caso non tanto l'aro) i qua li si mnovnno da un punto all'a ltro disponendosi variamente. r globuli che o~pitano i parassiti 30no in parte normuli in pnrte ra~grinzati. piccoli: qunlche volta la maggior pnrte dei globuli nttaccati rlni parassiti appartengono a <tnesla categoria. Non i• molto raro· anche di trovare in questo stadio qualche parassita libero nel plnsma sanguigno e presentante pnr esso una parte centrale più oscura ed una per·ifericn piit chiara. A mano a man(• che ci allontaniamo dall'inizio dell'accesso i paras~iti :;i ,·anno in~rossnndo leg~er­ mente ed i loro morimenti ameboidi pnre si fa cciano più vivaci. Più spesso rapita allora di ,·edere para:;siti nei quali invece di una massa entoplasmica si trovano due, tre o piu globetli o;;curi (1'nv. li . fig. 19 C) e di trovare l'entoplasma


13H.

STUDI SULL'I'W.EZ!O N& MHARICA

formato da flue globeui un iti per un sottile trallo di sostanza (Tav. U, fig. '18). I n questi parassiti alquanto sviluppati la parte periferica anulare allo stato di riposo si presenta talora splendente. Quando i parassiti si sono alquanto ingranditi incomincia a vedersi nella loro zon a anulare qualche finiss1mo granulino di pigmento rosso-scuro o nero. La comparsa del pi~menlo avviene piu o meno presto secondo i casi e for,;e \• in rapporto colla durala maggiore o minore del ciclo. In un caso di feulll·e in cni il parassita com piè la sua evoluzione in 26~8 ore e nel quale l'accesso febbrile durò 8 ore. trovai qualche parassita con granulini di pigmenti) soltanlu nel pe· riorlo di apiressia, 14 ore dall'inizio dell'accesso. ~ell'esame successivo fallo due ore dopo i p:1rassiti pigmentati erano in numero all'inçirca uguale ai non pigmentati e passate altre sei ore, Yale n di re 20 ore dnll'inizio del l'accesso, tulli i paras· · iti contencvllnopigmenlo . In un altro caso nel qunl13 il t•iclo evo lutivò durn~·a 4.8 ore, vidi uo solo par~sita con due grnnulini di pigmento in lullo un preparato, trn i numerosis:-imi parassiti non pigmcntati, dodi ci ore dal p1·incipio dell'ucces·o, quando questo slava per cessare; dopo altre selle ore (a piressia) i pigmentali erano in numero pres~o a pncn uguale ai non pigmenlati e, passate allre due ore, i primi predominavano grandemente. l grauulini di pigmento \'anno aumentando in numero ed in grossezza pw· rimanendo sparsi nel corpo ùel parassi ta, mentt·e questo si va pure in;,!rossando ma ordinariamente non passano il numero di 6-/ granuli· Fino a questo punto il parassita conserva i · uoi movimttnti ameboidi, presenta l'enloplasma visiuile e i granuli di pigmento sparsi, ed il globulo non è ancora mollO sbiadito (fig . 1 e G). 2" .fase. Ln prima fase è la piti lunga del ciclo, puiché


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si estende finn a poche ore prima del nuovo accesso, il numero dei paras:;iti che si trovano nel saugue circolante è molto maggiore di qnello che si t.r·ova nella fa~e successiva. fri it alla fine dPIIa tn fa'l' vi i• una notevolP diminuzione la qoale si fa per·ò spicca ti ssima nella ·2· . Ciò si può spiegare colla di:-Lmzioue rlei para,.sili P col faLLo che probabilmente gli ult imi st.utli dAll a evoluzione si compiono in or·ga ni profondi. Que:<t'ipnli'"Ì trO\'a 1m nppo)l~io nell'o<>sernrzione falla da M :t~·rliiafav;t della presenza di abbondantissime formo di ~ci ssione nei capillari del cen ello in tal uni casi di febbre perniriosa nei tjuali all'agonia il sangue della cute non ne presentnvn. La tliffìcoltir di trovare le forme dell'ulti ma fase si spieg<L anche c~olla rapidit;'c con cui ;;i ;;ucceùono, anenen do talora la loro evoluzione in due o tre ore. Per clare un' ide11 della rliffìcollit di qu e!>ln rirerr.a dirò <: ltl} q u~11 ùo i para:;~iti non ~ono molto numerosi Ot•lla prima fase. hi'll!!lla mol tù volle esaminare ttn prepnrnto pF!r due o Lrc ore rontionate facenùolo ~COJ'l'P.re campo per campo coll'apparecchio re~olntore di Zeis3 prima di tmrare un11 o dnc fot·me di srisstone. In qt.estn :;eco nda fasr i ~ranuli dol pigmeuto si pre~l·mano l'llt'Colti in nn grupp••llo o in un grn..;so granulo immol1i le il quale si trova silualo nel ceutro d<>l parassita o alquanto eccentricamentr; il paras::.ila 'i ingro;;sa e perde i rnovimenli ameboidi e la part n r nloplnsm ica nou lli distingue più cl:-tll'ectopla ·ma. I l rnrpo del par':l:>sita è più chiaro cd ha in prin cip io un cr.nlomo leg){errnentr ;;inuoso che in se~ ui lo -.i va facendo sempre ptù regolare. Il limite tra il parassita e la sostanza globulare apparisr.t' ben netto. )fano mann che il paras:sita si Ya nppropt·ta ndu la snsl~tnza dell'emazia IJIIP:-La impallidisce e ben prt>~lo rimane compiPiament e incoiiJra (Tav. lL fì).!. 1- IOA ). lndi alla periferia del parassita in•·o-

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STU DI St:LL' INFKZIONE MALARI CA

minciano n segnar·:~i delle linee ruggiate che accennano ad una ·e~mentazioue. Il para;;sita in ~egm entazione i• ordinari:unenLe piit piccolo di un globulo rosso e dei corrispondenti rorpi dell" qua rlana e terza ua. e si presenta formato da li ·8 l () corpiccioli rotondi o leggermen te oval ari dt~po ... ti alloruo ad 11r1 gruppeuo di gra nuli pigmenlari od anche ati nn.t J.lallollolina mollo piccola e re~olare di pigmentu. :\ on sempre questo occupa.Ja part e centrale, tnlvolta si Lro,·a da un Ialo della massa in sris$ione. Della sostanza del ;.(lulmlu rosso ora nno si vede piu traccia, ora si trova uu avanzo cotnplelnmcnlè shiatlito soLto forma di alone lull'allorno u solo da un lato del parassita: mi è occ'orso pure di tro,·are un corpo in inc\ipienle ~cis~io n e ci rcondato ancora rla untl zona di globulo rosso che consen ·a, a parte della ... ua emoglobina. Un ca t·arlere :-picco lo del parassita in questo cid'l dte ha'\ta so,·enti per d i~linguerlo da quelli della quarLnna r tlella terzana'.(• la sr<1 rsil à de l pigm ònlo anche nei suoi ultimi :;tadi io t WTI ho mai peni trovato casi di febbre in r•ui lllltll· c:w·;.r.;e lo stadio dr•i pa,·assiti pirw-,_entati. co~i pure per le mie o~servnzi o ni non potrei ammettere che a'vrng11 la sc,:mentazinne senza la prl.'~t·es~a formazione d• pt;.(lllPotn. Anche quando non ho avuto la fortuna di so rprer~skre col· l'esame del sangue il mom ento della sci,.-;ione, ho mn·ato co-;tanlemenl e nelle prime ore rlell'nccesso succes:-i\'o òe1 glol>ellini di pi~mentn identici a quelli ·che si lrorano nelle fot·me in scissione o liberi nel plasma (talora atlar1·ati a ~-3 corpir.cioli provenienti dalla scissione), oppure contenuti nel corpo dci leucociti ((ig ~0-:? 1 C). Le forme di questo primo cic!o furo no li nora doscntte ((li · cune appeno accrn uate) alla rinfusa perché tali dill'alti si presentano ord inariameute. trovandosi per lo più come ho dello


STUDI SULL'INPE7.10N!t llALAtHCA

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in questi ammalati con temporaneamente più ~enerazioni di parassiti a di\·erso stadio di l'Viluppo le quali preparano più accessi che si succedono o auche si conlinuano Oltre ai leucociti melaniferi ·i u·ovano nel snn)!ue di questi malal"ici come pure in qnello dei malati di Lerznnn e qunrlana dei leucociti carich i di corpiccioli rolondeg~ianli. splendenti. di grandezza vnt·ia, che mnsr.herano molte volte il nucleo del ~lobnl o. Talvolta insieme n questi corpiccioli si trovano dei hloccili o granuli di pigmento. talvolta non >e n'è affallo. Probabilmente essi sono ravanzo della distruzione dei parassiti da parte dei lrncociti (fig. 22 C).

Continuando l'esame degli stessi ammalati iu cui a\e,·o -:;Ludiato il primo ciclo ho potuto se~uir·o dopo più nccessi febbrili lo sroi)Cimento del secondo ciclo carallerizzalo dallo stadio delle forme semi lunari. Oevo notare che gli ammalati .che mi sen·irono a questo studio erano stati solloposli alla .cura del chinino . ciò che probabilmente non è senza in fl u~nza sullo sviluppo più o meno rapido del ciclo. Tal volla le forme !lell1ilunnri compaiono in mezzo n queiiP del ciclo rapido. qunndo cio& gli arces!-i fehbrili ,..i succedono an co ra n brevi intervalli: pare in questi casi che menlre la ma!!;.!ior parte dei poras!>iti continua a svilupparsi secondo il prim t~ ciclo., una piccola po.r·te di essi incominci la via più lunJ.!n ùel 8econJo; talora in\'ece, cessala per il chinino la fehure dovuta al ciclo rapido, ;;i ,·eùono compa1·ire le ~emi­ lune. Il ciclo delle :-emilune si può dividere in quallro fasi. che corrispondono ai corpi nmeboiòi, corpi semihmr.ri e corpi {)rali, co1·pi rotondi e flagel lali e corpi in scissione. La prima fa~e e nei rrimt stadi identica a quella del ciclo


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ST UO[ SULL l:\'FEZION E HALARICA

rapido di questa vari eta parassitarirt . Dalle piccolissime fo rme amel>oidi non pigmeutale, identiche nei due cicli, ~i pas!in in un periodo di lampo più o meuo lun~o n quel le ameboidi piu )!rosse contenenti qualche granulo di pigmento (B ~ . ·1-5 B ). Quindi il pigmento si rnccoglie immobile a mucchiello in un punto ceou·ale où eccentrico del parassita, il corpo di questo si fa piu chiaro. perde i movimen ti ameboidi, non presenta pitt l'enloplasma visibile ed un lttt contoruo netto e regolal'e. A questo punto il parassita oecoJìn dn l 3 a metà del globulo il quale, mano mano che a umenta la qnuntità di 'pi;.Jmcnto nel pàras~i la, si va decolorando . Il p:uassita prende in seguito una formn allungata O\'alal'e ('f av. ll, lig. i-81J)col pigmento rnçcolLo nella sua pa l'le ce n lrale, !:l poi incominc1n a incurvarsi. E~so non ù anco1·a addossalo al margine del ~l o bu io, vi si trova però oràinarinmenle vici no, per cll'ello dell'accrescimenlo vi si avvicina sempre più fiu chl! il bordo convasso del paras~ iLn si confonde coll'orlo dal :;:louulo. iJueslo quautunqne impallidito, conserva però anco ra nna pat·te dl' l ::;uo colore giall iccio. Continuaud o l'ilccre:;cimento del parai\sita si Yede che il suo corpo ha una certa con::istenza pi ù gt·anue di quell o del globulo giacche il ~l ohulo (Tnv. I l ,li g. Il B) cl1e lo contien e e che conserva an cora una sfu1natura di co lontzione gialla, segue l'alluJJ gnmento flelln semiluoa prenùcnùo una forma ovale e, picchiando l e~germenl e con 1111 u:,ro snl pr·eparato, il globul o si vede a rormare delle pieghe mentre la semiluna rimane ben di::.te.sa . Quando la semiluna ha ri-

dotto LoLLn l'emoglobina in melaniua, lo stroma del globulo appariscr nncora col suo contorno come una lin ea soLLilissimn. cJJr>a o a zig-zag cbe riunisce le estremil:·t tlell rt semi luna (Tav. fJ, fì)!. 12 13 B ). Qualr.he rara Yolta la semìluna si svilnppa colht :-ua ~on · Yessilà riv olta :11 centro del globo lo ('L'av. IL fig. 9 C) et1 all ora


STUDi SULL'JNF!ò:Y.IONE llA LAIUCA

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Milo sviluppo ulteriore scomparendo l'emoglohina, la linea ar· cuala che segna l'a ranzo del glollulo ~i trova sulla convessità di essa (Tar. lf, fig. IO (',. Quando il globulo ha perduto com pletamente la sm\ emo~Job inn. o quando r distrullo dellullo,lasemiluoa per lo pin presenta on 1loppio contorno. risibilc ancbe senza colorazione e che sembra l'espressiHne di una momb1'nnella es terna. Il doppio COil tOriiO spicca specialmente nf>i preparati r,1 1ti Ila qual che ora o fissati coll'acido osmico. P1·osegoeudo l'esame del sangue tlC'I malato dopo la compar a delle rorme ~emilnnari comp:uono successivamP.nte i corpi alluo~ati . i corpi ovali cd i corpi rotondi. Snlla derivazione dei corpi ora l i (Tay. Il. fì$: l :; B ) e corpi rotondi {Tav . 11. fig . 16 B) dai corpi semi lunari mi pare non vi po~:>a esser dubbio perchè in lulli i casi stu diati la loro comparsa f11 precedut:J, talrolta di 3-4 giomi, da ()uella dci C•Jrpi semilunari. Però i co q>i ovalari allungati (Ta v. l !.li ~ . l i. B 1talorn compaiono contemporaneamonto od anche prima dei cerpi fal rifor mi, per· cui ritengo cl1e essi possano ;~oche passare dulie forme en~oglohulari alla forma libera senza :wer suùlto l'incurvamento a semi luna. Tanto i corpi allungati quanto i rotondi possono a>ere o no il doppio contorno c per lo più presentano lnteralmente un avanzo dello stroma del globulo. Nel passaggio dalla fol'lna semi lunare al la rotonda pare che non avvenga un ingrandimento del pamssita, ma semplicemente urt cambiamento di forma .•~ ellasom ilu na il pigmento è immobile centrale e disposto a gruppo, pru 1·aramente n corona, nei corpi rotondi invece l: soventi in virace movimento molecolnre e qunsi sempre a corona; questa disposizione di corona peru non è che apparente, giacché nei preparati non molto sch iacciati sollen1ndo ed abbassando colla vite micro-


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STUDI SUI. I:INhzlONE MALARICA

metri ca il tubo del microscopio. si può vedere che i cristall i o granuli di pigmento sono disposti io isu-ato continuo tap· pezzante probnl>ilmeme la superficie interna di un corpicciolo roloodo. Questo co rpicciolo si mo ~ tra talora l'\'ideote quando è avvenuta In sporulnzione del corpo rotondo. Del resto è molto prohal>ile che anche nelle semi lune il pigmento sia contenuto dentro un corpicciolo, giat:chè nella pnr·te da e5so occupata anche senza coloruzione si può talora notare un d illerenziamento dal re!-itO del corpo se mi lunare (Ta\ . l r. fig. 4. C) qoestocorpicciolo ~i àis!enderebbe nel pns.saggw ùnlla forma semilunarealla rotonda. Una volLa mi occo rse ùi trovare un corpo rotondo n doppio contorno contenuto dentro un globulo il quale conservava ancor·a una le~geri ssima tinta gialla (Tav. II, fi~. G C).Ciòtenclerebhe a dimostrare che può avvenire un passaggio dalle semilune ai corpi rotondi anche prirna che il globulo ::ia in ~ra n parte disfatto , il che sarebbe pure eonfermnto dai cnrpi roto ndi piccoli che talot·a ~ i Lrova no (Tav. Tf , fi g. 7 C)conlouuti in un globulo sbiadito ma a conroruo ben consenaiO. ~ e lle forme semilunari che hanno raggiunt•) lo l\taùio di corpi rotondi può nHenire Ja SJ-loruhl7.ione, fallo ç_l1c pri111a di mP ne ·suno aveva ossenalo. Seguendo cioè l'esame rlel !'ànguc dopo la cnmp;H·sn dei corpi rotondi si possono trovare prima dell'accesso fehurile o di una elevazione di ternperalut·a alcuni di questi 1·orpi simili in lutLo a quelli provenienti ùnlle semilune, contenenti io uumero rario, per lo più 8- 10, corpiccioli pi~coli rotondi o leggermento ovaJari, i quali hanno la parte centrai€' piu oscura. di modo che la parte periferi ea dit l'ilspeuo d1 1111 contorno doppio . TI corpo rotondo in sporular.ione tn lor:t ha un doppio contorno evidente o presenta un avanzo tli ~lo­ buio shiadito ed uu corpicciolo esterno come quèlli che si


STUOl Sl'LL'!NFEZIONE l!Ar. ..\II'CA

i 3{) l

trovano attaccati so,•enti ai corpi rotondi ordinari , talvolta non si riesce a ·distinguere il doppio contoruo o manca l'avanzo del globulo. li pigmento ora si 11resenta in form.a di hlocco che sta in mezzo ai cnrpiccioli figli, ora e·più soven ti i c•·istalli o granuli sono disposti a corona nel mezzo e piu frequ entemen te verso un polo del corpo. Qui :~i vede bene talvolta che il pigmento è contenuto in un corpirciolo, ~iat;­ chè avvieue che questo si trovi spostato e sporgente dal margine del r.orpo spornhmte col pigmento ridotto alla rnetà interna e col con tomo d31la parte sporgente ben v isibile (Tav. fl . lì,:.r. 17 B). r.ome prodotto immediato della scissione devono considerarsi i l-iruppi di corpiccioli liberi che arl:ade di Lrov1\re in t]Uesto sLndi o, irregolarmente raccolti pre;;so un avanzo di pigmento. Qualltunque non mi sia mai capitolO tli assi.;tere durante l'osservnione microscopica alla segmentazione dei corpi ro • londi, come accado invece pet· le forme rli scis,;ioucdella ler~ana e qnartana, pure sia per il loro aspetto, sia per il loro rapporto con l'iniziò dell'accesso, ritengo che i corpi testè descritti rapp•·esenlino forme di spo rolazione. Nòn si potrebbe alfer·mare che questo sia l'unico mollo di l'i produzione delle forme semi lunari. Fu giit ammessa per esse a·na specie di gemmazione, della qua1e sarebbero un prodotto i corpiccioli che si trovano sovcnti auaccati ai corpi rotondi e qualcbe rara volta anche ai corpi falciformi e non è improba· bile ohe esistano altri modi di moltiplicazione. Avvenuta la sporulazione ricompniono oei globuli rossi , in coincidenza con l'accesso febbrìle, le Jorme iniziali ameboidi le quali incominciano il 1;iclo delle semilune. La dural.a di questo ::econtlo ciclo varia da ca~o a caso. Per lo più per gi ungere dalla fa se ini?.iale ameboide alla formazione dei corpi semi lunari non occorrono meno di tre o quatlro


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STUD I SUI.I.' INFEZIONE 31ALARICA

giorni; UOJlO la I:OITip:tl'Sil deJJe semiJnne, 0 nello SI8SSO giorno o nel ~iorno succe~sivo possono gii1 trovarsi dei corpi rotondi i quali possono per:ustere anche essi più o meno lungamente primn di esser distJ·uui o di pa:;sare alla sporu larione. Tulle que~te forme in generale dalle semiluuari illle rotonde pare che po:.sano re·tare per molli ;doroi nel san~ue stazionane pr·1ma Òl pas~aro nlla forma :.nrcessiTa . Come per le forme del primo ciclo anche per queste i' rnoltu più frequemo ili Lro\are nel san~ue dell'ammalato più ;.:en•' razioni di paru!>:;irr contemporaneamente a òiver·su stadio di s' iluppo. C:o:H seguendo l'esame di un ammalato chr dopo il perr odo a•·uto era colto dnJ,!Ii accessi ad intervalli di par·ecchi giorni, tr·o,·ui noi primi giorni di apiressia molli p::ntssit: nlln slnrlio ameboid e non pigmeut11 ti o l cg~ermenle pigmenlali c·on rare for rno scmi lunnri , IJ Hin di scomparvero per· tre giorni l~ form o ameboidi eompl elnmenlo e co rnparirono invece le forme rotonde pr·ovo r~i ou Li da ll e somilune. Al Lerzo giorno dalla ~com­ pnrsa òoll e formo rtmehoidi, quando cioè non si Lrovavauo che semi lun e. corpi ovali o t:orpi rotondi. si notar-ono raris:>ime form& J r sci~:~ioue eui lenne dietro la coolparsa di rare furme ameboidi con un acces:.o fehhrile leggero cb e durò poche ore e non oltrepassò la temperatura di 38,5. Dopo cinque o 'e' ore di apiressia (T==3<1; ) sopra\ venne un nuovo a•·ces~o mollo più forte del primo annunzialo esso pure daJIP forme di sporulazione. Quando ~lr a ccc~si si succedono a lunghi inLervalli a\nene di trovare OS{ni pochi ~1orni nel sangue del malato nel pe riodo decorrente da un accesso all'altro scarsi para~..siti :Hnchoitli non pi:.mtentnti o Ml si ha cura di far procedere d1 pari pa;;:so all'esame del :;a ngue, la misura della Le[~peratnra dPI rnalntn si trova che in coiuc.id enza ton la loro comparsa :-i ha unn elevazione di LcmpC'Pnlura fi no a 37 ,5; 37,8; :l8; r\ aV\'C-


STUDI SULI;Il\7E~IONE llALAI\ICA

1:l33 nuta cioè la :-:.porulazioue di un piccolo numero di para'>siti insufficit-nte a produrre un ncceiiso forte. Di questi leggeri acces~i gli ammalaLi non si accorgono quasi. ma anche clinicamente si può notare l'nnemia e il deperimento progredienle di tali ammalnti malgt·ado che essi accusino soltanto un sen~o di rleuolezza. Xon t' da confondersi colla sporula.;iont> un processo di "'''l<'nerrt.:ione delle semilune che non di rado i incontra in queste ricerche. È un proces~o che ;;i puiJ 'edere sia nellt> fcwme scmilunari che nelle ovali P. rotonde, ma piu frequentPmentc nelle prime. Si tm,·ano cioè dei corpi i quali banno perduto il loro colore ).(i ali iceio o cenerognolo e si sono fatti piu chiari, tal,olta splendenti, col doppio contorno spiccante neuamento molto più di qnol che si po:'ìsa vedere nei parassi ti ordinari> e col la propria sosta nza tmsfonnnt.1 in tma massa eli corpiccioli rotondi, où irregolari, per lo piu di grandezza diversa e~~ contomo ~emplice. Prolun:?ando l'osservazione microscopica di uno di t(uesti parassiti si \'adono talora nello spazio di pochi minuti due o tre dei globelli fondet·si io uoo più grosso e fOJ"m:tr)li cosi dei blocchi irregolari i qnnli fondendosi nIla lor volla insieme dito no al corpo parassita rio nn aspetto unifot·me in rni non ~i distingue piu traccia di globeui (Tnv. I l ,fig. Il e l ~ C). Il pigmento ora ·i tro,·a disposto n corona centt'ale ora i· irre~olarmente sparso in una estremità o ùn nn lato rlel corpo. l cnmlleri per cui questo pmces;;o si distingue dalla sporula7.inne sono: lo splendore del corpo in di'generazione, l'i'ne~lHI;.:Iinnza dei globelli, la mancanza in questi di una p trio centrale più oscura. la loro fusione in mns~e irregolari e poi in unn massa amorfa. Que~te forme di degenerazione si tro\'ano anche nei periodi di perfetta apcressia, e la turo comparsa non ,., set:nita da eleYnzinnc òi tempet·aturn o clnlla nppnri-


13i)4

STUDI SULt'rNFEZIONE MAl.A.RTCA

zione delle form e ameboidi nei globuli; non rappre;.euterehbero quindi che un fenomeno cadaverico dei parassiti. Una volla occorse :~ n c lte a me, come gia ad Osler, di trovnre un lcucocito contenente una intera semiluua, ciò che coufcrm er~:~bbe sempt·e più il fallo oramai assodalo clte la morte u la distruzione dei parassiti può anenire a qnalunque stadio del loro sviluppo. l corpi Oagellat i costituiscono una fase, che per ora non po~s iamo dire costante, di questa varietà parassitariil u mc· glio del z• ciclo di essa. poiche non mi è mai capitato 1!1 trova re corpi Oagellati durante il primo ciclo di sv iluppo. Oopo la comparsa delle semilune però . se si p·uò seguire l'esame dei maluti a lungo, si è quasi certi di trovar! i nel maggior nnmero dei casi, sempre per·ò in compagnia di co rpi rotondi. Tra i miei 24 casi io li ho trovati in nove ummaln li, pre' ··cisamente in quelli che ho slnùialo piu u lungo dopo ill com· parsa dei corpi rotondi. I llagellati di quesLa vr~r·ietà parassi tar· ia sono rotondi, ~en za doppio cuntorno , ordinat·iameute piir piccoli dei corpi rotondi .senza Ongelli , il eire si potrebbe spiegare colla diminuzione della nlU S$3 del corpn per la formazionedei nagelli . Essi hanno il pigmento npparentemente disposto a·corona che gi uuge finn quasi alla periferia del corpo . In mezzo alla corona però '' vede una tint.a piu scura, c abhassando il foco del microscopio si uola anche in LtJtla la superficie limitata dalla corona lo !>Irato di cristalli pi~mentari che la t.appezza.ll pigmento orn i• unmohile, ora vivam ente danzante. A.! la periferia del corpo si vedono so venti 1-2-3 globeu i allnccali come qnelli dei corpr rolondi. Talvolta òumnte il movimento dei llagelli il corpo emetLe c retrae alla sua periferia una linguella protoplasmnticn lu:-~ga 1/ 3-1/ tl- del suo diametro In quale forse indica il primo passo alla formazione del Oagello. I llagelli sono per lo


Sl'UOI SUI.L' INFEZ IONE MAI.AJHCA

1:.:!5o

piu da 1--i, presentano nel loro decorso nodo•ità oli vari e terminano con un rigonfiamento clte talvolta trovai mollo grosso tTav. TI, fig. 14. C). l llagollati si presentano per lo piu poclre ore prima dell'inizio dell'accesso febbrile, tnh olia anche durante l'apire:'sia a molla distanza da e5so; certamente questi corpi rnppresenlano uno ~tadio della fase adulta del paras-;ita. giacché uon li ho mai veduti comparire nel sangue prima della for·mnzione dei corpi rotonrli. I:Io giù notato a proposito del pr·irno ciclo di S\'ilnppo come le forme dell'uflima fas e siano le più rare nel sangue della Cllle. lo quanto alle forme del secondo ciclo ho trovato che le piu facil i a riscontrar:;i nel sanj:(ue della cute sMlO le ame· hoidi non pigment.ate o contenenti solo qualchl'! granulino rli pigmento , le forme sem ilunnri ben sviluppate, le ovali e le rotpnde. Le più rare sono le forme intermedie fra le ameboidi e le semilu ne(Tnv. ll, fig. 5- I OB) lo for·a:e in sporulazione e le flagell ate. Questa dirersità di fr·equenza delle diverse forme . i può spiega re sia colla maggiore o minore npidità con cu i l'evoluzione si compie nei ùiversi stad i, sia con l'ipotesi cile alcune fa3i si svolgano di pr·oferenzn in organi speciali (mil1.n, midollo delle ossa, fegato). Cosi Councilman liil trovato i fla~ellati molto piu frequenti nel sangue della milza che della l.:nle c Onnilewky stud;nndo certi ernatozoar·1 delle tartarughe che hnnno molta analogia con quelli della malaria, ha trovato che alcune fasi del loro svi luppo si compiono quasi esclu:;i;•ameme nel midollo dPile ossa ( l). In quanto alla relazione del nmuero dei parossiti che si riscontrano nel ·angue colla ~t·avitlt dell'accesso febbrile ùa essi determinato, mi pare che e~i tn un rnpporto dirello, ma l) H. !l.A)(IJ.E\\SET. -

1889).

Rrcltuchts IUT ltl h!maiOZ(Ia/rttdt$lOrllltS. (KhorkOIT,


l !);j(3

STUDI SlitL'll'fFEZIONE M'A'LAniCA

solo relativamente allo stes~o ammalato, vale a dire che nello slesso individuo ad un numero ma_!!giore di parn~~iLi corrisponde un accesso più grave. Le febbri per·niciose date da que::ta var·iet~t para:'5iLaria non differiscono dalle altre feLhri di questo gruppo per le forTi1e parassit:wic che pre·entano. Xei due casi da mf' :-tuùirlli :;i tror:nano nel :;angue numei'O:;issimi p:trassiLi appartenenll a direr·se fa,i del1° ciclo. dalle ameboidi iniziali nlle semilune e ai corpi rotondi in scissione. poiche 'i rrallaYa di at·cc''' {uno di perniciosa algida, l'afrro di perniciosa comatos:t) ~o­ pravvenuti iu indi,•idui <she soll'l i\'ano di febbri irre!!olarr tla circa un me.;e; ma cer·tamo111e de\'Ono esservi delle perni•·io~e primiLivo nf'lle lftwli l'esame del sangue non rir-ela chele fasi del primo ciclo. '

Per lo mie'osser·r:~?.ioni mi pare che accanto nlle dne \arietà di pnmssiti ma lar·ici della tcrzana e della quartana ~ta­ biliLe dnl (;olgi, ,;i debha mettere questa ter7.a Val'ieLù la quale comprendo nei s•wi tlue cicli di sviluppo Luttf: le altre forme para.,sitarie tlte non enu·ano nei cicli delle altre due ed i_• tau-a o da sola o molto raramente in combinazione colle nltre due \arieta di un gruppo imporranrissimo di febbri molari che (fe!lhri irre~wlari, subcontioue. subenlraoLi. pernicio"e, febhria lun~o intcr·,•allo) dalle quali provenl{ono la maggior parlt' dei t':t:-i di cachessia malarica. Che tolle le forme par·a$silarie passate rn ras:>e!!na tanto nel 1•quanro nel :2" ciclo, dalle ameboidi non pigmentate nlle Oa~ellate e rotonde in scis. ione non s)a no che :;tadi itell.t sLe!'sa varielir pnrilssiraria lo rlimo:~tra il fauo dall'arar in pnluLo studiare tulla la succes~ione di queste forme ripetutamen te negli stos:;i ammalati tenuti nell'ospedale lontani da


1

STUUl SUI.L ll'ì}'I!ZIONE MALARICA

•l :):j7

,·nuse di una nuova infezione. e il non aver mai trovato in p;;si le fom1e delh1 quar·Laoa P della terznna. Il direr.;o ~iclc1 di ~n iluppo che il p;n·a.;sita :.egue nei casi acuti e oei e.1si cronici t'dovuto p1·ubal.lilmenLe alle cambiate condizioni nel corpo df'l rnalato. Oltre agli altri argomenti ant:lle il fatto che tanto nel prim o c1clo quanto nel secondo ·i tralla di para~ ili mollo •·e~istenli al ~;hi nin o ùimow·a 1'1denLiLit di e!\ o nei due t'icli. Grazie a ' numero dei •JUesta re~istenza noi siamo in grado nel magJ,!ior 1'a'i d1 segui re l'evoluzio ne del pnrnssittt fino allo stadio semilunare il quale co·tiiiJi<:ce. 'erondo me, una fase normale di essf1. Oohhiamo pe•·ò ammettere che l'evoluzione può e~sere affau o Lront'Uia dalla terapia prima rhe il paras,;ita inizi il ~o ciclo. lo ritengo però che i cnsi nei qnnli l'amministra/lione del chinino tronca l'evoluzione ulleriore di tuili ì parassiti. divontcrauno tanto più rari ttnanto più si avri.1 occusioue di :;tud1are i a1alati dopo la ~uarigione; poicht: in qualche caso il chinino ll'oHca la febbro ma non impedisce l'u lteriore' evoluzione ùi uno scar,o numero di pnras!>iti fino alle forme semi· lunari le CJnalì poi scompaiono ~enza da!' luo~o a nuo,·i ncces·i feL!Jrili . l)uanlllniJne in que·to gruppo d1 fehhri, per la irregolarità nel period o ùi ;;vi luppo dei pa ru ~s iLi, non ~i poss;t fare un pro)IIO ·tico 1lal solo esame del sau~tLe relatiramPnle all'iosor· genza piit o meno vicina tiel l'accesso colla certezztL e colla e::allezza relativa l'on cui si fa nelle febhri dovute ai para~siti del lil terzrtna e della quarlana. pure non di rado si può aoche qui fare dal :-olo e~_ame del ~angut> un pronostico ahhastanza preci ·o, il cui a\ \'Crarsi costitui,ce la piu Lella controprova delle leggi ,tndiate. Talrolta f)UC:'li pronostici han no un'applicazione pratica a benefizio ùel malato. Cosi a me ed ai miei


1 ;~J8

S'l UDl SUI.l.'!XFEZIOXE ~fALARICA

coll e~hi militari i• accaduto qualche roll:l di esaminare alla vii-fili:\ delln lo1·o partenza il sangue di soldati, 1·iteuuti ~ua ­

riti dal medico curnntt>, i !JIIali do'"e'·a no mandarsi in li4'enza di comalescenza, e di trornr·vi un gran numero di :;emilune e corpi rotondi per· cui prono;;Licnvamo la vicinanza di un ac ces:-o. ospe~a infatti la partenza seguira nn accesw piit o men o forte rhe senza il preç-entivo esame del :;an).!ne avrehbe sorpre~o l'ammalato durante il viaggio.

l risultati clell r mie ricerche differiscono in parte ùa t(Uelli olleuuti da al tri osservatori che si occuparono dello studio dei p rtra~,; iti mnhrici e in particolar modo da coloro che fecero .tali sruòi in Romn. · Di falli .Jnmes (l ) confessa che le J·elazioni ùiologiche dei corpi semi lunari e llagellnti colle altre form o non sono ancora state ~coperto. Mnrchiafavn e Cciii L1·ovarono i corpi flagellati un anno in 4 cas_i su 43 am malali ( 2) ed un altro anno non li trovarono mai sopra l ~O casi (:.l). Essi ammettono che la presenza del pigmento nei para:.::iti pwi mancare anche in 1'asi rtin fe.;t'one ffi'UVissima (4) e che spesso si trovano soltanto t

parassiti non pi).(mentali dentro i ~ICJI.lnli rossi e che la sci~ ­ sione accade anche nei parassili non pigmentaLi. Celli e Guaruieri scrivono che lefot'ntepùi rare datwi e I'ER.CHijùw r rt meno stlldiate sono le semilnnari (:>), t>tl il Celli parlando piti tnrdi, maggio 18 9, di queste forme (6) (l ) The meàlcal 1/tcorà, mn!'lo 1888.

t~) -~··chìoio Pfr ~ ICi t ,zt mediche, I'Oi. IX , 1•ag. 316. (3·4 ) Id . vol. X, p a~:. ~00 e ~ IO.

(5) G•:Lu e 1~ 1/AR:\'IERI .- .Sul/'clfologia flt ll'i n(t:.iont tnalarìcu.- L fili dfll• 1 li ..icrademìa medica di Jloma, anno X V, vol. 1V, $Cric 11, pal:(, 4 IIBII'l'<lrnllol. (6) Cet r.r. - lltJI v•·otìsll rilo(a(li.- (1/i{ot·m•l dlr.dica, rnag~i·l 1$8~. fl:ll!· ~iJ

tloll'es trnlto).


