GIORNALE MEDICO Dl::l .
R: ESEilCITO EDELLA R; 11ARINA
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VOL. I Anno XXXVIII .
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VOGHERA CARLO Tlf•IIOilAfO 1>~1.1.1'; I.L. IlM, 11. Rli ~· I.A KI:GINA
Honlu, 1 8~10
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CONTRIBUTO CLINICO .\1.1..\
DETER~IINlZIONE DEL Ll
SFERA VISIVl
'''''""n o I••Lla nella ronfcrt'uza ,cjeu l!tl··a .teJI'O,JII•;l.ll•· mlht.m• •Il l.hol'fl•J il IO <ftl.o'mt.re iS.'<'l <131 oloLL. Lore nli\O D ,noruo , L••n••nt<• nwolirll ,
La localizzazione del la sfera vtstva rappro~onta nno dei principali argomenti lrallali da' fisiologi speri mentatori o dai t•h niri che occupansi di malattie neno. c Fra le non poche disparità snlla ùetermmazione di ,;pdo dei fenomeni morbosi inLet·essanti la fun1.ione ''isiva. inlerdeno molle volle la cl,i nica ad afferm are i t·isu llati sporimentalt l'Onseguiti col sistema delle scerehrazioni. t:un un solo caso a me occorso non prt'tenclo d'illn<Mare una parte cosi importante della !ìsiolo~ia ccrehmle; ma h<'ndll' tenue l'interesse clinico. spero pos~a ).:ÌO\'are nella ca~ui ,;ttca delle malattie nervose, almeno in quella parte che si ril't't'i:;;ce ai risultati torapeulici; ed è perciò che chiedo ai collt'g lli intervenuti per la conferenza scientilica, d'intratteucrli sopra nn caso di malallia nervosa interessante. non ,oJu pot· la :;ua eu tilù, ma anche per il modo col quale i fenomeni clinici si sono svolt i. L'i nfermo di cui intendo parlare è il ::;ergente Tosoni B. , tlel :17" regg. fanler·ia. Egli fino all o scorso upri le tl OO aveva.
e:O:>~TRIDUTO
CLINICO
soiTerto alcuna malauin.; Yerso la metil di detto mese, improvvisamente coo SUil grande sorpresa si accorse che all'occhio sinistro la funzione visi,:a gli si era fortemen te indeholita. ed alla sera dello stesso giorno era abolila. L'indomani, presentatosi alla visita mPdica. accnsanl la cecità ad un solo occhio, e veniva inviato all'ospedale. fn quel giorno medesimo cominciò ad a' Yertir pure un offuscamento all'occhio destro, senz'altro fenorncno suhbiettivo all'infuori del disturbo nella visione. Dallo esame oftalmo"copico, praticato il ~iorno in cui en tra va all'ospedale, cosi all'occhio sinistro come al destro, non ristlltù alcuna lesione del fondo ocular·e, e fu solamente notato un assolligliamento dei Yasi retinici, poco valntal>ile. 011 il colore della retina oor·male in ambo i lati. Lll pre.:Ssione del gloho oculare era uniforme e fisiologicn nei due occhi: le wrnee inLeAre, le con ~inntive oculo-palp(\hrnli pallide. Più volte interrogato rinfer·mo, rispose di non aver pro,•ato pn·cedentemente nessun disturbo nella 'ista, n~ :-;i era espo :>to ad inllueuza del freddo umido, o nella sua vi t.a era slnLo ...empre re~o lato e corretto. Il ~econùo giorno dacchc era entralo nell'ospedale, dal lato destro rindebolimento della vista subiva la stessa sorte ùclraltr'occltio, e non tardava a spegnersi anche in quello come nel sinistro. Questa rapida evolu zione di una malatlia, che in ter·essava e~clusivamente la funzi one visiva bilaterale. nc>n associata acl alcun fenomeno morboso d'altra natura e d'altra sede. mi 3rmbrò quasi inesplicabile e di difficile diagnosi. ]>er tal ragione solloposi l'infermo u. ripetuti 6$ami oftalmoscopici, non tmscnrando di osservare le altre funzioni nervose periferiche e central i ; ma nel la ~n·ima seLLimana non
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ULA OET.ERli:INAZIO~E DEL I.A SFERA VISIVA
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mi riuscì di formnrmi uu concello chiaro sulht natura vera e sulla sede primiti vn della malalliu , che presentava il Tosooi. J globi ocnlor·i avevano consen nla inalterata la forma ed i mezzi diottrir.i 11·aspareoti. Esercitando sullo parti laterali di essi una leggiera. compres~ ione, l'infermo accennava, ma con alqnnnto ritardtl, alla percezione dei fosfeni. Le pupillo non rea~ivano allo stimolo luminoso, le cornee conservavan o intaLla la loro sen5ibilitit, nè fu notata lacrimnzione ecce:>-.iva. ~()lisi che l'n boliziouo della vista r~omincinva cou offuscamento emilaLera.le degli oggetti che l'infermo prendeva n guardare, proce<1cndo dallo esterno verso il pi<mo mediano del corpo, in tal guisa cl1e l'i lenJti dovesse il dislnrùo v1sivo interessare dapprima i se~menti nasali delle r·etine e poscia i temporali. Infatti l'in fc1·mo per fìssn re un oggello posto direttamente innanzi n loi o ;;ira va il capo verso la spalla ùe:;tra ~ptardando con l'occuio omonimo o si sforzava a di\'erl!ere fortemente l'asse ottico. Que:.lo fenomeno fu constatalo solamente a destra :l\·an~i della completa abolizione visivn. Dopo cinque giorn i circa dacchò l' infermo era all'ospedalfl cominciò ad accusare un senso di peso all'occipite ed una pulsazione nolturna in corl'ispondenza dol tubercolo occipitale esterno, fenomeno eh~ crehbe •·apidamento fino al punto da costring<'rlo al decubito supino permanente. Furono avvertiti in tanto qualche lieve disturbo nella deglutizione, ma molto fugace, e luu~(J la rachide sensazioni di fredùo e di calor:e alternanti. Fra i fenom eni morho~i che ·i S\'Olsero nel nostru infermo spiccano i disturbi della visione, ed è su l]uesta 1·he precipnnmente bisogna portare l'attenzione per definire In din~o:oosi di natura e di sede.
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CON'fRIJJU'fO CliNICO
Innanzi tutto escludo una lesione periferica, risultando dallo esa me oftalmoscopico r integt·ità del fondo oculare, non 1JOlendo il solo assottigliamento dei vasi retinici darci ragione della cecita comparsa improvvisamente sui due occbi. Che la malaLLiH possa essere di origine centrale abbiamo molle ragioni ravorevoli a questa ipotesi. La r~pida abolizione della vista, dapprima in un occhio e poscia nell'alt•·o, con la distanza di due giorni, non può risultare che dalla offesa di uno o di due centri d'innervazione visiva, cui risale l'o1·igine delle due bandelet.te ollic!Je. Non sappiamo se all'occhio sinistro l'offuscamento della vista si asi manifestal(l in forma diffusa, ovvero se sia apparsCl con i caratteri rlella emiopilt bilaterale omonima o crociata; è certo però che al lato destro l'allù lizione vif;iva non è avvenuta irregolarmente, ma cou progressione, come fu innanzi detto, dal segmento nasale al temporale della J'eLina, e basten•bbe questo solo fenomeno in appoggio della origine cenLI·nle della amb liopia bilaterale. Difatti: l'icordando il nolo diagramma del Charcot, conferm<lto dai più. appassiona~i cultori della tessitura dei centri nerYo:;i, lrnviamo nella vicinanza d'origine delle due !.landeIelle olliche l'associazion~ costante nei disturbi della visione oei due occhi, e l'icordo a me stesso che ciascuna retina ti in rapporto con ambedue gli emisferi cerebrali, per cui la o[esa di una sola bandeletta ottica alla sua origine, o nel suo cammino genera costantemente un distu_rbo visivo nei due segmenti omologhi delle retine; e l'emiopia bilaterale omologa l'il fenomeno os:;ervnlo nella clinica e confermalo dagl i esperiruen li dei fisiologi. Snlla guida di questo ricordo anatomo-fisiologico noi possiamo risalire all a, sede primi ti va della lesione e possibilmente al punto dapprima oll'eso, e questo noi possiamo furi o indi-
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ALLA~ DET~ltMINAZIONE .DELI.A SFERA v'lSIVA
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pendenlemenle dalla natura del processo, che può essere messo itl chiaro daJ solo criterio Lerapeutico. CerfamenLe la lesione deve e<Ssere circoscrilla in un ter ritorio cerebrale limitato, da risparmiare qualunque altra fu nzion e nervosa : ed in qunnlo alla sede, o dobbiamo cercarla nelle sfere corticali o nei nuclei dell'istmo. Se l'abolizione visiva si fosse limitata ad un solo lato, :;i sarebbe potuto sospettare una offesa dell a sfera l'orticnle: ma essendo seguita, e con intervallo di duo giorni, la perdita della vista anche nell'altro occhio, bisogna trovare o un proce:S~o morboso che siasi svolto contemporaneamente nelle due sfere visive, oppnre un ueoplasma io viciuan:r.a dell'istmo, e pi'Opriamente s~1i corpi quadrigemiui. Non meno in discussione ltt coesisLell7.<t di 1111a losionc consimi le nei due emisferi cerebrali , sia per il modo con cui i fenomeni moruusi si sono presentati, sia pe1·chc\ una oll'esa della cortéccia non si limi ta ad un solo focolaio cl' innervazione senza cointeressare nel CJU<Hlro c.linico altre funzi oni che hanno- loca lizzazione p•·ossimn a qo f' lla della vista. L'unica sede che ci può d::tr ragione del rnpido apparire della cecilit ne' due occhi è l ' i ~ tmo cerebrale in quella parte che l: costituito dai Lubercoli q11ndrigemini. Le handelelle ouiche, rome risulta dal diagramma dello Charcol risalgono fino ai corpi quadrigemini anteriori decussandosi sull'acquedotto del Silvio. e la vicinanza dell e clue intumescenze mn:Scolari può spiegarci come nu piccolo neoplasma possa contemporaneamente e~ercitare una compre:;sione perturbatrice sui due nuclei e di sturbare la visione nei due occbi. ~~ ::ippunlo qu esta la sede alla qual e io Ilo pensato. quando con l'i ntervallo di due giorni ho notato nel sergente 'rosoni l'•tholizione dell a vista in ambo i lati.
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CONTRIBUTO CU~'1CO
Gli splendidi esperimenti sulle scerebrazioni parziali ripeloti 1:on felici risullnLi in Italia dal Luciani e dal Seppilli. dopo l'juelli di Ferrier. llttzij.{. )f unk e Goltz, hanno distinti i disturbi visivi io quelli riferentisi alla ceciti1 p::ichica e reale: ~Li uni dipendeoli da olfe::c alla cortecci~ cerebrale, gli altri da alterazioni morbose dei nuclei o del tratto perifel'ico delle fibre elle da quelli si dipar·tono. Sarebbe compito lungo e difficile se mi proponessi di ricordare tutti gli esperimenti e le osservazioni cliniche ed i molti reperti necroscopiei, che hanno guidati i fisi(Jlogi nella determinazione delle sfet·e visive; ma a chiarire il caso che mi son IJroposto di r·enùer· noto, ò uopo almeno accennare ai punti più interessanti tiell ~ ricerche lìsiologiche. Fra lutti gli esperimentatori cbe ho citali , il solo Goltz localizr.a la l'nnzione visiva esclusivamenté alla corteccia cerebr·ale, mentre ~utti gli al tri, e fra questi va ricordato il Lucia ni, ~istinguono un centro nucleare Yisivo ed una sfera corticale; in tal modo che Unll offesa alla corteccia può rappresentarci la causa di un perLurl.lamento psicruco ·nella perce7.ione delle immagini visive: onde il fenomeno più volle os servnto nei gabinelli di fisiologia, che la scimmia, cui furono decortièati ambedue i lobi occipitaU, corre a prendere un pezzo di sughero. e lo porta alla bocca scambiandolo con un oggeuo mangereccio. A questo fenomeno il Afuok ha dato giustamente il nome di cecità psicbica. L'anatom ia. alla sua volla, conferma la d11plicità del centro di localizr.aziooe visiva, per cui le bandclelle <>lliclte prima di irradiarsi alla co rteccia degl( emisferi cerebrali, !i'interl'otnpono nei talami ottici (Puh•inar e c01·pi genicolati) e nei corpi quaclrigemini nnter·ior·i. ln quanto alla locnli7.Za7.ione corticale non mancano òolle d i ~par ità fra i lìsiologi , le quali si r ifer iscono rtlla esteMione
ALLA DETERliiNAZIONE DELLA SFERA VISIVA
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della sfera visiva ; rileoendola, il Fe!Tier, compresa nelle tre ciJ'Convoluzioni occipilali esterne, Munk , Lucianì, Seppil\i l' Tamburini, estesa anche al f)irrts all!Jrtlaris . che costituirebbe il pnnLo la cui offesa genera disturbi più duraturi e ma1·cati. È stato ossen:alo un fallo interessante in seguito ;llle decorticazioni. cioè: la temporaneità. del disturbo visivo. se la otTesa si limita ad un solo Ialo, per cui la emiopin bilaterale omolo:.:a scompare dopo un tempo più o meno lun~o. La ragione fisiologica dì questo riordinamento funzional e bisogna r;ercarla nel meraviglioso intervento delle compensn zioni cerebrali; onde è possi hile uei dislnrbi del senso. ò più spednlmente in quelli della vista o dell'udi to, cbe I'Hitr·o emisfero assuma la funzione viçn riante dol centro leso. La emiopia bilaterale omologa sc.)mparo tun to' pi(t fncllmenl f:l se la decorticazione si limita alle sole circonvoluzioni occ ipiLali, e più lentamenLe se intèressa il giru s o la scissura occi pilo-parietale. Nel nostro caso clinico, a rendere ancora piit chinr'\1 la diagnosi di :-:ede , si manifestarono, trascorsi i primi dieci giorni di malallia, due altri fenomeni interessantissimi. la cistoplegia e la pare;;ì ad ami.Jedne gli arti inferiori. L'inferm o n"''erti va un senso di vertigine girante, lJnanilo mettevasi seduto sul letto; talvolta perde,•a In coscienza della ubicazione di uno o di ambedue gli arti peh•ici. Fra sint om i che si sYolsero nel periodo breve di non più di due seuimane, emerge l'amiJiiopia I.Jilaterale, :;enza manifesta allerazio11e del fondo oculf!re. La succe~siva e rapida evoluzione dei fenom eni rnorbosi sarebbe in espl icnbile cnn una le>-ione corticale c simrnetricn nei due emisferi cerebrali. Nessun proces;;o anatomo-J)alolog-it'O pol rohl•e con tempo·
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CONTRIBUTO CI.INlCO
raneamenle svolgersi nei due emisferi, <:enza coinlere:;sa re altri centri d'innervazione tnott·ice. Le due sfere visive corticali infaLLi si trovano abbastaoza lontane,, perchè un processo morboso possa esteodet·si dall'ttna alraltt·n ; ed escludendo anche questa difficoltà di topografia, come l'piegare la cistoplegia, la pnresi agli at·ti pelvi ci, In vertigine ed il dolore occipitale ?... Bisogna quindi , come dissi innanzi, c.ereare l'nil'esa, o sul chiasma dei nervi olLici, o sul decor!'o delle bandelette nell'istmo cerebrale , e propriamen te nei corpi, quadrigemini anteriori. Un piccolo neoplasma può comprimere contemporanea mente nel chiasma i dne fa ~ci decussantisi delle bandelelle ottiche, e generare un disturbo vi:;i i'O bilaterale; ma in questo caso avr"!mmo emiopia bilaLomle inct·uciata, che uon l• stata osservata nel nostro infermo. ll ent.re Ult Moplasma . benchè piccolo, può esset·:;i localizznlo sop ra una ùelle intume:>cenze quadrigemini nuteriori , qnella di destra per la prima e per successiva evoluzione. assumend o un ntaggi01·e sviluppo . la compressione può e:>sei·si estesa e rnpidamente nel viciniss imo nucl eo omonim o del lato opposto; onde 1:1 bil aternlitit dell'abolizi.on e visiva i r~ ambec.lne i lati , tlovut.a ad unn forte e penmmente compres·ione sui corpi quadrigemini Ull lt!riot·i. li dolore occipitale e la vet·tiginn si accordano con ques:a diagnosi di sede, e nella stessa guisa io trovo la ragione della '"isLoplegia e della pilresi agli at•(i inferiori, nella irt·adiazione degli eiTelli del comprimere sni pedun coli eerebellosi ad cerebrum, che sostengono i corpi quadt·i-gemelli , e clte prendono parte alla le!;silura dei peduncoli cerebrali e della porzione motrice della capsula intema. Il dolore occipitale e la vertigine sono due fenomeni che non sogliono mancare quando un neoplasma si svolge nel-
.\LL\ D.ETKRlli\ A7.IO'\E OEI.U SFEIIA \'JSIVA
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l'istmo od in pros:5imità del ,·erme superiore del cervellello. e nel no:>Lt·o infermo perduraruno più a lungo dei disturbi dell a visione. La cl i n~ n osi eli unlura non mi semlJt·ò meno difficoltosa di qur lln di sede. L'improni~n :tppat·izione del rl isturbo vi~iro fa escl udere un proCC$SO degenerstivo degli clementi nervo,i. per la sede che è stata possibilmente offesa. Se si ammelle un u eopla~111a. quantunqu e piccolo, come s' intende, la lutenza del processo fin o alla primn comparsa dei fenomeni mod>Osi? Dinnanzi a que:;ta ohie1.ione rirordo ciò che solem dire il Tommasi ri~nardo alla tolleranza che hanno talune parti dei cent ri nen osi per lo sriluppo dei neoplasmi. Egli so leva dire: eomo il granello di ~aubia rompo l'equilibrio della bilancia, cosi 1111 turnot·e cerebrale che si svolge subdolamente e 1la lungo tempo, Lnlto ad un ll'rlllO, sorpassando appena i limiti di una zona iodilferenle. si manifesta ora con fenomeni apopletici. ora con la perdita improwisa di un senso, come nel no:5lro caso . .\ mme~so il neoplasma quale ne sarà :-.lata la natura? Co nfesso, ~;h e dopo avere elimin ato in part e le prim e diflico ltit diagnosti cl• e, mi lasciai ~ l tiùare dal consiAli u del Fournier, di pcQsare cioè alla sifilid e neopla:;Lica. quando tra ~ l i altri di:-.turbi ne,·,·o:;i :ti manifestano impro\ \'isamenle quelli della' i~ta, e di allendere dal criterio terapeuti~;o la conferma dt'lla diagnosi falla. l precedenti anam nestici dell 'infermo erano negati vi ; mn quante volle non c'i• dalo rl'osservarP manifestazion i tn rdire della sifilide in atto in persone, rhe in unona fede a ·?icurnno ;. di non essersi giammai contagiale di affe1.iooi 'eneree? Ricorsi alla cu ra iodico-mercurinle, ma ra!Alndo a fidanza precipuamente sull'ioduro di poltlssio che ammiuislrni ad al· tissime rlosi (lino a 7 gr:mnn i al giorno).
CÒNTRIBUTO CLINICO, ECC .
Dopo selle giorni di cura la vista cominciò a r iprislinarsi .a sinistra e pos<'.ia anche a destra, rischiarandosi dapprima i segmenti· omologhi del campo vis-ivo di un lato e poi quelli dell'altro. Si è ripetuto cioè lo stesso fenomeno della em iopia bilaterale. Richiamo l'attenzione su qQesto fatto, che ritengo la conferma più evidente della diagno,;i di sede. Incoraggiato dai primi successi della cura perseverai nel lr<lltamento intrapreso, e dopo un mese l'in fermo distingueva con alquanta Lentezza i col01·i più vivi, e leggeva lo statT)pato . . li po tere d'accomodazione era debol issimo. L'inerzia· della vescica e la paresi furooo gli ultimi fenomen i a dileguarsi; fa ve1·tigine e la cefalea nei primi dieci giorni di cura scomparvero in parte. ' Consigliai l'infermo di pro1rarre la curn per un altro mese, alfo scopo di evitare la recidiva dei disturbi visivi. l nfatti, dopo nver sospeso il Lrallamento per dieci giorn i, la vista si ind eboliva novellamente. ' Fn questo l'experinientwn CJ'll Cis che mi convinse di . ins istere e.d a lnngo nella cura spec.ifica. Sono trascorsi ornmai parecchi mesi dacchè il Tosoni ha rip1·eso regolarmen te jJ suo serv1zio: fn questo caso manca il c.onlrollo anatom ico; ma non per ·queslo lo credo meno interessan te , anzi dalla evoluz ione e dai ca ratteri cl inici della ma lattia desnmo il co nvincimento diagnost ico che ho esposto, e dal criterio terapeutico la con·ferma del noto aforisma di 'Lnglebert : netélu·am morborum ctu ·ationes ostenrlunt.
CONTRIBUTO CLINICO SIJ LT. A
AliON~ ANTIGLl~OGENA DRLL' ~NTIPIRINA .Memol'ia IeLLa nella conferenza sciontiflca dell'ospedale militare tli LivorJl() il 7 ottobre ·1889 ,1:11 dott. t.o•·e nzo Ronomo, tenente medico.
È r ecente la scoperta dell'azione an tiglicogena dell'anlipi·
rina, e poche espel'imenlazioni clin iche si hanno finora pet~ Ot:Jera di Gonuer, Sbukal'd, Robin e Germain See. Ch'io sappia ness una conferma ebbe in ltalia questa singolare indicazione, e benché in un solo caso io abbia avuto l'opport unita di sper imenta rla, rendo nolo i J'isultaLi clinici da me osservati in quest'ospedale, l'isullati che confer mQ.no pienamente quelli dei sumr:nenlo.v ali a utori . Osse!'vai il 7 settembr e scorso l'ammalato Marchi Sante, carabinier e della legione di l:"'irenze, con notevole pallor e, depressione del polso, e con voluminoso tumore soprap~bico, emis fel'ico, punto sposlabile, compre!>~ i bile, indolente, ela stico. Lo cateterizzai, e venne fuor i una notevole quantità di. urina, g ra mmi 17_00, pallida, chial'issima, di reazione neutl'a. L'infermo sorpreso egli stesso .di avere avuta tanta urina in vescica, senza .aver provato il più lieve invilo alla urinazione, mi assicura va clte da circa ven ti giorni urinava spes!>O· e molto, ed insolitamente anche di notLe. Avverliva intanto molla sete, sl1'aordinario appeti to e facile stanchezza. Non sapendo altrimenti danmi ragione della cistoplegia, pensai a d un'affezione del ricambio or gan ico: e feci analizzare le urine _
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CONTRIBl" fO CI.I~ICO
Contenevano gr·ammi 8 1/ , p. 1000 di zucchero diabetico; nessun micro-parassita palo!!cno. In questo ca~o, o dovevasi ricorrere all'al imentazione alllr diabetica Jel Bouchardat e del Canloui, ovvel'O sperimentare l'azione onliglicogena dell'anlipil'ino. Prefe rii quest'ultima, e l'amminislr·ai ad alle dosi senza p~r·ò t'Ollopor r'e l'infer·rrro ad un regime speciale, auzi gli per'mrsi una ùiela alimentar~ r·rcca di nutrJrnen lo glicogeno. Sopprimendo i farinacei, come ha l'allo c consiglìato il Ro!lin, enlr·a in drscussione il vero agente anlidiabetice>, se l'antipi rina ovvet'o i l regime dielelrco speciale: ·et l" giorno di cur·a rammalaln emetteva grammi 3.500 dJ ur ina contenente grammi 8 '/, p. 1000 di zucchel·o diabetico. Gli amminrstrai 3 grammi dr anlipirina, divisa in lì carlr ne c retto alirnen la re ordina r·io; Ne l 2° gio r·no emesse g-rammi a,400 d i urina con grammi H,:J3 p. 1000 di z.ucchero. Amm lnis lr•ai g ra m m i 3,50 di unlipirina; :3• gior·no g-r·ummi 3.200 di urirlll con zucclweo gr•ummr 1,20 p. 1000 Anlipirina grammr i , ~· grorno grammi 3,100 di ur·ina con zucchero gramn11 li,flO p. lOOO. Antipir·ina g rammi ~ '/t: :J• giorno gnt~nmi 3,100 di urina con zucchero g ram111i f) p. 1000. Anlipirina g ram mi 5; 6• giorno gralllmi 2,900 eli ur·inn con zucchero graromi 5,"0 p. 1000 . ..\nliJurina gr·ammi :,; i' ~iorno l(l'tlmmi 2,700 di uri nn con zucchero grammi :),5(1 p. 1000, nnlipirina g ramm i !l; giot•no grammi 2,500 di Ul ina ('011 grammi 4.50 p HIO!J di zucchero. Artlipirina grammi 5,:,0; 9' giorno grammi 2,300 di ur·im~ con g rammi 4 p. lOtHJ tli zucciH!I'O. Anlipirina grammi 5.a0; JO' giorno ~rtHDmi 2,100 eli Ul'Ìilll cnn grammi 2,:)1) p. 11100 d i zucchr·ro . .\ ntipiriua grammi s,:,o; t t• gior'nO g r·ammi 1,730 di m·inn con lraccie d i zucchero. Anlipil'iou grammi 5; 12° g io rno g1·ammi 1/JQO di urmn ecnza g lucosio e di culol'e piu o~=~curQ.
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SUI.!.A AZIONE ANTIGLICOGKNA OE!.L'ANTII'II\IN A
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Fino a que::-to ~ioroo avevo contllluoto a sommin r!ltrar·e giornalmente grammi 5,50 di aulipiriua, divisa in IO carline, delle fJU81i l'iuronno prendovaue l ogni oea. Sì SOSJ:Iendr la cura anliglicogerH:t. -~ei f!rorni !Successivi la quanlilà delle urine lot n6 ad essere normale, fino a grammi 1,300 nelle 2-i or e, normali pur·o nl'i car atteri lisicr e chimici. Intanto decrebbe la poliJipsio, scomparve la sete, la stanchezza , cd utt po' anche il pallor·o. Innanzi dì sospender e l'amminis Lr·azioHe ctell'antipirina, tJtlO dopo l'altro scomparvero i sintomi più saliettli dello glico· sur ia, e l'infcr·mo t>i mostrava lieto d'aver· ricuperato il suo solito benessere, le sue forze complete. N on trascurai di tener ù'occhio la funzione cardiace, la l'esistenza del polso e la lt•r·mo~enesi dm·tlltlu l'uso ùell'antipir ina. 11 cuor·o manler111e la sua fo rzo norma le: il polso divt• r~r re meno l'r·eq uente (da 92 pulsazioni al minuto sce;.e a 6X), il Cll'l'Olo perrferico lrbe ro e fisiologiro. la sensibilill~ gen~>rt•le alquanto torpido. La tempe,.ntura nei ~ iornr in cui l'infermo pt·endevn il fa rmaco non scese mai al Jisotlo di centigradi :16° 11, per· rieqttilibr·at•$1 ~ ubrlo a 3i' dopo nna <·opiMo ingestione di alimt• nti. L(t inlell if!e nzu e la nrcmor·ia semp1·e desto. Probobllmenlo l'an lipirin1:1 av1·à una virtù anafroùisioca, di cui nes~uoo finora ha fallo parola, ma che ritengo po!~~ihilt:, per quello che ho esu lo opportunitù di osservat•e uel not>lro mfermo. ln qu<'<;tn mdica.:ione prego i signori colleghi di porlor·e la loro OS'>er·vazione, perché per un razionale meccttn i!lmo di azione l'antipirina 1 ollro ad essere un ~icu t·o r·imedio or tlil eernico, annlgesico eù antiglicogeno, polrà dirnostrar·si anclte anafrodi~iaco .
L'e~ame delle uriue ripelulo per• ultri 15 giot•ni dopll che scompar,·e o~n i traccia eli .glucosio. diede sempre r i.... ullalo normale, ,. l'infermo abbandonò l'o~pedale il :~ ottobre complelamenle guat·ito. Sopt·a questo so]l'l caso non i~tlendo di elevnt·c una teo r ica
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CONTIIIDU'l'O CLLNTCO 1 ECC.
sulla palo~ene~i o sulla cu1'8 del diabete; ma per quella importanza clinica che pos-.;ono spiegare i ~ingoli casi reputo il r·isultato curativo da me olll!nulo meritevole di menzione pel' 11' ulteriori indagini. 11 N'ilario Ler·apeulico è valido ausilio al clinico ed al patologo, c la palogenesi del diabete ha bi~ogoo di luce. È t•er·to che la ~ola cur·a alimentare diminuisce talora, solo di poco, la percentuale di zucchero, e lentamente, per cui gli infermi rare volle hanno la forza di perseverare a lungo in un ri;wroso reFl:in'le anlidiabelico. Se l'anlipir·ina con ulteriori dimostrazioni cliniche risultasse un autr~licogeue temporaneo, polru cerU!mente esser soromini~lrala ultlmenle quando il medico per J'agioni anche morali r•eput.asse r.on vcnienle sospendere per un certo tempo il •·egime speciale•. Non è ag-evole, almeno per· ora, ueterminare il centro di a zio n r. dcll'anllpiriua. li diabt>Le. ~~ quasi se m pr·e d'origine ner· vosa: si ricordi il diabete arlificiule Jel Bernard con In punture sul pavimento del 4' ventricolo, che si determinerebbe per nnu eccitazione vaso-dilalall·ice del cir colo epa~ico; ciò che anaLomicamenLo costituisce la causa <lell'iperger~e!!i di 1.ucclwro eccedente il poLcro ridullivo del ricambio e della termogenesi animale. L'antipirina spiegando la su1:1 aziout~ regolatrice sulla iuneryazione vusomoLOI'ia, è rimedio antitermico, analgesico. anliglicO~C'nO, e probabilmente ancl1e anafrodi~iaco. se rie'-ce a modiflcai'O il pote're E'Ccilomolore del midollo ~pinale.
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SCLLA
ETIOLOGIA DEI TUMORI MALIGNI fKii _\.LFO~::>U
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L'cliologio dei tumori maligni ò ancora oggi uno ùei rapitali piu oscur i, uno ùei punti meno esplorati dello pntologiu: 6!'!>8, insreme all'i nfiammazione, ha costituito il campo maggiore delle loLte scientitìche ed c stata più inlluenzala dalle doth•ine p1·edominaoti dei tempi ; per cui non deve mcravt· gliarsi alcuno se in questo campo piu fervono l e discusRioni, "e ùotlt•!ne si accavallano a dolLr i ne cd a vrcenda Ri scacciano. E se ai nostri giorni la maggio1· parte ùei medici neceliano la teoria del la pl'oveui cnza dPi tumori da ~ermi ombl'ionali, rimasti inattivi per molli anni in mezzo agli organi ed ru tessuti, teoria messa in mosts·a e R\'Oilu con gran'de copia di ar gomenti e di prove dal Cohnhl'illl, btsogna pur t·Onf'essare che, mentre l'ipotesi del l' illu~tre palologo lt'de!lCO Ci !lpicga in modo SOtldisfacenle fOrtgine prima dei tumori. ci lasc•a poi quasi completamente all'!Jscuro sul cotue e sul perché alcune neoplasi e abbiano uno svolf(t rnenlo mollo 1'8pido e1l un decor!lo maligno o letale pet· tu tto quanto l'ol·ganismo. Ant.i, come in segui Lo vedremo, qua11do i l Cohueim <induskia o. cer car·e l e cause del diver so andamento dei tumori, quando vuole dimostrare pet·thè alcuni tumori riescono a l'aggiungere un'organizzazion e completo, monlre iu nlLt·i :!
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SULI.A F.11UI.Ol;I A
ciò 11011 ho mai luogo, a mio moùo di pen!"are Pglì rrnn '"' riesce affallo. Volere fat• dipendere o~ni col"a dalla maggior e n mi noro r esistenza dei tessu ti ci rcol;tanti allo neoplasia ò un'idea cho può sedur·re ()ualcuno. ma cl rP non ~od disfa Lulli; 6 uu' ipotesi che sruggP a qual siasi pralil·a tiirnoslraziono e eh~ molle volte non t·rspon de neppur<• ulla realla lei falli R ifnr·P la slol"ia dei turuot•i n nn è nel compilo del pt·e~ente lavrwo : sat·ebbe opet"a lunga od anche i 11ulrle; veder e lino a qual pur rlo lA teoria òel Colmheim si arla tla alle moòer·n e esigenze st•ie:rtillche, vedere 1'16 nell"etiolo~ia dei tu111ori rn alif!ni bastane' i germi embrionali per ispieg-are ogni cosa, 011pure fa hiso~no di f]Ualche nllro fati OI'P, ecco ci!1 chr~ cerehererno d' inua~a re nel miglior modo p(Jssibile, ltmendo conto olr 'JUan to finora si è sct·rlto c::uJ difficile arf!Ornento.
••• Il fallo che pii! rolpisce rrei tumori i• il loro r apido cr·escer·e, 11 che fa pPnsare che ~li eletnenll dt>i loro tesl'uli debbano :-\vcr·e una potenza specrnle, la potenza dei le~~uli elllbr ionali. Tutto fJUE'Slo si pnit provare sperim entalmente. cioè quP!'<ta potenza dci germi t>tnl.H'ionali può cader e> solto l'espet'ÌITH>nlo. Ed mf&Lli lo Zalm ed il ~opold hanno praticolo O!<pet'irntlnli met•avigliO'Ii. Se ~i lrApiur.1ta nn pPzzo di tessuto, coro~> un pezzo dt cartilagine, in llll Alli'O or~ano. ad esempio nc.>l ,.avo perilonenle o nella CHmet·u nnleriore dell'occhio . 'JIIe~to pezzo \'if'ne consumato e su il l• ssulo non io r ec::ic;tenle \"iuue rins,.;or·bllr>. Se inveee lrtlpiautiamo un pczwlto rli cnrlilag inA fi·lal o, quesl o cresc:.P duPceutn. trecento volle pi1"r del suo volume: sicché è dimoslr·al.a questa potenza Rpcr•iale clc•i tessuti gt'rrn1nali , elle trapianto li l'i sviluppano cnorrnenren te. Già 'JIICSLo Psperim en lo ravorJ l!CL' la rlollr irrn che 1 lu111nr·i prove n ~A n O da ge t·mi eu1ht•r o11ali. ma è ancora poca c·osu per tale dimoslt>aztone. e bic;o!!na \'edert> Se IO slu.JiO delln pat ologra <let lumori 11011 fOJ'III,-Ct\ aJlri argomenlt. l luuaor i molle volto mostrano il carotlet·e clelia erediloricLù, e ci sono nello fouri;.:lie os!"ervM.i oni dr dn 11ne.
DEl Ttl liOI\1 M,\I.IC: ~l
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afrella spo.!ctalm ente di ~~ancro alla mammella, che si è ripro· dotto pet· tre, .-ruatll·o genet·azioni nella mammcllu dello stesso Ialo ; cosi anche pet· il ca ncro dell'utero e dello stomaco . Ognuno t·icordn l'oRservazione del Broc:a, che in tre gen erazioni Ji una famiglia composta di 2G membri, ne tro,·ò I G chC' mot·irono di canrro, e degli tlllr t 10 alcuni morit•ono lroppo giovani [Wl' non dovere ammeller e in essi la facile insorgenza del dettn tumore. Vi :::ono rarn1!!'liA che mostrano in dt,·e•·se gr·neruzinni la produztone di nes, che si Lrasmellono nella stesSA Rede o che tal volLa s1 rasi'\om igliann anclu> nei minim i carallt!t·i. Vuoi dire elle lullo cio o ligalo alla storia dello sYiluppo, e ~i twcJita uu tumore come st ere,Jita una moslruostlù per ecct·!'.Ru o per dsfello. (.;na g ran pat·te delle ueopla!"iO è congemta; i teralomi che si !"Viluppano dall'unione di ,·ari rudimenti di orgaui, souo con~enili sempre; i nei :::orto congeniti o compartscono immeùiutamento dopo la nascita: g l'encondt·omi della IJnse dd cranio sono congenili: c.o n ~e nito ò il ca~lMO d<• l f'cne ; ln cons!'guenza t.' che lo ""ilupp11 d1 molti Lnmori comincia nella vita iutJ•nuterina doi lcssuti embriouali. Dippiit un in<lh'iduo nasce con uu neo cou!..enito; facendone l' e"ame istologico !<i vede suhilo che ~:~;>o si dilfert•uzia .tai lessull -circo<::tanti per pr esentat·e la l;lt'nlluru di un tes,..ulo embrionale; mostra cioè r icchezzn di elemc11li cellula1·i prevalenti sulla Mslanza f'oudOIIHln lnlc•. l nei ~0110 pet· lo più innqcenli: ma tah·ofta negli adulti, P piu n.-i ''cechi, ora spontaneatnl'nl!', ora in se~uilo n co~u linu 1 ltlalll'atlamPnti. il piccolo ueo CI·esce, si sviluppu •·uormemenle fnrmuudo w1 cancro od un sarcoma con l<tlli gh effetL• tnnli~Zni di queste neopla!=>iC, e lu sl•·ullura il piu delle vollt• c"• la ~te•sa di I'[Uella (\el neo rwimiLivo. Co!iil se questi nei :<>o11o pig-nH'nlAli nello s tr11lo epiùet·moidale, lo !i lesso si ha l1cl tu moro: sp il ueo r\ lulln pigmentato si ha un rnelano-sarcoma o uu metano-carcinoma. Sicchè vi sono te;;suli embr10ualt iwpiantati !'.U tessuti adulti che, 1late certe occasioni, possono crescer•~> rapidamente e dare luogo a tumori. Ora non .. logico ('enc:n• e che n !'inno n<!i, r;e r piccolezza pnco visibili, o che come alla supornc1e del corpo, cosi IJUtiSti depo-
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SU T. LA .ET l OLO GIA
siti di materiale get·mioale possano kovar~ i aneLa nellaIJrofondilà dei tessuli? Pare logico che ci debbano essere dei nèi latenti; ma si può dire : <' un'ipotesi perché nulla si sa. di preciso su questi voluti nèi internì. E bJJeue, si può dinlO· strare sino all'evidenza la loro presco7..a. nella profondit-à degli or gani e dei tessul•. Nel rachitismo e nella sifilidecongenita nel disco cartilagineo epifisario avviene uu '~sa gerala formazione di cellule cartilagi nee , e la carlilagiue cresce a cuneo nella diafisi dell'osso. Quando il processog ual'isce si osservano spes~e volte alcun• noduli cartilaginei inclusi nella massa spongiosa dell'osso, e se si pralica l'esame· istologico di ques ti noduli essi presentano i caratteri dellacartilagme embrionale. Questo gr·uppo cartilagineo può res tare i11nocenle, ma vi è un Lumor·e che si S\·iluppa con f1·eq uenza nelle epifisi delle ossa lunghe: tumori mulÌ.ipli a cominciare dalle falangi delle dita, i quali sono cartilaginej. ed J1anuo la struUnra della cartilagine embl'ionale, cioé det'ivano da quei noduli rimas ti li come materiale germinale. :\Ia questi noduli pon sono forse dei néi cartilaginei, comei nh sa rcomatosi, gli epiteliali, i vascolari che si trovano sulla; cute 1 È frequente la presenza di piccoli organi suct;enturiali ; cosi per la milza e facile trovare noduletti nt-lle plic!le dcll"omenlo che rappresentano una giovine milza ; è un mate riale che l'esta nou commmato1 e non è raro trovare di questi noduli in casi di neoplns ie della milza. Ora questo materiale genninale, invece che fuori. non può anche r imaner·e nella compage dell'organo principale, specie nei casi ùi linfo-sarcomi e linromi p~eudo-leucemici della milza r Siccbè vi sono giù degli al"gomenti per ritenere che f[UesLo materiale germinale possa svolgersi. Talvolta si ossçl'\"8 un iudividuo con la superficie clr' l cot·po LernP,estata t.li ftbt·omi: fib romi mullipli della cute; sr•bberw, all'autopsia non si L1•ova· una produzione fibrosa iu nessun aiLro organo o Lessulo all"infuurl della cuLe. A1Lra volta si tratta di lipomi multipli del solo connettivo soltoculaneo , a ltra ''olta di osteomi di lutto e solo lo schelelro; al1ra voi l~ di rnixomi e fibt·omi multipli sul decorso di uu nervo e sne diramazioni o su due nervi omonimi , m entre il l'irnanenLe del sistema uervol'o è
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risparmiato. Et! allora perché que.;:ta specialità per un solo sistema? O non è ancora più ragtonevole ammeltet·e un vizio d i sviluppo di ~'ruel dalo te!"suto o organo? Vediamo uH po' le sedi. Specie ne• tumori maligui sede feequenlissima sono gli orilìzii nalnrali: labbrA, pinna del naso, bocca dell'utero e via dicendo. La prima interpretazione é Rlala di allribuire lullo oli' insulto meccanico, cui vfluno sog~elle questA aperture, t>d il cancro d~>lle labbra fu chiamato anche cancro dei fumatori. Invece negli ot•tfizit naturali, la dove due superfic ie di tessuti ~·i ncontran o, é ft~dle nello !:\V iluppo t•mbrionale l'inlroflessione ciel riveslimento epiteliale, l'aberra:tioue di alcuni gruppi cellulal'i. Si pur·ln del cancro epiteliele dell'ano; ma esso non ha luogo all'apertura anale, dovo i~ ma~ giore il maltrtllt.amonlo, ma più in ttlto. dovi' l'epitelio c ilindrico del retto si congiunge con l'epiiPiio pavimentoso introllesso den·ano. Il cancro epitelialo dell'utero non l>Or&;o nella vagiml, cbe è 111 parte più maltrallala, perché il cancro della vagina è eccezionale. ma nella hocca deiruLcro, dove l'epitelio cilindrico tl.ai dotli rio! Miìllcr ~i unisco c.:ol !'Ono urogenilale nello sviluppo embrionale. Fr•equeuti sono lo neo· plesio epiteliali, muscolari della prostata, perché vi ò grande confluenza di t.cssuli. Xell'csofago la sede predominante del cancro è dove nello snluppo fettll e :-~ono comunicanti fra di 101'0 il canale esofageo e l'aet'PO. Questi esempi mostrano che la ft'equenza della sede è 10 rapporto con le complicanze di formazione nello sviluppo embrionale. Vi sono ancora altri argomenti. La mammella è sede frefJuenlissima di Lumori, e si dice: perché é uu ot·gano molto esposto ai maHrallameoli ; 111a giammai è c::ede il capezzolo. che è la par te ptu esposta alle irritazion i meccanici te , ma è sempre pro ronda, nel parencbima; c dippilt ci vanno maggior·meote ~Og!!elle le donne che non nllallano o che nou sono maritate. l tumori mu!'coler i uterini non si sviluppano nel collo dell'organo, dov'i· piu il msllratlamenlo ma nel corpo c sono f ' l requenlisstmi n elle donne non maritALe. È J'requenLe il tumore nel testicolo, che è nmasto dc:>nlro il canale inguinale. D~()UO ~iù che dal trauma, 1a compa r·sa di tumori in or·gnnr po~Lt fuori fu nzione !'embra dipendere da che il mute-
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rinll! ger minale, che dovr ebbe ser,·ire, p. es. , allo SYiluppo delrul.l'ro g-ravido, resta inoperoso, e cJale c~>rte condizioni ~• R\'iluppa in masse informi. Co!:'i anche per la mammella: quel material e chC' dovrebbe !"<'r vir e nl l'i nnovamf'nlo degli eptlelii glandulart resta occumolato ed in certi casi si !';viluppa. St i1 osservato nelle donno lo l'lviluppo nella <·avilu ascellare ùi Lumori co11 l uLia l'evoluzione del cancro che 1:1 1 mic•roscopio hanno presentato la struttura della mammella; cio1·, vi e nberrazione di acini g-landular i . una mammelltt -.otto l'a"cella. e 'luesto materiale accessot·io, che non P con«umal o, tn condizioni ft~vorevoh. st sviluppa e da luogo ad un tumore. Finalmente, studiando In c:trullura dei !umori, si vede che, anche i me~lio c:;viluppati, prec:enlano sempre uu <'araltel'e emb11ionale, prevakono gli elementi cellulat·t sulla !<Oslanza fondamentale, e gli elementi sono semp••e ipl'l'lroflci cd ipePplasLici. Su Lutto questo ~ompl o"so di induzioni e di prove' ò l'nnclatn l a teoria òel Cohnheim; el>~A poLt•A anche non risponde•·e alla r PILa delle cose , ma per ora costi tuisce il mi!.!lior meno come spiegare un fatto <'O!<Ì in1 portante e che sfu g;e del lullo 8ol ogni dimosh·azionc olirolta, quale é l'etiologia dt>i tumori. Si può sp1wlaro lìnchù si vuol e dei germ i misteriosi et! ipolelit·i. che ne~c:;uno hA mai veduto e che !'i s,·l]up!)Ano lA do,·e fa romoclo :-oìluarli; ma quando vien fuori un' ipote..,i che ri spond e hene alla stl'utlura ùei tumol'i, aliA IOl'O biologia, al loro moùo di Jli'Opa;tarsi e di generalizzar si, allon1 quusta ipotesi lta lullo il ,·alorQ di una legge. AduncJU6 il Cohnheim a m mell e che Il P i primi stadii d~J lo s,·iluppo embrionale si pr oducano più cellule di quelle che 11e occoiTI\IlO per la costruzione degli Mgani e dei to;;suti, in modo che resta immauazzinala una cer ta copia di t•ssc, le quali poi in cer te condizioni fnvore,·olt c::i sviluppano d~>nclo luogo a tumori Il momento della produzione Ji questo materiale ecceclente deve ~La bili r~i l•·a la com pleta specificazione de1 foglietti bla;;todeernict e In formazione dei rudinwuli dep-Ji 01·gani; e si pun ammellPr e elle, o il materia](' cellular t' è con qualcJ1 e uniformilu di:.tribuilo sopl'a uuo dP1 rudim enti i sLogenetlci, ed all or o i LUil tOr i alluccher ann o Ull
n"l TUMOR I .\1 ,\l.IGNl
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da to si ... lema, come lo !>cheleli'O, la cult>, m·vero rm1ar n• i!>olal') in qualrba punto e si av rit ullora In disposizio11e localo pet• lo ;.viluppo consecutivo dei tu mori. Noi !ltlppiam o rome il rn r po clctrembt•ione siu cosltluito di lre !->ll'llli d•fferenli, di Lre fnglielh hlastoJermici, e eliA tla cial'cuna dì queste tt·e Jomm~ abbia o r rl!illt' 11m1 deter!llinala categor iu ùi orgUIII c tll lcssuLì. Or·u Ilei riman()lllH C.:OJ'SI) u<JLIO !'Vi luppo, non &\'\'iene mar cùe chu clt>r ìvalì eli uno ""' foglif'lli blast••de t·m rci si prod uca un tc·~su to, c;he ltn ori~ine tlu ultt•n fnglieLio; in a ltri Let•mini quando ò uvvenuln il dill'ct•••nziarnt>nlo dell'emblione nelle sue Lt·t> lamine, non e~i.-tonn p1ù cellule inclitlèt•enll, nru O!-{n una dar·il luugo ~cola mue te a quei te..s uli che pro vell~nno Ja quel ft•gliPllO lllastouormico d n c.:ui essa derint. Cosi dui c.:or!'"s.. nli tlel cumrneltivo non no~ccrann o mai i veri epilelii e le ~lnndole. Cu'l che llfl luogo fil'iolo~icamento per :;rli organi e pei le"suli dobbiamo ~:~m rneltel'lo anc he per le produwn1i ueo r·bo,.,e, pe1· i tumo ri; ltuendi i get·mi e mb!'iomtle :>vilupvandosi produt•ranno ll'~sut1 identici 8 I!U6Jh pt·ovenh:nli dfli fo~Jil!llo, CUI quesli ~ermi apparteugo no; •·o10ri un epi Lelio mn 11011 uvru mui urigioe du ~ermi appa rlencuti al l'ul!lietto Bledicl. ~n11 mant·ano pero c!ei ratti in contrario. ~t·II'Hyùr·o tftt<''JUA .Jolce J., masse muc.colari del dot·so provengono dalle cellulo epilelioh dell'rctodarma; le gla ndole sessuul1 non ~'>Ono che un iulossamL·nlo del Reno peri tonettle ai lati clelia colonua \6rlebt•ale; >-••condo 'wuen P Masquehn le cellule epit.t>lioidi dello rleciduu mater na de rivon n lanlu dulie collul<• connPltivali proliferan ti delln guaine vasali, qua11Lo dall t> vere CPllulc opilel iu li dellu mucosa ulerina Questi cd allri fall i ancorA indicnnu, seCOII•Io Il Brllrol h, che non tull e le neMormazioni ce ll ulari po:>~o no adaLiat•s i ai conllni della teù t'ia blo"Lnder micn P chi' Sl':.:tJ~lùr."ente, r ispetto al ronnelli\O ed agli epildii, 11011 pu(' "labrll r~r una separazione cosi nello come queslu teorifl J!rt•ctnppone. Laonde eg li vorrebb<' che la viziosa pt•oduzione cellulare, arnme:ssa da l Cohniloìm, si s labili:;c:e primA della fot·m~zione det t'oghelli; parchi• cogi s i eviterebbe In spinosa f'!UI!o;h~ne J, vedt~re se un tessuto possa o pur no produ!'te Luntort di dillet'E•nte Liro i~<t.ologicn, lt•alta ndo c:i alloro di cel·
SULLA ETJOLOGIA
lulc cmbl'ionali del tutlo indificrcnti, che non banno cioè subito ancora nessuna specificazione. A mio modo di pen!:at·e la questione co~ì si comnlica ancora dipp•ù, perché SOt'gl! spontanea la domanda: in quAl modo questi elementi inditl'e renli possono di,·entare ora 1111 tessuto epiteliale, ed 01'8 un connettivo? QunJe /'aLLorc intet·viene perché es~i ~i trasform ino, secondo i casi, i11 una libra m uscolar e, in uno tìb t·a '••ervosa, in elementi vasal i, in cellulo adipose, e via r!iccndo? Sono for::e dotati di libero arbitrio pet• detet·minars.i ad assumere o ra questo ed ora 4uel tipo di tessuto? P et· me l'ipotesi di cel!ule inddferenti non spiega nulla, auzi Rumonla le confusione; del rf'slo pos!'lono bene accadere l'una co~a e l'allra, cioè: questi depositi di get·mi embrionali possono fot·mat·si o prima o dopo la produzione dei foglietti; i tumori possono o•·iginarsi e dti cellule indUferenti e da eletnenti specificati, e forse da questa diversa provenienza pur'\ d ipender e in parte anche il diverso andamento delte neoplasie. Qualche volla, corne nei casi di tumot·e dell'opiploon, è d iflìci te ::<tabilire se s i tratti di cancr o, di elldoteliorna o.di sarcoma al veolarc, cioè s i ha un tessuto cliP non sappiamo bene a fJUale tipo l'ifet•ire, si ha un curoolo enorme di elcmenfi cellulari, che presentano poca o nessuna specificazione. Kel cancro, nel sarcoma si riscontra i• Yero un tessuto giovane, un tessuto embrionale; ma frli clemeuli cellulari, benché rassomiglino molto a IJUegli del per iodo embrionale) pul'e ne dill'criscouo sempr e un poco nella forma, nella grandezza, nella disposizione; i tumori maligni cioè sono eterologlt i ed a·nclte e lcr omortì. Ot·a non potrebbero questi tumori, cosi poco delormina li nella forma c uel la ~lrnllu ra dei loro elementi, provenire da' cumoli di cellule in~li fferenli , che il Billroth ,·ot••·-ebbe ammellerP? Ce t·Lo in tale modo molle cose si l>p•egàno e parecchi fo!:'!:'l si saltano: però re$liamo sempre nel campo delte ipole><i ~ell'uitimo 1'11scicolo, ~· 8, •li questo ~Ziornale è stata pubblicata una recensione ><u tli tii J la,·ot·o del Groscb: Stuclii sopra il li[>oma; cr·erlo di 11011 uscire di cat·reggiala se mi permetlet'Ò di rc~ re alcune O~SC I'VAZÌ(JIIl SU l'[lH!Sto 1avoro: potremo trarne almeno qualche nlilG cuncl us ione. L'nutore,
DEt TUM'ORt MAliGNl
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-dopo di esser·si òccupato di due forme r'are di tumori grassosi, ha cercato di ,inda gare e spiegar e la patogenesi dei Jipomi e dei tumori in generale, ed ha preso in ispeciale -considerazione la cosidet.fa preclisposizione locale. P er· lui ia teoria del Colmheim e da mettet·si tra i fe r·rivec.chi; la costante e manifesta tendenza di molti tumori a localizzar si in sili determ inati esclude del tutto la teoria dei germi embr ionali', pe1' la semplice e convincente ragione che il casua le deviamento fa a p ugni con ogni costanza e regolarita d i sede. Egli ' enumera le sedi pt·edile tte del lip orna e fa di pender e ques ta predilezione dalla scar·sezza che delle g landole sebacee e suòot•ipare pt·esenta la cute in quei siti, g iacché, essendo queste gla11dole deputate all'~limina z i one del g r·asso, l'accumolo dell'adipe è in t'ag ione inversa del numero e del la attività dell e g landole. In conclusione, la causa della produzione dei liporni è la maggiore r·ite nzione del grasso, il diminuito consumo di esso; ed all'or a è questo il caso di esclamare nil sab sole novuml L'idea che i tumori dipe11dano Ja umori circolanti, ritenuti nelrorganismo, i guaii vadano poi a fi ssarsi nei tessu ti, è antichissima : i neop lasmi praeter· .naturam erano prodotti dalla linfa o dall'atra- bile, ristagnanti in mezzo ai tessuti. .Jolm Simon ba dello che il tumore si ro rma con la stes~"a legge di ~elezion e con cui si ib t•mano gli organi nnrmali, cioè : essendo nel nostro co rpo prodç>tti anormali di riduzione, che non pos~ono essere eliminati, ques ti concretizzandosi danno origine ai tumori. E Hind-. fle isèh ha scritto : " Mediante il r·icambio nutritivo rle i tessuti « produconsi success ivamente alcune sostanze di riduzione, !ti u quali debbono essere s uccessivamente eliminate; ma se non " incontrano le normali melamo•·fosi e non sono elimi na le, s i (( accumuler·anno prima nel sito cle.lla loro de ri vazione e poscia «nella massa 11mor a le dell'or g anismo. Questo accumolo è la "cagione p ross ima eccitc:mte di quei pr ocessi p rog ressivi, «che s' iniziano con la moltiplicazione dei nuclei connetlivali « e·termioano con la fnrmazione di tumori ll. Come si 'l•ede la teoria del Groscll 11<111 hn pet· lo meno il merito della novita, ma c'è allro. l~ vern che sede frequentissima dei li pomi sono il conn ellivo sc· llocutnneo e·d a l)re fere11za quell e r egioni
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SU LL:\ ETIOI.i)G IA
in cui normahnente esiste maggior copia Ji grasM - rutto cile non infi1•ma per nulla la teoria del Cohnheint- ma si svi luppAno tumori adiposi anche in allra pur·ti del co1·po e perfino negli organi interni, come cervello, fe?ato, milza. r·eni. Come sp ie~a jJ Grosch q:.:esti lumo1·i ~ In che cosa consi3lCt'fl lA dispo;,izione lol!ale, acl esempio, del fegato per L lipomi ? In ultimo - omallo di pm•lare deìla idcnlilit cbe pe1· comodo oli teoria ~i \'Ol'l'ebbe stabilire tra i tumori gras:so!'i e la poli sarciu - l'antor·e richiama l'nU.enzione soJJ'eruzione lipematosa simmel.l'ico, che si ossél'\'8 i11 Cf.i'Li casi, e melle questa si mmetria in rappoi·to col la distr•ibuzione pure simrnetr·ica delle glandole sebacee, le quali !tenno sofl'e•·to un rlislurbo nen•oso d'or·i)!iue centrale. eh .. h<t IH·odollo una dimi11uzione della sec1·ezion~ sebacea e quindi uua rniuo1'e eliuuuazion .. di gr·asso. l n H Itri l<!rmiui la causa primtl di molLi Jiponu è una dr>rmnl.O!'i 11eu r•opalica. Ed eccoci al deHs e:x machina deliA pHtolo,!!iA moùet·na, 11lle cau;;e nervose ; si sn: 'luando s'ignora l'e:;senzH delle cose si ricol're ai nervi t Ma, tli grtJZta J.omando un po·: lo cbe cosa co n~i:::le (jueslo di~lurbo ner·voso dtdle gian ìole sebaceo 1 Esiste esso verarnentu t ll Grvsch stesso é riuscito mai a con>"laf.ilr·lo? Mistet·o. Drppiù ha egli cercalo di veder e se realmente diminuisce l'elimina· ~:io 11 e del gTasso io quel punto dove ha luogo l o sviluppo del tu 1no r·e? ~ella j)Olisarcia, i11 erli avviéne la mug~ i o re L'it,,•nzione di adipA nell'organi,:mo, ha l'autore cousLalalo que:ò la climiouzi!Jtee nelle pe1·dite del gr·as;;o 1 Ecco dei punti in· let'L'Ogativi, che merit-avan o l'othH'e di uita risvosta IH'ima che si fo rmulasse una teoria. Si L'igelli pure l'ipotesi del Cohnheim, m:~ nou si soslilui~ca c<'n un'a ltra ipotesi, cel'tamenle ·m P.no djmoslrabile e più assu!'da d i quellA. Mettiamo pure da parla i ger mi embrionali; rna, per:, cat·ilé, flnil:tmola una buona volla con l e cause nervose: esse non dicono nulla e L'ive!ano solo la nostra ignoranza. D1r e c~1e illipoma o~ipende da Utili ùermalosi neuropalica, che nessuuo ha vista, ~ lo stesso dte ùir nulla. Quindi non sarà il lavoro Jel Grosclt quello che C'i fara abbandonat·e la Leo1·ia dt\1 Cohnheim; l'ipole::.i dei ger·mi embrionali spiega mollo bc"lle l'or·igine dei lipomi in quolsiasi punto del rtoslt•o eorpo, spiega il perr,llé
IlEI TUMOI\1 MAL.IG:'\l
è cosi frequeute il loro in<\ot•gere rn certe l"edr pilt che in altr e, e con la huona pace del Gl'n::-ch Ja pure una con,·iocenle spiegazione della disposi;.-.ionc ;;imroelrica di cor·Li li pomi u1ùllipli. E dopo r1uesta non ht•eve ùi~re<>sione ritor·niamo all'argomt>nlo. U no dei car·allt·ri biologi<"i p111 "Ptccati dei tumori t• che una volla s\'iluppati più non regr•ediscono, cd ul mac:;simo in certe circo:-lanze pOS!'OOO ritnonet·e stazionari ocl 8\'et·e uno sviluppo lenti!"l"imo; m o d'ordinario ~re:::cono più o meno rapid ame n te~ o nou scompar iscorhl l'ìe non vcugo rw At=;po r·lnli. Come cres"Otto? 11 ViJ·chO\\ ammise ~;l te lo sviluppo di un nodulo puc'• 11 v venire 111 .rw" modi: o le cl•llule c--::e ;;tec:se si moltiphcano scntpre, cr•escendc, dal centro ulla pHiferia: S\'iluppo cenlt•ale; ovver o Buche i Lcssuli circo~tanlr pij:tlinno fJSrle alla ncoror1nazione ed allora ~i ha lo !W1luppo per·iferico. Il Cohnheim non ammette che rl ,;alo sviluppo cenlr tJie, pèr chè i Lessuli vicini sono sostit uiti dalla neoplasiu ·~ non già si tr Asfor·man o io essa. Questo modo eli cr·e!'CPt'e può essere h>nlo o t'ùpìdo. 1 lumot·r che si :;Yiluppano lentnruente sono perfettamente organiuati, !<OliO bene ltmilali dalle pa;·Li V1eiue, au~ pos;.;ono e"sert: circondati· do un t:ruscro ti i un altr o léssuto, che ù'ordmarh' è ti ~:o1metltvo: capsula del tumor e. Questi l uroori, che pt·esentano una pel'fella ot•ganizzazione, sogl iono 1wer e un (:O r !>O lento. C'ò pùi uua ro.. ma diffuso , che si ha •tuan.lo il lumot•e non si dic:tin~ue dui tessuti cu·costantr: tumori infUlrati. Questi sono rl'or.tiuario molto r icchi d'elementi cellulari, sar romalosi o cancorigni. cioè v,u·iela embrionali del conlleltl\·o o dell'epitelio; ~ono ra1=iJi nP!Io !>\•il uppo .~ nun raggiUngono mai uua p<'t·fetta or·ganizzazione; f<ono più atipici perchè si avvicinonu dippiìr ai lessuli dcll 'embri onP. I l tumor e circo;;cl'i llo o inca ,sulalo si l ascia racil mPntP enucleare e difOcilmcule recitti va iu loco; qut!sti tumol'i non si ~cneraliunno. sono d'in dele benigna. Invece 1 tumori diffusi, a rapid o 8\'tluppo, pr esentauo un c01·so rapido. non l-'i po~sono rarilmcnlc r·ircoscr iver e, e non si è mai 1:i~:u rt nelle opet'azioni di tagliare sul sano j r esia <tualclte j.!Prme cd é ~empre dn uspetlar:<i la recidiva . Ecl nlloi'O, trova ndo lo r·ep;i onf! peggior ata, rp1é:> Li
SULL.\ F.TIOtoGIA
elementi si moltiplicano con più rapidità. Dippiu, essend'' infìllrati negli intet·sLizii, dove sono i vasi linfaLici e sttnguigui, i> facile per queste vie il Lrasporlo degli clementi in altre t·egioni del cor pn, onde può avveni r·a In generalizzozicme f' la morte. Sono que5:li i tumori maligni, che clirtìdl mf'nte si enucleano, che dàono la metaslasi c disturbi genl'rali. che vanno solto il nome di cuche«5:ia. Ora ci SOn<• for!'te gf'rm i henig11i e lll&ligni nei nostri lcssuli? Certo clic uo. Ed allora per chè r1uesti germi talor·a nou si ~wiluppnno •· talora si svil11 ppano ot·ganizzo ndosi comfJle la mente, e L11l'olll'a non raggiungono mai la r.ompleta organizzazione. s:'intìltrann, si ù1trondono, distt•ugqono l'OI'ganismo l Duuque nell'origine non 'i ,. la rag-ione tlt>l ùecor"o. ~!a !>P è vero che In bem· ~uilà di un tumore i• li~ala alla sua completa ot·ganizzaziout>, cui un tt>ss:ulo connetth·o emht·ionRle c maligno ecl utt con neWvo flbt·oso é benigno, vuoi ùiro c ho c.i deubono ('!'~ere ùelle condizioni pt·t· cui il tessuto neorormato !';Ì orgn· nitzi "labi!mente; c "E' CJUO!!le condizioni mancano lo sviluppo tton ,. completo,. si ha continuo r t•apido crescilllenlo. Qui un'ollra ipotf'<li: pcrchè una massn vivente in mezzo ari allt·c masst: ,·ive può essere t~ rrestala m·ll"uo snluppo ~ l.t· cnuse esterne mancaw•. il pe1•clt" deve cercar!'i nell'Alli,·ité. dègoli elcmnnlt dell'n t·gn Jtiuno. Gli esse r i viventi <li fann0 IR concorrenza per la lotta dell'e>:i~tcnza. Se in un terreno !<i nwllono semi clelia !"les>:a nalur·a. alcuni si anestel'anno nello s\·iluppo, allri !!i svilupperanno r igo::rliosi, e se la mano dl'll'agricollore strappA le piante sane cre!!cono le intri!'tlit,• o • ::emi non sviluppati, cioè quel ri~oglio degli e">s:eri piu for li è una r esistenza biologico cont t•o crucllo degli ll""'OJ'i pii• ùeboli. Cosi, ncll'or;:wnismo, posto in 'fualclte par lo ur1 se minJo di ccllu lo get·m inali , è naturale elle l a vito de(tli elt•menli già or~antzzali cosliluic;ca u11 serio oc;tacolo allo sviluppo dei gcrtni l'imasli !'enzn compi l o fìsinlo!:tico. Or u questa resistenza nei vari organi e tes<~uli può diminutre, t' vi Fono tessuti in cui il potere biolo~ico diminuisce, quontlr• negli altri comincia u erescere. OrR quauJo in un l•.:;.suto la r esi:<tenza or ganica v.irtl tOOtH1, 11llnra i germi etnbrionali. queste forze latenti, po;;:;ono S\Oiget•;.i . Co;;:i i lnlt'll!rt
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DEl TUMOI\1 MAJ .11:~ 1
dell'utero si sviluppano piil racilmente quando é cessata la sua funzione: quei lumori dalle epifl!!'i delle ossa lunghe, di cui !!'i è già pa'l'lato, si svilupJ18IIO quando l'or~ani smo \:: gia cresciuto; i tumori rlella mammella si sviluppano qttan.io la sua funzione é cotnpiuta. Ditninuiscouo le re11istcnze fisiologich e. Ln clinica mostr a che i tumori p1ù maligni, i ca11cri, sono un privile~.:!io deU'o•là 8\'&nzata. I'(H&ndo le ro$i'-tcnze fìsiol o;:riche sono mollo abbal'sate. Il Thiei'RCh fu il primo ad avere un concf'Uo dt•lla diminuzione delle resi lenze nt» un concetto mecca11ico: parlando del cancro della cute diceva eh<' quando (fllesLn nei vecchi si affloscia, si J'aggriuzu, perchè manca il lurgore vAsale, allora pa1·tono zufti epilelitoll cbe vnnoo uel connellim sottocutauen. lnveca le I'•'Sistnnzc non sono mecca nich<', 1na flsiologiclto. Sicchè lu benignità o maligniUI non islà nel Lumor·e, ma nella pl·edrsposizione di quel tla to les~ ulo· otl ot·gauo. f·\1 allora. se l e atlivit.il Jei tessuti non tl1111inuiscono grandemente, gli elementi 6{erminoli non si possouo molliplic..:lll'e iu grande '[Uanlllil e si or~anizzono; onde '[Uel tumore conneLLivale sarn un fibroma e non un snrcoma. Al coott·a,·io, se le allivit.'t sono mollo ahbas!-ale, si avru 11 sarcoma. l•:cco adunque i n qual mndo tenta il Colmheim rli spit•t!are 11 diver·~o andamento dei tumori; per lui tutto ù1pende e~clc sivamenle dal di vcr·'"'o f!radn di r·esisleuza che presentano i tel<suli cir c:osf.anti nl tumore ; e bendtè SI LJ'IIlli sempre ù1 g•·rmi embr tonali, the -.j svolt:::ono. pure la prPdtsposi~ione locale eseJ'cita unn gra1rde i11fluenza ~> nl IOI'O ulturioro sYiluppo. ~a bnsta IJUesla dinHnuz1one delle resistenze urgamche " spiegat·e ogni ('osa ( Si ncerawente a me par e di no, e.r é tluesto il punto debole, Il ltalo vulnerubil~ di'Ila teoria del Cohoheim. I n l•rimo luogo quel \'O[P['~ stabilir e Ulll\ ' specie di graduaztoue nell'abbassamento delle rcsi slomze, <'orrispondcnte ei cii ver·<li gt·adi di sviluppo o al diverso dc•· corso delle neoplasie, ad o~nuno pai'P, ed è iufalli, 'lualche oosa dì molLo ar.lifìcialo, e lou lo 11iù io CJIItHilo clic si Lr·lllln 1i 1 ~ r ' 8• ' <.:hè nes::;uno può accertare e conlJ•ollare; io secondo luogo poi i11 che cosa consis tano queste resisteuze abuas~llte e come a,• ,·engano, rauto1•e non dice Oggi parlianH'
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SrLI.A E'I'IOLOC,I A
tr·nppo facilmente di lolla per la \·ita tra gli elementi cellulari. ,li resistenze, di eners!ie or ganiche delle cellule e v1a tlicPn•lo; ma il più delle volle 11011 facciamo che dire parole inutili, che meLle•·e innanzi i potesi campale perfelt.amenle nel \'UOLO. ~l a , ammeLi endo pu•·e che sfa giusto ciò che ùicf' i l Cohnheim, vediamo qual e inJluenza reale posSùi JtJ eserC'ìta r e sul decor~o di un lumo••e le ener gie cellulari 1lepresse. Un bel momen to, in un o1·gano qualsiasi, acl e~e m p i o n el lA mornmella, per eauso a noi ignole, avvi ene una clepressiouu cellular e, ed un cumolo di mater iale ~erminale, rimaslo quivi inalth·o. si sviluppa e cresce; ora, diminuendo auco1·a tlippiu la resistenza delle cellule, rhe cosa avverra del tumore? i!: chiaro: esso cr escPra ancora di ppiil, fl il suo svtluppo sarà in ra~ionc inverf<a di questa di minuzione tlt resistenze: ma oltre a cii', nnll'altro si potrà a\'er t>. S<' noi r·i peliamo l'espPr inJenlo del Leopol rl ed introdu ciamo np l Cll.VIl Uddom inale UIT pel'.ZO ÙÌ carmll~ino f'etal e, ÙOpO &v ern e ma ll i'ai.la lo le pareti, ov1·emo solo un cr esci men to della ca t'lilop.ine 111aggior e ùi quello che avr emmo av11Lo ri sparmia11Jo i tes:suli, ma 11uli'al lro che (]ue::olo: riOtl si osserverà rnbi un unùarncnto maligno. non ~>l t•ipt·odurr a mai un condt·o-sarcoma, ma solo e sel'npi'e un encond r owa. In altri let•mini. quali rapporti e posfibile st.abilil't> L1·a la malignità dei tumori e le r esistenze dei tessuti? Se l'abbassamento dei poLel'i fisiologici di qucsl1 ull111li è la cAusa unica dello S\•iluppo dei tumori, pPrché, oltre ad un iJ?ltnoder-ato e conlinuo svi luppo, si .Jeve ave 1·~ in certi casi anclte una g rande di fl'eJ·enza, nella sLrullur·a o IJatut·a i nlima dell a neoplasia.? Il ColliJileim dice: I l J'l'lpitlo crescere del tumor e i m pe~l is ce lu perfella Ol'll'An izzazioue, il tes-suto della neop lasia r·estA l:IIIO s tAto embrionale ed ~ cio 8P!-'llltlo che coo;tituisce le. ~ua malignità. Ma, ùomnndiamo noi, che cosa di maligno vi ò nei Lessuli embrionali ~ È Vt~ ro cl•e i tumori a rapido decor·~o e ùi indole callhA JH·e::eutano la strullut·a dei Les!>.uli rt!tali, ma chi ci t.li ce che questa mancata m·.ga1uzzazione non :,.ia l'effdlo anzichè la causa della maligni1a? I n allt'i te•·mini , i l tu more è maligno pcr chè· composto d i lessuli cmbrioHnli. o pput'e questa !';peciale tessitut·o dipende dalla malign i h'l dd
DEl Tli \fOitl MAllt~:o\1
tumore? Si tratta di rapporto di co.uc:a ali etfello. OHero t! t coell"eLLi di una slec:sa caus& 1 Yale la pcnH rh inJap-are lutll• ciò. Oippiù, se è vPro che molLe volte 11 cres-:er e di un tumoro i· in intimo rapporto, in dirella flipendenza con le enc1·· gie cellular·i dei tessuti vicini, polrf'hht> benanche qualchP vollA avvenire il contrario: la t•apida diminuzione di queo.,lo• PIIOrgie può bene essere prodoLl.a esclusivamente dalla ma· lig nitù del tumore. Il tumore c regce r·apidamonte non perch• di miuuiscouo le resi stenze cellulari, rna pet·chè è maliguo. tnA per ché contirnc in ~è qualchR cosA ~he, menLI'P nell'in · ter no ne disturba e ne irupedisre lo o1·~anizzazione. al difuol'i a1{i~ce su:;rli elementi abb&"'!'Andono i poteri nulrilhi, depr imendone lP allivilà biolo:z:ichc Ba<>tA pensare al mod·, rapid•J con cui il CArcino::na allocco o•l mvade i les~uli cit'· ro~lnn t t per persuadt>rsi che molle vollt• la voluta llitninuzione tlelle resistenze cellulari è> solo il pt'imo effello della malig nilù del tumore. Se, djmi nuentlo l'ollorgia rlellf' cell11le vici uP, i l m aLe1·iale ~er min flle si RVOl i-('O o te n La di n r·~o rlizzarsi, qu·'Slo sviluppo e quesla ot·gani;.r.nr.ione av ranno luogo ta ntr. prù pr•esto, incootrentnno tanti mino1·i ost.acolt, per quanto minore sat•it la t·esrc:tenza, dto oppongono !!li elementi adulti cit·costanli · il materiale rmhri onale si svituppt~rtt !!t>COndo un dato lip•t. tenderu ull un tlato tes:::ulo, se· cnndo il rùglietlo da cui proviene. Clu hu mai detto ~ pr·ovalo ~;Ire i l ra pido svolgimento di elernenll giovani ò d' impedirneuto allor o organizzarl"i? f't'r ch(· un l~-'"'Sulo embr•ionale. 80io perché si svolge pii! pl'•'"lo ùPII'ordinar·io. tl•·,·e rimnuere tale e non può mHt r ap:j!iung-t•ro lo slalo adullo' E poi ch1 mai ha osuto stabilii'!' Il minimum del lPmpo 1H'· ressal'io a che un t~;~ssulo embrionale tlivPnli lessulo 1101'mnle ' Nella vita fetale questa trnsfnt·mll;.ione avviene in 1111 tr>mpo t•elalh•arnenle hreve; oro, p(> t· quanto rapido ;:i vn!.!li» ntn meltere lo ~viluppo di un LUIIlOI't' maligno nello -.Ialo adulto, O!:SO non sarà mai ma!.!!.tioro di cir'• che normalnwnle> 8\ \'Ìt>ll~ nello svolgersi delrembriOrh' \Il\ Vi e allro Hltr'(Jrll. Il ColrnhPim diet> che nel nl•stro or::ranismo non '1 !ittllll ~et' 1 n1 bcni~ni r· p-Prmi maligni, 11111 chu t.l~Si sono del lutto imlrll'e 1·en ti e solo tiUt·a~tle lo sv iluppo llC([uislAno la qmlilill
SULLA. RTIOLOiiiA
, di benign i o di maligni; ora, di grazia, se ques Li germi embrionali non sono ma lig ni percl•é i loro der ivali embrionali rlebbono ess.er tali? Se il tumor e sviluppandos i conser va la ~ua !'truttut'EI embrionale, che cosa in e sso si è formalo di nuo,-o pei'Chè abbia acquistato il caratter e della malignilil ~ F orse non ho la fortuna di r endere chia ro il mio pensiero, ma mi sembra elle da un tessuto embriona le, che non ha indole ben igna né maligna, maoca11do la m·ganizzazione, non debba nascere altro se non un tP.ssulo a tipo emb!'ionale, ugualmente indiJTerenle per I'N·ganismo, ammeno che non intervenga qualche altro fattore a delermir.al·e l'indole ca ttiva della' neop las ifl . Ma, s i soggi ungP, la malignita s ta nella racite ri produzione del tumor e, nel Lr'asporto in altre parti, a traverso le vie linfatiche e sanguigne, di elementi specifici che crescendo ripetono il tumore t-lesso. TuUo ci,', (· g:iuslo e vedremo fra poco l:ha cosa bisogno pensat·e di queste cellu le cangerigne· o Sl:lt'coma lose che e111ig rano e 1'ip1·oducono la neoplasia in altr·i punti del cor po, ma si deve anche r iilellel'e alla @'rande 'luanlilà di prodotti regressivi, fo1·malisi nell' inlei'IIO del lu· more, che penetrando nel Lon·e nte cii'COiatorio avvelenano tutto q uan to l'organismo e molle volte sono la cuusfl di•·ella della morte . Nel cancr o della ma mmella talora 11 0n si osset'\'~1 nessuna ripell7.ione in altro organo, all'inl'u01·f dell'in~o rgo delle glandole sollo-ascellal'i, e gl'inferm i muoiono in predA della chachessia ca ncerigna, tlt questo lPul.o inquinameJtlo del sangue da par te eli mate1'iale che di co nLinuo si fo t·ma 11 ell' in leruo del tumol'f'. P<•:'·c hè uei caN;ino rn i son o co$l fAci li Ad accndePe la degenerazio ne e l'ulceL·azione? Forse perl'i1é si lratLe di Le"'sulo embrionale ? Eppure nel sarcoma cio avvien~ raramente. Vuoi dire che nel caurro deve esserci qualche altro faltore, che mentre impedisce il normale sviiLlppo Je l maler iole germinale, gen era anrl te la dege ner azione e l'ulceraziorre; e noi sappiamo che causa frequentissima eli necrosi sono i micro-orf!onismi. >Vlo torniamo an~nra per poco allo teoria !Ielle r e'>ic;tenze. ~: cu_rioso osser·vare che prima si a veva 5=ullo svilup!JO dei l umori un concetto diame lralmen Le opposto a qJ;e llo meFso avflnli dal
DEl TUllOIII "AI.JG~J
Cohnheim ; prima si credeva che il materiale embrionale sr ~<volgesse per· la maggior• copia di umor i o di sangue. cho vi ai'Uuivano, ed i tessuti circo~tanli subivano l'aumento d1·l tumorè: ora la scena è mutata e sr vuole allribuire lutto all'ener•gia di questi tessuti, rhe hanno il ,:trave compilo di duter•minar·e e r egol are l o svÌill llJlO e l'indole dei germi embricma li. Questo un dare conti IIU O tltt opin ion i ad alLre, spessn tra Jor·o 1iiffll1'e nlissime, non è spellA(:olo nuovo in palolo· gia. ma è tale da generar·e in ullimo lo confusione e la ~ft rlucia, giacché ognuno finìro col domoorlnr;;i: A chi debbo •·rt dere 1 E si con chiude col uon credei'\' piil a niente. Sr dice che i lumorj maligni ~ono un tr•iste privilegio dell'eli) avanzata, quando cioe sono dimmuite le ro~isleoze organirhe; cii\ ,., vero in gran par•le pel cancro, benchè mollo "Pe~!"O si os:;eJ'\'8 anche in mdJvidui giO\'&tli • in personP che si tr·ovauo n Pl pieno vigor·e della vrto : ma si sa c!Je i l'&J•comi atLaccauo a pL·eferenzn i giovan i, e forse i più r nhur.Li, in r·11i c.l'l'lo non vi è do pol'lare Ili poleri fisiologici rlup1·e~~i. Vi !>Ono poi i cosiddetti tumori c:;ospelli, quelli cioé in cui non .. ùsflìcile avven!!o un ulleriot·e decorso mali ::mo: neoplasie tli hnona indole l'he u11 bPI momento assumono lo nole della mAlsgnilà. Come agisco11o in questi casi le r esrf'lenze or~onidu~? Il mixoma é un tumore beni~?no, a lento decor~o. r. ho presenta la slrullura del tessuto muco~o; talvolla pero. <;pecie s.egli arli infE>riori, il decorso è mollo rapdo e l'indol<' ne è calli\'8; eppure IH Sll'ltlLura del tumore ,, In ~lessa. SI J10nno perfino degli cs~;>mpi di infezioni gel t('rali cauBale da mixomi, i quali 11 0 11 t; Ì dill'érenzian o Pel' nulln da quelli beni~ni Ed nllor·u iu questi casi come hanno azito l e energie cellulari dei Lf'ssuli vi ·sni? Esse sono tliminuil e' lentamente perché il tumore b.. rtt!.!'giunlo il grado di COillplela organizzazione, anzi qualch.. vullu il tessuto mucoc:;o ha A\'ULO il tempo di Lrasformar«t in parLe in tes ~ulo ndipoRo o flbt·oso; quindi so vi (! in questi casi il caraUcr·e ùella mali;.mitu , esso non può f'!"<>t>re alll'ibuilo alla rapida ~compar<>a dc>lle r esistenze. ,\lcuue volle l'encondroma aclui~la apparenza ol<teoide, E~i r •peLe cio~ il faLlo embrionole : Il tessuto eaNilagineo prima di arrivare allo sLalo completo
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SUI.LA ETIOLO GIA
di os~itìcazio n e si modiOca in modo che i suoi ele111enti prendono la forma e la disposizione del tessuto osteoide fetale; e questa trasformazione indica Lenuenza malig11a nel tumore. 0 1•a, domandiamo, quale influenza possono spiegare le r esistenze diminutle su questa ulteriore ~voluzione del tessuto cartilagineo t Non è più semplice pensa~e che é inter venuto un nu1wo fatlorc a rlislurbar•e la trasfor mazione? A.llre volle rencond1·oma pr esenta l 'evoluzi one sarcomalosa, anzi questa fAI'O !'<t osseJ'W.t solo in qualche punlo; percùè ciò ha luogo ? Oin111JUendo In •·esistenze . il tumore dovrebbe cresce1·e in '·oiULnè, mu non già assumere una struttura ed un sudamento diverso, non gia conver.Lir·si in sarcoma. Il caso os:::ervo.to e rirerilo dal Peget di un giovane che mod so.lo un Hlesc dopo di essere stato oper ato di Ltt mor e encondl·ornatoso nl testicolo desL1·o, e che alJ'aulopsia pr·eseEtò metafilasi generale, noduli cartila ginei difl'usi in lutto il corpo, ti mollo istruttivo ol nosko ri guar do. Cl1e cosa vi era di mt:t· ligno in quel tessuto cartilagi neo già beLlo e sviluppA IO? 11 tu more del lesticolo avcv~;~ r·aggiunto la sua organizzazione, eppt.u·e diede infezione gener ale e morte. Moltissimi 0pilcJiomi , quando l'li profondano nel connettivo, assumono la !'ormfl del cnnCL'o; si hanno perfino eptleliomi, elle sì conservono tali per un certo tempo e poi a1l'improvviso, senza alcuna causa apprezzabile, prendono un deco1·so cancerigno, in modo che molli cauct•i proven{rono da un epitelioma precedente. (:Jte cosa hanno tli comune in quesli casi le resi$;Lenze abbassate cou l'ultet·iore svolg:et•si del tumore, col rilorn o del tessuto epiteliale neofm·malo allo stato primiLi"o, allo sl.arlio embrionale? Il diminuira delle energie cellulari 11011 dovrebbe produr1•e alLr o se non un maggiore crescimento dell'epitelioma, e uou mai una trasfor mazione compl<>la nella LessiLut•a, nel decorso e nell'indole della neoplasia. Il ritor no di un Lessulo adoiLo alla sua foru~a dl11brionale non può esser e mai la conseguenza di una diminuzione dalle •·esistenze, e nessuDo può citare falli che smentiscano questo asserto. Vuoi dire quindi elle intervieue qualche alll'o fattore a spi egar e questa trasformazione, o me~;li o I'{Uesto rito m o del tessuto epi teliale acl uno .sladio, cl.te a ,•eva '
DE! 1'UMOIII ~!ALIGNL
·(li già ollrepassalo, e questo fattore uon pu6 esser·e se non un m icrorganismo. l o conclusione, la t~o ria del Cohuheim dei g ermi embrionali e delle resistenze cellulari, henchè oggi s ia generalmf}nte accettala; benché per lei parlino un gran numero di osservazionj bene assodale, non basta a s pit>gare ogru cosa : 1'imane sempre a sapere per chè alcuni tu mori sono maligni, percbé molti g-ermi Atnbrionali sviluppandosi nou si organizza110. Ho Lenlalo dimosll·tu'e, per qua nto era nelle mie forze, che l'abbassamento delle energie cellulari noo bas la a spiegare la mancata orgaoizzazioue e l'anda mento maligno della neoplasia. potendo esso il più dc>lle volle d1 pendere esclusivamente dalla malignità del tulllOt'e ; or a dico che i tumori maligni sono in i11limo rapporto con germi viven ti, che m e ntre agiscono impedendo l'ulleriore e..-o\uzione del tessuto emh rio u~\ l c, a ttaccando lo enePg ìe vitali dei tessuti vicini, determ inano la malig llilu del Lumot·e e traspor tandosi in a ltr i p unti del cor po lo r•ipt•oduco no.
... * * La infettivìtà dei lummi maligni, specie del cancro, è una quis tione non ancor a risoluta, ma che fu posta in patologia p rima ancora che s i parlasse der microq~an isroi . l risultati degli es perime rt ti di Langenb eck, Follin, O. W eber', Lebert, Guyon ed allri, tenden ti a fa r credere posl'libile la riproduzione a r•tificial e di queste neoplasie, bene hl! abbiano tt fron te un numero ancora grande di risulta ti del Lutto negativi , pure gene r·anrJ il dubbio nella men le dellellor e. L'inoculazione del can c ro· dall'uomo a gli animali; la trasmissione di cancro del collo uteri no da una moglie al mat•ilo; il faLLo bene accertalo di epiteliomi prep ùZiali, che &i sono r•iprodoLti a l punto cor rispond ente sul gbian (ie, e che si spiegano colla trapianla~i o ne diretta dell'elemenLo g io vane epiteliale su qualche PUlllO leso del gh iande ; le osser·vazioni di molli medici t-tmer icani ed ingleei, che r iportano un g ran numer o di casi di lral"missione da m adre a fi glio , da pare nti u par cnLi, ecc., PHTlano in favor e ··Jell'e Liologia parnssitaria dei tumori ma-
ligni. l u una puntura per ascite, in seguito a cancr·o per itoneale, il liqutdo evacualo infettò di carcmoma la rer·ita opera toria; il Bargmann ha osservato un cancr o del labbro inferi ore che si et·a lt•asmes!>O al punto cot•ri spondente del s:uper ior e. Si ohbielter à che quesli falli ~ono ancot·a poca co;;a per r·ove~;:ci are una teoria e crearne una n uova, si dira r:!Je le esper·i onzc faLl e sulla trn~ mi ssibi l itt\ dal cancr·o dalruomo agli eu d mali sono quasi tolle riu8cile 11egalive ; si os~erver·à che non bisogna Attribuire valore di legge a ci(• elle può esser e solo elletto del caso; tullo ciò sta bene detto, ma non riu~cirà per· nulla a menomare l'importanza dei falti o::-ser·vali, a dis~tpare i dubbi che ~ ~ banr.o ~ull'eliolof!ta dei tumor i maligni. A nzi pare che l'opinione. la quale vuole am metter e un 1{Crme vivente nell'eL•ologia delle neoplasie di caUiva indole vada &~'C]Uistando a poco a poco terren.o ed alcuui di quelli che combattono contr o il bacillo del cancr o ammettono l' infetlività dr fJUesti tumor·i. Il Fraenkel, che più e ron maggior·e auloriLà ha parlato contr•o la scopet·la. dello Scheurlen, credo c:he il c·ancr o sia una malattia infetti.,a, non cluùita della pr esenza di un bocillo ~pecifìco in questo tumore; solo non crede dtmostt·nto il r·appot·to etiol ogico del tumore col bac1Uo di Scheurlen. Il Gullmann ed altri patologi tedeschi credono anch'essi alla nalut·a inl"elliva del caoC I'O. Ed ìt naturale: chiunque ~iudica set•ouam enle le cose ùeve con,•enire che fa teoria del Colllllteim dà agli elementi moLi li dei tumori un'importanza csager·ata ed una potenza grandissima, la potenza pr opria tlei micro·organismi. L n , auto-infezione dappr•ima nelle vicin e glandole linfatiche e poi la gcner•alizzazione nell'or ganismo. non ostante i dubbi eSJ1 re~~i dal Nuc:sbaum, si Yuole at1 r ibuit·e all'emigrazione di elementi specifici dal Lumor•e con la tendenza a moHiplicru·s, per· mezzo della divisione diretla; ma perché queslr elementi tenduno a moltiplicar;;i continuamente nessuno sa dir e con certezza. Il .:\ussbaum sostiene elle l'infezione carcinomaloM si propa~a non per opera deg-li elemen ti epi · teliali, ma per speciali granuli mif!ranti verso le gl andole linfalrclre: ciò for !'e non è vero, ma dimoslr·a ancora una volla la conl'usionc e l'incertezza che r•egnnno su questo fatto
DE[ TmiOnl MALIGNI
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·i mportante della pAtologia dei tumol'i. Gli e lementi mobili dei lJ.lmori maligni, che emigt•tmdo e molliplicandosi riproùu· cono la malattia iu altri p\lnli del corpo :::ino a dare in tempo t•e lativamonle brflve un'infezione gener·a le acuta, come la rarcìnosi miliare; che inJlCSlando!:'i su tessuti sani sono capaci di ripl}lere la neoplasia; cbe danoo un tessuto, che non si br ganizza mai, e prodotti l'ngr•essivi, letali all'organismo; che inoculati su di auimali !':ani sono s tati talvolta capaci di riprodurr·c la malattia, quetoti elementi hanno lulle le propriela dei germi vi venti. Sarà que8lione di nome e di forma diversi, ma pel inodo di riprodursi e di moltiplicarsi, per g li effetti cui danno luogo, per l'insieme dei raralleri biologici comuni clte presentano, io ct·edo di non dire un'eresia scrivendo cho da una cell ula epiteliale cancerigna ad un bacillo il passo e breve, e forse non esiste tliffer·enza alcuna sotto il lato clinico e biol•):rico. Nel 110vembre del 1887 Scbeurlen, assistenlé di Leyden. comuniro al la Sociela di medicina irrtcr·ua di Btwlino la sua scopel'la del bacillo del cancro. Egli intr•apr•ese le sue ricet·che su dieci carcinomi di mammella in~allì, ed usando lulle le precauzioni volute raccolse do un laglio dei Lumori una goccia di succo . cancerigno e l'innestò in tubi da saggio, contenenti un particolare terreno nutrilivo, fallo da siero di versamento pleur·ico, reso sterile e coag11lato, Esposti i tulJi alla temperatura J i 39• C. pe r tre giorni di segui lo, lo superficie del siero si trovò coperta da una pellicola incolore. che dopo qualche gior no divenne g1·mwsa e di un color·e bruno-giallastro. Esamìnaudo questa pellicola al microscopio, l't'lu1ore osser·vò accan to a bacilli lunghi da 1,5 a 2,5 IJ., largni o,~ ,.~., altre forme quasi ugualmente lunghe, di apparenza ovoidale, dotale di uno splendore brillante, tendente si verdaslro, e mobili, e eire egli cl'edelte fossero le spore. •Con il pt'Ocesso di Gt·am i bacilli diventano evidenti colorandosi pet'Ò solo alle.est.remilà, ma nell'alcCiol !ii scoloruuo; le spoec si colot•ano ponondole pet• mezz'ora llell'anilìn afucsina bollente e poi decolorandole coll'acido nitt-jco (processo di Elrrlich). Nei ta~li del t.umore lo Scheul'len non 11'iusci ad accertare la presenza nè dei bacilli, né deUe spore.
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SULLA ETIOf.OG IA
lnoculando una goccia di coltura pu t·a nell'agar-agar, agli ottenne dopo 12 ore una pellicola incolore formata di bacilli; dopo 24 or& comincìarono a compar•ire le spore verso gli estremi. Le colture sull'agar-agar vennero inoculate in sei cagne nella glandola mammaria poster iore ; due di questi an imali, uccis i al 28" l'uno e l'altro al 35° g io t·rto dall' i nocu~ !azione, mostrarono nel lessulo gla ndolare uu tumore della gt·andezza di un'avellana, di nai.u.ra carcinomatosa, con abbondante prolil"erazione cellulare e contenente quella speciale forma ùi bacillo. Dalla sue l'icercbe l'autor e concluse: 1• elle nel caucro vi è un bacillo, che ~i può isolare ; 2:• elle le spor•e di queslo bacillo si mostrano in luLLi i preparaU microscopici delle malattie cancerose; 3• che la inoculazione di coltut•e pur e riproduce negli animali il cancro; 4• che s i de_ve ammettere un t•appo rLo tli causa. ad elfeLLo lra quoslo bacillo ed il carcinoma. Quasi contemporaneament e allo Sclieurlen, C. F ranche, nssis tenle dello Z fems~en a Monaco, confe rmu va la presenza del b acillo del cancr o e ~copriv a il bacil lo del sarcoma, cl.1c ~gli r iscontrò in 3 casi e che somiglia al bacillo del cancro. solo è un po'più lungo e piu spesso, misurando 3,4 su 0,6 !J.. A n che le s po1•e sono piì1 largh e, s i sviluppano neg li ..ordina ri te rreni di culluJ·a e producono un pigmento bruno-ros · s iccio. Le inoculazioni di colture pu1·e di questo bacillo di Franche non hanno dalo nessun risu!Lato. A cont rollare la scoperta dello Scheud en l'urano approntali lul.li i miC\rosco pii de l mondo; s i lavorò alacremente in LutLi i ga binelli di battcrologia, e non tardarono a fioccare da ogni paete le pr·oteste e le smenlite : oggi nessuno più crede all'esistenZA del bacillo del m edjco tedesco. Il Singer l1a praticato 250 inoculazion i senza efl'ello; e~lì apina che le -spo1·e vi!Sle dullo Scheurlen non siano altro che gocciole di /::1'8sr::o, ed all' Ar cademia di Ber lino ha dimostrato con un gran numero di colture che il sedicente bacillo del cancr o non ,) alLro cho il bacillo de lla palata, un microbo Ì10n palo~en o e dei più' inoffensi vi. Il Friinkel, cli già citato, tra molti argomenti conlro il bacillo <lei cancro en~mera anche questo: questo bacillo »i svilur.pa su lulli i lerr~ri i uuLritivi; ora si sa che
DEl TU \IORI ltALJ t; ~n
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uu bacillo palogeno, che get•mogli <·osi r·apidamente e focilroeute, si sviluppa anche nell'organismo con pari t·apidilà ; e quindi il cancr·o •loYr ebbe sviluppa1·si con grande pr estezza, mentre r elalivamente aali allri pt•ocessi in fettivi ,., molto lento. Non è nel co111pito del presente lAvoro l'esporre tullo ciò che qi ò scrillo contro il ''oluto bocillo del cancr o o l'assunll•rnt~ le dife~e; a tale "copo m i man<'herebbero la forza e !!li <>Ludii ne c~sRari i : dimostr are tluolmenLe la Leol'ia del Cohnheim non hesta. a spieflAre l'aodamento e l'evolnzionP maligna di ttlc·une neopiARie e che fa bisogno l'inl(·t·venlo di •fU3Iche aUro fa ttore a determinare, oltre i germ1 embrionAli, la rualigmtu. ùlji Luull'r·i, ecco lo !>copo che mi sono pr etiJ;: PO. Nogare l'esistenza o lo specifì<'.it.~i dci uacilli di Scheurlen e tll Ft•anke non vuoi dir e negare l'origine infelliva ù~>l cancr o e del ~arcoma, dist,.'l'azialumenle non rli tutte le rnolallle certamente infelt.ivo conosciumo ancol'u lo speciaiP micror ganismn che le p1•oduce. Anco1·a o~p: i !>i discute sul rnict·obio specifico clelia pulroonilc ci'Upale P non si sa a chi dar la pahnu della vittor ia, se Al diplococcll dftl Prieclliinder o u •Juello Janceolnto di Talnm on-Fr1iJ1kc>l; ancora oggi r:i sono quasi complelnmen le ignoti i germ i palogPni del morbillo, della "CSrJaLl inn, del "a!uolo e via dicendo; e con lulln ciò nePsuno dub1t.a della lnl'etti vità dt queste malallie. Vuoi ~ lil'e chu non bisogna fermtli'Si e che !<i devono anco1·a continuar e gli studii; chi conosce le enormi difficollù tecniche •IP.Un microscopi a sa per prova como siano facili in questo campo gli ert•ot•i e rtuanto CO!'li la scopt>r'la di 11n solo hacillo. Se rJuindi non si possono pèr or a accettare come vere le couclusioni dello Scbeut•lt>n, ci ò non esclude per nulltJ la ill l'l•llivilà del cancro, e poLrà ùa un giomo all'allro r ilroYilt·~i la vera fot•ma paloi(ena di questo tumore maligno. Ma <'ontro l'esistenza di qualsial'i micr obio specifico nl'l rnncro sono slale mosse due gr avi obbiezioni che sono le seguen ti : :t• l'El costanza della sede, elle parla m~ILo . in favo1·o ùella teoria rlei germi embri onali e cbe e~clude quasi l'infe2101\e; e di fall1 non vi ~nrebbe alcuna ragione perché c1ueslo bacillo si debba svilupp~• re !'Oio i 11 quei si li dove è facil e
SUI.I.A ET IOI.OGIA
av,•orH!A nella \'ila embrionale l'aberrazione di alcuni gruppi celluhll'l, 2· i bacilli non producono mai proces:;:i epilPiiali , es~i non si sviluppano ..n non nel '-BrHme o nel connettivo, c rruarH.IO provocano Jll'Ol'C",...' •li IJI'OJif... r-aLione, come nella lisi, lt•pra. ecc., si hanno sempr•! JH'odotli tipici, il granuloma, mr\ giammai una pt·olil'.. r·oziono npiteliale. T utti i bacrlli slnot'A noti vivono, si rnolliplicuuo ed i nrlucono i ofezio11ì solo in mezzo ai tessuti proven i e r~li dal mesodel'ma.. Con questa tlue osservazioni si viene od escluder·e a p r ifJ r i la nfllura infettiva del cancro, si chiude la vra ad ogni ulteriore rr cerca. giacché si dice: se i microrganisrni non pro•lucouo ma1 eprlelìi, ìl cancro, che appunto t• coshtuito di tessuto ernteliAIE', non polt·à mai dipendere tlo tu• ~cr•rne vi\'dnte. Ed a quec.te due obbiezioni, la cui importanza non può sfuggire a ne><~uno, cerch~ rerno di rispondern per quanto piu bl'evemenlP ,. pos~ibile: . ·1• La quislior1e della sede ù pr•eslo r isoluta, l:!olCJ che si vogli1-1 ammettere <~omo origino pr·ima del l urnore un cumoln di rnaleriale germinale, e eornH causa efficiente della mali~ntlu poi un. particolare buctllo, oho trovi le condizioui oppot·tune al suo sviluppo in 'lue~lr germi eul1>rionalr. In allt•r termini, io non credo eh~' ,., "ia anlagonistno assoluto tra la Leorra del Cohnheim e la leorra rnreltiva. che l'una esrluda del tullo l'altra: ma penso clll' possono benissimo anrlurE> rnsielllc e l'una spiegar·ci c1t'l che l'altra non pun iu ncs~un modo spiègare. Che CO!';a vi ò tlì strano, Ji as::>urtlo nell'am· rneller e che il màteriale gerrn ìnaln possa essere un ottimo Lorr·eno dì cultu1·a per 1111 ònlo lllicrorganismo, ell e pni allu suo volta del ermif'Ja il cat·ellel'e rneli gno del tumor e cllll l'li sviluppa? Dirò un'eresia, rno mi sembra- che la eon.cilia~ionc può essere invocata con qualche probabilità di r·iuscita. Si l~ scritto tanto contro la teortrL rtmorale, eppur og;:ri colla srnperla delle ptomaine e rlelle l~>ucomaine, colle co~nizron• <'ho abbiamo acquistalo sur prod•1Lti di l'icambio dci balt•·l'ii ~ eire sono la caul:a di molli faLli mo1·bosi, siamo arrivati al punto da considerarla come ur!'app1$ndi ce necessaria della teoria infettiva. I n pat..olog:ia F<i Ila il difelLo di ess~•·e sempre esclusi visti ; un'opinione dovo n eces$a r·iam ~ule escl ud••r•o
DEl 1GHOHI \(AJ.If,l\1
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un'altra. o meglio lulle le allre precedo• n ti: la teoria cellulare 1h~trusse quella umoJ•ale, Col111hf'lll1 annullò Virchow. ed og~i la teoria delle infezioni governo og-ni cosa: nnn vi è tollo morboso in cui uon si ammc•Un la presenza dr 11 rr micror~a ni smo. Chi studia attentamente l'aur·eo libro del Cohnheim non può liber·ar·si da un ~cuso di esclusivism o clrP ivi domina: per lui tutto dipPnde dn nllerazioni nulriliVP delle pareti va~al i e da di~lurbi dt:!lle energie cellulari. Eppure la patologia umana è qualche tOM ~li c-osi complesso. è influenzat.a da cosl diver·si fett orr, che J' ie~ce impos~ibaiH spiegare ogni cosa con una ~:<ola ipotesi, cume i mpos~ibile ·~ J"apr rr •• drverse serrature con una sola rhrave. E pero sPnza prù oltre divagare, conclriudiamo ~u •1 uesto punto che ammettendo rome OJ'igme prima del cancro un ~erme emhrronale, ma il cui sviluppo mali~no dipenda da un micror~a nil!mO, la quis~rorre della sede vrl\tw nel es!'ere eliminata l' rrsolula. 2' Ben più i mpor·tante é la seC(JIHia quistione, quella cit A rr guat·da la struttura epiteilalfl del tumor e c che si collcza inlilllumenle alla genesi del cancro. Cet•lo oe.:sutt bacillo dii luogo1 a prodollt eprleliali. U n" ~ccezionfl a questa re!!olu "embra ,-o~dia rappre~enlar·e i1 mrcr·or~anil'<rno del mollnHC!tllm eontagtOSllm.; ma S\l questo proposito mancano ulleriorr c definitive ricerche. Ora siamo noi sicuri che il cnrrino•na è fallo di tessu to epiteliale P proviene dall'ectoder ma/ t olubbi su questo punto imporlanlo ([ella storia del lumot·e sono molLissim i e non Lulli infonclatì. L o slJ·oma del cancro f> diviso con grande irregolarilù in mille lnc11r:e, nelle quali ~>tanno adJensati elementi epiteluidi , di forma i.-regolat't>, orti con prolungamenti, or a caudati, e tr a essi si trova talvolta una èer·ta qunntità di sostanza fluida inlercellulare . Queste cellule sono rìccamenlB protoplnsmalichc, con nuclt•o grKndis'-imo; spesso per il mutuo addo,~arnenlo sono appiuttite ed assumono !"aspetto pavimentoso, per cui acquistano la for ma l'pilelioide ; ma i~olale <>ono cellule ~rendi, caudale. rou l>r olungarn..nto da norr r icot•dar e nffnllo la ficruJ·a t>pi r l , o te IU 1'. Ora, domaudiamo, qual"è rrwigine di questi elementi opìlelioidi? Mol ti paLologi lwn no co nlòidoraLo i l cancro como
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SUJ,l,A ETIOLOt:IA
nn tumor·e molto at:fine al !'<at•coma alveolare ed alla c·ui formazione contribuiscono i leucociti; altr i l"hRnno idenhtlcato all'endolelioma dicendo che l'ep•tel io noJ:t è all•·o se non l"endotelio, che si forma dentr·o i canali e lacune linfalìcbe. altri nncora aLiribuiscono al cancro \m'or i:.tine connettivale pensando che gl i elementi epitelioidi non siano allro clic rorma?.ioni del conMttivo, che cioò questo tessuto sotto slim oli sp•3ciali .sia capace di dar luogo all o cellule epitelioidi del 'ca~·· cinnma. E Riudfleiscll e Klebs parlano di elementi ep•lelinli t•rc;ullanti da un processo di coniugazione . una for·mazione cioè c'lte non é nè connettivale né ~pileliale. Come !';j vede, la que!';lìone è ben !ungi •lnll"essere risoluta; e se og~i si ritient» generalmente che ti eancro ha or igine epi teliale ri11 non ''uol dire cbe manchuH• opioiom e falli io contrariO Non ~on o pochi col oro che credono che anche altri elernPIIti, del tutto difl'erenti ùai vet•i epi teli1, e specinlmente 'te cellule pal'ietnli dei vHsi e l e cellule del conn ettivo, possono 1\1'0du l're Cf'liul a cancerigne. Quosln divet·genza di opinioni può osset'l.! appiauala ammettendo ch e i Lurnori maligni dcl'ivino non da germi embrionali già !Opociflcati ma da malcl'iale ..::errninale indifferente, cioè da cellule embr ionaJi l'imaste innltive prima ancora chP. a..venga la divisione deli'embriom• ne• suoi foglietti. Solo cos\, come sì e già delLo, possiamo r enùer <·i ragione della grande c;orniglianza di strullura t:he prt>~entaoo diversi tumori IO t~hgn i, e possiamo compr ender e co111e elèmenti indifferenti svil uppandosi diano luogo a cellu le, che ci riesce difficile dire a quale tessuto appartengano. l~ d in ques lo materiale indi()'erotfto possono beni!'<sitnn f! Vilupparsi i germi viventi, può IJene eltechire il bacillo del cauct'O : nessun fatto finora ò venulo a dimostr·are il contr ario. Dippiù, se è vero che i micr·organismi non vivono net lec;!>uli epiteliali adulti, chi ha mai dimostralo che lo ... te~o avviene nell"epilelio embt·ional e? );el cancro non c::i Lr·alla di vero epitelio, ma di un te~suto che noi ravv1ciniamo l'er• comodità di linguagg•o all'e pil~lio embrionale, benclw una certa differenza vi sia. li Luber·colo, nella sua fol'ma più pura, presenta dalla pel'iferia nl centr o cellule linfaliclle in mezzo alla sostanza rondamc11lulo fibrosa o amQrfn, poi'
DEl TUMORI M.\l.l t .~ l
cellule più grand i. con nucleo relali vam~nte piccolo, o·llull' epilelioidi, e finalmente le placche polinucleale. le cellu'e gi;.{onti. th'a domandiamo: questi elementi OJli Lelioidi del grauulomn inft>llivo non dipendono forse da germi che vivono e s1 sviluppano nel connellivo 1 Altro sono gli elementi dell'epitelio ed altr o le cellulè epilelioidi: quest'ultime JIO!'~ono bene ori· ~inarsi dal tessuto connettivale cd es!'ier e in rapporto con un microrgenismo. Quindi, secondo noi, l'obbiezione che 1 bacilli non vivono in un l essolo epitelialP, benchè gran•, 11011 t> tale da co~Liluire un ostacolo insormonlabile alla ten•·ia iuf~>llive, e prima di acquistare un valore assoluto biso~nera dimostrare in mod<' inclisculiblle l'nl'igine epitelia'c tld cancro.
• • Uno scrittor e, occupandosi della sco pcrtn delio SchouJ•Ien. finisce col domandar si: vi ò biso~no de l bacillo del cancr o! e r1~ponde di no. A me par e invece che si debba dire di E'l • .. i ~ vi-.to come la teoria del Cohnheim non basta a !:>pie~o:arr.i ogni cosa ; si è vislo come le l'esistenze abhassale non l'ono sufficienti a spiegar ci la malignita dei tumor• ed il òecor;-o maligno che in un daLo momento alcuni tumori cii ~iò. organizzati assumono; si e visto come ne!òsun fallu ~i oppone ad ammettere la presenza di u11 g-erme viYenle come causa vera della malignità ùelle neoplasie, e che fino aù un cer to punto la teor·ia dei ge••mi embrionali può andar cl'acco•·Jo con la teoria infettiva; quindi, pur negando ogn1 valor·e ai bacilli dello Scheuden e del Franke Cl)ncluudo Jlcendo che nello stelo atlualn delle nost1·e cog~izioui nell'etiologia dei tumori 11 triste indole ha gran parte una causn infeltiva, un micror ganisrno. A bor·do dell'Italia, l O ottobre H~89.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA L& teorl& miaamatlca. del reumatismo acuto. Lancet, 28 seUernbre, 1889).
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Di fronte al la prevalente opinione, che ritiene il reumatis mo cuLo essenzialmente una rnodalilà morbosa individuale o costituzional&, in causa delle comuni cause rreddo-umide,sta l'av-..·iso di taluni med1ci, i quali lo riguardano essenzialmente dipendente da conùizioni miasrnaliclte. Una delle ullime lellure nel senso ùi questa teoria venne tenuta innanzi allo. Associazione Medica Tedesca di New-Yot·k dal doll. Leonardo W eber. Quesli co·nsidera C{uas i affatto provato per meuo dei lavo ri eli l mmoemann, E dlef~eu, Ft•iedllinder e dei lo t'O allievi, elle ciò eh~ eg-li chiama reumatismo infiamm~l.ol'io, e elle viene geueralmente dello reumati:<mo acuto, non é p•·otlotLo dal prendere freddo, siccome a,·,·iene 1>er iJ raffreddamento della superficie riscaldata del corpo; ritiene sibbeue e lle appartenga alla classe delle malaltic mias ma liebe infellive, che assumono in certe epod1e come carattere epidemico, inquantochè ci occo•'t'e l~onsla larn e un più alto numer•o di cas1 allora che diminuiscono la piogs;ia e l'umtdilà. mentre coll'aumento ùi queste i casi di reumatismo acuto si r endono mf'no numerosi. Tra gli altr i punti il dott. \Veber ritiene quasi dtd tulLo provato essere il t•eumalismo una ma la ttia della abiL3zione, comechè il sollosuolo essendone in a lcune lo-.:alità inllllr·ato con jl virus, questo, d<'IJO prolungata $icciLà p uò, t•eso liber·o, ve-: nire dalle correnti d'aJ·ia Lrasporlato negù apparlantenLi. Occorr·ono inlttnto form e maschera Le di reumalismo, nelle quali può .con~latarsi l'assenza di uno o dell'altro dci principali sintomi e della poliarlrile. Le nevralgie dellrigemino, dello !'<Cistico, dello spi nale accesso~·io o di ollri nervi, accompagnale da
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Rl \"lSTA llEO ILA
leggero mo,·imenlo febbrile. possono essere di naluru reumatica c cedere al trattamento alc~Jlmo od al salicilalo dopo rinsuccesso deg li altri rim edii. Il maggior nunwt·o di casi di poliar•trile reunHHica occorse al tlo tL. W eber in t'ebbr•aio B marzo, e di nuovo nei mesi caldi e secchi d'estate. F. S.
llodUloaz!one a.lla cura meooanloa della ereslpela. ( Wiener Klinisclte W ocltenscltr (fc, 11 ottobre 188!1). Il lrallarnenlo meccanico ùella t'isipoJa a mezzo delle Jisle di sparadt•appo venne modificato dnl Kroell dr Stt·asburgo, cosi ch11 la. comp t·essiont', la quale si oppone al difTùnder"i dell'eritema, sr effellui invece col cautschu. Sulle estl·emita s adopera un cordone di cuutschu dello SJ ·essore di 6 aù f< millimelri, pet• la lesla un anello largo 3 cenlim~l!·i e spesso2 millimelri, tu cui circonferenza deve essere di 22 a ~!i ce nthr.elt·i minore di quella del ca po. ~ella applicazione del cauLschu alla testa deve far~i allenzione che, menll·e conviene localizzare una risipola, la c[uale si diffonde dalla faccia verso il cuoiQ capelluto, mediAnte un nastro di gomma slrello alloroo alla fronte ed Alla sulura o<'cipilale, non è consiglievole, finch(• uon si abbiano uiLE' riori esperienze in propo::>ilo, il volere t.\ 1-restare In er esipcla d~l cuoio capellull'l pr ogt•edenlo verso la faccia, comechi• debba ammellers i che in questo cn~o ne deriverebbe artificialmente un per tcolo per le rneniugi. F. S.
Alterastonl delle arterie nella ttal. - (Tite Lancet, Aprile 18~9).
Di recente il ùoll. N. Sh. lppa, di P ietrobur•,zo, s lucliò in sedici casr di lisi le modificazioni morbose nellt! tuniche delle arterie. In ciascun caso almeno atcvne delle arlet"ie erano offese , nd invar•iobilmente le <'Oronar•ie del cuore. Le tuniche. che l'i riscontrar·ono soggelle allo modificezionr m orbose, erano la mlima e la media. Fu constatala la prel:enza del le!"sulo connettivo 11ella inliml'l Jell e orlerie, nello quule norma!-
Rf\'ISTA
menl8 manca aff11lto, por esempio, uelle at•le!'ie braciHale, rdmot•ate·e coronat·ie. Ciò è dovuto ad una infiammazione della luni~a, desc ril~'i dal dott. H. Tborna quale una endoarterile tìbrosa cronica diffusa e nodosa. Le arterie, cònlenenti qucs:.O lt>s~uto connettivo, mostravano molto ri levante aurnenlo di l:'ORta nzo.. La l.unica, media eru allaccata in maniet·a alqur~uto !-'un ile, essenrlone alroll zzati g li elementi muscolari con fot·· mazione di tessuto conneLlivc>. Le arterie, le f]uali oiTt•ivano in più vasta estensione le alterazioni morbose, erano lP corooarid e quelle in minor f!t·ado affette Je bt·achiali, le remo· rali, e più pat·licolarmenle le polmonari. P. S :Manifestazioni morbose dell'aft&tloamento fisico eooea alvo. - A. DuFOUR. - (.!.mrnal cl" Mtldecin.e el de Cltir urgie, giugno 1889). Nu111erosi!ìsimi lavot•i sono s tati p ubbl ica li s u ques ta questiono da (]Ualche anno. Il dolt. Dufout• ila studtalo più pat·Licola rmente. m un recente~ lavoro, lo strapazzo muscolat·e e l'auto-inlo:;sicazione clae ne e la conseguenza. Secondo Dufonr le man•fe<~luzioni morbo.::e dello ~tra pazzo fìstco si p1 esentano solto lro forme pt·mcipali: 1• Una forma asfittica 10 cui le a lte1·azioni dell'ematosi e l'avvelenamento coll'acido carbonico sono i ~iotom i pt·incipali: questa forma comprende: l'a:;ma, alcune rorrne di pt'!'lesi colpi di calore, accidenti attribuili al freddo, e lo s tra pazzo acuto. 2' Una forma lifoide cla c comprende, da una pa r·to, manifestazioni tifoidee senza local i z~azione speciale, come la f~Jbbre dello strapazzo, e d'altra parte manifestazioni tifoidee con localizzazione, <'Ome miocat·dile, fiebile, !!&ngrena, epatiunzinne polinonat•e. miosite, ecc. 3• l n fine, una forma t·eumaloide compr·tmdenle soprallulto p~eudoJ·t·eumatis mi e cet·Li el'ilemi polimor ti. Tutti quel'lti accidenti, qualunque sieno. sono certamente originati dall'aceumulo nell'orgamsmo di sostanze òh·erse (prodotti azotali, matet·ie estr·altive) che possono essere eliminate e clte sono il risultato dell'esercizio muscolare csagu-
MEDlC.-\
ralo: lutlavla non ru ancora stabilita la nalut·a intima di I')Uesta aulo-iulossicazione. Tra le manifestazioni delia prima forma, la forma asfittica, l'asma, può, in oerLi casi, andare fino alla morte. Lagrange, c,he ba studiato così bene tulte quesle queslloni uel suo libro su~li esercizi fisici, dà di questo stato la seguente descrizione. Qvnndo l'esel'ci·zio che produce l'affaono conLinua, all'incomodo respil'alorio succede una sensazione ùi angoscia generalizzata all'mtiero orgarilsmo; la Lesta sambra serrata in un cer chio di ferro; bentgsto sopraggiungono verligini. Le sensazioni di ogni specie diventano di più in piit vaghe; il cervello è invaso da una specie di ebbrezza. L'individuo comincia a non ave1· più coscienza di ciò che avviene attorno a lui; i muscoli continuano a funzionare ancora con movimento macchinale , poi tlniscooo per diventare incapaci di ORni movimen to e l'individuo cade svenuto. l due t.ernpi della respirazione si compiono a scosse, interrotti da arresti; il polso diventa in~~·mitlel)te, appena percettibile; sopraggiunge una sincope che puo essere m ortale. Gli accidenti che si descrivono gene1·almente :::otto il nomo tli r·ol po di calore non sono altra cosa., la maggior pat•Lc delle volle, elle una delle forme di strapazzo, pe1·che t>ssi po~sono comparire anche ql!anuo la temperatura non ·è molto elevata. Così l'uomo che mùore dut•ante una marcia !"orzata sotlo un cocente sole no11 ò ucciso dal sole, ma dalla marcia forzata; esso 11011 muot·e ù' insolazione, ma di strapazzo: per conseguenza, se ogli non si fo8se affaticato . eccessivamente, il sol& da solo non ' potr·ebbe uccidet·lo. Il '>ole non ò una causa essenzia le dell'accidente; esso non (• che unQ coudizione accessoria. Possono esistere veri colpi ·di sole· dovuti soltanto al calore, ma nei nostri climi quest1 ac.cicJenti sono mollo rari. Altre volle "en.gono attribuili al freddo accidenti che erano dovuti evidentemente agli strapazzi; ciò si è osservato in una mat•cia di dodici or e in Alger ia con un tempo piovoso freddo, nella quale 19 uomini su /50 soccornbetlero. rnfine a questa forma si collega lo strapazzo acuto, mollo rat'O nell'uomo, ClJe Si può OSServal'e nei COrridor i, e di cui la
RIVISTA
morte de~li animali aff~:~ticati eccessh'amente nella cacctn e10empio. Lo forma tiroide comprende sopraltu LLo la febbr e da strapA:.::zo, descritta egregiamente da Rendon, ma po~sono pt·osentarsi onche localizza:.::ioni as"ai numerose. Dufour cila dap})rima le l esioni cardiache ed in pa rticolare la miocardite, elle ora è t~m messa ùu quasi lutti gli autori come conseguenza possibile dello strapazzo. Pare che que~to pt·oduca una stancltezza del muscolo cardiaco. una miocardite, nella l'Lessa ~ui10a che si producono rniol-ii~i di altri muscoli: questa miocardile in principio pare curabile, ma se la causa persiste, gli tiCCtd~nli reciùivano. le lesioni progrediscono ed il malato muore. Quali accidenti più rari c::i osservano anche la flebite, Jà gangrena più o meno estesa degli arti, le ecchHllOSi sottocutanee; lesioni polmonaei coul'istenti nella congestione e uell'epaLizzazione, infìne lesioni epullclte, congestione ed itle•·izia o lesioni muscolari. La forma reumatoide ùcllo st,.npazzo é sovenli causa ui el'rori di diagnosi: questo pseutlo-reumalismo ditreriste dal \"ero ~opralluUo per il ùomtnJo delle manifestazioni ~abur rali, per l'e~trt!ma rarillt dc>lle complicazioni 'iscerali e per l"ineflicacia delle preparazioni saliriliche. ~ei ro!'i pii• comuni st nola u110 ::;Lato febbt•ile leggero. male::.scr~~ AS!>ai accentuato cl10 JWecede la comparsa dei dolor i; ltJivolta vi ha epistassi, la lingua é biancastra, un po· secca. Il dolore è meno forte elle nel •·eumatismo, le articolazioni tal volla lumefalle sono J'&t'&tnt!nle arrossale; d'aiLt·ond·· IH locolizzazione è !'Ìulloslo pel"iarticolare che veramente tll'licolare. Infine, in certi casi, sono !:>loti osset·vati eritemi polirnot·fl. Gener·ulmenle la ourala dt questi slali morbo:-;i é bt•ove o uon oltt•epas!'a ùi mollo unn dtecma di giorni al più, e so,·enti ò11 tre a quattro gtot•ni. ra d'uopo agl{mnger e un fallo mollo caraltel'istico, ed è cl1e nelle f01•me tifoidee e reumaloidi, durante il period o di stato, l'urea ,\ eliminata in piccolissima quanLi\il; ma l'affezio ne si conge~tura da urla vot·o ceisi orinaria accompngnata dA scioglimento di urea. CO!-<lÌLIIISCe Ull
MEOlCA
Della sirlDgoureUa . - (Journal de _\lfédt.cine el de Cltirur[Jie, novem,br e 1889). La pal'Ola s lringomelia sign iOca, RLando alla s un etimologia, midollo tubulare, vale a clire scavato da un canale o da una cavità; la siringomelia, secouJo la definizione di Brulh , è una malatLia cara tlerizzaU\ anatomicamente da uo'alteJ'azione della midolla t>.ondncenle alla formazione di una ca'·ità centrale di dimensioni variabili e dinicameute da ulff'razioni della sensibilità consistenti specialmen te in lltìnlgesia e termo-aneste!->ia, accomp'a~nuLe d'o,·ù:nario da ~l rone muscolari. Le cavila della midolla non sono molto rare e -,; osservano assa1 sovenli neile autopsie senza cbe sieno slali noLati durante la vita smtomi particolari. Anzi si IJ·alla qui di un processo speciale, dell'alteJ·azione gliomatose, di cui CJ1arcot d;~ l~ seguente desct'izione. )Tasce nel la 1nidolla una fo rmazione neoplasica, 1.111 gl iorna che occupo per· pre· dilezione l ll sostanza grigia. Jl glioma è un tessuto coslituilo da g1·anòi cellule a prolungamenti multipli, cellule rami.ficale pigiate le une conLJ'O le allre li, alla gui!"a di altri neoplasmi, co>-Liluente sia nn'infìltraziOue, sia un vero tumore isolato, alla. guisa di un corpo estraneo. Gli elementi nervosi vicini sono distrutti dùppr·i mn perché in vasi dal glioma, la cui rnassa, essa pure, non l.al'da a subire lra.sfomlazioni rcgressive !'!d é allora alla sua òisaggretta.zione che é dovuta la formazione di caYita che c.ostituiscouo la lesione cavitaria. A questo periodo si nola soventi raspello seguente: si vede, formata al ceulr·o della midolla, una cavità Pii• o m eno ostesa che ha distrutto la commessura grigia e fJU&si tolalmenlQ Le corna posteriOl'i. Lo. sostanza gl'igia po · steJ"io r~ é in fatti un luogo d'eiezione j.ler· il n eoplosmo; LuLlavia esso .[lU<"• e!"lender~i allu corna anteriort. OlLre queste lesioni essenziali, il !' '·ocesso non si :>volge senza pr odurre lurbamenLi nelle vicinanze. lesioni accidentali e for tuite, le ùi cui piu comuHi 1:;ono I' eslensioHe dPll'allerazione ai rascelli laterali e posteriori. Ciascuno di questi pt>oduce turbarn(}nti propr ii, d"oude l'n,!!4
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1\fVISTA
f{iunzione al quadro clinico fondamentale d'i sintomi r·elalivamenLe accessorii, fenomeni labeLici o moLoPi spasmodici ~eco ndo
i casi. Infine, l'allc t•azione occupa. in gene rale, tulla l'estensione c.lclla midolla, potendo anc!Je inler·essare il bulbo; tuttavia la sua inlensrlà massima e ordinariameule al rigonfiamento cerviro-ùrachiale. l~ per ciò che ~in1.omaLicamente l'iniz.it• della malaWa si fa rl piu s oventi sotlo 'una l"or·naa di parapleftia cerviCI)le. Chur·cot fa notare iu seguilo ciJè la conoscenza di que!;lU lesioni per•mclle di prevedere i sintomi che si presenteranno. li renomeno capitale nella lesione siringomielica ò la di!<Lr·u;doue degli eleruent,i ner vosi della sostanza grigio, quel la sopraLluLlo delle corna posterio r·i; ora ::;i sa che la lesione delle corna anLel'iot·i si t raduce clinicamente coll'atrofia muscolm·e e che d'allt•a· par·te le inw r essioni sensiLive seguo no la via delle cor·na posteriori: seno q u indi· aJLerazioni di ([LlGsL'ottline c lte si ossm·veranno. Specialm ente la <lisLt•u:~.ione delle cot'IJa anLer iori della sostanza grigia in. cOI'risvoudGnza del l"igo tafiamenLo cervicale produrrà l'atrofia mu!'!C(Ila re progt•ossiva degli arli super iori t:l l'alter'a:r.ioue deU u corna posteriori delltl '-'Ostanza grigia delet·minerà turhanlert~i ùella sensibilità del lutto speciali e che !;!ono carallerizzali riai l'alto che nelle parti otfetle della pelle si nsserva come feì1omeno predominante la perdilt1 tlel;a seusibilila al dolPre e la pet•dila della facoltà di apprezzare la sensibilità alla lemperaLUI·a, mentre elle la sensibilità Latlile rirnaue
intatta. Questi Lut•bameulr sono infallt quelli che dominano la bintomalologia la quale é per allr·o assni Yariabile secondo i casi. Pare che la seusibilità termica sia alterata per là prima. Come per· l'Ane!" lesia in gtmeralc, e8!òa è ignorala dal tualato, finn a 'JIHlntlo una scollatura accidentale ed indolente ric hiama l'aLlem.ione sul senso termico. SopPa un malato di Dc>jr-'rine si potevano trova t·e ricatr•ici multiple di antiche scotta t ure e ~i potè cosi stabilir·e che la te rmo·anesLesia r isal iva a più di q uaranta anni. Questa r; u6 e ssece assol uta, rn<l è cosa eccezional e che Dn rla lrinizio i l m a lato abbiu per·duto
MEDICA
la nozione ùel freddo intenso o di un calore molto el<wato.
l'i: notevole anche. che essa non si dislribuisce secondo una maniera anatomica ben determinala; essa esiste il più spes;:o pet· zone che nou corrispondono al terrilorio innervalo da un nervo; quesle zone corrispondono piulloslo ai segmenti della midolla. Esiste ancbe talvolli! in alcune regioni una vera ipereslesia; ma CfU&si sempre la lermo-aneslesia è accompagnala t•a analgesia, la quale può E'ssere generalizzata a lutto que~to tegumento, ma il più sovenli per allro si distribuisce per zone. Quanto alla sensilibilà al cm1la Llo, essa è qua si se m pre rispettata. Qttesti lur,bamenli della. !:'ensibilit.ù sono mollo ca t•alle rislici: ciò che li distingue soprattutto, si è cl•e la ~ensibilìtA non i· atfella in lulli i suoi modi, vi ba per cosi di1·e dissoc·iezìone delle diverse specie di sensibilità e questo è 1111 fatto cl1e non si riscontra in alcuna a ltra malaltia conosciuta, salvf' in ce1·te forme d'isteri'3mo, come lta tatto ncHare Charcol. L'iotegrHà del senso muscolare, l'ossenzo qunsi completH dei lllrhamenlì negli apparati dei sensi, fanno conlraslo con f]Uesle alte1•azioni della sensibilità gene1·ale. l tul'bamenti della motilit.à sono a11che mollo frequenti. ma piìL vari e meno caratteristici: piu spesso consistono nella paresi che invade dj preferenza gli arli infetiori. Allot'cht. la paresi inleressa gli arti superiori, 1 movimenti si esegui · scono con minor preci,;iohe, le mani diventano mal dc.:tN•, e ~i constata un cambiamento nella scrittut·a. Il sintomo piu costante dopo i lut·bamenli della sénsibilila e l'atrofia muscolare, che viene considerala come un turba· me n lo Lrofico.• E !>Sa interessa il piu sovente l'arto s uperiore ed in particolat·e la mano, la quale d'ordinario termina col prende1·e la forma di un artiglio, la dì cui forma si avvicina •nollo a quella dell'atrofia muscolare progressi va. Anzi è pl·ohahile rhE'. un certo numero di casi di sil'ingomielia sieno stati. pt•esi per quesL'ullima malattia a ca giono di questa rasaomtglianza. Quest'atrofia. che può colpire diversi muscoli dell'arto superiore1 8Ì sviluppa lentamente ed ha poca teudenza Il genèralizzarsi; essa può anche rimanere stuzionaria
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lllVJSTA
per un certo numero di anni. D'ordinario essa prende un& disposizione simmetrica, ma ò molto più l1l'Onunciata d& uv lato. I turbamenti lrotìci sono anche uno dei sintomi abituali di 11uesta malattia a possono colpire, ollre iL sistemA muscolare, la pelle, il tessuto cellulare soUoculaneo, il sistema osseo. Le manifestazioni cutanee consistono specialmente in eruzioni di erpeti, di eczemi ribelli. dell'orlicat·ia, di eruzioni bollose o flitteooidi e spe~ialmen te in un ispes!'imento consider evole dell'epidermide delle eslrerni té.; le un:;rhie sono alterale e si producono affezioni flemmonose della mano, come palerecci non dolorosi, ciò che ba l'alLo considerare la,;:iringomielile come identica alla malattia di Morvau, della quale essa pt·esenla inCallì molli sintomi. Per .alu·o un'autopsia faLla in quest'ultima malaLlia, ha dimostJ•ato che non s i tratta della medesima affezione. Infine, i turbamenti t1·oflci, come la fragili tà delle os~a, le· iperuslosi, le artriti, sono assai ft•equenti: fu segnalata come molto frequente l'esistenza di una scoliosi , la cui cauea non è perfe llamente dimostrala. A fianco di questi tur ùamenti principali se oe produconosoventi degli accessorii dovuti all'estensione della lesione alle parli vicine: come sono alcuni fenomeni dell'atassia, se i ·c;or doni posleriol'i sono a t1'etli di spasmi, di conlrallure, di fenomeni bulbari, ecc. E difficile dare particolari precisi sull'andamento di questa affezione. perchè essa non venne bene osservflta che da poco tempo. Secondo alcuni autori, essa sar·ebbe congenita e potrebbe rimanere latente per luu~o tempo, perchè essa non si presenta guari cl1e tra i 20 è 40 anni, senza che si s ieno trovate a l 5 110 sviluppo causo pai'Licolari. La sua durala è molto lunga ed or dinariameule non è che dopo molti anni che l'impoLenza fa progr essi, i maiali sono condanoaLi al ]elLo: si producono escare e la morte sopraggiunge come nella maggior parte delle affezioni croniche del ::.islema nervoso. È peoi)Ublle che, l'attenzione essendo ora al\it·ala sopra questa n 'alattia, la sua. d·agnosi si faccia mollo più soventi,
M"! DICA
tanlo piu che essa è facile. oljuando la siringomielile si svolge regolarmente. È molto più dirticile, quando Ri accompagna a fenomeni dipen(leoti da lesioni secondarie. l~ soprattutto in quesli casi che si fece diagnosi di atro!la muscolare progressiva, sclero~i laterale amiotrofica, labe, pachimeningile iperLrotìca, i nOne novriti m ulliple. Tu Lle quesLe m alali i e presento no sintomi comuni con essa, ma nessuna ne possiede al medesimo grado la dissociazione della sensibilitil. Cl:ar cot pPt' aHro ha citalo uu individuo istel'ico, il quale presGntava questo fenom eno mollo pronunziato e nel l'{uale l'errore &\•rebbe potuto esser commesso se l'inizio imprO\'''i"O e la qcomparsa subitanea dPgil accidenti. come pure l'esistenzd ùi segni molto chiari non avessero dimostralo la loro r1ntura isterica. Benché l'andamento della malaltia sia quasi sempre fa tale, si può però combatterla flno ad un certo puuto con una cw·a generale consistente nell'uso di tonici e dì ioduri ~ con un lt•allamento locale costitui lo specialmet1te dall'appliraztone di energici rivul$ivi lungo la colonna vertebrale.
RIVISTA CHIHUHGICA L a patologia delle ustioni gravi. - (T/te Lancet, 29 settembre L889). Nello RludiMe i fenomPnì cl in ici e patologici della distruztone di n11rnerosi corpuscoli r OSl-li del sangue, il dott. Oscar Stlbermann, dt Breslau. constalb per i suoi esper·imenti: 1 ~ Clll' dopo ~tstese uslioni rlelltl pelle i corpu~coli rossi cambtano In loro forma e perùono 11 loro potere di resistenza al calor·~, alla secchezza, alla compressione c quello tlella coloraziOne. ~· Jn conseguenzo di queste alterazioni si deter-
RlVlSl'A
minano numerose trombosi nelle prteriole e nei capillari, sp~ cialroente nelle più piccole branche dell'arteria polmonare, ciò che prQvoca, alla sua volta, s tasi nei var·ii organi,. p. es., polmoni, reni , stomaco, intestini, fegato, milza, pelle e cervello. 3• La vasta deviazione del circolo capillare polmonare, produce un considerevole impedimento al vuotarsi del cuore destro e g r•avi congestioni venosa, come pure pericolosa anemia arlariosa. 4• Sifiàtlo stato, in una ai sintomi sopra menzionati, conduce ad al l~razioni circolatorie o parenchimatose degli organ i affetti. 5• L'ostacolo circolatorio provoca11.nche dispnea, polso piccolo, an gina, eclampsia, anuria, al pal'i che rirnarche· vole abbassamento di Lemper·atura. F. S. Pneumatooele del oranto. - Prof. so~~EN13URO .- (Wien . klin. Wochen.s., 15 agosto 1880).
Ques to ral'o ca:so d'i cronico tumore aereo del cranio venne pr·esenLalo dal Scnnenburg alla Berliner medicinisclte Gesf'llsc!taft, sotto la presidenza del Virchow. L'anamnesi non forniva sicur•i punti ol'iginarii di sor·ta ed il m eccanismo ne er'a Jei più oscuri: quella,registrava un trauma, ma ~ ruando il tumore aveva già comincialo acl es trinse car~i. Il tumore, se intieramPnte ricolmo di aria, raggiungeva il volume della leslu di un ba mbino, e poteva esset·e vuotato a mezzo di una leni& pt'essinne. Es isteva allr'esl una comunicazione tra il ft~r·inge, h\ c:avilà del limpo no c le cellule del pr•ocesso masloideo. É assai sorprendente l'esistenza di questo tumore d'ar ia in uua ranciulla dodicenne, menlTe, Ot'dinaria menle, a tale età le cellule del processo masloide llon sou o tuttora cosl grandi come negli adulti. Il Soooenburg supponeva che la parete esterna di queste cellule rosse diventala molto sottile e éhe, fo rse, in causa· di una violenta espirazione si fosse delerroinala la perfor·azioo e sollo il per'icranio. Se con un ago fino si dava uscita all'aria contenuta nel tumore si riscontrava pmrondamente un margine osseo ineguale, ed allora si vedev8Jlo distaccale talune piastrine ossee, appartenenti s icuramente al per icranio.. Vuotato il tumore, l'inferma poteva ricolmarlo mediante una espi-
ClllRU JIGTCA
razione forzata. Ove sia indovala l'anorma le nperlura potrà vedersi quando, a provocarne la cura radicale, ve r ru spaccato il lumor·e. Alla tltmanda se esistesse alcun difello od una fessura nll"apice d~l processo ma~loideo, ovo l'osso ha sottigliezza cartaceo, dimanda sollevata ùa l Knlz, rio::pv"e ìl S o unenburg non poter dare sicuro schiar Jtuenlo. Il Vir chow osser·vò elle la "rde lll'incipale, o vP rosso presentava una anormalità tanto l'trana con t.:n l'rammento di os::~o mobill', es!'endo situata più pt•orondarnente, non er·a possibil~> riconoscere alcuna conoeRsione col pr·ocosso tll a~tniùeo io goner·ale. Jl foco loio giaceva nella regio11e, nella quale commcia In pruoith·a c;eptlrar.ione tra il cor po dell"os!'o e la pnrzione mas toidca, ove Ot'igìnat·iantente possa la Rnlurn. Da ·tuP.:;ta località la sutura l"i prolunga,·a '-ulln fontanella po,..teriore e di qun s i este ndeva atl rRver·so la Rutur·a squamo~a nel parìPtale del lato corrispondcrrte che rnt>lte\"A in mostro un ra;.rguat·devole difPtlo. Vir'cow. pet•l3nlo. rimase indeciso tr·a un'origine traumatica, la quale av~>sse prodotto u110 !>paccatur·a di quesLa parte, cd un nrreslo di svrluppo in etir mollo ~in , ane, per il qua le egli, pero, nou riconosci' alcuna ano lo~ia .
•~. s. n tra.tt&meuto della peritoDlte tuberoolare a mezzo della 1eztoue addomluale ed Il lavaggio, seuza drenaggio. -
Doli. o· CALLAGAA111 •• -
(T/te Lancet. aprile 1889).
Tr·a i lt·e casi occorsrgli nella sua pra tica l'a utor e J'iferi aii'Accademra Reale di Medicina in Irlanda il segue11le. ::;, trattava di un giovinetto quindicenne, con generale c maci~tzione, v olto pallido, tinta cachelLica e pomelli r ossastJ'i, r e"~•t-azìone accelerata, addome lar~amente disteso, luntido ma '"JJnmetr•ico. L'infermo acc usava s ordo c.Jolore colico, mai lllolto P:ra\•e, ma continuo di g•o r·no e notte: mancava di appe· lrlo _e r estituiva. di rref(uen te qualunque scarso cibo liuido in~et't«se La temperatura e rn a tOOo Far:, il polso o 9 •, e fllirot•me. Aperto l'addome, colmo di liquido lallescenle !>iero puru-
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lento, s i riuvounero gli intestini ricoperti di piccoli norli como r;emi di tntglio ed il mesenterio appariva come !alle di pesce. La ca ,.il~ addominale venne largamente lavata con acqua caloa, pt·alicando nt>l contempo un massaggio dell'ad· t! ome finché l'ac 1ua vcnn•· :. fluirne del lullo limpida. U gtovtnrllo si ristabih ctrmpletamenle, Lanto che t~ll'epoca drll'adunanza doli' Accademia, tt·ascorsi dicci me:<i dal i" operazioue, egh ora libero da ogni malaLlia ed allende,·a quolLdJanamenlc al suo la,·oro. Quaulo alla palologi11 di questa tnfe rmtta scarse sono l•· nozion!. Il dott. O' Callaghan la riguarda una forma disttnl.amente localtl.zala di una rlef?enera1.ione r:uale quella rtRconl!•ala nell<> orlicolaziont rd in allre cavità siet·ose, che, lrallata con lal mcto•lo, può vPnire perfeLlmnetJLe curala. Non torna sempre fa cile lu dtagnost, ma all'incontrar!<i in un caso duhhio, rlevesi sonz'a.llro,secondo il doll. O'Callaghan, procedere 1Ht tU lA incisio 118 t\Rploraliva, avvegnachè e1.iandio nelle sempl tci asciti od in ma la ttie maligne iJ risu ltato si~\ Rpesso mal'i\viglioso e l'operazione, se condotta con le ordinarie cnulde, nou pre:;;entt che :;car so rischio, seppure alcuno ne oiTra. L'autot·e vot·rebbe clte dfl cio emer gesse stimolo a da r e il bando ol p: ulicamenle impotente metodo aspettante, c lo persuasione che i casi dt tale nalur·a ritenuti lìno ad ora disp(•ra li, se t·iconoscJUti in tempo, sono curabili colla sezione adtlominalt:', la cu1 lra~curanza deve riguardarsi per l'avvenire quale un c•·imine chirur.zico. F. S.
Frattura delle vertebre seguita da guarigione. NENBt-RG.- (Ceniralb .Nr Cltir., 1889).
so~
Alla Socirlé Medica di Berlino, rinn ila~i il 23 dello "corso gennaio, Sonnenburg: diedc> comunicazione di un caso di fratturA d t vet'lebt•e, guar1L8 1 iiJur;lrandolo colie dimostrazione del relativo fH'eparato. In questo pt·eparato scorgevasi complclamenle s!'luacciat'o il COl' pO della 1• ''f'l'leura cel'vicale, anche quello delln o• !'1'8 molto dAnneggiato ed era sta lo ~pi rtto nd corpo dl'\11& i •. l f!'nmm c11li erano spo~tali l'o!'Lemenlr ''C t'Hl lo
CRlRUfiGICA
speco vertebrale e si vedevano sporgenti a sinistra in quella cavità come due ll.ubercoJi della lunghezza di duo centimetri ~mezzo. A destra vicino a quelle sporgenz~ veddvasi un solco 13 millimetri largo cbe doveva servir·e a contenere il midollo spinala. Le vertebre fraUurate erano al dinnanzi fuse iusieme. La serie delle vertebre cervicali forma,·a con quelle delle dO l'· saE un angolo di 110. li paziente, ii quale aveva riportata la lesione in una caduta dall'alLo, t:rasporlato alrospedale restò mollo tempo paralitico delle estremità inferior·i. però Ja paralisi gradatameule diminuì fino a scomparire del tullo. cosicché il paziente polé, in .fine di cura, camminare e prestare qualche servizio. Commenl('lndu questo caso l'autore l'a notar·e flll&nlo sia interessante il fatto cbe non astante il g t•aode l'lpost.am cnto dei frammenti e la deformazione ùel canale, la paralisi ; ia scompar·sa. Questa paralisi doveva esser·e cogionata certamente <la. stra vaso sanguigno. J:i'1:1 no l~;~ re anr.ora l'importanza della esplor.az.ione digil!.ale dej corpi dalle verLebr·e dalla parte d~lla J'aringe qua odo si sospetla di frattura di (Juelle ossa. ll dito in quesla esplorazione a rriva a toccare lo 5• vertebra a ll"allezza dell'~>pigloLtide , e talvolta può giungere fluo alla C1 11 • Relaztoni della porpora emorragioa coi tumori maligni. - HARRrs . - (Medie. ChroniciP, pag. :35:l, 1880J. ' L'autore ha trovato emorragie della cute e di altri organr in tre casi di linfosarcom~ del mediaslino. Al microscopio lrO\'Ò i capillari otturati da masse sarcoma.tose; e per·ciò inclina l'l mettere in relazione questi emboli colle emorragie osservate. Siffatla coincidenza fu osservata anchti da Fagge, ed anche nei casi osser·vati da questo si trattava per lo più eli sar·comi. Se simili osservazioni ;:i confermassero ancot'a sarebbero molto importanti per la diagnosi differenziale tra i f"arcomi f\ gli allri tumori.
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RlVJSTA
Cura delle a1fez1oni tubercolari delle essa e delle artloolaztoni con iniezioni parenchtmatose di lodoformto. WE~DELST,\OT. (Clinica Chirurgica dell' [; nicersil<I tli Bonn, e Cen.tralu. fii r; Chir., N. 38, 1889). Un'azione anLiLubercolosa dell'iodoforrnio era gia stata praUcamenle messa in evidenza da lungo tempo. Mikulicz, Billrolb. Verneuil e Brur)s t'i<~hiamarono pei primi l'attenzione !>ulla llenelìca azione di questo rimedio nPgli ascessi t!a carie wrLebt•ale. Dopo le ripetute e!'\perienze cliniche di questi alllor·i e di molti a!Lri, e molgr·ado varie opposizioni, si dovette generalmente ri couo::~cet·e l'ìodoJ'ormio come lln eccellente l'i· medio contro i bacilli della luberculo.si. Ricerche batlet·iologicltt• ed is tologicliu confermarono poì i t·isultati della clinica. la presen'za dell'iodofuPmlo non si S\•ilupJ•IlllO più ct:llule giganli nell e 1-!rHJlttlazionì, il conten uto degli ascesst curati con iniezioni perde la pr>O [?l'ie là infettante, e sulle pareti dell'asce~so sCJrtlpaiono le gl'f.l llulaziou• tuber colari. Il pror. Trendclenburi!, di Bonn, invogliato dal fatto che il doll. Heus ner·. c.Ji BaL"Lnen, da 4 anni cm·a le articolazioni atrette da Lubet·colosi con iniezioni par·enchimatoM di iodllfor·mio, ha g ià dalla fine dello scor·so an no istituito questo mrlodo negli ammalali della sua dioica. Prima si cominciò coll'usare iniezioni di soluzione eterea di iodoforroio (5 p. LOO). Ma ben pt·esto l'ete:re dovette essere abbandonalo non S!JIO pei l'ur li dolori che cagionava, ma anche per la cancrena cutanea ossePYatasi tre volte. P erciò si soslilui all'etere l'olio, neUa proporzione di 5: 25. Questo J)li~cuglio deve essee pt•eparato sempre poco innanzi ùi adoperarlo, altrimenti si sviluppR ben p resto dell'iodio liber o, che si può r·iconoscere da una coloraz:ione rosso-scura . Le iniezioni si fanno colla siringa dì Pr·avaz ordioaeia ma con cannula alquanto più. larga, e ad estremita mollo appuot.ata. Si inietta da 2 a 3 centimetri cubici ogni oLto g1orni in vari punti del tessuto ammalaLo, avendo cura di ben disiofettar·e pr·ima la cute. Se si ò g iu fot·mato uno o più ascessi si deve pr·ima dell'in iezione svuo ta1't1 e il contenuto colla pun tura . QuauJo vi sono nstole le iniezion i sono mol lo più efficaci sMalta-
ClllliUHGICA
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n ei Lest<uli cir<!ondanli il lt'I.Hnile fì!'.Loloso, anzichò nella fistola stessa. Dopo !"iniezione si applica una fasciatut·a eli ![8rza al sublimato. Se si fa rioi eziono in mAs'le fungO!'<, o nei tessuti attorno Alle fistole, bi~ogna farP una certa pressione nel vuotard la siri nga, allo scopn di spinger meglio l'iodoformio al contatto dei tessuti ammalal i. Il numero delle iniezioni neces~ario per ollenere un miglioramento va!'ia mollo. Qualche volla l'azione benefica si manifPsla dopo :1 o 4 iniezioni. l dolori ,·arino ~eneralroenle diminuendo in modo considere\'ole fino dal pc•iocipio della c·ura. Il cniglior amenlo cominci$ a munifeslat·si con una diminuzionA della Lumefa· tion", menlL'e e~sa di molle che era !'i fa più consistente, gli ascessc che sul pr incipio si riproducono sc:mpre, 'anno poi facendosi sempr e più piccol i fincbè scocnpaiono. Le fistole sono le p1il ribelli alla cura. Anch e la m obi lità tlell<' ar ticolazioni alfell~ si ristabilisco fino ad un certo punto, ~pecialmcnlt' se s ul llnir della cnt·a si fanno e:oeguic'fl dei c11uli movimenti. Questo decorso favcr·evole per ò si vePinca solLonlo ilt una por ta degli ammalaLi; molli casi non possono conc::eguire che un notevole miglioram~:nlo; ed in al cuni :-i Je,·e infine ricorrere ul coltell o. Guariscono con maggior sicut•e:t.za e ;,olJeciludine le affezioni ùi recente dal a, ~pecifllmenlP se insorte in modo acuto. In molli casi prima doll'inietione di iodoformio si praticò la spaccatura o la t•ascllialut•a degli 8!lcessi; la guarigione fu sempre più sollecita ci1P colle ~le~se op.•r•azioni non susseguite dt~lle iniezioni tli iodoformio. Qualche volla dopo le iniezioni ~i ebbero aumenti di tcm · peratura Ono a 40•, però di brevissima dut·ata o senza conl"e· ~:uenze: rorse ciò dipese dal non essec·e il miscujllio c<Jmplel~~ente sterile: in ogni modo é da consigliat·si di ~let•iliuare 1oho nel recipiente stesso do,·e lo si condensa. ~o n vi fu mai fllcun accenno di in iossicazione iod ot'ormi ca. Fuc•ono curali colle iniezioni iodoformiche J09 casi, 2~' Jei 1fUali fur·ono a j · . . ' ...ne 1e operalt, m mass1 ma par1e d• ~pa cca tur a e . 1 r•asc uatura rti un ascesso. Poter ono esl'er e dimc•s!>i comp ~~tpletAment~ _guarili 36 (33 p. 100), dimessi migliorati :l7 non gual'ili 12 (1 1 p. 100). 24 t'estano ancora in • p. 1 cura . c ùc questi l 't m ostrano un consider evole miglio•·n-
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RLVISTA CHIRURGICA
mento; sugli altri 10 la çura é comiociata dii poco, nè si può dare alcun giudizio. Questi l'isull.ati possono hen considerarsi come soddisfa·cenli. L'esperienza dirà in seguilo se le g uarigioni o i miglior amenti ottenuti sono ver·aroente duraturi .
RlVlSTA DI TERAPEUT!CA Il nuovo bendaggio antisettico di Sir Joseph Llster. (T/w Lancet). Che la nuova medicalura anliseUica dell'illuslt·e é benen•et ito chirurgo inglese, da lui comunicata alla Associazione Medlca di Londi'H nella sedllla del 4 novembre u. s ., costi· tuisra l'a1·gomooto principAle di attualità nei periodici medici del Yeccbio e nuovo mondo. lorna ozioso far rile vare. Poi che le ~sigeoze di s pazio nel nostt·o giorwllo non consentono la t1·aduzione completa della splendida comun icAzione .. pubblicata ùal LaMei nella punt.ata de l !J novembt·e. ci è rorza appagarci aù un r iepilogo, cùe ci piace redigere sulla g lùda deHo s tesso celehre giot•nale inglese . Lu a rringa ciel Listar presenta il ris ullato di twa lunga, laboriosa e trìon falroenle riuscita set·ie di Picer clte nel campo della scienza, al quale il nome dell'illustre au tore è immortalmente legato. La slot·ia ne é in sé stessa una splendida rivelazione di scientifico ac ume, di per~everanza, di m inuziosa attenzione ai dettagli, che si t·ichieggono pet• la perfezione di un'opera di t~;~l genere, e p.;wge un iu!'e~mamento ùi altissimo valore a qualunque chirut'I!O, il quale pos ~a esser e i~clin ato a porre in non cale l'e~Lrema importanza di r enli e scientifiche cogn izioni in ogtli branca della p t•opria pro ressione. N iuno, che fosse sfot·nito di p t•ofonde co!rnizio ni chimiche, a vrebbe potuto menomamP-nle tentare con pt•obabilità ·di successo lt~,·o t·i f[ua li ryuelli, onde Lister Ila
RlYJSTA 01 'rEHAPEUllli.A
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pot'lalo Lulla una rivoluzione nella ch il'urgia. l\llolli dei modemi studenti, i quali ora si tengono paghi alla s uperficiale islruzione nella chimica, acquistata in frella e mal diger ila, che soqdisfa le commissicmi e!:lsminalrici, si dorranno d'ora inuaozi di ricon oscer-si i nel li lìno a comprendere la sequela dei nuovi trionfi che passa innanzi ai loro occhi. La conferenza in discorso, ad onla del suo modesto titolo, coulinua la storia dell'opera dell'autore dalla data or volgo11o dieci anni - nella quale 1:\l'r ingò l'ullirna volta la A ssociazione. Allora egli aveva dimostra~o uon solamente che il su.blimato corrosivo formava un composto nell'albume, nel quale t•imanevano preservate le proprietà di quello, ma che rfuèslo composto, anche dopo i l disseccarneHto, era capace di sciogliersi nel siel'o del sangue. Da ciò si originò la garza al siet•o-sublimalo, che ebbe un clefinitivo e riconosciuto valo1•e. Senoncbé taluni dìfdli presto si t•ivelal·ono nello. garza, la quale era alqua nto ruvida e non mollo assot•benle. P ertanto rinvesligator e spinse i suoi esper imenti nella direzione ùella rice1·ca di nuovi ageoli. Il primo che gli si offri era sos lanzial rocnt~ il cloruto tloppio di mercurio ed ammm1io, cbiomato f'ale alembroLit. Il qualo p1·esenl<;~va molli vantaggi, comechè l'osse un miglìol'e an tisettico ed allo s tesso tempo meno irritante dol snblimalo cor·rosivo. Ma n<Jvellamenle sorsero le obbiezioni, poichè il composto era. cosi solubile, non solamente ncll'oc(J ua ma nziandio nel $ier·o, che quando lo sc<•lo e ra considel'evole, uua !;;over cbia ']Usnlilà del composto morcuriale si t'accoglieva agli orli ùella medicalura. donde si delerminaYa grande irritazione. C<~sl ~enne raggiunto un allt•o progt·esso con d cianum di murcurio. Si trovò clte questo, giusta il linguaggio dell'autore, spiegava alla potenziali la asettica ma basso valore anLisellico, mentre, forte nell'impedire lo svtluppo dei 2:ermi, 81 rivelava deLoJe nell'ucciderli: ma era irritante o molto s~l u,bile. e cosi vennero immediaLamenLe soltoposti>~ld espenmetl li i cianuri dop~i, dei quali esisl{)no pt{recchi, seJJZa conlnre i ferro-eiaow'i. ~farlindale Sllg~erì uno ,Jei doppi cianuri insolubili tli • 1"1 mel·curw e zinco· tale composto è r iuscito s uperiore a lllLLo
RIVfSU
le allre sostante fino all'allualitl.l u~ale. V 'ha parecchi di questi doppi cianuri, sludiali di reeenlt" ùa Varet, le cui r e lative memorie nei Compte Rerdus sono indubbiamente famj(jar i a Sir .Josepl:J Lisler . Sembra, invero, esista lalun dubbio riguarJo alla precisa composizione nel preparato at· lnalmeote io uso; ma è certo esser·ne il mercw·io, pur nou in gTande·quantità, un importante fattore. ll metodo, as"ai ingegnoso, onde, in seguito a molli e~perimenli, la ~ostanza fu incorporata con l'amido, col quale fOJ·ma una specie di combinazione, in cui vi rl u può fissarsi sulin garza cMi nettamente cile nello sl11to secco non si distacchi o che nel lo stato umido non venga tratta vra, aulor·izza a riconoscerei! perfetto ~uccesso di questa gar·zo, che è ad un tempo antisettica, porosa, tenace tenjlrjce, inalterabile e n•>n irritante. Senoncbé, E>ziondio il cianuro di zinco e mercuri<! non fu immedialamenle coronato da un pieno successo, menLr•e in sul prindpio Lalune difficolla ne deter·m inarono per 1111 cet·tu lempo l'abbanclnno. Allora il paziente inve~tiga.lo r e volse la ,sua altenzione al ioduro di mercurio, eonosciuto per il suo Talore aulisetlico• ed inoltre per la qualita di essere scarsamente solubilo uell'acqua, menlreè molLo più solubile nel s :ero del sangue, ma allora si rende mollo irritante e poco pr·oprio a fissarsi s ulla gal'za. La ullima obbìezio:ne ve11ue eliminata mediante l'impiego dell'amido, espe1•imen lato allora pe1· 11:1 prima vo1L11. Come con il doppio cianut·o, pare che quì nl>bia luogo una limita la specie di combinazione, ed il ioc.luro mercurico non si polverjzza e non si allontana. Put'e l'esperimentalore non ne L'imase soddisfatto, e, perciò coll'espe· rieoza aLliola ai ravorevoli tentativi con l'amido, lot'nò al doppio cianuro, del qua le, pur cltf' rimanga accuralamenle subordinalo elle pr escr iLle condizioni, s i dichlal'<1 per il pr~" sente contento. F. S.
m TEt lA ~·~:une' La •tlrona oome anU.ettioo. - (Thc Lanccl, sell••rubrò 18~9/. Rit'~risce 11 dolt. Beach, del Massnchusells Generai Hospilal, come, studiato pe1· undici anni l'azione della sti1·una (preparatu dallo storace liquido o dal balsamo del Pel'll • egli può confermare, in riguat•do alle sue Pl'ùpt·ielà anlisetLiche, I'Jll&nlo scr isse nel Boston Medicai and Sur[J1Cf11
Journ,al.
Quesl<• 1n·eparalo possiede i \'tlllLaggi: J' di essere allivu, 2 non velenoso. 3o di odore agg1•adevole. Può venir·e usato come deorlor·anle per i cancri ulcurali, io forma di spray. od applicato alle superficie denuùol•· tn forma di emulsiot1e cun olio rh oliva, acqua o vaselina. Dalle esperienze falle dal d'lll. E. h.. Dunb am, baller·iologo alla di rezione di s:anitu nel Massachuselts, rimane dimostrato che le proprielt'l gerlllicidc d~lln !:!tir•ona sono considtwevoli, me11lre lo r,vilup po dPi hallerii della p utrefazionP, d<'i bacilli cholel'ig-en i, dello st reptococcw~ piogenus, dello staphylococcu:'1 ar,re~Js venne tll'rO'Italo da apposite propol'Ztoni di questo prrparato.
F. S La tnapla inalatoria della ttal a mezzo dell'aria ad alta temperatura. -Dott. At.~.~SI\NOIIO Bown::. - (TIle Lcmcet. séltembr·e 1889). Non rni occorre ora per la pr·imn ,·olla di discorrere sul nostro giot•nale di questo argomento, il che rn'impegna arifer ir ne quanto nella atlualilà pubblica in proposito il dollot· Bowie Pet·ch•'• i bacilli della tubercolosi possano abbondonletnento r·igoghat·e é nece!>sar·ia una temperatura di cirC<t :3 ' centigradi; quando essa discende a 30' o monti a 42<,5 essi muoil)no. ~cl"mando la loro vitalita coll'allontanar::i in un ~enso o nell'altro dall'accennato punto normale. A r1tardare mar·catarnrn te l' ener gia d~>l lo;·o sviluppo basta anche una elevazion i' di1 ' ,6. Avendo in monlo questi falli è stratto cl!t· Uno a poco tcmpn indieko uo11 siosi suggerito un weLodu,
6i.
RIVJS'U
mediante il quale le m alattie del cor po umano, associai~ ai bacilli del tnbercolo o d& quelli dipendenti, possano venir curate, esponendo la SUllerfìcie inferma ad una tempel'alura necessaria alla loro di!-llruzione. Il trattamento inala torio delllt tisi è antico quanto l ppocrate, eù, a qu8nto pare, ogni metodo escogilabile, é s tato lat·gamente m esso in opera ad eccezione dell'ar ia intensamente •·iscaldata. Si sono adoperate fumi gazioni con sostanze a•·ornatiche e s timolan ti, dall'at'ia di mar e alle acque sol(ur ee, dai coni di pino alle elaborale combinazioni di erbe balsamicht>. Col sorgere della cbimica le proprietit fisiche dell'aria richiamarono l' a ttenzione, ed Hensltaw cristallizzò il pensierodel tempo erigendo nel 1(jV4 il suo Domicilium, ove le malattie a<'ute del petto furono LL·allale con l'ar ia condensala. e con la r ar efatla le cr oniche. La im~lazione di ossigeno fu seg uita dal trattamento con l'aria tliluila; e finalmente si r accoma ••d6 a i Lisici di trascor1·ere uoa considerevole parte ùelln loro vita in località da o ttenere il vanta ggio dell'aria compressa. L'introduzione tlello spray di acque medicate o naturali termali s egnò ur1 altro progressù, ma rulli i sistemi C(lddel'o più o meno in disuso per i poco sod lisfacenli r•is ultali. L'espe1·ienza del Bowie è favor·evole senza riserva a questa 1;ura. Egli usò l'appAr ecchio di W eigor t, nel quale la tempet'Slu ra espirala dell'infe1·mo può dopo pochi tentativi r·ag-giuJ•gere da 4!)• a 61' C. L'ar·ia inspirata, conforme al termometro n el tubo, può riscalda1·s i fino a 2~~n· C., ma il tlolt. Bowio uon creJe che •·aggi11nga piu ùi 114' o 1lò0 • .F. S.
Contributo al trattamento della polmonite a mezzo del l 'applloazione dt g hl acoJo. - ( The Laneet, ogoslo 1880). Il doll. Fiedanl ba pt·e.,culalo nna s tatistica di ·106 casi di pohuoniLe trattati al ghit\Ccin, e con i migliori risultati. Solamente tre dell'ioliero numero :::ortirono asilo fatale, benchè dieci fossero di polmonilè doppia e la epidemia ser peggiasse i11Lensa. Il metodo adNlato era l'applicazione di un tubo di caoulchouc, contene11le f.('h iaccio , continuata da i;! a 24, Me
Ol TEIUPEUTICA
.topo 1t1 c1·is i. Oltre a questo tralla mento locale _gli inl'errni riceve,·ano i ~olìli rimedii, oppio, ipecucuona, digilal~>. co~nec, e•·c. F S. Le tnte:aloul di creolina nella. dissenteria. - (The La1tcet, agoslo J88!)). Gli ubbonclanLi clh;leri oli croolum dilu 1la "OliO ~tali ll'f)vali mollo utili dal dott. So~ovski \:onlt'o la dl "'>~Hnl<->ria . Egli impìegc\ una soluzione al 1/~ p. 100, i1nmesc;o ,,,,ll'illleslino Ire 11 r[Uattrn •;.~Ile •[UOttdiaoamenle, 111 •JUUnlila di circa tre i1lr1 pr>r O!.!lli cli~lf'I'C, senza che f!li inferma ne 6"perunenlassero <en~azaolll' ,Ja brucioa·e o dolore addominale. Sitlnllo lrallamenlo, impiugnto 111 :;edici cao:;i, non fulll mai, pur sorcombuudo a •Juesla fiCI'8 affezione morbo~a 1w consitl"t'e' o le numero di inrei•mi nel periodo c:;imultnneo c!Piin epidt>lnia. Jn duo cnsi la malattia venne nt'l'~slala dopo il secondo clislet·o, i11 t\Ovo le sca6 cho ss llg uitlOienle ccR~a r·ono al terzo giol'IIO, 111 thu~ al quiuto, iu uno tl l '>CSlo oJ in nrto al HOIIn,
meutro glt ullri, Lenchè più oslmnti, nppt•oùarono all'ultimo u complult. guari~ione. Dietro Lali •·i<;ullamenli due bambiuì al •Il solln di un anno l'urono cut·oti cnn SIIC<'C5:so a mcu.o <lei cli!<lea·• d1 creolina. Inoltre un allt·o mt-•iico r uo:;so l'ha usata ron completo ris ultato all'l p. 1011 ìn 1111 buon numero da nJnlll. f'. S.
Rapida guP.rtgione dal morftntsmo. - UotL. CnAM~; a{. (Wiencr /ilin. TI'ochensc!t., 1~~ IIJ.!'OSlo, l 88!1). li Ct•amet· comunico. il segueu to Ctl!:'O eli guo !'igione dal 11101'tln'smo. l ·ua conlndiua,a causa di ribelli dolo l'i in !<t•guilo a perilonil1:,
era.-i lhimeolc abituala alla morfina t!a in~e•·irne giorn&lmente l-' H in ::<oluzione. 11 dotl. Cramer le pre~cl'i,.se la mol'liua e le sommini!:<kò invece la linlut·a alcooli<'a di castoro: egli l'Jft•ri!<Ce . . com•· . l'azione dt que"lo rim<•t!io non sJosi falla attendere po1c1tu alcune gocce furono surtìcio11li otl allonlanare, ~enza ricorrl't·o alla morfina, gli acctlssi dolot•ifici. F. S. )
·)
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RIVlST.\
Il bromuro etlltoo a.d u1o a.ue1tetloo. aprile 1889).
(The l.ancei,
QuesLo pr eparato. la c ui fot·mola cbimica é ra ppt•esenlala in C! H4 Br, raccomandaLo già nella praticA dentaria dallo Schneider, t·iceve una conferma del suo valore' anestetico in uoa interessante memoria che il dott. He t·z ha pubblicato nell'l nlernalionale klini.~ehe R ttndschau del l i aprile u. s. Questi usa un semplice inola tore di Skinner. Vep·ebb" lo!Jeralo meglio del cloroformio e dell'etet·e senza sequela di di· sturbi Al ridestarsi. Vuole rilevarsi che ti pt•eparalo in discot'so, stando alle nsserzioni del Lewin , non induce para F. S. lisi cat·rliaca.
L 'a.oeta.nWde per u1o 81terno. Lan.cet, aprile 18t:9).
Doll. NEw'rJJ. -
(T!te
L'autot·e, dopo avot•o profcc:sato di ignot·~-t re RO allri abbia t•icorso aU'antifebbrioa quale a sedali\'O od antipiretico locale accenuali i poch'i casi, n ei quali ottenne t•imal'chevoli effetti dal rimedio m questione, adoperato in qu esta formula, è condoLlo a presagire che uo s uo uso più esto~o per applicazione esterna art•echer à ratxguarcleYoli vantaggi. Il doll. NewLh usa prescl'iver lo con la lanolinA o con la va selina nella propor: zione di 1 pet· 30, combinalo con aiLri lnj:tr edien li, cbe s~::m brano applicabili a casi speciali. Nello ulcca•i irri tabili ostinato l'a otifebbrina, localmente applicata. leni:::ce iL Jolore ed ammansa l'inliamma~ione. Associata a lalun pt·epaa•ato mercur iale a gisce quale ristoratrice della le,·igalezza della pelle. 11 Newth, esperimen tAla l'acelanilille llell'el'iterna, nell'ec?.ema . nell'er pete. nell'orticaria cd in altre soll'er enze associate a considerevole irritazione, ha lrovaln tMnaro più utile Ausilio ai rimedii nel caso indicati. F . .::l.
DI TERAP EUTICA
EoMJD& da todoformlo. -
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Dott. CA\IPB ELL P oPE. - ( T iu
Lancet, a prile 1889).
Uno :signora soffriva di un cistico infiammato presso l'articolazione del gomilo, il quale venne aperto col metodo anti-settico e medicato con garza al iodoformio. Ne ~eguì un violento attacco di eczema dilluso all'inLiero membt•o, che venne ''antaggiosamenle medicato con un linimento all'olealo di zinco. Colmatasi novellamenle la borsa alla distanza di qual· che mese, fu aperta ed in egunl modo medicata, con simili consoguenzl:', cioe con allacco di eczema . Coll'interrornpet·e la rnPdicazione alla garza di iodoformio, sostituita dal lini· n.ento zinchico, l'allacco eczematoso span di 1ln lPatto. In una terza occasione-, prima che la ferita fosse inlieromenle rimarginata, la crosta vl'nne acciden talmente tralla via, ed 1lpplicala per inavvertenza la garza al iodoformio, ricom pat•ve l'eczema. Cagione di questo eczema pare con fondato motivo rosse 1! iodoformio. ciò che, del resto, mi è occor so anche di recente F. S. nella mia pratica . L'&014o l&tttoo contro la diane&. braio LS$8).
(Tite Lancet, feb-
Hayem torna a c;criver~ in appoggio dell'acido lattico rontro la diarrea, specie fJuando le feccia siano verdi per il bacillo Cl'omogeno e d1 l'eazione acida. Egli lo raccomanda ora io -dosi più gMeroso, mentt•o asserisce che vonli cucchiai da lhe di una soluziOne di acido lattico al 2 p. 1011 possono essere somminis trati nel giro di veoLiquaUro oro. La sohiziono no é preparat.a con ol\anla grammi di acqua1 venli dì zucchero e -due d1 acido lattico put·o. F. S.
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1\IYrSTA
La mlsoela. di ossigeno e di ossido nUrogeno quale anestetico. - ( The Lancet, fo>bbr aio 1888). Il ùott. W ilzniger, d i Vtenna, ha impiegato quale unestetico nell' uomo una miscela di ottanta par ti J l ossido niLt·ogeno e dodici di ossigeno DeYe farsi attenzione a che, tlu ranle la produzione dolio narçosi, non vi sia accesso d1 a1·ia atmosrerica. Questa miscela può esse1•e amministrata per dicci minuti e per un pel'iodo ancora più lungo, e sollo di essa furono heu soppol'lnle diverse operazioui chir urgiche. F. S.
Ha l'antlplrlna. la potenzialità di troncare la. polmonite? - H. E. Cou~SELL. - (T/te Lancet, aprile 1H811). L'aulOI'e, riconosciuto lo scell1ci:;:mo dei più a~ ammettere che una tlroga. possa I.J·OHcorè 1111 processo mol'boso qu~le la pneumonia, r·iCerisce il sPguertte caso a lui occorso. Si l ral tu di un uom o Vl:ln lunen ne, collo p rec~denteu1cnte da dne alLocchi Ji po1mouite, il p1·i mo quatlrQ anui inùieti'O, l'altr o nello scot·so inverno. I!Ueslo Ji eslrema gJ'Ovilà, cura to dallo stesso Counsell. Ai 2f> del febhraio u. s. !"infermo si r ecò al lavoro alle 5 antimeridiane, sentendosi pet•fellamenle bene: alle fl comi nciò ad avvertil'e l)l'ivldi e quindi cadde in lalc malessere rln avee potulo raggiu11get·e a st ento la p r opl'ia di mor a, ove prese il l e~to. Sulle 3 pomeridiane ve nne J'O in camp o il dolot•e uel costa to siuislJ'O e la tosse, accompagnali da alquanto espetlorat.o r uggino!'lo. li Counsell viùe l'inl'el'mu alle alle 5,30 pomeridiane , quando ques1i aveva costanti colpi di tosse, si latnentava di dolor lateJ'ale e si sentiva ossai male. La tempeJ•atu t'A era a 102•,6 Fallr., la respirazio tle a 21., a 120 il polso. L'esam e acustico del pc~lto SOJ'p rC:~ndeva Ì)UOna ri sonan t.a su l davanti c011 ur r t'O rH.:O sol to al capezzolo si nis tJ'o. l n dietr·o, sul petto la risonanza t·isullt~va mollo elt~valo, mentre dall'ang"olo della scapola in IJa:Sso si avvertivano bene marcati crepi li finì. Gli fu t·ono somministrati in una rwesa -SI:'llaol8cinque centigrammi di a.nlipirina ed applicati dci cat.Hplasmi. All'indomani l'in fer mo alferm6 al c ,)UOsell di uver dormilo bene dopo la somministraziOTw della polvere. La tosse cd i L
DI TERAP.EUTIC.\
ij\)
•i OIOI't: si r esero meno fastidio!>i, e, pur permanendo, non gh
toglievano un !'PIH:!O di rilevante miglioramento. La temperatQra er a discesa. a H8' F ahr., le r espll·azioni erauo diminuilo a 18, nd BO il pol so. La condi zione dt~l polmone si manteneva ><lazionaria su quella della sera preceriente. A l 2i febbraio si !<eotiva tanto meglio da avere dormilo perfettamente l'intera notte. T ossiva !'carsamente e ne H\'eva appena senso eli dolore. Non si ave\'& difTerenz{l di t·isonanza l!·a t due lati del 1ello. Sollo una profonda inspirozionP 1 cr epi li gi •mgevano All'or ecchio Rscolla tor e nella stessa al'ea, al pal'i dl uu forte I'Oill: O sollfJ l'angolo della scapoln. Not•malc 11'1 temperatur a, l'md1vi duo er a al 28 perfettamente bene. Il Coun~ll si di manda: Fu que;.ln un caso di pneumonile ~ Può mat l a pneumonite abortire c:enza trallamenlo 1 Egli lascia allt•• arbitri di decidere la que~tione, t•·aendo al propol"ilo l'opinione c.li esperimentar e Lullora l'anlipirina al primo caso di pneumonia, che si a chiamaLo cul'at·e in u110 slacl io ab· st.anza inizial e. F. S
L'aotdo o..blaftollco. - (T/le Lnncet. :;:pu~no 188!)). Il Lancet r 1por ta da un giot•nule m~>dico ùi V1enns un articolo del dott. A. Sch(lcl{lng sulle [ll'Opr ielti. antisettiche dell'acido ossinAftoli c.:o, denominato pure acido .naftolo-cal'bonico, del !.)Ual e la formolo cb imicu ò uescr iLLa in Cu II~ 03, ovvero c.o H,
< c g~ a· Questa !'OStanza, della fJUSie il
dott. Scb\ick ing fece uso in var i i modi, è una poi vere urigiastra, quast inodor a, q.uasi insolubile nell'acqua, ma pronllunente solubìle nell'alcool nell'etere nei caustici alcalini e . ' ' n e1 c~wbo nati alcalini. La s118. potenza antiz.imolica è cinque volte più lin•te di (juella dell'acido salicili co ed intpedisce la pulreraz1one dell 'acqua, nella. quale è !<Lata disciolta la carne, anche nella piccola proporzione eli l in 20.(){)(). E ben nolo come ti sale di soda dell'acido :>ahcilico c pri vo di pr opr1etil antisettiche, cio che non si a v'er A pel' il nuovo ac.:ido in questiono. I l quttle, inolll'e, setnbt·a po~se der·e la virlit di e.ssere sommin islrul o inLe•·n amento, senz.u
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IIIYISTA
che produca disordini di sorta nell'apparato digesli vo. PeruUro ad alte dosi è tossico. I conigli ne muoiono dopo averne inger ilo dai veotidue ai venticinque grani, ed allora presenlalìo i segni di s Lomatite, di gastro- enterite, di. iperemia aei polmon,i, del fegato, dei reni ed anche albuminuria. L'acido può venire riconosciuto nell'urina, agilandovi un colore violetto, bleu o rosso coll'acido nitrico od un colore bleu ed in minima quanL.ità un colore verde col percloruro di ferro . Il doll. Schiicking tr·ovò che quest'acido agiva in molti casi assai lodevolmente in sostituzione del iodofor mio, avendo su questo il vantaggio di essere qua~i complet~mente inodoro, sembrando, inoltre, destituilo dL qualunque azione specifica sul sistema nervoso centrale, ed essendo mollo mferiore di prezzo. Sparso sulle gr•anulazionl atoniche agisce quale caustico mite e stimolante. Per le lavande esteriot•i della vagina egli impiegò una sol uzione ùélla miscela di quest'acido col fosfato di soda, variandone la fot·za da 0,3 ad 1 p. 100. F . S. Insucoesao dell'anilina nel tTattamento della tlal. (T he Lancet, settembt'e i888).
Il dott. ?.1. P. Seslavin riferisce nel Protocol oj the Caucasian Medicai Societg che, aveodo sperimentato su larga scala il metodo del prof. K1•emianski conteo la Lisi nell'ospedale militare di Tiflis, corroborato anche dall' antifebbrina, non osservo miglioramento di sorta, comechè non diminuisse il numero dei bacilli negli sputi, mentre, anzi, la malattia avanzava piu rapidamente, benchè agli infermi si fossero create le più favorevoli condizioni, d'accordo col detto sistema di medicazione. lnolh'e non sempre rimetteva la tosse e venivano molto di rrequente in campo segni di azione tossica dell'anilina sul funzionamento cardiaco. F'. s.
DI TERAPEUTICA
Cara delle artropatie. - GU\'ON. l:Jei!Je8, settembre 1889).
71 (.4 rcltioes Jlédicales
La Lerapeulica funzionale dello Ot'll'Opali~ comprende una seri è di mezzi, i quali hanno pèt' iscopo di rendere alle giunlua·e la loro motilità naturale, di riRlabilirc la loro normale 1\mzione. Questi mezzi non sono dit•oLLi soltanto alla giuntua•a intus ed e:r.ira, ma unche ol membro, di cui questa giuntura ra pal"le (muscoli, pelle, tessuto cellulare superficiale o profondo). Questi sono: i movimenti, il massaggio, le fr1zioni, la temperatua·a, l'elellricila, la cura balneare. Il rt~ocimenco è l'agente princ1pale, PssenziaJe del traltameulo funzionali' delle articolazioni Esso interviene quanrlo il riposo fisiologico ha terminato lo sua parte. La sua intlut·ut.a non si limita alle superncae aa·licolari, ma si estende alla periferia, all'arto intiet'O. 1 primi effetti consi stono in un dolore mollo vivo, accompagnato bentoslo da cal01·e c da lumefaziòno pilt o meno accentuala. Questi fenomeni sono da breve d~rato; se essi persistono colla c;tessa intensità al di In ui qualche istante, indiet~IIO \11\ t•itorno allo stato patologico. Solto la sua intluenza cUt·ali\'& 1 lu llessibila della giuntura, l'aaopiezza dei suoi movimenti non lardanu a manifestarsi, secondo tappe sempr e identiche. Cosi sono dapprima i mo"imonll comunicali successivamente dalle macchine, dalle mani del chirurgo o del malato, che possono primieromenle e!Teltuars1. Non è che quando i movimenti trasmessi sono già ~Lati portflti ad una cerla estensione che i movimenLi spontanei sono possibili ed hanno pmbabilité. di riuscire. In fJI·incipio, essi SI producono solo durante l 'immersione e diventano difficilmente completi, tanto nel senso della flessione eh.. nel senso dell'estensione. Tuili gli aiLri mezzi non sono che coudiuvanli: nessuno di esl"i può supplire i movimPnti. Il rtla!!11aggio, il quale non è in fondn che un movimento dell~. P~rli souo l'azione di pressioni l'ipetuLe, se1•ve quale ausJh&rlo prezioso, benchè le indicazioni siano differenti. Nella !:>lessa guisa del movimento, esso determina un doloro talvolta molto vivo, ma molto br eve. Favorisce special-
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mente la scomparsa dei verl'amenti a r ticolari. come "l c:onslata nelle s torte ed, in generale, in ògni ver;:ameulo. T uttavia gli efTdl! non sono cosi cerli come quelli i r"dolli liRi ''8!'1'icanli e dalle fasciatu re comp1'essi ve. Di più, c pr ovato d1c esso agisco nella stessa rnani,.ra del movimento, ma mcuo •·ap1damente, meno completamente dell'elellricilà, sulln couli'Oilililù e sulla uulriztorw tlei muscoli, e perciò pono t·inwdio all'alt•ofia tli 1p1esti ot·lzuni. Le fri~ion.i,la lemperaliiNt, le doccie. a~iscono nello !>les.;o sen<>o, ma hanno tll1'az1one piu parlicolure. Lefri~wni eserciluno un'azione meccanica <:ui lc"suli, favoriscono la cireola~ionc cutaneA; gecondo il loro grado e la durala la pelle ,.i colorisce dal roseo deboiP fino al rosso vivo. Essa si "'calda c put diventar umiùo. Sola, la friz1one secca prod 'Jt'B •ptosli off~lli: essfl rnodiflca la nuli'izione. La temtieratara, la cnrrt IJaln.ea re hAnno un· azione dinamica su lln c iJ•cdlazione peri l'er ica, ~ ull ' innervaziono, s ulle RN·ret.io ui dei LegumeonLi. r.'elell ricit(i p~rmeLLe d'Agi re sui mov i menti e s ulla nutrizioni'. Si ricol'rera ati es:-a C1gni volla che l'a.llivita must:ulare turà d1fello. Rt!lnlJvamente al modo dì nJyl!ica:;ione di questi dilferentt me1.zi, il chirurgo upplich,>ra r>gti sl~::sso i movimPnli ed il nta:.;~ng~io, oppu1·e ne l'Or\'Pf!liet'à l'applicazione. Il pr incipio dell'allnuinlslr&zione dei movimenti è slalo st~ bilito da Bonnel. Consisle in c1il che egli ha ch1amato il runzionoutenlo ptu'Z.iale od elemeolar1,. Le regole si deducono tla queslo principio ed nuche dall'esperienza. Se, da uua 1•arle, gli incml\'enienlt p1.:1 !t1·avi possono essere la couscguenza di un'encrg1a male A pt•opol'ilo s piegata , d'alll·a parlc, i succes"i più hrillanli pO!i>SOIIO essere ollenuli da un l1·atln· mento brusco, fiUasi br utale. Spetta Rl medico stabilire In linea d1 condotta òa Lenet·e. I n tulLi i casi il movimento pal'ziale, vt>le a dit·e, per tappe, è indispensabile per arr ival'e al ntOVJmento totale: tjuesto non st~ rà permesso che a llo•·quando si fiVI'à la corLczza che la pr eparazione è sulficienle, che il mo1ncnlo d'agire é venntrJ. li funzionamenLo elornon· tat•o c.:ompt·rmde: t• l'tuum iniF<ll'azione dei mo vimenti lrn-
OT TELlAPEUTICA
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smess dalla mano del chirurgo o da una macchino; ~· la messa in aziooe, graduale, successiva dci movime11Li pel'messi ai malati. Questi possono anthe e!<sere ctfetluali dalle mani e dalle macchine; essì sono soprnllnlt.o pt.!r i muscoli. Bonnel usava di p r eferenza gli apparecchi, solLo prelesLo che le mani non potevano fornire una fo•·za •·e~ola•·e e laC'ile a regolare. Questi apparecchi sono raramente utilizzati !Iella pratica; quesl.8, indipendentemente dal dolor e che L'i sulla dol loro uso, si adatta meglio al sistema di tappo suc cel"sivP, colraiulo delle mani. Vi sono rigidezza elle non possono cede1'e che ad una azione piil perseverante, più misur·~la e pi(t l'orlo di rtuella delle mani: ioollt>e, per riuscire, fa d'uopo conse•·vare per un tempo più o meno luogo la posiziono conquista ta. È per quesli motivi che talvolta é necessario set'vi r·si di maccJ1ine. L'~dopera re il cloroforrnio sarebbe evidentemen te nocivo in una cura in cui le sedute si ripet.o11o cor-:i l'roq uenLemenle ed In c~ul il dolore provoca Lo dal m o vime n lo se:wve di r l'i~el'io. Nelle gt'!'liJdi rig idezz(;l. e quando vi sono lesioni pe rirel'iCi te, aderenze 1 l'anestesia é indispensa bile, specialmente rtuando è permesso agire in una solA sedu tA, cout e nella pert-artrlte scapolo-omerale di Duplay. Il massag!!io è alle parli molli ciò che il ru11zionarneotn elemenl&re è alle giunture. La miglior manovra è il pf!tris~'~aye . Questo consiste essenzialmente nell'alrerrare una pol'zione di muscolo o di altro t'essulo lra le mani o lra le dila dt una sola mano ed a soLLomellerla ad una pr·essiono fissa. rololandola nello stesso tempo l'ra le dila ed i tessuti sollogiocenli o come se si volesse spremere continuamente und s~ugna "· Si può aggiungervi il tapoiement o la percusSIOne) sia colle eslt'emità delle dila, sia colla loro raccia palmar e-, sia colla palma ùeile mani, colla Caccia dorsale della mano semichiusa od infine col margino r·adiale e cubitale della mano. L'ej'jlettrage comporta un mo·1imenlo di s tl'isci~menlo t'alto colli\ ralma de lla mano o coll a ùita o ro l pollice solo seguendo una rlirez.ione cen lri peta, pet• quanto ò [lOS!'S ibile nel ~enso delle fibre m usc.olori.
R,IVISU
Come la frizione secca, il massaggio senza corpo grasso, agisce più efficacemente: sviluppa meglio la temperatura locale. Pt•aLicato in corrispondenza delle articolazioni, comba tte l'in,:torgo periferico ed anche quello intra-articolare: non produce alcun etrello sull'idartrosi. Generalmente basta una seduta di massaggio ogni due gior ni. Esaminiamo ora le indicazioni. Per potet' ricor rere al traLtamenlo so vraindicalo, fa d'uopo che tuUi i fenomeni infiammatori sienc• cessa ti e che ogni rlolot•e sia scomparso. Quando ci troviamo in pr esenza di artropatie gravi senza infiammazione, specialnaenle certi tumori fungos i, in individui scrofolosi, devesi o no immobilizzat'C l"articolazioue malata '? Lugo!, Gensoul, De Lyoo, BonnP..t sono, in questi casi, parLigiani del m ovimento. Qualunque sin l'importanza di queste vedute, fa d"uopo cercare di regolare bene la funzio ne della giuntura malata, s econdo i pr·incipii più Mpr-a enunciati. Allo scopo di evitare il contano fÒrzaJ.o delle s uper ficie arlicolari, s i a vn\. cura di ricercare uua pos i· zione, l a quale e~clu da. ogni pr•essione, come il decubito dot'sale, la posizione seduta o la verticale applicando ripar i. Grazie a certi apparecchi con venientemente dispos ti, l quali pet•mell&no di toccare il s uolo :<enza appoggiarvisi, la deambulazione potca essere autorizzaLa gradualmente. Nel periodo della convalescenza, il tr-attamento fun2ionale di attivita potrà essere usato più largamente che nel periododi stato. Si polrà t"icorrere ai differ enti mezzi enunciali, sia sepa.ratamente, sia s imultaneamente; essi non si escluaono pel" nulla. Rimane la questione dell'opportunità delJa cura. In qual momento conviene iulet·veuire? Guyon consiglia il prolungamento dell'immobilitù. Secondo Verneuil nulla vi & da sperar e da questo prolungamento. L'anchilosi è soventi la solo terminazione possibile. ll chirurgo nell'occmrenza, dovrà Lener conto del grado delle lesioni, della loro natura e della. loro sede. Malga igne ha propos to di esaminare la sinoviale per pr-es s ione dirella, scog!iendo i punti in cui questa membrana è meno J' icoperla rli par li molli e più in contatto colle ossa. Qu esto
DI TEilAPEUTICA
mezzo é quello ché offre le migliori garanzie. Le lesicni articolari, infatti, cominciano ordinariamente col dolore, e questo é prodotto dalla sinoviale. Si comprende fin d'allOt'n l'indicazione che si può t,rarre dalla presenza o dalla scomparsa di IJUesto sintomo importante. Il toduro eU potaallio nelle malattie del cuore. - Séf:. - (Journal de Médecine ei de Chirltrgie, novembt•e 1~89).
11 dotl. Germano Sée ba letto all'Accademia di Medicina di PMigl un importante lavoro tendente a ~irnl)strare che il ioduro di potas~io, !ungi dall'essere tossico per i cardiaci, è indicato nella maggior par te delle malattie del cuor e. i:: indicato specialmente nella disf!nea cardiaca; è anche indicato nell'adiposi del cuor e, nella scler osi o degenerazione flbro-adiposa; nella dilatazione del ventricolo, i risultati della cura iodica possooo Mcora considerar si come favorevoli nel senso che essa rinforza I Lèssuti indeboliti o distesi del cuore. È iuutile, ma non nocivo, nell'ipertrofla venlr icolare sir)islra. Agisce, al contrario, nella sclerosi coronaria e nell'angina di petto non tanto modificando la struttur a delle a r terie quanto agendo ~ulla funzione del cuore iscbemico o degenei·a.t~. ~elle false a ngine di peLto, vale a dire nelle cal'dialgie in cui il cuore è più sovenLi perturbato che nell'angina vera, il ioduro presenta vantaggi inconleslabili, specialmente se si somministra contemporaneamente all'antipir·ina o alle r espirazioni di piridina. Le aritmie organiche o nervose sono egualmen te rnoilificale. la vorevolmente del ioduro di potassio,. ma in una certa mi· • ~u ra soJianto. Ma è nella cura dell'aneurisma dell'aor~u dove trionfa il ioduro di potassio. I nfine, nelle idropisie cardiache, l'aggiunzione della lallosi alln dose di 100 grammi in due litt•i d'acqua é mollo utile. Sée insiste sul fatto che il ioduro di sodio non può sostituire il ioduro di potassio e che quest'ultimo medica.mento deve essere a doperato non alla dose insignificante di •;, g rammo, rna. a quella di 2 a 3 grammi.
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fU\' l STA
llaovo modo di a.mmln111trare l'olio di fegato dl merluzzo. - LF:FAKI. - (Jottrnal ,, .\}ét(CCÌftP el e/t r/tirurqit', muggio 1889). so si mescolano parlt eguali di olio di fegato eli meriUlU• e cl'ncqua ùi calce, si olliene un liquido d'aspc.:llo lalle~ceute, inodor o e di consi sle11za sch·n p po~a cho ~ i ar omaliv.'l!a a vol oulit, sia col re~senzo di ced t·o, !'\i& con quella di vainij.diu o con r1ualw1que altra t!'iSPnza. L'olio di fegato di merluzzo ;;opon•lìcalo in tal mantet'a ò quasi aggradevole al gu«to. non aoiPrisce alle pareti delht cavità boe{:alc e non Ja,.ciu pa'-"ando pet· lo gola quel -.uporo nam:eante e rancido che lo l'a molto soYenti rì;:tellat·e da1 malati tanto picroli, quanto granrli. Oltrt" a •Jut.>sli vanlag;:ti, l'olio di fegato di mer·luzzn saponifìcato ne pre!'>enta anello altri di tale imp(Jl'tAnza da doversi ritenere supPr iore n Lulle le emulsioni vantate fluo al gior no d'oggi. l!:d infalli I'J Ues ta supon itlcaziono, lun ~i ùal l'allcr(ll';oi, cnuset·,·a al con trar io sempr e la sua omogeneità e 1t1 '-lla lallr':::cenza; essa é facilmente assimilata dagli slomachi deboli. che non tlevono eluborlll'e che una sostanza gia pt·cparatn: e"sa può essere amminislrat11 anche durante la diorrP.n: C!<:>U introduce oell'ol'~lll"lllO indebolito elementi calcarei elle po!>sono essere moùi(!cali a ''nlnnta dal medico ~ecoutlo l'fu• \'uole ussocioJ•e all'otto saponificato,• sia i fosfati, sia gli ipol'osfi tì eli calce; infine, di una pr eparazione faci l<' ecJ istantanea e d' un prezzo med ioct•e, essa l! alla por ta ta di tutti, cnsn rnolto ess en~ ia l o, ginccltò la cura dell'ol io di f'e€'aLn di mer l uzzo é una cur a di l un~ta durata.
Cara dell'antrace oolle lnlezlont sottooatanee di aoldo fenico. - ARN CJZAN e L\NOI·:. - (.Journal de ,\fhleci11e t{ de Chirllrgie, giu~no 1889). Gli autori hanno pubblicato ucl .Journ al rle M étlecinc dt• Bordeawv due casi in cui le inieztoni feniche hanno dato risul tati ollimi. In uno dd ca:::i in tspecie, in una donna ùi li5 anni, afTelto. da enorme o.n tm cc ul ùol'so, e che tt·ovava!'i i n islnl o
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che pare va di;;perato, vennero iniellali uel tessuto cellulare della ~ona periferica infiammata :l g1·ornmi clelia seguente solu.z.ioue: Glicf!'l'ina neutt·a a 30•. . l \ ana grammi l5 Acqua distillata . . . . Acido fenico cristallizza lo grammi 3 Queste iniezion i furono fa lle in cinque punti estr emi circosct•ivenli la regione infiammata. E s~e rappresentano una dose lolale ,]i !>O ceutigram rni d'Acido fenico puro. I dolor·i furono mollo violenti. ma fin dalla sera pel'!lltro si 6 notato un rni gliol·umenlo sensibile Nell'indomani o sera nuoya iniezione di :.lO ceuLig rammi soltanto, in lJ'8 punti. Nel terzo giorno Yl:!llne.•o i111ellali 20 cenlil!ramrni; uel •(U&I'IO, quinto e sesto IO centigrammi. A partire do questo momento la con,•alescenza. cominciò r egolarmente. (..luesta OSlìervazione è molto ill l t! res~an le, in quanto elle la ma Iuta :;oi tt·ovavn in comlizioui di ;~pe ralo al lorquando s i é r·iC('II'SO alle itlieziOnL sottocutun ce d'acido reuico e s.i è visLo scompot•ire rapidamente gli accidenti. Vr-· utiquatlr.o or t· ùt>po le prlrne iniezioni, il miglit•r an tcnto era noLevole; venlirjuattro OJ'e più tardi , si poteva dire cet·la la guarigione. L'innueu7.a <lecisiva d ~lla c01·a sul decorso ·Ielle complicazioni e conseculi,·amente l'arresto subitaneo dei feno~neui seltici non si possono quindi mellere in dubbio. La dose dell'acido renico usata iu questi due casi merilR p1,1re di rlcltiamare l'aLlenziunc. l\lenlt•c che lo maggior parte dei cl.tit•urgi non hanno di g uarì SOI'[Jassal o, sal\'o qualche rara eccezione, la media di 20 centigramm i in ventiquaU.ro ore, nei cosi in discor so furono sommillislt·ali, nello slesso intervallo di lempo, jn una vol la uun dose ùi 50 centigrammi. Ciò llonostau~e. malgrado questa forle dose; i fenomeni tli avvelenam ento fenico, elle comparvero. sono ~lat i 1wes~ochè nulli; appenà un po' di colorazione anormale ùell e ol'ine. Nt•ssuua Lendenza al collasso, ne pallore della faccia, nè sudm·i; anzi, a purtìl'e da quei momento, lA malata l'eagi, e si riebbo dal torpore in cui er a stata lìno allor·a imme1·sa. Queslo fallo deve r rndere meno timidi nelle applicazioni LeJ'apeul ic!te del-
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RIVISTA
l'acido fenico e autorizza, in caso d'urgenza, un energico intervento. Quanto al lilolo della soluzione, sarà forse da preferirsi, per evitare il dolore molto vivo dell'iniezione al10 p. LOO, una soluzione del 5 p. tOO. Le conclusioni degli autori sono le seguen ti: ' t• Le iniezioni soltocutanee d'acido fenico costituiscono un metodo di cura efficace dell'antrace maligno, accompagnato da fenomeni generali gravi. 2• Nei casi urgenti queste inieziotli possono essere fatte con una s oluzione d'acido fenico al deeimo (glicerina neutra e acqua) e la dose da iniettarsi pu•) essere portata senza pericolo nell'aùullo fino a 50 centigrammi. In tutti gli altri casi sarà meglio, a cagione del dolore, impiegare la soluzione del o p. '100. ;;• Sollo l'influenza delle iniezioni ipodermiche ralte con questo metodo, i sintorni generali diminuiscono r apidamente ed il pronostico cambia nelle quarantotlo ore. Lo stato locale è anche favorevolmente influenzato dalle iniezioni d'a·cido fenico . Az.tone della. fenaoetlna. (a.cetofenetidina) sul rioamblo materiale dell'uomo aano. - Dolt. P. E. LrvrERA'J'O. (Archivio italiano di clinica meclica, anno XX Vlll, puntata 3•, 30 sellembr·e 1889). Dalle osservazion i falte dall'u ulore si possono trarre le -seguenti conclu!'ioni: 1• La f~ oaceLina, come nlll'i an tipirt>Lici, ha un'aziono ·notevole !'Ul ricambio materiale. 2• Questa sua azione, al pari dell'acetanilide, è più marcata sulla quanlilà di C 0'~ el iminato colla respirazione. 3" La. secrezione d'urea non viene sempre unifol'rnemeole in(Juenzata, perché, menl.re dosi di 4 o 6 g t·ammi possono diminuirla di 5 o 6 grammi in media, al giorno, altre volte l'aumentano di 5-Cl e perfino di 9 g l'aromi in media nelle 24 ore. Questo fallo fu notato ancbe per l'antifebbrina. 4• La. quantità dell' urina emessa i01 24 ore, nella mag-
DI 'IERAP!:U1'1CA
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gior parte dei casi diminuisce, dietro l'uso della fenacetina, tino a (j()() cc. e ciò specialmente nei primi giorni di ;:,Omministrazione. i>" La quan tità di C 0 1, eliminata colla respirazione in un determinato spazio di te mpo, ·\'lene costantemente diminuila. s• Questa diminuzione dell'C 0' eliminalo nello spazio di un'oNl, dietr o dosi ùi 3 e 4 gra mmi, può raggiungere la cifra di 8,906 fino A 17,623 grammi. L'autore l5eguala un fatto già os:;ervato anche nella somminislrazione ,fell'anlifebbrina, cioè che, sotto la sua azione, rurca molle volte aumenta, invece di diminuire. Qutlslo fallo non OS!':ervato sotto l'uso di nessun altro antipiretico. si ripete ora con la fe nacet~n a , la quale ha una composizione chimica uguale all'antUèbbrina.
"IDJluenza del sal&a.IO generale t ulla eliminazione dell'O 0 1 ooll& reaplrazlone nel polmonitlol. - DolL. P. E. LIVIt::RATO. (Archioio italiano di clinica medit!a, \·olume XXVIII , puntata :!•, 30 setlcmbre 1889). L'autore ba gié. dimostralo in allro suo lavoro rhe, un sala~"O, 1olla quantità di 150-200 cc., agisco s ui polmonitici
come tonico cardiaco, sia pure indirettamente. Se ora a 1uesla azione tutt'altro che dannosa, s'aggiunga quella di agovolare lA cit·colazione polmonare, e fa r ilitare lo !'=cambio !!:8"'>0!>0 del sangue, nei casi di grande estensione dei falli pohnonitic•, ciò dimostreru maggiormente l'utilità del salasl;o in (]Uesti ca$i. Volendo l'iessumere' il r isultato delle ossenaz.ioni addotte in questo Javo•·o, se ne traggono le seguPuli conclusioni: . t • L·c 0' eliminato dai polmonitici, dopo il salasso, non 81 comporla egualmente io Lutti i casi. 2• La differ enza del modo di comportarsi delrc o• dipende dalla estensione d11i falli fi sici polmonar i. a• Ove ~ falli polmonori lnftammatot•ji o congeslizii sono m~H~ esles1 e la capacità vitale bassa, la quantità dell'C 0 1 elumnata colla r~sptraztone, · · dopo .tl <>alasso, aumenta CO"lan1emeute fin rtuas , del doppio.
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IUVlSX.\
4• Iuvecc, ovo i fatti fi sici pohnO Jt lll'Ì sono poco f•sl.eRi e la capacitù vitale si anicinu piu alla cifra normale, l'C O· elimwato.• dopo Il sala~'o, diminuisce al!Juanto.
Azione del salasso generale sui pneumonlttoi. - Dottore P E. Ln lhRATO. - (A rehioio rialiano ti i clintca medica ,·ol. XXVIII, puntata 3', 30 sellembre 1889). Avenolo voluto il pror. Mara~litl!IO cnr&l'e alcuni amrunlat• eli polmonite, pet· lllt'ZZO del sola~so, guiòulo do conrL'lti ;,UOI pat·ticolari che el'porrti in apposita pubblicu:tiune, si offer:<e ull'aulOI'e rocca~ione ùi ~ludiare l'ozione della soltrRziono !:-angut~na sul pol~u. !>ulln re,.piraziono, pre><stone »l' tet·losu, sulla lemper alul'H e sui fenomeni locafl o gene1·ali che presenlu,•ano gli infet·mi . Dulie O>'="ervaLioni falle si po~~ooo h·arre )P. seguenti coudu<.:ioni: l" Il sni MSf? di rnoLiiCI.\ fJuanl.i lu {'lflO 11 200 cc.) non eset'· ciln influenza de~na tli nola suJlu temperatura rlel corpo. Qualche volla ~i osservò, dopo la ~ourazionP ùi 2UO a 300 u·. ùi ;~ungue, UllU depr eS!Iione di 0",4 e 0"/•, Cile 11011 ,turò piu di un'ora, la quale, invece non ebbe luogo in ollt'i ca~i, •pun•li la depressiOne 1 :..servata probabilmente uon si dev~.o allt·rbuire al ;:ulusso. 2' L a rrequenza del polso dimi nuisce costanlomeule cin :l a ~ ptdsazioni ul miuuto e dul'a per 2 a 4 ore. Una solo ,·olio dopo la ~ollrazione di :!00 <'C. aumentò, ""·ccc, di 20. ::n 11 polso tlmmla più forte c pi eno. \ 0 l'\el tt·uccialo sfigmico In lineu a~cendenlo si fa più alln ,, questo cot·altere dura per ::!, 3 e i ot·e ùopo il salassa. ;,• La pt·e..,~ionc san;.ruigna, "Ubilo •lopo il ~ara~"o, aum<>nla coslanlemenle di \20 e 10 mm. Quest'aumento durn l"'r 2 e 4 ore <·onscculive liua ;;ola \'Ollo, dopo il salas;:o di :!00 cc. dim11rut di IO tnm. ()• Le rco:;pirazioni dimi:~uiscono di nuwer·o, t) J•dinal'ia. mente, da 2 a :!-t; aJLr·c volle, invece, ma 111eno ;:pt>;:so, aumeuta.no di ·l a lG. ;• La quanlitit di urin a emessa nelle 2-i or o aumenta,
Ol TEI\APBUTICA
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nel giot·no in cui ai pratica il salasso e si mantiene nuche nel successivo, da 50 a 900 cc. Diminuì n el caso in cni si abbassò pure la pr esstone, in seguito a sottrazione di 300 cc. s• Non ba nessuna influenza, il salasso, s ul processo polmonitico. ~l" Col salasso diminuiscono ordinariamente i fenomeni ùi cont:(esliooe polmonare, arrecando un relativo benesser e, colla diminuzione della dispnea, e qualche vollA anche, ciel dolore. 10o In quasi tulli gli Ammalali in cui s i pr·aticò il salasso, In completa apiressia ebbe luogo dal s• a;rg• giot•no di rnalallia. La paramonobromoaoetanillde, o antlsepslna. - CA'fTANJ.
- !Ga••etta medica lombarda, 13-20 luglio iX89). Alle tante sostanze medicamentose da pochi anni inlt'tJdolle nello materia medica, un' altt·a s ta pet· aggiungt:wsene per opet·a del pror. Chi•·one di Padova . Da lui pat•ti l'inizia· ttYa e da lui partirono le prime esperienze sugli animali e sui mict·orgauismi prat1cate col uuov9 prodotto chimico, la paramon'lbromoacetanilide, chiamata poscia dal prol'. Chirane antisepsina, pcrccè possiede un'impot·tantissima azione anliseltica. L'aul01'6 ha intrapl'eso con questa nuova soslanza una serie di OS!!e rv n~ioui, dalle quali s i possono lt·arre i seguenti corollari i: 1' L'anlisepsilla può applicai'Si esternamente, e puv inlrodut·si internamenLe pel tramite delle vie digerenti. 2• Per uso inler·no flnora non s i hanno sufficienti argomeuli e speciali garanzie pet• raccomandat•la quale t·imedio di aziono sicura !' di reale utilità curativa· ma d'altronde non si può ad essa negsrt< un certo valore t~rapeut.ico allt'sa la ~ua chunica compoSIZione. H' r.·ucilmenle determina cianosi piu o meno intensa proporzi.Jnale aila dose ingerita, e a se~onda della resistenza orgamca ùell'mdividno. -\' Ha un'azione ipotermizzante simile ai comuni antipili
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RIVISTA
•·etici , ed anche un'azione aualgesiaca, però tali •·isul lati hanno bisogno di nuovi fatti per esser·e resi deflllltivi. r,• b. dosi terapiche non pr ovoca disturbi del sistema net·voso n•' dell'apparecchio diger ente; rinforza invece l'energiA c::rdiaca e provoca l' aumènto della pr essione arteriosa. s· Le ùosi per uso interno deYOilO ag~i rarsi dai 2 ai 5 centigramnli, e la dose giornaliet·a non deve pas~ar·c i 25 cenli~rammi.
-:• Eslet·namenlc st può applicare impunemente la pol ver e a come tale u sulle superficie supput·anli e sulle solu:t.iooi di continuita con emostasi assicnt•ala. 8• Toglie quasi istantaneamente le m olestie c le ~oJl'e. t•enzc locali dcter1 ninale dal processo mot·boso locale. !)• Manifc~ la \lll'azione Lerapeulicn pr onta, efficace e !licura con tro lr emot-rotdi, tanto p1ù t•Jlevabile quanto piu i ~intomi (che non sia il flusso sangUJ~no) sieuo pii.! intensi e pil1 doloro~i, ed in 1notlo speciale tluando esisLa il llu<:so mucosa od Anche marcioso
Sulla paraoetofenetlclina. - 0Rservll zion i clìniclle òei doltort L. Pg:::c~ ed A. A~A."'TO. - (A r cliù:io italiano di eli· ni<:(t merlica, pu11ta.La :.!\ 22 giUgno 1889). Secouùo Kasl e Kin:::ber l!, K oblcr e lutti gli allri sper i men lalori , la paracclofcnelid•nn " 1111 rimedio il (Juale, per ciò che l'i,!!uat·da l A «ua "Ì~'ure7.za' di azione, può misurat'!"Ì cogli altri suoi m otlernì con~Icnet·i, nwntre ~i difl'er·enzia da quesl1 pet• la c;ua Lnllerabilità P per la qna~i assoluta mancanza di nzioni concomitanti dannose. Di questo rim edio gli aulot•i !'llutliarono I'Hzione anl•pi•·et ica, la anlit·eumatica, l'aulinevt'tllg-ica, ed alt•·i ul:'i ler·upenllci, noncbè la "UA azione general e !lull'ot·ganJHIIO. Dai ri~ulbtlt sprrimentali si possono trarre l e conclusioni !Seguenti: 1" Nell'ammalato l'eùùriciiante viene costa ntemente rn oclitìcala la cirC'olazion e peri ferica, poichè nlla somJilinislra:done del farmaco tione seLllfH'C dtelro unu ptu•ali!"i vasomo-
Ul 'l'KIIAPitU'I'ICA
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tor ia carallet·tzzata da una maggiore ed evidente allt>zza della cur va sflgmica e per lo più da un dicrolismo assai meglio pronuucialo. 2• La paralisi vasomotoria, in 1-{eneralt:', si manifesta dopo mezz'o1·a dall'ingestione e per siste per una o tre ore, ~ quando raggiunge il suo acme è talvolta accompagnata da sudor e, non però mollo abbondante. :l" La paralisi vasomotoria nei febbricitar.li coinctde per lo pit't con un g raduale abbassamento della temperaLura mlerna, vale a di re quando quella com incio a manifestarsi fJUPSta pure va n mano a mano diminuendo. i" Col etimi n uire della temperatura centrale scema pure in cont'ormilà il numero delle pulsazioni. Riguardo el numet•o u••lle respirazioni l'autore non ,-. l'iuscilo a rledur rr alcuna conclusione. 5• Nei rebbriciLanli affinché si osservi un'mlluenzaapprezzabile l' cosLanle della paracclofenelidino sulla c urva del po:so, c:1a per la forma che per l'altezza , è necessaria e surfìciente la dose di un f!t'ammo. 6° Negli ammalati apireltiei la dose 1!1 nn b'l'ammo nella piu parte dei casi non è in g t•ado di esplicare alcuna azione <sui vasi perirerici. Solamente in un tndh•iduo affetto da febbre mularica, etl all'infuori dell'accesso febbrile, si ottenne una sptccata dilatazione vasale, la ()uale incominciò v enti minuti dopo l'in#!eslione del fa r maco e si rese evidente per circa tlue ore. 7• Negli ammalati non febbri ci tanti avviene sempre una d1minuzione della temperatura interna nei cosi e:t.tandio in cui la t·aracetofen,~ltdina non determina alcun segno di paralist va!'1omotoria: tale diminuzione di temperatura non giunge pero mai che a pochi decimi di g t•ado. La frequenza dei pul-<i diminmc:ce pure ma in modo assai leggero; il numero delle respiraziom variu in modo insignillcanle. So Sopra tre conoalescenit, su cui fu sperimentata alla dosi' eli un grammo, in un caso si osservò la dilatazione vasal.:>. ma questa nou offri un andarnento ben chiat·o e delermtnalo com(' avvenir suole nei f~>bbl'icitanti, m osLrandosi -;<oJo ad inlflt'\alli ed in moJo poco a ccentuo.Lo: negli alll'i
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l\lVJSTA DJ TERAPEUTICA
due casi invece la cur va sfìgmica non subì alcuna modificazione. 9• Nel .~ano la dose di un grammo non é sufficiente per produrre delle modificazioni nella curva del polso. La dose di due grammi diede per risultato una debolissima paralisi ~ somotoria dopo mezz'ora dalla sommioislrazione...,dèl..f:';.. maco, la quale durò all'incirca un'or.a. 10' Tanto nel convalescente come nel sano la temperatura centrale viene put'e abbassala di qualche decimodi grado. Vi ba pure una diminuzione nel numero delle pulsazioni ma essa. ò di piccolo rilievo.
RIVISTA DI TECNICA E SERVlliO M~DJLO. MILITARE 4NI4I4I • •
. .lutone MDJ.tarl& ngll Eserciti Germanlol nella cnerra ooatro la Francia del 1870-71. (Sanitals-Berichl uber
rlie Deutschen H~ere im Krieue gegen Frankreich 1870-ì 1). (Continuazione vedi pag. 1400 dell'anno 188!l). Il. Differen:ze locali.
Relativamente alle manifestazioni della morbosité in ~o neJ•ale è do osservare che il 1' corpo d' armaltt superò ,Ji gran luuga Lutti gli altri, menlr'e la media della morbos itù fra gli altt·i corpi d'armata oscillò rra confini cosi rislrelli da non lasciar riconoscere una particolare decisiva dil1"erenza rra loro. Siccome poi il capitolo dellediFcrepanze locali non e per noi di diretta importanza co~ì ci limiteremo a riferil•ne le conclusioni. L• Tanto le oscillazioni temporanee quanto le differenze locali nella morbdsità dell'esercito pru!'siano in tempo di pace "i effettuano in modo quasi r egolare, si allontanano perciò in alcune annate sollanto fra s treUi confini, e un poco in ttualche luogo principalmente, dai valori medi. 2' Né le oscillazioni temporanee nè le differenze locali ~o-ono prodotte e delerminale pl'incipalmente dalle condizioni par ticolari dell'esercito, ma le une e le altre sono dip~>n dPnli dalle cause generali (can~iamenti atmosferici, razza, <'lima, metodo speciale di vito). 3• Le oscillazioni temporanee da un lato e le differ enze ll)cali dall'altro si lrovaoo solt.anlo per alcune forme di malattie in llen noto rapporto fra loro. 4• l confronti della morbosità di diver$i antri e te1·rilori
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RlVlSTA Dl T.ECNLCA
non devono essere istituiti isolatamente, ma soltanto fra maggiori gruppi FOlto il punto di vista delle oscillazioni di aum ento e di diminuzione delle forme di malattia, oscillazioni tanto temporanee come locali secondo leggi determinate. r;,• La differenza temporanea e locale delle forme morbose generali influiscono sulla temporanea e locale frequenza delle singole forme di malattia. 6' Su quesL'ullima base nelle ricer che eLiologiche si fondò il rapporto d i alcune forme di malattia sulla forza media dj un wuppo raffrontato alla morbosità generale.
CAPITO LO 11. :t.JORDOSITÀ IN GUERRA DEGLI ESERCITI 1liODlLIZZATl 18'10-'11
J. FERITI' CON ARM I 01 GUERRA . A. Frequen:;a delle fe rile in [Jenerale.
La somma Lotale di lutti i ferili raggiunse la cifra di 116821 = 143,3 p. 1000, della forza media. = 104,9 p. 1000 in
generale di tutti gli ufficiali, medici, impiegali e truppa mobilizzati. Ciò che caratterizza questa guerra. è che la. metà circa dei feriti (in cifra. tonda 57000) si ebbel"o nel solo mese di agos to, d'onde la maggior e dirficollà p~l corpo sanitario di adempiere al suo mandato. Dallo specchietto seguente si SCOJ'ge come le battaglie, dopo il perfezionamento delle armi di guerra da fuoco, siano divenute meno sanguinose.
E SBllYIZIO MEDICO MLLJ'fARE
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-..Pertlite in alcune battaglitJ di alcune campa!Jne anteriori t! lf!(elle della yuerra Franco-Germanica (secondo Mekel). MorU
Ba.'tl,uglin
Kollin (Pru~sio) Kunersdorr (Prussia) A Austriaci . . . s ern P . Francest,. quast.. Corpo York in tre ore. Lcipzi~ Cor_po ~ì Kleist in due gtorm . . . . . . Borot.lmo, ambedue le parli, quasi Belle-Alliance, lnlllesi . h. . _tz 1 Prussia omggra . ( Auslrt&. W tkth, Tedeschi. Spicher en, Tedeschi Mars la 1'our, Tedeschi . Gravelotte, Tedeschi Sf'dan, Tedeschi
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20p. 100 F.
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RlV!STA Dl TECNICA
Dalla Tavola XVI togliamo il seguente specchietto, t•elativo alle perdilo falle dall'esercito prussiano in 15 batlag lie e falli d'armi della GuePra Ft>anco-Germanica òel 1870-18i1
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Comhaumwuto o ratt11 crnrml
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(11- agosto 1870) p1·csso C o l o mb e yNouilly . . . . . . . . . (l<i agosto 1870) 2 Balla1(1ia pn;'<SO Vionville-Mars la Tout· . . . . . . . . . (18 u~OSLO 1870) 3 Betlagliu JW6S"0 G!'fwalolle-StPrivai. . . . . . . . . . (3 1 agost() e l" seLte mbJ'G 1870) 4 Battaglia presso Noisseville . . (l' sellcmbre 1810) 5 BaLLag lla presso Sedan. . . . (9 novembre 18701 (i Fatti d'armi pt>esso Coulmiers . (27 novembre 1870) 7 Batlaglia 'presso Amiens . (28 novt'mbre 1870) 8 Batla~liu pt•esso Beaunc la Rolao e. . . . . . . . . . (8, !) c lO dicembrP 1870) 9 Battaglia pt•esso Beaugency-Cra..... vant . I u r~edia ·per g iorno . (23 e :H dico>mbt·e 1870) 10 Bellaglia presso Hallue. (9 gennaio 187 J) 11 Fatto d'armi f:resso Villersexel. (10, 11 e 2 gen naio 1871) 12 Battaglia a vM li Le Mans. . . (15 16 e 17 ~-tennuio '1871) 13 Ballaglia sulla Lisaine . . . (19 gennaio 1R71) t4 Battaglie al Mool Valérien (Hl gennaio 1871) :15 Battaglia p1•esso S. Qnenliu 1
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(moTti " reriti);{morti e rerill Ili trupp:t di L11lPIJa
BatLe~lia
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ElHlZI O l iEb iCO lf ll.ll'.UlE
Dallo specchio sopra riportato dalla tavo ln X VI ris ulta rhe le battaglie più sang uinose furono, per sct·ie discendente, tJuelle che seg uono: Vio n ville·Mars la T our, Spicheren, V\'iir th, 1Jravelotle-Sl. Privat. La media delle perdite P"r urtlciali fu supPr iore di mollo a quella della ~t·uppa , poiché s i ebbe pe r la li'Uppa 141.1 p. 1000 della forza media e pegli ufficiali 262 p. 1000 F.
B. F r equen:;a di (/ioersi modi rli ferite. Come in tutte le nuove 1-!Uerr ... cosi pur e nella guer ra d~l 1870-71 mintmo fu il n urnet·o clelle f••r ile prodollP da a r mi bianche paragonate con quelle cagiona to da armi da fu oco. Su 982:~3 ferile s ottopos te a ~.-u ra medica, si ebbero i risultati seguPnli:
,
Numero assoluto . P er 100 dolio fe r ite s~condo l.a s pec1ale man1 ura di produzione .
Ft•r•to d:t pun t;t
l
Fel'lt.• d'(II'IU:t Ila ruo.-o
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Delle 964:!7 ferit o d'arma da l'uoco, 3:12Ul fu rono f:'cmp licl'mente indicate quali feriti' d'arma da fuoco. Fra le rimnuP nli 61146 se ue lt·ovano 560G2 (= 91 ,6 p. 100) pc t· proiettile di fucile, 508.t (:= 8, i p. 100) pet• proiettili di •arltglieria . Straordinario fu l'effello prodollo llalle mileag liatrici, ma di queste n0n si conoscono i r agguagli par ticolari. Che anche fra i mot·li non s io s tato molto di verso r efl'otto delle varie a r m i, s1 a rgomE>nta da llo ~pecch ietto seguen te tol to c.Ia! Fi&che r su 7688 morti.
90
JtlVISTA Dl TECNICA. Ferittl d'arma da. fuoco !Ferite Ferite Proiettili - Pi-Oiettili t li fucilol di :HIJglieria oJa taglio I)IL p nota
6!)5
Numero assoluto
6969
Per 100 del totale
90,6
18
6
------
0,4
9,0
Totale
7688 100,0
99,6
Nel segue nte specchiello sono riassunLe le fratlure per lesioni d'arma da fuoco r~ le lesioni ossee d'arma da fuoco che si ebbero iu cura sulle 9H?l66 lesioni sottoposte a cura medica. Fr;ltLUr~ ossee Fratture Le.sioui ossee Lesioni •·om)liiStP nou benu e :1 s.chog~c st•mtllici se nZ<tfl';) ttura a1:certatò
~.222
Cifre assolute
Per H)O dP-1 totaiP.
5,2
10{.04 10,-1
2670
10056 10,0
2,6
~
15,6 18,2 Se a questa metlia di l8,2 p. "100 si ag~iunge l'altra delle lesioni ossee non bene accertate, si ha un totale di 23,2 p. 100 di
luHe le lesioni cura te, su 76,8 p. 100 delle parti molli. Strappameoto di un'estr emità (braccio o gamba) s i notò in 51 dei ferili accolLi in cura. Secondo la statistica di Fischer· su 64877 mo rti e fer·ili se ne trovarono 5984 con piu lesioni, ricevute nello stesso giorno e cioè: 5100 con 653 )) 13:! •
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E SE!IVIZIO MEDICO MILI1AIIR
91
Fra i ferili con più di ' ferite s e ne trovò l con li ferite da punta, inoltre i con 16, 1 con 17, finalmente un urtìcialc con 3~ forite a·arma da fuoco.
C. Morta lità dei .fr.rici. La mortalità dei feriti si compone di due elementi: 1" Del numero dei caduti sul campo di ballaglia; ~ Del numero di <]Uelli che dopo maggtore o minore cura morirono in couseguenza delle riportate let>ioni. In quali rapporti si tro,·ino questi due elemenli fra IOI'O l~ dimostrato dagli specchielli 1-VI, qui apprPsso trascritti.
PROSPETTO l.
Totale det .ferilt in. !ICilerale, dt•ì caduti, dei morii pili lrtrdi per jPrilt• e tleijerili fJUarilt m rtlflftOrto n.lla jor;a media degli eserciti nelle dicerse guerre.
,.
~
Sul totale ~i 11-o• a.-ono
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Ge rmania 1870·7'1. P1·ussia 1866 (esercito in Boemia) Prussia 186t., c irca . Francesi 185!1 . Francesi 185H is 1856,circa l ng lesi 18oi UÌS l 856 1 CÌI'CO Gue rra di Secessionc d'Amel'ica 1861 ùis 1865.
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E SI!RYIZIO MEDICO ~11Ll1 \RI::
.PROSPETTO Il. Rappor to dei caduti, dei morti piti lardi per feriw, dei
morii e guariti in generale sul totale dei feriti in (li-
oerse gu~r re. ~
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Sazionnlltll
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dei feriti
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Su iOO colpili
Totale
Germania 1870-71 116821 Esercito prussiano in Boeruia t 86G. . . . 16284 P ru8Sia 186~ 24i3 F rancesi 18:l!l : 19590 Frances1 1 85~ bis 1856. 50J08 l oglcsi 1854 lm t8=>H . 148i 9 Guerr·a di Sucession e d'Amer ica (1R61 bis 1R65) 328:293
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PROSPETTO III. Rapporto dei caduti col numero dei murli più lardi per j'erite, come pttre col totale de; morti più lardi e dei yttariti in dloerse guer te. Rnvportu dei C:.l>lull
~ul ca mt•o di battn;:tla
1:01 uumèrv
' 1"1 rel'iti ttiorli 1 Pi u t at·, Il
1
Germania 1870-71 Prussia t 86() Prussia 18G~ · · Fr·ancesi 185U: : . . Fr·ancesi 18M bis 18:>6 lngle~i l854 bis 185(; . . Amel'rcani 1861 bis lR65.
1 : 0,6~ l : O.'>i l: 0,75 l : 1.1 7 1 : o:!ls l : 0,67 l : 0,79
Colla
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dt>i rnoru più t~a1U per fAI'l tol como''"'''' <lei g u:u·ltl
l: 5,i7 1 : ;,,ax
1 : ~,7!1 1 : G,7:2 1 : :.l,R!t l : 4,3!1 1 : 6,i2
94
lHYlSTA 01 TECNICA
PROSPETTO I V.
Rapporto dei morti più tçx.rcf.i pel' .ferite coi ca<lu ii :wl campo e coi guarili, come pure di tulll i colpiti coi morti e fer iLi nelle diverse guerre
l
Ra pporto
Del numero D 1 del m01·li e uu m~ro Dei colpiti più L21rt.li d~l. 010~ tt ~ morte col nuroe•·o t<~~<h. col uumet'ù del caduti co . num~r!> dei gu~l'ili S\ll 1,am(1o de• guaH tl
Nazione Pcl ~uno tli g-uerra
Wu
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6 7
l : 'i,:)(j
Geeman ia 1870·71. Prussia 1866 Pr ussia 1861, F1•ancesi 1859 : Francesi 1 ji- bis 1856.
l : 3,0Ci
i : !1,-40
l : 2,3'1 l: 2,56 t: l,i8
l : 4,76
1 : 0,8l.i i : 1,02 l: 1,:')0 l : 1,27
In glesi L8ò'· uis 1856 Americani 1861 bis 1865
1 : 3,13
l: 8,ù3 1 : 8,-H
t: 1,75 l : l,3i-
1: 2,99 1 : 5,57 'l : i, L5
l: 2,23 1 : :-u~.
PROSPETTO Y.
Rapporto dei morii piri tardi per .f'ertlc e elci guariti col numero totale dei fe r iti sottoposti a cura medica (dedotti i morti .sul campo) nelle dive rse guerre.
:\3zio>uc eol anuo tli gu~n"l
1
2
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5 6 7
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f>u:trirouo
89,40 88,93
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Mol'it'lllln
Prussia 186(i tEse J•cito iu Boe1nia). Germania 1870-71 . . . Ameri canr 1861 bi.~ 186i",. lnglesi 185-1. uis l8~)(1 . Prussia 1864 . . . . F rancesi 1850. . . . Francesi 185i bis 1S5fi
84-,19 84 36 82:63 7t,92
J2,21 15.2l lr,,li4 17,:}7 25.08
Mcùia
84,68
15,:32
.
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87,73
10,61) 11,Qi
E SERVIZIO MEDICO
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PROSPETTO VI.
Rapporto pet· ogni 10 morti più. lat·cli coi (eriti solloposti a trattamento curatiuo (esclusi i caduti sul campo} in dioer$e gv.el're. :\IOI'l rono r••r ogni IO uomini
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111 guerra
1866 2 3 ~
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1870-ii 1861 bis 1~5 1854 bi8 1856 18Gi 18:>!1 18M &is t856
Nnziun:lliti•
Pru.ssrn Germania Americani lugle::-i Prussiani
Sllttnr~>~ll
a cura m... tir'
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Franc~si
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Ft'l'lll<'.esi
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Le gu~rrP Jel 1866, 1870-71 e quella ameri cana detter o nei riportati pr ospetti i r isultati mt)!liOl'i ; nei pi'O!ò'pelli V e VI r elativi alla mortalitt't consecutiva. le guerre del l t{66 c 1!!70-71 vanno innan1.1 a 'fUCila arnel'i•·ana. ~1~>ritn consid er azione il fallo che quasi r.ompletamente ~'!meli rur ono le perdite falle dalle truppe pr ussiane e tedesch~> nelle çtuerr e del 1 '6G n 1870-';1 di fi'OIILC alla ~ronde divet'Situ dell'armamento ùcll'avv••t•snr io. Il modo di combattere dei fran<"esi, i quali hanno cur•a di oprire il fuoco d'ìnfanteria a grande d1stanza , può aver dimostr alo che il prou~ltil e Chassepolédi gran lunga !':upet•iore ai fucili au!'\lriaci <a 1 etr ocarica) del 1866 ma m ri "'nardo alla mot·tulrtù delle ~ . ' ... erttP non ha pr odotto alcuna consiuer evol e dill'erenza.. Quale ulteriore circostanza favorevole va pur notato la ptccolezza dt:~l proiettile. Senza I'AuuwnLo avveuuto dopo il ISGri e la mutata organtzzaziooe deUo forrnnzioni sanitari-:! da campo avr~bbero poluto nullnmeno ambedue le sOJn·a nntute cirt'O><lanze per sè sole C::>sero slale in f.!rado di !':pingere la "-'Ojll'a
96
ll!VISTA DL T.ECNlCA
morlalita generale della guerra 1870-71 a.ocoea un poeo al di ~ot to a quellè del 1$66. 11 numero tlei morti più La-r di fu negli esercili pr esi aù esame, fatta solamente eccezione dell'esercito francese in Italia, sempre minore di quello dei m orti sul campo; per l'esercito francese in Crimea, il quale nolol"iamente si trovò in s tavor evoli conùizioni igieniche, i morli s ul campo e quelli che mot•irono più tardi si eguagliarono, mentre minimo ru il numero dei guariti. Soltanto causale é il fallo che il piccolo numer o dei g uarili eù il massimo numero dei morti degli eset·citi franceseed inglese in Crimetl cor1·ispondono alla guerra del 18tl4, nella quale, come pure nella guert•a d'Or-iente, si L1·aLL6 dj una guerra d'assed io. 1n· generale non deve dimenticars i che l'espressione 11 caduti s ul campo • ha un significato <livet·so nelle sta tistiche delle varie g uerre. Con ragione ha detto Richtr:n· che il numero di quelli che muoiono sul campo di battaglia diminuisce, fiUanto più sollecito od efficnce e il primo soccorso; che por con sl>g uen~a un peefezionamento delle ùisposizioni relati\'e a l primo soccorso, deve evidentemente peggiorare i risultati di q uelli che sono curali negli ospedali , perclté s aranno in questi accolLi rnoHi ferili a morte e lle non s occorsi subito sar ebbero morti sul campo. Nel la guena del 1870-71 il num er·o totale dei mo•·li s ul campo fu di 17255. Secondo Engel il numero dei morti nel giorno della ricevuta férila fu di 17821. Si può perciù dire, con molla esattezza pet· causa delle varie s orgenti d'err·or e, che il uumero dei t·egislrali quali caduti s-ul campo in questa •·eluzione comprende il nume r·o dei morli nel giorno· dell'azione. Contemporaneamente si scorge che il numero di coloro che morit·ono negli ospedali nel g:iorno stesso della ripot•lata fe.rila e furono la t·egfstrati, fu maggior·e di coloro che morirono un poco piu tardi del gior no della riportata fe rita, senza essere stati accolli in alcun ospedlll~ e in ques to registrali. ~a in verun 1nodo il sopra indicato numer·o di 17255espJ•ime soltan to coloro i qual i non ebbero bisogno di alcuna.
.E $E ilVI~l () ~t:.EOI CO MILITARE
al'lsistenza sanitaria, oppure di IJUelli che non ne ebbero alcuna, poiché esso non solo comprende lutti i morli a i posti di medicatura delle tru ppe, e delle sezioni ùi sa.Pità, ma pur e j morti AOÌ posti di medicatura degli ospelali da campo. Nelle g uerre del 1864 e 1866 (Kecondo Loemer) la cirra dei registrati. quali mo rti sul cam po, comprende sollanto qMllì che restaro no sul campo di battaglia o che res tarono per ~via nel trasporto verso una sezione ùi sanità, mentre Lulti gli sltri mor·ti nelle prime 48 ore, sono t·egistraLi fra i mm·ti più lardi. Del le a ltre g nerr-e jJI'ese ad esam e non s i hanno notizie sulla espressione caduti (Gefalleo) . Il numet·o dei morti su bito ùipende, come put·e principalmente il numero dei ferili cbe muoiono, evidentemen te dal modo della gu.el'ra e dall'armamento delravvet•c;;ario: per la mor•talità s uccessiva entrano in campo Liue m omenti: l" Le condizioni igieniche delle truppe comballenti e flegli ospedali; 2" La prontezza, l'estensione e il tnodo del socc:orso sauitario. Rapporto al pr·i trto cot-risponde il fatto nel la gt1erra. d'Oriente dei cattivi risuHali nei ferili ottenuti dall'esercito francese e delle cattive condizioni igieoicllf' in cui si trovarono_ Senza dubbio sarebbe del massimo interesso per una relazione sanitaria di guerra, se pol~se aver·si un esatto conto della dur·ata del trattamento curativo in coloro ci:Je moril'OliO in seguito delle ri pm·tate l'rrite. Loefller, il quale, a l"S.gione, riprova <1uest'espressione medica (Gefalleo), ùa osservaztoni fatt.e sulla mor•la.lità cousecuLìva nella guer·ra del 18136 ha confer mato l'antica tesi: Quaulo più grande {> la ballaglia.. lento rnaggior·e e la moi'Lalitil dei fer iti, cioè tanto mluore l'assislen:Ga. Contemporaneamente dalle stesse perdrlt· ùella guerra del 1866 risultò che nei primi otlo giorn i del li'aiLatnento curati vo la m ortal ità dei J'et·iti I'agcriuuse il 6 sino al 7 p. 100. n
A"~ai dive rsa però dalla guerra ùel 1866 fu fJUella del 1 _ 870-71 contt•o la li'rancia , perché in quf!sta g uerra !'lÌ r·e;o[(', lll c~n~agna in stagioni opposte, si ebber·o molteplici balla~~*' lU campo aperto e molli assc:li , tpa rcie e contro -
,
98
RJ VISTA DJ T.EC.NICA
marcie, ecc., ecc., cosicché i risultati non sono paragonabili con quelli del 1866. Dalla Tavola XXI si scorge la mortalità s uccessiva dei ferili su '100 co l piti :
10000 bis 20000 colp iti 13,8 p. 100. 5000 n 10000 '11,9 Id. 3000 " bOOO 9,6 Dopo combattimenti con 1000 » 8000 10,7 Id . 500 1> 1000 10,7 • Id. 200 • 500 i3,6 .. 1,6 » Dopo combto in meno di 200 " ll 10,5 Durante l'inliera guerl'a Dopo baUaglie con Id.
Nel seguente specchietto s.ono riass unti i risu1lati delle perdite nelle azioni anteriori a Melz: Perdita tot;ùo es.clusi i morti nel g iOl'OO
~n
cento
dello
flei colpiti
16536 16314
22,6 p. 'lOO 15,4 ))
4082 2297 1062
12,0 »
riportélt~ ferite
Presso' Gravelolte·St P1•ivat » Vionville-Mars la Tour . Colombey- Nouilly . Noisseville. Bellevue
Morl<tiH:t
successiva
10,5 ))
8,0
)l
Le eccezion i alla regola, che, quanto maggiore è il numero totale dei feriLi , tanto piu gt'ande è la mortalità ·consecutiva, si scorgono nelle d'ue prime medie della :;erie sopra indicata; però bisogna rammentare che nelle battagli e c:li Gravelotle-St-Privat acl ogni medico toccarono i11 cura 78 fariLi, mentr e nella ba~tat;lia pt·esso Vionville, Mars-laTour gliene toccarono 130. Oltre il soccorso medico immediato, ben di re~to ed abbondante, influiro.no s ulle mor·talita consecu~ive le condizioni igieniche locali e più che al tt·o gli sgomberi e fra questi furono pilt effìcaci quelli diretti nei patrii ospedal i. Per ciò che si riferisce alle stagioni dell"armo riportiamo lo specchietto seguente:
99
E S.EliVJZlO MEDI CO M:LLlTA HE
Me.>e
Agosto '1870 'Sellembrè t 870 . ·Ottobre 1870 Novembre 1870 . Dicembre 1870 Genn~io 1871 .
Totale c0llliti con esclus.one de"i morti nel giorno della ferita
Mort-'llità. consecuth·a su cento dei colillti
47116 9836 3538 3041 13741 7601
12,2
18,1 12,0 9,9 11,4
10,4
Aduncrue, nonostante l'influenza di un freddo straordinario, la mortaÌita del secondo periodo fu minore . Che questa dimi-
nuzio.ne sia fondata nel cambiamento dell'armamento dell'avversario, è dimostrato dai due fatti seguenti : primo, cb e essa ·comincia propriamente in quel punto, in cui per la capitolacZione di Metz scompare dal teatro della g uerra l'ultimo ese-rcito imperiale; in secondo luogo da ciò che dallo stesso punto commcia una diminuzione considerevole nel numero dei rnorli nel giorno stesso della riportata ferita, come si può scot·get·e ·dallo specchietto seguente: S u~OO col pi ti
Totale colpiti morir:ono lesclus' nel giorno 1 {!ispersi) ol ella riportata. ferita
.Agosto '1870 . Settembre f870 Ottobre 1870 . Novembre 1870 . Dicembre 1870 . Gennaio 187:1 . .
56407
16,5
1'1818
'16,8
422;~
Hi,2
3462
12,1
l5751 8775
13,4
12,7
Con c lus io ne. Da quanto si è detto ris ulta che la mortalità dell'esercito tedesco nE·lla guerr,a de\ 1870-71 non può essere considerata ~a un solo punto di vista, ma che, come pei colpiti Ìn ·diver >'e gu.ert•e, lascia a considerare una intiera serie di elemenli, di ~\li sono principali:
wo
RIVISTA DI TECXJCA
t• Modo di guer'ra (in campo aperto, assedio, lotta in lontananza, in vicinanza); 2• Quantitù dei colpili; a• Estcn~ionf' del soccor~o sanil~rio, specialrnenlP tlt>l primo ~occor~o; i-" .\r·mamento P grado di pE>rfeLione mililar•e dell'an Pr«ario. TI. :\IALATrJE. A. Nlorbosilà totale.
lJurante lult.o l'anno della guerra eolrarono negli o;:pedali ledescbi 475WO malati di truppa dell'esercito tede~co mobilizzato = 603 p. 1000 dellA for za media 427 p. LIIOO di tulla la LJ·uppa mobilizzola. In qua l r•ap porto si Lmva l~:o mor bositù del tempo ùi pnce, colla morbosilé. del tempo cJi g u e rra~ Pel contingente prnf:· siano si hanno i t·is•lllati seguenti: per l'anno del lu gue.no l'entrala ne~li ospedali fu di 591 p. 1000 F., clalla melil dt>l 186!J sino al 1~72 in tempo di pace l'entr-ata fu di 495 p. 1000 F.: l'entr·ata in tempo tli guerra superò aJunque •fuella in tem po di pace solltlnlo di f /5 della media altezza dell'ultimo. P erò la gt•avilù delle malattie e la durala della cur·fl in tempo eli g-ue1'l'll superano di g-ran luoga quelle in leml'o di pace. Lo per manenza mediA degli ammaleti nell'ospedule prt>""n resercilo prugsiano in tempo di pace dalla IDPLH dell'Uilll•' 1867 s ino n l 1872 r·ag!!iunse 2$! p. 1000 F .. nell'f'~ercilo rnn· bilizzalo (contingente prussiano) ali· inconlr'o compresr r feriLI durante l'in\iem guerr•a fu di 73 p. 1000 F .. durante il solo per iodo della guer-ra (dal 1" agosto IR71 sino al :11 a-en· naio 1871) di 86 p. 1000 F.; la permanenza media della cur·a di un ammalato d'ospedale fu in pace di 20 giorni, in gnt>rrn (cornpresi i feriti ) di 45 giorni. La lunga per·manenza negli ospedali dei reriti avr·à. cert A· mente influito sulla permnneuza totale, ma non bisogna di· menLicaro elle . il numer o dei feri l i di truppa cu rati ( 877~1 i)
=
IO j
E SER VIZIO UDlCO MILITARE
t 18 raggiunto soltanto il l5,6 p. 100 di tutti ;:tli e ntrati ne~li
ospedali (feriti e malati). In tempo di pace sono considerati come a mmala li pure 11lcuni infermi rico,•erati alle infermerie, i f[Uali in te mpo di I.{Uerra non essendo accolli negli ospedali , nou lìgurerebhero fra gh elenchi degli ammalati. Per Late tn11tivo, mP.nlre 11 numero degli entrati in guerr·a (malati d1 ospedale e d'infermer ie) raggiunse la cifra di 1196 p. 1000 F ., quello cl~gli ••ntrati in tempo di pace la cifra di 1!l78 p. 1000 F. Nel seguente specchiello sono indicate per arma le 111ed•e tempo di guer ra :
de~li entrali negli ospedali in
~lalau d'o.ped~lll
Fanteria totale . . . Cavalleria totale . . Artiglieria da campagna e da fo t·tezza t.enio . . . . . . . 'Treno (escluse le formazioni sanitarie) . Formazioni ~anitarie mobili . . . . .
6$11~
p. tOOO F.
37~)
• "
55X
n48 HOiJ i-38
»
Gli ••lemunti principali elle hanno intluenza sulla relativa morbosiw e mortaLità delle truppe in campa g na !!ono i se~omenti:
t• Luogo dell'azione (Leatro della guet·ra); :!• Modo dell'azione e g•·andezzo degli strapazzi cile 110 det••vono lrn&.rcie od assedi, battaglie, ecc.); ~ Qualita dei bivacchi e degli accanlll namentt e relative precauzioni igieniche; ,. Alimentazione; 5• Vesttario; G• Condizipni a lmosfericlte. lJi questi elementi si è tenuto conto per render ragione della tnorbosit.a e mor talità ,·erificatesi nei diver·si contingenti P. riparti Ji truppe delresercilo ru·us~iano. Fra le malattie d'infez!on e predomina rono il tifo e lu dis><euleria uegli as~edi di Melz e Parigi, il vaiuolo nelle truppe 111 • marcia. E sono appunto le malattie conta giose ed info.ztose quelle che aumentano co.nsiclercvolmcnlo la cifr·a della
, 1\lVJSTA DJ 'l'ECNJCA
morbosiLà degli eserciti in campagna. Ed invero le malattie· d'infezione nell'eserciLo germanico in tempo di pace dall'ann~>1867 sino al t872 raggiunsero il 71,1 p. 1000 della forza media = 52,6 p. 1000 M. Siccome il numer.o degli ammalali d'ospeùale in tempo di pace in quel tempo raggiunse in media poco più di 1/3 di tutti i malati, cosi in tondo la cifra di coloro cho soffersero di malattie d'infezione può calcolarsi a 1j0 p. 1000 degli ammalali rimasti negli o~pedali prussiani. Nell'esercito mobilizzato nella guerra 1870-71 la totale cifl•a raggiunse il 155 p. 1000 della for za me~ia = 263,2 p. 1000 M. In tullo l'esercito germanicCJ in campogna 157.3 p. 1000 della ftm:a media = 260,7 p. 1000 M. La media delle malattie d'infezione io tem110 di gueJ'J'U raggiunse adunque il doppio di quella in tempo di pace, come meg lio si potrà scor gere dal seguente specchielt.o: Ju paco
Entrata totale negli ospedali 4-95,!:! p. 1000 F. Somma delle malattie J'inf•• 7'1,i id.
591,1 p.1000 F. 155,6 id.
Enlrala negli ospedali escl use le malattie d'infezione .. . ·'i24,2 p. 1000 F .
435,5 p, 1000 F
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Rapporto f ra i fe riti e i malati n ell'esercito prussiano durante la gLterra del 1870-7t. Dal 1° agosto 1870 aino al 31 gennaio 1871 il l'appor lo dei feriti agli ammalati fu quasi di 1,3. Il numer o dei feriLi c.urali negli ospedali (92164-) sta a quella di LuLti i malati entrali negli ospedali durante tutta la guerra come 'l: 5,2 ed al numer o dei malati entr•ati nel periodo corrisponden te a f(uello dei ferili come l : ::!,8. La mortalità dei mala ti in rapporto alla forza media fu di 18,2 per 1000 = 13,0 p. 1000 di lutti gli ufficiali e di tutta la truppa m obilizzata. La morlalilà dei fel•iti, compresi i caduti sul campo (Ge· !alleo) fu di:
l
·103
. JOOO della forza media ; :i-'.7
1!. SERVIZIO MEDJCO MILI TAR E
~u
2' .11
•
di tulto l'esercito moùilizzato, e!:clusi i caduti (Gerallen); della forza media totali'; di lutto l'esercito mobilizzAlo.
Nel ~ C>guenle speccbiello fi nalmente è 1·iassunta la rnortalilil pet• malallia dell'eserciLo prusRiuno in pac.:c e in g uel'l'a: Su millo • So milh> SII mille oIella oli tutti l mo~rli (OI'Z:I
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P et· malalLte in generale . . . . 5,7 18,2 1ooo,u1 1ono,o 11,5 at,o 11,5 31,0 ~ Pet• malattie D1 d'inrezioae 2,0 14.3 :H5,0 782,2 ·~.o 24,3 25,7 ~'l:3,0 •·ui( P er altre ma~ laltie . . . 3,7 3.9 6:)5,0 21-;.R 7,;, 6,1 9,0 9,1 Pe1·ciò la mortalità generale per malattia in guerl'A ru tre Yl)lte più alta che in tem po di pace; tulta la differenza pero ùiminui~co considerevolmente se escludonsi le malatlie di inrezi<me, poiclu) tutte le a!Lre malattie tanto in rappo1·lo alla forza media generale, come nl numero dei curali per la !~le,.!la rorma di malallla, mostrono soltanto un piccolo aumento su quelle in lempo di pnre. Piu di 3/~ di tutti i morli in guerra pet· malattie furono cagionale da malaUie infeltivl', mentre in Lempo di pace poco più di un terzo appar tengono ad e"'l'e. La cagione di questa differenza non é "Olamente :iposl.a nella maggiore rr·equenza, ma anche nel rar atter·e prù grave delle malaltie d'inrezione. poicbè la mortalita nelle altre forme eli malallie non fu tanto elevata come 111 IJUelle dn infezione. (Continua).
RIVISTA D'IGIENE Degll ema tozoarll della malaria. A. L A VERA!\. (Arehioes de J.\ iMecine E~perimeniale, novembre 1R8!l). 1.:autore coroùtc1a col dichiarare che, avendo fallo OJ'amat con!"itlerevolì pro~ressi lo sluùio dei parassiti malarici, co~• oscut•o al principio delle !>Ue ricerche, ed avendo •·•cevulo valido appoggio daJia scoperta di e matozoarii affini in varie spocio di animali, gli pat•e giunto il momento di riassumer o lu sl,oria degli ema lozoarii mala ••ici e di indicare le lo(·une aut:OI'fl e;;islenti dopo i p rogl't~Sl:> i r ea lizzati. Accanua c·apidumeole allo rice•·che eù alle conoscen7.tl anliciH' sullo na Lu•·a parassilat·iu della malaria e s i fomw alquanto al preteso bacillus malariae di Klebs e TommasiCrudeli, molto in favore uel 18/9, quando egli i:tlrap•·<'se 1 suoi :-luJi ~peri meol81i in Algeria. Ma noi ci dispen!o;iamo dAl rias~ume•·e que~ta parte della ~lemoria, essendosi ~·a tenuto parola allra volla di questo argomento nel no)'tro gim•nale. Pas!'tl •juindi a del:>cri vere i va•·ii cor pi parass•lat•it l< CO· perti nel sangue dei malar ici, 8 soggiunge che, siccome :Morchiafava e Celi i hanno cercato di r ivendicare a sé slcsst la scopPI'la di queste rorme parassilarte, accusando il Lav~ran specialmente del ratto di aver visto sollanto le rot·mp }lil'l g rosc:e di corpi srerici pigmenlat.t senza descrivere per nulla i movimeol1 amebuidi e le fo rme inizjali, cos1 e~li ~~ crede in dovere di •·iprodurre I'JUalche tratto delle s ue pnbblicaziOni precedenti. In una comunicazione all'Accademia delle scienze (seduta del 24 oUobre 1881) l'autore dopo ave r parlato dei co1•pi setnilunari c dei col'pi s ferici. racclliudenti g ranuli di pig mento mobi li, mu11ili o no di !lagelli, .e ùe i 11agel li iibel'i, not6 nn-
lUVISL\ J/1GIIPiE
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rora come elementi parassiLarii del :-anzue dei m11larici: piccoli corpi, misuranti appena un. se.'lto del diamalro rli 1tn olobulo rosso e contenenti uno o du.e {franuli di pigmento. Ed aggiuuse che questi corpi ora isolati, ora ag$riOmerati al numero di tre o qua llro, or a liberi nel sangue, ora infine addossati ai globuli sanguigni, non rappr~tsenLassero che una fase di sviluppo dei corpi sferici piu grandi. Parlò anche di globuli rossi, i quali apparivano come perl'ot•al~ mentre in realtà non erano che globuli portanti piccoli corpi ialini privi di pigmento, ciò che dava a questi ultimi l'aspetto di macchie chiare sul fondo gialletto delle emaz•e In una c.omunic azione fa lla alla SocieLà medica degli OS[H:' · dali di Parigi, in data del 28 ~:~p1·ile 1882, l'autore segna lò l'esistenza di piccoli elementi traspa renti, di c ui i piu piccoli nou mt::;urano che t !J. e non racchiudono che uno o due gra· nuli di pigme11to. Questi corpi sono lalvolln liber·i, tal'allt•a addossaLi ~i g lobuli rossi, in certi •·incontri in num ero di tre o quattro sop1'a uo medesimo g lobulo. Questi elementi pr esentauo alla temperatura ordinal'ia dei movimenti ameboidi. Una tavola colorata, unita al lavoro, t•appre;;onta dei JllCcoli elementi liberi, isolati o in gruppi, cd alcuni altri in numero dì uno, due o !.re, aderenti alle emazie. ~eUa Recue seienti..fique del 29 apr.ile 1882 l'aut ore descrisse e r·appresentò con disegni i pic~oli elementi pArassilar•i del diameLro appena di i !J., liberi o addossali at gl~ buli ro~i dicendo anche che sitratli elementi sono dotali ùi movimenti ameboidi alla temperatura ordinar1a. Nella seconda edizione dei Nouoeatt:J' J!:fémen.ls de patltoLr,gie médicale (in collaborazione con Teissiet'), Parigi 18 3, I'JUesli piccoli elementi sono del pari descritti e disegnati a pag. 03 e nella figura 12. Nel :suo Traité cles fiéores paluxtres (Parigi 188~) l'autor·e con la figura 7 l"apprescnlil dei piccoli elementi liberi o addo~sati alle emazie; i piu piccoli Mn r·a$rgiun gono l tJ. e raccbtudono Hppena uno o due g ranuli eli p1gmcnto; uno nou ne contiene alfat.lo. Segnalò la ff'e<JUenza di ~lobu li rossi
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RIVISTA
contenenti pic~;ole macchie chiare (pa g. 167); nolò i movimeuli ameboidi dei cot·pi, che el!! i allora ùesignava col nome di corpi N. 2 (pag. 168), e rap presentò ancora nella fig. 1J dei piccoli elemenLiJ liberi o addossali alle emazie. Sct•isse inoltre alla pag. 203 della citata opera: che la fonna primitiva, embrionaria dei par assiti malar·ici sembra esser rappresenlaLa dai piccoli corpi sferici, trasparenti, da. lui descritti sotlo il nome di corpi 1\. 2. Questi piccoli corpi sono liberi o addr·entì ai globuli rossi, 8 spese dei quali evidentemente sr nutriscono, poichè le e mazie invase perdono colore 8 misura che i par·assili aumentano di volume, ed in ultimo spariscono. In principio questi elementi sono traspar enti, ialini, non pigmenLati, e le emazie a cui sono addossali presen'Lano delle piccole macchie chiare; ma ben presto s i formo u11 g r·anulo di pigmento nel Joro interno, poi due, Ire, fino a diventare mollo numer·osi. L'esistenz,~ dei più piccoli di questi elementi nel sanguo si Lrova spesso notata nelle osservazioni cliniche pubblicate nella medesima opera; -aegnataf(Jente nelle o:,ser-vazioni X T, XXXII, XXXV, XXXVI 1 XLI, XLII, raccolle dal 1881 al 1882. Nel 1 88~. dopo la pubblicazione del T r aité de.~ .!ièvres palustres del Laver an, Marchiafava e Ce!li sostenevano ancora cha gli elementi pHrassilar ii da lui descrilti non rappt·esentasse!'O che una degenerazione dei globuli rossi. Il Mat•chiafava nel 1880 era tra quelli che sostenevsno il preteso bacilll.lS malariae; tna da quel tempo egli, abbandonato il bacillo, ha pubblicato in coHaborazione col Celi i .parecchie memorie sull'infezione malarica. Per poter e valutare giustamente il loro dir itto di p1·iorita nella scoperta, dice il Laveran , e necessal'io conoscer e bene tutte le variazioni che hanno subito le opinioni da essi emesse dal 1884 al 1889. Nel 18R'i Marchiafava e Celli in una memoria: Sulle altcr~ioni dei ylobuli rossi nell'inje::ione mala1 ica e sulle cause della melanemia, clicbiar•ano che tuUi gli elementi pa,.assilarii JescriLLi da La.veran nel sangue dei malarici debbano essere considerali come degener•azioni dei g.lobnli rossi. Mar-
D'IGIESE
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chiafava e Celli negavano assolutamente elle i nuovi ,•lc> menli, dei quali il Laver&n aveva lnro mos tr·tJLO qualch<' esempio a Roma nel 1882 in p reparsli di sang ue malarìco, tu~sero di natura parassilaria, e si sforzavano d'interp1•etare ;:li stessi fla~elli come falli degenerativi clelle emazie. Essi a •1uel tempo inclinavano a credere che l'agente dell'mr~ zrooo malar·ica Cosse un micrococco. In una leLtera data la da Roma, 9 aprrlo 188i, rn cu1 1\larchiarava rendeva grazie al Laveran del Traité des jlèores palustres che questi gli a veva inviaLo, mandanùogli a sua volla la cita la Memoria, quell'autore si diede molla premura .h rar rilevare elle egli, insieme al s uo collabol'alore Celli, era arrivalo, mercé le sue ricerche, a r·isullali assai di versi eiA quelli del Laverao . • Pe1· uoi, scriveva il Marchiafava, i soli elementi che • possono sospettarsi siano dei parassili, consi'!Lono in c Ol'ptr· • ~:~coli privi di pigme nto, analoghi a i micrococchi, i quali si • trovano spesso in g ran numel'o nei ~ l obuli r•ossi e sono " sollanlo visibili nelle pr epa1·azioni rli sangue disseccale o • colorale col bleu di melilene. 1\oi Cl'eòia.mo che le for·me • pigmentate da voi descl'ilte non s iano allra co~a eh<' glo• IJuli l'Ossi degenerali e pigmenlali. • Cosi dunque resta stabilito che Marchial'ava e Calli , dopo la pubblicazione del Traité des .(ièores palustres ed a qualli'O auni di distanza dalla pubblicazione dei primi lavori di La· ' 'eran sull'argomento, negavano la nolura parassilario degli elementi che questi aveva descl'itto come r eperto del sangue df.'i malarici (corpi sfer ici aderenti alle emazre, flagellati e COI'(H semilunariJ e pensavano che il vero parassita molarico f•J::sse un micrococco. ~el 1885 March:arava e Celli in una seconda Memo1·ia che ha per lilolo: Nuooe ricerche sull'infe:ione malarica, pubhlrcata negli Annali di Agricoltura, ammettono finalmente rrs~onlrarsi nel sangue dei malarici degli elementi parassitaru aventi le for me già descritte ùal La veran : cor pi pig · lnt>Dlali liberi o a der enLi ai globuli rossi, cor pi semiluuari e na'tellati dotati tli movimenti assai cor·ullerislici. Ma conii-
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IIJVlSTA
n~ano ad inl"i~ter<' sui piccoli elernenli non pi~menlali. descri ll.i nella lor o precedente Memo••ia come specie di micrococchi; couff'ssano peraltro che, coulrariamentc alle loro primitive asser?.ioni, molti di sitfatli elementi sono visibi li nel sangue fresco e •·acchiuùono d~i gra nuli di pigmento. E basta dare un'occhiata alle figure intercalate nella l'>lemoria per convincersi che gli elementi parassitarii descrillt da 'luesli autori sono IJUelli stess segna lati dal Lavet·an parecchi anni pr ima : corpi rotondi, OagelluL• e semtlunarJ. Gli stessi autori in un'altr-a Memor ia pubblicata l'anno doro. 1886, insistono mollo sulla descr•z•one degli elementi non pigmentali do tati ùi movimenti a m eboidi e propongouo di chiamar li plasmodii o emoplasmodii mah\l'ici. Ot·a. tal nome apphet~to per la pruna 'olia aglt elementi parassitarii ùel san g ue maiAt' ico ha potuto far ci·eder e nd a lcu11 l che Morcllialàva e Ct>lli ave<~sero <:CQperto dei nuo"i parassiti, in realtl\ essi con questA nuova denomina zione (la tui impl'Opt'iela P. stata dimostrala dipoi) nou desifrnarono che ~li stesst elemtnli .già descrilll dal La,·et·on nelle sue pr 1mP pubblicazioni col nome di cor pi N. !:!, cioè cot·picciuoli dotali Ji movimenti ameboini . di cui i più piccoli privi di pigmento. Mnrchiafava e Celli hanno d'altronde, tanto per so8lenere lo lor n cu usa, esaget·ato mol lo la f't'cquen zo di questi elPmenli non pigmenlati; ma 11 fatto "" che solo per ecceLione si •·iscontrano eletneoli ameb oidi non pigmenlati del volu111e tli qualcuno di quelli rappresentati con ligur•~:~ nella citala loro Memor ia. Nel 1881 in una co municazione s u l l ' in fe~ ion e malerica fu l ln all'Accademia Reale di Roma. Marchi afa va e Celi• aflerruano di nuovo che gli elementi tiOtali di movimenti ameboidi e sprovvisti di pigmento (pla!lmoJii) sono i ver i parassiti rualarici, pure riconoscendo che ~li elementi pigm~nl.ali sono egua lmen te pa rassiti e u011 già, come aveva no sostenuto prima, ra lli degenerativi dei globuli rossi. :\el 1888 negli A re h io ii daliani d i biolo(Jia gli stes:-1 osser vt~ lo l'i s i p••ovano a pcora. una. volta di dimoslt·ar e che i plasmodii sono i vert pat·assiti della malarm, e elle i pia-
·109 s modii stessi dilferiscono m ollo dai parassiti descritti del Laveran. Nel 1869 Celli e Guarnieri pubblicano negli Annali italiani 1li agricoltura 'Un Javot·o che evidentemente l'a seguito olle m emorie pt·ecederlti, quantunque non vi figuri più il oome di Marchiafava, e c})e segna una nuova evoluzione neUe opinioni del Ce1li. In questo lavoro gU elementi parassi· tnrji del sangue malarico sono classificati in: 1° cot•pi amehoidi, 2• corp1 falcifor·mi, dai fJUali gli autori fanno derivare i llagellali. Si è vil"to come fino a questo punto Marchia.fava e Celli l'iconoscessero quali parassiti malat·icl soltanto i così detti plasmodii, negando cìò che aveva sostenuto il Laveran, cioè che i piccoli corpi privi di pigmento non rappt·esental"sero che il pdmo grado di sviluppo dei corpi sferici pigmentali. Ebbene ne.l lavoro di Calli o Guarniet•i è accettata come cltmoslrata questa filiazione: i corpi sferic i pigmenta.li fanno pru·te della ca tegoria àei corpi ameboidi insieme ru piccoli elementi non piJ<meotati. E )Iella tavola di questo lavor o consacJ'ala ai cor·pi arneboidi 27 volle su 30 gli elementi so no rappresentati con pigmento. Di più Celli e Guat•uieri riconoscono che dei va(!Uoli fot•mati arlifìcialmente sui globuli ro s~i disseccati sonn stali confusi più di una volla con i mkrococchi, c.be Marchiafava e Celli nel 1881 consider·avano come i Yeri fatlori della malaa•ia. Essi riconoscono i1tlìno cl•e i corpi ameboidi , for·nili o no dl pigmellto, liberi o inarcaLi ai globuli rossi, i corpi s~ milunari ed i flagellali non r·appresenlino clte fas i diverse di un medesimo parassita, probabilmente di uno sporozoMio. Qui il Laveran soggiunge che a Colli e Guarnier·i non reslava più orma i che l'are una conf'essioneJ cioé cJae 1\·l archiafava aveva avuto torto nel contestare per si lungo tem po i falli esposti dal Lave1·an e chr. per conseguenza eranl) pt•i,·e eli l)ase le rivendicazioni dei plasmodi i. Ma n dispetto ùella logica C~;lJi e Guarnieri hanno invece cercalo di sostenere ancora queste rivendicazioni. Essi ammettono IJensi che il LA· veran abbia descritto pel primo i cot'pi seroilum11·i ed i lln~ellati: ma, St>condo loro. la più gran parte nella scoperta ciei
JU VlSTA
corpi ame boidi spellei'ebbe.al Marcbiafava, poiché il Laveran avrebbe da-sct·iLlo sollanLo p;li elementi liberi ed immobili. Non potendo n ega r~ che il Laverau abbia parlalo dei movimenti amE>boidi , Celli e Guaroieri fing ouo di credere che lo abbia fatto solo a proposito dei corpi semilunari; ciò che (afferma il Laveran) é assolulameote falso, poichè egli inve•~e ha sempr e dello che questi corpi sono im mobili e non ba le nuto pOI'<'Ia dei movimenti ameboidi che a pr oposito degli elementi de~ignati nelle sue prime pubblicazioni sotto il nome di corpi N. 2, i quali in ultima analisi non sono altra cosa che gli · e leme r~Li ameboidi di Celli e Guarniei'i. Il Laveran, come si è dello innattzi, aveva desci'ilto ti11 dal 1882 non solo i corpi ameboidi liberi , ma anche qnelli ader·on li alle emazie, e questi ullimi elementi so no descritti e fì ~urati segoatamente in uoa s ua Memoria dt quell' an no pr·esenta ta al la ~oci età medica degli ospedali. Egli, !ung i dal non ravvisare l'im portanza degli elementi, desig nati da Celli e Guarnieri col nome di corpi ameboidi, ha gempr e sos tenuto che quesle sono le forme più frequenti a risconlr ars i nel sangLte dei ma larici. Su 432 casi il La veran le osservò 389 volte, come ò riportato oel s uo Trailé des jièores paluslres. Calli e Guarnie1·i dicono di aver vi.sto i corpi semilunat'i trasforrnarsi in elementi ovalar i, indi in elemenli sferici, ernetLenLi infine dei flagelli. 11 La veran ha spesso cercalo di seguir e le tr•a s formazioni dei cor pi semilunari, ed ha visto 11uesti elementi assumer·e dopo un tempo più o meno lungo la fo r·ma o valare e l'arrolond ita, ma non ha mai visto i fla gelli venir fuori da olemenli i quali al cominciamento dell'osserYazione presentavano la for ma semilunar e. Senza con testare i falli esposti da Celli e Guarniei'i, il La· verAn crede che questi aulot·i siano s taiti ll'oppo corrivi a con chiudere che le fo r·me Jlagel!ate derivino sempre dagli elementi semilunori. Il Laveran ba spesso os~ er vato i fl agellati iu ~an gue che 110n conteneva atTatto forme semilunari ed ha visto i fl agelli emettersi da elemen ti dotali di movimenli ameboid i dis Linl.issimi , ap pat•lenenti senza dubbio àlla prirna cla sse degli elcrnenli descritti da Celli e Guarnier i.
n 'tGIKNE
Riassumeudo dunque la storia dei lavori di Marchia fava •· Celli, si tr·ova che questi autori nel J88i oon ammettevano punto la natura parassilaria degli elementi descritti dal La veran nel RAogue dei malarici ed inclinavano a credere che Il \'ero fattore dell'infezione palustre fosse una specie di micr·o('OCCO. Dal J88fl al 1888 essi si sforzano di dimostrare che gli elementi designati da loro nel 1886 col nome tli plasmodii ~i uno i ''eri parassiti malarici, e che questi pla~modii siano n:>sai di'·erl'i dai parassiti del Laveran. l nflne nel 1889 ammettono 1\•!tistem:u di tutl.i gli elementi parassitarti ùescr•iUi dal L~l veran. i quali per essi come per C)uesl'autore, non rappresentano che fusi diverse di uno stesso pat'tiSSita, che è quello della malar ia. La conclusione, dice il Laveran, Ri è che Mar·chiafava e Celli sono giunti colle loro ricerche ~emplicementc a veriflcarc, nel 1889 , i fatti che egli avevtt annunziali dal i880 al 1882, ftlLLi di cui t lavori di questi auLOt'i e di Gua t·nieri ROllO al'lsolutamente confermativi. Sono poi del pari confermativi tutti g li altri lavol'i, numerolli, pubblicati sui parassiti malat·ici dopo la scoperla del La vera n
l mlorobl delle acque. - Rivista Ct'llica del doll. DucL.Aux. - (Anna/es de rinstitut Pasleur, X. JO, 25 ottobre 188!1). Le acque cb e scor rono sulla superficie del suolo pro' engono unicamente da queLle meteol'iche. Una parte di queste 8CCJUe scorre senza penetrare nella lerr·a. od esce ruort dopo che penetrò a piccola profondità. T utte c1ueste acque. eh~ cluemeremo acque di superficie, ~ono naturalmente rk · clu~~une io germi. e di esse non v'è uulla a dire. s~ non <:he la lor o ricchezza è var iabile e dipende da condiziom, alcune delle quali sono assai chtare e ben conosciute. Un'allra porzione di acque meleoriche al contrario penetra n~IIA profondità del suolo, donde esce fuori dopo un lra~oollo e !'!Oprallutto un tempo di permanenza pitt o menu luugo, s ia dh·ettamente r:;otto fot'mo. di sorgenti, sia inrlit·ett.arnente nelle pompe, o nei poz1.i.
