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TRE CASI Il l
TUBf.RC!lLOSl DRLL'EPIDIOIMO K OEL TESTl~OLO llelazJnno• lllt111 nelil~ I'OIIIùrèn7:t seiontllh'a tle\ lllt''e ni lllaf;!!ÌO 1890 aU'usprdale mlhtaro• oli lloma tini h•ncnt,, mcdit'O t •l ml> int'll i tlotl. P icco·o.
Nel pl'i JH'ipio di quest'anno ho nvulO occasione di osserlal·e nel riparto di cllimrgia tre casi di tubercolosi dell'epididimo e dell~sti coio l> IIÌ quali ho fallo le poche considerazioni che ora espr1n·ò. Premetto le storie cliniche. / " o.~St')'fll.::iont•, oldntO l'np:t(liCCO del 15° reggimentO fantl'ria. Nes:;unn malattia ereditaria nel ramo direÙo e collaterale della famiglia. Ua hamltin•> ehbe il ''aiuola del quall' restano molteplici tracce al dorso. Tn quell'età ebbe pure una malallia febbrile di cui non sa precisare la natura, ma che si può ar~omentare fosse una meningite dai reliqoati morbosi {strabismo convergente aue·tra}. ~al luglio dell'anno decorso entrò in tjllest'ospedale per irlrorele dr•.vu·r, e riferi di essersene accono pochi giomi rrima oel fnre un ~alto alle esercitazinni. L'el>nme allora faceva notare !Iellato'destro dello scroto ~na intume~renza trasparente e di roo,;i;;tenza quasi elastica; •l testicolo ùi volume o di co11:>i~Lenza normale, ma in corrispondenza dell'epididimo si :lV\'Crtiva un uodulo piullosto duro. Fu operato il o agosto e uscl dall'ospedale il 23 dello 5:J
sle,.so me,.e. Stouc hene fino " uuvcmhrf' tJuaudn. pt•r es.;er· glii\i Lu ntrfa tta la metil sinistr:t drl ln .;cruto, fn f:llto I'ICII\'l'rare all'osped.tlc por tJtthilt. ~'u tr·ath•nntonel riparto 1 l'llerei linu al 'i febbraio ultimo :>cor:.o e poi pas.;u in quellu cir chirurgia. A.llorn t'i rifen che il male, con.inl'iatu nei priwi del novf:'rohrc. ~li pr·oducera 11n ,;ro~u piu di rnnle-<lla dH· tli lt'ru ,. pror•·:o dolot·e. ~;hc :Si manifestò rnme un 1111rrwlu durn c lll· dolente alla pressione Conteiii[JOrnneamente notù intit1bulimento rlcll<' funzioni ~enitali. L'es:llll<' ohieuivo t't't't' rilenll'e: individuo di uurr•iziooe ~cn d t? nto. di color·i lo oli;.:oemico, con numerosi ~an;.di ingorgnti al 1:ollo. Al toraci' inlìhramenlo dE"II'apice pulmouare de..;tro, ùu1·e .;i ha rinforzo clelia IOC•·· respiro aspro, rantoli tini, secchi. A :>i nrst ra gli ~tr•si fcno· ml'ni, ma meno :lfJprezz:tbili. l'ora to,;,.c scnt.a t>:;pelloJ·nto, per cui nou fu po,;sihi le far·e l'o»ame degli ,;puti. Lo ~crolll uniformemente int:randito co n pelle sa na. et~celluaro nel ~t>;.:menl•' inferiore smi:'tro ùove Ì-' Lumefatta, lie\eruente arro~s:llll e aderente ai tessuti souo·tauti. Il to,;Licolo sini~tro app:lronte· mente normale. i· ;;itualu in alto: rn corrispondenza tlell'epidedimo si UOllliiO tlue inlumoscen~.<', delle quali la più alln. che fu la primu a svil upparsi, ù del l'olume di uu a t'.ustn~ na . dura, bemoccolula, indolentt>; più in bas~•l. riunita alln pr·ima da ·rna specie di colletto. l'altra intumescenza. un pul'll più ~ros~a, che anteriormente, dovi:' l! aderente alla pelle. i• uwlle, pastosa. quasi flultunutc; pthleriormeutc e dura. a ~uperfirie irregolarn. Il cannle deferente nn po' ingrossa to, m' uuifor· memt!ule senza noduli. A destra nella pelle norma lo si scor:,:e nna sottile cica ll·i~;e, residuo dell'operazion~ dt'll' itlrn~ele. Jl testicolo llll po' piu coo:>islelllt.' elle allo slal<l sano t' nun uniformemente. l n col'l'ispondeuzn dell'epidadimu ,Juc tnl•eru-ità hernoccoluL<'. dure, indolenti, ma meno sYi lu ppatr che quelle di sinistra . Col J'Ìscontro reLLale si avverto cl1e la pr·ostala c
E OEI. TESTit:OI.O
~·-ve:sclt'ol e .seminali oiTeono una rns i s ~enza
mnggiore tl olla , ello hanno supedk io inog1Jale u sono dole uLi ~[JO eiafmenle verso ~i ni s tra. Funzioni j.!Cnilali indebolite, e ro~ iune 1arda, incompleta, eiaculazione di scarsissima molerin giallastra. !' o.~.,·t'l'ra::ionr. - Soldato Molinari del 16u fanteria. Entro oel1·iparlo di chimrgia il 20 genunio ultimo scorso por m'chili'. Individuo di buona costituz ione, uon aveva m::~i avuto malallie. Nel gemilizio nulla di spec ial e. Hifel'i che da ci rca f6Dli giorni si eru accorto di una tumefazione allo scroto che era insorta senza causa, non avendu egli mai sofferto ni• ùi ma· lattie veneree nè di lesioni nella localiL"'l. Ri notava all'epidi dimo sinistro una intumescenza :.n·ossa quanto una noce a superficie ineguale, nodosa, di cunsislenza piulloslo dura, leg..prmente dolente alLa pressione. Testi colo appa rentemente Dormale. Negativo l'esame degli altr·i organi. li 9 fehi.J1·nio fu passato nel l 0 I'Ì pa l'lO medicina pet•chù da tre giOl'll i Uveva febbre con forLissima cefalea . 11 giorno 20 morì co n sintomi di meningi le. All'autopsia si riscontrò nu' eruzione di picco li Lnhercoli, specialmente manifesti alla bosc del c.mn io, con scarso es!\udato siero- gelatinoso. nella pia men inge. Tnber·coli disseminati nella retina destra. Niente di pntologic•) nei visceri del petto e dell'addome. Epididimile sinist1·a tubercolare in gran parte casei6cata .
. L~:~ ricer·che micr·oscoQiche falle sul testicolo e sull'ep iòidrmo dal sig. cnpiLaoo medico Hforzn, al tJuale son ~o:rai.O della squisita cortesia, hanno dimostrato: nel purenchima del testicolo molte mnsse tubercolari caratteristich e disse~inate di cellule giganti e di aree di cageifi cazione. ·, cnnahcoli · · . semio'f , et'l· genen1 1mente alr·o l'ICI· e que11·1 p1"ù proSSIIUJ 1 ' tubercoli qua$i di:;u·utli pe1· ell'ello della compress ione.
R!"J(i
TllE n-;r Ili TI'IJFHCOI.O'I llF I.L't:I'InlfiJIJQ
Sohanln in «fll:lkuno i• t'Oll:-.Cnalo 1111 n•5idnh di epitelio. il tJttail•. dt•l I'I'Stu. ,. qut'>Ì tlap p~>rlllllu cle~eueralo. Con w n~ u llalo d 1qul•.,ra clt•gt'llt'l:li'.ione "i •bserra dcui ro 1 t·analt~·oll nn 'alt houll:u11 e cletrilu cellulare. Non ,;i osserv.tnu faLLi inlia111111alori acuti. Xclf'nlhu~inea pe•rò è• n{lle\'ole l'lllispcs'litllelltu. 1-i,;ullato d'infiamu1azinne di lunl{ll data. \ttche nella c:apsul.1 1111:1 e là si nota qunlcht• 111herrolu •~olato t'llll i ~ollli t':ll':tlll'li . .y• n~s,.,.,.,f:;i,IIK.. - Cap,,rale Fa,~iua tiri l ;sa re~~imeulo fanter·ia. \o11 presenta in famigl1a ne;;,lln morbo ereilitario \ !l :111n i ~u iTri di polmnuire e nel feb braio ~!) rli resipela fat·cinle. \ l!) anni in n un cndn rn tln un pou1e ùell'alle7.zn di ljirc:t O III OII'i, riptn'Lò una CtlOI.nsione ai testicol i per cui in sorso orchile che guarì in pow pir'1 c1·"" mese. Ver:>o la fi ne tlell 'nttohro 18HO, nello scende re le scale del quartiere si fece malt> :d l e~ ti r,o lo si r1istro; però poi,-. ('.onl iltuare a farsenir.io liuo al la me1i1 di n<n·emhre, quando fu t'o:::trelln a farsi visitare perclu'. il nolore si era fallo in:>opporlahile. Stelle due giorni a riposo c mi).{liorò un poro. ma alla li ne tli no' embre la tumefazione aumentò e si e~tese fìn ''erso l'io~uioe. Allora 1'11 I'Ìl:0 \'8ralCI nfl'infermeria ore SI611C l i) giorni i 'ersi~lCIH(O il male fu fallo enlrare all 'ospeda le il 25 dìt·em i.Jre con di;1· !!ll O:-i di fl8rtwstl ttl/11 Sl'l'lllo. Il ~() fu inciso l'nsces~o. lliruasP 1111 ~Pno li ~tolo:-;n dal tplnle usci \a prima pus epui una mnlt>rra cawosa mista 11 lit(ll•cln si .•ro~o L'e::ame delmalalU fallO vPr~o la fine di fl'11hrnio ft•ce nnt;t re: individuo dì rostiwzione pi1111o ... 1u gnwile. con pellt• pallula. s11llilt>. ricoperta da peli I'O:<,iCrl, \ ulrÌZIOilf' di:;t'l't'la, ffi:l i tl's<lllÌ piullnStO naccidi. Xessuu follo pnlo i ~Jgico ag-li orga ni d('l pcllo e del ''enlre. \ llu ~~.;mi o, nr lla p<llte ìnferiOI'e tli sinistra. tm seno IÌstolo:;o JHI<:o profondo, li tni lal o da un 'a rea di pelle violncen adei'C II IO a tessuti sotlosta nri, co 11 1nargin i nrro\'escial.i. In
i4Arri"•~ont deJilZa dell"epiòidimo :'ÌIIÌ:-li'O lilla inlUifll')\c:eiii.:L del
volumu eli una grossa cas ta~ n a, a :<uperlil'ÌP itTP!!nlare, t.nraoccolutn. dum pochissimo dolente . Il J'ordotll' "IH'rtnat iro appena wmefallo. ~ e"sun in).!OI'!!O glaud()lare a~li IIIJ.!IIint. Il ri:u:ont t·o reuale non in apprezza t o n u~su n camhianH'nto mnrhoso ni• alla pro:>l.c ta nì• alle 'l'srirole :>l'nlinrdt F ella la diagno"i eh t•piditlimitl'/oln·tcoltl/'1' pratic·a• la 'em•r;tstrawcne. Il giorno dopo fui costrc.>llo a rinnorare la merlkatur.l p1•rehc'. si era fatto un abbondante infiltmmento .;aii,.!UI/!011 in lullo lo scroto. Questa emon a:;:ia che ha ritardato In ;.:narir:iune i· una delle romplit·azioui (Tillaux) immediate più c·omuni lfpiJa easlrazionP., sia dte provenga dalla atte ri.- ll(•l ronlone, sia da •tnelle togumentarie , come i· nvve 11 ulo nel nostro raso . Qoe.;te rimangono compresse (Tillau\) lintantudu'• ri ,.. la relrazione immediata dell a pelle e del tlitrl os e qut'lla ro n:-; t• CUliva nll'in·igazione del liq11idu anti,;etLic·o: dopo col calclo d<•l leuo, •·ila!\cinnrlosi t le:'~ li li, ces:-;ano d i O$Sere c~ompre~~e e fJOindi tlilnno sangue. So du nque aves:-;imo :~vuLo In prC't~au zione. di no;peua•·e aoco:-a un poco pri1111 d1 rare la -.utu1·a. o me){Jio. se avessimo manlenutu l'acqua d!' ll' i r ri~a tnre u gi usta lempPratnra. non avremmo antto a lamentar~ l'inl'unve niente dell'emo1Tnuin . i' ' LP l'irer1'11e microscopiche uel tc.s ticCIIn e•portaln esl'!!llile porimento dal :>Ì\!. cnpilano meclic·o "'ftW/.1. ùimu ... trnmn~o: Il parendlima normale: neoforrnazione di wnnPlliYo fra la c·ap"ula c 11 pat·enclti ma con infillramen ti p•u·ricellul.ll't: numl'rusi ;.:ruppi epileli oidi . alcuni dei quali presc'ntatul nel Cl'lltro nn :1 i 1:~olo al{glomera menlo di elementi c·cllu la1·i atrofici. arterio·~clerosi. Il reticolo rih1·o3o circondante nkuni )!rnppi di r.ellult• molto s1•iluppnlo (Lnhet·coli fl brosi inc;apsltl ati). <'Ilo ~pitlidinw i canal icoli normal i. Nel r.on nellh o si ~co1·guno
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Tllt: r:ASl Dl TUBEilCOI.O~l OEI.I.'KI'InJOI\10
masse Luhercolari con cellule f.!iganti e t(ua l' li1 chiazze di cnseirtcnzione; infìllramenLi pnrvi r,~ llulari. Sebbene il reperlo nmll omo-palologico nl•bia ':onfor·m11l0 la dia;.mosi io due dci nostri ca~i. pure dirò hre\'emcnll•, avendone in parte f,t llo qualche cenno DI'Ila espo,i1.ionp delle slorie cliniche. •1u:di furono i cril<'ri che guirlnrono il nostro~ ~~~ dizio dia~no3tico. Parlerò poi un pn' più difTII:o;·tmente ~i un altro argomento impo rtante e di auualiti1. l~ioi• tlr•ll'iuterventtl chirurgico nella tohercolo:;i r specialmerlle in qu<'lla dei genitali. rn tuui e trr i nostri ammalnti i· manc<~to un dato eliologicfl molLo importante, quello dell 'ereditaril'li1: ma l'esame grnerico, almeno iu du e di essi. ci Ira mo:o:Lratu tJUCIIe coodiz~oni di costitu'zione fi ,; i t~H favo revol i nllo svil uppo delht lu ltercolo;;i. O'allronde, la tubercolnsi genitale primitira, stando allo osser\'azioni pubblicate da Fornet, può (':4-;erP ron lullu probabililit cau.;ata da conta~do òiretto nei rnpporli se~·uali e a •tnesto propnsiLo j{iova pure notnre che le l'll't't'l' he di Corni! f' B:~ bes hanno dimosrt·nro l'esi!'tenzn rlei l•:willi tli Koch nel mnco-pus ~ecreLo r1 ell e nlcernioni vngiuali. t:i:\ il t:ohnh eim neii'H2 indicò come possibi le l'inl'ezi(Jil<' tuherrolare pe1· la vin :.:enitale e rernouil nell'~::l tlmllli:4e il t·ontagio direlto della tnlterwlosi degli orgnni Jl<'Oita li. E prr 1ncere th aiLri mi fermer·ò all'ultima os:;crrnionf' del Hit'l•anl il quale nolò in un soldn.Lo un caiìo di Lra:; mi:o;sione per co ito t'Oil unu donna infella. L'età òesrl i amma lati rleponeva pure in ravorc drl nostro conceuoùingnoslico, giacchi' i Luhet·coli del L~,;ticoloe annessi. ·t'ùhene possano occonere anche nell'età nYttnzat:t, i· sopra! tullo nella puho1·tà e nei primi anni rhc la seJ,!uono l' he si re dono appat it·o. Nei lntmhini Ì' a::sni rnrn eli riscontral'l i. l.loyrl
E DE l. TES IILOLO
e f:iralde!: oe honno visto ciascuno dne ··nsi, e a mc
oer.or5e di o~snrra rn e un caso in un hamhino o l' i$n nella clinica chirurgica del professar Land i. Nei no$lri inrermi il male i• in~nt·Ln i:enzn cn usa apprezzabile ed ho potuto escludere con ogni certezzn la prl'esi~tf\nt.;~ di bleoorra~ia ~di sililide. Tl caporale F'ossina i• 'ero che attribui il suo male a un traumatismo rl11l testicolo dte si prodn~se nel novembre dell'anno s1·or:;o; ma piullòslo che invo· cnre il solito lu o~o di minor resistcnt.a, secondo il parere =-prcralmente de;tli autori francesi. ritPnj.!o più pro1tnlli le che anche in •1uesto t·aso siamo di fronte n un prei:iudizio simile a quello che dom ina in alr.:r ne malattie. come per esempio nello niloppo dei tnmori, nelle mahtllie di t:.Hot·e, ecc .. nelle quali ultime uno !\pavcnlo, un a fort e ni'llizione morale si ritcugunu Còllle la cau:;a del la malatt ia, mentre invece non hauuo fallo allro rhe mnrufcstnrn e la pre::enza. ella tubercolosi genitale di re~nla é l' epididimo il primo adnmmalnre; e~nppi<lmo che il m::lt• può llurare molto tempo prima d'invadere il testicolo. anzi puit pmpagarsi anche pri ma aii'E>pididimo dell'altro lato. Ciò si l· verificato nei nostri ammalati, como i· dim o~tralo specin lmetite da qunuto r avvenuto nel soldnro Papapicco. f)uando 'l"esti enLrò all'o5pedalc la prim·1 ,·olt<\ per it/mr.-11' destro, fu notalo che. ultre il rer~amento sieroso. esi-sLC\':1 un no1l1llo indut·ito. L'andamento sur,ee,;sivo del malo ha eli · mo,tt·;~to che quel nodulo era di nalum tu bercolare; o si ca· pi,-c·fo come l'('si:>teoza dell"idrocel<•, rhr sebbene molto sviluppato semhrn dover·si ritenere come idrocele sintom:11ico, ahhi:t potuto non f;u· dare un giuslo valore all' esistenza di qoel noduln. il quale o••"i aumentalo di rolume ,·. manifeslo eh?~~ serle nell'epididi~o: dopo il mal o ha invt~,;o anche lo epldrd,mo dell'altt·o la.Lo. ln breve In p1·uduzionc morbosa lo-
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T RE I:A~l 01 TUOERCOLOST OEI.I .'EPlflliii\JO
calizzala :ll l'epidiclimo o in questo in uno stato più a\'anzalo, la sua forma irregolare, bernoccoluta, la sua cou:;isteo;:a dura, l ' ae.c re~c im e uto lento o che non hn l'llgg i11nto, anche dopu mollo tempo. che un ''olumc relativamcnle poro graurl<', lo andamenlo con esacerba7.ioni intercocTI'nti, la snppurazione, !'~ilo ùella orchiln e periorchitc fun!!osa. il seno fì~Loluso circondato cla pelle ''iolacea . sollilc c·oi hor·d1 arro,·esciati rnme si i• ri>:conlrato nel raporale Fassina. la propag;1zione alla pro· stata Cl) llle i• avvenuto nel soldato Papnpi c1'0 . nel llll illc i sinlomi tomcici facevano d~ssiparc qualunque dnld•io, l'indebolimento delle funzio ni genilali, l'eiTCLto ne).!ativo tlel trattamento, m1 semhr·nno sintomi cosi evidenli da di:'pensarmi di fare unu cspo~izinne della dia;.: n o~i dilferent.lctle coll:1 urrhitn cronic·a, colla si fi liLica e çoi noopla::.nr i del li!Sli1:nlo . Par·lerò ora dell' inlen·enlo eh irur~iw. Sebbene la lnhen·olosi sia enlrala nel dominio della 1'111· n11·~ia solamente ai n o~mi giorn i, pure lo stes:'o Louis, dlC emise la le~!!e che •( tolle le \O!tc clte 1111 or!!anu racchiude l.u l•ercoli ~ i puo C:$ser certi ell o ne l"si~ t o n o pure nel poi· mone » fece eccezione por gli organi genita li. E un fntto oerù d te la do urina della tuher·colo"i locale. mc l'et., i la "'"i di 1\nslcr sulll' nrlriti fungnse, la Le' i di lteclu' :-ui tuhercoli del Lr.slicolo (- i laYurì cln ..;.-ici del Wolmann col prorare all'P\i dl'nzn elle un forolnio ra~eo"o può loc;llizzar~i 111 un or;~:wo o in un tes~uto e I'OSiarvi por un tempo molto lun go ~en7.u ollrcpassa re i priruitil' i lim it i, rese più 1\ÌI'lii"Ì e più sc ien lilic.i i ct·iter·i che )!uidano il chirUI'J.W nel trnll<unenw della tulterr·ulosi :.renilale. Pn altro solido fo ndn menlo scientifico òerivò clalla scoperta del Koch, il quale ha insegnato che la luherccdosi t' infetliva c dte i germi partiti da nn focolaio primrrii'O posso no infell tu·o il resto òell 'o1·gani smo !in'a llora :;a no.
~ nEl. TI·:STICOI.O
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Data •111rsta possilt ilitù se ne devr ronclutlt•rc rht• se il male i· aru·ora limilnto il me:.rlio i· di ltl!!lierlo t'Oli una altlazione rapida e Lotalo 1wima cito avvell!!a l'immigrazione dci bac ill i~ P.ceo il punto controverso tlt'lia questione. Gli oppositori di un pronto inlf'l'\'PIItO dicono: conw volete operare sempre se la Clll'ahilitil della Luherrolusi i• cooo:~cinta, <'ome ce ne nllc=-tano la Lra,fnrmazionc fjhro~a, le incro~ta?.i nni ralcaree. i ria.;.;urhinv•nlt puri e .;emplici che fanno sp:trire un flSce:-.so freddo·? E \ t'l'llenil oppone ai parhgiani di 1111:1 chirurgia troppo intrnprenrlen Le quest'a ltro nrgnmentu: ropernziOOC pUÒ illOI'IIiarè l lt SSUtÌ e fll'fi\'OCUI't' 1111~ t·ecidi va ~11 1 posLo, unn prod tL7.ione di l'ocohl.i a llisLnuza e anche un'm r,•zione !!enerale. Ammesso anche che la LuiH•rccJiosi pussa guarire :.;ponlaneamrutP, nnn si comp rende: •·ome. ovr sin possil•i le di operare, ci ::1 o~tini a pri\'ar:'i di un mezw t•hecli -ulito dà huoui risultati o cho almeno, alla JH'J.(glO ipole:-.i, di ust'infezione generale non lascia il dullhio t·he una malintesa inopero,;i til ah · b1a reso po,.sibile tut rauo rh c i n rent• rì rcosHHIZl'. si sarl"hhe P•llnto evitare. Ren più ::eri(• mi paiono leoppo,izinui del \ erncnil. l)urslc hanno in lot·o favore ùei fatti: però !"C'per poco te molli mlO in e~ame potremo con' inrctTÌ l'ile pc•t·tlono in lluona parte ilei loi'O valore. La recid iva, a:;sai frcqncntcmenle os50I'\'aln può aunnellet·si dte aHeu;.!:\ non da una auloinoeu lat.i oue. rna da una sempliec ··onlinnazione del male per a\'er la:-s·iato •Junll'lt o Lmccin di tessuto 1uhorc.oloso n tln tpr:dclle norlulo clispcr·so in mezzo ili tes,uti "ani. elle :-i tratti 'l.'mplict'menLe di nna operazione insufficiente. Cosi put·e l'iniezione grnera lizznta ,., stata dimostrnta dn \'emt.>utl. Egli elice: si opera un focolaio tul•en·olare e tn un momeu to compaiono i segni di nn :Htncco viscerale gmre,
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TRE 1:.\SJ 01 T U llEil t:OI.O~ l 11~: 1.1 'EI' I IllllDIO
menin>:ile o tubercolosi milin re acuta; P 'i i• cel'<·alo di spiega re q ue~le in n1sioni :'uhilanee am rneiLendo c lt ~ nvvell}:il l'assorl>imenlo tioi microhi palo~oni (lai v;t.:;l liufatic1e ~a n guigni aperti nella ferita operatoria. Si i· anche in \'Orato lo cl10r opernlo•·io e i mulnmcnti monwnL11 11ei r h!:' appnrta nei prot·e:;si nnt1·i tivi dei Le:'.'\III Ì un ll'llnmr.ti..;nHI. .\l a rtU6$le ipnle:;i souo poco prohahili qnnndo t'i nlervento t'· della minima impo11anza t' gli accidenti si dirhiarann dopo tuolti ;..riorru o anrhe piit settimane. t\ on si può oegaro però che le cond1zinni etio lo~iche che pre,;icdonu n queste compli cnzioni sono tutt'nltro 1'110 conosciuto; ma pure si ptlò osser·vare che in qu ri rasi in cni l'i ntervento chirurgico sopra un focolaio tultrrcola re ru giu cltcato la cau,;a immnnenle dell 'inf1'1.io ne ~en ende. for'e non c;i ll'i!Llò ~.: he tli un a' sempl icè t'Oi ncincuza ~om t~<u,a dopol'opera7,ione, o di unn inva sione ~uh i l » n ea della 1uhcrculosi locale, come nppunto si i· Yei'Ìfìcato nel ::;oldn to \lolmnn. o esiste\ ano altri focolai non riconosciuti 1n \ itil. l'o:.~o citare in favore di quest' ultima ipotesi una ,;ola pnl\a. ma che credo al.Jitastanza dirnnstnll i\'tl. L'esame n h i~lli \· u. l"'r quantn si 1:en·as..:c eli farlo dil igente, non ùim osLI'ù nel rn pora iC' Fassi na d 1e iiLi>.SLicolo f,tsse menomnmonte amm:dnto. \1 e111 In :.un consi,;tenza normal e, non si nolava nt•ssun ind urrmt>nto JH'IIn capsula e Ltlt\lo meno noduli nel mezzo del pnrenrhima: consorvn va come nello :Ha to sano 1:1 parlicolal'e ~enFazio n c dolorosa 1·isvegliata dnlln p•·e:;sione. Supponia mo che nel Fassina :1\ cssinw praticato la semplice re,ezione clcll 'rpididimo e rlopo l'nperazione fo~se insorta una menÌilJ.!Ìie o una tulwrcolo;;i miliar·e acuta: ~are hb e.stato ragin!l6\'ole int·olparnr l'atto opera tivo, quando l'esame anatomo-pntolo;.:ico Ila ùimostnltO l'esistenr.a di Luhercnli nel testicolo t•.li e in vi la 110 11 ern s lfiiO possi bilo dia ~ n os 1 icare? E~ i s Lon o molte st.atistiche fa vo1·evoli al concello di un pronw
K UEI. TESTICOI .O
to. ammesso come l'egola da Wolrnan n e da 1\.onig c hu di mira di sfu ~gire n un pericolo chll ~e non e fntalo oon i• meno reale. ~ on fa hiso;.mo di dire che ce ne sooo
altre insensoalfauo contrario, per cui mi limito a acceuuarno breYemente qualcuna. persuaso che iipecinlmcnte in 111eJ i •
cina, a ''uler risol ver·e le quistioui unica mente in lmse ùollc s&atistiche, si fini ce per· solito eol !asciarle insolute. \'oell..e,. rifer·i$CC che su l l !l operati si eh be la morte per tubercttlo~i solamente nella proporzioni! t! cl H p. l 00. Neumeister riporta 122 casi uei qua li si ebbero ·IO morti fet' tuhercolosi acut.a . .Per ullrmo. in nna statistica riportata eia l'in c~h !-Opra i risall:•li linali della eastrazione nella tuhercolosi del lt>slirolo 11i Cllanu taluni casi sopravvissuti all'opera7.ionc per u ., ·l:), !9 anni. In nitrì, se l'opernzioml rH111 rinsci ncluvitnro un a recidiva l' co u se~nente mori e per lrrbercolosi. 1JIIl':5lit fu molto rttardala. tanto ~h e uno vi:;:;e perfino :10 anni tl11po ropn-
razione. Se t'intervento chirurgico l! nella Juaggior· parte dei ca:; i necessario e indispen~abile. non ,;i p11ò ne){ar·e che vi sia no delle l'irco~tanzc in cui tule intervemo ù controi ndi~.:<tlo. Come dunque regolarsi t Se l'infermo è in età gio>anc. nella quale preferentemen te sogl iono essere fret 1nenti egenero li7.7.ar.-i i pro,~es·i tuhercolari , ::c il focolaio morboso ,.. localizzato, sircomc eia questo focolaio si pnò Sl'i lu ppore unn Lu herw losi ~eoeralc (1\onig), così l'oprrazione in qur.3ti ca~i adempie a tma indit:a7.iono vitale. :ii· farehhe eccezione la propngazione del prot•esso alle vessicol r semi nnli e alla prostala perehi• aurhc di esse in questi ul timi :r nni si è falla l'asponazione ('l) . Ili Ullhnamonte nella /li(ormo mrdic11 •lrl i lughu tS!Xl vit'J1u ri(lnrtalo dal Cnalralb. (. Chir., N. U , 1890, un <'ASO •li r,tirpaLione dPIIa 'cscich~lL~ 'll'.minale de$tra eseguito. !la Ullm11nn in un fllovanll rli 17 anni nl qualo ;m, ~t:tta
l•rtma Praticatu Ja semtr~stratiOJW Jlt.'r <'JlHfidlmile tulw~ol:ln' del IMo .rostro
k 1·~
Tlll•: t: .\~1 111 Tli BEIIrOLOSI OELJ.'F.I'IDIIll\10
Nella tuhen:olosi di amueduo i lesLi~o l i Iaopet'a;:ionot\soln indirata uel easo in cui il secondo testicolo o l'epididimo non l'> inno amnwlati pPr propag-azione lungo i vasi deferenti, oso;ia quando si può to~liere tutto il male ( K o o i~) . Ila alru ui anl'l1c si ril iene nli le l'inlen'ento quando c~isto no lc,ioni inrl sr.utihili tld polmone e si arriva a dire di avere os.;ervato dopo l'e:-;tirpazione ùi un focolaio toberrolare la ,;pa· ri1.ione degli accidenti polmonari o il loro miglioramento nolf'l ole insieme a r1nellu !!enerale (Sch urrer). Senza inlirmare in modo nssolulo tali asserzioni, lrall.nldosi di individui r·uu luhen:olosi polmonare tlichiarata, snrehlw rnnvrnicule tlecitlersi a inte rveni~e nel l'ocolaio tubar· t•olan• solai11CIItè q ttaiHio ri'H'.;lo agg ravt~ :;sc, per la profusa suppurazione, il depe rimeulo organico. l l ' ' 'lll't'sN i 0/11'1'utiri usati nella tuberco losi del t.osLicolo SO IlO:
un /ll'tH't'sNrJ asJwltcLlùo - apertura dei focolai tuherco· lari, rasdliamcnLo. causticazione, ecc .. allo scopo ùi tentare dapprima la co ns ~:n·nzioue ùcl vi scere: un f'rore.w/ 11/ll'l'ftfiro ra.diral11- la castrazione; un tWtwessr' inlt't'llll'(/ìrt - la resezionc dell'epididimo. ~ c si rilleLLe al pet·icolo dell':nfeziooe secondarid da un fo· cnlaio Lnhercolare non è d·1 atlopP.r.t rsi il primo processo che eccPzioualmente e in iudividui ùi etiL avanzata nei qnali è men<, prubahile d te tt\ 1 e u~;L la infezione ~en erale. La rcseziune dell'epitl id imo proposta e falla dal BardenheUI' etl e:.e~uila in llnlia solamoute. ~.:he io sappia. da1 douori Salomoni e Spadai'O. non mi pare debba pr efe•·irsi alla cn~Lrazione. t:olla t·eseziolte dell'epididimo, dice il Barùenheur, si con se n a il lestÌI'olo c h1 fimlllaN cuPlottli e si presen'n dall'i nl'ezione ).(enoral<• d1e ,·. fHci lo atl avveran;i quandu la tubercolosi ha preso il testi ~olo.
E DEl. T&STit:OI.O
Non :;i può negare che i cit;lti ::ullori :-.iauo :-;ta li mol to fortunati a ~urprcuriere la lltlH!rcoh-i dcll't·11ididi111o linu dal ,;u(J primo ini1.io. \la come $Ì può e...:-er ,-il'uri du•lllt't'ti,·olo rwn ab!liu nessun focolaio tuhercolo=-o, tpaanllu. co me nel t~aso deJ caporale Fas ina, si è ,·isto che non preseota\ll ll (.'l>::.UD eambaameolt> valutabile coi mezzi di ùia!!110:.i clinit·a, eppure ne aveva~ Cosa che per·de ancltt! del suo \'alore Ctlllsidcr.ulllo ehe •Jnaudo le alterazion i dell'epitlidimo suno \alutablli per quello che sono r·ealmentc è diflicile cli o non sitt aY\'enut ll di gil ln tuhercolizzazionc delte:>Licolo. E poi ormai i l'alli ,;ono noml.'rosi a dimostrare che la chirurgia troppo conser\'alÌva nelle affezioni tubercolari. non annovera r·isultati troppo splendidi: almeno tfuelli lontani, perchù poco importa eon una brillnnteopet·azione ottenere uno splendido risultato immediato, ::.e poi dopo qualche tempo il male risorge nel puslo e fa 'edere che era una illusion e ciò che ri Lcnevasi per l'isullalo certo. È quindi da dar~i la pref~r·c nza all a cnslrazion e. Capisco ehe con que~ta si demolisce uu orf(auo che ha una funzione cosi import~ nte e che la sna. nholizione. inllu i:\ce qualche volta nel malato al punto da portarlo al suicidio: ma d'altronde la cnstrazione doppin i· po~s1 bile :-o lo 111 casi eccezionali e asportando un :;olo testicolo nun vuoi dire renclere uno impotente. S'intende che nei cast nei tJtlllli uccotTe:;$e la ''nstntllione dopp ia do\ t'ebbe lasciarsi richicdrre l' inlcr''ento operativo dallo stc~so ammalato l'allo pt i111a consape\'ule del pericolo in cui potreblle incorrere r.ol lasdn re la malattia liher·n nel suo decorso . 'l' •Wnando ora ai nostri ammalati. qual'è st<Ho, tJuale tlo\•eva essere il nostro cò mpito? ~elt:apot·ale Passina la semimc;lrazione mi sem bra che sia stata abha~tanza gi nstificata dal reper·to anatomo- patologico: e possiamo avere lLna fondata spemnza di aver LOilo il pericolo di una infezione secondat·ia.
~4.() TIIE CASI 111 TIIUJ!llt:OLO l OELJ .'Rl'lllllll\10 P. IlEI . lESTICOI.O
Se il soldalo 'l oliuari foss~ i\tntu operato suiJiro dopo la sua enlmla nel ripurlu, avreuhe potuto :..fuu;.pre alla m orti'~ l'rubauilmerll~ no: perchi· la i 11fezio u t~ meningea si clovtJ\'a essere di già falla <Wanti che l'avessimo potuto up~r.u·e. QUJnd1 se il )J,,I ioari fosse stato uper·ato. ltL sua mMLc per mmin-!Jilr jlOlt'\'a rol'$8 COstitu ire un fa llo Ìll appo~gio d(lll'opiniOilE' d1e J'i ntervenlO CIJ irurg-icu f:worist;a l'infezi1111e generale. Qu esta morte, avvenulil senza clte il ~l olioa•·i fus~e stato operato, mostra invece como In infezione generale sia indipenJenre dall'allo eh irurl!ico. Lo condizioni locali d~l soldato Papapicco non rirhiederann per St' nn il LIO operatiVO che era COULI'Oind icalo !l alla di ]fusione del processo alla proslata , all e vessi cole seminati, al c:wn l deferente, ma prinr.ipnlmerue dalle co ndii\ioni del petto. t;ome conclusione di quanto ho e!'po:;tu finisco roltlire che se è Yero, come all'armava Trelat. che in materia t! i tubercolosi i successi durevoli sono rari e gli insun.:e3:;i fretprenti. nor1 si vedo In t'a!-(ione di rimanere (Jet· ciò inallil'i e tli privarsi di 1Hl mezzo cl1e eson tn da recar danno e che so vente di1 i pii1 bei risultnti .
tY. n. - La presente conferenza tloveva cs=-er letta nPI mo:w di m ar~w . Ila quest'epoca o og-gi snno stati os:;enuti nel riparto ùi chirur.l{i :t nltri duo casi di tubercolosi geuitale: nno in una guardia eli P .. che presen:ava (1/'c!tif,· rltf,ermlat'l' bilaterale, con diffusione rlel processo al cordoue :;permatico e alla prosr:ua e iuliltmmenlo de~! i apici polmnnari: l'altro in un brigadiere dei 1\ B.. car·abinieri. ginvant• rohnstissinw. nf· fello da orchi te tuberco lare destra e che fu oper·atu dal ~iJ.m o r maggiore medicu Chiaiso.
Sl lLLA
CURA CELERE DEGL I SCABBIOSI NEL 2 ' SEMESTRE 1889
l..a Circolare i1 luglio ISRn clt'll'lspelloraLo di sRnitit m ili-
tare sulla cura degli ~cabbiosi col melodo B a r dy pr escri ve che de!lli esili o LLc nu l i o ùouli inro nvl! ni M Li osserva ti ne lJ'applk nzione •Il qn~l m uto•lo fii fa~.:cia n nn ualtoe n te parlicolai'P. menzione nelle Rf'lazi(lni !'Snila ••ie degli ospeda li principali. Ciò fu t>t=f'I!UiLo, scbbf'ne a ltplan lo im per fetta m e nte. per il periodo dello f\lGl'fiO a n no in cui cominciorono ad essere in YJgore le norme contenute nella Ci•·colare, c ioì· dal 1• agosto
al !H dicemhre. Mi è •ruindt sem brato opportuno valermi d i tnli infor mazion i per ra1• conoscere a~! i nffkiuli mediri le r ll'ultanze ottenute, le difficolta incontrate e gli inconven ienti os<=ervati nei tlivet•,:;i stabilimenti SAnitari, t•elali vA m eute lll m etodo c ura tivo in •tueslione. Premt>llerù intunlo fl URlche indicqz.iono sopra alcune circostanze di raLlo. Ri!lulla dai re ndiconti n O!:;<Ilogtci che il nume r o degli sca b~iosi (rnilttari di lrnppa) e ntrati negli s pcda li m ililari, nPilc mCPrmori~ preS~idiario ed in qu1·lle spol'iali tl ueante l'a nno 1889, t~ di 72!), e c he di quos li, solla uto 2~6 a ppa rte ugoM a l pel'IOdo in cui la c m·a cele •·e 0 1'8 d ivenult1 ob bligatori!\.
"Ul.l.. \
J·:l>ber·o "cnll!Jiosi a •·u•·ur·u lult• ~~~ ospedali, :w rnf,.rmeru• pr·csitliarie hu 32) e i- rnfor·mcrie "l"'t'lali (;:,u IU). Ebber o pure a cura r11u l:l:! le llll'••t'ltlerie di cor po, ma del modo con cui "ili statu p1·aticalu In r:•n·a , nulla ~~ o saputo. É ~ upponibil e che rw :>inno sLaLi 1111cbe •·ico' era.li in osprdali ci vili. Pet•ò di essi non puù fiV61'l'i tllCima t~onosceuzo dai documenti slnlislici nei quult n lah• r•rp-uur·do e:sistc uru1 luC1111a. N1\ ~e u'ebbm·o infol'mazw111 per altre \'ÌP. Dl'hhu •Juindi J'e:>trin;.rcr e le pre,..cnli coJJsidernxioui ai soli 0'JII'Ùah tUJhlari eù ali<~ nlfermcrit• prc,..i lmrw e ~J'•'Ctali. !'OJ!· ~lll11;.!6Jhl0 !"Uitilo che in ordine A •pJt•slf' ultime ~ p..1. cÌI'l.'••slnlll.t' d1P •1ui non occort·e acc·ennart•, non fu daln alcuua rn· rormuziouc sopra 15 deiiP :Ul inl'errut·r·ie prl':=~i<.lin rie e 'lU :l clt•llc i- specialr in cu1 si Pbltl'I'O a t:Ur'lll'•• scabl iosi. L e inlonnazioni ollenule 1'1110no udln !!l'ande •nRggrorttnzll cii·c·ost.anziate e pl'ecise. A l cune u!Lre fut·ouo in>OC<· vaghi) ed i rwer to. ' Il loro riaq!'uuLo puci t-~R~e r•e indil'al" nel !'P.!!ucnte modo: L e modahtà prescritte ùalla Cit·colnr c sulla cura ùt•gli ::~ca b bios1
!• fut·ono con Lulla precisione alluale 111 17 ospednh pr111cipalj, in u succursali, in U infer•merie prc,.;itliar·e ed in unA !<pecialc. 2• fu1·ono altuale i ncompiulam eulo OYver·o iu modo non lwnc accer·tato in 4 ospedali ·~n·incipuli, iu :! sue ·u•·sali od i 11 2 inl'er•met·ie presiùiat·ie; 3• non fur•ono ullallo nllunle in uno spcdale prin cipale. Che cosa fii è ottenuto? Corno ò nnl", i l pr ecipuo St..'Opo 8 cui si mit·avo r olla Circolare più v01Le rammentata, oru rprt>llo ùr diminuire l e ~iu rnalc .ti ospt•dalilir de!!li ~cabbrosJ t..'he quasi do,•unque sup~"l'avano o:..n• ~ uslù limite. e di r t· du1·le ad uua degenza massima 111di vrdualP di 3 ~io rni , all'rnfuori dei CASI ecce zional i. Ora •pre..,lo scopo a) i• stato perfellamcnLe r ag11iunlu in 15 o~pi'Ùilli principAli. in 6 succur~ali, in n iufet'IIJI!r ie pt·,~s:i.lia t'it' ed 111 1 ~<fJeciale; anzi , in parecch i dl!l.di sl tlbilimenli sopra indi· Cfl ll, 111 cl egenztl degli !'COIJIJIOSi /'u Uti!'II C nliliOI'••;
CUli ,\ CEI.ERE OEm.J I'I:ATII110~ 1
fu ra;.rgiun to in H O!<podali principali, in 2 ~ uc 111 2 iufe rnw t·iP pro"ic.liarie, poiché la degenza vi fu, duvC pÌU O tlove IIIC'lll>, supc•riOI'C Ili 3 g io r ni, :WbiMme pur sem pr e m inot•e di quella cht' precedentemente
••tl
vi si avc>va; c) non ha potuto, com'•\ natu rale, essere l'aggi unto ucllo
speciale prmr ipale liove il melo lo celere n•)ll fu atlualo.
Ma, olti'O al vantaggio del l'aiJbrovia ln doJgOn7.H, se no otlenne uu altro mo lto itnp<•t·tant" colle mi~l iori e che in pateet'hi !'Ulbthmentt fur ono e!'Pguttt> nei do••mitoi degli scabbio!i t> nei locali della) relalh•a cura, pe1• •·idurli a quelle oondizioui che l 'i~Ziene prescrive. La mug~ior pat•te dei di •·ell OI'i d ichiararono che noll'altuazione delle norme contenute uella Circolare uon !'lÌ in contrarono dll'ficolla, non ;::.-hbel'o incouvcntenti, ui• recidive. Taluui altt•i invece accennn r·ono ad ostacoli, a conscauenze rnot·bose. a q ua lc Le ('8!<0 di ma nralo s uccesso. Le ra:zioni addotte per le~iltimore la non allua1ione della aura o le lung-h ~ Jegonze ollenulu, si ril'eJ·irono c1ua!>i lutl<• aDa D18netJnza cti locali opporltlltl, all 'iu!o;n lubt•itA di q uelli fin ora adibili !'Ìa per• !lot·m itor io, sia pPr le opel'azioni curali ve, non che n !In difficr,ltà delle !lisin l'eztoni a gli abili . Soltanto uno dei pii1 rmporlantt o;:;ped~tli trovò osh:wolo nel ratt.o che lo maggior parte degl i scabbio:<i "' enh·ci con la malallia gtà allo Slato oli let•matile. e c'l.e ma Lo-ulce r·osa, d che semhret·<·bbe inesphcahile, date le v isite ~auit.arie seLlitunnali nei c•oJ·pi d i
truppa. Quautu alle diflìcoltà iner en ti a l li~ con di;'.ioni dei lo,:alì eù alle di.. iufezioni, s i sper& che sar a uno state eli mi naLo iu ogni do\'P., •·ome già ell'e llivarnen le lo t'u!'Ono in alcuni stabilimeuti. In ordine ad inronveuieott non fu seg-mtlala che la com(larsa d'e<'zemj ·· o ns~>cutivi alla curo. Di ciò tal uni rironohbet•o la cau~<n nella sove•·chia ener gia della poma\a nntip~o rica della IIO!<lra farm nc.o pea. Ed r ll'elli vanwn te cssenclonP sl<llfl 8 ~~Putala la p&r le g rassa, l'inrom·eniente non !'i r innovò P•u. Ciò "ta nte sarebbe forso opportuuo 1lore la pt•efet·cnta
M
Hllo pomata deii'Hat'dy. la quuh· c·outieuc minor i •JU&ntrhl di solfn t> di cat·bonulo pola'-Sico, •·ou una muggiore LJU&nlité '" gr·as~ ' · ~lu un'allr·a cugiouo tlr tuh eczemi, .là laluni !lnche accl'H''ola. 111111 polr ehlJ' per av,enluru ron,.i:;:tel'e iu un <·ccPsso ùr t:Ut'n, uclle troppo 1•rolt'8llo o lt•oppo ru viJe l'r·egagioni ( b;t JtlfJ'lrts in t·ebull.
Le r ecidive furono podre. In alcuni ca'3i fur·ono oltr·ibuile a in altri 11011 fil t>:-<dusa la po~srbrlilu ciii' sia !';lata cun!:<iderata ··ome ~rahbra
IIIIOV(' I'OillflgiOIIi, ili Ullt•i A 1\0rl l'iiiSCila. ~la
htLLnr·a po•t·,isl•·nle l'irriln:t.iorro• t' ulant-a consecnlivu alle fr··!!H!!ÌOIII. Lu~:tr io
JR!lO. 1: ls}ltll•>rf Cap o
PF.CCO .
CONT RIBUTO
CISTOTO iVII A SOPR .'\ PUB lCA l. ·Il" 111•lla •·onrereu~:l scientillc~ tiUII'O,IIf'dUI•· mìlilnro• olì Vt•roo:• il l9 magglu IS!lll
tini <lui l. C m ·ahba . lll:t)!~tOrl! Ull• lìcll.
L'eg•·egio nO!:Ill'ù collega, il maggiot·e r~cd i cr. Di Fede, col lilolo: NuMa contribu$iorw alla Cistotomia SOfJrctpubica, t·i!IOrlata nella punlala di s ellembre 1889 del Gcor nale medico del R.' l!:sereilo e clella R.a Marma , nel l'irerire di quallro casi di cistolomia rls lui opet·ati con que!'llo processo e col metoùo della fognatura della vel"cica, prevta sutura delle labbra della fet·ila vescirale, alla p&l·t>le addominale, affermava che l'idL•ale del pt•orcl:'so soprapubico !;&rebbc, se ~i poles$e otlen~ re, la riunione per prim a inlcmziont•, p t•aticando la sutura delle par eti vescicali. Cile po i questo fosse un CJIJbiellivo di som ma i mportanza a r aggiungere, è put·e provato ~lui ratto r ilevabile, u1ello scot·cio di questi ultimi anni, dalla mderessa tenùenza di esimii oper·atori per t·iusci rvi. Così Brunz e LoLzbeck la len tar·ono, opet·ando in un Lernpn solo lno con ra ri s ucces&i 11 Neuber nell'incerle7.za che la sulut·a ~esci~ale allecrhisse, procur a va, con un pr·imo alto operativo, ~ adestone della parate vescica le alla parete addominale. ed, 10 secon!lo tempo, ad alcuni giorni d'intervallo, ap1·iva la vescica, che poi sut~,~rav:J isola ta ; il qual modo d1 compot·tursi, ~e ha duto a.ll'Ru to t·e bu011i ri sui LaLi non cot'l·i~po;;e ad ulLt·i c:he lo Imitar ono. Ed infi 11e, t~ ! Lt·i r hirurgh i , impres!:'io-
CO'ITitlnUTO
nALI tlnf{lltusucre-.:,~i, ~~~~tnrnAt·ono lal{lleslinuP a fulu t•i :<luolt, tJ. voh·ndo (liii"P dari' la Pl'c"ft'l'enzs alla Sc?clio-Alla, llrl'sl!l'\serll lu v1n uu:olu nw il 1 ln,.eian· la fPriVI H!:-:r:icale a1wrt11 u eud lt1 all'adtlotne ~·nr1 rogtiAlura, iu nllc~.a rt .. lla indirelltl ripa r azione: 111elodu questo. prefcr·ilo Anchf' tini nosll'O colleaa '"'' suui quallt'O opet•ali a Roma Senoncbe la mt>n dil'flcile esecuzrone ùi •1ue:::LD ultimo melmln, e la sua 1mmuni là da pericoli conf'eculi,·i, non ÙO\'eano c~r·lamenle fan· def<l"ler .. clall'ullerroro.: lenlat'e la
ùuona riu-
sciln della l'lllura pet·tlulo, col rag~iuugNe la f")Uale, SI sul'llhlw •l'allronilfl seougturAla la p11ssibllitil della fi->lolt' vQf<cirolo, inet·enle Al metodo della ve,;cica t'o~nata. e, ad ogni moclo, il sempt·c grave> fallo della permAnente adet•l;)oza •Iella parule vec:cicele nll'addomE', clt~> ne ,. conse!!uenza neces~"8ria; la quale, anche con la mi giJClt'e ac~comoùAzione. non r·essa eli J'imoner'e un'anormalità apprezzabile. l n questo caso, il pr•opugnar·n l ~ ~:wctiu-alta ~l so<;Lilllit•c i l snLlop ubico pe1• motrJdO di eiP:t.ionc , fl mio avviso, 11 011 av1•ebbe avuto vulidu t·agioni di pr•et'el'e nut, messi a confronto ~li svantag~i tlel-
l'u"o e dell'ullt•o p t·oces'~o; che anz i qw·sl'ullimo, 1 er Jiritlo rli anzianità, pel motlo rle}!anle e !'br i!!ali'\'n onole v:ene Cl'O · ,.:uilo e per le 1\vtwia l(> ~up applicazioni, l';arebbe drnuslo a tenere l A sceltu, per L:ll111A che le col>S non av re!Jber·o dovuto camhJU!'e dtdl'alllico, <'hf.' assel!nt~vo al snpraplLblco il posto clu~ ~li co mpetovn pt't' i111licazioni Slli'Ciali. Quindi é che, Sb la sostiLuztOOl! dell'uno all'altro a proces"o di elezione et·a nmmì,.11ibile, Cl'n anCOI'O colle~ala alla condizione ~~phcila dì dover;<i depu r are la sectiu-alca daliA i m pulabililà degli IO· ron\'entPnll pOl""ibrli e c•'l'li che ho riror·.lali. e IJUeslr s i :oarebh••t•o solo polulo 8\Ìlu r e con la sutm·a a parte della vu!';dC'n. Il faLLo per ù avcvn t1not'8 pr ovato clte il volersi basat•e suiiP I!Olc SUlUI'<! inl e"Linal i, i-oolole, e prel'c r•rr l' l'unn o J'allrll, Oli· <"lte con varianti, non porÙ:l va allo scopo, cosiccltf>, se con uun sutu1·a alla Lembet·t o alla tualcra~saio, r espel'ieuza nve'a fìnora sanzionnlo l'occlusione cornplcta di una ferila t !t'Ilo iulesli 11 0 eu n n Lli'Cl!hi men lo, la sle~>:a csperierJZil 11 ~ I'Cij:(i >:lt'll Vn i c:onli tllli i 1 1~ u eeess i pe 1· lè l't•ri lt• drlln ves<'ica:
.\LLA CI<;TO'fOIHà. <;O l'R.\ l'li Ili C\
'la di risultali at tribuibili, a roio Cl'crler•·, an~'~tru al ulo di,•erso su cui spiegano la loro fuu..:ionalilà i dut> visceri, i quali poi 8TI8 l OllliC8WC11lO 11011 tJjfl't> t'iSt'OIIO 11'8 di loro in slrullur·~~ ciJe pel' accident.ali~à. lndag11ndo su questi slurl1, il profe:-sot•e Ba,.~ini di Padovn ebbe la ft:lice idea di scostarsi dai precedeul• operatort con runtca :oulura, ptù o meno modtlicala, e pensò tli applicai'U l011teme piu .::uture sopt•apposle, pet· modo che r una concorl'l'ss.. a complemento ùell'allra, e tulle riu111Le, cospit·asllt!ro a t•endeJ•e la ferila vescicale assicut·ata per umt ~ulut•a compii.!"!>A, valtcla eù er meticamente occludente, da t'a!.!giungere una perfdla tf•oula di liquido da pat•le 41clln Ctl'lli, t' copac11A a resis tere alle lilll·azioni alle a tlistut•but·e rimntediala riUnione della ferila vesctcale. E vi l'iusci. D1fatti, e~li t·iuniscc a quoslo intento la :;ulut'fl nodoso, quelln ollu Lembert e la t ircol;re co ntinuu , o, !-IQCondo i ca~i, le aprlica lutle t> Ln~, ovvero la prima e l'ultima. Co ll t~ sulUl'l oodosa e-gl i afi'N•tlla le labbra della fnt·it a, r:nn qunllu alla Lernbert le introl1etle, colla circolu r c no coslritt~o lu parte perif~:t•i ca e ne assicura la definitiva --olidilù. I~J.di l'iunisce di poi l'incisione addominale a stt·Ali, <'Oil punti di :<litura nodosa , lasciando agli angoli due piccoli drenaggi clt~:: loglie al 3' gior no, chiudenclo, infino, il htllo, con moclioalura aterilizzalA •d calore di 3i>O, egualmente che la !'ela di eu• ra UMO (lllr lulle le SlllUr P. Questo metodo dell'autorevole clinico di Pa•lo,fl, cort•edato da stalistH•a, se non moHo larga . splendula P"'' •·i~ultali, propuJlnat.a da lui all'ultimo coo~resso chit·urgtto ùt Firenze m• PI&<'•Jue immensamente, e d'accordo coll'e:.rt>gto collega, il r.llpllano Silvest••i, e col parere condiviso del nostr o •lireltot·l\ 1111 proposi di esegui1·lo in un soldolo del 45• rcg~i mtlnlo funte•·ia, che, da qualche giorn•J, era entrato ttt•l riparto clt~rul'gico per colcolosi ve5cicale, clt cui vi pt·e!'enlo la t~loria clinica .
+
. • C~cr· r.i use ppe. solùaLo nel 45• fanleri«, ..tosse 18o9, na· livo rh Catania, giflvane di espello s impati co, rnh uslo e senzR P~cedenti mor•l;>osi d i t•ili ovo, nel mor·zn sco t•>~o veni v~:t l'alto l'ICOVt'l'al'e i 11
.. CJuesLo ospedale n:l tltla 1·e
IHl t'
. . t'e!'l lt•mgJn•ento
.. CO\TIIIIIl1TO
IH'Olrnlc. Il ~uu r·acconlo at'll che, dR molli 11011i, c1rca cliec 1, anrluYa sogg~tto A dislul'bi nello ur inare ISI'I'eslo cd ir1•eg0 • lal'ita del tnitlo); ma, più di Lulln, er·n "pe~;;o assal 1lo tla dolni'C al pube ed alla vergA , dolor r che si o:~cccnluava nei 1110vintt~ n li hr·uscb.i del col'po, spcr ie uel <.:urrere, perlochl• lo -;uc 8olferenzo gli riu fìclv&riO dtl qunldw Lcmpo anconl più mol ..sll' ..:og:li esercizr mililori di ~iunaslica e òi piazze d'nrrni. Soltuposto ad esame Ri r isconlt'I\I'Onv fì:siolug-icht•lb vie eRlt>rn e ut·inaric. ed uvcce, si scov1•i la pt·esenza in vnscicn d1 uu calcolo dut·o, piulLo~lo volummo~o R Je::;umer lo dal racilo iucouli'O dèlla :sua supe1·fl cit> col caLelere. Lt> u1•ine, r»ccollc• per piu gioru1, si presentarono Jeg;:ermrnlo aune•bl.Jialc da muco e qualche volla con sed1menlo sanguigno. Ve11 ulosi nel l1Ì determinazione rl'inlorvrnir e colla cislolomia, IWt>st·.egliendo la sopt•apul.J•ca, col tueloòo del Bassi ni, il mio inrermo fu apparecchialo SeCO IIdO Je IIOI' Ille del Petorsen; ~~~ d gio1·nu 3 corrente, pt·ocedevu all'allo operalrvo, coadi uv n lo 111 special modo dalla vigill' a~~i:--Lenz.a del capitano S1h·estl'i, cfll quale, prima, m\:t'O couJI.Jinalo su Lulli i detlu!!h tlell'e::;•••·uzronl!. non faciiP, mollo delicata e lunga, che duscr·ivn, convinto di f111' pia1·erf' ai sa~nOI'I coll ...glu che non In IH'esenziuro11o. • P1·ev1a clo•·oforrnizzaziooe, egt·egiamcnle regoiHLI'I dal cupil tlll(l -f' i ~no r M orput·go fnr.o alla fine, Ilo iulrodollo il ca· Le te l'e a r·uuinetLo in vescicu, e quindi. sullo guida dello 11pe· crtlwn, d pallnuo del Pete ..scn ad or·ia nel r etto. che ho i n· !<Uf(loLo colla relativa pE1r a lino alla LHns1ooe. giù provai!!. pt•i mA, di un piccolo aruncao, corri spoudenle a selle sgonfia· 1neuli della pe1'a. • Cto fallo ho iuielU!lo .11 soluz.aone bo1·ica al 2 p. 100, la veRcica rhe ho rit-mpilo tino ad unA data quantità e •1uu1di ho f'I'OceduLo al Laglio, pe1· cir ca nllo centimelrt 8 partire dnl pube, 8 stl'ali, fino ai muscoli piramiJali, 1·he ho tlivat·i· culi, iuciùondo quiut.li l'opon~ ut'OS I Lt·asver·sa e scoprendo la "esl'it·a. La plica perilonal c Lanlo temuta, non mi ha dalo oiCIIII ponsio1·o. vedendola l'imoolata in allo per piil tli LI'& thln II'O>~vcJ ·se. Ho pn~cio lnciflo In vescica con lngl io ver-
\1.1.,\ Cl'-rOTOIJJ.\ ...,OJ'Jl.\I'UIIIL\
nel pnulo più allo, pe r circa dml cenlimoll'i, e •·iCOIIO· col .!ilo la presenza e tl!men-.;iuol' del tnlcolo, rho eslralto !acilmenle con una pinza cumHIH' Il calcolo, rllll'o e di forma ollungala, mìsu ravn quaUt·o centinWLI'i nel fl61 1f'O deiiR lungheZLa. Tnlto Il ralt·lo•·e, ho fallo pt•netra1·e nolla rerifa VI'SCil'alc tlne ~OCII11 Slllll8~1, cOn i l(ll~li ho t'all•• dt•Jicafamenle tende•·e la l'el'i lf'l, nf'fida uùoli oll'al"!'iiSIPnte, c t:nu elisi ho so:>pe~u e solll'valn lo pllt'ete ve~<'icaln. SPI'Vt'lld(lml del porta- agh1 t!el Rou x, ho 'Ili lodi im·nminc nlo 11 snturnre con ti~hl Uni è t·un cf\Lgul N . 1• (n cui (> pt·el'cribile ht ,l'la llleriliualal , applica11do otto punLi di c;ulura uodolòa pc•· ul'rronlart! le labbt•a Ùt~ll'inci;;:ÌO'lll Vt•SCÌCAle; d JH'i1110 e J'ulLIIIlO punto u11 tt·c millimetri in sopl'fl !~ :;oLI.!J gli csLt'Pmi .!Pila ferita, allo scopo ùi as'"il'uraruu drlla pc1·fellu chiusura degli an~oh () l'lltfot·zat·li. C IÒ r~ltlo, ho l"tlit•ntu gli llllCÌIII. Ali· nodali i punti, anzichò r eddcl't1e s ubilo i capi, li ho rit1111ti in un piccolo fuscello, artidan lo!n, le:.r~et·menle l\'«o. all'n">si&lenle ,, racc:utlolo pot•lat·c a dfJ:-Lra ed a smist•·a. mi <::t!rvl\·a da sospeosore o mi fuvot• Jva 11 rwcsenlo t·mi scopot·le lu ptu·ti laleraU th>lla t'e•·•ta, in cui alla dt:--lanza tli un mezzo ct•nthnetro dullu JH'Ìm;) sutura, Ilo appl ict•lo ollo punti allu L\•mbert. Mauo rntll lll elle procecl~vn nd annodar e qut'sli F~ecundi lagliav11 i ri!'l ethvt capt dellu prima sutura. Ctt'• e::;egutlo, ho pigliato i nuovi capi della secorttla sulu•·a. e, come i prccet!enti, t•iuuili in ra scelto, ho ul'lìutiLo all'a><5'isLcnLc, per ~et· via·mot•e agli stessi scnJ i, eso~uendo In sutut·n ci rcolu•·e coul uma, alla <:olita dislanL.I:I 1lt m•·zzll cenlìmetm dalla pt·•·ceùente, 1li cui lnglia va i capi, via \'Ìa tni avauzo.vo con f(UOsl'u!Lima, che, in fine, ho fis:;ata ·ed a11twJaLa con i capi dell'ultimo punto di sutura alla L~mhel'L Rime~M il caleterP in vescica, con nuo,•t• iniezioni di acquA Ut..ll'ica mi sono as· 81 CUr alo della capat.:itA tli es:>a 11 lenutu di li(fUido, ùopu llche ho proceduto »Ila sulut·a a s lrAlt Jella ('al't,te addominal•'. COIIlpt'l'ndendCJ, nel pt•imo sll'nlo, l'apuncur oRi l t'Il ve t·.:w ~ J 1 rn ust'oli: nel sccot~ùo l'nponem·osi ad lontinale; tnfine, la pelle ~ediuut~ ottn punti di ~u lurf) llttdOsA CIAscuna, pt·cvi~ ttuP JlH'Colt• ro~natnre prPvrscicali lasc.:ialt> o~li ongoli. La lrlediCftlura (' 1'l -· · u (lllt slrPltameule IJIIS!>thtlc HllltsctLica: nl ,:uhlitnalo.
R56
r.owmnuro ALt.A c tsTOTO.liiA ~OPRArnur.A
Nella esecuzione dt questo lungo e delicatu processo, che richi ese ollt·e lre ore e m ezzo, impiegale la più pat•le alla cucitur·a del la ve~Sci ca , non ho ~untilo il bisogno di Sll'umenli specia li Il porta- agh i del noux rni ha servrl.ù bellissimo per coodm•r s and1<: i punti più. bassi; qualche volla Al porla-aght ho sostituito una so>mplice pinza a LOI'sione: mi l"at·ebbe stato uWe piuttosto una pinz~lla a de11li, per pizzicaJ'c la pat·etc della vescica ed agevolar e la pt·e~a all'ago I n seguito non fu tattn us-o olcuno di catetere: l'ammalato urinil P IJ CO oopo il liquido bOl 'lCO lasci ato i li VCSClCfl, o C0->1 in se;.:-u ito og11i due o tre ot·e , spontaneo" pe1· i11vito di clu, con consegnn speciali, l o assisLeva. Il mio infel'mo alla set'tl fu collo da mite feùbt•e con concomitali te catarJ'O gastric.Q, tli cui aveva Lt·a•;cir• in precedenza llella. opc•t•azione. Al tet'W g-iot·no egli (> r A libet·o tlall'una e dall'altro: al quarto giot•no fur·ono rimos:-i dalla fer ita addomi 11ale i dr·enaggi: all ' otLavo si con s lfltavtt P, llfl l'igltJne dir etta. Com~ i mid colleghi avranno t·i:ova to dalla prPsenlu e!:>posizioue, io non ho ratto nulla dt nuovo: bo solo ,.,.e~uilo, ''a· lentfotni delle ultime notizie della scienza, 1 p1·ecetLi della clinica, n c.ui i nostri o~pedali militari cer(·auo, gia da tempr., al più possibile modellat•si i n omaggio al p rng l'e!'>~'l, prog r·esso ot'fl spt~ t· ime nlAW dùl nostt•o Cucè n ei suo1•·lfeLli della splendida gua t·igione ùi calcolosi vescica.! e a v venuta. i n solo otto gior·ni . E fìnalm eolt> mi dispenso da considerazioni e confronti del mctodc• ÙA me prescello (che ad onta di qualche dil'ficolt.a di etiecuzioue, s'impone, d'or·a i nnouzi, a processo di elezione), affa Lto inuti li doprJ le dìscussio ui che i miei egregi colleghi lr•over·a iJno nal r·esoconto deiJa adu nanza della sociel.é ililliaua c hi1·ur·gi ca Lenula a Firenzt-- dal ao marzo ul 2 aprilo J89rJ, r ipor tate nei g1or nali scientifici La HU"orma metlica, Il Mor!tO{Ini. e L tJ Sperimentale di lltle!lli ullnui gior·ni, col •luale e :;aozionato nel campo della prati ca quan to fino a poco tempo fa er a un ideale agognato dal chirurgico eserc1zio. •
UN CASO hl
NKUBITE li~LTIPLA CO~ F~~UMK~l BI TET~~IA CONSECUTIVA ALL'INFLUENZA OSSOntD IN UMIIILIIARE OCl W m&III!MO IAMitRIA IM PISA
OAI. IIIITTUIII.
Pupa~un l j.,uaziCJ, capot·ule •h·lla ela ssc I ~Cl:' , ualo a Tram
do\'e e~erdt.ava, t>rima ùi ''enu·e -,ollo le a rmi, tl mestiere di mtJ ;!IIato , non p r esenta nullo .lt uolevolo dal Ialo e t•edilllrio, non è s if'llitico, non ò fumatore, nè alcooJjsla Ila sofferto. 8 anni l'a , di febbri iule t·m iUe•ili a tipo t e r zallat•io. È individuo .ti me,liocre costituzione fistca, con discrete masse muscolari, con apparalo schelclt·wo no rmale. Nulla de:tno dt nola os~et•vast tl!l'li upparal• t'e"pirulorio, drcolato r io e a quello ~a~lro-en l.. r• co. F '!!!8LO nei Juuili normali. milza al'lUanto 111gr!lnriila. Il 12 del tne~e d i gen naio u. !-<. enlr•'• all'infet•mc r iu provvtsot•ta essendo AtTetlo da in llu rllza. Questa si manifestò con accessi l'ebbrtli; il primo con brivido iniziale. i •JU&Ii, insot•geuùo Vt•rso sera.. t•ipeler·un;.i per· lre giorn i <:onseculivi, cefalea fc·onlale, dolori alle re~ ion i lombat·i e sacrAii e ai muscoli delle bt·t~ ccra o del11~ ~a• nhc, teggie t·o cnta1·ro b r o nch iale, lpet•enua Luns illare, lingutJ. rnapatinala , anore:;sia. ~ li p'i i, l•'mperaluJ·fl o~;cillanLe ft•a :38 o 4.0 cl·n ti g rfHli. La m a lattin e l>be una dut•t~la di (i g iot·ni , uopo i quali , il Papa~ l iO l'ilOI'nÙ in
l'N CASO
compnguia . Il W ~iot·no rli Cl)rwul escl111ZH (~.l geunmo), venno prP~O ad un lr•aUo. 'er~o ~;et·a. da 1111 ucc:e<>!<o convulst\'n che r·eclamò l'~r~LPr\•ento immetlialQ clr un urfìcìaiH medico 11 qrralo lr·ovo l'ammalalo sgilaliS!'imo, incupac<' 11 par·lor,,, mn in pieuo posse~!'O òelle fa t·oltà psichiciH•, iu preda ~ for·li conlr nzioni ~pn!'tmodidlt' dei musroh dt>zli arti. dt•lla faccia, tlellfl linguA, delle pa reti nrldominulr e a gr·ave cljE~lur·bn tlella rC'"-pir·Rziune. Follo enlrar·e l'arnm~:~lato all'inft>rnlt'l'ia dr•l corpo otl atnministraln una for·Lo doso di lmnnur·o llt polll~"~io. que!'li fl•nomeni res"arono, eJ ti :.-ior·no apprP~.,:o "individuo l'l'A cal rr10, né Avevsr;i u~cun r esiduo dd ::~ollerlo acce!':so. Dall'epoca del suo in~rcsso all'infer'nt<'l'la lino al t:l ft•hhrHit', epo0a 11 ellu qunll' si cbl)(' ur1 11uovo acl:Cfi!'O coi tar·aLtcri r!JP dcscr·iver•ò in !'P:tUilO, eglr fU aprr etlwo; :;i lamentò pero~ di debolezza ~ellct•ale, poco npw•tito, ~"nsa;.io1Ji ~clleralizzatl•, di fr·rddo, form1co!io per' tutta la pcr·sona, ma piu special · 111e11l0 agli Arti, RVVP I'LÌ di t(UOil·I•J in 'JIIUII•IO piCI'Ii(l' l' t•apiJe coolr·Azioui a dh·ersi muscoli della fat:eiu .. •le~li ut·ll slessr, un (lfJ' dr clisLur·bo nella fu velia, si la~.:no di un c••r·lt1 impe.ii · mento nellA cleghrlizione nvvpr·lendo Ol'tl lu sensuzionu cotnf.l eli un cor·pu esLI'aneo, n r ll quella di unn ru!:!are r·outrazioue, al fa1'111ge, e di un seuso molesto tli sliramunt o. c;po>cmlmeulc allo ~ve!:!liar.;;i al m11llino, ner muscoli dei globt vculat•i con tmpPrlimento a (ì,;sat· bene gl i Of!goHr. 111 •(U81 g-wrrl l nou ebbosi a notar· uulla dt) parte deglt or·!!a ni della t'~'"'Pit·uzioue. cll·coh:~~.ion e e digestione; In defecazion• • fu normali', l'ur·inAziont• lrbPra: rurmu r.on allt•r·ala né nella sua qual IR, n nella sua clnmicA com posrziorH'. Quanto ai ratti convul:<1vi. è a notur·si ehe dopo i prirni tluP ~io rni ùall'ul:c·es::;o !>i r·itii'Psenlar•ono fenome11 i rli aller·aln molili la. non !<ollo for111a d1 un ver·o 1\Cl'P:-so corne ll''''errue piu tartlr. ma snltu quPliH dr c r·rt mpi muscolnl'i lortic: llS"UÌ dolot·u~i tt!!lj tu·ti <>uper inl'i ed inl'<'t'io ri della ciurata vswrabrle da poch1 !'lecondi ad 1111 rniI I ULo <·irca, allerrJanlisi, ora acl un Ialo orn all'altt·o dd t:"I'JHl. or·a ne~li arti ~upcr·iori. tll'a negli ruft•t'tori. ot'A rrrlet·es~anLi nn ::,olo lt't't'ilor·io mus<.;olare, tll'il pll rf'('clii Que!<le conlr'ozioni Loni cl11~ prendevann !". ecial mrnte i IIIU l"t'n llllt•~ sor i delle gam he. delle br'IH't'iA e dt•!!li nlllrlll'ncl'i. r·nru-
\EURJTE II ULTJPL.\ CO\ ~P.'iOll E\1 Ili 1 ETA'il \
Wi9
ment.o quelli delle coscie. · Out·anle lt> cottlt·aziont, il braccio si 11dduceva sul tr onco, l'avamhrar.cio ::-i llelle''ll ~ul braccio, la mano fletLevas t sull'av!lmbr a<:l'io e nel p(illice ad· dollO verso il cavo della pal ma o lt:: dita tl<:collalo l'una oll'allra ed estese. pr·endeva la l"or·ma descr illa dal Tr·ousseau e paragonata alla mano .lell'oslelt·ico nell'ntt.o di pt~nt:: Lt'/11'6 in vagmtt. Quanto agli arti inft!t'llll'i, l tì «'oscie adducevan"i leggei'IIH3nle, le gambe si eslMdevorw snlltì co-;ci<\ 1 mu · scoli clellc sut•e si f1:1cevano r·i ~idi , di dnt·•·Z7.n JigneA o visi · bili Mtlo la cute, i pieJi si mellevano 111 forzalA fl•~ssiOnt' plantarl'. La frequenza eli •tuesLt cr au•J>l t~ra VOI'iabi le . iu prtncipio !li r ipeleVIm o 8 o IO volle nel corso della giMuala: pm l.at·di andat'OIIO c.liminueudo di ft•equeiiZti; di notle uon ai prosontarono che rar·amenLe avendo un iuceolivo evidente quanto al111 compat·sa alla fr equenza cd alla gl'a vita n ell'azione del rredùo. Ci rea ai muscoli della faccia s• ebbet·o nei pr imi giorni cortkationi clou iclt.o all e•·n nnt,isi or a &<l una me&à, eu·~:~ all'altra della faccia, !'> pecialmeuLe ai muscoli or bieolari delle palpebr e e a qudli clelia fr l)nle. che facevaust piu spiccati in scguiL•> ai maltrallamenlr meccanici. N ei muscoli pt·osi dagli sp~smi. spe,>iahnenlc in qut-lli Jella faccia e delle gambe, osserva r ortsi p:ll a.! t lll~t·vulh. uei pet•totlr di riposo rra Ull Ct·ampo e l"altr O, alcuni IIIQvi meuli lìbrtllari che ti paztente stes~o avvertivu cl)roe J'npi<le e ptccol e contrazioni. DUI'ante questo pel'iodo, ebbi piLt volle occasione di ripetere l'esame tlel sistemo nervoso, i l pil1 meloù ico menle elw nu ross~ pos<>ibtle. nelle suo Jivet·.s~ manil'estaziout . Ecco quanl•1 ebbi campo dt osser·vore " La pr l)ssioue lungo la co· lor111a vertebr ale, scorrendo dal l'alto nl basso. no11 pr oduee doiore, pet•ò provoca le c.:>ult·azioni ::.pa~ttt.:he alle br accia, più r aramente alle ~ambe. l u l'OJTispot .. lenza dell'apofi si !>(ll no~a della 3• ve1·Lebra dorsale, si nota 1111 punto dolor~so Cl)[llpr•tmerhto il quale si ollengono put•e fenomeni spastici. 111 amhu le liraccia, alla faccin inlenttl, nel punlo d'unioni' ~ra 1 due ter•zi inferio1·i e il ter zo supet·iun~, scot-renùo lungo 1 ~ lt·oncu ner veo-vascola1·e, si nola pel LraLlo di ~ " 3 centimell'•, una por·zion~ alquanLo uolor,)!:ia compr·imentlo In qnallj ;si eccitano le coo LrazioriÌ agli ar'Li eo•·•·i spondonli, t·u-
HGO
U~ CASO
ramenlo anche H;.d i arli infet•iot•i dello ~ le;oso lnlo. Un analogu punto ~~ trova rwgli arti inl't•riori a lr•• tiilA trac;,·et""e al dt· solto delln piegaLurR dell'inguilte; In dette conlrRztoni pt·u· vocale hanno lutti i ca r·allPr i rli qu(•lle spontunec ed a'·ven· gono anc·lterlietro le fol'll c::timolaziontme.·caui<' hf', ti ma"sa~gìo doi mtt~('oli , le compt•essmni p1·olungAlc. corno dieLt·o l'azione elci freddo. Auclto nella l'ncria si rì.,.vcglìano lf• conlrazioru cloniche, specialmente dell'orbicolare rleli~ p11lpt>hr e, !W«lrt•endo ron una corLa forza col dilo lttn go ltt branca ~;upe r iore dol sctlimo o per cuolendolo. Quanto ull'e,.,amr~ dello se nsibili lè, si nota. ci1·r·a lll senso Laltile, un ::t•r·Lo gr·atlo eli climinu7.il)ne man mano eh·· si porta re,.alllo alle porti ptit p~>ril'et·tcltc come alle dita. Sono per·ò nor mali il c;en;.;o dellu di t•ezion o, dell'()!llensione, dollfl l'orllln dei eMpi o della locnlila. ~~ome put·c. sono n•Jrmnli il s enso tet•micn ti !;enc;o dt presstone, il senso tlolorifico. Quanto al senflo muscolare r dA uolnt·~i J'anohnale sonsAziont1 di c;tunchezza clte l'ammalnlo pt•ova in qualunque più ptccolo rnovimcttto ,lei c.or pn ~on si hanno zone anel'lcltclw o ipt•J't•sloltelte. Sono rt·equenli itt vece le p!! t·c~ lcsi e sotlo f01 ma ùi ~eno:azioni di l'm·· micolio, .ti freddo ora ~oner·al iuale a lullo la pcr soun. o1·n localizzalf' a qu••!ILO o a •JUPI ~ru ppo mut::cohii'C e preceMnli tn ~e n •· rP la co rnpar~a de~h spal'mi. Quanln ai -.pn~i specifi ci, l'nlfaLlo e l'udito sono no1·mn li; il senso del gusto nl· r1uanto dimiuuiln non potendo l'individuo d•~lrn~tll'l'e e::atln· menle l•• differenze fra i sapor·i rondameutall Qu11uto alla v1sLa, è da nolnr·si elle l'ind 1viduo d ree di non potere, ra~· sando dnlle tenebt'l' ulla luce, comP nd lo Heglaat·si lll rnallino, fil>'~H re el"utlarnenle glt o{!:ge~tl r•e r·chè. qnt>c;li ~lì st uluu· vono dinnanzi op pure gli appAiono doppi: n es~ un n allerazionc però nellA a cutezza vistva, nel campo vish·o e nel -<cn>'O [•rnmaliro· nessuna uHer azionc del fondo oculare; le pupille suno ' . simmPtr·tche, generalmente uu po' rnidt·iaticlte. Quanto at dr· ~ turbi motori, oltre ai fenom eni spasruotlici s uaccennaLi, <'da notarsi 1111 rer lo g-rado di pa r·e!'<i ta r·a tle rizza lo non lttnlo dal t.li· fe Uo di moWiU) fJ11811lo dal uole vole inùr•bol imf'nto della fOI't8 rnuscolat·e specialtr1onle nel11· O!llremitil tnferior1 . Cn·ca 81 rr· llrssi, i cul8nei flo no ulquanlo auro enLt~lì ::;pecialnten le alla
01 \I!URl'l'& ~I UL'fn>J,.\ CO'i FE~O~I~\1 Ul TETA\IA
~(lJ
como ~opra ~i ~~ dello. i\ume11lnl1 pure f'O ilO il riflo -~~o ntJB&A~:m•n: e quelln del L .enchr:c d'At·lullt•, fra i di!<Lttebi ll·olicl
non t~i hu nulla di 11 u l evol ~; fru 1 \'asomoLoei frequrnlissimo t•
nsudoro .~opioso ch e ha luogc s pedal Olt'llle di IIOlte. Circa nIla fJvella non si ha che uo lievn:;c:Jmo a:•·ado di annrlria tlovnla specialmeme al fatto che picrole conlt·azioni liht·illar i i11cl'p· pano alquanto la libera. mol.ilitiì dt.:dla li11gua. " Nei g iOI'IIJ dal 7 al t:l febbt·aio , le con lr11ziont spontanee scomparvot•o completamente; però potet·onsi ollener e comprimendo quei lali punti dolorost sopra ac>CPnnati. L'tncli viduo accennt', ad un sensibile roiglioL·amenLo, sebbeno però lll pe •·sistonza delle c•mlrnzioni Obl'illal·i ~ponlanee dci muc::coli alfelli, le Jlelrestesie ~~ il fallo della provocaziOiltl meccanica do>gli apasmi fttcesse lemoee il sopt·aggiungùre di llll Huovo uc· eesso. lnfalli la set•tt del l:!, l'individuo dopo cl'esser slalo alquanto ulzalo a coo,·ersare coi compagni {!d essersi co l'i· cato in upparenti oLttme cond•zioni, avve1-tì ad un tratto ur1 senso d1 rnalesserr• gene•·ale, feeddo intenso, fol'Le formicolio alle eslremilà e ver "o la mezzanulto> fu pr eso da un HUO\'o ateesso analog•> a •Juello tl<.'l 23 gennaio. l mu:>coli 'flessori degli art•, quellr del ventre, il tliof1·anl1118, i muscoli d..! pollo, tfuelli dell11 facci u e della li11gua, drr ,.:-lobi or•u lal'i, e il t·ustriltore della ve!.ic (' 8 , vennero lutti presi e gra ,·1ssimn fu lo stato dell'infermo spE".cinhuenle Jkl notrlvole disturbo t·espirolol'io. Le conlrazio11i SfHlSinodiche dei muscoli deg li arti tlhhf't·o di speriale la luu~a durata: si slahih cioè uno lllato rli conlruLLura permanente ai lle:.<>ori dl'l bt·accio ,. dPI · l'avamlw~lccio e ni muscol 1 delle s uro, colle pat·Liculal'ilù e lle l muscoli contratti cedevano heusì ui movimenti impr essi per rt•lnrt•e le pot·h in posit.tone normale, ma subito t•itornavano llt'nnlrat•$i. La du1·tlt~t di quesl~ contratlul'ù fu di :H CH'e circa c la t·isoluzion e si fece a poco n po~:o t' pr1r ~··ndi. Dut"llnle 'IUCSto pGt'IOdo l'individuo accusò .tulo1·i dappPrLuUo, sen«o di prosll'l!ZiOJJI-' ge ner alr, cefa iPa , l't>bbr e nllo (fino a :u,•,G) ed ebbe dlen:~.io ne d'ur·ina pet· I[ IISf'i '12 Ol' o. In seguito l'urinaì\ione si fpre sponlant't\ ed abbondanllj e l' . urllla ru '" reaz10ne fortemente acido. Fu omm111islrala uuu rorte dose di cloralio idealo ed il miglioPamenl<• f.li feco sen·
U\ CA~O si~ile, Lalch·~ il ~ìor'no l ;) lt~ conLI'allure •·r·ano completamenta -;comparse. Dal 1:-> 111 18 non si ehbt>r·o falli clt·~ni li i noln : 1 fenomeni spastici non SI pr·esental"unn più; In rnr•za muscolare accennò ad rwrn~ntnre. l'IO io si rrotò un' ostinuto stipsi che fu combaUut.a coll'arnmulislr·azione di pur·~anli sali ni. I l 18 r icomparvc In fobhr·e c l'indivrduo fu l'aLLo eukare nll'O'Ipeda le civile di queALO cittù. I la que!l'epoc:a, se bbt~ne non mi l"ia stato possibile gior'no pPr g-iomo visitar e l'individuo, pur·e, ~ra zie anche alln genlrlezza dei metliri cur anti f'he mi tlietler·o alcune rrotiz1e in fii'Oposilo. potei a suflkenza tener dieLI'<) all'andamt>nto uller·ic1r t' della rnalalLia. In ;:ener·c posso dir e erte. anche dur ant•· la sua permanenza iu •JUCII'o<:pe<IAll', li stato pr·~so parecchie volle da acce<:sr •1uul· che ,•olta lievi; al tre. volle piuttosto gravi specialmente pel fallo della impedi la r espi r•uzione, che in quasi tuW gli cessi si co r1.~tatò una rnotlerala fabbr·e, che fu curalo 1·on t'l'izioni cutanee ~f' rterali di canfnr·u o clot•Aiio, collo cut·a elettr·io:a e coll' uso i nter·11o del br'OIIlur'o di pota!':sio, Phn fu r·icoiHisciula l't>Si!'tcnza dr•lla r·enzinne d~!!crwralivu p1i1 o rncnn Accentuata ner lt• r·r•ilori mu'3colal'i pre!'\i tla!!li spoc:rni, che la forza nruscolar'e a11d6 Alquanto migl ìor·ando, non cnsi però la nutr·izione mu ~colorc ass111 scnduLtl ~"'lo !>lato dr t•saf!t>rala irr•itabilil.à dt:l sistema IWI'Voso, takhe lt> più lievi •·llmpr'essioni dei tronclri rtt>r vosi ~~ome anchl! delle ~ randi Ar· ler·ie delle estr emiti> e, l'allo notevole. pel'fìno dell'aorL8 addomincolt>, pr ovocttvano r·apidHmt:mL•• i solili spasmr. L'ulfe· zione quindi si n1anlennc• quasi sla1.ionaria essendo il rniglior•r,m enlo poeo sensibil i', flnl'l 1è, ad isLHrtza anello dul paziente che ~ l'Il caduto in pr·edo ad uno slalo nolevOI(I di ipocorrJr ia, si cr·edelle nppor·tuno dirnellerl o dall'ospedule ~d inviarlo in licenza di con Vlllt>scenza al proprio pnest•. Dall't•same di queslo Ctl~>O, appariscono due faltr ò••l::'ui di nota. uno relallvo alla !'lll to malolo~m, l'allr~1 rPiettvo allo eziolo~ia. Quanro al pr·rmo ratto t> degno di os,.er·vu:r.ione clw ll quadr·o clinico dn111irrantc' fu quello della lelania. Sebb~>rl>, non rarissi ma, la LPtnnin hu sempr e una cerlu unpor·· lam:1.1 !<pi!cialnornte per In ~ua nalurn ancol'a dis1'1l!'l>'ll. La l EILaniu, dl'llo ancora te lunill(•, lPLn 110 inlermiltr•nle, ernrnJ•O
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111 'I.KUII ITJJ: .\ lllLTIJ'T,A CO \ FK\0\IK"\1 Il i TE'fA \lA
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(PU!lctolat•e idiopatico o essenziale, t~onLr•allur·a muscolare idiopatrea, cousisle, secondo la defl niziono dell'Eicltborst, au ct·arop t muscolar i tonici, .i quali vanno ~~ vengo11o ari accessi, iuler e!':sa no detèrminali ~t· uppi muscolari e sono con ginnLt ad a ume nta ta eccitabi lità elettrica e muscolare. È vat•iabilu nella sua manifestazione e la sua o1·igi ne stat o ùn alcuni auLor·i l.l'ovata nel cm•vello, da t~l lt' i rr el nt idollo spino le, da al tr i 111~i ner vi perif,~ri ci , da aiLr·i i rrline 11 el g r a n simpa· l ico. 111 Lutli questi ca si si é 11aluro lm ente esage1·ato nt;l darli a cw~cu no di essi un' impol'tanza assoluta e facendone un lipo di malatLia . Conside rando la l t>Lania, come si fa al pr,.senlò, piuttosto quale una manjJ't.}slazione stnlOmalica di sva riat~ fo r me ruorbose del sislemn nervoso, ~i può faciltneule couoscet·e che tale t'ut·ma C'O nvul ~ iva può essere ot·i~inaln io va r io modo, sia che lu causa t'is ieùa trell'appat•ato nervoso pet•iftWico, sia c he ri sil:!da l tel <:PII Lra le e se, nel caso a ttuale, consideriamo l'a<:ce:;so ùi Lelunia di nalu t'a l'iflfl-"68, Come irt mollissi mi ca'-'i ;:;i am rnd lc•, tlO rl ::;at•il diffi~~ile lrova n-\ appun lo una r elazione d i <:Ot t :;u ad eff'eLLo da.lu una malalliu dei ne rvi pcr tl'cri cl, dai qual ' pu t·la uno slimoln esaget•ato o mo t•ùoso ai centr i rill ossol'i. IJaudo uno sguar do al compl esso dei sintomi del t;tt!"O in pa t'< lla si noll:l appunto come lo causa morbosa primi ltYa dalla quale ltauno or igine gh occes."i di let.an ia, sia un affezio11e mulltpla dei 11e rvi perif(lt'ici, una polineur ile. Infatti i sioLotni di pa resi agli twLi , le JJQres.tesie, i dolori lu ngo il lra~i tlo det ne r vi, i disl ur·bi tlt poco conl o della sensi bil ila, le allct'ozi oni vasomotorie, lroflche e s.ecr etlve, Ju mancanza di 1't-~n o r 11 en i ùolorosi a cintura o lungo l'asse !:<pinale, lu •ptosi comtJieta assenza di l'aLli cenlr uli, la colln parsa del la l'eflziolle·degeneraLiva., sot .o ~utll s inLomi pr opr ii di lale affezione. V e1·o è che 11011 LubLo ti '!Uadro m ot•boso, {acendo astraz1011e ùat fenomeni di l elania, cOJ'J'i sponòe a quello della polrne:.mle tipica. Mancal'ono int'a l Lì i pr odromi quasi genet·almeule costanti, 11011 si e bbero le pa ralisi piit o meoo rapide, ma solo paresi iu lieve gt·ad~, ùnzi sem plice indebol i mcnLo mu scol ar~, i t·i flessi culnn"' c• Lett t 1·m e1· 1 "urono sem pr·u ('O IISer·valJ, · al t Z ·I ·111 !J l' ·tn c ·t plO ·
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a utnelllali, llualc he volla si ebho spas mo del cos triUoee dell o
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u;-; GASO
vesci ~èl e una voH~l ostina la slipsi; powl\ ~e c~onsulli auio la easu.islica di tale allezione nervosa. vediamo ~<s>"':lt'e Juolle le form e cliniche, diver si i quadt·i mOI'bosi pm· grado e per tJslensione. Ciò ~ ~~ (ot ver<:unonte costituisce di qut>slo caso di poliueut•ile una forma clinica a sè, è l'esistenza clelia LeLAnia quale sinlomo domntanle, rutto clw, per· quanto mi ril:lulla, nQn è ancora st.alo os;;erva lo in casi consimili. Si sono nolati bens\, ([U8lclt a vol ta, l't-'IIOilleni di cccilm:IOIH;! mrlll'ice, ma leggiel'i, di poca duraw, tli pochissima impo•·t.aoza; mai ~ i è notatA l'esislenza c]i fe11omeni COIIVU!Si\'Ì grA\' i dOUlil18Uli l a s~en a , lnnlo meno d<" Ila tetonia. In que<'lo caso non solo la l eltlnia cl•>R"tiu6 tullo il quaùr·o nosogl'aCìco, ma si manifestò con Lulli i :::uor t·ar·atteri più spiccati t' ìu notevole; c:osa non Lanto f'r·tJquonte nd oss"lr var si. l'ustl;lrrsione dei crampi che: presero i mu!"coli delle esu·em ilù ;:.upel"iori . rJirelli dellè estr emità inferiori , r1uelli del tt·onco, qu,..lli della raccia i fa t·ingei, i liugyali, fm•s'ancùe il dr afr·11mma e il c:o:;Lr·illor e ck?lla vescica, e notevole pure fu la p1•esenza tipica dei ùue renòmeni dell'aumentata eccilabilita nreccanica u rlel risveglio degli accessi colla compr·essione di alcuni fasci ner·veovascol ari (fenomeno del Trousseau) lacc rtdo cl o.-~ l l 'au menlota ecci Labilila PlellricH che, almerro iu principio deliA JUalaLlia, non sa.-8 mancata perchè 11011 polet fttre tale c:::ame mancandomi !.d i strumenti adalli. A propo>< il.o por dei ùue sucldeLti fenomeni, mi piAce fot· r i levuN elle e!';per·imerrla11do ripetutam entt:>. bo polulo conrer·maro l'asse•·Lo eli par·occht scr·ittori di questa l'o r·rna mor•bosa, e cioè: 1• elle l'esistenza del fenomeno di Trousseau é una g uida sicut•a quanto 81 prognoslico giarclrè, anrho !':COm parsi gl i acc..~si, qrramlo il delto fenomeno persislt>, essi possono r ttornar·e; 2° clw il delLo fenomeno si o'$serva tant(l c:ompr·imenrlo i nervi, quar1 l0 le artel'ic e chfl !<i manifestò, anche in questo ctH:o, comprimendo l'aorta addotninale. Tralascio di a cJ,Ienlt·armi uclla (Juislione riguat·danle il meccan ismo d'origine llegli acc,~ssi con vu lsivi in que!';tO caso di polin oul'ite, a(·cennando solo di volo alla possibil ità clte. Lralt.andosì di fenomeni r iOes:<i, o uno stalò di iperccciLabili Ut uei centri di rinesstotw dell'~tl'C~ dia!':LalLico, o un eccesso di stimol o traspot·Lalo ai ceutr·r
DI NEURIIE MULTIPLA CO\ FENOMR~l Dl TETAI'i'IA
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fibre sensitive dei nervi ammalati , siano stati la tiJlB8 dell'esplosione di que~ ti accessi. Venendo piuttosto
Id alcune considerazioni cir ca all'eziologia, mi piace ricordare dapprima come la patologia del sistema nervoso ai vada giorno per giorno maggiormenlP arricchendo di casi nei quali ò dimostrata la parte impor laulissima che in molte torme mor•bose banno gli a genti infe ttivi. Alcune nevralgie Infatti, alcune paralisi, molle neur iti, certe forme di meningiti e mieliu cerebro-spinali, la polineurite e le fo1·me amoi, ai rilenRono ormai in diretta dipendenza dallo sviluppo cii speciali infezioni. Come ag iscano, dove si svilupoino, quali siano questi virus infettivi è ancora dubbio; certo è però che l'andamento delle dette malallie, l'essere accompagnale piu o meno da l'ebbri altissime o con cat·atlet·ì speciali , il loro appar•ire iu seguito a malaiLie di natura indubbiamente infettiva, qualche volla il l01·o diffondersi epidemico, sono altrettanti a rgomenti che validamente propugnano l'esis tenza di questo nesso causale. Ft•a le malattie infettive che or·mai la seoeralrlà degli autori ammette po::;sano essere causa della ptelineurite, ~ono n citarsi il va iuolo, il tifo , il tiro r•icort•ente, l'eriaipola, la diftet·ite, la rosolia, il morbillo, la scarlattina, la seUicemia, la poJmonile, la parolile ~econdo il Rolb, e secondo rl Leyden a ncbe la sifilide e la Lisi polmonare. Non credo p1·rò che sit~ si finora fulla menzione dell'ir dl uenza come causa della pohneuri le. L'epitlemia d'innuenza dello scorso in,·erno che colpi in modo notevole anche il 93o t·eggim~nto rauteria nel quale 110 l'onor e di diriger e il servizio sanitario, mi diede occasione di constatare in questa fo r ma morbosa infettiva, la consecu~iva com par sa di numerose t\lterazioni del sistema nervoso specialmente di for·me neu ralgiche. :-lon ;. difficile, e gli studi r ecenti lo vanno sempre più dimoeh·ando, che sncho queste for·me sienu dipende uli da vere e propt·ie neurili. :-:lessuna me r'8viglia quindi che nel mio caso, gh agenti infe ttivi, invece di localizzare la loro a zione 8 . questa o & qu~:~lla bt•anca nervosa, l'abbiano invece maggto~mente estesa sviluppandosi cosi il 'luadro morboso della polmeurite. Z"l5
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U • CASO DI iEURlTK XULTll'LA, ECC.