STUD I SULI.'INI<'EZJONE lfALARICA

dice: in alc11ne febbri autunnali e ostinatt• si rif>con t,·ano q(lalclw rara rolta (in q11est'anrw 9 o 10 volte .su cù·,.:a :!000 casi) r·orpuscoli .fa6c{formi ( l). ~ella stessa memoria citala Celti e Guam ieri a pag. Il confes~ano che nelle .febbl'i aru·!te interm;ctenti e coi so 1i piccolt'plasmodi endo:;lolmlari, riO l t o por·hi.-;~;ùno pigmentati, ancora non hannu /'otuto trooorc una . le!;ge ciel ira ben dej/.nita . .\oche in nna recentis.;ima comunicazione preventiva (!) )l:u·chiafava e Celli mostrano di non -avere ancora atl'el'l'ato il rapporto di questo grnppo di fehllri colle forme semilunan ~iareht- scriYono: nelle .feb/Jri estive e ardwuwli le pie · cole .forme ameboidi endor;lolmlari r:ostit(liscono il l'f'flel'to fJÙì rJcl'io ,. il più.. spesso r111ico . Del resto the non abbia nncorn capilo l'importanza delle forme :;emi lunari e la loi·o relaziùuecolln febbre lo ba espre;;so il Celi i stesso nel rispondere al Gol~i nella seduta del 2·i settembre di tluest'auno all' As~ociaz1on e medica italiana io Padova, dicenòo rj) e/io IW/1 flliÙ ammettere pel' ora Wl rapportu iotimo tra laji•bbre c: le cosidette .-:emilww. Si sono tW\·icinali di più alla giusta inter·prelazione di queste forme paras ilario Anlolisei eù An ~elini (4), i quali recentemente c~pressel'o dopo Golgi l'opinione ciro le serl1ilww (l) Auclt~ nell a rcccnle [lllbb!ic:Jxlont• dt• l loro lnvo ro ruun· nel a• rnsckolo di'l ,·o fume:\ III dell '.l rchido per lt lritw:;e med~ht, Dr mo 1889, Celi i e r.uamien a pag. 319 scriv11nt1 In nota: • Le forme t il •I m'~ IO secondo stadto, cio.- tfiiCIIe di t,n· H•r.tn, •ono sen1pre da noi, 'ICOZ.'I c011Croutu, le piu rnre ~ ''edersi. Nella pa~sata st.'lgione m;liMira (luglìo-noYtmhre) su cin:3 :!000 f!!bhrlcil::lnll, nei •Jll3ll f3cemmn l'c~a tne ;lei su n:JII O, 11011 la L rovamm" cito In IO casi. • f!!) ' ullt (r>IJbri malarith' prtdommanli •teU'ulale, nt ll'attlutUlO in 1/omt&. - llli(orllua medtea, 13 :;cttomhre l~.l. fJ3~ I:!SJ ). 13) Jti(ormtl .11edica, 188!1, n, :tH, flUI!. f4,1to. (\) Rl (Orllla medica, n. !!7, 30 ~etl•'mbre 188:1, fJ:Iél. ll.i!l .


J:)60

STUD1 SUl.t.'t~F&ZfONE ~CAUIIJ CA

<li Lavel'fm sùuw .fornw adulte provenù·nli dalle amebe, di ww delle rarietit dei pw·a.-;siti malat·ù:i. ~on sarà inutile far rilovore ell e lo sviluppo delle seltli luno dn me descrilto e studiato passo passo r.oll'esame del sangue del malato è dhrerso da quello descrillo da March inf:wa e Colli e Guaroicri, come si può \'edere anche confrontando .:olle mie le Ogur·e che essi ditO no di questo sviluppo (·l), e che essi non Yideromai le forme di spornla1.ionedi qne:.locrdo(ì). Celi i e Gunrnicri non lltllllto seguito lo s' iluppo delle forme ameboidi uoo pi!.(menlate alle semilune, essi haurw incomincia to lo studio pane ndo dalle for·me semi luunri che ,; trcn nnu gia sviluppate dentro i globuli. Questa diversila di risultati in os~er·razioni falle nelle ~lt•s:;e sfugioni e snllo sles~o luogo si spiega facilmente p!'n:hi pensi ~h•' ~larclliafa,•a e Celli e Gnamieri non se~uirono cornt• me lo studio degli ammalati per luogo tempo. Si capisce dt~ rolendo esaminare due mila ammalati in una .so la s1ugio11n Joalarica non s! possono atTerrare che episodi del ci do evolutivo d~i parassiti malarici.

~t! Ile fellhri prodolte dalle ra rieLtt pa ras,.,i 1rr rie della Lerzana e quartann (20 casi) le mie os,ei'Va?.ioni non suno rue una C!infermn di qn!>lle ùi Golgi, richiamo perciò ,.,oltrtnto l'attenzione su qualche fatto. l primi ammalati di febbri quotidiane di qne:;lo gruppo entrali nell'o:;pedalr nella 2" moti• di giugno. guarirono lutti dopo uno o due accessi senza tu~o;.~no della somministrazi ooo di chinino. J corpi pi~m e ntali pruna

(l) , J,·cfliviu per le '" 'm;;e lfedichr, 101. IX, e Ja1·oro ··lt:•to di t:~::u• c ta ·' "" Xll!RI.

('!) C:r.J,LJ r c: rAIINIEnl.- L0\'1)1'0 l'itato, pa:t. ~3 .rell'eslr.lttll.


1361

numer·osissimi in qu e~ Li cnsi amlarono mano mano diminu euùo lino a scomparire del tollo al ;?• o :3• giorno eli apiressia. Voglio ril eva re che tra i miei 20 ammalati 5 non a,·evano mai sofTerto febbri maloriche ( l ammalat.cHli t c r~~.ana 11emplice e uno 1li quarlana semplice venuti in esame al i- 0 acceo;~o feb hrile, 3 di fehbr·e quotidiana esaminati la prima volta al i.•, 6°. 1• acce~ o) il che tendereùhe a dimostral'e ~l'm prep iù c·he i parassiti della l.erzatm e qnartana sono vm·ietà distinte da qnella dd le ~emilu ne.fi n da quando que·ti J!Pr mi penetr·ano neli' organismo. Gol){i aven gia notato dre non ù raro il t·a~o in ..:ui llu rante In :;tr::sa osserra1.ione microscopica ::;i assista alla completa segmentazione di corpi nei quali prim:t l:t divisione era appena o punto accennat;L Ripetenrlo qnest;l osserynzione uei par·a~sit.i delh qunrtana l' della terznna ho not nto alcnne volle uoa pnrtirolarità sfu;:gita credo finora agli os:.cn alori e che accresce lP analogie di fJIIesti parnssiti con altri p.;srri inferiori. O~serva ndo nn ror·po prossimo a scissione (pig men to raccolto al ~·entr·o. linea di r;egmenlazion f' ~rppena se~n atP} ad un certo punto i eorpiccioli fi~li prima poro di<>tintr, rl'lln colpo come per :;;c.:atto si ollontwwno eta h olta in parte si sparpRgliano nel c:n mpo rnir..ros.:opico in modo dre alcuni SCH IO epamti tla quelli rhe riman;.!OUO ammucchiati per un trallo di parecc hi micromillimeLri, talvolta Ìn\PCe si allontanano di poco e poi c;j riaHicinaoo come ~c una memhmna elastica li trattenessP. I n questo ultimo caso dopo Lo :·watto formano delle uellc coroncine e margl1ei'ÌtP. lli ~ono ripetutameme assicurato che questo ·'fHO'fJ(tyliwnento non i> dovuto a correnti di liquido nel preparato n :r movimenli di esso faccn1lo l'osservazione nelle migliori I'I>01lizioni col pr·eparato ed i !!lounii tlel ram po microsropico in perfella immobilità. Probabilmente per l'ingrossamen to ntpido dei corpiccioli 'G

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...


13u2

STUDI SUtr.' INF.EZIO~K )! ALA lUCA

tigli aHicne qui un'improvvisa rottura di t'o'inco[r,.ro, ùelln cu i esistenza questo fatto sarebbe una prova, in\·olwro che non sappiamo se sin proprio del parassita o appartenente al globulo. Questo fenomeno •' 2nalogo allt• scoppio deoli spnrflft!Ji che aniene nella sporulazione delle mulTe ed <litri c:-;seri i nferiori. \ n~:he a me capitò di tron•re nella quartana rare forml' Iii scìssioue a mar~herita conLeoute ùenlro glouuli cbe couserv:n arw gran parte della loro emoglobina come qnella di~e­ guala dal c;olgi nella ft~. :l4 del lavoro sulla quarlana. In un • ca;;u •li quartalla tripliO<tta mi occorse pure di vedere due o tre corpi in scissione i •Junli occupa vano solo mala del gluhulo ed avevano il pi~rnentu raccolto ad un polo <li esso e i corpicciol i all uugu ti ùi ~ posLi elegantemente a veutaglio; il globulo conscn·:wa ancot·:t un leggerissimo colore gialliccio (Tar. IL ft J!. Hi C). (~ ol;.{i 1troru ;!Ìft lrovato che i corpi llagellnti non so nn solluuto una derivazione delle semi lune perchè li aveva veduti in un caso insieme alle forme para:;;)itarie òella lerzanu e qua nana ( l · Nei miei Vf'Hli ra:-.i io li ho tmvaLi in tollo •IO \'Oile 3opra 5 nmmalnLi ('2 casi di lerzuna sempl ice, :3 casi di IJHOtidiana ri· spetlivamcnlc qu:u'l:llle compl icate con terzane). In due ca-'i si tralltl\a òi indi\ idui i qu.di per la prima volta snffrinlllo di fel.lllri mah11·ichc ( l ter1.ana. l quotidiana). Contemporaneamente in qualche o:-servazione trovai nagefli liberi in nwnmento. Questi corpi flagellati :;ono piit gro ·si ordinariamente di quelli della \ariela :;emilunare, talvolta ra~ginngoll tl nn volume doppio di 1111 gluuulo 1·osso, non banno il pi;:mento disposi():. corona . ma per lo più dis$eminnlo, om in 'id;;(l) !>ut ticltr ttJulttlivo rlei pa1·assili molarici nPtla (P/1ure /i•r·zww. cllillio pt•r IHci~n;r mrtliche. vol. Xlii, f1:,~g. 188).

(1fl'·


STUDI SULL'INFEZIONE MALARICA

1363

simo movimento danznnte ora immohile. Talvolta p1·esentano una massa centrale tempesta la di grnnuli (Ta v. li ,fig. 15 C) o cristalli di pigmento in vivo movimento ed una zona esterna per·ifel'ica di aspello chiaro e quusi granuloso donde partono i llagelli . t.:ontinunndo l'oS! ervazione si \'ede che cessa il movimento del pigmento ' il quale :;i raccoglie in piccoli blocchi sparsi irregolarmente, quindi cessa anche il movimento dei llagelli, scompare il limite tra In zona chiam per·iferica e la parte centrale pigmeotnta e tutta la sostanza del corpo si fa :>plendente. Prohabilmente questo ~ uno ,;tato cadaverico del corpo fl a~ellato.

l[o trovato un rapporto costante tm la comparsa dei llagellati e l'acre·so febbrile. In 8 volte ebbe luogo all'inizio dell'accesso, in dLte seguò non l' inizio di un vero accesso ma di un n alzo di temperatura di ri l O di grado; in lutti i casi la loro npparizio.ne coincide con la maturazione di una generazione di parassiti. Tanto nella terznna qunnto nella ,·arieta semilunare perciò le forme Ongcllate en trano nulla fase dei para " ili mntur i u prossim1 a maturaziooe. Ho ftcccnn ato più s 11 alla conCtJmilauza delle forme semilunal'i colle forme della quartana e Lerzana da me osservate in :J ll<ì~i . QunntUDIJIIe. mi proponga di ri lOI'IIl\1' in altro laVOrO su questo argomento voglio fin d'om richiamare so qoe ·ta combinazione l'attenzione di coloro i quali hanno l'oppor·tunitil rli fare esperimenti di iooculazione dei ~ermi malarici sull'uomo. looculaodo il sangue di un ammalai.o cl1e abhia una forma di febbre data dai par·assiti della quart.'lna accompagnali da fo rme semilunari, non è improbabile che nell'individuo inoculato si sviluppi un tipo di fehhre tlovuto unicamente alle semilune, e si credo. di avere cosi trovato un nrgomento coutro !'esistenza di piu ntrietà di parassiti ma larici se


l ;J(i,i.

S!'U DI SULL'JN P.EZ ION& M.UARICA

per avvcntur·a non si riconobhe nel sangue del primo ammalato la prell(lnza delle forme semilunari. Le forme dei cicli e'"oluth i della varietit parassitnria delle semiluno si possono distinguere anche per nole morfologiche in qualunque stadio della lor·o Yila da quelle delle altre due varietà della qunrtana e Lerzaoa. tranne in qualche ~tadio intermedio della fase ameboide io eu i la distinzione riesce quasi impo ,;ibiiP. ~all'inizio della fase rrmehoide si distinguono per la loro piccolezza e poca mobilita e alla lì ne di questa faso pN· la scarsità del pigmento. l n seguito ladiJ;tio~ione è anche piil facile sia nel l" che nel ~o ciclo. Il pi~meoto scarso, tmmohìle, rac-

colto in un punto eentrale od eccentrico del parassita, l'immobilitit del parassita slesso nel , o ciclo ua,;Lano a distinguerl o dalle nltre du e 'Vat'iolll. Le formo eli segnr en t:tzione del l o ciclo sono vure ordinariamente più piccole nelle con·igpondenti dell1l quartana e terzana. Nel :2° riclo, dopo la fase amehoide, le difTer·en1.e sono cosi spiccate che non t'• piil pos:<ibile una confusione. Rn~ta confrontare lP figure ùPi lavori di 1:olgi con queste dPIIn mia lavola per· persunnersene.

Solto il punto di vista eziologico tt·a le febh rr malariche ~i possono adunque distinguere: l 0 le feblwi date unic:arnenre dai parassiti della quartana(qunrtanesemplici, quarLanc duplicate, •(uartane lri!)licatc o truotiòiane) . 2" le febbri di parassit i della terzann (ter'za ne sempl ici, duplicate oquoridiane). 3°febbri prodoue dalla var·ietà parossilaria delle semilnne (febbri per lo pilr irreJ.!ulnri: quotidiane, subcontinue, :whentranti. alcune perniciose, febbri a lunlofo intervallo}. 4° fehbri quotidiane o irregolari dovute a combinazioni delle tlue prime


( STUDI SULL'IlWEZIONE M:Ar.ARICA

soltanto (più frequenti) o a combinazioni di esse colla età deiJe semilune (mollo più rare). Prima di finire voglio rmche ricordare cbe trovandomi uei 'mi giorni di settembre di pass!lggio in Catania, potei. in ia del dott. Pietro Galv:~gno, esaminare il sangue ammalati di quotìdiana malaricn nella Clinica medica pror. Tomma<;elli. Io tre di essi tro,ai le forme paras· · della terzana e quartana, in uno le forme della varietà lunare. lSoto questo fat to poiché fin ora in Sicili'<l, per quanto io sappia non si sono studiati i parassiti della malaria e desso può servir·e a confermare che le tre Yarietà paras~i ­ tal·ie si trovano dn per tutto dove ''i è malaria.

ro non pot1·ei chiudere queste pagine senza ri\'olgere nn en lcl o ringraziamenlo 11 1 signor tenente- colonnello medico Ricciardi, direttore dell'Ospedale militare di Roma ed a!fli alti'Ì colleghi mililari che furono cosi ~entili con ~e, segnatumenle ai cMissimi amici capitani medici ~ rorzn ClAudio e Cr.por·aso Lu igi i quali mi furono compagni di laYoro in queste t icerche seguendo passo passo e conlrollaodo le mie osserva2ioni ('1). (l) Ouranta il mese di novembre u.s. il t.•n.-nrt• mt•dbJ GiliSéppe Giardinn t' n <lott. r..amillo Terni proseguirouo nell'o,wedale miUtare, dietro mia (lreghlem, le rlcerf·he., d:\ me interrotto, sul sangue dei mt•lnrici, allo scopo di eonstatarl' la relativa rrelfuenza del casi 'd~ li (\alfa Yariet:l •Ielle semilnne e dei l'BSi dali do !te altre due varietà. Sono lieto di poter On d'ora co rrlllnica·re i risu ltati de:! e lorn nssorl'nzioni. Gli ammalati esnmin~li (presi <t CtlsO tra quelli cJ•e si pre~entavano all'ospedal e ,, Qtm>i tu tti affetti d:t fPitbrl r ecidive e osdnat(.l) furono 65: :i di ques ti prosent.arollo le sole formo della qnartana o terzann, 3 l~ f.orme della terzllla o 11nart.'lna IJon qualche rar~ semiiu.oa libera, e ~, non tlresentarono nel sangue che le rorme doUn •·arietil semilunare. Tra <ruestl :;~ ammalati in 55 osservaronn lo st:ldin d•'i corpi ralcirorrni e semitune. in A . , . lamon te trovarono mancanti le ronnc del 3econtlo ciclo. Tra i 55 casi eh o prnseu tuvnno le fo rme del seconrto ciclo. in \!:1 .<i lrt>VMO!IO i corpi llagellatl. t:o;t


STUDI SULL'J:-ìFI!:ZIO~E IHL>\IttC.\

SPIEGAZTONE JJELLE TAVOLE

Ta.vola 1 111. A. Ai<'nne rn.~i tic l ciclo ovolulivo tlcl pnr~s~itl malarici no•lia terz.1nn (SrihtJ'IIO in olue giorni): Fig. 11 11, 3, 4, :l. - t• fase. - Ac.-resci moJnlo progre~sh ''<lei pnra.,sita lll:o· lario·o nel le prime 2·1 •Jre cott progressivo ~coloramento del ~tlohulo (trnsforUla7looe dell'emogloltinn ln melanlna). Fiz. 6. i, ~. 9, 10. - !1 fase eol mcominommento cicli~ a• l'lterlore gr:aJunle >ViiiiiiiiO dPI Jl3r:l!hita malarlco fino nlla matunu.lone. Mentre l'cmo~lo· hina é ondaln. grartatnmrnle scomparendo (in 8, 9, IO In aostanln lllolmlare •• rirlnttn :ul un ()liIli do vebmento), In molanioll v considere\·olment~> nurneumta. ì'ielle Og. 9, IO vedesi Iniziata la. rldnzionr del pigmento ol centro. Nella 11gnra IO ìl parn~slta prcsonta gi(l quel d!ll'orenzlamento doll'orlo p••rtrcrieo rlel "Il o ru·otoplnsmu che carntterìzu Il prìnl'iiJio della 3" ra~e. Fig. li. ti, IS, 14, 15. - 3• ra-c. - Gntduale ditTcrcn,lamcntn ol~t 4ngoli ;;lobeltl rappresent::toli 13 nuo'a generazione 11arassitana (se:;rnrntnzivne). In Il, 12, 13 \'edesi ancora un ultimo rtsitluo dello stromn vlolouiare In forma Ili un 'elnmcuto appena visiloile.

lra lo mio os~orl'nzion i Il l) nelle del IIOilllr·l G!arrlioa e 'l'crtil, ~·JIIr" 128 :mmll\· l.tti vi sono !l'J casi di rohbri date unicamente dalla vnrict;~ parn<.,ltaria deliA <emiltlM. in 81 dei q un lì si potr· constatare In pre:;enza rlei cM pt faletfomrl, eri hr 3~ la f•re,erl7.a •lei corpi nagellnll. Somm11nclo quc.-;ti ra<i con •1uclll tlatt <falle nllrc \ttricta para.ssltarie si ba: AmmalaLI e...,minatl N. t!8: rtei ctuali io 87 ii trovan.mu i cor1·ì Calrifo•rmt e in 37 i corpi nagellaLi. ~cl N. :!74 (23 novemhre 188!!) della ni{ormlt Aleàica 1 sig. doti. Gttaldi o Antollsei pubiJiicnrouo un caso di inoculaziouo nell'uoruv tfi 'illrtgu•• malarico contenente lo sornllune di La,·erau, I~OIIi< qu:1lé ottennero la ripmduxinne di que..;ta variotn pnrrusitaria nel saugno dell'individuo ino~ulnto. . In non potevo dosiderare una piu pronta ronrerma ·perlmeutale tlt>IIC nsser,.aziout che :IVI'\'Il commticato un nr~é e m('%20 prima sullu $\ ilnl'(lo •Il •TUe.>li jl3fa>•lli.

(l) Quest.1 1.;1\' nltt •· cuni:•'-'• dal l:.)nru d1·l 1•rot. c. GOI.tll: 'ttl ciclo erolutii'IJ dei parassiti mal11rici. - (Archil'io prr l• scitll::-e medie/le, 1889, vnlunw Xlii. pa~.

li:!).


STU DI SUt,I: LNFKZIO~E MAI.ARICA

1367

Oa Il a 14 va tacendo•! 'empre 1•iu evidente il ~? lobo t•cntmle residuo del modo •li se11m~nt.uione). l.n flg. 15 mltiH'esonl:t, un caso tll 'lrgment<tzione totale tlel roqto par:ossitario (:i0 modo tli ·~r~m~nlnzlonr).

pan'" ~ ~enmuorr (l

8. Atcnne (asi dAl l'iclo evolutivo clf!l parassiti malnrlci nella quortan a (s\lluppo in Ire )liorni): ~'il\'. l. ~. 3. Ao"r~sri111tntu ,,r.,~tre-..<ivo del para~-il·t tltol primo giorno di apir~,,m, r.on progressiva. distruzione d ell'emoglobina, che \'ll'n~ tr.uformaln in Inelanlnl\. Non ~l nola lllt )(rnclualo St'o lorimeuto •·ontent lliii'IIIWO In ittlla la so~ta.uu globulun•: la Lrasrorm:tzloue doll'emo~:lohlna accado come cou•t•guerl1.1 Jell'in~ro,;;;.-unt·ntQ e dell'in\:tSione •h•l para>sila. Flj(. 4, 5, H. - Ul teriore nccresclmento d~l raras~ita tlur·auto il $t'OOntl " gim·n•• eli ltpire< .. ln. Il pllru ~,i ta invado gr•ada lonwn le iu IIHISsima· 1111rtc del c~~rpu ~lohufarf•, ruulinuantlo la tr:>,rtmnazione dell'euJOl!loloina io mel~nina. Ftl\'. i-15. Terzo ~iurno (.giorno ffell'acn•--<O, dato che f'acce.-o accaJJa verso rnt•zzot lt). Sv iluppo ult~l'lore, nmluraziouf' l ! sPgmenl ~7.1ou e del p<tr:ts~i t<t . Ncll3 n;; 7 ··~lste nn•·ot·a,ln forma tll 1111 incompleto e ~olllle ori• •. una Lra~r·ra di so•tnrtz.1 glohull\re, pre<•·nl.'lole aotol'3 il trplro coloro> tlell'f•mO'.;f•lfJJil.l. :\ Pllil lìg. ti la ,ostaor.a glolmla re •· dd tol to ••'OLOpar-.1 (ros1 dello cori'" j)igmruta to Jiurro). :\elle n~. 9·10 ~i aHia la riduziolllf.' 1lel pi;:rmrnlo "crso li r•·ulro, iu pari tetupn tontinrianu i primi ··enni 1lella ic;..'tJlellL'\tlon•·. ~·i~-:. ( l , H, j J, 14. - Snc•·c;.sive fa~• d~l pro•·eo;,~() d i segiiJCJutazione. Fi~t. 15.- AllontanaJuenlrt dei IHirlt <~l li dr !In ouo\·~ ~enrrnzionCI.

Tav ola li . •l .

F11-1 ol t SV1IUJ1(10 della \Rrieta poru,sit~ria tlillltl semilnne •li Laveran nel t• r iclo o ciclo mpldo (pt•r lo più nel t'll.~i acuti ): Fig. l. - Globulo satutul~:no ro;;-.ll normale, •·ou para.s•lta non pigmentalo lìl•cr•• nel pla.rna. 01 para~,lta ro thse~nato reln lll'amen t~ troppo grande). Fil(. 2, 3, ~. 5, 6. - Il Jonrussìta' vn lngrossoudo c rirluccudo le nta111ente l:t emo;:lohin:~ in mrlnnina, ('lrc;;enta flhtinti allo ~tn lo di riposo l' entoplusroa r l'ectol•la<ma. F1g. i, 8, 9, 111. - Conlmunndo l'tngrandtmcn to del J!nra.ss!Ln, ed numentand•• In form n~lone del pif.(mento, qnoti to ~~ ra•:r.oglic ìn un punlo rli (\SSO, Il globulo <ao!("nhcno Ni va rapld:uo~llll' decolonrndo fino 11 ~c•tlor:uncuto completo. Fi~. tl, Il!. ScgmculaY.ion<' del (larnssilu ; n ~lla fig. Il la ser.:ruo•n t:tr.iont• si vt'de appena n•·crnnata all:1 periferin, nPUa llg. 12 Ì' ralt(Jresentalo un j11l.r:L~· 9ta m st>gmeutottone attorno :.1 '111311' non si ve«e 11io l'avnnzo del ~tlohtdo l' i c:vrf'h'•'ioli figli 'ono ben•• •li-tmti.


1~~68

STUDI SULL. 11\FEZIONE MALA RICA JJ.

Fasi di sviluppo dolla stessa variot;~ parassit.aria nel ~·ciclo (per lo p1u dop? pareceh i accessi rcbbrili): Fig. 1, '2, 3, 4. - Il 11arassita ameboide prima non 111gmontato va iugr•md ondosi o caricandosi di pigmento come nel primo cido. Fig. 5, 6. - Non si distingue 11iit l'entopi:\Sma dall'ectopta.-;ma, il p1gment•> si va raccoglicndb in lUI (\Un to del parassita. Fig. 7, 8. - li parassita si allullgll, il pigrnPnt·l :.i LrOI'a. raccolto nella parte centrale. Fig. 9, IO, Il. - Il parassita si va incnn!Ult!O eri im:rossanolo, il globulo a mano a m~no si llecolora. Fig. Il!.- Il glo lml, ,-. ridotto ad un a,·anzo sejj;nato d:t uua linea curva RAflc concavit<L doHa sem ifuna. Fig. 13, 44, 1~, ~6.- Evoluzio ne successiva tltJlla semilunà j\H pas>ar~ al1.1 rorma di corpo rotondo. Fig. l i. Corpo 'rotosnlo in scgruen1a7.ione o sporulazionc. Il tligmento ' raccolto ueUa metà interna di un corpicciolo che 3ta sul margine rtel corpo in scissione. Fig. 1!!. - CorpiccioiJ fil •eri e ll rovcrLicnU dalla ~ci>sion~.

c.

-

Fig. i, 2, ~-- D!,•er;o f•1rn1c di svorulazione dei corpi rotondi proveu1enti dalle semilnno, non si vede in esse i'avao7.f> del gl·1bulo ro•so. Fig. 4, 5. - Diverse rorme Ili scmiluoe Jlhero. Nèila fig. 5 ss ,·ed e che il pigsnento c contenuto io un corpo 1;he si rli lfcrcnzia dal ro~to del par;>~i ta. Fig. 6, i. - Corpi rotoudi collo stroma del globul o l,on cons<•n•ato. nel a. 6 6 conservat;~ aoctl!l in parli' l~ colora7.ione gialla rh' l gl,..hulo. Fig. S. - rflrma di corpo rotondo liloero pro,•enientc da scmiluna. Fig. 9, 10. - Semilune s vi! up[t:\te~i cr>fle ronves~ita ri•·otto al centro del globulo. Fig. il, 1!.- Gurpi ,;eulilunari in lle(!cnes·aziooc. La sostanza ut•l coql!l u"l n. H ridotta io co rpiccioli che si fondono rturantc l'oss~rvazionc sukroscoJliea, sicchè il parassita prendo l'aspetto della n:;. 12. Fig. U. - Co rpo allungato libero provenienl<l llalfe ~cmilune. Fig. U. - Corpo flagellato provenien te dalle semilune. Un'esUt wita di W l nasello è molto grossa, un'11ltra conticno granuli di pigmento, Fig. 15. - C~rpo nagellato l•rovcnientc dai pant.~sili doHa tc rz:w.1. Fig. 16. - ~'orma di segmentaziono a ventaglio in 11 n caso ili qu<Jrt.• n~. Fig. ti. - Corpt' non pigmentato mlcleat11, allungato a spola, ct)uteuul•' l!entro un glo l.ulo rosso, che si trova t1uakhe volt.1 iusieme all1· r.... mc .•m~­ boid.i nou pig me ntau· d~lfe semilune. Fig. 18, 19. - Para~.~iti non rigmcntati cull'cutoplasma in !S a ro rml tli occhiali, Jn 19 ridutlo a tre glohetli. Fig. 20, 21, 23 - Diverso rormc di loucor.i ti mclaniferi. Fig. 22. - Loucocito contenente una ma.,sa di r·orpirrioli d• •·ana ,:raw leHa per lo più rotondi e splendenti i q uali ne mascherano il nucleo e prot.'l llilm ente oon sono altro clte gli a••anzi dei Jlaras:-ili distrutti.

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA AfEDICA U n metodo di oura meccanica delle malattie croniche della mldolla spinale e delle malattie funzionali nervose:-- Dott. MAX Wetss, di v:enna. - (Allg. Wien. mediz . Zeitung, N. 40, 1889).

Il metodo di tr-attamento meccanico che OPa. ver rò descrivendo, cosi dice il doLt. \:Veiss, sono gia cinque amti passati che lo misi in opera , ed allora l'usai s olo in casi di spondilite nella sezione media e inferiore della colonna. verlebrale. In luttt i casi a llora e di poi cosi Lt'a LLati, il risultato del mio trattamento t~ rapeutico fu completo; il pr ocesso della ~:<pondi ­ lite decorse s empre fa vorevolrnente, e nel corso della mede sima cessarono completamente anche i sintomi della comf>ressione mielitica che in tutti gli altri ca~ i di questo genere ha il carattere clinico della paralisi spastica Sflinale. Il fondamen to del mio melodo meccanico terapeutico consiste nella estensione della colonna vertebrale stando i malati in posizione or izzontale, nella distrazione dèlle vertebre maIa le e deviate nel corso del processo spondilitico e nello allungamento così indirettamente ottenuto dei fa sci nervosi ascendenti o discendenti nella sezione dorso-lombare della CO· lonna vertebrale. Il metodo della sospensione introdotto nel 'gennaio di quesVanno dal Charco't di P arig i nella terapia de lle malatlie cronidle della midolla spinale mi sptonò a sperimentare il mio g ia provato metodo m~ccanico a nche nelle malattie croniche della midolla spinale e la mia a $pettativa non rimase delusa. Dal p rincipio del marzo di quest'anno usai questo mio metodò, c he denominerò della distrazione. in casi d i tabe do!'sale, di paralisi spinale spastic~ secondar·ia e primaria, di d-egenerazione discendente in seguito a malattie circosc.rille del cer-


1310

RIVISTA

vello, in un caso tli paralisi agitante, e finalm ente in casi di neuroslenia spinale e di neuroslenia sessuale. Ho fallo modiricare, per poterl o adnllare ai ~si suddetti di malattia, il mio primo appar ecchio, e in questa sua nuovo fOl'Jlta é facilmPnte lrasportabil e o maneggevole. Le pat•Li che In rompongono sono: 1• una cintura intorno il bacino con due lucci pet• le cosce per la ell'eLluazioae delh1 e~tensione (o di:::lrazione); 2• una cintura che abbl'accia. il petto e le sp~:~lle con la1·ci per le braccia; a• un sostegno pel mento o la nuca: 4• un Ietto alla cui estrem1t.à superiore e inferiore é adattato un meccanismo per la estensione. Per misurare la foJ•za impiP-gala un tlinamomelt'O ù iot(lrposlo nell'appal'ecchio di eslen!>ione. Dupo aver descrillo pat'lit.&menle J'appare..:chto P il mo :o dt sua appli~zione, così l'autO l'd continua : « l nnam~i tull0 nora si deve in niun C8!'0 usare la distrazione lulli i ~iot•ru; baqa una volla o al piu due volle la settimana. Nelle pt'ime du~> o tre settimane eli cura, la dut·Ata di ogni seduta l'ora dt cinque a ùieci minuti, piu tardi polt·fl esser(\ estesa lìno n quindici e in qualche caso speciale fìuo a venti. La di~lrazione p~>r piu di venti minuti provoca una stanchezza ùure,•ole. La delet•minaziooedella rorza da impiegar si é soggetta, come di l••gg··ri l'i compt•ende, a variazioni individuali. In generale ~i deve badar e che la distrazione c;i raccia gradatamente. L'impie..!O di non l'ot'Za al disotto di quindici chilogrammi può oegli adulli non pr odurre alcun effetto. in media io mi servo generalmetJLe di una fut•za di tt~n~ionE~ di n chilogrammi ; in un caso dt un robuslo uomo di 45 anni con degenerazione laterale smislt·a cli!'cendunle dopo una malatlia a focolaio del cervello, dOYClli aumentare la tensione fino a U5 chilogrtlmmi per· ollener e un effetto t>enl'ibile. E qui non •lcbb•J la!'Ciare di nolnre che ora nel Lralt.&menlo della spondilile nella porzione i11 l'el'iO I'~' della colonna vertebrale non mi servo più della el'leusione a rr"i, mo a tnanovella. In questi casi npplico la estensione anch~:~ uioroalmen le e il malato rima ne nel letto di estensione da due a ryuattJ'O ore fr a la mattina e la sera, ma la fot•zo rli lrazJOII O impiegala non ollJ•epassa 20 rhilogt•amrni. Quando applico l& dtslrazione ogni gioroo.per quatLr o o cinque or·e impiego in media una rorza di IO cbilogramm•.


MEDICA

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Finora non ho avuto occasion e di usare il mio metodo che in 2:3 cast.dei quali 2 casi con spondilile lombo-dorsale, 18ffetto da cinque anni da deg~nerazione later ale sinistra discenden te i n se~u ito ad una mal attia o. focolaio del cervello, 8 da labe dot·sale, 1 infermo dadueanui pe1· paralisi agitante, l caso di pat·alisi spinale spastica, pet· la quale non potei rintracciare alcuna affezione primaria; in 6 casi si tralluva di neurostena ~pinalo e in 5 casi di neuroslena sessuale. Nei malati di sponullile, i quali amuedue sotl't·i vano di ~in tomi di pat·alisi spinalespaslica, nelle prime quallro settimane di cur1.1 miglio1·aruno cou,idere· voi mente i sintomi nel'vosi, e molto ancbediminulla dolot·ubilità Jelle vel'lebr~ aflelle alla pressioue; l o spasmo clonico in am· beJue l ruedl che ~ia si mnnifeslava ll~lla rlebol e ftos.sione ùor· sale del gr osso dilo, dopo nove settimone di cura con la disLrazion~. poteva !JÌÙ appena essere provocato; i t'if1essì tendinei palallar1 erano facJimenlf> eccitali, ma non er ano molto aumentali; pr•esto anche migli or ò lu goffa, lente e vacillante andatul'a, la quale dopo tl'e mesl 61'8 tornata normal e. I l caso della de~enerazione laterale sinistra discenuenle si riferiva ad un uomo di 47 anni, che cinque anni innanzi ave"a sofferto 110 allaCC'O apoplettico; da quel tempo egli fu cul'alo ogni anuo in pat·L~z: con la eleLLricilà, in parte con la idroterapia e, come io que:.-ti casi é facile prevedere, senza alcun vantaggio. Dal lu ~rt!o di quest'anno il malato è stato solloposlo al mio n1etodo meccan ico terapeutico e già dopo la qui 1ata distrazioni.'. l'inft!rmo annunziava che la contr attura muscolare della estremità inferiore ~ini«lra era notevolmente diminutla, che egl i, ciò elle prima non gli era possibile, poteva piega r e la eslt'emilà inferior e sinistr a nella articolazione del ginocchio ad angolo rello, come potei 10 !-ltes o verificare, che la l'igid.t.A delle dita era u1ollo mtnore, più ltberi e1·ano i movimenti della estt·emità infer·i or e sinistra e questa (11'0 i mpercetlib:l mente stra~cica la. Degli otto Labici sottoposti dal mano ullimo al mto lrallamenln,cinque er·ano nello stadio preatassico P- gli altri lt•e nello stadio atassico. l sintomi C'omuni a Lulli ~li otto tailici eran o: complt•la mancanza dei rifless1 tendinet, renoru<'ni anormali, l'rferibili alle radici dei nervi spinali, come doloJ•i lancinanti


13n

111\'ISlA

nelle estremità inferiori, e paraslesi e o paresi dello "finll?r~ della vescica. Dei tre malati afftJLti ùa atas~ia Jocomolorio e slatica uno aveva il fenomeno di At'P"Yll-Hoberlson, impotenza, e paresi del detrusore e del reLlo, e dei cinque mah1li che si lrovavuno nello stadio preatassico. m t1·u ern dimtr.uito il r1llesso pupillare e due sotfl·ivf!no di 11evr ile ottica. Ebbero lt1 par~si dei muscoli esterni degla occlti nei [)rimi anni tre dei maiali avuti in cut·a. 11 fenomeno òi '"'eslfalin e i sintomi oculo-pupillari nun cessarono finora in alcuno clt>i casi da me tralluli meccf!nicamenle. Al coutrario i dolori lancinanti diminu11·ono in tulll i casi lanlo tti fr<!quenla quanto di intensi til , e in quoltr o dei maiali dte si lJ•ovavano nello stadio preatilssJco. cessa1·ono del tutto dopo 15 11 2~, <~c· du te, ed anche le più t•udi v1cende atmosf1•riche non t•iuscivano più a provocarli. Dopo pochissime distrazioni (4 a !21 :-;vanirono la pat·esi dolio sfintere e dello ele,•nloro'. e la Pneraia ~essuale molto depressa in un coso otlenm• un notevole miglionnneolo. Ne~li atassici migliot•ò visibdmenlll l'andatura r.'ece buonissima prova il mio metodo meccunico in uu caso di tabe spAstica e in uno di paralisi agitante. 1'\el primo già dopo dieci distrazioni ~i no~ò una diminuliono} dello !>pasmo clonico dei pit>dt eh~ già si mt~nifeslava per· la fAcile ll essione dor•sale del ~~·osso dito, e a c11rR più inollratll diminui la t'igidilà muscolare delle estremità inft!riori. mi;..diOJ'O l'audalur·a e cessò il kemor·•~ dopo i for·zali movìlllenti: dopo circa tr o mesi di cura il malato.,..poleva unchP cammmare senza sostegno. 111 rlue casi dlmin u1rouo coosidet•evolmenle i Lr emc,ri e la paresi clelle estremità ml'o:rior1 Finalmente una r tl!Jida f'avo J•evole influenza rno;; tt•f• il mP· toJo della distr·azione iu undici neur·osl~>nicr, dei quali dnqu~ Avevano pr·i ncipol mantc sin tom i anormali nella sfet·o se~­ suale. Infatti i renontcni che in maggio1·e o minor· fn'Ado in <'i:iS Ì dom inava no di flgilazione, facil e irritabililé, accl',;si né· nalgici in diverse par li del corpo e i o par·ticolut·e uPI dolll inio del fascio neJ•vo;;:o lombo-dor~ale t>d inollre •ruelli di movimenti lremolanli, di J'Spida s.lancllezza o di dt?bolezza sessuale nei suoi dìvel'si ~radi in par'le furono t•idollr a p1c· coltr gr·ado io p1wte del lutto l'li dileguarono.