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RITISH
Questa seconda por zione di acque meleorrche, cht! noi cbiamer·emo aeque eli {lt ojondità, può liberarsi, nel suo decorso sotler•ran eo. dei microbi che ad essa si erano :.witi al sun passaggio nell'aria o negli slraLr superficiali del suolo. L importante di esaminare le cause che possono slerilizzarla. La prima, più anticamente conosciuta E' senza dubbio la più polenle, é l'azione capillar e del suolo. Di l'alto, In fl ltroziolle negli spazi capil lal'i r·itiene i mater ia li in sospensione nell'acqua e con csl'i i gern1i dei microbi. Il fallo t.\ ben dimostralo. ma è neces"ario fermar\•isi wr momento per tl eterminare esattamente ciri cbe sm nomina lillt•at.rone cu pillare. Questa pat·ola ride!'>ll\ l'idea di fenomeni ordinAri di capi.laritil, cioè noziont, le •1uoli non sono da Lutti eguulmentt' l1ene int.ese. È necoc;,-arto dire subito che il carallel'e capillare dei meali nei é[uali circola !"arqua di pioggia non Ila altro scopo che quello d'aument..are l'effetto tl i rwporflcie sul volume d'acqua cito li lu11Jbe, cioè di molliplicare le probubilità che può avet·e una particella ~olida in sospensione nelr acqua d'incontral'e un eJemenliJ di parele sul quale SI ferm a ath·alla da una forza nnuJoga a. quella che !ò>pi••ga la ruaterin colorante sul tPssulo immer!:o in un h&f!nO •li tintura. L'effetto sar ebbe eguale, se le probabililà ùi centaLLo si tro~·assero aumentate da un'altra causa 11uulunque. Si l'iesce pPr esempio ru1 e"aurìre un ba!.!no oli tintura u~itundo,·i co,.lanlemente matasse di filo, il cui peso è minimo po•r rapporto ul peso del liqu•do, con le quali non avven!-!ono pt·o[11'iantente fenomeni c~lpillari. mo cJ•e a fot•za di pet·col'rere in lutti i ::;ensi il bagno, finiscono per enlt•un• in coni!~Llo con ciascuno dci suoi c.,ementi e spogliarli tlclla materia colorante. Potrebbe av,·enire. ed a\'\·iene talora, dtc un lwtgo riposo faccia arl~rit•e allt> pareti di un ''aso l.!li elc·menti figurati in sospensione nel liquido, che coulil•ne. Può anche av,·enire ed avviene ~enza dubbto spesso che una l enta tìllrazione allravt>rso una grande eslens::ione c.lt !'>pazi non cuprllar•t ed anche H!'.Sai hwghi, produca lo slO!'!'O risultato della fìllrazione ntlrnverso spazi capillari più t:ot·li e più
o'tGJE~R
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strdti. Ciò per lo meno avviene, come ha dimostralo !"autore, per i sali io soluzione. SolamenL•l è necessa1•io che il ~:anale attraverso il quale ha luogo la filtrazione sia tanto più lungo per quanto è più lar go. Negli spaz1 stretti la superficie in azione è granclissima è la velocité piccola, e perciò si esplica la loro a zione potente. Un'acqua che ha attraversato uoa g rantle spessezza di terreno, che vi è rimasta per qualche tempo ecl e nolo che alcune acque r estano nel terreno piti di sei mesi, prima di riu:.~C'i t•e solto forma di sor genli, avrà ùunque grandi probabilità di art•ivarvi pw·a. Questo ratto è s teLo dimost,·ato chiaramente da Roux e Chamberland cd è stato pot confermato tla parecchi sperimentalori. Ma non SV\'Pt•rà sempre cosi, t! polra benissimo avverarsi, come l'ha riscontrato "\Voll'hìigel, che al-ztwe sorgentj contengano quanLilU. più o meno grandi di mlct·obi. Non esiste contraddizione fra questi falli apparentemenLt.l opposti. Anche quantlo Woll'hiigelavesse avuto cure, o di cì6 non si scoege lraccio a lcuna nella s ua Me· rno rJa, dì sperimentare sulle sorgenti pt•ofonde non accoa:;la•nclo pat•te alc una di acqui! supPrficìali (ed il n~iglior me1.zo per esserne si.c ud è di r·icet·cn.re se detLe sorgenli non aumentino per le piogge e conservino una temperatura co::;lttnle), può essere cbe le dh•et•se ~>orgenti da lui s tudiate riCevano acrrue da lerreùi screpolati, attraver so i quali non ha luogo purificaz.ione. Questa cir•costanza s i riscontra t:requcutemente nei le1·reni calct.ni, ne-i quali le acque meleot·iche si scavaoe, per di sso ln~ionc della pareti cagionata dall'achlo <:arbonico 'che contengono, canu li che esse t'endono sempre maggiori , finché finiscono collo scorrere solto forma tli ver i fiumi sotterr anei . Questa pOSI'ibililà ùell' incJuinamento d'acque, sebbene pl'ofood-a, con germi attinti alla superflcit> Ud S UOlO è stata Chiar8111PillP ÒÌffiOStrata dal lhoioot. ) . La seconda causa di sLerilizzaz.ione, dopo la fillrazione captllarn, é da ricet'cnrsi nelle condizioni uecessaric per la cons(•rvazione della sterilità nelle acque, che l'imangono per lungo Lempo nelle profondilil del suolo. fino dal 18R2 1' ou8
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RIVISTA
tot·e osS!'t'V!'I eh~ i diaframmi porosi sono impermeabili ,..,,. lamenle per i germi che Lent.ano di attraver!'arli, specialmente per rollura, ma non pet• quelli che vi si dirigono ll'll· tamente per via di accrescimento e d'allungamento, di 1110oio che con le conoscenze attuali, noi non vediamo alcuna cau~u che impedisca 11lla miriade di specie. le •1uali st trovano c;ulla superficie del suolo, di penelrat·e a poco a poco. per via <i'lll· 'asione g raduale, negli slralt più profondi, e ùi essere 11 fi · porlalrid dt vila nelle r egiont, nelle quali, al conlt'lll'io, noi savpiamo eh~ regna la sler·ililà. Eliminiamo ~ubi lo con l'csporienza un'ohbieziotw clt,. " ' polrt:bbl' l'm·c 11 questo ragionara enlo teorico. Si potrebbe dire: la slorilìlil delle 8CIJU8 profonde non coslilui!:iCC uece,;;l!'ariamenle una prova per la tileri libi delle terre profonde . e potrebbe darsi che queste fossero popolsle tli microbt. i quali in g razia tlei feJtoweui d'ullrazione capillat•o che \'Oi invocaLe, norr polt•ebb~ro diffonder·si n elle acque cli o li bagnano. A ciél :-~ i possvoo cu ntrappoPre la antiche o han ~n nosciule l:l!-!porienze ui Pa~tcut· e Jouberl sulla creta tli Mcudon, t• le ~spericm.r moderne cd tmportanli del Ft'APnkel Questi trovò sterili gli strati di tet•ra posti a lt•c metri ùt profuoùit.A nel soltosuolo deli'Islilulo di Bet·liOCI, cor-truil • nella pnrlt' vecchia della cilLa e distante alcune cenllllata di m etri dal nume, cioè in luogo, in cui l'in'luinanH•trlo tl<>l suolo sernbt·a\'0 che dovesse essere completo. A c!&t~ cosa aJunf)ue de"e~i allt·ibuire questa <;lertlttù pcrl'tstente drf!li stt·nli profondi? Dapprima ~ slat·1 invocata l'azione della temperatura ed il dott. Fraenkd ha dimo!'\lral• che quella che si tisconlra ìn l!~lalP o due o lrt· metri di pt•ofoudilà é un oslacolo assoluto olio sviluppo dei bacilli del tifo e del coler·a. Ma esistono rJrgonismi meno sensibili. ~e ne lrovono Anche molli, e Ftschel' ne !:a fallo cono'<ccrc uno che si coltiva a o·. Non é ·tl'nltra parte dunoslralo che 1 microbi ptù r-;ensibila siano doluti ùi una sensibilila artificiale, ùipl!nùenle da condizioni d'er edità e uon ro~sano a poco a poco accomoda!'si in un ambiente a bas!':8 lempcr(jLura. lnsomrnll quest'influenza del calor e non basta a !>pie-
:zal't! perchè '!Ualche microbo non giunga a peueL1·are nella profonrlilil del s~10lo. : Nè si riesce a spiegar meglio il faLLo invt~ca n do la mancanza di nutrimeuto. Da lungo tempo si conosce che i miCI'Obi possono moltipliear~i nelle acque in apparenza poverissime dt germi, m primo luogo perché in tutte esiste un poco di materia or~ani ca, in secondo luogo perché i microbi hanno una t.ale potenza di sviluppo che la m&ncanza ùi nutrizione nuoce loro poco, come pel primo l'ha dimostrato Pasteur per il fermento; essi vivono sui loro propri tessuti e proliferano ancorn, in verita più lentamente, che q uando sono ben fot·uiti di materia alimentare. Sembra però che una causa piu poleute sia la mancanza d1 ossigeno c.be diviene sempre più scat•so u mano a mano che !>.i peuetra nella prol'ondilà llel s uolo. SoLLo ques to punto di vista la ten•a può essere paragonata od una mas~o di vino ricoperta di uno strato continuo di mvcoderma oilli, che lascia diffondere negli strati pr ofondi s olamente !"acido carbonico. 01•a questo gaz, p1·odotto vitale del maggior numero o megLio di tutti i mic•·obi, non pot1·ebbe esser e po~to impunemente a loro contatto, la 'tual cosa ù dimostrata da parecchie esperienze, f1·a cui quelle di Leone fatte a Monaco, nel laboratorio di PeLtenkofer. Ricercando, col metodo di culture su lastre, ciò che d1venivano col tempo 1 microbi contenuti nelle acque di Monaco abbandonah• a se t~te.."Se ed in quesLe stesse acque mescoluLe artificia lmente ad aci•lo carbonico, Leone ollenne i •·isult.ali seguenti: L'acqua di Monaco che conteneva in principio 1'15 microbi per cen· tirnetro cubico. ne conteneva l0500 dopo 48 ore e 500000 dopo cmque giorni. Dopo lo stesso inter\'allo di cinque gior ni la J•icchezza io germi della ste~sa ocqua trasformata in acqua gazzosa era discesa da 187 microbi ad 87. Dopo quindici giorni era discesa a 25. Questo risultato non devel'li ascrivere alla pressione dell'acido carbonico. perchè si riscontrò pu~ nell'acqua, nella quale s1 e •·a fatta :::cmplicemcnte gor-gogliare una conente d'acido carbonico; e questo ~o.z ha
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KJ\'JSTA
inolll'e un'az!one !"pecitlca parchi• quando si sostituisce con una corrente d'idrogeno invece di una diminuzione nel numero dei germi, si ha una moltiplicazione rllpida. Mea:!eBollon ò giunto ppesso a poco simultaneamente ali~ sle~se COI IC)USÌOnÌ. Però le esperienze di Hochst.eller, eseguile a Be1·lino conlJ·acltlicono le conclusioni precedenti . Egli non è riusciLo a riscontrare alcuna diminuzione nel numero di germi contenuti nell'aciJUa distillata sollopostn ad una corrente di acido carbonir.o. Ma il Duclaux non accorda alcun valore contra.l<iitlorio a falli che non furono osservati nelle stesse condizioni. Lo stesso Hoch!'letter è di que:>t'opinione ed ammette che possano esistere ballen i quuli resistono meglio de~l1 ullri all'azione dell'acido carbonico. Per dimostrare l'esattezza di questo modo di vedere, mescola colture pure di balt~ri con l'acqua di Seltz arLilkiale e riscontra che il moggio!' numero d i specie vi 1nuore dopo un periodo di tempo var1abile rea alcune or e cd un mese e piu. l batteri del L1fo 1·irnasero in vita 5 giorni, •tuelli del colera 3 .sole Ol'C, menl1·e c~ile essi rimanevano iu vita pet• :392. giorni nell'acqua na· lurale. Dalle cose sopt•addelle si può concludel·e che molto probabile, è la sterilità degli strati profondi del suolo. Ciò vale !'-Oiamente per i germi aerobi, mentre per gli anaerobi il lavoro è quc.si lutto da fa1·e. Tutte le nostre conoscenze per ora ci pormetto110 di dire: le ucqne profoude devono mollo ;;pesso essere prive di germi aerobi. Le acque, com'è ben nolo, discendono nelle profondi la delh1 let'l'a in modo lento ed uniforme, secondo Je linee della JOagg1or pmdenza degli slrali tmpermeabili che le accolgono e finiscon o coll'uscir fuori parzia lmente sia solto forma di sorgenli vi ve, sia nei pozzi donde sono eslratte con mezzi d1ver si. l tt lutti 1 casi, l'acqua viene a contallo dell'aria, tal volla della luce, e le condizioni che mantenevano la slerililù scompaiono, e s'inquina di nuovo. Le acque di sorgente sono in apparenza almeno le meglio
11 7 prolelle. Quando esse sgorgano da un foro molto profondo praticato in una roccia impermeabile alle 1'8dici delle piante, e sono beo protette contr o la mescolanza con le acque di superRcie, giungeranno alla super ficie del suolo allo stato di purezza assoluta, che perderanno dopo breve decol'!;o per l'aziono dell'a l'ia, del s uolo o degli animali che vi dimorano. 1 ~ermi penetrati nelle acque ''i si sviluppano più o meno rigo~li osamente ed ogni acquu di sor·gente, che non può nutrirnc che un piccolo numero, sceglier·à la s pecie o le specie cl... mealio le convengono secondo la sua cosmuzione chimica, la sua temperatura, il suo stato d'aet'eazionl', ecc. Cosi nelle acque solforose, come ha dimostrato Winogradsky, se ne trovano in numero limilalissimo, la qual cosa ha pure dìmo!'lrato il Fazio nei suo Ja,ot'o sulle acque miner·ah di'l dintn~·ni di Napoli. Ma le acque che presenl.tlno differenze profonde, secoudo Fraenkel, sono qnelle dei poz:d in muratura ed aperti all'ar ia. in conl'r·onto di que"lli che soM formati dal tubo tuffato nell'acqua, la quale alimenta la pompa. Noi prrmr, anche quando sono chiusi alla !01'0 parle superiore, anche quando -.ono provvis ti di volla , in muraLur'a, ulla quale non si posl:'Ono dare solide basi, e che r•po~a necessariamente ~apra 1m suolo impregnalo d'acqua, CJUesttl ne infiltra a grado 1.1 grado lutle le par·eli di basso in allo, ed il pozzo si con verte in un a pparecchio di drenaggio per· tutta la regione del suolo circostante. Siccome spe!lso 111 vicinanza dei pozzi si lava la biancheria, s iccome i pozzi sono sempre vicini alltil case abitate o a laboralor•, cosi il lor·o fondo finisce col co· P•·irsi di uno strato di Ialo sopraccarico di moter'ic organiche. A maggior ragione ciò avr·à luogo se possono penetrare in esso cadaveri d'insetti o d'animali o foglie mor·te. Ogni pozzo, per quanto sia ermeticamente chiuso, ò invaso inoltre dalla vegetazione ed il r·isultalo di ogni vegelazrone ù necessariamente letame. Se richiamasi alla mente lA quan· lilà cousidet'e>ole di male1•ia organica che BoussiugauiL trovò in alcuni pozzi di PaJ'igi, non si stentera a comprcn· dere come F raenkel abbia tr·ovalo una cloaca in fondo al
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RIV ISTA
pozzo dell"islilulo igienico di Rerlino. e che non sia riu'-cito a disinfettarla. Del tutto divero::e ~ono le condizioni di un tuho di pompa aspirante immerso nel suolo, e che vada a pe!lcare al roudo in una piccola conse1•va d"acqua, però mantenuta e proLelL11 al clisopra dal !luolo ben compresso attorno ad essa. Lo !>l1·at? d'acqua nel qual~ pesco. il tubo non Ila quasi uulla l'l temere dalle acque di superficie, le quali non lo rag!!iungono che dopo una llltr·azionc più o meno lun ~a ollor·M al tubo, analog~ a quella che ~ubi~cono le stesse ucque ad u11a certa distanza dal pozzo, e sPmhrll a primo aspetto, che s•• lo >"lralo d'acqua è sterile la pompa dovrà pure emetle•·e acqua continuamente ~turile. Siccome racqua raccolta nel serbatoio del fondQ del pozzo ;.. fino ad un certo punto acqua espos:tn all'aria, cosi è difficile l'ilenere cl1e sia sempr·e $LcJ·ile, ma si può almeno sperare che dopo aver vuotato e lavato la cisterna con lungo lavoJ'O della pompa, si finirti per aver•e aequa priva di germi. Operando con una pompa che funzionava da ùuc anni e mezzo in una corte dell'lstilttlo igienico di Berlino, e uella IJUale In superficie dell'acqua nel serbatoio era a 4m, \8 al di· sotto della superficie del suolo, Fraenkel ossea·vò elle la l'icchezza io germi dell'aequo !';Cendeva da 18000 germi pea· centimetro cubico, cifra primitiva, a :>i, cifra corrispondenti' al f>00' litro estr·atto. Da :>00 a tOOO litri, la cifra dei f{ermi non discendeva piu, e per conseguenza, essendo Il volume Jel serbatoio eli circa 5 lJtJ't, il volume dell'acqua es~raUa t•appresentava. cicca 200 volLe il volume d'acqua tn·imlli\·amente contenuta nel se1·batoio. Ma v'é di più; il giorno successivo. ripetendo gli espel'imenti, s i riscoutrava elle la cift•a dei germi era molto aumentata nella notte, assolutamente com e se si rosse prodotta una moltiplicazione abbondante dei germi lasciati nell'acque. Siccome questa moltiplJcazione gli sembrò anormale, cosi il tlott. Fraenkel reputo ptù naturale attribuirla ai depositi addrenti, che i mlca·obi dell'acqua avevano potuto lasciare lungo la parete del tubo o della base del ser batoio,
o'IGIE~E
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dt>pn,.ili d 1e, mantenuti dall'affiJJità capillare, non ritornano •·Ile lentamenl~ i n sospensione nell'acf1ua. L'esperienz.a ha confermalo questo ragionamento. Dopo avere nettato accura· tamenlP lo parte i ntern!!_deltubo aspi l'alore, si vcrsal·ono 121itri Ji Ulta mescolamm d'acido fenico del co•nmercio e d'ncido .,.oJf(wico Recando le formal e dPI dott. LAplacP . Dopo due ore si mis<- in opert• la pompa, e si atloso ~ in o al giorno dopo. Alla llne di :.!4 ore, le prime porzioni di acqua estrella offrivano l'odor~" e le reazioni dell'acido fenico; le nllime nou prec::entovano alcuna traccia della pr•·senza del dello corpo, e tanto le prime quanto l e ultime a1'ano del l uLto steJ'ili. La "terJiilU durò sette giorni e poi scompan•e. Si potrebbe argo ment~ re che la sLl'J"ililà fosse dovu!.a non giu 11 mancanza dij germ i, sibbene alla p1·esenza dell'acido l"enìcn, il quale, sebbene a tiose m1uima, impPdiva il loro !'VIluppo. Ma la stessa acqua steeilo nutriva e faceva moltiplicar!.' benissimo i germi cbe vi si inoculavano. Inoll1'e quando dopo una pt·im a slCI'ilizzazlone all'acido fenico, i bal· tert Mno completamente scom parsi, !<8 ricompaiono dopo qualche g1orno, possono di minui r si di nuovo co.l sPntplice n!!llarnento meccanico del tubo. Oa ciò il Fraenkel conchiude, che la reinoculazione dell'aci"JIIS si fa con la pompa, J>er la caduta d'un grano eli polvet•e attraverso le valvole, o lo scolamento di uoa goccia d'aCI'JUil contaminata lungo il tubo, ma cl1e lo strato d'ac'lua, da cui il pozz.o ò alime11 lalo. e ster ile'. Lo "lesso risultato si è o ttenuto per un allt·o pozzo dell'i_!:tituto d'igiene posto in miglior•i condizioni ig ieniche rlel precetlente, meuo esposto a cause di contagio, e che serVIva piu spesso, es~endo il pl'imo • Jilfl~i nbbondonato. Questo ratto u tonto più notevole inquanlochò i due pozzi sono pochi..simn profondi, sono sca vali uella ve.::chia citta, in un !<uolo che sostiene le abitazioni da molti an ni. Questi ri!>ul· lati sono in complel~ armonia con quelli llllenuli dal Fraenkel ~tes_so "Uila sterilità del suolo a Berlino a piccole profondità . Si può pertanto affermare che le acque profonde sle1·ili, t<e H!ngono a contatto con l'aria o roi c01·pi che subi$cono
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ltlVlSTA o'IGJENE
l'azione dell'ar·ia, perdono la loro ster ilità. Le vie per le quali i germi giungono nelle acque sono innumerevoli, spessi:::-
sìmo sconosciute e quasi sempt'e impossibili a tener chiuse P erò solto il punto dì vista igiemco, non è la quantità clei microbi nell'Acqua che ci porge un criterio pel' la maggiore o minore polahilità, sibbene la loro qualità. È puramente convenzionale il dire che un'acqua è pura quando contiene un numero di gel'mi inferiore a 300 ìn un centimetro cubico; un'acqua ,, pura quando non contiene germi di sorta. Mol teplici sono le coudizioni necessarie da prender di mira pet' giudicare della purezza di un'acqua. h1 lesi g enerale sara moltissimo pit\ nociva un'acqua clte riceva, anche in minima parte, materie escrementizie, che un'acqua, la qnale sR.rà carica di germi per ave 1' lavelo uua regione deserta. La natura dei germi 1\ assai più importante della quantita di essi e finché la scienza n on avrà leoval•1 il modo di distinguere in un'acqua i germi uocivi o palogeni in rappol'to al loro grado dl nocevolezza, dobbiamo
professare che le sole acque raccom andabili sooo quelle cltl' non contengono germi di sot·ta . Pensino gli ig ienisti a l'encierle tali con la filtrazion e, col riscaldamento, con Mppur ecclti, ecc., s icuri della ri~onoscen za del pubblico se rius cinwno a ~Lerili~zare le acque delle. no;,lre fontan e e Llei nostri pozzi.
VARIETÀ
Di u medioo itallano preonnore del Franklln -G. Gov1. -(Atti dell'Accademia dei Lincei, febbraio 188H). Per lungo tempo si é atll·ibuito aJrabate NolleL il mer ito di avere indicato la relazione fra ì fenomeni tlell'elellt•icismo e quellt del fulmine prjma delle e"perienze del Franklin (l). Ma invece il pror. Govi rivendica al m edtco veneziano Eusebio Sguot·io l'aver e non solo pt·e,.,enlito, ma chiaramente sif!'Difìcato l'anaJoS'{ia e la stretta relazione tra i fenomeni dell'eleltricilà e (juelli del fulmin e. Nel libro • DeU'elettricismo ossia delle jo rAe elettriche dei cOrfJi ecc. Venezia 17.J(j '' che fu pubblicato senza il nome dell'autore. ma che è ormai con certezza attr ibuito allo Ss:.:uario, si leg~<e a pag. :lì9: • Però bisogneeu contessare che ad un tale eccesso (la • scarica elettrica della bottiglia di Leidu) sembra impossi• bile posc;a giungere. la violenza di un effluvio sottil e per • quanto la si voglia ingrandit•e, quando pet·ò non si ~otiun• gesse per questa strada a trovare l'immensa ra pirut~ dt c quella materia ignea sollile che forma i fulmini. E cht po• lrebbe mai francamente negare elle i fulmini altr o non • fossero che una materia s:~llile elettrica spinta all' uWmo • ~rado di sua violenza? SarE:-bbe bene una fatal e sorpresa • Pet• quel primo espel'imentator e, che Lt'ovaudo per questa • strada la maniera di fot·mare ad artf' un fulmine, soccom• besse martire della sua curiosi tè~ " (2).
Il ) NOLI.BT.- l.erunsde pllyliQtiC u;perimmtal•, t if8. (!) E il martire ru li pror. fllohmann . •
VA.RlETÀ
Dinnanzi a questa peecisa divinazione ùel medico veueziano perdono ogni valore, dice il Govi, le paro!e del Gray e del Nollet. il quale ne11753ùavanti all'accademia delle Scienze dichiarò di aver cognizione del libro a ~tribuilo allo Sguario. In conseguenzll lo Sguario fu il pr imo a manift!slare quel concetto, cile dimostrò poi sperimentalmente il Franklin.
CONGRESSI x• Congresso internazionale medloo.
Be'rlino 1890.
Statuto e Prog ramma.
x·
Arl. 1• Il Congresso internazionale medico s i apriril a Ì3erlino il lunedì .-\. agos to 1890 e si chiuderà il !'luccessivo sahalo 9 agosto. Arl. 2• Il Congresso è composto dei. medici autorizzali che si souo iscritti come membri ed hanuo ritirato la loro scheda d'iscrizione. Altri scienziati che s'interessano ai lavori del Con~n·esso possono essere ammessi come membri straoròinar i. l congt·essisti pagano una quota d 'iscrizione di 20 marchi e ricevono io cambio, appena escir·a, una copia tlel resoconto dei lavori del Cong resso. L'iscrizione ha luogo al prindpio dell'adunanza. Può avvenire anche precedeolemenLe dietro invio al tesoriere della quota d'iscrizione con l'indicazione del nome, della qualità e del domicilio ùel richiedente. Ar' L. 3• Lo scopo del Congresso è esclusivamente scientiJìco. Al'L. 4• l lavori del Congresso si esauriranno in 18 sezioni. All'allo dell'iscrizione i me111br·i \ndicheranno a quale o quali. sezioni desiderano appal'lenere.
CONG II ESS I
Art. 5• Il comitato provvisorio promuoYer A, n ~>lla seduta d'aperlUI'a, la nomina della presideuza elfelliva , che su r é compol'lta di un presidente, tre vicepresidenti e 1111 numero indeter minato di presidenti ooorat·i e segr etari. Nella seduta cosliluliva d'o1tni t'ingoia sezione, la sezione eh•gf{er à un presidente e un ~uffìciente numer·o di pr esidenti I)JJorat•i che presieder anno allernali vamcnlc col presidente t"tleltrvo. I n causa della diw:~rsita di lingue un numero adeI!Unto di segretari sarà eletto tra i membt•i strauier·i. Le man!'ioni di tali segr·etari si limitano alle ~edut•? ,Jel Congre;.so. Dopo la chiusur a del Congresso, la pr••sidt>nzu nomina un romilato speciale incaricalo della pubblicazinue del r·e<~oco nto completo dei lavor·i del Congresso. Art. 6" Il Congresso si riunisce l utti i giorni . sin in ~e dule plenaria, sia per disbriga t'O i lavol'i ùell e sezioni . Le se•lulc plenarie hanno luogo dalle 11 allo 2. Le !>edule plenarie sar anno tro. L'ora por le sedute delle !>ezioni sarù determinala dalle !'e7.ioni ste~>se, pt·emesso che le seduto nor: avvengano o si e!>léndano nelle ore riservate alle sedute pJennric. Sedute coll etli"e di due o più sezioni possono aver luogo, pur ché lo Segrel,•ria del Con gr esso abbia l ocali disponibili. Arl. 7" LP. sedute pl enarie sono destinale: a) alle discussioni relative ai lavori ed &gli inter essi generali del Congresso. b) alle conferenze e partecipazioni d'roter•esse generale. At•t. 8• Le confer enze nelle sedute pl;:.narie e nelle eventuali :edu.te straordinarie sono riservate ai mPmhri pr•e!>celti dal cormlato ordinativo.
Le pro;:.oste relative all'oper a del Congresso devono csset·e lhrelte dal t• luglJo 1890 al comitato pro,·visori o clu~ decide se convenga melterle all'or dine del giot•no. •·et~rt. no Nel!~ .sedule delle sezioni si discutono l e t(uestioni •temi t-labthtt dal com itato pre\'entivo delle singole se~ioni. l,p r o•I&ZÌOn.1 d ) J . • e re alore nominato dal comi lato e le comunicazrom e mozioni rela~ive al tema costitu iscono la bose di'Ila
CO~G RESSI
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discussione. PerrneU.endolo illernpo, potranno discutersi altri temi o comunicazioni proposLe dai membri , o acceLlale dal comilalo della sezione. La presidenza delle singu!e se?.ioni deciùe raccellazìone e determina !"ordine in cui tali comuni· cazionì avvert·anno, a n1eno che ciò non sia avvenuto per votazione nella seduta della sezione. Non souo ammesse volazion'i su questioni scìentificl•e. At·t. 10° Per svolgere, nelle sezioni, le tesi di pat•lenza, sono concessi in norma, venti mi~tuti; nella discussione c:ono concessi ai singoli oratori (soltanto) dieci minuti. At·l. t t• 11 testo di tutte le conferenze e partecipazioni falle tanto nelle sedu te plenarie che nelle sezioni deve essere t'iH tesso ai segretari, pr·ima della chiusura della rl'laliva serluta. 11 comitl;ltO di r edazione decide se ed in t']uale misura i sud· eletti alti pos::;a 11o essere pubbiLcaLì nel resoconto del Collgt·esso. l membri clta parLecipauo alle discussioni sono pregati di •·imeUere, uel la sl~"ssa giomata, ai seg•·elari , un t'iassn nlo .manuscl'illo delle osst.:rvazionì f<1lte da loro. Art.. ·12• In tulte le ~~dut.e le lingue ufficiali ~ono: il tede;:co, ·l' inglese e il francese. Gli slaluLi, i p•-ogrammi e gli ort1ini del gi orno, si pubbli· cano in tutte e Lre le suddeLle lingue. Nelle sel'l ute é tuttavia pel'messo dì servi1·sì, per bre vi s~11ne osservazioni, di qualche altra lingua, purcbè uno dei merubl'l presenti si dichiari pronLo a tradur!~ in una delle lingue ufflciali. Arl. J3• li presidente Jirige la discussione secondo le uorme pal'lamentari generàlmenle ammesse in adunt~nze eMIgeneri. Art. 11:• Gli studenti dì medicina ed altre per sone d'amho i sessi che senza essere medici, s'interessasser o all'argomento da trattarsi in qualche determinata seduta, possono essere i n· vitati riai presidente della medesima o dornandar·e il ~ei·mes~o dì assistervi come uditm·i. Art. '15' Le partecipazioni o le domande relative agli af'lari delle :;:ingole sezioni debbono ir.dìl'izzarsi al pr esiden te (!ellà
t.:ONGilESSl
relativa sez.ione. Qual<>iasi allra partecipaztollt' o dom anda ,.ara indi r izzala al segreta r io gener ale, sig. dott. LASSAR, !\arls lrasse 19. Berlin NW.
Elenco delle sezioni e della loro presidenza provvisoria. (Il nome del membro incaricato deltlisbri;N dr;; h alTari ~ stamp:llo in c.-u·Mt~re cor$h'Ol.
l. Anatomia.
Flemmmg . Kiel. - Hasse, Br eslau. - ller tu;in, Berltn \\'., MaMsenstr ., :H . - His, Leipzig. - v. 1\ i.illiker , \Vi\rzburg.Kupfler·, Mti.neben.- Me rkel GOllingen.- Sch wa i!Je, S tr•as!:llJU rg. - Wieder s lteim, Pt•eiburg. 2. F i.siologia e Ch imica ji~<iologica. Berm~lein , Balle . - dt~ /Jois- Reymontl, Ber lin \V., Nt>uP W ilhehMlr., 13. - Bieder mann, Jenll. - Hct<lenlta in, Bres fuu. - llensen , Kicl. - Hùfner, Tiibi n ~t•n. - H oppe-Se~ ler , Slr•ass!Jurg. - H. Munk, Berlin. - \ 'oit, Miinchen.
3. Patologia generale e anatomia palolOfJtCa.
Arnold , Heidelber g. -
Bollinger , ~Iiinchen. -
Gra" ilz,
Greir~wald.- HeUer, Kiel. - P onfìck, llr·eslau.- " · Reckl~nt::hllusen, Strassb ur g. - Virchow, Bel'lin \V., Scltelhng~tr., 10.- \Veiger l, Fra nk rur·La. M.- Zrnke r, Erlang~n. 4. Farmacologia.
J B.inz, ~o~n. -
Bòhm, Leipzig. - Ftlchuo, Breslau. allé, Kontgsber g. - Liebreich , Berlin t\ \\' ., Dorol hecuStr·aa~o. 34 e . - Ma r·mé, Gi.Hti ng en . - Penwlùt, Erlongen. - Schmiedeher g, Sl.rassbuJ•g. - H ugo Schulz , GJ•eil'swald.
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CONGRESSI
5. Jledicina interna. Btcrm~;w,
Bt·eslau. - Gerhardl, Ber lin. - Leube, W lit't.- Leytlen., Berli n \\'., T biergar len-Strasse 3~ a Lichlheim, K òn ig~berg. - Liebermeislet·, Tftbingeu. - )Jnsler, Gretfswald. - ~aunyn , Slrassbur g. - v. Z iem~,.e .. , Mltnchen.
bur~.
6 .\lfedicina dei bw,.bini.
Bagiosky, Berlin. - flenoch, Berlin \V., Bellevueslr. "· - Heul)llor, Luipzig. - Kohts, Sll'assburg. - Krablcr , Gr•·it'swald . - Ranke, Mftnch en. - Rebn, Ft·nnkfurl a. 1\1. Sollmar111, Breslau. - Sleffon, Sletlin. 7. Chirurgia.
Bat·delei>en, Berlin. - v. Bergmann, Berlin NW ., Alexandet• Ufet·, J. - Czet·ny, Heidelberg. - Kiinig, GiHling(.'n. - v. Lolzi>eck, M i'mchen. - Scllede, llamburg. - C. Thit>rsch, Leipzig. - Tt·enòelenburg, B onn. - \Yagnet·, Kòni,:-·
hlitt.e. ~-
Ostclrictll e gineculogia.
l<'ritsch, Breslau. - Gu..serow, Bt•r·Jin. - Hegar. Ft·(.'•burg. - Hofmeyer. Wftrzhurg. - Kallenbach, llalle. Uihl••in, Giessen. - l1farlir~. Bcr lin ~W. , Mol lke~lr., 2.OlshAu!'en, Be1·Iin. - W inckel, Mìmchen. !)
Neoraloia e psichialritt.
Uinswanger, Jena. - Emminghaus, l<'reiburg. - Ed>. H eitlelbtirg. - Flechsig, Leipzig. - Fùt•stner, .Heitlelberg - Grashey, Mùnchen.- llitzig, Halle. - Jolly, Strasslnu·g. - Lael!r, Berlin-Zehlendorf.
CONGRE.SSl
10. Olcica.
O Becker , Heidelberg. - E ver -;busch, Erlangen. - '. Hippt>l, Giessen. - Hirschberg, Bet•lin. - Leber , Gi.illingen - Michel, W urzburg. - Scmidl·Rimpler , Marburg. - Scllweigger, Berlin N'V., Roons tr· .. 6. - v. Zehender , Rostock.
, 11. Malattie dell'o recchio.
Bezold, Miinchen. - Bfl rkner , GiJtlruge n. - Krrchner , Wiu·zburg. - Kuhn, S Lrassbut·g. - Kessel, Jena . ~ L~t cae, Berlin W., Lulzowplalz, 9. - Magnus, 1\.onigsbe rg. - Moos, Hei·ielberg. - T raulmann, Berlin . 12. Laringolo,qia e r i nolO[Jin (malattie del nasù).
Beschor·ner, Oresd~o . - B. Friinkel, Bel'lin NW . , Neu15\ò•ltio;;che Kirchslr, ·12. - Golls lein, Breslau. - A. lffu·tmann, Br·cslau.- Jurasz, 1-J eidelber~.- H. Krause , Berlin - Michoel, Hamborg. - Schech, Milnchcn. - M Schmidl. Fr·ankfurl a. M. 13. Dermaloloala ,. sitilogr otia. Caspary, Kinligsberg. - Doulrf'leponl, Boo u. - Kiibu er. Berlin.- Lassar, Berlin 1\W., Carls ll'., 19.- Lessar, Leipzig. - G. Lewin , Berlin. - N ei ~sc r , Bt·eslau . - Unna. Hamburg. - \\'olff, Slrassburg. H. Odontofo!lta· 8u~clt, Berli n )!W., Alexander Ufet', G. -
Calais, Ha mHesse , Leipzig:. - Fl'ickt·, I<.iol. - llollii nder, Halle. - Miller, Berlin. - Pat·Lsclt, Bt'C'fllau . - Sauor. Ber·liu. - W ei l, Mitòchen. burtz. -
128
CONG.RESSI
lf>. Igiene.
Fli.igge, Breslau. -
Gafrky, Giessen. -
Grar, Elbet>feld.
- F. llofman n, Leip:Lig. - R. Kocll, Berlin. - Lehmaon. Wiirzburg. - Pisior, Berlin W ., v. d . Heydtslr., 13. - W oltl"biige!, G<"Hlingen. -
Uffslmann, Rostock.
L6 . .\ledicina ueo{trajìea e climatologica.
Abel, Slettin. - Brock, Berlin. - DeLLweiler, Falke nslei11. - Falkeoslein, Licbterfelde.- Finkelnburg, Bonn. - Gulistadt, Berlin.- A . Iiirsclt, BerlinW . , P otsdamer-Strasse, LL3. - Lent, I<l'lln. - Wernicb, CosUn . 17 . :Vledicina uìudiziaria.
Falle, Bet·Hn . - Glinlher , Dresden. - v. Holde r , SLuttgat·L. - Kna uff: Heidelberg. - Liman, Berlin sw., Koo iggn1tzer· Stt·asse, 46 a . - SchonfeJd, B er lio. - Schwarz, Colo. Skt'i'.e<:zl<a, Ber•lin. - Ungar, Bonn. 18. Saniià militare. v. Colar, Bel'lin. - v. FichLe, SluLtgart. - Grasnick, Bel'lin. - Grossheim, Berlin. - Krock er, Berlin W., Magdeburger Plalz, 3. - Mebll1ausen, Berlio. - Mohr, Mùncheu. - Rolb, Oresden . - \\'enzel, Berlin .
Il Direttore
DolL F E t.lCR R AROFFlO generale medico. 11 Collabor'at..or-e per la R .• Marina
ll Redat.t.ore
G IOVANNI PET ELLA .Medico di ~· ctaue
C L AUD I O SFORZA Capitano medico.
NUTINI FEDERico,
Gerente.
:M::BlMO RJ:E
ORJ:GJ:NAL.oJ:
UN CASO Ili
fERITA DELLE PAUETI ADDOIIINALI PROTRC 'lUi\E DELLO STO~L\CO LAPAROT01.tiiA - GUARIGIO.)J'E M\'Uint'J" 1.-tl.a nella muf~nmza ~d~ulillca tl••ll'o.p.;rlalu ll'ltlllilt'G Ili Palermo il gll)t·nu 8 genualo 18!10 tl:il dott. c"' llntrlu:le D i •·ed e, mn~tgior-e rncdlco.
11 giomo ·18 maggio del H~87 in .Roma fni avver·liLOell e era stato trasportato nell'ospedale mili tare un individuo fe ri to all'epigastrio con protrusione dello stomaco. Lo rinvenni disle$o in un letto delripat·to chirurgico ve:;tito ancorn dei proprii panni, con lo stomaco pt·ùtruso, coperto da una pe'lWOia lnrchina piuuosto "udicia. Le guar·die che l'accompagn:wnno mi di,sero che em stato ferito da un compa~no in un'o,terin Jler 'tnestioni di giuoco. [,;atoinata la loralitit, con. tatai che la ferita incisa, di .;eue ''d folto centimetri di lun••hezza ,., , era :t bordi netti ed interes,a,·a tra:;\'ersalmenLe la regioue epigastrica. Partiva da circa lr~ ~entimetn a si ni.Hra dalla linea mediana, e comprendendo la cartilariine delle co~le spurie di sinistra si estendeva nel nonu ~puzio intereol'tale. Lo stomaco era fuori uscito qnnsi totalmente dulia graude alla viccola wt·vn!uro, fortemen1e ' tr·ozzato dalle lnbhnl della feri ta. Eru pieno 1li gas e m.ucrwli ingesti e non si rntc,·n comp rendere con!e quel viscere
v
13G
UX CASO
cos1 volum inoso avesse potuto passare ;t tlraverso ud una fe-riLa relaLivamenle strella. Nessuna le~ione alta sua superficie. i vasi soltanto fortemente iniellali a causa dello sLrozzamento 11 pazien te a nome Tomnsini Gabriele. di professionA f:H'· chino, di ano i i. ·l , era in uno s1a1o di pro~lrnione indicihile, con polsi piccoli ccl in preda n freqnenli lipotim ie. Ec;::;enrl" urgente ripara t·e alli! condizioni del momenlo ed in mancanza di camera di opet·azione adaua, mi deci$i ad operare nel1:1 :;tessa ala del riparlo. Dopo ave1·e ese~ uito la rompleta pulizia della regione, senzJ pen ~are alla cloroformizz:1ziou e, molto pericolosa pe1· lo statn di depressione dell'individuo. anzi facendo preceùet·e quelle manovre da un'inil'ziooe ipode1·mica d'elere, mi provai ad e..;eguit·e la. rid nl.tonc dello stomaco col tn J•is, facendo comprimere legget'lll ent c il vis1:ere dall'ass i ~ tente dolL. Trovanelli Vista l'inntiliti• tli quelle manovre mi rlectsi per la laparotomia. Vralicai a slrati un'inci:;ione che partendo cl alla e'Iremi ta interna cklla prima ferila si prolungava vertic:droent ~ iu I.Htl'SO per oltre clicci centimelri lungo il margine eslenu• del muscolo retto: mi~i allo scoverLo il ~rande omcnlo. il colon trnwm;o e l(llalchc pacchetto iote:;Linalc; etl nllora mi '"·vidi del meccnnismo eho lo sbomnco aveva seguito ncll 'u!;cirt:> all'esterno. Tn .;ieme alla parete addominale era :ìlalu inci;;n il dia framma in prossimilìt dei suni a~t.'lcchi anteriori: lo ::tu· mnco alquanto pieno, perch(· l'individno a''eva mangiatn l' bevnto, teneva sollevato a mo' di copoln il Jiafrnmma cd era venuto fuo ri allravet·$o la cavitìL toracica sinistra. TI pericardio era rimasto ill•·~u Di lat<li di po,· IJL• linee lit ferila del rliafrnmma e c.:o11 dok i pressioni mi riuscì •li rimetter<' lo stomaco nell a caviliL addominale. L'intli1 itluo i cui polsi erano evanescenti , :;i li ben • allora rol vom i~o d t gran parte del c.o nt enuto dello slomaco e
DI H ll\ l'rA DE LLE l'AitETr A DD OM I~ALI. E CC.
lj l
si l'iebbe alqnnnto; ma però sempre g•·avissimo in modo che tlovelli all't·eltare la riposizione degli altri visceri. Non fu po:;~ juile praticare In sutura della ferila diafram malica, non es sendovi modo di manovrare auraverso le coste spurie, o dall a parte dell'addome. Mi limi tai qui nd i n ridurre un lembello del polmone sin isLro p rotruso, ed a cercare di ravvicina1·e i bo r~i della lesione diaframmatica con un punto che com prendevn il margine ~ella feriLI\ del cliafJ·amma c lo strato profondo delle pareti addominali. Praticai la sutura a tulla !'pe~ sezza dell e delle pareti con seta al subl imato, e completai la riunione con sutut·a superfi ciale a punti staccati . 'l'utln l'operazione fu eseguita in meno di mezz'ora , adoperando frequen ~i irrigazioni tiepide di soluzione di sublimato al millesimo. La medicazione adoperata ru quella cl1e uso da p<,~recchi anni; un po' di polvere iodoformica, garza al snbl imato, cotone idrofi lo e un foglio di gullaperca per· isolare completamente la regione operata. L'individuo oella sera ebbe una elevazione termica di pochi decimi, ma il giorno seguente la temperatura o l t rep<~:>sò i iHl centigradi. Ebbe qualche colpo di tosse con molesto dolore pleuritico a si ni ~ tra . li ere dispnea . disturi.Ji che cessa· l't• no dopo tre gio1·ni colla cttduta dell a febbre. La pri~na medicatura ebbe luogo al setti mo giorno. Furono tolti alcuni punti e si ebbe la soddisfaz ione di constatare che tulln la soluzione di conLi ouo era guarita per prima intenzione. Alla seconda medicazi one fu1·ono rimossi alt1·i pu11 ti P l' indiyiduo fu di messo completamente guarito con la regione alTana pr·otetLa da piastrina metallica . Egli venua dopo un mese circa n fat·::;i visita re ed a fare accertare la sua guarigione permanente. Il Tomasini di coi mi pr·opone,·o seguire gli eiTelli remoti della ;.:ra-ve lesion e riport ata, fu perd11t0 di rista, e per· molto tempo non mi fu possibil e l'in lracciarlo.
\
i 3~
U~ CASO DI FERI'l'A DE LLE l'ARETI ADOO~lNALf, ECC.
~el mese dì agosto ultimo scorso, lrovandomi alla stazione ferroviaria di ll.oma fui avvicinato da un individuo che ben presto r·ìconoubi pel Tomasioi, tormato da mol lo tempo al suo mestiere faticoso di facchino. Esaminata la localita trovai che solto la cicatrice, alla parte interna dell e coste spurie, vi et·a un po' di smaglìamento della fascia profonda nel quale l>Ollo gli sforzi s'impegnavano un po' i vi ~ceri addom inali. Egli manteneva sul posto sempre la piastrintl che gli avevo consiglialo poco dopo la guarigtone. e che mi parve suffkiente ad impedire una maggiore di stensione dei tessuti superficiali . Io tutto il tempo trascorso dalla lesione alla mia ultima ''isita non e9be mai a soffrire di singhiozzo, di ambascia, o di segni dì strozzamento; quindi è a. ritenersi che la 1esione diaframmati ~a . o è guarita deltutlo, o è tanto ristreLLa e marginale da non permeLLere la fo rmazione dell'ernia diafraonnatica; però non posso negare cbe la possibilità di tale ernia non esista, non essendo stato suturato il diaframma. Tale operazione in qnel momento era impraticabil e ; e se avessi volo lo oslinarmi in simili tentati vi, probabilment e avrei accresciuto di un allro fa serie degli insuccessi delle suture del diaframma . Qu esta breve comunicazione mi sem hra interessante pel faLLo del meccanismo col quale avvenne la protrusione nello stoma co attraverso della cavità toracica fino all'esleroo, in modo così singolarmente raro, che per quante ricerche abbia fatte, non ne trovo registrato uno simil e nella leLLeralura cltirorgica. Ed è sorprendente che lo strumento fct·itore nhbia potuto penetrare sino aci incidere per alcuni centimetri il dia· framma, senza che fosse menomamente scalfito lo stomaco che doveva comprimerlo dall ' inLermo all'esterno e da sono in sopra.
133
CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO
LOCALIZZAZI ONI
C~ HEBRALl
1·: Ot.:LI.A
EPILESSIA C ORTIC ALE PKL llOTTOIIE
ANDREA ::,OTr:-; TP.N~N'TI~
MBOIC(t
·-[.
Ad ogni med1co c:he s ì l'i "'polli im·omlw 01nai il dovr·t·{' dt rN•are il suo contributo allu :-wit> nza, indagando accu l'tlLamPHlP tutto> lt> pos.;1bili u nomaliP .;e n~ilive e motorie io •1ualsia.;i Cll'IO gli si presenti, in cui pOR!"a ~o;;pe Ltart• una lesiont' di'i l'entri nervosi in g enerale. Il tentai'(' , durante la vita tlell'ìnCermo, la d1agoosi probabile di sedt> della lt's10ne cenlraiP ,. un puro lnsso ch e pe r gli ~ tessi rlinici non potrebbe averE' che un semplice valore didallico (1); ciò cho veramente ba un lr.lP"""~ <~cientifko ,., il roc·coglierc diligentemente tutti i (l) Con lutto Il o·IRpr•lltl al U... iolog" Onro·oltino nun cn•do sia un l ns.~" o t)Oil aiJili11 tbe s.·mpllee \,\IIJI'I' 1litbllicn illeo ttothol mollo IQ<Yçole di'i cliok• nt>llu 'labilil'• 1·' tlr:o~nosl rll s••dt: inl•Jrno :o lt·~inni intort>s~anli la m:lS,n eo•n•bral~. l a plu ,.j,._ '1 11•'nlc conrutn7.loou d~•! lo p:1rol e dol lucinni ~l t•·ova noll'lmport:1nza :~ CIIuist:ol:• 11 " 111•11 •l:oll~ trnpaoazion~ ristu·t:l d:• un iogi usllflc.1to obltto a nnwll:t " ri:ro(!lio>" voLo ~: indntoiL'Ito eh.: qn;10!1o si l•~,:g..n•• i succe--i utiPOU ti dall'HIII"It-y m•'""'-' 11 ll':lrllll1&7.lon~ IO lOt:ISÌ Ili C[lilrqsj;,,, l(lll'lli Ollo•OuLi t lal Ct•Ci iu C:t~i di :iSCl\SSlt Cl>rl•hr;IIP, l' l'a ltro r:•moso 1lcl Our:mlt• Jll'r tur'llO>''' t•ndomuokn loc.11lz7;olnnei ltllol rruntali,(JI•r l:t(ert> di allri,qu:~nrlo dico. si lo•;.rl(vno si mili risutt:tli 11011 qJ con•·ien.· clof! si:t un ln-.<O ed ahb~1 Slllt• \ :llom• •lirtaltit·o l'imp,.rl..1nl;o eh•• tl;~i cliuic• si •l11. alrli"ll'I1<1Stit·o In r·lgu11rdu :dl:1 svcl(• in ~l lll< tll IJ•sinnl Cl'l'l'hr:ilr.
• •
t:,!~
CO:'\TI\Illt.:zlO:'iE ALLO STUDIO
di:;ordini relativi, sC~lLirne fino all'e"'ilo lìnule lP \'H riu.:JÒIII, ed infine de~cri "e re i J'iRultuli n ec••oscopici. T utlo dò P ulln portato di qual~ia!"i mode~to, ingenuo llHl uc·cura. to os::,ervu· tore. - (Lt: CIAKJ e S~PPILLI, - Le loeali.:.:(l~ioni cerebro/t, 181'1'>).
)l eli~ ma]oll'e l'<'l'ebr o·:<pinali il Lr·ovarf? la. h';;ione unulol ult'u
c-ltt> urm onizzi co11a sindronw cli nir1:1 e spieghi, :-<P<'<Jndo i tl <~li
tJ:..iologid , le diver:->t• manif••!-'ltazioni morbr><P, é •·OrnJ·ilo •uollo difficrlr, S lll perchè in questo generi' di mnl tl ~li e il•·ll· nil·o 110 11 può avvautu ggiw·"i pPl' lu tliagno~i di ::;f•de c di no · ltll'n dci criteri fi sici,. clinic1, mu ;;:olo dei tbiologwi P clini•·•.
:-<in pe1•cl•t' non l'ist·ontr·a «inlomi i~olali, J1f\Lognomonit·• tlu Jlt'l'ntPll<'t'gli unn dwgno!-<i dil'ella, ..:ibbenc un t·omple:;..;l) d1 ft'llOffil'll l j fen u tnt~ni pt'O[ll'i t!CIIfl le::.ione, fenomeni c•OIJHl et'nh p••t' dis lurbattl idt·aulicn ci•·rolnlot·ia, e renom.•ui tl 'irJ'adiaziouc• 1'''1' [t'Hl\ runzionul1là di pAt'LÌ lon i.Rnc. È veJ'O che dn Uri \t'Il· Lt-nnio nnche in ques lo r a mo di po tologin ;;i sono con;;cg-u1Li uHmct•o;,;i progrt>ssi, ma bre vr .~ •l cammino percorgo, lun!l'!:l t> clilficilc• In via clte s 'O(l l'C dinanzi. Pauizzo, rlle nel 185j tli mostrnvn pe l pt•imo che n ei mommiterl, allo ror mnzione d~'l nervo ottico concot·rono, ollrc le e min1·nzo •tm1drigcminP. c• il lalamo ollico, ecc., anche i .fasci poster iori de rioati clallt circon.oolruion.i cere/)l•ali poste,·ior i, e confortavu l'e~pe ri · utonto colla prova din1ca rilerc ndo dw! ca!-.i o:-;::;"t'vati nel· l'ttom <• (l), e Broca elle, da 20 O>'::;er vazioni eliniche 8 vvalornle dnl re perto nccroscopico locl'llizzuva In fucollu df'llio~ua~:un u•·l lalo f t·ootnle sinislt·o, gi'Hmono le 1wimo basi dPlla dol· tr111a di'Il<• localizzazioni t·e•·cbrnli, fìnc!H\ Hitziz P Ft•its ch 111·1 1 7:3, «po1·imentnndo "ul cervello dell.- :-cimmil', non delLPrll !Il In lllt lndhirhto> dii' ~vcva l'occhio ~lnislt'il a trofico 1•cr lrauuu sul11too ·' J• ;umo di vlla, l'in\ e nnl' :tll'~ulHI~>ia atrofia rùlla •·roioneptl ritlo-occipilaledrl· l'tm ts(e•·o aeslro, ed In cm allr•l rleco n de, lt'a lh't' apoplo-;-;ia rinvt•tme ti Ila Il''· ~r'"''OI'ia ramtnollimelllopo~teru-suptt•iore dfJic circnnvolu zfotli occir1ilaU tll l· l"mus(tro liuislro. - T AJIDI:hll\1 - Rio,•tulica:ioll i 11 Pantz za: Otllll IC"' t <l'la det cen tro oi~ivo cot·limk. - ( 1/i vi~t,, di Prt'llial•·i<t , t R€0) ,
DEI.I.~ LOCUIZZAZI ONJ CERKB itAtl, ECC.
l 3:}
allo nuovu dottrina la base speriment~le, dimostran<l..> in tal rnotlo l'assurditit dell'opinione (lel F lourem; s ull'eccilnbililu ..d efJuipoJJenza funz iona le dellu cortcf·cia f'Pr ebl'ale. lo non ricord erò i lavor'i t.li anatomici (Golgi, Giaromini, ) lt>iner t, Flcèbsig): di fi siologi (Lucia n i, Fe t·rier, Goltz, Munk, .\lberLini, Schil1) e dj clinki illusll'i (Charcot, Tamburini, Nothnagel) cfie s i ~ono seguiti da quelr•'poea Ono ad o~gi, dirò solo the gli espet' itttenLi fi siologi<:i, l· · ri ce rch·~ islologic:be, lt: o-.~ervazioni clilliche, ed anutomo -patologicht~ !<e danno alla nuova dottrina costi tuita una bA:'le gr an itica, non banno complt•lamenle ris(JJ.uto i tanti proùiPtni, ni· vinlt.: le immL'm>t: f'ontroveTsiP che ltl nuovu teoria htt ~u:-;t:i lale, ... ,;uJlc •ruali non nltCOr& l• delLa l'ul Lima parol~l. l dali del pr·oblema ~e m brano u lullo prinut mollo fac.:ili: ~c t·ltnl~l o dic;Lrul'<l una porte delht cor ·tMc iacereb r·ale, o;;~e rvare con diJi ~e nza , i dis Lut·bl funzionalj riguardo ul sen:;;o ed ttl moto. :VIa basto. considl!rt.lt'f', rillPllc il Luc.:iani (1), che ,.;ttll'•wea de l ma ntello cer.·ebr ale ,;i posso 11 0 effettua re un 11umer·o immenso di segmentazioni diwr·~e. 11el modo ,Lesso che t'Oli porhe letlcre d(~ ll 'alfabeLn ~ i può co m rot·r~ uno s terminato llll· llll!ro di voc.ìbol i pe r con vincr t·:,;i d1c l" impres~1 ,\ piu a t'<lun di •tuella che a tutta prima ;:;e111bri. Ecc-itali que::,ti cP11Lri agif:!r·ono per virtù proprttt o comt' centr·i di :senso Lallilt• lSchill) t! per allMazio11e del scn>'o muscolare o p~t· diffu;:;ione dello stimolo ~ni cenll•i del bulbo (Dupuy) o sui gangli basilar·i? (Sauderson). E l'eoceilazione di questi cc>utri tlesla azionn direllu o di arre,Lo c be t\llri centri risculono ~JLO singole fun~ioni dw npparteugono al comples:'òo della rnas:su cer ebrale, :-;ono nel1.1\menle r•iparlite in dis linLe regiorù o in egual grarlo diffu>'e in r·iascutt ~gmento di cot"teccit• (Gollz), oppur•e ollro ad essore tanti ceuLt·i ~o;peciAi i vi Ila delle zone r.o mnni, in cui i diV••r!>i ceniJ•i s'ingrossano e si con fonrlono, e pot· cuì h:sa un" funzione nella cor t.ecciu sarebbero perturba lP lntte le altr·e! (Luciani). Questi diver s i Cl'tttri ltunno un rapporto fi !'~o e co:.tan~ cogli organi pel'ife1·ici di senso e di moto, o hall HO rapporti Pl'es::~ocb t>. eq uipollenli por t•ui dil;Lr·utto uno, gli altri lo \·1) LUCIA )Il ~ S•:t•r tLI.!, locu cit .. pag. 1:}3.
CONl'II I R UZ IO~E
AI.I.O STU DI O
compensano c sostituiscono? E il ,Ji,."ipt\r:'i dei f••ncm •·ui p~~r••,lllici iu :-eguilo ad aliPnaz•ont• dt nn eentr o, f> dovuto al <·o..;titnir':<i di nuo\•i <X'nlri circostanti n •wello dh4r ullo (Dun•l ,. Car' ville) o 11 ?.OnP si m •nell'it'IH' d~trallro Jato, ai fltlnp-lr lm,-iln ri o ol rel'Vf'llo? Tu tlt• que:;Le opi n ioni :=;i sono \o Iute f'icorda r•~ pe•· dt•du rr<• •·hl' In dotlr·ina del l 'e:'li~ ttm za d••i t'l'litri •'ONicu l i, doltr•iuu di alla i mportanza fi!'"iologiru e clini<'a p(•r la tliag-no-<i di ><PdC d••ll• n111 laLtie cer'Pbr ali p roc·edc lUI pot:o inet•t·ta P tli A I~ie• • •·a ><Oli•·· vando :-.cri dubbi ed oppo~izioni non lil'VI. DA do la nC>c·e...,.•tn di AllPnl.umenle st udiare,. l'ifcl'ir l' Il' allt·razioni r·i'-'t'On lrul" in ca"'o di lesioni cel'ebruli. di limiLor·nf> con e:-allezzn lt~ ... J'pc::tcns•one, non ct·t·lo euIIft pr<•l•~a di ri ....ol vP t'e i l diffìctl•· pr-oLIPtna. m11 colla Hpl'rHIIZn cltP l'i nces,:ante progrf':-o-<o è.••lln Jbiolog-ia da une.par lt' ,, la rit·C<t <·usu i:;lica dall'alt ra, pos!-aun dnr·o solida buRe Alla dottri na sdontifka lullol'n di:-:cnHl?lfl. l~d ,·, in omaggio alla e-;or ltHionc uulorevolt• del fisiologo fìo r •·n· lino,<' rol moùesto ~copo di Ì•orlru·<" c·olltì prt•Ren lr n,::::wt' \'1\· ~ionP un contributo al problema ;;cicntifico df'llc lot·ulizz»:'.ioni ,.,,rebt·ali <·hf> c><pona:o un ca:--o di :-<ifil ide cPr~>llt'a h· "ludinlo nCIII 'o~pt'ualf' •uililat·•· di Fir·•'nZP.
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I l. Ce!; n i Oomcuko, bl'iga·lir•rc n1•i r Pali t'8t'r.binir>ri. ••t1lrò il 22 Rgosto 1886 i n os~er vaziooo pr r c-piiP:-.t:ia. l•'iglio di ~X"f' nitor•i viventi ~san i non otl'r e alcun dillO gt>nlilizio c colla ter·ale P"r ~m mcltMe, nello !3lesso. di!ICl':~dt•nz~:~. da famiglia Dl'vr opaliC'n . Nt>lla !IUa amttmne:-;i r em ota :-;i ri lt•va. che;; a nni indiPtr·o cbbt' ulc«>ra -.;eJ!uita tla buhbont indoh•nli c• non :=-uppuranli, ùa '-Ìli· loder·ma pu!>lOloso P da dolori o~tt•o• ·opi. H a r'ullo Pl'r n n atllln la c11ra anti..,itilitica e d11l ·pt•imo mauir.-...lal':>i d•~i ft•11omem c·elliC'i fino all'c·pol·a pr c:-.<>nle, ciot~ per lo l"pazio di i anni lw ~odu lo ~em pt'e buona :-aiuti'; lnl-iua inft>t·mità data dalla tnl'~ del m e"e di agogto. rnenlt·P dormiva fu pre;;o da uu t\I'C<'"SO <'pi lellìco (a quel eh<.' gli dìsHPr·o i com pug-nì, pe l'cbi· l'gli 11011 r icor dnva nulla) emi"'P 1111 ~t'idc•. pt't'di· la co-<cif:'nZtl l' c;;i «:.dV•
DELlE tOCAUZ:l.\ZIO~I CERF. DIIAU, ECC.
13i
tra rnnti convulsivi non ~apendo Rpt>ciflcar·e ~e ,..,.""i furuno pnrziuli o ge nerali. La ma tlinn seguentE' gi alzò lJeui,;;simo t•d attel'r ui lavol'i del propr io ufficio. Dopo otto 1-dorni dAl p1·irno ACCelòsO nvverLl, me ntt·e !ìCI'iveva, obn11bilumenlo ullu l2><l.u 11 ··upo2iri da prevede1·e l'invadere del !nAie; dilalli tra;;cut·"'i pochi if-llanli andò =-o~gello ad ullre <'onvul,.:ioni fi,:>sueiulr 11 perditn rli <'~;.cieozn. Si riebbe poeo dopo c;enza uv,·et·lire ..tmwhPz7.a o male;;;..;ore nh•uno. tanto l'Ire in~io;Lelt•• l11 Hllt'n· tlere ul prop•·io se1·vizio, mn dalle aulol'i là :4upet•iori si <li«po"f' fo>-"'e mviato ull'ol-lpedale per accertar1• l-'6 era o no n n'ello •la epi l e~:;ifL All'e~ am o Ki l'ileva rJunnlo np pres!-'o. ludividno di vuliua co-tituzione, con !li~terua gcheleld('O·IDU:-'cola•·e ubbu"lanzu ""iluppa t~. ha mente sveglin l' t•amruina beni,.;-.:imo. Pre"t'nla au•ofìa tlelle pl~>iacli inguinaii ed un' e;o:oslo:--i Rlln tibia "'ini'-lr'll; inteno:::a.w risponde con nn a r~t·ta diffkolla pt'l' fel'itn contusH nl bordo linguale Rintsl ro, •·elilfuuto dell'uHirno a\la<·co di epilf's~ia. 1'/ou ha YertigiHe rt i• t•efAlea. Facolla p!<i· chir•ho integre tanto 1·he nelle or e di ozio Ri udjb iRc<~ ~1 1lt1 cr·pio di nh·nni scritti di medic·ino. t\e!"!'.nn disturbo ne~li app:u-uli ~enilo-ut•i nari , sengihilit.il e molilit.a not·muli, negativo l't'Rnrne, rlesrli .1Jtri organi <'8 vi turi. Diario clinico. - Fino al U !',..ltrmb:•e il Ce,.,ui !-'i seutiva benf' P cicatrizzatn la fer·ila della lingua, ptll'ltwa correnlemt•ntl'. anzi dalla ro;;cienzn di nes!lun mu!Ort> era !'pinlo ad insi~ ltwe per un t•itrwno immed ia to 111 corpo, dif:q•iacenle lo\P , per il ript'Odursi deJruccesso f•pileUÌCO, I'O"-::P >'Olloposto H rM~e~na •li rimando, percht• pet·~lf~w~ lnnti nnoi di servizio, mentre era "icino t\ con,-eglul'e il premio delle :::ue ralicbe. 11 settembre. L"nmmalalo i• tl'isle. ir~tlo!Pn tc, non accusa l'Off,>J•enza alcuna, Holtuolo inappetrnzn, Itala linf,!uaimpaniatu, nlito fNido . polso pir··olo, dep1·es~ibile. 1~ rtetto. C1·eBce l'opn liu, l'infermo dor111irebbe sempl'e: alle chiamate si svc.>~lia c guarda intorno come 8>4l';Onnato: per P<'ritarlo al cammino e vio<:CJ'e la fo\ua pi,:crizia che polovn num.. ntare il catarro f!ll"<lrico, >'i t' ohbli~nw a disfargli il J.,tto, Pmissioni di fari involoutarie ed Al rimpro,·e•·o pel' tale ALlo rn rilevare un' nllernzione uel !'IliO carattere per chi·
CONTRI BUZiONE ALLO STUOlO
piange; l'ipelendo la parola: pi(JrO son io, r inruccialagli dt~ll'ù:>>~ii'iLOnte del ripa rto. · t i- dotto. Urinllzione ed PVacnazione in a v vcrt ile, i' abbnl· tulo npit·ettico, accusa dolot·e di les ta, l'alilo l· :-:gt·adevole; emell" continui sbadigli, dot· me :;empre e no n si desta che dio>ll·o t·ipatuti richiami e sco-;se della per >'oun, 0111 nelle ore tli ~vPgl ia il suo S!Zllllt'do ,·aga incerlo, in''"PI'O::t~ivo: l• v vi Ji ..tu rbo nella lortuela, la lingua non e::ce dalle »t'cAle deuhme. mostra pe rò l' nmmalato d' inlendet·t• •tuuluuque t'lo· mnnd n gli si t'ivolga. t !) dello. Alla par·ali;;i della ling ua ed nlla difficollu di psrhli'O s i aggiunge paralis i ul ltiLo des t ro più marcatl"t al brut·t·io, le sensibilità divet·::~e sono a llulile, molilità e sènst· hilita dd l ato sini"'lro normali; a (le~tra non nvvo·rle il cou lallo de~li oggelli, il pigio meulo Ùl'lltt cute ~la puntura dello !-:ptllo lo lascia indiffct'Hille, solo ::.;e lo ~pillo ;;i tlpp rofonda dt llllliLo sente dolo•·e, sensAzione l'ilovabile dalla contraziont• d1•ì IIIIIRroli m imici, e dai movimenti di Il; •!',; io li H ùell' ;ulo a ddu miuule, 4uasi vol!'!:'::>l' l'ilirat·lo. L'udito ;'· llll6;!l'O, ..;t· ,IJ nO"'CO:->lo si aYvicina l'01·olo~io a d uno degli ot·ecd•i, egli gira la tesltl dAlla parte dovt> sen te il tic-La.·, se i· cogli oc·cbi chiusi e lo~ ~ l'biama, apro gli oc·ch i. Invilulo a cat·t·iat•e la lingua. "t•hiucle le la bbra pet· e$eguir3 l'aLLo, ma la lingua è inerte. lnle t'I'O~a to se ha dolor· di tesh1, piega il f'Rpo in l'legno all'cr· uwti vo, ed ins is le rulo pere hi' local izza ~se lu :"llll cefalea, colla uwno accen na alla gobba fl'onlah· '"mistr·a. 21 ;letto. L'ammalato riesce l'ar s i intt•ndere, ma cou ><li' IliO , ca~cia la ling ua lino ul prolabio; pobo le uto, la pat·a· li~i .!el Ialo destr o uon ;. aumen ta tu, la r,H·cin i· rispetta ta, in· telligeuza piuttosto conse1'va la, pe-t·rhf. l'ammalato t·omp1·emle il :-'lgllificato delle dive r;-;e inter r·ogazioni. :!:! d,Jllo. I mpossibi lilll nsso l ul:.~ della favella, in\'ilato l'i n· f~t·mo n ri;,pon<lere emotle un11 se Pie di s uoui inintelligibili /.Jtt, l.a, ba .. . T emp. ;18,5 Ur·mazione in\'olontnrifl, palpebr·a :::upe· rìot e 'lllislr'a, e guancia con angolo Iabiale cot•r·i-;pondent•· 1111 poc·o abbas!'al<~. 24 d··LLo. P olso leut•), temp. 38,:=.. ~5 detto. Le co1u.li:Lio rd rJ<.:'ll'inrermo so 11 rJ migliora te, la teu1
t'
DKI. LE t OCALIZUZIOSI CE II IUlRAL I, ECC.
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perulurn ,. fisiologica. per:-ist.e il di ..turbo dt>lln parola, deglutizione chffkile, possibililà di emellere la liu~ua fino al pr o~~
.
:!6 dello. L'ammalalo pr ende ndo il catf,-., ~i duol e I\O I piantone dicendogli : èjreddtJ; inletTO~Ul0 darne com1· si --onlisse, rit<ponde con di fticoHà m .. .e ... {)lio; n Ilo domanda se la cefalea e aumentala o diminui ta, fu COIIC' molli dei segni ~Ìf!lliflcnndo che e"su ,. poco sensibile; eltiÌ!:,;ionP di Ul'ine e l"ed in,·olontarie, ciiftìcoHà u deglutir e i '-' Olidi, è m f'OJIOrP; lempPr atura fisiologif·a, poiKo r egolare. 2i dello. I ntelligenza pintto,;lo I"OnHCt·v&tu; co11di zioni delr ammulalo piuttosto gravi; r ('spirnzioni -«>. pobi l40, le m p. 411,1 ul Ial o deslt·o, 3~,9 A :-ini~tru; 110n ,.i ,-. vomito, deglutizione dei :::oli li((Uidi; 11011 parlu, ol lato de!>lt'O pet·<;i-.lono i fatti &t·u~lid e puralitici, nc...:;nmt alterazione •not•·k~ e :<Pnsiti,•a H -.inislra . • 27 dello, Ol't) 4 pom. H.espit·azio•H1 iù, pol:-:i l '~O, temp. 10,7 ; d ece ~:-ù .
Se lu ~i nd rome cliuicu pr e:<enlata dall' infermo ,..i fo:::se o~ser va l a in 1111 adulto
nel pel"iodo iniziale dello vecchiezza il pt·oblémn diagnostico non avt•ebhe offerto tunte diffi<'oltà e ~i ~at•ebbe facilmenle pen:-alo ad un procl':oSo nle•·omato:<o dei vasi Nl nlrali; mu in uu oùullo il ' [Ullle non aveva abu!'uto di ROslonze spi t•il o!>e , nnn nveva mai ;;oiTet·to t·eufiltlli!'mo C'be nv esse del<wmimllo unfl ca t•diop~t li tl, non si potevu pcnsat•o che ad un'embolia i•ea· vizio OI'S!Ailico, o ad unulesione cerebrale dipendente du :o~itìlide o ad un tumore tlel eeroello. Un'encefalopatia pi> l" e•n oolo dovevn e!"cluder·:.i, pereh•• il cuor e Cl'& ~an o ; che !:C volc>--~e obbirUarsi t• h e molte endo-cOJ·diti, l'lpecialrnenle l'ulccr o:-;a, si svolgono subdolamente, deve ri conosce t·si elle uu'oudocar dile che giunge al punto da pr odur •·e un'embolia deve essere cosl cospicua da ~an ifesta rsi e poler~i d•agnosticat•e. Doveva scar la•·si l'idea ti• una neoplat ia, per ché moucavano i prodr•omi specialmente la cefalgia continua che è noto. esponente di un lumore. La natura si flliLica della malul!io la quale si sospellova pei precetlent~ mor bosi accennanti all'infezione luetica contr atta r) anni prim a , si dovevo ammc>ller e incondiz.ionalam~n le
14-0
CONTJUBUZIOI'IE ALLO SlUDIO
quando rilevavfls i eoll'esame la neoformazione o~sea alla libia sinistra. ~eno per lusso. scientifico, quanto per l' itnportanza circa il pronostic.o eravi discrepanza nel determinare quale allerazione rosse in quel cervello predominante, s e eravi cio.. rartet·ite silililica oppure la gomma, poiché mentre v'erano sintomi che militavano pii1 per l'una che per l'altra lesione altri la facevano escludere. Difatti •volend o ammettere un tumore gommoso, e tenuto conto della paralisi della lingua. dell'emiplegie destra, della ptosi e della par•alisi del 7• st doveYa supporre fosse il cervello cospat•su da una miriade di neopla,f<ie, delle quali ogo\tna ledendo il dalo centro cnr· ticale. ~i manifestasse con disordine di dertcienza nei tert·ilori muscolari dal centro inner·valo; ni· poteva invocarsi la ipotesi cbe soltanto laluni segmenti di ~0s4\nza cerebralt> fossero compressi dal tumore, ed altri rif:enlissero il disor· dine circolatorio, perchè i fe nomeni par·alilici et·ano slabifi. IIIHI tt·ansilori, e poi si erano s ucce duti con una gradazi.otw e regolarillt l'ingoiare, mentre i> risaputo quanto siaM lurnultuarie Je manifestazioni mot·bose da gomme del <·er,•ello.; d'altra parte militavano a favore di questa diagnosi le ptlralisi degli at-ti, precedute e seguite da quell.e dei nervi era· n ici; queste monoplegie comple te ed incumplete deponevano per una jo!Omroa di cui l'epilessia segnava l'insorgere per l'irritazione o delle meningi o della sostanza corticale se· condo le osservazioni di Jsckson e Luciani, e la paralisi, il fenomeno ultimo della compressione e fot·s;;e distruzione dei centri cot•lica.li. Per contrat·io la esistenza dell'arteri te siftlitica poteva benissimo essere dimostrata dalla stesf:a epilessia ricordando il famoso aforisma: sanguis neroorum moder-ator, e propriamente poteva amm~ttersi che la «att razione di sangue per l'oblilerazione incompleta da vasi ~angu ig.oi Cosse stata pel cervello un o s timolo anot·ma le cosl da deter·minare:la perdita di coscienza e le convulsioni: in seguito per ristabilimento del circolo collAterale o rnetrlto per adallaroento del cervello al nuoYo stalo di cose si fosse t•ein~egrata la funzionalità cerebrale; ma per il prog r~d i rj• det l ·occlusion~ vasale, si rosse r-ipetuto l' accesso epilellicn
DEI.Ll.!! lOCALlZZAZIONl CEREBRALI, KCC .
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fino a cl1e1 per mancata ir·rorazione sanguigna di g ran parte degli emisferi dovuta all'arterite obLiten'lnLe, si avesse l'abbassamento psichi co, l'alter a:t.ione del carattere e tutta la sindrome clinica superiormente descritta. Nt• i tatt! clinici oppugnavano que ste ipoLesì, ricordavasi al riguardo un caso descritto ùal prof. Ria, in c ui, oltre ad una deflcienza notevolti, nelle facolla mentali '11l&si a ridurt·~ l'infermo un essere vegetante , si riscOnLt·avano molte pat•alisi, sia degli arti che dei nerv1 cerebr ali. L'autopsia dimostrò trattarsi tU rammollimento cer ebr ale e.stP.so a tutto l'emh:fero sinistro per trombosi vasale dovuta a peri ed enùo·at·lerite sifì!Jlica. Diagnosticala la natura della malattia doveva stabilirsene la sede, problema non mollo difficile tenendo conto delle osservazioni cliniche e ùei corollarii di fisiologia esperimentale. Circoscr ivendo la r01'rna clinica ~i aveva emiplegia ed llnestesia al lalv destro, glossoplegia e paralisi incompleta del :1• e 7" a sinis,Lt·a. Per la nota legge ùe ll' inct·ociamento delle fibre la lesione doveva risic:dere nell'emisfero sinistro; ma era des~a nella capsula interna o nella sostanza corti1!811! ! Doveva escludersi la lesione di g angli basilari pot•chè le paralisi erllnsi succedule gradatamente, in forma di monoplegie; perchè erano s lale precedute da fenomeni epileLlìci, e da disort.lmi psicbici. Callendet· oveva riconosc iuta l'importanza di tptesto fa tto quando fin dal '1887 scriveva: ~i osseroa paralisi senza conot4lsioni nei casi ài lesione dei !JOnyli ba.~ilari e del ponte: ad esse non si associano le conlllt/sioni e/w quando siano lese le parti superjlciali del eeroell() situate ln vicinanza rJ,ell'a·rieria menin.gea media. Hicordando la conclusione del Nothnagel nel suo s tudio sulle localizz.ezior'li cerebraJi in quanto che l'abbassamento Pl"icntco, i disordini arasici e ù.ist'asici , compliCI-lnt.i le ror me emiplegiche o monoplegiche; la ptosi isolato insieme o pa· raltsi ùell~:~ es~remilù, del faccia le e dell' ipogiC!sso ; le monoplf.lgie ed emiplegie precedute o segui te ùa convulsioni p!l l'z~ali o da a ccessi epilellici generaJi, t'endono probabile l'origme. corlicale dell~t lesione, t'icordando du1H1ue q ueste conclusioni doveva d,edursi che la sostanza gl'igia dell'emisfet'ò cerebeale et a la sede della lesione. Le di verse paralis i lt'O ·
CO N'l RllluZifi~E ALLO STUOlO
vavauo lt~ lurn dimostt·azione nell' alteraziuue clt:i òi,·er;:i centri corticali Ji ùellu re!lione, un ·e~czione solo rif!t;8l'davo ti disord111e della loquela; di falli questo, per l'esistenzu della glossopleg-ia poteva attribuirsi ad impossibilitata aeticolazif'ne. quindi es~et·e uu disordine anarlrico più che afa. sico ma in dali momenti la lingua presentava uu miglioramento nell a suo inet·zifl, potendo spi ngersi fi no al prolabìo, eppure il disot•dine alalico o al"asico restava ina!Leralo; ;la ciò origioavasi il sospetto che il disturbo della loquela •·iconoscesse uno doppia causa, nella glos<-oplegia, o l'or·<:e in uua lesione sulla cit·convoluzione del Bt·oca. N•'· sorprenda !:.'e il Cesni, non ostanle la glo::=soplegia proferisse qualcl;e parola. perch•· la per.lita di runzionalitit del18 lmgua puù uon ostacolare gran fatto la lacoltà del linguaggio. Loui~, d all'os~er vazi one di una liogua l'iqplta o due holtoni ed animntn 1la muscoli rudim entali , o che pure per metteva una favella intelligib ile, concluJeva che le par•t~!lsi dellt1 lingua per alt·ofla cong<'nila od acqu isila muLila7.ionc disturbavano più l'allo della rnaslicazione e dellu òegluLizione clw quello dell'artirolazione. Un individuo a cui fu coll'ecrasse~l' asportata la lingua a li vello dlei pilastri anteriori padaYa dopo poco tempo in maniera intelligibili' Pagel asser isc.:e che dopo ~ei esportaziorn totali Ili lingua. vide ristabilirsi la favella nella sua inlerezza. L'infermo, malgrado fosse sottoposto od UM cura speci fì<'a mista t·igot·o,-a si perdeUe: ciò pt'O\ a che non semrwe il medico può avct· t•agioue della malallin anche quando disponga d~ i t•icnedii er oi ci ; e ciJe quando lu sirìlide hA pt·odotto delle aller·azioni gravi negli org-ani interni 11011 ,.i ,. t'imedio elle possa, 11011 puee ,·incerla. ma solo at•reatarla nell a sua china pr~cipilosa .
DELLP. LOCALIZZAlrO~l CFRfOIII.ll, ECC .
l i.3
Il l.
Rrperio neeroscopico. - Tralast'ianùo lutto ciù che a,·e, ·u poca import.an1.a nel nostro caso e limitAndo la descrizront\ anulomica alla sola ca-vità crani~, dirò c he nei cAratt.. r·r g••nerali del cadavere oltr e l'e!iioslosi alla libia sinistr•a. la plos• e l"abbassamenlo della pinna unsale e dell'angolo lnb•alr l!tll'rispondanle, non rile,·a!<i altro di no te,'ole. Apc r·ta la r·avrlu cranica, la pili pr·ese nlavasr adt-r e nle ed ispes~ila 111 eorr1pondenz:a del lobo frontale l"HIÌ!'lro: le os!'a e la du ra menin~f' norrnali. Guardalo il cerv~lln nella ::"uped ìc •e conve"'~B, riscontravansi ne llo emisftlro sinist1•o (lobo fronl&lt' dut' pcrd1le d1 sostanza, e propriamente una a bordi duri. a fondo grigio rossastro della g r·andez~a d1 due centiruelrr. interessante la sostanza g1·igia ne l piPdo della te1'ZA c ircou\O!uzlone f'ronlale; l'a llra con g-li sle!=!~i ear·altet·i trn la ha!<f.l 1lella 2" frout.ale e la pat·le n)e(!ia. Jf'!la ci r·co nvoluziono l'rn nlale llS• endente. ~el lobo tem poro-sft>noidale sinistro altr·a (lt'rdita di sostanza, della eston!'liOnl' di un 2 c<>ntesi mi. inter··~~nle la sost~ma ~?rig:a clell'11pic·t.' olel lobo tra la l' e :!' temporale (Tav. 1). L'arlet·ia basilare e L'esagono dfl Villi~ fi m ostr·ava no in alcunr puntì di colorito fluasi pcrlaceo; palpandole, i ~e;:t menll del vase non erano lutli e ;..:unlroente cedevoli e m olli, in alcuni punti l'arteria et·a dura, come s e delle placche no irrigidissero le pareti: questi carotlt>I'i pt•eseut.avam~ i piu 8 Piccatr nella biforcazione della ba ~ilnl'o nelle due cet'f'brali pust~'l'iori. Cervello leggermente Ftnc mico, consistenza t'e!!nlart.:, f.!tlngll basilari integr·i. La libia ciel lato sinistro pr·l'~tentava il canale midollare l'is tretlo . ed uumento di vo lullle •hdla sostanzA ossea, dura e comp11lln in Lult.a la gua cr rcontereO?.a. . La diagnosi necroscopica co nferme'~ pien11me otP f)Uella clrruca, mostrandoci le nole analo rnichP della sifilide centrAI.· ne~ln sua duplice forma, neoplastica o vasale. Ora rilornandr> "' 111 n ll~ Lr•i passi, e~poni amo qun lciiA co11;:ideeazione srtl ('8 '-0
CONTR!BUZIONE ALLO STUOIQ
clinico che il reper to necro~copico ci SUI!~erisce. e elle ~ene ad illustrare lu dottrina modGrna delle localizznzioni cci·e])1'811.
Ft'a le manifestazioni mor bose r isconlt·atclsi in v ila si ebbero paresi del 3•, del 7• a siui~lra, pat·alisi del J2•, paresi dell'at·lo uddomioale destro, parulisi dell'orlo toracico cOt·J'ispondenle associata ad anestesia diretta della utetà · del corpo. Ora la deficienza estesodica non poteva for.:>i dipuoder·e dall'abbttssamento psichico, e quiudi dall'a::-senza della percezione ne1·vosa , p01ciJé in tal cuso l'anestesia duvova esser e ge11erole, estesa u tollo il corpo e non limitata ad una parte di e~so. Al disordine moLorio e sensitivu r·ile,alo in vita fa rt,.,contro la pt·eseuza della neoplll!:;ia gommo~a ()ccupa •1le ti piede della 2• ft•oulale e la parte media della frontale ascf'nllenle. :\elle zona dell'Hitzig si possono distinguere alcuni se;;ul onLi co!"ticu li c he rtlppr-esenLallO i ceuLt'Ì destin aLi a speciali gt·uppi tnus~:olari del corpo. l l cenlt'O destinalo ai nw· cimenti dei nwscolt della fat>ci11 Hla suu·eslremiw superion~ deiiP cir convoluzioni ascendenti, a preferenza della froutale anteriore. Vicino a questo, prnbobtlmeote più in busso, ~la il centro destinato ai mooimenti della li11gua. Jl centro poi movimenti del braccio sta alquanto più in allo del centro facciale eJ occupa quasi le pat•ti medie della C cenlt'ale uil· terior2; il cen tro pei movimenti della gamba s ta ~ullo parli pnJ alte dell•· C centrali, specialmente uel lobulo pot•aceult·ale. Ora siccome questi quallt'O centri non sono ru'~i tra 101"(), ma posti a distanza, co;-.\ la loro ct:sposiziono for nisce la manifestuzione delle cosi delle monoplegie, ed iu •JUC~to cAso, dall'intrn~i tu ed evoluzioue dei feno meni pat"tllitici !'i pur, d e•iurr~ quolc ,., il centro el imina to e dis lrl lllo, qualo quello che i• leso in pat·Le nello suu fu nzionalità. Applicand<> fJucste con;-.id1•razioru al caso no•·.LI'o polremo Jiro che meu· lt'e la brachiplegia rappresentava la uislmzionc del centro Je"linalo ai rnu,.:coli del braccio; la pat·e:-i delrarto addomi· nale destro o del faceta le di simstra, che si app11le,.,arono in :>pguilo eù im:ompletamcnle si dovèsscro A di!-.OI·ùiui idrau· lid e a ~o:-~pe u s io n e di fu nziona litfl p 1·opr ia ùi zotu• corticali
DELLE LOCAl.IZlAZIONI CEIIKBIIALI, RCC.
14·5
cir·.:ostanti ad alt1'6 dislrulle. Il cenlro cor·ticale della liu~ua essendo 11 più vicino a quello cleputalo all'articolaziona della rave11a può avere r isentito l'effetto dello neoplusia gommosa, Ja quale erll anche lo più esle~a ed indovata nella regione del Br·oca. Ma r impor•tanza, ir1 questo caso è l'asRociazione dell'anestesia alla paralisi quonol<) lino a poco lempo indietro si era fallo dell'assenza del di!"lurbo !lensitivo un cr iterio diaguostico pel' dedur·re es:sor·e Ja lesione d'origine corticale a Jllferenza di quella delle capsula iuternu dove ~ern pre al distu1·bo d1 rnotilrta sr t.l:>Sociava quello eli sensibrlitil. Difatti Char cot e PiLr·c•s (l), Mur·agliano (2) ed altr•i fsnno delra::.senzu dell'anestesia nelle paralisi motorie un ::;egno patoFnomrco per concladere a ii'Ot·igim> c'cH'licale più che ba!'ilare della stessa. Og~i però rla aJcu;d Hi ammetto l'esis leuza dì zone specia li uelln cor·le~cia cercbr·ale che presiedano alla sen.,iLililà gene rale ed ul ~enso mu;o:coJare. Ma siccome In base della medicina modo•rna sono lu fisrologia sperimen tale e l'unalomia paLologlcu, c·osì veJiAmo se lo stesse apJ!ùggiano o smentiscano q uesta op111ioue. BaJI.-L (acendo dellt! ricerche aualomll'he sul cervello dell'uomo, ha riscontr·ato ehe Je fibr e c·o ruponenli il fascio sensitivo si rnellono in r·n pportu colle C occipitali , ed allr•~si colle tempor·alr e le due C ascendenti. SchifT (3), oppugnando l'op111ioue Jel Ferl'iet• che l'eccilubililà corticale fosse e ·rlusi vumeole motori&, ammise che lleHe zone ec ilabili d fol:i~•·t·o i p••olungameuli c~reb•·a li Jell~ fibre di s enso latlile, le quali nel midollo, decor-rerebbero luugo i cor·doni posLer·iOI'i. Gollz, Tr-ipier, .Munk, esli•·ponuo zorw cor ti<'alr nel cervello dei <·a•u, osservarono un certo grado di eiOJanestesia as."O· cista all'emiplegia. Luciani e Seppilli ~osleo , gono c·ht:l nella cor·teccia cet·ebraJ,. esistano vel'i ct:n.li'L mu101'i dei cliocrsi gruppi muscr•. klr·i commisti a1 cen.tT'• dt st-rl :sO (~ulaneu-m uscnlare) cht: eu' IJ,Cr,mributicm u l'clude des tocoli$aliolls.- ( lltvu~deJicd ti de Chir., llli91. ~~~ Sttllu diagr:o11 dd/e lutotri corhcali. - (Rioulo eli Frenialria, ISili). 13) 5u.llu clin{}IIIISi clt•lle l r4:vn i w l'licnli.- (1/ìvi,l lu di f'rrnio!rin, USiliJ.
10
CONTRIBUZiONE ALLO STUDIO
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lrano in fun..:ronP contemporaneamente ai sudùelli g-ruppi muscolari, sir·ché detti C€nlri sarebbero nel lor o complel'lso sen!lol'io-motori. Né la clinica colle sue ricerche r·rgorose n<·~a l'esper•imeulo Asiolo;:dco. F ede in due casi di l~sio ne cerebrsùe (lubercolo ed emorragia cor·ticale) riscont•o l'emiau,·· stesia che accompagnava l'emiplegia. Petrina e Triprer, dai loro casi cUntci, conrludono •·s..et·e le zone motrici anche sensitive. Exner. dalle due osservazioni cliniche, é iudollo a ct·edere che lo zone cor·ticaJi taltili delle diverse r·egioui rlel corpo combiuino cou r1uelle mo trici corticali. Seppilli, ùa una numerosa esposizione di cal"i clinici prO· pl'i e di altri raccolti uella letteratura medica, nei quali ol di«ot·dine molorio associavasi quello sensilivo. trovo d•" detti disordini l'l'liDO in ragione della Vol le
Fr·on La le al:lcOn<hmle 26 Parietale su puriol'e 14 3• Ci t•. froulale . 9 4 • frontale. C. temporo-sfenoiùale 6
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VniLu
Par·i<)Lale ascendout.c 2:1 Parietale inferiore Hl 2• frontale o Lo buio paraceutrale. rr C. occ.:ipitale 7
Dal rall'ronlo delle cir·convolu~ioni colpite dal proces!'o morboso, egli ha cer·cato di circonscriver·e la zonA se11siliw•· culaneo-muscolt~ re, !imitandola alla part-e posterior e dell,. :l front.ali, alle due ascendenti. allr· due parietali ed al lobul•1 para-centrale. Il caso ll<Jslro ;,arebbe uu altro ùe; tanti che dirnosLt'SJH.I essere i cenLr•i motori anche sen"or-ii ed in conseguenza ci aulorizzerobbt! a i·iconoscere la tlollr·ina modermt, lo. qualL• per conciliar·e le opposte opunoni, ammetle essere la zona eccitabile u11 insieme di ctmtl'i sensor·io-motori eoulcncnlr cioè tauto le fibre centri pete dt-1 corpo destinate a trasmettere al centro g lr ~'Ccitamenti perifer·ici, quanto le film• Cl'll · trifughf\ deputal«• Rlla lt·aslllis"ion•' de~l i impulsi mol<•r·ii ai muscoli volontari corrispondenti alle dette regioni.
DELLE LOCAI.IZZAZto~r CERERRAI.l, ECC.
H.7
IV. Il nessun miglioramento nel disturbo della loquela <1uando le glossoplegia diminuiva nella sua intensità ci fece in vita ammettere che esso dovesse riconoscere una doppia origine, cioè che oltre alla distruzione del centro clei movimenti della lingua anche la circonvoluzione di Broca dovesse esser e offesa; e che ci apponevamo nel vero, lo dimos~rò il risultato del reperto anatomico. Nel caso nostro però er·a molto difficile stabilire s e i disturbi del linguaggio rossero soltanto di r.atUT·a aj'asica (a/asia motrice) od anartrici per• Iii paràlisi dei muscoli facciali e linguali. E pl'obabile ei re vi rossuro gli uni e gli altri; poich é s i aveva una lesione diretta della circon voluzione di Broca , ed untl lesione (forse per azione a distanza del tumore) del centr·o muscolare della. lmgua e della faccia. Nè parrà str ano che il Cesni potesfle dit·e qualèhe parola (il caffè è fr·eddo, me-glio), perché forse la a· circollvoluzione frontale non era 1ot.almente dislrulla, n nonostante la perdita di sostanza in (letta regione , qualche cellùla nervosa poteva esser e rimasla integ1·a . D'a1Ll'8 parte, leggendo le storie cliniche, riferenti si ad individui afasici non è difflcile riscontrare che qualcuno di essi abbia pr onunciato qualche detto. Il prof. Ria , osservò un infermo afasico, il quale dicevtl l'ICI)o a./d, ma se si punzecchia va a sangue diceva ah ! mam ... •)nasi volesse invocare la comunissima frase del dolo•·e ah: mamma. Un altro afasico descritto dallo stesso autore diceva !!alo mamma mia, ma un giorno che gli si ricordò l'a<lullerio della moglie egli divenne rosso, si levò di letto cog-li occhi scintillanti, ed in una tlladessa di mamma mia usèi pure la parola di Gesù. F. certo che nelle manifestazioni dell'afasia vi sono tutlot•a molle lacune, eire le ricerche scienti(iche non peronco hanno riempite. Perché per es. l'ammalato del Federici scor da i sostwntivi e rammenta gli aggettivi? Percbè il l'agazzo di ~~~~singer, guarilo dell'afasia, parla togliendo lr• co nsonanli liiiZI&Ii di tutte lo parole ?
u.s
CONJRI BUZIOl'lE ALLO STUDlO
v. Senza tlubbio il risultato più importante del reperto necroscopico è la lesione nelle circonvoluzioni Lemporali (1' e 2•) senza che l'infermo in ' ·ita avesse dimostralo la più piccola nola di sordità verbale, o almeno <li amnesia verbale.
Una delle leggi su cui si fonda la dottrina delle localizzazioni cerebrali è la seguente: che una regione qualwtf)ue r11a ben cletet·minala del cerveUo di tm dato animale adempia normalmente alle identiche fu nzioni nei singoli individui della stessa specie; e che le 1•egioni eerebrali om.ologhe di alv·e specie abbiano l'istesso signijicatojisiologico, sempre però in propor;iOM dello sviluppo mor:fologico va1·iaùile r/.i 1letlP r~{lioni (Luciani). Ferrier, nel libt•o delle funzioni cerebrali, sostenne, fouuandosi sugli efi'elti dcst~;~ti da ll'eccitameul.o eleLll'ico, che il
centro nditioo erl;l rappresentato dalle circonvoluzioni iernpo,·o-sjenoidali nelle scimmie, e dalla regione corrispd'ndenle dello 3" cìrcon voluziotte esterna nei cani e galli. Muuk nel ·187;-78, nelle comunicazioni alla sociela fisiologica di Berlino conchiuùeva che la lesione interessante nei cani un'area che Lro,·asi presso all' e;;tl'emHù inferiore del lobo temporale, manifesleJ•ebbe un' alterazione dellajttn· ;,ione uditioa che appellò so1·dità psichica, per cui l'animale non riconol'ce ciò che oJe, ha le sensazioni udilive, ma manca delle percezioni. Luciani e Tamburini (1), ripetendo l'esperimento sui cani e sulle scimmie, conclusero che dei <!entri uditi vi fanno pa1·Le le aree segnalate dal F errier, Munk, ma ~i eslendouo al Ji là òi quei confini. A risconli'O di questi esperimenti fisiologici sta11110 le os· servazioni cliniche. Seppilli rifet·ìsce tre casi in cui J'amma· Jalu non intendeva il linguaggio parlato, bensl il mimico, (l ) Sui ct11tri !>Sico·motori co..ticati. !ij1!1).
(Rivfsla Sperlmentule dì F!·enilclrlo,
DELL~: LOCALIZZA.ZIONI C~RF.BRALI 1 ECC.
14.9
però a vverliva qualche rumore. All'autopsia ~ i trovò :;emJWe lesione nel lobo temporale. Wer•nlcke riporta i.l caso di una donna cbe non comprendeva le domande che le s i rivolge vano e rispondeva lutto al rovescio. Alla necroscopia si trovò rammollimento per trombosi dell'arteria silviana in tulta la 'fl s inislr'u dalla sua origine aoastomatica colla T' e di lulta l'or igine di questa . Giraudeau osservò un individuo io cu1 le parole delle non venh·ano comprese, però l'udito et•a con:;er valo. All'autopsia rinvenne dislruziona della T 1 e P sinistra per la prc..,enza di un gliO!ò1}rcoma. Si sono esposti rtue:;ti casi tipici 111 cui all'unico sintomo della sordilà vcrhale, in vita accompagnata da allr•i disor dini nervosi. corr ispose in mortG una lesione anatomico limitata solo alle C. temporali, tacondo di allri casi in cui la sordità verbale associavasi ad afas1a e paralisi motorie, ed in cui oltre al lobo temporo-sfenoidale, ernno interessati altt·i centri. A dimostr are la frequenza del disordine uditi vn legato a lesione rlellc circonvoluzioni tempor·ali di sinistra si riporta il segunnte specchietto del Seppilli, de-:unlo ùallo studio di 20 cnsi nei quali si tenne conto della sor·ditù ''erbnlt> in rapporto a·lle locaJizzazioni cerebrali.
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CONlBIBUZIO:'ii AI.LO STUDIO Frequl'llZ3 t' lato delle le;;~)uj
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Dall'esante di queste ci t'r e si l'lieve: a) che la località, la quale si tr ova lesa nella sordtta Yerbale cort•isponde principalmente alla 1' e 2• circonvoluzione del lobo tempor ale sinistr o; rJuella venne l&•ovata affetta dal processo morboso in tulli i <:asi 20 volte, que~ta 111 :lf4 dei casi (14 volte) ; IJ) che assai di rado la lesione ha sede conleroporanca· mente nei ùue lobi t~m por•ali (:l volle); c) clte il lobo tempo1·ale destro non é mai leso isololnmente nella sot·dilit verbale. Affer mata cosi l'importanza e la sede del centro uditivo, rifacciamoci indietro e mettiamo 10 rili evo i sintomi ri scouLJ'ati in vita nel nostro infermo. Il nos tro br·igadiere era nell'impo:::sibililè di parla•·e, per ir in"itato a cacciare la linguo.
llKLLE LO CAI.IZH ZI0'\ 1 CER.EBR AI.I, ECC.
151
egli apr iva la bocca p et· eseguire l'allo meccanico cbe non poteva compiere; domandato dove gli faceva male, colla mano indicava la t·egione t'ronlale sinistra. So giaceva in ~opore cogli occhi chiusi e lo si chiama va a nome, apr iva gh occhi per guat·rla l'e la persona che l'a.veva chiama lo. Tutto t1uesto provava che nello stesso nou si et·a perduta la mAmoria del s1gniflcato delle pal'ole, fjuindi non vi era sordità ve1·bale, rnenlre anche la facoltà udiliva ronset•vavasi inlegr·a, perchè se si avvicinn,•a eli nascosto un orologio, egli volgevasi ola l lato rlove sentiva il rumore; d'aHra parle le poche pat·ole che egli p•·ollerl (il c~Oi: è /i•eddo, meglio a chi l'interl'ogava sullo stalu di sua salute), dimoslt'twano cht> non "l era uemn1eoo impossiu1lita di r ivestire r idea dell>t parola oppot•Lnna, ciot· non vi era amnesia verbale. L'autopsia mise in ovideoza una perclila di sosla~a della grandezza di un 2 cenlesillli lr•a la t• c 2• temporale, come dum1ue armonizzal'e il r isul luto necr·oscopico col Jato psicoloprco e colla os~et·vozrone c linica ? Il Banli (l), o ~piega re le <·onòiziuni in cui, in fallo di ll:lsioni del ccnll·o uditivo ~i produre alcune volle l'amnesia oerbale; alh·e volle le sordilù vet·bole, emise un' opinionP. secondo la 4uele rl eeolro uditivo (vedr fig. Il), si compone dì 8 piccoli centri. Nella figura U rappresento il ceutro uditivo: U J, UN, U G, U A, le commissure col cenlr·o rdeogt>no-vi::sivo-grafico, articolatot•il), ognuno dei quali comuuica cogli allr·i; il net·vo acustiro •·appresent.alo dalla linea lorluO$a tt t> in rapporto diretto solo con i cenlri l' , 2' e 3'. Allorché Lulli gli ollo cet•chi sa1anuo dis trutti si avr•ti completa sordità verbale etl amnesia ; il malato non comprenderti i discot•si altrui c non potru esprimere le propt•ie rdee cou parole per mancanzu del de!)ostlo ove queste er ano ac· cumulate. Allorché sono distrutti i cerchi 1' , :!• e 3" s'avr à ~ordilù verbale coropleta ; dov rà ver·tfica rsi anche le$lgiera amnesia, ma poiché rimangono integri gli altri cer chi ove rl ) A' 011· •
0
e lite (ormt , -
(/.o Sperlmentalt, 1886).
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CO~TIIIBUZIONb
,\LLO STGDIO
!:!i lro,·ano ùepos1ta1i parte dt-i t<imboli ''erbati. il malato o,.Arà in grado èi parlare piu o meno bene. Se sono distt·utti i ce t·chi 2• 3' , e .s• >'i a'•ra sm·dità verhule, uon a;;solula e po~<~ibililà di parl!!rc, ptw la cnnset·,·uzionr degli oUri olio cet·chi. Infine nella distruzione totale •· psrziaJe dei cet·chi 4'. ;;•. ti', 7• e 8' manchera intet·mneutc la sordila vel'llale, nta vt ~a rà amne~ia più o meno pronutlzlala. Ripo1·taudo quunlo si P dello a"anli al nostro infet·mo et! ammellendo nel suo cenlt·o ué.lilivo lA distruzione ùi rt>rdti. direi secondari e nou printipali. !-i potrebbe in certo qual modo at•monizzare il l'enomeno clinico col dato nect·oscn!•tcn. Ma è possibile I(Ue~t.a ipoll'si? Sar·ebbe ammissibtle se la mAncanza di !'O!Ilanza cor ticale St fosse avuln, p. l'S., nd lobo pat·ietale, non pel temporale poichè lo sles~o H<tntJ soggi un~e che « 11011 v'ha dubbio, pei fatti og).!i noli, cllr la « pat·te di rMtamonte unil a all'espa usioni cor f.ictt li del nen•n "acustico (co•·ch i 'J•, 2• o 3°) sin conlonutu nel lobo tompo!·olt>, " poichè è solu pei.foculai di que~Sto lobo e/te si è os~:t'l'oata la " 1-."0rdilri oerbale. Non c fot·se improbabile che nel merlc"in)() • si trovino anrhe altre part1 del c·enll'O, p. e;;; .. i cerchi i-" P R· • Però mi sembt·a certo del pat·i elle una porzione tiri lerTi· ,. torio corticale auditivo '-'Ìa situata ruor·i del lobo temporale, -:credo che esso si estPnda nel lobulo par·ielale infet·iot·c siui• stt:o, dove avrebbero sede alcuni cerchi dello schemà, p. e~. • il 5' , R• e 7•; » ebbene appunto le ci r. t • e 2• temporale twa11o « offese nel caso nostro. " Il Weslphal descr1~se il caso di uu uomo affetto da emiplt-giH destra, n.on. complicata a nes11un. disturbo del lin.oua{ly io nè a sordità oe1·bale. L'autopsia mi~;:e in evidenzn un tumore che aveva dist.t•utio il lobo temporale sini,lro. Leonardo Biannhi r ecentemP.nle drer-ì alla sooietfi mPdicA di ~apoli un·osst>r'nlZinne simile, in pe~ona di un e pil~>tlicu. nel quale alla lesione delle C. temporali sinistre non rot·rispose in vita alcun di!lorùine della racolta di inlendere il liuguat,rgio, però enlrambi gli indivirhti erano m.an.cin.i; né dopo gli sludi del B r ocu Kusmal, T»mburinì, sar à di fncil e sprt>gA r e l'anomalia CJIIHIIrlo si so ell e i de$Lritnani nel pn • · l t.~l'l' e
OEI.I.E LOCAI.IZZAZIO:'il CRnt:BII \11 1 t:CC.
153
nell'ullit·e sono mancini nel ceraello, mentt·e !"opposto ,.ucrede in quPgli che adopet'ano ed e~erciluno più il lato ~ir.istro . Il ca!-iO not'l!·o non entra in questa cq legori u pt>t·clti· il Cesni era dr-strin1anE!, e prima che il male prog•·odisl"e, lo si '' vi:;to copiare degli scrilli eli medicina legai P. Non !'li può r-icorrt•rP all'idea clellu supplenza dei centri circostanti a quello disll·utto o alla compensazione dell'emisfero desll·o, pcrchi> e l'una e l'altr·a suppongono Jarnoncala funzionP., fPrH~rneno questo che 110 11 ''i t'• l'llitto. D'alli'S parte esse non f': i slnhilisrotH) d'un tntlto, mA si ~vilu ppano A grado a ;::rado cosi du ·· ~~Pre il disordiraP. llet·voso a ttenualo lentamente fino a scotupnl'ire del lutto. Se nel no ..tro brigadier e si fosf':8ro avuti pt·ima fenomeni di sordi la ,·erhalf:' l'ilevanti, e questi col tempo !'t fos~e rn Ùt"'SÌpa li, aJiorR P r& da iii \'OCarsi la compen t'azione: ma tJIIC!;lt fenomeni di dt>tlrit>n/.11 sono mancati ed é l'as~enzl! di e ..si che forma la s pecialitù del nostro caso, assenza di def!cit•nza, u spieg-al'e la •tuole invocai il pat•e•·e autorevo le dol prof. Scppilli, il quale {l:eutilmeute t•ispose che « no n essendo le ri11C circ:onvolu• ziont T1 e T• tolalmen.ie distruffe, in quesLn lirniLazione della le~•on~> ad una parte delle predette c•rconvoluzioni d•vve,•a • rir.ereur "i la rag ione princi pale della monrAnza di sot'dihi • verbale. La porzione di cit·con ,·oluzione, rimasta intatta, ser· • vi,•a dR :si! sola alla pet•ce7.ione acustica ciel ltn~uaggio par• lato. Da parecchie osser vazinui fatte, e-;ser e eg li convinto • che per avet'e IR :>ordilà verbAle asf'oluta i• necessario che • la 'l ' ~: pi i.J srwcialmente la T 1 ùi l"inis lt•a sio no tota lmente • dis trulle, ment1·e q uando in ec::se la IPsionc i• limitata. i fe• norneni tlella !'OI'ditA ver bale, se put·a esistono, sono cosi • leg~ieri elle ci vuole un esame m olto accurato e protratto • a lungo pet· pt;>terli riconoscet•e • . Ma il pur er e llUto r evole del rlotlo ps ichial!·a non sfugge alJP ohhÌI~zionì. Se è noce~sada la dis truzione totale delle d~Je C. tem porali T ' e Tt per a'•ersi Ja sord1l8 ' 'erbale , come 81 Spte~a allo ra la ness una compensaziono riscon lralasi oell'osservazione Il riportata tlallo 5tesso Seppilli nel suo libr o sulle locali: .;azioni .[1'r..zionali del cerct>llo, in cui v'era un r?~rnolli m e nto esteso a parte non a lutto illoho temporal e s tms tro , mentre in vita l'a mma laln pt·osentava sordila w' r-
CONTRIUliZIONE ALLO STUDIO, ECC.
baie? Nella casuistica riferita dal medesimo autoro si leggouo osservazioni (5', 8' . 11', 15' e 17' ) in cui ad una !estone limitata del lobo temporale sinistro cor.r ispose sempre un cospicuo disordine nella memoria. riguardante il ~ ignificato delle parole. Ma, a parte l'osservazione clinica, ci è sempre cla obbiettare che anche unA depressione, per minima che siA, di un centr o importante, deve produrre un drsot·· J ine fun~ronole, magari leggiero, transitorio. ma sullo cur esistenza non deYedisculersi;e che sia cosi lo p1·ovano le e"<pe· rienze del Munk, il quale, neg!J animali, colla semplice abra· 'lione nell'area uditiva provocava sordità psicltiea che scomparirJa a graòo a grado, mentre se per l'intìammtt ztOue drstata dal lraumatismo o per l'estensione dell'estirpazione si allerava Lutto il lobo, la sordita psichica era non piit lr'ansitoria, ma assoluta e permanente. N d caso, nostro, se pure non vi dovevano essere disturbi r ilevanti nel centro uditivo, questo doveva bensJ pt'CS(:mlar e un'alterazione sia put'e leg-g iera o nella coropt•ensione dei discorsi altr ui , o noli' impos· sibililu el i t'i vestire l'idea del simbolo fonetico che clnvf' egpri· met•la A spiegare lo ~Lrano fenomeno non &l'rischio ipote$i possibili, pago solo di mettere in e'•idenza il fallo parchi• altri con piit autoritn possa dimostrare che esso non oppu· l.tna, anzi conferma le moderne veduL~ fisiologiche sul cen· tro uditivo. Dallo studio della presente osservazione, credo po tes~ero trarsi le seguenti conclusioni: 1' La lesione della t'e~ione delrHitzig ùetermina, oltre ai disordini nella sfera motrice, anche quelli nella sft>ra se11· ;.itivo; 2' Non oslante la distruzione della circonvoluzione del Broca e del cenlt·o del movimento della lingua possano pronunciar·si talvolta parole intelligibili; 3• Malg1'ado la l ~s ione del lobo temporale sinistro pun t1 0 ll aversi alcun fenomeno di sordité e di amnesia vet·bal l'.
CONTRIBlJZTOXE ALLO
~T~DlO rER L'ESTIRPAZWNE DI~GLI OST~~-SÀRCOMI llEL
Dott. MARIANO BIANCHI ltEOICO DI ~fAllii'\.<
l ~arcomi delle ossa formano una qualilè. Jislinta dagli altri sarcomi, per il punto di origine che è il tess uto osseo, mentre gli altri si sviluppano dal connettivo. Essi vanno distinti io quelli che si fo r·mano nella o dalla !>ostanza delle ossa (osteo-sarcomi centrali), ed in quelli che emergono dal perioslio (osleo-sarcomi per·ioslali). L'azione patologica dei centrali non trascende i limiti della località all"ella, malg rado la estrema t.endenza a rec'divare dopo reslirpazione; quella deì secondi o periostali · si espande ordinariamente per infezione; e non solo possono recidivare localmente Jopo la eslirpazione, ma non è raro il caso clte si ripr•oducano s oUo forma di melastasi sarcomatose su altri organi, e subiré anèhc La metamorfosi carcinomaLosa. Quindi, se per i primi l'estirpazione costituisce il concello lerapeutico assoluto e incondizionato, per i secondi viene eseguita sempre come tentativo. La struttura dei sarcomi delle ossa varia come negli altri: ed in generale si può dir·e che nei per iostali Lutti i tessuti normalì ed anormali del corpo vi po>;sono figurare; nei ce n· lrali invece è quasi sempr e il tessuto vascola.re clte insieme alla sostanza s pongiosa delrosso vi p1·edomina. A"nzi lo JOJ'-
1:)6
CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO
maziorw e ,(llalazio ne dei ,.alòr vi è co~i abbondan te, rhe Uillrotlr (Patolo~ia c hirurgica) li ha cla.;;~ifìcati Ira ~li aneurismi dt>lle o~:<a. Ques ta differenza di $l•·ullura tra ~li osteo- sarcomi ceut•·ali, ecl i perios;tali, coincide con la cliffo>r enza ddl"indole in retth•a degli s tes1<i; e può t•ilerrersi elle lanLo piu racilmeu to sara nno iufeUivi, e pl!rcio mali~tni , quanto ntaggiore !'ara l' tosuber·anza c.! elle cellule e la pt·omiscuita delle loro !orme. Reputo non inutile, pet·la cas uistica lumorale, t·ifc!rire ll··· casi di osteo-sa rcoma i quali, a prefet·cnza di molti altrr òa me operati, hanno cla to a t•ilevaee ciuanlo il metodo operativo influisca sulla lor·o potenza riprodutliva.
Primo cnso. Trallasi di uno epulide sarcomatosa per iostale a carr•·o della ht·anct~ de!lra dell'osso mascel!at·e inferiore, s u tl onn1' di circn 11) anni eli eta, certa Maddalena Se••t•o, nativa dt>ll'isola Maddalena. Il tumore era endo-buccalc ed aveva 111 figura di un cappello o fungo , clelia grossezza di una n oc~, r·icoperlo di mucosa rutilanle, ovale. OccupuYa il posto dei mo'ari clestri , e sporgevA coi ~> uOi bordi nella cavilà buccala l' vesLibular e; eea afl'o.llo immobile, e senza limiti determinabili nllo base, ove pareva fol'mar e un \uUo continuo <·on la gengiva e le parli sollostanli. Dei denti m olari non ne resta va che l'ultimo an teriore, ricoperto dal bordo del turnot•e, clv~ vi ~i espandeva a g uisa di una rarga t'alda circolare . la tJUale nella ca vita buccale e ve<~libolare si ripiegava in giù n g ni::>a del cappello di un fungo . Gli altri molat·i ot·ano !.ì l~1tl spostati durante l'aume nto del tumore e quindi !<laccat i l' caduti. L'aumento dE'Ila massa lumorale era mollo senstbile; e.l allorchò l'iufer·ma si presentò a lla mia visita, constatai un principio di spostamento nel mnscellare che le rendevn il viso alc1uanto defol'me. La pressione produce va dolo re; , quindi ne CI'A impedita la maslicozi o ne>. Assi~'lll'a tomi che non fosse eli origine cen trale, ma pt>t'iostal e, deducendolo dal uor·mr~lr. volume della br·anca man-
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PER L RSTif\I'AZJONE llEGLl OSTEO-SAitCOMI
11)'?
d1bolare. ritenni che l'estirpazìonedello stesso sarebbe ri usci La, staccando il perioslio della co••ona alveolare, e delle regioni adiacenti. A Lal uopo eseguii due prof'o nde incision i sotto la p••esumibile base del tumore, una nel Ialo delJa cavilà huc••ale, e l'altra oel lato del 'ves tibolo della boct·a. Qu indi servendomi di uo rascb.iatoio cue adopeeai come ta1e, è com e le,·a, sollevai e s-taccai la massa carnosa non senz.a diffìcoltti. Ciò eseguilo, per mezzo di un bislol'i curvo b ollonato, la sbr·igliai dalle regioni vicine, e venne cosi allo scoperto la coro n ~ alveolat·e frastagliata da rimasugli spognosi, fric1bi li , encondromaLosi, m is li a sostanzd lt1llCCOSC' e carnose, disposte a maglie. Le pareti alveolari pa•·eva no formare un lullo con quei rhnasugli, e dove i riCOJJOS•!Gl'e la JleCe!:'sila ineluttabile di resecare quella po•·zione della corona alveolare, obbedendo al canceLlo fallami che pel' evita1·e la ri pr oduzione di questi tumori , deve essere t•egola indiscutibUe di nsvot•lare anche porzione dei tessuti sani circ0n vicini. Con questo intendimento non pe••dei tempo e denudai il segmento superiore coJ•rispondenLe della br~uca rnandibotare, ~ l)er mezzo di una tana ~lia osLE'oloma a5>po rLai quel segmento denuùafo, corrispondenle ad un terzo dell' intera hi'imca. Fr.enai l'emorragia, la quale non ru poco abbondante, e JOedicai la l'erit.a con fiocchi di cotone f~nicato, inzuppato neU'atcool i ~o fenico, e nell'acqua emoslaLica del Rossi. Nelle successive medicature pralicni le causlicazioni con la soluzione concentrata di clorur•o di zinco, aiLernalo co o l'amm oniaca. Dopo un mese tutta l a regione operata era ricoperta da muccosa cicatr'iziale, ed ora che co mpiono due anni dalia. falla operazione non è apparso all:u,n rilievo o escrescenza che preludi alla minaccia di una r iproduzione, nè locale ne metasl.atic11 , Questo Pis ull.alo r assicurante cunLI·o una recidiva locale o in!eLtiva è tanto più a ppr ezzabile, in quanto che illavot·o maSLIC&lorio pòco deliceto (Lt·attandosi di una contadina), cui e s?ggett.a la parLa operala avre bbe potuto di venire causa di irl'lt •. az10ne, e dar luogo a nuovo svi luppo cellular<'.
Secondo caso. Un allro esso di :::arcoma perios lale, col predominio del tessuto fibroso e cartilagineo. osse1•vai a carico della ref!ione esterna del ~inocchio destro di un operaio s ardo nddello ai lavori del geniO militare neJrisola Maddalena. Era que~ ti ce1•to Sordi Ertì,.,io che fu ricoverato nel me«e 1li dicembre '1887 nell'ospedale del Dora, nave di dife~u !orale. pet' febbre malarics. Guarilo di 'JUel>l"alfezionP febbril e•, mi pregò ùi liberarlo di quella massn tumorale dura P ''olutuinosa. a cauc;a della quale era cosll'el lo a desistere l'lpesso dal la,·oro per J' impedimento che risentiva nell' ince!'SO e nella stazione e1·etta e pel dolor·e che lo travagliava. Il tumore eru piu grosso di un pn~no, duro verso la base,'ma molleggiantt! ed ur1 poco lluUnante alla s ommi t/t; aveva l'orma rotonda , tna a base largo, ed era s itt1alo nella regione laterale es ternu del· articolazione trbio-femorale des t1·a, apparentemente addossato sulla localilA anatomica tneglio t·onosciuta sotto il norne di .;ampa cl'oca. Incisi i! derma ed il tessuto soltoculaneo con un laglio lraversale, dalla base 11lla ~'Ommitò . nel senso della lunght>zza dell'arto, e procedei al di s tacco dei duo lernbi risul· tanti. Quesli facevano non oderon:t.a ma continuazio ne coli la massa sollos lante , in m odo che incontrai rtualclte tlifflcolta a ùi~giun!terli da quella. E fJuesta diffìcolla non rle,·e riferir::i all'operazione materiale del laglio del tessuto sotloculaneo, per distaccarlo dAlla ma ssa solloslante, mu all'a lLen7.ione di nou far rimanero oei lembi l'ialzati tr·Accitl di tessuto lumorale; ciò cl 1o d•lveva co!'<lituit·e una cc•odizione sine qua non dell"atlo operativo. Hialzati i lembi che r isultarono, uno anteriore e l'alli'" pOl:'teriore, grandi circa s ei centimetri quadrati per C'iascuno, appare la massa lumorale, immobilE', ca.rtilaginea alla ba::e, fluttuante o ricoperta alla sommita da uno sh'ato di grasso. Poco al disotto della sommitil tramandava all'intorno per ,·a rie dirt>zioni alcuni gallon i sotto forma di fa<~ci flbro~<i
I' .E(I !.'ESTIRPAZIONE DE(;t,l OSTEO·SARCOMI
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larghi e resistenti. che si perde,•ano nella spessezza dei tPndini e dei liga me~tti cir costanti. Allo scopo di r iconoscerne la profondita e la r·esistenza della base, cercai di .illlroduJ•re uno scalpello da denti senz& taglio al disotto della massa, ma mi avvidi che era in conlinuozione per durezza e per resistenza colla solloposta tuberositA tleUa tibia, coinvolgendo nel !'Uo volume i lendiru rlel ~artori o, del r etto interno e ciel semitendinoso, i quali essendone contorna ti vi aderivano. ma ne r estavano distinti Lo sbriglioi dei varii getloni che tagliai il più lontano cht! mi fos8e possibile dalla massa ; e quintli allo ~copo cl• metlern t:' allo scoperto la base, ne asportai tutta la parte che pole es@erE' la~ liala dal bislori cur·vo; l'iRpcllanùo i tendini s unnominati, costituenti la zampa d'oca, che liberai dal t·e:-to della mes!la tumm'ale che li avvolgeva e vi era aderente. Il laglio della massa scuoprl il centro che era co~ti tuil<• de una cbli grossa come una nocciuola, a pareti cartilaginee. Cl'iabrli e t•ipiena di mater·ia Lique~renle putrida, di color· ver•dognolo-giallo. Gli strati cellular i carnosi g1allognoli, misti a tessuto connettivo, ed a prccoh blocchi di grasso erano addossa li alla cis~i centr·ale. Questa scoperta parr•ebba r.he do vesse far classifi~at•e il tumore tra i cistici; 111a t'iflettendo cbe ubi maior, minor cessal, e che per conseguenza anche una piccola quantita di vegeta~ioni cellulari è sufficiente per stabilire l'indole del tumore, la cui classifica t' specialmente basala sulla potenziai ila delle con<>eguenze; e considet•ondo che qu·es te sono esclus ivo releggio dei tumori cellulari, anziché degli allri non cellulari, i quali invece po~ s~no al più cosliluit·ne il nucleo inizit~le; non l'i deve nutrrre alcun dubbio, che quel tumor e appartc nes~e alla g ran ùe famigli a dei sarcomi, ed al quale tutt'al piil potrebbe!;i o.pplicè r~:> la denominazione tli osteo-cisto-sarcoma denominazione che mantengo, malgrado la possibililti. di• una cr itica llt'galiva a causa d ella ~carsezza ùi Jescr·izioni su questa fo~rna sarcomatosa. Tanlo più poi in quanto cltc anche pr e!ICmdendo dalla esistenza delle masse cellulari, la sua IJasLI o~s~a periostale toglie ogni ra ~tionc per classifk'.~u·lo fra gli altt•r tumori.
CONTI\IBUZTONE ALLO STUDIQ 160 La bast~ er·a a carico della tubel:'osita clelia tibia e si ele-
,·ava dal livello normale per circa mezzo centimetro in utl raggio di quattr·o cenlimett'i quadrati. Era un mis to di te~sulo osseo e di tessuto cartilagineo e fibr oso, e vi erano intet·essaU i legamenti vicini, quali il legamento posteriore, il lateraleesLerno e la porzione della sinoviale che si riflette dal condilo esterno del ft!mor e, diventanJo legamento crocialo, sulla lubet'Ositlt della Libia, i quali vi si pel'deva.no nella spessezza. Per evitare la r iproduzione del tumore era necessario asportare c1uesla base osteo-cartilaginea; ma per asportarla seuza pericolo di una recidiva, era necessario sacrificare qualche strato sono della tuberosi là della tibia. Ciò cl•e non iuùugiai ad eseg uire, ser vcndorni di uno scalpello e di una sPga, con i quali strumenti cercai di sollevare la detta lw~e. compr e ndendo in essa un01 s trato MltoslAnl~ d i osso della spessezza d i un terzo di centimeko. Adoperai lo scalpello nell'intento di traccia r·e la st[•ad a per la sega, eviLando di tag liare i legamenti coinvolli e confusi nella spesse~za del lumor·e. Ilteulativl) J' iusci, e la f·~rila f'isu iLante cicalt'izzù per p11irua intenzione, senza lasciar e oeli' infermo difello alcuno 11ella funzione arlicolarc>. Dopo quasi due a nni il paziente da me apposilameute ricercato, mi ha assicurato cb e non mai ba avuto più a soiTrit'e d•Jrante il lavoro quei disturbi che prima dell'oper·azioue lo obbligavano a per'dere le giornate ; •' che solo u11 se11so di debolezza in quella gamba lo per cepisce specialmente nelle giornate di cattivo tempo. l\e esarninoi la parte oper'ala, e ne constatai l'assenza di rrualsiasì segno di minacciante r·ecidiva. Questi ùue casi, coronati da esito relicissimo solto il punto di vista della evìtst11 ri produzione. s ta nno a dimostrare l~ necessiLU di sacrificar e parte dei tessuti normali circostanti ai Lumo•·i 11 ell'asporta·l.iooe di questi, se si vuol ollenere la guat·igione radicale delle vege tazioni cellulari. E come c011lt'O J)rova di quesla dimostl'azionc t'i produco il lerw ca so oc· corsomi, nel quale per la località pericolosa su cur esisto v~ il Lum or e (r egione temporale), non credendo p t'lldeole re:;e· cal'ne la base nel pl'imo Len la tivo operatorio) ebbi il Jisap·
l'Eli I.'ESTIRI'AZIONE DEGLT OSTEO·SAJlCO'll
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punto di vedere r iprodursi il tumore con più attiva. vegetazione appena un mese dopo della compiuta cicatrice. E~e guil eubito una $econda e::.tirpazione. i cui delta~li espongo nt>lla descrizione seguente.
Ter:o caso. Trallasi dt uno giovi nella da 15 anni, certa Ctu·mcla Secci, olell' j,.oJa Maddalena, la quale, nella rt>gione temporale de<~tra . preseulava w1 rilievo dut·o e voluminoso a la1'ga b&l':e e che occupavA tuttA la r egione temporale, e portione della pnra.,tale e della frontale. Le durezza os<>e~;~ del tumore che, pur tutta via, lasciava percepire allo palpazione un po' d1 moll~zza alla sommitit e la immobilità della base, r1velavano un tumore osseo misto a proliferazione di altri tessuti. Di •tual natura si fosse, cioè se semplice e benigno, o collulot·e '' 1uulagno, ero il p roblem~:~ a risolvere, pl'Oblema po1· ultro di non difficile soluzione, tenuto conto della pr•omi'CUtlli rlc·t tessuti elle la mollezza della l-lO mmit~ ne t•ivela va eomt• Jl&rte integra1!le del medesimo. Tra i colln lt-t•nli e gli nsr t•ndenli dello giovin etta, niuno ltovvi che abbia !':Offerto o soffrl~<se qualche produzione eteropla~lica del genere; ma ru•lta piccola isola di Maddalena , per cnuse non delet•minahili, le nenplassie non sono rare, in tspecie le maligne. l n una popolt~zioue dr circa due mila abilauli, O(•Ì :?3 uw~i elle climorai colà si presentarono alla mia O"Servazione, ben llicca'"'elte cast eli neoplassie elerologlle fJU8si lulle cellular i. •· (lerri() polen1.1elment~ mali~ne. Ne operai parecchie senza l'lte tteguisse rec1diva di sorta, gr·azie al precPtt.o eli asportar•· lo strato ch·costante e soltostanLe dei tessuti normali. Tal!! Jlrec...llo lo considero specialmente indicato meno dalla •nng;:iur sicurezza dt as por·lltre tutte le cellule etero-pla!'ltirh .., IJ•Janto dalla 1·emozione di quei te~snli normali, che n o ROM Alalo il subslratum originar io. L'eLJOiogismo f]uindi "!l':bbe da r1fo·r·i1·Rt a quel complesso d1 circostanze P di locahtb, che coslituic;cono quanto ya_ compreso !'lollo 1 nomi di dnna ' di llbl 'ud· . l' . dietet1co. . • 1111 1:1 1 1 reg1me 11 tumore llll'estet·n•> :::i pt•esenlava come una bo1.za Vo>lll11
CO~TRIBUZIONE Al. LO STUDIO
minosn con la sommita rotonde~~iante e larl-(a . La bu-;e era limitata superior•menle ed anteriormente dalla curva del frontale evidentement~ esostotica in cor•linuazione dell'apofisi orbiLaria estcr·na; inferiormt!nle dall'arco zigomat•co, posteriormente Il limite della base s1 perdeva sulla r egionP sopr·a-auricolarc. Consirlorando il doppio piano tli Les!>uli rnolli coslilu<'nltla r egtone temporale, tenuti divisi dalla forte a pone' rosi lt>m· pora le che ricuopre il muscolo crotafile, la ùut•ezza os:;ea del tumore ,·erso la base. e la semi-•uollezza ver~o la ~om· m1là, mi fecero diagnosticare un osteo-sat·coma, d ia ~nosi la c ui N;allczzn potai ve1•ilicare nl'li'atto operativo. Eseguii nn lilglio cutaneo clw feci passare nella linea 111cdiuna della sommrlà del tumot·e, iu modo elle i due es~remi Jcll' incisione s upet-esser o di qualche centimetro il limite apparente della base. I l la p;lio lu eseguii in senso orizzontale all'Mse dr: l cor po; ed a llo scopo di evita r·e una (;icatrice ùel'o rme Rll una pat·te così PRposla del viso, n<>n eitenni nccessat•io di farl o a croce. Nel dubbio cbe le parLi molli, soLtosLanli all'aponevrosi lempc)l'alc, parLecipa~set·o al pr·oce><!>O eleroio'>!-<O, cercai di approfomlit·e r inci>'ione fìno a que~to: e pr•>Ct>dCt al dislo.cco dei lèmbi risuiLunti dall' incisione, r ecidendo la ad,.renze per mezzo di un bi!$lOt'i panciuto. Queste erano solidissime, e formale da bri~lie lìbt·o!"e, tra t~ c1uali appa riva qualche globulo di grasso. L'apoue\I'VSI t•m•porale, ed i tessuti soltostanli et·auo scompar si soll•l la pl'Oduzioue clet·uloga cellulare che li ricuopriva. formand•1 un tutto con la maRsa del lumor·c. Rialzalo il lembo ~· up~ rioro potei ricouoscere la base originaria eli 'JUCslo nelle curva del fronta le che limita la r·egione lempOI'ah•. E r-a co' evuleutc che que!'ila ue coslituìsse il panto d'ort~JDI', cbt! d~ qu~sla cur va iu Lulla la sua lung hezza alla sonunità si po· ll!vano analizza•·e '-'piccatamenle i varii strati dl nco-Lpsc:ult, cioè l'os!"eo, il c~or tlla~iueo, il tìbroso, cai'IIOSo, adiposo, eCC· La curva slessu fiJII'flt·iva come una lunga e volullli!lOi'a ere· stA, c-he da tessuto o~seo ebut·neo negli str·ali inferiori ron· lium111l1 cou l'osso l'r·ontale, diveltiva spoogioso n e~l i ;::tratt sutu· r·io l'i. Era i n soRLanza una (.)SOslosi n lH l'~a bose e vo·
P&l\ L' ES1'1Rl' .AZIO NE 01::11 Ll OSU:O-S.\IICOm
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luminosa , di for·ma arcuala , e delineala dalla cur va del frontale. Rialzato ti lembo inferiore. la massa apparve costituita da tessuto reticolato in parte carnoso ed in parte flbroRo, a gro!lse maglie e contenenti sosta nza colloide, o l'area su cui si erigeva era costituita dalulta le grande ala dell'etmoide, che ne ere la zona centrale e si e stendeva per· due centimetri circa al di là delle suture sfeno-parietall! e sfeno-temporale. Molteplici gettoni di tessuto fibroso e cerno!'o !'i prolungavano all'mtorno 8 guisa di raggi ver·so la regione sopracigliare. perietale, mastoidea, zit:romatica. ~in verso la ca villi parolidea. L'al'portazione quindi non doveva r iuscir•e agevole, tanto piir che la località e ra delle più pericolose per la vicinanza dell'occhio, per l'interes$amenLo dir·eLto delle cavilli purolidea, sulla I'JU&Ie Andava 8 dar capo uno dei gettoni, ('d in ispecie poi pet· la immediazione dei rami ler·minoli della carotitle esterna e del viscere cervello. Se nel segmento s uperiore la massa lumorale cosLiluiva una co11linuazione OSO= lllotica, a strati promiscui. della curva del frontale ; in lutto 11 rimanente della sua bas e era il perioslio, se non il su!<tralo originario, per· lo meno, la continuazione della proliferazione eterologa; e r a poneurosi del temporale col muscolo crotaf!Le ed altri tessuti contigui, erano t·icoperli , anzi ~cotnplfrsi fra le neoproduzioni cellulari. La promiscuita dei tes~uti si differ iva dal segmento super·iore per l'assenza del tessuto osseo, e per la rnag!!ior·e abbondanza del te~~uto ~'..a rnoso.
:\!ia pr ima cura si fu di r ender libera la curva ciel fl•ou· tale. ,..d a tal uopo adoperai uno scalpello da denti, il quale per llllro , a causa de lla resistenza incontrata sul Piliev(\ Pburneo, non riteoni possibile approfond ir•ne l'effetto. L'ru ferma d'allronde non toller ava t~ssol utamente lo menorna v~ol1'n1a su quel punto. ~Ii limitai n togliere lo sLI'alo spougroso e friabile, e cosi la massa polè esset·e rialzata da t"fUPI P_unto, e seguendo il piano del pel'ioslio, eire ric:1opr·i va la re~10ne tempor·ate m i aiutai a distaccarlo, ora collo stes:oo
CO~TR IBUZIO:-IE ALl.O STUDlO
scalpello, ora con il l'&schiatoio da resezionc. Libe1·ato il lu· mor e dalle sue inse•·zioni sullo scheletro, non r estava che lo &brigliamento dei gettoni, che procurai di tagliare il più lon. tano possibile dal focolaio cellulare. Il Laglio di quello che andava a dar capo sulla regione parotidea, con fondt>ndo~i solto il ponte zigomnlico, non fu senza di!ticoltu, in quanLochè nel r ecirlerlo ril evtJi che al di sotlo eli questo ponte, il fa:::;cio Jìbt·oso faceva parte di una massa cellulat'e, relicolalfl, r; della stesso n&tura della massa lumorttle. Ero una nuova produzione, Lra le cui maglio SI vt.>de,·aoo con~reziooi colloidee, mjste a quaJche globulo di gl'al<so. Ne ritenni necesssl'io l'escissione, ma la pl'ofondila della sua po!".izione. unila all'l mmcdiozione dei vasi arteriosi terminali della carotide esterna, f> forse le stesse attinenze con l a pa!'o· lide, che non potei per altro vei'Jfìcar e, m i decisero a praticare un Lorcimento della massa e con un filo di seta legar·lo nella parte più profonda , recidendo poi il tulto al .-lisopt•u della legatura. Cori questo 1111 t•ipr·omi si di evitar e l'emOI't'ogio di quelle arler ie. e nell'islcsso tempo di produrl'e lo str·oz1.amento di quella massa cellular..- cht-! non potevo asportare senza peri· colo di compromell.. re l'esito tlel rope•·azion~> con lo lesiòue della parolide e for~e Jella t;MOlide stessa. La mas!:!a lumoNtle cosi sbr igliala ed estr ella, aveva il volume di un gr·osso uovo rh pollo; ed al laf!lio appariva quello pr omiscuità di tes~ uti che ne costituiva lo stroma , con ma!!lie rel1col at'l più o meno grAndi, e che racchiudevano una sostanza bianca casPosa sotlo fol'ma di piccoli blocchi. Le cellule carnose erano sparse a gruppi pi(t o m eno gi'Andi irl ogni punto, mlluo nel se~mento osseo r csccalo dallo ct·oslll esostotica del fr·onlale. In questo prjmo tentativo operatorio non ritenni r•·uù.,nte intaccare l'esostosi sudclelLa, di natura eLur nNI, ed a base larga e lunga e che interessava tuLla la curva d•·l fr·ontele. per •·agioni che possono facilmente apprezzar:-<i, con!>idel'anJo l a località su cui doveva p•·aticarl'>i la viol~>11za chir·url!ica. D'aiLra pHrte i pr ecatli ed i consi:rli d1 lutti ~li autOt'i: BillroUt, Beitzman, Forster , ecc.. secondo i quali non !-li ùevo opl'rare sugli osl eomi delle ossa del ceanio, ed in ispecie sa questi r~on
PER L'ESTIRPAZIONE DEGLI OSTEO·SARCOMl
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sono semplicemente periostali, come e ra il caso in discorso, che per la sua base voi uminosa ed eburnea si rivelava di origine centrale, avrebbero troppo aggravata la mia responsabilità, anche pre~ci ndendo dalla impossibile resistenza della giovinelLa, a toller•are il dolorosissimo prolungamento di rJU&Ila ben dolor·osa operazione. Il pet·icolo si presentava multiforme, immediato o remolo ; e decisi di li milarmi a rimuovere le punle piu salienti dell'es0stosi per mezzo di una tenaglia osleoloma; dopo di cLe eseguii la medicalura della ferita, previa una soluzìone.di cloruro di zinco applicata nella cavità risullante allo scopo di causlicare qualche elemento cellular e che per avventura vi fosse rimasto. Le pr•olifet•azioni cicatr iziali furono cosi llor•ide e s ollecite elle dopo cit•ca 25 giorni la tèrita chiusa con cicatrice semplicissima, no n dava a d levat·e alcuna prominenza della cresta esoslotica del frontale, la rruale $i riconosceva 80lo alla palpaziono. Erano passati appena trenta giorni allorché l'in ferma mi venne riporl.ata con nuo~o Lurno1·e nella lacalita operntn, ma alquAnto spostato dalla tona primilivn. Era a ridosso della cr es ~a esoslotira nella curva del fr-onta: e, la quale ne cosliluiva la zona centr·ale P non ti limite anterior-e come nel tumore primitivo. Questa uuova massa era molleggiante, ed il suo aumento si opera,·a a ''ìst.a d'occhio. In q uindici giorni che volli a ttendere prima di rleciùer rni al secondo atto operatorio, aumentò del doppio e raggiunse il volume di una volta. H mezzo quella primitiva . Istanternente pr egato tlalla madre della g iovinetta a teritare una ~econda operazione, mi vi decis i, dopo di avermi pèrò ratto autorizzare dalla stessa, e eia a ltri rnembt·i della sua famigliA t·ìunili in consi;Jiio, di affronla1·e il pericolo di rimuo' '~ere I'Psostos i del frontale, che r·ilsnevo, ed eru in fatti il nurleo iniziale della neo formazione . . A causa dello spostamento della nuova mussa eterologa , la ~•ral~ice risultante della prima operazione ne segna,·a il limitE> tnferror·e, per cui fecm una rncisioue uel senst>, ed a r idos<'o del_la curva esos tolica suddetla. Ne pisuiLar•ono un lembo inftJrt~t·e-anler·iore a margine convesso, ed uno posLer iore·supar•rore o margine curvo. Slaccali i due lemhi, e messo allo scoper to il tumor.e ; i g ettoni fibros i s i erano rinno vati s e nort
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CONTRIBUZIONI ALLO STUDIO, ECC.
]Jiu grossi, certo p1ù numerosi, asportai lulta la massa molle c:he •·isultava più della primitiva formala eli tessuto carno~o; per mettere allo scoperto la ct·esta esoslolicn o rJ ~ulorJa T racciai ai lati della base di questa due solchi con lo scal· pelle, per stabilirvi la pt•esa della tenaglia osteotomn. L'I\S· portazione dello esostosi riuscì più agevole di r1uel cht' le· mevo ; la tenaglia osleotoma ben applicala, lo recise senza produ rre alcuna scossa su l cervello, sebbene lu s ua azione l'ecidente fossesi dovuta l'ipelere pe1· ben !:'ei \'Oilc, allesa la lunghezza della cresta, c la laeghezza e resisltmzu della hase; col raschialoio p1·oseguii a pulire la supertkw dt-lla reci:>ione, e la zona pericJ•amca ' 'icina. su cui po~gJ0\'8 1l tumore. ALlesa l'emor·ragia non poca, medica1 la feJ'Jin con ovatta .inzuppata nella soluzione concenlJ'ala d1 cloruro di zinco, mescolata all'acqua emostatica del Rossi. Deci11i ùi far restare la fet·ita divaricata e 1neùicarla pe1· seconda inl••nzione a llo scopo di pl'otica J·vi g iOJ·nuliere causticazion1 con lu soluzione suddetta, 0 con l'ammoniaca. La cicaL1·ice l'l erJ'elLuò dòpo cinquanLR giOI'Ili ci rca, senza Jefot•milà, e clopo piu di selle mesi non vi era alcun segno di r iproduzioue. Com~ corollar io alle falle osser"azioni , possono fnJ'SJ le "egueuli deduzioni: Il precello di asportare il tessuto normale circostante alla massa eterologa, sembre•·a fOI''W ec:a· geralo, ma è indispensabile. se si \'Uole evitarne la riproduzione; e le esostosi centrali delle ossa crdnien'>i, possono impunemente essere reciso qualora sieno talì du pote1· ado· )Jerar e all'uopo un 111ezzo so llecito e preciso, come h1 tuna· glia osleoLoma. Ciò ch e non potrebbe fo rse ne l'iuscil'!l, né elfelluar si senza pericolo con una ;;:ega o con la corona tlel trapano.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA AfEDICA La febbre glau4ol a.re . - E. PFF:rF"FF:R. d ie me(lic. \Visse,tsch, :-J. i!!J, 181i9).
(Centra/b . .fur
Il doli. Pfeiffer· indica col nome di febbr e glanùolarc~ (DriJ.·~"nJleben •lue di veJ'l'i s tatt morbosi che si os er·vano special-
mente nei giovani. La rebbr·e glandolare acuta eomincra all'irnpr·ov,·iso con una febbt•o di 39"-10" C. fl collo .~ dolente nei movimenti, esistono anche rlei leg~ier·i disturbi tli tlegluLiz10ne. L e fauci sono lievemente o.ri'O !'isate, a i!" esame rì ~:~contr•an si rnoltd glandole linfaliche i11 tutt a la circonferenza del rollo manifestamente lume fallo c dolenti; é por·licolar•menle camLterislico il ~onflore delle ~dandole situate lungo il mar·~ine poslerior·e dtJllo slerno-cleido-mosloìtleo e nella nuca. Nei casi leggieri la febbre sparisce il giorno dopo, e dopo qualche altro giorn.. ancitl" le glanòole lornuoo nello stato normRie. Nei ca si gravi l~ rnalatlro può pr olungarst 8 o 10 gior·ni. Lo fcblH'e si maulu.•np per· più gior·ni alla stesso altezza, le glandole gonfiano prima sopra uo Ialo poi sull'allt•o del collo, sop!'a vvengono fl'cale $lìmolo alla tosse ed i fenomo:J ni dell a corizza. Il terzo O il quarto giorno lu milza o il fr>gnto so no manifes tamente ing r·ossali, ambedue si possono sentir e co11 la palpazio11e e nel maggior numero dei casi csi!'\t.e un dolore nell'atldorne clte é sempre ~sattamenLe situato llf•lla lint>a mediana fra l'ombelico e la sinfi<>i. Questo é !'\Pulito più sponlanea~r:nle che con la pressione. Questi dolori come la tosse e i di~turbi della deglutizione, l'autore :, inclinato a riferirli ad una malattia delle g landole :inratiche rt'tro·el:iofagee, r etrolracheali e mP!Ienleriche. Altri fll'gani non ammalano, nt· altre glandole linfaliche run ri d!,lle rRmmenta le. L'esito 6
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se111pre l'avor·evCIIe, le ~landole lùrnano sempre allo stato normale, non pAssano mai a su ppu!'azion~. L'+-liolof!ia è ancora oscura. Depone pel carattere mfettivo della 111alattia l'accaùei'C di epidemifl di casa~ di famiglia. T er apia: friziorn ol eose sulle glauùole lurnt.Jfatte, copertura del collo con ovalla, pei casi gravi rtposo a !ello . La l>Cconda fo1·ma delln fcbbt·t• ~landolare ha un cor"o pui subacuto. In l (twsta forma iogros8ano :-olamenle gli 01·garn glu.ndolal'l de! basso ventre e in comsHlt.' l'evol gradu. Si s~ n lono cou la palpaziontl il fegato o> la milza, nell'orina s1 trovano piccole quantità tl'albunllna, e, !"e~no d1 lumefaltone rlel lr:J glnnrllille mcsenlot·ic! Je, v'ha nel IJas~o ventre C1I'N ur1 !!l'Ande. ora un piccolo spundimeulo liqu11lo. Si ag~Iiun !!C anl'Ile unu medioct•c r~bbrt> e diYet'!"e sct-t~•tche alvine verda-.tt·e o g t·1gie. l maJa U sono i11q uìeti, tl;.dluti. Me,ùia11Le il ct~lonu• lano e gli impaccbi pet·manenlt alla PriessniLz sull'addome, fJucslo sl11lo morboso rapidam eutc retror.t->de c final mente col lt·allatnonlo cor 1·obor anto io qualche ><ellìmanu fl11o a due o lt·e me!>l la gua1·igiooe è completa. Il cor so sempre favol't.Wole sep~:~ 1·a quest1 ca~i dalla Lisi m~ SCI'aica, ,!alla •ruale dif'l'erisce Nuche perchè tìn dal principio clelia malattia sussiste la d<art·r·a. Perr'1 del rPslo la !>OOli· glianza è gr ande.
Sopra un& partlool&re formazione eU materia colorante nelle gravi &A'eztont i ntestinali. - R OSF.:-IOACH. (Centr alb. ,/'iir Chirtt f'(J., N. i7, l8t'H). Nelle gravi malattie d'intestino della p1ù svariata natura , nelle quali sia avvenuto un disturbo d 'assorbi mento pe1• parte del tubo digerent(' c:j 1nan i l'es !n una reAzione a colo1·e. L e ma· Jallie <'he danno fJuesla r eazione sa l'ehbero p1•incipalmente. J'oc:clnsione, la Cll t'ci nosi, l'ulcorazione es tesa, le g-ravi diar· l'Ce, ec.c. Per i cast di occlusione inte:;l i usl~ questa reaziune è di Ullìl g t•ande i mpot·tanza per il tr altatuento l et•apeutico, in quan~n che se essa per,i..,le per p1ù giol'lll sor ge l'iod1cazione di una cura rhirur gica, tAnto più clw Rosenhach O!>Ser isce di non
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aver rnai \ t:dulo finire felicemente un t'ft'-0 in cui que:;lA reazione abbia p01rsistilo qualche tempo. se la r·eszione continua dopo elle all'intesti un ru r estituita la sua permeahililà, dobbiamo prevedere con tulla sicur~zza che o presto o Lardi vi comparit'anno ~inlo rni minAcciosi. Ecco m che consist<l quesla reazion e: !'li fa bollit•e l'orrna, e mentre conlinua a bollire le si aggiunJ!E< acido nitrico flnché • essa pru11de tul color e rosso cupo ciro appare rosso-blc•; per traspar·enz«. In certi casi poi la l'eazione é ancor· più caralle· ristil'a: l'orinA sotlo l 'azione dell'acido nitrico pr ewlr rm(H'O' · v•samente un <·olore giall o rosso e ' lui odi giallo con le~~era E!tfervescenza .
La frequenz& dell'lsterlamo nell·uomo. - .MtdH~.- (.!our· nal de médecine et de chirur{lie. novembr e IR fl) . Il dott. M arie ha r ubblicato lill'iuter·e:ssante !:olRtislica ba~818 ~ul numero dei malati che si presenltu'OIW alla visitu di
accl'tla zione per eulr at·e allo spedale. l n un mese e~ h cbbt! H ''isitar ne -;oo, dei quoli tre quut'Li et·ano uomini, ed un quat'lo soltanto donne. T utti rruesli malati sono stttti e~a minali dal punto t!i ''ista dell'ister ismo e questa alf~zione non é stata diugnosticata che 11ei soggetti che presen1aYano come Cl'ilerio, Unilatnenle 8 f~nome11i d'istel'iSmO, rlivet•si tur bamenti della sensibilità ,c()me una anes1esia generalrzzata, una emianeslesia od un'a11estesia limita. ta a1l un 111embt-o: in uno seconda categoria si ponevauo i maiali i n cui l'isler·ismo non er a ùubbioso(aLtac· chi <'Onvul:;i\i, antiche parali~i scomparse, Pcc.), ma non si nolavano turbamenti vP.ri della sensibllita cu tanea. Quest'ul tima catPg-oria l1a r icevuto il nome di isterismo mite e la pritna f)uello di isteri!-n to forte. tlenominaziooe che non è stata data che per l a ft~cili lil della descrizione. Ora, su 525 uomini, 2:> ofTrivano i car atteri dell'isteri smo fol'le e 3 quelli dell'isler t!lrnCfmite. Su 1';'0 femmine 1 sola oiTrh·a i caralLeri dell'ister ismo forte, 5 quell i dell'isterismo milo. Si ll!.l quindi In percentuale seguente : per l'isterismo forte o.:-., p. 100 per le donn,. e 4,70 p. 100 per gli uomini . ,·alo• a dirt' che esso è 8 vol te pil'l frequente negli uomini clw nelle donne.
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Questo risultato è del Lullo inaspettato; ma, qualunque sia la f'r·equen:ta dell' istet•ismo nell' uomo, esso non prova uhe questo sia molto più frequente che nella donna. In fatti, questa slolislica, come luLte le altre, deve essere interpretata era d'uopo esaminare prima di lutto su qual terreno s i fa l'oii'servazione. Ora Marie fa notare che il pubblico dPgli uomini che si presentano 1:1 ll'accettazione é del tut.to s peciale. A fla11 co di opt>t•ai ordinarii, si tro,·ano molli vagabondi di professioni', r ecidivi, vecchi militari stati condannati, ecc. Tulli qut>sti irr•egolari sono dittposli oli' isterismo per CCI'ellenza ed il lot·o ,genere di vita li mette giCJrnalmente jn preda a lulti gli ap-euli prnvo('..ator i 1lell'ister ismù. Vi ha la untJ gran differenza di terreno con quello che pPesenluno le classi mediane od anch'' elevate della società, ovt! l'isterismo maschile è ce•·lamenl•· rar o. Se si considera ora ciò che ha lJ•atto alle femmine nelle •JUOlr l'islerismo, forto ù infinitamente piil raro che nell'uomo, r.on VJOne dire che in questo ambiente ptwlicolare, il loro grado sociale é cet·lameute superiot·e il quello degli uomini: inoar''• l'lllcoolismo e i ùi\'ersi avvelenamenti p1·ofessionali sono in esr-1> rf'lativamente assai rari; infine i traumalismi le colplscono co:: molto minor ft·equenza che negli uomini. La t'IUnione di queste t·agioni c s uffic iente a S<pie,:ta re la spropor·zione constatala in questa class" di società dal punto di ,·i.::ta clell'isLerismo tr·a i due sessi. Riassumendo questo studio, Marie conclude che l' isteri:.mn maschile nelle classi infer ior·i della soci età~~ mollo frequcnlll; esso ::embra anche molto piu l'r·equente dell'isteri snw femmi· nile. Quanto si é eletto si applica all' isterismo forte cou se;tni ben netti ; per l'ister ismo leggiet·o senza segni pr onunc•ati. il rapporto è inverso, la sua frequenza è piu g ronde nello donull che nell'uomo.
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JII>:DICA
Oua meco&Dloa clelia r1aipola. Wn.isehe \Voehenschrijt, 1889).
W C:u.F"LEn. -
( W iener
L'autore, in 'luesta sua secor11la comumcazione dà raggua :dio del metodo e dei risultati ollenuli nel lrollamento della risipola, mediante strisce di c<'rollo adesi vo. l risultati si appoggiano sulla csoLLa osser·vazione tli 20 nuovi casi di r•isipolo delle varie regioni. Che la r•isipola sia eflellivampntc impedilo dì eslenàersì •·ol metodo di W òlfler è dimostralo dal fallo che in quasi lullr i così f'S~a sì estese fino alle sl l'i ~dol ine di cer o tto. Qui vi la pt>lle ~i gonliava spesso in modo consider evole, ed occot·revano olcunì giorni per•cltc il g-o n flore scomparisse, ed anche prima Ji ciò scompariva la febhrc. La durala m edra della febhre fu ili 2 a :1 giorni. Silftlli.O rapido abbassamento della temper·atura mancò soltanto in ulcuni casi complicali in cui la risìpola si et•a già estesa alla massi ma pal'lc ùC'I cot'po. In nes· ~un caso si osser var ono dìstur·bì di cì ..colazìono o dolori consecuL•vi all'applicazione del cerotto. In principio, nei casi di ri~ipola faciaJe, l'autore applicava. '>lrìscc cìrcola•·ì di cerotto ntlor·no al rollo; lasciando cosi liber o il campo alla risìpola su tulta la t esta.. N egli ullimi otto casi invece dispose le strisce in modo da potere in ogni ca~o impedire l'estendersi della I'ìsìpola in quai !OìAsi parte della testa. Negli uomini{> consigliabile •li radere i capèlli nel punto •love si vogliono applìca1'e le strisce; nelle donne si può facilitar e l'applicazione collo spat·lìr e r capelli. Bisogna osser \'arc rhe l e strisce stìeno bene adel'enli alla cu L(·. L 'opet•azione, malgrado la sua somplìcìlit, e~rge m olla attenzione e cura.
Rloerohe aul soffio sottoolavtoolare. - Dott. CARLO BonSARt. - (Rivi.<ita clinica, archivio iialian.o di clinica medièa; anno 28', puntata 3' , :lO sett. 188!)). L a questione, tan to dibattuta e cosi poco r•ìsolla, sull'orìgirrP dci soffi solloclavìcolar ì, indusse l'autore ad iniziar e HM set·ìe di osservazioni e dì esperimen ti allo scopo dì portare un contributo allo studio di si importante argom en to.
RIVISTA
Dal quadro riassuntivn dei r isultati oLleou'i appare evidente cile desumendo da esso una definizione del fenomeno, 'llle~to verra a trovar!;i su molli punti in completo disaccordo ed op · posizione colle altre s i nora dale. Ecco, uifalti, la definizione cho si può òare del rumore s ucrlavio come riep1logn de lle osseJ'vazioni ùell'&utore: • IL soffio solloclavicolare ò 1m l'Umore tlolce, bre ve, intenso uJibile subito sollo In clav icola in corris pondenza del 3' e sterno col3" medio, meglio avverti bile f]Uando l'mdh•iduo ,. in posizione eretto, o rr ua:oi unicamente quando motta gli aJ'lJ !;uperiori in elevazione e abduzione, portando le mani ad incrociar si dietro la nuca. N<>lla maggioranza dei casi più intenso al lato desli'O e hi! al sinistro. non raramente risconll·a~l in entrambi i lati e solo per eccezione è più. intenso a sinJsu·a. si r afforza nellt• espil·azioue. T1·ovasi più spèsso in individui dr costituzione mediocr~>menle robusta, non affelli da anemia . non ba in fluenzo lo s tato palologico o men o del pAziente, e neppure. nella ~~·~mele parte dei casi, la posizione del ca pu. Coesistono pel'6 qua ~i sompre ellt•i rumor·i arteriosi (carolrdi, focolai cardiaci); '[uttsi mai l'umori venos-i •. ' Sul raddoppiamento del secondo tono nell~t arterie del collo • galoppo carotideo •. - P 1·o r . ERCOLE GAt.VAG~I. - (Archioio italiano di clinica medica; anno 28", puntala 3'; 30 sellembt•e 1 ~8!1).
L'aulo1·e ha già t•iscontrali duP. cas i di raddoppiamc ulo del nelle arte1·ie del collo, non propagato dal cuore, e rn tulti e due tratlavas i di i11s uflicienza delle semilunnri aorlicbe. Per quanto ~IL risulla il r.•nomeno e nuovo, almeno cornll egli lo conside1'8 1 ma può esser e ravvicinato al doppio tono delle crurali del Traub••, che, sebbene di rado, inconlra!'i n<>lla medesima malattia cardraca. Brasche aveva già os!'ervato qualche cosa di analogl) pul'c nell'insufficienza delle semi lunari. e cioè lo pai'liziooc del tono diastolico nel focolaio aot·tico, il Lono bipa1·tito carnbia utlosi irr' un rumo1·e prolungato solto l'cccilazione del cuore. l due c!asi osservati da ll'autor e r·assomigliano rno lli ~s i rnn ~· tono
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tra loro, ma differiscono da quelll di Drascht.>, pel fallo cb e non
s.i uùl mai raddoppiamento del secondo lono nel focolaio aortico, e ne ppure più in su fino alla pal'Le piu alla del manubrio dello ster no e alle clavicole, menLre udivasi alla base del collo. In tutte e dué le osservazioni r iferite dal pPof. Galvagni il primo looo carotideo e ra ottuso t: fJrolun~aLo, e gli ultimi due nettissimi e ravvicinati, e cessavano prèsl.o di udi rsi sulle carotidi, appena lo s tetoscopio veniva pot•lalo alquanto in su verso il capo, non udendosi poi a/fallo nelle at'lerie ascellaJ'i. La spiegazione de.i lre loni percepiti sui vasi at'leriosi del collo può esser e la seguente: il primo, cioè, di essi sarebbe naturalmente il solìlo tono di espansione delle arterie; il secondo, 11 tono del dlassamenlo bt·usco delle medesime (a norma del concetto di Traube), oppure dell'ondata di riflusso (a norma del cancello di Bamberget•) ; il lf" t'~O, infine, non ~a rebbe che H secondo Lono trasmesso clalle semilunari aot·licbe in parte f\1nziona11ti, fors'ance rinforzato fiA I tono delle valvolè della polmonare . Seguendo l'impulso cL e sente ognuno in presenza di un fenomeno nuo"o, l'autore ba lentalo di spicgarlo , rua non crede inoppugnabile questa in lerpt'ela~ione. P el momenlo sembra solo legittimo concludere che: i" :-i eli' iusufficienza cl elle semilunol'i aortiche od esi talvolla sui vasi arleJ•iosi della basf' del collo, isolatamente dal cuore, un t•addoppiamenLo del 2" lono; 2• Tale t·addoppiamento, che l'auLOI'e volentieri c11iamet·ebbe rumol'e di galoppo carotideo, può considerarsi come equivalente a l doppio tono della ct'ut·ale, iJ tet•zo dei clelli toni dovendQ probabi lmente l'ilener~i come propagazione del 2' tono delle va lvol e arteriose.
lut llvello del liquidi endopleuricl. - Dott. PeNKATO e CHIARU'l'TJNJ. - (Rioista veneta di scien.ze mediche; fascicoli di mat•zo ed aprile 1R89).
Accacle più volle, studiando degli ammalali di pleurite essudativa, di Pestare incerti sulla determinazione della linea di OLlusilà, specialmente pc1· i risultati diversi cbo dà la pet·-
RIVI ST.\
cussionP eseguila !ippcna il malato si mette a scdct··· «t:l l otto, c dopo f'JUalch~ tempo daccht=- si tt·o,·a in taJ.• P··~• zioH<'. Questo vecchio argomento ùPlla tioea ùi li\'ello dei liquidi enclopleurici e della sua spostahilita, studiata da molti l'UI · t.ot•i della semefolica, pt·es<:nta sEimpi!'P doll'inlet·ess•· l~o t·i rn e pt•atico, e lo si vedo f't'tlquontc>mnnle t•ivi vt•ee nelln sapic•nli discussioni df'lle accademie n nel piu modesto esercizio c!rllu medicina. Senza premr•llerP aJTaticanli citazioni su quest<• tema, ;:h auloJ•i presentano le loro consiùCJ•azioni ed i risullali dl>llc •·ict>I'Cbe eseguile. Da •tuesle t·isullerc>bbt> che i liquidi ~>nd opleu l'i ci pt·\!~t·ll · la no una liMa di livtollo t•egoiAta rla l concorso di molli fai· tori; C'h e 11011 CSECnclovi atleN•nzr Lt·a le pleurc lu loro spn· slabililé, queut!o si lt·allu eli •·s~tuleli siet•osÌ e !>iel·oflbt'illo~•. ù abbastanza t·apicla, !'lia pm· i movimnnti t·espit•aLot·ii pt·0t'ond i, sia pfw i caml>iamon li di posizione•; o chco d1·1la !>poslt~bililà pet• i mutamenti di po!'iz.ionc si pnò nel cadnwr•' &\'ere la pro,•o sper·imPHiale. l.u natura di questa linea eli livello fu da divel'si tllllut\ in ba~e a t•iccrche cli11iche o ~pel'imenlal i vat•iamclll•· dt•l('l'· minata. Tt·a le opinioni in •Jueslo proposito Prnd!'!l' \Sillll' ricordate quelle Ji Uamoiseau (parabola COli var·ir ondula:.doni), quella di Ladendot·l' (ipt•r·boiP}, qt~ella di Garlawl din••o ad S col punto più basso \'CI'Ro la colonnA 'ert1·bt·olc). Si può dll'l• per· lnlle queste ' 'ar·ianLi dt•lla linea di livello c.legli essude ti endopleu t·ici qunllo ehe Gef'la.rrdL disf'1· it 1 1wo· posilo della linea pH J'&bolicn di Damoiseau c di Elli~, cino che 11011 si può ne~at·<' l'e~islenza di queste litu:r , ma chi? bisogna appunto vedet·e se si tt•alli di 1 c per li accid•~ nta li eccezionali, o del fallo comutw. Anche Get·bal'dL in qualclw caso ha lt•ovalo la linea par·abolics. ma per lo ptù lt·o,.,, quella disposizione che vi fone descritta Ila Skoda t! da mullt allt·i (quasi o•·iz.zoulale). PaL·e agli autol'i essenziale appunto solto questo t•appot•tn tli ,Jic:ting-tlerc i casi "ccontlo che la quantità .tcl vt·r•<;ti mrnLo liquido (libt>ro) è miuimn, tnl'dia o massima. N• •l rwitno
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caso è mollo probabile che la linea di livello st-gua il tlecorso dd limite poi monare (ascendente ver·so ravanli); ed è da ricor•dare che 5n quesli casi la r icerca chmca é insufficiente; 11:1 percussione dà r•isuHati piuttosto infidi : basta considPrar·e la facilità di esser·e lralli in inganno o dal differ·ente spcssol'e Jolle par·eti o dalla esagerala l'isonanzn addominale. Quanto agli essudati medi i, che fur•ono specialmente ,..lucliali pe•·cl.Jé hannn più sicur·o e facile conlr·ollo nella prova clinaca, gli aulori lr'ovarono una liuea che, Hd ecceziow• di qualche par•ticolar·ilà, si accordA con quella tro,·ata nei suoi esperimen ti da F o1·bcw, B che r·i~u l la dal maggior numero delle r1cer che che SI f~:~nno ul lell<' de~l i ammalati, cioè una lmea lie,·emenle ondulata ma nel !IUO com ple:~so oeizzonLale o doclinaule da l ùi dicla·o cd in allo all'avanti ed in basso, a l'ecouda della posizione. Quanto ai \'ersamenli ~r·1uHlissimi dove non vi é cer-tamente solo l'eLrazi one del polmone ma fol'l~ compress1one, é da notare che la J'etrl'lzioue del polmone si t?ser•ci la n•·ces..C~Sriamenle verso l'ilo quando 11011 vi sono ader·enze, t ehe se in molli di questi casi si l1·cva la linea sopra citala di Garlan.J (ad S) cii• di pende da par·Licolar·e posizione del polmouc. Appunto perchè non s1 Lerane ~empr·P conto della quantità diversa degli essudali liquidi (qui ndi dolio ~lato divor•so del polmoue) e dell'ince1't.ezza di poter· slabilll'e con dali cliuici linee di olLusilA cor·rispondcnli csallameule alla vera liuea di livello, fur·ono em essP ton l e diver se opinion i in questo argomrnto. Pel' le stesse r'agioni ftn dal lt>mpo di Laennec e di PrOI'I'Y fu clibatlula lungamente la quesLiorw se i li'luidi enòoplem·ici siauo spostahili. Nello sed uta della SocieLà med:ca bet·linese del 26 mag~io 18c6, Gcrhardl sostenne che la m obilitA clegli essudali me•li i e miuima; che con groude rrequeuzn é dallo stato d1 coropr·e..,~ione del polmone che chpemJ., la lenla sposlabililà; che i piccoli essudali sono !l{lO!':labili invece molto facilmente. Gultma11 11 non convenne cou Ger·hardt sulla poca o nessunn !>postabililà degli essudati JOI'dii, ed ebbe in uu ~~·an numer·o di CtlSi colla p~.>r CU!l~ÌOihl la provu della lol'o sposlubil ilà.
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RIVISTA
Agli autori é piu volte accaduto, dopo avere in ca~i di essudali medii receuli conslalata ~on evidl!nza la spoF~labiltlà della linea di livello (pet· i cambiamenti di posizione), òi J'isconLrare alcuni giorùi dopo la immobililà assoluta del limite, e ciò per sopraggiunte aderenze o pel' deposlziona di grossi slt'ali fibt•inosi. Per alt•·o. se la più aLl.enla ossen·azione del cliuico non può coglil;'re il momento in cui Lati mutamenLi avvengono nella essutlazioua pleurica, di ft·onle ai molti cnsi in cu1 la percussione riimo!!tra la immobilitù del liquido non si deve pet•ò negar (elle ai mollissimi in cui é dimostrata invece la spostabilita, sia per i movimenti respiratorii profondi, ~ia per· i cambiamenti eh posizione del tronco. Sulla. patologia dell'idropiata renale, per A . G. AUL.o. (The Lancel, seltembre J.889).
Cohnbeim e l:,ichtheim Lrovarono nei loro esperimenti che la semplice idroemia, od anche la pletot·a idroemict'l, erono insufficienti a produrre l'edema. Era invece necessario che aJI'idroemia si ~~::tiuugesse un cangiamento dt nalu•·a paralitica nelle pareti dei capillari, che diminuisse l'adesione delle cellule endoteliali de1 vasi. Essi legando la vena iliaca ,l'un cane, non videro comparit• l'edema nell'arto cot•rispondente; ma Ranvier nel ripetere questo esperimento, recise una porz:one del nervo scialico, e notò che mentre la sezione delle fibre mokici dava un risultato negativo, quella delle fibre Yasomo~ori e era seguita dall'edema dell'ot·to. Salvioli ottenne identici risultuli in cani resi arliflciahnente idroemici. La completa occlusione dei linfalici non è seguita da edema cl elle parLi cor•·•sponden ti. Cohnbeim in allt·o esperimento s a.lassò ampiamente un cane. ed iniettò acqua salala fino ad oLLenere una pletolfl idroemica, con risultato d'aumentata secrezione della solivl. della bile, dell'crina e del liq uido intestinale; e solo quando la plet01·a idroe111ica giunse all"estremo, vid~ monil'esta.rsi una limita ta ascite. Fleischer dopo ave•· Jegald gli 11reteri,
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ed aver'' iniettato una soluzione d'urea, non ollenne nè l'auasarce, né un aumento nella pressione ~an guigna . Da questi esperimenti Cohnheim conchiuse che l'idt•opisia nell'uomo "i producesse non tanto p~r la pletora idroem1ca, quanto per una morbosa alteeazione delle pareti dei capil lul'l, ft~vorevole !Id lln·accre~ciulo trasudazione del liquido
contenuto, e riguardò questa ollPrazione come dipendent.A dall'àzio11e diretta d'uno special e vel eno esistente nel sang11e, cbe foss,. al tempo stesso capa ce di alterat•e la slrullura ,Jei reni. Brunlon ritiene che questo veleno sia un acido-s aJ·colatlico, r.ht• in condizioni d'imperfetta ossidazione può fo •·marsi invere dell'acido carbo nico, poichè in~iPrne con Cash ha osservaltl chP l'aggiunta d'acidi dtluiti al !laugue, non solo produce un aumenLo di permeabilità nei vasi, come fu notato anche da Gaskull, ma cagiona i"f'dema uei lessuli circostanti. M$ la presenza anche prolungata di 1Jn vel eno 11 el sangue non può, secondo l'autore, es~e•· rilenutt~ la causa efficiente ùtJll'idt·opiaia, percbè in tal caso qu esto fenomeno sarebbe molto più ff'equenle, ed avrebbe minot'e importanza di quella che realmente ha, ed il caso narrato .da Feilelber g di un edE'tntl per avve1enameuto d'arsenico, dev·essere ritenuto come ecceziouale. Né !'.i.potrebbe addurre in esempio l'edema maligno prodotto clal bacillo di Koch, (juaotunq11e Bienstock r itenga che un microrganisme> s imile possa es~e re coltivato dal le fecce uman~', e d'altra parte non si può •·evocare in dubbio che esistano sostanze velenose che con la loro azione deleterica su l sangue r iescano ad essere la cau~a r emot" dell'idropisia, essendo moJI.o verisirmle che quella della clorosi dipenda dall'assor·bimenLo Ji plomaine e leucomaine dallo stomaco e dalle iutestint1, come dimostr11no le invPstigaz•oni patologiche e cliniche dt Bouchard, Duclos, Clark cJ ultri. Oltre a ciò, r~ell~> malattie l'euttli. la pletora ìd.roemira ~~ s~sso 8S!.'Ociala a sintomi affa tto opposti a quelli che si ve•·•llcano nell'esperime nto di Cohnheim1 opposti specialmente all'edema della pelle e dei tess uti s uperficiali, ed alla diminnzi()ne llelle secrezioni ed escreziorli. Questo deciso con12
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trasto è stalo spiegato in vari modi; cost Cohnlleim suppon~: che la pelle nelle malaUie t·enali sì trovi in uno stato morboso, con vasi debilitati e più suscollibili all'azione di'l veleno uremico. come accude nell'idmpisia scarlaUiuosa: Coats immagina che una special~ ,·ulnerabililà tlella pelle av\tJO:!ll per lo stesso principio venefico che a.LtaccR i r eni; Hatnilton va fino alla contr11ddizionc quundo ammette che l'edema "ia pr odotto da prolungata cosll-izione tlella pelle, menll'e in altro punto asset·isce che l'edewe CCimincia dove i le"suti cutanei sono più rilasciati. Il risultato depli espl.'rimenti sopra animali saui no11 può esser Rimile al rif;ultaln della malollia nell'uomo, pt'rdt~ la maJallia esplode i suoi f•'tJom~;;ni in un'ora o Jue, ma l~wora lenlamenlt> ed in sil enzio, è t'ectlndlla nella sua natura, complessa nella sua allinità. e ferace di rison,;e, quindi nell'elucidazione dei fennmeni morbosi bisogna ~ua rdare più ntten· tainonle' gli t-mle<.:cd<mli. l.'sul()re ct·ode che la vitalo condi· zione predisponente all'idropisia nelle malattie reuali ... ;u \'e· ram ente l'anemia. Co111o accaòeo, domanda Sullon, eh•.• l'e· demo sia cosi pl'cvalenL<• in alcuni casi o manchi in aJiri? Con molta lh~qu~llzu i sinlorni r PrHlli cnnw l'albumrucria, remnturiu, l~<~ vt>rligini o la dispnea insot·fwno senza appt•ez· zabile idropisia. Questa autuenw con lA tlistrnztone ac· sceule dei cor puRcoli ros~i. e si può supporre cl w nell'a· nemia da mot·ho• di Brii-l'hl, come in quella da clorosi, l'idro· pisra abbia una relazione con Cèl'li prodolll tl'allenulr nell'org-anismo, o cun i det•ivati tossici di qursLi pt•otloLii; acl ogni modo, uno dei falli pitt palpabili dell'onPm•a c la diffi· coliHla cit·colozione sanguigna, e quando all'anemia "' n!!· giungt• la plft.ora idroemica, le condizioni dell' idropic:;ut re· naie l'i verilicnno, perclicì la tlislribuzione del san~uc t'\ re· golala ùa leggi li-<iche. Infatti '' stabilito che Il sangue, per la progre!'!'iva ,,irni· nuzione dei suoi globuli , e per la Rua diminuita gravililJ::<pe· cilìcA, scemi ancl•o la volocita della sua cot•renle, percll con l'acct'P.sciut.n tensione, st ha uno. ma~gior quantità di lu(ltidO cbe fa pressione sulle pareti vasali. OJLro a ciò, la fiT8''ibi specifica della massa so11gui gna è allorata r•clativAmeule al
H.EDI CA
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peso specifico del plasma che scorre nei canali liofatici, per l'aUenuazione delle sost.a:1Ze proteiche, ciò che costituisce un'altra condizione fa vorevole al trasudamen lo del liquido dei vasi sang uigrù, e ques to lt·as udamento sarà reso più attivo 1lalla diminuita tonicità delle pareti ~vasa l i. Ora in questa ple lora idroemica, con le di ftìcoltli ui circolazione, sarà maggiore l'impedimento nelle pa r·ti più lontane dal cuore secondo la legge dinamica, e secondo la legge di gNvilà le parli più rilasciate e piu declivi saranno le prime ad essere occupate dall"idropisia, perchè in quelle parti la ois a f ronte sa1'à maggiore, e la circola zione s arà pitL lenta; perché le vene saranno più distese, ~ù incapaci d'assorbire e di LresmelleL'e la linfa che ;;gorga in g ran quanlita dai capillwi E se queslo sLato di cose contiuuerà, la cit•colazione s i riCl'llcenLrerà sempre p iù intorno al cuore, tìnchè i liquidi !!i accumuleranno nell'i nte rno, n elle cavità Sièrose, nei pol moni e negli alLri organi, onde la morte diviene imminente. D'allra, parte, riguardo 1li fenome ni che si ma nifesta no negli asperimenti di Cobnheim, la lOt'O spiegazione non si troYu tanto facilmente, rJuando s i pensa che il san g ue e gli or~auì interni sono sani e vigorosi fin da principio. Allora avverr a un continuo sforzo dell'llt'ganismo sano per scacciare il li· <Juido sovrabbondaute per· mezzo dei canali noturali,accaùrà un ingorgo venoso negli or•gani che son dotali di molla allivita come nell'alldome che è la sede di molte secrezioni, tl t1e risulter à U:l'ascile. :\la nello stato morboso le condizioni ~ono inverse, e l' o Pgani~mo sforzato ricone inva no agli organì escretori per disfarsi dell'abbondanza del liquido che li invade e che per d i più li paralizza, e si serve di Lulle le altl'e ' ' Ìè di lrasudamenLo.
n modo d 'Ing r esso del baolllo tuberoola-re nell'organismo 1Uilt.no, per LA W RE;.; c~;: [lfster, o Ltobre 1889).
FLICK. -
('fhe Times and Re-
L'idea che il bacil lo tu bercolare entri nei polmoni per UHt-
l~zione è slat.a accellata senza molti sc1·upoli, e molti esperrmenti in proposilo sono stati riConosciuti concludenti, qua11-
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RIVISTA
Lunque in completo disaccordo con i dellami della fìsiolo:;na e dell'osservazione clinica. Si ammette che il bacillo non possa viver nell'ar ia, se uon pr oLello dal pus o du allra ~ost.an za, o che pervenga nel polmone, inala lo con g li sputi di tubercolosi polverizzati e mtsli all'aria. l\la possono gLi sputi polverizzati essere inalAti, E possono essi con (]UCsLo mezzo r•aggiun ger e le cellule t~m·ee od i bronchioli1 Per legge fi sica ogni corpo estt•aneo Lt·asporlato dall'ar·ia dev'essere depositato s ui primi 0stacoli d'o~tru zione che g li fanno rt~sistenza, come i folLi peli delle nal'ici, la superficie della mucosa uasale ed or ale che o rl't·e millf' iu;,rombri a ll'entr aLa di corpi estranei e soprallulto la grau,le sensibilità della mucosa che copre !e vie respit•atorie , la quale con uno s fo rzo espulsivo scaccia ogni sostanza estr nut1a appena ne a vverte il COHLaLLo; e se a nche qual ch~ cosa JlO""a penetrare nelle vre aeree, è difficile clte possa t·imaner\'i p~r un tempo sufficiente da permettere che il bacillo della t uher~ colosi possa pr oliOcare. Il ft~tlo clinico della luber·colosi che compat·e di prefer•enz11 negli apici polmonuri, che nei bambini si manifesta pili ft•e•tuentemente nel tubo intestinale e nelle meningi, che pUii ma· nifesla rsi pr imariame nte nel perioslio, negli ovar1 e nel to...;ticolo, nella prostala, nella pleura od io altre parti remote ùel corpo, può essere spiega lo solo con l'entrala del bacillo per la via dello stomaco. Il COHLI>nulo del doll0 Loracico misto al sangue venoso, è pr ima di Lutto trasportato 1101 polmoni, cd è perciò che il maggtor· numero di bacilli entra nei polmoni pr·ima che in all1't: parti del cor po. È stato d imos tr·ato che il sang ue esercita un'inlluenza l'ugocilica sui batteri, quindi piit questi avanzano 8ulla circolazione, meno r esistono, e più è t'emoLo l'organo dal contenuto del dotto toracico, meno esso è soggetlo all'infezione tuber colare. Il cervello, le intestina e gli or gani della CB\'tlà addominale ricevono probabilmente la maggior quantita ,li saugue arterioso nell'ordine menzionato, e lo l'1ce vono o{a s tessa dis tanza dall'ingl'es<>o del contenuto del clotto tnr•acico, f!Uindi i polmoni, il cervello e le intestina saranno )l"
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llEDICA
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se<li predilette della tubercolos i primaria , com e la pratica ci mostra. Il numet·o dei bacjJii che entt·a no in un organo non è l'unico fattore che determini la sede primaria della malattia; ta natura del terreno rap presenta un elemento molto importante. Tul~o ciò cbe impedisce la libera circolazione dì un OL·gano o di un tessuto, lo predispone alla tubercolosi, e perciò gli apici polmonari, le congesle membrane cerebrali dei bambini durante la dentizione, il loro canale aljmentare irritato dall'alimentazione artificiale, il perioslio in qualche modo intaccato, le pleure inspessite, gli o var·i congesti, la milza, il regalo ed i r eni maiali, ruvengouo il terreno propizio per lo sviluppo e la riproduzione del bacillo. Con questa teoria si spiega facilmon Le per chè tante pet'sone esposte alla tubercolos i non la contraggono; l'immunità di un terreno improprio non è tutto, percllè gli esperimenti sugli animali hanno p ro vo t.o che la malatlia si svili.lppa in qualunque terreno, se i bacilli intt•odotti nellu circolazione sono in sufficiente q·uanlilà . Ciò che impedisce lo sviluppo della tubercolosi in quelli che v; si e;;;pongono é il potere distruttivo d'uno stomaco sano, ed il potere fagocitico del sa ngue; quelli ch.e hanno lo stomaco sano, che non lo sopraccaricano di cibi, cbe fan no s ufficiente esercizio a ll'aria libera per assi·curarsi una libera circolazione dj saug ue ben ossigenato, non contt·arranno la tubercolosi neanche esponendosi al contagio. Se invece il bacillo della tubercolos i dovesse entrare nell'umana economia per inalazione, la tubercolosi primaria do· ~rebbe ver•iflcat•si alla base del polmone, o nelle g landole hnraticbe, per·ché gli apici s ono meno a lti a riceverli, per 1 ~ loro :nallivilà, e pet• la loro posizione poco soggett9 all entrata dell'al'ia; perch.è con la g t•ao quanti la di sostanze tu· bl!rcolari disseccate e s ospese nell'ar·ia degli ospedali e delle fahbri~he, dove molla ge nte lisica lavora, nessuno potrebbe srullgrre all'inalaziont~ del bacillo se il bacillo fosse inalato 6 non iogeslo. '
Gl~ esperimenli ist1tuiti per pr•ovare l'ingJ'esso dei haeilli pot· rualuzione non s ono conclude nti. I più attendibili sono
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RIVISTA
I'JUelli che Koch ha eseguiLo polverizzando sostanze lub»reolal'i nelracqua, polverizzando l'acqua in arnbienti cbiu ..i, ed obbligando gli animali ad inalarla. T utLi gli animali coa tal mezzo contrassero la tuber colosi, ma nessuna precauzione fu presa perché la sostanza tuber colare non entrasse nello stomaco, e noi sappiamo che r acqua polvel"izzata si condensa sulla superficie di ostruzione delle vie aeree, e che dol faringe, ùove si deposita in gran quaotita puù più facil· mente scendere nello stomaco che nelle vie aeree. In un altro lavoro sulla contogiositil clelia Lisi l'uutorr l1a mostrato che certe relazioni sociali sono necessario pel tr·a· -.pm·to della tubercolosi da una persona ad un'altrA, e che la vicinanza, la coabitazione ed i contatti casuali non sono suf· lìcienli a trasmetler·la. Ma ce!'ti costumi sociali, come J'e~p el· torare in un fazzolello, e l'imbr·altarsene la' bocca a le mani, nossono occasionare la lrasmis!!'iune del bacillo col solo lnc· ca r·e la mano ai lisi ci, col baciu r·li in bocca, perclr6 il germ1:1 rleposi lato da mano a mano e da bocca a bocca l ro\'s racilmerllo la via dello stomaco, se chi ha bacralo un tisi<·o o gli ha stretta la mano non si lava accuratamente prima di mangiare e ·~• her•e. I l mangiar negli stessi utensili o ber·e allo stesso bic·· chiare usato da un Lisico, il servirli a Lovola, ofl"re molti mezzi di comunicazione rra lo sostanza lubercolar·e e lo !'\tornaco. L'autot·e, pur ammettendo che l'inalazione possa es:;:cre una delle vie d'introduzione del bacillo, addita lo stomaco come la via più usuale di questo introduzione, anche quando 1"1nalazione ho compiuto il primo alt.•> di rlepositar·e i bar1Jii ;.ulle narici o sulla rariuge.
Un caso dt 8stola bWare, oon alcune 088ervaztonl aulla bUe ohe ne soata ri. per M . CoPE~tAN. - ( T he Lancet, magA"io 1889~. Uua donna di 26 anni fu ammessa alla fine del fehbr'aio 18 8 ntll'ospedale di S. T oromaso, itler·ica, e sofferente di dolori parossrstici nella r egione della cistifellea, accompagnali da vomito. Pet· alcuni ornt i era andata soggetta ogni
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tanto ad aLlacebi Li l iosi, e dall'agosto del 1887 aveva avvertilO un tnmoretlo g r ande qu11nlo tma oocciuola, che era venuto crescendo fino. al dicembre da raggiungere ta grandezza d'nn arancio, inclovato nell'i pocondrio destr·o. QueslO tumore d~l dicembre in poi le aveva r,agioualo molti dolori irradientìsi nell'Hrldome ~d alla spalla destr•a, poi aveva avvertito dei brividi, ne erA seguita febbr e, ''0mtto, iltet•izia, le fecce si erano scolorl'lle !:'ema oll'rit' traccia di calcoli biliari, gli accessi di dolo re si erann ripetuti ad inlet'\'&lli, rru~lch e volta. tanto acuti d ~1 l'arie perde r·e i sens i, llnché ne ebbe un o che l a costrinse a l'icover·are in luogo di ~alule. Al primo esame ~i notò intens a itterizia, temperatura di 39•,2, cuore e po.l moni nor·mali, fegato che sor passava di due pollici le falst~ cos tole, Ct)n uu lttmOL'P soffio.! t: lonleg· !tÌaule 111 corrist)onde u:la della linea rnammillat'••, milzn iugt•andila me. rlOil :-:<wpassanle l'areo rostale. Le m·ine del pl,'lso ~peci fic·o dì t008 conle nevuno Lracc:e di ul bumina e pigme nli biliosi. v' o•t•a dim·r>eu e f11cce scoloi'Alr'. Fu presct•itla uHt\ ùieta li•1uidu, fru•ono npplicalt• delle san· gnisughl! ne:Ua Pegio nc epFt Li ca, ed anllninislt•ttlt• della ti iOr' flna nella notte. Dal 2 al 6 mar?.o l'rtlerizia diminuì lieveml!nlu, ti dolor•e Hon lot•mcnlò J'jnl'er·mu elle potr., dor·rllit•e o prenùee del cibo solido; mu si ripelt\ uno dei soliti ac:ceBsi; la t.empentLuru sali a 38°,5, poi fino al la ruat·zo roigliot·ò di nuovo, le fecce divenneL·o color~Le, l'il.tel'izia dimin ui ancora, e.J a l16 mur·zo un nuovo attacco diJlor·oso r1.•ce p el r S~1 t'e a qwl lt.:he calcolo bilioso chP. ostrui sse rl do Llo ~:paticn, pet· c ui il 2i- mano s i t!segui l'apet·Lura della cistifellea clte OJ'a gr·andHment.e dislusa dft circa 6 l> t Wit~ di un l iquido vischioso e scol ol'at<l. L<\ super·Dr.ie con v essa dd fegato et·a screziata da rnolte piccole macchie come teslt: di spillo, e ire il don Bri slowe t•itenne come un acceuno aUa suppupazione. Il liquido estr·atto ronteueva delle cellule somiglianti a rorpuscoli dj pu~, c l>OChi cor-puscoli r ossi t•uggr•i nzati. Nel t•imuovere la medicazione il g iorno ~eguenLe, si vidi! macclriatl\ di bile v Cl rd (~· SCltl'a, ad ogni :::;•tssegu enle medica-
RIVISTA ;done que~la bile dh·enue pllt abbo11daute,_ fiucft•\ nrl i?Ì"I'no 17 ma!!gio :;i peu:>Ò a l upplicm·~ unu canrmla <li wtt·o d"utr·o l'upPI'lura tll"lolosa, onde• l'aC'rogliet·G in upposilo l'icl'lllw"lu la Iute> flu ente. Intanto l'ntfet'lllU t~vnvo J·iat·qui:::ta Lo d sonno, l'app••lil,,, le fot'Z", •·ra aumeulaltt in peso, il dolo1·e e lu febb1·r non ~i ~>t·auu piu l'ipe l uli, le fecce ot·u rw <'olor·ato, l' illt..ll'izin r1·a s(~ompn t ·:,n, Jr ot•itw a pl'incipio <'ùl'irhe dì pignumti biliat·i 11011 avevnnn più dnlo cdcuna r·euziono C\ol nwlodo di Gt·uf'IIH o clt P t ·l· lPnkofer. 1J llllgliot·amenlo COIIIIIIIIO Jlf'l' I[UalchL• tempo, (1111 l'lllft•l'IIHI r•otnint·iò a peggwl'lll't', toJ·rwt·onn i Jolut·i, lu l't•bbn!, l'ìltt>· t·rz a, il dimagt•arnrrtlo, il deli!'to, e In uttJI'IA• tl vvt•nut• 11 l!l luglio. L'P:-81Ut! c·a,Javl•t•ico mnst1·ò chro il fm•o risLoloso Ritnatu r1d 1111 pollice al disotto d(') dt>sLI'o mat·giuP cn.-tale r.ol'l'i-.pollcl•·va uri t w c:erto rltc si oppt·ofclllda va vtwlicalmcnte IH'L' mo;~.~o l"''· lice. c questn caviLA di ctnifot·mc ('Hlibro J'ùppt'l'Senluvu la t'i-;lifclka . La 1•leuru, il prt•icat·dio, il c~tlot·u e-d i polmoni c•runo not'moli, la mib:a illgt'Hildila. moiiP e congest.a, ma unifot'IIH' "lilla Htpedieie, tH·IIa t•avif.S addomin&lc non si nnlovnuo nll··rnàJili, n(• liquidi od allt·i ~e;..mi d'inflammuziutu•, tran11e cklh• l'f•;;iKlcnli aderen~e intot·uo all'apr·t t111·a tì<.Lolosa; non si lt'ovo.J•ono glandole ingot·gnlc 11t·l Lot·Hce ~ nell'addome, non cn· tlul'inwnlo dei dotti bilia1·i, il ft•!!Rlo el'a normale, ,. llt>ll pl't'· <;(' H la va che nn'\ ditalm~iOIIC dt·i vasi biliari, ~pt•cial nwnte nel lobo ~intsl t•o, ed una tinta rat•ir a di pigmento luliat•c>. All'eBll'emi là dol do tto colt•doco, ,, pt·ecisa men lc nel s•w s bcH·t·o nell'intestino, si t·in vcnlle uu ca kolo fot•terueule illt'a:>ll'lll". el ce misurava ·13 millilltPlt·i noi suo diamelt·o tr·asvct•su P f(i uellougiturlinale. EcrPllo I'Jllt'sla cltiHsut·a, i tlolli bilìal'Ì et'''"" liberi in lutto illor·o der·ors•t, rom!l uirsvunn libet•atneulc c·nu In ci::,tireUca, ed il dolln roiPtloro nr>l :;un sbort•o Ul'A dilal;•l" in modo da pl'esell ltH'I' 33 mtllimell'i di cil·coufct·ent.o. La gl'andezza del c:ulrulo IIIO~ll'Ò che nessu11a op••t·uziolll' rhi rul'~ica lo avrP.bb1• potuto t•imuo ve t·t> d n quella pOHizinn••. l (•usi di fistola biliUI'I' uccuJ·atamentf" de~ct·illi lll'll'uotn • ,:ono ben pochi, eù iu ques ti pncl•i Cl un lttutoro mnl ig tlll,
MEDI CA 0 qualche allt•a complicazione bauno impedilo uno studio esalto sulla quanlil.à, la eapidilà del cor::>o ùella bile, e la sua chimica oost1tu1.ione. In questo caso sr->vt·o da .::imd i ,m·geuli di ~rrorc, si son polule fare osseJ·vazioui pet· Jue mesi, rhe non mancano di cLinica e fisiologica impo•·Ln nza.
L'appai'BC'chio per raccogliere lu bile cn·a co11 geguaLo in
modo du non pel'mettet•e nel cu vo flslo loRo l'i ngresso dell'ada, e do 11011 perùere una goccia di bile neuucl1e s ullr comprP:;~ da medicazione; e siccome dui'Bnle i due mes• 11 011 s i tr·nv!'l ll·ar·cJa di bi!~ nelle orinP, e le fE'CCf' furono qua~• "8Ulpl'P $COlOrale, da ritenere Cbe lULla la seere?.ione biliure fo:,:;.e l'accolla nella bottiglia dto r.om plelsva rappa-
e
J'ec·ehio.
La qu&lllità di bile non fu eguale i11 Lutti i g-inmi, m11 oscilli·, nelle 24 OI'P; quando all'infer·ma si amminisll'lH'OilO delle pillole di lìel c~ bovino puPificato alla dose di ~t'tlmmi t 1ì 2 al gioeno, il flu sso della fis tola aumentò pel' i Pl'imi giOI'I)i, poi ridi s.cese €1110 cifea rl'irnitiva, bencltt':· si CO!tlinu11sse il t'iJnedio. pee alqua11ti giol'ni, e cessalo il rim~di o,
fr11 i i20 ed i 1057 grammi
non diminuì il flusso biliar-e. La media dPI flu sso bilia•·e l'u calcolaht a g t•ammi 840l eguali a 779,62:> c.c.: quauti t.à molto superiot·P a <Jildla rifer·ila da RAnk,; (652 c.c.) da von Wiltich (t>3:! c.c.), da Jeo ed Het·t·oun f3i4 r.c.).
·
Mu1·chison t·icOl'da il caso di uon t·agazza nella quale fu aperla lillA fistola nella cistifellea dislr~>;a p e1• un calcolo che ocrludeva il dotto coledoco, e che flna lmc•nto dopo un mese ~assò nel duodeno. La quantità dì bile fluente nelle 24 ore ePa m media di grammi 12H, cifr-a che t·ug{{uagliala aJ peso de l <'?t'po, che e t'a di chil ogrammi 58,965 da va la pro porzione ùi b•le notmele s tabilita sui cani da Kòllil<et•, Mtillel', Scott, Bilide,· e SrJ•midl, Platner e Stockman. l.'infel'rno esaminato
ò~ll'~~ulot•c pes ava chilogTammi 42. ~=>6, q uindi la qnanlit.a della
btle eru quella nor·malmenle stabilita dai precedenti autot•i , cioi· d1 grammi 23 per chilogrammo dr peso del cot·po nelle 2i ore.
La rapidi là dolla conenle vaei ò nelle diver·se ot·e del giorno, e poste queste vat' iazioni in t·appot·Lo con le ol'e del pasto, E>sse
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RIVISTA
si corri sposer·o perfellan•ente in Lutti i giorni deiJ'esperitnento. r.onleat·iamenle alle OSS61'V8ZÌOni di Jeo ed H61'1'0Uil , rt~Lte d'altl'onde in casi ano1·mali, in questo caso la velocità minore si veJ•ificava alle 5 antimeridiane, cioC:· u1olte ore dopu l'ultimo pasto, la maggio1·e a me7.7.ogiomo, dopo che l'atnmalalo uveva ~ià pre~o du<> pasti, e la dillerenza era consideJ•e , ol•~. cioe di 14,5 c.c. per oru ali ~ 5 onlimeJ·idiane, e di 5~,5 e c. pe1· uJ'a 11 mezzogior·no. E strano cl11~ una eguale elevazione della. veloci Ili ùt>lln f'IW I'enLe non si veJ•iflcas!"e dopo il pt•anzo dall'l pornet·uliuua. l'aulo!·e atl!·ibuiscP tale anomalia al dover eslrai'J·e lo caunulu P pulire l'apparecchio pt•opl·io in qu,.lle ore, donde 111111 p•·r·· tlila considet•e,·ote di m«te•·ial••. Dopo cen1:1 !:li ver·ilkava un'allra elevazione 1lella cot'I'Cnle per due ore. Durante la giot·nala si :<ono vedficati val'j e bt·evi art•e,ti 1rel flusso della bil e, e vllt'i notti che possono esser•e Pirwo:-i lla ont.lale di conl.t'azione per·i!>lalLica ùellu voscicilellu u dei dotti bilia t• i alquanto l'i pieni, spiegazione resa vet·osimile dallo (JIIOH· Li là ùi fibt•u musrolal'i liscie ~cove1·te ùa Heidenhcim ur>i tlolti biliari. In quattro CÌI'CO~Lanze fu valulala la quanti lA d t "O"'l81lz., ..,,,. liùe contenute nella bi!<> emessa nelle 2i ol'e. La prupCil'zione fu di 10,+23 p. 100, maggiore di quella stabilila da Jeo ed Jler· 1·oun nelle Lot•o delet•mi~tazioni, ciò che condusse l'autor•• ad nmmellere la teor•ia di SchiiT. che cioè la bile cit•colanle nt>l c·ol'po sia dall'intestino t•iassol'bilo, e quindi di nuovo !-Pgl'egAla dal fegato; l'acido colalcio si puo lt'O''at·e in esigua quanlila nelle fec;ce degli illerici ed in massima quanlila nella hile. E che la bile in C'J••eslo caso fMse normale, e non Altt'r·ata c·ome nel caso di Jeo ed nerTuuu, si rileva anclte da ll 'a,·er Lt•ovato all'antop8ia il fegulo nol'ma le, e dall'esame dcll'm·ina che ha sempL·e dato ur·ca ed acido ur•iro iu quanliut HOJ'male. E da suppo1·re quindi rhe anche i !>ali bilia1'i fossero !'16gt·e;?ati ìn quantità uOI'male, e se nella bìle e~lralla dalla dslirellefl do BiùJer e Schmidl :<i i-> vista la quanlilli dei sali bilial'i ~<'enùèt''' Jalla ci ft·a di 6,6 p. 100 a queiJa di 3,8 p. 100 in due or·e, ciò deYe essere dipeso dal pei'C.:Iu.. in due or·e non si può avc•J·e di nunvo rrella ci sti fellea una bile eire abbio già circol ato pcl (lor·po.
MEni CA
18i
mentre nel 1'8!-'0 del1"8ulot•e la bile flui ''8 pr>t' nn A cannula a misura che la cislif••llea rigurgitava, r1uiodi 1111 fondo di bile r6!ìlava sem pt·~ nella vesci<'hello biJiat'P, ~~ poLeva dalle pareti di e:!!'& essere assot·bila, porta la nellot·t·enle oi~IIB cit·cotazione, dal quale poi tornava a l fegato. Da queslo ossel'vazioni si può dt·i:Htrn f' t'•' ~he la quanutà medift di bilt• S<'grc~o ln dnll'uomo sin di g t•nmmi !!3 pe•· ogni rhilu~t·••m m u del peso del col'po rtf'l le 24 or·<', t·!te h1 Yeloci là di etllu,....o vm·i •·on lt• ore d'ing-E?slionc degl i alitnenli, t! che lA ~e tt•ezione non ~iu eontinno, clte lu bile :;in estl'nltn dulia ci:-;liteJlt!l.t p•••• t'il'elutc contrazioni pt>t•islulliC'hl" dci dolli biliar-i; che il colm-e dellll bilt• IIIDfliH\ sia \'f'L'JI'-nlivu ...~~endu la bilh·et·dinu t• non h\ bilit·ubinn il pignwnlo pt•etlominunle; clte le ,oo::;ltwzo· solide della btle not•mulc a,.rcuJouu ul IO p. 100 mer·ce il rittssorbimento cominuo d ~i s11lt bil inl'i futln dalle in· testiuu e tlnllt.! pm·cti delltl cislifellen. Dn 1lllt'e os~Eìl'\'flz ioni d'o t•dinl' d 1imico P. fì,;io lngi<·o elle l'nu · loN· hu futlo su queslo impol'lnnlc t·n~o, P pubblicate nel Gio,.~~al~ di Fisiolooio, desumo altrt>l-i cltc In bih· siu Hec('s"'tii'Ìit per l'n ~"Ot'bimenlo del gr·n'-'!-0, l'd utili• s.- non ns$ululu· mente indispensnbile pet· quelln d..u.. l.O~tuuze pr·oteichc; che •:s><nnon nbbiu unu vera uzione ullli:>t•llktl, qu11utunque si opponga per •tuulclw tempo alla pult·.!fttzimw; elle li\ :-.lereol!ilinu :-;ia pt•ob~:~hilmen to fot·maln dalln t'iduziorw ùel pigmento ùiliat-e ndJ'inlcsl ino, ma la bilirullina ~ÌII fot·mnlu llf'l fe~alu Ìll :-iemf' coi pigmenti, per• una lieve u%ÌOIH' IORlnlinl ica lldl'ot·guno.
11ll trattamento dell'uremia. oronloa. oon la. morfina., per· STtPHEN M ACK t-.:Nz re . - (T/t~ Lancet, HJ.\'Oslo l 89). ~ullu di più peno~o clte lo ac:~islet'C' nll'up-oniu inopet'O:mm•!rtlt• negl 1 ultimi l5tadti dellu mnlullm •li Brighl, ed o;:tni t:On>~iglio cht> ' 'algu ad ulle-viHt·e quell.-. !"ofl<_.t·enz~>, sat•à rir·e,·uto con moltn con>:idet-azione, 1\nrOJ·clti• conlr•ut·io nlla r:orrr•nlt> dello ideo dominanti in pulologiu. Con tnli vedute lnutore e::;pone le due stot•ie rlilliCIH' Sl"gu<>n li. E. W ., tntldt•e di c inque figli, o 38 n1 rni c nlJ 'iiVtt l rt;l L m1don
RlV ISTA
Hospilul Il 9 giu~uo i 888, e t•acconltWH ù'a,·et• soffedo di gonfiot•e ullc gnmLe Helic) ullimù due g t·uvidanzr, go11nm·r clte eiprodollosi nell'n llima, si m·n protratto fino a sei mesi ùopo In nuscita ùell' ultimo bambino, complicandosi in "'Cguilo à'l nscil;: cd affa rlllo che dut'A va nncora ull'epor.n dol suo in g resso. Il cuot•e era iporlt•ofir:o m a 11on faceva uv,•erliJ·e rumo r·i ancwmali, v'twtt e Yidenle relinite allmmiuut·icn, l'ol'.tH1 i11 quanlila not·mal e_e del peso ~·pcc i lìco di 1012 n IOIS I'OnLcn eVt\ da una m eta n due let•zi di nlhnminfl, e nurnrt•osi <·ilindri epilcl.ali g ranulosi. Fu adottato 111 1 lt'attnmento ('On:.;is lcnte in dietn non HZn lata, t•iposo in lello, sudori feri o cnta t•tt·ici, curanuo eou l'uutipirina i f1•equenli a tlflcclt i di cefalea. Si ottenne un coust clPt'evol e migliOI'Amento, lt\l ch!~ olia tino di lug-lio l' in fet·m~t lnsciu và il lel lo, ma nel g iorno 30 essPndosl mollo affalit.ata pe1· le vi sit e I'ÌOOVUle, pfiiJp UO fOI'le t\CCeRSO di dispnea o'l 111 r espil'azion e accelel'ah\ nno a 50 per rn inuto, polso oPhniCl n l SO batlule, ciunosi P s udore fr•eddo, ;!rande cccilnzinu•• IJ;;ic!Jicu, s-pave11l0 come per mcwle imminente. Il nilrito d'ami le, l'akool, l'nmmun ìncn , l'etere, f'ul'Ono u!"nti senza nlt-un e l'l'~~Lo, o dopo un'ot·n e mezzo di questo minf\ccioso a ltacro, fu iniettolo un reu ligeo mmt\ di i dt•oclot·ul•' di mOJ·Iìna. In pochi m inuti lu di!'plH~n si allevi(), l'a ziotw ca t·diaca divenne pi ù fot•Lt', i llHllili dimiuuil'ono, in 20 miuuli l 'infct•rna polf- sdt·uint·::;i sul !ello, o duea u lo la gi ui'JH\Lll J'itot•nò nelle sue ~~bi tunl i condi;::ioni. Ncllu setlimttnn 1·hh(• duo~ alll'i ucces,;i più legg••t·i di dbptH!t\, calmali con unn po-
zione morfiuica, n ell'agoslr• migliorò mollo, nel sellomhre ebbe due aUri nccessi di <.lispnco, pei quali fu inuti lnwlilt' arnmiuis lralo l'iùr·alo di cloralio, e per calmarli s i do,,., ricorrel'e alle iniezioni di m r•l'fina clte ottennero eff~> lltì i;;;tanlan <'l o. Si e:;LJ•asse!'O dal l' l\iJnm e [lOCiti lili'Ì di liquidot flll.Jurninoso sen za alcun miglior'nmenlu na turale, si insi><ti• sui sudorirer1, si ottenne p1•ofu so sndot•e, si calmai'Ouo nllt'J piccoli ncce;:;si <:OJI la l'ozione m M finicn , e nell'ollohre l'i ll-
fet·ma era ùi n uovo mil!lioJ·ùtA. Alla fin e di qu Pslo m~se c-o minciò a :<offt·ire di deboli!%.!.<' sempew cresccnL~>, pPrJ!'· il sonun e l'appetito, l" senzu nltt•i
MEDICA
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accessi di dbpu~a. mori il 10 novemht•f> con ~c;:n i evidenti di edf•mu polmonare. F.. M. entrò pet' In Let'kll v•llla nr•l Lond ort IJospital il 5 aprile 1888, th:ll'e tà d i 28 auni, pc't' aM~arca e di,.pnea c·om~ nelle due precrdr·nli. L'oJ'inu di nrot•mniP quuntilà nveva il l'lf':-;O specifico di 1010, e conlcne,·a 1/ 5 di albumiua. v'er a ip•·rlt·otla cardinetl. e ~·umore sislolico, HP\TO·t·etinilc doppia,
ulfantto ~~ ceruh•n. Questi sintomi si nllo::rget•it•ono dopo qualche tem po sotto un trullamento !!enet•ale dn·cllo contt•o la mnlnll iu t•enale, mu nC'I 16 mugg-io l'infel'ma eomindò li sofft'll'e ,r in:-;onnia, Ji rerolen, di dispnea, di nnuseu e di nsislolin. Il clor·nlio, ht nitt•nglic~rinu , i bt•omul'i, le inulazinni d' oliu di g nt>pro
rimul"et·o ~enzo effetto, ~-' nel 22 mO!!~tn si nmminislt·ò epil'rnlicomenle una pozione ùi moefillt~ ron t·apido mtgltot·nmenlo di lutti i sintomi, onde l'infer·mo ebho ltt pr·im A nolto di trnnquillilt\ e r•iposo. Le ot•irw conLPflt-Yaut> 1/ , d'nlbmnma. NPI 26 muggio la pozione ui mm·fin a fu t•ìpetuln con e~rnul·' suct·e~:>o , e
nella st>guent~ :,c•llimanu, con nllre s imili pozioni si olt.enne una pt-rf<'lltl Nll rna. Ma il 15 g iugno i fnnomt>ni ullnt'rnant i t·isot'SPI'O ùì nuovo. e llt'l' allt•i 15 gior·ni si """e r·icoJ·~o cou '40ddisl'accnlP t'i-<ullfllo ulla rnot·finn arnminbtr·ato inlt> t'namPnle, ct·~st·t>ndo gntdalulòente la do::;P. fino n 5 crntig t·nmm i 11elle 2 ~ ot·e . Il g.or no 29 giugno si 1ounifeslò un cm·honchio nella nuca, e J'l't' le Stllf~t>C11ze del carbontltio complica Lr~ ull'ulbUtninuriu, J'inf••rma rn01•i il !) luglio. r\ Jl'uulop:;iu si r in vennel'O i eeni PW••oli, cir•t•otici, con supel'flcil' di l uglio t{l'anulure e sostnuza COt'lttult• alt·ofica. L'innocuilò ck·Ua mot'li na nclltt nel'dlc di Bright, e In sua ~lilihì nel!li n.·cessi d'ul'emio, ì• un fallo Ululo più notevole, 111 C'fUiinLo d1e Il\ ct•edonzfl nei pericoli dell'oppio e d•'i suoi Pt't•pnruli ùut•ante il corso delle malattie reuuli i~ mollo radil'ltln, e.t ,., Sll'ano che in olcuni cnsi IC' minrme rlosi ùi mm·· fiuu abbiano (WOdoLlo delle narcosi ratnlt, mPnlr·c in allt•i casi. dello dosi Lt·e ~ quaLLt•o voll·~ maggit>t'i siewJ sopp,, rluto im· t•un••menle non solo, ma ahhiano rimosso dri sintomi mollo mmflcciosi.
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RIVISTA
Ciò cile ('Onùusse l'autor·e a sperim entar•} In mor>fiuu in quesl<3 ciJ·coslanze, fu 11 buon effetto delle iniezioni ipodec·~
miche di simile 1•imedio nPIIC couvulsioni m•cmidtc. La te111· peutica poggifl lulln su ùue pri ncipii: il t•isulla lo dcll'e~pe · rienza od empit•ism o. •· lu l'ag-ione del successo; OJ'O u,·undu eglt di mostrato e mpiricamente i l s ucc·~sso òellu mol't'l nn sulle
eondizioni u t~e mi c.ho indoll e dalla nefr ile ceonica, ue i11dagit la rag ione 111~ 1 sr>g uettto rnodo. Si a mm ette gene1·a lmonta c he l'uremia sia una tns~irl•mia il cui vèleno s i !legt·••ga nel cor·po dell'infe1·mo, f' c·ltr questo Yeleno no11 sia la sola urea, quanlu11que qw·slH sia v!'lr· no!':a . ma che i vul<•ni, seccmdo gli ultimi lt\VOJ'i di Stcwarl, Dkkinson, Ba l'lei::; cd aiLJ·i siano molli, c· Boucl11wJ ne uvrebhe dimosLI'ali s~> tle, due dei quali sm·ehhet•o i III'Odut· LM'l delia conn1lsionu, Llll f1 SIH'ebbe diut·•, Lico, uno tlllJTv liCO, ullo >:cial a:,wgo, uno mioLico r d uno ipote rmi~:7.1ll tLI'. 1.' auloee ripeLr la t.ossiciLA dell e o•·ine da quall•·o ~o J ·g·,·ntl: gli td i m enti, e :opecinl rncmtn i composti di potass:ll; i JH·odolli a:::sol'hi li dalle decomposizioni intestinali; le Rèct·•· zioui, comn la bile, la salivu, ccc.; lu degenera7.ioue doi lvs:-~u li. E,!.!lt os· gepva altt·esi cbe la lo:;sicila delle orine va!'iu di gl·11erc t' di /!t'ado nelle divct·:;e ore del g iomo e della notlt•. St> 1'urcroia ,., rl unque un avvelenamento del si,..lt>m<~ ncr· ,·oso, ed il ,·eiPJhJ i• fo1·mulo dentro l' orgt~ 11 isnw, uni non alJbiam o ei:J~ ll'f' me~7.i di CUJ"a : J> eJi minal'C dll ll 'Ol'f!I'IIIÌ>'JUO il vel ellll, 2• comhnller e l'azione del ve leno già fol'mu to. 3• preverti1·e la for mnziono di ~ llro veleno . l .a prima indica· zione si ad1~rop: e con hag11i calcli, at•ia ca lda n sceen, irn· pacchi , diùfo•·e.tiei, 1::\pecialmento la pi lora t•pino, JH'omo\ cudo l'azione della peiiP., o con i cala!'Lrici, tr·uspol'luudo fuOL·i del tubo intestinale ~li a llet'ali rr·odolli, o con i ditu·elici ,·ege· tali ed alcalini che aurneulano la seceezionc OJ'inar.u. L' ul· Lima indicazione, o hl pt·e,·enziooe dell' rlalJOI'aziotw r delras,;ol'llirnento del veleno, si olliene con eliminut•e il più che s ia possibile gli a limenti azo tali, con assoggellat•<: riuferUlO
ulla pura dieta la tteo, c con sorvegliar •• lo fun zioni iutcsti· na li, e et•g-olal'le c·on Adatti rimedi . Ma mentre noi c·omhtiLtitHTtO coll'impedire t ito nuovo veleno
ii!EOI CA
!i rormi. e nello espeller e quello rhe i• giil formalo. rinrèrmo può m(n·ire solto l'w.ione del veleno pt•esonte, clonde la nneessità d'un tet•zo mf'zzo di cm·a, In controazion<' al ,·eleno. rhe rloJVe non solo me nomam e gli effetti, 1nn ra••ci guada~rHH' tempo JH!l' Il' altre due indkazioni. Cosi l't>:-~pot·ieuza c'insegno chf' nPlle con' ulsioni u•·emirue le lnalnldoni di clor·oformio, le umminiRLl'Hzioni di rlor·ulrt~ per vitt t>eltale, prevengono mollo SJ'C~:-~o i fulnli risuhati delll' c~onvulsioni slosse. Ln mol'fìrrn ,., slnln usaU\ speriul· mente dai mcdiei americani per· l'i~Le>~so sropo, roti ha rlalo eec~llt>nL1 t+o~ultali.
La dio;pnen u•·emict\ si proJuce r apidn m .. nle, IB:"'ale nPlln notlt•, dura alcune ore, e s<:eUla (.n·adatamt>nte "cr·:;o il mallino. ln ...cinndo lib<>r·o l'inret·mo dut•aulo Il g-iorno, semm J•rodurt'l' quei t·onchi che si sr-ntono :-;~m pt•u nell' u~ mfl bt·ou chiale. Carlet· e Sutton banno o~sel'valo che solo alltt Rrw dell'at·cesso si odono dei ra ntoli umidi f'lll' i tttlirano l'édcma polmonat·e insorgen te. L't\ltlore hu pet· urollo l•' mpo adopo· rato •·ontro t[UesL'as m a ur•emico il nilt·ilo d'umile. la nitt·ogliccr ina, il clorfllio, l'alcool, l'dei'P, il dor ol'ot•mio, l'amtuoDiaf'll, l'olio di ~inepro, ma penl'ltHtolu t·ou i dottori Cur•,.r. Trauhe e Brondbend che qUt:sra~mo ~Iii clo,·uto a l<pa,:mo dei 1' 1'11lri wrsomotori e quindi dl"llt• urtf' riolc t> dei capillari polmonari, <'ome dimoslrtmo la cianosi, l't•dpmu polmcmare, la palpitazione carditH'.S ed il profu~o sudore o·ht> l'nccompagnano, e r iflelltlndo ulla gl'ande anRlORia di ft>l'nut dw hu quest'al'tnn, con 'Ili~' Ilo pt·odollo d n!la muscarinu, enntt·o il quAle i· co,: l cl'tlci\Po l'oppio, :'1upp0110 che nP-ll'ut·•·rr da du ue l'l'ilc, fra gli ollt·i ''eiPni,l:ii pos1-1n l'cal menle produrr·p delln mu >:~u r•i nu, o qualche vol!•nu nnt~logo che induca lo !<pusmo dt•ll•• tll'leriole polmonnr·i, C Ch(.' qG;slo ~pa~mo po<>sa I'S>'I' I'C r.ulmalo unita rno•·.lluu l.r, rl'rutcu •· Le conYulsioni siuto mi ft·,.c ruenli dell'urelllia d'IJit·nolono anch'e:::!.'e dallo spasmo ' ' di'Ile :wiPr ioll' tndotto dalr~,.,.t!lo•naml'nlo, e la m orfin a può heni:=:..tmo agire in anlagoDll'tnO ul w•lcttO. Il ùoLl. Lownis ha JWovu lo la bcno'fi ca azioll\' cl~llu tnorfìnn contro lP COll\'nlsioni lll'Pillil'lw dt<' mancarono Mi c u ...,' rt·C•Jl•tll clal l'uulorc; in qucsli In c·l'fulea <: o• ne aV\'L\ 11 -
Ili VISTA
laggiò sempre, del rc:slo Scunsoni, Grace, Purdy, Ru lti•lt~~nuo più 'oIle usato la m orfìn u nell\ll'emio, e scbbcn'! quu lcuuo ne niJhia !;pinta la do!=!c u lre centig rammi in un' iuif'zion~ ipod••rmica, raggravumenlo del coma non si t• mai ver•lfic:alo. Loomis dice cl1c le i niezio ni ili mol'fìna arresta un quasi costanlerueJlle lo spHAmo 111uscola re r eagcnùo co11lr·o l'uvvelcnnmento uromico tlei centri uea·vo!"i, JH'l>vorauo uru1 pi'O· fu::;u ùiaror esi, fnciliLano l'uzionc dci ralartr ic.i, e speciulment~ l'ozioue diuretica dellu digil.ùle. P~1· tulle queste consitlt•razioni, l'autore rirllimn11 1'~1ll<'n· zione dei pratici su questo rimedio, che ::;e à1loperulo r1111 mollo oculatezzn, !ungi dall'essere un pericol o~o produllor.. ùd coma nell"uremiu, come da molli si c rede. puc) rend•·re huoni ser vigi.
Della. propagazione del rumore re•piratorlo n elle oa.vttà ga.•trloa. ed n.ddomtna.le e della. sua. importanza. di• · gnostioa. - Ootl. U. GABBI. - (Rioista clinica; A r chirio italiano di clrnica medica, punta la II, 22 ~iugno 188!)) .
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Lo propagazione ciel rmno1·c respir olot·io nell'um)Hto d••llo ~lomaco e dell'addome non i· sti1ta fin ora soggello di este~~'" uùnul•• indagini. Su questo a rgomento n on fu pubhlirutu chu qualche breve memor ia, c nei tratta li di semeiolica più ~iu ... tu· meulc slimuli di essa non si par la atfallo, mentre si cli:;cot·r~ n lungo 1: per <lisl~::so di allt•i l'enomcni acus~id •li ntlert!"'.;e ùiugnostico minoro. Il rumore cbe si nsc~ollò nell'ambilo addominttlc 111 tuili i casi clinici rife rili doll'au t o l'~ in qu esta memo r iu, pt·e:-sctllti\'8 renhflPnlc le qualità acustiche •lei r espiratorio; uncltc in •tnrlli nei quali In llt!l'r osc·opia r ivelò l'esistenza ùi unu pc rit<lnitp cToniea non poteva trulUu·,.j eli ::ofr e::rameuto peritoneale pt•r!'h•·: a ) il murmm·e trasmcs,.;o Jl\'C\Il tulli i C'flrO l trJ'i ucuslrt"Ì ,ti quello che si ascoltava sul LOrtlt'l'; b) s i ditrondè\'11 ron ;.!'l'nn·lC l'requPnza pe r tutto l'ambito addominale; c) diminuiva doli-è· 1nenlP di intensità dall'epi~nstr·io a1 pube, salvo qnflldlt> t••utpornnea f'Ccezione; d) ~t'Oil 1 pari va del tutto quando, fatto tru t~ tcnPrn .il respiro, si invilnval'inrcr mo a compiet·e C'tlllt1 p:o·r'le
!fEOICA
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uJdominrue i mo,jmenli di obbas!>&menlo P. di i!H\Olzamenlo co01e nella ordinada respirazione; e) non suLivfl cun1bio.men ti •Junndodurànle rascoltazione si affondavu nella parete uùdorninalc lo stetoscopio con discrela energ·ia; j) non si modifira,·u affatto ftlcencJo as~nmerc posizioni di\•f'rse ugli infermi •!Ullr'ldO in essi er·avi perllouile crouica; si mod ificava invece talvolta e tal'allra scompariva quunùo tnanc;l\'a qualla condi· zione mor·bosn; {]) nell e inspiraziuni pt•ofonde appariva anche il rumore espiralor•io. In condizhmi norma li od u r-espiro tt·anquillo la pr·opngot.ioue del run1ore vescicolarc n e~J i adulti ù non la~ Juoi{o od hn dello proporzioni verameule minimo. Ora, ree quali vj(.J, n oi casi faYOI"evoli, questo l'Umori> può propagursi nell'ar ea dello stomaco? Due ipotesi sono sostenihtli in pt•opns ilo: o dirc.>ltamente dalla base polmonare sini~Lra, oppure per gli archi co«tali che lo hanno pl'imilivarnenle rttccollo. Anclte la seconda tli queste tpùLeòì i ha con sè note\"nli uppoggi: e con viene inoltre rkordarP- come pet' le osso non solo si trasmettono i toni ma aneh o i rutnori c~trdiu c i (Fe•iP.riei·Petrazzani), ed è quindi naturale che ~'Sse possano raccogliere anche il nor male m111·murc ve~t;i coltlr'e r~ diffonderlo uegli organi capact dj risonunza c!JP !-ltlnno a lot·o contallo. Lu ragione }JOi per emi H fatto si vet itica solo ral'èlmente negli uùulli ''a cercata nellf\ necessilu tli tlver e eonlempot·aneatnente un ct rlo Q-t'ado di inlensilù del mut·murc e un certo ~lnk1 di len-;ione d<"i g.az delJu cavilà slomacul~, le quali condizioni nom1al men1e sono frequen ti solo nei bamùìni. · La trasmissione del 1·umor e r espiealo r·io nell'ambito acldomin4le non fu m~\i l'in venulu negli adulti sani; nei uarnbini invece r . spesso una purziale pr opagazione. Nella u avvertita maggior purte dci cas i clinici rifer iti dall'autore, nel quali Ri pol•· COllstatare la trasmissione all'addome del ft>nomeno in rlis~M~:<n, lrulla"t~Si di infermi che l:Oggiacquer o per ltLhcrcolo~L Ora la condizione di follo uecessat•ia 1)er la JH'Opaga:lione dul rumori rcspir·alorii all'addome, secondo rauloreJ W\ cer~18 Sp()cialruenle nelle ai.!erenze ple urali ùifiiJ l"'e, ma in spc~ l'lalmodo in que1Je della base polmonarc sinistra colla corri"-[londente ~"zione di pleura diafrn tnma tica. l!J
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RIVISTA
L'uulorP .•· unelae d'avviso diC lo s tomaco in lllolli,.,hiwi casi sia il pritno utl ucco~lit>re ilJ•unwre. e che tla esso ~i propagh1 posciu nll'add01ne; e crcrl4' innllre cliP nnche irHlipl'lldPnle· menl1• dalla c8isl.enzu di u<f,.,.,. ,,ze pleurali queslu pr"pagazione d1•l murmurc Yescil'l)inrl· all'aùdOII)fl po,.,:<n \·,•rilkur~i aucl1•' iu ukuui ca.,.i di pPl'ilnJute (;rpnicu. idr ope. R~•·•te. me·
teorl-JllQ. c•·c. lnSuJIIJnu J'Jno.;l'umend" li ri..,llltalu sperimeulnlP delle ri· cet•riH' faLLI' si pntr·ebbern lr'Ml'e lP <·ond u ~ioni "'''i·P tPnli: 1' La pi'OPA!-!»Zione rh•l rtlltt o re t•t>sJ1ir·atorio I!P.ll'mnhlto slomacale in rnòh·idui adulti o -ani, a r·cspi•·o lrull•flllllo di rado <J\'\'JPtll', mu meno rarmn•·lllt! nl'IJ~ •···-pil'uzioui fnrzate. 2' 111 indi\ idui adulti ,. -<oni rwn si vel'ilka mai lu pr'o•puga· ziotw th•l rumori' l't':-piralol'iu tJfl'adclome; 11oi lturn!Jiru innlce il fallo si 0"""n n non rat'fllll<'lllt•. a· Ln propn;.:nziune 8\'\'il'll•· Reruprt• nell'authilo ,.;IOIIJarale e <:O li g t'flndi,..:>ÌII H1 f're CJll Cil Z/1 Ì l l CJIIBI IIJ acldOIIlÌIIHill qmntdO csi .. l oHo udti'CIIZI' tolcu rali difl'u-;o in ~tenere , e i11 i"perie tt•n lu lm-.~ pohnntwl'•' ~iui:--ll•a t·.l il dinframm:~. 4' La p•·npo;.:.azinnP Hll'adtlorne -..i pffl'llnu ron gra11 t~ ('ilstanzi\ qttattdo (•,i ... tP p•'I'Ìiuntl•· cr•mif·H, o ver:"lllllt'IIIO li'Juidt• IICiln Ntvilù ncldntninal P. Il HJIOre dit~;!lln"Lico di lfUl~"'l" IHIII\'IJ dnlo )o;Cilleiolit•to ttc· qui.,la imporl.lt11t.tt tnag~ior·P dop11 gli slttdi l'N'ent i ciel .J1wcoud ~una ~ed e d<>lle pleur·i li li~iog-enP prirn ili ve, i r· ui 1•n raUeri es>'•'llt.iali sono di occupar!' g't'llCI'tdii iCilll' la -c>:r.iwao• illf•'l'iOll' ùelln plent'H (diafJ·armnaliclw), P di e,;,..er•· ;..ttii'JHilllertlè SP~'I'he rn 1110 lo da lerminur,.i qntt:-1 ,..,•mpre Cttll tllìe•·erll~· Si \'o·Jt• IJUillrli rlie se, l'oJIItC si ha ra~ru11e tli •·r··dt·t·e. l~ olilfusiotll' d~>l •·unw re r1 "l'i rulo rio di:-;cr·etauu~ nln i 11L1'no:o 11 tullo l'mnhllo ndduminale iuJi;da la c-<i ... lPnzu tli AtJt•,.ioui pleu· rali iu w·nPI'e e .ft·lla base polmoua1·e <~inbtra in i,pncit•, eEEB <·o::-liluisce tllt ,..C';.:uoo di unn <"erta impm'l<l117a non >lolo t'l"L'etto alla diugno!:'i di ndt•ri'IIZf' in si>, nw anclH' pel' ln iudi''"ziune ••Yid•'llll' nd lllt iull't'\'enlo l•·rupeuticl• ullr\0 inle!-tn R c;coJ.giu~ rSI'(' iJlalCIIlG JPrÌCOIO di Ullll ill\'8Sill11<' III)JPl'C(lJUr<'.
!lEDI C.-\
laU& endo-aaoolta.zione dello stomaoo. - DoLl. CAH L.O «ìrono•.Rr. - (Ga~.zetta de{lli Ospitali. 27-31 morzo lb8!1). ~pJI'nll imo f' ongre~so medico tenuto u Roma nell'ottobre 1lecorso, il prof. Aurelio Bianc hi fùce nnfl cr.munica zion o s ull'en•Jo-u ...c·ollu:donc dello stomaco. S1·hbcnt> i l pr nf. Biunclti inteudt's,.e di fan• una st!mplica comunicazione prPvtmti na, ~''[l()ll•·udo in ~ucci nto i prmcipali fenomeni emer~i du uccur ali e ripeLuli esperimenti con qu1•l metodo di i11d11gine f'emeiotico, p11r,. in quella comprese unù :-,ommar·ia e h r ev e c•!;pORizione •l••szh "l''"'><i renomeni, tanloclw veniva in simil rnodo ad oùdi tnrc 1111 uuo,·o campo a pc!'Lo aù ing<'!WO"C' r>d util i l'il'erche, ~'l te putr·Rnno con facilita spigolna·e ad incrcmt"nlo d~llo scienza i c:ulttwi ,!ella clinicn e della semeiotica llll'ilir a. ln trr.durendo n~ll o s to m aco di un individuo una ~onda comune t• l opplicando l'oreechio all'altr·u estr·emilu lihr r•u della "ontJa, IIH·ntre ~s:;a discendt> per f'e.c;tlfag•• o r imane immea•su
nèlla I!Avilà ~a!ìtrira, si odo nn !1\>i rumnl'i ùi vu ri n s poc ie, inf'linil•ili e poro a pp:ezzahili rwllor o \er o 'i..{nilknlo. ~In,..,. ullo s l••ssu rslr emilà lrherA clelia !-:onda ~i Ìflllt3'>1U un tubo di gomma b1for cato, le rui eslr culilu siano !!Uar·nite d11 '"'~piccol e olivr;tlu di o:::so da inl••odursi negli orecclri (~imil e Il quello comunemente u«alo (H~r· ra~coltnziotw ~lC'lo~cnpica clello ('l'l'('lJssio ne) m entre ~i :;nr A •Jllenulo mag~ior comodo l r d n ••sperimenlu, !'i :;at•a in pnr·i l•'IIIJIII ll;!f!iuulo 1111 mezzo l"''''llle JH•t· avverLia·o gli stessi l'llmori uwltn t·in fo rzn li ed una 1m1.::.:iorr agt>, olet..:a pPr' poler·ue n\lnt.a r c i limba·i difforenli, uontncno che lll siugole di tlèr an;.e acl cs:--i iner euLi. Oltr•· ui vari rumori di «fr·egamenlo e di g•.ar gc>glio, p r o,ot'uli dnl ronlatlo dil'l'lto r,·n la ~-;o nda e lo pordi dell'<•:.ol'!lgO n rl•·lln !'(IJmaco. dal t·nn tc nulo di qu~slo, dali<· conci iziu11i an or · umli f']•alolog'ich\! dC>ll'uno e dell'altro, uncn ra altt•i ft•nomeui Jl"·"'nnn ''"'ser•e pe rcepiti e che pur e meri\.ano tli es:;l'r._. r ile· " •ti , 'lllRnlunque SÌilllOpr•otlnLli in \io . pet• cosi du•e, tull'affa tln
rndirella. Que .. li fennnH•n i riflcltono alcun i r umor·i particolar i dPri"11111i olui ffilll'ffilll'• • r·e~pi rll lOriO o dai toni car diaci. Sr 1'110 rtuin,Ji g iù appt·czzAt'C l'or•gnullllà e la grande irn-
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JllVJSTA
partenza di questo genere di rice•·che, ta nLo più cltt• es>-e possono conùut'l'e a stabilire un nuo,·o metodo d'OJ•igine sC'mciolica, che l-i pr•esenla come eminentemente nlile ed nppm·t.una non solo nel lo scorwimento e nulla valutazione di molli e diffe1·enli o.:tali patologici dell'csofugo e dello slotnuro, ma può cziauùio seJ'\•ire di base u nuovi stuclii, specialmt>rth• per un migliore apprezzamento del t•itmo respit·at01·io o furse anche pt•t· qualche ricerca sullo J'unzionulitit dcll'Ol'l..(tiOO t'II'Colalorio. Comunrtue siu, Ja endoascollozione dello stomaco, lt1 quale oro ci si pr esenta allo stato rudimentale, allol'chc ~Hll'a Oflt>arlunamenlo ed occura.lamenle shtdiRta, potJ·à e~:;c t·e lur·gamenle applicula e segnerà un passo iroportanli!«simo nel progr·e~so delle cognizioni e ùello p ratiche applica;.:ioni della
semeìoticu medica. La plessimetda dello aterno In rapporto alla semelotlca. dell'aorta. - Dott. P. E. LtVtEfiA 't'O. - (Rioisia clil!ica; A rchioio italiano eli clinica medica, puntata Il , 22 giurrno 1889).
QuaJe <· 11 val Ol'e della pel'CUSl:>ione s te1·nalo in rnppo rto alla semeiotica dell'ao r l.à in condizioni normali, o semplicrrncnle dila tala? A questa tlo•nantlo 1 Lt·nllnli di semeioLico non eli m no l'isposta. FuLla eccezione pc1· gli aueurismi aortici, si dl1 iufalli poca imptll'lanza alle modillt'07Joni plessiclte !-~Uila parte superiori' dello slerno come e::p1·e~sione dello stato fbico tlei grandi vasi che si trovano al di sotlo t! spec•almeute dell'aorta la quale pe1· la sua posizione anatomica sta più avnnli degli altri. Dalle eiceeclle amt lomiciJS e cliniclte eseguite dttll'antore ri::ullerebbe che: 1• 111 t'ondi;.:ionl tls iologiclte l'aor·la non ,., capace di da•·e luogo a modificazioni plessirnetl'ich'• sullo &lerno. 2" I n sogl{eLLi con segni di dilaluzioue ao•·tica, o nei quali si banno ùei dali per sospetta l'la , esiste ottusilll ster•nnle. 3• Nei vecchi l'oLtusila suJJa me ta s uperitll·~ d~>llo !ìlct•no ~~ frcquenle per·chè le con dizioni dei loro vasi c s pecialmente
Mimi CA
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dell'aorta portano comtl con~eguonza la dilaLo~ione dell'aol'la stea11a. 4• L'enfiserna pol monat•e può nascondet•o l'ollusilà sll'l·nal"' in qunnlo che CO]ll'O il fascio vascolut't'.
Es.. endn~i l'autore pl'OpO!<lO di stuclit~~•e soltanto ctuaJe va101'8 pos!'a avere la percns~ione stf'roale in l'appol'lo alla ~e meiotica c.lell'aorta no rmale n dila tata, non si occupa eli tutte
qut•lle allrt> condizion i molteplici che sono co paci di dare, in· dipend~>ntemeole dall' aot·la, modificazioui di ~uono sullo sterno: tumori mediastinici, ra ccollo put•nle nle nel nwd in::;lino, vusL1 f'Q~uùali pleurici.
Ma i va ti s egni pt opri a tali leswni c; po<~:-ono cautelnt·t~ C()niJ·o po~sibili errol'i. AnchP l'indurimPnto dei margini polmunat·i, ~pecialmente elci de!<ll'O, pott•cllhc far ~uppore una dilatazioue dell'aorta . QuPsto ittc·onvenirnte però si elimina fat•e•ulo ins pirare pro rouc.lamente il soggetto itt esame: quAndo si h•utli di dilatazi011e 80 l'liCll il diamelt'O lt·asvet·so dell'oltusitd «i abbt·eviera colla esran!"ionf> clelmarginP pohnonat·•·, e l'i(li1rone~i della me tà Hupe t•iot•e dello stet·no ~f'ompal'irà . Ci•' non avvurù a!l'inconl t•o quando si !!'alli di indurtrnento del •nnr·gine polmonare.
!lloerohe elettrlohe aulla. sola.tloa, pel dot~. L EONIDA Bo· RULI:st. -
(La R a11se{Jna delle scien,oe nu>diche, otlolwe
t88!l). Dell~ varie definiz ioni chP dànno i tt•nttalh;li di'Ila scialicA ti~111tn non a,·ersi an cor·a 1111 concetto vet·o eri esalto ili que,.lu 111 " 1altia, non conosce n Jo~ i le Hltet·ozioni ~t n a lo lliO· pa tolo g iche cl~s. IJitro l"i su ppon e esistono, e anche ri~tHH'dO o Ila fot·ma eluuco unn essendo fi iiCOt'll s talo deciso S•' :;i lt'o lli eli una newal;tia, oppure di una neVI'ile, o fiuundo dell'una o quundo dell'allra. , 111 qualunque caso e solto oani l'ot·tno i· lo,.ico ammette t'O d 16 . o C' 0 1 " l>la un'alterazione del net·vo, la quale in pt•incipa lulodo dtwt•<~i!Jcl. . tna possa anche non es~ere sempl't' ~ ll per l''tnlensJtà, la "'lesqa.
11 pt·oblema non ;. t'Orlo racile tla eisolvet·:;i, c siccome l'a-
Hl8
RlVJSÌA
na L01nia patologica fin ora JJOn ci illumina a sufficiP IJZa, ::;i~ pens;:~lo di eseguil·e ricerche elellf'ichc. immaginando <'hc urt
net•vo infermo, ùa poco tempo o ùa mollo, o Yariameute, Llebba l'ispondel'e iu modo divet·so nell'uu r..aso o nell'allt·o alle corl'enli ele lll'ic!le, e che ben cliver·sa dehbn esset·e lfl J·euziotlè di eccitabilità nen•eo- muscoluro in un m·Lo ,Jiveuulu Att•ofic:o pet• ct•onka sciaLica e in un altl'o J'Ìuluslo allo stato uOI'male Ji nult·izione, bench{! inferu1o per la stessa malaLLia. ì<: possibile coll'esame ddla ::.:ens ihil ilà e olella I'Cl:ilabJ!ilò uervco-muscolat·o clislinguet•e quando la sciatico l· nevralgia.
oppure neul'ile~ L'autor e ris r,oude in senso 11fièrma.Livo, poich(3 ::-u Yer·amenlo l'espt·essione clin ica dell' akofla tiei nel'vi e dei muscoli t. la reaziou e degenet·ativa. ùi nece~silu si d~,·e :unmellet·e cbe in alcuni casi siavi alt·ofia piu o" meno avauzaln Jei nervo e dei musc·oli, quindi questi casi sono ùa ideulilka1·~i colle nouriti pet•if'et'iche da lruuma. Cel'lo la scienza non ha dello ancm•a l'ulli nm put·ola sulla
e:salla inlerprelazjone di coùeslo ~inlomtJ. EvYi iufalli uua malalLio, l'av,·elenamento saturnino, in cui si può 8\'et·e rea· zione degenerativa compleln e di L.trla qualche du J·ula, ,enza pat•al isi nei muscoli, renorne11o JJOIJ ancora ~piegato. l n oaoi tuotlo l'autore crede che l'esistenza o meno lo ::.lato piu o mano completo della Peazione degenet·ati\'a. ~iaoo \'ali·li elementi pel giudizio del gTallO della le~i o n o3 del la Hla Ùlll'tlto e. della gua ribililà.
Contributo ollnico alla dottrina dell'a.ctlnomioosi del· l'uomo. - LEsER. - (Deutsehe mell. Wochenseltr. , N. 23j 1889).
L'opinione generalmente accelt.ala l'iguat•do ai punti O\'e ~~ upera l'invasione e la diffusione di questo processo morbO~O ueU'uomo ci ba lasciati fìn oea nell'incel'tezza se l'infezione micoLica oltre alle note l'egi011i della bocce, della l'ar·inl-'e· dei polmoni e dellubo intestino!!' po~;sa in YÌtl pl'imal'iu aLlul·t:ar:i e diffondersi l>Opt•a aiLI'i ot·gani e sistemi. Allo scopo ùi a,d.cinal':-;i alla soluZJOJJe di ques to <.!ubl>io, Lesor ci fi11U relazione
MEDICA
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completa di tre ('fiSi da ltu o;;st•t·vati e guat•ilt, i qua li mduhitatamenle si pote,·uuo quàlific:are per H(•linolllir.osi cu tan~a. L'os..<~ea·vazione di ttuPi r.asi ha t·i' el alo ditfot·t>nzc uotevoli ulla comune fm·ma ùellu malaLtia e talt Lla rentlert~ quei ca...i adatti ad olloa·gua·e la t•et·dl io delle no"L1·c co;..pd:t.ioni sopt'll questo proce!!!IO.
RiA'ullr•lo ul1·is ultnto delle I'II'OI'CIIe n1inn~~opicbt>, in lutti e tre i •.,.,.j fu o"' ''t·vato il fUlll{U ~pectfk(), e 'luest.o u\ic·I'OJ'g-ònismo s i l1·ovò tanto Jlf'l pu\) o;eg1·e~R lo da lle ulcel"i , (jllunlo'!Jei tessuti ammalali etl•·'-'pOt·tali col t·ucclJiaio tag-liente. Mn questo n sultul<> non si ollf' ucva che r.rut l'ipelu'i tu:.:li. <'on puzicnli ed a <·curtlle ritel·c!Je, per d1i· n dilfe1·euzn delle all1·e 11111lultie par•as»llarle, nell'netinomicm-i i 1nicr·obi c,ono in ,.,cur,.,o numea·o e po=---ono quincli s fugllÌI'e nll"oo::set·vn~ione. Ag!.(illtH.!asi che un1'11e lu formn lnro non i• ~~·mpt·e la '-'Les::w. Ri;.:nut·do ai r 'tiOIIleni clinid ,. clegno oh nola il 1'1-EIIllaln nPg&li\"o uella ri,·arcn Jet mo•ucnlo et.iolo;.dc:o della tnalalli<c. Non s i polè ti'Ova t't' alcuna dello cau:<e t:O tnunelHenl.l' n o te. Cirr.u nll'ullerazinnc dei te:;'-'\llt conser·n1i \a ili proc·~~ ...o mot·boso clelia cu~e. lh·Sa alter·azione .oi moslr·n in modo llitl"ercule non solo neidifl~' l "f'llli ca s i ma nello :;leo;;so mclividuo; infalli leivolta In ente moslr81 vosi dÌs lrn ltA da Lll lfl ulcerazionc ll'l·egoolare con scar·se g t•anulazioni, nel meuo di rtuesta c;oJuzìone si Produceva una l'icall·ice 1'8!!t..dal8, menlt'P il proce8~0 neel·ubiolico ,;i es tendevi) nlla pei"Ìfi' I'ÌA, tal'altr•u invccr· "' lnlmifesl.nvano nellt\ p~lle eru1.ion i o rm·me nnrlnlari multi ple e ùi· serete. Coll"aumt>n•lar e dei 11nùi l'inft>1.in11e !ii esLendt\ lC'nlan~ente allo s upet·fi!! ìe culnneu, n\enlt·e i focolai in ptll'i tempo " 1 a ppt·ofouolano tlanùo luo;.m ad 1111 inflltl·&lo ciUJ·o, qtlHSi legno!<n, ch e intel'er-~sa tutta lA 1·egi one ,. ,il <wea ollenu tu dal UICJI'bro •
. .\d uuo pritna OS>~•!r,·azionc, yuesln 'l tnuh·o lenOIIH'Ilic·o c·i ~ 1 tm'"l'llla amttt.o analo,zo u qllt'llo lipir·(l del lupo ,·ol!!a t·(~; etl
~r,,ui si può fa c:ihncnte l'cambia t·r: ron questo se si fn a"lrazumr tlull'iudw·amt.:nlo dci te~suti che di rn r o ~i m unifcsta nel 1 0 "1~ • Forse per questa !>Omigl ianza ~i po trebbero 111 parte !<ptegare le controversie che 1li tanto in hmlo Yecliumo in::;ot·g.. ro• 1:1ulla nalur•a l ubercolo-;u o non tubrt·culosa del lupo. 11 1
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RIVISTA ME[l!CA
rnodo con cui rl pt•ocesso f'i eslcuc.!e g radatamente ur k-.suh ~empl'•.' 1;iù ptofond1 sPml!t·a earaltel'is lico, anzi iu rac:i duh-
J,insi i• il c:olo che possa condw·ci ad una •iia~no!"i dedsi,a; «i foru1ano dei r.anuli o itnbuliformt o cilindrici che s i appr·ornn. ciano rwi le~~uti a poi :;i t•iernpi ono di f!t'a tllllazioni di ~:nlore gmllo-gt•igia~ll·o o t·osso-urif!iastt·o. Ne--sun tessuto ne •'• rispanniAtn, le r•igrde apo neur·osi c:oun forat~ come c'!'ibr·ì. ì rnu,..colr drstt•ulli lj (inalmen!P Sll<'he il (lt't'im:tio <' la i"O~toul.a 1·orllcale delle OS!IR r adono iu preda a etwiP, si forman• 1uindi adl'r·ettze molto ~o l id e P le infìllt'a7.ioni ot11·e sopra ttolule . :;\ella I11Hgf!lllr pal't~ dci casi l'affezione derot·r·e o !->ulo;,rula 11 crOniCO senzn produr·re dn princi!JiO danni g r•a,·i sullo l'ustilu/lnne genarn lP. P l't'ò a m· Ile l'acti11omico~i può, cnnw l'ungin n di L11dwi:r, !'wiluppAt'Sl !';Ollo forma acuta P pro~rt>~sha t•d nc·rOJllpflgnola do ;.!l'avi::-simi fell olllen~ e pt·esenlar•' l'nRfJl' tlo olrl li•Jmmollt' g"l'&\'e prog1·es !'ivo c della sl'psi urultt, U n'Rllr·~l il'l·egnl(ll'ilti dr~ notarsi di quE>t-la tnuli:!llia è lt1 tnancanza di colll[llll'lecipuzione mot•bosa per parle delle ghiautlole linfulir.ltr•, fonontrllln che ~ i può dir•· rost<tnle per i pl'oce~c:i in· falli vi nnnlog-hi a qur.sli . Da riò dùbùiamo deduri'c cbt> l-t' non r,c),.;Lanlelii Bllle, Alrnrno orclinat•ia._!n enle, la pr•opAgazionP dl·ll'1H"linou1iC:fJsi tHJll ~ i f!l cciA J H~l' via d ei linfalici, c· rio c.;i sup· pone, p~· rchf. ' get·t ul :<peciflcì dellA malallia so11o lroppn ,·oluminosi in pJ•opot•zioru ' del piccrdo calJbro dei vasi sle;;.:;,
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HIVJ STA CHIRURGICA 1111 tetano tdtofobtoo. -
KL EMM. -
(Cent,.alb. [tir Cltir.,
~ . ,2, 188fl).
{jn <·uso osservato nella clinica di Dorpnl. offt·c• all'aulor•• l'occasione tli trattare in un suo lavoro questa nuovA forma di Lelano. Uu uomo di 40 anni cadendo da una !'Cala riportò unH IP~ gera fllrtla aii'Qrcata sopracciliarc sinistra. OLLo giorni dopo il paziente si sentiva benissimo, però esisteva nei dintorni di'IlA piaga un po' d'inf:ìltrazione ed eravi anche legger o ge1ni ;do di pus. A ctuell'epoca si presentarono delle coni t·azioni Lnnielw, 1er le I'JUali l'ammalalo dapprima provava difllcol!à nell'epm ls bncca, qutndi ~Zli era impossibile inlt•odurre in boeta un cucchiaio. Entralo all'ospedale si manifestò una paralisi nell e pat•li innervate del nervo fa cciale dt sinistra eoll'lllo!r.tiuota deU'immobilita della mandibola p~r crampo del ma<~setere simslro, cbe si mosll'ava ùut'O come il legno. La senslhililà e1·a normale, ma in corrispondenza del mal!se· Lere notava~i iperestesia. Rifle~so cutaneo norma!(>, riflesso ~lella1·e aumenlalo. lo segu;to A cura con bromut·o polasSICO, massaggio dei muscoli della faccia o dilatazione della b~ca collo s tru mento di Heislero, si notò tlll graduale tni· ghot'8tnento, cosicchè dopo due mesi il lrisma s1 era c1ilo~:uatu completa menLe e l'eslava sollanlo un po' Ji obliquilà. della raccia. Abbiamo in questo caso, come in tulli gli nllri nno ad 01'8
~lll!criLli di tetano idiofobi.;o, quel quadro fenomenico che u 0 " 5 erva.to la prima volla da Rose c la cui corallerislica nella comparsa simu ltanea clel lrisma o dello paralisi ~cciell!; per lo che questa foJ'mo di tetano non sMze 1'8gtone potrebbe chiamal's i tetano paralitico. Pe1• lo piu la pa-
;la
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Rl \'JST.A
ralisi ed il tl'isma soprovYengono presso a poco nello sleS$0 tempo, cio.:. all'incirca 9 !.!iorni dopo la lesione. L'autor e Cr t•ùe che ·rptesio tetano idiofobico, o ppurL' leta. tw cefalico tlebba esser compreso Ll'l:l le malultie infellÌ\'f' traumatiche e cho le contrnzioni e le paralisi gieno da all1·ilmir~i a Yeleni plomaintci nati nellt• fel'ite, e c16 si clesn111e dAl l'atto c l1è alla :~e1.io ne degli ind ividui rno r·ti per q uesln malallia, non si trova nei nen-i stati colpili da parali;..i ulcunn alte r azione anatomica, il <.'he l'i desume anche Ùi:l t'ltJ, che quel' to !"lato di paresi non s i pot•·ebbe r ifel'ire an unn com· . pressione del ne r vo nel canale di Fallopio, poichè In paralisi del letano ceralico, dal puulo di vista cliuico, ù ~t> mpl'+' legge1'8, mentr·e In paralt!"i pc1· compr essione opparltl.llle aHe più fri'IWi fot·me di paral h'>i di questo ner·vo. L'ipolel!i della ot·iginò ritles~a di f{Uest•> lelano sembra sia giustificalA sol· Lauto per qunlcbe caso isolato. In quanto al decorso clinico Klo mm p1·opone di ohslingu(>r e i C'asi in quelli a decorso acu lo c iu quelli a tll~corso cronico, Nei JH'imt Yediarno come sintomo inizialt• 1111 aumento di•U'e<"cilabili là rillessa, ct·ampo della faringe t' della glollide. come pure una speciale t·igidilll della mu~colalurB d1•1le ~u11 ncie. Più lardi può !"Opr av\ enit·e l' AITezionc tlecli strAti pt·orondi del midollu oblunga•o e spinale, con rtj!idtll! della nuéa, contrattura doi musco li oddomina li e conlro.Llure allo e<>ll·emitti. La pt·og:nosi di questi cas1 ,. sfaYorovolt>; di !"e.lici malati uno l'Oio guarì. I casi a decorso cronico llllnuo UOil forma ptll milP 1 durata più lunga l' terminai)" ··olia g uarigione.
Contrlbutu a.llo studio •uUa rlpara.zione delle o ua. ::\! u.. um. - (Centralb . .fur Chir., N. 4:3, 188:1). ~eJranno l Si \\'illiam :\face\\ en a,·e"n messo in duhbio riJ nporla nza che genernJm ente SÌ flSSC<( tl ava al (lOI'insltO n~llo ~v1luppo e nella nuova formazione 1lel te~suto osseo. ed aveva sostenuto che nel processo di nuo,·a osteo-genesl le parli molli contenute nelle ossa (cor puscoli osser, ~CC· pr~ndo n o una par·te essenziale.
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CHIRURGICA
Jnvero e~li non disconusceYa l'imp11'lanza dt>l pel'iostio nella nutrizione dell'o"-so; pm·e egli t•i tenevn che l'o8:.0 con periostio leso od a nche staccato l'irevcssP ancot'a sangue dall'interuo in sufficiente quantità pl'l' la !;118 nutd.done. L'osser,•azione cli nica e gpel'itnent~lo lo ltonno indotto ad ammellerd che a nche i pezzi d'o~so completamente denudali del perioetio r imangano vitali quando essi si lengonr, pet· t;:, minuti imme rsi in liquiclo disiufetlante e che portati al loro po~to naturale l'Inno capaci ù'Adc•l'i re c c re::.cere e che si ~no m o~Lrali ancora vitali pet•::ino se lrasporlsli in una parte del coPpo lontano dalla lot•o pri111ilivo sedP. Ora Mt11let· rile t•isce òu ~ O"ser·,·azil)ni. la p·imn delle quali starebbe in contraddizione colle vt'dtile di Mocewen, I'Altt·a invece Id I'OnfermereoLe in r·arl••. SeconJo le leor·ic ciJ Macewen il pPriostio non pl't'llclcreblte plltle alcuna nella formazione di un o!'so; co~ì, p. es. in una per·iostite purulenla acuta non si può g-enera re un nuo \'o os!'lo !lO s i t•iseca tosto cCtn metodo ,..ottoperic c:teo l'osso alletto, ma in altri CAsi dull'inll•t·no nll'e::.terno ,.,j furmaon d1·lle masse O!'lsee che Pnl rano in conu('f'Sionl' col periostco, e che poscia diventano capaci di ('r·escer•e anclto dopo la re!:leztone del vecchio o"!"o c di soslilur·<'i a quec:l'ultirno. In opposizione a ciò l'autore r1fl·riscc la "tnria clinrca di un ragazzo ùi 14 anni, il quale in seguito ad oc:lecll11ielile ave,·a soffer·Lo h1 totale nec:rosi dl'i la Libia . Alcune pal'ti del· l'osso erano già sta te allonlant~l" f!UanJo il pozienle wnne solto la cur·a di Miiller. Questi nllontanò il t·imooenle dei sequestri e t•aschiò lul(o il lulw perio;;teo unilarnenlt· alle 8.Pillsi Clll'iale. L· io viluppo periu~:~teo lascio lo in posto si rJem pl di gt·a11ulazioni, lo quali si COJWertirono poscia in tessuto Os,;eo, di modo che si formò un nuo"o cd utile o~~o per azione del solo pcrio!'lio. Xel s ecoudo caso MiJlle1· moslt·a come liiJ pezzo d'osso denudato d~l pel'iostio e sciol to da ogni connessione colle parti ci rco~tanti possa ancora acl eri r.,, l n una ueureclomia del ~ervo maoùrbolar·e, c he l 'aH lo re pralie0 uol solito lungo su di una si(:tnora di H) anni. eA"li tolse un disco Of'seo tlttlla tnllscella tlled iante lr'81'L111117.ionc:> c qucslo di!'co egli terme
1\IVtSTA
im met·so in una soluzivne di sublLotalo all' L p. 1000 durante la resezione del nervo . Finita l'operazione egli rimise in sito quel pezzo ed in modo' da chiudere pE-rfettamente il foro, ma in pari Lempo facendolo t•uolare entro il fot•o fino a 90 gr·adi . Con questa r uotazione la mezza parete ùel canale den tario a ppartenente al disco non cort·ispondeva più coll'altra mezza appo rlenenLe alla mascella. con che si otteneva nn r eslt'illgimento del canale e per cons eguenza un ritat·do alla t•igenerazione del nervo. Il disco osseo aderi per prima in lenzio11e.
Corpo straniero nell'orbita..- \-:vu o llA UER. .fii r CII ir., N. 48, 18~9).
(Cen(ralb.
' La comunicozione casuislica di \Valdhauer pr esenta un certo interesse, specialmente pel' questa circoslam.o, che il corpo estr·aneo dell'orbila, ~ia ee va in parte nel cct•vello ed i-- colà rima sto per quallr·o anni senza recot·e notevoli inco· modi al paziente, nè tampoco togliergli o di min uirgli ;'abiJita al lavoro. Un cacciatore, di 30 anni, 81'POStando il fucile esagrra ta· monte cat•icalo pet· ~pArare, riporl:wa una feriLa alla faccia per· scoppio dell'at•rna, di modo che ·un frammento di fccro ~li penetrò in un occhio. Le ferilo esteme cicatrizzarono o l'individuo non ebbe incomodo ;:~lcuno per quuttro a nn i, paE'sato il qunl tempo c~li cominciò ad essere molestato da acce~si di violenta cefAlea. l dolori durarono '14 gior ni e scomparvero dopo che dalla vuota cavità or bilaria s i s tabil'i un abbondoute scolo di pus. L'autot·e lt•ovò vicino all'an tica cicatric~ solto la palpehr·a una fistola la quale couduceva lo strumento esploratore sopra un corpo metallico sepoiLo nell'l pro fondità dell'orbita. La ri mozione di quel cOI'po richiese una operazion e fnLico "n e diCfìcile che durò ollre quallro ore. Dopo che fu dilatata la r· i m1~ polpebra le col lagl io pe r mettere interamente allo scoperto il corpo estr aneo s i dovellero esportare paPli o~see dell'orbita e far· sa Ilare collo E'Ca! pollo l'osso zigomatico. Il cot•po estra tto et·a cos tituilo dalla vile della culatt.a, pe·
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ClllRURG ICA
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sava 52 grammi, ed e r a l ungo 6 centimetri e m ezzo. L'operazione fu causa di ascessi cerebl'ali c he condussero a morte il paziente in 20 giorni. A ll'a ntopsia s i trovò nel lobo temporale del Ialo ferilo un canale che coJTt::va dall'avanti all'indieti'O in cui si ~ra conficcala quella vile. In corrispondenzade))'eslremità posberiore di quel canale si era osservato in parle l'incapsulamento del cot·po estraneo.
8ull'ern1a polmonare spontanea nell'adulto. - (Deulsche Med. Wochensch. , N. 42, 1889).
STRÙBING.
Devono essere qualificati per ernie polmonal'i sollanlo quei casi nei quali poPzioni di polmone vengono spinti fuori attraverso le pa1·ti interne della pat•ete toracica restando coperle daJ4! cute sana. S e all'i ncon tro un a par te di polmone è spinta all'indietro attraverso una fer ila peeforan le, q ues te lesione deve élliamarsi prolasso polmooat·e. More! Lavallè Lta pure parlato di eroi?. po lmonai'i lr·aumaliclle; tu ttavia questa denominazione deve .essere riservata ai casi di uscita del polmone sotto la pelle illesa. L'auto re s uddetto dis tinse a ncora l'ernia polmonare in consecutiva, in conge nita ed in spoutanea. La p'r ima si manifesta quale conseguenza tardi va ùi azioni traumatiche o di perfo razioni del torace in segui to a processi patologici. L'eJ•nia congenita l'u p el'feltamente descrnta da Hocl1singer. L'autore intende qui parlare dell'ernia polrnonare s pontanea, la quale si manifesta senza lesione delle pareti toraciche soLto l'~nfluenza delle forze espiratorie in punti debo li e privi di reSistenza. Tal i punti s o no le parli anteriori degli spazi i ntercoslali, spedalmenle del 7°, s· e g•, poichè qui vi gl'intercostali : !<ler·ni non esistono più e gli spazi res tano occupati dai soli mterçnstali interni. Parimenti l'apertur·a toracica s uperio re oll're pvca r esistenza . La patogenesi dell'ernia polmona r·e diIl" tf.. ~pecialmen te da due m omenti, cioè da un aumentato , vol~me del polmone e da una rinforzata pressione espiratoria; ~ggtungasi a ciò nna alLerazione del la rnuscolaLura degli s pazi Ihlercostali, la quale alle!'azione consiste o in una lacerazione
':W lì
IHV ISTA
or1H11·e i n una graduale ùegenerazio ne. Per conseguenz& l'er·nia r:i fo1·rna o q ual e efl't! tt o di una forte pressione eSMCi· ta lu ><ul vi><cc1·e dai conati di tosse, oppure a poco a poco in se~uito a pr essione g-r adalarnl'nle aumentala conL1·o l'appar·at(J mu;,colat'e in preda a degt>nci'Azione. A lraper lnra superiore del loriH.:e noo en tra in azione co tne causa che l'e:;..ager ata chalens ion e dd polmon e e l 'oLio cspiratot•io, e è alla foi'Za di 'f Ltesli rl ue mom e nti dipende la cder i ttì moggio r·e e minor·e con cui si sviluppa, ed il volume che pr ende l'ernia. la quale a !"econda di queste co ndizioni or a è inlcr·m itlente, nra conti nua. T ra l e malallie che !'a vo riscon o la for·mazione dell'ernia sono da ann o vt· t'a l s i l'enfisem a ed il calarr·o J•roncbialc. 1u q ua n lo ai l"t>11 umM i fis ici pi ù J'itnar c hevoli noteremo che lE' et•nie, 'lUSIIllo il polmone ò ammalato in g t·alio m ediocri?, si J•implccioliscono. oppure r icnLI'ano dul'anln_l'inspira ~ione . ma rtnando o;oi::togt·twe enfisema, il volume dell'ernia nell'a \' Vtcl'n· dut•si Jeg li alli respir·a lorii non subisce alcun cambì arnertlo Colla pr essio rtr' si ottiene ~e mpre la ri d.uzior 1o de l Lum ot·r• . Secondo M orel-Lav rul l). quando l'er nia si gon fì a, la naano appostavi sopt'll per cepisce nno scr icchiollo. P e1·ò qur>):l.<l re· nomeno non ::arebbe co::tante poichè essa non si perct ·pi~ce dH! col r espollder EÌ de] leSSU l O pol m Olltl 1'6 8V \' ÌZZilo, <ji 1Ìt1di nel nostro caso rl o po r iassorb i ta l'a.r·io da un'ernia r l1e l'ia I'Ì• mas ta l u11 go ll"tnpo escl uso da l pal'lecipare figli alti t't':ìpira· lùrii e non da un'e mia che sia cos tanteruenle aereala Colla per cussione ~i rile,·a un suono pieno oppu r e anche l unpnuìlico se vi Lnsuffìc'enle tensione degli , Jveoli. La lerapin dt-ve di· t'ig e-r si !<ul la tnai~;~ LLi a causalc1 e d el re~ Lo deve sforzllr·;;i ad i w pedire ri ngr antli men lo dell'ern ilb m ediante adatta far;,•taL111'8. Ai casi descr·i lli da Mur ei-LaYallt• l'au tor e ne ag giunge qui un allro tl i pr opr ia osservazione, e ri fe1·entec:i a.d un uolllO di 72 ant1i afl·elto da catarro b••oncbiale e tlal'oflscma. l n l')ne~to ~ogge tto, qualli'O anni 1Jr·imo. che "Y e ni s~e osset·valo, f'i ruaui· t'est6 u n tumol'e nella fosso sopr a-cla\'icolare in seguito 8 pr olungate e fo rli g r ida . Quatto rdic i g iom i dopo la suA Cl)lll' pnrsa questo tum or e ave va r aggiunto il volume di un uo\'O di
e
gallina . I segni caratteristici dell'ernia e rnno im piccioliuwnto
'?!)/
CHIKURGIC.\
del tuuaot•e Hotlo una inspit•azione profonda. riducibtlilil e suono r11 percussione pieuo. Dopo quallro ann i il Vtllnme del tumore era di poco aumentalo. Della pleurotomla posteriore. Jur Cltir., N. 35, ISS!l).
\\'At.THr:rt.-
Centralb
Wt~llllet· inslilul esl)e!'imenli !;Opr·a .,1) caduveri di adulti allo scopo di l;labilire il punto più favorevole per· l'iuci<:ione nell'ernpiema. l ,uoi esperimenti si riret'l\'8110 nlle be>~uenll principali queslloni: 1° UdermiunrG il punto pilt ùt•tlivc dr!l trl\'0 pleur<de t>tl Il luo:.:o Ji elezione per l'incisione. 20 ho'>ar·e sul vivente i puuli di r·iLrovo rhe ca facciano Mconosccre il luogo su cui dcv~ cadere l'iucbionP. :l' DelerrninaJ'ò i vantaggi, i pericoli e .gli S\ Bnla ~gi di IJUt'!tla mci$ione. Per risolvtwe il Pl'imo quesito lo po><iziom~ del corpo,... da una :;!rancle importanza. La miglior po iz.iono i• il decubito òorsaiP, stando la testa e lf! parte supèrior•• del loracc un !JO' piti elevata, la lesta sostenuta da cuscini. In que~!a pn· ll(zione il punto 1Mt basso dl•lla cnviLà pleut·ico corrispondo al ':'', s· o 9° spazio inlerco<::lnle ol !lor·so. Il !:!IlO ... diverso a "'econ.!a degli iotli"idui. Siccome il ; • Sflllt.io inler co::;tale grace spesso solto la punta della scapola, il 9o ~pazio lal"0lta copre il fegato c il diaframma, pe1·ci6 W Allher, cou l'i~o:lia eli scegliere l'So spazio intPrco>'talc al dorso come puut.o d'incisione. Per rispondere alla seconda domanda, lo «te«so autore rnccQrnanda di far decombere rarnmalalo sul Ialo sano, ccrcaa·t~ IH 9• co><Lola e sul margine superiore delln ~Lessa fat·e , ur~n incisione lunga da 7 ad 8 centimetri cliP abbia da tertum,wc a tre dita Lrasvers e all'inruor·i dello apnflsi spiuos:e •Ielle \'«-rt~bre. ~ell'aprire la cantt\ pleui·ictl, la cui aperlurn d•·"c aYet· la lunghezza di quattro ditA lra~\'crse, si den• fari' ~tllenzione che il mat'"'ine super iOI'l' deliA co>-lola non ,. 0 rnttilinoo ma angoloso. T.a ['OJ'ZiOJJe che :>i p()l'la all'i nnam:r
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RIVISTA
decorre obliquamente in basso e aJ davanti. Se la ferila della pleura non basta a permettere uo Jlbero dP.ftusso l':i può ris ecare un pezzo della 9• costola. In quanlo al terzo quesilo faut.ore OSS61'V8 che l'arteria eù il nervo mtei'COslale nella operazione suddescrilla non possono essere Jesi. All'incontro questa operazione presenta i seguenti vantag§!i in confr•oolo delle incisioni a.nt.criol'i o laterali: t • Più libeeo sgorgo del pus. 2• Posizione favorevole delle costole, le quali poslerior· r.nenle non mostr·ano tendenza ad avvicinarsi. 3° Quasi nessun pericolo di offender~ il regalo. Con qq_al mezzo ai può 1mped1re la formazione dl ade· renze pseudo-membranose nelle fetlte 1ntra-perlto· neaU. - STERN. - (Cenlralb.ji.ir Chir., N. 33, 1889). Due terzi dei casi letali, in seguito a laparotomie, E'i attribuiscono alla occlusione intestinale in seguito ad ade· renze. Per ovviare a quesle aderenze pseudo-membranose si raccomanda il più delicato ll'altamenlo del peritoneo. A Lale scopo Miiller riempie la ca vita addominale con 2400 f!l'. di soluzione di sal comune sterilizzata, il che però t: spe!ìl!O difficile a praLicai·e per le gravi condizioni genel'ali del pa;de.nle. O!Lro a ciò, secondo gli esperimenti de ll'autore, questo mezzo non ~~orrisponderebbe allo s copo. Ster•tt si diede quindi t< cer owe un mezzo più opportuno. Egli Ieee ft•izioni con ,-aselina s ul foglietto peri toneal~ fe· r·ito, ma inulilmenle. Anche la paraffina slerilizz.ala, che a 40 gradi couserva a ncora la cons istenza di unguento, solo ecceziNJalmente nou Ila prodollo adel'enze. Tulte e due q~ e::;le s ostanze r eslat•ono indiiTerenli per la cavità addominale. Si ebbero miglioi'i risultati usando del g rasso di montone liquefa llo a 50 gradi. Non si verificarono aùe1·enze; per·ò la a pplicazione di queslo mezzo lorna incomoda: Nemmeno l'olio d'oliva corrispose; anzi u11a gr ande quantità di questa s ostanza irrila il peritoneo o non viene assorbila.
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CHIRURGICA
1 migliori effetti s i ebbero col co11odion; infatU penn ellando
11 moncone peritooeate co n colloclion s i impedl ogni Ader-enza mentre non s i esercitò alcuna reazione sul per itoneo. Resta a vedere s.e questi esperimen ti fa lli s ug li animali daranno lo stesso risu ltato Lraspot•Lati sull'uomo. A.d ogni modo le esperienze fatte ba nno ta l valo t'e da in vogliat·e i pratici a prosP.guire in questi studi.
11lll& terapia delle emorroidi. -
KosseeuDSKJI. -
(Cen -
tra/b. fil,. Chi r ., N. 33, 1889).
In 22 ca!>i l'autore ba impu~ga t.a la crisarobina contro le emorroidi, e di questa te rapia, gia racco rna ndala da Unna, non ebbe ehe a lodarsene. E gli non l'adopera lanlo concentrala, come cons iglia lo sles~o Unna, cioè a l 5-10 p. 100, m ~ in $Oiuzione più debole e precisa mente al 2 1/ 1 -S p. 100. Dopo •li avere lava Li i nodi emorr oidarii con una soluzione carbolica al 2 p. 100, opp ure con una soluzione di cr eolina all'l il- 100 e qllindi asciugata la parte con ovatta idr ofila egli spalma i nodi tre o qua llro volte a l giorno co n la ~egueo.Le pomata; crisarobina 0,8, iodoformio 0,3, eslrallo di belladonna 0,6, vaselma 15,0. Pe r i n odi inte t·ni egli applica s uppositivi cosl composti: crisarob ioa. 0,08, iodoi'ormio 0,02, estratto di belladonna 0,01, bulirro di cacao e glicerina 2,0. Se vi è for·le emorrag ia vi s i aggiunge il tanni no. Con questa cura in tre o 'Juattro giorni . i dolori e l'emor ra gia si dileo-uano o ed m tre o q uo.lLro me::;i i nodi e morroluarii >ii l'aggt·inzano e si atroOzzano quasi co mpletamenl~. 001lt:rlbuztone alla. dottrlll& del pollpl uretrall. DERGF.R. - (Certtralb. fùr ')hù·., N. 33, 1889) .
N eu·
. l:n caso di poltpo :1r etrale dell'uomo, os~ervalo endoscoPicamente e gl,lat•ito con ope r azio ne nella clinica di Gr unfeld ,
po~ge occas ione all'auto re di fare le ;;eguenli osser vazioni Su• CSL'&lleri eziologici e diag nos ti<.:i di ques ta nffezione non
molto rat•a.
~ella maggior par te ':lei casi la causa dei polipi dell' uretr a H
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RI\' ISl'A
é l'urelrile antica e pas<>al.a già allo stadio cronico. Pur tut.
t.a via i polipi po<>sono per ~>i• io trattenere una urelt•ite erli' nica. Pet• l' ureLra maschtle la sede d'elezione ne• polip1 dogli autori variamente indicata; nelle donne sernb1·a che er:>si prediligano speciu lmeute le vicinanze doli' m·ificio e· !-~lei'IIO. Possono manireslal·si isolali, oppure in un '·erto numero c di divet•se dimeusio1.i. MenL1·e i polipi dell'uretl'o maschile spe~so decorrono quas1 senza s intomi , quelli delln don na invece si distinguono per essere mollo dolorosi. Per la diagnosi e terapia de1 pohpi dell' urelra ma~chtlP. l'ondo~copio é di una grAuolc utilità. Questo slrunwulo :>ira~ comanda mollo nr•ll'esame della don nn, specialmente uei ca<. in cui l'affeziono risiede Ili vicim\07.8 \Jell' ol'ifìcio irtlet•no. r metodi operativi per la cura di questa affezione sono Ùl· ver:-:i. L'autore l'accomautla il serranodi da polipi di Griìn· fìelù . È da no tol'si ehc il so:;so femminil~ presento maggior disposizione alla recidi v a.
Sulla ter&pl& del oa.t&r1·o v e11-olcale orontoo. (CC!llralb . .fur Cltir., N. :1!3, 1889).
FnEY -
Per il LralWIIlt.>lllO nel ~l.art'O vesctcale cr·onico. rautorc consiglia specialmente il iodoror mio, il quale é un mezzo dDr ovo l mente anlisetlico, anul~esico c deodorante. Dopo lavata la vescicu cou acqua tiepida ;;;i adopol'i JR :t ~uenle emulsioue: ioùuformio 50,0, glicerina 40,0, uCtfUS d;· stillata 10,0, gomma dragante 0,25. Di questa otuuh•ione •~ ne tp elLe un cucchiaio da tavola in 1nezzo lilro d'Ac'tfilll tic· pida e si iniella in vescica. Queste iniezioni vAnno ript>tllk o;.rni tre giorni. Ordinariamente ne ba!<lano tre o •tlllltlro per ottenere l'effetto desiùèralo. Iu 23 casi lraltalr n questo modo ùa Moselig-MoMhof' ebho o la g uarigione od 1111 seos ibi l~ rnigliorartwnlo <;eof' che ~i ruanifeslo:>sero mai fenomeni d'inlossicazioue.
':? Il
CHIRURGICA
J.' eletuolld nel tnttamento d egli •trillgimen tt dell'untra muohUe. - 0AYW,\L T. - (Oceidenlal Med. Timt•s, e Cenlt·alb. Jii.r Chir., N. 32, 1889).
Per lu cura degli stl'ingimenti uretrali mediante l'elettriertA si adopera sempre la corrente galvnnica la cui forza deve es-sere regolat.a sulla sensazrone che ne ha il paziente. Questo sensazione deve consister·e in un leggero bruciore. L'ammalato non dt?vè mai provare ver·o dolore. ·Con una candelelta comune conica si stabilisce dapprima la o;ede e l'estensione dello stt·ingimenlo, quindi s'introduce una sonJa proporzionata, con apice di for ma ovale eù isolato, e di dimènsioni che sorpassi no d'un numero il diametro dello striogimento. Si preme coll' opice della sonda contro il punto rislrello e si melle in comunicazione col polo positi\·o di una balleria gah·anica. Il polo positivo si applica ~ul corpo. Dopo 5-10 rninuli il bottone clelia :::;onda scivola giù nltraverso lo s trirlgimento; allora si cslt·ae la sonda •· N! ne introduce un·alll·a con apice più gt·osso di uno o due nu111eri della prima e si opera nello stesso modi> fino a chu si sia ottenuta una dilatazione sufficiente. Per mantenere l tl dilatazione ~i ripete la !:lod utn ogni cinque o dieci giorni e si continua quanto occorre. Se vi sono stringimenti multipli si incomincra coll' agrre «Ugli entet·iot·i e si ripete J'9perazione s ui posteri01·i. Duraute •:ue~<to lrnltarnen to il rnalalo deve assolutame11le astenersi da coito, e siccome questa cm·a ha per effetto di eccitare l'rslinto ses::~uale, cost si consiglia di amministrare in pari tempo el paziente il bl'omuro di potassio che agiscn come calmante. 8
1111o nrappamento d i tendini. iralb.j(i,. C!tir., N. 33, 1889).
DoR~~-~IANN. -
(Cen -
Il distacco traumatico di soli tendini dal loro punto d'in~1'7.ione sulle ossa i> un ratto t·ari~simo e di solito non si os:rva che nei traumi cl'rnplic.aLi. ~lerilano qui11di d'essere in reve riferiti i due caei osserva ti e trattati dall'autol'e come
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RI Y1STA
quE>IIi cl1e rappresentano la rara forma tipica del dista~~ Lendinco puro ed esente da ogni altra complicazione. Un ragazzo di 10 anni riceveva in scuola un colpo di fi. ralinee sulle dita. Egli si fece visitare molti giorni dopo U fallo perché non sentiva alcun dolore. E gli pr.,sentava al· l'esame la falange ungueale del 3o dito piegata aù angof. r eLto sulla 2a falange con impossibilità della estensione al· liva. Era facile invece l'estensione passiva , ma appenala falange era lasciata libera ritorna va come una molla uelil sua posiZIOne angolare. Sulla faccia dorsale della ralange media si .vedeva un no~evole lurgore, doloroso alla pr~ sione, e al davanti, verso l'unghia, un infossamenLo. Si de· dusse da questi sintomi cbe alla falange ungueale mancara il tendine estenso1·e. Questo doveva essersi lacerato e riU· rolo' poi sul m~zzo della 2• falange. D~po varii inutili tentt, tivi di apparecchi s.i venne alla tenoralia. Il rooDcone del tendine fu me.:;so allo scopet·Lo con un taglio l ongitudine!~ dèlla pelle e della guaina lendinea dall'un ghi~ fino n Ila sede del lumot·e sopra descritto, ricondotto quel moncone 6nO alla ~adice dell'unghia, fissa to alla sùa guaina con sutull d'ambo i lati e quindi si diede al dito la posizione estesa a permanenza. Il tendine aderi completamente alla guaina e nel pet·Jodo di circa 20 giorni il dito riprese la sua l'unzion! ed il suo normale aspetto. Nel secondo caso, che si riferisce ad uo uomo ùi 85 ani)). avvenne pure un disLacco del tendine estensore del 2• di!~ però queslo distacco fu incompleto, presentò identici smtollil obbiettivi, cioè il Lurgore al dorso della 2• falange e l'inro.semenlo alla base della prjma con posizione flessa di que510 Non fu praticl\la alcuna operazione perchè non riconosciu~ a ssolulamenle necessaria, essendo la funzione non deltutiO abolila.