Concludendo ora su quanto ho riferito, due fatti importanti si possono rilevare dal caso clinico descritto: 1° La polineurite può essere accompagnata da fenomeni di tetania; 2" Fra lo molte malattie che possono dar~ origine alla polineur ite, devesi annoverare anche l'influenza.
lSTA DI GIORNALI ITALIA Nl ED ESTERI
RIVISTA MEDICA Goatributo allo atucUo dei aotll arteriosi addomtaall. Dott. ALBERTO RovtGHr. - (Archioio italiano di clinica "fedica, anno XXVIII, puntata 8•, 31 dicembre 1889).
L'autore ebbe occusione di occuparsi dello studio di un fenomeno molto raro, riscontrato io un infermo accollo nella clinica medica di Bologna. Il fe nomeno consisteva in un rumore di soffio molto intenso, quasi sincrono colla sistole 'fentricola re, che s i ascoltava su tutta l'area epatica, ma 1!pecialrnente ft·a il prolungamento della linea parasternale e della emiclaveare destra. Insieme al soffio avvertivasi, sul punto massimo di intensità del rumore, una distinta pulsazione; sicché dapprima si sospettò trattarsi di aneur isma dell'arteria epatica. Ma poi, escluso l'}uesto sospetto perché non confortalo da altri segni razionali, anzi abbattuto da molti sintomi rirerentisi all'esistenza di un neoplasma maligno del fegato, si. stabilì che il soffio fosse dovuto a slenosi dell'arteria epatica. Il reperto anatomico confermò la 1'82ionale interpretazione del fatto, giacché si lroYò il ramo destro di detlt> vaso compresso fra la vena porta in gran parte occlusa da urn trombo, il lobo quadrato trasfot·mato in una massa neoplastica cancerosa ed una glandola periportale ingrossata e congesla. Ognuno sa quanto meschini siano i servizi che sino ad oggi ha reso l'ascoltazione applicata alla diagnosi delle ma· laltie addominali in confronto degli splendidi risultati che questo mezzo di indagine ha recalo nell'esatto giudizio delle affezioni degli organi loracici. Sarebbe pertanto utile conoscere se, ad onta dello scarso numero delle, osservazioni raccolte, si possa dai caratteri
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del soffio trarre qualche crilet·io Jler la diagnosi sempre ardun dei Lumori degli organi addominali; giac~he nei e&!;i t•it'er·ili daJI'aulore il t•umore si trovò costautemente in rapporto coll'esistenza di neoplasmi svollisi in alcuni dei visceri dell'addome. Sa comprend~> però che sarebbe assurdo il pretendere di stabilire l'e!>istenza, la sede o la natura, di un tumort} soltanto dai caratteri del soffio epigastrico. Prima di lutto ,. sempre necessario escludere che si tratti di aneurisma, al che polt'anno giovt~re i segni •·accolli coUa palpazioue, quoli l'espansibilità e la forma del lum01·c; cosi pure è opJ)Orluno esaminare se il rumo1•e non sia lrasme~so dal cuore all'area gastrica, o determinalo dalJa pressione dello stcto~copio c::opra un'aorta io istato d'ateroma. Infine col gonfiare lo stomaco, teoendo conto delle anoditìcaziuni del sortio nello stato di pienezza o vuotezza del ventri ~olo, e del variare del l'Umore a l.>econda deJJa posiziono del malato,, sat•ù poss ibi le riconoscet·o se il tumor e cbe comprime l\1orla ~pelli allo stomaco o al poucreus o ad allro corpo sotLo!:ILantcollo stomaco stesso. Dalle considerazioni cile l'aut.ore fa ::oprs i casi clinici riferiti in questo lavoro si potrebbe intanto dedurre che: te Nei tumol'i del fegato, specie nei carcinomi che sa siano svolti all'ilo o sul lobo sinistro di quest'organo, S I può ascoltare un rumor e di soffio arterioso, difl'uso a tulta l'area epatica e elle dipende or.l da slenosi dell'artei·ia epatica, ora da compr·e sione esercitala dal fega to ingros~alo sull'aorta addominale. 2- :-.lei ueoplasmi della tes ta del pancreas ed egualmente in queUi multo voluminosi della porz10ne pilot•ica deUo stomaco, può pure uscoltarsi un rumore di soffio arterioso nell'ambito addominale, mo r1uesto, all'opposto del precedente, ha un massimo di intensità aJI'epigaslrio donde si diffonde in basso lungo l'aoa·ta e, quasi sempt·e, dipende da steoosi di questo vaso prodotta daJ neoplasma.
KEDJC.\
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Cllatdbato allo studJo della etiologia della pneumonit e . - Ricerche sper imentali del dollor·e Vrro PLATANIA . (Giornale inlerna;ionale delle scien;e mediche, fascicolo 5.,, 1889). L'autore pubblica alcuni esperimenti d'infezione, l'atti collo pneumoCtJcco di Friedlander, i quali contribuiscono a meglio
delìnire la storia biologica di questo micror(.tanismo nei suoi rapporti colla polmonite crupale, tanto piil che gli studt recenti ,Ji Friinkel, di Weich!:'elJJaum, di Fo1.1 c Bordoni-Uffredu7.zi, ecc., ne hanno di molto meuomala la importanza patogemca. Questi esperimenti sono direlli u ratrermare il principio Ji pa tologia generale, che r.on hasla !"assunzione di un \-trus per ammalarne, bisognando all!·esi la disposiZione rlell'or ganismo a riceverlo e a f'econtlarlo. Dalle espet•ionze jalle sopr·a a nimali l'autoro ue deduce non eseero impossibile che, stanlo lo $lato fl us~io n,a l e che aesue nel polmone in seguito all'aziono de l raffr•ecldamenlo, eia che t[uesto agisca direttamente ueJiu muco~ n lracheobronchiale, sia che agisca alla pet·il'oria, !'i abbia un tt·asudemento di liquido più o meno !"ie ro~o. il (jUale r·accogliendoai ne(.tli alveoli polmonari, poti·ebbe rap p1·esen1ore il fondo di cultura donde incomincia lo sviluppo dello pneumococco d~ Friedlnnder che l'autore nei suoi esperimenti faceva ol·nvare 111 diect•eta quantita nel polmone: dovecchè l'art•i,•o dello stesso pneumococco nel polmone sano riesce nt!llll maggio!' par Lo dei casi senza effetto fo1·se per·chè le rorze esptratorie da un canto, l'attività dei fagociti dall'altr·o Mno s ufficienti o disll'uggere i pneumococchi inoculati. Che "'e questi falli, che l'autore con una certa costanza ~ .rrodotto ne gli animali da esperimen to, si pot~>ssero av't'lctoare a quello che succede naturalmente nell'uomo si av~ehb~ una conferma esperimentale di un ratto che ha richramato l'attenzione dei pratici di ogni tempo: La frequen te ~etJr.ren-:a tlclla pu,lmonite in seguito alle ù~(luen:ze re.frigentt: e verrebbe meglio avvalor ala la impor·tanza del pneumococco di Friedlilnder come causa della pulmuniie flùrinoM.
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Contrlbuslone &lla al.Dtomatologt& del tumori dell'lpolal del cervello. - W. RoTu. - (A ttnales d'Oculistique, gennaio- febbraio, 1890). L'autore ùopo aver e analir.zalo tuLLi i casi di quest'affezionepubblicati fino ad ora, viene alle seguenti conclusioni: Pare che tali tumori possano non cagionare s.inlomi rile,·a n~i; io qualche caso essi sono ~tali scoperll fortuitamente, all'autopsia. Uno dei sintomi più costanti, giù frequente nel periodo iniziale, è la cefalalgia frontale. Il vomito è stato osservato pl'essochè nella metà ùei casi. Le \'erligini sono. relativamente rare e piu ancora le convulsioni epil~ttiformi. L'esame oflalmoscopico non è sta to fallo che in pochi casi. ~1olto spesso non si é constatala la papillile. Un sintomo più costante è l'atrofia semplice dei nervi ottici, giù in un'epoca rP.Ialivamenle primitiva dello mtLialLia. Negh stadi più avanzati si ò constatala soveuli la sonnolen za. Più ra1·amente ,.. stata noLata l'anoressia pe1·sistenle. l tur bamenti della sensibilità generale possono mancar·e o mflglio non sor1o in rapporto cò1!1i altri sintomi (d i una affezione della ba~e del cervello). Anche i turbamenti della molilita sono 1·ari, ma meno però di quelli della sensibilità: essi consistono in c rampi tonici o d onici. )lon si osse1·vano elle eccezionalmente paralisi complete, emiplegiche. Molto soventi i maiali s i lagnano di debolezza nelle gambe. In sette casi in cui venne portata J'allenzione nell'or gano olfallivo, le sensazioni afferenti erano, cosa molto sorprendente, intatte sei volle; una sola volta css~ manca vano. Il {o1'usto fu sempre li'Ovato intalt.o. Sopra undici casi specialmente esaminali da q uesto punto di vista, sello volle r udilo era n ormale, quattro volte vi erano rouzii agli orecchi, dei quali tre casi con du rezza dell';.~dilo. La papillite ottica faceva difetto pii1 spesso che negli altri tumori inlra-craniani. Io molli casi sopraggiunse una atrofia precoce del ne1•vo ottico con o senza lievi sin tomi uevritici. Quanlo ai tu r bamenti visivi essi posson o essore di uaturà
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o piuttosto di forma molto d• ver sa. In un solo caso, lA vitione era intatta. Tre vollo fu segnalata un'amaurosi passeggiera. Se vi Ila papillile ~>d atrofia si osser vano naLut·almente i turbamenti visivi dj questo genere dj affezioni. In un caso, l'ambliopia ha comincialo con un'emianopsia temporale. Assai soventi venne con!>tatalo, s ia l'amaurosi o l' ambliopia unilatorsle, sia un'ambliopia bilaterale, ma più forte da un Ialo. Tutte queste ambliopie possono naturalme nte lermutare coll'amaurosi completa. In fatto di allcrazioni di allri nervi oculari, le più frequenti sono quelle dell'oculomotore comune. Si f. r1$contrato Lre volle il diabete, una volla la poliuria semplice. Per conseguenza, i tumori dell'ipofi:~i non estenden tisi ~u:;tli or~tani vicini, non dann o luogo a s intomi. Pat•e quindi che quest'organo non abbia nella vila estra-ulerina alcuna funzione da ndempiet·e. Quando i tumori in discorso acquis teranno un volume piit considerevole, i loro sintomi saranno quelli di tumori Ol:!l!a regione dell'ipofìsi: di questo numero é soprattutto la cefalal gia f••outale. In uno s tadio primitivo ambliopia dell'uno e dell'a ltro occhio, roventi sotto forma di emianopsia temporale senza nltet•azioni oftalrooscopiche; più tardi atrofia dei nervi ottici. Para lisi dei muscoli oculat•i, sonnolenza, debole-zza nelle gambe.
D aomento della oomparaa del vtrua rabioo nella bava antm&U arrabbiati. - Ro ux e NOCARD.- (JourtWl •le médecine et de chirurgie, maggio 1890).
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Roux e Nocard h anno risolto con una serie di esperienze una t1uestiooe molto interessante dal punto di vista pratico. U na persona è morsicata da un animale, il quale non pre"enta alcun segno di rabbia al momento della morsicaturt,, ma che diventa arrabbialo nei tre o quattro giorni che sellUono; questa per sona corre un pericolo'? Deve essa ricor ·rere al trattamento preventivo ? Per il pubblico la risposta non è dubbia; non vi ha alcun pe1•lcolo : un'opinione c:osi
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fal sa quanlo diffusa pretende infalti che la morsrcatura di un animale arrabbia lo non sia Lemrbile che durante gli acce~si d i rabbia. Per Altro !'• rtotor·io che nei cani, ol par·i cile nell'uomo, la t•abbitt non comincifl br·uscarnente. Esistono più spesso fen omeni pt'Odt•omici che passano facrlroenle inavYer titi; inoltre, !';i sa ora, dopo le osserYaz.ioni dr Hogyf-l:-, Babès e Ferré, che qualche giorno prima della compal""a dei sintomi rabici, la temperalut'8 si eleva; qut>sla f> la prima manifestazione della malattia, pe,.chè al momento in cui si constata l'elevazione termom otr ico, l'animale non presenta a lcun cambia monto nel suo piH'lllm<'nto, a nche per u11 occhio esercitato. Ot•a è precisamente !';ulla conoscenza di •tue!'lO fenomeno che Roux e Nocard hanno basate le loro esper ienze. Negli animali inoculati precedentemente col viru" rabico. essi raccoglievano la saliva rtuando osservavano l'numento della temperatura. Ora ossi han rr o constatalo eire lr·o gior·ni per lo meno avanti cbe l'animato p r·esenlasse cambiamenti nel suo portamento, la ~aliva poteva contenere virus rabico e comunicare la robbia agli animtlli inoculati. Concludendo, un cane puo pt···~enlare lutti i segni l'~lerwrt di salute, mangiare, essere allegro e care7.tPvole come ordinar iamente e portare nella ~ua bocca il virus delta rabbia. Se fJueslo cane mor de o lecco 11110 per sona, potrà comuni· car,:di ia malattia, allor quando 11011 pare che l'abbia e(!li stesso.
Perlcoll dell& atitlohezsa. nel fanolulll . -F. SJ~WN. (Jou rnal de Médicine et de Chirl,r(Jie, rnaggio 1890). 11 profesaor· Sirnon osser va ell e men tre la diarrea 11ei fanciulli é l'oggetto della più accurata ~oliecitudine dei 1-!enitori e del medico, la :>lilicbezza, la quale presenta put·a ~ra,is simi pericoli, i• in,•ece quasi sempre trascurata. Una giovane di quindici annt e r•o entrala nel suo riparto accusando dolori addominali violeutissimi: era in ~eEtuiLo ad una <'adula sul ventre che i primt accidenti, dapprima poco intensi, si e•·ano manifestati e si cr·E?dette a tutta prima ad
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an flemmone della parete addominale. Per altro, gli Accidenti si aggravarono , furon o sussegu;u da vomiti e da diarrea, e la malàta soccombette dopo qualche giorno. All'autopsia si con!ìtatò l'esistenza di una pe•·ltonite generalizzata associata ad una per forazione del cieco con un focolaio purulento più antico in questa r egione. Vi era stata, insomma, una tiftite con perforazione che si era encistata nel piccolo bacino e cbe non a veva causalo perilonite che più tardi. Ora é molto ''erosimile, s tando ~!l'esame delle lesioni o,.;servate, ehe quest'infiammazione e la perforazione che ne é stata la conseguenza, abbia no avuto pe1' punto di partenza una costipazione ostinata, a cui forse é venuta ad aggiungersi l'a· lione de! tranmalismo. 1 fatti rli questo genere, inflitti, sono molto più numerosi di q>Janto si ~uppone, questo turbamento runzionale, che può nvere le più gravi conseguenze, possa quasi sempre i no~servato. In alcuni fanciulli può essere la ca•tsa di un vero arresto di svilu ppo fl !';iCo ed intellcltuale; molti sono borbottoni, pigri. dimAgriti, unicamente pe1·chi• le loro funzioni digestive non si compiono bene. La morto può anche esse•·c il ris u ltato di questo stato di cose; ora avviene una tiftile e talvolta una pe1oforazione come nel caso in diSCOrl!o, ora si vedono sopraggiungere accidenti di ostruzione intestinale. l n un caso, Simon ha veduto che la mOI'le fu causata da llll tumore sterCOI'!\IC grosso come una testa di bambino . In questi casi, l'elettrici tà agisce molto bene, ma anche quando t-i è potuto toglier e l'ostruzione, i malati sono costantemen te esposti alle recidive, poichè l'intestino cosi disteso ha s ubito tali modificazioni nella sua s lrullura che l> incapace di riprendere le sue funzioni nor mali.
RIVISTA CHIRURGICA Trap&na.z.tone per emorragta cerebrale. Serle di trapanazlonl per aooldentl dtveral, vertigini, epllellla vera e alntomatloa. - LucAs-CuAMPIONN I"ÈRE. - (Jour·nal de Médecine et rla. Chirurgie, oLLol!r·e ·1889). Cbaropionniere ha presentato sotto questo titolo all'Accademia d i medicina di Parigi un'osservazione ed una statis tica di trenta casi d'operazione senza un caso di morte o d'acciòenli gravi. Riportiamo i punti principali di questa co· municazione. • La prima oper·azione fatta su un malato ,·. nnova, non essendo ancora stata tentata da alcun altro chirurgo. Si tralla di un individuo lrapanato per aprire un focolaio d' emorragra cerebrale. Championniér e ba rammentato le principali preseuluzioni da lui fatte all'Accademia sull'ulilizzazione delle localizzazioni cerebt·ali nel gennaio 1877 u la l'icowpensa (premio Amusat) accordata al suo libro Sulla tr apana::ione !/Uidala dalle locali3.;a.:ioni cerebrali, compar·sa nel 1847. Da c1uesta epoca, ls maEtgior parte di quelli che hanno operato seguendo questa via hanno adottato i suoi procedimeoLi. Per sua perle, l'autore ha ralto trenta operazioni all'infuori del trauma Lismo. Nessun malalo è morto. Nessuno ha presentato accidente operatorio. Le jndicazioni sono st.aLe varie: dolo r i, vertigini, epilessia sinLomalice, epilessit~ vera, ecc. Il caso in discorso non é quindi solamente una cu riosità operatoria: é il <'aso di una delle numerose applicazioni di un metodo chirurgico sostenuto da lungo tempo. L'Jillervenlo chirurgico sul c1·anio può essere richiesto da circo><lauze numerosissim ~. Se uno si allenasse a ciò che cerli chiru•·ghi hanno fatto fino ad ora guidandos i soprnlullo s ui mt!lodi di
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.ricer~ dei centri, di Championniére, potr·ebbe figurarsi che
rullimo Jimit~ della c hiru rgia cerebr ale sera la ricerca degli ascessi o dei tumor j. Questi sono senza dubbio fatti interessanti, ma troppo rar i p er costituii c un campo d'azione abbastanza esteso. La via della chi1·urgia c.erebrale è molto piu considere"fole. Le ragioni seguenti possono a priori farlo ammettere. Esistono numerose lesioni della volla craniana, delle meningi e delle par ti pP.rife ricbe del ctwvello, e si comprende perfettamente che é possibile raggiungerle. L'apertura del e~·anio fa tl.a l n condizioni deter minate é senza gravezza. Su trenta operazioni. mollo complesse por la maggior parte, Claampionniére non ba avuto alcuna complietl· 11un~. Il vano craniano lasciato dal trapano non presenta gli inconvenienti che si potrebbero immaginare di pr ima giunta: non fa d'uopo un apparecchio di protezione. Vi ha quindi poco inter esse pratico a r·icerco1·e la riproduzionn delle roteUe ossee che ha mollo sedoLLo alcuni chirurgi. Quando la riparazione 8&rà ben fa tta, senza suppuraziooe, la cicatrice é talmente solida, cbe n on e necessario alcun apparecchio di protezione. Infine, in quasi tutte le malattie ùelle meningi e del cervello, l'apertura del cranio, la flUa lo apporla una cessazione dello spasmo, e del\a coogestioue. nou può agi re che iu modo favorevol e. Ciò spiega come, in molle aiLr e circo~taozo io cui non si é potuto per venire esattamente su1la sede della lesione, il malato ha pur lullavia ollenulo un sollievo. Tali sono le indicationi genet•ali che sembrano dover inec.raggiare con una gr ande arditezza tutto ciò che concerne le operazioni intra-cra niane. Il malato in discorso, dell'el:) cl"auni 5:3, fu colpilo 20 mesi prin:'a da un attacco di emorragia cerebrale che gli aveva lasctato la paresi delrarlo inferiore destr o; claudicava note''Olmente; la parola era un po' impacciaLa, presen tava moltre una contr•altura mclto pronunziata alla mano destra ed anJava soggetto ad accessi epilettifor mi. Questi, !ungi dall'atten~arsi col tempo, andavano aumentando. s, Pòleva a!Term a •·e, stando a i s i11lomi •·iferiLi, che esi-
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stava un focolaio emorragico vel'<'O 1:-. parte mediana della circonvoluzione fr·ontaleatocendente irrrtanLe i nervi del braccio e confinante roi centri della parola e coi centri dell'arto in· feriore. Championniére fece l'òpera zione il 7 febbr•aio lflfl!l. Addor· menlato il malato, egli determino, col suo pr ocedimento, i punti eli riscontro che gli servono per tracciare la linNl di Rolando. T racciata questa, stabili il campo operatorio per modo che l'aper tura rraniana fosse toiluata ver~o la parte mediana delle linea di Rolanrlo, estendentesi ;milA meta an· terrore della zona motrice. Egli fece rincisionP a T, ponendo la brancn orizzonLale del T all'indietro sulla linea di Rotando. Asportala una cor·ona di tr·apano di 3 centimetr·i di diametro, con pinze a sgor bia, E'l!li ingrandì l'orifizio fino a dargli cìrca 70 milli metri su 40. Apr i a llora la duea madre. che era assai ader·onle all'at•acnoide e scoprì la grande vena che r iempie la 'scissu ra di Rolando. Avanti a questa vena esi~teva una specie di memJ)rana op11lina risultantP dalla fusior:e dE'II'ara cnoide e della pia madre e ricoprente 11n an · tico focolaio d'E>morragia cerebrale che occupava la sosLanza della frontale ascenJe11te. La parete di questo focolaio fu la~Zliota <'On cura io modo da aprir·la mollo largamente; gli avanzi color di t•uggine che l'occupavano fut•ono portali via ed il focolaio fu portato via nellissimamenle e la\·alo Mn una !lOiuzione d'acido fenico al ventesimo e con una ~olu zione di sublimalo al millesimo. ì\ltse sulla du ra madre un punto di sutura al catgul per r·avYicinome i margini senza violenza e la ferita fu richiu"a con l7 punti di sutura con crine di Firenze . Un "DICI drPnaggio. LA durata ùPII' operazionE'. assai minuziosa, u stata tli un'o r·a ed un qURl'Lo. LP. conseguenze rurono molto sempHci, ad eccezioni di vomiti cloroformici abbondanti: il malato et•a stato operato (·on r altivissimo cloroforrnin. Il IO, al mattino, ebbe un ar..cesso epilettiforme di breve durotA, la qua l cosa de ter minò il ritiro immediato del drena~gio. F in dAl ~iorno susseguente all'operazione, la contrattura della tna no destra era cessata. T oslochè il molato
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potè camminare, si tr o,·ò che la deambulazione si eseguiva mollo più facilmente. La parola era più t.hiara a J'intelli· genza molto migliorata. Questi risultati si mantennero. L'ultimo accesso ha avuto luogo il i aprile. Se ~>i pensa che glì accessi epilellici prima dell'operazione erano diventali mollo frequen ti e si pr·esentavano per lo meno ogni quindiCI giorni, si può considerare cbe questi qualLro mesi s enza alcu!l accesso costituiscono un ri.. ulteto ter apeuiico importante e elle è impossibile ammelter·e un miglioramento passeggero. Il ratto di apr ir e il cranio nelle cmorl'a gie cerebrali spon· tanee è un fa llo nuo vo. ~ di etici le predirne esattamente l'av-.enire. Ma come è cer to che vi sono molli focolai emot•ragici in cui la compr essione e l' ir ritazione diretta eser citano una parte considerevole per am metter e che a lcuni eli essi 1181'8nno aper ti con success o, si comprende a nche che, nel caso attuale, se s1fosse in terven uto più presto, si a vrebber o avuti risullalì infinitamen te più fa vor evoli. Su ciò che concerne la dir ezione, ogniqualvolla un centro moLorn ~~ affeLto, seguelldo le indicazioni dale da Clla mpionniére, si oper a con una g rande pr ecisione. Colla conoscenza dei centri sensorii, nuovi elemenli di direzione sono allo sludio ed iJ campo delle operazioni i.• singolat•menle ingrandito. Non si può r•improvera r e all'a utore di generalizzare troppo, perché la sua per·sonale esperienza gli ha da lo l'isullali mulltf•li e gli perme lle di affermare che il campo della chil·urgia cer-ebrale è mollo va sto. Reco i C8l>i mollo cli ver s i nei quali l'autore ha avuto l'ocea,..ione di operare. ' Vt rltgini e dolori di. cesta. - 4 soggetti: 9 operaztoni. Due soggetti sono gua rili completamente. Un soggetto trapa nato qua ttr o volle trovasi in istato sod disfacente. Un soggetto trapa nato tre volle ha note volmente migliorato ed é rimasto per d ue a nni cil·ca come guarilo completameote. È quasi esente da dolo ri e da accidenti quando non beve.
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IUVI TA
Epiles3ia sinfo~ttanica di f rattura del cranio - Quallrn cu~i.
Tutti i malati migliorarono o guarirono im mediatamente.
Lo notizie definitive non sono p1·ecise per lutti. Dolori oiolenti consecutioi a seo.~se craniane. - nue casi. guarigione ùellnitiva .
Paralisi destra incompleta con cri11i epilettiformi. - Notevolissimo miglioramento coll' 8$portazione di una iperoslosi cra niana. h.'pilessta idiopatica. - Undici f'oggel li. l t•isuiLati sono assai incoraggianti. Noll è che il tempo ed i casi che permelteranno di proclamar~ la curabilita d ell'epilessia. Ma si può affermare che i soggetti sono s tali modttìcati e certi risultati sono di ~iA abbastanza soddisracenti per fare amme~ tere che l'avvenire è pieno di promesse. Sul primo malato, operato il 15 dicembre 188G, e Rul secondo, oper ato •nel febbraio 1887, s i ebbe una noLevole diminuzione dell'intensità delle cr isi. Il terzo, opet'Hlo il 3 giugno 1887, non è stato gual'i mochlicato. Ma il quarto, operato il 18 agoslo 1881, sembra che sia completamente guarito. Almeno prrsone che lo conoscevano, hanno atfei·malo eh~ egli lavora va in pubblico senza presentare alcuno degli a ccidenti A cui andava soggetto per l'avauti. Il quinto, un fan ciullo di 11 anni, oper ato il 9 a gosto 1888, ha ottenuto un notevole migliora mento. L e crisi, mollo più rare e meno violente, gli permettono di andare alla scuola e di proseguire la sua educazione. Jl sesto, una ragazza di 19 an ni, opera ta il 6 dicembre 1888, stando alle uJtime notizie, non aveva più solferto a ccessi tlal mese di febbraio . Il settimo, operato il 13 di'cem bre 1888, non pafe abbia subito g ran modificazione, come pure l'ollavo. Questi anzi ha pt•esentalo un acce~so di follia epileLLica di breve durata, attribuilo ad un viaggio imprudentemente inlrapre!o;O 3 settimane dopo l'operazione. Ma il nono, operato il H marzo 1 9, non ha più uvulo da quel tempo alcun accesso, falLo tanto più rimarchevole, inquantochè uegli ultimi tempi l'aggrava-
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1181lto si era fallo considerevole e gli attacchi erano dive n· tatl Crequen li. 11 decimo, operato il 20 giugno 188(), pare notevolmenlt' migliorato. Due crisi di brevis:;ima dut•a.ta coroparveL'O senza i caratteri di violenza e di gravezza osservati anteriormente. L'uodicesimo, operato il 4 luglio 1889, ha pu re otlenuto un immediato miglioramento. Riassumendo, .;u undici casi, lutti di epile;;sia gr·avo, la lrapanazione con apertura delle meningi non ba punto arrecato danno. In tre casi sembra che si sia ottenuta la guarigione; in ke altri casi ~i è notato un mig lioramento considerevole. Questi ft~tli sono mollo importanti, se si considera quanto é povera la lerapeulica dell'epilessia. Qnesli operati l'avevano del resto compl etamente esaurita: compresevi le punte cii fuoco sulla pelle del c ranio.
liVISTA DI ANATO~IIA E FISIOLOGIA lllll'el'etto 4elle aeslonl del nervi trento!. di Peusilvania. - (Tite Lancet, gen naio i 800).
A. UA RE
È nC'Io che quantunque la respirazione si compia aJJ'iqtpsso modo in tulli g!i animali a sangue caldo, offr e delle varietà di second'ordine rra tè diverse specie animali. e spesso anche fra i due sessi j ella stessa specie. Così, la r espirazione nella specie umana si compie non solo per mezzo del diafr~mma, ma anche rneètiante i nluscoli intercoslall e gli allrl gruppi muscolari che fa!<ciano il torace. Si sa anche che i movimenti del diaframma e dei muscoli toracici sono siner~tci, e che si aiutano scambievolmente nell' aumen tare l'az!one respiratoria in caso di bisogno. Cbe poi la respi1'8ztooe possa compiersi al punto da toantener la vita anche quando questi due ordini di ftbre mus colari non agiscono
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più energetkament.e, è !>lato dimostralo da :operimentator1 come Mosso, il quale ba trovato che la mancanza di accordo fra i movimenti l'espira tori può g iungere al punto che diaframma e torace si muo vano in senso opposto nel medesimo istante, come accade uel sonno prodotto da forti dosi di cloralio. Oltre a ciò, è possibile in a lcuni animali impedit•e completamente rat.ioue del diaframma o d~l torace, senza PI'Odurre lesione apprezzabile nel sistema geueralP, s1a perché l'azione d'uno d'essi possa esser soppressa impunemente por s omma imperfezione, s ia parche uno di questi duo sistemi anuscolari non possa più con una azione esagerata rompen!'Sre la funzione dell'altro divenuta insufficiente, come accade quando per qualche tumore addominale che comprima il diaframma se ne impedisca la funzione, ed i mu!>coli tol'acici sieno obbligati a compierla da soli. Ed all'opposto i tumori del torace o le malattie polmonari possono compie· tamente abolit·e i movimenti della cassa loi·acica, ed esagerare enorm emente l'attività del diaframma. Il diaframma Ila negli uomini molta maggior parte che nelle donne sulla funzione r espiratorie, e specialmente nella g r avidanza, quando lo spostamento io alto degli intestini impedisce i movimenti diaframmatici. È perciò clte le donne possono piu facilrnante che gli uornlni sopportar seuza grnve dispnea le asciti, ed alcuni enormi tumol'i ovarici :-;ono lollerati senza E!rave danno della respia·azione. Mosso ha osser vato che durante il sonno, in ambo a se!'"l, la respirazione è pr evalentemente loracica, ma rbulore non ha potuto confermare tale osset•vazione, quindi cl'ede d1e questo fatto possa variare nelle divarse persone; t'OSI alcuni che possono melLers i a g iacere con la testt-l llloll.o bn!"sa, non possono poi dormire in tale posizione; pul'e se, come sostiene Mosso, il respit'ò volontario è soppresso dut·ante il sonno, quella posizione dov r ebbe, durante il ::;onno, e:::sere più comoda, essendo allora il diaft·amma in R.erfetta tluiete. Per le s uesposte ragioni è evidente che le donne po~son~ sopravviver e a lesioni del diafJ•amma più facilmenle che gli
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, e questa nozione dovrebbe "musihilmentc 111t1u e n~tll'e
fa prognosi delle feri te diafr alnmAlwhe sulle dontw. 1 Osiologi inseguano che l a funzione principale del tH't·vo dlafr ammalito é quella d' incurvm•e il dinfrt:! mma, e che la reeisione di •ru eslo nervo •·ende il tltafr amma simile acl un fbglio muscoloso, floscio ed inaltivo, che è spinto ~~~ <' giù dalla pre~ione atmosfer ica cbe cumbia con i movimenti del torace, che tllli'Sll\ condizione i• rnlole aglt uomini l'cl alla mag~tiur par•te degli animali inl'twior·i; ma l'autore intende pr ovare che IJUest'idea é l'allace nell'uomo, e specialmente in que,!?li animali nei quali lo respil·azionc si fa interamente a spese dei movimenti diafrAmmalici. Nei coni~tlì adulli le pareti loraciche l'i muovono solo nella Mpira.zione eq a ~ern ta , eppure l'autore ha l r ovalo, c Marck'lVald ha confeJ•mat.o l 'osserva1.ione, che la sezione del nPt'\'0 frenico in conig-li ~he banno più di quattro mesi 11011 6 segwta da morte, pur·cltè l'animale possa ossumo•·e nna poaizione nella quale i muscoli loracici agiscano liber am<'nte. t se ciò accude nei coniglt che re!'lpit•ano quasi csclusivumeote per ' mo,·irnenli diaframmalici, con ma~gior facilita deYe accaden' nell'uomo, purché s• possAno prendere certe precauzioni. Infatti Duchenne ha osservato casi di completa paralisi ed atrofia del diul'•·amma, nei c1uali Jm·an le l'inspirM.io11e l'e pi gastrio e gl'ipocondrii cadevano mentre il torace si Jilatava, ed i pazienti pare,•n che aspirassl'J'O i loro 'iscer i clilalando il torace. Queste stesse conuizioni egli ha l'isconLr·ate nell' i~lerta, nell'al••ofìa muscolat·l' progi'essi,-a, ne~li avvelenamenti cr onici per piombo, uppure !'imiti condizioni !;i son protr aLLe per auni ed anni. Beli descrive un caso nel quale la vita !'i pr otrasse pet· mezz'o•·a dopo uno h1sionc l:IPinal a avvenuta al disopt·u dell' . orJgane ciel nervo frenico, e la mori.$- a venne pet·chc uon solo •l diaframma era paralizzato, rna anche i 1nuscuh Jcl loJ'8ce, e la r espirazione e1•a sostenuta ùai muscoli del collo e delle spalle. Pan•zza ha osservato che nei ca 11i ùopo il ta<•lio ùel ner vo ' "' fre ntco · non si produce la cianosi, perché i muscoli tol'acici :i6
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aumentano immaulinenli In lot'o Clllivila re~piraloria, e se si ucci(lfl l 'ani ll lale a lcun o "eLLimaJH' d•Jf)O, " i it•ovatlo ipet'LI'olizzali 1 mu:-coli Ltot·acit"i etl aumentali 1 oiinllu\Lri d('! lnrace, meulr0 il dia l'rarntnt·J lu'l sublln une d<•gelll I'<IZIOil e t~d una sensibil~ atrofia. :\d evi tar e le sotfe1·enze ùegl i animA l i piLt t.:he non fosso nef'essario, e la riapertma delle ferile per r agioni anti;;l'llieht•, l'aulorc tw eseguilo la sezione di' i ner·vi 11011 co11 !e fo1·bici o eol eoltello, ma con la r ecisione "IIIJilnnen che si puc·, ottener e stringendo forleme11lo una Jegatu1·a passata al di ;.otto del nt-rvp; infatti il Olo soltiliss.mo r.he egli itllpiegava, li'USpot·luvH nel nodo i del riti Ji so:olanza uet·,·osa. Esperimento U n coniglio adu lto d'un cil ilogrnmmo e mezzo si nqeslesizz., con piccola quantità ù'elèl'e. 'luindi ~i pa:::sn il latcìo ::-ott·) i net·vi f're n1ei , e 24 Pre .lop!l :::i stt•in· gouo i ltJtci per N•cìdet•li, Aftìuchè nel momunto della t't'CiSt<~r to il coniglib si i'ia t'i ru esso in ><lat0 (JUOSi nor·male Jopo la piccola ÒpPt'azioue d1•l passaggio del l accio sollo i 1161'\'Ì. Non si nota ansia di Pespir·o, ilè movimenti anormali del to1·ace, se si sostiene l'atlùome con amho le mani Il nume1'0 delle r espirazion i è di ì2 pPr mìnu lo, si' si lascia libern l'animale le respirazioni sono 78. Dopo 1S gioeni ranimalt• era a-ncor a v i vo e sano, l e t>scursioni torH ciche a li vello dello fi• costola erano di 9 centimetri, a livello dell•· costole spurie :1 ··enl., A metu fr a le ult1me ~;us tol e e l'adùome:! ~;eu t L'aumr.nlo del mm·imenlo costai<' er·a dunque bene car·atter•itzalo. ESJ>erimento 2•. - Acl un <'Oni~<lio di 2 chilogl'. ::;i lelo{ano ambo i ltet'vi frenici e Ire ore dopo si ~~~·ingono i lllcCi per operare la recis,one. Non vi son segui di dispnea al mom enlo rl<•ll a r eci:>i one) ma dicci m inuti dopo l'animale 11011 si muove; la comp1•essioue dell'addome fartlil.u la l'e~pira zione in modo clte da 20 moli t·.,spiraLol'i si r id neono a 60 pP r' minuto. Dupo un'ora si hmwo 120 l'l':.<l•il'azioni a nlinulo IWt·chè l'animale elll'r e per l A st~m za, m a la pr'e"!'<ione od,Jo· minale le fa disceudel'e ad 1- Dopo 6~ gionii lpunimale the non dava segni di soll'erenza fu ucciso, e Ri t1·ov6 il diaf!'amma riJollo ad una pergameno, mentre la capacita tor a-
r. -
D1 ANATO~Uf. "FTSIOLOGTA
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crea era aumentata, ed i m uscoli peLV,rali ed inlercostflli erano iper·trofizZALi. Hsper f,mento Si lengo no le lega ture intm·no ai fn~ niei di un coniglio per 24 ore senza str·inger·le, c l' ir-ritazione produce una dispnea eon 70 r·espirazion i per minuto, che cresce fmo a 95 se si colloca l'an imale s ul dorso 1'1'1.1 le ginocchio (l el lo sperimenlatore; si stri nwno i lacci, e le respirazioni aumentano fino a 108, ma si riducono a 78 sostP-· nMd() l'addome: Al 6t• giorno sì uccidM l'animale, ><i trovano i ner vi frenici completamente di\'i s:i, la capacità tn raciea molto aumentata, i mus coli molto iper lrofizzati, il dia · framma convertito in una membrana fibrosa, con molte at·ee di degenerazione. Esperimento 4 °. - Appena passati i lacci intorno tli ner·vi diaframmatici di un giovAne coniglio di Lr·e mesi e del pPso di un chilogr. si manifestano i segni di dispnea, l'anima le si accovaccia sull'addome, dopo 40 minuti si s tr·ingono i lacci e la dispnea cresce, si faBcia il venL!'e all' a nimale e la dispnea diminuisce, si toglie la benda e la dispnea aumenta di nuovo, e 25 minuti dopo la recisione dei nervi frenici l'animale muore. Esperimento 5°. - Si passa il laccio intorrlo ai frenici di un coniglio simrle al precedente, e s i recidono dopo un'ora e mezzo; lè respirazioni da 60 per minuto si elevano a 96 , ma ritornano a 60 con la compressioue dell' a•ldorrie. Mulgrado l'applicazione della benda , l'an imale muore dopo 45 minuti dulia sezione dei nervi. · Ques ti fatti dimostrano che i giovani conigli muoiono per ~saurimenlo dei muscoli toracici, e <·ile la compt·essionfl dell addome mi~l iora le condizioni del respiro. Marckwald ed a ltri i nsegnano che le fìhre :>ensorie scoperte da Budge e Pa nizza tras mettono q ueliR sensuzione d i ù~lo:e, che è forse la causa dell'ansietà di respi ro, ma i conrglr sui quali ba spet•imen talo l'autor e non han dato sr:wni di dolore. o
:r. -
Esperimento 6". - Ad un (l'rosso con i; lio s i tasdia il nervo ft•e · "' o ~· , ~rco sinistro, dopo una settimana s i taglia il des tro, e len1male muore.
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RIVJ STA
l ùstwriml'n.lo 7°. - Ad n n torliglln do holi' e 110n molln S\•ilnpp<tlo :<i t·r·epRt 'ltiiO per· la «Pzìnnll i olun uervi clillf'r·arnm ntici, dbpo 2!'i rui nu li :-;i r·ecide i l ~i 11i~li'O, l\ si l ra PVidelll~< di~puea; il g:iorn u seg:uc·llle >'i ll·ov~r mcwl" uella !!abbia. A ll'autotJ:;ia "'i r·inve1 1p-" no poch i lnhel'ctili de l fegato insuffìcienll a :;piegai' la mOI'le: si trova int:ror g-o veuoso neJ cuore de.::l r'o, e cou~c:<lio n e potmonar('. h'spl'l' intento 8• . - Ad un piccolo conialin d'uu drilogr. si pr·opar'RIIO per la s..,zioue i ner vi l'r·enr\'Ì, duo nr f: dopo sr lagl irl il Rin istt'('. ed il g io rrH I dopo si lro\'11 morlo d'asrì ssia, con in~or~o delle g.•osse ,·ene, e d<>l cuore de~lr·n. Esperimrmlo o•. - Ad u11 eoniglio di tr•e rn e~< i s.i Jll'epara e fil r•eci h• il m~ r vo dia l'rurnm~llio.:o destr·o. L'~tuirllale visse per dodiCI ':!!'inrui i n appm·en ti buone conrl izio11i, poi mor i , e l'aut.opsia rrvel ò 1111>1 t11berf'olosi ditl'u~n, l' alt·olla del diafr•arnrna a ù~str•a, l'ipet·Lrofìa a ;:imslra. Da ques ti esprr·imPIILi rtltlLOr e conclri ude ei re i l mallt•atlam ento ~ lu dislt•uzioue dei nervi diaframmalic:i non sono seg-ui ti da rn u r·L~; che 11 ell e lesioni eo m pl ira ~e o distur bi nei movimenti ùel diuft·aruma non si de,•e tmeslesizzat·o l'ittfeJ•mo; clae la g ra vezza delle· lesioni de l 11 ervo frenico è in rl•lazio11e con la ffl collà compen~ atr ice ùelle pat'"ti toraciche. che i sintomi drpendenti dalla lesioue eli nc~rvi freni ci !'ono si 111ili a quell i c he segtton" la lesio ne di ognr Altro net•va m ulo r·e, e sttno cat'fllter·izzati da aumeut(l compcnsa.ute clei m nvim<::nli delle porel i Lorar·iche, ~~do pA l'a li3i di m ov imenti addomi uni nella r esp1 raz iont·; che non si dc•ve lo?!llCI'e di opùrAr e !!111 c o ll o e !'U! Ia r'elliOn c !'u per'i0 J'E\ del IOI'ace, pur· cliè l' inft>.r·mo non siit co:npletamcule nnc!>tetiuatn nl mom ento in cui pO!>!"ano esset' l ·~s i i net'vi rreuici; elle nei ba m· bini il peri.:olo dl;)llu r·ccis i u nc~ dei ll " l'vi ft•enici ,., gl'avissimo; che conosciuto l'eiTeHn reale del uer vo dinfrarntllaliCO, con· viene t.;hO el:'so -<i fl sotlOJIOSlo alle opern.,,ioni di ~ utur·a clr~ suLi!';COIJù ~li allr i JtcP ·i in nl!'n .i i reci~ione; che rn lalr ertsi bisop-11a ~oR lenei 'O le pore li n.lclomiiiAli'' e lilw rar'll il to race, uer· impedi r·e i movimenti IJ8"Stvì ùel dial'r·arnma para·
JiJ.;:ato.
DJ ,\NATOMIA ~ l•' ISIOLOC:IA
Ooatrtbuto allo stn4lo del rapporto che estat e fra. orplll genltalt e olfatto - UolL. G. F rcANO. - ((;rr;::etta de!lli ntpitali, 17 mer•zo tS8!l).
Sino dalla più rem ota antichità si ò pru:-:ato al rapporto chA e!;ÌRL" frA glr orgAni genitali !' il naso, ma fii noslr·i ~ro rni 'Juesta relnzionl' ven ue studiata RU ba-"O Rciell l.ilic;CI e :<Il faLli clinici. Si devi! A .lohn ~lAI'kenzi~> l'onore dr avere lrnltslo per· rl pri tao questo nr•gornenLu !-iCientilicamcnle 111 1111 s uo hnor•l pubblicato nd l k nel TJ.e american f<u r n. 1d med. acicnce.~. intitolato: Dcll'ecci{a nwnto tlell'rtppn. recr'h io !fenitn le t'.On~tirlrrr,lo come .(attore Mlln pt•or/u;iolll! delle malatlir rlcl NUO. In «eguil ll Rllr·i si "'ono mc«si a questo !>LU•lio e le ~~~ ~rvazioni cliniche s i sono
mano mano aumentate. Ora l'liulore t•rfer·isr.e la ~<loria elmicn di un C!I!<.O che G1fli ebbe occasione di slu-ì iar·e e dre va lP 11 r·alfo t'Zti i'H l' rpo lol';i patogemca anzidetta circa lu ~pit•.!azioue dei "'"torni dae presentano gli i 11ferrni dei r1uali ò i'Ht'ola ; poicl •ò da cssn sr ril'lva in nv>do evi dente l» ;,::tmpatia fonz.ionAie r·rae e;:;i!;te fra al naso e l'appll t'alo di r iproduzione. Dopo i lt~vot•r d l Bi :.tilo w. M flckanzie r.l ~:~ ltr· i ;,ulla sLI'u Lt urn
deiJa piluilaria, nou v'Irti più dubbio dw in que,l.a c:,::ists del les.c;uto orelttle. 0 l'a ò sla lo di m<JslPalo dre, per· ccciltllnenlo degli or gani genital i, il les!èulo er ctltle della rnucosfl no~ale può drvf'nire turg-esct•nLP.. per· azrone r·illos:'òo, irHJIIUIIInchù i capillar·i che r.<IStitniscono qut>rlc, tpc:;:;ulo "i r·rempiono di sanJ?ue. Se la Le n;:;io tt<' san gui ~nA è lalo d!'l ollr epa!ò:ROI'u il limite eli elas lic·rti.l dei c11 ptllar·r , questi !-'i r·utnponcJ, dando luogo all'epi<:~ltt ssi; crò d c;pref.(a l'emOt'rAgrn tllliillle elle c:i ~a m seguito al coito, alle m asl.urhazio 11i, pc•c. Allr·t:~ vol i~ 1 ~\'ece (come nel caso ello d<>~<c rh"e rnulorel 1 capillat·i ,.,,_ !ll!tlono alla tensione sang nig ntl, si a11mrnta per cio la l.llr-
llescunza del t~ssuto er·eLtile i l qual e, ellel'cilaÌHio unA pr·e!'l11100e prolungata su i nervi olratlivi, nnisce Ct>l diminui re o abolire la loro funz.ione, ù'oudt~ l'•lllOSmia. Nella stessa mar1iet·a ese=r cil{utdO!"i la pl'es"ione ~n i nel'v i sensilivi. que!ili r•imuugono ir·r ilali, siccltè J'I'Oducesi il bl'ucaore ocl il dolore , che sarà più inte nso a de!<tt·a od a sint-
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l\! VISTA
~ll'A
l'e, com.-! nel caso rlinico d ell'an to t·r, si avrà la r.mnpllrnnza dd la devi:u.ione del sello nt•sale co11 effello dt rc~Lringero u1aggiorlllente il lume di una dello nat•ici.
Sull'uso dell'atropina. Della oloroformlzz!l.zione. - Dollot· L. VtNCt:-11. - (Ga.;zl'lta cl(•gfi ospedali, 16 giUJ!IIO IRBH). Nt>IIC morti 8V\'60Ule rer l'anesle!<ia. rflll~ 811Cite larga parlo fllle speC'iuli condizioni iJ\di vi duali, a impurilit del preP<"~I'Etlo e alla
manie1·a poco acconcia di somministr~;~rln, tu~
lavifl 11e l'l'!<l.a senl[JI'C 1111 cer·Lo rtuuter·o dov 11Lo senza duh~ bio u!l'a'l.ione deleLel'ia degli oi·rlinarii anesleLtl'i (Ptere, clor·0forrni'-'· bido ruro di m etilcu e). Il pro f. A lberloni va rla molli AI111Ì l'RCCOID81 tdn::do l'aLI'o-
pina, nel con cc>LLo clte quesla so:.:tanza par aliZZfl ~ l i auparecehi di fl t'l'e~lo del cuore cù eccita ti f•.c nLt'cl r·osp!ratorio. ù r n l'autore c t·etle opportuno rli ;;:el!na1Are a l pubblico mcdico la fii'O IJOSia tlvl pt·ofess01·e Al he rt i)IIÌ, pP. t'cl tò avendo uvuto o ccAsione di visi tare molti o,:;pednli e di pat•lare con rn oll i GOl lr>ghi, ha visto (~ Ir e fJUf'S i ù in pt·a ticn è pocltissitno fldnltala. l.a poca applicaziono che fine: ad nt·a ~e ue é ralta non ~~ ~ià cl.a attri buirsi t1d Ut ll'l delle l.unte rli;: i l l u~io tt i, COli· SP.~ttonza nece..,sat·i A di Lt·oppo fa cili entusiasmi per la n uova pt·oposln, ma bom\t l~ l fa ltn che il pro !' A lbci'!O tti awu pubblicò 1inora un lavor o speciale sull' Al'f!Om ento. wa !>CIIArnente uc vn pal'landn fìu o ctal 18R2 nd Je sue lezintli rl i fur· macnlogia. (J na Junp-ltissirna !'\e t·ie di espPri t> nze porl tl ul iH t't>>.!llenli conclusi~Jni:
..
1• Clte l'atropi1111 hu azione prolilaLlica_pal' diminu11'e e
CIJmhaLL~t·e i renomeni d i at't'6$LO Jel c1 1Me e del t'tl~piro che g j a v ve r HIlO nella 1n l ossiC"azioue per
clo t•oforrnio ; 2' Clt·~ ha una efncace uzi!Jne curAtiva q1ta ttdO deLti l'e· 11oroeni !"i !"One> ~iu inizial i. La soluzione d~ll'alca loide ch e si cm1siglio è al mi llesimo (i cenligr·. i!l 100 gr. di acqua distillata); h:t t.JURnLitù ~al't'l d~ 1161 mezzo a ol u P. o'entirnetri cu bir·i J1cgli adulLi 1, In mr tà l>at1lhini , «n a !'ll·opn (H'o(i latlico: SI' a scopo cu raLi' o Ili da,e
DI A 'ATOMI A E PISLOL<IGL.\
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potril I!"Stm' anche doppia. Ollrecbf> per iniezione ipodot·miCH. uei cu1<i {11'1\Vi !'lÌ pot t·à ini P.I.I.Ar e il li•ptirlo rltrPttnmente n.-Ue vie act•ee. rom e ha c•msigliato ~iust.nmenle Hc·rnar·d per ''&J•ìe ~o~ta.Jtze mediconte nt ose : in qu,.:-Lc> t;n~n inrl'llli In llf•"'lanzt~ g tunge ~uhi lo al cuore ,-iui:;tt·o sul•tuall• tle\'t' (ll'tlllfl ch lui Lo agi t'è.
RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE E DELLA PELLE au1 trattamento d'8lla. sifilide a mezzo delle iniezioni latermu•oolarl di •allolla.to mercurloo . - DolL KAIIL SIAIIEK, s-pecialist a pe•· lo utalo U.ic• delll1 pell e• c Rifllitìc;lic in Kiew { Rus"ia). Aprile 18!10).
(Wiener .l..ltniscl!e Wor·h~n w:lr rij'c ..
Ila quaudo, or· vo lgo no due 8 1111i , il doti.. Silvn ArnuJo rec·c le liUt• primP comunir:nzinui "'U eli uu uum·n pr·epu raln mc r·curi&h•, l'idr' Ar·gi r·io >'lllicilico, è "~' ''u tn alla luce una quanLilu di J'Uhhlrca:t.inni, lP fJUSii illus-tt·ann 8 ~'<"ftl fllvnr.. vnlro••nlt> l'i11 1 piel!o di questo t•im ed io t•OilA Fiifilirte, eon ••nR nÌ nl e ;;u fTr ag-io t'Z•&ndio in ri~ua t·.lo Alle r ar e •tualil.n tli nou a rrecar·c mollo •lolol't! e di non dor luogo n fOr'lll8 ZÌ O il fl di nscr"'"i nolla l-IIIH sommrnistr·azJOne ipnd+' r otku. Il dott. Szadek aveva CSIJer imenll\lo li 110 dnll' i••'·cr ••n drl 1~"7 il preparato mcrcur iale, rarcoroniHIAlo dal Sii n1 Araujo, nllo "'~'Opo di saggia re il !"UO \'HlOt'f' terapeuli<·n <~nll lro IN " 11i 1••1P, pr ima a wezzo ùell'impie~o interno, e poi per inie7·11111C. pr·alicando truesla eulr o i m u ~coh, mcn lrt: A lui pt·otuevfl pua·ltcolarm euLe provare la r·~·m.io11e lo ct~ lr· del p r e(lllriiiO Poi che ebb.. sollc•t·ilarnenle a t·onviu cer.::i dei J)uc.ll i ri~ultati e specialmente drlln AS!:<CII Za di Rintumi ir ritativi. rP"P da due anni d i pubblica ragionP i •·is11ILati dcllt- propr·ie 0 ""'f'rvazioni , os.ser•vezioni 1nollipl icalo e CO III'PI'male da ugnnlr liUr·re ·....,,· 11eli a pralaca · · prt\'ata. Nellt• pt•ime ric<> r·che cm • l e miezin11 i del >'&licrla lo mo1·-
RIV!STA
cnriro il doLL. Szat!ek. parL,.nrlo dal principio eli rlover P~!-Crl.' molto Nlltli ton n~ni nuovo pr Ppat'ato, impie~o ~olamentc 11na debole emult'ione, poichè t>gli intendeva a f'Chivnt•e la po!\'"ibilcl uziorw tossica ti le tlisag:gr·adevoli couf'egueuze ùi un prt>lutrato met•curiale lullora quasi SC••nosciulo. Conformemenlt• u qrr c~k cautele aveva inoltre scelto prr il trallll· uwnt.n ipoolermi(·u con quPsta dro!!a solarnl.'nle toluni :-iflli· li ci, i quali uon rnaurt'e~h• ,·ano che form~ m ili. Mn. una vollu 111 Reguilu convintosi della innocuilà del salicilalo mercurtco, IH1<·he <>e sommini.;;l rato in rnagj:tror dose. -=i "pinse a <~o '!pensinui del preptu·ato a ncol' pilt fort1 òi 5 e '; p. 1110, onde gli venne fat~o di condu1•r,• a guo.t•igione auclie grtlYi c-as1 di <>ifllit.IP. L<' Plnulsioni al IO p. 100. cnlt.lamenlc Ntl' ro mandote liRI Nei<><>et· e tiRi suot as<>i•4enll, il doll. Szadf'J.. giuùicu sovor·chiamente I'Ot'Li t• cusì da potere irHiurre i11Lossicamenli, anrhe r·on esiti letali. Contempot·aneamonle appar ve una breve memoria •lei mc dit:o a.m~t·i~.:ot• o .J uge sull'impiego tlel n11ovo rimodio contro la sifilide o le mo lottie puroEsilat·ie della pelle, p~tt•imeoti con favorevoli I'ÌsuliAL• e ~~nza conseguenze di sahvaziune u "i "t.omaLile. Ed ug unlme11Le se ne l0dAno coiOI'O, eh !l i11 Appresso lo i tn pie jtl\ t•oun, tnrne Plumme1·t, Egsteiu, Ze rzi;.r . .l arlasolul, Scisser, Noumann, Ooulr·elopont, Fis<:het·, Sehreuc;;;., Peter· ~CU I', Tochislwko'', ecc., ecc Solto tale tt·allamenlo le varie fo r me ,.jrililicha Rortit·oru• •"•ilo la vorrvnle, con una durala massima di quar·onta giorru, minima rh sed1ci e di Ll'l'llla in media. L'efr...Lto più solledl11 vPnnP l'iportnlo ::<ulle lievi fo1·me secondarie, <·o~o pure sulle J'<'Ccnli primat•Je 10 con fronto delle recidive_ Uno roseola dispal'v.- ordinat•iomeu Le dopo quattro o sei iniezioui. Anche 1111 l'ecenle "'"UIIlema o g ros:::e popule 11011 oppo-.e stt•aor•h· narin rocotslenza c •·ichiese in media dalle c:ei ali•• dieci intt•· zion i. Più osti nnlo si mo!'lraro11o le der mAtosi a piccole papule e pustolosP e più ancora 1 re! ati vi Liofomi specifici· mentre le gomm~:: guarirono dopo ollo o di~ci inrezioni. La scltH·osi t'bbo ro n questo metodo cu •·ativo le: ste!'Si'l durata t·om~:~ ~e mellic·aln altrimenti, mentre splendidi risultati 110 !'Or li1·ono lo rnnnrfnsla4ioui sullo muCt>sc.
DBI.LE \I AJ,.\TTH: VENKREE F. Ot:I.I.A P EI.l.f.
RRfl
L'auloJ'<' riportn una rlunu'l'Osa ;od iJ rt ere;~snutc ROrie Ili ...~, di ~ifll ide, accompagnati tla uua hrf'vc stnrif! diuica, da lui rehr•·menLe curati con una ,;CJ;:pensioue di l:'a!icilato dì mercurw ul 5 p. 100 ed allrì ;JI 7 p. 100. E dalltl esporìcn;r.e
porlalt• " li questi casi trae le s··~u ... uli conclu$'ioni: t• Il salicila.lo mercur ico spiep:a. una ra"orevohc;:sima uione lerapeutica, snmmiui!"IJ·ato in forma di init·;r.ione inlramu!'•'" lnre, nei d1ver~i slucl:i della !'\ltllide, mn specialmenlC' nei !lt'Ct)fldarii e nelle miti recidive. Ordinariamente bal:>la una curA di 8 o ! 2 miezion1 in uno !IJ>87.iO dJ :W a 40 giorni. 2" Il beuesse•·e gener ale uelle pel':<òne cuJ·ale coll'ulrarJ:Ìrw mercur1co non vien e in alcun lll<•do Lu1·bal(1 . La sLomal•te. pu1• che ~i a bbia c'ura dei tiPnti. non "'' pr<'lloula che l'lll'A ,, l m for ma lievissima. Minimtl ne con~C'gue tu 1'08zlorJt~ lol!ale e nou accompHgnata u1ai a fo r mazione di a~ccssi.
lalla 1loo11 baoillogena. - P. T OMMASOt. r. - (Mon.at.~hRfte .ftìr /ll'nl. Dct·ma,t. c Centr a /b. .f. dle J\INlic. Wi.~sensch., N. :iK, 1H89).
In un caso cllt\ difleriva tlnnna oi·diJlOl'ia sit•olli solo pC'r una spicrata MloraziOILO r ossa brunfl dl'l la pelle, i l Ll·Aspor·Ln ùoi peli maiali sulle piastr e di gelaL1na elette lnO ~(l R colonie uuirorml l'lu~ er uno cos tiLuiLe e11clusJvanwnte di bacilli. <.>ur~Li ,..j 8\'lluppavano lentamen te sugli Ol'JiJIUI'i meui lllftf•iliv• (e !'Cgnat.amenl e sullt' patate) con p1·odu1.inuc di un iu1Pn5to odOJ"c ret•do Gli speruuenti d'innesto falli dall'autore su se <.:lesso l'iprn•lusseJ•o la stessa ma lattia cutanea chè cl!uicameule SI t' l'n pre'-elllal<l come :<icosi. AIIJ•e r1cer~.:ll<> dimo:-lrHJ'UI111 chi' 11 rammentato bacillo dal Tomlllasoli dunomu.alo lHtctllus si/,(l1t(/eru11 .frJetidus, Ì' lo causo. della ro r mnz10nl' pu:'llolosa, vale u chre l'h(' (IOS~iede PI'Oprielà piogCtH'. ::ii llVJ'ebhl' qumtli do flll· nnverarP. oltr e una sicn!>i ifogena e corTogena auche uuo si('osi bacJIIogen 9.
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Ri VISTA
Contribuzione alla. e tiologia. e alla. cura della aiooal volgare. - 0. R.o~e WrHAt... - (Deutsc!te .\ieri. H'ochr·nseh e renlrn/11. fu r tlit! /flCtlil· . 1\ 'issen.l:C/t .• N. 3~. J88H). I l Rm>rnthal •·omader·a le cause ocN'IE'iouali Jella si(•nf't vol-
gar·a•[uali <-ono l'ef'ternu lubialo, la propagazione di una cOI'tUtl crnnrca od ullri stati ttTilati.,.i della mucosa na~al•·, p. es. l'atinue del tohl:lcco Ila nal-IJ l"UI lubhro Htperior•· Una C8lHI coml:no dolracne ~ della ~icn!o(i cr·etiP poco l'rohab;lc. poi.·h· •[ll8'i mai 1''-ÌSluno in~it>roe. Una volla e!!li ' 'ilio •·erb1menlc il pul:'~8g1.(io •li 1111 acne in sicosi; ma iu altri casi, al conlr·ario, esil'le un'acue Jimilala alla purte barbuta del ,·iso senza che -.i tt·asformi i11 sicosi. NcppurP ammette che una si•·osi parao.;~ttsr·ia [lOStia cnmbia r~i in sico~i volgare. Tn r[uanto qlla cui'A, l'autore ottenne bw Jtti elfetti da Ull<l po· ma ta (vascliua :l.inco fllllidala) <·on 5 p. 100 di llcidol lanntco o 10 p. 100 di laLlo di ~o ll'o, IH qua le per lo p 1i1 dis!IPIISJ olalln rl<'plia~ t n n o. flur'ù gli in fcwrni devon<J e~scrt>. lulli i gim'11i t·nsati. Sulle aft'eztont faringee na•ali sUUitlche - P. G..:RBIW. - ( A rchio. ]ti r /Jermal und S yph.. f\ Centra fii f die meri \tl 'isscn.~ch., N. l , 18!10). I l dott. C~ t>t'h<'r r1fe• i><c\! 27 !>tnrie .li HJalati o,-scr,·at• 11111l'amhulalorio tlt·l Michclson e fonoula come se!!ul' lt> (111.1 illlpiJrtnnti tom:lw~iooi elle ne ha potuto trarre: 1• l lma~gwr pertcolo per la man•feslaziun,.. della "'tfìlìrl" farin;.!O-nasalc• l"tA neiiCI 1nlervallo di tempo •fnl l' t~l 3' an110 e dai i'R· nl J4•; 2• Lo an lecedronli cure m ercuriali non prc:li!'JHIIJ!!OIIO iu nlcull modo ull·· AfTeziont sifilitithe ter·z•at·ie tlul nm;n, dello :-pazw llllSO·f8 t'Jitgeo e della cFJvila bucco-t"aringea ; 2' N•·lln srtiliòc fat'Ìnf!o-uasale J'e;:ml'le .Ielle alt•·e parl• del enr po, in un g•·an n umPro di rasi òà r<'sultali del tutto ne·
gativJ;
\
~· L a JH'O~'<t' II Zil di ui(;QI'azioni lineari , a gu iP.u tli solco in dir ezione snj!ttlal~> nel sello delle nar ici, n el dubbi o, depi ne
per la ot·igine sifllitica del pi'Ocesso ulceroso;
DKI,J.E MALATTIE VKNKRE!o: F. OF.I.I .. \ Pt: J.Lg
fllllnl~'.
R9 1
retore non è nella r·inite sintitica un (Pnomenn cne quando esist•• non ha nullA di t'Al'AUrri stico per
la lue;
R" La deformità indicata col nome eli rrasn a sella nou drpende eia difetti tlel sello nasale: ì" La !:lifilide dello spazio naS() fll r ingeo puil su!<:o<i!ltrr e Sl'IIZ8 llk una appr ezzabile allerazione ch'IlA borca c della fHl'1'18;
l'l• L'esame r inoscopico per ri t·onMcrre nei !':nOi prtmt pPriodr lA sifilide del naso e dello spaz.ro na!ln fl\t'Hrgen, c· mdi!Opt•nsahile; fl• Un opportuno tralbtmento cur•ativo locale u gener ali', anche esrstendo da qualcl1e mese delle iullllrnzioni r•ù ulreraztoui ~illlitìcbe nel naso e nello spo:dn nn~n fAr in::rPo, irnpecli!lCI:l spesso la formazion e dì dislrnziOrll permanenti. Ucl UMto a tPmpo si m ostra s:ernpr•e efficaco; tu. L'atrofia ùei tessnl.i cor n p!'ome!'~i eire segue Ai pr·oce!!~i sifililici làrdivi di inlill t·a7.ione c• eli u iCI.lf'H:t.Ì(tn e noi IIA So, nelltt borca e nella faccia Rnche tlA unn L'l'lzìo• •nle tt•t'OJ•ill dtffir.elmenle può ·~sseT·e irnpeJit<l.
Cara dell~~o aitllide colle iniazionl dt olio olnereo. M-' NOUY. - (Deursrlw meri. Wr;chrrrw·hrf(f. N. 35, lRR!l). La rQrmul a adope•·ata fu la se~uente: m et·cu r·io e lAnolina llna !.!r. 3. Aggmngi · olio d'oliva gr. ~. Sil'llrg-ile ed U;!ili fu· l'tlnu sempre slerilìzzali prima dell'uso. Le imezioni ~i praticav>~no sempre alle natiche, la,·ando pr1100 la parte co11 8 " J>One e !<pazzola, P poi cnn unA soluzione dr "nblimaLQ acl t ''/•.. T ollo l'a!.!o si ricuopriva il forPiilno con collorlionu All'itt!l~rot·mro, e !!i pt·aticavR un piccolo massa~gio per· alcuur Hflcortrh. Sr pr aticava m·dinuriamerrte una nrie:drmè di :J r.m. •·ubici (l al volta andlù di 4! o uni 8 aior·ui All<H·nando la Oli· t' n o ' •c.a clestra rolla si nistra. Appena si nlteueva un manifesto llllghoramento (al più Lat·di dopo 5 iniezioni) si sospe~deva la .cur a per rtprenderla, • se necessariA, dopo unA paU!'8 eli "~llt Bel 8 settimane Dallo osl"e r vazioni fallo su 107 ammalaLi 26 < uomilli e 8L donne) l'autor'e conclude che per Ricurezr.u
1\lvtSTA
di aziono l'olin ciner eu non la cede 8 ne:::Run AnL1~ifihlìro ; mn in quilulo ulln t•apidllà sembra sor passato dall'unguento Cllli"I'Pn •· du l ca l unolauo. li mot.odo e senza pct•icolo quandn 1·1 ::.t nllenga alle t·~"g•Jie surr ifer tle. La quasi alòsolula mancanzn tll clolo t·c pet·meLle anche u nt~ cu t•a ambulalnria.
Della s ifilide mldollare preoooe. - GtLllERT e G. L tON. (Ga;ecw de.~ Jlopitru'J>, N. 15, 1890).
( onclusiont. - A par i tre dal terzo m ese dell'infozioue ~i (ìlilica, lo midolln sptnale eJ i suoi in vo lucri di vontauo, tn corti ca:-:i, l a S~"Ù e di lt'"ioni la cui specificità può esset·e ~Lnbilila colla tliJt.ione degli antecedenti morbosi oiR un lato, e ùall'allt·o lnto, siA I'Oll'influenza curatrice tlel traltl\menln, :o;iA coi r isullnli cl >:!ll'investiA"ll7.ÌOne necroscopica t>d islologtcH . R~ lat.iva1net\lu JHU f1·equ~:Jnli ào l lono al soslo mose della malotlw cho uci 1t\as1 ulteriol"i, queste l esioni, fì11u alla fino della fie<"Oilda SII Itala, mcr·itano di esser e convenzìonalmeule r iunite soltn In d'1signaziono di siji.licie m ùlollare precrwe. Es::;e appnr·Leu~onn pl"incipalmente alle si(il idl imperrt,ll.amcnte curall•, che si ranno notare per la confluenza e la Ln· nacilt1 del le e ru~10ni, come pur·e per l'addizione asrli accidenti ~:~econdn l 'l d1 Accidenti i mt>rrnediari e l e!'zar i. Es"e colpiscono quusi esclusivamente i mas.!ht. senza l'intervento nbilnal.- dell'azione del freddo, dell' umiùitil, !ello l"trapa~Zil, dogli eccessi venPt·ei o di allre cause occu,;ionali. Dolor i t·ttchuliaui. "ensazioni dì costrizion e toracica otl ad· dominale, lanc:inalur" oPIIe Pstremit.A i nferiorr ed, in una ma· nic1·a gencralr>, alterazioni "6n!'ilive di\"er se se~uono il piil spesso lo ;;v1luppo dr>lla sintide midollare precoce. Fenomeni pt~ raple!.{iCI, c)t•tlinar iamentc accom pagnali dall' esager·azione tlel r•ifl~sso patellare e talvolta da t.lisor dioi della ori· nazi,>ne e nellA olol"•lcflzinne. possono egualmente soS!nalar e l'inizin degli uccidenti. QuN;li Rmtorni dtll'erent1 si associano ben ~resto per caralLel'izzat·e l'allot·azione meniugo-ntidollare pervenulu allo sua fase di stalo.
OBL.LE MAJ.ATTIE VENEREE E OE I.I,A I'RI,l.f!
R!)3
Talvolta .;ssì rlOII r imangono ci r•co;o;er·tllt A~li MLÌ rnrP-I'iOI'i l
m11 si t• stendono an~ ·he ai ;;uperinri: ~<·Ct'llcttl!lln t onle ttnt'IH\ &~Ili colpiscouo dappr ima gh arli supc•·iol'i. (o;~i ~ouo , iu cer l a casi, ae~:ompagnall " .loruiuali d6 manirestazìoui cerebrali (sifilide cerebro-spina!·· pre~;oce) La cc.mpar·!::'a, poco corouue per·ù. tlel tr.. ruore e dt>l ui..tagmo, rldl'atas;:,ia dei movimeuti, .lell'aùolat.i()ue del rtflesl-o rolulo•O e olt·ll"amblitlpia, .lell'ulmtìa tnii!>COI81'P Il di ullrt ruuomeni nanrbosi, può mcodificare assai pt•orondamPillt' d qua•lro clinico peP im pot•r e l'idea di una ala;tr;ia locomot ric<' progre!lsi va, per esempio, o di una sclerosi in placche dislk'minate. L'twoluztot:e Jella sifilide miùollar e t'· acuta, subacuta o cronaca, continua e progressiva, o iotm•t•olta da t'emission i ed anche da l'asi di r-etrocessione completa, tn apparenza. Nella metà dei casi essa Lerminn coli o guaJ·i g ionn alla quale conduce r,·equenlemenle il Lraltamenlo rnislo. rapidamente, euergicamenle o luugarnen le pt·aLicato . Neg\1 allri cui 8SSt1 termina sia colla cr ontcità e coli incu rabtl tl.a, sia eoUa mot·te !!agnata dai si11lomi bulbari od occosionala dalle e!l('.are e dalle placcnc di gangrena rl:so;;eminale. I.R diversità delle lesio11i r iscontrate All'nutopsia eù al l'l•aome microscopico conduce 11 distingurw•·, nella !'liRhdr mi dollnre precoce, qu alt a·o tipi anat.omo-pntolog-ict ai (]uali po · la·l'bbero esliere applicale le designazioui di m cuingo mielate tp~:<a"eroìca e necrobioticu. eli mening•l ntiellle tli!Tu:-a CIII· hrionat.•, di meningo-mtelile diffusa sclerosa e di ml!niu;.:ontirhle ,.:ommosa.
l.a meurngo-miel ile ipe re~n ica e necJ·obtoticn ò ca t·nller Jzzata ùa una congestione e l'or::e da utJ8 molltplice7.iooc ile1 \'B~<i dell" midolla ~ dei suoi involucri, cnnJ:,testiotw e m olllphcazJoue •·be producono Lui'bamen ll nutriti vi neg li ele meuti dell'asse nervoso e cldinilivamcutc il rammolliru enlo della midolla spi nn le. Nello meningo-m ielite embrionale compaiono l' ipet•plaf'ia
c~ll~ltlre , la diaped esi, l e essudazion i vnsrola t•i e, se lr le~10"1 muct·oscopiche sono nulle o quasi null e, le l esioni isl o· logiche sono rappt·esenlalo du una proliferazìone Jussureg-
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JllVlSTA
gia11Le di gtwaoi cellule nell e pareti vFtscolar·i o uella trAma pra m ad r·e ~ d t> i :;uor prolun ~n lllera Lr io l ran 1itlul laei, come pur•e dalla prod n~ione di un òeposilo fibrillol euc:ocitrc.o sotto la pia rllau r e. Quanùo le t·ellule t·otontle disseminate 11 ~1lH m idolla e nei suoi iuvolucri vs·ose~uono la loro evoluzione, terminante colla formazi one dr un Lessulo adulto, le me11ingi si in!<pessi ra nno, s i ::;alder-an no, la midolla s'iudurar-à e.! il naic..roscopio m of;trerà l a sostiluziont>. o gli elementi nor·mali meoingo·midollar i, Ji un tessuto fibroso , principalmente svi luppato altorno 1 vasi, le cui pat•eti subiscono alterazioni nolemli nella meningo-mielite diffusa scler•osa, come nelle mot!alrlà precedenti della sifilide midollar e. Qua ndo d'alta·a parte inflnt> le cellu l e r ntoude si accumulano in alcuni punli. sotto for ma di piccoli Lnmori che subiscono in seguito le degenet•azioni pr oprie alle produzioni sitililiclae nodula.ri, s i origi nerauno la meningile gommosa, la mieli le gommosa, o la meningo-rnielite gommosa. sLPs~a della
n polso ed il cuore del blenorragici. CHEMINAOE. -
Art.'IOZ A N e
\A rcluoes de .\1Jetleci11e et de /)harmacie
Mililaires, settembre 1889). Su l~ blenorra gici ( uomiui), t•appresentanli i casi che ebbero a lraLtaa•e g li au tori nello spazio di due mesi, Lli volle essi nola t'CHIO mo.t ifi cazio ni nella fr•equen:;;a Jel polso, tra· dnc~nLesi ~:olt'u bba~ sa rnenlo delltl c.;a ra·a dei uaLt1Ci al disotto di (iO, lino a 50, 'tR ed anche 4::1 per miuuto. Il polso ò nello s Les:so lemp.o mollo mobile; le miuirne em ozioni, il pn'.a Jegget'O movimento l'accelet•uno; snle iromediatamenle di 8 n W pulsazion i, ma t•ilorna in nno o duo minuti alla cifra pt·e· cedente. Il più sovtJuli r·eçrolar·e, fu pe.r• altro o~servatq in 6 ca!-i, e ::;pecialrnenle in co inddenza col pol so lento, prdsentaa·c uu eer-to gr·ado di aritmia; si nola va allora. 2 o 3 volLe pet mi· nuLo , unA ser·ie di :3 o 4 pulsazioni p l'ecipitt~te. Queste pal'ticolarit.à del polso dovevano nntur·almente altirare lutLa l'aLtenzione l:iUl fu nzionamento del cuor•e.
DEI.l.E MAI.ATT I E VENEREE E DEI.I.A PF.I. LE
89i)
Lnrwiancln dn pu rl~ 5 mn iAlc , ,, ~j q uA li In c·:ll'fliopa tia povn 1'-<!'PI'U l'lrOI'Ìl tl 11d liii O ~Ullll ll)<ti'IIU~II llt<hpl'lldt'll(t• tf&J!H bJI'III11'1 '8~11l , :-i 0 >':'81'\'81'flll11 11 \ oJ[I falli Ì ll ll'I'P~,.auli : Ullll volta 111rt1 bal lulA e:-1\!.((lrAbt olP.l ,.:oc·to ccd' • ln 11o aol'l cc o ; 1111 CI"O di soffìo sislol ico ll'ggc•J'O all t~ punlfl (il runlxln e r·a l'la to fin .te prmcipio a ll'el lo do or cbite ù"PI'I n): iu tin n ~ ' olle stlopptiiUier 111 dei Ioni (:! dt>l fH'Ìm n, 2 •lt>l St'•'OIItfu), l'l•umrwuo •l'all1·n parte in tPI'tniLlenle e pl'tH! ucc lllt>~i spcciulmPntc col pol~o i<'ntn. Le cnwplicazioni a betua Il ,f,•llu l,fl·llorra~ ia in lln enzarw Clescuua u moùo s:uo ti pol:>o dei mal11ti In 1111 c·a so ùi t•eu mali<>mn ble norr ugico a c uto, puliarlit·ula r t!, con irile siero~a c pleurodinia, il po lso s i è e levalo fino a lJ6 n si a sem pr e co n tlervato verso 80. In du e casi, il r eumatismo " l'lato api l'eLlico, quantunque poliartlcolare, con polso che non ha oltrepassato 72. ma è disceso a 5G e :10. È ~embr·a to allora c h e il llr&t.lo di rallentamento de! polso fosse in r ag ion•' inversa dell'intensita tlell'arki te. L'orchite appor•ta un po' di re hbr e n el s uo inizio: ro11 la con•aJe.....:enza l' Sl'lgnalata d a una di<>ce::>a m ollo a ccenlualu del numero delle pulsazioni. La cistite si !:!vol g e sanza ese•·citare inl1uenza s ul eallentamento del polso. Questi Calli s ono assui curi,lsi, m a devono e~~et·<• co nfermali con una osser vazione piu e..:Lesa. L'a ll'a zio ne òel c uo 1·e nella bleno••ragia n on l• un fallo i noLLe~ io , nemm e n o nuovo (fallo di Laca ssa g ne ), ma la rrecJ1tenza d i una talr~ eompllcaztone n ella "81'ÌI! d e gli autor i i• v er amente eccezio na le. La tnedicazione us n la coulr·o la blcnor1·agta ,~r·a mollo cornplc~l'a: Lisune co u niLr•uto di potas sio, piiÌo le di canfor·a " lmllaùonua, o pp1alo d i copui ve o di c ub eb e, b e nzo ato ùi saù•o, anemone puls alile. Ptu eli una volla la lentezza del ~l~~<• venne constalals dagli aul.ori prim a dc•llu $Ommini~tl'a ZIOIIll di qualsiosi rimedio. Questo ralleu lamenl o si sar ebbl:l quindi in certi casi prodotto i u segui Lo all u cut·a.