MEDICA

Ln ragio11e leorica di questo metodo l· pienAmente d'accol·do con tutte le altre manier·c di Lrallamenlo meccanico prima ed or·n precooizzate nelle malallie cr·onich~ ueno!'e; però la pratica eseeui'.iottù di esso t\ affollo specinle, poiché ;,olo il metodo della di~lrazione p~rmelte da rare operare la t'orzo estensiva a poco n poco e <.l'aumentarla o diminuirla d1 pircola •Juantìlà secondo il bisegna, e sono pea• esso eliminati quei tristi acciùenli che in ogni circostanze gli altri metodi meccaniro- tea•apeutici si lrap-gono seco. Se questo an·•todo prendea·ti posto durevole fra gli alt1•i metodi di cura delle malatlie t:r·onichc rwrvo>;e, solo da una estesa ekpCrienzn potrA essere deciM.

Ricerche ba.tterlologlohe sul tetano. - Prima comunicaziouP ùi Gumo TIZZONI e GI USEPI'I:-IA CA l'T ANI. - (Gio rnalr• rlellll R. Accarlemt't di medicinn di Torino, ap1·ile c mag~io, 1889).

Lr- I'JCer·cla~ finora t>st•guite sul tetano se rendouo per·suasi della iuft'tLivilà di questo malaLLia noll arrivano pe t·anco a dar e conoscenz., el'IALle l"Uirag-ente che la determina. In falli gli osservalori Onor a si sono dovuti limilal·e a lale proposito u dimostrare nei te1•reni Letanigcni e 1wi focolai di infezione dell"uomo e degli ttnimali la prtlsenza del bacillo "Pillifor·rnc del Nicolayet• e dol Rost>nbach , ma non souo mai riel'lcili ad ultenere coltut·e pure di tal parasstla. Solo ti Fltigg-e arri vò a que~ lo ri!lu llalo merce ri scaldameulo, e llocllsing-er ,!al '8111!Ue di un tetanko otlenne dir·ellamente uoa coltura pur a del baci llo di Niculayer ; ma uell'uno come nell'alh·o caso, egsando falliti i Lr·usporli successivi fu egualmente impossibile uno ~ludio delle prop1•ielà biologiche e una larga conferma del pote1•e palogeno di quoslo bacillo. Gli autori rifel'iscono alcune recentr ricer che da loro ese~uite in ha~;o alle quali affermano ùi esser·n stati i pt·imi ad ottenere mercé l e piatte, e senza l'arlificio del rillcaldamento, una collu r·a cerlmnento pura del bacillo di Nicola~•er. e di averla poluta mantener e, fiuora almeno, nei t1•api anLi succe<"=-ivi. Or rJUesli bacilli e degli altri microrganismi isolali


RIVISTA

in coltur a purA del lot·o materiale squisilanaentc lelanigeno, l'i propongono di Rlt.tdiut·e lutti i ca r atteri morfulogici e l'azione palogPn~a per fjllanlo ri guar da la genesi del tetano, r n di cui r enderanno conto in altre comunicazaont.

Lealoni renall ed epatlohe nella aoat'la.ttlna. - li uTt"~EL. - (J..mrn.al rk Médec~ne et de Chir 11 rgie, sPllembre 188!)1 La nefrate scAr laltinoRa si presenta abitualm(•nle solto una forma mollo dlftusa, nulla l{Uale Lutti gli olemeuli del t't•ue possono esser·e colpilt; lt' lesioni sono pr~'>ssocilé uguali a quelle delle ncl't•ili infeltave ed e soltanto nell'evoluzion\1 della malattia che questa complicazione della sct~rlallina puo prel'lenlar·e alcune particolarit.a. La ft•equen:~.a è d'allt'l)rtùo mollo var·iabile secondo le cptdemie e mentre chP Cadet ùe GA ~sicou rl, pet' esempio. ho potuto osser\'sl'la in un'annata i ;> volle su H6 casr, la cift·a media di quPs,ta frequeuza é, serondo a!tre Rlatistiche più estese, del ·15 pet• lOO. La nefri te scar lalliuosa, che può comparire a lulle le t•lti. é però r~ra primu dei due anni. Quanto all'albuminuria, chi.' no è la manirestaziont>, essa compare oi·dinat·ìumenle dopo la scomporsa dell'eruzione, dal s~ Liimo al venlL'Rimo giorno. mollo raramente dopo la ~esla settimana o prima del quarto giorno. La cauc:a di ']uesla nefrile ò evidentemente infettiva, bencht> non se ne conoscn la nnlut·a in n10uo ced o; 111i può aggiun· gere che se l'intluenza del fredd o non è cosi t'Onl>iùerevole. come è stato ammel!so per mollo tempo, essa pui, a!! re però come causa occasionate. :\la questa può mancat·e cumpletamente ed è in una maniera assolutamente latente clae si PI'Oduce l'albuminuria: anche, dal punto ui vista della dia· gnosi, fa d'uopo esaminare l e orine. I n certi casi possiamo per ò esset•e messi sulla via della diagnosi da un cet•lo aumento della temperalut·a, con un po' di fr equenza del polso e specialmente dall' aumento di volume del cuot·e. Gli edemi vengOnll in seguito a confermare quasi sempre l'e><islenza della uefrile.


liEOJC.,

Non devesi peru credere che l'aspetto clinico di questa nPfrile sia sempre lo stesso. l qualt1·o l'otli os~ervali nel ripai·lo ,lell'autore ne sono esempi. In un pr·imo fancmllo si é notato ::.emplicernenle enfìa.gione della faccia, allluminul'ia e ùirninuzion~ delle Ol'in e tre settimane dopo l'inizio della mulattia. In un secondo malato, a questi differenti sintomi st é a!r· p:iunlo un aumento consiùere,•ole del volume del fegato Un tPrzo. affetto da auasarca geoeralizz:.to, e entrdlO all'ospedale con accessi di soffocazione che mettevano la sua ,·ita in pei·icolo in una maniera immediata: si dovette salassarlo e fargli iniezioni eli caffeina. Si osservava pure in questo mala to notevole ascite el il fegato era mollo grosso. Sotto l'iulluenza della cura, il cuot•e s i regolarjzzò e raJbuminuria scompa,·ve. l n fine. iu un quat·Lo si osse1·vavu un'a:;tstolia quasi completa con un versamento pleut·k·o doppio e con ascilt'. Il fegato erR onor rue, lisclo e t·egol~re; il t.:UOI'U dilatato . .È guarilo col I'egime latteo, ma il ventre é l'i1uasto gt·os:;o, rome pure 11 fegato ~ la milza. Que!'\LJ I(Uallro scarlallinol'i costituiscono tipi mollo differenti di nefrile, ma il punto nel quale insiste ;:oprallulto Hu· tinel .. lo stato clel fegato ~ o.lel cuo1·e uui due uHimi malati che ~i sono pt·esentali mollo più come malati di cuor·e, che come am~tti da malattia renato. Si è che il rene infatti agisce sentpre pe!' r iflesso ad un cerlo grado sul cuore, quando esso é malato, e ciò non solo nella nefrile inlt•rstiziale, ma anche nella nef1·ite difl'usa. TultA,·ia saJ•ebbe iutere sante a conoscer·si ti perché que~ltl pat• tecipatione, quast nulla in certi casi, Jiveuti realmente enol'me in altr•i. Probabilmente Jevesi in questi casi tener· conto di"una aller&lione cardiaca concomitante prodotta dalla scarlaltllla st~ssn: sono stati Sel.{oa.lati da lungo tempo l' endocar·dile e la pericardite scarlattinosa, che devono essere con>;iderate come un vero fenomeno d'infezione. Ma vr ha un fallo piu importante ancora dal punto di vista dei disturbt funzionali, st é la miucar·Jite, la quale si riscontra d'altronde in tutte le


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RIYJSTA

malattie infettive. È pure una forma di scarlattina maligna elle impronta la sua malignita agli accidenti cardiaci che essa cleLermioa; e, ciò non ostant.e, questi accidenti possono presenttH'Si indipendenLemenLe dalla gravezz» apparente della malaUitl: l'iperpiressia non é neces!'lar·ia per arri,·arP ad un simile risultato, come ciò viene djmostrato dalla difler1te. Se, iu alcuni malati, il cuor e più fflcilmoule '3i ammAlo che in allt•i, fa d'uopo, per spiegare qu~slo difl'er·onzn, am111oller e in loro un locu11 minori.~ rcsistentiae: esistono infalli famighe. di cui tu tti i membri, se ~"<Ono colli dalla scnrlallina, presentet'l:mno l esioui ai renj: deve accadet·e la stes~a cosa per ti cuore e se l'aluuminuria .,;opraggiunge allora, essa uvra in lot·o molta mag~i01·e impot•Lanza ,, ~i possono "1'1~!!81'~' colle condizioni del cuot·e, alr.uul eùemi che sop!'avvivono all'albuminuria. Quanto all'aumeulo di ,·olume del fegato, presentato ùa alcuni molHti, esso si spiega anche come le lesioni dei r·eni, colle alter azioni d'ot•di ne infetLivo. Il fegato conserva il suo volume per luugo tempo di modo che non si può iuvocare come causa unica l'asistolia e la stasi epnl1ca. Vi ha In indubbiarpente un cer·Lo gr·aùo di allerazion e cellular·e. Il fallo ùelle lesioni epalicbe nel corso clelle malallit' infeLtiv"l non è d'altronde nuovo, IJU&.nlunque que~ti studi ~ieno ancor·a incompleti. Si può solamente supporre che que~le lesioni non sieno mollo profond,~, pet·ché la guarigiouu ne é la re:!ola. ì\Ia la loro esi<>lenzn denota a qual punto hi pu 1• fa1'e la genernlizzazione delle lec;ioni infellive nella scarlallina. Il meooa.nilmo della. auppura.zlone. ca/es Relge.~, seLLernbre 1889).

(.-\ rel~trf:.~ .'vf,;tb-

l mict·obi agiscono soprattutto per i velc•ni che ess1 pt·oducooo. Questa é una nozione che leude a pt·•·nder,.. piede di più hr più, e le r ecenti scoper·te relativo oi 111icrobi dimo· sll•ano che è vcr'so questa parl•• della cbinuca biologicu che devon'l 'olger;;i gli sforzi degli ~perimeolulol'i. l n quesl'orùilro di idee, nulla dimostr·a llleglio la necessita per 1 Lat-


"EOICA

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let·iologi di addentrar·si nelle vie chimiche, quanto un colpo d'occhio gellolo sugli ultimi lavori compArsi mcessanlemenle sulla questione ciel mPccanismo della suppurazione. Pochi so~getLi Jranno subìlo sorti cosi difl'oreoti e cosl inc~rte •fuaoto le t.•orie della suppur·azrone, sia quelle che hanno avuto per iscopo di SJJÌ~gut·~.: lo vor.azloni istologiche r•iusceulr alla protfuz1one del pus, sia le leor•ie emess~ per spiegRr•• la causa d1 quel-'Li fenomeni. ~er· non occupnr·ci che di queste ullirn•', rornmontiamo che fin da 50 unni ru Ga~parJ dì m•1Str'8. va che il pu :S, inioltalo uelle si erose. era cupucc tli pt'Odur·r·e lu suppurazione. Nel 1H72 Cltaveuu aveva rtuasì iult·avvedulo la parte che hanno nella suppuNizione l e sostanzi' pio~ene . 1\Ja è la co111unicazione di PAsteur· all'Accademia dr mcdicma nel 18i8 che in questa questione, come nella maggiot• par'le deiJe ricer·che u1icrobiane. divenne il punto rli pt'I I'lenza della seri e der l avot·i1 da CIII sono na te le attuala teor·ie. Si c:;a che Posteur a \'eva tr·ovato un mict·orgallismo clte, inoculato nel colliglio, pt·uù uco va nn'mtonsa suppurazionc: cosa curioso, questo batterio, scaldato alla temperaturn di 110•, poteva ancora fJrlld urre pus coll'illiezione, ft~Lto di cui si cono~<t·e oggi soltanto la spiegazione, ma che non era sfuggita Alla sagacit.& di Pasteur. La scoperta di Pasl cur diventò l'idea direltl'ice che i11spit'Ò un'inter o. l<erie dt esperienze. Kochet·, esaminando un gran numcr·o di ascesc:i. vi trov(l co~tanle menle hatterii. Nel1880 Dt)il·r,>; pubblicò i suoi stuclt sn di uo micropiog•·no; quasi nello stesso tempo Ol!!iton descl'lsso i micror·ganisrni da lui osset·vati nelle suppurazioni acute; inllM il lavoro classico di Rosenbach f.u1d ò la teoria microbiuna della suppuraz.ione. Eru dimostt·alo, fin d'allora, che il pus degl i ascessi caldi contrene !<empt'e 1m certo numero di micr obi: questi sono Ot'H gli siapft,Jlocoecus fl!JO{JC111!S aurcu8 e albus , ora lo streptoeocc w~ JI'IO[!eneR, altre vol le anche il mù:roeocc:us PffOf!enes tenu1s. Da questo momento et'll accel'lalo elle le suppurazioni acute nell'uomo sono semp1·e accompagnate da uno dei mi· ·cr obi cituLi, clr o l e cullure pure di questi par·assr ti, inoculate 7


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RIVISTA

a certi anilnah ed in cerl1 morii, erano seguite dalla produzione di pu:;. :\lA si a rJ'ivò ben tosto pet• questa quec;;lionG come per molle alll'c, che si andò lt•oppo lontano nelle c-onclusioni lrallc da queste esperienze. Cile il pus potes!:>O essere pro· dotto dall'azione dei microbi era impo~l'iblle nt>garlo. :\la. affc•·rnare che senza l'inlerveuto dei microrgani.,mi, non era po:--~ihile lo :=:uppurazione, era un ~'mettere una propol'ìzion{> che olu·epa~sava di mollo la pOI't>'~la dei fatti È vero che un ct>r lo numt'I'O di esperienze, d'altronde ben ese::tuite, rendevano quesL'idon molto sostenibile. Così inoculondo a certi animali ~o~lanze irritanti, melleoio in opera la più rJ~o•·osa anlisepsi, non si oLLent~va suppurazione. Strauss inlroduce,·a nel tessuto sottoculaneo dei conibli, dei porcelhni d'lnd1a, dei topi, sostanze come l'e~senzu di trementina. J'olw di crolooli!!!Jo, l'acqua bollente sterilizzata, il rnet·cut·io, ecc. Il prof. di Parigi non ollenno moi la fot•ma zione di pus, lranne cbe quando i ge•·mi c•·aoo penetrati accidonlallllenlo sollo la pelle. Di la aiiH cooclusiono c lte le so::-tauze delle u·rilanli non !'Inno sufficienti per ~P sole a provorare la ~uppura­ zione, oon vi era che un posso 0 Slrauss non esitn ad affermare chP le sostanze n·ritanli possono essol'tl jloguge11e, ma non pio[Jene: perchc vi abbia vera suppu•·oztone, è necessario 1'111Lcrvonto di or·gnn ismi inferiori. Le espe1·ienze di Hecldinghausen, di Klem pere1·, di Scheuerlon confet·mavano pienamente le rooclul"ion i fil Slrauss. Scbcuerlott davA anche una dimo~l razione »le~anl<' di questa proposiz1one mlroducendo so!'tnnze chimiche uei tubi capillari che cJ·ano in !"e~uilo situati !'Ollo la pelle del couiglio e rotti n• l momenlo in cui la fertla cutanea or11 ~unrita: in nessun c8f'O :ìi Yide la rormazioue di pus. Sembravn f)uincli cl te la questione fos~e ri!"olulo; tl' allra perle, i chir·ur!!hi, in pre~enza degli ammirevoli r·i ... ultati ol· tenuli dall'applicAzione d•~i metodi anlisellici. nou nwllevano meno at·dore ùe!!li sperimentalot•i sopra CJlalt nel suslenere la teoria paral'sil.aria della suppurazione. Intanto un'allra ser1e di ricerche arrivò a conclusioni op· poste. Si Lt·ovò ci.Je esistevano sostauze chimid•e producenLL


UEOlCA pu::~,

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nel quale er a impossibile di scopr ire la minima tr·accia di microrganismi. Cosi Ried ' 'ide pr·odursi la suppurazione coll'iniezione di mercurio nel ginocchio del Cùniglio; CounCIIman, operando come Scheuerlen, ottenne peraltro r·isulla li del lutto differenti da quelli di quest'ultimo; U!:llkofl' u Orlhman trovarono che l'essenza di trementina costituiva una sostanza piogenu al più a lto g r·8dO. Infine Grawilz e De Bary :,.labilit•ono con tulla chiarezza. che si può sicuramente otlenet·e suppurazione nel cane coll'inie:done di nitrato d'argento al 5 per LOO, coll'ammoniaca concentr·at~:~, pc:c. Diventava di piu in piu eviJenle che, se l'opinione in cor""o {lell'origine micr·obiana della suppurazione era sempre in fa· vore. essa si ba.,ava su pt•ove molLo meno solide di quanto generalmente si creJesse. Bentoslo un nuovo lavoro di Grawilz mise in luce questo falLo cl:c 18 cadaver ina di Brieger poteva pt·odurre ascessi senza microbi ne: cane. La questione della suppurazione l'eco un gran passo in avanti i n seguito ad un lavoro mollo inlerellsanle del dotlor J. Ot:' Chris tmas. Nmnerosissi rne sostanze sono state iniettate da Chri~tmas al coniglio (<'ssenza di trementina, mercur·ro, petrolio, nilr·ato d'ar·gento al 5 pur 100, ecc.); è quasi inutile l'al!'giung-ere che tutte fJuesLe esperit.>nze sono state l'atte col massimo r·igore an~ise ttico. Il nitrato d 'ar~ento, il cloruro di zinco, non llanno dalo hi(Jgo od alcuna irr·itazione notevole del tessuto sotlocutaneo, mentre che il mer·curio, la lremenlinH, il peLeolio hanno prodotto un po' d'infiltrazione 8ltorno al si to dPII'inoculo.zion~>, ma senza la mimmtl I'OI'maziooe di secreziono purulonta. La stt>..sn ser·io di sostanze é stata iniellala nella cam~>ra anterior e dell'occhio del coniglio. 11 risulta to é :=:tulo identico per tutte h• sostanzr, tranne che per il mercurio. La qua ulità d i liquido inoculata er·a di due goccia; nessun uccidente infiammatorio conseçuli\'O, nessun segno di i•-ritazione, all'inl'uor·i di una piccola formazione di fibr ina attorno alla sostanza iniettata. In piu di quaranta esperienze ChrisLmas non ha mtti ollenulo suppurazione. :\la l'inoculazione del merct:rio sterilizzato a 160• ha dato risultati del lutto dif-


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l\ l VISTA

feren ti. Questa sostanza ha, in queste condizioni, un cff.alto piogeno mollo pr onunziato. Pochissimo tempo dopo l'ino<·ulazion e nel\'occllio si produce una vet·a s upput·Azioue solt(l forma tli una ncbecola gdgio-giallaslra di pus lutto all'mtorno della j!Occiolina di mercm·io: il pus r iem!>ie l~lvolta la metti della canwra anteriore; esamina ta col microscopio, questa secrezione lascia vedere globuli bianchi e fibri na, 1110 nPssun mu;rnbo. Questa espe!'ienza elle é slala r ipetuta noYe volt.e sempre collo stesso risultato. mi pat·e Assai concludente, a:.t~iunge De Cllrtslma.", per dimostrare la possibilità di uua fOI'mazioue di pus !\enza microbi: del resto, lo s'•iluppo mollo re:rolare della suppurazione attorno al mut·curio. l'aumcnto lento del pus. l'infiammazinuc acuta dulia congiuntive, l'arresto della suppmazione che dtvenla stazionar•ia quando il mercurio è talmente avviluppato da pus che esso ha pet·duto lo sun azione piogenica, tutto ciò dimostra assai chiaramente l'origine non batteriaua della su p· purazione. » De ClLrislmas ha oLLenuto r·is ultali piu pO!Sitivi ancort.t opel'itodo sui C8J1i. Le s ue esperienze dimostrano con tutta evide nza che l'opinione genet•almente adottala dcll'ori{!ine bel· lariano. dello suppurazione è lungi dall' essere applr cal!ile nt:lla sua Jreneralilà. Le conclusioni di Straus, vet·e pet· il caso del coniglio, non sono, come, s i verm i. applicabili ai cani. Il tessuto sotlocutani:!O di quesl'aoimale ~i irrita e suppura colla più gt·an facilità. Le so!'lauze che non protlu.;ono ulcun effetto apprezzabile nel coniglio, danno ori~ine nel cane a suppur•azioni considcr·evoli. Tulte le sostanze inoculate da De Cbristmas erano pt•ccedontewonte stel'ilizzale col calore: 48 ore dopo l'iniezione di uu mezzo centimetro cubico d'essenza di tr·emenlina o di una soluzione al Hl p. 100 ùi rulrato d'argento nel tessuto ~olloculant'O del cane gio\'ane, s i fol'ma nel si lo dell' inoculazione una ve t·a t'accolla pm·ulenlli, assolutamente prioa eli microùi; la :;uppurazione p rovocata dal mercurio hu uu de··or·so più le nto. Quanto al molivo di questa tendenza C08i g rande alla suppurazio11e del tessuto sollocutaneo del cano, s i JIUÒ domandare se essa sia dovuta sia ad un riassol'-


MEDICA

bimenlo pi(t di ffìciiA nel cane che nel coniglio, sia all'aziona di altri elementi, ma per il momento non ò possibile pronunciar~i a que~lo riguardo. Le ru r e colle fJuaU le esperie11ze precedenti sono stato falle, l'importanza tlei ri sullali ollenuli, assicurano gia un gran valore all11 tesi-di ne Chr·rstmas; ma la parte più importante di questo lavor•o é la scoperta dello sosian~e piogene contenute nelle culture dci microbi, considerate come gli agenti pi(t ordinari della suppurazione ed in parl'colare dello staph rtlococcus aureus. Per quante> interessanll sit>no gli studi morfologici deg-h organismi inferior·i, è ev idente clte il lot'O inler·csse r\ mol tu al disotto dell'imporlanlR dei prl'blemi deUa chimica biologica che si rit'el'i~cono alla storia dei tnicropar·assiti. Per· non portare che del sosrgrllo che ct occupa, chi nP· ghera che la dimostra zione della pre<~em:a ùi sostanze chi miche piog•me noi seno delle cultur e dello slafilococco non sia uWe alla storia della suppurazione quanto la conoscenza der caraUel'i sulla gelatina, sui pomi di terra, su tutti i mezzt nutritivi di que~Lo microbo? Di!'graziaturneute, per chiarire qut-ste fJUestioni di chimica rnicrobiolotrrca, occorr·e una com· pelenza che beu pochi possedono allualmente; questi studi si riferiscono alle parli pilt conruse e meno conosciute anCOI'a della chimica organica; es!'e richiedono conoscenze mollo profonde per par'le di quelli elle vi si dedicono. Cosi i progr essi in questa via non St\l'anno che mollo lenlr a cagione delle difficoltà somme dell'orgomento, per cui dobbiamo essere maggiormente grati a De Christmas rli averci fatto conoscere la parte prepooderante chP spella alle secrezioni microbiane nella spiegazione dei fen omeni palolo~ici. Poichè la !'uppurazione sembr·a slrrllamcnto legata alle in· lluenze chimìch<', perché non support'e che l'azione suppura · tiva dei miceorganismi piogeni nei tessuti sia determinata dalla presenza di sostanze irritanti nei prodotti di secrezione di t)uesti microbi? Per chiat•ire q ttesta fJu!lstione De Chrislrna<~ ha scaltlalo col digesi.<Jre di Papin un bt·odo oli staphyfococcu s aureus; questa coltura, prioala di. microrganismi oioenti. stola inietlt~la nella camct·a anLerior e dell'occhio di un coniglio;

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rrue::ol'inoculozione ba p rodotto l'ec.lema della con~mol1Ya. lo scoloram nnto delriride e lu form azione di un pu", la cui sterilità é sln ta dimostrala dall'inoculazione nell'occhio di un allt·o co11iglio. Era evidente ello esis tevano nella culttu·e sostanze piogeno, perchè i corpi morti dei microbi non 11ono capaci di produrre tali e!lelli. Pc•· isolare queste sol'lanze. le culture .ti sl8fllococcbi fu•·ono filtrale sulla po!'cellu1111 e poscia Lratt.ale coll'alcool forte: il precipitato, lavato coll'ac•JUil sterilizzata, poi lìlt•·ato di nuovo, é ~lato inoculato nelrocchio del coniglio: ne se~ui una fot·le inflfnnmazione della cong-iuntiva ed una produzione di pus n e lltl camera antflrio re. La sostanza piogena è ver•s•milm ente una rlia.~tasi. Pare che e !'isla ancora in queste cullul'f• un'altra sostanza, poco so· lubile nelracCJuA, ma solubile nell'ulcool e nell'ete1·e, la cui ioocuJazion~: solto la pelle del cane e nell'occhio MI coniglio, • •lelermine la formazione di puco. Leber ha allre$i isoluta recentemente 111111 sostanza dd lo stesso genere.

Microbi patog e ni della boooa n egli individui sani. NETTER. - (Journal de Jfcldecine et de Chirurqie. agosto 18. 9).

Il doU. Nelle!' ha pubblicato un lavoro, nel quAle l'i e proposto di studiare i p r•i ncipali rnic•·obi che si r·i ~<.:oiiLI'l\110 allo .'ltalo norma le nella bocca. QueRti ~ono mollo nurne('O;li, poichè Vigna! ne ho isolato piu di 20 !>pocie. Però Neller 11011 !'i é occupato che dei microbi patogeni e !'Oitanlo di quelli che possono determinare affezioni allr·ovc che nella bocca e nella faringe stessa. l mic•·obi sludiali dall'autore sono in numero di quattro: il pneumococco, lo s treplococco piogcno, il bacillo incep~ulalo di Fl'iedliinder ed inlì ne g li s lnnlococch i piogeni. Per il pneurnococco, NeLler ho <·on,;Latslo che esM si t1·ova nella saliva in un quinto degli ludividui che non hanno mai sofferto polmonite. La sua r.·equenza é mollo più ;:ronde an· cora nelle per!'One che hanno a\•ulo snteriormcnlt> unA polmonite anche quando queslu ri.,ale n dieci e prù o uni. L o st r eptorocco si trova nello Puliva degli ind1vrdui sani più


MEDICA

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•li cinque volle su cen to; l o stesso dicasi del bacillo incap~u­ la.lo. Quanto agli slafilococcbi, e~si si J•isconlrano in fJUasi lutti i casi. ma essi possono essere !asciali da parte, perchò la loro azione sembra esse1·e esclusivnrnento locale. Se si ce•·ca or·a quale signiCìcoJo abbiano questi miurobi per il medico, si riconosce che essi sono lutti pericolo!!i. Co"i il pneumococco ò r agènle palogeno e~clusivo della poi monile, ma es...-:o però determina ancbe allre u\alalLie e Nellt•r ha dimostrato che a lu1 devousi r1reri•·e molte bronco-polmoniti, pleuriLi pn•·ul onto. Pnd ocardili, pericat•cllli, m enur ~iti Rnppurate, otili, ecc. Lo st•·eplococco ha una parte unporlanlc nelle suppurazioni visce•·ali, nolle selliremio, e nella J'isipolu. Il bacillo in cap~ulato, iofìnf:', ~'<i riscontra in cerlt! br oncopolmoniti ed iu di\•erse atrezioni viscerali. Si comp•·ende cume, situati nella bocca. tulti questi m ict·obi possano focilmenl e penet•·are negli or gani, in cui essi possono delerminat'a ll:l afftlzioni sopra indicate. M a l'li pu ò domandare alloJ•a come questi microbi arrivano nello. cavi tù boccale, pPrchò essi ' 'i restan o cosl lungamente ~enza proùUJ•r e accidenti e r1uali souo lP circostanze favorevoli che l e mettono in caso di da r o ri~in P a IJUCsle malallie. La siluaziono, la funzi one della <:ovili!. boccale spiegano come i microbi paLogeni possano t>!'Ser vi por tali con un'inspiraziOne, cou una deglutizione. La reazione alcalina riella snJivtl, la LemperaLut·a della bocca, sono condizioni l'avot·evoli ad alcuni di l oro. Cerll ambienti ospedalieri fav oJ'iscono anche questa trasmissione. Relalivoment"' nl secondo punto, sapere per cht> i microbi noci'"i ~og~or•oJ·ns:Jo indefinitamente nella bocca senza cbe ~i palesi la mf\lallia, si può ùire cho l'integ rità delle mernhro.ne di riveslimeulo dc>lla bocca, della rat·inge e delle cavilà che li ~osLen gono è lo condizione clw ri mette nor malmente al sicuro da IJUf'ls ti microbi palo~f'ni. Se questa mlogrita ce~sa. Fi tJ vré a temere la malallia. S1 e mocJificnlldO fJUesla Ìnlegril {\ Clre Ì lraumatismi, il rreddo, i Jisturbi vaso-moloJ•ii favor•scouo la produzione della pol mclllite. Lo vero ca usa pr ima d<>lla ì'Oimouile è il pneumo-


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RIVISTA

cocco, ma è neces~ar10 accor·dar•e, con la trArlizinne, una parte importante alla e&U!'IA occasionate. Se il freddo pr f' para il polmone all'ill\·Mioue del pneurnococco, cPrle an~ine specifiche apr ono la via 11110 slreptococc(\ piogeno. Nella pr·ima fila di queste angine !':i ll'ova l'angina sca rlattin o~a. Lo slreplococco si trovA snvenli nt" l sangue degli sc·ar•lall i· nosi. El';so n on è l'agente del la !lca t•laltina, rna va nd tli!gi ungere i suoi effetti A qunsl o ngcn le, producendo eos'r UIIA nlfezione secondtH'ia. Lo diller·ito, la r oseola, la fel •hre ti· foidea deter•minano e;nraJmenlO lesioni locali adaltu A (At'ÌJi· tare le infezioni secondar ie collo stJ·eplococco ed Anche col pneumococco. A quesLe di,·er""e condLdoni fa d'uopo agf!iunger•· Ancora lo disposizione dell'organi"mn. che varia !'~e1·ondn loi •'il·costanze multiple e devon!'li infine &gf!iungere le '(ualrtà viru· lente rlei microbi. l~ degno rli rnf!nzione il ftlllo che i mrct·obi nella bocca non Jrmrn o HOmpt'e un'eguale viru lenza. Cosi, in un antico pneumonico, che conserva C'Of\Ì lun~o tempo i suoi pneumococclri nd la bocca, la saliva prN•enla, nellù sua allivila, oscillAzion i eire, cosa rimarchevole, M no in r apporto colla fre!fut>nzn pill o meno ~ande delln polmon•li. Da tre anni, infatti, ~eller o'!'Amina in ciascuna o.oettimana il potere pnlogeno della Hnliva cJi un individuo, il qunle ha !IOtfer to altre voli.. una polmonrte. Pd ha confront11to eia· senna volla questa cifra dclln rnortalità pneomonica flellu ~eltimana corrispondente n P11rrp-i. Ora, le seLLimano, 111 cui lo sa liva é atti va. forniRcono una cifra di decessi !Sr•nsihilm enle superior e a rru olle 11ello quali la saliva è inni.Livn. L e influenze delle stagioni Rullo sviluppo di rrueste n1a· laUie possono esset·e !11 gr an parte alLribuite o modiflt'nzimri di queste potenze patogeu", A nulla ;.i opponi' ad 11rnnwll•·r··· che le diver se influenzo metenrnlo!!rche si facc1ano ~enlìrr snll'atth·ilà dei microbi nellA hoc~t al pari che nei tuhi .ti cultura. Si può senza dubbio acreltare per gli altr i microbi I'Ìfl <'Ire !'lo>mbra stabilito per il pneumococco. Qneste nozioni cosi importanti non hanno disp r FiziularneiiiG


KEDfCA

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sempre la loro s anzione terapeutica. ma esse però dimostrano fino a qual punto rigiene e l'antisepsi della bocca seno importanti in tutte le malattie infetlive. Tlsl polmonare d 'origine traumatica. - J ACcouo. (Journal de Mérlecine et de ChirLlrgie, agosto L889). Il prof. ,fll.t·coud ne ha osservato in rruesti ultimi tempi tre caRi nella s ua clinica. Uno si t·it'erisce aù un uomo di ~16 anni, il quale al suo ingresso all'ospedale presentava uno stato che a tutta prima poteva sembrare comune, ma che offrivo nulladimeno particolarità mollo speciali. È infatti un lisico, nel quale l"affezione ha cominctato 18 mesi prima in condizioni poco ordioaJ•ie; a quell'epoca ave,·a riportato un lt•auma alla parete tora.cica; e~sendo slato compt·esso fra clue vagoni, perdelte Ja co11osce nza pet• la durata di u n I(Uarlo d'oea circa; sputi\ in quel mornenlo un po' di sangue, ma non presentava fl'altut·a, né lesione esterna. I n seguito all'accennato tr auma egli fu affetto da malattia polrnonare, pt•obabilmente una polmonite, che lo fece rimanere un me!"\e all'ospedale. Ne uscl guarilo in apparenza; ma da quel momeuto non ha più potuto lavot•are che ad iotervallr e la. tubercolosi !>i S\'iluppò m lui g ra ùalamenle. Ora presenta lesioni avanzate al polmoue destro, meno accentuate al polmone sinistro, con una espe~torazione cooter1ente numerosi bacil li. Si può considet•are q uesto caso rome un esempio certo di tis i polmonar·e d'origiue tra umatica, consecutiva t~ d una contusione del t.ol'ace. Un secondo caso è relativo ad un uomo, il quale, dopo esser· caduto in una fo;:ma in cui aveva respirato· gas mefì lici, fu aiTello Ja una polmonite cer·tamenta traumatica, la quale fu g: ave e fu ~u::-seguila da una lunga convalescenza. Durante lullo questo tempo, l'esame degli sputi, ripetuto piu v olte, dirnostrò che essi non contenevano bacilli. Ciò nonostante, quando il malato usci <;lall'ospedl!le, Jaccoud all'ermo cbe e~li sarebbe diventato tubercoloso perchè pt·esentava ancora un roliquato Jelh:r sua po l mo n i~e nel lobo super iore


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JUVJSTA

del polmone. Infatti, dopo un anno circa, fu collo da emottisi, da diarrea, da dimngramento e da diversi ar.cidenti di origine evidentemen te tubercolosa e quando rilor11ò all'ospedale, nel quale mori dne a11ni dopo il tl·aumatisrno iniziale, gli sputi contenevano oume r·osi bacilli. L'autopsia di· mostrò che le lesioni più gravi risiedevano nel focolaio dell'antica polmonite. Si lraUa quindi ancbe in ques:to caso di una lisi ù'or·igine traumatica eire ha avuto per intermediario una polmonite, la quale per allro non avrebbe for"e cagionata la luhcrcolosi, se si ross~ complelnmente riso lte. Jn un terzo C'QSO il malato, delreta di 48 anni, e nlrb allo spedale due ~iot·ni dopo un'emottisi grave causal11 da uno sforzo violento e ()uindi paragonabilissima ad una emottis i di or·igine traumatica. Sj sviluppò una polmonite nel focol~io emorragico e, non essendosi risolto completamente, ero. quasi cer·to che sarebbe sopraggiunta la lu bercolosi. Per due me~i per·o non si polé trovare alcun bacillo negli spuli e non fu eire al terzo mes·e che essi <'.ominciarono a mostrarsi. Il malato soccombette del ''reslo mollo rapidamente, tre mesi cir-ca dopo raccidente, ed all'autopsia sf trovo una tubercolosi bilaterale pni accentuala ne l focolaio pl'imitivamente cons tataLo. In Lutti rrues li Cfll::Ì ~i trattava di individui sani lino a quel momen to c senza alcun vizic) Ot'ganico . Essi son o inler•essanti specialmente pet· la precisione della diagnosi e per lo studio dei bacilli fatto in ')uesla occasione per la pr·ima volla, ciò che Ira permesso di eliminare robbiezione che i ferili soccombono per nna polmonite ulcerosa. Non si tratta quindi di una pseudo-tubercolosi. ed, ino!Lre, l'osservazione dimostra che nello lisi d'origine traumatica ltl compar·sa dei bacilli é un l'aLlo secondario: non si tr·ovano che molto lar.li relativamente a lla lesione primìliva. Altr i fatli dello l'lesso genere sono stati osservati, ma essi sono an~riori alla scoperta ùel bacillo tubercoloso e pel' conseguenza molto meno dimostrati"i. Dall'insieme dei fatti conosciuti si può conchiuùer·e che la tubercolosi può succedere ad un Lraumalismo e cue in questo


HEDlc.\

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caso esso pr esenta nella sua evoluzione due periodi distinti: 1m periodo emotloico senza bacilli ed un periodo Luberco-

Joso propriam enl(l ùello con bacilli. li più sovenli il lraumolismo produce l'ernollisi come sintomo iniziale, mo non costante: la polm onite é anche un intermediario mollo frequente L1·a il lraumotismo e la tu ber colosi. Eccezionalmente per al tro questi i olermediarii po~souo mancare ed allora si osser 'a un deterioramento !!raclunle dell'organismo come nei casi ot'dinarii. I l decor so dello lisi d'oritrine Lraumalira ò var iabile, ma gene•·almente •·opiùo, sopratluLLo se vi il sl ala polmolli le; si ha allora il quauro delln Lisi galoppante. Vi sono J'lCI'Ò rasi. come uno di quelli citati più sopra, nei quali s1 può nve•·e unn guarigione apparente prolungntn: cio nondime1lO il pr onostico e Lanlo f.l'l'a'·e quanto quello dPila tubercolosi comune. Per spiegare la pr oduzione di fJuosla forma di lt.:hercol osi, fa d'uopo ammettere che il lra umaLismo e le l esion i che ne •·isullano metLono il polmone i 11 condizioni favorevoli allo sviluppo del bacillo. I n un gr au numel'o di casi anche, il malato Ila !'Oggiornato pitl o meuo lungamente al· I'Mpedale e non é impossibile che cosi predisposto non <>i ,-ia inoculato il bacillo in t]Uell'ambiente infell o; ma 11uesta condizione non é semp1·e stata o~servaLa ed il fallo capitale é lo stato d'inferiorila vilaJe del polmone. In fin e si è Amln esso che il micPobo esi steva precedcntcm enl e nei JllalaLi come il pneumococco esiste in permAnenza in molLI indi,·iùui che si ammalano più tardi di polmonite. Questa LncillClsi lalenle sarà for se accettala un giorn o, ma fino ad 01'8 non è stata d1mostra!a.