CRIRÙRGICA
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GU onaooU ohe d oppongono alla rldazlone della lu· IUioae dorsale Uploa del poUtoe. - LA UENSTBtN. (Ctntralb. Jii.r Chir., N. 3-i, i 889). Lauens\eìn osser\•ò in due casi che l'ostacolo alla ridtlzlone della lussazione del pollice consisteva in una deviaZIOne del lendine del pollice dalla f11ccia palmare, il qual fatto Cu encue notato e descritto da Lisfranc. Nel p1·imo dei ea11i osservati dall'autore eravi una lussezione della seconda falange sulla faccia dorsale della prima, nel secondo una Jussaz•one della prima falange sopra il melacarpo. In tutti ~ due si era falla la deformità a baionelta, in lutti manca\'a la fles!lion e della seconda falange, e nel caso della lussaZione met~carpea notavasi pronunciata sporgenza della lesta del melaca•·po sollo la pelle alla eminenza Lo,nal'. Nel peimo si potè constatare attraverso la l'<mla delle pa•·li molli pr odoHa dallo stesso traumatismo che fu ca usa della lu ss~tz ion e la diMiocazione del tendine del Iles!'ore lungo, il quale era !'CÌ\oloto via dall'estreroilà perife•·ica della prima falang e o !li era c:ollocato lungo il suo lato ulnare. Nel secondo caso anaJOfl8 di._(Ocazione lendinea Si é potuto riCOnOSCere per mezzo di un taglio longitudinale sopra il tulo radiale della ~rticolazione lussata. In tulli e due la ripositione si compi facilmente col ricondurre il tendine nella sua posizione nor· mal~ mediante un uncino ottuso, dopo di che r iuscì anche la rtduzione dPlla lussa zione. Lauensl('in considera la menzionata m ancanza di llessione nell'al'ticolozione inler•-falangea come segno car·allcristico della coltrornrtante dislocazione tendinea e l'piega quella mancante fles'-ione ammettendo che il tcntliue :;pu:stalo •·e~li decorrente 111 linea retta e quindi non sta «olloposto a mag~t.•ore lenc.:ione, mentre che lo ste~::;o tendine, :;e rimasto in 110 "' • dtwe di necessità subìr e un certo ••rado ùi tensione e •Jitindi provocare la flessione della ialan;e lerminulo. Anche In forte pro1ninenza della leslu del melacarpo nella 1 .~"soz•one rnelncarpea è fa cilmen te spiegata co lla Jisloca~·one clel tendine del flessore lun go, e L aucns te in crede c he Ili llttti i . cast analoghi osservati precedont\.. mculo a questo
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IHVlSTA
e uei quali ru notata UIIU Stl·aordinaria promiOOil/.8 ùella lesta del melacarpo, prendeva parle al fenomeno la disloca;done del tendine ftessoJ•e.
TUUte ricorrente trattata coll'ablazione della appendiot vermlforme. - TREVES e JwALow. - (Tite Lan.cec, o f'enlralb. fùr C!Lir., N. 2i, l8S9). 1'\el easo seguente Jwalow pralict'• con Sttcces'-'o l'np~:>ra proposta da Treves. Un giovane di 20 anni, cbe fu semp1·e in ollima ,.alule tino al dicembre 188i, andò soggetto in quellempo aù un arcessodi periliOile, le cui ll'accie et•ano ancora visibili nella r:oeLlimane .Jopo. A metà di febbraio Jel1888 ebbe una recidiva della stessa malalliu che du rò 10 sellimane e nel màg~io cadde un'altra volla malato con g rave pericolo di vita. Superata ancl1e f]Uesla recidiva, Tr e ves p1·aticò J'ope1·azione a scopo prolllallico. Il paziente era in buone condizioni genP.rali, goùeva di buona di~e~lione, avevu il ventre traltabtle e indoleute. La 1•egiont tra il legamento del Poparzio, la spi na an terior e supcdore e l'arl~l·ia epigastrica da va alla percu!Ss iono un s uono legger· mente ottuso, mostrava una r esistenza un poco a umenllita e lalet•almenle ~>i percepi,•a il p rocesso vermiforme come un Lumore molto duro, grosso quanto un pollice, decot'l'Pntein direzione verticale nel fondo della fo~so iliaca. L'operazione si esegui con un taglio obliquo dall'~slerno ed in allo, all'interno e in bas~o. Sì apr i il sacco perilonenlc e s• pose allo scoperto l'appendìce ver mi forme che era inniccbiala pr ol'on,Jamenle in mezzo ai prodolli fl ogistici adec;h·i, er5 anche piegata Ad angolo nella sua porzione iniziale, e ror~ mava un tumore largo due polHci conlenenle maloci~ rou· cose. Il tumore fu ùistaccalo a m ezzo pollice di distanza fis.t l'intestino; si fece quindi sutur a e salta della mucosa P si cop!'l la ferila con un piccolo le mbo di pel' iloneo distuccoto del cieco. L'interno della appendice et·a lutto ulceralo. l."omroe· lato guar ì sollecitamen te, né anJò più soggello a rc>ridi\'3· liOn~
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CBIItURGICA
Le ferite del rene. -
T UFFIER.
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(Cent r ali.J. jii.r Chir.,
N. 32, 1889). In uu suo lavoro che presenUA non piccolo interesse per il medico mllitar·e, Tuffier si pr opone di roppresental'ci il deeorso e l'esito delle vade feri le dei reni, valendosi a tale scopo di GO monog•·afie sparse uella leller•alura chi•·urgica; ci adtllla i metodi di cura seconuo le esigenztl ùellu moderna . chirurgia e dell'anliseps i, ed in pari tempo iuslìluisce un parallelo Lr·a i noli risullali di queste cure coi ri:>ullali dei ~uoi studi ~>perimentali sulle ferile dei reui ~ugli auimnli. Se si pratica un Laglio sul margtne convc~so Ji un rene. ne seguiht un'abbondan te emorragia dalla •·cte venosa corticale; però bashl una if.'gftera compressione per frenarlo. La ferita l'ellta piceoltt, per ché la so~tanzn del rene uon lerule punto a far procidenz11 dell11 cupsula. Nelle fer·:te neLle, queoclo il taglio uon giungo fi no alla pe]\'i r eno le o All'ut•elt•a, non ne corr~<ettulla l'infiltrazione ueinosa poi..:hr'l i lubuli uriniferi toslo !W lurAno per mezzo di grumi tlbrinosi u li vello della fe•·ila, mentre la restante po rzione dPII'or~ano continua a funzio nare. Le ferite renali hanno lt~ ~iugolart' proprietà di guarire facilmente e senza suppur·a?.ione. In U9 casi raulore COII l'latò solo in 7 il pl'Ocesso ~uppuralivo. Tra i sintomi ùella lesione J•tmale mel'ita cl' esser e nolato per il primo lo shok, e se la le,;ione inlerl!l<~u l'ilo, l'emorragia é r.osl prol'usa da cagionare !11 mo•·te. S elle ferile d'al'ma da fuoco si ve•·itlca spesso la emot•ragia secondaria. Lo scolo dell'urano, che è tl sintomo pa10~Mmouico, sgt•ozi&tamente è assai •·aro. Sopra 3R fe r~le ù'or tnA da fu oco dei reni, l'autor e 11011 ('Onstatò l')uesto Sintomo che tre \IOile, e in 37 fe1·ite da taclio solo una volta. Il dolore e variabile. I ntanto l'esperienza a,·•·~bbe dimosll·ato che quando questo dolor e AUmtmta al 2• o al 3' giorno ::.• può a.•nmellero lesione del peritonco o dell'inleslino, mentre se esso dolore si manifesta piti tar•rli come dtJ I f>• al 10• giorno !la bb . . ' , .N> e ad •od1care la fusione purulenta dello s lravoso san-
~UJgno.
L'ematuria è ca.ralleris tica , ma è fenorne11o incostante. Sopra
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RIYIST.\.
3 L le~ione da laglio s i sarebbe verilìcata 18 \'Olle. Nelle ferite d'arma da fuoco piu spes"o. L'anuria non si mnuirr~la che eccezionalmente (2 C8'i). Tra le complicazioni menzione~"•!mo il prolosso del rene. Il viscere può auche in ~tal•l di inlegrila fa r procidenza dalla Ce· rita eslo•·na. Lo s uppurazioni sono relativamente r fH'6. Esse insorgono lra il G• e 100 giorno con aumento di dolori, con febbre e tumefazione dell11 •·e~ione lombare. Più di frefiuen le la suppuraziono si munif~sta nelle fe1·ite d'armarla fuoco, speCialmente s e nel canale della ferita sono penetrati corp1 ~Ira· nei. Lo,·o CDn!'oguenze sono ascessi perir enali e lltlrar.. nali c ci!';tile purulenla. Le fistole anche dopo suppurazione si fnnno di raro. Sopra /8 fer1le rrnali ossl'n ·ate nella gl\er•·a di Se('el'lsinne ameriran11, una soln ebbr per reliquato uno fistoln. La h•-;ione s\mullanca del peJ•iloneo fii verifica per lo più no•llt> ferile d'a•·ma du fu0c:o. Lu prognosi in quPslo caso deve c-ssere mollo prudente. Fra :;1 ferile d6 taglio, 21 Ler minarouo colla gua rigionP, 8 colla mo rte (delle a ltre 2 non s i ronof'ce l'c!'lito). Sopra 3 feriLe d'arma da fuoco, delle quali 20 interessavano il solo rene, e 18 aucbe olLri visc,eJ·i, ~i con tarono 22 ~uari· ;,:ioni e 16 decessi. P e1· il trallaroeulo l'Autore raccomauda con rRgionP di osser\·are le cautele auliselliche e di non affrelta•·~i troppo alla nefroclomia, poich1.. l'espPt•ienza ha dimostralo chi.) le l'e ri le da taglio del reno per r·egolo gu11r iscono, quiudi la nefreclomia in questo ferile no n sorebhe iodicala c he contro l'emo1'l'agio in frena bile. Passa quindi in rivista Il-} ferite dell'urelet•o. Dopo il grande sviluppo cbe prese lo chirurgia dell'addome, queste r~rll6 !Il sono falle pil1 frequeuti. Sono ferrle gravissime. l n 15 di 11uesle lesioni si ebbe•·o i esili letali. Menll·e il •·ene fe•·ito frURI'isce qoa!'i sempr~, alla lesion•! dell'ure lere segue sr.mpre una fi· slola guaribile soltanto rollu nefr eclom ia.
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CBHlURGICA
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r.parotomta per ferit& d' arma da tuooo dell' addome ooa perforauone ·dell'IDteattno. - C. E. BELL. - (Brits. Med . Journ., e Deutsèhe Militararztliche Zeitschrijt, N. 7, 1889). Un p;io,•ane di 18 anni portava nella tac;cu !':inislra dei pantaloni una p1stola carkala con un p•·oiellile. Per unts accidentalità l'Armo e.">plose in quella posizio ne, prodtH'endo una larga ferita ~u bi to sollo il margin e costale lii ~i ni strA. Kel mette re allo scoperto il canale della fer•ita, median te incisione. si con!~lalò la penell'azione del proiellile nell'o!ldome. Dopo un'ora dall"avvenuta lesione si pr·allcò lolaparotomin. L'inte~!ino mostravasi perror·ato in selle punti, dimodochf> l't sultu"ano passate da parte a parte tre an<~e intestinali, mentre •ma qua r·la ansa non portava che la fe: ila d'Pntrala. Perciò fu <~ospetta ta la presenza della palla in qu~>ll'ullima ferita inteRUnale, ma nori s i potè trovore il co1·po estraneo per In grande quanlita di s an~u e e maleri~ che riempivano l'intestino e impedivano unA esalta esplort~zione. Eravi anche "angu" nel cavo periloneaiE'. Non si fa porola di materie alimentari. n;. di materie fecali . LP multiple ferile inle:=:lrnali, rhe f'rano piccole, furono chiuse con ~u lura a seta; quindi Calla un·ar.curata lo~:letta del pcritoneo fu pra ticata anche la sutura delle pareti addominnli. Lll cura consecutiva si rias~ ume cos\ : ~enero se dosi di morfina pPr iniezi1>ne ipodermica. P er i primi ollo giorni non si 80mministr6 che ghiaccio, dall' s• al 15' giorno a limentazione per l'ano con estratto di corne , dal 15• al 22n ~iorno si diede lo stesso alimento per bocca. dal 22° giorno m avanti a limentazione lattea. Prima evacuzione alvioa al 2:,• giorno in se,guito a clisler·e. Seconda scaricA al 30" giorno parimenti in se,...uito a clistere eliminazione della palla pet· c • 1'l rPlttl. La guarigione si compì in 6 !'elllmone senza febbre 8 ~enza 1! menomo dislUI·bo.
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R!YISTA
L 'angolo 1ternale, suo1 rapporti ana.tomlol e •uol slgniJl. oa.tl oltntol. - 'VILB BRAGMB. - (Deutseh. M ed. Wo~ che ns., N. 28, 1889). 1 couc~lti più rilevanti del lavoro di Braume ~u questo argomento sarebbero i seguenti. to Per angolo sternale, angolo di Louis, s'intende quell' angolo che vi .. n formato sotto certe condizioni dalla superficie del manubrio con quella del corpo dello sterno. La sua con vessilà è diretta ali· esterno, !e sue sporgenze laterali danno attacco alle due prime coste. Fu utilizzato quest'angolo come segno diagnostico della incipiente lisi polmonare e si è creduto che esso abbia orig ine dall'affonda1·si cJt.:l ma· nubrio ~erso la cavità loracica in :seguito a rAggrinzamenlo del tessu to polmonare . 2" L'un~olo è un ·renorneno parziale dell' adattamento . delle pareti toracìche alla s uperficie dei polmoni, la quale segue esa.lltnnente il condensa mento e la dilatazione del contenuto 1Jel to race. 3" Questo cambiamento di forma della parete t01·acica nou è cagiona la sollaulo da trazione di tessuto connellivo, Tllll é pr·iucipalmenle un effetto della pr essione alrnosl'ericn. 11 cambiamen to si fa anche in seguito a pleurite senzo ade· rcnze cou11elliveli. 4' L'esperienza dimostra che E'angolo st.ernale uon t: l man1resta solo nella lisi polmonare, sì può bensi mostrAre anche in condizioni normali, ma pi1'1 spesso può es;:;e1·e feno meno delrenflsemo. s• L'angolo pno essere p1·odott-o arlitìcia!menle con esa· gerali movimenti inspiratori delle costole dopQ ùivil'ions tr·os ,•ersale dello s te1•no nelle sue singole sezioni. 6' Lo s le 1·no é un appara to di r itegno per le cos'Le se esso si é sviluppato io un solo ed unico osso, e parimenti le costole moder ano i movimenti dello sterno (eiò eire tl'ellronde fu Jimostr·ato da Lander er). i' Dopo tolta l'aderenza del manubrio i polmoni si lasciano in s umare più che prima, ed il man ubrio r eso cosl m obile si pOI'ta piL\ j nnanzi formando un angolo st er nale. l
CI:I IR ORGlCA
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1r Lo sterno, nelle le!:ioni traumatiche che lo scio;.rlie dalle sue naturali aderenze, si :;posto colla elasticità di una mollo, qumdi i framrnenti spostati potrebbero abbisog nare in certe circostanze della sutura os:;eo. In ogni <'&SO t' necessario un appareccbro o fasciatura compresf'tva che imI t'di ..ce i troppo estesi movimenti ins!>iratori deile J'll'ime costoll•. !l" L'angolo slernole si forma nei gronoJi movimenti inspiratori, quindi lo si vedra pii1 eli sovento uell'enfisema polmonore se queslo si manifesta in un per·iodo preco.:e, quando lo sterno è ancu ra elastico e pieghevole. to• Ma non si può escludere che nnche rn r·aJ·i ca::.i tli grave raggriozamento degli apici, tanto piu ~e questo l'»l!l!rinzllmeulo è mol to localizzato, colralfondat·si del manubrio restando fermo rl cor·po, possa aver luogo la formozionr dell'allgolo s lernale.
Aloeaal del aeno maaoellare. - Luc. - (.lournal rle ,\1/1!,ifcrne et de Chirurgie, novembre 1889). Gli &"cessi del seno mascellare po8sono t\VPr~ due origini thstinle, sia che il processo intìammator·io provenga da le11ioni !lentarie, sia che esso provenga da allet•azioni nasol1. Pet• der luogo all'ascesso dell'antro d'lgmol'o, la lesione clentor•a deve es;::erc anlica E'd aver determinaLo una pet·iolllite e~lesa e profonde; di più è la lesione del primo g rosso molare che si propaga soprallulto nl seno. Quanto alle lesioni nasali che possono produrre un ascesso, t'"se sono di diverso ordine. Esse possor.o esf'ere une <'O~•zza acuta , la presenza di polipi, alcuni Ll'aumatismi ouche 111 cosi eccezionali. A l contrat•io è raro di riscontrare questa complicazione nei cesi di corizza atrofica od ozena vnlgare. l:a descrizione sintomatica generalmente data di quest'afr~Zione non si riferisce guarì che ai casi molto acuti od Ol'r•vati ad un periodo mollo avanzalo di loro evoluzioni'. Essa mettP. iu rilievo soprattutto il dolore molat'c cnn irrediaziom diverse, le tumefazione della- guancia tal volto s~.>guila da n~solli gllamento disseminato della parelt• ossea c Jella s ua apertur·u
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fis tolosa, lo scolo t'eLido ed intermiUenle dall'orifizio unteriore della fO!ìSa nasale corrispondente, producentesi piu facilmente, quando il malato inclina la Lesta io basso ed i11 avanti o s i corica sul Ialo opposto del corpo . .)fa questa descrizione non si riferisce cJJe ai casi accentuali , pet· cosi l.li1'e, c le recenti ricerche rinologicbe permelLouo di riconoscere or·a faLLi che sar ebbero sfuggiti all'attenzione. Il dolore molare è !ungi dall'essere una conseguenza costante della suppurazione del seno; il dolore frontale o sopra0r·bita le sembt•a più frequente. La tumefazione nella g uan cia ù anche assai rara et! in lulti i casi avviene lardiY8mente, di modo che se si attendesse la comparsa ùi questo sintomo per fur la diagnosi, si at•rischierebbe di Jasciaro pas>-a re un gran numero di falli inosser.vat~ . No n è la medesimo cosa dello scolo fetido dalla narict~ corrispondente . Questo sintomo, qua.si cost.MI.G, è quell o che prima di ogni allro, e sovenli escludendo ogni allr·o, alt.it·a l'attenzione dei malati. Essi avvertono nel momento un odo1'e fu~idissimo, odor e di f0gna, di consena di aringhe, cbe e~si riferiscono sulle }Wime agli oggeLU cipconvicini, poich~ lo scolo nasale non tar·da a far loro locolizzare assai bene in una delle 'fosse nasali. Questo scolo, fallo capitale pe1' la diagnosi, l! e sso s tesso inlermiLLente, sopraggiunge tullo ati un tratto, quando il malato si puJi;;ce il naso o porta bruscaruE.nlc la testa in basso ed in avanti. l suoi cat•alleri sono variabili: verdaslro o g iallaslr·o, s ieros o o purulento, è so· vente rnescolalo con piccole macchie giallastre, caseosa, che so11o del tullo caralterisLicbe. È a questi falli che Maison neuve a ve va dato il nome di col'izza caseosa. Ciò non di meuo, questo scolo può mancare quando si fa per gli ori(izi posteriori ed aol!ile non presentare questo fetore particolare. Questo s tato di cose può durure lungo tempo senza note''ole modificazione, ma possono anche comparire diverse complicazioni, come l'ipe•·Lrofla della mucosa, il catarro mucn· pnru len lo, le g ranula?.ioni polipose, l'estensione dell'infìam108Zione alle cellule etmoidali, i flem1nonì peri- amigùal iani o dell'orbita, ccc. La diagnosi d i questa affezione è sovenli mollo facil .. ,
CllfRUR GI CA
perché i malati possono fornire indizi mollC' significa tivi. La contusione coll'ozen.a, che sembra temi bila a tutta prima, è evitata dal fatto elle mentre nell'ozena i maiali h&nno perduto assolul.amente l'odorato al punto tla non avere coscienza essi ~te~si del rallivo odore che spondouo, quelli che sono all'etti da ascesso del seno mascellar e st lamentano amara mente di questo sintomo. Sembra a lor•o che siavi nel loro naso qualche cosa di putrido e si servono di mille paragoni per qualin1~ro questo retore de cui essi si .;;entono perseguitati. Oi più, que~>ta sensazione di cattivo odor·e non è costan te, ma s i pt•ocJuce nell'ocrasione di certi movimenti o per il ft~tlo di soffiat•si il natio. Infin e I'H1ame r inoscopico permellera di scoprire le lesioni t!el seno e l'assenza di fJttPIIe dell'm':ena. Si devono in !eguilo ricercare le causa della malutlia ed in particolare esaminare lo stato dei :lenti cho ne sono soventi l'or·igiut>. L'andamento ed il pronostico di questo srrppurazioni sono molto \·ariabili. Al cune forme tendono alla guarigione spon lanea, come '}uellc specialmente clw succedono ad una cor izza eemplice. In altr•i casi, al contrario. In suppur·azione dura lungamente e si Accompagna !'ovcnti allora n le'3ioni ~00.
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È in queste u!Lime fo rme cho una cur·a cliirur·gica divenla an<>lutamente necessaria. Dive rs i pr ocessi possono essere usati. Si può penetrare nel s~no e ro.rvi lavature antisettiche per le ''ie natural i. U n metodo !!-pesso adoperato, e che i• semplice, consiste nel perrorare il rondo dell'alveolo ù1 un molare ed a drenaggiare la cAvil.é. con questo orifizio. ~ei ca-si ordinari si può usare un pr·ocesso sem plice che talvolta riesce. II malato comincia a rirnanPre qualche tempo o:listeso sul lato d<' l corpo opposto al c;eno malato, per modo da ottenere lo sgor;go di quesr ul~imo, poi si distende sul dorl!o, fa scolare nell a fo ssa na::ale il liquido rleslinato a la· vare e rnanLenendo allora le narici chiuse colle dita, il malato inclina la tesla verso il seno malato, per· modo clte la SOluzione medicamentoso vi pen elrh p.-!r il fallo del peso.
HlVISTA
Proprietà patogene del mlorobi contenuti nel tumori m&· llgn1. - Ve:RNBtllL. - ì\ ota lettn all' Accadenlia delle "Cieuze di Par1gi, nella seduta dt>l 2!l agosto 18 !1. - (Ga· .:f'/le des H<Jpitaux, ~- 106, 18 !1). Concl usioni: 1' I l tessuto dei neopl asmi mAligni, canc1•i, sarcom i, epi· leliomi, ecc., pU1\ P~se1·e ilwaso, ad un dalo momento. da microbi d1 versi, dei quali non si puo ancora determìuare sicu ramente nè l'01·igii1e, né il genere, nè il nume1•o. 2• Questa inva!o;ione, h• cui cau~'! e il cui meccanil'"lflO sono egunlmente sconosciute, può r·imane1·e per nn tempo I•Ìù o meno lungo latente; ma può anche, in certi casi, cagiouare, nell'e voluzione P nPIIa nutrizione dei tumori, diver se modiF.cazioni-1 come r nccrescimenlo l'apido, il ~ammollimento . e l'ukernzione. :1' l HHCI'Obi non si ri scontl'ano in lutti ì generi el ci neo· plasmi nr' in lutti i neoplasmi del lo stesso genere, c neppure in tutti i punti di un neoplasma invaso. Non si tro-.ano. od esempio, uè nei li pomi, né nei llbromi puri, nè ner sorcom1 o nei cancri indpicnli, a deco1·so lento, allo stalo duro e rrcoperli di pelle s!lna; al contrario, si osservano quasi col:lanlemrnle nei nooplosrni rammolliti ed ulcol·ali. ~· Questi micl'ohi, oltre l'ozione irritante, flogogena c piro!:ena che e~!<i <'"ercitano localmente 8Ul tessuto stesso del lurnon• invaso, possiedono altre proprietù patogene che po«sooo interes"a1·e l'mter o orgtlnismo. Cosi, secondo O)!ni vcrtsirniglinnza, est-~ i sono capaci ùi produt·re u no febbt·e pi11 o meno intensa cd irregolat'e, allor<luando essi sono ancora conlt>nuli in un tumore in via di accrescimento rapido o d1 rammollimento. l noltre, quando durante l'ablaz;one di un tumore tlfe lì contiene, Pssi pO!'sono, mescolati coi liquidi contenuti nei punli rammolliti, f'pandersi nella pi aga chit·urgica, essi la contaminano, l'inf<'llano e l'inoculano in modo da pi'O\'ocarc lo sviluppo di una fcbbro setticoemi ca capace di cagionai'"' la rnnrl~. !j• Lo conoscenza di q uesl'ull1mo faLlo, olire ad essero
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CHIIlURGICA
un argomento in favor·e dell' Ablazion~> precoce dci lumor• maligni, co~\ desider-evole solto tutti i pun ti di vista, sug~e · ri11ce ancora ai chirurgi certe misure preventive durante t• dopo l'estirpazione dei tumori infetti dai 1nicrobi.
Delle 14rartTo•1 antiche. - T JI,LAUX. d~ine et de Chirurrtie, ottobre 1880).
(Journal de .\Jé-
Tillaux , m una delle sue confcr·enze, ha richiamato l'attenzione su olcune par·ticolarilà cliniche dell' idr•arLr os:i del ginocchro, importanti a considerare solto il punto di vista !Iella prognosi. La defot·mazione e la flullu& zionc sono i suoi sintomi principali. :\la, in gener ale, si può fat'e la dia:;:no~i rlell'anltchita dell'tdrarlrot-i medionte il seguente segno: fl l ivello del culdi~!'acro sollo- lricipitale, si fa sempre un cleposito plastico che Cir conda la porzione riflessa dellfl smoviate. ~> nelle snliche idrartrosi, che datano da m olli rn f'si, si consta ta un or lo indurito cosi netto che si prend,• soventi per un corpo estraneo, per un nocciolo m obile. Ora quef'la disposizione non :oi constatava in un malato del suo ripat·lo, qunnlunt1ue la s ua affezione l'iPalisse a quattro anni ci rcn: ma que.,la pnrtirolarilà poteva spiegar si coll'evoluzione i".p('ciale deila sua affeztone. Questa, tu ratti, pareva aver comincialo cou un ptccolo tumore
in corrispondenza del poplite. Si pole,·n ct·edet•e n tullH prima trattar~ di un·ernia della sino,• taltl. Qttt>Sln promìnemm per!!illlelle e si produce ancora uLlualmenlc, in ce t•lt movim enti.
Ma l't>rnia della sinoviale ò st"mpt·e metliana, mentr e in questo caso il tumore era laterale, silualn tra il semi-membranoso e:J il :temello interno. Oro, vi ha in quel punto una hor;::a s•~ropa co::;tante e di gr ande dimensione. di Lal ~orla che si P~"'. faciJmente ammeltet·e l'esi~;tenza in t(ueslo punto di Unfl Ct'-lt, tanto più che la maggior par·lp delle cisti dd poplito hauuo questa. localizzazione. Quanto alla ridtll:i bililà 1el tumore, es!lu si spi ega col fatto che nel vocchio ed anche nell'adulto rtuesta borsa sier·osa comunica l"pesc:issimo colla c:inoviRle. Si Può f(Uindi spiegare cosi lu palogenia ùell'aff~zione al-
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RlV!STA
Luale. Questo malato è stato affetto mollo tempo fa da una cisti del poplite, la quale, ad un dato momen to, si é infiammata poscia si é aperta nell'ar ticolazione; l'irruzi(lne di questO liquido ba provocato allora l'iùrartrosi e se questa, malgrado la sua antichità, non presenta l'indurimenlo curaUcristieo, ciò s i deve all'essere essa secondaria alla c•sti ed ol presental'e una patogenia molto differente da quella che orJinariamente si riscon tra nelle idrartosi, le quali sono accompagnate dai s egni dell'i nfiammazione cronica della sìuoviale. Queste part!colarità non sono inutili a COJl(Jscersi dal punlo di vista della prognosi e della c:ura. Nei casi di questo genere, infalli, l'immobilizzazione e la compressione posl:!ono appof'la•·e la guarigione; se però questi mezzi non J'iescisse•·o, sarebbe necessa1·io intervenire chirut•gicamenle colla puntura lòusseguita daJia lavatura dell'articolazione. ~
Due oaal d1 coleolstotomia, per HERBEI\'r PAGE:. Lancet, agosto 1889).
(The
Uno. donna dì 37 anni, sem.a preceùenti morbosi individuali o gentilizi, illerica da quattro mesi, dopo aver son·erlo ripetuti attacchi di colica epatica con corrispondenza dal do· !ore nella spalla, nell'ullima colica avev& emesso per la via delle feccia mollo scolorate, alcuni calcoli biliari. 1110 maggio 1888 en trò all'ospedale in condizione di gr onde esaurimento, emelleva orine rariche di elemen li biliari, ed aveva una ec· cessi va sensibìlita in tullo l'addome e specialmeo le nella regione epatica, che non tollerava ls piu leggera pressione. Nella s eUima na seguente, tranne la leu sione addomi11ale accresciuta, la r espit'azione disti ntamente toracico, rd un aggravamento dei precedenti sintomi, noo >:offri altro di notevole. Più ta1•d i l'acc re~ciuta prostrazione genera.Je, od una febb re abbastanza elevata resero uecessario l'intervr nlo chil·urgico. L'tlUlClre nella mallinll del 13 giugno apr·i r addom(• con una rucisione di Lre pollici a òestra del retto addomi11ale, sulla regione della cis tifellea, trovò la vescica biliare wollo profondamente siluala nell'addome, e conlratta io un vo)uroe
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CIURURGI CA
oon maggiore di una nocciola; la incise, e ne usci un pic-
colo cucchiaio di liquido chiat·o !-limile a glicerina, quindi Mira~ con le pinze due piccoli calcoli situati nel Condo, ma
el avvide che al disollo della cistifellea esisteva un'altra cisti rappresentata dal dollo cistico dilatalo, e conteuénle molli calcoli piccoli e mobili. La profondité alla quale giaceva il dotto cistico rendeva inuUle ogni manovra di estrazione, quindi furono pigiati quesli calcoli con le dit.a, manipolati in modo che col tempo poleSsP.rO riprendere il loro corso per le vie bilia ri, e ru sulorata la vescichella bilia re conlr'u le par·eti addominali, non senza Wl penoso sconforto per l'insuccesso. Però nel 19 giugno, alla prima medi(•azione, l'autore vide con p1acere elle la secr ezione della ft!rita era tinta ùi bile, e ne dedusse ciH~ se anche la bile oon pole!'se passare poi do Llo comune, non sarebbe però t·imast.a ne l sangue ad aumentare la colemia dell'inrerma. Questo fallo biliare si accrebbe in modo, che al28 giugno si dovè cominciat·e a medica1· la l'e1·ita due volte al gior no; le condizioni ùell'inft>rma lnìglioi'O\·ano, l'lUerizia diminuiva , la febbre era scomp!H'sa, le fecce erano ditentate meuo pallide, i dolori adJoroiut1li non !'li erauo piu ripetutt. Alla fine della le~za settimana di luglio lo scolo della J'erita cominciò a diminuir e, le fec~.:e erano evidentemente colorate di bilt-, la piaga s i t'estrinJ:teva semp 1·~ più. onde l'inferma laaciò l'ospedale il 4 agosto, ma ai primi di ollol.ll'e tor nò spaventata dalla r1compar>'a ùell'anL1co dolor•e. Ver•amenle il sito dell'antica ferita complet.ameote cicatrizzala e1·a mollo ipereetelieo, ma uon v'er a febbre, e le l'ec·~e erano molto colorate, •(Uindi tlopo alcuni giorni uscì di nuovo doli' ospedale. In novembre l'autore la rivide, P la trovò in ottimo stato, quantunque dicesse di aver a vuto la congiunlh·a Liulu iu giallo per alcuni giorni. In marzo fu visitata di nuovo, l'addome era at'l'aUo normale, le fecce ben color a le. Una signora di 62 anni clw aveva se1npre goduto buona salute, da alcuni anni andava soggetta u ùolo1·i nella r egione della cistifellea, ad itterizia, ma le fecce si erano sempre mantenute di colore normale (lUando nel novembre del 1888 l'au15 '
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RIVISTA catRURGtCA
tore la visitò, e trovò un tumore della cislìl'ellea grosso come un'ar'f\ncia, mobile, non molto dolente, coperto da pareti addo· minati mollo assoltìgliate, che giungeva quasi all'ombelico, e sorpassava la linea mediana. Dopo qualche tempo le soffel'enze aumenlarouo, durante le coliche il tumore cresceva di volume, onde l'autore si determinò per l"operazionc. Il 29 novembre e~li esegui un'incisione verticale di t1·e pollici sui lumor·e, tenendosi un -po' più verso la linea mPdiana che verso l'ascellare anleriore, ma trovò lutti gli elemenli ana· tomi ci dell'addome così confusi ed aderenti fra loro da non poterli distinguere. Apri un piccolo tumoretto flultnan le che gli s i pt·esenlò pill esternameute, e ne venne fuori del pu~, ciò che lo confer·mò nel concetlo delle aderenze flo gistiche t'i· sconLt·ate. Punse il tum01·e nel centr·o con una sottile cannula d'a~piratore, e vis lone uscir del liquido cthiaro-, con la. guida e con un paio di forbici lo aprì largamente, intl'odusse il dilo nell'apertura, seni l moHi calcoli che e~trasse con le pinze, ed estratto l'ultimo che ePa il più voluminoso, sgorgò dallA bile, seguo ·çerlo che l'ostl•uzione era rimossa . Dopo l'oper·aziune nou si ebbero sin torni spiacevoli, la lJile ftul sempt•a con faci l1Là, il giorno 'l'l uicembre l'u l'imosSOil drenaggio, 1115 l'inferma polè levat·si, ed una s ettimane clopo uscì dall'ospedale. Il dott. Morton che la vid3 il 24 febbraio assicurò l'autot·e della completa f!U8l'igione dell'infet·mfl.
RIVISTA D'IGIENE
1111111 uatlaettlol. - Ducuu x.- (Anna/es de l' tnsliLLLi Paattur, N. 12, 1889).
LO' studio deglì antiseUici si complica di ~io r no in giot•no. Jo•mo dal1883 l'autore nella sua Microbiologia aveva ten tato dimostrare che la questione degli antisettici era !ungi dallo sua meta e che non era cosi semplice come s i ct•edeva ge· neralmenLe in quel tempo. Cominciamo dalle questioni di metodo. Gli !'perimenlalot"i eono stati costt•elli di rin unziare H poco a poco ai metodi antichi coi quali , solto pretesto di pr atica, si sperimentava l'azione degli antisettici su mescolanze vat·iabili di baLlet•i ignoti, come quelli che potevano sviluppat•si nell'acqua ù1 fieno o nel brodo, esposto all'aria, o mescolata con polveri di qualunque specie. Si vide subito che ogni specie, posta o contatto di un determinato antisellico, resisteva in modo di•eno e che era necessario operare con colture put•e. Kneh invero, dopo aver fatto imbevere di collut•a pura un · Ilio rli seta, lo immer geva , asciuLlo in un bagno antisettico. e lo lavava poi prima d' inlrodurlo nel brodo nult·itivo. Un lllro metodo pure assai spesso impiegalo consisteva nel fare una mescolanza clell'anliseltico e della collura, e, dopo il tempo \'Oiulo di contallo, se ne prendeva un saggio e ~i dlneminava in un mezzo favorevole. Questi ùue metodi hanno lo s tesso ioconve1dente, cioè SI trasportano contemporaneamente germi di microbi tr·atLali con l'antisettico, ed un poco dell'antisettico stesso, la cui pr~eenza può impedire lo sviluppo del microbo. La cosa è e~tdente pel secondo metodo e bisogna esser· g rati a Yer1110• il quale elim1n6, per quanto gli fu possibil e, questa sor-
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RIVISTA
genl6 d'error e, sottoponendo il materiale di saggio ad un precedente lavacro nell'acqua sterile, prima di coltivarlo. Col metodo cti Koch, la causa d'errore é meno apparcnt~. perché si lava il filo con acqua sterile pr ima di po1·larlo nella gt>latina nutritiva. Ma Geppert fa os~erva1·e con ra~ione che questo lavacro é spesso illusorio. Secondo lo stesso Koch basta 1/100,000 di subl1mato nella soluzione per imped1re lo sviluppo del bacillo carbonchioso. D'altro lato Koch ha trovato eh~ bast.ava d'immergere per· pochi istanti, in una soluzione eli sublimato ad J p. 1000 un lìlo impregnalo di spore dì carbonchio per slerilizza rlo. Ma 'tuesto Olo, che esce da una soluzione ad 1 p. 1000 ha b1sogno d1 essere, con mollissimA accuratezza lavato, perchù non lrt•· c;porl( con sé la dose minima di sublimato suffìcienle per impedire la coltura. Si corre adunque '1lericolo di credere morte, peechò non si s viluppano, spore che sono ben vi,·e, mFI ché non possono svilupparsi pet'cbè ciò viene loro lm· pcdilo dall'antisellico che hanno trasportato dal balo'(nO In cui sono state immerse. Si crede ordinariamente di evitare questa sorgente di er· rora dissenlinando uua coltura fresca in un mezzo che é rimasto s terile. Se essa si sviluppa, si concbiudc che il rne.zZ•l e ancora buono, e cl1e per conseguenza era la "e rnents trattata con l'antiseaico che era morta. Ma questa conclu· sione uon è esaUa , perché la delta semenzo, senza ossere mo!'La, poteva esser e assai indebolita da non poter gt!-rmo· ~liare in~pt•esenza di una dose d'antisetLico, che i• inditr~rentt per una semenza s ana e rigogliosa. Oltre questa causa d'erroee, Geppert ne segnala un'altre. telativa al metodo col quale si mescola dircltamenlc l'anlt· setlico e il liquido di coltura. Di fallo , questo liquido con· tiene spe~so ammassi voluminosi, gladioli di microbi dtl quali la. parte interna e la esternA non subiscono la stes,a azione.r È chiaro che la causa d'et-rore polrA esset•e sopra!· lutto attivissima con gli antisettici che deter minano In for· mozione di un preciritato albuminoso come si r 1scoutro o~ sai spesso. Inoltre Geppert sottopone ·le sue colture, primn di s ludiarlc, ad una fi ltrazione attraver so ad un toppaccio di
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D'IGIENE
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cotone o di capelli di vetro, p.:r eliminare tutto ciò che su· pere un certo grado di grossezza. Ecco, come opera per dimostrare J' inlluenza ehe l'antisettico spiega sulla semenza nel mezzo nutritivo. Dopo aver mescolato le spore di carbonchio, estratte dal bicloruro di mercurio, con alcune gocce d'acqua, ne prende una parlicella d1 goccia e la traspor ta nella gelc1tinn nutr itiva. Agfriunge poi a questa mescolanza mollo solfldraLo d'ammoniaca per precipitarno tolto .il mercur io c he la semenza avrebbe potuto trasportare seco, e da t;>ssa mescolanza riprende una nuova gocciolina cbe dissemina come la prima. l risultati sono differentissi mi nei due casi. Con la gocciolina ch e non era stata liberata di tutto il suo sublimnlo i risultati confet·mano q1•elli di Koch.; cioe dopo 7 manuti •li cqntatto con la soluzione ad l p. 1000 essa non dù luogo a coltura. Ma l'altra non riman e e;terile neppure su il enntaUo é durato più .di un'ora ed c pure avve nuto, una volla ~u cinque prove, che le spor·e, liberate da ogni contatto col mercurio, si sono rnoslrate feconde sebbene f'OSIWr o rimaflle 21 or~ me!;colate con ranLiseLlico. Adunque le spore di carbonchio resistono mollo di più all'azione del bicloruro di mercurio, di qui!IIO che non si fo"Se creduto finora, ed è chiaro a priori che noi ~o.remo esposti a sot·prese analoghe con gli altt•i a ntisettici. Né si può dirA che l'elfello di questa causa d'errore si<t tanto più gt·ande quanto ptu l'antisettico e polente, perchè lulw è relativo. Se un filo c:lae esce da una soluzione di sublimalO ad 1 p. 1000 tra sporte quest" con sé, malgrado illavamento al grado ù'1mpedire lo sviluppo ùi spore attaccale al filo . è p1•obabile che uscendo da una 110iuzione di acido fenico al 5 p. 100 lJ'asporti con sé 50 VOitt> (' d uu' d'l questa sos tanza. la quale imped•r ù lo sviluppo d1 ett.e "-pore. sebbene !>ia meno attivo del bicloi'III'O. È dunque certo <'he in lulle le esoer ienze fatte sino ad ot·a (• stato so:~P(lOslo, in propoPzi~ne ineguale, l'effetto ùell' i'mulet•sionr• d ~na durata conosciuta in un antisettico e l'eiTetlo Yariabilf' / la.durata ignota che esercita la piccola quantita di antisetlcn tntrodolta nel mezzo di coltura. Conclus iono: è neces-
230 ;sat•io eliminare questa sorgante di errore, se voglionsi otte· nere rìsullali esatti. Ecco qua una nuova sorgen te d' ìnce ,·Lezza. Noi abbiamo sempre ragionato finora come se un microbo ros;:e sempre simile a s~ stesso, poslo a riscontro con l'influenza che subì· sce per parte degli antisettici. Farebbe ben mera viglio che non fosse così. I m ict·obi di una stessa coltu ra pura resistono mollo diversamente al calore, alla luce, a tulle le influenze nocive che si sono falle agire sopra ess i. Non v'lui alcLma ragione perchè non avvenga lo slesso con gli antisettici. Di fa tto Esma,·ch, cercando di ~ piegare le conlriHldizioni dei ri· sul tali di Koch e di quelli di GuLtroann, sulla resistenza dellt· spore di carbonchjo r·is petto alle ~oluzioni a l 5 p. 100 di acido fenico, le allribw a differe nze nella nalura delle sr-ore. alcune delle quali morivano dopo 4 giorni di contàtto con delta soluzione, ed altre avevano bisogno di 40. Frtinkel vide a sua volla che ()uesta. re!:lislenza era una prop•ìetà er editaria di razza e che s i potevano ollene r·e razze presenta nti quasi costAnza solto ()UGSto rapporto. Egli ebbe naluralmenle cura , nelle sue e!'perienze, cbe vedremo in appresso, di scegliet•e la razza più resislenle, capace di sopportare pi ù di 40 giorn i di azione di UJ18 soluzione al 5 p. LOO d'acido feni co. Secondo quesle p t•ove, la slessa razza cort•ispondova ad una J'esisleuza di 40 minuti nel sublimato a t p. 2000, di 20 minuli nel s ublima to ad 1 p. 1000. Le differenze, che si riscontrano ancora fra i Jh·ersi io•li vidui di una stessa col tura, non sono sprop01•zionate o •1uelle che si possono osservare nell'azione rlella luce o del calore, e benché a p riori noi non abbiamo il dirilto dì ammettere che la g randezza della resistenza sia pr oporzi.onale alla sua d uraln, basta che essa sia variabile p et• fot•ci congscere una ca usu d'incer·tezza c he ba cer·Lamente influito nei lavori anlicbi, ed alla quale rtovranno d'ora in poi sottrarsi le esperienze d'ooUsepsi, perchè siano paragonabili. l risultati che precedouo sulle variazioni e s ui <·aratterì ere· di lari nella resistenza non implicano punto che tutte le spore di q,ueste diverse coltur e inegualmente r·es isten li s ieno j,lt-ntl· c lte fJ'tl Jor·o. Sono le pill r esistenti che :;i Lr·ovano ''i ve dopo
o' tC IE"iE
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eiaseuo saggio, ma le dose d'an tisettico che le ha lasciate vivere ha potuto uccider·e, uella stessa collura, spor e meno ben prolette. ~un punl.o ché si dimelltica. tr·oppo speS!'O quando si parla della virulenza eli una collur·o. La vir·ulenz.a spesso noo ,\ dovuta al rt~tlo della coltura nel !'IUO in:<ieme, ma ad alcuni estoeri che la compongonn. In ogni caso, queste differenze individuali, che si rilevarono alLI·o,·e,r•it~ppar iscono nelle prove di Gepperl. Quanto piu si prolunga sopr a una data eollura l'azione di una certo dO!>e d'antisettico, tanto piu e((li vide diminuire la cifr·a di colonie ottenute col suo metodo, cioè trasportundo sopra una gelatina nutritiva una stef'sa quanlité di semenza trallal.a con un solruro alcalino. La morte nou é dunque qui un fenomeno tsl.antaneo, poiché lo diverse cellule muoiono a mano a mano che sono colpile. La rassomiglian za fra gli effetti del calore e quelli degli 110Uael ti<'i prosegue f'P. porlasi lo studio sul ler'l'eno clelia virulenza. Rome l1u dimo~ lt'A lo che l e :«pore rii bn tterii, lrallale r.ol calo!'O, avevano in appar t>nza perrlulo lA loro vit·ulenze, perché nfln uccidevano gli animali ai quali s'inocula•ano, ma ess6 non li vaccinavano e l e loro colture ritliwmvano tosto v1ruleote. Non v'era adunque vera attenuazione. Le spor~> di carbonchio, lrallale con gli unlisellici ed inoculate ad animali !"ensibil i, sembr ano ancoro t·imonere innocue, e si riavvicinano cosl allo spore ind'ebolile ùoll'azione del calore. Ma Gepper l dimostra invece che esse uccidOJJO benillsimo l'animale. al quale sono inoculalt>, se si sba razzano prima del sublimato da cur sono avvi)Jle col solroidralo d'~mtnt>niaca. La ragione che impedisce loro di germogliare ner Les'luti dell'animale è adunque la sL~>SsR che impe1liscP loro di moltiplicarsi in un nuovo me?.zo nutritivi). Accanto alla loro deholezza a~;quisita , vi é l'azione dell' anlisotlico che le accompagna, di modo cbr• quando s"iooculano in soa.penllione nell'anlisellico per aumentare l'azione di quesl'ul~rno, ~<i llO!Isono a ve r e disinft!zioni in apparenza rupidissime. 1 ratto, bastano talora uno o due minuti d1 conlallo delle ;~re con una soluzione di sublimato ad 1 p. 1000, perché P~oculazione ùella mescoliuiza ad una cavia rimanga senza etto. Ma se, dopo un'ora di conLollo, si elimina il sale
RIVfSTA
mercul'iale pe1· mezzo del so lro idr~.:~lo d'ammoniaca . lo >"poro ritornan o virulenti. Gepperl ha vi~to che esse uccidevaM una cavi11 anche dopo 24 Me di contatto con l'antisettico, ed aiiOr l!, cosa sinf!olare, che esse nnn potevano p1ù !!ermoJ.tliare in un mezzo artificiale Alla gelatina, nel quale si eraM dissemi11a te. V'è in qucsl'nllimo risullalo, che si è (H'odotto pii1 volle. qualche cosa di parados!'iCo. Si comprende clifficilmcntc come una spora che può sv1luppa1'!H in una cavia malgrntlo la r~'· ~istenza ,·itala, non ~er·mogli più io un mt>zzo inerte, se •lue· sto mezzo è con venienlemente preparato. Da quHnlo si t\ venuto Ilo qui riassumendo, ~< i può conchiuùe1·e che "l l'ichiede un te1npo mollo più lungo Ji quello cbe non c:i !'8· l'ebbe ' phtuto credere. percl11'> la spora ~li ballerii, esposta All'azione eli uu anlisellico, dh·enga l'esimente inc11pace di lli'Cidel'e un animale. GI!Pr•ei'L non ha pro v Alo se i suo1 Ani· mali cb e Avevano sopra vvi::<sulo erano oppur no vacciuall, <-d egli non dicP chia1·ameute che non v'è alteuuaziouf', me 'luando si wdouo spor·e produ rre ancora collur e virulente dopo 8 1ninuli di contatto con una soluzione di sublimalo ol mille~imo, ::r ò condotti a pensar e chA non vi ;:ia !JiU Alte11118zione ver·a qni se non !lOtto l'aziollo rlel calor e. Per avere specie AllenuaLP, i· nec~s;:aJ'io fare inter venire contemporaneamente la vita e l'aulisepsi, fare le colture in un mezzo leggermente antiseLLi<'(J, come Roux e Chambel'land l'hanno ottenuto col bicromato rli potassio, o con l'acido s;ol· ' fori co. Si vedò quanto si complichi, a mano a mano che noi ci ino!Lriamo nell'argomento, una questione in apparenza •,emplicissima. Finor a siamo rimasti sul lei'I'8IIO dei faLli gene· rali. Geppert ho riscontrato nell'azione dell'acido fenrco & dosi differ•e nti gli efretli att1·ibuiti al suhlimato. Ogni a nti~ ~ eLLico p~· rò tJbbedisce pr obabilmente a 1.-ggi speciali. Questo studio pl'(omelle dunque di complical'si . La sola maniera per raccappezzarci in questo laberinlo è di studiar e quali~ lt>ggi, di cercare di afTerrar·e uo certo numero di tr atti c{)muni e di riavvicinare in Lal rn odo gli antisettici che si l'll5" somi}!'lio.no, di rare i o una parola, nella misura del pot.:sibil&,
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une clas~ifleazion() razionale di questi antiseLlici, rrendendo per guida lo studio delle lor·o pt'oprieta. Non é necessar io di ajZgiun~ere che un cosl vnslo problema non è ancora r isoluto; è j:tià molto se !'ar·a a'ncora ben compreso. ~eJia scienza esistono alcuni elementi per la eoluzione di e~so, ed è neeel!sario mellero a riscontro gli uni con llli altri. Nell'impossibilita Ili parlare di tullo . sat'à eeeito nn certo numero di sostanze delle quali alcuni lavo r·i rerenti ci permellono di formarci un concetto. Cominciamo dall'es aminare il gru ppo delle sostanze alca· line, polassa, soda e calce. È nolo che es;;e figurano, !'Oilo diverse forme, nelle prescrizioni di numerosi consigli d"i~ìe n e e di numerose commiss ioni sanitarie. L'imbiancamento cou la calce i· ritenuto da lun ~o tempo come un mezzo t>ccel lente per la djsinft>Lioue de' muri, e da lungo tem po aucora Virehow ed Raussroann, oellnro studio sul pr-ocesso Suvern, haono dimostrato ch·e la calce possiede la (H'op rit~ tà d'inglo· bare i microbi di un'acqua di lulrina nel precipitato cbe es"a vi torma. Inollre ave,•ano osservato che la dil•infezione eos1 oUeoul& era passeggera e c he l'acqua chit~rill cata, di uuovo st ripopolava di germi. Dal canto suo, Koch aveva tro w.tto l'acqua di calce pocbiss imo effica ce sulle r; prl rt~ di carbon· ehio. All'incontro, Liborius aveva veduto che alla dose ori· glnaria di 0,007 p. 100, la calce ster ilizzava in 21- ore un'ac· qua che racchiudeva per cent1metro cubico, un milione d1 germt della febbre tifoidea e alla dose di 0,024 p. 100 un'ac· qua contenente per <'enlimetro cubo 12 milioni di !!ermi del colera. Questi risultati divers i hanno fallo "tudiare nuovamente l'azione dell'ac(Jua di calce e lo stesso Jaeger vi h~ consacrato un lunghissimo lavor o. Questo lavoro ha per iscopo di trovare ml.'zzi di rusinretlone rapini, applicabili nella pratico ed efl1caci. !.;imbiancamento è uno dj 'tuesli mezzi ; ma esso s i adopera d'ordì· na~u) t'.Oolro microù1 variatissimi, quali possono \rovars! o 1101 muri di un o.c;pedale, o sulle pareti di una nave. Jaeger ha rornpreso che no n si sar·ebbero potuti olleuere risultati Proficui se non allonta nandosi, au questo punto, dalle con· '11t ioni della pratica ed operando invece s n s pecie di microbi
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RlVJST.A
delet•minati. Egli imbeve un filo con una rollurA pura, lo pone sopra un'assicella di legno e, dopo averlo ratto asetu· ~are, lo tr·atla per '1, 2, e :i volte con l'antisettico u divo~ dos1. Dopo un certo tempo di contatto, riprendP il filo, gU fa subire una lavatura rapida, e lo immerge, mediAnte un coltello s terilizzato alla fiamma in un mezzo di coltura ~emt· solido , gelatina o patata. secondo i casi. Lo r iporta in un allro punto allo scopo rti ottenerne una coltura. Se il mi· crobo studiato è palogeno, fa a ncora tentativi d" mr.culezione. Questo metodo no n é del tutto esente da critich", rome lo ha dimos kato Geppert. Il lavameoto può es~erf' in::<ufHcientP per eliminat•r. l'azione delrantisetlicn n el mezzo di coltur a . Inoltre nel lavoro di Jaeger si trovano troppo pochi ragguagli s ulle condizioni sperimentali che non sono senza imporLfln;~,a. Non vi si trova, per es., alcuna Mser\'11· 1.ione lermomet•·ica. Ha fatto le esperienze iu estate o ìn inverno 7 Siccome però i suoi risultati sono comparativi E'd e~ll bA ~ ludialo con lo stesso peocesso microbi varialisstmi, cosi le SUC' conclusioni presentano una certa importanza. Jaeger ha tra ttato le sue coltu r e con latte ùi calce fatto C'On lt·e di vet·se ~oluzioni, cioè ron J parte ùi calce pl'r 2, 5 e 20 parli di acqua. Il primo era pastoso, il s econdo spe"so, il Leno Joue chiaro. Ogni filo imbrattato di coltura era sol· toposto ad una o due lavAture in generale ud eguali inler· ''Alli. La coltura fu eseguila due ore dopo !"ultimo lavom••nlo. Per bt·evità le tre soluzioni di acqua di calce saranno 1111.h ca le con le lettere a, b, c e per gli esperimenti coi ù1ver~<i balterii s"indiche1·à quale soluzione fu n ecessarto per ucci· cl erli ; il numero accanto alla lettera indicbera gli s ll•nli di lalle impiegati. Cosi a e 2 b per il micro-coccu.'l prorii{tio.~u..' inJicherà che so no s tati necessari per l!ccider lo o uno !'lt--al•l di latte di calce a, o 2 ùellalle b, a due ore di distanza ; e cltl' 3 s trati di latte c non sono bastaLi per sterilizzare il (llo. P••t' ciii elle si t·ifer isre a i microbi paLogeni, i dati della lavoln sont1 quelli che impediscono il s uccesso delle inoculazioni sull'Ani· male vivontr.. Non vi ~ono allre eccezioni che per lo sfat1hilo-
D' IGIENE
e«:e.U pyogenes aureus e pel bacillo del ltfo, che "'OliO trattati come i microbi non pato~eni. Ciò premesso, ecco la ~in tesi dei risultati: Mie. prodigiosus l a o 2 ''· Mie. aurantiacus ~ a. Fermento rosa. 2 a. l a. Mie. tetragenus 1 a. Staphyl. pyogenes aureus . 1 c. Mie. .!el colera dei polli . . t c Mel rosso dei suio1 l c. P~~te porciPn (Loeffler Schulz) (Bang) l c. Id. SeUicemia dei topi t a. l a. Bactlli del tifo . . . Bacilli del car·bonchio 1 a. Le spore di carbonchio ed il bacillo dello lubet·colosi non sono divenuti sterili neppur e con 3 s trati di un lallc ror·malo di parli eguali di calce e d'aequo, e dopo 2i ore di ron latlo. Q~aeste due specie adunque si mostrano assai t'esistenti alla
calce. Le soluzioni di pot.assa ad 1 p. 100 bastano pet· ucciclere, 118C0ndo Jneger, i miet'obi del coiPra dei polli, del mal rosso dei suini, della peste por•cina e i bacilli del carbonchio ùopo llb' immersione dei relativi fili da un minuto a due ort>. Fu necessaria una soluzione di ì, 5 p. 100 per uccidere i batlerii della m01·va ed il micr. telraaenu!!. Le spot·e di cat·bonehio non sono con certezza uccise da questo liquido fortemente alcalino ed i bacilli della tubercolo~i vi resistono. La soda s i comporta come lo potasse alle stesse dosi. Questa relazione non è esattissima. pet·cb•' a causa dello tlifr~renza dt equivalenti, una soluzione di soda a l p. 100 ~~ ~~rea una volta e me zzo più alcal ina di una soluzione di polaesa allo stesso titolo. La soluzione di ca rbonato di soda al 5 p. 1000, impiegata come ra soluzione precedenle, uccide il microbo del colera dei polli e della peste porcina. Bisogna aumentare la euerlria della soluzione sino a 2 p. 100 per uccidPre i bacilli dol llla1 l'Osso, a 5 p. 100 per il mtcrocoecns tetn'l{JCilus ~d il
.236
RIVlSTA
bacillo del carbonclùo. Infine, con una soluzione satura a 16 p. 100 circa non si riu<~ci ad uccidere le s pore di carbonchio e il bacillo della tubercolosi. Come s i vede adunque le spore di carbonchio ed i bacilli della luber·colosi resistono mollo agli alcali. Catrame. - Secor1do Koch non uccide le spot'e di carbonchio in un filo di seta neppure dopo 20 giorni d'immers ione. W orOJ1ZOff, Wino grt~dotr e Kolesnikotf, al contrario, avevnno vedulo le dette spore morire dopo 20-ùO m inuti di immet·sioae,nol catrame. Allre volte invece a vevano resistito 2t ore. Queste cQntradllizioni sono dovute al la composizione diver an del catrame ed alla diflìcc.ltà di metlerlo in coalalto col pt•otoplal:ima della spora. Jaeger trova che un minuto (l'immer sione nel catrame di legno o nel calcarne di olio, di un lìlo impregna lo di m icr•ohi, c che in appresso si lascia dìsseccar·e, uccid e tulti i microbi palogeni. da lui s tudiati ec· (•elluate. le spÒre di carbonchio e i bacilli della tubercolosi. Questi ulli1oi ret>is lono al catrame di olio, ma, una \'Oila su due uon banno !nfelta~o l'animale al r1uale eranos.lale inoculate le spore dopo che erano s tate traltaLe col catr·ame di legno. Quest'azione d el catrame sopra un microbo lanl(l r esis tente ci conduce 11llo studio dell'acido fenico e dei s uoi ùi· versi composti, appartenenti lutti alla s erie aromatica, che si LrovarlO in maggiore flbbondan7.a ne l carbono 1li legno anzichè nell'altro. Schill e Fische1' hanno ,·edulo che una soluzione al ;, p. JOO di a cido fenico del commercio distruggeva, dopo due giot•ni di contatto, la virulenza dei baciIl i eli uno sputo. Yer·sin ha osse•'vato che bacilli immers i per 30 secondi in uun soluzione d'acido renieo al {> p. 100, oppure un minuto in uua soluzione aU' J p. 100 non er·ano capaci di popolare un buon mezzo di c<Jllura. Questi t'isullati sono stati confer'ma li in appresso. Di fatto Jaeger vide che, dopo un minuto ti' i•nmersione in una soluzione al 5 p. 100 di acido fenico ilnpuro, Je colture di tubercolo si non erano più capaci di contagiare l'animale al fJUale erano inoculate. Ma, cosa singolare, esse pestavano vir•ulen te dopo 'un'imme r s ione della. sles~a durata in una sol uzione al 2 e 5 p. 100 di una me~co lanza di aciùo
o'JGIEN E
renieo con l'acido solfor ico o con l'acido clorotdr ico, secondo la rormola di Laplace. Al contrario, in flUeste diverse metJCOianze, gli escr eali tubercolari erano del tutto dtsinrettati. Una soluzione contenente ..s, p. 100 cracido fenico impuro e 2 P• t OO d'acido clor oidrico uccideva vu re, tlopo un minuto d'immel'lliont>, spore di carbonchio. Benehè vi sia qualche cosa d'irregolare in tulli questi l'Ì· sullati, pure non sono meno concluJenti per dimostrarci che noi siamo in possesso di un mezzo di uccidere, rimanendo nelle contlizioni pratiche, le spor e di carbonchio rd i bacilli tubereolari, forse spor ifer·i, cbe finora sPmbravano •·esistere a taio. Inoltre, non è meno interessante il conoscer e che q\ltl&a proprietà sem bra appartenere a diversi corpi ùella eerie tlf.omatica, perché si riscontt·a pure nella creolina e Dtlla ~olina. ~;creolina è una soslauza posto primiPr ornenle in com· llltNio da P earson, il quale non f~ce conoscere il modo di ~1'8zion e. Secon do Fischer sarebbe il residuo della fabhrloulone del fenoli o per distillazione del catrame. Esmarch 111 qduto che i bacilli del colera perivano dopo un mioulo !Jmersione in una soluzione al 1/2 p. 100; lo staphylococ• aureut~, dopo ~ giorni d'immer~ione uella soluzione a l'j. 100 e che le spòre di carl1onchio resjsle,·ano a 20 giorni di soggtbrno nello ~oluzione al ::> p. 100. .Jueger con una ICIIUZione a 10 p. 100 vide che 1 ~ sporc di car bonchio non erano uccise dopo un minuto d' imm e r~ion e, mo era distl'Ulla la \'lrulenza del bacillo lul>cr colare 10 colture o negli sputi. Uaa soluzioue al 2 p. 100 non ha effello costante sui bacilli delle collure, ma dislr·ugf{e gli altri. La soluzione ad 1 p. 100 è inerte su tutti. Fot'Sler hn pa1•agonalo a lla cr eolina di l'earsoo urùlllra cr~olina avuta da una fabb1·ica ù'Amste•·da~n ed ha r iscontrato rhe si rassomigliauo mollo per la loro vropriei:'J. Dopo la creoliua si può mettere lu ct·esoliuo, pochissimo CIObosciuta, ma che ò della slessu fam iglia. Le soluzioni al IO p. 100 r ispettano le spore di carbonchio e i bacilli tube1· · Colari dopo 1 minuto d' irmnersione, mu tlistrug~:ron o la virulenza dei bactlli degli sputi. Dunque nel gruppo dei de r h·ati dol catr·ame si trovano le
RIVlSTA
sostanze che e"'er·citano un'azione sul bacillo tubercolart. anzi alcune sembr·ano piu attive !:>Opra esso che sulle sport di carbonchio. Senza dubbio, non mancano conlr·addiziom. dovute forse alla presenza o <'ll'assenza di spor•e ner bar.ilh tubercolari che si sottopongono alla dismft>zione, ma anche leneudo conto di lulle queste discorJanze, la conclusione che risulta dall'msieme dei ratti precedenti uon è weno va· !ida. Il bacillo della luber•colosi, Laolo resislenlo cou gli alcalini, é all'incontr·o sansibile all'azione di alcuni corpi della serie aromatica. È quindi il caso di passare in ri~\'isla quesl"o••dine di anli· settici, prendendo per guida uo otlimo lavoro di rraenkel, nel quale il microbo di prova é precisamente la spora car· boochiosa lan lo resistente, capace di so3tener o 20 minuti di soggiorno in una soluzione di sublimalo al~1 p. 100 c 40 ~·orni in una soluzione di fenolo al 5 p. 100 Da questo risultato, come da quelli olle:1uri ùa Kocu ~i può conchiuder·e che il fenol o è una sostanza del ~u\lo inerte sulle spot'e di ca1·bonchio. Laplace lo ha r eso più attivo me scolandol o con volume eguale d'acido solforico. LA temperatura si eleva durante il miscuglio, che t'imene liiJUido e f'ciropposo. Se, al contr ario, si raffr edda 10 modo da prevenire qualunquc> ri scaldamento, la mescolanza si r appr.. nde in 10assa e forma acido feoil-solforico eire cristallizza. Fraenkel ha studiAto le soluzioni di J p.100, 2 p. 100 1' :> p. IOU ù1 cinscuna di que~te flue 1nescolooze cotnparutivamente o. l"ol uzioni !'imi li di acido crlofe~til - solforico, e paraftlnii·!'OIrorico. Ecco la dut'ala ùel tempo necossol'io pet· stel'i liu.ore· un lìlo impregnato di spore, mantenuto immerso in ciascuna di que.;;te soluzioni: l (1. lOO
'i (1. 100
3 Jl. 1&1
Acido fenil-solforico preparato a ft·edòo più di iO gior ni 40 giorni 3 giur·ni. Acido feoil-solforico 10 _gior·ni. preparato a caldo id. id. Acido ot·Lo-fenil-solfori co .... .... 40 giorni i 8 giot·ni 3 A'iorni. A ci do pa1·a-feni l-solforico . . . . . . . più ùi 40 giorni, più di 40 giorni, 12 gior·ni.
239
D'IGlKNK
Ja qunto ti>pecchio sono da fare due osset•vazh>ni: la prima 6obe la mescolanza preparata a freddo è p1ù attiva della me· MOiaaaa preparata a ealdo. La seconda e che i diversi acitlt 01'14 e paro non banno la stessa potenza. T ullavia la 1ot·o composi:.:lone è la s tessa; non ditfel'Ìscono r.he per l'aggr up· pamento molecolare, cioè per· quello delle molecole d'idropoo del gruppo benzina, che è rimpiazzato dai prodotti di eoe&il.uzione, ma da questo cangiamento di dtsposizione mole· colare dip~ndono i cangiamenti nelle pr·opt·ietA antisettiche, nello &lesso l~m po che si vede nelle inle1·esl"anti esperienze di Grimeux che la produzione di matel'ie t.:oloranti bleu è il privilegio di uno dei gruppi mela. orto, para, con esclu· 1100e de~li 11ltri. L'acido orto-fenil-soirorico e I'asettolo. Il ueppe, che lo ha studiato solto questo nome, lo preferisce all'acido fenico, come meno caustico e più solubile nell'acqua, 1na paragonando i suoi risultati con quelli di Koch, non In Lrova superiore come dis infettante. Fors e ciò dipende dal fatlo che non erano identiche le spor e di carbonchio su cui esper imenta· 1'000 i SOpranominali scienzia ti. Questa !'UpOI'ÌOrrlà al COD· lnrio evidente nei saggi di Fraenkel iu cui il paragone e stato i~tiluito con le stesse spore. Se ora ripeliamo gli stessi saggi con mescolanze, nelle lteaat> proporzioni, di acido solfot•ico ed acido fen ico Impuro, JIO&eiamo coslrurre lo specchio sef(uent,., in cuì si oggiun· gono o "COpo di riscontr o l'acido fenico pur·o e l'acido sol· rorico impiegato elle stesse dosi :
e
t p. 100
3 Il. 100
Meecolanzo JWeparala 8 rreddo . . . 5:l "'iorni ·18 gior ni Lgiorno. Id. id. a caldo, piti di 5:~ ~iorni 28 giorni 9 giorni Acrdo id . più di 53 ,..." iorni ;,3 gior ni. A . ft•r•ico. puro ciclo solror1co puro id. 53 g1orni id. Basta di paragonare le due prime linee delle due la\'ole Per vedere come le mescolanze fatte con l'acido fenico impuro !lieno più attive di quelle ottenute con l'acido fenico puro, Si vetle inoltre che quest'aumento d'nltivilà del fen olo, èon la sua tnescolanza con l'acido soll'orico, non può esseee
24-0
j
l l
JUVJSTA
spiegato con l'azione dell'acido solforico che da solo è appen; più attivo del fenolo. t dunque necessario ammettere che nell'ar-ido fonico iDI· puro esistano prodotti dotati di un poter e disinfettante a~· periore a quello dell'acido fenico. L'acido feuico impuro éfi t·esiduo della distillazione degli olii lordi di catrame qa ew fu estralto il fenolo ; contiene soprallullo omologlli di quesl4 fen olo, il cresolo, lo xylenolo, il gaiacolo, ecc. Con la distillazione, si separano dalla le miJeratm·a di 1&/ in cui distilla il fenolo, sino a 205", i diversi isomer1 del Cl'e· solo C6 • H', CH1, OH, il quale differisce dal fe nolo C6 , H~, 011, solamen te>, in ciò che una molecola d' idt·ogeno del nucleo benzina è sostiluita da una molecola di rnetile Cl P: è il reo nolo del loluene. Nel passaggio alla loluidina, s i pao ·separare l'orLo , il mela e il paracresolo,. sostanze insolubifl nell'acqua, ma r:on le quali ai possono far e emulsioni al a p. 100 e cbe studiate in questo sLato da Fraenkel, si sono miT strale debolmen te, ma quasi egualmente aHive. Esse distrug• gono le spore del carbonchio in 5o 6 giorni. Mescolandole col loro peso d'acido soiJ'orico concen tralo.& ottengono sostanze ;;olubili nell'acqua, che Fr·aenkel ha studiato in soluzione di l, 2 e 4 p. 100 , paragonandole con la stessa mescolanza 1li acido s olforico ed acido fenico impu1·o: f p. -1.00
' p. l()()
Mescolanza con l'ortocresolo . . . . . . piil di 6 giorni più di 6 ~tiorni 20 ore. ~ giorni 8 ore. Id. col mela-cr·esolo id. più di() giorni lO ore. id . Id. col pa1·a-cresolo Id. coll'acido fe:1 ico impuro. . . . . . . id . id. 2 giorru. L'ordine é lo stesso di quello con le SMLa m:e pure, Hl&la potenza é mollo pliJ grande; essa è a nche :<uperiore· a tutto ci6 che noi al>biamo fin qui veduto, poiché s i ottieue col 01e· taci·esolo in 8 ore, ciò che c-nll'acido feni c·o si otl~ nrva in 40 g iorni. Dunque il poter e tHllisetlico dal fenolo al c r·esolo è au mentalo. Aumeulera ancora cogl i omologhi tlel fenol o ancora 1neuo volatili 1 Sembra di no. Spingendo a l di là di 22il• la dJstil·
o' IGI&NB
Julone da cni ave,·a oLtenuto il cresolo impuro per le l'IUe
esperienze, Fraenkel ha ottenuto Ancora dci p rodotti ìmpu ri, ma la mescolanza tli esRi con raculo solforico si mostr·ava meno attiva di quella pat•te che conlenc•vs g li omologhi del
eretolo. A che cosa é necN•sarto e llribuiro l"aumenlo d'alli,·itù del cresolo prodotLa dnlla pr esenza dell'acidn solforico l Si formano combinazioni cresil-sollor-iche, aualoghe alle combina%ioni renil·solforiche 1 F r•aenkel cr edfl di nn. l~ certo c !te il cl'esolo forma ~li qolfa-coniu p-ali meno facilmente che li fenolo. E certo ancor·n elle sa g-giando gli acidi <:re~il-solforici di•ersi, egli li ha trovati altivi!':simi; però mono alliYi delle meecolanze di cresolo s di a cido solforico sopra sLndiali. Ma lo studio rli 'JUesto problema è difficile, perchA gli acidi cresil·sollol'ici non sono a ncora ben cono~;;ciuti. SoUo Il punto dr vista pratico i falli che precedono hanno evidentemente una grantle itn por lunza . È vr r•o che t.ulli CJ Uesti cresoli sono l'OSlan1.e cart-, però Fraenkel climoslrn che Il possono ottenere q ua~i gli sle~si ell't>lli con una ruescolanza di aciùo solror;co col cr esolo impuro •lt loluidina, che BI trova nelle fabbriche di pt·odotLi c!:imici. In :;ei Ol'e uua soluzione a :> p. 100 d.i questa .mescolanza uccide le Rpo re da carbonchio. Una soluzione a o,o-) p. 100 ucciJo in cinque rnanuti ti microbo delle risipola e•l i i }j.te. pyocyaneus. Una ~flluzion(' a o,:l p. 100 uccide in cinque minuli lo staph. pyo!ll'~ea aureu11. Nell interpr etazione di que;:li r·isultati bisogna 6 ''tdent..mante tenor couto della causa d'errore f:'l'nerale r ile~ala dfl Gepperl e ciro Fraonkel non Ira diminuito, anche operando con liqmdi ben fìllt'ali e limpidi. Il fllo che l'' imrnergAva, in essi trasportava evidf'nlomenle ne l mezzo di coltura una pa rte dell'antiseltico. ~la, anche dopo queste re~lrlzioni, delle sostauze s0r 1o ancoro le più attive cho noJ cono..ciamo.
Per OltEJnl•r·e questi buoni r·isultati col ct•esoln irupu t·o di tòluiolina. bi"ogna e ,·i t& re che la mescolanza si •·iseo Idi CJUIIOd 0 91• prt>para. J1 1 generale l e m e~col anze falle a !'r·eddo $11no piu attive di quelle a calùo. La spiegazione non è rac•le "•Juelln di Ft•op; krl n0n sembNl ~'Oddisfocen le.
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RJVIS'L4
Ma per quanto g ra nde sia l'inlcre>'se pratico di ·quas\e conclusioni, esse ci interessano sopratullo <'otto il punto dr vista teorico, per chè sul l oro polr-re antisellil:O hA mollb importanza l'influenza della complicazionn m••le<'olare de~tlr iso m eri. Riassumendo: lo studio degli i!lcali ci ha ftlllo inll'avwde re proprietà di clasBe, quello .Jei derivnli da l catt·ame di olio. pr opr ieta di ~ener•e: rJuello dei fenoli e dei cresoli1 propr·retà di fami gl ia. Per· l e variazioni individ uali l'Aulor·p r·am· menta uno studio da lui fatto due anni ra sulle proprieta Antisettiche dell' iodofo•·mio. L'autore in quel lavoro aveva dimo:otrato dJl! 1'10tloforn1in e ra un antisettico quando, decomponcndo!ii, pl'oduce,·a dello iodio, ,. che e r·a un corpo iner·te qunudo non lo pr·o·luceva. Fra le cause che pr ovocano questa df}Composiziono la più impor·tanle, seconrlo Beh rin~, è l'azionP l'iduttt•ice dei bal· Lo r·ii coi quali rintloformio entt·a in cbntallo. l hucilli del c~rbonch i o virulento non sono m oclificali dal contatto del· l'rodoforroio, perché essi non spri !!io nano intlo. Al contrario, i bacilli vi t'gola rlel colera sono l'apidameute rrccrsi, perclw hanno un energil-o poler·e l'idullot•f'. L'int!oformio s1WÙ dnn· I(IIC di fH'efe.t·Pn za un "Veleno per gl i anaet·obi, n o rt per· gli ae robi. Resterà senza azione sulle ulcet"axioni ~up e dìciali, o nelle supptll'tnioni simil i a rJnel la che ~:wcompa;.:na l' r11fialll maziooe eri$ip~lalosa, rna in una ferita profonda, di cui l pus è più o menn pu trido, r nan i f•J~lera i suoi b U!Ji l Ì elletti. Ecco adunque un nuovo modo intendere l'anlis•·HiC(l; olli'e quelli <:he per· la loro l'làbi\ ita sono i mmuni da ogni decomposizione P che sono eliminati in natura con le orine. ni:;ogna annovera r•e quelli cl rC', a \l'o,~cot-ren,.a, posso11o sU· bire nel corpo un:: decompo!>izionc eire li r en le alliYr Tale ò l' ioderformio. A Ila. parte opposta sara ner.es!"AJ·ìo collocare allt'i corpi , che, ct~me Jl biclor·uro eli mer·curio, in un mezztl ridutlor·e è capare tl i divenlat•o pr olo-ciOl'llr o c> di pe~~ar!l [Il contrario del iodoformio e nello <:.lesso mezzo, dallo "taiO di corpo attivo allo slalo d.i cor·po inallivo. Noll lool.ano ,la essi, farà meRLiei'Ì se!'bare un po$LO pel Mlolo. che può alli'Over~are inla.lto lo stomaco per antlar·e a decompor;;i nel
a·
l
o'IGtE~E
suoi due elementi, acido salicilico e fenolo, nell'intestino in pazia delle melastasi che vi inconlr·a. 11 salolo, dal canto suo, non può separalfSi dal tribromo-fenolo, che pon si decompone e non diviene attivo che nei mezzi alcalini. lofioe bisognerà rnetlere ·di rimpelLo al lribr omo fenolo i corpi che, come l'ucido salicilico o gli acidi reuil- sol forico, sono piu attiv1 allo stato acido che a. quello di sale. In breve, se incominciando lo stutlio degli anliseLlici si poteva credere di avere innanzi a sé viali adorni di bellissime pian~e, invece, penetrati dentro, si vede che era t:u bosl'O frondoso e follissimo. Per Jungo tem po siamo andali errando alla ventura , ma ora incominciano a Lt•acciarsi le v1e, delle quali alcune si t.agliano con a ltre e ci offrouo alcune viste complesse. Queste ved ute ::<ono anco t·a cvnfuse, non illuminate dal sole di mezzogiorno, mn !';empre inlerel"sanli a conoscersi.
RIVISTA Dl STATISTICA MEDICA l
lt&u.ttque m édioale de l'armée Belge ( 1888) .
Coosla d' un elaboralo Rappo,.to nel qual e sono riassunti e d•~ussi 1daLi principali e di una complelì:l serie di tavole s tatistiche ove sono inscriLu i tlali numerici coi dettagli Lutti ricl~lesli onde riescire a deduzioni complUl.e o sicure. La statiStica militare belaa ha il vero merito di soddisl'at·e arazie alr •o antelligenle ed abile indirizzo da togli dall'illustre ispetl:)l'c generala rr:edico Cé larier , a tutte le ragionevoli e ve1·e es igenze della scienza pratica, benchf. s ia succosa, brev~, F\Ltinl-1"8le.
~·~1felliV"o medio in soldo pel 1888 fu di 4{)961 uomini. Le ammtsstOni neg li ospedali ascesero a 1081:3 (35,87 p. 100) comprese le t·ecidive o ricadutt.H74i), gli individui in osservazione (74:!), i simulalol"i (:'1:1). Senza di questi la media non sa t•ebbo che di 32,62 IJ. ·IOIJ.
2H
RlYlST.-1.
EnLt·ati all'ospedale per armi e corpi: Fanteria . . 3:),97 Cavalleria . . W,33 Artigliet•ia .. . 33,58 27,7H Genio. . . . Amministrazione lba tlagliona) 2:1,:1(} Istituti disciplinari e di correzione. 30,33 Compagnie sedentari e 105,R:! Genòllrmeria. IO, i!l Pupilli . . . . . . ~H.7<t Scuole militar i . . . 7,:12 Malati in camerata (malattie brevi, regime ordinario) ma· lati 46072 = 98,08 p. 100, dei quali:
'
Per tOO nomini
Per tOO mntaU
Febbricitanti
51,05
r,2,05
Malati di chirurgia
43,57 0,19
4~.42
2,89
2,!1:'> O, Il 0,2>--
Granulosi Otlalmici. Venerei Scabbiosi.
0,11 0,2i
=
0,1!1
Gìorrwle eli cur& all'ospedale N. 359736 :H,36 per amrna· lnto = !), 12 per uomo. OegenL1 giornalmente: in medi n = 985,57. Giol'llale di cura in camerata ~. 111720 = 2,38 pet· uomo, 2,'\.3 peramrnalato. • Giornale di cura pei deceduti: in media 47,20. F.siti delle malattie: Congedi di convalescenza N. 1791 = 10,63 per 100 eu· reti: :!,81 per 100 uomini. Con!tedi definitivi N. 550 = 1, 17 per 100 uomini (3i:J ri· formaLi, 69 pensionati provvisoriamente, 97 pension~:~\i defintlivamente, 41 rinviati in base a disposizioni del rr!(ola' monto di 1lisciplina). Le tO tllallie principali che motivarono il congedfunenlo a ssoluto turono:
241)
Ol STATISTICA HXOICA.
Deteriorala eos Liluzione . Ernie. . . . . . · · · · Bronchile cronica e lisi. . . Affezioni organiche del cuore Malattie oculari . . Malullie auricolari. Epilessia . . . . Malattie melltali Incontinenza d'orina .
!)6
67 58 43 29
2.. 21 l ~'>
18
Vaiuolo e caccina~ione: Inoculati 12i91, esiti favorevoli 50,i5 p. 100. Vergtni N. 589, esiti buoni 72,33 p. 100. Vaccinati N. 11434, esili buoui 50,11 p. 100. Vaiuolati N. 768, es ili b11oni 43 ,75 p. 1po.
Casi (li vaiuolo e vaiuoloide N. 21, cou 1 solo decesso.
Reclutamento: Visitati all'ammissioue 1 15V4, inabili 2325, dei quali L'L05 furono dai consigli di t•evisione dichiarati abi li e 'l220 t'imandati .
.'llo,.talità: Negli ospedali N. 1 5~ = 0,40 p. 100 uomi11i; 0,94 p. 100 maiali. Fuori N. 66 (2!) al quartiere, 37 in congedo di convaleeeenza). La bronchite cronica e la Lisi diedero . 58 dece,.si f.a febbre tifoidea . . . . 40 La pleurite e polmoniti 14 • La meningite cerelJro-spinale • Suiddi . . . . . . . . . li •
B.
RIVI STA BIBLl OG HAF ICA - - -:::>«:-
'
•anuale tecnico dell'Infermi ere dl marlua , co111pllato per cura dell'ufficio centrale di sanila del mi01slero •li ma· rinn. dal doll. F ILIPPO F tORANJ, m edtco- capo di l" cla ...!le. L'operella solto piccolu mole cornpi·cnde lullc le un;doni che l'infel'miere di marina deve possedere per dtsimpegnare 1 doveri del suo ufficio, esser e di aiuto ai medici, ecl appre· sla1·e a ll'uopo i primi soccorsi in a s11cnza di c:oRi. La prima pat·le lr alla della ass islctlla ~ go"em o de;.tli in· l'ermi (Servizio d' infermel'ia - Ser v1zio tl'ospcdale - Servizio di bordo - Servizio d'ambula nza). NellA parte seconda si danno le pitl essenziali ed·imporlanli nozioni anatomo- fisiologiche e tratta anche dei s occorsi saoital'i ù' ur·genza (Nozioni d'ana tomin e fis iologia - Male· riali e preparativi per le mPdicazìoui ed operazioni - Le»iooi Lt·aumalichc - ~!orli naturali ed accidentali - Bugni, processi idrotera pici e lei·apeutici) . ~ella parte ter za sono esposte, per quanto può riguardoJ'8 gli infermieri mililar1 di marina, le diverse prescr izioni J'C;;olamenlari e quanlo ha t1·atlo al relativo ser vizio ammini· s lr alivo (Se~oi:io a ter ra: Ser vizio degli ammalali, di c11m· pagnia , distribuzione e dipendenza in ser vizi<• - Reclutamento, avanzamento, competenze. - Seroizio di bordo Do· veri del personale, contabilità e rendiconli, s lalisliCJ!). La semplice sommar ia indicazion e dègli a r gomeuLi tJ·atLati vale a dare un'idea del compiuto sviluppo della matl.!ria; la succ!nta, facile, or dinata esposizione, ne é poi pr f'aìu \'eramente degno t.li nota e che allesta la per fella conostenza, la piena competenza del compilator e Il.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
Harr7.MANN.- Anatomia umana descrittiva e topografioa.
Abbiamo allra volta annunziata la pubblicazione dell'.-1 natomr'a um.ana, d,eser'ittioa e topograji.ca ctell'HaiLzmann, traololla dal dott. G. Lnzzoni sulla ~e1•za edizion e tPdesca ed adorna di ben 637 fig ure. Siamo ora lieli di poter aggiunge~ che essa pubblicazione fu ullimota e che realm r nle le promesse furono a t~enu te ... È un'opera vet·ameule completa,
pratiCI! e che altamente si raccomandA alla aLlo>nzione <legli studio"i. B. Jlaaaale eU chirurgia di guerra, pt•eceduto da una deltaJ:Iiala est10slzione del ser vizio sanilal'io i n C<lmpagna , compilato dal doll. SE(; HE CA v. l sAcco, tenente-t·olounello rneohcn. - 2• edizione.
Per cause iJ.tdipf.l11d~n ti tlal uostro buon vol ere, am:i dal PIIÌ sentito fiOslro dover e annunziamo cou ri ta rdo IJ U C~l<i. t>gregia ed utile pubhlicazione, dovuLa od un tlislinto collega, che per la sua posizione come pr·ofessore alla Scuola d'apftlieazione di sanil.à militare, ~i era, con lulla competenza, occupato dell'imporlan te argomento. Premessi alcuni rapidi cenni ~ lori ci s ullu cllirurgia di gu~rra e ~ul ser,•izio in c.3mpagna, l'autore espone la comP188!1& mater ia a modn di lezioni. Nella prima dù un sommario cenno del ser viziQ in carnpagna: nella seconda lralta ùe~la parte direttiva di esso servizio ; nella terza, rJuarta e 'IUJ~ta acce1rna alla narte esecu1 i va (materiale, pet'S(•nale, sezt 1 11 1· <li · !t' ~ . samtà, ospedali da campo); lrella sosta parla Jel servlzto di tappa ; nella settima ricorcla ciò che rig uarda la ~O;I\·enzione di Ginevra; J'otta vu è dedil..:ata alla associazione '~ 18 Croce nossa; l e S'Uccesslve,dalla nona alla. qui11dicesima, !!t rirerl.seono al trasporto dei feriti (a braccia, a bat·elle, in =~~ta~na, coi carri , in feTrovia, per acqua) ; fin~.tlmetl le la C:PIItma tratta dèl servizio in Africa. rnat ~plelano esse lez~oni alcuni specchi sinoUici (per-donale, enltle, modelli di sloli e l'apporti), e Jivet·se oppol'lune
IUVJSTA
figure (sulle div••rse forwe lrrllt>. di barelle, carri maiali e feriLI g-ravi, tavole cùirurgicbe, ecc.). Questi argomenti costituiscono la t• parte del p regevo~ lavoro... Della seconda !J& rle, annunziala !_;ià ùa tempo. uu;a pol'siamo di re non essendoci tln'ora pervenuta. 8. A . PezzoLATO. - Sul modo dl determlnare la nJootb& Jn presenza dell'ammoniaca.
Ricluamiamo l'a~teuz•ouo dei ('olle;:hi chimici l'at•mucish , questo i nleressante lavoro.... . .\ ,.t,·umente raccomandar
bastera notare che ru pubblica lo lestè negli Alli della R. k·
cadt•mia dei Lincei per· rormale racctlmandozinue dei s!lci Canuiz.zar·o e Costa, i quali espr e'-sero'il parer..: • chu tale 1· • vo,·o, eseguilo con ogni rtgore t diltgenza, ru scira dt n•· " lieve ulilità pei ciLimici i quali attendono all'flnalist dei la• hucchi. » A nchti nel camp(l medico-lega lP tal,. slu.lio polt·chbo al'el'! ragione di apprezzevolissime a pplicazioni ~ pcrl'ÌIJ lo a•!li: tJau•o all'altenziouc dei colleghi B.
Quantità, qualità ed apprestamento del v Jtto per la truppa. - Dott. MAF.STRI'.t.LJ, n•aggint'<' medico. -(Esll·all!l clelia Rioista Militare Italiana, 1R!-~)ì. L'e~:-c>gio collega non é rlltOvo a sirnrlr studi: l'attuale IalO~ fu inspir·alo al desiderio di lJ·attare la queslionP giu!'l8 le p recenti teorie relaltve eù in applicazione alle ull rme nostre!"' golamenlari pt·escrizioni sulla materia. Lescialeindisparte le '-'peculazioni del Liebig, del Pa.vcn,e · che stabilivano un cr•ilerto insutfkiente stante lt\ troppo 8$.~ Iuta teoria di distinzione degli alimenti in pleslict e respirat~r si attiene al ct•itet·io sperrmenlalo, cioò desunto da molto r:· met·ose ed autorevoli os~crvazioni sui modi di alimentazloa• praticamente usati ..... E un crilct•io utile, ma empit•ico a ciò stesso alla parr dell'antico discutibile. Ma raulot·e 'i "1
.r·
BlBLTOGRAF!CA
tiene; e lo doveva neU'intento di disr utere la l'(ueslione dal punto di vista at!tuale della scienza. Stabilisce co~ l e medie normali per lA composizione della razione giornaliera ada~la per l"adulto sano, io condizione di lavoro mcr)erato, fatiéoso, eccessioo, e le applica allfl alimentez.ione del soldato. Le razioni nostre r egolamentari sar•ebber·o le s tabilite dalla Circolare X. 128 del Giornale Miltlare Ufficiale, parte 2• del 1886, eù esattamente ripl'odoLle dali" Atto 271 , Hl dicembre 1889, Giornale Militare Ufficiale, par te 1•, P" l R. Decreto che approva il Regolamento pel servizio ad econom ia del pane, viveri e fora ggi dura nte l'anno 1~90. Quesrullima disposizione stabilisce che dal 1• gennaio a Lullo dicembre 1890 la composizione delle r·azioni 110rmali sia la seg-ue11Le: Pene = raz ion~ di gr. 750 (abburattalo al 20 p. 100). Viveri =
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Ratiouu thm N. 't
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in marcia Pasta fina o riso . Lardo Sale.
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lnoltre: ~lOO distribuzioni di ca !l'e (1-00 ai pontieri) all'anno, ed una ùisl!•ibuzio ne strao rdinaria per ogni 2 g iornate di aceanLonaménto o di marcia 110 g r . di caffè e '1 5 di zuccaro per razione). Jl caffè deve essere prefel'ilo al vino; però dislribueJldo il vino ogni razione si calcolerà come due di caffè nel computo delle razioni a11 n uali. Raffrontando le razioni regolamentari colle no rmali tro,•a ~~
l
il 1• tipo dj guarnigione e di accantonamento so~ o per valore nu~ritivo adatte al rnodeL·ato lavoro (vita di guarnigiol'te);
250
ti l
RIYIS.T A
il 1' Upo di marcia f~ insufficiente . .... Necessiterl"bbe elevare la carne di 50 grammi; le razioni del 2• tipo sono assai infer iori a quella del i ' tipo; pee correggerle bisognerebbe elevare alquanto la quantità della pasta (~r. 50) e del lardo (gr·. 10); il 2o ~ipo di marcia pe!' ridurlo normale dovrebbe aumentarsi notevolmente (la car ne a 100 g r., la pasta a 200, il lardo a 20ì; finalmente il 3• tipo, di ma1'cia, dovrebbe pure rnodiftcat'si coll'aggiunta di gr. J5 di lardo, oltre una galletto (%!1'. 200), per i g ra vi lavori (grandi esercitazioni) ed inoltre aumen· tando la carne a 500 gr. per farne uno sufficiente razione improvvisata di guerra. Tutte queste asserzioni l'aulore convalida con specchi indicanti i risultati che si ottengono o si 'l(llteri'ebbero colle sug$!erite correzioni. Conclude: potersi ritene1·e che, per ora, nel nostro Pser· cito non esista pt•estahilita una ben intesa razione di guer'l'a ..... La di!Tet'enza colla ruzione 11ormale teorica sat•ebbè l'onsi· de rev oli~sima.
E sug,l!eJ'isre, almeno addomba·a, qual polrebbe essere la nostra razione ùi guel'ra ... .. S'sppoggia al Molescllotl ed allo Seindler; e ne Lrae però una razione che non é nè quella dell'uno, nè quella dell"allro, ma Ja media eli entrambi, c dico che pu6 csset•e accellal.a con fiducia. Tutli i daLi dellagliati sovra espos ti sono l'iassunti in uuo specchio (A) a cui ne m ette ìn J•iscnnlro un a!Lro (B) F:nllo costituzione delle razioni militari negli altri grandi eseJ•ctli europei.
Rcuioni speciali. Viveri di riserva: Galletla g r. 400; carne in conser·,·u g1·. 220 (185 carne, 35 succo gelatinoso), coll'aggiu~l u iu guerra tli gr. 25 sale (elle in ver·ila é una riserva, mu no n fa parte della razione di rise1•va, od almeno non si auope ra che nel caso vogliasi, riscaldandu la car·ne nell'acqua, ottenere una specie di brodo nel quale inzuppare la galletta).
BIDI.JOG RAFICA
351
Tale razione é pero ins ufficiente, c bisogner ebbe per normalizzarla in caso di guer ra agg1ungervi una terza gallella (gl' 100).
A dimostrare del resto le ollirae qualilò della •·azione di rleerva ella per J'affronlo quella ùei pt·tncipa li eser citi, tolta dal K.im (t). RGsionè d'Africa ..... La lrovn egr egiA. RtUione d'imbarco e sba,.co ..... Ricche e rispondenti allo ICOpo. Rtuioni per gli stabilimenti di pena ..... Le ,lichiara non sea1lenti. · Sella 2- parte ~tudia quah !òÌIIIIO gli olimenli pitt adatti a eomporre il vtlto dl>lla truppa..... E ~labi lil!ce ad cno ad uno i diver!'i r elalivi c rìl.eri. cioc: a) Varietà dei componenti; b) dige,tibiltté; c) pt•edorninio della earne; d) necessità di notevoli sostanze grasse; el pr oporzione generosa dei legumi; ./) alimenti nen·osi o Ili ri 'Jllrtnio; y) condizioni coadiuvanti, ed inrlispensabilmt>n le buona qualitil.
Le nostre razioni difettano di legumi e sostanze grasse e dJ Oarietd ..... Conforta le sue osservazioni ron UIIO ~pec chieUo ove è ratto cenno degli alimen ti di sostituzione. Accenna finalmente alle diver·se qualità acces~orie che i viveri in guer ra debbono avere: allo ''al nr .• nutritivo; volume e peso minimi; facile preporozioue; facile e dur•'\'Ole coo~t~rvabilità; di facilo riparti zione; appelili e p iocevoli; di moderato prezzo. Confronta i tipi p1•oposli dol Kirn colla nostra l'azione. ne deduce che per lo meno pur la nos~ra f. ollima. :el~a ~· ~arte lralla dell'appre!'\tamento del v itlo militare, 0 l&r~eta, la confezione ed 11 modo di consumazione delle :zio~i ..... Ed a dimos trare il da rare in proposito ripo•·ta et KlMJ diver ... e notizie su quaniCI pralicn~i nell'eser cito te-
llle~ llt!l'l\, non rsattnmC'nle, r he la carne in COII SPn tt. ,. da no1 Jln'PJrat:~ c~; l
'ltlbeu dJ AI\JWrt..... Tutti i metodi ri~IJIOOil a IJU•'Ilo dell'Ailflerl (rhe o::;~idl dillt;J1Jito della ~torilittazione n meZT.o del calore); mn in realla il m••t(>tl•l d:t noi
"una mod lllo•atiooo nl metodo MI Fastit•r.
252
RfVISTA
desco in tempo di pace, ed i menu s ettimanali dall' proposti .. ... E trova, anc!te tenuto conlo della spesa, cha sarebbe luogo a far qualche cosa di meglio di 'quel ehell!l si fil a nche da noi; per il clte sr richiederè bbe non de. platoniche raccoLOandazioni, ma una effetliva ed efficace~ golamenlazione. Qui accenna alle condizioni ben di vers e di pace e di guem sul proposito, mostrandosi, a nostro giudtzio, mollo Oltmisl.a e di facile contentatura, massime perchè egli sle&. accenna alla possibili Là di f':lir mollo, citundo e~e mpi slnuieri. Paela quindi dogli apparecchi Ji cottura, delle cucin~1 tnoslrasi, diek o l'autorità dello SchinJler, nomi<~n di qu?· a vapo r e. Pel tempo tli ~uer ra accenna ai tre modi es$er:dali (mar-mille di campagna, gamelle ma .. milte, cucinelll· bili, che dice destina le ad essere la1sciale in disparte). Par finalmente dei refettori, o mense. Dalo CO!:l un r apido cenno delle materie dal Maestrt trattate' nel suo bel lavo ro, crediamo ave~ue pet• r1uas~ meglio da noi si poteva raceomandala la leUura e lo slnil ai colleghi.. ... Ne Lrarranno mollo utile e dara nno còsl·! suo bravo autore il pitt compensa livo ambito premio !W nou facile sua fatica. B.
Orooe Rossa. Ita.lta.na.. - VI Bollettino della. Assootasifll per 11 soooorso a.lmalati e fedti tn guerra.. - Roma.~ cembré 1889. - Pubblicato per cura del Comita lo Cen· tra le. La prima parte com pt•ende le notizie sulla attività e lo st~ luppo dell'Associazione dal luglio 1888 (le anteriori esseo· state lralleggia le nel Boll~tlino N. 5). La seconda parte non accenna piu i no tni dei soci tulti, lt sciandone per islabilita intesa la cura di pubblicarli ad o:111 Sotto-Comitato. Compt·ende a vece la relazione sotilrodr · compilata all'or·a della riunione avve nuta qui in Roma perdr siderio ùelle LL. MM. eJ in occasione della loro visila si tnl'
OJ BLIOGRA FI CA
terJaleeanilario allestito dal Comitato Centrale, per renderne
iDfeli l Solto Comitati dell'Associazione. La per le 'del Bollettino che riguardo le provincie e comuni contribuenti non comprende più che l~ amministrazioni che deliberarono tli contribuil•e per l'anno al quale il Bollettino si
rilarllce. In apposita parte é riprodotta lu memoria dettala dal ComiIliO Centrale all'occasione della celebrazione (oLloba·e i888t del 5' eb'niversario della t'ondazione della Croce Ro!ìsa, colla venione del discors_o pr·onunziato dal Moynier in quella c•rCOI&enza nel bnncheUo di Ginevra. Finalmente in una Appendice ~ono riprodotti : il testo della Commtesione di Ginevra; le norme per associar~i alla Croce R~illtiana; gli indirizzi di Lulli i C:omitali estel"i. Impossibile è t•iassumere le notizie ed i dali che r1uesto ,·olllminoao Bollettino con tiene; nou no accenneremo quindi che lapfiJmporlanLi ed i più salienti. 18oUo-Comitati sono oggi 22 ~1 es!'endosi acct·esciuli di 6!J -~ 2000 nuo.vi soci; p et· gl• aumenti poi degli aderenti ai SolcOComitali già costituili il totale doi soci della Associali-ai eleva oggi a ben 19000. Inoltre si hauno oggi o:J sezionUemminili. .... Esse con diversi meui ed espedienti (feste, 8 PIUacoli, ecc.) seppero raggrullt>llat·e per l'oper·a quasi 78000 llie'e trovar modo di apprestare una ingente qnoutità di materiale leltereccio, biancherie, bracciali, ecc. Dalle delegazioni all'estero furono in,•iale quasi 17000 li l'e. L'aiUvità d~>l Comitato Centrale al t o gennaio 1888 era coeliluita da L. 2,902,239 48 di capitale e da un 111aleriale del valore di L. 697 .20ì e quindi complessivamonte da un patri· hiOiiio di L. 3,r>!l9,446 M3. Al 31 dicembre il capitalo appa1·e diDainulto (L. 2,873,537 27)1 ma il valore poi materiale 6 aumenla&o(L. 958,693 :i4)e qui ndi il pat•·uuonio é salito a L.3,832,13121, C()allll aumento di beo L. 232,GtH· 73. l Sotto-ComitaLi possono ~lar.e su d'un patrimonio di L. 532,000 con un aumento di l' tts,ooo..... L'aumento palrimoniale della As!'Ocìazione nel.:::.sarebbe quindi di circa 3;,0,000 liJ"e, mc1llre nell'anno ente non era sta lo che di cir!'a lt:!O,OOO l1ro.
llf\' I SIA
Gh arruolali urliciaJi ::;ommano a :256 ed il Ruolo oraunico l' tl1cembre comprendeva: 5 Commissat'i delegnti presso le armate (e'lui parati a colonnelli); :t l spellori merlici (tenenti colounelli); ~ l spellori amministrativi (tenenti colonnell i); 9 Medici direttor i d'ospedale (ma:zgiori); li- Dil'ellori di tt•eno d'o~pedale (maggiori). 14 Medici cnpi di treno-ospedale (capitani); 42 l\led ici capi- riparto (capilar.i); 16 Commissari amministrativi di 1• classe (c~pilani); li!l Medici as<>,islenli (lenen ti); 15 C:ommis;:ari amminisleativi di ... 2• clfl~sc (lenenll), 3~ Contabili di l' classe (l enenti); !) FArmAcisti di t• clas~c (lenenti); i-8 Medici Ass i ~tc n li di 2' ~! asse (sollotenenli): 22 Commissari amministrativi di a• clal<Se (i<~ollolrnenlll. H Contabili di 2• classe (solloleoenli); 15 Farmaci.!" Li di 2• classe (sollotc.'nenli); :J6:J totale. ùei quali 179 medici. L n <>umplice enunciazione di tali risultati vale a c.. ustal4rt l'oper osità della Al\sociazione italiana ed il valido impulso che vi ho sapulo dare l'ab1le eù operoso suo PrP.sidenLe, c()adìG· \'&lo dagli egr egi membri del Comitato e dei Solto-Com tali r... gionali. Di es~i ri~ullsti dev'essere lieto il Paest>. or!.!og:lio"" d'aver saputo apporlal't>, a lenil'e i mali della ~u~ri'U 1 el ~c·· eserc1to e per l'umaoilà lulla tan te risorse, che ci au,.:-uria01° ceel'cann, crescano sempre e non sorga mai, se rosse poS$Ì' bile, 1'01'8 dura tli usufruirle ~
BIB.UOGIU.Fl CA
Pror. ERR IGO De RENZI . - ' La ttsichezza polmonare. Pubblicando questo s tudio clinic o r iUuslre pt·ofessore nou intese pubhlicar·e un T r attato, ma si solo occupar si dell'otigml", th•lle manifes ta zioni e della cura della lubercolo~i polmonat·~. specialmen te da l punto di vista clinico, .e quas1 delle ricer che sul pr oposito da lui pt'alicale. Nellil prima parte - Paiogenesi - accenna alla l>inoni· mie, al bacillo tuber colar e, ·al m<>do di penelrazione del r&lativo oirt,s, all'infiuenza ereùitaria ed mdi viduale dtsposi · zione. alla malallia d al pmllo di vista :!ell'az.ione del bacillo specifiC<l 110ncbè dei veri microrganisrni, aliA ditl(weuza Ira la luberc(l:osi locale e la genet·ale. Vieue qui 11rli alle Concftt· •iOAi gen.erali, accen11ando a lla penelra z.iooe ùl i baci Ili allo sviluppv della Lubercolosj. Nel111 seconcla ~arte - Clinica - Lt·atta dei ca rallel·i diugnosUci sicuri (ricet•ca dei bacilli, inoculuzioue a >~co ro diattnoslico); del polimorflsmo della mahmia; 1t'accia il f] ua.lro clinico suo più comune, accennandone i pt•imi segni , i ~ill !omi generali, ed i subbielli vi o nervo!'i, i fu nzionuli, i fisici, le complicazioni, la form a, .Ju rala ed e!<ili. Nella le1•za parle fìnal meot~ - Carre - discor re della cura climatica (mariLlim a, con tinentale. di moulagoa), della alimentare, della coadiuvante (molo <YiJ1nast1ca massatygio bagni, acque), della vacci nica e ha·LL~·uJiogica 'e da ultim~ ll~lle cure specifiche ,e quiudi della cul'ft iulet·ua, de lle tnala ZIOni, della terapia cu tanea e soltoculanea. r e llale, e la chirurgice; l'ultimo capi l.olo è consagralo alla c u ra sintomatica. L'ampia tela, della q uale allltiamo acc eunati solo i sommi ~pi, ditnosh·a quale, in onta alla modesta dichia razione delaulore, sia la grandezza del tema, e l'importanza del lAvoro, chi! dalla nota clinica abilità deil'!Jli lo re, as!"utne tu llo il SLH> prat~co valore. E·ciò dello sarebbe su per fl uo sp·endere paro le per tuvoglial'e i colleghi a prender ue accuJ't:llu cogniz1one.
n.
256
NOTIZIE Oculista automatico. -
(n Progresso, N. 1, 1890).
Coi progressi delle scienze l'automatismo anche si specia· lizza, ed ecco che ora l'lngbjlletTa ci reca un oculi:>la automatico. Noi di1•emo in che consiste questo appa1•ecchio. Consiste ru 22 prua di lenti di convessità e concovila variabili e funzjona così: Si mette l'inevitabile pezzo di due soldi io un'apertura praticata a ques to scopo, indi si pouo il piede sopl'a un peJale poslo alla base; allora l'ap~arecchio si.apre immediatamente a « oista perfetta • e se gua rdando deolro si leggono comodamente i caratteri che vi sono sflgnali, è segno cbe non si ba bisogno di occhiali. Se al contrario si è ipermett•ope o presbite, cioè alti solamente a vedere gli oggetti lontani, si può, girando un manico, far passare da· vanti agli occhi una Se1·ie di lenti convesse graduate fino a cbc si trova quella che conviene. Girando il manico in senso contrario si presenta la serie àelle lenti concave, adatte ai miqpi, quelli che veggono mollo ùa vicino. Si può anche ritirare dall'apparecchio un biglieltino portante r egistrato il potere visuale di chi si consulla, e confi· dare alla macchina, che li tras mette1·a fedelmente, gli ordini per un paio d'occhiali appropriati. ========================================~
_;
Il Direttore
Dott. FELICE BAJWFPlO generale medico. ll Collabora t.ore per l a R .• Mari= a
11 R edac..t..qre
GIOVANNI PET~LLA Jledico di :1• claue
CLAU DIO SFoRZA Capitano medico.
NUTINI FEDER ICO,
Gerenle.
Tnv. l.
T a".n
OPER_-\ZIO~ I CHIRl'RGICHE ST ATE ESEGU ITE DURANTE l ' ANNO 1888
NEGLI STABILIM&NTI S\~IHRI MILITARI
~ ell'uuno 1888 1a chirurgia OIJCrati ,•a mi li tare (Jie1lo una
ampia messe, moll o superiore tl q nelle notate nell e nnve precedenti t·iviste. Le operazioni state mcnziomtW nelle Helazioni generali d~li m-pedali principali e nei rendiconti no~ol og ici mensili di IUllÌ gli stauili menti ::anilari, ~om marOII O a più di l 000, non romprese quelle meno rile,auti che !!iornalmeote orcorrono nelle cliniche chirur~iche . e nnn compri''C n·eppurc le r1dozioni di fratture e di lnsS<~zionl. l loro risultati furono abba:-tanza --oddisfarenti anche nei ca~i pii.J importanti, come ,.., dira lli·currenùone ripartitamente nel modo e secondo l'ordine precedentemente se~uiti. Il numero delle operazioni .-penanti a ciascheduno de~li r.tahilimenti sanitari . risulta dal seguenh• pr·ospelto. Quelli che non vi sono menzionati. o non ebbero n non se;roalarono nlcnn allo operatiyo.
17
OI'EIIAZICI~l I,IUHUHGICiiE
0$l'ed3li t'ti lnf··•·mcri,•
T orino Homa. C•l"erla l•trenze Napoli
~lilan o . Li '"orno . Alessandria Aolof,!nA..
V Ct'O ilQ ~ale t·n o
. Bt'Pscia . lihl'i . . l 11C0 08
•
Venezia • Calanzat•o Novm·a . P tHio va . Messina. Aquila . . Perugio. .
1 . 115fl C Jiue . . !17· Sieua. . . 69 1 Tetolll . . 1 ~~ Pa lt·rmo • <>• PtacenUl . . . . ~1 Inferm erie :<peciali Jcl . a!l Lilio ~:~ Chio:;!gta. 3~" l'eramo. . . 32 He<:lusorio tli Gaeta :30 Piut>r <Jlo . . . . 30 Molll:euisio . . . . . 261 l n rel'OJ. S!JBC. i Jl Bt•t•::;eia. 21 Cagliari. 19 T•·apani. . . . . . . 1(ii· V~uaria.., . . . . . . 16 BRrd. . . . 11 Manlovu . . . l i Pistoia (inret ruo speriate) 1i Nocel'a
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12 MA!'>saua . . 12 ' Fr,.nel:'tt•elle . . o. • Il Reclusorio di Sa,·on ... lO Legnago . . . . o
Casale. . Savigliano
Sl L t>cce . . . . . x Rel!gio Calabria 8 Si r ACU:<a . . . . 6 Acrademia milila1·e . G Collegio m ilit. N apnoli. li i\Icssllla
Gacla. .
Ct·omona . C:htelì . Parma Pa\•ia. GCil0\'8
Amputaazloni .
Le amputazioni rurono 3~. ùelk •1uali: 6 tli coscia; l () di ~a mba ; 3 di braccio; :1 d'antihrac t~io: 't di ossi mela la rsei; 9 di fa lnnt-: i di t.liti.
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SIATE ESEC.UI1E DURAì'iTF. L'A~NO 1888, ECC.
2:)!)
Jmprttazioni di cosria. - Quattro furono motivnle ùa gonartrocace, una da frattura composla e complic:lla di gamh.t. e l'ultima da cancrena secca per trombosi in un convalescente di tifo: le prime cinque eon esito di guarigione. lu sesta con esito letale. Queste operazioni vennero pr·aticale: l nello speciale ci'Aie:;sandria (op. maggiore Corva) pt>r gonartrocace; l nello spedale di Genova (op. maggiore Ile Prati) (h'l" I(ODIII"ll"llcnce; l nello sperlale di r erona (op. ma~giore Caraùlm) per gon:'lrlrocace: l nello spcdale di Firenze (op. maggiore \ inai) per !!11nartrocnce; t nella caserma cl ei c:.wahin ieri reali i11 Palmi (operatori capitano Stilo e Lenente medico di com plemento della milit.ia mobile clou. Lopresli) pe1· traumatismo; l nello spedale eli Massaua (op. capitano Hozwli) per .:ancrena secca. Nell'amputato di Veronr1. essendol'i riconosciuto non del uuo normale il midollo del moocone osseo, r{lre.sto fu sednta ~tante resecato a qnauro centimetri piiL in nlto. Amputa.=ioni di gamba. - Unùici furono fatte per artrorari del piede, due per traumati~mi, una per cancrena senile ed nna per estesa ca rie necroLico consecu tiva a forluiltt ferita d'arma a fu oco nl collo del piede, per la quale quallro me:-1 prima eransi dovuli estrnrre lo :;cafoiue ed il cuboide netTOti7.Z,Lti ( ~lassuna) . Tredici riuscirono od esito di rruarioione e due furono se. I!Utl& da TllOrle, cioc quella motivata da cancrena senile ed ~na delle due state falle per traumatismi. Quest'ullima fu pratrrata in un borghese (mnralore) stato ferilo nel c.rollamento ~
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OPERAZIONI Cl:ilRUR GICHE
tl' una casn in "ostruzione e trasportato per i primi soccoTsi allo spedale militare di Roma ( l ) con molt eplici gravi lesiooi. Oltre a ciò, nno degli ampntali per podartrocace. òopo es~e re gwwilo dell'operazione, morì poi per· tubercolo,i. Le amputazioni di gamba ven nero }Watic:He: 3 in .\.le::.sandria (op. maggiore Corva); l in Parma (op. tenente Boccia); in Genova (op. ma~giore De Prati); in Ancona (op. maggiore Pascolo): in Chieti (op . maggiore Pt·anzalaro); :3 in Roma (opel'atori tenente colonnello Hicciardi e maaaiore Di Fede)·' ne 11 i n I)erugia (op. ma~giore De YI :u'lino): l in .Mi lano (op. maggiore ealderini); 2 in Napoli (op. capitano Sciumbata); l in Cava (op. maggiot·e Do Renz1); l in Bari (op . maggiore Yicoli ); l in Massaua (op . cap itano l3ozzoli). A/llputa:ioni di braccio. - l ' na fn pr·aticata in Torino (op. maggiore n andone) per carie del cubito e dell' omero. contro ~ui erano riusciti inutili il raschiamento e lo ~nwts mcnto degli os5i. La seconda fu it~Lta nello spedale di Homa U) Com.: fu n~C<'IIIlato nella l•rer~dL·ntc d visi~•. ;•Il<> ,;putlaln milit~t·• di nonll rh-orrono P•'r ttrgeuti soccor>i molli ammalati f~<irghc.si dt'i quartwrl ulll dl f\•)ma. Nel lìlSS Il loro numcr•1 fu Ili '268. d••i •tuali: 1 ~11 (l••r lcsiuui lt•,1!tell' frllar·iUili in n'leno •Il 5 giorui ed ~llri 1\S iJr•r lllllhtl~l·· (Hl! ;rr:n•i, m••t·it•·•·r)ll d• o•.,SPr~< menzl onutc, cio•i :
39 fC>t·ite lnc<WO-contuse; A3 f•·rlLc •La. nrm:t 1l:t punt.tt o t.la t:tgll u, oll1·ul ~ fo,•uctnmli; r, feriLI• da arma Il fuoco; ·12 kalLllrr.; 4. lu~s:tziOlli: 2, olisLOr>IOnl: ;; ··ommo7.iont .-i~cerali: :ì avwJen~mP.uli: '! scouaturt>; 1 mnrsiratur:t di rl' .t rrahloialo. 11 A tutti •i pmvvult• cnlfP nec~~sarl~ cure Pd ~udto• ma "[oerazi..nl: ~Jplu •~ >i 1li~>ù<' nndtL' ricov~:ro nello <p~rlale. Olln morir<lno nollo ~rwn:dt< ,,,.,so: ~Il 3 :11t.ri furono lttvlat.i allo ri~pt'l.tli'C ,;aso o furono Has locnli allo ~w·oi :tl•· deli i;ansota;:;ioll ~, )Jal·l.rnlaruwllk u•·sUnalo aU.:! •:ut-.1 <lo·l feriti.
STATE ~SKC: IJ l TY. OIJRANH: L'.-\7\~0 1888, KCC .
26 1
(op. l~nente eolonnello Ricciardi) per compiuto stritolamento dell'antibraccio. in un operaio muratore. ahro ùei feriti nl.'l sopra menzionato crollamenl o d' una ca~a in costruzione. L11 terza fn eseguita nello spedalc di Napoli (op. capitano Schuubata) per artrocace del gomito, per il quale tre mesi pr·ima era slala inutilmente tentata la resezione. l due primi opel'ati oltennrro buona gnarigioue. L'nh imu . .sebbene g11arito dell'operazione. mori poco dopo per tuhercolti.~Ì.
Due furono praticate of'lln speùale di Veronn dal maggioro CaralJiw. etl una i n qnello tli Palmuo dal maggiore Alvaro. tuLLe prr· artrocace rad ioearpeo e riuscite n guarigioue . .~mpt4ta4ioui d'ossi mttatar8ti. - t.:na rn Torino (op. mog~iore Randono) per carie ù' un prirno mctatarseo. con esito di guarigioue ; l'nllrfl in Bologna (op. r,n pitano De Faleo) per carie necroLica d'un lPrw mclatnrseo o del torrisponclenll' dito. L'operato mol'i poi per tubercolosi. Amputa.::toni di {alali!Ji. - Furono tulle praticate in tltl di mnno: 4 per ferite-fr·ullure, 1. per cnrie, ed unu per llemmone cancrenoso . Jt da. notnn;i che di sifl'at lc mutilazi oni, lrr furono pratitate !'opra uno ste!>so ammalalo e sopt·a uno ste"~u dito (pollice) . !oìi cominciò con amputnrf' la t• falan~e e quindi ;;i amputi• la t• in due sili in tempi di\crsi (Torino, op . Handone). In un altro ammalato fu in pari tempo disarticolata !:1. :3• falnnve d'un altro dito (inferm~ria del Moncenisio. ap. s;ultotenente Tua). Tutt i gli operati guarirono. Amputa.::ioni rf'a.ntibl'acr.io. -
Ol'ERAZlO~ I ClllllUI\GICBE
Dl s artl ~olazlonl .
Le ùi.:;articolazioni furono :Jii, ùi cui: l di eia\ ic.:ola; l ùi spnlla; l tibio-tat·:;ea; t ~ollo-asl rugalec; 2 di l o osso metacarpeu; :1 1 di diti intieri o di falangt separatamente. Uisarticolazione di claricoln. - Per osteomielite in patte 1arefaciente ed in parte sat·cumatosa d'una eia' icola stnhlt ·•· la cui eslremit(l sLPt'nnle presentnva il maggior ingro:)samento c m:Jilùava in basso ed all'in diett·o thle prohmgaml'nli di uu111 a formazione, fu esportato l'intiero osso. pre~ia In di~arlit•ula zione delle rlue sue estr·emitiLo lnsciautlo in sito il pcriostill. L'estesa ferita delle parti molli guad fJUasi per prima inteut.ione e la clavicola fu a poco a poco sostiLUiHl da un lt'" ~ '''ò tluro tendente all'ossificazione. mediante cui fnrono ripri,tin.\le la forma anatomica della parte e la funzionalitò, ~o-irdt;. l'operato ebùe npvena bisogno d'una licenza eli fi mesi (O'f't'· dale di Livorno, op. Lenente Uunomo). /Jisal'tìcolazione di S]Jttlla . - Fn praLic~ta con esito fcltn' nell o gpedale di Mantova (op. capitano Vicedomini) pPr l't't'ila d'arma a fuoco, con frattura comminuta del l'omcro ,. tli~ lrnzi o n e del fa scio ncrvco- vasco lare . Metodo detto ideo. /hsarticula.::itme tihio-tars1'a. - Stata eseguila nellu 'PF" tlale di Pat·ma col metodo Pirogoll' e t'Oli esito ùi gu:nigiuue in un ca~o dt artrocaco al piede (op. tenente Uoc.:c.:ia). IJtSal'tico(a:;ioni Sr>l/0-USll'O!Jtl[el'. - Q,·cor:-.ei'O amhrdnè nl'IIO ~pedal e di Tot·ino c!l ebbero e,;ito felice; uua fu mutirata da esiLi d'osteite fun).!osa. l'altra da carie t:Pnlrlllf' tll'l
srArE KSEcun·E ouiiANTR L'AN'IIo IHxs, Ree.
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,. leal(RO .:ontro cui erano riu'>t'iti inntlli lo "' uot;nnento e l:\
mschiatunl della parte car·iata. l'roce,.:ìo Hutl\ (op. maggiore llandone). /li.~''rtirola;inne di prim 1 os.,·i wr:tw·o,·pe.i. - Una a l'eru,:ia per r•ariè (op. UHI!!gio•'l' Ile )J :u'linol. P l'altra a Pia~en:w (op. maggiore l,iwì l'tceone) per ferita ùerimnlt> rlal l',lccensione prematura dcii il <·arica ù' nn cannone. i n que~to caso però non l'u disarlieolatn d re la parte posterioreclell'o,,n, poichi• la·parte anteriori' di p:;;;o ed il pollire rra no g1a ~ tali e'portati nell'atto delln ferila . t;narigiorw in ambedue i casi. /Ji.rorticola.=ioni di tli1i riiiÌI'ri t/i mano. - Foronn 10. eu..•: :; pt>r carie o neci'Osi delle falangi (3 a Tori IIIJ, op. Handone: l a Firenze, op. Vinai; l a Roma, op. l> i Fede), e:; per ierite (l a Parma. op . capiran o Vallieclli; l in Ancona, op. IDBI()!irll'e Monti; 3 a l'~tvia so pra uua :;tessa mnno per fer·itn da """l'PiOd1 cap-ula fulmin ante, cou lesione Ùl'lpollil'(•. tlel· lrndrce E' del medio. op. c,1pi tano Lupolli). TnttP que.,le operazioni el>IJero IJuon esito. llifflrl it·oln.:iolli d1 diti ùttu•ri di pù•d,•. - IJ nattro, tli r ui: due d'nlluce, una di :1° dito, una di ·i·", IJ~ll t• per carie. llue f•trono praricale in 1\oma dal maggiore Oi l~ede (e5ilo ignolo l~r nna, gnarigione per l'altra) , una a Manlova da l capil:mo Secco \guarigione), una a t:at(liari ~·on gu:wi;.!iont> (op. mal!· 111r~ \lontani).
, In uno degli opemti in flom a, oltre alla rli:-;:n·l iwlazione dell allurt'. fu pure espor·ttllo o ùecapitato il primo metatarseo,
ma non risnlla se le dne oper:11.ioni :;inno s1a1r rn nwmpnranee
"nun.
IJ.,iJ,.,;cfJkl-. ,. r. l . . ~wn~ , t n tlll!fl. -
• l. . l' ·} . 1-:> 1n t 111 c 1 mano, ., rn Juell~ di piede; l O pel' ferite e 5 per caril' o nE't'l'osi. Tnue rru~cue a ~"U'li' i tt. . . l' d. . l . ' ,.,10ne, !lenza c·ll·ro::tam;e m erclt>Hl 1 1 spPc Ja e 1t.errzrone. 1
0PER.\Zl01\ J CHIRURiEICHE
Reseztonl .
Ne furono praticate ~3. ciot;: 9 di una o più tMle: l di mandihola: l d'omero; :t di gomito; 1 tli remore; l eli sacro: 1 d'an os:;u metaearpeo; 2 di oss i melalar;-;ei; l di giuntn1'a fa l ~ngo -melatar3ea: ., :J di falangi; . l di frammenLi io casi di f.-altura. ffesi':Ùm:i di coste. - Furono tulle pralic.ate uellr· >pednlt di To1·ino dal maggiore Randone . 1n ollo casi la rc'e~io ne ~~ limitò ad un trall(1 piu o meno esteso d'nn a sol<• c,;:;ta: in un~ comprese cinque coste. In s"'i dci primi ed in rpwst'ull imo si traLla\Ta t.l',..lllpil'roa; in due altri di semplice carie costale. (;.li e:;i li fur"nu i ~t> guenti: !Ielle sei resezioni d'una C<lsla per empiellla. al ne riu~··1 · rono a guarigione, due furono ::>e~uite ùa morte e tlue rima· sero sem·.a risultato. Fna di queste ullime fu poi I'I[IE'lllln •0 al lre cinque coste, con esito felice (l). (1) L" stur•n rll qw•sto fDW• ,. uwril.•·,·•olc •r•·:s.~•·n· l'irerìta. r .. u .• <lt;t\ino,l• •
O~~lld;Ltll l ll't •Ytlf~lli.l'llll'llte !llll'lllt'llLI> i L Sin iSLr:t. ru ('SC)!Uita la lQr;,r1110111h Il ,;o spnzin inlo•rroslnlt·, '''"' ' "Cii~ rl ' nua tl iscrr·tn quanl.itio di l''" •1•'»1° •'" 1 ' ""'"l' •IU HiiLa, llrJut·.ltò ,lf Htlumlno"" massP di llhri1w cuag11lni:J. ,\IIJ!II"r;i!Jlt'f. ':
j1•'1' t\k ll lll ~1111'1 1 1 . Qt i Ìil(fi fÌfii'C61L> IO IH~ più gagliarda ()ell a r.. J,It t...'('lltl Cll'al~'f St•Hit•i t' St>pJl i •'S'ÌOIIC qn:t si to l;tl t· del II US. lìiklllll l• t~ hr I'ÌÙ pro1 I•II I;S•' ti:llllll'
STATE ESEI}'JlTE DUR ANTE L'A.NNO 1888, 1-:CC.
2():)
Delle niLre due state faue pet· carie costale. una fu :;egoil:l da guarigione e L'altra non diede risullat(J utile. Rut:imu di mandibola. cioè d'una lmlllrn Ol'izzontale ca riata, dalla !lin(isi del mento fin presso J'angol0 della lll·nnca ascendente, con esito di h'll:\rigione (ospedale di Caserta. op. fapitnno Te~ t a) . RtM:intlt' rf'omèm. - 'tata praticata in conispunJenzn del eolio ::hirurgico pet· carie cOOSI'CulinL a ferita d'arma a fuoco. lì uari~io n e con semi-anchilosi (ospedale di ~apoli, op. capitano Sciuml.HJta). /tl'st:ioni di gomito. - Cna fu 1':-e)!ttita nello ;;peùalc di Torino !op. maggiot·e Bandone) per e:;it i ù'o-;teo- -:inovite da trauma. L'operazione f 11 quali ficata come segue: tre.ve:iow• parziale tlel gom:ito ed e.sJH11'/.a.zionc di b1111na parlt• dl'lla <:a~n~11111 '1llo rlt•lla rat·c,>]t;~ purulenl:t, "I'Pllr•' ' '·' 1111 o<lrll'ulu :11 lll••ro d\!1111••"
1ltol1111' l•ln r.our•.,•to rd or·cuflllll te Il rondt• (1"1 cn111 plcu rlc"• si r·stogul 111 ,.,.• tl('b~"' rlt·ll ~ i• r.ostrt JlCL' la ltuigb,·ua 111 ;; c•·IILIIIII'lrf rrrc~. ron da" ,; full•· !'UOI.'II'!' t! rlisiniNurc il detto r:t• o ··ou ~oh11.ioo,• di ~ ll hllm n lo. porwwl•ll i l!lllh•ll 1111 J!i'O~So t u ho :t dt·~u~ggio. ll••l '" l'ili, oiiHial llt'fll" r.•g.. ltmn••nt~ f,tl o •r• ~ TOfe J>!'r 11 11 lf18St•. llit't•Olftaro;a in "'',Wilo f t foolrforc. f:at J;r,j fr•tufa la <<'1'1'0/t"ll•' t dl!llmll'rult· le ;.(I"JRu laz ir•ni. n " J,a,l.urllo a mo!lili•'DI'•' qurslu ~l :t !•• lu rip• ·lillto lr •tn· oli lrrig;~ziofli dbtnf~ll:~.nll. owJI., com mzaou• cio•• ciii fu•~· <':lll <:tl•• d" DUoli n•tar•all :tll'u<ritn tld l'"'• >i I'Ì•'OI'<o' t'•une :ul un';ulcora rll ~ilh't-1.1.11, allot~ration•• L&< ltOfllti-Esl/(lndu, riw .\113 '""Cli"ile al•·ll·· ··o•ll' -:!",3•, 1• ;;• ,. r.• Jll'r llll'e,!('n<lon .. di 1 a ;; r eu ltm•·lri p •r a p oio··· 1111~ l:u'Jlll flr•••·•·rn nwtlla ntl' (ltl "10!;11'1• l'.•~··eSS<• ed e,,wrl•tl'' i l•·S.•IIli .,fl,•rah. lhf:tll!, •i f"•t••rulltl t'•l•nrb~ tuili l prO<lntli lloghtiri dte ricmpif '"'' Il "''~''''" ftlo•nrnl••, le r.ol<~• nwrnl nane e le grnnulazioni che t:'lf'flt'7ZW:ul•• !P paf'l•ll •Il IJII•·•IO , n·r10ltr•· r·olfr• forbfd l~ i>leur:t :tltfrnfu ,. conn•rtit:o in mrmbrau:t l.mlac... t naolln <JI•''"'· U"i'" r,., ramnnrwa rla infosS:t'"'' nelle~n' ila il ri~nll,mh•leruho nttt-Cl•ln o·utaO•'"• ma u•>n 1!-<vMo'IIIC>lO eli suflldente :tmJtiezz: l'•·r oìmlm:ln· h f•ltrl•• (liu (lrulontla.' Jll"l'!forl dì t·iunlrlo sempHcewr·nte o·no sutuo·a ~Ila l"'lltl •il' l 1•11·~·'"• ·•l•l•fkilllllo utt lnn ~o tuloo a tlronagl(io. ,~,11 l11t1 • 1.: cau tt•l :tllli<~IUrlh'. lh lfat••l ::iuna•• le t• l!!•· Pf•w•,.tJ,•ttcro SNU!)rt• IJcuo ,. l'anunalatn, ìl 'ILI3fo, ll••nt•h•• d,•lJ(•li••i mo, ~"l'l'"rtt't ' ~Z.tlannn ilgrnve ntlo operati• o. pot•· d•l~n lr•• s~lllm:""' nltn~i rl.ollt•lln PII In "''lfult() rcslil11irsi in f:lllliglia l'irorm:tlo, ••ssr•u•l"~' la ca 1Il:• pl··m~ lo (:(J'nt lll!a, · · Jl••r p;u·,ia 1,. P':.P\\11'\Innp drn•. nl•· ru•mn't ,.t at sta· JWr L l\~·..:ll tl· eH nuo,·a ,otHH\7.h•n,. ,. , 1·1 ••l i 1·•1muno•.
Ol'EilAZION I CIJ IRU RGI CU E
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t;ap.mla a1·ticolare e rlti lt•g(~mmti. Esito: guarigionè contulchilosi angolnre. L'altra fo l'alla nello spedale di Nnpoli (op. capitano Sriumbata) in un ca:'o di artt·octtce. Esito uullo , cosi r.he tre mesi dopo si do\'elle ricorrere all'amputazione del braccio, come fu già accennato precedentemente. J(rsez ione di /t'mori'. - In un ttmmalato di coxo-:ll'lrocace fu e$eguita la resezione :;olto-periostea mediante scalpello, in corrispondenz•\ alla base del gran trocantere: quindi cansticazione. Ciò non astante il processo mol"llO:iO cont inu•'• e l'o· perato mot·i poi di tuberco losi (o~pedal e di Napoli, op. capiLano Scinmbata). lles(';ione eli srw·o. - Stata praticata nello sprdal e 1l i To · rino (op. maggiore Randone) in un caso t\i fra Liura co miJtinuta dell'osso sacro. Ri lratlarn d'una gnn rd i<l di fìn:m:w sl:~ r n. investita da una macchina manovranle in una staziont: i'en·uviaria, ripot'litndone oltre alla delta frallura, un'ampia r~ri la de ll a r-egione glutea destra. La fet·ita era stata suhilo riunila con quol!.lhe punto di ::uLura, ma insorta la suppurazione, ne sussegui uno stato g rav i s~imo di sepsi per ritenzione d·~l pus. In tale condizione fu lrasierto all o spedale di Torino dore senza indugio e previa cloroformizzaz;itme gli si Lol:;ei'O i punti eli sutura e si dil:lde esi to a granrlo quantilit di pu.s decomposto. Il muscolo grand e gl uz io fl pparve lacet'lHo a tulla ,-pessezza ed infiltrato di pus. ed il dito riscontrò l'osso ~arr·o fratturalo in più pttnti. Incisa quindi la cute in 'corri:;;p<Juden7.a di esso , si riscontrò lacernta l'aponeurosi d'inserz. ion e del mnscolo sacro-lombare ai processi spinosi del sacro, ·~ piu in basso, verso l' npertura anale, il dito potè penetrare in altt:a cavi tà piena di pus e con lenente sc hegge os~ee mobili, nnrora in pari e aderenti , che furono esportale unitnmente al cocd~e, rompletam ente disgiun to dal sacro. Si resccò r1uindi la Jlorzione libera tli questo al livello dell:J siufì si sacro-iliaca. ri-
STATilSEGt::HE DURA~TK L'.\NNO 1888, ECC.
9tì/
:uneodo allo ~coperto nel fondo dell'ampia bt·ec~ia l'e:.tremo 11(eriore dell 'intestino rello. Si csciH•ro poscia colle forbici le parli molli mortificate, si r.ruentarono i margini òl'lla ferita muscolare e si fece la sutut·a prnfonda col catgut. cominciando dal les:<ulo fibroso eht• riveste la supcrfirio in tema del $11Cro, e quindi la cutanea, termiuando coll'npplicnzionedi un grosso tubo a drenaggio. Due mesi dopo In gna ri ~ ione Pra eompiuta, superstite una limitnziono nei movimen ti della colonoa\ertebralesul sacro e di Lnllo l'arto inferiore destro per esten·ione permanente della cost'ia l'Ul hacioo. Cun lutto t:iò l'inee:iio era nhba:>tnnza spedito. Rt&f'ti01h' di ossi mecararpei. - ~ello spednle di t.a.;;erla fu resecato l'estremo posteriore di ÙUeOSSÌ Olel;H:arpei ,i.oe:)o~ con esportazione ùei cotrispondenti ossi carpei, per carie. f:Sito non indir.aLo (op . Lenente t•olonnello 1;uerriero). Rr1e.zioue di ossi melatarst•i. - Una della tnetit anteriore d'un primo metntarseo, con raschiamenLo del ~ccondo. per carie(ioCermtH·ia di Cremona. op. capi tano ' lit:lticli ), e l'a llra d'un &• metatarseo, anche per carie (<•spedalc di l~oma, op. maggiore Di Fede). Ambedue con esi to d1 guarig inue. lleu:ioi!t! di yiwHtH·a {alango mt.'lalar.w·a t/1 :1~ dito, :;taL;\ faua a Torino (op. maggiore I\andone), ma senza ri,.nltato. poiché un mese dopo si doveuero esportare il dito e la porZione supet·stite del m etalar~eo . Rtat:iolte di falangi. - Due per ferila e1l uua per carie. tolte t.on esito buono .
. Rue:ione di frarnmento d'osso (rauur"to. l u un ea~o dt frauura d.t h.b.Ja con fnot·i uscita del frammenlo :-uperiore, Jue.sao doveue essere resecato per favorirf' bt riduzione (ospt>· dale di Bre >eta, · •· op. tenente Ahnte).
OPERAZIOSI CIIIIIURGICUt
,,Ure oa•ernzlonl lfD~Il 0881 (e su eartlla;lnl). ~ollo r1uesto titolo si comprendono:
le sequestrotomic (8). le esportazioui di o's1l'ini e • frammenti o:;se1 (:n). le ablazioni di osteom1 od e-(•~toslt3 le trapnnnzioni ( 15), le rascltiuture (36), un· e,;pnrll17.ionaa 'rni·tilngi ne costale oerrO$ala . ..;, q1ustrolomir. - Xe fnrono e,-eguite l neiiCI "Jil'daiP Tori11o (op. ma~giore Handone), 2 n Venezia (op. lt•neulet1 lnnnello Cavi~o:ioli', l a \'eronn (op . mn).!~i ore Caraltha), l nn·~cia (op. ma~Jgiore t:nba5si); tltlle di notevole impurtanL torino. - In nn ammalato tli osteom ieli te lrannwlic" AJ una tibia, ~on necrosi centrale . l'n aperto il cnnalt' miùollart ('olio ~calpello e colla sgorbia, e fu estratto un fr:unmt•ntou• erosnto, m:1 senza sufli ciente ri ;;ul lalo. Un mese dopo l'n ripetuta l'operazione, mediante cui l· p:-;trallo 1111 secoudo frammento. Rn;;cl1ialo quindi Il !'tlllnle.· (ltlcnne guo ri gione completa. In altro ammalato di osleomielite di tihia per lraumati~ru <1\'\'enuto nel dicembre 1886. e già sullo operato tll ;eq1w :<tr·oLomia nel 110\'embre l ~87 (notata nella precedt>nle ririsl ,ollo il titolo di Tmpaua::imtl', con e.;;ito allora ,·re'lutO•· ).(ttarigiom•, come fu indicato in una nota). ~i doH'lle dopo r anno l'ipetP.re l'opernione, aprendo il caro midollare col 'l'alpello. ~ulla guitla di due fori listolo:Si ,;uperstiu tlla prir uperaziooe. <>:;traendone parecchi sequestri liberi t• 1a•rhian~ iu ultimo il canale. Il risultato linale non c ancoru .;!abilito In tiiiiCI'ZO ammalato lrallaYa:.i di nccro:>i d'un :u·romion tlt-1 margino lil.Jero della :-piua della !'rnpol\1. Pre\ in :'pr.t•' • 1r1 ra dell 'asces!1-o sinlomotico, ne fu l'alla l' esportnzione, ruu e--ilo tli J.!Uarigione.
STATE BSEGUlT& DURà.NH L'AKNO 1888, ECC.
ili~
l'tne:ia. - In un caso di carie necrotica ùella Lcst;t d'una ubia fu espor·talo un \'Oiumioo"o ~eqnestr·o o quinùi ripe lu ta· meote raschiato e cauterizzato il c:n-o osseo. Dopo un me:;e fu ripetuta l'operazione pel'l'e:-:trazinne d'un altro sequestro pure voluminoso. Furono rinnonlli il t';lschiamento e la cauterizzazione della caviLit. Esito non ancora l>tabilito; però si presagiva favorevole per la localiti1. \nd:\\;1no IDianto manifestandosi analoghi proce:;:;i mor·hosi in altri' ln eahtà. In tali condizioni l'opemto fu riformato. rtrona. - In un ammalato di osteomielite Lilliale con,ecutiva a calcio di ca\'HIIo fu esportato lltl sequestro medi:lflle lrapanazifJne. rruarigione e riforma con pensione di !1' rategoria. llrtl.Ycia.- In un caso di carie di masc.ellnre superior'l' ~ i esportarono 11·e sequestri in tre opernzioni ùivcr·sc, a di:'tanza d'un mese dalla prima alla seconda, di pitt mesi ònlla ~rr.onda alla terza. Guarigione (op . mag-giore Calnts,i). BlpOI'Ifl~"'ioni d'os.c:i. - Ne furono arcennnle le scguculi: a) Espol'Lnzione parziale del manubrio d'uno sterno •·ar•alo e successi"i raschiamenlo e rmtterizznzione delle pa1'Li n un amm:JiaLo a cui ci nque mesi prima e1·a :ria slato aperto e raschiato un ascesso lento sopt·n-cl:wil:olare. ) J iglioramento \Torino, op. mal!giore Randone). b) Ili estraziout di falan~i ùi mani. quasi lnllc per I'!'Ìii di putererci . tutte con risultato fa,'or·e ,·ole. Xe:;~una pr·csentò circostanze meriteroli tli : icordo. c) 2 di ossi meLatar.sci cari ali o nccrosati, 1 di l'ramnwnli d'unmetncat·po fratturatopercolpo eli fuoco. In unndelledue prime l'operazioue era stata mutilmenlc preceduta ùalla resezione della relativa ginn tura falango-mo talttr:;ea. Ftt ('IJIItempornneamente esportato il dito (Torino. op. maggiore ll andone). (luuJ·igio!le.
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O!'I!:RAZIONI CUIIHGI\C: ICUE
rl) 1. di ossa tarsee rariaLe, cioè: 2 di cuboide, l dì t.,· IJoide e :;cafo ide etl l di frammenti d'ossi tnrsei in genere. In quest'ultimo caso l'operazione l'n ripe1 11 ta altre due voh1 (Roma, op . maggioro Di Fede). Esilo: gunrigione in 3 op('rati , esito ignoto per nn quarto . e)~~ di frammenti d'ossa craniaue, cioè : l d' un petz.. necro~a lo della pnre tc esterna d' un temporale, previa spacca· lura d'un seno (Caserta, op. sottolen ente Nalale); l di larb11 ~cbegg ia infossaln nella volla dei cr-nnio, lun ga l ccnlimelri, larga 2 '/., in caso di frallnra per calcio di cavallo con com· plicnzione di emorragia arteriosa: non astante il soli et-ilo in· Lervcnlo chi rurgico , non si po ti• evitare la morlO (Voroon, op. m<~gg iore Carnuba); la terza, d' rrna snheggiatleiJ)nrielale destro in un soldnto lillo ferilo nrllo ~copp ia della polrerit'l'i di Taulnd . Di qn esto ferilo si trm•a l'allo cenno :n una memo ria, del e:1pitano Bnrbatelli :;turnpa la in quesl o g i o rual~. anno 1888, png. fl .i·i. T~'o pe rnz i o n equi accennata fu eseguila nello .;pedale di l'alermo (op. ignoto), o l'esi! o fu di gnarigiooc, perù con rimanenza d'alterazioni psichicbe, per cui il ferito chbe pensione di 3" categoria. l n un caso di lussazione e frallu ra ùell eos..;u larso-me· Lalar~ee pel' caduta da cavallo, susseg uii~ da cancrena dorsale del piedP, ven nero in piti riprese eslra Ili i tre primi mela tarsei eJ i corrispondenti cunriformi. non che In 1• fal ange ùcll'nl· lnce. e furono pure rcsecati i ùue ultimi rnelalar·sei . lo sca· foido, il cuboide e la 2• fnlnnge dell'all uce. Con ciò o ~1erlianle innesti epidermici sulla vasta pi agr~ ln:>cinla. dulia cancrena e dagli atti ~bi rur~ici, !; i terminò per· ottenere nna buona gu~· rigione in qnnnlo che il piedi' non rimase troppo deformalo e l'operato si trovò in caso di po ter catll minare senza bi::o~ no eli sostegno (o:;ped;de di B n~sc ia. op. mn g~icn·e Caha::;;i). Petl· -.ionP di ~· r·nregn ria.
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STA r& ESEGUITE OUIIANTE J, 'ANl'\0
1888. ECC.
2-; l
g) 2 estrazioni di schegge Cl'l'inle della testn omernlo in seguilo n ferite d'arma a fuoco, con esito fllvJre,·ole( l a Horna, t a Bari; operatori non indicati). h) 6 altre cstrnioni di scheg}.fe primiLive o secondarie iu casi di ferile-fratture o di carie limitata. È notevole fra i p1·imi un ca o di fr·attura comminuta di rotula r.on apertura della «inntura, nel quale l'esportazione delle ~chcgge non ralse ali impedire la terminazione letale drlln ferila {infermeria di Fenestrelle). Esporta:rioui d'esosto~i t'Jlifisarie. - Unn in Ale:o:sandri· dalla faccia palma re dell'u Hima fa buge di un poli ice (op. maw J!IOre Cor,a); altra in Milano dalla faccia dorsale dell'ultima falange d'un alluce (o p. maggiore Falcone); una terza in lennodallnseded'untl pregressa frnllura di tibia. Tuuo cùn esito di ~narigione. :tqorta: ionrdi cal·tilagt~tt .- Tn 1111 caso !li necrosi p:ui'.ialt' della cartilagine di prolun~amento d'nua costa, ne fu c~c!.!uita l'esportazione mediante il cuechiaio di ' olkmann, con e:-.ito di J:Qarigione (Torino, op. maggiore Handone). Trapano.;-ioni. -Sotto 4ueslo Li tolo fil l'ono comprese: ~ aperture di canale midotlare-tibialc per o~leomielite suppurata, con successivo raschiamento del cavo ascessuale· una gia •·iu, cita a guHrigione e l'all1·n in corso di cura (ospedale di Torino, op. maggiore llandone): . 13 aper1111'e d'a pofisi masloidre cariate per di lfusi ouc tli Ohle media, state praticate quali collo scalpello e quali colla ~g~rbia o col bistori, tolle ~usseguite òa raschiamonto, cioè: ' •n Torino (op. ma~giot'e Randone). l i11 Ale..,;;andria (op. maggiore Go1·va) , ·l a Li vorno (np. tenente Bonomo), 2 a ~oma (op.i capitani Trovnnelli e Per·:;ichetll). 2 n Cremona op. rapitano ~1 ic1Jieli) . Ili qtteste due ultime operazioni, una fu seg-tùa da 111 orte
ra-
OPERAZI O~ I
CHIRL"RGICJIE
prr risipola e l'altra era ancora in corso di .::nra. 'l'ulte lealtre ellhero esito di ~tarigionf. 1•: da notarsi che delle aperture falle in To1·inn, qnauro furono eseguile sopra dtte nmmalati, in ognuno d t essi prima a :;inistrn e poi a destra, a tre o quattro mesi d t di,;l;tnza da un operazione all'altra. Per co mnnant.a di loralitil .;i po:;sono qui accPnnare Ire<((.pertut·e, mediante lnplio delle parLi molli, di apofi,;• IIHtstoidfli' prese dn periostite ( l a Paùo\'n. op. maggiore bte.,ria no, 11 ~ocera op. capitano Cacace. eon esito di gnal'igionP). n aschiature d'ossi cariati. - IJt~esti alli operati\·i oceor sero con qualche frequenza e qui si accennano per localita. Coslt•) ~oYe, d,i una o più co,;te, cioè tre in Tonno (Randone), lJlHLitro in Alessandria (Corva), una iu Purma (Tromhettu.), unn a Nupoli (Scinmha ln). rn sei operati si oll cnneiA );!lllll'il-;iOn e, in uuo soltanLo mig li oramen to, di uno non fu in· dicalo l'esito, ed in nltro l' e.:-ito ru nullo, cosi rlw ~~ dorcn~ più tar·di addivenire alla resezione dellrauo ,·ariato. StPmo) Due, do è una a Homa {Di Fede) senza ri•ullato ' l'altra a Napoli (Sciumbatt~ ) con guarigione. (hnel'o) Una di epicon<lilo cariato (Homa, op. Dr Ft~de) ru individuo ~ii1 -.lnto precedentemente operato di tli,al'l il'nlnzione d'nn dito di piede per spi na ,·eu tosa. E~ito nou ind~t·rt•J. f'ubito) Oue a Torino in uno ~~e~so ammalato, all.rtlt~tnotJ tf'un me~e l'una dall'altra. ~e.,~un •·i,ullato, per tlllllio d:t piir tnròi si dorette amputare i l hr•~t·t~io ( Handonc.) . l'nn ld' proccs~o olecranico) in Alessandr·1n, con esito eli ~mtri}!ion~ (Con•a). llatlin) Una in )J essi na - l'operato tullura in cur;t (l~apr· tu no .\1 in ici). fJssa di mnno) l'na della giu nl nra ca rpo-metar~rpf'a d'un r..• d1lo, alfrtt n cla ,;i noviLefuu liosa: rasclriam ent o c ;:<lllleriz1.;l·
STATR RSBI; ClT F. OORA~TE r.'.\ \ NO l ~~~. F.CI .
1
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mne. con esito felice (Homa, op . Ili Feùe). \l tra ùi l ·• mcta-
c:arpo in ~ovara (capit.'lno Rinaldi): operato usrito a t;ura 11011 aerminala. Cna LCI'Zil. di 5° melacn rpo, in Parma op. capr18DOTromhetta) in indi,' iduo giù swto operato dr dt ·nr·LicolaIIOD8 di piede per podartrocare. Cuari~ iu ne. Cna quar·ta, eli ~·mAtararpeo, in individuo Mia :-talo operato el i re:-ezroue della l •f~o lllnge del dito eorri-.pondente: e:~ito non indH':Il•l (l:asrrta. op. lenente colonnello Gu errie!·o 1. &acirw) Gna per car·io della fossa iliaca inLe1 na in un amputata di coscia, si suppon e con hnoo esito. poi chi• l'opernto ru poi giubilato (.\ les;;andrin. op. ignoto ). Un'allr·a d' una cre,ta thaca. fatta due \Oitc, con esi LO di guarigiou o (Caserta, op. tl'oente colonnello Guerrier·o). Tibia) tlna in Al essandtia per ca ri e superlìcia lo, pnstnmo di ealcio di cavallo: guorig:one (mnggiore t:on' n); uu'allra a Firenze pf'r· car·ie di c<'llo, con caesisLenza ùi sehrgge nwhili dl,ruronoespor·tale: guarigione (maggiore \inni); una lt'Jza a.Je&~ina, con esilo di riformn (c·np it ano ~li11i1·i). Ptron••) Cinque a Roma, delle qua li: quattro ::tale prnlit·ate $0pra uno stesso ammalato (carie e::te:<n ùt>l rnalleolo) alla tliIUza d: uno o due mesi l" una dall'allra e c;enza utilita puidti· 11 dOYt>U~ poi addivenire all'ampntnione dr.JJ;r ga mba. tlop(l CIOIJ&e mesi dalla primn ra.,chialura (op. ma).!giorc ll r Fede). Un'al!ra a Savigliano (sollolenente 'l' urina) per· o~teomiclit e lllbereolaredell'estremo inferi ore pr·e' ia esle~a inci:>ionc lungn •l margine posteriore dell'osso e sgu,ciameuto delln m1r ssn t•aseosa: guarigione. , o,,adi piede) Qnallro: uno in Torin o per carir pf'(\fontla d 110 calea::no, con esito nullo , es-:endosi poi d,•vuLo disarii~olare il pier! e (maggio re Bandone): un n puro di calcagno pro.:damente car-iato in Livorno. ma sema ti sultalo (tenente nomo); ci•Je di os~a i~n rinte di l!lr:;n in nno stesso individuo, 18
0Ph.HAZJON 1 t,:UlHUHI.tCllE
a qnallro mesi di di~tanza l'una dall'altra: Ci'ilo finale non iudica lo (Hutna. op. maggiore Oi Fede). ratelm·) l n un ammalalo f!Ìit stato souopo~Lo ad allrè <•1•e· r·azioni ad unn mano per osleopatie scrofolose, fu ra:-rh::tl:tl~ apnfhi l'ptnO"tl dell' l l • H'rteùra dorsale. con esito ili :!nari· ~torti' (Cu::;erla, OIJ· capitauo Te~ta.). Osso tt•tuporal~;) In un nu:o di pt!rioslile tl'uu n~"'' lt'IIIJin· t·ale. span•nLn o nwtato l'a:;ce:-::o, si fece la ra:;dli atur·a dd· l'o-.so cnn e:;ito eli gnarigione (Tor·ino. op. m:t)!)!Ìnre Han· dune). llpofi.si wasroirla) lluc in Alessandria, con o~ilu di ;.ruari· ~ione (maggiore Con a). Estrazione tll t•roletflll . OspN/flll' di Saviglirnw. - Estrazione di j!l"O:.'ll ~ehrg:~ia di proiollile. incunentn in u11 llracl'io (teneule !l' Amalo). Ospt•lialt' di Ili/ano. - Estrazione d'un proieuile da una mano (ten<lnle colonnello CaYig-i<,li}. O.'f!Jt'tlalt• di Caser111. - Estr·azione d'un proiellilr dt re\ol· 'er dalla regione posteriore dJu11a co:-cia (capitatw Tt!~ln). O.spetlalt• di r;(Leta.- Estrazione di molLi pallini fili ru·r:r1 in un caso di ferita da rolpo di furilr alla fact·ia. alrCIJin ed nl petto (tenente Gaeta). l,fi>nnel·ia d' Aqltila. - E~lnt~ione di pmiPiliiE' !l':tt·nt:t 11 fuoro. ma non fu della lu loralitil (rapilauo \moroso). Tu Ile cptc.. te pircolr operazioni rhhero felire ri5ullamento·
SL'-rg ESEGUI'l l!: OUI\,\'\l'E L'A.:'INO 1~8 8, RCC. •
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Estra&lone d ' oltrl eorpl estran~l .
Ospt~lnll'fli l umta.- E-.trnionc di -.cheszgia di ferro infissa in uua cornea (non indicati l'e:>i lo e l'operatore). Hul11sorio di r;al'{a . - In un caso ùi ferita ad una tempia mediante una forhice, la punla ùi llllesla t·ima:.e 1nfilla nelrosso e ne fu e:'lralla collo :>calpello: ).!Uarigwne (sollotenenlt>
Nlti;), o.,pet/al~ d l l'i l'l'Il ::e. In un recluso che pe1· ouenere h rtforma ,i era \'Oiontnriamente infì,si parecchi a~hi nel doN• della mano e d' un piede, essi furono falli sortire mellinnte il mas~ngg io, ed il recluso , anzichè essere riformalo. ebbe un aumento di tt·e an ni di pena.
l'nliiJÌ. -- Ne furono espo rtali [)nasa li e i) auricolari; Hco11
allo llichinr11LO di guari gione, 1 senza indicazione d'esito. Deoi primi: t a Fil·enze ( \"inai). 1 a Livorno (Bonomo), t a -Gaeta(ignolo), t a Cava (Oe H.enzi), t a Bari (Vicoli). [Jei :.e•·oudi: 1 a Chieti {Pranzalnru). 1 a Ca\'a (Ue H.enzi). l a Rm (\'icoli),:? a B olo~na (De Falco) . In uno det tlue operati in Bologna l'opet·azione fu doppia, ma non ri.;uiLa ~ e sullo sLes:.o polipo o ~opra nn secondo no>llv ste3o orecchio. TtultOI'i ri.'lfiei. - ~e \·enuero e~ portati :n, dei quali: ~ · - ID Torino (Hanùone): 3 n ~ovnt·a (Ol ioli e Rinaldi); 2 in Alessandria (Con·a); l i\ Ct1sale (C.ametti). Lipoma ,·oluminoso all'epi~a-u·io; inci:;ione di ·11. centimetri; ~ :t Rtwo nn (Tuf:w o);
1
27G
OI'KHAZIONI CfflRURGIClll!:
a Padovn (Fabozzi). Quallro cisti tllerom::no~c al cnpo: a Venezia (Cavigioli); l al Lido (Venezia) (SchiJTtl); l in \ncona (Pascolo); :J a Boma ( Di Fede); 3 a Brescia (Cn ba!lsi, Abate, Fasoli'; 2 a ~apoli (Sciumuata e .Baldanza): :l a Case1·ta lTesta); 3 a Milano (Cavigioli, Calclerini . \'a llino); ~ a Cara (De Remd): l a H eg~io Calnhria (Stilo). Ci~ti voluruinosa !lt• Ilo ~razio lnb!.lio-gengiv:tle; l a Mes:-ina (Astesiano); ' 'l nel collegio militnre di Napoli ()iosci). Di 30 ru notato l'esito di ~uarigione; di '2 non fu mdicnto. Atlenu rni. -Vennero menzionate circa ~100 e:-porlaziuni d'adenomi . di cni: 5G nelle regioni inguino-crurali . 26 nelle val'Ìe I·egioni del collo, l :i nella regione sotto-ma,cellare, 6 ne1 t:avi ascelluri. ed alcune nllre in nllrc l'e.(!ioni, qun!\i tutte cnn esito favorevole. l n due :;oli operati si ebbe riproduzione ead uno di es.;i fu ripetuta l'operazione, ma senza utili ti1. poicht l'ammalato mol'i poi di tu hercolosi polmonare. f.li ~ppcinli che ne ronrarono di pii1 ~ono: 'l'orino 21 (lbndone). Ca5erla 2 1 (Tesra, Jnft'li-.t>. ~~ ral\l, souotenenLe toetlico di complemento '1ai~to). \ a!JOII ~O (:-\t·i umbala, Lucciola), Livorno 9 \Bonomo, \deln:'!o\ \lr·· ~a nclria 1 (Col'\'a), Bologna 6 (Cardi, Cevaschi, Lihrota. \ o· ltno), Bari 5 (Bi~ce;.:lie, Conenna). -.. e ebbero due ca<:i per ognuno ~li 'pedali di Homa (IJr Fùtle) e di Firenze (Vinai , H.ecchin ). ~ e ehhero una sola per· ognuno i seguenti ~prrlalt od 1nfw merie:
STATE ESEt: UJTE DURA :'\TE r,'A~~O
l ~88, ECC.
:!i'";
Suigliano ( D'Amato), Ca,ale (Cameui), L'iacenza {Picca-
faccone), Geno,·a (Oe Prati), Perugia ( (~igliarelli), )J ilano Falcone), Palerm o (Landolfi). Siena (Adeln:'io), Cntarmu n apoto). Di tolle que,te operazioni, alcune meritano par·ticol;~re meaziooe. In due, la ntsla piaga che ne era l'i~nltata fu r·icoperla con tembo anloplastico a scorrimento (Tor·ino). lo allre due. anziché l'esportazione degli adenomi, ne fu raua la distruzione sul si Lo, in una mediante ripetute caustiwroni col Paquelin (Casale), e nell'altra mediante In pasta del Caotptoin {l;atanzaro) . Quest'ultimo caso fu a:osai intC're,.u nteper l'andamento .compli cato della malattia. Si tr1lllnrn di adeo(lmj ingninali d'inctole srrumosa. multipli o complicati da parecchi seni fistolosi, di cui uno risaliva in alto fino alla l~:1sc cleleostato. Distntlla la pleiade. ri u:;civn ciò non osta nte inulrleogoi ntt'zzo per la gua1·igione delhi piaga e dei :-.l·ni. Se llottcbe, insorta più tartli un'estesa e gl'In e ri,;ipola. questa 'Ile clelerrninò la completa cic:urizzaziuu e, la:;cian•lo p"rù dietro di sé un'e:-Lesa. pia~a di decubito ed uno j!onal·trtte :-.uppurata, ali<l quale . i provvitle colla paracentesi. 1.' amma.lal(l lenlinò per guarire d" ogni cosa. In ordine all'esportazione auenta ùegli atlenomi, si credé 1ltUe riferit·e il giudizio che se ne fa nella llelazionc sanitnria dt Torino Jler· l'anno 188 « Un progresso reale ha faLLo la cllirur,:ia nella cura delle adenopatie di corso lento, eliminanùone tfllilSi complrlau1ente 11 , PPiicazinne dei topici e la cura J:!enerale per rar luogo al: llto operativo dell'esportazione. Que!>LOmezzo di cura è sln lo ~·~tnenteadotLaLo iu que:>Lo ~pedale (Tori no) con fnvorero"14d1~0 risultato. Difatti, mentre 11e~l i anni passati Hli indi' 01 che ... · . ernno .1n nnmcro plll · l:. lnv,llronu all e cure mrmne
-.
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OPEII.\ZIOXI CHI RURG !CilE
to;;to rJ.g).;llarclevole, nell'anno l S88 que~Li invii l'nrono limttatiss im i. »
Tu..nwl'i fihrosi. - Espo rLaLi due: uuo. culnnc(), ud unJ . palla (Parma, Lenente Boccia) ; raltro nllohulo d'un nrecthiv ( ~apol i , Scinmbata) . t ~ual'igione. Tonsillr• iJII't'l l'ojir,lw.- ·l fl tonsi lloLolllie, rli cni la mclithi· laterali. (~1 1 arigione i11 Lutte. Em(L/Otlli. - Dne operati con aspiratori eù u1w t:(>l ta~lio: es1L0 di ;.(unri;.rione in dne( .\lilano, (altlerini; l'i:H~t'IIZii. l 1 ic•·J l'iccon('}, Clìi lo non ind icato in nno {in l'onnorin ~;per.iale di 1'1stoia, Ven1u 1·a). I[J?'omi pl'r'patellari. - lh1e \' notati con u~pir:llfll'i ed 1111 •·tu·ato l:ollo lìcbia.cl!inmento ( Roma, Lenente Pimpinelli; 1...:-wrL:J. Lenenle Del Veccllio; t:nva, sollo tcne n ~e Cairone) . Tt~nMìi'Ì rli nat.wra rnali.IJnq,. - Esporlazione d'un sarcown \ olnminoso nIla parlc :mperiore n'nn braccio ed al r;l\0 aseel· !are in un ammalato contemporanemnente aiYcuo da plenrilr ~si'ndatira (~apoli, Luccioli1}. L'a utopsia riveli. poi 1:~ coN ~lenza el i c:trcinomi po lmonor i. ~ell o -;tesso ospedale fu espo rtalo con osiLo fe l i1·~· uo ~p1· telioma della faccia. (Scinmhala). Sello spealole di PaclO\'n rtt distrullo sul sito, in pnrte culi pasta del Cauqnoi n ed in pa1·te cnl termocauterio. un lupu· ulceralo nl labbro io reriMo ed ali .a mucosn bucca le; gHill'i~iOflf {op. rua;{!.{iore Astegiano} . Cl>eloidt! cic(tfri:ialt~ nl collo: esportalo con ùopr•io t3jhP eli ttico ed esi to di guarigione (::\!essina. op. ma ~ginrP .He· ~i:mo) .
Ttw,ori eo!orroidw·i. - Due opera ti co lla l egatura~ dlJP distrutti col caustico nllualc>. f.uarigione. Conditomi all'ano c>d al prepmio. ()odiri operati in I' R11 modo, con es ito di gn(u·igione .
(, a J)ft a•ot ona l ~.
~e furmw prntir-alr cinque. una in Hom:1 tl:ll map).!ÌOl'<' IH F6Cie e qoallr·o in .\ apoli dal capiL.11111 St·iumhata ()ella prima. che fu una laparnLomia per· t't'l'hinororcn rnulliloculare del •·enc sinistro, non oecone parlnrt>. tn·endonP lo ~le;;so operatore pobblit~nto un' nc<·nratn ll r>lazione in quP,lo t;iornale (anno 1889, pa)!. :n:l). QnE'IIe di :\ npoli fn•·ono le seguf'nti: In lo nn t:n~o di enontlt' rnmore ri"lit·n lrilobato. ronst·cntiro a peritonile traum atit:a per rakio tli t·:n•allo all'ijJtu·undrio destro. tumore 1'11e ùall'1pncondrio ~tes,o 'Ì estende' a m J.a,"o lino alla spina ili:wa anterior---upt>riure erl all'intt•t·uu lino al hot·do e~Lcrno del must·olo reLLù; pr1:rin il tentati' n rli ll'e paracenl.è!\Ì COli e111.razione r.o mpl e~siva di kil. \) ', di li· quido, si ese~wi la lapat'Htmllia con nn'itll'i!--iuun di l:) t'e:ll iIDt'lri nll'ipocond•·io e su t·,·e~!ma apertura dt•llr risti che ,·onlenP\·ano Il lilr·i di liquido p 1'11e aderPndo !Jl'r lilla par i e al pt'· rilnneo pat·ietnle, !;i alfonùavn olall'ullr:-~, ,·ome incuneata, fra le anse intestinali. Non pot (' ndo fJUinòi os~f.' re Pl'portaln prr· intiero, fn scollata ed esporl ala soltanto nelle purti più e;;lrrne ed i suoi lembi vennero •·it•ucili alle par<'ll venlrali. Si riPmpi quindi il snpen;LiLc vuoto t'Ol i sostanze ani i..euic·he Gunngtune linntr, ·uperstite un pi ,~r.o l o Lrt~mile lìstoloso ~n,-cellihiiP 1li ·hiu~ura in tempo non lnn!.!o. ~o Per nn voluminoso lìllroma dilfuso. Qt'f'Upa nle tutta la ··~!.!ione iliaca destra e pn r·le czimHlio di qm>lla di sinistra, si pr:llicò un Jnglio semilunaro da ll:t spi11;1 iliaCi;! auterior· superio•·e deslrn ~i n o aii'Pminenza ileo· pelllnea sinistrn e qnit•di si fece un'f'sportazionr parziale drlla massa neoplatiea, la qnale aveva cons•stenza e rolurc ··artilagine•. l ,\
~80
0PERA7.10:oìl CIIIRUBGICIIE
parte esportala costituiva la parte anteriore della ,·avita tli un l'origine del lUJl\Ol'C, C3YÌtit che fu lruvala {tteOa di cl.etriti. Tolti CJttesLi, fu raschiato il cavo ascessoiùe o po~rin ne fu fati a la sulum profonda P superficiale, co n metlicaY.ione anliseLLica e drc nag~io. Dopo ,;o>ltt' rnesi l'operato et·a ant'ur.t in cura. ma in ~ ia di ~mu· i{!io n e. 3" l.nparolomia per tumore nf'lln fu~-.a iliara de,lt a. interessante il punto d'unione dell'i nle"tino il ro col ciecc. T:tj!lìo pnral lelo allegamC'nlo del l'oparzin, !\Collamemo del peri 1 uneo, esporluzioue del tumori" (adenoma LttbPrtolare) o scY.ione 1lel lt·auo ileo-cecale ùcll'intestino. i cu i estremi furono riuntLi mediante calgut. llopo 4-i giomi. rssendo già quasi cnruptut.t la guar igione, si lacerò la t•icatrice itllf':>Linale per modo chi:' dopo tt·e mesi fu necessario· ripetere l' operazioBe n~l modo •lgucnlc. 4° Lupat·otomia ouliqun: )'(>~ezio ue inteslinalr od Clltf'l'fi• rafia con catgut e seta asettica Uopo di1 l'operato ~i ""\i(. 'N·so la ~uari)!ione . \!l 'epoca della relazinne an nuale nmanrva .;olo un sotti le tramite fì,tolo,o e\ tra inti':;LinaiP dtf' dava qualche :meda di pus. :liiCeSSO che fu
Ope razioni su;;ll or~anl ~enlto-urln:ari .
Semi·caslra::irwi. - Xo furono egc~Juitc Ire ron e:-;ilu ,.,,.,,_ re\ole: una in \lilano per te,tirolo sifilitico su ppurato lt1J'· mag~iore Faltone); una. secrmdn in .\.le!'sa ndrin per· drgl'!l r: t·nzione caseosa (o p. maj.:giore 1:orva); una lerz:t a S:trigltnnu per degent>t'nziono tuhe1·colare (op. -;olloLPJt ente 'l'urin;t) . l n qtLest' ult imo caso l'operaio t•orse pt>ricolo tl'aslis-ta l~~'r narro:;i t·luroformica. pericolo a l'tti fortunatamente "i m' io'• con oppurttt ui e "olleci1 i provredimenti ..\l a l'operazione. rh<' non eraaJtco rn nltimll!a. \'Prtnecomplctaln più tarcli.però -e1~a piit ricorrere al eloroformio .
ITATI ESEGUITE DURA:\TE 1' A."'i NO 188~ , ECC.
2 l
Cifaotomin ipogasttim. - • e ne praticarono due nello spedaledi Homa dal maggiore Ili Fede, che gii1 la rese di puhhliea ragione in questo l~i umnle (fascicolo di ~e u emure ~1880 , PII· 9•5). llpor.ta;ione rl'1m 111 i.ronw. - Kello :;çetlnle di Sa vi~liano la eseguita l'esportazi one d'una degf\nerazione mixomato,;a della guaina d'un testicolo e del cordone spent1atico. con~er· nndo il testicolo. Esito di gun ri gion e (op. so ltoLenenle Tu· rina). Ct'etrotomie e rlilata ;iot~i 1~retmli . - OLLo furono i ca!<i di sleaosi uretrale in cui si doveLte ricorrere ad atti operativi . In dat si pratico l'uretrotomia inter·na (a Yerona. op. t:arabha; a Roma, op. Di Fede); in nllri due si fere il cnteterismo forzato (beona. op. maggiore Pascolo); io tre si ricor1w nlla dilatalione gratinata (Torino, op. Hnnòone; H ecln~orio di (;net:t. op. Sotis: Chi eti, op i~n o to': in un altro si u ~ò lo s~r um ento Gel l'urradi (Catanzaro. op. Ile l'ari!') . E;;iu: )!Uari!!ioni :;. in r.ono di cura 1, esi t i non i ndicaLi z. Ofi"J'a:ioui tl'ùlrocl'll'. Sommarono a :?8. di cui '23 t'ulla punaura e;; l'Olia ~pacrntnrn. Tutti gli orrrall 1-(ll:ll'irono. E:':iP fur.1no ese).(nito: 5 in Torino (op. Handon!:' 1• :J iu Fit'C'IIze (V!Dai e Fresa l. 3 in Li\ orno :-OIII'a un n ~to,~o antrnalalo (Fra nchina e Bonomo), 5 a Homa (!li Fede) . 1· n 'l iluno (Ca,-i)!ioli e t:alderini), una per ognuno ne)! l i spedali di l't>ru:.:ia (Ile \l arbno), t:aserta JTesla). Cava (Ile Benzi). Catanzaro (~tilo) , \l es''11& (SII-ati), Al essandria ( l'ero nacci ). Vero na (f:;(rabba) e nella infermel'ia presidiar·ia rli Trapani (l'att'lln). Opera:io11i di fimn.~i l' p11ro(imosi. - l.o prime furono !'3:1 eleseeonde :;: queste lltlle cnllo ~l)l'i:. di:~ruento. ~Pssuoo prf'setllo tircostanze meritr' oli di nuta.
OPEI\AZ IO~ I CHJHIJJIG-ICR E
Torae(•nte81 e toa•ttl'otorule.
l~l i ammalaLi swti ;ollopo~ti ad alli operativi per tJrotor;t(~ o per emp iema fu rono '159. J•orò lo o~:~era:r.ioni (e:-;c lll:ie le resezioni co~tali di cui ~i fa cenno in altro capitolo) :;ommuron a ~w:; , pcrchè in parrrchi awmal;lli si doH•llero l'lprtere. l mort i ruroou 21- ; ma -i- ùi essi morirono per malauie indr pendenti dal fRIIo plettrico, co me :-;i tliri• in ~eg ui to. L'esito ottenuto •w,di allr; si trovo indwato nei •e~ue modi: 1\il'ormati . ~l l n dal i in licent.a lunga (1la lrt>mesi aù no anno) 9 Inviati io licenza hn•ve (non oltre u·e mesi). :111 .\li glior·ati. Il 1:unriti (con pnmla generica\ 411 Hi masti i n eum . ~e nza risultato . 5 !l'esito non indicato . Di questi 159 ammalati l ~!l furono sollopo=-Li ad una .:ola opcr·at.ione (morii l ~· 19 » •> iluo operazioni ( l) ~). x » >> tre >> ( n il' )l )) qua 11r·o » •> » ci nIJ 11 e » ( & l~ :& »· se i n ( ~ l)' 11 l' quanto :~Ila natura ,}ella loro malat tia: 1 4-~ vennero inclil'ol rome primiti,amente atfeLti da idrotorace, e l; ~~onte pn;l· livamente nffetti dn empiemn. In i de i p1·imi l'idrotornct' :: t'On,·erli più tardi in cmpiema. <Junnto ai modi opcr·ati,·i, stando alle informa~.ioni rncrolt~ d;l~li olencbi nominntivi df'gli opernti e dai rendi,·onti no;olt~
sTA n; !!SEGUITE OUilA:-ìTE t.' ANt\\) l H>{9, ECC.
.:!8:3
gici, sarebhero stati 1 8~ toraccnte:~i r '~!:3 tumcotomiè; que:te eseguite per lo più cogli aspir:uori ed in pochi rasi con trequani comnni o ,;pecinli. quc:>te cui lJ\glin. Forse questn ripnrtiziont' di nwdi operati,·i non i.· perfella· mente e~alla. 1\ iscont rando tali inclirnzioni t'nn altre contenute nel testo d'nkune relnzioni, sì !l'O\ ù qnakhe diiTerenza . .\ltretlauto si dica delle t'OI\\ er--ioni ùi itlrotornci in pioturaci. In nrdine al momento più opportnnu p!'r e,..e!!Ulrf' In toracentr~i nelle pleuriti essudati re, :,:io n\ rircrire un l! i udizio !laIone dalla Relnzione dello "pedt'lle di Torino. l n es ·a i• rlello che i Intoni esiti Mlit otteunt i :;i ùcbhono :;pecialmente al me· todu dP-ll'opernzione !'ollt•cita. l!iu,.ta !!li ins~namenti dei pn•fessori Uurres i e Bozr.olo, rioi· non nppcnn In febbre ed il ò.nlore costnh• sono m\tign.ti. l~cou rifrt' di confronto frn l'anno 1888 in cui si se~ni tnt p t·ecello od i trr preced('nli nei quali l'operazione "i faceva lardiYntnenle, dimo;;Lrò clte In percen tnnlf' dei guarii t fn mal-!ginre nel 188!L c.nme fn minore quella Ilei rassegmtti . l'gunl e concollo si r tro\'ato :;1·olt n io un rendico ulo tlinico ~lato ldtto dal ma~).!iore mc>dico l'isedclu nelle conferenze scientifiche dello SJH•dnle di \l il:lno nei mesi <li sett!'rn-
si
bre e nllohre dell'nn no st•or~o. \Ile opern7.ioni di toraccntcst o di toracotomie parteciparono gli nspedali e le infermerie re)!istrnte nel "e~uente qundro. nella misura e COi{li e.>ili meno favore\ oli per cinsclteduno indkati.
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5 Ha odone, Orr11 Sah·atrm•, Hogltacciui, Re, hlusrzzano. lfEIl ore. Aprosio, Tappa r·o. Nlllnle. .. Ab eIli St r ombo (per· 11'18 opera7.inu,•, tlJ'. l 10 11 iodrcalo). Pc rron (medi eu eh ile) l C:o rva. P ei'Onacci, Corte, 0 '.\n\lllO.
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al•tn7ar·o . l.l'~t'è
Catonro .
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' Cr espi . Sanloro. 1 Cr· ema , ~Iich iel i. li
Lu potti.
l i\ { rH'put•go, Calvieri . l As Legumo !per una oper·azi(\lle, op. nort indicato). 2 Ca vig1oli, Cilanna . Ca r usl'o Gio., Br·uni. ,." M one r i, I 1nbriFI C'CJ, Am·hnlrlll. Hnt'zano. l ~I onti. FanC'IIi, Car·ino. An101'0!'0, 5 Su perclti, Volpe, Fre"o, Recr·hia, I "019, F'ilippi . 3 Ro ssi. Delle Piane, 1\!oro::;ini. rL\ndrea \l'er· alcuue operu;ror•i, op. non imlicAlo\ .. OP :\Iar·tino, Al1.eui. l }! a:.<'>a l Sci umbaht. Lucciola. .. ::ÌI\ viaur.
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edu~no.
De Pn ri~.
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Ca prtano Vinci. Ca pitano Vrla.
STATE ESEt;u m;. DUR A:'ì TE t' ANNO 1888, ECC.
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I:Ome Cu dellO. qua llro operati morironu per· Calli indipendenli da quelli che motivarono l'operazione. t:iol!: ~ morirono di tubercolosi polmonare (,;pedale di l'adoYa ed inrermeria di Cremona); f morì di Cebbre tiCoidea (:;pedale di Catanzaro): l morì per· carcinomi polmonari eù in segu ito ad e~ p or laZionetti tumore maligno ad una ~palla (:•perlale di :'iapoli). In que..~t' ultimo operato il Yersamenlo pleur·itiro data' a da aleuni mesi. \ olendosi solloporre l'ammala lo alla ~rave operazione del sarwma ad una spalla . :;i credf'LLC conYeniente t1i togliere prima il ver·,;ameoto da cui anrhhr potuto ,·enire o~ta eolo alla sperata gunrigione. Se non chr l'idrotorace sr riprodusse due gior·ni dopo l'esportazione del sa reo ma e ri chiese una ~P.coruia lor·acentesi. FLL poi rivela to dnll'autopsia cil e i polmoni er·nno a/TeLii da moiLCplici fo colai o treinomrtlosi. Paraceutesl 1\rtlt•ol" rl .
~ e \'ennero praticate 16. delle quali: Sl'lte in Torino dal maf!giore Bandone. mediante rl Lro?quarti e con esito di guarigione (2 per gonitlrartro, 3 per emaMro ai pinocchi, 2 per emartro ad una giuntura tihiotarsea);
Tre in Boma da l maggior·e di Fede. median te nspirator·e e con esito relice (due per· gonidrartro --opra uno stesso ummalato, una per emartro ad un ginocchio}; l'111t in Sapol i dal capitano. riumlmtn. in ca''' di gnuidr.trtro, mediante a~piratore e con ,,.,ilo rli ~u;u·i~iune; fjr,a/11'0 nello spedale di l~aeta ('d in uno stesso ammalato per gonidr·nrtro, mediante p11111111'n di lnnrella: la prima Volta dal colonnello Hontnna ri c le altre Ln· tl:lll('II Cillc t·o lnnnello Rar·ot!cllini;
OPERA Z.lO~l CH 11\ Ulii·ICH.~
U11a a l:atanzarCJ in ca$0 di gonnrtrite:,;uppurala mediani•· a~piratore e run esito di !HHll'iS!ione (op. il{notn). Il i que.,ta <r pernziolll' fu fattu t-:ia cenno pnrlantlo delle a~porlnziont dì nilenomi ,\rtrotomle se.rupllc l .
l'er nnnlogiadi locnlitit e 1li OIJer&zion i si notano :d ,;tJguito tlell~> parat'en te:-i artkolari le artrotom il' se mplir i di cui -.i el.-
ber·o cinque ca~i . ciot'•: Tt'l' in 'l'orino (op. maggiore B.nndono) co u e~il.l • tli gua· ri!!ione; nna per gonemartro ribelle nd altre CIII'<' . l:t ~eCllllth per emartro ad una giuntura radio rarpea,la tert.a per i1lrarto • trn ttnHllico nò 1111 f:Ìnocch io; Dul' in ~apoli (op. capi lano Sciumbata ); una per :ll'lrn· race ad un !!Orniw. ~rnza ri::ultamentu: l'altra per :1rtrwac" tihio-targeo, serna indit•az;onc dell'e,.ilo. t•a racc n Cesi nddoauluall .
\e furone eseguite l tl 'opr.t Il nmmalati, dei ctual i. Cinq11e per nscile essenziale, t'On esito rli gunrigiunc iu tre. di riforma in uno, non indicato in un altro 12 :1 l':niu, op. l.upoll i; ~a 13olu:;tna. op. Hesa:c-co: l a Sil'na. op. 'erlwlt.;ca): Cinq11e per ascite sinlomalit•a. di cirrosi epatica o tlr tw ltercolosi; es ito terminale di mor·tc i:t i·, non ind i1·nto !11 uno (iu locona 2 operati c ì open•zioni , operatol'i Lenenti Farallì cd \.uiello; l in Homa, op. O' \ndrea : l a t:remona. np. capitnno t:rema; l operato e !l operazioni in .\l os~ iua. (•(i· 11HLW ).!iore btesinno e capitano \l inici): l'no per tun1ore ci~tiro traumntit·u. npernto tre roltt- •ellZ:• 11tilitit, c":>clll1osi poi tlovutu pralic:tre la l:tparrtt omia (.:'lapoli. op. c;~pitano ~ciu m hnto).
St.UE
ESEl~UlTK OU l\Aì\T~ 1. A.""W 1888, ECC. 1
ZXÌ
Traeheotoanle {l ).
Ne occ(lrsero tlne ca:;i: uno in Bolo!.\na pt•r angina llemmoD0$8.senza risultato (op. ma~tziore 1\e~a:;co): l'altro in )lilano per 1mprovviso edema della g\ouitle, rou e:;iLo felice (op. te-
nente colonnello ~l nffioreLl i).
~ello spedale di l\.omn furono praticate una legatura d'arteria carotide cslei'Oa sini:; Lra in 11n borghese rerito da arma da taglio (op. tenente colonnello Hiccinrdi), ed nn'alt1·a di arteria radiale per fe•·ila lncoro-conLusa (op. ctlpiLano Per~icbPlli). In questo c~tso si fece pure lu s11 tu ra del nervo mediano. Nello Sl)edn\e di Cnserl!t f11 pme \ogatn un'arteria radiale t.1la rerisa da a1·mn da Ulglio (op . tenente colonnello t: uerriero). In tu !le tre le delle opcrnzion i l'esito fu favoreyo\e. Innesti.
In nn ca:.o di \'a::-tu piaga atl un ~inocchio. Yi si fi;;sarono peneui tli spugna mediante garza fenicata. e se ne ottenne una più sollecita gHIII'igione (o~pedalc di Mes::;inn. op. capitaU(' linici) .
.:a• In nn "Il''"'' <llll rolh•~;in miliL<t i'O di 111110~ fiL t•ral.Cà\~ c:t>U ,.~it<.l flohce Llll~•
... eb.o<•l<lmi:~ &;sa l•erò, 1•er 'olnnt.a J ••IJian•nll. ru !11U.1 dal m·~lico l'"rlicol3re ....n~ r.• miglla ,
OPEit..\ZIONI CHIRURGlCHI<:
Operazioni su:;ll oeebl e parti ltnncssc.
(};pedale di l'adoYn. - Tn uo caso di ferita pr.netrante ii cornea pPr colpo di sperone. con distacco parziale tlell'iruk si fere il taglio parziale della coi'Dea e col cucchiain di llaw si tol se il san5!11e stra\'asnto nella camera anteriorr. l~unn ~ione con lun~a licenza (o p. maggiore .\steginno). lh.pedale di Livorno. - Fu esportato un ptcri\!io t·on e•it•l di mi~lioramento (op. teneme Booomo) e fu prntit·ato lo shr,gliamento ~'11n nngolo palpebrale esLProo in caso di llemmun~ ot·bitnle premente sul globo oculare (op. non indicato) . Ospedale di ~apoli. - rn un ammalato di :;tenogt ilei con· dotti lacrimati d'un occhio. ::.e no fece la sp11cca L11t'l1 . con sue· '''''sivo erttetrri:;mo med iante le s0liLe son cle; guarigioue (ol'· teuenLe Lu ccio In.). O::~pell alc eli Cava dei TitTeni. - Spacca!ura e suct'e5sila dilatazione grad11ale del canale lag l'i mal,• a drst ra in 1111 caso èli darr·ioci"titP cronica; guarig:one: (op . maggiore llr llcnzil.
~cll'ora dello ospedale ed in 110 ammalalo di cu.rnl:Jia con lle.~~ione della COSCia ~111 bacino, fu fatta J'eSICnsiOIH' forzal8
dell'arto, p1·e' ia cloroformizzazione. L'arto fu quindi tc nu~o per IIH:!~i fis~ato in nna doccia, nello sLalo d'estensione. ollf'Ueruln:'ene ~unrigione rPlaLiva con semi- anchilo.:;i retta (op. mag· gi•)rc ne Hcnzi).
STATE I SEGL"ITE DURANTE L'Aii l'iO 1888, ECC.
epera•lonl per Ostole e
HCOI
289
Ratololll.
f'istuk a11ali. - ~ e fnroM operate 4-1. di cui: 9a Caserta (operatori Savia n i, Te~la. :\alale. Oel \" ecchio); i a Rologna (operatori De l?alco, l.iiJruin); t n l'erngi.l (operaLori De ) Lartino, l~igliarolli, ,\tzeni): 3 a Roma (operatore Di Fede); :1 a Rresria (operatori Caba~si, t:ianola); i a Li\·orno (opet·atori Franchioi. Bonomo); 2 a t:a\'a dei Tit·reni (operator(' De llenzi); e. per le ultre, una in ognuno dei seguenti ospedali od infermerie: Bard (l'erron, medico civile) , Alessandria (Corva), Genova ~ De l'rati), Chieti (Prnnza.taro) , Aquila (Amoroso), Siena (.\delasiu), Napoli (Sciumba la), Bari (Vicoli). Catanzaro (Ile l'nris) . l'alennu (Landolfil , Trapani (Patel la). Trentaouve furon o operate colla spaccULura e due colla legatura, tulle con esito di guar1:-:ione. SeRi ~vtolosi -2 1 operati: l'i guariti. l migliot-alo, ~ sussepito da riforma , 2 senza indicazione d'esito. Fra essi rurono predominanti qnelli delle re~ioni ioguinali. 8ater•alonl o rldoJr:lo ol di e rnie strozaate.
Si pmtil!arono due erojotomie: una con esito di guarigione (t• intenzione) in Roma (op. maggiore Di ~'edP.) e l'altra con t!:Stlo letale in Aqnila (op. capitano t\ moroso). In ambedue i ca=-i trauavasi d'ernia inguinule. 1 n'ahra ernia inguinale sLrozzata fu potuta ridurre colla>. i,; (ospedale di ~lanloYa , op. non indicato).
OI•E RAZI Oì'\1 CUUWRI:tCIItt.
.\.ltre operazioni .
Ouroto111ie. - Furono, come al soliro, u umero~i-~i~ne, 111 se nl' nccennnno soltanto alcu ne più importanti. cpmli >onu IJUellc di molti ascessi profondi delle regio n i cervicali u sopr1· dadt·olari, eli tre ascessi "i fosse iliache. di due a,;ce.;si pr..· statici, eli due a~cessi perirenali. di altri delle foçe t.;ehw· rcuali, di un voluminoso ascesso retro·far ingeo. minarcinnt~ aslis,;ia, çcc. , quasi t11tti con esito di guarigione. E,,,i r11a:ion,, d'tlll!fh i e incarnale . - ~e f1trono mcnz111· nate :)8. tulle l'us3e~ui te da guarigi one. S tUI/ 1'1'. Nol :;olo ospedale di Roma ~te ne praticarono l i per ferite, qua!'i IIJ ile da arma tagliente, di cui q11alr.heJunn penct:·anro, 111tte iu horghe!'.i (vcgga ~ i uotn nl enpirolo A111· puln;; ioni). Opera1.ioni state fa 1te dagli ufficiali ruf'dici di gu11 rdia. Nollospelialo ùi \'erona si praticò la sutura d'una rsre-a fe· rila rh\ taglio uella parte anteriore del collo e della lrarhea in rorri,;pondenza del e 3° anello, con esi lo ò i guarigione (of•· m:•gginre Cnrahhn). ~ el recl u ~orio di (;aeta ::.i fece la -"Utura d'una ferila d.t ta;li· ad II tH\ tempia . con lel'ione d'un ramo dell'arteria tetnporate: guarigione {op. ca piLnuo lan neli i L \Itri cinque c·:Hi di ~utu ra occorsero in alcu ni altr·i n...pednh od infPrmeric. g~, i rpa: itm i ti i llorsr mucose. - Xe fu rouo re;:i,.,r rate t~ :.;eguenti: rum di hors·1 mucosa ::.oprannumcraria al dnr-n rl'rrn piede; 111Ùtl1ra 11i .borsa rnru;osa pc·erntul ea, all'e lln da llo~o~i · fiiii;.!CI~a giit e~!e:-a ali n ca psula articolare (nmhedu o in Tori nu. op. mag~o:io rc R.andone); cd una terza pu re di hor:-a muCO'·'
z•
STAl'B ESRGUITE DURANTE t.'ANNO
1888, t CC.
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prerotule.1 suppuralil (Romn. op. maggiore Di Fede). 'tu lle con esito di guarigione. CtU"tri:.:azion.i atlttali. - [ na a Ilomn in un borghe:-e s&nto mor:;icalo da cane nrraubiato (sollotcnenLe avini) (1). ~un'a ltra intercorrente in caso di coxite, ma senza alcun profino, e~~end1J$i dovuto due mesi dopo rare la re;;e:~.i one soltoperio:~ten dell'anca (~apoli , up. capitano Sciumhatn). Sbrialiammti.- r enoero praticati shrigliamen Li. tal volla mollipli, in olio ammalali di gravi llemmoni ed in altri tre per paterecci (il a ~f ilan o. Cavigioli e r.alderini ; :3 a \'erona , op. 4::arabha; 1 a Firenze, op . Fresa: l a Napoli, op. Lucciola ; l a l ~wa, op. ne Renzi}. In un caso di cancrena al dorso d'un piede per grave Lraumatismo si p1·nticarono parecchi sbrigl iamen ti, ot tcnenùosene lohmitazione della cancrena ( Bre~cia, op. maggioro Cnltns:;i) . Taglio di sfintere attalf·. - Fu praticata con buon esito in an ammalaLo eli rJgadi all'ano {Firenze, op. mu ~ gi o re Su{lerchi). U ·' nch·•fra h truppa :si ehbo•ro mor.;kati d.t ranl arr:~IJbi~tl nd rnnnr' I S.~S.
rrc m IVN.'a, olo\··· furono >Ui oiLo ~-~·ut.·ritz~ll ~ol r.•m t rOI'o•nt.·. FurOIIII 4fllinl!l hiYi:ttl alln SJlCIIale d i Torino c sollopo<Li :t Ila curn nntirnbhil':~ neiI'I:<Ututo 11\riD.,.I'. Cio non ostantt•, uno di ,._si mort. Trt in Fann, P&~i pure ··autcnzza ti col fprro rovl'nte l' coll'nmmoniM·a. Tra'IIIIDdi alltl sp~'<lale d 'A ncona, uno di t'>SI, cbe :tV"' a n iPiato pa.-.-.·rll t·· letiW vmronrli>, mor• nel ' 3" :;iorno. gli alt ri dUI' furono '"'lati ~ Mllnnu •· -otlopt~tl alla cura nnlirabLira. nell' i-tituto mil:mesu. {lllullrt) nel dlsLaccami'nlo di Lerro r" (Si,ilia), rou lllrll%31ì {UI si tu, •· •l tt HHh ~Yiati allo spedalo di Paler mo e sottoposti :~Ifa rura :ullir:•lllur.~ n.·ll'i•ltLuto OQfr Uno di es.<t •non poi rl 'itlrorobia nello • pedalP di l'a nnn . Q! Due ln Palermo, stati ; ottorosti alla slt·s~.t r uo·a nello •te.Ho l~tihlt• • ,,,_ •· !'ion furono cautPl'izzali uollo spcdalo, pereto(· 11uando l'i ontt'fi NilO, lo 1\lt'u ftrlt~. attronrle ,HJICt'Ociali. er~no ::ia cicalriz~ati'.
'"l'lli
OPKRAZlONI ClllltU RGICIIE
Fratture e lu•sazlool,
l.e frnllnrtl <' le lnssazioni registrnte nella colonna l'tHratr d•rellammte dei rendiconti nosoln~ic i. furono rispellirnmente ~59 e /3. Di tulle fu indicata la sede, meno per tre lus.a· zioni. Alle suddetto debbonsi aggiungere 16 fratture e i· lnssazioni avvenute in ufficiali e stato curaLe in ospedali militari . .\Itri militari di truppa furono ricoverati per uguali traumatismi in ospedali civili, ma di e:ssi non si potn•bbe ùtre il numero. Un fratturato fu curalo in uno !\pedale della mat·ina tnilitare. F1·alt1Lre. - Le frallnre siate curale negli ospedali e nelle infermerie presidinrie militari, comprese quelle degli ufficiali. furono le seguenti: 8 di cranio; i di ''ertebre; 9 di ossi mascellari; 2 di altri ossi facciali ; 4 di scapolo; 5(i di clavicola; i) di coste: 11 d'omero; ~2 d'anLil1raccio; 20 d'ossi lltetacarpei e di falangi di mani; 4!) di femore; 5 di rotnla: 88 di gamha; 3 di ossi metalarsei e è i falangi di piedi. Oi tutte queste :nn frauure, ebhero esito letale G frauure di cranio, 4 1l'antibraccio, 1 di femore ed 1 di rolula. ~
STATE ESEGUITE DURA NTE L'AN~O •1888, BCC.
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Quanto al modo più o meno perfeLLo di guarigione a cui rinseirono tutte le altre, nu lla si può accertare per le ragioni già indicare nella rivista. precedente. i può tuWtvia arguire che in genere siano riuscite ad una soddisfacente gu:trigione, poichè, essendo esse in gran parLe aneoute per servizio (solo per calci di cavallo se n'ebbero 52). ra relativamente assai piccolo il numero di quelle che diedero luogo n pratiche ammini stratiVI' per pensi one nei due ann i 4888-89.::\el 1889 ne perYeone•·o soltanto sei all'r:-pellorato. Seue altre ne pervennero nel corso del H~89 per mi litari di tnappa rrauurali, fra quelli elle furono curali negli spedali eivili. ~l erila no essere ricordate alcune circostan;1.e relative n ta· Ioni fra i fratlu rati di femore. ~ ell'infermet·ia di CremoM uno di tali frattm·nti, giit consideroto come guarito , cadde e ~!i si rinnovò la fraltura nel sito st~so. Ciò non oslanle rnj!giunse una soddisfacente gua· riginne. ~ ello spedale di :'iapoli, un altro fmunrato di femore, stato curali, con bendaggio gessa lo, rimosso qn.eslo dopo quattro mesi. fu ll'n\'alo con callo deforme e con un raccorciamcnto di 4 cemimetri. Per ovviare a tale insuccesso si ruppe il callo e mediante una nuova cura si oLLenne un esito migiiore, con raecorciamento t·1do tto a cent. l ' ·•. l'gnale fatto 3Uccesse nell'infermeria presidiaria di .\ quila, dove em pure stato adope ralo il benda ~gio 1-!es:-ato . t:on una nurn-.1 cu ra si ridusse il raccorcia men to a 2 cenl. t'na guardia di finanza stJ tn curata nello spcdale di (~ enova coll'apparecehio Wolkman - semicauale con pesi - s'ottenne una cattiva guarigione con wllo deforme e con un raceorciamento di 5 cenl. Un caraluniere stato curato per frallu ra di femore io 1wo
011ERAZIO.Nl CHII\URCICll~ ~ pedal e civile, ne guarì con ca llo Jeforme, riun i\lne nngolat·e
e raccorcìamenlo dn. G a i centimetri. Trns!ocato quindi nello spedale militare di Ftrenze 1'11 quivi · sottoposto all'estensione vermanente med iant e pesi, coadiuvaLa dalla C•Hn pressionesttl :-ilo delln frattura, attenendosi in poco tempo la scomparsrt della del'ot·mitil angolare) la diminuzionr. del callo ed un allun~a m ento tale dell'arto da lasciare soltaulo un accorciameut~ di 2 cenl. Debbo iu ullimo t·euitìcare un errore in cui sonn inror>o nell a nota apposta al capitolo f.'·r atltwc della precedente lt:vist:~, rel nti'llam cnLe ad un lwon esi to ot.tenlllo nollo speùale di J1;11'ma coll'apparecchio 11 istono in un fratturalo di femore. L'etTOre sta nell'avet·e SC:11ltuiato quel fratturato cuo un a lir~ !!lato cur;Ho a \ erona nel 188ì , per il qnalè fo pnre adoperato l'apparecchio Pistono. rnol si però so~giungere che. c;ome si ril evò dalle relalive pratichearnmi aistralive, nmuedn~ quei frall~rati ottennero poco pre:)so ttgual grado di gunri~-:ione, poiché furono ancora ritenuti idonei al ser"i~io nel corpo dei veterani (1 ) . (i ) In una sua memoria, stata letta nelle conrerrut~O scientifiche 1lei tll•''i di~"~~'
n:J.io e febbt-alo volgente anuo noti() spedalo eli l'arena, 11 dott. 'l'romlielt:t, éltlll· tano med ico 1tet t•eggimento CIIV<tllet'iil Caserta, a cui appartencl'lt il s11Jd~tto fratturato di !IJmoro· (ect·to licnnari, allievo s~rgen lll) asseri chu la gunril!irn ~ :1 ora compiuta con O CUJ'I tlm ell'i rli r:tcl:ordamento. Porse l'ontr!ll'ùh! I'OIIega 11011 fu lwnu informato, poich<' olalle ultime pmth:h~ arnmlnlstrallre al l'iJ!uartlr> (ago~to IS89) e spcul:tlmcHIP d(llle an'ncssevl dlchinrazionilllediclw. rtlrui non er~ <lata r.lasciata nello st..sso ospcolale di l'anna, risullu e.•~ere qu el r:.•·o·or,.iiunento 1fi so112 c~ nti metri; per il che Il ~~ennari fLL giudic:Lt" tuttora ìr.lonc<l nl ~cr,• tzio uei ,·eterotJi. manctlndo in lui al~re condizioni aggra,'anli Il ratto cleti:J ..tanJic~ l.io ue. l'osso tl.lt?.i so(:(gi ungcro ello n ell :1 dicl1 iarazioue cOli cui Il Gcnn:tri fu prol'O~ lo dal deposito di convale,;ccnta di Mootoolivcto ad una cura di r:~nghl ter· tnall noi t8S9, il ra.,•·orciantenttJ t1 rirloLto a proporz ioni nncorJ ut inorl. Ma il GeunaJ•i ru egli curato col solo apr•arecchio Pishmo. rume sembr··relllta rtsul La t'o <ln l rendiconto nosologici) dello spcll nt e rfi P:orm:\ (l t!l' il mcsr di n;1tile 18SS, tori l'l'O andt~ con ;t itri mezzi, come sijlutrebh" dedu rre dnll'acc~unal.o prorou31A prr una cur:o termale? Ecco un tlu bhlo ell e il prefalo doll. Tronohotl:l, tro,•arr oio,i ·wl 'ilO, potrel1be ri<OIVI•re mo·çlio di me.
STHR BSBGUII'R UUR.\'iTg t.' A~~O 1888, ECC.
t9 :)
fn ordine all' indicato apparecchio, un direttore d'o:\pedale' principale mi informava cortesemente in marzo 1889: che era •l:lto applicato in un caso di frallum di femore, al 3° supet·iore, 8elllplice. alquanto obli qua; l'he e1·a tollerato senza incomenienli dall'nmmalnto; clte rispondeva l; omplcttunente all'uso a cui è destinato. In atle~a di rerilìcare ulteriormente l'e:.ito lì naie di quella cura. come pure di un'altra ~tlluata ,; i conll'mporaneam ente e eolio .:;tesso m e~zo uollo ~ pedale di \ erona, sarei di opinione che in alcuni dei ca:.i di frallLLra di femore sopra ricot·tlati, avrebbe $dorato meglio l'appa:-ecr hio Pistono. ~ i ccome lluel lo che lw il vnnlaggio di non na~1~o nd ere :Iii' occhio del curante le condizioni dell';trto. l.'app:u·ecchio l'isLOno fu pure util mente ;tdoperato nello !!pedale di Palermo in un urliciale tbe per esse1·e ~ lalll preso colla coscia :.mi stra ~olto le l'IlOte di 1111 carro, riportò una fralluramultipla al :3°medio ùel femore. llidoui i frammenti, si applicò l'appntwchio. lìalla :~ loria cin:oost.'lltziata del l'atto. riftwita nel 11•sLo clelia Relnzione nnou.sle, ri:;ulta che dopo GO giomi, rimo,;,;o l'npparecchio. si riconobbe la frallura non e,;sere :mcora con~ol idata , la quale cosa fu attr·ihuita alle condizioni discrasiche del fmll ura to; che rimesso nuovamente l'apparerch in, lo si tenne in sito per altri 80 ~iorni, in seguito ai quali il call o non era ancora ahhustnn'l.a 110 !idificato; ch,e per compierne lit solidifìca'l.ione si mun1 l'ufGc•.ale di appo~ito a ppa recchio il qnaie gli !)Ormelles,;e di pas~8~1!mre cou l'aiuto delle ill:llll!Jr lle; che in que&lo modo il r~llo 11i r·esc forte e l' urtit.:iale guarì con appena qualche linea di taccorciameoto dell'arto e senza deformità. d' Questo fallo proverebbe, n mi o avvi~o. che l'apparecchio in •seoJ'l;o, se metodicamente, applicalO, puù essere tollerato 'Dtbe per molLo tempo senza diffìcoltit.
OPKR A'l.lO~l CHIR t: RGlCHE
Lttssaziani.. - Le Ti lussa1.ion i (compra!\e qu elle occorse in ufficiali) furono le seguenti: ;j di clavicola: l di vertebra ; 3~ di l'palla ; 13 di J:Otnito: ~ della Le~ ta òel radio: 5 del carp•1; ~ di pollicr: 1 falnn go-metacarpE>a : ;; fnlnngo-falnngec; t di piede; .. l metata rso-lar~ea; 4. di all uce; ·l di rotu ln; 3 di sede non indicata . Per quanto consta all' Ispellor-alo, d ne soll;1nlo fra c~se die· dero luoAo n pratiche nmmioislrati,·e a scopo di pensione e furono unn di spalla e l'altra di clavicola. For:;e tal une alire, non provenienti da serrizio , a\'ranno richiesti pro,·vedimenti, piu sempliri. laodo però alle informazion i contenute nei renlit· conti nosologici . !'i anebhe r·agione di !'opporre che nella grande maggioranza abbiano rn~~iunla una huonn gunri)!iOO~·
l .ealonl p e r ealel di e;n ·alll .
r rendiconti nu:;ologici registrarono hen 83 lc:; ionr Òr\'l'r;~ più o meno gravi. lalune and1e mortal i, per calci di rantlli. Qu elle con fratture di oss i sommarono a :>2. l l.e lesioni mortnli furono tre fraltv re di cmnio cd una con· tusioneal \'OOLre.
STATE ESEGUITE OUI\ANTK L'ANNO '1888, ECC.
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Fra le altre, poche sollaoto diedero luogo a pratiche ammini~trative per pensione ed alcune rich iesero tardivamente qualche opernzione, come fu accennalo nei diversi capitoli. Gio,·a quindi credere che io genere abbiano ottenuta quella migliore ~.ruarigione che la rispelli,·a lor·o entità consentiva. Roma, febbraio l 90. Dott. l' ECCO I~Jl••lt••r·· Capo •h S.1uita lhhlart.
FERITI !\ELLA VALLE DEL PO E .
MANOIANTI CAPITA 'I10 JllOICu
.
--ce
Ritengo nuova la particolaritu del concetto che esprimu il titolo di questi appunti, e prcci~amente: la n aoiyflliOn'' del bacinf> padano in aggi11nifl delle altre r:ie eli -~flO'''uero feriti delle nostre frontie re altline, ma esercitata ')MSi nf[aiio nelle condi::ioni e con i 111e4::i umili flel pre~Jence. A nzi cJuest'ullimo inciso ne costituirebbe una principale caralteristtca; nv,·egnachè lun,:(i d11l mulimno caswlli, amu tenermi nei confini della pratica e delJa economia come piit favorevoli alla attuazione pr onta oli un disegno, ed alle sol'· ferer1ze dei nostri bilanci, epper ciò tor na oppot·tuno, sacrttìcando il rne!!lio al bene, far lesoro, fin dove sono possibili, dei mezzi immediati cotnu n•1ue t•ozzi e 1wimilivi, come dr.lle rurze naturali e fra le molt•ici, prima d ogni altra la t' .rrente 1&•lana 10 discesa Que~le considera zioni adunque, si appof!gcr&JlnO con grHrHle p•·•! valenza sul Po, che anzi ne sarilla base esclusi,·a qunndo dovrn èire delle gt·osse evacuazioni, come esso la é allre!:'i d'un ragguardevole sistema d'afllueoli, multi dei tJU&li pure navigal!ili in modo più o meno e,.Leso: impt-r occlle, di ma"-
1.0 SGùMBEIIO ACQU EO DEl FERITt NELI.A VALI.E OEI. PO ~~9
sima. un'acqua é navigabile totalmente, ovvero soltanto in discesa, od allt•imenti, secondo il galleggiante che de,•e sopporlàt•e o procedet·e sopr a di essa, in guisa CO~>tanfe pet'Ò, salvo alcuni eventi di forza maggiore. Naviga tanto un burchiello quanto un piroscafo, come si eonduce per la s~rada tanto uua cat•t·iuoln quanto un treno ferroviario. Solalllenle, dove passa appena una gi umenta non vi si l r usciuerà mai la trebbiall'ice a vapor e, n6 d0ve slenta il hattcllagp-i o sera l~cilo stabilit'\'Ì un'impre;oa di Stearne1· An ~lo- A rne!'icani. l costanti rAppor•ti tra acqua e veicolo, cl te ritengo necessat·i onùe presumere l 'allutlbil ita della naviga~ione, sernpl'e nella modesto. misura del nostro servizio, sat·€-hbero i seguenti: il fnndo del flume dovrà distar e dtli trenta ai lfLtUrania centimelt·i dal f<Jndo della barca; queUo del canale, che é più fermo, ~oHa n to la metà. Quanto a larghezza: sui l'anali baster·ù, i n C:lll1~ lta, quHiche decimetru pi (r del ''eicolo, non essendo intlispensabile per gli sgomberi minot·i di quesli speciali cor !Si d'acqua, L'incontro tlei veicoli e bastando all'oc· correnza qualcl re scambio al le ~la:r.iuni d'approdo. S ui fiuw i, pr,oiamo pure il triplo delta loro larghezza, pet' lo tendenza della cort·enle nei r•i svolLi a pr·entlr t·l i ,\ i fh.1 11CO e spin gel'li contro la ~ronda, sebbene le barche che in ispecia.l mt1do con!i'iglier•ei pet· il n oslr·o scopo e che dt·scr·rvcrò a suo tempo, non abbiauo tale lunghezza da dùvl!r l ernere spostamenti moll o $ensibilr. In geuere, da nltirno, In corr·enle non dovt•à opporr·e, in ascesa, unu velocita superiore (lei metri 3. o ·3,50 ttl più, ogn i minuto secondo. Que!'ite proporzioni vennero da me calcoiA.le sopra i pr·in · cipi che furòno e sono l e basi delle gt·andi e sistemate lla''igazioni commer ciali interoe di f)l!asi tutti gli altri paesi . Onde si dovrebbero J'tlenere, per la ùisct·elezza ùòll a nostre occor r·enze, pet'l'ìno esa gel'at~ ; Lanlo più cl te non sempre al· l rove t·isultarao imprescindibili. 1 nfnlli in Francia dovi:' nppun~o secondo sct•ivono il Lo~J rené ( l) ed i l K r•a t~ ùz (2) i t'Hfl· l l) Cuu1·s rle 11avigalto 1~ inlt!r·iett?'!'. - Pari:;, llunod, 1889. !2) 11/lppo,·ts sur /(1 ru,ci(lolion ii~IJdeurt. R<JsoeHntl dl'll'.\sseml!lca ~:.zioil~ ''· 11!"~·74.
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LO SCOMDEltO ACQ UI-:0
porti priuoipali si assomigliano ai sopra delli, l'alto Rod11no, co~1 ''eloco e cosl tortuoso. J.a ''aporicre con 100 metri ,!j
lunghezza , ma pure distanti dal rondo a ppePa un tlt!Cimelro. Premesso quef'lo o::-cillare di apprczzamenli l'ulla nll\'11-!8· bilità di un'acqna, "i comprende come siano nel vero hllll(• il Sironi IJU&ndo (l) afferma <'alegoricamenle essere o. na· oi[Jrtbile il Po , pP.r fJtWSi tuUo i l suo corso; dopo T orin.o anche con barche di oro~sa por tata • r1uanlo il Mallei, (:he ne (:!) esclude il tr·allo s uper·ior·e lino a Pa,·ia. Il pr·irnc,, come ò Rppnnto il caso no,.lro, l'i rifer·[sce probabilrnen tr al ballellaggio, agli approcci, a trasporti insommA Juoderutr. falli con rnezzi di trazione economica. e cnn gli stessi 'eicoli cui io pure miro, alli a ~opporlare due o tre diecine ·li lounellale !'Oilanto, con pochi decimeki di imrnet·sione, 1 quali io tal modo !'l• !"i pos~ouo t~n~:or·a f'onsiderai'e com•• di ~rosso car·ico, nella gerarchiA delle barche, son'l im·er•• a1 piedi deliA scala in quella generale d~i gallt>ggiaoli p~>r lra~porli C(•OHnerciaH; epperò il tronco da T orino a P aviA r·ie<>ce. crPdO io, :riit surficienle, percla~ all'idrometro di Chi· ,·as!'o, ~ilualo nel punto meno profondo per l'e~am·imenlo clovuto a lla prec:a del Canale di Cavour, si verificarono circ11 flO rentimelri di al lAzzo nncora nelle magre intense. Ad ogn. m odo il sopradetLo canale, che sottrae ol Po l'immane qua n· t1tà di 110 m. c. d'ocqna a l minuto secondo, e ne ri versa uel Ticino meno della me là; flueslo ingentn Oi'Lacolo, e forse ne1 mesr J'i rri ~azione, ostacolo assoluto alla buona e !"Ìf'lemfllll navigazione commerciale del Po snper·1ore; rau •a ptll'<l d'in· convenienti in tempo di magra Mpra alcuni lraUi del P o iu· lertor·e. al primo a l'arme, come oll'occorrPnza, Len <:.'intenti!', do Hebbe avvenire per gli allr·i emuntorii rninOI"i dello vAllata s1 :;;opprimerl'bbe, mi pa re, co n tutla ~emp lici lil, chiudendo le calar·atre di Cltivasso c lascinndolo al :'CI!C'O. Co<:i l'acqua del Po si con"oglierebbe interamente nel ~ll() !eLlo: co~1 pur·e, oltre al resto, verTe bbero toiLi o d1min uit1 $(>,nzu bi-
CII "oggi. di Gto(lra{ia slralrgìca. - Tormu. tip. CamMetti. \'<•ne7.:n, tlp. 11i mutii•J $oJt'rvr'"·
/~) .S•IIIu ti tUil}a:iont interna di 1/altu.
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DEf FEI\I TI NrtLLA VALLE DEL PO
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"ognodi la,·oro alcuno, i due o piu dislivelli di questa pol'zione di Po e quindi mulata in certamente continua la nostra modesta navigazione, altrimenti, .forse, nel Po "'uperioJ·e sol· tanto contigua. Il M allei al contrario fìno dal pr·iocipio, nella !'emplice esposizione della nostra rete navigabile atluale, parte già da ben più alli propositi, che poi col procedere tlell'opera sempre più eleva. Egli mil'a appunto alla grande navigazione a vantaggio del commercio, delle inrluslrie, del l'agricoltura e solo quando l'immagina toccare il suo apo:;eo, incidentalmente anche delle grandi imprese di guerr•a; fonte di lucro per i p1•ivali e per le società che l'ussumouo, come fu la nostra un temp_, e clelia •1uale !"Oio r•imtlll~ono Of.! ~;ti pallide vestigia nei corsi d'acr,ua del Veneto e nei canali nav1gliari lomlJor·òi comunicanti con i due laghi Maggior·e e eh Como; navi~azione posi a in concorrenza cou 'JUalunqul' !':il'tema rerro,iar·io nel modo sle~o:o che avviene fra le altre nazioui, lulle cose che non t·iguardano questo studio o stauno troppo lontano dalla sua orbita;moiòsa inl1nedalle forze più moderne. piu perfezionate e sosten;.tta da gaUeggianti che deoonu almeno pescar e ofl' incirca due metri, non pochi decimetri e portare centinaia e centinq,ia eli tonnellffte, non qualche derina! Cosi si spiega perclt6,. egli già nell'el'ordio, e~clude, come dissi in esempio, dalla sua navigaziouo un c·entinaio di chrlometri a monte di Pavia, quantunque i noslri pontior·i, un lempo dt pr esidio a Casale, abbiano compiuto iu quel tratlo gli esercizi con i pesanti loro imbarrhi, e sebbene esista in prova la bella ropia t!i viagA"i 11er VPnezia, o per· Trieste, o per Aucona passando per Po ùi Goro; organizzati e l'alli nel· l'ultimo ''tmlennio dal mlenle ~d appa<:!'liooato uaula il coute ~an Gtor gio, luUi in par te nza do Cusalc (scalo dei pontteri) con lauce e bar•t:he pescanti intorno ai 60 cc11 Limetri (ViltoriR, Uuione, Cl dia, Tartar•uaa, Veloce ecc. ecc.) e cou cil'lo non di r ado impropizio. Possiedo anzi di questi ,·iaggi parecclli interessanti ùial'i, dai qunl i ri sulta che il tronco da Casale a Pavia ~ i ~egue in ti ore circa. Similmente, per· ùil·e ùt un ollro esempio, mentre il ~latte• limita In naçigazioue delrOglio, da Pontevico alla foce, nom ina poi per digressione
LO SGO~IB I\RO ACQ UEO
Quiril"ello come termine piit lontano d'una seconda navi!!"Ozione di mino•·e por lala, ~ul1o stesso fiume. N on ostan lo gl i esposti cr itel'i, non ostanln che mi :<orret!cra un discreto numero di r icordi e mollo maggiore di inl'ormA;doni personali prese ne~di anni sc-Orsi alla slazione d'approdo del Po in Piacenza dai u paroni '' o dai barraioli sostanli con i loro IJurc·lti per r·bgione di trasporto; non ostanle I'Appo!!g•o di fJUtllch e lavoro illustre consullato, pure in questi appunli intendo sem pi'C, l o si Avvcrl a bene, di " lanciare un'idea • che per ò stiu10 degna d'e.!;ser e feco ndala con espe•·ìe11ze, cou rilievi, con studi c misure, onde poi erJuilibrala, compo::.la, Hrr icchita e sfr ondate, possa asc:odar si siccome pr·incipi•). l pericoli inl J'inseci tlell'ap-gl orn ei'a ntenlo no;ooçolniale. od esldu~t!ci per la viciruwza delrarrnata bel ligeranlr'. il btso;!110 di lo!"IO r·ilornar r ad essa i suoi ospedali mobri1, e ,IJ ~!Jarazzarla, come di ogni ingombro, da~l i uo mini inelli. l'obbligo ~acJ'O di cur nr e qnel->li c"u tutte ),.. attem:ioni, lull+' le rt8or se. LuU.11 la ser enilà po~~ihilt', ve:-Lono il serYJ7io dì sgombero ammalnli e fe t•tli . il IOI'(l oli!'cen l r amento, In lorn sollecita dissemi nPzione, sollo l' a::;pello tonto str alegicn quanto umanil.at'ÌO di v11lur chia•·o, PICntlo, intlisculibile. ~t> consc:..rne pertanto. il dovere Mmulo tlt moltiplicar·(•, di pr~ pRrare. tli Ol'g'tlnizzarc fin dal tempo di pAce, i m ezzi c ~~~ YruLutto ogni via po:-.,ibil~ di t-var·uaziom•, perchf'> quando ln zuer t·a scopi'ÌA esse non sono mni troppe. Qualt> mai Zllll" d eli n nostrA pcni~oia J•iu favor ita clt>ll'alta Il al ia, per for·r ovte, pet• l t'atll , per strade ca••t•ozzabi li e mul oltieru. pc•· fiumi, pt>l' rana li. pe•·laghi n a,·ignbilt! E ppu r·e dubito ti ncot•a della IO l'O~ufficiem.o. Chi vinggia il Piemonte nell'autunno quando lo attraversano ovunque bigoncia lnssu r eggianti di grappol i, i n~omlwo quc!"lo noto umile e per iodico, deve soppo1'tf\r o fel'mate non <'Omp:·ese cla!!li ora r i e giungere aPa mct.n con r itardi in;;n· spettati. Che acc!lùr f'ltbe dunque >'C la f<illi8lt•a YCndcmmia di cor pi um ani, avesse a mntar·e d'un t • ·~ t to rpu:llle zollf' opimc e IÌOL'enli in pozze cald" c ~:an~mnose? Sm·anrro ul· lo•·a I'S<Idnppisli i mezzi di lra!>pOI'lo! Slu bene, m a •·illellianw chP. in ~uri fr nngenti si ru o!Lip licuno ce tor e menle nnclre i l>t-
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DEl FRRl'fl NIU.LA. VA.ti.E DEL l'O
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!'O;.mi òi e~!!t pe•· gl'infinW che occorrono >~Ui cat•1pi di bat· tal!"lia; ~o\·enle anzi sono bisogni i111preveduti onde i'UCCPde appuulo che le vie pr·edisposte por gli f:gomberi, vengf\11" a mancare o rimangano inlralc1ale. C16 del resto è troppo naturale, allr tmenti il comboller e si t·idut•reube ad una crucntn azione co t·eogralìca. La storia di tutte le gu-.~rre re~istt·u e!'empi doloro~IS>&imi di quanto no1 affermiamo. ed è tanto vt>ro che nella grande conferenza internAzionale della Croct· Rossu, tenuta in Ginevra IH'I 1 88~. fu r ilevato eh ~ f.ll1 Cot·a sull'e.c;pel'ienza delle ultime guet·re e non oslante la ma;.rf:!ior pietà che a ll.'~gia sui cnmpi di battaglia, si avvicino !'empt·e al 40 per cento il numero dei mo•·ti per· mancuto ~occorso congiunto a fJUello dei feriti che un cattivo e Lardo trasporto ammazza od obbl•ga ad nmputarc. Questo chu noi medici mililar·i sappiAm o cosi profondflrnenle, é ignora to od è l e· nuto in conto minore dul fanatismo strale~i.;o ftvido solo rli vittoria e trascurnto del poi; onde incombe a noi il mnggior duvere di metlerlo in evidenza inccssanlementc lino dal tempo di pace, aflìnchè da ognuno !'i cer·cltino i modi per alle~ ~-rerirne l& solenne gravità. Di tutte le ,·ie di evncuazione amtnalali e ler·iti. le navillabili sui rllnali, sui fiumi o ~1ù laghi, in aslr·allo, sarebbero senza dubbio, ollrechè le piia economiche per il materiale poco costoso, fa cilmente r eperibile e pr·ont.amente ndallabile. anche l~ più dolci, le più gradite all'infermo. Vennet·o semp1·e ri!lerbate seducenti locuzioni per l'agile ba rch etta mollemente affidata ai capt·icC'i d'una cor·r·eole; comf' ca\'ttllo e cuvalier·e. ondo e palischerm o formano allor11 un insieme piaccvolbsimo cui bastano deboli zaff11lt' di r·emo per arct· lerare o dir igere Jn cOJ·sa. uello stesso modo· elle n' pr·lmi sono sufficienti delle imper·cl•ltibili pr essioni muscolari. L•1 sl e;:so rnuonlare il piano eJac:;lico di un n corl'ente i> piuttosto l'npl:!ra rl'un glissement, che del sor·do nltr·ilo mol ecolnre. i~lperochè gli sforzi ciel rimot·cltio comune o l e p!'ese dell'e· ll!'a a vapor e !:'Ono in rna~,.;inta parte gat'l consumali dRJI'irn· pelo della con·ente. (.; infine un l!f'ncf'o di tr11sporto t:ho.l mette m quiescenza gli implacabili n\'\'ersari del po\'el'o ammalalo o ferito traLto su li.: vie Iii terra, n~suna esclu~a,
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1.0 StòOMUKRO ACQUEO
imperochè non oscillazioni, uoo scos::;e, non trepidat:ioni, non g li s trazianti urti unici o saccadée deg li arresti attesi ed inattesi. Ne$:sun pensiero ci darti la difesa dei trasportati dalla polvere di strada, o dal fumo della vapo1·iera sovente misto a scintille od a particole di cat·bone spente: nessuno, o per lo meno assai poco, la loro aereaziqne e minor scrupolo la loro cerna secondo la gravita della ferila o la par te del corpo lesa. Anzi quando proprio il bisogno stringesse, essi si troveranno, i gravi sovrALullo, se mpre più s tabiU eu in genere meno a d.isa:::io, coricati sopt'fl paglia anche diretlamenlè stesa sul piano del barcone pitì t•ozzo, co11 l'occhio r allegrato Jalle amenità piLloresclie, che si seguono luogo le rive dei numi , piutlostochè chius i, stipati, contorti , oppressi, mal dil'esi o abballo llati nei veicoli reqttisiti o sul dorso di un mulo o sopra gli stessi carri r egolamentari da traspot>lo è i'orstl anche nelle condizioni di migliore apparenza d'un truno sanitat'io pe rretto, il quale é pet· lo meno so ttoposto agli arr esti che impongono di necessita i binat•i intralciati o chiusi dai convogli di rirol'n~mento o per le altre operazioni tlì guerra. Gli appunti pri11cipali pet'I811Lo, che si possono muovet·e contr o la navigazione gener·ale dei fiumi e dei canali, ma specie contro quelli aocora non sistemati o lasciati a sé stessi, sono rireribili: alla non costante viabilita (per· gonfia le o per magre, per disli vello, per la notte ecc.), a ll e lor·o curve, a lla violenza della cort>ente, all'accumularsi ùi ghiaccio nella stagione invernale, alla impropt•idù od insurficienza della trazione epperciò alla lentezza del procedere in ascesa, alla va.t•iela del galleggianti, determinata dalla portata d'ognr corso d'acqua e quindi non praticabili ovunque. Del i·es lo ch.i mi segue con qualche cura in queste considerazioni s~pra mau mano l'are il bilancio cou g li utili e at•gom e nlat~ facilmente, sotto il rapporto soltanto dello sgombro dei .ferili ed in. rig uar•do dei noslt·i canali e fiumi, sovraluLlù del Po. quali di quesli inconvenienti si possauo eliminare senza altro per ché non esistenli- e quali siauo gli economicameole t·ipaJ·abili.
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DEl J;RR l TI ~RLLA VA !A.. E DKL PO
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Intanto è certo che l'evacuazione per acqua, ma specialmente per fiumi, laghi e canali, diede eccellenti l'isultati negli ultimi conOitti. Essa fu una grande e preziosa risorsa nella guerra degli Stati Uniti 0''6 superbi battelli, con tale incarico solcarono le cento volle il Mississipì, l'Hudson, il Grau Canale D'Erié. Gli ottimi uJ11ci re~i da I'JUesta via di sgombero nella guerra tur co -russa e nella campagna della Bosnia e dell'Erzegovina, indusser•l il go,•erno austro-ungarico a creare con decreto del 28 aprile 1878 stahilmeme le ambulanze galleg~lonti •mi fiumi ed a regolamentarne con mera,·•gliosa previdenza ed esa llezza J'e,•acuazione. Lo stesso accadde in Francia dQpo che veone1'0 pr.:>vate su vasta scala l'eCficaciu e la sorprendente utilità, dal corpo di spedizione deJ Tonchino che fece procedere la maggior parte dei suoi inrermi sulla Clair e o s ul Song-Cau. e raggiungere il mare per la splendida &lberazione del gran delta Chinese, ma quel che più monta, servendosi quasi sempre dei mezzi locali più economici e meno propri, per quanto in ge~nosameote adaltati, vale a dire o dei Sampans, specie di grandi ceste ovali, su rondo convesso, in bambu coperte di l.'tuoie; veri segmenti d'ovoide col poster·iore elevato, precil"amente, io penso sul modello naturale, che presentano allo spirito fìne ed os~rvato t•e del popolo cbinese i g rossi palmiped ~; ovvero dei giuneni, mezzi ancora più sin,zolari, costruili in tavola con carcassa di Lro.viceiiC-1, parte destinata a sostenere il ponte sul quale si tengono i r emaloJ•i; con la melA di prua, che chiameremo stiva, mancante di un fondo unito e che come scrive il Nimier (1) il corpo di spedizione dovelle completare a mezzo di ta"ole" e di erba onde corJC8l'vi i reriti perpendicolar·mente ull'~sse del battello. Lo. metà di poppa di· ~>posta invece per l'1cevere la stanga del limone e servir e di allogS?io costante alla famiglia del proprietario, avvegnacbé anche oggi come un secolo addietro, rami glie intet•e ne~>cono, vivono e muoiono in quella pri~ione ondegg•ante, quasi ignari che ruot·i di lil esista un mondo ben più gaio, •t Jou r"al dt !fitncu mihlaire~. 1~5. e .~rcl;ìw) df mtdtcìllt ti d• J•lia•·· lllaeie, ll!SG.
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L.O SGOli BERO ACQUEO
ben piu ~educenle. A chi amasse pertanto approfondire la sua curiosità sui proposiLi che vado esponendo, consiglierei l'c Au Tonkin , del dottor Challan de Belva! ùircLLore d'ambulanza in quella spedizione (1). Ma poiché mi tr ovo sempr e a par·lur e della Francia , a!!giungern che l'altertl nazione nell'ardor·o paLr·iottico di rivincita, intesa incessantemente ad al'riccl lirsi d'ogui aiuto possibile di guerra, prima ancor a, per un esempio, del rivaleggiare con l'ese•·cito americano nelf ol'ganizzazione perretta degli areostati comunicanti telefonicamente cou i comandi di coepo d'armala, o su quello dell'eser·cito in gle!;'e, di pensal'c alla costituzione delle squadre tuciliel'i-velocipedisti. studiò con particolare interesse questo servizio tenendo calcolo di tutte le r isor·se materiali e g-eografiche delle ,·aJ'ie reti navigabili ed annotando con scr upolo secondo le differenti ipotesi di una campagna, quali sono i punti pii1 ravor evoli per l'imbarco dei propr i aJnmalali e reriti: onde oggi l'or•ganizzazione e i modi dei t•·asporti per ucqua sono slabiliti pure categoricamente dal regolamento rrance~e sul Ser oi::io Mnitario in campagna, al con tra rio del nostro il quale non fa ancora parola di simile argomento: anzi ag~iun gerò rhe perfino nelle varie pubblicazioni sulla difesa d(!l nost1·o paese da me consultate non vidi mai pr eso in cOIIsiderazione ti bacino del Po, nello stato attuale sempre~/ifl· tende, come via d'evacuazione in fol'nJi. ma invece solo coni•' baluar·lo natur·aleo come ostacolo Al pr ocederetlelle duearmalt> nemiche. Quindi faccio voti tl flìn ch!"• sull'nsempio rlelle altre nazioni venga espletalo lo studio di questo se•·vizio leneudo in conto elevatissimo il principio, che illr·asporlo dei maiali o dct feriLi in guert-a, specie dei gravi, eseguito in modo appeu& conveniente sulle acque rontioP.ntali torna per essr meno di· sa~evo l e e meno pet·icoloso di qual unque altro, onde rtest:t> assurrlo ed inumano l'escluderlo pe1' la r agione che non pn,., ancora effettuar si con la prontezzu, l'ei"Lensioue e la dovizia dei m ..zzi che offrirebbe una eccellente e moderua naYi :ra(Il Editore 1\elah\\~ e, ' '~• !>;m~ l.
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zione commerciale gia in co1·so, quale quella vagheggiata appunto con tanto amore dal Maltei. Sarebbe come rifiutare treni ~anitari omnibus od improvviMli con i vagoni merci, p~>rchè sopra una data linea non hanno corso i r icchi e daretli convogli sanitari rlalla Croce Ros::.a italiana.
x Il Po, é il fiume d' Europa, che versa la più forle massa liquida nel .mare in proporzione del suo bacino, come gli argini che lo contengono sono ritenuti dal Reclus (1) dopo le dighe dell'Olanda, il siste ma più completo (> piia esteso di difel!a idraulica. Essi proteggono milioni e milioni di t•icehezze agricole, oltre ai prodotti degli stabilimenti indus triali compresi nelle numerose cillà e borgate che stanno piil o meno prossimamente lungo le sue sponde. Sgorga dai ghiacciai del Monviso tosto l'invigot•ito dalla Macra, dalla Varaita e dal Chisone che pet• verità potrebbero contendere le oa·igini alla bianca madre. Quindi !' l t>S\ende fino alla foce per oltre cinquecento chilometri di ordinario, dopo la Sesia e il Tanaro, dice il Siro ni (J. )Jra due rioe piane, non predominanti 1' una sull'altra, facilmente accessibili dunque ed adatte ad un costante alaggio. S'impegnn man mano per numerosi atfluenti di l"inislra e di deslr·a; t·ete comples~a di fiumi di torrenti e di Cànali, molli alli a modesti scambi commerciali, t.aluni anzi perfino suscellibili, almeno pet· certo Lratto, alla navigazione degli ~le8~i veacoli, che il Po, sopporta nelle vicinanze dei loro sbocchi; imperocchè, come esponemmo in principio, il Po t• navigabile per quasi tutto il suo corso e dopo Torino pure con barche ùi g rossa portata. E si comp1•endn, perché ::iO. nel primo tratto fino a Pavia a parte anche il poderoso e~pP~ieote, che sopprime il canale Cavour, come pure le r a· Rt~na ed i rapporti di profondità per noi sufficienti, detti prnna d'ora, la sua velocità f'Ì ritiene non superior e mai aa ~~~ .VouoeUe Gto,raphie U11ioersellt: I.'Buro/le Jfer ltlitmale, vul. t•. t) Otl8l'll cltuta.
LO StWliBERO ACQUEO
melri due dallo s tesso Matlei (l) che stese ala cosi rnhrrsta in quesli Ot'dini di calcoli. Passato Ca~ale è a r ilener»i navigabile anche a vapm•e, ,;('mpre s'intende nei limiti occo rrenti pel noslt·o ufficio tanto piu elle il suo lello olfre quasi iu modo cost.ante u11a altezza di due metri, ollre ulla veloci la cile di rado raggiunge il m. l ,50. Di larghezza, da Torino al Della di sbocco non può naturalmente sollevarsi mai questione. Intanto ecC"O qui gli altri motivi più J•igoro ~i, che consolidano la congettura. La navigabililil a vapore del P o fu riconosciuta intliscutibile oltre che r•ecenlemente dal i\lellei, doli' idrolo~o non meno illustre suo predecessore l'ing. Elia Lombat·dini (2) i in ogni modo poi è positivo che all'~poca della dominazione slrnniera durò un servizio di tali pir oscafi, ricoi'dali ancora oggi dai vecdri barcaioli del Po con la m eravigliosa lucidrll) delle monti antiche per le memorie lontnne: cilu per un esempio il Pio IX e la Principessa Clementina uel!"e!;ercizio della dilla Perelli-Paradisi dal 47 al 52, vale a drre sin che lo cedetter o alla società del Loyd Austriaco, la qualt• lo condusse fino al 1860 unitamenle ad imprese consrmili di oavi~azione sul mare, sui nostri laghi ed altrove, impie:,:amlo più di 90 barche tra in ferro e in legno, por il solo s•·rvizio di rimorchio s ul P o, oltre ad 8 piroscafi della forza di "0 cavalli, e circa 300 tonnellate di carico ciascuno. Si tt·a:::pot·· lavano con questo materiale da Venezie, o da Tr•ieste, a Pavia in poche ore, direttamente o rimorchiando, sovralutto bestiami. gl'onaglie, le~nome da costruzione, vetlovoglie per lruppe, infine sostanze ingombranti compresi i rifornimenti p~t·iodici di sale ai magazzini inleeni. dei piani lombardi , pJ•ocedendo il loro carico per i l!·ibulari mag-giori, o l'er il grande Naviglio. Dopo d'allora e preci~mente fino al H navigarono la mede· simo Yia, anzi toccando Valenza, ed oltre ancora, come puro l! Opera clt3ta. 1~1 Sludi idralogtri e storie& sull'estuario
- Milano, Bernar(Jonl, 1869.
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adrotrlico e cou/ltmrll, ,•et., ec•·
DEl FERITI NEI.I.A VALLE DEl. PO
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tah·olla lo stesso Ticino a valle di Bereguardo, rimot·chiando quando or.con e,·a perfino 4 o :; barconi o ponlale, i vaporim dei nostri pontieri, Sesia e Garigliarw.- Scafi e macchine er.cellenti, usciti dalla pii• rinomata casa inglese di quei tempi, e giunti in pezzi a Casale, o ve rurouo ricostruiti o collaudati da una commissione cui prese parte l'altuale comandante il 21" arligl. coll)nn. Bargelli. Si trovarono lunglti 28 metri, larghi 9 circa, e pesca nti 75 ce n t., ognuno della forza di 60 cavalli . Il v1aggio di prova si estese appunLo da Casale a Pavia e senza l'uso della macchina: ct·edo anzi fossero questi sempre elle ebbero anche l'opportu nité di t' isaliro il Mincio di parecchi chilometr i, se sono esatte le informazioni datemi dal sig. Villa, oggi capo-operaio del 4• genie', c allora macchinista sopra tali piccoli ,·aporL Del re!'to, quante voll~> in tempo mrno lontano, gli stessi della brigala lagunare rifecero sul Po uguale percorso. Di più nou ha ~uari un proprto piroscafo portatore, a scopo speri111entale non rimontava ancor·a il P o fino solto Casale, accogliendo, con gentile invito, qualche ufficiale del nostro gonio l B~tstino adunque questi ch;at•i eJ inconfutabili documenti pratici per autor izzare, meglio di ogni dottr ina, la presunta possibilité di stabilire sulla stessa linea, tosto e fllcilmenle. uu servizio a vapore di barche l'imorchiatrici, fors'anche una discreta navigazione r avvicinabile poi, col tempo e con l'opera, a quella cbe e~i$16 sui nostr i lagbi o sugli altri fiumi d'Europa, molti dei quali d\111'importanza al Po comples~i vamcnte inferiore. Sui fianchi del gran fiume, ~!anno llll sistema di tram m continuo sviluppo, non che, allr o sistema di piccole e grandt vie ordinarie, talora anonumeulali, come la via Emilia; ma epec.almcnte apprezzabile pel mio studio un gruppo riccu e completo dì linee fcN·ovia•·it>, la cui base viene costituita dalle tre di elevata impor tanza mililat·e, e parallele al suo corso, che pel' ragioni s trategiche amo cosi dispOITe: Li11ea di sinistra: (Gl'an Paradiso' Aosta- anthia-NovaraMilano- Verona- ,-enez1a. Linea di destr·a: Cuneo (Colle di Tenda) Acqui-Alessandria-Stradella- Piacen za-Bologna . e nel mezzo la più utile
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tO SI:O)IIlKRO ACQUEO
t•er lo scopo nostro, e quasi sempre a ridosso ùella l'l\'& l-inistra la linea di: ( ~fodan ) Susa-Torino- Chivn<!so-Casale-Pavia- Cri!monaManlovo-Rovigo-Chioggia . Linee che si collegano ritcameole tra di loro con altre di congiungimento, ollre ul J'icever·e il let•mine di tronchi pat'Ziali e l'essere in coulallo con le priocipaU dell'llalia peninsular e. Saluzzo- Carmagnola· Monea !ieri-Tori no- Cl1i vasso-Ca>:fl leValenza -Mezzana Corle-PiAcenza- Cremona- Casa lmaf{jliOJ't'· Brescello · Borgoforte- Ponlelagoscuro, rappresentano allrellante provincie o borgaLe forn1te ciascuna di uno o più ponti in muratura od in chiatte od in ferro: vale a dire, altt·ettanle future e natuJ•ali <>tazioni o di sgombero o d'imha•·c,, o di sbarco o di soccor so o di ristoro, secondo gli evculi della campagna; come anche ollroLtauti punli di coowrgl•nza delle principali vie di inLercomun•cazioue tra le dua feconde pianure che compongono la vallata del Po. Oltre a queste si incontrano, quali sbocchi, a lo1· volla di slr ode secontl8l'le ma non meno preziose e quasi Lmle insommergibili l • od in gener e come fedeli espressioni di scambi facili ed incc•:-· santi tra cose e persone, frequentissimi porti fisl"i, !'emplicl o gire,·oli, mulini, cantieri di legnami e di reri'O, sede di ca· lofali, s tazioni di barche peschereccia e di barconi comn1t>1·· merciali, elle i vari comandi di stato ma ~giore avrannn 111 uota per oltr e misure, e eliA del J'esto risultnno dalle 111oli· cazioni topogr aftche piu alla mano, senza bisogno di rate· goricamenle qui specifìca t·e. Esis tnno pur e! abbasLanza 11u· merosi passaloi e ben necessari, impdrocchè il Po, cou1e insegna !J Sir oni 11el !'; UO p 1·e~ioso Saygro, non ha pitt ;:~ u ndi pPrmanenti dopo Saluzzo; solo du rante le mag1·e estive mollo intem~c, se ne presentano ancora laluni nel Po supe•·ioJ·c, ma afTallo eventuali. Xell'iof~riol'e invece, ~ouo le piene, the possono modificare i limiti, o la sirurez~a della navigaziouP padnna. perché forse allot•a riesce diffiCile il superore qual· che conca dei canali Jacuna1·i , ovvero non c> raro lo staloiJirsi di nuove correnti e di vor·Lici per icolosi. Epperò 'llll'<-l~' li) S•noNt. o~m dtata.
DEl Hm i TI NEI.I..A VALLE ORI . l'O
piene, vengono calr.olate dal L ombardini. dello durala meelia eli 21 giorno all'anno ; onde lutto sommato alla fine, sull't>.sperieuza dell'ultimo '~'enteonio si polrehbe, io ritengo fermare che esso è navi~abile orcliuariamente, vale a d1r1·, anche :oenzo la chiusa del canale Cavou•·, in rnodo certo IH'I' l'e&tensione e nei termini descritli, per lo m•mo undici 111e~i sui dodici dell'anno, polendo nell'unico che si esclude, ma 11on sempre e specie per le grosse portate le quah non ci r•guarclano, il corl'\o delle sue acque impetliJ•lo :u quAlche tratto, soltanto in causa dei due accidenti rneteo••ologici p1ù f'opra citati, ogni altro P.Scluso. Co!llì, dopo ave•· stabililo queste positive e chiare notizie sul gr ande fiume italiano, completer..J i11 breve e meglio il cenno del restante suo 1'\istema idrografico che può servi1•e al no~tro ~copo, immaginando alcuni h•ncciati lineari a prrpenrlicolo del Po, i quali limitano altrettante zone !<Opra j cl ne piani 1IP.I medesimo appoggiati dall'Immensa conca compr esa tra l'Alpi e l'Appennino. E~si che ho ce•·cato con lutlo ,:iud•zio di accordare co11 l'opera tlel Sironi (l), mentre uon mi paiono allontenat•si di massima dalle presumibili basi di ''peraz1oni principali in difesa dt•lle nostre f••onliere alpine, l"ono sempre intimamente legali, nei casi diversi di una campaa'lla, all'argomento in 1'\ludio. Tah tracciati sono i seguenti : t• 1'rvr.tciato (tinea &Yanzata · l v rea- Torino- Chiva~so Y on.lovi. 2' Tracciato: Nov1u•a - Casale- Alessandria. 3• T racciato: Milano- Povia-Slradella-Bobbio ( J>iacl3nZR ). i• Tracciato: Vet·ona - Mantova - M odena. Se per In migliore ipotesi, avvalorala dallo sl.alo geogr alico del gl'SU bacino e !<OVI'atutlO dalla fa''OI'evole Jirezione ··he presenta ·la forza 1n ot••ice nHtu•·ale della corrente po.doua, d~t occidt•nte ad ol'ienl~, si •·iferi!'cono qu•3sti tracciati in ispec•al modo alla rr·onliera nord-ovest; fino ad un certo punto e!<!>i ~~>mbrano stare ct•me all•·ellante cordl' !>Oltese agli archi dell'esercito straniero, lentante di avvolgere od avvolgente in
•·•uf·
' ' Or1era citata.
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LO SCOII BERO ACQUEO
efl'ello il naziouale. A guerra dichiarala, ùi massima, la primu liuca e parzialmente anche la seconda, r imangono tali. nel ca!'o di movime nto offensivo, o di difesa offensiva, tanto 1111 · ziali quanto per• esito di \' itloria; le aiLI'e invece entrano piultoslo in giuoco nei supposti di difesa in ritirata. - Auz1, sempre secondo la predella ipotes i, l'ultima sarPhbe ~olo apprezzabile, quando il nemico conlinuaRse la direttrice BI Po, anzichè for·L•ficarsi s ul Minr.io. tagliando le no!ò'Lre rnmunicazioni te rr estri col Veneto e avviare le sue oper·azioni verso r Ilalia peniusulare, verso la capitale; in questo car-o si troverebbe disLanziata piu delle allre, in omagf.(io al principio pl'evalenle, che un esercito cos tretto a riti rar~i con forze e mo1·ale scosso ha bisof!no di un certo lel'!lpO per·,.,_ prendersi e per ri tornirsi, onde g-li necessita di ma1•riare iu ritil·ata pratella s opra un ampio tratto non solo, ma anchr fino ad un nuovo s istema di solide Lducee naturali , invPc" d'essct·e tentato ad arreslat·si lungo la slt·ada per la seducen te presenza di solo qualcbe punto fortificato, come potrebbe in effello offrit·~li il let·r·eno in esame: • l~ un oaniaggio, dice un altro e vAientissimo uo~tr·o s lr·ttega, che si sconta. sempr·e con perdite d i tempo le q M li, il prtt dutle volte, hanno conse{luen:ze disasit·ose •. P et•ò quest'ultima linea: Yerona - Mautova - Moden11, co1nl' auche l'ultima woa della valle pada na, che avrebbet•o carattere seconda~·io uelle ~upposizi ont di olLacco dalle Alpi Cow' e Graie, si ves tit•ebbet·o di elevata •rnpot•lauza quando lo scarcbier e strategico si trovasse invece s ulla frontiera nord-e,.!. Seoonchè, io questo caso, ogni mo\·imento logistico dovrehb~ allacciarsi con quello delle altre \·aliate del Vene to indipen denti dal bacino padano, il dese~·ivere le quali troppo m1 allontanerebbe dal 111io assuolo. Lasciando adunque Ili qui parlare delle strade comuni. tr·anviarie o fert·ale e dei numerosi ce ntri popolati compr •'"i nelle cinque zone cbe ho circoscl'itto, risorse ques te cerl•l di assoluto e p1·ivilegiato valot·e pet· sò ed anche come aus iliarie alle vie 8C([ue, ma che e~cono dai confini dello ~gom bero lluviale, ed avendo del P o e dei numerosi s uoi punll h imbut·co e dì !>hat·co, de tto prima d'ora con quella la•·ghe;r.zu
1
DEl PKRlTI ~ELLA VALLE DEL l'O
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che richiede,·a l'elemento fo ndamentale di questa memor ia, mi restera unicamente di rilevare gli altri corsi d'acqua in rapporto con il gran fiume, e rispettivi centri vicini di presumibile idoneità ad una qualunque navigazione minore, dai quali, o verso i quali giusta la loro posizione o la loro attitudine, assoluta o soltanto ìn discesa, nei diversi eventi possono qualcbe volta convenire od essere attuabili dei traspol'ti par.;iali ecl alla .<Jpicciolata d'ammalati o feriti. Dico par ;;iali ed alla spicciolata. imperocchè rimarrà sempre in questo servizio la precedenza diretta, specie pc1• grosse evacuazioni alla navigazione dal Po, estesa al massimo onde espletare i l discenlramenlo degli infermi uei punti piu lontani dell'azione, come sarebbe nell'ipotesi nord- ovest, verso le \'arie ed e~lrerne città del Veneto, rimontando altri fiumi o canali , ovvero verso I(Uelle della penisola, facendole procedere, poniamo, dal Ferrart>se per la ferrovia del litorale Adriatico, e meglio ancora, continuando la navigazione per ma1'e, dopo a ver, quando è lecito o necessario, operato il trasbordo doi convogli fluviali allo ambulanze od a~ li ospedali galleggianti, in l>er"izio presso la nostra armala navaiP. od in quelli che va preparando ad ossa la benemerita Croce Rossa Ttalillna. Nella enumerazione: andrò omettendo i fiumi ed i torrenti positivamente noti per instabilità e scarsezza di corrente, che tuttavia in un bil>ogno impcrio!>O ed in talu11e brevi epoche dell'anno, sarebbero probabilmente suscettibili ancora di brevi o limita ti ma non meno valavoli lraspor li; invece. ed io questo caso mi riferisco sovralullo alla zona dell'alto Piemonte, nomi ner ò a lt ri fiumi sufficienti pet• volumi d' acqua, ma sui quali gli stessi circo;;crilli tra&porti. per quanto ris trette siano di consuelo le perdite nei fatti d'armi di montag na, non saranno forse sempre poRsibi li, o per lo meno non in tutta la loro estensione, consm•vando essi per grande tratto la forma torrenziale, causa appunto la costante mon · luo~ita del terreno. Ma io li accennerò, salvo riconferma, dopo oppor tuni t'ilie vi , perché precisamente, in forza di questa Circostanza ' la montuosiià incombe piu eleYato il dovere di rut· tesor o d'ogni minima risorsa, anzi di sviluppare & forliticarue qui piu ancora c!te altrove, pt·e ventivamente Il
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1.0 SG<JMBERO ACQtrEO
valore , imperocchè fJUali vie e quali m ezzi di tr·asporlt)ferili offre, per es·empio, l'immane emiciclo dell'Alpi Cozie e Graie, dal quale pure scendono a venta~lio sul Po ben num erosi affluenti: vie muJalliere, sentieri aspri ed intt•icali. le braccia d'un porta-fer iti, o il dorso d'un:~ giumenta; per· rhè dunque non esperimentare e non valers i per avventura di qualche poliscalmo o di un qua!Eiiasi altro solido tl·abiccolo. • A tale proposito. come curiositit forse ispiratrite , 8P!giungo <:he la prima navigazione di'l Danubio, cioè da Ulln a Vienna, viene fatta soltanto in discesa od in un letto profo ndo solo uu metro, (la zalteroni e da barcaccie capaci pet· ft no di :100 tonnellate, combinate al momento ogni volta cnn tavole, lt·onchi di legna forestale da ar·dere o da costr-uzione Al lot•o a t·rivo poi si disfanno per essere consumali nei bis ogni g iornalieri dalla capitale aus triaca ; notanclQ cbe •'• il LJ'atto di Danubio più difficile costretto e respinto come t'l>SO è, nel suo corso iniziale, fra i dirupi della selva Bavat·a (l}, pur irrompendo in discesa con una grandissima veh>cità (2). Ratisbona e Pussau sono altre due impor lant.i città di queS l\) tt•aLI.o. fot•nile di ampi cantier i per la costruzione di !;ÌIllili vricoli, i quali ugevolano il trasporto dei loro notissimi pt·odoLii, cioè: tabacchi, ferramenta , liquori , sale, cereali , carta e porcellane (a). In o~ni modo r l1o premesso, io intendo di dare specialme nte a questo punto un indirizzo sommario, lasciando agli s Ludi di prepat·azione t>d alle esperienze ulhlriori di fissare con ceetezza Ono do ve la viabilita qualunque di queste corl'enti s ecooùar·ie si debba apprezzare , ovvero se in\·cce con viene assolutamente escluderla. Ciò posto : nella prima zona pott•anno dunq ue interessat·e s ui due fianchi del Po, gli aftluenLi ed i centei prossimi rli sgombero o da s~om berars i , che qui si seguo no- praticahili dil'ettamente, o per l'intermezzo delle allre risorse ordi na!'iP come sentieri, s tt·acle comuni o fert'ale ecc.: (l} SmONI opera •·ita~a. '~l Rsc t.us -
L'};'urope centrale - 011. cit. l'ocabolario stotiw-geogra/ìco.
3) D J.LDBRT·DounTier. -
l
3 15
DE l FIW ITI NK I,LA VAI.I.K D& l, l'O
l
~ Vie aCI}uee Dora ballea - Dora t·tparia. A stn1slra 1 . . . \ Aosta (Gran Paradiso) - Iorea . .
\ Centrt pt·o~strot 1
_ Susa.
( Po a monte di Torino - Allo ~ T ollat·o. A de«tt•a l . . . .' alu;;.:o - Savigliano ,Colle di Cenlt•t prosstmt ( Tenda)- ~Jondovi- Torino. \ Vie acq uee
Sella 2" .:ona.
A sinistra
~
! Se:-ia.
Vie ac~auee
C~11tri pt•ossimi} Farrrllo Vie acquee
A des tra
l
·vercelli.
) Tan.ato -Bormida .
.
. . 1 Cairo Montenotte Cenlrt prosstmt . A 1essan d t•ta. .
Acqui -
1
Nel/n 3" .:on.a.
( Vie arrtuee
Ticin.o - :Yaoiglio di Paoia, di Beregufl~do e Grande -
l
A !<inistra ' tano Jlalfgrot•e. JC . . . \ Paoio - Jl ifrmo - Novara l enlrt p ros ~•mt l Sta.:aont . . d'!l Lrrgo Jfaggtore. .
A destr·a ~ Vie acquee . . (l l\. N. • Centrt pros!iamt
.'\'ella 4" .:ona.
' Vie acfjuee
A ~ini~tra .
( \ Centt•i pro!'simi
!\ elda - Saoigtio della Jfa1 tisana e di Paderno - Lrtgotli Como- Oglio - Lago d'Iseo -Mincio - Lago di Garda . Lodi - Cassano - Lecco Sonctno - C/dari - Man-
tova - Peschiera - Sta.: ioni IMo e
tlei laghi d i romo -
( Garda.
31G
LO St:Q MB! flU ACQUEO
Vw acquee
~-
- - N. N . c enlr1-pross1rn1
A destra
!'\ella 5• zont~. Fosstt di D'Ostiylia - Torturo - .Vaoialio Bassè - Fo.~.~'' Poleselltt - Cana' birmco e Scortico- .Yaoiglio A diqctto - Adige - Podi Uoro - /'•1 di Pila - Po eli levante Canale di Caoanella di PtJ ,. jln.o al Brondolo. LegnCigo - Verona - Hwlm c entr1. pr·oss1m1 . . ll -Rovigo. Secchia - Panaro e .\iaoiylio Vie acquee di .\lorlena.
l
l
A l'<inistra
l A ùestt·a
( Contr·i pr·osf>im i
j Bondeno - Nfodena.
Sono scritte iu cor l'<ivo le vie acquee eire pr esumo suscellibrh di navi gazione per· grandi tratti utili, con il tipo prossimo dr burchi descritti in appresso, avvegnacché esse vie pos::,rt-dono in modo costante: P''ofondità, larghe::za. oelocìtà ~ quindi tolleransa rli tonnellaggio bastevole ai corrispondenti rapporti dei detti \'eicoli e da me ben stabiliti nell'esord ro, come r isulta (l) dai Cenni monog ra.fici sul:a n.aciga :JÌOtte in Ilalict presentati dal ~linister•o dei la,·ori pubblici all't:!';posizione di Ptu·rgi nel 1878 e da altri daLi raccolti cd espO!'lli tutti nell'opera del Maltei (2). Sono pure scritti in corsivo i centri di sgomber o d•rellamente accessibili, vale a dire. immediati ai COI'Si d'acqua. Per le minor•i di queste correnti iuvecc non ebbi carnpo di pr·ovvedermi le stesse indicaz1oni, :-econdo l è quali si sar ebbe almeno argomentatole dimensioni del
(l) L'Oglio, st.1nte la sun facilita s costanza •lcl ,un fondo, >i consider.J. cOlli•'
un canale. (~) OtJe•·a cilai;•.
DEl FER.I T[ NELLA VALLE nEL PO
gallrggiante ancora possibili; solvo sempre per tutti, grand1 e piccoli a f/l uenli, rilevare praticamente quelle altre ragioni naturali od arlilìciali (manufatti) che eleYano O"tacoli al proceder e continuo.di una navigazione qualsiasi, come, per concretare con un esempio, avviene del Mincio a Mantova, tra il la go superiore ed il medio, per la d1ga di P 1• ~l olioa, la quale crea un dis livello di m. ~,20 onù<3 i ferili si dovr ebbero ll'8sborda re, qual si fa oggi con i carichi di ghiaitt. Qui pm'e si r ende necessar io un altro ed ultimo comrne uto : Ilei grande delta pada no ho nomina to i h•e soli •·ami cùe convogliancle maggior acqua schiudono in realtà libero accesso, salvo i g ior ni di mag ra, ai galleggianti del Po, pel', ovvero dall'Adriatico. Non di meno la via che ossi navigano prevaleutemente negli s cambi commercia li con Venezia ed in genere con il g rande se no Adriatico è il ca nale t•stremo d'acqua dolce, situato appunto tra Cavanella di Po ed il BrootJolo, da dove questi veicoli proseguono nei cana li lagun ari di Pellestrioa e di Ma lamocco, i quali comprendono lo ~pec chio d'acqua di Chioggia e la rad a dello S pigon. In Lal morlo essi arrivano a Venezia dopo avere pr alicalo circa 45 chilom1•lri di mare in uno dei tr11lli più lìorenli per movimento commer ciale, solcaLo di continuo dai vapo1•ini che fanno il SPr\'izio tra Chioggia e Venezia, e, nel canale di Mala mocco, anche da immens i piro~cafì di 5 o 6 mila tonnella te. Al di hi di Venezia, lo stesso sisLema di canali lttgunari si continua fino alla laguna di Grado oltre il confine austriaco, coslìluendo una linea, par·imenti, dice il Ma llei, importafl ti.~~ ima, perchè ad es.<;n si allacciano tu fii i }lumi, tuili i canttli e,z i corsi. d:acqua che sfociano ad esi di l 'ene.;in n elle luaune di Barano, del Cavallino, della P iave, del Tagliamento, ecc. ecc., cioè rutti i tratti navigabili deij1umi: Cor110, A usa, T agl iamento, Lemene, P iave, Sele, Canale .1-lortcelfo, ecc., ecc., io ugual modo, aggiungo io, che nel pr imo lrallo, riA Brondolo a Venezia. sboccano il Brenta ed il Pralolon::o. On<l'é chiaro in sostanza che da lutti questi cor si d'acqua s i può a r J•ivar e senza interruzioni a l por·lo della grande Regina . Il o per tanto voluto r ic hiamare queste brevi notizie sopra
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1.0 SGOllliKilO ACQUKO
corsi d'acqua che pure non fanno parte della ,·alle paduna. perchè essi com ploiano e rinforzano il mio argomento ; in altri termini, onde dimostrar e senza timore di conlraddizicmt. come una flottiglia od uo convoglio acqueo di ferili t·accollt. poniamo, nell'alto Piemonte o nell'allo No,·arese ( La~o Mag giore) evitando mitoure eccezionali. poLrebbe, pt·ocederulo sempre per a Ct]ua, ~barcare oltre che a Chioggia e Venezia, all'occorronza, anche a Padova, a Vicenza. A Tre,·iso. a Pordenone ed in altr i punti anrora.
x Esaurilo <'OSI ctuanlo pote,·a spellat'e alle vie di evacuazton~ fluviale, getterò un rapido sguardo ai mezzi pet· operarla 8J!evolmente, non solo, ma anche come ho già premeS$0 con il massimo risparmio. Ed appunto perciò questi mezzi st ch•vranno cercare di massima nel materiale da trasporto eh~ galleggia o::rni giol'IIO sui COl'Si d'acqua llianzi nominali. Materiale di propt·ietit dello Stato. opput'e di province, di comuni, di società o di privAti , che d'altt•ond<>, carilù di patria " ra~ione di guerra ci autorizzl!no a requisire, in unioni" al con-.ueto personale di ~overno il I'JU&Ie, essendo il piti pratit·o, è anche in o~ni caso il migliore. Si ~tsso cierebbc questo. pet· c:oempio,con le squadre porlufet·iti del reggimento pontierj InnniLi sono pel' coph1, \'ari per loggia e rnoviruento, varis!'imi per uso, capacita e pot•t.ala. lnlant.o, quando si rtCO!'di che il cot•po di spedizione ùel Touchino, evacuo In roa~gior par·te dei numerosi ~uoi Nmmalati e la rilevante quantità di ferili dci diversi fatti d'ermi che condussero alla presa di Lan ~·Son, ùi Bac Nioch, oi Sontay, con le rnescltioe e prirnilive t•isorse che abbiamo descritto, còpaci in media di sei infermi, la.h'olla però di due ed anche di uno sollaolo , raramente di un massimo ai 25 . quando si pensi alla fatica del personale d'as~rslenza inlorun a quegli infelici, acco\'acciali nel fondo di un giu11co o dr .~a.mpan.~; quando si consideri che ruan<:r• tah·otta qu.,stn !"lesso personale, e Onaoche quello dd remalori, onde '-i do,·etle aflidare agli infermi meno g ravi l'incarico penoso, JH'O·
DEl FERITI NELLA VAI.LE DEL PO
rogal>ile sovente per sei o selle giorni (1); quando si rifletta infine che appunto, solo dopo tali esperienze cosi lontane, cosl informi, ed in apparenza cosi disastrose, il Minis.tero della guerra francese appt·ezzò lo sgombero fluviale per la prima volla e lo stimò· periìuo superiore ad ogni allro, mi sentirei davvero autorizzalo ad ammeUere che da noi, esso sarà Jecilo, nel bisogno, con lutti i mezzi più poveri e meno capaci dei quali pott'emo disporre. E sarebbe apouoto il ca~o per i brevi tr·~lti, per i trasporti diretti e nelle circostanze che .bo accennate non ha guarì, sovratutlo per g li afOue~ t i della prima zona. Senoraché, la deserizione di lutti questi mezzi mi coodut•rebbe troppo lontano; d'altronde non devesi dimenticare mai che primo (Ondo.meulo di queSLO studio è il sistema d'evacuazione generaltl sul Po, spinlo al più dove sono praticabili gli stessi modi di tra::.porto sopra i suoi più impot'Lant i tributari. Mi limiterò dunque al nominare solo i barconi detti di commercio del i• reggimento ge nio (pon Lieri), le chiaLte da ]>onte e specialmente i burchi (Fig. 1') da tra sporto, al quali tutti é comune pt'erogati va d'essere molto larghi, molto paociuli, in proporzivne deUa lunghezza ed in confronto delle ordinarie barche da pesc.R o da corsa che ognuno ricorda. Questi burcbi vanno con il nome mariuaresco di nqoi appunto, per le IOt'O notevoli capacità e porlata; caricano di solito, ciottoli, ghiaia, granaglie e materiale da costruzione. Frequentissimi ancora sul Po, specie dopo Guastalla e sui principali affJueuLl, come pure sull'A· flige e sopra altr·i corsi d'acqua tlel Veoelo non o~la nle il tontinuo s viluppo di tram e di ferrovie, seguitano la lo ro navigazione ancbe per mare verso Chioggia, verso Venezia ed oltre ancora. Superano il migliaio e diveng-ono piu numer~osi dopo lo sbocco de l Mincio, aumentando ;:empr e la loro pm·tata. Ne esi.stono infatti ùegli enormi. dei ver ameotè mostruosi, ma i Lipi di facile incontro (Fig. 1• e 2') sono lunghi dai 24 ai 30 metri, larghi, nel centrt•, dai a ai 7, mi~urali sui bol'di, ed alti all'incirca da metri 1,:10 a 1,50, dei (l) Muuen, O(Jern citata..
LO St;OJIBERO .>. CQUEO
quali qualche decimetro soltanto, s pecie pel nos LI•o uso, si destina alla immersione. In tutto, il cassero, o 1·orpo, occup.a oltre i '/s della lunghezza e le sue ~ponde ~embraoo mantenersi parallele tanto è irnpercettibìle la conversione ve1·so gli eslremi, che invece a poppa e a p1·ua avv1ene io modo brusco e deciso. Però, anche per gli esemplari giganteschi, quindi, più alli dei sopradetti, un uomo in piedi, sia pure nt>l centro, sporge di circa lo lesta, avvegnache il fondo, come lo sono puri' le pareti, é reso perfett.ao.ente piano ed unirorme dai eostrnli (Fig. 3' e -~·. lel. A), cioè da un tavoJato più o meno connesso, secondo l'eta della nave e assicurato sopra i travicelli della cat·cassa. Come copertura. si suole all'occorrenza adattare a quasi tutti, un sistema d'ar· chi (Let.l. B), sui quali appoggia alll'o s istema di stuoie fille, ma in ogoi modo factlrnenle fenestrabili (Let. C), la cui più o meno riccu dota:done costituisce titolo d'orgoglio e di gara tra i numerosi proprietari. V'ha pure chi chiude il cielo con due bollenti, a telloiu, ma questa misura è meno pratica e s'incontra più di rado. Gli estt-emi di poppa e ili prua SI dividono in parti non sempre uguali, il resto della lunghezza. Ambedue port.ano il palco di coperta, avendo i piani sopra (LI}t. D) e sotto (Lel. E) , comunicanti cou botola a cataratta. A poppa, sulla meta più iutorna, si er·ige il vasto lieme (Lel. F), il quale set·ve di alloggio al pr·oprietario ed al capo barcaiuolo, come anche di ripostiglio, di cucina comune, e, nell' inverno, come tiepido l'ico vero di tutti i remalort e dei giot·nalieri. Dormono questi, qualo dovrebbe al caso avvenir& degli infermieri, sotto coperta o di }II'Uil , o di poppa, lasciando l'altra, la di!>ponibile agli attrezzi di ser· vizio e di carico, del che in pat·Le dovremmo sbarazzerei come di cosa a noi inullle, per s t.abilirvi invece qualche arrerlo di cucina, mancasse il ristoro aliP var·ie ~tazioni ùi sosta . Cotesto genere d'imbarco, secondo la capacità e la durala del viaggio, secondo In natura degli infct•rni o la convenienza di disporli, uel senso longitudinale, anzicbè perpendicolar· menle all'asse, lo giudicherei susceUibile di caricar·e da un minimo di :!0 individui ad un ma~sirno di 80 per ciascuno,
DEl FHRITJ :'\ELLA VALLE DI!L PO
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stesi sopra bt•ande o sopra materassi, o per nece~sità, anche 8 opra sempHce paglia. Possono viaggiar e isolati, ma sarebbe certamente più ulile organizzare delle flolliglie a due, a qunltro od anche a sei navi, dividendole secondo la gravitA dei trasportati e forneadole di qualche scialuppa per le comunicazioni e per lo gcandagho. Cosi quando avr·emo: a) riservati i vari Liemi a l personale tecnico, al materiale di ~ani là ed a qualche fer ilo gr·uve ; b) ridotti con balau:~Lra, a tert•azzini i ponti di sopra copet·la (Lei. D), come convegno a chi può alzarsi, assegnandone uno. difeso da tenda , da tettoia o da baracca, per l'e' e nicnza di un atto operati vo (Le t. G); c) fornilo O,:tni burchio dei ne<'<'Ssari a1·redi, compr esi una stufa refratlar•ìa (Lel. Q) e metallica , o per lo meno grandi o piccoli recipienti per acqua calda, rinnovabile ad ogni sosltl lntloe quando aVTemo: d) s tabilita la latrina esterna (Let. E , Il ), a•:cessibile co11 scaletta (Lel. 0); potremo r iteuer·ci padroni sortza dispendio tll"mlza preventiva preparazione di un buon mezzo pratico, economico ed adattabile alla necessità di rilevanti evacuayJoni.