IIIVIST.\
Guarig ione rapida del bubboni ooll'tnlezione di vueUna al iodoformto. - PooTA -., m~·li•·o pnncipal~ Ili' Ila 108 . r·ina. - (Jo~t rnaf de M édt'<'in.e et de Chirur gie, >~oltembre L88!)). Il pr o r. Puulan IJa iudicu to 11 11 pr·ocesso di cut'a che dù sw;c•·ssi t·npidissimi rrclln curu dci lJubbun i Il pt·ocb;:so si e:::e~uiSCE' nel s~;ruunle ntudo: l" tempo. - Lavatu t·a od àrlltsep"i ùella rel.{tuue tuudiaolP Il lhJUOI'\! di V un Swietwt allnul.!aLu l'oli pai'Lc u~uale <11 ocqua cal•la, ad il sapone, sa ,. nece<-~ario. 2' tempo. - Punlut·a colln la1walla se Id pelle UIH•,ottigliata; con un bisturi puululo se il pug ,·. pti.t pt·orondo a· tP rn po-. - E\'8CUilZ ÌOil l\ .lei (lll" , 6!"pliiSiOIIe completa dt•l l!l'odollo liquido conleuulo ucl ~angiHJ. 4• lcm po. ,- In iezione di vaselt rtn al iodof•Jr·mio liquol'al la col culor·e. 5' tempo. - M edicazione col colone al subltm1:1lO. La puntura ùev e esse sLt••,Ua e l'atta nel punto pitt flulluante, la sua si tuazione non deve essere decl!vt>, percht· t•-.sa non avt·a nei pl'nni gtorni susseguenti alcuno !'colo. Essa dt•ve esser ce ntrale pel'Cbt-. il pus, ~caccialo collo dt l~ da lulli i punli tlutluanti, possa aflluirvi. Que~ta evacuazione completo del l'us ò indisprnsabtle e nccesstlu una com pt·..:ssione g r·a ùuu le clte ,.. lalvo•lu tlolor·osu. Vi si pu6 ri me.liare coll' intezionc di qualche cenlig r·ammo di cocaina ati.OI'r to ol bubone. QuamTo 111 R[H'6ll11lura è fulla, •' necrssario iniellar e qualche sir inga eli liqnoi'Il di Va n SwieLdn diluito per l111i 1'e di lovar·e le pareti dello t·occolto. La vaselina a l iodofot•mio ,·. allora spinl.u ,JolcclllenLe con una siringa di vetro cam•ata antiçipalatueule c cht! si mantiene imm erM noli'Acrtua calda. 1..a cavila dol bubbone deve esse1·e riempita, 11011 distesa. Subitu, pt·itnn dte la vaselina t'efluisca u11o sl!·alo ùi colone imbt:vuto ù1 l iquor u ùi Van S wiele11 f r eddo é UpJ.>I ica lo sull' adPu ilu o la m edica zione é completata cou una spiga. Non vi ht1 occh•Ri(l ne aRsolnta, ma questa si o lliorw quasi iùculicamenLo, pet·chè ul coululln del freddo la ,·usel i ua si r appiglitt fr·H lo
DILLI BALATTI& V&NEREE E DELLA PELLE
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labbra della piccola fer ita e vi forma un turacciolo. Di più, la medicetura (a in qualche modo una corazza anlisellica. Dopo il primo giorno ogni dolore scompare, poi il miglio· ramento è così r apido che la guarigione ò completa, senza cicatrice, in un Lempo da sei a s ette giorni. In qualche caso è necessario rinnovare l'iniezione di vasehna. In tre mesi 41 bubboni sono stati curati con questo melodo: più della meta sono guariti in meno di cinque giorni: il tempo ma ggiore ,•, s lato di 23 giorni. ltannid id.lllttoa eeoondarla. -
GouGeT. Mtidteme el de Chirurgie, novembre 1889).
{Jour nal de
Gouget ha pubblicato negli Annale3 de der matologie, quattro casi di idrartrosi sifllitica t'accolti nel riparto del professore 1-' ournier. La diagnosi non poteva esser dubbia e questi quatlro casi, raccolti nello spazio di due mesi, provano che ques ta affezione è più freque nte ùi quanto c;i crede generalmente. Questi casi, che si sono pres entati da un mese e mezzo fino a aove mesi dopo rulcer a, dimostrano anche ch" l'idrartrosi, longi dall'essere sempre o quasi sempre un accidente di tran· sizione fra il periodo secondario ed ti periodo terziario, come vo~rliono alcuni aulori, è !!oventi precoce, come ha stabilito Fournt('r, vale a dtre in coincidenza colle prime eruzioni culauee o mucos~ del periodo secondario, talvolta tmzi molto vt·ecoce, poiché jn uno di quesli casi essa coincideva coll'ulcera m v1a dt cicet1·izzazione. La sede di predilezione ùi questa malattia é il ginocchio; essa l• molto soven Li bilaLerale; il ver~amento non è mai considerevole. Si deve notare soprattutto in quesla siolomatologia l'inizio insidioso, l'assenza eli r eazione infiammatoria e l'esistenza di ll!ggeri dolori che permettono di camminare con ~lativa facilita. Q':.les la e quindi una idrarlrosi che comincia, 81 svolge e scompare a freddo. Questi caratteri negalivi !>ono la cHusa per cui essa pas~a so~en ti inavvertita; ma e notevole c he la cu ra specifica non ha •fu~ c~e un'azione soventi lenta ed incompleta. È necessario qumdt applicare o questa affezione il trattamento ordinario ~)7
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IIIVlSTA
dell'idrartrosi. Questo tr·attame nto é tanto piu necesc:ario in quanto che non è raro ved~re que*>ti s inlil1ci che giunti alla fine del periodo secondario presentano impaccio nel camm1• nare e scrosci nelle ginocchia, che non sono altro che il reUquaLo di idrarlrosi secondarie passa t~ inavvertite. Non devesi quindi in ness un caso trascu1'ore l'e~ame delle ginotur,. di un sifiJitico a rrivato a questo periodo non lagnanlesi che d' un impaccio insignificante nei movimenti. Dell'eosem& dell& llnga&. - P A or. De ::\10LÉNES. - (Journal de M éde.clne et de Chirurgie, aprile 1890).
L'autor e ha pubblicato sotto questo no1ne, Qegli A rchioe.~ de Laryngologie, un s uo s tudio sull'affezione che é stata descritta sotto le denominazioni mollo diverse, lingua geografica (ArchambauJL), sifilide desquammaliva della lingue (Pa••rot), glossite s fogliatrice marginata (Foarnier), ccc. Quesl'afleziooe, che è a ss11i fraquenle, deve essere considel'&la come un vero eczema, e l'autore ha dimoslt·alo anzitutto che essa ne Ila l'eziologia. Essa s i osse 1•va negli indivtdui di&tesici, i quali presentano manifestazioni dello sle....so ordine su altre parli del corpo; essi banno od banno avuto l'eczema, l'inlerlrigo, la sebor rea o l'impet.igine. Alcuni banno turba· monti dispepsici , gastr ici ed intestinali: in alcuni anzi fJuesle mani festazioni si alternano con l'eczema della lingua. Ma uno dei pun ti intere:;snnli della s to ria di ques t'atfezion9 è il seguente: essa compare soventi nei sifilitici, antichi o re· centi od anche er~di tari; ciò che spiega come Par·r·ot l'aveva denominata sifilide (.]esquammatica. QIIOSLO punto e UtOito im· pot·tanle, per ché Ju cura anti~ifilitica Ila per risultato nulla wa· laltia in discorso di esacer bare le le!::ioni. 1 Sotto il medesi mo titolo agiscono la debilitazione generale, In vecchiaia, la dentizione, lo mestrua;done, ecc. lnlìne l'ere· ditA ba una r eale impot·tanza eziologica in alcuni cu,i. L'eczema della lio~ua, il quale i> molLo dill'erente d!l ciò che s i designa a tor to col nome di psor iasi della bocca, é sempre limi tato a quest'organo e uon invade n,; le guancie. nù il fond~ del la uocca , né la volta palalina. Nella massima par•t(• dei cast
DII.LE MALATT IE VENERKE E DEL LA PEL LE
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,._,comincia in uno dei lati della lingua; da i mar gini esso tf eatende ph't o meno rapidamente nello facci e della ling ua e pii\ spesso sulla faccia dorsale ed ha una tendenza a portarsi "reo la parte posteriore, ve1'SO le grosse papille del V Un-guale. L'elemento iniziale cons iste in unti piccola papula che si rammollisce, diventa vescieola, ed é segaita dalla forma zione di un piccolo cerchio limitato da un margine o contorni policiclici. L'aft'ezione é allora caratterizzata da una placca, una a rea e tondo rosso o rosato con fina desquammazione alla sua superllcie; i suoi margini formano uoa specie di ondulazione -che non determina per altro una vera sporgenza. Cosi coslituita, ora ~a lesion e rimane localizzata ad un mar· glne delle lingua, dimora stazionaria cinque a sei giorni, poi diminuisce insensibilmente e scompare; ora essa progredisce i! Ili sviluppa come l'alopecia a cerchi del cuoio capelluto; una plaeea va ad unirsi a d una seconda, poi ad una terza, formando una superficie piu o meno estesa, r.he guada gna talvolta tutta la feccia dorsale dello. lingua. Insomma, nella s ua evolm:ione sulla lingua, l'eczema non dil"erisce nel s uo modo di comportar3i ~ulla pelle, e come l'eczema marginaLo del torace, ad e sempio, pr esentu lutle le •arietà possibili di fo rma, di estensione, di morginazione de11trivendo talvolta i contor ni e gli a1·abeschi piu singola r i e, CÒ COlpisce tanto più I'OSSel'Va\Ore in flll8nto che l'eC7.Cma linguale ha una evoluz ione eslt·emamenlo fantas tica e si Lrastonoa talvolta considerevolmente da un giorno all'altro. Le alterazioni fu n~ionaU di questa lesione sono poco pro· n~nziate, talvolta anzi sono nulle, ma vi sono dei casi in cui v~ Ila una sens ibilità estrema alle più leggere cause d'irr itaZIOne. L'affezione, d'altronde molto beni~na, ha una durata molto variabile; un'eruzione può durare 2, 3, 8, 15 giorni; l mese eù anche più; ma essa è soggella a lutti i cepl'icci dell'eczema , scompare per mes i ed anche per anni; poi, solto l'influenza di un a Irritazione · · · qualunque della mucosa linguale specialmente dopo eccessi di tavola o di tabacco, r icompare. Dal punto di vislt~. del trattamento, De Molcnes consiglia di
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RJVlSTA
curare pt•ima di lutto le vie diges tive, e specialmente la slilì· chezza che è abituale; quindi di eliminare tutto ciò che può ir· ritare la bocca: i denti cariali, il tabacco l'alcool. Pe1· ultimo il t.rattamento locale deve essere varjato, l'acido borico, l'ipo. solfito di soda, l'acido lattico, la cocaina, !"acido salici lico, la re· sorcina, in solùzioni, in pomate, in collutori, in glicerolali, rl&vono essere adoperali alternalivameute quando sia uecesStll'io. Dello sona epidemico e dell'estolopa di que1t& aJI'e.s lone. ~ GAUTHIER. - (Ga;etfe aes H6pifauz, N. 24, 1890),
Gaulhier si occupa s oltanto dello zona idiopatico che é co· stantem~nte accompagnalo da febbre. come ajllmellono pure
Roger, Grisolle, Trouss.e au, Hardy, Laudouzy, ecc. Egli esclude t utte le eruzioni che sono secondarie a lesioni ner· vose. Di qual natura é questa febbr e zoster? P er rispondere a questa questione, Ganthier passa in ri vista, n el Lyart médicàl, una serie di 11 casi che egli ha osser,·ati solto forma di epidemia. Egli comincia per· constatare che l'artrilismo esiste nei tre quarti dei casi. Lo zona e quindi u.na manifestazione artr•lica, producentesi s oprattutto s otto l'influenza del freddo umido e dei cambiamenti di temperatura? Ma l'erpete zoster non si comporta come le altre manifestazioni diatesiche. Inl'atti esso non si ri produce più volte e (lerioòicaroente. Al contrario è un fallo capitale, nella storia dello zona. la sua unicità e non la sua r ecidivila. Neumann, Moritz, Kaposi, Ouhring, Hardy, Besnier, non sono unanimi nel riconoscere questo fat~). . Gauthier crede quindi ctae lo zona s ia dovuto ad un rmcrorganismo. Quantunque ques to agen te produllore dello zona non sia mai stato isolato, pure l'autor e viene alle seg uenti conclus ioni . Lo zona ~ un'affezione generale infettiva, con contagiO molLo limilato, che agisce sui ga ngli intervertebrali, e determina secondariamente l'eruzione r utanea nella stessa
DILLI IIIALATTI! V!N.ItRBE X DKLLA PELLE
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)lilla che altre malattie ?enerali~ ed in. parLi~olare certi s.vfileoamenti coll'ossido d1 carboruo, coll'arsemco, p. es., pos10110 anche produrre lo zona.
Le predisposizione dell'individuo ha una parte molto importante nella fissa zione del microrgaoismo e gli artritici soprattutto sono disposti a subire la sua azione. Quanto ul colpo di freddo , se realmente la sua influ~nza MJate, agirebbe indebolendo repentinamente la resistenza .Jtale dell'ind~viduo e permettendo cosi l'entrala efiìcace del prme mrettivo. Gua 4ell'aone. - E. BESNI ER. - (Jour na( de Jlédecine et de Chiru"gie, aprile 1890). L'acne deJla fll.ccia può esser prodotto da cause numerotiasime ed, a seconda della sua eziologia, necessitare una cura piullosto generale che locale. Se si eccettua l'acne giovanile, si nota che quasi sempre si ha da fare con lesioni elle si accompagnano con una conge~tione ed una vascolariuazione mollo pronunciata della pelle. Questi acni possono essere prodotti da causa diretta, come quelli che sono dovuti all'azione dell'aria forte o dell'applicazione di belletti sul viso; ma ciò e l'eccezione, parchi· le sue vere ca use sono soprattutto d'origine riflessa. lJno dei riflessi più frequenti é quello che proviene dall'utero· in molte donne la mestrua. ' Zlone e la gravidanza sono la causa di congestioni con eru· zlone acnica sulla faccia ; ma un fatto assai curioso t'· che, in certi casi molto rari, questa azione può essere rovesciata e eh~ la faccia, al contrario, si liber i di queste eruzioni precrsamente durante questi periodi. Il riflesso del ve n tr icolo occupa anche un posto preponderante in questa eziologia. Molle per~one non possono in· tro.lurre certi alimenti nello stomaco, sopra tu tuo vino, senza che la faccia si congestioni immed iatamente· e cosa note"'Oie · · dell'alcool, ha questa .mnuenza. ' ' fti ' il Vmo, PIU Tutte le 8 ezroni dello stomoeo possono a nC<>ra essere causa di que· et'acoe. In una malata dea r ipar·lo dell'autore esiste un'afieziouc
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RIVIS1'A
dolorosa dello stomaco nello stesso tempo che essa é sospetta di un certo gr•ado di alcoolismo; combattendo questa due cause si giungerà probabilmente mollo presto ad ottenere un notevole miglioramento. Si prescriverà anzitutto la astinenza assoluta dal vino e, come sola bevanda, si concederà l'acqua od il !alLe. Per calmare i dolori, il malato pre·nderà dieci minuli prima del past.o un centigramrna d'estratto tebaico o quattro gocce di laudano. La stitichezza sarà combattuta colla magnesia e ciascun pasto ed infine, localmente, si faranno tutte le sere. pannellazioni s ulla faccia con un pennello inzuppato nel seguente miscugilo: Solfo precipitato . gr. uO Glicerina. . . . ,, 40 ~lcool canforato. . R 60 Questo trattamento seguito rigorosan1ente può bastare in moJti casi di questa ror ma. Ma non è sufficiente in •:erli ar.ni giovanili della facc ia e del dorso, acni che si osservano anche negli adulti e che sono caralleriz:r.ali Jalla conHuenza e dal volume delle pustole, come pure dal loro indur•imento. In questi casi è necessario un trattamento locale molto attivo determinante una desquammazione abbondante cd una vi va ir-ri lazio ne della pello. Lessar prescr ive attualmente l'applicazione di una pomata cosi composta: Creta bianca polverizzata g r. 5 • 20 NafLol canforato. Vas eli na. . . . 20 Sa pone verde . . ·. » 15 Solfo precipitato. u 50 Questa pasta, per l'irritazione che determina, provoca la espulsione dei comedoni. Essa deve ess;re app_licnla. a~Ja sera e lasciata in sito soltanto un quarto d'01•a. E soslrturta jn s eguito dalla polvere di amid'.>. L 'appl icazione è rinnovata piu giorni di seguito. Queste pr oporzioni non sono assolute e fa mestieri var iarle a seconda del grado di tolleranza degli individui. ~ necessario conoscere d'altronde che vi sono, a questo r~~
DRLLE MA LATTIE VENEREE E DELLA PELLE
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a gli alLri e che fa procedere per tentativi. Il gran vantaggio di queste paste sul Fapone uero è la rapidi tà della loro az•one e la poco durata ùe Ua loro applicazione.
J. .liNIJardo. differenze considerevoli dagli uni
Bllolorta e oara dell' aoDe. -
BARTnÉLRMY. -
(Gazelle
da 1/fipitau:r, )l_ 9, 1890) Conclusioui: t• CM dice acn(; dice .stomaco, vale a dire che la presenza dell'acne $Ulla faccia o sul petto deve fa1· immediatamente pensare al metllco: a) che esistono abitualmente, in questa Pl.lr sono, la c.lispep!iia, la dilatazione dello stornuco ed 1 di\'ersi sintomi elle vi s i riferiscono; b) che è sol tanto curando le al ter·oz10ni tligestiv~ che S I potru vincere defi niti\'amente l'affezione cutanea e che si avrà qualche probabibta di preveniroe le scoraggianti recidive. 2" Lt.1. dispepsia non fa luitaoia e/te preparare il terreno tul quale stmi seminato e si svilupperà il yerme acnogeno, quest'ultimo non trovando un terreno fa v0r evole c h o nella 1Cbor1'ea. Quest'ultima affczioue ;. la conseguenza dirella deU'elaborazione difettosa degli alimenti nello s tomaco, delle rennt>nlazioni anormali che essi subiscono e dell'eliminazione per le glùandole della pelle di tulli questi prodotti, SI! non tos~ici, per lo meno inulilizzabili, che sono stati assorbili coi prodotti veramente utili della digestione (leucomainc, acidi grassi vola tili, ecc.). Questa proposizione può riass unaersi con queste parole: nessun. acnt senza precedente se-
bo,.rea. 3• L'er u:ione acn.ica che comp11r e allora è il r isullato del "tminamento della pelle seborr-oica con yermi oenuti dalrt•llterno. Si può giudiC81'C dalla facilità di seminazione ch•1 presenta ai germi dell' esteriore una pelle seborroica dal BOlo ratto dell'aderenza delle poi veri a tmosferiche: Lutti quoll i e~•e banno la peli& grassa o meglio sebo1·roica, l'banno facilmente sudicia, sporcano presto l.a loro biancheria, ecc. _4" /.'eruzione acnica è contagiosa e soprattullo auio-inoculab,le di luogo a luogo, vale a dire, trasmissibìle da un in-
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RfVISTA.
dividuo ad un altro, a condizione di Lrovare un l~>rreno seborroico, essa si trasrnelte specialmente sullo s tesso individuo da una ghiandola sebacea primitivamente rnfetta alle allre ghiandole sebacee. Questa proprietà dell'inoculabilila permette di collocare racne rra le a ffezioni pH r·assitarie a fianco dell'ectima, della furuucolosi. dell'rmpetlgiue, ecc. È l'interno che prepara il terreno, e l'esterno che lo semina. Secondo la resistenza o la dep1·essiooe dell'orttan ismo, secondo lo stato seborroico più o meno completo clelia pelle, l'eruzione acnica sara discr eta o conHuente , molto circoscritta o mollo estesa, inlermiltente o permauonte, ecc. 5° Una volla che non vi sia acue s u di un individuo. pare che i germi acnogeni rh•iedano costantemente nella pelle; per lungo tempo allo sla lo latente, essi non attendono, per svilupparsi nuovamente, che un' occasiOllP fa,·orevole, come si vede dal fatto di cambiamento di r egime, dr rngestione di diversi !1143dicamenti (iodo, ecc.), o di cau~e debilitanti dello stato generale. 6" La cura deriva direttamente dalle nozioui eziologiche precedenti: indipendentemente dai mezzi chirurgici eccezio· nalmeotc indicati, come punture e incisioni, reschiamento, cauterizzazioni, ecc., dov rà consistere per una parte nell'anasepsi cut anea per combattere gli eleme11ti acnir.i in allivita; per l'altra par te nell'anii.~epsi gastro-ilt te.~linale, per rendere l'organismo refrattario a nuove espuls iom, sterilizzando il mezzo di cultura. Delle erlldolli outanee prodotte dal cloralio. - BoliJC. - (Journal de Médecin.e et de rMrUI"(]ie, dit'embr•e 188\l}.
Dal punto di vista dell'ezioloftia si nota che ri~te 111 certi individui una idio~incrasìa mollo spec iale, c he certe cùnd•zioni sembrano favorire siogolal'menle auche la comparsa di queste eruzioni. Si é osservato, pel' F>Semprc), che 1 fanciulli, sopr attutto ljuelli affetti da ister ismo, da cor ea, ecc., che gli individui indebolili, cachettici o :~ffetti dn ulit>l•Le, da paralisi Ftenerale, erano più predisposti degli altri alle eruzioni cloraliche. Di piu, come ha fatto •·ilevare Ba!'bilhon, la
lll!LI.E VAI.ATTI& rB " EREE E UEI.U PEU.E
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principale condizione di pr oduzione dell'eruzione è rintro cluzlone nell'organism o di alcool e di cloralio. Salvo rare eccezioni, l'eccezione avviene quasi fatalmente in condizioni sempre identiche. Si vedono fanciulli di 4 a 5 anni prendere impunemente dosi di 3 o 4 grammi di cloralio al giorno, ma se si amministra lor·o alcool, sia sotto forma di vino semplice o medicilaale. s ia solto forma di rhum, pozione di T odd, dcc., nel quarto d'ora o nellA mezz'or a che segue l'ingestione de ll'alcool, compare l'eritema. 11 cloralio è ordina riamente incapace di dar luogo all'eruzione; ra d' uopo che s i aggiunga a lui l'azione dell'alcool. La rorroa -più comune dell'eruzione cloralica ·~ l'er ilema. Molto meno frequenti sono la purpura e l'orticaria. L'andamento dell'eruzione è per cosi dire malemalico. In primo luogo, comparE\ il r ossor e della faccia susseguito ben tosto da vampe ùi color e. L 'er itema che si gener alizza in 1 seguito è caralleriz:zalo da placche di un r•osso vivo, d'a lpello liscio, ma formanti una leggera proeminenza. Le macchie sono di grandezza mollo ineguo.IP, ora separate da lratli di pelle sana, ora formanti g randi placche. Fuori della raecia si riscontra ~ulla par te anter iore del petto, a livello delle grondi articola zioni, al pugno ed al collo del piede. La eruzione compar e d'altronde :;euza febbre, souza dolor e e generalmente s enza prurito. Quando l'eritema è generalizzato, la faccia è tutta rossaetra, le congiuntive pa lpebrali e ciliari sono congestionale, IIOvenli v 1 ba lagrimazione; la super ficie inl~rna delle guance, la volta palalina e la faringe sono pure colpite. Contemporaneamente sopraggiungono palpitazioni, una leggera dispnea ed una t::erla s ecchezza ne lla bocca. Si è anche segnalato l'odore cloroformico dd flato. l!: specialmente d<'po il pasto che l'er itema si presenta più in~.nso. La s ua comparsa è molto çariabile, quanto a l suo ln•z•o, alla sua dur ata ed alla sua ter minazione. Ma è s trel~mente in rapporto coll' ingestione del medicamento ed è Ciò cbP. permette dj far ne la diagnosi, perc hè il suo espeLlo non difl'erisce da quello di molli altri eritemi.
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JUYISTA
P•orospermo•l toWoola.re ve&'etante. - THJBAI'I,T. _ (Journal de Médecine et de Chirurgie, sellembre J~S!l). L'affezione de~critla solto questo nome recentemente da ThibauH è estremamente rara, poichò egli non ba potuto riuoirne che lro osservazioni: essa però non i: meno interessante, percfu\ appartiene alla classe delle affezioni pa1·assitarie, ma dovute ad un parassita del tujlo speciale. Duvier, infaLLi, ha notato io un caso simile che questi parassiti erano animali inferiori della classe dei p!-lorozoarii e più precitoamente psorosperrni o coccidii che t'i localizzano e prollfe· rano di preferB'IU) all'orifizio dei follicoli pelosi, ove e~si pi'O· clucono disordin i caratteristici. Mnlassez ha avvicinalo questi coccidii ai psorozoarii che producono la malattia della psorospermia del co111glio. Ecco, secondo le ricer che di ThibauiL, alcune indicazioni su questa singolare affezione. Descritta sollo il nome di ipe1·trofia ge~eralo del s istema sebaceo, di acne !:tebacca cor·neo, essa ~ generalizzala alla più gran parte della t'li· perlìcie cutanea, con focolai di connoenz.a al cuoio capelluto, alle tempia, alla fronte, alla regione interscapolare, alla regione presternalc, alla regione mammaria, alla parete addo· mlnale, alla piega inguino-crurale, allo scrolo ed all'uno. L'affezione é caratterizzata ne l primo periodo da piccole prominenze brunastre, immerse negli o1·iflzi pilo-sebacei, nella stessa guisa. dei comedoni: in un secondo periodo dallo sviluppo ai focolai di confluenza di veri tumori separati da solchi profondi, crivellali nella loro s uperficie da orifizi dilatali , dai quali la pr essione fo uscire pus o materia sebacea. Questa affezione ha un'evoluzione molto lenta la s ua durata ~~ iodelermiuata e non ha alcuna tendenza /alla guarigione. Anche il pronostico ha una ~ravitil relativtl, poiclu\ fino ad ora nessuna cura ha poluLo migliorar e in modo sod· disfacente lo stato Jella pelle e presto o tardi sopraggiun· gono collo sviluppo dei tumori e colle loro ulcerazioni distw•bi funzionali importanti. P erallro la presenza degli organismi scopet'la da D~:~vier farà progr edire iuJubhiamente
DELLE lf.I. LATilB \'EXEREB E DEttA l'ELI,!!.
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Ja terapeulica e giustifico l'applicazione dei topici antiparasaitarii almeno nel primo periodo. La disLruzione soltanto potra essere efficace nel periodo vegetante. Jtrutgllle d'inverno. - (Jou1'nal de Jfédecine et de Chirurgie, agosto 1889) Il dott. Pignot ha dato nel Dictionnair e encyclopédique una descrizione molto completa di questa affezione uppena segnalata nei Trattati e che Duhl'ing (di Filadelfia) ba specialmente studiata. Secondo questi aulori è generalmente in autunno, nel periodo dei primi f•·e ddi, che la malallia comparisce; ma deV8@Ì a ggiungere che il momento fa vorevole allo sviluppo dell'affezione var ia notevolmt•nle secondo le annate e secondo i climi. La malattia di Dultl'ing é soprallutlo comune nelle regioni settentrionali; essa si presanla meno frequentemente a mano a mano c he c i avanziamo verso il s ud: s i è però osservata al Cairo. Siccome in questa regione il termometro non discende in inverno a l disotto di a• centigradi, così (• difficile ammettere che il fredd o sia sempre la causa della pl'Ul'igine; sembra pìu probabile che il punto di pal"Lem.u dell'irritazione cutanea risieda meno nel fr eddo s tesso che in un cambiamento rapido della temperatura. ~fa se l'atmosfera eset·cita quivi la pa1·te pr incipale, é certo, d'altra parte, che uon l'cale importanza deve essere attr ihtuta a certe condizioni favorevoli a venti l'apporto coll'igrane, col regime, colle tendenze costituzionali e special· mente coll'artritismo. Questa particolarità, non ricordata da Duhring, è stata r ilevata da Besnier. • . L'inizio dell'affezione avviene gradualmente od in modo tmprovviso. I segni obbiellivi souo completamente nulli. La pelle. nell'inizio, sembra sana, senza ipet·emia, senza desquammazione, senza lesione follicolar e d'alcuna specie, senza alterazione delle papille. 11 solo sintomo t! il prurito: prur tto tenace e molesto, che si esacerba specialmente alla sera e raggiunge il s uo massimo d'inlensilù nell'ol'a s usseg ueutfl
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RIVISTA
al coricarsi. AUora al malato, in preda ad un i.-resi,.labile ba. sogno di grattarsi, si grama tutto il corpo colle sue unghie fino a che si addormenta. Nel mattino il prurito .:. più raro ed in tutti i casi meno vivo che nella notte. Durante il giorno si ha assoluta calma, ma al cader del giorno ricornpaiono i tormenLi della vigilia. Quando l'affezione s i prolunfta, i tegumenti dapprima intatti si coprono a poco a poco di escoriazioni, di gr•afflatut·e, di c1·epature; l'epider_mide diventa ruvidà; i peli sono q ua e lù le vati via o t•olti; i follicoli s'infiammano e nei casi intensi compare una der·matale piu o meno estesa. La prurigine inver·nale può presentar-si in tutte le r·egaona del corpo, ma si manifMla di prererenza sulle estremila an· feriori , specialmente sulla parte inferiore delle co-.cie, sulltginoccllia, nei cavi poplitei, sui polpacci e sui malleoli risacde più specialmente s ulle superficie spt•ovvisle di peli che sulle region i molto pelose. Cambia d'altra pat·te molLo facilmente di sede. La dut·a ta dell'affezione e le sue allet•native di miglioramento o di rica· dula sono intimamente legale ai cambiamenti di temperulut·a. Quando il freddo diminuisce, il malato prova sollievo. Nulladimeno Duhring ha constatato la persistenza dell' all'ezaone in estate. La descrizione fal la s i applica ai casi tipici, ma in molti indivtdui la malatlill conserva una for ma comune e rich1amn appena l'attenzione; fa d'uopo distinguere alcuni. gradi uell'afT~ zione. Pe1' calmare la violenza del pt·urito, Dulal'ing consiglia di adoperare la glicerina, la vaselina, le preparazioni a l cu.ti'Amc ed all'acido fenico; preconizza anche l'uso dei bagni ulcaliui. Ma questi differenti medicamenti, lungi dall'esser~ infallabah, pt'esentano sovenli nella specie piu di un incon.Jt>rtif'nlé. Il malato eviterà di coprirsi troppo pesantemenlé e di portare biancheria troppo grossolana; si astert·à dagli eccitanti. dagli spiritosi) d :ti pesci di mare, e da ogni sor ta di alimenta conclili con molta spezie; secondo Besnier l'irnpolwramento della pelle coll'ossido di zinco o col bismuto ed i bagni a va-
I'IF.U,E M"AJ, ATTIE rENEilEE & DELtA 11EtLE
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pore a bassa temperatura dànno in certi in<li,;idui eccellenti risultalì. Nello stato delle nostr e cognizioni la cur·a della prurigine di inverno non può essere che sin tomatica. Obersleiner per altro, considerando l'affezione come una vera nevrosi, a,gisce ad un tempo localment.e coi topici appropriati e sul sistema nervoso generale coll'uso dell'arsenico. Dermatonevroal indloatrlol. - LELOIR, di Lille. - (Journal de .\1édeeine et de Chirurgie, agosto 1889). L'autore mette Jn rilievo il fallo che l'esistenza di certe afreztoui della pelle può fornire preziose indicazioni solto il punto di vista della diagnosi di malaUie del sistema nervoso. In un caso, per esempio, si vide manifestarsi in un malato una paraplegia con paralisi degli sfìnteri. Questi accidenti hanno cominciato bruscamente otto giorni prima; ma da sei mesi questo individuo presentava un erpete zosler del tronco e della regione toracica destra; forse se a questo momen lo si fosse cercata la sua origine, si sareb!Je potuto trovare qualche allro sintomo pren10nitorio della mielite d'origine sifililica, per la quale il malato è avvialo alla morte. Si sarebbe. potuto isliluire una cura energica e razionale e salvare questo malato. Soventi infatti le dermatonevrosi sono indicalrici di affezioni midoUari, come nel caso sopra riferito. In un'altra osservazione, dovuta a Duplay, un erpete zoster dell'arto inferiore fece supporre una malattia di Pott della regtone dorsale, la quale senza la presenza di questo zoster sa· rebbe passata inosservata. Un'altra volta un edema cronico degli arli infèriori accompagnalo da alterazioni di pigmenta1.ione della cute ha messo sulla via di una meningile spinale che sintomi poco Pronunziati non permettevano di caratterizzare sufficientemente. Altre volle sono affezioni encefaliche che possono essere in tal modo annunciate. L'autore cita il caso di una placca di Pseuùo-pelatina a nnunciante anticipa tamente l'inizio di una
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RI\'ISTA DRtl.E lfAI..AITIE VENERE& E DEl.l.A l'El.l.E
lesione sitllilica cerebt·ale delle più spiccate; io un altro caso la pelatioa pt•eceùeLle di qualche Lempo una sif11ide corebro~pi nale che pr esentava i ca r·atteri della paralisi gene1·a le. L'au tore riferisce ancor·a un'osservazione in cui ha 'isto dh•erse lesioni della pelle, come l'erpete del labbro e placche scleroder miche, che si riproduceva no durante alcuni anni, precedere una paròlisi generai~ 111 via di evoluz1one. ~aurizio Raynaud ha osservato una malata nella quale un e rpete mollo intenso della gola precedeLte di qualche tempo la compar sa dei fe nomeni di un tumore cer ebrale s uHseguita prontamente dt\ mor te. Altre atfe;doni nervose possono anche essere in Lal modo svelate: cosi un eczema persistente seguito da cJolori np,·ralgici ba potuto precedere la comparsa di una corea grave. Riassumendo, un cer to numet·o di affezioni della pelle perm eltono in certi casi di scopri t•e nna malattia laLenlo del ;;istema oet"vosb: questo é un fa Llo impoa•tnnte, perchè molle dermatosi non devono essere curale come le allre e•l spe· rialmente l'affezione ner·vosa che dt've essere ~olloposta a cura.
o
RIVISTA DI TERAPEUTICA 8ull& oura dell'ozen&. - MeYJE~. mecl. Wissensch., N. 50, 1889).
(Central11 . .fttr die
Nel metodo ot·dino.r io di cu1'8 dell'ozena si pulilscc bene la mucosa nasale con soluzione ui sale mal'ino e col tampona· mento e quindi si &pplica una sostanza astringen te. L'ultimo procedimento è particolarmente adattato per togliere i! muco molto aderente. La sensazione spiacevole che cagiona il t•iempimenlo del naso con ovalla in alcuni malati puri e~~e re evita La, non r ichiuùendo ambedue le narici n ello ~ lesso tempo. Se si rimuo ve il tam pone dopo 15-20 m inuti ne r·imano al-
RIVlSTA 01 TERAPEUTlCJ\
9~ l
&aecato il m u('.Q denso; un lampone asciutto porta poi via gli
ultimi resti della secrezione. Il Meyjes raccomanda invece dei soliti astringenti, di por lat·e il nitrato J'a r gemo sulla mu· cosa nasale t•ipulita (8-10 gocce d i una soluzione a l mezzo per cento iusufftata mediante uu polverizzatore introdotto proron J amente nelle cavita nasali) . Si rinforza la soluzione fino aJ 2 p. 1110 ed ìn circa 14 giorni si ottiene la scomparsa del fetor e e delle Cl'oste. I timori manifesl.ali da molLi autori contro il n itrato d'argento di p•·ovocare dolori di Lesta, s tarnuti, Slordimenli , il Meyjes nelle sue esperienze li ha trovati insussistenti. Nella profonda ot•ìzzootale introduzione della cannu!a, con cui solo possono essere bagnale dalla soluzione le parli più profonde della muco~a nasale, egli non ha. mai osservato questi spiacevoli accidenti secondari, e quindi raccomanda calorosamente di ri prendere per la te~pia dell'ozena l'uso del nitrato d'argento.
La iJlooulazlone della. ereslpola. nella. difterite . - Dottor BABCEJJNSKI, di Kieff. (The 1'-ancet, 26 aprile 1B90, e In ternational J(linische Rundschau). Lo scr itto riguarda il trallamento della diflerile a mezzo deU~ inoculazione con il virus della eresipola, siccome viene praticato dal do ttor Babchinski di Kiell'. I~ figlio di questo, infermo di difter ite cao gr e.nosa, pr·esen lava un caso disperato. 11 processo difterico si estendeva alle narici, ed il fanciullo si graffiava così da r isullarne ulcerazioni. La eresipola !!Opraggiunla intorno all'ulcere rendeva, se ·possibile, anche peggiore l~ pt•ognosi. Senonclle improvvisamente il fanciullo migliorò fi no a res liLuir si a salute. In seguito, incontratosi il dottor Babchinski in casi cons~mili e conchiude ndo che la eres ipola è antagonista della dtnerite, cominciò ad inocula re gli infer mi di questa con i ~aclerii di quella. La inoculazione riuscì quasi sempre, pralJ~La con le punluu·e nella r egione s ub mascellare, tanto che dt _quattordici infermi inoculati due morirono pri ma dello SViluppo della eresfpola, ma tutti gli altr i guarirono. Agli infermi non ru propinata m edicì 11a di soda, ma ven-
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RlVJSTA
nero rigorosamente disinfettale le loro abitazi oni. l n Lutti casi, nei quali la eresipola sopra"'·enne spontaneamente sulla difteriLe, questa spiegò forma mite e quella non rivesti carattere pericoloso. F. S.
lall'aslone terapeutloa e aagll e1fetU toaalol della oaJl&blll ln41oa. - J. R ussEL. RBYNOl.os. - (The Lancet, marzo 1890) L'autore dopo 30 anni c.li pratica sull'u!lo di que~lo rormaco s i deter·mina a pubblicarne i risultati, insislArtdo sul la dift!colLà antecedentemente incontrata c.Ia altri spel'imentalori nel provvedersi la pianta genuina, difticolla superata c.Ia! farmacologo Peter Squire, il quale se n'é pl'ovveduto direltamen~ dall'India, ed ha s aputo preparare eslralL! ad alcooliti inappunlabili. In certe anomalie dello stato mentale, nell'insonnia senile con vaniloquio, nelle forme di delirio con rammollimento ce-rebrale di Dur and-Fardel, l'autore non ha trovato di meglio che la canabis indica in dosi moderate c.li due o tre centigr·. di estratto amministrato a sera, e questa dose si è potuta mantl'nere per mesi ed anni, conservando semp~e la s tessa vir·t(r di calmare l'insonnia, il vanrloquio ed il delirio. Nel delirio alcoolico ha g iovato molte volle, ma ò d'incerto valor·e, nella melaoconia ha spesso convertito l'abbattimento in esaltazil>ne, nella mania cronica od acuta;. sempr·e riesci!& nocevole. Nella paralisi genet•ale ùi Marshall Hall con irre· quietezza, tonto nei bambini che negli adulli ha recato mollo giovamento. l n lu tte le affezioni dolor·ose che ora corrono ::;o llo la deno· minazione di disordini funzionali, nelle nevrn~gie periodiche semplici, e specialmente nella nevralgia fu<;cial e ha reso buoni servi,:ri. Una ne' ralgia della branca inferiore del rac· ciale che per 18 anni aveva resistito a lulle le cure, cedé alla cura pura e semplice della canabis indica, e non si rirr· novò più. Nelle novr ili questo rimedio giova molto, specialmente in unione con i mercuriali ed i iodici, l'arsenico, In chininn ed il
DI T~II.\ P Rl:TICA
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L'emict-aoùl trovo qua-.i sempt·e soli i c m dalla canalus , ne pt•evicnc g li occussi o li lronc», o dun inuisce le toft'et•enze tlell'inl'et·mo. Nella srialica, nelle mial~ie della nuca, ùe1 JomlJi, del lo· raee, nella gaslrodinia, nell"enlt.>t·all{ia, nel tinuilw;; anrium, IDOSChe volnnu, soJTen~nze io.L•·t·tcllP, 1'aut•1 r~ ha t'Jconosctuto per lun~a e tenace e&!•~"t'ten~t• esse' rJuest,.) rmHltlio affaLLo mulile, mentru invece 1 htt~-tlwri eli 'bta, gl'inceppatnonli dt·lln parola, l'informicola menlo delle mt>tnlJra u le Hllre pm•astesie doglt uwssici e dei goLtm"i ne Lt'<lggono IJUalcln• IIiovatHento. J 8Jl8llnJi clonici di forma tl(J ilelliea 0 COI'(!ÌI'S.. l'eclam pS18 de1 Lornb.n t "' de~li adulli p•·t· ,·erminazwue, per prima 11 ~e conda ·lentizione, ~ono ''inl1 du questo rimedio chef> inefficaee contro la "era epilessiu cron1C<J. In Lullt• qudle rorme comaluse o convulsive che r rc>Ot'I'Ono in casi dt tumori cer ebr·ali, nel delir·tu calmo o viol ento. e nelle foJ'JI\e epilelltche pet· lealone orga1lica CP.utra.Jo o [Wri reri~a. In cannbis ind ica si è lempre rno t:·at.a giovrvole, meou·e nella vera epilt>s,;ia i• rieICII.b inutile anche ad alta do<si. Egualmente inuLile 1., t·iuc:cila lèl crampo ambulatorto de~li ala"sici, nel crampo degli SCJ'Ìllora, nella co1·ea genel'alc, n ~>gl: spasmi l onici, co tue il lot·cieollo, nelln paralrsi <1~1lante, nel lri~ma, nel tolano, Jnenl•·e Ila giovato ntli cram r i n ollu t·ni dri gottosi e dei vecchi, 11 ell'a~; ma apasm,,d,co e nella d isnwuorr·ea spaslko. Lo eanah1s indica (}secondo 1'auLo1'o rl'azione mollo variabUe; lluu essendo anrora stalll separato il "UO p•·incip1o allJYn, gli "slrau, e le tinlur t• r1ca vali d nIla pwnla non possono t>ssero unit'ortni. e devono neC'PSSar iamenlo vorin•·c seCOJlllo In Blagiont• nella quale la pian ta è colla, e IH rogrone nella quale cresce. S11rebba quindi desider abile ullPw'r e In p1anta semp1·e delta li!Pdesima r egi one, l'accolla nf'lla sle~>~f'8 slogionH a nnuale, e bif'OguPrebbe r.on1iiii'ÌUI' siHop•·e da amministrar e una do~to rniouna li a"ll'allo o Ili aJ..:<,olilo, aum cnlaudola se<·otulo la lollerau~.a. tauto più eh~ i divers i indi"itlui -ono divcrsalbente $U"'cetLibili pe1· i rim,..d1 che speciallnenle si tl'ag~ono dal r"gnc, vegetale, <·ume il lue, i l calle, l'ip... cacuana, c la ~OCt! vornica, ecc. Cou l'abitudiiH' al I'Ìmedio ;.i può anm f> tl· l'e la do~e fin o a dieci, venti eù anche tl'enlo cenligr·ammi di fJ8
\)l \.
RlVISJA
e::.:lt·aLlù ul giot'Hu. mtt la """e ch CtrtfiUC ccullgrAnllrll ,. ~iii ruollo elevala, t' IIUO a pt·incirio uvcr·e etldli los>=tl't. La migliut• l'ot'IIHI di amminisll'I'IZione i· la Lmlurn u gocce
Rr•r•·a un pc1.1.o di zuccltt~ro. atnmioislt·ala ngni quallt•cJ o l'Ìll(jUC ;;torlll, lllllllt-Olando di Ulltl gocc.:ifl al ~iOrllO, linc!Jt :<t! tw Lt•ova un 'aulut.::glo, o ::-1 I'ÌCortO:sc·~ l'wulililit .t el ri111cdto. L'autot'l' l'llceornanda ai ,;:uot c~ollo>g-hi di non aùt.an:louare l'u<>n dello c·auabts 111 lica, la quale puit ren.Jet·e bun111 ,ervt~l. e 11011 prcultH••• ellelli to.;;sici Sl' non ,. ùata a do"i l•l'-'Rirhe.
Inftuen?;a della. forma sotto la quale sono a,n1ministra.U 1 medioa.mentl sulla loro &?;ione. -(.4 rclur,..-< \1,:,/,rafc~ Bel!le-~. novt-mbt·e 1889).
Secondo IJPrhet·l C. Hal' t' Ì!ti il iodurn di pola~;;in, o do~t ùt gr. 11,:.10, otuminiRLt·ale pr ima ùel pusto in l5 r:r·. tl'twqun, g ua t·it•à unt1 IJroncltìLH i11 quatlt·o g ionri, mentre cl11· l o RLI•sse dosi pt·ese in HO g t•ammi dopo il pusLo, nou »rportm•a nn<l okun mighornmonlo, anche daLe per più ::>eLLimatw. Il fert·o Hllllllinislt·nlo in una mistura eiTen·•·!W<'llle &J!irù t·npi laml'nle c fuvot·~volmente ~nll'anemia , mentre cht' rimane ioenì•·uc•f'. o pt·ncluct> anche· catli ,.i etl~tti. d n lo :~otto uu'aiLra l'ot•tna.
La mMfìna, cho, in soluzione acquosa , ùirniuui<-ce apiH'llll la Lo!IS", l'atlenw·ru rapidamente se la «i :;ciogl e it1 tiiHI prccnJu quunltlù d'ecc·ipit-nle \iscltio"o. :!2 a :lO ~rarnmi di ...olfalo di rnugnesiu con allt·l'll.wtn Ji acqua cai,Ja, nmtutni:.lrali nel mattino. cd astenen lo-'Ì il mo· IAlo dal bet'•' pur 11Ualche tempo, han11o un'azione t'avo ·uvc•le sul \'6L'sarnento pleurnle. A l ronlrario, pre;: i con moltu •lcrpul. e~~i rim&ll !!OllO assolulamenle ineltìcacì.J
T.u noce Youtica, la digitale, l» belladonna (1:' probalulriH'tttt• molli aiLt't me licamenli) !:'Ono mollo più eflkaci ..,,, :-t nli'Rcolano le tu1Lut•e co11 un pocn ù'a<'q ua imm..diatamenle •wunli la lnro f\lltmini<>lrllzione, ch" quando si prt•put•oun ~t>l lo fo r mi\ dr !!oluziOrll, Jtdlo 'lll&li e>'Se :<lartllt) ""'"'Ollli gio rtr ol u irti ict·e in co ~tlatlo coi Ral i a lr.alini.
111 l ~HAPIWTlt:A
~li :;
La oura d ella febbre tlfo1dea. in Australla - Oollm· J. W. E. RA RE. - (.\fedical Heer11 tl, :!:! fc>hbnli••. lf!OO). :St•llo ~pedale di Bl'isbant>, 111 An>'lrulin . fll'll lll\ rlell'inlt·n,Juziour tiPI metodo di tiranti. :::i ··bbe, su HUi- (;11-<i di fl'bht·•· llfntdo•A !l'lilla l i colla cura 8"'f't'LU11tll' . uuantn r·tallir dt l ~.Sr IOU • Nel pE'r.odo da t:"6111lèlÌO a !!ÌIJ~IIO l 'ls7. Ili r·ur il nwlo lo dr Hranrl fu u..:at.o ~ulluat•ranl"llt" e a lil<~ n .tr "'1"'1'11111'11ln ' ' •hbe ill2,:1 p 100 •h mot'll -<Il 171 ··n..:i llnl ~11!.!1111 IS~ì ul .:iul(no tx8!l, periodo in cui Il dello tneln.to 1'11 t'l!.!td:mtf'lllt• &Jlphct~lo, si ebbe i l -; p. 100 su 797 casi
Etloaola del balsamo del Perù nelle diarree oroniohEo .tolt. L. T oHALDO. - (Ga:t>etla mNI1eo "' Turlf'tO. 15 ft•hbt·aio 18!JO). Nulle ùif\l'ree ct·oniche si devono t.:onRide t•at·o i seguP it li rrHLì: (\Onlr àzìoni esagerof.e del piano IUII "'CO inl'l' Il· q Ila li pO I' • ~Ilo via lllllo il conlenulo nor·malc del tubo in lc!'llintll•·. ul quats <~i nn t~ce il p1·odotlo mot'boso, l'e~sudato di vet'i<a monl o eostilutto secondo chl' pr oviene eia un'mtìunun aLione calar raJ,., dtllla degenerazione nmtloiùe dc1 vtht, rlallc ,les~e uleeraziollt luhercolose. Trallasi ndUJ1•fll8 .ti colluall»r e l't•c~:ilaollità. ner veo muscolure. di l'imediore allH pet·iliLa clei lt!fUIIli intestinali c.Jigesli v i c dei prodotti dcii n digestione e pc" d1 modificare il funzionamento mot·l•o«n delle glantloil• iule!<liuuli, o r ese i<:chetnich • dalla .te~euernzwn•~ amtlotdll delle arterie o ulcerale dnlla lul>er colo.,i. Il habamo del Per ù ,. un potente mnJificalot·e dei les::;ul• malati co• qut~li viene in con!.allo, iiHfllllnlochc nt:"i,.ce e 'ci11111 ·11l la lot·o nut•·izi o11e c t•eiulegt•auolo co~ì lo lllll'le lesn; clov,·•·bbe quindi avere lu (Jt'efer enza sulle H ltt'f\ <:O'Ilanze ùll~l rllat•rnwhe. Partendo da queslo roncello l'aulot·e ha l'p~::rimenla Lo pel ~·rimo il balsamo del PPt'll nella cur a dello dillt'l'ee t.:roo tclw, tnvetet·ate e tlipenòenli da ;alterazioni ololln muco«a inlP«li· nule. Com·Jn CIO · · l 8 ~U() ri·CP r C lIl.! nel l C l l'1Uri'P6 l l CII· l'l~ICI · · U Jli'C· fllt'{'nzn, e poi in quelle dci nefr·i tici 1· tnularici r.I'On ici.
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111VIS1'A
Latlo'""umtuinistrata fn ùi 111czzo ~?rauuno al ;!tnr·uo ~ctollo iu lt·c ,.:rammi cl'alcool c nddiztouato con venlt ~ram tnt di Sdr·np[lll "': mpli l:t~ C citHfiii!Ctlll lU gmtmmi ui 8C'fll8. Il balsamo •lei P eru ru SllllllninisLr alo sia in forma liquida che in rorma pìllnlar·p; però si coustatu che ~~· la forma liquida riusciva più sgr·ad Hvol e veni va pero m~gl to Lollel'olo. Gli anunalali <~ulloposli a que'lla cur a t•rauu .lturr."ci da più m e"• ,. qua lc-uno du più armt ; quindi non s i putcva lralta r•e iu essi tlt un semplice slul\J caLa rt•n la della mucosa inte;..liuall'.
·
Oan,J,) uno s:tuarJo o tutt i gli espel'imenti e;;;e~utli <1111l'uutor.l, :,: i puù CtJncluder c: 1· Cl1e il balsamo d··l Perù può e:;~ere usato u scopo onlidiarroillo al 1uassiu10 alla do!le di un g t·amm" al grot·uo ud ul l ung~ to in molla fH·qua . 2' C he esso giova efticaet"rnt•nLt: nt•lle diar·t·er c•·otuche oslinalt>. se OtJtl ad &J'I'•·starlt', ce r·Lamt"llle Il rlirninui •·c il uumcro e la l't'equonza dc~lle scar ic he al vine. :1• Che esso non ha nlcun \'ulor e nt>lle cilarrt>P crooiche ACcompagnale a filaLi (t>bbrili. 4• Ch e devesi ><ospende,·e il ba lsAJllO dopo avel'lo <.;0111lllinislralo pet•lr·e giorm consecutivi, e ri pt•enrlt'l'lle ru~o dllpO trascorsi tre g-iot•ni se <'onlinua lo stato dtarrotcO. Sull'azione terapeutioa del feniluretano . - l>oLl. LUIOI SANSONJ. - (Gi01·nale cl.ella R. Ac<·ade mia m ed ieo d i Torino; numpri 6-7, l fl89).
Pe1· incl}rico u vuto dal professar Gia cosa, .l'auto•:" ha stucltalo SO J>J'8 ammalaLi J'Ì•·J\V61'ali nella clinica m"'ètÌicll geuertM, che ti profes»or Bozzr>lo mise genlilmentc- a sua clisposizione, l'azioue del fonthrret.ano, lino ad o1·a ùn ness ul1o s pttritucnlalu <'linicarnenle. Il fenilur·et.ano_ compo;;Lo della !'ef'ie aromatica che risulla dalla cornbinazione dell'anilina coll'r1Le•·e cloroetil Ctlrbouico, ò costituilo da una pnlvrt·e.bianca, cr•i:>talliua , i n.;olubiiP nell'acquA, :;;olubilt:;;"ima pct•ò nell'all!Onl t·nncentr·ato. Ste.;c.:OII te l'uuLoJ'fl non poteva dt!-\por•r o dr g •·and t quunliLit dJ di fcni l ur elano, pPrchè non l r OYasi in commer·cio r fu co-
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.areno IJUÌntll a lahbt•icarlo 1:! laùoralnrto, cn:-ì l~> o!:';:rrvasioni e sopra lullo le ec:perienze !<:Opra dnscun ammalalo sono searse; s1 ri,.erva però di r-mttinuar<' a completare lo c:Ludio di quel'lla 'ìnslanza che è convinto Mtrera n l'a r parte della l.erapia, art'ElCilttdo nn n lievi va n la g-g-i . Dalle osset·vazioni ed espet·ienze fall•• l"i possono lt•arr e le se!fuenli conclu!<ioni : t• Il l'e nilurt<tano l· un Arllipirelico H06J'giev r· s icm•o mentre coulempot·aneamente es~>rcila u n'aztotlf' beneHca sullo ~taio ~eneral e .
2" La do«e di /!l'tlmmi 0.~>0 corri~ponienle l'irca ad un grammo tli anltpidna é !"Uffktente a proùutTo una ùi•ninuzione della tempet·alura •li 1 2-:{ ::n·atli c!JC dut•a 4·8-12 oro. a• Il meecnnismo col quale s uccPdP lo s fcbbr amonlo é analogo 8 quello dr 1110lti a lt ri 811lipin•lici (lllllipirina, fenacetina, anllfebbl'ina, melacetina ); si ha t:to~> uu numenlo rlella lempr raLura peri l'8ri<:tl (dilAtazione vaso moli'JCe) ed urro dtlllinuzrnne rii fJuella cen trale. , . La discesa della Lemp(:ralnra ~i iruzm 20-i-0 mmuLi ùopo la presa •lei J'imedio ed ha luogo sr•nl a a lcuna a zione aeCISSoria da nn )Sa all'infuori del 'U•iOl'e pt·ofu"JS"ttno che compare conlemporaneameule all'inizio doJIIA re mi~"ionc della rebbre. Il reniluretano non eserc1la Alcuno intluonzal"ullo lemperalut-a normale. 5" Il femlut•etanO Ò UD r irncdio di Olfetlo ~ÌC UI'O nel t·eumalismo Arlicola t·e ucu~o e cro 11ieo, far:e rrdo !'ICO mpat·i••e fll'OIIIamente i dolnr i e il gonfìOJ'•' delle arlieoluzinni erl inllueu7"'~·1r~b eneflc•an~nle la l'ebbre t• lo stato ~r·nNale. P er nlt•:'11 ere un &ztone antlt·e1fuualica ?- n•:C>.Jl'sario t'it·or rP t'·· a dosi maglriori rli grommi 0,50 . ~ Il feniluretano ha un'6zioue anolgc::l:licn sicu1·a in al..: eun, casi; dubbia o nulla in n! tr·i. ~ Il rnt!!hor modo dì somminìl"lrat.tnnc di'l fenilurnlano 111 .. quello di fonderlo in vi nn mAI'!"Illtl; preso in qu ..slo modo 0011 (lrotluce collasso . nè cia lll>"i, n!\ tlllri irH•.on veniPnti d i IIOrta i P•·eso iu carline pu0 tlaJ'I' o rigine a vomito c bt•uciore di stomaco.
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RlVlSTA DI CHIM[CA E FARMACOLOUIA Sulpassaggiodella morfina n el latte della donna. - Espe· •·ienze cllim•che I:J cl luichc del dol.l. EHMANNO PIHIZANJ. - (La ra.'l.<:r'gna di scienze mediche, () llobre lt38!'l).
L'aulo•·e cu11 alcuni csperimf'nl• clinici e pro\'e cltimicbe che la tnor llna pl'esa tla lle donne milr'ici a dose terapeubca 11011 passa nel !aLle come tale. fertamcnle si po· L1·ebbe pansure elle l'alvaloide iu parola !'Ubisse c·augiamentl u t>ll'o••gau}smo e si Lra!'f'ormasse in osiiimorfìna. t'ome ha tllmu~Lra
d im os lrat<~ M 1wm(~, e quindi cosi mod ifi c~l ta fos::'e espulsa per
la g landola n•amma••io. Ciò polt•ebbe anche e:>ser •· ma t'su· lnl'e nun ent1·a in questo argomento, poicltè r<i allu11lana dallo :c;copo p r·aLico «.~he n el pt•esenle lavoro si ò p1·o rmsto. Difatti la quanLita dcll'ossimo•·fìna cl1e in seguito all'u!'O dJ morfìoa f•ULI'l·bbe pa~.'<fl re nel latte di una uutrice, sal'ebbe c·ertumt'nlc lieve, non tale da produl're di~lur·b i s u l<ll,laulr, pocc:lcc; si sa che K reis gi unse a prentlere oocbe iO cenligralllll'li rli ossi· m orfi11a senza risentime alcun eftctto.
Acido agariotnico chimicamente puro. - (Allyc:m. W iener :vJedtz. Zt>itung, N. 9, 1890). L'acido agttr•iciuic.o P il pl'iu cipio atLivo deJI' Agarieiua del ccHumerci<) eslrallo dut fnugo u tfi cinale del llaeice, svstanzll giil da luugo lompo conosciuta ed usat.a come i.llllt,lrotico. L 'acido put·o i> J'SJJJWe8enla lu ùa Ullli pol veru hiouca di r<pll~n. lore setaceu clH') r isulta ùi piccoli cristalli m•c•·oscopici a l'orma ù1 tavole ed i· p'lchissirno solublle uell'acqnu ti·etlda, meJiocrernunle uciiA boll< nle. La soluz.ione .si fa lcularoeule. cc)IJ sc!Jiuma e col •·a!TredJan1eHlo l'acido si sepa•·u di nuovo al lo sta to (i unmenLe cristallino. fl pun to Ji t'usioue i: a 138• C.
IHYHHA Il i O mru:.l. E I'.\IU I Ar.0 1.0G I A
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l.'Hofmer~l··r ha reccnternenlf' falln ol{;.tcllo l'nc~ido agArrriuico put•o eli un tH~cur·ato ""l'lmB lì!'\iolo~ico, dal quale
!'"''
scaturirono importanlr ns;;:enaz•oui I'U"O lerapeuticn SI'· condo I'B.Mmelstt•r·, a ca!!iono dPIIa ut::ione ir r·rlnn le. Jncult'. dell'a••idn. non è da cousiglrat·..;i la "\18 Applic}!Lione -.:;Uoculanea. m cn tr,. ~i pnò ustii'H intet'OI'IIItl'nl~> rotuo a11Lidl'olieo srnza temn di calLi ve c•onseffUCII/.C'. 1:'\clln clinico rll'l pr·ol'· ·~'-'01' Kaùler di Prega ru più Yoll !"OIUtnÌI\I4rRl•1 raci(llJ a~llric·• OICO alla do~r t,li O,O:l in un ca--n fin • a ll,l nel ..;uriore uollurno òei ti-;ici, senzn cht>, pre.,<:iuùendo di'l UJPI lievo pa~ seggertt ntlllsea st martifesla«sf'rO fenomeni di intnRsicazionc. Dosi di 0.02 e 0,0:3 furono -.rmpre bene toiiPratl• c poiché IR azione anLidr olica nel l'uonw come cw;..dr anilnalr si mo::;lrA r.hiarament(' dopo lll<'une ore•, mH suole tlurarr per pi ù di :H ore, cosi con la r ipetuta introduzione di piccPie dosi eli aculo agaricimco i> dala 1st pos:<ihilit.a di •·,ilare g-li lnconv<>nr••nli ··he poLl·obheJ'O tlo1·ivare dnllu sommini;t.r·aztontl eli unu xollt ~nrl o clos~. SPcondll il Kcutplcrel' la dose ordinaria dt arido ugar idnico flovrPLbe C!\Set·e d1 11,01 g r . tn una pillolu da f>t·t>nder sr preror tbilmenLC' lA o:er u alle ser. Se la sua uziouu " insulflc·i!'nle, si aumenta li no a rin• 1uo pillol e.
llllla t os•lcita. de ll'urina pneumon1oa. - Dott. C.\~111 1.0 PAv t::::~l. - {;l t eAiciu ilaltarw eli ctiniea medica , 811110 L'\.\ Ili , pun Lata I V, 31 dicembre l 'll-\9) La •{uestione della tos:s!c•là dell'm•tml è da molto tempo che orm1pa la mrn le degli !;per imeu lt,Lor·i. Rìce1·cando a clu s1 debbu il potere l11ssico dvll'urina, F ellz e Ritter Vl•nner o nella concl us•one che i snli l os::;ici son11 i "&li polassìci . Lo studitJ della tossidlit tlt•ll'ru·ina t'u r ipre:<o 111 quol:!li ultimi tempi da Bouchartl mn ~~ou uu c·ou•'CLio llll'ereu~ du •tuello da c.:ui ful'ollO guidali g li osseJ•vnloPi pr c<,;etlen l i. ~o l · f'or~anismo animale tanto ttflo 5'-lalo tì-:i,)lo~wo <'Ome irr C• m· dizk•ni palologiclu•, si l'oi'IJ\IlllO cosl nnkmeule dei principir, i quah l'l!E'I'CrterehiJer o un'azione LMS ICll ~ufl'or~urri;:: m o, ~e iu pnr·tc non fosse1·o disl1·utti rlal fega l o c in p R I·~o eliminul.i dai
RlVIST.\
dh'ersi eu\untorii e rr·a questi dai reni. Egli amrni:s•' pt•rò ch<1 m'Ila pulmùnilc, ad e!>empio, le urine sono pit't lo~c;irhe, che !1~ urine normali, n In morte avvPrTehbe oiLi'e r.:ht• eoi 'iegui rH'dinart tlelriuloc;.::icazron~> pPr· ul'iua normale 111111~1. nhbas;;nmeulo termico, anche •·on couvuJsioui lunichP e.t opislo· lo no. ,\uche il pr·ore.. c;ore Ml\ragltano dalla ossen·nziunc dinica è stato rondfJlto già dH mollo tempo ad ammcllcr•• la pre,;or1ZA nel cir·~;ulo sauguigno ùPi pneumouici di urt pt•trtcipio LOS$Ì<'O pt>l cuor e, dando cosi una nuova sauzion>' !<por·tmen· tnle nl pi'tWrlto dll molli soslc11ulo da l'avorir·e la tliur•c,.,i nei pneumonicL Per consi;.:ho ù••l profe~sor .Maragliano l'autore ha preso in esame le ur·ine di molli pneurooni ·i della d mica me Jica Ili GPnovA, spemnenlandole con iniezioni nello vena rnergr· tHllP dell'orecdrio tli coniglt. Scopo principale cr·a quello di vNiere "'' verFirnt•nlele ·urine dei pueumonici fOSSPt'fl ~o:cmpr•e l'"' to~<sichè !Ici normale, e in quAle r·apporlo rldln los!'licila fO""e col dE'cor"o dellfl rnRinltra; r·ic:Pt'' an dosi, quA lo m t dalt fossero sluLi posrlr,·i di ~tudiart! ul lori•lrmenle la ··au~u tlel· I'Aunwnlala lo<>sicilà. Dai risultAti ollcnuli si r•ileverehhe anzilullo <·lw la tn.::sic·ità dello ltr'IIH' ùei pneuroouici 'aria rnollissirno rwi diver.;i l'll!ìÌ •' c.hu o tH'he le ur·inc di Ull fl Rlos>o~o pneurnouko hanun urt iwlice di lo~sicità di:ffer,...ntc ner vAri giorni di rnolottia HiR~sunrcudo poi le consi<lcrazionr ... volte dall' outore nel presente lavor·o .::i potrebbe stabilire: J• ChP non si può discono~ccr·e la tossicilu t!PIIa llr·ina umanA; ma che lo d0se alla •1ualc essa riescE' le! alt> •· in rappol'lo non solo CtJII8 quantità dt mute r·iale tossÌt'O •·ontcrtulo, ma anclre con la maggior·e o minore t'OR tstl'nUl dol-
l'auimalP sleS"'O al veleno.
l
2• Clw unu avenùosi fiuor11 i mezzi pe1' valutm·e l' indrvt•luale J'I'SlSl~'IIZ8 J,:ogli aoJmAii alle sostanze lO!'I'licl•e, err onei sonu i dati rhe anch1! Jl"l' appro~simazioue s1 \'ollero lt'arre dalle iniezioni 11i UI'Ìnfl nPi conigli circa la qnAntila di muteriaJa lm:sico eliminalo 111 un <.Ialo tempo dai r·nnr. :1° Che g-li animali a cui vrcne iniett.ala urina pnoumo-
9.2 1
DI CIIIMI C \ E FAR~fACOJ.OG l \
111c11 muu1nno pr•>:::e ntnrulo lo :::te ..so quHdJ·o l'enomenQiogko che qut>lli che sub1scnr1o 1'111iezione .li u1·irr1.1 nol'llrule. QnPRlo (ALin, nou in(h·mtllt•lo r·Prl" l'H~!:'er·zit~uO <11 'Jllll~li o:::~et·valO I'Ì elm eon rndn!Jini c:lr i mir·IJe r i rrven r•cr·n dog-l i speciali alcaloidi nell'urinu ùei pni"\Jmouici. diruoslra pct•n conu> quesl1 alcnloi•h n $O•ro rnrHrc·ui n vi &.'<isl.mo in quanlilA co!'Ì picco).. rhe riP!'t'nno Jali.
lal valore d iagno3tloo e pronostico dell'urobilinuria. HAvt:M. -
(Ga::eitc rles l-ltipilttUJ:,
18l:!~J, N.
l l4).
St -.a rlre le ula la l l e del feau•o J'tlll8111.mno ruoltn "P~-"""'o lnL•·nti <lrll'unt.- il primn 1'"1'10 lo dr loro •·vnlrrzinru•.
Tlllll 1 siulumr t'IlO pn!<~ouo pt.'.l'mell,.ro dr diag-uo,.,l•·ur·le a <Jtlr•<:lo periodo :>nuo 'l'rindi ppPt.iosi e~ lauto pril pt·ezro:.l 111 qunnlo c·he le proiJal•ililù dr gua l'i!!iorre diu1i1 r ui~eono ··ou· llidert•volmente t·nii'H rlli..:ir<lit dell• · l esioni. Ora. l'••same ùelle 01'1111' ptu·,., !>ee·oudC' l'autore, che ahhw per que!:'la Jia;mos i pi'Ot·oce delle afl'èziorn cpalirlrc, l'impor·· lanzo ~'he el>sa ha pc1' l~ malallie dei r·eni. N"i •·a!>i eli alterazioni t•enali. ci prcorcup1nmo uell'al buminn, dt•ll'urea, dell'ar·ido LU'tCO, è(·c. Ne1 ra~i di lt'sioni l'pulirhe n0i dobbiamo rivol~ere h uoslJ'A t1llt>nzi or1 e sui pigrneuli e specialmen lo !>U ll'urobilina. Al conlra1·io di eicì c:IH' "i osserva ue:;li ttnimali di labol'lllorir, , rurobilinur iu è moiiCJ fr·errne11le nell'uomo adulto, 80pra tlutkl nella clienlela o<>pedatÌ('rA. C11r ~embJ•a, a parf'r e •lell' autore, clovulo olia ra1•rrù. dello <:lato perr~>tlamenle sano d•·l fegato degli adulli, rnri tti dovuta e,.;~~l stessa alle l'u tliv•. ab1Ludint nlimenlnru• e "'JlC<:ialml·nte Rll'uso delle bevanùc alrooliche .
Aggiunge però l'alti OI'C cl1e, pe r twer•c u1r srg rrifkalo pa-
l~llll(iNl nello, l'urohilinuriR deve es.,ere abituai~, dure, olc, hhcr·a dt pt·tlsenlare tla un g-iorno aii'Ailro alcune vaJ·iaziClni ')Urt~tlilative. f n IJUè~le condizione di pPrln811COZ8, l'urobiiJllUI'tA, ~ucbe in d••hoh• [ti'OflOr'ZÌO!lf', lllllir·a Ull r<'galO 8110hlltiQ, 11 '!Ila le hn subltn nellt~ sua l:O:o<lillt7,iotw uoatoUlica una rnoditirazione p iù o me11o profoiiCia.
111 vrsr.\
"
Co;:i raulora fu coudollo a c·onsiùer are, in 1111 IIIOUO ~e ueralo, l"ut•obilina come il ptgmenlo dell'in~nflkie11~o epaLica. Egl i ha osservato l'urol dlìnuria nelle sague11Li c·ircostanze: t• Nell'inizio delle cirro!'i alcooliche. Qnesln c ::~uvenli la prima manifeslazione tlella malaltia, d'onde la suf1 import~nza clioica in simili casi . :!.0 Lo stesso si osser"a uf'ì cardiaci, uei qual1 J) feg~•lo non é tumt•ft~Uo. ln quesli tnalati essa pun c•::,;ere e!!uatmenl· ~ uu indizio di lesioni epoJiche principiunLi. :3• In un g randissimo num•·•·o di malallir acu te ··l1r sopraggiungono i11 alcoolici; lll'ila febbre lifoidC'a , ad e"empio. fn quflsla malattia una noll·volc pt•opor·zionc d'ur·obrlina •lrve anzi inspi~;are riserve per il pl'Onoslic.o. i·· ~ l'lld pucrp.-·re r•·imipat·e è uelle nulr~t·i. 5• Nella uu'lggior· pa 1·tc ,J,>lle r.acbc~sie. L'autnre r·o 11c ltiude t·ol l'nt· 11olure d11· l'urob i litHl l1 a uu M· bofl· poL•·rr· Lmlorio e cli P se ne put'l trovare u11a IIOlt·vole propor7.1on•· nelle or·i ne pHJli<.le. Nei casi in c:ut I'OI'Ìtra •' densa, molto CI)IOrJta 1lalica, feiJIJr·c· con s'Udot·e p•·,,fuso. ec<'.) il piu sovonli la colorazione <·arica, che Ila fallo ùare 11 qut-~sle orine il qualifìcalivo J.'e(laliche, è dovuto non all'ur ohilina. ma principalmente al pigmento normale: l'uronouo. Del modo di amministrare il oloro.formto a. dosi deboli e continue. - MA UltiCC: Pk:RAtRe. - (Archioe!< de JfcJdectne e1 de Pharmacie .l\ li ltfaire,, novelllbJ·e l8XH). QuCSlO proceSSO C:OilSÌSl6 nel vet·Sar·e !:'U ÙÌ Ullfl t"Ompressa al(ruanLo !"j\essu s<>lo quntlJ·o o c·inque gorce di dor·di'ormio per volta; si l'innovano dopo 1'110 ··sse siano uvllpMa le, senza
in ll•rm i ttcn~a. se11za pennetlt•r·p al mal<:~ Lo di assoehirP ariil. Si può in lal modo mallf.eiH'J'<' 11 sonno arteslo>:oir·o IWI' un'ora e più senza adoperat·e p1ù di 15,20 e 25 gt•&mtnì di ,·loro·
formio. Il malato non è sotloC"atu da t[uesLe tl<·holi dosi; é
mollo rar·o che Psso vomiti, sia duraule, !"'io dopo In clorofor m izzu:doue: non si oss••t•va ::.reneralmcnL<· in lui 11 •~· pt>· riodo di eccilazionfl, ne agitazione, rti· jpereslrosifl.
1)1 C Uill iCA & f'AR\1.\t;OI.Or.IA
Secondo PPrair·~· occorr~>r·ehbero -:-8 grammi di clor·ofor·mio per ottenere dappl'ima l'in!ieusibilitù, l~ o 15 alLri gnunmi servirc•bboro a monlo11e1·•• l'a nestcsin, la qua le dt• ve ~O i i lpt·e es~rP COnServala 81JO SlPSf'O ;:radO So'IIZ8 BUIDCIItNI'IO 0 di-
minuirla È con una clororormizzazione lt>nla mediante dos1 dt>holi l'be si evilPraano gh ae<·idenli di nsris<=ia o di ~ilwope rnrdiaca che sono gru vissimi. Penetrando lentamcult· e• l a do,..i f1•azionale IH>ll'o r~a n ismo, i ,·apori u neslesid pPrmcllono a •tueslo di abituMsi e poco o poco nlln lo1·o 11zione, 1a1cnlre che una doc;e l'orte di dol·ofo1·mio asf'orbita lulla d'uu t•Qipo !'Orpre nde in qualclre n1odo 11 SÌ!>lt ma nervo!'O coll'az1one ~t·cessiva olei brividi e ann1eutando 'luasi immedi!llamenle le funzioni . Secondo Daslrc e ~1orat lu si1wop•· c·ardiara sarebbe d'o· rigine lflringo· rillossa e [H'OtlollA dull'il'rilazione dello· pt·1me vie respiratorio coi vapori r lor ofol'naid . Pi\1 Lu r·cJi, ~O [WH~ ;.riuogel·ebbe una <>.incopc bulbare dnvula all'<'rciLAzione cld bulbo <'oll'ageult• t\ lleslesico, ec·ciluziotw che SI propaglu'rehbe fluo al cuot·e per i nct·v1 vaght. Il miglior segno dell'anc ...lE'f'IO è lu l'isoluziOI\1' c·onaplcta dei muscolt, spef'ialmente degli adduttori; l'inst!nsibilrlà della cornea e lo stato dulia pupilla hunno minore impor·lanza. PPrait·e t·iLa piu di se:;;santa u!oi!:'Orvazioni t·at•,·o iL0 all'os pedole Biehal; la clor ofOI'rniz:tatioHe p111 lunga r~ ore) ha richiesto .10 grammi di clorofor mio (nblozionc olr un sArcoma uterino) una volte, ,}5 grammi uu'Hilrtt 'I'OltA {IHpar olonlitl). Il minimo di clurofot·mio ad .. peratu fu di :5 gr·a u111ll [Wl' una operazione che ha durato un IJillll'lO d'ora (ablat.IOII<' oli 1111 polipo uterino). La m ecJio f11 di 20 a 25 gr ammi per· opera· zinoì delltl thll'aln d i un'o1·a e mezzo l'irea. l "omiti «i (>f'servarono in modo f.S:<olulament" oc·c•ezionale (:! c·al>i), l'a:zilazione l'urissiiOAmente (7 1·u~•).
lll VJ~TA
Eliminazione dell'a.oldo sallollioo per la via. dei rent. GtonGE CHOPI N. - (Journal de M Pcleeine et cle (,'htrurgie, agos t<J J81:!!)). La signorina George Cbopi 11 ha stabi li to le cmlllizioni di :::alicilicl) p !>l' i reni, .sta allo sltllo sa no, $Ìa allo s tato pa tologico, iu un lavo ro iwpo•·taote, sopr attutto dal punto di vista dell' ig ienè a cagione di certe conseg uenze che ne derivano. Pare dimostralo che in Lutti i cas i in cui csis lr· una lesione ••enale, l'ol'ganismo trattiene una parle più g••a:.cle di medicamenti che allo stato normale; d'onde accumulo !ld el~ CeW tossici tal volta imprevisti. Per l'acido s alicilico, in parLicoJare, si pu6 con chiuùer·e che rruesto medicamento, il quale aumenta la quantità d'ol'ina quaudo il 't•eue è sa11o o parzialmente a!L(Walo, la diminuisca ai contrario nelle nefrtli ùc;uLe, i11 cui' il rene é tota l mt~ nle affe tlo. In genoralc la s~a eliminazione subisce altet·aziolli pt•ofonde f)Uaodr. il l'ene e rnalalo; esStl è ritardata e molto diminuilo. Così, con do!>i ntoder ale. s i notano in lulli i casi di malattie tlei reui , Jìn aa l pt·imo o dal secondo g io r no i dislurbi abituali dell'intoller anza ilell'aeido s alicil ico. Queste ricel'che hanno una w·auùe impor tanza , pel·•·hi> tli· 1nosLt·a no come la pl'oibi7.ione del sa licilaggio delle sostanze alimentari l'ossa giustifical o. L'acido ~alicilico co~i adopE>I'alo perrn ell.evN di l'ar ser· vire alla cons urnazione pro•lotti ollcr ati che pet• loro stessi erano già un IJer icolo. Ma, d1 piu, auchf' a piccole dosi, t}uando a ren i sono allerati. si osservAno fa cilmente dt:slut·bi do po poco tem po. Ot•a rl f•l vtno iu pat·ticolarc il salicilaggto con 1.50 gr. per litro er a inollo fr·cqnenLe. Ne rts ullava c he UJI individuo. il cluale beveva 2 litri di ques to vino uella giornata arl'ivavn ad assorbi re 3 ~··amm i d'acUo saJiciliC<I per giot•no. L'a ulorizzttzione del salicila~gio e ra lan lo piu pet·icolosa 111 pratica, io quanto che il pr·ezzo dell'acido salicilico non è paù mollo elevalo dopo che si prepara col ftmolo . lnollr e flncl1e con :.? gram.rni per Htr·o non si avver te il g usto del medicamento nelltl so5tanza l'al sificata. el imin~zione dell'acuJo
01 CUL'l!ICA E I'AR nA t:OI,Or.I A
L'utcn ùell'acido sahcilico nei genet·• aliwenlari aveva (II'C!>O una tale estensione clw irt F•·ancia, soltanto P~"t' l'anno 1880 ne rurono consumali 50,000 c.:llilogrnmmt per ltt conservazione degli ulimonti. Si può dun'(ue aff~ rmarl' che que<~lo ac1do. adoperalo come anliseltico1 non potrebbe essere lolll'ralc' nell'alimenta~ione pubblica e che lo COilClURIOni dell 'Accademia et'UI I<• pl~rl'el lameule ~iustiflcaLe , quando es!'a ha dichiaralo che dMi deboli, ntu giornalier e e proluugaLe, deU'acido Ralicilico o dci !\UOi derivali, possono pPoduJ•r·o d1slurbi notovoli nella salute iu certi individui impros<~ionabili a questo medicamento nelle persone allempate, in •tuelle che non hanno i rt•ni od il lubo digestivo perfettamente integri.
RIVI~TA Dl TO~~ImWGIA R MEOI(INA LEGALE --~~:---
Il P•to nei orlminall In rapporto ai normall . - DollOI' s. o ·rTOLENGHI. - (Giorll(lle della R. Aeeademiamt•tlieadi Tormo; numer i 4 e 5, t~rtno 188H). Dalle numero~·· e diliQ"E>nti espel'ienze r iferite dall'autore, risulta evideote che il s~uso del gu!';to oppa1·•' !JÌÙ sviluppato ~ell'uomo nor·male clte nei cl'iminalt, più :;vilupp!tlo nel dehnqueute d'occasione che nel delinquente nato. Auche l'acertdo il raffronto con le os..er,•azionl rutte :;u persont! poco colte, spicca l o stesso rapporto: meul ro l' ollu~ilà gustativa (per l'amnl'o) ru Lrovota in queste nel ~5 p. HIO, sarebbA ttei delinquenlt nati nel 38,3 p. 100, e nei pr·ofeR~iouisli "Oio nel H p. 100 11 che si r ipete più evidentemente ancor a per 11 dolce 6 per il salato . . La donna criminale, piu ancora di 'lll&nlo ~a1·ebbe prevcdrbrle, presenta un gusto più olluRo che la donna no1·maiP; 6 que~La presenta per tulli i gusti un' acu1 là press'o poco eguale all'uo!Do. Se si liuue conLu pe1·ù dell'ubiludi rH1 al l'u-
!1.20
HI VISTJ\
Ul
TOS~ I COLO G I.A
tna r '"' ~ al ber e tuol to
più t:peciala all' uomo, nun si puo a nwuo di suppot·t·e elle t'ealt neuLc, a par i cuudizioui, il senso .l ei gusto sia pi l t s qui~ i lo nel l'uomo cb e nella donna. Uu t'alLo dé~no di nolu é che alcune donue che pn>'savuno per tllJl'nl&li. m a at•anu pet·ù derlite a 1·tzi e lasdvia. diutlr1 o i 11 r1ues le tls p c t ·i•.' ll i.:<~
una pe1·cenluale put•i o lle rwitHinHli . e
perfino peg~iOl'f'. Cer canJo pni 111 clte w odo ditelli la s<•nsaziOJw l={ustutt 1' 8 iu ta li et·im inali, sembl'a c lte il di l'è l lo dell' HCUttù gnstali va !'lia più qualilalivo che 'lllanlilalivu. Gli autori lt·ovurono. P<lr esempio, che l'eccilamet Jlo ge nertco nei piu et•a percep tlo po.;o ciisl ant e tla f no rrnah•, ma e t·u l a sensazioao speci nca f(llf'IIH d1f' rilar.tavà enormemente, onde !'\i videro i11divi.lui f'lto ttlle piu fcll'li soluzioni ddl'anlAl'o oceusarono allt·~ Sl'rt· sazio n i : a,vv et·ti va no essi quel dato ec:ci tam e~to , ma nnu so· pevano dill'erenziarlo c;he laed ~ e alcuni pui non ci r!Utt<'iVIlno affatto. Vennet·o infoLt.i risconlr1:1Li nei cri m i nali tlue casi ùi ve ea ceci tA g u!'\ta :ivtl (liH'Ziale, uno pPr 'J'a mHt'n, l'élllr·oi)C l' il dolce. Quesw cosiddi.A cecilil c.OITispollllo~rebbe alla cecità c1·om aticA per un da to colo l'e; l'asi p€' t 1'1 1li cecilù gustulivn
COlHpleLn 110 n ~t: ne r isCOII l nmu.
Pensand() a quesleannlllalie t•i<•nt•r e il pen"iei'O elle sre~l"O d i i\~L Li nel definquet.le nlll!J la facol tà di dill\-r enzinzin11e di'Ile d i vt~rse !'<l:ìi'ISazion i, il c he deve rl ip!mcl er·e 11 0 11 lAII l O dA ullll·
r azioni sensorie quanLo piultost() dalle corticali. L 'oreooliio nei delinquenti. - Dollot· G. G R ADF:I'( t GC. - (Gio r· ttale della R. Acr.atlemia rli TorittO, numcf'i 4 e 5.anno lt\8\t). Per' invito del p t•ol'essC'l t'e Lornbroso, l 'autor e J,n illtrap t•<JS<l una serie di r iccrclte iulot·no all'or g-flno dc>ll"udil•) ne~ delin·
quenli, dalle quali r i!'\ultel·ebbe clll' in ~-'S~i 111 'fueqneuza delle malflttie dell'or eccltio in ge11P.r t-' l· supet'i Ol'•' Hlln rne~ifl nO t'· male Come si ~piega que!'\LO fAlLO • Anzilttllo lale freqneuza deve• \'An ire !-i<'nza !lubhio wes:~ 11 i11 t'apporlo c n11 lo «favor evoli 0011dizion i igieniche nt•ll<> q unlì i delinqueuli vi'''Jtto l'unt'i o dentro del co•·<·eee; col me lo.!~ di vita . i vi zi c le abiludini pct C iti !"i lt·c.vono ef'po:-:.li, u~Mt
pto che i uormah , ull oziorlt' ddlc c~lll "'~-' nrorum;e, capaci t..li provocaN e mantener·o l e mAiullie dell"orucchio. Ba~terebbe r·i corJar·<• in pt·oposilo rome nellt> l'll&li!:iliclw otoiatrichc le aff~zi oni del nuso t! della ~ola, n-"'aj piu frequenti nei tlelinquenlr per l'ahiludim· .ti rumnr·L! c di 1·ìeeare figurino 'luale cau<;n patogorwlica dr llo nll'czioni •lell'ort'CCilio nel :I:J-iO p. 100 rll'i ca~r; il r~umati.,.mo uel l:i p. 100 d.-i CD"'• Si agf(iunganc) f'ra i pr·incipoli momenti pat.ogor 1eticr lo ;::ili· Ilde, la sct·ol'olosi, la Lubel'l:oiO"Ì. l'c•r·e.litu: por l'intluouzu t li lalunc• pr•ort!S"iOni, l rr·equerrlr tl'alllllÌ Ol ~pn, ec·c. Si può domuntlar••) pAr ò Re oltrP alle cauM morÙOf;C accennale si dobba ammc lle t·c nei delinquenti cuta diminuzion<' dellu :·esi~tenzu, untt "peciale l~tbrlltn dell' or;rano dell'udito di \laralter•e dcgene r·ati vn. la o d tlà cl H• fa vot•irebbe lo svolgi mento delle mal<t lli c·. l ·lati racc.>ltt dat ruulot·~ 11011 p••t·mellnno t..lt fll•·mulnt·e lllltl rispn-.tu a tale dumnnda, vnol:--a per!'a uc-:e r11 tn re come m l'livore tli que ~lu ipote;.:i 'embt' , ,.~bh t• pArli! t'C il l'n llo cl11• ;;pPsSc> e pr·l'ci;.amenle nei <'8 ::-i .Jesi:mati lall'uutun: CtlOle disaeusia rwn e.~attamenle toealiz:oau,fi , s i t'i 5~co a t ~,..-, in delinquenli di 25- :!0 anoi un Ot'gtlnO dell'udito cnn IJcn rnal'c·ati car·aLLe l'i rUI17.10il81ì di daj.WilCI'()ZIOIIl' o 111\cliUZÌOllC ,.;emJe, f!Uilli h avrebbero polHli tJfl'l'ire g-lì Ol'et:chi di utt ''ecch io sua ao 11 &J Alllti. Da alcune t•icer·chc falle clnl dottor e Ollolrn:rhi r isulta che li Ili delrnquen li o l ~t·e l'ot•ecdlio a nc h e ;!li allr·i se n si s pcd li ci, eccdto la '' is la , sono .ronJituH·io o llu~ i . l ri;::ullati delle esperie nze dell'aulot·l' p11,..sono per·tanto esllat·~ ..:osl riassunti : to Negli uomitta delinqul'nti sr c"ns lal<l ac·uilà uditiva inreriot•e alla metlill ili p r opOri.ÌOIIC II!""8Ì llltlg!!iOr~ (tlli Ì 60 UÌ iO 11 • 100 dei cusi), c ft c1 nogli LUJlll ll ti normnl i (.lai :!;, ni i-5 pet• Hlll clr•r casi). Qu l•;::to Y&ll' 111 rni "'ll t'u m ino,... per· le d<~ttrt t' deltnc1ueuti (4:, :,5 p. 100 t!er ca~i). in conrrouto uliP do11nt'
Mt·tMii.
e
2• La diminuzio11e n"ll'ucuilu uùilivo pt•oclolla nulla gr u nde ma~gìor·a nza elci cusi do ufTe'litJni tnfi a mmalo t ie del l'orecchio 1Mùio o ùell'unteruo; solo in ta ln ni casi (H p. 100 deJi!li
l
IIIVIS l'\ Ol TOSSICOLOGI.l
e»amiuali), 18 p. LOO det malati l'ti può eonslatat•c unn ro1·ma di .lt:sa<·usi3 analogn allo •·ushl .. Lla pres/Jieusia cJPi \'Ct•t.:h i liuni, lu •t ual~> Juvrebl>e e~ere allril.luita ptutloslo clte a lcs•onì 111· fh~ t nroato rie a lesioni di C9l'8lt\JI'8 ullg,..nerativo dell'organo dell'udito. 3' La ditoinuziom· dl'll'acuilà uclilt va uon slu in l'ttpporlo co;.;Lan l•• c.on le o Ll usiUt olol lullo, rlel gusl>t, dl•ll' oll'uLln. lo '[Uali st risconlt·ano di frequenlP twi delinquenti.