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HIVISTA CHIRUHGICA

Guarigione per la via intra-laringea di una completa ooolusione oloatrSziale del larloge. - ComunicazionP del doLtor· GEOflG Jur·'FINGEn, asc:islen ta alla clinica ciel pr•c)· fessot• Scltri!ller in V renna.- ( ll'iener h'"Jinische Woc/Len.<:chr~ft, 3 1 ottobre 1889). Il caso in diRcorc;o pre~onla inlcr~sse tanLo per la c:ua rar ità, che per il successo della cura. Si trattò di una compie~ occlusione del lume laringeo, prodotta da tcs~ulo cicalt'izial t\, donde poteva s uppor~i a!<soluLa distruzione delle cor·de vocali, che in virtu della curn lol'llavano quo~i illese. e che, almeno in parte, riac(juistar·ouo anche la 'oro runziont>. L'inferma, r<u i 27 anoj, che antecedentemente era stato sempr e sana, cominciò da due Rnui e mezzo a sofl'rir·e pet' causn ignota di rHucedin e, la quale, acrompag:nl\ndosr a Clislurbi respirntor·c i, finh·a col provocar·e ~:ccessi di ~otloca ­ ziorw, onde essa c.-rcò soccor so neii'Mpedale di Gr·az, O\'tl durante uno di questi accessi dovò pr·alica r si la Lracheo tomio. Conseguenlaman~e lo ~la to di lei migliorò cosi dre potes~~ andare attor·no con la cann ula chmsa. ObbHgal& dnl varuolo a ricorrere all'ospedale delle epidemie ne usci Sl'i settimane dopo con l'aholi1.ione di (jualunque comunicazione lra rl canale aereo e Il\ gola. VanJ riuscir ono i tentativi in allor ft falli per r·i ~ labilir·e un pa!':sap-gio al par•i di quelli me!':si in oper a cloro (jnalche tempo in P~sl, ove perciò venne colla distruzione clell'osta· colo r eso pervio il laringe. Senonclré l 'esito di (]Uest'olto operath·o non fu inliE>ramente fa"or·evole, mentre, !i'e l'inrer ma pole,·a nlquanto parlare, In comunicazione dPII'aria era co~i rislrulln che coll'ollontanarnenlo della cannula non


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era più permeabile. Ed anche questo vantaggio audò presto perduto e :;:i l'istabili il pt·imitivo stato, ed in siflàLle condizioni l'inferma ricovrò alla clinica del p rof. Sèh r<)tter. Si appalesava una completa occh•sione del laringe. Le cartilagini erano affatto le une congiuu1 e a lle altre, le corde vocali s i toccavano nella liuen mediana ed impedivauo in conseguenza la vi-sta nelle parti piu p1·ofonde. S orlii'Ono vani i tenlàlivi, piu volte ripetuti. di trovare un'apertura di c:omnnicaziOIIf\ s ia dalla bocca, sia claJ ia fet·ila tracheo le. Pertanto il prol'essore Schrollet· si decise di passare alLra,·erso la mas~a cicatro2iale con un isleurnento punLuto e di allargare gradualmente il canale. Al proposito egli s i servi della flocina esploratjya del M iddeldOI'JJl' da lui modi flcata 1 la qu11le venno introdotta t1·a gli spazii deUe corde vocali e quindi spintH allt'avel'SO la cicati·ice. Appena la punta apparve libera nella fer ila tracheale, venne ullorcig liaLo attorno alla fìocjua un sottile filo di s eta e con questo rllit•ato l'islrumento. Ambedue le esli'Omità, tanto quella, la quale veniva fuori dalla bocca, cl•e l'a\Lra ùaU'ape1·tura lracheale, furono annodale ed jl filo \'enne lascialo in posl.o. Al giorno seguente fu legato all'estremjtà tr acheale del tìlo uno più g t·osso, Lir<~LO in de ntro e Ji nuovo !ascialo in sito. Al le1·zo giorno riusciva già. ~i intrometteva una solllle minugia, in seg uito piil spessa1 finalmente un'altra di volume più considerevole. li canale s i dilataYa sempr e più sollecitan•ente cosicché dieci g io1·ni dopo il taglio pote va e~~e re introdotto attraverso la s tenosi !('l cannu la nurnero 1. La di la lazio ne fece r·a p idi 1wogressi ed al quarantesimo g iorno si era g ia arrivaLi alla cannula N. 20. Ad onta di ciò, la comunicazione dell'aria dopo la rimozione della cannula era mollt> ristretta, e quale causa dell'o:::tacolo si appale:;:ava uu tumore di g ranuJazioni grosso quanto un pisello, indovuto sulla metà destra del laringe al disotto degli spazii vocali e che, estendendosi denlro lo glottide, la chiudeva. Questa nodosi1a ve nne distrutta mediante un ilio golvano-causlico, in seguito di che si moslt·ò un lar:ro canale h;~ringeo di apparenza l'igida e s eliZa traccia di cm·de vocali. Oramai poteva. inli·odursi anche la cannula N. 22.


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RIVIST.~

Sul hl metà di marzo tu cannula era mantenuta iu sito ollre un giorno, e la infe•·ma, che nel frattempo aw""a imparato ad inL•·odu••si di sua mano unu cannula di caoutchouc ÙUI'O. vi immetteva più volte nel giorno il X i l. La cannula fu porlata chiusa p(:r più di un gioJ•no. Da circa un mese fu affatto abbandonato il tr•attamenlo con la caunula e l'inferma si intJ•oduce più volle uol giorno il condotto di gomma ~. 12, dorme e lavor·a con la cannula chiusa. Gli spAzii vocali ~i impieriolirono gradualmente ed allora fu interessante os,.ervaro come uel canale laringeo di forma e di diametro ugual~ e tappezzato da par·eti quasi liscia si scorgessero apJll~udici di forma taio dà. sur1•ngore le ,·ere corde ''Ocali, le quali a poco a poco si allargavano o ne pr·ende>ano sempre più In furm~1. La destl·a era piu grossa eù immobile, la sinistra alquanlo mobil&, c la voco abbastanza intelligibile. A distanza di molli mesi il lume del laringe non er11 ram· biato, llé moslr·ava Lelldopza di so~La a l'eslringcJ•si novella· mente, uonchc; l'i 1rl'enns inlroducosse la cannula solalllonlo due ·volte al giorno e por breve Lampo. Ella venne licenziati! colla r a'ccomandazione di s~?guire questo metodo di cut·a e di )·ipre~enlar~<i dopo qualche tempo. Quindi si ~arebbe evcnlualmenle proceduto sotto fa,·m·e>oli circostanze all'all ontanamento della cannula. L'articolista del pregevole giornale Yieooese rammenta a fli'Oposilco un caso simile occorso al professore Schruller nel t-<iO, 111 uua completa occlusror:c del cauale Jariogeo ecuseguita ad una grave lesione del collo. Di recente il dottor Newman di Gla!:'cow ristabilì il pa;osoggio in due casi di totale chiusur a cicatriziale dd lariq~o con un metodo analogo.

F S.


CHIAURGICA

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Due casi dl occlusione intestinale guariti con i cU.terl di etere solforloo. - DoU. VnToRJO C!.ACSI. - (Jdorgagni,

par te 1•, settembre, 1889). l criteri eh~ indussero l'autore a servirsi dell'etere solfo rico nella cura dell'occlusione inteslina.l e sono r,mdali sulle sue propr·ielé. fisiche e fisiolog iciJ e, le truali lo rendono un ''imedio efficacissimo a promuovere i movimenti perislallici ·dell'intestino, condizione essenziale a poter· vincere un'ocdusione, sia perché eccita direttamente le lerminazioni dei nervi motori dello stesso, sia perchi-, Avendo il s uo punto òi ebollizione a 35•, alla temperatura iuterna del corpo deve passare 1'8pit.lamenle allo sl~lo di vapore acquistando nna notevole forza di lensione e. distendendo perciò in modo rapido e brusco l'intestino. lo obbliga a reagire contraendo~[ e può vincer·e cosi l'ostacolo che si opp•me al COl'SO delle mHterie fecal i. Ne l rende1·e di pubblica ragiolle dHA storie cliniche di ocdusione intesti nale, una per volvolo, l'altra peP ostru:lione, cuJ•ate coll'etere, l'aulol'e ha avuto di mira 1o scopo di portare un contributo alla terapia di una malattia cosi grave contro la quale si ha il dovere di tentare tutto prima di abbaudouare gli inft:rmi ai rischi di quella seria operazione che è la laparotomia, alla quale anco i chirurghi più provetti non s i accingono senza l.repitlazio11e. È ben vero. che a comballere la occlusione intestinale si hanno nel lavaggio gassoso con l'apparecchio Bergeon e n ella e lettricità compens i piu eflìcnci <-l sicuri, ma è ancora ver·o che no11 semp1·e, anzi raramente, i medici dei piccoli comuni si trovano possessot·i di simi li costosi apparecchi, mentre .;he in og-ni piccola borgata vi é una rarmacia nella quale si trova. certamente dell'eler·c sollorico. 11 metodo seguito dall'autore sarebbe il seguente: Si sciul;:wno 10 grammi di etere in alcool, allungando questa soluzione con 300 grammi di acqua distillata di finocchio; si afl'onda quindi nel l'etto, il più profondamente che ~ia possibi le, una sonda e lastica e, con una ordinaJ'ia siringa a stantuffo si inietta il liquido nell'intestino.


RIVISTA

Sull'Innesto delle muoos e . Chirurgio. XXXVII p. 709).

W òi..FLER. -

(Areh. (. klin.

W tilfler sper·imentò l'innesto di membrane wucose in 3 casi di escisione della zona cicatrizrale, praticata per stringimento u retrale, e in due casi eli blefaroplastico. Pei prin1i ll'O casi egli si ser·v1 di pezzetli di mucosa di un utero prolassolo,seguendo le stesse regole raccomandate da T hicrscb per rlrapìantamenli ep1der•moi<!ali; i pezzi trapiantati furono fissati con strisceLLe di ~nrzajoJoformata spalmata di vaselina. Essi «i attaccarono rapidamente assumendo i caralleri del normale epitelio uretrale. Venu to u rnor·tc, qualc;l, e m uso dopo, 111 10 dt!gli operati, per malattia renale, non era piu dirnost1·AbliP. alcuna delimitazione fra l'epitelio ur etrale normale, e quello innestato sullo piaga. Per la blefaroplaslica l'autore adoperò mucose di animali, specialmente dello c;tomaco della rana, d~ll'~!sofagn del colombo, della vescica' del coniglio. Tultb queste mucose si attaccarono, conserva ndo pet• pnco tempo i loro rispetti vi carnlleri. Quanlo agli iunesL1 di mucose nell'ut·etra. l'autore osse••va che un ionPsto troppo rapido lascia molto facilmente u11u fistola uretrale piccola si ma mollo pertin nco.

Amputazione intra-caloaneale oriz zontale. -

CHAPUT. -

(Ga.;clte des HtJpitaux, N. ~8. 188:lJ. Il primo tempo compr~nde li lr-scciamento di una racchetl<i con coda es let•na, che si compone di un'iucisione do•·sole e d1 un'incisione piantare. L'incisione do rsale comincia al bo•·do interno del piede, ad un dito lr·asverso in avan ti del tubercolo dello !>CSfoiùe; SI arrolondlsce a uosa ~ul dorso del prede e raggiun~~ il bor do e-terno col suo lim11e inferioN, in corrispondenza della lesta del 'luinto me lala•·seo. Di lil, esso. ~ i dirige d'n vanti in dietro, Ji8I'Oilelamen te al rna•·gioe del pieùe, che essa con torna in addietr·o e c10 Jìno a livello del bor·do interno deltt>udined'Achille. Questa incisione corn}H'ende due tempi ; nel pr·imo la pelle solo viene ioci~a. nel secondo tempo sono laglrali lutti i tendini.


CHIRURGIC.\

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L"incisione piantare trasversale e diretta paralleiamente all'incisione dorsale che ~ssa raggiunge sulrestremilà posteriore del quinto melatarseo. Questa incisione è condotta tln0 all'osso con una sola sezione. ~cl secondo tempo dell'opPrazione, si pratiCA la disarticola· zione medio- lltrsea e si pvrt.a via l'avampiede, nella sua tolalilil, ossa e parli moli•. Poi afferrando il labbro inferiore do3[1a fe1'1ta corrispondente al bordo esterno del piede, si distacca col bislor·i il lembo pianta r~ io modo da separarlo completamente dalla l'accia inferiore del calcagno. Il calcagno, cosi isolato nelle sue faccie esterua ed inferiore ed un poco nella sua faccia interna, vil'ne sezionato orizzontalmente con un lrallo di sega da avanti iu dietro. il quale passi il p111 che sia possibile in vic•nanza della facc•a mferiore dell'ossi'. Infine, rullimo tempodell"operazione con1prende una ~ezione verticale di un centimetro di spessore dell'estremi la posteriore del culcagno portando via l'int'le t•zione del teuJlne di Achille. Del tumori nell'uomo e negli animali. - PLICQt:E.- (Journal de }Jédecine el tlP Cltirurqie, ottobre 18, 9). Jl clotL. Plicque ha pubblicato. nella Reoue rle Chirurgie, un saggio d i palologit' comparala, nel quale ~i trovano riuniLi ratti mollo inlr~ressanli relallvamente a C«'rli punti della storia ùei tumori negli animali, falli che in alcuni casi possono avel'e un'applicazione più o meno dir·elta sull'uomo. Il cancroide è mollo rre•1uente nel cavallo e nel gallo e, al pari che nell'uomo, l'irrilaztone sembra che abbia una par·le mollo imporU111lc nella sua produzione ed anche nella sua r·ecidiva quando esso è stato operato. L'infiammazione, COIISÌdernla come un ra.tlOI"e impl'rlanle nell'eziologia del cancr i' del seno cosl frcquen ~e nella nonna nella «1uale preesislevano masl.oile in 30 per• lOO dei ca~i secondo Sprengel, pnre che abbia una perle eguaie nel rane. L'inlluenza degli ingorghi lattei anteriori, la trasformazione po~!'ibil~ de~~:li ingor~thi ancora esistenti in ll11nori sooo ammt!sSi da Lutti i veterinari. ,\ proposito di questa influenza

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!tiVJS1A

dell'inflammaztone. Phcque aggiunge:: nole cur·;o~e sui tumol'i dei vegetali, per i quali l'infiammazione P cotoplicata sovenli da un'azione parassitarta. l pleta11i di Londra pre:;enlerehbero, secon.lo R oger W illi~ms, numero i lumor·i do\ult alla penetraztone ùt polvere di car·bone ,. di altrt corpi estranei nelle fessure che si pt•oducono nel momento della cadu ta pet·iodica della loro !'<corza. Ln produzione di galle in !'<eguito alle punture tl'lllseLti otl're 1111 altr·o o•sempio interessantE' di prolil'erazirme cellulare sotto l'inlluenza di irritazione. È da notarsi chfl qur«ta proliferazione delle cellule si sviluppa "cmpr e nella stessa gui~a solto l'mfluenza dellll puntut·n del m edesimo insetto. Ma è da notare 11nche che essa prende con cia:scuu im-etto lllt aspt!llO particolare. SoiQmeole sullaqUt•rcie d'Europa si polerono distinguere I)Uasi cento spPcie diflèrenli .Jj questi tumori, tulti mollo caralterislici e prodolli da allr·rllanle "arietà di inselli. Queste appar tengono a Rpecie mollo prossi111e; basla quindi la più leggot•a differen:.:a nel modo d'irritazione prt• cambiat·e in un mollò spesso mollo notevole re,oluziont> ddla pt·olifer•azione cellulare. Sludi più compl~ti hAnno dìmo~kalo che la r·eozione del les!lulo ngelale é completamente identica a <IIIE'IIa del lcs5'ulo umano. l .'eredita dei Lumori estata ~op ralulto sludieta uellfl tnelano"'i del t•avaJio, in cui essa e scmbr·ata cosi evidenti' c:ht• i eavalli m t>lanici sono stati e!'<clust dalla rqtrotluziouP. Sarebbe interes~anLe fare P.spor·ienze a qu<'slu riguardo e la frequenza del canci'O nel caue permelterebbo forse òi giungere a qualche r isultato. llrown-.~ equal'd nelle ~ue t•icet·ch~ sulla tras missione eredtlat·itt rli nflezioni prodotte arlifìcialmenll' avrebbe polllto, éon una serie d'incrociameoli, <'llenere uei porcellini d'India la trasmis!lione d'ulcet'aZione ciel padiglione dell'orecchio, della cornea ccc. Non sarebbe senza clubbio impossibile o llerw r·e colla selezione cani particolarrncnle pr·edisposli ai tumor i. Un fatto mollo inlt'res~a nle è l'inlluenza deli'Cil); gli ani.mali ,·ecchi sono !>pecialmenle l'OftgeLli al rancrn e que."ta iolluen7.a di nn'etil avanzata P ancora mo llo più acceotuai.JI che nell'uomo. E!'i><n è tale nei cani che nouloy Ila potuto


CBlRURGICA

l !l9:;

scrivere che essi sono quasi fatalmente votati al cancro a misut·a che essi invecchiano. Fnr:o;e anche questa importa11za eccessiva che presenta la vecchiaia, é lo sollt causa della ra· r ilit relativa dei tumori negli animali, e~sendo la maggior parte di lor o sacr1llcali senza aver· vi ssuto~ la vita normale Questa influenza dell'età non è d'altronde più facile a spiegar~i negli an imali che nell'uomo. Lo. porte che esercita l'alimentazione nell'eziologia sar·ebue molto interessante a detet·minarsi per confrontarla con qn<>lla che si osserva nell'uomo. Si sa rhe V el'lleuil e Reclu~ harHH) cr edulo poter slabilit·e cbe degli individui sottoposti al r egimo vegetale esclusivo sono quasi immuni di cancro. Ver·ueuil soggiunge che or·a si risconLr•a un numero tre o qu&ttn• ,·olle maggiore di cancri che non 'fU&t·anl'anni fa e che la causa potrehbe esistere nella modi ficazione del re~ime alimentare. S1 sono abbanJonali qùasi completamente i vegetali e si è div enuti di più in pitt rurnivor·i, artritici e ca ncel'osi. Disgrazìalamoute, non possinrno gual'i pronuncinr·ci per gli animali . perché se il cancr o sembra più frequente nei \:1\t'nivori, cio potrebbe e~ser dipendente dal rallo che, i ca111 ad esempio. souo conservati più lungamente degli erbivori: lra questi ultim i, il ravallo è quello che diYenlfl più "occhio ed é anche <ruello che è più spes!'o r.ancheroso. L'o ri~io e par·assiloria dei tumori è appeno supponibile pet· i tumori dell'uomo. Negli animali essa è Etié. certa per unl:l aff\l7.ione lung-amente confusa co~lt altri tumori, l'aclinomtCo!'i: e~sa è !>upponibile per qualche altra Pd in parlicolat·e pct· la melanosi. Infine se si spingono oltre il r egno animale l~ nostre ricer che di patologia comparato, !'i l'i"conlra quasi co!"lnnlemente l'ot•igine pa a·assitaria nei tumori dei vegetali. 11 fungo dell'acLtnomicosi si svilu ppa sovr ululto nel bue ed occupa di prefea·cmza t mascellot·i . La rrwggior parte dei tu· mot•i descritti alll'e vol Le como osteo- saa·comi del hue hanno senza dubbio questa or igine. L'actinomicosi i· d'altronde !'lu~cellibile di lrasrnellt>t•si all'uomo, come numer osissimi fatti n<' ccono s~ti rirel'iti. Funghi m ollo JWO!'simi all'actiuomiceto, il f10tryomvces e il tliscom!fces eqni, :-0110 stati trovati in alcuni tumori del ca-


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RlnSTA

\'allo, ed io pjlr ticolare nei funghi voluminosi che si osser• vano in seguito alla castrazione. Il baeterium porri è stato descritto nei por ri del bue, come in quelli dell'uomo. Infine una fonna d'epitelioma del cavallo s arebbe :1gualmente pa, rassit.at·ia, fatto importante da ricordare nel momento in eui i lavori di Abbarf'an e di Dadier sembrano avet• dimostralo l'origine purassit.aria di certi epit<>liomi dell'uomo. Le esperienze d'innesto C' d'iuoculazione non hanno fino aù oro dimostr.àtc) questa origine: ciò forse può dipendere ùal fatto che il terreno inoculato non era favorevole. Ope. t-ando su animali già affetti dal tumore da inoculal'e, si agirebbe su di un terreno certamente propizio. Ciò verme fatto da Halm snpra uno dei su,oi malati, in un'esperienza certamente colpevole, ma interessante. Egli ha inoculato a dis tanza sono la pelle .. lr~ fr•ammenti presi al suo tumore e questi frammenti hanno continuato a vivere ed a sviluppar'si. La cura dei tumori negli animali ba dato luogo ad alcuni tentativi mollo interessanti e meritevoli eli menzio11e. Leblanç, in due fatti eli cancroidi delle labbra nel gallo, ed in altri due nel cavallo, ha potuto ottenere la guarigione col clorato di potassa dalo internamente alla dose ùi 1,20 g rammi per giorno. l n un caso di ~arcomalosi della pelle io una giumenta quando i tumori erano sta~i operati inutilmente a piu r•iptese, Delamolte e Roy banno somministrato l'a cido al'senioso alla dose di un g ratnma per gior·no. Essi !'ece r•o ino!Lre seguire all'ablazione dei tumori una cauleriLzazione della ferita sanguinante coll'acido arsenioso in polvere: la g uarigione cosi ottenuta pers isteva dopo l8 mesi. Tra i tumori benigni, i papiJlomi cosi frequenti nella mucosa boccale dei cani guariscono molto bene coll'uso interno della magnesia. Questi papillomi sono talvolta mollo numerosi (150 in un ca~o riferito ùa Traslot). La cura colla mag nesia, dice Bourgeois, li fa scomparit•e come per incanto. Quest'azione della ma(rnesia ~d'altronde anche notevole nei porri dell'uomo. Si è usata anche çon un qual~he successo negli animali la cura dell'uctinoruicosi col ioùuro di potassio. Fa J 'uopo aggiungere che probabilmente il successo della cura negli


CHIRURGICA

animali colla merlicoziOne interna e dovuto al ratto che .si può in essi arrivar e fluo al limite della dose tossica del medicamento. Non si osa ciò rare nelruomo forse a torto. Esmareh nei suoi afot•ismi sul ca11cro riferisce il seguente fallo: una donna affetta da cancro delfuter o inoperabile era curata col liquore di Fowler. Disper ando di guarire e conoscendo la composizione arsenicale del medicamento, essa si è messa a prenderne dosi ertormi nello scopo di avvelenarsi. La g uarigione éomplela s arebbe stata il risultato di questi tentativi d'avvelenamento.

RIVISTA DI OCULISTICA --~-

Bulla dtrestone degli ocrohi nella interruslone dell& vlet& binoculare. - A . GRàFK. - (Cenlralb, lii.r die medie 1-lrissenseh., N. 27, 1889). Oltre l'accomodazione e la tendenza alfa fusione si Ila ancora un'allr a fot'Za per portare l'occhio escluso dalla visione binoculare nella giusto direzione di fissazione. Questa rorz.a il Gràfe indica col nome di re s enso dì convergenza li. Lu sua influenza s ulla posizione dell'occhio escluso s i manifesta parlirolat·menle nelle paralisi dell'accomodazione e nello anisometropia. Nel primo caso l'occhio coper to o devia verso l'interno o si arresta esattamente nella posizione di nssazio ue. (n quella prima fissazione si riconosce l'influenza delrimpulso della a ccomodazione port~lo a maggior ~ra do in conseguenza della pa rali~i; l'ultima che fu più volle osser vata nella ipermetropia non si può spiegare che per l'au· m entato s ussidio del senso di convergenza. Negli anisometropi che non presentano alcun sefrnO dt strabismo manifesto e hanno buona vista binoculare. osservasi, escludendo U"l orchio dal comune atto visivo cha roechio coperto devia lateralmente dallu posizione fissante; nella


1:)98

'RIVISTA DI OCUUSTICA

esclusione alternante, o la posizione d·un occhio varia per grado da quella dell'altro, o roc:chio coperto resta for·temente nellu po~izione flssanle, o ombedue gli occhi mostrano soL!() la muno che li cuopre precrsamenle lo stesso cor•t•ispondente ~ rado di deviazione. Nel primo caso r occhio Ji pii1 debole l'efraziono, dur•anle re!<Ciu<>ione, de\'ia più \'erso l'e'terno di IJUello magg10rmente refrangente. Qui si mostt·a la influenza clell'inegual grado di tensio11e. della accomodazione, eiTel to della differenza di refrazione fr a i due occln. Se l'occhio copet·lo r·esla fisso nella sua posizione, ciò pu(l i'Oio dipendt•r•e dal senso dr conver genza.

RIVISTADELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE Erltel!la. nodoao palustre. - IJo'iCEsco. - (Jounwl de Nlf1<lecine et de Ch irttrgie, mag~io 18~9). Il dottor Ho'icesco, ba descritto, negli Arcltioes Roumnini'sde médeoine, una variela di eritema nodoso assai frequentemente

osservato in Homania nell'impaludismo. Questo er itemtt, cbe non l'i riscontra che nei ranciullr, allacca specialmente le fanciulle di Lt·e ad ollo anni od incr·udelisce sopraluLLo nei mesi f1·eschi o fceddi dell'anno: è caralleril:zato da un'er uzione di nodo~it.a ar rotondite e ros~e, più o meno pr·ominenLi e di drrnensioni >ariaJ,il:. Si osserva genei·al menle m seguito a più accessi di febbre iutermillerue: i suoi car-atteri ;.i pr esentano tanto più eYiJenll, 'luanto più gli accessi si r•i pel(JOO spesso e quando essi non sono stati combattuti fln dall'inizi o con un sale di chinino. Esso compare dappr ima l'ulla regione anteriore delle gambe, poi agli arti superior·i, mani ed ontibracri sopralulto, poi sulle cosc!e e sulle natiche, mui sul tr·onco, ni> ~ulla faccio. La tor ma tlelle nodosi là é regolure, arrotondita, un po' pr ominente, mollo ra•>~;o m i~lia nte alle gomme sifìliliche o alle nodosilà sopr al'giunle in segui to n con tusioni potendo r aggiunge1•e


DELLE MAT.AT Tl E VENEREE E DEI,I~\ PELLE

l 39!)

le dimensioni di una moneta da ciurrue franchi. Esse sono generalmente di un rosso vivo e possono durante l'accesso acquistare una tensione ed una lucidPzza par·Licolare che può far· supporre una suppurazione imminente; ciò uon ostante esse o'on suppurano maL La comparsa delle nodosiw ha luogo con eru:Gioni succ.•ssive; lo pl'ima viene generalmente dopo piir aceessi di febbre; le altee si presen,!ano durante gli accef>!<i successivi nello slesso periodo, e mai vennero osser•vale altre er•uzioni, come papule, vesciche, infiammazione dei va!Si e dei gangli lin!alici. Quaolo ai sinlomi subiettivi essi sono poco pronuuciati iu pr incipio, ma dopo tre o quattro accessi le nodosdù si t'anno dolorose, specialmente dur·ante l'a~.:cesso, con seneo di brucior•e e di rr·ur•ito mollo inlensi. L'ctiologi~) in questo caso non è dubbia ec:l.i~ l'impaluùisn10 che produce queste congestioni l0cali della pelle, nello s tes~o modo in cui può pr odurre congesLioni int~r r niUe11li del globo ocullire 1 della glr iandola lagrimale, dei viscel'i et;t.:. Si pu<'• ammetter e che si tratti, come nell'eritema nodoso Ol'ùin.ario, di un'alterazione vaso-moloria. di un'angio·nP.vr•osi d'origine rine~i"a, ma nel caso i o discorso è il miasmA palustre che agisce sul si stema nervoso, il quale detet'tnina a sua volta e per riflessione i turbamenti vaso- motori della pelle. lJ deCOI'SO di quesLe lumefa:lioni e progreSSIVO, vale 8 dit'e che i carallel'i propri a ciascuna di esse diveJJlano lanlo piu pr onunziati, quanlo più gli accessi sono frequenti. Poco numerose iu principio e localizza.le alle gambe, esse si moltiplicano io Mguilo e si estendono agli arti super iori ed infer·iori. Esse scompaiono a poco a poco cogli accessi, ma questa scompar·ea è rpollo piii rapida quando si sommjnìstra solfato di chinino.


1400

RIVISTA DI TELNILA KSERVIZIOM~DILO ~fiUTARE

ltelaslone l&nitaria ausll Etleroltt Genn&ntoi nella pena oontro la Franota del 1870- 71 . (Sanitiils-Berieht iiber die Deu.t8chen H~ere im Krie{le gegen Frankreich 1870-71). (Continuazione vedi pag. 102 deU'anno 1889}. Disù~/t::ione dei campi di battaglia.

Nella pr ima ''era e neii'P.stale del 18il fu roflo necessari nuovi lavot•i di disinfezione io tutti i campi di ba~laglia e specia lmente a Metz, \Vorth , Sedan, ecc. l h\Vori furono luoghi e peno9i e poterono solo in pat•le rimediare ai gravt inconvenienti che s i erano manifestati. Dall'esperienza falla furono dedotte lo f.leguenti conclusicmi: 1• ~ell a gu,.r ra 1870-7 1 (come in tutte le altrEI g randi guerrl\ antecedenti) non si riuscì con la prima sepoltura delle vitlimo d elle battaglie a ~oddisfare A lulle le esigenze dell'igiene. 2" l lavori di disinfezione e~egutli durante la guerra ed anche più lardi rl a mtlilart e borghesi non raggiunsero completamente la meta desiderata. 3' Terminata la guerra, fu necessario provvedere definitivamente a lla igiene dei campi di baltaglia soLto la clit'ezione di commissioni locali o speciali, ci,•ili e militari. 4° L'abbruciam ento o la carbonizzaziOne dei cada veri m ediante fuochi all'apclrlo od anche $econdo il metodo d• Créteur non é provvedimento igienico di semplice attuazione per ra.g~iu n ge•·e lo scopo. Nel regolamento prussiano del servizio sanitario in guerra. del 18i8, é prescritto che le tombe non debbano essere collocale né sulle ~lrade, né in prossima vicinanza di queste,


lllVISTA Dl 'JIEC~JCA. E SIU\V1ZJO MEDI CO HlLlTARE

l 40 l

né io vicinanza di Mrgenti dì acque e di ruscelli, come pure in isll•ette gole. Le tombe stesse dovranno esser e pr ofonde circa 2 m~Lri, e non dovranno conlonet·e piu di sei cadaveri. l medici militari dovranno scegliere i luoghi acconci per le sepoltura e !'8 in appt·esso potessero divenire nocive ttlla sulute, i comandi militari, sul parere dei medici, vi farann o eseguire i lavor i necessar i.

VOLUME II. MORBOSITÀ E MORTALITA PRESSO GLI ESERCITI GERMANICI NELLA GUERRA CONTRO LA FRANCIA DEL 1870·71 <t>

l'ARTE I. MORBOSITÀ l~ TIUII'O DI PACE DIL.L' ESRRC ITO PRl"SSIA:SO

D.o\Lt.' AN~O t~67 ALL'ANNO 1872

l. Q.çciflazioni temr~oranee.

L'entrala totale degli ammalati (ospe•lali ed infermerie) ru in media nel detto periodo di tempo di 1350,7 p. tOOO. Le oscil· fazioni, che s'incontrano nel corso dell'anno uell'esercilo pt·ussiano, stanno normalmente in istrelti confini e corrispondono dt aooo in anno, allo cause principali che le deLerminano in t1toùo uniforme. Cinque momenti causali c~t ratter i zzano il movimento degli ammalati, cioè: t• ll ma.rimum in gennaio 2° La diminuzione dal .gennaio al giugno. (l) Sanltuts·Btrìchl ilbfr· rli~ De,l•chell lfurt illl 1\riege Qe{}fll Fronkrtrch 1870-71. - Zwciter Uancl.


RJVIS'fA DI TECNTCA

3Q i.:aumenLo in luglio. 4" Il minimttm in setLernb!'e. 5" L'aumento in novembre. Di quesLi ~i nque momenti il secondo non è costante, poiché talora la diminuzione da l gennaio al giugno c inlerroLLa con una elevazione in marzo o maggio. Il minimiCm si trova in media fra seLlembre ed ottobre. Variabilissimo è il mese di dicembre, pel f]Ua le non ai può dare una regola determinala. In alcuni anni il dicembi'P si av,;ciua al miTLim<,m, in altri è più elevala Ja cifra degli entrali, c!Je in r1ovembre; in generale per ò pu6 conchiudersi, che si discosta poco dalle cifre med ie del novembre. L'agosto invéce con grande regolarità occupa un posto medio fra luglio e sellembre. La diffe t•enza P.iù g t·aude s i noLa f'ra dicembre e gennaio. Questa enorme differenza s i nota pure nel p(•rir,do t86i-1~72 . TaU oscillazioni osservate in lutto l'esercito si sono pure riscontrate n~i !ìingoli corpi d'a rmala. All'a l'rivo delle r eclutE', che 1la luogo in novembre, si deve ascr ivere L'a umer"\to oeH'eotrata dei malati all'ospedale, che raggiun~e il suo m axirn.um in gennaio e poi va diminuendo sino alla fine dell'anno, l'alta eccezione dell'aum ento in luglio; il mmimunt si trova fra il setternb1•e e l'ottobre, c1oi> nel tempo del congedameoto della classe piu anziana e prirua che giunga so~Lo le ar·mi la nuova. Nel seguente specchietto sono indicati i malati entrali negl i stabilimenti !'lanilari prussiu ni dall'oLLobre all'oprile pet· gli anni 1 67 sino al 1872 (p. ·1000 deJJa r01-za media).