Questi imbarchi, se s i considero il loro cariro in quel minor gradochepuòpareggiarsiall'occor·l'ente per il nostro uso, scendonoil Po navigabile, d'oi'Jioar io in cinque o sei giorni, soslando la noUe, con il solo f(tvo re della co1·rente; qutndi sogliono di massima rrmontarlo vuoti, sovralutto con l'alaggio a cavalli. Ad un bisogno dunque potremmo pure servirei di entrambi •JUt!sli mezzi di locomozione, destinando pe ro ul rimorchio migliori animali da tiro ed in maggior copia, come pure organizzando meglio e militar mente il ser·vizio :-;pec1e dei porti de· fllinali, oltre al r•esto. pel ristoro e cambio degli animali, sebbene l"autol'itt\ del Mattei ci assicuri delle loro buone e suflll'ienti condizioni sul Po. In ogni modo la desolante lentezza d'ogni sistema d'alaggio non perfe~ionato, potru in certo modo essere virtualmente rimossa ove si requisisca un numero di burchi bastevole a concatenare il servizio senza maj inler'l'u· zionr Ilo fallo doman,Ja in (juesli tempi a mollissimi vecch1 où 21
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LO SGOMBERO ACQUEO
esper ti barcaiuoli del Po, s ul la possibilità di far procedere questi traspor Li durante le ore notturne; come avviene appunto s ui cauali lagunari così riccamen te illuminati, e mi t'u risposto ad unaoimitil. in modo nega tivo, più dì Lutto per gli inattesi osta coli che la corrente s pesso trascina a renòere •l Ioodo impr·ovvisamente infedele. Ma con pari unanimità mi fu pur e afler mato: r itenersi ciò attuabile , specie dopo le bocche del Mincio, se, come loro io suggeri,a, si riuscisse a pr.oiettare un fascio di bianca luce sop ra un baltei lo precursore delej:tato allo scanuaglio. Ora e noto che un appareccl1io elettrico, incassato in un cubo di 60 cent. può aJjmenlare una lam pada di 50 candèJe per circa 12 Ol'e, la quale, s\tuata al palo eli pr ua {LeL. Pl destinato all'atlaaco delle pulleggie pel rimorcltio e lor nita di r iflctto1•e {LeL. l) mobile, dovrebbe, tni sem· bra, r isponde re a llo scopo. li mio, ben intéso, è un semplice ce110o, la cui accettabilità ba b isogno di pratiche p ~evenlive. Come da cosa nasce co:::a, cosl R fian co dell'or gan iu.azioue de:sc ritla, la quale, dopo tullo, s ta ver so gli estremi più semplici che si possono ideare, l'espet·ie nze ulterio ri sì troverànno nel g t•ado di indicar ne altre, salendo cosi agli estremi opposti, o ve porrei l' istituzione più completa delle infermerie (lalleg(Jianli, le quali, senza uscire da lla g iusta rnis ura pratica t>d economica , hanno pur bisogno di una certa sp esa e preparazione. Col nome di ir\fermeria galleggiante, intendo la costruzione di bat·acche in legno e ferro, a doppjo cielo. con ampio luC'ernario, equamente fenestrate, infine seconùo le buone regol... igjeoiche in uso pet· i roigliol'i bnraccarneoti sanita•·i di terra, elevale iu vecP. sopra un pittno di coper tu r a d'una gr.,~a barca. Ma però rneglio. se le .espet·ienze dimostreranno pos· silbile e sicura la loro locomozione per lratLi u tili, sopra utta portier a, cioè, SO(J l'8 l'iosi~me di due di queste barche contigue, oppur-e poste con propor zionale distanze parallelamenle l'una a ll 'a ltra e congi unte da ct•ocere le quali conco•..... rono con altre tr averse a sort•egger e il tavolato, o (Jiano della. ba racca (Fig. 5, 6 e 7), o la cui ca pienza dovrà propor·z iooar~i a lla porlala dci gallegginnli posti in o pera. Posso no ser\'il'e i baeconi deLli d i CO inmer cio dei nostr i pontie ri, rruanln lu
DEl FEUITl riELLA VALLE DEL l' O
chiatte da ponte, tuttavia sempre meglio i burchi prima dedescritti, avvegnaché o ve si a Yverta di disport•e la travatura di soste~no non direttamente ~ui bordi della barca, ma s opra degli zoccoli (Lei. L), i quali alzino il tavolato e permetlano da ampi spiragli (Let. M ), il passaggio d'aria e di luce nei cavi sottoposti di ogni cassero, si saranno resi anche questi per· rettamente usufruibili, come p. es .: cucina , dispensa, magazzeno. alloggio del basso perspnale , dposliglio , biancheria, ecc. ecc., pr aticandoli con scale(Let. 0), aperte nell'im· pianlito.Quantoal pianosuperiore(r iferendomi in special modo alla baracca elevata sopra due barche), ove s e ne voglia conservare integralmente l'area seuza tramezzo (Let. N ) ai soli infermi, s i faranno allora servire i du~:~ tiemi ed i quallro ponti sopra coperta di pr·ua e di poppa, al comple tamento deg li altri servizi nello stesso ordine che ho detto per la prirna organizzazione; però la latrina come il bagno troveranno miglior collocamento nel due estremi del tavolato, mediano alle •lue bar<!he (Let. H, K.) . Pertanto onde rimanere nei termini sommari che mi ~Ort1 > prefisso, non scend-erò in alcun ulteriore dettaglio, intorno a lle altre norme d'o rganizzazione o di igiene da osservars i. come anche intorno ai diversi approvviggionamenti, speciu per arredi letterecci, per suppe!Jellili val'ie, per materiale di senili!, per illuminazione, per riscaldamento, per cibarie, iu una parola pet' tutto quanto può concernere cotesto secondo genore di imbarco, tanto piu che dovr·ei semplicemente l'ipetere ciò che è stato scritto e provveduto o deter minalo nei ser vizi consimili di terra, quali, ad esempio, i treni sanitari e le bat•acche ospedali, con questo di vantaggioso sui primi : la maggior facilatà di carico degli infermi e di g euerose qua nto frequenti disinfezioni; sulle seconde: la. minor dotazione di materiale, specie di sani là e di vettovaglie, potendo l'uno e l'altro essere rifornitiman mano nelle stazioni di ris toro o di sosta. da stabilirsi, come ho detto, ai pos ti d'imbarco naturali o Ct\n· suetudinari, e dove pure verrebbero collocali dei ponti piani, onde il carico debba avvenire melodicamente e senzu scosse. Circa il movimento di queste ·inferm erie r;n.lleggianti, pnrlo sovt·atullo sempre del modello più capnee per· qu(tn lo, come
LO SGOl!BERO ACQUEO
''ediamo fare con le portiere negli esercizi del 4' reggimento genio, s i possa rilenet•e attuabile, a norma dei casi, o secondo corrente, o puntando: o vogando, o a rimorchio comune, infine con i mezzi ordinari, pure riterrei nccessat·io, onde assicut•are un efficace servizio, della trazione a vapore, in ogni cit•costanza,tanto scendendo,quoulo t•imonlando.Solo in questo modo, vale a dire, con la velocité del transito, sarebbe compensata una senstbile limitazione dal percorso, che non e dato evitare pet· la maggiore estensione dei galleggianti, imperocchè ad esempio, essi, non potrebbero varcat·e il sostegno a conca di Ca vaneli a di Po, né, quand'anche, procedere per il seguente canale, !:'C l'uno e l'altro r imangano nello stato in cui si trovano o~gi, specie sotl.o il r•apporto della larghezza. Infatti, la mimma del fondo, in questo tratto, che t•isulta dalla monografia minisleriaie giu citala. è perfino di soli metri 6,30 cunetta sul pelo deli· acqua, un massimo di metr·i 9 di laJ·gltez1.a, si nvra sempr·e a lnllar·e con poco o punto s or monlabill d if'O collù. Ad ogni modo nella peggiore ipotesi, se q11este iNfermerie non dovess:ero dare io ogni caso di ~uet·ra, i vantag;:!i che Hl i ri promett-erei , tut lO 11011 sara perduto; imperocchè noi troveremo coslt•ulli sul Po, degli ospedali o dei moz1-i ospedali da campo, infine degli eccellenti ricoverj (e spet·ie per lo scacchiet·e nord-ovest in buona porzione strategica) ~posta bili in lotalitu, locale ed ar·redi, seg no.tamente lo bai·acclte erette sopra un galleggiante ::~ecoodo i bisogni e gli e,•cmli, all'opposto, lo "i noli bene, delle consi mili istituzioni terrestri. Dopo di che, sembrandomr d'aver nel corso di quE>ste considerazioni dimostrati gli estt·eani necessar i pet• presumere l'immediato esercizio dei vapoPeUi rimorchiatori :;;ul ~rande tratto del Po a Valle ùel Casalese, cioè a dire sui tre quarti del suo corso ollre che sul tr onco succe!lsivo dei canali lagunari, sarei qui por concludere: che le esper·ienze preventive, quali occorrono ad OSJni nuovo impianto, deslinatP ad accertar<• uua spedita organizzazione di qut!c;to ser· vizio sgomberi, in un futuro e speriamo lontano fun:r.ionamenlo, dovrebbero raggirar·s i inlom o:
D!l Y.ERlTI DELLA VALLR DEL PO
a) alla locomozione ordinar·ia ed ecunomica in vigore attualmente sul Po, da Torino a Casale, quanto sugli altri corsi d'acqua allacciantisi per lutto il tratto che s i constalel•A navigabile . b) alla tt·at.ione invece a vapore, senza però escluùer e anche la prrma, sul r esto del Po e sui canali lagunari sino a Venezia o meno: iu ognj caso s econdo il veicolo che e;i vuole o si troverà di poter mettere in uso. c) allo stabilire secondo le var ie supponibili basi d'operazioni, i punti d'approdo e quindi di convegno ~enerale dei fe r·iti, da notificarsi in tempo debito ai s ervizi d'intendenza delle armate. In altri te rmini, sistemare (come c} descritto nella parte Il del Regolamento di .'{eroizio ilt guerra, per le strade di terra) tlelle stazioni e delle linee di tappa acquee. ma lt· mitandQne l'uso allo sgombero dei feriti, non sembrando, a •1uanto mi si dice, esser e queste nostr•e vie acquee conve· uienti, nello stato odier·no, per• a ltr•i servizi d'intendenza piit imperiosi cd"ingenU, quali sono tuUi q uelli di l'ifo1·nimento, uomini e materiali, cl1e accedono al teatro di oper·azione anziché ritornarne. Sebbene ~iano sempre dellu stesso Po e dello sl~so Tanaro, i tratti sw quali nel 18i8 si trasporl•l per opera dei due illustri soldati, il ru g er.erale Cavalli, allora capitano ed il geuernle Ricotti, a!Jura lenente, il materiale di assedio; bocche da fuoco, munizioni, ordegni d'appro('cio t:~cc. oce. poi' Pesehie ra, dalla fot•Lezza d'Alessandria O\'c trovavasi depositalo, o C1·emona le! f11llo qurndi per via ordinaria giunl!ere a dc~LiLlazJone : con lfU&li mezzi? cou barche e battelli inadatti, rcqur!.'•~i a stento ed economicamente ~'ul Tanaro in unione ai loro har·cai uoli. Tutto questo perche' le altr·e s trad e erano od intralciate o destinate atl altri bisogni. Ed è sempr•e lo stesso Po, que llo s 11l quale nl:'l 66, i vapot·etti milital'i Sesia o Garigliano fecer o pel'anti rimorC'hi di ~uerr·a, come ad esempio fu la trazione da Cat~almaggiora " P iacenza delle 50 e più portiere che costituiva~o quel ponte, poco dopo rif11LIO tlello !"Lesso materiale . e rttornato sul postCJ con il medesimo sistema, per da r passa~gi_o al 1" e 3' cor po mobilizzato: opèra cui prese parte prmctpale il valot•oso colonnello Borgetli, che gentilmente mi foro\ appunlo anche queste particolari noli<:ìe .
1.0 &GOMllERO ACQU KO
l gnor·o pertanto quale sia stata la sorte toccata ai due r·ì m orchiatori quando cessarono di correre sul Po dopo che vennero consegnati alla noslrl'l brigata lagunar·e del genio, so però ché essa ne possiede ancora, come ne possiedono nei porti e s ui laghi italiani lo Stato, s pecie per uffici di dogana; le imprese ed i privati invece per scopo commerciale o di trasporto. Parecchi di questi, requisiti, potranno, io ritengo, adattarsi per la descritta ed opportuna lra:zione a vapor·e-: in ogni modo non sarà certo la rovina delle nostre finanze il ricoslruirne appositamente qualcuno, come pure l'affr•outare qualche modl~s ta spesa, ove occorra, per· assicur·ar·e Wl piu rapido funzionamento del servizio di sgombero feriti, sempre però nelle misure più volte espresse e con le inten;:ioni discrete che spero di aver chiarito 11ell'esordio. 111a non altrimenti. ' quaudo Dopo ciò per l'ifer•irmi al risultato più modesto, pure le anzidette esperienze conducessero ad alferm&re !-'OI · ta nlo la pratica continua dei convogli acquei da oltre Casale all'Adriatico e ritengo in tal caso d'esset•e a~solu lam ente nel vero, noi ci vedremo aggiunti improvvisamente circa 500 chilometri di nuova strada, in olt.ima. posizione, fornita di molli approdi presso centri r·iccbi e pietosi, al lt:l altre predisposte per l'eva cuazione f! pel' il discentramento dei r... rrti con il privilegio in piu d'essere strada meno disastrosa e meno ingrata ad essi eli tutte quante le altre.
x Cosi sono giunto al fine delle mie considerazioni c.lut'llllle le quali , mi sia resa quel!a giustizia, cerca i sempr•e. di rimanere basso basso, esponendo falli sem plici e proponendo cose non di chimerica montatura; cJJe se mi fos8e :::orla davvero la Yoglia di ascendet·e nel c ielo degli ideali od anche soltanto di più accessibili desideri, avrei potuto aggiun· ~ere le umili mie ragioni alle allt'e ben maggiol'i degli illu"tri come il Lombardini ed il Mallei, che si ele varono coli cr iteri più ampi e più podero ~ i in qu~sli studi, onde spin gere lo Sfato ne11'impegno di somml3 ingenti per riordinare
DEl PBRI TI NELLA VALI.K DEl. PO
ed estendere l'Oa eccellente navigazione interna. Allora avrei purP potuto sognare che nei giot•ni flelle immense tl'istezze, numerosi battelli a vapore, mutati in ambulanze perrette, procedessero rapidi da Torino al mare, e da que~:~to riedessero disinfettaLi e riforniti, o raccn:?liere, a <Joltevare con docili ordegni di corde e di girelli!, dalle r-tazioni d'tmbarco od agli sbocchi degli affluenti, i ferili inviati ~pedilamen te sopra barche minot·i e sopra agili scialuppe dalle armale belligeranti; piroscafi sontuosi do,•e i poveri infermi trcwPrebbpro fra liepid~ r.oltri l'assist~nzu più dolce, la cura più delicata. Ma invece piegate e t·i poste le nli, lto pensato che il nostro paese, dovf'nùo spendere la maggior copia d"'lle risOI'M nel f'ortitìcnro la sua recente untté, rimane tuttavia lontano per industria e pe1• commercio cl&lte altre ua?.iou.i illuRtri, la storia clolle 'luali dR ~ecoli VI\ un ila all'integl'ilà del loro tert•itorio . onde unn ebbe ancora facoltà !;.Uftlcienti per provvedersi tutli i mezzi di circolaz.i0uo veloce del pensiet·o umano nella !'!ua forma più convincente, il pen~ict·o m carue ed ossa, e di considerare; che la n&\'igazionc orgamzzaLa modernamente sulle acque cont.mentali può concedersi u pl'Czzi inferiori dt ogni alll•o; ehe cs~ a sarebbe una tluovb fonte di luct·o per le popolazioni italiane; ciii' portet·ebbe un potente tributo alle grandi operazioni di guerrA nella difesa generale del nostt-o paese; elle per le opere Jlo.)CC!-;Ssrie a tutto il si!!lema navigabile e la con!"eguenle sorveglianza continua verrebbero piu pr·ontv.meute r iparati, od evitali immani di!IO~lri fluviali ecc. ecc. ollre ngli ulili, de1•ivanti da ciascuno di C(Ue!::li vantaggi. l n etletto uno società, anzi credo ptll d' uua . compi !'lturli e '·iaggi Rperimenlali con pir o!'I(·Afi, come gia in parte accennai, per allacciare insieme i nostt·i fiurui, laghi e canali (l), fot·muhmdo p_ure delle concrete proposte, che per altt·o settibrano giù morir e fra l'accidia e J'inditlèrenza generale ~ All'~tà ventura rimettiamo dunque la nuova opera, quo11do ctoè questa vecchia Europa da rà u11 po' di trwrua ai ~<uoi ~ordì brontolnmenli, precursori al rombo del cannone. d ~l) Rtla.:icne al Comitato promotore dello na t'iqazlone a vapo•·e sui fiumi, cc•·., ~viaggio •·segulto dal pi!'Osca(o Annlo Guscoltl tlat 2:! $eltemllre a! 18 ott 1881• - Uniono Upol,!raflc:~, Torino 1881.
:128 LO SGOMBERO ACOUIW DEl FERITI l'iELLA VALLE DE L PO
x A vanli di chiude1·e mi s ia concessa un'ultima parola. Nella rocca dell'antico Pie monte, dove un t.empo si raccolse Ap puulo il pensiero maf!nanimo della patria unità, oggi con' 'egno di industrie fiorenti e di arti gentili. ~ella generosa Torino, cui rendo in q uesto momento, io lomhardo, umile o ma:;!g io di non sospelt.a ammirazione, è s0rlo in br~ve gagliat·do il Rovvin-Club ilaliano. cui presto aderirono le più note società canoLlieri, tanto del Po, r1uanto dei la~Jhi 6 degli altri fiumi peninsulari. Sede è Torino, ma f!Blla, ovunque p1·opagini, fra la simpatia e la deJerenza di tutti. onde esso può repulal'si unico ente giuridico nei ludi nautici cbe og-oi anno, qua e la veng:ooo banditi . Ebbeue vol ~eildOmt allo scelto e brillante sodalizio e per esso' a ll'uomo dai vigo,·osi propositi e ctogl t entusiasmi sempre g tovanili che lo presiede, io a lui dico: unite alla Croce Rossa, molti Stati possiedo!Hl altre associa1.i0ni di soccorso; citerò pe r l'lnghiiLeri·a, la Communità eli San Gio\·ann i, per la Russia l'Esaltazione della s~tn ta Cr·oce e le sot•elle di Giorgio, pet· l'AusLI·ia. e la Ge1·mania, i corpi !'!anitari, i girulasti, i port.atori volontari ecc. ecc. abbia l'Italia, autonomi o no, t canottieri del Rovvin-Club per il trasporto fluviale degli infermi di guerra! Pens ate voi pure, a porgere loro cut·e pazienti, a rianimar·Ji, a Lene1· luogo delle famiglie loutane, a confort.arne l'agonia, a 1·icevere gli ultimi saluLi, afoi·Lificaee od assumere il sistema tlello Stato pel cammino dei mes:Li convogli, a ridurre infine un gior no i vost•·i leggiadri convegni in piet.ose staziont di sosta o di ristoro! L'opera ,. ben degna di voi come di ogni cuore generoso. Accogliete questo pensiero, adoLLalelo e se il fulmine di guerra ci colpisse, ponga à llor·a il Rovvin-Club sui colori de.!l'elejrau te vessillo, espressioue di forz.a e di coraggio, la cr oce dPll~ pie la piu elet La, quella clte si piega devota sui morenti pe" il santo amore rlelll:l patria nosLra.
329
RISU LTATI bELLK
VACCIKAZIOl\I NEGLI OPERAI DÈL R. ARSENALE DI VENEZIA ESPOSTI DAL OOTTOBt:
A. CAPPELLETTO llEI>ICO b i
t• CL-~S.<&
AllllKT TO .UL,\ DlliEZIOliE DI S,\NIT .i. MILIT \Ril Il \IIITTIII \
D~L 3° DIPARTll!El'ITO
Nel trasmettere alla S. V. i documenti qu i uniti, relativi alla vacciunzione gener al e delle persone addette al H.. arsenale, d1 cut venni incaricato da code""ta direzione di sanit.tì., debbo a,:(giunger e un breve cenno a schiarimento dei documenll Sl8!1!'i.
In questi bo pr ocu1'ato ùi r accoglier e gt; elemenli piu int!'r essanti per la comp'ilazione di una stalislica dei riRultaLi ottenuti, cioè l'età delle persone '"nccinate, il numero delle vacct· nazioni da esse subile precedentementP. di •1uelle. s'intende, eh,, ebbero esito faYore\·ole, e da ullirno ho l~>nuto conto anche d1 quelli, che avevano soffer to il vaiU•>Io Con queste nole e con 11uella dell'esito con<>lolato dalla pre860IA vuccinazione, venne compilato l'elenco nominativo dei vaccinati, dal quale tisulta il loro numero tolnle Ji 4171, comprP!IP W donne. l \'Accinati per l a primn volta !"ono 37:l. di ~"liÌ 78 rolle tracce del ' aiuolo l'Offer to: i r estanti 3798, dei •(UAii pure 78 a ve,·ano 8 Ubito il vai nolo, conta vano vacctnazioui pt·ec:edenli. la maggior par te una o due , non pochi tr e} alcn11i quattro ed anche cinque.
:J:lO
II ISULTATI DKI.I..E VACCINAZIONI ~EGLI OPERAI
Passando quindi a d eslt·ane da questo elenco i dati staLiho creduto necessal'io di dividere il tolt~le in trecate~nrie, pet• t•ispctLo ttll'età, nella convinzione che l'uomo nell'età medio non si tro\la in condizioni eguali a quelle del \'CCchio o del giova nello, cir ca alla probabilità di succe!'so. !Opecialmente se si Lratla di r ivaccioazione, la quale tro venì pl'r certo un terreno più propiz io in un adullo, la cui prima vaccinazione da ti già da moltt anni ed abbia perciò esaur ila la sua azione t•todifìcalrice s ull'or ganismo, che non nell'adole:<ccnte eli t4 o 15 anni, nel quale si può s upporre lsle azione pet•.lu rare tullav1a. l veccl1i, per la minore suscettibili bi dei tec;::uti ed attività di assorbimento, daranno risultati, clte puveril. non confc>ndere cou quelli delle altre età. E in pr·ova di ci ò, se togliumo, p.e., i rivaccinali immuni dal vai uolo, mentre nPlla somma. compless iva di 3720.,si ebbt>ro 7:30 esiti buoni pari al 19,6236 p. 100, è interessante r·ile\·are che i giovani a.l di !>Otto dei 18 ann i ùieder·o 60 esi~i buoni su 372 rivaccinali, vale a dire il Hi,1290 p. 100, gli uomini dui Hl ai nO anni diede r o invece il19.4409 p. 100 {619 buoni su 3-;"X't), ed i vecchi Al tli !>Opr u di HO anni, con 10 esili buoni su 88, nou contano c he l' J1 ,36aG p. 100. Le donne, com prese tutte fra 17 P 60 1111ni , rl iedero i-1 e~ iti buoni s u 76 rivaccinate, cioè il f):\,!'1736 p. 100. • Anche uci vaccinati pet· la prima volta si riscontrarono delle dttfereuze di r·i~ullato nelle lre categor ie Ji et~, i giovani diedero Il succesl'i c;u 15 \'accinati, gli uomini 74- su 2G:!, i vecchi l ~u ·~: 11 che cnr:-isponde al 73,3333 p . 100, per i primi, al 28,2ii2 per l'ehi di mezzo e per i vecchi al 2.~ p. 100 sol lanLo, dimosll•ando quindi una continua diminuzione di sul'cel· tihilita in ra ~ione del crescer e def,rli anni ; le donne, Yaccinate per la prima volta in numero di l i, ebbero 13 successi. cio~ iJ !12,8571 p. JOO. Le tabelle, che seguono ell'elenco nominativo, nelle qunh f'o no espr·essi de llag lialamente gli esiti a r:>econda del numt- ro dt> lle vacc inazioni prPcedenli, tnO!'lrano che la buona r iuscita vn g radatamente e molLo regolarmente scemando col cr escer·e d i q uesto num•~ ro. La s tesso maniPr·o di Rlulis ti ca ver:ne ripetuta anche per ~tici ,
. ·' DEl, Il. Al\SEIULE 01 VEN EZI A.
•1uelli, che avevano subito il vaiuolo preceden temente. lnver o parrebbe s uperfluo differenziare i vaccinat! dai rivaccinali, e tener conto, s e questi abbiano a vuto da pprima piit o meno òi vaccinazione, dappoichè é l~cilo a.mmelLe.re che l'inretior:-e vaiuolosa non solo fapcia l'ufficio nell'a vvenire di una buona vaccinazione, ma r enda rot·ganismo tanto saturo, per cosi dire, della sua azione preservalrice, da ridurre tutti i colpili allastessacondiziooe, siano o no vaccinati, siano vaccinati una o più volte. Ad ogni modo possiamo da tale statistica rilevare, che se la grande maggiora11za è refraUario alla vaccinazione nella proporzione di 136 esiti nulli s u 156 ex-vaiuolosi inoculati, non mancano i casi in cui il va iuolo passato non valse ad impedire lo sviluppo tli pustole genuine; e que!>ti casi, nel numero l'Ìievaote di 12 s ui pr edetti 156, si trovano nell'eta di mezzo, 9 uomini e 3 donne. QuanLo agli esiti spur :, in numero assai scol'!:!O d i 205, sono sparsi i'n tultc le età, nei vaccinati e nei ri vaccinati, vaiolosi o no, Credo che il loro numero snrebbe s tato ancor pio J'istrello, se rosse stata possibile una verifica posteriore di essi, giacché mi accadde più volle di c!assifìcare per buone delle puslol(} che non acquistarono i caratter·i loro, ~e non al 12' o 13• giorno, mentre alla visita fallan e 1'8" giorno avevano l'aspetto di spurie; e ricordando anrbe che questo rilardo di sviluppo delle pustole genuine fino a 12 ed anclte a Hl giorni, sio staLo . abbastanza frequente, sono porta to a dedu rre che tro ~li esiti spuri enumerali ve ne siano ancora laluni rivelatis i più lardi per bu01ti, ma sfuggiti a questa statistica per noncuranza delle persone Lrovantisi iu tal caso. Se queste avessero a vuto cut·a di presenùu·si una seconda ''olla per rar corr eggere l'annotazione di esito spUl'io con quella di buono, sarebbe rinscilo anco1· più favoreYol~ l'esito. generale del l'operazione, gia abbastanza soddisfacente. Coglierò da ultimo questa occasione per accennare, circa ti modo di praticare L"inoculazicne, che dopo questo esperimento sono ioclouo a preferire una sola e piccola incisione fall<J. colla lancetta inlt'isa di pus, 0ppur·e bag nando da pprima di pus L'epidet·rnide ed incide11do nel luogo bag nalo, a'>sicurandosi defl'imrn&dtata perlelrazione del pus nella fer·iLu. Tlo veduto spòs-
·.
!J:lz
RI SULTATI DELLE VACCINAZIONr NEGL I OPERAI
sissimo la vaccinazione fa\la con Lt·e scal'jfìcazioni vicioé dar luogo a lre pustole, dapprima separate e poi confluenti, con r eazione locale violenta , impedimento al lavoro per molti giorni ed anche settimane (cosa da te nere in con lo se si kalla di operai) e da ullimo va:;;La cicatrice proporzionale alla g1·ande distruzione di tessuto. Dell"incisione unica non ho avuto invece che da lodarmi, avendone ollen ute pustole regolar·l nella grandezza, nel decorso, nella cicatr·izzazione e relativa moderazione dei fenomeni locali. Venezia, 28 dicembre t889.
Direzione di sanità militare marittima del 3' dipartimento
Riassunto statistico dei r istLltati ottenuti colla vaccina•ione degli operai del R. A rsenale, nel novembre 1.889.
Vaccinati: :!" '~
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Uomini
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Con •·silo buono . » nullo spurio.
"
!)3 26.:34-56% 243 6t1,8:186 •
17 4,8158 »
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-· - - Totale .
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691 l8,580H % 2847 i6,5528 ))
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Rtoaccinati: Co n ~sito buono » nullo )) spurio
18 1 4 8(;6!J ))
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Totale gen!:'rale . .
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. · /41il
DEl, 'R. ARSENALE DI VENEZIA
RiepilQgo: Scil 3125 :W5
Buoni ~ulli
Spuri
Totale
41il
20,1631 % i 4,9220 )) 4,9149 »
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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA Xat1ua e cara della d.tfterlte. - Dottori CRITZMA!'I e l m· ROLO l x. (Ga~c tte des Hòpitau;;:; N. J ~6, 1889). F ino all'anno Rcorso le teo rie r mesl!e sulla m\tura della difterite si r·ia:::sumevano nel modo seguente. Per gli uni, ht difte•·il.t' t· una malallia pseudo - m~ mll ra n(lsa , specifì cu, infettinJ , contagiosa, dapprima locale, gent>ralizzatas1 in :::e· guilo. P er· g li al tri , e un'affezione lotius substantlae, llll'etliva, genet•ale di p1·ima ~iuu tu. Il veleno difle1·ico rwnPtrer·eb be il più sovwa ti nell'opgaJais nw pe r· le viH r·espir·uto ric . La falsa mem bl'lwa non sar·ebba che la manif.:stazioHr e~lt:· riore di questo veleno ~pa t·so in tullo l'organi:-;mo pl'imitiva· mente. L e pr od uzioni essendo me mb••twose. comi.! le pustole nel va iuolo, non sa•·e bbi'I'O che accidenti secondari. Saune, B~trlhez P Re no u sono gli ullimi d1fensori di una tco1·i'h t:ht> avevu pea· coneegue nza \'&pitulc l'ahhandonn di op-nì I'III';J locale nne rg icn. l rs•·tigiuni della pl·inltl ip<•lesi di\'C! Uia\'Ullù, in qur:--ti ulti m i an ni , ~empl'e più nume 1·osi t· lulli pr o po nevauo unu c um siste matira menle anlitnicroiJiuua, desti n ata ad n•·•·estare lo malullia collo distruzione ùel focolaio infettivo locale primitivo. Quantunque la na tura mi <' robi nna della difle t' itc fo~se !ungi dall'esse i'<' damoslra la, questi nulo ri In pat•a go nnv an <~ ad una rua la tliH d'inoc ultìzio ne, In rJ Ua le, dopo un 'incu!Jnziu ne dì qualclnl gio••no, dete rmina l'infezione gPnerale. Questa leor·in Sl'rnbrava ('he a ve~~e r icovutu una •·wonfel'ma a nato mic-a in seguito alle ricPt•r he di I l uetet·, Tu mma!>i Crudeli, OerlPI, ecc.. i flUilli ave va uo scoperto mic·robi 1wi reni o nel sanf!lll' dei maiali m o1·ti di difterite•. La natura hatte•·iana della malalliu e r·a cosi armne~~n, ffi(l
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non si aveva alcuna nozione esalta :;ull'idenlilà, sulla mortologia del baciUo patogeno. Hallict', Letzerich, Ebcrlh ed altri vtdero 11elle false membrane diversi funghi c micrococchi 'che essi considerano come causA della 1nalatlia. Con Klebs comiuci~ l'era dei t'is ullati precisi. E g li ha dimostralo che i bacilli, situati pNpenùicolarmenle o m ollo serrat~ si lt·ovano disposti sulla superficie della falsa ml'm· brana iìbrinosa e sono separ11li d111la superficie mucosa, priva del suo epitelio, da uno s trato di fibrina granulosa. Egli ha notato che si tr·ovano sempr e conlemporancamentu catenelle, mict•ococchi isolati od aggt·uppati, ma che i bacilli sono tanto piu abbondanti quunlo piì1 si ha cura di esaminare La falso m embrana nel suo inizio. In cer·ti casi per altro i bacilli sono numeros i solto la t•eticeUa flbr'inosa iu contatto diretto colla mucosa. Loeffler ha ripreso queste ricer·cbe o pel primo hn isoluto e c.oltivato nllo s tato di purezza il bacillo veduto quus i costantemente da K lehs nelle l'alse membrane. l -bacilli si pre seutano sotto l'aspetto di basLOIICini immobili, r·ollilinei od incurvati l!d una delle loro estr·emita, piu corti e.lliù spessi di quelli della tubercolosi; ~::ssi sono talvolta granulosi. Roux e 'iet·sin hanno veriiìcato l' completalo large.menlo: t.. P.sperienze di Klebs e di LoefHèt', e sono giunti a dimo!òh'al'e che era possibile riprodune negli animAli lu falsà mombrant1 '6tl i diversi fenomeni d'intossicazione difteri<;u inoculando cultut•e pul'e del microbo di Klebs. Lo sua speri!icità è cosi dunquè dimostl'ata. Qualunque s ia la mucosa toccata, la fals~ membrana compare sempre se si hn cura tli lederla leggermente prima dell'inoculazione. La semplice penne!lazioue di una mucosa sana non è sufficiente. La pelle, spogli&La della s ua epidennide co11 un vesicatorio da, dopo l'itwculazione, ft~l.se memlwane tipiche. La morte degli animali é anche pl'odolla dallA ioiPzioni di c ultt!l'e pure s otto la pelle, nei muscoli o nelle vena. Ma io tutti quesli aui~li moeti in seguito alle inocula?.ioni mucose, soltoculaneP, rn~ramuscolari o intra,·enose non si potè mai tt•ovare alcutt llllctorganismo s pecifico, nè ne i visteri. uè nel sangue, né nella sierosilà Mcumulata nelle pleure. 1\hwcu put•e n egli
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organi e nel sangue delle persone morle di dint>l'ile. Per· conseg uenza il bacillo non si g~nerulizza; nou si riscoull'a che nel punto d'inoculazione, nelle ralse membrane. La po• ralisi, le alteruzioni del sangue e del sistema vascolare nou possono quindi essere proùolte che dall'azione di rlll Vf!leno rabbricalo dai mict·obi, sui punti delle mucose o dellfl pelle lesi e ricoperti di ralse mt>mbrane, poi assorbilo e ditl'u~o in lullo l'organismo. Quc,.-to ft~LLo verme dagli autori dirnnRtr·ato sperimentolmentc. Una colonia di bacilli Klebs-Loel'!ler· trova, in un pu11lo escoriato della pelle o della mucosa, lulle le condizioni rovorevoli al suo sviluppo. Essa vi pullula. vi vi,·e p roducendo sostanze chimiche lossiehc molto ollivc che i linfatici della r·cgione assorbono e inLr·oducono cosi pel' il lor·rcntc cir·co· lotorio in lutto l'orgnnismo. Il primo etrello locale di qucslll esistenza dei bacilli !'l&ru la peoduzione deUa falsa memhrunn, rhe non é in lal modo che un elemento contingente dPIIa 1noluttio. TnLti gli allei f~nomcoi dipendono doll'uvvelcnu· mento. La nocivita del bacillo dj Klo.lb:- sembr'l\ dunqu•· rlre r·isreda eompleloruenlc tlellà lobsicità delle materie da lui prodotte. Il nido pat·ussitario, rl labtwatorio mucoso o cut,r· neo, in cui si elabora il veleno, può essere soppresso dagli antisettici; la maluUia non è però con ciò terminata. Le muler·ie solubili tossiche a~sorbile conli11uano la loro azione sul t•ene, sul fegato, sui vn::~i, s ul sistema net·voso, alter::ndo In nutrizione dei loeo ele111enli importanti perchè, come l1a di· mostrato Bouchar ,i, quesl'eliminaz.iouc dci veleni u ,empr•· mollo l('nta ed impiega da J2 a 14 giol'lli pee e.;::sere com· plela. Quando l'assot·bimcnto si è efT,>lluato, il nostro inter·· \'Cnlo non può che timilaPsi ad acceler·at·e l'elimiJJaziolltl del wJ(•no difterico pe1· g li emuntori, il r·c•ne sopnttullù, ed ug-it•e l"UIIa nutl'izione delle cellule per rendere l'ol'gunismo più for·te ed eviltii'O cosi Il! conseguenze lontane della rnalallia. Roux e Ycr sin l1anno voluto completare il lol'o luvoro cei'Ct!ndo la natur a ùi questo veleno, le sue reazioni Osto· logiche. F.ssi l'hanno assomiglialo aù una drao:;tasi a caf(rone ùel modo con cui esso si comporle col calore e coll'orru. Quesli sludi sul bacillo della dift.erite e sul veleno che l'SSO
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produco hanno a \'UlO l" immensO vantaggio di di moslJ'8l'Ci che In difte rite é un'nffezione bacilla re sp<'cilkn, conla~iosa uelh! condtzioni ch e de termineremo piu l ungi, pt•imitivamente locale, ciel tull.o s u pePflciale, poic.hè il ùct•mn non é alt.eralo, agente s u lutto l'or g a nigmu coll'inlermedial'io d i un veleno solubile, In di cui azione si spegne leutamc•nle. Questo cancello clt~ll a d ifter ite, che ci pet•meu.e ùi reuùerci conto iu uu mo.lo ~umcien iP dell'unita nosologica, ci -.pie!(a lulti i renomllni, lulle le lesioni del la ro HIAtLia considet·atc scpal'alamenle li HOpralutto lP modalilit cliniche ço;;l cliiT~renti della tn~~laUia l l diver!o<i g:-adi deiL'atfe.:ionP., rulminanle in un caso, lenta in un altro, si s pic>gano non o:;olo colla resì~lenza più o meno conaid~revol e del let·reno organico ali" a;done mor bigena . terreno che si o ppone con un'intensità vartabile al passaggio del \'tJleno difterico. ma ancora colla quanlita dei bacilli, col punto primitivo dell'inoculazione e collo pt·oprictà 11siologiche dell'agente iul'etlivo. La funziono c li imica do l buc illo, ''aie u dit•e, la Jacollà ùi produt•r·e sostanze lossicLe, puo essere au111ent.ata. dunjnutta o !JII&si nulla. (juesl'ullìmo e!P.m~nto può anche render conto della grav,·ua estrema di certe e pidemie, d i certi casi. Ma, a fianco tlell':l qualit.ti MI germe morbigeno, devesi anche tener conto clelJa qunntità, della dO!lA del vit'U!i-, del suo luogo più o Htuno facile di penetrazione. La benig nità o la m alignilù di una dtflerile' det·iva così cl a uu f!l'8n numero di fattori, eli rui uno dei J.>iu importanti è, nella ~tpecie, la resi~lenzu co~i va r iabile ùe~li incliYidni a riguar,Jo ù~>i \'eleni. La maggiorP. o minot·c t•::.tensione delle false mem brane non può da t•e che pocltf' todicaziooi pronos\iche. i~ sopralullo la toPo d urata, la loi'O t•ipnllt;lazione che devono l'ut· temere un'iulo~sicaz10ne grave. !utti i fenom eni del'a difterite po~~ouo lro,·are la loro $pte,:azio ne nella teoria espO!»la. P as"iamo in t•ivista i principali.
_lo ralso rne m brauu non è un prodotto specifico . .Molli allrt rn tc rn-nrganic:mi e veleni (l'antaridina, c•loro, ammoniaCA) po'sono do1· luogo a mcml.Jr·ane del tutto s1mi li a quelle della 22 .
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diflor ite. Esse sono qui dovute all'azione del \'Ciano l'ecrelo $ulle mucosa o !<uiJa pelle. 1.!1 febbr e riconosce per cause l8llor1 patogeuici di'er<>i, h cui il piu impot·lanle, oel corso ùella rnalal.lia, i> la bt•oncopol monite. Quella che F~ccompagna la di fler·ile nou tomplicala i• uovuta ad 11118 maleria pir·ctogona speciale. o 11011 ~ che uno dei numerosi ell'eLL• del veleno 1 ~: impossihile •·rsolve•·e t.alc quesito nello stato attuale della scienztl. l.'albumìnuria riconosce quasi sen qwo pet· causa una nel'rito: ma anche altri fallori si possono rovocarc in taluue circostanze. Bouchard ha dimosh·alo che i prodoll• to~"ici potevano provocare la formaziOI)t' tli pl'OdOli.J albuminOidi patologici, i quali sono lrnsportati dal torrente ;..tmguigno etl eliminali colla secr ezione uriual"ia. In r>erli casi l'albuminuria sembra legata a turbamenti d~lltt circolazion~, perch•• essa scompare immediatamente dopo la tracheotomia chi! soppl'iwe l'a~lì ssia. Talvolta infine O.S~-'fl è dovula ad infezi o11ì secondar ie. Nell'i mmensa luoggiot·o.nza tloi casi, l'albummurio lruduce una nefrite tossica acuta, provor.ala c.lall"eliulìnazione della soslanza nociva pe1· l'emuntorio t·enale. La paralisi difterica entra nel quadro delle parali:.>i ,,,,_ ~iche, avvicinandosi alle paralisi dw l'i OSi"OrYano nel <:Cll""" dPIIe intossicazioui con vPieni minerali (ar~enico, piomho) LA paralisi t·isul ta dall'az.ione della coo~taoza ~olublie tos~•ca 'illl tubi nen•0si. Questo velt>no impr esf'iona l e cellule, alte1·a la IOL·o II ULI"i:ritl lle, appor la LU I'bamenti nelle lo1·o run7.iNll lìsiologiclre. C()$1 si spi egano lo lorHii7.unioni tardive della inlo!>sicaziono difterica. Il v•;llt>no ha potuto sr:omparire, ma il lurburoento nutri tivo dt>lle cellule re:<~ ta e conlinna la "Ili\ azione. Una deiiP ;>a•·ticolarità pii• inte1·e~"8llli cile prusenta infalli il virus difterico e lu sua azioue soveoli lontana, tardiva. o.:ul si:slema uervoso. Prutilassi. - l ge•·mi della dirler ilc sono di una difTusiont' dirTirile e, per il pr of. Grancller , la Ll'asmissione della diftt • ril t' non si fu a distanza , per la via atmosferica , ma pt·r ronlallo più o meno im111ediato. r:at·ia atmosfer·ica rum •' eh~ •·n r·u •~•entu, <.:he eccezionalnwnlt', il. veicolo dci !-ft'.l"lì\1
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contagiosi. Le epidemie desct·ilte ua Dumez e da Cazin son() mollo istruttive a f[ue~to ri~unrdo. Dumcz ha osset·,·ato una t>pidemia difterica in una scuola, nello quale in uua sala comune comrivevan o fanciulli e fa nciull o. separali dA uno spazio di due metri ùi lunghezza ,. dal pulpito del maestro; la dinerile. apportala da una f81lciulla, colpi esclu:.ivamente le ranciulle; n essun ragazzo ne fu a ffetto. D'allt'll parte i gei'mi diftel'ici hanrw una vita lità lung-u. In u11 cu~o del dott. Darolles l' infeziotw si era fatta pt>r mezzo di una culla che aveva servito a due bam bini, mot·ti successivamente di lario~ite difterica. La morte del primo rimontava già a due anni prima. • La dlnerite !:-i propFtga tanto b(me dall'uomo all' uomo, quanto tlagli animali all'uomo. l gallinacei sono soventi dccimati da uoa vera epidemia di dtnerile. Se il contagio non è conosci uto, si è l!lte certe alfeztoni angino'le, dinericlae irt t·ealla, sono messe ft·a le angine sen•· plici e, cercando attentamente, ::-: trova sovenli, come punto dt parltmza di una epidemia di dtflerite, una semplice a ng:ina poltacea od erpetica . Jacobi non ha forse trovato nell'anginn follicolure degli adulti la causa primordi ule di certe Ppidt!mie dt tlinet•ite ? E d il pericolo e tanlo piu grande inquantocht- l'udulto aftello da una di queste angine follicolari pa.::se.zgia per la sil'ade, m fetta le vetture, bacia i bam bini, e spande così atlorrto a sé una vet·a. infeziooe. che guadup:tu1 di viciuanza io vicinanza e non tarda a pt•endere l'undnmeoto di un'epidemia. Ogni tnflividuo, alfello du an~ina folliculare, sa l'à dunque rigoroeameole osser·valo per tu Ila la du t·atu dell'affezione ass~i lunga: d'altronde; aorhe dopo la guarigione. Il med tco • duvrà JIPI' qualche tempo ancora esaminar e la gola del malato, P~'rchè l'angina rolliculat·e rleg:li adulli vu essettztalrnente soggetta a r ecidive. , ~la difter•ite , ùice SevesLr·c, put'1 trasmellersi anche per ~ ar~a o per contatto dir·eLto, essa si propaga il piu spe-..::o In una mnniera mecliatu, per l' inler·mediArio rli un oggetto quai•Jn•ltt•·. Ogni dìrtPrite benigna o malig na r!ev·essPl'e ic;o.
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lata. S1 devono inoltre disinl"etUu·e radicalmente tulli gli ng:!elli che hanno potuto servire al malato. l teatri, le sa le pubblicl1e, i caffè, dice JacoLi. devonn essere considertlli , io tempo di epidem1a, come ospednla ed es~.·t·u disinfe ll.ali ad intervalli l'egolari. Lo stesso ùit:asi delle vollure di piazza, degli 01nnabus, ecc. Rag ionevoli dal punto di vista teorico, queste mis ure sono, tlal punto di vi;;ta p1·alico, assolutamente prive di valore, precisameute a ca~ione dell'impossibilit<:l della loro applicazione. ~ elle famiglie poco agiate, I'I:>OiamenLo assoluto del maIaLo é per colli dir'e. irrealizzabile. Farà quindi d'uo po sorveglior·e con cura sc1'upolosa lo «.lato flella loro gola. che «i t~pez.innl'rà una o due Yolte al gioruo l l'aociulli pa::;ser'8nno il maggior te mpo poss ibile, sia nei cortili, sia nei ginr.tini pubbliCI. Quando Yi SOnO più CliSI di diflel'itO in una SCUola, ques ta deve esser chiusa. Gli individui olfeLti ùa malallie cro~ai clic della f'at·in gc sono generalmen te eccellenti terreni di coltura. Cm·are e guu1•ire IJUCSLì s tati 1110rbosi che pre<.lispongooc) s ingola cmenle alla di flet•ile, si è f'at• ·la prolìlass i. Guarilo elle sia il mala to, fa d'uopo procedet·e alla disinfezione dolla camera jo cui egli ha !'O~tgiornalo, dei m obili e ùi tutti gli oggelli che gh hanno ,ervilo. li medico inoll1·e . o gni qualvolla. sat·à chiamalo p resso un dtllortco, dovrù disinfellars1 il più r tgorosamente cht• !'ul pos~ibile, altrimenti egli po1·terà nell e pieghe dei !'iuOI Abili, nelle s up mani , sulla l"ua faccia i ge1·mi d ifteri ci. Prima Ji tocr.are il mulnto si furil dare uo camiciollo che egli mdossel'll dopo Aver si Lollo il suprabilo. Questo ca1niciotto r csterù in pe1•manenUl nella camera del difterico. Fiuilo l'esame, si Ja,et·à le mani e la faccia l'Oli a cqua e saponi' dappr·ima, col s ublimalo in seguito. Quest'acqua sarà bollita prnna di essere gettata via. Le deiezioni dei malati sat·anno di~inl'elLale. Il problema lerapeulico dello difterite contiene due f'attnr1 d'un'eguale importanza. La falsa memb1·ana da una parte, e dall'n! tra l' iutossicazione orgon1ca che questa pseudumembrana pt·od 11ce.
MEDICA
11 medico dovrà tener pt·esenlt> che la difterite più benigna, quella che si manifesta con qualche punto bianco Rparso sulle amigdale o nello. retrobocca, abbandonala a SH !*'""a, può d'un tralto dh·enlare delle più maligne. Ogni anbrina ,lubbìosa sarà per lui un'angiua rlìfLPrica; egli do,ra t•onseguenlemenle dirigere la sua cura. Ora non $i c-rede piti agli :;:pecifir•, alm~:>no a quelli ('ile dali internamente impediscono la manifesta~ionc della malattia. Il per•icolo della difler·ite risulta dall'assorbimento dei prl)dolli solubili fabbricati dal bacillo di Loemet·: tullo lo sfor zo deve dunque portat·si su que::l'ultimo bacillo, nella fal!ìa membr!lnt' in allei termini. • Qual è il mi1!'1ior antisettico della difterite, o, in una pat·ola, vi ha un·a;;cente chimico capace di arrestare lo ~vilupp11 del bacillo di Loetller ~ Se('onrlo lo eRperienze fa !.le da Ch!lntl'mec:c:e e \Vtdal. l'acido fenicn mescolato alla canfora ed alla glirP.rina avrebbe dalo i mig:liort risultati. Gli aulot·i espongono alr.uni metodi IHWti dai lor·o maf'· strt e che fino ud ot·a non hanno trovato òetratlori . .'tfetodo d, Gaueher. - t• .\biezione delle fals~; rnernbt•anP. Quasl'operuzion e rleve c•>'r:;et·e praticata colla piìt grand e dolc~.>na. Devonsi togliere tutte le mcmbr·ane. ma cercnrP dt produrra il meno che si può di lesioni . Per la puhzia dcllu gola usa pennelli di molle l ton e del do t l. Crésantignes. 2' Pennellazione dPIIa mucosa bucco-fariugea colla "'f" lZUente snlu~ione: Canfor-n . . grammi 20 Olio di ricino " 1~· j(J A leool a !JQ• Aciclo fonico 5 A cido lat·larico. . . L'ablazione delle false mombraue e l'applicaziow· rlella mistura fello·canfw·ato. devono esser·e ripetut e ogni:~ o 1- Ot'e; pit't "Pesso anche se le false me~brane l"i riproducono t·apid~~rnenle.
Prattca inoltr e irr·igazioni renrche ogni duo ore. Metodo eli Hulinel. - L 'abluzione delle false tnembrane e le rennelluzioni della mucoE'a hucco-faringea si praticano
RlVlSTA
come nel meLodo sopraùescrillo, ma io luogo dell'olio di r•cmo egli adopera In glicerina. Pennella ogni 3 o 4 01·e secondo l'abbondanza e la l'lproùuzione della fal sa membr·ana . Ripete t·igor osamenle ogni due ore le irrigaz.ioni con una soluzione d'acido borico al i- p. JOO. Prali ca inol tre poi ve1·iz.zazioni di acido bo1·ico O!!ni naez;(ora cii•ca. Si sel've del polvcrizzatol'e di L ucas-ChamplonniPJ'e. che a v vicina il piu che sia po~<o"'tbil~.: alla J,occ:J, Sr è a <(uesLa salti condizione che il liquido polverizzato con><Pn'A un certo gr ado tl i calol'e. Huliaffil ha vec.Juto ~comparire (•alle polve1·izzazioni sintomi inquiel&nti d1.1 pm·te della l arin;!~. E probnbile cl1e queste polverizzazioni acide, dotal e di un certo polet·e unlisetLico, ilnpediscano od arrestino Ju fot·rnuzione Ielle false mernbratw nella lar inge. Jules Simon fa le pennclluzioni con una sol uzione d'ac1do ~alicilico.
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}!arai"' (d'Honfleur) pl'efe1·isce il JWITiot•uJ·O di fet'I'O tt Lu1li ~l'li altri antisellici. rurrt flenerale. - ~ella ('Ura ùellu difterite i '·omili,·i devono e~;sere 8!:>Solutamcnte pt•oscr itli. Il vomito deiCt'lllina "'emp1·e uno stnto di debolezzu slomacale che t·end~ nlo(ni alimentazionP per cosi di t'e impossibile. Ot·a la gran •Jill':<lione nella dirtet·iLe è l'alimentazione. Fa duopo rar mungiat·e il malato nd ogni co!';LO: iusistot·u sul JulLe e sulle vivaude preparate col lalle. I t'unciulli non «oppol'lnuo bl•ne il eu IT(•. L'alcool, cume in LulLe le malallie tnl'cLLive, e nel caso 111 ,Jiscor.,o di gr ancJe antlo. Si dat·a so~to t'o1·ma Ji Lhé alrhunl. l l'anciulli sopporto no molto bene le infusroni fot·ti di lite, pnrchù s i ~no dale ~hia cciatu . l vini alcoolici pott·anno aw•ht> essere sommiuislrali. Tutti gli alimonti liquidi sarannù doti freddi od anche ghiacciaLi. Quando il ranciullo i nghiottisl'e di flì cilmente a cagione del dolore chr pr ovoca la deglutizione, sarà bene ~ommioistrsre da 0,50 acl 1 ~rammo di antipi rìna che ra scomparire quest"ostacolo all'alimentazintH'. Vi ha un medicamento che dato inleru omenle dislru~J!!tl gli t•ll'elli del veleno n,.sorbilo 1 Allo ~lato attuale lu t•ispo-
MIDICA
sta nou può essere che negaLiva . .Jules Simon creJe all'efficacia del perclorueo di fert'O dato internamente. Noi fat~ t•iulli di 5 a 6 anni prescrive da 10 a 20 goccio per 24 ore, una goccia circa tutte le ore. Henning- si lotla mollo delle trrigazioni di acqua ·li calce e delracqna di calce dattl intct·namcnte, 20 a 30 grammi per gior110. Quau lo al cl01·alo potassico tutti i medici , in Francia, sono unanimi nel rigeltarlo. LP preparazioni mercuriali sono ora complelt~mcnte abbandonate. Tnllavia J ocobi nei casi di tracheo-bronchite fìbrino~a con pochi fenomeni generali raccomanda il culomt!lano alla dose di 2 o 3 centigrammi ogni mezz'ora. Peppe1·, i11 un caso di difterite tossica bA avuto 11n successo col subiimalo corrosivo alla dose di 2 milligra mmi ogni due ore. Si può dare il s ublimato alla dose di 1 g ramma per ilOOO. Un bambino di 'uri an no può sopportare per molto tempo 3 centigrammi di sublimalo al giorno senza che compaiano accidenti nella bocca. ,
Della atomatlte uemica..
Dou.. E. BARt~;. -
(C:a::ette
rle11 Hòpilau:c; N. 11, 18!)0).
r'onelu.sioni. - J• .\.Ialo delle forme cer·ebrale e dispnoica clelrintossicnzlone uremit:a. s i Jescr·ive pure, secondo gli autori, una terza modalità dioico o for·ma gastt•o- iotestinale, la t(uale riunisce. glmaccidenti mot•bosi localizzati nello stomuco (gaslt·alg ia, dispepsia, vomiti, e~:c.), e nel tubo inlestiltale (catar' ro, diarrea dissettleriformc). Cosi limitata. questa forma clinica non comprende c lte una P8 1'le dei fenomeni mor·bosi osset·vati nelrappAralo della di~esLione. L 'uremia, infalti, può attaccarsi alle vie digestivo ~IJperiori e determinare nella cavità bucco- ra riogea al~era tioni speciali che Barié propone di design31·e col ilome eli ~tlOmatite aremica. . 2" La slomalile lll'emico occupa la boera (lingua, gen~1"6: labbra, faccia intèrna delle guancie, ecc.), l'istmo delle auc, e la faringe. 3• la rhalatlìa compr enòe ùue forme cliniclre ben nelle:
RIVISTA a) lrr stomrttite eritemato poltacca, o piu !'~mplicemente pol-
tacea; b) fa stonwtite ulcerosa. ~· Nell'inizio della stomatile pollacea, la mucosa broerale é ~ecca, ispessita, iniettata d'1ma colopazione r osa viva con str·ie i:-regolari; piu tardi, la lin~ua, eli stesa, è coperta du 1111 intonaco grigiastt·o, spesso e pastoso, analogo alla collo, rl 'fUBie ingombra la cavilli boccale, "' schiaccia solto il rlrlu. e che ~i può togl ier e co11 un ral'chramenlo superlicialu Si vede allorù clrf' lA IIIUCO:<a solloposta i! br·iJianl.,, tl'u11 t'o«-;o vivo , lucente comfl nna vernice, ma l'iraLonaco poltacco non tardo a ricuopl'ii'IH uuovamenle per· estt:lndersi alle ftUHncie, alle genghe ed anche alla faringe ;)• La stomalilc ulcerosa rwelude, !.:'encr·almentl'. con qualcuno dei ~iuloma della forma pa·ecedenle, ma cio r!JI' lllt'a· ratter·izza sono lH ulcerazioni. Queslr 11011 haono,alcuna Inca· Jizzazione speciale: ~i os ervano ~opra lullo sulle !!Cu,.:ive, po: alla fa ccia inteJ•na delle g-unru'aC o deUe lahhra. l .'nu tm·e non le h11 ancora o;;servale !'Uil~t lingua, sulle Lon~ill(\ e sull"islmu delle fauci. Le 1tlcerazioni var·iano di e!'teu~ionc c. di forma: ora. "ono supcrfìcialis!'irne, hnear·i, a colpn d'unghia, LaJvolllt pau 1•ro· fonde, acco~ta.nLe s i alla l'nt·ma ovRIMc, C'un bordi it•r·egolat·i, con fondo ~l'illio t;pOl'C<>. fQI•nito di un soUile sll·a to •lì 1111 inlooaco caseoso. Alle gengive, es~t1 possono dar· luogo a scollamenlo ~itlOt'liO ai c.lenLi che souc) s mo-.si La sLomalile ulceeosa e accompa~nata da una «ali' ilt.lnne eccessiva; in un raso, la saliva ronteueva urea in quanlrlli. superi oee di mille ,·olle a quella clat> •· coulenula nello ~lnto fisiologico. I turbamenti funzionali sonn pt·ofondi; l'appelilo ~ nullo· le :~ensa zion i del ifU!'I LO Milo dis ll'lllle o perveJ•LJ I,e. l.'nlito é fetido e la maslrcazione difllcilc f' molto doloro!'a La stornati te r• ~Pguita da uno stato g:zncrale g:ra'"e. l'ur· dinaria è pt•ofouda c si collega inreF:~anlemenl<• f·ol plruli-
!<mo dei maiali. 6• Il prouo;.;tico <iellu slomatile uremica è le~alo n llue elemeuli c.li~tinlr: por una pa1·te, al pt·ono;.;tico tieucrale ,J.,l· l'ul'omia di cui le fl llt·e maniftJ::<laziOil l più o meno gt'H'' " 11 -
H.ED IC.o\
ceralopatie, dispnea , vomiti ecc.J 1 camminano parallelamente ad e!'isa ; per allra parte, alla fot·ma particolare della ~tomatile.
7• La l'LomaliLo poltacea no n é, per !:lé s te:-sa, di [.l'l'a,.ezza t•eale; la s tornati te ulcerosa 1 al contrario, e di una prognosi gr·ave; le ulcet·azioni possono esll•nder si , guada~mare in pr ofondito e pre!'entat·e di.,facimt>nl• notevoli. Quet!le ulrerazioni pet•ò pot::!';ono ~uaril·e completamente , lasciando traccie cicatriziali vaJ•iabili. 8- La s tomatile urr.>m ica riconosce per causa probabile l'eliminazione, in pt·oprll'wmi ittl'OliLL', dei velr ni ut•inar·i per le gbiandole ourro- saliVAri. !~ Tra i "eleni urinari cosi eliminnti, ve ne ha uno che J1088iedP un potere sia lo~cno considerp,·ol•>: ~i ruò allora support·e che esso agisca direttamPnte s ulle ~hi and ole, di cui egli esagera le l'unzioni di secr eziouo. Ben losto, in scgmlo all'eliminazione pe rsistente del veleno, la mucosa boceole, che non presentava dapp rinc ipio cl10 ~emplici turbamen ti runziouali, nivenLa la selle di \'ere allerAzu>ni analomicht> e lA ~"lOlllalit~> è cr eata. QuP"-la reagi:<ce n s un volta , per 'ia rifle,;~a. sull'appaa·alo :;rhiandolAre: il pt iali~mo dh·iene ancorH più abbo ndante e lP alterazioni tlclln mucosa pei"Sistnuo, mantenute da un lavorio irri talivo Jl!'l'manenle. to• Uno s tato ditetlmw, antet·ioJ•e, delh1 rnucol'a della bocca (irritR:r.ione ,.,.,,n irn JWOtlolla da l tuborco, ca ttivo s;l11to della denlizione, gengiviti, ecc.). favot·isce "enza dubbio la compar "'a rlella maluttiu . tt• 11 lra llamPnlo drlla stomalile urcmica compr end .. una cnrfl ~en erale clte ~ t]uella dell'n rem i:i rd nnA cura locale e specia lmc nt r lavat'lJ'e della horra, C(J) t soluzioni alcaline, frequ entemonte r ipt>lule, colllltori P ~arga rismi a base rll clorato potas sicn. l t> ulcerazioni !"Aranno toccate colln :;rlicorina salicilala o <'nn una soluzione di r·loru ro calcico o meglio ancol'a col "IICr·o rll limone l' r·ol nttralo d'a rgento mit•zat.o.
RIYISIA
Contribuzione allo atudio dell'enteroptoal. - l>oll. K~ I'LAN. 'Ga.;etle .\!hlicale de Prcris: ~. 4, 1890). A lcu11a dispep!';if' ribelli , ncco rnpap:Jtal e da cosLiP•tzionf! tJ da c.Jolori sopraggiungenJo dopo il ptu;to , al.cuue di e~!'C rum "'Ouo mantenute che da tut·bamenti mPccanici nel modo di tìs.saziooc dei vbret•i addominali. Ora In fisi'aziooe dell'inlesliuo alla pat·ete adtlominale po· ~Let·iore si etl"etlna a l peritoneo in sci punti differenti "· tra questi punti, esistono anse J,Jiù o meno lunghr, terminHte dn nngoli t\ comunican ti fra lot'O pet· ot·i lki . Uuesto anse :;ono le seguenti: l ' ansa. - Esofap-o e stomaco: or•'lz.io p:astro-duodl'llale. 2' aut>a. - Ansa duodenali:' ed orifizio duodeno·di!:;'illnllle. 3• anso ileo-colil'a. - Intestino g-r·flcil.e e colon a"'''en· olenle. orilìzro colico destro. 4' ansa del colou tra sver~o, eire d1~ve esser e ùivi!'lt in due secondo Gr,:.ncu·d. :)• ansa colo-si~rnoidalo ed orifizio s igmoidale. Si C"lllprende, dt Ct~ l'autore, che questi punti essendo ~o· lldam <• nte fissati, sP uu (l6l>O mollo forte viene a tirare su ù11e an<>e, l'<il'ilizio di comunicazione potrà essere oblilet·ato pi(l o meno ed il corso delle materie saru ùiflìcollato. In quali conùiziuui le a n!>e inleslinali vanno soggetto a i-<llppot·Lare LrazJOni piu o rne no f01·li 1 Nei cas i di r ihl!o('iamanto delle pat'eli addominnli (pa r ti numerosi, sfor zi, La malallla. una voiLH costituita, si t·ivela con lurbarneuli vat•iabilt. La costipazione é forte, i malati t•rsentono ùolnl'i dopo il pasto. De vesi annettere un'impoJ•lanza spccialt~ 81 ùue ,egni se guenti: 1' l'intolleranza per il lulle che i·· mal diget•tlO, unche quando non l'rpugna a l n ralalo; :2' un'inson nia pal'llt·ola re, pe•· lè! qua le il malato, in pt·cdo ad nno s lalo di rno· le:-<ser e, si ;;veglia ogni notte l1·a le 2 e le 4 o re del ma ttino l malati dimagl'iscono, si fanno pallidi. La palpazion•· dal· l'a JJome permette di perrepire, in cotTispondenza dell'ollllJelico, una corda della g;rossezza di un pollice che ..,i può trnrre in basso fino ad u11 CPJ·to limite. Questa corda, pl't'
MEDICA
3-1-'i
Glénard, rapr-resento ìl colon tras vet·~o J•ioMetto ed abbassato l eorùa colica kasver·sa). 11 cieco può pr•eodet'e l a for ma di un ~aoguinaccio duro, g1·eggio, un po' r emi l tente (sanguinaccio cecale) od, al contrario, pt•esentarsi solto forma di am polla sonora. L'S iliaca é percepito sotlo forma di una corda dur a, piena. tlella gr ost"e7.za di 1111 pollice e generalmente piu facile od t1n'i'rral'e della cor•da colica l t·asver sa. ì•: chiaro che, nel la. cavita addominale, l'abba!':S8111enlo di un organo lt•ae quell() degli organi viciui. Si conslateJ'à lieve orlduJn;done stornacale, lu quale non :>$l'il forzatAm ente segno di dilatazione, ma dipendera da un abbassamento dell'or gano, lo stomaco mettendosi meglio in r11pporto colla par ete addominale, in conseguenza dell"abbasl"8menlQ del colon t ral'ìverso. I l r·ene sat·à più o meno spostato. ~Ja rr•a tutti i segni che permettono di r·iconoscere l 'enteroptosi, nessuno più !':em pii ce e migliore rli quello che Glt'· · uard chiama l a pr ova della citJghia. Il malato siando i n piedi, il medico si si tua oll'i ndielro di 6!l~>o ed applica le due mani a piatto sul basso ventr e, pre-
mendo tli basso in alto, per modo rla ~ollevtwe tutta la masso intestinal e. Quando v i ha e nter optosi, il malato è ic:lantaneatllenle sollevato. Per· comballer e la tendenza l't l pi'Olas!>o intestinale, la prima condizione per il successo si ò dt far por ta r e ai malati una ci nlnra (fa!!!cia di flanel la ben serrata o cintura di Glénat•,l). Ili più il malato combaltet·à la sun costipazione mediante l&!'!18livi. Gli alcalini presi a ciascun pasto sar anno indicati.
HIVISTA CHI RUHGICA
P aeudo-orchite in seguito a sforzo . - O. GuELLJuT , tli Rcims. - (.Journal de Médecine ei cle Chil·uryie. ottobre l8S9).
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Il doll. Guelliot lta pubblicato una no ta relath·a a ll'orchit~: per s forzo , affezione elle, negata da alcuni a utori, è pe1· a!Lro a mmessa or·a dalla maggior parte dei ch ii'UI'gi. La conluE<ione del le!.' licolo può esset·e dov uta allora all'a contrazione br usca del ct'Ennes tere ed a nche alla cont1·altura d i <[uesto muscolo: è allor·a una vera orchile tr·aumalica con luLte le s ue conseguenze. Tu l la via ne.lla maggioranza tlei casi lo s !'or zo non ò In causa ve1·a dell'infiammazione, non é clte la causa dele1·minante, la l volta anche la semplice occa~i one di esagerare un dolore lino allora latente. Queste iu llannna7.iun i non sono in ta l casn c he il segno di una infillrn rt11lzione delle v ie seminali p r·o t'o nùe. Ma Guel liol crede che fa d'uopo ridu rre 81lCOrn il !lulllei·O delle vere Ol't;hili per sforzo e segnala una affeLione traumaLtca poco conosciuLa e che hn dovulo es>oere confu!'a !'O· ,·en ti con un'infiammazione dell'&ppal'alo Leslicolal'e. Si l!'alla allo ra di individui atlelli da \'aricocele dell't:>pidiùimo assai leggero et! inavvertito; sotto l'intl\Jenza. di uno sforzo P"Bgeralo, una vonuzza si rompe, del >'aogue si spande: tume· fazion e e dolore simulano un'epididimite traumatica : ma il decorso rapido degli accidenti dimo!'tra che non vi ba in tal caso che un piccolo versa menlo sanguigno Girroscrittn. Si può dunque c.:oocludere, e GueJJiot ne ha riunito varie o:=:;;crvazioni molto comprovanti, che sotto l'influ enza di uno sfflr 7.0 si può pr odurre una rollura di vene spe r·malicbe, normal i o gil'1 nlle rale. S e il ve rsamento san g uigno é limi.l..ato al la por-
IU"YISTA CUIIIUHGJCA
z1ooe mreriore del corJoue, può avvolgere il testicolo. Questo COli[' t/e jouet del cordone Simula J"epithdimite. La varìelà di pseudo- orchik per sforzo cosi pl'odona ha per caratteri diagnostici: la sua l'ledt> ordular·ìn a -.mistra, i 11uoi limrti mal circoscritti, la sua lieve inteul'ità e la prosenza di dilatazioni venose che non sono sovenlì apprezza hili che dopo la ri!wluzione del versamento san~uigno.
Va ouo per l& dt&guoat, per F. J. S)IITH.- ( Th e Lancet, tlicernbr·e 1888). L. W ., di 33 anni, operaia, entrava nel London Hospilal il IO maggio lagnandosi di uo intenso dolore nel dorso e ll>'ll'addorne che la travagliava da tre sellimanu, e lo cagionA\!\ delle lipolimie. Era una donna ben costituita, le~ germ e nte anemica, in•er1uic-la nel letlo per raculezza del dolore ehe non le da va req u1e, che s i esacerba va nel decuhilo laterale , l1 le permetteva soltanto di giace1·e s upina . Dall'anamnes;i si rilevava solo che il padre era morto per un tumore ai polmoni. L'esame genera le non tr·ovò nullti che potesse dar r agione dr quel dfllor·e, v'er·a un leggero di~lurbo negli organi di~e •·••nti, la lingua iutooacata, una facile rtau!"en dopo ti cibo ed un'osliuala coprostasi. Gli or gani toracici non olfrivano alcun •·lui d'anormale, salvo una difficoltà nell'ispirazioni.! fot•zala, e •tualclte volla una leggera dispnea. Furono amministrati clei lassati\i e della mot'lìna, ma pet• 15 ~o:iorni lo s telo dell'infer ma r imaneva invar•iato, e se •lualche alleviamento si notava nel dolore dnt·onle il giorno, es"o !!i ina:;prh•a vieppi u nella nolle. Il 25 maggio nn accurato esame va ginale rivelo che l'utero ~i muoveva liber amente, e nessuna anormalità vi si t•invenha, onde !!i pensò ad una malattia ùella sptna, essendo in quel tempo la sede delle maggiori sotfer enzt-; poi si ebbe pet• !IU!IIche giorno un !-Sens ibile alleviamento del ùoloro, ('si corse all'i,iea di un ister ismo, ma i dolo r·i si aggravavano di nuo"o. Il;, gitlgno s'istituì un nuovo esame sistu1r.atico per· vn~tit·o
IHY'!SIA
a cupo d'una diagno:::i, e si trovò che i t·ines:>i erauo uormal1, la vescica ed il rello fun:tionavano bene, i movimeuli pa ... ~l\ t d'ogni genere si compivano :>enza alcun mutamento nell'oculczza del dolore, onde l'idea d'un islel'isrno pat·ve confcr·malll. N<:l giugno e luglio l'informa migliorava. solto un lt•altAmet'lO puramente discaplinMe, ma le condizioni tìsicht: ~ca tlt:· ,·ano, la stilichE>zzo, l'anoressia dura''IIUO, la nutrizione c le fot'ZC ùeperivuno malgrado l'alleviamento del doloro. Ver~o lo llne d'ago!'ILO il peggioromen to delle condizioni generali ••r·n e!'IIJ'omo, un foale ~ortio F<istolico della mitra le indica vu Ja ùeholezt.n Jel cuor e, ed il 28 agosto l'inferma mori ù'e!'auri' mento. !.'autopsia fecù ~coq~erc !$UIIa parete inlet'ua delle ulLtme co:-.tolo ad un polltce dallo sterno a destra un tu moro>, mela nn' copcrk tico, le ulLimc vertebre dorsal! e lulle le lombari erano dolio stesso am rnusso mciAnotico, e profondamente cai'ÌtllL·, le lJ.li111dole liul'oticlie lungo la colonllA vcrlebralc, quella ùf'l mediasti no anteriore, le pel v ielle e le ingttinali erano 111gros-.ate e nert', il cuore mollo dtlalalo o degenerato al grasso, ti regalo ~rasso ed anemico, i polmoni ~dematosi. lu intestina priw di !'icibalt>. ~on v'Pro meniugite spinale, la ba:::t· del cranio era 11or·male e sccvra dn tumori. L'esome microscopico t·ivelò la natura ~arclunalosa dei neopla1:>rni. l casi di tulo di fl1collà diagnostica dov r ebbero, secondo J'aulor·e, esse r e falli sempr·e tli pubblica ragion e, non fo.S).•· allt'O che pet· fot· conoscer·!" ai pratici isolati delle campa!!nt: conw questi casi riman{lano nscuri Mnche per ~l'in,..,egnanti dei gt•andl o,-pedali. La mancanza di ogni segno fisico eli rpwi tumori, la condolla di quell'inferm a cos1 si mile o quella dr• Ile islrr•iche, la variabilila del dolore che dollu spina l'ii pot•tava al l•11·ace, i fenomeni dispeptici persistenti, la progr·essh·a scadenza deUe fot·ztt E' della nutrizione, l'llllegrilil del si:-lema 11enoso cimentalo con uf!ni genere d'esame, l'irregolat'IIH della temperatura non t'ifet•il>ile ad alcuna ltpica scala lermr gr·alica :>c non Ad un islet·ismo, illusero quattro mecùci inc:E'~trtunli detrospetlaln, e li 111dus:>ero a t'ilE-nere una selllpltct' Ì!'lOria .
CRIRUIIGICA
:J;jf
ltalli 1perlmentall i ntorno agli e.ffettl dell'e1t1rpaztone 4el panoreu negli animali. - Diabete melllto sperllllent&le. - P rof. N ICOLA DE DO)!INIC IS. - (Giornale interna;. çlelle scien ze mediche; fase. 110, unno 18R9). L'aultli'C, premeBSO un cenno !:iulle pr·ecedenli os~e•·,·u zioni rlinicba ed ana.tomo patol ogiche in ot·dine alla fuuzion>" e allf' mA.ltlttie del pfl l\cr·eas, non eh t'• s ull'azione ed ufficio nel sucr,o pnllcr·eatico, l'ifeJ•isce in qni?s lo lavor·o ill'isullato delle ricercho fntte sopra can i e con ig-li. Esse h1111110 av uto di m irn specialmente la digesLione del p;rasso e dei!li idrati di c\lrbooio , e le modilìcuzioni uvvé'rtule nello !ilttlo gen•>••ale ~ell'organlsn1 o e 1wiucipalmer•l e la pl'oduzioJJe del diahf'IH
mellilo. Dagli osper-imen li rife riti dnll'auto1·e ris ulta per enlot·iamenle dimo~lrato il •·upporlo rh .. fino ..Joll'antichilà tan t•· volte la clinica t' più l'anatomi<l patologicn hanno trovato fra le ollera.zioni del pancreas o vflrie mala ttie generfl li òf\1 corpo, é inconle ·tabilmentP s i puo oggidi a /forma re che h• funziono del pa ncreas è indi!>pPusabile peL· la digestione perretta e l'a~si mila zi o n e delle m alf\ric> alimentari. RisultH. i11oltrt' cù ~ la estirpazione cie l panct·eas h<1 cagim rnto in alcu11i !>oggetti la forrna classica del diabete zu<'chcr·ino con tutlc> le più salienti e caratter istiche manifestazioni con le quali IJUPsta mala ttia si p r esenta nell' uomo. Dal complesso del le osservazioni fa lle v engono messe in evidenzu tre cose esse nziali : J• Che dietro l'el'Lir pe zionfl del p>~ocreas gli animal i souo antlati so!l'getti a no te vole e progr essivo dimagTarnc>nto e!l alcuni Ila n no avuto l a crJi cosur ia · " l 2' Che delle malel'io al imenlal'i di c.ui sono stati a limP nlati ~oltanlo g ran par le di ;rrasso e di nmido é uscita im~utatu nellP fecce: ma una por:donl-' rli ::ra~so e di ldtali di carhonio e(l una quantità di so;: tanze albuminose più clw Sufficien le a riparare le perdite sono en trnti ••all'o rganis mo . Cii'J risulta chiar amente dalla di fl'c r enza di 1•eso r iscont ra to tra le feccie e la ra zio ne alimentare; ae l.a glicos uria, c he non ,:;i é 8\'llla in tutti gl i Cli1Ìmali
I\1Vt$TA
spancreali, non ò comparso se non dOJ10 20 o 30 t;iorni dAII'ope •·azion~, tranne iu un caso solo ne] quale ebbe luogo imrnedialameolc. Da quesli dali si ùeve ammcllere che l'effetto pr•mo 1· J iJ·e Lto della mancanza clPI pancreas s ia una allel'azione 'IU&· lilaliva delln funzi oJte d•gesliva; in conse guenza della quale si produce alterazione generale della clllmica e della uutrizione dei Lessul• e disturbo couseculivo del ricambio 1118ler•ale. Ques te alterflzioni a natomiche e chimichE: delle cellule dei Lessuli sono il fallo essenziale di quella serit! eli misterios i av venimenti che s i compiono nella vita dell'organismo, e che dauno •origine ~1 lla forma clinica del diahete con o senza glicosut·ia. Siccome però tali a llerazioni f.JOSsono am:he avet· lu ot~"o per all1·c cause indipendenti dal pancreas , cosi il diabete, zuccherino o non zuccher-ino, dq_vrehhe essere consideroto come l'espr essione univoca tli una. ulleraz ione p;ener ale tlel t•ieambio materiale, e questa allet·a:done come l'elfotlo di cau::.e diver::;e. Lù glicosul'ia poi non é un efl'ello necessaeio pèl di11heLe, mu lfl sua p!'osenza od assenzH dipentle da cit·coslanze fiI IOl'U ìgnote cbe tl·ovaosi nell'o•·ganismo in cui siasi a vYet·u Lo quel processo o quella set·ie di processi palolog·ic• t:hc dnnno luogo al complesso dei fenomeni costituenti lo :o1'111t1 clinica del diabete. E le cit·cosLanze glicosut·ogeuichP po!=:sono dipendere da val'ie e divers e cagioni. A queslo modo :>i può intendere come la condizione ultima JH'ossima delln glicosuria si~:~ uo•ca , ma occasionata da diffet·enli e numerosi proce~si morbosi; e che il diaLete cusi dello ins ivhlo nou diiTel'isra Roslauzialmeote tlal di»bele mellilo. La glicosuria e l'iùruria in cosifalla guisa nou sa•·ehbero altro che un reno rneuo qualunque a\•ente un significato vu· •·iabile ; menlr·e • l'13ssenza del diabete, m~llito o insipido elle u sw, consisterebbe io un'alle•·azioue del trotìs mo generale " dell'economia per disassi milabililà delle sostanze alimen<1 lat·i e consecutiva coducila del proloplasma , io dipend enza " di allet·azioni dPl punc1·eas e Ji (jualunque a ltra pal'l!l rlel "eOJ'PO Il ,
CHlRURGICÀ
P er tal modo di consider·a re la cosa si spicghprebbe anc'ora come alcune volle il diabete g uarisce ed altre volle è inguarrbile ; e la differenza degli effeLli rlella diNA e deglì altri mezzi di cur a; e perchè ron gravi allerazioni del pancreas (cancro od allrol può mancare la g liros uria. Pel diabete insipido l'oscurità è anche magRiore che pl'l diabete mellilo, 11 diabete insipido per alcuni f> malattia beni~na, per altri e grave; alcuni credono che si allerni col mellito e debba confondersi cou esS>o, alt1·i lo ritengono uun malattia consuntiva che può menare alla tis i polmona1·e. Intanto l'anatomia pa tologica, r ur•ssima nel diabete lrll:ìi pido, non ha potuto finora dar·e il !"uo ''alido nppoggio alla patologia. Nei pochi casi caduti sotto il collello anatomico In maggior parte degl: osservator·i s i è l'cr•malu sulle allerazioni del s is tema n ervoso, Lrascm·nndo il resto; del puucreal" non si é nemmeno sospettata tll l t\ lesiouP. Apres i così un nuovo campo di postull~ li scientifici, ed uni\ nuova via alle ricerche per po tet· r isolver e LUI problema di C::Lti gli an goli più fot•ti e più cliff'icili venncPo omoi smus-
sati. Patologia e t erapia. chirurgica del pancreas. - DnlL. A ~GELo MuGNAI (Edilot•e Caglwni cJi Arezzo, 1889).
L'oulore sudd ivide il suo pregevolisshilo lavoro in due parli : Sperimentale e clinica. Pa1'le sperimentale. - Gli t'!:lpt>t'i menli sul pun<'reas fur•ono dall'autore praticati sopra dei cani nt>l laboratol'io del regio istituto chir·urgioo di Roma ed ba nno "avuto lo scopo di vedet·e s~ è possibmle af'soggellat·e qucslu glandola ai c·omun i alli chirurgici, cui oramai s i sottopongono fJUI.l -i impunemente lull! gli altr'i organi contenuti nf>ll'Addome. Queste rice1'Ch~> furono rivolte specialmente fllla estirpazio11e totale del pancreas, che fu eseguila cin(jue volle, e allo cstirpazi on~ parziale, nonché alle ferile e alle contusioni, onde lt'at•r,e indicazioni ad inlel'ven li t:hit·ur·gir.i nr·lle possiiJiJi malaLtil'l e lesioni tl'aumaLiclte di que!:'t'o1·gano. "Riepilogando i l'is ullati delle• ésperienze t'Alle per· 'Juonto
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IIIV!ST.\
è riferibile all' inten·ento chirurgiro, si può ''e nire ulle ~e guenti conclusioni: l' L 'estirpazi one tolale del panrreas, possibih· cnm" a lLo opePal or·io senza che immediatamente avvenga la rnor·te, r., ::;ernpre oper·azionc di esi to TniJI'Loh> p l' t' le s uc1 c:o n:;e~uenze;
2' Le cau~~ della morte nell' ••!>tir·pazionc lotsle -.ouo lo "bock, l'emot'l'ngra, la carwr·Pna dPI duo!leno e la p r•tonite; ~·
L'estir·po..::ione di una por:dour· dd pa ncr ea!-, noll pr·u-
clur~ l a morte; [JOr· quaolo sia opqrazione g r ave può C~H<:II'tl
prrt'c tlamerlte ouLQl'iz~ala nellR pr·a ticu chirur gica; 1' Le feril~ ùrl panct·eas non sono neci:!ssariamente causa di morte anche se iuterc;;.,ano il dulto escreto1'e. 5' Lo scolo del !!ucco paocreaht·o che necessari~tmrull! avviene uel cavo peritoneale iu occn~ione di feri1P dd p;:~n creas inlcressunli il canale esct·elor •, non pr·odut·r> JH'ritonile; 6• L e ferilo del pt~ncr•eas pOS!>ono c,.;sere trullatc> o Pnlla ~ulura o colla legalut·a o colla esr-i~ione del rnonl'ottt· pt!r•ifl!r·ico; ;• Le g:r·a,·i contusioni del par~t·r·c:ts sono pericolo!>•· )' •i f••nomeni emotTAgici ad esse conserulivi: lu rormAzioll•' 1li cmaromi cui d&ll iiO luogo vale n ~r i ega re la genesi di tal une cis li del pan c·r·ea~. Parte cli nica. - Scopo di que ~La !->6Conda part1' dr l lt1' 'rii'O ,. di lra llare sis lcmalicamenle tutto ciò che dalla clrnicn "'l ··onosc.e, opput''-' p<'r esper imenti -.i pu;, df'dUtTe. r iguardo alla patolog~a e lerapia chirurgica tlel pancreas. E-.pu.,ta
l'nualumia e la fbjologia del panct•ea~. c h1 ,:;intomatologiH soli ta a risconlt'a t•si nelle mala ttie <li qut.>sl'organo, l';nrlot'l' l'a !!Cguire una lt·aLLazione par·Li co i A rc~gi a ta dei l r·a urni ù di'i vari morbi dol JIOIICr cas la cui le rtqda ~petta al dorniuin d<"llll chirur·::ria. Ciò che può valer·e come cou:.:lu::-ioue speciaiP in ogur ,ill-
:.::()ht malallin dl·l pancreas difficilmente potr~bbe es~PI't' fUI r·ia.;;.:::unlo 111 bt'C\'C; o per·cit'l le sPgurnli conclu!'ioni f!t'H•·!'ali l>Ono :-;pf'cinlmr.ntc· r·i f'eriLJili ulla Lct·upia clii r·u r·;.:il·n th•lle
CHIRUIIGIC.o\.
varie ~t~alatlie del paucreu::. le qual i, eutr·auo di p1eno diritto nel dominio della chit'ut•:.ria , essendo la terapia medica 'luasi scmp1•e impotente conlrù la mng~ior pal'le di •efi!SC: t • Le indicazioni principali ad un inlePvenlo chirurf{ico clir~llo sono date dai tr•aumi, dulie cisti, e dai tum01·i ; 2• L'eslirpa:doue completa del pancreas non è opera zione possibili' sull'uomo: nemmerw é pos!'ihile J'("'lir pazione della Lesta del pancreas; Le sole malattie limilule olln coda del pancrea~ danno fondata spe1·anza di una cm•a chiJ·u1•gicu radi eale, eR~I'ndo possibile di pl'uLicar e l'estirpo:t.iou(j di questa pai'LI) dellu glandola; 4• Le cisti e gli ascess1 più comunemen!l• si cueaoo culla incisione del cavo cistico od ascessuale: ;,• In lalune malattie è impossibile una cUJ·a chit·urgica dir·etla; allora può essere indicato di allevia L'e l a malattia con una curn indit·etlo, agondo su quegli or·guni, a CO I'ICO dei quali sono prodotti i disluPbi maggiori. Di questa c•ura chit·urgica indi•·eLla si avvantaggiano specialmente le ma lattie del pancreas che producono orclusione inll'!'ltinale. occlusione piloJ•ica o stasi- bil iat'e.
·a·
RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE Balla aUillde 4el naao. ftir Chit·.; N. 24, 1889) .
OoLL. MccnELSo:-~. -
(Canlrafl1 .
. ~e J'inili clln si osservano nr l peri odo cJell'esanLemu F<ifihlico gPanuJoso e papuloso si r ivelano o per mezzo di setn· pJici iperemie con aumentatn secrezione o colla compaPsa di erosioni nel vestibolo del naso. La appar izione di condilo mi pialli di:'Ila ca vita nasale non è. an~ora bene accertata. Le fot·m e ~n·avi di stliltdt.: na~ate s1 mauireMuno, come l'aulot·e ila volt1 Lo dimosn·arcl con una
3:)(i
HlV!STA DELLE MALATTIE VENEREE K DELLA l'ELLE
slaLifiLira, uou primo di selle mesi dall'avvenuta infezione e per lo piu dopo un o, due o tre anni; r a r amente dopo il ler·zo anno. Il suhHLraLum a natom ico di queslt: formo! lar·.live i· da princ ipio una infiltrazione gommosa a piccole c e llule consec ulhe o. muiLrpli focolni della schneideriantl e del per1condrio o del per ioslro con successi va necrosi dell'inlìltralo, ,Jenuclaz.ione e mortificazione delle cartilagini e delle ossa. Le ossa pos"ooo anche ammalat·e primitivamente e possono parlecipo r P all'affezione anche altre ossa come quelle del pavirnc>nlo delle na r ici oppure della base del cranio spe!·r»lmenle lo srenoidc. La involuzione d ei turbina Li, dapprima lumefalli può tlnit·e in una :;!ravc atr ofia la qua le a\'J'ebbe per elfello un'abnorme ùilalazione della w vita nasale. La. rPlraxiQne c ic::lll'ixialc del tessuto (•ou nelti vo ch e unis(· t: la cu te e la ('8l'lilag-i ne alle osso del nnso ,·. la JWinci~ale rnul"a tli ljllr.lla def\H'IIHlzione eire chiam t\!'1 naso a sello, la t]llale nou t· d ipendente da pc1·dito di so~ln 11ze dello schel e ll'O r18sale. A l tre tl e l'o J •mu~ioni hauno luogo pe•· la perdita <k•lle Ol'~a uusali del setto osseo e memb1•auoso e s i manife..:La11o anche nelle form e lar·dive dellu lue congenita. La J1ag-nosi p uò lalvollo I'O~lar tluhhia Lr-a la luc e la lubercolo~i (l'al·umentP LJ·a la l!'f11'<l o il fat•cino), cosi echi· pCI' Mr-e ~t.u d a poLJ·ehhe oc!'OJ'J'ere il r•'"ponso delle r icerclre islolo~wlle e bnllt-t•iolog iche. L'autore t•iliene puloguomonici della sifilide i >:oh-lri ult·••ro~i longiludinali al setto i 'Iu<Jii accor rono diriu1pclto alla r-:11pet·Jicie meùinna dei t urbinati. Il ft•tore può man t•arP un<'lrl' IICfrli eslt>Si (ll'O('f'Ssi disll'lrlli vi; la conlemporarwn ;~lli· zicmc> della t't>lt·oborcu e farin~e potr à porla1· molll'l lur•• nl diag-nostico. Nel duhhio <:i a ltCJ'I'emo ad un pruiPnte trallA· m e nto sperifko. La tc l'apit\ ,., da unu purte loeule. lnsul'flaz.ionr di indnft>J'· m1<1, in trodn~ionc di lamponi anliseUit:i umidi. innla:doni. t·imoxionc di seque~Lri l'd occOI'reudo il r asrhiamcnlo della cavilò nasalo; do.ll'n lku g'L! nCJ'alù. Rironosccre peP tcmp•l la natura sifìlilica della l'inile é il migliOJ' modo di •·,·itar·P i f'Hlli vi effPLLi !Ielle aflt>zioni gouuno~e che una \'O l La forrnat" no n ~i poss mro loglii't'é r he con upe raziolli plnsliclle .
:n7
HIVISTA DI CHIMICA E FARMACOLOGlA ~aovo
metodo per svelare la fat.Uloadone del zafl'e(Il P rogresso. N . :), 15 marzo 1 90).
l'&llo. -
Lol zaffer·ano si annovera fra le sostanze coloranti più adopor·ate; quindi cosa naturale che si tent111o numerosi metodi oli falsificazione. l tloltot•i ì\lusso e Revelli hanno a •tuesl o pr·oposilo iudrcato alla R. accademia di medicina di Torino un l or o meto.lo ~tpeciale per riconoscere le suddette fal~ilicozioni , le fllloli possono cagionare gra vi danni , essendo i rotori ùi zalferarro introdotti di ft•eq uente uell'organismo poi canale dig<weuto. Fino a poco tempo addietPo le falsifica:r.ioni limi· tavarrsl all'aggiunta d'altre sostanze coloranti ottenute dn vegetali diversi, come il car·tamo, il pepe di Spagna, o sostanze minerali , ecc. Ora i metodi si sono perfezionati e consrstono nel fissare sui filamenti decolorali dello zaffet·ano una materia colorante proveniente dal catrame, o nel meseolarc• altre sostanze alla polvere del zaiJcrano stesso, o nel preparar·e rnislu:-e che di zafferano non conten ~ono traccia alcuna. Il rnalaun o si è che spe~so le sostanze coloranti souo venefiche: P l'esame microscopico, o quello basato sulle cat&ltcri-;tiche alterazioni prodolle dall'acido solforico sull'e· !<lratto di zafferano, non vaJgono io lutti i casi. Il rnetotlo pt·oposlo dai dottori Musso e Revelli consiste nel tingere la lana bianca, sgrassat&, coi prodotti elle dopo varie manipolazioni ollengonsi dai campioni di zafferano ~ le <'Olora~ion i sono diver·se a secClncla che la rnllteria color·anle derrva dal zaffer ano o dal catrame. I noltre la sostanza colorante fissatasi sulla lana puù est~ere roscia disciolta e venir· sottoposta ad assaggio specialo.
e
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RIVI~TA DI TECNI~A ESRR~IliO ~1Wim MltiTAR~
Belazlone l&nUarla 1ugU Eseroltt Germanlol nella guerra contro la Franola del 1 870- 71. (Sanitiits-Berichl uùer tlie Deutsclten 1/~ere im l{riege ueuen. Frankreieh 18ì0-ì I ). - Morbo8ità e Mortalità. - (Continuazione vedi pag. 8:1). B. Di alcune (orme di malattia.
t• Jlalallie d'infe:zione. - Fra le malallie d' in fezione tner tlano speciale l'icordo pet· la Ior·o imporLnnza il ''aiolo, Jl tif'o e la dissenteria. Vaiolo. - Durante l'iotiero anno della guet-ra !ìi manit't•slnrono negli uo mini di tr uppa 18:35 casi di vaiolo =- 6, 1 p . 1000 della forza media = 10,2 p. 1000 di m orbosila, cou :?i8 mor ti. Il vaiolo ru impot•lnto nell'eser cito tedesco dai lll'tgioniet•i rranresi , per ò non vi atlf>cchì mollo , pet'chè la ma!""itna parto degli uomini di lt•uppa e rano stati prel'er vati ro tt t·•·plicale rivaccinazioni. .M alatti!' t~{o~e. - Nei militari dt tr uppa raggiuusero la cospicua cifra di 733116 = fJ3,l p. 1000 della rot·za medio -= 154J p. 1000 di morbosità con 8'i'89 casi di mor te. In generale si trattò di tifo addominale ed ebbe pPincipio all'a"~ecli n di !\1etz nc•l mesC' di olt<:'bre, donde ~i diffuse a lutto l'l·!"eJ'· ci to. L'epidemia però non s i estese all'esercito immobilt- ed alll' popolazioni civtli. DissenteT'ià. - Se ne o!:!servsrono 38652 casi nei milital'i d.i tr uppa -i9,0 p. 1000 della fOI'l.Q media 81,3 p. HHIO delle morhosilà, cott :2380 ca!>i di morte e tenne il posto !Ili· dio per importanza ft'l:l il vaiolo e ti tiro. Ra ~giunsf' il mfl.rt·
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RI\'JSTA 01 TEC~ICA E S!i.RVIZIO liBDICO MILIT.\lt&
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mum , come di cons u eto, in selle m br t', rd in novcrnJ;re fJUA$' i dappertut to aveva pe1·duto l'a spetto epidemico . Questa lllalaltis, s per ialm enl.e, pee m ozzo dei pl'i l.! iOII ierì di guerra , s i e..:te~;e a nche all'esercito imm obile ed a lle popolazioni civili . .\lenin{)ite cereb,•o-spinale. e ne vt> r ifical'ono 1iH ca;;i o·vn 84 morti, ma no n pr e.:;e in olcuun par te 8!->petto t>pidemico. rJwleret nostra.s. - ~o n <:e ne osser va rouo che l ; ~'asi con 12 morti. Dif te1'ile. - ln to ta le >lS IW ebber o 174 ca:-i con :!-i mo r ti. r casi di mo rbillo e sca r latti na furono t·ariss imi FeblJI'i di malar ia . - n aggiun::;cJ·o la cifra di &l34 nei militari d1 truppn _ 8,7 p. 1000 delln for zn m edia 14,5 p. IOOd rli mor bosilà. QuPc;le rebbri fnt'ono in generai<' di forma be n i~na, pC'rc hè di br·eve dura tA e senza mor talìtil di ~<orla .
2" .l lb·e 111,alattù: generali: Seorbuto. -
Fu l'lli 'O men l~ OS·
$1'\'\'Ulo: quale com plicazione di al tr .. mala lLie fu non ra ra-
nw nl,., indica to nelle l'elaztoni ciE:' rnedic1 di campo all"as!>ediu
rli Pa ri ~i. Colpi di sole. -
In tutto l'anno della g uer ra furo1 w rico''P.rati negli O$pedali 75 m il itari di tr uppa, am malali di rolpo di ~'Ole, di cui soltan to pod11 mor ir ono. .Valattie reumatiche. - So lto rpws to ti tolo ~ gu t•ano 46008 malati di tru ppa - 58,4 p. 1000 della foJ'Z& m edi a = 00,8 p. LOOO di mor bosilé r on 7:.l casi di n•orte. 3• Jfalaltie del sistema ner roso. - Il numer o totale di que~ti ma la ti t•a g~iunse la d l'ra di !iOI:l militari di Lt•uppa = li,-1 p. 1000 della forza m ed1a = 10,5 p. 1000 di morbo;,ità con 26t r asi di mor te. In queRIe cirre non !<Ono com prese quelle forme ur r vose che si s vil11 pparono nei m ilita ri d• tr uppa iu 8 1'Jiresso qual i I'OilReguenze dei di s:a g l $'Opportoli dura nte 1" ;tuerra. Fra queste 111alalLie si nola t·ono 1173 ca si di t.>pl lessia, 1li rui '1 8 mor ir·ono du rante In g uPr ra ; inoltre 8!l7 con la diagnosi di convulsioni. P er malattie m P.nl.ali r icover a r·ono negli O!lpetlali da r ampo duran te il periodo della guer ra 3Hi uomini eli truppa. ·i• .l!alaitie cfell'ajJpar ecchio r espi r atOI'iO.- Il IIUlnCJ'O lO-
360
111\'JSTA 01 TECNICA
tale Lli ammalati dell'apparecchio respiratorio in lutto l'eser cito rnobilizzato fu di 73356 (- H3,1 p. 1000 della t'orza mcdia = 154,3 p. 1000) con 1527 ca si di morte . Dal 1867 al 1872, in lè mpo di pace le malallie dell'apparecchio rçspir·atorio raggiuusero 132,9 p. '1000 della forza media e 98.4 p. 1000 della morbosila generale. La rnortalita rnedia, dal 1867 al 1872, per malaltie dell'apparecchio r•espirator·io ru nell'eser cito prussiarro , in tempo di pace, di 2,2 p. 1000 della fo t'Ztt media, netranno della ~uerra soltanto, di 1,8 p. 1000. Fr·a l]uesle mala~ie dell'orga11o r·es piralot•io meritano par·ticolar·e interesse le infiammazioni del polmone. Durante l'anno della guert•a si ve!'irtcar·ono 8610 polmoniti fra i mililal'i di truppa 10.9 p. 1000 della rorza medra , 18, 1 per 1000 d i morbosila con 579 cas i di mol'll'. ;'\Tell'esercito pl'ltssiano ammalaron o ptr· infìammaziorw dd polmo11e : N el periodo eli paco dal 1867 al 1872 : 14,2 p . iOO(l deiJa forza media 10,5 p. 1000 tlella ruorbosità - circa ~O per 1000 dei malati di O$ pedale. Nd l'anno della guerra : 12,5 l'· 1000 nella forza media .::: 15,6 p. 1000 della mol'bosità. compl'ese le epide mie di ~ ue rra = 26,8 p. LOOO della m orbosi là . Per la mor talita si ollenner·o poi i s eg uenti ris ult.ati: f11 tempo di pace, dal 1867 al 1872: 0,6 p. 'LOOO delta forza media = 10;, J>. 1000 di Lutli i mo r· ti =- 41,5 p. 1000 di lUlli i curati. In g uerra: 0,7 p. 1000 della forza m edia = 1-0,0 p. '1000 di tutti i n10rti = 67,0 di lutti i cw:·ati. Tisi polmonare. - Durante ranno della guerra rnor ir·ouo per lisi polmonare circa 837 militari rii ll'uppa = 1,0 p. 1000 della fot·za media = ;,7.'1 di tutti i mot'ti peL' rnalaUir, mentre nell'eser·cit.o pt•ussiano, in tempo d i pac e . dall'anno 18U7 all'anno '1872, si ebbel'O le medie seguenti: 1,4 p. 1000 della fot·za media = 245,7 p. 1000 dl tutti i morti. 5• Jlalat iie dell'appareeeltio digerente. - lu tutto J'e;;ercilo tedesco, durante il tempo della guerra, ammalaronu pet· malatlie dell'apparecchio digerente u78fl1 miJitat·i di ll'UVPà
=
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E SERVIZIO
~lEDICO
MILI'L""RF!
~6 1
- 86,1 P· 1000 deUa rorza media = i42,8 p. 1000 di IDO!' bOaltA cori :393 mot·ti. lo tempo di pace, nell'eserC'ilo prussiano, ~ i ebber o per le stesse malattie 195,3 p. 1000 della forza m edia - 114,6 p. 1000 di morbosita. 6" .l lalaltie degli occhi. - P et· malattie deflli occhi ammalarono, durante il lempo della guerra, !1. 70 uomm1 = t 2.5 p. 100 della forza media - 20,7 p. 1000 ,1i mo1·bosità. Se si pon~ono a r iscontro i risultati della guerra con ()uelli del tempo di pacs dall'anno 1867 all'anno 187:.!, ~ i ottengono i risultati seguenti: Noi periodo di pace dal 18(i7 al 1872 : !Ml,3 p. iOOO della forza media = 66,8 p. 1000 di morbosihi. Nell'anno della guena: 11 ,G p. 10')0 della forza m edia = 2~,7 p. 1000 della mor·bosita, compr ese le epidemie di guerra = :l2,i p. 1000 delle morbosilà e!>cluse le epidemie di guerra. 7• Le.~ioni traumatiche e malattie degli integumenti esterni. Per •tuesla clase;e di malattie nmmalm•ono dm·anle il periodo della ~'Uerra in Lutto l'es<>rcitn tedesco 325i:l n•ililari di truppa 41,3 p. 1000 della fc>rza media = (iH,5 p. 1()00 di morbosila con 2:j3 casi di m orte. Le malattie più freqtwnti fu1·ooo Jo,·ute principalmente a due s pecie: congelazio11i e lesio ni de i ca valieri u dei camminatori.
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Jll. -
M oRTALITÀ r.;n INVALIDITÀ TOTALE.
Nel Stlguenle specchietto si scorge il nume1·o totale dei Soltufflciali e dei militari di tt•uppa dell'eser•cito germanico mobile, che o morirono, o fu1·ono dichiarati inabili a coutinuarn il serYizio:
ltiVJ!=i'I'A DI TECNICA. M<orironlt nella
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In tutto l'•'sercito germanico
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Su 1000 vivenli utot•i rono: N~ll'e•t>t'cito grrma-
IIICO ll lll'n llt e In :.:uerra 1870-il In
Nell'anno i lllG7 f•-a Jl:li abita n Il ma<cltl dello stato pru•-iauu
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l Generali
160 a 70 anni :>5, 19! ·~s 55 !)Q ,, 60. 28,:18 .
50 " '17,i-2( H l3 - j40 ao • 40 ,,• 11 ,3 11 • 11 ,3 1 • 40 -- J=10 20 . 30 ,, !1,22
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l) U t'fìcia li supet·iori . 105, 18 R6,23 C a~itani . Su aller•ni. 88,60 oHU • 3:> Sollufficiali e truppa W, iO 52,3 ')7 v • '20 • 30
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10,831 !l,ft~
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E SERVJZlO lfEDl CO MIUTAJI I!:
Su mille viventi m orirono pet• m alattie: !Nell' anno 1.867 fra j;li a bita~or • m aschi de llo s t a t o russia o o nelSul totale Sulla rorza Su lutto e cornspondei grani l'eserciLo •lcnL ietil s0p1·a media l'ispQttivi nw bilizzato iwiicà te Nell'e->erclto tedesco nella guerra J8r0..71 In media
r.
Generali Urtlciali superior·i . Ca~tani . . . .
20,51 8,89 / ,21
Sotturtlc. e truppa.
i 6,23
• • •
Su lt.erni
o
. . .
8, 17
-
18,3
-
'1~,9
38, 55 14,13 11 ,31 9,22 9,60
Cnme $Ì scol'ge dal sopra indicato specchietto la m orta lità degli urtlciali per malaLlie in g uerl'a fu in fe l'iot·e a quella della popolazione civile per le corrisponden ti clti, mentee la rno rlalità media dei mililari d.i l1' uppa dì tutto l'esercito mobilizl(ato fu un poco !>uperiore a quolla dell a corrispo ndente popolazione bor ghest'l. Considerando adunque che salute e fot•za accompagnavano l'eset•cito mobilizzato, :ii sco1 ge ch iaramente anche da ciò come fosser o oLlime le sue co nd iz ior~i sanitarie.
RlVTSTA D'IGIENE Sull'importanza del oorpi estranei nelle ferite . - Uollur .\. Fniit-:"EL. - Stud1o sprt·imcnlole del lubontlm·•o bnt•c•·ialogiro del Comitato di :->anita tn ilitat•e uu!-~lria<:u. - ( Wit ner i{/in. W oe.ltense!t Cenlr ali.J . .li4r Citi r.; N. t l. 188!1). .:\!:'Ila <·ousid•·•·uziuue elle 1111 g t'all uwnet·u Ji fo•l'itc co11t•·· uenti numerosi germi putogeni, guur •scouc• :-.ponltHu·amenlo• !'611za aulisepsi, l'autore ltu voluto iu~ ~iLuit'P l,lllll :-.t·ric 1li !<pec·imenl i !muli animali ali() -.copo ùi vedt·rc.• quali !!~>rrui. qcnli specio ù' irlqniiiSrnl'llllO sia p• •r· ~<'r1ni rlive•·:-.i, sia p•·•· <·• .r·pi estranei. sia anco1'a per sostanze a venti aziow· tossica lll'••sentino una speciale importanza pt>r il dProt·.so delle fent•·. o·d in qutJ.Ii casi <' solto quali condizioni d cbbauo w r·ifieal'!'i oppur e dt~bbano manca•·e r,•nnmeni di t·eazione loc.tl·· o ~~ ll!·rale. Fl'iinl;el r-; pe•·in1e111 ò dup]wilua con pezzi (l i pnn110 o di IJiflnrl••·r·ia usati o !"enza alc u11a prcpara.dum·, o s te r ilizzuti l>JlpurH inf~;ltati collo str eptorocco-p:ogene e rollo ~ lntllorocco au r eo, in troducendo questi pezzi sotto la prllC' di co nigl i. In lutti questi casi la J'eozione locali" ,, g e11e r ale l'u rn t-~i~ulh ('tlllle; dopo sei o selle tne;:.i si t rovarono (]U Hi corpi •_·st.rnrH'i immi chiali ed annessi ai tessuti senza reazione o !'lolluuto uua ,-olta c ircontlttLi da un sottile strato di pus. Lo sleS"<' risullnlo si ollt-nllc> !:1' 11ell~ !"Jir>ri enze !>i oruml'lle\'8 l' impi<'gn di tnezzi d•s•nfellallli e se i co•·pi c:-lru nei veniv11 1tO ill li'Odolli in ferile elle posc in ù1 nuovo :i I'U civ&IIO e che interl"~sav u n l• la pelle il tessuto cellulat•e ~ot loc·utaueo e la llluscolatura. Ed anche <1uando le fo1·ile c..usisleveno in pro l'o 11de punture non cowpar·iva aktlll feno rn··no reattn-o; i cor pi eslr·anei r esla\'ano innocu•, <•p pure' ... , ,·(:ldL•vann piccoli fo colai di suppu raziont~ n e i tessuti r·lle c·tr·
HrVISTA n'lGlE:NE
condavano quei corpj, ma non si osservò mai una suppurazione tl~mmon osa, nè processi sellici o piemici . Ben diverso era il r·isultAio qw\ndo Al corpo estraneo che s'introduceva in un organi~mo vivo si aggiungeva un >rcr·me speciflco che si trovasse in uno stodio detel'miJtAto di virulenza, come per es. cullure di carbonchio, oppur·e quello stesso germe veniva. commisto a sangue irnputriditCI o let·ra, oppur·c ad olio di c~·o lon o ùi trementina. In questi casi la inoculazione er•a seguita da suppurazione diffusa, da edema maligno e dr! processo settico . Da questi esperimenti l'auLor·e viene alla conclusione dte: 1• l corpi èstranei penetr·ati nella ferit.a non sono p~>r se strssì causa di processi flernm onosi, ma piuttosto nella grande maggioranza dci casi rimangon o in sito senza risvegliaro appt·czzabili fenom eni morbosi; 2' Cio si vepificller·ebbn anch e trattandosi di corr,i a su· per fìcie scabt•a ed anche se portano con "'\ dei germi ; 3• Che qucsli corpi str anieri diventano capaci di ~usci l.are pt·oces~>i infelli,•i soUanlo quando contengono germi C'Ire si trovino in un determinalo stadio di virulenza, che abbiano una cerla infellività specifica P<'l' delel'lninate specie d'animali, oppure che queUr slPssi cor·pi porlino con sé alcuni agenti chimici che possedano in pa~·i tempo delle proprielit patogene. 11 pl'tll~co rorollar io rl i questa teoria sat•ebbe, secondo l'eu · tore, quello di dover ri guardare comt~ relativamente innocuo un corpo estraneo accideutalmenle penetrato in una fer•ila, giacché quelle impurilu che nei snccitnli speri menti si l'ico nobbero capaci di generare processi infeUivi non appar·lP.Dgono alle sostanze solite a penetrare nelle ferile in compagnia del cor·po esttr•aneo. Fot·:::e Ri pu6 fflt·e una eccezione per la terra , che por·•·ebbc capace di pr·oùurr e lalvolla il \etano. Ma la comparsa di IJUesta complicanza in causn di corpo estran eo è così rat·a <·he Ri dovrebbe ammettere per• lo meno che non tulle le sp•·cie di terra spieghino uoa egunle attivihi tetanogene. Pure avvengono abl>astanza spes~o :;:ull'oomo supp11t'azionr e pt·ocessi flemmonosi consecnlivamente ad introduzione
366
RIVISTA D'IGIE~E
di corpi esll'anei nelle ferile e siccome non vi ~~ ulcuu motivo per creder e che i tessuti dei conigli abbiano u t·eagire in modo di ve1·so cb e quelli dell'uomo alla pre::;enza di cot·pi estr·anei, cosi l'autore <~ indotto a conchiudero cl1e le sostanze flogogene entrano nella ferita non già col proiettile ma coi cor·pi che esso trascina s eco in seguito, specialmente pel contatto delle mani del cl!irur·go non perfellamcnte purificate.
Filtro Vauale e Broose. -
( 1/l ' rogre.~so ,
N. 5, 1'1 marzo
1890). Il nuovo fìllro, inventato dai signori Vanale e Broose, e che venne ricompensato con roPdaglia d'or o all'esposizione ù'igieue a Parigi, è basato sull'epm'azione dell'acqua altraverso duP dischi sovrapposli, l'uno di porcelì'ana, l'allro ùi carbone, ollnnendosi cosi una filtraz ione chimico ed una meccauica. L'appat'ecchio è l'orte e r obusto, fornito eli ac· cessori per la pronta e rapida pulizia; l'acq ua fornila è perfettaroent·~ limpida ed in quantità lale da soddisfMP ai bisO· gni di una numerosa famiglia .
RIVISTA DI STATIST ICA MEDICA Della leva aut nati uell868 e vicende dell'eserotto, dal l" luglio 1888 al 30 giugno 1889. - Alcuni duli nume· rici tratti dalla Pelazione del len. gen. FEDERICO ToRRE. PrOJI!IiO. - Il 30 giugno 1889 erano descritti ui ruoli 110· m ini 2,76?),261, dci quali 837,'194 pPr l'cser'cito pct·mauente, 298,529 per· la milizia m obile, 'l,ù23,02 1 per la territoriale, 6(l inollee 6,520 uffìciali (2,392 n• posizione ausiliario. -i-, 128 ùi t·iser·vn). A i ruoli dell'esercito perm n 11ente erano inscrilli: Ji{,!l~6 uffieiali, 8 1 8,~48 truppa. - Total e 837,194 (tr·uppa compngnie
RIVISTA DJ STATISTICA AlEDlCA
31)/
N. 10,402; ufficiali sanitari N. 1,139, çlei quali 683 effettivo servizio, H 6 di complemen to , 10 in disponibilità ed aspeUativa). EJ•anu alle armi 240,641 uomini, de i quali 2,362 delle com· pp~nie ui sanita. Erauo in CO(\gedo illimitato 5771 607 . dei quali 8,040 dell~ compagnie di sanità. Gli uomin i di lt·uppa dell'ese!'cito permanente. suddivide"ansi in 23,327 soltuffkiali 1 '104,4+1 caporali , 690,477 soÌdati ; dei prim~ erano in servizio effettivo 14-,653 (94 delle compa· gnie di sanità); in congedo illimitato 8,674 (298 delle comp. di sani la); dei caporali erano alle armi 31,581 (308 delle ( comp. di sanità) e 72,863 in congedo illimita to (1,39j delhcomp. di sanità) i i soldati el'ano 194,407 alle armi (1,900 delle comp. di sanità) e 496,070 in congedo illimitato (6,317 ·delle comp. di sa,uita). Milizia ntobile e speciale sarda: ufficiali N. :3,584; truppa (com p. di !:\ani t~ 5,097) N. 294,Y45. - Totale N. 298,529; uf· fìèiali sanìtari 358 (67 effeLlivi, 291 di co mpleme nto); truppa 2U-i,94-5; 152,038di1' categoria, 142,907 di :?.• categ. (5,097, l.,9G7 di i' cat.eg. , 139 di 2• categ . ; '172 sottufficiali, 839 caporali, 4,066 soldati delle comp. di s anita). Milizia territoriale: ufficiali 5,778; truppa J ,617,243 (ufficiali 406; truppa di sanità: 1a categ. 5,209, 2• 612, 3• 64-9); uffìciali i11 posizione di se t'vizio ausiliario N . 2,392 (eomp. di ~<ani LA 96) ; ufficiali di rise rva N. 4, 12~ (com p. di sani la t51). Parte 1... -Numero <Jeo·ii inscr itti ad operazione com. o ' pmta: 524,180 (12 434: in rn e110 r·aJ)flOrto alla levn. su i na ti n d 186 J .. ' . 7, che già erano 17,i89 in meno di qut?ll i nati nel t866) ; 1'IfoJ·rnati per mancal)za di statura 19,698, per imperfezioni ~d inrermita 4,530. - To.tale 65,00L ... , q uas i il quinto degli lnSCJ'iLti.
Le imperfezioni, più importanli o più s alie nti per numero, ?Ùe motivarono la riforma furono: debolezza ui COSlÌLU6iOne ·~:969, deficiente pet·imetl'o to raci co '13,860, scrofola e cacbes816 .trofìcbe 1,552, varici 1,047 , c t·e tinismo e s imili 306, alie~:lone ~entale 50, convuls ioni, epilessia 19fi, rachitismo '>, anclulosi e lussazioni an ti che 80G, alopecia rl3}, mau-
llfVI STA
canzn d'un occhio 1138, malaltie oculari ~.095. miopia :Ht, ipet•melropia i9, asli~malisrno :!4, olopulie 321, sot·clità 17fl, labbr•o leporino 33, odonlopati" 224, mutolezza 120, balbu1.ie 14<l, gozzo e collo voluminm;o 2,473, gibbosità ecc. 952, vi1.i di conformo:done del torace J,2i0, lul•ercolosi polmonare 95, cardiopatie 42i, addomopalte J53. ernie 3,818, tdrocrlc 1,22i, cir l'ocele 373, epiedipospadia 35, enuresi 15, mancanza fl'una mano o piede 167, perditn o le~iooi delle dita 567, tlefornuiA degli a r li 1,13fi, posLumi di fratture 194, convergenal o divergenza dei ginocchi U, deformità dei piedi • ~:>quini, ecc 2 ~2, per deformità od im perfezioni diver se riuniti' !Ti, p~r deformità e malattie nou contemplate nell'elenco A-B «<. Le provirtcie che ehher o il maggior numero rli t•ifot·me fu rono: Sondrto 32,41 p. HIO, Brescia 31,51. Cal.!liari 28.58. Quelle che oc ebbet•o il numero minor e: Verona 13.15 Jl. tm. Reggio Emilia 1 ~.45, TreYif:'o 1 i,65; se si tiene conto dei ri' mandi !:'ono le lll'ovintie di Gir~enti (33,5i), Sassari (33, 1'7) e Ca g liari (3:!,121, che ne diedero il maggior numero; ~:>d e "ere quelle di Masso e Carrnra (17,fl7), R eggio Emi liA (20,:)1.) e Ve· rona (20,6~), che ne rliedct•o il numero minore. All'at·rivo alle at•mi l'mono solLoposLi l'l r assegna speciale N. 7,48~ individui (4,467 dai distretti, 3,017 dai cot·pi) dl•i qush fu rono r•iforrnali :1,16-1-. rima ndati 2,45!1. cont'ermnli idond l ,86 l.
l riformati lo furono per: debolezza di costit uzione 18i, de· Ucienza del perimetro lot·ecico 163, e:crofola e cachP~~ìf' Jl'()fiche 129, \'arici 82, cretinismo, ecc. 27. a lienaziorw menlol~ L:}, convulsioni ed epilessin 66, rachitismo 7, callt ùuf•ormi lb, anchilosi e lus!'azioni ;}9. a lopecia 2~, oflalmopatia :1:>:1, miopi~ il, ipermetropin 18, astigmatismo i, olo!>alie e st t·,htA b.. otlonlopalie ~3. balbuzie 2i, gozzi ec·c. 187, ~ibbostt.t el'C. ;,~, lubo1·colosi polmonare 72, vizi cardiaci 1~!J, addnwnpntie l • •>rnie 63R, iJroceli J01, enuresi 6, mancauza cl'unn mano •• piede 2, mancanza o perdita dell'uso t1elle dila 27, postutnt cl'nnliche l'r·allut·e 20, deformilit dei piedi W, p•·t· imperft· .zioui I'IUOiLP 2L Alti! i assegnati alla :J• categoria 7.'t,. !>8 (quasi il :?3 P· 100). oltt•e !)(i Lelllpot·aoeamenle esentati (art. !)1. - melliAt'Ì).
DI S'J..\l 'JSTlCA MEDICA
Rimaudalì ad altra leva: per difetto di s talut•a 5,676, pet• iuferrnitil i:>,736, per allr·e cause 2,GGZ. - TolnJe 84,0:'1- (quasi D26 p. 1fi0). Amme~si a ritardare il servizio 57:! (studenti medicint~ ~56). Renitenti 12, ii!'> (circa il 4 p. 100). Definitivamente arruolali: 1' categoria 81,846. Slalura degli insct•ilti: tninima moslruo.::a (infer·iore a 1,2:>) et ; slalura med ia generale 1,6:J; statura llledia degli idonei per slnlura ua. Islrut.ione lellet•aria : !'a pe\ ano Je~Zgere e scr ivere 55,20 p. 100; sapevano solo leggct·\l 1,82 p. JOO: analfobeli ~2,9>< p. 100 (il primato (l) spetta alla Sardegna). CongeJati nell'anno: anall"ubeli 21 ,8:> p. 100. Partr; 2". - Vicende d ell'eser cito: lJfflciali ol i 0 luglio 1888 c 30 g iugno J889: Esercito permanente, in effettivo servizio, !4,041 - 14,367, coa•po-mcdico f361- 683; di complemento 4,178- 4,!"185, corpomedico 441 - H6; in dis poniullità P,cl a~peltativo 220- 194· corpo-mcdlco 7 - 10. Milizia mobile i):33 - ·i-31-, coPpo-medico 75 - 07. Id. di complòmento 3,736 - H,150, r.orpo·m(>rlico 210- 201. Mili?.iu territoriale 5,566 - 5, ìi8, C'O r po-meillco 366 - 'tOG. In servizio ausiliar1o 2,312 - 2,39:2, corpo- medico 92 - 96. Di r i'lerva 3,99!.> - 4,128, corpo m edico 153 - 154. Ria""Uuto del per sonale ~anitar.o (ufficiali), al ;JQ giugno
1889:
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Ufficiali ammogliali ;j()l2, del coepo sanita1·io H:!. UfOciali morti nùll'anno (amministrativo 1888-~ll) : l:W (pet· ~uicidio 15); del corpo n1edico in totale 1. Truppa: volontari arruolatisi nell'anno :3,()(;6; pa:-;s ati mlontari alla l ' cat.eg. ~:!7 - TotalP 3. ~93, dei quAli 2,2'2!1 ai rept~rli d'istruzion e. Volonta•·i d1 un anno 9~i. 1linunuiti -i2, r imasti 00~1. nomi· nali soLlotenenti medici di coJnplemenlo, della scuola ,rapplicaidone l'l; volontari alle compllgnie di sanita 4:l. Volontari d'un anno cl:e mtrApl'e!"ei'O il servizio al t• uo\ e mbre l RR~<, N. 1,08-i. Volontari di un anno c:lle chieser·o ra1·e il se1·vizin nel 1~:-H. ~. 1,-t:H; arruolati co111ecclh· ab1li 69:?: inabili pr enuruìti--ì i·i2 ; de~lt abili chìese1·o l'itardare il l:'er,•izio al 26' au11u :i:l:l: chic~w•·o intr·aprantle1·lo al J• uovembre 339 (2 nella cuniJIII' guia di ,anit.à). - Totale 'olontari r·ita r datari l,89tl. AIJie,•i :::ergenti rimasti alla fln d'anno 2,230. Ammc~si a llu J'all'er·mn <;en7.a pr emio 2,1JI3. Ra ll'ermAli c;o 11 prernifl, O!<i!<len li 16,KP7; n um·arnenl·· uu•-
Dl STATISTiCA }fEQICA
37 1
messi 3,i67; diminuiti 2,109. Impieghi accort.lat1 239; rimasti in allesa d'impiego 638 s otturticiali. Cbiamate d'istruzione: i ' caleg. per li> giorni, N. 45,06!1:
riformati ·~9!1, rinviati per malattie gual'ibili 9~9, morti 5. 2" caleg. per 15 g iorni, N. 4,24:5 ; riformati 15, rinviati c.s. 33. Milizia mobile per 25 giorni , N. f.H,3l3; r ifrwmati 1,·194, rinviali c. s. 1,7'1 2, morti 16. 2• ca te g. pet• 25 giorni, _N. 32,596; ril'ormali l , i 50, t'in viaLi c. s. 1,150, mor·ti 5. t• ealeg. pet giorni '15, N. 2,684 ; riformati SO, rinviati come eopt'8 86. Mthzia lerl'iloriale pet• giorn, 15. 7,9H5; riformati 2i, rinviati c. s. 209, morti 1. Altrt chiamali pet· giorni 15, l. 41,931, t' e 2' rateg-. ; t'iformati l ,307, rinviati c. s. 1,880, morti 3. Altri chiamati pet· giorni 15, N. 12,880, ::!• t\ateg.; riformati a~. ricltiamati c. s. 292. Altri cldo.mati per· g iorni '15, N . ·13,flH . t• e 2• categ.; r iformati 310, rinviati c. s. 137. Totale : presentatisi 225,178 ; congedati, rinviaLi, morti, ncc. U,123. Riammessi in set•vizio N. 388; delle cou1p. di sanità 'l. Diserlot•i N. 6l3, deUa comp. di s anihi i, presenlatisi poi sponluneamenle.
Congedali nell'anno N. 68,666. soltufficiaJi 1,0801 caporali
13,800, soldati 53,696. Coogeùali per r imando N. 3,028, soUufficiali 58, caporali 197, solda Li e reclute 2,773 ; N. 4.:3 per causa dipenden le dal ser vizio. Le pitì salienti ed eccezionali malattie che diedero luogo ad e~se ritorme, fu r ono: Deperimento costituzionale e cachessie 1~2 De1•matosi ributtanti, ecc . 38 (!) Varici . . . . . . . 24 6LLusiLS. di menle . . . 37 (!l Alienazione mentale . . 77 Epilessia e convulsione HO Calli tlcfor mi e po>;tumi fl'a lture, ecc. . 50
IUVJSTA
.\nrhilosi, lul';saziooi mal ridolle .'tQ Olopalie . . . . . . . l 't~ Miopia ed allre amelt·opie il Olopalie . . .\!l Odontoputie . . . . . . ~~ (;ozzo . . . . . . . . . 2~ Deficienze o ùefurmaz•1 del casso-loracko 2' Bronctl·pneumonopalie . . ·. . . :123 Tuher·colosi polmonare ed emottisi H):3 Cardiopatie 5i!J Er·nie . 2:3 (!) ldrorele . Enure~i
Più Imperfezioni coesisl~>nli . 21 Ras:sagne annuali degli uomini in congedo illimilalo; riror111&li 483. ~ Licenze !';lrflOl"d 1nat·ie di conwJiescenza 1,62-1: c0111 pagure ùi san ità 23. Congedati assolùlamenle per ragione tli e tà: nali 11Cl 18~9 ~- 71,621, sotturnciali 1785. Collocali a riposo e giubilali 243: com p. di so.nltu :!. Pensionati pc1· riforma ;>a. Canc~>llati dar ruoli (indegni) 12~1. MQI'Ii l,iO(i: sol~uffìciali 122, caporali 1'19, ~oldù li 'l, W:>; com p. di snrHlù 15; per causa di :servizio 43; per su rei dio 12, sollu fflciali :l~•. Calcolala In rotoze media a 2~3.968 uomini, pPr giomala c l"efl~ltinbA nell'anno: 81,7~R,-i7:J, la mortalila r•s ullerehhe di i,61 p. 1000, per lllalattie 15i2, H,88 p. 1000. Comples"ivamente fu mas$ima, esclusi i vetera.u, nella cavalleria. 8,80, e minima negli alpmi, :{,Hu. 1 sU ICid i fu rono. mtlseimi nelle scuole militari e carabinieri rt•olt, o,5i e 0,54 p. 1000; miuimi nei bersaglieri, 0,16; nei pl"irni li we5• di servizio furono 18; nei $eco odi 6 mesi, i; nel 2" auun, !l; uel 3", 7: nel~·. 7; nel 5', LO, ullre 14; prima dei~' Rntu, 11; nel 21"-22', :?li; nel 2a•-2j•, :H, oiLr·e li; per arma da fuoco, ;,9. Le malalliP JÙÙ ,.aJienti che occasiouurooo la mortnlilà, (1,542), furouo ·: um ·ziolli bronr.o·pnlmonari 426, LISi polrn. :177,
DI St'A1'JSTIGA MKDlC \
lifoidi 2i8, affezioni cereb•·o·spinall ed upoplessiu 131, mo•·billo e scal'lattina 4f>, nudiopolie scrofolosi 32, cachessia mnlar•ca li, nefropali•~ 16, melliosile eerebro-gpinale H, risipola 12, flemmoni ed asce~si lO, vaiuolo 8, reumatismo articolare 4. Ili dei defunti : 17- 20, H6; 21, i62; 22, ç,5; 2:l, 27:): :H. 72: 11. 20; ollre, 112. La ma ~gior mortalità occot·se nei mesi di d1cembre t' gennaio, 1ti7- l5.' j, la minore nei mesi di settembre e novem ~n lropatie 108,
a..
bre, 9M. Rappurlo al tempo trascorso alle armi, la maggior mo•·&ali&é occorse nei primi due anni (ma trallasi della assoluta
e quindi racilmonte spiegabile}. Due futLi nuovi e de~ni di nota occo r~ero nel pel'ioùt> nl quale lu relazione si l'iferisce: J• Benchè siasi continuato a parlare di perimeti'O lo rac:ico in rappor to alla s talnr·a, in •·ea lta esso rapporto più non BU881Siu, giacchò il perimclt·o l'egola•nenlare c mlico, il minimo, cio•· 80 centimetri per gl' inscrilli lutti. 2' Il Mmis LCI'O ha fatto la •·~-ro uso ti('lla rac.:ollu llCCOI'U8c lagli dall'art. 8~ della legge e sottopose a nuova visita pres!"o allro COOSi1CJiO di leva ~li in!.'Crilli rifnt·mati di !Jen J 3 cirCOndari; ru riconfe•·mata l'inabilità in 2,088, furono rnanòali rlvedibili i66, fut·ono dichiarati abili 433, •nontre 161 non si Presentavano alla rivisit.a. In allri 4 circondar i fUt·ono richiamati u vi<> ila pure gl' iosc1·itti diclriuruli rh·edihili e ne l'isultarono: ìxi riconfcrlllali. 1 riformato, 2 l abili. Oualt possano essere le con!:>cgueuze e del t• pro\'vedilllento ~ del 2• non é da!u or a ùele1·mìnare..... lo si polr•ù de$Um•!re dall'accurato !'\ludio c.lelle riforme e delle morli nei 2 anzi 3 a nni ~wvenit·e. Ce•·laroenle riò non sat•à facile determiuore e m eno poi dimost••at·e; ma non sarà neppHt'e lm~~ibile l'ÌU!'tcire a trarre qualche attendibile induzione, massime lenendo anclte calcolo dell::~ diminuzione del conUngente e delh• ronséguente diminuziont~ degli a sct·ivlhili alle, 2" categoria. Mu per riuscire a risultati più p••obabili. direi anzi meglil•
ateuri, surebùo pur desirler evole cl•e anche la stotisLi<'u sa-
IH VfSTA DI S'f.\ TISTIC.\ llEDlC.-\
llllaria, che pubblica r ispetlot•ato di sanila, l'i t•ifet·J-.:;e' lld un'epoca identica a 'luella di cui lralla la statistica amministrativa pubblicata dfll generale Tot're, si risconlt·ct•ebhet•o allora e si complelet·ebber o recipJ•ocameote. È ve1·o che le statistiche sanitat'ie estere tutte f;i ha~ano sull'anno solare, o che quindi mutando noi sistema, t t·afft·onli sarebbero llen difficili e quasi impossibili alllleno gli annuali. Ma è allt•etlanto vero che l'interesse nos lt·o clm·t·cbbe tlssere il noslt•o pr·imo scopo, coll\e ~~ pur vero l'Ili• i raffrouLi colle ::;ta lisliche esterP sono Anclle oggidi dirtlcih, tOJ· possibili. Troppi elementi di uecessal'ie ed a ssolul•· tlt'-crepanze esse pt·esf>nlano, perché da raft'ronti direi h :<:t• ne po~ .:ano trarre Jati ' 'eramente pu ragonabili.
B.
375
VARIETÀ
Elenco del prepa.ra.tl a.na.tomiol e•l•tentl nella. S~uola. d'Applloaztone di sa.nltà. mllitare, compilalo dal signor pror CAR LO PRETTr, Lenente colonnello medico. In uc!Pmpimenlo alla pr omessa fa Lla dall'lspeltore Capo nel suo lavoi·o iutitòlalo: L'insegnamento Ml corpo sanitario (l) si pubblica il t;;o pra indicato E l en~o. Sitwto cerli che Je di rezioni degli ospedali m ili tari avranno cura di far raccogtie re i pezzi patologici più importsuli e rli at'ric~hime il Museo della Scuola. Og ni anuo il uosLro Giomale 3-/ecltco pubblicherà l'elenco di tnt.Li i prepar·ati mandati alla Scuola col nome del pr'eparalore.
(l} Pllcco. - L'ir1Se{J1tamwto nel corpo satrilaJ'irJ 111illl~~re. Jltàtco d~l R.• /istrr·clto f! aell<~ R.• ,1/arina, ·188!1, rng. 1173).
(Giot•nal
c.:a
-1
PHE11AI\AT0
PRO\'E~IE:'\~A
.\NNOTAZ10:-ìl
11Ansa intestinale rotta conset•valtl nel- ~ Calcio rli cavallo. l'alcool.
" Ct•t.rtio di suit'ida: frattm·a dei ma<>cPIIari !'OUperiori, delrosso fronlale. :l Cranio opet·ato ùi lrapanazione. . . .
-i l Cranio con ft•allut·o del fronlal•'
51 CL'nnio con fr·allua•a del pat•iPlnlt•
6 Cranio COli rrallura del fronl!1lt! 7 Osso frontale frnttura!oa
.
81 SPzione di c r·a11io con f1·allu1'u dtJI lr mporate.
g Bacillo con Jegarnenli
Il proiellile penetrò dalla r·el-!ione sopraioiùea. Frattura ùel pariel.ale e del temporale ~im!>lrO Suicult:l con ar·ma da
fuoco.
Pet· calcio di cavallo. Per APma da fuoco. OmiciJ10 con armA da
I'R&PAR.\TORI
Torino. 1
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Torino. 1
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T o rino.
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'l'n1•ino. 1 1'01'1110. TOI'ino.
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To1·ino. 1
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~l iltwo. l Te n. m erl. Fog:-
g<:'> Llo · Len. col.
101P1•epa1'azionc a secco ùclla car·otide pri-
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vambracdo. .!clic artowi~> nseellor<' a<l on\<'rate.
•\•• \ l" n1·l~ •·• " .--.U..tt\lu
rnarl. 13onalum i.
•
mitiva e r ami Ler·minali dell'c<Jtl'rna. 1 t Pt·cpm·uzione a srcro ()pJI'ot•cala pnlmat•e Ru pe1·J1cinll' . Il òell'&l''·ato palmarc 12 pro l'nn. lo. Il 1lelle nrlt-rit• aHI'a· 13
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Osp. tnil. Novara l rgn olo.
fuoco.
Prodotto Ja calciO di ca.· vallo. P1·eparaz. di an fil. norm.
l
MilBiliJ.
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Milnno
Col. med. Mon-
tanari.
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Col tnt•d. Fiot'i.
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Milano.
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\orilano. 1
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e dei m chio. rlella branca onalroica.
Legamenti delle Ol'<!'l8 del r•ede. )/
21-
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25
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delle O!;~a della mano . dell'ar ticolazione radio-car·pea dell' al'licolazione ileo -remol'aie. dell'al'ticolazione omcr<•-scapola•·c. clcll'arlicolazione del ginoccb ·
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28 Col'pi caver nosi del penP .
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Milano.
Ma~g. m ed. l mbrtaco. <
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Milano. Tou. col. med. iQ Bo n a l u m i e ;;:.
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Milano. Ten. col. med. Bonolumi. Milano.
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30 Ct·anìo umano con ~i~Lema tli Goll, disegnato. 31 » umano disarticolato . . . . :~2 n colle ossa di versamen Le colorate
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331 Base do! cr anio collo osso divP. rl'la menta
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colorate.
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081'111 .
Mila no. Mogg. metl. Fai· con e. Mtlano. i\lilano.l •
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donti.
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Milano. Magg.med.
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clell'arlicolazione t e m p o l'on•ascellare. 2il Muscoli, nervi. ,·ac::i clelln gambo
20 Primo metalar>~oo e l'a langi cot•t•ietpon-
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mogg. Falcone
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Milano. Cap.med . BesiA.
Milano. !
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)'!ila no. Te n. col. m ed.
Miluno.
Bonnlumi.
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l'REI'ARATO
A~~OTAZION I
341 Sezione di crauio colle 1"1'-'!>8 ùi ver!è'amenlc colorale. ;j5J Articolazione coxo-femol'ale. 36 Orecchio esterno e medio.
. . . . . . Frattura dell'eslr f'mtlA inft•riorc del radio ~ 1 Sequest ro Lubulare del femot·e .
.i()
42 Moncone femot·al c nslcoporolico
431 Parielale l't•atturato . . . . . . . . ltl-1 Ft·atlut•a delle ossa del ct·arrio adella faccia
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45! Seque!;l!'O del mascellare ~uperio re sini~lt·o .
41i Ft·HllllrA eotmminula !Iella clavicola e di
lulle h• t'etl'>lolc.
.~i F 1·atlur a ùPIIe O!!SI'I lll'lla roccitl. ._,,.,
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PfiEPAIIATOIII
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MiiHun.l l\IAgg.uled. F~:~l-
Pro.lo~la rla cadu~.
. . . Suiciclio con arma da
.\B\ Frn\\\lro\ e (' "'"'' •' do•lln <'<>\onun verle-
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P reparaz. di an at. uorm. O!'p. mtl. i\lilano Ten. col. med. Bonalumi. Milano. Magg. med. Fai• • eone. » 1\Jilauo. Col. med. Mon• " lanari. » n Milano. Il .hlilauo. -<l • > » Milano • " :! "• Milano. l Senza sLoria . l'Q » Il Milano. Ten. col. w ed. >>-i.. Bonalumi. l) Hescocalo jn un garibal" Milano. dino dal cav. Bot·toloLti Il MilAnO., » Seaza s toria. Mil<lllO. Ten. col. med . Per BS(>losione di una Bonalumi e carabmasotLo il ~ento mag. Falcooc. ;\l ilonu. l Ten. col. mPd. Consecutivo a frallut·a Bonalumi da colpo d' at·mo da
..
37 Oreccilio medio 38 Orecchio medio . 39 Ort>cchio esterno . .
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PI\0\'ENI~:NZA
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fuoco .
l';uit•ir\io cnn rue•h• '"••l· hu \t t•r•"''""''-
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Milano
51 l .P'erfca..;&euura delta Alecla
• • Cranio cnn rrauura dt:l rrontalu . Frattura rloi condi/l dd ma~cellare
• scia-
F et•ila -fraltura del cranio . F rallura del mascellare inf~ t·iore . Frattur a dPII'8 ,·erlebra dor~lt>
Suit;tJio con arma da fuoco.
GOl Ceauio con frattura d<:l lt•mpot·ale. . . St•uza storia. 61 P reparazione dell"articolazione temporo- Pr••paraz. di an al. no t· m mascellare. 62 Pt·epat•azione dell" articolazione del f.!O• mito. 63 Preparazione a secco doli' arcola p!llmare super ficia le. (H Cuot•e uma no mu mmiflcalo l'aorla. 66 P reparazione a secco dot mu~coli del· l'occhio. 61 Calcoli vescicali 68 M~>zzo cr anio col si~toma frenolo~ico Gall. di~ognato.
L'aneurisma ri5ied <~ noi· l'uot·l a addominale. Prepar·az. di a nal. no l'Il l.
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Milano.
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l\1 Ila no. l'en . col. me,\. Gianazza. Padova. T cn. col. med. Pastot·ello. Pat·ma. Ignoto.
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Bolo~na
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Cuot•o con ferila del veutt•kolo sinistro. Suicidio con rivollr•lla. l Pt·oclolla da arma da Cranio con frallut•n al LPmpot·ale . fuoco. Suicidio con car·abina., . Cranio con frattura del l<'tnporale.
65 P t•eparazione a sPcco di anout•isnja flel-
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Bologun Col. med. Fiori.
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Bologna lgnOIA.l. Bologna •
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Bolognat
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Pir<'nzo Cap. med. Salilini. Firenze Magg. medico Monli.
Fit·onze Col. meù. Fiori. )) l)
Fit·euzf'• F it•enze
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PIIE1 1ARATO
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1'110\'ENIENZA
-- GO Mezzo Ct'AIIiO col sistema frenologico
Pt·eparaz.di an aL. norm. Osp. m il. Fi renze. Col. med. Ftor>i.
70 Cat'IH tlelln Libia e del pet'Cll10 . 71 Cr aoio col pari~tale fratturalo .
SeHzu storia. Soldato colpito da pt·oteLti le di fucile alla distum:a di 300 metri.
•
Preparaz. dianal.uorm.
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S_p u z:~,hoin .
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Calolll:l cronica cou lesioni sifili liclw. . . . . . . 7~ Mascellat'l' i11t'erioN di un ,·.,cellio. 75 Schel.,lro ,J,.I dito medio d·•llà mano
·- Cranio di ragazzo 73
78
•
•
Amputalo in se~uìlo a fl!t'tla d'ar ma bianca nell'at·Licolazione. H.ipot•lola in unu caduta. Individuo mot·lo per co· xarlrocace. lndivitluo morto pOI' pl'ol'ondo ascesso. Arlrocace dtlll'at•L cola;t.ione del gorotlo. Con at·ma da fuoco.
.·
111 Ct·anio cou lt•atlura del parietNIP. Ti IIPO e remort~ cnt•ri~pnndt>nl\' . . ~"emor<' con seqncRLt'O
79 Os!"a dell'twa ml>raccio 80 Cranio di ~111CtdN 81 Omcro, -.cnpula c du\'Ìf'ola.
Arlt•ocace ùell'urlicolaziont• sca polo-oro .. l'H !t•
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PllEP.\HATOIII
"\,.'"'" "'1"'':'"''" ,,,., r.•mno·e ,,,.,.- .... ~:1 Femnrt', lih1a. twrntte ,. t·nlulù
olUO aonpuWIO. . \"""' [n,\t' lid110 alT~! lo Ila ~O·
Si. l \:--~l\ ,,,.\\'l\VQUt\tt•t\C.'l'ÌC'
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1'en. r.ol. Prelli. l<'rrenze Col. rne.l. F iora. Firenze Cagliari Ignoto.
l n se~ Lo a ferita d'at• 018 <Ja fUQCO. 1 Per colpo dì sciabola. Cranio con frattura del rronl.alf'- . . • Caserla • Senza storia. Cranio con fra ttura del frontale . . ·. • Caserta Suicidio C{)n a:·ma da Ct·amo con fl·atttu·a del temporale. . Caserta • •" ruoeo. Cranio con frHilura del pariel.ale e ft•onlo le. Caduta da cavallo. Caserla 1 Il c.·anio con ft•atlut·a del frontale . . . . Senza storia. • Caser lu Cranio eon ft•atLur·a dell'occipitale li Caset'la • " >) Ct·anio con frattura del frontale . )) Caser·ta Suicidio con ar mn da Due cranii fratturali . . . . . Pnlermo fuoco. < > Pnlerm(J Preparazione a secco del \'les<~o lombnro Preparaz. dianaL. norm. Il • Prepat·azione a secco del a carotide in• Pal••rrno • P'!" " .... terna ed e::;ter·na. >· T emporale con per·maneuza del proicllile Apparteneva ati un mdi- 1'-'pt•l. lli sau. tnil Dalla cull•·z. del Yiduo ferito in duello. geu. m ed. Col'-
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Cranio con l'liStl"ma frenolo~ico . . . . Anatomia normale. ~ Cranio con pt•eparAzione della dura madre Lussazi one tlell'tu·licolazione rlel gomito. Senza s.Loria.
1.071 SinoviA io delt'l-ll'licolaz.ione del g i11occhin l Oti MuscqJ i rotnlorl del ferno r·e . . . . . 10H Pr(.lparazionc. a secco della ca t•otitlo os temo.
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Scuola fl p.sfln. mi!. Ten. col. med. Pr etti. P l' eparaz. di arJal.no •·m, » » • ))
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PREPARATO
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PREPAR ATOtt l
110! P reparazione a secco della cMolide pt•i- Pt•eparaz. dì annl. not·f'n . \Scuola a p. san.mil.j Ten. med . llooomo. ltlìli va. )) )) )) l) 111 Vene ~ollorulanee e profonde del btaccio )J .. 1J2 Arlrt·ia cubitale e radiale, arcalu palmaro • • )) 11;3 Anastomosi dell'inlerossea unledorl' col!Il Jl Jl la rndio!e. ;; l> 114 Muc;coli, al'lerie, nervi del bracci(\ • • 115 A ''ambrnccio e mano . . . . . . • • • ~ ,,• » ;..• » 1J 6. 1\lusc.oh, artet·ie, nervi dell'arto infer or e • Sol. med.Savtni. 117, At·t•colazione libio-perono·a!'lrap-alea . . • • • ,. Ignoto. » i18' Scht•lclrn dì una rnanocoll'anulareatt·oflco Senza stot'iA. Sot. mcti.Snvini . Anotomia not•mall'. 1J9 Tre cf.t'VOll i umani prcpa r•ali col 111 etoclo • el i Ginco mini.
•
120 ArLi•·.0 la~ione omero-scapulare . . . .
121 Arlel'i!' delf'arlicolazione del g inocchio. 122 Legamenti dell'articolazione del piede 123 Le~amenli do•ll'arlicolazione dPI piede 12~ Legamcnlt dell'articolazione •lei I!Omtlo 125 Sino,·inle dell'articolazione del gomiln . ns Ar 1 {'ri~ •lt·ll'at·licolazionP della spalla. . J2-; M, .,Jrlln in erra tli tniiiiCotw tiR ampuln· :t.lllne, pl!r tlimoslt·are \'allungamt•nlo Ile\ lll L•mbr o e la cicalrice lineare ot-
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\,mu\i "ell'aml'ullw.ion~ del piPcle, c.o11 UHH'"''' \
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Calcolo vescicale tli formo E'lliltira .
Pesa t28gramml, é lungo 7 centimetri, largo 5 ce-ntimetri ed altn 4 centimetri.
Firenze, t; febbrai o J~OO.
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HIVISTA BIBLIOGRAFI CA :::>cc:---
Intorno a recenti lavori sulla na.tnra. della oauaa della malaria, pei ÙOllm·i C~;Ll.l e MARCRIAFAVA. Contributo alla atorladegll stadi moderni sulla infezione m&larioa, pel ùoll P . C\.~Aus. lll.iornale ha pubblicato uno prima memoria dell'l!!.!recio dotl. Canalis; t!bbei·o quindi luogo !e pubblicazioni >'ovru accennale. Assumendo la questione ca rattere di·polemica scienlllìca s1, ma COI'le!·emontc vivace, il Giornale medico-militare per la sua natu1·a e ~li .;;pecmli suoi intenti non può, non d .. vt> romuurrue conLt•ibuirvi. Ci limitiamo perciò ad annunziare, tlisinleroeM~fllldoci o~Holult~mentt>, i lavori del Celli e MarehraJ'ava, come qnelto.dPI Canalis, pet· semplicemènte adempiere al cot·lese dover·c di roicordare le pubblicazioni che ;>olio invia le ulln di r·e1.ionn. D.
CONCORSI. Concorso al premio lUberJ. A norma del programma pubblicato nella Ciréolul'e X. ~ ùel Giornale .\lilitare U,/'liciale, 1889, parle 2•, sul premio Ribcri iu cot•so e scudenle il :H marzo 1890, sono giunle all'lspel loralo di !':Sniltt militare 'Jllrttlro memorie scientifiche 1·nn le !"equeuli epij:rt•atl: t• - Ul maladt~t, commt l•'$ planltf. chang~tll auc lu climats tB••rnl' l·
3• - /.a llit au...r: p11ys chaudt d'P~•Ill plw. du precaulimu. 'l'" d'·' rt· m;dt< (8''' CII'T).
~-
Pa1 n'tiL b··soin tl'upirtr, Jlllllr tulrl'prtfldre. 11r d~ rtt~>rir 1"''"
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(}l't'ol/ tlllt.rJI/tirnltd IICt<lll O{ l/te lrallt (NE\YTO:<.).
Ho1na, l' t1f)l'ilo JR!JO. L'IS]Jti/OI't l.'apu
Pecco U Du·etcore
DoLL. FELICE HAIWFFrO gener ale medico. 11 Collo.boraLOt'e per:- la R .• Marina G I OVANNI P~:TELLA ,1/rtllco di :1• ola.~se
11 Rcd1:1 t.torc C LA u 010 SFORZA Ca11ilano mfdico.
NUTINI l'' EO!::fU CO, <ierente.
K:BlKOR.IE
OR.Ia:tNAL.oi
INCONVBNIENTI DEL IODOFOIUIIO INALCUNI ORG \ ~IS~ll
DERMATOSI DA ESSO PRO~OCATE RICERCHE E CONSIDERAZIONI MIOHEL.oE
PETR.ECCA
TE:'iii!\TI: ~f:DI CU
Quantunque molle conquiste si ~;inno falle nelle scienze me· diehe in questo ~ecolo, e ad onta dei pro~ressi avuti in dermatologia per opera d'insignì ed eminenti cultori di questa branca. come llicord , strappato non è guarì alla scienza, 1\aposi. Hehra, Neumann, ecc .. pure ogg i non è infrequente il caso io cni il det·mo-patologo si Lrovi in circostanze tali che il soo giudizio non può essere esplici to sulla natura di alcuni morbi cutanei , i quali si scostano molto dal tipo ordinario; o talora egli si trova indeciso nella classificazione di ljnalclle forma morbosa, che, mentr·e ha dei caraueri comuni ad nn ordine di affezioni, pure se ne allontana per un sintomo, o per uua serie di raui clte l'avvicinano più tosto ad nn'aiLra classe uen distinta. Vero è che la maggior difficollit nella diagnosi delle ma· lattie cutanee sta nella etiologia, il piu delle volte oscura; ma talora, anche quando la causa sia ben nota , la formamoruosa non è sempre ben definita , poich<'' la sLessa causa può tante 25
:l>H) I~COX\"E:'\IEH I DEl. lODOFOR \1 10 l'\ ALCI::'~l Oltta~ISlll
\Oite produrre diversi eiTelli, secondo le cit·costanze in rni può a;.:ire, ~eco ndo le condizioni individuali dei \'ari organil'mt, ecr . .\.ccade inoltre non di rndo che nel decor·5o di alcune an·ezioni croniche, o anche di p•·oces·d acu ii, una ste,;sn mnlatt in può assumere nspello difl'et·cnte. secondo il periodo in t' IIÌ e$sn :-.i presenta. E gli escm pi che :->:11·(1 pr rr iferire varr:uiiiO il meglw chiarire la mia idea . Fino a qnalche nnno addietro si i• attribuiLO al iuuuformJo un gran ,·alo re anti-ettico, non $00io. ma nuche non certa azione anestrtit:<t. Oggi però :;i i• t·icono:;c,uto dai piu che l'az1onean· lhellica ùel iodoformio è minima: da alcuni terap:5ii \'ien clas· :-.ifl caLO per ordine dopo l'a cido fonico, il qua.le per si• s tes~o uon ba quel ,-alo re anti:;ettiw che ~l i si è YOIHiO dare per lo passa lo; nì· ro:tnca qualcuno il q11 l\le gli nega reei~amenlc ogni 'ir·t ù contro la sepsi. lo non \'Oglio dal ennio mio disconoscc•·e nel iodoforrniounn rPrla azione antisellica, 111' po:;,;.o negare di :t\ ere uttenuin anzi con le medicawre al iodoformio {Ielle splenùitlt• guangiuni di prima intenzione, ... pecialmente adoperando J;, p1)l ver~ in discJ'I'la quanliLil :w lle l'rri ie anche di noleYnlr t'stensione t· profondità. l.a sua a~ione, a mio t'redere. perit non i· tlorutn ad una poiell7.<t : < pedlica intima del prepn l'alo; ma piuLtosW alla poiYere, come mezztl di proteziCine nelle Jc,ioni i'~rcrne. le quali diversameni e sareb bero es po' i.e all'inllurnza ti ri germi ltutler·ì i>pat·si nell'aria. \ parer mio uon di,-er;;amente porreh· l~t•ro ~CrTire nlcone so5tn nze o polveri aslrin~enii ed :~nehe iuerli. purchi· llen preparat e. o deuit:unente steriliwlle .l(l'llopo, come sarebbero, per esempio, l'amido, il c.arhone. il licopoùio, la rhioa e lfmlnti altri mezzi \algano comt' srrati n proleggei'P. le lesioni eslCI'llE'. Qualunque sia pOI'Ò la suo eflicocia conLro gli a~enti ~par~i nell'atmosfera, non hisognu sempre l'a rvi un gmndc as~egn u-
E DEJ<UrATOSl DA ESSO PIIOVnCATE
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Genio, fino a riporvi una lìducia cieca, come rnnno solo per .fanatismo alcuni chirurgi moderni, poichèda una seri e di espe~ rienze fatte sn d ime stesso o su qnalche altro individuo, ho potuto conYincermi che non solo il iodoformio in taluni casi non ba valore di sorta, ma in alcuni individui arriva fino a provocare degli accidenti più o meno gravi. Non parlo poi della sufl virtù come anestetico locale, poichè gli stessi esempi a cui accennerò dirnoslrerà nno qw:tnto sin pr~blemalica questa azione.
~el nC'·t"emhre del 1887 fui afTeLLo da ascesso verineal e, il ·qunleper essere in quella sede, oye i tes"uti anatomici sono fisiolo~icamente più che altrove spostabili , e quindi facilmente i nfil~rabili, fu inciso ampiamente per dar esito al p11s contenutovi. e medicato antiscllicamenle con poirere di iodoformio. Dopo qualche giorno dalla prima medicatura, che veniya rinnovata ogni 12 o ;2.1: or'e, incominciai ad anertir·e al pcrineo un senso di pr·rJrito, che o~ni di si rend eva piri molesto, fino al grado di btuciore, per eu i ero obbligato ol gratta me n Lo, ehe, mentre momentaneamente mi calmava in cer·to modo quel prurito intoll erabile, non tardava poi ad aumentarlo fino nl dolore.
1 nnr·ti ti i miei eolleghi dell 'ospedale mi lit<H·e di Piacenza, ove fui accollo più tardi per essersi il processo mostrato persistente e ri belle ad ogni curn, essi nowrono lungo il mfe per·ineale un certo gt·ado di eritema, che ogni giomo con ~rande mole~Litl si di JTondeva in cs;,ensione all'interno clelle cosce, e -ehe fu attribuito alla soluzion e di suhlimato, adoperalo al ~P· 1000 più volte al giorno per lavanrle ed irrigazioni. A tal uopo fu alquanto diluita In :;ol uzione, eire veniva· spesso rin-
888 L~CO~VENIE~TI DEL IODOFORMIO IN ALCUN I ORt.A NISlfl
novata con pochissimo alcool; e nel tempo stesso n cal!Qan~ il prurito molesto, ripetevo un paio di volte nella giornata il bagno di semicupio con ncqu:t ti epida. Ciò non pertauto il prurito, ot·a mai tr·asformato in senso di m·ente calore, aumentava di giorno in giorno, fino al punto di tttrbarmi il riposo della notte. Si credelte allora di so~pend er<' totalmente le lavande coD :;oluzione al sublimato, e sostiwirle con quelle d'acido fenico, mentre di tanto in L.anlo sentivo poten te il bisogno di rinnovare qualche cataplasmo oppiato. o l'unzione di vasellina borica, cose che mi producevano per alcun i minuti un notevole sollievo. All'intenso prurito però ed al bruciore che giil da qualelle sellimana predominavano in quella regione, si aggiunse ltna certa secrezione siero!'a che veniva a preferenza dalla su· perficic perincale, e che lasciava delle macchi e tli una notevole estension e ~ug li appnrecchi di medicazione spos~o rinnovati, ed anche sulla biancheria della persona e del lelltl. In questo stato di cose le condizioni generali si mantennero abbastanza floride, salvo qualche giorno io coi si ebbe a riscontrare un lieve aumento di temperatura, ma che presto discese al normale, ed una ~ tiLic h ezza talvolta oslinala, mn chepure ricscivo a vincere con qualche pillola di podofillimt o belladonna alla dose di 2 centigramm i per volta. Nù snlle prime mancò l'appetito, che andò più t:u·di, però, a manna mano. di · minuendo per la m~n ca nza di molo, mentre tnt! e Il' altre fun zioni si compivano normalmente. )la il prudore, specialmente nelle ore serotine, si converti in una vera smrwia, la quale per bon dieci notti d'insonnia mi costrinse ad Hbbandouare più volte il leuo, e, quando Lalora mi riesciva chiudere gli occhi al sonno, non tardava molto a risvegliarmi di soprassalto pel calor·e urenle ed il fiero prn· rito, che mi strappaYano le lagrime; poichè con::cio del mnle,.
E DERMA,TOSI DA ESSO PUOVOCATE
38!J
faeeyodegli sforzi immensi per vincere l'im pulso che mi ohbligavll nl grallnmonto, fino a dilanial'mi le carni. Nessuno dei miei colleghi seppe fino n qnesto punto rintracciare la causa di quel male, che per me em un \'ero tot·menlo; Bè io, avendo bandito Lulli i disinfellnnti che si pole\'a presumere fi no ad un certo punto fos~ero la causa di quell'irritazione continua e cosi pertinace, per quanto mi fo~si lamhic: eato il cet·vello, fui più ùi essi fortunato. rna ooLLe, quasi convulso ed in preda ad uua vera smania feroce, cacciai In testa solto le coperture del letto, e con mia sorpresa mi accadde di aH ertire un odore co~ì acre e penetrante di iodo da on·endet·e l'or~ano olfauivo, fluo ad irriturne le ptpille nervose; e fu allora che pensai al iodoforrnio. che credevo si scomponesse nei suoi element i, d'onde l'i rritazione del iodo messo i.1 l i ber là . Il di seguente e~temai questa mia idea ai miei buoni col leghi, per cui volli ~i sospendesse la meòicatur:: con poiYere di iodoformio, ed invece adoperai ampiamente su tulla la superficie perineale delle polveri d'amido ed acido tannico nl ~5 P· 100, spnlmnte in abbondanza su di nn a pezzuola di lino, spesso t·icamhiata per la secrezio ne copio~a che ne macchi&\·a il lino e ne impastava le poh eri. In :;eguito a questo trnt!amen to il bruciore. g:à estest> a tutta la faccia interna delle c.o:.ce. e le sensazioni mole:-;lc di prurito e di ut·enl e dolore in co rnin cinrono "radntamen te a diminuire, fin chè dopo qualche sellimana o ;oco più sr-omPtrvero del lutto .• olo il processo suppurativo dell'ascesso mostra.va:;j Lot·pido e ribelle alle cure; fnt·ono Tipresi i disin ~0~1 energici, come le soluzioni di sublimato al 2 p. l 000; tl) tltodofor~i~ fu adoperato in forma di tintura eterea al di P· i Oo e l11nttato alln sola snperflcie suppurante: ma ogni vedevasi un mnggiot·e infillramento del tessuto sano in di-
:)90 JNCONVENIE';TJ DEl, IOD0li0JlM10 l~ ALCUNI ORCANJS)II •
rezione dell'orificio anale, che obltligO i miei collei(hi ad Incidere per· ben quallro volte in quella direzio11e, onde dar libero esito al pus tenue che formavasi nel seuo fi!'tcloso avvenuto per scollamento souocutaneo. e che infinn poi diede origine, dopo d11e mesi circa, ad uua fistola rei Ialo romplela. la quale guarì con la cnra radicale dello spaccnmento.
11 secondo caso e più importante mi accadde nel m.u-zo
deiJ'89. \ erso i primi di dello mese euui JIC!" ca:;o a rerirrui con una piccola sega, quusi cnpillare-ncl Ialo radiale della 2' falange del dito medio della mano sinistra; c stccome lil Jerila che mi produsse quo~Lo Lagl io appariva di rirca oLLo millimetri trasler~almenLe in lunghezza. ma di una cct·t:~ prorondila da farmi credere che, se non aveva toccato l'o~so soltostante, per lo meno qualche tendine dovent es-ere le30, cosi per ollenere una pronta cicatrizzazione ùi pt·itna intenzione, immediatamente ricor·si aù unn soluzione mollo concentrala di sublimato, che gilt teneva prcpan1ta, e clll' per la fretta non pensai nemmeno nd alluugat·e con acqua pura. Con questa soluzione forse più fot·te del "? p. l 00 eh bi rura di lavare la ferita e le parti cir'CO$Ianli, yj spolverai su del ioùoformio ÌD CeJ'Ia quantiltl pillllOSlO :IUbOndante, poichi• ho finO a poco tentpo fa segu ito l'esempio del mio illuslre maestro profes:;or D'A ntona, il quale nella pratica cii irurgir:t adoperava il iodorormio sempre seuza alrun risparmio e quindi la coprii con :ulalla medicatura. Dopo qualche giorno incnmincini aù a neri ire nelle 'icinanze della feriltt un cerio prurito cl te m'invilaYa n grnu:u·e. o a fregarmi contro qnnlche lessuto; ed io, quanturulue 111 sulle prime non ll\'"essi dato alcun peso a quel prnrito. altriuuen'C0f'SO
E DBIIMA rOSI DA ESSO I'IIOVOC.\TE
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processo llicatri7.iale della lesione; più tardi (tre o quattro giorni dopo la medicatura), rendendosi più mole••o, ebhi a notare che !ii diiTondevn g radatamen~e in Lullo il ùilv medio ed in particolar modo ai lati interrli!;itali. specialmente radiale. meno nel lato dorsale e meno anrora nel palmaro. Mi venne il sospetto allo1·a che il proces'o di riparazione per prima intenzione iosse per qnalciH• motiro disturbato, oncle mi decisi di l'i1movare hì meclicatum la:;~.:iata rino a questo punto inLalla, e cou piacere ebbi a t·iscoutrnn• l'ell'ello da me desiderato, cioò deliA guarigione di prima. intem.ione. Se non che una crosticina prodoua dal iodc.funnio misto a pochissimn angue 'enuto dalla ferita, ne protl'gl-!e' n la cicatrice non ancora ben solida, per la t(IIUI cn·a credetti ozioso rifare la medicatura e lasciai il dito $t'Operto. Lil 1\el'rt tlello stesso giorn o ebbi a dolermi dt u11 certo rnaJesseregeneraiP, ar.t:ompaAnnto da poca elevazione termica: il prurito frattanto cresce\'a n clismiaura non solo in inteni'itil, ma ancora ia estensione, invadeado anche le allrr dita della mano, rou 111a;!~ior eiTello negli spazi interdigital i. Pensai allora cho poto' o essere alTeLLo tln scabbia, tanto piu che all'esame oi.JbieLtivl> dello! pieghe in paro la, come .su ll rt faccia dorsale delle dita eh bi a riscontrare alcune picrole 1 e· scicole della ~ra ndczza di un capo di spillo ed anche meno, le quali aggroppate~ mentirano in alcuni punti l'aspetto di 1111 Mtnirolo o solco tuarico. t:osicc!Jè la sede speciale, quell'npP•Irenza di cunicoli cd il pru rito più moh'W.) ùì notte, furou o luLta ragioni che mi iudus~ero a pensarP. alla scabbia: per cui ncm rredeui perder tempo senza e,;cgni1·e una frizione nppropt·iata con pomata di liori di 1.0Jfo. Il di seguente però m'accorsi con sorpresa che tale metodo che io ritenevo emcace e bastante a limitare l'rrnzionc ed a diminuire il pt·u1·ito delle parti, lnngi clall'ayer prodollo vii
393 lNCO.NVRNlEN'rl DF.L !ODOI!'ORMLO 1:'1 ALCUNi 01\loA?iiS.\11
effetti che mi aspettava, mi aveva provocato in vece una irl'itnzione maggiorA, tanto che Lullo il dermà delle dita, specialmente del medio, appariva per la massima pane infiltralo. La feriLO ancora coperta dalla crosticina, tendeva a 1·iaprir;:i e gli spa1-i interdiJ;tiLnli come la snperfrcie dorsale dell e dita. specialmente dell'indice. medio ed a11ulare, a11pari vano inntsi da una ~ran quantità di piccolis!ìime vc~eicole miliari, dallo quali lrnsparirn un liquido citrino, che veniva fuori in forma di una piccola gocciol inn median te la puntura di cin;;cnna di esse. La cr·ostidna soVI'apposta alla lesione iniziale allora fu da me rimossa e questa upparve infihmla di siero elte fu necessario estrarre con l'apertura del la cìcaLricC'. Le vescicolotle in sul principi11 lat·gamenl.e dissemiQaLe, si rendevano ogni di piu slivate, ed in alcuni pnnli conlluivauo rapidarr.ente solo con lo sfregamenl.o della parte co nli'O qual:'iasi tessnto. Con l'iufillrazione, che mi impediva il movimento di lle3siono della mano e dello dita, crebbe il pruriilo ed il dolore locale, accompagnato eta una tumefazione estesa alla stessa mano. fin o al punto di provocarmi nelle ore pom. del giorno U marzo una febbre elevatissima a ~· 4 o, ed un ingorgo infiammatorio alle glandole epitrocleari dell'arto cm-ri5pondento. con cefalea intensa e lingua arida. Invitai allora alcuni colleghi a dare un giudizio su quella strana dermatite, e tll lli furon o d'accordo nell'attribuirla all' azione cau:;tica del subli mato, adopcrnlo nella prima mediNl.Lura in ~ol uzion e molto ronccntrata. ma noo tutti con~;or darono sul lil natura del mo rbo, alcun i ritenendola un eritema infìammat(lrio, a!Lri url eczema <lCttto. Di comune consemo fu stabi lito però che, qualunque si fosse In nntma della malattia, la cura doYesse esser·e c.a lmante ed a hase di astringen'i: qnindi furono adoperale ampiamente dell e ab luzioni e dei
E OERM.HOSI DA ESSO PROVOCATE
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bagni tiepidi d'acq11a di cru5ca per immersione; baguaLUre d'acetato di piombo lucgll l'arto per pr<.wen ire la llogosi dei tinfatici, e qualche pomata d'ossido di zinco. Ciò nonpertanto l'eruzione cresceva sempre; il contenuto delle vescicole connuenli mostl'avasi sempre·più abbondante ; in alcune da siaroso si cangiava in purulento, io ali re diveniva ematico; e per diminuire quella tensione tanto dolente nel Lessolo, ero obbligato con punture multiple a dar esito al secrel o, che per altro formavasi rapidamente, tanto da macchiare uno strato spesso di cotone che ne ricopriva la lesione e qualunque altro tessuto, ove poggiavasi anche momentaneamente la mano. D'altri, canto io non poteva convincermi in qual modo una -soluzione, aoche mollo conc~ntrala di suLiimalo avesse potuto proV'ocnre quegli eJieui più irritath•i ed infiammalorii ebe caustici; tanto più che ricorda\'O ben altre volle a\"er usatl.l delle soluzioni ancor più concentrate sem.a arar avuto a deplorare efi'eLLi cosi continuativi e pet·tinaci. lticordaYo bensì di aver·e oLLenuLo dei risultati più o meno istantanei, come estese, ma superficiali escoriazioni, e sfaldamenti opidermoidali di qualche impot·Lanza; ma nulla che avesse potuto menomamen te accennare ad un'azione continua ùel veleno caustico sulla parte. Eppo\, 1' indicazione dei calmanti, degli astringenti, degli antiflogistici odoper11Li su vasta scala, perchè dovera riesci re assolutam ente negatJyo? Pure non ri ha tnalauia in cui si possa tanto contare sulle indicazioni terapeuticbe, come nelle dermatosi. Pos~on;: bP,nsì a'ersi delle recidive di una stessa forma cutanea, ma ordinariamente le cure ra1.ionaliJ debitamente i!d a proposilo eseguite in qnesLi casi, ltanno una efficacia mat~matica. fn me nessun miglioramento invece, tutti i riDled1 usati sembrava cospirassero per rendere più atroce e lltolesto il processo. Che anzi con grandissima sorpresa mi
391. JNCO~VBNI E!'\T I DEL IODOFOI\MIO L'i ALCU~l ORf:At\ISlll
accorsi che l'altra mano ancora incominciaTa ad e~!'er·e inv~a e :;i1~come ero convinto e persuaso che il ma~giur male me l'avevo procurato da me stesso col ~rauamento e col :;oll'regamenlo delle parti contro qualche Les:;ulo delle ve:;li o del lello, cosi, conscio di tanto, sopportai dopo t[ualunqiH' sollerenza noi prurilo, piuttos to che ripelere CJLtelte manovre in~itliose. ll derma in questo punto incominciò a "ollevarsi a t!r·osse bolle, le quali . \'ersanclo il loro contenuto, restavnuo poi afflosciate e pendenti, bianchiccia. e senza nutrizion(' alcuna, per cui era necessario asportarle con la recisione tler pezzi stacca li. )fi dcci~i allora di con,;u ltaro il prof. Breda all'unhersit~ tli l'ndova, più vicina alla mia rc~idenza, e'que,;li tlopo tlll accumto esame delle parli all'elle. moslrò il suo ritll'resci· mento nel non poter claro un giudizio preciso ,;ullu nr.turll ùi quella dermatite, che attribui all'azione non tauro del $Ul>timalo nella medicatura della lesi()ne iniziale. quanto ùel· l'acido fenico usato in soluzione diluita per le medicalure con· secutire. Riconobbe però io quella forma cutanea molla so· miglianza ed atlìnitil con una disidrosi, alla quale credelle più si avviciuasse, e per In quale eg li propendent. I n tale incertezza di giudizio, lasciato a me stesso. non potelo appigliarmi neanche al ~uo criterio lerapeut ico. che ora non ricordo precisumen le; ootle, dispentio, voli i per ult ima risorsa ricorrere al mio illus1re mae:,;Lro pro f. ne .\micis all'uni' ersititdi ~apoli, ove, io meno di 2i- oro mi trovai dall'insigne dermatologo, a cui non meno che agli nllri sembrò strana e IHzzarrn la forma moruosa che gli mostrar. E~li credette dr e:;~ere in presenza di un P.rpelc della mano, aur·ibuito all'azione caustica del sul>limalo, t'ome cau ~a pr·i ma, e poi diiJ'u.;a localmente e nell'altra mano per condiziono nenopalirn i-peciale. E 11iccome riconobbe nrll'nrto sinis1r·o nno stalo eminente-
E D&lUlATOSJ DA ESSO T•HOYOC.\.1 &
mente flogistico, credelle ~iuslamente, prima di agire direttamente sul la lesione, di mod iHcare quello stato intia mmalorio, poicllè edematose e tumefalLe apparivano le parli molli di tolta la mano, ed in modo speciale la re~ione dOJ'sale di essa; nogosali i tessut i dell e dita so lto il dermn, infiiLroto in alcuni ponti, s"OIIe>:tlo a brandelli in altri puuLi; irritato il cor~o dei linfatici dell'aotillraccio fino alla re~iooe epitrocleare,. ove i gangli mostn\Vnnsi ingorgali e do lenti. .l tal uopo fu retisa la cute che l\ppariva sollevata a hmodell i, e denullalo il tessuto sotlocutnneo, foruno adoperale delle lavande di acido f10rico in :;oluzione al 5 p_ 41)0 e quindi delle unziooi abbondanti di unguento borico opportunamente prepamto per consiglio dello stesso pro L De .\ micis, secondo 1.1 formola seguente: Sp. paraJTina e cera bianca purissima, anagrammi 5; Sciogli accurnlamenle a bagno maria ed agg. acido borico . grammi l O ; Sugna lavatn. l) '~·O ; Fn unguento borico . Ed il tollo in fine veniva coperto l:on uno strato di telone fenicato, e contenuto in adalla fasciatura, la qnalo era rimossa due volte nelle 21.. ore. Questo mezzo LerapeuLico l'n per me un vero incan to, poichè dopo quaJche giorno dalla prima medicazione, lo sl:Ho iofiammator·io incominciò a modificarsi sensiltilmenLe. il dolore ur·eme e le se nsnzioni p1·uriginose incom incinrono n diminuire: le condizioni generali , fino a questo ponto mollo abbattute, incominciarono a sollevarsi; e dopo due o tre giorni scompar·ve del tollo la tumefazi one e l'edema della mano, diminuendo altresila tension e dei tessuti estesamente infillr·nti . Il riassorbimeoto del contenuto Ye~cicolare :wveniva lentamente tnnto nel ]Jalmo cil e nel dorso d'ambo le mani , come
:)!)(l lNCO~VENIKNl'l DEL IODOFORMIO l:'è ALCUNI ORI.A;';JS}IJ
nelle dita della mano destra. ove il proresso si arre:-tti nd una semplici} e leggiera eruzione di yescicolellc lrlrgamente disseminale. La cutr di nuova formazione gradatamente compariva sulle dita della mano ·inistra, completamente denudate. ed i movimenti di lle~sione, Ono a quel tempo aboliti, ricomparvero lentamente, finchè dopo l:; o ~O giorni di rura pt·atic.ata nella maniera sue5po:;La , il processo di restitwio ad m· lt•yrwn fu completo. Anche qttesta 1•o lta, salvo tllt po' di depre~:;ione morale, le condizioni generali si mantrnnet•o ;cn'lpre abbastanza lloride. Dei molti colleghi, a cui esposi le mie soll'ercnze, e dai qunli reclamai un giudizio sulln forma tnorboS(I. accennata, compresi gli illn~lri professori Breda e Ile Amici~. di cui ~or berò molto grata memoria, nessuno jntravvide ne:mche lontanamente la ver·n causa, che appunto doveva ricerc(lrsi nell'azione del iodoformio, adoperato nella metlicntnra della lesione iniziale per lo. ferila infertami con la seghella. '\'è tampoco a me venue questa idea, so non dopo che vidi l'ipetersi la me· desiroa forma in ,:egui to ad imurallamento di iodoformio e senza nlcuna lesione materiale, siccome chiaramente apparirit dall'esposizione degli ni Lri falli avvenuti in prosiegno. -7° Caso.
11 giomo 3(i gingno ultimo mi occot·se di dover pre~tarc la mia opera od un sottufficiale del re~tgimenlo cavalleria ) Jonferruto, il quale avara riportato alln parte destra della faccia una lunga ferila <l'arma da 1~g l i o, che dalla regione tempomlc destra si estendeva obliquamente in basso ed in aranti. rasentava l'angolo e.slerno deU' occhio corrispondente e, passando solto la palpebra inferiore, arrivava lino .alla pnnla del naso sulla pinna destra. La ferila, mollo san-
E DEilllfA TOSl DA ESSO l'llOVOCATE.
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guinante, si presentava a margini nelli, della lunghezza di circa IO cm. e di varia profondità da l ad 8 mm.; più pro fonda nella regione temporale, orbitaria e nasale; meno profonda nelle parti piit infossate della faccia, come nella regione zigomatica, intermedia tra la orbitaria e nasale, ed alle due estremitit di essa. ~ on avendo pe1·ò J'iscontrato akuna lesione apprezzabile nel bulbo dell'occhio, gi udicai opportuno di tentare con mezzi adalli una risolm:iona per prima intenr.ione, ed all'uopo, dati alcuni punti di sutura in quello p<H'ti ove la ferita stessa mostrava mag~ior·e profondità, c dopo di a\'61' ottenuto una completa emostas1a, ebl1i Clll'a di coprire la lesione con una medicatura antisettica molto scrupolosamente pt·eparata, prè,·ia spolverizzazione di gran quantità di iodoformio. E ieeome tullo lu improvvisato, perchi• la rerita fu accidentalmenteprodotta, mi trovai in ultimo tutto im brnttnlo di sangue e iodoformio; specialmente le mani, ad onta di una e più lavalire con acqua di ronLe, non lasciarono l'odore special e del l'armaco, l>e non quando, tornato a cnsa, ebb i cura di cnmbiumi gli abiti e rilavarmi abbondanteme11le c più volte roo lapODe.
La sera stessa, appena poche or·c dopo l'avvenim ento, mi accorsi di un certo prurito specialmente nella mano sinistra, la quale era stata piil. che l'allrn toccata dal iodoformio. e tuua la sera, come la noue seguente in cui crebltP quel pruri to, trasrormato gradatamente in un senso di molesto bruciore, fai obbligato a gr-ntlarrni ed a fregarm i c3nLro le coperture deliello. li mattino mi levai per tem po, onde esaminare alla lace del giorno ciò che poteva essermi accaduto e per rinlraceiare la causa di quel prurito e con mia ermode mern vil' ' o 'l. 18 notai alla super(i cie delle mani nna eruzione di piccolisSime vescicolelte, simile a quella che pochi mesi pr·irna mi ave,·a invaso con gli stessi sintomi. Aoche questa volta le ·
·398 JNCONVJLNJE!W I DEL JOOOliOJI~II O IN .-\LC U.Nf 01\GANJSM:
parti. o,-e lo vescichette, dalle quul i l raspnrira un liquido· ialino a gu i);n di piccoli ssim e perlo, apparivano più sti vale, er::lno le regioni dor:;ali e laterali delle dita e le pieglte in ler·digitali, o lo infiltramento dei Lessu~i, minor·e nelle superficie palmari, non nltrimenti che nell'altro caso, limil::l\'a i movimenti della mano, specie la flessione dell e dita: ed in· fine co n In puntura di ciascuna delle vescicolette. ne sgorgavfl a mo' di pic<:olissima goccioliOtt un liqn id" ~ iero~o e citrino. ~l i accor:;i allorn che ero in prese10zn di una fornw cutanea identico a quellt\ già so ll'erln non meno s1ran:1, ma molto più mite, poiché un metodo ternpeutico che mi par·ve mollo razionale ne allenn è1gli ell'et li e ne abbreviò ilùccorso. Pr•irua di tnllo ehbi l'accorgimento di sopl)nr-t:~re l'immenso prurito ed il gran bruciore, caus:ìlo certa mente dalla lensioue dei tessur i per sonariempimento di siero in q nelle J.!landolelle o fescicole, piultost'J che uumentarne 1;1 secrezione per Ol.'Ci ta· mento pro,'ocnto mediante il gnllt:un ento irresistibile ed il soiTref(amento delle parti. Poi p<1zientemcnle el.JIIi cnr::l di pr::llicare delle punture multiple su tulle le v e~cit:ol elle.. unn ed aut:he due rolte al giorno, onde ùar esito nlln secrezione che ne diminuiva la tensione con ~ran sollie,•o ùella pnrle e henessere generale. e qninùi ripelero piil volle nella ~iornata delle lavande di acido bori co, non rispHm iando ouclle qualche immersione in :~cqna d'amido o di crusca. e tenendo ricoperto lo pa rti con un sollile strnto di colone idronl o. Tale cura bastò pere hè in meno d i dieci ~iorni si el,hero sulle mnni degli sf<lldomenti epidermoidal i; In Len;o;ione c l'i nfiiLramcnlo scompar~e quu. i completamente, re~tando t:osi quasi aborti to quel proces:;o elle altra Yolta a\'ent operato guusti ma;.tgiori . Non si elli.Je a deplora re, come nell'altro caso, alcun e[etto nel corso dei linfaticì. :salro un leggiero e
1! DEJi llATOSI DA ESSO PROVOCATE
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1ran$ilorio ingorgo glandolare al braccio, che scompat've la mercè di una fri zione con pomata mercuriale, col riposo della parte e con adatta fasciatura; nè si ebbe alcun sintomo di rea· zione j!enerale. Questa volla però incominciai a sospettare elle In vera causa dell'afTezione ulti ma! come delle precedenti, doveva ricercarsi nel iodoformio, e ne fui convinto dopo di aver studiato il de-eor.-o òel pt·ocesso nell a fe rita clel sottn fficiale che ebbi n curare.
Il di seguente solo per misura di precauzione, poichè il paziente accusava dolore al bulbo dcii' occh io, insieme nl capitano medico dott. <: erundo, rimossi la medicalu rn, ln quale lo subito t'inn ovaln, con la slessn precauzione di primn, non -avendo nu ll a potuto riscontr:1re di apprezzabile nel bnlbo dell'occhio, nè alcun altro incidente che disturhasse il pro·cesso cicatr·i:dale della feri ta . Che onzi, 'l uesta, salvo qnalche punto, mostrava in generale le sue labbra ben aderenti e senza la mioimfl traccia di snpp urazione; d'onde se ne dedu::se la pr·ohahile guarjgione di prima itllonzionc. Si alti'Ìbui il dolore del bul bo ocul are alla lesione traumatica ed alla recisione delle lerminazioni lllervose dell'oculo-moto r·e esterno . La noLLc successiva si manifestò uel malato qualche sintomo di reazione generale ed un leaaiero movimento febb rile es"'"'di uno o due gradi, con arisendo:;i la tern peru.tura elevata dezz:t delln lingua. ed inappetenza. Nel tempo !~Lesso il paziente si lamentava di un senso di pizzicore alla ferita e dolore al bul bo oculnre. Nè io, nè il capita no med ico Gorundo ~redernmo necessat·io per tali sintomi rimuoYer·e la medi(atur·a, poichè avevamo giit notato il dì preceden te elle
WO INCONYE:"'IENTI DEL JOOOFOIHtiO IN ALCUNI OHGANJSm
nulla appar·iva di perturbato nel processo cicaLrizinlc. La notte seguente però gli stessi sintomi si accerllnarooo maggiormente; l'elevazione termica raggi un ·e i 39°, il senso di piz1.iwre, come il dolore locale crebbero, con tinuando altresì l'anores~ia e la secchezza delle fauci; per cui si t'reùette indispensabile riono\ are per la seconda \'Oila la medica tura di òue giorni precedenti, onde assi::u1·arci dello ::;lato del la ferita. E con sorpre~a allora ::.i ebbe a riscontrare nna eruzione di forma eresiJJelalosa io tollo il lato destro della faccia, che mostra vasi arrossito e Lumefallo, con ptosi completa della palpebra superiore e llillene di varia grandezza, sparst• in alcuni punti, aggruppale in altri dn formare bolle più o meno grosse. La ferita appari\'a in filtrata di ttna secrezione siero· purulenta, io qualche punto aperta, con odore acre e irrit.an te di iodoformio.
Cosi dislurbnto il processo cicatriziale Ili prima intenzio!lC, fu necessario dapprima morlificame lo stato iufi nmmntorio, oud o ollenere poi con medicatltre suecessive una guurigione per seconda intenzione; ed all'uopo furono r·imossi i punti di sutura nelle parLi ove la ferita moslravasi maggiormente infiltrata; furono con soluzione di subii malo rigoro:;amente n et· tale c di sinfeLlale la fe rita o lo parti circosLunti , e quindi il lutto fu ricoperto con un denso ~lruto di cotone auti~ellico, dopo di avervi spolverato nna certa CJltanLilà di aciùu borico molto UnamenLe polverizzato. Non si vo lle questa volla nsare il iodoformio a cui si attribuirono i disturbi nel proces:;o della ferita, ed infatti il di successivo ne segu i un sensibile miglio· ramento generale; la tempera tura si al>bas5ò al oorruale: ritomò l'appetito ed i di;,Lurl>i locali gradatamente andarono in prosieguo scomparendo: le gr·anulaziooi nel proces,o di seconda intenzione, la mercè di opportune med,cntnrc con
E DERMATOSI DA ESSO l'JIOVOCATE
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acido borico, procedevano regolarmente e senza altri inconvenienti, finchò dopo 11o giorni di cnrn, la ferila fu perfettamente chiusa con una cicatrit.:e ben solida. 5° Caso . ~all 'agos t o ultimo dell 'SU. trovaoùom i al campo di Pordenone, ono degli ufficiali del reggimento .\lonferraLo fu aiTeuo da furuncoli nella regione inlernn delle cosce, i quali, per e!llere venuti a suppurazione. furono da me incisi e quindi medicati con polvere di iodoformio. Ebbene, non altrimenti che l'altra, anche questa fia ta, es.>endomi un po' lordato le dita col medicamento, dopo poche ore ebbi ad avvertire il solito prurito, ed il di seguenLe comparve sulla cute della mano In medesima eruzione vescicoloiHt, ma con sintomi molto più leggieri, pOichè prevenuto dagli elfeui delle altre volte~ evilando in pr·imo luogo il grnuameu to ecl il soiTregamen to delle parti pn1riginose, ebbi cura di praticarvi il medesimo trattamento preventi\'O dell'ultima, e per il quale il processo ri:nase ;tbortitò in podrì g~orni. abbrevinndone anche il decorso. Salvo qualche leoniero sfaldam ento epidermoidnle in . seguito alle punture delle vescichelle, non si ebbe altro in~n,·eniente di sorta a deplorar·c, ed il siero in esse contenuto, 10 parte venne fuori con le punture stesse, in parte !>i rias~o
.~otbi.
. l'ultimo esperimento fa tto su di me stes:;;o, fu una vera
nv~lazione nel campo delle mie ricerche, fu il controllo di tutt 1 gli altri e:;perimenti, e la confermn dei ri!:ullllli ollenuti precedentemente. 26
~ 0:? ISCO~\'E~ I E~l'l DEl. IODO'f'ORlllO l :'i ALCUNI (lUI. Aì'IISMI •
~el dicèmbre or decot·so. per nn caso accidentali'. m• tro\at aiTetto da una piccola <' supedìcialissima escorwz•one al ;.!h ianue. e propriament e in Yici nanza dell'orilìzio nretrnle. alla quale lesione io non asseguai dapprima r lte poca o III'S· ~ •• aa importanza, per cui non crede tti neco~>~arifl prntil;arvi :1lcun tmllament n. anzi fu per :1lruni ).!Ì01'11i da illl' perfella mente tra:;cnrato. \l a è fa cile comprendere romr la sf'de ~pe •·inle e In regi onP nn:Jloruo-lisiologica per In mnhilitit della parte P la frequ ente rscrezione dell' urio:~, dore' .m o riescire P\ identcmeuto cii t>"taculo alla guari~ione completa della .;uacCt•nnata lesione, di qualunque enti la essa si fn:.~e stata; e difa LLi per qualche sellimana . in luo,!!o di limitqrsi in landu'z7.n, t'oscorinione tendeHl a dilatarsi sempre maggiormente. Allora vidi In nocrss itit rli una cu1·a, e primu di rico rrer~ rHl un a~Lringente qualunqu e, Yolli tentare In polrt•re di iodo· formio . che adoperai in pit•t•uli-~ima dose. limitata e.;cl,t-h•amen te ~ulla :'uluzione di ron Li nno, la q naie pott'va rag)!i un~ P re l' csten,;ione d i pochi lll ili i!Del ri d; cl i:Hllf'trr. e ,•jit con In scopo t•rincipn lc di prmorare per l'ultima Holta qne~to r•l'mico formiùahilc egin:o:lriiOPille temibile del min organismo. \ on l'are:>:-i mai fallo: dopo poclte orf' dall'applkazione clt!l farma co. incClmin•· iai ad n" erli re ttn c·P.rto prn1'1tn. rhe dapprima limita to alla !loln le:;iono del ghia nde, nc111 tardò poi a dill'ondersi a tutta la superlitie di e;.~.:.o. 111 prepuzio r più tardi :rlf'a;;ta, allo se'l'ufo cd alla ~ uperli c ie interna dellt• C'U•t't' • linchò nello spazio di lfHnlr ilr. ora quc:-to prurito ft•l'fH'e ~empn• ,..-esccnle r·a~:,:imbl' nn ;.rralln talmente iosopport doilc, che -i roO\·erti in nn \l'l'Cl dolnn' urenle, in una ''era .:.ultlnlalll1mcdialamcnte rorsi a rinnoYare la mrdiratura . e giunto 111 rn~a, nel metter·e :dio scoperto la lesione. dù rhe prim:t ll'o~ni nltro mi colpi. fu l'odo re acre eLl irritantr del iodo. il quale si sprigion:n-a da uua guperlìcie molto ra ltln osccer·
K UBRM ATOSI 0.\ ESSO l'ttOVOCA1"K
.-......,... e poi un intenso arrossimento di tu Ile quelle parti doteall e pruriginose, ed infine un edem:\ dill"uso. specialmenlt' • ll'asta, per h\ estensione di cit'ca due Lor1.i verso l'estremiti1 termmal<', al prepuzio ed allo scroto. Senza por tempo in meuo. ~tindi cai opportuno per rimuovere o~ni traccia di io· .cJoformio. fare delle abbondanti lnvagioni di acqua tiepida, p:-ima ron sapone e poi con amido, e ùa ultimo non truscuTili di spolverare ampiamente sulle parli prul'iginose e dolenti uoawan quanti tà di amido finnmentc polverato. )Jn tnu.o fu nno. JWit'hè durnnte In nolle in meno di 7 nd 8 ore. l'edema peDieno ehhe tale un vasto e rapido 1ncremt•nto da ra~gion gere un ,·olmne enorme c·on manire:Sll smtomi di un imminente Atrouamento nel prepuzio Crehho ancora l'edema allo scroto, crobue inolt1·e il prurito ed il doloro delle parti che mi tolsero complelumcnte il sonno ùi due llftlti (~o nsewti,,e, e •i manife!tlò un eri rema intenso dill'u~(· <d ia regione inLerna ili talbo le cosce, nl perineo ed al puhe con maccùie ros:So:Yift di ,·ana rorma e dimensione. Oaeato 'lato irrita tiro delle singole parli non ,·enne accompllgDato da disLurui generali, ma ad onta d1 un trallamento eoerjrico con bagnarur·e d'acqua uoricu l' rrcquenti semicupi d'aequu tiepi da, di crusca o d'amido, continuò per circa cinque giorni con gr·andc molestia, in parricoiHr modo nelle ore -serotine c nollurne e senza veruna calma. Solamente dopo questo per·iodo di soll"erenze l'edema penicno e prepuziale. ~me quello dello scroto inrominci:uono n diminuire, !'\prcmlmentc la mew~ di un ma:Ssnggio praticato in qnelle parti :Ilio scopo di favorire il t·iassor!Jimento dl'l trasudato contenuto nelle maglie del te~suto lasco. Jncon11nciù altresì a òi · ~innire il dolore ed il prunto, comr il seusu di molesto Lruct_ore, spècie nelle snperOcie in rase da entC'ma, ove l'eruzione ~rgmenttu·in Sl'adatnmentc suui le Ynrie l'a:;i di coloriLO, fìn-
t-04. INCONVENIENTI DEL lO DOFOR MI O IN ALCUNI OJII,A~IS~II
chè dopo circa dieci giorn i tutte le dive1·se parli aiTelle·ritornarono allo !<Lato normale, ed nn ehe l'escoriazione iniziale all'eslremiti• del ghiande guarì perfellament e senza lnsci;~re traccia. l o questo frallempo, dopo un paio di giorni dalla medicatura con iodoformio, ebbi a notare no' incipiente eruzione vescicolosa anche alla superficie delle mani con prurito poco inleo:.;o, causalo a mio credere. dalle lavande falla il primo giorno , e per le quali, adoperando llna spugna, ebbi a !ordarmi le mani con LJ-accie di iodoformio: ma e~"a scomparve dopo alcuni giorni di solito trattamento e senz'oltro iurooveniente di ~orta .
Dalla enume1·azione dei falli esposti. se non si voglia recisamente ne~ar~ l'azione tanto vantata del iodoformio t'OIIIrola sepsi, e la sua virtù anestetica, per lo meno de\C metler;.i in dubbio; e, se non in Lutti i casi, certamente in alcuni Ilisogna ritenrrlo anzi dannoso . Per quanto riguarda il suo meccanismo d'nzion e urlle circo,-Lanze io cui provoca fenomeni irritativi. ho voluto interpellnre il giudizio di molli bra,•i medici, e q11asi Lulli concordano nell'opinioni' cbe il iodofo1·mio col calore òcll'orgaoi ~ smo, ove esso c\ specialmente piti. concen trato, si decom po nga~ nei suoi elementi, in jorn~ile cioè, che tutti sanno è un deri''ato di alcool, e iodo, e che ques to. messo in libertit, c:>plichi la sua azione in·itativa sulle parti. Io, dal ranto mio, non posso uniforma nni a lJne,;ta opinione, la quu]e sembrami lull'al lro che razionale: no pO.'SO ritenere che i fenomeni ixTilali"i manifestati nei varii faLLi da
K DERMATOSI DA ESSO PIIOVOC.\TE
~.Q:j
ue esposti sieoo da attribuirsi all'elemento ìodo, il quale c per se stesso eminentemente irritante; mari tengo invece che -essi siano dovuli ad una virtù intima del preparato, come composta di (ormile e di iodo. Il ehe risulta chiaramente dai diversi casi da me c.itati. Ed in falto, se fosse vero che il iodo -si sprigiona dal preparato per azione del calor·e naturale Ileil'organismo, ciò dovrebbe avvenire sempre ed in lutti gli in-dividui, nei quali si adoperi una meclicaLUra con polvere di iodoformio, e più specialmente in quelli che pel processo di una qualunque lesione locale, hanno una elevazione di temperatura anche molto al di sopra del normale, come per· febbre lrnumatica, o per uua pircssia indipend ente del processo locale. L'esperienza invece dimostra che in molti casi, se il fnr· maco non produce qnei benefici elfetti da molti vantato, non provoea nemmeno alcun fenomeno da cui desumere uno stimolo irritante. c:be poi gli effetti initativi manifestati nei fatti esposti, o thepossono avverarsi in altri simili cnsi, sieno dovuti ad nna speciale Yirtù del preparato e non f!i~t al iodo. come element o irritanle, e dimostrato evidentemen te dai seguenti esperimenti da me eseguiti all'uopo. Si sa benissimo cli o l'amid o ed alcuni altri elementi come la soda e la potassa hanno col iodn moltissima aflrnìlà chimica, per cui, combinando co11 qu esto uno tlei detti elementi , ne risultano composti eli versi e con a:done diiTerente da quella ehe ba ciascuno di essi, preso isolatamente. Quindi il iodo e~n l'amido formereb],e nn iodwro d'amido, il quale ha un'aZIOne neu tra, e non irTilante come il iodo pt~r sè solo; con 1 ~ soda o la potassa formerebbe un ioduro rli sodio o di pos~10·. i quali hanno presù1 poco la medesima vir"LiL di riatti,rar'e •l r•cumbio matena . le, u:>all. per Yla . .mtern n, mentre non sp1e.
\.06 TNCONVR~f&NTl ORI. IODOFOIUflO IN ALCI.:N! Ollf. \~ISll,l
gano nlcuna nzione irritante. come il solo iodo. ndoperandoli sulla cute o sulle mucosl'. Ebbene nel 6° ed ullimo caso da me e:;posto, quando l'iconobbi e mi convinsi degli ell'l:~lli irl'itanti del imloformio nelln superficie interna dell o cosce, nel pube, nell 'asta o ucl prepuzio, pensai snbi to di r·icotTero nll e lavande di ncltnu Liopidn con sapone, che. como ò noto, contiene della ~oda e della po las~a, le quali sostanze miste e combinate col iodn. spri~ionato dal iodorormio, ne avreùbero dovuto ncutraliuare gh èlfelli irritanti, 'SO ad e<;c;o aven•ro dovuto nllrilna ir..:i. :'\el medesimo tempo, pensai ancora di ricora·f'rP. alle lavande cou acqua d'amido e di crusca. ~usate abbondantemente per ottenere un ioduro d'nmido, il I'JIWio avr,sse neutmli;~z ato l 'ell'e L~o del ioclo, o nlmeno miti gato ili p11rte l'llzionc cosi fortement e irl'it ante; ma nulla ne olteuni, nea nche un henchè minimo e lran~itorio vantaggio, poicltè il f.u·maco anche questa volta, come le altre. pr·odu:;se fatalmentt• i suoi eiTelli irritanti, i quali nun subirono alcuna modifka~10ne nel loro decorso se non per eiTeuo della e.. -oluzione del processo consecutivo . llai precedenti e."perimenli bisogna desumere aduniJUO che l'azione irritante del iorloformio non si espiicn in si rni li casi per virtù del iodo, il cpwl e erroneamente si cr·ede che $i sprigioni col calore del corptl cd agisca di r·eumncn to sulln superficie esterna dei tessuti; ma per una potenza intima del preparato il quale. secondo il mio modo di vedere. per una condizione oevropnlica :'pecialc di taluni orj!ani-:mi. o per speciale idiosincrasia 111 alcuni individui, non 'aene da tuili u~ u almente tollerato e la sua intolleranza "i manife.~ta in rnrr modi, secondo la sede :-:u cui agisce, e secondn la :;u~ceJ· ti bil i t~L dei vui organismi nei quali espl ica las rr i"l nzioue. [)i: fatti, come si è veduto nei diversi casi esposti , si r'bhero (t rr·
E Dti\MATOSI DA ESSU f'R0\'0l:A1E
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seonlrare di\·erse forme morhose. St'condo le varie se,li su coi si portù il medicamento e secondo i dh ersi individui; l'eritema perineale accen nnto nel 1° t:il~o e quello del puLe, delle co::;ce e dello :->tesso per·ineo: l'edema pcnieno e prepuziale accennati nel 6° caso; l'cresi pela della faccia nel t" o ca ·o, e quella !iLrana dermati te doli o mani. i'!OII Lulte m:mifestazioni diverse, ma che dehi.Jono rironoscer·r uua stessa causa (l ). Però nd onta delle varie forme solto le quali il farmaco inlido ahbia spiegato i suoi eiTeLLi irritntivi. 10 crctlo che il meccanismo d'azione sia stato itlenlico per tulli. poiché ritengo che il iodoformio, rome prt>parato e cumpo5tO di iudo e di formill', spieghi un'azione specifica e diJ·etta sulle glandole sudorifere, e gli ell'eLLi ottenuti nei cli\t~rsi casi suaccennati. m1 semlmt che possano bastare a dimo:.trarlo. È noto (:ile le gl<wdole sudnrifcrc so no piLt u meno abbondanti e l'at·iamente :"-Lil·ate. sccoudo le di~ar:'e regioni nella stessa superficie del COI'po nmano, donde la maggior quantità di sudore secreto uei caYi ascellari, nulla pianta dei piedi, nel dor~o del tronco, nel palmo della mano, ove le glandole sono più stivale e -i trovano più aLIJunùanti; meno se ne trovano nella cute d~lle natiche e nel pn.dif!lionc deWorecehio, doye il :;udore ù scar:sissimo; mentr·e qualche parte del corpo, come il ghiande, ne è completamente spron isto . Ciò pt·emesso, io ho potuto eostnntomenLe osservare nei rasi esposti che l'azione initativa del iodoformio è stuta più 111 Que.to laYoro er·;r l!ia in cur'o rli pultlllrc:rl.ione, ,,uandn mi cxeor"' •li le,:~er·· sulla lllvilla d~ Terarwutil'a nel Grornalr .Vcdico del B.• E<trcilo ~ lklla Il.• .llarillll, una r..tazione dd dott. r.aml'lu·ll t•ope (71•e Lanctt, ·tl•rrh• 18891 su llt\ersl ca~i di r•rzema, rfrl lru ritwlut.rurlllll" O>'iervali ~ut medr•-imo indrviduo itr SI.!!."Uilo a medicature c011 iodnrormro: l'~nnilmo ,com!Jarim tnlte lP I'Oltt• eh~ tale medicatura PDI\':L intr rrntta ,. ,o,ltlui t.a entt liuimento all'oltato •Il 1lnro. La qunl cos:~ mi <•'lllbra 1·a t~n a r~tnlali•lnrl' rna'!;io~rn··rr!>• l.t n:ra O!tirtiorrt·.
~.0 8 llSCONVEN JENTI DE L IO OOFOilMIO IN A LCUNI O HGA~IS,Il
pronta c tenace nelle parti più ricche di glandole :'udot·ifere. e questa mia opinione, fondata sull'esperienza, i, ayvaloraht da du e prove di fallo: 1° perchè, nell'nllimo caso citato , sol ghiande, ove il medicamento fu messo direttamen te a contaLLo. non si ebbe alcun elfello irritante; come ne!-{li altri casi, si ebbe minor effetto alle estremilit delle dita della mano che alla pat·Lc me· diii, quantunque il farmaco qni sia ~ ttt to più tempo e pii1 direllamente a contano: 2° perchò più tut·da, ma più. persistente ìu l'azione nella !iuperGcie della. ente ricoperta da un derma pi ù spesso e cnl· !oso, come nel palmo delle mani ed alla superficie llessorin delle dita . ~ La qunt cosa dimostm che il farrnaco. causa la spes.sezza del derma, per spiegare la sun azione su ll 'apparato glanùolnre della cute, impie~ò maggior tempo che non in quellt• parli O\'e il derma si mostra più sotti le, come nell::l superfièie e~ten soria delle dita e nelle pieghe intcrdigitali; ed il processo iu quelle regioni fu più. per;;istenle. poiché il f;u·maco, per l::t spessezza stessa del derma, tloveva impiegare mn~ gior tempo ad elimioaJ':>i. Ciù mi .spiega pure e m'induce ad accettar·e l'opinione del prof. Breda pinllosto che quella del mio illuslre maestro professar De Ami cis nella ding o o~ i di quella straM dermatite, accennata nel 1'\. zo. Ora so o venu to nella convinzione che il iodoformio in quel caso, come in tutti gli altri. abbia spiegato la sna in ll uenzrt su lle ~d andole sudorifer·e della m:. no, e piu propriameute sult'npparato d' innervazione di es:-;e poicht• iii sa che o~ni glaudol tl ha dei vasi, come ua una inoervazione propria, e che la sua azione vasomotoria ahtJia eccitalo la secrezione del sudore in tal modo, che il canalino spirale, il (ruale sb(lcca alla superficie ùella t'n le, doveva =-ubire
E DRRliATOSl DA ESSO I'ROVOCAT!!
-eYidenternente 11na C<)JUprE!$:'iiooe tale, da provocare una irritazione più o meno forte, sownclo la qnnHtiLà tiel siero e la rapidità con la quale esso si formava. D'onde quella forma di dermalitevescicolnre, maggiormente aggravata dal g1·attamento e dallo s~rBo«amento delle parli. elle ne aumentavano J'inllltrazione e la pressione interna pel noto principio: ubi stimtl· '"" il1i. congestio et sccretio atttla. Queste vescicoletle poi dovevano evidentemente !lubire ILDa fnse regressiva, onde ::wero la reintegrnzione delle parti; ed in qual mani era esse pole\ ano scomparire 1 O per riassorbimenLo, o per evaporazione del loro coutenuto, come avvenne nei casi citati al N. :)o. 4-o. :)o e H0 , in cui lo stimolo agi meno energicamente, o si evitò il gratlumento e lo sfregamento , manovre che dovevano aumentare In pressione intravasale per eeeilamenlo della secrezione; per la qual cosa il processo nella saperfìcie della cute coperta di epidennirle più spessa, dove' a IJOitrarsi più persislente, e.;seodo il farmaco più difficilmente eliminabile, e Ja secrezione sudorale stessa più difficilmentt• 8Yaporabile. Nel ~o C<~so invece, ove lo stimo lo fu piu euerg ico per azioue del grauamento e dello sfregamenlo tlclle parti, che ne uumentò sensibilmente l'infiltrazione, il rapiùo ed abbondante riempimento del contenuto sieroso nelle glandole e poi nelle veseieole della superficie cutanea, doveva per certo rie:)cire di Clstaeolo: nò poteva dar tempo al riassorbirnento ed alla evaporazione di esso, donde ue derivarono le lncerazioni estese delle vescicole e le perdite consecutive uon solo di epidermide, tume a\'Venoe negli altri casi, ma anche di ente sollevata in pez7.i ed a brandelli. e di derma stesso in gran parte denudato.
1.J0 l:fCONVENIENTJ DKL IOOOFOIIM IO IN AI.CUNl ORGANI SlJI
Conclusione. Lb conciusion i che io devo trarre dal le precedenti considerazioni io~ seguito ai fatti esposti ed ai diversi esperimenti da. me eseguiti su molti e Yari casi e ~tl di me stesso, alcuni dei quali l1o creduto mio dovere rendere di pubbl ica ragioue in omaggio alla scienza, si ri[eriscono Lulle all'uso ed alle ind i cazioui del iodoformi o, a cui non vorrem si desse qu el Yn lore cb~· finora u·oppo gratuitamente si ~ assegnalo nrlla pratica cbinu·gica. Molti lo ritengono aucbe oggi quasi nno specifico nei casi• di . ulceri veneree; ma io in moltissime occa~ ion i !t o potuto speriment<~ re quanto sia erronea ed assurda questa credenza: anzi posso con coioòcicuza all'erma re c!te in varie ci rcos tnnfe· ho potuto ottenere con altre J:Oiveri, opportunamentt· prepa· rati3, quello che non riescii od ollenere col mezzo del rodoformio, il quale, è risaputo, che spesso tr·asforma per:;ino un'ulcera vegeLHnte in ulcera suppurante. Alcuni banno creduto, per evitare gli elTelli irritativi e j!li inconv enienti che derivano qualche -voiL:l dall'uso di questomedicameuto, adopl! rnrlo non in soslanza, ma sibhene solto forma di tintura eterea, oppure di bituminalO , siccomn ''or· t·ebbe Ehrman, il quale asseri:;ce di aYer ottenuto con tale preparato dei buoni r·isul taLi nello nlceri molli~ specialmente l'agedeniche, nei buboni suppuranti dopo la spaccalur·n; nei· tumori gommosi, nelle ulccri delle gamùe. ecc. 1\Ju io noll posso accettare questi mezzi. che mi sembrano di ri pit>go io quei caiìi che il iodol'ormio esplica la sua in tolleranza con ef· fetti itTilntivi, e ciò per la ragione che ho teolato Onora di· dimostrare, cioè che l'ar.ione irritati va del far maco, coutecomposto di (o'l'lm'le e di 'iotlo , si spiega per una speciale idio··
E DERMATOS I DA l<:SSO PROVOCHE
nl
~incrasia, per una condizione nenopa Licrt speciale d.i alcuni organismi, e quest'azione non viene distrutta, nè può essere neutralizzata o attenuata dall::t presen1.a di un'altra sostanza che non ne modifi ca gli eJTett.i . Son lieto di polermi associnre imec.e :11 parere tli alcuni chirurgi moderni . i quali han gia bandito dalla loro pratica la polvere di iodoformio , come elemenlO infido e d'azione problemaLica, sosli tuendolo con mezzi rnzionalmenLe più siCIII'Ì, energici, ed anche pilì economici, come sarebbero per esempio l'acido borico e l'acido salicilico, ùi cui in molti sta· bilimenti sanitari gia si lodano gli eiTet.t i inclubitabil i. Ed anch'io bo potuto in diverse circostanze esper·imentnre con mollo ''antaggio qnesti mezzi, che mi .;embrano molLo più raziona] i ed eflìcaci del iodoformio, adoperati in soluzioni, ma piu ancora in polvere solli lment.e prepa r·ata. Con -iglio perciò i chirurgi a bandir·e dalla loro pratica l"uso della pohrere e qualunque altro composto o preparato di iotlorormio, e ad esperi mentare in sua vece le polveri eli acido l.lorieo o di acido sa licilico nelle lesioni esteme; poi ehè ques1i medicamenti non .;oJo valgono come mezzi di prolezione contro i germi sparsi nell'atm o~ rem; e, co me antinogi:;tici, an tifermentativi erl antisettici mi semlmmo più aLti d'ogni al tro· mezzo a prevenire e combauere la sepsi ; ma non ripetono gli inconvenienli, nè pro1 ocano gli accidenti gravi che spesso· ' i hanno a deplorare per· l'uso del iodoformio.
L'!RTlCOLO l"s DELL'ELENCO B OEI.I.E
INFERMITÀ ED IMPERFEZI ON I ESI~E\n D .\L SERHZIO liiLIT.\RE ED 1
l!EZZI PER AUMENTARE l RI~CLnTI NOYERICI Drt RECLDT.\YESTO
.. Lctturn fatt4 alle conrcren7.e,;cieoli0che •let me>t di ottullre e n••'"ml·r·• 1&~9 nello SJ>Cdale mllittu·r ~occur.;alo dt l'nrma. uni <loUoro Enrioo f'hu:i . capllunu me<Hco
[.
A nessuno potri1 essere sfug~ila l'importanza delle modt· J1ca7.ioni appor ta te dal R. decreto del 21 marzo 13R!l all'articolo i bi$ ùell·elenco B delle imper'fezioni tì;:iche t• delle tn· fermilà esimenti dal servizio militare; e r;ili conf'erva tuttora In dolce illusione che l" igiene m il ilare col t·oncorso delle discipline medico- stali"'Lrclle sia a""Urt~ a l ~rado d scienza positivo, cos1 da avere i suoi assiomi e da in1porsi como g uida s icur'a colle s ue norme per· la ~ce lla dd soldato. vedrà con ramma r ico che un principio, un postolato igienico a base fiqiologica oramai non piu discusso, quale è quello del rapporto fra il perimetro to racico c la sl.atura po:osa essere abbaudonato, affine di poter innalzar u sulle sue rovine o quanto meno sul suo ohlto un pri ncipio di ecnnomia militare; poiché ~ar•ehbero le esigeuze numeriche del reclutamento la cau~a di col~'"to sacrificio. sarebbe il biSOI!llfl <lellu quantità che s' impon•ebbe a scapi lo della qualità. Nò minore impressione prova chi ebbe opport uuitù di co·
L'ARTICO !Al l 815 DELL 'ELENCO B. ECC.
4 1:l 1
noscere abbastanza intimamente le cause che lentamente disposero gli animi e la m eule ed infine determi narono di accogliere lA valutazione del Pa ppol'lo fra il perimetro loracico o; la statura fra i c l'iterii d'idoueilà al sct·vizio militare. Da anni ai no tava come la mo rbosità c la mor toliLa del nostro esercito fossero cos't s upet·jori non solo, come e di consueto, a rruella parte dd la popolazione civile che pet• età e professjone ha più analogia col soldato, ma Ruperiori eziaodio a f)uelle deg li altri eserciti. CriLiche spieta te, discussioni calorose nei giornali non scientifici, paralleli odiosi, eonsiderazioni più o meno fondale, fi\cevano risalire la causa esèlusiva di qud triste stato di co~e alle condizion i della vita milita re ~ 1'e;:;erctlo era cliw•nlnlo SaLorno che rlivol'a\'a i !iUOi figliuoli i nè mancaYa ch i opioasse cl1e la poca abilita o la trascuratezza del corpo sauila rio militare vi contr·ibuisse per la sua parte. Effelti"allten le la causa precipua di quelle condizioni che Lullì Jeplot'& va no sltl\'a in c iò che la scella del ~ oldalo non &l'li ben fl.llta e ci1e nelle file dell'esel'ciLo si ammelle,·ano individui deboli. impotenti a r esister e ulle <:oodizioni inerenti alla vita miliLa t·e e e lle a nzi in lali condizion i lt'ovavnno le cause occasionati di quelle malattie alle quali e1·ano gill predis posti com~ individui in isla Lo pel'manente di jrominenza morbosa. Avveniva quindi che in luogo delh1 selezione artificiale a ffìda!a all'opera dei consigli di leva affincbe potesse com pier.;;i a ll'inl'uOI'i dell'eserci to, s i opera va necessaria ed inesora bile la selezione na tur·ole tlel cuor e dell'eserci[o stesso. Nè ciò sarebbe slalo grave danno imperocché cotesta selezione ualul'ale a lq uan to p1ù larrli ed j n proporzioni non di g ra n lu nga mi no r·i !;:ar ebbesi ver·ificala anche n ella vila civile . Senoncbé cotesta selezione fl'a le truppe coropie\'a si con una lentezza relativa, cosl clte non veniva mai l'istante in cui l'oser•cilo fosse depuralo dagli ele.menti meno adalli che ad ogni leva gl1 venivano assimilali; e, ciò che è peggio, essa non pote va I'Sggiungel'si eh o attraverso a mille disagi ed a seri i 11conve nienli pel servizio . . Gli ospedali riboccanti d'inferm i, lunghissimi slr ascichi di Invalidi alle colonne in ma i'èÌa, u u merosi i casi deplo revoli
d1 malor·i impt•ovvisi delerminati dalle fatiche che impr;.ssionavano cosi ~inistramente le masse e da ct.:i san trarre cos1 liuon pa1·lilo gli aHersari alle istituzioni militAri; J=:icchè, in caso di ~ucrrn o di eccezional i fatiche, code;:ti non valori nssu01evano il lt'isle uffizio di veri impedimenti nel senso milita1·e deliA parola.
Il. Fu perciò che nel1881 il !Ylinistero della guerra voli•• mùùifiçnli i crilel'l per la scelta del soldato, prefì~geutlosi tli r ender!' pi1'1 tlifflc1le elle prima noa fùssc l'acceltaziow' òi inscrilli uon ùolali di Lutto le eonclizioni lìsiclle ,, indi<:pf'll " sabili pel' un ulile eù efficace militare servizio .... . e di al" lonlflnarc dnll'esercilo tlll nume ro non pidcoln lli uomini " la cui p1'6!'ienzA, invece ùi r onderne più eflìcace l'a7.ione, • non Fiorve clio ad i11ceppa rla con rorle ag-gravio delle " lìnnnze dnll o Slalo, ed ingiustificabile "danno de lle ftuni « glie • ( 1). l·'u a llorA ello All'art. l dell'olonco B fu aggiunta la pl·escrizione ciu; ne!'lsun insct•illo potesse dichial'arsi iilonen ..:o la pet•ifel'ia del suu torace non avesse almeno misurtilO so c.:enlinteLI'i, ogni I]Ualvol t.n la sua statura non allr epas:-asse JJIClri 1,(i0; e la mela ùelln stalura se ']uesla ave~se SIIJWI'td•• i melri l.GO. Quando poi la delta periferia aves-;f' supemlo i 90 renliult>li'Ì • que~la doveYa l'ilcuer~i suflìcienle per 'lual!'>iasi stalut'tl. L'arlicoln stesso ·veniva inoltre modilkfllO 1n .ciò cho alla pMolo prima usata di rrracililti r!Je rile•1c.n1si di senso t't'l"ll'illivo ed ambiguo, venh·a sosliluiiR In frase dabole;;a. J.i coslitHliOne. La h.truzio11e minisleriole iulorno all'applicazione di quei nuovi elenchi ag~iungeva che « l'innovazione importanti:-,, !"ima in ordino al r appo1·to fra la perimetria Loracico e la <• !?.lallll'a é f\\.('lta adottala io omaggio ai portali della seietJ7f) (O AvVo'rten1,o eh ~ pt·occllono l'esposizio ne degli elencl•i mo<lin ~all r.olll~gio ·noc•·cto S sl'ltcrnbre iSSi.
t..'ARTICOLO 1BIS DELl.'I!LEXCO U, ECC.
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P~i -lllt~dico-st.atistich~
e nell'i ntendimento di oLlenure una di,. minuzione uella m orbosilà e n l'Ila mor·t8litil dell'eser•cìlo "· Un a nno dopo , per disposizione d è l R. Decr·cto :H c:: ettambre 1882 l'art. i dell'elenco B venivt• c::composlo in l etl an tti•. L'art. l ri ~uarda "a la debolezza Ili coc::liluzione per-sistente nei due anni sucl'ec:::;i' i a quello del pr·imo esame. Da qu~sL<1 articolo e•·a c::tata tolta la enunciazione dci segni che 8\' rebbero dovuto caratterizzare la debolez1a coc::ti\uzionale. Nell'art t lds venh·a a bbassalo il rapporto f1·a la !"lntura ~ il perimetro tora.cico. Stabilito questo a r~>nlimelr·• ~O per· 1e statur•e compr ese fra la minimu e quella di ltretri l.rl l :lj4 disponeva che ad op-ni 2 reulimelf'i di aumento d1 c::talura -dovesse corrispondere un amnrnlo d1 112 centimetro d1 po riterin loracica, e che il massimo di pcr·iferin r'i('hie!IIO per la Idoneità nelle s latur P dA metri 1,92 in poi foc::c::e òi centi metri 88. Nelle av vP-r lenze mini sler•iali per l'appliCI):/. ÌOIIO di qoesto decreto, veniva ~iustifìcata la re!'trizione nppor·Lata -colla cousidc r•azio ,Je: • ci 1C sebbene Il perimnlr'o Loracicn « nelle persone ben conforJOote. debha numenLm·e col !'l'C ' IIOere della s taturn , e con-.:en·nrsi cou rrue"'La in d<lli rnp• porti, puro avviene che quanrln la >;lalnr•a !'li olevtl nwll" • el di.,oprll della mezzana, il rnppnr·to del pt>r1metro tora' eieo ò alquanto minore t'ho nelle o;;LRltrr·.- pru has!>~, c::cnza • ehe per· dò si avver·ta una note\'ole duninuziorw dt•IIH ro., bustezza. , Il frazionamento delle rni<'Ur" lauto pc·r l'i:rmH·do nllu per imt•lr·ia loracica. quanto per r iguardo allu o;tll\ura, contrmrplato du codoslo decr eto, portava con "'' l"in(·onvenienlr• di dar luogo ad apprezzamenti ditTe1·enli, a dìc::crcpanzo. eù a giudizir <ruindì inesalli, Lraltandosi tl1 Yolutne che. come quello del torace, s ubi::>ce ,-ariazioni per tante circo.c;tnnzt> c che quindi rl;)nde malsèl:ur·a la ,·alulaliooe di frozi oui di l'enli-
metr·o. Un nuc.,•o o.bbassflmenlo del t'apporlo perimCll'ico ,·cnh e Ordinato col H. Decr·elo del 13 tnA't~:io ·1888, il qunlc tlsf>a,·a lll per·iferia toracica di ccntimet!'i RO per• le stature infor·ior·i a naol!•i 1,H3; '(Uelia di ceut. ·82 pelle sl~lluro dì 1,G3 c ù iu-
i-l ti
l; ARTI COLO l UIS DELI.'ELF.NCO lJ 1 ECC.
feriori ad 1,7:!; di 84 per quello eli 1,72 ed inCer·ior1 od 1,84. infine di 81) per le s tature che raggiungono o suppr•ono metr·i 1,8-1-. Però, mentt·e per le s ta lut·e inferiori a metri 1,63 il pe!'imetro Loracico a vrebbe dovuto esser· sempt•c tli almeno l!O centimetr i. per gli allri pet•imetri rispondenti a slalure più elevate , era l'labililo che una deficenza non c::uperiore ad un contimelt•o non avrebbe dov uto motivat·P l'inabilita q11ando ~i riscontrasse nell'individuo quel C('lrnples;;:o di condizioni cito potessero assi<·urat•e della sua .altitudine al set•vizio militare. Nelle avvertenze pl'e poslc n codeste· moclificazioni veniva dichiaralo che « mentre i! m iniJ,nw di • centimetri 80 arasi consideralo assolutamente nec~g,..ario c per la idoneità, le altre g raduazioni erano state l'labilile " in misure semplici, ma egualmente corrispondenti oli•· ii!il'« niche e;;:igcnze, tenuto conto dell'enlita nutnerica tiPi •lic vers i gradi di statura che all'eta della leva riscontt·ansi «nelle nos tt·e popolazioni n. Noli' Atto N . 95 del 10 maggio· 1S.Q8 vonivauo poi gius tificate le modiflcazioni in parnlt\ come aventi lo scopo c di semplificare l'alluazione dellr> prec:e~·i " zioni r elative alla misura del tOt'tlCe, di diminuirP 1,. cau<>c cc delle facili discr·epanze nel t·ilevarne i risultati e di pii• sic curamente oppor si alla provocazione di dimmmdoue del « perimetro loracico che le tenui differ enze già primo con« templale potevano racilitnrc ed in coraggiare ; e nello s tesso 11 tempo di nvn fat• perdere all'cset·cito lutti gli indi,idui alli • ad un buon c,ervizio cbe potevano tal fiala !"Otlra •·vi ..i. • 111.
Avr·ei potuto risparmiare cotesta rassegna di provn>dimenti , necessariamente da lutti conosciuti, se doll a loro esposizione in ordine cronologico e da qutllla dei rnOli\'t atidotti per ~iusliflcare ciascun mutamento non emer!!'f'""e con evidente chiar ezza che eino dal primo ~dorno in cu1 il •·apporto fra il peri metr o toracico e la statura fu inalzulo allH dignilè Ji criterio per la scelta del soldato, s1 é detcrrninato un a!.<pro conflitto fra le e!"i~enze ùol numero e r1u ellc della scelln, fra la quanlita e la qua lità degli clementi tla r·cclu-
L'ARTICOLO ~ UIS DE LL' ELENCO n, &CC.
.i,'l 7
1ar8f, Dapprima erano le slalura alla che dall'esercito veni-
vano eliminale in discreta quantità per l'esorbitante peri-
metro che si esigeva e che le nostre razze non presentanno; riguadagnale quelle coll"abbassare il rapporto per imetrico, tratla vasi di riguadagnare pure i numerosi elementi che si perdevano nelle stature mt•die, e •rueslo intento si raggiungeva alla stessa maniera abbassando poco per v olta n relativo rappor to della periferia loracica. Il principio del rapporto rimoneva, ma le numerose tran· Mzioni tendevano quasi ad eluderlo; da ciò al1'11bolizione Jel principio non vi ero che un passo e questo fu fatto a mezzo del R. Decreto 21 marzo 1889, il quale, abolendo la valutazione di quals iasi rapporto fra il per imetro toracico e la statura, determina che lo sviluppo loracico è ins uf'llciente quando n on è almeno di 80 centimetri nel perimetro orizzontale. ~ cotesto un rit.o•·no a ll'antico che molli, ma molti meJici awanno pensato che non sarebbe mai av,·enuto e che nell11 tmuzione minisleriale che ra ~eguito al decreto s ucciLalo, viene giustificalo " ùall'inlenlo di poter ottener e quei risu l· • lati nwneriei che dal reclu~amenlo si de!liderano, ed anch e • da quello di diminUire i casi sospetti di tu·Lefa lt.a provoca• zione della insufficienza del pel'imetro lo racico ». L'istruzione s tessa conclude col manifes tare la speranza • che gli scopi a ccenna ti si pos<~a no ottenere seor.11 y raoe• ~Mnte modificare le qua)j(à fisiche ritenute necessarie a • tostitui•·e un buon soldato. ,. IV .
. •~ non rni elever ò a censore delle disposizioni ministcl'lah, e se l'amore che porto alla e& usa mi spinge a lrullarne , è I!Oio dal lato obbiett.ivo che m i prooon~>o di considerare r n a:~ome~to, per riconoscere so il ra pporto che venne testò ohto, s1a veramente un criterio della scolla cosi poco imP~rtante che, Lra scurandolo, non possano gravemente verure .mod•flcaLe le qualilti fisiche del r eclutamento, e se per raggtUnger•e i risullati numerici che dal r•eclutamen lo si de-
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1-f 8
L'\ 1\TICOI.O 181 s DELL' ELEI'iCO B, .RGC.
Hidera no non vi sat•ebbe qualche Altro m ezzo ditl'erenlo dal· l'espediente adottalo. Lascio da par te il Ialo ~eolime nlale della que!ltione, ciou la considerazione del lot·to fatlo alla scionza, alla quale cer tamenle vien merto la deferenza voluta quando oggi si rigetta come supel'fluo, inutile o quasi dannoso un .. uo !)Oslulalo cho ieri si (lccetlavn e si pr·oclamava come la salvaguardia della salute dell'esercito. ~on è un faLLo 11uovo nella ~loria militare clte, se<'onJo speciali conlin:?enze, sian~i modificati taluni ct•ilet•ii che donlVano servire di norma pel rPclutamento; lauto il limite di età e della slalut·a. quanto I'Apprezztlmento eli qualche infet·mita o fisica imperft>zione 8Ubil·uno spe!ISO mod ificaziooi in oc.casione eli gu~1·re lunghe o clisaslrose, quando occorreva g rande numero di uomini per difender·e il paese e per colmar e i vuoti ralli~ì nelle tlle dep:li eRerciti combattenti. Fatta a«tl·azione di tali coutingenzP, il rn·incq)io del rapporto fra il pcr1metro toracico e la statura dovrebbe restare. Non è come espressione nsiolo~ica dell'energia della amatosi cho io lo accetto pPrchè consideralo :::otlo quest'aspetto il concetto divert•ehbe erralo pel suo esclusivismo. tendendo Ad ammetter e che la solt\ esten~ione della supPrflcie respil'ator·ia sia il coefficiente di una buona emalosi, mentre i coefficienti sono ben nun1erosi." quello della esteu~ione della fl\lpcrtìcio noi). 6 il più impor·tante. Ma codesto pl'incipio dov•·ebbc r·imoneJ'l' come c~pressione dell'euritmico >:vlluppo dello schl'letr•o, di una con rormazione organicH r-clativomente nor·malo, o, como lo chiama il DaGiova nni, del tipo morfologico tli)J'lll81e, e quindi cou1c uno dci mezzi piu positivi che possediamo per es;;crf' relativamente ,:tarantiti della buona disposizione organica dell'in!'>Crilto. Sicclt~ appunto, come il De-Giovanni ammette, e corne l'e!:'pet'ienza conferma ad ogn i istante. le variata che s· in· contrano nelle combinazioni mol'fologiche indiviòuali co8lituiscono doi gruppi che l'appre~enlano drstinle morbilitll, e distinte pt•oclivitt'l a spPciali manifestazioni E<intomalic!Je nel f'orso delle malattie.
L'ARTiCO LO l 013 DKLI; &LE"' CO Il, .&CC.
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Senonché accanto a coteste combinazioni morfologiche cnorbose, si trovano rt uclle p roprie della r·aLza speciale cui l'lodividuo appartiene; ~i banno i caratteri etnici, dei quali, .alcuni, per quanto 8$Sumano la parvenza di un deterioramento in confr•onto a quellt che prevalgono in altt·e razze, pure non hanno signiftc6LO morboso, t iò che e dimostrato dal faLlo che fu ed é possibile l'ereditaricta di quei caratteri "Senza che la razza daper·isca e senza che vi si determinino prevalenza morbose speciali. Coteste deviazioni e~niche d ..i carallcri morfologici che ~l'mai nelle nostre razze sono sia te t•iconosciute iu lulle le loro gra.d11zioni potranno giuslifico re ed anzi imporre una riduzione nelle cifr·e espdmenti il rapporto tra il perimetr<' toracico e la statura, ave11do dimostr•ato clte eccederebbe il nostro bisogno lo esigere le cifre emer~enti da ~li studi fatti 1111 tazze che fr uiscono di uno sviluppo t>chelelr·ico ma~giore àRe nostre. Ma quando, como venno fallo col decreto del 4888, $Ì è pervenuti al limite :nassimo di lale riduzione, a -quel limite cioè che è conforme alla media del rappor to preeentato dalle nostre razze, i vantaggi che dalla vt~lutazione di tale ra pporto si ponno con~egu ire, sono certamente tali da eompensal'e le pet·dite r•elotivamente ttcar~e che, ridotte _.quel minimo, esso può ort·ecare, o da persuaderei quindi • eonPerva rla pel bene clell'eaercito. lmperocché non é solo pel suo significato biologico che si do' rebbe aver lutto rin· 1eresse a che fosse mantenuto il principio della proporzionalitil perimetrica del torace. Gl~ elenchi delle infermità, più che pel medico, sono falli per l rnembri componanli il Cons iglio di leva e per quelli 1:he fanno parle dal Consiglio ùi amminisll·azione dei corpi . SI perito sanilar io pPr J•ic:olvere il p1·oblema che gli viene proposto inlot•no alla fisica idoneità dello inscrillo al serVizio mihtare, dopo aver r iconosciuta la integrità materiale ~ funzionale dei vari ~istem i orgar.ici può sorvolare a qual~nque misurazione del torace pel' giudicare della fisica r e1115l"nza dell'individuo, qunlot'fl il suo occhio sia cosi speriment.ato e ben dotalo dalla Mlura da saper afferrare 1 r apf>Orlt morfologici cou uno sguat·do J'apido e compr ensivo,
4.20
L' ARTICOLO 18 " DELI.'ELE~CO n, KCC.
che perroella di coglieJ•na le varie combinnziooj o di~sonanze e di valutarle a seconda del loro ~igoificato etnico o morboso. Ciò chu nel perito sanitario deve essere arte e uuluJ'R, non può esigersi di trova1·e nei membri del Consiglio di leva. Questi, per quanta fiducia r ipongano n el perito !-'anitaJ•io, si lasceranno per suader·e piu da ciò che par•la immediatamente ai loro sensi eenza richit·dcr·e il concor:>o di un apprezzamento scient1flco o della buona fPde, che dalle ar~omeu ta zioni più abil i colle <Juali il per ito cercasse di lras cmarli Hell'orh1la delle sue convinzioni. La clebolezza di costituzione contemplata dall ' art. l, per f)uaolo sia P~pt·essioi1e piu comp1·ensiYa della paJ•ola fJraeilifèt, una vol ta usata, non ò per questo interpre tata jn Jnfld<> uniforme ed approprialo dai profani, come ù'on lo ~ lulor& dal medico; ma quando il per1t0 può dimostrarla non '-O)(} col metlorne in evidenza le note cRratleri8tiche dr.lsnnle dalla llaccidezza dei tessuti, dalla insuffìciem.a dello ~viluppo rnuscolar·c•, ecc., ma eziandio col far rilevare deficiente il voluto rapporto fra il perim etro tor&cico e la statura. ùawwli a tale pro>a obbietti,·a, il suo ~iudizio non jocooll·a piu o~ pos ilot•i. Questa disposizione del Cons iglio aù accogliere, quasi senza controllo, i fatti più evidenti, e a diffidar!' ùi • 1ualsia~i giudizio che emani da cognizioni specrali in cu1 la s ua competenza è genera lmen te cosi scarsa, ò nalui·oh>< · ~ima ; ma in par ecchi consig-li dj leva lo vidi giungere al punto che se un inscr ilto di debole costituzione, a veva per caso il voluto r~porto perimelrico del torace, pe1· ciò :-alo, da buona parte Jet Consiglio, veniva spesso discono~ ciula la debolezza costituzionale che pur esisteva. Etl analo~a menle, prima che il rapporto loracico rosse st.uto atfotlalo eome criterio della ::;celto, se un inscr itlo ppescntava :,th 80 centimetri prescritti di circon ferenza loracica , occorreva wolla dialettica al pet·ilo pe1· pPrsuadere il Coms1:;tlio ùl'lla eventuule con comilanlc gracilità. Ciii avverra anche cJra, per quanto al concetto ambiguo e restr 11Livo d~>lla gracihlù s1a stato sostituito quello più comprens ivo della debolez7.a di costituzione, pe1·ché le parole t'ilP' p resentano uu' idea, e l'idea è oscura !<e non ,·iene illuminata
L' AllT ICO LO J ot:; DEll.'ELENCO D, ECC.
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.cfalla scienza . ~perciò che spedalm enle nei casi dubbi c he sono cosi numerosi, la consta tazione degli 80 centimetri di perimetro tor acico s'import·il per se s leS!;:il al Consiglio pél gin,ru~io d'idoneità, al di sopra di qualunque altro ar~omenlo con .cui il perito tendesse a provar e che, ma.lgrado quel perimetro, l'inscritto è affetto da tleboltozza costituzionale . Sara quiud• va na lusinga quella cho ancora ~i nulre che coll'abolizione leslé sancita non vMgan o gravemente modifi-cate le qualità fisiche necessarie a cost•tuire un buon soldato.
v. PenetrAto da tale convinzione, mi sono c!tiesl(l se, data la necessita di oLLenere dal reclut-amento risultati numerici maggiori di q uelli r a ggiunti negli u!Limi a nni, uon poleansi adottoN altri espedien ti, i quali fosser o abbastanza e rftcaci senza -compromettere i risuUati di un buon reclutamento. A me sembrs che tnodìflcando talune delle disrosizioni portate dalle vigenti leggi sul recluLamento, si potrebbe oLleoer e un aumento numerico il quale compenser ebbe al di là del bisc.:;rno le per dite che even lualmonle fosser o portale da lla riadozìone del rappor to tora.cico nella .misura stabilita dal R. De creto del 13 ma~gio 1888. Tali espedienti sì riasst•rnono nelle seguenti pt·opo::;te: 1• Limitare i titoli dell'elenco B per la riforma assoluta; 2• Estendere il periodo della l'ivedibilità ; 3• Limitar e il passaggio alla s· categoria; 4' Usufruir e in modo speciale delle basse statur e. V I.
Non mi nascondo le rnoltepHci diffìcolta che si frap porr a nno alla presa in consider azione di queste proposte. Vi sono consue tudini ed ot•d ini d'idee cosi invelel'ati che .Pochi pensano a lla eventualil8. che, per fo t•za di tempo o di circostanze, essi possano o debbano modificarsi; per cui può -facilmente compl'ender si l' avve•·sione che viene s uscitata 1lelle masse quando occor••e di portare un mutamento a qual-
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siasi antica istituzione, e specialmente quando, per effetto di questo mutamento, si aggravino anche per poco fJLICi p~si ai quali le masse erano diggia assuefalle, e che, appunto per la lunga consuetudine, prima sopportavano quasi !:enza ar.corgt>rsene. Ma ciò che nella ~ua essenza non è che una delle tanle forme di estrinsecazione della forza d'inerzia nell'ordine morale, non deve essere di ostacolo alla perfettibililà delle istill;zioni e nemmeno a l lor-o adattamento alle e8igenze di con tingenze speciali. È perciò che io cercherò di svolgere le mie proposte. affioche emerga tutto ciò che può esservi in loro fuvore, e possa attenuarsi quunlo a tutta pri1ua potesse semb1'ar contrario allo. loro adozione. VII.
Lo prima proposta è intimamente connessa colla seconda per cui trotterò ins ieme di entl'ambe. Col limitare i liloli dell'elenco Balla riforma ussolula, mi proporr ei che l'esercito non perdess~, in causa di un giudiziO precipitato e troppo assoluto d'inabilita, lutti l(uegli mdividu• }e CUI infermità Od imper·fezioni f'i potesserO preSUIIlCI'e ravorevoJmenle modiflcabili in un tempo anche relatioamenie lun{JO, o fossero conciliabili con un eccellenlu e completo servizio in laluni corpi dell'esercHo. Queslo principio, lnngi dall'e~flere nuovo, è anzi ammes!'o dalle vigenU disposizioni che regolano il r eclutomento, ma ò applicalo in troppo slrelta misur·a. Già il§ 33 dell'istruzione cornplomenlare al r~golamentu s ul reclutamento prescrive l'assegnazione ad a r mi speciali degli in~crilli aventi ai piedi od alle mani determinale imperfezioni oli infermità che l'elenco B non contempla per l'inabilita. É questo un precedente che, pe r' analogia, permette di cooJìdare cbe alll'C impe•·fezioni cho non pregiudichino la robustezza dell'iuscrillo, quella robustezza che deve essere il car· dine intangibile dell'ulliludine al servizio militare, possano essere contemplale, per rassegnazione di chi ne è otfelto. 8 • cOl'pi speciali. Non è mio int-endimento che ques to concello
L1 AI\TICOLO 1 uts DELL'ELENCO O, ECC .
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J una idoneità limitnla soverchi sifl'altamente quello della ifoneitA generica da condurt·e alla app!icozione del principio ... servizio ausiliario vigente nell'esercito francese, percile il w&aggio che questo pt•incipio arreca, che nessun inscriUo che non sia assolutamente inabile al ser vizio militare vi si possa in veruna guisa c:.oLlrurre, viene eluso dal danno di gran lunga mtl~giot·~ che si ver tfiCtl per ciò che, in omnggio al principio s tesso, ~i tende 110 ammettere nei corpi ausiliari individui la cui resistonzl~ organica è scar sissima p ~l set·vizio m lempo di pace, nulla o poco meno per quello in tempo ò1
guerra. Nell'esercito vi sono c o:-pi , come le compagnie pet·mauenti dti distretti, quelle di sanita, di sussistenza, talune catef{oric di operai, i quali non f'unno esercitazioni di liro che in numero appena sufficiente a dare quella conosc~nza del fucile che da ogni ttOidato si t•ichiede; vi ::~ono corpt che non si tro vet·anno mai in servizio di avamposti, nè hanno, né avranuo mai occa· alone di l'are delicati apprezZAmenti delle distanze, non fanno nè faranno mai lunghe e l'aticose marcie, c in tempo di f!ller•·a do'l'llono sottostare bensì a fa liclte egualmente dure, ma di 0 rdintdifferenle da quelle delle ultre tru ppe. Or bene, per ccdeati ~".Orpi, all'infuori del criterio generale della robustezza , ~ssono modificarsi t.alntli ct·itel"i rig uardanti l'acutezza vi"1••,etalune imper fezioni che si r isentono specialmente ùelle lunghe marcie fatte collo zaino sulle spalle e nelle condizioni comuni alle altre tru ppe. Proporrei quindi che gli inf:cr itli affetti da ollalmu-spnsmo, da strabismo sinistro o da a mbliopia limitata all'occhio sinistro anche se nei limili s tabiliti dall'art. 42, e '(Uelli affetti dA COllo voluminoso, da varicocele o da cirsocole, o da varici alle estremilù inferiori che 110n s•a.no eccessiva 1nente volum inose. per ciò !oCOlo non posPano essere dichiara li inabili, ma accettali per l'assegnazione ad uno dei corpi s uindicati. Invece per le infermitt\ che, secondo l'elenco R, costitui8.cono titolo d'i nabiHLà quando persistano olt re il perioùo della rt~dibili~, estenderei questo periodo a cinque anni. spectalmente per la debolezza di costituzione , r·e r la oli~,toemia., per la cachessiA pa lustre, pei casi ùubbi <li scrofolosi,
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L'ARTI COLO 18 15 0&1.1.' f:LE..'(CO Il, ECC
pei tumori asportabili seo1.a per icolo, per le dcrmatòsi non molto estese, per le ulceri di dubbia cr onicità, per le nevral· gie, per le congiuntiviti non manife$lameulo <'rorli che, per le nevrosi ca r diache, per•l'idr•ocele, eire vorr·ei cile la l'ivedibllitli protraL~a ai cinque anni foss e ta~sa tivamenle Jlre'>ct·itta com•• lo é da qual che tempo per la dcbnlez1.a di costituzione. Cbe cosa si oppone all'ado7.ione di quesl•l provvediment tendente ad assicurare all'esercito il conlmgente abbastanza numeroso fornito da coloro la cui inabilità even tualmente non fosse che ll•ansiluria; dì questo pro vvedimenlo lendf'nte a dis· sipare molti di quei dubbi dft cui non va immune il Consiglio di leva quando deve dispensare dal ser vizio più r··r crilerio altrui che per convin1.ione pro!>r ia, tendente infine a fare accogliere con ma~gior fiducia •l giudi.:io del perilo ~auitario' ~on vi si opporrà resubet·aote numero di capilisla che verrebbe ad accumularsi ad o~ni sessiorte di leva; non l'ineo· modo cui si obbligherebbero gli i 11scrilti di p t·osentor~i per cinrJue auui di seguito davanti al Consiglio; uon la. sospensione d'animo e d'interessi in cui l'inscritto dovl•obbe eventualmente l'imanere per due anni dippiù del consueto rn at· tesa di giudizio. Tutto cio per quanto ur·ti abitudint ed interessi, avrebbe esuberante compenso nei vantag!!i che nerisulterebbero. li maggior danno sarebbe r·i senlito da coloro che giudicali idonei nel4• o 5• anno eli rivedibiiHà, subirebbero per ciò un ritar·do r elativamen te uotevnl e nell'al'l'uOiamento. M a, lasciando da parte la considerazione che ciò che P. effe!· tuabile da mollissimi lustri in altri stati (A uslrial clo, r8 poledo essere anche da noi, r esta semç>re la po<>sibilati\ di allenuare il danno vmcolando quegli inscritti ad un solo anno Jr ferma. Così come vi ha una categoria d·inscritti che per suo ìnLeresse e comodo ritarda il servizio al 2f:i• anno di età, v& ne Sal'à un'allra che lo rrlanlerà per· comodo ed in teresse dello Stato
t.' AR'IlCO LO 1815 DELL'ELENCO B, ECC.
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VIli.
Per quanto rìg uar·da la 3' pr·oposta, cioè i!l Jimilazione dell'assegnazione all a 3' cate~ori a, conviene tener conto del fatto che questa categor ia ha finora soLlr·atto in medi&. al servizio di 1' e di 2' categoria la meta de!lli idonei. Il R. Decreto del 6 agosto 1888 col pr·escriverc all'art. 87 del lesto unico delle leggi sul reclutamento che sia assegnalo aUa 3' categoria l'inscritlo cho abbia un fratello consanguineo al servizio militar e dello Stato purché ascritto a lla 1' coleg. e facente parte dell'esercito pe1•manenle, si proponeva appunto di abbassare la cifra enorme di questa perdita, tanto è vero che prima per dai' dirillo all'assegnazione alla a• bo.stava che il fratello oon avesse ancoi'a fatto passaggio alla milizia ter ritoriale. Or a io proporrei di diRcendere a11cora di un grado nello s tabilire i titoli a codesta assegnazione c che l'in!'critto avesse diritto a l passaggio a lln 3' categor ia quando il I'I·atcllo suo stesse ccmpiendo la sua fCI'ma speciaJe di t· categoria. Siccome per·ò le ferme variano dalla durattl dì un a nno a quella di cinquo, per no11 fa t· differenze e confusione, s labilif·ei come limite del diritlo a sitfalla asscgnazion<' quella etA del fratello militare, oltr e la quale anche le ferme ordina rie più lunghe sono compiute, cioè ii' 2G' Anno. P oeciò modificher ei l'arL 87 in q ucsto s enso: I!: assegnato alla a• categoria l'inscritlo che abbia un fratello consa11guineo al set·vizio mil itare dello Stato dell'eta non ma~~io re di 25 anni compiuti, o che, malgr·ado questa eta, slia com piendo la s ua ferma "peciale. Questa disposizione concilierehbe ancora ~l'interessi com· pless i delle famiglie co11 tJUelli dell'esercito, e rìspetlci·ebbe quel sentimento in omnggio al qunle fu s tabililo il pr·incipio che, in una determinala pi'Opot·ztOrlalìllà, non ~ia tollo allt~ famiglia un insc1·i tlo il cui fi•atcllo s ia soLto le a rmi. Anche questo provvedimento polt ebbe 6$Sere tempera to disponendo che gli inscl'ilti i quali t·isenlisst>ro gli clfolli differenziali della mia proposta, quelli cioè che perdessct·o l'attuale diritto all'assegnazione alla a· categoria per avere i1 fratello bensl nell'esercito permatwnLe mu iu congedo illimi-
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L' ARTJCULO •11115 DELL'EtENCO B, ECC.
taLo, assumessero perciò un litolo ad una ferma più breve. quando non si volesse assegnarli alla 2• caleg01·ia ; fet'tllo restando che dovessel'o venire assegnati alla categoria ed alla ferma ordinaria che loro spellasse, pel numero estratto, coloro che perdessero il dil'illo alla assegnazione di 3• categoria per non avere più il loro fratcUo nell'eset·ci to perrnatwnle. Qualora poi pet• l'applicazione della mia proposta avv~nh;se, che in tempo di guet•ra tuLli i figli di uno stesso padre, perché appartcnenli alla t· od alla 2• categot•ia, fosSCJ'O chiamali solt.o le armi sia coll'esercilo permanente, sitt colla miliz1a mobile, potrebbe J ispot·si con apposito articolo di legge eh& in iempo dt: guerr.p,, dala quesla evenienza, almeno uno dci lìgli possa far passaggio alla milizia tet•t•ilorialo . Nell'intento di ridurre !P proporzioni numeriche dc!la 3• c.atet:tol'ia nei lin\ili del possibile e t•ispettanùo sempr'\e i principìi umanitari cbc ùelt.ar ono Lalune dis posizioni della legge sul reclutamento, si poLreb~ero inoltre apporlat'e alcune motlilìcazioni al capo 9• della legge s lessa nel senso che non sia de finitiva l'esenzione dal servizio di 1• e di 2• catego1·ia i11 quei casi in cui i titoli per la esecuzione stessa possonn e;;serP tempora 1'i, come per i figli unici d i matlt•e tultora vedova. pei nipoLi unici di avolo o di avo1a senza figli maschi, pcl fra lello unico di sorelle nubili, ecc. Cio potrebbe eff~ltuat•si prescrivendo che questi titoli, per dar cliri LLo al la esenzione debbano esseec prova li persistenti per un certo numero di anni, anaJogamenle a qul.lnlo dispone l'at•t. 94 della legge per i membt•i di famiglia demenli, m aniac i od assenti. IX.
Mi r estA ora da LI·allare dell'ultima proposta, quella (~i oé di usutruire in modo parlicolar-e delle basse stalul'e. Non é senza esitazione che mi accingo a s volget•e ~li ar· gomenti che non mancano in favore della mia proposta, percbè so che uoo mancano nemmeno argomeuli contrari, e, ciò che è peggio, che conlro d i es sa s.i eleva un pr·egiu· dizio genet·ale e secolare. , Sembrerebbe che, dopo l'esempio della POlus iaslica peedi-
... ARTICOLO l BIS DELL'El.INCO B, t.LC.
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... _,,,~-'---~ mauirestala ùa Fedm·ico il Gr·anJe per' lo alle slslur·e che dopo essel'e s tati presi da anHnii·ozione per· le alte s ta1ure delle truppe inglesi, e ò'avere in,·idJalo ai re~g iroenli di parecchi Stati della Germania g li uomini alti di cur abbondano sembrerebbe che, dopo di aver provato una impressiono non aggradevole n ello scorgere fra le s Lalure medie i soldali di 1 melt·o e 5i centimetri di altezza nelle file .lei re~ gimenli francesi, non ~ i dov rebbe trovare i ncora~tgiamenlo a spezzare una lancia in ravo r o t!ellc bas~o stature. Mu necessita non ba leg~e; e di l'routc elle esigenze numeriche del reclutamento, quando q ueste 11on possano venir· soJJisralte dalle stature UJcdie e dalle alle che col pericolo di dover transigere sulla robu.,tezza, non è inopportuno l'indagarP. se si può raggiung(' t'O l'i n tento us ufl'uendo del le basso stalure senza inlaccar·e la solidità o lA serietà dell'ese,·cito. Questo problema de ve e~sere considerato ~ono un duplice punto di vrsta, cioè dal Ialo dt::ll'allitudine dei piccoli al ser · vizio miliLare, e dal IaLo dt·ll'estelica. Per ciò che r iguarda l'allitudine, domina un concetto ine81Uo od al meno esagPrato, che ciot> la resistenza or.f!anìca •In rapporto inverso de i limiti estremi della s tatura e cho quindi i troppo alti ed i troppo pi<.'.coli non si uno robusti. La tradizione militare ha fatto suo pn> di ques ta massima, !':OIIanlo per quel che r iguarda i piccoli, pe1·chè q ue!:li r auniseono il più spesso a loro danno anche il difetto di preRtanza militare. La predilezione o meglio ht necessità delle statuJ'e elevate era imposta in tem pi beo lontani dal peso delle armature, dallo speciale modo di combattere, dalle lunghissime marcia, insomma tla condizioni tali cht-1 es igevano nou solo· la comune resistenza OJ'ganica, ma una forza muscol are straortjinaria che non veni,·a fornila che da or ganizzazioni speciali il cui contingente piit n11meroso trovavasi nPIIo sluture al di sopra della media. La lungp consuetudine ha consac r·ato n t'lla tradizione po~ol~re, tanto sotto l'espello estetico quanto solto quello dellatliludine, un concetto di antagonismo fra la condizione militare e le basse stature, conc,~llo cbe ora non solo più
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L AilTI COLO 1 8 IS DfL L' KLBNCO B, ECC.
nun regge, ma assume il carattere di pregiudizio, es~endo da Lempo mutate quelle condizioni che rendevano assolutamente necessaria la loro esclusione. Col si stema oLluale di armamento uon molto pe!'lonle e la cui poleuzialilti W\ sempre più facendosi indipendeote dalla forza indiv iduale, colla forma sempre più collellivu assunta dal modo d1 combattere, col sollievo arrecato alle truppe dai celeri mezzi meccanici di trasporto, non solo uon é piu neces~aria nel soldato '}Uella fo1·za muscolare ~·cce~oio:;ale che in altri tempi si esigeva ; ma nemmeno qut>ll'enorme abituale tlispend1o di forze che era il portato di condizioni anl erior•i Rnchc rt•centi. D'alh'a po rlt~ consideranùo le basse sl.a.lm'e dal Ialo biologico, PSRe, al pari elle le alte, possono esser e tanto la c~pressione cii uno sviluppo anormale o difelloso, •IUIIlltO quella di un ca ratlel'c etnico, di un atlribubo di razzu. Sotto questo nspell.o C)Uindi la statura non ha ver sè ste.~sa alcun significo lo in r apporto a quel or arlo di robustc~za chf' rile· nuto sujf/ciente per soddisfare alle esigen•e di un uuo11 ree/n· iamento. Conviene quinùi ricer care se, lmlipen de nlt~lnente dalla r obustezza, vi sia nelle stature basse, e. per essere piit precil-O, in CJUelle com pt'ese fra m . 1,53 ed 1 ,~5 qualche condizione srwciole che menomi l 'aUituJine al ~er,·izro mifilare. E evidente che l e condizioni particolat'meote sl'avo1·evoil a~li individui el i bassa statura, per quanLo sani o 1·obusti essi siano, c<~nsislono nella co1·tezza de,( e estremità iut'~l'iori, e nelle. impaccio che loro procura il porlo tlella comune armatura. Per lo bre,ri til delle e!'tremità inferiori , il pas~o non può essere fallo colla voluta ampiezza regolawentari}~ ed anche indipcndeutemenle ùa questa, n on può aodar Jl conser va col posso dei gt'andi; per cui i piccoli ltlarciano male coi gruuù.t, tlovenJo compensare colla maggiol'e cele· r ità la minor e ampiezza del lor o passo. Senonchò la r1uan· tità del cammino che ess1 possono percorrer e iu uu ùato tempo é pr·csso a poco la ste~sa di quella perco r•·ibile dal g1'8ntli, mentPe il relativo dispendio di forze, per ifllilOtO drbba es!'rre maggiore Mi piccoli che devono aCC•ller·are
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t'AitTICOLO 1018 DRLL'ELENCO B, ECC.
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1 passo, non esaurisce puolo 1a loro eccilabiltlil che comuaemenle in essi é maggio1'e che nei grandi. Considera ndo ora il lato estetico della questione, dP.vesi riconoscere che esso non ha minore importanza, pc•·chè Dell'ordine fisico come nell'ordine morale non basta l'essere, ma biSCWJa anche pa1'ere, e nell'esercito l'apparenza non é tilolo di credilo da trascura1·si. In genet·ale l'uomo é fisica· mente appt·ezzato non solo per la for za e per In resistenza organica che possiede, ma eziandio per quella che dimostra, e rampio ed armonico sviluppo delle forme é uno dei c•·iteri principali , anzi potre,bbe dir si l'unico, io base al quale si presume della forza all1·ui pr ima di averla provato. ~ C0$1 che i Germani si burlava no clei Tioma.ui , la cui slalure, appeLlo alla loro, sembrava ancot· piu bas!la; ma C8888rono dallo scherno ed inco minciar·ono a stimarli ecl 11 Lemerli quando, ma lgr ado la loro alta ~ laLUI'O, toccal'ono dlaastrose scorifl Lte. Ka ora si tratta di soldati ben pi1'1 piccoli , dei quali può lllerir.ai, senza tema di esse r~ conlraùdelti, che, per quanto l'atcPooia delle loro forme e la robus lezza loro possano Pssere conformi alle esigenze di un l.luon reclulamenlo, non per que!:lo urlerebbero meno il senso estetico qualora fossero vestiti colla ste...c:sa di visa ùelle altre tru ppe, iocot•porati nelle sle se lo1•o tlle, ed armali nlla guit:a comune . Riassumendo, adunque, i piccoli av•·ebbero il passo corto, sarebbero im pacciati dalla comune armatura, Ul'terebhero Il senso estetico se coperti dalla comune di"i~a ed incorporati coi grandi. Non v'ha dubbio che codesti appunti non costituiscano altrettanti liloli d'in reriorilà, ma ciò non bnsta perchè essi debbano considerarsi come ostacoli assoluti all' impiego tlci piccoli nell'esercito. Cotesti titoli d'inferiorila non costituiscono la negazione delle qual ità indispensabili ad un buou soldato; dovranno essi adunque togliere ai piccoli il cat·atlere di forza valutabilc nella compa g ine dell'esercito? Si doVrù forse ad un piccolo souo e robus to, prel'el'irc un grondo la cui resis len;::a or.gonica. s ia dub bia? No, cPrlurnento ; ma
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L'ARTlCOI.O I BIS DELL'ELENCO D, ECC .
ad un pallo c!te, dei piccoli si usufruisca in modo speciale. che essi formino un corpo a parte, con armamento e zaino speciali, e meglio senza zaino, e colla divtsa fop;gu1ta in modo che spicchi l'armonia delle lot•o forme e non emet•ga ancor dippiù il difetto della loro statura. Come si dovranno utili:.~zare i piccoli i Pervenuto a f(Ues to punto, mi accorgo che non ispolla a me d'invadere il eam po tecnico militare, per t·icouoscer•· se Pssi siono come io cr edo anche tatticamente uLilizznbili. Come •l'economista addita ull'allivilà del paese immiserilo le terre incolte ed impt•oduttive, le ricchezze sconosciute od abban donate, cosi io all'egercilo che vuole integrarsi nel numero senza ledere lo sue qualilù essenziali , addito nei piccoli una forza finora trascurata e cbe m1 sembt•a valutsbild. Nell'esercito francese l'inscrilto che, esaurilA la sua rived•bilita, non ba la statura di m. i ,~i deve essere cla!"Sifl culo nella armala ausiliat·ia. Dovremo forse anche n•1i fllre lo stesso od analogamente collo slal.ut'O di m. 1,53 ed l,fl<l, quando ai corpi l:IUSiliari dovrà cs~er·e fot·uito un contingente anche troppo lar go per altri titoli, e quondo abbiamo ammesso per principio di utilizzare quelle stature solo a pn1to che fortuino un corpo speciale? È perdò cbe lascio ai tecnici In rispo!'la : essi banno a loro disposizione una forza di più la cui potenzialilé, anche se alquanto limilula non è da trascurarsi; ad essi l'applirorla nel meccanismo ùell'eset·ci lo pet· lrar·ne l'effetto più utile che l'i a pv-.~ibile; poiché il respingerla iu omaggio alla Lradizio••c cbe le 6 sfavCII'evolc od in odio alla sua origini.", non sarebbe più conforme alla larghezza dello spirito moderno cbe di tutto sa far tc!':Oro: sar ebbe anzi in opposizione al lo tendenzo utilitAria dt>l secolo chu non l!'a~cura alcun ' 'alot·e e mentre soltomelle al suo dominio lo fot·ze più poderosP, che pt·ima som· bra,·a oo all'uomo ribelli, sa pur utilizzare le piccole for·ze dispet·sc, ed ~ccumulanclolc, adattandole, trasformanùole ne sa aumentare la potenzialità pet· modo che negli immPnsi loro effctli non può più riconoscersi la piccolezza della cau"a iniziale.
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UN CASO DI
AVVELENAMENTO PER ANICI Nota letta all'osp"odalè mtllt.are di Rom,'\ neUa confort>nt" srit•ntillca del mese di giugno 1889 dal sottolelwnle medico tloUor CcrYell i .
Mi sono accinLo a narrare questo fntlo, non tanto pet· la dimo!'llrazione dioica di un avvelenamento acuto, quanLo per le possibili disastrose conseguenze a cui si potrebbe ~iun gve, ove non lii tenesse alcun conto della qualità d'anici che si fornisce all'csePcito nelle vflr'ie citta del rr~no. ed ove non lli stabilissero con chimica pl'ecisione i vari componenti dell'anisetta, che, come pret=;crive il J'ego l t~menlo, !'i melle in distribuzione giornalmenla alle truppe. Ma. senz'allro, entriamo in argomento per poter poi, dopo l'espot=;i!-ione dei falli, emettere giudizi , pttrer·i e consiglr, allo scopo di ovviare incon''enienli seri ed a cui fino ad ora non !'i era pensato. 1l giorno 7 di giugno 1889, verso le ore 2 pom.. fui clliamalQ d'urgenza, per· portarmi a visitare il soldato Crisostomo Giovanni della compaguia deposito, il quale da circa un'ora c mezza non tlava segni di vita. Mi afft·etLai a correre nolla cuserma di Santa Marta, ove trovai illfalli il Crisostomo in gravi ed allarmanti condizioni: disteso ::;ul suo !ello m posizione supina, coll'occhio semispenlo ed impietrilo, puprlle rnioliche,polso piccolo, fr·equente, al'itmico. Avendo domandalo Ili circostanti soldati clte, come suole accadere, atLorniavono 1 1 letto del Crisostomo, in qual modo avesl:!e avulo pr'incipio
UN CASO
quel g rave disturbo, mi risposero, quasi ridendo, che si e1·a ubbt;iacalo, con l'anici, che doveva esser messo in distribu zione al corpo. Infatti, avvicinatomi alla bocca del paziente, f'{uesta tramandava un non inlenso, ma sen:;ibile odore caratter istico d'anici . Rinfrancato quindi da lle notir.ie anamnestiche presenti , ritenendo la coso di relativa gravità, feci1 quelle prescrLdoni necessarie nei casi di a lcoolismo acuto (ammoniaca, caffé, lozioni fredde sul capo, ecc.). Ma qual non fu Ja mia sorpresa quando, ve1·so le sei pomer idiane, ritornando m quat•liero per a ccertarmi dell'esito delle mie ordina:t:ioni , ritrovai il Crisostomo nelle seguenti condir.ioni : pallore ditfuso sul viso, sudore l'reddo, pulsazioni frequenti del cuore, respirazioni frequenti anch'esse, occhiaie livJtle ed infossate, pupille midr iatiche e non reagenti alla luCf•. ' Perdita completa dc' sensi esterni, della coscienza e della vita di rela:t:ione, insensib'ililà meccanico-tatlile di lutto il C.DI'f'O e perdita completa motoria e sen::;oria degli ai'Lì inferiori. Impensierito da un quadr o clinico cosi imponente, di cui d'allr a. parte non sapevo darmi Rpiegaziooi IJlausibili, dopo avet•gli fatto trangugiare una tazza di caffè for tissimo con qualciH~ goccia di arrnnoniaca~ portato a braccio, lo feci mettere in carrozza e condurre in quest'ospedale, dove s ino a ll'ora della visita mattutina dell'indomani, non ricuperò i sensi . Dopo Lre o quattro gior ni ne usci e p1·esentatosi da me alla visita del mattino , mi raccontò come fosse andata la faccenda, che io, da ulteriori in fo rmazioni proveuienti da fonte n1eno interessato, ho riscontrate abhas taoza verit1cre. 11 giorno 7 luglio, essendo di piantone ~ùl'ufficio di amministrazione e propriamente nella camera dove sta il direttore dei conti, furono portali 15 lilri d'anaci, cùe dovevano se•·vi l'e alle sommini str azioni d'anaci c hinalo dei forli. n farc hino della casa fra telli Praga, che portò il vaso contenente l'anaci, volle fare uu complimento al nostro Cl'isostomo l)f frendogli,:ne due o lre bicchierini. Il Crisostomo J'acconu\ che dopo tre o quaLlro minuti cominc iò a provare un senso di vet·tigine e di debolezza estrema delae gambe, elle lo l'ecero cadere stramazzoni al s uolo. Tt·as porlulo l'( uindi ;;;ul
DI AVVELENAMENTO I'R fl ANICI
suo letto, fu r•itroveto da me nelle condizioni soprn descr itte, non !!enza aVt>r avuto degli accessi convulsivi, che però non si ripeteUero in mia presenza. A questo racconto abbastanza ingenuo del Crisostomo, che é un buon solda to, e che benché uscito dall'ospedale si Jam('nlava e si lamenta tuU.avia di una debolt"ZZtl che gl'impedisce di slat- r itto s ulle gambe, io insospettito soprattutto da quest'ullimo fenomen o. che mi r iportava all'azione flsiol o~ico dei veleni delrombJ•ellirere, formulai m mia ruentc i seg:uenlt quesiti: Può l'alcolilu d'anaci dare, abusa ndone, una reooruenologia cosi imponente? E se Ju può dar~, il Crisostomo ne abusò veramente? Color o chu presenzìt~rono i falLi mi dissero che non ne be v ve piu di due o tre bit-chiarini ; d'al · tronde i 15 lilri dell' infermeria er·ano intatti e ben chiusi Bedusa dunq ue la possibili !A di un forte abuso, che anche per sé stesso non avrebbe potuto produrre un C)uadro fenomenico sì grandioso, pensai s ubilo a quali altr·e cause elli clenti si dovesse attribuir•e la suddescrilt.a simdro me fenollllllologica. i sottoponevano alloru alla mia ossenaz.ione lre questioni: t• L'essenza d'anaci, per sé sle8Ka velenosa, come vuole Roesbach e No lltna~el, s tava io quell'anisella in una quanlité superiore del normalei 2• Gli a lcool in cui fu disciolta l'f'ssenza erano scadenti 7 (melilico, amilico, ecc., in luogo dell'etilico) ; a• Nella preparazione dell'essenza si potevano ritrovAre mescolate all'anaci semi di altro ombrellifere velenose, co~a non infrequente, come DieLericlr o Dujardin-Beaumetz hanno potuto osservare ? Per risponder e ai seguenti quesiti, fu necessario il ricordo del quadro dei fenomeni successivi, che mi pre~cnlò il CriI!O!!lomo e che conforter ebbe poni ti vamente l'ultimo di questi, ed esclude l'ebbe i pri mi due. Ad avvalorar·e però maggiormente i miei sospetti, fu nuces~ar·ia una luuga ed accurata analisi, esegu ila nel gabinetto ùell'istituto di mater ia 10 ~iea diretta dall' iUus tre prof. Scalzi, che uni temente ul mro dotto amico e suo assis tente ùoll. Stefanucci-Aia , mi 28
l:N CASO
fur·ono prodighi d1 consiglio e di opera, per poter rng-giun~ere il mio scopo. Ercovi in br•evo il t'iassunto llelle osservazioni analitiche e dell'esperienze s ulle rane, falle nel gabinetto accennato: 'l ' Gustato 11 liquido ha dato l'impressione di uu·ar~i~oua \'Omune abbas tanza piacevole, lasciando senso di buco amtcr ; ~ Qualche goccio versata sul cav<> della mano, dopo la evaporazione, dà odore r..a quello degli anaci ,_. quello del finocchi o ; a prel't!renza di questo, specialmente passoto alquanto lernpo dall'evaporazione completa; 3' A quc~Lo CBJ'ntlerc si potrebbe già sospeLtar•e la mi!<•·ela dei ::;orni rli nnocchio nel preparare l'essenza; tii)Lo unche il sospetto "he, in mez7.o ai semt di finocchio, ~i fossero 111escolati sernr dt cicuta, come facihuenle può avven1re per l'inesperienzA dPi r·acco~lilori cd il cui odore' murino fosse stato cope•·Lu do quello degli anaci e del finocchio: ~· PasKo al la l'icerca della cordino, si aggiunge u11 pn' di ~lcido ossH lico ad una ce rta quantità di anisetta e si ~otto pone alla dil:ilillazione, offinche ~i elimi ni la mas);\ima pal'Le di alcool e di essenza, rimanendo indietro la couiina ~JIIO ~la lo di ossnlaLo, che non è volatile; :)• Il re .. iduo della cli:>.tillazione. clte rappresentA acqua. poco ?.uccar·o ed o,;solato rli coniinfl, fu iniettata, pul'le nelle •·ane, allo scopo di vr•dere la r eazione fìsiologrca. carnllcr·i.,lica dcllt~ co11rina, cioè la pa1·alisi ascendtnt~ delle· eslrùmilà posteriori; l'ultra parte vi eu o a $saggiata cbimicamPnle, con i sohli rea~cnli. che appalesano l& pr·e:::enza \li trac.:re di alcaloidi. u--alt lll·rlanto: fl) 8CfJUfl d1 clOI'O; u) 8CqUO di bromo; C) linlura di IOtJÌO ac•tuO:-a; cl) actdu picrico; e) acido tannico; f) sublunato; yl iodltr'O ùi me1·cur·io e di potassio; ~i ebbe da lutti un intorbidamenlo peL' tracce di precipilnlo e la colot'll?.ione cat·allerrstica delle r eazioni che cr ri· ,·ula no un nlculurde: li ho conser vali in provette di saggio. Fummo dunque pel'suasi, che nel liquido sj contiene un alcaloide, il qualo cerlarnenle 11on s i Ll.'ova nelressenze tli uwH:i e di Jinoccltio; W Confortalo da questo r·isullato che l'endevo sc·utpre
DI AVVELENAM ENTO PER A~ICI
probabile la presenza della coniina e fondandomi sem.pN più in questo sospello, iniellammo in Lt·e rane il residuo
•ceitalo. In una fu inieltalo 1/s di siringa comune e si ebbe poco appresso evidente segno di paresi. In un'altra, mezza siringa e fu seguita da paralisi completa e morte. In una terza s'iniettò una siringa intiera, si ebbe paralisi o.:ompleta ; -;· Per escludere che l'anisetta pura p0!'!'18 paralizzare aneh'es!W, fu iniettata per due leni di stringa in allra rana, senza che sopravvenisse alcun segno di paralisi. Conclusione. - Sembt•er ebbe dimostrato: t• Cbe nelJa confezione dell'anisetta SOl-lpeLta sia s tato .adoperalo anche il seme di fìnoccllio; 2' Cho assai probabilmente, con il !'lame di ftooccllio, fu mescolato per error e il seme di cicuta o di altra ombrellitere, che contiene coniina (Denaotbe croc11ta, Cicuta acqua· tica, Cherophillum pinpinelloides, ecc.). Dal quadro <:linico s u esposto, dall'espet·iel l:t.B flllle s ulle ram•, come anèhe dall'analis i ch imica, ed C<!clusa l'anormulo quantita di essenze che potes!'ero dare fenomeni lossici, come vrwr ebbero Rossbach e Nolnbagel; trovata non scudelle la qualità degli alcool. nasce di conseguenza dirella la PGOihilità della presenza della coniina, u cui tali fenomeni si debbano esclusivamente attribuir'e. Accade infalli di sovente, per la grande rassomiglianza di alcune ombr•elliferc colla pirnpinel/a anisum da cut si dov r ebbe r·ill'&rl'e l'essenza, che i raccoglilor·i non sempre distinguendola dal finocchio, dal fellandrio acqua tico, dalla Aetusa einapiu.m, dal roniztm maeulatum, dalla Ct.:ula oirosa, ecc., mescohno coll'anaci i semi di qut~ "'le ombrellifcl'e, che, lulle piu o meno, coulengono la
conii nn. Che tale sbaglio non sia infrequente per parte dei raccoglitol i, 6 facile comp r·enderlo, osservando semplicemente la I!Omigliunza che pa:ssa Lru i vari semi e le vat•ie piante, che sia ùolo!>arnente come il finocchio, sia per gt·1we ed irrepa· rabile ~bagl io, come la cicuta, possano !òOStiluirsi in parte all'uuaci.
Pt~r· concludere dirò che daLn la ,possibil tlé. di uno s baglio consimile, la salute del soldato verrebbe, siu lentamente, s ia
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UN CASO DI AVV&tENA III!!NTO PHR Aì'il CI
rap-
ìn modo acuto. m inata in quegli or gani che nello sle:.so presentano la vita e l'energia, negli or ga ni cioè della locomozione, agendo direttamente s u q uesti il terribth· veleno sopra citato, dove non si prendesser o dei provvedimenti che po~<siamo ridur re a due: t• Sostituzione delranaci con sostanza meno medicinale, meno costosa, di meno racìle a lterazione ed a du lterazione. 2• E se propt'io non s i volesse abbandonare l' anaci o soslituirlo con altra adaUa sostanza, s i dovrebbe impOI'rr a lulLi i Corpi di provveder::;elo nelle farmacie m ililari, dove, ad un costo rela tivamente minor e, s i potrebbe a ggtungere la quasi sicuret.za della qualita dell'essenza, una volta eh\ micamente analizzala.
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IIYISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA At1EDIOA •uvt oasi 1n favore della. sospensione nelle malattie apblall. - Dott. L. ToBALDO. - (Il Faro Medico, N. 8, i889). Già da molli anni esistono a Parigi r-d a Londra sL.abilimenti speciali per ridonare la virilità, nei quali usasi il !~BeZZO della sospensione; al Motcboukowsky però spetta il met·ito di aver r eso scientifico e diffuso queslo trattamento ~olia sospensione che prima non era che il segreto di al·CUoi specialis ti. Il J)at'ÌEn· applicò il metodo in discorso a parecchi infermi di nevrite ottica, e l'acutezza visi va g undugnù 'tualcbe cosa io lutti. Abaoie tr ovò uti le la sospensione in va;-i casi di atrofia del nervo ottico. datante da lungo tempo. Gilles de la Tourette, capo di clinica a Parigi, ha potuto notare buoni effetti dalla sospensione sulla paralisi agitante. L'autore volle vedel'e se questo stit·antenlo della m idolla spinale e cervirale avesse influenza nlcuna sulle funz ioni principali e più volle potè confermare tanto s u se stesso che sugli amma laLi, le seguenti cose: 1' Durante la sospensione l'azione del cuore si r allenta alquanto, il polso alla periferia scomp11re. In alcuni la funzione res piratot•ia ì• un poco dìf(ìcoltata. 20 Dopo la sospensione non s i riscnU mai alcun dolore, ma invece uno stato di vigor ia e bisogno di muover si. :\1isut·nta al dinamometro la forza muscolare, tanto pr ima che dopo la sospensione, si é trovata aumentata dopo la sospensione. Da ll'esame eli ~1lcuni casi clinici c dopo aver assistito a l~lle le sospens ioni 'eseguile nelltl clinica dal pro r. De Renzis 1 autot·e deduce le conclusiohi seguenti:
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IUTISTA
1' L à- cura della sospensione t> di una certa efficacia nelle malattie spinali croniche. 2• La sospensione agisce sliraoJo potentemente i legamenti della colonna vertebrale; a llontanando l'essudalo e la flogosi della sede l e~: a (De Renzi), o elevando le radici nervose s pinali (Charcot). 3' La sospensione riesce ineffic ace nei casi Ji sclerosi diffusa, e ciò si capisc_e pensando soltanto che la trazione della midolla spinale non vale a distruggere le ncorormazioni connettivali mulliple. 4" Nell~ mielite non si ha alcun ris ultato della sospensione. 5' Nella tabe questa cura riesce meraviglio~amente a combattere gli atr oci dolori, che già dopo le prime sospensioni vengono mitigati ed in a ppresso scompatiscooo addi rittura od apportano delle lunghe tregue. 6• I tabetici dopo ia sospensione camminano c011 più sicurezza, ma l'atassia non scompare. 7• Le zone a.nestesiche scompaiono dopo la cura del'ill sos pensione; così fino ad un certo pun to si r egolar•izza l'urinazione e la defecazione. 8' Ricompare la potenza genitale negli indi vidui, che la perdetLero, o nei quali crasi indebolita.