Nuovi studi sull'ldenttta . - DollOI' SAL\ ATORE 0Trfll ~ ~GHJ. - IRioi.<~ta sperimentale ti i J'r t•fl iai r ia r• ti i meri Ìt'lltn le,, afe: .,,,1. '\.v, fascicoli Il e III ). P~r quanto il
tema ùt·ll'i(lenlilà Rìa 8lato lrallaLP dm 1111-
~liort medici legali, non pol'lti problrmi (ca l viZi~, <'8lltZit•) che
lo eo n m~rn o uo sono lult'fllLt•o che eon certe1.za J'i:~olli. i~ strano r:he montl'l~ nel fAto ahbiamo dali pet· iRlahiUt·e l'ela con certezza e cou gt·aude p!'l'cmsione, nw11lro 11011 ci mnnc1U10 si nlumi per i pet·iodi della YJla corri!>pOu lentt al· rini7.Jat•si della pubertà ecl alla ''ecchiaia dicbiaralA, pet· !'111· dìviùuo adulLll abbiau1o bt'n pochi dali certi. In ptwo •·onto s i po;:,~ono tenere ri,.pello ntr.. tA i dati formli da!iu ('tiiiiZif·. dalla t'a lvJzie e dulie t•uglte appunto in late epoca dt'lla vilu: poiclw i dali eh~ tali f~nolllini ci fOI'Il iseo no sono lt·oppo inCt' t'li. dipendenti da lroppP cnusf', e troppo vaglu ,,..r poter· sene valt~re i n modo AS!"Oiuto in caso el i rico n osl; i mc~tLCì delltl
etit di un individuo. L'au tore ba quiudi ct·~dulo ue('e!lsario per megtio.dellnire la qu•·stìone di esoguit·e una mtmet·osa l'erie rlt o;:;!"l't'VHZiont
;:.u ìndi,•idui normalt, crimìnnlì, t•r etìni cd eptlt"llici, !lHII•·IJUtllt Lrat•rehbe le se~!Uenti condusioni: ' 1• L'epoca della comparsa della canizie puc't t>:;set'C' li<tsola non 111 modo geuerAie, 1110 pet' gruppi spectali dt uttltvidui. La pt·ec•)cità della c» ttizie o 111 t·agioue t.lirl•lla dello :>viluppo psichico o in tellollual o, Jelle disposizioni nèlli'OPB· Lid1e acql!isitc uJ er·edtl ule. de!lto AVlluppo del s·~ """ l>lOt'tliP; onde me nlt•e e."sa é mas~tma tH'i pl'ofessionislt (ùn :W n 2!1
E
\IEOICl~A
LE!7ALJ:;
929
anni .u p. 100 e ne1 nevropalic1 é minima nei criminali da 20 a 29, 9 p. 1001, negli epilettici (id. 15 p. 100) e nei cretini.
L'epoca media della comparsa della ca11izie va portata in pneredai 30 ai 35 anni neRii opera• e contadini (60,89 p. 100), dai 40 ai 49 anni (5~ , 5i p. 100) pei cr iminali, e più in lù ancora dai 50 ai 59 pei cr elini (Ul p. 100); viceversa nei nevropalic• rabilo nevropalico. eccello per l'epilessia (dai 40 ai 49 anni (60 p. 100), to!l'lie n~ni regola di etti, almPno in quanto ei riferisec al capello. potendosi a vere co pelli bianchi pers ino all'età impuber e in nev ropalici e figli di nevropatici. In quanto al sesso, fra gli operai e contadini imbianca più presto l'uomo che la donna. ~ Er.cPH.o quanto s1 riferi!':ce al sesso, ciò che ~i è deLlo per la canizie vale anche per la calvizie, la quale per altt·o è molto meno frequE>nlo, incominciando o fa r si un poco notevole dai 50 anni in su, nella rJ Uale epoca, mentre la risconlriamo nel 40 p. 100 uf!gli operai e contod1ni, non oltrepassa ilt3 p. lOO nei crim inali, il 2~ p 100 nei cretini , il17 p. 000. negli upilettici. 3" In quanto alla resi<>tenza ed alla larj:thezza del capello m rapporto all'imbionchin.enlo ed all'eta del capello, dalle e~pPrienze fatte risulla che l'imbianchimento per sè non modifica la !&l'ghezza ciel capello. La vet:cbiaia di miouisre ,J, poco la larghezza del r apcllo , sia f'!>SO nero o bianco. L'•mbiendlimento per sé non por ta moòlflca zion i s ulla resistenza del capello a lla tensione. Con la v»cch•aia diminuisce la resistenza del cap ello alla Leosione in egual pr·opm·zione pel capello nero e pel capello bianco. La resistenza aliA poI&Silfl causlica aumenta con la vecci:iaio, sia pel capello bianco che pel capello nel'o. ~· Anche per le rughe, pcl' quanto esse a ppaiano più pural~ele all'elà che la canizie e la calvizie, non si può genn:!•.zzare, bisogna fare dei gruppi ser•ali. Negli opet·ai e conl 101 la prima rugu n comparire è la naso-labiale, che è giù requente dai 14 ai v, ann1 · setruono per o rdine ùi COIDJlar'Ml • per rrequenza le ru ghe vet•' ticali "' della Ironie, la zampa d'ocu, 1 e ZJRomaliche dai 25 oi 1·9 a nni ; dai 50 in s u t~ umentnno :)lj
930
RIVISTA DI TOSSICOLOGlA
notevolmente tulle le rughe, predominando le na~o-labiali e le frontali, e aggiungendosi per le donne le labiali. Nei criminali le rughe sono come nei cretini più precoci e piu frequenti, alcune vi pt•evalgono indipP-ndentemente dall'età, qua~i ~i rlirebbe come segni professwnali. La donna sia normale che criminale, nella vecchiaia si presenta più rugosa dell'uomo. · 5• In mancanza di altri dati certi corrono bene, per determinar e l'età in date epoche della vita, le vat•ia.:ioni del potere di accomodj:lmento visivo, il quale viene detcrminat,o dal punto pjù vicino a cui si vede ancora distinto un oggetto il quale punto va sempr~ piu a llontanandosi cogli anni. Già nel 30• anno, dice Donders, l'occhio normale non aggrad isce i caratteri minuti, a meno si tt·atli di miopi, nell'anno 40' l'occhio erbmetropico trova diffit ili i cara tteri or· dinari, al 45• non si veggono più (lislinti i caratteri minuti e si depo'ne il libro pr ima del consueto, e per vedere un og· getto lo si allontana dall'occhio e si cerca miglior luce. Il punto prossimo binocolare travasi a llora il più delle volle ad 8 pollici dall'occlrio: a questo punto ha fissato il Donders il principio del la presbiopia. Le mod itìcazioni che subisce per il variar e dell'accomodamento il punLù Jor•tano, oon sono tali da poter servire come criter io alla determinazione. 6• Per l'apprezzamento dell'età giova pure il tenere conto dello s tato rli nutrizione dei Yari tessuti, del portamento ge· nerale , della persona, nonché dei dati forniti dal peso e dnlla sLatur a se.·.ondo le tavole proporzionali di Quetelet.
.
Sopr·a un'importante qulatlone rela.tlva alla oasFraztone. - Ricerche sperimentali del dottot' Gt ~PPB MtsURAC": -(Rivista spe·r imentale difreniairia e eli meclieina legale. vol. XV, fascicoli Il e II I).
La capa cità fecondante dell'uomo è intimamente connessa ·all'esistenza di testicoli sani e completamente sviluppati, .9 d i condotti e serbatoi pervii, in modo da oon impacciare 11 passaggio e la ricettazione dello sperma. Ora praticando 1~ doppia castrazione ad un uomo, poicbè rimangono integr•
E MEDICINA f.EGAJ,E
931
'uUi gli altri organi 1 pe1· quanto tempo lo sperma rimasto nelle vescichotte seminati conserva la proprietà fecondante? Tale quistione, messa avanti dall'Hofmann, è importante, perehé non è stato raro il caso in cni il magistrato ha domandato al perito, se 1111 castrato potesse praticare il coito eon donna e questa r imanerne fecondata, e per quanto tempo tale possibilità potesse durare. L'autore per chiarire tale questione esegn·l sopra animali molte ricerche, dalle quali 8i possono dedurre le seguenti conclusioni : t• La castrazione qu11ndo viene falla sopra teslico:i sani 1t fisiologicamente Junzionanli, non priva istantaneamente l'animale dell'unico agente della fecondazionE', il zoospet·ma. 2" l zoospermi rimangono attivi per un tempo variabile secondo gli a nimali su cui si esperimenta, negli organi ge· nitali maschili. 3• La durata di q uesto tempo dipende essenzialmente dall'essere l'animale provvisto o no di vescicbette seminali, eiol' dall'essere a fecondazione conlinuà od inlermitleule. 4• Nel cane, nel gatto, nella cavia, questa durata è: di !i-6 giorni nel cane, 7 g iorni nel gatto, 20 giorni nella cavia. 5' Riferendo queste cifre all'uomo, si può con tutta probabililà ritenere, che i zoosperrni possono rimanere fisiologicamente attivi nelle sue vescichette serninali ancora per molti giorni dopo l'operaziona e la guarigione, purché questa si avveri per prima intenzione. 6' Le osservazioni cliniche t'atte da vari autori rimangono pienamente confermale dall'esperimento sopra animali, e~o. che significa pote1·si indubbiamente ammettere la posSibilità nei castrati di pote r coir e e fecondare ancora dopo un dato tempo dall'operazione, purchè i testicoli asportati fossero prima s ani, o malati solo in parte.
932
RIVISTA DI STATISTlCA MEDICA
Relazione medioo-atattattoa per l 'anno 1888 . - JspelLora.to di sa.nita militare. - Uffici o stalistiea . Ispettore SA.t'ITANERA. - (8t•eve cenno l'iassunLiYo). l
' Forza tescluso il presidio d'A rrica): t• categoria solto le arllll N. 209918. ' (stabilimenti s pedalieJ•i Ammalati ed infermerie eli cor po) N. 153663 = ì33 p. 1000 Morti . . . . . 1832 = 8,7 )) Riforme . . . . . 2602 =12,4 Totale perdite. . 4432 = 21,1 L icenze di convalescenza da l a :.1 mesi . . . . . . . . . . , 5840ì ... Licenze di con va lescenza pet· l'OS· =3o,1segna (6 a 12 mesi) . . . . . • lfJ9ì Al Infermerie di corpo: Entrali 78560; passati agli ospedali 13 .t40; CJ.)rali 65120 = 310 p. 1000. Giornate: 6~251 i.. Malattie : venerei 5696; o ~ta l mici 31t57; sèàbbio::.i 129. F orza dei corpt senza le infermerie 26216 circa • '•·
=
RIVfSTA DJ ST.\TISTICA ID:DlCA
B) Stabilimenti milit"ri (riassunto del movimento gen<'· rale): o
c:
<:
g
Glorna tr>
.§"'
:::
Jl
Ufficiali . . Non militari.
679 » l) 17 37 • 4598 74290 2053 2085 (t ) 1081 fi267 1613069 GOOO " » 26 311 7626 » • 64- 333 Il
Totale .
149641 88595 2053 --;085 '1'16; 5663 16J:iOG9
Trl•ppa . . lnscriltL . .
r;-1
C) Ospedali cioili: Rìnlasti 368; eoLt•ati J4.291; traslocati ad ospedali militari 31; morti 311 ; rimasti H59; giornate d'o~peda!e 28972G. :Morbosita in riscontro alla forza: 25 p. '1000 d'assegno Giornate d'ospedale .
•
d'infermeria Totale .
Enlrati per mal attie ollalmiche
»
•
8
"'
a3 p. 1000 d·assegno .
32 p. 1000 uomini
veneree .
79 » , Spedalit.a: degenti 1Jer 1000 della forza = 33; massima in febbraio == 40; minima uovembre 26. Entrati per maJ aLLie degli organi respiratori H6:l3 tube rcolosi polmo nare . 181 infezione roalarica 4692 m orbillo . . . . 1902 scal'lattina 79
=
• ))
• ))
Il
ileo- e dermo· tifo .
10~4
SCOl'bulo risipola oltalmie
872
207:3
infezioni vener ee.
t0387
Il) Al manicomi 59, a slledaU civili 4.
86
93S.
RI VIST:\
La media degli entrati (732) p. 1000 della fot•za aumeolò a , 87 per Roma, sce~e a 571 per i\lilano. Si cbbct·o 3 casi di idro· fobia con 3 morti; 70 di meningo-encefalite con 52 decessi; 11 di meningite ce&·ebt·o-spinale con 8 èecessi; 195 di tubercolosi con 12~ mor li; 6 di difterite con 3 morti; ;:; di ,·o! volo con 2 morti; 118 di per ilonite con 29 mor ti; 10H d'ileo-Ufo con' 1 3 morLi; scarlattina 79 con 5 morli; vaiuolo 168 con 8 morti; morbillo 1905 con 78 morti; t•isipela 872 con l morto. Le affezioni degli organi respit·atori diedet•o ben 6!1H cusi cou ili!) de· cessi. Su 251 fralluro si ebhero 10 casi di morte. Degenza giornaliera ~873 '4i07 di Lruppa).. . Romn (roa'l· !-11110) 318.
Infermerie .~peciali: Giornate di presenza 080187; fot•za medifk1859; giot·nnle di infermer ia 18992. Rimasti 71; entrati 24-8:1 (vt:net·~i 118). Morti 6; fuot•i a. Totale 9 = 4,8 p. '1 000. Inviati in licenza di convalescenza 76 circa 1:1 p. 1000. Rimasti 49.
=
Decessi: 482 Malatlie infeUive, miasmatiche, contagiose . 26G costituzionali. . . . . . Si » del sistema nervoso . . 671 • dell'apparato respiratorio . 34 dol sistem a circola torio. O' J )) dell'appat•ato cbilo- poietico 14l) )l Ul'o- poiotic o . ~ !) locomotor e :l!> » della cute e connettivo . ........ 8 " degli ot·gani dci sensi ii Infortuni 7 Omicidi . . . . . . . . . Suicidi . . . . . P er cause ignote o mal definile. . . . . SoUufficiali 121; cuporali l22; soldati 1589. Totale 1832. Fanteria di linea 9,5 p. 1000; bersag lieri 9; distretti 7,6; al-
,,
..
DI STAlJSllCA lfEDJCA
933
pnu i,2; tsliluli di eù ucazJone 4,7; ca'•aller-u• !J.2; artiglieria 9,6; pnio 8; carabinier i 6,2; compagnie di sooitù 10,!1; compagnie di diel'iplim1 7,4; compagnie susstslanzn 4,8. T otale 8,7. La mortalità massima in r·a ppol'lo ulltt forza si ebbe in eettembr·e - 1,64 p. HlOO, la mrnima io novembre= 0,81. Dec~llult in licenza di conval escen~a 217 (51 per tubercolosi; IG pet' bronchite cronica; 77 pe;· altt'e otr~zioui polmonari; 18m conseguenza de! subito ileo-tifo). Morti dopo riforma Li o proposti a t·tformu vi- (per affezioni degli organi rcspiratot·t 26; per tubercolo8i 21). Rlf,wmati per grado: sollufllciali 58; cuporali 187; soldali ~!!57. Totale 2W2. (~1alu ria 42, manifestazioni scrofolose 9~: marasmo e ~··actlilA 108, psicopalitl 99; tubercolosi :Hl!; epilessia e ne\'l'osi 142; aftè:lziollt deg li organi respiratori ~>01 ; vizi c·ardiaci 160; varici 21; er nfe 51'1 ; artri ti 37: maiali il! oculari 158; malattie dell'urlilo:!5; po:oturoi di traumi6i; deformitù delle esLI'emità 63; omputali lO; obesilA 12) . Ril'ormati p. iOOO della !'m za: !'a nteria di li nea 14,3; be t·f'aglieJ•i 13,4; ùisLretLi 1V,4; alpini R,7; is lituti ùi educazione 31,6; cavalleria 12,4; a etiglierra 10,3; gemo 7; carabiniet·i 6; compagnie di sanità J3; d t disciplina 19; ~ussi:;len.r.e 9. Totale i2,4. l nc:cri tli dichiarati rivedihili in t'as;:e~na speciale 2787.
IMiaii in licen~a d ietro rassegna: J5!l7 (della classe 186~> - 18i, 1866 = 558, 1867 = 731). Per 1000 della forza: fanlt; ria di linea 7,2; bersa glieri 8; distl'elli 10,5; alpini 5,7; istituti di educazione 10,5; cavalleria 8,9; arliglier ifl 8,4; genio 7,2; carabinier·i 2,6; campllgnie di sanilù 6: compag'nie di disciplina a,1: compagnie di sussistenza 7,2. Totale 7,6.
RIVISTA
Rifuumnto perdite assol"le e t empor anee {t):
li
l ~ ~<l,;'H;' ~~.8
·l
F ante ria di linea Be•·saglte1·1 . 9,?! Dh;Lrelti . . . . ì,6 l Alpini . . . . . . . 1 -k~ Istituti di educazione . 4.7 C~Jvalleria. . . 9,2 , A rL•gliorin. . . !1,6 Gtmio . . . R,O Carabinie1·i . . . . ti,2 Compagnie tli sanita . . 1Q,9 , di dir--ciphna . ..~ n di SUSSIStenze. 4-,8
7;!.
1 3,~
31.0
22,-t. 8 30,4 L6,4 :H,O IO,~, 3! 5 8,7 12,9 ;,,/ l 18,fi 31,6 36.:! 10.5 46,t' 12.4 1 2 1,6 x,!l l :10,5 10.3 1,H 8, t 28,:1 7,0 l 15,0 , - oJ •).J '' 6,0 1~,2 ~:i: 13,0 l ~3,9 u,o l 29,~ 19,0 -6.i 3,1 29,:~ 9,0 13,8 l 7,2 21.0
l
ii;s
l l
l
·1---;-f 12,4 1~!---;- ~i\,7
T otale
Vaccina:: ioni: E!>el'cito 126794; istituti d'educazione 155G. Totale 12~<3511. GiA vaiuolati 2903; esili positivi 5:'>4 p. 1000. Gin vaccinati 123;)13; esiti posili,·i 619 p. 1000. Vor·gini 1874; esili positivi 763 p. 1000. Le vaccinazioni furo no s ubito iniziate aJI'at·r ivo ùellP t·eclutP: in alcuni distr etti, do minandovi J! vaiuolo, furono alluate prima di in vi a r ie ai cot·pi. Nessun iucon"enienle da se.:nalare. Vaiuolo ( vaiuolo, vaiaoloide, varicella): Entrat1: militari di Lt•uppa i~4• ufficl8li . 2 m•Lilari di truppa colpili negli OSpl'dali
..
.
.
.
.
.
militat•i d 1 lrnppa entrati negli o:~pedali c1vih . . rm lilari ù1 t1 upJia: class1 clllamale lemponmeamente alle a r mi . guardie di finanza . . . guordie Ji pubblica sicu1·ezza .
To tale (t) Vtu·lcolll\ Jt.
.
t 18 :l
Z~9 ( li morti 12
DI STA'f iSTu;A UEOI C.\
n:17
Colpili non a ncora vaccinati. . . vatc-inati con es ito positivo con esito nP.galivo .. senza indicazione . .
20 morti 1:!4 )) 7 76 2 (1) 6 Il
Totale
~20 ('!) mO I'll
10
Cur~ termo-min erali,
idropinicbe, ma rine: Entrati: s labiL termo-minerali, urficiali r~07; tr uppa !Wi (guaJ•itì 166- 257). Stabilimento d i Recoat•o: ufficiali 1H; tr uppa 67 (guarili 6-11). Stazioni marittime: lt·uppa 309 (guar 1ti 120). Totale: ufficiali Gll ; truppa 1322 (guarili 172-388). ClaB81 temporanee: Giorn:tt4!
d i m a lnllla
C:LASSI
. l
r eategor1a 1867 45r :185505. 1:l011 956 lasol 3 1711 11027 19
t• " 1860 18 291-Hl 163n8 490 'UiO 2 a23 318!1 11 tM•il. . • 1862 28 10231-301 365~13 20331s.H>I (! 45j 149i J 15 tz1a mobile 101 H5797 t:l~>80 91 3 » G7 35 3 Mil.territ.t>per. 15 2434-97 162:l;! 86 19 o l\~ ~)10 2 !)8 1 2• o 10j 1237 12 123711 :Wl 5 !i l
1
"l
Pre.~idi d'Af rica:
M~ts8aua: forza media !li 86 (massima 1820:?; minima [ottobre} 62=>7).
=
Ammalati: entra lt 11250 1150 p. 1000 della for zo. Rimasti 706. Curati 11956 (t560 nPII'ospeJale; i 39{i nelle diverse infermerte).
-
~~ 7i er·ano St.lU vaccinati con esito nella pr ima uta • ...,) Varirella 31 (3
.
.
l DMottl ' [lassnti succcssìvamont(l nl lù spcd:Li•'·
038
IUVISTA DI STATISTiCA lJIWJCA
Morti nei luogh i di cura 1 !~4; fuori 29 = Hì:1 in totale
= 1G,7 p. 1000. Ufficiali 12 (5 a Saganeiti). Giornale d'assegno (truppa 31>79696; nei luoghi di cura 173108 48 p. 1000 d'assegno. Assab: forza media 533 = ammalali i)15 (dedot.li i passaggi dall'infermeria all'ospedale) = 966 p. 1000. Rimasti 16. Curati 531 (·i-31 all'o!!pedale,!OO all'i nferm eria ). Morti nei luoghi di cura 1, fuori 2 (in morcia) - 3 in lò· tale = 5,6 p. 1000. Giorna te d'assegno (tru ppa) 195Hl8; n ei luoghi di eura 8+87 = 43 p. 1000 d'assegno. Urficiali •·icoverati in luoghi tli cura rimasti 4; en· • trali 208. Totale 2'12. Non ~ppar-Leuenti all'esercito = rimas~i 3; entrali 4G. Totale 51. ' Morbosila massima: luglio, minima: setLembre(:'dassaua). » " " aprile (A ssab). Su 1000 maiali s'ebber o 13 ottalll)ici a l\Iassaua, 21 ad Assab. '' 57 venerei >> -i5 Le malattie veramente predominanti furono i catar1·i ga· stro-intestinali: 1645; il •·eumalismo m io-articolare :!56; l'ileo· tifo 23i; le cosi delle febbri climatiche 3l0; lo sco:·bulo U'i; oL· lalmie i04; affezioni veneree 293; kaumi 130. l decessi, 176 (12 ufficiali) a ccorsero: Nei luoghi mililari di cura . . . . . 141 (O ufficiali) •) Negli ospedali civili (Suez e Porto Said 1 •l Sui piroscafi, iu viaggio . In marcia, pattuglia, ecc. 12 ~) Jn combaLLime11lo . . . 11 (1 ~lficiale) 70 decessi occorsero per ileo-tifo; 10 per il1fezione malfl.· rica; per le febbr-i ùelte climatiche 8; 13 ver insolazione; 8 per perilonite; 5 per epatite; l ver annegamento; ii pe1· .!:'ukiJio. Himandati in llalia (per malattia) 227; morti negli spe· dali 9 (3 per tubercolosi); rifo rmati 183 (15 per e•·nia); mandati in l uJtga licenza IH3 (53 per oligoeruio. e deperimento organico).
=
=
B.
U39
RIVISTA D'IGIENE •.s.ta orltio& sulle relazioni tr&tl suolo e l'!icqu& ohe l'attraversa. -
DucLAUX. -
(Annales de l'institu.t Pa-
steur, marzo 1890). Le animate discussiooi che ha suscitate in Gl.'rrnania la teoria di Pellenkofer hanno in:.lolto gli sciem~iali a rendersi un coolù più esatto, che allre voi te non fosse, delle relazioni del suolo coll'acqua che l'allrave•·sa, e cr eare iu 'lual· che modo un capitolo speciale il cui studio prelimimH'e è uulispeno;abile pl'ima di Lrat.tat•e r inOu enzt~ paLogenica del suolo e dell'acqua. Cercheremo dunque di J'ias«ume•·~ i risullati giu acquisili secondo fJuesto indiriu:o di idee. Senza dubbto non tulle le cose ~.: he ri peteremo sono affuLto nuove, né lulte sono da liCCettare essendo spesso il risultato di giudizi! troppo affrettati. Per mettere il magg-iore o t·dine possibile in questa esposizione uoi fa•·cmo delle ùiYisioni un po' più delerminalu di •tuanto comporterebbe la natura delle cose, ma tutta via utili per cogliere bene H cat'allere delle VIH'ie azioni che t' i occorre valutare. Prima d'ogni altro supporremo che l'acqua d~!òlillato, privata d i cleme nti uHnt!rali eù organici, e di germi " 1\'enli, venga in conlallo col suolo. Quali fo•·ze a gi ranno P~r efft'llo di questo contall.o ? l.a prim& , la più pot..nte e, per co«\ di rt>, la madre di lulle le altt·e, è quella forza misteriosa, il cui elleno noi sog liamo · esprimere col dire che l'acqua bagna i cor pi. Aderisce alla "UI~rtlcie dei corpi bugnali uno s lJ'a lo liquido con tanla Le· n~ct ta, aù onla delle a~pat>enze coull·arie che, nè la g•·a,.• 1&, 11" la forza centr ifuga piu polente, bas terebbero a di~~ccure. Per prosciugare una baccheLlo di vetro bagnala U>Ugna riconr,re allo for.r.a attiva dell'evapora'l.inne, la qual e
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Rl V!S'IA
lullavia non allontana tutto lo l:>trato liqwdo, sicclu} occorre anche unn forza adesiva che superi •ruella dell'acqua pel vetro, ma elle abbia la sua Rlcssa natura . come 1\ quella del· l'ocqun per la carta sugante o per un pannolino giù aùopPrato. Quest'atle;;ione rlell'acqua sopt•u alcuni !>Olidi -.i mauifesta talvolta <:Ollo una for·ma in apparenza parados.<:ale. Quando s'immer ge nell'acl(ua un tubo capillare ben pulito nel suo jnterno e capace di essere bagnato, si vede che lo ~u a super ficie interna si va copr·Pndo a poco a poco da nn•J :::trato liquirlo. Ma non è lutto . L'aequo é essa :::tos:::u in una certa misura, un corpo vischioso, le cui molecole Aderiscono clèbolmenle tra lor·o. L'adesione del vetro per ;!li :::trati liquidi che lo bagnano trascina dunque il lirJuido posto Ati uno certa distanza dnlla superficie di <'Onlatlo, onde si vede ele\'are a poco a poco nel tubo una colonna flui da. Dit·e per qual ra· gione si lirl')ili l& lunghezza di questa colonnu, spieg:ar•o pet'· che ~i formi alla sua cstr·emith super ior e, quella che è iu cou!allo roll'uria. una speciu di mem br ana elu~licn, naturale con:>l'~uenza dell'adesione deiiP molecole d'acqua lrtl loro e che quer.:la membranA serva come di soslc'::rno ul liquido. Lutto rit\ ci conrlurrebbe anolto lontano dal no:::tt·o compito. Per In qual cosa a noi basta r•icordare la legge tli .Jurin, in vir tia delln quale l'altezza dello colonna el evato in un tubo capill~~re 1\ in ragione invea•sn del di ametro del ' tubo. Se il tubo ò mollo !<.l rello quest'altezza può esset'l' molto consider evol e, e se il tubo capillAre è soslituito dagli spnzii irregolari ma mollo più fini che preseuta una mas!'n tli cenere chi usa in un lobo più lar,!lo immeri"o nell'ac•JU8 <'OD la sua parte inferior e, si avr à unn massa ter r o:o:a che polri~ mnel· tor si d'acqua nd un'altezza tanto maggiore :·IUanto più fitti sa t·anno i sHoi elementi. Notiamo ancora cba L' ollezz!l dt>ll'ascensione cnpillare, essendo !'olo determinali\ da lla r esistenza della memhrana elastica che copre il liquido e si attacca alle pareti dPI tubo, è affatto ind ipendente dalla natura di questo. Il !"Oio ufficio c!el cor po solido è quello di lnscia1·si ba~nare ; ~ bal!nalo che !'\ia Mno sollanLo le for·ze molecolari del liquirlo elle outt•ano
n'JGIEXE
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in azione. Dal che deeiva questa conseguenza cl1e se l'atlra zione capillare , cioè la causa motrice del fenomeno, dipendono ad un lerppo dalla nalul'a del solido e da quella del liquido, le altezze di ascénsione c~pil l are e, geuerahnente, i renomeni di capillarità non dipendei·Euwo più. in seguito che dalla sola natura del liquido. Non ' ' i è che una sola parola per indicare tutte due queste cose, e ciò è spiacevole pel'ebè talvolta J1a ingeneralo confusione nello spi rito di coloro che hanno studiato questo orgomcnlo, come sarebbe facile dimostrare con degli esempi. Pet'O a noi basta di essere avvertiti contro questa sorla di et·rori. Siccome tutti g li c lemeoli di un suolo polverulenLo si lasciano ad uu dipt·esso inumidire egualmente, i ienomani di capillarit-à uel suolo non dipende,·anno che dal ,-olume degli elementi, non giu ùalla loro natura Dalla grossezza degli elementi dipeodera altresì la rapa ciLI;t degli s pazii inlerstiziali. A misura che la ten·a div en ta più fina diminuisce la dimensione degli interslizii ed il valore medio della distanza Lra le loro p81'8li irregolari. Ne risulta un cerlo grado di resislenzu alla cin:olazione dell'acqua nel suolo, resistenza che cresce rapiùamenle in ragione dalla diminuzione del volume det.di spuzii lacunal"i e di cui si può, vo]endo, riaF<suut er e il significato n~lla pa· rola permeabilità. Si può nds urare '(uesta permeabilità.; lu quale rap presenta la costante m della fot"mula duta a pr oposito del flltram enlo delle aequo pel. volume di liquido che a~lraversa in un dato tempo e soLlo una determinala presSIOne un metro quaù rato di una terra di conosciu~o spessore. Si può anche far pas:sare nel suolo ar ia invec~ di liquido e lnlsurare il volume dell'aria passata: rua questo met.odo è rn~u~ sicuro del ~we cedente, poichò l'azione delln parete J a cut dipende la r esistenza al movimento, non si compie allo stesso modo sui corpi gassosi e sui liquidi. N~i ritt·overemo presto l'efTello d1 lJUesla resistenza al movimento. Per or a ci basli il notare che essa si palesa solo quando il movimenlo stesso esiste e che é essenzialmente diversa da un'alt1'a proprietà Jel s uolo, deSCI'i lta t•ecentemenle sotlo il nome di capacita del snoJo per l'acqua
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UlV!STA
ma di cui la conoscenza e la misul'a sono già mollo anliche. risultando dalla segue nte esperienza di Biot. Una massa di sabbia conten uta in un imbuto a becco orfilalo è inumidita lentamente ft~cendovi peMtrar e dell'acqua dal basso all'allo fin o al punto ('.be compaia alla s uperficie un sotLile stt·ato di liquido. rn f( UE'slo momento s i lascia libet·o il becco dell'imbuto; il liquido in eccede nza è scolato e rimane una massa umida sulla quale Biol ha osset•vato questo fntlo, chp, s e si versa una goccia di liquido alla sua parte supet·iore, tosto o appena dopo una goccia eguale eli liquido sfugge dalla parte inferiore. La massa dunque non puo as· sorbire una maggiore quantita di acqua ; essa ne ò salurl!, sicchò emette per ùi sotto ci6 che ,.J l'i aggiunge per di sopra, peso per peso. L'insieme della saqbia e dell'acqua co sli~uisce una massa la quale partecipa di cer ti caralt.. ri propri ai solidi e ai liquidi. Es sji i> solida riguardo al suo peso, che non la 1wh·a affaUo di uno dei suoi elementi, cioè l'acqua lralt.euut.a ad un te mpo per lA sua forza di a desione ai corpi solidi e rispetlo a i punti in cui ,., in co.:tatto con se stessa, per la sua viscos ità . .Ma tu massa è liquida dal punto di vista clelia tras missione delle pressioni, poiclJè vers ando una goccia alla sua s uperficie per farla penetral'e nel suo inter•no, ne geme una eguale dalla parte inferiore dopo il te mpo necessa rio per vincere la resis tenza. al movimento che eset·citauo le pat•eti lacU11ari. Del Pesto noi, vo lendo, pos~iamo cLiamal'e capacità pe r' l'acqua quel volume massimo d'acqua trattenuta da un dato peso di sabbia. Il co ncetto, io ver ità, non è mollo pr·E>ciso, eù é sem pr~ pericoloso inlrodurre nel linguaggio scientifico espressiom màl definite che a luogo andar·e sono poi a ccettate senza riserva e como se esprimesser o un' idea pt·ecisu. Nel coso concL'elo questa capacità misurerà ad un dip1·esso, per la sabbia ed i corpi analoghi, il volume totale degli spazi iu~ lerstiziali. La sola condizione per la quale ques ti s pa7.i, riern· piti che siano, non si vuotano della lol'o acqua sotto l'influenza della g ravita, è la m'ldesima che impedisce ad un tubo riempito d'acqua di vuotarsi ollre un cer to segnp, dalo però che
943 j) tubo !'Ìa capillare. Al mo'io slesso ~li spozii lacunari non
si priveranno dell'acqua se non saranuo relativamente troppo larghi. Ma dobbiamo anche aver pre!'ente che quec:ta capacitA varia, per la s'l.eS~"S sostanza, I"Pronùn il suo grado di finezza l'di compattezza, e da una sostanza all'ollra serondo la densitli. e la tendenza a formtwe colr3C11Ua una polll~l ia più o meno pe;;Losa. Potrà anche accadere, con rorpi poh·erulenti di una grandissima tennita, che il gt•ndo eli compnttezztl non sia il medO$imo quando siano asciutti e f]uando c:iano ba~nali; che i loro elementi siano maggiormPnle Allontanati dall'acqua ebe dall'aria, e che la capacità delle massa per ract')uR, considerata come la somma dci volumi eli tutti gli spazi lecunari, sia superiore al Yolume totale della masc:a ello <~lato secco. È evidente che allora la frase capacita del suolo per r~qua non ha più significato, e che sarebbe poco prudente l"adopet·arle senz'altro esame e trarne deduzioni che possano essere vere per una mas~a di sabbia. lnfalli Schubler . ti quale l'ha misu rata approssimativamente ROtto il nome d' t!Jroscopicìtit. cercando ciò che restava d'acqua in venti grammi di ter-re diverse, stemperate in una ptppa bianca sopra un filtro e pesata appena terminato lo egocciolamento, ha lt•ovalo i numeri seguenti: Sabbia . . . 25 a HO p. 100. Suolo calcareo . 21 Ghiaia ed argilla 40 a iO • Tert·e diverse . i8 a ~9 'I'eniccio . . . . . . 190 Carbonalo di magne1-118. . . . . . . i56 La ccnclusione genera le dpr·ivante da questi l'alti si è che •• ttono terreni che s'innumidrscono d'acqua e l& cui capacità é misurab•le. mentre ve oe sono altri che in contAtto dell'8 . C'Jua St gonfiano <'ome una spugna e per questi la parola capacità non ba più stgnifìcato. Tali sono sopra tutto quelli che ~'Ono l'icchi di humus, a giudicarne dalla cifra corrispondente al lerriccio nella t'iporLata tabella. Esi>~le dunque un l'&ppot•lo generale tra la quantihi totale della materia orgo-
9f.4.
JtlVISTA
nica contenuta in un suolo e la sua resislunza al disseccamento.
Noi possiamo ora, con siffaLLe nozioni preliminari e cou alcune altre più estese che tr·o,•eremo via facendo, afironLar·e il problema delle rel azioui fisiche del suolo coll'acqua piovana che cade alla sua super·fieie. Per cominciare dal caso più semplice noi supporremo il suolo formato da uno strato sabbioso perm eabilissimo, secco e doluto di LuHa ltl sua capacità per l'acqua. Si potrubbe Cl'edet·e a t1~LLa prima che racquo vi si sprofondi l;eoza satura1·e la C(l.paciLà, e che pet· coosegu~nza si pr oducuno dei feno:ueni di sposlamenJo dall't\llo al basso, come abbiamo accennalo a t>roposilo dell'esperrenza dì Bio!. M a d'oruinal'io quesLo fallo non si verifica ed ecco per· qual tagione: l'aria cont~nuta nella massa di sa.bbi&, e che i prirni sll'ati di acqua avranno isolato dall'at•ia esterna e comp1:essa, ostacolerà il passaggio dell'ac'lua in div,er:;i punti colla sua resistenza, ammeno t;he non tt·ovi qualche vi<~ pet' isfuggire, e r enderà molto irregolare l'inumidimen lo della massa sabbiosa. Non vi sura Junque che una par le di rtuesLa cl1e sarà bagnala e daNi passaggio all'acqua spinta ùalla sua stessa gravita. Ora se i t1•atti penetrati dall'UC<[Ua l>aslero.uno al pas;;aggio di tutta •1uella che cade sulla superficie, la sabbia resterà assorbente e'llOrl r imarrà acqua superficiale; altl'imenli unu parte piu o meno abbondanLe dell'acqua piovuta scorrerò. alla superficie 1lel suolo seg~.:entlo In linea di ml'l~giore pendeuza e si verserà direttamente nei ri~agnoli e nei tìUini. Se lo slt·uto sabbioso giace sopra uno stralo imperuleabile, ar gilla o gr an ito, come era i l caso artificiale Il ella sah: bia contenu ta nell'imbuto di vetro s i vedeà formà re al d• solto della sabbia una sorgente che s aru ali:-nentula da tutta l 'acqua d.i penetrazione. Ad o~ni nuovo arllusso c.r acquo aUa superficie corrisponderà, p~ r etl.:tlo dello spostamento sue· cessi vo ùall'allo al bas~o, uno scolo eguale dalla parte inftwiore, cosi esat tamente cile, conoscendo ì1 volume d'acqua capace di essere conten uta nella sabbia e l'a l lez;~,a appr•ossimativa della pioggia anrnrale, si poLl'à facilmen te colcoltH'8 il lempo, in cui riappar·ir à alla super•tìcie J'acrtllfl piovuta.
Honman che si è preRo cura di fure, pet· Ltpsio, il calc:olo
obe nllulta da queste nouoni classiche ndlu scieuza, ha lroft&o che la pioggia impiega 114 giorni per traversare un metro tli sabbia fina dai grani del diamt>\1'0 di tn· a cinque
decimt di millimetro E ciò vuol ùire che occorr<• pit't ::li u11
anno pet·chè si formi la faldo d'acqua soHerranea che alimeola i pozzi di Li!>Sta. Ma ll offmann ha avuto c~Li 1'ag10nc di concludere che Lutte lo acq ue e lutto le porti di una mt•desima pto;;gin resLmo nn tempo ro:.1 lungo nel suolo prima di r&C<'O:?Iit!rsi in quantità ulilizzabiti. e possono invocarsi qlle8Li risultati contro l'tmportanza che Petlenkofer Rltribuieee alle acqu& sotterranee? Anche limil.undosi ai tPrr~ni sabbiosi non si avrebbe un tale Jt rillo che solo nel caso che lo epoetautento avveni!' e sempt•e a strato a !'iLralo in uua ma!:'"8 uniformemente in11miùita. Ma non accud,. sempt·a cosi. Quaudo I!J prenda a spel'imetllat·e df"lln sabbia piu grossa, lo stesso Bolmanu ba tr·ovato, quuntunque iu vc ritù non occot•r·esse 1111 toimile esper·imenlo, che si vet·ilicano ddlu ineguagltanze ll8lJa v~:na discPndenle, che certi fili J'ucqua sono più rapidi di certr altri e che le sosLanze sciolte nell'acqua, ad esemPIO il sale marino nou fiS!'iOr·bilo dal suolo, atTivauo più Pl'e'Slo uoglì sLI'ati ~t~l'et•io ri in Ull tubo di gt'OSRI g t·ani elle ID un altro con sabbia fina, In unu mas:;a di questa ~abbia fina, (!Ccello che e ~a sia sta1a ioumì(hta inLur a1neole e che llbbia con.. ervau\ l.n l u1 la ~tU\ acqua, la resistenza dell'arta PI'Otluce, •·'lme piil S()pra abbramo accennalu, delle vene di peno•traziotw più velvci. M11 vi é anche un'allra ragione piu l'Oleute ed è che non lutti i terreni ~i compol'lano com e il ;~uolo sabbioso.
ISe1terrem calcat·e, , ancho i piu pot·osi, la piccolezza degli IDlel"'lìzi fa si che l'aria da cui sono abitua lmente occupa Li non 81· 1asc1· spost~:~re : basto forar·e p••r qualcLe cenLtmetr o dJ profondità uuo strato ..ii gesso esposto da lllcUiw selli:ne &1!11 pioggia per tr(ln\rlo asciutto o pet· lo meno r i. llo 8 quel grAdo d'umidita che u ..ice l'equililmo delle len1~1 del vapol'e nei suoi diva•·si p~nLi. Gli S<Ll·aLi calcaret . sono slerrlt, . com e han11o dtmoslralo . . allt~ .."uput•flcte 14' ISper,enze ùi 1\oux e Charnberlanù. Qnee:ti strati non si Lro·
••an•
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IU\'JSTA
vaoo nelle condizioni di per·meabilità di una massa !"ubbiosa dello stesso spessore. e l'acqua non ci rcola altrimenti che a travet•so le numero!':'e fe"sure r he presentano, le (juali del resto sono costantemente allarg11te per la dissoluzioue r!eUe lor·o pareti prodotte datrarquA ste~sa. Cosi le acqu.e dellu Vann.e tolgvno ogni gio t·no dieci mett-i cubi di materiali al terreno calcareo che esse attraversano. In siffatte condizioni non occorre più parlare c.lella lentezza con cui l'ac<rua penetra a piccola profondità. Le acque della Vanne pt·oducono in uno o due mesi l'effetto stesso dalle pioggie che cadono in autunno sugli altipiani cbe domtnano le sue sor genti. Nel Jura che attraversa str ati poco permeabili e più t•ìcclli ·di fessure, una piena consider·evole si verifica talvolta a qualche ora soltanto ù' inter\•allo da un ut·agano avvenuto nella montagna, sòrprendendo gli abitanti della vallat"a che non ne avrvano sen tor~. l terren1 g ranilici cd i vulcanici , molto impet·meabìli in certi punti, sono in allri percors i da fessure sottili e uuma· rdse che ne permettono l'infìllrarnento. Si possono dunque porre accanto ai terreni sabbiosi per la l'egolarita dell'azione delle lot•o pareti che non sono cort'Ose.<fall'acqua. Si possono porre accanto ai terreni calca rei a causa della loeo circolazione tìssurale. Ma di fronte a questi terreni pitt o meno permea bili, specialmente in vicinanza della s upel'ficie del suolo, ove sono più facilmente attaccali dagli ag~nti cosmici, bisogna m~Ltere i lerreoi argillosi la cui impermeabilità lttì un'origine ben diversa. Quella dei ter reni compa tti, dei vulcanici. dei graniti e det terreni primarii deriva dal fatto che la roccia non !"i la~cia penett·are dall'acqua . La sua capacita per l'acfjuà- e nulli!, per tornare ad una frase che abbiamo già 6dope1·ata. Ess;a r esta costantemente asciutta. Al conlraeio rargillu é per~ meabile quando é secca, impermeabile ffuanùo è inumidita. Dell'argilla tolta dal suolo, collocata entro il noto irnbuto tli velro e bagnata d'acqua, è in p1·incipio al(raversata rapida· me n le da quesla che tro va un faci le trngitto lr·a grirrego~ lari fr·ammeoti; ma a poco a poco quest'argilla "i gonfia, formando una specie eli pasta attnccal(ccia ed omogenea, ed
94.7 a questo punto essa diventa affatto impermeabile. Si ha un bel riempire d'ae<tua rimbuto ed anche spingerla con pre:-elone, ché dalla massa di argilla non ne trapela neppure una goccia; e ciò devesi attr ibuire al falLo che in principio le molecole di ar gilla tenuis!'ime (alcune misurano meno di un millesimo di millime tro) non lasciano tra lor o che spaz& quasi impenetrabili all'Acqua; ma ciò non basta. Si deve an· che ammettere che l'ambiente d'ac.qua, di cui si circonda per attrazione ogni moiPcola d'argilla. è più fortemente trattenuto. Senza invocare a qllesto proposito un'atlr·azione di ordine chimico, una combinazione del salicilato d'allumina coll'acr[tta, noi possiamo o.lmcno ammettere che l'adesione di un !'Oiido per un liquido appartenendo all'ordine dei fenomeni di tinlu&·a può passat•e per grndi diversi, come avviene appunto che cer te sostanze <'Oloranti hanno maggior e alftnilli. per ce1·Li tessuti !'enza contr or:-e ron essi combinazioni chimiche. L'al"giUa hu sicuramente una potente alLl'azione per l'acqua, essa la ;:ottrae con avidit8 ai corpi ('iu diversi, e ciò che mette il ;:uggello allo rassomiglia n?.& della sua azione coi fenomeni di tintura ... il fallo che essa ì· sensibile el mordenti. Un'acqua carica di finissimi frammenti di argilla e che sia tor bida da molto tempo si chiarifica , come "i sa, sotlo l'ozione di qualche millesimo di allume o di clo rtlro di magnesia. Comunque voglia considerar!'i il meccanismo della Rua azione l'argilla pura o anche contenente ge!'!ìO, cio•\ allo stato di merno, formn il tipo dei terreni impe•·meabili. Quando le acque che, srcondo una dP-lle Yie pii& sopra ricordate, hanno llttraversato g li str eli impermenbili, incontrano nellA profondihi uno sl!·ato d'argilla, esse scorrono alla sua super ficie ~eguendo la linea lii maggiore pendenza la quale gener al mente non ha la stessa direzione della maggiore pendenza del suolo; ed è così cbe si forma la falda acCfuea solterranP.a a cui la teoria di PeLlenkofer ha attribuito lanta importanza nell'etiologia di certe malattie. Oue~La teorie aveva qualche ragione di nascer e e di svi1 d~Pparsi a Monaco, città provvista di una bellissima fa! da acqua sotter raneo. - Ma la cosa non va egualmente da
RIVISTA
per lutto. Vi s0no intere l'egioni, !J88'-Ì grauihci e vulcanici, fJYe r1uesla falda addiJ'Itlura non e sisLP. In altri essa 11011 è unita e può •·assomig liarsi ad unA superficiE' liquida 1nlerr utta da Ì"ole. E ~oltaulo n•·i lerreui permeul1ili, negli Rtra ti alluvionali che r iempiono il fundo •li c•·rte volli attuali che si trova unti fulda più coulinua pnragonaLile ad una lo•·ga fiulùaoa ~o lterranea, In qunle s corre JP11Lumen~c a c·ausa degli ostacoli che incontra. ma occupa una \asta --upPdlc1e a ra ccoglie un I'IIOI'me volume di acqua. l n tutta la suo estensione -.e l" i sca ,.a 'lll pozw cos1 pro· fondo da J'Aggiungeria, es$Il subJIO ne rie1npie il fondo . Se )f\ !"t1·nLo argilloc::o in cui ;:r-orre •·aggiunge la c::uperficie ln una depressione tlel s uolo s1 forma una poliHle Se in un ~·unto qualu n•1ue è scontinuata da una crepncda o dall'e!ic&· Yftzione di lln avallamento più 1·ecen te ùellq falda, questa si pale"a in forma dt sorgente in molli punii mu speciu!lllenle nelle depressioni dello slralo argilloso soLLer1'8IH'O. 11: ciò <" he Belgrand cfti t~tnava un luoyo di sorul'fl.ti e che forse ron 1noggiore proprielu ,.,, ùi r ebuc un cor done tl1 ~orytnci, 1 or· lione certamente irregolare, sinuoso, ma luttav.a factl~ a :;egui1·si. Pe1· dare un'idea dell'abbondanza della faldu orI'JUea sollerr·rw ca J'icorderemo che uno di 'luesti cordoni csi!>lenli nellu Yallala ùella Vannc ìorni:-:ce a Parigi 100,000 metr·i cubi d'acqua iu media al giomo. In via generale la f11!Ja l'Ollerranea, erc.>lto li ,.,,so che ~~a mollo ::mpe!'flciale, traduce cou lentezza l'etletlo della ca· dula delle piog~ie alla supPr llcie del suolo. E al ~cnnine di uno, di due, di Rri mesi dopo le pioggit• CllO cel'le sorgeuti si tu·riccltiscono. Nella regione dell'Jlacr'C il Mcurdr·a ca!· cola fino a Lt·en tn m esi la du rala tli scolo dell'acqm} fornila alle .... orgenlt dalle pioggie ùe~l'in~erni più umid1. cio cbe etruivale a dir~-; cile la f11lJ a nc,lut>a sotterranea lia talvolla u u volume corl'l!:lpondcnte a quello Jella total1 tà de.Ja piog· g ia <:Adula duraute più di tl ue nnni sulla. supel'lìcit• di ~ uo lo da cui essa lrae al imento. Di fronte a co-.ì considerevole ''olume l'l compJ•ende che rm fluenza delle cuus~ di coutamwaziooe è deuole. E:::sa può divenire ternibile ,..oJo nel caso c he si p roduca a piccole di·
o ' IG I E~ E
!l~!l
ttanza dal punto J 'emcrgeoza dell'actrua , sia in una sorgente, tJa In un pozzo. Egli è vero c he Pelle nkof'er cPrca di co glierla appunto in ~i m ili condizioni ; ma in qualunque ricerca su questo aqwme uto bisognerl} s~> mpre tonet• conto del YO· lame dPila falda acq u ~a. del .:tuo movtmonlo continuo e deftli a11110rbi menti che es:c:a suhi~CP in lutto il suo lt·agiltù dn parte del suolo poroso che allraYersa. Un altro punto !'i deve s ubito considerat'e. ed é il ca pitolo delle relazioni di qu esta fa lda :::olle rranPa coi corsi d'acf!UA superficiali. Spesso ci fig-ut·iAIIlO che i poz1.i P le ~?allerie tlt tlltrameuto scavalu ìn vicinanza di un fi ume c;,i alimentino con le acque del fium e s tesso. Qualc he volto ,. difatti cosi; il auolo puc'J ess et·e tanto per tMabile da bere uuu gran parte della corrente che l'a llt'8 ''"r·sa. La picola Lon·a é formala, ~l' dPviazione !>Oller ra nea. da una pa t·le delle acque della Loiro FrrandP. L'A in perde pili òi un m ptro cubo per !:'econd•' tra Nettoille e Pont·rl'Ain. LH Leiiha perde ullo s tesso mnc\•> la meta del suo volume d'acrtun in un trogillo di 13 chilu metri, e vi è poi l'esem pio pii1 r:urio:::0 tiPI Dnnuhio il lJUR 1 ~ prel'!IO il villag:rlo cl' lmroerdinocn, penl.- u ~>lln falrla soltct·· ren una parte della l"Ua aC•[ U&: questa poi riupparisce alla ~f.~&nza dt lre leglte pr esso A eh, m a quE>l"ltl \'OILa a ppartir11~ si bacino del Reno. Ma Lutti ques ti n on sono clte ca <>i pat•licolari. Il ra tto generale ;. che il le tto del fiu m•: è impermeabile • sia per natura, sia per effe tto dello stesso meccunisrno che r~'IIÙ•· impermeabili i tlllei industt·iali , cioè la for• mazione ne!!'ll strati ~u perficiali di vegetazioni criltogamiclte o batteriche COStituenti una specie di r~llro imperm Pabile È soltanto nPila circostan1.a delle piene elle l'acq ua, spandendosi nello parti circonvicine , può filtrar e uel sollosuolo, mentre in ~mpi o~dinari i pozzi P le galler ie di flltro mento son o pe1· a masstma parte alimentali dalla falda sollPI'ranea. E a cosa é riconoscibile da ciò clw le loi'O ncqU'' no n b an uc. ;~la 'll'!ssa tem peratura , né la st.es~a compo.,izione c himica fl ~uelle del fium e. La fil lt•azione sarebbe incapace di con. ?l'Ire a tali acque l'uttifo l'milti di tem pet·al ut·a P lli compo ••zlon~>, come é fa cile a r gome ttlare consi~lern11do da \1111\
RlVJSTA
parte il piccolo voluroe di terra compresa lr a i) lìume e le gallerie filtranti e dall'altra la considerevole quantità d'acqua ci1e si ottiene da queste gallerie. Lo studio dei livellì mostra d'allroode che la ralda sotterranea di una vall ata alluvionule é s-empre più alta del livello medio di un fiume. Cosi la falda di Parigi è a 10 mel1•i d'ollitutline a B elleo1lle, a 36 al Bottleoard .\Jaaen.ta, a 33 alle Rutlcs-Chaumont, a 28 alla b~:~rl'i~ra dell'f'loik, mentr.: il livello della Senna è a 2:) melt·i ci t·ca. La sua pendt::o:>.a dunque é fortissima sulla riva di's tra della Scnou e segue quella dei lcrPen i impermeabili su cui scorre. Sullfl tiva :>inis tra è menu .inclinato, la s ua altitudine è di 26 metri allo !"Calo Grands-.4 ugustins, dì 30 alrOsseroato,•io, •li :m a!!a barri era Montpal'nasse. Essa dunque da ogni p81'le scorrenel fiume. Si sono trovati l't~Ui analoghi pel Rodano a Lione, per la G'arollna a T olosa, pdl Reno a Strilsburgo, per l'Elba a Dresda, per i laghi di T egei e di Muggel a Berliuo. A vviene anche talvolta cbe l'acqua della falda sollerrauca dln delle sorgenli vive nel !eLLo ste:ssv delle riviere e dei fiumi. Le sorgenti alimentale dH questo imm<ìnso se1•butoio sot· te1·raneo ed i corsi che spingono le loro acque si;; in questo fiume sottet·raneo, sia nelle acque superficiali, trasportano dunque al mare iu media luLLa la pioggia caduta sulla regione a cui apparte ngono, meno quella parte che è ancinta perduta per evapol'atione. Questa cooperaziona ho molla importa nza nella teor1a di P eUenkofer a causa delle oscil la~ zioni ch e essu proùuce o. livello delln falda sotterranea E dunque necessario farcene un'idea. Il miglior modo di mi~urarne l'e(J.~tLo i n toto è di controotare la tJUanlità d'acqua piovuta a quella che l'assieme ùoi corsi d'acqua di una re!1;ione ha trasportata al msre. La sola precau<:ioné· a prencJere, oltre la precisione nelle misure pluvic,meLriche e uel valulamento della quantità d'acqua che i fiumi rendono alla loro l'oce, si è di abbt·accial'e in ques ti calcoli il più lungo periouo possibile pet• modo da attenuar e l a inHuenza dell'es tate sull'inverno e ùelle annate di siccità sul le annate pio· ·vose. Quando non si vogJ;a eult'8t'e io certi parLicolari nieule
o' I G l E~E
!l5 1
q)e più di tJUeSlO metodo d'assieme, in CHi la SOla CaUSA di
errore un po· notevole t> l'acqua c.legli -;lr·ati delli artesiani,
csoè quell'acqua che essenùo penetrata per imbibizione in uno strato por•oso, contenuto tra ùue strati di ar g illa non
ritorna piil alla super ficie del s uolo o vi l'ilorna solo m e dl8ote i pozzi artesiani. Un'ac·1ua siffalta d'ordinario c;i porta al mare direttamente e ne, nostri ca lcoli viene considerala Mme acqua evaporala. ~fa l'errure drpendente da questa perdita non è grauùP.. :\on tenendone conto si lr·ova che in Francia i fìuuli e le r·ivier·e non r•econo ol mare che il 57 p. UlO dell'acquA provula e che, p~>r coos e~uenza, J'evapo · raziouè p•>rta via i :J ceotirnetri della s tessn. Ma non può da r·si a qut:!sta cifra tlll car·attere ùi generolita. Essa :-i r·iferisce aù una t·egione temperata che è sol· topo~la a certe rorrenli d'uria, che ha una cer·la costituzione ~logica, una deter m inala coslilut:oue ag ricola. ecc . La csrra •l'acqua evap(lruta, a parila di conJ izion•, sar ebbe magIPCre per le regioni piu calde, m111or e per 'luelle che !;.i a vvicinano al polo. La sola coso che F<i pM;»a di r e nell'assienw Il e r•l•e il suolo eva pcra lllcno tH:quu di (]uanta ne r·iceve cla~Ue pioggie poichè esso é provvi~lo di fìumi e di riviere, e che per conseguenza il mt1re ne evapor·a più di quanta ne rtc~:ve. La conclu~ione è ovvia, e lullavia è stata spesso Ignorala. 1
~ curioso_del r esto il veder~ che tutte le nozioni relative ali e\'apot•aztone, nPtlissime qutntdo si gu11rda questu fenolneno nel s uo quadro nalut·ale, ~:ouo abbuiate dal giorno 1 1 ~ cui l>i è vol ulo mis ur arle. Gli è che si adopera vano cotlivr mezzi di misurazione. Si é cerca lo. per esPmpio, di nolare le var•ia~ioni di Ji,·ello della s uperficie ùi un'aCtiUB senza penttare che l'eva po razioue di un lrquido è s empre s uperior·e, come lo di mostrano i citali esempi déi mari e dei continenti. •Irevaporazione di un tert•eoo uUa sle~c;a temperatura, poichl'· 1 ~ massa d'acqua nellessa riamen te limita ta sulla quale ~i sperunent.ava nona ve va mai la stessa tem peralur·a del s uolo c!r co:tante. Ques ti errori di princi pio sono a ncor apiu g ravi oeJI'e~por,metro Pie/te cos tituito da un Lubo ùi vetro gr adualo pieno d acqua, chiuso a fo r•ma ùi campa ua nella sua pàr te super iore
Ili ViSTA
od ollurt•to Alla sua pat·te inferior e l'tJII 1111 ,h;:;•n li cart. 1 hihula sporgente, pet· modo che IR sun superllciP e..-aporantl• sia ma,!!~rio ro di r1uella tocca ta dall'arqua rontenula nel tuLo Il livello dell'acqua !'li abh8l'll'IA a misur a che "Ì compi .. l'e\& · pot•azio ne; le lelLurP. del livello sono faci l i, mn di:::l!t'aziutan•Pnle es"e uon sip-nificano null•t. Il lil'[ltid,, '-i r iscalda durante il ~io rno e ~i t•affredrln nella notte: In ;;upPrflr•e ,fl ov11porazio11e è mantenuta co!'\ tsn letllenle utnid11: nulla dun· quP in simile espet·imPnlo ci può rt>n•ler contn d1 cio rhl' !lvv•ene nel suolo " dei r Apporti del ,,,anwm d e\·aporaz•on~ con le oscilla?.ioni di livello delle acrruo ~o ltc rt·a••f'•· Per arti v are ad una misurA più p r. ·ci<>n di 'ltHHI r·appMii non abbiamo cbe a r ipelcr·e sopt·a 1111:1 pic<-OIH ;;up.-rli··•e lt m isur azioni del la quau lità di acqna piuvnlN e dt quella ll'llspor l ala superficialult'nle o nclln faldu -.ollerranea Que'-l•' mic;urazioui ap!Junln hanno fornito un"•rlea dell'e\'RJ>Oraziot t: lolnle in r' r·oncia . [o;!'lse !"0110 s tate fa lle dul Hi.~ff'l'(' a CA" t .~vcs sopt·u un ter•t•Puo d1 I"Uil propl'irtu, hen canAlizzato tl !:(iacente c;npt·a uon !'lratn inlpPrmeflhilP, tet-reno dr cui e{ conosce \'a per fellamonl e la ro .. liluzion''· La metlia tlell'evo· pot·nzione in tre anni , durAnte i fJuAii la terra ,-oppot·lò col· tur·e òi ver-'~e, ru di 7!) p roo clell'aci]Uil l'adula. SoprA alire cr·l· ltH'P a Colèves la rifrA dell'evAporazione fu eli !:li p. ltlO .tell'llC· 1'(\18 piontll\ nel Si può ritenet•e la cifra di ilfl p. ceulO rome m ollo vicina nlla retlllfi . Not.iamn però che I'P."pPt'imento si t'iferi~cP n te•·reni cnl· livali, in cui all'e\•aporazioof' del sunln nuùo. r.cemata per la parte !!he occupn la vp~otllzion4', ~i ag~innge "" in modo da compensArlA ad u~urn lu trasprr azione dei ve~etali, In quale dipend4' a un tempo tlall'a><si<:mP dellA supt'J'Ilcit> delh· fogl ie, dnllll lnce <'he vi cane ~opra e dal !!r ado Il' umidita che le bagnA. L'ev11pnraziono i11 u n su0lo nurlo 11011 rsf!· giunge m ui una cifra co::i f'levAta . Il .\Jari,l-Dnr'J '·he h:t provato di toisura••la e&\roinando gior·nn per !!iorn11 la pt!r· ditA di peso di ttn pi<:colo cn rro pieno di tcrrt~ rnantem:~ll 111 steril e, l' IlA llssato a circa In ml'tà d~ll·altczza MilA pi0 2 8 ricPvuta. Ma que!'lll suolo ar•tifìciale non ei'A aiTattn nelle condizion i del suolo natur Ale; non er·a 1nai nellu f-llU""a teu'l·
uno.
n:;;l peraLUI'H, e sopra lullo uon ricevevn mai ùalla pro ·omlitil per azione capillare quel tanto d'um1d1Là elle il sotto<:uolo !omise... costantumente agli strati superficiali e co1 cui aiuto il terreno r esiste alle siccil1\ prolungate. Vi ,oarebbero particolari interessanti a cle"'CI'ivere c·irca il meecnni<>mo dt evaporazione rlella ral.ta acrf1tea !"ollel'ranea, che a tuLla prirnn e~i clirebl>o imposfl ibil3 a v(·l·ificarl'i. Non avviene solamenlP, come d'ot•dinat'IO 8i credo. un·ascensillnC eapiJiare •Jelracqus a11o <:te!>so modo che accadrebbe in una mass11 di s!)bbia nna conlanula in llll Luho apet•Lo alle due estemilit ed imm~> rso nell' ncf(ua con una tli PSsa. Pct·cbo'· l'aSC(>u~ione avven~a. occot•r e che il piede clellu colonua <:ia
largamente hagnato, cifl che non cof-liluisc• · il 1•aso o rdinariO. rH pii1 l'ascensione capilla r e, come abbiamo giù dello, dipende dalla grnmlezzo delle lagune capill;~ri che ~i trc•vano alla somm1tà della colonnA; per modo l'be s•• rac'flla o!lcen dente trovasse uno strato nnche ùi nn solo millimott··J di terreno Ad elementi gros«i, il suo cammino si llt-reste•·ehbe. L'irrt>{Wiarilà nelln cosllluzrone de~li strati terrestri i> lah· da farl'i l"uprorre che riò debba avvenir·c speESO e l'Oli · chiudere che la conmni('ruione CaJii/lare lùtuida tra la ftdcla dei pnzz1 e lo "loto super·lit·iale non P:!iste quasi mai. ~nn è dunquP per a::.sen!'ione d•r ... tla elle lP acque profondE~ arrivano nlln superfic ie. rvla gl 1 effHli <'.ltpil lari si nse rciLano an· che sui vapori. \\'. Thom::~on ha dirttoslrato ehe e:e in 1111 tubo contenente un po' d'acqua, chmso, sollr•atlo ad olmi cau~a di evapor•az10ne n tmtntenul.o a lempet•alura coslot1te, l· sospeso un 1ulm di vetr·o capillar e, chiuso in bùsso ed apert o in ulto , que~l'ultimo raccngliP hallo il "·apore acqun~o •·onlf'nulo OPI lubo grande e si riempie d'acqua Ono ad un livello prcci~ lllente eguale a quello cl10 Avrebbe r•aggiunto l'aequo. se la sua e~o;lJ-emita infel'iore fosse statu apert.a. l•:gualmentc nel SUolo t vapori delle parli impregnale di aet]IH\ !"i (·onòt>n!ano tJ poco a poco negli S[lll1-i capillari delle pnrli più asciulle. Ora non et·a i nulìle mettero in evidenza. un mercaoismo sifratto perchè esso ci fa eliminare o;:m' idea eli trasporto di ltermi vtrulenti dalla profondila alla su perficie, mentre l'Asce · nztnlle capillare ce lo farebbe logicamPnto sospettat•c.
RI\'IST.-\
Ma anche questo sospetto ,., poi legillimo ? Per di<..culere una così impor la11te quistione é necessar·io studiare do un altr o punto di vista i rappol'li tra le acque ed il suolo. Ci siamo finor a occupati delle forzo fisiche che nascono dal contatto di questi elementi; ma sat·ù necessario prendere in e~a.me altre fo!'Ze più delicate, più affini alle forze clumrche, alle quali tuttavia non sono assimilabili; e ciò formeru l'oggello di un'aiLr·a rivista cr'ilica.
Rloerohe s opra. l'orlgtne della. mtopia.. - Dol. ~1. KIRCHNER. (SlalJ,çar.:t. Zeitschri/'t fìir Hygiene, Vl l Haud. ·tR89, e Detltsc!te Militari.ir.:tliclw Zeit.~ch1'Ut, aprile 1890).
Le ricerche inslrLuile finora sopra l'origine ùella r111opia dimostrano dre la miopia sta in diretto t•ap~ rlo ~;.:>lralleu:a ùelle esigenze della scuoJa, e cresce in num<;r-o eù in grudo di classe in ciU~'St'. Come cau!'S occasiooal e vale il lavoro da vicino,~ qui11Ji l'accomodazione, la convergenza l' la congestione della COI'Oide, influenze che producono ed 11umentano la miopia, coadiuvale dalla cattiva illuminazione, ùalla disposizione dei banchi, ecc. Or·a si domanda se nt>lle nuo"e scuole igienicamente ravorevoli l'accrescimento della miopro ò minore, ed u questo scopo l'autore scel se un vecchio ed un nuovo ginnusio di Berlino per• ric er·che <:ompar!\tive. Dapprima sono de8crilte lo condizioni i gienil'he ùei ùue ginnasi i; la cubatura per ogui scolaro, l'illuminuzionc, ecc. Fra la miopia rul'ono computali i gradi più lrmilutr e l'astigmatismo l'egolai'B miopico, se quesl'ulimo coo r·ag10ne poteva essere dubbio, e le ricerche soggeLLive riscontrate con l'ottalmoscopio: fu puee esaminalo il sansu pei color! e furono misurate le teste, specialmente in •;ol'l'i~p'omleniiO delle ca vità ol'bi larie. Nel vecchio ginnasio la miopia cr·asce in uurrwl'•) regolar· m en~e di classe in classe fino a che t·a~giunge nella serondu super iore il mas~imo eon 61, 8 •;., nel ginuasio nuovo l'ac· cresci mento é òapprirna piu lento, acquista un rapido ~umcnto nella terza supe1·ior e, e ra ggiunge parimenti rl ma..,simO nella secondu supet•iore con 72,:.! "/o. Per ò il vecchio ginnasio
n'lGLE~E
ha in Lolale 36 o;, di miopi ed il nuovo 32 "/•. Relativamente
el grado la miopia si comporla similmente, essa l'aggiunge In media nel vecch io ginnasio 0,85 diottria ~ nel nuovo O,H9. Fu pure pvesa in esame la proporzione della miopia cogli anni di età e cogli anni di scuola, e si tr'O''Ò che nel nuovo ginnasio, meglio costruilo e meglio illuminato, l'aumento della mjopia era minore che nel v ecchio cit•ca al numero, per le classi infer io ri , e circa il grado, per le classi superiori. L'autore cercò inoltre dr detel'minare l'influenza e venlu'lle della nazionalità. Con una popolazio ne cosi mista come quella di Berlino la cosa pit:t semplice era di cominciat·e ad. istituire un confronto tra i non israeliLi e g li israelili; a l (]Uale s copo 35,5 °{. cJi israelili n el vecchio ginnasio e 14,7 "/u nel nuovo olfrirono un mater iaLe surtìciente. Si riconobbe che vi era una maggiore disposizione alla miopia negli israe!iti, specialmente nelle classi infel'iori (mentre nelle cla ssi superiori latta eccezion e della prima ::;uperiore, et·a m~:~ gg i o re il uumero dei nou is t·ael ili) , come pure i g radi maggiori di miopia si verificarono negli israéliti. L'autore fece inoltt·e un confronLo fra gli occhi chiari e gl i scuri, ma Lr•ovò solamente una piccola differenza a scapito ùei chiat·i. L'autore fece pu1'e oggetto del le !" Ue r·icet•che la relazione tra la conformazione ùel ct•anio e la miopia s tata ultimamente accampata. Secondo S lilling, il tendine dell'obbliquo superiore nella vista in basso, dev6 per la sua pressione produrre un allungamento del bulbo, e precisùmenle quando la c·avilà orhila1•ia è più bas::;a, cosl eire una cavità oi·bital'ia bassa delet·mina o favo risce lo !!·Viluppo della miopia. Che 1100 sia così lo ha provato Sclrmiclt-R implor ed anche lo aut~r~, basandos i sulle sue misure si pronunzia contro l'ipo~esr dt. Sliliing . Intanto egli vi erre nella concl usione che tutti ue gh obliqui jJer le contrazioni J'cequenti e continuate sono 1 n grado cii pt·egiutlical'e l'accJ·escirnento i t) a ltezza della ca· e che essi possono, où ancl 1e ùevouo, p r od orbr'tarra, urre un appiallime nlo dell'occhio e quindi la miopia. Nello ~vll~pp~e ques to peusiP-r o, fln qui nuovo, l'autor e dice che 1010 1 P 8.JJOn r\ la consegue11z8 di nna cavllù or bilaria bas!ia,
"•UI
RtVlSTA
ma che ambeùue sono la conse~uenzo dell11 ,le~"!l ('8l1Sa, d ne\ della conlinua cd ercessi va tensione muscolart', In I'{Uale puu conclut•t·c ot·a ad impel'!tr~ lo "'"iluppo d('Jie o«<::ll, ora alltt miopia . StiiEng a,·~va inollt·e tro,•alo cbr con una cavilù ot•bilaria bassn e~is Levo purP un a cct•lo l fll'~bE'zza Jella faccia: !'~tutore s1 occupù anrhe di questo rrucsito. e tt•ovn cht' una l'•wcia bassa A lar~a si osservo pii! spt•sso llt'l miop1 anziché ne::;li emmP lropi, srnza però, come Stilli11g, riconosct>r~ in cio una I••Eute !!Cnt'rale. Viene in '~Cg'Uito la questionf' c1ell'••l'edit8. L'autore rliede a lutti gli ~cohu·i un questionarto clte fu riò>ntpito dm :;reni· tori. Si riconobbe co<::l cht> gli l'l'olat•i'ipermelropu~i 2~.2 • a•evano genitori miopi. scolari emm ett·opici, 3i.-4 • , e miop1 49,!> "/,, prnpot·zione rbe pal'la in nlto ~tra.to per· l'r.t·cdila. Si nOtt't inoltre 'ChC la lllinpi» della madre lt!l \Jllll iniJUPnZ8 ere· rli tal'ia molto s uprnol'e tli qttella del padre. Si 110Lo inoltre cht> l'et·eùilà della miopia ..; fa sentire nelle ral-'(azze il doppio l'Ire ner t'anl'iulli, e l'autore crede rhr vi sar·('bbero anche mollr> più rA,(!azze mi<'pi, di ciò che effettivamente vi i'lflnO, P e I'Ot'"e più ratrnzze l'he re~azzi, M esse foss,.ro sottoposte alle me,Jesunc caust' dannosf'. Anche nei ~enilori l'li osc:Prvo che la miopia sta m ro11ne«sione coi lavor'i mentali. Mollo interessanti sono i t•isultali che l'autore lrnvò coll'el'ame dell'acutezze visiva. In gener ale essa era tnif.tliore ne21i scolar·i del nuoYO ginnasio cht~ in I'{Uelli del Yecchio, e lo stesso avve11iva i11 particolare relalivam~nle ni rniopi lnoltrP c:i pt·ovò chP l'acnlezzn visiva (•ra ~:wnet·almenle mollo buona in ambedue i ~i nnasi ed in tutte l~> rlossi, in rnedia supcr·ior•e n %. e flnalruente clte l'acu tezza vi8ivu aumen tava ;:emprP eli cla«sc tn clnc:se. ::\on è quintli pl'O'\'t!lO una de n n osa inlluenza della scuola ;:ull'acutezza ,·i si,.,;, l'i put'l anzi int'erirne che l'•nrorenlo dell'aculrzza vislv1:1 sia un fruttn òell'ec:ercizio. P d el l'educazione nella scuola meòiante l'alli· vrtà mentale. Dopocltè l'autore lta ancora ll·altato del · lovot•o in c8u:.'~ dell'illuminazione quasi sempre difettosa. delle sedie cloroe· stiche, ecc.; "l fra stloralo lA qt:estinnf', ~e In 111iopio sio una malallia, riuni"'C" hrevemeule i t'isullati dellP sue inve"tig~t· zioni, e ne ricava certi consigli nella dtsposizionf' d~lle scuole.
r· 9O•
Alloa• 4ell'infu•o d.1 oa.ft'è sul batlerl. -
C. LuoERtTZ. (,ZfJitsehr. f. fly(J . ,. Cent r a! b. j'ii r diP .Vlcdic. Wissensch., N. 7, 18901.
Nelle sue ricerche s ulla azwne IJatlertcida ddl'iufuc:u eli eaft'é, il Ludel'Ìtz s i set•vì di 111111 infuRiune di caffè obbru81olito a d tversa concenlruziouc 5,:JO g t·. di <;affi· s u 100 gr. d'acqua. In 8,10 ccm. d.i tale infuso a!rgtungeva 4- li goccie di una coltura pura di brodo; dulia qu t,le m is<'ela poi, dopo 1111 tempo piu o tneno lungo prendeva Jei ~ggi e li semmava nl!!la gelatina. Da questi sperimenti re:>ullù eh!! il bacillus prodigiosus, in 10 p. 100 di in fuso ft'edJo della for za a un dipresso dellt1 nostra bevanda di cuffé, dopo :1 u 5 giot'lli el'a morto; i bacilli del tifo, dopo l a 3 g io rni; il proiet~s oulgat•is, dopo 2 u ~ giorni ; lo siaphylococcwJ aur eus, dopo ~a 7 giorni; l\l atr eptoeoccus ~rvsipelatosuiJ, dopo l giorno; 1 bacilli del colera dopo 3 a 4 o•·e; i bacilli del ca t·bonchio, dopo 2 o 3 ore, e le spore del carbonchio, dopo 2 a 4 seLlimane. Nello intuso di caffè al 30 p. 100, i bacilli del tifo moriva no dopo t giOrno; lo staphylococou.s a ttr'e~ts, dopo J a :J gion11: i bacilli del cole t·a, dopo 1/ 2 a 2 o re ; i bacilli del carboncluo, dopo 2 or~>, e le spot·e del ciu·IJonchio, cou m eraviglia, come nell'mfu!>io al tO p. 100, in 2 Ono a i setljmon c. In una secontlu sel'ie di speri m eu li , il Lliderilz esau1inn il pokre dello infuso ùi !!alìe ad a rt·e!'<tare lo s viluppo dei microrgunismi, adoperan1l0 (" infu~O Jt cafTt! nella gehtl108 n~tt•itiva. Ilt•esult&tO l'u Clll' iluacillux prodiyiosux non c t•esce P•u nella gelalinu con 8 a 9 p. t 00 di caffè; il bacillo del tiro con :! a 5 p. 100; lo staplr. aureu.~, con 2 p. LUI}; lo str.:ptococcu;; erysipelaiosus, con 1 p. 100; il ba ,·illo de l col('ra , 011 : 1 p. 100; il bacillo del carbonchio, con O,ll p. 100. L<' uone o catli\'e qualità del caffè uon t•.ambiano il r esultalo. ~ L~tlertlz confermò l'opiuio ne g iu manifestata dai precelie~lt &ulor1, c he non la caffeina, ma i prodotti e mpil'e umaCI che si sviluppano uclla tostaLura sono In causa ùeLLa non lieve azione antisettica del cnffè.
RI\'ISTA
Sulla dJgerlbllltà del latte cotto. - R. Rwo~ITZ (Zeitsch. f. phys. chem. e Centralo. f. clie medie. \Vi~; .,en.sch., N. 5, 18H0).
Con esperimenti di confronto nei cani alimentandoli con lttlle crudo e coLlo, il Raudnil7. è giunlo a i seguenti l'i,:ultali. L'azoto del latte collo fu in lutti gli esperimenti un poco meno bene utilizzato; per esempio sull'alimentazionE' col !alle crudo, 76,3 p. 100 dell'azoto comparvero nell'orina, 12.27 negli esc1•emenli, 11. ~!l fu ro no fis8ali; nell'a limeotazìone col latte colto appa rvero nella orina 74 ,88 p. 100; negli escrementi 13 50; furono fissati 11 ,5-i. In quanto alla assimilazione del grasso non si è lrovatu ditfer enza. L'autore ha verificato che la tieterminaz1oM del g rasso nelle fecce è mollo difficile; quant6 più a lungo ~ i disseccano 1 ta11to meno ò il suo valore, a cagione, secondo il Hauùnitz', della voiHlili;.:zazione de)?li acidi gru ::;si itlfrl'iorì e della pitl alta ossidazionc. Anche la corubint~zione degli adJi grassi con la sodn non da migliori resultati. Più diOicile è fo! iudicare delhi assimilazione della calre, pe•·ché nei ca ni solo una piccolissima parte della colt•e é separata per la orina e.J una parte di quella stata a!'SOI'blla è separata per gli intestini. Non è quindi in nessun caso permesso di considerare la q uantita di calce che con 11110 dala alimentazione si kova nelle fecee, come il re ~mluo non assorbilo dell'alimen to. Di qui segu e che n egli arumuli in c t·escenza, cile tali erano quelli s ui quali sperimentò il Raud· nilz, ,·. tìssala una parte sconosciu ta di calce. Sp ~>rirnenti sull'assor bimento della calce potrebbero C"set·e istituiti, secondo l'aut.ore, solo in quelli animali che tìs· snno L11lla la calce contenuta nell'alimento, quindi negli ani· moli che crescono rapidamente, fot·se anci.Je ne~,;ll a111mali afi'11mali di <'alce. Gli esper imenti dell' autor e non drttero uoa chiara ris posta alla questione se la calce è me!!lio as: sorbita col latte crudo o col cotto. L'aggiunta di un poco di acido cloridt·ico al latte, fucililo probabilmente l'assorbimento
della culco.
o'I GlE:'iE
moerobe •pertmentall •ulla. virulenza delle ma.terte tuIMroolo•e dla1eooate, putrefatte o congelate. - M AI . Kr e C\O.;;Ac. - (Ar·chives M édtcales Belnes, novembre 188!1J. Il microbo della Lubercolosi realizza un in~1eme di condi· zioni, le quali sono eminentemente favorevoli a conta~i ulteriori: e~so soprav,•i\·e a lla maggior parte de1 m1crob1 in mezzo ei qut~li si trova spar so. f'Ccate le materie che lo conten~ono eston 1e~iste a ques to lavoro preparatorio cii<' lo r ende Alt.o Ati e ~scre trasportato dall'atmos fera pel' penoLrnre di nuovo nell'organism•> eol mezzo de gli olimenli, cieli~ bevande e pe1· le vie respiratorie. Le materie lubercolo~e ~i putrefanno? l fe· nomeni dt!lla decomposizione hauno per ri sulwlo di sbarazl.arlo in qualche modo della sostanza solida che lo a vvolge, di mellerlo in libertà, di facilitarne il suo pAssagio nelle acque cl1e possono cos i di ventare una sorgenle d'inf'e zione. Cadéuc c MaleL hanno istiluiio delle r·icerche pet• conoscer e il tempo necessa rio alla distruzione dei microbi Lubm·colosi ne lle mu lerie lliSStlccate, putrefatte o cong<ll&te. P~r sloèiare l'influenza del rti..~::;ecea111en.to, hanno usa lo dul! processi differ·enli. Nel primo, essi fanno ùis eccare su carlo aetacea piccolissimi pezzetti di polmone di vacca lubercolol!a. Quando i tubercoli sono ben seccnli col loro soggiorno nell'mlerno di un laborator io, si fanno possare al mocincllo da pepe, si chiudono le polveri in una boccettA e si inoculano dopo un tempo variabile a dive~i animali. L.,. esper ienze fatte sopr·a por cellini rl'l ndia e su coniglt COlle polveri così prepar·ale hanno d imo ·trul() che le mall"rie tubercolo,.,e disseccate e polverizzate po~!lono conservare per lungo tempo la loro virulenza, poiché lOZ gior ni dopo la lnro preparazione esse possono Lral'lllleltere la loro malaUi_n. Dopo quel tempo esse si mostrarono moff'ensive . . Ctò nondimeno Schill e Fischer p relendono che le materie dtsaercat<> non per,lano la loro Yirulenza che dopo sei mesi ~Pietro dice che uno sputo ben di;;:seccato può anche inettare per nove o dieci mesi, se si mantiene ad una temperaturn media di 2u•.
Nel l'lecondo procPsso, Ca'déac e M alct 1uettouo un pezzo
9GO
IUVLST.\
di pohnoue, di volume nu·iabile, della gr ossezza tli un pugno cina, iu uno scodellino sulla finesLJ'8 dellaboraltmo: esposto in tal moùo all'aria esteriore, si lm in principio un po' di puh·efaztone, po::;ciù ~·un padronisce la disseccaztnne. Risulta dalle inoculazioni praticate su molti cunt,:;li che per la durùta di 1:)0 gior ni la vit•ul cnza persisti' nei pezzi rli polmone esposti duranle l'invcruo e la primawra a Lulle le perturhnziun1 atmosfer iche. Quando 1 pezzi Ù•Sseccati hanno un Yolume cou~idereYCI)e 111 virulenz& é lfUllldi consen·at.a piu lungamente du~ nelle fine polvet·i. É pt"obabile eh., la scomparsa premaLuru della vil'ulew~a in rtuest'u ltima sia dovuta all't!7.ione dell'nssigeno dell·aria che é nt<J~so 111 contatto l.lirt!tlo con Lullc le moJ ..cole Lubercolose, mentre che lu l'~Ua azinue effkAee nou può e=<3rcittlt'Si che alla per1ft!J·ia degli tnauzi Lt~et·cnlu~i eli un Yulume piu cousrdèrcvole. Nei loro studi sull'influenzo. dolla. putre.fcaiJne, CAdear e Molet hanuo ricercato lo vieulenza nei polmoo1 tub••rcolosi :::olloposli alla putrerazione Hiluppata in seguito al !'<•Llert·a·- 11o, al soggiorno nell'acqua rinnovata, nell'acf!ua 11011 t·iunovala di uu pezzo di polmone tuLorcoloso n dPll'u~po !'\rzione all'aria di un liquido Lubct•coloso. T r e pozzi di polmonr tubercoloso, ciascuno ciel volume tli uo pugno, furono situati in un rec1piente di tr•e ht:·i !'it·ra cut! si flui di rietopire di sabbia Ulnelt.ala da una ..et·la quan· lilà d'acqui:!, poi SI sotterrò in un giar d1n0 a ::10 c••ntimetri di pr ol'oudi lti. Le inoculaziorli fullo .fii cnnigli t·OH uno eli questi pezzi di polmone esumato dopo J67 gkr·ni clt~•dèrn un risuiLolo positiYo. Al di lù di questa data, gli anitnulr mocu· lati sono m orti cos!.anl!lmt>ute di sellicemiu. per· lllodo che é ~t.alo rmpos~ibile sapet·e s1~ la ''it•ulenza era dellnrlt,uwcnle spento, ùopo un sottert·nmento di piCt di lli7 ginrni. Qurst1 t·isullalt 11011 indicano 11118 poten:t~:~ dr t•csi ::;lenzn pc;cPzionule delle 111alor ie tubercolol'e al sollcrramenlo. La cli<>ng!!rel!aZJOne d~:t tessuti clte contengono i mìcl·obr della tu!JercoJo;;i u 111 di vet·sità dei ger mi cl re operano •t uesta dislruziune. cOllltl pure i p1•odolli formAlt!'i dur ante questa ferm euta.1.innu. 1'1!=~pat•m i ono questi rnicJ·t"·bi. Queslu lenacilà fayoJ•i >H'e i11con-
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teslabilrnente la loro disseminazione colle acque e la loro introduzione nelle vie digesti ve, quando l'SSi sono ricondotli dir'ettamenle alJa super ficie del suolo o trascinati dalle acque. Un'espe1•ienza falla con un pe.uo di polmone tubereoloso sottoposto all'azioue3 di uua ~.;o rrente d·acquo sotto il rubinetto di una fontana, ha dimostralo che dopo 25 giorni il virus. aveva conservalo una ::traode attivilà, perché diversi animali inoculati ùi venne r o tutti lt:bercolosi. Gl1 inconvenienti dell~1 putrefazione non hanno per messo di prolungare di p1ù quest'esperienza moltiplicandooe le inoculazioni. Ma altre espel'ienze, tali da completare la preced ente> furono inlrapr·ese cc n pezzi di polmone, 1a cui putrefazione si reee in un orcio pieno d·acqua. '1:!0 ~iorni, tale fu il limil~ della conservazione deìla virulenza n -3i l'l'ammenLi di polmone tuber'COi oso mantenuti in quesle condizioni ù'umidilà. Siccome queste esperienze s ono state falle nelle stesse epoche di quelle relative al ~ otterramen(o, esse perme Ltono di trarne questa deduzione: la pulrut·azione delle materie tubercolose aU'estetiore cagiona piu rapida111eute la pel·dHa della virulenza che q uella ch e ~ucc-e.le al so tte rramento . Avviene la stessa eosa quando le materie lubercolose s i lrO\'&no stemperate 110Uo forma di piccolissime granulazioni in una g:rande quanti tà di liquidn? Ciò fu esaminato in un'all!•a !>erie di esperienze, col mezzo di un liquido t ttbercoloi<o espuslo all'aria ed alle dioe rse in)luenze ester iori. Si constatò clt ~< i liquidi Lubercolosi per do no più rapidamente In loro virulenza de lle lllale rie tubel'colose. In altri termini la putrefazione esercita tanto più presto i s uoi effetti distruttori quanto pìu la massa fermentfìscibi le offr e un volume meno considerevole . La d ura ta della conset•vaziooe della virulenza nelle materie dure e compatte, come i polmoni tubercolosi dei ruminanti, è anche propoi·ziOIIale a l "Olume del l'oJ•gano sol-
lopnsto alla putrel"alzionc. Lo stesso dicasi. in una certa misura, per le mater ie tube1·colari assoggeltale alla dissecc.n-
z.one.
l'in./lu.en:oa della congelazione fu slud.i ata su pezzi di r>nl-
;uone mantenuti in un ambien te in cui la tempe ratura osci lava frequentemente da 1° a 8° al di sotto dello zero, eli modo
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RLV H::il A
che queste materie r imaser o conge,late qualche volla per più di una settimana. Essi non hanno tras messo meno la tubercolosi dopo la fus ione del gh iaccio nel quale essi si t&·ova vano racchius i. In tal modo dopo 76 giorni, dopo 120 giomi, i ff'a rmnenli di polmone tubercoloso mantenuli in uu orcio pieno d'acqua durante l'inverno hanno comunicato la malattia a di ver5i ani· mali. Data una resistenza c;osi ragguardevole come l(Uella che attestano ques te esperienze, non dobbiamo punto sorprenderei Jella Jrequenza della tuber•colosi, nè meravi gliarci del!~ f'a cilit.a della sua tr·as missione. È uua malattia suscellibile di s volgers i in lutti gli apparecchi dell'organismo, di alterane tulli gli organi di secrezione o di escrezione, di eliminare per ciascuno di essi un'innumer·evole quanLita di germi, i quali nella vita famigliare nell'uomo, nelte agglome ra?.ioni degli animali, banno mille probabili là, lanto la sorgente del virus é abbondante, di invadere immediatarMn le i soggeltt sani s empre pronti a ·Hceverli, percltè il co ntagio per le vie clige· slive per la Luber colosi é quasi le n lo sicuro nei ~uoi multati quanto J'i noculazioue. Ecco quindi un 10icrobo, il quale crea in eiascuu ol'ganisrno in cui si diffonde un fucolaio estremamente ricco e tanto piu pericoloso in quanto che que,..lo organismo assicura !'ovenll, continuando a vivere, la produzione e la seminazione indefi· nile; un microbo che iufelt.a quasi fatalmente ogni soggetto iu cui esso penetri, che P l'oggetto degli scambi i più Yat·i tra l'uomo e le specie animali le piìt diff~renli , e cbe di più trovs nel mondo esteriore sempr:c e dappertutto <:.ondizioni cbe ~Il permettono di attendet·e che un nuovo or ganismo oçen::ra a l'i· generarlo. Sia che esso subi!!ca la disseccazione, corneact·ade gior·nalmento negli appar·tameuti, sia che osso s i !JUlt·efaf'cia negli escremen ti, nello strame, nel succo dellelarne o nei ca· daveri abba ndonati alla s uperficie del suolo, ciò che ~i osser\'8 assai comunemente nella campagna, esso resiste a tutte le m~· d ilicazioni dei tessuti che lo contengouo, continua a vivevo 111 tulli i mezzi per lungo t-empo, qualumtue 3ia la ternper•atura est.eriot>e.