MESE

Otlobre. Novemb1·e. Dicembre. Gennaio Febbraio Marzo Aprile .

118tl7-l868ll868-1869 t869-J870,187l-JSil

1872

122,0

86,2 !!2,0 89,0

87,5 103,3 963 181:8 153,4 1M,3 122,0

97,3 888 114,!l 105:9 100,1 98,4 153,5 138,7 138,0 141,8 130,7 '133,7 1:34,5 '10\!,4

11:1,~

1"11,7

ta8,9 126,2 106,0 104,0

" ~

~


E SER\rlZlO \I EOICO llli.ITARE

Il movimento tlei maiali quindi OPi cinque anni fu truasi E'guaiP; le pi ccoli' deviazioni che si scor gono in alcuni anni non si possono spiegare che colle diver se dale d'ingresso tlolle r eclute. Sopl'altuLlo manca l'aumento in novembre sol· tanto per l'anno 187 J, pùiCIH1 pr ecisamente In quest'anno iutte le reclute, ad eccezione di quelle di cavalleria, già prima arr·uolate, entrarono nell'eser cito a meta cii no,·embre. l confr•onli islituili sino ad ora fra i militari o i borghesi erano fondati o -:;ulle cifre della m ortalita, o su rislrelli limiti di mor bosila, cosicché non se ne poteva dedurl'e alcun fondalo :.riuùizio. Ma ora che si può dispor1·e di lulto il m a· l•!riale l'accollo dall'ufficio Ji statistica del Rogno ùi Prussia, i confr onti acrJuislano rna:;t:;tiore importanza. Ora prendendo ad esame il quinquenn:o statistico 187 · l ~ 2 !'i scorp:r~ che il massimo de:xli amm11lali nl:lgli stabilimenti sanitaJ·i borgh~si si ebbe senza eccezione in gennaio: che il minimo cadde in sellembee; che il nov~mbre anche per i hor g hcr-;i non fu di poco momento; che il luglio meno co'-lante segnò un piccolo aumento; che da gennaio a giuguo Inclusivo si ebbe una dimi nuzione. eccettualo un piccolo au· 1nento in marzo e maggio; e che ln piu gr nnde dilferenza si notò f1·n d 1c~mbre e gennaio; che llnalmentc fr a novembre ~ tlicembJ'e si li'0\'8 il rappor to m ono costante. T utte 'luesle deduzioni si risconh'ano esqltamenle uell'e~ ercito, e mol lo piu se dalle statistiche civili si tolgono le clonoe et! i fan ciulli e si l imitano Je osservazioni agli uomini •lai 20 ai 25 ann1. Ecco ciii che si olliene in Prussia per l'anno 1878 e per gl i u0111ini compr·esi nel dello per1odo d'età.


t 'i 04

RIV ISTA DJ TECNICA

(Cifre assolute). Gennaio Febbraio Marzo. Aprile Maggio . Giugno. Luglio Agosto. Settembre. Ottobre. Novembre Dicembre.

2294 2WO 22~\ ,

:.!t) l t

2tH:l

1-·)o) ·-1859 181{ 1711i 1d:l

o '\oo

1904 1!)7f:i

Totale

2:l579

Che la regola abbia solido fo ndameuto lo dimostra il fatto, elle tali risulta~i sono conferm a li anche dalle cifre, relotìvomenle piccolo, di s ingoli ospedali civili. Quale esempio si riferiscono le cilre degli entrati n ell'ospedale reale della Chat·ité a Ber lino pet' gli anni 1S74 al 1878.

T otale entratt meu,qfli nelfospedafe della Chanctl in Berlino dall'anno 187-1 sino al 1878 (c~(re assolute). MESE

1874

Gennaio. Febbraio. Marzo Ap1·ile. l\laggio Giugno L uglio. Agosto . Settembre Otlobre . Novembre . Dicembre

1289

l l l l l"""' 187;;

t 76

1249

1118 1408 10t4 1272 1014 13U 978 1193 10~!) 1t77 IOW 126i 103} 1319 1030 1180 936 H•87 1014 1228 1104 1280 103i 11 22

181i

18i8

del 5anm

1451 1248

1303

l

1262 1207 1062 i075 1158 1210 1131 1192 lf 19 1067 1020

1328 1262 1225 10H9 11JR 1165 1202 114i118,) 1 13~

10i:R

12~7

13i-O 1t33 1261 11H

1313 1161i

1116 113!1 12i7 120 1 1258 1 1 HiO

1135

1099

1157 12161 ""'

1203 1246

109\.


1405

E SERVJZlO lfBDI CO lfliJT.<\RE

Anche in tale serie di anni e per i singoli stabilimenti sanitari, che a pt•imo aspetto sembrano presentare un'altra so!<lanziale base, si riconosce facilmente il dominio della legge su enunciaLa . Por confermai'IO si riportano le cifre dell'ospedale O!!nissanti in Breslau per gli anni 1875 sino al 187!11 pei quali i forti innalzamenti negli entrati nei mesi di marzo e di maggio moJifìcano la serie decrescente. Totale entrali 111ensilmente nell'ospedale cioile O{Jnissanti in Rre.~lau durante yli a1111i /875 al 1879 (cifr e assolute).

1187r. 11876 11~17 118i8

.\lESE

Gennaio. Febbraio. Mar'ZO Aprile . Maggio . Giugno . Luglio. Aaoslo Settembre Ollobre Novembre Dicembre

.

473 428 534 425 413 401 :{96 410 36} 376 4-31 392

, ,, {90

.l

-1-

73 669

:181 465

()37

~8~

17() 478 492

537 626

126 410 450

36i 370 3 3 350

:m

4U8

426 497 }90 418

187~

48:3

;)

420 422 4'16

l l

576 fiU

5Q;{

427 532

718 619 596 538 567 551 48l 460

r:>25 529 1 510 !551

Media del !l nnni

553 476 556 48'1 :,02 -~7(j

49R 4-76

413 -H7

472 -i.flO

SP.nza dub bto può qui obbi e Uar<~i, che le cifee r·accolle dagli ospedali' - anche se provenissero da tulli gli ospedali òt'llo lato - si riferirebbero solamente alle malattie gravi, e pc1•ciò dovrebbero unicamente paragonarsi colle cifre degli analoghi rnalati degli ospedali dell'esercito, ma non già col numero lotale degli entrati che consta pur·e di malati leggeri. Per tale r·ngione ed anche perché in appresso co nverrù prendere in esame la mor·bosilà in tempo di ~uerra, la quale polr'a solamente essere messa a. riscontro coi malati d'ospedale(e quindi di certa gravezza), si reputa conveniente di riass umere qui le crfre degli entrali negli ospP.dalt militari prussiani (e quindi come si disse 1li tal quale g ravezza) in tempo di pace per gli anni 1869 s ino al l872.

1


·l 4.06

Ili VISTA Ol TlìCNJC.\

Entrn.ta mentii/e degli ammalati flefJii OlJperlali militrr.ri prttssiani in. tempo eli pace rlu r crnte ';li ann.i 1869·13ì:! (c i ( r e a.'!.~ol 11 le l

.

~letlia d~l 3 30111

)lESE

..

Genna io F ebbraio. Mar·zo . Aprile.

ISi O.i l

161 ~\1 13 W5

JOIH 123:;{) 1:?1-71 50,4 975 1 10561ì 111GI 4:t7 U580 IWH 10Hi 42.1 ii 6 9:!3!) 1044-4 40."> RHi7 87JO fl57i 3 (i,!t 7711 90:17 9261 3:>,8 14207 10056 1123() 45,2 1:!989 ~li37 10S.8S. 42,7 l0015 8182 8432 ·i-3,1 90!)0 6347 7136 :38,4 103R6 8242 8152 39,0 '10131 9156 8803 36,~·

1:3169

14300

~aggio

Giuffno Lugio. Agosto . Settembre Ottobre Novembre' Dicembre.

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7100

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Anno

:o\Ullleru Per 1()141 •lell:a a.s-.;,~l · foru luto me<l••

1869

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5071

f>8:!8 7123

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- - - - - - - - -Hl5,S122777 l2ll 2i l110t:l 118300

Totale eut1•a li nell'anno (ammalali d'o"pedale e infermeria) in medra nei tre a nni ll'l69-l87:2 . . . . .

137••5

Numero de~li ammc.lali d'ospedale su 1000 di tulli g li entrali . . . . . . . . . . . . . . . .

:~5'~.:1

Risulta da questo prospetto, che quattr•o degh elementi ca· ratleristici per il m ovimento degli ammalati fra boJ•ghel'i e militari in Prussia (ma.ximum in gennaio, diminuzione smo 11 giug no, aumento in luglio e novembre) si riscontrano pure negli ammalali def!li os pedali civili e rnilitar·i. Solarnente il minimum ~embra in questi ultimi allonlanarsi un poco pPr la relali va allezza delle cifr e ùel settembre. In falli è una t·ego· lare proprieta militar·e ca r·a.tleris lica, e facilment e compren::i bile, che durante gli ese1·cizi autunnali nei piccol i Lotnli cn ~


,, !,.()7

E SERVIZIO MEDI CO M!LllARE

Ira ti degli ammalati ncj:tli ospedal i siano compre~i anche i ma· lali l eg~c ri , che in altri tempi ~arr>bbero accolti nelle infermerie e cbe. cluranlt> le manovre, Rono ricoverati negli o"peda li militari. Finalmente merita di essere notato , che il mov ime nto deg li ammalali anch~ nelle diver se Mmi presenta le rondizioni ca · ralteri~ liche osserva te in tullo r eset·cilo. Siccome pel qutnqnennio 1867- 1872 non si tr9vò il materiale per compila l'C uno ~recchietlo analogo, in tutto l 'e~ercilo, cosi si riferi~>ce qui solto il mo"imento de!J'Xl co•·po d'armata pel periodo dt due anni dopo il 1873

Totale tlegli ammalc'li entrati (ost•edale, infermeria, rip11.~o) nelle carie armi per me~i.

MESE

l Fan~ria

Gennoio . F ~bbra10

Mat·zu Aprile

Ma ~gio

Giugno Luglio A~osto . Selletnbt·e Ottobre Novembr•e. Dicemb1'e

T otale anno

Il· iOOll F.

C'l,allerin (3795 M.) p. 1000 F.

132,79

163.49

110. tR

l:H,86

(17835 M.)

42,6 ~

116,59 134-,38

45,54

Ll6,6 \-

66,23

200,00

1249,28

l i!12,i4

9115,76

2167,50

77.4-6 105 ,68 72,75

s.~, l (j

fi'1,50 G2 ,~ 3

1137,26

l

Trenu (3U M.l p. H)(l{J F.

83.fi9 119,54

94.0 1

74,01

l

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Geni•1

(438 ~1.) 11. HJOO F.

251.16 225, 13 16!1,5H 141 ,!Il 1:i7,12 l !lì.:!;! 217.83 203,21 15!l,M l H!A'l 137 ,42

]1 19,74

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l

95,2à 10:1,:) 1 106,62 106,66 79,70 127,11 R7,97

10~,05

105,76 88,6ti

Artiglieria (20~7 M.) p. 1000 F.

221.15 187,08 165.92 1:13.57 106,02 !07,50 97.00

1 3 ~.2~

'128,20 104,00

l

89,1.{

n,~H

31,05

SoiLento gli Humenti primtwerilr (fra Ior·o gia incostanli si un poco diversi. Se in esso l'innolzomcnto cslivo della morbosi là si osserva per· l'artiglieria e pel genio in gi ugno, invece che in luglio, n011 bi:<ogoa di menticAre che l'osservazione é limitata ad un solo col·po d'arm<l la e per lo spazio di due anni. Bisogna pure Lener conto della rclaLh·amente piccola clfl'a doi malati del sco r~ono nel soprMlanle specchietto


1408

lliVJSl'A DI TECNI CA

genio in gennaio e della sua r elativa allezza in aprrle, la quale modificazione può dipendere dalle condizioor speciali del servizio in questa lrllppa. Dopo le qua li cose dette non rimane che aù indagare quegli elementi causali che governano i mutamenti della morbosità tanto fra i borghesi che fra i militar·i. Questi elementi, che unici e soli devono con determiuate leggi influire sulla morbosilà nel corso dell'anno e di m ese in mese, devono cercarsi nei cangiamenti della temperatura e nelle relatioe conse-

guenze. Nt>ll'esercito pru~<~iano due tlei lr·e aumenti d'ammalali nel corso dell' a)lno, cioù in gennaio e luglio coi ncidono cogli estr emi della temperatura, ed in P russia il maJ:unum de~li ammalt~Li coincide col mas!;imo freddo. Sotto questo rupporlo é perciò posta a risconlt·t> la media della temperatura mensile tlel quinquennio 1867-1872 colla cil'ra corrispondente degli entrali aiJ'ospedale. Ecco il prospello do! mes6 di gennaio pel quinquennio 1867·J862. M ese di gennaio. Anno>

Tetnperatu ra WR.)

1~6'

-0,95

1869

-

J867

uno 187~

Totale ammalau I1101,!Aia entrati \HIICC (p. tOOO rorza mediai tiiPnrigi)

j81 ,9 153,1

22,96

0,2ò 0,20

12i,:)

3:J,41

+ 0,36 + 1.00

!38,7 13R,9

!1,29 !1,8i

11,24

Prendendo ad esame il lrieunio 1867-1869 si scor ge una perl'alla consona nza l're In bassa temperatura e l'aJtezza ddla mor·bositu. Ma par·agonando fra loro le d11e ser ie l867-·tt(69 da un lato o 1870 P 18i2 daU'a!tro, si scorge che la morbosilà negli anni piu cnldi 1870 e 1872 r·aggiunge una cer·ta altezza, r~;lativam ente maggiore che nel corrispondente più rreddn anno 1867. La spiegazione deve trova rsi nella rruantità della pioE!'gie


E

H09

EllVIZIO IIEDI CO Ml LI rARE

caclutn, la quale cltiarorne11te dimostra elle gli anni i870 e ~872 paracronati cogli anni li<ii7 ~ino al 181ì!l sono stati anni ascmlli. La te;.;i sostenula eia Cospel', ed in appresso oppugnata, the il freddo asciutto nel clima della Germania del Nord è per lo più no•·ev.tle, ,. perr.i6 chiara111ente c·oufermata. DeYe tuttavia Agqiull~erl>i clw le osservaztoni del Casper valgono solamente pel tflaJ:cmuM, che ortlinuriomcnle t•oinci lP coJ gennaio; re:-ln però !>empl'l' a determinare J'intluenza del quanlitati\·o tiella pLo~t~ia ~ull'abba~santento della temperatura e della in flueuza di t>s~i l'allori .,ulln :-alule lu generaiP si puo ammettere ~:be la lempPralura e la I"OJ!~iu determinano in gennaio l'altezza della morbosilù. Di ... ponendo h• cifre pel tnese di fel.braieo s••condo la IJUanlitl\ ùelln pioggia Cl.ù luta ~i ollengono i l'isnllati irulicali nello sperchietlo !>egurnlP.

M e.~ e rll .febbrai".

rllocc

l'ota le culrati arornalaU

,JII'arl!ll)

l•· 1000 Cona mr·dia

25.:W

IOU l:i8,0 154-.ii

l'io;;gla

Anno

'l'oro p~rnturt\

,o n>

18U7 1"-u!l

2ua

1>-o~

17.1 7

187:!

11,14

l :l! i,:!

+ =l/>5 + 4,16 + :3,27 + 1,55

lEGO

2."-11

W.8

-

4,21

Para~onando fra loro gli nnni 1<'70 e t!1r;.~. si !'COrge quale iufluenzn :;tr'ande abhiu ::~ulla mCH'bO!':llà la piog~ia caduta e come in -:pconda linea sia da porrP la 'temp" ralut·a. Gli specchit:tlr di uno slal!'-ltca prù esatta dovr·ebbero essere di;:po:;li, almeno per le cifr•· dei rniiHal'i, di mt•sc in mese e pei rlivf'rsi anm nel morto sopra indicato, l'aumento e la tliminuzionl'! delle cil're degli amutalalt poste o risconl!·o di mese in mese colla temperatura e~<Leruo r· col graùc• dt siccit.a, dat'ebbcrn suic:razione cJ••lle oscillazioni delle nrnlatlie, elle sono cop le influenze esterne in r·el two ne intima.

1\fl


HI O

Rl \'"lS T\ 0 1 lJ::C:'iiCA

:'\el quinquennio 1867-1 72, il nttnimum della temperatura media (- ~ .2 1 ) congiunta al minimum di siccità si ebbe nel r~bbt·aio 1fli0, ed in detL1' anno é appunto il mese di febbt•aio quello in cui si r iscontr a il più alto numero ùeg-li entrati allo

spellate. Che un cnmbia·menlo del tnas!-'imo della L•·mperalura dopo tl Jt<·embt·e non sia in •·elazione dirella coll'eguale cambiamento del mn:rirt<um di ru11IHllia, lo •limoslra apertamente l'esante del quiuquen•·io tSoì-1 872 in qul\llto nei detti tlnni anche unn più elevalA lemper·atu t·a i n gonnaio paragonata col dicembr e fu Remp t•e con(.(iunta ad una minora quantila th pioggin . Mt:IIO S.tWlplice e il ··appot·Lo delln mol'!Jo"'lla generale coll'e!Sll'emo caldo. Questa diffet·onza :o;flrà fact!meule compt·esa mediante i fatti cbe saranno espo"li in appre"'"o, poiché in gennaio qunsi senza ecrezione Lulle le forme ùi malattie ct·escono in rapporto alla forza tnedia, men tre in ltt!!lio alcune 'SOno in aun1tm Lo, pat·eccltio in di minuzione. Poir:ltè. l'allez:r.a della mot·bolli là generale l'nppr esenla il r isullalu della mt>dal fra i g r uppi di malall•e in aumento ed in diminuzione, cosi sotlo que~IA> al'pello é po,.,stbile una grande diver·<>ilà. Que"to r agionamento teor ico è confe t·maln chiAt'amPnlr m• ·tltante un con fron to della tabella Il Jella tuot·hosilà collo tabelle Xl a X Il delle condizioni a lmollfet·iche e da C!lso si p un vedet·e 'JIIAie inlluenza abbiu ~> u Lalun i g"l'llppi di malatlie io lug-lio la temper atura , la Htt•ci ta o Lulli (l duA gli o•l(•menli riurul i . I n genet·alc da (111anlo !'<Opr u si l! dello può concltiuJel·si rhe la ternpet·atur a 111 se od anche 1 mutamenti alrn(,~ft>t'ICi in !!t'· net·ale sono quelli che inlht scono "ulla <>alule e ~uJI,, maiRllia. Non i cambia meuli atrn o!"f.,r ici, ma i cambiamenti lllmo~fe­ rici o l e lo1·o conseg uerm' co:;lituiscono la co usn g-oner nle della mor bosi là in genet·ale. l nnunwt•evoli sono le cause cltt• determinano ciuc:cuna malatLia e t:hc ~Lanno in mf'zzo f1·a la causa getter ule t·emola, cambiamenti aLmosfe1·ici e la can"a pr'o!>sim a 'lunle sviluppo della malattia. Come conclu!'ione gener·ale si puù dire che: le fi8Cilla:;ioni

della moruo~litri totale, come pure rli olcllue.furme di mrtlatlte, sono collegate lafllo 11ella pot•ula.:irme uorghe.~e c:ome nell'e-


E :.EI\VIZI O llt: lllt:tl lll LITARE

Hl t

se rt! Uo alla stagione dell'an11o, rli guisa cher,uesta predomina ~wlle altre injltwl::e flarlit!olrrri che determinano ci(l8cnna

malatliu. Spetto alla etiologia il ricerca re possibilmente le cau~e prossime. speciali, tlelet'minnnti ogni singola malalLia, mentre la statistica si occupa precipuamente dei m utamenli ~enerali nell'aumento o nella diminuzione della morbositiL Cb e esposti alle medec:ime 1nllnenze atmosferiche, ammalino in ma!!~ior numero le r ecluta anziché i vo<·chi soldati, é dimostralo da tutte le s tatistiche militari.

Entrata all'U8f1Crl<tle ecl inje rm~; ria degli inclioitlui eli tr11ppa rlell'ttflima lena (coscrilli) ,, di /ere antecedenti (miliiart) nell'esercito p russiartO pef q11inquen niu 1.877-1881 (cifr e assolute). ~;111.rn1a degli aJ.nrtlnluli JiO I'~II IIICdia

~lESI

detl'escrrltrt

275'~~6

-Gennoio Febbr aio :\1arzo . Aprile

~7?!H3:l

275851 :? s~:i!J

M a~~to.

-GiU!lDO. Luglto Ago~to.

.

.

2905:10 29:.Wii:\ 279839

28:J5HO

i\lilit.nrl nu1.inui

8867 ~708

937:3

870H 8!)8!1 ~57~

8974 7932

SelLembrt>. Ollobt·e.

:!3i339

52,[)

2i 02:i3

6343

Dicembre .

277763

~ ovembt·e.

~05~31

f>2}H

li089

Coscritti (l • :mno

dì ~en·i~~Cio

8471

6800 57G:? 52~:~

:lii3 :>:~:;:,

5611 4168 259} 2383

6674 IH28

Me.lia met.-ile

Somma dell'anno

:HO:Ji :l

!l3C8 = iO,G 0/tAJ

lH~98

=67,6'''011

Da questo spt•cchicllo SI srorge 'luale inlluenza modifica· tri<-e della morbof"illl abbia In Yita militare, anche facendo


.

14 12

lliVlSTA 01 YEC~!CA

Aslraziont' Jelle vol'io sor·gf'nLi di errori, eliminale le '(Ueli »umenlerebhe pt•r :;tl'inscri lli la media sino al 72 p. 1000 Iella forzA media e pPi milit.ar·i scender·ebbe al :lG p. 1000. Nel SPguonte specchietto sono indicate l"altezza media della rnorpositit nel qurnquennio I KG7 e 1!--72 e la durala del trattamento rur·ativo. ~edi3

di luth gliammnlllli

ANNO

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l 1867

l86K

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186!) .. 10382 ~1,3 lf\70-71 l'l800 l t8,:3 1872 D73(; ~.:1,8 Media

l

Curati

Media

del giorni r1i ·ura Q,peofall

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7541 2fl,i

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3513 15,8

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G87!l 28,0

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i3,7

B. FurmP speriali di malattie.

Nel ><eguenle specrhiello Rono indicati i gruppi c le forme piu importanti di malattie. po!>li a rt>'conLro coi me~i i;1 cui .. j ebbe il ma dm.um 1.' il mintmtml di esse nel •rumquennio J86i-18i2


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111 rllllporlo colln morl,osltll g~ucrnln

Na.rimum

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Mmìmmu C'l CII [':>

Vaiuolo. " Malallie tifot:e D issl'nter·ia Ri~i pola. . . . . Febbri intermillenli . . . . . Reumatismo t\l'licolarc nculo . Febbri reumalrclte.

Dicemhre Seltembre Settembre Gennaio Giugno Gennam Gennaio

.Malallie degli ot•gani t'e!ipiralot•i irt g-euoroiP . P olmoniti . . . . . . . . . .

Gennoio Genll8io e febbt'UIO Gennaio

Seltt•mbr·e ,\gosto

Agosto

Aprile (edicembre?' Dicembre Seltembrtl

Tons illiti 'Malallie dell'appar·ecchto di~?e~livo ~Ialallic degli

occhi . . . . . Malaltie dei comuni i11tegume11ti Le!-lion i tt·aumo lieh H

Ottobre Genuaio Gennai n

Giugno Dicembre l\C11rzo

Giugno Aprile

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Gennaio Ottobre Apr·ile Dicembs·e

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RIVJST .\ DI TECNICA

)l'el sut·rifet·ito specchio é ùa notare che il ma.rinwfit di molt" l'orme morbose, in rappot·to alla forza media, cade in !:'eunaio; t•ispetto alla morbosilti in generale, le suddec::crille fot•rne morbose non hanno prevale:~Lemente il loro ,,,a.;rimtwt m gennaio, ma anche in det•o mec::e la loro media é alquanlc• elr\'ula, come può scorge1·si nel t·iscontro seguente. Per uno della morloosila n~i mt,f da ~Ialallie

ltlh:>e D1sc::enleria. Ric::tpola. Febbi'C intermitlenle . Reumaltsmo ai'Licolarp acuto. Malatlte dell'appat·ecchio c.Jiget·enle ·• MalaUie degli occ}d Lesio 11i tl'aumaliche

Dicembre

Gennaio

1.,2

17,5

0,17

0,10 2,8

...,,,-

!1,6

s,;

:$,8

3,5

13H,8 <)9,8 li4,i-

l:J2,2 51,~·

JG!),:!

Molta impo r·Lt~nza sta tistica deve avet·e la sede delle varie ~ua rlli l!ioni sullo sviluppo clelle malattie. Dal lato etiologico i·

da nolarr che ulcuue malaUie lro,·auo nella slagiotw 111' et•nale la sorgente precipua della loro manifestaziorw. Sollo quec::to punto di vista ~i rtf••riscono nel seguente specchietto alcunP malattie che m ostra rouo il loro maximum di ruorbo"''tu in gennaio l'er 1000 della morbosila nei me..~i ,h

Vaiuolo . Febbri reumatiche. .:\lulattie dell'apparecchio respis·ato rto Polmontli l'ousilltli Mnlallie dci tegumenti e lct·iori.

Dicomhre

Geunnio

35,6

+6.1

lUU !1,9

125,1>

40,8

12,8 41,6

2fl1,U

:l8-~,0

Negli aumeo li del luglio c 11 ovembre preYalgono alln gruppi ed ~lllJ·e forme di tnalsl.lio. Pe1· vede re in quale t•ap-


E SEIIV!ZIO ~ED!CO lllLITARE

porto si tro\'ano le dive rse malattie o i diversi gruppi di mnloLtie si é compilato lo specchietto ~eguente, io cui negli aumenti del ln§:dio, t.ovembre e ~ennaio s i é re~o conlo eli dR;:cuna malallia. Il ;:egno inJica aumento; il ;:egno - p<'rmonenza allo stèsso grado o di minuzione.

+

M!.LATll\

Voiuolo . . . . . . lifo«e . . . lJi"'senlet•ia . . . . Rt!':ipola. . . . Febbre inler·miltcnte. . . . Houmatismo al'licolare acuto. F ebbri r eumatiche. . . . M a lallio dell'apra r·ecchio rcs pi t·atorio. Polmnniti . . . . . . . . . . . T cmsillitì . . . . . . . . . . MolaUic tlcll'apparecchio digerente Malallir degli occhi . . . . . . Ma lallio dei tegumen ti e!';lernì . . Lesion i traumatiche . . . . ~lulalli(·

t++

+!t :t±+ -++ - +-

Oa questo specchietto si srorge come le infiammazioni dl•lle tonsille non ahbtano curva parallela con quello clt·lle mn· hsllie dell' npparecchio digerente e dell'apparecchio reE<piralorio


Ili \' 1ST,\ DI TEC;\'ICA

Freqz,eo ;a t/l•i a rupfiÌ piu importanti e delle .forme pù, importanti di malattie n.ell'rser cico prussiarw ed in Lertlf"' di pace poste a riscontro colte scayioni nel quinquenlli•J 186ì-1872. I'Pr 10110 •Iella tona media

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Pl'r 11100

della mort~JSil.d. ;;eueral~.

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Mol'hosilMgcrl!'rnlo. Valu olo blnlntUe liro~o. Dis:<crtlorlrt. Jllsinolil . llehbro illlOnnltlonle Reumnllsltlo arllcol. aculo FoiJilrc roumntlcn Malllttio rloii'Q(l(lnrt•ech l;' rc.ipi ratorio • Polrnonill Ton-ilhtl llalatUe ol eU' nflfl:uwchio

.

d~ereute .

MalaUio de;:lr ocdu Malattie d el comunr rnt.-. ,~tumenrr.

1-esroui traumatiche

377,1

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0.01a ·1,1 3,4 1,4 16,0

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Tenendo l"empre pt>t• buc:;e de.Ja cla;;sificazione l'eticrlc•!.:i.r in t'appot·lo 81 cambiamen ti atmosfer1ci -=i è compilatn Jo specchietto l'l~guente.


A wnento e tlimintt;iune tlei f'Ìtt impM•lanll y r uppi di malattie e dell'' pi1i iwp(Jrlnn/i /orme di mala.llie i n rapp(JI'fll c(J/Io moriXJsità qCilerale nell'esercito p r ussiano in tempo di fJIICC JIUitle a ri.<~e~mtro coi cang iamentt a~mn,qfet•ici delle .~layioni nel 'JUÌnfJttennio 1867 al 18ì2. ht"•ruo ulkemltre. gennaio, fehltraiu)

Prnnaver:a (marzo, a(trtlc, ma:tgi••l

Aumento

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--1 Dimmuzlonc

---~-11ìmìnu1Jone

K~tnle

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(stll<•mlm•, ollolore, uuvrmhre) Allllll'ulll

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Ulmlnndone

1'1 1Jl

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Pehhro lnl<!rmi t· \'aiuolo. , ~lalallic tifOSI:'. Vainolo. Vaiuolo. f obl•ri inLerrnil · t.enrc. )falatlie tifo.~e. Ois.<enteria. lli~ipoln Jla lntl{e lt(Otc. tenti. rulat·e ar.-uto. ll lslpoln. neu11111Usmo orli- Ois.;entoria. Febbri inl~rmit· Ren mnUsn10 nr· /Jis.•wltrw. ~lalaL!it! :1ppu Ftbbt•i nwnali- Febhro tllt••rtolt- colal't ttc ulo. lli~ipotn. ltnli. ti~olnrent•uto. 1/ialflultt. ratotli)!eslivo. e/H'. Lente. lllfla m m u ~i Ollf ~·ellllre renn1a- Malallie appa- Felollro rfumn- lleumntlsm" nr- Mal:tttle •·omtmi MalniUe appar1110 MalaUio apfì:lrnto tltl 'llnlmoue. tic:t. ralo àigeslìoo ttca. licola rencuto. iot1•gumenli. mlpiralorio. lllgcr,•utu. l lnlnlllt• •1•·~11 OC· \lalaltie nrg;~ni Malaltia fi l')! l i llnlallit' organi Vohhrl rtllllll:t· l,t•$ioni trauma· Tnllammazaone 1lel ~lalntllu de~tll or- l'l• l. r~spiratori. oc·dti. re.plratorl. llcho. llrhc. polmone. ehi. llulnlllt rotll ll lll lnll:unrnazi o o e tnflrlllUilrl z in n e ~I:II~Ltle OIIJ!:traltt/ìlltll m n ~ i o 11 t ln l••qu<!lftlll. delle tonsille. del t•olmonc. to r~~>~plratorlo drlle lo11silli . Mai:IUio apparalnOcmun nzln n e lnflmmnazl o n t• Malallie eco m un i ralo digerente dello tun~lll~ . •Ici r•ohnoor. intcgnmenti. tesionl rrnuma.Malatll6 comuni ln flnmmnzlo n c Luic)lri 11'11111111111th'he. inll'gumenll. tlcllfl t<on,l lle. chf. Lesioni rrnu111n· .lfolltllie d a q l t, tkhe. octhl. i rai uolo.

Malnllir tifiNl.

llewnali~mo orli- Ul "onlerla.

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H1 8

RIVI TA DI TEC:-IICA

Il massimu avviene perciò in inverno, il mtntmo, e senza confronti, in estate. Cbu il minimo nulladimeno della mot•bo~ità generale sia occorso in autunno, dipende in parte du cin, che in autunno raggiunset'O il loro gt·ado minimo ,Jue gt·uppi di malattie (mslattie de!!li esterni integumenli e lesioni traumatiche), che pel loro numero ragguat·devole influit·ono g-J·andemenle sulla morb osìlù ~encrale; tl'l'l llra parte tla ci\'• che il . più jl'rand e gruppo di mulaLlie (malallie rlell'appa1·eccltio digerente) ntggiunse il massimo in estate. Se in generale tali ag;rruppumenli secondo le stagioni fanno conoscer e gli estremi e l'aggruppamento delle ,·arw malattie colle loro generali mulazionr, uon dovr ù perdersi tli Yista. che per lo meno fu scoper·ta una più coslanlè norma e pPrcrn meritevole d'osservazione: segnatamente l'aumento dt.'IJO afl'ezionr catarrali dell'organo réspirstor•o Ima non delle infiammazioni del polmone) 111 luglio. Questo fatto S81 a preso 111 COli· sideraz.ione par lando ùelln inJlue11za del luogo sullo Avr luppo delle malallie. In appresso é da osset·var·e che le 111 11lnWe degli or gani digerenti p t·e~o~cnlano un considerevole numento in gJUgno e luglio; ma che il lor o mt~ssimrJ r1spelto allo torza meJia il più delle volle e ri.::pello allo mor hosit<'• zeuerule sempre cadde in agm~ to. X el seguente specchietto sono t•iassunte le medie per i malati dell'apparecchio digerente eulrati nt>l quinquenruo 111 lug-ho e ogoslo.

- - - -- -In luglio

AllO li

18G7

Per JOOO F.

i'er 10011 .\1.

12,3 2Z>,4

186!1

19,~)

1~71

:20,+

i H,O 193,iol i6G,J JG2,0

1872

20,H

t!l:2,1

1~68

[n ago,to

l'Cl' !000 F.

f>t•J' II~H) M.

10,7

lil,J 2Ji-,}.

26,3 i8,; 211,0 23.6

1!)3,0 21 ,l :!35.~•

Le taoolc l'l e ru J'ur msCIIT/(J laprooa che fjlUISl tutir le Mpra indicate dedw:wni (p' r i risroT.tri po.~sibill j'atti cnl materiale della. staci.<~tiea. cicile) pel mooimento "•'!tlt am· malati negli ospedali civili valgono quasi completame11te


E SF.II\'IZIO l i EDJCO li iLITARE

li- 19

per i militari, ehr. adtuliJUe anche nel periodo annunle per le dioerse .forme di malattie (come pure per la morbosita aene fffle) le eoncli.:iuni particolari dell'esercito hanno poca inlltten;:a sullo sriltcppo delle malattie in confronto delle cause (Jenerali morl,ose che infittiscono 1:gualmen.te sni militari e sui uorahesi. D'interesse e eli pratica rlcdu,;ione su f{UfJ.S{O /'(lfJJI01'fO e spefietlmente il .(altO Che an e/te le fesi Oli i t raumatiche, sttll'anclamento del/P quali esercita un'importante ittlluen;a la specialità del scroic:io. nei lJor(lhesi, .fntle nt•Jlena alcune ecce. io" i, seguontJ la .<~lessa norma elle nei mi· litari. La temperatura eù i mutam enti at111osfcri ci in luglio hanno g t·ande importanza sullo sviluppo delle malattie dell'appareccldo ùi~erenle, cr escendo ')Uesle, specialmente rispello alla mol'l.Josita, in raj:(ione dir etta della temperatura, collle può scorger~>i dallo specchiello seguente: '1'1·mvcrntura .~11110

media In lu ~lio

J8(i~

1872 lll6!l 1R7 1

1R6i

15,73 15,12 15,00 li-56 13,0()

--------l~n trn ti

per malnttlc

tfl•ll 'apparecfltio di)(eront!l

PJOg-gia

(linee

PPr UJOO F.

Per 1000 M.

di Pnrlp:il

25,4 20,!l 19,5 20,41:!,3

190.8 1\)2,1 llìG, I Hl2,0

20,3.?

H .f,U

46,66

2~.9:~

10,9.137,06

Questo specchiello, ad eccezione dell'anno 186!J, dimostra elle tanto piu elevata é la m orbosilà rJuanto più asciutto è il mel'~ di lugl io. Piu nelll\ è l'influenza clelia temperatu r a sullo sviluppo di t•ello delle malattie dcll'a ppat·ecchio dir·igcnle. La stessa leggd però non si r i scontra pel mese ùi ago!>lo, comn si può vedere dallo ;;pecchiello che s••r;ue:


1-1·20

,fll\'ISTA 1)1 TF:Cl\'ICA

Annu

Temperatura m edili di OQ'US!oo('R.)

fl:ntra Li per malattie doli 'appareechio digerente ~

Piog:tJA (llnets

Per 1000 F.

Per 1000 ll.

tli Parigi)

26,60 J!I,:J4 H.O:! :?1,67 :J2,2:!

1868

15,83

1871 l c-

26,:1

,,

l t,:! L

~.o

1~, 1 0

l ì2

lO,;

1 ~.22

:?3.(;

l8fì!)