L 'acetonuria e la paura. - In da~ini sperimentali del· doLlore ANTONIO MARRO. - (Giornale deLla R. Accademia di M_edicina di T orino, numeri 8, 9 e 10, anno 1889). Gli effelti dinamici che la paura induce :1ell'or ga nismo ani.,. male e specialmente nelle funzioni m otrici dei muscoli, sia vo· lontari che della vita organica, sotlo 'fo rma ora di ercita· mento ed OJ'a di paralis i, il lr'emore e la catalessia nelle membr a, la palpitazione, l'affanno, il restriog imento dei vasi perifer ici e la dilatazione della pupilla , il corrugamento dei muscoli clie radd r·izzano i peli ed il fredùo sudore, la contrazione della vescica, l'accelerato m ovimento de~li intestini e la para•lisi deg li sflnleri, ecc., vennero gia maeslrevolmente esposli dal Mosso nel s uo s tudio su questa affezione dell'animo.
MEDICA
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Ai fenomeni da lui descritti come conseguenti alla paura, le induzioni dell'attlore permettono di aggiungerne ora un altro concernente il ricambio materiale, e che apre la via per la spiegazione di molti fenomeni morbosi, e delle gravi malatliè cne, come à sse·riva il Mos~ o stesso, molte volte tengono ùietro alle impressioni paurose. Eceo come ebbero principio queste induzioni: L'autore fu colpito dalla morte rapida (pr eceduta dai fenomeni della fìsionomia !O>paventa ta e delle allucinazioni terTifiché) avvenuta in una donna ricoverata nel R. Manicomio dj Torino; e ricordando come eguali manifestazioni s'incontrano nel delirium tremens gti venne in mente che l'acetonemia acuta, la quale suole accompagnare l'a·vvelenamenlo alcooli~, avvenisse egualmente p~r disLUt·bo Lrofìco in ques ti de· liri, e fosse ançhe la causa della morte. Per accertarsene fece est-rarre rorina dalla vescica della defunta. ll catetere introdotto in vescica tre ore dopo la morte estrasse 135 c.c. di otina tot·bidiccia ·tuttora calda; pochi .centimetri cubici vennero impiegati alla ricerca dell'albumina che si mostrò presente in quantità discreta, gli altri addizionati di alquanta acqua e di acido fosforico furono ::;oltoposti a regolare distillazione. L'addizione al distillato della liscivia potal>sica e poi della tintura iodo-iodurata secondo il metodo del Lieben diede luogo immediatamente a tale abbondante precipitazione di iodoformio, quale non era mai avvenuto di osservare in verun altro esame Questa indagine ru poscia ripetuta in parecchi casi consimili e non avvenne fi.nora di aver cercato l'acetone nelle urine di persone sotto l'incubo di una paurà qualsiasi, la quale non ne abbia presentato in copia discreta, notevolmente superiore a quella che puossi rin venire nelle persone in lntato normale. Nei casi di allucinazioni teJrifiche la quantiLà fu sempre notevolissima. Come avvenga questa produzione dell'acetone ~otto l'impressione della paura non può ancora essere bene stabilito. Una certa 1uce su questo fatto possono gettarla gli esperimenli del Lusti·g. ~el suo lavoro s ull'estirpazione del plesso
1\IVISTA
celiaco ha egli già dimostrato come iu conse~uenza di questa eslirppzione si induca negli animali un· acetonuria, che per lo piiJ cagiona la morte dell'animale sotto gli stessi sintomi che produce l'avvelenamento al'lrfìciale degli aoimah coll'a· Cùlone introdotto per Je vie r espiratoJ•ie o digeronli. Ulteriori esperimenti, finora oou ancora pubblicati, e dei qua1r il prof. Lustig permise all'autore la citazione, l1nrHro provato come l'eccilaztone semplice dello stesso ples~;;o celiaco culla corrente indolla dia luogo parimenti all'acetonuria. QueAta seconda ser ie di esperimeuLi riproduci' in certo modo una condizione simile a quella che troviomo nella paura; anche in questo alletto noi aùbiamo un eccitamento dr nervi che presiedono speciahnenle alle funzioni ,·~>gela li ve, nAi quali, forse pe1· mag~ior facilita di tra smi~sione, tende riRetter~i la copia di eccitamento che l'affetto pauroso apporta ai centr i nr-1·vosi. La facijjta con cui sollo la puu1·a !:>Ì provoca la diarreA. prova quale predJlezione il ramo >'plancoico che si di:-u·ibuisce ai visceri addominali l'iceva pe1' pal'te d~i crntt·i ner· vosi eccitali dalla pau1·a per sct~ ricarvi la loro tensione, eò. è appuntv questo ner vo cd il ganglio col quale esso é rnli· mamente legnto, che eccitali artificialmente coll'eiPLtrico diedero solto gli esperimenti del Lustig nrigine all'acetonuriB. D el c hiodo tuberoolo•o. - FII. LEA U. cales Belges, novembre 1889).
(Arehioes MMi·
La diagnosi della tubercolosi polmona re noi suo iuizio è spe:;so molto tliJficile. L'evoluzione del germe tubercoloso nel parenchima polnronarc si fa t.alvolla in una maniera rn· sidiosa, senza chv i prodromi abituali di que~ta prima fac:e ,·engano a dare l'~tllarme, e senza che la pr·esunzione di una tubercolosi primitiva abbia potuto essere stabilita, sia cop-li antecedenti pneumooici eredilarr, sia colle malattie anteriori specifiche, come una polmonite, una pleuriLe, una laringobl'onchile, ecc. Per queste ragioni Filleau ha creduto utile di far conoscer·e un segno, il cui valo1·e tllagno.slico ti sem· brato a lui incouteslabile e che egli l•a p;>tulo constatare
in4mlflm4mlt~.
Questo segno consiste nella manifestazione sensazione di dolo re neltamente detePmina to io certi del pello, allorchè si e!'tercila sul tronco del pneumouna compressione p ro fonda. QoesLi punti dolorosi corrispondono sem pr e ad un focolaio 4 indunmento tubercoloso primitivo od anche secondario, -4' cui essi aiutano a riconoscerne l'esistenza. L'esame dei gangli cervicali in alcuni tuber·colo~i condusse tw&uilamenle l'autore alla con!o\tatazione di questo fenomeno. Clplorando un giorno profonda mente la regione cervicale -col dito ed incontrando durante l"esame il tronco del poeumopslrico, ru SOl'preso di intendere il mt~lato esprimere la sen11Uione di un ripercuotimo.nto doloroso acuto, r isiedente a li'ftllo dena punta dell'omoplata in un punto flsso, ben determinato, come quel'lo che sl produce per il ehiodt> isterico, cl6 che suggerì all'autore l"rdea tli da r e a questo fenomeno 1a deoominazion~ di chrodo tubercoloso. 8(1ingeodo più ovanLi l'esarne della regione i11 c ui s i er a ~tatato il dolore, !'i potevano constatare segni fisici . .li di una tubercolosi in evoluzione. E sisteva infatti in·ifijeto punto un focolaio tubercoloso, del quale l'autor·e Ila potuto seguire le tra~formazior,i, e la cui diagnosi in Pl'iaclpio era difficile, visto la sede della lesione e la lieve inlensilà dei sintomi caratteristici di questo periodo. Dopo d'allora, l'aulo~e ha sem pre pralirato la com pres-sione del pneumo-gas trico nell'esame dei malati supposti od 4lU realmente da tubercolos i. Oue&ta compressione del pueumo -gastrico, nello stesso 1ernpo che produce quel do\Qr·e cosi nettamente definito, cagiona pure, ed in un modo qua !'i costnnte, una dispnea imDlediata, generalmente di breve du ratu, ma che, pet'Sistendo lalvotta per qualche minuto, costituisce vct·i a ccessi di sorfoea. Zlone, · come se le bt·a nche emer~enli del pneumo~atll'lco partecipasMro a. qm:Rlo tut·bamenlo fisiologico, siceorne si osserva pe1• !"aneurisma dell'sor tii. P e r determinare il t:hiod~ tubercoloso, si deve rare la compressione del pneu11101Zastr•co altecnativamente nei due !ali, in corrispondenza ·della porzione cervicale del nervo. nel punto in cui esso ò
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più accessibile, vale a dire alla base del collo, tra i due rascelti d'inserzione del muscolo sterno-cleido-mostoideo. Que~ta compressione deve esser e eser citata pt·orondamenL& e per la dUJ·at.a di 20 o 30 minuti secondi circa, fin o a che il malato, interrogato, accusi un punto doloroso ntll petto che, in generale, è abbast.anztl preciso per chè egli lo indichi col dilo anche prima che sia stata chiamala la sua attenzione. Questi punti dolorosi o chiodJ tu!Jrm~olo$i cor t•ispondono la maggior parte del tempo ai luoghi di elezione dell'invasione Luber colosa, vale a dire a livello delle fosse ;:opra e solto-spinose, dello SI?azio ::;itualo rr·a l'ornoplata ed il raclliùc, della punta dell'omopluta, della fossa solLO·clavicolar e. Non si ri· scontrano sulle pareti laterali del petto, sembrando questa regione, ir1 <T\18 l eh e modo, t•iservalR a lle manifestazioni t'eu maLi che della pleura e dei rami intercostali. ' Il chioclo tuberc:olCISo non è sempre l"iiodizio di una tubercolosi primitiva. L'autol'e l'ha con statalo egualmenLP, qua ntunque ra ramente, in qualche malato entrato nel perioùo di ram· m ollimento ed anche jo col'so di fusione tubercolosa. Ma questo fallo é del lutto eccezionale e non si osser vA clw ' nelle fOI'rne torpide . Nei Lisici, all' inizio e, al contrario frequente.
Taohloardla. e..enzlale parosldstloa.. - Bou vERET, di Lione. - (Journal de :vtédf.ctne el de Chirur gie, dicembre 1889).
L'autore ha s tudiato un'affezione caratterizzala da accessi di palpil87.ione nei quali i battiti car diaci possono raggiunget-e il numer o di 200 e. senza cl1e esista l ~!s i ou e eardiaca od altra causa a pparente. Bouvet·et cita Lt·e osservazioni personali di quesraffezione singolar e ed ha trovato, nei diver si autori, ull certo numer·o di ra tti che possono ess ere ad esse !Jat•agonsti. 11 quadro clinico comprende due or dini di sinlorni, turbo· menli car diaci che sono sempre primitivi ,, turbamenti della respit'azione e della circolazione ~ene rale che sono sempre secondari. In lutLi i ca~ i Yi ba una dis tinzione es eni'.iale da Iare tra gli access i brevi e gli accessi di lunga dul'ala. L'accesso corto é ta lvolta pr eceduto da a lcuni prodromi,
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rome abbagliamento, ver tigini, ecc., ma piu !'pesso il s uo inizio è brusco, senza ca usa apparenlt> o talvolta dopo uno sforzo od una emozione. l baltrli car diaci non aumentano progre~siva men le di freq•Jenza; essi pas:::ano bruscamente, in pochi secondi, dal ritmo nor mnlc al r itmo lacbicArùico. Sol&anto al cuore è possibile conta re le pulsazioni, le f'JU&Ii pvssono raggi:m ger e la C'irra di :lOO. La llrflg:rior parte degli autori non hanno tralasciato di pat•agonare questo !'\ll'cmo ncce· Jeramento del cuore a quello cht' produce negli animali la se· zione del pneumo-gaslrrco. l toni sono netti , distinti, ma molLo vivi e r'IIIDillPnlano il ritmo fetale. Il polso è quasi scompar·so nell"arlcl'ia radiale, ove non !;i trova che un'ondulazione incerta. Le stasi venose sono poco pro nunciate neg li accessi dr breve du rata; la r·espirAZioue e poco turbata. Lo Slato generale •lel paziente non senrbra per nulla inquietante. Le forze !iODO più o meno pr·ostrate; la ma~gio r parte dei maia li r·estano rn piedi o non si mellono nel letto che verso la fine dell'acres8o; alcuni non abbandontluo completameole le loro oc.eupazioni giornaliere. Il fl rrir·e dell'accesso 1> generalmente la n lo brusco quanto finizio. In qualche sec~ ndo il polso da 2{)(J ritorna allo st~t.o normale. L a du ra ta di (JUesti accessi VAria da qualche minuto a due o trd gior ni e non lascia dopo di s è che un po' di a b· battimento, il quale scompar·e inticr·amente dopo qualche gÌOI'IIO.
Gli accessi di lunga durata du rano cinque o sei ~ior·ni per lo meno, ma possono pr olungarsi per prù settimane. L' ncceler·ame11l0 conside revole dei baUili ca rdiaci resta sempre il sintomo domina nte, ma vi si a ggiu ngono il piil soveuli ve rso il (Juioto od il sesto giorno, lalvolla mollo più tardi, sintomi seconder·i più o meno g ravi ; quesLi sono Lurbamenli della l'espil'aziooe e della circolazione generale ùi cui la causa risied~ nell'indebolimento rapido del cuore, nella dilatazione e ne ll'ingorYibl'O delle· ca vilù ca rdiache. Si è specialmente nei grandi a ccessi che si sono constalate le cirri\ elev'.ltissi me di 230, 2M ed anche 300 pul::a7.ioni al m inuto.
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Ili VISTA
Quando il grande accesso i• terminato, accade soventi che la minima causa, un movimento od una emozione provochi, di nuovo, un acceleramento. Si vedono aUot·a comparire ben presto i se~ni della dilawzione del cuore, e questa dilatazione può t·aggiun:,rere in qualche ~io rno proporzioni coneiderevoli. l turbamenti circolatori guadagcano il polmone, poi la cit•colazione ~enerale, la faccia diventa c1anottca e possono prodursi turbamenti cer·ebrali. Si assiste allora ad una ' ' BI'8 a sistolia acuta il cui 'luadro si completa colla compar sa dd la lu111efazione del ft>gat.o, dell'ascite e dell'edema delle estremita inf~riori; vi si aggiunge ancora la dimim1zione della secrezione u rinnria. Questo g1·ande acceso;;o può te rminare assai spesso colla morLe; se esso termina favtlrevolmcnte, il polso di--cemle bruscamente alla sua cifr1:1 normale e a poco a poro il malato vede scomparir·e tutti gl1 accidenti. Il carattHe fondamentale della rnalaLLia é l'andamento par ossistico degli accidenti. Il paziento atreuo da lachicardia resta sempre solto la mina ccia di tali accessi; peraltt·o nel· l'inl ervallo degli accessi di lnchicardia, la sal ute gener·ale non t'- Lurbala od almeno non esiste alcun sintomo imputabile ad una affezione t.lel cuor·e, der nervi o de1 centri nenosi. Gli intervalli che separano gli accessi sono di dUI·altl ,·a· riabile, da qualche giot·oo a qualch~ mese. J1 più spes-o le rictlduLe sono inevitabili. A misura che essi si riproù,tconu, i J)arossismi hanno t.endenz!'l a diventare più intensi, piì1 f••equent1, più lunghi, più gravi. La durata della malattia è lunga e dc:l lutto iudeter•oinatu. Alcuni maiali sono mort1 nel corso di un parossismo. lo altri la vita si prolunga senza che si possa afl"ermare che essa sarà abbreviata. Anzi uno di e~si é guarilo in un 1noclo che pttl'O deflnilivo. L'etiologia di questa affezione é poco conoEciula. L'elù dei maiali osser\•ali varia da J9 a 52 anni; ossi appartengono quasi egualmente ai due sessi e, quanluuque con lullu pt•obabilila predisponente, il uervosismo non pare eserc1ti una parte preponderanle. L"aJfaticamenlo eccessivo fisico o cerebrale é la caus» elle sernbra essere pi 1"1 imporlaniP in
MEDICA
questa eziologia. quantunque non sia stata sempr e osservata. Quanto alla natura della malattia, si è condo tti ad ammettere l'e!'istenza di una nevrosi speciale, caralLorizzala dalla rigorosa localizzazione di una per turbazione nervosa ai centri ed ai t'ami cardiaci del pneumogustrico. La sola cura dell'accesso consiste nel ri poso, nell'immobilità e nel soggiorno a letto: fa d'uopo aggiungervi la compressione del pneumogastrico nella r egione cervicale, sul tragilto delle carotidi, !tpecialmente dal Ialo destro, che é suta qualche volla adoperala. Quanto a ll'azione dei medicamenti cardiaci peopt·iamento ùeW, essa {: sembrata all'autore pressochè ouUa, tranne che per la digital e che è riuscita qualche volta, ma mollo inegualmente.
a.ua rigidità. o&davertoa. del oaore. -
F. STRA SS MANN.
- (Centralb. Jur clie .\led. W issertSch., N. l , 1890). Il rlott. Slrassroann a ve\'a ~iii da lungo tempo concepilo l'idea che lo s tato del cuor·e , come trovasi alla autopsia, noo corri5ponda a quello che esiste al momento dell'l morle, ma che eia alteralo da muLarnenli che a vvengono dopo la morte; e eo~l fu condotto a pensarl• alla rigiùilé cadaverica, la quale può in fatti spiegru·e tutti i renomeni r elativi. L'autor e ba sperimentato sui c:ani, a lcuni dei quali e ••ano trattati con acido cianidrico ed allri con altro potente veleno card•aco. A questi, subito che cessa vano d'essere app1·ezzabili l movimenti r espiratori, era aper to it Lor uce ed esaminato il cuore. In ques to tempu si vedevano ancora di quando in quando pulsaziot:ù delle orecchiette, J.lCl' eccezione anche i ven tricoli mos travano qualche movimeulo, cl1e però non portava alcun carnbiameoto nello stato di loi'O ripienezzo . Il cuor e in uua parte dei casi fu esaminalo s ubito dopo esRet·si messo in calma, in altri fu copf'rlo con panni umidi, fu richiusa la cavità del petto e ru rimanrlalo l'esamP definihvo a qualche giorno dopo. Fu osserva to, anche nei c uori esaminati subito, che nella paralisi primaria (morte pe•· veleno cardiaco) la pienezza del ventt•icolo sinistro è magsiore di quello del destro e che
RIVISTA
nella morte per asfissia acuta (avvelenamento per acido cianidr ico, chiusura de lla trachea) accade il rapporto inverso; • il venlr icolo desko con tiene in media la doppia quanLilà di sangue del sinislr·o. Pe rò si danno alc une eccezioni carne la prPva l enl~ pien~zza del ventl'icolo sinistro anche d<>ve non ..v'ba paralisi pr imaria del cuoro (per esempio nella morte per abbatlimento); e la pr·evalente ri pienezza del ventricolo destro a nche in casi di morte, in cui avYenne la primaria .sospens ione del r·es pir·o, ma non sono nello s tretto senso veri casi di a sfiss ia. Cosi si può solo dir·e che quando nllre circost-anze concorrono a :limoslrare quelle spM ie di morte, lo stato del cuor e, come s i é sopra indicato, vale a con fermare questo cancello. In nessuno dei r.a s r di morte esa· minati il cuore era in riposo sislol1co. Si trovarono sempre, esaminati s ollecilsme nle, tanto il venlricolo destro, quanto il si uisli'O in diastole, llacc~di, pieni J i s ang ue, allc:he dopo l'tlvvelenamento per s tra mooio. Ma questo s tato cambia totalmente pe1· la influenza della rig idi tà cadaverica. Se il cuore si esamina più Lardi !'ii lro,•a <]UtH•i sempre rl venLricolo s inistro for temen te Cònlrallo e quasi o del tutto vuoto, anche quando si lralla di morte per sincope che lHt r iempito il cuor•e al massimo. Nel ven ll'icolo destr o i segni della coutr azione B del vuolamelllo sono minori; solo nella emorrag ia gli é possibile vuotars i t:ompleta mento del s uo contenuto. Lu. rigid1tà cadaverica nel cuore, in quos lo muscolo che io vita lavora continuamente, · coruincia mollo presto; negli animali avvelena li con acido clor idrico i primi fenomeni della r·igidilà del cuor e erano g ià man ifesli ura'ora. dopo la m orte. Poiché nell'uomo Il' :;;e.zioni catia vet' tCllC si fanno solo dopo che ne l cuore è gitJ comindata la rigidila cadaverica , così nelle morli per pat·alisi <:ardiaca non possiamo mai trovare qucl!a pienezza del ven· r kolo sinisLro cl ae in queslì casi deve a.cct~de re . S e it muscolo ca rdiaco è degElnernto io g rasso non succede la rigidità, e se la m o rte avviene allora pe1' paralisi del cuore s i puù Lro· var e il ventricolo sinistr o disteso a l pari del deslro. Cosi lo stalo del cuore, quale si trova, alla autopsia non · corrisponde a quello cho esiste al morneolo della morte.
K&DI CA
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alla sezione, si trovano il cuor e destro ed il sinistro pieni s i può allora credere che rima ne lo sLato pimiLlvo; ma questo accade in ra ri casi o solo in pat·ticolari circosLanze. Nel m aggior nu m ero dei r..asi, qua ndo il CIIOI"6 destro é prevalentemente r•empito non si può dedurne elcuoa conclusione sul tempo e s ul modo della morte. ~ep pure con la misur azione della quantilà assoluta contenuLa oel cuore ùestro si può aver e un criterio certo. L e variazioni sono troppo g randi; cosi, per e~empio, un cane di 10 chilogrammi di peso, morto per asfissia, esaminato 2) ore dopo la morte conteneva nel cuore destro -;o <'m. cubi di ~anguf', un altro morto per paralisi cardinca, anche di m a!l'gior peso, esaminalo nello stesso tempo tlopo la morte conteneva -iO cenlt· metri.
11Jra le m&lattie dJ cuore nel aoldatt. -
DE ~lARTJU~, medico. - Dal 62' C0ngr esso eli naturalisti e llledi<'i in Heidelberg. - (Deut~che Jlilitiir iir: tltche Zeit.V~.r~jt, ~ - i , 1890). ma~l!iore
affezioni di cuore senza vizii valvolari si pt·esenlano una maggiore rr~c1uenza e sono a nche più t m portanti di .UO che generalmente si crede. La tosurfte-ienza cardiaca in e88e affezioni, quancio sono gr u vi. si palesa nello stesso modo dle nelle cardiopatie valvolari. Cna speciale forma 1h ques te cardiopatie sunza vizio val volaro è quella e lle si osserva in seguito ad eccessh·i sfoni cot·pore t. La couseguenza dt questi 11(orzi è, nei cAsi eslt·e mi, la tlisten,.,ìooe acuta del Y,.ntrJcolo sinistro. Non sono tanto gli sforzi compiut! una volta o a lunghi irLtervnlli quelli che apporla no un da o uo per manente ad u_11 cuore fl no allora sano, quanto pmt.t•>slo i cominui e spesso rtpetuli stra puzzi solto ce t'le condizioni (carico lr'Of'PO grave ~compressione del Loral'e operata dallo zaino e suoi acce«sorì, ecc.), per le quali condizioni il cum·e non si mostra ·ada t· tato. Simili cardiopatie, dal !'empltce carrliopalma ner .,nso fino alla com pleta dila tazione del sinistr o "enlricolo, non 800 0 lanlo r·ar e negli eserciti come da molli >'i sostiene. P er i ea~i piu spicca ti nota~i un complesso di sintomi caralterisLtci) •
RlV!STA MEDICA
che ru già osservato, ma non abbastanza apprezzato; ollr& una singolare modificazione nella frequenza di battili quandoil cot·po cambia di posizione si osserva un polso assai cedevole contemporaneamente ad una azione ct~rdiaco. enorme· mente rinforzat-a, cioé un esageralo moto cat·diaco che si rivela obbiellivameule collo s cuotimento di tulla la pat•ete toracica. Il dott. De Mtll'Lius conchiude che questi casi costituisconouna inabilità temporaria, poiché possono :tlnire colla com· pleta guarigione.
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RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA .. PELLE -~
Sulla foa(aturta. nella blenorragl&. - F. SE.NDTN&R. (Centralb. jilr die Med. Wissensch., N. '16, 1889). ~on è rara nella blenorrag ia cronica la rosratm'ia . Ordinuriarnente è nella ultima porzione della orina evacuata, e. ciù s i spiega col sedimento che si depo:>ila nella vescica. Col riposo si forma nell'urina un sedimento nubiloso che n 0n si scioglie col riscaldamento, ma con l'aggiunta !li un acido. l n allri casi nei quali la uretrite è complicala con la cistite, anche dopo parziale raschiamento rimane un deposito che contiene gli elementi del catarro purulento. La rea· zione della orina è debolmente acida o indecisa, non rrHo~i alcalina. Al microscopio il sedimento apparisce come una sostanza bianca briciolosa. Quesla nozione è importante dal lato JiagnosLico pet' non sbagliare questa condizione col calarr~ vescicale e dal lato terapeulico per guardarsi dalla somminisLrazione delle acque minerali a;caline. L'autore aUribujsce la causa di questo stalo ad un aumento effettivo della s epa· razione della calce che forse può derivare da una coagulazione necrotica delle cellule cagionata dai cocchi.
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RIVISTA DI TERA PEUTICA 'lr&ttamento della. dianea oronica. col •Uicato dl ma.-
pena (talco). - HoFP;\JANX. ehens., N. 2-i, 18b9):
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( D e11tsclt. M ed.
Wo-
Debove io una sua memoria a ve va fallo conoscere che nelle diarree croniche ostina te egli u ''evo tro'"alo utile l'uso di grau di dosi ùi talco (du 2fl0 a GOO gramn•i Ùl\ iso iu tre dosi nolle 2{ ore). Le sr.arl"e òl"servazioni di Oebove su que!>LO metodo di cur a ebhero t'ecentemP.nle piena conforma dalresperJenut di Ull altro medico, il doll. llotfmanu di BalliIDOI'a. Questi asset·isre che in cinque casi ù• diarl'ea cronica p111'6istcnli da più me!"i e elle era110 !=>pecìultnento caraltct•iz~ da evacuazioui f•·equenliscoime (finn a 30) e assai ft-lide,
Oll'tne subito notevole miglwramenlo, quindi guarigione. Hoft'mann ha un poco modilìcalo d nwtodo di Debove fllcendo prender e dappt•ima quattro !!l'tlmmi di nollalina nelle U oro e continuando per alcuni gior ni l'uso i nterno di questo medicamento, e contr>mponntoumcnl~ praticando ogni giorno dello lava ture Ìillteslinali !>Ccondo rl metndo di llegar con una debole soluzione di acido feni co procetluk da una lavaf.1tra. tli acqua <:alda . Con questa cura preliminare le materie dia r roiche pet•dono il fetot·e, pet·ò le evacuazioni !'li maoleugono frequenti. Alloru egli procede al metodo di Debovo proprn ando il talco alla do!"e di 200 grammi sospeso nel latte. Que~lo metodo di cura nnn è seguito ne da cmstipo.trone nò da altri rli::;tnrbi, ma ben...,i dopo alcuni giorni si frenu la più oqlinata dial'l"ea. Veramente in cinque cas• si ebbe <:-fletto nel!alivo, ma risul ta elle in qualcuno di essi la diarrea era sostenuta da lubercolo!"i intestinale.
1\IVl STA
Sull'uso terapeutloo dell'ldraoetlna nella. psoriasl. J. 0ESTREICHER. - (Ber l. klin. Wochensch. , N. 28, 1889, e Centt·alb . .fur· die med. Wissensch., N. 39, 1889). L'idrace tina, questo medicamento raccomandato da P. Gull· mann, fu adoperato in sei malati sotto forma di pfJioat~ di lanolina, dopprima in proporzione del 10 p. 100, è q 11indi, essendo la sua azione troppo debole, del 20 p. 100. applicata una volla al giorno. Già do po doe o tre applicaz1oni si notò un evi· <lenle miglioramento c dopo 14 giorni e ra avvenuta la comp l ,}t~ involu zione della maggior par te delle piast•·e di psoriasi, senza alcun fen omeno di ir r•itazione locale, seuza coloramento della pelle, e senza g uasto della. biancheJ•ia. Però in tutti i casi si osservarono degli spiacevoli reuomem tossici. Do po 7 od 8 applicazioni della pornala i ma iali COIIlincial'Ono a lamentarsi di p•·oslf'azione s:empre cre!>cente e di debolezza alle membra; s i manifesto un cer eo pallor·e, specialmente d~lla cute della faccia e le m ucose fo•·temonle anemiche avevano una linla tenden te al giallo. La febbre non vi fu mai, il polso sempr e normale, l'azione ·del cuore e la digestione inallerate. L'esame microscopico d~l sangue non svelò alcuna impor tante allcrazione patologica. L'orina aveva un colore oscuro di mo~llno un poco tenden te al verdas tro, ma non contenevo. né ma tet•ia coloran!A ))iliare, nè COI'puscoli L'Ossi del sangue o loro detriti, né emoglobina. L 'u11ico ris ultato pos iti vo fu l'a umento de ll' indicarJO nell'urina. Queste osper·ienze cons igliano le maggiori cautele nelle ulteriori prove con questo medicamento.
Azione degll astringenti. - Dott. A. HEINZ.- ( Wirc/tow·s, Areh. e Centralb. jiir clie Medie. Wissensch., N. 29, 1889). Il dotL. Heinz ha eseguito una s erie di esperienze sulla varie sostanze medicamentose, sei'· vendosi come oggetto di s perimento del rnes~n lc t·i o della ra na su cui iustillavu a goccia a goccia le soluzioni di di"er::i . ast1·ingenti a dive:·sa concen trazionr. ~~zione a stJ•ing~>nte di
DI TEilAPEUTICA
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Tannino. - La solu'Zione a 0,01 p. 100 produce evidenteanenle ristringimento dei vasi, il quale aumenta aumentando la concentrazione . Soluzioni al 0,5, t,O p. 100 determinano, .dopo breve passP.ggiera contrazione, una dilatazione. A più torte concentrazione il passeg~iero ristringimen to è così fu.gace che può facilmente passare inosservato. Allume. - Soluzioni a l 0,05, O,o p. 100 producono conlra:zione"; soluzione all' 1 p. 100 o più forti, dilatazione dei vasi. La concentrazione più adatta a produrre restringimenti è ·0,5 p. 1001 con soluzione all'l p. '100 può da pprima aversi restringimentL dei vasi, ma prest.o avviene il contrario. So~foio eli piombo. - Soluzioni a 0,01, 0,5 p. 100 agiscono •r6l!lringendo i vasi più fol'lemenle del tannino e dell'allume; Sòluzioni all'i p. 100 e più concentrate pr oducono la dilata.zione dei vasi. Solfato di zinco. - Soluzioni al 0,01, 0,5 p. JOO dete!'minano presto r estringimento; solu<:ioni d'l p . 100 e maggiori !producono dilatazione con passeggiera fugace riduzione del
lume del vaso. Solfato di rame. - s'oluzioni al 0,05, 1,00 p. ·100 provocano ·stringimento dei vasi; la soluzione all't p. 100 produce alla .tlne dilatazione. Sesquicloruro di fer ro. - Soluzioni al 0,05, 1,00 p. 100 O!lerano stringendo prontamente; soluzioni all'i, 2 •;~ p. 100 •terminano col dilatare; con la soluzione a 2 1/~ p. 100 avviene già il coagulo nei capillat>i. . Nitrato d'a1'[Jento. - Con sol uzione al 0,1 p. 100 comin·cia il ristl'ingiménlo; con le soluzioni al 0,1, 1,00 p . 100 queslo può essere massimo. Anche più forti concentrazioni agiscono dappt·ima ristringendo, ma già con soluzione al 0,1 p. 100 può, prolungandosi l'azion e, s uccedere la dilatazione de1 vasi. Sublimato. - La soluzione al 0,005 p. 100 già opera da astringente ; l'azione aumenta con lo aumental'e della con· tra~io~e; la soluzione al 0,1 p . 100 provoca dopo breve ristruagtmento la dilatazione . . Tutti gli a s tringenti dunque hanno identica azione, quan·<1 anche diversa per grado. Nello stesso modo del me,en-
Rl\"ISTA l~rio deUa rana si eomporta In congiuntiva del couiJ.riiO ,.i·lifk•aJmPnle infiammata e il mesenlerio dello ste'l!>O animale. Altri sperimenti hanno duto il ~egueule risultato. Il f'istl'ingimento delle u!'ler1e clw 'legue dopo aver;• p1 e!'o 11 tanninCI non è delermiunto dal ristringimenlo ciE'I r·cnlrovRso-wotorc ma coincttle cou una pal'alis i d\!>'~i J. Dopo lo divil>IOne dE'l nervo simphlico P del gt·ande net·Yo aut·JcoluJ•e le erno••ragie capillari dal rnn rJ!ine dell'orec·cbio ,tal c~onlg l io non pos!o'ono es~et•c at•t·eslnlc dai meutovali Aslrin!.!enti III'PPlii'P dal nitrato d'arg-ento. l .'Hcinz ronclltde d n CIÒ rhe l'ozìono coagulante degli a:-~lt•ingenti dipende uuicaaucnle dnlln lot·o pt·opriehi di preciptlnre l'albumina.
Una sonda. dllata.bUe pel trattamento del ristringùnentt dell'esofago. - Dott. St::NA 'I'OR. - (Ther ap. Jlonrcfsh. ? Centra/b. /'ii r die .\Jedic. \Vi.~sen.scltaft.; N. 40, 1~8!1). Quol'1te sonde raccomu11date per la cura dei t•islt•ingilllenti dell'esot'a:zo son folte di lominuria e devono essere solo tunto lutaghe crutwl'é il l'islriugimenlo. Esse sono tissale pet• mezzo d'uuo ,·ile ad una sondo sottilo e flessibile, ed inoltre !<l pur) allacrare alla loro estremita ~uperiore un filo di st-Ia che dopo la inlt·oduzione pt>nùe ruor-i dalla bocca. Jl maggiore vantaggio di queslo metodo consi~;le in questo cltc le ,-oml~ sono introdotte in un calibr o nel <1uale possono p~s:;.oJ';' il J'i"Lrtn~imenlo senza alcun pericolo nè incomodo pei molata, e c ito solo do po c;he 1'10110 g iunte tt posto, opeeano ;l ilalando len tamente. Dopo al più uwdi Ullll mezz'or a d'azione, la ,-orhl& ,.j es:L•·ae, poiché po Lt·el>ber-o fucilmenLe a ccader e d••lla difllcoltà pet· ii'I'ilazione dello pareti delre:::ofai!O. MalAti di ,·or· c·inomA. così Lt·attali ebbe1·o ma~gior solJj evo tlelio ingltiotLìre d1 quello che è pos!!illlle ollenere con le ordinarie candell:'llo e olive di avorio. Se una lenta e proluu;;ata pt'C"· sione possa agii'C ravOt'O\'OiulP.nle sulJ'atrolia ed {ljZg'l'ill~ll menlo del carcinoma ,. rio dte polrà decidere l'ullerwre espe1·ienza . l migliol'i ri~mllalt s i hAnno nalur almentc nei !'i~lriugimenli cicalrizi, uon maligni.
DI TEIIAPEL"'IIC \
. .pra la guarlgioue della. congiuntivite gr&nnlosa colla. plvanooan1tioa. - Doll. BUi tCH AROT. - I Dcul.~che J/i· litiirnr~tliche /.eitsehr(OL aprile ll'SH.
L'aulo,·e fa nolore cl1e si i· oLtenuto di dimi11uir·o a poco
a poco nell'armala tecteo;ca l'otLulrnia gl'nnulos11 (foflilwUi r l più per il rnigliot'tHnento rlellu condizio11i iJ,!Ìt'lll tche c ptr unA ti~torosà sepa razione d egl i am m alali dai lioni, che per i l'i· t~ultati della cur·a locale: che pern rl nu111Pt'o dt•i malati per ottalmie t•qnta~iose (fra le quali nel r·appm·ln SAnila riù !;:Ono eompt·ese le poco llumer·o«e tJilalmie blf'uno•·rc.giche) atTivava ancora nel 1 :-:2 a 1563 e quello do>lle ~iornate ili cura pPr questa malalliu a 62. 7tH-. Se s1 Ile n P poi anche conto dei dir.hiarali iuvalidi, dei ••iformali od in allrn modo lieenziali toi ùf-ve concltiuder·e che il danno porlalo continuamente al· l'esercito dA qursla malallia negli ullimi anui ,-.ancora mollo grande. Quiotli la necessità che la congiunti vile g-rnnulo~u sia combtlttuta 11nn solamente coi mezzi i:;tienici, ma ancora colla @'118rigione dei Inalati. Peri, i risulLali della cura furono ne~l1 ultimi anni straor· dinariam.. nte !imitali e mnlsicut'i. Oopoché l'au tore ha preso nel i tlSJ il l'ipat'lO delle malattie ollalmicha alla Chat·ité si i> servito prefer ibilmente del melodo di cu•·a i11se~nato da V. Gruer~, ma ha p1ll'e ei'iper·imenlalo ollt·t mt>l•>di, ed i risultAti fur·ono rosi m escltitli da fat·o allrilJuil'e le t'AI'e guarij:ioni ad una guarigion~ spontanea, ed alcuni casi fut'ono cosi sfavore,·oli do eende1·P. pee l'autore evidente la completa impotenza dei metodi di ctu·a i nc.e~noti nd l~ scuole. El-!li si ~arebbe quasi determinalo ad e~pedrnentare J'espol'tazione della più gran parte del sacco congìuntivale raccomandata dal Jacobson, se tale metodo non gli fosse sembt·ato una cattiva mutilazione. Da un 811110 e 10ezzo ha comintialo ad c::;porLar·e le singole _granulazioni ..:olia galvanocaustira, producendo senza duhbro \1111\ perdita di sostanza, per ò mollo più lirnilala che col metodo di Jacobson. Il tenta tivo ha avuto cosi buon esito che P•·esentemente egli intraprend " lfl cura della congiun-
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Lh·ite !!'ranulosa colla con\'inzione di guarire la malallra, sebbene non pOs$a rimuovere 'JUAlclte r uggrinznmcnlo della con~iun tiva e qualche opacilù delln cornPa anenuta m antecedeuza Nota, per la storia, cbe iJ pr imo ad adoperare 1:~ gah·aoocaustica con tro la congiuntivite !!ranulosa ru Korn, ma che el!h con que~lo mezzo Yole,·a $Oiamenle accr·c~cere l'azione degli allri caustici o~uali, t non intendeva di distr ul:{gerenella congiunti va altro che l'epitelio. Samebou andò più avanti e distruggeva una parte della neorormezione trAcomalosa. L'a utore d8$crive il meloùo di S amelsoo, che a vero dir•e m i sembra diflerisca di poco dal s uo. Golzieher, Gr·oss· mann, Schreiber, Heich. Holtzke hanno pure c uralo il tracoma colla galvanocauslica. Però l'autore non lo sapP.va quando cominciò ad applicare la gsh·anocaustica all'ollalmia gran ulosa. L'autore è convinto che la malaLlia g runulosa della con· ~iunb\'a palpebra le può S \ ilupparsi in diver-se forme e con s var·iato decor·so ma che però dipende s~mp re daUa medesima ca usa, che egli r• pone io 1m microrgan•smo, sebbE'ne fi nor-a non si pos;;;a dire con cer tezza quale esso ::-ia. Qualunque però possa essere questo contagio vi vente, uon o meno vero che esso esiste non solameuLe !>ull a faccra lrbera del $8CCO con,:tiuntivale ma anche nell'intima t Pssilura della con· ~iuoli va , ed è in allo g rado vero ~imile cb e !>ia da ricercar~• nelle granulazioni; per cui l'autor e !>i è credulo auloriuato a distrugger e le g ranulazioni nella sper•anza di rimuover·e cosi lulti i fallor·i de!la malattia. Ora le g ranulazronr oou :.i pos· sono e~rlare com·enientemcnte né col taglio, nè roi cau· slici, g iacchè-' a mbeduP. dislr·uggouo conh:mporaneamenle una grande quanlitù di tessuto sano, mn l'autore aveva imparalo, nel traltamento delle affe;~;ioni eczernc.Lose d t>lla cor nen prodolle da microrganismi, che col filo ~alvanocauslico ~i pun dis t•·uggere il tessuto contenente ~ermi contag iosi col maggror· possibile r isparm io dei tessuti lrbP-ri da germi. Si propone per•crò il que:,.ito tli toglier e la molallia di un c:ol cùlpo, giacchi'> i germi lasciati indietro si possono molliplrcaree r·mnovare Jl coulagiv ; perciò in u11a sola sed uta cauterrz-
Ol Tto:JlAPEUTICA
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zava tutte le granutszioni accessibili alla vista, ed in un caso ha cauterizzato 88 granulazioni in un solo occhio sèOza danno. Disgraziatamente è solo per eccezione possibile di colpire &ulli j punLi ammalali io una sola secluta. le granulazioni al primo stadio di sviluppo non si possono distinguere, e se esiste viva infiammazione e tumefazione della rouco~a anche quelle uon tanto piccole non si po!'sono d is tinguere colla s icu rezza necessari!~. Per quanto concerne il processo della piccola ope1·azione, sì renderà dapprima la mucosa insensibile colla cocaina, in· stillando una soluzione di cocaina al 4 p. 100, 5o() volle alla distanza di l o 2 minuti , pe1· avPre una completa insensibili la nel più breve tempo possibile si raccomanda di rovesciare la palpébl·e. coprire la mucosa rnnasla cosi libera, con un s ottilissimo strato dl ovatto e lnsciar,·i sgocciolare EOpra la soluzione di cocaina. L'autore sceglie il filo di platino, piu sottile (l ;:i mm.) e più breve possibile_; quanto più sottile é il filo, tanto meno il cslore opera n distanza , ed o causa della sottigliezza deve essere breve per non diminuirne ll'Oppo la r esisteo?..a; inoltJ·e con uu filo breve e sollile basta una con-cute proporzionalamentl"l plti debole. per mantenere rovente l'ansa. Si ser·ve di elementi di zinco e carbone immersi in una soluzione di acido cromico. l lati dell'am:a metaUica devono essere avvicinati quasi lì no al contatto affinché essa ter·mini il più pos~ ibilmenle in punta. La delicata ansa incandescente deve sempre essere portata sulla superficie congiuntivale pe r•pendicolarmenle e deve sporgere ben poco dalla punta delle dita che la guidano, e per dirigerla colla sicurez.za che è assolu tamente neceEsaria si appoggia saldamente la mano sulla fronte, sul zigoma o sulla radice del naso dell'ammalato. Pr•ima di causticare si deve asciugare meglio che si può la superficie clelia congiuntivA, percbè l'umidit-à non raffreddi il filo· n·eneralmente dOflO la ' "'si osservano piccole cauterizzazione di aticune g r·anulazioni particelle di carbone aderenti fortemente a ll'ansa, le quali si dletaccono facilmenLe portando l'ansa al calore bianco nell' aria libera mediante una pr ofondo immers ione dell'eta. mento. La sicur er1.za e lA delicatezza con cui medianle il
ICf\'lSTA
filo incandescente si pu6 di,.tt·u~get't! esatlamt·nle fJuella piccola porzionr! eli tessuto, che st 'uolc, ~enzA ùauno~g
giaro i le,.suti vitini, t\ mollo maggiot•e di quanto 6 supponibile coll'u~o de• cau:-lici e de~IJ h-lrutnenli taglienti. L'ansa galvauica unn pur'1 tn questo taso e"serP :?iammai -snslituitfl dnl cauterto del P uquelin a punta, perdtè que'-'la di;;la troppo dullu nmno del medico per polt3tla rlir.gcrt> cort ~iCUI'PZZ8 .
Dopo lu t:Uit!ertzzazionc; dr~l lt • gr·u nltl nzioui visibili l'unlorP
pas-.n leg!-(Prml.lute lu pietra di :-olfalo da ram~:, o uwlt«' unu ::-oluzione di solfulo di rame ad 1/ 5 p. 100; 'l ualrlw volln "Pat·ge nel "ucco congiunti vale una o due volle al !!ÌOI'Ito iOtloformio ~oltilmeule poi \'l•ralo olio scopo d'unpeclit•e una nuovHjnfezione da parte dello gntnulazioni :-uper,..lili ; ripr•le poi rn~Lione dì que::;te, Lo::;tocht" rilo1·nano a mo~Lt·arsi, una volla ulla Helli-
rnanu, di r·ado gia dopo 5 giorni. Ritiene poi importnute eh<' la <·ura sitl falla liu dal prin<:ipao coll'nm;a galva nica, t•::;st>ndo tJ1olto più difncilc la gual'igi(lno S~' ba p•·eccdulo la tUJ'a colla caulet·izzazwoe al solfllto di r11me o :-;e la congiuntiva,. iùrl•·men lt" Jn(iamrnata . Dall'ollobr P 188i ha curulo circu 50 casi di Vf' t'a co~tgiuuli vite l!t·aoulo~a e, nella massima pat·tc eli essi, ollenne la guarigione nello spazio diGa 10 sellimane, e 3 casi di congauultvile g t•an ul o~a m onoculare prQdotla dal lungo uso di atropina o di P!:~'rina l' quindi lo:-,.,aca <' non infettante oPi quali con due
oJ anche con uno "!ola caule•·izzazione ollenne uua guaJ·igit~nt' perfella. L'uulore fa in seguilo la storia di 4 ammalali por renJ orl} più l·hiaro il pr oces!"o, dei r1uali riferiamo ::<Olo i due ultimi <·onctwnenll due soldati , c ito per o rdine del Ministero della guerra furono a lui arfirlall pe1· lu cura ~Alvanocauslica rwiJ'ospeùale militare di Bel'lino. Il pr·imo ~i ar a ammaluto d'oliai mia ~ranulol'la il 23 ugo,..to 1888. Curalo dapprima ull'ospedule di Fa·ancofortc, flt li'Oslocalo all'ospedale di Be rlino il l4 gennaio. AJ principio della c uru aveva all'occhio sin istro V =- '/16 al nestro 5/ 11 : lu metà inferiori' ed esterna della cor nea era (Jpal'ata. Le palpebl'c rli arnbo gli occhi presentan1no una infiammazione granulo~a
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Dll'tetlllelate sviluppata e la muco.:;a vivamente arrossala. La parte tar~!)le della palpebra superwre era dissen1inata di graau!azioni piccolisslme, biancast1·e e rilucenli. al di là del tarso le granulazioni erano più voluminose. La cura galvanocau.Uca comincio 1!18 no\·embt•e c ùa quell'epoca flno al 20 gennaio 1889 fm·ono cauterizzate, in 9 sed 11te, all'occnio sintstro 71 granulazioni alla palpebra "Uperiort> e ~)(i airinferiOI'e; ed all'occhio destro 8H alla palpehra supP.riot·r l' 101 all'inferiol'e. Dopo le singole operazioni non segui irt•ilaxione nole\·ole. lo principio si ft>cero delle fomentazioni con !"OiuzJOni d t sol fato di zinco ad 1/ 0 p. 11)0 per comballcrf' una leggera tumefazione, ebe si tralasciarono in seguito come .:;uperllue. Nei giorni 16 dicembre e 6 gennaio si toccò le~gerawnte la congiuntiva col solfato di rame lavandola in seguito con soluzione d'aciùo borico ; piu Lardi, eccetto la cauterizzazione non si foce aiLI'O che spargere iodoCormio soUilmP-nl•· polverizzato. Il ri~ultalo liuale constatalo il27 geunaio fu il seguente: su lla ponione lersale a r1·os~ala dalle palpebre superiori si verlonu piccolist lllli punti bianchi, leggermente concavi (cicutt·ici); inoltre tlllinenze r osse, piane, P.ulla congiuntiva moderntamenle nr1'08tlata al di là del tar~o piccoli punti grO!'lsi do 1/~ ad 1 mm., alquanto pallidi (cicatrici); qua e là eminenze pio ne: non l!sislono granula1.ioni; la (~Slcnsìbilllà della congiuntiva o l'ampiezza dt-1 sacco congiunti"ale sono normali: l'ocule7.Z8 visi"a e sinistra :::. ~/5 , a dest ra =~~~· (l: autore ollri buisc•• qul•sto miglioramento alla diminuzione dello st&to irrilativo della congiuntiva per la uura). l'altro soldato . dopo !l !!iorni ùi cut·a al cor po (Reoierbeltandlrmo), entr·ò all'ospedale militare di Francoforte o O. per infiammazione contagiosa do!di o•·chi, do"e fu trattato colla pietra di solfato di rame, dapprima gio1·nalmente a poi a giorni allel'lli, e fu traslocato il H novembre 1888 al primo ospedale di presidio di Berlino. Qui " i s i constatarono le seguenti condizioni: le palpeb1·e inferiori d'ambedue gl i occ;hi tappezzat.e da granulazioni esternamente numero!"O di ~.5 a 3mm. di grandezza, più piccole c più appia ttile ~:c~ u lla por~iot~e t&r "ale; allù palpe-bre -.uperiori nessuna granulazione alla .porzione tru·sal(l, al di u. di questa g ranulazioni gt·osse 3m m.,
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RIVISTA Ol TERAl'EOTICA
nu,ne1·ose e diì'po!!LH in li neo: coruee Ll'asparenli: V== '/, La cura fu p1'8licata romP noi ca,o precedentE': in W !':e•lule dal 18 novembrP al 211 ~enn11io .!"UCC?~si vo si cauteri zzarono all'occhio si ni!=:lro 13:! !Zr BIIUIAzi oni n Ila palpPbru "uperi01·e ll 1i5 alla iuf(>r inre, All'nrcltio cii.'Sll'" 103 Rlla palpt>hrn sup~riore e 119 olia in fer·iorc. A l 27 Jl('rmaio <Ji osl"el'VÒ lo l" lato set:fnenle: cornee lral"pArPnl,, arro>~samenlo uniform•• e medinrt·r delle con~iuntiv .. palpt>br<~li: rrua e la :<ono disseminatL det punti alquonlo più pallidi, di c1rca 1/ , ad l mm di ~··andezza (cicaLricr) ed inoltre ele~·atl:'zzo piatlf' clte hanno la cir·confcr·enza di una granulazione di mediocre JXrandezza, ma in oe,.:<:;una parle si !'ICOI':tono ~?ranulllzioni; la distendibilità e le •lirnensioni della contnuntiva non ~ono diminuile; diPll'u la po•·z•onf' tarsHie la congiu11liva è alquanto pit:1 intensamonle aiTOF<sata, ed a tralli vellutota per elo•vo lezz~> papilliform1. C.lnchiudendo l'autori' fa ancora nolar~ la rzrondE' unpc.rtanza per l'ArmALA del la cu r•u giJ I vono-causticn della congiuntiviti' granulosa che ritit>ne completamente guaribile coo questo lraltamento fallo energicamente e, acl uo tempo. cou prudenza. Siccome all'atto dell'arruolamento In maÌallia non può ancora ave1·e prodotto né ra~t(Zrinzamento della congiuntiva, nè paono cornea!~, cosi anchP. i ca!li di e~!-n sviluppAtisi durante il servi1.i0 ;:;ono guaribili in modo da t:Vilar~ questi <laoni. Se si può otLener e di est11·pA!'e la JOalaltia dallo truppa, essa andrà semp ..e diminuendo anche nella popolazione civile. L 'autore dice che questo grande intento si può inlie1·amente raj:lA'iungere.
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RIVISTA DI CHIMICA ~ FAHMACOLOGIA
--- ·- ·>---La 4enatà del aangue nelle malattie renaU. Lt.ovo J ONES. -
Dollore
(The Pr·actition.er).
Gia nel Journal oj PltysiolO'.J'I Jl dott. Lloyd JoneE', del l'ospedale di San Bartolomeo in Londr·n, produsse un metodo clinico semplice, da lui immaginato, per vagliare ltl gravìt.a specifica del sangue. Oro, nell' ultima puntata del Practttioner, presenta i risultati di talune sue r icerche m questa direzione. Modlante confron to con pa recchio numerazioni emocitometriche egli dimostra che la gr•avila speeiftca varia in proporzrone a l relativo ammontare dei corJIUICOii e del plasma, e, pertanto, opiua come le oscillazioni nella gravitù sprcifica del san gu~ ùebbouo occorrure facilmente sotto razione delle malattie renali. Allo scopo il dott. t .loyd Jones intr aprese una serie di ossarvazioni sul sangue dei ca si di nefrile a cuta , cronica parenchimatosa e cronica interstiziale. Nella prima, cioè nella nefrite acuta, la gra·vità specifica era variabile, rivelandosi o nor male o ul disotlo della nor·male; diminuila, ad eccezione di uno, in tutti i casi della cronica-parenchimato!'la. Senonclrè nella nefrile intersll:r.iale cronica il dott. Lloyd Jones riscontr ò che nei casi, accomPI!Rnali da golla, ris ul tava in regola la gravità specifica del sangue al disotto della normale (media circa 1051), menLre rn quelli nei quali non occorreva la golla, la delta gravità speciAca ris ulta va al disopr•a della nor·male, 1058. Perallro negli ultimi casi era dimosll'ato il fallo interessante di rile· varsi nei mor enti da emor ragia cet·ebrale la gravità specilica del san ~ue el g rado più alto (media cir·ca 1060). Si consta tava inollre r ome la p resenza di La le condizione in un
\.HO
lli VISTA DI CIIDri CA E Fli!\MACOI.OGIA
caso di nefrito inter sliziale cronica sta ad iodrcare la proclivilà dell'inl'er mo alla emor ragia cerebr ale. Il doLL. Lloyd Jones des:umo che il polso tC!;O rlelle malattie r eoall acute sia da otlr ibu ir!'li alla deficiente escrezione di acqua, do11rl e un aumento nel volume del su11gue, ed opioa inoltre come siffAllu numento possa occorret'e ucgli stadii primitivi del rene grtm uloso e cootr rbuire per t.al gui::>a. alla ipertrofia car diaca ed a quelle moditlcazioni vascolari, le quoli negli studi i più a vonzati sono sufficienti per .~è a ~pieanre l'elevazione della pressione sanguigna. F. S.
IUV1STà DI TOSSILOLOGIA ~ ~I ~DICINA LEGAU - -=--'Sulla in8&mm&'llone dell'Intestino orasao neU'a.v velenam ento &onto di merourlo. - PI'Of. GRA wt r z. - tDettcscf,e 1/ed. \Vochcnscll.; N. :l. ·t8H8). Solbtnto da po(·hi anni c a ca!!ione del molteplice uso tH suolimaLo nel Lt-al tamento delle fer ite si l• ri vollu una ma~ J!IOJ' nttenzion•: !iopr a un sintomo ùoll'avvelenumonLo mert·•H'iole che er·a bensì conosciuto anche pr ima ma non t•'nuto in ~r·un conto, e que!'lto sintomo ,·. l' tnfiummazionc emorr·n· gico-difterita dell' mlesllno cr·usso. Forse la ca usa di quef:tO oblio sta nel fALLo che rl piu gr·an numer o degli tl\ vel enutnenLi pet' mer·cLu•io che si o~:;ervA oo or·tlinariamente uppar· ten~ono ai casi cr onici, e f]Uando il tlt'Cor so è cr onico In flogosi dell'intestino c1·ac;;so si mauircstA eccezioualmcnle. Ed un'altr'A causa sta in cio che in passato gli avvelena· ntt:nli acu ti avvenivano coll' inlt·oduzione del sublimato per la bocca e siccome in que"li casi si a,·evllnO anche Oo:;rn:<ì .lt>IIO mucose e causlica~ion i della bocca e dell'esofngo cllSi 111 ritenevA clte anche l 'inflammazi orw ulcero sa dt:ll'i nLestino .cral""!O fo::~sc 1111 ell'eUo cii contatto.
RI\'JSTA DI l'OSS1COI.OG1A E MEDICINA I.EGAlR
Hi l
Le pr·lme osservazio ni rigorose su questa rorma di avvelenamento datano dall'anno 1875, nella fJual' epoca il dottor BulUe~-te di Londra che ha luvoralo per parecchi anni al laboratorio dr Wir·chO\\, pratrcò numerose fr•it.ioni di grande quanlita di unguento ciner eo sop r•n dei caui, lo quali frizioni egli prolungava fino nlla co mp~ rsa dei sintomi losl-li'li. All'euLopsia eli quesli an• mali BuUi e~e trovò coslantem~n te una intlltrazione emorr·ugica estesa a lullo l'intestino cra~!'O e interesl'aoLe la sua mucosa, con formazione di esco r e. Gli animali avevano sofferto violento lenesmo e ave\'ano evacuato foci sanguinolente. Il r·i sultalo ùi 'JliC"le esperienze non fu pubblicato per In morlt" dello 8L8!'!'0 BuUlege av,•enuta nella guer ra !!erbo-tur·ca. PIU lardi tli Lre esperienze erano siate inlrapr•esc da Liebrt>ich ~ull'az i om.! del fol·munilide di mercuJ•io e sugli animali assoggettali a quesle espe- · rienze si é trovato mediante l'autopsia l o solita in fìllrazi ono emorragica con escan~ sulla mucosa dell' inltslino crasso. La sed~ delle ulcer i od escnre t'l'a alle pot•~>li LPL\SVGL'Sali deU'iutestiuo, il dtc l'li e sempt·e MSCl'\'&lo dall'autore anche lllallri C&l>i come un fallo co'<lanle e caratteristico . La disposizione e la sede specie le delle escare far·ebLe ra· Bionevolmenle ponsor·e ad U ll l:l rnu!'>licazione locale pr·odulta dalle materie fecali, e ciò et·a slal.lililo come cosa cet·la nei tempi andali in cui questa allerazione anntomica si mt>Lleva io r elazione ad altra lesione simullant>a delle prim e \'ie colle quali era ve11u to in co nl olLo il lllodicamento; ed o1·a che si ha lo stesso rPperto anatomico nt•i cosi di cui il medicamento fu sommim!-lr·ato pet• u!"o ester no si é lenl.ali a cr eder e, u non scnzo r agione. elle l'azione caustica local e venga po1•LaLa dal stw gue e ùalle suo ~ec rozio n i . Il l" l·ii nkel si dichiara espltcitamenle faulot•e di questa dottrina quando ci dice che pr.>r esclusioue siamo rorza~i ad tlmmt·llere che l'affezione inlesl.-inale carallerizzata da necr•osr della rnucosa sin di n aLurn Lossica e da attribuirsi osclusivamonle al sublimaLo assorbilo dal san gue e poi elim inato per· l'in testino. Con questa ipolesi si spiegher clJbe la pt·esenza delle e,.rare, ma r ester a sempr·c un pr oblema il sopel\'ii perchò il metli·
ru VISTA DI TOSSICOLOGf.o\ eamenlo e!'sendo se~regato dalla mucosa vA sempre a cau: s ticar•e IJUella tal parte delle pie~he intestinali o non cauterizza uniformemente tulla la muco:::a. Tenendo buono r1pot.csi che il sublimato realmente si trovi nell'intestino, e volendo >~piegare nel miglior modo il reperto anatomico si dovrebbe s upporre che il medicamento che, come é nolo, viene eliminato dal sangue per· mezzo delle glondole salivali, cJalla hrle ed in nunima quantità anche dall'intestino, r•e,.,ltls.cte tanto concentrato ..,er Il l'iassorbimrnlo dell'acqua cho ~n e :<colata colle feci impar·tisse alle medesime un·azionE' caustica sulla mu··osa iute;.tinale. )la l'autore crede e,ser·e riuscito rar >edere tale ipotesi t!ITOrtea mr~dianle Psperimenlo ~opra anrmah. Fu specialmente una esp«•rienza sopra un cane che gli ùie.Jo il più deci!'ivo risultato per abbatler·e questa ipotesi e fondarne un'altra. Egli fece la laparotornia ad un cane, separo cO•• inc•· srone e sutura rintestino retto dall"altl'a porzione del cras:;o e lu parte :::.up~ t·iore dell' toleslino reci~o unl li Ile parE> li addominali per· sutura io modo da formare un ano nrl•ficiale. Qumdt axvclcno il cane con miezioni ~otloculant>e ùi subiimalo e falla !"autopsia dopo tre giorni trovò l'intP~lino rello ulcet·ato e n ecr·o~ alo per infiammazione diflerira. Non potendo adunque ammettere che le oJcera..:ioni diftc· riclw siano prodotte per azione cor ro~iva immediata del ~U· blimalo, e~li invece cred~> di poter ~pie~are il fatto coll'al· tr-1buire le escar·c dell"inlc:.:lino a sede co:;tanle in qut•i punti ùt•ll'intestino ~opra mento"at.i allo violente conlrnzioni ~pa· stiche della muscolare irritata fortemente daJ sal~ di mcr· curro che si tro,·u nel sangue, contr·azioni che alln loro Yulta pt·odurrebbet•o ripct•t•mia, l'inflltr·uzione sauf(uigna e la uecrosi. Da ultimo l'autore tro,·a <tui occasione di rilcvat·e un certo nnicinamento e rassomtglianza dt for·ma anatomo-palolo~ica lra 1l dineri<>mo mercurtale e la dissenteria, e nello scorgt'rtl questa aoalo:ziA egli adduce le os!'<•rvazioni ed indu:~.ioni llnalortho di allrt r1uali Orlh e Virchow e specialmente dr que,..l'ulhmo, il IJUOle prcsentu alla società medica di Ber•lioo dei ca~i di diftcritP mercurialo facendo vedere come i fatti
E MEDICINA LEGAL'E
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~natomc•-paLologici di flUesta maiAllia !<Omi~tl i As;:er·o pol'f'et-
tamenle ro Lutte le loro par·Lit>ohn·rlà a ryuellr dellA dissenteria dil\erica. Anche nella dissenter·ia l'alret·Azione Analornica predominante , qualche volta anzi e"clu;•ivA, f> lo··aliu.a.ta all'intestino Cl'asso, il Lenesmo, l e scar , ch•~ sanguinolenle, la .localizzazione delle ulcerazio ni necroLiche nella par la più alla delle nbre lraSVE'I'Sali O tenie !>OliO le l"l.,S>'8 nelle due malattie. Questa concordanza nPi r eperti aOAtnmiri r i in duce a ri Leuere come probabile che anc·h e nell a disl;lenleria abbia luogo nell'intestino la separ·azione di una sostanza velenosa, eire eccitando in' modo straordinor•i o le Obr·e motrici dell' int.estino e producendo il Lenesrnc) f> cau"a delle infiltr~zioni organichf:ì, a sede Lrpica l'jsconlra te nell'una e nell'altra malattia. lopra un a vvelenamento per oa.rne infetta.. -
GA.RT II NER.
- Br·e!; /auer. èirzll. Zeitseh. , e Centra fb. J iir die medir. Wtssen..~ch., N. i(l, 1. 889). In una faltoria di Fraocooia una vacca si ammalò con fenomeni dì una intensa diarrea e fu uccisa. L'autopsia non mostro, Lranue in alcuni punti un arros~amento dcll'irrLeslino (enue, alcuna manifesta alterazione, la car11e fu dichiarata mangiabile. Un lavoratore di 21 ar:too che mangiò ~00 grammi di carne cruda con pepe e sal!) ammal ò due ore dopo con vomilo e diarrea e morì dopo 36 or e. All'autopsia si kovò una infiammazione dell'intestino Lenue coo tumefazione rleu· apparato follicolar(), il sangue rarle liquido, parte coagulato, era del colore del catrame. OlLre qucsLo caso letal e, arnmajar•ono in cinque giorni altre dodici persone che avevano pu re mangiato la carne cruda, e trentasei che avevano preso la carne cotta o in minestra. La maggiore estensione della endemia fu ~mpedita dall'ener gico intervento delle auLorità mediche. La gravezza dei fenomeni ru in r agione della fjUBULilà della carn e usata; e questi fenomeni consiste,·ano nei sintomi di un catarro gastrico e intestinale, nei cast gmd con ;:!l·ande abhallimeolo e sonnolenza. La conval escenza tu noi casi
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Ili VISTA DI 'fOSS ICOLOGlA E Mli:DlCf~A I.€G \J.E
leggeri rapida, nei medii la guarigione richiese uufl o duec seLlirnane. nei gl'avi lìno a quattro. Nelle pcrso11e gravemente aflèLLe successe. una desquamrnazio1re della epidermide e non solo delle par ti copeete del corpo, ma ancora della epidermide indurita delle man i e dei piedi. Nou furono not.ali di~turbi vi~ivi. I l GarLner nelle prove faLte all' lstiluLo igienico di Jena trovò. tanto nella carne della vacca, quanto 11ella milza del lavoratore mor to, nl microscopio e con le cultnre, una 1<pecie par ticolare di batterio. Erano dci bacilli corti mobili chr. crescevano bene nella gelatina nutritiva e negli altri ol'diuari mezzi di cultura; si tingevano coi colori della anilina. ma non s i coloravano col metodo del Gr.· am . Questa specie di microrganismo, denominaLo dall'autore bacillus enieriditis, si mosLr6 paLogeno pei sorci lanlo per via dell'alimentazione, quan to per inoculazione sottocutanea. Riuscirono pur'e gli innesti sotlocutanoi e inlra-periLooeali uei conigli, nelle cavie, in cui parimenle, oHre le locAli alterazioni nel punto dell'inneslo, era sempre provocata una infiammazione in~es tinale. In due cani, un gatto e~· ur1 passer·o, l a prove d'iniezione furono negative. In un'allra serie ùi sperimenti fu dimostralo cl 10 il IJaeillu~ enieridiU~ genera prodotti tossici cho resistono Alla temperatura dell'acqua bollenLe. Della buona carne di vacca essendo stata infettata con gli ot·ganisrni di cullur·e pure, sempre con la carne çolla e col brodo fu nei coni~Ji, nelle C8VI8 e nei sorci determinata la malattia la morte. Le alterazioni auatomo·palologlche furono le stesse che negli. al lri tUJimali infetti e nel cadaver8 del la"oraLore morto.
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RIVI~TA DI TE(NICA E SER~IliU M~DILO MILITARE
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The m edic&l and sur glcal hlstory of tbe War of the Reb ellion. - Parl l Il, vol. l. - Jledical HìiilOr!J. B eilt[J tl!e t/lu'cl medicai roletme. - P1•epared under· lho Jii·cclion of tlte Surgco11-Gener ul, Uniled St.aLes Army by CnAHu.s SMART, MaJOl' and Sut•geon. Washiug ton, 1SR8. - (989 pas.ciuP ron m olle Lavoll' g rafiche, incisioni in legno, litografie e l'u logra lle. - (Deulschc M ilitilr(ir;;tlielte Zeilsch r~(t, numP r i 6, 7, 8 e H del 188!1).
SoM.'IU:RIIRODT. -
Dopo 22 annJ compiuti dal termine della j!r linde guen-a civile americana é 01' 8 comparso il l" volumP della III pat·le della sua Sto r ta medico-chirw·{lic(l, di «JliCl g ra ndioso modello del nostr o Kriea~-Sanitiits-Bt!richt. E«!'!o pot•la a corn(lnnento la Storia medica (come a• \'Oiume di essa) <l perc16 l'opera mliera (1) . Bvld··ntemente vi i> f'lPricolo elle il lungo spazio d1 lempn, che d ~~'par·a dai ca si rlel'\crilti e dii li C os1<er' Azi oni fttlle, ne oiitnmui~>ca l'inle1·esse, ed il r tl'erv.nto dtwP confi•l<sar·e aper lumentl:', che l'u neces.sat•ia lulLa la ror·za rl'aniruo pet· stud1ar e il (ll'e!<enle volume di ci r l'a 1000 pagiue in 4° g1·ande. Egli deve pero subito dichiarare eh~ ebbe un lar'!!O romp••nso dall'a\'er· tùtima!o il còmpilo. ma. più di lutto. da~li mlt>r essan Li punti di pal'agone rhc »i prC!>('nla no ad O!!ni pa e:ina coll'opera gemella led esca, in isp(•cif' col :!o e ~o volume di e!:<!<O, eiHhorali contemporaneamente c pel'ciù mdipenclenLemenle l'u110 clell'alll·o. Che 1 gt•andi cnmhinmenli avvenuti nelle nostr e vpùule il) O~tuun:. t.lello tr;) paPtl )l,, 1u1 \Oiumc• clurnl'{!irl> L'<l un \Olume nw•lico. Il '!" \ulume deii.IIIIJIIlrl!l (30 \Olumc: rl 1ir11r1;tço) ,. P·• statu pulJl•licaLu rmtrredl·n·
tent•·nt.•.
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RIVISTA DI TEC NI CA
scientifiche dalla metà del 1860 in poi ùo\·essero disturbare e
1.'e nde1·e più g 1·a voso il vagliamento, giù per sé diffici le dello s terminato materiale, ora da aspetta rsi, dopo le nostre proprie esper itmze, t he si r sle ndevano pel' uuo spezia di tempo mollo minore. T anto pi11 ammirabili compa riscono la diligenza, In cn:;lanza e l'amo1· di pat1·ia del Major ancl Surgeon Chat'les Stoart, al quale fu affidata la cornpilazioJte di questo 3• volu me nel 'l883, dopo la nto rte del Surgel'ln Generai .l ..1. \VooJ" s rd, autore dei due primi (1), e che completarncn le nu• 1vo u qttesta impol'Lanle rna teria ru cosl t·eLtn u r endersoue padc·one col la voro, e rite~ oe suo do vere di com p1·en dere nelle ;:;ne consider azioni quasi Lutla la l'el.a lfva lelLeraluJ'a cornpiH'Sa in quel frattempo~. co:''' che il presente v <l ume non ò inferit•re ai precedenti per la t·iccl.Jczz.a delle citazioni e delle note. Tutto il con tenu to nei 12 Capitoli é , in br e ve,' il 1'eguenle: A) Slalislica medica generale delle armatt> avver:;3rie <'on pa l'lico lt~ I'e ri g uarrlo alla mo r bos il~'t e rnorta litù dei pr igionieri di guerra delle due par·li (Capitolo 1). B ) F'ebb1·i da campo Acce ~f'i o nal i e ronLin ue: JJJ8lal'ia, febris gastrica:, tuphus aurlominalis, {tfpho malrtl•ia, tifo petecch ia le, meni ngitis cerebro-SJii na lis (dal Capito lo I l ttl V). C) Esantemi acuti ed altr e malattie d'infezione: 'aiuolo,
morbillo, i!'CSrlaLLin a, I·isipola, orecchioni , febbr e g ialla (Capi· toli Vl e VI I). (l ) Il ()rimo usci fl uo Il n11870, ,. •prln •lì primH delta r.,,,i:ninuc dr l lo'h •rw•l,•n1erJI•·••· 1111fltam lode.sco; ucll'ammta IX dtil dotto giornale t1 11ag. 2$9 si troia 1111.1 est•"·' '''''CrizJOnedel e<mt.~ r uto nel :t• l'n l. (Jiil rLc 11, ''•Jl. 19). L' ul tima f"ÌV-S I.:t, niiLII ,)!li ~··r.mdo l"llfiatlO I'I' rlì •tneii'I'Jl0C:1, torm in~ \'Oli <IUJ•Slt' r ar"l,,; - L!t StrJIÌ;t nlt:dU1.'1 • oll.'lla G•term. ;Il Sr.o>.••lr>ne r.omplet:~ n~l rnotlo piu ll,,guo •tllellt; el <ir•llt'J;ia della • mcdeslma.optJ ru, e dcs t:L srmprcdi iii iOvnin uoi tedcscl;iuJJ ;:erLos.·nS<HI'irrvi•lia.. • ;;~;rdw sotto l:r furma tli un nunvo vorum~> é cnmtlaJ·;a nna plctr·a tlo•l ;l"r:m•lu • moo umPnto nnzionaro cho l>t nazil•no :nneri~:m;t si cr•ige cu n 'l"t•sl'operH; • m" noi non aiJbi:ww aucor.t c~r'to rl•'flOStll In SJll'r.tnz.~ di possl'de•·e 1111 ~ion•v • nuctw 1111~ s1ori11 nwd1Cil-1:hirur·&icn rlolla ~-tnen·a rr,.nco-grrmau lca tlel ~ Sio-71. • J;l;j a\'J•;•hhe ~ lln•·n ll8SO) pr~d;mo, che lllle.sta spc;•auza si sarebbe reallz7.:ttl In un t.empù rl'lalivnml'nte cosr lweve ' i\la ehi:LI"I'ehhL• llllre potuto pn:s•·nth·~ eh•• 11 tw., tru IJI'II her~or <l Vt'<lbl•e l:ll"llt"alo, sohunente hl [Ja r:t<• a l SliO compim~nlu! llobtnl .ma (ala lìbrllt.
E SER\ IZIO lJEDICO MlLIT \RE
i-1)7
D) Scol'buto (Capitolo Vlll). E ) ~lala ltie attr ibuile a cause non miasmaliche: catarri -degli organi respiralorii, asma. lonsillile, dirtel'ite delle fauci , polmonite, Lisi, affezioni reumatiche, ottalmie, insola?.ione (Capitolo JX ). F) Malattie locali: cardiopatie, malattie prodotte dal carico -o dall'abbigliamento (emottisi. er nie uddominali), itterizia ed atrolla gialla del f'egalo, peritontto, malattie dei reni (Capiloli x e Xl ). {i) Et•ezione d'ospedali: ospedali improvvisati, caserme -adallate ad uc:o di spedale, infermerie a padiglione ed ospedali a padiglioni; osservazione s ullu costruzione, sul personale e sull'amministrazione; elenco !leglt ospedali esistenti in dieemhre l!l6i; pr·ovvi!lla di medicinali e di oggetti da medicazione (Ca pitolo XI I). Secondo ciò si può dividere pet• il colpo d'occhio l'opera in 11nR part'~ statistica (A), una parte cliuica (do B ad F) ed ona parte igienico·amministraliva (Gì; senza eh~ pet•cì attesa la na\ura del soggello, si sia potuto mantenere esattamente -qle81a <liYisione, al contrario la parte statistica contiene giù -una quanti tà di comunicazioni Importanti sia cliniche che IIJieoiche, e viceversa. A complemento devesi ricot'dflre che il pr imo volume me-dico contiene il materiule originario pee la statistica in forma di tabelle, sulla baRe dei rappor·U oeigimdi, mentre il secondo volume offre un lavoro monograrlco tlelle malattie intestinali dissenter•iche e diarr oiche.
Parte statistica. Si può congellur·aro che dali• mag~io 1860 fìoo al 30 giugno '.t866 nelle ar mate Jeli'Unione morirono in realtà·
~68
RIVISTA DI TECNICA
TrU)'JI•' l<laucht' Trn)'JI•••Ii··ol"t'•' Tlll<ll•• 4272~ J5H ii23>t
Morli in hallaulta in !!eguilo a ferile n mRiattie. • per cau!'e non r·onosciule Tolt~IP
l l'li
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~la oet t·apporlt medict ~ono annolllli ~olamenl, J2!J:J. •• ca«i .ti morte per malattie intern e nelle tt·url'e bianche P ~n!J9 nelle l ru ppe di rolot·c. locclti• cr~rdspnnde, dopo tolle .e 1 •"•l· bili ronh dt errore, aù una mot·Lalita media annuale lt ;,:j,i e 1 i3,i p. 1000 della fo rza m l'din, mentre i casi unnunt.ialt dJ molallie it•lel'ne. ~~t:H5~i nt>ll,.. truppe bianche e 1;0~>1117 in Jllt.'lle t! i colorf•, tl~noo una morbo.,.itù medta a nuuale di :!d5 " :l:!!~t p. 1000. La dtffere nza rra l•· Lrupç,e Ltanchc e quello di cnlore (le quali ulltme rurono fot•male ~;olamcnlt' nel l&H) sulla l!.!'h occhi, ma •·elali,·ameule alle condizioni t:Hu·opce non ha grflt~<le tule1·esse. Di molla importanza all'incontro è renorme limnenlo tleUa morlalilà rra le truppe bianche (con una m o t·bo~ità lentamente decrescente) lino ol !l0 anno della guerra, twl 'JIIIIll' :-i ehbe una morlaltla per malallie, cb., non si rag,.:iun-e J•h& in seguito. Si ebbt'l'~ cioe p. 1000 della forzo media:
ISG I
ISGJ!
1863
1&1\
186:i
Ammalali
3R22 2983
~6!-l(i
22 10
2273 23()2
~I orLt .
JO.R
(}3
~q
4!)
~ii
IStY.
~2
\lr•h~
'1111111·1"
24.15 -.< •
Il ch.iruq;o Smart indica cCtrnt> para!.!'one da unlulo i 9~,!) p ti.ICIII casi di morte per utalo:Lie uell'at·mata in~les~ inmlnzt a St•bnl'lopnli in un solo rnPse, I!Cnnaio 185-"•, e .!all' tt1!1·n Jnto 1 l i,:{ p. 1000 (!:econ.Jo E n gel) che rarmaln prU"Siana hll per.luto durante 7 mesi dall'agosto 1810 nl fPbbrnin JH/1 iu F1·onria po'l' malallir interne. Per altro ea-li dichiara vani simili para_oni· ri,.ultali J'rAilcamenlf' acconcs t> c:pecialmeute ulih a ~ 0" 0 pre,·Pnlivo in a,·,·enirt> sarebbero " olame nle quelli nllemtli
4GO
K SEHVIZlO AIKlliCO MILITAI\E
-eol paragone colla morlalita in pace olella rt1lativa a1·mau1. E,;sa l·agf!iunse nell'àt•mala amr.wicana nel LE'mpo precedente alla guerra 18,98 p. lOOO all'am to, in c•tmpàg-na fu quinui sola· mente Lriplicat.a, menl1'e nell'arlllala prusstaoa ru quadrupli· cala, giacché il uumer o sudùetlo di En~el t~o rrispon de ud una moi'Lalità annual e (li 24.~>1 p. IUOO (1). Del reslo l'amministrazfone militare amet•icanR noll si r appattata in nessun modo ili questo conforto discretamente a buon prezzo, rtl piuttoslo vedere la morlalilé. media di !),51 p.1000 degli anni tra il 1866-G7 ed il 1882-83, dovutA a l miglioc·amento delle I'OnJizioni sanitarie dell'armata; a nzi per il 1873·ìi ii no al 1~2-83 questa cil't•a r·aggiunse solamente u,a e nl:ll 1879- 80 ~i ebhe il roinituo di 5,70 p. 1000. Nel 2° volunle del I<T'i<'{]·'~·Sanitiits-Berich t è a sufJìcienza dimostrato che la nostra maggiore nlùr bosità e morlalita in guen•fl Jel1 870 "i l a vulo in confl·onto ùell'aulecedenle periodo di pace fu quilsi esclusi,·amenle 1lov.uta f! lle rnala llie d'infezione, gli americani hanno fallo una esperi.,nza del lultt• sirrule. Cioè aura.n le l'i Il Lie•·a guerra civile per m.iasnwtie (l ìseases (rebbre continua, ti l'o malat·ico, mnlaria, Jiart·ea e dissen Leria, diflerite, esantemi acuti) sono: l'et· l()()IJ •lell:t [Ol"7.n ltlcdi:•
a) nelle Lruppe bianche\' Ammalali
l'l'o· 1000 malal.tll'
t•i>]"IPltiV:Lm()nlo• .-:o<i eli morttpcr m:tlattl:o
7306,8~
:i80,87
Hl6.79 :)885,i.fi
712.21 (1) 50i ,86
258,62
601'19
dal t • maggio 1861 al
:~o gi11~no 1866. l mor li b)nelle tru ppe di co·{ammalt'lti lor.e dal i• luglio 1863) al ao giugno 1866. ( morti
( l) Come u IlO!() Il Xhcgs-Smlllrfts-Bel·icftt {lld Il, 1:1 i>•• li:• t68J dit t:t1111 o m.•,li a dolh•rnna·... r.·t', ln s~utlo · n mn1ntllc, . per tutta l.ar·ma t:q;ermantca, . ùumotj> l'Hl· . <d '1
~m " 000 di l.'liiWrn ~ 18,58 fl. 1000, per il rontiogente pru~innn = 16,18 Jl. i OOO.
cr 'lllesl'nllimoln media clnlln mort~liti• l n parr negli anni dalt867 rtl lSi~ f•t d 1
11•7 11• tooo della ror·r.n me IJ;t. 1
(t) N~Ll'armal:q;ermanica nl'l 1870·7t IJ1111SI:~ cifra r:~ t;gi uruw 7~,3.
4.70
RIVISTA DI 1 BCNlCA
Vi contribuiscono in prima linea le diarree ~ ùis,en terie· con 202,23 p. ·1000 d1 ammalati e 292.10 p. iOOO di morti nelle truppe bianche, e con 2:-i.t-,40 e 24-5,9i p. LOOO in quello di colore. Se qui le truppe biaorhe e di colot•e vanno quas• di pat·• passo, si os~er·va invece una sorpt·endente immunità di queste ul· lime contro il vel eno del tifo addonJinale Uebris contùwa del rappor·to americano), le cui cifre in esse arrivat·ono solamente a 6,!)7 e 86,84 contro 16,55 e 216,82 p. 1000 nelle tt·uppe bianche; esse furono invece maggiormente soggette alla mnlal'ia delle truppe bianche, come pUI·e alla infezione mista del tifo e della.· malaria (lifomalal'ia). Le pet•niciosa influenza delle malotlie d'infezioue compa-· t•isce chiuissimamenle dal seguente prospetto d'ir1-;ieme della Label!a IV a pagina 16 dell'opera: sono annua)rnente per· questa causo:
a) Nell' nrmata dell' U monr· (truppe biancbel durante i 5 Anni ed 1/, della guerra b) Nell'armaLa degli Stati Uniti du1·ante 18 anni prima della guerra. c) Z'\ella medesima dut·ante 10 anni ùopo la g ue1't'a . d) Nell'ar mata prussiana nei 4 anni tlal 18i4-i5 al 1877-78 . e) Nell'armata francese nei ~ anni da! 1875 al 1878 N o i possiamo aggiungere: /) Nell'armata lede..ca nell'anno di guer-ra 1870-71
Amrunlr~ll
Morii
J Ut,:H
l'l.09
fJ 12,74
8.5&·
168,~9
1.96
67.07
1.20 -1-,48
J57,0:l
a,58
Fru le allt'e malattie vi pr esero ancm•a una parte importante solamente quelle degli or gani della nutl'iziono pc•· il numero degli ammala~i e quelle degli alllmalali e quelle .t~gll org ani respirolorii per il numero dei rnCJt•li (in particolare le pollOonili e plet.arili con i18,47 p. JOOO n elle tru ppe bianche, e 201 ,35 iu quelle di colore). La lisi polmonare rima'e u10ilo inùieLI'O come camw di decesso (40,8f> p. ·IUO(} nelle truppe biau·
E :>EIW IZ IO li EU li O ) l) Ll l .Vtf:
~/ 1
<'he, 40,04- in que11e di colo r e), nta fu tanto pilt frequent•>menle causa di invalirlilà (vndi a. vauli). Del 1·esto il s01·prendente m t~lioramento delle condizioni di ~alule nella at·mala americana dopo la guer'J'8 non ~i deve solamente attribui r e alla m igliorula !'alule, ma rùr~e mollo di più ad un accur·a to pr ocesso ùi reclulall1enlo; 1.ltf8lli fra 3039 rifor·m&Li nell'a nno 186 Ls e ne trovar•on o 2881, le c ui infermilu esistevano già pl'imu dell'incorporazione. Che anche nei ~e· jZ\lenli anni di ,:ruerrn si proceÙC!;"t' poco oc ulalamenle e dimostrato da una quantita di t·appoJ•li or·iginali dei medici dei corpi. Alla mede~iroa circostar.zu s 1 deve pul'~ in pa1·te attribuire il num ero ve ramente en01'1lll' di invalidi in gul.'r ra in seguito a ma lallie. Uuranle [lilla la ~uert'il rul'OIIO congedali dalle truppe bianch*' a causa di Disabilif!J per alli•z10ni intt-rn b 1 988~9 individui, dei quali 136584 sotto il tito!o di malattia, cioe 2!H,7 p. 1000 delln forza m edia; nelle t rup pe d i colore questo cifre gono 6771 r ispettiva meule 4831 uguale a ;~,,6 p. LOOO. Ln dill'erPnza ragguardevole i deYe all ribuir'r' in p1•imo luogo al corso grave racilmente mot•ta!P delle malallie acute in que~la razza , ma pur anche a lla circostanza che questi uomini !'enza patria i l · più delle volle, onclte nelle malutlie c ro niche, sono trattenutr nell'os pedale fin o alla morte. Fra le ca use di in va lidità nelle t ruppe b ianche sta. in pt·ima linea la li,.ichezza con 20W3 congeclati = H9,i p. 1000 di lutti i cougeòati pel' rnalaLtia, oppu re ed una media annuale rli 8,i3 p. 1000 dellt1 forza; tengono diet ro la diat·rea e la dil"!'8nlet•ia con 17389, debolez7.a gener•a le (deùi lity) con 141100, malallie di cuore con 10636. Queste cifre enormi, per le quali li nora manca cl<}l tollo ognr confronto con altri e~e rcili ed allr e I!Uer re, dimostrano quale ''alore abbia a ccanto a lla s latistrca della mortalità quella dt!IIU invaliditti, e come per· e~su contpar·isco no in Lulla la lo r o c!:in· rezza i fo rmidabili eiTe lli di liiHl pr ende guerre. P r•obabilme nlo anche il nostro l(rieos-Saniiiils-Heriehi anù uur·or u di queslr> necessario completamento. l ra pporti dei confeder ali c ltebellen sopra le loro perdilu POI' malattie s ono m ol to ince rti, e s i lirrula no a comunicazioni
lliVJST.\ 01 TKC~lCA
iu pat•te di nalut·a pr·ivota di i'ingole a r mate Lc r l'ilol'inli: per quanto si puo congoll urure c::si fu rono afflitti maggiot·m•·nh> c piu gnl,·emPnte che l't1rmata dt.•li'U nione. E:;il'tono pero e"ullo comunicazioni ,.;ci,..ntifiche ed ..-.te-;i r 'lppot•Li mcùit'i d• alcuni prigionieri tlegli Statt del sud- ··or· Lmneole ad eterna onta e n•r;ogna di questi ultimi - ,.O[•ra i soiJali dell'Cuiouc fH'tgionieri d i ;!Ut"LT8 colà Lraspor'lllll E ucce-..-.arto di legl!ere ;!li >=lessi rapporti o rigmall scrnu iu p<~rlP da uua comm "Sione Jn!'lituita per t(uesto scopn ùHll'a\vcr::-at·to. in parte dru medtci dPI propl'iu pHt·tito, Per creJen• ciH' ancora alln met11 drl I!J• !"ecnlo fu5se post"ibtle unn C'•t'-1 dj;;uuumu Lra~cut·anlfl dellt• Yillimc di una cosi 8\ver,.<t fortuna d t 1-lilCI'ru: ~•act'lu'> "'~' mhra che questi infeJici :-:iano pii! volle Ietterai m••u le mor ti d i fa me e di freddo, imputt•idili ne li t• proprie evacuazioni, o maugiali dai Ye1·mi. Solamt>nlc,i me li ·i fecero noto l'ia mc nto il lo r'O doverP e cer·cnrono di lenire pet· quanto c r·o possihil r> le :;oti'Pt'e r•ze ui coloro cile erauo affidHtr a llA lo r o c ur·e, 111a il pit'1 del le volle non potevano otlem•t't' m igliort~mo nLi nolln n ukizioue P nell'a lloggio. l l'isullali ~ta ti:;,lit;i :-;ot·pussano ogni previ!<ione: ncll'o!=:peda le Ji prigiouieri sopr a Kap Sum Lcr , pre><:-:o i\ndc r:;orn•ille in Geor gia , sopt•a LC!OU enlrùli per malaLiiu. elci fJUa li è no tato l'esito, ue tnorrr ouo 11086 73 p. 100 (!), dc i tjUali 5605, o 500 p. 1(){10. ~olu pe•· tliat•t·eu e d :-<Sente ria, lA quale diede una ruor lalità .ii ~0.:~ p. 100 sui (i!l/6 c·he ne c r <tno ttfTelti, mentre il tifo add,.,minale raggiunse urta mor·lulilit d1 )<5,8 p. 100 {!). Tiene tJi,.tt·u uurnet•ic't\loenle alla dis,:;enler in lo ~col'lmto cou 5285 am111ahti e 36H C) morli (= Gi-,4 p. 100). Le cose ;-~ndarono a lqua nto piu fa,·orcYoli nell'ospedalt• dt p :-•g•oniet'i a Dauvillc . dove almeno morirono ""t~lumt>ule 21-,"7 p. IOU degli entr ati. V eram~>nll' confortante è all'iucoulru il r appol'lo ~uJla con.tizione dei ribelli caduli nollo tua o i dell'arrrwta dell'l,; n ione. Certo ,, .la ammellt'l't"i che ilt·t~piJo fl!'ri,·art• tli mass:e di prigionier i dopo le g 1·audi ballaftlie apparecchiava piil volte ina::;petla le diflicollir. per a liOSigiarli e nuli'il'li. Anclre noi a bbiamo p roYuln tu tto ciò. Musi è put·c pro\'alo, come dA uoi, che I<J mo r talilu, :-:ia pul'e an COl'fl mollo olevota, ti :-,tela più il 8Pgui lo ùi n•w dept·essione de llo 8 la to gcrH'I'ale ùei prigion ieri pe r gli s trapazzi
=
E SEllVIZl O MEDI CO Afl LJ'l'ARE
-della gueJ·t·u e le malattie pregi'PSSe od in cor "o, onz:rht'· il ri· ~ultato da un alloggiamento o di un trattamento anli~ienico, st>bbene non si sia sempre potuto evitare un temporaneo in gombro. Alcuni dei grandi depo><iti di pr·i~ionirri diventarono nel corso della ~uet'l'8 , per continui miz:liot·amenta della di:.opositione e del tr·allamento, completi adal!amenli- modello, 18 I'UI desc,·izione a11che oggi ci può :~ervire di esempio; tali ttouo, pt·Jma d'ogni altro. l~> estese caserme e ~li r,spedali ,.npra Rock-J sl~nd nello -.lato di Illinois. delle qua h nell'oper-a c:i trova una bella veduta a volo ù'uccello. Il nnmE>ro totale dei mor·ti f•·u i pr iz:inniet•i neg-li Steli del :"\ord fu di 30716; dei ryuali Z">569 soccombellero alle loro ferile, tii altra 1556 non é conosciuta od indicata. la causa delle morti , J•imangono cosi 235U l mo•·ti per rnalaltic. Si trovuno esatti clHli tilalislici dei nuovi campi di pri:zionieJ·i (Ca m p Douglas, ,\!ton. Rocb-bland, Camp ~1orlon, Johnsons lslund, Camp Cha~e. Elmira e Fort Delowar e), con una eull'ata to tale di 16307G (L) ed unn JWesenza m edla di 408'1 5 uomini , dei r1uali nmmalarono annualmente 2HGH2 2997,6 p. 1000, e mo •·irono an nualmente 18808 :!30,4 p. 1000. La morlnlità rug~iun!ite pPr('in 7,7p. 100 degli ammalati. Le malaUit> print:i poli furono anche CJui la diaJ•rea e dis"cntei·ia cou S!Gx, t p. 1000 del totale doJ,l"li ammalati, i 83,6 p. 1000 del totale dPi mo r ti, e :!0,7 p. 101) di mortalità; vi tengono diell'o la malaria: 385.37 ammalo li C'on soli 1026 morti •2,7 p . 100), gli c~anlemi a cuti: JG:'l8'i malati, 3~!>3 •norti (:?0,7 p. 100, lo scorbuto 16:?57 malati, :J5l morti (2,2 p. 100). Mollo iotcressanle é la tabella XX, a pagina 4P, la qnole ruette a c•mfronlo la mortalità annua m seguito a mulallie f"l'r 1000 della rorza nelle truppe dell'U nione, bianche e di colllre, con quella dei pl'igionie•·i degli Stilli del Nonl e dPI Sud.
=
=
Il) Ctlmo ~~~a in Germania nel tSi0-71 furono m~nt••ouli 3749~~ J•rigiunio•ri.
RIVISTA DI TEC'X ICA
Morirono ~u lOOO della rorzo
Per malattie in gener ale l)
"u Il
diarr PA e dissenteria pneumonia . o esantem i acuti ma l a ltit~ Lifìche mal~r·iA
" scorbuto. l
PrìJlìO· ~ndPrmori · . de~li SOUVI)(C
'f1ooppe
dell'Umono
Sta ti (Stati dèllXOI'd flel Snd) hl"ncl•eldi<oOJnre-
230,1> n 2,6 53,48
14:1,t
-n,o - -405,6 - -l ~l,(:i2- -3!>,27 (ji,7 40,5
13,6 12,6
403
2H 6o3i 28,8i 8'9 ,- <1-,!10 18.3ll 20,5 ·l 'l ,60 12,15 12,2 5,04 Hi,8l
102, ~
0,16
2.1)~
P e't' co a Lro nell'auno d i guer•ra 1870-71 mori r·or10 parimenti soproa '1000 della lor·za m"di11 (Krìegs Sanitlrts·Berieht, Bd Il ~ pago 1(i9): Nell'r.u·mata. tedesca m obile o o o 18,6 Il immobile. o Xei prigionieri di guena francesi 48,3 In conseguenza la mortalilr) dei prigionieri di g uer•roa tronsportati jn Geemania è s ta la minor·e di quella dell'armata americana in campagna.
Parte cliuieet.
11 chirurgo Sma rl, col richiamare a vita la vecchia espre~ sione di Pring le " febbri caslroensi " (cqmp fene rR) pel' loultc le malattie d'infezione del peroiorlo della g uerroa elle decort·nnoo con febbre continua, r cmiLteole od inlermillente, ba certa mente con ciò voluto significare, che nella pratica di campo io quel tempo era, si può dire, im possibile unn rigorosa di$linzioue di q ueste for•me tra di loro. Nella ptoima sezione del capitolo Tiplwse El'lrrcmkun gen. nel 4• ''Oiume del KrieqsoSaniltitoqBerieht si !<Ono abbas tanza messe in evidenza le difficoltà cl iaguostiche incontrate da n oi in quel tempo cit·co tale rJUe· sLione; essP però scompariscono in roccia alle parli<'olar·i proporzioni della guerra di secessione, nella quale, a ccanto alle diarree ed alle dissenterie l! del tutto dominante la rnl.l-
.E SEI\\'IZ10 M&OJCO ,\UJ.I 1.\IIE
lima (che ne\1870-71 ò notoriamente afl"ttllo di1oinuilal. Sotto l'influenza di esse, che si facevn sentir!l dovunque, si venne mediantl:l quello che noi al giorno cl'ogfti ubbiamo imparalo a cotnpr eude•·e come infezione mista, a !"orme mo•·bose del tutlo particolari, fra le quali In complic"zione della malaria col t1fo addom inale sembra es.:oere statn la più $alienle. Per lo meno il chirurgo generale \\'oot.l wu1·cl fu costrt>llo, nel r.P.coudo anno della guerra où inserire nello s~hcma del rapporto u fliciale la r ub1·ica T~(omalaria, veramenle senza <le· tlnil·e più esaltamento questa nuova idea di malattia. Per quest' uiLimQ motivo l'attuale compilatore non l'iliene quc ...lo passo co•ne un m1glioran•ento, al contrario e~l1 non puo dissimul~1re, che C()ll ciò In confusione si è fatta anco ra ptu grande, tanto più cl1o poco vrm1a e1•a stata abolita la de<>i · ~"nazione: Common eoncuwed jeoer . In quale apparentemente corrispondeva alla nostra f.-t, r ,_.. aa.~tricn. Durante lutlo il periodo della g uerl'a ammalarono per febbri· da llllll&t•ia pure, delle lJ•uppe bianche deli" Unionc 1163814 - 2iH~ p. 1000 della forza. o :!2,-~ p. iOO di lulle le mt~laltie inter ne: ne morirono 8HO _ 2o p. '1000 della t"on~u. La mortali là Alli· monta con crò a 0,7 p. 100 (all"inronlro quella del tifo-malaria ad p. 100;. Nella somma totale si lrovauo 447258 t·asi di intermillenli quotidiane, 37:"ll70 eh 1e1·zane, -1-1223 di qual·lane, 13673 della cosi delta febb•·e congest1va e 281ii90 di re •niltenle (a cui si a ggiun;:;ono ancora 't9Si l ca!'i di lifo- mularia} Chiar11 m ente queste cifr e valgono soHanto per f.(li ntt.acchi a cuti di febbre, la molto diffusa rnalar·ia cronica in pa•·te si rlasconde t'ra le a ltre m!llaLLie a cute, in parte si deve ricercare nella l'Ubr ica delJole~::a generale ( 1 018~2 ~on 1!J l morti solamente nelle truppe bianche), sono in<liLre da notut•e 5 7i4 casi ùi nevralgie, che per lAmaggio 1• pa1·le dipe nde vano cerio dfllla malar1a. La media annuale nelle truppe J.ianche fu a4L7 p. lUOO della fo1·za, e nelle truppe eli color~> 870,6 p. 1000: qu.,sl'ultime mos trauo quindi piuttos to l'opposto dell' imm unttà. Le curve annuali fauno riconoscer e un minilno rPgolarmente corrispoudente a febbraio c marzo eù un roas:.imo in ago;;~o e settembre, una volla anche in ottobre, il qual~ rag::nunse nei due l••·imi anni di u;ue•-ra circa U p. 100, nel terzo
llt\' JSH oJ n :c:-.rca anno 8,6. nel r1uarlo 7,5, nel quinto sino 10 p. 100. Questo aumento, al quale ùcl r1•slo p:·eset•o parte solamente le uttermiiLt~nli pt·opl'ie (con le t·emillenti), si spiega ùa ciò dte la guerra si s 'olse ::.uccessivamenle in conLrade sewpre pilt pronunz.ialame nte malartcile ( \rkansacs, Louisiaua, Mts:;i,sipl. Nor.l-Caroliua, com·,. \'ls tbile da una bella carta a colpo d'ot·cluo. Dalle ::.lOtte dei malati t~pparisce che ti carattere dello malaltia polevu camhiar>-i nello s tesso atnmalato per u10do che ùa una inlermillenle dh·enit•e remiltente e da questa uu ltfomalaria. Però que~le et·ano eccez.toni, il piu g ran numero decorsr tipicamenlt•, cio>! ser.onclo le leggi conosciute in .Ante· ricll p~ 1· la nwiArio Fotto-tro picall' Lo forll) f' des i~tnale nel rap porto come coru;e>llir,_·.fecel', eranfJ eli nalut·a p.wuiciosa, con gt·uvl fenomeui ce J·ehrt~ h, ('Ome con sintomi bilios i ed ernorragid. A causa delle peleccllit• che le accum pag"navatJO esse fu1·ooo qua e là pllr· tale come lifo-pet{'Cchia lc. Xell" autopsie le AlterAzioni del songue f'urouo le ~ole coslanli, il 'luale ~i tno::-l!·ava o sieros<t, opput•e nero e spe~~" ; la n tilt.a ,..d Il f('gato si mo!'llruvAno certo il plu delle voltP. mu nullamono clo,• untlue a ller nti, in parte , senza oiubbio. 111 com pl8la d i~o t·ganizzazi one. l{rlutivamente all'eziolo!!ia uon fu dt-llo nulla di essettzJallllente ouo ' o, pet•o il chirurgo Smat•l accentua la s uu op;n:one cito l'ngeule della malar-ia '-1 inll·oJuce no n solameul~ coll'al'ia, ma coll'acqua da bere. Le esperir>nze riguarJo alla protila:-::.<i sono riunite nel !'IOg uenle {Jet·iodo: • Se uoa lt'u ppa t• c<>po~ta all' iull uemm tualar·•ca ~olamen te di passug~io in un pael'e pericoloso, è da t·accomandal'si l'uso pl'ofìlallicn dt!l cbiniuo (ot·dmurlatnenle dHlO nel Wltiskey); se s i lraltH invece di una tu ag~tnre permanenza in uoa contN1ùa mAls· t·ica, allo ra si devo cercar e ùt P''"''enit·la mediante uua acc ut•aLo scella ùol campo, o coll'evitar~ possibtlmente le cau::.e preòi~pouenli . ma rt ~e1·va re il chinino a scopo curaltYO al pr1mo compat•it·e ùì nccessi feLbrili , od a scopo di speciu16 profilassi pet· t'ircoslanzo di inl'e;~;iono pau inteosa, oppure pet p r eYen ire le ricod 11LO. " È interessante la notizia che i cnn-
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E SEJ{ VJZI O ME DTCO )I JLITA IIE
fedPrati a causa del blocco dei lor o porli in pl'CSPnza della malu ria. a nc he da loro mollo diflusa, soffr1 r nno dolor0$8tn~nle per muncanz8 di chinino e .lo"eltero l'icorr•'r·e a1 rlmedii succedanei d'ogni specie (principalmente t~ l h' corteccia òi Ptnclm eya pubens e di Cornu~.florida, con qual esito non ri~ulta ben chiaro}. ~ell 'armata dell'Unione 1l chinino fu il runeclio sovr ano nella cura della malaria. Fratlanlo nelle malallte tifose 1continued !èrPr., 11 compilatore ritiene conveniente di riunire di nuovo ~"Ollo la dello· minezione tii i'tPhoid .feoer, che cor••ispontle appunto alln no"tra abdomin.al typlws ,in Italia: ileo-tiro. tifo adtlominall', l' antica denominazione : eommon conlin.zwr/ tn:er. e In nuova (yphomalaria; ed i nollrr. di aggiungPrvi aucorn i ra<~i por tali sotto la r ubr 1ca: typlwxfeoer (flecklyphu.~). lil'o pelt>cClllale, lanlo più che ']uesla dia:?nOl':l sembra ef'sere s lata falla ptutloslo Arbitrariamente. Co!-\ e1{li oll1euo la f'e!!uenle ta bella :
.\ lalltftie t~{ose nelle l r nppe bianche. r/((/ J• ma!J'JÌO 18(]1 al 30 oiugrto 1806. Nnmeriassolult
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\.18
RIVISTA DI TEC~I CA
La rnediH annua per 1000 Jella fo rza fu di 62 ,6ì arnmaluti e 1:3,27 t() m o t·ti per cortlinued Jever. Del resto la sua frequenza d~>l2• anno ù1 guerra hn progressivamente diminuito, ma la gravità delle malallie è ronlinnamcole aumentala, comt• dimostt·a Il seguente pt'tlttpetlo: M/da Ltl e per !000
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Dal 1RGO al 18G1
•
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1861 • 1862 181i2 l 1883 IR63 n 18<H 18(JI. ,, 1805 186;:, Il i8GG
35.52 J23,69 91,91 35,81 40,44 29,~1 l
\lol"lillit;~
Ìll 100
~.1
l ì •• 21,;{ 2~1.9
:lt,R :jU.!l
~on ,. racro mandabde di entrare in mag-giori parltcoiMihi. come ;;;arebbe la di«tribuzione per res:ioni, la proporzione cnlle truppe di color P e roll·ar•mata nemica, giacrhè lo stesso autore delr·appol'lO conviene ncllu limitata AulenLicitA doi suC\i rmmeri in causa delle menzionate dirflcolla diagnostiche. ~Ia ,·, par·imenti impos~ibile di anuliz.zare le centinaia tli storie di ammalati ·~be oro s~.>g-uitano, il cui valore clinico è alquanto diveJ'I>O. È da nolar·e solamente c·ome cnratler•islico chP delle 2501 cosi delle malattiP di tiro pet~>cchiol<> (con ~<50 mor·lì) $lÌ poterono ris contr·are solamente t:l stor•ie clinsche e~alle, le quali, mancando clel r·epo1·to necroscopico, la~riano ampiamente apt· r la la portu al dubbio. Fu tmche pre5:-.o d1 noi notoria l'inclinuzione molto facile a di»~no8licare il tifo pt>lecchiale, iìfiPCialmenle al principio dclln campagna. Dalle re lazioni necroscnpiche cor-rpdfl.lo da magnifld1c roto!! rafie ed inci,.ioni colol'ale di porzioni d'rnt<3slino nllPl'ato r·i~ulla che l'i lr·all.) e""cnzie lmenle di un tifo addomint•lc hen caratterizzato. Solam••nle la questione rlel lifo-malarin abbi!:'o~na 9DCOI'8 di UD P~:tame 8[1pr0f01l(~ll0. Come si 4• dello, il doll. \Vood\Yar·d ave\'a inlr'o lollo f!uesta
(IJLA! dfr" t••rrhJ•un•leuli •h·ll'n•·m 11.1 kJe;c.1 l 'iG-i l >ono: ,\mmalarou<l Jll'l' tifo t• fehhre >~;;1-liF< i3396 = 93,1 Jl. 1000 F i' IM.~ l'· !OliO l!. ~lorironr. 8i!!9 = Il 'i! • • ,, 000 )lurlaht;~ U l'· 400.
t SEilVIZIO liEDI CO l n LIHRE
4.i9
<leuominazione per i ca si, nei quali un tifo addominale s i com· plicava coi fenomeni dE'Ila maloria e vicover su; elle s i dia un gran numero di ta li ca si, non potevo. esset•vi uubbio dopo i t•eper·ti necroscopici trovati negli O!<peduli. Ma d'altra par t.e r i· sulla pure indubbiamente dalle relazioni dei medici delle truppe, che nell'acme delle epidemie malaricho in;.orsero numerosi casi eli malaria r emiLlente cbe si tnoslravano con fenomeni tifoidei aòinarnici) ma ehE' Pvidenlemcn le non erano complicali col tifo addominalo, l'ispondeva no piuttosto pt·ontamPnte a: chinino, e per ciò polovono essere condotti a guaJ'tl[ione, ma io caso d i morte non davano a di vedere nessuna alteJ·azione intestinale lillca. Sircome però \Vooclwal'd aveva pubblicato ,:;olamente la dcnomiuazione e non la definizione dello nuo,•a rubr·icn del rappoi'Lo, cos• ::;i credtltt.e che si lratla ...se appunto di quesl1 casi pnt·t:colari, e s1 portarono preponderatamente com e lypitomo.laria. Dietro un calcolo op· prossimalivo Srnart Cl'~de ('he circa r s:l p. 100 dell'ultimo ·inno da rilene t·si come t•emi Uonle malnricn !-'empiice ma a cor~, g1·ave. Quindi 1 numeri $Opra rtport nli dovrebbero esser•· l'lenza dubbio e"Senziulmente modificati. !l'altra parte l'autore !'e~nala di nuovo cho J'iutluE>nza dPIIa mularia era slraoPdino riauH'n le e!'le!'a, o che orano ben pochi i lìtl addominali con un cor;;o nello. Si Picordi inoltre 1'11 0 nelle c-randi epidemie di guer r·a anche il ltfo addominale non 1'UiupliC'alo decort•e !>pesso ali pico, si aggiun;::-a di più chi? la ter·rnomeLt·:a al prindpio del 1800 aveva appona lroYalo sufllci•mle fa Yore in lulle le cliniche tedesche, per non parlare fra i uu•dici di campo americani (l), e si potri• '·aiutare l'im possihilita in quel tempo di una dialwosi djfi'et·cnziale s icura. 1·: per·ò sorprendente che que:-;la idea ibr itla dE'l lyphomalaria Ai ~ltl c-onservata nella lellet·alura meclica arner;cana tino al giorno d'oggi, e noi siamo d'nccordo c·ollo Stnar l se egli 110 raccomanda il bando linaJI' (2). Il i eome si »a la :;uem rmnco.g~rm:mica e la prima n•II.11JU:II•· furono islitu•l•• rnhur.lzioo, pili o mrnu rejlolari d t> !In ICIIII'•' ralUr:l in lUI lt' l•• nMlalatlit' (,1hbrlll. (Cilulrontn U 1\rldOI..Stlllitols·Btr iCIII, Brl VI, pa~. ~1 ). (:1) In motlo nl'rntto nnnlogo si pronunci!• Ila Costa noi suo il/ar~t~ale della lliagltOsl •.vcciale medica (TI'aduzionc 11i JJ:n~:d e l'omt'l", Il null., png-. 3B9).
111\'IST.\ DI TEC \ ICA R igua J•do al l"eziolop:ia dl'l tifo addominulc i rif<ulloti, cnmo
era cio uspelltl rs i, !'OliO piullo~Lo scat·si; per eomplemcnlo il J'Sprorlo dù un conft'Oillo mollo accurato e 1oet•itevole d'rs~f'l· l ello dcii n nuove e nuovis~in1e ,·eJutc, t· h e in una rh 1-tn ~i pos~ono ben Lralasdare. ~;chiaro che la gt·ande epidemia ~e ncwale-come eia noi nel 1870-ìJ- si e fo r mala di una scr1e di flpidemie locali r1·a le singole porzioni di lru,~pe (i OCal rl '[jimenfa/ outbreaks). La mas~>oi111a parte rli quaRte epide1nie JH1l'ìsuno esser e l"piegale mediante la Lnlsulisl'ìione ùi t•eLLa nel i11cli· rolla, dCJvc uon el'a co:-\, Smarl crede si debba act.:('llaJ•e 1111n ort~.:ine miasUialica . I n quesl'ulliroa mauiera di Ol'Ìf!llle le rpitlemae rt•ano apparentenaenle t·at•atteriaule ùtt una esjJIO:::i~>no \'IOienla, ma clJe si dilegua \li presto, tncutr c nel primo caso p1·emlevono piede più ~raJatowcnle c pa:>~uvano più l~nlA Inento. L·a,·rtua Ja berr• ru relativamente di rac.!o t:h lndlolfl 111 ··ausn dai redattori di I'Uppot•li, più :;pe~so i t:il•i, i '} Uali perc'1, secondo l'opinione di Smarl, sono appunto c-osi ittnocenti , cowu il temporaneo ingotnlll·o negli allog~t. La roaggiort• n JOIIHII'C sut<celtibilttt\ delle truppe sembrù avc r L' una gr:.wlc 10tluenzu; 1 <.Orpi che "i reclulaYPno dnllc> cillfl si mos!rarouo pt"oporzJonatameutc lllllltuni (l ) in coufronto di quelli rechJlall tlulla ra m pagull. I n d guardo alla prdìlussi .de ve sem p re a vu•·o avu to u •ag-gtot·c o auiuo1·e successo Il p r o n Lt) a llo11 Lallaawmlo Jr.~l i indi\'idui flnllnalatisi dallo Ll'llppo, O()lla conlempnt'l.lllea l'evet·a osservnuza delle regole igiruirlle genet·a li. Mc>nlro l'Ileo-tifo ~i cleve ronsideraro cotnP il tifo di gue1'1·u , ,~·rie!l-~iypltu.~) domiounle n<-lla grande guerr n americana ne> llo ~le>!'sn modo clu~ nella f1·anco-ledesca, J'uutm·~:~ del rappo1·to cr·ode d l poter soslene1·e a ra;ion e la diAgno,i di t1 ro pelct· cla1a lt> p<• r noa epidemia i~olala, slraot·dinAt'J&monle•rn n t·ln iP, l'ra i p t'if!ionieri di guert·a inle>rnal1 a Soltshury (No rd-Curu· liuul tla parte dei Confederati; per la 'lliSie, in mant·anzu d1 un'tlllt•a spief!azioue, ammette uno ~'iluppo l'pontoni'I.J nel luogo di prigionin posill\8mènle OtTilnle e nej::lello.
({) Forso In sr;wJ to 11d una nrHel'iorc lufl•zìolll' :'òrpn·n•l•·nl•· fu O••lla !111'''"~'"
tlìiO-il l:t n•kHi l'a tmm unil a d~1 l C(W( •o d'3rm;ala. Il ('iU rr•l('ilu in ti'm)'O eli p.or•
n b
E SEIIVJZlO liEDJCO llll.lT AB F.
~81
La cura delle malattie tifose fu prevaleutement.e medicamentof'a, falla eccezione della dieta già mollo raziona le. Si adoperò riccamente la chinina in lutle lo complicazioni collo m alar ia; spesso fu somministrato iulernament.e l'oleum terebinthinae, spesso e secondo noi troppo spesso si ricorse agli opiali (opium and br andy fu designato in alcuni speùali com~ il metodo di cura tipico). Un mediro vanta il succe~:;o dell'ursenico, del resto anche raccomandato in Germania da DiLlerich. l pdmi pasei della cura cotracquR fredda sono riconoscibili negli impacchi freddi e nei la,·acr i. Come si può arguire dalle s tOJ>ie clin•eho molLo pa•·ticolareggialo, sembra aver raggi unto un particolare iuteresse la meningile cer ebro-spinale, lo quale compllrìva 111 parte sporadicamente, in par te a piccoli g r uppi, in mezzo olla monotonia della febbt·e ùn carn(Jo, e sulla quale anc!Je il noslt•o Erieas-Sanitii.ts- Ber icht (l) sì lroYa un lavor•o classico, quasi una rnonogralla. ~on sr può stabilire una sllttislico certa , perché n~l Rapporto quAsla rna!allin non e •·n preveduta. P erò ùai giornali degli ospedal1 dctrUnrone si arriva a mellerne iusi.. me 105 casi bene descritti, quast lulli seguiti ùa morte meno i; questa mol'lai•Là (93 p. 100) o ùecibamenlo lrnppo elevala, giacché 111 a lcuna j)Spedali si ra('cva solamente la diag-nosi, quando poteva esset·e !'lahihla coll'au topsia (nel 18i0-'i1 morì il 6i p. 100). Dulie da te c1i Plllrala si vede subito cl.e anche qui la malallia predominò nPi mesi d'ilwe r no (2). Rara da pt·incipio, prese un deciso int••emcnlo nell'ullet·ior e cot·so della cam pagna. La s ua durala a ndava tra ore 5 '/~o pii• settimane. l ca~i tipici di una durata media (da :1 a IO giorni) cominciavano orùinatiamenle con un bri vido, seguit() da intenso dolore al capo, febbre ed una inquieludme ca raLleristica che porla\'1.\ al deilrto, coma e mode. N ei ca~i complicali si aggi uuge,·ano dolori alla colonna vertebra le che st indicavnno verso le ostrcmtlà, spasmi telan•ci e paralisi. TaloJ•a si osscnavano pl'lec· chie o macchie di pot·pot·a piu o tneno grandi ( 12 volle in Il) Od VU, 3, ~47 r.r. C!1 'ld VII, ~ !SO.
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RIVISTA Dl T EC:'f1CA
32 casi), talora nou sj osservava no. L'a utopsia dimo~lrava dappe r tutto a l cervello e lu ngo il midollo spinale un !JSSudalo vi!>chioso giallognolo o verdognolo fibrinoso o purulenlo, sotto l'a racnoide ipe rernizzata, inspessita ed opacata; le località colpite a prefere nza erano la base del cervello, il ponte, il ceJ'· vcl letto, il mirJollo allungato, i c or doni spinali, ed i solebi del cervello. I venlricoli del cer vello coutenr~'·ano pur·e orJiuariamente, ma non sempr·c, mt liquido torbido, il quale nei r·Asi di petecchie et·a rli colore ~anguigno. La sostanza cl•r·elwalé companva in parte normalP, in paJ·Le iperemica o r-ammollita. l casi a corso r·apido (20 in numer·o), che ter minavano colla llllli'Le in poche, a l p'iu 2}. or·a, non ave\'ano uua tale unifor·milil dì !Sintomi; 111 parl•{ cerlarnen lc p~;rclté non vi er·a tempo pt>l' la loro mani res lazione: nr•lla meta dei casi esisteva l'e!'!antemtl. L'autopsia mostt-ava qualche volla soHanto coqgeslione ed intorbidarnento nebuloso dell e. moningi r.erebra li e !"piuali, mentre non vi era anco ra pr·oduzione di pus. Secondo SmRr·t. polrebbet•o qui essel'e s tati con fusi casi di malaria coii.!JeSlioa (konge.ç{ioer malaria}. Venlot lo dei cosi mortali d uraro11o òa li) g io r n i o 3 meE'.i, so· !Rmenle 7 di esc;.i ehbe1·o ('SUnlemu. In 1l casi ti cor~o ru t'i· tardato Jl~'l' un pt·olungAmPt tlo dei f'iingoli per iodi della maIHLLifl, negli altri pet· 1111 in!!OliLo Lempon\neo mil!lior arnento, al •Juale '-'Pgui utt 11uow'l peg-g-im·;mwnlo. l t•eperti nNT('Ist·opici mol'ìlJ·a VA no le allerazitln i lip i che de l ;: ist~>tna n e rvoso cantr·ale• il piu delle volLe molro flvanzA LP, mA t.nlvolla fut·ono fltH'hP tn>· vHlt~ flUa e là <:~lte t ·ale le pl ac<;l te dd Peycr·. Le a Jt ~ idetl.c cumphrazioni cull'ileo lifo e la malaria t'entlono mcmo rhiar·i i r·imAnenli casi; due Ri Ultirouo al morbillo. Nei ì g-uar iti la dìagun:-i sembra indubitabite. Smat·l con:::idera cor> Cltaufrard come en.oelopée d'oml!l'e.~ imptin.étrables l'czioiO?!Il'l di rr ueslu malaLlia, la r1nale pCl' a[lr•n rnielé pure vii lime fra le truppe negre e le a•·male d<!i co11fe· M l'aLi. Noi tr·Q\'Ìamo subito di nuovo dali dia~nol';lici e l"Lati::liri certi negli esanlernì a cnli (eruplite feveri~), alle quali t'u giustAmente unila anclte la l'isipola. come ::i scorge nella se· gnPnte labella.
\
E SEilVlZl O lffiOlCO lliLJTAlUI
Le truppe bianche con una forza media di 431237 (oppure 468275 tenendo conto ùei malati d'ospedale) ebbe1·o rlal1' mag· gio t 861 al 30 giugno 1866: Media annuale Numero nssoluto p. IOOOdeHn rorla Il massimo delle malattie 1 mcdia( l) si VtriOcò
»ALATTI!t 1 - -----,, - - - -
Ar;na·l Moru I A'/~a- 1
\laiuolo . • :lfurl•illo • .
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L e truppe di colol'O con una fo rza mcdin di Gl13:.! (rispeLLivumente 63!>23) ebbero dal 1° luglio 1.'1;3 al 30 giugno 1866: lll'di3 lltlliiiJ\Iè
Numero n:!>sotuto p. I OOOdell:~ rona
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ma· Amma- 1 Morti Aml:lti la ti \:aluolo • •
~urhillo •. Scorlattlnn . lli~pola • .
6716 S555
HS 1536
234 1 931
36,H
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O,IH 8,311
~!orti
Il massinlo dell o m:tlatLI!!
si verìflcò nell 'an rul ili gucrm
1!!,:!1 111 ( l)•·on tlt,63J1. 1000amru 4,86 Ili ( l ) • 12,5'. • • 0.01 IV (Il) • 1,41 4,:!'J lll ( l ) • 12,10
Di tulli i caqi di morte p!'r esantemi acuii ne 8\'\'ennero:
Nelle lruppe bitclllche per ,, ,, d i colot•e •
V:uuolu
~luriJilhJ
Rlsipola
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39 o, o 2ù,5 Il
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(l) Fr.1 l•• nrmat•• mobillt1•desdH• nell':uw o rti guo•a·a-a 1870-il ~mm.tlaa·ono th•r v~ulofo G.l p. IO~ della forza, morarooo O,U p. UMI: nt>llc :~rmalt• mohrli pru,. slllne 4-,G u r•lspo\Lh':ltnent.o 0,'25 La scari:LLtina, il moruillo, 1:t l'lsipola si ossor·v:L· rono SOI11 i>t()Jaf.;lm~nle (KrltiJo- Sani'iils-IJtricltl, B<l Il , pa~ 139; Bd V[, (lag. 5).
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RIVISTA DI TEC~It.:A .E SERVIZIO MEDICO lfii.ITAIIE
mentre la scorlallina vi partecipa nelle prim<' con meno ùi 1 %, nelle seconde poco p•·esso con n %11 vaiuolo o la ~carlallina l'egnarono epidf'micarnenle tluranle lulla. la gue1-ra, il morbillo solftmeole nei pt•imi !Jeritld; ùi ossa. (Con ti 11 ua).
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RIVISTA DI STATIST ICA MEDICA Stattattoa delle oauae delle morti nel 188 7. Lo direzione generale della sla.listil.'a del Regno ha test~ pubblicato la statis tica sovra accen nata. Se non ò la prirnu statistica. di tal genere che fa di pubblicll ragione, questa ha pe1·ò il sommo merito d'essere eslesn a lutti gli 8257 comw1i dd Regno. Superate le difficoltà che doveva necessa••ianwnte presentare una simile redo1.ionc lasciata al volenteroso concorso dei medici curanti, essa statistica è rie!'lcila I"JU&si completa: di 82 992 morti uvYenute nell'anno, per sole 21!1:17 non ru po~sib!le deter minAre la maluUia cbc causi' iJ de-
cesso. Giova osservare che esF~a slalis tica é ulluata io allri Stati d'E uropa, ma non in di\'er!;i che pure per le cose ~latislichc hanno nomea di pe rfettamente o r~anizzati: tra gli nllri non l'hanno la Frnncia, la Spagna , il P ortogallo, la n ussia. la Grecia, ed i PL\esi Balcanici. L(' informazioni clte essn &la lislica olTre circa le roudizioni !:'allllarie del ncgno, sono tlt>Ua mus<>imn importan7.a. Da eS!'ll ril~vasi iufalli cile l'ItAlia hu sugli allri Stati d'Europa, che offrono notizie a questo rigua rdo, il ll'iste primato delle m ol'li JWl' mala iLiG infetli w i\el J887 sommnrono a Hi:?49 i morti pet· ,·aiuolo, A 23i68 quellt per 11101 billo, a HH:ll pe1· !:'C8l'lallinR, a 2820li per ttrrlel'ile e crup, u 2i27;.! pet· fobbro lifoiùca, o 2103:3 per rebhr1
RIVISTA DT STATIST1CA ~f F.DI CA
485
-da malaria, ad 8150 per c.olera, a 3688 per pella g t·a, a 39125 per lis1. E ragguagliali i mot•ti ad un milione di iudh•idui .!ella popolazione di ciascuno Stato, meotr'e ~i ebber0 in 1tlllia 5:!7 mot•li pet• vaiuolo ~e ne contarono 18 in Ing.hilterra e Galles, 5 nell'imper·o Germanico, 5 in Svi1.z.era, 4 in .()lande, J in Svezitt e Norvegia, 100 io Auslri n, Jl)2 nel .Belgio. Cosi pure, mentre si contarono per un miltone di abitanti G9!> morti di febbri malariche in l lalia, vo ne fut·ono 7 in IughiiLerru e Galles, 59 in Austr ia, 5 nel Bel~io, 21 in Olanda, .:n in Sve zia. E per la febbr-e Liroiùea i r apporti sono l'ispeltivumente di '901 morti m Italia, 103 in Inghilterra, 207 in Svezia, 233 in Irlanda, 23il nell'Impero ger manico, 273 in Austria, 150 in s,·izzern, 861 nel Belgio, 270 in Olands, 223 in S ve1.ia, 8~ in Norv~gìa.·
La pellugt·a, cbe in llalia è causa di {20 morli per un mi· lione d'abitanti, è walaLLia quasi ignota in (]uasi tutLi gli allei Stati. Sono al conlrat·io a lquanto più rari in Italia cl1e in allri •Stati aHI'Opei i casi di morte pet' iperlos~e, per tis i polmonare, pet tumol'i m à ligni, per ulcoolismo acuto e Cl'onico, per causa violenta accidentale, per suicidio. La pubblicazione della benemel'ita direz1onc genemle della statistica del Re g no lndica, i 11 unA parola, t[ual i siuno le ca use .dt malsanie ue.l le popolazioni ud tll generale e pt>r provincie e per comunL In essa il Govet'no troverà una norma si-cura per i provvedimenti da prt·udersi al fìn.e di mig liorat·e le condizioni sanitarie del paese. .. .... M el'ila quindi il più lat•g;o eiO,f!iO es~a d it'ezioue generale CU6 COl i pe1·severanza merJlnria, con ingente falica e con senno davvero illuminalu l'ha :saputa Ot'di M!'e e riùut-re ai pratici risultati che ineonteslahilmente ne r is ullauo. Nella impossiùilitu di ri assumol'e uua s lalislica cosi compmta c òella!!liala, CL'adiamo però ulile indtcare alcuni daLi speciali susceltivi di dedQzioni di riscontro <:olia sla~istica mil1lare. Le lnOI'll per febbri di mal Al'in nel comune di Roma som~
486
RIVISTA DI STATISTICA
MEDJ C.~
marono H 2W pel? la popolazione sLabile, a 124 per l'avventizia; pet'ò 97 cast avvennero io lraRport.ati negli ospedali di Roma dalla campagna in condizioni gio gravissime. Si ebbero i.H!) mot'Li pet· suicidio, cioè4,79 per l()(JOOO abitanLi. Il primato spetta alla Liguria (7 ,96) la minima alla Basilicata (1,28). Spellano a i masc hi 1182, ai celibi GIO, 178 tra j, 20 e 25 anni; la massima nl mesu di lug lio ( IG2) la minima al dicembre (84) ..... Quindi su 100 suicidi 82 spellano ni maschi. Per 10000 individui s't>bbero (71 in totale) 4,4 suk1d1 nel militare. S'ebbero nel Regno nel 1&~7 27 duelli, 26~ nel t SR", 1.1:! nel 1° semestre 1889, con 2, 1, 3 morti. Xel 1888 nel militare si cbb~ro 165 duelli, dei quali 12 et'ano allievi di sclll•lt · mililari, 8 sottufficiali, 4:i solloteneuli, 77 tenenti, 15 capttani, 6 uffìciuli superiori e i- uf'liciali generali. Sanitari stipendiati dai comuni, ecc.: Al 31 marzo 1888 . . . . . . S!.'lJ:t dei quali di 55 a 60 anni di nt!Ì 830 di 60 a 65 " di ollre (j:i anni . Celil1i N 2321.
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G79 107~
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VARIETÀ
n oartoo del soldato (1) studiato dal punto dl vista lgleD!oo. - Lezione Jel maggiore me.hco cav . .M.H;STRELLI, professor e alla Scuola d·Applicuzione di Sanita Militare. Unn qu c~; Lioue impor tantissima, chn conco•·ne ermalroenle la IRLtica o J'igieue, ù senza t.lubbio quellu relativa alla Òt!krmi nazioue del carico. cui l'equipa~gioaueuto malitare sottopone il ~oldalo. )lapoleone l direvn· • Il L>so delle balla• glie piega sempre dal Ialo nd ctuah~ ~i tr·ovanu i più forli soldati. Sicché conservare uel soldato, il più lungamente pos)'ih1le, la forza che gli occorre pl'r comballere, è problema che interessa tanto di risolvere, quanto quello di distruggere le forze ùel nemico. Ol'l.>ene la qui stione del enrico dol soldato l'a parle di quel pr oblenta, perché porta re un peso equi vale a dispendio tli f'o•·za, e quaulo minore e meno aiThliconte su rà quel peso, • t ) \~Ila I S(l~7.inn~ le(niro-ammini-;trath ,, ,,.,,,. CCin)fliUI.a$1 J•re.sso la Scuola •l'ai•PIIc:~zlone oh :>auil~ militare per gli allio•\1 mtdici, 11er rarsi una idea al· m~uo 3l'llru,~imatlvn deWan•lamenlo ci••Jra, trutiono ru nchiesto :ù di~er.;i inlit::fllltlll uno sdccm:\ ole!le due lezioni o•hc .tH~Ioln•rtt ccclla settimana imparlote. 1>,.1 voJnr,• '"ll'nliRco-pratito oli e•se IPz•••ui uon c 1111i Il •::a.>c> di entr::m• cn nwrilto. l'eru di cprella relati\·a al ca rico d•l tCJidulu, t1~uata dall'o•gregio collrga dott. mn::;~tir>ro M:ccstrelli, in:;egnante ori::ien~. '' ,. o·rt•tl ulo dove•· fare un cenno sul l(inrlitLio, lloc·chu ll\ltla, itl modo veramente (ll'•'Jirh• t•d originale, una quest•one 'li sommo ln lt•ros~o <l cile <Jovrel.lbe o·s~crtl ruml>( lh•ro :a tutti l medici militari. B.
1-88
VARIETÀ
tanto più il paLr·jmonio di focza di ehi lo porta, uon iodefìn_ilo, ma oscillante anzi entro certi determinali Umili, sàr a t·isparmialo a profitto di utile lavoro. L'igiene dunque deve curarl"i della cosa pl?r l'tabili re qualo sia il limite cui l'i può giungere col car·ico deh soldato, pr l'chè non ne Jogor·i sovercbiamenle le for·ze, e no n ne coruproroetLn la salute. Lo studio del carico del soldato però ha importa nza ben dlvCI'!;a, igienicamente parlando, secondo che tra tto.~i di quello d1:1l fanl.acciuo o di quello del soldato montato (cavaliet·e. at·lig llere). Nel primo caso l'interesse è massimo per l'i ~ienista, perchè il peso <'he porta il soldato di fanteria l\ tutlo a discapito della sua enet'gia e mobilita; nel secondo caso invece l'inter esse ò minimo, pel'chè quel peso non gravita pjiJ, per la màssima parte, sull'uomo, mn sul cavallo, e si riducr• piulloslo un problema d'igiene ippica, che d'igiene ruiliLare vct·a .e pt·opt'ia. Conseguentemente, trattando questo imporL-anliss imo at·gomento, concentr eremo la nostra atleuzione su CJUBt llo si t•iferisce alll'l fanterie, lasciando da pt~rte (juanto può concernet·e di tal riguardo le armi montate. E pt•ima di tutlo ci domandet·emo: a qul'lnto ummontn il carico di cui sono aggravaLi i nostri soldati di fanteria? Pet· l~ notizie che se ne avevano flno a poco fa, non era possibile un'esalta 1·isposta. 11 Morache. non ne parla oflutto nella prima edizione della sua fg iene militare. Nello seconda edizione dice semplicemente che la ftmleria italiana porta un carico di kilog. 32. L'Ilerroant, il Viry nei loi'O ì\lauual1 d'igiene mililare nou ne parlano. Il T\.irchnPt· inver·e, nel suo Lehe,·bueh der llttgien.e, al<sPrisco r·he il sold11to italiano (fantaccino) poi'IR 30 kilog. Il Fròlicil, nell11 s uo Mìlfti.ir medicine, Lltce brevr · mente clw fra ''e<'liilrio ed Pquipaggia1nento il noslt'o fwlcit~lo porta kilog. 33 . Il Holb iufine1 nel suv Jlandua c!t tler .\lililar-GeRunc(fteitspltf"ge fissa quest') peso ltientetneno c!Jl) a kilog. :H-,300. Yi~ta forse la necessilà di co rt'e~p-ere questi inesalli nppt·ez:.:amenli sul conto nostro l" di cvlmore una lacuna esi-
i-89
VARlETÀ
15ten te 1 il tenente colonnello medico Ma rini, nel 1875, faeeva la determinaz:one del carico del fAntaccino ilaHo.no, venemlo a questi risultati:
C.1riro in tempo dl
Pace
l
Guerra
F•1cile mod. 1870, con cinghia e senza sciabolabaionetta . . . . . . . . . . . kilog. 4,200 -~,200 >Cinturino con sciabola-baionella, fZiberna a pocchi di cartucce. . . . . . . . . kilog. 5,000 3,175 Zaino completo, con vive ri e 6 pacclu di cortucce . . . . . . . . . . . . kilog. 1 6,~20 12,:300 Tasca n pane e borraccia piena d'acqua kilog. 3,700 2,i00 Totale
.
.
. kilog. 29,320 22,375
Dal 1875 in poi però sono moll i c r ilevanti i combinmen li -ehe si verificarono nPII' art·edamenlo, ar·mamento e munizionamento delle nos tre fanterie, per cui anche la valutazione del prelodato ufficiale non ha più valore. In considerazione di lutto c•6, pet· veder chiaro nella ('osa , io fui indotto a fare un nuovo com puto rlel car1co ùei nostri rantaccini che, condollo con ogni eRa.Ltezza e srt'upolosilù POS!libile, gat·entisco 8!'1 8lto. Esso ru ratto distintamente pe r la fan te ria di linea, pe1· i bersagl1et·i e per gli alpim, per il tempo di pace e per il piede di guerra, e dividendo gli og~elli d'eqnipar;rgiamento in capi di vestiar io, og-getti rl'arredo, viveri di riserva, armamento e mumr.ioni, ed a ::econda che sono indossati, appesi al corpo o contenuti uello za ino. l risullati sommarl di queste r icer che sono contenuti nel seguente specchio:
•
~90
VARIEÙ
Oarloo delle fanterie Italiane.
l. FantePia di linea. Pe,;o (In grammi) def.!ll oggetli di t'4lnipaggiomcnlu Sul piede 111 pnc;e
Sul piede di ;men·a
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2. Ogr.relti di ur•·cdo.
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3. Viveri eli ri~et·va
4.At•mame nLo e muuizioni
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VARIÉTÀ
IL Bersaglieri. Peso (io grammi) degli oggetti di equipaggiamento
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VAWETÀ )
ili. Alpini (t). Poso (In gmmmi) rlegll oggetti eli equipaggiamento Sul piede di guerra
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N.B. - Oltre che del cal'ico sopra dimos tralo, il soldato di fan let·ia italiana può essere sopraccaricato sul piede di g uerra: l' della laolei'Oa un campO . ~t·. 1000 2• oppure di un sarco a cot·fla pet· pane • 1 140 3' ,. di un bidone di !alta con corr·eggia . . " 12't0 4" at·. '1500 l ~pel caporale del segaccìo . "" ( 3~70 zapp:1toretli e di succhi a~sortiti " 1710 l o~ni batta~.
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(l) O~IJIJO alla so mma cortesia del sig. colonnello :llarco Lamhcrli, coman. dante il 6' alpini, i dati rolntil'i a 1ruesto ~omputo.
TAlUEl'À
j • oppure della g ravina con guaina • 3620
a•
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io
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l
3920 e funicella . . . . 300 della picozza con g uoina • ;H60) 3 dl versl nsdi manoares e con guaina • ltHO ~ 4620 sortimcnti e funicella. . . . . » 300 , per zapradi badile con guaina . )) 2700) tori. di ma onaresecon guaina» 1160 \ 4220 e funi cella. . . . . • 300
P et· o~ni compagnia di fanteria di linea, ber~aelieri e alpini vi sono sul piede di guerra: P~ nt. tll linea <! ber~nglict'i
12
Zappa tor i con attrezzamenti di g ravina(:)') » con picozzo e m annarese (6') con badtlc e rnannarese (i'). . Totale zappa tori attrezzali per compa~ni~l
· ·
A111101
~
4 5
20
Dietro queste ,·alntazioni che :lo per esatte, ''iene un'altra domanda. Il carico delle 110~lre l'anter•ie è eccessi vo, o ~i mantiene nei limiti del lollerabtle 1 Secondo un pr·incipio di meccnnica pratica bene slahililo, il pe!!o porLalo da un auullo, e;:cluso il ves lito iudossato, non potrebbe ollrepassRt'e il 'ls del peso del s uo cor po, qualom non si vQiesse ridurre quell'indh•iduo ad un semplice filechino o ad una macchina dn tro~porlo. Mes~o il caso ùnnqno eli un uomo del r.e~o medio ùi ktlog . IO, occort·erti. che il HIO t•nrico, senza il ,·eslilo indossato, non ollt·epas«i i 23 kilo~., se si vuole che quest'uomo non spenda lnllo la sua ene1·gin tli cui è capace, nel lmspot'Lo di quel pt!so. D'oltra par te la comrnis!-\iono s tAbi lita in Inghilterra, nel 1865, per esperimentare sul carico del soldato, in segu•lo alle sue r icet•che, venne nella conC'Iusi11ne <'he il carico del fantacci no non riu!i'cirebbe più di comt·dìlò ul soldato se, esclu~>o il YC!Ilit o indossa to ed 1 vi\'eri di riser·,·a, s i fa cesse scendere al di sullo di 21,:110 grammi. Dunque, leoricam~nle purlando, per un ur roo di nwdia
494
VAlUE1'À
taglia il carico ùovi'Pbbe oscilla l'e fra un minimum di chilogr·ammi 21 1/ 3, non comp1·esi il vestito indossato ed i viveri di riserva , sotto il quale n" n si potrebbe sceudere serl2a cm•t•ere il rrschio dr pr·ivare il soldato del pLLro indispensablle, cd un mo:eimum di kilog. 23, senza il vestito indossato, andando oltr·e il qnale vi sar·ebbe il pericolo di sprecare troppo il patrimonio d'e11ergia del soldato. Vedit~mo o ra se i carichi tlelle nostre ranleJ•ie s tanno entro ques ti llmili leor·ici . Mutimtun. kilog. 21 11.1, senza il vestito indos>~alo ed i \'iveri di l'iserva. Carico senza il vestito indo "-salo e s enza i viveri di riserva: In pat·o
DPila fan Leri a di li nel'! . Dei bersaglreri Degli alpini. . . . .
In' guPrr~
1 !).0~5
l 9,i!~c7
:!t;:i67
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2[), t:J7
23,7~;1
La fanteria di linea soltanto r imarrebbe solto quel minimo Leor·ico, ciò che vor·rebbe dire che nel suo equipl'lggiamento si è andali al disolt.o del puro nPcessA rio, e l'adozione per es:oa del solo CllppoLlo quale sopra\'vesLito, ftnztché della giubba o dPlla mantellina (come aHiene pPr ì bet·saglier·i e gli alpini), giustificherç-bbe invero questa conclm:ione. L'equipaggiameli lo dci bersaglieri sar'ebbe par·allelo rnollo a quel limite teorico; quello irwece de~li alpi ni, corne orre· dameuto speciale e ricco. lo sor•passerebbe necessaria.menla, e non di poco, ed in special moùo sul pieùe di pace . .\!a:J:imt'nt kilog 23, senza abito indos~ato. Cadeo· seuza il vestilo intlos~alo:
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VARl EÙ
Della fanteria di linea . Dei ber saglier i Degli al pini .
In pace
In llUerra
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21 ,!\65 23,692 25,77;{
:23,090 27,'10';'
Al solito la fanteria di linea •·imar rebbo sotto quel ma-
.zimum teor ico, ciò che offrirebbe margine per l'adozione anche per essa della giubba come indumento no r male e di altl·o sopl'avveslito, o ca p pollo o mon tcllina, como SOIH'a v vesti lo aece:;sorio . L'equipaggiam euto dei bersaglieri ~a•·ebbe anche qui parallelo molto a quel limite massimo, mentre quello df>gli alpini lo s orpasserebbe, e ti' as!'lai, specialmente s ul piode di pace. Da r1uesti dali si può dedurre adunque che il curico delle nostre fanterie i• vario: Qur llo della fanteria di linea, della g 1·ando massa dolla rantcrio, S81'6bhe inferiore ai Jimili leOI'ÌCi; Quello dei be r saglieri parallelo re•·fetturueote; e perciò da considera rsi como un ca rico tipico, teot•icamente pnrlanùo; Quello ùegli al pini, per ispPciali esigenze lattiche e di luogo, mollo Rllperior e a da ritenet·;;i come tutlo a JTallo el'ce · zionale. Di pii•, a pa t•Le il cu1·icamonll} ::peciah• di •1uesta vigot'Mfl t1•uppu montanal'a, la media cl<>l ~ll l'iro delle nost1·e ft~ n l(\I'Ì P puù rousid•·ra1·si p1·esc,o a poro eg:unL~ tllla media d••i cal'iclll attualmente in u!!o p •·e~"O In ma~l-'ima pa1·le tiPi principoli ·· ~erciti eu ropt~i, romr lo provano i doti •·nccolli qui sotto, d··i quali r1uelli r·ii-(UBI'.!anli ~li eserctli strauiC'ri fu1·ono tolti tln uno specia le l:l Lella memoria ;;ull'Equipa{JIJiamentu rlel I!Ofdato, in!>er·ita n ella Rivista M i litare italiana del 11'185 a pa ;:. 5\0.
VAIUKTA
F anteria di linea italiana (secondo la tavola 2(J.fY13 :1fì,(ì 1;> precedente). . . . . . . . . . Bcr·saglieri (secondo la tavola precedente). 28,300 28,21-7 Media dei carichi
27,'t31 \
Solda to di fant e ria spap:nuolo (vestia rio kilog. fl ,25o; equi paggia~en.to 3,!l?O; a.rm33me ntie muniziorù 9,000; oggeLtJ var·1 O,U80; VI ver1 l ,;>00) . . . . . . . . S oldato di fanteria in~ ese (vestiariokil og .12,575 ; equipaggiament~ 4!50't; a rmamento 6,216; oggetti vari O,R50; Vlven 2,<1Gl . . . . . . . . . . . . Solda to di fanlOl'Ja austro-ungarico. . . . . . . Solda Lo di fante rie tedesco (vestiario kilog. 9,-1·68; equi paggiame nto 5,581; armamento 9,423; oggetti vuri 1,017; viveri J,OUO) . . . . . . . . . . Soldato di fant eria frAncese. lu ~eguito alla soppress ione della tenda ed aJla introduzione di utensili da zappatori, il carico fu fi ssato a kilo~. ~6,000 senza viYer·i. Con due g1ornato vivel'i ammonta in tot ale a . . . . . . . . . . . . . Soldato di fanteria russo (vestiario kilog. 12,1:>8; equipAggiame nto 5,418; AJ'tnaH\ento ~,84·4 ; ogg~ ~~i diversi ·1,161; viveri 3,G87) . . . . . . Media dei co t·ich i dei 6 eeerciti s lt'anit>ri
:H,3GG :.!o,SG l 2R,22l 28,l89
28,7:>0 :1·1,:27~
27.9/(i
Ma se lutto questo, ~on siclet·ato dal lato teot·ico ed a slt'alto va ben e, pl'alieamente pat·lando, una voce sola do manda l'allef!geeimento delle fanterie, speciAlmente o~~i cbe la tattica di guerreggiare vuole il ~oldato pronto alle raricle mosse P, ne llo stesso tempo, ben pronisto di mezzi di sostentameulo pe1· ess et·e in grado di effsttuarlo s e11za imbat'azzo e eli mezzi di offesa e rtìcacissimi. Gia d Kirchncr scriveva, oltre ·12 anni fa, che io Germania è opinione g eoera le che un soldato con un carico superiore ai 25 kilog. non siu più nelle condizioni di fare un buon servizio di campag na. Il Kirn più ta rdi assarisce che il carico massimo del fantaccino dovrebbe esser·c fra i 2:1 ed i :'!51\ilog. tulto compl'ef'o, ctL
V-ARIETÀ
aggiunge che ogni chilogt'amma levato dalle spalle del soldato ci permetterà d i domandare un chilometro di più alle sue gambe. Infine i più esigenti sostengono oggi che il carico del soldato destinato a camminare e combattere non dovrebbe essere superiore a kilog. 20. La preoccupazione odierna é dunque l' nlleggerimen to del soldato di fanteria. ~~ Bisogna ad ogni costo alleggerire il fantaccino - s i leggeva in un sensato articolo della WehrZeitung di Vienna dell'anno decorso - se si vuoi fare un u~o intelligente delle sue facoltà nelle guerre future .... . 1> cc Fillchè il soldato - scriveva un competenlissimo in materia nell,Eser.eito italiano del 1888 - sarà più preoccupato del suo carico che l'opprime e gli strema le forze, che del nemico, noi avremo ri nunciato ad un g ra nde elemento di successo. •> Ora l'alleggerimen lo del soldato di fanteria può raggi ungersi in 1lue modi: in modo assoluto ed in modo relativo, riducendo cioè realmente di p eso l'eq'uipaggiamento militare, e distribuendo il medesimo addosso al soldato nel modo più razionale e consentaneo ai sani principii di stalica fisiologica; sicché, a parita di peso, possa riuscire meno affaticante !11 quanto alla diminuzione assoluta del carico del soldato se ne dissero, studiarono e Pl'Oposet'O di ogr1i sorta dagli economizzatori c.he, dico subito, possono distinguersi in due gruppi: in quelli che vedono in ogni capo del corredo del soldato, per piccolo che sia, la possibilità dì una economia di peso o col sopprimerlo o col modifìcar lo, ed io quelli che ripongono invece l'allegget'imento efficace del fantaccino in poche, ma radicali e concludenti rifot'me del suo equipaggiamento. lo francamente dichiaro che sono con i secondi, perchè infatti non manca il margine nell'art'edamento militare per realizzar e qnanlo essi vagheggiano, perché son convinto che col sistema dei pr imi si arriva a modificare mollo senza conchiude,re gt'au falLo correndo per di più il rischio di privare 1'l so1da to di certe piccole ' cose che stanno a rappresenlare per esso il puro necessario, e che per questo, anche nella voga di alleggerire il più possibile, bisogna ben guardarsi dal toccare. Qualche a nno fa , per esempio, leggeva, con mia grande
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498
VAJUETÀ
sor presa, in un serio articolo pubbl icato nella Rici::ta. Militare Italiana che per allegg erire il carico del soldato di fante ria s i sa rebbe dov uto, fra le ulLt•e <·ose poco co nclu u~'nLi, aholire una Acar pa del paio che il r;(\lùato porta di ricAmbio nello zaino, !asciandone cosi una ~o la da servire a rim piozzat•e o la deslt'O o la s inistra delle c·t~ lzal••, elle prima si logorasse. AIl l'i vede ce::;piti preziosi di t•conomia di peso nell'o~bo J,zioHe in guet·t·a del panciotto di pttnno, delia hol';;a completa di pulizia, della cravatta, del paio uosn di ricambio, delln KCU · tola del lucido da s carpe (da so!=~Liluir~i con una ca ndela oli sego), della spazzola, della tazza di lnlla, dichiarandoli lutti o~gell i ::;uperflui, senza accm·gpr~t che, mentre con la ~op pressione di lulli questi minuti fa bisogno non si ~un~·· ad economizzare un 'clulogram10o di pc•so, si toglie aJ soldato la possihilita di awre nn indum1•nto gpccialo preziosissimo pd ventre, di presentarsi in un modo decPnle (cosa convPII ÌI'nt.e anche in campagna), di c ural'e a dovere la nettezza della pt·opria persouo. e del prop1·io vc!'ltlto, con quaolo vantal{gio igienico poi l'l facile compre ndere. F: t.anle altre propo~te, di un generH poco concludente 111\Cro, potr ei r tcordare se non a massi di tagliar corto per dimo~trare l'insufficieuza. e ::opcsso anche il danno del sistema delle piccole economie. Invece, facendo una rivista dci vat·i capi di equipaggiumeuto delle nos tre fanterie, cruali sono pPoscr ilti dalla recente !11tru.=ione per le fo rmazioni di g~terra, f'e'luipaggiamenfo e ltt mobilitcuion.e del R. Esereito; tomo Il , Equipa(J(Jtamen.to (IG apr ile tR 8), s i romprende agevolmente di quali l'tfot·me radicali sat·ebbe suscetlibile l'eq uipaggiflmen lo di fanter ia, per esser e più adatto alle esigen~o La t ltchn odier ne. Orbene è su queste che couvet•t•obbe fare il maggioro assegnamento pet• un efficace alleggel'imeulo del carico delle fanterie . Le principali e più r eclamate di quelle riforme (lasciando Ila parte per ot·a la piu ardtta della a bolizione delle calllicie di colone, della giubba di lela ~ ùel panciotto di panno per dur luogo u due camicie di flan ella) pott·ebbero esser e le ::;oguenli: I. Adoziouo p(lr la fanteria di linoa, come per i berso-
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• VA!-!IET.\
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:glieri e gli alpini, della giubba di panno come indumento normaTe di sopravvestilo e della manLellioa, quale indumento -<ii sopravvestiLo eventuale. Conseguente abolizione dell'attuale cappello, insufficiente da solo, quale indumento ui sopravv~slito, nelle circostanze di clima e di stagione rigidi. II. Adozione di un paio di scarpe di riposo di solida Lela da vele, foggiale a stivaletlo (/; rodequin) e secondo il sistema dell'auto- sandalo Pìerni. Con,eg uen te abolizione del paio di ·scarpe e del paio di uose di ricambio che il s oldato porta nello zaino. Ili. Abolizione della gt•andc gave tta di lamiera resistente al fuoco, cni si dovrebbe sosliluit'e la gavella di latta da cavai· leria, assai più piccola e più leggera. IV. Abolizione della tenda completa e conseguente adozione: 1' della co perta da campo come quella di c ui é provveduto il soldato a lpino; 2• di un telo di caoutchouc pet• set>vire al dupli.ce uso di invoglio dell'impacco s ussidiario della valigia-zaino (di cui sarà parola piu sotlo) secondo il sistema inglese, e di Lelo impel'meabile do hivacco, o per stendersi sul suolo ove il soldato deve coricarsi, o pet· costruire un ripat·o improvvisato (br>ise-ved) . V. Alleggerimento dello zaino, mediante la riduzione del· I'Atluale pesantissimo, a valigia.·zaino, simile all 'in~le se ed alla rus~a, secondo s uggerì, per esemrio , molto saggiamente, il capitano medico Mazzei nei suoi pregevoli Studi e proposte intorno all'arredamento di nuerra del soldato di fanteria. · VI. Abolizione, al meno nell'a rl'edameoto di campagna, della sciabola-baionetta con r elativo fodero e tasca di sospensione; proposta d'alL•·onde non nuova, ma ripelulame nte afl'acciata da compelenlissimi in materia. Orbene, lasciando da parte il cadeo speciale degli alpini recLamato ùalle ~e cullar i condizioni di esistenza di quella vigorosa fanteria montanara, vediamo quali modifìcazioni apporterebbel'o queste ritorme nel carico.
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50 1 a hl.wndonato nei meglio organizzati eserciti d'Europa, dopo ave1· pr ovvisto il fantaccino di quanto gli occorre pe1· sostenrrd il bivacco, dopo averlo più t'ozionalmenle equipaggialo in alLre parli esse111ziali come lo zaino, la calzatu1·a, dopo averlo infine Jiberalo dal sovercltio pe1' quello che riguarda il f!ià pesante armamento, se ne otlet·l'ebbe la riduzione del carico nella miSUJ'O seguente:
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Carico ridotto
24,568 ~H,G70 25.290 2G,237
Saremmo dunque con ciò, e per la rante1ia di linea in ispecie, cbe è la gran massa della fanteria e ad un lampo la meno vigorosa, entro il maximum, òel cat•ico pel fa lllaccino, dichiarato tollerabile oggi c.lui piu e dal Kir·n flss~:~to, -come fu ùeLto già, fra i 23 nd i 2fJ chilogrammi, lutto compreso.
~ ciò potrebbe renderei paghi, fìuché almeno l'imperiosità del munizionamenlo copioso del soldato non si facesse ancora maggiore c011 l'adozione dei nuc•vi fucili a ripetizione, dis tmggendo il vantaggio trovato . Ma non é ancot·a tutto . 11 car·ico dol soldato di fanlerio. può esser·e, come dicemmo più sopra, alleggerito anche in modo relativo, o per essel:'e piu esalti diremo, appeso al corpo in modo l'azionale e peP conseguenza il meno affaticante e molesto. Ciò si potrà ra.ggiunget•e sempre che si osservino le seguenti leggi fot·muJate dal Parkes. Il carico del soldato ·dovrà essere appeso:
502
VARIETÀ
1' il piu possibilmente prossimo al centro di gravità det corpo, che, secondo w~ber. trovasi, nella posjzione et-ella, in pr ossimila del promonlor•io del sact·o; ::o conseguentemente il più vicino possibile alla perpen· dico! are che passa per il dello centro di gravi là del cot•po, e va o Onire al centr·o dell'area nella quale :;;ono inscrille lt• pian te dei piedi che sostengono il detto corpo in posizione vet•Licale; a• in modo da r·ispeLlnre gli orga ni più importanU della vita e da non leòerne od inc<>ppar·ne la funzionalita; 4' in mndo da risultare ripartito il più uniformemf'nle possibile sulla supert'tcie del corpo T ulli frli oggetti di ve:;liario che il olda lo indossa e ,:tli oggetti di equipaggiamento da P><!'O tenuti appesi al corpo. come cinturino, bòrraccia, !':8CC'8 a pane, ecc., po~sono ftl cilmente soddisfare aiiP- esigenze surnmenlovale. Lo zaino invece, che col s uo conLem-1to rappresenta poco meno r·h·~ la meltt del carico imposto a l sold~:~Lo, dirficilrnenle ~i pre~la a soddisfare a quelle esi~enze, ed è per questo appunto elle il modo di sua affissione r·ichiamò sempr•e l'attenzione degli igienisti militari. l sistemi di sospensione dello zaino escogitali ed usah fi. nor·a sono tanti cbe sarebbe lun go ed ozioso farne anrhr una brevissuna descr·izione. Mi limiterò dunque a rkordare quelli allualmenle in uso negli e~e rcil i odierni per \'edel'e quanto soddisfino 11lle lego:;(i sopra ricm·d;He. Pt·ima del1866, prima cioè della intr·oduzione del fu cile ad ago a retrocarica, ed anche oggi in qualche esercito mi· nore, lo zaino veniva porLato ìn un .sol bloceo sospeso 1nollo in allo dietro la schiena con cinghie di cuoio partenti dall'orlo superiore del meòe;.imo, passanti sulle spalle, <oollo le ascelle e tor nanti a fis::tH·si con ganci alrorlo infl•rror·e Jello zaino. Questo motlo di soc::peosiono dello zaino, as~ai pr·irnilivo, è ormai abbandonato nei principali grandi esercrtr odierni, nei qual~ a poco a poco, venne modifirato in seu!':O più razionale, sotto l'incentivo della ncressilà di addO!<"ar·e al :-.oldalo maggiore copia di munizioui, in vi::.:ta dell'aùo:tiOOI.! dPlle armi a relrocarir.o.
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VARIETÀ
Una modificazione di questo genere può dirsi la sospensione dello zaino adottala per i soldati pl'ussiani fino dalla campagna di Boemia del 1~GG, contempor aHeamente all'adozione del fucile ad ago. Il !<islema di appensione pru s~hw o ò mollo più razionale del precedentemente descriUo per i soguenLi motivi: la superficie dello zaino è fatta in modo che, ~ t.ando a contatto della schiena, s i a datta perfettamente alla medesima; le cinghir di sosp~ n sione dello zaino fanno pPesa sul davanti, sl!l cinturino, il quale porta, oltre che la baionetta, due ca•·· tuc<'iet·e piene di cal'tucce, le quoli col lot•o peso possono fare equilibrio sul davanti al pec;o dello zaino ~ià di molLo alleggerito delle cartucce, passate Jo t>sso alla seconda cat'tuccet·a, e della tenda (pesa kilog. l ,~~oo. ~.0011) che non entra a ~ravital'e sullo zaino, nè in verun modo sull'arredamento del fanta ccino tedesco . Ultìmam,~nte nel nuovo equipaggie tnenlo adotta lo pel solùt.to tedesco, in seguito u r.oncor s(J, 'IUPSto modo di sospensionu dello zaino fu ancora modilìcato in meglio, specialmente nel sì,...tema di cinghie che devono ~o~tenet·e il medesimo; !lì!lh•ma che, men tre perme tlt> la combinazione dello zaino con lo> cartucciere appes e ~ul davanti al ctnlur111o in modo che queste racciano da contrappeso a quP.IIo, rende affatto libero il torace da ogni s h•ettura, e permolle cito, anche a cinturino slacciato sul davanti pet• rendere libct·o il ve ntre nella sua espansiont~ e nei s uoi movimeuli, I')Uella correlazione non sta menomamenle turba~. Il modo alluale di sospensione dello znino nel nostro esercito rassomiglia molto u ' luello dellu prima maniera pr·usRiaun. Non avendo però le modificazioni teslé ricordal'! della seconda maniera, gli si a lll'iùuisce ti ùifeLto di pr ocurare al ~=;olclalo, nel periodo ddla sua maggiot·e ollivilù, una cintura ~o, e r·chia men te carica, che può predisporlo alle ernie ed mcepparne anche l'espansione polmona re in senso verticale (respit•azione addominale). In lnglullerra, ove più e prima che a ltrove fu sludjata la questione rlel carico del soldato e tlolla appeusione dello zaino, in segurto al Javoro della (;llmmissione incaricata ui
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VAIIIKÙ
ciò rwl 186~, ed in seguito 1\gli stud1 del colonnello O. Halloran, del Carlor, del Parkes, del Troubridge, si venne nella determinazione di adollar·e per il soldato di fanteria la !'cissione, molto r azionale, in due parti dello zaino, che l"Ono: 1• un SAcco-vnligit~ in pelle, con tenente gli oggetti piLt indispensabili aJ soldato, fissalo al livello dei reni, che prende appoggio sulla curvatura del sacro e mantenuto in sito con appos1Lo s istema di ciughie che ne impediscono lo sballotlamenlo; 2· un pacco t·rllnngo!aJ•e, cos tituilo dal cappotto ripieg~to e circondAlo da una tela impe1·meabile utilizzahile nei bivacchi ed accampamenti, portato appeso dieli'O le !>-palle al disoprA clel sArco-valigia, senza preudervi appoggio. La gamella puo e!'-sere tltlaccata od al c:acco-\'aligia. nel al pacco dol cappoll o secondo che H solrlato dc>ve portare lutlo o questa ROII\ parle del eMico. l pregi di tal l;-i-.tcma sooo e' i.lcnli: il peso del rnl'ico c s1tualo molto bt~c:so e prossimn al centro di gravità del coPpo; - si utilizza como appoggio al sAcco-,·ali gia la l'ornra conca va della regione lombo-!'lacrale, c, comi' nel si«tema prus:-iano, si tende a controbilanciar·nt> il peso, colleE!andolo sul davanti con le due corluccere concesse (Jur·e al soldHIO inglese; - il carico è ripartito su maggior ::;uperficie del corpo ed è applicato ir: modo da non coArtare i moti r c::;pirator·i del torace; - l'apperu:ione delle due pa1·ti costituenti il fardello é falla in mo•lfl da permetter e il porto di ambeòue insieme, o dell'una o dell'alLra, ed il levare e mettere delle medesime cou la massima facilità. Gli e<~perimenti numerosi falLi in Francia coo questo "islema confermarono 1 pregi surricordati: dopo una Jnarcia di 32 cltilometri la maggior parte dei soldati, dice il Mor·ache, non si sentivano affaticati, e 8i lodavano della libertà ,(j respir-azione, dell'equilibrio del lorn carico, della possibile f'ciul lezzu dci loro movimenti. Secondo il nuovo sistema d'equipa ggiamento adottalo in Russia per la l'anleria, di cui gia sono forniti i t•egg-imenti de11a guardia, si vet·rebbe ad a vere una rip!il'tizioue nucora maggiore del carico del soldato, restando questo diviso in quallro parti: cartucce s ul davanti, voligia-zaino ai lombi,
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VA RfBTÀ. ~ome pel soldato
in g lese, l'impacco del cappotto in tela ce-
rata dietro le spalle ed una specie di tasca a pane più perfezionata della nostr a, appesa al cintur ino e destinata a lle provviste dei vi veri di riserva. In questo modo il fantaccino r·usso sa~ebbe provved uto di quattro riparti del suo equipa~giamento, che potrebbe indossar e separatamente o tutti insieme, secondo i bisogni. lo Germania, allo scopo di tlli~liorare l'equip(lggtamento del soldato di fanteria , fu band1to uu gran concorso co u premi ragguar·devoli, scaduto il t• ~ennaio iH88, i cui termini erano i se~uenti; 1• Zaino: rorma, dimensioni, disposizione degli og~etti. appensione dtvorse dalle nttuuli . P eso minore, divisibile in due parli per potere abbandonat•e all'occorreuza quellA contenente gh oggetti di Yeshario non di prima necessitA. Oggetti da dispor>'i nello zaino: l paotalone di tela, l camicia. 1 paio di sttvali, 1 paio di calze, I IJcrroLLo, 80 cat·tucce, 1 astucci(l per cucire, 1 spazzola, 1 scatola pet• g t·asso, g rammi '1500 di biscotto, g rammi GOO di conserva di carne in scatola, grammi 37;) di risO, ~rammi 1':> di sale, !!l'aromi 75 di cuffè, libro di pt'eghiet'a. Pr~mio 11000 rnarclri. 2• Elmo, bof'raccitl, tllsca a pane, càlzoluru, ulcns ili di cucine, più leggeri, di facile lrao;porto, apprezzabili pe:" fot·ma, solidi là, dut·ata, pt·ezzo di costo- Premi 2000 e JOOO mat•cbi. I progelli pr esentati fut·ono J!l2, ed uno ùi (ruesti, nel 18 7, ''enue adollato. Per· esso il peso tolalellell'oquipuggiamenlo non oltrepassa i kilog. ~o. tutto comp t·eso; lo zaino e mollo rimpiccolito ed in ro ..ma di couo lt'onco sta appeso sul di diclt·o, in modo da scendere mollo in basso fJUU~i a toccare una cartuccera. che il solda to porta posteriormente, sostenuta dal c inturone; la quale car luccera,capace •li 10 cal'lucce, ò la lerza adot1ata, leullre due essendo al solito appese sul davanti e capaci di 60 cartucce. Ciò por ta ad un totale di 100 munizioni che il !~O ldato tedesco tiene oggi in lo t· no alla ci n l ura. Al cinturino sono pure appese la sciabola-baionetta l'i dotta quasi alla metà delle -sue primitive dimensioni, ed una piccola pala di cui ogni soldato é provvisto per uso dt for tificazioni improvvisa le di campagna.
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VARIETÀ
In questo nuovo erJuipaggiamento si è provveduto all'abolizione di ogni cinghia che ~·incroci sul petto o::;lacolun~to i mo- · vimenli della respiraziunP; invece cartucce, s acca a pane, sciabola-baionetta. piccola pala, sono applicale, mediante ganci, al cinturino, al quole pure s ul davanti ftmuo capo lo cinghie soslcnitr·ici dello zauto, ti peso ùel quaJe vione così aù equilibrarsi, in pa:·te, con quello delle cartuccere anteriori. Il t•appollo pure, per rendere il petto più libero, non è p1ù portato a tracolla come. per ti passato, ma fi~sat o aLlomo al per·imelro dell o znino. Si potrebbe obbiellar·e a prim11 vista, ed o ragione,che al cinturino sono applicati troppi oggetti pesanti; ma anche questa obbiezron~; fu prevenuta mediante un semplice e ben inteso sistema di cinghie, capace di fui' gravitare anchè lutto quanto sta appeso al cinturino sulle spalle del soldato. tanLo clte questo può mantener·c benissimo in do!'SO tullo il suo equipaggiamento, anche con il cinturino per•rettamente slacciato s ul davanti. Questo equipaggiamento inClne ha il #(l'tlnde vantaggio di potere essere indossato dal soldato tullo in un tempo, senza bisogno di aiuto e con pochissimi movimenti. Il soldato po!òa in terra davanti a sò l'e!]uipag-giamento; COli le braccia. iucrociato e curvandosi su di esso iuflla con le mani le cinghie, e rilevanùosi ed allargando successivamente l·~ braccia, por· tandole in alto, fa andare tutlo naturalmente a posto. La Ger·manìa per ndotlat•e questo uuovo equ ipaggiamento per Il' truppe di fanler iu spenderà la rilevantissima somma di circa !l!) milioni di mnrchi. l o l'ho citaLo con qualclw particolare pl'rché, frullo òi un grande concor so e di set·i e Junghi studii, può ritenersi come l'ultima parola al ri gual'do. Finisco col rilevare che anche in F rancia, di r·eceule, ,.. stato messo in esperimento un nuovo equipaggiarnento io uno d~i battaglioni della guarnigione di Parigi . Gli scopi che si vollero raggiungere con questo nuovo erruipaggrnmento sono nl solrto: t • Alleggerit•e, nella misura del possibile, il peso di un
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\"ARJETÀ
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ee•·to nu111ero di opgelli che entrano nella composizioue del carico. 2• Sollevare il fantaccino co11 una migliot·e ripartizione del carico ~ulle spalle, sui reni e sulle anche. 3' Allogare Lulte le munizioni s ia da fuoco, sia da bocca al di fuori dello ztùno ed intorno alla cintura, perché il soldato le abbia sempre sotto mano. In tale equipaggiamento il cinturino pot•ta: a) 3 cat·Luccere lli tela impet·meabile, montale s u os~ature· metalliche e di capacità confacente alle csi~e nzc del combattimento odiar no~ b) Sul lato sini$tro un nuovo porla·spaJa ad unu branca, una tasca di tela per cot·rcdo, affissa co11 dne ganci ul cinLm·ino; c) Dal lato destro: un nuovo utensile per fot· lilicazioni improYvisate, il quale, secondo la posizione del manico, può funzi<met·e da pala o da gravina. Questo carico del cinturone ò portato dallr spalle per mezzo di un sisl.ema ben i nt~o di bretelle in cuoio, che si fissano alle armature melo lliche dello tre caJ·Iueccre, due a nteriori ed una posteriore. Il cinturino per conseguenzA può essere tenuto rilasciato a volont8. Il resto dol bagaglio del solùato è portato in uno zaino sunile a quello mod<:llo 1 ~2, ma eli dimensioni mollo ridotte, che viellG porta to mollo in basso dietro le spalle e sorrnont.alo ùa un lmpacco dt:l cappotto ricoperto di un lelo impermeabile, utile anche pet• il bivacco. Da Lutto quanto ho qui sopra riportato si può concludet•e che nel nosll·o esercito non siamo che all'wi?.io delle innovazioni, alLrove adottale o !'!ludia te s ull'equi paggiautenlo, e s ull'ada tta;done del CBI'ICO del soldato di fnnlet·io. f·: la ragione economica, più che altc•o, che ci tiene indietro; ma se vot·t·emo i nost1·i <>oldali egualmente mobili e vigorosi per il combattimento di quelli degli allri maggiori esercili eu ropei, bisogno convenire ehe, prirna o poi, anche noi, <.lovremo entrare n,.flo via d1. radicali riforme.
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HlVISTA BIBL10GHAFI CA
Manuale di Chlr11rgla d l Guerra. - Doll. ca v. l. SEGHe, tenen te colonnello medico. - 2' edizione. - Napoli 1889. Abbiamo git\ dalo un annunzio di '!Ue::;lo laxoro, c1·edia mL• però dovere completarlo essendoci per"eoula la 2' parLI'. La l' parte , ell e l'iguat•Ja il t;er vizio sAnitario in campagna, e una compiuta esposizione delle prescrizioni l'egolamenlari r elalh•e, per lulto che riguarda il personttle ed il malt'l'iale nssegnato ad esso s ervi?.io. Sarebbe for se stnto b1•n lllèp-lio che l'tmlore l'i fo"se limitato ad esporre quanto è rP~·>Ia menlnre, seuza a~A'iun~ervi appr(•zzamenti e con!-iderazioni alle quali forl'e non lulli potrebbero solloscriver::i, c se avt>SS(' lasci nlo i n pal'te certo considerazioni e precetti ù' indoh.: tecnica che avrebbe polulo svolgere con ben m aggiore opporlunilà n ella 2• parte. Ad ogni modo il compiuto la,·oro meritu ogni 'elogio e qul'l elle ò più m er ito. d'ess e1·e npprezzalo dni medici e mililuri e civili che a,·ranno l'onor uvole cotnp1Lo di concorrere al ser vizio dell'escl·cilo in cac;o di campagna. La secouda pArle - Chirurgia di Guerra - è una abile sinlt>s i dei migliOI'Ì lavori s ul!'ol·gomenlo..... Si ri:oenle del ~ islcma un po' scolastiCO seguito nella sua csposi:!ionr; ma è un la vor o degno di noto pel se nso pra tico c he lo distingue, c elle lo rende degno di studio o di apprelzamenlo da parla dei colleghi. Veramente non l'Ì<>ponde pe1· noi al coucello dell'intento d'un lrattalo di chirur gia di gucr l'a , ()l'l'rhé tutto che é il portato delle conoscenze c bir·ul'g ichc comuni, ùelle connscenze che ogni pratico de"e avere cirt~u le indicuziom e lo cUI'd tlt>i traumi, non è chirur·gia di g uerra . Chiru1·gia di guer ra è per noi Lutto ciò c he uscendo dal carupo dt'lla
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IUVISTA BIBLIOG RAFICA chirurgia comune, assume pelle speciali condizioni dei feriti in guerra u n valo•·e speciale, dà luogo u ~pcciali ind•cazioni, esige speciali temperamenti e modificazioni curative. L'esperienza e la s tatistico ~arebbero per noi ~li essenziali criteri di una vera e pt'Opria cllirttrqia di guerra ....... Tutto il resto entra nel campo della ch irurg ia romune cl•e •h!vesi supporre essere palrilnonio acquisilo da ogni medico. ~on per ciò meno inleress11nte è il lavoro dell'egregio colle~a, meno utile; anzi ba doi veri pregi, pei quali credianv> dovel'IO vivamente raccomandare ai colleghi B.
CONGRESSI Dlz!ème Congrès médloaliDternatlonal . - Berlin 1890. Invita tion à pa rlecipcr aux lravuux de la Section d'H ~rgiéne militai re. Conformément à la décision prise à Washington par le neu· vième Congrés, c'est à Berlin qu'a.u ra licu, du ·i- au 9 o.oul Je celte annt't', le dixième Congrés mt~dical inlernational. Lt>s soussigués onl è lé d~signés par les d<llé~ués des Fa.cullt;s de médecine el des principales Soci.>tés métlicales de l' Empit·e Allemand, comme rnembres d'un comitc d'OI'ganisalion pourla seclion. C'est 011 ce lte 'JUalilé I')Ue nous avons l'honneur de vous invilcr à bien vouloii' prendre por l aux lravoux de notre section. Ce sera pour nous un plaisir el un hounPur lout parliculiers de pou,oir' saluer chez nous en aussi ~raud nombre que pos~ible M. M. les offìciers du Corps de Sanlè de loutP;; les arnu;PS. Nous vous communiquons ciconlre le programme provisoiremenl fixé des ll'avaux de la section, cl nous vous prions de
i>10
CO~GR.SSSI
nous infor·mer le plus lòt possible des pJ·oposilions, communi ·cations ou ùF>monstr·aUons ryue vous desirez fai r e.
Le Comild d'Organisation de la Seetion d'I!y· giène mililaire: Von Coler, Berlin; Roth, Dresden; von Fichle, Stull.gart; 1\lP.hl!lausen , I3ediu; Molli', Miinchcn; \:Venzel. Berlin; Gm~nick, B et·lin; Gr·ossheim, BN•Iin; Krocker. Berlin.
On est pi'ié ùe s'adresser a u membre gérant, Ober;;labMrzt D.• I<rocker, Berlin W., Potsdum<wslrusse 65, pour· tout ee qui concerne spécialementla section; el au bureau du docteur Lassar, secré taire•géuéraJ, Berlin NW ., Kal'islt'asse 19, poul' ce qui cm1cer·ne le congrès en gf~Oéral.
PROGRA MME PROVISO IRE DE t.A Sl!:cTtO!' o'HYati::NE MtLITAIR&.
En debors de la Sèance d'ouvertuJ•e, 3 Seances scientifìques sont proposées, dans losquelles on a J'inlenli(ln d'entendr e !es di scours d'ini til'\tive de M. M. !es Rapporte urs ci-dessous uommés.
Premiè1•e Seance. 1. L I:! traitemeot nnlisep liqut~ dH blessures cn campagne -dans Ics ùiffé r•entes armt•es peut-il étt•e un iformémeut or·donné daus ses poiuts principaux, - ou commenl peut on arri ve•· a obt"nir que les medecins d'une arm?e puissent at· teindl'e un élal as cplique per rnanenl des blessur es avec Je.mutt:•riel sunitaire d'une armee é tra ngère? .4) Anlisepsis primaire (sur le cbamp de balflille). B) T1·aitement uJLè t·ieur (duns les llòpilaux). P.apporLeUl's: Generalarzt à la Suite du Cor ps de Sante von Bergmann. Un Offìcier du Corps de Santt· de l'A t•mée Anglaise.
CONGIIESSl
iHI
2. Sur J'emploi des baraques lronsporlables pour malade!' en guer ra e l en paix.
Rappor Leurs: Generabtabsarzt von Color·. Un Officier' du Corps do SarM de I"At'mt;e Française.
Deuxième Séance. 3. Sur Jes Navires·hòpilaux dHn"< Jes combals uuvals, leur but, leur· emploi, Jeur emmtinagl.'ment, lt.!ur eqmpement et sur la partedpalion des socrel,~s d•' secours dans les guerres marrlimes. Rappo rteurs: Un Orfìci•Jr du Corps de Sunté de la Ma· rine Autr ichienne. Marine-Generalar;d 1. Kl. Wenzcl. 4. Sur· l'oq~anisati on des nwsures prophyluctif')ues conlre Ics épic.lémies dans Jes armPI'S en guerre el e n paix. Rupporteurs: Generalt.r·zt .1. Kl. Rolh . Un Officiet· dtl Corp de Sanlé de l'Armee Russe.
Troisième Séance. 5. Y a- t- il une possibililé d'uniformer les lisl~>s mé.lirales r t les rapports sanilaires fles diffé!'antes a rmues, de telle sorte 'lu·une slalislique de comparaison vraimenl scienlilìqup Pllisse élro éleblie sur les maladies, blessures . et mortali16 dans les armées en guene el en paix ? Rnppor leurs: Chir·urgien John S. Billing~ dt> l'a r•m,··o des ElaLc:;-Unis. Ober s labsarzL 2. Kl. Krocker. 6. La Lt·apanaUon en cal:! de blessur e du ~~ritne en guerre. Rnppor leurs: Genert~ larzl 1. Kl. a lu suile du Co rp« de San lé Bor deleben. Un Oftìcier du Corps di> Sanlé de l'nrmée ltalienne. En outr e !es communicutionc:; s uiva11les s onl annonclies: J . D.• J. Sormani, P rofes!-eut· d'Jlygiòne u I'Cnivcrsil•~ de Puvie: La mortalil1'• el les cause;; des d1>cès dans l'arméc d'ltalie pendao l les années de 1881 a 1888.
CONGRESSI
2. D.r Daublet•, Médecin Major en r elraile de -l'armée des lndes Néerlandaises: DémonslraliOJt d'une baWit!Ue lransportahle pour les malades aux tropiques (en emploi depuis prr'$ d'un an ù Zanzibar).
Les membt·es du 18mt Groupe aul'ont la facullc de pouvoit~ vis iler une exposilion d'objels d'i~Léré t cl'Hygiènc militaire aussi que les plus importants établissements de la Garnison de Bcl'lin el de Ot·esde. Les séaoces scientifiques de la section auront lieu dans l'AmphilbéàLre du Koni;~l. M edicinisch-Chi'rttrgiscl!es Friedrich- Wilhelm.s-Jnstitut X W., Friedrichstra.sse J40.
ll Direttore
Dott. FELICE BAROPFIO generale medico.
11 Collaboratore per la R .• Marina
11 R edattore
GtOVANNl PET ELLA
CLAUDIO SFORZA CapilaM medico.
lledko di 1• claut
NUTINI FED ER ICO, Gerente.
ERRATA ·CORRIGE AL FASCICOLODI 1filRZO Della leva. sut nati, ecc.: Pag. 367, linea 28•, invece di: 524,180, leggasi: 324180. )) 367, )) 31a, )) 4,530, 45806.
KE MOR.IE
ORIGINALI
SUL L.\
RES~lWNE DElL' ARTI L~ LAli~ N g D~LL ' ANCA DISARTICOLAZIONE DEL PJEDE l OIE DI llfOICIN~ om~YORIA, ~ESOill DHtr tSEBGili<ZIDNI m CmVEBE
Lntt1u·:• ra.tta ueiJa •:onrenlllza sci•'" lille<t del m6.'le di marzo l890 rre:JSo l'ospedale rnililare p•·incip.. le •Il nologna dal magl!iore medico P . Jmbriaeo .
l.
La resezione .dell'noca è di certo una delle più impOI'lanti resezioni articolari, e lo studio tli e.ssa deve interessare grandemente non soltanto la chirurgia civile, ma altresì e piil da ,·icioo, la chirurgia militare. Le slalislicbe sanit arie delle ultime guerre sembra a prima ~iunla non confermino pienamente quesla aiTe1'mazione. Chè anzi, da alcuni dali numerici della guerra franco-tedesca, relativi alle lesioni traumatiche dell 'articolazione co:.o-femorale, parr·ebbe poter dedurre che la cura conser·vntivo-nspettnnte dovesse nell e guerre fntm·e prevalere LanLo sugli altri metQdi di cura di quelle lesioni. da lasciare solo le eccezioni più. rare alle resezioni ed alle a.rtroeclomi e. Dovrà essere veramente così, oppure è serbata al me todo con~ervntivo-operativo una più larga sfera d'azione 1 Val la pena fermarsi alquanto su tale questione, sebbene per verità non sia l'à rgomento lH'Ìncipale di questo Javorù. :!3
514.
SULLA RESEZiùì'iE OELL'..\RTI COLAZIOròE DEL!.' A'i CA
Jl. Le lesioni di gner'l'a nell'arlicolrt7.ione dell'anC;\, eurue tlel re=-to lasciano intendere a pt·io!'i le condizioni anato~uirhe, non snuo frequenti. Le fer· ite d'arma da fuoco mppre~ente rebbero meno del :j p. l 00 delle fet·ite arLécolari in ~enete e circa il !,. p. 1000 di quelle di Lulto il l:orpo (·l ). Sono, per c on~rario , le p·iù grav i lesion i articolilri . Kella guert·a di secessiooe d'America "·98 ca:;i diedero ·\.:.':; morti, cior rs:;,:l() p. ,l 00; io quella franco-1-(ermanica Il !l ne clt'ltero ~9, ossia il 7'~,78 p. 1100 {2) ; in complesso. una mortalità di circa 80 p. 'l 00 , ma che da altri daLi numeric.i che riporterò fra poco , risu lterel,bc anclre noteYolmrnt e ma~· gic\l'e. La gravezza fu, in massima, Lrovatn in rapporto colla Pslensione ed imporlnnza delle lesioni o~see. Stt 113 feriti nei quali Langenlleck non r isc:on trò r ilevanti alterazioni nello scl•eletro articolare. mn · ollanto lesa la rnp:mla.. furonvi ,',. esili letali. ossia il 30,<0 p. 100 (~) . Ot'a, se guardiamo le ~Latistiche sotl1l il punto di ' i~ta del trattamento curativo aYremo le scguenli cifre: Per la disa rticolazione, sopt·a :?i} '~ casi racco lti tlu Huntin· gton. si ehbero 2?:; morti, doc" 1'88,90 p. 100: ed i c.ltirnrgi lede. ch i nella guerra del ·1870- ì l praticarono :?i- disarticolazioni della cascia co n t'f. decessi (4·) . (i ) H. FI~CUKI<. - l\•·•e!t~rllit'1ll'(lif.. - Stuugnrl 1882. t•a![. 14~, t O·t~~•L (2) Il. FI <CHE~. - lnc. cii .. l'al!. In'.!, l ~tnt!, <' 1\oenig. CltiTIII'OitJ '/ll!riol~.
Trad. il(ll., pag. 3~6. v11l 111. (:!) l.o~sr-:N -l'erletzmi,QC/1 tlrr cmle•·c11 E:ctremit,~ltll.- Stuttg.JrL ISiltL fl-•<>· fiJ. (i) CnAU\' I:r. •·l i'iBHKrt. - l:hil'ltl'(}ie d'arm,'r.. - l'a ri,; 18!>0, !l'l'l ~:l~.
E SUI.l.A. DIS:\RTICOt..\ZfONE DEl. l'lEDE
:; l :;
Sono ri:mltati non incora~gianli certamente, sebbene, per altro, date precise e ben pondorute indicazioni cd una Lecniea operativa e posl-operativa ina ppuntabile, Oj.!${Ì si abbia ragione ad aspettarsene dì mollo migliori, sopralollo nel periodo seconda;·io o tardivo della lesione. Comunque, la disarticolazione del capo del femore ~ar{t sempre l'ea;iri'mttm r enu•di11111 ùei casi disperati . Intorno alla resezione abbiamo i dati che ::eguono: lo 17 1 casi di resezione per ferite dell'nocn, raccolti da HunLington la morta iith ftl di HU.:)Q p. 'l 00. l peggiori rPsullali si ebbero nelle resezioni primarie ( l ). Da una tabella del nt;l"ll J'iporlala da Piscller (z) nella quale sono raccolti lutti i casi dalle campagne napoleooiche sino alla guerra lurco -rn ~sa del H~/(i-i!:! emerge che 1:19 11pemti di reseziòne per ferito d' orma da fuoco all 'arti co lat ione ileo·femo1·ale diedero l~:! deces·i . o.::sia l'RX, i-0 p. l Oli. l.a guerra :llnericana vi lìgurn con 6(ì casi e :;9 morti, per il 90,i6 p. l 00 e coi peggiori risuhnti nelle resezioni primarit•; la g11erra fran co-germani ca con 39 casi o 31i morti. per il !H,:3o p. 100 pure con esiti relativamente migliori nel period•> 3econclario o intermediaric1. Dalla somma dei casi delle ~;u erre tedesche dal 1848 in poi e della gnerr.t americana emer·ge una morlalit1t di 90,67 p. 100. Ed è poi degno di uola che come delle altre grandi articolazioni anche lo rese;~.ioni deli'nnca per alfezioni patolo)!iclte hanno dato, almeno quanto a •·isultalo immedi:Ho, una mortaliti• as:;ai minore, che quelle per lesioni traumatiche. Secondo nna statistica di Cu lbertson, tale morlalitil sarehhe stata .:ol· tanto del i-:),07 p. 100 (3) . (IJ Cu4~V&t. et ~llltEft. - Lo.:. ril • p.t:: .,39 lt J H. Ft•Cmm. - l.oc. cil., pa:;. 817, Il O.md. <lJ Ut.~lf:n. - Trnltt de~ ~-~.1vcHon.~ . - l'Mi$ 1883, Tomc l•rctll icr, paJt. UJI.
L 5Hi
SULLA Rl!:SEZIONE DELL'ARTICOLAZIONE DELL'ANCA
Tn quanto poi al trallarnento aspettativo, dali" insieme dei casi raccolti si uo alle oiLime :;:randi guerre, risulta'.<-a, come dicono Cbauvel e ~imier (1) una mortalità dr circa !H p. l00. Malgrado ciò quel metodo di cura con taYa ancora molli fautori. e fra questi anche il nostro Cortese (t), non fosse altro che per il principio del nil uocere, stante le g-randi diffìcollà diagnostiche delle lesioni dell'anca da un lato, e dall'altro gl'insuccessi delle disllrticolazioni e le delusioni delle resezioni. Nella guerm di America sopra 2:)1} cur« ti ~i ebbero 218 morti cioè J'8i),07 p. 100. Fu una proporztone nn po' minore di quella data dalle rcsezioni, ma che non valse a convertire I'Utis alla cura conservativa; tanto più che egli nort,riesci ad accertare ~e non in nn caso solo·, su tutti i guariti , una vera e propria lesione dello scheletr·o articolare. Infine, dopo la gnena franco-germanica, comparve una slati:;ti ca del l-a n;.renbeck, il qu:~ l e in 88 feriti d'arma da fuoco nell'articolazione ileo-femorale trattati colla cura aspettante, e.ontù 2i) guarigioni e t):J dece:;:-;i, mentre altri 3·1, in cui erasi pnuica~a la resezione, diedero 26 morti, vale a dire una pro porzione di 7'1,59 p. ·l 00 di mortalità col primo tratLameoto contro quella di ~:J.~ì p. t 00 coll'al tro. !.)uesto successo della cora puramente conservativa rPrmò l'attenzione dei chirurgi e fece veramente concepire rosee speranze per l'avvenire, sull'efficacia di tale terapia t:ontro le più morti(ere lesioni articolari che si conoscano; Lantochi: il Fischer, nel SliO classico tr·aLLaLo di chirurgia di guerrà~ scrive jn proposito, che f< in questi ultimi tempi le lesioni d'arma
(l) CUAUI' t:~ Cl Numm. (t} Conns.,. -
on. ~ìl., J)tt~. 540.
Guida teorico p f'alica del llfedieo militare i11 campagrw. Torino 1862, Jlag. 211!, J1arte t•.
E SULLA DISARTJCOLAZ[I)NE DEL PIEDE
t)i 7
c da fuo co dell'articolazione dell'anca hanno perduto molto « della loro catti.a fama, e la loro c11ra conservativo-aspel« tante ha conseguito già splendidi risultati >> ( l ). E sia l Ma io mi permetto di mantenere la proposizione enuncinta di sopr·;~. Ammesso pure che gli 88 casi del Lallgenlleck fossero tulli di ferita articolare dell'anca con lesione ossea, sulla qual cosa le note difficoltà diagnostiche di sìll'alte affezioni permeuono per lo meno di elevare qualche dubbio (3), é innegabile, anzitutto. che il rmmerll n'è troppo esiguo, e In differenza fra gli esiti dell'una e dell'altra cura non è mollo rilevante, specie se si considera che alla resezione non si sar~l di certo ricorso nei casi meno gra''Ì e meno minacciosi . Eppoi, i dati numerici òa me riportati, come del resto son qu::~si tutti quelli che finora possediamo ::mlle ferite in Anena, hanno, fra gli alh·i, il gr<we difetto di ri ferirsi ad epoche nel le qtwli quel potente modificatore dei risultati della Lernpeutica chirurgica che è stnlo ed t> il metodo anli3eLLico, non era tonosciuto od era imperfettamente e limitatamente adoperato. (l) · · · ·. /ooben denn in neuester Zeit clic llii(tschu&SiicrleJ;utlQtn l'lel uon
lh•·~11 btiut, Rufe ver/Ot'eth tllld iflre collservuliol·c:rper.talill~ 1Jeflanr/l1•ng htol
q/JI,:ena~ Er(olge all(':iulotiseu. - rl>cnl:n. - Op. t'il., pag. 808, Il tlanrl. (!j l.~ngeobeck, per la diagnosi tli!ll" r.. ri~· •l'arma Ila Cuo,·o tlell'arUcola· norme anali>mico-toi •O"r:~lkh<~ dii! Crt'do non lzlonr •lell. 'anC{I . dà le ~'""enti cc uuUie •101 ~"•!Kirtare, stan~ l'importanza rlw •·:>.~•· llauuo ~P•·•·i:tlmeute Oi'll:t Prallc:1 chirUI'ltic.~ militMè. t• SI> il Coro di entrata o di uscit.;1 tli un (JT<lil'ltll~ c:ule lu 1111 trlnn:;o'u, L' coi b:L~O P,1S:>:I per il grau trocanterP e•l i rui l~ti .<' inconlrano ari angolu 3 eut., alla spimt iliac.1 anleriore-superior.., molto t•robaLIIment<• 11 l•·•:• l'at·licola7lnn<> rl)xO-ft!ml)r:•te. :l'l S.• il J1roieltìle penetra no angolo reJL,, 'JUallro rt'llllnwtl'l nl •lisotto •lrlla ~Pill3 antc•·iore-superiòre dell'ileo. colpisce 11 capo arlirol:~r~. 1
3 " l.e :lilerturv situate al C!av~nli ,, al •l:dirtm •le i jll'(IJI
l ro•·anlrr~. rnm-
l'l'llrod~onn Ira loro il collo del femore·. ,. Un 11roluttile che penetr·a ali :w~olù nell:c rari•· 1•lu altu. d•· lh• rcgil)rtll :aut~ro-t•Slerna <1ell··• co.cra, . · · clalla son · fì~ ·r pub1ca · al ;:ran troe;mte1·e, raqgrunge · 1• . nrllrolaztone. -
(\' . I.O~S EN, r>r. l'i t., [l:t~. 60).
!i 1 '
SUli, A IIESEZIONE DELL'_.o,IITICOL:\ZIO:\E DELL'..o,SCA
Per tonto, non parmi lecito tnll'l'e da e::;si ùati nume1·ici. am mae~t ram en ti e norme generali cd assolute per l'avvenire.
\nzi io non mi perito di affermare che :'6 vi ha lesioni cui meno si nllagli il metodo di cura puramente nspellativo, sono ·1 ppunto quelle dell 'articolazione coxo-femorale. Oggidl, pur attribuendo nn giu,.to \alore a quel che l"esperienza ha insegnato, cioè che nei tr·;ltlrnatismi cruenti dt>lle grandi articolazioni gli atti operntivi sono tanto pi1'1 prom ettenti, quauto meno sono precoci, mi pare si dehba. specie nei traumatisrni dell'articolazione dell'auca, tener conto, piurchè della ragione cronologica. della natura ed estensione dei }!Uasti e dello stato asellico . o nn, tlella ferita. Pinchè una ferita di della articolazione ~ asettita e decorre tale. convengo pienamente che, salvo casi nei quali sin imperiosamente richie5ta nn'opernzione immediata, debba11 i tentare la cura aspellante. ~Ia nelle srariate e complesse virende cui sotlostanoo i leriti in goen·n. quante vol Le si "erifica quel fo1·tunato evento ? Or bene, quando si abb ia ragione di temere che la fel'itn llia iofella e molto più quando sinsi già manifestata l'urtl'lle <:ettica, l'intervento attivo del chit·urgo è per me una ncces~i là ed un dovere. (~ia lo stesso Fisclter ammette che un'a rticolazione n~i ··onformata come quella coxo-femoralt- e co::-i nascosta, ntfre l'oodizioni assai sfa,·ore,·oli non solo per una buona liss:.rt.tnlle. ma altresi per un:L disinfezione effi cace ( l). ~l a il Moselig- .\1 oorhof è su questo punto assai pi il eo;plìl'ilo; l' veramente non saprei rendere m c~lio il mio pensiero che valendomi dell e sue stesse par'ole: « un' articolazione ileot< femorale colpita da un proce:>so seuico, non pnò liherarsi (l ) 1-'ISCRI!n. -
l.OC . CII. , jlrt);. 808, Il nn11rJ
'E SUT.LA Dl ~AR'rlCOl.AZIONE DEL PIEDE
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« convenientemente e presto del suo secreto tossico, fincbè c il capo del femore sta nella profonda cavità dell'acetabolo ((sia, o pur no, integro il legamento rotondo; an::~ i un capo l< del femo1·e completamente staccato agisce addirittura C<•me ~un Luracciolo impermeabi le. Se in simili casi avviene una c lossaziooe, la si tuazione migliora, perchè allora si rende «possibile lo scolo dei liquidi infettivi dal cavo articolare. «S'incida dunqu e e si applich1no drenaggi quanto si YIW if.', «rlon si,porLeril mai un efficace rimedio, fintantocM la testa c del fem ore rimarrà entro la cavità co tiloidea . Anello quando ~ si perforasse l'est remità articolare e si sca vasso una r;ull Ht';u ((dal gran trocanlere sino al fondo della cavità, uon potrebbe -< cessare l'infezione locale, giacchè resterebbero sempre in.et< Yitabilmente dei ri stagni di liquidi putridi. I n conse!{uenzn « un processo settico di questa articolazione richiede come ~ ,,ontlitio sine fftW 11011 l'asportazione del capo del re• more » (l). Dopo ciò. senza discono:>cere i vantaggi che poLrà dare la CUJ'a conset·vativo-aspeltaote opportunamente applicata, io divido la convinzione del Koenig PJ, che nelle guene future si abbia ragione di ripromel.tersi nssai dalle resezioni praticate senza temerarie precipitazioni , ma aocbe senza iogiustificate titubanze.
JT[. \'engo ora al tema elle mi sono prefisso di trattare. Solidità, posizione'e lunghezza dell 'arto, sono i LJ'e poslulati su cui essenzialmente si fonda il problema dell'esito, qnod valetudinem ùi una resezione dell'arLicolazione coxo-femomle. • (~) .llosttig-.lloo•·llOf- Vorlesrmgen obtr J\rit!)6·chirllrQit. - W i eu unct l.le(l7.Ìlf loS1, oag. 299•
l! l 1\0ENIG. -
Cflinwgia spt ciole. - 1'rnd. ltal., pag. 327, vo l. 111.
520
SULLA IIESEZIO~E DELL' ART1 CULAZIO;sE DELL'A~ C,\
Per i chirurgi mil itari cha operano s11 indiYidui a 5\'iluppo scheletrico compiuto o quasi compiot(), la questione della lunghezza r anr.ilutto inerente alla perdita di sostanzu deler mioala dall'atto operati,·•>, e poi anche allo spo:;taml'nlo m, __ giore o minore dell'osso in allo dopo la r·esezione. X<·i Ca$t nolenti , l'esten:;ionP rlella parte da dt>molirsi dipenrle d.1 rtuella dei guasti J>Ot·talt dall'agente traumatico; ma nelle affer.ioni ..;pootanee COO\ ieDt' ricordare l"anlÌCO precrtln: fiJI·ra f'f' Jll'e::;to fil' r• sar riji ,.art• poco. La ro~izione (: in lli'UD parte legata alla cur·:t conset·uti\ .. , la qnale. per- altro nou i· un problema dei piit facili a mol vere. doçe:1dosi co nciliare l'accessihilitil dell'artirolazi,•ne c:oll n ITI<LJ,!gior po~ s illile immohililit. In o;xni modo. sarehhe un'onta per il cltirnq.ro se per e~.: un arto resecn Lo :;i ancl11· lo3assr noll:t ll essionc OYVCI'O nel l'adduzio ne c rotazi oue indentro. ~'l a r,iò elte più im!Jorln erl ~ nuche più rlifficìle a t'on-eguire. perchò dipende da un comples-.o di circoslnnze nnn sempre, nè LullC ~uborùiuate alla ,·olon lit del chi1·ur~o. ~· •" la ;;oliditil. , ·intende di legf,\ieri come tu Ilo un arto infenot e ciondolante ed impoler.te rt>nderehbe cosi amara ed in•·r•';;ciosa la vita, che dnn ero jlfJCu Sfrn·Mw fJÌi't ltJfJrlt· .' t' cume quel dis~ raziato coi tocca~se tanta $ventura, non heuedirebhe di cP.rto la mano del 3UO operatore! Oaquesti priucipii o tulli noti, ma che ho voluto a bello ~tntlio qui rammentare. ùerh•:t nellamente clte uella resezione dt t'tti tengo discorso, sono da pro~crivere tuili quei processi. i qu:tli inleres~ano g1·nndemente e piit del biso~no, la capsula. il periostio , e soprnllullo le inserzioni muscolari; in uon p:H'ola, tuili i processi che si raunodano nl cosi detto metodo nntiro. Oggi, dice il Loebker, anche nella co\ite fun gosa i• drt preferire il metodo sollo· pcriosteo, poich.:• . pure estirp:wdo
E SGLU. OISARTLCOLAZIONE DEl, l'f&OF.
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grandi porzioni di ~inovl.. !e e di capsula fi!Jrosa. rimanl!Ollo nondimeno le inserzioni muscolari ed il periostio del u·ocanlere per dare solidLtà e forza alla fulura nea rLrosi (1). Ora il metodo sollo-periosteo si può applicu re alla resezione dell'anca con processi ad incisione antt•riore od antero-esterna e con proce~si ad incisione posteriore o postero·e·terna. l processi ad incisione anteriore di Luecke, chede, Hueter oiTrono il vantaggio d'interessar~ il meno possibile di part t moll i risparmiando molto la capsula nrticolnre o lasciando intatti i mu scoli clte circondano la giuntura dal lato postcriOI'e ed e~terno . Però, oltrechè so no di esecuzione difTici le e delicata, pre entano le più sfarore-roli condizioni per lo sroln dei liquidi della ferita; onde la neces3ità di contro -aperture e di drena ~g i in varia direzione; so p•·:tttnllo poi aprono un campo troppo ristrel.lo all'operatore e perciò, a rigor·e, non ltarehbero nppl icn bili che alla semplice decapitazione del femore. l'er ogni rer·o più con\enienti sono i proce!'si ad incisione posteriore o postero·estema, e fra questi il primo pusto l!, per universale consentimento, dovuto nl processo di Langt~n beck; perciocchè esso. oltre al più grnnde risparmio dell e parti ab!Jisognevo1i nlla solidità e funzi onamento dell'orlo. apre una breccia ampia. comoda e ·icura nell'articolazione. e farorisce efficacemente lo scolo dei liquidi della ferila. \li è duopo ricordare sommariamente in qual modo si eselo(Ue questo processo. L'operando decombe sul lato sa no col dor:-o rivolto al l'operntore e colla coscia malata llessa ad nugolo di ~:)" sul bacino. Un a:'sislente i.· incai·icato di muovere l'arto in diverso (l ) l .uuK ~Il. (1:11(. ~68
Chirur(JÌfCIIe ope·rat ionslehre. -
Wleu und Liopt.lg 18~5.
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SULLA RESEZIO~E OELI.' ARTI COLAZ IO~E OELI.' A:X CA
sen..o a seconda del bisogno. Si pratica un'incisione di l 0· 12 ccntimeLt·i, la cu i metit inferiore. o poco meno ~~o rra lungo la parte mediana del 1-(ran troc.1ntere e l'nltra nella direzione di una linea che. prolungata in alto, torchi la spina iliaca p(l:-teriore-~ uperiore. l.a parte dell'incisione conispondente al gran trocantere >iene approfondita !'ino all'osso, l'altra divide ò'u n tratto i comuni integu men ti ed il g1·ande glnteo. Si cet·t·a l'intf'rs tizio muscolare fra il pirnmiuale etl il medìn );(luteo, e nella direzione dell' incio:>ioue superficiale, seguendo quell'interstizio, ::i fend~ >i~orosamenle la cap~ula artir.olare dal collo del femore . doè . dalla zona ntticolare al cercine cotiloidco che ,·iene anch'e5so inlat'Cato. l ndi sulla guiòa ùel dito introdotto nella fenta :;i distaccano i muscoli, dapprima dallrt meLit anteriore·superiore del gran trocantere e poscia dall a parte oppostn, procurando di con.senare la continuitiL delle in~erzioni muscolari ~ol periosLio. \ ta le .scopo si può anl'ile dislarcare prima il periosti() insieme alle inserzioni mn~~~olari da ciascu n lato dell'incisione ::.ul lrocanteJ·e. Con tornando 11 collo del frmore, nn po' col raschiatoio, 1111 po' col bistori, si dist11cca bene la capsula e l'inserzione nella ca· Yità digitale del muscolo oll tuatore es terno , e poi co n 1111 lungo e :->trello col tello immer:;o nella cavità cotiloidea, ::.i incide il legamento rotondo, se questo non era già staccato per efTPllO della malallia. \llora la Le::.ta del femore. mediante u11 moYimento di add uzione e t·otazione in dentro esce fa cil· meute fuori dell:t cavità e si pnò segare, ~e~o ndo i ca,i, o cnn una. sega a caLentl, o con una piccolil :o;l'ga da re:;ezionr. on"ero colla sega :td arco. ~ ul cadavere ed anclte ,nl vivente, quando il collo dt·l ,·('more oou i• ~randementl' alterato. e 'l'lindi fat:ile a romper.:i, .:i può :'enza tagliare il legamento 1enere in sito, prodnrrc violentemente In lus•azione iliaca della te>ta femoral.: ~~ cosi
E SlitU. DISAltTlCOLUHI"Ht UI<:L PIEDE
l)t:l
strappare il legamento. Ciò si olliene as~ai prontamente col
cosi dello moYimeo lo di l)ullt'ueil <lescritlo cosi dall'autore: '' messa la co5cia nella Oe:-;s:orle e nell'adduzione e nossa la c gamba sulla coscia, si prende con una mano il piede. elle si (( porta infuori od in alto, mentrecltè coll'altra mano si spinge «fortemente il ginocchio io dentro ed in basso, (1). Il Koenig im·ece di denudare il gran trocantor~ del periostio e delle ioscrzi()ni mu colari. distacca t•ollo scalpello dal margino anteriore e dal posteriore del Lrocantere stesso uno strato di le•suto osseo c ribane infthJri le due sche~ge, lasciandole però congiunte in hosso col corpo rlell'o:-.::.0 . - .\d esse restano ader~>nti i muscoli. La por"t.ione di trocanrere compresa fra i due tagli ossei viene asporlitla. E~! i inoltre a ~porta collo . calpello dal contorno poster·iore ~uper·iore dell'acetabolo un cerLo tratto d'osso; e ciò per renclere sempr·e più accessibile olia vista ed agli strumenti la ca\'ità ar'licolaro (2). 11 processo di Lun genbt!ck, con o senza Je sudde:;criue modilìcat.ioni del Koenig, è indublti.tmenre il più ndatlo alla re'ezione sub-lrocanterica dell'estremo articolare ~uperiore del femore. :\la conviene sempre sacr·ificare il grnn trocantere anche quando è sano1 la scuolaa meri ca na, capitanata dal 3) re ed anche da un eminenie rappre~entante della scuola tedesca, il \ olkman n, soslenr:ono r.he il gran trocantere dehha essere sempre a~portato. E~so occlude la fer ita, dice il Sa) re, come un Lurac.:iuolo o èa;!iona cosi il rista~no del pus; inoltre l! ammalnto o leso mollo più di frequ ente che non si creda o che non appai:1. Cl) DUIIIIUGIL. - .lltdicina op~ralot·ia - Trad. tlal. , ~:t(IOii 1880, p3g. ':!~1 . 12· 1\osstc. - Op. ctt., Jta;:. 3 ~. ,·nt. Ili.
524·
SULLA RRSEZJ.ON E DEI.L' AttTI COLAZlONE D~LL' A:'i CA
Secondo Voi kmann poi. i risul La ti funzi onai i sarebbero migl illri asportando quell'apofisi, e R.ied ed Hueter l1anno Òsservato non il grande, ma il picco~o trocantere fissato solidamente da fasci di connellivo neo-formato contro lacavitù dell'acetaholo . .\'la Lan ~enbe~.:k, Koenig e la pluralità dei chi rurg_i moderni aurihuiscono poco valore alle snaccenoate ragioni, e consigliano cosi, nei casi traumatici , come nelle alfezioni spontanee, di limitarsi sempre all'ablazione della sola parte malata. - Ciò ò confermato altresi dalla paLolog1u sperimentale, poichè dagli es~erimenti di Ollier wgli an imali . emerl!e che non solo si può avere un racco1·ciamento dell'arto , quando nei soggetti ad incompleto sviluppo è compresa nella pnrte resecata la cartilagin e epifìsaria superiore; ma il risnflato fun zionale- cioè nn a neartrosi solida c mohi le - è meno sirnro quando manca tullo il collo del femore ed il ~rnn trr•canlere ( 1). 1~ evidente. dopo ciò, che tanto il processo primitivo del Langenbeck, quanto quello modificato del K oe ni ~, non sono i più confacenti allo scopo, se vuolsi conservnre il gr:m trocantere; dappoichè néll'uno quest'eminenza è largamente de· nmlnta del periostio e degli allacchi muscolari, e nell'altro. due larghe sc h e~ge di sostanza ossea sono staccate addirittunt da ll'eminenza stessa. Epperò molti ciJi1·urgi consigl iano, al larche si tntlla di e~e guire la semplice decapitar.iooe del femore, di ricorrere ad uno dei processi ad incisione an teriore, dei quali !Jo gia.set!nnlali gli inconvenienti. Ora, come si polrèhbe in simili ca:-:i Lran·e pat·tito dall'incisione poslero-est,erna del Langenbeck, rispettando quanto ì• più. possibile il periostio e gli <Htacchi muscoln ri trocnnteril'l ? (l) Rtvue dt chirurgie. -
.\ la r •• 1881.
E SUI.I.~ DlS A RTICO L.\ZJO~R UEL Pl&D E
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t:h'iomi :;appia, soltanto il Farabeuf ha LoccatvquesLa quo~tione; ma pur dichiarandosi fau tore dell'incisione rlell'illustre chirurgo tede5co anche nella semplice decapitazione n decollazione del femore. ~i limita a consigliare o la incisione delle io~erzioni tendinee col bi:'lor·i, senza oil'endere il pcr·iòstio. ov· vero il distacco e la lussazionl' Lemporaria del gran Lr·ocautere, ad imitazione del cosi dello proce~so a talmcchiera deiJ'Ollier (1). In sostanza il Faraheol' pone, ma non l'isolve il proulern•t. ~elle esercitnzioni :;ul cadaver·e in ue avrei tentata una soluzione, che semi.Jr~i aulla ·tanza soddisfacente, e perciò ho rredu10 nòo inutile solloporla al giudizio cd alla prova dei collegh i. Ecco in brevi par·ole la descrizione dell'allo operati vo. OecubiLo del malato e posizione dell'arto come nel processo di Langenbeck. - Si pratica l'i ncisione in una linea che. non giit dal mezzo del gran trocantere, ma dal mart~ine pr1sterioredi quest'apofisi sia diretta vct·so la spina iliaca posterior·esuperiore (2). - Il co ltello p11 ò essere portato dall'alto al busso o vir.eversa, seconùoch0 tornrt più comodo all'operatore, purchè egli abbia l'avvertenza d'iniziare o terminare l'inci~ion e un centimetro al disotto della base del gran Lrocantere. L'incisione non s:-t rà minore di l O centimetri, anzi nei soggelli provvisti di molto adipe e con mnscoli hen pronunciati, si prolnn~herà sino a '' ' centimetri. l i coltello robusto ed a lama piultosto lunga, un coltello di Syme od un piccolo coltello da amputazione, divide d'un tratto i comuni integumenti ed il muscolo gmnde gluteo col SUò tendine aponeurotico, mellendo allo scoperto le in:~crIl) f ARABBUP. - P r (.CÌt d e lllantld operalotr~. - l 1a rh 18119, !Jn&. 829. ctl \'. f'ig. t• .~8, CO.
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SUI.LA RESKZIO\E DELl.'ARTICOL.\ZIO~E UELL'A~t \
zioni tr·ot.:anleriche del :-~econdo strato muscolare della re:.:ione. lndi, riconosciu to l'interstizio fra il medio gluteo et! il pirnmidale, s'incide vigorosamente la c;q;~ ula uella clirE'ziout> di quell'interstizio, Laglianrio dal ciglio cotiloicleo alla zona orbicolare o da questa u fJuello . S'incidono nella mi,ura ~uf fìciento per· mellere bene a nudo il collo del femon>, ~li attacchi muscolari al margine posteriore del trocantert' (l)> tenendosi vicino all'osso; si libera il collo del femore dalle sue connessioni colla cnpsula, e si taglia nel fondo òrlla fo1 ea digitale il tendine dell'otturatore esterno. Dopo ciò uon re~ta ello recidere o strappo re il legamento rotondo, l ussnre la. testa femornlo e . e~-:arla co~i come negli nllri processi e t'OOH' lw testi· ricordato. L'attu operativo coudotlo nel modo suùdescrillu. ,. di r -ecnzion e facile e pr·onta ns:sni più de l pr·ocesso di LangrnhPck; apre 1111 lar~o campo alle ulteriori manone del chiruq.!u eLl al delltt~3o de~li es~utlnti: e. ciu che più imporla, la~citt intauo il grau trocaolf•re etl a:<~icura nl più allo grado tlr':-!Jarmio dolle parti cit o concorrono alln reintegrnzi onc nella solidità e mobilità dell'arto . .'\è è a temer!'i, come a prim.t giunta p:ll'l·ebbe, una eventuale lesione del nervo o dei nt.:i i::chialici, i quali rimnngouo pur sempre lontani clalla liuea dell'incisione e difficilmente sarebbero lesi anche quamlo per un ~-:rossolnno et t'Ore, inYece di dirigere il laHiienle del coltello l'f" rso lrt cavi tit coti loidea.lo si r·ivol).!esse ùirettamenle all'i odit?tro. l~ superlluo a!!giunl!erP che l'inci ... inue: rosi mollilìcnta 111111 (l) l ll'lltllnl cl•c l't'>taniJ r.oo·bl "111" IJIIt'tli do•l m t•iramitlalr•, rleil'ntltlr.• t.. r•· int.•ruu e j:(etndli •' tlt'll'ottttr:tlnre e...t••run. IJue.>ti ll'lh.lin• r•l:iS!HUI uuche t'>.>ere :-ulnr.ttl, ...1 npernt .. ne lln1t·1, •JI•~n tun•p•c H'r1mrnt•• non ~~3 mnlla llnll'·~rtauz 1 Cttllli<•n.. lt• •'ei relalh l mu• - •'•-
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E S I.LLA Ok .!RTICO LAZ IO:\E OEL PIEDE
impedirebbe menomamente di proseguire l'operazione come col p1·ocesso primitivo di Lnngenheck o con quello di 1\ oeni).(, ove insorge'se per via la nece.,:;ith della re,et.ione :>uh-tt·,,_ ranterica ( l\. 1\ .
E ~iacch è siamo nel campo dE'I la medicina opemtoria. mi ,ia concesso di fermarmi ancora un momento ~opra un 'alli~\ operazione. pa1'i1nente importan te nella no:-lra pratica chirurgica: la disart icolazione del piede. r:ome c nolo. questn di:;arlicolazione si C!'e~ ue . al pari di IJUella sollo·astrngalea , col metoùo a lembi; ed 1 lemhi pre reriti SODO il po,.ler·iore ed il pn,.Lero-inlerno. Jt adoperalO allresi il metodo ovn lare modiOc.alo - il proces~o a rncchetlama in sostanzn ne r isulla pure un lemho iuterno e posteriore. ht-a, è precetto ripetuto da tulli i r hiru1·vi. di cun::errare intrtlla nel lembo l'arteria lihiale pnsLeriore per impedirE' od :•Imeno allontanare il pericolo della ca n~renn del lembo s t('Nl. l'n tale timore che a taluno pot1·ehbe sembrare csn!feralo , non t', a mio avviso, sen1.a fondamento. Intanto, si tralla di una re~ioue in cui la 1·ete arterio.;a i> scarsa, eù il sanf.( ue vi scorre cnn debole pressione: onde difficili a . tabilirsi i cir·coli anastomotici. r fa cili, per contro. ti:Hi certi favorevoli momenti IJaLo"enici le fo1·me di cnn •rrena :;pontanea. t:he se in queste condizioui , nd un lembo ~ia scarsamente nu trito, ''iene a mancart' il san ••ue che ,-i porterebbero i rami dati dall'art eri n tihiale po~lE\I'iore lungo il suo ~
~
l ) II J•n•·· '"'' •lt•l l..mf:t'nbovk ~un un, m.•lillraziO IIt.'. pn''.;och,. e.:n~l,. • •tu~lla d('o;Cril ta , l'ho Visto <!segnll'· >111 ~:ula,~rP ani'lte •l~ l ca lenk coll~;:;t ~.:g~"r:-m...llco F.•le<>oe; nrou l'iCttlll o P•'ru n•· do, e, n•· 'l" ·•IIIIO. il n~m•ll•·uo al'r•·• dtr~ se t'!lli ilhiJia J• rima di mc Jl<'IIS,\l.:l ~~ol eoe.:ntl<• si fTnll.• modillcnli•m•.
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SI'LLA llli:St:ZIONE liRLI.'AliTlCOl.AZIO~E DELL'ANCA
tragiuo nel canale c:~ lcaneare, non restandogli che la terminazione della peroniern po~leriore ed eventualmente qualche ramuscolo della malleolare esterna, qual meraviglia clte nn tale lembo possa totalmenle o parzialmente caoJ!renare~ Stabilita pertanto l'utilitit. nozi la nece~sità. di ··onsei'IUI'e in talla l'oradella :~rteria sino agli estremi li mili del lembo( l) . quali sono le norme òate a tale uopo da~li autori ? L'arteria tibiale poster1ore può e~sere lesa o immediatamente dietro il malleolo interno. ov\ero lungo il canale cal· canea1·e, sino alla sua bi[orcazione; quindi i n due ffi11menti •ìive1·si ùello stesso allo operaLiYo. e quindi anche. con \aria probahiliLit oell'uuo o nell'altro punto, a seconda del processo che :;i esegue. ~li spiegherò meglio. - Se si pratica la disarticol:u.ione tibio Larsca col pro~esso del Hou\ - lembo postero·intcrnoovvero col proce:-so di Sonpart- lembo interno- l'arteria può rimanere incisa sia dietro il malleolo nel momento che si taglia il legamento deltoideo ed i Leudini flessori, sia nel canale calcuoeare nell'atto di dissecare il Jem bo della faccia interna del calcagno. Eseguendo invece il processo di Syme o di JliroS!ofT l'arteria polrit essere ferila quasi esclusivamentn nell'atto che si apre la parte interna dell'articolazione del piede. Per contrario, nella disarticolazione sotlo-astr~alea con· qualsiasi processo eseguila, non o!:correndo aprire l'articolazione tibio·tarsca. il perit•olo di ledere l'arteria si corrf' solo allorquando distaccasi il le mbo dalla doccia calcane:~~· e. Ebbene, contro tJUest'ultima eYentualitit lutti danno jl pre· cetto efficacissimo di rasentare sempre nella disseziona l.t doccia anzidetta, appunto perchè l'a1'Leria scorre profonda· mente. addossata all'osso. ' (l ) f'.HlAD~:uP.
Loc, r il., pro::. 491$.
E SULLA D1SARTICOLAZLO.NE DEL I'IIO:OR
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Jla, ad evitare la ferita della Libiale po.;teriore là dove è usai più facile lederla, cioè dietro il mali eolo interno, invaou si eercherebbe q"ualche norma p1·eci~a nei libri di medicina operatoria. A mio aHiso non ve n'ha che una ~ola facile e sicura, ,1uella di risparmù,rtt i tendini t/(li 'JIWli l'arteria i; w·t'lll/1 pctfjlWW.
l'rendo ad esempio il processo di Pirogolf. modilìcato ùa Giiother e da Sédillot, per mostrare com P ;i po ~sa praticamente alluare questo concetto. Tracciate, secondo le norme a tnlli noLe, le incisioni dorsalt> e piantare ed approfondita que::.t'nllima sino all'osso. apre~i l'articolazione tibio-lìbulo -a;;LrltJ!alica dall'esterno all'interno e si tagliano d'un colpo i tendi ni dei peronieri laterali in un col legamento laterale esterno. Procedendo innnn~i vel'~o il milllèolo inlemo si distacca il legamento deltoideo, wntornando con pret:auzione il malleolo; indi, nonchè recidere i tendini dei m11scolo tibiale po:-te•·iore, del ll es~ore comunt> delle dita e del lle"sore proprio dell'alluce, se ne aprouo Il' t~naine con dei tr·aui di bistori paralleli alla loro rlirrzione ed all'asse verticale del malleolo. Co.;ì. mediante un contemJ111r.meo monmento di llessione piantare del piede. eseguilo d.1lla mano sioisL1-a deli'operatore, i tendi ni po ·sono essere traui all'indietro e si può proolamente mellere a nullo non ~Clio •l malleolo, ma anche la faccia posteriore della tiLia e d,.l perone per un tratto dell'altezza di due centimeu·i quanto ne uccon e pel' la sezione, o anche piit se fa du opo. Ciò fatto, ~i dividono queste ossa, o colla sega di Butcher. oppure colla ~eJ-:•1 <lPl Larre,· od anche , se vuolsi ' con una se"a urd inaria " n ~Il arco, purchè questa sia dirella obliquamente in allo ed tndlelro in gu.isa da asporlnre una biella d'osso della spes&e7.za di' • centimetro in avanti e di circa l '/, indietr·o. Si 3-~
r)30 SULLA RESEZIONE DELL'.\RTICOLAZIO~I!\ DELL'ANCA, EtC.
dissecano le parti molli tutt'intorno al calcagno in una estensione decrescente dall'alto al liasso, ta~lian do i t~ndi ni, o al diso!lo del mali eolo ma partitamente e da dietro in avanti ., cioè colla lama rlel bistori passata al di sotto di ciasmno di essiJ ovvero recideudoli insieme col nerrn ed i vosi tibi <~ l i po· sleriori all'estremo limitedellemho. [nfine si i'ega il calcagno, si recidono colle forbici i tendini spor7enti ed un certo ll'fllto del nervo tibiale e si eseguono le sol ite ITI<lno\Te comvlcrnentari dell"operaziooe cbe sarebbe inutile rammentare. Da questa operazione emergono dne varianti a! prore.-;~C> òi PirogofT-Giin ther, cioò 1<1 dissecazione delle parti molli clte circondano il malleolo interno, ~enr.n rec1d ere alr.uno dei tendini che scurrono dietro .di esso: e In denudazione ed im· mediata :>er.ione dell e estremità articolari della tibia e del pe· rone prima del ~!cagno: l'u na applicabile n tnlli i processi per la disarticolazione del piede, e l'altra a 1ntti quelli n lembft osleo-plaslico calca nea1·e (P irogo p·, Pirogoll"-Sf•d illot-r:imlher, T•asquier- Leforl, J.'auber) . È a\'idente come, con tali ruodificazioni , oltre a ra~gitm gere pienamen te lo scopo di garantire l'integritil dell'arteria tibiale posler·iore siuo nl margine del lembo, sia 1·e:<a più fn <·ile, p1·on1a ed esaua la sezione tanto delle o!'Sa della gamh:1, che del calcaguo . Mi duole di non poter otldurre alcun caso nè di resezione del capo del femore, nè di dis•u·ticolazione del piede, pr:Hirale :~ ul vivente colle modificnioni di cui ho tenoto discor<:o . Sol cadavere sono riescile sempre bene a me e(l a molti rolleghi, cni è piarinlo e>segu irle.
L'INFLUENZA NF. l.
COLLEGIO MILITARE DI FIRENZE R..tuionP. d+.:l olott . .Koros~i G io\ "uni. t l(ltlaOQ meoJI;'"
lo•ttl\ nella con(~r~nza cientìflea MI mo•i~ ili Cehbraio t88!l
11 ~•orno 2x dtcembre l &9 ~viluppav11S1 11 to caso ll'inftuenza in qne:sto collegio militare: se n· eobe un Z. il 2'-), 6 il 30, l il 31: 13 il t• gennaio 1 00, t 7 al 2, 51 il 3, iO ogm giorno il 4, 5, 6; 17 il 7: ria 6-14 giornalmente a tutto il t;l, e PDS<'ia l-2 per giorno fino al :l i gennaio; an-enne il penullirno il i febbraio e rultimo il IO_ Il na,unero totale deg li allievi co lpiti ru di 165 sulla forza di 22-2: pet•ò fig urano entrali all'infermeria 215, per avel' avut{1 la recidiva 42 una v olla e 4 duo volte. Dal giorno dello sviluppo dell'influenza fino ad oggi entrarono per catarro bronchiale diffuc;o l8 ullie,•i. nessuno pet· polmonite_ N~ssun decesso_ Storia. - La malallia che si difru:::e pandC'micamente in ambidue gli emisferi pare sia comparsa la prima \'Olta in Europa uel 1386, ma non sarebbe c!inicamente conoscmta che dal 1580. F'ra le meglio note questa saa•ebbe cir ca lu quaranlesima. 11 nome itulinuo injluett.:a, che e stato usato generalmente PAr la recente epidemia, s a rebbe s lato adope rato la prima tolta d8 sanson, c'l• la l>ludiò nei <'8Y&Ih. s.-.condo altra- da
H uxham. e secondo altr'i a ncora dal P t•ingle: essò indicherebbe il carallere pandemico, eminentemente dtffusivo, della malattia. Fu conosciuta anche, e piu, col nome di qrippe, da grìpper, ncchiappnre, od agripper, ollaccare, o invece, secondo G. F rank, da eh r rlfllw, voce polacca cbc ~ign1fica r aucedine. Non mi fe1•mo sulla oumero!'a siuonimin, deJ•ivata s ia da l paese do nde trasse origine la malattia, qja dal rapido modo d'esLender si, sia dall'istantaneità d~Jl'in,·n«ione, t·ome anche da pregiudizi del popolo. Quar-i tutte le epidemie d'in flu enza provennero tlall'm·tenle ed anche quest'ultima, propagatasi r apidam ente dalle rive del Ma t• ~ ero a quelle del Baltico. da Smir ne, Pietroburgo, Mosca, Var:;ayia,la vedemmo ben pr esto a Vienna, a Berlino, a Parigi, a ~tadrid c in Italia. Patogene.qi, etiologia. - L'influenza adun•JUe più rhe di epidemia me•·ita il nome di pandemia. colpendo eF<sa con !:-lraordioaria rapidili.t, maggiore di ~rau lunga alla velocità tltl ~>no eme facilità di comumcazioni e:-isteoti oggi fra un paese e l'altro, continenti inter i, lulla la terra ; senza r igua nlo ne all'et<.~, nè al SPSSo, né <~.ll a condizione delle per::one. Era quindi .!.!ìuslificato che se ne incolpasse l'a ria, cioè le condizioni me· teot•ologiche, e quindi lo s vil uppo dello malattia fu 111esso in •tipendenza volla pPr \'Olla dello slalo Lcrmomet rico, drl bat'O· metrtco, dell'igr omelrtco, della quantità d·ozono. delle variazioni della elettr-icità terrest1·e e celeste, dello .Jomino.ztoue di t·erli ven li e rosi via . È notevole fl'8llan to che in Firenze ,Jur aule quasi tutto il tempo dell'epidemia avemmo, sebbentj nel cuore dell'inwrno. une mitezza straordinaria di temperatura, una calmA quasi as!'olula di veu li, una uniformità giornalie1·a nelle condizioni a tmosfe t·iche davver o ra ra per questa c illù; domirÌò pe1·ò costantemente la nebbia. Dal 28 dicembr e t H !) al t o febbraio 1 90, come ùtt notizie partecipateroi dal R . Osse J•valorio del Museo di Fii'6117.P, si souo avute le seguenti condizioni meteorologiche, che rappresentano le medie dell'intero periodo.
SEL COLLEGIO MI LITARE Dl FIRENZE Temj)eratUl'a
Meo.li:~
Ml'dJ~
della t•re,inne dllU'arill
Media
dell a mr.d itl ll= l n:.::. l · - - ' : - --
M<'tti;l
Mt'llla
''''Ila ma ;si11111
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tl~lln minimn
---
della mecll\ nmidit• relat1~ \
mm.
75!1.62
Riguardo ai ven ti, di forza legget'tl, dirò che domina rou" per quasi Lutto l'accunnato periodo quel li del J• e ùel 2• quadrante e p recis amen te pet' 14 giorni di l'\.E.,per lidi E. eS . ~: .. doò la direzione donde ci venn e l'eptdemta. Noi inYece seguendo le tendenze scientifiche odierne attribuiamo la maJalliH ad un agente rato~eno iufelLh·o. a un m•cror ganismo, Lras miss ibile per·o "~em pre u mezzo dell'a t·i:~. Nelle !'Corse s e lbi mane il Seifert o. Viirzburg avr ebbe• confermato la scop er ta da lui fatta fin dal 18X3 ciel microbo, dell • schìzomiceto , dell' influenza nello secr ezioni nasali e brnnchiche degli influenzali; gli maucò per1't la pt'ova rhe sola pntrebbe vincere ogni obbiE>zione cio1·· l'esito positiYO delle inrculazioni di culture puN•. Ril! ua rdo poi alla conta~iosità uou si può afl"ermar la, lllll non pun venire ~ius t ificatamente m•gala colle atLuali ronf scenz1• sui ger mi iufettan li. L'ultima. parola su questo punto non potrà esser·e pronu nciata se non qun ndo ~aro nn o risolte le questioni eziolog:iche. S intomacologia. -Non tutti. ma qua si In totaliti.l dei cas1 da ffif! osser vati esor di t•ono senza periodo d'incubazione, almeno rilevabile. Ri~uardo poi all'intensitù ed allo comb1nazione dei sintc11111 flOS!;O dit·e di ave t· v~:d ulo tu lte lt> graùazioni della malattia , dai casi rudimen tali, abortiYi , dalle fo r me appena abuozzat.. alle piiJ complete; dal la sem plice r inile aì fenomeni dt>lla l'ebbt·e catar rale piu inlen::-a. La di~ti nzione nellt> ll'l· fMme. ner,·o::-a, toracica o r t?spiraturia, l\ adrlominale, mi par.:> pccesstva, J?iacché ifl 8\'n•i
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I,.'INPLU.ENZA
sempre osservato una Jorma mista o combinata; beusi tal.volla colla prevalenza di un dato gruppo di sio;omi. L'invasione avveniva con un forte e non di raro ripetuto brivido di ft•edùo o con una prolungata orripilazione, io modo da dibattere convulsivamente i denlj e tulte le membra: il freddo aveva differente durata. Dopo CJnalche ora applicato il termometro, esso segnava dai 39• g radi ai 39",6 ed anche tn non pochi casi raggiunse i 40•; in sei soli 40• ,5. Il IJOI~o frerluenle, dava 90-100-110 p~tlsazioni ed Pra pircolo, vuoto. La febb1·e ero accompagnata da violenta cefalea. spiccatamente esagerata in corrispondenza dei seni frontali: i ginvani inferrr.i interrogati sulla pt·ecisn sede del dolore, tulti accennavano alle regioni sopra-orbitali e della giAbella ed anche proprio alle orbite, dolendosi del movimento $les~o dei bulbi. Grinfermi allettatisi erano ben prts lo in preda ad assopimento, a coma. l n stanze nelle quali da poche ore erano stati collocati ven li ne' di giovi nelli, per solito s·, vispi e sempre. anche se malati, loquaci, reg11ava il silenzio più profondo. Dopo 16... 18-20 ore il corna era svamto del tutto e :;ucc<'deva un r-isveglio generale; la febbre insieme era in declinazione o gia estinta, in mezzo a copiOsa traspirazione. Conlinua\'a. plu tollerabi\e, la eefalea e tutti s i lamentavano di prostrazione di forze,di senso d'invincibile stanchezza, di spezzalura di meml.lra: il dolore ai lombi e agli ipocondri, in corrispondenza delle inserzioni diaframmaliche, ed al sacro, non mancò quasi mai. nè anche in parecchie Jelle forme più leggere: furono abbasta!lza frequenti le otalgie, i dolori lun go le cosle; quer;ti tnlvotta si intensi da costituire verè 11e vralgie intercoslali e la pleurodinia; alle coscie il Jolore in un caso seguiva 11 dccot·so dello sciaLico ed alle s ure ebbe talora il cart'lttere del crnmpo. In questo momento nola v usi generalmente una serie di fenomeni spettanti a ll'appar·eccilio digestivo: anoressia, sete amneulata, cattivo sapoJ'e gluLinoso, nausea, conati di vomito o etfellivamentel'emesi; senso di peso alla J'egioneepiga.strìt-n, gastr·algia. La lingua di un colore rosso acceso, arida. ov,·eJ'O coperta ùi un clenso s trato palinoso, biancastro. Con ()uesla sindrowe di feuomMi ner vosi e gastrici as""ai più s piccati di quelli eh.; s"inconLJ'UnQ in og11i malattia fel.l-
NEL COLLEGIO )llLilAKE DI FJRE:-iZE
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brile, la febbre dopo :H-36-48 ore era ce~~ata deltullo o a\"tWa rsmest'O d'intensità e continuava 1w1Ja linea di tliscesa. In questo pr imo pe1•iodo S I ebbe adunque la prevalenza aseolula dei fatti nervosi e gasLt•ici c rasseuza dei 1'es pireto1'i1. Qu~ti ultimi s i manirestarono il Leno ~d anche il quarto giorno; e c1oé forte catarro nasale e ùella relrobocca, che si o!!Ser vova rossa, arida, colle tonsille medioc••emenle lumirle; raucedine, ed anche afonia in wluno, tosse mole~ta. sliz:T.Osa, talora ad accessi simili a quelli dellu pet·losse, eliminllnte poco muco o.l anche del lullo sec<·a. La percussione del torace era normale, l'ascoltazione dava ronchi rombanti, Osdlianti c sihilanli, da principio senza e nei gio•·ni successivi con rantoli a :::raudi e medie bolle, ed a nche talvolta a pkcole, ma uon ri~onant i: insomma tnlli i fenomeni di un c:-atari'O diffuso. Non manc.-a,·a il senso di piagamenlo Lracheale e t·etrosLernale ed ebbel't!i talora dolori puntori laterali, che esacerba va n si nei movimenli, 110Lto i c(llpi di tosse e per lo slurnuli••e !'\t fr equente per la compartecipazione della Scbneiderinna: il non rtal zarst o il non rinnovarsi della r~bbre in molli resasi mite, in molti resl\ata, e l'esome obl>iotLivo C'i rassicuravano che ll·aLta\"&!li !!Oio di mialgie. di dolori ncvt·algici o pleuroùinici. Tali sintomi persi ~tellero in alcuni G-8 gio•·ni, in ollri nou si dileguarono che alla fìoe della seconda ~ettimana e in altri }erfmo $O)o nella terza o nella quarta. l fatt• gastrici er ann andati lenta mente scompa••euùo, avendo per .. lasctalo tendenz.a alla stitichezza o alla diat•t•ea. L'accesso febbrile, come dissi, flni nella maggior parte per c~isi in mezzo a profuso sut.lore, in alcuni invece per lisi; uei ,:nonti seguenti si ebbero anche nuovi rialz1, successivi piccoli aecessi, massime nellt' ore vespertine, P, como se s i Lrat tal:;f;e •h febbre inter mittente, osservai il tipo quotidia no e in un C8E-o ti terzanario. ~ rinorragia sia ttel periorlo acuLo come nel catarr·ale si ve,,nc,, dieci YC\Ile. Xon mi fu dato di riscontrare anmcnlo ùell'tu·ea •li ottusi tà
I!Jlleni~.
In un cru,o con febbre a i-f1', esordita 11 fredùo, t' che durò
41< or"·-"i ebli e un e~an lemu con!luenle mol'llllllforllle · · su luLta
l'INFLUENZA
la superlicìe del cor·po, con analo.:a er·uzione aJ palato m•>ll" <' duro e con lingua a rrOl':!'nla, asciulla ; l'eruz!oue era co~• cA ratlcl'islica che sebhene maocaRRPro i fatti catarrali ;.i l anvenne col !'ig. dir ettore di questo spedale lllililare <'a,·. Cocchi trattarsi di morbillo. Quec:;Lo giovane a lla fìne dalla couvttlcscenza ebbe ritler•zia da cata•·ro ~ta»tl·o..-luodt>nale. In altl'o allievo senza febbre e senza alcun fellOmeno di influenza ~>i •nanifesla•·ono clelle maccbu~ t-r ilemoliche, •{UB"i :-;carlaLtlllose, alla fronte, alle tempia e al dor:>o di una m:mo: dopo qualche gio•·oo impallidirono ,. •wpo qualche Mllro cran•J scornparsc del lullo. Final rHente in un terzo nella couvale.:o<'CIIza. tolle tlne dt>l p~riodo catar·r·ale, romparvero pure dt'llt' chiazzr •·n-.et• in varie par li del cor po, 1na sr fugorementt' che -.i t>Lbe ·•Ppena l'oppol'luuità di ossf'l'varl e. Recidira. - La reeuJiva c::i ~a l'l'bi..- 8\ uta in i2 wd1\ldui una YoltA e in 4 due ,·olle. l o alcuni la lùrma s1 rt>plicò co11 febbre da 38• ,r. ~ a9•.s. cefalea intt>n:>a. ecc.: in nltri imt>c~ c:;enza rebbre P colla l'i petizione el e• <:o l! f~>nomem cala.-rah. si clte questi ultimi avrebh~1·o potuto rnep:lio apparii'e tll>lla fllatislica de!di entrali alle inft"rmel'iE> pl'r calarro b•·nnchiale. Deeor !:Jo. -
Il decol·:-;o Pmer gc dall'espo)t"to. Fu da principio in Ru,.,;:;ia e poi All•·oYe ~1)1levato il dubbio che :.i fosse trattato di t~·t.hre' elenze ; ~rlil l'essere questa mulallia r•·opria tiPi !•Resi cal•li e 1'••.;!-.enzA dci suoi fenomeni caratleristici. frn i •ruah la tuuwrazion e rlolorosa <Ielle articolazioni c reruzione !"carlatttnifor me. c l'essenziale dill'eN'M.s ili decol'i'O, mal:r•·ndo fJHakhc punto eli contatto in Alcune m a nifesta.:ioni. misero to~to fuor i di questione que!>l8 forma febbrili•. Si pal'ln unclw rli Rf1ìnitA col coler A e <·ou forme tificlre. ma éon ·quult! f• nola · mento lulli lo abbiamo ,·edulo. Pole,·a piutLo1-1Lo sorj:tel't" rl dubbio ri~lat·do ulrep•Jéln18 attuale1 se essa fosse tdentica al grippe. Il griQpe, e le~ quanto abbitHriO letlo e per i 1·icord1 che par ecchi dt 1101 possiamo avere per ttn'epidemta an·enula molti a1uli ~nn '• hu per carat le •·c prevtt!L'nle l'inrìammazione prituitrvs cator· Difi{J fi.Osi. -
NEL COLLEGIO MILITARE DI FIRENZE
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rale di parecchie muco:-e e specialln~nle delle respiratorie e della gaslro-m testinale: per a mmettere l'identità sarebhe nece!':sario che le manif~stazìoni calat•rali apparis-;el'o f{Uale sintomo costante e pritnittvo detriHIIUPnza E cosi non a,._ venne. È spet·abile che le ricerche l'i\iologiche pos!>ano put'· tare sull'argomento un po' di luce. Progn.osi. - Se alla benignità con cui si pr esentò e decor~r l'cpìdemla, si aggiunge l'elemento favorevole per ~~~J e CMlilu1.iooe che compone u11 collegio militare, l'ambientu e ìl regitne di que~to gia per !\è igienici, e tutte le mi!>uro e precauztoni adottate per la <"ircostanza sia per intziath a pt·opria clte del comando del collegio, come per ~usr!!ert meuto dei sigg direttori tlell'ol'<pedaiA e di ~anità militat•e P, in !le;uito, anche del generale tlledico tspettore co111m. CLpolla, il pl'onosli co non potevo esset•e che l'uuslo. L'esito, del resto ordinat·io dell'influenzì::l, fu pe1· Lutti nt guarigioue, non solo, ma HOil si ossPrvò alcuna delle con~eguenze non t'are in questa t•pidemìa, di l>r·onchite capillare, di pneumonite Jobulare per ditfu:;ione clel pr otes'-O ittf,.tlivo OVVPrO di 'fU8lfa da poeulnOCCJC'CO del rl'aockeJ O del Fl•it•ùltindPr, di cui potranno trattare pur troppo con conoscenza di cau~a !l'li egred collt>glti dt f{ueslo speùale e lei presidio. Terap1a. - Il trattatnento curati \O fu abbaslanzo semplice; collocati gli ammalati n lello, ben coperti , o sollievo d!!lla cefo.lea prima , e poi ancl 1e conw ipotet•mici, vru ivann applicati al capo epitemi dtACCI che furono riscontrati generalmente di ~rande r efriger io: nel pt·imo periodo, pct· la sete 8UIHenlala, venivano coucesse limonec vegetali ; a l vomito, se ostinatu, e ai distu1·bi gast•·ici 'enh·a provvednto n col bi(·arbonato sociico o con gazzo~e o rollu pozione anliemetiCII del Riverio o cou pezzetti di !tltiaccio. .\i ùolori alle ''Arte regioni dt>l coPpO si oppnnf'vano o re\ ulsivi o applt· cnzìoni torpenti. Nei pt•tmi casi con pozioni calde e rol salicilalo di soùa. non col ,iuborandi né colla pilocal'pina, si c:-edette di dovet· •nterve11irr• per favorit•e il sudore: mo ben p1·esto rt accot·-
L' INFLUENZA
gemmo che qut!t::lo si '"eriHca,·a spontaneamente cui declinm•e della febbre. Lu dieta nelle primo 48 oro Pra quasi a:::~oluta: non "i concedevauo che brodi. Non si fece uso in mu~sima di pur:.:ntivi: sonuninislrai Lt·e o quattro volt~~ il culomeluuo. Quin;Ji la dieta andf'l faceudosi g t·adaLamen le meno ri:;ot·osa. ralutendl)la, ben s'intende, o rnodilìcandola conforme che lo t•ichie.Jeqwo le condizioni Ilei lnbo ~astro·enterico. Beu JH'esto, ill taluni fin da l primo g iOI'II ù, sia per la g r 1wde pi'O!:'tr·azione di forze, propria della malattia, s1a P"'r llèolrulìt.zare la depr·essione e lle forse poteva apporlar·e 1111 ri medio, rli cu i tli J•il piu oltt·e, faceva ùlstri1Jui1·e del Marst~la . .\ 11' esorJi1·e del pe1·iodo respirtltoriu o pruna ancc,ra, ,..pecie se da laluno preferito, concessi volentieri Il loti•· nella 'lUtlnLilit di 50 centilitri tra tnatlina e c:ere. In s·~guito per il cnlat·ro bronchiale diYennE'rO ncce:::s::al'i i calmanti uarcotici, come lo polveri del Dov~•· e gli i-itlropp1 oppiuto e di morfina. insieme agli espellOJ•anli fra i qnali !'l prefer·i la decozioni:! d t r·aJ ice di poli gala con qualclu~ ac'lua ar•>malica. Foci poi lat•go uso ~ ia pe1· uso interno come. c J•iu. per inalnt.ione dell'olio essenziale di ll·ementina, 1li ques::lo ,·antaggioso modifìcalol'e delle mucose n qui ndi eccellerìl•· anli· calar•·ale. l vapo r i, non ~gradevoli, che si SYiluppaYalrO s1a dalle pentole come dalle bottiglie di aCIJU8 calda, in rui :<i ''er~<ava il detto olio, valevano anche a tnodiflcat•e 1'11\ o reYolmenle l'am biente. Non abu~Ai dell'a nlipi r ina, rioo:. la ut>ai ah])a;;;la nza lurgamcnlc, ma limitando le dos1: piu ,·he r·(Jme autileru tica la somm inislr·ai come anlinevJ•algica t• me ne tro,·ai contenlis>;imo: uelle forti cefalee e anche nelle meno inlo->n!Y ;:e la te111pera tura sor· passavo. i :311", in lutle le mw r ulgi<'. i'AnLipir·infr a 50 c·en lig1·amrni !!Oltaulo, iu ostia, bastavi\ a pnrtare :::.ollecil~mente tlopo mezz'ora, un'ora al piu, sollie,·o ;:en,.rhili:<'-'ÌIIl 0: non coslanlc meute pet·ò; spe-.so ci ru bboguo di r'l· l'" llwe la dd se eh e ar1·c<·a "a "icnralllenle il d~SIIl to effelln. Ric< l'olo ulcuni ca~i di olalgìe iulen>:is::::,ime, CS!!ionnnli o;-uti e peun!"i h1menli, eire C<)d~>vano complelntnentP se non ulla
X t:: L COLI,Itl;JO ~Il LITA Il E DI Flll.E:'i'ZE
alla seconda somministrazione di un tipiriua. L'anlipie le applicazioni ghiacciale al capo furono i due espedienti terapeutici che mi sentii più volte richiedere da giovanetti che udivano decantarne gh effelLi dai lcwo compagni. Mi parve poi, quantunque a doc;e non elevala, l'antipirina favorir e la lraspirezioue; e sebbene a quella dose non potesse lot'11are invet·o deprimenlP, pure, co nsideJ'&ndo il senso di pro ~trazion c già per la mulaUia considerevole, e che si tr11ttava di g-io,·ani organismi, mi d~tvn cur~ che ì brodi ristrelt1 ed 11 Mar·salu venissero tlìligenlemente distribuili in spPdc a quelli cui era propinato il detto rimedio . .\vendo dopo ì primi c· asi osserva lo clw la feLb J'e ces~nva, e presto. anche ~enza alcun rimedio, non mi diedi cura di cornhatterla, 11 che poteva invero flvere il significa to d1 prolung~:~1·e la malallie, giacthè, come dice il Canl.uni, la febbre alla dell'iufluenze sarellbe la migliore arma della natu1•a conll'O l'infezione. L'aotipirina, lo ripeto, e 111 parca dose. ruda mt: adoper'8ta cotne anolgesica, anz1chè allo scopo indicfllO dalla s ua stessa denomirto7.imle. Usai pure il bisolfato di cllinina in quei casi nei quali la febbre andava J'ipetendosi o atipicamen te o con i li p i. sebbene irregolari, ùella •Juolidiana e dellu terzana. La cura adunque ru, e non poteva almer.o fino ad oggi, est-~e re allJ'O che l'azion ale, s intomatica. A Pari~i e altrove fu rono usa te contro la feùbre e i dolori dell'influenza l'esalgina, e più la fenacetiua, le quali avrebbero i vantaggt detramipirina, senza averne gli effetti nocivi.• Uu distinto medico americano eser cente in F irenze, il doUore Beltlwin, fece u~o esclusivamente della ft>nacelrna elle trovo efficacissima e sempre innocua, senza apportare, Anche se a dòsì alle, né i l'l'i lezione gastrica nè fenomeni depressivi. . Proor;~edimen.ti igien1eo-scmttart. - l lll'imi malati vennero n coverati nella i11fer111eria comune capace di 30 letti, poscia furono adibite a '(nesruso 10 s tanze facenti parLe eli un allo!{~io pr1''alo. rortun11tameu le disAbitato, di propriéta del collegio e ron quPslo in d i1·etta comunicazione, foruite ognuoa di cumintllo o ti! Frankliu, qualcunil d'illuminazione a go'l., cou In t l'i ne e lavallùllli pr,p1·i: que~to locnle era capace di no l...tti. Fina!-
!).i.Q
L'IS!ILUENZA N&l. COLLEGIO mUTARE DI FIRENZE
mente ad uso pure d'iufermeria o di s ala di convale8cenza, ftl des tinato quello dei tre grandi dormitori del collegio corr·ispondeo le e mezzo di un pianer ollolo con l'allog-gio ~opt•a dello, l' gli allievi sani vennero ricoverati negli altri due. La temperatura nei ditl~renti locali veniva mantenuta fra n '12' e '15' del ceoligrado. È superfluo a.ggiunget·e che n(l impedire la roiot'ezione c n prevenil'lle i danni (lell' agglomerazione ''eniva due volte al giorno rinnovata l'ar·ia. l convalescenti non si mettevano in uscite ùall'infer·meria lino a che l'e8a•ne obbiettivo del torace non rlftva un ris ul· tato comple lamenle n egativo, e, usciti, veniva11o esenlnli dalle istruzioni praUche per un vario numero di giorui. Per i sani tu ritardata di un'ora la sveglia. la prirnfl ,. l'ultima ricreazione della giorna ta si l'ecero in locali chiusi, vennero limitate le istruzioni pralirlte, c tolL<' Je uscite rio· menicali. 11 vilto venne leggeJ•meote •nodH'ical0, nel sen~;n che fosse eliminata fJnalsia.si causa a distUt·bl ga;;tro·inte· stinali. La maggior parte degli ufficiali, degli insegnauti, dell'et'· l'Onale di sorvegl ianza e di servizio pa~ò il tributo all'epi demia , e cosi avvenne dei 18 solda ti e 3 sotlufliciali .tei r·eggimenli della guarnigione, accordali io sussidio. Cessato lo sc0po didHltico. cessalo quello disciplintw•, compromesso quello igienico e disorganizzalo rruasi del tutto ogni servizio, io credel'Oi che dala un'epidemia d'inllnenza, sar'ebbe prefer·ibile lo sciog'lime .. to per alcune ~ellimaue di un istituto d'educa1.ione, sia ch.-iJo che militare.
UINFLUENZA :O.&L
REGGIMENTO CAVALLERIA CASERTA (1T) ~emoria I.'Ua n eli;~ ~onferenza scio·nt llka
Mll"osperlale mllitnrc succnr>ale di Parma 1'8 mar1.o IS1l0 dal dott. ECimondo T r ombetta, rapil.'lOO me•li<'O.
Credo opportuno di esport•e brevemente Je osset·vazioni raccolte da me e dal mio sotloleuenle medico Licari doLtor Vincenzo, durante l'epidemia d'injlueturt verificatasi neglt scorsi mesi nel reggimento cavalleria Caserta (17); poiché trattandosi di una forma morbosa che si presta tuttora a numerose discussioni scientifiche su alcuni punti non bene dilueidati, e che assume parvcoze cofì\ var ie e diverse, anche il più piccolo cont1·ibulo può gallare quakhe raggio di luce sulla questione ed aiutare a ri>'olvere il problema. Dico però fin da ora che non ci fu possibile di procedere ad oseervazioni batteriologiche non avendo, come nelle cliniche, un laboratorio speciale pet· tal genere di studi. Ed a questo proposito mi permetto di rar osservat'e, cosi di passaggio, che ogni infermct·ia reggimentale dovt•ebbe essere provviata di un buon microscopio e di tutti gli altri meni necessari nt:lle ricerche baltet•iologiche, poiché, dalo iJ ratto che le malattie epidemico-contagiose si svolgono di pt·el'et·enza nei quartieri. si avrebbe di couLinuo solto mano un importante materiale di studio che attualmente \'8 quasi perduto. . ~·epidemia cominciò nel quartiere pt'incipale della PiloUa, ti 1 gennaio, e lt>I'minò complelamenl~ il 2 l'ehbraio, avendo
L'l~FLUE:'iZA
il suo acme dal !l al L6 di gennaio n comiu<~iando l't cl~ct·e scere ver so il 20 dello stesso mese. Il numeeo maggior~ dei colpili si ebbe il 10 g~nnaio (n. 31): r Il Se.' ne ebbet•o ventisette; il 13. ventiquattro; il Hl, venluno; iu lulli gli altri giorni, il numero dei colpili fu inferiore a 20. La malattia scoppiò, senzA alcun precedente etiolof!'ico degno di nota, nelle camerate tlel lato est occupate dal 6° squadrone. e vi si mantenne pet· tre giorni lasciando quosi del Lutto in1muni gli allri squadr oni. Successivamonte si propa!!ò nelle c·amer·ate del lato nord ed ovest e finalmente colpi put·e il t• ~tlua clrMe che é nlloggiato nel quartier·e del Foro Boarit>, al tli là del lol'rente Parma. !l numero totale ùei colpili 1'11 di 299; di cui 155 furono curali in una camerata apposita· l iO nei dorm1tori e t nell'ospedale militare. Prima ancortl che scoppiasse l'epidemia, s'erano rne!:'~i in opera i pr ovvedimenti consigliaLi nella cit·colaro ciel direttore di sanità, cd inoltre , potendosi di<~porre di un ampio locald nel Ialo est del qual'tiere aLlo a ricoverarYi ummalati, lo "'i tenne pronto per ogni ewmienza, evitando cosi di sgombrar e "llbilo l'infermerin che. nelle armi a cavallo, occor·r<' sempre tenere aperta per le numerose lesioni tr311matiebe. Appena si verificarono i primi cnsi, se ne etfellw'l l'i$Ohtmento nella cam3raLa adibita a t.aJe f'copo, do"e si taceva pure lo visita dei nuovi ammalaLi; ma senza alcun vantaggio percile, come gia si disse, l'in:fluen$a si propago ra pidflmenle in lutto il f!Uartierc e si f'u costretti allora n sgombrar e r infermeria dove fur·ono accolli gr individui pllt gravemente colpili, lasciando i piu Jeggieri nelle camerale doi singoli sf]uadr·oni. Quallt·o soli , corne ~ia si (• deLLo. fu· t·ono inviati all'ospet.lal~> perché affetti da bronchite diffusa. Nolo ancora che il reggimento ca,·aJleria Caserta fu il primn ad e"sere colpilo dal morbo nel presidio di Parma, me>ntt·e pori• l'in/luen:a gili. dominava iu citlù, e che succl•:-sivamenle ue furono colpiti i due reEtgimenti di fanteria. lA ~cuoia <·entrale tli liro e la brigata del 2L• reggimento arti~lieria . Forme cfin/('he. - lrwasion.e. - Decorso. - Delle tre forme principali: catarrale. gastrica e nervosa. predomint'l la pt·ima: pero è da nolat•si cl11~ manct', r1uo~i sempr" il ct1·
NEL IIECCIMENTO C A VAJ.L ~ III.\ CASERTA
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larro oculare, ed il na!>ale fu tardh·o. LR malattia in!'orse con febbre a 39',:'ì a 40' , quasi mai prPcedula da bt•iviùo (contrariamente 11 r1uanto fu osservato neJla clinica del professo•· De Renzi), associala ad iutensa cefalea frontole ed a dolori intensi e caratteristici ai lombi che non,fecert1 tl(fetco in alcun caso. La febbre durò io media due uioroi, con t•emissiolll mattutine, ra ggiungendo in pochissimi casi il 111•; nel terzo giorno si ebbe dPfervescem:a rapida ,. completa. spesso accompag na ta da profusi sudori. Si constatò in parecchi cAs i la ricom parsa della febhre associata a calat•r o faringeo e bronchiale o a setnplice riaculizz.azione del catarro nasale ; e persistettero sempt·e i dolori lombari chtrurono tmo dei fenomen i più molesti e ribelli della mnlaUia. In un centinaio d' indi,·idui, l'affezione cai.Arrale fu limitata alla mucosa oasale e farin!(ea. as~UJoendo tuttf' le apparente di un'intensa coriza ; io pochi allri :-;i ebhero i fa tti di una comune lari11go-traclteite (per <;islenl" a lungo anche nella eonvale!'ceuza); nel rimanente dei casi si o:,;servat·ouo d et veri catarri bron<'hiali non diffusi (meno quattro}. che pero !<t prohmgarono al di là di ogni pt·evisione. Uno dei Cl.lralter i piu impor tanti delle a ffezioni catarra li non diffu.o;e fu l'ass~nza rtua!'i completlt dei segni stPto~co plci, as~ociala ad una tosse fr equenLP, slizzO"O, Rccessionalt: cou un escreati) mucoso assai scar so e attaccaLiccio. Si Q;<!let·varono pur e delle fot·mp elle io chiamerò /'ugaci, le quali non si ~arebbet·o potute as~errnare ad alcuna delle tr e fot·me tipiche accennate, io cui man;a rono completamente i sinlo!ni catarrali, e si r eser o a ppena sensih1li i ner vo-.i ed i ga!';lrici. Gl'individui ve niva no ~orpresi da un accesso febl>rile della durata d1 12-21 ore e si lagna vano contemporane amente di rachialgia piullos lo intensa, di dolol'i muscolari vaghi e c!i prostrazione di forze · in Lr e rrior ni i fenomeni morboRi erano ~ ' o &l !'Compars i del lulto , per.;isteodo solaruente utt certo gra~o d'inappetenza e di males sere generale. Altr e volle non veruvano a~cu sat i che dolor i alle principal i artioolazioni e ai muscoli dell'li a rli, sen;a .l'ebbre; e fJuesti casi non si l:-a rebbero neppure as;;:egnali alla malattia in cor!>O, se non fosse per!!il'l lila poi la pr ostrazione di fo rze cara llcri;;:tica e sl! non
L'INFLUENZA
fossero comparse. in se~uito, delle ne' t•eJ~ies~nza causa plausibile. Aozi a quesLo pr oposito mi permetto di osse.J''lare che, wcondo me, uon esiste una vera e pcopria forma nervosa dell'injluenza , ben distinta dalle altre due (catanale e gastrica); mu elle piuttosto queste due ul Lime si associano sempre a disturbi nervosi più o meno rilevanLL Tulral piti !'i potrebbe riservare il nome di forma nervo;;:a a· quella che decorre con acceuLuaLissimi sintomi da ptu·te del sistema nervoso (nevralgie violente, vertigini, delir io), mentre le affel.ioni catarr ali delle mucose passano quas:i inosservate. 1J: tanto vero questo che, in tulti i casi da m e O!';oerva ti constatai la presenza della rachialgìa e, neila maggior parte, JlOl.aì est,gerazione dei t·ìf1ess i patellarì, già o::;:serva ta dall'illustre prof. De R~ozi nella sua clinic:u. Rigua rdo alla divisione tipica della malaWa in tante for·me dislin Le, ocwrrc qui t'are urJ·allra osservazione cirCA uua s peciale fo rma .arlinami:Ja di c ui parlano vari autori e fra gli altri , il Bf>la Aogytin di Budapest. S econdo me, eome non esiste una vera e propria forma ner-vosa, cosi uon esiste una for-ma e~clusivo men le adinamica, senza accompagnamento di alLI'i fenom eni; inlalli, in quasi 300 casi os~er vali da me e dal mio soltotencote medico dott. l ica.-i, ru sempr e constatata una g rande prostra;.:ione di forze c he nou era in relazione coi l e~gieri s intomi morbos i a carico dei b ronch i, nè colla febbre moderata, e che :-;i pr•ol un~ava per· olLre uno setUman!J al di là della defer vescenza della malattia e qualche volla anche per· quiudici g iot•ni, nou permettendo al soldato di p resLare il beuchil lieve servizio. Per ques ti fatti mi sono quindi indotto a cr·edere eire l'in.fluenza spieghi la s ua maggior azione s u l sistema nervoso e r.he le localizzazioni sulle m ucose br onchiale e gastrica stiano alla forma morbosa principale come l'eJ•uzione cutanea sta alla bronchite e alla nefr ite nelle epiJemie dì n10rbillo e di scarlattina. Bene s tabilito fJueslo ralto, si potrebbe anùare anche piir o l tr P. e dire c !te, svollasi l' infezion e i n un OJ'ganisrrro ed a ccenLualasi quasi subito l'adinamia (per razioue fune~la sul sistema llei·voso (> principalmente stll ''ago), l'irn~ ng<~ mag-
N•;L ll EGl: IMI!NTO CAVALLEIIlA CASEilTA
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Si<•rrnente col~·ito •Juel -,.islema o •1uelrorgano che era ~tato St>de di precedenti malallie o che eril piu pt•er.lisposlo a contrarle. Quindi della forma uet'vosa o arlinamica che campe~gia nel quadro clinico, pal'lirebbero altre forme con uome diverso secondo la diver M sede mot·bosa, lo quali, più che vere !orme distinte, sarel>bei'O i t:oroiJMi della forma principale unica . E che questo ~i ~1a vet·iflt-ato dut·ante l'ultima epi,Jemia d'intluen;fl, é urr l'allo eire non è mel'ISO in dubbio da nessuu pratico. Tutti hanno potuto notare che gl'individui tOf;!Oicolosi o predispol!li alli' cor•itt-, t~lle farin!-!ili, ai calarrt bronchiali. andarouo soggeUi, durante J'in)Tuen~a. alla l'orma cosi dena catart·ale, pur presentanùQ fenomeni nervosi e ad.namici: che i nèVI'Olici (~pecialmenlo le donne) sof1'rirono ne,·relgie dolorosis~ime e r ibelli, sopratulto del tr ig-emino; verli~ini, iusonnio. delir·io: ch"' i car·.liopalici aggravarono rapidamente nelle lot·o condii'joni morbose locali, fino ati avo· ~• dei casi di morte instantaoea per sincope: che finalmenlç gl'individui soggelli a Jisturbi .!el tubo gastro-enlerictJ, ebbero ~:astralgie violente, vomito, diarrea e, in IRiuni C8l'i, tutti i sint.orni del coler u. Pt>l' me è quindi evidente che, se la presente infezione nUaccu pl'imiliva meute ed in specie) modo il sistema nP.r voso, ~i svolge in ~eguito (o contemporaneamente) di preferenza nei luoghi di minor resis tenza dei singoli iJJI'ermi, assumendo quivi LuLLe le l'lf'Jlar..t.ze di una forma morbosa pr incipale. Di fronte al gt·an numero ùì forme lll'esen lntt' dalla malattia in discorso, lo Stiller si fa la c:eguPnle domanda: Donde P"'•ccngono tante forme sintomatiche d t uno stesso morbo t Ed og~iunge che a tale domanda non vi pu6 esset·e che lUla sola risposta: pt·ovengooo, ciot', dalla co~tituzione dell'~mmalato. • Il suo Jato debole, egli dice, coslilutscc il punto dt allacco della malallia, e siccome molli bauno varie parti ·li minore resisten za, cosi la malattia si presenta !'lp••!'so ~orubinata. Per questa penelraztone del virus da ogni lato, 1111 lluenza presenta quel singolare polimorfismo che non si trova in alcun'altrs malattia inl'et!iva •. (R. Società dei medici rli Budapest, tornata ùl'l 25 genoaio J890). Dan· idea manifestata tj allo Sliller alla mia nou ci corre
3r.
!Hf> poi un gran tralto, cotne si ,·ede. poich.,;. tulli e due illsi sliamo sull' impor1anza dei luoehi di minor resi$lenza: lo ditft:renza sta in ciò: che mentre lo Stiller ammette un'azimte centripeta dell'infezione la 'IU8il:l (JI!O('Lrere-bbe n eii 'OrfCUr!ÌSillO' dt1 ogni porta e si fermerebbe !JOÌ nei punti deboli , in amnH·ito invece un'azione centri fuga che dal sistem<1 ner\'OSO primitivamente colpito, ~i diramer·ebbe roi nelle par!.ti di minor· re~istenza le quali, per· la rapidità di di[fnsione del virus nell'organismo, sembrano colpite prìnw menlr·e, lull'al pru. non lo sono che contemporanea mente. J nfatti ri cordiAmoci cltP. io tulti i casi cJ"inflc,en.za, i sintomi nen·osi non fanno roai tlifello; che anzi essi predorninauo nel quaJI'o clruico, precedono quasi s.::rupt'e tullr gli altri, ti acc:ompa~Xuano e persistono anche quando t(uesti ~0110 del Lutto scompar"l La dur·ata media della malattia nei casi da noi nsser,Ali fu di ~ette giorni; però il perioJo febbrile no n sHpe1•t1 mai il terzo giorno, m eno nei qua ttro casi in via ti iu cur·a all'oSfJedale, ed in pochi allri in cui si ebbe la ricomparsa delia febbre dopo un giol'llo o due di apiressia, accompagnata da leggiere complicazioui da p11rto etei bronchi. ll primo fenomeno doloroso immanrabilt> accu~ato dagli infermi fu la ceft~lal gia più spesso frontale, meno spesso occipitale: que· sta più dolorosa e piu l'ibelle di tfuella. Qua~i contemporaneamente, o H giorno dopo, cornparYe la raclcialgia a~"O ciata SOYente a dolol'i articolar·r, priucipal roente 11elle ganoc· chia. La rachial;:da fu talvolta <.:osi v1oienta ed iulol lera!Jde che si dovetle ricorrer., alle iniezioni di morfina. Ma, \'iolenta o no , essa si mo~tr0 sempr e persistente e pt•rd t~rò assai tempo dopo che l.a malaLlia poteva dirsi finila. La l(lrma catarrale associala alla nervosa fu, come si dis!'!e, la l'redominaulé; anzi, per meglio dire, i'unil'a, poiché 11011 voglio assegnare alla forma gastr·ica alcuni casi d'inlluen;a senta calarl'o bt·onchiale in cui, tluraute e dopo il periodo f~>hbl'ile. si ebbero distu r hi a carico del tubo gastro-enterico. i *JUali nou mancano rnoi nelle atfelliorri moc•bo::e d'ogni spccrc. E questo fallo '1l in appoggio a ll'idea che ho enundata dronzi, cbe cioè l'injluenza sia una fot'll'HI rnorbosa unicu con lr•calizzazioui secondat'ié nei tliver:;i sis~e mi e sopraLut.to i11 t[uelli
,t.l. llEGGlMRNTO CA \".\LLEIII.\ r.ASRIIl A
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eli minor• 1·e~islenza, o maggiormente esposti ad influenze nocive: d1fatli, nei soldati il locus minori.~ re.~i.,len.tiae l ' precieamente l'albero bronchiale, come lo dimc.strano le innumerevoli bronchiti elle s i ''eritic;ano nella tl'uppa anche in tempi normali. E giacchò sono tornato, senza volerlo, sull'idea della ~ormA unica dell'in/Tuen$a che, pet· 1ne, earebbc e!"senzialmenll· nervosa o si accorderebbe col concello auatomo-palologico di un unico &gonle palogeno ben distinto da lullÌ gli altri, mi piace riportare I'{Ui le parole dPI pro!'. De Renzi, uno dei piit accurati iUustratori della malallia in discorso, l,> quali sono una conferma dell~ os~ervaziooi da noi rac~olte e dell'ipotesi che ho esposta piu Ropra. • L'in.flaen:a, dice 11 D-l Renti, (li'Oduce nell'or~anismo forllle llussionali, iperemiche, ~opratutto sulla muco!"a delle fauci , sui bronchi. sui polmoni, ecc. Ma, ollre al produrro llUesle fot·me flussionali su diverse mucose, quali rtur ll e delle vio l'espir·atociu e di~erenli, i• ossai probabile rhc esea produca uguali for me ftussionah ~ui centri nervosi. E,·idcntementc pe1·ciò l'intruenaa non e r-:ollanto una malattia catarrale, ma anche ner\'osa, e SI r·rcaYa ciò non solo dai di:sturbi nervosi. cnme la cefnlalgiB, i dolori. ecc.: ma .~oprauwo dalla grande esqqt,a:IOne dei ri /le.'llli tendi nei du ranle fu r11 alali in e r/.al/tt 1•Jro aeomp11rsa quando que:~w e cessata. • Venendo a parlare di alcuni sintomi quasi costanti dell'ifl}luetwt, tlirò, pl'ima di tutto , che la. Ceblwe 6 propriamente C'arattcrislica e che la curva lor mica non trova forse riscontro clte con quella della tubercolosi miliare acuta da cui però l'l i differeuz1a quasi subito. lnMrgc rapidamente senza prr,cJrorni IIPPI'ezzabili (spesso senza hl'ivido) e rnggiunge 1 3 9 9"-3 ",5, llll po' più di rado i '\0": a 'JUCsti brul'lchi innalzAmenti "Uccedono a bbassamenti •mprO\'\'isi dopo •rualcbe ora 0 . ~n~be dopo un gior·no, e pur'l avvenire che non si abbia PJU rtcompar!'a di accesso febbrile. A ltre ''O Ile, invece, la r~bbrl" è r emilleute con fasi rip~Lute, proprio come se la . . malattia r·c · . . ' Otnmcu\s:se da rapo. R I~UBI'.to a questo :>mtomr. 81 de\'e ag;;iungere cbe esso non t• 111ai s1ato eccezione!-
t.'I NFJ,UEN~A
111entc grave, e che anche le iperlt>rm ie accentuate (1-1 °) uon sono state seguite da accidenti gt·avi, meno il caso òi localizzazioni concomitanti. Ho potuto notare chu il polso, c~>n· trariamente a quanto ha constatalo il Potaio. non é sempre frequente, irr egolare e inlermiltenle; anzi l' intct·m1Llenza non l'ho r iscontrata che in pochissimi casi. Quello che bo notato è un polso raro a1 secondo e terzo giornò c!ella ma· laltia e nel principio della conva lel:'cenza, ::;ul l[uale l'atto ha insistito il pr of. Bozzolo di Tol'i11o, citando, a proposito, gli studi grafici dei dotLori .Mya e Belf:aoti, da cui t•isulw nn notevole ritardo nella trasmissione dell'onda arlet·iosa. Aggiungo, tra pat·entesi, che questo fatto pott·ebbc l'iferirsi be· nissimo all'azione funesta e ben constatala dell'inrìuen;a sul vago, la quale si t•enrle sen!-:iibilissima nelle grAvi forme adinamichè. Stante il gr·andissimo numero ùi ammalali che richiedeva. pet• parLe nostra, un servizio diurno e nollurno eontinuato, non si potè pr ocede•·e ad accurate analisi delle Ol'i ne; debbo dire però che, essendo stato colpito io stesso, e non legg·ermeole, dall'in)luen.za, ebbi campo di rare sulle mie orine a lcune os!;ervazìoni che discordano alquanto da quelle raccolte nella clinica del pt•of. De Reozi, me no per quel che si rifedsce al peso specifico. Ma per non riporlal'e qui i risultati di una sola osservazione, riassumer ò invece i risult.aLI di ptù o:;sel'vazioni falt•} in var ie clinicl1e e sopr·atutto ìu fJUe Jla (lei ne Renzì: t• P eso sper.iftco delle orine infer iore al noJ•male, conlt·a,·iamente a qua nto si verifica nelle altr e malattie febbt•ili acute; 2• P1•esenza fuga ce di albumina, secondo alcun i (nel 3,5 p. '100 dei casi, secondo il Curscbmann); assenza completa, secondo alt r·i, taulo di albumina quanto di allri principi chimici patologici ; 3" Aumento dell'indicano e Liel fenolo. L'aumento del fenolo (circa il doppio della media [isiolo~ gica. anche in quegli infet•mi che non presero medicine dJ sorta) farebbe annoverare l'injluen;" tra quelle infezioni che
NEl, REC(H MENTO CA VA !, LEltiA CASERTA
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o Brieger chiama putrefatlive, come la difter·ile. la piemia. la eearlattina fl rerisipela (1). Per quanto riguarda il lttmore splenico, lr nostt·e O!>E<er~Joni sono perfellamenle illen liche a quelle del prof. CuJ·scbmanu di Lip!lia: si notò, cioè, ingrandimento della milza nel 10 p. 100 circa dei casi e lale in grandimento scomparve del tutto dopo il tèrzo o quar>to j:tiorno. Del dolo re, allro sintomo costante dell'in/luenza, ho gi11 parlato rlianzi e non è il caRo di J•ipeteJ•e qui cose giù delle: mi hmilerò soltanto a far•e osser ,·ar·e che la rachialgia <:i notò m tutti i casi; chP la cefalalgia fi'Ontnle o occipilaiP reca raramente difetto, e che, dopo tali forme dolor ose, lo ne,·ralgia del lrigemino prott·aua anche nella conYalescenza. ru la più frequente. Cito pe1· ul timo un solo caso di nt>vralgiu 11cialica eccezioualmento doloro!la, la qua le si calmò n sl euto in seguito a due iniezioni di morfina. Complica:oion.i. - Non havvi malallia che possa vautare u11 91 g1·an nt.:mero ùi compl icazioni come r injluerua; il quule Calto, come abbiamo visto, si de"e allr•huire alla facili ta cou cui il princ1pio inrettivo altacct• i voJ'i si:-,tem i clell'o•·ganiArno Ptl alla 11ua locali~ zazioue nei luoghi di miuo1· rP~i!'lenza degli mdi\'idui <'~lpih. Tra le compliCilzioni piil fr 8lJnl'nli che ACcompagnano la malallia o in~o1·gono più Lard• t~ura••ll! la ~'Onv~Ji e!lcenza , si citano le adonopoUe, lP infhunmazioui dell'orecchio medio seguite da l'llot·rea. di cui os!'!er,·ammn due: solr 1'&51: le er uzioni cu tanee. di cui uolnmmo un caso mollo caratter•islico HOllo rot•ma di 1111 8 !>piCCAl A orlicorio che duri\ app.ena 2i ot•e; e fìnalrn enle le pneumonili, di cui non si "errftro nes;:;un caso n t>l nosti'o I"cggimenlo. Non parlo del tlellriu, delle tiJchicar dic. delle forme coleriche, ecc., che si debb~mo annoverare lra le cornplicuzioni meno frequeuli e che •n~urgono quasi semp1·e in indh·iJui già deperiti da grll\'1 malattie. -
• ll•lornandc alla pneumouile da in Jluerua. dirò co w e non aucoru bene stabtlito se essa sitl dirottamente prodotta
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dall'ageule palogeno del1'1n./Tuen•a, o H\ questo non faccia altro clw preparare un terreno propizio al pnevmot•occo il quale, come e noto, si tt·ova nel secrelo buccale de~li individui sani. Que:>l'ullima ipotesi, che è la piu co•n unèmente accettala, venne sostenuta dnl Notlm agel in una ~ed utA della Societit regio-imperiale dei medici di Vicnna. coll e !!'oguenli parole : • La polmonite ft·on{'a è una m ulatliu b... n definila, dovuta ad un mic•·obo conO!<Ciuto e senza alcun rAppo1·lo di causalità coll'ul.fluen•a. Questa prepara soltan to il L<'rreno e lo l'eude pi ù ruvorevol e allo sviluppo dei m1rJ•obi della polmonite ''· Tullo ciò sta benissimo, tlicu io, ma bisogna nutur~ che le pneumonili succedute all' in/luen.oa sono lull'altro <·br fran· che, n ctu• la loro sindrone é abbastanza divel'~t• · noi lutti abbiamo pot.uto osservare in un caso doloroso e r "cont•·. e.l anche in allri casi mandati A cur a in C[UPSlo spec.lal••. che li decor so, la curva ter mica o l'~u~peUo d<'gli :::pulì in questa specie di pneumoui lj, hanno qunlche cosa di cnrall••ri ~> t.• co e oli l"pec•ole. Ci trover emmo fJUinui di l'J·onlc Ad una pnAumonite specifica prodotta, non tlal pneumococco. ma riai mic1·obo -..Le:::!'o •lell'in.jlrten.:a, fatto que~lo che trova un appO!lCIO nei casi citali dal Ouponchel rlinanzi alla SocietA degli ospedali di Pat·igi, in cui uon fu possibile d1 trovare ìl rml'nmococco. quantunque le ricerche bt~ ltl' ri ologiche fosser o condotte con grande precisi ctne e diligenzA. l1 Duponchel va anche più i nnanzi e dico eh<•, siccome la l'icer cMic del VaiiiArd, M I Vin· t·en t, ùP I F inklel' e del Ribhel'l l't•ndono maniffl"ln razioue dello streptococco nelle complicaJIZe dell' iu tluen za, co~i è ln!rico ammettere che le pneum oniti concomitanti "•ono do· ,·n te allo slreplococco stesso. A questo proposito l'emim•nte mio mae!>lt•o pr ofessore Guido Baccelli, il quale l111 rnnsJderato la questione sopr alnlto da l lato clinico, sostionH che lf' pnemnoniti da in. 1.'uenza sono piullosto delll' bronro-polroo· niti. ri col'daodo giustamente che i Ja,·o ri del Fl'ìinkel e del FJ•ieùl§ndel' ~ ull 'eliol ogia della polmonite cr·upu!P. fec(•ro rlimenLicare troppo presto l'idea delln bl·onco-polmnnil• wfettiYa che giu e8iste,·a pr im a chr. dèlla polmonite c•·npale si pO!S!:Pdesse il conc•,l to infPttivo. ClmicamenlP. ']UP"te brnnco·
NBL ILEGGI'!lB~O CA \'ALI.ERI.\ US.ER 1.'.