D'tGI ENE
..ua febbre tifoidea. nel saol ra.pportt ooll'aoqaa. pota alle e oolle polverl. -
V Alt..LARO, medico militare incaricato dell'insegnamento della batteriologia a Val-de-Gt•ùce. - (Gtuette des l/6pilaua:, t-;. 144, 1880).
Non oslante. prove multiple, alcuni autor i pers:stono a n-
cora a non atti'ibuir·e alla contaminazione delle acque pota6ili la parte legittima e grnndc• che le spetta nell'eziologra
.della C<lhbre tifoidea. Appoggiandosi su esperienze di labontorio essi cercano dimostrare che le acque comuni cosliilliscono un mezzo ossolutam~ nle sfuvorevale ai baltt>rii pn ~i.
Ora l'autore, essendo stato incaricalo di fare l'analisi mi-erobiologrca del!e acque clistribuito oelle guarnigioni della l"rancia, principalmente quando la febbt•o lifoidea infìeriva, ba ~to più volle, dur.a11le il corso di ques te e pidemie, provare la presenza del ba cillo til1co nelle acque di ali111entazione. -Questa conslatazione è stata specialmente dimostraLi va per cmque epidemie che hanno infierito sui cot•pi di truppa a Xefun, CJ.erbourg, Mrrande, Bour ge en-Bresse e Chàlellereult, in ques ti ullirni due anni. Per MoJuu, specialmente, la -coi guat'lligione si alimentnvc con sette pozzi differenti, sca· '98ti nella caserma. e con una canalizzazione d'acqua della -Senna, lo informazioni che ven nero fornite dall'autore iiopo -ta 611& aHnlisi gli fecero conoscer·e che lu febbre tifoidea non .an,·a colpito precisamente che gli squadroni, i quali si ser .-ivaoo der pozzi nell'acqua nei quali et•a slato trovato il bac1llo 4'Bberth. L'autore fa notate che la ricerca de l bacUlo tifìco é stata tul~olta molto dirtlcile, e che egli, allo scopo di pre venir e le crit.iehe, ba nvuto per regola invariabile di non affermare mai la fll'esenza del bacillo ti fico uelle acque pt•ima di o vere assog~ltato l'organismo considerato come tale alla prova delle ~ure comparali,·e falle col bacillo di Eberlh, estra tto dalla •rlza di un tifoso. l tatti che egli ho. osser va to forniscono qui11di, a parere dell"aulore, una nuova prova della parte che ba l'acqua per ba-
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vanda come veicolo del germ e tiflco e specialmente delle possibilità di scoprir vi realmeute l a presenza di !]uesto germe. Deve r llenet·sì cb e la sozzura delle acque potabili costiLuìsca l'unic(l causa del mantenimento della febbre tifoidea nella grandi aggl omer azioni e che il sol o sfor zo dellu prolìlal!si debba consistere n el far distribuit'e acque per bevanda assolutamente pure? Senza ùubbio l'<lcqua é il vt>ico}(l più or·dinm·io, i l pi u importante !'ot·:::e. il più pericoloso sicuramente del g-erm e l1tìro; ma nessuno. neppure fra i parti giani più r isoluti della propa~azione della malattia colle acque polabill, ha credulo sostener e che questa condizwne eLiolo~ica sia sul· tìcienle a spiegar e tutti i casi di febbre tifoi dea. Si ammette al con trar·irJ che l'agente patogeTIO può e d.:ve risiedere In m ezzi dHfe t·enti in cui n0i arrischiamo dì 11Hingel'lo con prot·edimenli multipli. ' L'autore espone quindi il se~uenle l'allo, osservato r'a un medico n1ilitare russo, il quale con fer ma un'opinione molte volle emessa dagli epidemiologisli m•litari, volc a dire che le pol veri distribuiLe alla superfici e o negli intPrsLizi del pavimento pos:sono eveu tualmente nasconder e la causa della febbre tifoidea ~che questa cir rostanza è sufficiente a spiel gHr è si H lu per·manenzu, sia la localizzazione piu tlccen tuaLa della malallitl in alcune caser me o in qualche camer11 d'una stessa caser·ma. D u~ re g~imenli di fallteria di gua1•nigione a Silomir r riceventi la medesima acqua polabile sono in pt•oporzioni molto diverse colpi li dalla febbre ti foidea. L'uuo, il ee~gi metlLO ntt· mero 127, da una mot·bosita del 9,6 p. L0001 nel t885 e di ~l.2 p. 1000 nel 18RU. L'altr o, ìl re~gimenlo di Kourlk, pr esE>nlo negli s le!>~ i 811ni una mot·bosiLà mollo rilevante. Que~lo t·t:'tzgimento dt Kour lk é r ipartito ìn puoli difle•·enli de lla ciLtti. La frazione al loggiata nellu case•·ma Harnmer· mann olTre unà m o rbosilà tifoidea molto supel'iOJ'e a quello eh~ è dala clall'insiem e delle allre fr azioni dello sles!'o corpo. Mentre, infatti, i colpi li in questi ultinli e'•·ano di 'l'l P· 1000 nel1885 e di '16 p. 1000 nel 1886, nella ~ase rma Hnmmermaon l
erano eli 15 p. l 000 n è l 1885 c eli 50,7 p. 1000 nel 188G. Aggi unpsi che f1•a le truppe di questa caserma, uua compagnia , la quarta, fu sopralluLto colpila nel 1886 ed hn forni lo essa ~olu U casi di febbre tifoidea 1;opra. Ull effèLli vn di ()Q uomini, ossiA la proporzione onot•me di 155 p. 1000. Qu~sta manifestazione intensiva della
runlatlia iu una parte
limitata delle. caset'ma s n ~ge rivu l' idea di tut l'a~tor c pziologico localizzaLo in qualche m odo neliP camer e occupate dagli af-
fetti. Nel drcem hr e 1886 il medico capo del corpo cr1u·mata provocava l'evacuazione •iei locul1 ahi taLi dalla f!lltll'la compag nia
eia disinfezione energ ica nou !:.'O lo de• muri e dd pa,·im enLo, ma anche degli effetti ' 'cstiart ed opparleuenti Al IPllo. Questi rurono passati ul vapor·e a c·quoso; gli ass t, le tavole ruruno tolte, tulh gli spazi fra loro es istenti fu rono imp1'egouti di acido fenico u\ ;-,p. 100 ed il suo contenuto fu r wnovulo: lo s tucco dei mu1·i P del sofntLo fu demolilo; si fece l'Vaporarr• nello cumere cloro me.,colalo all'acido fenico al 5 p. 100: infine lulle leintavolaLure furono t'idipinle a nuovo. l>opo l'esecuztone eli queste m i~ure radicali, la quarta compugnil:l r itot•nò ad occupare il suo alloggio abituale: fu sua m n ,•lt~lilù tifoidea si I'Ìdasse alrt,7 p. 1000 Jtel 1887, rw r diveni re nulla nel 1888. Ora, nello sLosso lasso di tempo, nelle rnmerè t! ella case•·ma ebe non erano s tole sollopost~ alla disinfezione, lA febbre ti· ro•dea coutinuava ad infierire co11 persi,te nza dando una mor~sllà di 22p. 'lOOO nel 1887, n di 3:lp. 1000 nel1888, mentrdche 1 ~lpiti non era no che dell' 11 p. 1000 e etei IO p. 1000 per l'm· 8&91rte delle altre parLi t.lella guarnigio11e. La !lcompaJ•sa cosi pronta della roa laLllu nei locali dis int't>llati con cura, la s ua persislenza, nl contrario, e nJ un grado elevaLo, in quelli che n on e•·ano s tati l'oggetto di alcuna misura d1 f!ues to genere <:oufermava no setnpt•e pir'1 l'ipoLCl:ll di u~a causs locale iner ente all'abitalo stesso. Le polvet·i del pa~unento e degli interstizi ru,•ono esaminali da un batteriologo. elle polveri, eminentemente r-icche in microbi (14 milioni ~ llramma) s i pet·vennc a scopt·irc la pr esenza del bacillo tifl.eo. Ciò spiegava precis amente le pot·ticolat•ità messr in evidenza d - d · a1 ali statis tici e dimostr ava complolarnenlo la
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parte avu ta dalle immondezze dei palcheUi nellu frequenz& più grande della febbre Lifoide nella caserma Hammermann_ Le camere infette furono immediatamente evacunte, gli uomini andat•ono ad accampare in un bosco ''icino. 'l re casi fur·ono ancora osservati, dal 5 al 20 marzo. uegli individui che avevano lasciato la caserma io il"lato d'incubazione, ma, a purtit•e da questa epoca. non s i ver•iftc6 più olcun caso. Se r1uindi è indispensabile ,·egliarc sulla buona qualitu delle acque potabili, non è punto inutile prendere in ron~uiernzionr i pericoli che possono eventualmenln pr ovenir·c dalle polvel'i sparse nei locali abitali, specinlmente qu;;n.!o <>i tr·&lla dr Rbita:t.ioni colletti Vf'.
Dell'azto11e antUoda e oumulatlva o~e l prodotti del batteri ueroltano •ul oouo delle malattie lnfettlvt. - SrM,s ·woooBEAD e CAHTwnrGH r W c.1oD. - (T/te Lancel, l'ebbrajo 1890). :'-lei 1880 Pas teur dimostr ò che i sintomi cal'attcristici del colera dei polli si potevano riprodur· re con l'iuoculazione dei prodotti sterilizzati dei germi del medesimo mor·ho. ed io seguito i ~in tomi principAli del rolera, della f~bb1·e tilòide, del cat·bonc.bio e della difterite, si sono ottenuti inoculando le rispettive toxine r•cavt\le dagli a nimali ufTetti, .J tlalla collìvazione dei microbi specifici. e cosi grazie ai lavori di Briea:er in ispecie, siamo venuti a cognizione della natura e delle chimica costituzione dt simili veleni. Quasi contemporaneamente Chau,·eau C.: io: o!'trò l'imrouoil& che si conferiva per l'azione dei prodotti solubili dei microbi, a vvegnacché nelle pecor·e jlraYide i bacilli del carbonchio inoculati non oltrepassf\Rsero le par eti della placenlu, mentre gli agnelli partoriti dalle madri inoculate rimaneYano iulmuni. In se:;:uito S~c~l mon, Wooldridge, Foà e Bonomo, Rou~ e Chamberland hanno dimoslcalo che l'inoculazion·· dei prodotti sterilizzati degli organi<~m.i specitlci del colera dei maiali. dei polli, del cacbonchio e di alcune setticcrnie possooo reo· dere immuni f!li animali dalla Yir ufenza Jei rispettivi r(llcror!l'anismi speciflci
967 "Pale immunita può essere considerata come una ac.quit'ita to11eranza pel veleno speciflco, ed il processo di guarigione da un'jnfezione ai carbonchio si può ritenere per un'incipiente immunita che gr·adatamenle pa;;;:a in una fOJ'ma più ~~~.
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J microbi patogeni probabilmente p1·oòucono una ma~gior quantità di toxina, ma siccome i saprofìti non inducono malaUia, e l'lieeome le culture di questi non r•iproducono i microbi palop-eni, quantunque la n'\orfologia e J'.apparerna delle culture òelle due specie siano simili se non idenlichè, il legame biologico delle due specie ueve aneo r·a riteuer•;;.i per· incompleto. Però, u;;ando i !"Sprotìti come vaccino, e vedendo che gli animali vacdnau r estano immuni o meno suscettibili pe1 microbo paLo~eno, si stabiliscono delle r·elazioni fi logene tiche ft·a i comuui microbi della p,utrefaziooe, ed i microbi patogeni come f1uelli del carbonchio . Que;;to concetto d~ll'immunilà e dellA tolleranza di un ,·e· leno specifico si sa ..ehbe fallo lnrga strada, se una serie d i falli J'ordine opposto, che or·a ci conducono aU' idea di uua azione antitoda, non si fosse presentata all'ossGL'vazione. Si è veduto che se col bacillo tlell'anlraco s'inietta no a lcuni m ierorganismi Jndit'l'e reoli che ~on esso non hanno alcuna sorniglian2a, la malania non segue il s uo <:ar so naturale, e multi animali ne guariscono. Emmerich fu il prjmo a batter~ questa sLl•ada con i suoi esperimenti ~u ll'in nuenza c he ha lo streplococcp della t·isipola iniettato nelle vene di un anituale a ffetto da carboncJ1io. Pa,Yiowsky con allt·a ser·ie tli esperimenti sorvegliati da Vir c how scopri ura eonsidere\'Ole nnrllero di microrganismi come il mict·oeocco prodigioso, il pneumococco di FriedUinJer·, ecc. , che esercitano la : > lessa infJuen11a in maggiore o minor grado. Bouchard ha ul~imame111A3 comu uicalo che il bacillo pyocyaneo agisce sinuhnenle, ed in modo più a ccentuato. A \!endo i due autori reputato cb e i :>inlomi specifici di 1ma ~alatlia dipendessero dalla produ:cion e di una s pecifica Loll..mo, e che l'immunità per que:-La malattia specifica non fosse altro che l'acquisiLa Lollt ranza dello sp~ciale veleno, pensa-
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rMo et..> !"azione di que~li altri microrgAnismi sul corso della malattia speci(ica fo sse fl ncho dipendrmle rla un loro speciale prodotto, quindi si mi!'<ero 8 ll investigar f\ d n1o.!o dj agirP di uno di questi micro rganismi imliLferenti. Il giorno 5 novembre 1889 !;l;erilizzaron o comple larne nle una c ultura di dieci g io rni del bacillo piocianeo, la posero in ghiaccio, poi ne sca ldarono alla temperatura dE'l corpo una piccola pa.rle. Inocularono un earboncliio molto vir ulen lo a tre conigli. e quindi da due a quallro cuJc. di questa cuiLnra s terilizzata di bacillo piocianeo, r·ipctendo l'iniezione :::ottoculanea nell'addome due mite al giorno per :1 giol'rti. Durante que$lo per·iodo g li animali non mostravono sinlomi eli malatlia, nno rima!'<e vivo per sette gi0rn i, il secondo per nnve, il te rzo sopi'IWYisse. Il 15 no,vcmbre inocularono due conigli CO{l un cat·borwhio che aveva ucci~o in Lre giorni urr coniglio d! !'Or1tr•olfo. e con tempora n<>amente inieU.ar ono solto la pelle eli tfue nnirnal i 3 e me ~ della stessa cultura de l bacillo piocianco ~teri · lizzala o scaldatll, indi questa iniezinn'' fu ripetuta una volt a al gior no per sette giorni. Gli animali Prano ancora ~ni e vegeti a Ila fine della ter7.a sc~ tti maoa. P<'r spiega re la differenza individuale di questi e~pe ri rtlenli, e per entra r e nella questione dell' a ttenuazione necoProno alLr·i s lurlii, ma On da or-o si può asserire e h A r.n me i pPndotLi solubili dei microrganismi patogeni conft>riscono l'immunità, co~i i pr odotti di queg li organis mi che prole1"gono contro il cal'boochio, esercitano la loro azione pnche 'luando sono isolati dai micror gani!'mi viventi E nel •f'orlsideraPe il modo d'azione di questi sap i'OI'ìli sul CO I'SP delle malallie, bisogna riflettere eire Pawlo"·ski e Bouclu~rd notarono come gli Anjroali, i quali s!.lperarono un <lLlt1cco ù i carbonchio rner·cò l'aiuto <ielle iniezion i t:a profìtitlae. S fl CC()ln· berouo ad una seconda infezione, onde :::i può a-:seri r e che non avessero acqn islaLo la toller anza. D'al lr·a parte, secondo le osservazioni dei due auLor i, se non una completa immunita, una certa refr·attarieta all'azione del vil•us cAr bonchioso si e con fPrila con l 'in oculazion~> dei prodo tti saprofìtici. quindi 1
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tale azione, dal punto di visla fisiologico, dcv' essere con !'liderata come antagonic;lica. Pawlowsky s uppose che i fagoci ti divm·asset•o t'tlpidarnenle lsaprolìti, e per ciò acquistassero una decisa azione sui mierorganismi patogeni; ora la medesima protezione ottenuta con i prodotti saprofìt ici fa pen1>are ad un veleno di azione antagonistica, ad un'azione ;.timolanle dt:i tessuti «ulle cellule dell"organismo paralizzate dal ''it•us, le quali per questo stimolo reagirebbero nl virus inYadento. A tale reazione deve attribuirsi la ~ua ri gioue spontanea della febbre rnalarica, del tifo ricorrente, t'C'azione che nell'organismo può csaere indotta anche dai rimedi come lA clinica ot•dinaria dimoslra. Ni- dobhiamo supporre che i rimedi od i prodolli saprofi· lict agis~ano ~"UÌ microbi come parassiticidi, poiché Fr~::n denrei<'h ha scoperto che il bacillo del carbonchio cresce bentssimo fuori •lt~ l c01·po nel liquido piociani co, m entPe i lllierorgauismi, il cui pr·odotto impr-di:;;cc lo svolgimento rli eJtrl microrganisml patogeui fuori del corpo non hanno alcun polel'f! inihitorio sul corso dellu malattia che il microrganilllllo palo geo o induce. Dobl>1amo dunque con!>iderare l'azione eome inlb rella, come ontagnni!':tica del veiHIIO specifico, o come ~limolatrice dell'altivll.a funziona le dci le~suli. Ma i prodotti dei sapt•otlti non sempr·e agiscono mitigando una malaltia infdtiva. 11oger ha Lr·ovato che il microcor.co prodigioso può con•erth·e il virus del carbonchio ~intoma tieo in carbonchio vero pr esso i conigli, e qui bisogna ritenere non più un'azione anta gonistica, rna uu'azione cumu-
laUvll .
. Pawlnwsk~· in una serie d'iuoculazioni simu ltanee di ba-
callo della tubercolosi col baciJio piocianeo e collo slreptoCOecu piogene nelle articolazioni delle giuocehia dei conigli
~nne 1 seguenti ri~ullati. Gli animali ir.oculati col bacillo l'Colare e col bacillo piocianeo mor·irono al 12" giorno,
~~ !5Uppur azione nelle aiunlut·e e tubercoli nei polm oni.
1o111elli · · n moculatt con bucillo tubercoltlt'e e sLreplococco ptoJene morirono al 22• giorno, m entre un coniglio ùi contr ollo
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RIVISTA
inocuh;to col $'Oio bacillo tubercolar·e non morr c·be alla fine del ter·zo mese. N ello stesso modo si è dimo$lralo cbe lo stafilococco aureo ed albo sono molto più violenti e raptdi nella l oro azione quando sono inoculati insieme, elle quando s'inoculano ~eparalatn ente, c Pawlowsky conchiude che la Luber·<'olosi d~>lle articolazioni é iJ r isultato di una infezione mista che r ende i sintomi più com plessi, ed abbassa la r esistenzu dell'or·ganisrno p, dei tessuti, onde si avvera l'azione cumulativa simile a quella descritta do Roger nel cal'ln d'inoculazione del bacillo rlel carbonchio c;intomalico e dtll micr ococco pr odigioso. Le infezìo11i misle aumentano le difficoltà della scnperla dell'agente pr incipalt> delle molaltie. Nel male ro->~o dei suim gli autori hanno rin venu to diversi microrganisrni alquanto cost.anù, mentre il vero bacillo infeLtivo era isolato ron difficollà, e nello r ecente epizoozia di Edimburgo banno trovato In sle~so micror ganismo della rebbre dei r11aiAli descl'iLLo in Francia e i n Germania da Rougel e Schweinrolbleur. onde inclins no a cr edere che si Lrallasse di un·inrezione mist.a, la qual o spieghel'ebue le divergenze d'opi nione che esistono fra gli amel'icani e gl'in gl e~i $ U tale argomento. Pawlowsky nei suoi esperimen li su coni gli inoculati con cu r bonchio ed eri~i pelu notò che g li animali morivano d'ed~ :.ipela perché il sangne era pieno di slreplococchi, eppure la sola inocnlaztone d1slreptococchi nei conigli 11011 produce che una l eggel'fl risipola, e moi il paS!'8ggio de1 rnicr·obi nel sangue, 8 me11o che In vilalilà generale dell't111imele non sia stata previamente depressa doll'amministr tziooe del cromato d'ammoniaca come ncll'espel'imenlo ùi Wyssokowilschlcy. Gli autori nello loro inoculnzioni siroullanee hanno visto morire i loro coni~li non pel' carbonchio, mn pel solitamenl8 innocuo bacillo prodi gioso. L'azione dunque della risipola. e del bacillo pr odigioso é ani.Agonista di quella del I'Arboucluo, mentr e fJuella del carbonchio è cumulativa di quelle dell'eri· srpeln e del hacillo JII'Od igioso. L'at'gomento è mollo comples~o. e pericoloso sar ebbe il \'Oier 01'8 applicare all'organismo umauo uno cJualunque dl'l
o 'tGJR~B
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risullall batlerio-tet·a pici ollenuli ~ugli animali. Le r·icerche farmacologiche s ulle ptomoine delle mulo llie specifiche Indicheranno un g iorno quali farmachi avranno azione anlitoda contro le malattie stesse. mo altri fat tori, come la lrmperatura, lo stato d'irritabilità dei tessu ti, e ser;::itano !'li queste malattie un'azione che dev'e~sere l"ludiata. e si deve conoscere ciò che realmente pr olungll il corso delle malattre infettive e dà ai tessuti il tempo per acqu istare la tollerauza delle toxine speciflch(', e la forza per· dimi nuire la vilalila dei mict•obi. Si deve conQscere l'influenza allenuatrice che i tessuli eser citano ~u i m k rorgnnismi inoculati od altrimenti penP.trali nel corpo umano, ('d unu via a IJUf'slo studio ~ rertamente aper ta dall'inoculu:tioOP dt "ir us modificati. Inve~li· ganJo su ,questi problerui si giu ngerà alla conoscenza el i quei fattori che modificano l'azione ùei tessuti sui mir.r•nbi, o ne facilitano l'e"'pulsion(', o divenendo fot·ze anlsgonisliche •li veleni specifici convertono i micr obi vir·ulenti in materiale vaccinico, prolungando il per·iodo eli re!>i;..l<>nza dt-ll' organil!mo ammalaLI'\. o proteggendolo contr•o mor tali attacchi.
lchae polmonare. -
Pt>r TAo~JAS J. M ns. -
(T/te T imes
antl Register, agosto ! 8~!.)). l polmoni , chills i in una cavità toracit-o com posta ùi cot-lolf', muscoli e pelle lateral mcntt>, e di un mobilissim o e V&6lo diaframma musrolare alla ba s~>, sono ioner,·a ti dal pneumo-gast.rico, ner,•o di moto e ùi st>nso spe<>iale che t'e· gola la ìunzione del re'"pl ro. mentre il diaframma è innerVfllo dal nervo diaframmatico, le cn1 brancl1e periferiche s i unis~ono con qu Plle del pneumo- gaslrico in un ganglio della pc.ruone addominale della ,·en a cava . L'universale espet·ienut medica altesln che nel mag-g ior numero dei casi la com~unzione polmonare com incia dall'allfce dei polmoni, e questa azione elettiva della malallia é ~ov~ta in pat·te alla for ma conica del tot'llCe ed allo dislriuztone dei hronchi, ed in parle alle inlluenze artificiali, alld 'IUali è esposto il tOi'ace. l bt·onch i $Ì !"nòdividono dia tomi-
RI VI ST.\
cam eole in modo da condurre rat'lll da ll'allo i11 busso. tlouùe risulta che la pa r te i11ferior c del torace è In prima ad e-.'et• t•iempila d'aria, e l'apice non la riCeve affatto, o la t'iCPVt' 111 ultimo, solo duranto le profonde inspi r azioni. Oltre o cin. il pro!'. Mosso ha dimostralo con esper imenti, che noi po.. ~e diamo quasi un qua rto di spazi co respiratorio polmonnre, maggiore di quello che è necessar·iu a lla "ila, ric:ervalo nlle eccezionali esig"nzc morbose o fis1olog•clle, come polmunite, b•·onchile capillare, asceosio11 e di a lle montagne. t:;O I'Se rapide, ecc. Mn cho nelle condizioni Ol'Jinarie di \'ila. e.l a livello del mare, quest'abbondanza tli spazio polmo•·Me respi rabile è una sor a-onte di peeicoli pe1·l'uomo, p1•rc·hè •Juella parte in più che è poi formatti dall'apice polmouore. r•"·la più o mcnQ inattiva, e ciiventa piu debole e piit cAgiouo\'ole E l'inerzia de~li apici polmooari, com e con'causn Jellt> Incipienti cons uuz•oni, è di mostrata dBI f11tlo, che Je ùuunc flp!l.noslre r azze ci vilrzzll tO vi sono m eno P.sposle che f{li uo111ini, argomento giO. trallalo dall'autore, e prova to con documl:!uti stali:-tici in un lavoro pubblicato nel M edicai Netrs clel~ort>n naio 188 . È: noto come le donne respirino pr inc1pal111eut.: con le parli supe1•ior·1 dei polmoru, e gli uomini con h• 111feriol'i, che il tipo norlllale della r espil•az1one sia costale pel' lu uonna, addominale per gli uomini. Questa dilTerenza ùi t•po è acquisila medio nlP rinllueoza degli r1bili. e non nl'lgine.l·ia, come ha pro"alo l'esame dei moviment\ tot·acid ~tu· ùiati su di un'indiana, nella fJUale lu respirazionè costale o>r& completamente assente , e lutto il m ovimento respir·atorro si compiva per mezzo dell'uc!Jome, come neqli uom111i Cl\i· li7.Za ti. Le selvaggia porlt\no pochi indurnenLi lC'gati intOl'rw all'addome, quindi i movimenti aJùominoli uon ne f:lono unpacciati, menL•·e le donne civili con i loro abili legHlt alla cintola e coi loro busti, limitando la r espiraziout! addominale, provocano un movimento di compeusazioot• negh apici polmonari, e ~vil uppano completamen te la parlo supe1'10r~ del torace. Se si toglie questa cuudiz1one fS \'01'0\'0le nella t.lnuna. tutte
le altre come la minor capacità dei polmoni, la sua maggiore debolèzìa rjspetlo all'uomo, la sua vi la sedentaria, le sue occupazioni dentro la casa, !>ono Lntle condizioni che favoriscono l o sviluppo della lisi. ~:<: Lisogna anche notare che mentre nella donno la maggior parte degli indumenti pendono dall'anca, onde l'apice polmonare rimane più libero, nell'uomo poggia sulle spalle, onde rimtmgono più impacciali i movimenti dell"t~ pice. L"autore crede di pote1· stabilire come massima, che ogni morbo consuntivo dell'apice dlpenùa da impol'l"etta espansione dell'apice stesso, e che jl colpo d'a1·ia, il raffreddore, larJlO lrequentemenle incolpato, é un'espressione non abba· stanza compre<oa. l l raffreddamcn lo istantaneo oon é tbe un colpo al sistema nervoso, il cui primo istante di brivido si rjseote sul sistema perifer•ico, viscerale e vasomolor e, in cui si contraggono i capillari sanguigni, si eleva la pressione sangui~na, si ram·edda la supel'fìcie del corpo, mentre il termometro regisLra una temperatura più. elevala. Passato il pt·imo effetto, ne segue un rilasciamento, una paralisi degli stessi nervi, il sangue ritorna alla supet•lìcie, si stabilisce la tlial'oresi o qual che allro flus~o. indi il cm·po riprende il suo equilibrio normale, se la reazione corporea è normale; se invece nel corpo esiste qualche punto debole, gli effetti del freddo si avvertiranno maggiormente in quel punto. l polmoni manifestano l'impressione ricevuta per mezzo della membrana mucosa solto forma di catarro, elle orilinsria~ente predilige l'apice, perchè la nutrizione dell"apice è già n:npoverila dall'inazione. L'affezione catarrale è una comune conseguenza dell"aiTezioue nervosa; ne~la ne vralgia del trigemino le mucose del· }' l . ocr Ho, del naso, della bocca, della lingua entrano in una COndizione calarrale·' persino la cornea é soaaelta ad ulce· . 00 ~tone, e Magenèi·e tagliando il quinto nervo }Jresso il gangh.o di Gasser, produceva l'ulcerazione corneale. Col laglio ~aghj si produce la polmonite catarrale fino alla caseicaztone negli animali, e v'è J'agiono di creder e che nell'uomo leconsun · · · .. ZIODI pohnonar1 procedano daJia stessa ortgme, per-
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9/i che rauLore, in Si casi di compr-e.osione dei vaghi pE'r tumori. aneuris mi, nevc·ctr, ecc., ba osser \•ato edemi polrnonori, polmoniti, br ondliLi, e 3ì casi di lisi polmonar·e, ed i! doll. Lewiu in 20 cada veri di lrsici ha dimostra lo la degenerazioue dei vagbi. E siccocne il Jolt. Jappa ha trovata iu degenerazione tiPi nervi periferici in 15 cadaveri di lì!>ici, !"autore ritiene che non solo il pncumugastrico, rna lutto il c:istema nervo~o perif.,rtco sia coi n volto nel p r Oct!sso di consunz10oe f•Oimonare, quindi egli sr da alla ricer ca di quelle cause çhe !JO sono ledere l' integrita d,eì ner vt periferici, producendo la consunzione pblmonare. E fra le cause egli ripone raJcuoli~mo immediatu od ala · \"islico, e la s ifllide, g iacchè Elisoo, Crot hcrs, Schultze,Slfi"unpell, Appeoheim, Siemerliog, Viero rd~, Tboll\son, Sltarkey, Naunyo, Buss, Eisenloh'i', Kabler, Berger hno d<!scrilto tiPi casi ùi lesioni Jel vago e dei ner·vi pet·irt·rici pc·oJotte do alcoolismo, o da sifilide, o segui Li da consunzione polmonare. E non solo l'alcool e la s ifilide, ma i IEtnti aHelenamPnli di piombo, la difterite. la scarlallina, il morbillo , !'Ono copaci di agi1•e nella stessa ~ uisa , ond·é cbe l'autore reputa una suprema follia lo ascl'ivere la consunzione polu10nare ad una causs un1ca come il bacillo tube i•colare, mentrt• tutto ciò che lta il po te t·e di violat·e l' integ t·ità de l ~ is t~ m a nervoso, e special mente del va go, può divenii· cau~a dt consun \ zione polmonur·e. Da questo punto di vi~ta si scorge come il sel\a~gio al suo primo centallo con la civilizzazionP acquic:ta la disposizione a que La malatlia . poiché tutta la questiono della civilizzazione s i risolve in un adattamento che l'indiano con· tc·ae ai vizi della razza bianctl, il rum e la sifihde, onde quelli i quali non sono dotati di forte resistenza oi·ganicu pertscono. e l'aumentata consunzione degli indiani in proporzione uell'abiludine ch'essi contra ggono per l'alcoo l ne t: una prova convincente. Tale essendo la natura del monùo, l.• uecessario non solo evi tare l'abuso dell'alcool. dello venera, pr oscr ivere ogni oc-
9/3 oupazione nociva, come il man esr~io del rame e òelroLtone. ma cercar di scoprire ogni tendenza lalento che possa esser·e procurata dall'azione di queste cause, perché è ot·mai riconosci"to che l'influenza dell'abuso dell'alcool si estende almeno fino alla sec:ond& genurazione, ed il doU. Gt·oss, fra le altt·a emiuenlr ~:~uwrtt.é ritiene clre la Rcr ofola e la cooc;unzion+' non sieno che form e modificate di sitllide. Per C'JUOrrto s tl'ana possa sembrare questa idea, essa ci deve &uggerire un imporlanle nesso causale fs•a la si/ìlide e le malattie consuntive. Ne dobbiamo perder· ùi visla il fallo eh*' lo dirLertle, la scarlattina, il morbillo sono cause occa sionali di malattie consecutive, q uindi dobbiamo sorvegliat·e la convalescenza di rtues&e malattie, come dobbiamo rnsegnare ai nos tri clienti il modo di p;·eser·varsi dai raffreddorr o dalla malaria, e tratlar·e convenientemente le malutlie nervose, e specialmente J'i$terismo, perchè, secondo le 'JU&ranta s torie morbose s·ife· rtte dal prof. Grasset, questa malattia é molto intimamente legata alla consunzione polmonare. Bisogna dunque pr ocurar di conservare il tono di lutlo il sistema ner vol:!o, e specialmente del pueumo- gasLJ•ico, mantenendo le funzioni cor poree in una normale attività con l'esercizio, mandando da uo maestro di ginnaglica tulli quelli che colLivaoo un'occupazione sedenta r ia, onde gli apici polmonari possano convenientemente ~>spandersi, o raccoman dando loro delle forzate in ~ piraz i o ni volontarie, iu posi1.ione erelta, mentr e le braccia osr.i llano d'avanti indietr o lino a meltersi in linea or izzontale a livello delle spalle. Queste i<>pirazioni fo r·zate si possono ancl1e fare sollevando le mani al dJ !òopra della testa, ed abbass andole lungo il corpo duranle l'espirazione. A llro pr oflttevole esercizio poi monare consiste nell'inspirare pr·ofondameule, e cantare dur·u nle l'espir azione ad alta voce fi no a l n umer·o maggiore possibil~, fino a l numero ses!lanta o settanta per un uomo adulto . . ~ lunghe passeggiate, le cor se, la danza, il sa!Lo, l'esercrzto della Cune pendeute sono tuLle alLr·attive clte fa nno diment1care lo sforzo c he cos tano, e diventano perciò esercizi mollo profilte\·oti all'ampiamento dello spazio r espirator io.
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RIVI STA
La respil'azione dell'aria compressa o ra1·efalla Ila prodollo in Germania buoni effetti nel migliorare la capacità toracica, e dovrebbe acquistai' rnaggiot·e <:stensione. Ecl ora cosa di re delle cosll'fzioni addominali e dell'liso dei busti stretti 1 Sono questi cosl nocivi alla sal uLe come si è detto fir1ora, e devono le donne sopportare il peso dei loro abiti sulle spalle come gli uomini ? E se gli uomiui sono danneggiali uei loro a pic:i polmont!ri da queslo modo d'abbigliamento, cosa sar à delle donue C'lte indossuno ab1li J'un peso due o tre volle mag-giore ~ Nessun buon maestro di ginnastica pet·tnettel·ebbe ai suoi allie\·i l'usd delle brellelle o dì qualunt(Ue altl'o c-ongegno di i>OSpeosione degli abili. e se i maestri di giu oaslica ottengono buoni risultati nello sviluppo cor·poreo con i loro 11lczzi tanto semplici, l'autore cr ede che essi debbano essere imi lati.
Il Dirett.ore
Dott. FELICB BAROFFJO generale medico.
\ fl Collaboratore per l a R .• Marina
11 Redattore
GIOVANNI PETELLA
CLAUDIO SFORZA Capìlaflll medito .
•Hedico di t• cl&re
NUTINI
FeueRICO, Gerente.
INSOLAZIONE .COLPO
CALORE
DI
SUNTO MONOGRAFICO g g r. DOTTOil
GIOVANNI:
PETE:t..:t..A
(Cor«inua: wiV r /lne. l . (a~twJI•• dì giug110).
JJatnyenesi. DiYer:-e ipotesi sono state emesse per escogitare il meccanismo lisio-patologico. che agisce nell n. sinLOrnntologia e nell'esito letale del ~olpo di calore; ma. per· il fatto stesso della Jor·o molteplicitit, nessuna teoria , presa isolatamente, è sufiir.iente, ser.ondo il mi•) modesto avviso, a darne un' a.degnata spie~a zione: sicchè, il campo. per quanto sin stato esploralo in diverse direzioni, r·esta lnllora aperto ad ulteriori indagini , peroecbè si presta ad eccitare l'ingegno e la sagacia degli osser·vatori. che si sono :;forzati a fo rmolare le seguenLi teorie. Per tnluni. il saugw•, alterato nellct stw composizio111' per ~'lfrUodel mlon., sarebbe In cansa indire! la della malattia: ma , le opinioni variano, poichè e so in cerli casi si presenta Ouidificato, donde le congcsl.ioui passive, meni re, oppostamente) in altri oiTr·e il carattere della roagnlazione, che condurreuhe ad embolie polmonari, dando cosi spiegazione di quei rari calii a forma sint·opale. fulminante. 62
I"iSOLAZIOSE
~i sonu invot;alo ant: il c le e111li0lù· rh ya-"i1J SI'!JIIÌ/fl dellu sfu·if!ÌOJWIIIt'nltJ Ili 'lnesto tlalltq11Ùlo srtn[JWi!fnO,
pnre per opera tlel calore, ma é una ipote:.;i. mi :<i consenta dirlo, alquanto fanlastica. essendo priva di con trollo sperimentale ed nnrho di ronrlu<leuti necroscopie . Chh il sangue sia alleralo, " nn f,tllo inconLe:.;Lahilc: lo hanno dimostralo le ricerche speriment.nli s n~li animali soprariscaldati arLilicialmenlc, òi Cl. BeJ·uard, il qnal e rilevò un aument.o nella f(uautilit dcll'addo carbonico Rciollo nel ::;,111)-!Ue ed una p.iit nole\'tJ ie diwinuzione dell'ossigeno in una llilt.H quanlità di sangue: toudP la leoria che. peroiTeLI.o dell'elen1zioue clelia temperatura. organica, lu funziona dei 1-(lobu li ro:-.~i 0 allivata, la Lrasformazionr del sangue at\erioso in venoso si comp ie rapj!htmenLc o quindi per sovraccarico di acido caruonico l'ionervazione pa t i~ce l'azione narcotica c la morlc av viene per as!issia. In quesle Leorie non si ù tenuto conio d' 11 n l'al to ell'elth·amenle cnp ilale. os::;in del la rigid itil muscolare, sulla <111al e inve<:e, stando ad alLri speriment i di Cl. Bernm·d. si i• edificata 1';\llr<l Leo1·ia nssai accreditala, t:he cioè la Lempcratura organica nccresciulu. determinando la coa:rnlazione delht miosi oa c quindi la rigidi li\ mu,:colnre del diafmmma e del miocanlio. conduce ir. t:cnrsc~ucnZ<l ad 110a ~!ra.d ual e, io,vilahile a..fì:;sin per impe,lita emalosi. • Un'altra teoria. uon meno ''aga ed iocompleta,sehltene roer·itevole ùi considerazione, assegna alla adone dir•·lln tf,•f ralOI'I~ sul ~i.Hema tterroso la parte principale nella patogenesi del colpo ni sole e di calore. È innegabile c~he, secondo le O!iservazioni eomuni, la forma cereln·o-spinaleomenin~ilicadell•1 maiali ia co n~egne nIl ' in:-lola%ione pro p riamen Le della, come alleslano gli osperimenli di Va llin sugli animali esposti in pieno meriggio estivo a l'<Lrigi, e come inducono a fat' ritenere gli altri sperimenLi di lh.tv.v Sllll 'azione ùireLLa elle i rHt'f.(i :;olari.
E 1.01.1•0 lll l..\I.Om
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concentmti da una lente bi com essa. esercitano sulla massa cerebrale e suoi inrolucri per il facile passaggio di e.,si allr<wet·so alle o~sa c1·aniche. Le c;tesse forme asliuica e c;incopale ùella malattia la::;ciano comprendere la profonda Impressione che il bulbo rachideo e il ple"su cardiaco-polmonar·e ricerono dalralore,lil cui elevazione, per·le ricerche dello ste::.so Hernarù, ecc11a dapprima l'apparecchio d'i noerraziooe, specialmente cutnnen per indi condur-re alla paral isi, all'aneste8ia dei nerri sensiLÌ\ 1 e perfi no ad alterazioni di strollura delle li hre nervose: donrle dt turui d'innervazione >asomotoria e con ~os tio n i Yiscerah, mn ne,;sunR spiegazione della r:rpida e rile,ante rigiùi tit muacolut·e generale, ed io ispl'cie del miocardio. Si è anche invocota un'auto-intos:ì icazione a seguito d'impedita o sospesa elimionzic.ne dei pr·odolLi cl el ricuml•io mntoriale, auivato dall'elevata termogene.si, ma il l:l) tTe incli na a ritenrre pe1· pr·ovalo ch'essa sin un renomeno secondario: io, •nvece, mi pr·overò a sostenet·e il contrario. rome dirò in ultilllo.
l\embt·erebl•e razionale, secondu ~li notori francesi. di adottare le condusioni patogeniche del dott. He,;tri·~, che fece uno dei mi$:1iori :>t udì sul colpo (li calore ( T111~se tf,. /Jtll't.\ . l Xi t). eccole riportate dal Niell; e dal C:otTt> A t•rincipio di mn~attia. il calore eccita solamente le funzioni della pelle. ma la '~erezione del sudore, capace di disperdere per erapOI':tz~one l'ecces ·odi calore intern.>. heotosto si sospende per esaurtmento funzional e, a seguito della sm ere hia eccitazione: ~i ha quindi paralisi del ::;istema , aso-sudorivaro, nn a .;peci e di •nsenl\il•ilitit della superficie cutanea, la quale direnta arida. leec~.e notevolmente pallida. li sangue riOui~ce verso i Yileera rnterni. che si fanno perciò ipet·emici: si stabilisco, lino 1 an cel'lo punto, una flmziono eliminatrico 'icn riante nel si· •&erna t·ennle. ma anche essa, oltre ad esser·e insuJlicieuLe per
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sè sola. non tarda a diminuire e quindi a sopprimersi tlel pal'i: donde un crescen te accumulo di calore interno , reso ancor più rilevante per l'assorbimento di quello aLmoslerico esterno attraver·so una superficie r11tanea iner·te. È q11esw accumulo di calore, a disperdere il quale non basta l'apparecchio polmonare ad onta dell' aumentnt<t sua attività lunziunale, la causa di tutti i sintomi morbosi e di tutle le alterazioni anatomo-patologiche che si osservnno nel colpo di calore: r desse• che. stimolando il sistema nervoso centrale, J]etermirw.l'epigastralgia, il vomito, le convulsioni toniche e cloniclle. "quindi. in un periodo :;uccessivo di esnurimento. il comn (i l quale ri· conosce indubbiamente per causa dirett~ la dilntazione del cervello) la compressione di IJUesto co ntro la scatola cnwica e da ultin1o l'anemia cerebmle, alla (jUale concorre. forùnche, la coagulazione dei piccoli vasi: questi invero -.ubiscooo, al pari degli or$(ani muscolari, una vera di:;organizznzione, per cui le iperemie passive e le l!morragie sono rese piu facili. È il calore che ecrita il cuore a contrarsi energicamente, ma per un periodo non luogo di tempo, perocchè l'iosuflicienza dell'azione cardiaca non tarda a manifestarsi perecces:o;o di lavoromeccanico, e cosi un nuovo anello s'aggiunfle alla 1:aten~ feno: meoica, ossia al rallentamento della circolllzione ;;.nwugna s~ unisee di conseguenza il difetto dell'emalosi polmonare. ~la a quest'ultimo clreuo, che ral{giunge il grado finale dell'asfi;sr& (per cni trovano la loro spiega;r.ione il color nero del :;ao)rne. le iperemie venose da stasi, pre- e post·mortali. i coaguli poi· monari, ecc.), concorre l'inerzia funzi onale del dinframroo, che insieme con gli altri muscoli del corpo, primn fra tutti 11 cuore, è preso rla rigidità. per coagulazione dt>l succo museo-: 1 lare a seguito dell'elevata temperatura organica. La mort~ ' avvera. in ultima analisi, per unn specie di c.o;r.iooc,comedrce il Corre. e si traduce in atto con la graduale a~fi ssia e finolt' paralisi di cuo r·e.
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La paralisi cardiaca. dunque. è la cau:;a diretta della morte, ..alon•Jne sia In teoria patogenica del colpo di calore: senondlt,il ~oncetto prcdominnnte. sostenutodai.J ak ubasch, checioé la rigidità del vent ricolo l'i nistrl), prodotta dal!'nh.a temperaLara del sangue. determin a essenzialmente l'anzi deLLa paralisi, è, secondo inltiller, insostenibile. perchò si basa sop1·a un equi· 'tOCO. che è cruello di scambiare la causa per l'elreuo. lo. per nrità. condivido parzialmente questa idea del )l iiller, del quale ho in precedenza riferito il conceno che In rigidita del Yenlricolo sinistro sia fenomeno posi -mortale. legato alla rigi-dilà cadaverica generale, ma pi•'t spiccatamente rilevante. e dico .con lui che non la eleva;r.ione della temperatll!·a per sè sola. in quanto ccansa di si ntomi oggeltivi e soggellivi. mll ~la debo-lezza del cuore, della quale es~a e un coeiTello. quella che uccide nel colpo di calor·e. A me sembra che qnesto concetto del Miiller sia ìl pi lt accettaltile, come quello che, poggiando piLL Daturale sopra dati fisiologici e di osservazione, i· in grado di spie~are percbi' non lulli gl'indi vidui. che si trovano sollo ~dentiche condtztoni estrin seche, venganocolpi ti dall'accidente. Difatti è innegabile che l'uomo, come tuLLi gli animali a sangue caldo, possegga nel muRcolo cardiaco un vero, potente ed automatico regolatore del calore organico. Il cuore ad ogni sistole spioge sanguecaldo verso la periferia, dalla •(oale, com'è nolo, avviene pet· circa 0 '•o la dispersione -del calorico, per irradiazione cioè e per evaporazione cutanea. Se. per efl'euo d'una fJlt3lsiasi causa, e empigrazia, dell'eceessiva attività muscolare. che fa per il caso nostro, la tet·· mogenesi organica. sale al disopra della norma! e (come nella f~b~re aniene per di\•erse cause pirogenc) e:-.:-.0 s'inca rica dt rtstabilire l'e(Juilihrio fra la produzione e la dispersione del -calorico, aumentando le sue contrazioni , ~ià rese frequenti dal favoro muscolare, poniamo eseguilo in marcia in ~iorno caldo
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e sci rocca le della nostra e ·tale o solto la sferza del $ulf> arricallo. Es~o polrit soddi~fare al suo còmpito, sempro che sia io grado di funzion:u·e oorrnalmenLe, oss ia fin ch1'\ la ~Wl fo1·za conu·attile sarit sufficiente a compiere un lavoro doppio. triplo o 'luaùruplo. qnal'~ •ruello richiesto dal continuo aumento de!la produzione del calore; ma, ~e per congenit.t 01l acqni · sita debolezza funzionale. il cuore, messo alla dura e pericolosa prova di una iperattivit:\ r·o~olatrice del calore. l· preso da staochezzn, pnlest>dt allora In snn in:-.ulticieuz!l con In douolezza delle contrazioni sistoliche. le quali, sebbeno più fre•ruenti, non influiscono an·auo sulla celcriLit della corrente ~anguigna, e pe1·c•ò una minor copia di sangue snrj ~ptnta ver~o la pe1·ilcria: donde dis•rnilibrio nei due (allori rhe re~o lano la normale ter·mogenesi o r·gnni~;a eJ atrumulo tli calore inter·no, che 11i rivela all 'anmerllo della Lernpor·alura rurporea e in pari tempo si manifestano ~li ordinari sin tomi della deiJow \ezza cardiaca, cioè: sen:;o di oppressione ai precordi, malessere ~enerale. cefalalgia, 'ertigini . vomito. tremore alle gambe, inces~o vncillante, al•ballimenlo generale, ha,liore negli occ hi e perii no a'lucinn?.ioni, dovute acl iperemie 'enose ·cerebral i o ad anem ia da compresf\ione. La pt· ofu~u s~(· r ·ezione del suùor o ~piega la sete ardente dn. cui è tormentato il paziente. ma se questa non ò estintn con oppor\!,ITla e ,uflirien ~e ingestione di li•[nidi, la mass.1 ~nnguigna :-ulusce 1111 i:;pess•mento e, ... uhentrando la paralisi ùel sistema cutaneo vasosudoriparo, t•es~a il feno meno compensatore llf'lla ~oura zione del calorico . per cui il lavoro co r·diaco ò rPso nnror piir faticoso c la fMza conlrallile del muscolo s'nllieYolisct' sempre pii• : donde ~tnsi venose nei visceri i:llerni c In ronse~uenzn dell'anemia cer·ebrale, della narcosi carboniea, rlelln perditn della coscienza e delle convubionr generali toniche e cloniche. Se. infine, non \'iene prestato alcun soccorso o se vi ~i ricorre
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in nnn mi~ nra insnfficiente, il c:uore . esaurito nrlla c;na forza, cade in paralisi c In morte nt• i• J'c::ito fatale. (Juesla è la teoria df'l .\liiller, nella t[llnle in ]larte couYeo:!O: dall'esposizione t•ile ne hu fatta apparisce dte in Pss:L oppo-tamenle alle altre lt.•orie. l'aumt>nto della Lemp••ratur·a ,.. con~ideralo come n nn conse~uen:w. un eO't.lLIO della debolezza cardiaca, che si VOI'I'eithe per·ciò ritenere per cnu~a di tutto tl qundro si ntomatologiw. E ripPlo di arcellare ,oftanlo in parte lf> rifer·itr idt•e tlt•l Miiller·. dnppoirhè la dehulcua di cuor<'. da lui messa innanzi in senso uuivow. pure c,;"ctH1o il t':1rclil1l' so l quule gir;) il rneclt'<tni,mw patogenetico del colpo di calore. non i• soltanto causa dell'elova7.iono lermira ùrll'organi.:mo. m.1 é a sua volla, econdo i dali tisiologiti. ell'ello dell'eccessivo lavoro mec·canic''· al quale l'numeuto della Lel'lnugeuesi c.orporcn IHl in prirno tempo ohltligalo il mus•·olo cardiaco. Si tmlln insomma, a orio <·•·edere. d'un ci•·,·olo 'izinsn, nel quale altri eleruenti. oltre il calore, possono trovare la ''ia t1'entmla : essi ~ono i prodolli dt1lln disassitu ilazionn orgarlil'a, i quali inf!uinaoo la massa suogutgnn per in~nfli,~ienle o so~·prossa funzione delle vie esrretol'ie dtlpnranli, l'le pPl'lurhn7.itllri cltt• pPr lt> cause riunite ne const>gnuno uell.1 sfera d'aziono ùl'l sislcrun norvoso e si l'i percuotono :.1!1 t·uorf' in prinripal moùo. l n sotanzn, a rint!'acc:i:rr· la ca n:~a pri111n, i.· ""IDfH'e l'elemento fìsiro calore che si para <lioanzi. t•iù i_• e\·iùenle. ma c l interprelaz'one dei fenomeni l isio-~ow t ologi<·i cf ,c da esso traggono origine quella che f:':l varin1· le teoril'. Hn di sopra accennaro drr, rontrariarncnte all'opinionP del dott. Corre, mi sarei r•·ovatu a ùi:o;clllcre le ..agioni, per le 'IUnli ~ono incltinev111e a ritener·e rlre l'nutn-intossicnzione del sa~guf' pe1· eiTrtLo di imp~dìLa dcptll-n?.ionc dai principii deleterr del ric:amùio materiale althin una parte capitalo. e nou
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Il"SOL.\ZlOl\7.
secondaria, nella produzione del colpo di calore. Su que:;ta l<1ssicemia endogena è basata la nosLI'a teoria pat.oganelica; dico nostr<• , dacch•\ ragionando tlll g-iorno deWat·gomen to col eh iarissimo doll.or Bocca, medico capo di ·l" cla ~se della R. Marina, nello sca mbio reciproco delle nostre idee convenimmo ad un cont:ot·de modo di pensare. nello esporre il quale mi è guida un suo pregevole manoscrilto. favoritomi in cortesia, intorno all a patologia del lcn·oro muscolnrc . .\oi . \'ne l modo seguen te. d unque s•. ra1:pona Anzilullo co nvien pt·emellere alcune e l emen~ari nozioni di lìsiologia, che forse parranno superlluo, :;e prese isolaiArtlentc, ma non di certo J'uor di proposito per la mrgliore intelligenza delle deduzioni pntoloJ!iche che ue ~c;Hu riscono. ' la rHelit del l muscoli d'un uomo adulto fo rm ano ttuasi del peso cot;poreo e contengono nn qnarto del sangue in circolazione: quindi elrettnano, secondo l?oster, la maggior part e del metabolismo organico. Ond'è che si comprende di le:.rgieri la quantità di calore che si svolge in e~si dai processi ordinari chimici di nutrizione, allo stato di riposo, e quella ancor più cospicua che si sprigiona da tutta insieme l<t massa lllii ~Co lare al lo stato di movimento , ossia dnranle le contra:t.ioni dei singoli muscoli: la maggiore produzione del calore oq.:anico é in diretta dipendenza dell'allivitù mnscol~re. ma anche allo stato di riposo è sempre nel ricambio dei materiali nutritizi entro la compagi ne muscolare che il nostro organi~mo trova la principa le sot·gente dell<t sua Lermogenesi. Qui cade in acconcio di ram1nt~nl a re gli iulimi rapporti anatomici che esistono fra i musco li e il ststema nervoso eef;dorach idiano per mezzo dei nervi centrifughi , in <tuanto r.he lo stimolo eccitomolore è portato alle ti bt·c muscoh,tri dai lilament i nervosi che vi si diramauo e che si partono dai centri encefalici volitivi. L'accorciamento delle ftbre muscolari , ossia la
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foro contrazione implica aumento del metabolismo molecolare e, poiché il nostro organismo è eosi formato che quando un organo aum.enta il suo lavoro è immediatamente rifornito di quei materiali primi ne1:essari alla propria (nozione e nutrizione, cosi ne consegne che ai muscoli in attività affluisce una maggiore copia di sangue nutri tizio per mezzo delle arteriole. Gli ele.menti cbe i muscoli assumono dal :,angue sono in parte da essi assimi lati per il mantenimento del tessuto proprio, ma in altra parte sub iscono trasformazioni chimiche,. e producono calore, acidi, fra i quali il più importante è il carbonico, e materiali estrallivi, fr·a i qual i la creali nn si può prendere come tipo di rappt·esentanza per tutti , affine di abbreviare la dizione e di meglio intendere il nostro concello patogenetico. H calore prodotto dai mu;-;coli in azione è espot·tato dall'intemo della massa muscolare ed equahilmente diffuso per tutt-O 1' orgao ismo dal sangue che sco n e costanternen te a contatto colle loro fibre: cosìccltè l'flumento di produzione locale di calore si trasmette a tutto il corpo per l'aumento della temperatura del sangue. L'acido carbonico e la creatina sono allontanati dalle fibre muscolari per mezzo dei vasellini venosi etfe1·enti e, introdotti nel r:.ircolo, si accumulano nel sangue. Finchè i m•Jscoli ricevono eccitamento nervoso e $llllgue n.utr-itizio sufficiente al loro bisogno e in pa1·i tempo sono depurati dai prodoLLi di disassimilazione di mano in f ~ano che si formano, potranno continuare il lavoro , ma non 1 ~ modo indefinito , giacchè al'l'iva un momento in cui, peL· l esaurimento dell<t forza nervea impulsiva e per insufficienza dei materiali nutr itizi le fibre muscolari irrorate da un sanaue t . ' ' roppo caldo e non dermrato, sono prese da stanchezza e debh_ono cessare dal con trarsi. Durante questo riposo il sangue l"lprende nuovi princip1 dalle vie di assorbimento degli al1lllenti digeriti e 11 sistema nervoso ne 1·iceve, a sua volta, nuova è)
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forza eccitomot rice: mediante le secrezioni escret ive e la respirazione si e~ peli ono i prodotti organici regressivi : il c:1lorico eccedente si disperde per irradirtzione dalla snperficie cutanea e per tra~piraztonc e. dopu un certo tempo. tutti i muscoli rilomano in condizioni di ricominci:1re illa\·oro. ~c tJnindi ilr·itrno dellt> l'Ontrazioni mui'colari i: in armonia colla velocità dei mezzi di nntrizione e di depll t'nzione, allom dopo un certo tempo di lavoro nn-iene In "l:toc!rczza natunlle, fi siolo~ica: ma. ~e la velocità tlel larnro è super·it.c~e a (JUelfa dei mezzi di rifornimento i' dr Ùt>purazioue. ossia, ~e i um~coli Cll!l tmendosi yJruducono pi it c,tlorict) di tjt!ello e h~ nell'n uita òi tempo pos~ono perdere e più acido caruonico t' ncatiml di quelli t• ile il sangue ve noso pos~a esportare. si Ila allor;t la ~ro~:;a tezza morho;;a, cioé la varali!'i per auto-"ln'\ elennmento, puichò il calorko ecce.ssi \'o. l'actùo carbonico e l<t creatina, accu mtLiati nei mu scoli c cin:olaoti co l sangue e~auriscono il potere contrattile tlelle loro liure e sono n;.:eoti paralizzanti le funz ioni rilali ùei centri nen o~t e del (ùOI't!. !:>e. infine. il lrtvoro normale dei muscoli, interpolato tln un riposo riparatore. conduce i loro elementi acl aumento per nuovo processo formativo. il lavoro esagerato. in,ece. paralizzandour l'atti\'itit bioloJ!ica. li ra diminuire di volnme per rcce:;si\o consumo. Il senso di sfinitnento ge nera le, dte il sempli t~ ripo.;o non ba~ta a ùileguar·c. i· sintomo d'imminenza morbosa a~~ai gnne e spesso conducente ad esito lctnle: i> in allt'i termini la conseguenza dell'e:<nllt'i melllo funzionale net·vefJ-IUUscolare e dell'intossicazione san!!uigna a tlll tempo. ehe costilut$cuno J'e~ sen,,a palogentca ùi IJUella, che noi dtcinmo creattlll't"ia ùi 3° j!ratlo) ossia tlel colpo di l'll lore. ~ o n essendo la morte nn es itoco:; tante di questa mola!lia ah· handonata a se swsa . si anehhe da :-ifl"allo iuùizio piena nt· gione ùi ritenere rhc i poteri fi~iologici dell'orAani~mo hasttno
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talvolta ad opera1·e nna guar·ig-ione naturale. 11 nostro or·ganismo, inl'aLLi, è Lulfo un si:-Lern a lli eompensn tori , che paiono con~egn ati da un som mo ar·1elice. arfinchè , quttndo nn apparecchio è inceppato a funzionare normalmente od un agente contrario alle manifeslazioni biologiche dei tessuti circola col sangue, si apr<lno nuove vie ed er1trino in campo nuove fcr·ze, ehe rendono men diflitil e il regolnre andamento della llJacchina o tolgono addirilturu di m ~zzo gli ostacoli frappo~l i. Questi sistemi ùi compensazione appariscono piiL evidenti nello stato morhoso. allorq uando si producono le cosi delle crisi, dappoiebè nello stato sano , arrivaudo essi a. manten ere l'equilibrio delle fu llzioni in mezzo ai molteplici agenti perturhntori, intern i eù esterni. non sempre si fa nno manifesti e ordinariamente restano inoso;ervat.i. Il lavoro mus1·.olare ce ne pot·ge un esempio. fl calore prodotto dai mu scoli in azione dilrondendCisi, com'è noto, io modo equahile per Lll lto l' o:-~anismo a mezzo del sangue circolanll.e> ele"a la temperatura corporea. Allora, i centri nervosi vasomoLori, a co utaLLo !l'un sangue pii! caldo del normale si para lizzano e, avendo essi J'u[(i cio rli mantenere la Lonicità delle pareti dei vasi, dilalnno questi in con:;eguenza~ specinlmente alla pelle, verso la quale afllui:ìce col sangue una maggiore quantitti anche di calorico: l'iperemia cutanea, a sua vol1u, ecciLa lo .:.dandole sudoripare acl una maggiore atti''il l't secretiva e quindi e causa della. forma?.ion o dei sudot·e più o me.no abbondnnte. Ed ecco•così, con un semplicissimo meccani smo, operata la llispe1·sione del calore in eccesso, parte per inadiazione che è grandi s.-;ima, in rapporto all'estensione dellil. s uperficie c11 Lnnea. e parte per la evatJorazione del suùore che sottr·ae al corpo nn'n llra quantilà di calore: l'aumento quindi di que~lo imporin, nellu sralo nor-
988 male, aumenlo della 'un di=-per,.wne e L'equilihrio i· rhlabilito. L'acido radJOnico i.• uno ~timolu per il centro net'\'thu re:o;piratorio: co-.icche. non ,j losto In ~un pro iuzione aumenta nel sangue. e;-.~o l'entro et't'itato s'incarica di aumentar·e ~l t nui della re~pirnzione. per rui l'acido cn rbonico è e::.alt~t u tlal sangue e ili,per:o;o nell'11tmosfera: dunque, la maggior prmlu· zione Ili questo acirlo t'> rausa della sua maggiore di~per,tone ·ed iu tal 111odo l'equilihl'lo i> parimenti mantenuto. Della cr·eatina e degli altri prodotti del riramuio nnllen.tle por·o si cono:;ce: si sa soltanto rlle, derivati dall'acido htllicn. s-uhiscono una serie di lrasformazioui chimiche per rt~a tll !'<Ucressive ossidazioui e t' he lìnalrnente :ovno eliminali ,uuo altra forma per l'apparecdtio orioario. Orhene. con la roar gior' frequenza degli atti respiralot·ì (· introdotta nel s~1ngne una corri spondente quantità di oM; igeno. che atliva i proce:-si di riduzione: con l'acceleramento del circolo sanguigno. per etreuo delle contraziOni muscolari e di altre rause durante il l:n·oro. il t·uore, oltre elle regolare con ~e ~ue spin te si~tolklte normali il continuo afll usso di s:lngue ver~o la periferin. mantiene alla la pressione endarteriosa c 'tuindi. pcr la •·onromiLante \':tso-paralisi dt>i capillari renali. Ì:' favorita l,t liltr;lzione dell'orina . l n ultima analisi la rr·eatina e le a~lre ~u~tnnze ·estratli,·e allini sono pro lotte. e hen ,-c,·o. in copia maggwre dall'aumenlato la"oro 111uscolare. IIHt que:)to lrova per e,;e nel sisLerna di t:o mpen~azione renale, come per· il caloru:o in quello cutaneo e per l 'acido carbonico nel polmonare. una ' 'ia aperta ehe ne a:.sicura l'eliminazione continua. ~entpre elle il cuore sia in gt·ado di contrarsi ron tanta forza. quanta ne occorre per superare gli ostacoli e per lottare contro l'iu ''adeote tOssicemia. l : li e SOl lO tfUt'SlO punto ÙÌ \ ist;l c!te. riferendom· alle idee del )Juller. la prima condizione e:-~en -
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ziale. per la quale l'01·gani, mu tende spontaneamente ad espellere i materiali e·aementizi che lo inquinan o,~ di possedere u::~ cuore sano e Yigoroso. dotato di centri nen·osi intrinseci alli a man tenere l' ener,d a contraLti le con la lor·o propria azione eccito-motrice. Senonchè, i ~istemi di compensazione dianzi :~ccennati non sempre agiscono in modo cosi pronto ed efficace da lillerare l'organismo da~li elementi incongrui che vi $Ì ac·.~: umulan o. calore, acido cat·bonico e creatina. ed allora. non pure sono rompromesse le mag~iori funzioni organiche, ma la ::-leS3a vita è altre ·i minacciata in uno :<tes~o tempo. lo dne modi può avverarsi che i compensi ,· en~ano a manrar·e: o pet· ect'6S~>iva prod uzione lli princip!i nocivi, re5tando not·male la elimina7.ione, o per disturbo eò in·ullicienza di questa ultima. Finchè le vie della depuraziOne restano aperte, la ritenzione dei materiali organici re~re:-::.ivi produce la malattia, ma non la morte: il ritorno alreq uilihrio è in ta l caso po5:,iLile e la salu te si ristahilisce. }la se, nel caso opposto, l'auto-a,·velenarueoto è di tal fatta che. pur· es·endo eccessiva In qunntitit delle '>ostaoze tossiche circolanti. le vie anzidelle sono inrece ocdu ~e in tutto o in parre, in gui:>n che ne rkevono detri ment(l le prin cipali funzioni vi tal i, allora si !Ja lo ·tato grave della malattia con la •1ua i certezza d'un e iLo letale. Co!'iJ per· il nostro tema. quando la temperatura amlHente al mosferica ~ uguale all 'intraorganica o In supera. la dispersione del ealore per irradiaz.ione dalla superficie cutanea i! resa impo3si!.ife: .:e per giUnta all'elevata temperatura dell'aria si as~ocia un alto grado di umiditi1 a~soluta o. per meglio dire col Treille, di tensione del vapore acr1uo o, e se l'atmosfera i· immobi le, l'evnporazione del sudore é impedita. l'esalazione polmonare é parimenti ostacolata e si hanno allora le conseguenze d'un accumulo enorme di calore, d'un sovraccarico di acido carboni co nel
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sangue equi ndi d'non insufficienteemato ·i per la cl iminnita tensione deJI'o,sigeno. rh e ~nrebhe Jllll' tanto neces:>arìo alle ulteriori melamor{osi della ct·eatina e dei :>uoi derivati. .\In, si ammcua pure rhe l'or:.:anismo in un supremo sforzo ricst·a. ad onta delle or· me-ntonl te condi zinn i metercologiche. n produrre. per eJreuo t!PIIa gra\e pnrali::.i \aso-motor·ia cutauea. tale un prorus::~ :>uùore che una <:erta quan1iti1 di calorico cster·no po:.:'a di$penlersi per la evapor<~zionr. rli es:-o: ehl•~tne. q11e~1o pi,.eolo ranta~gio i• laeniMIO nelltr.tlizzatu •la un danno ruag:.tiore. che t' lt1 soppre...,ione della ::ecrezione orinaria, unrca 'in di :-:ctll'IW rimasi 1 aperta ali nccumrdo della creat in<l nel sangue. Cosin:h~. giun to l'uo111o a <rue:;Lo punto. hen porhe 'peranze ~~~ n·slano •li ::al\'ar ·i. poicht• all'nzibne del ralore per· s.i• slC'iòso t•aralrzzunte su l :-.i,.tema nerro~o e quinrti ,;ul r·uot·e. si ng,t(Un.\!e l'allra di eguule efl'etlO della tl'eatinemia t'della nan·o•i rarhonica, e co:;i indi a poco la morte ~i a\ 1PJ'a ron lulli i :.intomr tl ell'nremia n col predominio di tJUC'~IJ nlt ri, che ~i sono esplicati in vita con wa~giore iuten::.il il nel ~istema lH't'I'O,:o centrale o negli organi endo-turat·ici. a ~e conda delle prei!ispo:-izioni indi1 iduali. \ questo modo noi intendiamo h palugeues;i dcll'iu~ola zionc e del colpo di calore: i· );Jl 'luesto tr·ipode <~agenti th'ersi e si ulultanei. c:alore, acido <·arbonico e creatina, d1e nui po~giamo la teoria che piir t't semlwa "o:<teni!Jile. ro ha-e alle no:>tre conoscenze lisiologiehe ed alle os:-:erwtzioni dini clie. E t[UÌ mi calle in t:1glio •li avvertire. io via di dì;.:re,~ione, comt' della parola insolazione "i ,ia fatte e si fat•,·ra tuttora un uso poco adeguato, confondendola as,..ai ~pe:-~o 111 un si nonimo col colpo di calore, dal tllta le é raro Cllte si possa neuameutc st•perare. lrwero. l'azione d il'ella dei ragl{i ~olari :;n l cranio e "lilla cervi n.!. mentre da una parte giustifi•·a a,-:-,ti c~allamenlc quel la ùenomina:l.ione, in qunnto che per la pn-
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rali3i va::;omotoria llelle meningi c del cet•vello determina ruaoìfestazioni morbose cerebro-spi nali. pre\'alenLi nel tfuadro clinico generale della malallia. dall'altra parte la medesima azione si fa sentire sull'intero orgnn ismo a un medesimo tempo ed in unn misura piiL o meno intensa . tonrondendoro:;i in uno stesso gruppo i ·inlomi spea:iali della forma rneoin!.:itiea r, qnelli propr•j del'ÌV•tlllÌ dall'i!lf[tl ÌilanleULO del :;angne. ~nrehbe quindi desiderauile elle fo;;se ri$ervato alla ~ola t'orma cerehro-spinnle del colpo di calore l'appellath·o di insolnzione. allo scopo di ricordare il momento etiologico e la pe(~Hiiare evoluzione clinica. d'una ~lessa malattia. se pul'e nou sin piit c:on"enienle !imitarne l'applicazione. come accennai iu principio, ai :;oli fen omeni cutanei arces:;ori. i·: però un fallo che nell'insolazione, intesa in •L'te:.Lu ~enso. l'az10ne :;a lare. cadendo dir·etVnilenLe sui cenlt·i 11e!'vosi e sulle loro terminalioni pet·iftwiche, li induce ad una maj;'giore alti vi là e quindi, tome-.:rede il ~~o~so (1}. aò un immediato aumento della Lermogenesi or·ganica, indipenrlenternente d<llle contrazioni muscolari contempornn ee . che po ~sono concorrere alla :;te;;sa conseguenza, dappoichè; egli ùit·c. « la vita rli\'ampa pii1 :u·dente, quando si tnrhn la tjuiete ùei renti'Ì nervosi, perché i nervi nt.tizz;lno i processi chimici dentro lr cellule tlel nos tre• i'orpo. >1 La teoria. tlunctue . eht> a~::e~ na all'azione dir·etta ùel calore sul sistema nervoso la parte principale nella putog-euesi dell'in~olazione propriamente tleti.:J . è sorrn tut te le altre la più razionale e coufo r·me alla os~er'\'azi one clinica, co ntrol lata d~ll'anatomia patologica. Sotto questo punto di vista il col po d• sole costituirebbe un'entita morbosa bon caratterizzata, ma c:on,·ien r·ipetelel'lo, non !). a mio cred em. elte uua l'orma dì una ste'sa malattia. nella quale pren.lguoo in primo tempo ll l L~ leggi della {à!icn. - (Alti (/tll'' n. Accad.~llli'l l.lei Lincei, iSSi).
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lXSOI.AZJOSE
le perturbazioni nerYO:'e sulle manifestazioni Lossicemiche. che indi a poco alle prime si accompagnano: aggravandon~ per conto proprio il quadro renomenico. li sistema nervoso e, con e!;so, ie fiJIJZioni degli organi litali che ne dipendono, sono set·iameote perturùati, come J'ipelutamente ho notato, per eO'etLo dell'i oquinamento del sangue: la parte quindi che esso sistema. p1·ende nel meccanismo lisiopatologico della malattia, se nella. forma menin((itir.a è pil1 spiccatamente rilevante, non è men vero che nelle altre lorme ve la eserciti in una misura n'iutensilà meno Lumnltuaria, ma parimenti significante, come si è indotti razionalmente a ritene1·e per quella sproporzione, messa appo ~ ta in rilievo parlando del t·eperto cadaverico, fra i gravi sintomi rereln·ali e le iocostanti e non correlative alterazioni menin~o encefaiìalle. Questa ineot·rispondenza fra i sintomi nervosi e le lesioni nnatomo-patologiche non può trovare altra ragione d'essere che ammettendo un perturbamento funzionale del centro encefalo-midollnre, non solo per ef:l'ello dell'aumentata termogenesi, accumul::mtesi nell'organismo, ma eziandio. e for~e più, in conseguenza dell a rilenzion e dei materiali regre:;sivi , incompl etamenle ossidati pet· difetto di ematosi. i quali sono per il tessuto nervoso, come per i\ mu~colare, prodotLi autoctoni , dai quali il l\1 osso ('l) iso lò p\omaine, forni te dell'azione specifica d'un veleno narcotico . Adunque, dal diverso modo di compot'Larsi dei t.re fallori patogenetici pr-ecitati , ca lore, acido cal'ltonico e creatina, e dal vario loro grado di prevalenza nell'organismo, nonehè dal difrerente potere t•enttivo del sistema nervoso e quindi delle funzioni vitali, a seconda della costituzione organica e (:1) .Loeo citalo. \'. anche Giornale medieo deJ R. Eurcit~ e della R..llnrina. t887, pa:;:. 1099.
E COLl'O DI CALORE
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della integrità degli apparecchi compen&a.tori , primo fra tuLli il cuore, dipendono le diverse forme cliniche della malattia, la quale è, a, parer mio, unica nella sua essenza. L' insolazione propriame111te detla è fn diretta dipendenza dell'intenso calore solare, che agisce ~ ulla massa encefalica e suoi ìnvoloeri e che, nttivaudo i processi Lio-cbimici dell'organismo, conduce alle conseguenze (i nal i della narcosi carLo nica e della creatinemia, per insuflicienz<L dei sistemi di compensazione, ed all'esito letale della paralisi cardiaca. Tn quello che i Tedeschi chiamano lfitzschlaf! o, come fu voltato in italiano, nel CQJpo di calore intenso da causa termogena organica per eccessivo lavoro meccanico , e la creatinemia che domina la scena morbosa e cl1e si trae dietro le stesse funeste conseguenze clelia forma precedente. :'1 el Wiirmeschlay , invece, ossia in quello che ho riportato tradotto per colpo di calore forte da eccessivo riscaldamenLo atmosferico, di giorno o di notte, e da impedita o insufficiente dispenione calori Oca dell'organismo allo stato di riposo, prevale la narcosi carùonica per direuodi amatos i in ambiente rarefatto, nel quale la tensione dell'ol'sigeno è diminuita ed t\, per converso. aumentata quella del vapore acquoso atmosfet·ico: donde la identica conseguenza, per altr·o meno accenltlata, d'un arresto di ossidaziooe nei materiali nervoo-muscolnri di prima formazione, qunli sono la cl'eatina a suoi derivati , e il r·isuiLaLo finale dell'asfissia per paralisi di cuore . In tutte e tre le forme, qttindi, l'elemento calore signordggia la patogenesi, ma , concatenandosi agli aJu·i due elementi, acido carboni co e creatina, per diverso meccanismo intrn ed exLr·a-organico le fa convergere ad una unica entillt nosologica, che si risolve letalmente nella par·alisi cardiaca. In quanto alla r•igidità cadaverica generale, precoce ed intensa, più notevole nel cuor·e sinislrl) e nel diaframma per la 63
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INSOLAZlOi'\E
maggiore auivita funzional e spiegata io vita da ljuesti orqani. mi t•iferisco a quanto ne pPnsa il )Hiller gia citalo. Aggumgo sollanlo che negli sperimenti per· provocare a r~ifki a l mente la rigidità muscolare, oltre al calore, si è osservato che gl1 acidi. non Pscluso il carbonico che fra tutti ò il più debole. la determinano ugualmente in modo cospicuo: come pur·c taluni ageol i tossici agisco no allo stesso modo ( 1). Orheue, nel colpo di calore la rapida ri~idità cadaverica, oltre che dal cnlore e dagli acidi, dalla wi scomposizione deri\'ano Ca crea tina e le altre sostanze e'\lmllive nn tlo~be, è falla da queste ultime più rilevante, come induco no a ritenere anche gli alleg~iamenu bellicosi. che conservano i cadaveri dei soldati morti sol ca mpo di baLLagli a e che sono appunto il risultato della fatica sostenuta od furor della mischia e dell'azione coagutanle che i prodoui del hworo muscolnr·e esercitano snlla miosioa. Io appendice alle rose che precedono. coll\ iene qui notare che lo stato morboso con:.ecutivo ad esa~erato l;l\'Oro muscolare od a porturbala compensazione è argomento tullora poco studiato in patologia medica. A parte le os:>crv11zioni e ~lr studi. ai quali il Mosso ntte nde dn par·ecchi aoni in collaborazione con allri co ll e~ h i allo scopo t! i assodare le leggi fisic•logiche dell•l fati ca, e dai qual i .::'è da aspettarsi, come ~ià egli stesso ne fece intravedere le ded•rzioni patologiche, la\ dimo:-trazione chimica della tossir.emia endogena nella fun esta imurgenza del colpo di calore: a parle anche talune allre o.-scr·,azioni. peraltro assai vaJ.(he e ;;pnr e qua e lit in giornali medrri stranieri, m'i• grato rarnment ar·e, a giusta rivendicaz ione di priori tà, che fin dal l '75 il capitano medico d'allora doti. ~t on ta.nari. attual meute colonnello, segnalò in un suo sci'ÌIIO (! ) L~DOI>. -
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Trattato di /fSIOI{)()ÌIJ àtlt'uomo, p&,:r. IliO.-= Trn•l. d3l dott. Bocci. - Et!it. Vollardi, 1889. (!.!) Contributo al dioqnostico delta creatmemta, defl'urcmla e •ittt'll 11111"' runnia (Giornale di dfediCilla .IIJWare, 1875, pa~. ll66J. (1 )
E COT,I'O DI C'AI.ORE
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~ll'altenziooe dei colleghi le difficoltà e le incertezze nel pre-
cisare quella forma nosologica, che si osserva nei soldali dopo longhe ed es tenu an~i marce. Egli parlò in termini assai chiari della peculiare evolllZiOne clinica Il i questa infet·mità essenJialmente infelliva da alterazioni del ricambio materiale, a decorso acuto, con tutte le più spiccate pan·enze di tiusmo, alla quale credo sia stato il pri mo ad applicare il nome di creatioemia. Mi consta poi che allri egregi •'oll eglti del R. Esercito abbiano, se non per iscritto, almeno a voce espresso la medesima opinione intorno alla natura delle febbri, dominanti tra i soldati sui campi d'istruzione e nell' epoqa d~ll egrandi manone , a seguito di fatiche corporee. Se l'iden d'una stessa origine pntogenetica sia passata per la mente d.i al tri colleghi, penillndo al colpo di calore. è presumibile, ma la ignoro: ond'è -che io sarei compensaLo ad usura di questo mio 1llodesto scri ttarello, se per· caso un collega di me più competente ne traesse incentivo a svolgere, in una maniera pir't comp leto e meno imperfeua, il concetto teorico che qui ho appena abbozzato. Da ultimo, ho in mente che a questo stesso orù ine di mal i odi origine creaLinemicn possa ascriversi la febbre gastro-reumatica a seguito della soppressione del sudoré, e che debbano henancbe imputarsi ~ crea tinemi a talun i casi di colera spotadico o valera dei mietitori, nel quaJe, abbenchè l'auLoin tossicazione sia giunta al ~mdo di anuri a, la natu1·a medicalrice ricorre ad un espediente e~tremo. Non avendo, cioè, altra risorsa n.e] sistemi di compensazione fisio logica, essa r.icorre ad un compenso patologico e produ~e un'altra malaLlla, parimenti grave ma io grado minore, mercò la quale si s!o.rzo. di da1· esito per altra via a quelle sostanze escrementiZie che dovrebbero essere eliminn te per l'appar·ecchio oriDario e sudoriparo: produce una violenta lrasudaziooe dal tubo C:astt·o-enterico, la quale, qnando non esaurisca l'orga-
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1'\'SOt.\ZTO SE
nismo per nltr·o verso, liberandolo per secesso dai prodolli nocivi per-mette di guadagnar tempo e di protrarre la vita Goo al ril'tabilimento dei poteri fisiologici. Volf'ndo, in(ine, accennare ad lma gradlla~ione d'intensità. nelle forme morbose della crealinemia, dirò col dotl. nocca che il primo ,grado ne è costituit.) da ciò elle clriamasi comunemente Sfl'ltpa::.=o. È il grado più leggi ero, caratterizzalo da malessere generale con senso di stanchezza. da dolori vaghi muscolari, emicmnia orbitale, inappetenza o\ie:Siderio di cibi a sapore forte. con bocca calliva ed arida, e 1la una ~ete che non si estingue hevendo actpra: tutti sintomi del cvsi delll} gastrici mo congiunto a reurnatalgia. Questo slalo dura un sol giorno o tutt'al piit due, dileguandosi s~o ntaneam cnte col semplice ripo·o. Nel secondo grado i :;intomi sono a nn dipresso gli stessi, ma più accentuati ed intensi; si accompagnano an uno stato di significante prostrazion e di f<tt'ze e di abl>attimento morale, con febbre ardente che si assomiglia alla gastro-reumatica grave o, esistendo in complicanza catarro intestinale, ad uo ileo-tifo àei piiL manife~ti: senonchè, l'ulteriore decorso cbt> non si protrae al di l;', di cinque o sei giorni o il t~ornplelo ritorno alla salute primiera, che si effettua in modo rapido, senza che pn!lsi per lo stato intermedio clelia conva1esdenza, ne porgono il criterio postumo che si è avuto da fare con hco diversil eoutil morbosa. Questo secondo grado d~lla creatinemia t:ade soli~ la quotidiana osservazione dei medici militari. più frequentemente'nella accennata slllgione estiva, all orquondo i soldati son costretti a sostenere fatich e eccessive in ambiente caldo e rarefallo: i· precisamente il gr·ado, descritto quindici annr fa dal dott. ,\l ontanari. Il Ler·zo grado della cr·eatinemia costituirebbe l'essenza pn· togenetica del colpo di calore, secondo il nostro modo di pen~ sare.