234,4 218. 1 171 ,1 2:35.5

12,'!1

18.ì

W3,0

)Ja i rapporti f••a la lemper·atura e la umlolila ~uJ!o SY1luppo delle malattie dell'apparecchio digerente divengono p111 chiarr se inveoo d1 un mese SI pr~nde per base tutta Ja slagioue estiva (giu~no, luglio, agosto) mollo più per chè ~li effetti dei ~ut.amenli atnwsfor·ici di un mese si fanno più factlmente sentire nel ;oeso sr~cccsRi vo .

1111110

'l'ernJillrntur·n modia d 'ostn ta (0 R.)

186R 1872 1870-71

1867 1889

15,21 13,85 t:I.S l t:l,2ì 12,!l:-

Entrntf pe,. malattie

------

ullii'MlJlll.rOccllio digrrcnte (molli:• mensile)

Moolin !Iella (rioggia

per rna,qe (linee

Per 1000 F.

Per lOOO )(.

•li l'arliCh

2:l,6

198,6 19t,4

22 2!)

1ìì, 2 J i~.:-

2H,2fl 26,1:>

164.4

21.611

20,0

21,7 l 1,4 18,4

23,:!8

~l en tre in tiUO..<~Ia se rte non si scorge alcun rapporto dir etto fra le malattie o la pioggia, ad eccezione degli anni 1'~ti7 e 1869, in cut a piccole diO'erenzc dt temperatura corri~pon­ dono grandi dtiTereuze nelle malattie, le malaltie vanno pat•aiJele aJie temperature, mentr•e a consideJ"evoli differenze nella quanlik\ della pioR~iu rorri sponde un r appor to in wt·~o. Glì aumenti dl'il<' malntlie dell'apparecchio c.ligerE'nte rispetto alla fo t·za media 111 novembre d gennaio scompaiono in rapport.o alla mor·bosité. generale; in ambedue i m esi l-Ì puo per ò ch iaramente considerat·c qtlflli influenze essi abbiano a vulo nelle manifestazioni della rn o,•bosita in ~eneral e. 1tt nessuna maluLlìA ~~s tata pii1 ft·equenteroente e piu "iva-


1 4~1

E. SER \' IZIO MEDI CO MJI.ITAIIE

mente di~cussu la sua relazione coi momenti meteorologici quanto nell"in.lìammazione del polmone (polmonite). Se vuolsi •lcdurr·e il suo cnrallere infellivo dalla sua indipendenza dnlle condizioni aLmosfer•iche, può oss•: rvar,.i dai falli sovraesposti, che t811to nelle rnalaltie d'infezione, come nelle altre malallie che !'i Q\•iluppauo per ioclicamenle nelle ''lll'le slagtont, si manifesta un'inJiuenza favorevole o contraria e ci11 av,·iene pure ndle inflnmmazioni dei polrnoni. Hesta solamenlt! a vedere~~· le condizioni atmosferiche esei'Citiuo un'inlluenzn clir ctta od indiretta Slùla molallia fnvorendo lo sviluppo dei u)icro•·~a­ lli~mi secoudo In ricetLivita individuale pt!i medesimi. Siccome d'alLI-a par·le spe!'so si .:• afTe•·mala una d tpendenzA della pvl· monile da uno dei momenti meteorologici, cioè dalla lemperntun-: n dalla umidilu e la si è confermala con ser·ie di t•'fre, co"\ può esse1·o presa in considerazione per divPrsi an11i la ]'Olnwnile nell'e~ercito, e per l'epoca di suo sviluppo in 1'11P· porto al meE=e di estr ..nna temperatura e della maggiore J'r·equenzo. della polmonite paragouata allu forza tnetlia (gennaio), quindi per• il mese del massimo di •tuc•sla fo1·ma eli uctllattia. it raworto alla morbosità gener·ale (npt·ile); flnaluaen•c pC !' la maggiore fr·equenza io l'&ppol'lo alla sta gione rlell'auno: inverno (dicembre-febbraiç;) e r•·imavel'8 (anar..:o e maggio). :\ci l'l'~uenli specchietti sono segnali i ùalt relatin . :l. .'deBe di gennaio Ami•!

18iiS. lt'li!J. lf;G7.

Ternperatura l" R.)

-

0,9:.> 0,26

-

Entrati per pulmoolle

,_....,__._- -...

P~r 1000 F.

Pt>r 1000 M.

l'ro:t~:ll\

(lince di Parìg<l

l. (i

h,;)

2,6

17,3

22,!)6 11,24 3!~, 'ti

0,211

1.4

11.5

1'-70

-i- 0,36

:?.1

1't,!J

9,~

1 .- .)

+

1,1

12,;,

!),87

·-·

1,01)

\


111\'ISTA DJ TECNICA

2. .\fese di aprile. Aouo

1868. 18(}7. 1870. 1872. l 6!).

Temperatura (• Il.)

!l,30 6,:37 li ,-i! l 7,1:'6 1\, i7

-----I!:Jtlmli per polmouilc

Per 1000 F'.

Per !000 M.

1,7 1,8 1,9

14.11 W, l

l ,·>

17.7 11,4

!!,f)

19,1

Pio:.:..:IJ. (lluee

di l'tlri~t

22,21i :1!),06 10,711 Jt~,o5

U,:?:!

a. llwer,to (diccmbrt~- febbraio). 1869-70. 'H!ìl-7:!. l '{i7-68. JX6 69.

- l,J;,

l ,!!

+0,24 +0,3H +2,:>6

1,5 l ,:J

l.l,U 11,6 9,1

l ,l:i

H,f:t

1~,!1:-.

JIJ,78 23.13 :?3. }7

-i·. •Primavera (marzo-maggio).

1872. Jflli8. 1869. 1870. I 67.

7.74 7,62

l ,1 l ,f>

6.88 :,,90

-·1,f<

;,,i;l

1,1

,, 9

11,0

21,!!::

ll,6

w,:»

11,2 15,5 11.0

li ,00 ll,I'G 20,7'

Dai sovr·a espo-.Li spocchieth si scot'{re come non esista un •·apporto diretto rra le condizioni meLer·eologiche e lo svrluppo della polmonite. Que-.li studi meritano per ò conferma dt ulter iori dali statistici, messi specralmente in riscontro con lun~be sel'ie d'anni e colla topogratla nosologica. Dal !>eguenle specchietto si scorgono da ullimo alcune forme di malallie <'ile genet·almenlc predominano negli inscrilli del t• anno di sot·vizio. l


t i-23

E Seii\"IZIO ME DlCO MILIT,\1\E Entrati fra rumini i1i trul'pa del t• un n•• ......~

Uomini ili tnappn

nnzianl

------.........---

Per 1000 F. l'er 10011 M. Per lOOO F. l'er IOO!HI.

l\ [ti l alli e d eIl'Ol'l.lCCh i O ::\falallie der c.ornuni in-

0,5

8,!)

4,'~

i,2

legumenli. Lesioni traumaUclrc .

2!15,:J 21-i.5

276,;:)

llM,~l

:.!01),!)

106,7

l!l:l,fi li4,:J

Ollt·e a cio si ht\11110 altre due rot•me di rnalalLie preuOJninauLi negl'inscriLLi, cioò il colpo di Mie e In polmouile.

(Continua).


RIVISTA D'lGIENE

llltorofiti della p elle umana normale e speoialmente del piede. - ~IACGIOAA. - (Giornale della Rea/t• Società lil Igiene N. ;J.() 1~1!!)). l chirur·gi hanno osservato elle lè rer·ite del piede pr,.sentano f••equenlemenle complicllnze d'indole infeLLi"a: no n é qumdi senza inleres«e investigare la cuu~a ili tale predrspo.,izione L'a•·gomento ò si alo sludialo dal Hrzzozzero, Rosernbt~cb, Bur·· ùoni-Ull'J·edt;%1.1, Fi"ll·bringer,Millmaun: i risultati, a cui ~"Ono e~::si venuti, fu1·ouo in pnrte ve J·iricaLi, in parte m odlllcuti dall'au tore.

Le r!cerclre fur·ono falle sui p10di di 20 persone, alcune curanti della pulizia del corpo, altre in vel't: aventi i piedi sudil"r, e che emanavano sudore piu o meno felido. Il me:toùo d'i!:'Oiltmento fu quello della disseminazulnO nelle piaslr e. CfJlr urru sputola di plntino sterilizzata si t•aschia l'epidermitie df'll iede in vari punti, sul do•·so, sullo pianta, presso il calca~no, specialmente negli <~pazi interdigitRii ecc. e(.w. una piccola porziuue di c:uesta epidet·mide si trasporta mediante un ansa clr platino ~Let'llizzato uei tubett r di actae e di gelatina fuse; si a ~1la una goccra del lirtuido ~~ trasporta in du~ allri tubelli: av,enula la mescola01.a un'altra goccia di liquido ;;i •ra<>porta in oltr due tubelti; ~>ù, avutesi io Lal modo allre sei mescolanze di so· stanze oulrrli ve e par•licelle da esaminai'e, uJla p rcgt·essrvamenle più allenuuta ltell'all•·a, -;i pr·occtle alla ru!;semruazione nelle piaske, che si ponguno aJ incubure pa.. Le olia tc:mperuLura dell'umbront.. (W•-:w•),i'altrn pa1·te al Le rmo~!a!Cl rt'w>latu

a a;•. I n tal modo l'auto•·o potelle isolnt·e ~H for·me di ncicrorgtt·

ni1:1ni 1 12 fuJ'H1e lwcilla r·i, 8 fornk di micrococclri, 2 :wr·cir1e, :J


RJVISTA n'IGIE:'iE

t:ac.:caromiceti, 4 1fomiceli, delle for me bacillari 8 fluidificavano la gelatina di colla di pe~ce. 4 invece non la fluidificavano, l!) erano aerobi oubllgali, 2 aerobi facoltativi. Studiò accuratamente tuLLe queste fcmn c sia ne:Je loro proprietà morfoloaiche, sia nel loro modo di comportars i colle vArie sostt1n1.e nutritive, e rinvenne che rrale fo r me 1Jacill~1·i predominavano il bacillus albus, il bacillus jluorescens putirlus, il bacillus lulens Jmlidus; f1·a i cocch1 il micrococcusjluorescens, il coccus albw; Il; fra gli 1fomiceti il pennicillitun ylaucum, e l'asper gtllus ylaucus. (-{essuna delle forme rinvenute, inoculete sotto la eule e n•>-1 cavo JllJritonale di topi, cavie e conigli, ebbe a dilnoslrar~i patogena; ed il sudo l'e l'eLido dei piedi non l1 conLJ·asscguato dalla p1·escnza di microrgani~mi ~pecial•,chefacciano cllfelto nel sudore nou fetido. SolamentP che uel primo abbond•;no forme sapr ofì liche, cl•e, sebbeue in minor numero e con lllinore sviluppo, SI rinven~o no pure nd secondo: epper·6 a spiegare il f••to r e non si richiede chequnsto maggiore l'igoglio di sapl'Ofìli , a deturrninarc il quale busta un cel'lo grado di tempe:·atura e di umidità del piede. Oall'allro lato lu !'lesse forme furono t1·ovate nella pelle di nllre parti del cor po: e sono le formtl che più frequentemente !-.i rinvengono nd suolo e nel pulviscolo olmosferJCO. Se invece il s.uolo ed 11 pulviscolo atmosferico conlengouo F:8J'nt i palo geni, questi colla m assima facilità possono attecchir e nel piPde(specialml!nle quunrlo esso non è!;umcientemente ricoJICI'lOI. Secondo lP eRper ienze di Pal'Lcur, di Nicolaye1' e di ull1'Ì non sono mollo rari nel terreno i germi dell'edema lllali ~"tno, del teta no, della suppuraziont>,della selticoemia,del carbonchic), e nella poi vere dei nost1·i ambienti quc·lli della lube•·colosi, ùel tetano, clelia r isipola ecc. ecc.; e queslt germi pos~ono facil •nenle penetrare anche att1·averso 11na feRsu ra della scarpa. L'a utore passeggiò pe r circa mczz.'cJI'H sopra un terreno l'irco Ji germi ùell'eJerua maligno. avendo il piede des tro privo di <·ah:e e l'icoperto solamente eia una ,.car pa scucita; e raccolta "'ubito dopo Jalto1·no alle dita la desqua mmazione epidermoidale ricca di poh·eJ'P del suolo. potelle da e!<sa in .iO ore far sviJuppa1·e col L~rmostalu a :1/0 rlUroer osi mic1·organismi, che morfo logicameule e coll'inoculazione delle cavie ,;i rivelaronc.> es-

PO


II[VISTA ~ere quelli dell'edemA maligno. Quindi le complicazioni d'indole infeUiva, che si possono pr·esentar e nelle ferite del piede, sono probabilmente io relazione colla facilità maggiore o minore, con cui possono ~u tali fertle penetrare i germi patogen i del Lert•cno e dell'atmosfera, i quali alla loro volla diventano momenti M.iologici deJia ~nlilà morbo!!a, dei qunli essi sono fattcr•t ~pecifici.

Sulla etiologia dell'infezione m&la.rtoa. - Associ!IZione medica italiana. - Congr•esso tenuto a PadoYa ttal ~.2 al 27 l'ellembr c I X 9.- (Rioista Veneta eh scù·nze mediche. ottobr·e 1880). Golgi pAt'lò sulla fehhr o interrniltenle mularica e sopra alcuni criteri uuovr dj classificazione. Riassunti succiolamenle ;.{li ullimi studi sulla forma parassital'ia, cl1 0 vive entro i gl o· l.mlr ro~si del sangue ed e causa degli acce~si fehbl'ili. espo~e in tnotlo cltiarissimo il ciclo evolutivo di questo para!'sita cd i t'apporti, che questo ciclo ha col ritorno periodico della fubbrc. Talora il parassita compie il suo c·iclo di sviluppo io 3 gior·ni e i11 questo lompo trasfol'ma l'ernoglobiua del cor·puscolo r osso in melanina, distruggendo pro~tre~stva.mente la l"Ostunza del corpuscolo stesso; esso dÀ luogo alla febbr·•.. quartana e cade in isfucelo al momento dell'ac,·csso febbrile cedendo il po<>lo ad una nuova ~enernzione, che si i'lviluppa eguulmenle rn Lr·e g iorni. pro\'OCilndo in modo unalogo J'acceRso succes~ivo e cusi via. T al nllra il parasRila compie il medesimo ciclo in due giorni; et! allol'n si Ira la fcbhrc lcrzana. Dall'e~a rn e d1 una goccia d1 sangue per· consoguen..:n si può, non solo fat· l~t diagnosi dt l'ebbt•e malar rca, ma anch~ pr ecisare l'ora, in cui scoppierà il pl'O!;Sirno accoRso: e per citi po.,c:iede una cer ta praltca P. pm•~ibile anche tini :::oll• n!:'Ame del Mll{ZUC deridere se lralli;:i di febbre lf'rzana o rtuarlatta. Fru rruec:Li du ~ lipi fondamentali di fehbrè inlel'mi lLcn le malar·icn, Abhramo lu forma quotidiana clte può t•ife· r it·:-:r ad una delle due precedenti, nelle quali vi sono due o lrtl gener azioni (tlue nella Lerzana, lr·e nella quarlona), clw maturano una iu seguito all'altra, con un giornr> cl'mten•allo.


n 'IGIENE

"Tal volLa però la febbre quo tidiana (come Celli e Mat·cbiafava 1-endono a provare) può metter s i in rapporto con un parassita che abbia un ciclo evolutivo, che si compie in un solo g iorno. Quanto alle t'ebbri intermittenti a lunghi iotervallt (ammesse dagli antichi e sostenute dalle testimonianze popolari; combattute dai moderni) l'autore le ammise in seguito a SCI'Upoloso esame di alcuni casi da lui osservati quest'anno, e diclliar6 di aver osservato febbr i con per·iodi apiretici di 5, 6, 1, 8, 12 gio1•ni; non escluse per iodi più lunghi (16 giorn i): att1•ibul queste a parassiti con ciclo evolutivo atipico, ed a~s erì di aver r isco ntrato in un caso le forme semilunari ma sem p!'C libere nel sa ngue. Rilevò la stt•aordinaria re.;istenza di C{Ueste semilune all'azione del chinino ed espr òSSe l'opiillone che queste non r appresentino qualche ·Cosa a sè ma s iena una rase di sviluppo delle allre fo r me parassilarie. Propose una nuova classificazione delle febbri inlm·miLlenli basata su queste nuove cognizioni: t •) febbr i legate al parassilll , cbe ha un ciclo di due giorni (terzane e alcune quotidiane). 2") febbri legale al parassita con ciclo di tre g io r·ni (quarlane, quarlane doppie e alcune quotidiane). :3•) febbri legale al parassita che s i sviluppa in urt periodo m eno ooslante. Tale comunicazione fu accolta da Vivi appla us_i. Celti, dopo aver fallo nota1·e che i falli esposti da Golgi, -se snna esàtti per le form P. tipir.lte di fHbbri intermiLtenlì, non ~ono allr ellanlo sicuri nelle forme meuo tipicbf',chepur sono le p iù l'requcn ti, passò u pat·lare di alcnn i cosi di perniciose g ravissime, nelle quali il ritardo nella sCJmminisLrazione del chinino può l'iuscire assai pericolos o e nelle qualì la prog nosi s ti!l' imminenza dell'accesso e fornita da alcune pkcolissime fo r me, elle n on in vadono mai tutto il globulo t•osso, e che .egli sta ancora studiando. Quando sta per iscoppiare l'accesso tali piccolissime forme amebo idee cominciano a JWesentare un pigmento a granuli fini ssimi difficili a scorgere, in forma di orlo scuro (che si v ede soltanto durante i movim enti ameboidiJi), il quale poi :>i accumula al cenlr·o in forma <li un blocco. S " iluppatas i la febbre, le for me sudùelte cominc iano a trovar s i s enza pigmento. l n questi casi non trat-


1428

111\'JS:U. o' rG!E~E

tosi di febbri 'JUOticliane, ma di fe!lbr·i perniciose con atcassi dalla durala ù1 36-:lO ore e per conseguanza qui il mic•·oscopio può •·ende re g ra nd issimi ser vizi, tanto più che prolungandosi talo•·a a ncol' più a lungo l'uccesso, si p olrel>bo fa r dia gnosi di febb •'c tiroide.

VARIETÀ Oarloso oa•o eU corpo estraneo mig rante. P ur non scevri d• interesse ~cicnlitlco e pratico, lauto per la r agione del numero che a 1110tivo della Yar·ielti, della g n,lv ezza, degli nUi operati vi, o di u-gge nza od a dista nza, ati essi in er·enti. i casi r he, specie per il !'icco contingente lt·aum atologico fo r nilo da i 4000 operai ùel 11. Arsenale ar r·epar•li chirur gico ed ollalrnico, cb.e bo l'ouore di di r igere uelf'o-;pedale pr incipale del 3" Dipartimento roar·•Llimo, ocrorrono eccezionalmente con quella rarità di for·rn11, la quale ,·ogliu esset·e particolarmeule illustrala. Oncìe i-· che i tr·nurni , ed in genere lll patologia ch ir·ur g-icA. c i si p resentino, piu o meno, oella vasta roa conosciuta voJ'ielà, ed i cons~>gucnli a tti operati vi r·ienlr ino òi solito nella closs~delle a mputazioni, delle disa r licolaziooi. delle re~azion1, nelle applicazioni di apparecchi pt!r lussazione o lralluro, in rMchiamenLi sia sulle parli mol11 elle -.ulle dure, nelle IOCl sioni di ascessi, di llemmoni, di fistole, e cosi via dicsnùo. spnza e lle insor gano, di cot~ lume, complicanze Jegne di nolA, (' O iliC fJUClle, cu i le l'egolur·i condizio ni igieniche dell'os1>eda lc ed il r igoroso r egime di:<infellante impedi:;couo quasi sempr<'; e se. per avventu ra. si s,·iluppano, ven~ono iu ~razi a loro vantazgiosamenLe infr·enate, ridotte a mu1im1 termini, !"Ollrattc Il gravi conseguenze. Di sifft~llo conLI'ibuto cb i rurgi~o non é, p~rlanLo, 1! ca."o di d iFcorrer e, 1n cn ll'e o me piace rich iumarc la ben evola allon-


H RIEÙ

zione degli C!! l'e~i colleghi miei ad un fallo di niuna oscurila diagnostica. di niuno gravità morbo~a. di negativa difficolta opera tor·ia., ma pul' non spoglio di interesse, inquantochè t•apprel"enti una ver·a curiositiì. chirurgica . che parrni mella conto <·onsegnare nel s uo modesto vslore oll e pagine de l uos tro giornale. E Late curio~>iiA clururgica ci viene offerta ùa Fusco Antonio, da Napoli, quindiccnne, allievo della Scuola dei macchimsli dello R. Marina in Venezia, che nello scor!>o sette mbre ricor· reva nello mie !>aie per un'inlumescenza, indovala alla l'egiol•~ i nfe 1·iore della scapola destra , la cui presenza egli avvertivo da tem po non lungo e, piu che ver il r ichiamo del dolore, per lo molestia, che gliene veniva nei movimenti dell'arto superior·e <lmonimo. specie all'dsscre que!>to impegm1to a ma trgiore alli· ' 'ilà nella pratica dPilavoro o ne!!li esercizi militari o g inna;;Lici. llr·igonfìamenlo era~i ordi to lenta menlecosi che il Fusco 11 0 11 ne potesse in rnoclo alcuno preci<~Hre l'inizio, che pur do· veva rimonlaro ad epoca non prossima, come<~ht> si· pr·esentlll>!'e oram11i col volume di un U0\'0 di picciune, mentre, senza avcr·e indotto modillrazioni nella pt>lll' 11ovras tanle.si so rprandtwa saldamen te aderente alla muscolalura del dor so ed all'angolo infer iore dell'omoplela, me nettamente delinPalo ne'suo1 confini . al tempo islesso che, pizzir<~to Lr·a le dita, seguh'a al~uanto i movime11ti clelia scapol11 nell'impr•imere al b1•accio Il f!iuoco della r·otazione. Sollanlo sotto queste manovre sì 1·ide· slava un vero sen so~di moderato dolo re, as sente rruolunquo pa r,•en7.a di fluttuazione, onde rimaneva allontanalo il so~pello di raccolta purulenla, escluso, dr·l r esto, eia altre ra!!ioni, che non mt!tle conto richiamare. Di con Lro le <hla rile · vavano in conlr•odel la intumescenza In sensaz1one di uu corpo illqlsanto rluro da r ammentare rtnella talvolta offerta da un os· sicino sesamoide, o r1uasi scricchiolante. Giova notare come questo rigonfiamt>nlo non si fosse ma1 nel suo sviluppo accompa~nato A fenomeni generali. Refrattario agli emollienti, alla comp1·essioue,ai r·isoh·enli ecc. ecc .. nonché ridursi, manifesta va tendenza ad estend ersi ne' suoi di ~t metri. ll dubbio si lralta~se di if(romo, da toluno affacciato, io senza


1430

VAIIIKTÀ

acceltarlo, non poteva del LutLo respingere quale destituito dii ùgni parvenza di pr obabilita, inquantoche il rigoofìame111Lo· ill' discussione, a parla anche la località. a. quella morbosa afTeziolte non esLranea,dell'ig•·oma appalesasse qualche caralle1·e, senza che la r elativa probabilila ne fosse esclusa daUa senso~ zione di un cor po sol ido nel cenlr·o , quando la lettel'alul'a cltir ul'gica ci apprende come negli ingromi possano talvolta determinarsi cooct·ezioni calcaree . Senoochè successivamente e con TDaggiore attenzione esuminando, ebbi agio Ji so rprendere una piccola e supel'flciafe, cièaLriee s ul culmine· della spalla des ll'a; della cui orig ine richiesto il Fusco ne 'venni a saper e come la risullasse ùa lien7 eoluziooedi continuitA ripol'tala Jue anrti indietro m una caduta s u di una lastra di vetro di fì nesL•·a, del quale, pet·ultro, recisamenle asser i\'9 niun frammento essere l'imaslo neUa far'ih.l, probabilità aff8lLo esclusa ezianùio dal chll'urgo curante, ~~ q11ale erasi i11 co n ~eguenza afi't·etta lo a chiuderla , senza che il giovnnelLo ne l'isentisse, né ucll'aUualilà, né in ~ppt•esso, mole~tia dj sorta. Sill'alto preceden te semhr·avami por germi sunlcienle I'Bgione da indurne con lo#Z'ica pr obobilllà che l.aluo f1·ammenl<> di vetro, sfuggito all'esame del medico per dimenticalo o mei\C> diligente sonda~gio, potesse, per· avvenlnr•a, esser e l'intesto nel ICi ferila, donde, scivolando in ha s~o re•· i movimenti imp•·essigli ùalla spa lla,avesseavanzalo nel su0 cammiuolento ma prog ressivo fino a fl ssar·::-i all'angolo iufe•·ior e clel triangolo scopo lnre, ove, pro vvidenzialmente impedilo da ulteriore progres!'O per la resistenza appostagli dalla parele ossea, a ves~e perirritazione prodotta intomo a sè una cisli, faLLo che ,_i ha uon J'aramente l'occasione di cons tatare . Pel'lanlo, siJfalt.amenLe intue11do, tanto più che il tatto mi con fermava in quesla intuizione, anesle Lizzato l'inferm o colla mistura di Billroth e sct·upolosa iOùnto allenandomi a l I'Ìf!Oroso regime anlisellicc, procedelti alla incisione della pelle ~ della fascia superficiale pet· un l1•alltl di circa dicc1 ct>n timeL•·i nel diameli'O massimo della intume!"cenza ed in seuso obJjquo dal bnsso all'alto e cii deolr o in fuo ci ad appreslare pi\1 facile via al gemizio della marcia, se mai il processo ci-


VARlETÀ

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colrizialP dovesse pqsere acMmpagnulo o suppurazione per quAnto conlro I]UP.sln procurassi di gArantirmi anche con la p 11'1 uccur·ata emostasia, mentre pr·Rlicava lA legatura òeg-li !'lesl'li piccoli vasi man mano ciH• cAdevano sotto il loglio. Si presentò alloru <il coltello uno borl'lu di consistenza fibrosa, protubel'anle nel centro per· un corpo duro, adel'enl•• tu tta in gir·o non meno che ai comuni logumPnti alle parli profonde. E, por c!te il contenuto solido spor·geva oramai allr·a' er so al sacco con un margine Lag lienle, incisi sopr·a quPstn, ::eozu otleuer ue fuoriuscita di liquido, la cui p re ~enza e r•a s lala pr evenLivAtnente es~lu sa, ma r·aggiungeodo un ro r·po t!Rlraneo, che, ogl-{uantalo con dut' di ta , e !asciatosi agevolmente estrarre, rnt~ntre era libero da ogni adf't'enza, s r r·i''elò un l'r·ammenl<1 di vetr·o spe!O!':O d~lla luu7heun di tre centimetri a pf:'rfella forma tr •an~ola l'e la base \"erso la supel'lkie, profondamente l'apice acuomralo. As!'icu retorni, allo!'a, della posizione del StJCCO ne• ra pporti de' suoi waP~.:t i ni c:on le parti profonde, i quali conslalur nettamente delin eali, pt·ocPdetli all'isolamenL0 Jet sacco, c l 11~, tenacemente inlis::n alle parli cir cosLan ti e Rpecialmen Le all'Aponevrosi, richie!':e allenta e d ~l icala manov•a deiJ'r:-;h•urucnlo cosi da non inlacrar·c quella, che, gJ'atie alla pJ·cc·ouz.ionc di tener e la punta rlel loglieu lo rivolla vel';:o il sacc·o, venne intm·amente t•ispa r m iata. La borsa non prosenla'"a che una por licolaPilà, quello di un cul di !:>Occo. come di un dilo òi ,::uanlo, a Jilfèt'PIIZtt de! <>uo corpo principale. c:: ottile c fJunsi forolo, nella parlP occupata dall'opicr del triangolo di Yelro, ossia nel s uo di"Lrello ptù profondo (' pel'fellomenle in direzione MI co,talo, ;.egno e'"idenle dell'avanzare in quel sen~o del tagliente cor po eslt·aneo nel suo m ovimento mi~•·ato r io. P 1·ovveduLo alla co•nplela ernostasio, a i lavaggi ~nliselli c i, polvet·izzalA al jodofn t•m io ftno a pt'C•I'ondità la fe rila, Avvicinai le superficie rti luglio con ,·ari• punti di sutura , immelLendo un rl renaggro d piccolo r alibr·o all'e!<lrerno iofe r iot·c. La ferila. «aldatasi per prirnu int~ nzi o n e, s i riapri super · lìcinlmenLe in qualc·he punto a cou!'lA dPi ,.i,·a ci movrmenl• dell'opera to , hencl•é t~> nuto in frf·no dallA posizione dell'arlo


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VARIETÀ

sul petto. come nelle fratture della clavicola, e da apposito appart:ccltio. D'ti! tra r~•·Le la f'e1·ita a vev11 dovuto esser e portata su di uno locAlità estrcmflmenle m obile. Per alti'O non ne conse~ui inconveniente di sorta, mentre un breve movim ento febbrile cho non segnò al Ji lé di 38°.2 C., non r isulll\ che all'indomani del facile allo oper11livo, pPr non p1ù r iapparire. Siccom e mi venne fallo •·ilovare dianzi, il caso rla me esposto non vuole considerazione ol tre rtuella riguardante una curiosità chit•u rgicn, " l 'allenzione, che deve porlat·si diligente e reilerata nel sondu gr;1o de1 traumi, nei ryuali sia pu•· menomamentc a sospeltar .>i la presenza di un corpo estraneo. c~sarn e cui può LMII81'P di importante guida la conoscenza dol momento jlroclullorenellale:~ione. Appunto di •·ecenle, i11 graw1 a questa cau tela, T'8C'Comandalami Pziandio dal pe•·~islente 1lolore spt·opo r·~ iont~ to alla l i e vit~\. della fe1•ita estet•ntt , mi rwco•·sc, sicco me in aHJ'l' Analoghe contingenze, di eslra1·re cc ttl faci le maoowu dagl i sl t•aLi profondi ùella pianta Ji un piede una scheggia di lagno lungtl dn i 9 ai 10 centimel1·i, l ar-ga uel suo diametro maggiort• I'JUSnlo uno penna d'oca ed acuminala, dond e si accOilnava j.!ia I'Ol'di r si di un diffuso ll u!llmon•~. che venne pe•· tal j.!uisa scongiuratu. Innocenti o lievt>mente danno<;i nella primili\•a locnlita di mfissamunto i COI'pi el'tranPi, !'pecie se acuminati, e t•esistenli, pu":sono deler1ninare conscgtwnze talvolta gTavi, a pa1·le anche la lot·o eventuale azione chitni<'a, per la inllu!!nza meccanica oel loru movimento m ig1·atorio ad organi impor tanti. Ciò in Lesi geno•·ale, ché i n ri guardo nl caso speciale, ~ul quale ho avuto il destr o d1 rife1•i r e, !!li e chiaro che il gro«so ed acuminalo frammento ùi vetro. come, migrando dal culmint> della spalla, et·a sceso oll1·o i l limite n• fcriore dell'onl()plala . noncbè nrre~lar-.i IJUi vi o, m ej.!ho, ~e I'J Ui vi non fos~e >'lat.. a tT estalo dalla esef!uila opc•·azione, poteva con Of:lli pt·obabilita, nel volgere di un tempo più o m eno !ungo, rap-giun gere punti limitrofi a v i~ce ri o aù altre parli do!Jcale, le r1uali, i n fona di un movirnonlo dA unA cau::-a f(ila l siasi , non si !'<a •·ebhero !<Olt•·atle a l r·i schio di veni t·nc piii o ma11c0 gr·a\ e-


H33

VARI ET.\

rnPIItC oll"ese, tìno a risultaroe a ccidenti fatali, che oscuri nello loro produzione, sot·pt•erHienti per la istantaneità e E~Og· getti a clrt sa mai quale lontana dal vero inleq>relazione, ~olarncnle dall'autossia avrebbero ricevuta la reale ~pie~n­ zione. Venezia. 18 novembre 1880. DolL. F. SANTI N l Jltdico Capo 11tlltt R.• dlllriltn

HIVISTA BIBLIOGHAFI CA - -

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Anspraohe des Generalstabsarztes der Armee D .• von Coler an dle Festveraammlung bel der Stlftungsfeler der mllltarii.rztlichen Bildungaanstalten zu Berlin am 2 Augast 1889. Da quc!'llo discot·so del ~eneral e medico in capo Von Cnler·, tenuto ullu resta annh•ersaria della fonda zion~>del!li Istituti dt r~tr·uziono medico militari di Berlino, togliamo, riassnmendoli, Hl~:un i cenni storici sullo sviluppo gr·aduale del celebt·c Istituto Federico Guglielmo che dimostreranno du qu111i modesti prìll· cipri trasl"c origine un istituto divenuto ot·a cosi impol'lAnte ed utile. La prima origine di questo istituto data !ltà dai tempi in cui la chirur•gia e la medicina erano rompletamentf' separate. In ne:;sun luogo meglio che nell'esercito potevano rileYarl'i i l ~tnnt di questa divisione. e cosi fino dni tempt del Grundo El~tlcro ( 1688) lA stor·ia della medicina milllnr·e registra il movimc11to iniziato da uomini illuminalt per fornil'e nll'e»f'l'<'tlo dei sanitari in cui le cognizioni me·licl1e t• le chiru t·Aiclre l'li affratellasser o e s i completasser·o a vii·PrHla. NPI 171:! il re Federico Guglielmo I, diclt'O con!-'iglio del c;uo chirUt·go qene rale Holv~ndorr. t·iconoscendo l'tlnormalità di q uesln f< laln di cosr~, edificò in Be rlino ur~leat r·o nnalomico

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RIV ISTA

" in ea:ercitus pnpulique salu'em •. Più tnrdi nel 1724 ~orse il Collegmm metlico- eltirurgieum., al qnale tino dalla sua fondazione f'u fatto l'obbligo c per il vantaggio c.lell'esercilo . di lasciare assistere alle lezioni un determinato numero dPI pet•sorHlle s ao ila rio infet·iot'e de lla GuardiH. Era gi81]uslcosa; ma a vantaggio soltanto di una ben piccol a pa t·le del cor po sanitario. P'n il 2 agosto 1ifl5 c lte, per consiglio del benemer ito chirurgo generale Go.,rcke. ed in se,:ruilo alla infelice espe r ienza faLla nelle cnmpagt te del 1702-95. un decreto reale istituiva a Berliuo l'i<illlulo Peder ico Guglielmo allo ::~coro di educare i medici ch it•ut·ghi n.rovi ammes!-i nell'esercito e òi completare l't~ll·uzione dPt clururghi g ia in s ervizio i (jUOJi o qu~;;to scopo v t l'm'Ot tO cr•m~tndati.

Oltre ad un insegname11lo ;;cienlirlco generai•', gli alli!'!,, di •Jueslo istituto fruivano delle IPzioui del ('oUegium metlicochirur!Jrcum e detl'insef!namenlo pt'olico a llo ;;pedali' tlellt• Cbarilé, alro<>pizio dPgli 111\·alicli ed agli ~oede~li militari. Questo per iodo ,li vita del nuovo is tituto, caro t lerizzato ou una certa qual dipendenza, come i!'lilulo di inscgn~tmenln. del collegio medico chir ur gico, d ura fino oll'atHIO 1811. Però. ~ià nel dicembre 1809, cEsendo slalo tli:.tciolto il Colleyium. medico-ch ir ttrgicum, l'tslilulo 8YPvn pet•dulo il sun cot·po in~>eguante non che la commi~sione esaminatrice davanti a lla quote e t·nno giudicati i modici ntiltlat'l. Né l'università offrì compensi a queste perdite, poichè per es-:et·e amrnesr-i ai suoi corsi si esigevo l'esame ginna~inle •h maturità, ciò che llnall o ra non e ra mai slalo r i r·bie~>ln per $eli al lievi dell'i,.t:tulo. S i fu prrciò c he il 27 luglio 181 l, rl iell•o le premut·e di Goerche, fu ir-hluilo un nuovo slabiJimonlo col titolo di neszia Acco.demia m ed ico- c hirurgica per l'eRercilo (Konigliclte medizini;;ch- cbirurgische Akademi•· ftir das l\!ilitiir) collo :-copo di ed ucn re buoni mec.lici c chirm'gbi prr J'c!'ler cito. e di accertarne con e!<ame l'ido~teilà. Gli in!<egnanli furono scc,lli tra i prol'osso l'i del <l isciollo coll egio medico- chirurgico; due soltanto furono prec;i dall'uni,·ersilli. La nuova accademia


BJBI.JOGRAFlCA

fu autorizzata anche al conferimento dei cliplomi; e co.,i la inliipenc.lenza dell'insegnamento medico -militare da quello univer silat•io l'u fin d'allor a assoluta e completo.. Ma In vila scientifica del nuovo isLiLulo uveva ormai praticamen te r isolto il problema della r·iunion'e della medicina colla chi rurgia, e quest('l e~empio face'"a s1 che le univer:;llil apt·h·ano sempre più la via alla congiunzione delle due scienze sorell e. Que~to fatto insieme alla intr oduzione, avvenuto nel 1825, di eguali condizioni di esami prl personale mC'dico civile e 1nililare, e dcll 'oiJbl igo dell'esame ùl mnl11ritù anche pet· rammi ssione agli istituti medico-militari, f'BCP\'8 cessare i motivi elce lìno allot·a avo,·ano maulenulo un'assoluta separozion•• Lra questi e l'università. Co!"i i legam i tra i due istluti divennero a poco u poco saldissimi finché non vi ru alcunn differenza !';ia nelle condizioni di sludio e ui esami. sia nell'insegnamento; cd anche oggi, il dott. vou Col~ r si compiace <li cnustalar·e che l'attuale corpo in;:egoanle ùegli isli luli medico-militSI'i è contemporane~'­ mente rtuello dell'università. Dopo tli avere accennalo od illlporlanlissimi miglioramenl i cho sono allo studio, destinati ad age,·olAI'e ag!i alliev1 lo ripetizione delle materie nppres:e alle lt>zioni unh·er.,ilarie, le eser·citnzioni pratiche, chimiche, micro;:;copiche ec('. ecc., l'oJ•alorl) osserva cho coll 'ingTesso nelln fil e del COI'po sanitndo non ce-.!'a punto nel med ico l'obbligo di iAlruirsi. Perci ò fl 1111 dal 18ì0 fur ono istituiti lll'esso l"universilù di Ber lino cor::-i di perfezionamen to pei medici militari in effcllivila di servizio, c più tardi nnche ut>lle univer~ilà tli pro,·incia e non solt.nnto pPi rn~dici in allivilà di servizio rn o anche per quelli in non nltivilà (BenrlauhLt-!nstand).