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polmoniti bi llisting uer•ebbero dalle polmouili C!'Ut>ali per• i car atteri : ottusita polmonarP. che si fa grad~tta menle completa, con soffio brorll'hiale basso ~ vela to, <·on bronco- egofoPìs p er edema ; serita rantoli cr epitanti o ~ub r.repitanli rat·fiLleris tici, ma !Jollo«i, iuspiralorr rd espir•ator i e non fortemente risonan ti. E qrù ,. imporlante l'aggiunf!ere cbe anche rl :\elLer·. fA cendo la r riticn delle osser,•azi•mi pl'e"entate dal Duponchel. nlla Società degli o~pedali ùi Par·i ~i, sostiene ello la polmor•ile Jobai·a Rbrinosa dell'i~/luen.:a 1<ia dovu ta Hl pneurno•·occo com<> la polmonite pr imitiva, come quella che in:,orge uel decorso dello f<>bbre t•icot-r~rrtP; e r.be le polmoniti di cu 1 he p&J'lalo il Ouponcltel debba no piullosto chia1 no.rsi bl·oncoJIOimonili. • Infatti, ag~iun~o il :\..tler', le autop.-:ie dPI Vaillar-J parlano di bronco- pollnonrle Ora ;:.e la poi monile •' una malattia ~pec ilìca prodolta semprr> dallo stesc;o rnicr<H'~ani · ~mo (pncumococco) , non ;:::i può dire lo stee!!o della bronrorolmonile in cui si riscontr-a , nll1'" lo pueurnococco, ancl1& lo streplorocco, il bncillo del Fr•iedliind... r. ecc .. • Dai falli ora esposti mi pru•c ... ; •lebba co ~eludere che nel I'OJ'SO dell'int/uen.:a S I possono tl\'t>J'o> oh>lle \'l're pnéUIDOIIili lobari da pneumococco inùipendt'uli dall'azione specifica dell'agente inl'e LLivo delrin/luen:a sLeR"e 'stre ptococco ?); e delle bl·onco·pl))ml)nili direttamente pt•odotte da ques to ageute (forme brou<·o-poll'tloniliche ,Jpll'irVI uen.oa), le f}uali, ~ia dal l&lo clinico chu dal la to on;1lomo- patologico difftwiscouo dalle polmoniti fib rinose. Grr,r:ira clellfl malauia. - I l 8Nu-.sais ebbe il ror·&:!f!ÌO di dire che l'injluenzrt é un morbo trovato da !:(cute che non ha UJ roldo e da medici che non han nn clienti ~ P r ecentemente i.J Jaccouù ha affermalo che la Holn ~<pcciale di quest'epidemie " la sua hPnignità che la ditl'erenzia totalmente de lulte le oltre. Se io dovessi rìferirmi ::;oltanlo ai casi oss~?rYnli e curar1 . nel r egg1menlo, do vr•ei esser·e rlello ;:.tesso parP.r'e del Jac~ud, poiché ebbi il JOo p. 100 tli guarigioni, senza polllum1 m orbosi degni di nota : ma purtroppo h! CO!"e non pro· et> !ono ~rmpre cosj felicemen lf' ,. r-onrJ ìunumcr e,·oJi i <:asi fune-r1 111· "' que.'> La malollia che lta lu 110tn '-P•'cin le e ca r'ul~menti
t eristica non dello benignità, r·om,.. d tce il J eccoud. rna d•·lla molteplicit.A infinita dei sinto111i e delle complicazioni benp ~pesso gravissime. L'in.fluen:a può essere releli,·amentt> }),.. nig na nei soldalt in cni esisLo11o lo condizio ni favorevoli del!'elà, e, in genet•al(', del buono s lalo di sel ule prinm tlell'insot·gere della malattia , ma é lutl'allr o che beni~na nei ,-ecciti, nf'gli individui dt>boti e ntulaticri, nt>i nc vrotid od in qubllt predisposti a tnaJattie degli Ol'gani re!'pira tori. ecc Bisogno notare inollt·(• che l'iiL/II!enzr' la t\ la !'peciulilù rlelle recidive lalvolla ripetute e :::ovenle assai p iù g rAvi della 1113laltia pr imiti,·a: infatti le pneumonili insortrono gent•t•~tlmeul• come ve1 t> l'ecidive, proprio qua ndo lu r.olm» e il b!'ne;;.;:er e dell A convalescenzA alll'tl'ga vano già il c uore alla srHaltza di una prossima P completa gunrigioue. Perciò t'• mi[!lit:~r consiglio eR!"el'e ric::Prvali nella progno'"i anchf' cieli~> form(' clw si a n11unciano lcggiPre, pet• nort correre poi il t•ic:cht" di l r·ovat'ilt t'ii fponto a c·et·le ROrp!'ese mollo ~pia cevoli r.lte uott tot·n .. rw certo acl onor e drl medico curante. P~!tlfl8.~i. - ru r fl. - TPallaniosi di un morbo l'Ost rR pi dA mt>u te ditfusihile , rredo sia inulile pArlare di pr·ofìlas.:;i nei tfU8L'Iieri, e di p r~scri,·et•e delle nor me teoriche rhe iu pratica non hanno ,-AiorP Alcun o. Prenrl iamo, pet· I'SPm(liO. l'isolamento. dacc hè 1\ ormai nwsso qua c:i ruo ri dubhio che l'injlttf'tl;;fl $ia cnn ll\~iosa . Ln bel giorrtn -.ono t·olptlt d"l tnor·bo ttl1 1\ cinqunnl.inA d'iudiviclui : pet· osset·var e rigf'r Mam e nte lf' rl'f!:ole profìlalliche, hic:ogner c·bbf' pr ender·c •lue>'li cinqua11ta tndividui coi loro PITI'tli di ,·estiarro P c01 lor•., O[!gelti leller ecci, cd isoladi in modo a::Roluto in sale appal'lal", con un esclm;ivo personale medtco e !'<Orveglianle, "61lt.n alcuna comunicazione col di l'uort. Anzi tutte,, ciò n oli 6 !'O-<· s ibile ad ollenersi in un qua1·tier·l·; in o;;econdo luogo. pi'Ìtllll ancora di aver en·... uualo l'isolamP.uto, do,-r,. m mo c .uc:talat'•' la diffusior\1· del t11nrbo in t·Jtlo te t811te t·ate. E C]lle, ln t; ap· punto successo nel nol"tro qut\l'tiet'e clelia Pilotta !lovP. alln scoppiare dell'epidemia. si cet•rò d'isolare ~ftnfer roi iu una camerata a pposila e lontana dtti do rmitori; malgrado dò. i! gro!'no "C~uente il nume ro dPi malati ol'in/Tuen; " t• ra rn.i-
N~L REGGIMENTO CAV'AU.&RlA CASERTA
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doppiato, e il nostro locale d'~olamento piu non bastava ad accogliere tutti gl'individui colpiti. Per le persone ag iate e per tutti coloro elle possono t'are con piena libe•·Là il cor:noùo lo•·o, vt~lgono le nor n1e profìlaltiebe esposle dal prof. Bozzo lo in una lezione clinicH sniJ'i~llucnsa, e che son o poi le :'!olite norme presc•·itle pE.>r ogni epidemia, cioé: esporsi il meno possibile all'a t·ia umida e1l uscire soltanto nelle ore calde del g iorno. sta•· bene i m· pellicciati e portar b••one calzature. EvidPotem ente nei •tuar· lieri non si pnò parlare di questo lusso profìlatLico e bi$;ogna limitarsi a liu·e alcune proposte m odeste che siano cvnciliabili colle esigenze del servizio. N el nostro reggimento, per e..~mpio, si ritardò l'ora della !':veglia . si limitarono alquanto le l!tlruzioni esterne, si ordinò l'uso continuo del farsetto tli rna~tlia e del pastrar10 nel le operazioni interne ed eslPrne; si stabili che nelle giornale fredde e nebbiose il governo ro~se ratto n elle scuderie j s i ùieùe una coperta in piil per la nolLe. e ~i presm•isse una distribuzione straor·dinar·ia rli cat't'i> dopo l'istruzione Iii piazza d'armi, che riuscì oltrPmodo Jrl'8dita 9 proficua ttl s oldato. A gg iunge1·ò ancorf• che i con · valeseenti d'ir•.fluenza furon o Lratlali con o_gni po~si bil e r•iguardn ed esentati dalle i:>t1•uzioni a dai ser vizi più g-ravo!'i per oltre una settimana, concedendo anche ar piil deboli il vitto speciale, identico a quello della mensa dei sottufficiali. E si può affermare coscienziosanwnte che qnesle nor·me igienirlle, pienamente appro vate dal nostro egregio colonnello e seguite sem pre con g r'amle scrupolo, hanno rlato ottimi effelli poiché, come mi pa1·e già d'aver eletto, non ebbi a deplorare un solo caso di complicazione o di recidiva degno ili nota, e i 29$'1 indiv idui colpiti da in,/tueMa g uar·irono tutti, tomp1·esi i quattro mandali in cura a ll'o!ìpedole mililarF-. Siccome la cura dell'in/7tcenztt 1> e!:'sen~ìalm ente sin tomatico, cosi ogni medi co va~ta r imedi di emcacia ben (·onsta· tal<~, ed ogni form a ~i Lrascina dietr o un piccolo arsenale terapeutico. Si u "Par lato da alcuni autori di una cura aborti va che pare abbi·a avu to buon es ito in rnolli casi. Lo Schu· ster. amminis11·a a fJUe!:'to scopo una •' due dosi di 15-~0 cenltgt•nmmi (li calomclan(), secondo l'elà dell' inrermo: !'e
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I.'INFLUEt'iZ.o\
dopo otLo ore non ottiene evacuazione di fecce diarroid1e ed ubboudanli, da l'olio di 1·icino. Con questa cura ubortiva lo Schu~ler aiTerma che il malato é in grado di lasciare il lt>Uo il grorno dopo l'amministrazione del medicinale, e il giorno suc~~!'ivo puù dir si inlcrameult> guar i to. Il De He11zr l'accomanda l'uso del chinino nel primo periodo della rual aUia eù a<>!'iCUI'a di aver·ne avuti ollimi efl'etti. lo bn ~pel·imeo talo tanlo il calomelauo quanto il chinino in parecehi casi (il calomelano su me stesso) e me ne son lro,·ato :,:oddisfALl o; ambedue f(llesle so~lanze hanno abbrevialo il ,·orl>o tlella rnalaLiia ed hAnno ALLenuato assai i fenomeni morbosi. 11011 e;;cluso il dolor s. Dur·aole l'uLluRie t•pideutia si è m olto vaulalu I'Anltpiriun, P. s-:co11do nu•, a torto; si ,.. amministrala a diritto .. o rovesciO appena il term onwk o scgnavn una temperatura reb· br·ile, c si è :.riunii o. darla o dosi altissime collo "'les~a fi ducia con cui si sarebbe ~:;ommmistrato un vero ~pec·dlco. Or a é ch iaro che l'anLipirin!l a:.:!'isce neU'in fluenzrl ~ollnnto com e 1·imodio analgesico (no11 dico neppur·•· come anlitermiro, perchè hen eli l'ado le temperature $i mantengono l.anto alle da do,•er ricorrerP agli autipirelici), e non ~i t·api,..t't' la ragione per cui la si i> IISI:lla i11 tutte lP forme tlella mRiattia, persino in quelle in cui il sin tomo dolore ern po~:his ,imo accentualo. l o me nt> son ser,•ito con grandi• Yanlac· .!:io (anche pe1• inil'zi()ni ipodermicbe rolla !"Oiuzione al ~O 0 '• consigliala dal Sée) nelle racllial~e intens<', neiiP cefalalgie frontali e occipite li, nelle nevralgie del trigemino; ed uguali vantaggi ho ovulo in alcnni pochi casi dalla fenacE>lina nella dose di 50 cenli,!!I'IIIOmi. Han ratto pm·e buona pt'0\'0 ti hrnmidrHLO di chinino uella dose di 75 cenllgrammi in trP cnr· tine pr ese ogni •lnnlLro ore, e l'aconitina f·rislfllrzzaLA (2-3 uranuli di 'J, di milligramma al giomo), sopr al•ttlo nrlle nenalgie r·rhelli Ùl'l Lt·if_tern ino. Quonrlo rwed omiuava In c:;sl detta I'Mma catarrAle. !In pr·e· .::criUo inru~i caldi di tiglio, bevandP Alca line e •tualche <'nrtina di polv<'t'C d<•l Dover, soprRLutLo se 11'1 tosse t•ra trr'lllO ll1•ìhilln. Il Maragliano. il quale cr ede che l'ilt/Tur::llzll sia un'inrezrone hntlel'ica dellt> vie r•, •spirolOI'ie 1.! digero11li, Jundo
~L REGGIMENTO CAVALI.ERIA CASF.n'I'A
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veramente tt·oppo poco peso ai fenom eni nervosi, dice di avf re ottenuto buoni risullati da l creosoto somministt'ato nella proporzione ai -'i0-80 centigrammi al giowto. Non voclio lasciar passare inosservata l'azione benefica del salicilulo di soda, pri ncipalmente nelle fot•me febbrili cat•atterizzale da dolori reumatoidi, alla dose 3-6 grammi nelle 24 ore. Mu r1ualunque fosse la localizzazion e tlella malallia, &\endo ben fisso in mente il co·1ceUo dell'azione spiccata delragenle palogeno sul sistetùa nervoso che io conslalai 111 CJUasi 300 casi, ed ossenando che le diverse forme morbnse non eJ'ano mai scampagnate da adinamia, l:'Ono sempre rit:orso agli al coolici e p r·efet·ibilmPn le al le piccole dosi ripetulP. di ellxir di china rla cni ottenni risultati supe rior·i 11•1 O$lni aspettativa. ~elle complicazi<;mi bronchiali e bronco-pol monari in cui 1$ terQj'leratura s'innalza e si mantiene elevato, t- conveniente r icondm·Ja nei limiti m ediante la somm inistt·azione modo rota degli antitermici. Nelle br·oncliiti diffuse giovu11o gli espetto rauti, gli ecci lan ti, i cata plasmi senapizzali ~"U I petto e l'azione dei vapori caldi di acqua coll'a p:giun la di ammoniaca o ·l'idt·oclorato d'ammoniaca svolti nell'ambienle ove giace l'infermo, i qmtli vapori, secondo 1'11lustre clinico di noma, attenuerebbel'o lo sputo e lo t•ender ebhero meno viscoso, fa{'i)ilando in tal modo l"espeltorazione. Nella polmonite e nella bronco- polmonite, la cura alcoolica saviamente regolata ci può dare ottimi risultati, poicbè le forme sono spiccatamente adioamkhe, ed s altresì da consip-ltare la rormola •lei Baccelli, cbe in R oma si usa con r;rande vontaggio nelle I•Ohnoni\i in genere : F enacelina . . . . ceulig-t•amtni 15 Salicilato di cltinino 10 Kermes minerale . . " Canfora rasa . . » 2 per una cartina, da r ipeter e 2. 3 o YOite nelle 24 ore secondo il bisogM . ' . ~<-1lle l'nrrn•• ga.o:;tt·o-entel'iche I" HusciJard coosiglia un emeIleo, non perA il lartar·o stibiato a cagione dell'odiMmia , rotl In palvere ,r ipPta-cnalta da J a :2 gt'ammi, in Lrc vnlle, con
l. 'l~fl.l' ENlA
dieci mtnuti cl"inlervallo. lo non E>b!Ji occa:::iooe ·h rn('ller.. alln pt•ova l'efficaciA di questo r•imedio non aYendo ~YlHn 111 cura nessuna forma gastro-enterica accentuata rl'in/1tlet•:a LA convAlescenza richiede molle cure e m•)lli rigutwdi, ,, ' biso~na cerca re di pr·olunC'ar·la il più che sia pos,.ibile. per ché bene spes~o ad una con,•AiescPnza troppo nffrellata '- t' gnir ono rlelle gravi recidive. Occorre sopratutlo Tialisar•· le forzt" rlell'infermo con una buona nulr izioue e cott vint gener·o~i che, in questo periodo, sono di un'utilità e di un't'tficaC'ìa mer avigliosa. Quando v'era inappetenza ostinata, IJ(I ricuvoto vantaggio dall'alcoliln di nnce vornica (!5. fi :t••rcu per ogni pasto), dal clecotto di china semplici' o ocicl ulnln <~t•condo 1 casi. e da ptcenle dosi rli rnar>:ala chin9.to. Ftiologia. - .Mi sonn rr"erYato. per' ultimo. a .ti r e i at• parolE> su quesl(\ argomenln cbe non la propriameule 1 nr t' df>llt• osservazioni da noi raccolte e cile è &\'Volto anc '18 nel lr• incArlezze e nei dubbi. Fin dal 't· germaio scor5<o il :-lo)thnng-ol afferma\'a clinanzi alla Società dei medici di VIOIIJIII che l'in.fluen:w f> una malattia pt•odolta da un ballet·io, n meglio. da una plomninA Plabot'AlR Ila un mirror~n)lll~mo~ ma allora, come ade~so, qi sta nel C'ampo delle ipntec:ì 1.! le nnmE>rose ricerche baliPrioln!!iche non sono state cor· •nlll>' da uo brillante succrsso, pnichr l'ngenle patogen•' rt•·ll'll• .flttf>n.:a sfugge Ancora alle ar.ute ossrrvazioni dei micro~ra h. TullnviH sono molto importonti le ricerche del Seifer·l. rl el Ribber·t e del T uefferL di cui parl~>r•'• brevemente. 11 SPifPrL Lt•ovil df>i cocchi e dei diplococchi nel periodo crutln ciel ra· IArr•o nasale elle non l'i trovano piu nel catarro put·ulen ln dPlle nar ici e dei bronchi. In cinque casi studiati dal Rihlwrt, l e r•icerche ba lteriolo~ic he fecero scopri t'e lo strepto~·nc•co pio11eno ed er esipelog-PttO come i l solo microrganismP I'HraltPr'istico; ma l'autorP dici' con r agione che il •'onsidPt'llt'•' lo sll·eplococco come il principio palo11eno dPtrinJit'' n ;a equi,•aJe ati emellere un'ipnle"i chP non "i concilia c"l rl··cot•::~o pandemico del mor·bo f' col suo modo d'ill\'a-.iouo>, N! mclina piulloslo arl omnwllere che- l'in /ltten:;a sia pr·o.1nlla da ttn vlt'UE' ignol<~ ancor•a e cltt- 1A tnalat.tia , 'luuncln ~ r ,. f;Vi luppata. trasformi l'or•.!nnt"tnO in un amhiente fa\'OJ'I'Vol l•·
:"lEI. 1UWt.lllE:\ fO C \\"ALLI:.R 1.-\ I:ASEIITA
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allo f:>\'Jiuppo dello s lrep lococco. 'Dew11che lfledic. WochenR~loruw medicfl .\. -15, 18 90). Le ricerrhe balleriologicbe pralicule dAl dott. Tuell"<lr Le comumeate all'Accademia m~Jica di Pari!"i (se.Juta del 28 gennaio JSHO), dillloslrano l'esistenza di un certo numero di microbi, non propr·iame nte nell'intfuen,;a, ma nelle complicazioni t? :-uccessioni mol'bose di fJUesla. l 111ic robi sa.rebbet·o i segue ut• : 1• lo s talllococco piogeno (trovato nell'e r pete fcbb•·ile Llell'i nllrten.;a ed inoculato nt~i c(Jnigli con pr oduzione di
selm.ft, S . .J, 1890. -
tl"''el-~i;
i " lo pneumococco iu alcune pneumonit1 ed otit1;
3• lo ... treptoeocco, :;opralutlu nel pus bronchiale, uegli espellòrat• pneumonici, nelle pleur1L<l pni'Uienla, nella m e111ng1te ed in alcune artri ti ed amigdaliti da i njluen::a. Crune abbiamo vis to, anc he parlando delle pneumon1li da m)lru:n~a. l)are che lo s tre plococco r appresenti untt parte molto importante nell'epidemio. in discorso ; ma essendo ormoi ben consfalolo che es"o é un fallore d'i nfia mma tioni ~>••crmdarie , lo si può in colpart~ tutt' n l piit della prodU7.ione delle complicanze e s uccessioui mo r bose dell'injìuen.;tt (polmllniti, menin giti, oliti, ecc.). l{imaue quindi :<emp1·e a tt•o\"&rsi l'agente pelogeno primi tivo 11 'lual!" dà luogo a llo -sviluppu dell' influenza puro (111i l'i pe1·mella ltt parola) e che forse non fa ttlli'O c he p1·epara1·e •l terTeuo ad a ltri paras"'iti, debilitando l'OJ·ganismo e fis,.ondosi sui luoghi di minor resi11tenz.n dove provoca fenornPIII iperemici e ftussionali. Ma questa non è pur~roppo che uno buona presun;;iona clinico la quale, come disse arg utame nte il Baccelli, è piaciuta perché, allraverso l'incom pre"o, fu traspa rire l' incomprensibile. La 1!U•·"tione, a l gioruo d'oggi' e prt•cisameulP a quPslo ~unto; ma è p1•obabile che non larde,·a a rursi maggio r luce Intorno o questo argomento, tanto più che il silenzio con~:<e rv alo finot•o dai piu eminen ti butteriologi ci fa !;Uppol'r e cile ess1 s i occu pino dello soluzt<llH' clell'importante problema e ci ra sperare la pros;;ima pubblica;done dei !'isullati delle lo1·o r ict>rche.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA
~1:EDI CA
Sopra un nuovo aegno diagno•tioo del oarcinoma. dello atomaoo. - H . Il ABt::RLIN. della clintca med1ca dt Znru:~o. - (Deutsch. A re h. fii. ,. lt.litt. m ed., e Ceruralb •1i't r die mecL. Wissen.sch., N. 'i, 1800). Il rigon fiame nto de llo sto~rwco per mezzo dell'aria c .!ell'acido carbonico dà buoni risultati per giudicare dcllu ~t·an clezza del viscere o di un tumor·e aderenle allo c;;ue pat'Pli. L'd· same microscopico del contenuto dello stomacfl pun in favo revoli c trco«lan7.~ porl'e solt'occhio delle particelle deltumot·e, per la cui presenza si può stabilire una retta diagno~i. Marimane "empre di molto Yalor e per la diugn()Si del carcinorna l'esame chi mico. Si é Lr•o vato che In quantità dell'ut•ea nell"tH'itHl nel carci11oma dello s lomaco é molto minore c he allo :;talo tlsiologico. lnollrc fu nsservato cito in quosla mAlattia'' mam•a affallo nella su li va il solfocianuro di potaf<sio. o e slrol.r.liMr iamente dimi nuito di <JuanLtlA. La determinAzione dell'ac"lo clol'idri r.o, a cui si è voluto dare lanla importanza, 11011 offt•a un :::egnn inrallibile per la diagnosi del carcinoma. poiclte la p rodu~ionc dell'acido cloz·idrico dipende talo ra dallo ;;tato della mucosa dello sLomaco, ma talor-a an cile dalla cnmpo~i zione del sangue. An,.he le cond1zioni doll'assorbimP IILO dellCt ~tornaco s ono stato pt•cse come segno dio.~no:::tico del carct· noma. Pero non si può rilener P il ra llentamento delra-...,ot•lnmento come segno palognomomcCJ del carcmorna . }li ~lum risullati s i possono dedurre lioll\•toamc rombi noto dellu "llct·e?.ione e dcll'nsso t·bimen lo .
1\IVISfA MEDICA
111. ptotoraoe snbtrentco. -
SCHIWHLEN.- (Char ité Annnlen X Fl, e Cen lratb. fiir d i e rnPrl. \\' is;<;enRc/t., N. 50, 188!1).
11 dott. Schetll'len r ifer isce la storia dt due maiali di pioto-
race subfrenico, occor si alla sua JWOpria osservazione. li primo ri;.tuar da una ragazza di 20 anni rho avùva soffet•to di renomeui di ulcera semplice dello ~>tornaco. lu essa si manife· !!larono i sinlotui di un mediocr e essud ato pleuri tico a sinistr a. una puntura di saggio nella liuea a~ellare media nel '>• ~paziu interco:c;tale delte un essudato pununontP siero~o. P eggiorando le con dizioni gener ali eJ aumentando l'essudato fu fatta un'41.l\ra puntut·n esplora th·a Ili!l ;• spazio inlcrcostale e questa volla ru t'3lralla una mar·cia icor-osa. Con la sezione delle coete e la iucistone l) ella pleura fu eslraLlo daJia ca,·ità pleurrca un essudalo prima sietoso, quind i, dopo i nci>~ ione del ùiatremma, un mezzo lilr o di pus tcor oso. Oopo 1m corso dap· pruua favore\l'ole accadde la m orle con acce:>si irregulat· i di febbre e finalmente con perilonite generale. La causa della morte fu trovata in un infar lo della milza passato itt ascesso, il•(uale &\'eva nvuto il suo punto di partenza da un'ulcera deJl(J •tornaco, ora cicatrizzala. Questo ascesso si rra aper to dapprima in uno ~pazio ;;ubfr cuico incapsulalo, e quindi (dopo la feli•:e operazione di questo focolaio pur ulento) nel cavo pen· toneale. Nel socondo callo , d1e pt~l'e si ril'et·iva ad una r agazza dt
19 anni, si manifestarono i fenomeni dell'e111piema ~inislro dopo un'ulcera dello stomaco. I n questo caso, dopo il vuot.M-
mento mediante O})erazione del focolaio put•ulenlo iCOI'Ol'O segui la completa guaejgivne, non ostanlP che la malata dopo l'operazione fosse colta dalla scarlattina. Lo Scheur)en ba raccolto dalla Jetlei·atur a in tutto :!4 casi dt qu~to gener•e, dei quali 13 con contenuto d'aria, 21 tlscet~!"i pur•; t;, erano a sinistra , 19 a destra. Solo li casi, cioé pr ecrsa~eut~ la metà, furono diagnosticale in vita: 15 fut'Ol10 opt•· ratJ Dledtant~ la r est>zione costale o con scmplit:O incisione. Di tutl~ i casi snl o 6 guar ir ono, dei quali 1 spontaneamente, gli altrt per via della OJJOrazione; 5 di questi er auo a de«ll'a fr a il
JtlVlSTA
fegato e il dial'1'amma, l stava a si nistra. La causa dell'ascesso eru s lala 4 volte un'ulcera dello stomaco, 4 \'Olle un'ulcera del duodeno, 0 volte una infiammazione O per1'01·ari~ue dell'appendice vermiforme, :3 volte un trauma con vers<~mento sanguigno relro-visce•·ale suppurato, 3 volte un ascesl.'o del regalo o echinococco del fegato suppurato, 2 volle un é!Scesso della lllilza, J volla un carcinoma dello stomaco, ed u.na perforazione per uua forcina da capelli iugltiotlita; in :: casi non fu J'inLracciata alcuna causa. Fra i fenomeni subicttivi dei malati sono spe<:iuhnenle da considerare i violenti dolori che si it·r·adia oo dall'lpocoodrio alla spaJln cbe r·endouo impossibile lo star sedolo nel lett.o. l sintomi obiellivi (segni Hsicl di un non grande essudaLo pleuritico) fanno meravigliosamente contrasto cou la p-ravezza ,lell'affezioQe generale (intensi dolori, febbre alta, uLtuF<ita del sensorio, delirio). La diag uosi può esser e stl'aordiuariaJilenle difficil<~ per la frequente compl icazione eon atl'eziou i pleul'itiche di natura s ic t·osa e pu,·ulenia, ma in queste sat·à Jacilo sentire per' la pleurite secca che le accompagna lo sf'regamento pleuritico al conflui della otLusità. Un'altra conseguenza di questa complicazione e la comparsa della tosse. Tra j renomeni di spostamento è caratteristico nel lato sinistro la scomparsa do> !lo spazio ;:;emilunare. Oi gr·ande impol'tanza diagnostica è hl puntura esplorativa, cl1e lta sempre dalo finora llll pus icoroso. La let•apin J·ichicdc sempre l'apertura con eslesa resezioue delle coste. Sulle m alattie delle fauci e della laringe nel tifo addomillale. - L uNDGRAF. - (Charité-Annal.en XIV, e Centralb . .fur die 111ed. \\'issensch., N . 50, 1889).
Su 166 rnalali dl tifo addominale cur ati dal 1885 al 1888 for·ouo OSSCl'V&Le SU 96 uomini 28, SU 70 dOJlll8 13 \'Oite COIOjJli · cazioui della faringe e della lal'inge.In 6 si formarono pt·ocessi uJce,·ativi nel palaLo molle, in 2 unitamente a malattia dell'epiglollide. l 11 nn caso l'ulcerazione si manifestò il 413' giol'oo d i mala llia. Questa angina con fol'maziooe ulcerosa e ùo rig uu•·dorsi co nJe la eonseguenza di un d.isturbo superficia le ,Ji
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uutrizione della mucosa. ~ella larìng~ si sviluppano più fre•JUentemente catarri, rara mente primtt del c::esto giorno. L ~me batteriologico della materia g1alliccia r accolta sulla epi(rloltide e le carma gini arite noidi mostrò la presenza dello t~taftlococco piogeno jlacus ed au reu.~. Se >Jieno questi microrganismi che protlucono la necrosi dell'epitelio !"autore non osa decidedo. In 12 casi fu rono trovate uleerazioni dell'epiglottide, in l un'ulcet'H tifosa specifica sulla superlìcie anteriore della regione interariteuoidea. Tre malati wft"rirono di pericon drite ar ilt>noidea; due volte furono os~r,·ate nella <'.onvalescenza paralisi dt>i muscoli della larince
1111 ~loato oUnloo delle cellule ohe •l trovano negli 1J11tl 41 alounl o&rdiaol. F . A. H OFPMANN. - (Ga;ette .\1/édicale de Pa-rts, 30 novembrB 1889). Da luugo ternpo venne segnalata la presenza, negli sputi di malati alletti da alcune forme di lesione cardiaca, di ce!· lule tiegne di nota per il loro volume conside1·evole, per la loro forma ovalare, per la pr esenza di un nucleo vescicolare ~" di pigmento con tinta variabile dal giallo bruno al r~o bruno. Ora questo pigmen to comunica alla cellula una llllta uniforme, ora rorma granulazioni e lominelle Ji dimenl!toni variabili, di cui le più volumiuose hanno un aspetto rriEOtallino. Ve1·i cristalli non si riscontrano nelle cellule. QueMe <'ellule sono desianate uello dinica medica di t·1 o ' '1 "Ì8, sotto il nome di cellule di le!~ioni cardiaelte. RtermPr ha segnalato la presenza di queste cellule negli :-pulì det pneumonici e dei soggetti afTelli da infarto emorra~ICO dt•i polmoni. Eichhorst ha ùichiaro to che non si o~ S*'r \'aoo !<Ovenli e che la loro compar sa sembra essere iu rapporto con un·emor,•agia polmonare antecedente. Peyer ha •lettn che queste cellule epiteliali pigmentate ~i riscontrano Aoventi negli sputi dei tubercolosi, dei pneumonici e fi.O~ratutto Hegli sputi degli individui affetti da una. lesione ffiltrai~.J, insufficienza o restringimento. Slrumvell inclina od allr•buire . o queste ~ellu le un valore t•elaltvamente g t•ande :UI
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nella diagno~1 delle alterazìom pohnunari in t·apporto cou una lesione card tac'a (mioca rdilf-). Vier-ord lJa espre«:.o una opinione aoalogu . Ma , m entre alcuni Aulot·i. S~ri'tmpeJI specialmento. cou;.idet·ano queste cellule come derivanti da leucocili, lfolrmann pretende che esse non siano altt·.. rlw cellule epiteliali dista1·c-ate dalla par t>lt' de~li a lvcnli ed imprcgnrt lc• tlt ptgmenlo br uno o ~:dolio. Le cellule di le.~ioll; cardial'lte no n differ isro uo, llt!-Omma, dal prodotto normale eli desquama?.ioue dell'eptlelio nlvoolare che pet· il lot·o contenuto pigmcnlat•io: le prtme rncchm· dono pigmento ~iollo o bruno, talvolta pigmento nero, le seconde pigmrnlo ner0 solaml.'nte. Ora esiste unn thiTe rcnza t'S~eoziale, fontlnmentalc, tra il p•gmento giallo o hrunu eJ ti pigmentb nero: ti primo deri,·a dalla malet'iH c·olot·ante del sangue, il secondo è formalo da polveri vc•uull• ut•i polmoni dal di fuot·i . L11 pt•ima vartelà di pig mento lt(HI potr ebbe ù'allot·a in poi Lro.sfot•tnat·Hi u81la :.;e~,;ouda. D'tll lronde la lr asforma;done ùel pign1ento ~::wguigno io pi!-!'m euto norn non può e lfd~uar-;i che in circo~tanze specia li P.d 111 t·~ rll or~aoi soltanto, mai nei polmoni. Qual è il ~igoitlcato dia gnostico della J.lre~enza. r~t·;,rh spull, di questi' cellule epilt~liali distaccale dagli alveoli pnlrnouart e impregnate di pig~neuto t Le ricerche fatte da ll olhuann l'hl\nno condotto n conrludorc: elle la prt.>senza di qu c~le cel· in l'appor lo CO li uno Sl8lO ben rfe/lntlO dei tut.· negli Sputi polmoni, con la sta~i sanguigna prodotta nella rete ca pillare della piccola ci rcolazione dn una le;;ione rtu•diat·ll, lesione valvolare o scmplicf' mioca •·dite. P erche qtH'-.lt• cellule si presentino nelle materie es pettora te, 111) 11 i· n ect> ~ sario che questa s ta::;i ~ung-uignu ''fida fino alla produzione ùi un'em orragia, di uo infa t·to: non é necessario 'che ~li <>puli sieno colorali in hruno od in r·osM. GH :::puli hillllclll cnnlengono cellule "' ltNioni cnrdiaehe nelle circ.osta nt.t' <>O \ r't\· deLle; per contr... ~~~ SIJIIli J'O"HÌ P brtmi degli e~~tol lowl e J·i pneumonici non 110 contengono quando ilr·uur e è ::ano. CtllllC r isulla dalle r icct·clte fallo dall'aulorf', in tre casi di t'lttollt~• 111 tisici ed in quindici cas i di poltnonile llbrinosa.
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MEDICA
Dopo ciò. in un caso di lesione mìtrale 8\' Vera la, complicata da catarro polmonare, la ricerca delle cellule d i lesioni eardiache negli sputi permetterà di decidere la questione !>e si traUi dì una complicazione fortuita, accidentale, di bronchite, oppure di un' iperemia passiva , di nn ealarro per stasi venosa. Questa stessa ricerca a vrà più importanza unco1·a nei casi di catarro ct·onico dei bronchi con enfisema, s enza s egni concomitanti d'uua lesione val volare o d'orilìzi, quando vi ha luogo a ~uppor"re l'esistenza di una lesione cardiaca (miocardile, aderenza per icardiche), che nou s i rivela coi segni stetoscopici apprezzabili. In simili circostanze, la constatazione negli sputi di cellnle epiteliali alveolari infìJtrate di pigme nto sanguigno costituisce una forte presunzioll!e in favore d i uno miocardile. 1n simili casi anzi, l'amministrazione della digitale produce risnltati S(i lu:ari che non si ottengono qnando s i ammin is tra questo medicamento io un caso di enfisema con bronchile senza lesione cardiaca. Ciò è quanLo afferma Hoffmunu. Soggiunge egli elle, delle esperienze da Uui fatte fino ad or o, l'indurimenlo l>runo del polmone non si riscontra come consegùen za della degenerazione grassosa semplice del cuore. Perciò la ricer ca delle cellule epiteliali in filtrale di pigmento può servire a fare la: diagnosi ditl"erenziale lra la miocardite e la degenet•azione adiposa del muscolo cardiaco, in un caso di lesioue presunta del miocardio.
Pauta poa~operatoria. - MAI RET. rùt'' et de Chirurgie, dicembre 1880).
(Jottrnal d e M ede-
Il prof. .Mair et ha riportato nel Bulletin. mM ical un fatto relativo ad una ammalata, la quale dopo aver subìto una lafu presa da disorparotomia per una cisti ida tidea deL fe«alo 0 dini cerebrali e soccombelle qualche Let~po dopo. Dopo qualche tempo ~e11 nero rife1·iLi alcuni ratti pr ovanti in u.n modo certo che vi può essere lrn un·operazione e l'al ienaZlOne rne11tale mollo più di una sempli ce coinciùenza.. Tuttavia
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vi sono distinzioni importtliiLi da stabilire ;:otto il punto eli vista di questa eziologia. In primo luogo, bench(· "i sia ''isto la pazzin manifeslài'Si dopo operazioni relativamente leggere, come apel'lura di asce:<si, ernia s trozzata, cnncro alla mammella, ecc.. il più soventi si tratta di operazioni g1•avi fatte specialmente su1 visceri e specialmente dopo isterioctom1e od ova1•iotomie. La gravezza dell'operazione agisce in questo caso piu della sua specificità o si può considerare clte la pazzia è qui sotto l'.iofluenza di diversi agenti riuniti, di cui le principali sono: lo stato psichico anteriore, l' oper az1one propriamente delta colle ~=me conseguenze, sia locali, sia genet·ali, gli aneslelici, le roedicature e gli eccitanti. Lo s tAto ;psichico creato dalla situazione speciale dell'operato esercita certamente una. parte importante nei predisposti: intanto come medicazione, il iodoformio Ila potuto determinare 'Jualche fenomeno ù'intosslcazione; ma quest'azione è molto secondaria relali va mente alle altre influeoz8. Gli anest~tici hanno un'azione mollo più evidente, benchl! sr sia 'l"'Mrvalo alcuni casi prodursi senza che si sia 1·icot'SO ad essr; lllli essi agiscono sopt·atutto nei predispO!;li e la loro aziOIIC sem bra consistere specialmente nel mettere in alti vita, lll seguito alla loro dirella azione sulle cellule nervose, una se· menza che si tro,•a prontn A germogliare. Ma par e che qunndo la p1·edisposizioné è debole, sia l'opera· :don e stessa che ha la parte principale nello sviluppo della malattia e ciò agendo con Lurbllmenli di uutr izione: ciò che tende a pl'ovare che le operazioni gr avi agiscono più cle:te operazioni leggere. Chccchè ne sia, la pa:tzia post-operat01·ia puù cominciare qualche ,·olta immediatamente dopo J'operazioue; il piit spesso gli accidenti compaiono al tet·zo od al quinto gioT'IIQ, laiYolt.a nella s econdo o nella quinta settimana. Ordinarinmenlò lo "viluppo della pazzia si ffl progressivam~>nle. Ln t'o1·ma che essa riveste varia a seconda del terreno in cui c:i ~vil uppa : se l'operazione non vi prende parte che come causo occasionale, questa forma dipende non dal tranmatisroo. mo dallo stato nnte1•iore. Se la pazzia è piit direttamente irnpu-
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labile all'operazione, le forme che più sovenli si osserYano sono la mania e la me lanconia. Nel p1•jmo caso, l'evoluzione di pende dalla causa pt'irnfl ria. Nel secondo, essa è gener al mente favore,•ole; la rnalallia volge verso la guarigione che è otlenula dopo un te mpo variabile, qualche settiman~ qualche mese, un anno. Insomma il pronostico è Lanlo più grave, quauto più la predisposizione tlnterlore sarà più accentuata e quan to più lo nutt•izione sara CBllÌ\'8.
Risulta quindi da queste considerazioni ciLe neglì individui predisposti il chirurgo non dovrà praticare un'operazione di qualche importanza che qua ndo vi s arà un'indicat.ione vitale, e nel caso in cui si deciderli ad agire do vrà, quanto pil.l e possibile, lasciat•e da parte gli anes te tici, per lo meno gli anestetici generali.
Ueher llùlaeaza. -
EICHHORST. -
(Co rre.spondenzòlatl Jii r
Sel!we;~er Aerzte, N. 5, 1890).
L'illustre clinìco d~ Zurigo, in quP.sla sua confer·enza ten uta alla Socie,tti dei med ici svizzeri, cotoincia coll'accellnare alle difficoltà di &' 'ere uolizit> statistiche sopra un·epide~~tia tli cosi vallla e T'&pida estensione come quella teslé ver ificalasi. l nfalti dei 40 o 50 mila casi che ert'eHivamenle si o!'lser varouo nella citt.a e nei dintor ni di Zurigo, :H l soltanto furono dP.nunziali nelle sc11ede ordinat·ie su cui i w edici so no obbligati a denunziare all'autol'ité munici(>ale le malattie infetLi ve. t·. ;jJOii fu!'Or.o denunziali in schede speciali ordinate pe1• Ja Circostanza. _Ounnto alla questione del contagio da persona a persona. Etchhorst La osservato cbe nelle ramiglie l'inlluenza prcudeva di l'ado lutti i componenti in una volla. ma piuLloslo 1100 dopo l"allro, ciò che starebbe in favore del contagio o·allra parf!• però gli amma lali ù·influenza ,ziacE! n li allo ,;p e~ dale Helle sala degli ammalati or dinarii no~ comunicarono 8 quellti la malattia. Cir·cn alla questione se l'infezione nei pl'imi tempi sia sol-
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RJVISTA MEDICA
' tanto locale o sia in\'ece uou infezione del sangue, egli ritiene che es~a a vvenga prima nel sangue. Ciò che ebbe di più caratteristico l'epidemia ora scorsa fu la gravezza di alcuni sintomi mor bosi: dolori, spos1:atezz)l, fisica e morale. nevralgie ostinate.
HIVISTA CHIRURGICA Corpo straniero nel bronco destro. - WEBER. - Comunicazione alfa Sociela medica di Greifswald. - (Deutsche med. Wochensch.r., pag. 386, l 889). Tratlasi di l} n uomo attempato, che fu r icoverato allo speJ ale con atlanno, tosse ed espellorazione, e col quad1'0 esterno di un bronchieclasico. L'anamuesi remota esclude,·a qualunque malattia importante, sia polmonure che genera le. Sei settimane avanti egli era caduto da un'altezza di 15 piedi su un limone di un careo, batte ndo il lato destt•o, e ne rimase come teamoetito. Soffrì lino do. quel giorno di forti s timoli di tosse e dolori al lato destro. Nei giorni seguenti si a ggiunse anche espettoralo e le condizioni si fecero sempre peggiori, finché sopraggiunse l'afia nno che indusse il malato a ricovét'Rre n!lo s pedale. Si consta tò un intenso catarTo, specialm en te al Jato destro, ottusità a destra infeeiormente. Sputo verdc-giaJia.::Lro e purulento. Fu fa lla diagnosi di br·oncbite putrida. In 0tto giorni l'amma lalo cominciava a migliorat·e di>"ct·t'latnente, quando lo colse all'improvviso la morte. All'autopsia si riscontr·arono nel polmone destr·o fOI·li ader enze alla pleura, e tutti i segni dell a br onchite purulenta. 11 s inistro p1·esentava anch'osso bronchite puruiPnta, ma meno estesa. Inciso il bronco si nistro s i pt•esento un corpo straniero, che altro non era clte un p ezzo di un pjermiy (u11 centesimo e 1/ , ' ricoperto di muco risecchito. Eppure
RlV1STA CHll\URGlCA
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l'anamnesi non aveva neanche fatto ammettere il ~ osp e llo dell'introduzione di corpi estranei nelle vie aet'ee. L'autore è anzi persuaso che il malato stesso non ne sapeQse nulla. Egli ammell!'l che rintroduzione del pjennig sia avvenuta contemporaneamente alla caduta dall' allo, che r·ioì> il malato avesse tra le labbra la mon eti:l, e- che, cadenèo, facesse per lo spavento una profonda inspirazione, la quale, per la violenza della corrente d'aria, tra sci n~ la moneta nella trachea e nel bronco destro. Naturalmente il malato attribui l'affanno e lo stimolo alla tosse, prodotti dal corp-o estraneo, al grave traumatismo esterno, e forse credette che il P.fènnig fosse caduto al difuori. Quanto poi alla sub ilaneita della morte , l'autor·e ammelle che in prinCipio le due superlìcie del pjennig (fortemente inlltto nel bronco) si mantenessero parallele all'asse del canale, impedendo con ciò ben poco il passaggio dell'aria. Prolungandosi il soggiorno del corpo estraneo, si produsse nei due punti diame~ralmente opposti, compressi dal P.fennig' una atrofia da compressione, con infiammazione reattiva della mucosa. Ques ta bronchite circoscritta si diffuse poi a poco a poco al rrmanente dei bronchi; intanto, estendendosi sempre più la necr•o:si nei punti in contatto del P.fennig, rJuesto divenne mo])ile a guisa di valvola. Bastò quindi che in una !JU8lunque inspirazione un po' bru~ca esso si girasse ~er un angolo di 90° gradi perchè chiudesse completamente ll lume del canale, e cosi pr1vasse repentinamente il polmone desll'O della sua funzionalità, mentre il sinistro non era più in grado di mantenere da sé solo la respirazione. LANDERER. - x.· congresso della società tedesca di chirurgia. - (Deutselie med. Woehenschr., p. ;J8M, 1889).
luUe operazioni all'a1clutto. -
. ~al•tendo dal principio che. la limitazione al minimo possd1b1rle dell'impiego dei: mezzi antisettici devE) essere lo scopo e la mode rna• c l. . ururgJa, Landerer prooone un processo c:- l•e e<>li ha · . su 90 casi, ·e che consiste nel n "' . sper rmentato gtà 011 mettere assolutamente i'n contatto della fer ita (natura!-
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mente si tratta soltanto di ferile da operazioni) alcuua traccia di sosl-anza liquida. Gl i strume nti e le mani sono drsinfet. tale. Dal momento in cui si fa il primo laglio la 1eritn \tena via via asciugata con piumaccioli di garza al sublimato. La emorr·agia é cosr m ollo scarsa. T erminata l'op~r·azrone ,_1 tiene ancora la ferita pur· alc u11i mi nuti fortemente lamponata. Quando ~i !C'va la gat·za la fe ri ta é asciutta, r ><i pr•e:ota benissimo per la riunione di prima in tenzione. L'aulore Jasciava prima aperti gli a n~oli della fer•ita: pot abbanrlonò questa pr·atica, perché eftettivamen le In t'erltt• nou secernono affatLo mt~.teria. Sulla l'eì'rta si &pplica uua fac;,•r;t· tura compressi,·a. I 'aoLaggi di que1>to rnelodl• ;:ono i seguenti: l' ··he "'l evita di bagnat•e e raiì'redda re il pazien te; 2· che l'emorragia è minore cuP nei casi io <·ui t adoper ano liquidi. e percio l'oper•azione è più rapida. L a p:uariaio ne m Lulti i !lU ··a<;l fu rapida , l"icura e completa.
Sulla etiologia e 1ulla diagnosi del tumori maligni spe· ot&lmenté di quélll délle labbra e della lingua - F ' (Ili ESMARCH . (Dagli t\ rcldoi (l i Lanaenbeclt, ,·on hgu r·t:> e quattro la"ole c t'Oittohlografìclu•).
E questo il titolo eli Ullfl dotta ùiS;,Cr'lazionc raUH .talo•hia· rb,iroo prof. di Kicl in una c:eduta della soeit:>L8 I'IJÌI'ut·.:ica di Be rlino nell'oprilfl dello sr·or~o anno. l.n ~ua tel'i -ulla eziologia dei tumori rnalig ni ,., dall'auto r•e s tes10o 1pwliflrala um1 tpotesi, m u c hr ha il preg-in di es~ere fonduta :-opra una r accolta di olLr1· m ille s torie noso t.o·afìche e di e ...;;eN' il frullo di una OS!'<CJ'\"8ZiOlll' co;;cienziosa eli qunrauL'tHtrti di c linica, quindi degna di !'IP rin considel'azione. Il pl'of. EsmeL'ch. a~~eg-n ando pur !"empre un cct·ll• \'3 lo re tli risulta ti dt•lle stal1shrhe, r itiene che s1 a mlrt·hbe o•r· rati "'e si volessP dali.- :-~latt~tiche dei tu mo ri lrar·rt• uor111e pr•etise di cura, perrhe Qttf'i risultali i l piu delle \Oile nolll !>Ono punto d'accordo con quf'lli della C'linica e~pl'riPnza. e pet•t·hi· nessun lavot·o :;talisttco sopra questa inf•·rmit8 ~ see''I'O di e rrori. Il ma~ginl' vantagg-io pl'atic0 dii' egh 1·i-
CBlR URG!CA
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eooo1we nelle cirre s i i> quello di rnellet•e in e,·idenza gli errori commessi in causa di una diaguo!'i o mcompleta o poco esella. 11 primo dubbio sulla frequenza di errori tlìagnostici in rauo di tumori gli veune dalrosservaziono ò1 un caso che diaf{nosticalo da aulorevolissi1ni chirul'ghi per cancro dell~ labbt'il e da lui operato, fu susseguilo da r ecidiva. gutu·it.> poi t·adicalmcnte mercé una energica cura nntisitìlilica. ~l olli pazienti, mandatigli in seguito da vat·ii colleghi onde t lll!er·e opet·ali per csnci'O 1abialc, LraLtati invece cogli anlieiftlltici fut•ono completamente guariti. Compulsando poi cou più accuratezza le s latislic!Je sui tumor i egli s i corwius•· sempre pil't che un grande numero di c:ifilomi furono o;•rJ"8ti per rarcinomi. Il Mio mezzo per evitare dellt.. operazioni mutili è quello dr procedet•e ad una accu1·ata djagnosi anatomica. Se il tu· mot·e è ulr·et•ato r iesce facile distaccare uua parte ed el'-i'lminurla al mier oscopio , ma pet' i tumol'i profondamente ;.~i ~ua ti egli <~i vale dell'achidopcirasLica di M iddeldorp l~ p rocMso che ef{li <·ol suo mirabile genio inventivo seppe per·fezionure ed udallere alla diagnosi dei tumori ideando appositi strumenti. Questo processo eonsisle nell'inflggeJ·e certi aghi ~ot trli costrui ti tn modo che portati a coutallQ del tumore ne e"portano alcune particelle. Se t•on questo metodo di diagnosi sop1'8 un tumore d'incerta natura si ha un risullaLo nt!galivo (per es. non si scoprono che dei tl!ssuli granulosi) avn>mo ragione a ·~aspet tare ciii' si tralli di a ffezione cellic& e quindi dovremo procedet·e u congrua cura cbc deve esset•e pt·otratla di molto, '' ~ltre a ciò variata se occorre, perchl· dove ri toane sen1.a etlello il ioduro di potassio può riuscire efficace il mercut·it>. l~ que~la maniera egli vide sparire i sifl lomi muscolat·i; 8 ~tl(•come nella lingua. e nelle labbra abbonda il tessuto mu· :<cohll'e cosi egli cr ede fermamente che molli dei co~i detti cancrt lingua!: e labbiali non sia no che ,..ifìlomi muscolari. Pas!o<Q 'lllindi in t'assegna le varie teorie sulla eziologia dei turuorr maligni e ne dimostra J'insuffìcrenza in quanto che e:-"e l'i la 11110 bensì intrav\'ede re con mnggiot·e o minore pro·
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babilità le cause remote dei lnmori, mn tutte ci lasciano all'o~curo sulla causa ullima e delermin,,nt.e. Ecco ora il concetto fondamentale della !'IUa doltt·iwl circa l'eziologia dei tumori maligni. A suo parere l"alttvbmo dat·winiano che "Piega mirabihnenle la com parsa accirlentalo ed isolata di cer te particolarità ~:~natomi c h c, predispo... iztoni P.d istinti che esistevano come raratlet·• comuni deUo ~ene rozioni pa!'I~'>RlE> . entrerebbe come faltot•e anche no>lla ~enesi di <:erli tumol'i. Qnella l'lifilitle che nei tempi pas~'~ati nllligaeva intere popolazioni e che or a non esi ste più sotto for ma endemica, sal'ebbe stata lt'asmessa ad ot•gunisllli isolati ala · vicamenle, <'ioè $aJtanclo €\nrhe delle generazi on i intere, r.d ora si appaleserebb3 ~otto fM ma di una j'll'edispMizinne in· di,·iduale. CoerPutemPute a questo mo.lo di lt'asmis«ione per legjle aLa vi ca, che i n vet·o non è ancora dimostrata mlf che nelllmeno si può assolutamente negnre, egli cr~>de cbe tii posso r·agionevohnf}ute ammettere la naLm·a sifilitica di un l111110 r f' maligno anche in individui daBa cui anamnesi individuate e gentilizia non siasi potuto scoprire alcun pt·ec':!denle rh '-if!lide.
Bulla permanenza del frammenti dl proiettili e relativo trattamento. - BoccKer.. - (Deutsche Milifii.rcir:;tlù:he Zeitschr~lt, N. l, i 90). L'ossct' vaziooe seguente l'ìer ve a dure appoggio alrop•nione sostenuta dal doU. Chauvel all"arcademia di medicina I'Ìrca g-li efTClli lfl r divi pt•odolli dai COr ))i estranei rilllaSti entr o 1 tessuti. Il fallo i· inter essante sia per il lun~o pe rtodo di tempo i nter'COI'so tt·a la peuelr't)zione del cor·pn estraneo ed il pr incipio dei di!'Lurbi come pure per il con)fth>to (\ non moi lur·bato benesl'wr e dut·anlc qu esto intet' VI'tllo. V. S. T., dell'età di 53 anni, pt'ese par te alla cau.pagna d·ltalia del 1859 nel J!Jo batlaglione cnccialoei soLto \lac:\Jahon. A lrassallo di Magenta ru colpilo Ila urta palla ,.lw penetr c'1 dalln supe rfìcil' posterior·e del destro avnmlmwcio,
ClllRURGICA
Jtrisc16 lungo rar licolazione omero-cuhit.ale, ed usci al lato interno del br accio. La cica trizzazione della rerila si rompa in 42 giorni seuza tncidenli, e dopo il suo congedemento, l'individuo r iprese la sua professione di conciatore. Egli t•se•·citò quel mestiet·e ancora per 30 Anni s enza provare nlcun disturbo della sua vecd•la feri la, et! adoper ava il braccio destro egualmente che 11 sini'òlro. Nell'aprile del '1889 cominriò, seuza cau~a ap· parente, a senUt•e delle r:ontr·azioni all'avambraccio destro cht: ~gli credette di indole reumatica Verso la metà di selIP.mbre l'urlo si fece gonlio e rosso , e Oualmente si manirP!'lÒ una tltilolo alla cicalr·ice in(eriore, per cui :Si decist> di r tco,·erare alro"pedale, do,·e entril il 14 •>Llobr e. L'ammalato t' un !'Oggetto robusto e aano; rarto destro •· la eed•· u• nna forte tumefazione alln l'accia posterior·e dPIl'a,·ambraccio. Al punto d'ingre so del proiettile vedesi una ciealrict> l'otooda che é attraver·sata da una Jìstola aperta che dà mollo pus olio più leggera pressione; ln sonda introdolla nel seno flc:.lolol'o u1·ta contro l'ulua denudnla per un gran 11'8llO. Al 15 ottobre. preYia anestesia, fu praticata una incisaone
longitudiuale attraverso la fistola. Il per iostio si mosLJ'Ò di~laec:ato dalrulna per mezzo d1 un solltle ::-trato di pus, e si
lovette prolungar e l'incisione in su per r•aggiungcre i limiti del distacco. A livello della fistola l'ulna i> lumefatta, porosa, e vi si srorge un'antica fenditura trasver!'ale, dalla quale si ''ede 11por·gere una massa nerastra, grossu come un pi'S ello, la ')1\ale Fieal:flta mos trn qualche punto luce nte. Pro~ehtlmenle é un pezzo rli piombo ~tacca tosi dal proiettile ed lllcroslatosi nell'osso mentre il l'eslo della palla ha gir·ato tnltlr no alrosso per uscire un po· !>opra dell'at•licolazione del P'OIIIito. . Su•come l'ulna er a colpila da oste1lf' r a•·efaccnte, cosi ne fu r•m 0 " 8 0 un pezzo largo due l'enlimelri e mezzo e lun!to "'.e lle ceutimetr1, il quale conlelle\'R il rrnmmPnto di proietlth• A qu..ll'allezza il canale midullare Cl'tl pumo di ma"-Se fUI1$:o"'e che rurono r·osch ial.; vie col cu,·cltiuio, b€'ncltè il p •·I'H>"\l Ìil l'1l-.~,. dil'lar1:atn mollo p111 iu :-.u ~ j inzuppalo di
JUVJSTA
pus. La fer i lt~ ve nne lavata con soluzion e di sublimatw e pui fu r istretta cou punU di sutura. La ca vità fu tamponata con garza iodofol'mizzala e !"arto adagiato ~opra una fet•ula, poiché le lamelle della restante ulna dm·ante l'operaziour- si erano frallurate in due punti. Benclte nei primi giorni la sup~ purazione fosse piuttosto abbondante, il paziente •·eslù apir ellico e dopo 1 ~ giomi potò fare a meno della fet•ula poiché l"ulna avcYa f'iacquistala la sua solidita. Un mt':<!'- dop(} ltt ferita e 1•o. quasi completamente cica~riz7.ala. Sul trattamento delle ferite penetranti del ventre al po•to di medicazione e agll o1pedall da campo. Dott. En.r::R.s, ge;,neralP. med ico. - (Mililiirar zt .. N. l. 189t)). Avuto •·iguordo a lle prescl'izioni a nlisetliclle nllualmenle in vigore si dovrebbe nelle guet·r e futur e prat i ~are la cut'l\ c lliru t• gica u n cll ~ s ul posto di medicazione (l) ueiiP ft• t·ile pcrfor·n nti del ven tre, e cou ciò si riuscirebbe a Pelldu·e il pt•onostico di queste g r avi lesioni, m ollo meno sfavorcvoJ,.. eh~> a.ttc1nendoci alla cu r'A aspeltaote con1e si 4': fallo fino a ·l ora. I pe ricoli maggiori nelle l't~ t·i le a ddominali penelr·a11li C0 11 S:s tono nello s hock, nell'emorragia inlema, nellf\ lesione del tubo intestinale e r1ella conseg uente per itonite settiNL E iu· dicf\ta una sollecito t·ura ope1•ati"a in tutte le ferile• addominali penetra11Li con pericolosa emo•·t·agia interna. 1n quPIIe con inleslino ape•·to e prolasso dell'an~a ferila :-e le materil:' intcslinuli uscendo dalla ft>rila inlema ci a cce•·taltC• drlla 11·sione del tubo gaslro-cnter·ico, e se il tem po cl1c int.er·cedt> h'a il ferimento e ruscila delle feci dalla ferita cutanea ,. . troppo lweve per potere supporre che s ia a,·,·enula una "•'· parazionP. lrn La cavità addominale e la ferita dell'inl•'Stino. Si sono faLli invero molli uppunli conleo questa pratica. e sp~ci almenle questo. che al posto di medicazion•· no11 :;i possono pntlicare laparotomie co11 spera nza di felict• •·i~ul lalo in causa delle poco favorevoli con dizioni e>:ler·Jtt>. l\ (t ) Il pos tv l ll'lnc\p~ lc Ui nwùicaziu ~re ( 1/auptve-rùand.plat~ ) no•ll'e.>..rclt .. t··· !leo~O ecl 0 1\~ tr iaell c•)rris!lOmh· alla n!l..: lra srozione t!i :<Jnita.
CBIRU II GICA I(UE~l8 ObbiezÌOlle raulore r ispondt> che l distaccamenti Sllnit&J'Ii dovrebbero aYere un personale perfellftmenle istruito, che si deve prepar at·e in tempo di pa<"P, mentre gli uflicialt medici nei corsi regolamentat·i di operaz1oni dovrebbero ra mi'-!ltarizzarsi coUa chirurgia dell'aòdomò. Allo scopo di guaJa;nar tem po oi posti di medicazione in questi Alli operahv• ol(juanlo lunghi si dovrebhero immediatamente diri~ere indtelro dai posti òi medicazione tutti i rer1li legget•i. ,·aie a ùit•e coloro che a piedi e scnz'allt•o aiuto arrivano ol posto. e ciò si potrebbe fare senza punto pe<'care di trascuranza Yerso i feriti leggeri. Per attuare una rigorosa anli!'epsi do' rt•bbero bastare per regola i mezzi che si hanno a disposizione sul posto, se in luo~o della tenda da medicazione si fornirà 11 distaccamento sanitario di uoa baracca por ta tile da operazioni (eventualmc•ntl• senza palchetto ter reno) e con tulll. i mobi li necessari non esclusa una piccola ::;tura.
a&oerolae aperlmentaU sul modo di comportarsi del oorpl Mhanel nelle ferite, specialmente nelle ferite d'arma t& booo. - STEUER~JARK , medico di •·eggimenlo. - Con· gre""O chirurgico di Cracoviu. t \Vi,•rtt•r .\ledi~. Wochetts.,
~. 5, 1890).
In una seduta della societH medicn di VienM d dottore F•·ùenkel comunicò un suo la vo•·o ~op•·a i c01·pi esLt-anei nelle ferite e sui risultati d'esperienze pratkale sop•·a conigli 81 quali egli innestò e cuci solto la pelle c01·pi esh·anei in condi· liOni dt\'erse, vale a dire pezzi di panno tolti da uniformi mil.tari usati , pezzi di panno sterilizzati e brani di vesti imbe\'uti d1 una soluzione di coltura di stafllococco piogeno au•·eo. Jn tutti ']ues li casi d'innesto e ..li non ottenne che r isullaLi ne· g~tìvi: nessuno ili questi corpi slt•anieri pr ovocò suppura tione, h U\ ittvece lutti dopo un cer to tempo s'incnp,;ulurono sen~u fenomeni di reazione, mentre si provocò lilla caralle· r•~:~t•ca suppurazione cou culture di settit:ocmia clei couigli ~ c011 bacilli di atrofia acuta di regalo. Ua ciò concl1iuse il l'tlenkel che ne un'accidentale lordu1·a di u11u fet'ita, nè
IUYiiT.\
alcun cor po estraneo, sono capaci d1 provocare :-.t!ppm·a7.ione se essi uon tontengono alcun mic.-()l'ganismo pio~ene e che sono l~ mani e gli str•umeoti dei medici, ftli e~chi sivi cicettacoli e d1 ~tributori ò~>gli Ot'gAnismi [iiOgeui Quindi ogui ft!rita accidentale, per es., una le::iooe "Ul c;t mpo di baltaglia, la quale do pt•incipio ~i deve con-iùenu·e ~o m.. asetLica, non dara suppurazione sollanto •ru11ndo non "aru locrata e maneA"giata dai chir urghi e lol'o aiuti. Quest.a cr.ncl usione di Fr~1enkel r-;uscit•'l una certa '' lll()Zione tra i chirurghi, per·chè accettala per vera rruesla npimnn•'· l'attuale metodo di medicazione ,ielle fer-ile done!Jbe ,,~-er-•' e:-senztalrnenlc modificato, rioé :-.i sarebbe dovuto lu-ctarè ogoi ft•riLa a sé, anziclw aflìdada alle cure del chu ur _o. Per la gr a.pde importanza di tale questione. e per iu vito ùE:I p1·of. Rydyger, alla cui clinica il doti. Sleuei·marl, ,. ad· dello in qualiiJ.t di oper alot·e. I]Uesl'ultimo !"i decise tli contr ollare i suacconnali spet·imen ti con allt'i l'he egli intrapr•ese 111 più va~ta pt·oporzione, estendendoli nnche ali•· ferite .t'a.-ma dtl fuoco, le r1uali ulliltle formano l'obbiettivo principale dt>l :>U•l l:n·or o. Pet• proc·edere conscienziosamente in t[Ueslo ri!'contro Steuerrnark coudus<:e le e::perien7.e nello ste"'"'O ulocl" ··he tenne il Frtienkel, S~Op ra l r e (•oni~li P non lrascurantlo alc11na cautela. Egli po ~'-e gli stessi corpi ostr anei nel tessuto cellulat'll soltocutaneo del ''••ntc·e. cuc~ esaUurnente le fer ite ,, v1 appo·w un adatto appArecchio antisettico. Ollt·e a questi li'I' conigli, cuti ad un altro ~otto la pelle dell'ovatta ::terilizzata, nltt unbe· vula di pus flemroonoso contenente in grande quanlita ~t.-ep · tococco e stafllococro piogf'IIC' uureo. l o questo mndo furon•1 innestati 16 conigli !::u quattr o serie. ~l a non ripul11 -urtlcienlo l utto questo, poicllè si sa che è assai ùift1cile ottenet·a lo suppurazione n~i conigli. I n caso di ri'lu llato nt>gA tivl •.l~ crJII· elusioni d1 FI'iienkel erano hem-i cnnfcrrn~tlc. ma nnn pot••vano estenùer:.i agli uomini. Pl'rcio egli scelc:e come ~·ni· male d·e~purimentn il t·ane, il rui or~onismo "'' o·utllp"rta pr esso a poco com~> quello df'll'uomo Furono aJun'lue iunrstali coni i11 egual numero e IICllA sLcssa Inau ierFt d~1 «'11 " uigli, e dopo riapel'le l e ferite in capo o sei giol'ni si l t•o\'ù the i rr ammenli d'abiLi sudici (lolli ùa unifOI'mi u..;atil pro-
CBlllU R.GI CA
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yoca1·ono nei cani e nei conigli suppuraziom· in ma,:rgiore o minor ~~·ado~ e non ostante che lP ferile fo~sero cicall•izzate per pt•ima inlen:Llone e quindi che non si fossero introdolli germi infettivi dal di fuori. Esdi osservò g li stessi fenomeni, solo in grado maggiorfo, in t(uelli animali a cui et•as i innestato o pAnno od ovntla imbevuti di pus. La suppurazione più copioc:a si o~c;Prv6 ori cani. Il panno st..-f'ilizzalo ed il coLone s terilizzato res tAvano incapsulati !'enza da1· luogo a suppm•azione n,·. a reazione tanto nei cani come nei conigli. Riguardo all'ovatta con rullure di stafilocorco piogene au 1·eo, quella sostanza ~i comportò come un corpo sterile nei conigli, vale a dit•e s'incapsulò s enza reaztone. 111enlre nei cnni, il ,:tiar no ~ u ccoss ivo all'innesto, si manifPsto apatia, r·ipugnanza al cibo, mo1·te nel cor:-o di :l gio rn1 . All'autopsia non si scopri alcun l'allo importante trnnne ehe un grande dis tacco di cute nel pu nto in11astato, la pr e · •enza di grande quantità di pus in quel luOAO. Solo iu un callo !'4i trovò degenerazione grt~ssa del fegato e del cuore. Gli esperimenti sopra c11ali dimostruno chiMamonte che 1 ·corpi et~trauei possono òar luogo a suppu razione e che per COn!l8guenza non sono indillereuli per le fer ile. Sleu~>tmark mostrò inoltt•e unA serie di coni e di conizlì innet~tati sei jliorni prima, i quFdi lutti senza eccezione do;10 allonlenato l'apparecchio ed aperta la fel'itn dieùe1·o a vedere le sopradescritlo patologiche alte razioni. Dopo nver dimosh'ato elle i corpi estran ei possono determinare suppura;d~ne nelle fet•ite senza cl •e le IIJI:lni o gli strumBnti del elururgo vi concorrano a pro>ocarla, ed nnzi cbe probabilm~nl~ essi corpi sono la caus:a e!>Cius!va dei processi suppura U.vt~ l autore passa allo studio di un'altra impot·tanle quest1one, cto~ se il proiettile riscaldato dall'attrito soffer to tra le pare,li d~U'arma, dall'attrito dell'atmosfera, e fin almente dal'nrt0 su1 corpo umano si trovò oer questo oumenlulo calore in con d'IZIOot · · tali da attenuare · oppUI·e anche dir.:lr uggere que1 principii infettivi chP eqmtualmcntf' si tro"aoo sun,. vesti t' che sono spinLi dal proiettile contro la ferila.
RJVJSTA
P er jZiuogere alla soluzione di questo secondo fJUel'tlo egli sperimentò nl:'l modo seguente: Aol un coniglio fu invl)lla una gumba posteriore con un pezzo di montura usata e insudiciata previarn C'n te di terra, di f<'ci ed altre immondizie, quindi si sparò contro quella pat·te alla distanza di 10·20 passi una pistola di 6 millimetri ed in.modo che la palla dopo forata la stofla involgente la gamba penetrasse nella parte. È questo un esperimento sempre dirHcilc, potchi! molti animali muoiono quasi c;ubit.o appena fel'ili. Le ferite fu rono poscia impolverate con iodoforrnio, coper te con garza iodoformizzata e con fasciatura antisettica. Ecco 1 risultati dell'esperimento: Le ferite cosi prodolle nei conigli (elle m01•ivano dopo qualli'O gio1•ni) presentavano nei mu!-COiì cavità notevolmente ampie e riempite di masse sanguinolenti. Il contenuto di quelle ca.vitù, esaminalo al mic1·oscopio, s i vedeva consistere in detriti di muscoli e di sangue, tnai in materiali di pus. Dove il proieltilè col corpo eslrt=moo non aveva completamente trapassata la pat·Le, il corpo estraneo giaceva rlGlla cavilli colla palla, alquanto annerito, irnbGvuto di sangue ma non abbrucialo. L'autore si riserva di complalare gli esperimenti e eli riferi re in proposito quanto prima. Intanto egli crede che rpte!>li esperimenti benchè incom!)leti possano fin d'ora fornirci la pr•ova che l'alla temperatura acquistata dal proiettile vale n distruggere o per lo meno ad attenuare le pr oprietà sett1chu drlle sostanze accidentalmente introdotte nelle ferit1•. G. FrscBER. - (Dettlsclle Zeitschr . .fii.r Chrr., P Centra/b. jii.r die med. n·i-~senscll.,
Anglofibroma della lingua. N. l, 1890).
In un ebanista di 37 anni si formò sulla mela sinistra del mascellare inferiore 110 tumore della grandezza dt una uocciuola, che si lasciava spostare, poi crebbe a poro a poco, e nrllo spazio di un anno raggiunse la cavità buccale, e tll un nnno e tre quarti c1'asi sviluppato in un tumore cl1e in dire~::ione orizzoutale aveva la dimensione di 22 cm. ed impedì va la deglutizione, il par·lare e la r espiraziOJw. Que!;lO
!umore si estese frno all'osso ioide da un Ialo c dall'altro fino al pavimento deJla bocca e alla meta !>inistra della lingua. Questa era ispessita e spinta in avunli ed Aveva una t·esi~le~.a elastica, mentre il rimanente del tumore er a molle, solto la pelle normale lasciava Lravedere all'esterno una vena dilatala ed aveva una debole pulsazione. Con lo stetoscopio l'i sentiva chiara mente un rumore che cessava con la compressione della car otide. Un tentativo di opet·aziooo non potè il'olarl' il tumore. ed il mala to sorcombeltc dopo uo'ot'a e ml'zzo. La sezione mostrò degenerazione adiposa del cuore, del f<-gnto e dei reni, il tumore nella pat·Le <lf'Cupante lo lin~ua era un tumore misto fibr oso angiomatoso. al collo <·ra un semplice angioma cavP.rnoso. Il dott. Fisclwl' confronta questo caso con altre for me di t umori della lingua ed esprime la opinilouP che si trattava originuriamenle al collo rli un semplice angioma che propagandos i nella lingna si indur! per trasformazione fibrosa. Pe t· la diffusa non incapSillata estensione del tumore, l'autor-P consiglia in s imili circostanze, per l'avvenir~, di provarf• invece della estirpu~ion~ la elt·tlrolisi o la termo"caustica.
K1a0naetodo oper-ativo per la oa.ra. dell'ernia lngulnale, del dnlt. EDOARDo BASSlNl, professore o•·dinario di cliuica • hirurgica. - Pa dova, 188~. L'autore riferisce in que.sto pregevolissimo lavot·o 262 casi •ft et·nin io.guinale da lui operati con un suo metodo ::>peciale P"l' la cura radicale dell'ernia injruinale. Il chirurgo inglese Wood usa introftelterc una parte del ~~~··c? erniario, sert·audo poscia su di essa J,~ pareti del canale mgumale ed i pilastri dell'apertura esterna o sotlocu tanea. Il te.J~>,ro Czerny invece el>cide il sacco erniario, ne [M rientrarp ti colletto legn t.o e chiude J'apet·Lura inguinaiA eslPrna COH !IUtllra perduta. L'autore ricol'da questi due processi operativi come i soli runasti in uso tra i mo.llissimi p roposti dai chit·ut•gh i, OS$et•\'ando che il processo di Wood è applicabile solo nei casi di urnia libera ed ba l'ornito nelle mani dello stesso ·woocl qùesLo
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RIVISTA
risultato appr ossimalivo: 2 p. 100 di mort&lil&. ed unn recidm1 :l t/, di ~uariti. Quanto aliA ~ utura il \Vooù atlt.falment~ adopera sempr e l a soltoculanea metullica. ~elle rnarù dt altrr chirurghi r1u~~to pr•oct'S!'O l•a dalo es•li auche peggtorr, il Htt!o1Sioi lo impiegò ÒUI' volte per· t>rnie in ~uiu a li r·iducibilt eet in tutte e dut> clopo un anno er·u giu ricoruparsa la pttnltt d'ernia. Il processo dt Czerny, a drlferenza deltweèetlentl!, •• applicabile a tutti i casi !li ernin inguiuale. crnè t~nclt.. allt' rr· r•idu cibili ecl alle strozzate. sempr·e tnt>cliante una riuorosa mt'· dicazione antisettica; ma é frequ<>nlemente ~cguito dtt rt'ci ui\·a, speciultuent.e se l'operato 11011 fa uso di'l cinto T t è ernio~i cbe il Bassini op ... t·o con 'lUC:-Io processo furono oobltg-Ati ad uso r r il cinto perchè l'er·nin minacciava di ripr·oJur;;i. Tanto nell'operazione eli W oocl, c he in quella di CzPru ~ l'apet·Lur a dell'ernia r imaue chiusa da una ckntr·ice tmme•le,tmata coll'aponevrosi del grande nblicpto ed Allravt•r·sata da cordone ~per·malicu: di) ehe non t•ea l iz~o:.a certo le coHdi.dfJui pi(t favort>\'<' li di reE"islenza contro la pr~~t-ionE' PonLittua Jet !-IU
\'i~ceri aùclnminali.
In con!"l<ll't'azione Il• do il EA!"sini fin da.l l!ll'l:: l"i propn~e .li OJ ·ct·ar e in alll'o motlo l'et•nia inguinale p~r cou5eguirm.1 una curA radicAle cbe dis!)ensasse dalla uecessita di usar·c il cinte). Ma dopo poche operazioni dovette abbandonare il su•) priru.-, pt·ocesso per•chè non flaranliva elalle reciùi ,·e: lole proc..:es>~" in fa lti, COIISÌt::tendtt 11~118 CSCÌSl"iOnC del !'>8CCO L'l'lliiii'ÌO. ('l't!\ Id le~atura del colletto !l nella sutut'fl del rol!etto slt>SS(I all't~pn· ncvt·osi del g rande obltrtuo. facendone scr·vir·e la parte ec,~t· denle ad uso di turarciolo or~anico per ··luu lPrP il cau11le in· guinale, non rupprC':;.:enlava che una sem('lice modirìcazu;rt~ ~ quelli di \Vood e di Czer·ny. Allora l'aulor·e ebbe l'itlea relici!;sima di ri coslruirt· aùJu•tL· luru il caoaiL' mguinnle, soppr imendo queJir, naturalt> ùilat:llf• dAll'ernia, e dopo r ipelulo3 pr ove "'"l cadavere ~!abili il nl•!•odo r he espoue itr questa tnt·tnoria e di cui si è esclusi\'ll.mentc!<ervito dal 1RR4 in J•Oi Riporti&lll(l in propo,tto la l• ,(uale ola::-CrtlÌ•IIIt' dt~ ... ~li ne fa: • Eceo corne opet·rr nell'ernia i nfXuinc\le e~let•na. ac•pri ... ilrt
CHIRURGICA
, Uso la profonda anestesia e s'intende una rigot'osa medicar-ione antisettica. " Incido gl'iolegumenli della regione inguino-scrotale ernioea; denudo l'aponev rosi del g rande obliquo per la parte di essa che corrispondé al canale inguinale, ttpertura dell'ernia. mellendo a nudo i pilastri dell'anello ing:uinale sollocutaneo; chiudo i vasi sanguigni. « Questo costituisce il pr·imo momento delroperazione. • Nel gecondo momento tag lio l'aponevrosi del gra nde obliquo dall'anello inguinale esterno fino al di la del livello dell'anello inlel'llo; dissecò poi sopra e solto a guisa di duM lemb1 l'aponevrosi del grande obliquo, inòi distacco e sollevn in tolalita il cordone sperrnatico ed il CClllo del l'Scco Prnlario. H Tenendo l'indice solto le dette parli isolo dagli elementi del funicolo spermalico il collo ilei sacco erniario fino all'imboccatura dell'erma. Que~lo isolamento riesce senza ~rande tli ftlcoltil, cogEistrumenli ottusi, sia che si Lralli di et'nia acqu isita, che di congenita. L'isolamento del c-ollo del sacco deve essere fello fino eutro la fossa iliaca, cioè al di la dell'imboccatura del sacco $te8so. • Subito dopo isolo il corpo e fondo del sacr..;o e lo l'ipieg-o nll'esterno. Apl'Oil fondo del sacco ed esamino S'! o no esistoun edere11ze delle viscere erniose. In caso di aderenze o di omento inspettsilo tolgo le ade r·enze ed estirpo, ovo é conveniente, l'omento. Ridotte le viscere allorci~lio il sacco (collo) ed applico al di là dell'imboccatura un laccio e recido mezzo C~'>nlunelt·o solto la legatura. Se l'ernia é volu minosa e quiudi il collo e la bocca del sacco larghi, oltre la legatura semplice, applico soLLo (all'esterno) di questa una legatura me rliata :n due parli. pet· assicurare la chiusura ed impedire la sfuggita del laccio. Il periloneo cosi legato ~i ritira rwlla fossu iliaca interna. « Coll'estirpazione nel saccn e legatura di esso al di là dell.a iruboccalur·e resta Anilo il secondo momento dell'operazione. • Nel ter,:o momento devio il cordone spermalico isolato stfrandolo legg-e"mente in alto s ulla parete addominale e, se
Rl\"lSTA
occorre, anche il testtcol.l tirandolo fuO!'i dallo scruto: faccio con uncini acuti e larghi ... tirar~ in basso rinfei•iore ~~~ 111 allo il superiore dell'aponevrosi del j!rande obliquo, e eMi . rie!'ce facile dissecare la doccia formala ùal legamento di Pouparl fino al suo margine posleriot•e, ed un cen timelro al Iii lt\ del punto ove il cordone spermatico esce daiiQ ro::~~a jljaca ; pescia distacco per dissezione dall' aponevro~i dPl ~raude obliquo e dal connettivo aoiposo sottocutaneo il murgine esterno del musC'olo rotto anteriore dell'addome l'd il IJ•iplice strato formalo dal muscolo piccolo obliquo, dal mu'-Colo trasverso e dalla fascia vei·ticalis del Cooper, Unl.llnlo che dello triplice ;<Irato riunito pnssa essere avYicinato !lenza Jifflcollà al margine postertore i~olato della corda di Poupat·t. • Cio fatto cucio queste due pat•ti fra loro con suwrr• ltOtlosa per il tratto da 5 R 7 centimetri che c01•re dalla spma de'l pube infuor i fino contro il cordone spermalico spostato pot• un cenLimet'ro ci•·cn verso lR spina anlel'iore suporior·e dell'ileo. ' Cosi è compiuto il let'l.O momento dell' operazion~ e rtJitlla raperlura internR Od addominale e la parete posteriore dt>l canale inguinale. • Nella sutura cba "Opra dissi è hene usare seta P punl1 ... tncca~i~ comprendet'P due a tre centimetri di margine del ll'Jplice !'Irato muscolo-aponevrotico. l ùue primi punti, applicati uppena all'esterno del pube, comprendono anche il tnal·~inP eflteroo del muscolo retto anteriore dell'addome. " A questo punt•> l'autore in molli cusi eccitO il YOmito dt•IJ'ammalalo e riconobbe che la regione in~ale era giu capace di resist~re alla più l'orte pressione interna. • Nel quarto momeuto od aLlo opera tivo metto io JIOSJZJMII:' il cordone spermatico, ed il testicolo, se fu deviato, riuuil1CO con s utura l'apone,•rosi del grande obliquo fino aJ av,•iciuare ì margini dei p1lastri al cordone ed untsco la cute; llllirte medico. • (.;~o la fognatura nei soli casi di ernia molto volurnuJo"s, anlica, appo cui la dissezione ed isolAmento del sacco t>rnario riuscl assai difficile •. Cosi é formalo il nuovo cnuale inguinale con tlne aporluro,
CHrRURGICA
una interna ed unasoLtoculanea, cou la parete posteriore risultante dallo sLralo muscolo-aponeuvrotico fissato al legamento di Poup~trL e la parete anteriore falla fiai lembi riuniti dell'aponevrosi del gr·aDde obliquo. È notevole che le linee delle s uture pr oroode non !>i corl'ispondono, restando ~a posterior·e soLto il lì vello de l cordone e l'aoLeriore sopra di esso. Il nuovo canale i nguinale ha sempre una d1rezione obliqua, anche quando il canale naturale, eome si verifica nel caso dell'ernia esterna, era divenuto quasi l't'ttilineo. Nel coso di ernia coog·enila l'autore o vera cosi: se l'erniA e fu::icolare est.irpa il peduncolo periloneale della vaginale r eso ectasico e divenuto sacco dell'flrnia; se l'ernia invece è testicolare estirpa peduncolo e vaginale (sacco e collo dell'ernia , lasciando solo ta n la parte di l:ìierosa che basti a ricoprire il te· slicolo, e l'addossa a quesl'or~Aoo mediante sutura. Coesistendo ectopia del tes ticolo, dis tacca ed allunga più che sia possibile il cordone sper·matico, e. dopo rifatta la pa.ret~ PO!lterior•e e l'apertura add ominale del canale ing_uinale , abbas~'a ed assicura con sutura il testicolo al foncto rlello seroto. Il trattamento operativo nel caso di er· nia inguinale interna o drrt'lta ancue diverso. Per· le cood i~i ooi speciah di quost'ernio, il cui sacco ba imboccatura lar!{a ed nn corto colletto cho passa da dietro in avanti trasversalmente sopra il cordone sper matico, spingendo innanzi a sè nel rua!Zgior numero der cas1 la rascia verticalis, r·iesce malag-evole e talvolta auclre ~mpossibi le f:ledLLacola r·e il f$acco ste~so e legar·lo al suo limite rnterno; ma~giorrneute poi se l'ernia i> voluminosa, per ché allora la bocca ed il coHo di essa si allargano ver·so l'esterno contr·oi vasi t·pigaslr!ci, poLendo infineav venire cile una par·Le del sacco si l'or rni anche oH re il limit-e dei "asi s lessi per modo che il sacco re~ti come bipal"tito all'esterno. Perciò l'aulot·e, dopo distarcalo il peritoneo parietale al di lA dell'imboccalura del sarco dell~ernia, apre questo. e ridotte le ,·iscer·e, s uLur·a il periloneo al ùt ~à llell'imboccalut·a del sacco slesso per escideroe poi i lernbr ol disotto della ~;u~ura· e nel riscontro dì un'ernia inler•na voluminosa cnn -l'accennala 'dispMizione del sacco sul vasi epì·
a
,
RIH!'T.\
ga->lrici, dwide questi vasi tra due lacci. apre il fondo del ~acco, sutura e rec1tle i lemb1 sotto la sutura, perché allrimeuti la parto del sacco e1·niario che troval'i all'esterno Jei vasi reslel'ebbe inalleraia. Il peritoueo, co~ì 8Ulurato, abban- . donato a sé ~i ritira neiJa fossa iliaca. ~ell'eruia iuguinale della donna l'oper·azione e piu semplice perché l'aulot•e asporta il legamento rotondo ùclrutero co munque sia l't!t·nio, congenita od acquisita. cosa che non t• .::tat~ wai seguita da alcun distu r bo. In ogni ca!!o di operazione d'ernia nell'uomo con CJII~$LO melodo la parete poster iore d!'l nuovo canale iugurnal c i'• sp111lll contr·o l'anteriore resistendo insieme all'ur to continuo o potente delle viscere addomiJiali, menlt'e il cordone spet'ulalicu accolto tra le stesse pareti non ue r·esta cotnpresso. Elletluutu la cicalrizzaztooe della ferila, r tessuti coo cui e stato ricostruito il canale tnguinale reslauo uelle ~:;tes,.e condizioni che J•J·esentavano sub1lo dopo J'pperazione, perch~ si lralLa di tes~uLi (muscolure ed aponeurotico) uoLati d i Lulta la IO l'O funzionalità. Il canale inguinale nello stato fisiologico funziona lasc..:ioutlo pas::at·e il cordone spermalico è contenendo le visc~re, solln l'urto delle quali la sua parete posleJ•ioro.> i· spinta contro l't~n leriore ed agisce a moJo di ' 'al vola, senza che il cordone resll ·~ompresso. li Bsssini col suo metodo pel' la cura radicule dell'ernia inguinole ha soddisfallo alla indispensabile condizione ili rimellet•e gli organi nello stato iu cui si troYano naturalmente. Egli l'iporla nella sua memorin una brillanti!:'sima statistica dalla quale t•isulla che lt11 opert~lo (fìnù alla pubblicazior.e Jella memoria s'iuLende) 262 ernie inguinali, di cui :!51 non ::.-trozzate ed Il ::.trozzale. Spigolian10 qualche dalo tlu questa !-latislica. l CtlSi Ji ernia intlit•etta I'UI'OilO 232, quelli di CI'IIÌ8 di relLa, cos't deLla di Hcsselbach, 19. In alcuni cai'li l't>rnia dil'ella era associata all'indiretta. lu cinque ca!>i di 01'11ia dirèlla il l;acco ollr·epassava i vasi epigastrici. Assai l'lpec;l'o nelle erure dit•elle raulore trO\'Ò clte lo fascia Yet·ticoli~ ciel Cooper et·a s tata o:ospintu Jal tum.Jre eroio::. ' · inloruo al qua le cosliluhe. uua specie ù'tti\Oiuct'O In alcum cn="i, in-
CfilRURGlCA
1eme coll"eroia, t:- islev&. rldt•Ot:ele Jel Cot·done O della \ari;::conlrò l'idrocele tiPI cond•JLto ùi Nuck. ~ notevole un caso in cui l'autore trovi• Lubercoli miliari ~ul sttcco e s ul peduncolo; l'operato 1110t'i [Jt•r rneningile (tu!Jen·olare l) sei mesi dopo. In uu caso singolare si trovò aniluppata dal coll t~llo e al corpo ùel ~ecco ei·nia•·io l'appcndicP vermiforme ll··o-cecttle. In siffalta circos tanza l'autore, senza togl i e r~ la contJnuit.à dell'appendice stessa, libere\ il sacco lasciando Ilei l•!Jnbelli peri tone~li pet• t•lcoprirla; chiuse il poritoneo con ·utura al ùi l à della bocca del sacco liu contro olia bMe di etta appendice ed e;ocise il Sl}cco al disotto. Quel"to si !'ilirò r ella fo!'~a iliaca e l'appendice. coperta del p.wiloneo su di t!t.ia riJ.> iegal{) e cucilo, fu adagiata n~lla t'osso iliaca al di fuori del sacco. l t:usi ùi ernia con~e uila fut·ono 35. L'autorMcoll'operazione pe•· la cul'fl t·aùir;ale dcll't rnia in:..uu'lele opet·ò sempre le cùmplicm.ioni esistenti: idrocele, ectopiu del le."licolo. altre ernie (crurali), lipoma presier·oso. In ri"contr i di erJLie biJalerali operò .::u tulli ,, due i lall. Su 3=, casi fu ncce<:-.ario e~cidel'e l'omento. Per fot·ti aderenze ,lei sa..:co con ~li o•lcmenli ùel cot·done tn quaUt·o emie avvenue la t·otLura del dallo spermaliro. l 'auLor·e allora tag liò quest'organo nel.la mentr! di lt·averso e "Ulur·ò i due cupi facendo combaciare le s uperlicie di l'ecif'JOne. Una sola volta non fu possibile t•ilrovare il monconP. Jl('rJferico del dollo deferenlc rollo. La guarigione nel massimo numero ùei casi si compi in l r,,•hi ~iorni , !la 15 in meùia: 3010 pochi operati guarirono 8 let·Jnin4' di un mese o poro piu e per cirroslanze affaLLo ac~male del testicolo; m lre donne ~i
c~olental i.
1 216 operati pet• la cu r·a radicAI·~ dell'ernia inguinale 11h~ra guarironu lutti. Vi fu un solo ca'-o ·li morte p('r pollnorut•· sopt·aggiun ta, ma la guar•igiooe della ferila inguinale
•·ra c<~mpleta. Or n l'autore, ~'~cru polOl-t-tmenle cO!'ctt:nzioso, si <lomnnda: "t ra ....giunge con ' !Uesta operazione: Ju guarigione r·adicale
RHJSTA CUIRL'RGlCA
dell'ernia f- M et·ila essa t·ealmC'nLe fiducia t E la risposta c'~ cc1ntcouta noi seguente specchit>tlo che egli rtporla. Ca,., c numero
Guarigion i confermate da :~nn i 4 c/, ati uno . da l annn a 6 me<~i . • • rla H mPsi ad 1 ulP!'P
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.Hisult.ali i g-noti. l morto per allro male 15 giorni dopo l'opera;.inoe
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Le recidive sono lnlle ~piegabili: in un caso derivo ,Jalla mancata estirpazione del sacco, il quale era molto picc:nlo. m tre casi fu prodotta pt'Obabilm&nle dalla grande soLligliezza tlelle pareti a'dclominali e dall'essersi allentata la <~utura profonda; in un RlLro caso ne fu caul'a In distensione del ''enlre per timpanismo. ecc. Insomma si trallb semp1·e di accidenti rhP non inflrmano il valore dt>ll'operaziona. L'autore iulanto dù le seguenti not·me per prevPnil'r le recidivi': estil'pttt'e il sacco dell'ernia piu in alto che ~ iu poS!;Ibile; usure seta cnme filo di sutura; infine comprendet·e nella cucitura profonclu buclO lrallo (2 a 3 cenlimctl'i dei musculi picc•J lo obliquo P tr<t"v.. ~o e della ftl scia di Cooper .
RLVISTA Dl OCOUSTICA
Bloerobe •al pigmento della coroide. - E. HLRSCHl.. ELD. - (Zeits. jii.,. phus. Chem. . .\.UI. e Cent,.alb. fii r die med Willsensch .. N. 39. 1889). La coroidea presa da 140 occlti di bovc, t·idotta in piccoli pezzetli fu dappr ima trattata con molla acqua. quindi con alCOitl ed ete1·e, poi con acido clo1·id1·ico al 5 p. 100, finRlmeule con li!lci,•ia potassièa al 2 p. 100 l;caldata a bugno-maria, ,, la mat~>ria coloran te ru precipitata dal fi ltrato bruno scuro con l'acido rJoridrico. L'attento esame eseguiLo sotto la ~corta del Hoppe-&yler dimos trò che la materia colonwt~ dopo l'essiccamento è costituila da una polvere ne ra, br·illanlc come il carbone, contene nte azoto, ma oon solfo né t'e ero , e n nn fusibile. Sciolta nella potassa caus tica e r isca ldata lìno n 250' tutto l'azoto P. Pliminato principalmente como ammoniaca, iu piccola part~> come i odolo ed altre a mine ''olatili, ed insieme con una piccola q1,1antilé. d'acido ossalico e di acidi gras!ìi volatili r·irnaoe un a cido amor fo coloeato in bruno, che pee le sue proprietà non differ isce molto dalla originaria mAte ria eoloranLe, contiene in media c 65, 82, n 4, 13. O 30,05 per 100 o non lascia cenet'e; le combinazioni dell'ncido con g li alcali non sono decomposte dall'acido carbonico . Men tre da un la to la Mrniglianza della for ma esLerna, lo s~esso modo di comportarsi verso g-li a genti chimici e la composizione elernentar·e la rarebbero annroverare t'r a le soslan7.e unicJaedellloppeSeyler, dall'altra si oppone a r1ues to concetto la lllant'unza deUa . catechin« e dell'acido pr olocatechico Ira i prodoLLi della $Oiuz,one potassica e la insolubilita dell'acido, che deriva da queste soluzione, nell'alcole {l'acido ematomelanico è solubile
JliVlST.\
nell'alcole) . La materia colot·anle di r euzio11t> acida •)tlenuta cou la soluzione nella polassa caustica è precipitnta dalle "Ile soluzioni negli alcali <'&Usli ci e nei cat·bonatt alcalini, come la o1·iginut·ia malet•Ja color-anle llell'acido l'luridrico, dall'alcole e dall'acqua ORI'li genata in fiocchi l'n•::-o-ùruoi. Dalla sua soluzione nell'nc•do nitrico COIH:entralo ,-. c:eparala, diluendola nell'acquA, sotlo fm·ma di un c9rpo snlubile negli alcali e Ji nttO\'O IWt>cipilabile dagli acidi. La ~oluzione nlcalina scolo•·ala co11 una corren le di clor o, di !JOI "Cil ldata e filtrata pr ecipilu di 11110\'0 COil l'a~gi unlA tl••ll'nt·iclo in liocchi rosso-bruni.
Sopra un modo particolare dl vialone,- P1·ot' l.A•.!uEU R, di Stra:;bur·go. (CI'fl tra/b. fi'ir di e Meli 1\'i>~.~eltsch.. x. 42, 188~). 1111 oggetti che sono nvvicinati all'occhio al di 'l\13 del punto JWOssirno della accomodazione appal'iscnnn. c·11me ò ""lo, in cil•coli di tlill'u::;ione che sono tanto più grt'llldt, quo11lu mag~iore è l'avvicinamento c tlnalmente non., piu po,.~ibile I'Ìc.;rlnoscerli I o ho trovato che lullnvia è pos!>ioilB vederP pPi' lra:-par .. nza oggetti ad imnwdinta viciuunzr. (5-10 mm.), IIOle\'OImente in::rranditi, IJU&ndo ec:!'i sono Allraversali rla luce ornocentri<'& fortementf\ COJI\'tll'~enlc o fortemente "" t•rganle, nel pt·imo ca!>o ud i mmor;in~ diritta e nel t>Ccondu t•ove,,·iaLa. Convengono per tale O!'St'r vazione preparati mtcro!-lCOpici a contorni chiar1 quali !'lervnno pei deboli ingt·andimenti. Si gua rda nella eu m era OS<'ll l'll a llraver c;o il pnrl11 oggP.lti lùnu to neUa roag~io r possibile vicinanza dinanzi l'occhio, una debole fiamma l onlfma , l' <~i tiene dietr o es!'o alla li-'lnnza eh :{ 20 mm. clal med~>s1mo una forte lente con\'••"'-11 dO D.); cuH St vede e11lopticumeulu la immagine diritto d•·lla pupilla e sul lat·go campo vil'livo da e:osa limilalu, 1.1 immo~1114' ingrandita J,.JI'oggello abba,;:tanz.a di~Lmla . ~~.· ~i allon· taua la lente conve:>sa 111 1hrezione Y6r!'o la fianww di tuo<io cile la distanztt dall'oggetto !lio iO rnm. o più. ilJ 'i Sl'i"Ct' la
DI OCULIS'flC:\
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jljl8la enlollicamenle a d immagine r~ v~sc•alA c r~g~etlo upa~menle ro,·escialo. ma non m e no disllnlamente di p~1ma . •uvientl lo ~Lesso quan do si tiene dielro il pnrla-oggetlt u na Joo&e concava di 20 diottrie ad uua certa d1slan?.A; sUora a p· pariece, t>d iu questo caso i mpicciolila, tanto la itnmagine entolliea della pupilla, quanto l'oggetto, I'OVc!"ciali. Ugualmente, quando il vetro concavo è tenuto fs·a l'occhio e il porla· og~clll, noi percepiamo l'oggetlo ad immagine rovesciata; d'onde ~r.alurisce cbe un occ hio gravemt-nle ipc t•mett·opico , p. es., un occhio afacltico deve vedere pPr l r·u1:< pare nza rovescialo un o~gelto lllQilo vicino st:-nza alc un "'occorso
ouieo. l'ingrandnnenlo JiOicilmenle come nelle immagmi vil·tuali Oipeode primienun~>nte dalla fon.a refrangenLe della lente e sembra esserle d1rellt1men le proporzionale, iu "'econdo luogo in piccolo g rado dalla distanza della lente dnll'oggetlo. Le cond•zioo1 più fuvoi'Pvoli relaLivamente all'ingr·andirnenlo o al campo visivo si o tLe ngouo quando la lo!ule conve!:isa è lenula a dis tanza dal porLn oggeni di eirca la Dle&é della ~ua Ju ngùezza focale . Se si J.lrende una lente conveMa oli ~O Jiollrie (che si può facil111enle ollenere com· hlllando due lenti di 20 diottrie), l'ingranùirnenlo può essere calcolalo di 10- 12 in est.ensione lineare. Por chìal'ezza non si JOOssono le immagini paragonare a quelle delle lenti di ingrandirnento e di deboli ingra ndimenti miCI'O!"copici. I tratti e tutte lt' parti spesse del preparato ris altano bene, ma i rootorni !-!Orto un poco o ttus i, le linel' più lln1 semb1·ano come orlate di bianco. Per la !-!pi~gazione del fenomeno occor1•e innanzi luLLo con· !!•iderarf' rhe noi coi sopra desc r itti espel'imcnli non vediamo 1oglll'llo ~lesso, ma le ombt·e da esso proiettate· uoi quind i do!J!Jiamo cercare la spiegazioue nel principio ùcll~ immagini entoptithe. Et può tradurre io cifrP.
Sello "P•·rime r11o <.un 1n 10rle r 1eule convessa 1• t·aaul• l uj v O no mo lo .:ouve .. g~nlt s ull'og~t·llo t' c;ull'occhio. 1 0110 faUt anche mag!no rmenle convorge1·e da1 m f'zz1 :rran~orenti ùell'occbio e si ioc roc1ano a\'a nll la 1elina. L'ombra un l•uutc, dell"o:.rgello i>l tua La in allo l'()me r ombt·a del mar-
lnlllo}wr r&JQ
E .
ll1VIS1A
gine superior e della pupilla viene quindi a caùat·c sopr11 tiri punto dt•lla metà inferiore della r Ptina e pa"~l!ndo pel punlu nodalo saru [)I'Oicllato in allo; la perle infe•·iot·e> dell'oggeltn od il margine mferiore della pupilla appa•·i~cono JX'rciò u1 basso, l'oggt'Lto e la pupilla sono quindi veduti acl immagit:e tlir·illa. Quanto più rorte t'• la lente couvesen i mpie~ata tantn pitt prPslo i t·aggi s'inc•·ociano nell'occhio. tan_Lo più gt·ande l'l fat•à sulln t·elina la figura dell'omhra c tanto più grande ci llpptH'iril l 'ogwtto. Lo !<perim enlo c.on lo lente concava dé nn r1sultato invet'èO. l ra~gi che cadono sull'occluo rortement~ d1vergenti non giungono ad incrociat·:;i lra,·er"'ll i mezzi re· frangenti, l'on1hra di un punto dell'oggetto l<iluato 111 allv. comE' l 'ornbl'tl del man~ine $uper iore della pupilla, ;. l'u•·mat.. !<Opra una parte dt' lla meta !<upe1·iore della rPLina t' pt·ott1lletn vet·so il hac:Ro. Ogf('olto e pupilla tlebhono appari1·e <Hl immn· gine I'Ovesciata La lenlP conveRRa agisce egualmrnlo della ll'llle <'Oncavo, fJllll.ndo é tenuta distante dull'oc•('ltill Al di l~ della lungho•zza sua focale. Noi nbbiamo quindi da fat·é ron unu specie di per•t·o,ziun~ vi!'iva che t• rompletarnenle simile a quella L'nloplica. e che 10 incl1co col nomr di pseudo-enlollicn. ERsa ha con lo entoptiCII ant·he quPsto di co mun<' cltP é solo prodoLlf• daliR luct• nnto· centrica pr·oveoienlc da un'unica , orgenle I•Jmiuosa; alla luce diffusa nou pu0 vcde•·si alcun'ombra. Questi fen omeni banno somiglianza con f!li enloptici anche p+>rchè la stt·Ùtlura olliCA dell'occhio non vi ha alc•ma parte. Quando l'ogg-ello r vi«to chill ramen~. possiamo armare Il nostro occhio con unii lente convessa o con una ronca\'a di '10 diolt1·ic. f'"f'O IH111 sarà nslo meno clislintamPnte, solo l'in~anditn•'n lo --arA un poro diver<~o. Neppure un forte velt•o cilindrwn aiiOt'll la c-hiarezza della visi(lne pseudo-enloptica. Ma que"la cina· t·ezza ,., sol o r elath•a, e pPrciù non cr edo che fJUP"Io metotlodt os!'et·vazionc posRa a ,·ere alcun \'Hior~ pralit·o. nlfl J:u certe· mt•nle una unportauzn lì~iolo~ica.
DI OCULISTICA
Clllntlte paat&ta auperftotale. - E. FucH ~. - ( \Viener. lt/rtt. 1\'oclteltS. , e Ceniralb. fii.r r/t(' Jued. n·;.~sen sclt., ~ . 110. JA8~).
Su qut!"'la t'orma di c11eratile inù1caLa dallo Stelwaf!, uon essendo llnora d'accordo le de:>crizioni degli autori, il doliOJ'P Fuch11 hn \'oluto Jlltbblicare le sue esperienze su a6 ca~i da lui t)1!881'Y8li. La mala ttia comincia coi fenomeni di una acuta mllammazione tlella congìunliva. con rorle iuiezioue ciliare e abbondante flusso di lagrime con fotofobia e dolol'f'. Dopo al cunt giorni COlll!J&riscono alcune macchiette g-rigie ora in pieeolo numero ora più numerose irregolar·mente spar!;e sullu t•ornea e principalmente nelle parli ceut l'ali di esso. Queste fllanoo negli strati superlìciali e solle va no l'epitelio. l fenomeni d'Irritazione presto si dileguano, ma le macchielle rimangono pii1 mesi inalter ate, per poi a poco a poco sparire com11letamentu. Questa for•ma morbosa che il Fuchs denomina cheratite punlala superficia le, colpisce pill f•·equentementel giovani soggetti e comin cia con !'IS!'nuti e toso.:e. E~sa per la di$pOl'iziolle e per la sede Buper ficiaie del fo colaio si uv''rcana all'erpet~ febbr1le della cornea, ma ne diff'"'r iscf• per la mancanza di vesciche tle e q )eticlte sulla faccio. Sullo cor11ea non si rorrnano mai vescichelle, "Oio mollo rtll'arnente perdile epiteliali o ulceri.
RIVISTA DI ANATO~JIA E FISIOLOGIA La Caatrlte del tuloi. -
Sci:IWALHE. -
(VircltOII''N Arch.
~ r·entralb. fiir clic medie. n·is ..~ensch., N. :-). l RXH).
d Per ~ouoscer•e la ragione anatomica dèf{li ;;;var:ati ùisturhi ~peptu·· dei lisici la cui clinica desrr·izione t- !"lala rutta da :o~li.' lo Schwalbe esaminò lo :'\torn aco ir 1 2:-1 ll tdividui ll10t'li h!;l }Jolmonare. L a s ezione cadaver·ica ru fatta qua><i serupre 1-·-' ore aJ pru · • ta rdr• e ·m un sol0 cnsn 5 ore dopo la
RIVISTA
morle. I prepnr·ali furuuo ~ubilo rilessi, per l'esame succe'sivo, nell'alcole 8!-!"oluto. Da lulte le ~ue ri1 ('rcllf', l'autor.> venulo alle segu..1nti conclusioni: Quella chP ~~ trova per lo più nel periodo ullimo della li:::.i è la gac;Lr'lle inl••r,..lizialt', Mlo in r ari casi 11 tal grado da parere spwgaro 1111 gra\a deterioramento dol la funr.ione dello slomnccJ. Per' quautr~ riguar·da la f'tiolo~ia di questa gastrite inler·slizinle ,..i puh nmmetlere che la lllO!olliu comincia s0lo quanùo per la ror· mazione di gr·os!"e cuv.. r11e nel parencllima polmonare ,l manifesta la febbre eli suppurazione. Nello .... Lcs~o moc.lo eh~ per glr elementi eellici circolanti nel "'angue pub "-labihr~i nei reni uo proce;;so infiammatorio, lo sles~n , nelle mede· sime circostanze può accader·e nello slomac·o. E dubbio c:;e ringbiotl1re lo epulo tubercoloso abbia un11 dirt>lLa mOuenza dannosa. Oltre In ftas tr•ite inlersti.zil'tl e o::;scl·va~i 1n allri casi la ga:;;lr ite parenchimatolòa ed in altri aucora la degenera,.zione amilt1ide dc~llo :;ton•aco. Le òue ult1111C for·mll morbose allornno in modo particolare la fuuzione l'hirnic·n e moloria dello stonwco. l\lA non ogni affezione ga:::u·ica lro· vata nei lis ici dipeulio M•soluwmente dntla li~i del polmone; 'i possono anche ne1 li"ici inc·ontrare. come nei ,..an• . d1pep!'ie o malattie dello stomaco da tutl'allrn or·i!!inP, l'akooli!'OIO.
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)Il l:'k\Si. l'CC.
Sulla. riduzione dell'emoglobin& n el cuore .
'-'· llA'> -
DLI::R. - (Zeits . ,!'lil' BioiO{I. P CeniratiJ. fil t· die IHI'dic._11'i~·
sensch., :-1. :J, 1890). Per conoscere lu 'luantit~'l ù'ol'l::<ijleno conlennto ut>l -;e ng'U1' del cuore, o-;s1a per conoscere lu riduzione che il ,..nn:rue "Ubisce nel cuore , I'Handler ha usato uno caunula di tr·a,-a ..a· mento rnodifìcara dnl KrouecJ..er, sotto la ('Hl t.lirez!on•' !?lì e..;ppr•imenti ;:,ODO .... tali e"'eguili. Innauzi lullo ru ollltlll"lr&lll 111 mollo magl!iOJ'e IJZione l'iduceute del ruore dt>lltt tnrlnruall rn confrouto di quellrJ della rann, ed inoltre, d' aco·os·olo col Yeo, che la rspidlla della s·icluzione aumenta ron la l'l'<>qu~nta d~>l pol:::o, (' ciò. s1o che lo pul... azione si racc1fl AuiOil11llico· mente o per t'ccilozione ele!.LI'ica. Con qu e~ Lo concnl'd& fin·
DI .\\\TOlti.\ E FlSIOI.OGI.\
èbe la o.--el'\azione del Yeo, che un cuore ~te neo riduce pii1 repidanwut~> di uno fresco, ed anche il l{ ron t>cke r ha dimostrato pet• i muscoli dello scheletro che la ropidilà della sta n· cbezza dipende solo dalla frequenza delle conl1·azioni e no n dal pePn ~olle,•alo. I.'Rutor~ ha trovato che anche il cuor e tetanizzato riduce 11 dopp10 o il triplo del cuore pulsante, benché il lavOJ·o compiuto dal primo ~ia incompa•·ab1lme ute piu piccolo dt quello dell'ullimo. Poiclté fìnalmt> nte anche in un cuore stanc" 111 r1po~o la riduzione del sangue puù effeltuarsi così I'apidtunenle come quando fr•equbntemeole i•·rJtfllO si ra pulsa1·e, cu•i l'autore viene alla conci usi o ne rh c il consum o delro~si • ~no lih••ro non sta io alcun rappor·to col luvur o del cuore. Oa quP"tl) però non si \'uole infet·ire cht> il consumo dell'ott!!lgenu non sia necessat·io pcl' il la,or•) dci muscoli.
luUe al~erazlonl del oorpuscoll roaal del sangue per l'a dela&ll obe aottraggono l ' emoglobina. - Pro!'.
llo••
W KOWALF.WSKV. - (Centrtdli.jii.T' die llll'(LiC. \Vìssensah., N. U. l~':M>J. Oa qualche tempo il pror. Kowale\\ sCI\)' a,·e,·a dimosLralo che certi sali e l!=pecialmeute i :;olfocianurl, i ciunuri e i sali alnuli alc·alini haono lu propriela di sollrat•rr ai corpusC<IIì ..angui~o:ni tlupprima la emoglobina, o, continuando l'azione, una ~<O!IIan za probabilm~::nle albuminoidt>, di guil!=a che il sangue dPtlbrinalo usato per l'esperimento ~ IJ'ul"forrnato Hl una nwteria mucosa e finalmente gt>lalinosa. Per rnl"glio imparare a conoscere le alterazioni che i coi'PU!Icoli del sangue subiscono per l'a7.ione rll·i menlovati sali tan to dUI·onte, qua n lo avanti o ùopo l'uscita della emoglobina, il Ku\1 alewscky ha studiato il fenomeno l'Otto il microscopio Il processo d'esame era ~empllci ...simo. Una goccia dellA "Oluzione salina era posta sul "etrn portA oggetti e coperta •·nn un vetrino copr i oggelli. Quindi era depositata una gc•cc·1n di sangue al ma r ,ine del vetrino <'apri oa"etlr rne t • 1 ·1 · . e , ,... • n re lupndo ere attratto al marn'ine oppol'to mediante ~Ma hlh~n ~
RlVISTA
Le maggiori alt.»razioni accadevano nei corpu,~nli ~an guigoi che pl'imi ve>nivano a cont.allo con la ~OhiZI<mt> .;alina, menLee nei s~:~guenti le alterazioni apparivano ... ucresc:ivamento minol'i. Questa circostanza non solo pPt'tnr'-'e una continuata O!"servazione sopra un determ inttto t•o r·puRcolo sanguigno, ma resP anche poE>sibile un confronto 1lPIIe for•me predominanti in diver si punti. L'esame fu fatto c-nn l'obicl· tivo 7 e !"oculare 3 d" un microscopio di Hartnack. Confrontando i risultati degli sperimrnii coi diversi sal della serie s ummentovata ad uguale mediocre g rod n eli concentrazione, l'autore é ~iunto alla conclusione che tulli r1ueslr ~>ali posseggono lo :"lesso modo di azione. Più lipira f> l'azion e di una :::oluzione al!quo-.a al 20 p. JOO dr <>ult'ncrnnuro eli potassio. Se '"'i ,ollopone una goccia di san~:rue umano e stratta per puntura da un dito alla azione di una "oluzione nl 2:J p. 100 di c:;olfocianuro fii potassio si !~anno 1 <>•·gut>nti l'isullati. La primo ft\Se dell'a:.::ione d••l ~;:olfoci anuro !:lÌ lllilllifrRlo c·on lo ~ssumer c clic fanno una parte dei corpu!-:lcoll r•ossl del sangue margini irregolarmente dentellali. Il diumr·tro Ili queste !orme e ma:;:!giore che nPi corpuscoli t'O~!"i normali. Le forme cosi alterate appa riscono frequentementP non rotonde ma più o 111eno ovuli. Alcuni corpuscoli del "8n!!Ue ntOslrano anche oltre le denlellature marginai• una n pìu protuberanze alla ::uper ficie. uu· altra parte ùei r.nrpu"coli c:;anguigoi mostra su tu tta la superficie delle appendici , onde ri>'ulta un &S)Jetto mot•ifornw. P er la ~porgenz a di qul'ste t~p· pendici, tali forme appariscono più picco1~ dei <'OI'PU"coli not·mali. Molto probabilmente i g r•ossi corpuscoli dentellati provvisti di una o più pr otubert\flze alla l:'uper Hct•' coslitui· c:;cono l'anello di congiunzione fra le due for·me trpiclle. La seconda fuse delle a lterazioni comincia ri1ir•a~tdo i cor· puscoli del san~Llc le lor o appeudici. l più gro~"i cPrpu<:coli dentati riprendono la nor·male form a discoidi' ron mat·).!ini ingrossati. Quincli si inspes::;isce la perifcriu, n,lrin!!endosi la depressione centrale e rimpicciolendn le dr~uen ~ioni Jel corpuscolo san~uigno. La rigonfìala pet•Jferia si innalza ::emp1·e pii• ~>ulla depressione centl'ale che c:i traRforma d"~mbo i lati in uno s tretto cannle e linalm<'n le Ppll-
DI A'\ATOMIA E FISJOJ.OGI \
rùce del lutto. Il cor pu!'colo ;;anguìgno rnoslrasi allora sotto torma di una sfera for temente sport.~"t!llle e intensamente colorata. Que~lo cambiamento di un di"CO in uoa sfer a ::-i osser,·a meglio sui cor puscoli sanguigni che si prel'eolano all"oECServotor e di pr ofilo. In qua11to nlla forma a guisa di mora, es~a passo immedjalamente nella l{)t•ma sfer-ica r itirendo le l"Ue appendici. Qualche volla però la forma sferica é pr eeeclulà da una forma un poco ir•·cg-olarmenle ovale. Generelmt•ntP il rienlramento dellf' append1cì e la pr oduzione della sfer a &ccaduno t•apidamt>IIIO. Se !'i esamina per più lungo tempo un cor puscolo san~uigno, !'li osserva che a un dalo momento pron tamente impt~lltdic;n•. QuestA e la espre:::sioue olltca del passaj!gio della materta c·olorante del sangue nel rn<"uo CtrcosLaute. l cor pnscoli sccJiorali, debolmente rel'ran genti la luce si ,·edono anche pet• qualche tempo come circoli bianchi 11el campo visivo color ato dall a emoglobina e per le lor o dimensioni difl'e•·iscono poch ìssimo o quaf:!i nulla dat cor puscoli san;::uigni colorali. ma per la maggior Plrte Af•ariscono i corpuscoli del sanguo• dal campo vi;:ivo subito dopo Il l oro scolorimenlo. Que;:to tempo corr isponde alla IOiuzione dello stroma nel soll'ocianuro potas::;ico. Le ra!li principali delle atlera tiOIIÌ dei COrpUSCOli rOi"SÌ !"8ngui!l1Jj pr r lo influenza di una soluzione al 25 n. 100 d• -'olfoclanuro potas--ico sono quindi i seguenlt : . t• roropar sa di appendici n fot·ml' di olenli o a forma ùi
mora ;
~ rir.nlramt>nlo delle appenJici e trasfor mazione a poco a poco dei cor puscoli r ossi in piccoli p;lobeLLi for ten •enle tolornti;
:t- P&S!'Bggio della materia colorante nt:l mezzo drcoelar.te; -'• soluzione dello slroma. Tanto le forme pr ovviste di dentellature e p1 otuhet·anze, quanto le ;:fet•e color ate si m antengono pea' il solilo qualche lempo, laddove il passa,.,O'io di unn forma in un'altl'a lo scoloram l . o" . • . en o e ti discioglimento ùello s:Lroma si fanno mollo raptlnmenle. E qui d evesi nol at•e cbe lo ser ie d'alterazioni che si sono osscr vat"l sul sangue umano fresco per l'azi one
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llfVlSTA
del !'olfor.ianuro, ~i possono pure ver1fìcare nel r:angue ùe· flbrinato dPI cane e non !:>Oio net ~angue appena esh·altll, ma ancl1l' in quello che è stato tenuto coperto peL· l't giot·ni in un luo~o rr escn. Tali allerazioni dei corpuscoli rossi del sangu.- an•t!n~ou" nella stessa maniern aoche quando si fanno agire le combinszion i alcaline dell'iodo (N. H 1 1., ~. a l, K. l) in ::;oIn· zione al :!5 p. 100 La diO'erenza l>tfl solo nt:lla 1·npidita dl'l· l't>tft>llO in confr onto col !:<Oifocianuro di potassio. poichl> que~lo all'ello con le combinazioni ùell' iodo t'• ~.nu lenlo. L'a· zione delle analoghe combinazioni dt>l bromo ,.. del clor•' diflet·isce da rruella del solfocianuro potassico, non !"olo pet· la rapitlllà dell'azione. ma anche [)Prclui nlcnue fa:::.i sono meno d i~linte . Finalmente è importante il nolA l'C che le !'Cl· prt.tii'!'Cr ille alter azioni dei c01·puscoli l'Ossi del ~nagut:' hanno molta som1glianza con quelle che A. Rol!et a,·evn provoralo ('nn la sctu•ica cle ltl'ico.
Influenz& del mua&ggto snll& seore:ùone dell'ori.D&. A. BuM. - (Xeilsch. fur ldin. rn.ed., e Cenfl'alb. (ur ditJ med. tl'illsen.<~ch .• N. 2:>, Jfl89).
A cani di media ~Irandezza stati nel tabOI'S.tQrJ•) d• ,·on Bosch prevenlivamcnle cu•·at·izzali P sottopo:;li alla r·,><:pirazionc artificiale, furono nell'li ureleri introdntlt ••at..terl che, riunili ambedut> con un tubo biforcalo e•·ano po,..ti in comuu:caziono con uno branca di uno :<lretto tubo ad U, p1enl' d'acrrua. L't>nlrata dell'o•·ina nel tubo era re:;rist1·ata qrnllcamente p~>t' mezzo tli un galleggiante posto nell'altra bt'aDC'8. ao;;sieme con la pre ...sione sanguigna . L'e nh•ata t.ll 0.0-i~ CCI11 d• orina corrispondùva al ~olt evamcnto del f{alle~gianle rh 1 mm. P rimieramenle fu riscontrata la secJ'ezione dell'orina pe1' LO minuti, quindi pP!' ~l minuti rurono solluposte al 1tlu~· l'leggio nello s trs>-o tempo ambed u e Il' .•stremitu posteriori. poi un'alt 1•a pAtt1'<A eli 10 mirauti e cosi successh·ameule. LB <~eCI'ezione della orina o:u[ pl'incipio eea mollo piccola e fu aum{'n tata per· mezzo r:lella iniezione rwlla vr)ua ,(:'iu:::olllre eRlE'l'tlll d i 200 ccm. d'una solu;:ione al ~ p. 100 d i clol'uro di
DI Ai"iATOMII. E FTSlOJ.OGlA
aodio. In 9 sperimenti, durante il massag~io la secreziOne dell'orina fu aumentata di 1/t fino a otto volle, e questo aumento ru coslànte, mentre fu variabtlc l'influE-nza del massaggio sulla pressione sanguigna, di modo che questa non ai può consider•are come la causa dell'aumento della s el!rezione orinosa. Sopprimendo l'smusso del sangue nelle estre· milA inferior•i (allacciatura delle arterit- iltache primitive) non e in alcun modo impedita l'azione del massaggio sulla secrezione dell'orina. Se in vece si allacciano l'aorta disceudente e la vena cava inferiore immediatamente al di sopra della diramazione delle arterie e delle vene iliache o semplicemente la vena cava inferiore, allora il massaggio non ba piu alcuna azione. Poiché se dopo avere !1llacciato il dutto loracico nella cavità del toracr:,, il mussaggio r11ddoppia a ncora la secre;done dell'orina, se ne conclude che il sangue che giunge in circolazione dalle vene del membro sottoposto al massaggio è quello che agisce per fa re aumentare la or•imL E poiché, dopo avera .tetanizzato le ostt•emilù inferiori , il massaggio si dimostr·a ancora più ••ffiracr di prima, col"1 è molLo probabile che alle mater ie formate nel lavoro muscolare e •tuando alla qualità del san gue versato nella cil·colazione P~'l ma~sag!!io centripeto sia dovuto l'aumento ùella diuresi. Per esclu,dere la influenza ner vosa sui reni l'uronu divisi ambedve i nervi splacnici, senza che l'eiTeUo dluretico del massaggio si ar restasse. L'aulor·e pert\ crede con ra lf!One che questo punto non sia aucora deci.o;o, poich•\ la influenza nervosa giunge ai reni per· altre "ie, oltre quella dei:li ~pla.cnici .
L'&lterulone deU& mil2:& nelle febbri lntermlttenti e nel tito. - J. MALINL'I. - ( Virclwrù~ A rclt. e Ct>niraliJ. ft(r d re Medie. \i'issPn.teh., ~. 2i, 1 ''!l). Alla polpa della milza manca il s081otruo di tessuto connettivo fibroso stato ammes;:o flnor•a, come ptu·e mRnc·anr• particolar i elementi linfoidi o "loboqi. L'un ico costituente della polpa é la caratteristica ;elluln fus ifor·me della milza, che ~ll'aordinariamente contea llilo, unita alle cel lule vicine,
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lllVISTA
forma il lessutQ fondamentale della milza ed è la ~ola causa della oonlrattilità del tessuLo della milza. l suoi nuclei fortemente prominenti hanno vivaci movimenti ~:~mebcidi e formano una ca,·ità, nella quale sono ricevuta prendentlole dalle vie sangui~ne tutte le morte cellule del sangue ros~e e bianche. Più Lardi ques ti nuoloi !:'i sepurnno dalle loro cPilule1 le quali subiscono il disfacimento gl'tmuloso, rientrnno nelle vie s&nguigne ed appariscono nella circolazione rome corpuscoli bianchi del sangue. Le CPIIule della mil:ta si r·iqene· rano con s traordinaria rapiùita dal cemeuLo proloplasmalico che oongiunge tra loro le s ingole cellule. Questo ~i gonfia c produce una prominenza allungala nel cui mezzo presto ,i forma il nucleo. Quando nelle febbri iulermilLeuti una Sll'aordina ria f)ua n· lità di canute sang uig ne si disfanno tulle in,una volla, i nu· clei della cellule della milza debbono accogliere in gran copia gli a'"anzi di quelle. Ed t> infatli cosi , poichè in un'solo di quei nuclei, in uno clte era morto nel parossis mo della rehbre si trovarono piu di i :) cellule sanguigne. Tali nuclei hanno fino a 21) micromillimetri di diamel!'o. Questi nuclei cosi pieni sono la causa del tumore di milza nel primo periodo. ~el secondo periodo si ag~iunge Anche una abbondantissoima proliftrazione delle nuove cellule. Nel terzo periodo del tu· more di milza, questa perde la s ua slr ullura fisiol ogica. Gli dementi della milza cii nuova ror'mazione si arrestano nel loro sviluppo e prendnno quello di un solido tes~u lo couneltivo. Sono eguali le condizioni nel tifo addominale. Se non che accadendo in questi la degenerazione grassa in quasi tuLLi ì tessuti, anche nella milza, i nuclei delle cellule della milza <>ogliooo separarsi in maggior quantità da quelle e per l'otturamenLo delle \"Sne capilhm dan luogo a prccol,r tnfurtt.
DJ ANATOMIA E FIS(OI.OGIA
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-.ne alteru.loDl oada.verloh.e del sangue.- F. FALK.(Centr (l,/1;. Jt:ir die rnecl.
Wissensch., N. 25, 1889).
La fluidificazione della fibrina nell'interno deJ cadaver e accade nello stesso m odo che fuori delrorgauismo, nel sangue del cavallo pi~1 1eularnente che in quello dell'uomo. Pe t• esamill8re quali chimici cambiamenti subisce la fibrina quando si liquefà per la put~·efazione, l'u pos to in opera. secondo la proposta di J. Muo k, il seguen te processo. Il liqutdo det•ivalo dalla liquefazione deUa fibrina inne:;,tata con lìquido di pulrefazione fu filtrato; il fìiLralo, a circa ?O• C., fu saturato con solfato di magnesia cristallizzaLo polvet•izzato, nuovamente .fil~rato e il pr 2cipilalo lavato con soluzione ;.a tu ra di magnesia. Il precipitato fu sciolto in non molla acqua e scaldato lentamente fino alla ebullizione. La com pat·sa dell'intorbìdamento dimostrava la presenza della globulina. H tlllrato con l 'aggiunta di poche gocce d·acido acetico diluilo CU pure t•isca ldato; un deposi lo iìoccoso dimosLrò la pt•esenza dell'albumina d~J siero. 11 filtralo dal precipilal{) albuminnso tu acidiflcato con scido c:lor·idrico o saLul'a lo cou solfato neuLro d'ammoniaca. L'intorbidam en to dimostrò la p1·esenza del propeptone. Il fillrato da rrueslo precipilulo ru : (() ~ag giato con la prova del Biurel; [,) mischiato con nciòo fosrotunstenico; c) scaldato con Rcido nitrico. Con nessuna 1li queste prove l'u scoperto il peptone. 11 liquiùo fu m~'scolato Còl liqujdo del Millon. Norl l'u trovata la l.irosina. Fut·ono falli sperimenti paralleli con fibrilla staLa conservate nella ~licel'ina; dopo liquerazione della fibrina pet• la pu~re~azione, non s i l'invenne nè tirosina 11ù peplone; poCh!sstroa ulbumina del sier o, pochissimo propeplone, manirel!la la globulina. Un saggio del muleriale innestato primitivamente col li-
~ut~o di PULJ•efazione fu distillato, 11el pr odot to della distii&Zione, mescolato con acido nitrico fuma nte, fu ricet·cato ùt -
''Rno l"mllolo e lo sca toJo.
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RIVlSTA
Della reabtenza elettrica del corpo umano tn oon!UztoD.l normall e patologiche. - Dottori B. S1L\'A e B. PESCA· ROLO. - (Rioista sperimentale dij'reniatria e di medicina legale, vol. X V , fascicoli 2• e 3•).
Gia da qualche anno la misura della resistenza elettrica del corpo w:nnno ha acquistato una certa importanza clinica, specialmente perché essa, quando sia notevolmente diminuita, sa t'ebbe secondo Laluni patognomonica del morbo di Basedow, e, quando s ia aumentata, dell'isteria (Vigouroux). Ciò no ndimeno studi es alti sull'argomento ~d un mc, lodo facile per mis urare tale fattore mancano tuttora, poiché quantunque l'applicazione dell'elettricità alla lerapeulica sia relali v.amenle abbas tanza antica, solo recentem~nte si fece attenzione alla resistenza eleLLrica del corpo umapo. Finora nessuno .giunse a spiegare chiaramente e dq ve consistesse e percl1è s i comportasse in tal modo particolare, la 1·esis tenza eletll'ica del corpo umano, e quali fossero le ragioni per c ui io la lune malattie si fossero t1·ovaii, come nel morbo Lii Basedow, Jei reperti sin golari. Per questa l'agione gli autori cercarono di stuclia1'e rargomenlo servendosi di un metodo fisicamente esstlo e che peru1i~e loro ciò che non era riuscito finora a nessun altro e ciol• di misu1·are esattamente anche la resistenza eletLrica iniziale. Ecco il riassunto dei risultati speeimentali: l' La resistenza elellrica del corpo umano per la COI'rente galvanica, g rande in peincipio, scendE:: tosto prima rapidamente e poi più lentamente fino a raggiunge1'e, dopo nn tempo ''ariabile nei vari individui e nelle va1·ie malattie, un roioimo costante per una data forza elettro-motrice. :!' La t·esistenza elettrica del corpo umano dimjnuisce colraumento.re della fona elettro-motrice e della superficie degli elettrodi e vicevers a; è sca:-samente iniluenzata dallu pressione e tempera tura degli e lettrodi, un po' di più dalla temperatura del corpo, aumenlaJ1do colla temperatura di questo e diminuendo con essa. 3' Le interruzioni non banno no te vole influenza sulla re·
Dl .AN.UOHlA. B Fl LOLOGIA
liaf8nza elettrica; maggiore influenza hannu lo commuta:t.ioni, epeeialmente quando la supe1·ficie dei ùue elelli'Odi è· mollo ùi~ena, poicite la r es istenza d•minuisce specialmeule all'anodP.. , . La l'esistenza ele~lrica dt:lle varie pat•ti t!~ l cor po vat•ia col variare Jello spessore dell'epidermide, nonchè dalla sua magjCiore o minore rapidità ùi accrescimento, ed è in rapp<~rto col numero deile glandole sudortfere e i'lebacee: dove queste sono jn maggior numero e Jo\'e la c n lo è più spessa , la ~istenza é pur6 ~rande, e viceve1•,a: un accJ•escimeulo ra· Jndo d"ll'epidermiJe condiziona una diminuzione di restc;len.ta elettrica. e viceversa. Il modo di compo rtarsi d~>Ila resi:-leuza ei~>Lll•ica alla pa lma ella mauo ed alla pianta del piede è dtverso che nelle altre regioni: là infatti lu r esistenza è graude e r elali\'&tnenle costante. 6• Nella febbt· e, negli esantemi l'ropr io in cot·rispondenza .!ella maggior eruzione. m:gh obesi, nel diabete, uella l'Onvtlleeeenza ùelle malallie int'eLtivt-, ed in genet·e nelle persone a cute secca la resis tenza elellrica è g •·ande: invece essa è mmore e s i avvicina rapidamente a! minimo coslonte nelle persone atlh•e, a circolaziotw cu ta nea rigogliosa, che suo.Iano molto, come pur e nel m or bo di BaseJow. 6' N~n·i8leria non è costanlè raumeuto ùi resistenza l'ifllrito da Vigouroux; così pu re la Jill'ereuza di resistenza fra le due melà del corpo nelle emiplegie ed emiancsles•c, si organic.. (• che funzionali. nou si colllporta sempl'e e~uo.lmenle: non si può ammettere un· influenza delle variazioni della press•one endocranica s ulla resist~n.tu elettrica, ~ ne• ' Crsamenti plenrici non ha valore, quanò'ancho esista, la differenza di r esistenza fra i due toraci (aluwno dal loto ~e m..iotico). ~ell'ascite io'·ece la resi~Lenza òellt• pa1'cll dell'a·idome ùiminmsce dopo lo svuotameulo dd liquido ascitico. ; • Gli antipiretici, abbassino o no la ltHnpuraLut·a, pl'O ducauu o IlO sudori, nel febbricitanlr· cou1e nel sano, hanno J>t!r effetto una l.bmjnuzione della resisl~nza elettrica. ll bagno diminllisce la r esis tenza elell1·ica del febb• ·iciloole 80 0 ~ quando ne diminuiscr la tempPralura, non lta influenza e~~.tenll' nel sano. La pilocnr pina, prorluca 0 no sudori, m-
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IUV1Sl"A
duce una dim111uzione di'Ila rettislenza elettrica del corpo per la correnl~> galvAnica; eguale influenza hanno le pennellazioni di olio di seuape e le polverizzazioui di clo•·uro dì met.ile, I]Uelle in mino!' gr'Rdo di quesLe. L'abuso di Vt> ne •·e, di labt>cco, lu e mozioni , il tli~iuno di 2i o r P., lo stillO atmosferico, l'abu~o 1li alcool, l'alropiun. il nitrito d'amih•, la faradiuazione della c ute, ecc., non hAnuo influenza manifPsla sul modo di c01nporlar·:si della resi'-lenza elettrica. 8' Il modo pal'licoi&J'e di courporla r,.i •Iella t·e:-.t,..l•·nza cletlt•ica del corpo umano dopc> la cor•rente galvanica drpend e dalle naodillcazioni c he es!'o i11tluce nella epidet·mide: dallo stato anatomiro di fluesla, dre è purP intluenwl!t ullre che Ja!!li agenti ester11i (cause t•·uumaliche, l'r•·s<~iouì, ccc.\, dal moòo di c·ompot•tarsi rlel si!<lc•ma vasomolore ~i dev•· t'i· pelere la causa dei fenome11i che ~i osset'VAI\O soLI., que..::ti ra pporti nei ''at·i iudividui, nelle vArie rnalallie, e per ro:t.tone di va•·i rime~i. Non è •Juindi ve r·c, cl u~ la rnis uru del la res il' LenzA elellr·ica r-;c r·vtt a rapprost.Jn lat'ci lo s tato rlel ,jc,lema va«ornolore, nt> l•a importanza c.urni• Hico nel moa Ilo di Basedow. ru::U'isle t•ia, nelle affezinui endocrauicbe, Pf'C' ....s sendo 110 fenomeno lutto fisico, " -.oro secondar·iarnl'nle dipendente dal Si"lema va!:nmolore.
Snl potere di a ..orblmento degli orga.nl della oa.vltà perltone&le. - Comunicazion•· preventiva del p1·ot. PrSI::NTt. - (Ga:;:;el i a cLerrlì tJ.o;pf!fla/i, 1' !>elU>rnbre I H~··. La r apidità dPII!t scomparsa eli un liquido entro il cavo periloneale dipenclP da "variate conùi:dnni, quali, aò esempio, la qualita dello . o<>lt~~tz•· inielLale in ca,·ilù, e la pet·mPahilità delle vie d'AS!'\C)J'bÌIOCO lO. NPs?>uno ha mai peu~ato rruanla irnro t·LAuza abbia il "apere se gli organi dellu cavilli. per·il.,nealt> posseggau11 PrWrgir.o potere a~sol'benl.- : dal lavot·o cht> l'autore ha iulrllprP"O lale irnportanzo i· messo in e"iden~a. Le vie Yenosc della cavita perilone aiP hanno rappnrlr Jif· ferenti coi ::rt·c~si tronchi vcnosi; l•· une vanno clireltalller•le
DI A~HO)JLA R f'JSIOLO(ìl.\
60 t
ttlboc:eaJ~e nPila cava ascendente c nelle sue diramazioni
(tloe delle pareti), le altre rormano le t•adici della porta ('118118 di alcuni orgatli).
Ora l'autore é riuscito a dimostrat'<' t hc le ampie superfteie degli or·~ani, i quali hanno il ><istemu V(moso in intimo rapporto colla vena porta, possono attivamente e~sorbire, e da ciò lral'SC la conclusione della ma!<sima irnporLauza pra-
tica, che cioè ogrti ostacolo alla circolazinnc pot·ta le dà come conseguenza non solo una esag-era1.ione nel trasudamenlo, ma anch" unu dimi nuzione al polet·e Al<~o rbent.e Jegli ot·R&nl ca \'Ìluri. l'autor•• ha comincialo a saggiare il potere a~sorbenle della milza, •·ssendo questo l'organo clw piu si pt•esta a lal genere di r •cerche, perché essPndo mollo lassi e lunglu i legamenti che uniscono la mil1.a ag li organi vicini , essa puo m&are fuor1 della ca vita perilonea le, tumza che una sove rdue traztone sui va~i splenici possa es~<ere di oslacolt' al libero circolarE~ dei sang ue. lmmergenclo cosi tu milza in divot'sc ~oluz i oni l'autm·e JlOié eon!llalnre evidentemente il potere as!'o rbente tli qoeslo organo IIP<'Cie per le soluzioni di sostanze crisLalloidi. L'autore c1·ede rlte questf' r icerche Abbiano imporlanza per la spiegazione di alcuni falli che si O"Servano nell'idrope a~cite. Fino ati ora la teoria clas-.ica dell'tdrope a sc1le faceva dipendere lu fo rmazione del liquiòo dal fttllo ~he l'ostacolo alla circolazione portale determina stesi c• tras udamento nlt~ver$0 alle par•eti vascolel'i: o questo r•imane il fattore pi'Ìnetpale. Ma dai risullati di queste r'icel't\hC ne viene che al ratto ()elJu. esager azione del lrasudamPnto s i deve aggiunJtere com~> l'ausa palogenica •m alli'O fattore: la rliminuzioue 0 P~rdita totale del polPre di as sorùime nt.o di alcuni organi C8\'tlari: milza, re~at.o, tubo gastro-enterico. Provata infatti lti facoltà assorbente di tali or·aani si può c:'nehiurlere che la scompar~a di un liquido del~ ca\'rtà perttor~eale ù determinalo da due rattol'i: dal cessare o rallenlet~t del processo lrasudativo e dRI t·i pristinarsi del pol'!re 8l!><orh · en le da parte dell<' ' allt·<' vto a rt uestn funztonl' dt•put.ate l • . 1\'h! vtscerah). E queslo seC(•lldo fallore, che per
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RJVJSTA
que>lle ricerche viene messo per la pr•ima volla in luce, pare debba essere lenulo d'ora in avaoli nel debrto cm.to lu allr a nota verranno pubblicati i risultali negli esperìmenti falli sul fegato, dove le condizioni di circolo soco speciali, e sulla parte che ha il sistemo liofntico e ;,an~uigno di <JIIest'or gano nell'asc;orbimenlo delle vario !'IOSlame.
Influenza del cUgiuno sopra il glloogene del fega.to e dei muaooll. - Ricerche dt>l dott. VrTTORro Auu.co. (Giornale della R . .rlecaclemia medica di Torino, apr·ile e maggio 1 89). ~o n é ancor·a beo decì!:o se il fu o go di ror·mazione del glicogeoe sia unicamente il fegato o ·e anche t!li altrr orgarn e tessuti, nei ·1uali si Lt-ova del ~lieogenB, o-iaoo cApaci di pr·odurne. Alcuni lìsiologi ritengono che il glicogerw che esrste nei muscoli, pr·ovenga dal magazzino comune, il regato; altri invece pen~ano ch e i muscoli stesRi Rb!Jiano una funzione glicogenica. Gli argomenti fu \'Ore\'oli a quest'ultima ipotesi fJOO mancano: si trovò del glico:.rcne nl'i rnuscoh dell'embrione pl'iwu ancor·a che fosser o compor'!-'i i primi rudimenti del fe:;rato: si constalo la pre~enza del !!licugene nel proloplasmo contrattile di alcuni mixomiceli (A ethalru111 septicum): si l'iconohl•e una differenza nel m odo di r eagir·e del glicogene epatico e del glicogene mu~colare ' 'erso lo iodo: nelle l'aoe private d~l fegato si riscontrò un numenlo di glicogene nei muscoli in segui to alla ~omminis lrazionc di zuccber·o d'uva. D'nllra parte vi è un fatto che pal'e iu dìsaccor·Jo cou t.ale modo di veder·e. È gene•·almenle ammes~o che ne!!! i animali tenuti nell'astinenza scompare prima il glicof!ene dei utu"cofi e piu lat•di quello del t'e~alo. Ln soluzione di tal" qut•sito si collega iutimameutu con quella di un altro quc"ilo che J'i ;watda da vicino In t•nnL•·azit~ne tnusc:olar e e che si riCeriscc alJa II&Lur·a òeU~ ~oe;tanze chimrcbe, lr quali vengono consumate da l rnu:-:cnlo cht' Javol'a. Se è vero, come pare dimostralo ad eùd ... ni'.a= che ueJla
DI .4.NAT0 ~ 1A E FISIOLOGIA
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coatrezione muscolare veuga consumalo del glicogene, se é vero che il glico~ene, secondo la doLlrina di M. Traube (186i), eia la sorgente diretladeUa forza sviluppata dai muscoli, sarà pure necesstario, si dice, che il glicogeno muscolat·e goda di una certa stabiliti\, dl una certa r esistenza e di una certa indipendenza dalla alimentazione, in modo cioè che non abbia a subir(• de,lle vat·io.zio·ni lroppo gt•andi e tanto m eno a scomparire troppo rapidamente. La questione però era anc01·a contro versa. Ora dalle ricet·che l'atte dt>.ll'aulore sopra colontbi viaggiatori risulta assodato che nell'astinenza anche assoluta il g licogene muscolare scompare mollo più tardi dPI glicogeoe epatico; mentre il fegato al 2"-3" g io rno ùi digiuno non presente più traccia di glicogene, i muscoli ne contengono ancora delle quantita p osabìli talora perfino al 13• g iorno. Dalle stesse ricerche si può ricavare anche la conclusione che il glicogene dei muscoli scom pat•e esso pure in un periodo avanzato di inanizione e che allora l a temperatura si abbassa di 2-3 e piu gradi al disollo della media. l risultati eli queste ricerche sono quintH favoeevoli alla dottrina che ammetti' JlOters i formare del glicogene ne i mul'COJi Btessì.
L& causa dt~l diver-so modo di comportarsi dei du e glicogeni nel digiuno può, per ora, solo essere sospettata; ma sarebbe a~atlo premfllura ed arrischiala ogni ipotesi, fin o a che non 51 abbiano nuovi fatLi che autorizzino ad emellerne una. . ~munque s lia la cosa si può però investigare donde venga 11 !,!hcogene che acl un periodo cosi pL'otratto Ji Jigiuno ~i lrt1va Ancora nei muscoli. DPIIe due dol.lrine sopra l'ori:zino del g licogene ' tuella cioè de•U'a111"dr1'd c e quella c!:e sì potrebbe chiamare proteica ' , pare che hl prima non possa enlJ•are in questione, giacche non si saprebbe dove il muscolo posr;a att co ra trovare degli idrati di carbonio a tale epoea dell'as tinenza per lrasformarli in l'tlico~en~. La seconda in vece, che ammeLte provenire il glicogene . aglt albuminoidi <.1-ell'organisrn.o, i quali si scompoerebbero sn due ~ruppi, uno n iLt•ogenalo l'altro no e questo saeebbe il generatore 1lel g l'tcogeae, c(}rlo è ptù . accetlabiln. '
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RIVISTA
Sul nucleo epUlaa.rlo femorale. -
Prof. GroELE Fu..OMUSI· ( Rivista .~perinw~tale di fre,Litilt'itt e di merli· cina lenate, vol. X v, fascicoli 2" e 3°).
GuELFI. -
Fin da quando ti Béclar.l nel 1819 annunzin\'a l'esi~tenza iu fcli maturi di u11 punto os~eo IICII'epifìsi inl'~ t·tor..- del femot···, tutti gli aul.ori hanno considerRlO questo nuclr>u come un Importante criterio di malut'ilit. Pero siccome eia un lato Il nucleo o;:;seo può esistere anche in felì immalut'i e.l esisle anche in òamb111i che banno ,·issuto extraulet•tnarnente. e dal· J'allt'C manca d'ot•dillat·io in reti immaturi. P pun maocan• anche in bambini che hanno vtssuto oltre lfl nasctta, così lo questione è essenzialmente mollo com ple!lsa, e la mancanza o la esistenza del nucleo :;:j presto a moltPplici intet·preto.zivnì TuLla\"ia sembra che taluni autori. dimenticanl~t que..;h diversi pu~li di ' 'ista, abbiano dato a (juesto èrilerin 1111 valore: troppo esclusivo ed esager alo. L'imporlant.A mudiclt·legale del l 'u t·~om e nto, e l 'oppor l u11i tù di esami ll6 t'e la que'ILinne anche sul fondamento di alcune os!'et'Yazioni futte, e di lrat•Jul corollari no:~ me<>si bene iu cltaro da altri e tli grano/e ulilitù pt•alica, <'pinl'ero l'autore n trattar<' la que;:tione nel pt·r•>'ent•' la\'oro. da cui .. , possono dedurt·e le ~eguenti <'nnclu<.ionr 1• La tnancnn7.a del nuclt!O osf>eo pet' Sl' solo si pt·c~ht ad ammettere \l un feto immAturo, o un ft'to ma.Luro. o un bambino che, 110to maturo od immatut·o. abhia \'Ìi'sut' rltl'l' ln nascita. 2' Non e dìmo:,trata COli <~icut•ezza la Jll'eC\lf'l;l e:<-t~l~ll/.8 del nucleo osseo anche iu feti di R m esi. sebbene nt~tla l"i np· ponga ad am mcllere questa possibilita. 3• Per<'hè i l nncl eo o!'seo sia segno di mulur·ità. nun ~ne· ceco~al'io che il bambino na.:.ca 111orlo; può avet·e IJUo·sto ,,t<:"SO valore Anche qunndo nas<'a \'i\·o: è nece'<sario mell·~rè 111 t'li Ilporto il nuc·leo o!'seo con lo stato dell'o tohclicn. 4° Se da un Ialo l'omb~liro non ha ~ub'tlo alcuua 10ndifì ~ cazione, o ne hu !'lubtle oli tali t'lte t'i velano appena .}- ~• :!iorni tli vita exlra-ul"'rllla. e ùAII'allrt) il nucleo O!'seu rno::-lra un d•amelr'ù di :; mm., si può Yet•nsimilrnentc nmmt>ltt!rt> ··he il nurleo esisteYa Ail'.•poca della nac::cit••.
DI A~ATOlll.\ E Fl IOLOGIA ':f Se da un
lulo r ombelico ha subito tali mo•lificazioni
che rivelano 4·5 giot•ni di vita e'<tra- uLerioa, e dall'altro il nucleo osseo mostr-asi appena occt') llm,lo, clall1• larghezza di 1 mm., sono egualmente ammis!<ibili le òue ipotesi: o che d nucleo osseo e;;.isleva all'·~l'oco della naH'ila o che non eli leva. 6• Queste due ipotesi sono egualmente ammissibili, se 11 nucleo osseo abbia 2 mm. di diametro, o lo stato dell'ombelico mostri più ù• 10 giorni eli vita extru·ulel'ina. i• Un nucleo osseo di 8 mm. di diametro, esso solo, lasc1a eonehiudere con probabilitu alla vita oltre la nascita; e la probaMlità dh•en ta quasi certezza, se oltrepassa i 9 111m. di dia-
metro. 8" In ogni caso, la resistenza del nucleo alla pulrefazionu non giova per nulla nel ~iudizio sulla matur11a o meno del
reto.
RIVISTA DI CHIMICA E FAR)tACOLOGIA Do....nto del bloa r bona to dl soda nel latte. llcienti!lque, :3 agosto 1 ~9).
(Reoue
La sostanza più fr~quenttlmente usata per rita1·tlare l'acca~h&1'8i del latte è il bicarbonato sodico, e, ad accertare la pretoenza di questo sale, se ne fa la ricerca nellu ceneri residue 1
lella calcinazione del latte. i\la, osserva il sig. L. Padé, in una nota presentata all'Accademia delle :;cienze in Parigi, ;•~Ila ~ed~ta del 29 luglio u. s., dllJ·aote l'incenerimento, circa ' ue leJ•z• del bicarbonaLo sodico ag,..iunto per reazione col fo,.falll <'alcico del Ielle, si curnbian~ in r~sfuto sodico t! in carhollalo · · . per detel'mmare . e qumd•, esattamente la . . calcaco, 1111 ~u~ .~ del bicarbonato alcalino, è nece~!'Eario dete rminare 8 caluutà delle Ct>neri e l'acido fosforico che esse contengono. All'uopo, il sig. L. Padé consiglia di pl'OCedeJ'e nel modo
llelo!'U•'HIP.
-
60()
IIIVlSTA
Si evaporano a secco e si incenet·auo 25 CPnlim,.lri cubici di !aLte; si determina rolcalinità delle• ceneri mediante soluzione titolata deciuormale ù'acido solfot•ico; il volume occorso della soluzione per neu tralizzare questa alcali nita, espt·e~"tl in centimetri cub:ci, st moltiplica per (0 gr.. 0081- X 4), O$~ta pc t· O g r . 033(1, c il proJotto rappresenta la qua ntità dt-1 bicarbonato sodico non trasformato, contenuto in 100 eme. di !alle. P er dosare l'acido fosforico, o per meglio dire, ti bicorbonalc· soòico che s i ,-. l!'as formato in fosfato, si pre pat'll colle ceneri di altri 2:> eme. del latte• una soluzione aequo!':&, clw st uea· Lralizza e, poi, si addiziona di 2 eme. di una soluzione debolmente acetica cl'acotato !:>Odico a 10 p . 100. Il dos11nae11LO si ef· fettua con soluzione d'acetati' uranico litolato in mudo che l eme. di essa corrisponda a O gt•., 01 di biearbonalo sodtco per 100 eme. di !alto, valendosi, pet• indicatore, deila tintura di cocciniglia. oppur e t·egolandosi colla pro"" del tocco al fer•·o-cianuro polas::;ico.
Saldatura e rtparazlone del va.•l di platino. - (RePue seienli{ique, 2ì luglio 188!1). I vasi di platino di cui ci s~rviamo nei labot·atori. dopo un certo tetnpo che sono in uso, presenta no dci piccoli t'ori analoglti a puntur e' di spillo. Si possono 1·iparare m ediante un filo d'oro e il cannt•Uo fe•·rutninaLorio a gas id••ogetH\ ciò C'ltC per altro richiede molta de,.lt•ezzu. Un inglese, il si ~. Pral~ ebbe l'idee. di !'.'ervit·'3i a lolo scopo del pet·cloruro d'oro, il quale. sotto l'a zione del calore, si lt·asfol·ma in prot.oclot·uro P posCJa, a più alta temperatura, perdendo tutto il cloro, ::i riduce in oro metall ico. Ecco t! modo di oper·are. . Si poue 'luolche rnilli~•·ammo di dMurn d'oro !'EUI fort>lhno che ;:i vuole !'laltlo r e, si scalda si no a fusione ciel sale. ,·erso 200' C. Conlinuaudo a scaldare, l'oro r idotto --i df'pon" ollo slalo solido. Si spinf!e allo ra la fiam ma del cannel·lo ;;:ul rnndO del vaso sopra il punto da ollura•·e, e ollien;;:i una ~ald11~ur~ buonis<~itna. Si t·ipete pilt \'Oite l'operazione c la riparaztOilt {> Ila.
r,,
1)1 CHi MI CA E FARMACO LO GIA
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Questo metodo permette di evilare Ja principale difllcolla della saldatura ordinaria, che é di dover tenere il filo d'oro ilivariabilmente nella esa tta posizione, iu corrispondenza dei fori. Deoompo•lzlone elettrolit loa del cloruro dl •o41o. Il sig. N. Beeke~olf, s tudiando sotto i1 punto di vista teorico la decomposizione elettrolitica del cloruro soùico, trova necessaria una forza elettro-motrice di 4,5 volls, e con convenienti calcoli, valutando il pl·ezzo del sale e L. 18,:'5 la tonnellata e quello del combuslibile a L. 9,fl0 dimostra che con una spe!<a di L. 77.3::. si otterrebbero 332 kg. di sodio e 497 kg. di cloro. Una ~olu~ione prallca della questione avrebbe molla importanza industriale.
•u•o metodo volametrioo di do•amento dell'argento e ltl merourlo. - (Reone scienlijlque, 10 agosto 1889). La chimica già possiede metodi volumetrici eccPIJeoli per il dosameuto dell'argento; non cosi per il mercurio. 11 nuovo metodo lr·ovato da] sig. Adolfo Cal'not può, al contrario, applicarsi con un'esattezza pressochè uguale all'uno o all"altro di r'JU~sti mt~lalli. Esso è fondato sulla insolubiliti.t dei ioduri d i argento e eli mercur·io in una soluzione azotica, a cond izione però che quest.a soluzione non cor.lenga ioduri al1:al ini. Il ioduro di potassio che il sig. Carnol adoper a come realtivo, si versa a poco a poco nella soluzione acida, lìno a tanto che l'amido, che serve come indicatore, sia coloralo dal iodo. l.a me~sa in libertà di quesrultimo i• dovuta alla presenza di una pr?Po•·zione assai forte d'acido azotico e, prefer·ibilmente, di acsdo contenente prodolli nilrosi, come è quello che sia staLo ~'~posto per qualche tempo alla luce, nella s ua boccia. Il ssg. Car noL s.oggiunge che si potr ebbe raccoglie re e pesare il ioduro d'al'genlo o il iodur o di me1·curio, ma r·itiene prefer·ibile adoprare il realtivo in soluzione titolata e misurare il Yolume che di es~a s i sllrù il'npiegato per la pr ecipitazione.
t.ì08
fllVlSl'A
Il processo suindicalo è egualmente applicabile al do~ mento volumelrico del lallio, ma la precasione m questo caso •·· minor e, formondo il lallio nella soluzione azolica un iodut·o gtallo un po' meno insolubile di quelli di ar!!enlo e òi mercurio. L'a.nallal dell'urina oome meno d1agnoatloo d.Ufertll· zlale dell'latertamo patologico e dell'eplloaala. Da una noLa sulla nutrizione oe1Z:Ii islf'l'ici, dei doltori Gilles de la Tourrelte e Cathelineau, pubblicata nella Reoue scienti.fìque (LO agosto 1889) ricaviamo io pt·oposito i "ll!,menli appunti. Menll'+'~ nell"acccF:so epilettico si verifica un aumento notevole degli elementi costitutivi dell'urina, nelle manifestazioni patologiche dell'istorismo a vvtene il coutrnrio, e l'i osset·va: i• clio diminUJs;couo nell'urina il res!cluo Osso, l'urca 11 i fosfati; 2• che, dato il rapporto normale fra i rosfalt lert·ost e gli alcalini come l a 3, nell'attacco isterico questo a·nppoa·lo diventa sempre come 1 a 2 c talvolta come 1 ad 1; 3• che lo studto della cut'\'8 delle secr ezioni uranarie, pt•n· dente la durata drllo stato d'infermità, dimostt•a chela diminuzion e degli elelllenti urinari avvien e in pri ncipio, s'art•Psla poi ad uu certo limite e rimane stazional'ia, fino a pochi giorui prima della cessazione dello stato d'infermità, nea qualj s• ,·eri fica il g a'adualo J'ilorno r.li delbi elementi a quantità nm·rnale e, talvolta, supetiore alla nol'male. Gli autori suppongono che nell'attacco dell'isteriamo sta e"senzialll\en te in gi uoco l'ullivila psicl1ica, e nell'accesso epilettico invece l'allivila muscolare, donde la dillcl'enza nello proporzionalità delle secrezioni urinarie, avendosi in questa radicale differenza un utile elemeoLo pPr la diugno~a, unn ~emprc rncile, delle due malattie convulsive.
Dl ClllMI CA E FARM ACOLOGJA
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llocUioasloDe !Dter eaB&Dte dell'albume delle ova. La Reot.te sMeniiJlqu.e del 27 luglio u. :;;. riferisce che it prolll$~re Tarchanoll~ di Pie~roburgo, notificava alla società di
biologia di essere 1·i uscito ad una modiiìc!lzione dell'albume delle ova, che presenta un certo inlere>'se dal doppio punto •li vista teorico e pratico. Giu anni ttcldielr·o T ar chonotf a veva dimosll'a lo che r albuwe d•·llt• ova non e iden Li co m· Ile differenti specie di uccelli. Le 0\'8 di'Idi uccelli che nascono nudi, cit>cbi e, prima di un certo
tempo, incapaci di n utrirsi e di muOVt! I'Si regolarmente, contengono un'albumina che, pur- coagulandosi al calore, rimane trasparente, s'imbe,-e facilmente di fiCqua aumentando di volume, ed e di t'acile digestione. Tali le ovn di passeri, rondini, corvi, gazze, piccioni, nsi~noli, frin~ue Ui, ecc..-\. quegta qualilil di albumina, che ''Uolsi utile all'alimentazione dei malati, Tarchanoff volle ùare il l'Iom e di Tata bianca naturale, qal nome famigliare 'l'atrt di una sua tl~.tliuoìa, che, essendo ancora bambina, ,-enne un giot·no dal J'f!dre a lagnarsi perché non riuscivate dr rendere bianche carte ova di r ond ine che sta'a cucinando per la bambola; ciò che fu occasione allo studio che fece poi Tar chanotr della que~lione. Ma, perché quest'albumina si coaguli restando trasparente, e nece!lsat•io che le ova siano fresche; aitt·imenti, col tempo, 0 per la co,·atura, r albume si modifica e acquis ta i caralteri di quel111 delle o va di gallina, che colla col.lura diventa bianco ed opaco. In proposito Tarcha nolf tr·ovò <·l1e tale modificazione "uceede per mtluenza del LOt'lo; eli minato questo, Ja modiiìcaZtOIJe più non avviene. Per altro, il punto più inter-essante di queste ricet•che e ùi es...oere egli riuscito :a trasfor-mare l'albumina delle ova di !!al~~~~ .in modo cla acquistarle lo propri età di quel la delle -~va e.,h uccelli che nascono implumi. All'uopo bastò di trallart: le 0\'8• intere col l oro guscto, . con so luztonJ . . d.r polassa o ur.. oda tausLiche. 1
;·alb~mina cosi t t'asformala, che per analogia deuoroinò
T, uu btanea artijlcìale, oltr e alressere somiglian lissima alla
uta natur11le, ha :nure m olta somiglianza coll'alcali albumi39
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IIIVISTA 01 CHiltiC.\ E FAR)!ACOLOGI...
nato di l.rber~hiin. Seccata e r idolla in polvere, :-i conc:prva lungamente inalterntn e conll<'oe cjrca t;l p. 100 eh azoto; "' goulìa nell"acqua fino a 25 Yolle il pr oprio >olume. e porci<' ..., imbeve pure con ra cilitil clei succhi òigesti\·i P viene a~l'\'nl menle digerila. Es,.;f:udo del Lutto insipida, puu me«colarsi ai cilJi e alle bevande (taffc , latte, cioccolata, N:c.), e nc:nrsi a modo di semmolino nelle divcr;;e miue>'Lrc·. lo uua paroln, "l!· condo Tarchanotr, può rim piazzare uell" alimenla?.ione, la cat•ue ed altri alimenti azotati. P mi anche e!"serc· consernlla solto fonna di ma--sa ~elati no~a. leoendola denlr·o ulcole a 40° C. In questa for·u•a può "en u·e nella confezione di gelali ne nutrienti. ba~tantlo all'uopo di far bollire la mas!'a gelatinosa da 1/ 1 d'ora n 1/, ora IlCr eaqcial'ne l'alcole c di porla a r jgonfiare iu arqua calda Dop0 2-t. ore il gon fiamento i· completo e'la gelatinA ... i IH'OmaLizzn !:'Ccondo i g usti. Pa•·ecé hi medici russi a vrebbero fatto espe rinwnti sul ve· lol'o nutr·itivo di que:-Lo prodotlo i11 per!:!one sane e molate, con risullali assai favorevoli; quindi la Taio birmca in po!l•arv potrebbe r endere nole,·oli Sel·,·izi in tempo Ji ~uerl'll n uei viaggi. stante la sua ricchez1.a in azoto e lll sua •li)!eribilita. sarl'bbe del par1 un alimento indicato nella cura elt~i dia· belici. Comunque sia, n<;sen·eremo noi. l'importanza praticA dellll scoper ta del sig. Tarchanoff, per quunto t•iOetle l'anw'ma nulilnrt', appar·e assa i .i ubbia, perché difficilmenle la pt·otluzrone òellP ova potra cresccr·o n tal punto oltre l'ordinarr" l'OilSU III0 , da permetter e la produzione industriale su "a"'tn -.calu ri~Jia
Tata bianca artificiale.
li li
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RIYI~TA DI TELKILAESERVIl ... lO M~Dim MILITARE The medioal and aurgtoal hlstory or ParL 111, vol. l. - .\ledica! Histortt bei11g t/te thi7'd merlù:al coltwte. - Pt·epared under the dir eclion of lhe Surgcon-General, United S&ales Armj· b~· C HARLES S)tART, Major aod Sut·gcon. Washiugtou,1888. - (989 pagi ne con molte la voi•~ grafiche, incisioni io legno, lilogratìe e rotogt·alie).- (Deutsclte .li ilitàrnr:tliche Zeitschri,{t, numeri o, i, 8 e O ùel '18RO). (Con tinua;. nPdi fa.~eieolo preeeden(e).
So)f)IERDROOT. -
a. War ot the B ebelllon. -
La scarlallina comparve in generale Mllauto sporadicamente. La mortalità degli ammalati r·a g-gilLO~e nelle truppo bianclte pt:r vaiuolo 3 ,5 p. 100 (l<70-71, 5,7:l p. 100), por morbillo 6,2i p. 100, pe1· scarlatina 1,7 p. 100, per ri~ipola 8 p. 100. Smat•l ritiene la prima cifra come troppo elevata in llflgtulo a diverse fooli di errore, o da 1JG6 eMi e~atta mente registrati calcola una mortalità di soli 2:J,fì p. 100. Il rapporto col fonda mento dt~i suddetti numeri conviene ehe l'armata dell'unione non era abba~tanza protetta coutro Il \'81Uolo, sebbene le Army-Regulations prescrivessero la imhtediata inoculazione di tutti gl' iucorpot•ati. Ma dove i corpi di truppa furono realmente inoculati colà manc1'! pure il \'8' IUoao. Lu comunicazioni cliniche sul cor~o, la cura èd il r eperto uecrCI!.<copico sono scarse e non offrono nulla di pat·ltcolare. Sono invece interessanti i lenla~ivi fatti allora per PI'Ocurarsi una provvista di vaccino facilmente lt·aspol'labile. St servirono per•ciò di croste (da !"le111pr·orsi m•lla gl icct·ina. per adoperarle) proventenli per la mal{~ior parte ùa pu"tole ~l bambini vaccinati, erl in piccola parte Ja pu!>lt)le di vitelli nocululi daidolt. C•dtel' in Massachu;;;ells (parimenti con l inl~t
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RIV ISTA DI TEC~I CA
umanizzala). ~Ient1'e nelle ar111ate dell"esl l"urilnO co,.\ inoculati llìOOO uomini cou successo e però -.euza dRnnose concomitanze, nei dipartirne11li dcll"ovesl si lntnentavano per tali concomitanze che si ascrissero in parte ad una coslituztone scrofolo~ od altrimenti mo1·bosa degli inoculnlì, ìn par te ad una contaminazione della linfa; ne inso1·sero delle ulcerazioni infeLte, suppuranti per mesi oJ infiammazioni risipelatose con gonfior e e suppu1·azione delle ghiandole ascellari. 'fUS e lù anche dei fenomeni siiìlitici, mentre non poteva essere impedita l'eruzione del vero 'aiuolo. .\noortl più frequentemente si manifestarono calti,·t t'isultati nelle moculazioni dA braccio a braccio; calliYi in modo particolar e e f1•equente sembrano esser e stati quellt delle armalo nemicl\e, dove per es. in quella del generall' Lee, al lampo della llnttaglia di Chancellot·sville, dovevano es:>ere ~~uoo uomini inetti al servizio in causa della vaccinazione. Coll'andar Jel temptl dive11ne sempre più chia1·o, rome al gJnr no d'oggi t' evidente in vista del materiale passabilmente primitivo, che la contaminaziOne del vaccino er a la cagione di tutti fJuesU acoidenti, ma che la Rifilide fu iooculflta solomente in casi isolati, e che in e;;!<'i eJ'8 sempre congiunte una gr osso· lana negligeuzo. Si 81'8 però semp1•e meglic prellluniti coulro tl Yntuolo che <.:ontt·o il morlJillo, il quale ha inlàlli arrecato maggior pre· giudizio alla capocit~ di combattere dell'armuta Jeli'Unione 'del pr imo, sebbene di g r an lunga inferiore n fJ.Uello dct con· fedel'&l i, d,we • il morbillo diminuì la for za elfell•''ll p-·r modo, ed in campo !'i mostL·ò cosi pernicioso che compagnie, battaglioni e persino inlleri reggimenti dovevano e::sere telll· porariamente sciolli, e la truppa mandata a ta;,a ~la an· che nell'armala dell'Unione tutte l e nuove truppe fuJ•ouo in· felle, e l'epidemia, il cui acme. tanto nei l'eggimenli bianchi. come in quelli di colore, cadeva nel primo 11nno della loro formazione (conft·onla l 'antecedente tabella), decadde !'Oitlmente nella seconda m età della guena ; nt>i pruui fu l'leo· noscibile un l'egolat•e decrescimento nei me"i eli eslnte (c~· sazione del viver e amma~sali), n ei secondi no. Quanto 10 ~~ giore er·a l'a tfollomento, tanto più gra vi eran0 le molallte,
E SEl',lV!ZLO ME.DICO aUUTARE 1iiJI'fcc:1 Jo~;e di certo esclusivamente per te complicazioni e le
morbose (principalmente polmonile e tisi); i casi molto gra,,i decorrevano con esantema di col0r porpora tCUro e coi segni di congestione verso gli Ol'{:tani intet•ni. Qualche volta sì aggiunse l a rneningite, mollo frertuen te fu la complicazione colla risipola, rome pure con malattie ocu · Ieri ed affezioni rlell'oreccbio medio, più rari l'or chite e l'ascesso allo J)SOas. Il relalore ossen·a ragionevolmente clu; la igiene moderna possiede nell' i.òolamento e nella dil"infezione rnezzo sufficiente per evitat·e in a\'\'eOil'C simili condlrioni (1). La scarlallina fu, come insignificante per l'armala in ca mpagna, ben presto finita. All'incontro uno sguardo alla !"llltittica mostra che la J'is ipola, nlme no n elle truppe bianche, COli come i\Jnorbillo, sorpassò per il numero de(l'l i ammalati il v&iuolo; essa f'u piu freqnenle all'ove!'ìL del tealJ'f) del ln
tlllerra che all'est, si nell'inverno c he nell'estate. f11 un cer Ln numero di casi si tt·altò della t•isi pola da fer·ite, ma Il ei numtro maggiore della cosl detta t•isi pola iuiopati1·a, " rruasi esclusivamente. di Fisipola al capo, la cui 1ras1nissibilila er" lndubilabile, ma venne più evidentemente pr()vata nelle Sltl· zioni cltirurgiche, che in quell e pe1• malallie iul!'l'riC. Poiché I!Oiamenle il .t p. 1000 dei feril i contrasse l a ri sipola tt•au matrca (lounderusipel), meulre per es. fra 40 casi e;,;attamente re~istt•ati di ~enerica risipola al ca po (kon/'ro;;e) ;;;olamenta 1!J at•ri\arono dal di fuori. m a 21 si ammalarono nell'o~opeùale, e quindi non erano stati a1Jba5-lanza preseJ'vati. contro l'infezione. l sintomi ùei casi benigui furono gll ordmarii,·t'[uelli più gra,,i erano ra rallet·izzati dalla rapida lll Stuomj• il mnrl1illo .dNnina epid,·micament(• in Gl·rmaulu. cos1 u••ll'e.;;o•r"tito l!ennault:'o \1 ,. llll!lllh• d· l . . l ..... ·~ ·' 'llll!ere unn slmolo' f'Stenstnno• t11•l11 nwl:lllia, J'Pt'Ciw il - l f lur num•·ru de"i' t · · • • .... ~ ntCOt'Jìt•r:)ti (S('o'nttolo iJ cuulJllllu 111 un r•,•g;::mt>nln ferm....n rtrrn '"' 1111'·• 1t l') ha J..'I:L .. . l'vili avuto 1;1 lllalalii:o nl'll~ Ulf:u tzia. Ne• l Nm•d-.\m~t·ir:'l 111 #ro : uraudo• ~Jl!•lo•mia lllnt'billosa dnmin•J (ser·o•uln llirsrlt , Jfistorisch-l.eol'•.: (~Cht Pal~tlO(Jir, :!• eùiZiODt•, fl:ll:(. 114) ll!'gli II IIIJÌ 1816 t' !847; S(l dr• l )llt:II'PIIIo 1 n" o! l•nnrinlo del 1860 non nH·s>" :ovuto luol(ll llll{t :.:r:l \1' inva.ilono oi t r 1111"• ~=•r~loll•' ben • · · cl~f lo• ll'IIJ'I Ii• dJ lllll bo•fl uo,l )o• Jtrll'l l li~JJ11 , ' sp·t~gn b"ll t' 1aSIISI'IIl ll·htht~ ~th'rr,, •Il r·JhcllloJic.
6H comparsa del coma e di 1naccllie peleccbiali solto le quali si sviluppar ono Lalo ra focolai purulenti; i casi gra,•issimi comparivano con infiammazione del cervello e ùelle ·sue memb rane, o della pleura e del pericartlio, non di rado ':i era complicazione di difterite delle fauci come di polmonite. La r·isipola del tronco ot•dinariame nte du rava più a lungo e pol'lava nei casi più g ra vi alla suppurazione del tessuto cellulare soLtocutaneo, ed anche delle articolazioni. Come profilattico diedero buoni risuJtati i vapori di br·omo, per la cura si manifestarono utili le pennellazioni colla tintura di iodio. con soluzioni di nitrato d'ar gent0 e di l .irtttor
ferri. Fra «altre mala ttie miasmaLiche >} figurauo gli orecchioni con 48128 amma la li e 7'2 morti ÙUt'anle tutta la guerr·a. La febbre gialla poté felicemente essere ris parmiata come epidemia. «•La s ua assenza in New-O rl earl~ \ mentre q11esta citta era occupata da Lr·uppe del Nord, non acclimatale, si deve ascriyere alla rigorosa esecuzione della qunrantena per parlé del governator e militare geuerale Butler. • Io diverse localilà. compan er o senza dubbio esplosioni isolate, la massima parte in seguito a provata imp ortazione. Del r es!AJ il compilatore del ra pporto s i professa dell'opinione, che l'igiene odiema ha sufficientemente surrogato le 'IUa ranlPtle, una volla credule iildispensabil i, eolie is pe7.ìoni sanilal'ie e colla disi nfezione. Lo scorbulo, al quale è dedicalo un capitolo proprio, prima della guerra aveva avuto un'influenza così impot•tanle nell'ar mata dell'linionP, che durante gli ultimi 18 anni ne erano caduti ammalati annualmente non meno del 2fl p. 1p00 della forza. All'incontro, durt•nle tulla la guerra, ne sono regiiòlra li nelle truppe bi an cile 307 H casi con :38:1 ruor·ti (l ,2~ p. '100), ciò che corris ponde solamente ad una media an nuale di 13,8 p. 1000 della rorza (l}, un risuJtalo straot•dinar!amenle
;i) !'idht guen·.a di Crl111ea. l'arma t.:• (l'lUlC.lS•' ebb,• :ulcot·a ll\1 l'· tUOO dd l.<(N'l.' e l'iu!fltjSC 91,3 IJ. 1000 di sco,·b u lil'i nll 'auno. Ne ll 'a rmuta l•'dPsea in catnl•" nel· l'an nn i87G-H 111 ;!c ll(' a·n lr ltJ ~corb uto como m :o lal!ia ìwli(ll•udrnt•.' C•lllli'Dr~\t ~ollantn i~olalnrrwut<•.
E SEI\\'IZIO
~I.RDICO
lliLITAIIh:
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unicamente al nuovo r·c~;o delle sussistenze eman;;to poco tempo pr rma del principio della campagna sulla bal"e rl1 csp<wienze l'alt~ lino aDora e concedente abbondantemente , "'t:contlo il bisogno, carne fresca u legumi fr•eschi. M eno bene undò ,·eramellte la cosa per lo truppe di col or·e, delle 'ruali, durante il Lempo in cui furono adoperate ne ammalat•ono in media 88 p. 1000 della forza dell'anno ; le ra ggutm.Jevoli per dite dei confederali, ma specialmente dei soldati ùelrGnione clelenuti rra loro prigrnnieri, compariscono dalla tabella r•iporta ls a pag. 174. La descrizione delle malattie " da ritenersi come non miasmaticbe • comincia con quelle fra le olfozioui acute tlegU or gani r espit•atorii, le quali sono ra ggt•uppule come malattie ~che da ra ffredùomeò to. Questo ro~gruppamento i• appoggiato dall'aumento che si t'IPPLé re gola r·mente 11 l'i cinque anni della campagna di questo qru ppo Iii malatLie in geul!rale, eome pure di tutte le speciali ~ue ~u41divisioni (catarro, bronchite acuta, pohllonite, pleul'it!') nei rnesi d'invern o dal dicembre al marzo. D'interesse particolare per resercito ~et·m an ico è lo llogosi polrnonore. la quale l'n. sé nnn la pii1 frequente, pero la pia mortale delle malattie> do. campo immediatamente dopo la dillenterio erl il ti fo, mentre contemporaneam ente rapP1'8tenta l'affezione finale conducente alla morte lu 21.6 p. LOO dei morti per dissenteria e 6 ,:3 p. Jl.lO ùi •1uelli mor·li per tifo, 8 nel maggior· num~ro tlei morti pet' moJ·hillo. Cor11e molaltia 8 S«i est~o atU\ccò annualmente in mediA 27,8 p. JOOIJ della forza delle truppe bianche cd g, p. 101)() eli quelle di colore, ne morirono 6,21 p. tOOO della for1.a delle prime, 27,3 p. 1000 delle ~>econde; la mor talità de~li armnalol i sal\ a ~i nelle pnrne, & 3:l p. 100 nelle seconde {l ). - Sembra che fr•a i confederati la pneumonio sia stata notevolmente più fr equente che pe1· le l.ruvpe bianche dell'Unione, locche viene ellribuito all'abbigliamento ed all'allogginmonto difetto~i ; ma rra i pril!ionieri d'ambe l e parli menil piit dura stra ge r.he iiii'I• IA\ 'Il le_ il quale si deve cer•to
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RI\"JSTA DI 'T EClVC.\
fra le tr·uppe negre. Le ossenazion i cliniche m rApporto & questa malallio furonf" nole ,·o~menle accura te. Furono comuniCRli erl esallamente analizzati col reperto cada ••·r-i<.'o 3UO casi di polmonitE' primaria (lobare) t- i :H ca s1 ùi polmonite secondaria (lobular e). Al termine del capitolo Smart accentua ancora una volta cowe le esperienze della ~uerra amE'ricaue 1wrebhero pro,·alo, contea le nuove leor1E' cl e la polmonil.. !'lenta cnmplicaziom Sta da con~idero•·~i ,.,,nte una pu ra malattia da raffreddarnPnlo. La lisi polmonai'P ( 13i99 casi con 5826 morti), 111 1uale comparve principahuente come postu mo della polmnniltnlel morbillo. dcjla cliR~enteria, dell' ileolifo e :iella malaritt i• trattata del tutto brevemente, come pure il reumuti!'ttiOII('Uto o cronico. F1•a Il' malattiE' ole~li or gani digerenti i> dtl ;:egnalarP rit· te r·izia ratarrale che compa t•,•c con non me't1o di ìlfl!llt'&-.1, fra le truppr bianche, parte spol·adici. pa1•Le 111 e~pi•lemie locali (cosi' noJ 1' 'fHSdt•imes lr•e 1802 con 75 casi noi :!i' rc~ g i mr~H to Connecticu t). Sono inoltri-' notati HL20 C'R'-Ì Ùl nngO"Ì arnta tlel frgato. cl1e 21 :1 volte tt>rminò colla mnrtl', P"l' lo fHÌI pP!' 8"Ce!'ISO. Le rnalatlrè eh cuot·e furono apparenlemE'nlt- rar·e : til!Urano m.J t'apporto ('ome tali :~ì7X ca si, se ;,.i tien ClllltO. a!l'incon!ro, dei 106:1() ron!{edali per· Yizio cardil'cn. 'i d1•\·e per essi ll'&llni'O rii postumi dei 11-:)5~1 1 casi 1li reumaLi ...nH'~ articolare ac·uto. a-iACche !'PCOIIdll Da Co~ta. su :lO -.nlolall alfcUi da Yizio organico di cuore. 11'1 metà dei ca'-i Prn ol'a.;;rr · vers i alla l'lud IPtla malattia (in 6 In malattia preP"i-.tt'\'a al· l'iucor pora7.iOnP, i: erano po~l nmi di pneumoma. l ' i uJnrLillo, 2 dovuti ad ecce:>-,ive faliche ed in 2 la cau!'ll rtma· !'COnosciuta). rur" la piti importante- conqui;,.ta del11:1 .c-uo>rr/1 SU questo !\'Oggello fn lt"l :otudio di qnel disturbo l'un7inrlflie. il quale nn d'alloro fu subito conoo::ciuto solto l n••me di 'rrilaiJle hea 1'{, oppuN' Her:::mw~kt•l-ero.;c/"1fl.flLn[l ("Pt•~c:auwnto del muscolo car.t·a co). e fu ~pecialmente dal Da c..-.te, 111 ha!<,. a :300 o:~set'\'az ìooi fatte all'ospedale di Filo iellia. prt· · ci.,ato come una deboleua ir·ritabile del cuore chf' c(lmtn ·ia C(\ 11 acce!!!'i di palpitazione di cun1·e ed ans ie tà peecordtflle,
E SERVIZIO MEDICO Mlt.ITAIIE
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le ~~on un enorme accelm·amento cJel polso dopo le limitate fatiche , e conduce più tar.li all' ipei'Lrofla , più alla dilatazione. Alf incontro il chirurgo Taylor OIIIJ'VÒ ne~li spedali di Keokuk, Jo,, a , casi d'enorme dila· lazlone ed assottigliamento delle par eti del ventricolo destro. Ambedue le aflezion i furono g ia fin d'allora aLLt•ibuitc all'a f. lalicamento delle marcie, all'azione del bagaglio pesante ed oppriment... c<•me pure alla eccitazione fisica tluranle la hat· llglia r;;ulla circolazi one del sangue, principalm~>nte in mlirtari gia inde!Joliti da malattie ( l ). Ad onta ùi luLLe que~l<' inftuenze (Wt·lurbatrici del cuore le spontnoee rotture 1fesso sono se~nalate come fe nomenali, du ran te tulta la campagnn ne comunicalo un solo caso. F u piit frequente la rottura di aneut'i"'mi dell'aor·ta (5 casi). L'azione stringente delle coreggie dello zaino e del ciii turino fu specialmente incolpata di un certo numero di emot Usi e di ernie addominali. Ammalarouo per colpo di calore 6617 soldati biunchi, od In media 3 p. 1000 della forza all'anno, con 261 m orii 4 P 100, e 583 negri == 3 p. iOOO della forza, con :18 m orti 10 P. tOO 92 p. 100 tli lutti i casi avvennero nei 4- rne~i dal meg~no all'a gosto e pr·ocisamente 17. :!1, !1 ! e 22 p. 100. AlCUlle armalo ue furono specialmen te infestate; cosi quelltl del Potomac, ~ebbene costituisse soltanto il i 8 p. 100 di lulle Je truppe, nel mese di giugno '1 86:l offt·i il 58 p. 100 e nel maggio 186i il 51- p. 100 di lulti i casi segnalati . Questi f\\'· nennero di l'ado nel campo, quasi scrnpre in mar·cia ed era no la con~guenza dell'azione com hinala tli • calore. ~opraffa 1ietlment(J ed insufficiente pro,•vi~ta d'acqua. • Il calor e solo non era sufficiente giacché in sellcmbt·e esso era maggiore ehe in ma~gio. e 'Juasi uguale a quello di ~iug11o. Si lt•nltava l'er l'ouseguen;-.a di ciÒ. che i tede!òclti chiamano il~.~rhlar~ ~~~ 1 ~ 1 calore\. e non come le eccessive temperature esotrve
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Ci i X
lliYISTA DI TEC~JCA
l!ominaot.i in quell•• contrade (l) e la designazi~Jn e in!!l~e farebbero pr esumere, del Sonnestieh (colpo di solel, al quale corrispond., anche una forma clinica egregiAmente .te,crilla da smgoli medici di campo. Un a quantità di ollalmie sviluppa te~ i sulle cm-le tlell'Allun lico è atli'ìbuila alla azione dir·eLta d~i rag-gi solar•i ritte~si dalla sabbia biarwa e dalle ror·mazioui corallin e, rnfl rrancamenle ancor·a <ti più alla pol\"er e che conlempOl'AIIearneole si produce. Nr•l nol'd-oves;t, sulle pr alerie coper-te di neve o rischiarate dal sole, si lrallò di nuovo di quello l'or•m~t rli con.~iunlivil~ c:re noi, dalle Alle montagne, cono:-ciamo solto il nouw di eeeilti 111'oale. Di affezioor ocular·i m ~enerale :-i ebbero annualmente 74tH3 casi 33,~ p. 1000 della forza annualmente nelle lruppe bianche, e 51f>3 = ::21! p. 1000 in quelle di colore; un cerlo nunrero di esse (i ritt>) erano di nalur11 reumatica o sintihca, allre fur·ono r·iporlatc' alla ruolat·ia. Il l'imaneule offl'e pocv iuler csse e ricorderouw qui Rolla nl o ciò alre si l'iferisce olle truppe bionclJe. !.H r • oslal~i(l ('> 21:l casi, od in media anuualmente 2,3i p. 1000 della forza) ru notata come malallia !-:epar~:~ta, ed inoltre unn tnalallra tlella pelle de!<ignala come ArltllJ itclt una specie di pl'Ul'igo, non scabbia) cou 32080 Cll!li. Si ebbet·o 3288 uvvclemlln•~nli che diedero !)7 morti. Nel minot· numer•o dei cA~i Ai quuh, senza dubbio appartengono quelli ">e!!uiti da mol'lc. '"' trattava di oppio pre~o o pf't' crrot·e o corr inlenziorr•• "Uicida, nel maggior numero di una aiTezione infiammalot'iu della pel le (all'occipiltl ed alla l'accia, talora alle eslr·crnilÈr SUJJOt·iori, occasionslmenle nlle nnliclte ed allo sct·olo) lA qualo era dovuta nll'aziorre ùel Rh n.~ toxieorlendron (21, eru molto
=
Il) l.a lemp,•r;tlur:o mwlia allt• nn' 3 dopo m tozzoginrnc>, 111 \\ •"hlu:.rtou. •• •tnimll art>rosstm.ttlvanh'llle n··lln p;orl.. s.-ttvntrioual·· rlt•l 11'.11111 '""'·• _owr .• 11,.1 ~ :onni di ~m·oTa fu in .\prill• M.t~;;:io liiliJlllO Lugliu Agr~>Lù $1'!1•·mt •r ~>9,05 a,72 79,G'J 83,o; 84,7:! i".OA F. •JJIJI\11'•'
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ram i, ,•cc.
E SERVIZJO MEDICO MILIT.\1\E
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~rosa, ma scompari\·a nuovamente iu circa 10 giorni. La
rabraca alcoolis1110 comprende i casi di ubbriaclsezza (per qoanto essn richiese raiuto medico), di delirium. tremens e di alcoli$010 cronico. Dei primi ne sono notati 558H con 110 ~i di morte, il delirium. è nolalo 374i vollè con 450 mo•·li, l'alcoolismo cronico 920 volle con 1·5 mot·Li. Il lolale degli ammalati ros·r•isponde in media aonual~ o. 4,6 p. iOOO della foua, od a 1 sopra 220 uomini (!) (contro 'l sopra 4500 nelle truppe eli colorel. Le regole preventive appartengono alla sfera: o.f ihe militar!! more than o/ the medical of.ficer. l venerei rurono 1R2-:-79 od annualmen te 2 p. HlOO della forza (l ) contro 88 p. 100\J prima della guerra ed 87 p. lOUO dopo; fea le troppe ne!!re furono mollo piu t'ari.
Parce ammin.i:slrath·a. l più \'écchi J's·li i militari tedeschi ricordano ancora quale !<I'Jrprendenle impressione fecero in Germania i piani pubhltcah ,Juronle e dopo la grande guerra americ.ana, degli
osoedali rli campo americani , cosi diversi dai nostri ospedali d'ollo ra. parte a ventaglio pal'le a scala od in forma d"1 V,. inl'lieme alla ve11lilazione ' per il lello ed ' agli altri altrabuh del sistema a baracche. TuLli sentivano di trovarsi 10 raccia a qualche cosa di completamente nuovo. Ora il c>hit•ut·go Smart ci fa vedere in modo chiaro colla "!!orta di un grande •sumeJ'O di piani, come queste nuove liiP.e non sot·sero sl,l.bitaneameute ma pet• In lunga durala •Iella gue1·ra provocate dalla nec~ssilil l>i svilupparono per lllP-ZZO del senso pratico degli amel'icolli affatto gradataDI• ~Le ar_J una perfezione sempre maggiore. Questo sviluppo ru •8\'0rtlo (la CIO . . C•le, • combaLlendosi la ..uert•a nel proprio P&e!le, .. ~ tra ttava pr-evalentemente di rJue;li ospedali che in Germanu1 .,000 d ~· e,t!!Uah. com e ospedali d1 guet•t•a permanenti ed o"ped a1.l d"L riS'<'l'Yl'L . l u ogni caso le (·onquiste della
Iii \"lST.\ DJ TEC:'i l CA
g uerra c.li secessioue segnano un'epoca nella ~lol'ia degli ospedali di guer·ra 1:' delle cos~ruzioni de~li ospedale (1). Non dobbia mo nepput·e tlcmenlicare che allora Jl~'-1' la pritna volta nel mondo fu confet•ito al modico il piecto eornando mililac·e sopea l'ospedale colla corrispondente t•esponsabililu (tlte suraeon in cltarge tras entrusted ccitftful! rmtl complete m i lilnry conwwnd ooer lite per.sons a r.d properl'f cunnected witlt tlw O.'·:pìfal. He wa~ !te/d to a. cor responclinn respon.~i· bilil'J). Negli ospedali più piccoli il medico capo era ti $UO propl'io funzionario eseculol'io, negli o;;pedali più imporlauti eglt LWPva ucc medico come uiulante, il quale PrH incat·icalo dell'ufficio, dei rapporti , della corrrspontlenzu, della vi~i · lanza sul basso pet·sonalc, della divh;ione tleglt ammalati e della distribuzione degli ordini. Ad ogni medico rlc stazi11ne, ognuno dt•i quali vi preslavn servizio pec· 2i ore, erano allidali in media 70 ammalati. ~Ierita di essere ricordat'l cito gli ospC'•lali dovPvttno, colla vend ita di ' lulti gli avanzi , fare un rondo, cl10 a ndaYa o benefizio degli ammalali e fu special mente aùoperalo pet· fora· dare btbliotf>{'he. Co!'i l'ospedale Mc. Clellan t etti fondt pcc· avanzi nmmontavano a circa 200 dollar i al m•·S(I. a,·,·va una biblioteca di ~~.00 volumi oiLc·e ag li opuscoli e tt•ne,·a in me· dia 40 giornali, illustraztoni l"t:>Himanali, ecc. Quanto a telti l'Unione ul 17 dicembre L8G1 ttP ave,·a pt·e· Jllll'llli l JH056 (2), cl &] quali 8;1409 r olloeuli. La I'O t'tlllur~l dei medicintl li ed oggelti da uwdicazinne ftt ceull'alizzala mollo pt•est(l, furono s tabiliti t.lepo"•lt pri1.cipali Il i Il >i, t•• ma urdioal<> ,f'ufllciu dal llliOisiPf\\ •l~lla :!uen·:; •I••IITmull!'. iu l~,~ alln P.;f>;•ri;•ntc f;•ttt•. colla Cit·col~•c dt•l 20 luglio t86\, o<r:• 'l"··llu ,, l•.ulill:liulll. I);<OUilu per GO :tiOIOafntì, nl11 JIÌÙ di 4000 (lil!rli CUI lÌ di Sl);t?.Ìol Pt' l' IIIIIO):tl.t !H, illfllll so l pinnv, t·.olla VNltìln1.ÌOIIil l''"' il t11LI.o, (lis tanti aJutunn 30 t•iudl l'u nu fl;t ll'oltro, rlisposll in romla di cr'Oc;•. di \' , t•arnllt'll ud in :tltro mcldo, col l.tl" piu lune:•• ,,,,. •il•llm••nl<j eta ~nrd a Sud. l h>r:.li 1••·• l'amminhlt-atiun.:, 1:1 rurm.•, il rd· !luri••• pN·lt• opi•l'o17.i<JOI, p~r la lalan.t.•ria. si dOWI':l l u f'riget'i' s.•pnrat.unrnc.-.1.• •tntt13Ziou,• illllo'ln ;1\'l'r tn(l',;:u tll'll"l':ltnl" t••••· il li!ll(t, llllll'ill\'l•t·uoo lnt"Jl;•UI•·I•· com• ;lnllun• •h•lle ~wr,. Olant••l••fen). l~) So•l IAiO·i l •ill;lm••nt.o ~~t•ll'int.•rutt •lo>lla r.-••·ntallL1 ,. 1~ 1 nu a •h<t""'7'on t f.07t l lt•lll, •l•·• quali H~:i~~ fnl'alti t l'Ili" Stai". ~!lr.\1 dali•· _, 1r.i••f;t ~ ollll'rl' 1· ti.
1:: SEJ\\TJZIO liEOlt:O \III.ITA.RE
e secondarll, ed ai primi coll"andar òr:l tempo furouo unili Jaboratorii propr1i, i quali fecero ri"pat•rlliare somme considerevoli, cosi qncllo di Fil adellia solamente dal marzo ·1863 al 30 seùembt·e 1865 economizzò 706,0J!l dollal'i. La prov,·ista del gbiacc10 fu a ~!'icu ra U\ ntediante contratti: per ogni ammtllato ne era conce~l'R una libbt·a al sud della latitudine di Washinglon, mezza libbra al nord di essa. In questo modo :1egli anni 1862 fino al 186'l ful'ono provviste -18661 tonnellate di ghiaccio. Un atto del congresso del 16 luglio 1862 er ogò la somma di 15000 dollal'i per acquis to di m embra artiflcinli, i cui modelli furono sta bi !iLi da una commissione speciale: fino al 188ggio t867 erano stati distribuili 49 occbi a rtificiali, Iii mani. !891 bracci, 409:> gambe e 14 piedi ar tiliciali. Questo in brevi tratti è il contenuto del pt•esente ,·olullle, Il quali' costituisce l'ultima pietra della mollo stimata HiRio1'!J o.f the loar oj' the rebellion. I vol umi di chiusura del tedesco K1'i8fJS-Scmitdts- Bericht, per quanto si pt•evede, gli terranno presto d1etro. Noi lulli de!'lideriamo di cuore che le due oper e FOrelle 11088ano rimanere ancora per m olto tempo gl'nodi ma solilari monumenti al di qua e IJI di là dell"Oceono. Qualora però ciò non astante, od al di qua od al di là la guerra dovesse ancor a dividere i popoli, a lloro questi mon umenti ac~steranno vite, e la ricca esperienza che pol'ler à da essi dispenserà ai colleghi benevoli consigli e preA'iate islt·uziooi a benefizio di coloro che saranno allora chiamati a 1neltere 8 .repentaglio vita e !:alule per la patria. Questo sat•à Il mighor premio per quelli che con~act•&rono. l'enza scopo di guadagno, lavoro e fatica al compimento di quelle opPre mon,tmentali.
RIVI STA D 'IGIENE
Il filtramento delle aoqae. - Rivista critica - fiLCL.\t x. (Annale11 de rins/ìtul Praaeur, gennaio l890i. Lo studio dei mict•organis mi ùa completam• ute lrA"forrnala l'idcu che si ave ,•a per lo addietro del fillralllellln. Frno a questi rlllimi anni non si e::>igeva altro tla un ftllt·n l'lul l'ufficio di liberat•e l'acqua dolle materie tenute tn so,.pensione, di renderla limpida quando fosl'e torbid~ o anche opacata, ed e ra dicluarato uuono ogni Ollro t.:ltt' rispnndo,.,se a questo tlne. In seguito s i é voluto elle il ftltrame11lo privasse racllua anche di r1ualcuno de' suoi elem t•nll in ...oluziont>, p. es., dellt• materie organiche che le daurto 1111 calli vo ~a po re e poso.;ono l'Crtdet'ln disadatta all'nl-IO di ac-qua potabile. Xon tutti 1 tlltri raggiungono questo risultntn. l filt ri u carbone souo ads tli a ciò prù degli altri ed es!'lr Iran n" a' uto il loro periodo di voga. Adesso ciò che maggllll'lllenle è temuto nell'acqua !'Ono i g-ermi morbigeni che CS"B pun con · lt!nere, germi talmente immedesimali con l'acqua tla pa~"are altra verf'O lutti j filtri usuali. Per la qual CO~{l lutti rrue..,ti tlltri ad un trallo sonn sL11li messi da banda, ed é s loln lret•, •sl'ario cercar'ue nuovi tipi capad di r·aggiun~et'e In <:cnpo prefis"o. Ci dispensiamo dal descri,·erli p ercltè SOliO uuha~tall/.8 conosciuti. A noi bas ta il dire cbe es!=ii har1m; rt::nlulo il problema e che un'aequo. la quale ubbia otti';~Ycrf-;811' un buon iìltro di poN'ellaua ri ~ ealdata "' a;:solutameulc 't'e\1'8 dr micr·or~anis mi , l'ia e::~a a cida o ~lcalina, pur·:J n cartca di sostanze or~ a ui che . Oisgraziatam•·nle per ottew·r·... rJtll'"ilO d::ultato ,:. mestiet·i impiegare delle porcellnne fiu:~,.inH\ mente porose, allt•a,·erso <·ui la filtraz ione l? i compii? lento· m ente.
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lt!VISTA 0 lG1EX E
Aumentando n mirmra del bisogno le ~upedìcie fillranti
Iii può provvedere d'acqua sleriliz7.ata una famiglia, un con'fiUo, une caset•ma, forse anche una cittò, quantunque quesl'ul•imo caso non s iasi ancora verifica to; ma non può penaarsi eos i che a rendere inoll'eus ive le acque da bere. Pel' quelle de~linate a tuUi gli alt ri u!'i es"c sono, secondo l'es1genze della moder·na igiene, troppo abbondanti pe t• polerll' soUopot·t•e ad un simile modo di !>lP.rihzzazione. Tuttavia é necel'sario rendel'le poi' quanto possibile inoffenslve, e cic'l per• due principali ragioni. Ln prima è che se eiB8 conten&tono dei germi nocivi, di questi ne reste ranno Agli utensili o sulle biancherie che tali acque ananno la•to; sui pavimenti o nelle strade che t•sse avranno inarftate. Le seconda è che nelle città ove nou esi:-;lono due sillemi di canali assolutamente separati por le acque potabili t per quelle da plllizia, ed ove, i11 ct~so tli mancanza delle prime, può nascere la tentazione di sosliluirle te mporan eamente ~on le seconde, una tale tentazione diventa jr t'esistibiJe lle pt• r attuarla non si ha che a ~ira r e una chiave o mtaovere un rubinetto. Ora basta che un'acqua impura sia PIIUitreta per un m omento nel condollo di un'acqua pura per deporre in questa dei germi, s ulla cui e voluzione nulla Ili potrebbe dire, salvo che. c_on una probabilità su due a priori, url'acqua simile è divenuta soflpella. Il prohlerna delle arque dì alimentazione i• stato Rssai variamente r1soluto. Alcune città, comf' Pa1·igi, le q•1ali sono riuscite u forn irsi di acl]ue potabili di eccellente qualilà, per questo ..alo fatto trascurano le altre loro acque, che for~P traggono da una riviera. o da llll tiumc e cllr senza prt•vin ftllramento sono immesse in tubi di condoltura e talvolta in quelli che non dovrebbero essere d••stin ati fuorchè ad acque po\abill. A llr·p ci l là meno fortunate dal punto di vista dPile ~ue potabili, filtrano indistintamente tutte le loro BCI'fiiE', ... ~'cavando later alme nte ai loro tìumi delle ~allerie di liltraz~rmP. come Lione e Tolone ~ia facendo passare su filtri . . artiflcinlt r . acqua atlmta da un fìnme o eia un lago, come Berimo e 7.tlr·•"o I d · · s1· r1'd urbh • ..., · ue e!>trem•· d'1 I'JUC!'I te ~o l uz10lll re ero da una oarte, pel' Par·ig i, o conser•vere pet· undit.:i
U24
Hl VISTA
mesi dell'anno la sicurezza dal pun to di '"i!:ta delle malatlte che l'acqua può trasportare, salvo poi a diffondere uell'ultimo mese per lutti i «)uarlieri della città indislintumeute le walaLtie epidemiche mediauta uJùlC1JU8 òi calliva ')U&Iilà; dalrallra, per Bel"lino p. e., a provveòer·e Lutto l'anuo gli abitanti di un'acqua mt>dioct·o che non si dù pet· sicnt·t'l, ma che si cerca lutlavia ùi rend et· più put·a che sin possibile. Sarebbe ben difflcile e del •·esto anclre inutile i"&pel'e quale di questi parli li sia il migliore. Sono cattivi entrambi. Egli ,; necessario consideral'li rom e dei ripie~lri e cercare ùi migliorarli. Solto •Jti<'Slo riguar èo a Bedino ~~ù a i':urigo si sono fatte, cir ca l 'uso dei (iltri indusLr'iali, ùelle curiose o~::.:eJ•vazioni che rinn ovano luUo ci ò che si credeva ùi "llpere sul fì!Lt•amento, e la cui importanzA é troppo ~n·anùe per non ten~ rn ò parol a. ., l ~rt111d.i filtr i industrialr sorro come si sa dei llltri a sal>bill formaLi da uno strato inferiore dì ciottoli lavati, po r da ghìnio, poi da strati sovrapposti ùi sabbia sempr e più llnt~. Pet· tenorli regolarmente inumidHi " i si fa giungei'& l'aCIJUII lentamente dalla parte inferi ore. Quando essa ~alendo ha scacciato a poco a poco l'ar'ia contenuta negli intei'SLizii della sabhta, vi si (3 cadere l'acqua per di sopra ed essa filtrA per pres<>iono> dall'alto in basso. Dopo numerosi saggi e stala r i conosciuta la supet·iol'ità ùella sabbia come materia da filtro, e s'impit!ganu 'JUando s• può dell e sabbie aiJuvtOnalì, sopratutlo qua!'zose, che almeno in piccolissima parte contengono del carbouato <.li calce. Queste sabbie r~ullano di grani irr egolal'i più o m eno fini; e dal fallo che una con veniente filtrazione oou si ottiene che quando i grani sono dì una cei'La tenui tà, si potrebbe argornentare che il modo di azioni' di questo filtr o sia lo st.esso di quello della porcellana poro!<a, aiJa cui costituzione fì~ica si avvJcine. Se cosi fo!'!se sar ebbe inutile r agionare di questi filtri, mari· flettendovi urr po' si scorge che le cose !'lanno ùrwrsemcnte. r·•·ima di l utto dal pun to di vista dell'attrazione che le pareti del fìl tro esercitano su i Lenuissi mi cor pi solidi in ...ospensione nell'acqua che l e atLravet·sa, noi sappiamo pe1· ;;Il e'lpe-
del Kruger rhe la !'abbia IH•JI vale 'l\lUil t O rargilla 0 colta; eppure l"esperienza ieee lt11·e la pl'efet•enza ai di sabbia. Vero ~ elle ;;ono dei filts·i "" ;:abbia fino; ma a unsura che aumenta la tenuilit della sabbia il volume to-
ille degli spadi ,·uols, rima<>li liberi ls'a i g ra ni. non diminuiec:e nella misura elle :;;i potr ebbe im111aginar·c. Se l>1 "'8llbia
roue lutta cosliluita di g s·ani t~guali e per·l'ellamcnte sferici si riempirebbe complclAtneutu lo ,;pazit• du es.~ occupato, supponen•lo so~lilutll> ciascun !tt·auo da 1111 cuùo il cui lato fosse epele el ,.uo diametr o. ed il s·uppol'l•• degli spazi vuoti t·iIJII!liO al ''olume totale sa s•ebbe egual~· al s·apporlu, s·ispetlo a
questo volume totale, della soanma Jet 'olumi Ùl!i cubi che non riempissero la sferH Che l~l',.j conlt!II:!<>UO. 01'0 UUil sfera, f\O'Ia in un cubo. la cui alteu.a è uguale al suo diametro, ne riempie como si sa J.H'e~sò a poco In mt'lsi Jel volume: il rapporto del cavo al pieno ù dunqu•· J'unih.1 •·cUI rapporto ùel cavo aJ •olume totale e presso a poco 1/., Il volume des gl'Mi sreflCl può durH1ue ~ct•Jua re llldOIJnitaml·ole, se tJSSi r estano '8U6li ei avr•anno sem pre teoricamente 500 litri di ~pazio \'Uolo per metro cubo. lu pratica J'N~l>-lenzu ù1 graru pii.t piccoli, c:lw eono lnterl!&lnti tra i g l'OSSI scema a lquouto queslo volume, ma Clll'in!lo di vedes·e che il ro ppor<o ·Idio spazio 'lH•lo coJ '"O ume totale resta 1td un ùipr••sso cm-tante, cou11: lo indica la ll!()ria.ln cinque specse di sabbia una p i l't fina dell'allra, sLudiuLe da P1erke, questo rapplll'lo vol'iò sollaulo da :29 a 34 p. IUO. ed ln modo generai.., ~i può ammeltere che in una quulusutue llJII~tsa ~bluosa lìllra11le vi ha circa un terzo ùi spazio, occupelo ùall't~ria rtuanùo la massa é ser·ca r dall'o~;qua quando runziona come fill1·v. A r.be servt• •lunqUI~ la sabbia fina se e:;sa nou Jsminuisce il
~olmne lolllle Ùef:li t;poz.i vuoti 1 E!'.:-.a accre!-ce il numes·o
de~J spazi lacuna1'1, per con seguenza In loro supel'ficic totale 11 ed ra\'\'icinamenlli delle ptu•eli da cui !>.Os•o limihtli, Jalla qual e
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derl\'tlno due 'autaggi: l'uuo d'os·,hue puram ente li-sco,
tro .d'ordme inle t·mediarto tra il fl~i(·u e,l il chimico. 11
r e ~Mml) vautaggio ù tli r ender e uniforme e regolare laeor dtt~Ja che a~tra,·er,.n ti filt•·o. La fos·za moll•ice rappresentata i(J presssone dell'acqua che gravito ~ulla parete alla ùt~l
626
IUVISTA.
fillro, ioconll"a annauza a s··· una a·t>sisleuza chl! come ha pt·C>vato l'espel'ieuzu, é propor•zionale ad un tempo all11 spe~seua del tlltr o, se questo a omf,lo!eneo, ed alla velorilà ùel LiquiJu negli spazi lacunari lutte ltJ volLe eh<• questa ''clocità nou "•a troppo gt•ande. Quando quPsli -.pazi lacunara "'0110 irrcgol t~r•i l'acqua non li allravot·r,.a con una velocitu costante. Ma la IPgge rimane -,;-era per la ,·elocita metlia. ~:ci!\ claP aH•,·a intt'avvedulo l)(trcy, 111a so11 za dimoRLI'arlo r'l) n precisiouu. Il OuciAux ha fallo qul.lsla tlnnoto.lrazione per i diaframmi por oHi, ed il Bnuthes pt>r le masRH fì llt'anli di gl11uia. Si pu•l ÙUIII'[Ue SCrÌYere io base all'esperienza 1'6'(UI.iZilollt" 1•
e= m h
nella r[uale h t·appr•·senlu la prr•ssiouc delracqtt/J :>ulla pat·te supca·iore del filtr o. r1 la velocità rneùia nel lillr•l e.l e lo spessofe di questo. S'ind1co co!'li chp vi hp. cgua~JianLa cwe equilibrio Ira la potenza (' la re!'.istcnw e che il movimento dell'acqua é uniformt- con la wlocita v il cui valore •
,,
l'=m-. ('
PPr avet·e uo'ideu ùi ciù eh·· o il l'attore m iutroùotto nella eQ11a.1.ionc è uopo suppor1·e h_ l ed e -1, cioi• amma~-tinarsi un filtro dello ;.pe&sore d1 un metro rhe funzioni ~o tto la pressione di uu metro d'acqua: ~i avr~ allora r 111. ciò che cOI'rispoude a dire cile 111 è iu alletri la vPiocitù della corl'ente d'acqua elle attravc•rsa que:::to filtro. Que,.la '.,}ucilà. ~ssendo evidentemente tanto piu piccola quanto piu fina i• la Sfìbbia cl1e t·oslituil"ce al liiLI·o. m rliminuisct· con In ~ro·· ~t:zza degli elemenli del llllro l'd anche iu • ·a~1one più cou,.;iderevole. È inlpossibile n!lscgnare la leg-~e dr çariazionr quando g li ::\pa.1.ii lacunaJ'i ~ono it·t·e~o la ri , ma 111... vario come Il\ quarta potenza del daarnelro nei tubi capillai'J. Lu diminuzione é dunque J'Apicla quando ii diametro diminui!-lCP. La sabbia fina ass•cura allr·esi solln uno ,;ppssor•' rnedan lo circolazione lenta del l~r{uido che> I'Rlll'fiVel'!-'tl, dal c•he de· I"Ìnì la l'<'r:rolal'it» ùell'azìone delll" put·eti lacunnri ~utJ'aC·l 111 dPI tìltt·o. Quesln azi1111C è uu' azioue molec·olai'P spaeanla " ùi>~lanzu :mi corpi solidi iu sospensione i •tuali restano fiv
o'IG-lENE
G·r- l
1u1ti alla parete mediante lo stesso meccanismo che fissa una sostanza colorante alla superficie o nello spessore delle fibre di un tessuto. È qui cbs noi tJ'oviamo l'ìnfer·io r·ita, gia indicata da questo punto di ,·ista, di un diaframma dì sabbia silicea in confronto di un diaframma di argilla; e, stante inoltre la grande i r regolnr it.à degli spazi lacuoari, noi abbiamo il diritto di dubitare a priori c he questo l:ìltro funzioni come un filtro di porcellana e trattenga lul~i i microrganismi sospesi nell'acqua che l'attt•aversu. Per averne una prova noi non abbiamo che a ri peter e un'interessante esperienza del Pifke, il q uale dopo avet· riempito di sabbia sterilizzata un filtro, le c ui pareti f>l·ano state lavate con uoa soluzione di s nblimato e òopo avf't' preso inoltre la pr ecauzione di lasciare og ni cosa in contatto con una soluzione allungata di sublìmato per 24 o re, ba di poi tolto il liquido anlise Wco •"d hn fatto funzional'e il suo filtro nella maniera Ol'dinaria, contando il nu mero delle colonie date da un centimetr o cubico dì acqua prima e dopo ti ftll;-amento.
Invece di una diminuzione e[!li lta notato un aumento n PI QUIDero dei microm·ganismi, almeno nei pr·imi giorni. Ui più non solo la s~erilizzazione si era o~lcnuta al rovescio, ma dal punto di visla della limpidit.à dell'a cqua la f:ìll r•azione et•a stata delle più impe rfette. A poco a poco il filtro si ostrui. La sua funzione a pari til. dì peso di liquido scemò e ru neec~sario di &umen tare la pressione per manten ere la sua a tlhttà di flllramen l.o al medesimo seg no . . A poco a poco eos\ si vide rormare nella s uperficie su~e r•ore della sabbia uno strato gr•igiastro, mucoso, costituili! da lìlamentJ intrecciati, l'acchiudenti algh e, micro rganism i, diatomee, una pasta infine òì sostanze sedimentarie minerali ed orgt.~nìche che qualunque acq ua o rLiiMr'iamenle trasporta con sè. A. mis ura che q uesto stra to beulicante di vita s'inB(It!SSiva alla S11perficie il fun zionamento del fì!lro mip;liol'ava, l'acqua ne s.gorga,·a più l impida e meno t·arica m icrorganlsmi. Ma non fu che a termine di due n1asi, che 'IUesto Ollro rese dei risullali ocret le\'oli, ciot> che la cifra
di
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RIVISTA
dei microrgauismi nelracquu flllrnta era ri.lulla a fJilalche decina per centimetro cubico. r tìltr1 o rdmari formati con s abbia alluvio11ale !'iemplkemente lavata c r icca di microrguni~mi ;:tiun;.wno piit t·apidatne nte a quP.sto s tato di buon uso, che si quu lilira col dire cb e es::;i "ono maturi. Ma ~'~!>i allea "er::;ano le rneJesime fa;;i: in pr•incipio filtra no malr•. ed é solo quando la !or<> superficw é coperta dallo !'lralo melmoso or ora de.::crillo cbe la cifr·u dei batLr•t•ii ncll'aC(J ua filteata è r idolla Al ,.;u,1 mi-
nimum. Noi arriviamo d unque a quesltl conclusio11u apput•enteloenlc paradossale, che non è la s a bbia del fillro quella che tt•allicne i llllcrorgauismi tlull'ac'JIIa ma lo ~lrato baèlerico J,.L:a -.upel'ficie. Tull~wta, pensando"i :sopra. la cosu non deve recor,•i g rtu1 m e ravigli~<. Quuudo si fiillra a!lra,·erc:o la carta un pt·Pcipit.alo actdo di ~olfalo di ha rite, il liqutdo pu~'<sa lor· b ido nei primi mo m e nti, et! 6 solo q uando u110 slJ'alc. di ~ol · r~.~to di bar·il<! ha intonacato il fondo del fillt•o elle il solf'tiLO s tesso i• trallPnuto. Lo slralo di fila m enti bac·lertci intJ•ecciali e anello mollo meno pot·meabile della ~ubbia. Ciò che lo prova è il ratto che bisogna aumenta re la pr e,..,_ione a misuro che esso diventa più ,.;pesiO per· coll'~ervat·c 1! funzionamento ciel filtro, ed è t·~so medesimo cbo ::;i oppone al J'l.lSSBilgio e scema 1l volot·e del coertìciente 111 nella l'o rmola ;;.uddHltA; per·chè qua:tdo ~i t·imuo,·e. la ma:-1'8 "'ubbi:>~a J•iac·•luisla In s ua a nlicu pflrmea bili liL. s·inlPnJe l1l't1C dopo c•iò c he lo strato in ùt!"cor so dal momento che hA f1 rmato una ~pecic di fìlll·o !'UIIa "<upor lìcie fini;;ca pot• a:.:i t'è come Jiaft•atnma filtrante: è 1111 filt ro vivente mvt>co di t:"~ere un filtro mi r'e t•ale. Ma questa conclusione a sua \'•)Ila suscila una C'JUant.ità di questioni alle quali non s i ~1 1 110 ancor a 111 gruJo di rispùndere. Se la sabbia serve J::oltunl() di sosleg"no al vet·o filtro, pet·chè l'esperienza c'insegno n dare a lla ~ua ma'!"a uno !>pel:'sore 11i almeno 6 centimetri traLtandosi dt "81)!Jia Jìoal Questa massa di sabbìn è allravor sata dai m ÌI'I'Organismt. poichè !'e ne trovano :-:empr e nell'acqua lillt·ata. E!"~i poss ono pullularvi come lo prova l'esperienzu del g1u citoto
n 'IGIENE
Pifke. Come av\'ieoe che essi non riempiano tuUo quanto il filtro? Infine da t]ual causa Jeriva i l passaggio costante dei micror;.:anlsro i co 11 l'acqua che col a dal filtro? Si efTeuua dalla supel'flcie o dallo prol"o1idità 1 Per risolver e queste questioni ell e si collegollo iu qualche modo le une con le altre è nerpssario studial'e la <'omposizione di nn tHlro malueo al punto del suo piu perfetlo fun~ionamenlo . l n principio questo filtro era forma lo di sabbia omogenea non lavata; i micr·orgonismi vi erano egualmente distribuiti in tutta la sua mass::a. Quando esso è matul'o un nuovo e~ame dimostra cJ1e i microrganismi vi sono bem;t cresciuti in numf'ro, m a in modo inPguale nei diver8i strati. Nella pnrte inferiore del fìltl'o lo sviluppo è stalo modiocr-t-, ma 6 di piiÌ in più abbonrlante n rnisnra che si va vet'i>O la supertlcie, ed alla superficie 50ltls:-n il numero dPi ~ermi per ogni ct>ntlmetro cubico è g-randis8imo iu conft·onlo di quelli che si ll·n vano in un cen ti mett·o cubico della ~nhbio de~tìi strati infel'iori. ~ facile u capi1·si che l'espet•it·nza abbia inse;:rnatn a moderare la raprdila della cornmte acquea. la qunle allravet>si un filtro cosi fot'mato. La sahbit~, 1nater!a 11011 poro~, non é penetrata dai microrgnnismi, e !'erve loro di ~or.:tegno; r•ra una corren te alquan to rapida li Lt'ascinerebbe '!CCO e l i lr<•scim\ ciilàtt.o. È dunque nece8!'8t'io lasciare 0pet•ut·e il filtro $0tlo leggiore pPessioni, r no n c~igt>re cl 1e rondo oJ di là dt una certa mis ura. 1 tiltri di Bérlino non pa ~"ano punto il limite d1 100 millimetri <di'ora, o!'i,.,ia di 2"',i0 Ili altezza di arqua llllt·atu per ogni m eLt·o quud rato di supe1·rlcie fillrl\nle Una con·ente piu rapida la$cet' Phhe penell'S.t'e più oll1 e nelle prnfoutlità del filtro le irnpurilù che nP copt·ono IB s upet'tlcie. ne aurnente1·ebbe jq làl gui>ia la t·esisl(' IIZa e ne im poverin~blle il versame111o. Per• con Lt'ari•-., lri:U'I'"bbe seco in quanlilà mt~ggior·e i microl'::roni;;mi, che rive~ tono gli spazi l~cunal'i. Il fiiiJ'O verr.· bbe a !'f'PmnrP di rorzà !"o\lo un doppio rt::uardo
D'altra rat·lt>, un ver"amento di 100 millimt:ki nll'ora attrav••t•sn "~ Ollr o dt. liO ccnt1nlelr . .1 dt. sp c::::::o t·•~ l aseta . per • « ' 1 Utl f) orp inc,·rc
. a l' acqua elle [(l tt·n ,·ct·s a a contatto co1. mteror·
RJTJSTA ti30 gMismi che lo popolano, ed é impossibile clw clut·t~nle un Si lungo contatto non nascano delle reazi oni fra i microrganismi e le materie Ot'ganicbe null'ienti con tenute nell'acqua. Tali mater·ie ot·ganiche sono in piccola quantità, () 'ero, ed a primo aspelto sembr erebbe corr·er•e una sproporzione enorme fra H peso di materia alimeniaJ'è e il numero degli esseri, i quali se la disputano fra loro. Per• esempio, un lilro .racqua della S pr•èe con tiene rn u1cdia quasi 80 111illi;:n•ammi di materia organica. a mmeUendo pw lale tutta •fuella che, nel residuo della eva porazion e di un lrtro, spa r·iscc qunndo :-:i calcina a mite calore e senza decompor· r·e i t·or·bonati. LYultronùe, v.i si ri nvengono spesso 10u,OOO g"t'tlli per ogni ceutimetro cubo, che vale quanto dii·e cento mili011i per lilro. ~ a que!<li cento miliom ùi germi, !"upponenùo pe1· ciascuno di loro un millesimo di miUimetr o di Ialo ~dando loro una densit-à pal'i a quella dell'acqua, 11 011 pesano un Jccimo di milligr ammo; il che lorner·ebbe a dir·e <'he il peso della ma· ter•ia alimentare fa cit·ca 800 volle il peso degli el<>'eri ,·iventi che possono consumarli\. Essa dunque non mauca sotlo il riguardo della quanlil&; cp1ello forse che meno ci conlentera saeà la 11UaliLu. Solto questo punto di ' 'ÌSln noi possediamo intoruo ad es!'la notizie incompleLe, dovute agli studi , che• or ora compt>odieremo. Ma se, a priori, noi ci domand tamo d·onde ::~peci a lmenle pr·ovengaoo le materie organiche t·he pos::,ono tro,•ai'S in soluzione nell'acqua, le nozioni genet·ali che nor abbiamo dell' Monomin orgauica ci dit·anno ch' esse sor.o ror mate arnituLlo dal pr odollo della vita dt>i micro••gani ..mi. l vrgetalr e gli animali litlllOO per car·alteristico di •·enùere insolubili 1 mate1·iali ond~ si nutrono, e tutto crò cbe es>'l ri~e llano di solubile uell'acqu~l, come avviene per esempio nelll' IU'IIle, 1> formato ::;ia di pr odoLLi mser vib1JI, s •n di prodolLi (usati 1) della vita cellulare. Solo qua ndo SOli morti i micror ganismi rendouo solubili nell'ncqua i materiali degli es!"eri s uperior i, sia pe1· la loro d i ~stasi, siu pet' la loro aziOne vitale. Appt'llil disciolti, altrt UJicr·or g:anismi se ne impos~essano. E , in;.;onnna, i malet•ioli organici in s oluzione llell'AC•Jua devono el"sere formali S<' non in totalilu, almeno
o 'l(ì JENE
f,;.H
ID gran parte, di .' ostanze che hanno !':ubito in mani~ra più 0 meno npparente razione della vita. celluJar,! o •1uella •Iella vJI8 dei microrganismi, e sono perciò divenute meno ncconce ad alimentarne uua nuovR. Avremo to;oto orca!':ione di dur peso a •1uesta conclusionP. Sarebbt> cer to assai utile di pl)terla a ppog~iare tli rl'tlamente !ull'etlperienza. S\"enturatamun te la materia or!!anica del racqua non é stata mai s tudiata se non coo mezzi !'~Uppo!'ti e ~oluti pratici, che, ideati in In:;:-hilterra p~'l' una u r~enle DCC88Sit8, !;Ì sono, non suppiamo il perrJ1e, impiantali uella tacaenza e 110dono di una voga, che nou ci riPl'CP di spief..'al'e. Alh1diamo ai procedimenti di dosalurt~ d••lla matPria organirll per mezzo delr i perm an~analo a polflfl!'a iu !'OiuZIOOe acida O alcalina, e in generalE' rh lutli quei proredilnenti nei quali invece di tlelermi oare, mediante la pesatura, la quantità di mater ia or,~o:aHi ca contenuta in un'acquu , !'i r.rea di doo.;.arla con mezzi indiretti, per esempio con la ctuan&ita tli ossigene di cui ha biso~n o per bruciare. Quando una materia organica. è e l~rogene a, come e neCe&f8l'iament.. '(uella che è io soluzionll nell'acqua, non si pu6 raccoglier ne il peso dal peso ùelr ossi:zent• necessal'io per brucial'la, perchà i diversi elemenli che lo compongono esigono per la loro c·ombus tione comi•l eta diverse proporZIOni di O!<sigena. Lo ~ucchero, a mo· ù'P.sempio, ne richiede un pe!lu circa eguale al suo; l'alcool ne vuole il doppio Jel Proprio peso. Nulla dunque si polrl'bbo t'oncbiudere della quantità totale di ossigene rilasciata da un peso detflrminnto d''•perman~anato òi potas!'o se non nel caso che questo •perlna_"ganato compiesse iotet·amento J'ossidazione della maIeri& organica su cui si lascia agi re: ma la. co~o~a ''n ben allrimo•nll. Come dJmo!':trarono le esperi1•nze, ~iù antiche, ùi ~leJIUlnn e Preusse, non vi é ness un t·or po, eccettuolo l'aCido OS!&Jico, che possa somminis lt·are all'ipe•·manganato di llbla.saa lullo l'ossigene che gli occorrerebbe per bruciare; e gl~e ne somministrano inoltre delle l'rat ioni mollo diffe' "'nti·• l'a Cl··do tartar1co · i ' f s lo zucrhero di canna eù il gluC(H•Io la m là . ' e 1 la lJ"f'ISinu un terzo. l' a:::parOi!Ìna •j,, ];:t leu-
RIVIST.\ 1
Cllla / to 1
J'acicJO benzoiCO 0 J'ullantni ua 1 6ll> l"llrt'fl niPnte.
Alla canM u'incertezza, la I"JII81P 118SI'P dal non e;;<;ere il peso della materia or g:auica propo~zìonale ul peso. dell'o~<«i geoe n• •ce~ ....nrio per bruci:~ l'la, $e rw aggiunge un'altra rn ~ ti, ala da cir'1 cliP ripermanganalo, in soluzione acida t) a . calina, lH·ucrn molto inegualrnen l e le differ·euli mulerit> 01 · gaoiche. È il ra~o metlP'iilllo, ('Ile pe1· lrt.Jvarc il pei<n di t:•, corpo qualunque se ue fl"Sil«~<e una fl•azione val'i;.bile tl in· COf!"nila sopra una bilancra. li cui l'un dei p1atli "i lllo\'e--alla cicca lòUI bruccio di leva currispondt311lt:. Kon \''t\ dtllh]U" da te a n·e \'81'11118 con c·l usinuf;l pt·ecisn cio l '"nl!g1o dell'at'•JUU con lt1 ><olut.innc tilolata doll'il'r'rman!!ltllatn. f!UAIUIIIJUP ne ~ie il tlo>'amenlo o il metodo Adottalo. Sat>ellbt' 1111 1nettere fr<~ ·' mani .Jei ric••rcatori unH loilancia nnn ~<olo fAlsa ma c11pri • ciosa, cull"u11wa ra~ione dte il pe::>t1re ,.1 t•ir•s<·c n~e,·ol~ QuanLO si pui1 di1·e a IÀ\'tWU di rpteslo lllOIOdo !'i t'o, f'hc an· pl ica 1tdC•lo HII A rnedPsima n<·rp tn, 1H'i tH8 r· dopo In fiiLJ'AZIOUe, può dare unn vaga idr:;_t della pertiila di mulPria IJr::ranicu Juranle la filll·nzion~>. Pn!<<>inu1n IH!giun!!eee, ma <>t>mpre l!Oll molle J'i!-er·n•, d1e lt> mah•rrc cH·~nnicJre piu allaccut•· t!.t!l'iperman~urtutn in ::;o!ut.I'IIIP acida ,.,_!'rl!dn. a JIHI'<'l'•' '( Tie1.uaon t' tlt•l Prcussc, le rnnlel'i•· più rOHtpl,.~">'e, le più oulrilivc pel' i uticrorganisrtli, le J'Ìlr l'iiiiOle daiJtJ !:-l8l0 8 cui!• conduco IH vita di qup;=ti, aù t's«P ~<i ùov1•anno di prPt'et'•'!IZS n fel'it·e la tli\'er<~ilit di lilnln clell'ipet·manganatn innanzi·· duri) la fill1·azinut•. Si s1:1 COIIIC <;j t'egola '1 11 ~-'!'ln titolro. ru .... l ant•· unll ...ohtZilllle
contenente JIOI' og-ni lilt'O g1·.0.32 d'ipPrrn811$!811alo dlp••la~<~t~. e determinandolo ron una !'oluzione di acid11 (l!'salico Si fa•rn(l boUire3nO eme:. d'acqua, per· t•sempio, ag!!iunti~i ;, eme. l'a· cido solforic·oallungnto l'<' l' duf' volle il <>un \'nlumc rl'llf'fJUA .l'"'~ IO o 20 cow. della soluzio11u di iperrnnllg"ttnalo. BiH•f!'Oil rhe dopo 5 minuti cl'··bolliziouo, tempo fi>'so ndnllato, il liquidO non abbia perduto ancora il :::uo colore. St compir· lo :>cC\Ior~trncnl! ver>'anùo uoa quanlilà delCI'IIIinaL.a dellR ~olvzionc di 8<'1 1 n·· salico, ~si titolal'acido ol:'sa lic•o rlmf}m ente Vèr·sando\Ì di uuo'-o dcll'ipel'rnlluganolo fino alt'lcompal'ire di 1111 roloi·J'(t,.!'tt l'..r~,· s lente. Un calcolo semplico mo!';lra la rtunntilà dell'ipermarlgil'
D' lla ENE
613
lfis trulta dallll mate!'ia ot·~anica tlel vnlume d'ncqua :-ul
fiUlle si è operato . Nei trattati !>ulla materia si designa ordinat·iamenle, sotto
Dnome di O"!'>iclabilita. il numero di rentimt•t ri cubi delliquorf' aperlmentatn ~··o l orito da un lilt•o di acquu dopo 5 minuti di eboltizion<·. Prtondendo 10 tninuli, il num er o oulllenterebbe un poco. Si può, in cambio di rig uot•dare il nntn ero dei cenlimcll'i cubi del liquore tl'ipermanga nato, calcolare il pe!>o d'jpermA11· pnato che v'('ra couleuuto, o anche Ja qnanhlil di ossi:.!c>ne the ha potut•• ceder P. Col titolo adottcto, l C~-'lllimelro cubrcn equtvat.• a ~r. 0,1)1)08 cli ossigenP. Ciascuno sci••ozia lo ha "Il qoesto punto le sue a bitudini, nelle quali snrebbe inutil'l dtttarbarlo, poiché i suoi r isult.ali essendo !!empre compar~1li\1, poco importa a 'JUale unilu !'iano rapporl~li i suoi numo>t•t Solo é d'uopo che efw lo dica, pl'r poter fare nl bisogno ira~ · IQ&gli. Secnnùo quello che &bbiEIJno dnllo più :-~op ra, questa cntn· pltazione non ci dà ver'uoa 110lizia i n torno a quelli ft•a i lltlltlriali dell'ucqua. Ili cui a noi più interP!'Serr•bbe scopr·ir In ,....nza. Non t•i può tornat·e incliffercnle il ~'>apere se un'acqua Ile nrevuto delle infiltrazioni di lnlt·ine: c l'urea. che potr·.. hbe MOprirt•i il pet•icolo, l'acido benzoico delle urm•· de!!li er·bivori , i Prodotti amiùoli. leucina, lit·osina, glucocollr., fH'odotti vita li di lro!>formazion; 11i materie azota.LP sono poco s ensibili all'8ZIOne . •lt>ll'ipormang ana to di potnc;c:a' io c;oluzione acida, iur'~P PrtCi!lRtn~nlE' per· le stesse ragioni che li l'f• udooo resislenl t!' · almi di frontu tllla com bus tione ossida nte di'li' or g anis mo. Per convpt·~o, Lutti questi eMpi pos!>Ono essere attacctl li da un all!•o mcz1.o. Essi si decompongono c;otto l'azione de::li •leali più fucilmenle che le maleri<> vere alhumiuoiru . e sonfl ridotti in !>alì uturnoniacali como a,·viene ot· rinar·io nw nte u latli gli arniJi. Pe r mo.lo 'che !le si fanno bollire c~n polast~a, e di prcfcrcuzn se si unisce alla potag!'a un coroo o!'si · da~te C'Ome l'tpermanganato di potassa, cltr> aa~iuoge. In sutl •z•one distrutti\'& .:sulle materi P Ol'ganiche,si riu~cirà a trasfor· man: in ~nunoniuca la totalità o la (juasi tolulità ùell'a zoto dci corpi 8 1~11dncei, 111enlr·e le mato r·i ... Albuminoid i complesse f'll· ranno puì re~i::<t~> nli .
63~
!\l VISTA
Quest'a mmoniaca, proveniente sopratutto dalla lraslormazione degli amidi, dovra essere a su11 volla distinta dall'am· moniuca che può e;o.isLare già fol"rnata ntdl' a~.:qua Tutte le acque nt> conLeng;ono un poco. e quando ve u'è poca, la pre· beMa di questo corpo non si rivela cbiar amt·nle. Per 111ezzo .Jell'ol-ione der microrganismi sulle materie azotate "'"' ne pr'O· •luce; e per ò la sua pt•esenz-a può esset•e indizio cht• nel· J'ac•1ua e'-rl:ltano der prodolll tli fermenta zione delle materrt: animali. forse anche dei pr odotti della decompusizioiH' del· l'urea , che una diastnsi trasforma racilmeoh.• in cnt•Lonato dr am~t~oni aca . i\la d'altra parte, come il Duclaux ha gia dimo· ~;tt·Alo, qui'sL'ommOIIIAc& si forma specialmente durante l& Yita dei micror·~anistni aerobii, che senzu dubbio ~nno i rnr•no temibili, ed essendovi di sifTalli micror ganismi dH per Lutto, (> rnegHo, non polendoli evitare, aver che. ùu·e cn1 rne110 of· fensivi. Ila ullimo, qnesl'ammoniaca dell'ucqua può :<er·vire a sua volla ad altri microrganismi e tornare per loro mezzo all o Rtul o di mate1·ia albuminoide. Tutte qunsto a?.ioui opposte rendono assai dubhio il vttlore diagnostico e l'indicazione della presenza dell'ammoniac·u nel· l'u~'qua. Nondimeno non la ~i può negare veramente '<gra~ devol e quando la sua proporzione r aggiunga o !"Uperi uno o due milligr ammi per lilr·o, e meglio sar·ebùe c!te J'ac•ruu non ne contenesse punto. Que~l'amrnoniaca può essere dosala con so m ma pri!ci~ sioue facendo dislìllare un mezzo Iitr·o d'ùcqua eon poche gocce d'una soluzione di potassa, e Litolando con uou !<Oiu~ zioue a un decimo d'acido solfor ico o d'acido ossalico le prime parti di licJuiJo dislillato. Quando sarA compiuta questa ope1·azione. senza lascrar raffreddare il liquido rimanente, vi :;, uniscono 20 eme. d'una soluzione contenente per litro .R gr. d'iperrnonganato ùi potast:u e 200 ;n. di polA";o.n CA li~ sliCA. Si ricomincia a JistillaJ•e, si fanno 2 o :l prese di '50 eme. su <:iascuna delle quali si dosa l'ammoniaca. Quando l'ultinla non ne contiene più, si cesl>a, si form'l il lolale o si ol11en•• l'nmnH)niAca fll'oveni enle sopraluLLo dall' id rnloziorlB degli amidi. i~ queJ>ta ammoniaca clte va sollo il nome spe· ciAI•' di ammoniaca albuwinoide: so11o ::euza dubbio le mo·
035
D' IGIENE
lede albuminoiJi che ne fo rni;:;cono la mi11or par·te, costil1l8Ddo un segno pal'ticolare della pr·esenza nell'acqua dei
pl'GdoUi òi distr uzione piu avanzati di queste malet•ie albummoidi; ed e appunto questo che le dù il suo prPcipuo interesse. Noi po~siamo adesso formarci urùtlea delle trasro ..mazioni prodotte nell'acqua che filtra dai microt·ganismi che essa vi Incontra speciahnente negli strati superior i della sabbia. Non awremo ''lte a consuJlare le eccellenti pubblicazioni della Commissione delle acque della ciltà di Zurigo, dove sempre " !ilmultaneamente si •leterminano l'ossidabililà, l'ammoniaca delta albuminoide, e l'ammoniaca liuera e il numero dei batterli per ogui litro. Ecco in millig.-ammi le cifre medie per· l"anno 18ìl8. h: s tato sostiluilo aJie cifre l'elalive all'os~idab i lhl il numero di milligrammi d'ossigeoe ceduti dall'ipermanl..>anato alla materia or ganica di nn litro d'acqua: Ossigeoe A uunonìaca Ammouincn O;tl1crli cousmnato al buminoide llboru Pr1ma della tì l ~t·azione Uopo la filtrazione.
3,ì6 3/0i·
0,039 0,023
0,009 0/J0:1
i RS)QOO 10,000
ColliUJtnndo queste cifre, simili a 4uelle dPgli anni prPcedenti, ai vede che l'acqua perde, passando a traverso il filtro•.'IU&ss· ·mleramenle l'ammoniaca libern, una pru·le della rnaters~ organica, e per quanto se ·ne può giudicar e da quesli fatalmente incompleti , una frazione piu nolabile di fUelh tra i suoi elementi azotati che ~i accostano al g t•uppo •legh 'n:'idi. Le conclusioni sono eguali per l'iguardo alle &CIJue d• Bes·lioo. m Oov~ ~ che principalmente a vviene questa distruzione di ••lerta l)r~anica? Una esoer1enza iutel'essanlP di Pi fke lllostra cl è . te sopratutto ne...,.Ii s trati superiori che sono più rscchi di · . . "' !labb' m~cro~ga n• sm r. A. lraverso di tre filtri della s tessa 18 • ed s cu 1 spessori di Qm ì l '" 4 e <Jm l erano fra loro torne i . , ' ' ' .. ' ' rapid•lil numert l, 2 e 3, egli ha fatto passas·e con u~uale . la stessa ncqua ana lizzata nl'ima eli e ntl'are e òopo USCII& al 1 t . . ' . ' .1c· lllà ,J' ~ 10 0 d• v 1sta della sua ossidabilila e della quan1 OS!!J,..,. ue che · "' · e<m L'sene allo stalu hhero.
nwn;n
JII\'JSTA
Ecco le cifre relative al giorno 13 gennaio t~s!l. Sì rtpllrta comP termine di par agone ti r·isultato delln filtrazione tn•IU· striflle di quell'acquu por quanto concflrna i micror gant•tnt nell o stesso giomo . L'm;~ iùahililà é vnl ulala i11 milligrammt di Ol"siaene, l'ossigena in centimell'i ruhi t•l'r lttro:
----
•~·pn h
l'rima •Iella lìllrnLìone
Ossidabili tA Ossij:rene libero. Bottet·ii . .
fi,H 7' ,!l H2,F:40,00!J
flltrazi l'ICI>'
Ftltr.. Fotlro F ibl> ,,, nm,; •li l "',~ •li'"'J ~·. 1
4.7
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Se «:i nrole awre un'rdea di ciò che a' \'lene nel pr.Dl' ler7.o e uei due primi lerti dt un tiltr·o d ptu 'l ,.:;,o. n® deve farsi altr·o che sottrarre ~Li uni ,)agli ~ltrt t nYrtlt:t'l re lativi all'ossidabtlità P. all'o>~!'ligene liber o av uto dai lt•e ll ltn. che !;A nno ser vito per l'espet•imento. Allortl, Llet:omportemto mPillalmente il fiiLro dt :.!11•,1 in tre nttJ•i ~0\rappos tt dPila spe~::;ezza di Om,7, St ho tnilli~J". 1,5 pet· la Vtli'J&zione d' .,•• sidabilitè nel filtro supet·im·1•, milligr. OJ pt>t filtro medmr rniJligr. Il, l pAl liltro wreriOrC. L'ef1'ello pt·od.::.llo diminuisce dunque nella ~~e:-Hl rag•1• •• che il numepo dei hlllte t•ti dall'allo in basRu dt>l rillro. p.r fermo non basta qut"sln coi ncidenza per ~ lnbi l i r· e um1 t•ela· zione tli causu t~ù eflello~ ~i polr ebiJe auche tln·e C'IIP se 14 combu ... tionP non procedf' ef!uulmenle allra' .. r ..o !!'li strilli .!el tiltt·o. ciò avviene perché l'ussi!!ene '''''elllA ~ernpre ~ ra1•o ll mano che ~i di~~uda. come ne rauno tt,.ttrnomarlli i numet•i stessi ùello specchio che pt·ecede. St pun ri~pon det·e che doro il pa ssa~g- ÌO altrnvei'SO un mtrO di 1"'.1 rr· !'ilavano oncora 3 em e. d'Ml"igeue libet·o AOJ II'S 8 !'fte se ue avevano al principio. D'll iL•·onde, in un fill t·u "ler•l itzalo,ue• quoll' f.Ì fa penelt•are I'ACIJWl fo goccia a !!OCCIIJ. rli (1]811Ìrrt che resti penetrata d'o"Stll't>ne, non Ai bu cumbu'-tì~>ne --·"· sibile. OunquP. biAo~un "mettere di ricouo~ccre 111 'iue::a cotnbu:;;liuue un renomen(• tli ossidazionr chturif'll or,tinar•~ Lo s tes"'o csper·i menl o, citato [oiù ~opra, dl•l fillro :::tertlil"
o' IGJE~ E
(jJ7
aoo rende lo•cito di at~1·ibuire aJ una AZione della po-
,.. la diminuzione della sosttwza ut·p;autca pe1· eJTell.o d~ll a llltfaziotu•. ~t)ll resta adunque che a Yeder e il ri sultato del razione Vttale dci microrg-nnÌ!;P1Ì r·isconts•ali in lullo lo spes1'1 della ma~sa , roa svecialmente nep;li strati superficiali. Se è ros1 noi int1·avvediamo uua r isposta alla questione IIDCI&I8 d1 sopra <>enza p<•t•ò po'V•rla ancora ri:-olvere; cvi~lemente occorre un certo tempu d1 presenza tlell a~ua nello spe~!lore del filtro per chè i micror·gvnism1 possano esercitare la loro aziorw. Possiamo assicurarCI clt'lla durata di questo I'OnLatlo sia ùimiuuondo la pr·essiOIJf', sia aumentando lP spc-ssor e del OILro senza modificare la pres&One. Jl primo metodo i> senza dubbio il più economico, e respeneou ha dimostralo ili ogni caso quale l'o se il 1'8ppor lo ptù favorevole tra lo spessore del fi lLs·o ,. la pressione solto w deve runztOnare pe1• ollenersi la diminuzion.- più notevole nel nomero dei balleril r• nella quantità di sostauza organica dt•ll'acqua filtrala. Corrte $i puù preve<.IOJ·e, queslo r·apport.o vana se<·ondo il gr·ado d'irnpurrlà dell'acqua. Cof'i u Berliuo praao la fabbrica di Slralauer T ilor , o ve s1la v ora coll'acqua dellaSprt'a dJ solito mollo impura, nCio si oltr epa"-'>8 una ,·eluQ&A.di 1.,,18 ol giomo. Qul.'sla 't>locitù pub spmger si lino a melri n~llo stsbilimenLo o,·~ si filtt·a rac•tua d•·l lago di Tegen, d'ordinario meno cat•ica di germi e di materi e or ga· nicbe. lnllnH noi abbiamo vislo che o Zul'i go, ove lo acque del lago &ono ancora piit pure•, si possa arl'i va1·c lino a 2H rnelt•i al 11101'00 f<enza comp1·ometlet•e in modo sPnsi!Jile il buou funzio llallk'nlo del filtro. No• ado·!'so vediamo bene ciò chE> sta tut lìltro u sabbitt, la ..bbia scr'e aù un tempo di fl'cno pe1· IIIOdt!l'&r•· Il corso d•·l· lat:qua t> di sostegno pel' lo !->.lralo mucosa dei microt·ganismi che si f< Jt· ma 111 • luLlo In sua massa, ma spec .rulmentP all a su=rllcle. Uuesto lll1·ato supeorfi cialc, coslilurlo eire ~ia , dtvenla ve~ parse filtrante, sicché il fillro u •111eslo punto è muturo; ;,ne ~tffatto l<lrulo f' dl'peribile. N on -.j J"ve soLtoporlo a ll'oppo vrlilepre<~,.ion• •!Uando il suo spe'-'sor c non è ancora con~idf'revo Jlcrci 1 · · 1 tra ' "' suo1 c ementi si dissociurebbe1·o "' :-:arebbcru liJIOrlnti nella massa del ftllro, che infine r1e rt>~L,· r·o·IJbe
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Ri\'IS1'A
ostruiLo. Così non si deve nemmeno sottoporlo a rapid i balzi di pressione pt>rche essi produt'l'ebbero lo !';lesso effello. È necessario invece !ascia rlo funzionare tranquillamente, autnentando la pressione a poco a poco ed u mi:::ut·a che ::;i rend~ piu spesso, più re!">istente e piu impermeabile; poi, a un certo punto, quando la pressione impiegata é divenuta troppo forte è mestieri fermare l'acqua, lasciare che ti filtro si vuoti, rimuove t•e il suo strato sn periore sporco. e rimetterh1 in funzione L'intervallo l!·a due nellamenti dicesi un periodo. Esso e evidentemente tanto più breve, caeu.:ris paribl'~, quanto l'acf[Ufl da filtrare è più sporca e più impura. È co!'ì che a Ber· lino presso la fabbrica di Stralauer Thor la durala di un periodo net 1888 fu di sedici giorni con u11a velocità meùiR di !"',~ per giorno, mentre che a Zurigo questo periodo uel 1887 fu, per un lìllro coperto, di 48 giorni con una v<:>locita media di 4m,5 per giorno. f; chhll'o che con siffatta costituzione uu filtro a sabbia é cosa esll•emamente delicata, ed è eYidente pure che è impossibile evilaPe il pas~agg-io (li qualche rnicrorganismo lll?l· l'acqua Jìltrata. li filtro dunqt.e non può essere perfetto. Si può motto ridurre la cifra dei hattorii nell'acqua fillt'ala. t•al. leniando considerevolmente la velocita della fillra7ione; ma allora it fìltro non set·vil·ebbe più agli usi indnfttriali. Si riduce altresì ques ta !!ifra in ragioue della poca impuritù del· l'acqua da fillra re, nta i numeri piLt sopra t•i t'erili a propo:silo di Zurigo dimostrano che ad onta della purezza relativa delle acque di lago, i miceorg twisrni non sono nwi mteramente aboliti nell'acqua tlltrata. P er conseguen7.a costante~ mente sono traspoPLati l'uori del filtro un cerio numt'rO dt balterii, e delt·eslo, rilleltendovi bene, si compt•e11de dte non potrebbe essere altrimenti. . Il filtro a sabbia è dunl'jue un cattivo is trum••nto da cut l'ingegneria idraulica Lutt.aY•a ha cercato di trarre il ntaggiot' pat·tiLo poFisibile. L'impianto di questi filtt•i ric hiedendo ttn~ somma mollo vistosa inconlt'ò a Lulla pt•ima degli Mtacoh Sollo pretesto che fosse ad un dipresso indiffer<:>nte yerss~B sul filtro dell'acqua molto ricra o molto po,·eru di hatteru.
639 8 C)he l'acqua filtrata non dovesse contenerne che un certo
numero in ogni caso, si era arrivati a poco a poco. or non
è molto tempo, a figurarsi un filtro a sabbia come fot•mato jo certo modo da
due sistemi soprapposli: un fìHI'O perretto che non lasci passare a lcun microrganismo costituito principalmente dagli strati s uperiori , ed un mezzo nutl'ilivo, formalo sopratulto dagli strati inferiori, ove avviene una moltiplicazione dei microrganismi allo s tesso modo che si elf'eltua nei tubi di coudottura e di dislrihuzioòe. Questa maniera di vedere aveva il vantaggio incontestabUe di separare, come se fossero due fe nomeni differenti, la tlllrazione e la moltiplicazione dei microrganism i, e di con siderare quindi quelli dell'acqua filtrala come indipendenti da quelli dell'acqua non tlltrata; in poche parole, di tranqui lliuare la coscienza sull'uso d'un apparecchio capace di sostituire dei microrganismi innocui ai microrganismi nocivi nell'acqua potabile. Ma il ragionamento su cui s i basa va •)uesto concetto mancava di prove. Quando un filtro di carta è foralo o indeb0lit0o in uno o più pun ti, la proporzione delle so~lanze sooSp'ese nell'acqua che ne esce non è affatto necessariamente in rapporto con la p1·oporzione di esse nel- . l'acqua che vi si versa. È ciò che spesso si ha l'occasione di 0Me1•var-e filtrando ad esempio un liquido nel quale sia slato poco prima precipitato del solfato di barite. L'acqua d'un filtro di Zurigo potrebbe tras portare con sè pr esso a poco la medesima quantità di germi dell'acqua $l'un fi ltro della Sprea senza cho3 questo fatto provi cl te i germi tt·a sportati provengano altronde che dall'acqua di fìltr-azione. Un altro argomento a favore dello s tesso filtro così. co1t - · cepilo era che le specie microrgan iclte dell'acqua filtrata non sono le medesime che quelle dell'acqua che si filtra; in generale sono assai minori di numero. Ma se que~to prova che nel l'Il · 1 ru V I è coltura e che la specie che vi trova un mezlzo confacente vi si moltiplica dL piu, non prova' che si rnu laneament · . cur d . . e non vt possa esser·e un trasporto dt qualIO 81 lniCI'O · · E rgan1sm1 operato dall'acqua che lo traver;;a. il F questa è la conclusione sperimentale a cui é giun to testè raeukel. Facendo passape pet• un fillro malut•o dell'acqua
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RIV ISTA
carica di un microrganismo particola1·e, l'u.;ile a r1lOIIO~ce1·~1 il bacrllu.'f oiolaceu.'1, egli ha ricouosciulo dw nell'acqua llrata si Lt·ovo.vuno colonie t!i tal micrut·gan•srno. L'esperienza ha tanto maggior fona u pro,·are in quanlu che, ad evilar•c l'abbiezione possibile di un'invasione lenta d~>l !litro da parte del rnict·organismo molli plicanle~i uel mezzo delle matel'it• orguniche comumcal.>! all'acqua J al brodu da cultura che 61'ftVi c,tato diluilo, il Fraeukel 8 \'8Y8 pt·•'"'fl lu rre· rau;-.ione di rare tale cultm·a in un brodo mollo ullungato, tid H eu• m1scuglio con l'acqua non ne aumentava lu maler1a nutritivo che in proporzioni inlìuitesimali. :Y.la allot'l:l, ~e questi microrganismi dell' acr1uu pent:'lrano Lutto lo l"pessore Jel fi!Lro, noi ci domandiamo cume vada Che 0011 VI !'lÌ !'IVi!Uppioo egUillmeote in tutta ruJtezza. Ad essi non ma1wa la mate1·ia OJ•ganica. Vedemmn g1u che nel· t'acqua di Zurigo, H giuJicarue dt~lla ttuanlilil d1 oss•~rene che essa cede all'iper·mauganalo ù i polassa, la Wll'lllZione dall'allo ·i11 .basl:!o del fìlLro ò debo le, e che ucll'ucq uo chl! ~colo. 110 l'esi Av(wo sopra i l re quar li della qua11li Lv coulenuta nll'eul•·~re nel fi!Lro. È ver o che l'ossig-eno spari~ce più presto, 1na non tuili 1 mict•or~anisrni ne hanno bisogno, e ò'alt•·onùe 1w resta st:rnpre fluo al fondo. A mo' d'esempio, altrav~>rso a un IIILI'O indu-lrialta m> tu ro, se ue Lrovn nell'acqua clae t'!-CC quasi la melà ùi ' ruanlo ,.e n'tH e,·u prima ùella filtrazione. Pel'clu'!l ùunque il lillro nou si populn piu ampiamente in tullo il suo spessore·! E !JCI'Chè In \:lo ab· bonda di piu negli sL1·aLi superiori! lmportanlo " questa 'tuislione, perchè ri::-oh·eodolo noi ab· biamo pa•obalul,là d1 lt·o,·a,·e rwllu sua soluziouc d ... i lumi 8 t•iguar ùo della :~e~uente sccouda qui,-tione ùeliH ,.le,... & natUJ'a: per ché mai nella tei'J'a ' 'egetale e, in g_enl'l'ale, ne• suolo, i mict'OI'ganismi s' iuconlrouo eli pr efercuz.a ulla su~ perficie e vun1w gradatamente diminuendo a 1nisu1'1l che ~· procede p1il a fuuJo, laiche ad una profonJ1tu 11011 1-!rsnde s • trovano ordma r ismente degli str ati >'OllPI'I'&IIei n118ll•, t-ler•li '( S1 $COI'ge :-ubilo che la vila abbonda piu ne(!li c,ll'nli ~u per ior·l, perché vi é più O!:Sigeuc, piiJ m aterifl o1·gnraiC11, l',
m-'
ti41 momento chE> il :filtro cominciA a 111alurarc. più rinnotaione di germi. Si !!=corge d'allt'a parte chE> uno ~lrato eoe1 avvivalo alla s uperficie deve r end-'re ptu difflcile la molliplieulone e la vita nelle parti inlet·iort. Il desltno dei microrpn~~mi è rli rovinare il lor o mezzo di cultura, di t•ovinarJo per M ,. per gli ullri, sia deponendovi "O<>lanze nocive opeI'IDti a guisa di anlisellici, sia impeden.lo il ùcpo<>tlat·''J~i ùi eostanze utili. Il fenom eno allo t·a ,, piil manifesto, quando, eame nel <'&SI) n o"lr4l. il mezz() nuiJ·ith·o l> povt>ro, conleneado ben poco oli mater ia orgAnica, n contenendone t.li IIGIIIa che ha C!iù subrto l'azione di'i n1icroq.wui!'\mi. l u tal C8"'0 bl8ll il mPnomo nuoYo cambia111ento per r"ndet·ln temporaneamente rli"acconcia a nuove cultur~. Cio po.,to non tralla!'\i, per riguardo al lìltro, che di sospe11<1erP o anche solo di diffieo1&ere la moltiplicazione durante le podw o r e in cui l'ncqua draversa il fll lro. Quando l' a equo ~ ia u::-ci la, qu&ndo sia di btll nuovo aerea ta; quando forse sulle pareti dei l>ucini o <lei Luhi dicondo\Lu1·a ~bbin ri trovato rJUDicuno d rgli Ale m c uli tnin~· liiU onde er a s tata privata, quando i110lt1·u abbifl illempo aclllllllio, la m oltiplicazi one vi ricom incia. Lu influenze paralizlllltt.-ercitate da una cultura sul suo mezzo nulrilJ\'0 sono C'GMle nzioni antisettiche, le , 1ua li. o rneno 1'11e non -.iano rc...ne, r itardano il moYìrnento ma non ~li nnpelii.:::cono tli C!'OIIlpaersi. Forse P. •1uesto il moùo dì fiU'>'i un' idea, la witdiore, dì sitfatla ìnll'uenza. Ja quale, lra<>formando m liltro "•eate 1(1 ~'lrato superiore del filli'O di "abh1a, consen·u ad IIUa mediocre mi,.ura la vita nel pt•ofondo ,J,.I fil tro !<lesso e lltrmette all'acqua di uscirne senza trar !':ecCI Lr•1ppi germi 0U~te r.onr!izioni e\•identemenle sarebhero cumi.liatc, se il 1 lro tn'teee d e;:sere composto d' una !':OSlanza inet•te e c(Jffi · (Jilta, fos~e fOJ'IIlQll) tfun COl'pO pMO;>() e A"SOrhenlc. l n tal tuo per via di allraz•one molecolat·e il liltro ar•·e,...terebhe 1l :-gili o della porz.ione di materia orp:nnica dell' ACI(IIA. 1 t microrganisrni avessero lascialn intalla. Il mezzo nu~arebb" migliore, cesserebbe ro in pat•te l•• cause che Q ~~rvano OPIJe pa rli infer ÌOJ'Ì lillA ;;terililà l'elaliva, Prl lt ro, .attraversato conlinuamen le da g rondi masse di ed mva<;o in tn llo il s uo speP;:nt·~. do. i mict·organism i,
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RIVISTA
prima s'ostruirebbe, ~ darebbe poi un'acqua impm·u. Di qui nasce la differenza con lo slt·atn SU(Jt-rlkiale do! suolo, rot·nit•) in generale, lìno ad una profondità più o meno grande, di racolt.à assorbenti. Ma lo spinger e più oltr e 11uesto stud10 rt fat·ebbe uscire dui limiti del nostro argomento. Cosi abbiarno espo ~to sommariamente, a propo~ito della fil· trazione delle acque, le nuove idee che cominciano a pt·cnder piede nella ~cienza. Come ben si vede, ditferiscmto al(1uanto da tJuelle che avevamo e che tenevamo per sicut·e. Ma di che mai si è sicut·t? E clu potrebbe altrond•· lamentarsi dt J•Am bittre perpetuantente orizzonte? Non è questa lo pt•o,·a che~~ pl'o~Ted isce?
Sulla 41•1nteslone delle materie feoau ... - ~Il· FEt..MAN~. (Ber l. klin. \Vochensch.; K. 25, 1 ~9 e CencraiiJ. (ti r die .Vledi'c. Wixsensch. , N. 3~). IH89).
Com~ og!telli di pro\'a . i usarono flue liqui lt:- evacuazioni di lisici , una evacuozìone dissenterica e mtscugli pollacer di materie r~cali e orina con l'a!!g:iuota di bar i Ili dell'Eberth o di bacilli del colera. Come !'o:glanze tlisinfellanti, furono spet•imentalt gli acidi solrorico e clor·idt•ico (arnbcdul' diluiti con eguale o doppia quantila di acqua), la !!oluziow~ di acino feni co al 5 p. 100, la soluzione di sub!imato al ~ per mifie. la stessa soluzione ncidulata con »cidCJ dorid!'ico, 111 li!.'i'ivta pota ~sica al 35 p. l 00, la C'-&Ice caustica pr·epu l'l\ la di fresco. il latte di calce r• il mil"CUJrlio di cr•Polina al 12 l /2 p 11~1 Eguali 'JUantilà di ll1ttLerie recati a clelia l'oluzic>ne cJel ,lisio· fallante da metter si in prova er·ano insiemt• agilate P pC>i la'!ciale in riposo per quindi, dopo nuova ug-ilaz10ne, a diversi inteJ•valli di tempo, prendeme dci saggi pr•· eparoinare la quantità (·on lenul~ di mirrot·zan ismi vivenli I più altivi si mostt·at•ono ~li acidi minerali, i qt•ali gt>m~ ralmente dopo due ore di nzionc nvevano distrutto tuili 1 ger•mi esistenti nelle ma.tel'ic fN·ali. Dopo qnl•sli spie~a ron(l la mag-gior ellicacta la soluzione dt sublimalo aCI•iulalll crn
n ' tG!E.NE
acido cloridrico e la lissivia polass ica diluita con acqua u parLi eguali. La soluzrone di acido fenico al f1 p . 100, dopo un'ora di azione non uccis e tuLLi i bacilli di Eber th distribuiti nel!e fecce, ma dopo 2-i ore, tanto ques ti, quanto quasi luLli gli altri get·mi furon o distrutti. AncbA la soluzione di creolina al 12 1/2 p. 100 uccise quas i tutli i ge1·mi dopo 24 ore. La calce caustica aggiunta in proporzione di 0,25 su 10 opero in 24 ore come quasi ~.>icurò dis iufeltan te, mentre in proporzione d1 0,1 la sua azione fu m als icura. La semplice so luzione di s ublima lo in 24 ore di azione non s empre valse ad uc.~idere tutti i germi, in mezz'ora d'azione molli germ i ed anche i bacilli del lifo ri masero in vi la. Atfalto inaltiYo e fu il trattamento de lle materie fecali COD 8Cf!Ull hoJienle. Quindi sul fondatoento di queste esperienze l'autore raccomanda, per disio falLare le materie fecali liquide e pollacee, di mescola1·le con volumi eguali di acido solforico o cloridrico diluiti con doppia quantità di a cqua, e i{ui ud.i 1alciarle slare, usando l'acido s olfor ico due o1·e e usando l'addo cloridrico 12 Ol'e. Per le soluzioni d'acido carholico e dleublimalo acidulato é da consig liarsi las ciarle a contatto con le materie per 2-l ore . La calce caus lica che spesso f. l'lccomandaLile, pel' ragioni praticbe, dovrebbe essère u~ala come preparato fr•esco e in qua utita tli 2,5 su 100 di feci. Il Ielle tii calce dovr·ebbe a doper•arsi in ragione di 2 1/2 parti su una di materie fecali per la durata di 24 o re.
lopra la cUnntesl!oJle delle deleziolll d el tifo e 4 el colera oolla oaloe . - Sopra la dlalllfezloJle delle latr 1Jle OOlla oaloe . - Dott. PF UBL. - (Deutsche Mil illiritr;tliche Zeit8chrift, gennaJO 1890). Negli ul timi tempi la calce ha di nuovo acquis tato una
me~g.iore considerazione come mezzo di disinfezione. l 1w irni
~~rrm~nli di disin fezione intrapresi con esatti metodi bac-
errologrcl le L'iuscirono s favorevoli, perché sì cons idera va potere tlisinfellan te l'uccisioneM sp~re del ca rbonchio, ciò elle la calce n on può fa1·e . 8 a rntsur•u che ,..j riconosceva come la ma~sit1tu parte
8 : : criterio di sufticiente 8
IHVISTA.
degli agenti morbigeni, per l'esistenza, stanno ul disotto delle spore del carbonchio , diveniYa lecito di nllootanarsi dalla pretesa dell'uccisione delle spore di cut·bonr.hio nell'esperi mento e nell'uso dei mezzi di disinfezione, e ui scegl iere questi secondo le malattie e gli oggetti do .lisinfeU.fìr'e. Ora, s econdo le ricerçhP di Liborius e di altri, la calce si era dimo.strata un mezzo molLo energico per Jn disll'uz~pne dei germi del tifo e del colera; e colla disinfezione delle m aterie fecali si ha appunto in viste soltanto fiUesla Jislru· zione. È indifferente se sono distrutti dal flisinfeLltllrte anche gli altri mkrorganismi esistenti nelle feci (come i germi ancora sconosciuti della dissenteria, la cui resistenza non é da ammeLtersi maggiore di cruella dei bacilli del tifo). Nei presenti lavot•i é direttamente dimostralo che mediante la calce le feci sono completameute libe~ale dai g'C l'mi infell.i vi, eg indicato c,ome s i debba in pratica procedet•e per la dio:infezione dei va~i da ltotLe, delle ti no:.~ze e clol le fosse. P er q uesto scopo la calce deve essere usata come latte di ealce; io tale fo rma soltanto le feci sono da P.!'su uoifor· rnemen te invase. Una proporzione di 2 p. 100 di latte di calce (l pai'Le d1 calce idruta e 4 d'acqua) ba ~la. per uccide••e in un'ora nelle ft>ri i bacilli del tifo e del colera. La prova colla carta di laccnmuffa dimostra che la proporzione della calce é sufrìcien le, poiché succede una evideute reazione azzurra gia col 2 Jl· 100 di calce. fn quMln 111odo si ho pur'e un facile mezzo eli risconti'O nel raso ùi latte di ealcs a propOI'Zione rwu determinata, se si poo:sn, ritenere sufficiente la qunn tit.U della t:alce. Nel 2" lavor o, questo risultato ottenuto nel laboratorio: venne reso appUcabiJe per la pratir..a delle disinfezioni di tinozze, di fosse e di vasi da notte. La calce viva è spenla in foJ'ma di polvere. " la JlOI"ere vieue mis urata a ltlri e mescolala coll'acqua (l JilM Ji pol· vere di calce per 't liLt•i J'acqna). La calce clte -.oprAVVflOZ8 si conserva buona per breve tempo. Cosi si può ri::oparmial'tl 18 la bilancia ed ogni infermiere di caset'ma pnù pl'epa ral'si miscela di calce. Si aggiungouo alcuni consig-li pratici per )o spegnimento dello cale...
n· iGIE~E Dopo eseguita rag-giunta della ca Ice. s• c:tabilisce collo prova della curta art·ossata di lacrnmuffe, se la quantita di calce nelle feci é sufficienta. Per eiò l'mfermiere si àe\'8 pt•ima preparare in t nodo setnplléisalmo una scala di r eazioni azzurt•e con diverse stri5:cìe Ati làeeamulfu e <'Onft'onLare c0n os~<u la t''.lazione trovata nelle reci. Tosto eh~ si t'aggiunge nlmeno il 4• grado della scala, si puo ritenet·e come sufficiente la qua11tità della calce. Naturalmente si suppone inoltre una uniforme mescolanza delle fet•i colla calce, ciò c he r.on è da attene rs i puramente con la semplic~> aggiunt& di mag-giot• quantìlù di calce, sopratuUo non è da pensare ad una agitazione mauuale del coolenuto nolle tinozze e nell t> fol":::.e a cagione de~rli incon'Venienli che ne derivano. L 'autor e si ò giustamente molto irnpen~ierilo ùi questa mescolunzu delle feci colla calce cd ba lro"ato C'he essa si può abbandonar e a l m ovimento spon laneo delle feci per la spinta delle nuove rnalet·ie clte a rr tvaoo; IJUIUHIO g io rnalmente si itt lrodtLce o1oll'apertul'a de lla latrina 111 necessaJ'ia quanlilà di latte di c-alce. alla qual~-' <-t IJI•unge tjuella impiegala p e t· lavare e dismfeLtare l'imbuto lllll tulxl di scarico. Le graodt foRse devono esserne spruztale in tulla la loro s uperficie. Le rosse coo:i disinrettate ~no mollo meno che quelle trattate col carbonalo <11
calce. Diamo rtui lelteralrneule le conclu ioni raccolte dalrauture
alla fine ciel suo ltnot·o: 1 Lo spegnimento della calce in Cor111a di calce iJrnla ridotla m polvere avviene coll·agg:ntnta di cir ca 60 pArti ìn }le@<) di 8Ntua sopt·a 100 parti di ca lce viva; 2" Un litro di calce idrata •·idolla in polvere può rtlenerl'li pestu·e Jf'!. chilogramma. 1n ften eraJe basta un lalle di calce nel 1tUale per 1 lili'O di calce idr·ala ridolt.a in poi ve.-E: :• adoperuno i parli d'acqua c 'Jilindi per una parte in pec:r. 1 ldrat~ d t calce cor rispondono otto parti di accr..ua; :r L ellicacia della di,.,infeziollt· :;i risco nll·a nel modt> 6 ~~emplicc colla pro,·a della r ea zione del coutenulo della &ll'lll!t'-alla caPta arrossal;1 di laccamuffa. Se la rea zione e
i'
llJVISTA
for temente azzurra (almeno fino .alta reazi011<1 IV della scala) la disinfezione è sufficiente; .}' Nelle fosse si raccomanda di (;Ominciat·e la disinfezione con tale quantità dt calce, che l LiLro di calce idrata in poi vere corrisponda a 100 litri del giornaliero aumento del contenuto della lall'ina. Nelle tinozze si dovrebbe aumen tare all' l ·112 p. 100. Nei vasi da notte i' necessaria uon ']Uanlilà dì calce ancora m aggior e pet· otten ere una disinfezione più rapida ; 5' L'aumento giornaliero della latt'ina, se l'ot•inatoio ne è separato, si può calcolat'e a 400 ccm. per uomo; 6' La cosa più sicut'a è che la disinfezione si eseguisca og-ni giorno; 7' Non è da pensare ad ottenere la miscela delle feci colla calce mediante un lavoro manuale Kou resto allro che od abbandonarla ad una miscela spontanea, o meglio eseguirla mediante un apparecchio mescolan te simile al modello di Thiriart. La conoscenza dei lavori del Pruhl è necessaria ad ogni
medico militare, con essi si può considerare come scioltB in uno maniera sicura , comoda. ragionevole e clovunque pr·aticabile la questione della disinfezione delle materie r~ r ali in !l'ra nde.