E COLl'O DT CAI.ORF:
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Diagnosi e prognosi. Tralascio di discorrere dl quei segni diretti che conducono .a stabilire il diagnostico del colpo di calore, perchè le circostanze di luogo e di tempo, le notizie anamnestiche e la esatta eonoseenza della nosogratìa permettono nella maggiorao:r.a dei QSi di riconoscere a pt·ima vista la malallia nella sua essenza. Non è però cosa sempr·e facile dilferenziarla ùa altre erllitit morbose, tanto più che per il suo modo d'insorgere, ordinariamente improvviso, si presta ad e$sere scambiata con quelle .ehe per lo appunto presentano comnne il 3intomo della islan&aneità. Piuuoslo che ùelladiagnosidirella m'intratlenò quindi ad accennare a quei criteri clinici e dati di faao che permettono di pr·ecisarla con sicurezza, dovendo da essa dedurTe .quelle razionali indi cazioni terapeu ti che, nelle quali In vita d~ll'infermo potrebbe trovar· ;;alvezza. L'esperienza insegna che i! piuttosto raro di riconoscere a tempo opportuno il minacciante pericolo d'nn colpo di calore, di sorprenderlo cioè allo stato prodromit:o, imperocchè il cnso ordinario che si presenta ù n. mn.lnt(ia confermala, quando già l'uomo è caduto a Len·a tramortito. Al medico di mar·i na torna in j?enerale più agevole, per· ragione del suo viYere in fomunità, di osservare individui, specialmente fuochi:; ti, in ifO~l momento cne precede l'insorgenza della mulliforme sintomatologia e di apprestar loro quel migliore e pitL efficace ioecorso richiesto da l caso, come sarebbe desiderabile che si potesse sempr·~, in ogni caso, sottrarre anche i soldati in ~r'!ia alt' imminenza della graYe infermità. All'uopo il doltor Htller, cbedi questo Lema si è occupato con particolare comPt!ten?.a, raccomanda di affidar·e ai sollufliciali i11 ispetial moùo ~a attenta sor\'eglian:za su quei soldati cho presentano le note
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I~SOJ,AZlONB
apparenti d'un riscaldamento o gl'indizi d'.un prossimo sfinimento per sovenhio camminare io condizioni sfavorevoli, ch iamandoli ad alta voce per il proprio nome. Con questo mezio, quando il soldato è tuttora in pieno possesso della sua coscienza. si riesce ad ottenere r·isposte chiare e decise: ehè se per poco egli mostra di non aver· inteso o risponde appena e in modo indistin to, sarà alloro conveniente di farlo uscire dalle file e sostare in alle5a del ca t'l'O d'ambulanza che lo raccolga . Vi saranno cer·to i simu latori, ma non dovrchhe esser qutsla una ragione plausibile per rigettare un sistema ottimo di diagnosi preventiva, poichè spella al medico di accertarsi del vero e di provvedere. Il turliamento della coscienza è il primo sjntomo della malallia, ma la perdita assoluta di essa ne è m'la rara evenienza, poicltè gridando ripellllamente a voce fort e si può ri chiamare il paziente a sè e scuolel"lo dal sopot·e nel quale è immerso. Ecco quindi un criterio diagnostico positivo per dill'er·enziare un colpo di calore da una commozione cerebrale grave: l'esatto confronto degli altri si ntomi, che questa presènta diametral· mente opposti a quello, confermerà il giudizio, non risconlrandosi in pato logia nervosa, come ben ril eva il Miiller, una più perfella antitesi nosografica. A parte la considerazi one di età, per la qàa1e lino a un certo punto si potrebbe escl udere in giovani soldati una eroor· ra~ia cerebrale, che 1\ rara lll disotto del quarantesimo anno, e la circostanza di luogo, per cui ho rjlevalo che i paesi tropica li sono r·elalivamento immuni da esso , nel caso co ncreto vi sono due dati di fallo c:be guidano al difl'er·enziamento dal colpo di calol'e e sono: la temperatura del corpo e la 'lualità del polso, l' una essendo elevatissima nel oolpo di ca lore 8 basiìa, invece. nelle prime 24- ore, nell'emorragia cerebrale, e il polso presentandosi pieno, teso e spe:;so lento in quest'ul-
E COI.flO nr CAI.O it~è
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timo nccidPote, latidove è oppostameote vacuo, molle e fr·equente in quel primo, sellhene sia stato risrootrato analo~o da IJoalche osservatore (Couteancl). n medesimo dalo della notevole ascensione della temperatura corporea varrit sempre a discernere il colpo di calore da una semplice li poti mia passeggera, dn una sincope, per esaurimento di forzencrveo- muscolari in que~li individni non auitoati a lungo c~mmino e negli ste.;:;i ·oldati giiL stremati per sovert"h ie fati che snstenute in preced enza o guariti da poco ùa gra,·i malauie e tun'ora d(lbull. E vnrriL il termometro parimenti a M'aprire l'Ile rindi' id no tramortito :1 terra è preso da altoolì~ mo acuto. sempred 1ù si ahbiono in pari tempo ciMi anamne tici in proposito. e. ciò che ~ poi decisivo, :,i accerli che l'al ito del pa1.ienre sente di Jiquore spiritoso. È possibile lo sca mbio del r.olpo di calore con altre infermità, ft·a le quali t'ilo sollanro J'uremia acuta a seguito di ne(rite primitiYaruente cronica, rimasta per lun go tempo latente, ma dallo minuziosn ùisamiua dei singoli fenomeni e dall 'attenta osset·vazione clinica ulteriore ilwedico è mes·o io grado di distinguere C(ln quale sve~:iale moriJo egli abòia da fare e di regolarsi in ton ~egn t·n za per la cura !la mellere in opera a pro del suo infermo. Vi i· da ultimo una malaLLi,, , sulla quale eubi già ( 1) arichiamare l'anem.iune dci colleghi. per metterli sull'avviso di no possibile errore diagnu,.tko dinanzi a quei casi di colpi di calot·e denom inati parovsi.,·fici. da l doll. Couteaud (Arrhires t[, mMI'I'ÌI!I! nrwale. mars 18H8), eLI i: la febbre pn luslre grave . ~ cau sa di enore, in f}ne~ra rome tn altre contingenze cli~tclte, snreJJLe presto eviwrn. esaminando, secondo prescrive 11 Lavet·an, il sarrgue fresco nila te mperotura ordi nari a, estratto per puntura dal polpaslrt'llo d'un dito con le debite precautt l \'
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c·•ornate mr1Uco del I l . Hw·cilo e della. 11.- Jllrll'illa. 1888, png. G3!i.
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1:\SOLAZIO~E
zioni a Lutli note: con questo mezzo, d'una estrema ~empli ciLà , tornerebbe facile e soddisfacente ad ogni medico che avesse una certa familiarità ool mieroscopio (la l'i pwollhe acquisLare per il raso speria te ~·on hreYe pratita) di :icoprire gli sporor.oari endoglobulari della malaria. Senondlè. non :.empre si ha a propria disposizione 11-n microscopio, ne tutti si lrovaoo al caso, come pur dovrebbero. di lrarne part1to, ed allora non resta. che affid arsi alltl induzione clinica. tenPndo presente questo fallo certo che il ca lore. agente climatico e~sen· zinl menLe diverso dal palustre orgnni'Z7.ato, è cnpuce di dare origine a forme morbose ~Lraordinariamen te analogh<' a q nelle perniciose per impaludismo. Qne.~Lo io scrivevo nel ma)!gio dell'88, Cònvinto d1e laluni casi di morte, avvenuti in \lar Hosso nel corso di poche ore, piuttosto che ad acct•-,si di perniciosa dovessero addebitr~rsi a p1\rossismi di colpo <li c;dore suhentranle. E Lale coovinr.ione pro,·cniva dall'altra che "a~ snua non l.~ regione palustre, chet~chè si sin dello e ::critto 10 contrario da altri, ma paese tOI'riuo per eccellenr.a. di non meno funesto soggiorno per l'Europeo. Tale opiuionc o~,.:i ripeto co n magg ior convin cimento, dopo che alt'egrcgio mio r.ollega doll. Pasqual e, io parecehie t~MLi n aia di preparati micro:;copici del sangue rresco, non Yenne fatto, ad onta della liua sperimentata perizia. di ossenaregli cmatozoari specifici, come anntwziò in una nota pre' enti va ( l). Per la C(IIIO~cenla dei casi di colpi di calore a parossismo rimando illellore alla pubblicazione originale del dolt. Couteaud od al sunto ch'io ne feci nel luogo citato. Tn rapporto alla pro gnosi del ,.olpo di calore occorre al medico di mantenersi assai riserrato: nienl!! di pio falla•·e d'un giudizio favorevole, emesso :-.enr.a rinetLere. n pt·incipiO (l ) V. Giornale mcdlciJ del Il. Esercito e dtlla R. Jlarina, 1880, pag. 4GG.
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4i malattia, quando non ancora si è uen delineata la forma clinica speciale, che nell'ulleriore decor~o può ns~umere una gravezza inaspeuata. Anche nei casi apparentemente leg"ieri 4) da consigliarsi di procedere cauti e circospetti nel formulare un pr·onostico; che potrebbe indi a poco veni r contradetto da un e ilo letale per soprag~iu ngere di nuo'""i sintomi gravi. lo quesL'ultimo caso giova dar poco a sperare in una guarigione, se si giunge troppo tardi a pr·estar ;;ot·corso :~d un paziente e sempr·e che !>Ìeno giir in allo i fenomeni paralitici. La soppressione del sudore e delle orine sono sintomi di infaustissima prognosi. ma. ,e per effetto di sollecito e adeg uato intervento cu rativo o di cr-isi spontanee compensative si ottiene ilr·einle~rarsi delle fun zioni escr·etor·ie. allora la copiol'a diaforesi, l'abbondante diure:;i ed ar\che l'e-rentuale dem·atione patologica tr·asudante do ll 'intcstino sono tali fenom eni cbe autorizzano ad es er meno riservati. poich.:• ~on quelli appunto che la Lerapi n razionale :;i prefigge di prororare. /'rofilo.~.\1 ,. no·u
Sarò breve, per quamo piu è pn~,;il•ile, su questa ultima parte del mio sunto monogra6co, poiche dall'esposizione et ic·~ogica e sin"tomatologica, dal co nceuo pato•1enetico e dal t.:onip.lesso di tutte le altre nozioni relath-e al colpo di calor·e derrvano, quasi come necessari e conl'eguenze, i precetti igienici Preservativi e le indicazioni terapeutiche che meglio si conTengono soLto l'aspetto te<•ri co e pratico . Oltracciò, il dilungarmi espre~samenle suWar,gomenlo ,;nrebLe nn fuor' iare dallo copo dte mi so o prefisso scriçendo ques.te pagine, che LI appunto quello di interpretare, in una ~rera alquanto diversa dalle altre più accreditate, il mec.caursmo lisio-patologico del col po di calore e di indrcnre La-
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l\ SOL.\ ZTO~E
lune variazioni curative che ne risultano. E dippiù: sarebhe un portar caldo ai tropici, se io prendessi soltanto nd accennare per sommi capi alle re~ole, note ormai arw he ai profani, che debbono osservarsi nei t'orLi calori estivi della zona temperata o sotto il cielo perennemente infiammato delle t•cgioni intertropicali, nelle quali In profilassi del colpo di t•alore può a ragione dil'si che sia per massima parte l'i giene :;tessa nella sua totalitit . .\ comi nciare quindi dal si:-.temn di t'OStruzione delle case, dello tende e dell.e baracclte, a!\sicuranùo ad esse la sullìciente cuuatura e la necessaria ventilazione a line di e'\"itare le agglomeraziliDi e l'accumulo di calure. p~>r finire alla fogg ia di vestimento che l'esperienza hn pro\ alo uugliore, allo scopo di pt·emunit·si contro gl~ accidenti Jel calore nei climi torl'idi, tolta una serie intermedia di allri mezzi ' ometto . ma t·he si ig1en ici (:}Siste, che io per amore di brevità riferiscono al beo ordinato regime alim entare, :di'uso mode· rnlo delle Levando alcooliche, dando invece la pre(erenzn alle aromatiche, allo assicurare una larga provYista di l•uonn c J'resca acqua da ùerr e da lavanda personale, infine ttl :;istema di vita regolato, al maggior risparmio di forza ner,eo-mu-co· lare e via di cendo. X ~llo stabilire la tJuantiltt di laYoro muscolare, po:;,iltile a sostenersi nella st a~io n e o nel clima caldo , si doYrà tenere di mira in precedenza la digpersione el ci snoi prod ou i. ()uaHlO pil1 alta è la Lemperattu·a atmosferica. tanto miuore ~nrit il lavoro: sopra i 32 grndi di C<t ldo non si faranno c:.eguire rlle lavori indi ·pensahi li , e vi si de:>Lineranuo all'uopo gli iurlivi· dui perfeuameute sani e più vigoro:;i d'aspello: s(' il ,·alot-e esterno si avvicina al grado dell'interno sanguigno, ml'l{lio sarehhe allora abllflndonarsi al più completo ozio ori~ntnle, perchè la nostra economia con si[atta tempcr'llura (• gia talmente affaticata dal lavorio di dispersione. r.hc il ··ari(·nrla
R COLP O DT CALORE
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d'altro lavoro la condurrebbe hen tosto all' esaurilnenlo. f\i lerrit calcolo anche dell'umiditit, importantissimo elemento meteorologico che ha un'infJaenza capitale, come di~si, dacchè con tempo m'olto secco è possil.ile di sopportare anche altissime temperntme, mentre con aria riscaldata oltre il :l2° C. e con tensione di vapore acquoso elevala è resa facile la produzione del colpo di calore. Se imperiose circostanze rendessel'O necessari o il lavoro muscolare nelle piiL sfavo revoli condizioni , le manovre a bordo d'una na,re io clima tropica le o le marce di truppe a terra si dovrebhero regolare in modo che abbiano ad arrecare il minimo danno alla salute per gli effetti della crealinemia. Pe1· quanto nei miei lunghi viaggi di mare in paesi tropicali fWessi visto gli uomini dell'equipaggio intenti a laYori faticosi>in ore del giorr1o giit calde, e perfin o esposti alla sferza clel sole. ruai ne vidi t~mmala re per còlpo di ca lore: sarà stato per· virtù def loro abit nale e~erci zi o, dèlla loro valida CO!\Lituzione, poichè erano tulla g~nte scelta alla partenza della nave, o per.opera fortuita del caso. certa cosa è che resistevano a memviglia: é ben vero però che a r iò contribuivano molti altri fallori profilattici, fra i qual i i lunghi intertalli di riposo, la copia d'acqua potal1il e c:o nce!\sa loro senza limiti. la sana alimentazione, la qunlil.i1e la l'oggia del vestire, che per·meLte nù essi, com'è noto, di muover·si li beramente e con agilitit, ma in pari tempo di disperdere con maggiot·e racilitit il calorico prodotto in eccesso. ' l soldati di ten·a. invece, carichi come sono di tanti pP.si , doYranno marciare con determinate norme, le quali non è qui i~ caso di riportare, per non invader~ un campo che è in altrut dominio. .4.v,·emuo un caso di colpo di calore, dalle premesse paLogenetiche' entet·ger·anno i pl'ecelli curativi. Sopendosi infatti,
l Ot)i.
l'iSOJ.iZlO\E
che nella creatinemia di :lu grado ,.j è accumulo di calore. acido carbonico e creatina. e paralisi dei r.entri ne1Tosi, la la cnm dovrit essere diretta tltl abbnssure la temperatura corporea, a ventilare il sangue, a depurarlo delle so.;tanze los.:;iche, n mezzo delle secrezitllli escrcLi,·e. e nel eccitare i rentri nervosi allievoliLi. [( calori co si dinlinuisce t•ollocando il malato in ht>1~o fre· sco e all'omltra, e poi spog-liandolo dei propri oldti, per c<>porne nll'inndiazione ed evapo1·azione l<~ maggiore superficie rutanea possibile, e I[Uindi Rtunont..ando quella seconda con una corrente artificiale d'aria, che nel ca:;o più ordinario l· allo :;Lato d'immouilitit. All'uopo possono adoperarsi ~l i ste:'si ahiti, agitandoli nel modo più convenienre per o~tenernc l'ell'etto ventilante, previa aspersione del co1·po denudaLo con acljoa. ancorcltò non sia fresca. TI doLL. Ffiller, favorevolmente noto in ~ : e rmania e fuori pei suoi stnùi cl' igiene militare. dettò in proposito ( l) norme metod iche per soccoiTere co11 tjuesto mezzo i soldati colpiti in marcia dagli acddenli del calore, le quali sono praticabili dagli stessi commi litoni. in /•'senza del me<lico ed anche dell'infeJ·ntier·e. Egli, ol tre che pe1·la :.peditezi\t\ del melodo e per la l'acilil11 di a''ere so LLo mano, dovunque e l'empre, un po' d'acqua che all 'occorrenza potr:·, of· frire In horraccin di cui ogni sol<1ato è fornilo. commenda lo $pr·nzi\nlllento segui lo da Il n ' euti lazio ne art ificin le. eu me più ellicace del bagno per il rapido effello refr·i)!ernnte dre ne risulta e per la ltenetìcn 11zione che ne risente il sistema ner· voso o inùircltamente il cn01·e . Con una. serio eli hen condotli sperimenti dimostrò quindi quel che a tn·iol·i si potera già supporre per legge fisica, nve1· cioè il bagno per immersione nn potere mag~iore di :;ottrarre calorico. anror più 56 agi(l) f.o(o cilnlo.
E COLPO Ili (;ALORE
1005
1and1> l'acqua, poicl1è questa nE' è miglior condullore dell'aria, ma doversi preferire l'aspei'Sione, avvalorata dall'o;done eva· pm•ante dell'aria a_gitata, per le rugioni poc'anzi riferite. Il bagno generale freddo , che jl Muller presc1·ive io prima linea, è discutibile, secondo me, cl1e possa tornar nLi le: ri ten~o, anzi, che potrebbe es~er nocivo, dappoicl1i', se da una parte è iodubiLato ch e l'acqua fredùa sottrae calore al corpo. dnll'alt1·a vi sarebbe a temere che, ecci tando a!\soi vivamente le lerminazioni nervo~e cnlèmee, i centri stessi nervosi , ~ià in istato sub-paralit1co nel eolpo di calore, abbiano ad esaurirsi del tutto per eccesso di stimolo riflesso ed a produrre la morte, come LaiYolla t.· aHPnulo anche nella cura del tifo. lnoll1·e, l'azione generale del freddo sulla pelle provoca una costrizione spasmodica dei capillari cutan ei, per la quale nna grande quantità di sangue soYI'accnrico di princ1pii nocivi è rieacciato verso i visce1·i interni, ossia in senso contrario agli sforzi della compensazione che vorrebbe spingerli alla periferia, e va ad acerescere a contatto dei centri nervosi lo sti molo incongn10 che li ha allìevoliti. Molto meglio, più rn'l.ionale e men pel'icoloso è il sottr·a rre calorico dall a ~uperficie interna del cot·po, per mezzo di a.bhondanti bibite frescbe da costituiJ'e una vet·a e continua irri gazione intraOJ·gaoica, giacehè, mentl'e non vi è pericnlo (]j ~ccedere nello stimolo, le mucose non essendo sensibili al C.'l ldo nè al freddo, le fu nzioni cutanee compensative non sarebLero disturbale e in pari tempo ve1·rebbe soddisfatta la indicazion e di esportare dai tessuti i materiali incongrui stagnanti.. (:li en teroclism i freddi di dne litri d'acqua per volta troverebbero anche la l~ro applicazione a questo posLo: una vescica ripiena di ~h iaccto potrebbe solta nto essere indicata localmente pe1· C.'llmare la ~efalalgia e per sottrarre direLLamenle al cervello quel calorico eccessivo cb e lo pal'al izzo.
1006
1'\SOL\ZIOSE
La ventilazione del san~ue, cioè il ~uo approvvigionamentu d'o:;sigenu, depurandolo dall'nccumulo di acido carbonico, si compie per gli atti respiratori: sicché l'aria pura che si agita con mezzo at'lifi ciale, I{,Utndo non ne esiste unn corrente nn· turale, serre a un tempo ste·~o ad emporar l'acqua spruzzata sulla pelle e ad allirare lo scambio gassoso a traverso i polmoni. So peraHentur·a :;i nvc:~:;e pronto un sacco d'o5sigeno, sarebbe l(lle!\to un prezioso rimedio. ma se In respirazione fosse giit cessala, non si dovrebbe indugiare nel tentatiro di praticnrla artificial mente, con quel metodo migliore che si usa nel sor.correre gli aslillici, e sarebbe l'uuica imcora di salvezza posf>ibile. La dcpnrazione del sangue dalla creatina e dagli altri pro· dolli nocivi del ricambio materiale. operando ·i nello lato normala per mezzo dell'uropoiesi , Ì' raziona le che nella cura del colpo di cn lore si del1bn fnre tut to il posRibile pet· farorire il ristauilimenlo della funzione orioaria . .\!l'uopo la l!rande copia d'acqua somministrata può )!ià da sè sola arer riaperta la via oeclusa, ma, volendo fin dal principio aùopernre mezzt terapeutici aui al hiso~no, :;i può ricorrere a quei sali che favoriscono il ri ca mbio organico, qnnli il cloru ro di .5odio e il ioduro di potassio. Si daranno dn nque da here a l.u·eri in· tervalli, bicchieri d'acqua fresca, contenente uno di quei $ali nella proporzione di i) grammi di sale di cucina o di mezzo grammo di ioduro pola:;:;ico per ogni litro d';H'tfua: in •'a'o d'urgenza, pet·ò, si ricorreril, possibilmente. n un entt>roclisnHLdi duEI litri d'ucqun fredda al 3 °/ 0 di c.lo l'llro di sodio, non dimenticando che taholta la natura opera :1-pontaneameote uno salutare deriYazione intestinale. TI risYegl io dei centri nervo~i depressi a vrena naLUrnlmeote, a misnra che il calorico si disperde e il ,nn,me ~i libera dnlle ostanze che lo inquinano: tullavia. a sollecitarlo
e cor.r•o 01 CAtORE
IOO'i
11 polra agire ·ul cervello per la via riOessa degli or·gani dei teD3i; stimolandoli con agenti naturali, ma con pruùenza e
moderazione: si apr·iranno ciot\ gli occhi all'azione luminosa, si spruzzeri1 il viso con acqna e acel'o, che si farà orlo1·are insieme con altre sostanze aggradevoli: in casi estremi si ricorreril a so lanze odorose più forti o piccanti. Si dovr-anno sommini~trare alcoolici in un caso grave di creatinemia, t• ome il .\l uller consiglia, ùopo che il paziente abbia riacquistato il potere di deglutire t lo credo di no, unsandomi s ull 'a;~,ion e parnlizzante che essi spiegano sui centri nervosi. che ne re$terebhero perciò vieppiu atlieYoliti e che, invece, Lroverebhero nelle sostanze aromatiche, quali il caffè e il the, il loro piit appropriato alimento . .\oche il cuore trarrebbe da queste lo stesso benefi cio, ma per esso vi è anche tutto. unn special e medicazion e cardiocinetica. che ù crui ovvio ri cordare e che al bi:<ogno potrebbe
.praticarsi d'nt·genzn per via ipodermicn. La convale~cenza non e:;seodo sce' radi pericoli per la po::.siltilitit d'una improvvisa parnlisi cardiaca, al primo leYar5i precocemente di letto o per inconsultn ripresa di lavoro muscolare, vuoi essere attentamonre diretta e sorvegliata.. Per lutLo il resto hl cor:t postuma t> la tonico-ricostiluenre e sintomatica.
Concl11sione. Il colpo di ca lore t'l un tipo class ico di malallia climnlica, -senzialmente legata all'azione d'un elcmemo cosmi co. il c:alore: l'insolazione ne c una forma clinica ben c:u-atLerizzata e ~ppr63enta un :\nello di congiunzione naturale fra le mnlaure funzion ali ed apiretiche del cervello e quelle organiche 6 febbrili (Miiller).
1008
T~SOI..\ZIO\E E COLPO III CALORR
Per me l'insolazione e il colpo di cn lore non di iTeriscooCI che nel momento etiologi~o, ma sono una ste.;sa malattia, ri· sultante da alterazione del ricambio materiale. oss1a da una vera e propria tosgicemia endogena o crealinemia di terz~> ~rado che dir si roglta.
...
100~
F.EN A 'f( > J >I
l' Hl~l~ A
Il sig. Dh•ettore della For·uuicia ceulr·ale militare, nella ooneider·azione che 11 prodotto cl'\Ìl:'llo in commer cio sollo il norn•· di • feualo J i L\hinina » uoncl1•\ quello che ol li ensi lraUando con fenato "Odi co il solfato ueuh·o di cLiuina. manifestano coslantem<'nle fra lP altre r Pazioni :-pecilìcbe. anche 1 tuelle che l'\On proprie dell"tH.'Jd•l solforico. f'i eompiacque di aftidarmi l'incartco di <>tutliArP sper·rmenta lmenle lu t·ompotizione d1 tali prodotli e. oc·cor-renclo. di cercare un pr•oce~so pratico per la pr·epMfllÌoue ciel feuato ,Jj chiuina normale o renol-chinina. M'arc111<:i, colla g:uidu cl~' <:uoi consig:h, allo 8ludio della questione ...J olt~'nnì ì r·i<:nltali <'he o;errn IUÌ\'i (!!!ponendo Il teoato di cbinma ll<lt"molr o. piu propr iornenle. la fenoldnlllua, COII SlU di unu lllOI~<·OI!i clC'II"Aicaloi<le C0111hl0al a ad 1111 8 molecnla di l'erlolo, gin'>lfl la formoln 1:..v H11 .\ ;~o•. C,, Il , 011.
/
Arnrne!;o~('J t:he la rcnol-dtiuinn J "dt>~~e l"ea lrneli iU f!1"0durMi dalla r eaziouc .]p) I"CUR lO sodir'•', c6 Il~ ONa, !SUl "all'alo neutro di chinina, CliO H!, A;;ì O,. Il~ SO,, i H ! O, avulo r·i8Uardo alla cosli Ltw.ione molet:olu ro rlelle due sostanze, erA 6~
-.UJ. Ff:\ATO Ili llll\1\A
1010
da riLenersi ello le stesse cloves><ei'O reagi t'C a molecole pori p eh•> perciò la r eazion e dove~se 5\U~ccd ere nel morlo indrca lo dall'equazione seguentt':
C,. Ht, A~! 0 1• f1! S C\ 1, 7 H, O+ C, H, ONa. -
= C. H Azt 0~ c. H , OH + Na.HS0 +i H~ O. 10
21
1
Mu all"atlo pt·atico bi rico11 obbe che quanluuque il solf11to neutro di chinina eol il l'enulo socltco t'ea:.ri~cano fr·a di IM., pr ecisa mente nel rnpporlo molecola t·c indi ca to do i primi !ormini dPll'equaziorH', tuttavia il risult.ato della r .-a?.ione è ohv~t·so rltt quello supposto rtflll'equazioue slo~sa. fiLliensi un pt·ecrpilato che. secondo la t'lilla supposi1.t011e, .lovrc•bbe essPre della reno! chinintt e nel ltotuitlo si dovt•ebt.e l t•ovar e del sol fa to 1110110sodi co. I nvece il pr ecip1tal,o, pMlato secondo llrte in soluzion"', fornisce coi rea~ti vi bat•ilid una posatur a di sol fa to ,Ji bot•io. o nel liquido rinviensi del '-Oifalo sodico oeutro. e non del solra.Lo acido. Si suppose quindi cl1e la a•eazione preindicala avveni,.,e 11ol modo segnenle: 2~ H~1 A.:;! Ot· Hx SIJ4 , -; H~ O+ 2 Cn I l, O :'\cr -
= (C,0 fl t 1 A; , Ot. C, Il , OH)~. 1-J ~ !:>0 1 -!- N(li S O,+ 11- H. 11, vale a dire eh~ due molecole di ::oltoto ueutro Ji cbintna, reagendo con due rnolecolo dr fenato sadico , dessero orr g-rne aò una molecola Ili ~olfalo basico di fen ol -chini118 (?), 1·iu una molecol!J dr solfato di sodico ed nctrua. Mi confor la\'O in questa !\Ccondfl ipote:.-i la t•eazione 1·he ollenni tr attando con ~olfa to mono"odico in !'Oluz10ne uc(jUosa della fen olcbinina, ollonuta come si vedrl:i in .:.e!!uJ\0. Posto le dul) sostanze nel rappo1'lo molccolar e
(( 2 c,~ H~, A:;;~ Ov· c, Il, OH+ 2 Nrt liSO,+ WJ •• o agitando d1 lralt() tn lrallo la soluzioiiH del sale sodrco nella t.tuale slavasi sospesa la fenol chinina, dopo uno sp11liO di Lempo v al'iabile colla temper atura si osservò che illiquiJo mutava la reazione actda in neutr a. A lale effetto, oper ando a temperatur a di 30° a 35•,
+
+
SUL FE"\ATO 111 CUINfl\:l
1011
accorsero circa 50 ore, e minor t.empo per temperature superiori. ln questa pPova si tt'Ovl·l che Je, due molecole del solfato monosodico si I'iunivano, formando una molecola rli solfato neutro o disodico e cedendo una m olecola ùi acido solf'o rico alle due della feo olcbinina, e che quest' u!L1ma assumevo caratteri del tutto analoghi a 1Luelli dell'ipotetico solfalo basico di fenol cbinina, (C~00 H~ 1 A:~ 0 2 • Co H,~ OL-1)!. 112 S0 11 di cui sopra. Si ct'edetle per lanto di poter tradurre la reazione nel~qua zi one :
2 C~0 H~ 1 Az, 0". C,1 H8 OH + ::! Ntt HSO, =-
= CiO 1:1~, Az~ 0~. c. Hs OH_~ Hi SO,+ !\'a! SO, Il precipitato ottenuto per reoziono del fenato sodico sul solrato neutro di chi ni11a, cui credevasi di polel' attribuire lfl formola u [C!O Hil Az~ o~. CG H~ OH~i. H; so~ , , la\•ato fln o ad elìrninazione comple~a del sol l'alo alcalino e poscia ascius;rato. si presenta in ma!:'sa polvorulenta, bianca, leggera, microcristallina, con odor e di fenolo poco distinto. Netl'acttua a+ 20° scioftlicsi nella proporzione di O gr. '125 % all'incirca, e in proporzioni maggior i aumentando la temperatura. Nell'alcole a 6G0 centesimali , s pecialmenle con blando riscaldamento, si scioglie assai più e dalle soluzioni sature a caldo, per. raffr·edda menlo, si depone in cris talli aghiformi, leggeri, riuniti in fiocchetti a ventaglio, i quali, esaminati al microscopio, sembrano differir·e da quelli che iu eguali condizioni fornisce il solfato basico di clllnina, per essere cii'Ca due terze parli più corti ed anche meno atlà.stellali. La soluzione acquosa ha reazione alcalina appena percel· libile, e co( reatli vi appropt'ialt manifesta la f>t·esenza della chinina, del pari che f'(Uella dell'a cido solfot·ico e del fenolo. l sali di bar·io vi donno posatura di solfato ba r·itico; l'ac'1118 di bromo vi precipita del tribr·omofenole ; l'ammoniaca e l'ac<tua di bromo vi ingenerano la colorazione azzurr·a ca· ratterìstica del fenolo· il cloruro fe rrico non accenna a ll'e. ' srstenza di fenolo libero, ecc. Il precipitato scaldato in tubetto da saggi, foncte, si co·
·I<H2
SUl. FE.~ATO BI Cl:lTNIKA
lora in rosso ed ~mette vapori di linta rosso-ear·mino e di reazione nettamente acida alle carte. Ess3ndos i deter minata quan ti ta tivamente la. chinina contenutavi, nonché l'acido sol forico e l'acqua, si ebbero j seguen li risultati:
, n1 .d ta . Per HJO parti d i sos tanz~t Crist:J.Ilizzata ....
Cbi,nina . . . Acido solforico Ar:qua
.
.
,
. 1 7-1-,33 1 76,90 . • l
1'1,34 1 11,41 2,12 11
Tali essendo i r is ul tati della determi nazione ~Juantitat.iva, più non era arpmissibile pér detto pr ecipitato la costituzione indi<"a la dalla form ala (C~ 1, H;:., A~~: 0~ . C6 H :; O H)~ H ~ S0 4 •
Te110ndo conto della presenza del fenolo nella combinazione e tlelle pl'Oporzioni centesimali trovate per gli altri elementi costituti vi del precipitato, là composizione di quest'ultimo corrisponder ebbe a quella di u~ sol rato di chi nina f'e nolil'O u
C0 H, OH . [C20 H 24 Az 2 0~ 2 H 2 SO~, H 2 O ''·
vale a dire, a quella del composto conosciuto sotto il nome di solfato di fenol-chinina , da non c0nfon dr> r e col renol-solfato di chinina (RESSE) (C~o H2& A%~ 0~)~ SO;;. CGH, O H, 2 H2
n,
che pel' all1'e vie si pr·èpa ra ed é distin Lo d&lla p ropl'ieta di daJ·e eoi sa li di bario u n fenol-sol fato barilico solubile. Il solfato d i ch ini11a fe11 olico, o solfato di fenol- chinina che dir s i voglia, avrebbe la eomposjzion e ra ppresentata nel se· g uente specch io:
)•
SUL FENATO 01 CUINlNA
SoHato rti fenol-chinina- c. l t, OH. (C, . H,. Az~ O,)•. H, S04, R1 O Crist;ùlizzato
Allidi'O
Composizione .Compooent i !llolecolare
- -1 l
Chinina . . . Fenolo . . . .Acido solfor ico Acqua
l
()4.8
!)4
98
Centèsimale
75,52<t 10,956 11,422
'18
2,098
858
100,000
77 '143 1Ù90 11,667
100,000
Ciò stante alle ipotetiche reazioni in avnnli 1·ifeeile devesi sostituit•e la seguente:
2 C2o H 2.~ Az~ 0 2. H, so.i, 7 ~-~ ~o+~ CGH, O~ a
=
= C6 H 0 OH. (C 20 H 2} A.z2 0~) 2. Hz SOM H2 ( l + C~ H, OH + N a~ SO.,+ 13 H 2 O. Che il prodotto della r eazione del solfato neutro di ciliniua col fenato sodico contenesse in r-o m binazione dell'acido solrorico, già si et·a notato in addietro. Anzi, a l fine di eliminarlo totalmente erasi pensato di associare al fenato sodico una conveniente quanlita dell'omonimo carbonato, nella ipotesi che avesse a verificars i la reazione: 2 C20 H!1 A:<! 0 2 • H 2 SO~, 7 112 O+ 2 C, H r. ONa
+ N a C0 10 H~ O = + 25 H O; 2
3,
= 2 C20 H21 Az9 0~ . C, H ~ OH + 2 Na2 SO,+ CO~ 2
ma le prove sperimen tali diede ro risultati non confor·rni all'ipotesi. Trattando del s olfato neutro di chinina , in soluzione, col fena to e col carbon a to sodici o t>lle proporzioni molecolari indicate dall'eq uazione, &i ebbe un pr ecipitato in fiocchi ca· seosi, leggeri, di colo re b ianco-matto, cd il liquido' presento
SUt FE -uo J)} Clll..'il'iA
10·14
reazione alcalina spiccalaJ mentt•e ammettendo come ve1•a la seconda pat·te òell'equazione, avrebbe dovuto avere una eeazìone alcalina legget•a, in rapposto alla poca solubilità della fen ol-c.hinina. Il pt•ecipitato, dopo diLigente lavatura, manil'esL•i le sole reazio11i cara Llerìsliche della chinina e del fenolo. 11 liquido solLo l' a~.ione del l" ammoniaca, dell'idrato sodico, del carbonalo sodico, dell'acqua di cloro ed ammoniaca, dell'acqua di cloro, ferro cianuro potassico ed ammoniaca, dell'acqua di bromo ed ~:~mmoruaca, diede sempre una spiccata rea tione per chinina; col cloruro ferrico, specialmente a caldu, fornì un voluminoso precipitalo rosso-ruggine; il1ollre. coi reatlivi specifici, vi si riscontrar ono il fenolo, l'acido solfOI'ico, ecc. Questo liquido, evaporalo lenltlmente s ul bagno acr1uoso J1n ollre la mel~ del suo volume, depose coosiderexole quanLilà d.i una sostanza bianca, io nuclei crista Uini, leggori, di!è<postì a raggi concentrici e di r eazione alcalina. Tale sost.anza si sciolse b.bbaslaoza facilmente in acqua calda. e la soluzione diede tuLle le reazioni caralleristiche della chiuiun. se11za a lcuna lraccia.,ué di fenolo, oè (Ji acido solforico. Creiletti a lulla pr ima che $ Ì lraLlasse di chinina libern, ma, atte sa la quaolilà piulloslo notevole della sosta nza tlepos lt~si e puolo proporzionale a l ~p·ado tl i solubililà della chinina ìn veicolo a cquoso (l: 1667 a+ 20• (Sc:s-r1~1) , ne sottoposi ad analisi u na porzione .e vidi essere l' alcaloicle allo slalo di r.ombinazione colra r.ido ca rbonico. Quindi nel ~uesp osto processo la chinina del !-:Olfa.to n eutt•o si convertirebbe par lo in feno lchinioa e parte in caL·bonalo solubile, e la r eazione po trebbe leericamenle esprimPrsi nei termini seguenti: 4 c\!0 H~ , A.z2 o,. H2 SO,, ì H~ o + 4 CGll s ONa +~Na~ CO". 10 l-l t O = :=: 2 C~0 II~, A: 2 O, Cr. H ,, OH -j2 Cl!o H ~ A:t 0\!.. H2 CO,, Hi O 2 C6 B ~ OH+ 4 No, SO,-+- 46 H !l O.
+
+
P er altro dalle prove par rebbe che la quaotita della l'eno!-
)
J•
..; u L J?E\ATO 1)1 t: IJll\ 1\'A
·l ul ;)
ehinina che si olliene con questo pro('es~>o, non sia costante
e che con es:5a precipiti porzione del carbonalo di chinina. so~tituendo al c1wbonato la CMt'ispondenle quanlitù di os-
"'''o idrato sadico, toi ebbe un p1·ecipitalo bie.nco ·roseo- caseoso, il quale . dopo lavatuJ•a f' pr osciugamento a+ 25°, imb•·unisce e s i addensa in massA conc •·eln, fragile a i!pPzze.lura Jucido-vot•·osa e con odOi'O di fenolo. Si sc1olse in piccola propMzi011 e ltell'ac•(IIA, fornendo una soluzione di rl!Hzione alcalina. Coi t•eattivi appropriali lo si trovò costituilo eli chinina e di fenolo f'Oltanto. Per quanto tuttavia lal proclolto offri!'=se i caratter i "P"cir•ci della fenol-cbinina, non mi parve di dO\'!!rvi insistere stante l'a spetto poco --oùdL~racPole. e mi posi quindi per· alLre vie alla r icercA del rn·ocesso capace di fo r nir e delln fenol-cll inina sotto un Aspetto miJ!Iioro. Stabilito: t• Che dalla reuzion1~ del fe110L0 Mrllcn rol ~olfaLo neutro di chinina si ha nn protloLlo r!Jc, come c1uello commercialt> in ~enere, non pos!'\iCdl' lu co;;titu?.ione chimica dP.l \ P L'O ii nato di chinina; 2• Che neppure coll'aggiunta al fenato sodico di con,'eniente I(Ua ntili.t di carbonuto o J'ossido sodici, si ottiene un prodotto che possa con!>irlcrlll'Si come un fenato di clunim.1 accettabile; 3" Che lulli gli al tri tentativi fatti tlirellamentP cot Rolfalo di chinina, mi ùiedero ri~ u iLa lo negati vo per la mela prefisMmi; i-• Che per azione diretta, pure avendo ottenuto della renoi-chinina, o il pr ocesso non è pratico, o iJ prodotto non è tale do s oddisfa r e le esigenze del commercio; mi ri,•olsi a sperimentare la doppia reazione dei fenati alcalini col cloridrato rli d ti nina. Le esperienze pr elim111ari fulle a l r iguardo uvendo avutn esito sodù1sfacentr, non resta va che o tlss a t·e i tPrmi ni tlel processo a s eguirsi pea· preparare la fenol-chinina . Apprestata una conveniPntc c1uantil.à di cloridr a to di cllinma. mC'diantP doppia "COmpo!>jziouc fa a il !<Olfato basico di
1016
"-UL n:'ìa10 Ili t:ltl,l\.\
dello alcaloide e il cloruro bartlìco atlCJpet•ati nelle propor·zw•u indicate dall'equazione: (C~o HH A3~ 0~) 2. ~-~~
soh i LI ~(_) + Bo Cl~, 2 u~ o =
=- 2 C~0 lf" Az~ O~ LI Cl, 2 H ~ 0 ~ BttS0 4 + i l 11 1 O,
e, d'altra parto. preparata una soluzrone, a titolo uoto, dt fenato sod1co, si ver!'ò •ruesl'uHima nella soluzione del cloridraln di cbinina. iuterpolalamente. agitando cii eoutinu() e nellu ntYI· porzione voluta, ):<CCoodo l'e}JII87.10iw: C 20 Ji t 1 A:~O~. 1-J Ci.2li:O+ C,II 5 0
N11
•
-= C90 H~, Az-~ 0~. Cr. H, 01-l +N'a Cl+ 2 H1 O. Con tal processo ottenni in seuc• al liquido un pr·e.crt~l.aln t.iunco-azzurl'igno, d'aspetto caseosc1, che com·euienlrmente lavato t· seccato a+ 25• in ambiente a~ciutlo o, meglio, 111 essiccatore ad acido solror·ico, rimase in pezzi amorfi, duri, rra~ili, di frattura lucido-r·esinoide, facili a ridurre in pul vcr•· hianca e soLtilc, dòll'odore di l'ouolo. Questa sostanza é pocbissimo solubile in acqua a t·outaltn della quale. so è in polver·e, si SP'~Iomf'ra, riacqui:::lanclo l'aspeLlo del pr•ecipitalo. Si scioglie bene nell'a lcole, nell'etere, nel clot·ofor·mr ... nel solfuro di cat·bonio; poco, invece, nella benzina. Dalle soluzioni si depon ~ amot•ftt, qualunque 8ia il -.;ol· ve n le. Ha r eazione a lc:alina decisa e coi rea llivi non ntflnife.<.;ta che le sole reazioni delJa chinina e del fenolo. Quasi cer to di a vPre Lra mani Jl renato normale di ''111nina, il quale, giusta la for:mola C101 H!, Az~ 0 1 c. Il , Otf , avrebbe la composizione Chinina Fenol(l.
Molerolare
Centc,unale
:l:H 9'1
7i,51!;! 2:?.4&-
418 ,
tOO,tJtl(l
me ne assicur·ai delt:t•tninaudo quanlitallvamente le propor· zioni deU'aJcaloide C<•n rnetoùo a lcalìmetrjco indrl'ello Mi servii <lell't•c•clf\ cloridrico normale e di ammouiucn !-e·
101i
SUL F&~ATO 01 Clll'\ 1,\ .\
minorma.le e trovai che 100 pt,rli del prodotto saLur ovano parti 8,"; di acido cloridt•ico, COI'rÌ ~ponùenli .a pat•ti i7,2 di chinina, giusta la pr·opo••ziooe
ll cl: Cto H~, Az~ O~ : : :l6,5: :~2i- :: 8,i : ,
x
• ... l h' . . 324 8,i dou dex, c l1e rappresen ..... a c m111a, o = -;fu,;>
-- ~
'' .~
RipeLnla la delel'minazione pel' via dr pesata, mediant• conversioue della chi nina in O"salalo basico mudro,
(C!O H!, A;;9 Oi) 2. C, Il, O,. si ehbe pUt'P in questo caso per 111 chi nina una pe1•centuaiP rnollo prossi mt~ di <!Uella calcolala. Quindi. tenuto con to dolle perdite eventuali, mi par ve di pol<'l' conciUtler e che nel J1l'O · dotto in questione le chinina su1 ul feuolo nel rapporto indicato dalla fo.rmola <1, H'"' :\.;~ u, 2. Cs H, O H. In conseguen1.a ritengo che Il fenato di chiuina normale l!i possa convenientemente prepurore cot seguente pr ocesso:
Preparazione del renaio di f'hinilla. - Si IWencJano: di solfnlo basico d1 chinina k!!. 0,500 di acqua distillata bollente . • 17.50<1 t' ~i faccia ~- a. sol uzione. D'altra par le. si prepal'i una "OiuzionP con clor ur o hl!r itieo criswllizzato .. O, t :>O A cqua cli ~;; tilleta . » 1,000 Si ver•si la seconda !'Ol uzionc nPIIa pl'ima, avvertendo pcl'ò di n<Jn ec<"edcr e nel cloruro baritico . Si separi per flllrt~ zione dal solfato bari lico precipits losi , la soluzione del cloridratQ di chinina, e ad e~sa l'i ogFfiunga l'acqua tli lavatura del precipitato. Si tratti quindi i l liquido, quando sia r•nfìl·ed· tlato, co11 soluzione di fenato 1'\0cli<',o. Questa si prepar i con kg. 0, 1.12,80 acido feni co pu r o e auidr o . . . liscivia di soda ul 30 % = D 13:12 {pari ud ossJdo sodico idrato J:O'. 48). . . . . . . . • 0,1GO,OO 5 ,000,00 AC'}Ua distillala . . . . . sodico in quella Si faccia cadere la soluzione tl.:l feualo
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SUL FENATO DI CH1i'1'1NA
del cloridrato di chinina in ftlo sottile, a gitando rapidamente e senza interruzione, Ono a l punto jn <.;ui quasi Lullo il clot·idrato òi chi11ina sia si trasfo1·maLo in t'e uol- chinina , per modo clae porzione del liquido, dopo filtra to, per agg iunta di fenalo sodico non di a eh,.. un leggero in torbidao:aenlo. È sempre da evitare un'P.ccedenza di rana~ ~odico che t•enderebbe la posalur·fl gommo1'a, allacca Liceìa. E ancora necess a rio che racido fenico da usa a·si nella preparazioue ùel f'e nato si& olfatto puro e c:be siano sLl'et1a· m ente oRservate le proporzioni molecolari s uindicate, chè un e cce~so di fenolo nuocer·ebbe alla costituzione ed a i cat'alLel'i del protlollo fìua le. Il precipitato di t'enol-chiniua s i raccolga su pannolino, si lavi eon acqua distillala rr eJda (:3 a 1 litri•, lìno n privarlo del clonu•o sadico. «i !>Lrizzi •Juintli e si faccia a sciu gare fra cm·La emporetica a 25'-20• in una currenl& d'aria s ecca ; per ultimo si lriluri e si se&·bi in recipiente ben chiuso . Il pt•odullo Leorico ,<>ar t> bbe di g r . .l7H, ma in pratica si limi ta a gr . 440-lt50, s tanle le perdite ine&·e nli alle dive r:::e ma. o i poi azioni de l peocesso. . Il fenato noJ'tnalo di ch inina o fenol- chinina ,-. hia.r wo, aniorfo . di odore d'llcido fenico e ui l"apo&·e amuro. Riscaltlato a cir·ca 70° s i lrasforma in massa i luit.!a, semitraspar ent e elle a 100• non è anco ra del tullo fusa . È poclaissiwo solubile io a cqua ('1:1.100); contiene 77,fl p. 100 di ch inJUa . La soluzione acquosa ha reazione alcalina; appena, appeua s'inlorbida traltand0la con idr ato e con ca rbonalo sodici; con acqua di cloro ed ammon iaca dà la colorazione verde s meraldo , e cor a acqua di cloro f'err ocianuro po lasslco ed ammoniaca la color azione rossa , l' una e l'altra cat·atleristiche delta chinina (l); n on rla i11albAmen to col clor uro
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(t ) Stnnffo alla notaziouo ~ontrnuu1 a (mg. W41 del l)ìcliomlairt d f & nlter1r· lirms et {a/si{icalions. (lar En. BAuonnwN·r, slx icmc •'dition. lll8l. pare cbc te rea7.ioni della cohillina eoll'aciJU:t di cloru ed nmmouiacu, r) (JUel le col fe•·roNanuro J•ot.assico, ac(JUa di ei OJ'Il ed :tmmonincn, n11n 61ano n riloner~i cnrn.t• te ris lkhe iD rn DCto assoluto, I'Ol cnf!n esse produr.~ì nncloe C"ll:t rhlnidirl3.
SUL rE\ATO 111 j: l:ll'UNA
barilico in soluzione cloridrica, nA coiJ'azolalo argenLico in soluzione azoLica; col clorut·o ferrico non da indizit> di acido l'enico allo s~a lo libero; l'a mrnoniaca e l'acqua di bromo v'in· genet'Ono la combinazione azzurra del fenolo. Questa combinazione azzurt·a n contallo degli acidi at'l'OS!'il t' divenla solubile nell'etere, (l la soluzione elerPH, lt'allata con amJnoniaca, cede all'acc[Uil della conJbnJazionc, ridiventola Azzuna. Il prodotto !'erco, scaldato ollro 100°, fonde in li•rurdo incolore ed emette vapori pure incolori, odornnti di fenolo e con reazione alcalina alle carte.
a+
Tor·ino, maggio 1800. E. BAH0:-11 1-'m'l'lari$/u mllila~·e ul 2• clfl$~t.
lOtO
SOPR.\ li\ l'ASO
ERNI A POLMONARE Hl~CONTHATO. IN C~ SOLUATil DELL' ~:,u nf.I:GI)I E~Tll FANTERI.~
)tentoria scirnhfic" lt·tl.o ntii'O>PP•Ialc miliL1rc di A lt•s>;~udrja tlal olo l t. Angt• l n ah e r ... '>Ollotenrnlt• rut>tlieo !li comp•~meulo •
... L 'argomento s u t·ui deRidere illlraltenet·li ve1·sa soprn u11 caso cl'et•ni a polmooare che casunlrnente ho riscontrato nel !!oldn lo che r1ui pr e;:euto, Pdlt:se Bona \'enlu t·a. della clas~.h' J867, do•ll' 5• •·e:r~•menlo fanteria. Eg-li è· indiviùuo tli vnlid» costituzione fisica, con sviluppo e confot·mazioue "Cheletrica normali. se si eccettua una liavissuna òeviaztou ~ in basso del hl 4" co!>lola s inistrn , a 1terazi one sullfl qunl·· :·ilOt'IICI'Ò pal'lando dtJII' esame dellu parte. Non sotl'ers~ mai molattie d'importanza w·· esercitando da bot•ghese il suo mec,tiere da contatliuo, nt> durante il suo se t·\•i zio ntilila t•c: soltanto e~li presenta un lieve gr ati" di Pn rll'ema polmonare. Egli aLLribuist•' 1'<->:ot·.Jio della pt·esente sua affezione• 1110r· hosn al seguente fallo. Narra dw ollo •nesi addietro nPIJ O uscit•o dalla lalt·i t~ a urlù contr o la maniglia della porlu, ri por·tuncloile uno contusione alla re~io n e mammaria di $' tll ilolra. All'allo dell'urto avverti intenf'o dolwe clte presto per•• St dileguò dando luogo allu compa rf'u di una lieve Lumt:ft'zione alla parte: pct· tale fatto gli \'ennct·o dal medico ron· cessi due gior ni di r·i)'OSO, 'lopo 1 quali potè ripigliMe jl ~uo !'lCrYizio f'enzR ti menomo dif'l:n bo na quell'epoca liufl
'>01' 11 A l ' \' t.A..,O IH .lìll \L\ 1'01.110 _\.\ll&
I O~ l
al mese di marzo ullirno scorso non a v verli piu alcun dolor e nella localilù; fu un lieve ca tarr o br onchiol e, .:.he r i. svegl iò l'attenzione del ~oldalo sulla parte, poi.-l1è ati ogni co lpo di tos~e egli avver tiva ~~o rn o la puntura di uuo spi llo alla regione mammaria tli ~ioi!'llra e1l in tale occasione soltanto si accor se della compar!'ll di una tumefoz10ne in detta re~ioue, ''i~ibile durante !:'li !<forzi e lu tosse. Venne pPrciò alla visita 111edica. Pertanto la contus ione a.vve11 11IU ott(l mef::i uddr<>ll'O c1evesi completamen te t1•ascurar c, opptn·e si deve ritc>ne r e com\3 causo del pnoumatocele di cu1 dilflostt·cr·•·· in !<oguito aiTeltfl il nostr o soldato ( C1•edo eh~ lniP lesion•• non dcuha eorn plel amente I'Scluder~i per lR furnult.ione ùell'er n in, gìacchè anunesso uuche che non nvp;;:'-e direltAmente prodotto una !!r a,·e lesione m11t.oriale nelle pa1·ti molli, pu t· Lutta.vitt P.;;s<'ndo es~a mollo probabilmcntu o'·vetHila nello "Paziu inl•~Pcos la le. pl tò uvot· pr odolto 11110 smngtiamettlo Jtl.!i m uscoli mte 1·co~toli unu e~rludendo pure In possiuili lù t·ha tale tt•auma abbi n so IlA ntu ur-recnw quolt·he alterazione nei te."'· suli che con l'ttndnr del t.cmpo pub ave1·e indebolito in r{uel punto In r ('Qistenzn della pat·ete toraci ca. :Ma vi c un alkn fatto che uon può per nullo c,.,e,.,. Lras<;uralo tl E>li'Anamne~i, •1111'11•> cio!' che 1l soldato ,. ;.unnalOJ'e di tromba; t' ciò t• tmporltl!llt' per il l'allo clw. come cred~> I'El'it hl"en, il pneurnalocelt> put'1 l' l pelere 1-\0ll unlo la sua ~euesi da !<l'OI'zi . gtat·cllè. t'f!l ' "O~giunge, dul'fllllt• essi puo av,·euil·e la Jncer aziunt> otet tnnsc.:;h mlerc11stah P della pleu r fl co<1lale. Mo pa;osiarno airesan~t• tlelln pn1·Lt'. Liin ho acc••nna tu alla l ieve deviazione c lte pre~<C Hta lo 4' co::;ta si nisll'a: e;;sa difatti in cot•r ispoudPnza ddla r egione mammaria devia sensibi l m~>n le in basso, talcht; 11t~-• spazio iHter costale uella sua pa!'lr• aotc•t'iOI'e. a scapito del Mltostanle, è. alqutinlo pii1am pio: raLLo o·he appore mollo evinente !"S si conr1·onln con lo spazio ornollllllO .leiralti'O 11\lo. S1• noi pet·tanto o;:serviamo il sof!~eLlo u respirazion e ll•anquilla, non avvel'liamo nulla di tlllOt'mnle, l'escursione lnracicn :::i compie normalmente, né si vedo ncll'nmlJilo IOI'Ocico comparit•e ap p t•oz7. t~b il e al-
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~OI' RA lf~ CAl:> O
Lel'aziont\ di forma. Se palpiamo all' inlel'l tO della papillo rn(tmmal·ia sinistrA nel qual'lo spazio inler costul e, avve1·tiamo la ~ensazione di una nicchia di fo.>rma ovala1·e col diomcl1·o pi1'1 luugo par allelo alla dir ezione delle co11le m::lla quala nirchin, se invitiamo il ~oldalo a fttre uno sforzo muscolare. opput•o a fare qualche CCllpo di Lo:::se, noi col dito avvertiamo un ul'lo abbaslf!nza marcato. Se la~cinino libera la parte dalla pressione, V('diamo compal'irr in corrispondenza d1 CS88, una tumd'uziono il tdolenle, della fti'OSl'ezza di un uovo di R~tllma,be n circoscritta, I'egolore, di for·ma r olooùeggianlec•on pelle sovru;;lanle per feltumenle normale P non aderente ai te~:~suti soltostanll. Al pulpamenlo si riscontra cht> taletumefazione è l'iducibilti anche stt il soggeUo conlinua enPr!.tÌ('amente nello sfot·zo; t} di consistenza elastica e su di es!'a :::i ha alla percu~sione suono chiaro. All'ascoltazione si av\'el'le il m01·r:norio ,·oscicol are aspr·o e talor·a uno sfr egalncnto, t~llorchè si ast·olla nel momento in cui la tumefazione si forma. Alla parte il <~op-gello non a vver'Li che r·•corr ent1 punture durante •tue! fiOCO tempo che fu olleLlo da lieve •·n· lai'I'O dei bronclu. Premessa questa breve descrizione che pol!•anno loro "- le~ ~ i complela1·e csamwaudo l'individuo, devesi l'eahnenll• ammetter e che io questo caso si truLli di ernia polm nuare oppure tAle Lurnefnzione può esser e data dtl rtualche alll·n l'ttlto patologico? Le a\LPraztoni che possono nel nostro caso aYel'e qualche ca r'aller·e di somi~lianza coll'ernia polmonore pott·ebbet'O el'· se1'P lo seguenti. Uu tumo,·e ltquidn 1naniftJsLantesi nei bruschi movimenti I'C· spil'aloi'Ìj mt1 i11 tal caso si av rebbe ()ulluazione, sensazionf' quinòi ben diver sa da quella dala dalla cla!'Licila del polmone ed inCIIlre manc her ebbe la sensazione di Cl'epilio che si avverte nella formazione. Potr ebbe avere ancora un po' di analo~ia col fallo che e!'islesse nel polmone solloslanle una cavt>J'll8 oppur e un idr·opneumotorace o elle si siena ape1·La una via ottraverso alle pareti l oracicll c, ri ~ ullandon o cos1 la formazionE\ di un ascesf'u suscellibile di comparire nei co lpi di tosse e negli sfor zi; e la presenza simullanea di
DI ER'I!A 1'01.)10'i:\llE
aria e ùi llqurdo nena cavilit, prod•trt·e all'o recchio un t'Umore analogo alla ct•epiLozione di un'cl'llia polmonare. Ma gli antect-Jenli del ~oggello e la mnncanza a!'Soluta dei segni di presenza r!i ca verne poltnonaJ't, ranno complelamenle dile~uare <•gni dubhio in propo'!ilo. Non mello nem m eno in campo chu si posl"a nel no<>trl) cuso trattare di un aneuris ma o di un'ernia del cuo1·e; la mancanza dPi fatti s telosc.opici pr opri d ell'apparato circolatoJ·io ben diveJ•c:i tla 'fUCili dell'Appurato della re!'lpirAzione Lnl,!!oOO que~la posc:ibilita. Adunque il nostro l'<Oidato é affl'llo eia pueumalorele sulla cui genesi rosta ancot•o a dire qunlche cos8. Le ernie polmonari, tt(•IJa g l'an lllli!J;giorunza tlei CfF·i, t•ipelono la loro orrgin l! eia fet·ite nl torace, specialmente penetranti, che st>condo Str·ùbing, rome ho Ielle nel Giornale medico del R. E~ercifo clt•l mt?se di rehbraio, in tali rasi si donebbero chiami\ rr no11 ct·nie ma prolact~i del p.>lmon•': a roe sembra pPrò l.'upc-rnua tale di~linztont! c seguen,u, la classificazione del Follin,clel l~orL, deii'F.richsen chiamo anche l'uscita del polmone in se;..'"uito a fet·iLA, e•'nia polmoJtaro. OlLr·e le lesioni traumatiche abbinm11 allt·i f<ìLLi c·ltc• po!'SOIIO rrodn rre un'ePnia polmnllare: gli ~n lO t'i pal'iano pure d~l pneumrt Lorole con~eniLo dovuto a vi7i di ronfo rmaz tor.c del torace e fra questi la mancanza di cot<tole o dellu l'teJ•no, come purr- la rendilura di quest'ultimo; in t nli cafìi i vi:::cPri toracici, nei punti in cni !1:1 pat·cte lorMcica ~~ soltanto cMltluila da parli molli, facilmente fanno ernia. Certamente nel noslt'O CS<;O non possiam•J in,·ocat'e tlcci~emenlc ulcuno dei fallor1 accennali, giacché cr·edo che sieno ~ tilli dive•·si c• primo fra lulli ' ' i è il fallo eli essrre il M~ ~etto un soldato suonulot·e eli l romba: indi la contusione sofferta nr lla Jocalila in cui in se~uilo l'er•nin si é fot·mala, e.i infine la dilatazione, sebbene lievt>, della par te anteriore del 4• s pazio intercoslale siuislr•o. Adunque sollanlo questi lt•e fallori ci possono Sf>Ìegat•e il rt1t'CC8nismo della fo r mazione clell'ernin n PI nostro caso, pt•rchè ne ll'atto del suona t·e raria si tr·ova fO I'Ztlla nei l11buli polrnonal'i esPrcila al loro mterno una pressione eccenlt·Jca cl u~ compt'illle la super ficie del polmone con lJ'O la pare le tornei ca e quindi se esiste una
ozs.
1
SOI'IIA U~ GASO
parte del Lo••acc cou •nsttl'ficiente r esistenza. i! pohntHte forzatamente fara eruia. T ale affezio11e morbosa, dice I'Ericltsen, ~ e1=;tremamente l'<• r-' ed egli ne Jesc1·ive un caso che :;ar ebbe pert'ellarnent.e rdenlico al nostro se itt quello l'er nia nou rosse evidentemente stata com ec.uti ,·a a feei la . Ed ù per tale somig lianza di fOI'ma, sPde e fenomeno l o~iu che mi permello di rifer1rlo tP..slualmente. " Un uom o di Hl ann i, mancino, ebbe in dnello un colpo " di spada alla parte inter n!l ed un poco al di sotto del ca' pez7.olo siui!"l1·o, perdetle 1111a quantità di !"&ngue. ma non • ne sputo pun to. La l'e rita guarì in quindi ci ~i o r ni e poco « d0po egli !"i accot·se di una tumefazione che compariva " negli sfol'Zi muscola•·i. Esaminalo al luog-o dello ferita. « si Lt·ovò una cica l ri ce e quando l'i11d ividun i 11spi ra va o tossi va, vedevAsi comparir e immediatamf'nle soLto eli essa un « lumo1·e g •·osso pt·esso a poco come uu UOYO. esso scorupa.,. riva quando •l'àrnrnal a lo <.:es >:a va d'inspirare o tossire: o g li >±i pote,·u iulpetlir·e ui farsi pr onlincnte pt·emendo col dito n su!IH J•a r ele iu cui esso cotupariva, sol qunl luogo !"enti" vasr una depressione nei muscoli il clercostali. La l urnela• zione era elastico e clavn all'orecchio un suono di fino ' crepitio ·~ sfre!!B.mc nlo, il Lu10orr. era r•is u o t~anle ~ lh1 per" CUl:1S iOlll". "
Quest" fallo perr·, Ji lr ovat·e. nel rJsh·elli ssuno nut11ero di erni e polmnnt'lri. dUl' casi nellA desct•rtta r egiune. 11011 mi autori zza a concll i udeJ·e clre e SMl s ia i t·o le adaLLe per la t'oi'JOazione del pneumatocele. gra<:ch•:· anzilullo in tutti e due i ~: asi vi ru una pr ecedente lesione trau1.0atica P poi uni versalmente sollt) a mmessi cou re ~ ili p•·etli lelLi deii'P.t'n'ia polmouat·e sponluuea le ross•· '>op•·uclavtcolari e le par·li ante•·iorì ùel i 0 , 8•, !l' spazio in ler costa.l e. Non rimunH per·to11 l 0 r:he fl di1·e qualche co!:'u del la JWo gnosi t: della (·ur·a. · .-\n ~i tnllo, tnolto p t•oLahi lmen l e il lumcwe si manle r·t·u slaz ir.mAJ' tO se l'individuo non vet-r<l colpito da br·onchiLe P f<P cesset·ù di suonare e di fa t'e ener gici sfo•·zi, qui ndi rallezjoue !Oi deve considet•are come non g1·avc g iaccl ri· "olo per· eo.;sa
~l
UJ ER~IA POLliO~AIIE
e 8"'SOÌ difficilmente "i potranno avere lirnitali focolari flogil<lici polmonari o pleurici rli facile g-uarigione; non si è mai da lo il CtlsO, in s im il i accidenti mor bosi, ùi s trangolamento J'elalivatnente abbas tanza frequente nelle ernie inguinali. Non s1 puu as!;olutameuto però escludere elle tale ernia possa col tempo diventare mollo più voluminosa. Il Mercer ha visto un caso, tn cui l'er nia in principio era gro!'sa come una nocciolo e che in se~uilo raggiunse il volume di un pUJ!IlO di un adulto; il Desfosse~ narro pure un caso, in cui un'ernia polmonare dal volume ùi una noce r aggiunse quello dj un pugno di un adulto. Resto adunque cel'lo cho anche nel oosLI'O caso essa non tendic!ru alla f(uar igione e ello se non cr escet·à per,.iste,•à a lmeno 111delìniti va m e:; le dj tale volume Quale ne deve e<>st>r~ ora il metodo cur otivo1 Cet·tamente nou si deve pensare ad una cur a radicale, i chirurgi, vuo1 per la poca gravita. "uoi piultost.o per la rarilil di tale aiTP:done morbosa, non ltanno finora , por quanto mi t:~onsla, t u~ descr tllo né praticato un simile aLlo curati vo. Si potr ebbe forse imitare la cura l'Otlicale dell'eJ•nia iop:uinale, rinforzando in IJUOI punlo la parete loracica con le!'suli presi dalle r egioni lim1trore1 ~el nostro caso noi non abbiamo a soddisfare che ad una sola indicazione, cioè procurare di mantenerla sempre ridolta, il che s i può ottener·e con una fascia elastica simile u quella che si adopoJ'8. per le er nie ombellicnli, indicaziono che st renderebbe spectalmcnle necessaria se l'individuo dove~"c conlmuare a compiere la,·ori richiedenti sforzi mu~>colari.
A tal punto t·es'io la pat'lB prettamenle medica, E>pperciò io non dov rei aggiuugere parola, giacchò sarebbe troppo ardil•e il mettersi o sz1·ivere intorno ad uun specialilà dell•3 dt"'Cipline mediclte, quale si c la medicina legale militare, appena dopo così poco ten1po chi:) uno la conosce; io per ò nella tltlucia che loro fan.nno buon viso a questo roio ten~ati,·o, mi azzardo di fare in proposito qualche considera zion <' medico-lega le 111ilitarc. t• Il soldato in !Jai'Ola ed il soldato in genere affetto da liu
SOI'Il.A
r' CASO
ta le rnalatlia ù am:ora idoneo al set•vizio militare P con tali infermità si deve accettare un inrliviùuo nell'esercito~ 2• Se talt) fetLo morboso si manifestasse in un lavoro comawlalo in segu ito ad un sforzo !>i deve u no ammetlct·e come avvenuto in e per causa di set•viziof R igHa t'!lo nl t• quesito · mi sembra non vi debba essere rluhbto, iu qualunque cMo il medico pet•ito mililare deve senz'aiLro dichim•are inabile un individuo affetto eia pneumatocele anche lìmilaLissimo , per chè come dicemmo, tale allezione, tende piutlo!=ilo a crescere che a diminwre ed a ~ua rire, specialmente nella vita faticosa del soldato. Ed i n tal modo giudicando non agirebbe che secondo lo spir·ito tlegli elench i B. C. che esclutlnno ch:ll servizio militare il 1" all'arlicolo 70, il 2• all'at•licolo 68, o~ni individuo affello da e rnia viscerale ben accet•tata di qualunque specie e grado essa s ia. Riguardo a l 2• quesito, vele a dire, se pneumatocele si manifestasse in seguito ad uno sforzo in un la vo ro comandalo se debha o no 1'itene1·si come avvenuto in e per servizio, credo utile debba l'arsi l~ diRliuzione che s i l'a por le ernie inguinali, secondo che cioè sono o no accompagnale da fenomeni di reazione locale. Infatti ~e in un individuo s i forma, come nel nosLt·o caso. un' eenia polrnonare in segwto acl uno o più sfo1·:d ed essa s i manifesta s<>oza fenomeni di reazione locale, cbe sign ifica?. Secondo tne, vuoi dire c he r1ue:;:to individuo ha avuto pt·ecerlentemenLe a soffrit•e qualche eiLro aecidente morboso c he ve lo ha predisposto, oppure per la sua caWva confor ntazione toracica vi era congenitamente soggello, fatti del resto che si potranno constatare ancora dopo avvenuto il pneumato('ele. Cosi per esempio, un indiilividuo riceve una ferita al torace e ad essa ne SE'gue una cicatrice che non presenta la normale resistenza della par ete loracica in quel punto. oppul'e egli ha subito una rt>sezione di una o più cos tole, ov ver o ha. en torace mal conformato, ed in tale individuo in seguito ad uno sfotv.lo si manifesta, in quel punto già alteraLo del torace, un'ernia polmonare, si dovrà amrnett.ere dipendente dallo sforzo s tesso 1 Secondo me, no certamente, perchè l'el'llia non è s tata g e-
01 EII~L~ 1'01.110\AilE
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nerato in modo asl"olulo daUo sforzo, essenclo\·i nell'individuo un· eviclente predi"posizione e quasi direi che il pneumalocele l'sisteva allo sl11lo l atente. Al contrario in un ind ividuo in cui nè pr·ima, se si ebbe occasionH di c:oarnintwlo, ut'• dopo si constatò siLerazione congenila otl acquisila pl'eùisponente alla genesi di tale inrermttà, si manifestasse un pneumatocele egli è evidente che hl, fu !:>Oio lo slorzn che lo htt gener-ato, poichi• allora si rleve am·mettcre, cotrle del t•esto ammette l 'Erichsen ed altri, ahe sia avvenuta nello sforzo la lacerazione d~gli in\ercoslali e della pleur·a costale, il che si palesera priucipalmente, l'isconlrando nella paPte una più o meno vasta ecchimosi. Non faccio par ola dei provvt.:dimenti medico-legali-militari riguat·danti le ernie con!'lecuLive a traumi, giacchi.• in simili casi la questione 11i riduce a quella che ogni giorno trattiamo voglio dir e tlelte comuni lesioni lt'allmaliche (1). (i) Il dOidata l'nlese fu riformato nell'ospedali' mllilàre oli Al~s~;mdria in so•gulto a r.~•se:gna di rimando.
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CONTRIBUTO, STORIA CLlNICA DI
ESTRAZIONE D'UN CORPO S TRA~I E RO l!ODO~:Taila del ma~glore uw liço Cald eri n i t~''·
Fer di n a ndo letta aiJ'O,fll•la lo militare prineiJiale d1 )hlano
.. Col nome geuericn cli.corpi stranieri si intendono in medicina tutte quelle sostanze di natura svariata, le quali nd-
l'orl!anismo animale uon servono a scopo fisiologico, sia che vi siano per..-enuti dal mondo esltrno per 'ie naturali o artificiali, sia che ~iao si sviluppati nell'organi ~ mo medesimC' , frutto di secrezioni normali o patologiche, prodotti d'infiammazione o di necrotizzazioni di tessuti. Quesli corpi vi si possono riscontrare ~otto i tre stati di aggre~aziooe molecoiAre, cioé solido, liquido, gszzoso, ed appunto a seconda di ques t.a natura divei'Ss, Agiscono variatamenle, ora diviJenòo. ora infìllrando, orA dilatando gli or~ani; produttrici costanti di flogosi, compromettendo sovente le funzioni della Yita organica o di r elazione o seconda delh1 lesione anatomica arrecata negli organi nei rruali pene tra-· rono. La diversa nalura o rgnnica oò inorganica di delLe soslanze ci da la s piegazione del loro diverso contegno nell'organi .. mo a nimale. Nel gruppo dei corpi organici estranei che possono entrare nell'economia animale, bisogna C'Ornprendere a nche· quei numerosi entozoi, ed epizoi, parassiti del corpo umano,
CO~T.RrBUIO, SIOillA CT.UiiCA:,ECC .
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.cestoidi, nemalodi, elmintidi, ascaridi, lombricoidi, i quali agiscono non solo per !"insulto meccanico, ma anche per i prodotti chimici ai quali dan no origine, determinando indirettamente un'a lterazione della contrattilità delle tuniche -vascolari, favor·endo il trast:dnmeuto sieroso che costituisce -gli edemi (mollissime volte ~li anasarchi per verminazioue) ·e determinando fenomeni riflessi nervosi molto svariati. La loro presenza. nelrorganismo costitu isce sempre un pericolo, la cui entità dipende non solo dalla lesione immediata, dalla localita in cui si trovano, dalla formai ma anche dalle lesioni che potrebbero arrecare e dalle regioni che possono in>adere in ~;; egu ilo ad emigrazione. l o contatto dei liquidi essi possono o no metamorfosarsi, essere riassorbiti, mutare di s tato {passare cioè dallo stato liquido al solido od inversamente) e finalmente dare origine .eziandio a prodotti eminentemente venefici. Cosl oggetti d'argento furono estrani dall'organismo senza che avessero subito la più lieve alterazione; mentre oggetti di zinco e di ottone vennero rilratti profondamente intaccati . Cosi soluzioni arsenicali fu rono trcvale iucislile nell'intestino; così si -ebbero avvelenamenti per sali di rame e di piombo dovuti od oggetti di eame che a caso penetrarono nel tubo gastro-enterico ed a palle di piombo che furono inghiottite volontaeiamente per curare un'ostruzione intestinale. Nella chirurgia moderna poi s i iHwno frequenti fenomeni di assorbimento di corpi s tranieri iutrodotti à scopo chirurgico in mezzo a i te ~;;suti (quali fili di catcut, corde di minugia, tubi di d1'el\aggio ottenuti colla decalcificazione delle ossa di animali o con le art.e1·ie dei medesimi. Negli organi più remoti e meglio protetti si l'invennero sia perchè una forza esterna poderosa ve li ha spinti, sia perchè capaci di movimento, sia percbè vi emigrano da organi più o meno lontani in seguito a contrazioni muscolari. L'esistenza del ci,sticerco nella cellulosa della sostanza -ceJ·ebrale e della ./ilaria oeali human.i, ci dà un'idea della facoHè migratrice di certi corpi e del perie<>lo che possono ·costituire per la vita o per l'eset•cizio delle funzioni di un
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CONTIUUUTO, STOIUA. CLlNICA
organo. s~mbra che il cammino s eguito da questi corpi sia lungo la g uaina dei nervi, specialmente degli olfaltori. Gli oggetti de l mondo esterno pervenuti nell"orgaoismo altraYerso gli iolcgumenti, presuppongono sempre delle Ierite, le quali possono rimanere per vie oppure stan te resiguita del corpo stra nier o (e quindi la piccola soluzione nella continuità dei tel"suli) stante l"elasLicità dei tessuti medesimi e la presenza di linfa plastica capace di organizzar:;i prontamente, non lasciano Lraccia del loro ing1'68SO. Il pericolo da essi cosli luilo non é do vuto 80lamente al le lesioni Jlìu o meno gravi che arrecano ai diversi organi; uta aoche perchè possou o servire di veicolo a principii selLici eù infettanti. Quei procet>si morbosi, incl udenti ipe1·emia, ristagno di sangue e tral"udame rfli con a!Lerazione def{li elementi ,cellulaei dci tessuti, quei prodotti di infiammazione p al'enchimatosa, essudaliva o ~ec t'eliva, sonò tulli mezzi coi quali la natura r eagisce contro g li :"limoli meccanici per 1<1 loro eliminazione dell'orga nismo e pe1· proteggere i diversi lessuli da ulteriori lesioni, mediante la moltiplicazione e divisione degli eltlmenli nucleari e cel lulari capaci d'involgere in una cisti cellulosa i corpi esl1·anoi. Effetto primo di una irri tazione leggera delle tuniche vascolari è una conteualJOranea contrazione dei vasi, du1·aute la rtuale il sangue resla immobile, oppure si muove a ssai lentam ente. Cessalo lo stimolo. oppure diet1'0 una irritazione maggior e; a queslR momenlt\nea contrazione. s uccede un periodo nel 'luale i vRsi si dilatano di uuovo e poss ono acquistare un calibro maggiore ed il sangue si muove con una corrente di maggior celerilò, con dolo rosll pulsazioni dent1·o le arterie e con ondulazioni n(jlle vene. Se poi la lesione è di g ravezza tnaggio1·e, come del caso di un a go che uhbia pe 1·for alo un ramo arterioso, a questo periorlo di congestione a ttiva, succede un rilarc_lo od un ristagno completo nei capil lar·i il quale perdw•a. Risultati di questa fl ogosi t'eatLiva (acula o subacu~a) sonol'emorra gi~ per r·oLlu t>a dci ca pillari J is Lesi, il tra.s udarneuto·
Dl ESTRAZlOì\.E u'u~ COli l' O STJ\A"EllO
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sil.'li'Oso, l'infì llram en to fì br·inoso, la suppur azione e lo dil"lruzwne dei t essuti. Dietro tali procPs:.>i, i cor pi estranei possono essc1'e trascinati fuor i dall'organismo. Se poi t'estano racclliu<ti in un organo, si circondano di una ci~li cellulosa che per la supel'lìcie esterna aderr<;cu aUe parli limitrofo, mentre pr·cs"nleru all'interno una sup.,r•Jkie Je,·iaala. l n tal !!Uisa po<>sono ri111anere per hm::ro tetnpo inoll<•nsi\•i dentro a:li O!'gani, oppur e possono cambiar e di luuao ~tl emiar·are anche in regioni Jor.la1w senza r·~>cnre Jesrone ol(·una, r icoper ti sempr e olul lor o 111\'iluppo. Per·ò andw la cisti che li circonda può tmdarc ~O:;!gcltu a lloi~OSI t' ><uppur azioni f' dar così origi11e ad arce~=;~i rhu si Apr(IIIO all'esterno. · Qne!'.te emi~raz:ioni avw•ngono quasi c.oslnntcrnenl<> nttravet·so gli spozi connellivuli, pcr·o u ::;econda dolla forma del cor•po sLJ'arli et'O, possono rar·si slr·uùa ant:llll ullt'8 vor~o g l i altri ta!>suti . Tale il ca:;o di fr•amnv'oti ol'a~o A d'istr·umenti orutuinali tH•i quali lo cisti c<'llulusa o non si forma o giO\'U pochissimo. Cauc;a delle t·mig-razioni d t• i cor•pt >-lranier·i ~ono in lo{étJe · rale le contrazioni muscolari E'd ti peso !:'p~>crlìro der naE>de-;imi. Qul!"-le emigJ•azioni in ;:euere :<:i tuuno in dit•eziono parallela alle coulr·azioni mu!'colari, eccl'llualo il t·a.::o in cni il corpo :<:lraniero, per la !'U<\ forma obbecli!;t~n a forze applicalP acl angolo. Si spie:ra co:::.i come akullt corpi po~sono l'ercnrr·ere io tempi brt•Yi...sirnt ~<pazi relotivmncnle ~rancJi, per·forauclo con le loro c:-lr·emilu :.rlt spazi ronnellivflli ed il pericolo che pu6 destar e la lor·o p1·esenzu nijJJ'or~anismo 111'1 loro t nodo d i emi!!rare. E!<poslovi cosi sommnlicamcntc ed iu fot·ma fJUnsi nft>l'islico il var io modo d'ag-ir~ cJei corpi c!5lranci nella ('Ompo~ro tlei te~suli animali , per mottnlem i Ol'll che vi proMn li u n caso cliuico eli sospetlala pr·eseu~a eli un corpo estr aneu twll'ot'gani>òrnr> recentemente oO'ertosr allo mia ossorva?.iotH'.
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C~O:\,.RIBUTO,
!ORIA Cl.l~lCA
Castroncini Angelo, soldato della cla sse M l 1869, al N. 5211 di matricola, del distrello militare di M odem~, appat·tenente alla a• rompa gnia treno, nel reg~!lmento d'artiglieria a cavallo, é individuo di tempc:rAmento sanguigno-li ofatit:o e di robus ta fisica costituzione. Nulla presenta di nolevol~> nel genti!Jzio, ne ha SOtftlr tO in preCPdenza malallie degue dt speciale rimarco. NArra che mentre il giorno 11 del p. p. ).t<!nnaio atlPndeva All'eserC'itazione in m ane~rzio . dietro un brul'lco movnnento, avverli un aculo dolore in cort•ispondenza del punto di mezzo della t•cgione interna ùj)IJO coscia destra, dolot·e di cat·atlcre lrafìlliv() che gh impediva di reggersi in sella e pel qualt> chiedevA inutilmente al se r~eote che coman.lava la ripre~n. il permesso di meller·e piede a terra PortatA s ubito ed istintivamente la m ano sul lungo dolente, per scoprire la causa d'un tal dolore, "'accot·!le d'aver tra le dita un filo che strappo losto con violenza clai pantaloni E' che gaLli'\ via frettolosamente per a fforr•a re le t'edini, convinto di avm· con esso filo gettato anche lo sll'umcnto vulnerante. Malgrado il dolore persistente, spPcirum.•ute nello !':lrin~ere le ginocchia; pure r imd!>e iu $ella fino al termine dt>l· l'Psercitaziooe, se non cho la !"era stessa rli l'(uel medesimo giorno avendo voluto esaminare In parte lel::a, non ,., tro'" lr'accia né di ferila, n è di sangue spar ::;o sulla pelle, n•· pr·eseoza di qualsias i cor po s lr•auiero. Continun a monta re fJ ca vallo per· o l lo giorni io capo ai r1unli persistendo inuuutalo un certo iodolenzimenlo della par te. c::i presPntò alla n~ sila medica ollenendo una ~Ziornala di riposo; ma ripres... ulalosi al capitano medico il giorno se~?uenle (22 gennaio) veniva mviato a questo ospedale per sospetto corpo estran!!o
nella co.~cia destr4. All'esame obbie Wvo della parte da unrlici g ior•ni ammal ~•la riscon lr·ò : leggera tumefuzione al punto di mezzo del lato anter·ointeroo della co!'t'Ìa destra, senza arrossamento e traccrn alcuna di soluzione di continu ità della cute. La palpazione riusciva soltanto dolorosa s•~ si teola"a di spin~ere le mas:-e muscolat·i interne della coscia ver so l'esterno. I m ovimtJnli ~~
01 ESTRAZ10~ o'UN CORPO STRANIERO
.dj flessione e di adduzione non erano
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sensibilmente inceppali; null'altro pel momento venne fallo di raccogliere. Mi limitai quindi ad una terapia aspeLtante. cercando in pari tempo di combattere la tumefazione, dovuta forse a l processo fl ogistico delle parti molli prof'ouùe inl~rossate . Dopo qualLro giorni ridolto l'arto alle pt•oporzioni normali, 'POlei coolinuar·e con maggior· precisione le mie indagini etl avendo osservato, come malgrado Ja cura antiflogis tica per·sist.esse immutato il dolor·e sperialmenle colla pressione dei muscoli, nei m(rvimenti dell'arto e più ancora sotto le spinte delle masse muscoh,u•i iuLerne ver so l'es tcrHo, uri indu!'si nella convinzione elle 110 cor po vuluerant.e dovesse Lro,·arsi realmente e profondam~>nle Mila coscia del Caslr oncini. Infatti insistendo nell~ oppor tune palpazioni, potei con le dita provar•e la sensa:tione della presenza di un corpo a f'or·ma ·elissoide, du1·o, situato Lrasversalmenlt• All'asse òelh1 coscia, quattro dila trasverse sollo l'al'CO del poparzio al disotto del muscolo sartorio. Giudicando verosimilme nte tale corpo st.raniei'O, un grosso ago circondalo da les$uto tli neoprodu?.ione infiammatoria precedente mente addimost!'ala si colla lumefazioue mi decis i senz'altro per la sua estrazione immediata. Prescindendo pel momellto dalle brevi considerazion~ che dovrò farvi f1·a poco s ulla opportunità o meno di un lal allo ·operativo, dir•ò solo per ora dell'operazione eseguila. Il giorno 26 gennaio. previc ùue iuiezioni profonde di uua soluzione di cloridrato di cocaina al l'l "/ 0; pi·alicai un'incisione cutanea di circa s elte centimetr· i in senso longitudi · naie all'arlo a ridosso del muscolo sa1·torio. Procedendo a s trato a s trato incisi il cellular e. l'aponevrosi fascia laltl e messo cos ì a nullo il muscolo sartoria, lo sposlai all'infuori penetr-ando al s uo IHto inte rno per· ragg iungere il corpo straniero, che si sentiva 5~0 lto il dito come una punla coperta da leggero in viluppo . infitta tenacemente nel muscolo medio a dduttore. Seguendo il decot•s o di dello cor po straniero si rilevaJn che esso ras entando orizzontalmente il fascio vascolo- ner-
103-i-
t.:O:\TiliBU TO. STORl.\ LLI"\ Il-A
voso andava ad internarsi coll'esh'f'mo più acuto nel muscolo vasto-interno. Tcntaialloru di atrerrarecon una pinza a hecCCI olluso l'estremi la del corpo infitto, 1na norl mi l'IUSc:l di eff,..ttuare con questo mezzo l'estrazione. Allot·a praticai ltt div1:-ioue luu~Jlodinole
a tutto spe::>SOI'tl dello fibrP dd 8arlor io pe1' circa tre cenltmelri, onde aprirm1 una hl'eccia, portai all'rslerno il nervo saf'en o che mi e1•a appar!:'O nella t'erita Pd iolrodolta prof·)udameme la pinza, mi fu po!:isibilc con movimc>nti di laterAiilù e di trazione d1 far pre::-a ed e"tras"i il cor po estraneo che ''i presento. Esso e un !n'os:::olanp 8..!0 J'acciaio, intero e solo lllélllcante d••lla cruna. ~wutissimo, dellA lunghezza di ciuque cculill1elri, punto corro;:o e p1•ivo .11 quolsia~i urif!lia nrgnnica ChP acr:Ptmi ad odetenze coi t<>!:'suti vicini o con ric:ti fln!!isliche rli nuova formozione. L'operazionP "i e compiuta regolarmente , non occorscro durante l'allo operativo acciùe11li; non si ebbe bisoc:uo di lezare ,·asi u•· t-1raticare emostasie tlt sot·ta; si fece uu'abbondautu la,alura della lar~a !Jrecc1a con l:-Oluzinne al ,.ublima lo corro~ivo; la ::::i rinchin::oe losto cc~r 1 setto punii dr sutura nodo"'a. adopPrando ~eta fenicata, e medicar tlolt1 qu~~tcli con joùol'ol'lniO, garza e coLone sublimato. ~el aiorno seguenlt> il paziente ehbe un aumento di teltlperatu ra fino <1 39• gradi. do\'ulo pr obabilmt•ute a febbre renl- · lh'a o quunlo Ult•no allribuibilc alle iniezioni J i cocaina; il di dopo pror ò il te1·mom"tro clinicn secnaYa :r;• ed apiretico --i msntenne fino a comptela guarigiout'. Ln ferila er·a avviAta per prima int~·nzioue. f'jUando pet• bruscht mov1menti del pozit.mle, es!<rndosi lAcerati i bordi sutura ti, fu n1e::>lll·ri applical'e liste di cer·otto ad•Jflivo ornle a vYici nure d i nuovo 1 ma1·.!!ini alquanto di' at•icati. Se JH~I' 'JUeslo fatto la curt.~ si proli'Asse ,Ji qualche g10 rno, cii·, nullarneno rawlnmento l'iu;:ci ancora per prima ioteu$iOnt!. La cicnh·ice dieci gior ni dopo l'operazione r•·eo;enttwnl>i allbac:tanza solida e coulpleta; nl'ssuna aderenza roi sollo;;tanli tessuli e il Castr onciui per t'ettameule guur1to. c.:amruinu.
Ul ESTl'lAZlOSE r/ US COHPO STHA~illltO
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lavora ed allende al proprio :;erviz.io fino dal 1U febbraio p. p. senza riscnlit'e o.lcuna molcsLia dello lesione son·erla . Facendo Ol'a astrazione del felice esito di quesla importante uperazione, e solo basandoci sui dati anamnestici, ci potrebbe essere qualcuno intenzionato di !'ivolgerci lu seguente abbiezione: cioè: " Se il sold ato Castt'ondni ha continualo a montat'e· ,, a cavallo per ollo giorni dopo seguito il trauma con " incommodi lollerabili; per ché non attendere r incista1( mento del corpo !=.tl'aniero stesso e l'isparmiare cosi al " paziente un'operazione cruenta, dolorosa, ed in una !oca« li là, diciamolo pure, pericolosa? A Jn•iori r1 uesta o f'Se rvazione sembt•u sel'ia; ma non $arà più tale quando io riesea a convincervi eli 'luanlo pericolo sia la presenzt\ ed il soggiomo di alcuni eorpi strani eri in questa parte dell'organismo. Si sa infalti che non vi ha regione tiPI corpo la quale più della coscia vada soggetta a lesioni dei corpi esterni e nel la quale sia tanto facile leovare feammenli di oggetti acuminali. Cio è ùovulo al faLlo che F:imili cor pi s'inft'aufrono fncil ment~ pee lu resistenza quasi lapidea che oppone al loro ingt'esso la diafìsi del femore, o perclt~ spilli impianta Li sopra mobili, Yi sono potuti penetr·a1'e per inscienza o dimenLicanza di c0lur·o c..:he siedono su di es::;i. Allorquaudo un istrumertlo acuminaLo tlllt'avel':;j gli inlegumenti esler'oi di ((ucsla regione e peoell'i nei tessuti Jll'Ofondi (come nel caso nostro) put) non lasciare traccia del suo passag~io, aprunlo pet'chi, un lral'udamenlo di linfa capace di oPga.nizzarsi, cltiude prontamente la disconLinuitò. prodoiLa negli integumenli medesirni. L'elasticità stessa poi della regione ci ùà la spiegazione della profondità alla quale può irnpianLai'Si uei lessuli. Il pericolo della presenza di simil corpo non i· dovulo solamenLe alla possil1ilila c.he siano ferili i vasi importantissimi di questa regioM, ma ancl1c a lla pl'Obabi l.i là che potrebbero essere lesi in seguito ed alle alterazioni patologic:he
t:O~TRIDUTO.