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NOTIZIE

OnoriJ!oe.nze. La R ,\ccaùernu'l Medica di l{oma ba nominato socio corr ispondentP. il sig. comm. Giuseppe Cipolla, Maggior~ Genera le Modico lllpoLlOI'O, ed il Ministero dell'Interno ba ricoofermalc>. pc1· un l rien nio, qua le M embro del Consig!Jo Superior e di SanilA, il sig. comm. F elice Baroflìo, Maggiot•e Gene!'ale Medie<, IRpellol'e. Con 11. OccrcLo 22 d icembre (889 il s ig . cav. A]essuudrP P ecco, Chimico Fo rm ac i ~ la Is pettore, fu promosso ari Ul'fì cìole nefi 'Ot·din e della Corona d' Ita lia.

LA RE DAZIONE. Corso dl perfez ionamento d'.lglene Pubblica. Cou Dete1·miuuzwne Minislei'ìale 15 dicemb re 1889 1 t'Apilani medici Ct>r melli Corrado, Parisi Felice ed il farmacista di 3' c las e Verde Or este sono stati destinati a prendere parte nl cor::>o della Scuola di Perrezionamenw nell'Igiene Pubblica.

LA DIREZIO~E.

Il Di rettore

DotL. FEt.JCR BAROFFIO ~ene rale medico. llCollaborat.ol'e perla R.• Marina

11 R edattore

GIOVANNI PET EL L A Jltdlco di t• claut

CLA U D IO SFORZA

Nu'ri N I FEDER ICO,

Capitano medi co.

GerenLe.


l N D I CE GENE RA LE DEt..LEl

MATERIE

PER

L ' ANNO

lS8S

-----:-- MEMORIE ORIGINALI . •~~nuiAIW ca•. GIOVANNI, maggiore medico. -

ciel ~·le!l~

Un'aggiunta atta rasscltn l'aq. !Il t

muggiore 1nerlico.- Nuova rerula por mnnlt•nerc lm· mot.ill ;.:li arti inrcrlori • • t 20l II.IROfiii iO com m. FEI.Ict::. genem lc medico Ispettore e Dooro comm. Luu:r, dlrPttoro generate della staU..;tiea. - Vaecluazionl, rlraccinnzlonl o ,.nllmlo nel Regncl nel hiennio 188:;-tS&ì 3 r.ANALrs P••:TIIO. hmeuL<• mooi•·o. - Stn•\i s ull'iurl!7.iOin• malnricu • 13:!9 Oe Co'\CILII> Dr.cro, medico fii 2" clas.~e. - Contrlbnltl allo stnrlio llt>Jie (••hhri clinlaUclle di Massaun • 454 UB RO<A ~!ICIIKI.E, tcneutc mediro. - Ln peritoni te tuhcrcolaro • m Dr PEto l t:ll. n 'rrABLB, mag~iore medico. - Soprn un r:LSo di c1sti •l'eclmweoccll del rene sini>Lro . • m D1 Fcm: •-av. ll.uwu:Ls, maggiore medico. - ~uo1•a cc>ntrlhuziouc nttn .~<Ta;cl i A.~o GIOVAN:I'I,

• !IIS P1111.1 F.IIIIICO, t':tJlltano medico - Della simu latione vresun la e della si· utulnzìone reale d~l morbi oelfe-'>ercito. • 689 r'ronA '' m~. f'II.IPI>O, medico capo. - Gabinetlo Fisìo-Ralleriologieo ISll· tulto sulla n. navo-osped:lle Garibaldi station:<ria a 11a:NllHI • C.OTT \li Ili t.uro1. capitano med1co. - La controestcosioiiP coml>lnata co lla '"~llénsione in un caso di scialica • 109~ ~LIIItlA HI 1 G IOI' ANNI. tenente mecllco.- nelaziono sanitaria storiro·crìtico,t.,tistk;L $U I sifl lirumjo femminile tlì .Massaua . • SI! ~IA stcc:l .H~·or-so, mccltcu di 2A classe. Contributo :.11' etiologia tlelln [In l'a lisi f:Lcciale a r•·igo1·e . • 7t l MA~rcc1 Ar.FO'ISO, medlro di !' rla..;;;e. -Sol \'alorc ro•:llc ùt•gll :rnUplrf'tkì • !!59


P ANAnA c:w. I'AliFILO, ma~:giore mrdlco. -

Sulll! rehhri di Cils>ino Pag. 9:\1

PAWilALr. A L!l~SA~rmu, medico di t• classe.- Nota preventiva su llt~ rehllri

di Mass.~rm • • ~t:.; P.1 ''JDALR Ar.r:~sA Nr•no, rnodiro t li t• dnsse. - Nuov~ eliologia della • Tat•n•~ S3ginata • nell' oomu. • Stl'l PASQCAI.R ~ ~.lt~SANono, medico tli t• classe. Il nitro-;;otrato di ferro

come dbiu(etl.:lnle • 1!1~ Pecco ttJmm. GMCOIIO. I(Pnerale medico Li(lettore capo. - Sulla azione del pmlettilf· Weterh a hre•e distanza. • 'U Pscco ronun. Gr,,co'IIO, gt•nerale metlico ispeuorc capo. - Cllr.l rlei J,uhbonl venerei suppurati

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RANOOI\1. cnv. G IO\'Mi:\1, mngglore medico.- Us3t'rnuioni l! rwtP cltniclte

>ulla cura rlt•gli e$iWlati ttlcurltlei purulenti

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Sronz., c C.AI~tnASo. c:qoltntll medie•. - Contrihuto alln st111iio delle conserve alimPntari . • t oi3 T11.il C(lV. ~·En!lnrcco, t'Oionnello medico - Cura tl~lla rongiuutivil!' llr.mu~~

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V IM AI.I.IT.-1 ~L11uo, tencntu mrrllto. -

Rt•lnzionc sauit~ ria ~ui ferili

combattimento cliSasmneiti •Il il• cln~se. h[riua ,•

\VI!I:ill01' !iliiN~~ro, rnCfllco

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RIVISTE DI GIORNALI ITALIANI ED ES TERI.

.

f\IVIST\ MEOIC.\ .

•-\ll omumuria run7.lona!c (cla"SlnC.'\ZÌOIHl delle varie forme di) - R:1ife Ptr!J. ;\16 Anemk• wrntcinsn (lnvr~li)lazlonl sulla pat<>logi:l dell') - Hunte; !ot Anetfl'i•ml <leil~t ronr11 11..1 del1'.1rco dell'aorb (del polso Jarlngro •lisrNIIIent.e twghl e del suo 111lore tliagoostico - CantnlatnPs.>a • ~~l .\orta (•ulla insn(llftcnz l del h· val"1le sewilnn~ri drll') - Timofe•jell • 9S! .~ices•i •lei c('rvcllu cnn~ecutivi a c:crt,. ll•Slùni polmonari - Concionn • :!l;~ .\-;colt.17.tOne •t~to_..o(licn della percu•sionr - Bhmrhl. • 16ì A•l'llll arPl•tniw ( uli'l - l'a\\ iu<kl • • li3 At.'\.<sia (cura dell'l rolia sospe1h10ne - Charcol . • ~:;~ ,\trofta ginllo-nculll rli fegato (rkerdu> sulla etiologia dell') - Guaroierì • :\01• Btocca (mkr•lhi patn,:o•ui •l••lla) ne::h lltùh'ltlui <;mi " 13K1 llri>·ido (c:hr cosa possa indicar!' il) - Gilrhrist llurnle • '>71 Olr<'inoma 1fello stomaco (l'e<loma, srgoo cliagnosticc• del) - B;c~rt • • ~:>t C1•rvello ""~ervn7.illfll cllnirhP rt>lalivr alla contusione del) - llurlo•t• • 1!~7 Colera n'lallco Cun'inchic,ta intu rno.o~ ll~ r~usa del) - l'i• •il, illncleod e Mìi les • 1.161 Crlrteccu\ Cl•r,•lornlr (ricNchc to•r·uu>-rleltricln• sulla) in rel~r.ione col!li $lati emottiri • ~38 Crnmro comune (~ul) r• su l!\' aiTezioni nualoghe - Samuelhine.


H 39 1:rl~i lariug,~· lal,elichc -

Charcot . Paf}. 174 Oìali••tc wr.chorino (della pertlita dei rines;i tendinei nel) - 1:\ivkro • 1113 llll'lococco lnoceolalo e capsulato del Friillkel (intorno ntf nlcone locnll7· za~Joni rlella lnfe~iono determinata nell'uomo dah - Tltzoni e Mlr· coli • 310 ~;tl(•ma•lrllc t~tremit;• 3upt·riori d"ongìne spinale (siringomella}- ncmat.. " 1~3 !~maturo~ teora dell")- Gu~on. • :w;:; l!!t·ano;.:lohlnuria (ca.<o diuico d"l - ()p Rt·o~i. • 118:1 Emipll'gla !dell') io alrune affezioni nen·os-~ - E<l\\3nh • tu>.> Eud••rarolllc (sopra un se~no prem•mitorio dell') nel reumnll<mn arlicul~n! ao·u L•J - Ouclus . • 1113 F;u·~ino cronico> (un raso di) - L$anozky. • :ill.i Fchhro !In dollrina delltt) in tallllorto coi wutri termiti .:cre!Jrali Mo~so • • 1!':!1 Fl'ldtro ca tnrr<tlP, c;UJ<t•, rwnltliCllzioni e consegut•nzc &loiler. • 178 Ft:l•l•re lifOifle (ii trattamento s1•ecifico della} - Waus h 31 Felolorc tlfoiolll (un CIISO di) cvmplicata da cellulite, emorragia ~d edema lh!lla glottide - traclwotomla, 1!\tarigione - Stolterforth. • 55~ Forma t•ro•rlltaria muscolare !sopra una) speciale progressiva complìc."lla <:o HI p:~rallsi bullo:trc - nornlwrdt • • IlO~ F nrt ntt•t olo (ctlu~c del) - Sci timmeli Juscb. • (H7 !10 1111111~ \llll 1:aso tli) del ln lt:tse d ~l ccrve!.lo - Sicmorllng. • 1180 f1 t·nn •lcntu lt• <!es tro (1u1 r:1so •ii t1aralisi t.lel) i11 scguit•l n lilo - FrledltOirll . • ts3i • 31)1 lnle1.ltmì cmvrraJriche (ronlrihu7.ione allo studio tlelhl) - finarnl cri. lnff'WJIIO tnnlarira (sull'l - Gol~tì . • !liO li •Prtrulln del t•uore irlio(latkhe bulle) - ~'riinl1:cl · t~ l.111 0ro ntltso·ollare (ciJelli teratleuriri del) nei ca riliopntirl - Liviernlo • !!li l.tllU Olulo;l •lcl cuore (sulla ) - l{isch 1103 .\lnlntLln Ili Brlght (uno stu•llo sulle arteri" t• le vcno nella) - l leil!s • ~9<1 ~ io lulh ' l'ittnl,• (1111 md.o<lo t li rura mecrn nic;L olo•ll,• Ol<tl:l lllt• mluielw •lelln) • 136!1 c •l•·ll•• tn.tlatt.ìe fuuzimo:tU IICt"\"OSI! - '"•'i" .Yolx:1 b ulle alh•razioui prodotte tlallr iuiezioni uel te"uto olelhu- nevrdlia ~iS,:fl:\ •

\l ht-ote o•~illcantc - 1\ronecker :'i~no ncu~ tko (le alTetioni del) nel riguanlo clinko - Grndcni..:o l'ì•'''a."cnia ronsec uth·a agli acCJdenti delle strnde r~rrat" " 3d altri trau· nontbmi - CbarcoL • • ~a • ~1!7 Orchlte mnlaroca - CltarvoL O.<S:tluria - Cantani . • :;1~ Otlt e 1uedla ~upp1u-ath·a. jlrodolta dal bacillo della polmonll~ (rasu 111 in tè· zlone j<enem ie tli)- Weich•elhanm • 517 P;o•·him••ninj5ile esterna. llUrulruta (SILila 11atolol(i:t t' ll'rnpm olella) in set.ntito ;ul o lite media - Ho!Tmann . • U87 P3raliMt a~itanto ;at·ces>i vortigiutl~i ed apoplettiro rrnl nc:lla) - Mnrtlm • 1116 l'antutioctono (Ile i\ molteplice- W•retli. • 171


14-40 l'ara.o:sili malari~i nella rchhrc terz.ru1a (sul cido O''Oiuth·o tlei) - Golgi Pog. 9i5 PerlmrdJte (un DUO\'O sintomo della) - l'ins . • Ut 3 Pleuriti pulsatiU (le) - COmby. • l 108 Plcuroperimrdlte e meningitc cerebro·o]llnale siero- Rbrino5.~, prodotte da Ull microrganismo siotllo nl diplococco pneumo nico - Donom•: • 313 l'olln••vriti e nevriti ascendenti - Grocco t • ~~!l Polmonite crupale Il menlnrdte cert~bro-~pionle- Runet.crg • 3Gi Polmonite crupale (etiologia della) - Stcrnherg . • Mt Po lmon ite r culllntica. {sullu) - filrsch • 373 lllentramenti sistolici rl olla pun ta •lei cuore ~sull 'lmportanzn tlel) - Liviera t o . • ~.t6 llumori splenid - Boucharol • :..n S•·:lrlatlina (le'il>lli l'l'Hall eri •'Jl:ttit'he u·•ll,t)- Huluwl • 1374 Sospcn~ione (la) nella cura 1lelht meulnf{ite cronica spinale - De Renzi • 71:1 Sostanze alhuminu<e (riurcllP •tn~ntitali,·e >UUet dd ,,.,,.... rlei tr:lSod~ti l-d essudati e del siero :i:JO:::Ut~n·• In 'arte m;~.lattie- ll~a ~ Vl~lezio • ·~l St••toscopio (modinc.nione :Ilio) 1lcl l.nennrc- Baqw:;. • l i& S tomaco (diagno:;i n'ica. dt•ll:t lnsllrflclon~:· lllPt·rauira dello) - Oeltlo • 0$1:. Stont:u·o (sulla inln~soscczinur dello) - Chiari • 981 Slt'llbbtuo (lo) nelle malattl•· ncute - ~1;1uzi~ri • ftl& Sttll l lllra~ioll•• \il mece:u.Hmu ,,,,Ila). • t !li6 Tern •olrmgoscu)Jio (i l):' nuOV<I ~ppare~cl t ltl l:tscnblle per detor· minaro ltt per•lita di calort~ dell11 supe rO ch· •·utanea- Arnhcim • 3H3 Tlllann (cootrlhuto all'cziOIOI!b d~l) - l.umnicur. • ltttl Tt•Ltno {l·j~l'(hl.' hall.erilllu;:tclu.• Mtl) - Tnzoui e Cattnm • i3i3 'fot.1no (ricerclt~ oull'etiologia deh - L:lllll'la~i • :ws Tiro orl•lominale (della rnro rlel) - 01 Zlcmsseu • ~~~9 T1fo addowinalt• (perturbamentl or n u•l ed acrC;~Si Jstero-cpilcll.tf,rml nel pt>riodn di convalescema olel) - 1\;ut.enbaum • 11 111 Tifo pellagroso (rir.~rche anatomo-patologiche e bnctcriologiche oUIJ ~archi. 30Q fJ-a [l<>lmou:u~· tl'urigine lJ':lUJOatu::J - J .Jt'l'OUI.Ì • t 3S.· Tisl (l'arresto dolla) - San~on . 'l'o~so (.i tudio semeioticu snlln stetograllu della) - l lorligl.iatw . • iliO • 875 W~l l Or• nunvn malltLtin ln lcLU vn rll) lrn 1 ,oldati - lli'i!Jer

RIV ISTA CIIIII URGICA.

Anlpnl:~JOII'' llllrac..lt'3ut>:tl~ ortnont;1le- Cllaj•nl

Pag. 139! ad•lnminale rurato col metodo di Tufnell - linati;.P•Int - Dross • 128:'1 An~ul'isma dell'aorta addomina le, tmlt..,to col mcttJdo di TuiTnel - llnrris • :111!1 Arteria carotide (ancurismn arll'rO·l~no>u th:ll') nel ~eno cawrnuso. Legaturn rt~ne d ue c:trotlrli pr•ml ti\ ~. - Le l'ori ~·17 An~urisma


MlPri3 ct·uralc (lat;<:ll'a?.lo nr• tleiJ') irl So>guito :1 fl'(tllura tlel fellti)J'e )lisller • Pag. 300 • ~98 Arteria osurrnlr, >inistrn (aneurisma trnumallco tiCII') - ~l:stus . Utl nu·gia •l~ll'e~ofngo (co utrìhut o clinl~o-•perimenw lc alla) - Gallr. ~{l Cnscia (\<L disn t'tio;olaziorlC <lello) pl'evia a lla('Ciatm!t del l 'arter·Ja il inca comun ~ - Poppt•rt J•:rnia (conlrihnlu :tl!a JllllOgC'no·>i oiPJI') •' alla ~Wl ÌOlPrpTl'l37.ÌOIIC ÌO T~JII'f•T lO nll n medicina l••goale - Sorì n . • 1192 Erula SLrangolntn (della llborn fndsio tw neJf') - Sltlm11 ~Il. • GOl! F'l'i •lire lit'oir'l •• (la lapnr·otomin noll!l) - Nichola.~. • 1 ~60 Fe>!:tlo rastl''>ll del) gu3rilo ~oll'utJt•razivne - l.au en•tl'in . • 389 F~~talc:. (lc>rita rln taglio olcl) - Yolllorcelrt • . • 1236 l~cu o nr:t)'e prorontla (fPriln lnciaa <iella) - Sca lzi . » :\!!7 Fowitc itor'uf!rCs~l d ul :mnnmcnto anl iscll icn delle) ctl ap pre1.zamen1.ì sulla utilil·s •lei drena!!;tio - BerJ,.'l11nnn, \likull•·z l' Schttlldl • 1g;;3 l'rt.ula (la r us,~ziQne ol•!ll,•l - Hir,;chlwrg . !1!1ll F l o~o~i ar tio·owri (trattmnanto de lle) ,.,,Ile lavatttr•· e CIJIIO lni••zionì Hagu1· , • 12~0 1:r~Uura cmswllo·ata rld •·adltl •• r!ell'ulua )rtn ra.,o tlh. lr.tllal:t o• !!trarita ~·ratlurr dr,ll:l rott ola (sul tr~tl~metii O o·111 mas,agglu <h·ile)- Wn:mer

• tiS! " 12t.8

frutture (Sttl lr:) !Iella le$(a ol el per•lnO pt•r C•>nlmzlrme JltU~o·ctltt l'e c0 11 Intere,>;s;unentò del n••no poplitctt P~lern.,- Wd <s c:a~ itlro)!enu (l'ìnsumazinnP reltale rli) c1nule menu ir.f:tllibile do tli:L'.(l)Ol>Ì di lt>-40no ciel tuh<) ~:nstro·cn tr•ric•• nelle ferile 11enetmnti tle ll'a•J rlomr· - Senn BinHt'•·hi•• r~ul lmllamen lo cnnsecll tivo rlell·~ rcrìt•• tl 'a rma rl:1 fuoco del) - Schirl..crl • 1&1 t:n~ri)!ioni OlktHile sn tlo la •:r•>>tll <,'ln~;uigna llllli<ln !'P.~ond11 Il mel(lll•t tltll rt. tll. Max S<:herlo- Lier1mann • 124'. ld.illt' " 'l'l"tr/lllte d o·l pollilo ne, lratt:tl:l ~u n l'"~i'ir:<%Ì•IIIO t• l'il ll il b!80 1'3!!!?ÌO C erokato - l'almer • I ~G3 hl rocele I!Utla "'ll'oprrnzlone •1CII') - Cml)n~ ltlrucele (sulln rtperal\ion n dell') ,. ~~~1 .-rooì risullntl U11ali - ll•)rlzl ocr· • 878 • 19\. Jl o•o (i l tmttnnl<!lltO chiroto·~ico rlell ') - Souncn l•11rg • :;~8 lnlt>s liniJ rl'lto (nPoform!IZione ùell'l - .Muzzoui . l.:srsn)!e (ed•·lll:a n.-ut.o J!rirnith·o d•• Ila}. \sll,;ia I'<JII 11unaccia !li onori e ìtumr•li:tl :l. Tradwo lunlill tl'urgen·ta. Hnl>ida :!lllll'i~ione - Y1 crL. • 1189 L~ll·i n:.t~· (g'u:n·j:~·Jilllf~ Jll't' hL \-in in h·:a .. Jn l'i ll~t·a di 111111 o'•IIU jl [r•(tt IH'!'I tt<Ìilllol • l:ll."i dtol) - Sl'lll,oller • S&l l.rttOtlW l~lntll sopra il) - 1:ros.:h • l.• t~umutila (lesio ni t uull~lllit:s proti •Jllo• du una)- ;\wul:u. 303 I .U~$lll.ÌOn l ;utli ~IH! rlelf'ai1Cil (delle 1:tt 11 ~o· of0 ll' fn·1t11trrbilil:t d••II P) - ?\o!Jaton 001 M•·•lka>.iorlt' th:ll<: ferite iu )(th'rr-o~ tsul ttrtncil"' •'i un'OI•Porluna) - Lnn-

1111


Milza (c(Hl tribuzione a lla cum del tumori cronici rli) -- Feletti .

P11g. 39&

Milza (due casi d'cst.in>azione dell a} - Asch . • 993 Milza. (un caso di estir(lazions dellu) con esito feli ce - .Kocller. • iSi • 139'2 Mucos•· (sull 'inncsto.dclie) - W<ill1cr ., 605 Nevralgio vescicali (delle) - Hartmann . O•;dus ionc intt·stina lu (dut~ casi di) g ual'iti eu11 i clì.; LN'i eli etere .:<otfodco - Clausi • 1391 OnJecltin (degli ciTotti pro(IOtU sull') dalla dctooaziOilc delle armi ria fuoco • 601· - l\imier Ossa del ct·anio (un nuovo metocto JH't' l'in1Crliarc <~Il este.:<e 11erdit1· di sostanza delle} - Seydel . • 1002 Ossa ,·i venti (l'ttSR dello) coma leg;une d'uuione •lo]lo r esc·issiooe di capi

artlcùlari - Wl1ite .

39:>

Ossa (sop ra alcune rare ,aiTezion i.delleì - Schlange • 880 O~ tevma (sull ') degli aflélul to•·i nei militari di cavalleria - Orlow • sm; Otite JHC!lia. pu rulent:t cr~ n ic~ (sul tratta~nento della) ·- Kepel . • 59'• Paralisi traumaUca cl;,l sintpatico, clel l 'ipogl os~o e dell'accessorio - Reruak • 586 Pcrilouite per perror:tzione intestinale (s ul h·attamcnto·chirugico della) -

Mikulicz ,, , .. 1241 Perito nite tubet•colosa (due c:.tsi di laP<Lro~omia per) - Mayo nohson • ;;n2 Piaghe gt·~uulnnti (i'e;;plorazione de.lle) colla sunda- Mosetig v. Moorhof • 879 Pied!l (della chiru rgia' conservatri~c del) c <lcli'ablazione anteccflente dell'astragalo nelle 1·esezioni ti bio-Utrsceper osteo-~rtrite Slli'l'urataOllier . • \19~ Pleurotomia (act:iclenti nervosi che sopragginngo11 0 rlopo la) -Uonveret • 580 Psourlartro;;i (ntlfJVO met.odo di ci1 ra <Iella) - Mikulicl. ,. t2~ Hene mobile (esito rortttnato fii nefro rafì~ per) - Stobuam 38 Bisipol a (sul h'attamento rlolla) ~eco•tdo il melM.lo di Kraske-Hiedel Laucostei n . , 125U Rotula (lu ssazione abi tuale •Iella); suo trattamento ope1·atol"io - Honx • 184 Seno ma.~t:e llarc (cura lor~ìiG dell"ompiP,ma del} - Bronner. • 397 SinUsi del pulle (rc•sezic•ne HJarziale della) come att o preliminare l'or le npurazioni sulla vcscic.'l uri naria - Helferich ' 1234 SJ)al!a (l u~sa~ione flrl lla) senza alterazione rlella capsu l,a- Ev i ll ,. 1~59 Tendini (sull a · prognosi funziona le della sutura dci) - Woller . • !237 Ti roirl({ (Lumore ùell:l) - llclLti ni • 58~ 'fousiUe (estirpazione delle) con nn llUOI'O processo OJJerath·o Postcmpski • 586 To nsil le (trattamen to dcll'iper tro lia delle) co ll'ignipnntura - Val(lt. • l2H Tmchcotoruia estemporanea (so pra la) - Glasmach cr. • Si6 Trapanazionc (sulla) secondaria nei disturbi netli"OJiaLici con~ecutivf a le.> ioni del cranio - Hothnann . • i 8i 'l'fiplice ampulazione primaria al gomito ,;inistro , al piede sinistm ed alla gamba destra - Allen • 585 Tubi a drenaggio di arterio - Weeksj . • 126~ Tumori (azione curativa dcii;( risipola sui) - J!runs ~ 878


·IU3 'Tumori (del} nell'uomo e negli animali .- Plic9ue Pag. t 393 ~rumori· maligni (ricerche sull'etiologia dei) - BrazzoJa ~ jss Varìcqcele (il} c la sua cura radicale - Bennet ~ 743 'Vei}lre (sul trattamento opcrativ·o rlelle lesioni penetranti del) - Pfeifl'er e Parkes • ~89 ·vertebre negli adulti (sulle aJTezioni c lesioni delle) -: .Horzetzky . 'Vescica (svuotamento manuale della) senza cateterismo - Hewans.

f1.JV!STA DI CHIRURGIA DI GUERBA. _\rmi da fuoco portatili (progressi nello sviluppo delle moderne) !\layJl . Pag. 50 .-\rmi da fuoco (sugli effetti delle) cou proiettile di piccolo calibro Bovet e n.oht 49 Armi nuove (sugli etretti delle) fncile modello !886 >l etto Lebel) e clelle palle di piccolo caÙ IJrO con invoglio resistente- Chauvel e Nimier • 45 .Cura (la) dei forili ltella gucrnt deg li olandesi contro il Sullanato (li AtjciJ Erni-Grej lTenberg 46 .Ferita pct· pr-oiettile di guerra. - Obliterazione arterios•~ e venosa. - Cir. colazione supplementare e collaterale - POti Jerat 201 Ferite per arm i ila guerra - Roth . 42 tetture sulla chlrurghl di guerm - Mosotig-i\loorhof . • '•00 fiiVlSTA DI OCULLSTIC.-1: Pag. 1015 ..AITozioni periodiche od intermitton!i degli occhi - Cuignet. .A iter~zioni ,(iella vista in seguito < td ucrictenli (!oli c ferrovie (contribuzione all o studio delle): loro importànza io medicina legale - Badai ~ 1001 ·.Ami>liopia dovuta all'intoss ic3zione col solfuro di cari>onlo Nuet a Letlhtt . • 1265 Anestetici della cornea {sugli elTetti degli) - Dubois . SO Batteriologia in oculistica (l' importanza della) - Leh.er • 3l.4 .Cataratta (resoconto di 100 estrnioni Ili) sen'za iriilcctomia - Knapp • 1013 CaJ.:watta sonile (le cause della) - Schon • .012 .Cheratoscopja (teoria o ra rrron to della) (alla Cnignet), la sldascopia (alla Schweigger) e l'ottalmoscopia ot.tometrica- Generale medico ispettore Baroffio • H!S ~in:olazione retinica (la), e svecialmente del polso art erioso relìnico, nell e malattie goncrali - Scbmaj l . • t004 ..C.Ongiu nlivit(l follicolare .(della ga lvano-caustica nella) - Reich. 83 .COngiuntivitè in retta11te che 1•are trasme:;;;a dagli lm imali all'uomo - Parinaud . • ·i 0t6 .Creoli na (dell'uso della) nella tcrapeutica oculare - Purtscber. 81


lliro•7.iotlt' olt•;!li ••···hi l'nll:o ) ttt•tl:o illl<'t'f'UZÌOJI" •lell.t

1i~l:o J,iJirt<'l'l;trt• -

Poy. fl'.l7 Fluore-rimt (dell'uso della 'olu1lone •lil com~ mezzo diagnostico uelle 1\f8~ rezloni della ··ornea - lll Strnub • • 101~ I;Jfllfl'{lrna ceontriltu7.t<one alln tlr,llrma del) - Jarobson lllnmlnntiH.e IMt•t·alr linllu~uza dell't sulla l' i~ione Cl.'ntrnle - :khmirltGdifP .

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• t!ta )faiAttie oenlnn (ciel rnprtot·t o fr.l le) etl i '''rmi inleitioah. \11\~"l!!!t<J (aprtlt··~~ion•• rtel) all'uUnlmo•al ria - Pl:~ll . .. ' 05 • 10111 \lmpia (rtt•ll 'er••cht:• ol~llal - ~IO! al•, • 11111 li•Jftia t•lt•lla) e ~UO< rnpporli mll'a-ti~mati>ut<J - Chau\'t'l Miopia ron:;en•la (i v:"i rellnlci nella) - Nuel e Lllftlat • 12till Ne1rite ottica (•·ontn hlllo alla natm'l\ ,. pato~··ne;;i dtUa) e dell'ultaluu:l sunpalit'll- 01lo • 12ill Ottulipl (es.1me con) ll••lla ·•cuita '••h·a ~ommullt:nl•' ri•IOLta - l.Jind<•lt • Pt•rturi ~Hu~nh ,.,.,,., lll'll'n n.•mi" •'~!!iounli dnll:t prcsonza di IIJI'mì intc,tulali - Nuel o Lf'Plat ll•ll> Pro1a quantitollva tiri ~e,•w• tl•·l cu lorl csopra un n•eLotlo .<emplice (Wr ntlllzzaw tl nnlt• lll01.Zti diàgtoo~tko In) - Wollfbarg . lo Rifrazione t li n7G cornee s3 no (annUsi di'Ilo s t t~lo ùi) tl ~ len niun t" ml'llintol l' l'o rL'IhlHJtllt'li'O •li Jr~vul c S1·hiiilz - Burnett • lfltttl Skln~kOJIIII it.lNcrmirl\lol.ionc o~gettll'rl IIAIII\ rerrn1.ion~ del l'occhio l'H moun tll.'lltl) - Ovcr\1 ••l( •. ;'48

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fli\'IST \ Ul AJ\ATOliiA P. FISIOLOGI.~. At11ari fin llucn 7n rte~lll su il~ lun7ion•• liello Jotomaro. sano o m~latu Reieh•nnnn l'u(l. ;r.:1 C~ntri w•rv•>'-• H'ir.•rt·hr >Ul) di un amputato - Fli!!na.mi e Gn,•rnleri S4 CnrpiJ ~trlnto e tala mu olllro (tJell'mllu cnza Ile!) s1111a temrwralnra <11•1 •·orpo - \\'ftit~ • Hi:! Erll:loltlde mntc Sll ll'nnat.om.a •1~11') - Collier • ! ~ili ~'oli leo h ron;!innlh·all <-ulh •tue• tione d eh - Rltein til ~ lp!'rterrni:~ (l'l. le llbre mns(olari l! lt: ner• o.e- lloriggi;t . • 61:; llllzn ectopiC<t - nonom•· • 1113 R~llrn,'\tll'i (lòl rnnrfolo::in •1<'1 ._,OI:IIP •Ici) - CnttPr • t:!i4 TatllagJZI (Sul tra sporto alle glandole linfntiehP d~ll:t materia tolorant.e del• - tinclfl e Rrz7.oni •·o • 617 T•tnsllle Ilo), luro fnnztonc, P rPI:izlmw con le nlfezioui del na.<o c tlt•lla goln - S.·anl':> !:'Jiicer Tnlwrrotlu~i llltt·stinu lt· l~ontniJut o a.Jl<t <tntlirJ tlcii:•J - Tcltìsto1·1t..tt.


lii\'IS I'.\ DEI.I.t: \l\1..\frtf: \'E:'\EilEE E DELU PELLE. llubiKini venert'i 'liiJJHtro~ u (• lei tmllamrnto charur;rtro rtei ! -Szart~l Pay. GIS O••rmttlolo;dll (IJrt'\ i ct•n nl snllu •lato allnale rh• Ila) - Scb\1 immt!r • • t O:t Eczl'tna (contributo all'ozioln;h tl~ll') - Demattt'i< • !lr lla·ilt•naa 11t11los" 1111 ha-t r•• - lll\trC-1'11 139i1 Erilenta (stud io sull) - Polot~>hnoiT. S6 lj; Perlcondrilo larlnge:l (studio ' ulln) > IJCci~hncn ll' ,ifllitka - l e" in tWl P,oriasi (cnm drl) lnwlerato col iodu rn •Il potas<lo - n.udoz71 . -,. 75tJ Sitll kiP reo.'\le (~nlln) - Anrlroancn 735 Sifilu ma (sul) dei muscoli - lller

JIIVI ST.~

01 TF.II.\PEI' TICA .

Açido CJ'IJTralw (~>O!l ro l'uso di so lu zioni di) cn nll·• a il s 11ll0re ai piedi Pa{J,. 1286 .\ ch io lnltlco (l 'l concentrato. - Akune ' "e applicazioni in llcrmatotogla - 1\nochu . 91 Acetfenetirll na C~ull'a7.10no dell') - llinsherg. 1\nst e 1\olber 3:!0 .~ nestcsi:~ forale (11110\'u (lr•Jcesso •l'l - V<1ìturi~1. . • t2i!l Cocaina (la) In chlrorgl11 - lleclu' 11 Wall • • t-280 Compres-o (le) ad alt.'l temlwraturn uella prJtl-:~1 chirurgica - Nasl loll' • 91 Conl!luntlvltr granuiiJ~.~ (H subllmnlu corrusho nel111 •·nra <Iella) - Sta.. ~:(i dcrinl . Fpnacetin:. (la)- Gntlaui ' 169 Foruncoli (<nl traliJJulo' nto dei) mediante inle7iona 1mreurhimatose Bitldet· . Ileo-tifo Ila ruaftallna nell3 cura dell'} - Selt n 1ald • H~1 lodMormiu (niono 11nllseltìca dello) e dello iodolo - Ui Matte.i e Scala • i6S lodoformi<l ih nel tratl:lmruto dt•lla di<•cuteria aonic.a - Stack 9:! lnsol:lziooo Cl') IOcllle o l'ipecacunna - llume • S8i lttiofu U'J succedaneo •1~1 merramo nella curn olella ·ifllide - Pedoni • i6i Lamlllra dell' or)lanismo (\'Rlure •ll'tla) negli avveleruameoti aruti - S3raIJUiric". • 20'.' ~ass:ag)lio (ciel) In mccllcinn " l'hirurl(ia - Bum o Waj:!ner t\alt.:llin:~ (In) noli:\ cura. dcll'lltotifo - Prtterull . Nichefio (e fTctti flsiolo~:k l dr•i ' oli Ili) - Vnn llamol Ruos . • :H3 0 '1!1i!!eno (oontrlhuto allo studin dell') in to·rapeuli•-a-S:lcchi e PorJ~otli • H ii Pirochna (fa ), nuovo nntipfrct,lc.> Wi ftl. a~• PtL~tola mnllgna (~opra un me lOti o di cura plu o•mcatl! tleUa) - Alla m , i 66 Sp:artclna (Il V:lfoa·o cll11ko !lei sutrato rll) - Jlrlor 3~8 Strofanto Ispido (un l! ruppo •Il c~sl tratt11ti con lol - Evam . • i61ì


J.H() ~tror;lllto (lo) nellu mnl:lttio tlel cuore - Buctjuu)' Stroranto (sulla azione tPrapeutica dello)- Lhieralo. Ten1e ~ura delle) ,. dtl hotriocerrui - i'errondlo . TJsì !In terapin della) - Penzolrll

Pag. 7G:~ • 1r>T

· •m

• 211

RIVISTA 01 CHIMICA E F.-\llM \COI.OGIA.