Nota. - l t t seguito alla pubblicazione dei due sopraroen· zionati lavori dello Slabsarzt do tt. Pfu hl, fotli per ordine del riparto sanitario del Ministero della guerra ger mauico, lo stesso riparto pub blicava il 13 dicembre 1 8~9 la seguente pr escrizione: /Jisinfe~~one delle lrtt rine col/atte di calce (Kap(mUch).
A modincazione della p1'escrizione del 16 ollubJ'e 1871 , ecc., in avveuit·e, per la dis infezione delle latrine degli ospedali e dei locali ·d ei presidi, in luo~o del carbonalo di calCe f.ìnora prescr itto a questo scopo, si adoprerà il laltP di calce: 1' Per ollenere il latte di calce si spengono 100 parli in pef'O di calce viva della miglior qualila con RO porli in peso
D'JGIE &
1 aequa fino a 1·idurla io forma oli polvere. Un litro di que· 111 calce spenta in polvere, mescolata con 4- litri di acqua, di il richiesto latte di calce, il qunle, immediatamente prima da essere adoperaLo sarà di nuovo r.onvenientemenle rimeIW!olato ; :r Si otterrà una completa dis infezione solamente adoperando una tale quantità di latte t.li calce chP, dopo la profollda miscela di esso col contenuto della lall'ina, r imanga neora una eccedenza di calce libe1'a in soluzione (rorle reazione alcalina); :t- Di regola è sufficiente SP _giot•nalme11te si ve1·sa in ogni $6rlile delle lalrine J litro di !alle di calre, l'imbuto del ~e d••ve esset·e inollre su[ficientPmente lava lo; l' Le pareti ed il fon.lo delle ltnozze, delle fosse, ecc. vuote, prima che vengano nuovnm<'nte adoperate, devono e&!erP inaflìate con latte di calce. v. COLE!R. Inoltre lo Atesso ripar to sanitario ùel Minis tero della guerrn fec:eva distl'ibnire agli ospedali milil8t' i un certo numero di
COJiie dei due la,·ori in par olll estratti dul Zeil~ch rtft .{ft r HQiene (VI e VII Band), affinché fossero portali » cono8Cftlza di tutti i medici militari dei presidi.
-...nease •ulla dlainteztone dei materiali eU rifluto. Geatòczv. - (Deutsehe Vierteljrrltrcltrijt .fii1' i~[J'entl. t>ta~tndheitapjlege XXI, pag. -1>3:i).
L'autore ha faLlo, nell'istituto igienico di Pest una l'lerie dt
:~'peril'nze per studi are la disinfezione tlel conl;nuto dei condo:ti di spurgo delle acque dei canali e della l oro melma, ~ 18 spa7.zatura secca delle stl'ade, e delle evacuazioni intestmali fr·Pscl · sol . re. 1 d·rsmfettanti sperimentati fur·ono: sublimato, fato dr rnme, solfato di zinco solfato di ferro acido fenico ' rtelallizzut · ' ' ac·d . o, ac1·do feruco impur'.l, fenato di calce, Cl'Polina , ' o ossmanor .d . . llpo>nta . reo, ac1 o solforrco tm puro concentrato, calce Clllda dt ret'ente, Rcqua bolleule, liscivio tli cenere di legno , e fretl rla ' e ~·~ 01 UZl·OOI. COOCI'Olrale dt. Sale da CllCtll3. .
Rl YISTA.
Dalle esperienze l'i~ullò che il suLiimalo e racidv fenico uo 11 meritano nella pratica della disinfezione la fiduc1a che si é m geneeale inclinati a conceder loro. Specialmente si tno~lrano insufficienti a disiufeltar·e completamente in breve tempo il contenuto dei cooJotti dl spurgo e le deiezioni fre~ci.Je. Una completa ùisi11fezi01te, ossia sterilizzaziou ~:~ del con~· 11 uto dei condotLl di spurgo, si ottiene meglio che con Lutti !lh altri disiufe.tanti ~unn om i naLi col soHalo ùi l"ti ln6 11ella rroporzione di 40 kg. per l met•·o cube• di malel'iale da disinJeLtare. {Prezzo ci rca 2 fiorini L. 't.IO). Per la tleodot•aziooe del contenuto dtd condolli ~i 1'8Ct'O· manda l'acido lènico impuL'O, almeno 20 kg. per metro cub•t (Prezzo circ11 L. 6,7~1). Anche per la disinfeziOne del con~enuto dd CAtllrtli si raccomanda il solfato di rame: mentre per la deoùot·azione basta l'acido fenico impur·o nella proporzioue del 2 p. l000. P er lt;~ spazzatut·a secca delle strade 11 011 si otLenuc mai dr· sinfezione coi disittl'èUanli sr1n nomìnat.i. È consigliabile percio di inumidir·l a e ùi alloo tanal'la al più pl'eslo dallo cillù. Per la di;:;infezione di escrementi fresclli si rac,·omaoda il solfato di r·a me, la liS<civia bollente, e il !aLle di calce. li fo· sfato di rame de\'e us:S~:-1'1! nella proporzicme di l Kramauo su 100 cenli~~tell•i cubi di e:;cremento. La li~civia, composta di i parte di cenere e ~di l:l.C' [ua deve esser bollenle, e nella pro· porziont'l di :1 [>arti per· l par·le di escrdmt>nl• •, per· averi' una completa sterilizzazio ne dentr o un'ora. Il latte di calce (l ptu·Le di calce su 20 d'Acrplll) disinfetta ""e ne nella propqr;:ione ui ·1 parte su 5 cl i escrernc1 1Li.
=
..
Sull'eflloaola. del rtpo1o a.aaoluto, e della prptbtztone del oibo nel prlmo stadio della febbre tifoidea. - ODttor R. F . LrcoRrsc n. - (Medicai Recor d. 8 mal'7.0 !801))
Nella cur·a della ft!bbl'e tifoidea,, seconùo rauto•·e. si deve avere in miru: 1" mar~tenere le forze del cuor.?: ::' ristahl· lire !:appetito; 3• manLenet·e la ll"anquilllta menl.aiP; 4' prO\· vedere ad una contiuuu ventilazione. Per soddisfare alla l • indicazione l'aulure prescrive ;;enwre
64.9
n 'lGJ&NK
fà posizioue orizz.outale conlinuameute mantenuta; senza 11111 peMnellet·e al ma lato di cambia rla per qualunque moti vo.
Quanto aUa 2• indicazione l'autore r·accomunda all' infermiere di non dare assolutamente cibo al malato finchè esso stesso non lo riclùeda; e di dargli acqua a bero:: ogni qualvolta lo desidera. In certi casi dU circa quattro onc.e di laUe lino a che non ritorni l'appetito, ciò che avviene tra il 4• ed il 6• giorno. Questa assoluta astinenza non è punto dannosa, nù diminuisci! sansibilmente le forze, pet•ché essa sì applica sollauto nei p1'1mi giòrni della malattia, t1 soltanto negli inclivldui ehe si s ono rnauLenuli sempre io posizioue orizzontale (il miglior Lonico cardiaco, secondo l'autore). Del resto nel pdmù s tadio della febbre tifoidea il Lubo di~estivo Lrovaai 10 uno stato di congeslione catarrale che lo rend e at'fallo improprio alle s ue funzioni. Dopo pochi giorni l'ammalato accusa esso stesso desiderio di mangial'e, ed allora si comincia a soddisfarlo g radatamente e con molla cautela. Nou si deve permettere al malato di seJersi s ul letto ~e non untt !>eltimaua dopo che ha l'aggiuuto la. lempe1·a.Lura IIOl'rnale; ne si deve comincial'e a dargli cibi solidi pr ima che sieno scorsi 10 giorni daUa suddetta epoca. Con •tueslo metodo l'autore assicura avere ullenuto sen1p1·e &plendiill risultati, sopra più di 600 casi, riuscendo a fat·e abortu·e il decorso, pur.chè il tt-aLtamento sia comincialo fìntJ da~ pr1mo inizio. li continuo mantenimento della posizione omzontale rilat·da 6 impedisce all'a Lto la debolezza cardiaco, e cosi elirnfna i J.lericoli della privazione del cibo.
L& • IDOD&4e dell'inilueuza •. Bru!tH'iotonie. N. 5, j890).
Kt..e:us. -
(Centralb. f.
Klebs comunica i r isultati degli esami da lui praticati nel tlangue _degli inllueozati. E gli trovò un gran 11umero di cor pi molto l'lfrangenli e mobili somi<J'Iianti per <TrOs!:.'ezza forma
e mob11it11 · . '. : '"' '. n· . aJ corp1 cbe egl1 ba r1 sconLrato nella anerrua perrc1osa •ua .111 l • mo lo mino r quantilà. OlLre a ci ò non ri-
650
RI VISTA
scontr ò microcili come invece si r iscontr avano nell'anemia perniciosa. I n un caso letale d'inl1uenza, esaminalo il sangue del cuor e, vr si tr·ovarono le monadi. Esse variavano llltJUanlo in dimensioni, e!òsendo dj forma oYale, e 11011 solo a ,·evano movimenti vibratorii, ma er ano anche c·apaci tli l~~o cornozionr. Er ano spesso alLaccate al margine, or,pm·c anniccùiate nella sostanza ùei corpuscoli sangui~ni. Questi nucror~m nismi er ano ùistinlamen le na~ellali ed io alcuue propor· zioni si vedeva con gr an c!Jiar ezza la lor o intima ron ne~ ... sione coi cor puscoli. Provvisoriamente Klebs li colloca ft'ft i ri.~umaNtigma dalle monadinee, confMrne alla classificazione di Biil~chli. Eglr o.~· ser·va rbe in altre malattie in eu i è stato lt·ovato un ema· tozoario simile, come nell'anemia pel'niciosa acuta, vi é len· denza all'int('rmiltenza nel tipo della febbre; ed e~li ritiene che quando l'influenza pr·esenta. delle remissio11i nelln fcbbl'e, qn e!' t~ 'corTi flpondono a. stadii di ~vi lup po del rnicrorga· nisrno.
Della precUapoalsione alle manifeata.slonl oanoero••· (Ga.;ette des Hopitau;r, ~. 112, 11:!89). La questione della natur·a intim a delle manifeslt•?.ioni can· r erose è Mmpre staLa d'attuali tà e le ipote~i più bizzlll'rf' sono !=;(ate emesse a questo ri guar do. Oggidi, trasportati dalla grande corrE>nle ~cienliflca che ha del~rminato lo !:'ludio delle ba lLeriolo~u1 , alcuni patologi hann o creduto vede>re •wl cenere produzioni di or dine par assitar io. Il cancr o !ò81'ebbe •·ontsgioso cd inocuiAbile; esperienze posiliYe tendono a ciò ùimO: strare. Jì't•alt.Rnt.o. la 'Juestione non è ancor·a che po:;ntn, lunjl'l tlall'esset· t•iflolula. ~on è, llt~ diviene cancel'oso rh i vuole>: é neresf"a r ia una predisposiziorw, i nnata od Acquisiln. È in~ .~onleatabile eh<' il ncoplasma ha bisogno per i..,vola-er·l'i eh un terreno i'lpt'ciale e che cer ti organismi !'ono ll!'!'olute· meu te r ef•·atlal'i <~l suo ;:,•ilufJpO.
n 'JGIENE
Gii l
bell'esempio che si possa dar e ùi ques ta " ~' l'i la in_...tabùe, può trarsi dalla p alologia comparaLo. 1 ~elerinari sanno molto bene che certe r azze animali eono improprie a lla produzione del cancr o e che anzi in qualche specie, il cavallo, per esempio, gli individui di un certo colore saranno solamen~e affetti, mentre che all1•i non lo saranno mai. In altri termmi, che esso sia parassitario, o che rs~o pr o· venga, come si c••edeva fino ad ora, da un tUL·bamento nello sviluppo e nella genesi di elementi anatomici, il cancro é il lrisle appannaggio di una certa categoria di indi vidui. Quali sono i predestinati alla neo pla sia? T ale i· lu queBllone da risolvere, questione tanto importante dal pu nto di l'l!!la puramente scien tifico, quanto J al punto di vista dell'") Mn~eguenze pratiche. La soluzione di questa questione deve esser domandata all'otJser vazione giornaliera: è la clinica che deve l' isolvel'la. Ma se i materiali raccolti nei grandi centl'i ospodalieri eo&tlluiecono documenLi di g rande valor·e, essi cedono il P8 1J80 ai dati che i medici di provincia traggono dalla loro pratica particolare. Inraui è impossibile negli ospedali delle g!'IDdi eillà, su rruella popolazione variabile che ne costilufsoe la clientela abi~uale, seguire l'evoluzione di una malaltie; non si osserva il male che in una delle sne fasi generatm~nte molto avanzate, e che si opet'a o cbe non s i opera; Il .malato veduto la vigilia è raramente riveduto l'indomani. più ancora rhe ai medi . .E .quindi ai .medici ili cam pacrna o , et d1 e1ltà, che mcomhe la cu!'a di ror ni1·e i documenti n~essari alla soluzione di quesl'impoJ•tanle que~Lione. Essi ~o~o~cono a fondo i malati, le loro famiglie. gli ascen~nli, 1 discendenti, essi soli possono vedeJ•e il male fin dalla te 1 ori~ine e conoscere, per averlo ~ludiato per più lungo rnpo, Il terreno su cui il neoplasma va ad impiantar·s i. Essi Banno, nella loro clif'ntela qnali sono quelli che possono di · ventare lubercol . ' ro.. os1, quelli che, nati o noli da par enti canee•, s~mo stuli affetti da man ifes tazioni cancerose. TUlh i Jocum L' . P-n 1rh quest~ natura devono f' S~ere prAzioga-
;IJ
RIV!S'CA o'lGIE il:
mente registrati e costituiranno uoa fonte da ru: usciranno un giorno nozioni esatte sulreziologia P sulla natura d•l cancr o, e da cui der·i veran11o coml' conse.!!'uenza Jm<oure pl"•t . lattiche, nulle ancor·a oggidt.
VARI ETA Appar&echto per la diagnosi della oeottà monooul&re. Il sig. Rober to Maranlonio, studente di medtrina udl!
R. Universil{l di Rom A, ci ha fatto pervenire Ull piccolo ar· parecchio destinato a diagnosUcar'e la '~imula:>:ione della • •· cilu monoculare. C!: una piccola cassetta di fot·ma •runs• ~· bicn (cm . 1.0·11-'12) colla par ele superiore chiuso da velr~ smerigliato, In anteriore con due ampi {2 cm. '/,di diametro fori dt traguardo per gli occhi. Alla pare! ~:: po,.ler·iore mt~: · namPnle s'applicano le tlue }1gu.re rla essrre vctl•tle: nell'in· ter·no a 4 cm. '/1 dalla poro•le anterior e (coi fort rli lraguar.l a () cm. 1/, dalla posteriore (col le ngur ('), si eh~''~' verticAI· mente un soptmento con un'aper·tura mediana retLao!rolar! (3 cm. nel senso verLicnlr, 2 nell'or•izzonlale). L'apparecchio cosl da luogo alla visione im:ro,·iata. rlameutc est-o apparecchio non soddisfa nlle esigPne d'un esper imento medico-legale militat·e, ed jl principio ' cui lòÌ fonda nc,n é nuovo, giaccltè fu applicalo dal Chaule ( l ~:,), ed iu modo da utilizzare a volo n lA li! 't-lione iocr"" ciN ta e la dìi'P.Lla. con ri guardo alla in lluenza rlel la rl istan7.R e dimension~ degli oggelli. . Lo accenniamo pet·ò a titolo di loùe per I'iult't'P~aolen che il gio vane studioso dedica o tal ).{enere di <olucli e p~r incor•aggiamento a perseveran·t »
c..
H53
VARJEÙ
Jf1,n1 acuti terapeutlol. -
Nuovi metodi ouratlvl o
JN0-.1 ohtnlratoJ. Dallto Relazioni salllilarie anJJ uali degli ospedali militari pet• l'anno 1888, riassuoìiamo le seguenti notizie scientifiche, coi
relativi giudizi: A. Sull'u.so di n uoDi age n/ i
Actdu erisojanico. -
teretpeurici.
Fu adop~ rato ulilmeole nell'ospedale
IDihla~ di Bari solto forma di pomata aJ 6 p. 100 nei casi ri-
belll di psoriasi. Calomelano. - Nella cura delle sifìlidi secondar·ie si sperimentarono vàotaggiosamente, nell'ospeda1emilitaredi Brescia , le llliezioni di calomelano col metodo di Ba1zer. Eguali risultati &i ebbero con l'analina mercurica usata secondo il metodo proposw dai professori De Luca e Gallio. St U&ftrono pure COfJ predilezione la iniezioui ]_)r ofondein !'ramustolarJ di calomelano seguendo il metodo del prof. ScarenaJo. Creo~Joto puro di J'a.ggio. - Fu usato n ~lrinfeJ·me ria presidiarie di Casale nella cura della lisi polmonar·e e se ne ottenne qualche utile risultato. Si riscontrò però in e~so un ia,convemente, quello cioe di essere variamente toller ato da~li infermi. l udulo. - Fu u~a.to nell'ospedale militare dì Bologna in sostituzione del iodofot·mio e fu r iconosciulo utilissimo specialmente nella cura dea buboni venerei .
. Naftalina.. - Nell'ospedale militat·e di Ca!:!erta riu scì utilisfrlma nella cura dell'i»eo-tifo. P er la via dello stomaco fu pt•e~rilta alla dose di due gram mi e di qualtl'o a sei grammi pet'
cll81ere.
PilCJearpina. - Fu adoper·ala nell'ospr2dale militare di Piacenza 1-"'r inieziòtìi ipodermiche nella cura delle nefriti e delle angme d'rt . 1 d'
er1cbe. In q ueste serv·l molto bene per favorire il JSlacco delle membrane in grazia dell'Abbondante snliva-
uone.
Salulu. -
'
Fu prflscritto nell'ospedale m ilitar+>, .li Brescia
VARIETÀ
ed antire umatico, nei cas1 in cui nun en lollera lo il salicilal{• di $Odio e se ne ottennero buoni risultuti. Solj'alo di pelletit:t'ina.• - Fu usato negli o~ pedali rniliten d1 Bari e di A~sab cor.tro la tenia e se né c.tterHtel'O ollnni rrsullati. Terpina. - Fu sperimeulala usi l'ospedale mrtitar·e eli Tt• r•rno 11 r·iconosciula efficace tanto nei catarri bror... hiah quale moùiflcatrire ùella mucosa, quanto nell'emollh·i, quale erooslatico. Fn arnrninistrata impunem en te per rnolri giorni,lin6 alla dost> di •1uattro !!'rammi al giorno, commciando da quelta di un g rammo. Tintura eterea rl'aeecmo di .(trt•u. - fu sorumrnr$lr&ta a gocce e con l>llon risultato nell'ospedale milila!'e rli Ba1 i, quel~ ricostituente. Tt •inill'inu. - fu :;perimenta ta neJtiospedal<~ rnililal'11 d1 Torino per irllezione ipodermica a l!a dose di :11!occe della ~o luzione ce11tesima le del r imedio in a cqua disllllula per· ogni ~~· rrnga, allo scopo di riatlivare i m oti cardiaci e la drcolsziont cet•ebrole. Ne ll'u nico coso in cui fu adoperala (tenente vdert· na rio Mar\·elli, vittima dr a~(Jssia per intossica~ione carbo· nica), d l" eiT~lt.o fu ottenuto, rna fugace; il 2• non fu avvertito.
qua l ~ anlip1retico
B. St' ttur.~oi 111etudì cur,aioi o proce.~.~ì chit u ryic1 Crir.i t/, caoall,J. - r\cll'ospedale militare di Parma, 10 uua ampuluzione di gamba e in una disarticolazione dr ptede ru e!'egutttr la sutura delle parti molli mediante crtni dt cavallo slerilizzatr. l crini dr cavallo non sono racilmeul~:: u:-Sorbit•, COm€' il •·atgul. prima della riunione dei marginr della ferita. Inoltre con la lui'O elasticità impediscono lo stro:tt.amento. ·' cui po!'::.ono andare incontro le ft>l'ile, durante -il processo •11 riparaziont:. l.!.'molliellt i (mti~~tlwi. - F ut•ono pr'epat·ati co11 strati ili Ct•· t(\ ne hlt·otìlo inzuppati in una :<oluzione tiepida anti~el11C8 e r • copel'li di lela im por·meabile per impeòit'e l'è\'8P(• riY.zazior_w. Ftll'(\no usati nel riparto venf're i d ell'ospedale rntlilan• dt Pt&· renza, ovt• 1\ 11'0 110 rico nosciuti di azione eguall', se 11011 supt" t·iortl a qut>IIU dei cutnpla:::mi di farina di semi di liuo. L A ('l EOAZr0.'< 6 ·
VARIETÀ
r.lllolop del sogni. -
Per F R. E. CANF:. -
65!) (T/te Lon-
ett 1 dicembre 1889). l.'imporlanza di un tale soggello sor go dalla •·elezione che
ISOJllli hanno con le condizioni pa tologiche del delirio e delle malattie del cervello, essendo poco sodd isfacenti le apiejlazioni che. di questo. renomeno souo !';tale dale finol'a
dai fisiologi e dai psicologi. C&lone considera\la i sogni come impul!!'i dominanti della mente, e come abitudini risuHauli da i senlimon li e pensieri del giorno; Aristotile li djsse impressioni lasciate sulla mente e~ corpo dagli oggetti esterni ; Descarles, Leibnilz, Kaul ed Hamilton ins~gnar-ono ·cbe noi pensiamo e sogniamo conliauamenle nel sonno, ma cbe spesso climenLiclaiamo ciò che ••bblamo sognato e pensato; H obbes disse che i sogni pt·ovengono dall'agitazi one delle parLi inlet>ne del corpo, la quale manliene alLivo iì cervello; Schocpenltauer pensò che lc.im· pressioni ricevute dall'interno dell'or·ganism o eonvet'gono nella mente aLLrave-rso il sistema sim patico, e vì si Lras fo•·mano in impressioni reali; Mac Kendrick chiam a il sogno un genere di delirio fisiologico; altri lo cr-edono un'indebita e~"Cilabilità del cervello con sospensione del la volontà, allri un risorgere delle itnpres~d o ni sensorie per l'azione d'una memoria inconsciente, ma tutte queste spiegazioni non danno ragione delle sval'iate, grottesche e stra va ganti pi~lut'e nelle ~li noi spaziamo senza s or pre sa, r imanendo speLlalori Impassibili di scene che ci sorprender ebbero e ci stupit·ehbero se fossimo desti, né spiegano il sonnambulismo, il pat'lare in sogno, la gran confusione di tempo e di luogo , di persone e di circostanze che nel so,.,no enh'ano in r elazione ltranissima fra loro. " Per formarsi un' idea più colTella dei sogni bisogna t·iCOrdare che il corpo umano è una macchina complicata ~~la ~ numerose macchine ~econdarìe risultanti eli piu com1 p ~l• meccanismi mo1ecolari unitica~a e re'-"olata dal sensorto e d81. . ' n il nerv1 tn..otori che son legati a ll'inle llello mediante gran centro nervoso. Che ques ta maccltitHI cang ia di momento in mom t en o nella s ua costituzion e molecolare, ·e que-
(ì56
\'AJIIETÀ
sti cambiamenti r isultano d'ionumerevuli reAzioni chimiche e di lt'a s formazioni dell'e'llerg ia fl;; ica , cl te ~enlf• l' im prea'-IOne di tullo quello che la circonda, ('d i• p1·e<>ieduta dall' inlellf'lto che non è stuto mai visto né unalizznto, e che l'mlelletlo conser va in sé stesso il L'icordo scnMgraflco tli tu tto quello che ha appr<'so dal momPulo iu cui il !'Onno profondo della sua cmbJ•ionale esir;tenza fu rotto in pr·ia dallft "IIft uMila nel mondo e"lerno della mAteria ,, tlel senso. Questo ricor do sensog•·oflco é il Rolo CJ'iterio cnl quale l'in· telletto ~iudica gli oggetti cbe gli si presentAno nel sonno, eRsendo allora p1·ivo degli l:>trumeuti fi siologici per misurarne lu ~randezza, la forma, l'inl.ensita, la distanza, lo rHreziont, la posizione, e luLli gli altri uspeÙ1. Il sonno é unn stuto nel quale il sistema nervoso non manda facilmente mesr;aggi al p1·incipio intellettuale e non ne riceve, rpa ha bi!'Ot:!Jlt> di piu fOI•li stimoli ester ni o di maggiore sforzo uumtale pet· ~nun· ~ere ap attr aversare la lunghezza de' nervi. L'·autore intende climo!llrare che tu l li i l'enom~>ni del so· gno sono spiega li dalle auto- sen!?azioni fisiologicamente S\1· luppa le dentr·o del cor po, accresriule tAlvolta c!t1 condiziom patologiche o quasi, e modificato da impres~ioru e stimoli t><::terni. E qui con$irlera gl'innUJnPrevoli suoni, le percezioni visive e ~en.sationi, gli ~pa~m i o le controzioni mu~colart , le p1·essioni, le r ovet•ture pe~anti, la posizioni iurmnode d<'l dot•miente, i movintPnti dell'apparato respiratorio e del cuore, il battilo delle artel'ie, lu disl.ensione delle vene, la conrli* zio ne degli organi sessuali, la tc•nsione della 'escica ori· no ria, la ripienezza di stomaco, le sensazioni ella producono i gas inle-;tinali e ~li entozoi, i rumori clelle a rterie e deliP ''ene, dello bocca e del naso, della •·espirazione, dr lle arli* c·olaziCinr, dei tPndiui e dei legamenti, i fell<'men• entoplic: e>xlra-rPlinici dovuti alle pa r ticelle opache ne' mof;-.i Lraspn· renti che proiettano nello spazio le immngini d1 ~trisct. gocce, globi, macchie opache, mosche volanti. l;t o: pnc:oziont eutorl'tinica del lo spettro di Purl,illje. Ricorda lt' e!'pe•·iellze t'"'eguite da ~Josso col pletisografo. ricorda i f· ·uomeni indotti dalle variaziou t barometriche. igrometriche. te1·rnome· trichP ed aleltriclte delratmosfera nelle sen!'azinni cMpore~.
\'AfUElÀ
1e eonllizioni patologtclll' dèll'ipireslesta •• ,Jisestesiu d'uno o p1u nPrvi, i •·umori sogg~tliYi perc.,pili d11ll'ot'gano delrudilo, le percezwni dell'otl01·alo e del tallo. le J)l'opriet~ fos(ore!4Cenli del protoplasma organico, i ro::.feni generati dalla pmsiont!, l'eleltricilà ed il ealol'e r-viluppalo dalle azioni h•JDiche ciel col'po. Tutte queste azioni fbtolo~iche pt·o,·nno, secondo l'autore. ebe ti sonno non !' una condizione delr inlellello, ma che l'intell.. uo é sempre pt'OIIlo a t·ice,·,.re ogni imp1·essione ebe ~tli giunga, ed a percepi1·e lu ra><somi!l:lian7.a degli oggetti, •Juindi a risenltre tull11 lo 1>eq1JPia dellfl complesse l"ensaztoni ciascuno delle quali puù donunaru --ulle allr•e, pt::t' fimperfetla runzionalitu dei ner,·i de' sensi. Il giudizio è pere!(, f11lsalo 1lalle t·as~owi:.diauze, dalle voria~ioni molecolari inee!l~anti, dull' impel'l'ello t•icot·do degli ogg~ t ti e degl i eventi, come quando nella vegliA sba~liamo gli oggetti per la nebb1a o per l'oscuritù, come quando nella veglio immaginiamo piltur~ fan tasliche ft·a rocce c monti. fra l e nuvole e ne' cieli. Lo sl<·~so l'i accade quando c1 sovviene di un nome o di una persona rlimenlicala al suouo di uoa voce od all'odot•e di un flore, quando allorch•· una gran cillti è tnvolta nel sileru.io ùeUa notte, ed il lib,,ro iulelletto percepisce le autoseoeazioni moùificatP da impeessioni esterne e Corse muta le In eondiziom patologiche. Nel ~onno la mente uon pensa, lnu è occupata ne' proces,.t mo!Pcolari . e •tue~Li prore«si fOno. i grandi faltot·i Ptiologicì .Jcl !;Ogno, come lo ::-nno •lei dehl'lo e delle p~icopalte.
RIVISTA BIBLIOGHAFICA -~ -
La questione del moderni proletttll e le sue attlneue colla chirurgia di guerra. - Dott. Jmt 11-\f:IART - U11n :,Ludio di cbirur·gia nulitar e. <'Oli ntto taYole t!liotipiclw. pubblicato per cura del C()mttato di sanita mihtat•a ilU..,tN· ungal'ico.
Colla grande rifor·ma i ntr·odotta or mai \ Ja qua~i tultt ;..h esOr•citi cnt·opci 11 CIIa lur·o unna portati le e che consiste ò[lt! · ( ~ialm en te nell'adozione del proiettile a calibr•o r·idolt0 e ad l n viluppo m etallico dut·o, un uuo \·o st.udio ~· i mpo u e d'ut'/.NIIZa Al chi rur go milila t·e, éd è ([UCll O nelle (e::<ioni dte -.j 08S~l i• \'er anno nelle fu ture ~ue rr·e in t·appor lo alla mulalll fort.a \'Ui nei'AOl(' l.onoscere SIH'r imentalme,.te que:ota forza nei -uui o>ffettr sul cor·po vi,•o e lra rr.· rla questa conoc.:cenza not me e prì!· celti praticamente utili t'• lo scopn che si propum• l autMe col l'accu ra to e coscienLioso ll;HH'o sopractlAlo, lo,or·,, cl•·~ por tando un lar·glais;.imo contl'ibuto alla soluztone rltll gt'll\•' r1uesilo, ci pH re degno eli esser e conos.ciuto daglr ..;ludio:ot dr chir·u r gia mil itare. .\ m aggior dilucidaziouo dell' al'goroento l'<~utnre t'tfWl ~ dapprima le> numer ose teorie ch" :ouccessivamente ctornuut· r ono dei tempi di P arco fino a noi suL meccanr,:;uto delle 1"" l'i te d'ar ma da fuoco. Non ci ferm eremo sulle !corte dell'af· vcll'llllmento. nl'Ila u<>liClrH', dC' l proiettile gazoso. lll\ oca te dJ l pr imi ossen ·ator·i. per· !<piegar e certi caraller·t e 'arte!& d ror·mn delle fp t·ilt>. Pit'• i rt tt>t·cssan ti p('t' oot so;:" le dnltt'tlld ernosF;r• in le ntpi pi t't vic•itll a noi <òugli eflelti c--pln...ivi. dt pt•oinLLil i tito ,.;j !'O nt• atloper·ati fino nd om; lalt lt•Mie ;;t w
RIVISTA BIBLfOGRXF ICA
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llurrebbero a rruella della fus ione del piombo, alla rolaziuuo del proiettile e conseguente forza centr ifuFa, alla fOI'lO di pt>netrazione come quella tli uu cuneo, e fìoalrnente alla teor·u1 dl>lla pre~sione idraulica sostenuta da Reger e che c an<"he la piu acrreùitata. OI'a il punto capituiP della ques~ione ~ta ari vedere entro quali limiti e solto quah condizioni si esplica col nuovo pi'oietLile questo ultimo feuomPno lanlo decisivo Hlla fisionomia a gravezza delle lesioni. Secondo gli esperimenti di Regel', sui quali si f>asa l'autore nello studio di ques to importante quesito, la p rcssion ~ idraulica cogh effetti esplosivi cbe le sono propri1, non si mamfeslerebbe che sopra un cel'lo tratto della linea P"rcot•:on dal proiettile, mentre per le successive rlislanzr..: eotrerebbei'O m azione altri fattori capaci di impartire al proiettile un nuovo modo di azione. Perciò ogni traiettoria in genere ùov,. 888ere divi;;a in tante zone, a ciascuna delle quali corrisp011de una t~peciale azione meccanica del pt·oictlile e quindi una speeiele forma di ferila. Chlam~>rerno adum1ue 1• zona quella in c·ui "i mAnifesta l'u1one espiJ<;Jva o la pressione idroulic~• (pe t· il pt·oieltile di piombo molle a 400-500 metr1 di clistanza, per 'luello di PIOmho .turo tla 200-250 mell'i). Entro questA zoua l'involucro del ~~uti ed orga ni scoppia a contatL•1 del corpo \'ulnerante, i le"suti merlesimi Yengono ~Lrilolah . Gli orgaui che h~~j>ntooo quec;ti ell'alli anche all'estremo limite di que-.ta rona !!ouo il cuore e la vescica u!'inoria. Seguono a qucslt organi 11 rervello, lo s tomaco e i nte~lina l'ipieni, le gra ndi dJaflsJ, lo• \'ertebre (300 metri), le piccole d1afisi (:!50 metrt). le 8 P•Ilt~i (:!00 mett•i). da ultimo le ossa brevi del car po e elel ~l'lo t'd i polmoni, 1 quali non risentono questi eR'et11 cile• a 50 m. Nes!luua influenza e~ercila la pressione itll'a ulica sulla pelle, sull'aponeurosi. sulle fascie, sui tendini, sulle cartilaftillt ed 08Sa p1ane.
l Lo 2" zona e quella delle soluz.ioni di COI\1111110 pure' ~ ,emp •e• e dJ cannli a Pt\reLi hscie. Sarebhet·o 1'or1ne proprie· di '{U~ •&a zona le ~ · ertte 11 pi.ccolo foro e ea nalt> cnmplc lo delle 0~-:a
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Ili VISTA
p1ane e spugnose ;:enza frattu ra , come pun· le r~rite amar;rini netti delle parti molli. P c•r i proiellili di piollllJo molle il limite estremo di questa zona è di 1000 mPti'I, per i proiettili di piombo duro i> di 1200 metri. Nella :~· zona s i fanno c~ tese dis truziom pe1· l r<•.,.miss1one dt:llu scossa m olecolare dei tessuti al di la dCI putlli toc<•ali dal proietl1le e la forma Abituale di ques ta zona t'OIISISie 111 fratture comminute, vaste lacerazioni di parti mnlli con roro d'uscita cr·atel'il'orme. Tale é la for ma di ferita che lino od ora s i è os<>ervala p1ù di frequente, poicho:> il liu1ile eli que"la zoua (da 1500 a 2000 metri) ra ppresenta la dil"lanzA nrdinar111 rlel fUOC(l di fanteria . ~ella 1-• zona la forza llel proiettile ~ i va spl'~uenùo e 111 fo rm n ùelle relative lesioni è caratterizzata riti canl\li cieclu, l'cl'ile g irauli o contus ioni. Pr·etnes!-li ques ti pr incipii !"autore s i adden tra in unrl s tudio n1i11uzioso s ulle propr·ieia fisicilc! dei moJe rni pr•oieltili A <:9· lihr o ridotto dal punto di vista della maggior· r·aclenza delhl traie ttoria, della m aggior for.~a d i penelra:t.ione ed anche ùc~l ln P.tollom cu di costruzione e conser·vabill hi. In que~to f>Ludio egli sintetizza lutti i laYor i pubblicati di r•rcenle sul fo· cile Lebel dell'esercrto francese, sul fucile Ruhin ,Iella Sviz· .lèru t>d l\llri giù noli a i lettori del no~tr•o groruale. Pe~~8 qnincli ad e:tporro una ;:Prie di e3per ieoze e'leguit~ sopra tavole di lt>gno, di metallo, sopra cavalli e sopra cuda vt'~1 urnoni col fucile Mannlicher, mod. 1888, rlel calihN dr 8 111' 1• lrmPtri introdotto ucll'eserctLo austriaco. Eù a lfUesti studi :-.perimcntali aggiun~P infine una seri~ dr osservazioni non meuo islrulti"'e che ;.!li ncc<1dde rh ft1rt per suicidi ed iul'or luni. Riassuuuamo colla massima brevita ranali-..i di tluPIIB .,,. "'er·\·azioni. 11 Questo fucile Miin ulicher, m od. 18. 8, ru adottalo in S0 ' ' 1 Luzioue di un altro modello 1Hinnlicber c he u;:ava;;i ~it't tln• dal 1886. Il W m· ndt, già in uso pr ima del Miinnlwhel'. 811•v& il calihro d i 11 millime tri. ' S .I mostra 10 . gener a l c· pH1 . . pwco . In e Ilei [l l.ortJ d"en t t·a,a
BIBI..lOGRAFlC.\
li() 1
sparati da vicino il diametr·o dPllu ferita cutanea si l't· spe8 "u a 4 millimetri, 8cchr., non s i puù d i t>tin~uel"lo una ferita di revolver. I margini sono netti Ptl il foro -bra Lagliato collo stampo e \'l•desi conl Cornato di una areola bruna!"tra. Mentre il diametro della ferita d'entrala ~:-nlro la pritu:1 mel6della zona esplosi va o~cilla tra i 5 ed i O rn11limelri. a 4ielanze mag-giori di,·enta. di 8 ad 11 e per reg-ola que!'lo thAmetro non é mai s orpas;::a to. Nei colpi esplosivi si lr•ovanr> rr.mmenli ossei e di parli molli impegnati nella ferila d'eu&rela. Nelle aponeurosi e nei tendini si fa un fot·o as:<ai piccolo, lineare, rnentre il canale dei muscoli !'OrpassA lt'P n quattro volte il diametro del pt·oietlile. Le rerite d'uscita oscillarono tra 11 millimetr-i e 4 centimetri. erano per·b ampie quando era stato colpito un oc:!"o: nel 'lual cuo, ee il colpo era tirato nella pr ima wna, <~i vedevano l't·arn· menti d'of'l!!ll impegnali nel fot•o d'uscita ed i 111a rgi lli di rprcl-lla erano lacerati. Fino alla di stanza di 2000 metri la pe1fora ziol ll} completa fu la regolll, e solo in due o tr·e <·nsi i=-o lali ~i riacool.rò il proiettile fermalo sotto la cute alla par te opposta alla ferita d'enl r Ala. Si è osser,·ato ancoro. c he se il proiettile n~t}i V/l rl<11 cot•po 111 un punto dov(' la pelle é te:;;a "'OPra tut piano u;,~('(o , ne rt<~ul lava una (t>l'ila d'uscita non rnag~rore tli ;, o li millimetri c• tnlora piu !•iccola cbe quella d'entrala. Se la re!òlistenza incontrata era tninirua, com~> allraver·sn a 'Vt~ri,le ferile d'entrala e d"uscila er·ano di poco drflerenti eon qualche millimetro in piu per· lA secondA, e il pr·oieltil • utciva inalterato. Questa differenza poi s1 mo!<tr·ò ,·arrahriP entro certi limitr a seconda della rltstanza e del v1scere colpilu In quanto alle os~a, non si osservarono for r nelli chr• uelle P•ane, come scapule. e nalle o~~a spu~no~e epiRt-~or1e. ~la .maggior !>&rle d~i casi pern questi ror·i c:1·ano as!"Of'l&li
;sa
• acnduu re.
t Le 0888 lunghe sol'f'r·it·ono g r·andt dislruzlortl solto forma dt =:mentazione a sclteggie cl•e prt>seutarono tu tte le ~r·ane, e queste gr•a,·i lesioni :;i \'Crincarono nnche alla t!i .ta117.& d'1 1 ~•00 e 2000 metri .
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nt\"JSTA
Pet' glj organi ,,iscerali gli eJfelli et>plo~ivi si osser\at·ono fino alla dislanz.a di 600 passi, ma le lesioni risultanti presentarono ca•·attel'i incerti da non polersi con sicurezza ùeter· minare per i visceri i Jimili costanti della pressione id•·aulice e dei suoi effetti. Sopra sei rerile del cuore proùotle a d1slanze diverse, come a bruciapelo in due suiciru eù a 1:>00 passi sopra ùei cavalli, si trovarono gli uff~ Lli della P''"""'iune ilil·aulica cioè lo scoppio del viscere ~olo i11 tre casi. ~ei polmoni non fu osservato quasi mai l'elfello della pres:-ione idraulica. Questo vist•ere si lasciava t'nc•lmente e nellamente perfora1·e dal proiettile senza subire grandi lacera· ZIO Di.
Gli intestini e lo stomaco ferili diedero ad o:-sen·ar.: f11tli diversi a seconda dolloro sluto di r eplezioue o ùi vttcuila. Nello ~·a lo di pienczzn quegli organi risentivano gli ell"<!Lti esplo!>h·i a 200 passi di distanza. Se erano vuoti er8'no '-emplicemente perforati a qualuuque·d islanza fos!'e sparato Il colpo. Le fe1·i'le dei g1•andi organi ghiandolal'i, quali il fegat.o, la tnilza ed i reni, furono sempre accompagnate da eslesù !acerazioni. Traendo dai flllli sperimculi une. media J'elahvamenle alla azione esplosiva del nuovo fucile nell'interno della prima zona, l"autor e couchiude che essa azione e~plosivA,mt>nlre è minima nelle ferite delle sole parLi molli n on viscerali, si roanife!'ltl:l con una cer·ta intensità negli ot•gani addomiuali,specialmenle neE:Ii intestini e nello ..tornaco l'ipit>ni. Per le ossa lunghe as~ ~i ossrrva spesso alla distanza massima di i50 nwlri, benchi• ~i osser vi ad un g t•ado infct•iot·e di quella prodotta dagl i antichi proiettili. Cont••arinmeoLe 11 'luanto opinano gli speriuwntatori che lo precedettero in que~li sludi i egli crede che col nu0"0 prniC'ltile in gener e a <'alihru ridotto e ad irwiluppo metalhl'0• la prima zona uon si sia nrcorciala, ma invece il suo lirlllltl ~·~tremo si sia spinto piu innanzi nel <:Pnso della traieUorta Col moderno proiettile che possiede ma g~tor forza di pene· trazione e spiega minor e azione laterale le fertte che !li os· "e.-veranno nelle !merre future si disl ingueranno per la loro moltiplicita nel seu~o c.ldlo traiettorie anzich•· nd seu-o ,Je]le larghezzu.
lJIBJ..ItlGR.\FlCA
Se il proiettile dopo dr e,.,sere r·imbolzalo, oppur·e di aver colpilo un osso res istente, i\ttbisce una Jcforrnazione o un nccartocciamento del suo inviluppu, gli eiTelli di questa òefor·mazione ~i accumulano con quelli ddla l'ot•to. viva 1·esidna e tJannr, luogo a visto-,e distruziOni. Bent>hé semb1·i a tutta pr ima che per il li!'cio e poco deformabile inviluppo metallico del proiellilt>, e pe•· lo strello canale delle ferile lt• Pmorra;.;ie gra,·i debbn11o l'!'!'t!J'e meno fre quenti, tuttavia I'E\llenla osset•vazione dei l'alli non \'erreùlw n appog!tio 8 questa opiniont•. Anche le zone s ucces~i"e 8 quella degli riletti esplosi"i de''ono e"sersi s poF>tale col 11 uovo pl'oictlile nr.l s~nso della tratetlor ia. Per !.~ O!'sa la t• Z!JII8 o zona dolla pre:>sione irlt·aulica ad eft!lti esplosivi a rriverebbe a 5:!5 rnetri. Peru •1ue,;La dislauza ,;ar 1t per i differeuti t)r~an i e J'etrelto n~> è sempre meno intE'nflO di •tuello prodollo t.lai pr•oiellili fìno r·o ul'lati. La 2" zona "errebbe por•ta to a 1200 molr•i, la 3' a pprossimatrvllmente a 1800, Ja ~·a 2600. Queste ctfr·e uon si devono l'iLonere come in,·aria bili, perclté uon !'!ono I"'''~E' .!alle ferite ossee fo<!ltunto. ma cvt·r i<>pondonn ad altr·etlantt> medi!!, poiché le e toni O!'see nlle distanze di t()(lO, 1'500 t.: 2000 n1etri differì· f.I('Ono poco fro )oro. Un fatto che si é osser vato coslan tenrenlt' in ques te uH:me suerrt> si è che abitualmente il fuoco viene apet•lo a gr·andi hstanze, ed allorché i combattimenti ;::'Incalza no più da vicino al fuoco si continua general mente senza badare al cambialo angolu di elevazione, quindi i colpi "anno a vuoto in maggior numero per esser•e troppo alli. A •Juanto afferma il generale russo Seddler·, le guardie pt•uslan~ n~l 18ì0·71 all'assalto di St- Prival soiTt•it•ono le maggio&•i lln14!rdrte 10 morti e feriti alla distanzu di 1500- 1600 passi; ebbero · · a distanza di GOO passi. :\'olia guPrra russot vece le uunort urca l8ì7-7R la tnoschetteria tul'ra fu meno micidiale a 600 l,.aai che al di là di 2000. Questa zona d~ì colpi sent.a nùra, o ··olpi d'azzarJo. <·Ire no r.nelte i . . . . . ptu numer·o<>'. corri"J'Onùen•hb... oru m parte alla
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RIVI STA
c;cconda , vale a dire a quella delle lesioni più beni gn<·, l) delle ferile meno complicAle, ed ecco rhe per fJ Ue~to riguardo la ne· ce~si tà balistica viene inconscia tnente a conciliat'C In taUil'a coll'umanità. Qui pero l'auLOt'P l'a notare che un n0n piccolo numPr o di colpi anche coll e moderne armi coinciderebbe collA :3' zona che già si conosce per Lwa delle più pericolose. Le ferite tangenziali e s triscia nti s aram1o mollo rare nellt< future g ue t' re ed affatto cccczionaln1ente ;;i osseeveranno l!' ferite a rimbalzù del pt'oietliiP c le ferite giean ti. Pt.>r decide t'e della utilil~ di un'll!'ma, Hahart non asseg:ta grande valore alla s lalislica dci colpi utili l'alli nelle ulltme g randi guerre, e condivide ro,.inione di W oloskoi, ilrJuale attrib uisce rcrfìc!lcia di un'arma in guerra più allo :'la tu d'auimo dcl comba Ltenteche nlla bontò di costruzione tlell'arma sttl'-""· SP aduhque, prosetruc l'a utot·e, dobbiamo ,tenere per fermo che un'arma capncP di far hnnni C•)\pi nl bersaglio non sempre può riuscire altrellanlo r' flicace i1a combattimento, ~e inollre , s tando a quel che dico11o le statis ti che, le guerre dei lctnpl RCOL':>i hanno co,.lato più vile umane che non le g u('t're mo· der11e, se fin almenlé la probahililia di colpi re una par•te \'itale del cot•po cresce in pt·OJ'Or7.i(lne del quad rato d<·l diamelt'o del proiellile si do"rebbe a phori t'ilrn,.. re clae tenendo conto anche della minore tendenza alla clefor'luazione ed ai più limitati eff~lli esplosi"i per pat·Le dci proiellili moder ni la nuo,·ll arma dcbha qualificarsi come umrrnitaria. Senonché di que~la espressione si e fullo uno s tl'ano abuso tan to dagli ~cr•i ttori medici, come dAi m ilitari e da l pubblico profano. Chi pretende di giudicare lo ferile d'arma da l'uOC(J dulia ptc· colazza dei fori rl'~nlrata e d'uscitA è tentato a dichial'arle leg· ger e e quindi umuoitaria l'arma eh e le ha pr·odotle; ma se "i esami11a il canale uella " 1111 profondità, se ne misura la lun· ghezza, si ùeve invece \'enire alle conclusic.ni s egueuti· 1° Lo lesione degli organi' più vilali {cervelio, euore) fatta dal pr oie ttile nuovo di B millimetri lìni:::ce colla mo•·t~ tanto nei colpi vicini che lontani. 2• In seguito al!tt sua g rande fol'?.a di penet!'aziont=: può il ntt C'l Y O proiettile trapa!;'.sar e fa cilmente il corpo umano fino
BIBLIOGRAFICA '·'*''-'~tl .. t,.. nl•A di 1500 m elr·i,
nn:;
percio è capace di produrre in un
1e1o individuo lesioni multi ple e quindi può ledere acl un t empo pi6 organi nobili. :J- Le lesioni multiple danno ! uo~o ad e morragie, le quali
el Cenno di prevaleoza loternamen lc a nziché ma nifestars i al di ruori. 4• Per effetto della maggìore radenza e dell"eleva to potere di percussione, accadra s pesso che nella J• e 2' zonn un pro1elttle mettera fuor di combattimento due o più individ ui, c con ciò viene agevolato lo scopo ùella tattica . s• Le gravi lesioni ossee che si osser vano en tro i lirnili della zona esplosiva, ed il fa llo che a nche a lla distan~a di 2000 pasl!i il nuovo proiettile è capace di pr odurre delle fratture comminute senza a r !'es tarsi nella parte colpita, bas ta no ad 1mpartire all'arma in questione (fucile MJnnlicher) un tale carattere •li potenza e di superior ità, che nessuna altra arma moderna le può contras laJ'e. Bd ora veniamo alle deduzioni praticl1e c he a pflrere dell'autore de,·ono logicamente em anar e da s.i ffatli cambiamenti, relativi alle armt ed alla ta Lliea militare . Se voghumo controbilanciare gli effetti delle innovazioni ~litari con un soccorso medico pt·oporziooatamen1e e rticace, 81 deve modificare il s ervizio sa nitario in campagna che co~~ è al presente non potre bbe appor ta r e mollo aiuto. l pn~ posti di soccorso (Hi lfplatzen) devono esser e porlelJ ad una forza maggiore dell'attuale. Egli crede anzi ehe lutti gli eserriti ormai dovranno ado ttare la t'usione dei due primi posti snnitari i n un solo posto di medicazione a vunzato. Gli stabilimenti di seconda linea com e "'li os pedali da rampo ' dovranno spmgerst · · · ·m avantr~ a 11a mas!'; " ·rt'na vJcmauza · · ddiel~a.linea del fuoco e c-oadiuvar e nel lavoro lP. ambulanze vtstonali.
Os!~erva infine che il s ervizio sanitario di u;ta divis ion e di
~valleria sar à affatto illusorio fintanto che no n si meller·à ~rsonale lutto ed il ma teriale in condizione di poter seg!Jtre le rapide mosse di una divisione di cavalleria. il che
r JUVISTA
si oLlel'rH solo colla i~tituzione delle amhulanz($ (~eliOni ,fi son1lit) n cnvallo. In qunnlo alla prognosi delle ferile prodotto dal 11110,·o prvi.llLile, si può ritene1·e che quelle delle sole p!H'li molli, per avere le due l'erite d'entrala e d'uscita 111ollo piccole. possono a~~omigliar~ alle ferile sotlocutant>e t! come queste "'l po'"sono rilPnerc! suscellibili di guarigione ,ollo c ro ~la t.;n con... im!le felice decor'"O possiamo u:Speltarct anche dallf' fet·•te de1 polmoni, •luantlo però non restino mlere~~ti g1·ossi vasi. Migliorato Rensibilmeule è il p 1·onostico dt.>lle ferile &J'llC•Jiat·i, poiclu'• il nuovo proiettile ha •l potere di JH:I·liwure n~1 hwwnte le epifiSI at·licolari senza frangerle. :\{o ben allr•menl1 gravi appariscono le le~ioni •lellcJ grandi ossa cilindriche. In nessuno de. cita LI sperimenlt"' polé ollellere u11 ro1·n netto, •na iDvece f ratture a si!J,eggie più o meno 1lumerosc in tntle le zone. P er lo elle J'aulOI'e non esita a dic hionlre 'Juesla categor ia di J'e rite sempt·e pl•ricolosa anche col nuovo proiettile; colla quale aiTermuzinne egli SI discosta. sostanzialmente dtlll'opio ione di altri autori Le ferite esplosive delle ossa accompagnate da e!"le:>e perùile di par ti molli e lesione di nervi e di va~ i ci ùo.ranno senza dubbio l'indical(itme della demolizione immediata. Però:-iagi· rehbe contro lo buone regole della moderua chirurgiu se •i volesse riconoscere tale indicazione per tutte le ferile &\'Venule ndla l' zonu dd proiellile, e non poche d1 •lue,.;Le fertle do\'ranno e!'lsere curate consecutivamente e d'alu·u parlo! le!<iooi av,euute in zone piu Iontanl' potrebbero o1l'r1rE' caral· teri co& grAvi da reclamare un'amputazi0ne. Jn tanto t' cer to cb e la p1ccolez7.a delle ferite ru1ru1ee potrebbe formare spa~so una condizione favo1 evole pet· In gua· t'i!!ionc della fe rila per pr ima intenzione, oppure <otto Ili CI'Osta umida, e quindi potremo prevedere pe1' l'a\ wui rtl un !!l'an numet•o di casi in cui Il tentativo Ji guat'lf!iOIIe per JirimOIII ~111 )ICJ~'<lO cii !'OCcorso sarit rlel tutto !.!iu~lltwsln.
BIBLIOGHAFICA
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GJl 8$ptarimenti di Habart non dieden• app()ggio alla opi-
DioPe che il uuovo p roiettile penetrando nel ventre, colle s ue pareti lil!.:ie sia alto a spostare le anse intestinali senza ferirle. In ne!!-sun reperto necroscopico dei cas-i OS!'crvali e speI'IID8ntaU mancava 1a per forazione intestinale. Nello c;ta.to c11 vacuita d•·ll'iol.esLino le 'piccole fer·i te, Sjlecialmeute le lra•tenali, po!!!>Ono anche chiuder-si spoutaneame~ntt>, e poi colle ederenze che l'OOlraggonCI le pareti intestinali col pet•itoneo possono anche guarire a permanenza. Ma !'6 l'intestiuo " pieno e Yien fer1to entro i limiti della 1• zona, si ftll1110 eRlPse leeerazioni con versamento del contenuto intestinale uel periloneo, se$!'uil0 o da shok o da emorragia o da perilonite settica, complicazioni tu tte ad esito certamente moJ·LaiP. Avendo egli osservato uua euorme difii!r·eoza di graw1.za nelle f~. rite intestinali a seconda dello stato di vHcuilà o ùi pieuezza dell'organo ed a seconda della distanza a cui P lnuciato Il mud81'11o proiettile; cosi e~li crede si pos~a ora indicarP. al chirurgo quali casi di lesioni intestin ali debbano eRscro L1·ottoti oon operazione. Tali sarebbero appunto lt> fl.'rilo dell'intestino "Yuoto alla distanz11 di 400·150 metri. QuesLi ca~i vunno e enli dagh effetti deliA pressione idraulica presentano ferile assni limitate e possono essere operati con 'successo eiiLNJ le 21- ore. lluuovo proiettile, dotalo come è di tanta forzn di penetr oliOne, raramente resterà nel fondo della ferila ; quindi la rrc:erea e l'e!<trazione di corpi estr·anei si pralicher·u meno di frequente; ~tarà tanto di guadagnalo per l'asepsi !Ielle ferilu e ..u-anno risparmia li al paziente dei dolot·i e dei pericoli d'infezione. Per effetto dt>lla grande forza viva la parte del vestito loco:ata dal pro1·ellìle · verré netlameute asportala ma in causa del Piccolo foro d'ingresso non potrl'l eo:sere spii; la entr·o il canale come accadeva spesso coi vecchi pr·oietlili. ditDato il caso che il nuo,·o proiellile, pt•rcllè lanciato a g raudi tanze, llt fe1·rni nella fe1•ita a cauale cieco; non avendo esl'n ~tr~lk• alcuna intaccatura per la durezza del s uo involucro, u.,, rà d'fft 1 Cl·1 mente utla buona presa allo ~lrunwnlo eslrtltlore ed eguolmeute per Je stes~e J·acrinni non d snrù di aiulo alcuno 10 .. . . ., • ~pec•llo rlr Ndalon n il tirafoutlo.
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Le emor t'8f;JC secondarie, consegueuza freqHeute dt pr . ces!>i pienuct r· settici, n1-l caso nost ro !'i aHanno spp~~, , anche per un'Aitt·a cit·co!>lallza, vale a di re quando i frammenti del Jnoutollo me Lal!ico, rimasti ovenluall ncnle Mila ll·rila ,·engono rozzam ~n le dSLralli da maui IJC•<'O deltcale t·J 1111'· sperl~. oppu1·c quando ques~i m•'desimi ft·ammenli mel11lhc. emigrano l! [Wllelrano in fJUSIChe parte molto va-.coiArizzala. L'autore quindi prevede maggior frt:qucnza di "lnnrra!!'it! coll'us o d<·l nuo'o pr oiettile, anche per la t·agion" che un lungo canale contiene un ma;:rgtor uumero tli ,·a:-t al'erti. inoltre 4[Ua n to pilt duro è il proiettile tnnto pin ncute <~on" le sch e~?gie dell'osso col pilo. per· consep-uenza tanto piu l'i'"' f'ono a ~te a produr l'e lac•·t·azioni di :zr ol;si ''LI:: i c· li,. i'rtn -.e~ui te da t>mort a :;tie più o mrno g-r a ,.~, Il vitto del •old&tQ. - Mauuulu di bt•vtn~:~lolu..!iu pratica per uso doll'eset·cito, del maggiorr meùico ùoll. Dm11·::·HC1, MAESTR I, Lt.. f. - 2• edizionU t•ivedultJ. e II O [E'VO i ffii.!rtll' 1\U IIltlll · tala, con Jìgut·e itl Le rcalate. - l..'irenz~:, C. CLlllint. l '<!lH
L'autore ha dedicalo il 'OUO 18 \'()l'U allu rarnb·lia lllililllr<' tlaliana. In P!ISu !'volge uno dr•t capitoli, e fOt'"*' il J'lll ,-q.t" e d ifficile d e ll' i~i o ne mililon~, 11ell'intento di dh·ulp;ario sp·cialmenle ft·a le classi PIPva lP cJelrese rciln. l n cora ~giA lO dalla h uOIItl 8cCOg"lienzn fa lla »IIU prima eoh· zione (18~B) pubblica quc,..ta !'eronda , fHcendo,·i inlpr•rl~tt 't ed utili modilìcaY.ioni eri aggiuntP. Della pr imu edizione ru cluto nel GIOrnale rwtliro d· l R.' Esercito e della R.• ,, fàrin't a !'OLIO tempn ur ceuno. ·· fallo il heu mel'ilalo elo;:!io; lieti q uindi elle il rl!'llllatll ahbrs largamente cort'isposto allo uiuste nnslre prevt::tont, arletUpiamo al dovc r o di arcenllt'lrC i m&-J!p-iori pt•egi diO r•••lllt'lll 1' distinguono q uc~> la tmoYa, che vivamente raécou1undiarno: essa fa onore a l collef!'a l' I'Ag"!!iu11~e R"solula tllenlt• il de•i· de ralo intrnto. L'~uture "'' •.• ratto carico Ili Lutti i prO\'\'t•dimcnl• ull··riur. m»n le adottali "UIIn ,·ittum·i.. delle nn"tre trup('e. 1• '["•Clttl.
BlBLIOG Il.\ FlC.-\
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mente deliH recenti innovazioni sul pane da munizione, somministrato dal Governo od incellalo eccezionalmente da l eommercio. Ha aggiunti alcu111 nuovi metodi <rindagine o di rec~nte immaginati. o m e~lio ruccomanduti da ultertori esperienze. Nel capilo lo che tt·atta del viu o, ollt·edtf. aver~ tenuto conto delle nuove r elati ve pr escl'izioni, di c ui nell'nltlma J.~tru.:ione annessa alla cassetta regolamentare per l'anali•i dell'ac')ua e del vino, ha a ggiunto un lar·go cenno di alcuni nuovi procedimenti d'inòa!!ine (Ebulliometria - Uso del enobaromelro) uLilissimi e necessari a complelat·e le r e lative anali>-i. Ha riordinata radicalmente. ùn f'apo a fondo, e completala la sezio11~;~ df>dicat a a i viveri di t·iscrva. Ha aggi unto un importante capitolo s ullo studio degli alimenti speciali usati nt>i nostri ;:pedali militari. !Io ar·monizzat.n la parte risguarJente l'acqua potabile colle relative rego l am~n lari prescrilioui, la ha mnpllata cotraggiun lu dell'esame biologico e con un pii.J c.;)mpinlo cenno dei mezzi di put•if1cazione. f'111almenle ci ha dalo un clollaglio analitico sulle t'azioni militar: normali italiane (188G) t·isconlruto sulle medie più appr~e\'oli <:cienLificamente, non c he una tabella dietetica Mrm!lle per gli s tabilimen ~ i d i c11ra. CAusa gli aume,tti e le modiflcazioni sovra accennale l'autore ba pm· cr edulo di dare all'i ntero lavoro un nuovo ordinamento, pet• reoderne meglio lo~ica eù armonica la ge-
IIArale inlessilura. Tutte le iMovazioni delle quali abbiamo fallo cenno é oorto che valgono a rende re il Manuale del Maes lrolli, opera giii pregevo lissima, completo e pt·oprio rispondente ai progl'essi lulli della s cienza c della pt·atica fino al "'tor no ~ o oggr. ~essun Lavoro del genet·e, noi ostHtnO ùu·e, ha, magKtormente del suo, diritto al plauso degli iulelligenti, a ll'apprez~~rnento eù nl doveroso u ppoggio ùei colleghi rnililari, lnedtct e non med ici.
d~~es~o. f~·anco elogio non e Jlat·ziale, non ci è inspirato . llllCIZra n dal cameratismo, è il portato della convinuone dop 0 1-1 .. P•u attento studio ùell'impot•tanle lavoro, eh ~ veramertte Ol'l'~re al bravo collega.
fa
t:no
RIVI STA BIBLlOGR.\FIC.\
1n que!>ta ,.,ero nda edizione l'autore ba ~O('pn~..,so l' Elt:nco deg!i scritti commll&ti, ecc...... ~on fu ueut•; senrva a com-
pletat·e le citazioni nel lesto, ove dei lavol'i di nlcuni colleghi che lo precedettero nE'l L1·alta1'e Il dif(lcile at·gomento, non i• fallo menziou<'. 0AROI"f'I(J,
N ECROLOGIA
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Il ooloDDello medio o Fiori o a v . Cesare. logico.
Ct•nno nt!crt -
ColpilO ÙH rullnin eo m ~; rbo [1\ IIISllina ùeii'B lrl llggio 11:!911 spirava' in l'l l'euze l 'ù~t·o~io collega doll. F!ol'i cav. Cesore, direttore di sani ltl all'VIII t·ot·po d'ar·mala . Educalo all'idea dPIIo. indipendenza e liberlil clelia polriu, ancora ben giovanP si art·uolava. come -tuùl'nle di m~di cina, aiuto 8tutilurio nel 18i-!l 1n una delle ambulanzP ùel G(l· verno pr·ov,·i:.orio della nttll\'8 sua Roma, che ,n..,orge\'a appunt11 e lottava in nome tldla grande pakta ituliana. Cn· dulo il na:tiOnAie Governo fu espulso per d<'rrelo della Celi· sura ron1ana, ..- rilot•nò 8 dedicarsi volonteroso o~li mirepresi metliri !-olutli. Dieci ann i dopo, agitandosi solto migliot·i nU!:II·Ì<'I la callò& d'ItAlia, assu11St1 d servizio nell'armata dPIJ'Ilalw centrnle. e po~;;r.ia COil\'inlo clte inlor·no alla tricolore bondicrn del Regno di Sardegna dovevano t•annoda1·si, unica speranza di :>ut·cesso. lP aspi1·azioni paLr·iottichc eù unita1·ic dolln pali'ÌII ila· liana, ~i nscrh·o•vn ,·olonlol'io all' Psercilo ~>ardo, nel qual~ come medtco militare pl'rcorse. divenuto c~Crl·ttP JloliiiO(I, intera la sua onor·ala Cil!Tiera. Di car·atterP l••ale, mite, alfPUuoso e dokis~nno, ~tudio~c. ili c01·po !>Snila rio eù Pl 1nilitare sel'vizio profouùnmente de· voto, ottenne sernpt·e in ter o l'affello P la slimn dei suoi eol· leghi, dei c.:ompAgn i ù'arme, del le super ior·i mi lilnl'i autorità.
l'\ECROLOGIA
ti~ l
Coecienzio~mnente compreso dc1 suoi doveri, oltrechè at-
leadere mdl.'fr•sso alla pr opr ia istruzione, ebl)(> put' di mira quelle .tei collegh1, e s ommA cura di qut>lh.l Jei suoi subordiaali e dipendonLl. Meri l& Ili> iu ve t'O d'essere ricordati u lilolcJ d' t>logio i suoi lavori f!ullu Mortalità nell'esercito, Fm ll n j'rt!quenza dei suiridi nr.l nulilare, la Istruzione pe/lu lettura delle carte topograjlehe, l'aUra s ui Porta-feriti, c•cc·.: tulli concP.piti e uéllati con il<lutlio ed amore e che, mentre allestano della sua •variala e ...oda dollrina, ne comprovano l"oiTt>llo pel cor po e per I'~1'Cito, a cui tene,asi tanto OIH>l'&lo eli appartener•... Ed il Corpo medico e l'Esercito ha11oo appunlo in lui pet·dulo un Jevoto am ico. un camerata alfez1onato, cbe nt>i calmi E.t•r\'igi di pace, come in campagnu, mostrassi ognora pan el !'òUIJ dove re e seppe concorret·e• ul lustro e decot·o del cor po cui uppat·teneva. Alla gonlile donna che con gmot·o~t> r. ut'(' o e allieta va lu aalstenz11 \'Cll't't'mmo rivolgel'e una pat·oln , o llrecchè di cordogho,lh fJU&Iche conrorto. ~la sar·cbbc inadeguata ed mefllcace se non potessimo francamenl•> confortarla colla a ssi-
CW'atione m noi sincera e fiduciosa che i colleghi tutti, i quali ebheN• occasiooe di apprenur" le belle qualità del cuore, i rr..•rill morali e gli el.:Yali !:wnlirnettll del suo degno consorte, condh'ldono di certo il liUO cd il no~lt•o dolore per la sua per·ùtla .... . Noi siamo, nel lributat·e al caro collega IUest'ultinw s upremo oale di amicizia o <'arneratismo, st eurt di f11rci lnter•pt·eti dei ~en timenti cile ho. lasciato HPI corpo cut degnamente pee lung lti ann i lto appartenuto. B.
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NOTIZIE
OnorlJloeua &l prof. Lavera.n. L'Accademia delle scienze di Parigi ha conùmlo, aù unanimità, il premio Breanl di 5.000 lire al sg. prof. Laverau per la sua scoperta sui parassiti della malaria. :-.loi ce ue r·allegl'iamo vivamente con l'egrogw collega dell'eset·ci to fNmceso e vediamo con piacere che il pdmo cor po scientìfico t.! ella F'rancia abbia sanzionato ul'ficialmen~ 11nu scoper ta, che aveva già ottenuto l' arrttniJ·aziona od Il plauso di Lutto il tnondo scientifico. LA DIHBZIONI:.
l1 Dlre"t.tore
OoLL. FKLJC:B B AROFFI O generale medico.
11 Collaborat.ore per la R .• Ma dna
11 .Reot~.t.t.ore
GIOVANNI PETELLA
CJ.,AlJDIO Sf0R1À
J/ed,,o di i• daue
CIJplkJIIO mfdlt4.
NuTJ NI FEDER I CO ,
Gerenze.
A D l..itt••• ,lelt'incitione di L<mgenùock OD z.m.,. lfelt'incitione nst tJroctlto moctijù;ato,
...
INSOLAZIONE. l~
COLPO DI CALORE SUNTO MONOGRAFICO GIOVANNI
PE"I'EL.oL.oA
---Umemli!(ì.
Con~~~ ennn~iato deuom inu1.ioni s' inteud ono d ne eulitil mor-
M, prodotte nell'organismo dall'aziuue direua o inùirella t'an inten.;o rnlor~. nalu1ale o <Htificialc, non sempre distinte h loro, ma spe~so combinaLo in uno l'lesso individu o e canlterizzate da pellurhamenti circolatori. periferici e centrali,
• eia alterazioni dr~o:li elementi anatomil'i e~te• ni eviscerali, ia Rf8dn pr·oporzionnle all ' inten~ilit dell:l cau::a termugena, che si rileva obbiellivamenle con la enorme ascen::ione della leatperntura corporea. baquestadefiniJ.ìone compte ...-.iva. d'accordo col doll . Corre della ma~ in a fran cese ( 1), non credo debba::i separare l'insolazione propt iamente detta, se non l(Uanùo è limitata ai ::oli leaomeni cutanei acressorì (eritema ~oltu e, eczema ::empiice, ~Ggo llittenoitle e llilteoe), risultati di una vera scollatura. Il quali il Nielly ('3) uggiu nse anche la miliare e r eresi~o la, non
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;.::: clinlq11e dt• moladiu du puy$ cltou.d&. la de palltologie exoiiQuc.
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l l'. SOU ZlO Nl'
saprei oggidi I'Oil quantu rigore scientifico, ma ,·ertameme per le parvent.e du~ que~l'ultima forma cutanea ha l'un la \era ere-i pela iufellim da ~rreptococchi. Lu~ ria ntlo tptindi da parte il discor,o dei cu-i deui "r.olpt di sole cutanei. )' a huun dirillo da rele:.:ar-i nella patolo~ia esterna, col JII'OÙetto autore con"idero l'iosola7.ione accompa· gnata da aeritlanti generali e il colpo di caluro . come in istretta analogia fra loro, sotto il punto di ,i ,tadi nit'u. con ia difl'ereu.m etiulugit·a e h~:;, mentre l'una è urigiuata dall'azione diretta dei raggi solari, che ugisrono conge~tiunautlu il m· vello lino all'apt>tlle.;sia, J'ultw, invece. oltre eho dalla st&s;a rausa naturale (durante l'e.>taLe dei nostri climi tempemti o nei forti ca lori intet·tropkali ', può clerivure Jall'a7.ioue d'una ~or· ' nddaie e t·amera gente' òi ralore ortilkia le (fomi , fucine. delle \1lrll'l' ltine a va pore), ovYer u da eot.mmho le sorgenti in aziono simultanea. Sier. l11\ il colpo di calore 11011 1'. •·oma i'irr· solazio ue, osl'lusivo delle ore lliume, ma p11ù henauc he iu· sorgere durante la notte, si1·rome incontra di o~;;ervare in rerte latitudini tunitle (Mar Hosso). spe•·iahueute 111 temp" di navigazinue. E dippiu. se•·onùo fa giu,tamerlle u,;~enal1 il precitato snillut e il I'Oipo di calore ,., ~Ial o troppo •·utegtr riramente rur1-iderato. li n'oggi, quale ron::.egueu;a ù'unn a· zio ne term ir a esd usi' u. ìlenm l'h e sia:-i pemnru M li nilo ' 8 · oltre all'elemento raloriro. non ~ia il ra-o di atldurt'tl in cau•a anrlte uua insuflirieute emato,;i per difello d'o •~ igeuo in arn· hienti ronfiuali. •·altli e rarefatti . .\la ''ha un altro fauure etiolo.!{iro, la •·ui inteJhÌI;t d'azion~ nei climi ti'UJIÌI'nli non i! stata al•ha~l;t nza tenuta in rontu, ed è rec.·e~~o di lure. rhe, indipendentemente da l ··alore solart: prod uce effetti analoghi (rolpo di luce) a (1uelli dcterminnt• dall'eccesso di !'nlor·e. Oucsto elemento lulllioow, cnpnce dt indiJt't'e per· pr·opri o cor;tu di$tnrhi in aggiu nta a fJuelli che il
l<~ COLl'O
111 t:A LO Ili::
determina, ru dapprima. 1'01) lllulta ,agal·ia. sospellalo
ÌIJ Fons~nn~-tri,·e~. On·ur~e divoi al t:urrA di u:-:seryare 1:ile. aareiando 1·un •nldati di marina. r• IIJ tempo dtiaro e sole~
piO, so1'ra 1111 ::.uolo :miJI•ioso. a :wpel'lidu rillellente la luce eome ad e,;. il littorale defla Seuegamhia, i clintorni di \'eraCruz). ad unta che la temperatura alm o~ferira fo::;:;e model'Ila, gl intliYi,fni ebltet·o pre,;to a doler:;i di ahbagliamenli, Yenigini t-. prulungando"i la marda. di tll ale;;~ere geoemle. seD$0 di peso al l'apo, et· t·., fen omeni, d te ~i tlilegmuooo hen loslo e i preyennero, io seguito, l'llll l'uso tli lenti a coluri CNeari, ma l'he potevano condu l're a ùi,.lurhi retini··i pu! gra"\i ed a sinlomi generali allarmanti. lo ste,;so rammento l'in$offribile, mote~ta ~ensuziune di dolcwe gmvativo sopraorltitale. irradiantesi nl J'O!iLO del capo, quando, r·.us lretlo Ja ragioni di servizio, tli1·ù r:n:<i zoojaLI'it·o, r11 'et·n iugmLo uf/it.;io a M<L~ aaa il pel'l'ùl't·e•·e a piedi e celle ot·e più ~:uldc del pomerigPI quel non llre\'e u·arto lillorau eu della l)IJn tu :\ hd-el-1\.ader, dall'nr~enule di marina va al maeello dei !tuoi. l o lpi el Plriodit-o tragillo e!JI.i a notare dte la peno~u -<en:::aziune anzidetta, piit dte dal l'"lliOJ·e (·aoit·olare dell'a1·ia e tlafl'e;;errizio ll11.4rolare, c·ammioaodo sopra un :-uolo twvampato. dipendna dal hwrid1io del teneoo arirlamenlc ,:ahltio,o e da l riYerbero d'una luee 11·oppo viva. come in falli. merc~ f u::o pretentito di lenti ufTumate. potei sdtiHu·e in pt·n.-ie).:uo. E ramlbentu. pure !l'aret· pt·ovato. anoi prima. la :<te.. ~a uJOie."ta ~Ione n11li «h'l·hi t·on rapogi1·i, evitata ogualnJente l'ODwhiah da ' 111e. allMcJnando tl·ovantl omi eli .. ta7.ione al Peri1, • 1111 allenava in ·e .1• • d . . ' l 1 gtOI'nt :sp 1eo enh una cJuaklte e•wur-:wue. per llllore di :-•·ienza <J per dipOJ"lo. lungo il lillol'llle 11i quella COsta, clte per· la sua t;O~LiLuzione l1en si ra":;umiglia a un terode.~erto 11' \ ft•'t•·•t (' l' . l l . . . . . .... . ' v,. • t or 10 por e t11Lttne ro nue:'.'nODI cn·vvtalor~e e net·vo . . se, estslenlt fra r:et·vellu ed or:c ltio, è possi-
*
G7u
LI'. SOL\ZIO.:\E
l1ile ~piegare taluui feoumeni riUe:;:;i . che =-i o"en•ann nel t'entt·o en•·efalil'o, a :;egttiLO tl' nn a en.:e;';~ira e prolungata e.-· dt:tl.ione retinin1, e dte dalhL folofoltia (Thinn) vannu ftM alla l'lH'ita pa,seggiem ( Lnlz. titalo dal l.uuguet c ripottalù dal l.orre). mentre d'altra parte qne;;;li ... te ...... i fenomeni~~~·· sunu e-....ere il punto di partenza per piti ~rasi pellurbamtnll t~ct·cl•mli,c·unclwenti ati iperemie alli\e e. data andte lacau:a termit'a •·onrtJmitanto, a manife:;lazioni tivkhe tlel t•olpu "ole.
Stotia e critica.
Fin dalla. pilt reuwta antichità fu t~ Gono,.;riura la mn l e fit~ nlluenza c· lt c l 'a:~.i o n e di reLLa c.lei raggi solnri e~et·c·iln ~ul c\orlio umano e degli animali. Se ne trovau o, itt l'il llÌ'. i primi
t•enni nella Snct·a l'ltTÌtlllt'<ì, al 2" Lilwo dei Ile. dove si parla del figlio della Sunallli le, morto in greml•o a ~un mtltlre. e del llHli'ÌlO di l:ittdilta . .\lana:;,_e, tiJe, lronnltlo.:i sul Cll\111111 l'm i la\ oratori. 'i umumlò c.li tolpo di -ole e ne muri in llttulia, sua rillit nativa. Xel Libro d.ei SaltUi ~i lto\à tlue·lt augurio: « il Signot·e ti protegga .. .. acciù nnu ti puo~a il u .;ole del giorno. ,. E co,i: da Oione Cn, . . itJ, ~he parl·l JJ graYi "in tomi refalid. rapidamente mortali. uncle furono· ,4. piti. ~o un il t'o\ ente l'ielu aml,iro. i ::oltlali clell'e~erdto ",. manu. l'Ile Elio Callo. z~ anni a. c._ conJu"e alla roD•Iui-IJ tleli'Amhia Felire. al rroni,ta Balderic·o. rhe rile\Ù le nutlltl'thO morti ,ul•itanee di uomini e òi animali. in quell'e.·tate tlel l 02~. t! i supremo ralore e siccità per la c·itti1 di htrheD. dove :-i mdunava un Sinutlo: ùalle notizie ,.J;e ~i hanno det Cruriati. nell'e~tare cl el l 0!>7. soccomhenti a rentiuaia,Jler ~ · .. · e la Gnlm·e e In munt.:a nza d'ac:.rrua, nel traversare la H1Ltlllll . Frigia, alle perdite che, stando al vescovo Utt.one FrisiogtO•
E COI, PO nT CAl.OnE
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le truppe di Barharo:;:;a. nell'e:-:tnte del 11 :):), mardalla Loml,arJin ver"o Rpoletu. lti~ngnn giungere <11 lYI per u·onre. negli ~crilli ciel tardano. meoziune li8SSO etinlogi•·o fra i frequenti ··a~i di avople~"ia (mnl'lms aiJIU,.,) e il calore ,;et'I'O detre,tate •Lei l:;~.;~ io Firenze. lllqli\i a~rriYe alla :-te:--a ··au,a del ··alore e-riHI. in--olrta.818te orente. le morti repentinel'i1e ,j 'elili··aruoo in ltuma. il forma epitlemica. negli anni l G!l3 c Ui.>. te relazioni merlil'he -ui colpi di •ule. anemti~i in ma:;,;a Ili corpi tl'armala in mm·eia, datano dal p1·irwipio del ...erolo JeOrSo, nella •ruale epo•·a. per opera della ::•·uola tli Boerlta.le. fu introdotLfl. in no:--ologia la parola 111.wlntio. Fu poi Steinkiihl, nel 18H). che, ha~anclo:'i .-nl reperto ana lomo~logiro rli due ca~i da lni o~servat.i . ::euza però escl11 dere Il parte dre può :were il sistema nenro:-;o nel detel'lni ii<U'O la. lllOrte. pe1· il p1·imo parlò di di sturbi ne;.:li organi lor·<u;ic·.i ed - inò ad imputare l'esito letnlo del t·olpo di ,.;ole piul.toslo aslis!lia. anzit·bè ad opople;;si<\. Ila •Juell'epora ad oggi le 'Niuioni ~anit:u·ie e i lavori :;cientilil'i :-11ll'argnrnento in tlitl*r5o :<Ì ~onu moltiplicati. ma uon si l'ire ,;i pn,;:'tt clire delilitinmente risoluta la que~tiune pato;.renetira. che t' tullora Mjtadìce.
La denominazione ùi <t apople:-"ia da n\ll)re. ,, d te ~li anto1·i
ill*i seguitano tullOJ'a a dare alla malallia. 1' giu,tilicata llllamente in 'Luei casi ad in::orgcoza -uhitaoea. •·he. per la l*dila fii t'osrienza e pe1· altri fenomeni cont·on,itanti. prellllaao una analogia sintomatologir·a run la Ycra ClllfHTagia Cll'ebrate, ma non t\ scevra cbl generare confusione. ~u avlilo ~i Dntroulou, di Thevenol e di molli altri fra i pii• em illelti lrattatisti di malattie t•·opi•'nli. i pae:;i raldi godono di certa immunità verso l' e111orrugia c'.e!'ehrnle: cl onde rieon tutta verolìimiglianz•l che, nelle stati:;ticlre ~,;ompilo.te
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ti7X
1\'SOL \.7.f0:\E
p es . in India. sotto la ml•rica « apople.~~ia » vao t~omprN malallie di di,·er:'a origine. ma più "periahnente i t•olpì •li "ule o di ntlure. I'Otne fra le cause òi mnt·te. atlclehilal<t aJ apnple,~ia. l'a hu,.o dell'oppio. ,. he Tbum,.uo u-,en ò rt-a 1 \la· Jf.',.i uppinlagi Ili C:e,lnn. e gli erce,.:~i akuoli•·i, r·he Clarkenlerò fra i .''\ egri 1lclla ro,.La eli S ierra-Leone.
f;t'O!JI'ft{ia mrdiNt e slati.<;ftca.
llt·olpo 1li ..;ole e ilt·olpo eli ealore ,.,ono rel;lli\:unentc r.1n ncll.t uo-tra :wnn rempemta. ma iot:ontra di u,.~ervu l'li ec(ezionnlmC'nt e. drrranre la ,;tagione e ~ r i va. io quegli indilriilui. r·lt o pcl' il lot·u partiC".O iare mestiere :'.ono t·o~ tre lti nd espor.•, nll'nzrone dit'CILit del ~;a l tn·e ,;olare, corne i mict.itoJ·i ed i CfJI'·· d tie1·i di pinzz:t r a sostenere -per gi uola i'a ti t:! to 1~ orporco. r·omc i lllilitnri in mnt·r·ia. massime nel periodo rlelle grandi tnanovre unnu uli . od n. patir·e disagi io lo1'alitit ri:'lrette eri· ,.,.aldntc. •·ome gli operai nelle fabllril'he a 'a1•ore. i fuochi>ti u bordo delle navi. i cuoc·hi. i forn a~;iai, et'r. Potrei ennmemre una lunga :-erio di fa tti ::;eparati e di uali --tati-rwi. nuingerllloli alle relazioni ...nnit: rie e puhhlir·aziuni "·ientdil'he eli o~ n i pae,e. per· prorare •·he nel mese piu ··alllu rlel nu-tn' ··liwa. u,,.ia in ln~lio. durante la ranicola rlel -nllinne. -i n · rifira nn ,·un ma~giore frer1uenza i ca;;i ~uan:eunati: tna lr.l· la ...,·iando di fare sfoggio d'una fa•·i le er udiziuue. dre ,rallr:l pa r·te allurgherehhe tli l'OYerrhio i limiti di •pte~ro motle•l•• lavoro. mi re't t·ingo a d rare "olta nto le peril1te. che per le op~ ra~i o ni d i gttC I'I'll sn !Jirono le tl'll ppe I'Ìl l D ile, IIÌ:l rl..JtC 8 newe drtt·u ntc !j ltOIIa di Serc,sione d'America (li;td - O:i) o le per'" dit e lamcnrar e d a ll' c.~e rdl.u pru~:->iano nell'e..;l:r l e di ~pu e nnnt (HnlHW o ·1H8u), in tempo di pace, senz11 ronr are quelle
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(ìj!)
1:.\1.01\E
JIMdeutlì tli tulli i corpi d'armnta germanici. nell'ultima 1'l"'l t'ontro la Ft·a nrin.. . La tati:-.tka morlnaria amerkana a~c·e-c al J.. i- p. l 000 1'1.,.Uo ai colpili, rhe f11ron o eirra del 3 p. 1111111 in rapporto lllllllle delle truppe: i pru,;,iani. poi. nei t·itati "eue anni. eW.ero i73 infermi roo Il (j t'a:'i di lllorle l " l_)uale epidemia c di di~:~enteria o eli ''ainolo - e"clama il tlotl. Hitler in una c toaferenza a~ l i ufliciali del 2n re~gimento ~raoatie ri t! i c Slesia (i ) - la cptale tlnrante i detti .;eLLe anni ha colpilo cii DC):(tro e~erl'i t o . .;i pul'1, pet· tjttanto rignnrtla le perdite in c lite um~oe. paragonare con la stati~tit·a dci morti tla in:-:oc !azione! )t.
~però della frequenza e della distribuzione ge0grnlira della malnllia nei pneRi 11nIdi ~h e pi r'r i nteres~ll disr.ot·t·ere , oggi dte la fehl•re della ,·olonizzazione C'i 1\pingc Lt tlti ver::;o que llo ltlioni. sulle !Jiutli il :~ole, q11 eslo ::11perlw dominatore dci lhipici, come lv chiama il Buffon , fa ::enlire In pnlenza dell a 111 signot·ia.
Il primo posto. tt•istamente funesto . .-peLla al l'fnrlia, nella
lf1llle durante un periodo di 1.2 anni ( 1/'l(j 1- ìa). le .-tati:-tidae lllitarie militari [1er le tt·e Presidenze di Bengala. Dom(,a~ e
lldra ~gnalarono una media clel :~ p. 11100 eli eolpiti. rilllllto alla (orLa clelle truppe iogte,i: percentuale tpte:-ta. rhe luDKidall'e,.,.er tllite. cpaanllo .. j •·inetta. ,.111110 lw ;wrennato dianzi. che andte i ro,i deLti ca,i di « apople,;,..iiì dalthantJ lllelldtl'lii t'lltt:-ati tlnll'nziooe tenuint eiTC,:-Ì\lt. ell'i~olu 1li Ce) lan la media c llJioure rl1e s1tl ruuLinen te. pure nell ' h t·ipeh1go Indiano la malallia ò rara e nello 8 Andatnane non la si 1\ mni osset'vala. ~e~,;ondo il Brnncl or. >)
:e
tj ' • Olornqj 11 e ' Pdlco tle l lt.• ,,.,ICI'cito e tlt /{(1 n.• Mn.,·lu a , fi!l lll ) 1887, IlA• lftpunu.
. . . " ' Il
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I"SOUZIO\""E
L'in ~o lnzione non rb:parmiò le Lr11ppe indiane (sepr)ys) nella
prima guerra di Birmunin: essa ò ullresi freqnonte fra ~i europei òi Sin~apo re ed ancor più lungo il lilLOI'ale sud-e,t della Cina: nelle operazioni militari del Tonchino, nel 1 ;, la malattia in discorso miei è, fra le trnppe franrest. pit'l num~ rose viltime che non In dh•senteria. È però sn i litLorali del ~l ar Rosso e del n ol fo Persico clte i colpi di sole e di calore predomina no, come in tfllelle regioni che, pe•· essere incassate l'rn ca tene di aridi woult. circondate da piannro sabbiose e lruversaLe dall 'eq unLnre lennico. hanno un'atmosfera riscaldata al ma~si m o: e il calore Yi .;j accumula e sta~na perinerztadi venti. Eticahordodellena'"i,ut>llraver-.lrt quelle vere caldaje in ohullizione. che. ' in cerie sta~ioni csoli dato,cirr:ostrtnze, si hanno n deplora re ca:-i (li morte subil~nea per colpo di calore, sin rJt lc:;to d'o l'igin e sol:1re cl ireii;L sinClllltbioat(J n calore arti ficiale. f' mnnanle ùa focolai inlf'rni omh ed accu mulalo in locali UII!!U"Ii. di rubatu ra in,urtit'tente e~ o afTallo \ ('lllilali . La f.IIH'sla insorgent.a ili tali c;bl ruònrrenire in pieno meriggio, qttundo il solo ò allo zen it, com'i• il caso più orflinario . ma Htwhe nelle prime ore del mntlino. innanzi la IC\'Ula del mag).{ior ns1r·o. e per·li oo nello ore sle;;t della notte. sia con tempo sereno, sia con ciel(/ nuvoloso, DJJ più in giornate segnalamcnle nmiùe. I medici della marina francese riferirono ~iit di numert> casi ossenali a bord o, con e:;ilo r:1pidamenle murt(lle. narr· gandu per· il Mar Rosso: n!l'uopo mi piace citare lfllei òeltlot· tore Tc:-..ier, a bordo dr lln (iarnnne, che da ~u eil era ùireua• Saigon, con temper:~Lum umbiente di 30° C.. in coperta ed al· l'omhra, e con 65 ~radi di caldo nei pre~si ùella macchio~. Ancor ptù interessanti, specie per la cltnica. come nppr~" · dirò, sono i casi osservnli dal tloll. Couteaucl a bordo del !T'; spot'Lo Colomb, in uavigm~ ione do Sùez ad OLJoc!.. Anche
E COLPO 1)1 CALORE
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Joch ebbe ad osservarne nna serie, a bordo cl'nna nave da perra, s lBZI OTitli'Ì!l sulla COsta ù' i~b i&si n ia, nei mesi di mnggio eJiugno del 1868, e furono per massima parto in convalescenti didiverse malllllie, degenti tullora. in leuo . Allri aatori, e cioè Litlle. Vanvra) . Bori us e :\'[ourSOIL ne riferjrono di consimili. Anche a me occorse, navignndo per i l Mar ltosso, di os~cr nre marinni'Ì , specialmente fu ochisti, allo stato prodromico delcolpu di calore. iq1tali, sen ~n nnsollecito interYeoto curalivo, sarebbet·o indnhbiumente passati allo stato di malntLin confermata: e.orn epure mi consta che ad altri Mll el{hi della marina si presentarono ca si analoghi, snlle navi in crociera ~u e Jiit per laco!\ta. durante il blocco d ' A b issi n ia.~ l{Hi anche opportuno rammentare, per non nscire dal )far Rosso, i frequenti casidicolpi di sole e cli calore, cito in M as~nua stessa mi vonnero ~ott'occltì o in operai addetti ::tll' arsena le marillimo di Ahdei-Kader, i quali mentre erano in tenti a lavori del mestiere, lOtto haracclte di legno e stoje, riscaldate ad una tem peratura di .S.~o C., cadevanò tramortiti al suolo e venivano trasporlnli io istato grave n bordo dell'ospedale galleg-gi::~ n Le (;Mib1.~ld i per gli adeguati soccorsi sanitarì. E r·ammento puro i casi letal i, deplorati fra i mil iti di terra in una marcia atl A.rchico. esegui La di tlnsoltratlo. in ont che il sole era oià alto sull'orizzonte, ed ino fine il caso occorso al tenente Snvo iro.1x, clte, dall'altipiano dì ~smara, dove nts Alula lo l.ratteneva in ostaggio. a 2327 m. ~ 11 1 hvello del mare r. con una temperalura dh;rna di 13" C. , in •fllel mese di ago!'(O dell'Sì, oltenuto il riscatto n suo n di tali eri e mentre si tr·asfet·iva a dor·so di m~tlo, con vinggio rapido, gii'1 per le ~o le delle prealpi etiopiche al le inl'twca le Jnnde di l>ogali 8 Saall~ ammalò di colpo di solo. 11 l1rusco pnssaggio dnl lopore pnmawwile dell'Asmara al rovenle mel'i<>•riodi (l UCI niorno a aar1(1. o . l'l n 1 l'l . 7 C.) e la esistenza in Ini delle cause predi::;ponenli de1 ermmarono la temuta iofermi tlt, cbe con l'immediato soccol'so
l'ìSOL.\ZTO\ E
sauitario 'i rillsci ad allenr.:u·e nella forma e negli esili, ma non s.i che, perdurando uno stato postumo di del•olezzn ir'l'ìlabile. ~i ~iuùica:-~c di non allontanarlo subito da quel mals no so~ gic.rno. dore. secondo un provèrùio aralto. (l il snolu è di ru,,«, o l'aria di fiamma.» l'a;;::::~n1lo ora al (~olfo Persico, !liri> che 'i s'rrwontra non meno esiziale il colpo eli sole e di calore, per le rondizioni climatiche c LopoJ.!rilfirhe anaiOJ,!he al \far Hos,..o. ma non insr,lo i n riferire dnti c cifre. ha~tandom: soltanto arcennarr nl dollore Wellsted della mari na hrilannica. i l quale. \ •'le~gian do con la fr·egata Liut'l'fiC>Ol da Moscata Bnshirr, nell' estaLt• del 183 1. ehbe.a perdere in un so l giorno tre Hlliciali o trent a mariunri. Le pocl~t• , fipar:;e ed incerte notizie cl1e si po,,;e~guno sul Coni in,Pn te l'l ero non autorizznno a tra ne la conclu,ionc che In nw lallia vi sio nun rnra evenienza, co me dai pi lr :;i riLicno: linrhc si pnl'la 1li indi~eni , la co~a è in certo modo "ero:;imile. come lo 1\ rr lnt.ivmnellle nn(:lte per l'fndia e per tullo le regioni tropi· cali ti' \f1·icn: mn sono però note le perdite -:uuitc in diver,e epocbe dalle tr·npve ~pedizio u arie eur(1pee. alht rouqui..;ln dellr ugO).!Ilale lPrre d'.\frira. cirC IIIDillCdi terranee. a r·nmi nciar& dalle' ili ime. che l'armata france~e del l/~)!) ehi re immolate nel trnvcr:;are il de~e1·to di Liltia - come il LniTr.' rnccont:l ne11•1 :-;na relazione rneùio'o-chirurgira dell'armata d'(), it>lll~'- per linirPa quPIIP, che !!li ~le:-~i france:;i ehltero in :\IJ.(eria e d1e ~~~ inl.(lt!si lameularono iu Egillo e nell'ultima ;:uerra tlt•l .'udnu .\ nt• il e ~l'indigeni. pet·i>. d1c ;;i recano in ca ro,·ana da :-iuez ·1 1\ enneh 'ann o :.O)fgt•lli ad ammalare erl a ,;oc.r:o rnl,oro. come rl Pruner allesta. Secondo Ft·it.;cll, la maiali i;l ~a rebl•e rara nPIIittoralc dotsud· Mrica, freq11ente, inrere, nrlla parla centmle del routinentt'. rompre'a fra l'alli piano clcllo Zamhese e la ro:-la oricnlnlo e1l llVCIILC un d i ma qna~i tropicale.Nell'Africfl.u l'ientn le lf:rschnoll
E C:OJ, I'O 01 f:ALO ilB
in grado di racco~liere notizie di :-;orta intorno nll'in:;ulaae edal colpo di calore, che :;oltanto all'isola .\lauJ·izio sallhberofretplenti. rari inrece a ~ossi-.Béiu .\ladngasrar. tando .,ti antichi aulori. sarebhe sorprendeule che relativamente nri pur fo~"ero gli accidenti morhosi uell'.\frica lll"t' identale ~erra J.eone. Co:;ta d'Oro. "'eoe;?ami,ia. Co,ta degli dli<H i). se ana siiTatta asserzione non fosse :.lata cootradetta dai rapporti di o~serratori moderni, fra i l[Uali cito il dott. f\\ris della 1111nna francese, il quale rile\'a che gli europei rc~identi ::n Ila l.osla degli Schiavi usano la precanzione, durante la stagione tstin, di non uscire di casa se non dopo il tramonto del sole, altrimenti ne risenterehbero gmve danno. Secondo Cousyn (1883), nnd re per· Nurnea, colonia penitenziill'ia l'rance·e nell a uova Caledonia, ad onta del sno clima Lropicalc, snreldJeJ·o sorprendentemerlle ra1·i gli acciden ti in discorso. In America la malattia ò frequen te lungo il littor-ale del l: olfo del Me:uico: ciò ritengo fermamente clre sia pet· ell'ello del OnlfSirt4m, rhe lo lambisce per molle miglia ;~ l largo e ell e, come orrente peln:;cica ralda elevando l<t Lemperalnrn ambient e. •od•fira il rlima nel senso del ralore. secondo i po~lulaLi dell'"UDmortale llumboldt. [nrece.le coJTi~pondenti lalitud1oi dell opposto lillorale del Pacilìco ::ouo relaliYamenle immuni. al l*ri del Cenl!·o-.\ met·ica. dal colpo di -.ole e di calore: ra~i-;11180 é poi 'fue~to anche su ll'istmo di P;uMmà. come il l.idell ~IT~rma. non a' endone egli os:-en·ato rh e due soli ca-.i fra le ll~jrhala di operai addetti ai laYori della ferrovia nel l ~:i~ e ~.io stesso, in una vi ·ita t•he feci nel l xx:~ ai l:n ori del t·1gJiu ~~anale interoceaniro. ebbi cou sorpre,;a parimenti n l"i....~~traddittor·iamente J•at·n . second o le relazioni snni larie dri -~•et militar· · 1 ' lllalatr ., mg.esi, e frequento . seeondo altri , sarel1he la 18 nelle Antille inglesi, al pari elle n Cuba e nl t.rove, ma
684-
f~SOJ. \ZIO:\"E
giudiziosamente Hi rsch rileva elle in quei mpporli, insieme col stm-stroke (colpo di sole) i! falla notevole menzione di plt1·cnitis e di apoples:;ia. che autorizzano a suppone, per le t·agioni dette di $Opra, che siena sLaLi veri colpi di calore. Da ultimo, per ordine el i grnvezza o di frrqucnza rengono le tre Guiana, il Brasile e la regione cosi delln dC'IIa montaii" in Perlt, coperta di boschi vergini ad oriente cl<1llil ,·ordigliera ori en tale, ma !lumnte l'estate au slrale (dice mhr·o-l'ohhraio)domina anche sul lo l'ire del Plata , come il Dupont cldtl' nd osservarne nel •l H6R nume rosi ~~asi a ~l aldon ado nt•ll'l rul.{uay. alla foce del Ilio della. Plata, in ~oldati di marina dee facerano esercizi a terra. Ci mancano dati per parlare della \ enezuela, della Colomhin e deii'Etptatorc. Per incompleto che sia que~to sunto, tolto clnl r.lassico libro del!oHirsclt ('l), ò sullì cien t.e pel'i> a porgere uu'ido;t ~enerale della distrilmzione geografica della malaLLia so lto i lropici e della dh•ersità di frequenza. colla quale si verilit·a in localita giacenti sulla stessa latitudine. ad isolerma annuale identiCJ, ma in condizioni geologiche e metereologicllc di,..tnlle.
Erioluyia. - a) Cnttse ~'/{lcit·nli r r•llltlllt,.auri. Da qmlnlo son vcnnlo li n qui esponendo risulla l'lllaro che l'insolazione e il colpo di calore riconoscono per precipua causa determinante l'elemento li~ico calo r.~, ma queslo , JH.? rolevatocM possa e!l.sere, a pnrilil di grado termometrico, ahhlillll 1 isto pro~ durre il ma!-isimo degli arciùenli in Jodin e nel \l nr Bosso.edll minimo alla costa occidentale d'.\ frica e sull'Istmo .li PanaJ!l·'· Tuui ~li autori son d'accordo nel riconoscere lJIIl'"W diiTereo:a esistente nelle rc;.!ioni tropicali, resa ancor piu palese da.lt
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(1) lllwdlmolt der llistori~ch grOQI'(l.)JIIischm Pathofvflie.- Ili Alltlleilunr-
Stutlgart, !88G, pnr,:. uo e sog.
E I..OLI'O Ul C \I.OHI~
ns:;
ilwnz.ionì che con temperature rehHiramente basse (30• ed meno) e per di più alromhra, si \Cr ifi ca il colpo di caJaddove in altri siti a tempcr·atura di mollo piil alta ed esposti al sole, c~so è meao frequento o non si verificaaiTauo. dii 8 anzitutto che, come hanno dirno!\lmto le esperienze del Vallio, conformale dal Corre, certi th\li rlel termometro son o iaesaui e infedeli , secondo il modo col qual o si esegue la mi..,. perocchc l!asti rammentare che quando l'organismo è in ,ndo di assorbire tulli i raggi calorifici. il termometro ne rileUe una parL€'. secondochè sia li bero1. nudo o montato su taYDieua di le~n o. ~l a. a parte l'elevata temperatura, altre condizioni, inerenti all'ambiente climatico. sono da chiamare in c:am per la produzi one del r.olpo ùi r.alore. Aeeanto nlht temperatura, Gi n pri mo luogo 1la porre l'alto grado di "midità atmos(el'ica. Difatti, l.t l'requenzadellanw la.ltia è in rngione diretta dello sllltu igrou1etrico dell'aria, come ad nnuui milit assel'iscono i pii1 lliYel':-i ossel'vaLori di tane le parti del mondo ( l). In India . ad e~ .. al principio tlella lllgtone delle pioggia, quando l'aria l• ,.atura ùi çapore acqUOSo, il cielo nuroloso equinùi rifleLLor e del calore che ad esso Il) L'ole~ azlonu tcrmil:a del corpo um:1.11o ~ 111aggloro quando l'aria e forte -
~- lln'Omehlcn (JOOS:iiET, - De l 'acclt?llfl!mtiDIIl el dc t'acclillwtaliou).~~~~ de ,.,Mcclne naval e, t. XL, 1883). 11 'l'roll lù, 111 una su<L memoria, prc111111
&la al GO C.:nngrr~~t~o hH~roa.zio nnle d 'lgi1•un n Viunua nel !887 (De l 'acclillllaliott lk• A'uropo'ei!B dans tepay& cllau.ds) u' dello ~ll'~So parere, ma. OPllO·
::::.~~ &ll'orunlono genera!~, intende qui llllr ljrruuleLrlu non g:ià l'umidl tn
..., • Alt.lll'ue IJnella assolnta o, per dir me~:llo, la tl'nsinnc tld Yat•ore acaiiDot!~rlro. Que~ta tensione, elle '' t'lt•\a a"...:u JIIU prc'to della frazione -~· ~eo,J~ l'asceosiooe del calor.- tlcl :iomo n !Ielle stag10ui, ha ...._ eaJo lll~t; ~log~c:~ llreponderanle nei ritmi caldi, piu ancora olello 411 ......,., aull Or,!:lllumo umano. lloriu3, nella ~ur Reclttrches sur le climat .... la ' t87l, h<~ dimostrato elle l'el t•\ al~ lt•n,Jonr del ''apore aGQuoso al1. 'llllldl ,.!'l'llUione llcll'aria ~ecca: dondo insufllcicnto len~IOlle dell'ossigeno o• 11oae otata'1110110 dell'emntosi o dimìnuita ~sa lazlowl polmonare ed evaporaDea.
lik(l
s'ele1'n dalla terr·a, quando si provn un sen"o di oppressione uel respiro e come una cappa d i pioml10 cile pesi ~ul cllrJIO per la diminuii, esalazione polmonare e per<.pìrazione coLanea, c!Je ::;ono i pit'l importanti regolnlori del l'tdor·e organico. in India. dicevo, si Yerilica, in Lali co ndi~roni metellroloj.!irho, il massimo dei casi di malattia e. secnndo In situazione :,!eograficll delle localrtà. si ossen ano nei pae~i del ;uJ lin tlall'a_prile, per indi , co n l'inol trar:; i della :-lll).:ioua, pn~ sa ro con le pioj.!gie ai paesi centrali in maggio e girr~no e OPi settentrionali io giugno e luglio. Lo stahilir:-i rc,.rolare delle pioggie e il con:-egrrente altlrassamento della temperaltrra diminuiscono In frequenza dei casi, che irl\ece :;i hanno m ruag~i o r nrrrner·o in souer11hre e olloure col ritorno dell• stagione umida, per indi ce:-~are aiiallo nella stagwne fresca. E co rttO per l'l ndin, noi vedin1110 la molnLLin ossere in direuomp· porto con le cond izioni igromelri clic dell'aria, tanto nell'emtsrero !Jorenle elle nell'australe. osservaoùosi es:-a in lluella sla~ione clte i Francesi cltinrnano per lo appunto hir;uttaye. ossia nella piovosa: le regioni Lorriòc c tropi ca li del \"ecchin e del Nuov-o )loodo so~:.:iaccio no alternaLi H\ mente :d le vicis-ttuùini del c.rldo umido, a seconda tlella latitudine ed n nonna della declinazione solare: cosi, per linire , nella mcrttovata re~iune della munlaiia in Perir, dominano i colpr ù1 sole e ùi ca lor·e. :-ecoodn Tsclrudi. nell'estate el i quelle laLituùrni australi, o:;sia da novemltre :ul rtprile. Cortfusa iu gmn par·te (:on lo s t11 10 igron1etrieo r'· l'azione che l'elellricitit atmosferi ca esercita nella produzione della mnlnttia. Secondo Corre, è pr·obrrltile che 11gisco JJCr sè sola: per efTeuo dello scuotimeoto nervoso che deterruirta. nta t' que:.Lrone Lotla1•i:1 cla precisar meglio. l 'na terza condizione weteorolo~ica è da tenere in cooltJ fra le 111fluen~e determinanti della malattia, ed i! il grado dt
G87
E COLl'O llf CALORE
La malnttia è al massimo di l'r·oqnenza , contemporaneamente all'alto grado di temper·atura e di umidità almosfel'ica, l'aria stagnante non si sposta ù'uoa molecola, mentre nello stato ùi wovimeuto: ma sempre in rapporto alla natura ùei venti, si osservano del le dive1·sitil: eo&J, con vento fresco e secco, si ha costanle111eute unn ditlliauione della malattia. ed i m cee cou vento calùo ed u111ido. od anche secco, C() ll t'è ad es. per qu es t.'uiLima q~t a liLiL il iam.rin che spira a !Hassalm per 50 giorni in agosto e settembre, si ossel'\'auo più Ire<Jueuti i ca. i in discorso . .Basti neordare lo scit·occo , vento ca ldo ea ll!llido, che rlaii'Africa 1o.ria la sua carézzn ir:'rl'uoct:tla sulle nostro coste e eho ci fa pronre lunguori co1·porei e meutali. per i111ruaginare truauto Btlleregioni torride e tropicali un vento delln specie possa. ruOuire alla produzione del colpo dt calore. l•'ra i venti che eletano In colonna termometrica in mutlo sensihile . confinando &li europei e gli stessi indigeni nelle lor·o ahitazioni, durante le ore che sofftanu con veemenza. sono j l vento del .md uelle lotrl!e ti i! lel'!'i!Jile .~imonn della costa occ;identale d'Africa, che proveniente linl Saltara, ne trasporta con sè il calore roteate e la lina sabhia del deserto, e che nella stal!iono secca di prima\'era è la LJ·nversia della Senega t1lhia, a Dagana, a · Luigi e nell'alto Senegal, nonché delle carovane che sono COB&reue a velar~i la t'a ccia ed a prosLrarsi contro jl suolo per 8 118 ' te i lemuti nccidenti dell'aslissi<'l e dol colpo di calore e k•uolestiadella sete urùenti:>sima('l ). T.o stesso ebbi occasione, :Ila rad:~ di Tunisi, ùi sperimentare ~li eiTetti di que:;.to vento 8 ra. scoppi:1re il le,('no più duro, como anrhe al Cairo e 1 l1l altrt paesi · ~ellentr lOn · ale e " ·a· · rapr· .a._ ' del l' 11 1'nca ' 1 sa 11re lllllllltnte la
. . ' co 1onnu ~e1·mometn ca flu o a 4,2• C., analogamente
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U)ll,.u...du - ...... . . .
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Buropeen~ dans /er pays interll·opl(aux, par le do el. l'iiELLY.
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l ~S OLA ZIO NE
ul lw.msin di Massaua. elle insorge subitaneo annuazinnilo~ da lontano cotuo nnn nnvolella, e, precedo lo tin 1111 fllgadssinto alitare di venticello rresco. forse per imer~a aspirazione d'aria dal mnre. irrompe con estrema ,-iolen1.a, ~ollevanrlo a grande alte7.za densi uemlti di sahùia. rhe irHade e inroJ~e OJ.(ni cosa. Il 1.-amsin, on·nscando il cielu in rueu l'Ile 111111 'Ì dica, a tale d te tah ulla non ;;i l!innge in tempo a chiudere lt i111po,;te delle ca,-e o delle baracche e gli -.portelli o le allre aperture d'una n.t, e. oltre aù accieca re e sulhlr;tre per la liuissima polvere che trasporta, fa provare la J.iÌII peno~nelelle :>cnsazioni, per quel suo ali lo di liamnta, come 11scente tlall~ Jtoccn d'una rornace inremale, e pro,·oca lll'lie~se re generale o n'wlt>slo ~e u :;o di calore al capo e ve~Ligi ni, siulotlli cheprelll diano al col po di calore, il (lllale non ta1·ùereltbe a st:tbihr~i. :.;o qll ol vcnt.o dnrasse a l11 ngo e se Lutti , europei ed tndlgeni, non sos l as~ero dal lavo ro mnsco lare e nPn -;i tnelte,sern nl co porto. 1:: però fùl'l llna anche pei por eri feltltri1·i tanti cl1e ~iA eli hrcvc clurata iu )J as:mua1 sebbene mi con!'lti che po~~a~ur liure pot· olt re ':H ore al largo della costa in pieuo ~lar Bo>w, ~olle1 ando onde in:.;olitame nte alte per quei ]Jill<t;.!;.!Ì. comeuu ru riferito dai !'olleglli imbarcati sulle oa' i iu r1 odè~<l pt'r U hloeco al nord della costa, in i~pecie da •Luei elel Cal(l(nfi(/1' e del I.Jrocana, a hordo delle quali nari :'i pa-~arono oredltM010 rì hili "o1reren1.c. non tanto pet· la trarer..;ia del Ili are, •IIIH . . l .l ;;possatezza cm·pnrea. ul .1 · a·cre•riult per le peno,.e !'Cil-::t1.tOUI •1 1 ra lore organico per· l'atmosfera in liawma che si resplr~u re~a ancor piii molesta dalla lilla neL bi a poh ero~a. di opprt!~ · no al resptro, · d.t ,·er11glll · · 1· e ct·1 nau:;ea ::torna•.. ··•le · l)ue;il 'ilo . . . 1.l grauo .l .• • -; .1nl01l 11. nlgglllnsero ne1. ruocl ltSlt plll ele' ''\LO · ;ti lt·. mile del minacciante co lpo di calore, come in t[uelli ello. rsp•';a -1 l .. , l 1. 1Zi 'lÌ furlll . . . Il' l . [J Ol' d1 p tu a nm )tente cel ca ore artJltcm o, t 1onr · ' uelle caldaie e nei locali della macellino. in moto~ e costreiU
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X COt.l'O IH CA I.OJIE
eceessiva atli\ ità muscolare, erano di preferenza sog1 risentire il malelìcio ÙP.IJ'enorm c ele\'azione della lemSenonchè, la provvida di~posizione di ~urroj:tarli ID ora in tptel faticoso mestiere, la larJ!n copia d'accftta .-.ssa loro a refrigerio d'una sete ine:.tmguilJI!e, a seguito M'tbbondnnte sudo re, e il pronto soccorso $UDilat·io pre- a eoloro rhe presentarano ~intorni di ma!!giot·e e;aur•...ro, soOrnendoli senza indugio ai luralì interni ri·caltlati tllllportancloli all'aria libem in coperta, dove ::i lasciavanu npaare stremati di fot·ze. ralsero sempt·c a .;;congiurare il JllieOio eh e li minaccia,·a. 1o appo).!gio alla pemicivsa in. . . . rhe l'insorl{et'e d'un ve nlo e,;tl·emruneute r.oldo ,;piega lilla produzione del colpo cl r calore, potrei r·ifcrire uuclre liaamerosé osset·vazi oni dei r11 edil'i dell' e,;et·ciW <l[l~lo-i ndiano, ma credo che ne basti l'uc.cenno, dopo ifUHnto lro di:111zi
llposto.
la, oltre ai l'allori meteorologici . conv1eue tener cantu •dio dello Muto dl'l~>uolo, io rappOJ'Iv <t i ~uo r·ive~timenln ..alfa sua conformazione topograliea e co~l ilu~ione ).!eologica: teblleoe io non allhia in propo:.ito consultalo antor·i. che si -.o occupati a meueroe io cltiar·o l'r nfluenza nella 111alauia il discorso. llumboldt. cùe con ...a•·rò qna::.i tulla la sua rita •lladio delle cause perturlJalrici delle leggi d1e presiedono distribuzione del ralore ... ul gluho lerrestre, penenne al llrellario ehe l'a,.senza di fore.;;te opm un suolo secco e sahla costante del eiel o durante i me.;; i li\ i ed ioIda la licioaoza di una corrente marina ralda' determinano tltfaziooe di temperatum da rendere nn clima eccessiva~ caldo, ri:speuo ad altro io eguale latitudine ma in con~~ Clpposte ( 1).
::0· ~renità
c~
ono
Tì\'SOLAZIONE
g uel \l ar Hosso parche sieno riuni te tolle le '""''~llbiUAI per t·endere tltl61 ~no l o il più adallo :.H.l a:o;::;oi'J,ire il cnlmic. del sole lotTido. La zona littoranea, nellu qut~fc sonCfiOlJll'tll i nostri posl'edimenti e che le .Alpi etiopiche :>ottrnggonoall~ neficio dei YenLi. c la più squallida e desolata che si pnm immaginare, senza che il più gramo Iii d'erhn vegeti a ,~. li ero clelia ''ista. stanca di rll1ell'arido pae;;aggiu. nè che il p.~ po,ero rigagnolo scorra frantruezzo a quelle sahltre slerilizzalt dal l'uoro solare. E davvero la terra maledella di Cnm! 11Ddt (• facile concepi re cowe per la oatrtra del suolo il calor& ù · Cltmuli lino ad 11 0a certa profondi tu durante Il giorno. le o!! nollurne non hasLa.ndo a irradinrlo tollo vet·so lo ;paztu si'cchè :: i conserva serupr-e ca ldo, noq c[ll3nlo però il mm. ~ cui le1nperaLu ra è sempre s uperiore ùuranto la noue. t:nt l.nllo ciò In :-;tuLi stica della morbosi la e mortalilit per colpo di calore. lan(O nell 'esercito che nella 1 11arina~ non c~taht liOUI'I g1·nn l'atto alla rlllnnt.e, eli mollo superiore n quel la di aJil·e coloni e in 1t1igl iorì condizioni : e ciò, a parer mio. va dovuto al~ savie e provvide disposizioni regolarnelltari. r he le auturil4 tan tn mnritlilllo cl1e terrestri , ~tab ilirono per !-(li equipr•IZP.' per le ll'uj)pe. Fnl le cause determinanti. in a.~30('iazione coi fattori meteorologici fin ttui enumerati·, prin~ipali..;sima i· anche ft f/1' 1'11{11 rllfÌrillt 1//(IVC</{lll'('; CJte IJa !Jéf iJUtllediat;l CQl)SCgtlenJ* l'elevazione della Lel'lnugenesi organ ica( l) . È orYio il . d . a· la parte che il lavoro Htuscolare lta nella pruduzu,ne 8' lore elJrporeo e i l'atti che cadono :;ouo J'os::errnzionecou•u• pct· compmvare que:Ha verità fisiologica. Se. collie dict Lovy con 11tOllO afuri~ ti~o , il dolce far niente r 110 pnn•~IO'II' nei climi l'reddi eù una necessitit nei caldi. Ileo si puòth (1) V. Gi01'1w.le Aledico del R.o l!.;enilo e della Il .• N a?'ÌII.II, 1886, rn~. t 38:1. - (liJ L~r.u. - Ecownniu. del calore nel soldato in ma·tcicl, ecc.).
lt COl. l'O nJ C.\ 1.01\E
qu;tntu il hnoro met'<'aniro dei 111nscoli. coeçeguitc~> n forza di llracda o di ~;unl1e.
sia su!lcJ il "",..._,..torrido e trupit•ale la ~m·gente maggiore di p~rirtJio per ,._..are di c·oljlO d i c'al ore. E la produzione d t calorirl). per t11ao dei processi fi~ici e chimici che ~i rumpiuno nella cunt(1111 delle rnas,e mu-colal"i. è io ragione dit·eua dell'alli\ ità lillle contrazioni dt l(lle~te. come. imecc. la di~per,·cme lÌ el àlore organio·o pmdotlo é inversamente propor ziunale al paio dr differenza ··he e'i~Le nelia ternperatnra :uulaienle. M è parimen ti in ragtone direua della uwggiore e,;ten-:ionc aeUalibern superticie cuta nea che ne pen11elle l'irradiazioni'. Quetto i• pu1 ~nhordìnnta anche alla qnalìtit del restiutento. • • 10 ragione inversa del la coiheuza delle stoll'e 1:he s'inrlo~· ano. È anche ovvio t l'ripetere qui l'osservazion e cl1e i p t> poii iadigaoi delle regioni LOt'l'ide e Lro pimli Vflnno nnrli o qu:tsi, 'tcbe gli eur·o11ei. du r·note la :;tagioue esLivn. dei (jlin1i temporali. ,pronno l'istintivo fli ,ogno di rrlleggerir~i di :d1iti , 11 ~nndono Cl ami permMbili, come dèlla la moda ed esige la lerllpera&ìla aumentata, o di sbarazzarsi addirittnra di e.;~i. qnantlu -dono ad e~erci;r.io mn colare, imitando il tnut·isfl' nei :;uoi •iaQipedestJ·i o uelle asceo"ioni alpine e. dnrante l'e~tale, artigiano. il facchino e 1l contadino. chelaror·1nn in mani ·Ile i raaucia e con ~olu 'lnesla e :>oli ili bnwhe. senza ,,mmalare i'iiiiOiazione. c; li ~te:;si europei. co~tretLi a' h ere in un cli11r.t ~ntenJente ra.ltlo. finiscono per r idmTe a minitni L~r· ~ li toro ve,tiat·io. •1nanto l~;"li cioi• a .:.aiYat·e le e.,igenze
... pudore.
Pra le inOuenze coadiuvanti la produzione del colpo di :-;ole
~calore, d~hlto pur citare qnella clte procede dr1lle rmuli-
.s&olfe lkl ~eNt~ 1111 ·nto. dalla natur·a del tessuto. dal colore delle U e •)umdr dal divel'so poter e as~oriJente ed er 11issivo per ealore. •: a thtti noto eh e uo ohi to slreltarnerrt.e accollalo ulln.
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r:'i:SO~AZ10~~
persouu e LL'oppo pesante si oppone all'irradiar.ione calorilica, limitando in gtaòo estrerno la lihera ~ ope l'li c ie Cllll\rlea: così, il soldato di terra. strellu nella ginbhadi panno, coltullello che gli ser·ra la gola, il cinturiuu che gli cmopriu'le i rinnchi, il rnoRchetto a svalln e lo 7.;dno che gli pe..;a sol ùor'u. in completo a:>:;etto di 111arcia, si trora nelle condizioni piu lhvorevoli per essere col pilo. dorante illaruro mu:;colaredel!e eserciLazioni Lattiche e delle marce in estate, dagli accidenti ùolla malattia in di ~tor,; o. E t[Ui in leudo parlare a preferenza del soldato prussiano. che, ettuipaggiato uel mutlu orn ùe-:crillo., va assa i frP tJnenternenle soggetto aù arumalares presentando l'e:-;ercilo germauico una mor·talilit ùelle. pii1 alltll'rnrtnti ( l ) f marinari di tutte le naziun i t;f\LLo il punto d1 vis'ta del vestiario, sono indut•bin.mente in a~sni migliori condiziolli rlel soldato di terra. e per la liberi iL dei movimenli e per h. maggiore faci li tà cii dispersione del calure. no 5peciale riguardo, pLLrlantlo del vestiario. merito 13 copertura ùel capo. conte qttella che per la ,un pesantezi\11, per la sun qnalità e per lo adnllat·si lroppo ~treunmrn te inwrnu al cranio può esser causa frequente di grave insolazione. \'alli no sperimentando a Parigi. trovò che la tem_L.J eraLttTII nell'interno di nn com une cappello tli selnaria"a. in e;> tale da t?' a ,s,5o C. l'l dott. Corre. nelle sue os,;ervazionì comparative falle ;r l Senegal stdla migli ore coperl nroa del l'apo c!te conve· nisse per il soldato francese, trovò che l'elnw rngle:-;e, di m•dollo bianco, leggiero, a copentina di teh• bian ca e con canelt ventilatore, è quello clte presentò la minirnn elevazione tlel tonuoruetro (35°,6) , menLr·e il herr·ettu coruuue da tmuoionro. di panno tnrchino, segnò la mas.~ i ma (4 1•). Am:lroo il ritoto Llouor Arnoldo Hiller. medico militat·edell'esercitu germanico, ha Vt;tu o
- - - - ----- - - (t) Y. I:LrLr,Eu, loco aitrtioo
o
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E COJ,PO DI CA J,ORE
satire la temperatura a 4o0 .H C. nel berretto del soldato I'IIIIII&DO, cui t'elmo ordinario, nonoslanLc la maggiore pesa ntorna piit gradi w. perchè più :teratu. ~l o. il msco, adol-, Iii da mollo tempo dall'esenilo anglo-indiano. anc he - d i silTatlP misure termometriclte. :JYCYa l"Ìcevnlo il controllo dell'esperien7.a pratica: onrle :d le nn::: tre lnrppe dei pn~ lilll d'Afrira fu dato reAOiameni Armente li n dallo prim e speiaioni. come ~iu gli ufliciuli della Hegia '11:J1·ina ne racentno 110 in Mar Russo e iu altre località intertropieali. E qui 111i •lecito di esprimere un òesirlo1·io ed t; che . come dalle auIOI'ill marittime si è toller:llo a )fa:..snua l'u:-;u del cappello a /tRtgo. pur di miùollo hianro, leggiero ed aerali;. ai solluflieiali del t:orpo Reali Equipn~gi . cosi questa stes:-:a copcrt11 ra Ila resa regolamentne. in nome dell 'igiene profil attica, anche per lutti i marinar;. g1·aduuti e comuni. in ~ostituzione del tappello di paglia. in.;.uf(iciente a riparare In calotta cmnica tall'aziooa solnre cììrcLla. potendo invece ai:CIIIIllllare ca lore MI suo interno. per essere sLTeLlo in gi ro allu fro nte. senza opporsi eflicacemenle all'a,."orltimenlo tlei raggi ralorilìci lnataosi. Mipiaceda ultimo 111;r.ennare .~oltnn Lo ;tll'in lltLenza che ileollredel,.estimento esercita nell'eti ologia della malattia, comecl1è la lltara d'una supe1·1icie irraggiante faccia variare la tJUanlhà di calore che si disperde nell'unità di Lempo. L'espe1·iem a. auionata dalle leggi fisiche, ha. in segnato rl re 11ei paesi cnltli *'iene imltiancare l'esterno ilel h• ahitazioni. non escluse le :'::gi~nli_sul mare .. ~ ind~ssare abiti hit~nchi. (~uando "~ bhga11 ad espors1 tlll'agg1 solari . come gli Iugles1 . ma(lstn llell'arte di colonizu.u·e. usano da tcmpv solto i tropici. Per le ::-ragioni molte popolazioni maomellane adoperano i ltui. . : bianco, come dello stesso colore è il bw·n~ dei besebbene renh; a luLLi maraviglia l'uso di u11 cappuccio
G!H
l \SOI.,\Z IO \Y.
di l:ma nera eh e, iu pieno me•·iggiu n:-tn u, :;ogliono porLa re lt' popolane th .\ugu:;ta (Si~ilin). 1~: ri:-aputo. pcrnhm, di lnlun e 1rihi1 arnl1e. d1 0 auclt c in c~laLC' porl!lllO abili fodcnlli di pelo di pecora per difendersi co11Lro il ~ole e tl(•~li indt11.v creoli dc>l 'l essiru. che lnv,,.·ano mmulzt ai fo1111 oti pwmuo con rl••ppì c:appc•lli ùi feltro hianco prr riparnr-1 d capn clal calorico ra).!gi;tuH'. Ln que:;tion•• pPro, relativa alle COIHiizioni essenzin li dei fenome11i d'assorhim euto e di crui!l~ione del calore. in 1111 dato corpo d'un dalo ··olore. è tnttodi un o ci e i punti pili o~enri della fì:;icu cci in lu lt•~•·io quind1 io disparte. '\
l•) Cww· p1·cdisponeult.
Prima fra tulle i• la razza . ma nou si <'rella d1e le iudi;.!CIIo iuterll·of.Jicali \ttdaun a::-;olutarnento eseut1 dal cc•lpn dJ cn lure. sol pe1·clu.. sono U'il'uefatle all'amllientl· dirnatico ele si H•dono con )?rande incliiTerenza espor,l al ~olc e dedìca!'!l ·~ ln\ori muscolari faticos i: la loro i rnm~111ifi1 non è chcrelt< tha, ciò è innegahile, ma la forza dì rl'~i~tem.a. superiore di corto a qnel ln ch•gli europei neo-arrival i ed acclimatnti, ha un limite, oltre il quale vii indi~cni stesl'i uo11 pMsono imr•cr nemente nfTrontnrc il pericolo ùcl colpo di calut·e. Gli outon t·ife1·i::couo io proposito rasi di colpiti dal ,.otu e dal calore in ttuegli arabi che. al tf'mpo della p1·cst1 1li 11u:->sesso fr..n· c<•:-e iu Al}:eri, e\'asoro dalle prigioni o nella loro fuvn se· minarono In via di cudavel'i. lasciando, com'c,;si l'tes~i racco ntarono, un piccolo ci111itero ad ogui ~lnio11 e (J'errier). Fra le truppe inùianc, u:;solùnte dagli in;le,;1. la UJ:tlallll non i· rarissima, imperocrhè, swndo alle rchtzioni dl!i mtdici inglesi, siasi ' erilicata in ogni tempo. a segtutn . . . . .. pro(IIZle marce forzaLe e uolle co mllz1on1 <Hmosfor1cllo p1u
E COI. I'O 111 1 \I,Oillì
produzione delln malallin, como sarebbe la stagione sofdel monsone piovoso. llamtnPUto !JUÌ i casi menzionati llilartin nelln pr·ima guerra Jr Birmania. quando gli sle~si lfltl'J4 (truppe ind igene) fornirono in nn giomo numeroso r.-ua,:ente di t•olpiti dal sole, nflìcinli e comuni, che aschiere precipitavano da ca\'allo. Contullochè l' l ndù. que,to \r·iano keso d:,IJ'altipiano dell' \ sia centrale nelle pianure g-nn;{edcbe, siasi lentamente acclimatntu, e per elfeLto dell'incrocinlltllo con le razzo autoctono ahhia raU'orzaLo l'immunitir, lrumettendola per via ereditnr·ia ni di:sceuùeuli, non è raro. eome dichiara 'lorellead, che arnmal i d'insolazione: nIla stes:m ~~~che il llt•gro d' \ff'ica non isfugge :;cmpr e alla rnulallia. paognsi eol Corr·c. quando si trasfef'iscr alte \nti!lo e speciilmentenp-li Stat i t lnit.i. A dint• r·o non saprei co me ;o;picgnro qaestadiver·siLit di compor'Larsi del negro so tto climi l.ro pi(:ali, IIJUllli pPr quanto parzialment e diver:<i pn r si idenlilicano Dell'ooiformitìt dell'uzìone teJ'mit'n, altrimenti elle invocando la Ctrcostanza tli fallo che. trasportato altro\'e, e:;;;o ccostretto al lavoro da ~chia\ o, mentre ~i t'OIIosee all'uopo quanto l'eaergia musculore nel negro si es:wri;;ca, nell'urrità di tempo, pni presto che n<'ll'eu ropeo, e quanto il dolce far niente sia •facente alle sue ;lbitudini e l'indolenla ne cosLitui;;ca il carauere morale più saliente. on è poi a di1·e con quanta ma~giore facilità l'europeo, lrrit'lllo di recente solto i tropici. specie al giorno d'oggi che Il rapidità del \'iaggio a vaporo hu ubolito le distanze e, piu che viaggiare, pnò dir·si che ·i ntTivi. sia proclivo ad amil lrru~co pa~s;1ggio a un rlinw assai diverso ùal suo ~~lo natl\·o lo espone frequent('meote alle cause prodaurict del colpo di calore, se eul i non si circonderù di tolle 'llelle Precauzioni, che 1·irerirò ~ell'iuiene proJilaLLica. Costituiscono per lu i cause predi;ponen ti alla malatLia j
:are:
'li 696 seguenti fallori: l o il se-;so: rera.amenle l'uomo, in •rne~ta Cllme in tulle IJnelle nltr·o malattie che gli conferi~cono iltriste pn· malo di morltositlt, è "enza confronto ùi !!1'1\n lunga piirso~.. geLlo t] ella donna ad es;;ere colpito da~li accidt>nlr del calore. non reputo ncce~!)!\rio di dilungarmi per e,por11e le r·agi11DI, iroppo chiare per ~>è sLes!:e; 3° l'età. in qua111o ad or~rnnismo perfollame11tc l'ano, i• elemento rilevantissirnn Ji r·r>sistenu organica, i fanciulli, i ~iovani e gli adulti pOl(lndu affrontare gli efTelli dt'll'autnelllo della terrno~ene.si nrgarur.a. più che 1 \'Cechi non l'ieno capaci di reagire con le limitati' fone, diroi pos~ono di~porTe, a ristabilire il disturbalo ('l]ll•lrhrio frn h produzione c In dispersione di calore: è ben,i \ero. però,r.h~ con l 'ino ltrar~i degli anni l'attività nutritiva degli elementi staminuli orgnn ici decresce e quindi i fenom eni d1~mici ler· mogeni f' nb iscono a11che di co n seguenz~ nn r·nl len lamento:ma è app unlO por· l'nffievo lit o potere reallivo del crnlr·o nervos~ rillesso che l'nzionc del sole e del calore si fa sculiro iu esst piu dirNLa, ossia più che per accumulo e riLent.iooe di t'alorr proprio è re::.tJ facile in e.ssi J"assorllimento ecce~stvo clel calo· rico con :.:li en·~lti che ne risultano; 3" le rau~e de~ilrtanll d'o~ni specie, siano esse postume di malattie !.!111\ 1. acute o croniche, che disordini ed eccessi di vi la, come nuche i patern: d'animo che influiscono indirettamente aJ offieHllire l'or~ 3• nismo. Cli sini\ izzi, le orgie noli urne, lo regi ie prolun~ate t quindi lo <'Cces:o;Ì\ o :sacrificare a Bacco e rene re ~ono momenti eLiologici predisponenti. che enlrnno ioqoe5ta t':tlc~orin;i•il difetto di allenamrnto. come uene il .\1 ìiller rile\ ù ( l ), in qnaot sono predispn:;ti ;•Ila mnlauia •1oei. fm i soldati, rhe. priro2 di entmre al ser\'iZiO militare e quindi rii ,opporlare le r~· liche ad esso inerenti, esercit:rvano arti o llll'~lieri a ~:u;e 4' (i) Y. Gioma/t• Medico tlel Il.• lìsPnìtu e della. /l.• ill!ll·ina , 4887, pug.3r>l e~~ gUOII li.
E COJ,!'O Ol C:AI.OR E
697
sedentaria; gli impiegati in generale, sotlralli alle loro
1Jfttadini d'ufficio, allo scrittoio, ccc., i sarti. i barbieri, i les ..,.;, i calzolai, ecc., :>ono fra tuili i più minacciati; :jo il lllnabasch ascri\•e n tutte le malauie croniche cardio-puJmouri un'ionuenza predisponente: :;icclu", lnlle le anzidelle cute ben si potrebbero includere nella ~e nerica denomina110De di debolezza or·~anica, corne quella che oJrre ben poca ,.; &enza all'azione per sè stessa dehilitante del clima caldo. Laoade snrehbero a.cceuat.ili le idee del citalo .lliiller intorntl alla teoria di quello che egli chiama rolpo eli calore intenso (Bet3•chl,,!l): e cioè che sia in prima linea da chiamare in causa predisponente un cuore dehule, os~ia di funzione indcienle per difetto di energiche contrazioni, come appresso
cUrò. .'ìintomafolorJitt ,. ,[l'f'll1'so.
La sintomatologia dell'insolazione e del colpo di calore compreade dtver:;!' forme cliniche e. m un ,, slcs:-a forma, diversi Jl'ldi d'intensilit. Qualunque ~iano però le furme e i ;radi 4ell'atrezione, convergono tutte ad un si ntomo unico essenZialissimo, val dtre l'elevala tempet·atut·a or;zanic11, che. dal IOrpassare di un gt·ado In normale nei casi lc~~ieri, può rag· ~IIDgere tah·olta ci t're insolitamente alLe che non si ri:scooLrano 111 altre malattie, fino a .}:jo ( ltoch) c ~.() 0 ( Rlachez) nei casi aratissimi, falnlmcnlc letali. ~llen~o che a tre si possono ridurre lf' forme della malaWa' •cioè·' l" ·10~01<lZIODC . proprmmenlc detta: z• Colpo dt. : : ID~nso (1/il::schla!J dei Ter'le:;dli); :1• colpo di calore retta (~ttrm.·schlay). La pt·ima ùi esse è legata rlll'aziooe di· &i l det raggi ~olari sull'organismo ullo slnlo di riposo: ma 8 altre due corL'e questa dill"et·euzn, cioè che mentre nel-
()!)R
1\'SOL.IZIONI!:
l·una la sor~enle precipua rlel morbo ,.. l'aumentata termogene:;i da ca usa intern a (ipe1·n1tività musco lrll'o), non disper;a per difetto di conduzione (comunque questa non avvenga}, nel colpo di calore forte. invece, l'aumento della lrmpeMur.~ orgetn ica è da causa estern 11. ossia dr~ eccessivo r i ;;caltl:nnent~ atmosferico di giorno o di noLI e, che ;;i oppone all'inadiazioue calorinca ùel nostro corpo, sin true:'l. o •Il io slittO di ri· poso asso l1il o o di attività muscola re, nel quale ser.uudo caso le due forme si comhinano, come 1·i~ulla chiaro persèstesso. (Juella. ell o ò stata. descriLI:t da tnlull au 111re ( i\"iel ly) per fo1·ma leg!]it•ra o irwompltw, i.· prel'eribile ntenere com11 stadio prodrom ico avanzalo: nn pa.-;su di più e la malattia i• couf'ermat<L l pr·imi sintomi sono uua seccl1ez'l.a ed un r.òiTU· :;;amento della pelle, che coutl':tl'lano evideult'mente col gradu di te!'nperaLura atmosferi ca, per il quale Ìll\ nca ~ i dol' rebhe sud.,re profusamento, massimo :;e si allende a lasori •nuscolari: e poi: una sensazione penosa di calore i nteruo, urente, opp ressione ai precOJ·d1, l"ete i:\l'denle. amuascia, di~pnea. sens'.l di malessere generale, di debolezza, ùi costrizioneall'ep igasLJ·i o, di uau sea e pcrfln vomito: inoltre, vertigini. oll'uscamenti della vista. ba~liot'i ed allucio:i?.iooi, iocesso va· cillanle, Lrernore alle ga mbe, clolor di capo gntvnti,•o, pal· loro del volto, lìsonom ia stupida, tendenza nl sonno, polso fi'OQllente. dehole, piccolo: urgente bisogno di orinare, e le orin e chiare. abiJonrlnnti. Con {ruesli siutomi premonitori. un soldatO in marcia o un marinaro intento n lavori o manovre del proprio mest1ere. se, spinto da eccessivo amor p1·oprio od aoimn to da un 013" linleso sentimento di dovere, non desiste dal pro:;eguire 11 cam mino, :il lontanandosi dalle !ile c sdraio n do~i per terro all'ombt·a o dal continuare il lavoro muscolare, pas~a heotosto allo stato di malattia confenoata; ma se entrambi sono sOG·
MHl
F. 1:01,1'0 01 t:.\f.OIIR
ODI'Il in tempo, il nlorno allo sLaLo normale si opera ·olle· cilamente a lo st~di(> pl'od r•omico acquista il sign ificalo d'una semplice indi:-posizione pas eggiera. Qunndo lo mala1tia essenr.iùle succede a ~ rr e=-la indisposiIIODe il quutlr·o nosologico cambia ti' aspello. \Ile Yolte non 11 ossen·a uno slaw vero prodromicu, sehuene sia possibile che per la 1.-llfl fugncita passi inosservato, ttl' di trans1zione, e'' h.t in,·ete un brusco salto a quella che si i• della forrnn f'4lmmante del colpo di calore, la t!uale, fl ~econda del predominio eli certi si ntomi nel <:arupo del sisl<'ma nervoso enceralko o rtel nervo tmeumo~nsu·ico, si di:>tnuwe in: a) forma cartliara o .~it~copnl(), forse In viù frequente, qHella che dagli aolichi aul<lri ed anche dai più recenti. specie inglesi delle Indie. è !ìtal:t scambiata per apoples:iia. fl paziente, nel hel meglio del suo lavoro od anche allo stato di riposo. pertino ID piena conversaziOne, cado a lerra wme corpo morlo , ma, a diiTeronza della commozione o dell'emorrauia cerebrale. Doo pet·dr> la coscienza, come si e da tJunldte autore ritenuto; chè anzi ten:a spesso di 1·ialzarsi, rna. le forze man candogli, l'icnde pallido, eslenuato, con la mano cercando l:t ~one del cuore. \ erso cui a''"erle vivo dolore e la <t sensaZione di art·esto della vita» (Moursou). li) La forma ct•?·ebrotpanalt o mwingitit;a è cnrauerizzatn ùa intensa c·efalalgia, ~ di tutti i sintomi r>ura rilen\11 per lo · tulo pro· d~esagerazione . rom,co nella sfera eccito·motricc del centro cncel'nlo-m idollare. l.e pupille ·ono genemlmenle ristrcue ed in:;E'nsibili. ma ~lvl)ha avvien e l'oppos to: lu coscienza non è tota lmente •bolua. ' poich(• , med'raute fori ·t e re1terate · · 1liti · J!l'l·da :,1· puo· rrc ;"~~n sè il paziPnle: coutrazioni, dapprima cloniche, fibril· d~rt, ~ 1 manifestano ai muscoli dolln facl· in, per indi il'f'allrsi &otto forma tonica a quelli della mascella (tr·i::ma). della Duca, del collo ed assumere anche l'aspeLto di conl'ltlsioni ('l
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J~SOJ.AZIO\'F.
Letaoicl!e negli altri muscoli del ~ronco e delle e,;trcmita. ll'onde si ha lulta. In sintoin:nolo~i't propria eli tjue~>L'! I ltimo stato morboso: spuma oerastrn, sa n~uio olenla dalla hocca ed anche per rifius:;o dalle narici: fiera costnz10ne all'epiga!il.rico, cui seguono vomiti biliosi e perfin uel'i: la coprostasi è O' Linata, il cno•·e halle tum!lltuariamente, forte t•tl alTreitaio, scnotenrlo e solle,ando la regione prE>ror·di11le: le cafll· Lidi pulsauo con violenza. e i polsi, pieni o ft·equenti, non mai però al grado rhe si riscontm nell'npopltJssia, cedono facilmente nIla pressione digitale: la faccia t' fortemente congesta. gli or.rhi iniettati protuhetano; la vOCl' i· lìoca e rauca. como a~ciulle sono lo labbra e diflicile è la drgln Lizione per l'ariditi1 della mucosa lHtcco-faringo-larin t{t?il. Il re,piro e acceleralo e si 1:ompie 1:on difftco11 it ed irregolarmente: i polmoni dongesli lasciano a~collare rantoli umidi . sper.ialmente aJin base. Le orine :;ono scar;o;issimo, o contengono t.nlvolta ~un gue o albumina. ma ordinariamente si sopprimono doltullo (anuria': il elle CO:>tituisce Io stato gt·:wissimo della malattia. L ;1 pelle è di una a1·idezza sit1gola re, secca. ccce~.iorwlmenlc si ricopre ùi copioso -:udorc. La temperatura del corpLl ,·. etentis:;imn, ma so il st1dore ti (Jl'Ofu:-:o, trova noll'eYaporazioO«l di quoslo un'efticace dispersione: snbentrandu , inrel'e, pura· li si dell'apparecchio nso-sudoriparo della cute. 1al-(giuoge 1 massimi gradi osservati e preludia all'esito lelule. Lu stato di suprema eccitazione, quando non :::i attenua per virtù di crisi spontanea, diaroreti ca o dinretiea. o dit·on~rruo trattamento Lempeuti co, praticato co n sollecituùine o per5~ veranza, si cangia in quello opposto di depressione: aJI'pnergta coutrnllile dci muscoli suct·ede il loro rilasciamenLO. alle cooYobioni seguono le paralisi, in guisa che. alla tempesta sue· cede la calrua e questa precedf:l di poco il silen?.io dol s.e·
E COLl'O 111 CAI.OilF
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E difalli le popille, dn miotiche che et-ano, si fanno ~-.iidri:alichc, completamente inerti alla reazione per la luce: laeomea assume nn aspello opaco: In faccia, prima rossa, si fa Jiyidn, cianotica: la concitazione del cuore si rallenta, il polso diventa filiforme, ariLn1ico: il respiro slct·Loroso si compie con lentezza ed irregolarità: se In pelle ora legger mente llldidn, si dissecca: lo sfintere anale ~i rilascia e si ha emisuone involontaria di feccia, come purr, so 1:01 ri[asciameolo dello slìotere vescicale vieo fuori un po' d'11rina, questa i• eo11misLa a liquido seminate: la morte ~n'viene per paralisi cardiaca. c} La forma asfittica del colpo di calore s'intende da : presenta iu predominio una esngeruzionc di sintomi pullDI)Dari, lisici e funl'.ionali, con tutto il corteo doll'iusufficiente emalosi, che conduco pet· ul tima anali i alla ste:;sa lìne, alla paralisi del cuore. d) La for ma uristn, secondo Nielly, ù la piu eomune, ed io penso appnnto che sia quella che per cii> stesso llduee piil spesso in crrorediagnoslico : è tanto meno infausta Del suo esito. per quanto è di decorso più lungo; ma. gli lll'enni soccombono e~rual men Le, sehhene iu molto miuor nnlitro. Essu i• la sintesi nosogralira delle tre fo rme precedenti, perchi• •·isullu dall'associazione dei ristJellivi sintom i cefalo- lortll' id . Non è ~uperlluo ripetere che cias!:u nn di 4. ucsle forme val'i a Del grado d'intensità della fenomenologia. a seconda della rapidilà e delle tendenze della sna ovolu~ione (Corre): d'onde apparisce chiaro t' Ile possono aversi casi leg~ieri e casi di lledia gra,·ezza od estrema, e quindi una ~erie rilevante di l l'lduale diversità. nella stessa malallia, alla quale non esito Id applicare l'epiteto dì proteiforme. ~durata del colpo di calore i• variabile: nei casi fulmi :l.a morte avviene in pochi minuti, ma negli aiLJ'i casi la Ja può estendet·si a p:u·ecchi giorni, pedino a due sel-
702 timll!le (~fa h é): giudi•:o ello in 1Uedia si possa acceltare la cifra di ~· -5 giorni. Potendo la mnlutlia durare lino a 14· giorni , si ò in dirìU11 di considerar!n, po1· questo suo lungo cle~orso , come cronit·a: importantissima circostanzn, a mio avviso non abbastanza mes~a in rilievo, in rrnanto che potd1 sen ire a rischiai'Ure alcun poco la patologia Massaue nse, col so lo <'rillwio clinic<l e senza il sussidio di l'icerche microscopiche c' balLel·iologlche, lo quali avranno sempre l'inestimaLi le valore di una conferma rigosalllenle scioot.ifica. Io perciò, riserbandorni a aiscorrere ùi proposito dellt rebbri climaticiJe di Massaua, amo IJ.Hi riferire lin tl'01•a elle. ol tr~ o. questo stadi o cro uico clte succede n que!lo ortlinariamente acuto della m n laLLi;~, vi flllò essere una forma prim~tiv1~ cronicn del colpo dì calore intenso , come incontN rl i slud iare pur·e in al tre enli tà murbose, la qua le i nsorge piit o meno subdolamente. E per veriti1 , l'insolito cardiopahno. il senso di oppressione ai precordì, la l'otte cefaltd,[ia. il grare malessere generalo, la lisionomia accesa, l'all'auno ed il torpore intelletlual~, tulli l'enomeui che, in una miHn·a d'intensità assai minore, nei giorni sc irùCCilli della estate dei r.limi tompern.Li cadono sotto la comune osservaziono anche dei profani, acttnistauo ÌJH'ece noi paesi L1·opicali il loro massllù0 sv iluppo e conducono insonsiiJilmerHe e len tnmerHe a manifestazioni morbose ben più ,(!ravi e sig u i fi(~a nti. Alla mia o~ser
nzione Oùll e~ruggito a MassamLttnello !\Lato caratteristiro, rhe credo poter~ri f'el'ire 11l colpo di calore cron ico. nf'll[llale, ohr~ agli anzidetti si nLomi subbieuivi. la teruperaturH del corP 0.~1 man tiene all'altezza della febiJriae, di minima e media intenstla (38°-39°,1>), ma spec ialmeme minimo, non raggiungen~o . eccczrona . l e un gra do p.tu. eleva Lo, per ll oa serle cl1e .10 \'la proiUllgata di giorni, da indune io errori diagnostici e fa i' (.r~
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1t COJ.l'O Hl CAI.011~
liiM-sar~~••iche enLitit morho~c c •tuiudi ri correru ad analogo :Jl'llllaDlen'lo rurativo, peraltro sem;a prolillo. laddove, a mio
1lodo di vedere. una medicazione tonico-refrigerante avrebl.le -tpprodato a rapido risannmenlo . ~el pieno po~:;csso delle faéehi psiehid1e. l ot·ganismo, colpilo cronicaulente dall'acwaalo di calore. i• in preda n di ... turhi oen osi. i quali $Ì traducono dapprima in vertigini. in~onnio. irrequietezza. irmabililil eat·diaca, cefalea gt'aYativa. ccc., per indi invadere e111ndio la sfera nervosa vasomororio, con altenwLi"a di ricorrenti scn~azioni c;uhbiellive di c;tlore in una parLe del corpo e di fugare freddo in allro, e per inllun·e da nltimo modilicazioni nel t•,a•·aller~.. che lliveuta in sol itomente irascibile. e nell'aUitmline ai lavori intellcllHali, verso i quuli si prova una decisa ripu~nanza e. nei casi gmvi contlucen ti ad un genefile esnut·imento ncnroso. uun assol11tn incapacità.. Non ho però notizia rhe ~ li ciTolli prolung<~ti del colpo di calore ct·oaito a ~l nmua :thhiuuo condollo i pazien ti ad insanabili netroaslenie. poichè tuili quelli cl1e sono a mia conosce n~a. earati a tempo o ~ottralli el'licncemeute all'azione del clima. sia eoltrasreril'li in più spilahil ae1e, c·ome ad A.::sah. sia col farli rimpatt·inre. ricuperarono in hreve tempo la pristina salute. Bo io stec;so ~uhito il supplizio dell'azione hmta e continua del t.alore. dnranto il mio soanio•·n o a \lassaua. in <Juei giorni di graduale. crescente ele,:1~i~ue d~lla temperatura al~o;;fe a pat·tire dalla line di maggio, ossia all'entrare dell:t stagione torrida; rna ILIÌ ri :~e rho di es1wrre meglio questo c·on~ . lo m un prossimo lavoro .
nca:
.
l '>SOLAZIOi\"E
Esili .
Passando ora 3S!Ii esili del colpo di calm·e. nei t'asi leg;!i••n, appena al,ùozzati, che, come in qualsiMi altra malattia, si po~ sono n tenere anche per abortiti, l 'esito piil favure\ole c la completa rtstitutio ad inll!ffl'lWt. lo altri ca,.,i, di media J!r~ ' ezza, la ;.:uarigione i• anche il caso più ordinario. ma ad t'>~ ~ucceùono: uno stato di pat·ticolare debolezza ll'l"ituhile, >ia nervo~:t propriamente delta che cardiaca. con pub1 deholi. piccoli, fre'111enti, compres~ibili: nn'irritallilitit anche nel caralter·o, una cefalttlgia penistente, e poi disturbi ''isili piu11 meno gTllv i, sor·di tit ostinata a di verso grado. ill tol lemnzn ,·erolll'alo vo1·so gli alcoolic i; un'asma ricorreu te. specialmente nelht •st.ngiono esti va, pit't spesso un esaurimento rlol sistema Hervo!lo ccnLrnlc, con senso di stanchezza. fli rilt t ~l\iu tu etllll lungo In spina dot'sale, e con depressione intell ettuale. !l i rndo permn nen lo: talvolta la p ami isi agitan le f\ mollo rnramcnl~ anello l'opi lessin. la qua le si determina a prcfrrrnza in iudi vidui wedi~posti per· antecedenti ered itari. .\.l,•olpo di ralore inten:;o ha lallo seguito l'emiplegia ( Ba~ter). pt'rlino .lt'compa· gnata da afa~ia ( Pcacoc"). la paraple7ia (Thinn) f'll anche una specie di atassia coreica dei mll5coli della mano e tlell'a\:tlll· hmcl'io ( \l adean) (Corre, l. c.) . [o lfllei pae::.i trupirali. otJ 'l unii la co.;tituz,one t'O!'mo-tell uri ca del clima duneoht pH fermo la patolo~in infettiva endemo-epidemira. ti culpo 1li olm·e. fclircmente 'operato nel suo esito letale. diminuendo la l'esistenza organ rea dell'individuo, apre la porta, l'llUIC d1re 11 Con·c, all o fchl tri dominanti di nria naLnra e. pa,.,;ando con inscnsi bilo t ransizt one i n ai Lrn forma morbosa. intltu:e il clinico in OIT OI'i diagnost.ici e in pi1'tfalse conclusioni opicriticlte. Ilo detto apposta in quei climi Lropicali , veramente fuuesti aJ)'eu·
E COLl'O 01 t.:AJ.ORE
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per la J,!rrJYe loro essenza patoj.!euica infPitiva. ma mi asof,!giun ~ere che non lo dis"i per alludere n ~la ,;saun . ..,.,,...,.,, im·ere. per torriòa che sia. i• pc•r me. t'ome Ilo pro...., di mchiarare, un clima reia l 'amen lE' salubre, rispello ad altri pae~i. ad es .. il enej!al e le (;ujaue. aùdiri uura .......i. Tornando aJ.(Ii esili ùel colpo rli c•alore. è da ri lerare che. 6rpoparito òa esso. i predi::.po:-Li alle malaltic reumatiche t1110 piu "pecialmente so~!!ellr a ··umpltra nze per i cd enduCifditiche, ma il ùolt. )J uur·sou errato dal Cone),lm aul'lte osllftalomanire,.hlZtoni poricanlitkhe. senza prec·edt'nli reumatiei, durante e dnpo il colpo stesso . Oaultimo i 111hecco losi .iOglfacciono alla mpitla evoluzi one della tisi polrnonflre. La morte ~•avver·a nel tet·zo , nell a mr lil dci co lpiLi da l calol'$(Nil'lly): il Corre giltSlamente ri leva eho In proporzione dei decessi, ri~petto ai co~piti, ò mo lto variabile a seconda del le llle"aziuni: oscilla fra nn massimo di 100 p. ' 00 (Hoch! Got·•• eun minimo di 0,'2 p. 100 t De H.::nzy). wn cil're interlaed.iedi:ji .6 Ta~ lor). :30 (-. irnp'on), 2:3 (Stuarr). 12.5 (Loft Boose) ò (1\ennar·ù) p. 100. Lo ste::."o autore·. senza poter preciAarelacifra. dice che la nHwlalità nelle trnppe francesi di lerra Dell'ultima d i~astrosa spedizione ùel Tonchino fu consiter..ole, $peci e a principio di campagna. qu:~ndo erano spror l'alle dell'elmo protettore, di cui invece erano fornili gli eqmPIIIi delle navi.
neperlo cadaverico .
.z.a. Giiinteres~·anti spPr imenti fatti surrli nnimali da Ohemier e P~lard' r-
tbt:
lico
41
1
da Jaknhnsclc diedero un risuiLulo anatorno-p:Holotutto simile a quello, che si risrontra n~gli indi vidui ombono al coiiPO di calore. La 1empern1ura del cor·po
70Ci
re:oiU drvata per parecchie ore dopo la morlp: '1\H lor ha mi~IIJ'alo ~:! 0 ,:? dopo dieci minuLi: Wooù, 1.3n.ti dnp•• uue ore. Rudi. iuun caso. 4-u". l :-111Jito dopo il decr,:;••: alla H OI'HI i• perfino con:;Latata superiore a.lla normale in ri1a. l.a 1·i~idit.t cada\ei'ÌI'll é precnce ed iutensa. come rul'"l?. IO Jl••,;snu'al!n rnalatttn: i muscoli sono spe:-.so induriti. Pei··kfunl ne:.!ll an,_ ma h a ,anj.(ue t'nido espo,.li ... pcrimenlalrnenle .ul alle lempenlure e snr.rilinlli a. "ropo -<rien 1ilico, ù i~Li nse que~la ril{Jdi!a ma· srolnre col nulli e d i calorifim. che è deLerm in:~tu t lal !a ~oa~u lazionl.' dclln miosina. come già il Bernanl nt'l 'uoi clu--.id spe1·imrnli aveva annunziawl'!ae il calorr 1u·rid•• tn proprieb conn•allile tlei muscoli. ~·ra tutti i muscoli è il r.nnre t(llello cl~e, uei nwrli pPrcolpuJ, :;u le o di l'rtlorc, anche se l'autopsia si e:::egua "nl1i1o dopo la mu rle, si rin vione1rnnarigidili\ assoluta , ùurutnontn l eg no~o,in ispccie nel ); LJ Oventri colo sin is lro, cl1e è vuow per lo slnto di complt.>ltl sistole, meolre nel desu·o 'renu·iwlu ::i u·ont semrrt una certa qunnlita di sa ngue nero, Ouido. IP!!grl'llaenle at·1do. secondo \\'onò. eò ug11ale lo ~i rinviene nelresltHirll'nl'!:ani~lll0 • rome U(•i fuiJninati o nei morii per anemi<l o ~PIIireuun(Oik'r· ni<'r-) . IJ u c~Ln C$lremari~ddiLà del ventricolo sini~tro. alla 'lu3lt fa ri~coulro. ma meno intensamente, quella del diari anHDil-~ da ritener,i, ,.ewnclu ::IHiller. I(Uale una parzi le mar11fe~tazioPf della rapida et! in tema rif!idtlà cada\eri·~a l-{E'OCI aie. poicht :.La ndo alle anlop"ie. praticate specialmente sudi ,lllilllUli •rruito dopo la mtll'lC, si è con~lal:t IO d.Je essa OOIl pree;iste. !lll segue ollJ mor·te stessa. Le li h re muscolari nmliache e JJaframmalirhr :.i trovano al microscopio io pn'd:t allu de,l!enera· ziono granulosa. fl cadavere presenta alla supel'licie rulane:~ detll' chi~Itf ipostati clae posL-morlali, rosso· liviòeed irregolnrmenteFp~r:'f
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Ili CALOill~
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M·lftiiDc:ne nelll' mcmbrn. c: li organ i interni . io 1111a mauiem .,.,.,, p1·t>~entnno l'o:-:picue iperemie ' euose. l c rueuingi •IIIN'III. plu rht> le spinali. so no as,..ai :;pe,..:.u i[~t•rrmi··he t· ral*lraladnr.t madre e la parete t·ranir·n e,;i-tt,no ,;tra ra,.i sanJIIPI, come 1111 po' d i e:':.udato siPrcho. opale"'ct nte e piu o ...., roo;eo. ,; trota nello ~pazio ...otto-arao·nniden e ne t ' t>ntri.11 tenello ordiMriamente t' •ano !Ta.'lur. Ba\ter. ··iuti •Rt'ftrè, e da :\ ielly': nei r·asi fulmiuanti di ••ulpo rli ntltH··· lct11 è trovatn leg~ennente iperemicu nello "Irato rortil·ale. P llalennanJ. in altri casi, perlino ane111ico. :\iente di note,·oll· tla parle del midollo ~rinalt>. Lnonl]e r prezzo tlell'opet':l rilt'Y;l l'E! I)HSla spropor·zionr. che non può a mrno tli avrre un si!.(nilit.alo rra i i.rrll\'i !'\Ì iltOillÌ rerel~t·ali, o~:;ervati Ulll'òllllG la lll illlltia, e le lesion i meningo-enee l'alic hc, d 1e 'iOJ IO l11 ngi d:d presentarsi costanlÌ e l1di Òll porgere di qtt ei sintomi 1111n :o;ui'Qo'ente 11pit>1{aztone. L'apparecchio respirai.(Jl'ÌO pr·il:WIIla 1111 r·epcr·lo ;tll:t lòllrop&Cologieo co~ì cnratler·islico, ell e nn dnll Hl !1. da qunnLlO ciot\ einliìhl prat irò le prime due nu iOp;,ÌC di nrorri per cnlpo di IOie, richiamò l'nttE>nziune degli ossen'a (éJI'i. in i.:pe,·ie in~ll·~i edamerirani. a tale che dn quell 'epoca. in ..:ur l'opilluHre dnmi11118 jJer ispiegarc la morte clei colpili dal sole ·i di\ ide,·a fra l apoplessia e l'encefalite. :;i cominciò inve,·e n parlare di a,.f;,. Ili, intimamente conne~:"'· ~ecrmdo lo s:e~!>O St~:inkiihl. alla l'IJi4ilà del 'entricolo inistrn. come Plfeuo a c·au~<t. luraui. si riscontrano con frel(ueoz.t ecd1iruusi ~ollo·pleu ralt SOllo-pericardirh f:' ed endoc·ll'diche. \elle ri~pertiH• cn'lli plenrir.a e pericnr·(lin ~pes.:o si trm a 1111 \'Pl'Miinento ~ie hllso." ~nehe rornmi>to a sa ngne. l poluroui :;owr J'orterne nte i pe:~ed in tnluni casi addirillara epalizznli, l'en za oll'ri re il IDIIJlo crepitio aIla compression e, quasi da p oJér.~i paragonare
7013 a uuc lliiOrmi coaguli di sangrre. I hronch i sono riempiti llun~U schiuma ro~C<I o hruntrrossastraJ ,;imile a quella che in 1i1a veIIÌ\a OlllC:\:-.il per uocca o per [e narici. T aiYOILH anche In ~11} llltiCO ::;i IJ"H\ a i(Jt!remico, come llliUSÌ ,-empre il regalo. la rurlu o 'i>C~~u anche i reni presentano le note d" un ingorgo •an· ~~~~~no.
(Cvntmutt).
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AZIONK BIOLOGICA RTKRAPKrliCA Ol! l, LA
A.DONIS
VER.NALIS
EDEL SUO PRINCIPIOATIIVO l.'ADONIDINA I,Ofl(o>rcnt.•< l~;tt.n all'Oo(lC!lalo lloìlìL;Il'tl prlnrif!J l~ ui l'ia t•o!ll flllaottoll!no•ntl' medico di ccmpl\\llliiiiLU Gir·n" doli. t.:mmo nnt'lt•.
l.cttnrct. t• - .? dicem l,re 188!1. S IGNORI,
Coi progrP.s!'i della chimira, che !w !'ropei'Li ~l i alcaloidi e llletodi sernphci per• la l oro estr·a~ior1 e, la fnrma cologitl si è IDeiate sempre piu arr1cchendo di nuovi r·imed ii. Speciulmentc coaJ delli ca~d,aci sono cresciuti in modo ~orpr·,•nJenle, in qtles&i nllimì anni. D Kran lonrco del cuor e o 1a china del cuor e. come laluni
ehiernano la digitale, ti minacciata Of!ni gioruo nel trono <'! H· rtfiiPJri!lmo e l'esperienza di lunghi anni le a\8\'allo <·Oslruilo. ~ nuovo rardiocinetico a spil'ft a quel p1•imato, col palrodell'entllsJasta che l'ba scoper to o !:-l utllalo.
t 'IU88lo ttfelto dE-lla leggere~za ùei nuo,•r trmpi ?
~e~o. o signori, che Lutlo cin d• pendo do qual bisogno
•libile elle tortur·a inces~anteroente l'umanità. il bi~gno ~gglun~er.e quel ve1•o cbe ci sfug-ge sempre. L'umanita
cll
... ta da lanlt Inali aspira istinlivamente al bca ossere e non ""'PDia rn 81·
4tra per raggiungerlo. ' ..a_ Ucato ricerca Ulll&llO a ssai ffl-.uente 81· dalla. diutu1·na . · ' l'inrrc«no t:> ,.. laac,a m~an11at·e da uno. pm·vetJza où. è pl'ou to a
7·10
AZIOXE BI OI.OC.IC:A E TERAPE UTII:.\
gri dar e eureka appena un'ombra s imula il vero e gli scopre un mir·ap-gio abbagl iante Chi non IH.t visto un suo si mi le, morir e 1'1·a spasimi atroo1. elle non v'é scienza o cabfl lo capace di al lcvi al'e, e che sar·eùbe co rità troncare vio](• nte mente, 11011 C()Jnprenderà lll8l i facili entusiasmi c lo sco n fortante sceltich;mo dei tempt nostri. La digitale, a delta di lutli, fu e reslerù il ~runde rimedio ùell e car J iopatie. P erò cs>:a non basta ; 11ella lunga cura di llll« ca rcl i>)[H:Itia, il pazi ente reclama op:n i giorno un rimedio alle sue cr eseen ti sofferenze, il medico cut·a11 l> \ conosce luttJ la via crucis cl1e il suo ammal ato deve l'altllinenle percorrere. couosce che scopo mud e.~to ùellc sue cure. deve essere quPilo eli SMiencr·e l~ for·ze Jel cuoee, :::enza ece.larle, per· claè verrò il momento in cu i eccilal.o e,.:so uon J'ispoodera piu. O'allra par te se le piccole rìosi d i digi tale rii Jvigor,sconr• l a sistole cardiaca, s pesso ripetute, si cnm nlnno e denno efTet.Li oppos ti e •·apidam ~ nlc funesti. Di crui l a necessi tà c,] i IIUOVi ri meJ ii, di 'fil i In fr bbrile n· cerca, i facili entusiasnai e lo ,.:coraggiaule scellicismo. ~011 islarc'l ad accennat'f' l u lli i sistema curatavi delle ma· lattic rRr.tiaclae, ni· i ta11ti ~ucceda ner della di::dlnle, 11'\'tlli 8 <:ielo per· uu gioi'Uo, dimenticati l'i ndornun i : ciò mi porler ehbe assai Jungi dall a mia t esi. Dirò bruvc'me nle se n ~u cntus1a;,mo >l >'€ 11 UI ;:celticismo. como, perchè c qu~ndo l'ado1tis vernalis ed il ::uu pl'inlllpio Alth·o !"ieuo utili nella pratica medica, spt>rialmenle nell' pr atica mPd;co-mililare. d Og:.ri r• cor derò iu forma !"Ommaria i miei modc>sli slu sulradomi dina ue~Zli aniwn li , t•imanclanclo dJi <JVPS!"C vag:he%11 dei l>at·ticoltu·i delle esper ieuze alla pubbliCB.t.iom~ cbe tUl ,,. · le alle permetto offt·i re a lor s ig 11 ori (1). In un'allnJle tturauJro os:-ervoziou i cl i niche e le inùicazioni clae c;r·edo si pos:O"' Lrar·re a bPnefìzio dei nostl'i ammalati militari.
(l) L' Adollidina. - Studio ' lierimcu l,tlu bi•>logico e cl in ieu ('t'esi di f.au ren). - (Estratto dal giorn~ lt> anno IV, Napoli 1889). NUF:I.E 0 11lOS
nELI, A AOOì'IIS VERNAUS, ECC: .
/ Il
Js'cj.onis rernali.~ el'a nota al volgo per le ~ue pt'oprietà Il primo chA studiò clinicamente e sperimental11*1J8 questa ra1tun culacea fu il Bulmow di Pielroburgo, nel me, per inizia tiva del Bolkin. Le accut•ale ricet•che di questo ..eperimeul,{tt ·re, pubblica t~:: success•vamenle nel giornale me.tlco di Sl-Pdel'sbut'a: negli anni 1 880· 8~-Sa tudussero bola~e~, chimiei, farma(·ologi e clinici ad occupat·si del nuovo cerdiocmelico. Gil pr im11 l'adunis non Gl't\ del tull0 ignota l r 11 no', ed il Teaore, il Gussone ed il B E-rtolini , Accennano ai cat'attel'i hotan1ci dell'aclonis o conconlano rwl dit'e che in llnlia non si rinviene l'aclonis oernol is, mentre &hbondano le specie eupauiana ed aeMioalì.q. In quanto all' a?.ione lìsiologica e lerapt'ntica di e~sa, il C!Htlani nella sua 'Nlat.-lv.fecl. e Ter anDOvera l'adonis o11rnali.<~ trn i narco tici Hcr·i cardioplegici con azione simile a quel la doll'olleboto. Recentemente i caratteri botanici sono staLi studiati da Marié e da Mordagne. Le adoni.g apparten oo·ono alla fami"'lia delle ranun culacee, n IOno piante annual i ù vivaci e vegetono un po' dovunque in Europa: se ne conoscono varie sperie. La or rnalrs lìori!'>Ce in 8Jirile e maggio, ha un rizoma ne1'8Slro da cui ct·es•·ono parecrh i caul i a foglie bipennate, Plt'Uie; i fìo•·r sono tl'rmi nali ' o aiAlli ,,.. ,....randi con involucro eb e.mvcolll~ COu!pl t.arnPnle il peduncolo fìor<~le. LCid(Jnis aesLirali.s comuue in llaliR é stata r ecP.nlernente ltudtal.lt dal pr·ur. .\llwr·toue, che pr opone chiamarla ilalianaIDflhte odon 11 'le. n.otarale. E" co nQ~ Ctlllt1 col nome volgAre rh· atlanta .Da. ma~nnr ed ha un tlor·e r osso vivo, foglre ··ompo:::Le mente d1vr;;e, di colot' ve•·de :.raio. Cnrne quasi tutte l è l'llnuueulanl!~ 1 i . . IICii . • *'" rwofl.l>i hauuo, H sta to lresco, pr·oprtetà '- ' •rr•lauh . causi i•·h e e r1uasi \·escicator• e che per·dono ... Jl81'le ' n V a Sllllo secco e COl la COZione. tbom:lgo crede veleno:::a l'adonis vernalis e ne adoper·a il I n conte ru•·gau Le e u .. Jie idrnpi~ie. quanto alla cc m . . . IIJalia > po~t?..t oue cl"m tra. non ancora s1 hanno .lesta '/;rise. Lrnd~1'us trovò n elle fot!'lie aconitnto di pocalce; OiinLiter , coi metodi usati per la prepara-
71z
A7.10NE IHOLOGfCA B 'IEllA PEUTICA
ziono derdi Alct~loidi, vi l1·ov6 uua ;;cr•e d1 "'o-tlllnzf>, a ron. atinne, ~imiti alla re«ina, che sag~iale fi"'ologica nll>nle de Bubno\\, dPllcro luogo ad una forma ùi ovwlcnamenl<la. m ile o quello oUcnu to coll' infuso e colre;::IJ·t~ll•• dt-lle fo:ue. Finalmentt> il no,;;Lt•o V . C··rveUo, nel lab rnlorio rarw 6).
lo!lic·o 111 Strashurgo, ISOlò il priucipio alti,··J che es:h Ile chiomuln atlonìdina. t'el mio lnvni'O su 1l'adnnidina bo l'acc••lt•! )f' rondu.•lom CUI SIIIIO giu1111 l11tli quanti qut-lli Che SÌ >'(IliO OCCUft!lh • e.• l'adonis o dell'adtJnidma, pPr quanto ho pntnto apprenJm r ovi.,Laudo ì11 p!wc•cchi g-iOI'na li n:sler i e nvzionali, dal 18l al IS.C\8. LG~~t··ndo qtwlle condus10ni SI vcùe cl11 wanca unn ,t~~o dio r,omp l ... t(l o po1·ticolar·eg;rialo, da cui polt•,....,e risultttl'e ua cònr1•lto u•lico e preri:-<o dciJ'azi,·ns. biolo.:i,·n e Ler"peuh~ di 1111 furmaeo, che nomi aulo•·c•voli pf>t' ,.elwlà e ~~~\·eli el i g11 1dit.ii r·ort:Ornn•ttlatiO ui prHI.id, pr·..-r·onizznndo cho t•s!O . l•cl dovt·u n v,.. l'e 1111 po'ILO' inrporta11lò Lr·a l riwedi1 cardi o('IIIC Nei mio i espei'ÌIIlPIIti ho u~ato l'adonidina preJ•Al'Il la dalle 1:'-!a Gehc• C! di l lt•t•;::da e (JU,..IJa pr"'p~:~ r•ata dallu 1·Asa E. Merck di Dor·m~lftdl. Quella della C>~Sa Grhe , iu 1111n prima ~'Jit'd'" zio ne si pn•!-\eutu va 111 l'ot•n1.a di una ma;:.~n lena ·e di color b1·uno. !'Oiubi tS'-'ima nt>ll'ac'!ua. 111 altre ~p· dtz1ont <;oiC .,•• sive SI (ll'esenluva pr·ima corne una ma!<~A l!•allu-chia!'O piuttoRlO mollo, e poi come una polven· ~ti n li•' cLuar~< eht coll'nrioue dc•ll'Ariu rupidamente si deliquei'Hc'e\a. QUPRt'u l11na t•r·a ancbe m,..no ellica··e; ha un o.Jore forte · ricorcln (Juello della ca!";::iA fl...;tolu. Quello d•·l a caso ~~~rcl é unu pohere :rialln!'ll'll, granulnrt', c:enza (l,(,.rP "l'e~i· ecualment,. ~oluhili5';:irnn nell'atqua. anclw n freddo. Qlll" Junquo "ia la proveni•'llZA del pr·odollo, la ;::oluzione 1' -~di' prr1 di <'I•IOI' ~tinliO- \'el·dasl i'O, ha supor e aru;H·hsitnO, h•:rtrt!" mento sl1ll i,·o 111a non disgusto5'c,, a~sai r~t·,..i-.1.-nte e' ht avv~t't"' anchP in soluztone molto allungala (l !'òU !ClOU). LI
r eazimw è al(·a li 11 a.
11Hlt"
LtH~r • ala a !>è !iLt>s"a, dopo qualche tempo la solU7. ~ copr e di muffA, pel'Òt' quelroclore pr opr1o ~ ,hnlillilt~ctl molLO lt~ suo efficacia.
llJ(Ll,A AlJO NlS VER\Al.lS F.CG .
'il il
A;ion.c fisiologica. Per sluoliure l'azione .tell'ntlonidina ~fl il mcrcani~mo cvi
quale e!l•& ag sc«' -.ul cuore. ho inlrapre!'o nua !'erie di rioerch~> !lpertmt>nlAii su divo t•se !;:pe1·ie di Ruimali (rRne, tel&u(l~tini, conigli, l'uni) c conlcmporaueamenle anche !"Ul-
roomo. Le rn•·lliMmne e"'pct·ienz ~ t-~ulle rU11c sono state falli:! ditel'damenll'. Alcut .e volle, fìsst~to l'unimale r messo 3 lllHlO Dcuore N'm tutte l e prN~tlUZIOni, per eviltwe l't>mnt'l'ag-ia. numeravo lr> !li!<loli t.lel ventricolo e quelle •lei "'ente po• inir.lta•o sottO la cute eh-l La rso 1 !;(~condn gli ammaestt-ameuL1 del Vulpian (1) una dose del g lucoside iu :-:oluzio ni in acqua J illillata piuttosto co ncentrala, per rmtwdire (c0u1e nola \' ulptan l. c.) che Il farmaco arrivas!';e 111 r.uot·e di vicìna nzu in Vlclnauzu per imbinlllizione ilei lc~r:;uli. F1ottn l'iniezione uume ravo succe"'sivatnenl•• i balliti rnrdiacl Hno allarrPsltJ. notando le modtficazioni nel rtlmo, nelJ'eneJ•gia .~ n~l 1110do di MCC~>fl ers i dell e r·ivoluzioni (•ardieche 1 come anclu> nel modo di compor tar si delle di ve t'se
parti dt~l cuore. Oue!lla specie dt esper i••nze, che ~Nvi"ano a studiare la l!em!ologia ,Ielle m odificazioni indolle dal farnta <·o nella fun zione eardiar11 , P1'6C('de"a quelle (alle col metodo grafico. ~rues«o ciu pa!lsQ senz'all ro aò t>sporre il r1sullalo delle IDie espertonze o CIJtllillcio dall't>!:>pO~tzione tlet fatti sim iolog~ea cht~ si ossen auo 111 se~uHo all'amminrslt•a.:.done di do,;i
"-•che. · taDoti tos~ie!te (dn gr. 0,00~ n g r. O,lj{)l). In seguito all'a:;-
r~tmento di do~i vcnefkho il veult•tcnlo irwomincia ad im-
palhdlre 8 11 .
.
1
tmrrtu u•e di volume, ~icrlté le pulsazioni . con=ndo ti trpo not·rnale, dopo un periodo di rliudnuzione uale nell'~tmpwzza, divrn lano piccole, !-<Upet'fìciali 1 in•
U) YVLI'IAII -
•~
·
l •( -.t. oru tU aperlt<r ll a t cot·so esliuo di patofo(lia sperìmtMate (/!mista clinica e
~-:· ractoll~ lini doltorl O. lluMMO r ~IAnccs. 1
pag. li~ ~ Reg., anno 1883).
71~
~\ZIO'ìF. UIOI.OioiL\ E TEH.AI'Fl"TII
\
complete; il numero di essP è inalterato, one1•o di poco d1• minuito. A questo pe1·iodo C81'altPrizzato pr incJpalmPttl•· cinll'enol'lll~ rdnn;ione sistol 1ca MI venlricolo, !'egu•: imrnt>uiatnrnentt! un altro stad1o, dul'llnlo il CJIIOI O il Vt'nlricolo rhe era ('Ontralto, anemico P piccolo s i ciliata cno rmPmenle e compie una ~ rie di pul!'(azioni energichP più dol no1·male, ma uwno nu· me1·ose per la duralo mu ggior e della (liaslolt>. lnline le pul~»zioni clìYenlnno g•·adAinmente mr.no BID JIIP e meno rarè, il \'t'l1l1·icolo lende a rilra rsi, l onda AO~uis:ra !>pÌil lll ad O!!nt ~ISlOit> ciel Vt'llli'ÌCOlo di\'PIIl<l -.emprO 1n1110re ed in ull tno 'fUI'!;;to si at·rt>sla in ~i:òlole m••llo enc1·giC11. Qunlcht: rora volta. !':pe•'l&lmenle se la do~c im• ltata ru ccce!':!';iva, lP contrAzioni sin dal principio climinui'-'CO'IO prv· g rcf'sivamente d1 ampiezza aumenlan~o di fi'<'•JC•enzo, il vcm· Ll'icolo è come fH'e><o da spasmo e poco c.:i 1/t..;cin dilatar~ dalr~nda sang-ui g na dr~ gli viene rla1 !leni, ~~~ olia.,toli '-Ono progt·essiva uoento piil piccoli:! ed impel'f,..LLe. t1 110 a elle si nr· ri\'a all'arrPsto dt>l Vl'llll'tco!o in ... islole molto em•t·;rcea. Dura n le ti 2" pc ri ncln dcll'u vveJ,..uarnPnlo ~i ~~~-;o rvaHO le cat'All.-t•i;::tlche •·ontrùZI POi pt'ri~lallicht> del ,·er •m·nlo, "ul:a cui c.:npf'l'firie <.:1 \·e-lonn nurhe delle bozze •li np1'11r••U711 aoetu·tsmal ca "' o~,..rr,•ano inohre lll'ilmit· p• r lo pìu a lt~'<• hi!!PIIIino: pet·,) ò llt>CO,.."a rio unta re !'li c tulll\ I'Ìò, spedolmen i.P queste a ritmil', !'0111• più t·nnn rch•·,·nll a m;1c o o tnuno c he dimi11nisce la qnn11Lita cl r !:'oc.:lAnza inietlfllfl, ~<iHccli6 c(lll~ dosi all»rnt!nl~-' lo::.;::iclcP, ec.:~;e rnnncac.o o ~"'''' r-q•peoa ac· cerH JOie e pas~egg icl'<' . Il veotricol o arre;::t,.lo do dosi Ln::sicbe d1 11tlor~~tlllll é (or·
l.
lemenle <:onlralln, 1·iolc•llo a .J uno quarta pm·Lo cftol ;;uo nor· toale volume, du ro, 1ulli lo, c.: ::-1 , leva sui ~• ui 11 Ilo forul8 <'arutler istit:a dw a~bunct' c·oi \'dt•llr ctu·dia cì. 1.!1 ... ua C8~ 114 inoH1·e è scornpursa , cssenJo ''tHlute in t'OIIIntto lt> paretr di C!'<"O Mt:'nlre •1ue!"l8 mo liliC"azioni nvven~ono nella funzione .!el 'l vrrlV611li'ICOlo. 1 seni pulf'nno rc·g-olHrmeniP , Quand" 1 ero 1 . Lrrtoln :;i aVVÌCÌII~l all'an·o~ltl, SI ha a si n Cr f.!Ìil tra lA fnnttllllt del ventricolo e quellu doi !!:t• n i; quesli pu J::.u11o cou l't•equeut&
Tl~I.I.A AOO\I S rF.n \ALJ H,
ECt:
itàla maggiore, poi il nume•·o delle loro r.unlraz:on1 gra· •menLe diminuis<:e, finché lur gìdi di sao~ue !lrun(l, s i arttnano ancb'e~:; i :3-18 minuti dnpo dr l \'Pnlricolo.
Qaandn11 cuo•·e è definillv11mente arrestalo ec•c-itandolo sin ..actanlcamenle, sia colla corro·nle tndollo, sia colla pinza -ro-Jralvanwa di Pulvermaker·, e,;~o non rea~.nsce l' :>olo l seni dnuno qualche pulsa:~,w u e poco ene•·gictl e superficial e. L·avvelenamnnto descritto si compie in un l•-m l o clte ''tll'itl dal 3 01 30 minuti. <;Ocondo la do;;r, la pro,·enienza del prepeNto. il pec;o e ltl specie clelia •·ana. Medie dosi (da g r . 0,001 a ~··· 0,000 1). Ln l'ot·ma del l' av*eaamP.~tlo. con medie dosi dì ado nidioa. ditferic:ce "o::.•analalmeute da quella prodotLu dnll n dosi to::;Htclre. In e;;M s i llàuno Ire periodi ,,ellamente di~linli l'uno dall'altro. In un primo le pulsazioni si fanno g ratla•amento e lentamente -.no ampie flr1o a l'idursi dello melt\ del n(lrmnle; la rrc•qaenza aumenta appena di poco. Poche volte 'fueste dimu1uzione dell'ampiezza manca o è JIOCO marcata e contempo•·aueamente la fr cqut!nza rirnane lnat&erttl.a o crescu di m olto. Ju uu -.;ccontlo pe1·wdo ~~ t•aiJealn il ritmo, il ventricolo riJ.Ii glia t•ner grn, en tra in pe•·ietaltica e si ltanno le più "'·ariate f01·me di allorilmJC e di ~tml.. trregolul'i. t\el 3• c11e, col pror. Rum•nu ( l ) pnlt·eb!Jo cblàmarsi periodo terapic·o, prPdomina Ja fu$e dia~tnlku. le ~Zioni. s~mpre più rat·t•, continuntoo aù e"l"ere energrche plu del norm11le ed in ullimo, dopo huoght> pau~o. intf•t·mt>7.· za&e du ~:rup!JI di pulsazioni o du pulsazioni isolate, 11 v.. ntr•IIOlo &t arresta ùerJnilivamente in m ndica sislole. Anche •tui a rubura chP si contpie J'a:.-><Ot'bi~ncnlo ed in l!OineJdanu. della l'lduzinnc g rndunlc del v"lume tlel ventt·ieolot ert>sce l'et~oa·gla dei seni, eliA lenlamt'n te "i dilatflun, t• =periodo pul~ano ancl1e più f'rPrfuenlc·m~ulc del venlripre ~~el 3" pcr~odo s i ristabilrsce lenlameul••, ma nou sem~ accordo r1tmico nella fun zione del ventl'icolo e dei seni 81 arrest~mo n1olto tempo ùo1 o di quello.
411
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~~ llìoluolc:a Climparata dd (armaci cllrrl.iacl. • • 154 a tSa)
l
(Ri(Orllllt 111tdic11,
71(}
AZIO\R IIIOJ.Or.JC.\ F. fEI\AI'EUllt:.\
La cosa pii1 impot·tante a notarsi in que ... ~i espct•imeoli e 1a produzione delle nr ilmie e delle inlermillt·nzr Tra le alloritmie l a ro,.ma più comune a notarsi b il b1 g11m1uistno. Le m· termi l l enzc alcune voll<• cudono dopu un nmu..,r·o castani•· dJ pu lsazioni snnulantlo rosi uu J'iLmo bigemino, ll'il:!o.JIIlino,IIU&o drigen1ino, ecr ., che si succedono ed allL: rnan o cou un corto ot·tllnc>. AILra V(llta le pul!'azioui non c;ono e:tut~li e si ha 11 ritmo oHel'llanLH. Altra vollo lll vece !t'più svnriulr lorrnctli a r ilt\116 :;i sucredouo P -.1 allet•nano senza a lntn or dine, ed 1l cuore è com t> pt'C!'O da tit·li rio. Le irregolarllÌII'ILlllll'he, du in tal e ::.la Lo si producono, non SI possono n ... ttanll'nlt· l'lferu'd &·1 un tipo !Jiutt.osto che ad 1111 altro. Si nolt che dnpo l'ar t•e~:,to ·l· c uore, se ~i slllnola Il vt•nlrlcolo, questo ,.j •·itrw· lentam•·nle in si stole cnergi1·tl o rimane in tale slalo, me n t l't- 1 :,oni, com· piuto un cer lo IIUIDt>r O di pul!'azioni Sll{lel'fititlli e mollo rade, :-;1 Al'I'6Slano 11UOV!Jill61llU i n d ia ~lO [ e pÌ LL o llll 'II O l.~~agOI'8ta. Pi(:eole dosi (da g1·. n,OOO;J a gl'. 0,00001). l :azione ùi do>l piccoltl (o medicanH~nlo:oc, com e si ~;uole c J.ialllnrle) di adour
Jiua, ha LI-e pe1·iodi. In un primo 1.. pulsazi(oni con!'er,•ano inali• rftlO 11 tipo, u ritmo e la f••equ,..nza , si fan no l e ntamen te t> pt'•':tre~<>ivall1eute più. piccole in modo da I'ICOrd are il primo peri•ulo ddl'avvele· namento per medie e lll'r do3i -venefiche. Il 2° pel'IOÙO, molto più lungo, è ca r allor l7.zoto da pulsazioni che. lentamente e progres~i,·ameule, :-:i fanno pi1'1 olle e più enei'A'Ic!H'. r·e:;lttndo i11allerato il ritmo eJ il tipo c solo la f1•equenzo dimmuJsce .il
poco. lo un 3' peri o lo le pulsa7.ioni !'l fanno semp1·e più 1'/li'll r
vanno perdendo p•·op:rO"!'ÌWllnenLe di e-nc1·aia, rc"tnndo ~em· pre inalterato il l'ilmo ed il tipo, lìnche il ventl·icolo si urf'('>-ill in diastole, dopo mnll.. o r t> th lavm·o ~l cardioi!I'Afo. 'oloqual· che volt.a, se le dos1 iuiollale non fui'Ono mollo pwcole. si lta. alla flue del 2° periodo qua !rh e alloritrniu, , d allO!'IL!llie f 8 ~ m enh poco uole,oli si osst•rYano quusi I"O:"lunlcnwnlt' nel·\ ' '(lll
periodo, quando le dos1 inil'ltlale fu1·ono es trelllltllll'Ule fHCl P l'esperi1Hent.o durn m olle o r e. . 118 Si IlOti che il V611lr1COIO flrl't>Sl Ato in dia:'lole, 8Cl'ILOLO ~o ci• 10 pin:w Ji Pulv~rmaker e colla corr Hnte indolta s i J•eLrne •
u~r.r. \ \ 1)0\IS 1 EIL'\.\I.tS, F:t:c:. :.-~ .....,.,.,.,~ .... pPr parecc·hio
i Il
tempo questa fot·rna, per poi
• a.atenle ritornar e alla diastole. Glleaperimeoti per le dosi Let·apiche f'I'BnO sPmpr e conlrol-
ld con r ane Jella st esso specie c olcllo slt>co~o peso tenute ...,. identiche condizioni e lasciate a sluto normale. 81i8flperimenli che ho istituiti s ulle lel'tu~glmtni hauuo dalo lflul\ati perfettameule simili a quelli ollen uti dalle t-ant'. Sola·
-temi preme far notare che nell•• leslnggini il cuore res1cole llllllo meno tempo nelle abnormi condiziom creale dalrecope· riili.enlo e si arres ta mollo pr esto. A.rione sui n.eroi motori e sui mus~oli siria/i.
Noo possedendo l'appar·ecch1o del f\oscnthul uon ho potuto lfpe~ l'esperienza del Cervello per misw·are il lavol'o muI!IOiare di cui sono cap1-1ci le rane solto l' inftuen1.a dell'a·
4oPidlna. tl Cervello ha trovato che anche per 'lUesto t·ig uardo l'ado.wJDe Bi comporla come la digitalina ed ha p1·ovato che dlml· lllllsce il lavoro muscolare oe1le t·une avl'èlenate coll'adollldJne. Pwò io credo c be quecoto glucoside , almeno nei ball'aci, ùbia azione minima, o non ne abbia alcuna sui rnul"coli llriati e sulla lol'o mner vazione, como sul sistema net•voso la generale, perchè ho sempre trovalo. che dopo l'art•eslo
OOIDplelo del cuore per dosi tos~iche del gluco~ide, la l'ana IDGIIIra con!'ler vata la fo t•za muscola1·u , la st>nsibtl1La eù e
:pace,
per pareccllio tempo di saltare t'di nuolare, e 'JU&ndo
.::ple~me~~e morta, il'olando J?li !"Cialici rJUesli si mo-
= l
tcc•labllt alle più deboli corrc uli rat'lldirlte.
81lalmente ho sempro trovato che gli scialici di rane, cui
lnieLLate dosi piccol e e medie di adollid111a, dopo ~·ar
~1 cuore, er ano eccitabili e rea):m·ano con ener~1che
~Ioni dei muscoli ,Iella z~mpA agli eccilam~>nli elele conservavano per lun go tempo que!' La eccitabilllé.
/ 18
,\ZIO'ìF. nTOLO r. H,;A E Tt::.IIAPF.UTICA
.\Je<:ean,ismo d i rt::.ione
ComP si può vedere dalle co1•clusi011 i cui :;ono giuuti 1di· vers i osser vatol'i t' che ho riferite in principio ,Jp] mio lavoto, le opinioni sul meccnnigmo di a~ione dell'ttrlonis e del suo pr ,nci pio ullivo non !:'O liO conco rdi. InfalLi il BubrtiHI lrovò, eh...: radunis: 1• Jn un primo tempo eccita le eslren11La-dei ne1·vi mo· tori dol c~uoro e più Lardi pattJl i:tzu le estreutila ~wrireriche
dello pneumo- ga;:lrico; 2• ltccila il sistema a C'ccleralot'e del cuo re; 3• l .'azione dPi !lul' sistemi si fa sentire alternalavamenlol fjno alla completa puralisi tiPI vago; 4• Nell'ulli mo s tad io de termin a la -pa t·alisi ùe l l't~pptli'CC·· chio motor<" del cuore; 5°• Al momento della moa'te dell' animult, munca coul· plelamen te l'ecciLa!JiliLà del muscolo ..:ar diaco, o ò mollo dt· minuita. L'Huchard ha osset'vaLo, che l'adonidina arrrsla il cuOI'' in diastole, contraria mente a quello che bonno notato tutti gli altri osservatori. S<::con do lui l'ozioue pl'iucipale deli!IU· cosido sat'ebbe sulla conlraWlita dei vasi, pe" cui si ha con· sidere,•ole aumento della pressione vasale. Hobert-Amor y-HOI'e, spHime nLRndo sulle r·ane ha con· eluso che rad onidi:la Aumenta l a fot·za ar·teriosa, !Olimolan•IO i ceull'i vasomotorii ed au mentando la for•1.a cardiaca; a clooi mediò aumenta la frequenza deci polsi; a dosi tosstche ral· lenta iat prima il cuore por acccesce seconònriamente ls rre quenza, deprimendo i nervi iniJ)itori e s timolando l'appare!!· chio acc<'leralore. Il professar Rummo ba classificala l'adon.idirla tra i far~ maci ntw ro-mio- card ioci oetici, confermando l'opinione tle
Bubnow. 11 Cervello trovò assoluta iden liLé nel l'azione della diS"· tale e dell'adonidina sen~a avvalorare quest'opinione <lO!'
esperimenti.
'i l !l nel m•'Ct.:anr'-'mO di azione della digitale i part:rr "OliO bo cercato di portare il mio tn ode~tu conlrrhuto am·he ldqaeslo nuportanL1 ssimo capitolo d~ll'nZIOIIC d· ll'atlonirlina , «ii 8J'Bn numero di espe1·ienze f'uLl e sullo 1-ane, nAie qual1 euore era statu pt·ivato dei suoi l'llppOI'lr col c••rvellu l!lelìftle la sezione do! bulbo, uccompag11ato da ùi::;trll'l.:iOill' del arvello e dt•l mldol o spinale, collo quah• oper·azione :-i di ....,revann R11che i centri princrpali vA<:omotori. Contemporaneame nte ìl v!lgo Cl'A par•nlizzato colle g t·anoli '*illi curaro tmnervazione estrinseca ùel cuor·e e quella ganglionure tttbo paralitzate mediante le gt·os<:l'\ ùosi di att·opina. la ogni ca<:o, dopo di aver pt'O"O un tracciato uormale, sottn la cute del dorso urta dosP di udoniùina ed ilorivevo ~ul poligralì) l e cur•ve snccPs!'ivnmente lìoo all'arJietto del cuore. 'l'ulte que!:ltc esp&rienze e r·ano conli·olla te con ultr·e rane IIIIISie Mll~ r.Jenlicbe cond1zioni e nalle quuli seguivo lo ..,uc_..,ne delle modifirazioni nel ritruo, nella l'ref}uenza e nella tit~za de!le pulsazioTli cardiache. OIUe nuuwrose esperi.-nze est·~uile con ogni >-crupolo, lto JIOIUio assoclat•e indiscutibilmente 1'11e noiiP t•ane e nelle to;tlggini cui rl cuùrt> e ra privato ,..,Qolutamcule dell'inllut>nza lllnosa ceutral~, periferica e gaui-!liOualt•, :1 tipo dell'oztonc dell'adonìdina Lauto colle uosi tos!<iclw, •pwuto colle medie t 1t piccol~>. resta innnulalo e, meno la quanli~u mag~iore : fal'lnaco necpss!ll ria, p.eJ piu lc nl• • ed inconl piP-ln assormento etili mag-gìOI' tempo per lo svolgimento dell'aziont', llenno riJ•ro,lotti tutti quanti i fenomeni che sono proprii 4tll'a•velenarnento per adoniùina Id ora cerciùamo di r·endt•rci t·n~iotw det falli osservati: l~ rane normali abbiamo veduto cor nt>, solto l'miluenza -..o e~gerale e ~e?ie di adonioJinn, i~ ventricolo, più ~ raptdamente, s1 rtduce di volume, Jmo a che le pRrelt, = : menlt1 r etrnlte, vengono in contatto fl'a loro e non ~ ono al ~ll$!UB, che viene spinto ritmica meolo dai di penetrare nella cavi là veulricoiHI'e; sulle prime i
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AZIOJ:\'1!.\ .DIOLOGICA E TRRAI'F.UTICA
SPni spingono il san!!lle cou rnag;,!iur f'c >t·za, incli si dilat.at1o In quesLo per·ioùo, ne> la fl'equenza , né il ritmo, né Il Jlpo delle pulsazioni presenla11o alcu11a apprPzzabtlP mo,lillcazio ne, solo lo pulsaziOni si r 1ducono d'alle7.7.8 e l'i elevano co nside J·evolmenLe sulrascissa. Ginnto nl m a~:-l mo lo ~va s mo ciel ve ntriwlo, ne l menlee f'S~'O par.. s ia prr a rre~hmt. bru!"camoute Ri dilala, e ripigliata nuova enet·2ia, cmnpie pul!':841011 1 amp1e, p1ù alle delle normali e IH c·ui fr·o·quen7~ e sewsibilmeuto r·idotta. In que~ta seconda fase i ucomincit•n!l A v r> clersi delle sost.anziali dìlfet•e nze ::ecoudo le ùu!'i, imp~t· cioccltù, coll o ctosi eccess ive, d opo un <:et·to uurner•o cii pulJ>aziotti ampie f' d altr, in cui tan to la fuse st-: tolk a 'luan!n ln dia!=:(oltrtl !'Ono complete, pr esto la sislo lo.• rt ptg-lia il pt'•'· UOllliuio , le d iastoli cominciano a diventare seuqwe piìJ in· cornplelP, rncntr·e i l ventr·icolo ri pr t;ndc lo $tut. • ~i s tolicv ~ uosf s i ferma •lefiltili VInne tlle 111 conlt•aziune ~pa s ti cA . A 111ano a rna tiO c.;he d iminuisr~e la quantìLH d..-1 glu cosid~ in iettato, q u~ sta seconda f,,se- d ivettln più lung;l 1 cotninclano primu le allnritmie e co lle dosi ancnt•a ]'il't l Pli Ui. oriLmie fr· t•egol ari, inPgungl ianze ed inlerrnill enze, c. te IAIOt'l' cadono in 1nodo regolare, dando l uogo ad a lcnne vat·ldÌl di allol'i~m i e, ci oè ad una. val'ielà di polso bi-tri. .. gr 111ino. Chi si facesse a considerare questo quaciJ'O noo::ogr aflco. tlovt•ebbe a prima g iunta pt-nsaPe che J'adoniolino es.. t·cita le sua azione tanto sul mu~colo cardiaco . quanto sulla inner· "azione modet'alr·ice. cioè, eccita il m iocgrdio pt'O·JUcendo lo s pasmo sistol i<'o. t>ccila le estremità dei nani modetatort del cuot•e, producendo le intermillenze. l ~> arilmtf'. ec<'. Cosi con chiusero il Bubno'v, il Cervello ed ti Rummo. quel li cic1é, che hanno ollenuli risullali w qualche modo so·
mig lianti ai nostri. P e rò dolla lunga serie di esperimenti i stiwiti !<u t'Me, in cui et'fl con Lulla cet·tezza sotlrattn il cuo r•o 11d ogni influen~
nervosa, colla intensa atrnpinizzazione avvalor~ll'l o no dalla
distr·uzione dell'asse cere bro-~pinale, si è sem pr t> ricu".81~ c ho la l'orma di avvelenamento con g1·oss3 e rn,..(liC dost 11 adonidi ua è coslaoterneote simile a q uella s tudia ta nelltl rane normali.
UEI.LA A IJO~lS VBLl~AI,J !i, .ECC.
7.2 1
esp~>limrtlli di conlt•ollo abbiamo visto che il cu('lre rane la!'•·iato a Pè Slf'sso, batte r itmicamente per ore, pre!lentare altro di notevole, cbe una pr·o~ ressi \•8 ritllliODe nell'energia delle pulsazioni e più tar.ii una r idudlllle num.. rrra dt es~ pel pr·oluncatnf'ulfl delle dtuslolr e lilo DeiJ'uJtimO peri~>dO, QU81tÙO il OllOC8 1'JÌo e ..~aurilO per aDOtmalt conJi1.ront Cl'eale dal ·e._per·rnwnto, e quando l'olilllle l> J:ÌH dA molln lt>mpo paralizza lo, lt> pul!'a1.ioni camtilao di forma e ._j pr olunga dr più lu ra=-e diustoli<·a d'ngni lhol~n~one rardia•·a. a 'JUesln per·iotlfl segue !'immiuenle arlliiiiBdel cuore in sistole incom pleta. Similrn~nte av\iene nelle r tme cur·arizzHLI', all·op:ruzzute, lll'lnuate ed alropinizzate, oper1olt>. alt·topullnale t•d opaRie, solurnenl•• in ftttOSLi CH!'i il cn• t·e t'Cl"isle ""' " O tempo, la pulsazioni più presto pet·dono di ''" "rgitt e l'~rres to si 1Wiftca in un tempo bt•ove . Ora tutto le modilkazioni che obbiomo t·isconll'Ale nel tipo, llelrilmo, nella frfl quenza e 11 el modo ~> lo;.;;;o dì c0t 1Ll'ars i el venlrir.olo durante l'a vvt>le nAmenlo pr.r t~doni<.li n n, deYOIIO &Ul•ibuirsi e!"clusivarnenlP all'azion r di que!'to g lucoside 1111 mioeardìo, alm~>no nei bt!lr·aC'i. E r.he l'az1one principal fl ~ia di r Pll& !'\UI 10i n~ rtlio Cl.' lo PJ'Oqno ed C\•tdema gli espcrimenli i!'liluilr sullE' ronP, in 41111 COll'atropina e colla !'couliuuaziune tiPlh'l :,;o-.l8nza nerWQpa eenlrale, <~i er·a sotkallo rl ruiol'anlio a·l o~ni i••llu••nza llenosa eslt·r~tseca ed inlt•inseca Ju •tut--.Li casi alJbiamo tealpre Yl'•to rip1·odur<~i lulle !e mnrlifirazi ni carallet•islichP dii ~•flrsi rer odi dell'a" velenam.. nto per· Adoni trn!l c nell'orctine Slt><::o;;o che st sono ver itlcutr IIPIIe rant! unrmali. Ora eorn" pos<:o spiega~e 'IUC><ll fuUt 1 ~rresto del ventl'icolo spa-.tnodiramor le coutrAllo, tanw lllr. ran~ nor mal! quanto in quPlle cui <:i P sollrauo il cuor~ ~ne dl·J ;.uoi nervi, ed il t'allo t:hP non è possibilt- for ~ • ron qualsia!Si s timolo un C'U'lr•' a rTestal0 in sistnle r~?idina, non solo non ~ono fcnnrn cni esclustvi ci!=-1IJirè~ IDa, pe1•chc r isconlroli Cll ll Hlll'l f~1 rntaci che a gi~cono ...,...._er..nzal'lul mioca r uio ma nut-~ndo JH• n ~"OliO dovut i allu -...&'10 del · . ' "f mtocardto, come o pl'ima giunla pott·ebbe s em-
46
brArE', ma SOltO invece l'elfet10 della conlruzione> e~a determinata clall'azione del !{lncosìol<' ~ul rnu«colo. 1 Bubnn\\ pPr J'(lr/onis rernali.'l, lo St'iltt••ttlr•heJ•g per 111
Lalìna ctl il T1·ave1•sa po1· l'elloborlnfl e lt1 !<lrr,fauliuu. ar1·ivare nella cavita del venlrìcolo, 1111tned111hune1tl" I'<JI'1'6,.to di que:.lo, cou iuu•zi<llll PI'HliCitte al h IMe ùei
una solu:-.ion e fisiolo;.ncn d1 d .. r ur o di '<nùio, ovvero l'lnugue detìhrintlto , han tlO vì~ lo ch1 · il vr>uLI'icoln !' l th~le&Jt mPccanicamnntc e • compie una ~eriP di puiMtzirmi non 1. . tel'l'olLe. ri1111i rh e ed abbnstanzu \'Ì\'fl<'l, •· qum.ti spa,.I!I'Jo mt•nle c.·mlr·aeud()~i ritorna n1 primit•ro stato si~toh.:o Q!! cessp i'C dr'l la distens1oue sneccamcu" (1). Quc!lto art·csl•t m t:iislolo del veull·icolo. du• lliHl ~i dsconllt nelle rane avvt>lonnle con allri \'Cif'lll del cn .. re solr;.t.o spArteina, calfema mo eh·· a~:i'>cn~on rli \'l't'"ilmPui.P suJitl minazioni cenl1·oli o periferiche dei ne,.vi cAI'ùluci. ne n. mne allL'imenli tnortc. JH'uva che l'udouidiua. torne la ~ltll rantina, a dosi lossicbe esel'CJta la sua a:tioue -.ullA flbJ·a 1DJ1o >;<'Oitti'P. dd cuor·e ecctlandom· uJ lli8Sslluo grado la coulreiLihtu tìno ad impeclwntJ la funzione. P iit difficile riese" spiP!(are quel c:Arnllerislir.n pas•siZt:ll dal t• al 2 pcl'ioùo dell'an•elenam••nto, r·u i• <Jilrlla bru•tt dillltuzione del vt>nh·icolo, <·Ile ripigliu nellt1 diw·tolc complell ll uovn ene1•gia o compie pu l.sazioui molto ampie, !'1191'gtcbe c 1·a1-e. Nelle rn11 0 11011 CIJ I'SI'izzatf', né all'oplli 1ZZJ1le, nesot gellc in prec~dt•n;,:a alla ùistruzto n~' de1 cen tr·i f'nceialo 1111 dollal'i, com.: ho nello innanzi, que!>LO rullo )'Olr••hbt! e..~ spio~ato colla !>limolttzione del n1go, cbc si 'e1·ìtirh~rebbt JWop l·io nel momento de llu mss!=<ìma conlraziOJH' del ventilo colo; ma l'eccìltlZione ciel v~:~go, 1nuucllndo nellt~ t'ane nlfl>" pinizzale, opernle. ere. , iu questi t•spl' rinw ntl, avrebbe dOvuto tuancare quel pas"ap;gto. A ;:,ple~at·lu io c1·oùo sì pOS'l fal'e un' ipolesi. L'esage1·atu c()ntJ·azione dt>l mìo~arJio : dolP! mi (la la stanchezza o con es~a ue mo.Jilica 1l mod
..
(!) r.AE'rANO Tn.wr:nSA. -
Sull'a:anne biologiCIJ ~ luopar/J dtll••
.
sturlln farmacologico e elin ic", tnemorir• pro~ont.ut.a nIla IL :tl't'ndOI1l15 , ,.. scien7.~ di Napoli, nell'arlun;mza del tll lfl dicemt.re Jl!i>i. - Pnrt.e 1', pl!'·
fiEI.I..\ Afi0\15 \EII\At.IS, Rt.t;.
;';MIIItleit:tl; il san ~ur rhe è l"etnpt•o ~pinlo ritmicamente
twza ere!'CIUt8 dAt stoni. nou ancot·a d Jalnli, nè esansli, II>'J11011118Dlo che inter viene que,:ta slLlnchezza olel ventri-
ad irt·omper e in esso e lo distende meccanica-
Ma eol ~an~otue ello enlt•n ucl veutdc:olo c nt!lla ds·nutritizin dt esl"O oltr~ allo ~Limoln naturale "a Dre d,.J miocal'dto anche l'Adonidi no; quin.•i da una _.abbiamo pulooazinni ener~iche e olall'al lro nhbiamn,colle '-l eeeesRive, il pronto ritot•no allo spa~mo •' l'arre!'>L~J del che que-.ta v0lta pes· la dimismila .~nergia dei ·--~dilatali al rn.i!'Sirno, nou è più dt!<leso òol sangue. dosi medie rn' eCI\ ussemlo m in ore lu slirnolo cito ~I'IIIIOtlaidiina pot·la al miort!l'dio, il ~ pel'iodo e più lungo ed ,.,,,l._n,Bnlrorto le aritmie e le inlcrmillenze, dur·anle ti f11181e •triCQio aN•nmnJA nuova fot•zu chC' si Lruùuce con pulmollo ener•giclte. lnf'alli In pl'Ìma pn lSA'lione che se1M una lunga mtt•rmilLenza. é sempre più tdLfl ed energi<.:a 6116 altre, che diventano :>empr·e piu deboli . Ci rimane a olire qunlclac cosa sulle d ivc~e forme d'irr·ptolarila rttmirhe clte obbiauao nolRle nel 2' p~"riodo dell'av-..ment.o cun medie ùosi di mlonidina sulla pt-ristallicn tille bozze di appt~Nlnzn aneuri~maltca, eh~ «i appalesaJH) lilla auperllcie del venlrtcolo a nche in rtuel 2' pt-rio.lo. Aauneeso che l'o,Jonu:lina ugi~ca •mila fib ra muscolare del ~ non ci trovtamo a ùi<>n~10 n.->llo spie~orc1 detti Ceno~quali Clmferrnano, a nzi, il meccani>'mo di azione del
_,..i
e.
~-dai num~>ro~i esper1menti di Bowditch. Luciaui. Hnsl"OIItlaMerunovicz, Ber·nstein, Oostre, Marej, Ranvier , PCc.:
-....u, punta del cuor·e clte ò pr·iva di filamenti nervosi e li t
iaolata e me~ss trt oppor·luue ctlltdi:tioni, può pul• rhaaic:amento (IPr ot·o (1). fttotl';..che ~ul CUOI'!' in toto uno s Limolo qualsia"i, all'innervt, può ollerare, sospendere n ristabilire il r itmo.
.._
G.lhll Ru••o ~ d0ll· F V.RIIANXtNr.- Semlololfl•l ~ flr~,togel/~.11 dt•lle arit.wir..
-a•.:-PIIlololfln · >t•rimcnlttlc. -
(f:i(m·»m mcdira, auu .. :1 • r1nl
.\ZIO\E RlOLOtoi (..A .E TERAI'I:W 111 \
È nf'"oduto per i lavùri di ~lat·ej, Daslt·e, o•cc.. t•lte il rilm i> 111111 pr·orr•ielfl dPl cuur•e come muscnlo e n(•ll l'Ome appa. r•aln nervo:oo, o che l'inlluenza lel Tago, •\fil "irnpnlico ,, rll'l !!"llll~h tntr•n <·at'Jiacr "i esplico come un complo·.-so di rom che Pccit.Arto e regolano . c;econdo i Li;oo~ni, l nttrvrta C(ID. trt\llile del cuore, senza produrr·~ per s ... ·l ritruo. lnol11'1> 14 ~018 ,J i"\(8l1So00~ delle (JIJ1'8li de[ YOllll'iCuln OJII!r8lu dal c~r.· guu u ··np»ce ùi mantenere il ritmo o t•ie::-cP per !'é ste:;,a uuo slintnlo pel cuore. Ori\ l> chiorn che uno s timolo elle a!!if'Ctl tlir4>llnmente ~ul miONlrùio eccitandolo a ffi81!1!ior laYoro. liulnuloché è lJlf\o o
der·aln, del<•J'u1ina contrazioni ener·giche ,. rtltniche. ru& !t
c lt'O('l·O violento ed impar·i olia pulenza ~:oulr~tlltle del m1 car·dio, por· l'c::ageratu lovo t·o cui lo~ obbl.i!A, ue deler·uulll hou prOF-ilo la stanchezze e conscguen Lemetilu dclPt·minuno le rll'il1nie, le qua li non t'al'[l l'ef'entann allrn. "e no n « un di· 5;qu ilibrin tl•a. l'rnet·gia c.inelica dti'l rnu sc·oln 1·ardiaco ed 1 lfiVOI'(J dR compiere • 1nummo e Ferranniu1. lo v. cil.). lu quanto alla perisla.ltico. ec.J alle bozze dr <• pparenza t~neu risma tko, che si ,·edouu "ut·g..·re sulla pm·elt· vcutricoia: uel :!• pot•iodo o!ell'avvelenameulo con medw '"!"i di stloti· tlinn e che "i lruducnn1' nella g rafica cnn pui:<Ationi irre~ ltH'Ì e cou aJ•iltuie ~tipi1·he, po.,;snno ~piegar>"i o·nl Traversati • f•: vor·osimilc che. p» r;.ìilelamcnte nll"uumcnlo Jella cw • lrallthl<L sia modificato ancora l'indice dr el·•~tit'ilé. delut~
• scolo l'tmllaco, e dalle rnodtficaziooi della .:outraUtlita. • do•llo eln::-lrcilì.i del rniocardio sembra che •hp •ndauo fea. • « 111ie irr·egnlari, i mov imt'llli pct'i!:lallici e le p•·,rnine•~re " upp11renza anruri smaliCA n. , Que~LR conclusionP ù r esa p iù attendibile dall'a.ulorità df· SciHt fl idPbeq,~, cbe pPnsa ullr ellltnto per· lu dtJ!Iloltnn. on Jro UÌSOgUO di perdere molle parolE' f'CI' quel ('/il' rt gu111'da l'azione delle o..lo:::.i le rapiC'be di adouuliua. e:;~ chiat·o , dopo quant" si é dello, che la fibt·a mu!'c11l&l'lllt,.uor·,.o, mncl ica.mr nle !'òLimolata dal glucoside, t~t ntpie 110 voro maggior e senza disord ini. (l) lloLi. G. 'l'nAv~:nsA. - Lnvoro citato.
ORI.l.A t\IJO\IS \'Ell\"t\I.I S, Eta~ .
a !~piegare l'inizial e impiccolimento del lP pul"Aalonl, pos(>ianao pensal'r che in pl'imo tempo il miocat•dio rileota mollo lo stimolo. e che dall'aumento della i1-rilabilil8 1 &~el potera ~on lrallile risulti quel pa:,~eggèro ::;pasmo ùel 'flftlrtcolv
Conlinu&uJo l'as'-orbimenlo, "in che aumenti auche l"cla· lliciiA del mu!':colo. saa che esso si adatti Allo <Olimnlo, come e&tiO, "i ha l'aumenlo Mll'energia cnnlt'Altih~ ed il rnllenllmento tlel pol!'o. In quanto alle lunghe pause dia.,loliche, l'ha abbiall)O collaotameule rtsconlrale colle piccole e colle meù1e do:-<1, po•c:W si sono W1'1ficate an<.'he nelle raue, in cu1 e1·a paruhzzala, colle fu1·ti dos• .:j curaro, l'11ti me Jel vn~n ::;ul c::islPl!\11 ganglionnrc mihiLnt•io c quinrli pravttlo il cuorL' rlei ~ltnt rApporti col rcrvclln, comP nelle ranr in cui Of!'n i AZÌIIIII' nel'V088 era e"clusn, ahbiamo driLlo di a·•letwr·c, che esse 1100 BOno in dipeuùenza, nè di un eccil!'lme•alo delle eHtr olllila pti· nferiche del VNf.tO, nè di un ~ccitom tH l ln dAl Ct111La·o ioib ilorio oel cenello, nò rli eccitamen Lo ù<~J ga.11 gli di Hemok, mtt dipendono dall'o:~.ì0n o rJel glu~osi de !':ullu nb1·a muscolar e. lr. ronrlu.;!n11e, l'adonidino , nei hatraci , e~ercilR la f\Un azionP prin cif'Oir~ sulla ftbra mu~;wol o re del !'11 0 1'6 a umr.ntandon~ la contt•attililà e l'elasticità~ colle dosi lo.,siclie, l'ou· meoLo dolla conlrattililti è massimo P produce> l'art·•,...lO ùel ventricolo iu ~•slole esage ..ata; colle dost rn,•olte l'aurueulo de la conlratlìhla è minore e non ri••:--ce mui ùannn!';l! al la· Yo~ del cuore: si hanno aritmie, allorilmie, inlermiltenze. ed il VE'ntricolo s i a rresta in sistole parztale: coJIP piccole doei la l'nntratlllilà e l'elaslicilà cr escono di pari pas:::o. ne MI'IUlta un aumento di ener!!ia twlla runzion•· dd Vtmlr1colo, 1quale pub11 s~mpr.! I'Jltni~·amf'lllP ma con minore fJ·equcuza e 81 arresta iu dtaslole dopo mollu ort> ùt ltrvoro al e<.lrdio-
trraro.
AY.IO"ìlt BIOLOt;ll;,\ E 'I'EUAL'.EU'Ilt."
Bubnow, Cl'rvollo. llucharJ e gli allrt, hanno concor.l•mente Lrovall', rhe l'adonJ<linu allmcnla c•)n!"i.ler••volmente la pt'C"'~ione dt•l SAllf!UB. 81'et·inwntando !'H c~>ni ~conigli a Sltllu ttortnale. ho olk nuli ~~~ !'le!"«t l'i!<ullaLi. Per queste esper!CIILO, uei cani, nu o:;ou c:et•vilo 11i uu utanom..tro, ;;ul Lipo di •1uel'•1 d• Franck, in eu• Il ~-.rallP!!ftìant.· ,. me~so in rel ttzione t.:OII nna pen1oa tuniJiiP che ntscrt\'O sul poltgraro le curve tll:'llt' variaztont dcll11 l't'essione !'angui~"''· L'11ltro eskemo tl,.J mnuornelt'•'. uwr1;•• 1111 Lubo di eaulciuc l'ipiPuo di soluzione .lt c·loruro di so lio, era innestato nel mnnc-one CPnlrale d'unu carotide [ii'OCeÙCI 1lt•1110IIt8 i!:ìOlala.
Do'pn n ve r· miHU1·nta la. pr es;;io11e uownole l' 1111111erale Il• pulsaxtoni l·nrtlia<.:lu•, in1eLlfl\'O s otto la Ct llé dt nn ar to poc:;Lor·ioue, o n~lla snlena, Jn soluzior:e di adouidinu (\seguivo tulle lP rnodiflca:Gioni car.liachc fino all' urretsto tfcl cuore. nvvuro linclu'. ec:aut•ito l'azione del glucosidr·. le plll"<•ziuni c·n r·diachc t•ilol·nnvano normali. In qutl'~l~ ospt•rll·tiZP Ilo potuto constatare eiJ•' negli an1· 111ah a !'.tlllg'IIO caldo, rozi one dell'adonidina st ::;Ynli.:e 111 <JUBI· trn portodi ben distinti l'uno àèlll'allro. In un l' J)('riodn il polso ..i rallenta, aumenta rampteZZil dellf• pulsazioni, ~wompnre l'arilnna che f!!"iologiNunente •i (tsset·vu nel calle' Nl 11 polso di,•enla pcrfPltamt>ule ritmico. contempol'aueamenle :;i Ol'l~e r \'8 un modico a umento di pre'· l"iUill',
;>.: r~l '2' per·iodn t> i hanno alioritu1i..- e, t·ome fo•·mo carat· lcri!'lica, si uoltl. l'mlet·tuillenzo ritmica succe:,:SI\'u: lu prf!S· '5Ìil1HI snn):tuiA"nll si elc•va atwora: 10 Nel ~· pcl'iodo la l• re"stOtHI t·agglllng ... il ;:;un ttl8S~in <' par·llllelamenle le pulsazioni si fanno meno nmpie e molto fl'l'lliiOIIli; Nel ~o pC'riod(l lo press ione !';Ì abbassa in modo tr••aduale, ricompaiouo le at·i llllie, h: pulsazioni gradaLumcnlù s i ronun
DKLJ.A AllO'\lS \'ER'\AI.IS, Et:t.
Hi
ed intermitlenti, e finalmente il cuore si arresta dosi piccole si ha solamente Il l" periodo, val quanto ha Il rallentam ento del polso , l'o nmenLo dt!ll'tnnplezza onl, che cllvenlano t·illlliche, e la prossioae sAn Bi eleva al ruanlo. Poscia, tonto la pre~<.:ione quonlo ••lia2~orai, rilo1·nano al norma'e e l'animale, tnt'!';!';O in op._lle condizioni, sopr avvive all'esperimento. ClòUesperimento ho pr·ovato cho r ndon•dina aumenta la ed mduce il r allentamento del polso, auche quando reeaso 11 m1dollo cet•,icale. Come SI sa, quesla operaIIDDe dilllrul{ge il centro vasomotore principal.- r.sied•~flle bulbo e lronca ogni l'llpporlo tra il cuore ed il cenlJ•o tìlitorio situato nel bulbo merlesimo. la cpleSll casi l'aumento della pre"!';Ìone ~anf!uigna ò miche nelle espr>r·i··nze sui ra11i A mit.lollo inlegt•o; la dicP clnaramente, che l'elevazione della pressione t fimda In gran parte all'azif'ne del glucoside sul miocarma m paa·ltl ancbe a ll' tuioue di ';!S!';O sui centri va!;O-
,....rone
*
-cosa
.....
Abbiamo notato ino 1Lre che la l'itluzione numerica delle
JIIIIM&loni cardiache si ''eriflca nelle stPsse proporzioni che 1111 CUi normali. Ora l'Orge naturalmeule il bisc,gno di ~a ..,. 118 qut>sto rallenhunento del pol.,o. essendu ormai in-
~dente d11l conlro tni bitut•io bulbat·o, sia dovuto all'azione llaooaide sulla flbr·a OJuscolar•e. ovvero ad aziono sugli
~ti mod,•r.• tol'i pel'ifet·ici.
8Sflerienze che h.., praticate in propo<:ito confermano
~llltU dr l:iubnow e quPllP recent1 del Rummo, inquan-
• ~1'0V11ln Clré le jJuJsazioni raruiac.:ile diminuiSCOIIO
lflllrau za per un'azione combmat.n sul miocardio c suglr 1
'?Odel'lllon dt-1 cuore.
, . : leccrlazione rtei vaghi fatta nel periodo di a<'.celerle..ce neq11livtt, Ricchè .,i può coucluder e rhe l'ne~nto in parolu trae origini dallu par11ll!';i dei vaghi, Da h • 11 lld un per•iodo dr accrlaziont~ dr C!>Ri ........W Ili•.""Pe~im11nli succintamente accennati, posso che ladonulina:
.......!:
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.\7.10\8 OIOLOmC..I. E TERAI'EUTIC.\
t• Agisce sul miocardio aumentando •l ltJvoro rlel ~· Ag"ll'Ce sul v~ go eht> tn prirno tempo è eccila l<~ e~
sci n p11 r·alizzu lo;
a• paralizzA il >~islPma mul'r.nlo rnntore 11.~1 cunre, d' • la l'"rdll.(l .J .. n·irrilabi itù della tibra rnu..,colar•• •lei cunr ,. medunarnenle dopo l'ar-resto tl1 Conl'r·onrandn ora i l'isullal• oLieumi nelle• rnne con •ruea oll.. nuti negli !ll111nnl1 a sangue <"aldo pos»ialllo lr~rm 1t !W!;UCnL• conclu'<i oni ;..trner ttli:
"""n.
L'n:tuiiH' pl'incipul·· dell'adoni linu e,·j,J..uttJm••nle ~· ~'0\'t -"UI rnu.,eolo CArdiaco, l'ul Yago, e su~li apparerclu rn del c·~torc; negli Rnimali a sang-ue fi'Pddo. ,·, predomtnanll l'•lZIOil! ' :1111 rnuscolo o manca am. tto l'a:r.10n•· ~ul val/n, che
(• tanfO 1'1\l'Sllt>I'Ìl'LÌCS "U;jJi 8Q1IDUii A Sllll:!ll8 fr•eddo. Il dil:er:::o modo ùi coruporrar"i delle IJ\·er~e spe•:r• animnh a.ll'azinnCl dello ;:;lesso farrnÌico, olrl r···"lo non l' nuol'l. né tlevo •·ecAr'e rner·o.vil.{lia , inqut1nlt,cltè ,·, uola la di,•eNti ct'i ur·J.!uuiz:w:.donu rl t·ll e. ùi ver·se SIWC'i e di animali Ne> Ile r ane quu ::~ 1 nuUo il tono del n•:.:-o, P, com~ dtCI Vulpion. il miocat·.tio ba forse uua !:lll·ultnl'a anotornica
e
ret•enlr. Questi diver~i
r·i~ul lati, uei diversi animali. devono all' 111onirei 1rwltre c he 11nu è lecito dedul'rP. da l'~perimenli fA sugli ani1nali, qual!' debba essere precisamente l'azion• una so~ la nza sull'uumo.
• V·tlura 2" -
22 .febbraio 1890
Al 2• cou~re!>so di nwllicina inLPl'llll ll'nuto a l'ottobre ultimo, J'illu~tr·e prof Baccellt cSice,·a • L11 l'l111ica è il primu laboratorio di fis ,..J,,~io .. p< • Ialo umauu , In clnll(·a è la s<'Ul':a. clt aualomiH vr\'tl, « clinic·n c• p,..r la di11ica si svnlgu1 1u la chmlic·A, la bill • "copia, lo llleccalliC'o Pcl il calcolo. Un d IDi l'Cl ''et•o do~~liC' • l'fiP(ll'"~enlaJ'I' urli .. scibile umano u na poten:t.a 1110te • ùi pr rm'ol'tlme. u Eglr è comt~ un rnaeslr<l d'orche~lra o eornc un~
• r·aln cl 'eseniLo , cbo deve cono:;;cel'e ptù ube lo un'
7 :W più che gli a solo, l'insieme. piu che i componen ti. e facile a d~ Ler rninarsi bene, é p"rò la verila e lutto la veri la. • Queste b-ennAlC' par ole che contengono la dolinizione della èrJnlca ed i C{l!ICe:Ui cui s'informa nei lempi nostri quf'sta jclenta, dovrl·bbèi'O essere la fede di tutti i medici; ognuno .ilè1 limiti dBile sue forze dovt•,,bbe c o ncniTOI'O a quell'altislimo scopo: In ~·.linica; « Clae vale la glo l'i t~, pe1· un 1110d lco, se attnn•erso il prisma del suo liwoJ·o, egl1 non vedo'lse ttempre l'infet·mo che aspetta unA diagnosi ed una cu1·a? » - (Ria). l'l'a tulle le sc!Nlze med 1che f1uella che pil.1 di tutte dovrebbe inleresl>ar·e il clinico o seuza dubbio l a f<n·ma~o l ogi a che gli fornisM le ar mi conlro i morbi. L'svel' diagnosticato sotlilrnente un mo1·1Jo in un infermo, Il conoscere precisarnentt' di questo morbo la patogenesi, l'etiologia, la l'lo ria e l' ondamenlo nelle sue diver so fasi, 18rebbe un invlile lusso, se il medico n on sapesse l l'Ovar·e ~r.il~mc•nia. Onesto canceLlo no u
iJ rimedio p P.r ti'OTIC8l'O e il COI'SO, [10 1' 'fJ f'6 VOUÌl'O e Ull8 COlll· pliranza, per· attenuarne le conseguenze. Put· troppo, o signori. lo scopo ultimo della medicina, la eura dei morbi cioè, non è semp1•e complela1nente rag:riunlo. Parecchie volte uoi. conosc1amo il morho, lo scnpria rno fin dal suo illlzlo W!J nostro inl'cPmo, ma resLiamo inerti spettatori della sua revoluzione, mortificati deUa n()Si r a impo-
lenza.
B ciò perchP, una volta noi 11011 possiamo portare il rimeello alla sede del male, altr·a volla pe1·chì1 igncll'iarno il r ime· ' dlo di quel ma le. La conoscell%1'1 di un 1'1-ll'muco, l'e!>perionza SUgli animali, sono poca cosa; occorr•; il cnnlrollo sull'uomo eano e sul malat.o, occor 1·e ~~rllroscct·e che CO!'ta viene dopo l'amministrazione di un fa1·mt~co, occol'r e, cioè . conoscer P quali metamorfosi clùtnicho esso s ubi~ce in contatto coi li-
quidi e c0gli elementi m orfolop.i ci dei nostr·i t essuti e qua li metamorfosi rhimico-biologrche subiscono i tessuti in centallo del larmaco. r.,~ 1~ di~cile pr oblema, ecco l 'aspirazione della moderna. macotogra Pe r il m om onLo noi ignor iamo delle m et.a-
730
AZIO\K IHOI.OI;Il.A E H.I\APEUTll •. \
morfosi e dobbiamo contentArci di ipole«i p1Ìlt> meno verosimili; per il momento cnuo~ciamo il 11osog1·nfi;;mo bioìogico dei farmaci .- la IIOSlra tera p1a ù qua:--i '-'onqH·e sintomatica. L'avvenire. fo1·se, pr olfredendo lu chimH·tt palologJca. risolverà il p1 ohlema. Partendo dall' e~perimooto "ugh an l mali •• .!all'empirica con(l!'<Cen?.a dell'azione dell'adoniJP, il Hubnow ~ !!lì ultri <;pe. rimentato1·i auunim.. trttrouo l'ruturtis rernah~ in forma d1 infuso, o di ef'Lrottn, o I'Adonìthne , ad inf'prr11i cardiopoLiCI. uef1'ilici, pleuJ'ilici ccc. 'l ullì coucOJ'daron o w•l co n!'lalarne l'etllcaciu, ma ilt '(Uanlo nl IIIOCcanismo ed niiP modaltUl. le opiniom furortn di::;.;0rdi JJer efietto di l811le \~ll·c·n~lflllZe, lr11 eui non ultinw, a mio crcdero, Il p1·econcPtll , l'entusiasmo ed il numP.ro !leiiP Clsser\'AZI(llll. Ho ununinislJ'ala l'adonid.na A 9 infermi <-he hn ..,r~ruiti ,Jiligent,•mfnle fino alla loro u1'cila dall'osJ~urlal<' ov,·et•cJ tìr.o Rl lavolo tlllfllomico. In Lutl1 i caF~i mi ::;ono :-<t•rvill• del cardiogi'Nfn t· dolio sOg· mogrllfo Il trasmi~SÌOOI ' cq:-;lema :\farej. A \'O \'0 di mira principalme11te 1\Jzlone del f!lucosuJe sul cLwre, l•• modifica· zioni del ! nlso e delln rP~ruraz1ont>, la qunnlito t' 'l"~la là delle urine. •\mmiuist1·ata per· via tl••lln :;tomaco in soluziont> allungate, l. 'adonidi111'1 lnsria nella horca 1111 >'flpor e ama1·o, non disf{usloso. clu1 du ra qualcbe tt'mpo <' promuove 11118 più abbon· dante sAiivAzione, auciJ'e"''-8 J)liSSt'l::!~era . ~ello ->Il ma<'o, dosi picco;<> " l'ipt>Lute ecr itn11n l appetito: l'uso prolun!!alo 1100 dà intoll,•ra•izll ù1 !;Orta. no"i ec··es;o,,.e (6·8 re11ti~ram101) pr•cwocano ~ ·· iatorrea, ntJUl"CP, vomitaz,oni, vomito; l'uppetilc. dim inui;..ce l'oche volte ho vi~Lo ::.;n~uir·e diarr·ea proful"a P. r1petula, accoro pt• ~nata d» tlnlol'i l~olici p~fl<>eg)!ieri, ull' li"" tlr dosi Pccessiva ,Jel ~lucnsid~>. O'nl' linar·io '"' dttsi ntPdìeamentose (2·5 ceulii!'I'UtJi 111'111' :H or-e) re):!Ohll·izzano le 1'11'1/lllllÌ oli:tl'renlì c J'nmmnlalo cieponP rl ven li'C l?-3 voll•· n• ·llo :H ore. dando ft•C'i OnaJ,... senza rloltH·i. Ammini-:tratn J•I'J VIii rpoclerm lca (l I'Grltigramm o [li'r ogni ioie7.Ì011e) 11011 hfl ill8Ì dillO luogo ad uscessi uè il't'il.ui'.ioni l ocali ..
au
IIKI,I,A .\ 0 01\IS \' EII'\ .\1,114 Kt:L .
i3 1
scioglievo J'a;!onidina in :i00-400 ~rammi di emulmandoriP aJdolcit.e con sci i'Oppo se ro plic~>. Dei 9 studiati, i erano alfelLi di bronclllle cr·o1tica con ene maral!rna cardia<"o; uno era a.tl'etln da ort.erio-scloHf'tiea, insufficienza delle semilu••ur·i ao•·tiche e nefrile f1HDdtimale; uno ùa <>leoosi ed insutticicnza roilt·alka, in· Rfllorenza nortica; uno da inr::ufl1 eie11zn dl'I IR m •lrale e deli A llfllilunar i aortiche, da polmonit e in ter~tizi Hio cronica ; uoo *llleurite essudati va sie l'(l(i br·inosR; nno da iurope· asci~~ pet cirrosi Vlllg-sre del fega to. l migliori m~u l tali li ho avuti ilf1'18111 aftt•lli da bronchit.e cromca coli enfisema giunti alln ... canbara tlellll l oro mal all1a. Uopo poc!JJ giorm (mai prima di S, i polsi si facevano più fot•fl e 1neno fl'equent•, i d'insurtlrit?nzn relaliv~;~ scompAr i \H IlO, 1 Lnn1 !'l ffwf\,·anu "'aetU, ì'ansia r <'spiratol'if\ di minuivA. I'Pdema pulmonar e .....YI,Ie ur ine} cr <>!':ceYano, !!li edem1 con1111ciavano a scom · perire e dopo 18·30 g•orni di cur·n, g-1' informi erano taalo lliillorali che ~ospeuùevo l'ammiuistr·aziorll' del farm~<c;o. ua cardil)pallci, •rualun4ue fot~sè il vitio valvolar·e, l'adoafdifta ha !ltlmpre esercitala una bP.uoflca influ<•nza uccr clcl'ftdj) l'enPrsria r-ar !iaea, CJUBIIÙO C'r a dt>pr t:'"!':A, mnderaudole t l'egOIRria.andola, quando era t>CC8S"I"a e disordinala. r.e..avano le aritmie, i rumori ed 1 Ioni si face,·ano oiù - . U ettore si rrduci;)va lentamente di vol ume. . Coe&antemente ho noLalo che il pruno fnUo a pro•lursi ~ 11 =nlo dt·ll~ rorza :J.el polso, .; sulo Jopo par~::cchi gio r·ni "'-o <!la .ta r1duzione numer ica e la r e:.tnlat•izzazione ciel D e etò anche q••ando il cuor·e si l r'nvn più o meno de· P · e c1·rv cula110 p111 ·· u bb on. lanlr, · mnr· pero.,. ho10 In . o""a"so • ·- · L" "orm lbao VIBlo .emetter·ne più di due lilri , co mo limite mastaue.Ì~rdan~rlame.nle ùa :JOI.J-400 c.c. ~on•1 cr esdule lìuo A --...._la. L albumme scompare llno dai prirnr .-iorni l'ur·ca -da · ,... ' - . IQod JlOCo, t compouenli normali non mostrano senNtll tfteazione quantit.ath'a. '1nfermo eil pl . Ile ftbao . . eurrte essurlatrvn, rn pochi ~iorn i ho vi- . a....._,rbl~!!t un notevole ver samPulo e dopo 20 l!iorni di ~ò l ospedale rruas1. gun1'1l0. 1n q Ut'!;lo .111 rermo con-
AZIO NE lllOJ,OGlCA E TEilAl'EU'ri CA
lem poraneo.mente ho vtsto raddo ppiata la quanlilà liera delle tll'ifl('. Nell'tdt•opi<'O l'acionidina ha ritarèalo di ::1::!·31- gior·ni une 1·' ptu·acentisi, mentre le pr ime 3 (pr aticate prima dell'amministr·azione Jcl glucoside) s i erano st>quile coll' iuter1•allo di pochi g iorni. Quest1· le mie poch•· ossen•azioni. I n qunulo all'infuso Pd ali'Pslrallo di wlon is. il Trll\'llr<B che l' htl hwgameole sperimentati in o~ni Mt'la d' infùrmt •h ce: • L' infu:>o dell'atlonis risveglia nella bocca tut :>a por~ am.,. " rissuno rnu1to sunile al sapore della chiua, eccit.&ndo oe; • Len:lpo stesso uu aumento della seet•ezionc >'AhYar e. Quftn· " ltlù piccole (gramm i J-l)O) ittLr·odol.le ut>lln !'lomaco n n • pt'oducono a lcnn fenomeno nolevolt>: t~nzi ag1scono nel n "l';l t>ssu g-uisa della maggior parle ~ e i medicamf\llli aman. • a i qua li , nelle: convalescenze e nel dl>Co rso 1li morbi a · (l cQ IIt[ìagnat.i da debolezza del musco lo earJiac.o le preferit-e, '' per l'Azione eccitante che l'adonis eser cita ::;ull'appllrec• 11 c hi o ,;m·d iuto vascolare. " Le dosi maggi ori invece (2-4 g r ammi) OIIJW'II t8 1lO anth (< lA sccr·,•zionc della f\al i va, 0 0 11 eccitano ma i il vll milo; ~nlo • llllllld te volla p r ov0Cf-1 no vomitnrazionP. riescono sNtlprt " pu••g-ative, e l o e vflcuazioni, spe-,se volle prcceciuLe dale~· • ger·i dolori viscerali sono cosliluile da feci pm:o ;:;on~l~enb 11 e miste a po< ·n liquido sieJ~oso >) . Dalle mie porlte ossen·azioni c:inicbP e do quanto !tenDO 1 ri ferì l•) tulli quelli che hanno srerimenlalo l'ndonis e l'~ nidina. posso rlt>durre che l'adonidina e rla pref,.,riraì alllll' fu~o o decollo di adonis, di cui ha ie slel':::e pr<lprretà e 0 ' ne ha :;tl' inconvenienti. Resta per·ò senJJH'e YPJ'8 lA condu si ono del Trave r::a, cioé cLe quanJo, oltre ull'az•oue car.Jw cinetica, SI volesse l'azione diuretica e la pur!!àl.Ì\'8, e P* fe1·ibile l'adonis che possiede r1uesLe pr oprit>tù in grado 1118!' simo. . rl' L'azione diut·etica de ve es s ere spiegato con 0 11 doPP11l dine di fa.ttori: da una par te ]'aomell lO della pressioUB: g uigna prodotta Jal glucoside , e dall'altra part.e qual
IIEI.U
AllO\lS I"EII\AI.!S, El.\',
poiDCipio ancora i~noto, contenuto nella pumta e che agisce 4ifellamente sull'epitelio reoale. L'alo11is et! il ;;:uo prmcipio allivo hanno un·aJ.·one elelliva .t coore stimolandone le fibre muscolari ed il srslema ll10t1Halore, aztone car·dio-cl!letica molLo ~rmile a queUa della ~&alt>, sulla quale hanno il vanlaggio che. usate a lungo, DOD danno luogo mai ad acciden~i pet· cumulnztone di azione. L'uione di questo farmaco comincta u mostr·nrsi dopo al· giorni •talla quotidrana. amffilni... trai'.rooe e persiste Jaagament•· dopo che se ne r• sospeso l'uso. Lezione più sptccata neU':tOmo, è "ul tuot·e, es~ si tnaIIUes\a: l" con aumento di energia l:iistolica; 2' con elevazion e della pressioue s1111guigna; :r con r•a IlP n lamen lo del pol~o; 4" con regolarizzazione del ritmo. Non è controin(ltca.tu nella de ge n ero~iou o del cuoL·e. Ed ora, dopo aver c0al somm~riamenLe ricol'tl at.a l'azione llalo-terapeulr~.:a dell'adonide e del suo glucoside, mi si per· mella vedt~ro in rruali casi potremmo L1·arue vo.nla~tgio a pro de~l'inrermi dei nostri ospedal1 mdilal'i. Nea nol'lri ospPdali militari poche volle c'incontriamo in Clal'diopalicr nf'l pe r·iodo ultimo della lm·o mfllallìa, come poc:he 'VOlte as!'istiamo all'ultima rase ù'u: a bt·onclute <·ronica ~pagnala da cnfi:>1-tna. I nvece nelle nostre sale aff1uiICO•ao num•·ro~ì i pleur ttci. I dali slallsllci racculli dal !'ig. Cl~tlaM med1co Quinzio dott. Cesare, insegnantP cpiJemcloiJI8 alla ~ruoln d'applicazione eli sanrtil mililare, sono molto eloquenti. N"l decennio 1816-1 835 i w il ilari ammalali ùi pleurite ascesero a 20,330, cioè 182,!16 p. 1000. Di rtuesti morì1089, cioè 53,:l6 p. LOOO. Se aliti rU'1·u ùei moL·li :o1 ugin ge 'IUella dt'i l'iformali si ha clte il Lolalc dell\! perdite, DUaJqu~l decennio, fu del 5,4:'1 p. 1000, della (Ol'Z~ meuia an-
..-li
= e.
pl!:
r:dda, flloq~enza delle cifre slotisticltf', ci dice che la lllun~1 nel! eserc1 lo, é non solo utta delle afl'ezioni più coIDolt' rna .anche una delle. piu impo r~anti. Senza fel·tfltWS i 0 8 d•scut(IJ'c l'etiologia e la pa.LogtJnesi cbe in questi
AZIO~E IJIOLOl:ll.:A F. TERAI'Jl:U'fTGA
ultimi tempi hanno rise n Li la l'i ntluenzfl delle dollriue ballP. Piologicbe, possitllno r1lenere, colla mal!gioranzA. degli autori, chn la pleurite e'"sudali va siero-fibr·ino~a è ps•oùoUA, il pi1'1 1lelle volle, dal diplococco pneurnouico n cocco IAti·
ceolato di Friinchl, o pneumococco di l<~rie•d}iucler·, il queiP, nelle ù!ver!:'e 1'11si J el s uo svi lu['pO , deto:.:rminu ora la plou· ri te cssudaUva, ora l'endocar.:lilc, ora il rt>ttmutismo arliool aro acul.o, ol'u Ja meningile cerrbro-spiua le epidemica. E questa conYinzione, che é conl!'At·ia all'affermaT.ione di molli iusign i , come il La.udonzy, il Kelsch , il Villard, che vogllon1\ la ph:urile sia qua!':i sernpl'e Luhercolt1re, espressione cioè dl Lube1·cololSi iJO!monare, cha può al'l'ar•ire in opw epoca consecut.iva, 1;1nche dopo un i:: larva! lo Ji anni, t:. tanto più ·iruporlaole. p~rc!J"' appena 1n spa,veolevolc· Luberc lo•1 è so ~pellata. il medicO è sopratl'atLo rlullo ~cn n l'o rlo eà fl~ banùoua alla oalu1·a l'ammalalo, limitandosi u lenirne le sofferenze con qualche rimedio sintomatico. Genel'almenLe come si traLta una pleur1le css11daLiva r Qua ndo il V\li'Sam~nto è già formato o la l'~bbre è giA scomparsa, il medico ri co rr~ ai l'imedii rulinarii. vescicanli, diuretici purganti drastici, ioduro polassico, e se il polmone solfl·e per la presenzA del mollo lrquido inLt•aplcu· rale, rico rrA alla Lnracente~i. Per atcuui la punlurn della pleur·a bustercbbc per sè sola a dc.ter·rninarvi una piu at· tiva vitalilil, per cu 1 la pa 1·te liquida dell'ess11Jo lo verrebbe l'iassorlJill:l, 10entre la fibrina iu un li'ecoodo t..:1npo subendo le nole melamOJ•rosi veiTehhe anch'essa l'iassorbila. Co· storo praticano la Lo1·acenlesi anche quand•) l'es;:mlato nnn é abbondante. SP.cOndo a lts·i la punlurR della pleura uon i• capace di compier<' que!'ilo miracolo o pralic11no la tor•acen· lesi como rimedio siu lomalico . e~lraendo sia c•ol tt·e quurti. sia colraspirnLo1·e lutto o parte dell'essuda to, e se questo •1 l'iforma, lot·nano tlu capo colla toracent.esi A Il t'i infine, dopo eslrallo il liquid o, i11iettano nel sacco plati t•ico una Mst.anza che ne modifichi la super fìde e credono questo metodo cu 1·aLivo anr.lte uella pleus ite LulJercolare •' non pall1ativo come tutti gli altl'i. Questi i 111 ctoòi più comu· l
OEIJl •A AIJ Oi\"IS YEK\'AI.IS , ECC.
735
liiiQenle se~uiLi, seu~a parlare dqJ massagg1o, della compressione, tlella. carnera pneumatica, ere. Però ognuno, pe1· poca pra ticA (· he abhia , hn cer tamente -.ptti parecchi am malali di pll'uriLe ed hA potuto vE>dere oome il più delle voHu dopo la t(wacell tesi l'es~uda lo da siero lllrit•oso limpido, iu pochi giot·ui ~j trasforma in r-ur·uleuto eeol r itoJ•uo della 1'1.1bbre co ud ncia una lunf!·n sequela di sof-
ferenze, che vanno fino alla fistola loracica, all'esaurJmcnlo dell'inferme> pet• su ppurazione continua, se uon si sviluppa
la tubercolo!'i che accelera la fi ne . Dellli altri metodi curativi, i l ,·escicanle certamente sulle prime ùTminuisce l e. soffer enze dt•ll' infermo, ma molle volle dopo alquanti gior-ui r itorna la ft>bbi·e o l'essudato si Lrallforlna in pttrnlenlo. Forse ciò avviene perché 11lL!'averso il derma priVO di ep1dermide lo StreptOr:UC7lS fiÌO{Jenes fturertS lrova lo via di penetJ·are ueila oleut·a e determinat•vi quella IOelamorrusi.
·
E certo pet·altro che. nessuu vescicaule ha mai guarito una pleul'ite co11 abbonJu 11Le essudato. e le gua rigioni che certamente si sono avute con •ruel wetodo si devono non esclusivamente ai vosscicanti t·ipetuli, ma all'i.,dm'O polassico, Il d•urelici, ai pnr!!:anti dr astici alla cli~ln lAltea che l'or·mano ~ 1 l 'Insieme della cura. In 1IIUI11Lo al iodoro potassico un'a ulot•ità non sospetta , il NoLhnagel. si espr1me cosi: ., Si pretende che il ioduro po· •la&l!ieo affretti il riassorbimcnto dell'essudalo. Un'ossct·• Yazione od una critica iruparzi~lo mostrano cl1e per f]Ut>· 'sto scopo il induro po!Msiro hn un'el'lìcacia molto debole
'Jle1' non dire n1dla. »
l'ìtiR~umendo, io ~"redo che nella eu ra degli essudali pléumJglìore dei metodi sat'ebbe la lor ocentesi cull'aspidi Dieulafoy, seguita dal la''ttl!gio della pleut·a COl i lo~7.e capaci ùi modj(jcarn a le cond izioni anatomo-pato1101\ Però questo metodo, olLre !Id essere mollo dolor oso, 6 ll'ado ~ltutto .es~n le da pericoli ed il più delle volle, malbi p rna~giore attenzion e, dà luogo all a trasformazione dall'essudato. lo ho assi:;;lilo o 4 o 5 toraccnlesi e nno avuto l]uesLo esilo. D'altra pal'te la cut·a gene-
ra:r: -.aa
d
blUe':.
A7.TO"E lllOT.OGICA ETERA PEliTIC ,\
rale medica, dir etta a favori r e in Lutti i moùi il riassorbiroeolo d~:ll'essudaLo, pur e;::sendo mollo lun g-a, molle volle e C01'0118ta da buoni n;::uJlali. A questo scopo, tra gli alLt'i farmaci . 10 raccomanderei l'aJonide nostt•ale, iocorag~iato dai cinque casi de11crilti dal Traversa, se}!uiti da completa guarigiouP, e dal solo •'&>O che ho potuto studiare. nazionalmPnte inoHre, conosciuta l'axionc ~enerale rlel· L'adonide, é logico es!:'a debba giovare nella pleul'ite a f8l'Jo litai'è il r iassot·bimento del1'e><suctato. Da una parw l'aumento dcll'tHie t·gia cinetrca del cuore, dall'altra J'aunle11to della Jiu· t' esi , senza contare razione pur gativa, cduslificano quesle indicnzionc. Nel deco rso delle malattie infettive, l'Aecl(lt>nle pil'l lamibile é l'adinAmia che spesso in poch-i !!im•ni lrorr cfl la ''ila d'i n l'ermi cho si sperava veder presto guariti wuoste forme ad iuam iclre ha uno preot:cupalo sempr e i C'lin ici e VI sono nume t•osi lavor i s ulle for me adinamicho dt~lltl malattio in·
fl' Llive. Noi decorso Jelfa t ifo idea si r iscnntrano spe:>so di qurlle fnrme car diache studiate dal Bernhei rn e d~ e il Polflrn ha tlituoslrato es<>er e cart~tl~r· i zzate da un abbassllmerrlo piil D meno consiclerevole della pressioue arlf! rio,.u, par·e ptlr 11111 specin di j)IH'e>i dell a tuniea contra ttile llPJI,, ar'l<'t'ie, rer I}UI si bA dicrolic;mo, d... pre;;i<ione ed ondulazrnnc d~l polso, 9
Ila cioè la coc:;i,Jetta lachttcardia per pare.~t ,asrotare. 1 I n 'lU~'Sli c11si l'Huchard ha ~pPrimentato con vAnlAtrl!:o pr eparati di mlonis e li raccomanda con mollo calnrr. l noilt'P nelle convalescenze dei mOl·hi aculi, sopt•atoclo d quelli da rnfezioue. spesse voltè si Yede pas,.ar· delle tòl!lO· mane ed il malato é sempre debole, spossato, inCllpacu la!=<Cia t·c il 1.-llo, è pt·csu dn qualche lipolimia. tolnra ,;l Il" 1 r iflca la comparsa della porpMa amorragica, lta inap~et~u e t•i esconn i nntrli il deco tto di ehina e le tinture Hlllfli'El· Ec: un'a ltra sePie wollo numerosa di casi in cui l'Arlnr1 iJe l!'O la sua i nd icazione raziona le. Put· non diluugar mi ui Lerwr m en te, >ll:Opo di questo mie letture.
DELLA ADONlS VErtNALIS. ECC.
l'antu«iasmo di quell i clw hanno pl'oclamlltA
periodi meso ed ipo,_i.,Lolico delle carl'lio-
JIIie, nella rn..e car•l iaca d••1 m orbi cr onìl'i pulrnonuri ; in Ili alati defH't\Ssi vi del cuor~ P dtll la cir colazione; nei!P. rtti, e come rimedio sin1oma•ico 11t>ll' ìd r op... a~c ile e pur ~ ti rias.,urbimenlo degli essu lnt1; C.tme &rn11ro e come car uiocim•tieo nrj!li os;>edal i milita t·i
fOII'ebbe eeser·o util11 nelle convalescenze dei mor bi acuti,
lll*ia mente d11 inf,..ziono ;
Come ettl·diorinetico, potrPbbe rendere dci buoni servi ;,)
.Ue tor me a•linamiche dei m o•·bi infetti vi; Come cardiol!inetiic0, pur•gati vo ., d •ureLi co poL1·ebbe osIUeadoperato uclle pleul'iLi e!'sudati ve l'liPr ••-fìh l•ìnm:e. L'adon1de è mollo comune in c.>mmer t:io. e dt poco costo, .. 6 llD timedto affHtto innocente ; perchP. dunq ue non farl e I l PGito nella noslra farmacopea mihtal'e f
73X
L'INFL U E NZA ML
CO LLEGIO MILI T ARE DJ MESSINA Memoria lt•ttoL nella conferenza ;cieulillca dtll ol!'s•• !Il mnn:o 1\90 all'ospedale milita"' di .\J••.son.o tini capiWno utedieo Ji:, o a rbatcll i.
l'v~ t :lt'(Llhl l"
.t. I*Upr ruu• llltw'l'fl.1• ""&llllnfUr ,.,....,.
(Omlf).
Siqno ri, fi n creduto rare oggetto di speciale cunrere111.11 dl'll'1nJiuenza avvennla in questo collegio mililure, sia perdi• t un HOggellu di qualr.:hc 1mpor tanza, avuto t·iguardo m cJOo vani Ol';.!alll~mi chr uo ummalu1·ono. e ::iu l'eniJè •JUI!SI•. tro' vanùosi nelle iùeuticlw ed olliroe ··oudizioui igienicb.:, uu daLA uua l'ormn quasi unica, dovuta esciU !>.t\'amenl(' alle' in comune fra loro e contemporaneamente del tollo •et.rata dagli allltauti riella citlà. Lasciando allo slo1·ia della med1cina 11 l'll'Ordare le dlltr!f epoclle, p1 ù o meno 1emote, m cui questa epidemia e coli" par,a in Eul'ùPU, vengo s ubii.> ad e5J.IOrt• ' 1 principsl ~ 1111 lomt con i quali si l' m'lnifestalu, eJ il decorso teuuto rni(>i p1ccoli infArmi.
l.
Svtluppo dell'epidemia e suu masSI1JLU incr·emV1110' Il ~i(JI'no 7 g .. ouaio u. s. si manifestarono i pl'illli es~ quult isolatamente consuhwali, e per la tnil(>:t.~a dci -utlr,.. che li ca ra llot·izzat ono, non llli permisei'O !.li ùicbiarure
L'JNFI.UEN"-A NEl. t:OI, L!WTO mLITA IlE DI \IF.S S!NA
73!1
dell"epidemltl in coUegio, potendosi b(mis;:itno aggiudiNN 8 c&U!'s reumaliche comuni, gli llCCPssi li·bl>1·ili Rvve-
ntisi. Però essenrlo io sull'r\vvis o che l'ir~nuenzn a veva gia.
latro capolino nelle l'ur·ceri muliebri di questa cillà con 60 casi. ehe in citi~ ve ne erano ptlretch.i, non lardui a convincermi che i miei p1•imi casi e g li alLr·i cbe seguivuno ro~ aero dovuti all'epidemia in 'dlscoi'S(I. Infatti il l{iorno U gennaio trasmisi il mio primo IJull!'ltino sanitario al sill'. clirelloro di sarlilè militat•e di que:;Lo eorpo d'armata, e consecutiva mente n e informAi il d irel lo r o di questo $pedale militare principale. Quale llume io p1ena, che nou appena rollo uuu dei suoi trgini, in~adt~ e si espanda nelle vicin e ca m pagne, lale f upjdemia irruppe fr•a i miei allievi, e di 01'8 in nt'ù, eli gi1 !l'I10 lD giorno, i febbl'icitaoti si Feguivano in nnmern :>Pmpi'O IDIIggiorP, cosicché il mattino del 20 ~ennaio già C>4 f'ehbl'ietleoU erano l'icovet'a l.i oell'infermel'ia. Menll'i3 i primi tW lravano tn convale!'!cenza, i secondi fcbbr kilavRno, e ~ li al&ri ritnasli ne emmttlavano, cosi che di J26 allievi s olo 18 De furono incPiumi.
Anche il personale di truppa e erli ufficia li a,Jdelti diedero ilra loro "' . . largo con t·mgente . sen?.a tener conti) dt>l personflle oughare che ammalò fum·i dello slaJJilirneolo. Come lutti i morbi infetLivi
l'influenza rao·,.iunLo il s uo
Dlassi ' "'"' ~ boia mo declinò progressivamente, e compi la sua paratra il 7 ed 8 febbraio u. s .
ll.
Sintcmti. - Decorso. - Co mplieun:::e. -
Cu.ra.
~ m~JQ~tia ebbe qualche pt•odromo come il malessere la ee':::~.'1 senso di spezzatura ne~rli arti. l'i11appete11za è Onesta' rna dop(J pocbe ore sopravvenne la l'e bb re.
Plleron . ennunzìos~ i con brividi di fn>ddo intenso . che ri -
Ùit~J8t 8 brevi intervalli nelle p r it.ae 24 or o di deco1·~u . .... ecl~peratura rebbi'Ìie raggiunse qna~i sempre i 3!J~ o n quelcun(l i 40• del cenLig r adoJ il tipo dd la feb ure
74·0 l'n t•o ul illiiO c:.nn t't'ITIÌ"~ioni mallttLi11e P t'8t'nt tl•·nl" "Ì prolr8"~•· ~>ltrP il quarto !!iOt'IHl. lin fnll" dt ~rtu 1li IIOlH é Stl'llO qu('(fu del f8CÌII' reci.Ji\'81'e dPIIO r,·hbrc. p<' r 1h1c <'r! tlllCO l re \Ttllt', Sell:là CllU'8 apptel• :wJ.ilt•, ••O<: cclu'• ì ~;OliVSiescen ti, uuu an~.:oru le\ ulisi ,Jj i~Uo, • t·;mn t;ulpili du un n uovo brid..Jo di fre.lùo. che annuuzi~ta l'irrompPr' .Jclfa rchhre. Il O.:f'll"(' dt l'IAnchezza e di p r o<:Lra:t.tOI e tll'lle rorv: • protr,lPV8. anco fin i la la l'~bhre, ed m mollt Amtualali det:ene· t·avn 111 ùolot·i vu~lti artralgici che accomps:,<Jmvauo la CO!l· VHJU,<,:UIIZA
Il !<11\lOIIIU pn't molesto per i miej infermi, i'tt )a ceral~8 l'r·onLn~t•, 'liiA!"r sempre così int.-nsa, da cau<:ar·r la nou~e •
lolvoll u il voutilo. St:'IIZ8 c.:he \'t fo>::sero slalr "egru ohbiel~• o ~llhbieLlivi 1li disl ut·hi p:llsh·o-inte~innl i. ,, 11-lle '\!'USO dt 11 01 1 "~• '0, io lo ~t lld i cai quale icnome uo nervoso ccu\f'tìla rt· fl c•l'lk('), (Ji' l' di!-.!Lut·llo d rr:o l t~lor io. l11 1'at.lì l11 ce f'niPR fi'O ll la le, p er s istente BUCO dPpO nui!llla ft•l dl t'P, ttn JJ pntevn dipendere che da un'i pPrPn lia ntUvn, nl·· vt' tlulu nll'inizio ilcll'int'ezione-. ed a conft>r•ma di <'ÌÒ trovo la co J·rzza inlE'rtHt, che i"empre seguiva la !-'Comporsll tleiiJ I'Pbbl'll,
Uuclla C•)J'll.zn, mi si permf'tta l'espt·es"ioue, ru l'emuntor nalul'lll u cii qucll't•cces~"o di liquiùo sangui!!IIO e nulrilldl che IIV~,·a tnva<>J 1 "CIII rro:.tali e la pot-ziow ault>riot·eJ~ ,. ro....a t'l'antca rorrtspoudenle. Tale stato ~.:ongt•:;li\'0 c!clll
m •1coc:a <>chueìdt•J·iana e di'i sPnì frontali fu tai\'CIILa co,l • lt>nc:o dn produrre epistassi ricorrenti, di cu1 alcuna di quMclw entìtu. :-lo io wi affrettai a cornballe1'e quella per•lila di sani!~~ JWrchò qua~i c:empre riuscì di sollievo pE'r i mu•i rnft1'1 fnt:ililaudo la scompa1'sa della cefalea. Come !a mucO,.a nasA le. auco la f11ri11gea e quella delle t·e~ioui limitrofi', e!11 di pt•nl'nnùtHllc·nto 1perem ìche, da far e creder•e ai pszipnti . • f eCJUPII. nvct'l' l u lonRtllite, ehc poi non esi::; Le va, e uon 111 r tft~ r•ono le difTus ioui di pr·ocesso nella casse timpanicl19 ~ ò. setrùllt! . . Lntvor Ho o Ll'ombn dt EusLAchJO, come a ct'en ner 111 ~. fr 111 ' Pt•r• la l o l'l, i uuncdiata vici nan.za e pe1· la 11aLUI'U deli
NEL CO I.l.EGIO liii.JTAIIE DI IJESS! i\A
74· 1
le mucose la1•ingea e bronchiale offrirllllO anch'esse :.WìlbllltsU se~tni d' ipe•·emia e catar ro, un:-.i di1•ò chP fu <Jnesto postumo costante ossen·ato in tutti i mi, i ammalali. ta durata ed ele,•azione della Lemperalu1·a rcl>br ile, non • Ja costituzione ed 11 lemperamtmo cii r1ascuu infeJ•mo, ldairooo sulla ma~giore o minore inltu>"itil di'Ila llus,.•ouc Jllonrhial~ ;.uaccen t1ala.
Pochi ron!oh a ~rosse bolle spa.r;;i in amho i polrnoui, ~
!l losl!e molesta con iscarso espettoralo muc·oso. fu r ono !..li lllid l!e~J ;oemiolici e clinici del calar•ro brc.uc ltiale. Solo tre casi, •JUPIIi fm·ooo mollo accentuali, rome uclla bron~le diffut-a, ed 81101'8 recidi,·ò la febbr c· cou bri\'itl1 L11 freddo. e Briorerrui divenne1·o dispnoici ed nccuc:;arono dolori 11llo regioni lateJ•ali del torace. Sono stati que:;li Lro casi i figli IP§.:rillimi 1lc•lla loro u1Adl'll 81'ippe, oppm•o erano da ~:~ggi uclicn•·si alla debole I'()SLilu~ inlle ed al temperamento lìulalico eli q11 ci puzienli~ lo ho accettalA ques t'ultima vel'~ione, dappuicltè nn\lJ't;'Ridlmo dalla tlbra t1oscia, i~ COI'lamenlt: Lc·Pt·ono aduLto pe1· lo ipertmlc Ousl'ionali, conside•·ando inollro r· lt(' unco i l wuIOOlo cardiaco c'• marcato dalla mt'tles;ntA impronta. ConapliMn::e. - Complicanze g-rud ne!l"ntnuenzfl pns>~o Ullleurare di nr,n averne osse1·vatc, oYe non c;i vo~liauu conliderare per tali, le episLassi e le por·hc lH'Ollcbiti dllfu~e llOiale innanzi. Sono s tate p~rò depone 11 nota al<"unc ol 1ti
llailaterall, e pureccbie newalgic, occorsemi di I'UI'&t··· f1·a i
ef.n\'IJC:t!,.~nlt di influenza. Tlli 8UI'ces~ioui morbose hanno ,.nuf~rmata la nalura inltlti.a del a malattia, dHppoic·bè ltSJJHn tru,·nlo l loro rinelle f~bbri ltfoidl'e, nelle quah sono f•·erJuenli le e le Mvralg1e piu molel'lle e ~trauc.
=lro
:d
dtuto curare quattt·o olHi; due navral~ne interco~inli; 8
nervo ulnar·e; una cltllo !:Ctal tc•J unlcriot·e (femoro- - eo), e due dello st·iatico IJOfJIÌli'O. Le ttPYI'al•,io non -lllat · r e lllat accompa~nate da fehbi'P, non ltauno avultt ...... Urata tuaggiorc di Lre {!iorui , o sono slali• vinte bl·it1..:.'81118 dai Pt'epara.ti di chinino. "''118 un scn 'b'l '-1taee s1 1 e stolo oli•Yoemicu ha segui ln alla connza, P<lt· J"H'ecch i gi~r~i _....,
-.d
1
L 1NFL UENZ \
rurcr. - Nel pm•iodo fehbril~ . la diel{l liquida l'i~oro, h1bite ncidulc !O&line G dol"i epìcraLiche di solfato di chintna Al Lt•rmille della fohbPt>.., non lettlasciantlo le !Jir:cole d11•i di ch1111110. po1· pr·evemre lt- recidi,•e, bn combatluta la cefalea con l'aullp1rino (:lu centignlmm• per ogni car tina). lnliru_• curai il cala1·ro bronclriah• con IPggeri e~pel!oraou calluonti. Un lungo riposo E'cl una prolungata esenzione da qualunque i!>Lrul.tOtw I'Ompletarono la mio opcr·a. 1•
III.
Considera;ion.i clin.ie/le. Dàl l'in:-ieme th ·i folill tomj "lUclclescrilti'e:ltCr!!e c;Jriarao1Pnh• ,.he lu urlluentn nvvenulr\ in que!'>lO cui regio LJ11litilre !>ia stele n1ollo•m rw. t•nm•~ in nHre ci Llà d' Europa<~ d 'lltdin, nellectunh. jJCr la /.t•lll't tumpe 1·a tn i11 cui si trovuvauo, la st.ap:i~>ue inver· naiP è stata meno rrgida. L'umillitit ,Jdl'alllltH:Scru ho fa,orilo rtnL()1'01 11J•· ttLt• ltt <lifl'u!;inrw del male, come lto potuto a•:et•r· lA l'" io 1110ù .. sin1o. dfll vetle1·o coi 11ciJere il ma"!'>imt) svilur•ro dcll'epulemifl cun gtOl'llate piu1·ose, umitie t·d alquanto fredde La llOlllt'a c•pitlemiefl del mo1·bo è !'>lata dimostrala ampra· ment~ dalla fuc1ilta con cui ho h·a \'er~alt e mari c monh. t d inlti>-lilllllrnPIIll• ha invA~i I'Lunile casolare ~?d il ..,uperbo po· lozz·• dt>l l'icco, non l'!Oclusu la l'eg:rio. HA .tispotw~uto a p1·elerenza eli •ruelli inclr\'idui, che ba tro· vnti rn111il1 in g-ran ii IIIO!'Se, er·gcndc. maoslo!'O il suo CIII"'• O\'P quPilo "Ono stalt• J<iù numero,.e. Tnfatll. l'e:<el·c•lo, le pr.~ioui, i con1 iUr, i colll'~i ntilitar·i, i g randi uffici umminh:tl'!l· Li vi dello Stato, l e grandi fahbl·icu e indusLrulli eù nllri co 11"1• nuli ~tobilis nenli, oll'rii'Ono ltlrga messe all'me;:orai>rle moriN FOl'~>c> 11011 o;.; Lraneo, a tale v asla difi'u!'i011e epirlemica. r "Loto il contagio da 111dividno ad mdiYiduo, •rnautun<jue 1100 l'IÌA l"lolo JlOR!<ihile il (lnno:-:lrtll'lo su l momento. È dtt augu· •·or ><i, l'l •n ul lePiori sl udi RJH•rimen lali possano ili tnodo u~~~~
luto collfernJarlo o negarlo.
f(KI. CO I. I, IWIO ~(li.I'I'ARK 01 JJESSJ'\,\
74·3
nalura infettiva net~nco é da mellerf'i in dubbio, dar·
11 de orso e Il' compli canz.<· osservulesi non dii:l't>t'iquell• rlt·gli allt'l morbi infdtiYi: ué :-l'conùa fra quelli
la oligot>mta, rlu• non si r iscontt·a fucilmeule in profabbrili d• tal,.. breve durata. ~·bbe eh•· ue fo,se "'lata annunzi&la a neo la sua ot·igiue
e non vr sarchiH' da ntor<n'igliHr!:'ene, anz.r io la aft'··rmo ed m·disco portal'e il mio clchole !!IUdtzio da Weo pratico, rit~uendo il pat'8SS!la <lell'mtluenza multo af-
liéa qut>llo p11lustre . .r.teUi la beniJ.mità c.lell'infeztone, la sua factlltà dt l(uarìe le facili rt•ciJive, Lr·ovauo mt.Ho l'tRCOutr o ft·a la roal'mftuenzn; co~i pure In quasi nulla mol"ta:itu in rapdell'inJCPnle numero dei ca<>i av,·era Lisi. Infine ho Os!:WJ'valo dte i pr c pctt•ali di cbi.,ine, sono slfl ti di illnidde vanta.rgio CUI'tlltvo: f:' Ìu nel mnderat·c la l'ebbre, che YiOO>re ti morbo, inlpedt>ndo a quest'ultimo di t•t-~cidi vat·e. 'Ouea&e l'Olio !>l8ll' lo poche osse rvaz.ir11ti clìniclte da me raue ...,_Dte l'epioif·mia •:f'll'lllfluen:t.a <> mi nug:ur o ~:be c~~e pus1110rluscite utili per la praL1c·a. di colMo specialmen tr! cl1c eatl consimt!i dov~..ser o in co nLrar·~i con il morbo in di-
ICIIIIrlo.
744-
NOTE ED APPUNTi SULLA
EPIDE~1IA D'IN FI.~U E NZA MANI FISTATASI XKL 4" RKGGI~LNTO RER)IGI.IERI
..
;::.(JL Fll'.IaE DEL 1889 E
PR.IKCIPIO DEL 1800
l !'llì nrlla confrr~nza scientilira del me.o •h f •bhr:Jìo llìlXl nll'uSJtcda le milit.are di Geuu1a dol CaJliL~ no medico Fri~o\i Lcomwoto.
I t{ior•nali poli tici rJUOLidiaui n .. g li ultimi ~ior·n i del ma~ novcml,r tl drPd er•o i primr l 'allarme: s i lretta vn di una et1dcmia che da uw lli anrti non aveva fallo la "Ull compam Eur·opa. Non o~tante clt.. luLli poc:o si pl'l'nccupassero ,,fii malallia in sé, perché da lutti si audaYA ripct en.lo e~~ert! mulatlia ll"g~era, tulli e rano r esi edolli t!OIIK ;:!rancle rap di ùift'usrou(> della stessa e si leme...-a per il ;.t·nude uum·ro per~one che ne "'li'Chhero 5I ate colpile. L'cpul•·mra mr11•ti 1101 SIIICIIIi le l" U8 lrtHiiziont. Falla la SUfl prin.U COII'p81"'0 M osra porlu gror·r i dopo si manil'eslaYa R Pit'lr•nbnr~:o. 1.-.l Bel'lino, Vrenna, Parigi. t\ (> Jia prtma qumtlicina eli dicNI1bc'f fece la suA compnr·"a a Verona e poi ne!.!Ir ullimr IO ~)fil del mese a GoWO\'tl. Prima al 2~· artiglier·w L'poi al ~·l>d" l"B!!lr o ri.