!ORIA CI.IIIIICA
che la presenza del corpo eslr'a neo può portare nei tessuti tan to superficiali che profondi. P enetrato il c.·or po ~~stran eo nel te;.sulo cellu1ar•• libern, al disotto dei legumenli od intorno ad orga ni di,·er;:.i; sia pe r· l ~ sostanz•J settiche che s i lraf!cioa, uet••rmina quei processi flogisti ci che sono ~ ropri del flemmone circo::-cl'illo. cioè: tensione e tumefazione doloroso alla pressiorw, r•esistenlP ed elastica. La c ute diviene immobile ed il suo r·ofn. rilo rosso scompar e "Ollo la pressione del clrlo. Localmente la lcmperatur·a t> ele\'ola, il dolor·e pulsalt\'0 •' sincrono a l battilo delle arterie. Se il llemmone i• profondo sopruvviene anche la feb bre eJ il pelso si fa duro e l't·equente. Questr flemmoni tan to comuni nella coscia ripetono la loro origine dalla presenza di un cor po s lranier·o nel pal'enclritna dei tese~ uli o qualunque medicatura riesre nulla llnchè pe~dura r a zione della causa provocatrice. A questa 11ogosi acuta, quasi costantemente, tie n dietro l'ASces;.o s intomatico. l tessuti sono celennenlo attaccati, i pi11 ni ti br·osi sono drslrutti o per forali, il perioslio subiscP gravi alterazioni, la ossa rimangono denudate, s'infiamma alla s upel'flcie ~ lo necrosi e la cal'ie r)On tardano a comparire. Questo fl ogos i suppurati va si esleude in alcuni casi alle artPrie ed alle ,·.,ne, neterminando il loro rammollimento o perforazioni, cause pr incipali della fl ebile e della trombosi. Ls facilità colla '(uale ne lla regione della coscia i ll~:m m oni circoscr illi s i tr•amutano rn ascessi fit>mmonosi, troYa la spio~aziono nell'abhondonte tessuto cellulare ed ~ttlrposo ·di dello località e nella resistenza rhe i ptani aponcu r'l')tici esercitono sui tessuti turgidi ed inflammati. Le lesioni delle estremit-8 periferiche det ner vi. sperialmeote se accompagnate da il'rilazione persistente. esercita no una influen;::n morbosa nella pa r·le alla quale si di stri buiscono e provocano alter·azioni lontane per una spec e dt azione riflessa. A tale fenomeno è dovuto la lncentozza de lla cule rlei pa·ralilici. l A'rossi rami nenosi di questa r eg10ne soll'r ono heu poco
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OI ESTRAZlO.:'.""E o' US CORPO ~TRANIERO
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per la lesione dei corpi stranieri ~ solo per la compressione dei medesimi si può temere una paralisi temporanea. I casi di tetano lr·oumalico attribuili alla semplice presenza per parte dei corpi estranei debbono allribuirsi piulto!>lo ad elemeu ti bolte riologic i, siano essi gli statllococcbiJel Doyen od i bacilli spillirormi dj Rosenbak e di Bonome ed anche in questo caso sono temibili, perchè possono servire di veicolo a simili micr organismi. Allorquando un gc·osso ramo nervoso è punto semplicPmente, si ha un effondimentn ùi sangue nel luogo della lesione, effondirnenlo che poli'U inlìltrare la guaina; ma elle verrà p1·esto riassot•bilo ~enza che le funzioni del ner·vo siano alterate; stl poi è stato completamente reciso, detw funzioni --aranno temporariam~nle so~pes ..., si avru una paralisi pol':d&le, la quale persiste1•à finché un nuovo tessuto non abbia l'icon!!iunte le due estremitù divise. Tutte I}Ueste lesioni capaci di compromettere seriamente la yi ta, sono nulla in conf1•onto di q uelle cl1e i corpi stranieri sia nel momeuLo stesso) del loro ingresso uell'orgo llt$mo, sia nelle loro emigrazioni attraverso i te;:<:uli, pos!'ono recare ai vasi particolarmente alle arter·ie cd alle vene. Quando un corpo estra neo sollilc é giunto a perforare un'arteria, ùolla ferrla gemeranno poche goccse di sangue, il 'Juale s 'inHitr erà nella guasna celluJo~a e nel tessuto cellulare vicino; ma tarderà ben poco aù arreslar•si o per•chè fa ostacolo a se stesso, oppure perché il pat•allelismo trn l'apertura delle tuniche dell'arteria e di quella della guaina cellulosa ce!l!la a motivo dolla dislenztone di quest'ultima. Il processo di cicatri zzozion c !'• s•apido, pel'ò moltiRsi me volto 10\'ece dell'infiammazione adesi,·a, ellu lf'sione lien dietro un processo llngisl.tco ulcerativo ed emorragie imponenti. Com::>licanzc maggiori si hanno allorquando un cor po acuminalo altro Yersalo l'arteria vada soggetto a !'postamen li par alleli alla di r ezione del vaso in seguito a contrazioni mu:-c~lari. In tal caso il calibro della ferila non resta uguale a l perimetro del l'oggello vulnerf\nte; ma é più ampio e tale ampiezza é dovuta anche all'elaslicita delle tuniche vascolari. In questo modo si formano frequentemen te aneu1·ismi falsi trau-
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COYri\LilUTO, STOIIl.\. t: l.l \ ll:A
malici,lauto comuni nella rt!~ione della cosc1a, aneurismi che possono e:ssere varicosi se lo lesione s i é e ll'etlu<tlo contemporaneamente ncll'at•leria e nella vena. Anche il sanf.!ue può suLit•e un'alte razio ne nl'i suoi elementi n10rfologici i11 contatto ùi ~1mili cor pi slran iel'i. VelpPnu ha dimoslt'alo con •·sperienza che se con aghi a ncl1e sottilissimi si Allraversa no le artel'ie e vi si la:<ciano per luugo tempo, lo lor o presenza iogener a negli elementi d~l sanp:ue un lavo rio di coagulazione; ho vvi infiammazione, fonnazionl:' di mater1a pla~tica che mescolalasi t.! g rumo occlude il lume del vaso. Un a lesione dell'at•lerja femorale immediatamente al disolliJ del legamento del Poporzio, per un gt·umo identico, compl'l>· metter ebbe cm•lamenle la vilalita dell'arto intero o di parte di esso e In caog-rt>na sar ebbe inevitabile. EsiLo consimile si avrebbe se la lesione fQsse recata ulla verul ct•urale a motivo delle sravorevoh circostanze tlnatomiehe di detto vaso, s ia pet·chè ~sso è l ' un i~o teonco venoso chu conduce il san~u c da delta r egione nella raYilà addominale, s1a percbi· le vaiYole dei rami anato mici sono di::!posto in modo elle impediscono la for muzione del circolo collaterale. Il coa gulo ro rroalo~i potrebbe anche in seguito a contrazioni mltscolari, stucc11rsi dal corpo estraneo elle gli seevi Ji nucleo o dare origine a lulli i fen omeni caratteristici dell'embolismo. Le allorazioni delle ossa, piu che ad una lesio ne dieeltt), s ono do"ute a processi infia mmatori ai quali vanno soggetti in o..eguito a cl alterazioni dei tessuti vicini e le loro esfogliazioni sono le conseguenze di lesioni del perioslio. Le lesioni dei linfatici bat.no per· risultato un a ngioleucite obliler·ante. Senza con tare che le lesioni che deLti coepi, per le possibili <'migeazioni attraverso i canali ioquinule e cr urale potrellbero r ecar e agli o rgani che in '(Uelli si trovano; senza tener calcolo delle peritoniti quasi sempt·e mortali che potrebber o origioars i dalla sola presenza di cor pi estranei; possiamo accorgerci della molleplicilli dei pericoli che possono s uscitare per la vita e per le fu nzioni deg li orga ni quand'anche la loro azione non esca ùai coolìui anatomici della regione.
or ESTRAZIONE n'UN' COR,PO StRANlERO
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Se alla stl·eg-ua di queste considerazioni che costantemente si manifestano ogn i qualvolla un corpo e~traneo sog~iorni lungamente in una data regione, af{giungo il rillesso che dello coTpo dovra agire con insulti meccanici in un periodo ·di tempo piil o meno lonlano llal suo ingt·esso oell or ganismo; ovvet·o solo perchè raramente detti corpi sono pu&·i (in set1;;o chirurgico); YOglio sper-are che roperaziona eseguita sul Cas tl'Ollcioi non verra lacciata d'imprudente, precipitata od inutile; a nzi per le r agioni atldnlte giudico sempi..; ed incondizionatamente indispeusabile l'est!'flzione pronta di tutti i corpi st.ranieri penetrati nell'organismo attl'a\'erso le ferite o per le aperture naturali. L'esperienza clinica di pi(t secoli ci impone di seguire ~enza riserbo la pratica e pt·onta applicazione di tuUi r1uei meu.i che valgono a scongiurare tanti pericoli e lle iMvitabilmeute iosor frono col temporeg~iare sill'atle operazioni ed è a tale scopo che i più grandi ed insignì chirurghi seppero escogilare s trumE:nli adalLi all'estrazio ne dei medesimi o che valgano ad accel'larne la lOl'O pr·e$enza nelle profonclita dei les::;uti. , Cerlo fra i più bei trovati del secolo x tx dobbiamo annovet·are la bilancia d'induzione elelti'o-magoetìca di Huday per la presenza delle masse metalliche T'all'organ ismo animale e lo ~peci Ilo cii !\eialo n per quelle di piombo . .Milano, li 2f.l ùpl'ile 1890.
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA Delle oa.u1e dell'ln•onnl.a. nel fanoluUl. - J . S1MOK. (Journal de Médecine et de Chirurgie, maggio !890).
Accade sovenli che il medico venga cons ullalo per fanciulli affetti da insonn ia1 solo si nlomo che abitualmente l'ichiama l'allenzione dei genitor i. Prima di sommiuislrare un ~>;onoifero , fa d'uopo esamjoare a llenlamente i malal.i per trovare le cause di questo sin tomo. U n fauciullo venne ricovet•alo nel r ipart.o del prof. Slmon .siccome affetto da insonn ia persistente e conti'Ola q uale avevano fa llito il brornut·o ùi potassio e ~li ipnotici di tulLe te specie. L'autore si limitò ad applicare sull'ombelico un tampone ed un bendaggio pel' contenere un'ernia omhelicale, la quale usciva ad ogni istante sotlo i minimi sforzi di tosse, e da quel momento l'insonnia scomparve completamente. Quesr esempio dimostra come s i possa, all'infuori delle medicazioni ipnotiche, propriamente delle, ottenere la guarigion~ in casi d'insonnia. Non <\ raro osserva re ranciulli che pr-eseolano fenomeni congest ivi pitt o meno a cuti da pa rte del cervello. In ques to caso e necessario adoperare qualche r ivulsivo e somministrare calomelano e bromuro . Se quesli fenomeni banno Lendenza alla crorucilà, si alterneranno i bromuri co.i iodul'i, soprattutto se s i ha qualche motivo di sospettare la sifilide o ra.Icootismo: t'a d·uopo anche associat·e di tanto in tanto l'oppio a questi medicamenti. Nella maggior par te delle cefalee, invece di usare gripno. Lici, é.pref'eribile adopet·are .i tonici, gli eccitanti, le acque minerali, ecc. Alcune affezioni della midolla nelrinizio, come la para]jsi in fantile, sono accompagnate da una vivissima agita zione
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sulla tJUale il b:-omul'o non ha alcuno azione: in questi casi .,i riPsci r~ mollo meglio col chinino, colla cicuta. coll'aconito, nello -.ltsso l••mpo che ~i u~erà l'acqua calda come rivulsivo t>tl n1 qua.lche rasn anche le ptmtn di fuoco. Le nevrosi. come l'isterismo nascente, e che sono accompagnale da cccilat.iouo nollUI'Ita, sono guarile ..,opralluUo colfidt·olet•apia a colla vllleriana, ma la sensibililù di quesll soggelli é talvoltu mollu esagt>ruta, fa d'uopo anche cominciare coll'idrolet·apia tiepida P nou arrivare all'acqua fredda che lll'ogressivarnentc; deves• inoltre evitare in questi individui la sornministl"nziono del ferro, che aumnnla la loro eccilahililù. La corea ì.• raramenlo accompugnalù da ins•mnia e quauùo quest'ultima esiste, allot'll la malattia presenta nn certo grado di t:rrnvet.za. L'anlipit·inn é in l)ueslo coso il medicamento che meglio riesco;•si ùeve ùurlo a dosi progressive, urri\'fJt'C fino a tre o qualll'O Krammi ed anc·he, in certi c·osi, uni) a sei od olto gramrnt per ;.dorno. L'tnsonniu s i osser va pure in cerli casi òi opiless1t1, dilficiJmonle diagnoslicabtle, in cui non vi ha vero acce!'so, tnu in eui f)U6Rl8 si manil'c!'ll8 con uno sve~liarsi brusco e con un ~ridr> violento. In qut>s lo cuso 'ii tleve usure la cu1·a dell'opilessill vera. I n tutte le affezioni tlolot•osu degli ocdti, de~ li orecchi, della pellll, i so n1til'~ri non o;.:iscono 1:10 non f(Handr) sooo duli ad alla dose: tloùbiamo quindi l'i volgerei d1rollamenle alrorgono maiolo eon un trattamento ~>l'fic~tce. Cic·, non pet·lanlo aleuni rm·dicaruenti hanno In questi casi un·aziont~ u11 po' spedale: cos·,, i dl)lori l'isiecJnntt allo orccchil' éd agli occhi sono diminuili più c·nl ~lfa lo chinico che coll'oppio, a conùizionc però clte es«o l<ia dato nd alla dose. };ei bambini, fino ad 1111 anno, "'i pos~o nn dora JO a 15 cenLigl·amroi in clisler t> 111 quelli che <-otw più grandicelli, si puo a ndare finn o 50 cenligrommi. L'insonnia puo pr·nscnt.ars i in certo tualaLlie genet•oli con una intensiLU che gli da un'importan1.a lulta speciale; cio si ossor•va in alcune fcùbri tifoidee accompagnate da violenti dolori di lesta: iu qu~slo caso agisco mogli o l'oppio e s i può (j(j
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8S'!OCiar·lo alla l1ntur11 d• m•1schto ed al cloralio in clisto>re. Simon rammt>nla a qu .. -<lo propos1ln che nell'epidemia tlell'wfluenza, compat''-'8 tof\II'IIIVt>rno scoi'~"O. il chinino e l'antipit·ina e•·ano le S· •IP sostanze~~~~~ facessero dot·mire i muluti. L'insonnia è ()IÙ ~pe~-n dt c1ò eh .. si c t·ede legata alla febbre in termiltente; E'SSH é "' ss• fr•·quPntemPnle doppia terzana o doppia quolioliana. P· r ··11i s1 lta""o accessi nella noUe, i fJIIOii sono ordinat·iarnPnl"' .. ,·ouosciuti. Il funciullo si sveglia ciascuon nolle genr>rAitrlt' t >~ll'i.,Le--sa 01'8 e l'insonnia pet•:-tsle aiiOI'fl più o mPno htngH•"e"te -<.. nzA cho se ne riconosea la causa. Ma sP il tipo è H'o·... goiHI'e, '" d •ag-no"i t> ancora molto piu dtfncile. Non si 110l>!no più .. cc ...s;;;i netti, nè stadio del freddo, poi del calore; IH t·ipt'ltuoue ali" " tessa ora di un "'OIO l'iotomo, come uu dolore d• L· !<18, 1111 vorn•lo, uno sve_ghar;;;i br w•cament... , t> 11 soln r.... u". Fu rne<:tiE"rl conoscerP bene fJUCSti fatti per pOIPr ammirll!'lrat•e A proposito il chinino, Jl (]Ualc, in questi cAsi, dt>v ... esse•· .fato a r!OR I elevale. Nella dll'teriLP, l'1nSOn11ia è un fenntnt•no grave, tanto pilt c he si co t•re gran pr>ricoto a ùAt·e iu questo 1·aso gli ÌJJnOLici. Quesrin"onnia può P~~··re pr·odotln dal dolore. perché in molti casi lA d fteril•• e accomp&!!llttla rla dolori; ma il ptu spesso essa pat·e I~>$!'Hla Alla nAlnra iufolLiva della malalt1a. S1 pun dire. in mo•IO l!eneraiP, cbe il fant•tullo dtfler·ico, il t[uale non dorma e eh .. Hbbia rq.Ju!ln fiiiZA p<'l' ~Ili alimenti, debbt~ ~>s sCI'" con.,idf>rA to C••me pet·duLn Fa d'uopo guarciarsi dal sommiuli.!Lr·arc ipnotic·i a qut>sti maiALI, prin•·ipalmenle l'oppio che {l~jlrava quasi istanltllleAI IIenlO iJ Jor (l Slalo. l11flna uu» dPIIe pin ft·equt>nli cau<>e dPII'iusonnia nei fanciulli •• la di"pepsia le~ala essa sle<>Rfl mollo soventi alln cos tipazione, per modo che somm ini--trnndo l'oppio uon si fa che aggrovarla. Nei bambini di latte, il l'egime difettoso dellr· null'ici e parlicolat·mpnlE" l'alco"l in Pt·c··sso possono es"et•ne lA caustt· nei piu grandi fR d'uopo occuparc;i eslusi\'Atnl'nte !Iella digestione, della sc,..Jta fi,..g-Ji ultnwnli e dell'ora in cui Vl'n:lono ptoesi. Tn un fan•·iullo di cinque anni, pe>r esempio, aiTeLlo Ila insonnia dovuta ad una t·ntliva digestione. si puo facilmente sopprimer e il tJasto della !'w ra e non dare che una
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alimentazione molto leggera: ciò basto so venti per l'ICOntlurre il sonno. Un ultimo punto su cui Simon chiama l'attenzione ò l'azione possibile di vapori odorosi provenienti dalla camera sle~:"sa o dalle vicinauu. E~li ha veduto un caso di questo aenere in cui gli accidenti erano dovuti ai vapor i di essenza di trementina. La llngua nevropatloa. - SIMON.- (Journal rle M él)<•cine et de Chirurgie, novembre L889). Dando questo Lilolo 11lla sua tesi, il doll. Simon ha con::ldei·ato ndl loro insieme i turbamenti nervosi, di'i quali la lingua puo esse1·e la sede. l turbamenti della sensibililù generale non si osse1·vano gutn·i al!o s lnlo i~olalo sulla lingua, quasi sempre si tratto, sia di lesioni cel'l:'brall, sia d'istel'i~mo. Ma fa d'uopo notaru dal punto di vista della diagnosi che In aiLerazioni del gusto, come le allei'Azioni dell'odorato, possono costituire quasi allo sl.ltlo d'isolamento, i renoroeni dell'ulizio della paralisi generale. Esclu::a o~ru altra causa, la loro esistenza deve quiodt fai' nascere il sospetto. Il dolore lmguale, che cosliluisce un elemento imporlantè nell a nevralgia del trigcmino, può presenltn•si io molLI' aO'eziooi del sistemA llf'I'Voso, in cui essa non ha che una pat·ta episodica, ma cht> pero non è senza interesse: esso si ri:<cont1·a nella paralisi generale, nell'alassio locomolrice, e, in queste malaWe, la nevralgia della lingua costituisce tal\'Olla uu sintomo isola to della nevralgia del Lrigemino, di cui lutte le ~;tltre branche sono immuni. Questa pal'licolal'ità presenta una ret•la impot·Lanzu clinica. Ma, di piu, a lcuni malati affelti da ru~vl'al gie isolate e limi late della lin g ua giungono ulla convinzione di essere alletti da ulcerazioni di c1uesl'or gano. Que!'la idea d'altronde c'• f11 ' 'ot·ita dalla cii·cost.anza che in generale il dolore predomina nella meta posteriore del margine della lingua, per modo che la sode de! dolorP è inaccessibile alla vista. D'altra pRI'le, come pe1· un certo numero d'allt•e nevralgie, i parossismi dolorosi sono accompagnati talvolta da
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una llu:::sione locale con rossore: queste affezioni dolorose c:.ono s tate designate sotto il nome di ulcera$ioni immafJinarie della linguo dal pror. Verneuil, il quale ho. insistito s u questo ordine di fnlli. Vennero s eg-nalate rra le condizioni Pziologiche di •1ueste uJcerazioni immaginarie diYet·se circostanze, come la gotta, la tabe, lu Pcnella, la pat·alisi ~cneral e; ma rrueste cause 11 011 «ono le sole; la nevralgia localizzalà alla lingua é consociata talvolta a dolore che risiedo oPI condotto uditivo esterno; ed invet·samon le certe inliommazioni del condollo uditivo eslet•no po~sono esset•e accompagnale da nevralgia linguale. l nfìne, in alcuni individui, iu seguito ad accessi di epilessia. "i osservano a nesLesie o disestesie che durano uu tempo va.l'iabil e Jopo il par·ossis mo. Le alterazioni della motilità della lingua hanno, in generale, un or1gine meglio definita ~ riconoscono per causa, s1a una paralisi bulbare, sia una lesione cet·cbrt~ l e . Esiste infine una forma cur10sa di alterazioni motorie che consistono noi l'esistenza tti fenomeni spasmodici. Quesli spasmi sono lanlo clonici cho tonici. Gli s pasmi tonici o con tratture ùella lingua esistono rm·umente allo stato di sintomo isolato. Essi si ri~conlr·~no soventi coosoctali con allri sinLouli istertci. La loro nolura è allora focilP " detertninol'e. Si •Jsser vuno ancot·a nell'cmiple~ia con conLJ•atlura: questa ,·ontratlura t\ allo1·a come la cooll'alLut·tt. dei muscoli Jegli arti lA con;.;e~uenza della dcgeneroz:rooe secondaria. l n questi CAsi la t·igidita l• unilaterale; essa ,·. ~ ttlla ri ~ro n lrata inollrt' nella paralisi agitante che t' caratterizzata, ollr·e l'be da tremore, da posizioni fisse d i certe parti del CO!'po etl in particolmo della lesta u della fa cria. Gli spasmi clonici si riscontrano nell'epilessia, nella COI'Nl, nell'i~t.erismo, ecc. Ma essi e~tslono allora r aramente allo :-lato di isola lllen to; tuttavia, t'SSi pos~ono esi!'tere a llo stato d i atl'eziono assai sll'eltamunle localizzata nelle ntl~zioni -.pasmotlichr che inte res~ano s istematicamente i 11111~coli inlll'r\ati dall'ipoglos~o. F.:. ••,. ba osser"alo un C~!<O rJi questo :.:•·nere moll<l curio,.,:o. Si lt•alla di una donua nevropalicn, la
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quale, dopo aver suNto r eslrazione di nn dente, fu colta da movimenti spa<>modici <.l'abbassamento estremo della mascella inferiore. Nello stesso tempo avveniva m\a propulsione della lingua che s ortiva bruscamente dalla bocca e si all unga vR smisu ratamente. Questo sta lo è diventato una infermit~ permanente. Delle pleuriti purulente da pneumooocoht. - (Gazeae cles 116pitaux, N. 147, t 889).
J ACCouo .
Jaccoud distingue due varietà di pleuriti puruleote da pneumococchi. Nella prima, che si osserva piu spesso, questa pleurite purulenta è consecutiva ad una polmonite. Prima delle !'icerclle lJaUer.lologiche alcuni osset·valori la rono1'<cevano e la chiamavano pleut·ite put•ulenla mela-pneumonica. Essa è uno pleurite consecutiva, per chè non si ,·. mui o::~servato queslo versamento purulenLo della ple ura prima del settimo o dell'ottavo giowo a partire dall'in izio della polmon ite. La seconda vari eta è l'empiema primi ti vo. l n questi casi il versamento del pus si e formalo, quando non vi •' stata polmonite. Si s a d'altr·a par·te che esistono a lt t'e malattie da pneumococchi senza polmonite anteriore (meni n gite, endocardite, pericardile. otite primitiva da pneumococchj). Le pleuriti da pneumococchi sono degne di studio e presen· Lano differenti parLic.olarilà util i a conoscere nella pra tica. 'l' Inizio. - La pleurite put•ulenta da pneumococehi, primitiva o consecutiva, ha un inizio O!'dinariamente insidioso. Il pitl soventi l'attenzione del ma lato non é t·ich iamHLa che dall'ansia che essi r isentono. Mo lte plem•iti, dette latenti, enll•ano in ~uesla categoria. 2' I caratteri della.febbre sono alquanto speciali. Non si osser·var10 le g ra ndi t·em issioni della febbre della pleurite purulenta comune. Noo si nolano i grandi accessi vesperlioi. Al contrario, la febbre della pleurite puruleota da pneumococchi si avvicina alla continuita. 3' I caratteri del pu.s devono fissare l'attenzione. In essi il pus è ben legato, verdaslro e si a\·vicina a rtuello degli
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asces~i caldi. Quando il Yerlòamenlo è antico, al liquido verdastr o si mescola sangue in quantità poco cousiderevole. 01•a l'esperienza ha dimostralo che nelle pleuriti purulenle comuni il pus è ordinariamente grigiastro e siero-purulento. Col riposo il liquido si ~epara in due stJ•ati. 4° Le produzioni membranose sono abbondanti nella pleur·ite da pneumococchi. L ' incistamento dello spandimen to nella parte superiore della plo3ura avv iene fr·equentemente. 5• La .fref]uenza eccezionale delle /Jfr)orazioni pleu1'CJ· bronchiali è una delle caraUerisliche del versamento da pneumococchi. Nel quarto dei casi di pleurite pur ulenla da pneumococcbi si OS!"ervano una o più vomiche. Quanto alla frl'lquenza della perforazione spontanea di dentro in fuori essa é la stessa che nelle pleuriti purulenle oròinat·ie. Le iìstole pleuro·culanee si osservano nella proporzione del 5 al 6 p. 100. 6' La tenden.;a naturale alla ouart(JÌOt!e è il se{tl'IO più distintivo delle pleuriti purulente da pneumococchi. Mentre che le comuni J'eE>istono a tutte le cure e non hanno alcuna tendenza a scomparire, gli empiemi lia pneumococchi cammiJtar>o verso le guarigione. Questa può essere ottenuta in più modi: 1• mediante una o più punture della pleura; 2' spontaneamente, colla produzione sia di una fistola pleuro-bt•onchiale. sta di una fistola pleuro·culanea. lsraél e NeUer hanno segnalato duo cast di r iassol'bimento del versamento purulento. Il pronostico della pleurite purulenla da pneumococchi è quindi t•ela~ivamcnle benigna. L'afleziooe gunrisce in J'egola gener alP. Devesi fare una differenza nella prognosi secondo la natura del versamento. Se il versamento non contiene, in faLt.o di microrgani.smi, che pneumococchi, il pronostico è mollo favorevole. Lo è meno se si trovano altt·i microbi nel liquido purulenlo. S1 risconlt•ano, a fianco dei pneumococcbi, i microbi ordino.t•i della suppurazione. Anche in questi casi, che sono di una guarigione meno facile della varietà precedente, ~i può affermare che il pronostico è più benigno che nella pleurite
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purulenta dovuta sia ai bacilli di Ko1·b, !lia agli organismi ordtnari della suppurazione (slafilo•·occht. e~'l'.} .laccoud propone di divider e le pleur iti pnt•ul ente da pneu· mococchi in due g r uppi: J' Pleurite ùa pneurnococchi, s011Za aiLra associazione rnicrobiana. Questa varietà è la più uumt-ro!_>a e presenta la più facile curabilità dei versamenti puruleoli della pleura. 2' Pleurite da pueumococclu, con as.~octAzione di allri microrgauismi . Pronoslico un po' meno fa vorevole. La guarigione esigerit qualche puntura. Tuttavia questo versamento guar1ré più facilmente degli altri empiemi llllonoplegi& brac ohiale. - RENDU. eate et cle Cltirur{Jie, aprile 1890).
(Jour11al de Méde-
La monoplegia brocchiale è !ISSai rara e qumdici o venti ,·enli anni or sono essa era quasi cornplelarnenle sconosctuta nella sua natura. La clinica d•m ..stra che essa può pr·esenlarsi in due condizioni priocip11li mollo diff..tentt; essa può essere d'origine funzion a le o essere d'or•giue or::rantea ed, a questo riguardo, la ùh;hnzione non è mollo difficile: non •' più la stessa cosa quando si leallo di riconoscer nr! la causo intima. Le monoplegie funzionali ~>i distinguon o dapprima per la for ma dell'anestesia clte c molto pronunciata, ciJe termina soveuli col limite dallo. paralisi ed in modo molto neLlo, senza corrispondenza alcuna colle termiuaziom nervose della reg:ione; si constata anche la perdita del senso muscolare, della nozione della posiztooe dei membri, ~egni molto chiari d'i.,tr •·ismo. Infìoe, l'impotPnza completA è molto rara io quel-ll'ullimo caso, mernlre che essa è frequente nelle altre monoplogie e di più i perlurbamenti del la se..s ibililà non sono nel caso in discorso abituali. l turbtunentl va!lomolori, come dito morto, color livido, •·affreddamento, sono a nche più fre')uenli nelle paralisi funzionali che nelle paralisi organiche. Talvolta però si riscontra in certi stati cachetlici una ver a paralis i per ischemia, lu quale non entJ•a allora nè nella categoria delle !J&ralic;i funzionali, né nellr. paralisi organiche.
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Un e5eropio assai curioso di r(lteslo fallo è a vvenuto nel ripat•lo dell'autore in un lubercoloso al terzo stadio, il quale, dopo lJUalche fenomeno cerehrale, fu colto da un formicolio alla mano destra, da turbamenti ci1·colalori e da paralisi consecutiva. Esisteva una anestesiA cl11; scomparve colle frizioni, como pure scompal'v.e la paralisi. All'autopsia, fatta qualche giorno dopo, 11011 si ri$COHLI·aronn coaguli antichi, ma soltanto la pienezza dei vasi. In una man iera generale la dilncoltà non consistr> nel conoscer·e se una paralisi sia funzionale od organica, mu in quest'ultimo caso quale ne sia la causa. Le paralisi or~a oiche hanno lulte infatti un cet·lo numer·o di fenomeni comuni e la loro forma non dipendo daUa natura della lesione, me dalla localizzazione eli rluesta lesione; è insomma la lopogr•afia che crea la sintomatologia. La natura della lesione non può essere stabilita che collo s tudio delle circostanze accesso1·ie e dei commemor·ativi.
La malattia dl Well. - NAÙ\V GRCTC cale.s Bel!Jes, ottobre 1889).
(Archioes Médi-
In generale, l'affezione si presenta Lra i 15 e :J::l anni, in inèiviòui che non hanno alcun antecedente patologico apprez.zabilo; in alcuni si è rilevat.o abuso di akoolici; in altri, aflalicamento eccessivo, un'alimentazione ru cattiva qualità, l'influenza di un'acqua potabile impura. l casi isolati Rono i più frequenti; per ò, in certe circostanze, l'affezione ha preso un andamento epidemico. .,. L'inizio é br•usco, senza pt•odrorni: il mala to è co lto da brividi violenti, da cel'alalgia inLensa, compare la febbre, il. polso è da 120 a HO c, fin dal secondo gior·no, il termometro s i eleva a 40" ed anche più. lu seguito, vi ba perdita lotalfl delle forze, l'adinamia ò estrema ed i malati sono in una prostrazione comple ta. Nello stesso tempo si vedono di r egola lamentarsi di crampi e di dolori muscolal'i molto vh•i. l turbamenti digestivi sono molto manifesti: la Uogua è biacca, larga, spianata, l'anOJ·essia è completa: si osservano ancora nausee, vomiti e asflai spesso diart·ea coo got•goglio
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nelle fosl'le iliache. In altre circostanze si nota al contrario la stilichezza. Verso il terzo od il quarto giorn•> deiJa malattia compare \m'itterizia generalmente assai pronunciata. francamente bilireica, con scol01·amento completo delle materie fecali e presenza di pigmento biliar·e nelle orine. Questo insieme git\ compleSSI\ é ancora carallot•izzato da una ipertrofia nolevolo del fegato e della milza, dall'albuminuria e tal volla da er uzioni secondarie variabili: erpete labbiale, placche d'eritema, I'OReola, ecc. U no dei caratteri della maJallia di Weil e la remissione considerevole che si verifica ver·~o la tlne della prima settimana: la febbre decresce ed il roahtlo pare che entri in conYalescenza. Disgraziatamente questo r emissione non dur·a che per un tempo mollo breve; lo stato generale ridiventa g rave, l'adinami1:1 compare nuovamente, la temperatur a risale ed Il paziente ben pr esto presenta lutti i segni di una ricaduta monife~ta. complica la talvolta da accidenti emorragici: episLasP.i, purput•a, ecc. Parrebbe ~ he, in presenza di questa se~onda s erie di fa lli morbosi ~ravi, il pronostico dovesse essere molto ris ervato: ciò nonllimeno, br uscamente si produce di nuovo una diminuziono rapida di Lutti gli accidenti: il malato r apir·etLico, il suo polso è normale. Ben tosto l'iUerizia scompare, il fegolo e la milza riprendono il loro volume normale ed il malato, guarilo, enlt'a definitivamente in convalescenza, ma quesltt sarà lenta e non dur erà meno di tre a quattro settimane. Sovenli l'inizio della cessazione definili va della malallia \" annunziata da· una . crisi orioaria, da una poliuria int ensa. Tali sono in r iassunto i caraller·i della malattia di W eil. Quale posto essa deve occupar·e in nosologia 1 Haas di Prags, e Longuet appoggiando:;i su l fa tto che la caratteristica della malattia é un'adinamia eslrema con gli acciden ti tifoidei, sono disposti a considerarla come ileo· tifo bilioso o formA abortiva. Ma quest'ipotesi é ben poco verosimile: infalli, la rapidità dell'inizio, l'ascensione rapida della temperatur a, l'illel'izia precoce, la frequenza dei vomiri , l'assenza di qualunque manifestazione morbosa nelle vie respiratorie, sono tanti fatto ri che si schierano contro un simile dia gnostico.
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Secondo Pfluk la malattia in discorso Mll'ebbe una infezione mista: al pr incipio infettivo della febbre Lifoidea si mescolerebbe tm a~ente patogeno, ùi un'altra natura, da cui procederebbe l'ittet·izia. Secondo alcuni le osservazioni della malattia di W eil non l"arebbero che sem plicemente falli di febbr·e remillente paluRl r c a for·mo biliosa, cosl bPn descritta dn Gr·iesinger: l'iper·trotia del fega to e della milza, l'illeriziu e l'importanza dt•glt accidenti gastrici starebbero in favore di questa teor·ia; m~' il pronostico del le due malattie t:l cosi differe ute r hc è ìrnpossibile considerat·le come analoghe; infatti la guar igione ~e111bra essere la regola nella malattia di \\'eil, Ja morte al contrario avviene uno volt.a. su due nella febbre remitteute biliosa palustre. Altt•i ritengono che si tratli di uu·eulitit morbostt, di una malultia n uova, sai {leneris, non a ncora descrHta. l n presenza di les10ni cosl dilferenli, Nauwerch conchiude ùrcendo che l'affezione, chiamata malaUia di Weil, deve esser·o messa a fian co delle altre malattie infettive, ma che nell'assenza di caratteri anatomici pr·oprii e di dali eziologici certi, non s i può considerarla t·ome un'entità pa tologica. La cosi delta maJaUia di \\'eil non è che un insieme sintomatico, una sindrome a carattere infettivo, legata a cause dive1•se che g eoel'ano l'ins ufJìcienza epatica. Sl S I) inl'a lti che il g ruppo ilterico l· ro nsider evolo e cho, dall'itterizia semplice fino a ll'itterizia più g rave, si t•isconll'ano numerosi stati infoltivi internwòiari con iller izia ed Albumina, la cui :;travczza dipende da òue ordini di cause: 1• lo stato generale del malato: alcoolt~rno, ~ov ra iTaticaru ento ecressivo e miser ia, ecc.; 2• la onlur·a parlit-olar·e dell'agente palogeno, variabile !>econùo i casi: plomaine, sostanze tossiche, ecc. In que~ti diffe r·enti stati morbosi si trovano la ma~gior• pat·le dei sintomi e numel'ati nella malattia di ·w eil: la l'ebbre, l'ulbuminuria, l'illet•izia, l'adinamia, la ricaduta, poscia la con,·ulescenza colla poliur ia c ri tica. La malattia di Weil non è quind i una malattia. ma una sindrome.
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Del delirio pars tale nell'inizio e dur&nte U cono deU& febbre tifoidea. - BARI~. - (Journal de Médecine et de Chirurçtc, aprile 1890). li dott. Ba1·1é 11U letto all'Associazione medica degli ospedali di Parigi una memoria su questo argomento. Egli ha dello che nell'immensa maggioranza dei casi il delirio acuto, sintomalico della febbr e tifoidea, che compare nelrimzio stesso o d urante il corso della malatl1a i> un delirio gener·alizzato, Yago, incoerente. Tuttavia, a fìanco di que~lo tipo classico, Bari1· ammelle cue si possano osser'are accidenti cer~:~brali, ~treltamente sistemali7.zati, coslitueuli un vero deli1•io parziale. Questo delirio compa r·~ specialmente durante il periodo di stato, più raramente nell'Inizio della fobbre tifoidea; le femmine vi ~ono p1u soggette de!!li uomini e soltanto in due casi s u s~ue osser•vazioni '·ennero ri.;:contrati antecedenti nervosi eredilari. In •1uesti rliver!:li ca!:li ve1m6I'O osservAte due forme dioiche differenti: il delirio di perseruzione e la follia religiosa. Bariè fa notare !·he, qualunque sia la li>1·ma clinic·a osservata, il delirio è legato allo s tato febbrile e scompare con lui, benchè non esista cori•elazione tra J'inlensiùi deRii acciclenli cer e>l,t•ali b l'altez7.a della temperatura. Anche la pr o· guo~i è favoreYole. Quando il delirio di per!:lecuzione compare durante il per ioùo ùi stato della l'ebbre t1foidea, la diag-nos i si fa facilmente. Qua ndo al contrario, esso avviene nell'inizio stesso òella maloltin, primo della compar:!!a dei sintomi proprii alla febbre tifoidea, le difficoltà della diag;nosi ~ouo considerevoU e ram~z10ne vi~ne !'Oventi confusa con la meoingite acula, colla rnenin~tile tubercolare od anche rol delirio acuto essenziale de~di alieuisti. L'oppio ad alla do~e è la cura per eccellenza di questi delil·i parziali.
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Emiplegia spasmodlo& i.n fanWe. D'EsPtNE e P lCOT. (A rehioes Mudceale.~ Belaes, febbraio 1890).
L'emiplegia ~pasmodica Jnfanl•le e il risultato ili malall•e pl·imtlive diverse, che hanno pe1· legame comune la loro sede nella zona mutrice o ~ul tragitto dei fascelli piramJdali: inollt·e , pare che le mAiaUJ~ infettive ~"::>C rcitino nella malatL:a in discorso una parte t-ZJologi~'a note"ole. l fenomeni trtnizio SOIIO molto variabili: ora l'emiplegia compare r epentinamente, con o ~enza perdita di conoscenza: orA, e questo è il cnso abituale, e:::;sa è Il termine, il risultato di una encefalopatia piu o meno g rave che è caratterizzala da con"ulsioni epiletliform• e che é accompagnata talvolta da una febbt·e moderata. Le convulsioni sono o generali o parz•Aii. lo questo ultimo caso, il loto colptlo dalla paralisi è la sede di scosse l'ilmiche, ~oprall 1 ttto nella faccia e negli arti superiori. talvolta anche nella g1\mba. Quando Ri o~«o rva un fanciullo affetto da emiplegia infantile nelle prime c:eltimone che seguono all'attacco. si consta ta uno paralisi flaccida. con inlegr ita dello cootrattilitù elettrica; paralisi che t·aggiun:;re il !"UO ma:;simo nel membro superiore. L'emiplegia facciale uun i~ segnalata io tulte l~ osservazioni, ma es"'a manca rat·amenle: è limitata al facciale inferio1·e come nelle poralis1 della faccia d'or igiUe cerebrale e non i• io çrPnerale mollo pronunciata. Essa com pare sovenli lì n dall'lllizio. Si nola ancora quasi sempre una esagel'azione del rifle~~o t•oluleo. Il decorso dell'emipiPgia infa'lllle varia secondo la lesione. Talvolla l'emiple~ia !"compa re dopo qualche tempo senza lasciare lracl'ie , ma cit'l t- l'eccezione. Abitualmente l'emiplegia infantile persi"<te; ess& s i presenta allora nei casi antichi solto due dilferenlt forme, secondo l'influenza della lesione cer ebrale sullo "<viluppo dello scheleh·o. Nella forma ordinal'ia, elle è la meno g rave, non vi ha at' reslo nello sviluppo delle o«sa. L'atrofia muscolare è poco pr01lUnCi8l0 ed 0 SpÌ•'f:'Ulf\ SllffiCiPI ItCrne nte dall'inallivilà del membco. l muscoli piu lt>c;i sono sempre gli stessi; nel-
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l'arto supt>riore sono cruelli che sono innet·vali dal radiale e e n~l' arto inferiore gli innervali dallo ~cialico popliteo esterno. Jn generale. le deformaziom dell'arto superiore :::ono molto più notevoli di quelle delrarto inìeriore. tatlo importante che perm ell~ <li ricouoscere a prima vista I'Ot'i!!:ioe cerebrale della paralisi. La mano e le tltU'l sono flesse, l'antil•rAccto è in pronazione ed 111 fte:-::-ione sul braccio. Kelrarlo inferiore, la posizione abit11ale •· il piede C'luino vat·o. Tutta,·ia il fanciullo ::-o,enti finisce col camminare bene La seconda forma, la for ma atroflcu .Iella parali!li cerebra!~ i.• spectale all'infanzia: si ha in i(Uc:;lo casoo un vet·o ar·resto di ~vrluppo più accentuato nncut•a nel meml•ro inf~riore. lnoltt•e, la contratluro è anche ~·iu pronunziata, ciu che giustifica li nome d'emiplegJU spasmodica solto cui questo fOI'Infl e stata descrilla in Ptl rlicola•···· l wovimenti anormali nel la to paroliz1.ato <;ono frequenti ed appar tenp;ono alla caral!erislica dell'emiplegia lllfontil e. Ma un fatto degno di nola !>i è elle le l'unztnni intellettuali po~so11o essere assolutamente normali nei fanciulli emiJ.IIe,zici. L'Pptlessia si s,·iluppa frattanto r:·equeutemente anche nel COf'"O tlell'emipleg.a infantile e conlribnisc:c ed flbba:-;!':are il livPllo inlellelluale Jei piccoli JnalfiLi. Le. cri"'i com111ciano allora a pre,o:enlarsi, s1a a l mom~nlo della dentizione, sin aJ momento della puhertà. Le cause che pt•oducono l'emiple:..!in inl':mltlc sono mollo ''8rlf'. Xelln f'l'irna infanzia Pssn compare "0\'t:mli spontaueurntlnle. St'nza causa ap pat·t•me: ~ causata laiYolla cfalla sifilide ereùilat·ia. Nella seeondo infanzia, e~;.o può essere orodotla eia 1111 tr·aumalismo o da una mal>lllm lllfelti\8 'st:arlallina, difterite); ma le cau'e piu lre•1ueult dt.>ll'emipiPgiH mfautilf' dopo i tre anni sonr) i lumoJ·i ceJ•ebt•ali, ed in pal'ticolare i tube rcoli solitar i, di cui l'eruiplegw, !>Opraggiungendo J•epeulinamentP. può E'ssere il primo su1tomo. La cura elettrica e l'ortopedia i:'ouo i soli !lgen li che possono combattere J'erniplegia infantile. Si pos~ono ottenere
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notevoli miglioramenti colla corrente faradico - galvanica, come pure mantenendo il piede e la mano in una buona posizione e colla ginnastica dei muscoli estensori. AootdeDU oODieouttvi alla lltta•l billare. - P. L u•~Ac; CIIAlltPtONNII::RP.. - (Journal de MMecine et de Chirurrtie, 18!)0).
Gli accidenti che possono tener dietro a lla colica Ppultca sono molto numet'osi ed t' soventi molto dtfficile prevP.dere r1uelli ai qual i questi malati r·imangono e!-lpogti. Indipendentemente dalla colecistite e dagli accidenti più abitual i <'he possono essere osservati in questo caso, possono sopraggiunget•e fen,uneni, il cui d iagnostico é mollo difficile. La vescichella infiammata può esser e il punto di partenza di una lesione del fegato chP può diventare du ro e per la sua consisteuza far pensare ad un cauct'O epatic<' 'Juando si tratta solamente di una varietà di cirr·osi, la cui ori~ine sat·ebbe mollo oscura, ~e non ~i fo~~e s::ezuito ranrlamt>nto dt>~li accidenti fin dall'tnizio. Assai spesso si notano a11che nei malati, che ham1o avuto l'itler·izia, un dimagrimento più o meno pronunziato, tur ba menti digestivi, fenomeni lutti che ~emb r·ano intlicn r~ la parte pre~a dal pnncreas al pr ocesso patologico. Polain ha osservato una malattia nella quale le materie fecali contenevano una grande 'fuantità di materie g rasse, questo fallo sembra che iudicbi un profondo turbamento nella secrezione pancr ealica. D'altr'a parte, il canct·o del pAncrea!" può esso ste!"so dar luogo ad un err ort' inverso. Potain ha ,-~duto un malato in cui la vescichetla biliar~ mol lo distesa dava inollre la !'ensazione di un co t•po duro, il quale fa ceva pensare ad un calcolo biliare. Un chirurgo, chia malo a pt·e~ta re le s uP cure n rrueslo malato, pervenuto ad uno stato g ravissimo, fece la laparotomia, estrasse 100 g rommi di liquido dalla vescicheUa, ma non t·isconlr ò calcolo: la dur ezza percepita era prodotta dal pancreas canceroso, aumentato di volume. Questi sono casi molto mri, ma la diagnosi delle affo-
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zioni addominali où in particolare delle affezioni epatiche e gene ralmente cosi dirtlcile, che fa d'uopo con oscere tutte le ev~Lualità che pos~<ono pt·esentorsi.
Isterlamo provocato da una malattia acuta. - GRASSET. di Monlpellier. - (Journal de Medecine et de Clu r urgie, maggio 18!l0).
11 prof. Grassel ha fatto una lezione rinettente due ('a!-t nei quali l'isterismo f. s tato provocato dalla l'ebbre tifoidea e dsll"intluenza. Nel primo caso ~i trattava di una febbre tiroidea di m~>dia intensità nella cui convalescenza la malata, dell'età di 2a anni. fll colta lulto ad un tt·allo da un'impossibilità pressoché assoluta di camminure. Le paralisi con~ecutive nJia febb re tifoidea non sono mollo t'are e posso no ass umere diversi tipi: ~ipo emi plegico, tipo bulbare con paral i"<i della volla del pa lato (' uella lingua, Lipo ner voso periferico, in cui la paralist invade dom inii nervosi ben limitati, il dominio del !'atliale O del ('Ubila\11 1 per esempio; ed infine il tipo midollat·e o para plegico che è il più ft•equenle. La cansa dt ques te diverse par·alisi é mollo oscura e vengono ronsiderate gener·almente come Jipendenti da una lesione or!lant c~ o come d'or i!line astenica. P er a ltro «[uesL'e'l.iologin è in completa e come lo dimostra l'esempio della malata in discorso. come pure' molli altri, la parulisi può eSRl\r causott1 dall'istet·ismo. Questa malata infalli presentava lutli i segni dell'is le!'ismo: i !'iuoi antecedenti erano essenztalmeolt> nevropatici e la paralisi stessa presentava certi coralleri che non potevano far nascere alcun ù11bbto s ulla sua natura. D'aiLr•onde essa scomparve qualche tempo dopo con rruella r apidità cosi ordinaria in questi casi. Da lun ~o tempo si sa che una febbre sopraggiungenrlo in una is Le t·ica può pr ovocare una r ecrudescenza drlla nevrosi. Ciò che e più raro si o di veder e, come nel caso tn discorso, la febbre tifoidea pro"ocare la comparsa di un iste-
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rismo, di cui nessuna manifest.azione anteriore lasciava supporne resisLenza. J n un secondo caso le cose si !':ono pre~eutale alquanlo diversamente: un soldato staLo colpito bi'Uscamenle da infiuenza è stato preso quasi contempor·aneamenle da crisi nervose, la cui llatura non era dnhbiosa; ciò non pertanto nulla di simile mai si era riscontrato in lui, ma egli presentava segni ister ici inconlelòlabi li. L'influenza deve essere aggiunta alla lista delle malattie iafellive che possono provocare l'istorismo. Essa agiste in rtuesto caso come la fP.bbre Lifoidea, il vaiuolo, la difterite, <'he possono compre11det·e la nevrosi ne! corteo delle IOI'O complicazioni e delle loro conseguenze. Questo gruppo degli ister ismi post-infettioi si avvicina naturalmente a~li isterismi tossici e agli islerismj traumatici. Tuttavia walgrado 'Juesla diver·sità nella sua eziolottia, l'isterismo deve esset·e considerato come un' unità morbos a. la ma lattia jnfeLtiva, come in altre circostanze, non agenùo che come causa occasionale.
RIVISTA CHIHUHGICA Della oarle ooatale oonseoutlva agli a.•oessl del fegato. CHAUVEL. -
(Gazette des H6pitaux, N. 10, '1890).
Chauvel, professor e a VaJ-de-Gt·&ce, l1a a vuto l'occasione di osservare due casi di carie r..oslale cunsecuLiva agli ascess i del regato. Il primo caso si riferisce ad u11 malalo affetto, per la ~e conùa volla, da un a~cesso del regalo : la prima suppurazione r,patica si era aperta spontaneamente, nel 1888, nell'inleslino e la guarigione era stata completa . Il seconùo ascesso fu vuota to con una piccola incisione tra la sellima e l'ottava costa; non si polè ottenere la guarigione defìnìtiva, persistette un seno fistoloso. L'esame, pratica to qualche n1ese
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dopo, permetteva di constatare la carie abbas tanza estesa dellf settima ed ottava costa. Le sc•fferenze del malato, il suo dimagr imento, l'anoressia che egli presc::nlava, racevano pensare ad una tuber·colosi ossea; ma l'esame batteriologico, praticato o differenti riprese, non aveva dimostrato l'esistenza del bacillo di Koch nel liquido che scolava costantemente dal tragi tlo (istoloso. Le iniezioni ùi tintura di iodo, nel tragillo fistoloso, non avendo apportato alcun giovamento, fu decisa un'operaziou~. Illragìlto fistoloso fu inciso e la raccolta suppurante fu messa a nudo; fa facile allora const~tare che la settima e l'ottava costa erano malate per una granae estensione. Queste parli molate furono por tate via con cura mediante il cucchiaio tagliente e le superficie ossee cauterizzate con una soluzione forte di clor uro di zinco. L'esame m•c•·oscopico delle parli tol te non rivelò la presenza di bacilli tubercolosi. L'operazione fu s eguito. da una re11zione mollo viva: linfangi oite intensa con adenite ascellare. Questi fenomeni infiammatori scomparvero a bbastanza presto, ma non si ottenne la gua1•igione. 11 tragitto tìst'lloso persistette e lo stato generale si aggravò. Cinque mesi dopo l'operazione, nel novembre 1889, lo stato gene rale era m•gliorato sensibilmente, solto l'influe nza di un soggiorno in campagna, ma lo s tato locale era rimasto immutato. Un nuovo intervento chirurgico pat•eva quindi indicato. Pe1· altro, la s uppurazionP era così poco abbondante, la tumefazione cosi leggiera, che l'autore credette tentare la compressione locale con una medicatura al sublimato. Ques to trattamento fu immediatamente s usseguito da un miglioramento ed il 5 novembre la guarigione e!'a completa. l~ e vidente che si é trattato di una osteite cr onica, con una car ie dete rminata dal contallo del pus dell'ascesso epatico. ::\Ientre che Il focolaio di s uppuraz10ne della ghiandola <:i era chiuso, le ossa e le cartilagini alterate avevano mantenuto flst<>lose le parti ester ne del canale. La seconda osservazione si r·iferis<:e ad un malato, il quale • dopo essere gua1•ito, nel 1888, di u11 ascesso del fegato, !'O· praggiunLo nel corso di una dissenteria, ebbe un secondo
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a sresso nel 1880. Questo ascesso fu aperlo col ter·mo·cauterio, tra la ~etti ma e l'ottava costola. L'apertura non ~i chiu!'e. Cinque mesi dopo per';isteva un tragitto fistoloso, e l'o!'\ame delle parti maiale r·ivela va una carie molto netta delle co~le. Le condtzioni generali dt>l malato erano buone, i Ruui polmoni erano sar1r. Si decisi' di praticare un'operaziolle. l l tragitto fistoloso fu messo a nudo, le parti cariate <ielle costP e delle cartilag-ini fu rono tolle ron una sgorbia a mano per un'eslen!>ÌOilf' di un dclcimelrn. Cautet•izzazione consecutiva col clorut•o di zinco. Si ebbe una completa guarigione. Anche in rrues lo CHSO, r.ome nei pr ecedoat.e, si traU.ava di uu'osteile consecutiva ad un ascesso del fegato. Queste due oss1•r vazioni per·mellooo di venire alle seguenti conclusioni: t• La carie, l'osteit c cro nica di una o più coste possono presentarsi come complicazione lontana di ascessi del fegalo aperti all'esterno, spontaneamente o artificialmente; 2• L'alterazione ossea, che pul') estendersi ad una lunghezza assai notevole delle coste e delle loro car tilagini. à il dsullalo dell'infiammazioni' pt·odo lLa dal conlulto di un pus irrttante. Essa di,·PnlA la causa della trasform11ziooe della piaga in un tra ~illo flRtoloso persistente indefinitamente. 3" L'indicazrone chiat·a À di el'!cidere il tragrllo fistoloso, di portare via le parlt ossee e cRr·Lilaf!inose alterale, di ra!SCitiare le pareti della cavita suppurante e di lasciare che la perdita di :-sostAnza si colmr con bottoni carnos i dalla pr·o fondita alla superfìr-i e. ~· Può <'SSCI'I' nocessar10 resccare una costa !'ana per apr•ire lorgamenle il fegato malato ed escidere le ossa malate. QuC'sla resezionl', la r1uale sola permclle la guarigione non aumenta la gravezza, abitualmente molto leggera, del: l'intervento chir urgiro.
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l Oatelte detormute dl Paget. - THtBtSRGE. M édecitte et de Chiru roie, m&ggio 1890).
(Journal de
Eceo quali sono i tratti principali di questa singolare affezione. Giunto a ciò cbe si potrtlbbe chiamare ìl pet•iodo mediano della sua malattia, !"individuo affetto da osteile defqrmante ·s i pr esenta con uua apparenza ed un portamento assolutamente caratteristici e non dimenticabili. Il craulo pare troppo voluminoso per la faccia che esso sopravanza, Lroppo voluminoso anche per il corpo su cui riposa: le bozze laterali sono aggrandite, la forma generale e con serv~ ta, ma oltrepassa le ossa della faccia r imaste intatte e l'estremità superiore ha un aspeUo veramente g rottesco; la lesta e inclinata in avanti, il mento arrivando quasi a livdlo dello s terno; il collo pare accor ciato. Il malato cammina lentamente o gofft~menle, appoggiattdosi spesso s u di un bastone, e cogli arli inferiori allontanati e descriventi Utla lar'ga curva a concavitti interna; que sto incurvamenlo e queUo della colonna verlebrale. contrilbuiscono a diminuire la sua staLura. Le braccia, conservando la loro lunghezza normale, st:mbrano troppo lunghe per gli altri segmenLi del corpo e, in conse gueuza della proiezione delle spalle iu ava nti, vauno a posarsi a l davanti delle ginocchia e danno al malato un aspetto generale, il quale non é senza r assomiglianza con quello delle g t•andi scimmie antr•opomorfe. Se si esaminano più attentamente le differ enti parli dello scheletro, si constala che il cranio è uni form emente aumen1alo di volume, senza pres enta re sporgenze limitate; che le ossa del la faccia sono integre. La colonna vertebrale é immobrle, la regione d"ors ale presenta una curvatura a convess ité posteriore, eccezion;;~lme nte una derivazione later.ale; la region e lombare e •·ettilinea; in una parola, la colonna pre_ senta tm"esagerazione della sua con formazione normale. Il torace t'· appia ttito latei'almente, la sua forma s i avvicina più o méno a quella di un quadrato; le cosle offrono una curvatura brusca, soveuli rettangolare in corrispondenza del
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loro angolo; la loro inclinazione è modificata, esse si a vvicinano lalvol ta alle spine iliache, le lor o faccie laterali si fanno più larghe, ess e giungono quasi a toccarsi: rese immobili da una anchilosi più o meno completa, esse non partecipano più alla respirazione, la quale diventa quasi del tutto diaframmatica. Il grande trocantere, il corpo del femor·e sono aumentati di volume; ma le a!Lerazioni più frequanli e più caratteristiche sono quelle della libia, la cui faccia irJte1·na si èfatta 'più larga e che presenta una curva a conca vita esterna. ed anterior e. Le ossa degl i a rti s uperio1·i sono anche soventi interessatema ad un grado minore di quelle degli a t·Li inferiori. Riassumendo, l'ost.eite deforma nte giunta a questo grado è caratterizzata dalla deformazione e dall'aumento di volume(iperostosi diffusa) di un gran numero d i ossa: le sue localizzazioni pio cat·atteristiche occupano le osstt del cranio, la colonna vertebrale, le tibie , (diafisi ed est1·emita su periot·e)' e le clavicole. E~sa non interessa per n ulla le ossa delle mani e dei piedi, le ossa della faccia, salvo talora il masceiJare inferiore. Tutte queste lesioni possono aggravars i ancora, le oss a si• incurvano sempre pitt, le gambe arrivano ad incrociars i in· for ma di X, i malati non possono più camminare e cadono in uno stato d'Impotenza completa. Tuttavia lo st-ato generale si conserva buono per lungo tempo; le facoltà intellettuali sono intatte, la vista e l' udiro sono appena modificate. I fenomeni dolorosi sono rari, salvo. nel periodo iniziale. Mollo spesso infatti l'inizio della malaLtia è accompagna to da dolori interessanti i me mbri in via· di deformazione, dolor i che sono soventi considera ti com& r eumatici ed i cui caratteri si &vvicinan o talvolta a quelli dei dolori fol goranti. Essi cessano quando le defo1·mazion i. sono avvenute. Quando i fenomeni dolorosi esistono nell'inizio della malattia, questa può essere riconosciuta molto presto; nel caso contrario il malato non se ne accorge che in una maniera accidentala: nel comperare un cappello, egli nota che il s uo
1061 .eranfo é aumentato, o megli; gli si fa osservare che la sua ·statura diminuisce. che il suo dorso si incurva, che egli cammina in una mani~ra scorretta, e l'attenzione delmedico essendo richiamata da questi diversi segni, egli può esaminando le diverse ossa, trovare un numero più o meno grande -dei tratti caratteristici del quadro più sopra tracciato. La ,maggior parte dei malati presentano infatti lesiòoi multiple fin dal primo esame; in altri, al contrario, la malattia può -essere localizzata in un solo osso, rimanervi fissa per mesi .ed anni senza che le . altre parti del sistema osseo siena .affette. li decorso della malattia é essenzialmente invadente, pro· gredendo in modo simmetrico, e la sua durata può superare venti anni senza che la terapeutica eserciU d'altronde alcuna influenza su di essa: sovenli si vedono sopraggiungere can·cri che si sovrappongono in qualche modo all'affezione pri· miti va. Le cause sono del tutto sconosciute; cominciando ordinaria· rmente verso i 50 anni, essa colpisce egualmente i due sessi: ·è quindi difficfle premunirsi sulla sua natura. Dal punto di vista della diagnosi, non vi ha molta diffi·coltà, quando la malattia é generalizzata. La confusione non potrebbe avvenire checoll'acromegalia; ma lo sviluppo ecces·si vo delle mani e dei piedi .e del mascellare inferiore costituisce la caratteristica clinica più notevole dell'affezione che P. Ma· rie ha così nettamente Individualizzato sotto il nome di acro!megalia; queste lesioni mancano nell'osteite deformante, mentre che le deformazi.oni delle ossa lunghe mancano nell'acro.megalia. La diagnosi è certamente più difficile quando l'astetite è flocalizzata ad un segmento osseo. CHIRURGICA
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L 'elettrou..i nei reatringlmentt uretr&li aecondo U me~ tcdo dl A. Fort. - DoLl. 1-!ICii.ELE PAVONE. - · (Giornale internazionale delle scien.:e mediche, i5 marzo, t890).
Vi sono dei chirurgi che rigettano questo nuovo metodo ùel Fort nel trattamento dei restringimenli uretral i. L'autore, avendo avuto agio di assistere a molle operazioni di questo genere presso il proJ'. A. Fort ste10so e riveduto gli operati, crede utile di affermArne gli ottimi risult<'lll e di descriverne i! metodo operativo, affinchè questo sia dai clururghi Jmpiegalo su più vasta scala nel loro esercizio professionale. L'eletll·olizzatore del Forl evita gli inconvenienti lamentati dai chit•urghi che prima tentarono l'elettrolisi nella cura tlei restrin gimenli urelralì. Esso consta di una candeletta ·ottile come un ~. l e lun ~a 50-60 centimetri; queste cande! ella ftliforma ad una delle due estremità " percot'b8 nella sua prima metà da una so Ltile asta metallica, itHeramente isolata e terminata tla una lamina di platino tr iangolare ottusa che emerge daJia candeletta. t:n fo ro praticato all'estremita delristrumento serve a metlerla in comunicazione col polo negativo: una vite dt pt·e:-sione che la fissa ad 011 bottone di avorio sul quah· deve essere appoggiato il dito, termina l'istrurnonto. Melode operativo.- Si prepara il malato vuotandone la ve· scica, se è possibile, e facendo passare una corrente d'acqua bortcata nel canale urelrale.. Si r egola una pila a corrente costante, a preferenza quella di Cbar•din, e quando si è assicurati che essa funziona hone, si fissa il polo positivo, solto forma di placca, alla piega dell'inguine; si inlroduct! poi l'elettrolizzatore nel canale, facendone penetrare la parte condullrice nella vescica ed applicandone la lamina di platino sul punto ristretto; da questo momento lo strumento non. deve più r•iLirat•si sino alla flne dell'operazione; spella oll'operatore di pr•oporzionare l'altezza della laminetta Alle dimensioni del restringimenLo e sopr·atulto al calibro del canale. Allorcbt~ l'istrumenlo è beo piazzato, si adatta al polo negativo della pila. Si avverte l'infermo che sentirà una
, CHH\URGICA ~pecie di
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solletico s ia nella rej:tione del canale, sia alla coscia e si af(ida la pila ad un assistente che, a mezzo di un manipolatore, prende successivamente 4, 6, 8, 10, 12 elementi secondo i casi; nello stesso tempo l"assistente conta i minuti ed i secondi im piegaLi, come pure il numero dei milliamper s segnali dal galvanometro. Se l'a mmalalo non ~>i lagna, si possono prenrlere 12 clementi e si ottengono a!l.Jra almeno 10 milliampers: ma !56 il paziente accusa un bruciore assai vivo, allora bisogno arrestarsi a 6, 8 elementi, salvo a prolungare l'operazione di uno due miuuli. Esistono casi in cui il r estring imento é sup(:lt'ato in 30-40 sec;ondi ma ordinariamente sono necessat·i 2·!1 minuti, raramente si è obbligati di prolungore la seduta p iu di lt•e minuti, ciò succede IJU&lche ''olta in coso di !'estringimenti assai antichi e mollo duri. Mentre che l'istrumenlo opero., lo si mantiene contro il punto r•istrello, eser·cilando una leggiera pressione coll'indice applicalo sul Lollone di avoriu; la discesa deJI'i6Lrumento bruscamente e più protòndamenle nel canale1 avver te il clurupgo che roperozione è compita. Si rimelle allora il manipolatore in riposo oppure si interrompe il conta tto fra l'istrumento eù il polo negativo e si ritira l'e lettrolizzatore. Spesso però succede che si pJ·Oc.Juca una leggero contrazione del canale a livello tlel punto ch'era !'i~tt'P tlo, J'oude risulta una cel'la dirficCIIlit a ritir·ar·e l'i!<lrumenlo; iu questo caso, dopo esser si a3sicuralo che il mauipolalore è in t'iposo, si l'istabi lisce il cou tallo, come precedentemente, e si ritir·a l'istrumento dal canale uretr·ale aumentandone leggermente iJ solco eleltrolilico che l'istrumento a v eva prodotto rrel pen etrar e. S i accerta con una candelella la dilatazioue prodotta, e generahn ertle !;Ì constata che una candelella N. 18 può essere inlroùottu in uno s tringimento elle non aveva piu di 1 mill i me~ro, o J 1 /~ di rl iomelro. L'operazione si compie quasi senza dolore e o;;enza una goccia di sangue, tranne il caso che non si tratti di un restringim~nto sanguinante al minimo C011taUo. Coll'elettrolrsi linea1·e uon c:;'incide ma si produce sempli-
RmSTA CRJRUl\GICA
cemente un solco per distruzione lent.a degli elementi ana· tomici che costituiscono il restringimento. Questa distr·uzione non apre i vasi come fa l'incisione, ma invece li oblitera, impedendo cosi la penetrazione dell'ur·ina nel sangue. Ciò rende innocua l'elettrolisi lineare.
RIVISTA Dl OCULISTICA Anatomia dell& olollte. - ·STRAI H. Medie. Wissensch., N. tl , 1889).
(Centrab .f.
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Nella a cuta ciclile suppurativa trovas i una fitla infìllrazione cellulare nello s trato del corpo ciliare chd è ~ituato ver·so il centro del muscolo e sulla lamina vitrea. Le cel· lule uscite dai vasi p~netrano dapprincipio non nelle smagliature del tessuto del corpo ciliare o della coroide, ma si fanno strada attraverso la lamina vitr ea e l'epitelio ciliare verso il corpo vitreo. La ciclilc cronica è cara\Leriztala dn un essudato situato circolarmente intorno la lente e la par·te anteriore della camera del cor· po vitreo . Esiste un edema della coroide, la normale fessura capillare fra la coroide ~ la sclerotica ò, per lo piu noi corpo ciliare r..otevolmenlt' a llar·gala. Le lamine della coroide appartscono sollo il microscopio fr a loro molto disgregate. Inoltre esiste quello stato che lo Straub chiama <l collasso del corpo vitreo ; • nella camera del C()rpo vitreo risconlrasi una ~ostAnza a forma d'imbuto che ha la baxe all'ora serrata e l'apice alla papilla del nervo ottico ed ò costituiLa dagli strati del corpo vitr eo fra loro molto ravvicinati. Fra l'imbuto e la r cliua A uno spazio fra cui sta J'umor· vitreo libero. Lo strato piu esterno dello imbuto è la membrana limitante ialoidea, la quale è ancora attaccata colle sue inserziCJni normali, ma con la curva a concavilà verso l'esterno. Se si toglie la inset·zione alla pupilla tutta la membrt~na si retrae ver so la
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parte antel'iore del corpo vitreo e forma la cosi detta • cotenna ciclitica • che aderisce alla lente. Col microscopio si tr ova nella membrana della ciclite, oltrè quelle parti del corpo vitreo, leucociti e vasi di nuova formazione, vene capillari e arteriè. 11 corpo vitreo nella ciclile cronica è più piccolo; le cellule bianche del sangue che vi passano dai vasi del corpo ciliare, restano in esso, cosicché do po il collasso, solo il corpo vitreo cosi alterato ne è intìltrato. Dal -corpo cilia re vi penetrano arterie, vene e capillari. Cessata la infiammazione, l'essudato è riassorbito, i vasi spariscono, il collasso rimane. L'epitelio c:lindrico del corpo ciliare aumenta durante la malaltia e fot·ma fino a sei e sette slrali, che dopo il decorso del processo restano ancora molti anni. Il margine della retina forma una pieg~ che è il punto di partenza della tanto freq uente complicazione del distacco r etinico. L'essudato giace principalmente nello strato vascolare del corpo ciliare; le lacune" linfatìclle del corpo ciliare .e della cor oide che stanno all'esterno sono poco infillrate. Anclte quando il processo ~ poco violoulo, i vasi del corpo cilia re sono molto ripieni di corpuscoli biarlclti del sangue. L 'eume ed U •lgDifloato del sintomi p1lpWar1. - HEt>DAEUS. (Annales d'oculisUq!te, gennaio- febbraio 18!l0).
L'esame dei sintomi pupillari comprende la ricerca della mobilita pupillare e quella della r;ensibilità r~{lessa. Per la determinazione della mobilità pupilla re, si utilizza ·il rifl esso luminoso o la reazione della convergenza e dell'accomodazione. S e il riflesso luminoso è manifes to, è inut ile ricer care quello della convergenza e dell'accomodazione, ·quest'ultimo esistendo sempre in questi casi. Se le pupille rea giscono alla luce, l'esame è terminato; non vi ba alcuna :anomalia. Se l'una delle due pup:Ue non t·eagisce alla luce, l'esame della r eazione accomodati..-a ci permette di sta bilire se ci troviamo in pr•esenza di una immobilità monolaterale riflessa ·od assoluta.
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Se le due pupille non reagiscono alla luce, lo s tato della reazione accomodnllva ci permette di determinare: a) se rimmobilit9 a:::solula per le due pupiiJe, b) se essa è assoluta per una sola pupilla, e) se essa ~ semplicemeute riflessa. L'esam~ della sen!'ibilit.a riCie!>sa è basata sulla reazione pupillaru alla luce e devo l'arsi per uu sol occhio per volta. Quest'esame non ~" possibile quando esiste un'immobilità pupill;lre ag<>oluta. L'esa me della sensibilità rifle ssa di una parte del campo reLinico (come nell'emianopsia) presenta gl'audi diffìcoltil ed <'· sempre incerto, a cagione della diffusione della luce nell'occlùo. Quanto a l significato patologico dei divPrsi sintomi pupiltari, t'autore si limiLH o mettere in evideoza in una manierA qenerale ch.e i turbamenti a~soluti dell'immobilitA pupillare sono dovuti all'anomalie delle fibre pupillari cenlrlf\tghe (oculo-motore e s1mpatlco) P che i tur bamenti della seosibilita t•illessa r iconoscono per cause le anomalie delle fibre centri p ete.
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Affezioni 1lnalgtohe dell'ooohto (oheratttl ed lrtti). Lorc. oura ool maaaaggto del punti alnalglol. - CIIIIIRic!T. (G~ette tles fltJpitau.J', X . Ili , t889). Esistono due afl'ezioni dolorose dPIJ'occlùo che si possono chiamare sinalgicho. Queste oll'ezioni, di cui l'uutore ha poLulo os~C l'var'e otto casi in un anno, si disti nguono dalle affezioni della stes;,A natura, e specialmPnLP dalle altre cheratiti ed iriti , nel mu1lo seguente: 1• Et~plorando, colla pressi one digilale, i punLi di u:~cila dei neevi sollo-orbitario e delle branche del na~ale esterno, si trova che le affezioni sinalgiche dell'occhio coincidono costantemente cella sensibiliLA più o 111eno viva di questi punti d'uscita alla pressione. Questa p l'B~!'iollf' determina talvolta un dolor e intollerabile. ~ Il rnassa!!giQ delle emel'~enze nervose, doloro!"e ella
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pressione, costituisce una cura sicura, rapida e soventi unica delle affezioni sinalgiche dell'occhio. P e•· altra parte, queste atl"ezioni ed i turbamenti Lrofici che esse cagionano nella cornea, hanno soventi per conseguenza di aumentare la ricettivilà microbiana del tessuto corneo. Esse sono il punto di partenzn della g•·avezza di un certo numero di cheratiti infettive, le quali progrediscono, malgrado ranlisep;;i, e si arrestano quando vi si aggiunge il massaggio. Turbamenti oculari rifle..l d'origine naaa.le . - TnousSEAU. - (Journ.al de Médeci~te et de Chirurgie, novembre, 1889).
L'occhio per la sua vicinanza immediata al naso, per le sue connessioni nervose ad esso, non può ~ua ri sfuggire all'inJ1ueuza dei r iflessi partiti da quest'organo. Fenomeni com uni fanno tutti i giorni constatare le relazioni nervose tra i due organi, come la lagrimazione cagionata dalla coriza, dagli odori e dagli irt•itanli, gli starnuti che succedono ad una impressione luminosa violenta o ad un toccamen lo della congiun tiva. BitLmun ha citalo casi di gual'igione d'affezioni uculari meùiante incisioni col ~alvano - callleri o delle estremita anteriori dei cornetti, coll'ablazione di polipi, colla distruzione di ulcerazioni nasali. Molli falli osseJ'vati tla Trousseau si avvicinano a questi ultimi. Una ragazza era affetta da più di un anno da un blefarospasmo mollo molesto e contro il quale le cure tentate erano l'iuscife infruUuose: esso e scomparso jn seguito all'ablazione di piccoli polipi del nuso. In un'altra ma lata l'inizio della coriza acuta è sempre accompa~nata per la durata di due o tre giot·ni da un blefarospasmo accentuato. Un malato soffriva di accessi di nevralgia oftalmica, i quali datavano da s elle mesi e che erano diventati sempre più numerosi. La loro forma insolita attirò l'attenzione da parte delle ros;,e nasHli, nelle quali ;,i constatò la presenza.
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di due piccoli polipi peduncolalì. La lor•o ablazione ft!ce cessar·e completamente gli accidenti. Un giovan~· di quindici anni aveva a sinistra una mrtlrias1 inesplicabile in flppa renza, la quale scomparve quando fu·rono guarile uuc piccolE' ulcerazioni mucose del naso ~iluate nel medesimo Ialo. Con una cura e!lclusivHmente ntlsale lre altri malati ~ua rirono di fenomeni aslenopicr antichi e conlr·o i quali tulle le cure anliner•,·o~e aveano fallito. lu due di questi maiali la cauterizzazione ripetuta dei cornelli produsse una completa ~ uari gione, e nel terzo fn necessario curare per• un mese e mezzo le ulcerazioni della piluitaria per otleneL'e il ri!lullalo sovracrennalo.
Studio del rapporti dell'&llenaslone mentale colle a;talattte degli oooht. - RoYET - (Anna/es ffOculislique, gen no io-febbraio 18!10). L'autore rifer•isce di aver· vedulo nel riparto del professore P)c•r·rol 250 malati, dei quali HO solamente a'·evano gli occhi normali o presenta ''ano lesioni di diagnosi delicata e dubbia. Vi era qwndi il 56 p. JOO di alienali affetti da malattie oculari. Si può cosi affermare che mollo soYenLi esiste una relazione tra l'alienazione mentale e le malattie degli occhi. Soggiunge che non s i occupa c:he degli a llucinati , non solo della vista. ma degli allucinaLi di lutti glior•dini. Una lesione dell'occhio predispone alle allucinazioni uditive, olrattive, al•tretlranlo che alle allucinazioni vtsive. D'allra parte certi de· liri senza allucinazioni, al meno apparenti, hanno il loro punto di partenza in u11 turbamento della vista. L'allucinazione. tfuantlo essa ha la s ua origine in una lesione dell'occldo, ù soggetta a due condizioni principali: una condizione di l;'ensihililu ed una condizione di localizzazion~> dell'affezione ocular e. 1• La condizione di sensìbilila è che il malato veda, ma vede male, almeno in un occhio. L'autore ha osservato maIali guarire del lot·o delirio colla perdita a >'soluta della vista .di un occhio.
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Fa d'uopo ancor·a che il malato veda male. L'autore ne dà que~tn prova : a giorno falLo , in piena luce, le immagini essendo nella me n te percepite, le allucinazion i s olto meno vive e meno frequenti che nella sera e nella notte. 2· La condi:tione di localizzazione è che l'occhio deslt'o sia interessato. Infatti su 140 s uoi malati, affetti tla lesioni oculari, i3 hanno affezioni bilaterali, ma generalmente più accentuate a destra. L'autore Je lascia da parte per non occuparsi che delle lesioni unilatera li. Per l'occhio 1lestro, il numet·u di afl'ezioui isolate è di 46 mentre che non è che di 1!1 pe1· il s inistro; ed in questi 19, molte, per r ngioni particolari, devono essere assimilale alle Jesionj dell'occhio destro. Un a tale differenza numerica non può ~sere che la consegueuza di una legge patologica. Fa quindi mestie ri che l'occhio destro sia inte ressato, che questa lesione sta isolata o associata ad una malaUia dell'occhio sinistro. Si disse sopra che alcune affezioni dell'occhio sinis tro devono essere poste a fian co di quelle dell'occhio destro. MolLi dei 19 malati che hanno un'affezione dell'occhio sinistro sono mancini. Aggiungasi che nei mancini che l'autore ha potuto· esaminare le lesioni unilaterali si trovavano :::empre nell'occhio sinistro. In base ai l'alli sovrarifer iti , l'autore crede di pote re riassumere, pet· ora, i suoi I'is ultati 11elle tre seguenti proposizioni: 1" L'alienazione menlale f• in molli casi in relazione intima colle malattie dell'occhio; 2• Il delirio in generale e l'allucinazione in pa rtit:ola re ~ quando essi hanno il loro punto di partenza in una affezione oculare, dipendono geneL'almen te da una lesione dell'occhio· destro. a· Questa le!<ione dell'occhio destro non deve abolire la visla, ma semplic·emente turbar la.
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Dell'atrofia del nervi ottici nella prognosl della. sclerosi del cordoni poaterlorl. - De:YERINE e J. lVIAnTIN . - (Archioes Médicales Belges, ottobre 1889). È assai ft•equente il risconlt·are malati manifestamente tabetici ed e.ffeLti nello s tesso tempo da atrofia papillare nei quali i sintomi della sclerosi dei cordoni poste riori restano per un tempo indetel'minat.o, limitati a quelli del pt•imo periodo di questa affezione, vale a dire 'al periodo dei dolori folgot·aoti. Questo disaccordo che pare esista tra lo stato del fondo dell'occhio da una parte e l'evoluzione della sclerosi <.lei cordoni posteriot·i dall'altra parte, è stato notato per la prima volta in modo esplicito da Benedikt di Vienna. Quest'autore è ritornato di nuovo su questo argomento nel1887 e ammise che l'a tt•ofìa papillare non solo arresli la tabe nella sua evoluzione, ma che possa anche far r etrocedere i turbamenti della coordinazione dei movimenti, qualun1ue sia il g rado che essi hanno raggiu nto. In questi ultimi mesi Deje:in e Martin hanno studia lo, solto questo punto di vislù speciale, tutti g li atassici (un centinaio circa) che si lt·ovano a Bicèlre ed banno pure esaminato tutti gli amam·otici di questo ospizio. Queste ricerche hotino for nito loro i seguenti risultati: Su 100 tabetici, ne hanno riscontra tt 18 completamente cit:cbi per atrofia papillare, constatata cnll'oftalmoscopio. Nes~uno dei 18 malati presertla tracci e di tut·bamenti c! ella coordinazione dei moviment:. In tutti la tabe si trova ancora nel suo primo periodo, q ualunque sia l'epoca in cui ri ~al e l'inizio dell'affezione midollare, opera as,;ai r emota per alcuni dei mala ti in discorso, nei quali l'affe.:ione ha cominciato IO, 20 , 30 anni or sono ed anche di più. Gli autori non solo hanno constatato in questi 18 maiAli un arresto nell'evoluzione dell'affezione midollare, la fJUale è rimasta stazionaria a partire dal mom ento in cui l'atrofia papillat•e si è sviluppata completamente, ma hanno pure constatato un miglioramento nei sintomi di questo primo periodo, dei dolori folgoranti in par·ticolare, i quali. in qualche
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-caso, sono scompat•si dopo che i malati sono d iventati com'ple1amenle ciechi. La proposizione di Benedikt é quindi esatta in ciò che con·cerne l'influenza dell'atrofia papillare sullo sviluppo della t.abe quando quest'ultima é ancora nel suo iniz-io. È incontestabile che un tabetico, colpito da cecità nel pt•imo stadio, non diventa quasi mai atassico e che spesso anzi l'atrofia papillare diminuisce i sintomi dolorosi, da cui è affetto. Per cont ro, gli autori non rilengono giusta la seconda proposizione <li Benedikt, il quale ammette che l'atrofia papillare, sopraggiungendo in maiali già affetti da turbamenti della motilita, possa fat• retrocedere questi ultimi, per quanto pronunciati -sia no. Essi non hanno mai constatato nulla d'analogo in nes-suno dei loro malati. Soggiungono inoltre che i tabelici giunti .al periodo d.i incoo.rdinazione sono raramente colpiti da atrofia p11pillare eompleta; ma quando questa eventualità viene ad eff~ Lluarsi, n-on hanno mai osservato una diminuzione del· •l'iocoor"di nazione motrice. Riassumendo, l'atrofia papillare, sopraggiungendo nell'in..i:zio della tabe, arresta quasi sempre l'evoluzione della sclerosi dei corrloni posteriori nello stes!"O tempo che essa diminuisce i sintomi d'ordine seositivo (dolori folgoranti). Pare che non si avveri più la stessa cosa quando essa sopragg iunse ad un'epoca più avanzata della tabe, perchè quando l'incoordinazione si é stabilita, la cecità non ha alcuna in· fiuenza nell'andamento di questa ultima. Questa eventualila è del resto poco comune, perche urt tabel.ico ~ i unto al periodo di incoOI·dinazione d iventa raramente completamente amaurolico. Sulle lndloazioni dell' irldectomia e della sclerotomta nel glaucoma. - LoGE:T SCHNIKOW. - (Annales d'Oculistique, · gennaio- febbr·a io ·1890). L'autore ha comunicato i r isultati dello sue osservazioni sugli effetti della sclerolomia nelle differenti forme di glaucoma. Quest'operazione fu falla 284 volte e principalmente col metodo di 'vVecker- Mau lhner (sclerotomia doppia), 8 volte
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RIVISTI.
nel i!laucoma acuto, UU 'o lt.; nel glaucoma lllfiammatorio cronico, !13 volte nel glaucoma assoluto, 2! volle nel glaucoma incipiente, 11 volte uel glaucoma semplice (tipico) e 3 volle nell'idroftalmia congenita. Dalle sue osservazioni sugli effetti dell'iridectomia e della scle1·otomia nel glaucoma (le due operazioni furono praticate più eli mille volle nell'ospedale oftalmico di ~losca), l'autore ' 'iene alle conclusioni seguenti: t< l n tulle le forme del glaucoma eù in tutti i suoi periodi, eccettuati tJuelli dei prodi'Omi, u indicato di fare una delle due ope1•aziooi. 2• Ne l'iridectomja, nè la sclerotomio, guariscono radicalmente il processo glaucomatoso, ma !"arr estano pe1· un tempo pil1 o m eno lungo. a• L'operazione può essere vantaggiosamente ripetuta un numero indefinito di volle . i-• Vi sono casi di glaucoma nei quali l'operazione è assolutamente nociva occasionaudo l'aumento della pressione inlraoculare (per riflesso) od una emorragia nella retina e nel corpo Yilreo con scolla mento consecutn'o della retina e terminazione coll'atrofia dell'occLio. Disgraziatamente i casi simili di glaucoma non possono essere diagnosLicati anLicipalameote. 5" La questione sulla preferenza Jell'una o dell'altra operazione non pl!ò attualmente esser e risoluta teo1·icamente; perciò dobbiamo attenerci all'e::!per ienza, la quale dimostra cbe le indicazioni dell'una o dell'alt ra operazione sono printipalmente la forma ed il periodo del glaucoma. s• In generale rirideclOmJa è Wl' operazione più sicura della sclerotoml8, ed è per questo moth•o che l'iridectomia, per la sua antichità e per la sua propagazione, ha una vasta statistica e che i suoi successi possono essere già controllali da molti anni. i • lo pa rticolare l'iridectomia deve essere preferita nel glaucoma infiammatorio crouico e subacuto, in cui i cambiamenti òel tratto uveale banno una parte preponderante. 8• Nel glaucoma acuto, massime uel glaucoma assoluto
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con in~ipienle degenerazione dell'occhio, la sclerotomia è pref~ribile all'iridectomia. 9• La sclerolomia, nel per1odo dell'attacco acuto, è per la maggiot• parte dei casi un'operazione preliminare: quando il glaucoma diventa s ubacuto, devesi fare ri ridectomia: così il glaucoma acuto richiede due operazioni successive. 10• La sclet·otomia è indicata nel periodo iniziale deJ glaucoma con conservazione di buona vista. 11• E ssa è preferibile a ll'iridectornia nel glaucoma semplice. 12" ~ anche indicata in tulll i ca~' di glaucoma m cui si può temere il prolasso deJ corpo vitreo, come nell'idrortalmia congenita. 1~ L'iJ·ideclomia è sempre preferi!Jile nei casi di gla ucoma secondario con sinecchle anteriori o posteriori, o quando iJ glaucoma è la con seguenza della cicah·ice cistoide della 'SclerotJcu. 14•Jlu~iglior processo eli sclerolomia LI quello di WeckerMauthner. 15' La proposizione di Snellen di provare l'irideclomia colla conservazione del mar~ine pupillare merita considera· zio ne. l(j• I miotici hanno una parte importante nella cura di tutte le forme di glaucoma; nel periodo dei p rodromi essi possono da soli dare risultati favore,·oli: l'eserina è necessaria nello. sclerotomia.
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RIVISTA DI ANATO~liA E FISIOLOGIA
Contribuzione alla patologia dalla ooaldetta lingua nera pelosa. - M. DrNKt.ER. - (Virehow'!l Arch. e Cen.tralb. fìi.r die med. W issensch., N . 12, 1800).