Ml'!tOtclia macqut (sul t~olorimento' d~i riÒi con l•• l(lUhe dd l') f'ag. 9;; }.rf~inioa (1'), nuovo aknluide - SchuiM cd lleigtlr • 101 Colori artillciali nel vu1o (>ulln rice1-cn dei) . • soo Etere ,;otrorìco (sulla SCJl!lrnzione di) ,. sua pn·sl'117.11 nelle !)rin~ ltt alc·une malatlio \lnrgnrina (!:1) e Il hurro artiOci:lle - Ulrard ,. O·• Or!'vans . :IIU.s<·oli (mutan~t-ntl 1h•lla compO>IZlonP chimic-a dci) nella rntica Mouari • 893 M u~coli (narinziuni dt\1 glicogeno, dolln zt! Cchoro ,. clel l'acido lnLtlco nei) liella rntlrtl - l lon:ll'i • ~~ Orula !Oitrazione dPII'I attraçerso l'ar1do nric.• - l'reiJTer • • 1:!!1:~ Pintnbo csull'climinazl•Jile 1lel) .tnll'tJrf.'aOÌ<imo 10 <pguito nl m3ssas:;iv - Tcdt'S•'hl . • H!l:i l'lllllliJO (uso del) nello couserve a lilncntoa·l - l'OIII'iact. • H:!3 :':!C(.'arin:t 1nuo1·e espcrieute suJJ'azlune d~lla) - Plujtge • 6!1 Se··re7.ioul IIIJ<Iriche (~ull'aoalisi chunica delle) lo rnpporto alla di:1;1110si ,. terapia- Kìnnleut . • &.!() SliJriua {s ul valer() dlognoslico e 11roguost1co (loll a) e della p:trnglobulina nei lir1u idl organ ici patologici - Paternò 77:; Sullllmato corro~ho (~ul comport:uurnto delle solo7.10ni acide 1ll) 1n pn"senza di lhluldlnlbumioosi - Agrestini i1!) Urc·o (contribuzione nllo ~todio delln ollminaziono dell') e dell'ucìdu urico (ter lt• orine allo s111to patologico - Lngrla o Lipari . • i17 Ure;a (secrezione dell') dopo i IJagnl fllrarlici monopolnrl e dipolari - Lehr • l:!lH Urinn (un meu;o per taeilit.1ro l'c.i:une microscopico dell')- W1111drioger • t;!l2

Ili VISTA DI TOSSICOLOGI \ E MELIIC:IN.\ LEGAI.t!.

Aci\IO reuico (Il sulratu tll magoes4t nctruv,•elenumt'lllu per) - Nu11 tou l'ay. H~ Alcool (dell' avvetennmcnto IJI.'r) >olio Il rap1•urtn m•'<iko-lej/:llc• - Rala,::lia . • !00:! i•T•Piccamento (sulle cagioni p1·ossirnt· di 111or1e nl'll'1 - Misura•'tl . • S9i Arsenico (no•· rll ~ multirJia ;oerir~~ri cu per :tYVOI!JunuiPHlo ca·onl~u d'J ~ uro . • IOOt Botlllismo l<ul) - nall'.\cqua . • 1()3.1 Cocaina (morte impro i\'L-a in 'K':!UI!•J ad una mll'7.ione •h ) nell'uretra - Sime<


l H/ Coe.~ina (llll ca.~o di gra\e a\\elerlnm••nto por !11) -

llaenel Pag. 900 Colite 1llrterica per tlnclcnnmento mcrcurìaiP - Snndrycowzkl. • 900 Enct>f:~JI dr delinquenti lt.ali:tnr (s<lPr.l 30 cmnii t•d) - ,\llnga?.zinl • !08 Ernie (OSSerYazionì s ulla gunrigìone d~llo) - \'illarcl . • 8'J5 Taflncw (rlell'aV<·eh•nnru••ntu cronit(l pn!dou o tlal) t< tll'll:r >U:L lntluenut su l uuor·e e >UIIII ~lilmaco - Fnvarger . • Il() HIV~T.\

01 TJ,;C~"\ tC.\ E SEIW17.10 YEDICO \liLIT.\RE .

.~ ml•lrotrla l! amaur·u;i (sullo • dia~?nosi Ili ;irn ulazillllt' oll'll') - h:u;;t•l Pa(l. I l C:nn t'IIA'm< tlel Snd·lkannls (I'Oinz ionH r iiCtlico·dtinll'l.:h':~.tlell o)- Dolmns • 4~3 t;t~,•rnt di monWg1111 (Or'f(Miwniilnt• impie~:o tlcllo lt'llPP•1 "'' Ila) • 4~:1 Seerr:ulli l.c it'Uull' di s:tni la militare in F'r:•nc~t • 4:!9 !.etti t•lll J':U".t\lliii•J \M~pr;~ i) e gli o.,p.:dali all'aria IIJIPrta - Port • ll<'lazlltlltt ,..,uitari:t ~us.:h E.;l'rcili Grrmnnici m:lla J.(twn·a ··onlm la f'r·:u1ria oh•l 18i()-it • Jtn e BOO 5tK'cnr'" nrl:lll~o (SCtllra al) rn 11rim:• ••l in seconda li111•:t - Fralll.••l . • 151 TaUku rlelle ltU[Ipe di s:mit.'\ (s:rg~;ro di una hre' ~ i'truziont.: >~Ili~) Walilllerg .

• H 32

'!'raspOl'to dì Ceri li (lls[Hll'itlii ~C sO!l l'tl af>ptu·eçcl ri Ili tu lul(i:unenlo pea· Il) etf ammalali gra\l - Scllribt• • t%~8 • 6JS

Rl VIS1'.\ O'IGIEN~: .

flag. 901 .~ t'llllll cotta (sull') l' '"' nw1.zi 1•er flrPta;u·:a rla - T••lliar M•lUI' (la dislti buzlo uo <l• •lle) e l'igimte . \125 Tlao•illo della lubt'r··olosi ( l:l prop:aL~azioue del) ruurl rlell'o r~aui~m o -

. um

1:orncl .

Bartllu olel tifo (nuO\'i punti di '"tll nello ~lu<lio •h•lla tprestione 1lcl pottrt.! patogeno tlel) tle,:li animali •la t:S['emnenllt - Pa,·one • t 0t9 ll:lcillu Pl•'lcianico (,ulla mnrrologi3 t· sull':tziooe patoger.;~ del)- Ferrari • 65t 8Jt'tlli tu l•l'rt'J)i:m lll';.<lr •p111i (sulla ricr•rca tlt•t) - llergonzini . • tOI! nnuerll (ilei •pranlitat.h·v rli) nei 1:011temtlo tlel 111110 ll'llStro-enl~rlco di a lcmù anima li -

IJo Giaxa

• t301

llattorlotornpia Halu atumlt• delln 1JUC$tioue tlellliJ - ~la!Hredi. • 9117 flalt~>rl [latoge ni ncll'nc•tn3 vot.abiJ<) (sul modo Ili o·on1port.arsi di nh·uni) -

Karlinsl.i .

• <!lt • 1306

Cart..,nehlo (studi sull'hnm11n1ta pel) - Perronclln Cli•h'ri fl'uo,·a (\alvre nulrili\'u tlei) ,. tit'i cll,teri •Il Jll'JIIoni Colera Ile 3cqoe potabtll 111 r:lp[lorto al) - r.eoni. Cura Pa•tt•ur ($ui lirmll tlltuali rh·Jrcfficacia drlla) - llareggi Dlfter1tc (tontribulo nll<1 ~tll(!io do•lln)- Ro u ~ o Vrr<ln

E\\ald

• 106l •

9()3

• 13(17

• iSG


IJifl,el'ilc (o,nll'iiluto :ulo studi11 d~lln) - Rou:~. ,, \ er<ìn flag. t11~:> Oìsinfolliont• <lei luogbj abitali - (iutlmnnn 11 ~lcrko . .. ~10 lli~infeùoot• (della) flcgli strnmcnli rhirur!l'ii!i e tlegl• nl(geui •li Ul~•liC.'IliOD•' - Rcdnrd • • r.3:• V-dot-azione O>ic.t (sull'imporlanz., •IPII') - P!•uli . ~lil Pefll•rtl lifoult• {il anicroho della) - Legr) • ltl61 Febbrt• tifoltlt•a (sulla vnccinazit•nc tlt•llat - Falcorw • L••~ lo'crmeuto invcrslvo (sul) ncll'orgntu~mo animt•le M anfr~t li , III)Ceardi " !npp~lli " 910 lllnm:nnziouc (delle conrliziOtll d't m•gll nffict <Ielle nnunlnistraY.iuni pnl•blirlll' t prhate- Ga lt'70"S~i. • r~ luft·zinu~ mabril'il (~nll't'lioln~itl •h•lf'J • 1'.26 lstruzionc lllllit:lre del ~OI1Iato fii (anlcm (importn07.1 tll!llat r•~l Stili per• 1t):iD rczimntuwnt•> n~io'o - o.>tu~:tun Malarin (i mlt·a·oa·ganisUti tlrllt~l - J.un~s 6~1\ , u~; Mir1"0li di'Il:• JWIIt• IUll:111~t •' ·'llt't'Ì:tl mt•nl•' del t•it•tlt• - M.J!"~iHra ~icrobi n~i te.'-Suli \i'!!èlall ($UII'••,htenu dri) - 01 Vestea l'rtvimcntlln lt:JlliO delle •o:~st>rffil' (impcrmeali7.r.;l.llionc dcii . l'lasmo.linm malariae (sulla lnlima slrnltnra •lt•l) - Cciii e Gu:truh•ri Poeumonitt• Il hrilaosa (COn trii tUlo <r el'i rncntale a lla natura infetti m tleilaJ

- Lipari. !liti l'nlrornziònO (conl riJ.uto ;tiiO <lu•lio tl\•ll 'iollttl'flZ·1 tlt•lla) sui ger111i rlrol culern e tl,•l llfu - Canah' t' Ot iltlallet • 11113 Rene (tnwvo ricrrche sulla lloii>IO)!ia patologic:t del), con ' pec1alt> rij!uardtt al ~"" mt:~tlo di comporttlr>t \etso aironi bath•ri - ~cardt • • 919 !)Jprollli (irllltt enzr• tlci 11rorlolLi LO~'id dei) su ll:t ro~ti l uzione delia \'1mlenza ai m•cror:ranis1111 nlll'ltuutl - MonLI • IJUI Sifìl lllo \'acch lir;\ C'ulla) - Pournlo •r . Sostanze alimentari (delle no,tr•'l r"nsilkrate cornt• t.t•rreuo •Il cultnr11 •li genru lufcllil·i - Celli . • ·~J:; 8trctttocoecu dcii erisipela (suiJ'.,zione li;iologicn c tos,ica tlei prodotli •Il co ltltrtl fii'IIO) - Mnnrredl '' Trave1~ • Subllmato corro~ìvo (AI!~itlola di 1111 acido alle sol11r.iont di) por aumcn· larc Il loro 1•o ter~ untl~etllì'n - L:tpi:II'O • t31)1l ·r~la lmtwrmeabilt> delle harelle Crlmb13nc.uncntu o thsinrezione tlcllal " 9:!3 Tetano (t'ÌC<'t'che J,:tttel'iolo::icht• '"'l - Lamplaoì • • !lO~ Ti<i I•Oimonarl' (rapporto fm l'31tttodinc:> c l:ti - f..'lrtu>] . ~ llli'O Tuùcrcolo (n Ufl\l' o.-scn·azior.i <ul l.adllo rii'IJ - h:rem~1nsJ.i • tn;t Tut\ercolo.~l IJ•rc•lllas.•• della) !301 Vacclnazinni, m·:•ccin:~~.ioni u vaiuolu nPI RPgnJJ liPII 'anno tR~7- Bal'l)lllll P

w

~~. V~iuolo (i li in ,;,•rmania

.

• llr!

Vapor~ {dt·ll'azion!' ''"''ufciL1nlr tleiJ - \\>11 E'mnr~ • !0$$ VJ "ongrc:~,o iJlt~rn.,zionalt· tl'igirue c• •li •lt!lllt>grall.t tcnulosi a \'IPnM d·• l

!6 •t•tlemùre al 2 ottohr~ IIIS7

:11:1

Vii'US rablco (~11 ll n resistenza d~·l) - t'iOYi

• 900


1H9 HIVIS'I'A Ul ST.\TISTIC.\ l!Eill(ll. J>ag. GOL Eserc1t0 Cl"1 311Slri~N uelllcc•·nul\l ISis-37 - Lou(!uet . F.serdlll hel:!a. - Slatislica me<llca. • 117 Impero Austru·l n~t:u·ico Slalbtìca ><lllil.lrL"l 11Jtllt3J"t' per l'anno 1888 • :!30 Leva (o Iella) su1 giovani 0311 nrll"anno 186i e 1 irendc del R. R~ereito dal t• lu~lio t8"'7 31 311 :;in;cno 1888 - Torre • ili llelaztone medico-stah~lica ~>HIIB con•hr.lom ,;~uit:ITie del R. E<ercito nel· l"auuu 1887 - Santanora . • 1311 • 3H Statl•liCa -Entrati, tl~(tenti t• det•e.Jull dt•i r•'SiO t•,ercito. • 3{0 Slati,tica ,nnll:wn. - Dali somm:~ri twr l'anno 18&! • ~:!9 ~!alll s~mtnrio tlell'int•·ro l'n('>P IHJI !l!t!S.

l'ag. 66i • 342 • 669

t:ampimctro .\1.ouln~ • Carne in const•rvn . •

Conw muoiono molti pn7.7.Ì Conunemui"IIZionll·

Glne~·h1

Currispono honz;, Curioi<O L~1~tt di c·ut"ilo r.~t r:o llt''' lll ij.!l'alll •• -

!,.1)6

• \54

Sali Lini

• H28

l.lellu imperfezioni dioUrio-ho e diletti •lei ,·isus innhilitanli al mililat1' :'<'rvizìl• noil'~;,crcil o e nella )lt~riM !rane•·~··· gwsta le presc·ri1.ioni del 1Si9 lll'r I'Escrelto e •lei 18iii-!~S per la Mnrma. • :iu ~~.g,,,.lli e ragocltosi - Oslrr • 7\17 Fonografo (Il) applicato ali~ diagnusi llsir,a •leUe malaltit• r:u-dio- pvlmo· • 9~i nari f· ; uo an enire - Monnt Ofpyer • 93'1 Il corpo saoilarlo militare spagnuolo 1nse~rnnm~ntt1 {I'J nel ruq•o sanltano militar" - l~enerale medico Gia" 1160 como Perco, bpcttore capo • 938 L'enl~rocllsrna del sec•>lo n1 - Mcndinl. " 6611 ~UOVI midrlallri .

ospedali moderni. Per la .torta drll'arlt•. - !'lot~ di thirur:!ia ~his5inir.1 - Menolini

666 • !131

f'r,,,,,l·vazinne dt'llli llJ:I!CLii mr1:1ilici dall'in~uddatneuto u tlalln ruggine • ~ ·loem:t do•l circolo - Sa a~:lli . • Scuula di l•rrr~zion:mwnlt~ nell'ltd~nP l'ubblica in liorna - Baroflio. • St.1tum nulit.ue nei diversi paesi 11'.Enropa . • '1'•1rtnom(•ll'i (riscontri u!Uclnll d••i) In (iN"lllanta •

Vncciuaziune (In) e la rhaccinaztone nelre.crrito rraoo·c·~ Yi~u~ {sulla nli~ur,t rrgolamentMe llciJ - Oaroruo

3~6 93~

45ti 66) 661

• 661 • i~


14-50 RI'YIS1'A BIBLIOGRAFICA. Acido prussico (l') rwgll eczemi impNiginoldl- Cerasi Pag. toSO Acque di )l:u;saua (conrcr,.nza ~ulle1 e suoi dm torni - Russo 66!1 Acque minerali (i ml.:robi th'lle) - Fa:do • 671 .\natornia umana deswtll\'a .: tnpograOca - Heittmanu .. 119') .-\ n•prao·he o(~.; Go•uo•r.. ht.rbs rrzt<>, •lo!J' Ar·mooe ololl. \o>n Col•-r .111 ol~ Fe~t\er"'•mmlun~: l••r oler Stiflunl{,ft•i••r olt•r mililàriirzllich··n Bil· tl un~sau,lulto•n 111 llo•rliu am ':! AIIJ:thl 18S9. • 14:13 \ pp:tr<'cclti di prote'l auricolare e pn't'ipuamente dei timpani artilldali - Grazzl .\ proposito di un ' IIJII'O~to pro;.(elltt di l'ttl'l'innzione carbonchio~, 111•l· l'agro rornnuo - Scritti polem'cl . • 1\!00 Arw Il') di inlpro•·••i>.Oro l mezzi di soccorso ni malati e feriti - PorL. • 6iO Bamcche d'amiJUinnr.tl all'esposi:r.ioue d'An•er~a- Barortlci e Marzocchl • ~~~ B• bliograOe . • 3\i, 348, 3!l9, 3:ì0 Carri·besti:uue fer·roviurl (sulla •lisinfe1.ionc tlci) - Canalis. • li74 Cenni di batteriologia, lglt·n~ o disinfellantl - r.o Pinne • 940 Commentario teorl ~o-~porlmcntnl o rli macr lt lua ed apparecchi elettrici, cora elenchi dog li UJ) Joar••cchi iu veurllta pr·osso la societit elcllricHlll· dnstrlnl c frnuco-l tnlla11:1 . • 1325 t~omrJendio di t'hirur~Ja di guerra - llarofllo ,, Sforza. • f.l:\3 ConlTibuto allo .studio do l polso paraolo. so - Occh.iJiint.i • 1!00 Contributo allo olud in dolio nerriti - Ousl . • 1316 Cme•• Ross t ltali no:~. - Comit.-llo ··entr:~le. - llewconto per l'anno 18&Cootc Della Somaglia) • SI I Dclicate7.z(l. nelln pratica l'lrlrurgka - Longrnore . » ·~:! Ues voie3 dc prop:aga tion d~s bncllles do la tnber~olose - De :·ornn • 814 llifetli dell'idrolimctri n ncll':tnalisi drlle ac•Jilt' potabili - Chialchla. • 68~ Do~imetria - Laura • • (i7tl EleLtrolisi lineare - Fort • • 1':!1 Er) lbéme DOUèU J. pnfUlil!'e - lloJUSCO E>b t•• una peritomlo crom~ e'<~ud:llha J.lmfl:tltc.• t - llolinari. 13~ Frbromes utJirins. Tmilrrnent par l'efcrtrol~se- La Torre • • 681 Il ventennio d'esercizio del comitato dl racclnazione animale (o lict>mlorP 1868-88) - Granrlnl . • 911 l mpiego delle ferrO\ lt• rei trasporto dt• i mnlnll e reriti in guerra. - 'l'rrnr $ani tarli- llnndonl' . • Jl14 Indi rizzo pratko ulln dlllllnosi c eu m tIelle malattie nasali - Ft>r rerl • 941 l nuo,·ì reg•Jiameull su lla pro~lì tmione e proOJas;i tleU:l sifilide - Peronl • SIG Istituto vaccino;.reno (l') dl'llo.Stato in Romn - l..eoni. • ll!lG lstruliooe (l'l medlco-mllitnre in Italia - Rul tlno. • 6irt !.a natura e ln \[tu n~lla America de l Snd - l'etella. • 9~i


·145 1 La prima inLolxì7.ione della l:uinge per cruup latta in ILalln coll'nppa-

reccltlo dell'C' O" yer - Egldi. Pag. 8i4 La torba e l'n.srnllo nelle scudede milit ari - Bertacchi • 351 L'elettrolisi o eletl rocaustica chi mica nelle mnlal.tie delle cav ità uasall, cavo naso-faringeo, orecch io e bocca - Cozzollno • 68l Manu ale diagnos tìco- terapautico- f:onea. • (ì80 ~lanuall " 'Ila nltc1-azione e ralsillc.azlonc dellt> sosta nze alimenl~rl o di altre importanti materie di u:;o com une. • 350 )fi!lollo spina lé ($111lu rigene..azione deiJ IIclln coda dei Lritonf - Capomso "' 678 ~lovimcnto degli Infermi negli ospedali ch•ili per gli a nn i 188:l-8&-87. • 67% Paralisi del GO paio da trauma ~ol 1).'\110 - Ferri . • 816 Pubhlicazionl • t>82 e 683 Relazione s ul nuovi regolamen ti pe1· la prùslituzlone - Zn nnetti • 680 Rendiconto stliUstieo dell 'ufficio rl 'ìgiclw !Iella città di Torino pc l 1887 e >unto p~J 1888 . • ~o Ricerche sul <orno <•lltod:w itol3r e - llorsari. • i3i 6 Sopra nn caso dì cmholia cerebrale- Oloci . • 680 Storia o:hil'urgicn della guerra di Sece~sion e d'Americ:, (a proposito d'un giudi zio b l b lio~m~flco sulla) - Bttrolll o. • 808 Snll a ricorca rlel ]Jacilll tubercola ri negli sputi - Bergonzlni GSI Sulla trasmissione del cn rbonehio rlal la madre );l i feto - Latis • • 1200 Sull'eliologl'' tlel l'lotozione ma larica - Celll e Gnarnieri. • 943 Tabell e nomerlcl•e - Mnrzocchi • 682 Topogralla e statistica m!'dica rlì Seuigal litl. - ~atali . • 1197 Trattato ll~rico-t•ratico di ma lerin nlt'rlica o terapeu tica veterina ria BrtL"-1ScO . • • 813 Tubercolosi rlell o• ca1Ila nasali, •Il' il a laringe, 1Jrl velo pendolo, 1lollc ton· siila, •I•·II:L lingu:~. •lell'apparnto uditivo - Cozzo lino. • 8)6 Un bienn io Ili (\llnlm ocu listica - Norsa. • 8l3 Uu 1:as(1 di nt tosslcamento carllvnico co11 pn•·nilsi tlel trigcmino- Mollnarl .. t325 (lu caso di nlassln locomfJLricc ~u mt c1 con In sospensione t seguito da morle . • t3!i • 1199 Uno sgu:~ r.JtJ 31 mu1 annn elioico ISFS.S!I- Orsi

COt\CORSI. Conco•·so ~ l '' ''''JIIio Ribrri J•er f{ti .ul'l kiuli medici 1lel •·c·gill ,•sc,·dto o dt•llu rl'~lt• mnl'iu:1 , scadente il 31 mnrw 1890 Pag. t27 Risultato tlol .-rllwn•·so al l'l'•!mi<J Rl b •ri pe1· l:(! l oflid al i medici •l•·l •·,•gio •·.; ercitn o •h•lla r&~!a m~ l'ln:t, ~clldulo il 31 luglio 1888 • J26 ~OTili E.

Corso di t••'rf• ·zi,;uamruhl d'ldt>nt• Pn lliJiira Disinfezi oni .

Latto-deuslm otro e latto-1•nlirmmell'" \ lnoriO(ell ~~ . 1\ettificar.iono.

PoiJ. 1436 • 9~4 • U28

• 1436 •

24()


:>ECROLOGIE.

Oonder-. Gwdottl. Legoue>t

Pnq, '~'~

• r.ss •

11)3

Von L3ut'r \lcrehie.

rodice generale dello materte j\er I'anuu tss•.l Elenco del lnvori scientifici perH•nuli :tll'lspettorato. ùt ~anita militare du· rante l'anno u~q9 e lino ati or1 non ptthlrlieati . Pa~. u-3


ELENCO

lavori scientifici pervenuti alr Ispettorato di Sanità Militare durante l'anno 1889 e fino ad ora non pubblicati.

- ·-Brc1i ri<:~•rdi di guarnigione In Arrli'a olnl f'ÌII!!DO ISSi all'nJIIIIe 11188. IJnrut•chini o'l\1'. l~m·lt•o , lCIH'nte col<lnlloll o n oclllciJ. - Casuislica utcrlic•l· l'ltlrur~kn pet· l '1111110 1888. Du ro n e Anolrt-n. ra11ilano me.liro.- Quah ta di una buun'Acqua pHL:ll,lle. ouuo•r· l•'orlnrii•H•. ~rMo t cnont o merilcr•. - T~ rapin della l uherco l o~l. fae r· nn~ri t :lo\'Qnn i . ··:q)ilaw• m••tlil'll, - Nnl•· ·~l 1)$-.<er•·azinui SllliP l' llrll' '''lt4htZtnnl •li ...,.,..,·ur. . u al ft•riti in :.,.'lu~rr.J :tii"E... 1tt1<\i7iotw Uuil o•rsalt• oli P:ori~i. ui~HH'e lli "oge lo, ··ap1ta11n nwtlico - &>rvizfu <ani tarlo in guerra. B o:::lif\rcin i Cn"l,.n 7.0 1 '""'''·'Il" m•••h•·u. - RPolllirouto cliuil'l> do•l l Ripartu oli Mo•tlio•iu.o ol;ol fo•lolomiu all':o;.rostn IS.'!S. li fohtlll Gn;ol"' n , 'ottotcncnt•· medico - Uiagno~i della tnher~oJo•i polmlluarc IIICI(liente. o o nomo l .orc n,,o , trnt•nte mt•tlico. - Cont riloulo clinoco all'azione anlf~:lirogenn de!l'antìpirina. D o n oruo Lorc n oto . l~nent•• mcdoc11. - f..,ntrilullo c•ini~u alla delenninaZIQne dcii~ 5fera 1 ,,1\ a. IJo·i::none fo'o• o•din tHUI" , SOIIOir>nenlC llletliro.- nre\'Ì COIISi<leraziOOÌ SOpra un c:a:.o •li raral•h•gta r!elle ~"<tremit;~ inCeriori. t'uhl erini ca\. PN·tlinuntl o , ma~iore medtcO - Rentliconto ~Imito l'lell•~ mal:•lllo tlrll'appnrecclt iu ri'spirntorio pel t• lrlmeslr~ rl!'ll'nnno tSS!l. t ·uu•t•i one Prnne•·~eo , 'Olloll•llenlt• mrdico. - Dell'az!<Jill\ topica •Ielle ini~­ zl.,ni li'"licrmidtc• rll morllnn. Cn ni CIIR ltl tU'ÌO no, li'III'IIIP IHe<iicn. - L'n caiO fii rese7ÌOIIC tlal radiO. {"untt• lln ll au ·iano . klh'lll•· uw,lil'u, - L"u •";t't' di t:nlJIÌ••m!t. Au• c tl "o n nmc ni rn , l•·nenlc medicu. -


(Jardooc FranceHeu, soLtotencnle mctlico. - Alcu ne considora7.ioni su i ca>i di matatl.ie auricolari negli inscrilli di leva in osscrvaziono e nel mil itari. «:atelli Gio•·ano i, capitano medico. - Due protlo,tc t•ratiche S<ll•r:L una nu o•va cal1.at un1 etei soltlnto, o sull ' isliLuzione 1li una handoliera chirurgica per gli ufficiali medici. Cattigioli ca,•. Amed e o , tenente colonnello mooico . - Stori:L clinica di uu caso di cnrlc del capo della t iltin ~inistm che r·ichie.;e ln 1·uotamento parziale di e<so, con ewortazio06 •li 1111 ''lli uminos1r >equ ostro osseo . . (Je fl·•·oha faiu!\ler•Pe, capitano medie(!. - Soldato iu marcia. Come deblton(J essere !li rette le marce. llisvgni cd inconvenienti che >i vuri ncano duran te le mede~imc. Considc rnionl speciali sulla ronsorvazionc della calzatura all'oggetto rti e1 i· tare lc.,ioni ;~i pied i. La calzatura devo essero porta l:l du'rante il ~onno? Inconven ien ti e vantag~:i. lnst,lnziou'' cd as>ideramento. Pro''''Cdimenti preventi\·i e wrativ1, ()h e le,.ehi Uamillo , ~ollotcncnte mcollco.- J) i un ,·aso 1li grave contrtsiOJIU dell'addome, decorso, terminazione. - Sulla progoosi in genere delle contusi•JIIi all 'alldomc. CJhini Gaetano , tenente medi•·,,. - UloN·a silllitica :lll'an:;olu illl•'t'no del· l'orcbio fil'.>tro . .(Joc uzz" Sebustinoo, sottotencn le med ico.- Natun r. ed cslli de'la pleurite. CJomola Giulio, sotto tenente medico. - Epiles:<ia e convulsioni cpiletliforrni dal la~o della med icina leg:~lc. (Jo>~~e•·n J\licomed e, ra nnacis ta di ·I • classe. - c onsiderazioni c proposte sulla determin~zione della anidride carbonica li!Jera nelle llC(jtre medicinali natural i conten uto in bot.tigllo•, ()o,.tn E lia. soltutenente medico. - Sopra un caso tli peritonite perforante. C:u toaoi ua ..lino, tenPnte medico. - Lo staLo presente sttll a etiologia dello a lrczion i hronco-pol rnonari. D e Bur~· RaiTa e l e, sollotenentc medlc(l. - E:tiolu;.:ia, pato,:cne.•i, tlial;DO>i 6 cura della pro~tali te !ICttta o Cl'O n i~;a. D e l P••ioa•e Gaa·ibahli, tenente medico. - Il delirio nella polnwnitc. D e lleoz i cav. f.liu ser•pe , maggiore me<lic(l. - Ci~ti tlennuide d~l cnoio cn t!Olll rto. Falchi J-: lllilio, rarmaclsla di 3' classe. - l ;ms contenuti nelle frulla. L'aziono che t'ozono esercit.~ su d ivorsi corpi organi ci. ~'ilippi F ilipr)o, tenente medit-o. - J)i alcuni caratteri Hsici ~peciali della razza nera. Finzi F.nrico , capitano medico. - V:u·ticolo i~;, dell' !!:leneo B delle ini'crrnita eli imperfezioni esimenti dal servizio militare ed i mezz i per aumenta1·e i ri~ 11 Ha ti numerici del rPci ll tarncnto. Fu~<eo rasr,uale , capitano m celico. - Sul scn iziu •anita rh• di pre,;idio l' Sll ll'igicua dcll:l Lruppa .


Gozzano f'••ancesco, t:apilano medh·o. - AlCtnte OS>iel'1'11Zioni Sugli e[etti tcntpculici tlell 'a ntilliri.na . Grotti •;a•·Jo, tenente medico. - Un caso di met~~.nemia acuta miasmatica. l.ongo Luigi , sottotenente merJico. - Cu ra r!ell'llco-tifo . T.ongo Luigi , sottotenente medico. - È d iscutibile l'idenlitù del lupu~ co n , la l.uiJero·oll)~i pulmona re. J.o.·ide Giw;cppe, cap itano medico. - Dell'ar ia confinata nelle caserme. St•e IJUalilil deleterie. - Fa t.tori vari concorrenti a reodoria tale.- Suoi elfet.ti nocivi sull 'organismo e mali elle ne deri vano. - Pr<ovvedirnenU per una raziona le o pratica ven~ilazione . i1In;.;;J;c'h• Edmondo , capitano me~lico. - Uu caso di malattia di Méniore. lll•u·e o- Giuseppe Achille, capitano m~dico. - Partico lari interessanti di un ('ntero-er ir>Jocele del cieco a sinistra. l11nrini Ernelilto, tenente medico. - Brevi considerazion i sopra nn ileo-tifo recidivo, ~op ra un irite sil"i litlca coodil ~>m:l.losa in uu individuo an·e tto da slli lorlerma iniziale. Mednf;no Ft·aneelileo , tenente medico . .,.... Profilassi delle malattie eplt\emiche o contagiose io genere ed in ispetìe deLI 'ottalmia granu losa, delle malattie l'eueree, del la scab iJìa, del vaìuolo, e del colera. Mc<lnr;no Ft·ance,.en, tenente medico.- Predom inio dell a fchl,re li(oidc nell'esercì t o. · Mcnoella llrcaugelo, tenenLe medico. - S ugli antilermici. J1forosini l1farco, capitano medico. - Cma dei versaml)nti pleuric.i e ''a rtt.aggi dell'aspirazione. l'fe;;roni A ntonio , tenente medico. - Storie cliniche d i due ammalali in cma nel ripa l'Lo chirurgico dell'ostl eclale militare dì Bolof(Dll affetti rispettiv;J.mente rta sicosi e psori.a si multiforme. 1\'ota Leo••artlo, so ttotencnte mcdko. - Dei metodi e mezzi lliu comunemente usati pet lo accertamento e la misurazione dei vizi cl io ~triei. .,ggiano c;;iovanni, Lenente medico. - Sull'origine infettiva delle malal.tie Lraurnaliche. t•ascnle Albcr·to, tenente merlico. - l n :attoldi nell'esercito. ••a,elletto l ''erdionndo, sotto tenente medico.- P·leurit.e, pio torace e pneumotorace. Pennino Antonio, sottoténente medico. - Sull'origine infett il'a delle complieazioll i delle lesioni traumatiche. Pint.o cav. Antonio , maggiore m edico. - Giudizio medico -legale sui so ldato rccl usco Arancio Luigi. t•isano cal'. Gio. naU.ista, maggiore medico. - Rendiconto delle ma lattie curale nel IV riparto medicina nel l'ospedale Sltccursale Grani !i in Napoli dal 16 gennaio i888 al i6 gennai o •ss9. Piseddu Citi', ;\.lltonio, maggio re medico. - Bendk onto cli nico degli ammalali curati nel 2o riparto di med icina dell'os pedale militare di Milano nel t• semestre iS89.


1456 Ri c h c t•i di Mont lli e h c •· ()n,.lo , tenente metlico. - Alcune con~irlcral.iOlli ~ullo mnlnttie veueree e loro profilassi.

R i unld i ~cipione , cnpltnno medico. -

l'atogenesi del m or billo. - Sttu Hi-

lupiiO nel l'esercito. - So le mi3ure prolìlattiche (<lhmruzloni ed Isolamento) valgano ad arrestarlo. Rom ualdi Urune uo, ~nlluletwnh' m••licu. - Soprn lllt ra.<IJ •li IHtPUUt<>lltl•J

mt.•rn•rtt•·••t·' · a ubino .trmido, 'Oilolenl.'nte mrdlco. - Unita pato.;enetica della •crorola c

<Iella lll ~rcolo~• ~e'l" i IEtttaou c l e , o'.:lllllono medico.- Resoconto <oll'andamento olel nparto mis to nPIJ'ospcdalc di C3!!liar. dorante jf to lriwe.,tr~ olc l'lUinO l 89.

S i ri::nano • •c lit"e, ll'nent•· m~dtru. Anli,cllici e •lisiufett.anti w go:ueral" In rnppvrto nlle nuove rlottrìoe par.~ssitane. - !'··cii!\ •ICI ruede,inu e ntO!Io rll Jlralical'(' ranti<er-r e le oli<inrt>~ronl nel locali <li u;;o militarP. jiiiOo•ti n o 8 ah•lllore , •'<~ l fll;luot liiC•Ii•··•· - Due li)'i oli l•:u·ell.•. T e,a li t'rttnc-c,aeo , t'to)Jitltno rnetli<'u. - Alcuni appnnli snl servizio <anil3rtH

In Alrlca nell 'hn•erno 1888. fluJ1 110Tti fra le ntalal tic eo~efal irloo e Il' le~looo l oo· ulad. 1 l'o1•i uouu.:n leo, soll otonout.c nootl ktl. - Snir(l nestesia in gcnendc. 'l 'owc i l~ i l iJ•J•o, ton0111o medico.- Un caso o.li lussazinu e illterna dell't•sl rcIIIILu l 11fori~•re tlclla ti hl n coli frattura. co mpleta corum illltll\ ~~IJOs tn do~tl i estrorni rnalleolari della g-;ornb;L ~i­ Tilli Allg\' IO , bfl tl 0 l0111111LO IIIC<IIC<J -

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r t l~tm, ~•·t:ul to tla ~ompleta guarigioue.

lf&;li c n ço l.oo·c ,.:r.o, <'aplt.,uo mrdicn. - fli:I.SSlUllO dellr· <Jue, Uuni relath c nlln tubcr~olo.~i trattate 1101 corogri'.;so di Pari;:i dal :l:i al 3t luahoo IS.<IS.


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