• ..a
Quanrlo nella «cMsa conferenza il ~i!!. ma.:p-ior·e 01!1"mi in,.aru·ova oli dire I'JUalcbe cosa tii ,;uaulo a,•eYII ~: vatn al 0\ÌO rvggrmeulo, Ja prima m ia iÙNI fu quefl8 d r'it' 1 pil&re UIIO monol! rafia. rubPndo a ntsn f'aha sia da ._. tati che avre.1i potul•t avere fra lE> maui, ~i11 dai numero•;.., tico ll scicHt litici. eh o n ell'occas one g iol'naluJetrl.e si pnle'
ED APPU"Tl SULl.A El'lOEIJ!A n' l"VLUENZA. ~CC. /M)
aia nei gior nali politici, che speciali di medicina. non era cosa eli poco momento. e a questo avevo colllaoie&o a prej'lat·ar mi, se non rbt• con!>irlet•~ti che non a\·rei elS.O fallo che Annoiar vi col ril eg~ervi quanto tutti f!iornalIMrlle avretf' certo letto fino alla noia. Per questa rag•one ..aetti riù opportuno di esporv• brevisstmt~menle quanto _.rvai, rolla !>per anza che colot·o ftn dt vot. che com(-) me, ai trovarono m mezzo »11' epidemia, aggiungendo le JII'Oprle Ofi!16J'vazioni alle mte, l'aranno si, che il verbale di qnpala l!e41uta siB il vero resoronto òella malaLlie in discorso 1 dalla dil'cussione possa sct.lut•trc qualche fallo nuo\·o, poco oeeervato. e de~no di essere sottoposto all'approvazione dci
ICienziati. Il Wilson dc>lini,.ce que!1la malattia così: E una febbre
conlioua, chr si manifesta in cpidemir molLo estese e dipendenti da nna c~:> usn spMil1ca; ,., cat·alter izzala da una
l'orma primitiva cutorrale di' Ila mucosu JPlle vie respiratorie e in molli casi dello vie digoronti : da una subitanea .prosiraziono srwoporz.iOtl tl la ull'itllonsilà Jella febb1·e e del proeesso cattwrale, o da sin lomi lii' I'VO!'i. Vi una graudt~ floder.zo altr. com plicazioni innammalorie, specialmente polmonari l r oFi ch e «i svolgono ~en1.11 complicazioni t'ol'ilmente rie<~cono letali tranne nei vecchi ~ nei cleboli. SubìlR IDa ~olia non <:i acqui.. ta l'•rnmunil.à A r ecidive ju futura epidemia. Non avPntlo punto in mente di contraddire quanto il Wilso.n ha «cr illo, io, basandomi ~u ()llanto os~ervai, pro~~ quetota deOnizionl': &; una melallio <Yf'nerale epidemica eh • . ,... e 81 mantfPsla con febbre remillenlc, calat•ro della mu: - na~le ~' dei seni frontali. at\compA~nata s~>mpre da ,:;:ent nervo<>i (cefalea, iposlenia) qualche volla rla iped('IIR retro-bocca e farul"e O da calai l'O tlel Jal'irwe 1 dei I"'OSs t ht•oncbi. "" "' ..': c:hf! moltt m eoici miei collel!lll, !1ia hor~bud che mili-.• :v:.rann~ d ifettosa que!<la deflniz10nc, mR cotne ri>'ulde8n tnlomt che ''Sf<er vai " cho Ol'a venò esponendo, la ~~°08 • cl~e ho .dato è la sinl(•"'i delle mie osserwndoni. det Slltlomt, come il calal'l'O bronchiale , ùolore a lle
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1
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"\ OTK Efl A PI'U \ TI
articol azion i, debolezza ccce--si va, ca tArro del lo vie digel'l'nli, dello conp-iunLive, ec·c., io o non l i lrnv11i o li tro~ 81 t~ppt>na a•·cPunaL•. La febbr~> an chE', che lutti desrr ivono irr o111pere br u•wament... c cou b1·ivi.l• di fre·ttlo. non fn òa 111e llllt: riscontrata, iuv61'6 trovai seu•pr e senza eccPz•one: ceralea
frouLale . in lal'ameulo del naso. spesso dolore all'areala den· lnrin su !•er·iorc. pPt' fWOflAfWZJoue probabrle ù lrmlìamm ,. zione olrantr·o ti' Hy .!muro.
L o Sl(sc.:o dwasi pel decm•s•·, pt>r le complicaztoni e per la gual'i!!ÌOtll' riPtluiliva. l pr•irni CMt clu• nola• al t•egg-imentfl fm·ono il mallino del 2>~ dil·cmbt·P. ~li ullulri il !-W 1no Ili geun .. •o. Cu''lue o ~el giorui dopo lo !'Ialo sttHilArio dt-l r·E'ggituento 1'1'8 come prin to del l't>pidl'n•ia. Il 11110101o Lo la le di'gli um1unlul1di tr uppa fu ci··cH 250 Rnt •ra fl l2 d1 f~>rza mediti, duè il H p. 100. Ner pt·irni viornt l-'li Atnrualali erxno dun1ti iu dUt c"meronì tlJG!<'"i o nna d "'JlO~"Ì z i orH• dal Cl•mu ndante Il r.·,:cgimf'nto: Qltl i lld ò lnA.II CÒ lo spaz.io Fll i' Ort() Jasciol1 ll i" Jlo~ p l'Ojll'le br•ande i n (:nnw r·u l n. Mt•no po.·Jt,. occPzioni, ~li a mmalali !'t pr e5Puhl'ano alla viRila medtca . l ntPr ro~ali rtspondevn11o tutti eli crPriPre dr ao1•rc la febbre, di ~"l:' n li r•o i n L~ n >: a Ct>ffl iPI'l f:·f1n tnlc e sen· lir·!'i c:lliusi al rtnso. Accnsuvauo poi quale più e tfllAie meno debolt•ua !!cucrule. La templ'ratura al cavo ll"l'ellare ~~~· gnovu sempre f r 11 i 3k•,;;, c i -J.Oo. I nlerr·o~Hli ~o Hve;~ero inle;.o br ividi di l'r·edllo ulln spina r isposer·o tutti nc~-:ativa mcnl c. I~!'Slllinata la lt•mperalura. la mia attenzione "i porla''8 alla bocca. La linf.!ua in generale Pra rosl·a o con l••!!g-era pAtina, qualche \IJiltl r iscontrai a rros!'<ttmenlo .Iella retro bocca Cl lcg,:ror·a tumefttzione del le tonsille: Ailr.t ,·olla un abb1.1sMmeo to Il• Ila voce e qualche ronco l:'pal'"''' per J'ant· bilo lora•·ico. Gli ammalati che si pl'esentaYatlu al mattinO allu visita t'a cevuno r isalt r r la lo ro indisposizio11e !1118 sere rl el ;•rior no pr·imn o ella noLie. M ol ti furono da me vb:itmi a letto du r•ante il j::IOI'110· ~ questi ur Mo qu••llr clte er ano stat i coll• dalla rPhhre poche ol'ò pr j m u. NeRSuuo HJai rni uccusò b L'J VHJi, tu~l.i 11 11 males·
i.\.7
pnerale e ct>falee ~lolti pr·~sent.av~no l~ faccia arrosla con!!iuuttvn legget•rn .. nto tpet·ernlCA. L Arrossamento pochi 11 r11 ~>~leso anche alla parte <>upertnro ltel tOI'Hce; &aUI notai una profusa ll'a!'lptraziooe. 11 c;udo•··· però non ert dJ Otlore acre e dtsgustoso come io molte altr e rnl'llaLLie
•
mretthe.
L'arro"~;amenlo del volto e l'ipr rcmia. congiunth·ale che
DOtai m quasi lulli i casi, che ebbi occasione di osset·vare clld'lnl8 il f(inrno, mi convinsero che luLli in primo Lcmpo pruenllnn questo siulomo, rl tc s e no11 Rtnto r tl Pvalo si i~ perché l're ~rta scomparso quundo l'infer mo c adeva sotlo
c
Ollfrvazioue. La cefalea Jocalizz.nla al fronte ave\'a in lulli un cArALre gra\'•,tivo ed era mollo intenso, como io ~tesso r !'lt'On · trai sopra di me e cessava subil" col r.n.JeJ'P della febbt•e. l e.larro delln mu osa nasa li.!, ::~e111.A l•c;c:et·e abbondAnlis11111 '• come molti accennano, et•a mollo allAccatio·cio e fi lante. L'anunala tn ~e uLiva il rlflSo iiiLU8QlO, norr p(JléVA re'titrare Jlt>r l~> l'avità nasali, si st'ot•z ava iltulilmenLP, suflltwdu DillO, l! rimuovere il muco, p01 tle~tsle\8. e respit·ava pet· la bo-.cca. Qurstu fatto mi spte~a la secclt•·z.za ed il senso di llnnpiruento alle fauci e in parte ranM!'~tllle nlo della retro bocea, nuu che lo tosse secca slizzOI;lll sPnzn espettoa·azione, l ggero ratar1·o della laringe e quindi l'abbassam ento
della YOCe.
Poco accentualo t·i~contrai !l sen~o di debolezza geuel'ale. ~~~ IDdtvidui fehiJricitaoli, qualunqut' poi F<ÌU In causa ehe proUCP. la febbre , accusano tutti deholez1.o nt-tli arti, tnal esset•e
::;:nle. Si vot•t·~l)he da molli che in l(lH~~la speciale ma-
COll' 'JUP~to ftlllo fosse capital o, non M io ma non i11 t·appcli'LO ••11 •nten!IJII\ della febbre . AIL••i accennH n o u dolori !or.Riiz-da neUe at·ticolaZll>nt, · · non "'olu. ma unclte a lmneft~ztoni ~ Non nt>go che questo l'lia :-Ialo 111 allre l'pidernie, ~ anche in questa abbiano os!'ler vato questo fallo, • ....,.. conto mio' l engo ad uss~>rire q11N•Lo: Il senso di ma'-ere • 1 .._' 18 debolezza agli arti erano pt•opoT'I.ionali alla febbre, .....u uno dei tniei malali accu~ò dolo•·• ua·l1colari c mani-w lumera·ZIOtll · · alle articolazioni. '
7 i·8
\ OTE ED APPOXTI
La febbre, ripeto, nou fu mai preceduta da bl'ivìdi·IA dui'Sltl fu in media Ji ·lR a 72 ore. h1 gt>nerale ~i u "eva una tempe1·atm·a di cil'çfdO• olpn• ~i01·no, L1·a i Mr e i 38• il secondo, l1·a J :18• ,5 e 3ì•.s 1l1ent P ochis<>imi sono steli quei casi nei quali ::<i ebbe )lel'lslonza mnggiore.
ce. .
sata la febLre era cessata la malaLlia. ~on piu IO!st. non pm rèlàlea, ilua~o meno inla::>alQ. In g ,nn•· s1 m~nda Il l'OIIvAit•srenl•' Alla sua compagnia CQn duP giorm dì npo Al leJ•zo tdorno riprende,·a il servizio come ::-e r on fo••e lllli sta lo 81111llltlalo, ne<>suno pi ù si ripJ•eeentc) alla \'ÌSila JOe l !(l CO!->I t.:chi! anche al 4• bersaglieri non s1 n•nlicil <Jueli'"Jw faLLo *-Ul quule nwlli insistouo, cio<· dl'lla luuaa con"aJe. "'C8JJ7.11, ùt>llu doboleuo protratla, spropnrztouaLo olia br• dur11la Nl Pnlila della mAlattia. Un fallv cap1tale e che ~Alli n'gli nccll i, ed è r-i pl'ova di q unuto lJo detlo, •' qu eslo: llu· r an to 1 qniudici giorni dell'epidemia, il r <"g;:i Jaaento contluJI() a uwnil'\l lo g-attll'die ai suoi posti, coulìnuò l ~ sua eRei'Cllaz.ioni di piazza cl'ar•mi e di marcia, come so lo stulo ~~ardo lt~l'iCl del J•eg~imenLo russe nelle condizioral uonuoli. E durante qnof<LO teuapo il numPro degli entrali allo spednltJ o all'inl'ermPr'ill non fu punto superiore a 'Jlll'llo dello scol10 anuo, nel lli8~e corrispontlente. Cosicché la malattia non~~ ~ togliont iu gcuNule il soldato oalle sue occupazioni ~.cr nalieJ•e che rlui cina1ue ;:u ~elle ~iol·ni. Oue ca~1 di calar1·o bt·on<·hiale di lfm:o furon o io"rati all'a! dalu. rIl •(Uesti m fermi tronli, DD dùl primo gaOI'IIO I'OJIC)llll l'l lola u ;.:-r· •~<>e e 111e lie holle diffusi ~pecialmeulP :ollu M" del~ r uce I n quc~li <'8""i io rit~ngn che il catarro hr(lnchinle JIOI complico l'cpidPmua predominante, ma cbt• "ia 8' v«>nuto ~ posto. Qu('~ti 111ferm1 gia atl.accati ai bronchi pcl'tlllBCll r eun1atiuunlt• cOJnunissima, furono nel fralh>mf>O cOirì dulia fehbrt> epidemica, allo stesso modu che altr1lll 0111 ~ ~ · per l egg.•re Hl · ft>r m'1t"'.. clllrurc l ae ·10 aveva 110Il"m.t>riO>'rla ~ "i1·lae rchr io ohblr,.ava a stare tullo il "iOI'IlO a !ello t' ... (' .,, l r01t O col li dn febbre, cbe ebhe il decorso t1picn descrl 'dii l n altri n LLO si ebbe un JerrO'ef'o ca LMJ'O de1 grosf\i nron.~o t>o • qsOOII" d~l q uule pu 11 Lo mi preoccupai e che cessò da 11e1' SI' Cfll'
sm.r •.\ Er•mR\lL4 n·, ·w w f:' ~A . 1\t.r.
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• •18 e nnn ebbe bisogno di cura nlcuna. L«'f:tgero cabronchiale che prr lo p1u negli alh·i anni de.cor1•e ~ e che se ne va come è venuto "l'll7.a rhe nessuno 11 preoccupi Va catarro bronchiale molto drffuso ed inten~u usscrvui ID aolloteneule. Questi mi p1·esentò il t• di !!Pnnaio tulli d··lla malatlia. cbe io CUI'fiÌ nello ~>lel'lso morlo ado· ....to per i soldati e che dirò in seauilo. La ft>bbre cessò -.ple&amente la sera del 2. Il ~iorno 3 parli p••r Milano u Jfllloa6 •l 4. La rnaUina del 5 fui a 'tsitarlo c lrO\'&i febbrt~ . . 38',8. caU!r·ro diffuso ai gt·ossi e medi brouchi, senso oppres~on,. al pello, dispnea abbaslanta iul••m;a. d ve qu ..!<la malattia chiamare una complira7.H)06 tlel· l'laft~nza? Un allento ed accurato esame riPI giovinotto clufiDie la prima malattia mi aveva mo~lt•nto satt r!>simo 1'11pperato respirntorio. Si capisce como duo gior•n i di fnbbt·e 4eltt11Uno lanlo l'ot•ganismo da presorrlat•e unu minor-e r·csi ileoza alle cause t'eumaLizzarrti: a que!'!lO aggiuugio r11 0 l o tqllilibrto di temperatura che si lta L!'a Gc•nova e Millmo e poi al può rare A meno di imputare all'inliuenza una brontldte o una polmonite che potevano anche essere letali. Qifndi ahra deduzione: niente cornplirazioni da par·te delr'Pf~Veechio rPS['iralOrio. Mel Laveran trovo a proposito dei smlomi da parlts del tlbo gastro-enterico. Tracciando lo schema della malattia 4ice: Eeistono sintomi d'imbarazzo gastrico: anore:osia. ling ua ~~· ee~ viva , .nausee, vomiti altmentari o biliosi, stili~ o drarr•'a; m qualche epidemia si notò spef>SO una aub.illerica. Coaae puos"i vedere da questo Lr·aceiato indicante il de· COrto dell'..pirlemia dal ~rioroo 3 gennaio ul "'iorno R, il nu-.,d. ~ " ...._.:: rebbricit~tì che ave'o sparsi ueJI,. camerate et·a IJIGroo ente supeJ'JOre ai 100, con un rnas~illlo di 15{ il ~· Quale provvedimento doveva io sugget·ire al mio lo 11er pr·ovvedere alla alimont:.tzione? Ci pensai su 1101 - . trovai altra scappatoia che quella di lasciare le cose llelaU•tavano. l c~mp~gni s'incaricavano di por·tare agli amU loro t·an cro. Brodo e rarrre il mattino, pasta lo
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sera. Mi sono accertalo che lutto si consumA\'A non n-taldl la febbre, e non mi fn dato di os!;ervAre m\ nauo:ee,né miti, ni~ s titichezzA, nù diarrea. PassA ia la malattia malcuna (15 cast) accusò sinlnmt di imbarazzo gasLt·wo che Cf.l!lo so rono collA somministl'tnione di UJìu pozione purf!ehu salina. Altr'a deduzione: nio11te r ornplicazioni dn l'llt'LC\ dell'appu· recchio diget·ente. Uu fallo che trovo appena accennato da ,•olMo che lrallarono di questa cpid<Hllla i> questo: la rnarufestaztOuQ otalgie dolorosisstme ~ di otilt. Il nnmer·o •· ab!Jaf'luuza r1!"" vanle. Guarrh da fJU!Illro o Ctllque giorni U\' 6\8110 ;;iu t'lP~ rogolaernenle il loro ser vttio. Giovaur, robusti, •li buono costituzione, senza pr·eceden li morbos•, ocrf'lto la febbre ~.Jr· ferta pochi JlÌOmi p1·irno, nccusrwano intons1 dolo t•i tlll'nre... cltiQ, estendenltsi a lullB l11 mela del cranio co•·•·i spond~ule Il condotto uditivo ~i pl'CSilulava lumefatto ...d at•rol<stllO In akuni casi tutLo cessava dopo un giorno o Juc: iu aJLr1 • lfllinifeslò olorrea e fu1·ouo inviati all'ospedale. l n lulli i Cll'1 io face>a un'abbont!anle it-rigHzione di soluzione al sublime~ tiepida aU' J p 1000, e 1 o--ern v.;rsavo uel n)lldullo udii~ poche goccie di g licer ina con una goccia di laudnuo· "~·!O ne ho avuw vantaggio, io varii casi niente.
DiagMsi. -
Ed ora che allu buona ho tirato giù le CO!-f l'o questa .tomantla: Che mflllllllo b que~la che si è pt•esenlatn alla nostra osservazirme ? i•: quesla l'•n· fluenza o grippe che dit•e si voglia? Per me 11011 oslanle 1111u abbiA tr ovato Lulli i sintomi che altre volle quesla me!lulll •Cf' li" JH'eseutò, quantunque non abb•a lroYalo che appena e~; nalt sintomi che trovo ri scontr ati da molli nellA presente ef~ Ù<lmio, e che fo1·se qualcheduno dei collegh1 p1·esooll ut più salienti, mi
notato, io CJ'81Io si lraLLi precisamente della ma lall•ll che ' 1837 invase lulla la L •guria e che lasciò il suo unme .~ 1 denotare epidemia. AlloJ·a i medici Jigurl disling uPvaoo ~ i1~(reoeru:e: (]ttellu di l~sln, quella di pelto o quelln aJdiJIP•
naie. Questa sarebbe precisamente l'infreoenza de testa.
SUW.A lì'I'HlE\11A n't'itii.UJ~"\'t:.\ 1 .ECG.
751
al d!>corso. all'esi lo ed alle porhe complicazioni. la spiegnzionr nel r'Onling<"nle di aJumAiali ciLe si pre~ alla mi11 c ut•a. Giovan• sc~lti, robusti, sani, real!it·ono 6fdlone e quc~La passò sopra di loro, s r uotendoli 1111
,co. ma 11011 abballendoli, o parli !'e uza lasciare traccia, e iloi ora possiamo dirle: buou viatz~io, e se de"i ritornare l'lloraa colle ::;lesse buone inlenzwni, che sarai la bene acòDita.
Due parole sulla cura ed ho finilo. Prima ancora che l'eptdemia faC'e~se la sua comparsa al ~t~~imenlo io-rni et!\ già lt·act·ialo il piano curativo che 'Imi seguito. Fra. 1 pochis!>irn t ruueùt che non mi tutnuo 4àilluso cir ca lo lot·o aziono benefica v'ha il l"!llidlalo di Nda. Ullai con vanta gg-io quec;Lo m edica mouto in A frica, per combaUet•e h• rebbrl climnliche . c he tnolli volevano ma· llriebe. Lo usai !'tU larga. RCal a noll'll~Oslo del 1887 a PiaGellza pet· cumballet·e una !'lpeciale malullia che mellova a ltUo eon febbre che duru vu dulie :!t. ulle 18 ot·e, i uteri reperti di truppa; lo usai s olo e cou g t·an rì dllcJa nella poca tDia pralka :n lulli i casa dt reumati::;mo a r LicolRt'e, òi febbri l'IU1Dalich~, ccc MI baB&vo su questi crilerii le ropeulici: t• Il @Siicilato di soda è anlilermico a f0rle dose; 2" t un sudortfero, 3" ~ aultreumatlco· 4• ! &nli!;ettico. ' mattino preparavo sei o soLL<' bolliclie di soluzione òi mecheamonlo all't p. 10ù. Sommint&lravo a tuUt gli due ~ol~ al giorno .• un bicchierino di soluzione ' - cepa~tlà li1 cu·ca cauto gram111i. Gl'wftuenzali st.avano COperta e sudavano. Cos:tcltè ogni a~t~ malalo cousu: : : nel flÌOrno rlue grammi di saltcila lo di !"Oda. M o ne ~ddisratto e ri pr escntanùo!';i l'ncca"ione, se ho !'ba....L!_J'iebaglirrò volenlic t•i un'altra ''olta. Non adoperai mai "''UJino' nt' nll " 1·IPII' · ·lll8 , qua.nlUII!JUI' quest'ul lt ma tos · se ne 1 ~lo • il ver o med icaawnLo di moda . Vedo ora da una e aulla denga sono dal pt·of. Canlani e pubblicata s ulla
.!c,
:a-li, ...,!
752
JllO'I'E EH Al'l'UN'fl
Riforma J11et.liC(I' che ri ~uardo alla reulm' ritorniamo alJ'aolìco 11Uando, Renza l'leccarsi o a slutlture laute l'orme di htH.:illi, osRervavano più all&nLamente che ora ~~~ anunoiRlì. si iust•jtnava che lu febbr.> altro non er11 chl' In ~r<.orz.o dellt natura pet' c~pl'llerè la materia pecean.~. Ot ben•· il Contanl terminò cosi la sua lezione: t.a fobbte é necesl'al'ia e pro1· videnziale: cii antichi awYano intuito questo fallo: tanto vero che Numa Pomptho inoalzèl a Roma un tempio ali• Dioa F ei,IJri;;, ,(ebbris salutar i;;. Se aLbns~uuno vtoleulemente la febbt·P pr.~vocbiamo un rlu11no, non un Y!lnla~gto alrorganismo. :'\oo i· lu febbr.. c~t mutacoio l'orgunil'mo, è l'infezione. Tanto ò cio vero cito ab· biamo malallie con febbt·e poco nlta, cht> u~cidono, e l altre con ft•bbre alta che n011 fanno nulla: c J!li anlipirotict non giovano pct· sé, wa sol o <tualm·a sieno IHllisetlid.
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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED E
RIVISTA MEDICA L a g otta. e la s ua patogenesi. - :M . .\lcthcult:. Belyes, ollvbre 1889). Corwl usioni:
t• L A pre8e11zu dPII'acido uriro nel Sfln,Zue c• nell'or •· lbiologil'O. :!• L' «'C<·osso dell'acido UJ·ico n .. ) sangue "' inoll't•nn rtuand o l'elìrwnazinne non è impPdl ll.l. Quunrln In fJ IIRnlilù cl 'or ina decre~ce Mnt••mnn ra t~ea rnPnlf n l h~ fii'OporziOII B d'aeitlo ur•co elimim1ta nr·lle 21· or'l', 111 Il•·' l.etnr' I'O 111 0IL•1 la cnmpa1•su d i un arce:::sn di 1-!'nt la. 'J'oslclt'lu•l• [H'opo r·zionn d'uc•do uricu flu menLn , l'Ul'Cll!-;'-t• !li I'HIIIm St questa J•l'r•pOI·zione 11llrepassa la media ""l'lllale, l'ace~ v11l~o ul !>I lo l er'IHinC\. !l• Allt'rAndo il r•enr· e dimi nuendo In runzionr> elirnirwln di qucH'or·unnn il JHOmbo <:a~io na la ~«Jllfl. J.• È pos-.Jbrle rlw il f,.rro ag-tsca nello sl•·!'~O uuld<l l 81DIIIE'"'"0 :..oueraJmente che i ;::ali di rr>l'l'"· l"Oiubili CI•IIII<Oi • ùilr, pr·oducanu lutti, ùop.. 1111 t .. mpo bre\'e, un ··ITetro tl•l)l. f01 lflll rtdO t. Il ostacolo alla ;::ecr,..zio •e del ~Ile<: O gw·lrÌI'Ù. ~ dulor·mwauo pnrimente la ::;Liti('hezza opp •rre11 J~.-j nrla •l'Cf" zione cJ. i ~uc• hi enlerwi particolar nll•ute i -.(IJfali e.l i clnrufl t•ho "Ono 1 piuu ..trm~enLi). Si può ~nrf•Orr·e. p~r· unt~IOf' 18• t!S~i re11.lauo "'lllico il r ene. Srccorne il rerro dl"l~r·min~:~ la plelora. co· i si com),.. cou1e e,.HO determini •·gualmenle la gntla, eire é lA rulli• cloA'h IIHII\•rùui f0r·Li, ,. cile 11011 compare nelle tiOrH16 ~o n dopo l'epoca della men•• pausa. r,• l.n piPLor·a cJim inui!'CC il vnlnrne del r PilO e ~opprrnrr in por to, Il'! funzinne cl itninatr icP. di q uest'organo. Dopo clt Todcl ha r·ic hiumalo l'a l.lcnzione su qucsln punl('l, si è con!
IIIVIST.\ MEUJ C:.\
•
1n &ulle 1.. aulnpsie ùi goltosi, che il I'Pno et·n ritiollo a leni e talvolla aliA rnelà uel ~uo volume. Alcun1 credono questa dimmuzione sia un eflello cl ello ~olln; es!':a é al
~o una causa.
t'La cura d ~>lla !:'Olla consisto nel ri:::.tal,ilire t.:Ou tuiLi i
.m po~•bili la funzione renale.
r.&lllooadtte ••gmentaria essenziale oronioa. - ProfesIOre Rt:NAUT, di Lione. - (GazPtte des 1/tipitrwJ', N. 22, 1110).
Ooeeta nuova r·ardiopalia è ~inlomulicCim!'nle ruraLteriz7AJta 1lQ complesso
IIIUo rlel mnlalo.
morboso tipico facilmenlo r·icoHor-crbilo al
Analom icamcllte, la rnior.at·di te se~mentarin essem~iale è 4!1l'allerizzata dalla dis~ociazione seg·menlaria del le!"!ìlllO IIUaeolare rlol cuore.
Questa ll'!!iono con,.,isle cssenziulmonle rwl rammo ll irnP nlo
Ilei Cl!menlo chi! uu isce P-slr<'mila con oslr•enlilb le cel lu le
JDUtroolari <'&rdincl:t~ e le cong-iunp-e frA IOI'I') sotto fCH'Ina di tbt. arborizzate•. È chiaro cho S<' qur•slo cemento vie11<> A IOOIDparire, ie ObJ•è dt>l miocardio non fornirauno più una '*drazioneomoJ:!enea continua, né ~uffìcit'lllenu'nle ulliva ,. •r1816nia car.t1aca susseguira faLal111ente.
Ci6 •""'""~' nello miocardite sel!menlat'ia es•em:iulc, ~.:ome lllllellliocar,J,ti '-•·gmentarie "'Ìnlomatil'ire delle afT•·zioui Ysl= : 1 cu,:re. perrcardill cr·onirl.e. clell'ir•·rlrofia "'IO·
d~IJ,.
dell a~Lt-r•o-s:clerosi e del male di llrighl nella <>ua lnter'St•zrnle; ma nella cardiopatia 111 di~eur<>o la mio-::"' _,Bm_enta1·ia esiste sola. Il ram moli inu•nl<) del cemeu to ...:::: lesmue chP. st r·iscontr·a all'aulopsta. Il miocardio 6 llpple, ~ Chlorazione l· ora color foglia mot·l.tt, o giallodr uua tinta gpi.,io- lor•tora lr"'"Orrne>nlc I'Osea. Il "-
......__? ~~o·
,.,
"''"'
~ Srstracrta Sl'lto il dito come l'flrtono bagnato, osnt116 corne l'ulero di
una donna elle abhia t'l'cenlernen lo L'esarne tstologi co, co l m etodo doi togli, !'ivl-'la al-
·"'"'rovr
•l
to numorosi focolAi di di;;sociazio ne s•\A'l11~1r-
a laotati' 81•.." . , n1· 11· Lra 1or o p~1· s ll'JSe1 · · .•. · e ut cotnuiiH!a-
RIV ISTA
7ionP, ~ia in(ino una d i ~:::ocia7ionc segmenl:wia quasi dil'futl in lulta l'ostcÒsione dci la !!h . Solto C"(IIP!<to punto tli vi~ta, 1\ d'una impnrlan:w capita1PI'n1• cl icaro che, anche ner casi in cui la di<'sociazinuc segmenlaN è discr eta nelle pareti cardiache, essa t'• cosU.ntemeutt molto IArg:amt>nle spar::a od anche assolutamente ùiffu>a oa muscoli p;.pillari motori valvolal'i tiella milrale. Lo ~lroiDI councltivo e vascolar r del cuor e è snno. La del"rrizionfl sintomatica si rirerisce E'sclu;;ivamenlt' 1 questa anRlomo-patologica. , Il comple<1so nror•boso della miocar·dile segmenlaria sr ~ ser·va specialmente nei vecchi. Il seguo l'in•lulore abilr15lè e costante della ma!altiu c l'aritmia rlel polso e del Cl'' e, ciò chr è li pico, si è che ques ta aritmia si p1·oducu ~•11U Ìn·P.rl'dPnlP iper'troliu; dR par·te dèi polso Pssa si Pffflt sr~ nza morlifìc>H·e i CRrRtlel'i del traccia Lo 11•1rmnle, c<• me forrlll g:élw t· Aie deliA pul :-:azione. Così, per esempio, in un vecchi o, la t:. U<J puls<\ZiOtHl srlel'iosa rn·ef'en Lll co rne caraL~ere : U11'ascensione driiLo, sovenll co11 uaciuel li, mol lo nl tH - lt·uccialo orizzonlale - Jio !i'Ct!~a ineguale per ti dicro tismo, e ricongiunairnenlll (!lllll li 11P8 d"o"censionp, ~eguen lo un anp:olo acuto. Or·a que•li ctr·;:~ tlc>ri gcneruli l' i conservano iden liri nella miocardile ~ mentaria. Gillmmai, qualurHIUP sia il gt'<Hin dell'al'itrnre. polso pronde la configurazi one dd polso asi~tolico ddle IJII" laWe valvolari: giunnnni esso diver. La piccolo, ineJ!usle: 1 lermillento cd ir-re!.!olarr. La sua aran.!e ampiezza rers ma, a parte ciò, le. modifir~zioni s~no consi.Jet•evoli e car* leristiclre. Si possono clislinguet'c due forme di polso cardieo. 1l .falso polso regolare. nel quale, con un tipo, si lt•ova che le di ver·se pulsazioni ar·teriCise rJI tive non sono né eqni polenziali 1 n!'· ec1uitlistunti; ram~~ pot(•ndo Vflt•iar•e !>ul Lr•acciato da un minrmwo di 8 Ullllll·sllt od un maxùnnm di t~ millimelri, mentre che l'inte~~ del le ascensioni a1·ter-iose vnrier a dn ;-3 D 19 millune · polso 11 0 11 ha t[uindi che un'appar·enza di r egolat'ilà,
MEDICA
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all'e!lplorazione dig itale. si t•ileva s t ud iando con
n traccJalo. Ja forma comune del polso arilmico r·ispoude a ciò cl1e multifor me. Sotto il dito, Pll!l' che non èsisla ch e 'qualcbe inle r•mitlenza; ma e~ami
'tt:tllbliiDl& il pol~o aritmico vero
JiUdo tracciati consecutivi p•·esi du•·ante un quarto d'or·a, et~ostatano numerose variazioni che non si osservano in •un'altra cardiopatia. l ndividul'llm<'nlc, le pul«azioni banno ~rvato il loro carallPre uormale; pl'el"P nel lor o insiPmE'. et ftdono nell'i:..;lanl... cambiare d'allezuuli distanza fra loro, dl:ri&mo. Le ''arit~z• oni di un La! polso sfuggono a quah!Ogae descrizione, e nulla colpisce quanto il vederle moditi.al cosi di tracciato iu tracciato, tli miuutu in minuto. Di IIOdo che un osser vato1·e il quale t·saminassc soltanto ad UltO ..t uno questi tracCiati polr~>bbe c r·ed"t'e che ciaz:cuno di • !118 PI'Odo!to tl a rn elatlie dill'e r e nti. Il aeeondo se~no ~ /.'aboli::none (l~ll'ttl'liJ precordtale locelinato. Ques l.' lll'lo t' il'ictle ~empre 11el s uo s i lo <:~bi tul.lle) a è diffuso o man (;o (!el tu~to; in ogui caso l'iesce impos16Ue il IOCIIIiZZU!"IO esaLLamcnLe. 0 lerzo Sel!nO fìs ic·o consiste Ìll ciò c;be l'autore chia ma Gttuaita r ettanyfJlare. QnesL'otlus ila è limitata da quattro Hoee rell•J paJ·allclo tlue a du,~. Nel senso ver·lit·ale, il mar8ia6 esterno snle dal quinto spa~io verLicalmenLe nel terzo llalpre in denli'O della lilll•a mummellare; il wargine intet'no 1adalla sestu o sellima a•·t•colaziou•' coudn..-sk•·nale al Lerzu ipQio, senza che, per cosi dit'•' giamlllai l"ollusila ollrePIIIal il margtne si nistro dello s~erno ·che e:::sa coste0ugia di
ft!Rola. ' Due line•• lr~<sveri'oli, in allo nel terzo ~pazio, in basso
1111
quinto, term•ne••o la figura lipìcu della ottusita. L ' 1per-
~ del cuora sini~ko e la dilatazione tlel cuore uestro
:::.renomeni es tranei 1:1 questa card iopalia. La lor·o co;.a;,..:._ assenza ò uno dei cor•att,ri pi!'t impor tanti dì questA ~ne.
~'eat~~t&zione r·i veln semp re l'indebolimento d~i loni noe1 flill1oe •rregol~ritit più o meno a.cee11luata del ritmo. In un
numero d1 casi quesLi sogni esisto no SlJii, ma,_ los lo o
RIVISTA
Ltll'di. ~i vede r.ompat·it·e un altro segno, nra l'pisodico. 011 pormanonll', c!H' I'Aulo!'e considPr a come uno clei pii1 ca~al lcri"ltci, vale a dire il soffio !;Ì:.lolico medto c·ardiaco. Qut>~lo t'• 1111 Roffio ùolce, sovenli m olto le~::ero. ri'-tedente ati u~uah~ dbtanza dal luogo deli'Ùrto cJeda punta d"l cuv~ e dn quello del battito d.. Ile sigmoidee aorti~:he Il suo tna.t. sirnn ;. ttuincll nella m,.tà del cuore . Esso 11101lr"' non '"l lr· radw orizzoulnlmeule ,·erso l'appendice xifolclt•. né v· rn ...rE'IIn Non ~i estendo più infuori del luo;ro dell'urlo pr!cor cllnlt• A do... tt·u ed a !;Ìnislra sollaoto del suo punto mo,.~uno es~:-o s1 pi'Opagu decrescendo ad una pircola rli~tanza. 1];-;:-;o ,. •111indi ad un tempo un soffio sh•tolico, ruiocar.lia. o lirnitulo, il cui ullirno carattet·e è quello ,Jj 11011 esser.• ne· compagno Lo da alcun rumore ai'rnon ico sopt·aggiuu lo al ~om fo1tdnmenta lo. Ed o Amr.i per ciò cbè' si può disliuguer•ln ~· <·ur·flnll' rl to dfli soffì dovuti al l'endocat\II Le rl eli" manle •li•lla vo l volu mitr nle. l l so ('(In mBdwca1·d iaco rlevesi ,a par·epe deii'Autor·o, aLli'ihull"' alla di:;l4ociazioue dei muscoli papi llar i ddld valvolu AUI'I· colo Vt'II tl'icolMi. l 11 qneste condizioni inl'11lli le val volo h· !"CiAno pns~a 1·e una piccola quantità di ~angue e~~ spìegan anche i cat•alleri del soffio ch e é dolce e poco rntenso. Un ultimo caratter e ùel sot'fio medioeardiaco ,, la f'U8 m· slabilih). l u un medesi mo malato può manca l'e tlurante lull' gl1i~~in1i pPr·iouì di arilmia, poi st slabilisct' e persiste.•Ul'f ,·oll~>, se ~~ tralla pPr esempio di miocardiaci t·nfìc;emnt~ l'ar·rltuia "si<>te sola rlura ule l'estate, menh't> cile sara 8 • comp11:.mata dal c;oClio durante l'inYerno, allorquando In hr rhile uvt•ù e"agcrato il <>opracca1'ico della circnlazroue pOI· monare. Tal mila truesl o soffio é intermiltc-r.te nelle ' 11 ' 81'" parit.ioni, uta Il più SOYcnli ;.. pE'rmaneotP eon aitt>rnall'e rtnforwmenlo o di diminuzione . .\ 'JU~":J lo qufldt·o ùi segni fisici si ag!tiungouo taJvoll~ [HH·ticolat·ita l'leguenti. 1 •or··ll" ContJ·or·ianwnle o ciò che si osser·va nelle rna lIl LL'e · t . l l l . l . d d. . ·octu·thor' lite te • e cuor e, gruuLe a perro o 1 asteutH m1 bt· di I;t'illll ia del polso, la ~umefa zione del fegaLt' t• la 801181
MEDICA
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il quest'oJ'j:!ano alla palpazionP a de<.;tra de.Jl'incavalura
illlll.-l'iea manr·auo asl"olutamenle c sempr~. esiswno nè venos1tà al viso, né segni di dilaLaz1one dl'l'IJ'o. l g r andi set•batoi ''e nosi non suno mai io· , C1ò uunduneno in 81 p. 100 dPi malati si os:-er\a, l'àiJJeoli ed alla r t>gione prelibiule, un edema mirumn. che IWIIore ehrama edema lalen.ze; mu g ammui 1 rn»lati pr·e.tano il •)na.Jrc. classrco dell'asi-;Lnlia \'OI~u re. Mai si os. , . d1mmuz10ne nella quAntità delle nt·rne. 81 esiti \'t>rarnenle prop1·ii alla m1ccardlle se!.!menlal'18 -.uiale sono.
t• La morte per sincope br u«ca: fu os:sen·ala nella salparte dci ca«i; 2' L'e11ito, d'altronde più fr cquPnlc, in nsislolia. L'autore non ha mai r• sconLralo 111 ro llu•·a del cuoru.
Gli individui aff,~tli (la rnioco rdilP segmen tal'ia essPnzialo
eaoo Vulne1·ablll noi più allo g r·adn: si può dir·.., che 11 11 nulla uacfde. L'autoJ•e hu osseJ•valo che m1,1Li maiali, nel quali
IJ Olrdlopalia era pel" cosi d11·e loter dG, si lPovarono in isl tt lo piena 11sistolia i11 conseg-uenza di un ~omplico r·euma o tao. caduta o d'un lrnumati~=;mo qualsia!-li.
lA fregii•là dei vecchi, la g1·awzz11, la Lenacità in essi della letrgera bronclute, l'inOuenza deplor·evole c ben cono-
leilla dei piu le~gPri lr aumatismi su di lor o, non hanno in
l'lllt6. altra •·ugione d'~::;sere che per l'c•si«lenza di una mtv·
lllldlte 8egJnrntaria essenziale più o meno accentuata, so'lllti latente tino a quel momento.
~IZJoue P&logenica pr imor diale dellt1 mioca1·dile sPt.t-
é la ~ernhlà Si può qu<Isi di1·e d1e il cuor~ del é ratalmente ~>ffeUo dalla di1'"'0Ciazione l-egml'nlaria . .faioearuo . Tullavta, per il ln OIIIOiliO. rauloJ·~ non é in
'-'lio
.....:-ta
dà Preci,.ar·e lt! condizioni eziologiche che pruùurnalattir. uei vecchi, e sur t-bbe d.sposto a con-
torna t:O«lituente, p et· i cuo1·i d t• gli individui allt·m·
tt.'.:.o~
pertrcolaro ucl l'involuzione se nili'.
PIJJ4l)gr.a t\ un po' più chiar·a negli individui di media
r l~ h~ !'lernpre l'ilevato, negli anlecl-'denli di siroi li •c:ooltsmo, l·· l'ebb!'i gt•avJ ed in [>rirl.icolaJ·e la febbPe
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RIVISTA
tifoidea. RelnlivamenlP a que:>t'nllima malnltio, l'autore'* st~~·... Lbe alieno dal c:.-ellere eh~> l'irr<'uoluriiA tlul polso.'!«* Lalvolla fluo all'arLLmia tl'mroraneH, fos<:e un "Pr.tno 1ì~e:. tore della lii"'!OCJazione segrnentariu heve del roJ() aN., tanto più che c~!;a r imane fino ad ora un :;t·I·PIO in·~plet bde della couval..scema confeJ·mala rlella febLre tifoldta dt:d le l'tobbr i cou~in11li. Gl i iruhviolui aJl'elli t.!a mi ocaJ·dile Sl'l!IDI•nluJ·ra ~'Ono •u•~ libili nll'a~10ne Ut'IIR di~1tale e dei tonJCl ~ener11h. Qu.· esiste J'arLlmra, l'nn lo re sommini~tra lA maceJ•oziooe a · de!'rf>c;cente, puscw l a digitaliua cd infine il vino tll Cbam-
pague. Que~ll malut1 e.c::sendo molto vulueJ'AbJI!. devono t~• protetti dngli agen Li patogeni e suprallutto dAlla bronch lP la I"JU!:dP, in 8Hl<i, ,-. mol to g1·ave. .} l;orchf' 1Jil6"la broudu e>:tb;te, deve• U!'lf:er e cumta coi tonici dr• l cuore e co1ru; Ilo
tori dello u iruo l oz i onc~ arteri <•Sl:t. O~ni vc•cclrin illrl'ecida to, il di cui r all'r·cddore 11011 scompaia, devo es'ìe1·o cw·a to colla digitale, percile •rue~lo rAuiDI t'· manleuuLo dalla miocardile sc>gmcut~:~rru clw fuvnrisce ~ ~tos1 illtl·a-polmonn r i. Alla digitale si u;:ra;iunl.(e l'ergl•ll come tonJco dei vasi nella bronchi!.(' dPi '•ecd1i Dacchè l'autore ha messo in pl'atica quec;ta ter~tpis ha piil visto morire, 111 seguito ad una b1·nru:hìle o ad JìeYe reumo, individui avsuzàli in eta ne1 tJlltlli J'eulop~ra rilevava altro che uu grado più o 111enu p1·ouuncieltl J; sociezio11e del miocardio, appena palcsalo .Jur11ol~ la •tidal !'also polso rt•gulnre o da un soffio m rdio cardiaco volla appena u pp1·ezzabile. UOI- ,
Febbre tifoidea, febbre maladca e febbre olJDll. SEzARY. (A rchioes de Médeeine el tie t'/wrttiOt•·
tau·es, marzo l b!lll). Si osservano ad Algeri e nei s uoi dintorni tre febl>M sLm te eziologicamenlc, ma cJ1e, per la t'H"sornigfiauz•
loro !'iilllomi, possono essere con fuse Ll'a l,,,.o. ciii* 1• La ,(ebbre t~(oulea infieris cc so pl·ut.tu ~lo orllll
AlEDICA
761
meno soventi nella campagna: quantunque sia quasi sporadica con rea urlesrenze auluuno-inveroali, pure pren.le un andamento ~ptdPmico. J-Lafebbremalaricainilet•isce molto meno in Algeri che •uoi dintorni, In certi cenLt·i J'Ut'ali, sempre i meùesimi, ue1 aantierl di lavori pubblici, nei centri di nuova [orma110118, nelle prossimità del le bat•rier·e destinale a tt·nltenere ~acque cl'lt·rlgazione; gli accessi di prima invasione si oslll"'IOC' olai primi calori all e p l'ime piog:..:e, vale a di t•e dallu he della pt•im~tvera alla Tl)età dell'autunno; qu•~sto é il mollen&o dell'epidemia malat•ica. In inverno ori in ogni altra ttagjont!, n~troccasione di un raffreddamento, si o!"Servano 10pratMto (Pbbri recidive. Nel più fl)l'teùel periodò epidemico, •ruesta febbre t~be, not·· lllllmente Il forma inlermiLiente, può di\•enlare conlintta GOmA una febbre tifoidea, presentando una curva termica meno regolare. ma coll'abballimenLo, collo s tupore, colla dtarrea, col timpani:smo, ecc. Questa f'e bbt·e si JJL'esenla sot.to
.a
e
due rorlile; l'una, n.eltam~L'Ite ed uuict~menLe malarica, cLe R\181'1SCe r·apidamenle col chinino; l'altra non è che migliorata
dal medicamento. Que-.ta è la vera remiltent'" lif<~ide degli a utori, una di quelle febbri pt·operziouate di Torti che il medico di Mo.lena COnai teravt~ come una cosa ibrida c~mposta di un elemento iulermittenle, eclogeoo, e di un elemonlo continuo, cndogeuo, rilllllanLe dall'alteraziuue della crasi sang uigna per il fermento della rebbre intermiltenLe. Secondo Sézary si può ummotLet•o e lle In malaria s i è complicata con un auto-setLicemia intestinale, la quale ri ch iede la
:cura a parte. Perché, non sol ta nto il c hinino da sè solo (~ ra lmp•ltente a guarire com plclamen Le la malattia, ma Ilio PU6 aggravarla, se non si ummmisLrano i vomilivi ed i Pll'pnti, se non si sorveglia e non si regola l'alimentazione OOIIllt nella ft>bbre tifoidea.
~ 8l'anrl~ <lìfAtwltà. della distiozi•HtP di queste J ue fo rme
._de dall tdent~là _quasi completa dei sintomi: febb~e con'-lv~ con rerntsswnJ rruoLidia11e, goneralmenLe maltutroe, ma te.orllmattutine, ora vesperlinc; torpore costante, L1m-
!\!VISTA
panismo, diart·en o stitichezza; \-enLr•e sensihtfe alla pnlpar.ione; roiL~o orn ipcrll'o/ìra e dolorosa, or11 rrorrnale; mocelue ro-.eP rnolto rlll·e. lrr lutti i casi. se il clunino uon guar1, :e qnas1 immeùialume te il malalù. una dietu ,eH•ra, fJual h~ pllr!!tllllt• fl bUI!Ili rr·cd. h uei ~si a decor.-u lento. apportano b&ll Lo--to la j%Uilt'tllione. A rrue-.te fortn•• gli aul1ri in~le:>i hanuo tlato il nome di tifi malarieo. l'i"•·onlron ion u"a combinazinoc cJ..,IIa mutar a e dr•lla r.•tJht•o l rfoidea . S PZ<t ry non vi l'ÌCOOCli'('e elle Ull ibt•;di·m dt malartA a di "etticemia gastro-intestinale. ;J• F11 d'uopo m lì ne ammettt-r c un'ultima spec e, uno feblir COitltllllll cou lurbarnenti gaslro-ì!lle!:;lioAl r, dellA allr·imenll u 11a ji·/Jure y<V>I ro- inl11stwale, s lagio 11ale, che r•onmtcra ,.,. JWÌtni ral or·i P fiui'<re cogli n !Limi, climRlicn in unu pat·ola.che rÌt'OilO "C'e Jl l' l' f'>J tt ::-<U l'aziont> p l'imiliv~ Srtll'inltl!\llJJOG :ifii'OJl
dn1'ifl s u l l'o rga11i~ mo di micr obi difl'e1·en li dal hnerllo di !Ebet•llt " del, tllllo tl iiUiflg'a r-111 ~1 sinoca di PR!'ip-i, alla feh lwe p;nslrica oh
MOrtiiOI'OL, sola mento fl ggravala o prolungata dalla l.empel'll· tu r·a pilt ••levata del di ma a l gt~r i no, u sia che il ea lorr, iudcbolondt• l'nr·gun i!'l lll O, lo predisponga a subit'c l'aziono dc~li ng-•'rtli r11l'otlivi 1-!'U"lru-ittteslimdi, siH che e!':so 81111H~nli la 11'1· c•ivilu, sin inlìr11• cht' fJII Pl"l e due cause agi"c'Hitn !->Ì multsuM· 111011 '''·
Salle oaoae del rumori anemici del ouor.e. - E ' EHF!l. \\' \Lil. - ( /JI>111sch. M ed. Wochens., e Ceut1 alb. .fttt t .\.Jt:t!. " ' t!lSI'f i!IC!t., N. 10. l l-'HO).
Dopo ave re pasl>alo tu ri\·ista le nume rose pote.~i "utla ori gine dei rumori anemici del cuore, il dott. Sehrwtold ~-tiunge alla conclusione chè ne-;suna di esse 1.! completA· llt••n le t•-.cnle da obiezione e c he ,1uasi ues~uno delle 1jste spièa-azront pttn c;ol"le nersi col s olo fatto dell'anetuta, mA tt
concot·r·rmo pure deiJ,. alterazioni anatomiche del cuore ' dE'i gt·o-;si vusi. L'au tore e!>pone una nuoYa ipote;;l che •c t'onrln I'ScluF<ivnmPIIlC s ul fallo del l 'anemia e piH'Bgona 11'11" mnt·i HlltllllÌci del cuor e a quel l o che si product~ nella v~od del c:ullo nulle vet·soue anemiche, cioè col cosl dello I'U 1110 r~
li &DICA
Questo avviene per ch é il !'IRngue nPI pa!"!'ar e dalla re interna, t·istrelta per lo incornplelo rtempiDel bulbo tenuLc1 per·ma nenlemenle R.pt>rlo clallc Cascif' ... eolio, rorma uua specie dJ vortice. Secondo l'opiniont> dt>lat~Qre l rumori anemici t.!~l cuore :;r rwoducorw q uunùo dH Ile poeea vene che imboccano nel ~uot't.>, le rruali c,ono incc•m)leCamente riempite e quindi rblrelle, la pi l'C•"~Ia ttuautilù di .-p si s at·ica nE>IIa orecchit>lta tenuta lar_g-ameute 111 erta. rumnrr sono i oler miLleoli percltè IR r recchreHa lt·Mta aperta w•lla diastole. La riapPr·tu ra cloll'oru..:chielta ri_.. nlast·iata al t er mine della sua contrazione "'' opor·a, eonlantlu l'aftlusso del sangue tlelle \'Cno. (lE't' la prec:negaliva del to race, per l"abba::c;amenlo dd "8Lto all'iO• teQlticoiRrc nella sistole del venLt•ir:olo. Poi cht\ lo forzo "opr·n rioordate agi'<cQno unicamente al principio della dio<>lol•' W. oreeehielle e de'l a sistole venlt•icolare, per·ciò i rumori 110110 ptù Corti o, di r~>gol a, solo rsislono al print:ipio dellu tlllole. l rumori N,si prodotti form ansi rre\•aloulPtu<.> nte nel 'llllrtcolo !liuislr o, per chò i n r1ueslo le condizioni p~;:r la laraaazione del rumor~> !'Ono mollo più ravorovoli che n do111'1. per la mau-:!ior lunghezza delle vene, 1w l IMo calll>ro IGOIIo minm·e e pel maggior-e abbassamen to fie l setLo A lr io-
o-r
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"'**rioolartJ.
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r... Wlwe 41 moaoa nello stomaoo e nella boooa. Sr.NATOR.- (A ilgem.
Wiener medi~. 7.ei(/ln.(l, N. 8,
..::.llpente caso appartiene sUa cale~oria Ielle aiTezioui cosi
~opqrn.~s,larie, vale a diredt quèll~ nffeziom eh~> sono
IIDii de
dalla presenza di orgurtismt che di rogola vivono corpo umauo e solo quando acci IPntalmeule guru~trte-:!:: 0 •lenlro esso e qni\'1 trovano cotttlit.ioni adALLe ....lf ~lll,;tenza, vi prendono diu1ora. F t•n gli Mgan ismi 1 -._ eu, allurliamo mel'ilano par·Licolar c cou!"ider aziono ~te dt dip teri, segoalamente le mosche, cioè l a 'lflater.a e la Mu sca e le lor o lul'vc od uovn. I n geuct·e trovate nei luog hi, facr lmente accessi bil i, quindi 1
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nelle rscoriazioni superficiali, nelle ferile, ull'ere e n•d sbocchi delle mucosl', particolarmente flllllndo Mno l a di ::coli fetidi. Piu raramente questi verm1 ''lvc•nti !<ono ~lal. h·o,·atc nello purt1 prol'on.le, nelle qu·di !!1U11gono •liflic1lme l! e ll'0\'8nO IU I'Ilo OSSig•'llO ùi quello di r111 hAIIIIO biSO;!IIO l caso comunicato clal Senator riguarda In ~t:W':enzll di tali lar ve nello ~lOIIIOCO. Il 23 ~elletnlwe ultimo si pr esen to al pr o r. Scnattll', 11er 8!· Sel'e \'isilato, unlilo~rafo di 28 anru, il '(IIAie tlullo ehi. di ltiar 1 sofl'r i\'ll eli svenmwnli. ma del resto era stato st•mpl'8 del trtllo sano. Cr'c'dcn.fo che que<'la leodenza a ~li ""e111mentc ool~ J'or l"e dipendei''' da una lenia. in febbraio 18X8. dopo arm avuto nno dc •tucs~l deli'Juii, e~Ji prese un rirnr.lio con• quel verme. Dopo ci t't ebbe forti d,)lor·i di ', utre e v rol~o vqmito, col rtuale, s~condo la sua as;;;orzion•'. cAcciò r" una enorm e quanti LA (molLe cenLinaia) di Vf'l'l lli che ~~ muo ve vano vivace mente sulla te1·ra. Nelle t•vactwzioni alvrn• che' ehbo dopo, t•gli cr ede di oon avo1·fl t>!',>iUI' VA to ver•rnc Del t•eslo gli ot:coBsi di del iq uio seguilnroiJO a succeùm comi.-! prima , ei rcn og-ni 14 giorni. Un anno o nmzzo prù lal'di, ~C'r !>P ltitnnno prim o di presenLar::<i al Senalpr. •1nind nell'agn<>ln ISR!J, emi"'e "' nuovi), ma c;;em:n vcHnllo, ...lamente con l o sput•go, t 3 vermi pal'imenll \'i\'~nti. Bgh r.· corse Al ;;uo medico, il quale gli la vò lo «toHrnco, ma oon ven n~ fu ori Rlcun \Or me. S1 stimò cl1e fo ......P uua ihu•JO e.. .\!l ora egli [li'Cso rlelln sautooina per cacciur·e i veruli che supponO\'fl Il\' t'r e no~ li inte!'lioi. ma a nelle co·'l dc ,erm: nPssuna ir'lH'cin . Il 22 S("ltembr·e egli !'<fllll'!!t' tli nu,wll d vet•mi, coi quali il giorno seguentP si reco dnl 'pnator . Erano in lullo pochi più di uua doa1na, si muuwvano ,.urora 11'1 mente ed avevAno l'appar·.. nza delle lan·e .telln m o!'Ctl~"0 rnu· D'niiOI'8 Ìll por questo fallo non si più rij't"tulo, L'esame del sut> cor po. nou mostt'c'l nlcuua alle1·eu tranne un me liocr e catarro raringeo c uml ,. runde •11: sione dAlle VI'Jl~ alln par•te po!"ter iore dell·· fauci. Poco r 1 dPlla espulflinne delle larve a..-eva mnn;.rialo delle srt1'~ \ 1 . . . l ln"te 111 mA non <il accOt'i'\t> l'Ile losser o u1 alcun !HOc n !-{lo.· • 111 . ·a ~~~~u s uu c t·odo1·o, ncl lu !'ua ordim1 ria alimentr~z r n11o " ' 61
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....,.., '"'" avesse potuto fars i por tatrice d Pile lar\' e o de lle loro- uova. Per esaminare e deter minar!' lA specie, le larve f'apo mandllle all'istituto zoolo,!!ico tlell'uuivel'sità di Bel'llao, e furono t•icouosciute a ppa r tenere alltJ roor:;ca comune 1/JUIC(!. rJomestiea L.). Non fueono potuti fare tentativi di allevamento perchè intanto le larve erano morte. 11 Senator no11 r.t'ede che in cruestA osscr\'azion e possa e~~Mrci !::lfllO nè inga1;tno nè error e, po1cilè ad ingannare 110J1 vi era motivoJ e l'error e no n 1•r a possibile essendo un ~ CO"I 11emplice che non era necessaria alcuna pr ecauIJOne per rlconoscerlo esatLaLrtente. La piu recente, ma non del Lullo cornpleta, r accolta di oslei'Vatinni RullA es istenza di dipteri pseudo- parassiti nelraomo. l'ha dttt.ft non ha guarì il Surnma, il r1uale h a Jato l questo renomeno il nome di Myio»i.q, agg-iu ngendovi una sue propria o:::servazione, in cui ruro11 0 vomilale larve dol11l 4Atllomiua, come quelle dell'Eisncr , del Gerlt ~ dl eJ il nolo wo :il MaMchecle. Il Senalot' a ggiur ,;.ru elle secondo una =omunicazione del Valleix, il Lnhoulbt'•llc o il R obin ha nno pabbhcatn una Ol.':St'rvaziotle fa lla da J . Oubois t'i guardante liDI donna, la IJuale e \·acuò per vomito o per secesso lar ve di una specie di Anthonta!tft. Il Valleix riferisce anche ctbe nelle gengive e nell'interno delle ~uance di un giovine della Gtammaica furono lrova le larve . di mosca. Il Summa ba pure omesso il caso osse1'vaLo òHI Luhlinski nella polidinlca dell'utliversil.à di Berlino eli uo uomo j{ qu131e mostr ò : ve~mi, _dei quali dice~a. a vere poco P_•·irno vomitato (Jit~lllltuliluo, e che 11ell' IStituto ZOO LOIIII CO (lt•Ji a Ul11V6r'Sltà fllrono qnaliflcati come lerve della mosca Jo meslic.a. Secondo il Summa le larve che possono incontt'BJ'SÌ nello sto::~ nt~l tubo intestinale appal'l.<'ngono alla specie An-
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lira, particolar mente A. ean.icul.aris é cunicularis, non Dali alla SJIPciale M'loSCa•. ~na parhCQJarità del caso nar l'8lo dal Seoator è che le • 'Pe non foro no solo vomitate. ma anche trovate nella bocca .._ Ulate. Egli crede jndubitato che origina riamente alme no ~l'le di esse, quelle che fut'Onù pr•irna vomitate, s i Leoro nello stomaco e elle le larvo o le loro uova fo sse!'o
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ponOLI'aLP nello »loruaco r·on ttualciJe alimento 111 ' JUOIII 1 più taNli potrebbe Cl't'lferJ>i O l'h& J10G lutte le larve n uova fossero state r igelta!P col ,·omrto 1111 np fo"~t' •·itnllsta uua parte vuoi nello sloma ~o. rla cui J1e' l'osofn~oro fo-~ pas.,;ala nella bocca, vuoi rwlla fat•ingeo uelle coana. Qu1 po••·ebbero im-ece essere runa-<le le uova ..,. luppatesr quindi in lar,·e Oppure potrebbe pell'-81':ll a u r•ipetula inkoduzione dr larve. fJII I' lJp ffif'!IS8 ruOJ'Ì
HI VISTA CHIR UHGJCA Sovra. u n caso di e stesa scottatura d ella. gamba curala con l 'Inne sto della p elle d1 cane. - A ~.t·: x,, NnEn Mtw - (Th e Lancet, marzo '1890) . U11o Rcnlaro di 10 rmn i, nel 22 aprile J81\!l, mrnlre soh••r· zavn in vici:1onza di un cal.!a io holleule sdrucciolò, e Clldl~ imm"l'gcndn la gHmba smisrra fino al ginor·t·lllo noi caldlltn Cor•se o casa, fu tlf'nudaLO c si r nv.. nne una !<COUI!tura elle dalla m eU! dPila rom la nccupa va Lulta la gurnba . ri~pRr·
tnlflrl•lo il JJICde che t'l'a :<lato pr otPtLn dallo '-Lt'i'oleUo. Fa eurnlo a ca"n con r solili rirneoli dnmcsL1ci , ma un m if dopo entrò. pe1· consiglio oi"un medico. nell"iufermerl8 r· alè
d'Edr mburgh. Si trovò tlistr·nlta Lutta la pelle della ~ambA. ad e ·cetiO~ di Ull'isoln rrì CiD'JU8 centimetri per due sulla race111 oDI~ C'io re della L1b1a: l'ulcerazione era cO\·er·ta di buone grano· !azioni. ma vi e•·ano alcune escar·e aderenti che cadde!'<' 1 capo a 15 gior11i mediante comp1•esse bagnate iu ,.oJuLif.lnt di borace. Cosi tnlta la superficie delia gambA divenlll' gf'11· nulunlP, ma senka i11ùizio di -::icatrice. Essendo itn(Jossil.Jile aver cosi la r~:ro tratto di pelle urMn• . . r~ pnr· l'inne!"Lo, sì scelse un cagnol ino c!Pl l'cto ili t"etlr grtt d rnu ccltlnlo di bia11co e ner o, ed il gion10 G gi ug no, circa /
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llllllattne .!opo '' <liwt•azialo accidente, fu ucciso il cagnocon cloroformio, fu dPier~a dai peli con ra<>oio la pelle •1-.a.rooJe c dei fianchi , e di:;~ecala a tutta !;po•!-;se~za la...do J'adrpe soltocu tau eo. Fu quìndJ disinfetlt~la la gamba ,nt11Mno c dt-t~rsa dal ~an~ue che usc1 \'a dalle !!J'anullllfaDi, le pelle del r a ne fu ta~liata in stm,cie .!ella lunghezza lei polhci " .Iella lar ghezza di mezzo pollice. e compres<>a allo la parte ulce1'ala tlella gamba sdatt11n In lt> str1scie aenso della l•li'O lunllheua. Alcun.. arr>e d1 un pollice reslllvan o scover te nel cavo d•'' garellu. e pel' coYiirle ru adoperala la pelle della cndn del cane non rasa
.-rato
dei p.oh. l.a ma hcatura fu falla con pic(·oli pezzi di se ta pr·oteUi va eM eovr1vano i lembi di pelle inne«lalfl, ed avevarto l e eslreJaltA rtple,:tnte p~jl' maggior facditc'l di rimo;w>r•e, e rer· faldar lib..ro lo s&rot·go del pus; al disopra delltt selfl prntc i -
IRui pn88ro dei s lt·ati di ga1'ZA bflp;rwtn di soluztnn~ borica,
t tuttn l'Hrtll l'n involto in una tela di guttaper·ctl 1 qui ndi l'i·
GOvtrto di cotonH Il i s ubliml'llv, e fMa:itl tO R,.fidtl ii iPJ il e .
Il i R•u.rnn, tr" ~ini'Oi dopo I'PfWI'i!7.1011e, UJ I pit·colo rez1.o rimunve>ndo In med ic~:~IIII'H, ma le altro lltitcie 1'1ma-eo·o arlerenlr; la cica 1riuHziune t'rH cornindala •&&orno alo'rsolu di c ute ru n asla intall.ll nell11 l·hiH, ed Mi mnr·lìnl d ll'ulcern
eli cut.. v""'"'~ viA
L Il friugno si poteva vers~~re 1111 ~rfl~<>o gelLn rl'oC((ua sulllloee&o\ s.-nza che "' distac. asse. e r rsol11 delltJ Libia per lllao dJ uu pezzo tli cutt• inrrestaLA si era •·ste:-a fino al
llllrlàrre •lell'ulcera .
..!!J',.dt!..t~ione
era rapidamente avvennt.A nelle piccole _.._ dJ peJI,. rone" tata, e :-pecidlmente m fJUei pezzi di d•lla coda , 'o r1 pr ·JvatJ• d.r pe11, - mentre 1· gro,sr pezz1· SI· ~
rnno. Allor~ furouo inu ..:;tali qua "hi ptt·coli ftezzetti tWt di un 1 b . . .,_ 1 Jam ano nelle aree l&sctRle ello ~<'ovel'to dat -.. "hlbr tli p.. JI .. ut cane ca.Jult1, Pd il ~dorno 28, alcune -w ancora t·in t l . ,... di tas ~-' a lo scovel'lo fu1·oroo r1cove r te cou pczU t8 ru~ di l'sue elle non 8UUI' it•ono. ~ Ugh", se! settirnMne dopo il pri mo innesto l'u lcera-
era tuua Ctcatrizze ta, ma si l.r aLLenrr e a leLto l'ill fc r mo
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por allre due setLimane, poi g-li si permise li le,·ar~i perth6 r•iprendt>~se l'uso delle gambe.
Il 10 murzo, ollr•e ~elle mP"òi dopo 11 pr·iucipH> della cura, la gamha a,·eva r rpr·eso mteramente la .:,un funzrone, u•• ~ era ai Lra relrazion•• c-ieatriziaJe che nel punte ll'>t' 1'1'8 ~tali iuneslata la coùtt del cane; il colorito d··lla pt·lltl cr·a un . for·me e !'i m ile a quello dell'altra gamba, ma nn n v'er'll Str· luppo di peli, nè trarcie di secreziorle cutanea. quantumtu~ la !-lensibililà e In l••mper•atura della pelle ftt!'se,•o normali. Il buon suc-c,•sso di quesLtl operazione .leve, seL·On,lo l'au· tore, attribuirsi alle buone condizioni del puzionlr, alla con· tlizione dell'ulcer·a, con superficie unilcu·mc e ~r!lnutnnle olia giovane età snpraUulto. L'autore non vuoi ::>Ostener e che la pelle di'l cane qin m· g lihre di quella degli H Itri animali, r'Q8 ririone che i {l' o1anr cani si po:;;Rano Lrovar da pcr·tulto, e son ror·nili di rwlle ~llf· Ocien lo Al la bisog-11a. Ha scello un cane dt p(tchi giorni, psrcl t6 tH:li [)l'im i ~iorni dolla vi la estrau te r·inu l'nt;rr·ost:unuulo dei lessuli ò rapido, e la. pelle disposta a <:t'u<~r.(.\1'6 non pr•.,. duce retrazioni lanlo facili nelle cicatrici da ~cotlulura.
Ltpoma del volume dt un pugno virile del colon cllloU" deote . - Onll IG'< A'l. Lrr-oK. - (WteJu•r Kltntscllt '.l'o>chenschr~rt. a prrh> t ~00). Per il ragguat•dcvole volume del lumor~ ol par• cho t · rr,.. •..u~rd indovato, non meno rhe 111 aii'P~ilo finale, davvero ;;or·prendenle, melte conto r•ia"~umtrt una imporLante memoria che SOjlra l'accennalo hponro pub blica sul dotto periodico viennese il doll. l~nazio Link, tnt' dico di r·e!!gimenlo ed up*' ra tore in Lember!! Per vero l'eventualità dei lipomi nell' inlPshno ,.. e-trt" mamenle rara, e la lor·o dit~gnosr risulta ~L ..anrtliunrìoOlet Jif(irite, se sono siluRli nel ll'fllto superiore, mrntre ven~ d piu sovente !'cambiati per lumori di mali~?IW nat~r·a .. (l\r11 ll11rhé r imangono piccoli, non cagionano mofostre •11 ~ ma, progt·editi i11 maggior volume, riducono gr·andemen t l'allu~za alla quale era
CUIRURGICA
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tnlt>3tinale e p ossono condurl'e a co mpleln oslrnztone, 4iiM1e 11 reude nere ....<=ari a una hl!•8J'olnmhr.
L'aft'l!zione morho:->a. della cprAIP è Jt'-corso, e;.ordì al iO• 11110 dJelll, r~uan • lo l' mfr:rmo commciò a <=oiTrii'C ti frequ ... nlc tlllicllnza, che e~ii com balle' a tn pa1·te cou clll't r t, 111 parl•· ton evacuauù In "eguilo fu ' OI'pr ;.,, d11 fr,..qur•uLi enleror"'if, la cui origin• si SCOf'rÌ un t'HIOP rte m interni r o.Jj -.ol'l'l'liolarii. e dnlle quali fu lr,tlo a tntd fltl rli to cn,, che ,... eonsidio del dott. Liok e di ·•Itr i m··olici, d·•pn lu•l!.!8 c·e MIWI, ~i fè la lui O)l•'rar o> spr•onrl.l il metodo di Llln pobeek, olrlpOdiCht\ f'rui per llll anno di hUOIII.l "Alule. SPIIOJl' oramAi da due anni, l'in livi fun 11\'evn c·ornit~ctalo ari ICCUI!lre !'litil'ilt'Z Z8 e premilt t'requPnti. C r)rt rrRnme del basso ftllltssi l'oustatu u11 nccuuntln Ji fccci<> nell inta"lillo, m••ntro llplore;donc riPI rPUO a m ·zzo del rlito ,. dello s peculo pOI'Se 1111 rlau lllto ue.:ativo. Obhligat" sr·mpr e Hll'olro di J"Ì(·in" 1•el' mb!tttec•e le suo s,.ffcrenze si c·m·.ò al le c1cque di 1\a.eJ ,.bod nel viaggio dr l'ilor·t1o a Vienna rll iP.su cnn" i g l1o alla eliDica di Nothu11 gel, ed il d••tL. Daml •e,·,rr,~ r l'ilev6 1111 lumor o Delt~nistro ipof!thLPio. Pc·esPn La lo alla cluucn r il BJII r•cJlh teooe dul dott. l'iHizer solleriL~lo ull'npeJ·azione. Rmtpalriato, inquif'lO nel p1ù alto grado, l 'lltfet·mo rieo,·se Il o\. Lirrk, ti quah• riuscì, senza narcoRi, a coust.a•ar P a
llfUo del tatto nel sini"'lro ipocondrio 1111 tucoore del vo-
laa.e appro,simativo dj un vug •O \·i r·ile, li,:cio, dr ,.IHstkilù IIIOIIe. d1 rurrnu ovotdale che ri~u.ta ,.a couue::-so col colon ::e-lt>nle e. hend1é lirnitaLamcnte, mobile. Sulla :lltlrn-a • llnnore r1mase inft·aLtanto cl doLl Link ta11to p1ù incerLo, 0001 Wlllttla ••stenzu, _la supel'ficir h scia e la rnnbrhlll del tu~come )lure li buono e per nulla cacht:lticu 8"peLlo IQ
I'Dlo, •le!Jonevano conLJ'O la sua rnuligmtà. Da nll11r a
thictanrt! non JUAruf...stò ah•un l'llm biameuto, quando il rluLl.
-era
elle l'enne •'luamato di somma urg· uza p1·e"so l'•nf'ermo,
l'lato SQJ·pre"o da vi.. l enla eut.. r <Jri'IH.da. Lo t r ovò ._,m un lago di sanguA, m entre pPnriLWA l'lll'l.liiO uo
4ill h~urno•·e •. che riLann e a prima vista p•:t· un prulasso ' Ma d•elro ullerioc·e esa rn e risu ltò e<>sere ur1 ~u-
._
4!1 tOlido' che, procidenJo dall'intestino r etto, pendeva
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RIVISTA
dalla muro"a r·ovGRciaUI «lei rello iulc"linn, n mr>zzn dr peduncolo qru~so IJIIArHo un pollice. L' illft>rnw, ur pr\~a .:;umma A~rlnZtfllle, :-i eloleva di ,·iolenti dol•.rr v..nrraJ . Il doll Ltuk ~~ twciu:;e aUa e""P"l'lazion" ùrl tum,\Je, divider··· lo !'lpef'~O peduncolo in Jue pur·tr e lo·~ando ~·· • rata rnenlc l'una •' l'altra ulla muco;:.a doll'iutP~tlllo a m~u di un r·obu'-~lO Ilio eli "AIA. l nri~u la r·Rp~ula !"op··a le le.'ttur·e f"ce ~~u-;eiar·c rl lurnor·e, e cauler'izzq r~ol termo· a. lereo rli PAcr:rolin il r·irnanenlc fi"'dunt·olct. la"crantlo Ulll le!!alura dr tttt!uu 111elro unilA ui peduncolr l't'i' oss~r1art •)uanto fH'tJforadArueule si ;oar·cbbe ritr,oiiA lltlpo l'opt>rato <·ompiutA C'l'le ·urn••IJLl' ed m mt>.lo nffalto in rulerrl~. c ·9· l'Ono del lutlo le so•ITerenzP nddornmah l.f' le::Alurd. cJ, prrucipro l'l'llrro '-la le li'~Sicm·ate cun l<()lll'll·frAppo Alla • ··il! ~e~sura th• Jie t:oRcie, "' rilr·as,.,er o sempr·o piu rrell' inlt>Mt e lascinte qurwli lib~::r·o, già al seco1JdfJ gint·'''' onuu1 scoDJo pa r ·~e nel ,·nnl ,·o. All'iul'nrm o ~o LLo pn.st.o a J·igoPORa d ie la l i<JIIÌdll, sl l>OtniDI· ni"Ll'fiVi'l oppio dufl voll.o• al gior no, ma eit'• ll<l!lllSlllllle d1bt Al quintn g iot•Jin Ut'lfl Fcarica comp()sl~. ~e11za tl• lore, P la· sciò il f, LLo, tnruan1lo in pieno benel"l"O•·.. AIIP c;ue u~
occupazioni con ~<·orica uormale •ruolidullla. Tarrto l't•-& macro:<rop•co cllu lt: ri~t-rcùe microl'Coprcbu della nn formalionc ne t•ivi'htvtliiO la schietta ualur·u oli l1powa. .. !>8l0 c:u(Jfl IOIIC0~8 iulesltnaJe. del •)U8ft' IIPjJJIIII' l'Oli il p: minul" ,.~ .. mr addominale poté f'ÌÙ l'invenir·~i tr·.~ccìa Il doll. L iuk trova, o ra~ oue. stwpren•l••ul~> rhe un tunJ · coRi volummo~o non abi.Jia complclamf'nlP o"Lruito •llu!Df tlell'inte!:llino, cio C'l•c e!.!li spiega colla ela!"ticitH dc>lle pnrell iulo>Sllllllh, onde Ctld~va no alla pressione delk· mas~e f • e facevano 11 quel'Lt· pùslo. Ma , se in Luùll Lt•u!pO 1110 ,. t'Ot::fle dt>lel'mÌlt811l tli lA c:ponlanea fuoru!"•'llll rl l lul!lOie, p!' fermo che pt~r• il prol!res;:i,·o aumento ole>l volurne •nreblt r i!>ul tAta una completA occluo:ione dell' inlesltr!O, e in ·r~~· · Ksuruocaso sarebi.Jeturnat.a molto inter essao_te la luparotom•a
ccrtaroenle avr·oùl>e potuto ~pe1'are 111 u11a ,.:pontanea
11 r·u!>cila del tumore, anche se si fosse stuLi perfetta~!~~ orientati sullo ::;ede e sulla natura sua, ed é, con ogur F
CUII\URGit:A
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c:.......-. nel vero 11 dotl. Link quando assori~ce non riporh•ltet'alut·a 1111 caso :<imilt' a flUelln da lui F. S.
Glalrl'ulou alla chirurgia del p erloa.rdio: pa.ra.centlll e pertoardotom.ia. - CH . FJ~VRII·:n. medico militare. - (ArehilleH de J1éciecine el de Pharr,(U·ic= mi!ilaires, marzo t8fKIJ.
L'autore hu r unito 77 osservazioni d1 paraccntesi e di inellioni pubblicate> fino ad Of!gl e dullo «ludio Ili qucst.. osterYBzioni ha trallo le t•egole s:e~uenti· t• Dè'·e,.,i intervenire: «i d'ur~rt·n za noi casi di abhondanzu •·sll·emu del ver•mento; b) per prt>vonire il miocardio do lio dege11erazione nei casi di perRil>len ·~.a 1ndefinila du ll'e~sudl'l l n, abboudanle o 1111; e) COlliO lfll'Zzo anliseWco quu11d o i l ve r•sam·~ n to, purulento IJtl alleNtlo, deve q ua~i li:llolmeuta s uùit•e la li·asl'orIDIIinne pul••itla. Nei tuberr·olu"l, l'intervento dev(' 6!';"t>l'e limitato aj casi in ew al ver!larnenlo è per st\ stesso nna minaC'CJa •li mor te. Ne!lli t~corLultci la puntu ra ha dt1LO 5 guarig1oni su 9 o-
penti. !" Dal punto di vista del modo d'iulel'\'enil·e ri,;ulta che, • la punluJ'II s·iesce nelle pericarclili a<·ult> reumatiche, iu lll eui Il \'eJ·;.amento s1 accumula t·apldttllleute, e~sa è im:uf· flciente ht'i cosi in cui il vet•sameuto è pu1·ulcnlo ed in <:UI, • 1 lortnentn meccanico, si aggiunge il pcr i<'olo tlell'avvelellamento set!ico. Allora l'mcisione ecl ilth·ena!!gio antisellic1 cle•ono esllel'o al più pt•eslo pralicali: t(Uesla pe••icar JoLornia 8U6 egualmente la t·e~ola ne1 v.. rsumcnll sierosi elle, dopo llla punturn, diventano to rbidi. In Principi<,, l'emCJpericardio trnumalico r1chiede multo raNJneote l'intervento ch1rur~ico. Ullel'ior meute, o la pel·irirn&IIP pleslicn, o il ve•·~ame11Lo san~uiguo è abbon e la morte può sopraggiuu~et•e: t• per questa stessa
=te
'ii2 ahhnrldHIIZS; 2' ll'll"'f'urlrlllZIC'\ r
lHY!STA
pet• ln l'i comparsa ddl' 1·Jnorr1Jgin o l'N'la purulenlll .
NPr due r•n··'l la prricard olomia poll'l'hbl3 rla <:rrla ~Rho~ IIHliRll. :~· Pl'r CIÒ ~hP coucPrne il manuale op... ralnl'it>, l'uutort, lnsciuuc.Jo d n purt" la lraoanazione dello ~teruo p1·alicala una '"llH ,.,)a da Malie d• 'lrasburgo. segnala clu· la puntm ~ "lnln l'alla il piil ~pP~!òo a smi;;tra . nel -i• t:. 5• ,pszio; o e ~ l1·a. l '"' Ila nPI :in. 2 YOile IJP] 5" spazio inlerc(J!'òlalr. E'"ll dA\'6 pl·.-f··r•hilmente f'S:"ere pralicnl.fl infuori della rnnuunArllt inl1•rna. l tentativi falli una vnlla 111'1 ;•, un'all.rl -.oltu nell'SO c:pazio a de;;tra, non sono riusdti. Qunnto nll'•c:tr·u~t~ento, gli omericani lrannn vanllllo mollll la <:u·•ng-tl di Pl't~voz. ì\la ci6 non può esserr l:lre un p1·ocr· dim•• r1l0 tl1 esp ltwnzione. Si utilizzeranno 111difl'erenle1Helll• ::tlt 'nppflr'l'C'Clti di PPiai n r. di D ie ulaf'o). Si Rrloper·e1'Ò prefe· r·i bilrne trl(;) il t.r·cq rr fll' ti capillare coll'aqo r-:c11 vnt.o, dappruna po rc·h1\ 'fliORL'uiLimo pub t.urarsi, e fap CN'dero ad uno JIUII· l tt l'fl Uf"Ct tt ~to, in :<oguito per evi tare Ja fer·ii.N del cuore. Hr ttciH\ esfo:n si11 so venti inoiJerrsiva, Trousspau, il quelu la lcrncvu urollo. odrtperava un p t·oeesso mistn. incisione d~lle J>lll'li ntolli fino al peri<'ardio, puntura della <:iero!<a me•!'ll
allo «toperln. Dit'nlal'oy rar.comanda. quando il LrequHrti (precedt>nle· nwnl~ l'i"<'Hiòato, immerso lentamente e dirrltamenlt da 8\"llllll 111 di~~ro) e 1-{JUntu al pericardio, ll i farlo altalenal'll per modo clu siltt~ll·lo tllr po' verticalmente • Nelln JIOI'I<'ar·dolonlia: 1• De'e pr·erèri1-si il punto più dec!i\'e (;,• -.pazio); 2" Sì 1111tlru olln>ttamt>nte al davanLi della 1118lliiU8rlil ID lt·rna 8trnln pCI' strato, e la <'i inclinerà in cteutro prima 1 aprire ti pericardio; !J• l.'operlui'R della pleu!'a, che d 'allroude t> 111 ~rtln pal.ltl rP"JIÌilln in fno1·i, sarà evitata race nJo parlar·,• l'irtci!!iouu 10 vieinanzn dullo sterno. Di più. quando l 'in ,.i,;i011" ~ tro)'P', .111 f' tror1, . l 11 rtwco l tH, una vo l La evacuata, l'itorna r-:u "t • ~ !'ite•!08 · ·, ed il puraJlelismo tle lle aperture cutan eo-muscolal'e e Pl'l'l'
CtnRURGICA
nA rende l'evacuazione clifflcil t>, ciò che non è Mnza pericolo. U peru:ar l io lll C!>SO a nndo sa r·~ aiTetTillo con HnA piuza
laJiiato 111 i~l1ieco. S1 ill;,!l'anduil in se!.!uilo l'apertura con bitlorl holiNtUlo. Il drenaggro (13 a 2~ giorni l'ir ca) dù buonr ri:-ui!Jili. l laqtudi anli""llit•J, usati per la lavature quando il !'Il" 11011 YU ta lilcihnente, d<'vono avere la lemp• raLura del corl'o Id ~re spinti con pr ecauzione.
Ma ooleobtenterostomia . -
DEI.MiÈ/IIIi·.tte. -
1./uurnaf
de J/t}dt ('ine el de Chirttr{lie, ap rile 1X!l0). Qllè!lta nunvA operazione ò rosli tuilfl dAII'imbot~ra mcnlo
alerlla vesei<'lieLtn bi lia re ncll'inles ti no . Delage'•niE•rr h11 pubblica to su fJ uesl >t diffìe ile oper·nziono un lavoro complotu in cui ~01 1 0 l r all.fl l i t.ut ti gl i ar·go r•rertl,i relaUvi nllu !:lua possibi lità ud tl lle su1• ind icazioni. Non é ra r·n, in se~uilv ~llla l itia~i hil iar'e, I"Ì i'>eO illi'IHO nle che Ptabilisron o u na comuni t'llztOJ re trn la vcscit:l r•' itn biliere ed rl tluorleno: ora é cir\ pt·aci~arnt'nl<• d re "i cerCA d otten re coll'o pel'nzione in cliSC(ll'SO. Que"lo l'JSrJitAtn apJIQJtto ha ottenuto Tet•riet• in una maht lu ''iciua a worit·e 1> lltlla IJU&IP il cor!:o della hile st é m.taltiltl.cl mollo L~no in
..,le
nutJ \'6 •·oudi:lioni Tra le nperaztoni praticate fino ud or tt ~ullR "~'"Cichci!JI Wt~te Mr rimt>diare alla "Ua dil>teu,.:;ione. In più ft·e•ptPnle
Ja COled<~tnlomio; l"<>!'& CODSÌ!'le IIPIJ'iucl"iOue "CmpJiCP. cfPifà
'tlieichPtla per 8'-lrar re i calcoli che es::.a può conl .. n••re e lillerare ti canale ci.,lico, ciò l'lw ,.i ollte m· >'IIY\"nli n tolto llaleitmente. Ma in molt i casi non 'H otlit!tll' che unu Oflerlzaonc palliatìvtt e che la;cia •'ttrnP crw,.l.'guenza una filiale bllare r.ntanea pers istente .
cn~t
.:raa seconda OPf' t'IIZione. la colecistertornia, clt,. con!:i~lf"
,.:dere la w~scichella, ù stata pt·atica la trH•Iln piu ra-
lfolld8 &e; esRa rtspond e ad indicazioni più r·a•·o ed é d 'all
lllolto ptù pericolosa. llftQe, la coleristenteroslotomia, di cui non esistono flno t·a
7'H
RIVISTA
<'ite selle osset•vazioni. é meno grav~ non solo, ma aoclle più raziùnale. poi che essa ristabilisce il corso della bile t par·e che debba sostituirsi alle allre opera~:ioui in quasi 1u1u i casi. L~ c co le p rincipali indieazioni secondo 1'11ulore. Tutti i casi d• occlus10ne completa od incompleta del cnnale coledoco che nbbia proJoUa una dilalazione della 11!scichella o la ri tenzu::>ne della bile. T utti i casi d"id ropisia della ve,.cichella dovuli all'occlu· siune del canale cistiCSJ, che sia stata o no ricono~ciula lt causo, pe•·ch0 allora uon i· piLL una fì!<lola biliare esterna <'11i:l si ha da temere, ma una fistola elle dù luogo ad uno scolo lnuco-purulcnto. T utti i casi dt litiasi biliare da calcoli mollipli cl dtl ('tlil:11lo unico incasL•·a lo defìuilivamen le nel canale cisLiro o nel c"· JprJ'oco, a cond i7.ione lu ltavi11 che l e {lareti Jella vescichetta non sieno troppo allera te. L:l cn l eci s lo~om i a sara r iservala ai cas• s~gue11li: qutmtl•J Ju V6SCICJH::tta san\ pit:ma eli p llS seoz11 al lrl'8ZI(lll6 Ol'j!8111C8 dell e s ue par eti; n ei casi di Hliasi bi liar-e da calcolo 1111100& 11 0 11 defìniLiVtliOf'llle incaslral.(l e quaudo i Cfllln il cisliCO d crMrlocn sa raJII IO ri •·onm:ciu li prrm e.ahili. f11 finu ltl coler.isleclomia sarà indicata tutte il' volle.' che "1 polt'a aver interosse a sopprim ere ltl vescìclteLln bilio~. quando le pa reli sarFtnoo degeneraLe o seue rlì nn caucr' pt·iu1ilivo delle vie biliari: quando es~f.: sa•·an110 allerllle lA una lung-a suppm·M.iono>; io cerl• <:usi di fi~ lol ·• muao·puru· lente con«ecu liv(} alla colecistotomia· infine iu cerli rasi J• calcoli volurnino~i ineaslrati nel ca~alc cis tico, quando la vescicltPlla 11on conlit>ne nè bile, nè muco-pus, e che il l'&!· colo si tJ•overa lolto via col tu mo1'e. Molle di cjucste condizion i non possono essere deLt.•rlll·uale cile CO li uua lapa rotomia esploraLrico; cosi questa "'" s Li lu JSt:e in qualche m·•do i l primo tempo dctroperazinue.l 11 l risultati imm ed ia ti di •ruesla operazione sono nole'· q nn s i su bilo s i vede !"compari r e il prurito insopporlobiltl ~ , 1 esislo nei maiaLi affetti da r itenzione bilime; poi le rcc•lhl scolon\110 a poco a poco; le ori ne si rlsch ill l"8110 e la re · le 1·1 suo co 1ore nor ma Je, ma questo p •tu· t ar d·,vamentt• r1pren1
CHII\UilGlCA
771i
generale migliora re piùamPnlo, e malati in islalo ui~pe
llfA hanno polulo e;::ser·e ~uar r li. In un certo numero di ca~i r altro. in quello di occlusione del colecloco tn-r· cancro, .. eeempio. l'opcr·azione n un è• che pallialivR: mA m olti Allr·i Cflli pos..ouo ~IU"hRCAr·e l'operat.ione; la lillll"'l riPII~: il pr·•mo poe&o, quin•h la retr~u.ione cicatrizial t> dt'l condoni ci'<l!<!o e co. inlìue la sci rosi df.'l pancr ea ... , 1 cor pi estranei Introdotti nelle ,·i e 'ilral'i e lull• 1 casi th h:<lole biliAr i ec;tpr ne. Fa ci'UOJW Bl:!~iun!!ei·t• cbe. secondo il rr'<ullalo d1 d ne àu lopc;ie IIUe !Dolio l rnpo dnpo l'ope•·azioue e "Pcontlo lP e"pPr·len7.t! tagli animah. hr comun•cazion e cof'I swhihta t'ro la vcsc•cbetla e l'mlesliuo pareva defimliYa. ~en zA Lt•nli~nza alla c•cal&iz-lllzron.-.
Geatrlhuslone allo •tudlo della ga.:.grena. palustre. H 8 1AISk e G. SAnoA. - (Archives cle M rJdec.ine ef de
Pharmaeie rrlfW<ti1•e.s, oLlobr-e 1889). A proposrto dr un caso d~gno di nnl~:~ di won~rf'IIU !;imlllelriea tleiiP .. s-lr~>Inllà in un IJlalari<;o, gli auiOI'J hanno publtlica~o un ll•lere~sarlle studio su ques to mHIHlli!l, Ji I'Ui essi lracciaur. a :;!randi lralli la slori o c ria,.,suulono la geu••:::;i, i Jll'incipali !lmtomr e il •tecor·~o. Mout.. l, •'• ~1onlpellier, pel primo, nel IR5!l , ebbe il merrlo stabilire nettamPnlf" le relazioni 1li ca u'a e<l etfello 6f'illlenll 8V6\'U aiu 1111..lo .Il )'Biudil'>IDO e In g8D"l'Pil8 ,.. . H"""llt') '· ~ que"ll rapporlt senza lulla \'18 •·cnùcr 'l un CtJIIlo esalto clelia loro natura. Dopo il 1 bi, epot·a in cur Fall•er hu se Pilato a ro é · . .
rra
• • r e. nna:•ne gnng•·eno...:" d• r aturn rna•urc"t&IA llaeQle lnii)Arica, ' ralti ;.i m nltipJicnl'iiiiO C fut•ni t'OIIO una 106 "'~1.! rli documenti ul•lizzAli ùa Vet·ocuil e Pt~tr~ nel....~tediJlil!sante (~ completo studio che e~si lranrw pubblicato • .....e Plitbiu 8erent'1 •OrmtJ della g11ngr-ena palust1'e. La gangr éUB 0 ddlca " ~ fl_raggiunge di pl'ima giuulu. p1·eceùuta .IHIIc Ino- - ztont Circolatorie dell' asOssia locale e pt•escnta pe•· -.-to (allo " rA )'1 . lJQale o uc analogte colla J.(angrena seconda•·ra, l è!
:JII•
81
pres~uLa sempre nellu parlo minoris resi.<dentit~e e
776
lllVlSTA
sopr·aggiungo in !leguilo ad un ll'tiUmalismo fica n te. Que!lL'ultimA for·rno é quindi orif.{inati\ nellt• contliziom prorondn tleC'adimenlo or~tanico che po~--o•ro proJUII'II diversi p•·oce-;si morbosi (alcoolisrno, tl!alu•lc, atlez10ni del regalo, dei reni); e«""a t: soprattutto caclwttica ••, m r·eullà,l'epiu•l0 eli palu:::tre converrebbe ;::ollantu Al a f• rrna prrmrtrte, La ganpTcnn palustre può inl"r'&;;or·· tuUi r punti dcl corpo; mA <'"~a colpisce di preferenza Je c<:LI·t>mità degl 11111 le plll'll pro••minenli d..-l'a lesta, gli orç!ani grn1tali mu~cluli, quA"i "6ml'r c t'iu•metr·ica, es:;:a è gener·alnwnte ""cca r la •ua sintomalolnJ:I8 propr•li uulla offrf' til speciale. ~··l suo dec.·o~ essa pr·eseuln que~Lo fallo parlicolare dw, ral'lllllellle. •·~o~t colpi-;cc di pr•imo acclliLo iulle le 1•arti che es--a de\'l in•er e-.!'nr·e. LA r;nn ovulnZIOill' s• fa ::~oventi J'l'r a<'CI'!''"'• per Cl"' tl ll'e, r le sp1 nle succi.'SSJVI' ha11r10 luo~o nel momculo dei ]'8· rossr~ mi dell'atl'ezione paluc:o.tre. Ql18 11lO alla sua t•om pa••r;;a , si !'a chf.l Vel' IHl ll d e Pplilue fanno la ba~o dellu luro classifìcayione in apirelL1<'8, 111Lrupt· r ell1ca e molapit'I'Llieo. L'iscl 1emin e l'a~t1ssio locale pMsono, l'el' un' ozione •uf· fiCH~IIICinenle proluugala o r•ipeluta in un punto .lato. d.. t~r· minare la rnortifteaz10oP.: ma è nece!'sot'IO, il !•Ili sptl$'1' · D conclll'so tli alll·r elemc11li pa togeni chP uao::cnno dall' 11~ razione del san~uo o ùalla oiminuzione Jdla ,·ilalttè d• ..,u elenw n li M~t'lniC'i.
l va.,omotori, lo <·ui azione è generalmi'nlP coc:i cr•0 51 dtrevole nella malat·ia ba nno. sulla prcrluLione <l•·lla ;..an~f"· :a sinunelr icA, un' itrlluenza pre JOminaule, meulrt} che "P hanno ~he una pArte rnodesl.o neltt> aan;..!r•·ne ,.,,cerali Ou · lalei'IJii. La ll'Oillbosi e l'embolisnto sono suprllliULlo qutiD call~ll e lo oltt~razioni cosi fr·equenli dt>il'oppurctlo ci•·colal• 11 3 ue• rnalarrci (ontloctU'lilte, miocardite, al<·•·oma) ne fnvori~l) siu~ollu·me1 1le lfl 101'0 compar sa Gro«~i leucnc•li carichil c8"Jl pij:!tn•'lll.o pahr!"LI't' possono •·gualmenle peovcoctll't', ne. pillnri, r.blilet'Azioui con 1nfar1i più o meno nuuH~ros•; Joud ga.ugrenc toull•ple per conseguonza . Ja 8110 Si compl'oude di piu cito gl 1 elementi cellulat•i ved
CHJJ1URG IGA
777
rlilillri:EiorJe compromessa dt~lla circolazione ùi un sangue da un 11genLo patogeno che si moltiplica e vi spande ~--~ne che essi <~iano colpi li di morte solto l'influenza .... so'·enti leggere o comuni, senza azione su di un GrJt81ùiMO Vif,tlll'OSO. aaalato 0'1!->er·valc) da Blaise e Stu•da offl·i Ull caso tipo al 'Pngrena palustre. Era un ilaliano aclùello a• la,•orJ di lfltpoi'ti ùi tPr ra uelle vicivanze ùi sta~ni, nel 'filAle non si • rtlevato alcun anl <•f'edenle pal.ologit·o 11'Ia Pgli era enllllo allo srwrlale in cattive contlizion; aenc•·ali, nlla pt·ocludelle quali, df\IO il suo paese di orifdne ed i la.vol'i ai qalll era addulo, la malaria non era estranea. Pt•esenlava per6 cl'mterell!<llnle i l fatto che la fehbr(l non compariva con IIOilll netlnmenle rl csignali rh e dopo la pt·od u:f.ione de• ft' IOIDeni di ti~ll~r-ìa locale; e~sa era fino a quel lempo irTe.,..,., poco intensa, e non presentava 01\ la precisione. n~ Il aetlezza •Ielle rnanafestazioni malar• che. LA ~angrena, _.., rapidatuPnte l'it•cos.willtl colpi lo pu11 la del 11aso od il a.&'Jine ttel pudt~li one delle due orec<·htr. Gh acces."i di illlbtoe Cur01w VJOLI di'Il solfaLo di chinino a·l allA tlose, et! iJ JDalalo ne usri complelaroenle guat'ito dnp•l un soggiorno Ji
e
a
anno allo ~pPda le.
In questo caso, n<ln !-li r· constatato allet·azioni dPI si>llema aftolalorio, •• !>.i pu6 dire che sono i va....i motori che hanno l1l!o una parte preponderante n~lla pro.luzione delln gan:"•.•zione facilitat(• tlalla dobole7.7.8 del l'im~u l<~o card•oco, ldmamta generale e dalla grave:f.za dell' inlMsica?.inne.
liiMid tereueratl. - L ARDtER ti tt. Ch i rllryie, dicembre 18 U).
(Jou r nal dt• M édecine
~Di auttm banno n~>galo la pos"ibihlù dt>llA trasforma-
lflttei~D~tosn del lij)oma. O!>set•vazioni moHn dimoslt'&li\'e ,.....__
l'lguru·do sono per allr·o orià statr cJlatr. e l.Ar•tl•et•
.-"--llben 1't t· · ... .. lte .Jer·r:<), Jl quale ne hn 1-!Ìà puhblicota una nel 18!ll, OSSer vato u . . un l' n nuovo ca!>o mollo llnpor lHnLe. St ll'alllore alce '!>O~a della nuca che aveva dato luogo ad un tu-
"-di
rato dt volume consider evol e. Fu fatta l'eslil'pa-
77H
OIVLSTA
zione e l'e~ame microscopico dimostrù che f]Uesto tumon >'l compnoeva essenzialmente di magse epileliomatose {~p leltoma lobulalo). Pet• ~piegare questa degenerAzione. è bPne rammenla~t c hP !"ono !'lati citali casi di li pomi. nelrinl~t·no dei qunh i mict'O!':Copio aveva "Copedo no luli sarcomalo..:i o carcima fO'<i ~On di'VB quindi SOrfli'BIIdet·~i che :o-Olttl r infh:cnza u n lrnumati~mo, dell"ulcet·azione, del coulllllo de>lrariA. •tue nurlei cAnct>ro::i si sviluppino. rufine, "" ,. >'lato Ammeclio i l canct·o s i l'lviluppa negli arlr·ilici. Lnrdiet• 11a tPrcRt pt•ovorC', colle sue osservazioni, <'he aurh... d lipomn ~' ~' lupf'n di pt•t·l'er enza sopra un terreno arlt·itico. Dopo eu\ n è :-lr tllll'.iiunrio nue il cancro trovi Jà un l< 1'1'01111 favol'lmllt c, .ti piit. nelli poma ulcet•ato. un loc11s mimJrtx resis/t!JIII Lot•tliPr cnnchiude che m JWeset{l!:tr di 1111 lip••ma vt "Qllll due in tli ca:~. i oni RpPCinli dR soùdisrare, l'una l t~cAi tl, l'allru Il ll p l'li (C.
Lo ~ uo. opiniouo é ell e ogni lipoma, ' (UO itr lli(UO o•sn sta dev n (~$"'t> r•e 1-'S lit'flalo il più pr·esto possihil(•. BAslfl rhe la sUl lra<ll'ormazir~rre in epilPiioma o in sarcouttl >'Ì8 pusstbil~. l•'g U•mRrP qu~>sto modo eli veder·e. Si ha 1111 bel dtre tnal~rado lullo, il lipnmu l"arù l"empre tut tumori' benlf! o cho nou ca!!iona tii più la morle: l'ii'• ,, po~r:;rhile; u•a t!:'tirpAzion e di un piccolo li poma non cac-t(lr18 t!J piu la tno~ E 'JUUitclo un l ipoma (• p..:li•·pa lu, ;:i hu nun ~ÌCIII'87.Z8 tlt 1'1 DtHilllq' '(Uiudi logltere tutti i li]'onu, quuhtttllllù si11 In l rt sedi', e qt>nza all ender P ..:h~:: il loro snluppc• Clli?ÌOIIl ons IN' m oiC'-liR.
Devonsi, per altra par·te. considerare i 11pcunul(l~i ~ · Il' rtr.· ai'LI'iticr, sì r~rà h~>ne a solloporli allo diclPit~ de 8 ll!-<IDO.
CHJRUnGJCA
77!l
tella oblrurgia nella perltonlte tuberooloaa. (Journal de .\1édecine ec dc Clurtt r!JiC, dl-
~ICIWtoE. • .~ ..-1'11 1889
U iadleazioni della chirurgia atldomiuaiP diventano sempr e aiiJD«!ro!le e la lepat·otomia nella per 1tonilc acuta è slat.a ......~~~ un certo numer o di v<,Jle con surcc>sFo. Ma qm•"lfl .,.altme "embra anche indicata nt>lla tubercolosi perito- . , Mauran~e ha pubblicato su que«to ~o~~ello un la111'0. nel quale ha r i unito tutte le operazic1111 di rJueslo gedopo un certo tempo. Tra queste, Il più gran nueono SIAte ratle accidentalmente 111 sc_sruilo ad uu er mre ~1: altre, al contra rio, sono slale rullo volonlnriu-
reue
_., ora l'all81isi di tutti questi fAlli r iuniti dii i seguPuli
aU. Questa flllltistica, che porta i 1 cm s i, dù 1'8:1 p. l 00 d i suei operatori, dei quali quasi la rndà dei eFisi a titolo de•o: anenru non sono ~tali classincati C()me tali che i che risal~ono a più di un anno M11 eio elle Ila anco1·n
110111 iml>ortanza si è ch e, in qualche t'IlM, in cui !!l'individui
-.o morti iu ~eguilo ai progressi della lol'o luber·colofli,
lrowatn drP da parte del peritt>neo 11 proc·~~so era ::lato _,._mentp arresfato. quindi autorizzati ad affe1•mare la cur1• bili là della JH'· 1 IW.t.... • lub~rcoloo.a appoggiandoci ,;ui d11l1 fomiti dalla stn· - . , dali tl\'O)uzione clinica e da Ili' autop~i,'. la h'gres'3ione ùt>i sint'Ùmi si fa in so~uilo e soLto l'in: : - P.Yicl11nle dell'inlervenlo, ma senza che Ri compl'enda ~ llleC('anismo. Come spiegare infatti che in una pelubercolosa diffusa una lavatura unliReUica che non forzatamente tulti i punti 111 pr eda alrìnft>zione ' qualche ~ ramm o di iodoformio o anche la sPm:;eeuazione del liquido anliselli ·o. ~ono ~ufficienli non ~rre"tare la marcia locale òel processo, ma ancora 10 ' tUa!che mese ad un pe ritnneo zeppo di g ranu...... 8 . _ , degene1·ato i suoi car a tteri ed il s uo aspello nor-
a'
::,ge
lòJte teol'le sono state emess,} u quel:llO ri guardo: ciò che
780
RJVISTA
'*
fa d'uopo ammellere, si é che l'intervento chirurgicn g uat'isce la per ilorlile Lubercolosa, ma. rle fl'lvorisce cementa la regressione. Essa pone l'individuo in buonissime conuiziofli per ~• rire, n on solo comlJa lLendo il processo infiammatorio, a ancora sbarazzando la cavità perilonNlle dall' ascile, ~tro brodo ui CUJlUI'tJ in c ui pullulano i UlÌCrorgunismi, dele~ dola ed assicuraud011e l'a11 Lisepsi. Checché ·ne sia. i risulta li ottenuti sono talmen te tlimo;tn. livi cito sarebbe del'irlerobile polt! l' fJ;:.sare esa ltamen~ indicazioni d ell"operazion~:~. S·~ si è in pre!"onza dt uua pl'r:· Loni.1e luhercolo!ia, l a quale, !ungi dal r elr·ocedere solto l' tlnenza Jella cura, si aggrava t utti i giorni; se l'ascite aumenta; se lo sLulo gPnerule vn sempre più a ~gravaul, allora, non de,•esi esitare, il cltiru~p-o deve inlervenu·e. ~ sor~e la dom!:lnda so non ra pur d'uopo ~>[1Fl'81'C io altd ~Jll di perilonrte lubercolosa. La maggior parte dei ch;rurgH:oa· siàet·ano, corne caso di elezione, Ja pcrito11iLe con a~cite e conl'igliano ropel'az.ione quant.lo r asciLe è il sintomo clini capitale e che la m .. Jaltia non ba attaccato o graveUlen alleralo altri organi. Mt111range c r·ede c11e J'iudicazione dtiJ'intervento esist~ Lulte l e volte rh e lo ~tato generale si a~ g ra va o èbe la generalizzazione minaccia 11i far·si: sont, i.· somma, mollo piu questi sinLomi generali che i fenomeni! cali che devono influir e sulla condotta da teueru. Deve però avel'~i presenlt~ Lnllnvia che 'fUt'Sla ~:~lleN•Z'I)Ill della salute generale deve l'imaner e in cerL1 limiti achs~ si oper eranno i soggelli i cui apici polmonori sar·anno ptu meuo rammolltti od i nlìllr·ali, come pure CJneJli che ovrsur 80 manifestazioni bacillari avanzate d« partt• d1 aiLri orl! ~ YL sono infine casi nei (fUali l'iutl ica:tione :<arà forrnolt• una. dia~nos1 sicura viene slabiliLa: l(liOSli sonc1 quell• !Il ('111 es1!'le un rocolaio circoscr·itto di lubet·col n,.:,•; rna que:-18 ciii" "'nosi fluo ad ora nou è rruat·i possibile clic quar~tlo la led' ~zzazione si ra sulla lrot~ba e che esis te una salpinl!itold'
bercolosa. Quanto all'operazione da pralicarsi in simile r.:t•cos~anrJf · · mol lo secon do 1· c1urur·g1. · · Meulre -UJ1cuni ~•~ lldll' essa varra
;s 1 ad
~~lava allora quPsla C8VÌIU COil Un 811lÌSellÌC0 1 come t'acido
Mloo. lino a cl w Il liquido i n1etlato r·ilo•·•d chiaro; po • la ra-
* 6 di nuovo vuotata e si i ni~l tano allora quantità variadi una soluzirme di vaselina a l ioùol'or·mio: lodorormio . . . . . . g r.
4 Olio di val>elina liquida ~ 100 S. 'PII6 rinnovar•e sovenli qnesl' inie:t.ionc c;enza pel'icolo, Jllleh6 nulla si ha a lemet·e dalle fJuanlilà minime di iodollrado, lanto piir r he la lubercolizzazione c lA pre~enza d e ll'lllile dlmmuiscono cunsider·evolmen l e il potere d'assor·bi-.to del pel'iloueo.
~ 4d pteCU e delle dita. consecutive a. certe fieV Ielle estremttà. lufeilort. - Piedi torti fiebltict. lllNilnL - (GC1iette .\hdieale de Paris , N. 15, !SUO).
Lllebi in le può cnlprre lutll i punti del sistema venoso, ma dellerf$88 sopr'8.llulto l e vene della m età !Oollo- ombellieorpo ed rn part•colare quelle delle estt·ernilà infe-
ffoft.
h~~per r.ause Ol'dina rie: le piaghe eli qm•1->ti arli, l P -..~esm varrei c due lesinni ulet·ine fr·equenti, il parto ed
lllkli Claei 1 mah~ni, l'epitelioma per e!lempio. l n 'lUesti due 14'---18 fteb•te é generalmente designala su llo il nome ..,._tia ttllla rlolens
782
HlV.lSTA
Le vene della melù inferiore del corpo sono superficiafi profonde; le une son.o nascoste nellfl ravità dP,I bacil1o, meulrt le al~re s ono situate nel l'in terstizio dei mu~coli della cwta della gAmba o set'pèggiano nello spes;;or·e dei muscoli sle~!!. La flebite non inte ressa quas i mai la t.olalita di queste veut e soprattutto non le invade simultuneam>;nte; c~ i solito essa Il:· cupa dapprima regioni, se~me uti più o me no estesi n ctrwscritti nPl baciuo, nella coscia o nella gamba, alla supernci&o nella pr ofondità; ma avviene sovenli che, dal s uo punto di partenza, essa s i estenda (li alLo in basso o di basso in alto dalle vene sottocutanee alle vene inler o intra-muscolart, Jel la l(:} dPstro .a l lato sin istro o reciprocamen te. Nellaphleqmnttt alba dote.ns, che il p iù spesso è bilaterale, occort•ono talwl:a più seltimanP perché l'invasione sia pre,.socltè compJe(lj. • Le conseguenze prossime o lontane delln f!dJ)ite degher: infer·ior; sono ben conosciute. Ve~nct·o nola~i acci,tenli c~ n,erAli infettivi ; accidenLi localr : edemA, suppurazione, doiM violenti, at·triti,, varrei.; ac•·irlPnli a d >slanza per lo spostameniD dei coaguli (emboli). Ma r·trnAne a de;.:crivere una compliCI :done tal'dtva fìno ad ot·a, pt>r quanlo rigulb:1 all'autnre, nte ancorA slata segrralala. Soltanto uno dei suoi allie-vi, il d~lll'lt Kinnisson ba veduto e curato un caso tlell'affezion e i11 di•co!!ll senza aver pensato a pubbliearto. Si tratla di deformità dei piedi e. delle ditA che si possou~n fer'ire a due forme di piede torto; l'eqnino ed il varo equinO con quc·sto carattere pa r' licnlare che le ditA, le rruali, nell~ ~'~' rie tà congenite, sono poco dHvial,e . mobili e gener'almen~ r estensione (', >rZilla. sono qui r•i!!iJe, immobili, fle,se P'~ meno e talvolta in forma di artig li: ciò che permette dir: nascere che gv li a"'enli della deviazio ne tlel piede sonoil;dt sop o tutto i muscoli dello strato profondo della gamba:.. 8~. pt proprio del gr•osso dito, t! esso r e comune delle dita e LJbtBI~no sterioJ'e piuttosto che il tr·icipile surale che ha li! parte pl'l ' · nuo~ pale nella produzione dell'equino e del varo equ tno cot . !l' Quest'aff11zione, a giudicare dal silenzio degli autorJ.e v~ndoll rebbe rara. Verne uil sare'bbe stato fortunato a . ~V 8 meno di tt·e anni riscontra li l re e" empi, ai quali deveSl . g 51. · ca~J 18 gel'e il quarto osservato dfll Kirmisson. In tutti ' ~
CHIIITJLIGJCA
783
é in rapporto colla l'requenz.a delle flebiti lr auma~.llftlrlcose e d'or·i ~ine u~erina , ciò che indica chie~ramente
ltiUIItanlto cer·te varietà di (]uesle flebiti sono capaci di pro-
il riassuuto do> i f» tli venuti a conoscenza delraulore. CJINrca~ione 1•.- Femmiua adulta. Flebite ''81'icosa par-
Jaltda un mo' mbr·o c iu,•adeute dopo un CE'rlo tempo l'altr·o.
iJV1ori eere"stvi, accic!t•nti generAti mollo ga·avi; albuminueia,
lllifti acut~ femoro-libiali e libio- tarst>e; e~lensione permaleeli•rzal.s ùer piedi, lle"sione delle dila e soprattutto del
fll'ialn, lesioni piu pr•vnunzrale a srni~lra cbe a desll·a. L'~of,.zi••ue, che si i> in iziata verso l a fine dd 1881, non è an -
tmarita e, quantunqu .. la l'alu Le gener~<le sia del tullo rila d>'arnbu lazione è ancor·a t"Lalme11te impossibil e. f1aer'lHUiOne 2'. -Giovine femmina primipar·a. Phlegmatia • Obdolens doppia, inizintasi CJUindi ci ç!iOI'll Ì dOpO il parto 111 invad,.nte ~ucces"i varrlt}n te i du~ ar·ti. Si è prodotto nn ~,J,, var" e(juino in meno di tre se~limane, a c·agione del· l!aaeumcrenza fm•zato fiella <'Ura pl'ever•tiva. Attuxlmente è la di L!U81'Ìf:Ì()ne, quntlt•o me-<i dopo l'inizio del mal e. Oltnoradonl! 8' . - Uomo adullo. Ferita delta coscia. Letura della fe111orale comune; flebite delta ve11a salellite llteocknte~<i H tutto l'arto; estensione l'orzata del piede c &..ione moderHla dette dita con ri t:idità assolu ta. Affezione IDilatei'Rle.
.m
=-
Oueroa.,ione 4'. - Femmina adulta. Phlegmatia alba do-
dop_p•a consecutiva a -parto. Piede torto equino. Sezione feodtne d'AchìJl,. in bHSSO. Coaie si drsse sopra la deviazione dei piedi e delle dita :-ne dalla conlr~ttura dei muscoli dello ~trato profondo .,.:g•o~e PO~ler10re della gamba. E!>amim~mo 01'8 come mazrone delle vene pos:-:a ag-ire sui muscoli suddetti . ~le_ vene superficiali e profo11de iuter•-muscolar·i solliet 0 :no mflamnJate, i muscoli isolati da piani apnneurollto uno strato più o me11o !':pesso di tessuto conoel- = n o estran_ei al pr·ocesso morboso; ma f[uando i liUo i ·tnuscolat·r sono infiammati, la fibra r·ossa, in con· llltnediato con essi (perchè nessuna barriera pro tet-
784
RMSTA
Lrire li sepat'a) si infiamma a ~ua volla Pd entra in ruutlnat patologica: in altri l er·mini. la flebite cag•nua la perineb la quale, age111lo sul solo tessuto vicuw. tlcll'rmiub ueee5o sariamente la mìosìte, la. q uale produce I'Olnlmento a sua volla la conll'•tltura, voi la relrazione e lP deviazioni .. df.
form:là consecuti,·e. IJ prOI10Slic•o tl 8SS8Ì g'I'SVe r er• CÌÒ elle rignarna il I'ÌAia• bilìmenLo delle funzioni del membro. lnfnlli la malota atrella da llebile vancosa ali .. fine del 1887 non caHwtiua tHIC<ltDI gli AILri sono appena in via di g uari gione. La cura con 1prellde la r·etli flc:qzio,,e cl t-l le MILiludinl vir.in~ cogli appar,cclli ad 11z;ooe mpiùo o pt·ogr•·f'si\·a. le fri1.!1111 il massaggio, J'Piellrjzzazione dei muscoli lutl.agooisli t>J m· fìne la lenol()JTJia. L'au tore soggiunge ,·he, se le indieazinni l.erèil'eutichl•snh fa cili a st.abilii'P, esse so11n m olw meno A:;cevuh a melte!'f ÌO pi'8lica, perr•hè i dtd<Jri eCl:essivi de]l H llcbìle e dalle arl t'itr l:Oncomilanli I'PIIdQno l e M:ioni mecca llicl•e p1u o wnn J un~SIII en le inloltet' abili <'d i1 pel'icolo eli t•miJoli vieta~, lu ngo Lempo anche le manovre che possnnn interessar·· P o meno direttamente le vene piotle di coug-uli sanguifl!IÌ.
..
Studio sperimentale e clinico sul meooanilliDO delll fratture della rotula.. - CHO PART.- (çen~ralb .f. c/ur.• N. 46, 1889). 1
L'autore, dopo di essPre giunto, pet' via r;perimeutal~. sLabilire il meccao is111" delle frottura dell a t·otula, viene ed una distinzione ' di queste l esi o n i fl secondA del nlOllleHto eziologico. tarli egli ne fa lr•e calegorie: 1• J:?ratLure prodoLLe da sola violenza diretla, fratture dirette; 2" Da sol a con trazione mu"-'cOIMe ~ • fi'Alllll'l' indirette: H 10 3' Da lulte e due qut>lle caur;e assiemr', fratLurc Coerentemente a questa distin zione egl i !111 iustiluilo e~; rimenti sopra un gran numero dr cudaveri e con tali ~~
rimenLi egli giuns~ a r isullali cbe vanno pienamente dac"
CHIRUI\GlCA
~""'·"'"''""''"riPnza clin ica. Riportiamo in bt•evt> le ossel'-
piò importanti : ., Frallnrl' dirPlle possono avver&I'S:Ì per rAdute sul CI-
IO(!@Io, opput·e p,..r urlo di COI'pi massicci t•d nngolo!'<i. l
eMi della prima spec1e sono po,.,siiJili solo 'IUOnJo il l.!iIINICbio 1118 piegato ad un a ngolo 1111 poco super 1or,.. al retto. 1 ana fte•.. i•me più fol'tf>, oppure p1ù debole, In frallura i• lllpoMI'b1le. QnPst~> ft•nLltlr~" orig-inAlesl per cnolulP sul ~~ IIOCI!bio 1111110 quasi !16illp1'6 ClllrllllÌ11UliV8 Cd 08'3111 !':JlC"'!-!0
CIOIIIOOiate 8 fratLU1'8 d el terzo iu fer iorl" O me lio d<·J fCIIIOI'f'. frallure pr·odoll.e da ul'lo di corpi mas;:icci !-!ono sernpt·e tolllmmuu~e. •1uelle pt·oJolle dA cnrpi ungolo::.i !<Ono o com1DioutiYe o lrasversnll, con o senzA le!'iJOIIP. th legumenli, 6) Fr~ttut•e indirette o per f';tt·uppnmPnlo 11nr1 Hl posso11o riprodurre "Pernne·•Lalmenle sul CHdll\'('I·C'. L'uulO!'I' ct•t•Je • nei cas1 che '-Ì <l!<Ser vano <>ul vhc11le ... si~le probalnlllln1e una 11bnorroe i'l'llgililà ciel le os~l\ e que'-Lo <1urebbP di..arato da precedo11ti dolo r i all11 rotu iH ••d a ••clit> dai casi lilltaanlo numerosi •11 fl'llllure bilt~lt>l'~<li e r ecidive; e) Fr11tture mist~ sono favonle dAI!a tF·lo>Opurosi senili• aeiJe 08118. Jl pe;;o !'lpr'Cifìco lllCdio de ll o OSSU fu l i'OV<llO dn lraatore nei ~iovaui soggelli f'j:!:llàle nel 1.37: IlA! \'ecchi inWQI snltanto od 1.26; da ciò el!li "Pi.-p-u la d spos•ziune che
fl'elentano 1 vecchi a quel<lO gene1·e di frattu1·n: d) Anntomia pAtologica ne-l la l'l'lltL111'8 L1'8!;V1 l'Sale COli ~zionc dei frammculi. Nelle ùisloc·nz•oni di due ceuli-
=
llelri ed anclJe men o. s1 notano sPmpro lact>razi•. ni poco dei tP«<~uli fibrosi ~>iLuati i11 vicinanzt~ d«>lln rnlula 118 d••l tricipile c sue e"pAnsioni laterali) Ne•la di .. loOIIione di P1Ù che due centimetri s1 nolano 111ce1·azioni d••lle Plltl laterali e molto sp~:sfln inlr:•mis,..ione di lt> ...suti flbl'o!'ll 'fllemiD'IIIIl.zo ai ft-ammenll. La [l0"JZÌI)Il6 1'6CÌprocn oloi fi'Ulll1111&1 •emprt> aJ a n,rolo, nou mn• rotta. Po1·ciò i rram111
tllallai '
''Rtlavere no n si lasciano ri •·ondurre R pnstn COI!Ii Spostameut1 mAugiori, al tli là di [;Ci
~Mlll a:aignp
tale~oome s1 ossf'na spesso sul \·ivenlt>, non si rw<~-
IO
l'e sul cadavere.
i H!i
lliVTSTA
On cici, l.!onchiudc r aulore, che tali spo-.LaJncnll nou • (H'im 1l1Vi Il(\ Anehe !';UI vh·en le: sono bt-n::i il ri~ultato •l ane rPlrnzione lenta mA t'OII linna del muscolo ll'i<'iptl(>, Tol·apla obirurgtoa nelle fratture della colonna verttbrale. - DA,ORJOF.. - (Centralb . .f cl/11',, ~ :H. 1 ~·J
In hnsl' A cinqu• O!"~erYI:IZinni cliniche f'"llllllmtlnle c DlltHirin-. ll·allA dell'a tiUale tempi~ delle rrallt,re vcd.cbJ'II c 101 cnnchiu il' con queste mà"-!"ime : t• N cll~ ft·alllu·t· cieli~> vertebre cen•trali, o;zni "r<>· • lllCIIlO ·ft~Vt! ''"'SI' re rlciOI Lo Sf>Lto narcosi; ... , t!Pve puSrl8 rNeedt•rt• all11 per111anente e:::Lansione ed iu1woblltzzazione, :!• l n lnl.l1• Jr ft't1ll11re d t'Ila colon11a.• IOI'l"flle o Iomb 1ft intorc""''nli il eapo oppure l'arco ,l~Jie ,·erl••l)l't' sinchl' •t tnnllifi-'slnuo, oppu1·e no, !';Ìillo mi tli lesio1w del mirlolln, "'~ (Hti'C !'h•• fJ II O"t.i ~ inlnrn i manchino :SÌ ract OIIIAndA l'llpplira· ;'.io110 di ti Il cor:-olto g-essato in sospens ione ; 3' S1• pon;if:Lnl iO "'in tomi di lesione del 111idul lo ò iwll1111la ~lilla le
lA t·e~et. inr w;
1' S,ll'l'hbc poi, indico lo. l'immediata oper·azin11r ::-e u~i-lt!· ~e1·o !'lCL'tli di tl•·prc-<l'iOnC' di vertebre con f:iutorui di parnl·1•
5' N· Ilo "O"flPll'-~IOIIe noi Jln-=sediamo 1111 mezzo prtll''"" per allPJIUUre lt> conseguenze delle frallur·~ .Hia colnulll vcr·leùr·ule.
L 'asione dt~l proiettili delle a.rmi moderne a piccolo • libro. - PAUL B 1 L '\S. - (Jeutsc!t. J1ttl H'ocht 11 ' . l'\ :?, !) ~ennaio 18!1() . La que!\llllllP <;ul IIIU t'ili~ cc arrnamenl11 du!,!li P~errJI' eW l<·nue 111 "'~''l'C"" lin11 ad ora la ruènlP dei l-·cuìl'i u Jr; !<Lrnle~-twi ha pur·c I'Ì,\E'!.!Iiatu, come era da l'revt>.lt'l'"1• 1 nl•• r1'«!':6 t! e i Clll t'ttl'"'hi m il•[ H ri dopo cl 1e dn i 1•rtncipllli 51111 . . . òCl. prowtlili,lfl ' l ."' •'.lll'OJl~l venne1·n "nrl nlll'lle l e tre JllliOVAZlOllr. 1 t'flllh r•t , l'idotto, l'in viluppo me tallico dei pr·oidtil i !lle!'~l JlOIVI' I't' ~(' l t7.A i'Utll O,
f"
Jl(• r ::<Ludiaro I'A y;i one cJpJ nuovo proirLti lc. e11l i illsl.ilul 8 ~
CHIJIU II GJCA
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eol rucile M ausPr, modello belga (ca libr o 7,65, i ri ghe, :mlJlimPl r i di lal')!hezza e 0.079 di pr ofonliitù, passo delf4ica di 2.'i0 mm.; cartuccia lunaa 18 rnn•.; c.lt>l peso di 26.2 di polvl'r e senza rumo 3,0: Yelocila iniziale 605 m.). Quale e!lper ienze sono analoghe a JU3lle pr uticale Jal loiL Habarl cui fucile .M;1nnlicher au«Lriaco pure t'i por tal e ... aostro giornale. Egli per·ò si <>cosler ebb•• un poco da qllll'ultimo sper imenlalore per l e !"Ue roncfuc;ioni più cc,cJuIPamenle nll•misl.•'. Difatti egli dice <•he la nu•Ha at·ma a pecolo calibro coo inviluppo r e!"i!>leule è non !'O)o la IDItllon ma ben anche la più umana c quindi capace di atlllware rdi or rori di una f!UerTa. Per r •guardo alla questiono non (liiCOr o bcu risolta !-!ul pedo di r iscaldamento del pt·oiellilc, sostiene ello i proiel1111 di piombo molle nel coJpir·t~ 111 1 corpo 11 o n po!'ISOrw ri scaldarsi fino al punto dr•lla fu>iiono e che ne mrneno i pr oìetUli Id inviluppo metalli co du r·o pOSSO IIO fll'O dUrre fenu ii iCili ili uaUon••. Lu for z.a di peneL•·azioJJ(J dtll llU llVO pt·oiettile f\ tltleordinal'ianwnte el e' ala, in pnrlo per· l a g t•a nde ~ua velocila iniziai•·. in pat·ta per il suo piccolo eu libm, •••a più llleora per la minima defot·m ozionv del sno iu viluppo d'acelalo. l ~noi esper imenti non dieoer o s(JJo a vedet·e •·he al di qua dl'll'ordinar•ia zona di cotoballimenln il pr oiettile 11011 Il IOII'erma mar nel corpo, rna che uuz1 a HJO rnelri •Il di~l;1nza fapa sa 4 o S individui di una compagnia timntol.a a cum laetumento ed anche cou frattura di 0""8 volumwosc, alla llil&anze da circa 800 a L200 metr1 il pruiellile può ancor·n IIIPQeere 2 o 3 individui ; piastre dì ferro de lo spessor·~· di 10111 U • vengono pure perforate a prccola tlistunza. For·tulllamente a •rue»ta grande forza eli (JCtwtrt~zione uon ;;i o:;~in e~rual f!rado l'azione esplosì ,·a . ,.. da crò ne viene che le entro qualsiasi zona as~umono un caratlpr•e a«sai beni!f110 di •tuelle fino aù or a osservut... Egli è vero che ,.:U•oue idraulica cr esce in pr oporziono dirella ddla IDttr01.6, 108 r er contr o diminuisce mCJi lo J'iù col picrol o diaft del proietti le e colla s ua aumen lntn r·e:::istom~n ullo Cht~ lendon o a s l'OJ•maJ'Io. Nel lA zn 11 fl 1ll'l· ~o l 111· V ·l f 'JI1 1· 0 ri p Dla zona rnr ncaoo Je va~>te ùisl!'Uzioui di pa1'Li mol li ,
•eenca
e*
a.e
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RlVISTA
l e ferile dei muscoli SCilO li::;cie, l e ossa sono rolle ma 1100 su1inuzzate. Sollanlo le fet'ite ciel ct·anio mostrano di risenLire com rlelamenle la prP.SSÌOlW idraulicn al suo più alli\ grndo, quincli presen ta no le forme di c~te"i «pappolamenti ~ella ZOll8 uei colpi lontani (a 400-1500 m.) :::i vedono ren~ a solco e.l a foro (con fenditur e più n mP.un jlronunciate e lu)volta i:IOCite senza queste). Questa fortna favot'eVO)C &UA guarigione Il\ si vede più spesso ru·lle o-sa piane e ><pugnoso, nu1 lalorA non manca nemmeno nelle dialisi delle 0!'1!"8 lnn~ltP. Mollo prohabilmeJlle la grane!•> mAg~iot•an7a dalle ] . · ~ioni avviene f'nl r o il limite di quesl11 zona eli 10 t:DU!-lil dellu poco aslesa distruzione e dei piccoli fori d'entrala e d'ust:iln esse fer·it~ 1•rendono ìl ca r<:~ttere delle sotLoculatlee, di moùo che la loro g ua r igione , [ olLic·ne, per t·egola, co tll't ~etuplice prolezioue mediante a'f:lpa r eccbi() flsell i(\0, Nei ~1JO i npprrnnt nen Li sulle feri le delle 11:-<sn l'autore lro· vasi' in di ~Rccorcl o col ùott. Flabart sopr·ar,c,tato iu quanto che quust' ul titno 11011 ammette fot·m e betligne che nella lesioni delle ossa spug-nose e del le eslremitl:i élrticolari, wenll\' che n d s uo Ji es per i tnellli, l'a lli, ò vero, c011 allrv fucilo m~ ('ollo stesso si>l lerna di pr oieHili, nvrebb(• l t·o,·ato ft•a(turt c·ommi 1111ti ve c.rr avissimr. nelle ossa Lllbulari.
Sull'importanza dell' ago magnetico in ohirurgta. LAUE:-ISTJ:::IN. -
(Crntralb. f. f'hir., N. 13. 18!10).
Il dott. Lauenslein trova t'accomandabile l'u::;o dell'ago 018 ' 11 gnelico per la ricet•ca eli frammenti di ferro uellt> ft't·ite. E111 ebbe (lccasione di t•icollos:cet•e tutto il valot•e rlia!!noslieo queslo mezzo, .~~~ un caso occot·:>ogt·1 neIl a :-:ua praL'te·u priviiiD· . proUno .,ig-nor a portava da mollo tempo conficcalo ossaJ . ro11darnenle nel pa lmo tl i una mano un pezzo tl'a~n eia cucJrt· . rotuln La sede p1·ecisa òel cor po estraneo non si e1•a mal precistt J·e. La pazie nte e t'a con Linuamente tm•mentalil ~ tMoci dolori, sicchè si decise r icort'ere fìllnlme11 Le all'auto pet· e::;serne a qualunque costo liberata. go 8 E7l i ~i accertò dappr ima dell'8zione elLe subiva un di magne tico appeso ad un fHo per la vicinanza di UO pezzO
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CHII\URGICA
conficcato profondamente in una tavola di lc.gno, dopo elle egli. lenendo lo stes$o ago so~pec:o sopra lo palmo. ..U. mano molata ad un centimetro di distanta, rece muo""' la mano bt!n distesa in di,.ez10ne parallela d~lr ago llello. In questo modo si accor se che co--lanlcmenle ad un 011'10 punto J"ago deYÌ8V8 St'nsibtlmente .•\s~icuralOSI CO~i jfe)Ja Pede prccic:a del cor po eo::traneo riuo::cr poi ad estr·arlo ooo una inci<::ionc che lo mrse subito e l e.::attamPnle allo tOOperto Nel rirerire •Juesto caso egli naturalmente non an11ette Importanza di sorta all"aLto operativo. ma --oltanto inlenclt!
cllmostrare rhe questo m ezzo dia~noslico "ara un valido suuidio alla CILirurgia mi litar e llelle ruture guerr(l nelle
quali, in luogo rlel proiettile di puro pinmbo "ar·a adoperal o li prorett1le inviluppalo d'ncciaio e, hem.:h6 col nuovo proleUile saranno p1ù fr·ecrue nLi i canali cornpl••li a due uporlu l·o, pur luttrwiu rHm mancher ann o casi di pt·rmau en za <lei [WOeUlle nel fondo dP.I Ie r<~ rite. L 'Bgo tlla g llcl ic,, SA I'Ù poi un a preziosa risoJ·sa nella ricerca ,Jel corpu ostl'nneo dopo cicalriuate la ferita
.,.._. artUlol&le antisettica. -
(; 1 R 'rt. . -
( Deutsc!t.
Medie. Wochens. , N . 6. 1890).
Questo nuo\u oggetto da rn edicaLJOnt rlre (.ur li presento
ella IIOCtdà chirurt:dr a di Berlino, cou~i~ le 111 una vesc1ca ~i
IODlma la 'tuale !<i chi ude come una LorsH da danaro e conlfen~ un_a soluziont> di sublimato c l • in' ilupuata dM una dt garzn lunga più di lt'f' m ... tr·1 t> ffi i'ZZO la IJUOi e 11118 la ' 'Olte è coperta da uuo sll'alu pure eh ~ar-a1 tenuto . .: da uno "Pillo di sicur·ezza. l._luesla spu~rna CIII' "Beli ba des.tmata .a ~er·vire d1 pr1rna we lica.zion~ sul rarupo Uagha e ']lllntlt a ti esser·e portata tlù ogni soldnl•1. po"liecl una re~i'-tenza cosi noLe\'ole che l~ ve::;rica eh t:rr•mtYII'I 1011 lll rompe 1 . . · ltU .~~~anc re se pE'!o<lata ~otto 1 p1ed1. QuesLn og0 è suscetllbilt> di doppio u~o, c io6 s i pul'l adnpL'T'8J'e eomo
:a
:!:"~ 8 ro~1e L~alerialc da m t> dicazione. Se per· es. dopo 8
lo P11IO SI f'Oil lt.o co11 tJ.U u!:>to molteplici punture s ullo
790
R JV[S'fA
strato inviluppanle la vescira, ne esce natuJ·almente la ~o luziono di sublìmato contenuto in e!'s::~ o l o >:tl'ato esteroo ne 1·e:::ta inzuppato di motlo rhe si pO!;"OIIO uellare i dintorn1 di una fe1·i La come con uml spu p;uA inumidiltl. Se poi si toglie lo «tra lo esl.f·J·iore gcà insudiciA l(), illic[uidn COlllertulo ccu· Linuel'ò ad 11scire attraverso lo sLJ'ato di garz!l piti. prOfondo cile ''<'J'ra acl irrigare ancora la l'eriLa, menll·e la fascia di g arza s' jrnpPeg ueJ·à i11 tuUa la sna Iun j!hi ·ZzH di ~o luzione anli!<ellica e que~ta lolla dalla vescica e l'ipicgal.a a seconda del bisogno puLra servir e per copr ir~ e fo sciare lu ìerlta sles~a .
L'auLOJ't} é d'opi uione che la spugna antisetlka a!'Lificiale, oltrechè servire per il solua~o sul campo di battaglia. puu I.Ol'narf! ulile anche nella pratica civile e specialmente per nn médico di campagna iJ1 'luaoto che ossa •·nppresent11 un oggello f aci lmente tra><por lahile, ntolto. resistente e rhe racch iude ad un tempo lil'juido antisettico e rnalc•·ialo da medi· caziooG e l'~s.cialura.
La g arza preparata ool cianuro di zinco e di mercurio L•sn:R. - (Deutsche Jliliuir. Zeil., N. J, 1890). fil una lcllura tenuta nel '~ novembre 1880 a lla Società mlldica, Lislt>r r~ccomandò l'uso in chjrm·gia della garza al CJ8· 11ur·o di zinco e lli mc!'curio. S iccome il siero al sublilllolu ~ià in uso da poreccbj •m•li ha rinconvenielll6 dì diminuire
la propriela as:::o1·belllO della gat·za e d'altra parte avuto rl· guardo al fatto che il sangue di cavallo co11 cui si deve preJIRParo il sio,·o non r;i può sernp t·e fa cilmente lt·ova•·e, agli institui degli Psperimonti col cianuro di mi-'J'Curìo e tro{o e lle quella soslanzu nel siet·o d el sang ue nrJIIa proporzione di l a 10,000 impedisce lo sviluppo di rJualsiasi micrar~ nismo, ma d'altra par te ila pur e crmsl~1 ta lo che r[uesl.a SO' slanza anche in ~oluziLm e roncenlrala dì J p. 10110 uon uc· c ide sicuramente ogni germe. Quest'ullima cil'costanza c l'szione sua alquAnto il'ritaol.e s ul1e piaghe fa f-i l cbe il cJanur Q dì m cJ·curio rlebba riguor· dar si come poco adatto aUa medica zione ed c' per ciò che l.t·
l l
ClllR li iiGICA
'7!H
IILIII.rr•l•"' la sua allenz... ue l'lui dopPio cianuro rli zinco e 'el'f®rio. p,.,. prt>ptlt'aro que~La Ro•aanza <>i ll•alla una JOfaiime di t'l81lUI'O dt 1061'CUI'ÌO e ciAIIUI'(l di pnlUSSJO COl IOifltto di zi"c" ·d ìl pt···C'Ìpìlulo rlte !'i otltcne vit'll lavA lo. U I'IIJJUI'O ·li ziO<'O O dt mercnt•io, ltb6t'8LO COSÌ dai Pianuri •dublll/> qua!'i m,oJu bile ut>JI'acqua, rueulre n .. ( siet·o tli .::nn,_ si srto~lie uelltt propor tionP ,:i J A 3000. P et· imprere la ~fti"ZII , <~i lll6"Cu)8 questo •lO[lpin C'ÌfliiUI'n t•oiJa mt>là dii euo pe!>O 111 amido ed acqua e SI r due~• ad una pasta ebtl pui ascmgata ,Js vonta poi vt'rt' che poi SI slemveru con IOIUIIOne di subhmlliO bi \ p. 1000, o <:i slen~lt' sotto garza Lamitlo serve a fìS'-'81'6 ti sale sullA gat'ZI\ La garzu si COIISt-na CO!>Ì OSCIUtiO 6 'JII80dO OPC!)l't'e arloperarJa SI bagna in ur1a ::;oluziune ùi s ublimato di l a 4000.
IJI elt&tl della b&ionetta del fucile Lebel. - LACM\IIAGSE. - (Deut.~c!t. M ilita'l'. Zertsc;hrU't, N. l, 18UO). Nella liUII qualità ù1 tnedico rorense e prol'e~sot•o di modi1!108 lell81e l'aut o r.~ ebbe occosio11e di pratil'at•e l'aulop~iu di llll eonla,lino il 1uale rwl m urzo 18 !l fu f, ril" da un !>Oidalo OOila ba10netta ·lei fw·il A Leb•·l. Ln neci'O!'\Copia diede a conltalare lre gravi le~ion di'Ile quHli Oflnuna ...arebbl' siAI.tl •18 eola mortale. Una all' tp ocontl r·io sinistro er a una ft• l'ita : r e han~a IO mi lltmelrr, lat'j.!a 'i mtlhllletri, aveva perIO la pellt>, a''C' a apet•to l'addonte e Lr.•pas,ale Il• due Plnti ddlo st.. ruaeo alla •listanza di 8 rentimetrt dal piloi'O. ~decoi'I'Pnlo da.ll'&vnnti all'indiell·o avP.va nler·essolo il rene lelro t..rmll tttndo allu 1~· co!':tola. L11 seconda penell'&ndo 1 10 eent metr1 -.otto rast:ella '-i11blt'fl ave,·a trapassa lo il
Pftlmone eù ll(tl'r ta la trachea. UnH lct·za rcr·ita da punta ~nt..-r..:!':"ata In rt'giouo dellutdPo Etntsll'8 e perforando _. io lli11istro t.•r a pur i' 1E'IICLI'ala liPllo ca v ilA lor·atica .__~• aper to l'a orta . Qu.. stP Lre ferile ave,·ano lnlla la
:
"""lQ8
ovalar t•.
~ ~Uesla Op!•t•aztone l'autore cr ode poler Jìch.arare lu
Iaea~ la del lluovo rucile fr ancese come un'arma eslt·ema-
perlcolosa. Questa bt~ionolLu ht~ una lama lunga 52
792
RtVISTA
centimetri, fJUAdrangolare, r tra gli angoli porta rlei ~nl lo n~itu l iOAli pt·ofondi. Que<>L'arma i> a~SM i IP!.!A'6rll P <.oUile. Le dimensioni ùi ciascuna delle fJUallro !':01.iont !!ono le stgut:rlli: NPI 1• quarto . . . IO mm. lurgo e 2 Nel uwzzo . . . . 8,8 " • t,:, .\ 13 ceu t. daUa puoLa 6.8 • " 1,:1 })i runclo t'he I]Uf>"t'Hrma "' S"flsla di mnllo dalle anteht batonette e potrebbe as<>omif[lrat-sr ati uno --pil'cln e <>upera in ellìcuci8 qualunque altra am•ma da pur11a. Lt• o<>l"erv111.10ni di La··as!':agne sulla batnnetla S•·r,•ono a complehH'C cruelle di Chauv,.l, Nimier e Delnrme ~UIJ rv ietlilc del nuovo ftH·ilc francese.
Trattamento delle fratture oblique d elle gambe oollllttodo dell'estensione modificata. - BtT rt~ H. - (Centra h.
.
f. Cltir., N. 9, 1890) . l mol li metodi ed Apparecchi im,,iegaLt [ot' r la cura dalle pitt gr·uvi t'r~•tt•ll·c tlt'lla ~;:omba, ciPé dolle l'rtlLllll'C obli~ue !'\pir·ali, ci dimo~trann CJIIIInto sia d fficile ottener•• contro ~u.. slt> f•1rme 1111 r·iJ>uiLnlo cura livo sodd1:>facenle Un primo 1·:lcolo vu•ne oppos to dalla Lr•azi "ne mu ..t·olf•r" la quale ~ura r rranunenti l'uno ::opra l'nlll'tl eù a qu"sl" "P""lfl lllt'OIO con· cor·re por a nche il peso del pi e te. Di qui 1111 !-'fOtll Ùl'l chr:-ur..!Ili n t> l t·epcar·e tler me1.zr che v~les;-cr • aol l'!'clud~rc !t lrattotlt! mu~l·Oiat't> ed ~~ c·on que..ti intenti che Stt·ohm~~ er propo!'<t' In rer•sione del tendine d' Aclullt• in lulle qu~ forlliC t h fr•a llu ra. B lLf'r lt'0 \6 un mezzo più sempltc~ e stcurn ad ,,tte~:rt quc!<lo :-.copo, ed e!"c:;o cnnsic:te nell'applicawuw dPIII' slr,,...':lf
cJ'I'mpiaf.Lro adesivo com ... é in uso p-ta da Lt•rnpo per le fr•'" Lure •toiiA C'Ol<ciA. Fino ad oro il metodo non ot'll sloto W pli('alo alle fratture della ga111 ha, perché si ct•t·dcva. c~ e,. t· J'appJiC'flrC i'emprnsll'O adCSIVO aJ d t SOpra di'l (IUOil di (1'8 luru non si poles:'-e più eJ>f'rcilar e una vcr·a l'"tens•onc Bar fenheuel' però riuscì o dimosti'Hre dte J'nzione e~'e: 8 si va si eSf'r cila pt•indpalmen te sulle pi.ll'li molli; peretò
CH!RURGTCA
793
nelle f'rallure spit·ali della tibia le ~trlscic possono es...,. applicale con van tag~io fìno al gionct'lliO ed ancbe al • 10pra dei I'OOdtli del fem ore. La ~~emplice estensione Jongitudinalc con legg-r•ra elt>va zione del calcagno b~sta contr o le formP più IE'~~iere di lfllllla frattura Ma per i ca!"i ptù gra vi Biller •act•omandn, a11re l'estensione Jongiludinale anC'he la lrasv~rs:al ,.. colla ro-
luione. Fra i molt1 Yanlagg• di questo metoclo Yi sarebbe anche qaeUo d• potet· sempre ispezionar·e il punto di frattura, òi ~1'81 appltrarc anche a fraLlurt> coutplicate l' eli poter fare &MgUire pPr tempo i movtmcnli del piede ondè pt•evenir·e ranehilosi. Ollr·e a c•ò si pr eviene con que~Lo •nezzo la pseu-
darlrosi. BardenheuPr riferisce che sopra :'!78 frattur·c cosi Ll'allole
non mancò una sola volta la perl'ella consol idazione dei fr·a.mmenti.
r. malattie della. bocca. causa.te ctall'uaolta dell'ultimo Ceate molare infèrloto. -
B 1'1'TJ-:R.
L'ototar.olo all'u10.-:i ta del 3•dentc mol a•·e (den te della "apienzA) eonarste sempr e iu una spr oporzione di spuzio lrtl lA cor•ona del dente e la mandibola, o il denl~ è lt•oppn volummMo, n Il mascella presenta un difetto di sviluppo. Questa spropor· liOne e causa d1 pr ocessi patcolo<rici in molli indiv•dui. Al·~ da' o • t8 ui 30 anni, tali processi ruorbMi sono carattertzz&tì da fl ogosi tr aumaltcbe (K ònig) che pos!'ono intere"0 llle la "" In mucosa (Qeogivite. storna ti te. tonsillite e farincbe> 8 !'Ono sus;:.egutti da diffìcolra d• deglutizione (an!?ina :alari&), anores;:.ia, costipazione, febbre; oppure la Oo~osi '-d.e la muscolatu•·a della base della lingua, i buccina ~ 1 mas;:.eteri ed é causa dr !!r an.li d•Cficolw di deglutire, dn:ashcare, oppur e si pt•oducP osl~>ile o nect·os:i delle man0 0 _ . e llnalmenle insor·gono afl'eztoni nena.lgrche dJvet'f"e. quel'lte conl1·i7.JC•m · · non s1· IJene · · con l'l!'lnuna cur a 1 ·1 pulrlo cavo orale . etli•• que• processi assumono caratter e infelLivo ed ..., sfavorevol e Il prt) gra d.' . ICella . ve ' LI uesLt asili à cerlameul(;l l'ost ci t(J del rnflr~ tn ferirJre che non di r ado fl11isce coll'anchilosi del -
-•a
i9-i·
IHVISTA
l' Arlico'azion•' temporo-ma"rell>~re. T o<>lnché ~i 1·i ·nun~ oppur ... !'l temP lA I'8t'I"OILR di PU", r,.uiOie I'OO,Igl o tli IF'I· ceder e Alra'~trt-tzione .!el d••nt., che 11e P. lll Nlus:n "" mc1u, ,h CA"Ì è nec"s"arro pr ..cedere c• ,Jie più I'Jgor.....e c11ule e a t. settiche.
Corpo mobile nel gtnooohlo formato da dtstaooo di carU· lagin e articolare in seguito a. trauma. - J ACOUSON, (CP.nt r a/1,. j'. Chi r11 rrl·, N. l , t890).
L'autore t•iplll'lfl unn clo•i piu rat•i ca!<i net 'JU8h 110 corpo mobile artwolnre fu can'l&lo da dt,tacco 1li partictllle carula~inee ecl os-..eo clell'arlicoiPzi••no. Un indìv1cluo di :n Anni r iporllwa uua ~rave cnntu;:·on• aJ ~in o cchio Ìll <>laln di JlC'~<>ÌOilP, C c·onw •·nn.::e;.ruenza delb losìòne riportata "'i manrf'tlc;tava fo1·le ttnnefMiono e rnc·olt8 di liquido nPirarlu~olazioue offesa. Betwlul In <>lrawlf'O si J,. l oguasse po1· 8:ì!:101'hituen lo in p o chi gio 1'11 i tnedinnte con-
g rua cm·u. puro il ginocchio l'ORto dnlor·o!-;O e impotente a compit>rc In sua fuuzione. Fratta'llo s1 vrnnP n ricono~cw nell'at·ticoiHzinnf' la pN'l"<'llZ& di nn corpn 6"lrAnco mobile Dopo ~oi ~ettimane dPII'nvvenuta lt>sionP ,i pro,.rdetle Al'operazione mt·JiautP la!!lio sul punlo doleut" Aliti lO inler· o della r<~ lulfl..\.perla la capsula jl dito e«plrcrnlfli'P ut•tò L'J~IO contr o urt pu11lo d••l cundrlo iute1·no :-pnl!hatn •Iella ~ua cartilag:ine d'iu· I'O!'llazione; un rrammenln di rArlila;{ine ac· cora adof'o tlll$8i la'~!'8 1 nt 'n te ,_i l A~ciò fAcil me11t0 stACcar• dall'unghia di un dito. Il nuovo cor po mohtlo Ri Mopri poi dopo lungh(' r irerrhl' o 8Ì <'Slra!"se con u11 nncino. Il decor:-•• fu b enigno ed il pat:ienle venne Jicenziu to dall'o~:~pc•dele col ginoccitio l efZgcrmt>ule ÌI'I'I/!tdilo. . Il COI't>O at·licolare cnrri!;>pondeva colla $;un !iwma a qu~J.a ~ohrzione di continuo che il rlitn Aveva pc'I'Cepilo dnppruPP l••. a •' mostra va duP "llpet•ficle: una rugosa O!-''-'"U. l'a l tr~< l' rivesl•tn di biancA CllrlilaginP All'ispezione mtrt·osCflf ~ si rir:onobbe e~seP quel c:orpo cosLiluito di L'tll'liln::rrupje!inft o di pur·o tessuto UR"eo com~ gia ora da pr~\'e ter~i. 11 L 'oulnrt> poi fu oss<'rvarè r ome il rnodo d'azione\ rlel Lrauu
sul ginocch io pingttLo sollll)l'a m olto ada tto a p t•oclUl'l'8 ')lltl'
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CHIIIURGI CA
l'eaame òel
11111& partatoae delle oa.vttà oosee medta.nte innesto G Hl& uettlohe deoa lolnate. - U1Jll. SE:>:N. - (.4.1•ter. /'tlrn. o( nwd. scie11. e Cenlralb. j'. clllr., N. 4, 1 'fJO) . Senn del•ca•ive un uuovo pt•oc~>sso poa• la p1ù sollecita e ..,. guarig•one delle cavità tlelh• o~,.a. col r,uole metQdo,
JII'IID8 sugli aui111ali e poscia su l'uolllo, t•nlil ollcuere eccel· '-1 rii!UIIati. 1tJi .te~~erive •iappr ma gl i esperimenti cl" da ahri autori IWono 111trapr•·~i collo !>te~so ~copo. Cosi re•· e~ la sutura ildro8Cf!88 11 l' inncf.ll!"l d€:'1 lembo !<eCO lido N eubor, Ja spu1111 antisollita di Ha~illon, la guari;.rin11e. sot.to la crosta IIIDicfa. di Scht~do o viene olia co•tchius iono che Lutti questi lllllodl hanno i ln1·o tlif'elli. pet• lo cile ò Rl>bas taoza giustibio il lenlativo di trovarn " siLt'i. Laulore r·•lrl'n irft•lli un ~ostilutivo al coa!:! ulo !<anguiguo teevro dt pericoli), ulilizz»lo da Sch••Je col sun prodi guar iginnc ~ollo la CI'Osla ematica umida. e questo lllltiluti'o ell'li trovò nelle O"SS decalcinole r idotte as~tliche 1011 prolungAta rmmersi<,ne nell'alcool 111 sublimato. lauoi espeJ·1menu, in numero d1 t i- fu r nno ratti sopra !!in._ e&ni e rnudotti in duplic~> manier l! In 11110 · prima serie cl tlperrenze, furono allontanati doi pPlxì di cr anio mediante lrlpenuiorw o nelle lacune l'isullanti 1\u·ono innestate ossa cleetlcinat.,. In una seconda se1·ie <>~li pos€:' allo scoperto la •Yìli nudullare di uu osso cilindrico. ne eslr usse il midollo :.:oebieio ln;.diente e riempi la <'avih\ I'On pezzt d'o~so Dalo: l n lutti questi !.>per i menti <:he fu 1 ono con.loUi - : manuzio"c cautele nntisell•clte lt• 0 " -8 i~1ne;:~te Rde_11110 pt>rft>llarnent('. L'autori' LI'RE<porlò quindi sult uomo 1! llli metodo eire ~"llli ebbe occASiono di praticare su d ieci de& e aempl'f• cou pieno succe!<~O. In que~li casi si trattava Du'tguent1 pt·oces!ìi morbosi :
8
OSI.eomi1•1iti C"ntrali dello LesLa tlel la Libia , una osteo
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RIVISTA CHIRURGICA
mielile dell'estr em ità anteriore dello ste~so n"'lo, una ·~l!o mielito ACUta dPJl'estremité inferior e elCI femore, due: o~ mielit1 della diafìc:i tlella tibia, una tlt'croc:i dell'eslJ·em1ta • periore, un rocoloio tnbel'toloso, ed un fiSCo,!lo circo•cf!Uo cr on1co sen1pt'O llello !-.lec:so oso::o. l u qu~:~nto al Lecnicismo del metodo uoliammH• i punti pnn. Il miglior materiale d' innesto é la 1Jinn di bue ucc1 di f1•esco. l pezzi d'osc;o vengono di>cul<'inttll IIPII'ocido cl l'idrico o tagliati in i!<lr ic:cie gros:;e un milli111etro, cha sono im m e r~c nell'tllcool al sublim a tn. Po1:0 prnna lll ndoperal'l i si coprono 'JUPSLi pozzi con un sr,lldtl c;LI'Olo di indJo for mio. Condizione indispensabile pcl' Il! hunua l'iuseita una accurallssima IUlllsep!li Jcll'osso ammnlalo o le o P<!tciò fu duopo che ogni r nnasuglio di tes!'ulo ammalato.~ puo::, '=che5!gie, ecc., sia rimosso prima di pr~ocedere affi neslo. Dopo una eut>r t!i('a disinfezione c·••n $Ublimal•' l'autor e copr e auche (l} pat•eti dt:-lla cavi tà nl'lt-ell con poh•rt di [odoformio . Sullt:l es lt'(~mila egl i ope ra sc·u1 pre cou i«c.hemit• ur tifi cìale. Il tubo vien l evl:l to c;ol tnll lO dopo appliea1D cip<~li.
l'appm·ecchio di medicazione. Dopo cliP la ca vilà o~·ea tutta unifo1·mt>meute t'icoperta del malt>I'IAie ol'mne~to. !l pal>sa alln sutura del pet·iostio per quMLo , poc:Qibile. Per procacciare libera uscita al sangue chl' "'·rntualmen•e ''er sasr:.p uc>lla piaga dopo levHto il tubo, l'suture <·ollo '8a l'angolo infel'iore un pic<'olo stuello di dt·cnaguio as.«~~rba· bile costi tuilo tla fil i d• calgul torti a=-:-ie1 11C Il prilno aprar ecchin r esta iu posto H ~:!ioroi. i l $CCOndo Hno a comp:e.:. guarigione che e st>conde delle dimensioni dollu C'evilà n-•· 8 a secondo dell'c•tà del paziente si ottiene 11l 1111 periodo ent oscilla da uno u tre mesi. So l'oper azione fall isc•• o si fo r mA ~npp•u·Azione •r r · muove il ù1·cnaggio cHpillare e vi si c:oc:lillii"CP Il Jr•cnag;J<l or dinario t 011 tubi. 'on si r innuova il L<.'HintiWl d'inn< che qu>~ndo sarà et•s:::r.lo il processo di ~uppurn1.inne " ' l!! cavits O"seu c:i coprit·ù di grAnui8Zioni. Qn••"te !'lira>~ :a via col cuC<'hiaio tagliente e qmndi si prnc·t <11• 1111 un nll
inneslo nel modo sopra indicato. Non ò1 1·ndo questo un~'" s ~u
!Seco rt da1·w l'iesce compltitameute.
797
RIVISTA D'IGIENE a-.. 4ell'aoqaa •ui battertt patogent. -
DccL AUX . -
ftiWita crrlira. -(Annales dP l'ln.stilta l'asteur, febLraio 1110).
Cile C088 diventano i roicrorgauismi patogcni che naLunflleDte o Ul~ciùental mente si trovano coutenuli uell'acrrua? 8 1111& quistnnr cho ha acquistaLo import.Mza per la nuova doUrina etiolngica che cousidera l'arqua potabile come il 1111110 di diffusione di certe malatti e. 1 0::-~M è s la la s•udiala IOpra tuLlo in liarmania ove In nuova tlot.triHa, lo. Trinkwas•tlttorie, lm dovuto lot.Lare, pet' lmpiantnl'si cout.ro la doltrtftt eUologir:a del PeLLenkof•l r , lu Orun.dtoassertheurie. ell'una rome nell'ultr·a s'•mroneva il lll'oblerou di sapere 1!16 elle divr.nla!:il'er·o nell'ac']ua i gcrn~i pnlogeni proYenienli 411 la't8gg1o della biancheria dei maiali, o òa vie piu o meno OICilre aventi per· punto òi partenza l e cleiezioni dei malati O l cadaveri !'!!polli Gl1 stret ti r apporti ddla morte e della
1ill alla sup~:rficie del gl(lbo ci espougouo per avventura al Pll'ìCOlo Iii tr·ovaro oelle nostr e acque potabili dei ~ermi
IIOrbigeui ancoro viventi che abbiano rPSÌ!>lilo al Jungo viaggio 0 allungo lPmpo durato per· penetrare nel nuovo ambiente~
Rlaerv~udoci di l'lludiare la pt•ima parte di questa quilione, Cloé tlet passaggio dei get·mi attraverso il suolo, per
OfJ ci OCcuperemo sollant.o della secoudu ossia della loro htll'acqua. Quale sor te tocca 111 questo li'[uiùo ai mtII'Otwan~mi ~8lOl!l:lni meg lio conosciul1, come rl bacillo del ~ 10 o quelli, di cui l'li ha mng~iormeole a sospettare ~iou~ r•er la via dell'acqua, cioé i bacilli del ti fo e del 'fltltat ~llla di prendere in d i~:;omina l lavori consacr ati a aotori l'lcerca, valuteremo le difflcol tà dell a quis tiooe, gli 8 cui espontl i l suo studio ed i mezzi per evitarli. Ciò •
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RIVISTA
ci pel'mellet·~:) di dislin~uet"e nPi lavor1 me1 itann fidncio da quegli altri ui cui st ha il dritto ,1 bila re. pe1· modo c· ho lrovandoli in contraddizione ci s18 per. nu ·~c:o di far·o una SCPila !'e non sirul'a almruo raJl'IOurv Lu qui!'lione ~lnbilllu sembra a lulla p1'1ma ùi l'acd~
z10ne. Si inll·oJu ·ouo in un'acqua dei :!t rwi ùeletmma '-i la!'CIOno pt·r un h:mpo ,.~l'iaùile e !'i ri··ercano ad in • val 1 di verst, col metodo dt> Ile tollure sc,pt'll lamina O run alli'O IJUalunqut>, i P"ermi r eslaLi in vita Il probl~ma mhrol·ebbc ben dele1·minato; rn& invt>t:O non lo è come or m vedremo. 01falli ct•M avvtene dell'aequo • 1\on si !:'{1 dal pu di vl~la chtmico e niuno conosce l inOueuza che le ''8l'IIIÙ mruo pm·~Uibtli d1>gli elemeHLi sciolti r• "O'-"resi utll'aoo• 8!'l'l'c.:Ìl8110 sui delicAti feuurneni rhe nui iutcncliamo ~ludill'l Aommenlìurno •tue;;tn ra~ione che l'i1>ullo da !'l ;?1'811 num rll falli . l.a vila di un 6S~"P re è un r·eatli vn rntlnilamenlepiudeo liC'ol.o ~lei nosl.r•i pi1i polonlr J'ealLivi chi n dci. Di pi ir è un reatLivo che d t l1'eri ~=;ce dag li altri per· CÌIÌ dre P-'SO 11011 ol\ che una sola rAaz ion t•, rno la da solto le più di\er8e inlluenzt una luce che può ~~~e~ner:;i in lanle lnlilllere divcrs~. DII 1101 ig11oriamo la c11usa o le cause per· cui l'i spe!!llP. O rC'I'rneremo 8 COII<.:iÙ61'81'8 intanto lt> inflU~IIt<' meglio eo sriuto, non pnlf'ndo r·iguardare lp ttllrc d1~> in mO<Iu i:t' li Orale.
La pt·ima a cui riCOl're il peusiero l· truella dell~ ~ teriu vivente COJ)lcuuta urll'acqua. I g .. r·tui che vJ s 11
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ducono artifìcJUirucnle t:Rpilano in un a111hieute !!ià ablla da ~pec1e che si devono suppor•re apprnpl'ialc all'aro~ 11 ste!'so; e pt>l' conRegucnza, ']uando si mghu <:apere Cl· : potranno diveni1·e i ge1·mi introdolli, t•nlt·ano in carni 0_1 Rlioni C'Ol 1fuse di concorrenza di lllJCrorganismi, vari· non solo da un'acqua All'aiiJ'a, ma ancltc:> ul311a ~tessa~~ coJI'inler\'all o di trualclte 01'8 . Si polr·cbbe S< hi,·are qur, · cau1>~; d'er•ror·<· speJ·mwn lando St'mpre con ut rua ~ terih~r·" o ... <>el'VI&mo però che m lo l modo la qui<>lioll•' ~i allnnt.1111 dol terreno praLic(J, il solo allo a conlcl•il'le impc.Jl'tanze · mc vndr·emo Lullnviu t· ho f'ortunrttam cn te que;,ln caog~s Il O H 1'6\.' 8 Ì llC0111'CliÌ61li.Ì VB J ula bili.
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D 1GI ENR
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p1'888nlunn in "'econdo lu..go i ga<> scialli nell'acqua, IN.- i p ù nupnrlau tr sono l'o!'sigeno e l'arido car·boruco. Bea é il 1!8SO dr prenccupar•si delll' n•riazioni dt>l primo. Jllenle eguagli11 lu ra pidita con la quale uu'arqua ::.i rende ..,.. a quau1o e~sn ~:: in coulallo dell'aria. ancl•e ~<l'uza agitlliooe. È bt•tt ver" che l'ucqun puo riman.-r·c esposta alr.ta e non ncrenrsJ, quando l• l'lede di fer meutuzioni o 1li Jlllrefuiom, r ome O\'\'ier.e nell~> palurJi; ma noi «upponiAmo elle l'acqua iu e!"ame sia potahile l'd unclle di!-il•lhra, ciò che el pernwUo •l elrmrnare que"'to raso particola r e elci suoi ra ppoi'li coll'os <~rgeno . Boa si f'Os!<ouo rn vec·e trascurare L rapporti coll'acido c•wboako, •l qualf', corue ora ~<appìalllO, ., una o;pecie dr anlt..uieo. Que~;t'nruJo può Psser·e inlmdolto arti1h:ialu1Pnle nelacqua, e Ai hnnno le Acqw• ga"'-.O"-e. i cui rapporlr ron i mierOrgani><rni sono di ,er~i da qrrolli dellt• ac,ru e aercatc e lrleritano pP.r crò un cErpitol o n [JI.II'Lo. L'osamo Jr qn esle acque PhQse counrrn dRII'olLro lulo Cl!ll quell o ùclle èltque nnlrtNll eontenenl! hira.rbouati sciolti, lo q uoli raecl!iuJouo gehllrneote mew. Acido <'ar bouico dt>llc acque gas.. ose at·tifì-
eiali. ma in " OIO}'NJ«o se ue p t'J Yunn piu lentnmente iu conlaGo dell'arra.
No1 COlli ~"enzo avvedercene ur ri vitlmo ai sali in soluzione, lllli lauto varrabih secoudo le m·igi 11 i o lo nu lu ra clell'ac'l ua, ~aU di elemeuli la cui pat•ticoiArt> impol'la•tzu é sLata llllli bene >;ludiata dal Raulm . Ora I!U IJUe~li e lt>mP.nli, le qu11lrlil e 1:1 quanlil<i dei <Juali I'GIIrono aver.' un'a zione cosi potenti;! "ulla vilalilil dei mitrorpnum•i ll••mrna tr, noi non pns..eouamo ci•e i r i!'\ulletr imr-retti ebe puc\ to t•nire un'analisr rotta stùl"acquu una \Olia sempre. E !lPtu pt•e utile cil~JI'C qucst'unalisi, e certi la-
::0 han~~ ~\·uto lllebidali
li tor to di
tr·~t~curArla o di rifel'lrno sol-
tn!<t!:niOcallli come il gra do rii durezza o il lilolo o~<si
- - .f!4; mu '\ llnpo r irot·dar'-i elle llJ H•frp quando qne~l'aoalrsi IÌIIil la&a non co~liluisce che 1111 documento mister·ioso, 11111 =~~un hlo~co di ruamr o dA cur un gior no verr à fuori foaoaae. • ma trrtanto non no R&rll'ei.Jbero indovina!'!.! l e
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RIVISTA
Disgraziatamente arri viamo in proposito alla stessa conclusior.e che tigua rcla le materie organiche, il cui ufficio~ senza dubbio importantissimo; ma non ci ò concesso dtconoscet'é c~1 e io modo approssimativo la loi'O quant:tà e qua 51 per nulla la loro natura . A qu."ste materie organiche si collega lultavia una cauS& d'errore che me r ita -consideraziorre. Alcuni scienziati non hanno tenuto conto del t'atto che serrÌinaudo dei microrg&· nismi nell'acqua da studiare vi por lavann uello stesso tem110 una certa quantità del mezzo nutritivo dei mede~im i. Si dire in v a{lo che le cose io uatura non sono all.l'imen li P che quando i bacilli del tifo pus>'ano dalle deiezion i di un til'rJso nell'~cqua anch'essi tra><portano un po' di rnnte J'ia or~a11ica. Ag)!iungeudo ddla sostanza organica nell'acqua in esame se' ne ca ngia la ensti tuzio ne i n u na rn<HJiern sconosciuta ed impos:;-ibile a riprodurr·e e!::'a~tarnenle in una seconda espe· rieoea. E nece><><ario dunque o, seguendo l'esempio di Hueppe. sottopon·e la m assa di mi -ror·ganismi ùa inoculare ad unlavacro pr elimina re con acqua distill a ta c s ledlizzata, ovverc, Ciò che fòrse è più com odo, imrner gPre nella cullura rt>slremità dì una piprtta aspirando da ll'a lL1'8 una certa quantìlil di liquirlo . Allora lo s lraterello d i c0ltura che re:sla aderente ella parete interna della ripelta, uscita ne la ri ntanente, si dissecca mediante una corrente di aria a~pirala ed all'occorrenza puo esser e levato Mpirando acq ua di>' Lilla ta e stm·ilizzara, otte· n endnsi cosi un !J iccolo deposito adere1. Le d i cu ltura pur•issirna e pul1t is;;iroa. . . Abbiamo finora parlAto delle sole canse d'rrrore relatil1! 1 a ll'acqua; ma ecr.:oci arri ' ali al punto ili discute re anche ~ coltura da seminare. E t·a r isaputo ehe una collura nor.; sempre ide ntica a sè s les:<a, r:na è precisamente a prop~:t de ll'acqua che questa nozione si è esteso. vVnli'hugel e Bte. l Jla geMJU' Lanno osser·vato ehe me_s cola ,, do del bi'Odo o !e uellt a} l'acqua dislillfl ta rnolti t· adii i del colera 11011 lrtonf11110 . !llf callive ccnòizioni dì amb.enle che vi tt·ovann; ma nell'inSJe Lt essi rit>scono vincitot·i e per conseguenza si mollipli~ano.ull4 stessa cosa per·ò non si ver·ifìca se i gennì son<' Loll• dll ~ . acqua; a 11ora Ja r esistenza . . co1tura m e. maggt·or·e ' le Ulo
D'IGIENE
80·1
numProse e la m oiLi plicazionP p;u r apida. Si deve dunque ....Jtlere una specie di a'!dimalazione che subiswno i mi ~ni"m• nt>l nll•' ' 0 ambient~>. lfdi è vero che Hnch::l ellt't' ha tr ovato pt·ecisamente il con lrerio, almeno 10 a ppt~ t·enza. U nu seu•enza tolta da una vecchie co tura nell'acqua, che dalaYa da 290 giorni, era morta dopo cir•que ore trt una nuova arqua in cui era !"l.aUI lraspor•llla. la !lua re"i't" oza roc::i er a infer·ior·e a 'IUPIJa delle se1IMWI provMienti rla un liquido nutritivo. Ma tuttavia nou vi eentraddizinne tr·a le due asserzin"i. All'uni germi possono ne ~ssere vivaci dopo f[Halche llior·no !-Oitanto e caduchi al ferm ne di dit>Ct mesi. L a stessa cos11 avviene 11ei m~>zzi di coltura. l ,zerrni veccht posc::ono r ingic•Yfwir•• se P-ono tr aspor lali In un buon mezzo e pet•ira più pr·eP-ln do->i g.-•t·mi gin van i fa un mezzo cattivo . Ciò che ronf'e r ma quesla spie!!az•one è D fatto cito uell'••8pr ri enza ci i H ochP-tctter la morte dei microrganlsmi dopo il lraspot•lo do->Jia c~tltu ra é avve nuta in e~nqu.. orP, c.ioé in u11 period o m;, lto più breve del! nrdiPat·io. D'altra parte elle rlei .germ i be• • v ital i pnssann r·.·sister r>. pi ù raclbnonte dei germi deboli aii<J trapiun tazione in un mezzo mediocre ri<~ulta dAlle nozion i get •Aral i r.tte noi pos;:edi amn sul la ~ dei mir.rort.uwi<>mi, e da fJll"Sto fatto particnlat•e: che Ptankland ha prc>ri o:amPnle ri!'<rontruto a proposito òE>ll'acqua *&sile sernenze in huono stato da vano una molliplicaimmediatA ~>e er•ano tr aspnrtale in un'arqu a. ove saIM!ro morlt> senz'sllr,, ~>e invece fo;:sero siAle S"menze 'tlccbie. In conclu~>ione biSOf!nerà qui-. rome a pr·oposilo desti •nti"ellici, teuere esaLto c"nlo delrori!!'ine della see badare chP t>ssa E>i manlE>nga cost~n te quando si Ila ~'seguire una St>t•ie d'esperienzr-o compar<~tivP. tra. non é ')uesta la sola precau7.ionf'. Bi,.ognf't'à sempre .. po~ una quantttù picc·oliP-"ima di semenza rtPII'<H'fJ"a .._:m•naro per evit11 r e che fJII ei micr orgAni!"mi deliA se..letia8tes!l8, che peri~>cn no f1 11 da pr·inci pio, forni,.rano dPIIa ~ orga11ic11 clu• ser•,·irebbe d t nutri mento figli A Il t'i vivi ~=· Sejluettdo l'ese111pio di H 11 eppé, vet:~liflr•· al la e,g:uale il ~ne riPi micror!o!anil'mi seminati ncl l'acqm1. Non t utti 110 &t facilmente ad una dislribuzitm e unifur·me; ve ne
:e
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802
lliVlSTA
sono molli. 1 cui el,..menli rellula1·i sono unili tra loti una !'oc:tanza grlalino!'o, che r·e!"tan o alnwno P"r qua
ora allo st~-tlo di ~··u, pi si d•l'gr·ef.!nlln in ~··~uilt '• un'a• quA t'O!OI •nnl'ulola l'i f11• e:-se la numuriiZH•ne de· ltlnr or·gtliiiSnli col mc>todo clellc c••llurt• pi<Jite "' polreb!J.• 111o lribturr> ali ~ molti.•l•cuzlllne della sumrnzA •ruello l'Ile
sol lauto il 1 ic:ullato del dr--~r· ·J!amentu dei ,.ru p1 hiz . l que-t.n il ca"o, p es., nei b•·cdl 1 del tifn, r•er i IJt.ali Hu•,pt ha O'-'"PrvALn t111a moltiplic>lzione APJ'81'CIIIe dopo •u1o o ·l gior·m 11 5•. lempPraturtt olia quule ,..1 ~a cLt que~to u,., j.!;<l iiÌ !' IIlO é Ì IIUI'l6. lnflne non t> indiiTt't't-ule In niJlUrA 1h•l mezzo nel qoo e coiLII'l'I'Unno 1 ~ernti cl tè hanno ~ng.t ormlln {'IÙ o m IHll j:tanwnlo ncll"ncquu. r mt?zzi alle.., liti ··un la f!alntina, c. • modi e C'11e si 11re"lann <'OSi fac•lnwntt? allt• nmll• raz•oni, ~ molti) infer·iOI'i, ora c:i !'A, ai bt•nrll liiJuidi. Uu .Jato mr rorl!l" nismo che !"6111br·•·l'è llll>l'lo 111 l.:lrllor e oli gelo lillA a Jl!flttO percllh non dai'H t olouie, po lr~ ~vi lu ppnl''-'i lwni;.:sircw iuv m un Lrodo della mqJe... ima ~.:ompo" ziom· ma pm p;elaL111a. T1·nUant1o;;i 11 1 qtH'slo studio di "nlutare IH \'Il • mas-.tlna dei :.:-er·mi è d•iaro c hP adope1·RuJn il bro.!n lr• lfo remo <'ifrt' pni elevalt> io cnn tron to ù1 llllri uwZif dr ro : ra; , e nel cn:::o tl i cont1·uùtlizione lt>n i ri'lultnli d1 cl11e "Cit>nt che ~'Jif' l'illlt>lltino lo ste... ~o mlcl·orgnni--n•o un1 saJmlmn •Il' bile n trua le dei ù1w acco1·da1·c la IIO'-'lra llducia, ~a qu~ che hu l'nlto lP sue Rt>ll ti rw~ioHi uel llmdo ha trvvalo ur ' mero di rnicr·oruanismi •nagg1o1'f' ùcii'RI! r o che ùa rult numer·azionì sulh~ collut·e a ninlto. Noi ora vc·clremo subito l'esa LLezz" eli qup,..•.o crileriCI,O front~udo duo lavor·i importa11li: quello di Hochstelltr e ryuello di StJ·aus e fJubarry. Il pl'imo ùi qw ~li autor " ' nella gelatina nul1·iliva uu'acquo eari c·~1 cJ i ;.:ertni, su ~u· Dubarry i n vece si "o.>.r vit'Ouu del br olo e •·l. pru. l~ 8' raro Ho in modo da rt'ndcre l'~>~periem:o molt'' conclu1
*
QUP<;lÌ filO DO 0SS>!I'V81'6 che quonr!O t<Ì pn•ruiG UU CSlll! ~ 1
d'acquu io una botlig:lia per fal'lle una coltura. il~ g~l~U 111 l't~cqua impiegala è sempre m quautita pi,·cohssl n~ll- .~>t~t uo bel molti plicar e le lamine che non si afl'i\61'8. fll 818 ~"'·-
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n 'tGIE~E
•rie1nzu ,.,. non una q uan ti tà rn inima d•'li'Acqua da 8!!8· B se pe1· ca!='O i gcrm1 vivl'nti Ìll 111111 tale acqu>~ lltJIIIi110 ran, s1 cor rf'r t?bbe il rischio di unn Ycderli r ipi'Cl8 di credere per cou ~eg ue1,za. dH: lull1 siano morti. oon sono 1 m01·li che r'i nle1·e~sano. ma quelli cht> !"Ono ,.eora In vita. E pe1· s ape re se vo ue sonn S lt'fllt~ e Dubarry 4ahmJtono un po' di br odo conce11 t rato nelltt boccella che .-uene il camp1one d'acq u~ da sl nd iu 1·c, pe>l' modo cla oLfìlere un meno di colt ut·a che si popoln tli micror·~anismt •recqua conlt' ne' a ancora dei ~ermi v1venti. Per lotte queste r agioni PSSi non pole,eno 11 mt>no eh tr n_.. ao r•unaero dt microrgenism1 ben più con«idel'evole d1 ...... Otll'nuto da H o chstPtte r , rom~ e facile vedere 6SHmi..., le tavole dimostrative de i risultati decrli un• e del ~.
.
llor.batetter ha studiato com par·nth•amrntP rac'l ua tlislil-
lita, recqua dei condotti di BerliliO P- I'Mqna d i s,..l(~ àl' tifi Allta con le stesse a cque di condr1LlO. Oisgt·aziRL!Hrtente Ulbdtzioni della r ice•·c.a non r• reno le tuede'-'noe pc•· tutte.
-
llacqua d1 Selt.z era inoc ulata se11Z11 Jll'Ccl?dcn le !'ter diz-
lllloae IJl(>diaotl · UJI8 sil·inga di P l'fl\'<tZ, la cui ··nnnula lun!!a, ....... e c•hiU'-'8 a lla sua esll•emill\, lravor::uwl il tappo dcllu ......le Un'a per tura later·a le, meno r~po<:tu della lermi1111 l cbtuder"' nel passa,gio 11Hr·avc r:-.o il sugher o . perlllelleva l'inoculazione. Si agitava ltl bntLip-litl per hen me-
= .:Una.
la seme,,za llt'lla massa, Rl riti rava la ca nnula, !; t
il
va il fur•o co11 un piccolo slr•(·co di legno e s i po1·tava La. ~ression~ gas::;osa 11011 !'lllhiva alcuna modi Ma Ile ~enst?lle cl urante l'o pe•·a~. inn c. L'acqua dis tillala l~ di eanaltzzazione ùi Ber lino er·a11u inlrod.. ue in hol~lu~~e da ova tta , slet% zzate ed 1110culale collle l'acq~a ~ Tutte rrue!>te acque poi uano studia te di lempo 10 . . .001 lllt>lodo de lle colture a piAllo. state studiate con questo metodo 13 spec·ie di mi~ll'laaùani, di cui 8 palogeni ben C'onoc:riuli. Tra ì non pa•l SOno tre specie mal desn ·ilte, il bacillo a da lo <'0111 8 nella cavia per le vie digrstive ed il bacillo verde,
804·
!t! VISTA
nuore!"cenle e giallo, che ~ono hacilli <.lclracrpla nou forH lo ~r>tatinn. Ecco la Lab ... lla rrltltcanle, per ogni "PCCII"', ti ptil bret! ei il piu lun!!o ltmitc di r esistenza trovato nell'aCI)ua dt $~ltz nelle altre ocque e!'amina le; quando c in.ticato un solo limite, esso ,\ il J•iu lungo.
Ae<(ua. di seltz
~rbonchio.
AoJUu
tlhllllnta
l
Bacillo del n min .a1 ora 3 giorni 3 ;:iMa .. del colet•a. . . ;J ore :H ort• !l92 i!!Or " del tifo. . . ., 5 a 12 gior ni :l giorni 17grom Mterocuccus tetragen11s x a l1 giorni 18';;io!'ni 19o 30 g Duèd In della selticemia dt•l co ni ~dio . . . . 30 min. a l g. 30m. e 2 g. • Bacillo tl r F'i11kler PrioP 4 ore !• or·(· 2 giol'nt Baci ll o et. . • . 20 a 60 g ioJ'ni H giorni H7 giorni » verde . . . . H gior·ni più di 14 ~· p!li dilla >> g iallo . . . . 77 ~ i orni 11!J g-•OI' nl pu)•I\ 2~F· Fel'lll6llfo l'OSO. . . . 10 giomi pìudi 1 72~. v!udr2t.g Micrvcocco pr od1giol"o . più di 10 giomi 7 L"iorw. prùdr1()l~ " atJ ranliacus 18 gio!'ni 2H giol'llt ~l. i éfllli'DI Spore di car bonchio. . più di 15i g. piu <lt15~g. piuddfli!
Le spore di aspernillus llu.oreseens si mosll·arono purt resi:.len l i~sime nella 3• specie d'acqua .
E d ecco uoa tabella che riassume nella stessa rnamel'4 risultati di Straus e Dubarry:
o' !GlENE Acqu'l. distillnta
lliMillo del carbonchio.
8llll Acqua eli I'Ourcq
l rlt>lla..::: Acqua
l
• 28 gior ni 6;J giorn! del colera • o 14 g1or ni 30 giot•ni :jfl g!orn! • del lifoo . . . 6!J gior ni lSl "ÌOt'ni i'i ~1orm Jtitrof:Meus tetragenw~ 19 giorni piu di 19 :,t. llcillo dt'lla tubPrcolo::i più d t 11:, g. IIIÌl Il !):) !!. a della rnun·a . . 57 aior ni j1iù ,11 rlO !!. piu d1 :28 g. SIHptfgO!Jenus . . . 10 ~iorni 14 !!ÌOI'ni 15 giorni S*pJ." pyto:~. aureus. 1:} ÙtOI'ni piÙ di l!) f!. • 1 WJJO d~l pu ... ' 't-rde . piit di 13 g. più d1 20 _!!. più clt n g. di Frtedla.,ndel·. ~ g ioroi 7 g10r m " Mlerococco del colera dei polli )j 8 giorni 30 giornt BldUit dE'l mal rosso dei wtnl. • . . . ptù cli3't g. piùdi l7 g. IHillQ. della sotticemia dati topi. . . . . . piu di t9 g. pi1'1 di 20 g. 1
o
•
•
•
•
o
•
j)
Confronlando nel loro assieme le quall.ro primo lince di qleele due tabelle che si riferiscono alle medrsime s pet:il•, s i •tele subito cho i ttumeri lrovali da Slraus ~> Dubal'ry sono Mlnpre superiot•i a quelli di IIochslelter. Ora sono questi uiUIIli inferiori alla reallà? Senza alcun dubbio. Se noi cono-imo un m"'~Z() di collura mollo allallo pcl budllo dd co· ..... e per quello del tifo, noi certamente r itmverotnmo que!=:li llllcror,rani,..rtti v1venll anche dopo Junght perio.si cii pertna-.za nell'Requa. quando cioè il loro potere di sv luppn IIIDhra spenln alla prova delle colture nr>i tnezzi <1rdtnaria. lecoci dunque coslretli a considerare 111 ,.i& generale i nu. . di c:olonit· ollenuti fìnot·a in questo studto come rapprc-.aeau il minimur11 dei microt·ganismi, e tjuelli che sono stati nelle colture in gelal1na con ogn1 prol,abtlilil molto lo l'l Il wro. _L'acqua è dunque un m··zzo di collnra o pet' ,.,.'IIJJeoo un amb1ente in cui la vita dei mici'Organi:-mi può ducl'lm lllOito tempo. Pe raltro ques to concl us ione n~n _ha nulla ~'eduto e non é importante ello dul punl<• dJ v1sta ti elle ioni aperte sull'azione ùcll e acque uello s viluppo dell t~ 8 epidemiche.
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RIVISTA
Ma l e Lnhelle hanno un oltt·o vantaagio oltre quello di av~rd fot•nilo 11 lultfl pt•rrno quoRLa valevole concl u>:ione. E$se ci per· m ellnno an•·lto tli enlt'llrt.' nei parlicola t·• Jet r is-ultati otlenuli ed in rnodo uiJIJnslanza chiar o e facile, ~~~1 cile si s•u In o Jun:...o ~Ù in Jn r ~O. l t>.!ge.ndoJe i n Jull!!O 001 [•OSSiamo CtiQ .,... ùera re :Wf 1\I'!I!Smente l'llCCJUtl distillala dt1ll~ ac {IJC naturali e da qul'lle g8"'\!'.0i1't', lcg~l'ndola in ll'!r go itwe<·e ci é dato l'llf· ~rupp~u·P i r isultati con:-;cguiti da diWt'l1'i !"perimenl8lor·i per una med• «nna ~pede d i baller i i. ~oprnlullo pet• i ball.. r•• (Il' lo~enr. Cfltninctamo iullln'o dallo slnlto dell'acqua li!:'lillata.
A cqua d11;/il/ata - Rt..,ulta subito JaiJA f'rlat.i tabella una comwguenzu genel'olc, che non contratlk•· punto gli altri l11von sull'ar·g· ll!Cnlo l'i1'Sel rù t> d'ultroude ,.;i tJ'alliHllettlP nell'or,ltne d•·lle <'M•· pre ''cdi bili c ltP lllJÌ 1•ossiaruo «rnz'.,llro accettAr a come !'icurA, l'd e che l'ucqua clisti llall\ (> mPuo pn>pizra eli conc:el'vtl7.iono olei lllH'rnrgal:ismi dPII'cmliunria aequo ('Oll•· hiiA: ~vid•• nl\' lll e nte si Lrnll1l della povet•LA tl~l mi'U:O lu(uido clio,\ cnusn di 1111 tal rullo. Ma que~ La q111slinrte é Lt•oppn poro in•poi'LHnle do! lfllo prnlico pe r m eritat•e uua ~p~cinle attPn·
zionc e pPr oli'lcuter•· lP diiTot•enze che si polrr blJt>ro riltl 1 81' • p. eR .• t •·o i r1~nltu l1 di Hoch!"f.eller, rli SL•·aus e Dui•St'r)' ' quelli di M endP· Bolto.J CP nP occuperemo piutlo:;:to a propo· silo del le acquP Ot'dinurio. . \ CtJI"' {fassose. - SarPmo onche brc,•ic:~imi cir.·a le at:que cari<'he tli addo carboniCO. ~t-Ile PSpt••·icnzu d1 H,.ch~tett r esc:.- lumuo ucl'iso pilt t'tl[udam ente delle s ·•tli ordina ri~ 1 :n· cr or !Zani, rn• c:tutliali, Pct·el lo le .::pore del carhonl'hio, e 'lut'l tlell'asperuilln.~ /lorc.~cert.~. \'i è dunqu•· un'influenza t•fl4IP dPII'al'ido •·m·bon ico. L a pressione nell" hotliJ!Ih· uon inllui·c~ per nulln nl'llt> di!;tr uziont• r apida dci ::erm i t!d ro1P r8. pe: e«, v•·rdw ,j oltiene il mede imo risultato fact'ndo pa--art nt'IJ'ucqua ordi iiOt'iA uua corrcnle ,ruc•do cai'L••IliCO "Cl' :a 18 pre::>sionr: 6 tb tuqu e il 1-=0" che a gisrc . Ln cnuso. dell'alh' t 11 ciel mezzo ,·. divcr!'a dn 'luella d•~tracq ua distilln ta per uw t'I'O!'OI'CO n11 f'(ll1fiaf!ttR 1 il tllit'I'OCOL'CO fel f'(l.gf:'lllfS, Ji rct•IJI\}IIli' r<~"ll, il bnr illo vNde t'd 1! boc:illo tiPI col•·t'A. La i• mcnc'l" 11 mi•·r ococ·co prodig-io11o , pcl bacillo a ed il bac•llo llh• ~' Possi~Hno dunque conclriuLier e senza Lener couto dei vaJ'll
807 oLwnuti .!n altri t•icet'CRlori, che l'uso tlell'acqua di r11l'eomaudal" i n tempo d'e pidr mia, é fo t·se effellivaracromandabile, specialmente se l'acquA •' adoperala alruni giunti clelia sua pr•epHr azinne. Si ha la sper-a nza minutl"<'ouo o !'roropaian o in lutto i S!l'l'lni nocivi; m a *'-mo "Ubtln n#tgtun~... r o che la I!Branzia t' tnediocre rl a •)ualrhP mwJ•organismo, •·ome, p. e!'., il bacillo del 0 quale r eQi!<lo• pÌÙ lungRtnf'llle llt>)l'fiCIJnR di "e(lz che
acqua di.::hlla\Jl o in 'JU~' IIS di ca HRhUa7iOtw LA;;oiR a c· \'tl'&mMlu l'IICCOtnondabJie o• dunque l"arqua slCr llizzata .....nle ti Clllor•e o enn una buona fìllrazionc. AfrJu ortllflnrie. Qui dohb1amo I'Prmarci al(j uanlo più l Imago lf'attando~ì ùi ~trgomc nlo di magl'kll'<' interesse ed brodir1sullnli Appareute mentec• mtraùdillol'ii. Abbiamo an \"Ì8 ;.to-twral" che qunnolo si li'~F·LJOI' LAno in un'acqua aria sterilino.tll Ilei A"C'rmi di mic•rol'gtl lttstni, un cr.wl u muuero d1 <·~~i ,.i pt•1·iscono 1101 primi giot'ni, AV\'eta lldosi lilla dmlinuzioue llli'#Hmenle compe11sata- in sc ~uilo da u1ut pbrazmne (, quale. quando ti mezzo é ;. 1'1·u t ~ to, cede polli• n ~ua vo In wl una nuova diminuzione. Questi l!·e
Plriodt !<Ono !-lati t•i...:rontru ti in u11 gr an Huuw r o di cu~<i; d~>ve ohii!IJil•' I'I'Cflr 11l61'8VÌjllia cbe f'!'ÌS ltl iiO An c he P~'l' rtcqua, che !.' 1111 ll1C'ZZO di COilUI'Il come un'll llro. È perÒ UO lleuo (IOVe1·o. tnlora J'Ove1·i ~simo, '-ICd1ì· puo hcne accadere CfUfoSti perlo h ,..j fon a 10 J'tnto "'UIJ'alll'O
Beto per 1 ~'Ctn('IO: Meacle- Boltnn '-em i no cli\'t'r "i baller ii
8eq1.a •li"l·lhttu, nell'acqua di t·ana lizznzio11P di Gnll111p:a
..,. di_n•atorl8 or~-:nnicn, e nPII'n•·clua, chr IH' l'l'a inver·e lo ~artca, di un pozzo, la quAit· ,.rR pnco ntilizzala e ri~c·ft
11 ..::::: • e VJùc 111 l11tl1 i s uot e<\pet••menti, falli aliA tempc1 t8",:!:! 1' " IJUella do :i!l", An erR r'-'l IHIR tliminuzio11e alla Da e progl'l'"'~tva 11?1 numot•o J, i bolier ii sem inati fi no lfoae":; toeon~pll~'~A lolA le, O (W l' lo m enn n11 0 ;illa C0:'!"0quHbli&!\J F<vilu ppo nellA pc lalnw. Dun•JUP il pr im o 11 Sl!etmd.. n,r· l r • ,. lfh n s nggn•n11o a M '"'n le- Bollon ovvc!'o 1 non " eff,·Uuat•OJIO L ' Sl' fJII U polabolc di Gn ltin,Qa erto IIÌIIhaJIOV"ra d'1 llllll(lrt~ orgun1 t llt', que:tn d<•l pozzo ne cn n-
1
n gran quonlilà; rne.
lo ~les~o Mellde-Bolton
fec.;e
80R
RJVISTA
nolal'l' rhe> la quanlila non cede alla quolilil. Soslituendnellt arquo m ecoa me un brodo di peptone mollo diluito «i ve.t r rcomparirt' i ft:'nom eni di rnol iplicazionp n~c:oer'\'Bli rn •IN 8<'l)lll'. \lon dobbramo ùunqu .... ins•slerc su qut>.,le drffel'l'na rll'l numero e ru•lla durala dei periodi dr evoluzrone della men;w nell'ne JUA; talr clilfer·~uze sono uclla natura "!eYi delle coc:oe e drpt>ndono certamente dalla proporzrone de sostnmw rnmeralr Cd or!.!anicue dt>ll'a ·qua. Con una con.,rèeraz1one !"iffalla noi abbi.. mo sgombera il L.-rreno da una '!UIInlilà cl, farti minu11 e conrra.Jillot . 8'-isle117.1l o la mancanza dei f)uali ... 111 liiTcrAnle per r·~ lu·e il J'Onrctto comune a lutt! gli se enzrau che si souo cupn li di quaRto a r·gomento: che croé i !!ermi introdollì · l'ncr)ltn vi p .. r·rscano dopo utr teu1po più ,, meno luru:ro. Solcuuo11le i pe riodi sono variabdr l'uno riAll'al lt·o l'd in r~p pnrl o dolle diver~e !> p•·cie di Acqu<~ . Sono poi seoza rluhbi a nrlr u in di J•Or rden7.a da li'Hzinne d el la tempernLurn. i11lorn a lla 'rpre l•· ei rrtll ll•·arro fì11 or'<:J cogui<:ion1 e;:n l.le E<"cocl duwtu~ olJ illittuli ad OltLr•m·e in aHr·r par·l i<·olari •'Ù n Hudiur·e lui~r).'O )(1 r·ipPLuLu lub··l le dopn avf'rie studiati• iu lung-o. Noi !'CI'f!lie• emo Etll'uopo rl rnicrol'ganis rtrf\, i <'Ui rapp(lrll C'nll'1wqun f\<•no stHti nt~P"llf\ sluoriati, c:ioé il lm•·illo etei l•f lttSCr artdn eia pHrle d'ora in poi lutle le var·ial.rOIIi po•-ib 11Pi lt·t> p••rrndi evolulrvi dopo la seruinagiollt!. Poichl! ti ter· tn111C 11ilÌiliO dr 'lliP~IJ perio ti e per SOlito ll!IU dr!'lfUZÌOIIl'~ bntler·ri, ctò chl:l a noi importA eli !'apcr·.- ,. rl h rnpo .. durato in vrta citt.,curro dci mh:r·oqnwi;:rni ;:erninat. ne ·
l'aequo.
Bacillo del tifo. - Con l'acqua della Pnnl.e rlu.! è la Br di Borlrno "d il cui rt~ siùuo dt ev.. por"'zror e perde al r· • ~r·. 0,250 pPr litrn, \Volfl•ll[Jel P Riechl lrauno N·er\'Si(\ il hnC'illn del tifo pote,·a m(llliplicar·si in,ec• di pl!rtrt' a cirr,n.... lnnze di lemp<>ralura fa''"r •·vol i (iG" o piu). Re.~tn vita Renzn però svihrppar•si con temperalul'e lrll"S:<' (iu~llr··~ n ~·). Il modo$ mo t·isultalo si ottielle aJI,,ngantlo la• 1 dolln Pa rtko• cnn acqua drs lil lata. Glr è che lall• ocrJU 8 r• 1 molltt pt·obabtlirà <'OII lr rwva dello> so~Lam~e 1110l ln 11uirtlliJt 808 a ll 'ttLlo dell'u;,pel·inH'nto. Cuu acque più pure e meglio
o'tGiltNE
809
aeque potabili avviene, ser.ondo lt> cir costanze, lal1DOit1pheazione ed eccesso cii vtla e Lalvolla iuvere la _... Nelrarqun dei condolli di Berlino dopo venti giorni ,_.tra,·ano aucot•a dei !rermi viventi, menll·e che Meade...... oon ne aveva più trovaLi dopo H gior·m c Hod1"-leLLer 6 g10rni A W1e!"baden Huellpe ha tt·ovato. lra 10' e~. fii'MI 11Ucor11 \'ivenli dopo 20 e 30 J!tnrnt. '\ ell'acqua di molto iwtuinato e!!li vide der bacili clo·l tifo, So•miper!ll"lere oncora al t3• ~iorno P scompar ire al 16°. Ladilpen18 tra gli scienzrali che banno impie!!ttlo lo stesso IIOIIo delle colture in gelatina dipendono cer·lnmenle in ttran perte da dift't'renze es istenti no· Ile quali la nutri li ve delle di\'lfte ac JUe. Il bacmo del tifo sotto fJUl'slu punto dr vtsto IMia pot'ù e~if.lelllo>. Bollon ha os«ervato rho esso si conIIOtava d1 67 milligt•amnti per· litt·o dr ~osta11za organica di U br6oln pepluniua.lo alcalino, mentt·e ne 0ccon ·evauo 4111 mUiagrammi per fàt' vive re i bacilli del co lor~1. Questa 1104~ t>ergenza può rendel'e il bacil lo del lrf'o i 11 cel'ti r·i ICIOII&ri molto vivar.e. Difatti lo vcd iij rnO r c•s i-< lor e l)d una Jlf'l'llllnenza di Rl giMno nell'acq ua deli'Onr ciJ a 20", nelle lllplrie Ul •li Strnus o Dubar ry. Noi sce![lier· emo fJuest'nltlme Cifra r.om.. quel la c he s i avvicina tnArrgio t•ulente alla l'l'liti e diremo che talvolta occMrono ciJ•ca Lre mt>si perché lleeiJJ, de-l tiro scompaia rlall'aCIJua polabile slerilizzat.a che l8llo ha lhV8'<0. BllelliD del colera. - Qui i t•isullali """" anc·he piil con. . : Uorii. Bab.--., W olrhugel e Rie.rel, Frankla11d l'hanuo penre m m"no di un g1orno n•·ll' acqua ciislillala ......, esso et•a privo di spore. Questi rtsullali c:ono in thlllleordo can quelli dt Nicali e R eLc:ch. i qual1 hanno lro~ del genni vtven ti dopo venti "'torn• nell'acqua distillala . ... questi au&orr hanuo .tnoculalo ol'arqull con alcune a;occe cl . : : coltura put·a motto r icca di bacilli viraola: ed ò eviliaftl ~ba ~n tal modo L'acqua dis@ata ... po;la nelle condilf Jiornlln acqun ordtnar·ia. St••au5 e Dubarry hanno trovato qlleiJa d 1 pel' l'acqua dis tillala, e que~t11 crfr·a più debole di el bacrllo del lit'o (ti9 giol'n i), il l.lone in relazione
8 10
RIVISTA
eon ciò che !'ii conosce d ~i dur bacilli
Nt>lle acque potabili la vitalità t> ptù gran1le, ma~ dlfi. cile '-~ltlbd ir·no i !uniti. tanto le ditl'er·eoze tr·n i risultnh de dnersi .:;pcrimcuta tor i '-Orpa-sann qu• Ile dw !lÌ pos"l' giUJmn111ente atlJ••bull'•• allo ,·ar1e condizi mi Pd ai ,.ari lllftodi opera tor ii. l medesimi aulor·i hanno lt•lvolta otten kJ numt>J'i dJJTer••ntJ~., ; mi. Co.:i W olfhug-el e Rìed.. l honnn ·:>Pnut.o che il bacillo 'irgola s• ari,: ..,. taholta ù"r o Bl~J huo, " lalallm 1 più di ::oetle llle::i r.! »11cbe, •ec01 RierlciJ, p1ù d1 1111 anno Tt·""iamn allo ~tP«>'n modo:l!ll.: nelln tabellA rh Hoc h-;Le tt~>J' P t'eif,..r ha .. !teuulo oumer• a
giorn i d1 peJ"IIllllh'IIZ8 n ·II'HC'IU8 dJ vec•• può dtJJ'IlJ'P 111 VJ I8
IOilhi. Bulwil, Hut' p[le, Sl.rans a Dub11rry !JantlO nttenulo nu1uert in h'l'llt• diar i1 lt'U questi estremi. 1 a "ola o nclusl(lne JlOS"lll JUt l ll'ar r o d n simi li conlratldiz•n••i ><i~ C'hP devOUil ~t l"eni inLN·venule delle i11 1lu t' n2e ell e !'01 1o JltJf;sate iung•~r vale. Cl1i c::a ci1P non si sia ba fato ahba-ti!nt.o aU'influ~~ll delln luct' ><u quelle Arrfth.> coulenenl1 ~"t'tni? E non ~· 11nclw cl aJ'l"i che sr l"Vi luppino nell'Acqua dt'IIP spore piu resi~L,. nti ?
Pl'r In m eno é cin cbe St•·s us ,. Dnharry h~un
notato pcl hnrlllo ùel cAt·bon<"I.Jio n ell' .. c•pu• <li:-Lillata l (l ver·o che la "fl"''" d,.J bnc11lo del colerA e 111olto rn·" COIIORCtula d1 rpwlln uel cat•boncllio, ma su ci•\ av r~IU" o·· casu•n • di J'itnrnAre. V1 è IUlll't\'ÌII 1fUAiche t•nJl"'6!!UPnZA a tl'l\1'1'6 ,Jai 1''" 11 ~ 8 conlrnddiltorii r!J CIII abh amo l'fitto ceuno , P Ri J'iferu•rt• a!·
l'inllut•uza d,.JIR tempernturn. A proposito rl• •l l·acillo del '' t> dPallo di notA 1! fallo chP qnezh a t.l.oJ'I clw, comt• ({!"l K Arlinski, Di ~I Allei e ~~A~uilLH, ha uno stwualo le acqut ~ sciandnlfl n•lle lnt·o c'(lltdizioni norllla]ì J, ternt ll l'»lUl'•· 'fUAii Ol'riiJano IJ•a 8• ,. 12', h~IITIO ollP.nuto IO medi8, rrt In ''i laiJià di qu Pt barilli, dei numr>ri inferiori 11 •1nelli c.11 ~ sruiti dn altri AlllOI'Ì ci to ltl\ll llco mAIItenulo ifl l r~rC1 acqur Il•' o . l '-' ' .tt uc:• lr(lllll't Lempo ralnrA eh. In• o 2()• l~ ro~l c he "erlramn :, }Ziorni, Kn•·liul'ki (i 11iorni, Di Matte1 i- gi,rui, rn• n; \Voll'hugt•l e Hicdl·l Lr·ovano 13 gioroi e ~ll'ltll~ e J)uM •
o'r G l R~E
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anche superiori. D1casi alketlanlo del bacillo hA lrova lo J g•t>rno e Karlin ...k• 3 nelle alln loro Lemperalu ra na tura le per la di quO!slo baci llo, cl•e ò riuscita la11lo lunga iii JIIIIe mani di Hiedel e d i Hoch:>Lellet·. E(!"O eviJeule_.. una considert>vole influenza che potrebbe rende•·~i . . . anche per aiLI'I mic•·orgH11ism i. E dopo ciò d cri'- . , autom~zati a concbiuder·c• che a lla L.-mperalura or ,Ji . . . ell'attJilll .ii <>or !!ente e "opra tullo ciel "Uolo a pieprofonllilà i bactl li del colPra, conw qnell i del tifo, vimeno lungamen te che s e le stesse acque foRRero All n ~ra dei oO!<lrJ appar tamenti, de1 serb<Jtoi, delle euecc Bt~slert'bbe che uuo eh queslt serbalo• •·tcevessc prme «~el llàclllo virgola pe•·chè questo mici'OT'gli•tis mo ...... eon,.ervarvi ...i viYO pc•· nl tre un nuno. Cll llftoeùiamo B<l OL:"gmn~ere cbe ciò d'o rdinar·io noo av.... e olae non s•amo net~n cho in gnulu dir\3 in quali cil·eoelanze avvenga; til ll basta la sola poS!'Jbilit A c· lte un l ol ei •enhchl per essere obblip:ati A g-uA r dar cene. L'elo ..._dei ram e:spo~h più sopra ci s'im pone Egh e ve ro • I l ha anche! 11 cltritto di obbic~ltare c;lte tìnol'H non pos._, (lllrlere a1Lro ehe delle acque slcrilizzale, le quali pra. . . . . non esislono in OAIUra; m11 d'alt ra pa••te un'a cqua lln10 maggiormenl~ dispos ta u comporta l'si come nn'acqu n *iiiiZ&ata 1JU811lo e~sa è più pu1•a: e ro•· conse~uonza sono IJIIbiO le ac'lue c·:ae occorrouo all'economia qu~>ll e che ad ~ momento po~sono Jll'escntare Il pcrt colo di cui ab..., \Pnulo proposi lo. Bee lhJ del ca,.bonchio. - A bello ~Ludio tratt iamo in Pll~•ltl del bac1llo del carbonchio per cbi• c~'o portA ~stione un nuovo eletnOIIlO, quello che si ril't'l'isce olnza dqlle spnt·e. Non s i couosce ancora alcun Jnt'ZZO siper rlcouoscerc• la qualità spo rigeun del bat·•llo del colll~1 nltrl'lta.nlo ciel bacillo del tifo, s.u l r!uale i. proc~~~~ I!Pa colora~ront• pare ubbiuno clolt nsullel1 pn~"tltv c muni del Babes . I n ogn i ca:-o i bncill i m u111li del G~flk·y sembrano c111nporta r~i nelrarq uo al modo 41 quelh che ll<.> a ne co ntengono . E ciò clte ltauno os-
:0
.,;,.elle
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RIVISTA
servato Hueppe, Hochstetter, Meade-Bolt.on. Rueppl', vero, diee di Aver trovato al cune differ·enze con l'aotua pozzo; ma la li ditferenzC' non e t·fwo nò cnstanti uè ben del. n.ite. Se dunque le spor e entrano per qualche cosa nelle tanto zio n i di r·e11istenza innanzi accennate pet· uno stesso bacino. quello del colera, nella medesima arqua, 111 loroìnAuenzapel6 non f> ~lata anco1·a ben dimostr&La. Ma rì alLrimonli pPl bacillo del cal'lwncllio. Le forme v~ tative er·ano ~emb t·ate ~r~ o iLo caduch e a Ilu&ppe, Meade-Jiol. Lon, Hnchslettet•, i quali si !<er vivauo dj r.oiLul'e io QeiiiUlll Presso lu W fJ\JOSli tl utori esse era no mot·le in meno •h o giot·rù, e se Woll'hugel A Riedr~] lP avevHno viste durare Jlll lungamente nell'acqua della Panke si poteva loro obbirUm cbo CfUPf't'acqua eru di scolo. Slraus e Duba rrv l!'\ lt Anno viste vivt>re l o 2 mesi nell'ttcqlll E ssi ass~>gnano p~•· coolrario un pPriorlo di 131 gtoruo ,u vitAlità delle spot'e che si fot•rna no nell'acqua distillata. Ambo berO' trovato certamenLo numeri anclle piLr elovati p(WiesJIO" del carbonchio immersoe nell'acqua or diuada. Ciò che lo prova si ;, che Luttii gli scienziati i quali hattllO!rOvato c0sì caduchi i bacilli adult i, hanno poi tt·ovato le sport molto resislt-nti. Naegeli e Koch le avevano vist-e dural'll anno nell'ar qua. Meade-Bollon h•ovò cbe dopo ll'e mesi a f1 esse er·ano intatte, mentre erano m or·te dopo lo stesso tempo a 3b". Le basse temperatur e stwebbPro dunque ptù favore\'Oir alla lor o con~ ervazione . Ciò si deve sonza òubbio arl un"' tardo del lavor·lo v egetativo. lnflne, <'ome s i è gia accennat.J. Hoch!"tettet•l e trovo viventi e<l ~nc~ora mollo virulenti d•' 151. giorni, lra 13• e 20•. <>li slessi risullati ottennero Di Ma~ e Stagn itLa. Queste no:doni non sono, ci6 è vero, di quolleC r ecano meraviglia per la loro novità, mt\ tutltnia non é Ul• imporlanle di vedede tradolle in cifri:'. .. . · oltr~ Acque non .~tertlLzzate . - Nell'Acqua ordmarta, . cause di distruzione t•iscontrate nell'srqua sterile, i 1111: : p:anismi seminati hanno pure a lottat·e contrn la coo.cor iJ!II' dei batteri i dell'acqua., in genera le meglio approp1·ia~t 0 qu ~ mPzzo e per conseguenza più spesso Lemibili. Ma è nnel~ r1 ricame nte prevedibi le l'esistenza di uno dj quei reooJn
u'IGJK;"{Y.
813
tanto fref)uenle nel mondo deflli es>:eri inHoita-
picooli, in cui due ... per1e a ssociate. aiutandosi a vi...... cJuraoo più 11 lungn che se fos!'ero 1solule. In queslo -àunque l'e!lperitmza ò pill complessa the mAi. e noi non ........., alcuna probab1hta di vedere appituJale le inegua,.._ elle m~tombrano il terreno. E sse piuttosto polranuo
lll4eni più manife-;le. 01111 Wotn•ugel e niedel seminando i bacilli del colera nelle .... di oondoUo di Berlmo, nelle acque eh pozzo ed iu quelle 4ePa8prea, hanno O!ISCI'Valo che alla tempet·alura ti i 16" a 22• .,..., t ttermi perivano
in due lliorni. Krf\us lta ottenuto il
. . .111100 tlsullato nell'acqua del Mangfall a Monaco mente-
. . . alO'. Hueppe con le a~que ùei pozzi di Wit>sbaden Ila ~talvolta dei grrmi colerigeni ancora viventi dopo 10 o ~pomi, tra 16° e 20*. l nti ne H ochslellet• li Ila visti durare tl7 e 882 ~dor·ni uell'ucqua di conclutLo mollo spo t·ca mantenuta 11111 lemperatura di cum~ra. Per i bacilli del tifo i medesimi r isultati. Pet• dare un'idea di che richiede e di ciò eh o r'ende un'eHpet'ie nza su rtuesLo traomento non abbiamo r he a rrassumct·e i risullRLi di Hueppe. Clied ba seminato delle cullut•e su patalc. dte datavano da daqaa giorni, nell'acqua d i pozzo imput'isFirna ma alfaLlo fllva di !{ermi, che nelle collure in gelolina potessero tla r e ODionie non distinguibili da quelle del bacillo del lifo. I n otto llperienze su dieci, falle alla lemperal1.1ra di 10', questo baera liCOmporso al 15' giorno, erl il 5' !!iOI'nO nelle duo ri-.oli. Alla lempet'8lUl'll di 16' a :W' , su dit•ci esperienze in non lrtl.VÒ più il bacillO del lifO 8} C'JUÌIIlO g ior nO, in . . qu.ltro estllleva ancora a termine di 10 gior ni, in una inttrt;lo ri<~ronkare anche dopo :lO giorni. Il decimo saggio .., :==:ltato ince~~o. Ecco, per i saggi i~ cui il b~c~lo de~ il1l. v.trato In p1u lunga r esistenza, 1 nume1·1 r1covat1 eapertenz<l cit·ca. questo bacillo ed i ballerii dell'acqua:
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po!è
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prin- t ,.1 ,.·om o - ::;tl!rnt · tO ::mrnl · !Il
Cll>io
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Batterii dull'tJcqutl.
IGOo~
Uatter ii dell'acqua.
~l61
7:!0112,0001160,00U:210,0UOiiOO,OOOI 50
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L•~ osdllazioni di quN•ti n umeri ci l'anno .. ubito r icorl'l·rul· riùea ello non tulli i bAdili di una sl•·~sn :;umenY.a si ra~ miglia no, ad ontu della loro apparcnlt• omo!{endtll, e c e ne ha di quelli a!'l"'tll più re~ist~ull degli allt·ì. Ora nolia111o rhe se i paragona.. ~ero uri ·arn··ole •(U Il nsulla li di n u... ppt> const>~uiti, coll'acqun orJinada, ron q ottenuti dt~ Hochslt>lter .,perimt-ulantlo <~ull'acqua tli•li saremmo inclolLi a t:Cinchiudere cho lu pr·e-ouza di aHn hll ter·ii uolrarqua fAvorisca la ''itahiA drl bHdllo del liro. !:'PIIll spìngt> r si lino ftd un ::~i mi le c..:once tto, (·he Pvide ulemPule sat·cbbo esagerato, uoi possiomo tullavia generalizzarlo ll dìlt elle per lo rtlMn la concor'renza Ul'i b&Lli'I'ÌÌ dcll'acquu DCII rappr•ec:enta un grùdu dr maggiot•e sit·ur·t'zzn; IJCrch,; --c in,. gencrnlo l'acqua é un mezzo poco fn,·urovule ai miri'·!? IIISffiÌ palO~E'ni, !'!'\S8 p~rÒ OOD }O è sempre , l er la qual CO!ol prudenza consigliH tli cou~iderarla u uliriltura come fa\\)" revo] e. La nostra dillldenza in proposi lo t' a v' al01 ula da JU~ .. ree~• faLlo: quando anche le c8pe rienzo foss1• r o riuscite pru P . ed ave:;>set·o assegnato, in ,leter minal•' corulit.ioni, un lulll; fi sso alla vilalilé dei m icror·ga nb m i, s:m>hbe AlAlO t'l:"u mente pr udt>nle il 11011 estenùer·e nlla ~crrande nAIIl1'8 i lol'l,. Il" s ultati, per q uesla r·agione elle l e esperie11zl' di IAboratono com piono sopra un li•ruaùo nmogeneo, mPntr·o 111 natura l'el: geneilA e il C81'8ller e che predominn iu tolle le acque. gnanli o correnti l n un 'acqua stagnante ,..j r.mnono deli~, lonie animali o ve"'eLAii div~>rse secondo le locAiitè: in u~~ f[US corrente ramusso rlcUe acque sup•·t·licroli o di quel·~ .... • . . . 16 Ìll llller." sorgente ne modrfica conl 111uamen Le la composrzwr . ~ punti. Di Matter e S Loguitla hanno ben c<'rCAicl dr av,qCI
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815 pu~ era pos-.ibilc alle condizioni naturali mantPnent!o oorrcnte •I'AC<fll& co••Lioua i microrf(Sni-.mi di cui ,-o~toer•meurare la r..-~il"t ...nzn. E~-.i impi••E!ar·ouo all'uopo che t~>nue ro imnwrsi in un tubo di 'I'Lro percur;;o co~te dall'aC<jU8 Marcia oli Rorntl. !::)f'llZU t-nlr are uei par· d rluru r ~~ullati, •liremo che e"<~i 'id ~>ro comi-\ i micror· mi mu•uanu1ull presto nell'a•·qutl conenl~' clw in quella lima. Ma ,. evHI••nlc che iu si ff>~•lt> e~p•·t·iouz.e non vi f' nulla ritll•rdi, auch · da lonl!lnO, J'inPguaglillttZA ril composizione, ~aon•' o Ji temper11lura dei ùivor·s• punl• Ji una me· l~· . . ralude CJ di un ll16dt>simo flume. Lt' diflèr.•nze nelle prO· l ca i d··IlA pivnle o l~?lle al~h•> de,•ono esi~Le1·e a fo r· per le ('o luru dei rni··•·orl.!nnh;mi. Cosi ~i ;.pie_ra che si è tlalvnlla lr·o,•a r~ i hacilli del colera o quellt del ltfo 'iliDi nel St>rbalot r• nei pozzi, Hche nel'!'lunn trR i r :suha•i sperillwalltll rirea·iti po~sA sHvire da se•·io ar·gomenlo cont•·o la bllltA •· nennt·he contro la pl'obnbd •tà d.-Ila diffusione dei llll'lh1 patogeni llll'dianLe l'acqua poLal,ile. Noi cosi quasi Re11za nvved1-rcene slumo giunli al punto dl 6federci clau col:'a debba pPnsa t•st di Q\lesto mo,lo dì dìlfuon.te sa•ù necessar•io s lud ar·e in allt·a t·ivi<>la gli argo- l i che lo teorie di Petlt>nkofer .. lo Trir.llzcassertheorie ......_,accumulati, cia~cuna per suo conto.
. . . . . . .U battertologiol sull' efJloaola antisettica del ..a.rtale 4& meclloazione al subllmato in uso nell'e...... cermantoo. - PF UHL. - (DI'IIl-~clte Militariir~tl. z.u.ela,.ijt, aprile 1890).
Alcuni chir ur~r. come Schlanp:e e Bergmann, sono d.a v-
... cbe Dt>lle me ;ic11z ionì di fer·ite rcceuti, acc•denlali. o
~upo curatrvu, sia ba,..leVI•Ie Il rualel'iale asettico,
•llla4IDo din: d~
rt,.;o rusa disi nf•·zionc ddla ferita recente e dei rna, mentre allri chia·ur•gi, rra cui il Liste!', racco~n rnater·•~l e ellivamenle anti~ellico ancbe nella illlllebe, dellts rel'lle che, a scopo cut·nlivo, si fanno nelle CllfiVe In llUerr·a e specialmelltl! nelle fe riLe che si devono col P&ccheLto di medicazione seoza il soccorso del
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medico od anche ai pol"li di rnedicaziont>, ~1 parere d'!lr... t.ore, il malet•tale dovt·ebho esset'<' eflìcacemente anlt•ell Nelle cnnfe r'o"ze s u quesi li i?iCtiÌco-t nilitari, cbe abbe!t luogo nP.ll'os t.aLe del 188a ntrEsposizione rrlgiPne 1:18eruae. i più emine11ti chiJ·ur·gi ed i p1ù sper ime1 1l8tt m edu:tlmhllri conclusPru eli e è nssol ut!l rnen te nnces"at·io e posstblli~su111 di accot·rlare ad o~ni fel'ilo la pi'Oll"zione e la bene.liz~CM di una medh:atura antisettica dello· ff' rile. L'ilUlnl'f.' ha inll'apr•eso IHI!l sel'ie di r irer•· he balteriologlc pet• vedere se la quaulil<) di s.ubhmalo couleuula ucl m3leo riai e da medicazton,., deli eserdto germartH'O, dopo un t• nu 1n ero di anni sia aneu f'a ba;;;tevolu per ult••uer e l'anli~epu Cr>mplela. l r·i:mllalt delle sue r icerl'lte ohtl'L•ri.scotlrl&ltl~" di quel li di S<'hla nf!e e Lnplac1~ . poiché P-glt rlimoslrò clw l(~ cl telti da rn ed icatione i C(11Uii conlencva11•• !l tt co t'a JJellel•IN compr ess;e 0,0892 p. 100 o pi1ì di sublimalo orauo erl''ll-:emente anliseLtici. Lt; garza da m edicazio ne po i, l a t"f Ual'· co11Leneve•• l~(lC' 1 ùue anni e sette mesi dalla sua prepar;~zione Ja o,lt b ' 1• p . 100 di suhlimal.o er·11 ancnra efticflcem ell l6 an llsPtttce. Di egual ~ az ior~ e a11 LiselLi co fut'Ol tO llue pu<·chel\i Ja tnedicazione pr eparAti con subllmat.o cd actdo tmtarico e.i e~ mil1>1 ti il 1° u11 an no e quoLL•·o mesi ed il ~o un anno mesi d0pc1 la loro preparFJzio 11e . L a proporzione di sublimeiO fu di 0,32 p. 100 nP.I primo, 11 i 0.27G p. 100 uel secondo. Con ullerio1'i es perimenli l'autore dirno<;l.rò che 'll l'tlfll•~ del potere anti:;;ettico del materiale da rhcdicaziono tll sub,jo malo ed acido tat·larico deve trovars1 fra O,OU e 0,11!1 p.IIJl
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Dea hématozootres du paluclisme - L AVEfi Atl·- (Arclti· oes de médeeine ea;périmentale, gennaio 1$00). Le prime desCI'ir.ioni che fece l'auLOI'f> dei suoi parso:..cdl della malat'ia fm·ooo accolte con qualche diffi.Jeuz8 111 e(l:)" 81 sider azione fo r se òella gr ande di vel'si til lt'A s ilfa.tli P ~'~ o g li altt·i microbi i palngoni cooosciuLi ; in ~wgu tlo per~ videnza dei f<~lli si e imposta al punto che ora btltl Il' coutesLa no l'esattezza dell'i nter pretaziou e che il La"erSil
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eorpic~'IUOli di variA forma da lui co~l bene osset·•.;;..i» . .... •anlf\te dei mllllarici.
e~· e~r·e•·imt>nll di Mosso e J\laragliaM, tendenti a ....,.re rhe \'i !"i&no allerazicmi del sangu~> per c-ui le i*zle possano 8!>Sllffi91'1.' ra~pcltO di \'6lll eJ,•menti del S81111111Jal'IC0 :<Ono !>l&l• cbiariti da allr• o~servalori come . . .li dt fttllaci appAr enze. Le eause di t!rrure, ll1ce il Lnveran, sono subito evitale -IDand•l il t~augue frt•!>co alla lemp• ratura nrdrnariA. oo N)no neanchl! p1il disculrbili h• alterazioni che proM il calore ~ui globuli ros ... i del sangue prt• isl!lbllire un eDOI'ronto tra t•sl'le ed nlcune fnrrue malur·iclte. Si sa l'er· es. w. pre,·ar~:~to Ji sangue ri ...caldalo 11 5-;• C. mo"'lra dei ìlobull ros"ì profondamrnl e a ll.er·ati dal cui toa•·~ine spo•·IDQO lalvolta delle picct·le emana1.ioni s arcodiche dotale di _,.11141nto browniano; ma quesle OtllAZie dPformatl' non tOllO .ct>rl.o da paragonore oi c01·pi flagellali, come 'lunlcnno l'l'ebbe pr•·leso, poichè questi corpi, o~servabili a tempentata ordinaria, hanno un aqpetlo coRi carat.ter·i,.lico che .llula 8VPrli vi~lt per uon dub tare tn ctwwam eu~e della J,,ro tlngotare mrlividuaillà . L'autore nou c·re.le nll'esislenza di piu parH~!"iti malarici. eoDìe ha ammesso il Golg i coi e>uoi sLudii ~'Ulla qwH'tona e Il lerzana i egli è di ev\•iso t· h e, ulm1•no con ogui probabiIM, 1t lr81l1 •li un <>olo e metlce>irou pm'A!"Sil8 p· limorfo, il ..... pare dehba cl E~silkarsi Lt•a :zlr spot·ozoarti. Gli sembra ~ori ben diffiCili:' amm.. ltcre che IC V<ITÌè roriD'"' d iufemRJaril!ll "iano d· vule nll'e~i ... Lcnza eli parfls~iti di 'Pide dive~H nel ~>an~ue, quando ~i consrderi che tali forme ~mulllrt· continuamanl«:> l'uua uell'allrA. l'lllper 1 ha dr,·i,o gli spm·o1.oarii nr. 1' ~··...;.:ari ne; 2• psolilret.mi ?V~forrni O COCCidi i j 3' psor osp!•l'IIIÌ luboli formr O · 'd 11·. Ora t'l po11mora.JIOndit·· ~· tr11·.....,ospnr 'dl •t· P 5• rn•c•·ospnrr OIIIIlle ~o til·i coccrdii, 1! loro l'<l&ln clt pa••as::~ilt"'IDO nelle 'VIventi: i fet• omeni corrq•l Ps"'i old lot'l) ~v iluppo sono eh e SI. ri!>COntr . . d e•. pa· :IIIIIIU ntt llllrrbul'r . auo nella b tolog•a 1Dalar,r1
.Ua
~ U Laveran l''r.ot•da che, tra le specie già numet•ose
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di coccidii e ~porozoarii descr ìlLi ue~li nuintali, .,.,. 11 ~ mollP t'lte pre~r n tòno una spiccata rA'-'!<t) JUÌ).!lianzll CO!l ••mutozuari tlt•IIA rnalnr ia. Noi le nominet'•'tnO sollllnlf. ché In loro desrrizione ci rar..bbe u:>ctrt' dAi lirntli dt un plrct• l'Ili n lo. Eccole : ti micro>'por-ilio nel baeo ùu "eta G il litO~"!J'(lÙI J.r Schneider; !"eiTMria falct.forme lt>ll'~n d...l topo ro ·ci•LO f'tr1inenleme;1l,.. poltm•,t·fo; ti ka r!J"P .<rnlamnnrlr fl•, che si lro,·a e:rualnwnlt• n<>ll' ruteo.lt ro ed tnnl!A nfTinitA •·ol pr cce lenl»; il LrY!•antt:JUttla llan?r·inrA per lo 11l'l "flll~ue IPile r·ane dR Gruhy; il tlrt•pnntdruu re-. r 11m, g rPg11r111o descrili.R da L ankesler. lo ~p,rucheta 11ra l i'OValo in l uclia nei ca\·a lli. nei muli ... "''' ca ,•alh afftl~ 111111 ~1w•·inlo
mAlattia dell a sarra (un par·n<:e;ilu COIISIIIII t· tJ•ovnln nei J'u Lti in I ndia ed in Eut·opa); il Pttto:oon Je l'ann e<~c ul ontA. dA.,cr i LLo da Gault>.,; g i ~rnalozoa l•ii di m pef'lr.i ; gli e rn aiOZO AI' ii mag isLr·a lrnento ~t u dia li <111 DtH III~'II kJ n,olln t'fllllt , nella lucer tola , nella lar·taru{!a e n r.~li ~~~~ t·wami ltJ.S, hf'i1' 0"!Jim oon., cdocisl i !J''erl'lrin.ic/te, f1Seudort,. fllii'0/1 , fJ.~t! llr{Ot'GCIIO fi, polimit llS Sal~ff l' illiS (WÌW11 1 p•ethlo~piri ll r, trvpano.~o m a) . La ra,:<omig ianzA di nlc-uni ~'"' • m t'll lO rl t I']IIC"I Ì parA;.>'ili del Davilcw!<ky, Rin per le IOit fo1·me, rompr-e>'e le tlfl !!f'llate, sia pe.. l · IOf'n l'>~ si r• voh: co11 ,:tli emat~>zna rli della ma!ar 1<1, è cn"n rlw verumen» ÌltlpreR"iOIIA 1'11"'"181'\'fllOr •'. Tra le IIIU!Allic rlw cnlpi"'COno r unmo Ì• ,oJtaul11 la IU8!at"' cmw>rtAlH dn para~sitr appar·tene••li .. na da""'' tlt' ..dl znaril > E:.di 1\ horr 1 0"'-ib le • h,.. rJualcunn t>.!h R-~'''ll nrJI" hi !!<'Ili 11011 nncor a ··o·tosriuti sin tl•·l~> n>tlur·Jl rn·~l Olrllltl ,. opir ione nP ~R t b .. r·ttff rhe la fel•bl't' r ('(\l'l't! l Jll'• doun da u•• p111'AR· ii.A moto Affi•,.. a rptPII" th•IIA 11111 r ·r alt· Jllil'a;;"''ll, r"c le a ricon ..s•·er,i n~l ~am!ue. AJ'I'tl'111 :-nlH la IH)bt't', asrehhP uuR lR r dwzza ~:or·r·•~l'"udeni•' ".Cit vcrtli voli·· Il dJRI1lelt·o di tw 'em»z ra . e >'Al'• !Jbl' rn;;ti lUI IIIHl lnAl>f':O pr•olnpl»~lir·a granu]O"fl qlllll'i l'Plllpra (l r• f6 IIIICICO; 'J ile"ill llt llf':!'ll ùilll-'l lPre hbe dèi Jl l'• )UIIf!HIRB'•ll (;#' RC• JII iRLtll't! bbe t'O la fnr•tt •a sp irRie dop" il lnr " .l t ~la····/1, df' ~'<lit u !'n.l c.~i in tal rnodn ('p re:rli t- lem e••l r cht• fi(III O stett scl'i tti dn Obl' I'Oley t• r t:l!l n um e di spirrlli.
u'!GtENii
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•IWIIkY emmPLle egli puro che g'li ~pi l'illi clr>llfl f'eùbr e
illlllllfllll offrano una ~rande analogia con ~ 11 pS~'UÙO-"fiÌ
tW aan~e dt•ali uccelli. e cita in appogi!JO del suo Pll 1 taUo che gli -.pirtlti d(jlla febbre ricorrente non 5:nnn ,,.CII. .~~tbl~i Qei mezzi at•Lificiall al moùo slo~so d ... i pseuùo-
delfli UCC1'llt f,oneb, Grassi, Perroncito. Sonsioo, Kor·tuli". hanno tleclelle amebe del grn<:::oo inle:::lino che lumuo tllltl parl,. ........ate neh"etiolol~ta della dis~<'nleria cll'i pRe"• raldi. PoilrJ!'otzky lo sviluppo dt cocddu nel fetralo ur.no,Jaagu& humintx c\ causa p!'ec•pua ti Olia cirro!-li dt qut•· Ol'pllO
IDioe enno stati trovati sporozourii nPlla pdlt>, e fnrse c .uribulre ud es!:i la mnlatlia ùi Pa r.rcl P pt·nbahilrnPitLe
ae l acne variolif,.rme. Le C'Pil ule ÌII VH1-'fl dai psot•rtIJIII'IIU IJOno !Ilote finora dL15cr·Hle come colluJc i11 degPIIC Jtaione. L'autore pas"a quindi a dimoslrm·e c i to tu fM tt tC pnt·as,.;i-
llrle ehc si t'i!lcnnLt·ano Ilei sangue dei rnnlMici cosmu is<·nno
la 'eta cau...a olella co t•rt!lpondenlt; infezione, P• li<:l~t'• mc'Jili't!
"' rlo idP.n:'c" ,-i oltil•ne ~o m pro C!>à.IOinantln i IUIII&t'ici qualala!!i pnrte del mondo, non areati•• mai 11i lrovarlo in Illiri c.;ai n•orbo,.i; l'aLto di somm a e clerho.iva import&HZll 1111 4pllle 80nu d'n· cordo lutti ali (lS,.ct·votori c•hf> h;mnc' cnn ftpre dt metodo i<:bluilo e$&~i comparali\! , ra nota lu ra,.:•one p ..r rui tu 111 lanetnia, COIIShlt•fODle il fttllo più ('Aratlt> ri ~bco dell' mft>zi.,ue l!la'aricn, Jli'Oduce ..!'P <'gunlmente iu ultr~ uwlalli · rehhr·ili. 1ua q j ~llt•pinmo rt.e la l lll'l&llemia
e C00~1'1!Ue11Z8 til•IIO
po de~Ji totuatozoarìi, on.!e puo ull'ct•mur ::;i che i ful -
tlella rn:lanerwa "Ono i m E>desilui !'!te producono l'uafe· hlars ·a.
tl'ro ~allu itnp •rla11Lissim0 è •pwlln clo'IJ',,ziorw dei sAl i ......::·.' quoli fanitO ~rartre ad un tempo lA febiJJ'"" gli ~ rli BeRif'Lono molto olia cura delln dtininn i corpi 't1lfte ri, rna "CColldQ l'autoi·e ctò POn df've t'Prar m<'ranumerosi fatti dello != L(·!'so t11'di JH' di ntll!'itl·l)ncl 1 parassilJ sono più r~r-;i!;l011l.i so l lo unn romta
•-aia!:chò
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che solto un'aUra. E con ciò si spiegano anche le ncllP fo r•me clin icl to della malat'iA. Si è dubitato clcllu nalura parassitariA nella malarta cl tf.1 ques ~a non è malattia conla!?io<>n: musi co:nprenlt uon debba riusci t·e contagi osa per lo rnl!ione eh& ti silu è annidalo nel ;.:angue e nou r. elim111alo cou t dt :::ect·ezionu o ast:rc•zione. comP invece avviene nel pur esempio. La malal'iu sotLo f'Jill"'IO 1 ~ardo è ne l• di~doni ste;.:c:e dellA l t·ichinosi , tlcllA lllsriosi, ecc., l-he put·e prodotlP- da parassiti. D'niLrontl•> l't•c:pcrieuza ha dn» sft·uto r he l'in fezione tm dal'i ca é i nocnlabiiP eia uomoadu cntnP risulta, lt·a :,!li nllri, daglì sludti f'ntti in Roroa•t•, lori Gualdi ed AnlolisPi, meumnte l'i111ezione .lei san .:~ lnl'tCO entro le veuf', conclizionP clte "Cmlira indi!lpen~ por· la riuscita dPil'esperimenlo. Allo stes:::o m ntlo il l"augue di unA olouna graviJA toìlo rira può pr odurre nl'l feto le le;.:ioni enrntteristichP. d..J r<';-.iou o. Dunq uP la malaria congeni lù nn n è, comf' si é efto cluto, in contraddizione c· o n le idee d<'llll nalut·a paras•tlllt di qu ..... !.a mnlallut. St cr edeva fiuo a poco ftl cbe l;1 plAcenta funziona -sei:OIIf 1111 filtro perfetto l'igntwrlo ai micronwn -.rni ~I& 1u~ a Il ione 11011 più soslrnibi l(' orH cltP Slt'llU"'- l) Chamb r hnr11ro di mo~t ralo cita r bacilli tlel crll'hlln~h io st ntom~ doJ rol er a dei p!11l i o ùPIIa :,<el licemiA "JI~'l'ÌJllentale 1'0"" passare dalla mnùre al feto, e che !,!li ,.tessi bacilli del bor•chio non souo semprt• a rrestali datht placenta 5· 11011 ÙG\'e r,.car mPrnviglia che anche di cmAlozoaru d malariA allraver"'-ino 1 "asi della plocenln U n ullr o que>~ito di somma importonza •· que:'ltl:' quul<' fot•ma gl i ••matowal'Ìt della malo J•in esistono nel rno oslorw, e romt· penclt•arro n ell'or ganisnto? Di~>uraziato men le flnoi'a ogni ten tal i vo <1 t l'i cl~ rea cOil . . qu .· e indirizzo è fallito, (hl onta di Lullf' l<> pr.,,·is1oni Juq!l~·, A nulla ~ valso <'er car·o gli .emato70at·ii nell'aCllua del ludi o uel terr eno; a nulla i stlg-gi di cultura di !'ool!ll~ lar•ico in tel'l'a umida sle1·ilizzata o iu allro mozzo. può ,. ello il microrgauism o della m alaria si tt'o vi nel mondO
e
t_.
O'IGIRNR
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una forma diversa da quella che assume nel daM~I anche cbr sia gi8 il par<:~s:-ila di qualche o di qualche pianla, lanlo più cliP, ;:ecoudo James, ioferio1·i ~i trovano tlt>l paras~iti dtP preseotauo ~•JNDde•nalogiu co11 gli e malozoaril della walar1a: aruebe .....le ad un cerlo !!rado del loro svtluppo, JJigmenlale .... eloroftla. ta UltZare che ahbomiano nellt! localila umide paluc:tri, aoo SOM e!llrn nee a lln Lra -.mi~~ion" della rnahlt'ia quella ti• Ila fìlarios i; ma non :::i trt1ll.a che d1 un'i-
-
.....
_.a pallliL
Oelreeto la storiA b1ologica degli ema lozoari 1 in genet·ale • da rare, ciò l'be foi·se spiegu percl1·· non .,j t·ie:;cd a MIIIMIOere qu.,lli della malaria fuori detr orgamsmo. Gli a1'ozoer~i della ~Irto ruga sono ptù fucil i a sludiars1, e tut-
IIm Danilewsky 11011 è riuscilo a chiarire il loro modo di ~ione.
la che modo gli emolozoarii uellu m alal'ia, pe nOL!'all uel ....., del.eJ·minano l'infezione? l mit l'obii possono nuoce l'O orpoiamo i11 tre maJHei'c (Bouchar d): t • per azi"n' met:per lP. C(lllCorrenza \'il.a)e Che ec::~j fannO agli eJt>normali; :r per la produzione di sostanze toe;;siche. ........bma è c ..JI.arnente la piu importante. Ma circa i paIMiili malariri noi non sappiamo ancora sperimenlAlruenle • .., producano nel sangue una sostanza pirogenu. E tllba P8l'\e r. degno di consider azione il fallo che mcult·e JII'OcloUi lossJr.J d•·gli schizomiceti compiono frequeul.enteulf' llleio dJ vaccino, un primo attacco di malaria invec;, non •lxa:e ···~ ma una ruagg10re · · one Id '-'--•- lll8J l"it n mUlll«;t pr e di spostz1 IIIIIIQ)QI SUrcc~sl ve.
-..; r -u
~~denll •Iella malar·ia possono es~ere attr ibuili 111 g ran
~ t al~e ~llel'azioui d!ìl sangne prodolle dagli emt~lo - . 2"
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disordini circolatorii ed all'inilazione clw la )11'9-
.._ dei para"siti dete rmina noi t ... ~~uli e s,..gnatamente nei
Que~ta é l'opinione tlel Laveran beni~!>irno spiegata dalla cli~truzioue dei glo.... di , el S&hgue invasi da i r1 1)J'8~Sili. Anc he l'abbon....::osi
l'OIIi /
PlfPnento nei piccoli vnsi dop;li o t·gani attesta lo. tll-
899 ~-
HIV lSTA
stru zione delle ema7.ie da parte degli •'rnalozoarii. L {· uno rnnnift>~ tazionc cosi importante della malaria, ;;pesso si v~dono nei paesi mollo infel!i individui rOIJII cadttl>'Sia malo r·ica Sè11za aYer avuto un solo
l't>bbre. )l o!Li fenomeni ner·vosi cb e si ntHntfcstano ne>i ~t·AYi aere>:!"i ft-hbr ili possono he11e dipender~! da lrnalÌ dt rnwtozoa r ii nE'i piccoli \8Si dei centl'i nen·osi. E lraU. dosi di L1·ombi vivf'nli s'inlonJc anche perclté quei fer• poc:sa110 fu<·ilmenle sparire. Questi lrombi iutìne et r• n J'U;..:ionr ùelle emor-ragie capillari dte si trovano quaH >e n~gl 'tndividui morli per p"'rn1ciosl mala1·ica. l nlen,Jiamo d'altra pat·te con faci li la come gli <•ma!AlZOirl pt·ovochmo le iperemie, le congestioni c le infiamn1Wiil viscoro l i. Quando gl i ammalati 1.:\u al'iscono rapidaman~ orgnu i <;ollgcstionali Piprendono pr·estu il loro voluurP. l ,vPcr· ;;e l ' inf<~l'm i ta clut•a t\ luogo i pura:::l'itli con la loro )lt $enza susrilAIW pr•ocessi iu fìammat,ivi cronici, i quall ~all' scolt lrtlrrO spec·ialmen te negli or·gani in r ni i pat·assili ri ci lrot ano la loro f'ede predi letta. E rr1sì cl ae pe1· orJ·n frequenza tr nviamo: la splenile inlersti ziale ,, la per•plto nitc, l'epatite tJ la nefrite cr onica . Lavernn ha tro"slo V<llta anche la polmonite c rùnica. Q<wsti processi iofl.,Ql11t tivi ùel r·eslo pos.,ono compier e lu loro e\'oluzionc nf'(~ll' guur anchl! quando i parassi ti malt.l'ici, che h baon" V<) Cali, siano l:'<.:omparsi, come Yediamo accadere laole f pe r la cir·rosi epatica f' la neft•ile cronica. Il brivido iniziale degli acce!>si {· e!"senzialmenle un dljff' 1 meno IICt'voso, e quanto all'elevazio:1e r apida ~ello ' ,.. raturA le nozioni che possedramo sulla lisioiClgta dell8 ,· ·rtazlll~e d()lla ci permettonn auche c.Ji allribuil'ln a Il rrt que-.t'or·~.tano da parte Jei paras;;iti. Secondo il Lavcrau non possiamo r·enderci conto nwnle di'l rcnotw'no tlell' inler·mitlenza nelle forme n JOalariche, i l qnaltl fenomen o pera ltro non costituisc.l'u • ,. 1e11 r aller·e ~.:os lantc dell'i n f'ez ione malarica, rnme sr .1 ut 1 r ae~i mollo infetli, ove le febbri ineuoltat·i, le conllrd Li l la l'ielle, l'an.~m ia e la cach(:-ssta primttl va sono fa L
l._.
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O'lf>IENE
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L'autorP non divide in proposito le vedute .-lei r iCerite 111 questo Giornal e (anno l R89, pag. 970). Pgli opina, rome annunziò fin dal 188·t, che la di~nd dt>gh ematoznarii opt'r ala dai lr>ucocili, i quali di ,.llliO p1ù attivi durante l'accesso feLbrlie, è pi'obobilmeule
... clelle cau~e clell'int.rrroitlenza.
Alcune rict>rchr. scientifiche che ora si fanno sull'azione diellattiva ehe 11 sangut> ecl il sie"O del gan{Zue po!:!sono in cei' Le 11lanze e.c;rrcital'tl sui roicror~anismi ind•pendenlernente, M".laftuenza dei leucocili, ci a•ulf'I'anno forsP. ad inlendt-re il lllaom no dd!' iull'rmille••t.a cui dimostrarci dm gli einatollllrii trovano nel sAngue un ambi»nle allernatl\·amente pi'O· a erev,revole nlla loro coltura. Abbcamo del eesto una llorlaanalof{a stahihln da Roux e C:hamberl<m l per ispiefo!Are J'iqlerm1tlenza d~lla fpbbre •·icorrenle, Qur->sli autrwi, dop_o t1'et oiHlo che dur1111le i pat•ossisrni febbril i l'i trovano 1w l tebjnla gli spirclli lc ber i, ment.rc !"compa io• co nell' apire"sia 6$primono l'oprnione che il corpo del mulatn s i comporti id tal C8IO come un rn"zzo di collur·a oru favor·evole ed ora lfnorevole, e chr cci1 s ia dovuto pr•inci palrnente ad a ccumoli eoe&anze elaborate dai medesimi mict·ot·p-anismi nel punto IDinante tlelhl loi'O coltura col ri~>ullalo di un ostacolo a IIOvo svilu1•po di es<~i. Elimindle poi fJUesl•~ mAler·ie nocive c1ll tan~e. 11i \"l'rifichet•eùbe nuovamente una coltura abbonl1aDie di spirilli per·chè rl terreno sar~>bbe lorn Rlo adatto, e,l lllan ar &\r~bb•· 111 coiucideuza u n allr·o acc.-sso febbrile.
Molla lntlnt'uza sulla for•rna e sul tipo della febbr·e St>rnbr·a
abbia il vario ~r·ado rl'irr·•tabililà rit'-'1 sislt>ma nervoso. Se • lldiYiduo vigor""O b colpito dalla malaria pPr la PI'•ma 90IIa. 1 e&Ul'& dello fol'le t'eazionl! del suo sistema oen •oso Sera avere _una febbre conliuna o per lo meno quotidiana. P.fttt:6d'lttc!e_ srtrottu di 011 indrviduo Anemico ?.ià indebolito da fJt8ftti ~ccc;.~i J i f•·bbr·e , il cui sistema nervoso s i;. diveìlil ~o unpre!:ldiOnAbile, si ve rificbera piuttosto una for· llllle 8 lunga inlermitlenza. I nsomrntl si stabilisce col 8 specie di avvezzamento dr! sbtema nervoso. -~'IMlsaiiti della malat•ia al modo s tesso di nllri microqraPttogeni J.IOSS(JnO ricnaner·e allo stuto latente nell'or-
82 i-
RTV!STA
ganismo per un tempo molto Jun~o, e l'infezione non ,i nift>flln dinicAm f'n le che sottnl'i nlluenza di unoqualfliftti dt'l01'111illlllll8. È CO!'<Ì Che lah·ol ta J11 febht't' Ìlllt'rmiliP~I'1081111'6"(8 in indi\'i lui che hauno abhaudnnalu gié dA!< unR hwuhlti maiRrica. La 1!Uarigione ;:pontaneo cl··ll'mreZIOIII malat·icn 8' "ienP tlllalo!!am .. nle a quella delle altre ir.rm e l nttlO piÙ Ì• fa cile l'JU311l0 ma!.!g"Ìu ri l:Ofitl. {10lCt'I IÌ•Jol tlt•ll'or;:nnic:mo 1 er so!>lenere la lotta. Qrteflli p•·kri p ~ono e~'~flc>r·o rin' i:rot'iti oalle buone •·onùrzioni i!rieuk sopralulto dal l'alimentaziune oppnr luna ,. uull'il'nh \la I'IH'llltrll po"s"'dil\ntu un medtcameato eroico,. d11vvero •ti6C1At» enntro unu co~i ;.:rave inf,..zione, la chiuiua ;;oLln In cut qz noi ''ediam o sco ~at pari t'e !{li em ftLozoarri .ielln nwlat·ta l'Ome twunto; pel' lo qual co.;;H s1arno au torizzati l'l riten er~ c
fiA it d r c hin ina norr ~uat'isco n o alt.rimenli l'i11fezionl' tnniHrt::t t:hl' u ceidt>udo i suoi p>tr ft:;;si l.i . Sì ~a d' allrt•lldG rlll' In rftl. rli11 n 6 1111 vf>IOIIO eli r a r' a enet'gia per gli animali tl'tutlmi-
c lli!-!So, tn t• ntr'O r10 tt !'\piega al cunH azio11e l"uJio Alghe, e •ug!l t~ LuRsi >~chi zo mit.: l'ti non t~g i sce che a do~i J'o r·l i!;~hne , 111114 qu•'"-Lo eh~ ci l'n ora intPndtn'e la spec rlh:i ltr sitMlo rnllfo dio CtmLr·o l'i11l'C'zion e rn alnrica. Il I.A vrr•nrr tlopo ci6 passa bt'evemeute irr ras!'egna iiJIIo 1 tnlli ruigltot·i pt>t' 8!'&mina re p-l i emalt•7.onrii rh•llo n111 ar.l I l pro··e:>:;;o più Sl'mplice " più pratico è 'JUt'IIO di t•~t.llllDitl rl ~->R rrgue frN;co CJllt>rru t•1 m edianle punlurl'l di un ditodt iP mulnr tco clw non si trovi sollo l'aziCJne rldla rhrurnu. L' lltzioue del !"llO~uP dalla m ilza merli ante :-iru ;:a !>lerilr:r.tlt non 1\ tlu ron!"igliar·e percJ,,;. rn o~i caso co:-llur"C~ uu Ce!->-0 troppo tlt'licalo e ta lor·a non sce' ro ncon\'etl .n Il (H'epnrato •'- allèstito sc>nza alcun realli,·o. Br~~'l!l ~ I. dare c·lr1• il Sl'lll:!lW "'Ìa tliste::o irr strato a«!>tll sotlih \ ~ cio 6"fllllltltll't' lo Rlesso p re! ar Hto per lungo lt>IO( (l ' cir corrdo r·e dt porufTina iiUlat·g•rre del Vt>LriiiO Cll(lfOgg tU roe 1 imp.•di ro l' ('Vapnr·azione del Mnp:ue, pr ecuuzteme l'hr m .. Jr o n til1· ~pccralme11tt> quando si YOgl iano t'!-'atUi oarét viuu' trLi ùe1 corp1 paras!'ilat'li. . !'#" 1 L'uSI'\f:ll'VUZio ne l'Ìesce pi uttosto diflìc.ìl e appeua follo ' r
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o'tGIENE
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;..·...,-~hA IB maggior parte ilei globuli r ossi si presen ·
e di coltello; ma poco dopo si nispongono a ·-IP-41''""' ""'"' _.., speeaalmenlt> se lo_ strato di_ ~a_n_gu~ t• mollo sottile, e llòfa 1 p81'8Sf'tti sono facalmenl e vasabah . L n$servaL(Jre deve essere aa·malo di una gran pa:tienza perchA si danno ID cw gli Pmalozoarii sono CO$Ì s.:aa·si elle si raescf' a Wllerli 10lo dopo una lunga ricer c-a. L"e<>arne ::. 1 ra. con obYi a secco e con ttuelli ad immers-ione omog-enea; adoJIIfiDdo i primi l'in f!randunento non deve e~se re inferiore 400 daamelrt È factle in siugolaa· rno•IO vedere i .:orpi N-otaU. Qt•ando si abbia basogno di far rapiù~tmenle dfagn \8Ì l'autore consiglia dì ag~-tiuugere al sangue una I'JCIOlolina di arqua, per r hè in tal modo si disorganizzano Il' taliZl8 !lenza alterar~, almeno per qualche tempo, certi elcNAtl pa,.auila1'i, i corpt a semiluna "pecialm•'nto, e f!ttindi perauiti cnlpiscrmo subito la vista. Ma si affr etta a :sog.gere CbP, ruòt•i di quASlO bisogno urgente d~Jia diagnosi, l miJdjor modo di studìaa·e i part:~ss il.ì dell a malAria t'1 quoll• • eaamlnaa•li nel sungue puro e .fr eseo, sia pet eh•., e neces•no veder tulli i pal'assiti e noi loro l'apporLacon le emazie Ila p&l'l!bé i movimonli dei Jlagt>llati sono me~tlio v isibili fJUSnne restano S<'osse le emazie vicine. I l tavolino riscal dallile per l'osservazione dei movimeuli ameboidi e dei flauelli 6 lllile ma non ir.dispensabile. " l COrpi l!'t-malunari possono conser,arsi facilmente col medel dass~:cctunento anche per anni,J.H'eparando il sang-ue • •etrmi coprogt!elti allo stesso modo c·he ~~ usa in bAtllrlologia, t> con l e stesse p1·ecauzioni specialmente ne li"allo p8e8are il ''l'trino sulla fiamma. Anche i corpi a·otondi si ;:-nano con qut>slo metorlo e ,.j rendono ben d•scernieol ~leu d1 rnel!lene; ma il' l.a,·eran non ha polulo mai -.., *'Uie mezzo mettere in C\'Hlt:rua a flagellali, i IJUali per La ::n~ Vllnno :semina ti unicamenlo ncl1<angue fre~co . ....,:paa color~zao n e del sangue coll·eosina ed il bleu di -&ozoal~etscl•nakoff) dii buoui rbmltt~li 11ello slud in degli ..wcto dlru. Lu em_azie acquistano n1 1 colori Lo bleu mol to più Cibll quello det nuclei ùei l ~ ucocili talvolta a.oche una vtolacea dovtJla evidenL~:IOEHlle al :Oiscuglio dell'eosina.
-.re
•o
IHVLSTA
col blou di melilon ~> . I globuli ro,.~i pr1i altePati daA"li pm~w. colornli meno li l r lemeoLf' dali'f'O!'\IJIA. Ecco n re~"'o per ollenor·e que«ta dop!JÌA ~;uloruziooe.
Z OII I'Jl ~OliO
Il ~u11 guo t' di ... tt•"'o in istratr1 l'otlile """' wtl'ino Ctlf l';-il .
~E'Ili, ll dt'-'S• ccuto ,. pas.<>ato sulla fiamm~ a l akoul. Prr ~n•·e più fol'l•·mente le emazie s i può ,., l'"! ul'·· alla ~upe dt•l vdt·mo, "crondn il ,.,m~i~lio di Roux, 1ualche go ta 1111 lll•'"f'uglio di nk110( f'·l el"r" a parli •'!:t·Htli. Prt:para' \'l'trino '-1 pone nl'lla c:ofuzione a~;1uo"a ùr l'<>"lllfl e vi~, ,, pe1· tr••ntn !'r ''" ti; 111di :<i lava ra ptdam ut .. A lnra il \elri ~~ l'Ili',.~ nrlla l'Oiuziorw acquosa di bleu d lllf'LIIcne per mi uuto r. l!'l'!l, l'l luva. l'i d1s•ecca e l'i rwmlu nt·l bnl-11 dl'l CHI1Uth't, dopo esser·si fll'sic:urati che Ju t!npjlia colorHzl ;;iu lle11 r•iusci la. Lu nltr1 · colora:r.irHJÌ colranilina tl~=wno r i -<tdlali meno
d i~lhè•1r• Li . In ngni cR~O per o l'o:::servatorr de1•e lPntlt'~ htn con to dell o aiLor·azJOrd clte subiscono gli dernonli ru ol'folr.g i d II OÌ JH'CIIN I'Fl li tlls::.ecca t,j G C())Ql'<:JlÌ. Auc110 il le1rta1i vo di ollPnCr t.l una buona coloraziunc dr Jll'!!pOruti fr•r·srJi i Ili >D. dt SSt;:CCa ti, non ha (jJIQl'l:l I'OrllllO l'W l• loli nllt' lldiblli. Quanto 111ln t'tJilllt'U Ò ~-'gli e rnatozoat·i t!uUn w11larin, lutu lontallvr, ftHlt fìtr ut·n coi mezzi u;;;ati in ballt>t'rologi11 e 11 D rnigltorr coud iztor u, suuo fallitr. Sono r iuscrte IICI.!alh'UIIll le t·ullut·e uel ' ll n~u P . l'atte a al t' aul11re e da Ho11x, ra gheudo una :;.. c·cia oi sangu" mfllaricl• l'Ili' tultt' le V• c prOCltUZittfl l e puuen {ula lll C<~ I Lura col "l"lemH oiCJIII ~'()CCII pendeult- usa Lo in bttltP.ri•Jio;tia. L'autorP ::tp,..ra che rtpel Il' 0 ul1 •·spe run ~nti lei i!aucrue mslar;t;() in goc ·ia l'cndenle. e·· fllllllllu l'Ili t,, olrno r rscaldabde. --i polr<inno per· lo m.:no •' Lilrl'e f•iù oo.;alt:om~ute che llùll si sia putulo rÌil'd finora l re· IHt.ionr eh., cort·ouu tr1 lu vtu·ie l'at·mt' ùeglt ,•mMlozo8l11 · · t••nlte Glr animult, (Wl' rpwnto ci •·isul ta fin01·a du l~ ptu b . osst•J·vnz'""' • uon C<liJlrng-gono l'ml'ezione IIJRirrrJCu. A' . e · l.1 ·111 1•t•nposJI '. u sono sta li· u cga L11 ·t. L'twtorr·lg l 1 e"'JII' I'llllUII ltHiiaLo illl'r·utlrwsaru••ute l' inoeulazione dt .:-'l:IIH.(Ue ruo1 8 r1 ~ fll1Che Hollr1 vene di uccelli c:l11' soerliono preseulal'll ,;pa~r~' omalozoarri ufflni a q uelli della malaria.
1
l.'S.I!Ii'be~to all'n\'\•eni••e di IJ'ova•·e i mezzi opportuni 1w •·la ~1one dei purassiti ma1al'icJ, quello che <H'& possiamo
..,.._N ~i è che i mezzi che r iproducono 1 micro•·aani,.m-
.....i non sono adaUi agli emulozoaJ·i•, cir'l clw olel r~s to _.deve recar meraviglia ad alcuno e non de\'C darci il olil'Ilo di conchoud.. re che se non si r iel'ee a coltivarli ci(! pl'll\'ll • non siano para»:-ili. Oramai t• Ull r~o~llo (II'IJUi,;it.o e d! ICIDIDI Importanza per la patologia gt'nerale elle un(l sporoi 101r10 sia la Clltt'-'tl efficiente di una deliP pi1'1 cospicue mi'-
Jallie tra que 1.- rlle fino a poco fa lì~uranmu Lra le malullie teJeWve propriamente deLle.
RIVISTA BIBLlOGHAFICA Gnot Bona Itallana. -
Regolamento pel tempo di
lUna.
La hen&naerila pres•denza della ~ociet.à ha lestè pubblieato la parte 2• che completa il •·e~olumento pel tempo di
•rra.
m:
La pri ma parte comprendeva il testo tlel reaolamen to ed i li; la ~ par~ r:onsta de~la alle!!uli.
~lo sono mrhcate le mansioni del presidente, e le :buZJom ~ue in tempo di g ur rru: le alh•ibuzioni lei deb Kell6l'~tli (r•ressn l'inlenùeuzu l!f'nerale dell e.<>c rcito " 1" dipen lenza dell'iutl'ndt:ule g~ucralt-•: •tue!IP dci l'OIII ._~rt d~ll'zul! pre'llO le am10IP (alla .tipendenza degli tll --.nll · · e conlltli"Sari· ammtms · · t r aahi ( d. at·mat,,)·, de g 1·1 1:;;peUur1 1 ~edtet ' farmaci sti). L'orcli nameralo (' le man:--i11ni tiPi fiOI'IIO orniteli. Lo slabilin•ento eu il srrvizio dei po~li 1li !':OrlltntQ(nelle stazi on i ferroviarie e scal i rnuritlimi). L'ord inAttl di u funzionamen to degli osprdali di g ue•·t·a (di 200 leiLi: LrupJ)u, 8 pet• u!'Ckia li) divJ si bili in d ue eli lUO le~Li; e
:0
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!H VISTA
quel li (alpini) di 50 letti. La formazione e il funzionamento dei treni-ospedale. Nelle nggiunte labellt• sono indicati: a) L'et{Uipuramen to e g li stipendi dt>l per.:onale (il de· legato gt!uerAle nou ba ~:quiparam eoto; i deJ,gali d"a1·mata sono oquip11rali a rolounelh; gli ispettori a tcnenli rolonnt>lll; i medici di r ettori, d'ospedali e tl'eoi, gli i«pcllor1 ò1 rurmacia u ma~r~lot•i; i medici ~p1-treno e 1·iparlt. 1 cappellani, 1 romrnil:lsari arom111isLrativi di 1• classe a capitani; i med1c1 assistenti tll t• classe, i commissari ammmistraliv1 eh 2• classe, 1 eoot.abili di 1• cla.:se, i fa1·mac1sti di L• cht~se a lenenti, 1 meruc1 assistenti eli 2• classe, i <:ommissttri t.li :3' classe, i coutab1li c f~t rmaci Hll di 2- cla sse a soltoten<'uli). li) P er sonale degli ospedali di guerra.
-------IU>Jledall
di 200 l•!tti di ~,o lotLI
Medico direttore Med1c i cu'pi-J·ipo.rto . . . . " ass1slonti (1" o 2• classe)
Con labili di 1' classe. 2• D
.
J
»
4 4
1 2
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1
Farmacisti di l• classe . ll
2•
Cappdlano Capi sorveglianti di 1• classe " 2" Jl Sorveghanll lofermic· 1·i. ln servu~nl1
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2 :1
16
6
3 8) c) Pcr::-ouule de1 Lreni-o:spedali (200 infermi). (Dia•ettor·o l, medico capo 1, IDeJtci assislenLi ~. conltlblle 1, ca.p pelhwu J, c·upi so1'veglian li 2 , soJ'Vt>ghautl l, cuoco t. iufel'llaieri 20, insei"VJcllll 6, 1 uftic1ale ùell"t."ercito [capitano] lielagatu). Modelli tliver!"i: B.egis lri, biglietti, specchi , buoui, tabelle rucldiche, aLLi di worto, ecc. Allogati: 1-2. Fogli di riconoscimen to.
BlBLIOGJ\AlTI CA
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3. Composizione di un ospedale da guerra da 200 telti. (Tulto il m1.1teriale di dota zione e la sua òistribuzione è sommamente analoga a quella degli osp•'dali da campo militari; la sl)la differenza è cht> po1·La seco tutto il necessario pella s uddivisione in due ospedalJ da 100 letti e qtùndi non he dotazion e di complemento ........ Semplificazione cl w non si comprènde iovel'o perché non sia>~i atlual.a auche per gli ospedali da cam po. Consta cosi il mate,•iale di un primo gruppo di l-50 cas se, segna te con num!'r i arabici, contras88Jmale lulle le dispari con fascia bianche e .:osLlluonli la 1• sezione di 100 letti, le pari costiluenli la 2a sezione degli altri tUO letli. l( secondo g i'Uppo di casse ò segnalo con nu· meri romani e· consta di 1-XVI casse, di cui le dispari [anche con fa sce bianche] valgono per la l•, 1~:: pa ri per la 2' sezione. ll terz'ordine di casse i' contra~segnata c.on Jettere; le segnaLe colle letLer·e A, C, E, G, I, M, O, P, contrassegnate pure eoll\3 fasce bianche sono per la l ' se;.ione; quelle B, D, F 1 H, L, N, Obis, Pbis sono per la 2' :wziono. l colli sono nume1·ati cou cifre arab iche; quelli a IIIJ merì di· spari, 1-17, 17a, 17b1 19-25 19 25 sono per la i' sezione e sono pure di!ltinti con fasce bianche; quelli con numeri pari 2-18, 18a, 1Sb, 20 26 valgono a costiluil'e la 2• sezione. Finalmente una cassa N. ·l, cancelleria, è per la pr ima, un'altra, N. 2, pnre ùi cancelleria> è per la seconda sezione. P el traspor to del .materiale SI esigono 10 carri orùina1·i lad una pat•iglia], OSS1\'ero 4 cart•i m erci fer1·oviar i). Composizione d'un ospedale di 50 letti, modello 1887 o 11189. {Modello 1887. - È costituilo ùa 17 casse della i ' speciP, da~ della 2•, da 7, A-F della 3", da 14 colli ed 1 cassa·cancellarta: estge 3 carri or di nari 1 ca1·ro ferroviario merci.- Modello 1889. Per essere trast;or law a dorso di muli. Casse della t• specie 27, 7 della 2a da -; A-F de lla 3a J a 15 colli cd t cassa cancelleria, ecc. ' ' ' ' 4. Composizione ed arredam en to ò'un treno ospe.lalll. a) Vettura del personale dire ttivo. - MtlteJ·iale; b) " dell'u fficio contabile e p er uffkioli mfer m i; c) Vettu1•e per infermi di truppa; d) Vettura per farmacia e magazzino viveri e sala ùa pranzo; •
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RIVISTA BIDLIOGRA"FlCA
e) Vettura rucina; .fl Pursonai L' d'a!>!'\ÌSlPnza; g) Ca l'l'o ~corta;
5.
h) Car·ro-bo:,roglio. Re~olam,•utn sull'unifor·rne:
Parte I · Oti(Jelti di ce.~lrario e loro ]uggia. Parte Il: Uw tlelftmi.for lllf'. - Fr~ure e modelli. 8
Croce Ro .. a. Italiana. dell'anno 1809.
Reaooonto morale eoonomioo
I l comitato <'PIIll'tlle ho pur~> puhblicalo il 17e:wt!on.fu mo-
rale economico per l'an.no 1889, quale l o e<;post> l'ill u~tre pr·..;:ulent" clt>lll\ associazione nell' ul"sembiP.a ~enerale ,lei 28 apr·ìle !H90. (ConfenllR iH'r un lri ... nrrio dPI JH'••sideole ~Ctlcll' nlo De Luca corrl.t• Dt•I)A Somagli A. - Aumento dei ~otto-comitali: Sommano R ~61. - Sezioni f'om111 ir td i 8:1. - Lavor·o della dame: Runt• nLo di GOOO c11pi di hinndJ•·r ia. - n ,•it'gAz.ioM aJI'esLer·n: per·vt>nn••t·o L 8000. - Sot·i 24Hìlll. - MlltPr·iale: coml)lel~rn··nlo JPglr ospt-•dHir li !!lrerr·A; dolaziwli' dei po!'li òr soc,•or·!"o; arr~ ·l i pel !'\••r·• izio r Pial'(rfl"(l; 111'1 ror.::u dell'anno si a!IP<;lirà il nwlPt'iniP pel' la mRrina. - ì nuovi o!"pedali di 50 lf'lti 1wl ser·vrzio cit m· • ntA~ua. - Vcc:.tano etl cryuipuKgiumenlo del per··OIIt~l••. - Bilan•·io: ~urner•ario L. 2R05~8 1 , mator·lalt· L. llll!li 15; ~·•Llo -c:nmttali ·tumcra rio L. 500000, nHtlPrinlt• L. 205000; totale \6«0196. - Arruolameuto: Pt>r·~onal•• dir·vUr"o :n7. rlt n!;«i<:leuza 5:l(ì - l«h uzionP: tra·-t'ormazroui l'ert·oviHri••. u180 fi\T P, contabil tu. EspPrÌPilZI:' dt rnnbilitnztOIIP. C>~I1 \'0CA ZHHIP P pr·Psrnraziolle de~lì td'licrAit !'<Uperi rrri nIle 1. L. :\l ;\1. - PllbhliciiZinne deliA 2~ pRrl.. dr' l r•p gol::~me11lo l'elli:'mpo di guHra . - I:>tr·u zin11i per·nlAnr·nli nr ~··llo-(·nmih;LI pPr 111 ruol.,lttAziout•. Lo cali p1'1''18ht ili p•·l :-:cr·vtzro t•·r·riror·iulP ,lj ;{(l(){) lelli. E!'<postzioni del malcl'iale a Pndo"a, PHIPrrno, Roma -:\e· CJ'ologie). B.
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NOTIZIE
Diploma lD medtotne. e obir urgte. per l 'esercizio della. labotoml& e della. odontoje.trla... UMBERTO I, ecc. ~.cc., l'h: o'lTALtA.
Veduta la lt'IH~t' l :l noverobr·P 11'159, ~- 372!1; Veduta la ll'g!!e 1G febbraio !SUl; Vetlulu il r egolanu•ulo speci>~te 1 er la Facoltà di Medicina e Cltirurgio, opp1·ovaLo cui H. De l' l'l'lo 8 oltobr~:: 1871.i, N. 3ia4
(seri·· ~·); Vedutu l11l ~ggou por· la tutela del la ig i•me e ùel lal'in rliLtl pubbtieH, 2:Z ùtr.t>mhr·e t 888, ;-l, 58't9 (!ler·u• :33 ); V..duto il •·eg-ol •lutenln pe1· l'e~··c·uz1nue •e la legl.!t> $lilla tutela olella t!!i"n · (' d~l a sani là puhhlicn. npprovalo cvtt ~oslt'O o....r. Lo del !l ollobre LHS~l, N 6H:! (~aria 3');
Ndl'u!lt•n·limeuto dr
labrlir•· nu1·m- fìsse e idt>ulic!Je pel
COnferim nto del ollpJotnJ di o.!OIIIO,jHII'II\ e di flebotomia ili lultO le Univc•r:<itù del Ht>gno; Se 1 ilo il Co rtsi~ttio SUJ•error·e della P ubblica lstruzion ... ; S<>utilt1 •l Cnnsq.d 10 di Stato; Sull • 1 t'Of'fl!-lA dei ;o\o:-lri ~ll ui,lr SP_r.. tar •Il Stato per 111 Pub• ''''Il J,lt·ulloue e pe1· gli 1:111 "'' iuiC t'lll: Abhiamo dP•·r· l a Ln , dPcr·elltt m n: Art. 1. - C111 vu oi· e:lerc·rtUI'tl l'n oulnja1 r1a *' lA 0f~ho lonua deve • ou~e~.:wre la IIIUI'CU 111 rut->d1ciua l' chintrg ra. " rt 2 - L in..,egll>om··uto dt~ll'od"u'njatr·•a ,., illll'8' L.lo ••ell'i"~IUl·• clurur~t·CO dt~lll' Fucoii.H clt•l Rel-{uo. le 'lllah drm"l~no d• P""llt•d· re , m zzi ucccs,nt•i e lP pt>r~one capt1ci
da "'.' ~" inr::q~numeuto, secoudo 1 ptù t cc.·n l• progt·essi della
'P8ctal la.
Art 3. -
La J\o nliua. ch·ll'ill sf'gn<:mle deve esset·e faLLa se-
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\OTIZIE
con lo le norme vigenlt per il cooferunenlo degli incarichi, od eventunlmente, dei profe!'soJ·i sh·ao••ùmari, sentito il Consiglto ~u pc•·•o•·e. Art. 1-. - Coloro che banno i11lrapre>'i i corsi di flebotnrniu o d• oJonLojatrJU prima della pnl·bljcazione di ques.to Dec•·olo , poLrnnno compierli e oLLeJH't'e il rlla>'cio tlei relativi d•plomi coll'osse.. vanzu delle norme preredenlementc m vigore. Ati essi pure sara permesso l'eso••c:izio della professione non altrimenti che ai Ot>bolom• c d .. nti•<Li C•lJJlempiati dall'arLicolo HO del rego)(amento!) ottobre 18l<9 ~- HH2 (se1·ie 3"). Orùiuiamo che ìJ p1·esentc Decreto, munito dd si~r•llo dello Stato. s•a inserit-a nella Raccolta ufficJole delle leggi e dei de~l'eli del Regno d"Ilalia, mandando a chiu11que spelli d• osser vorlo e Jì farlo osservare. Dato a Roma. atldi 2 1 8Jll'ilo i8!l0.
UMBE RTO.
P. 80SELI r. CRISPl
Visto il Guardasigilli: ZAN4.nOEJ, L.J.
Il Direttore
Doll. L?.E u CE BAtWFFIO geuerale medico.
Il Collaboratore perJa R.• Marina
11 Redattore
GIOVANNI PETELLA Jltdù o di t• cttlJJe
CL.AOOIO SFOfiZ"
NuTtNI FEDE R ICO,
Coplltlno mtd.el>·
Ger·ente.
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