Nel periodo desquammativo di una grave !SCarlatlina in un fanciullo si svilupparono s ul dOt'$0 della lingua drlle appendici mollo fitte, ner·e, a forma di piuma o di setola, che si riconoscevano come papille filiformi straordinàt·iamente ingrossa te. La colorazione ne ra dipendeva dal grande ravvicinamento fra loro dell e brune cellule cornee. Dopo avere duralo alcuni giorni , queste nppendicr a poco a poco rimpicciolirono e riacquislarono la consueta forma e il colore delle papille fih for mi . L'autore ct·ede pt•obabile che la ipercheratosi del dorso della lmgua fosse determmata dalla intensa neoformazione epiteliale scar latlinosa, che si estrinsecò sulla pelle sotto forma di ripetute a bbondanti esfoliazioni. In altre due persone strette da calarr·o del lubo digerénte dalla bocca fi no al piloro, si trovò il dorso della lingua copet•to da un denso strato bianco giallas tr·o. il quale constava di appendici a forma di peli affatto simili alle precedenti, cor rispondenti alle pa pille filiform i allungate. Queste avevano uua base epiteliale e un involucro di fllamenli di bacilli fra loro s trettamente intralcia.li~ i quali impar tivano allo papille il loro coloramento giallastro. In uno dei due malati te produzioni pìliformi, dopo alcune settiman e erano molto inp;ro::sale, nell'altro andarono riducendosi finc hò, dopo circa tre settimane erano del tutlo sparite. Resla a sapersi per·ché in questi due casi mancò la degenerazione pigmenta1·ia delle cellule comee, caratleris lica dolla lingua ne ra pelo:-:a.
IUVISTA D[ ANATOMIA E FlSWLOGlA
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.lllfluen:r.:a del sistema. ner voao per ritardare la. putrefa..:r.:lone. - BRowN-S~QU ARD. - (Ga::ette Medicale de Paris, t8 gennaio 1890). Il prof. Bro"vn-Séquard ha comunicato la seguente nola .alla Società di Biologia di Parigi: « Io ho già dimostrato che (rualcl1e volla la rigidità cadaverica può scomparit•e prima della comparsa ùella putrel'a,zione e che, conseguentemente, non e quesLa che la cessare Ila rigidità posi mor lem. Ho osset•vato a questo rig uat•do falli molLo importanti, i quali dimostrano che l"inlervallo, tra ·H momento in cui ha luogo la cessazione spontanea della rigidità e quello in cui la putr•ef'azione sopraggiunge, può e;:o·sere di più giorni. « Tra le esperienze che hanno da\o q uesto inatteso ris ul tato, io riferil·ò la seguente, la quale è, delteslCl, la piil impor tante di tulle. «-Schiaccio la testa di un porcellino d'India maschio, avente tre mesi circa, con un la1·go e pesante martello. Contrariamente a ciò che ho segnalato come gli effetti ordinari di ·questa irritazione dell'encefalo (effetti cile sono o convulsioni estremamente \'iolenti ed ir•r•egolari delle estremità posteriori, o convulsioni regolari di tlll accesso di epil essia, limitate alle parli posteriori), non s i nota indizio di alcun movimento degli arti o del tronco. B stata pr~do lta una cessa ,zione delle potenze motrici della midolla spinale invece di •una dinamogenia ài quest'ot·gano m ettendo in giuoco le sue _potenze motrici aumentate. L'esame dei viscer i del torace e dell'adrlome dimoska che la mor•le ha avuto luogo con arresto degli scambi tra i tessuti ed il sangue. Le vene conrtengono sangue qua$i rosso come quello delle arter·ie durante la vita: il [egato, i reni hanno il color roseo che si riscontra negli animali viventi allo sl.ato normale. La rigidità cada verica è sopraggiunta tarclivame nle e non ·si é pressochè completata che sei ore ùopo la morte, per iodo duran te il quale la temperatura (a Nizza, ove é stata faUa quest'esperienza) si è abbassata da 10 a 7 gradi. Ag.giungasi che essa non è diventata del tutto completa in certe
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R1VISTA
parli. La durala, considérevole per un piccolo animale, è s tata alquanto maggiore di quattro giorni, dal 17, a due ore e mezzo dopo mezzogiorno, al 21 dicembre, nella sera. I visceri addominali e loracici, separal~menle i reni, sono stati ritirati dopo la cessazione completa della rigiJilà. Il fegato ed i t·eni erano di un r osso quasi fresco come durante la vita. La carne delle pareti addominali era fre~ca e senza odore di putrefazione. L'indomani 22 0 nei giorni susseguenti fino ar 26 di sera (vale a dire nove giorni dopo' la morte e einque giorni dopo la cessazione della rigidita) non vi er.a traccia di putrefa· ziono e la carne delle pareti addominali aveva il colore e l'odore della car ne fre<tca prima della compar~a della rigidità post mortem. Nella sera del 26 e nel mattino del 27 si notò un can~iamento di color e, i muscoli erano diventali brunas~ri, ma non si sP.n tiva ancora odore di pulr efazione. l reni non hanno cambiato, fuorcJ•é nel lor o colore, che era meno roseo dalla sera del 26, ma non sembra no rammolliti. La temperaLut•a ha variato da i> a 12 gradi fino al 24 dicembre e dopo d'a llora fino al 27 da " a 1;) gradi ed un quarto. ~el giorno 28 non si riscontra altro segno di inizio di putrefazione che l'irnbr·unimento della carne della parete addominale ed un po' di r ammollimento dei reni ch61tanno appena• cambialo di color e. l peli non possono esset•e agevolmente str appo.li, la pelle non presenta alcuna t\nta verdastra; non vi ha odore di puLrcfazione. Dal mezzogiorno del 27 alle 3 pomeridiane del 2 l'aria ctrco~tante, ove si trova il cor po dell'animale, non ha varralo in temperatura cl1e da 10 gradi e mezzo a 7 g radi e mezzo. L'autopsia ba dimostrato che l'encefalo e ra stato completamente schiacciato in avanti del ponte di VaJ•oglio. Anche il cervelletto era s tato pressoché srhiacciato. Un frammen to d'osso rotto aveva Lag1ialo il pavimento del quarto venLricolo, obliquamente da destra a sinistra, e dall' avanti all"indielro, poster iormente ai peduncoli cerebellari mediani e vicinissimo al loro luogo di r iunione col ponte. L"incisione si estendeva al di là del terzo posteriore del ponte. Essa
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era a due millimetri circa dal becco del calamo sulla linea mediana. II bulbo e r a intatto. Ecco dunque un fatto comprovante che il sistema net•voso può modificare i differenti tessuti (muscoli, pelle, ghiandole) in tal modo che la putrefazione può r:on cominciarvi che molto tempo dopo la morte e vat•i giorni dopo la cessazione completa di ogni r igidità cada,·erica.
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8t1l41o oUDloo delle impronte del piede. - l olrooU plantarl - Dott. AuRt::LIO BIANCHI. (Lo Sper imentale, fascicoli 2• e a•, anno XLIII). L'impron~a circolare del piede, l"ulla quale pel primo (nel Congresso di medicina internazionale tenuto nell'ollobre del 1888 in Romaì l'uulore ha richiamata l'altenziono degli scienziati, ha un valor e anlropolos;tico, fisiologico e patologico non lieve, inquantocbt'• é un fatto cosi complesso che richiede, per avere il suo compimento, condizioni particolari del sog~elto di studio. Non è questo al certo un renomeno puramente meccanico e funzionale, ma un l'alto psichico di grande importanza, perché non può essere compiuto da individui, i cui centri nervosi noo siano in completa fun zionali b). e relazione con gli arti inferiori. l noltre occorre che i movimenti tutti a ciò necessa ri s i svolgano volontariamente e con una serie normale di azionj psichiche. Analizzando infatti la impronta circolare del piede nella s ua completa estrinsecazione, la quale può essere ottenuta P colla insCf'i; ione colorita sopra un fondo incoloro, o colla insc r i:&ione incolora sopra un fondo coloralo, si vede constare di una serie di cir coli concentrici, alternativamente CQ· lorati e incolori, terminati da uo circolo completo, ben •s s imo e regolarmente designato, come potrebbe farsi con un
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RIVISTA Of TOSSICOLOGIA
paio di buone seste da un abile geometra. Ora siccome a produrJa occorre non solo che il piede sia libero in lutti i suoi moti, ma che [Jilr anco la gamba e l'intiero tronco sianoin condizioni di poter compiere un intiero giro sopra lot'O stessi, facendo cen tro sopra il calcagno, ne deriva che per la produzione del fenomeno occorre integrità di funzionalità completa dell"arto in esame e di lutto il l!'Onco, nonché educazione speciale, integrità e completezza delle azioni psichiche, per cui i movimenti siano Lutti coòrdinati ad allenere codesto scopo finale, di un disegno che a prima vista· non si crederebbe ~ossibil e ad attuarsi senza di uno isLrumento di precisione. Perciò ne deriva che tutte rruelle lesioni locali che modificano la funzionalità di un arto inferiore o del tronco, ed anche tutte I{Uelle allerazioni del sistema nervoso centrale· o periferico che disturbano la integrità e completezza delle azioni psichiche, debbano modificare, dijJlcuUare, alteraT'e o impedir e del tutto la inscrizione dell'impronta circolare piantare. Impossibile pet·ciò nel bambino che ancora non ha principiato a fruire Jella necessaria altitudine delle sue funzioni pschiche, e materiali, sa1'a impossibile o modificata nel sel-vaggio, che non ha coordinate codesle azioni con la educazione, e nel vecchio, allorche i suoi centri nervos i ed i suoi· or gani ·non sono più dotaLi delle necessar ie condizioni per la produzione di queste impronte. Vastissimo è perciò il campo aperto dall'a utore con questo studio: ma nel pr esente lavoro si limita soltanto a dire la modalità e le varietà di produzione dei circoli plan~ari, ad . analizzarne la figura e la formazione, e a vederne le necessarie modificazioni che subiscono per le diverse malattie· locali e generali, specialmente dei centri nervosi. Le importanU deduzioni pratiche cl1e si posso:1o ricavare da quesLo lavol'o non potrebbero utilmente essere riassunte seo:r.a l'aiuto di flg ure illustrative, e quindi si rimanda il lettore alla memoria originale pubblicata nel giornale sopra, indica lo.
R liEDJClNA LEGALE
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I pledt nel p&zzl. - Dottori VEKTORI SILVIO e PELLBGRINI RoMANO. - (Giornale internazJonale delle scienze mediche, 15 marzo 1890). Non s i conosce cbe siano state fatte finora ricerche minute sui piedi dei pazzi, allo scopo di mettere in rilievo quei caratteri che, pure in loro. potrebbero trovarsi come espr éS· !'ioni patologiche o degenerative. I pied1, confrontati con alL1·e membra serventi alla vila di r elazione, sono senza dubbio ap;li ullimi gradini ùella scala nell'importanza psicolog-ica dell'uomo allua lo; ma ced o che hanno una importanza di primo gt·a do nell' ordi ne evolutivo t:~ sloJ•ico della psichP. a nimale, quale mezzo che fu t1·a 1 primi ai bisogni della difesa e della lotta. P e rò uou debbonsi escludere dall'avere un valore a tradi re il momento evolutivo e quindi della degenerazione nell'individuo o nella razza. Può avere importanza clinica e scienlifìca la ricerca su di loro dei segni dell'ala visrno. · Pt•escindendo dall'interesse antro pologico, lo studio medestmo può averue un altro non meno prezioso per la p~i chiatt·iu climca; poicbè il piede, nella s ua condizione anatomica, nelfe!'ercizio delle ~ue funzioni e in determinate sue condizioni straordi narie o p a lolo~d che, non è senza rapporto col fun z ionam ~:~ nlo dei ceulri nervosi c delle attività psichiclle. Dagli studi fa lli J o ~li autori !".i puù dedurr e che: t• La differ·enza fra il rappol'lo della statura del Cllrpo e la lunghezza e la rghezza dei piedi (maschi f' femmine) fra i sani, i pazzi sem!Jiici. i criminali pazzi non ha nulla di nolevale; lo var·iaz1oni si contengono in limiti minimi. 2• Per il piede lwvvi una d1fferenza fra masclli e (etnmine nei sa ni . Me ntr·e i pt•imi httnno il piede destro più lungo del s inistro, le seconde hanno que!:!to più.lun~o di quello; e mentre i mo.:::chi hanno più largo il ,;inistro, le donne l1anno più largo il destro. Taht ùiller enza fra un sesso e l'altro si manliene anche r·is pellivameute ai pazzi degenerali cr iminali delle due categorie pe1· quanto s i l'iferi,:;ce alla lunghezza. dove in mas -
lUVlSTA 01 TOSSICOWGIA
sìma i maschi anomali (pazzi degenerali e criminali) hanno il piede come le donne sane e le donne anomale come gli uomini san i. Per la larghezza in massima gli anomali dei due sessi hanno piu largo il piede rhe nei sani rispettivi é più strello. Fra le singole fo rme degh anomali uomini (pani e crimmali) vi ha ditl'erenza fra loro nell'inversione Ji rapporto per r ispello alla lunghezza. Non cosi nell~: donne: do,·e invece tale inversione di rapporto osservast solo fra p!-;iconevrotiche e crimtnali, non però fra degenerale e criminali. ~ Le anomalie di forme congenite del piede sono mollo piu frequenti ne~li anomali che nei sani. Fra i primi le maggiori anomalie si riscontrano fra i degenera ti e i criminali pazzi; i delinquenti di furto danno il massimo. 4• Le anomalie dt forma acquisite del piede sono più frequ enti negli anomali che nei s ani, e fra i primi la c-ifra più a lta è rlala dai pazzt psi,..onevrolici, mentre nei crtmtnali in masstma sono scarse e fra essi i più ofl"esi sono i rei di s ang ue. s• Le anomalie dt sensibllil.a dolorifica (a nalgesie e ipe· ralgesie) sono frequentissime ed elevate in tutte le categorie di anomali a confronto dei soni. 6• Le anomalie di seosibillta Lallile (anestesie e iper.e stesiej sono frequenti nei maschi anomali in ronfronlo ai sani, ed uguali nelle femmine fra lt: sane e le anomale. ;o Le anomalie npi riflessi cutanei plantari (aumen to, di· minuzione o mancanza) sono piu frequen ti in lutle le cal~ gorie degli anomali (maschi o fe mmine) ma specialmente rt~i degenerati e nei criminali. Da tutlo quanto precede. si ha la confer ma del sospeltr•. che nelle forme della umana degene razione s i hanno anomalie nei piedt di forma e di funzione, le quali tradiscono per loro conto il valoro degenerativo antropologico e le fon le rorse di disordini nella sfera delle funzioni del s is tema ner· voso, lo quali potrebbero servire a spiegar e la genes i e il rapporto di speciali sintomi psichici o nevralgici . Ma vi hà un'altra osservazione a fare su di una conrli· zione dei piedi la quale non poche volte é in rapporto a s tati mor bosi, e cioè sui sudori dei piedi, che normalmente
E HEDICL~A LEGAI.E
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nelle varie pc t·sone pos sono essere abboudanti o scarsi in modo notevole. ' Gli aulori però hanno potuto r ilevare uno spiccalo predominio in riguardo a ciò a favore di una o di allra fot·ma mentale: sembr a che le forme acute di pazzia si accompag nino con più frequenza a mancanza di sudore ai piedi. l par~Siitici del par i sono mancanti di sudore. l fr·enostcnici compresi i delinc1uenti, sembra no quelli meno colpiti clalla mancanza eli s udor i. Non furono molti i malati che potet•ono dare informazioni sul periodo antecede nte alla loro pG7.7Ja circa questo argomento: però molli seppero dire come innanzi alla pazzia erano soggetti a sudori profusi, che poi cessarono col sopravYenirè della pazzia medesima. Codesti dati di fatto che certa tnenle possono avere impot·tan7.8 dal punto di vista clinico e patogenetiro, non debbono essere L1'8· scurati per qualche lume che possono offrire ai 1entativi della terape11tica. Senza essere ottimis ti come EAquirol, s ulla fi ducia a i rimedi rivuls ivi, n on s i deve tt•ascurare un s uggerimento che potrebbe venire anche da codeslo IaLo: i pcdiluvi, Je frizioni ai piedi e il C'iscaldamenlo e i tentativi di r ichiamo dei sudori polrebbe ro 3 vere 11na influenza favorevole sul deCOt'So, se non della pa:r.zia, almeno dei segni c.oncomitautt morbosi.
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RIVISTA D'IGIENE lnv..ttgazloni aulle rela.ztoni fra la. putrefaztone ed t batteri paraaaltl, pet• F. H UEPPE e C. E. CARTWRtGHT Wooo. - (Tite Lancet, dicembt•e 1889). Dalla scoperta di Buchner è di Posteur che i t;ermi delle maJatlie possono perdet•e il lot•o potere patogenico, e dall'uso di questi meno virulenti organismi cile Pasleur ba fallo come elementi di vaccinazione, si è resa possibile l'investigazione sperimentale di una serie di più difficili problemi di biologia. Poco tempo l'a le idee di saproflLa e di p~Passila et•ano diametralmente opposte ed inconciliabil, e Panum, Koch ed altri dimostravano che i parassiti non patogeni, i quali agiscono sollunto per i loro prodotti venefici, forr:nano un anello di congiunzione fra gli organi~mi palogeni cù i saproiHi; ed oltre a ciò, la ricerra sul numero dei rnicrorgan ismi e la quantità di veleno prodotto ha t•ivelato lanU> fasi intermediarie, che la distinzione piu ilnportauto fra i saprofiLi ed i parassiLi deve ora essere abbandonala. Il ratto d1e i soprofiti dovono la loro azione venefica ai lot•o prodotti solubili, ed es!!cnziulmente tdle basi organiche l'isultanli ùai detriti degli albuminoidi, dir·e;::.sero la nostra attenzione a quegli studi cb inti co-fìsiolo~ici cbe fu rono seguiti sollo il punto di vista rhi mico da Bricger e Ducla ux, e solto il punto di vista biologico ùa llueppe. Si è inollre dimostrato che molli or ganismi infdt.anlt e to;::.sir i sono capaci di separare dall'albumiua molle basi venefiche, e ciò ind1ca ancora che la principale ozionr· di rtue;::.ti microrganismi è legata alla loro facollà di disgregarn le molecole albuminoidi in un modotutto specifico. ~ dunque il potere t.li disas;::.ociazione dell'albumina vivente alla temperatu1•a 1iel cOl·po quellu che caratte-
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rizza il micr·o••ganismo patogeno, ma questo potere non separa i microrganismi inrettanti dai pur•amente tossici, nè questi dai meri sapr·ofiti, fìnchi• questi hanno lo virtu di produrre dall'albuminn morta veleni identici o simili. Questa differenza di natura che prima oscurava il oostr·o concetto della pa togenesi, ... divenuto nel r aso di molte malattie una semplice 'luestione di quantità chimico-fisiologica. L'uso dei microrganismi attenuali come vaccino conll'O i viruleuli, prova direllamente che le allività metaboliche cii ambo le specie sono idenlrcbe, e che la differenza della loro nzione l'Ila nt>llo rispPttiva diversa rfunntilà rli veleno spedfìco, che possono produrre dall'Albumina, e 1·iù è pii• cbilu·amenle pr•ovato dalla immunità prodotta con rnezzi chimici, la quale può es<>ere considerala come una lolleran7.a acquisila pel veleno speci fico. Cast i prodotti di un microho trovAto nel sangye d'un animale alfelto. od in una cullu•·a. può, se introdotto in sufficiente quanlitU. come nella vestrca, protegger(} l'uotno sano contr o il mic•·o••ganis mo virulento; così una cultura attenuata al punto eire sembri av~r pe•·dulo ogni potere patogenv, può, come Hueppe ho Jimostrato ncll887, proùul'!'e una r elativa immunità, come fu dimo~tralo pel colet·a dr>i polli, e· come Chauveaux ha ottenuto pe•· l'antrace, fatti che dimostrano essere ormai in~ussistente e convenzronale la dislmz.ione fra microrgsnismi palogeni e sapr ofiti. Come Fliif,:ge ha dimostrAto, molle culture usate come vaccino sono cultur e indebolite e degenerate. Ciò e ver·o specialmente pel microrganismo dell'antrace sul quale ha lavorato Chauveaux. M algrado ciò. dobbiamo rico noscere che una c:erta facoltà sviluppata dur·anle la putrefazione dell'nlhumina nei sap•·ofìti che forse han ces~sto di vivere, rappresenta l'origine òi une più alla virulenza dei g&rmi morbosi. La possibilità di usare come vaccino le culture apparentemente innocue, dimostrerà. che la facoltà di dissocia•· l'albumins in un modo specifico producendo delle toxine t•esta ancora, cio che forma una caratteristica specifica ed indelebile. Ma questi micror ganismi sono come i saproflli incapa.:i di infettare o di ammalare i pm suscettibili animali, e da questo punto di vista non importa se i Ullcrorganismi attenuali siano realmente òe-
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lliYISTA
generati, o si ::;ieno adattati al modo d'es1stcnza dei ~aprofiti , perché s i •· osservato che delle varietà meno virulente possono ortgina1·e sponllmeamenle da organismi virulenti, e <'he que<>te varieta si producono con ma~gior vigoria nei nostri mezzi di cullur·a, onde la llO"lra attenzione .~ maggiormente diretta alla separazione dell'albumina effettuala dai veri sapro tlli, nella qua le dobbiamo cercare nCln solo la sorgentP fiLogenetica dell'intossìcamento e dell'infezione, ma nnche la ra gione rhimica dell'immunità, come tolleranza ac•1ui<>ita del vpleno speritico. Mancavano fi nora le p r ove della r elazione esistente frn i -veri saprotìti ed i veri parassili, c1o.. fra •1uelle specie che si son viste cr escere fuori dell'organismo e •tuelle che si snn trovate solo nel corpo d'animali inf~rmi. Questi microrganismi identici per forma, a crrescimento cat·alleristico e modo ·di spot•iflcazione, sono distinguibili fra loro iudipendentemenLe dalla pt•opria azione fisiologica. La prova di identità di loro nzione dipendente dallo s tesso potere specifico, dì verso solv ·quantHalivamcnte, di dissocillr !"albumina, deve esser e però -desunta da esperimenti su animali la cui sensibilita pt>r la virulenza dei micr obi e deg-li elementi vact'inic i <'· ben conosciuta , e puo facilmente esser controllata. Gli esperimenti ~"Ugli animali fatti con i saprofiti dettero naturalmente un ris ultato oegalìvo finché si sperimentù con lt> q uantità e ··on i metodi che s1 uc;avano per 1 microt·ganismi infettanti; ma p:ui<lali :lalle suenunciate vedute, l'inoculazione pre ven tiva degli .animali si manifestò come un metodo inconsideralo di ,·a r cinazione, quando Kill ed HueppP a"evan"' già d imosteato [ì. siologicamenle la r elazione frenetica ft•a 1 micro1·ganismi del colera dei polli, •ruelli della settiremiA dei eonigli e del Wtfdseuche rlle non sono morfologicamen te distingu1bili fra loro. In fJUesto nuovo ordine d"idee i dottori Hueppe e Cartwri~bt \Vood han comincialo i lor o esper •menti nei giugno 1 88~. e comumcano la prima parte delle lor o investigazioni, riserva n dosi Ji r ifer ire sugli esperime•.ti direlli a rendere virulenti i s aproflti con l'aum entare la loro farollà di dissociar l'albu mina, in una seconda comunicazione, avvet·tend o che in r[uesti primi e"perimcnti non si sono fermati a coltivar micror ga-
o'JGJENE
msmi misti fr•a di loro, ma si sono occupati a dimostrare le proprietà spec1tìche eJ invar·iabili di essi. Gli autori hanno ripetutamente rinvenuto nella terra e nel· l'acqua microrganismi che si poltvano prendere per quelli del carbonchio , e probabilmente ad uno di questi allude Scbutz quando dice: • Noi sappiamo chf' la similarilù nel «modo di sviluppo non e sufficiente a stabilir <> l'identità di « du~ microrganismi. poichè co no~ciamo un baccillo che pec • le sue appareoz,• non l' disllnguibile da quello del carbon• chio, cr esce in gtllatina oll'istesso modo, e non 11e differisce • che per le pr opetelil fi;::io logiche. non esercitando esso al" cuna aztone sui topi bianchi, straordinariamente suscelli• bili all'111fusìone carbonchiosa "· Se es~o sia identico al bacillo descrrtlo Ja Flùgge cumt! bacillo mycoide, non si può decidere, ma la descrizione della fo rma che le culture assumono nelle patate lo larebbe crl!der diverso. È· però possibrle che s olto le T'ar ole bacillo della terra , delle patate, del fieno si nasconda una serie di microrgaoismi simili per molti caratteri, e pure diver·si fra loro. l microrganism1 rinvenuti clo.i due autori sono bacctlli endosporici, che sotto condizioni simili banno la stessa forma e grandezza di quelli del carbonchio, ed in condizioni variate s ubrscono va1·iazioni sensibili. Infatti le punte si rendono più accuminate che non -.ieno quell~ del baccillo carbonchioso nel sanhue e n~i tessu ti, mentre con aJcu11i melodi di prPparazione o colorazione, come con l'esame senza colorazione nella ,:roccia pendente, le punte si vedono simili a quelle del baccillo carbonchioso. In gelaliua a piallo il baccillo di Hueppe e Carlwight fa colonie che mostrano l'intera mas~a di fili intrecciati come quello dell'antrace, nei Lubi di gelatina la liquefazionc~ è simile a quella del microrganismo patogeno, sulle patate forma lo !;lesso strato scur o e bianco dell'autore, e non una semplice escrescenza. bianchic-cia e poco estesa come il baccillo della terra di FliJgfle; nel lalle forma un coagulo come la se· paraziooe della caseina cl• e poi si ridiscioglie e si peptonizza, nel br odo di carne non forma mernbrana alla super ficie del liquido, ma depone al fondo una massa intrecciata di fili.
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1\lriSLI.
Tutti questi caratteri St mostrano alla temperatu ra ordinariti ed a qut>lla del sangue con ma~gior celer-ità che nel baccillo carbonchioso, ctononostonle, la differenza in favore del saprofìla ò più t•ecisa a bassa tempera~ut·a. Tullo ciò è in evidente contrasto con la cultura attenuatu, nella quale que· sle caraltet•istiche ùi svolgimento .si possono ved t• t·e solta nto in debolissimo g-rado, come 1\t!cade nei vaccini di Pasteur
n. 1 e o. 2. Il micro t·ganismo dei nostri aulot·i p re~enta dunque tutte le caratlert~liche dell'antrace "irulento spontaneo, ma "egeta meg lio fuor·i del COI' f'O animale, e forro tt libet·amente spot'"' alla t.emperalur·a della s tanza, m entre alla temperatura del sangue la sporifìcaz10ne é t•:tardata ed anche soppressa, quantunque la moltiplicazione continui rapidawenle. l topi inoculati con fJuesto baccillo alla raclicr della coda l'imasero a ppR renlemente ille~i , le iniezioni con mollo materiale nei por cellini d'india produssero un'affezione locale , (juindi s'inocularono de' topi prima con questo sapt·olìto, po· scia col baccillo vir ulen to de~ carbonchio, ed il risultato fu vario secondo \a quantila del aprotilo previamellle iniettato, e la quantità del viru!'l carbonchioso su,-seguentemente im· piegato , e fu vario anche secondo l'intervallo che cor·se fra la prima e la seconda inoculazione . Alcu.ni topi morirono nelristesso tempo che i topi inoculati col solo carbonchio per controllo, cioò 20 or e. altr i in 48 ore, un cet·to numuro ne mori in seg-uito ìra l'otta\'o u l'undecimo giorno, e le culture provarono eh 'era o mo r ti di car·bonchio; ma le culture tratte .la questi anim111i non uccisero i topi t:om e fanno le c111luro vort> di cal'bonchio i!'l venti o re, ma solo io tre giot·ni. La prima inll·oduzione del saprofìlo uou aveva quindi esercitata un'azione apparente, ma a veva indotto evid entemente l' immu nità contro il virulento orgaui~mo nel t•orro ùel topo. Un cer-to numero eli topi resistè completatnente al carbonchio t•ipetutamente int)· culolo, ed uno di questi topi fu inoculato selle volte con car· boochio viruleulo :::enzo effetto. E questa la prima volla in cui si sia riuscito a produrre l' immunila del topo sul carbonchio, e se anche questo risultato fosse di nessuna im -
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pot·tanza per. la protezione degli animali domestici, mostrel'ebbe una nuova ''ia d'inoculazione perfettamente innocua contro il carbonchio, poichu il r endere immune il topo è fis iologicarneote molto più tlifficile che render e immune la pecora ed il bue, se si considera !"estrema :ousceltibilità del to po pel cat·boncltio, onde gli autori si propongano di estender e le loro ricerche in pr·oposito. Sulle Cllvie che finor·a non erano mai s tate protette contro il carbonchio, i risultati furouo anche più favor e ,•oli Nessuna di esse mori uell'islesso tempo degli animali di controllo, alcun o mo t·irono all'ottavo giorno, e le cul ture chu $e ne oltennero era no molto attenuate; le aJtr·e resistettero a r ipetute inoculazioni di cArbonchio. I soli conigli finora han goduto di unA certa immuoita col m etodo di Roux e Chamberland delle iniezioni intravenose del vaccino di Pasleur n. 1 e poi della iniezione soltoculanea del vaccino n. 2; ma il met~do dei nostr i autori protesse ·in una sola volla un gran nume t•o ùl conig li , i pochi ehe mor irono fil s esto giorno dettero culture attenuate, cotoi che si pu(l ritenere come mollo ravorevole il risultato di queste va ccina zio n i sui conigli. Gli autori hanno anche provato ad inoculare il vaccioo di Pasteur n. 1 e n. 2 prirna del ' 'irus cal'bonchioso, ma non avendo ottenuto bnoni risultati, ::;i sentono incoraggiati ad usare il vacci no s apt·oflLico per gli a nimali ùorneslici , conLro le morsicaLut·e, le inge!'llioni e le inspirazioni di soslanzo cat•bonc ltiose. Se si ottenesse ro gli stessi buoni risult.a li che nelle cavie e net topi, l'immunilù e l'innocuilù delle vaccimtzioni preventive del cal'l>onchio s arebbero n~!'licura te . Basta per ora 8\'CI' pro,·a to che con questo saprofita si possono re nùer e immuni dal t·arbonchio gli animali più suscettibili. Ciò ,., soltanto po--sibile q.uando ti modo di dissociazione -dell'a lbumina é per ambo le specie ùi batteri lo stesso ; quando la patogenica sor gente dell'infc:.done ~ riposta nel sapr·ofitis mo, o g li or~anismi palogeni s i sviluppano dai saprotlti , si ha poi una 2t'Aduole trasrormazione ùal microbo tossico .al parassita rac<Jitativo, e dal para'<sita facoltativo all"obbli-
Hll'lSTA
gatorio. Resla pertanto insoluta la questione se J"antrace virulento si è realmente sviluppato o può originarsi dal sa· pr ofita, o se entrambi sorgano da una comune forma originaria fln ora sconosciuta. J fa tti s urriferiti , intesi n el senso biologico, permettono un"esperimenLo epidemiologico ch•J fino ra è s tato eonsiderato solto all1·i punti di vista, od t\ s tato s piegato con fras i prive di senso, come è la circostanza generalmente costatata, che nelle r egion i infestate da endemie prevaleuli , gli abitanti della regione ~odono rli una certa immunità. Finora gli epidemiologi han parlato in modo vago di dis posiziOJ'!t', o di altacclll Jievi ed inosservati, ma siccornt\ i parassiti del C<llera e della febb re gialla si sviluppano probabilmente dalla fl ora sapJ•otìtica della re~ione nella quale la malattia ba origine, e siccome il microbo del colera non è ancara uscito dallo stadio di parassita facoUativo, nofl abbiamo r agionè di dubitare che il micr organismo originale meno virulento esista ancora nella regione dell'endemia, e che l'influenza esercitata da quei luoghi sugli abitanti dipenda dalla presenza di quell'innocuo microrganismo, che senza produrr~ la malatlia, conferisce una ce r~a immunita. Quest'idea è resa plausibile dagli esper imenti surrife1•iti, e spiega m eglio d'ogni a ltra precedente il ratlo, che nella regione di endemia gl'indigeni godono di una rela tiva immunita dalle maluLtie dominanti, ma c he questa immunità si per de quando per qualche tempo un uomo se ne allontana. La disposiZÌI'ne epidemiologica non è dunque una pul'8 fautasmng<lria, ma può el3sere biologica mente s piegata. Eaperimentl batterlogl ol per determ1Dare ll valore del materiale antiaettloo al aubllmato, ln uao nell'esercito germanico .
LEHR:"'BECHER ed HA RTMANN. -
Gli autori, con una serie di esperimenti batLeriologici, sono giunti alle seguenti conclusioni : l mater iali di medicazione antisettica preparati secondo il metodo prescritto dall'allegalo 5 del Kriegs-SanilcUs-Ordnung sono io ogni caso sterili. Siccome caB' ins udiciameoto po-
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trebber o perdere la loro condizione di ~terililà, co!"j si richiede ~lae siano accuratamente impaccati e couservati, come pru·e per questa supposizione, si può t•itenere che essi non polrehbcro esset·e così sicuram.. rate stertli come i maler iuli da merlictlzione che ~ono adoper ala immadiatarnt'nle dopo In l or o slcrilizza7.ione. L'esercito germani.•o porla con sè nel materiale da merlicaziont> anlisf'ltico ~randt quantità di !'ublimato, però in una tomhinazione l.sle rlu richif'dere un ulteriore ll'llttamento. afllnchè r itorni nuovamen'e in esso lulln l'allivitù tlel sublimato. M entre la miscela al sublimaJo asciutto non eser cita azìuno sui llOrmi che ca.lono dall'at•ia, e!'-.a riceve col traHameuto coll'acqua o con la soluzione di clot·ur() di sodio proprir~tù disinreuanli. L'nzioM antibacterica delle ~ol uzioni Ji !'ublimalo viene limitata in alto grado nei laquidi contenenti albuminu, pero non comj:!l clamente tolta; una azione anltbaclat•ica del sublimato nel materialo di medicazione antisettica nRciullo di fronlt-> 111 liquidi conteoenti albuminu non potè es~ero dimostra la cogli esperimenti. Il materiale da medicuzione nl su blu nato pos!>iecle un forte potr>re assorbenle pei lir1uid1 acquosi e per IJUPIIi conleneuti albumina; cost che, dalo il ca~o. esso può a~"orbire ~ra ntlc fJuantitil dr>i SPcreti della ferila. Se i liquidi contenenti albumina si seccano, pe r dono la propt•ielà di costituire un terreno fHconù() per lo svii uppo degli or ganismi inferiori. Siccome 'JUCslo essiccamento devP esser e completo, così devesi mettere in dubbi o se il materiale da medir azioue posto in vicinanza della fet•ila, il quali' asRorbe continuomente i sect'E.'li, diventi lauto asciullo, che ~li orl!anismi inferior i non po!:Aano più svilupparvi!li. Siccome l• posRilJilc richiamare nel materiale da medicazione l e propri età an[jselliche sleriJi zzunti bagnandolo con acqua, cosi s.i posAi ed e con ciò un mezzo per !3Lerilizzar·e in og111 caso uuoYamt>uLe i malet·ioli da medirezione impm•i. TI materiale da me•licazioue umido !'&ra adoperALo quando vo~liasi ottener e eia es!'O una azione an· tisettica, come nella prima medicazione per la disin(Pzione della ferita e dei suoi conlonù ; mentre può tra lasciat•si di bagnare la medicazione coll'acqua adopertmdo una rnedicu-
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1\J VISTA
ziouc permanente; giacche altr•imenti si diminuirebbero le proprietà i~roscopicha del materiale, le quati sono specialmente desiderabili nell'uso della medicazione permanente per· l'assorbimento dei secreli della ferila.
n nuovo o•ped&le militare di Bruzelles. flF.RG. -
(.\/tliLararzt., N
o
KlRCH E\1 -
a, 1800).
N en·a~oslo dell'anno scor!':O fu aperto il nuovo ospedale a Bruxelles, cbo per la sua speciale costruzione mer1la di esser fatto conosce1•e. L'ospedale r fuori d t citta e del Lullo isolato. Esso fu cost1·uito negli anni 1882-1888, sopra un terreno sabbioso, permcabile, in dolce declivio. È costa!D 2,750,000 franchi. La sua capacità è di 330 IPtli, cosicchi' ogni posto venne a costare R333 franchi circa . L'ospedale consta di un edificio pl'incipalc ad un solo piano e di due ali a corridoi e formanti due lati uniti ad angolo retto. L'a· per lura dell'angolo è cltiusa da un muro. Nell'inlel'no di fJUesto spazio C<lSi circoscritto s tanno 15 P!ldiglioni disposti 5 per 5 sopra tre diversi livelli di ler1·eno di modo che i padi~lioni più vieini al COI'po p1·incipale dell"edifkio sono i più bassi, quelli più vicini al muro di chius ura souo i più elevati. L'ediOcio centrale conLiene a pian terreno i locali per il servizto medico, farmaceutico eù armninisLrali\"o; il labora· torio batteriologico, lo cucina, 1 bagni, ecc. Al primo piano conlìe11e dnrp1e camere ed un Ralone per ufficiali inferiori, abilazioni per medici " farmacisli e negli edifici laterali trovansl gh étllo,::rgi delle suore rel igio~e, degli infermieri, la sala ù'opora~ioni, la lavanderia, la sala di ùi!Sinfezioui , il deposito dei cadaveri e la carnera d'autopsie . Eccettuali gli ufficiali, tutti ,::rli ammalali sono accolti nei padiglioni. due dei quali servo11o da infermet·ie d' isolamento per malattie contagiose. l padiglioni sono uniti fra loro e coll'e-dificio principale medianlo gallerie Cjperte e Lra un padiglione e l'altro esiste uno spazio di lerreno sufficiente collivato a giardino. lnollre al Ialo nord-est dei medesimi padiglioni è r iservato un allro spaZIO per erigere bal'acche mobili della capacita complessiva di 170 malati pet· il caso .di epidemia.
1091 1 padiglioni presentano o in uno o in due ambienli Ja capa-cità per 20-24 maiali oltre a ciò ogni parliglione contiene piccoli p:abinelli per infermieri, per bhmchet·ie, per bagni e tiene annessa una latrina (a Closet inglesi con getto d'ac-qua automatico). Ad ogni malato spellano 45 metri di spazio cubico a 9 melc·i quadrati di tert·eno. Tutti i padiglioni sono così disposti col loro lato lungo che per la maggior 'Parte della giornata resta no soleggiali. La rinnovazione dell'aria vi si fa con speciale sistema di canali ed aperture io modo d'aver e una diversa venlilazione per l'inverno e per la state. Nella stagione fredda l'aria, -esterna penetra uelle infermerie passando altravet'S(\ caloriferi e stufe sinchò vi giunge nelle sale con una temperatura di 18 centigradi. La ventilazione invernale é cosl calcolata che nelle informerie entrano 80 metri cubi d'a1·ia pura .all'ora per ogni malato. Tutti i padiglioni ed una magp:ior parte dell'edificio principale, oltre la cucina e lo s tabilimento dei ba~i sono riscaldati a vapore. L'illuminazione è mista, in parte elettrica, in parte a gas. Acque di scolo e materie fecali si scaricano -direttamente in una rete di canali sufficientemente inclinati. L'acqua da bere e per altl'i usi ù fo rnita dalla conduttu ra d'acqua della città. Oltre a ciò trova n;;i un carlo numeeo di .pozzi nello s tesso spedale. La sala d'operazioni, la camera di disinfezione, il Jabora•torio batte11iologico, i bagni, la lnvanderia, ecc. sono costruite -secondo le moderne csi~eoze dell'arte e dell'igiene.
RIVISTA DI STATISTICA MEDICA Rapporto saDttarlo sopra l ' eserotto pruSBiaDo, n XII. (Sa..oDe) e Xm (Viirtemberghese) , O·Orpl d' &rma.ta., dal l-0 .~.prtle 1882 al 31 ma.rzo 1884 , fa.tto dalla.. dtreztoDe medioa. del MlDlatero della. guerra prusalaDO. - Berlino 1889. - (Deutselte JtfiUtararztliche Zeitsch.,.~(t,
roart.o 1890).
La media giornaliera degli ammalali (pag. 3), in confronto colla forza è notevolmente minore che ne i nove anni, dal 1873 al 1882, nei quali era di 36 p. 1000 (l): nell' ullimo anno di rruesto periodo f:laliva ancora a 3i ,6 p. '1000 della F . ; nei due anni 1882-83 e 1~83-81- andò solamente a 31,5 e 31,4 p. 'JOOO della F.; di questi erano: Ne1 1882- 83, 20,7 p. ·1000 ammalati d'ospedale; 10,8 p.100(} ammalati d'infermeriA; Nel L883-R~, 20,4 p. '1000 ammalati d'ospeùale; ·11,0 p. 1000 ammalali d'inl'ermci·ia. Il numero degli amtMlali d'ospedale fu press'a poco uguale alla media del pe1•iodo dal 1873 al 1882. la quale fu di 20,4 p. 1000. La diminuzione deUa M. sì riferisce qillndi solamenle agli ammalaLi leg-ger i i quali, cominciando dall'anno 1882-8~, sono portati nel rapporto solemente come ammalati di case•·ma e non più come anlecedentemenL-3, in par·te anche come ammalali leggeris!'imi senza diagnosi determinata (pag. 3). lllolalo dell'entrata con una forza media di 382193 e 3R:J021 uomini sall : (t) l'or IJrevltiL ~ l lndiciJcril la mcrJia rJcgli ammalati o morbo~ita colla lettera M. e In forza colla le ttera F.
RIVISTA DJ STATISTICA lt EOICA
=
Negli ospedali a 12U,:l9 325,6 p. 1000 della F. (121 989 318.5 p. 1000) (1); In caserma a 20021H = 524,0 p. 1000 della F. (195962 511,6 p. tOOO); In Lolale a :{2-i-703 --= &~9,6 p. 1000 della F. \317951 8::10,1 p. 1000).
= =
=
Invece la media delld M. (ammalali d'ospedale, d' infer7neria e a r iposo), nel pe1·iodo 1873- J~ flali a 119~,2 p. 1000 <lella F . e negli anna dal 1867 al J872, nei rtuali la denomizione ammalati a ripo.so non esisleYa toane nel rapporto attuale andò anche a 1350,7 p. 1000 della 11'. Come era già avvenuto negli anni antecedenti, anche nei due p!!rioçli annuali posteriori il numea·o maggiore di ammalati ~i ebbe io gennaio con 97,6 (90,9) p. 1000 della F. ed il numero minore in settembre con 4-,o ()2,0) p. 1000 della F . e Ri ebbe pure nel mese di luglio un JlOlevole aumento di enta·aLi, 77,3 (76,2) p. 1000 della F. Tt'a le diverse s pecie di t1•uppe, i ripar·ti di lavoratori (Ar· .beiterabtheilunqen) diedero il numero m assimo di entro li: 16,G,4 (1746,2) p. 1000 della F . Vi tenf(ono dietro nell'anno 1882-83 : i carcerati ( l i-13,6 p.1000 della F .). i cadetti (1351,!1 p. 1000), il tr eno (11:99,2 p. 1000) ; neU'anno 1883- 81: la scuola d~i soll'uffìciali (1235,4 p. 1000), il tr eno (1217,8 p. 10001, i carcerali (1145,6 p. 1000). L'entrata minima nell'Anno 18R2-83 l'ebbero gl'inva lidi (328,9 p. 1000), i Landwehrstamme 372,5 p. 1000, gl'in fermieri militari (423,8 p. 1000), gli operai di amministrazione (541,5 p. 1000) e la ranle l'ia (807,7 p. 1000 della F). Invece nell"anno 1883-8~: i Landweltrsliimme (369,5 p. 1000 della F.), g l'infermieri (408,4 p. 10001, gl'invalidi (512,3 p. 1000), gli operai d'amminisLrazione 5i1,4 p. 1001) e la fan· leria ( 795,5 p. 1000 J. - Le gior nate di cura per tutti g li ammalalì dell'eser cito furono 4\00302 (U00848) ; per ogni ammalnto io media 1:1,1 (13,3) ; per gli ammalati d'ospedale 21,7 (2 1,7), per gli ammalali di caserma ì,r, (7,7). Per l"eser· r.ito la durata generale della cura d•ede una perdita di ef-
(l) l numeri tra parente:>i , 1 rircriscooo all';tnno l ij8:1-lll.
. 1094·
RJVrSTA
fettivo sen~izio di giorni l l ,5 (H ,5), contro J3,J nel periodo 1873-1882, e 12,€> nell'anno 1881- 82 ; vi contribuirono le cure all'ospedale per giorni 7,6 (7 ,b) e quelle in caserma per 3,9 (4,0). )) Tra le malattie d·infezione merita la speciale attenzione dei medici. militari l'ileotifo (e la febbre gastr ica;. Noi vediamo con soddisfazione (pag . 22) che la cifra delle mortalità uei ùue anni è discesa a 0,55·(0,46) p. lOOO clelia F. e 7, 7 ::>· 100 dei curati (contro 0,85 p. 100 della F. e 10,'1 p. 100, nell'anno 1865 anzi 25 p. 100, nei nove anni precedenti) ; un t'atto che· è da attribuir·si • in ogni caso anche allo sforzo g enerale ùei medici militari di diminuire la mortalità del tifo mediante il perfc..~unamento della sua cura. ~ ~oliamo in seguito la descrizione dél reumatismo a r licolal'e (peg. 30 a aa), la cui importanza per l'esercito cresce continuamente per il pr ogressivo aumento degli ammalati. Le cifra mens ile degli ammalali per reumatismo articolare at:uto è resa maujfesla con una curva (pag. 31) dalla quale si rileva elle nei due anni l'entrata mirùma fu in a utunno (settembre ed ottobre), aumentò rapi,lamente nei mesi d'in·· verno, e tbccò il massimo nella primavera (marzo fino a giugno). Col mas>:imo ragguaglio sono tratlat1: l e malattie degli organi della respi t·azione (pag. 50 fi no ad 87), il cui esa me é accompagnalo da numer ose labell~ e curve. Noi rammentiamo alcune osservazioni sulla infiammazione del polmone e delln pleu1'a. Relativamente alla prima merita speciale considerazione che nel le1·ritorio di quasi tutti i corpi d'armata l'Il osservata in fOI'tna epidemica . É da liolat·si che i t·elator i hanno dato una grande importanza a ll'origine ed al corso della polmon ite fibrin osa. Le conclus ion i furo no riunite in nove pro po8izioni, che, per la loro impOI'lanza ri portiamo te.siual mente, rilevundo la circostanza rlae la questione dP i bacterii della polmoni te si dibatte gié dal novembre 18e3(pag. 66 e 67). 1• Una serie di osser\' azioni parla in fav01·e dell'idea che la polmonite sia da considerarsi come una malattia d'infezione ;
Ol SHTISTICA llEUICA
·109!)
2" E!>S& può prendere uno sviluppo epidemico e ciò Lanto come polmonite genuina tipicn. quanto colla forma astenica tifo!<a; :l• Nelle polmoniti pr·imaverili pre,·ale la for ma astenica; 1• Vi sono malatlie nelle quali non solamente ò colpilo il f'Oiroone, ma ba luogo una infezione generale; 5• L!i polmonilo apparentemente può ulteriormente diffonrlPrsi coi rapporti recipr·oci della truppa. Alcune os~er· vazioni specialmente negli osrt>dali parlano in ravor•e di una ll'll "rni ssione da persona a persona: u• Abitazroni colpite una volla pos!'ono, solto certe circostanze, dare occasione ad ulteriori malattie; ;• L'a"er ~Off<!rto una volla la polmonite non prot.,gg" contro un nuovo attacco ; s• Le influenze nocive est...rne, come il raiTreddAmenlo, le contusioni ùel torace N•ercitano un'azione non senza pe~o sullo !:wiluppo della polmonite; !J" LA pkcola quantilil di pioggia può ftlvor·ire la compa~ epidemica della pohnonit.u. Al rapporto sopr a le pleudi è unito una ruccolla di 198 operazioni di vuot.arnenlo dell'essudato (con 1G,7 p. 100 di morti) tratto doi diari clinici (pag. ù9-83). La sezione dell·~ leMoni meccaniche otTrc un gr·anòe numero di stol'ie di rnalatliP che rnertlano gr'8rtde atlertzione (pag. 12d fino a 153). Lu sezione si ch iude colla riunione delle operazioni pr·alicntef'i IIOII'esercito, delle quali 90 più grandi sono disposte in un quadro ~i noltico (pag. 1G4 fino
a 189). Tanto ùa~li el"iti favort~vo li ril'erili, quanto dal limitato nurnero di tuorli, t<i puù J•icvno!'lcere che pre~so i membri del corpo sanitario in questo ramo la capaci tà è anùaLa di pari pusso colla confidenza nl'lle propr·ie rot·ze, la <1uale è indispen!'>abile pet• o~ni utto opt•t·sti vu di rJUalche importanza. Seeonùo la relazione circa gli esiLi (pa~. 1 5~, fino a 163) su 1()00 curali guat·irono 927,2 W2G,6) p. 1000 tlei malati rispettivamente 812,(i (801,7) p. 1000 della F. Gli esili fut•ono:
1006
Rl VLSTA 01 S'l'ATIS!'IC.\ llt:DICA
M~zzo Invalidi
ANNO ll•u•hi li al servizio!
lll lltHdi tOilllliN:lnWIIl•'
l
1882·8.3 7871= :!0.611. 1000 9811 ':!,6 l'· JOOU tas:; 4,3 fJ. t0011 1lu2J = '>,3 Jll'r deii:LF.(IIolq unli rlella F.(1 lci fjuall d(!lhll~.lrlei IJUUll l 1000 della F. cu•·atidn•uJo!lici l'Urti! l d:t mctlici cumli 1la rm'flif'i (1 lel r[uali eumìlitari ~210). mililart 3~ 1 ). militari IO:WI. rnll tfa Dll'fll(l
m•lil.llri U3i -
t 8R3·8~
7942 =20.7!'1.1000 do llaF.(tlPI!Ju:tll 4!89 cur:~t.1 da medici mlhlnri).
3 l'· 1000). 4,1 ('6f 1000 2010 5,J jJ. [()(l() ! ;;7() dellu F. uoi 'tuali dolln l".(•lei•tuall 1000 della ~· 4$6 cumlì da me- curaLI da n•e•lici (d••l cu1lici miiiiMi). mllltnrl 12!!9). mtl 1 a lllPihrl millt.ari 1070 2,11 l'· 1000).
uo:J =al'''·
l
=
'Inali
n 67,7 p. 100 !68,3 p. l 011) ùei cong~tlali come inabili al servizio la malallia che ~1gionb il cou;.redo ~i era sviluppata prima dell'mcorporazione, net t•irnanenti sì !<viluppo cluranllo! il servizio: in 35,7 (:33,8) p. 10<l dei mezzo-invalidi il congedo fu occasionato rla ernie. Nei compleLamente in vAlidi le malallie degli organi respirAlorii cosliruiscono qua~• un terzo (33,1 p. 100) delle cause d i u!:!cila; Lengono dietro per frequenza : i difetti ecce~:ionali delle gt•andi articolazioni (10,3 p. 100) e malattie cro11iche dei v i~-;ce ri Addomi11ali (1-l,·'lp. 100) ; il r eumalisrno at'li<·olarc cronico fu cau!>a eli im·alidillt 3;7 p. :100. Sopr·a 1000 morti ve ne furono 86 por dis~raY.ie, 169 pPr suicidio, i45 per malallie. Di qu•!sle ultime cause di moriA•; H 03 436, 6 p. 1000 era11o malaLiie degli orp-ani della r espirazione (581- per Lisi) 27li,6 malallie generali (~pectalmente infettive), circA H debolezza ~enrle (in Lullo !J7 ntot·Lt). L'a utopsia fu pr·aticattt in 1:334 morti 4:1,8 p 100 tlcl num er o Lola le.
=
·1097
VARIETÀ
La. aeconda. oommi.,lone dl Bydera.bad per ll cloroformio. - (The Lancet, 18 gennaio, 1890).
La commissione in discorso deve la sua esistenza alla venerazione del chieurgo magA"iore Lawrie per il suo defunto iUustre maestro, professar s~·me, ed al s uo desiderio di dimoslrar·e la gius tezza della dottrina di t1uesto, giusta la quale il cloroformio pu6 venit•e s omministrato con perfeLta s icu· r azza, pur che il c lorofor mizzalore vegli con sufficiente ati.enzione la respir81zione. Sifl'aLta commissione, nominata dal govel'Uo di Nizam, concluse da un(l. serie di esperimenti che il cloroformio arr e-sta Ja respirazione In pr ecedenza del cuore. r fatti allegati nel l'elativo ra pporto sembravano a lla relazione del Lancet insufficienti a prevalere sulle conclusioni di molti osservator i di Ing hilterra e di fuo ri, le cui ricerche t•isolvonsi 1:1 prOYare come s ia appunto la par alis i del cuor e uno dei pericoli inerenti al cloroformio. In seguito la !'econda commissione, cui partecipò un ra ppresentaule del LancP.t nella persona del dottor Lauder, in seguilo a generosa contribuzione del governo del Nizam in mille lit·e sterline, 11lla quale seconda commisstone si asso. ciarono i membri della prima, institui esperimenti di Jue gener i, quelli del pt·imo gruppo venendo eseguili senza apparecchio g rafico e diretti ad accertare quale influenza ven ga spiegata da lle varie condizioni sulla r elazione tra l'arresto del cuore e quello della respit•azione, ed i limiti entro i quali
i 0~8
VAR IETÀ
tornano utili la respirazione artificiale e gli altri mezzi di risveglio. Il ~econdo gruppo era coslituilo da esper imentiCOli l'appaJ•ecchio grafico, i quali venivano attuali olio scopo di accertare gli effelti delle varie condizioni sul cuore e sulla pr essione ùel sangue. Nel p1•imo g r uppo il cloroformio si propina va in tulte le manier e, solo o con morCìna, con atropina, con stricmna ad animal1 sani e ad animali infer·mi, digiuni o pasciuti. Il risultato er a invar·iabile, comec!Jé la respirazione si arrPslasse prima del cuore, ta lvolta anzi lungo tempo prima. Il secoudo gr uppo di esperimenti sul cuor e e sulla pressione del sangue fu fallo con apparecchio cosll'uilo 111 gui8a che tutto l'esperimento potes~e venire riportato da pr·mcip10 a fine su di un disco co8i da poter lf•t.. ~ ...ne un' 1ntiera riproduzione fotogrtltìca . Il che sr ottenne col riportare graficamente la pressione generale del ~angue sopra u.n cilindr o lentamente girante, e prendeudo ad inler\'alli una traccia su di un secondo ciliudr o, gir ante r.ou "UOìciente r apidi tà per mostrare ogni lJutluta del polso. Con questo metodo venner•o compiuti circa centocinquanta esperimenti e fu accertata l'intluenza di '{ualunque condizione, la quale si mostrasse capace di spit>gare talun effetto suUa pressione del san::rue durante la uar cosr cloroformica. Si portò particolare aUenzioue al delel'tninarsi dello shock o della s incove ed oli' el'· retto del clor oformio stesso sul cuore e sulla pressione slinguigna negli ani mali soni ed ezia n,1 io nei casr, nei qual i er a stata pr odotta la degenerazione grosso del cuore e di altri or gani a mezzo di previa sommini8lrazione di fosforo. Siffalli esper·i menli dettero risultati inattesi. Si tr ovò esser e estremamente d1fficlle l'attaccare il cuo1·e per Yia riflessa. e quind1 dovette rit:QI'rersi alla sllmolazrone del nervo vAgo, onde l' itto car•dioco potesse r idu rsi od arrestarsi coulpletamente. Senonchè que8lo fa tto, invece di determinare la mor te doll'animalc, ~embravo costitui r e piuttosto una salvaguardia impedendo t.:he l'anestetico fosse portato in troppo grande quantilil a1 centr1 nervosi. La discr Ppanza tra le vedute delle dilferenli scuole deriva
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dal Calto di non essere stata diretta sufficiente considerazionealle condizioni, solto le quali viene somministrato il cloroformio . IL quale, bencbè possa paralizzare jJ cuore se ap· plicatovi direttamente, pur tale condizione non si verifica in· pratica, mentre in questa, Dl' viene applicato su quell'O!'· gano·, nè è ~ospinto a forza nei polmoni. Esso è inalato dall'infermo ed in questo caso arresta la respirazione prima del cuore. Dalle ricerche risu!Ler·ebbe qual pratico compendioche le morti da cloroformio non sono inevilabili: possono perciò essere impediLe, ed in virlù di dovuta cautela nella somministrazione del preparato possono con sicurezza evitarsi. Le conclusion i della commissione non possouo essere: accella te senza abbondan te evidenza. F. S.
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CONGRESSI
% 0 oODgT6IIO medioo interna.zlonale eU Berlino . -
( 1- 9
agosto 1890). Alla sessione iuauguralc di questo g rande congresso alla quale intervennero circa settomtla persoue , il presidentt> prof. Wirchow, il pr of. Lister e il prof. Koch fecero r.tli. onori della solennil& con rimarche..-oli discorsi che fut•ono alLentissimamente ascoltati e vivamente applauditi come na · tura lmento si conveniva e alla fama degli Ol"atori ed all'importanza degli a rgomenti toccati. Tra questi non f'l>be certo ult1mo posto la 1nedicina militare, e ben a . r~:~gin n e, in 'Juanto che le tante ed impol'tanti · que~tioni d'indole scientifica. sociale ed umanitaria che si rannodano all'e:::ercizio delle nostre specialita non potrunno tro,·a re una pronta e du ratu ra soluzione se non studiate e -discusse da un a•·eopago flcie nlifìco internazionale quale ru precisamente questo memorabile cong1·esso. Riservaudoci di r1ferire sui lavori della se~s ioue sanila••iamilitar•> di ma:1o in mano che ce ne pe1·verranno le notizie, ci limitPremo per ora a r i!Jortar e alcuni pens ieri e considerazioni d1 maggior interesse per ooi e eh~ togliamo dai discorsi tenuti nel giot·no suddetto dai tre e minenti scienziuti. Dopo di avere rifdl'ilo sui lavori preparatori del comitato, dopo di avere accennato al g r ande interesse che questo cong-resso seppe inspiro re in tutte le classi sociali, l'illustre pr esi dea te proseg u\ in questi termini il s uo discorso: Gli s tati tedeschi vi dimostra no con 'luale sollecitudine
I:ONGI\ ESSI
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!"i s ieno adopera li a por tare lr> loro istituzioni ~anitari e al l'unisono delle esigenze della ,.:ciem·.a . Furono er etti stabilimenti per facili tare l'istr uzione medica, per da re nuove basi alle scientifiche ricer cbt•, per inda gare le recondite sorgen ti dei morbi , per assicurare ai sofl'erenti un pro nto eù effica ce soccor so. lo questo mondo 1mper fello non si progredisce pra tk ameo te che pa~:oo a pa<>so ed anche a uoi a ttualmente manca Lultora mollo di ciò che può rigua rdnr"i come una esig enza della scien1a. i grandi mali della razza umana, miser ia e guer ra, minacciano sempre p1ù la socielti e gli Steli ; ma gli ì• un g ran con for to il veder\.! in Ger mania popolo e gove rno continuamente occupati in un p~n siero comune, quello di lenire i mali sociali e cu~todire l'aurr·a· va ce . • La medicina ba ben poca n qua;:i nessuna oppor tunità ••'intromettersi efficact>mente nelle grandi deci~ioni df'lla politica sociale ed es tera. La s ua missione è anzi tutto quello. d i po•·ta•·e il suo a iuto in pr oporziono dei mali che gli uomini cagionano nelle condiztoni in cui essi devono Vl\'ere ed agi1·e. Questo caratLel'e eme ••ge eviden Le più che a ltrove nelle istituzioni mìlita •·i fin tan to che dura una g uer ra o anche solo il per icolo Ji una guerra l'ammini~tl·azione militar e non dov r~>bbe sottra rsi dall'obbligo di tenere le sue ÌO!,'lituzioni pr :)nle a cont•·apporsi coi lOI'O m ezzi ad ogni accidentalità cupace di minacciare la vita o la salute dei !>OIdati. E la nostra a mministrazione militar e può darvi ora la prO\'a che non le é sluggilo alcun ragj:::uarde,·ole pr ogresso scienliRco sulla cura o sullfl profilassi delle mala ttie. ~elle visite che fa1·cte alla nostra asposizione, a gli !>peda li, agli istituti educa tivi dell'esercito, avrete occasione di conoscere con che uccurate7.?.8 e solleci tudine 110i abbiamo lavo•·ato nei prepat•a tivi pe1· assicu•·Ar e un pronto soccorso a i fo•·itì ed ai mala ti dell'es•·r cito, e non solamente ai ferili e malati del nostro esercito, giacché se la beneOca attività della croce r ossa t>. da lulli ri<'onosciula . essa ò poi in modo speciAle sentita, ammirata e sostenuta dai no"tl'i me lici militari. lo non dico che i nostri medie• militari sieno uomini m•~lw ri
CO~GnESSI
degli altri, CJ'edo pol'l'1 potervi dire che essi non temono confronti o che nel caso di una guerra , nemici ed amici, ssrebbero du essi soccorc:i con uguale amore. • Forse è qui opportuno rtc01·dare, per togliere ogni malinteso, che l'ot•ganizzazione dell'esercito tedesco è riusc•la in più modi a cancellare i limiti di distinzione tra i medici civili e i medici milituri. Giù fino, dal tempo di pace, quasi lutti i medict debbono, per un tempo più o meno lungo. esercì la re la loro proressione presso l'esercito, allo gcopo di prendere esalta conoscenza del servizio sanitario militare. Nel caso poi di una g rande guerra, tulli i giovani medic1 si mandano al campo e i più sperimentali clinici trovano il loro posto alla dir ezione degli ~pedali di guerra, lutti gli attri colleghi prestano tlloro set•vizio nei lozzat•etti di riser va, noi tr·eni-spedali ed altri stabili menti. Cosi il servizio sanilario presso l'esercito pre11de quella sicurezza d'azione che c la miglior garanzia del s uccesso, ed è anche cosi che l'azione del medicù militare ma ntiene quello stesso carattere umano a cui informa ogni suo a lto il medico nella sua pratica civik•. Di questo Cal'altere umano diedero prove inconlt•aslabili i nostri med ici in difficili tempi, ed io r·ingrazio un nosl1·o collega s lrauiet•o il quale anche in questi ultimi giorni ricordò a• suoi concittadin i come in mezzo agli orrori della guerra i medici tedeschi si sieno mantenuti ligi e devoti ai doveri dell'umanità. • E se noi qui vi presentiamo la medicina mililal'e nel suo stato il piu completo e quale n011 fu ancora possibile realizzare nella pratica civile ciò non facciamo gia per mostrarvi che anche in questo ramo di servizio noi s ia mo ben pr eparati alla g uerra, ma per contro lo facciamo perché vediate come la. nosl!·a auto rità militare s1a continua mente iutenla a lenire gli orrori della f:Uena e pronti a bandire il van gelo dell'urnaoité quando l'avversario non combatte piti od è reso inca pa M di comballet'e. Per ciò anche nel campo della me(licina mililat·e nulla s i terru segreto, di nulla vi· si fa rà mis toro ; quanto piu gl i a ltri tro ver a nno da imparare da noi, lauto maggiori saran no i loro obbllghi, e ciò che essi im-
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pa reranno forse tornerà a beneficio degli stessi nostri compatrioti. certamente '!)Oi a beneficio dell'umanità •· Dopo il pro f. Wircbow, prende la parola il Lister:
Sull'attuale stato dell'anti:tep8i. " Il creatore della cura antisettica, quello a cui la moderna chir urgia va debitrice dei suoi splendidi successi, rliede dapprima uno sguardo retrospetlivo sulla evoluzione di queslo metodo. Egli tl'ibulo il più amp1o riconoscimento ed elogio ai mel'ili cne si sono acquista ti i medici tedeschi, e specialmente ~ Rober to Koch nel far pr ogr..:dir·e la batteriologia ed indirettamente la chir urg ia antisettica. Per spiegar~ il falLo dell'immunità si so n falle v a le r~;, diverss leor· ie come l'emigrazione dei l eucociti ed i cosi detu fagociti sopra i quali il medico russo Metschuikoff fece per il primo a ccurate r icerche. Me l· schnikofl sta bilì la teoria c he i fa gociti venendo a lotta coi baclerii distruggono questi ultimi ed in questo modo li rend ono innocui. Jl fatto c he m edian te l' inoculazione di una mater·ia venefica indeboli ta si protegge l'or ganismo inoculato e onlro l'azione della stessa materia nello stato di piena energia, lo si voUe spiegar e coll'ipotesi che la prima inorulazione provochi un processo infiammator io con pr·olifer azione di leucocili la cui presenz a costituir ebbe una condiziono sfa vorevole aUo sviluppo di nuovi germi patogeni. Passando alla tecnica della chirurgia antisettica Listar confessò francame nte c he il metodo pmna da lui preconizzato contiene degli err·ori per certi riguardi. Egli ammette ancora che l'uso del nebulizzalore non presenti. alcun vantaggio per il processo di guarigione e dice che egli stesso erro quando ammise che per mezzo del nefogeue si disl!•uggeva no i microrg~~nismi nuotanti nell'atmosfera_ Nelle operaziorti in cui è necessario aprire la ca vita addom inal'3 sono indispe nsabili specia li precauzioni. • E qui l'oratore passa in rassegna la tecnica c.l i varie oper a zioni di questa specie. Tra le sos tanze a nlh;elliche che agi-
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scono chim;caroenle crede dc. versi raccouwndare in pr·ima linea il cianalo di zinco ed il cianato d'at•gento o di mercurio. Ebbe in seguito la parola il prof. Rob~-:rt Xoch, il quale, salutato da vivissimi applausi, pronunciò il segueole discorso: Sttlla indagine batteriologica. uLa batteriologia è la scienza ultima venuta nel dominio della medicina; solo quindici anni or sono s i trovarono nei liquidi, in pr eda a putrefazione, dei batterii che in allora non sì potevano ch!aramente difrerenziar e ed i microrganismi che s'osservavano nel corpo d'animali od uomiru ammalati si consideravano come ~èmplici cul'iosila anzichè esseri in r t:>lazione colla malallia. Ed in ver o. colle incomplete cognizioni di quel lempo non poteva essere allrimenli, e qua lche osservatore ebbe a qualifica1'e quelli esseri quali corpi cristalloidi aozicbè es::;er i viventi. Pel'ò col perfezionarsi dei mezzi e dei metodi d'indagine s i riuscì a scoprire nuove specie di microrganismi• che si riconobbero proprii ed esclusivi di determinale malattie. Si concepi allora la speranza di trovare il microrganismo eli ogni malattia contagiosa, speranza che Ono ad ora non si è complelamenle realizzata. Che i ballerH in genere non manifest!no uno sviluppo indipendente, che essi appartengano alla categoria delle muff'e, che essi provengano da cellule patologiche sono tutte teorie di"entate inso~tenibili di fronte a quelle che la moderna ricer ca ha stabilito in modoiocontestabile. Noi qui abbiamo a fare con specie beo caraL· terizzale, ed una malattia infettiva cagionata da balleri viene dalla modet•na scienza riconosciuta come tale e determinata con precisione. Entro certi umili possono ossel'varsi delle deviazioni dal comune tipo di batteri, però s i l)olrebbero ammetter e delle varietà, ma in questo caso uon trattas i che di oscillazioni che non s'nllontanano di mollo dal tipo or diuai' iO, cosicche non si t~ assolutamente costretti di s tabilire una nuova specie. In causa delle piccole dimensioni dei balterii noi siamo obbligati di anda1·e a t'iconoscere per determinate specie singoli segni. cara lLer'islici per i q•1ali in seguito que!Je specie si possano differenziare sicuramente dalle altre. Secondo i segni caratteristici, morrologicì e biologici
CO GRF.SSI
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che ci siamo pr ocurati possiamo det~rminare le l'pr•cie. Nella rirerca di que~t i cai·aller·i non si lavoJ·cr·à mai ùi troppo. Della g ra nde difficoltà cl1e s'incontra a determinare chiaramente la specie ci offre un esempio assai raralter·istico il bucillo del tifo ch e sol te JJlo do un es per·lissirnrJ ballet·iologo può es!Sere r'iCOIIOScrulo e dislinlo do altri Llacilli che gli somigliano. Ma anche !>Opra altri bacilli dobi.JJarno continua mente ripeter e le os;;er vaxioni, il solo rnotlo di erigcr·e la profilassi sopra una solida ba..e. P er es. i bacilli •Iella ~ubercolosi lra nno segni co~ì spirc.:utamenlr~ coraLleris tiri ch11 non possono essere scambiati con altri rnicror·ganismi, t>ppure a nche in riguardo ai ùacillr LuJ..-.or•colari, ùobbrarno as.._eguare valore solo alle r icer·che condotta colla massima accuratezza e pr·ecision e. • L'ora tore passa a deter111inar e mollo minulamenle i ;;uoi primi esperimenti in que!>la mater ia, esperimenti che egli condusse costantemente secondo determinati pun ti di Ì!-lla. Gli agenti chlrnici, la luce, il caJo r·e possono Jlno ad urr certo g:-ado scomporr e i oaUerii della tuhel'CO!O!>i, ma le alterazioni pr odotte da quelli o:;renli c:ono di poca enlit<i. Tutto induce a credere adunque che i bocilli Lubercolar•i consor·vinn con molta lonacitfl, il loro poter e pAtogeno. T utte le for·mft di tubercolosi sono identiche, e le nuove esperienze ci dunostrano chiarame nte che dobbramo l'estringere a nziché ellat·gare i confini di distinzione delle l5ingolc specie. Un'altr·o. ques tion e merito qui d'esser e 11 0ta ta cioè rfu ellu eh<! si r ifer i!'ICe aJ!a correlazione lro i ballerii e la ca usa morbosa. L'idea che i micror~a n ismi debban o ri~uardarsi qua li cause delle malaltio infellive fu già da tempo espressa e sostenuta. Però i risulloli delle prime scoperte su r( ue~la questione lùrono accolli con un certo l:'cclticis mo. Tanto pi(r incombevu l'obbligo di addurre, precisamente nei primi casi, la prova rhe es!'i micr orgonil:'mi erano la vera eausa delle malaUie. Si obietto va cl re la p r·e"enza poteva Pssere nccidcnlale e eire casualmente >'i trovassero insieme. microbi e processi morbosi e si ritenne cosa pol:fsibile che essi ave!>sero a s\ilupparsi da altri innocui batterii solto l'inlluenxa
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della malattia. Se però si riesce a provare c!Je in peimn luogo il para$SÌla lo si incontra costantemente in ogni gin~rolo caso di una dala malallia, in secondo luogo che q ue sto parassita non si r iscontra in alcun altro processo palologico e che finalmente esso può essere isolato, e puo generare la stes!;a for·ma morbflsa . saremo autorizza li ad ammettere non lrAlLarsi gia di una accidentalità di malattia ma ' riconoscer e invece d'aver a fal'e colle cause della malattia stessa. Questa prova l'abbiumo iocontraslabilmente ottenuta per una lunga serie di mol'hi. Si è trovato che non si possono mai dare in alcun caso puassili accidentali, cosiccbc Ol'a è giusto l'ammette r·e che se anche coi noslri sperimenti e ricerche non si riesce a r ealizzar e che le prime due condizioni delle tre sopr·a menzionate, ciò basta per provare pienamente la correlazione di esistenza tra iJ parassita ed il pr·ocesso morbo~o. Special mente il coler·a deve riguardarsi come una malattia essenr.ialmenle parassitaria e quantunque fino ad ol'a i bacilli colerici non abbiano resistito ad ogni attacco, tuttavia ni può sosle ne r·e che essi sieno la vera causa delle epidemie. Ora soltanlo noi siamo in grado di farci una idea del modo con c ui le malel'ie patogene esterne all'orp-anismo pel'vengono nel merlesimo; oro soltanto noi s iamo in posse!"sO dei mezzi onde decider e, in da li casi, se si debbano consider·ar·e le matet·ìe p~:~logene come veri parassil~ oppure abbiamo a fare con microl'ganis!lni che vivono anche fuot•i dell'organismo. Queste snno · le condizioni per le quali le norme profilatticho assumono un grandissimo e decisivo valore. MolLi fatti patologicj4che fino arl ora erano tnisteriosi d ivenlauo con ciò chiaramente compr·eosibìli; la difterite, la scar latLir:a che menano tania strage appartengono a questi falLi. Un interesse an·auo speciale presentano le toxalhumine. È bensì vero che su lultc queste cose non fu ancora detta l'ultima parola, rna c fuori d'ogni dubbio che le antiche dotlrine vanno sempr·e piu perdendo tes·reno. 11 materiale L'accollo dalla g iovane scienza St f. acctesciuto in modo meravi~lioso ed in tempo r•elativamente brevissimo. Come s i é gia detto, si danno naHerii che possono venire
CON GRESSI
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<lislruUi dalla luce f>olare, ma ciò che é inlerel"sante a conoscersi si é chf' anche Ja luce diffu"a agisce s u di ossi collo stesso effetto però un po· piu leulam,•nte. La dottr•ina eziologica 1lelle malattie infetlive ha posto in chiaro che i batler•ii penetrano nel uostro or ganismo solto forma di .polvere. L'indagin e bolleriologica, per quanto riguarda gli argo-menti fin o ad or·a toccati, Jra mantenuto quanto aveva promesso. Non cosi r•iguardo ad altre rrues tioni. Cosl in tefl\pi lutL'affHllO r ecenti il batteriolo:zo é t·iuscito a scopr ire fJUalche cosa sulla slrul~ura dei batteriJ, in quanto che ha potuto ricono:-~cer·e chiaramente in esso un nurleo distinguibile> dal circumambìenle proloplasmA. In altri punti e pr eci· samente do,•e non ce lo saremmo mAi ospdtalo, la balle· riologia ci ha negati finora i suoi r·espons-i. Cio va dello in Tiguar·do ad un intero gruppo ùi malattie come il vaiuolo, il morbillo ed alt ro. 1n questi morbi non siamo riusciti a scotn•ire a rt ua le schiaUn appartenga no i lor o enti patogoni. Anche riguar·do ai micr obi dell'in fluenza, della pe8LP bovina siamo ancor a all'oscuro, e ciò non perchi> i baltcr·iologi non abbiano lavorato Ht q u e~te malattie, ma percht> i nostr i metodi us ati d'indagme sono ancora insufficienti per pole1·~i adallare allo studio tli tutti i ratti. For>'e nelle malattie ora menzionate non ll•allas• di h!illerii, ma di materie pa logene organizzate da clessilìcar"i in g ruppo a parte P totalmente distinto da quello dei ballerii. Ciò è lanlo più pr·obabile in qnenlo che ora negli infer·mi di febbre malar•ica si son tro va ti organismi che appartengono ad altr e specie, a i pr otozoi ; e probabilmente non si polJ•à avanzare di piu su questa s trada fin cbè non s i riuscirà a sor prendere i protozoi nel loro modo di viver e, nel loro proces~o evoluth·o. Questo sludto diventera probabilmente un ramo collaterale della batteriologie. Alla fi ne del s uo dis corso il pr·of. Koch volle parlare degli appunti ••ivolli ella batteriologia, cbe cioè i risultati pra-tici della medesima sieno meschini e comballe questa a s -
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serzione. Gli ul teriori ft•ulti di questa scienza, prosegui egli, rendono possibile una diagnosi delle malattie più sicurn e piu esalta. Ve t·ame ote questo è un vantaggio ìndirello, ma non mancano i diretti bencf1ci scaturiti dalla nuova scienza: specialmente la pt·ofilassi che dev'essere i1 più iloportanLe obiettivo da raggiungere per certe malattie infe ttive r iceve.tte dalla buLteriologia un no~evole impulso. Si conosce dalle esperienze sugli animali cbe non poche soslanze sono capaci, anche a dosi mi11ime, Ji 00mbaLtere lo sviluppo dei bacilli. Basta impedire la nvtr izione dei para~;: si li per r enderli innocui. Egli nei suoi sperimenti trovo c!Je lllla g rande quanlilà di so>'tanze come olii eterei, sali di mercurio, d"oro e d'argento sotto for ma di vapore. ma specialmente il ciaDUl'O d"or o in l~nuiss i ma soluzione può anestare lo s viluppo del bacillo tuber colare. La ca~ia che è tanto suscellibile a contra rre la. ~uberco Josi, traUala con que!Je sostanze acquista J'jmmunit.a per lamalaLlia, non solo, ma anche se la malattia é in iziata oli avanzata questa si arre:~la nel s uo sviluppo. Questo fatto deve incoraggiare gli sperimentatori a fare tentativi ttnaloghi anche per nltre malallie contagiose. Se noi riusci remo a do minare questo formidabile nemico nell'uomo ci sara elischiuso u~ nuovo ca mpo di. attivita in cui gli scienziati di• tutte le nazion1 concorreranno in una nobile gara di laYoro. tutto a beneficio del genere u mano. Se;;io ne chiru-r[Jica. L'cr~epsi nellct clinica di Bergm.anrt. L unedi 4 agosto• alle ore 3 1/, lu sala clinica del prof. Bergmann era s tipata da una fo lla d'in vitali della sessione chiru rgica. Ognuno di ess1 t·icevetle stampato nella p1•opr ia lingua una descrizione del metodo di medic11zione in uso in quella clioicu. Giù da due anni nella clinica chirurgica del prof. Ber gmann il pr ocesso asettico si -pra tica esclusivamente in sostituzione all'aulico metodo anlise l~i co nelle varie opera zieni e metlicazioni.
CO~GRESSI
Il processo o b~:~sato sull'esperienza che l'infezione delle .ferite per mezzo dell'aria atmosferica non avviene che in rar issimi casi. La polvere che vien deposit-ala dall"aria atmosferica e che contiene germi patogeni viene io conlalto con ferite aperte solo per poco tempo, perciò ordinariamente non l"iesce dannosa. Inoltre si può proteggere la s uperficie della ferita dalla polvere a lmosferic.a tenendola cope1·la con compresse per lutto .il tempo che l'operazione lo permelte. Per ottenere che la sala d'operazione contenga meno polveJ•e che sia possibile, essa dove aver pareti perfettamente liscie e che possano essere pulite colla massima facilità. La clinica chirurgica ùi Berlino non presenta queste condizioni poichè essa fu coslrutta quando non si conosceva ancora l'importanza della polvere nlmosferica nella et.iologia dei pt·ocessi infettivi delle ferite. l i pavimento della camera però si tiene continuamente umido per impedire elle i germi pa'tog-eni depos itativi s i sollevino nell'atmosfera, poiché é provato che le superficie umide non tramAndano mai microbi. Si jevono usare tutte !e possibili cure percM non avveòga una infezione di contatto nelle ferite. A tale scopo devono essere alluate nella clinica misure che ora qui andremo numerando: ·t• La pelle del paziente, prima dell'operazione, tanto nei luoghi che dev0no essere toccati dagli strumenti come nei punti circostanti al c•ampo operatorio si pulisce nel seguente r~odo:
La pelle é iosaponata e rasa e quindi si lava completamente con acqua sterilizzata e sapone liquido alla soda e glicerina. Poi si asciuga e s i friziona bene con un pannolino s terilizzato. Il pror. Bergmann assegna molta importanza a ciò che queste frizioni si racciano con forza e precisione poiché in grazia di quel meccanico sfregamenlo gli str·ati più superfic iali della epidermide yeo gono in modo più completo allontanali. Appunto sopra fJU68t i strali epidermici ed entro ,j medesimi s'annidano le immondizie Je quali contengono i ·microbi palogeni.
CONGRESSI
In seguito s i lava la pelle prima con alcool aù 80', e da ultimo con soluzione di sublimato al 1,! p. 1000. 2• Nello stesso modo si deve p rocedere nella rlisinfe• zione delle mani dell'operatore e deg li assis tenti. Per la la· valura e pulitura delle mani servono le spazzole, le qualiSClno conser vate in una soluzione di s ublimato al 1/,_ p. 1000. E giù p1•ovato dalle ricerche battel'iologiche che alle spazzole lasciate li bere sui tavoli s 'attaccano ballerii in g1·ande quantità, perciò devono r estar e immerse nella suddetta s0luzione. 3' Prima di ogni opel'&:t.ione il pùzienle da opet•a r si si· melle sopra un lenzuolo asciutto e preceden temente sterilizzato e si copri: con panni egualmente sterilizzati non mantenendo scopet•ta che la r egione da operars i. 4' Gli sti·urnenli prima di essere adop~rati sono falli' bollire per cinque minuti con ;.ma soluzione di soda all"uno per cento in una caldaia appositamente p r eparata e teuuta:nella s tessa sala d'operazioni. Dopo la bollitu1·a essi res tano in quella soluzione fino al momento di adoperarli e si estraggono dal liquido di mano in mano che si devono porgere a ll'operatore; se durante l'operazio ne si lm·dano bas to immergerli nuovamente nella soluzione alcalina e tenerli alcuni secondi per averli nuovamente sterilizzati. In questo modo s i riesce non solo o sterilizzal'e gli s trumenti ma anche a conservarli taglienti e proteggel'li ùalla t·uglline. 5• Oul'anle l"operazionc si provvede ad una accuratissima cmostasia. A tale scopo non si ado perano le spugne, ma ·pezzi di garza che poco prima furono slerilitzati. Questi non devono esset·e imbevuti d'alcun liquido antisettico, ma si applicano e si premono s ulla fe!'ita allo stato a sciutto, 11uindi s i gettano via. Tutti i vasi sono afferrati colle pinz e a torsione c col!e· pinze di Peau o legati con fil i di catgut. Una fel'ita qualsia s i uon deve essere ch iusa con s utura se prima non si ved e la sua superficie dovu uque asciuLLa esenza una goccia di sangue.
CO ~G RESSf
r fil i di catguL presi dal commer cio sono preparati in modo da a vviluppaesi in un semplice strato sopr a una sottile piastri na di vetro e qu indi immersi in una soluzione alcoolica di sublimalo al 5 p. 100. La soluzione da principio deve essere r innovata più vol te f:lnchl: la si vede rimanere limpida, a llora si mantengono in essa a permnuenza i fili colla pias l'r inà f.n o qu~si a l momento di adopeearli. Poco prima di adoperat•li s i imrncrgot iO in un'altra soluz ione alcoolica di sublimato all'l p. 100. s• La seta destinaLa alla sulnra della ferita non è g ià sterili<:zala eon li<ruidi . antisettici, ma col vapol'e acqueo nel modo che ot·a cliretno. 7• L ~1 condizione essenziale pet' operare a_utisetticamenle è. quella di s Leeilizzaro tu lli gli oggetti coi quali l'opet•atoee, gli assistenti ed il paziente ven gono a contallo. A tale scopo gli asciugamani delle sa le, le lenzuola del paziente, le vesti eli lino per g li operr.tori ed assistenti poco prima dell'operazione soHo collocali nell'apparato s le rilizzaLot·e di R ietsci1el ed H enneberg. l n quell'apparato la stf:rilìzzazione hn lltogo per mezzo della coreente di vapo!'e acqueo secondo i precelli clj Rohert Koclt. Tale appara.lo è esposto r1el pad iglione vicino alla sala delle operaz ioni e i visi ta to ri potranno prende!' conoscenza del modo con cu i ill quell'uppa r·a to avvie ne la sterilizzazione. Un ter mometro e lettrico pi<ml.ato in mezzo agli oggetti che stanno nell'apparato, in dica il momen lo in cui · i vapori acquei, che attraversano l'apparecchio con gra nde rapidilà, raggiun gono la temperatur·a di 100•. Da quel momento in poi gli oggelli r imangono a ncot·a pet· mezz'ora nell'appar-e~cbio, tempo sufficiente p.!r~he tutti i microrganismi che essi con tengano vengano distntlli . Allora quel mateJ•ia le è completamen Le s tet•il izzato. s• In modo aflallo .identico si s teril izza in que ll'appar ecchio Lutto il mater iale da me.ùicazione. Questo mateeiale preso dal commercio viene tagliato in pezzi nella forma e dimensioni che si conw\ngono a ll'operazione ed apparecchio da eseguir·sì , e quind i l'inchius o in sacchi di lela si colloca
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co~r.nF.ssl
nell'appRraLo sterilizzalore. EgualmerHe si pratica per l'ovatta e pet· le fascia cbe vanno unite agli allri oggelli da Jne(licazione. Tntle ryuesLe matorie ed oggetti r•imangono nei sacchi t'inc hius i nell'apparaLo slerelizzat.or·e fino al momento di a doperarli ; quando occot-re usal'li si fls lr·ag-gono dai sacchi, 'luindi si collocano s ul tavolo d'ope ra ~ione e si copr ono con un panno s terilizza to. L" infermiera a cui è affidato questo malPriale prima di Locc11re i ~a cchi si dii:infellA le mani nel modo SOI11'8descrillo. Se si deve operat•e r-er pt•ocessi suppuralivi in alli vi lè o per malattie articola ri ed ossee di natura tubercolare ti proce~so asellico ul:ato nella clinica non cambia m .. nomamente. Si rwaLica ciol- la !'i lessa pulitura e disinPez.ione della parte da operars i; soltanto che la fer·ita non ''ie ne chiu~ immettialamenle do po l'operazione, ma lamponata completamente c.orr gar za al iodofot·mio: il tampone s i l~lscia nella ferita da uno a due gim·ni, trascor so il qual tem po il lampone s i estrae ~ si chiude la ferita con suLura. Le ferile, b~nchè ~mponale per due giorni, guariscono Lulle per prima intenzione. 1.1 pro f. Bergmann non fa mollo uso del drenaggio; lo up~ plica per eì't. nel cavo ascellat•e, nella operazione del carcinoma della mammella con interessamento delle ghiandole o del tessuto e:otto!lscellari, ma non 11 e riconosce l'assoluta necessità , e per o Lie nere il deflusso di materiali, bas ta lasciare un po' di spazio aperto tra due punLi di s utura Chiusa lA fe r·ita, applica la medicazioue il cui materiale è costitui lo da ovatta o garza come s i é già deLlo E~li copre la ferila con questo materiale in tutte le direzioni . Quando, in segtùto ad esportazione di tumori o d i tessuti degener ali , r esla sotto la pelle una cavità, come per es. a ll'ascella, egli lta g ran cut•a pe1•chè g li eslet•ni legumenti vengano spinli e compr·essi contro la cavil8 ncciò le pareti de11a medesima possano più racilmenle aderire. Il prof. Bet·gmann modifica il suo processo solamente in Lre casi, vale a dire: t• Quando pratica l'operazione sollra tessuti tuber colosi;
CONCRI!:SS[
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2• Se de•e operare su parli in preda a proce«<~i flemmarosi, suppurai i, oppure gangrenati; 3' Nelle operazioni della bocca, dell'tntestino retto e dell'uretra. In tutti questi casi fa la prima medicazione al iodoformio e pratica poi la sutur a secondaria.
RlVISTA BIBLIOGRAFICA - - ---:= -· - - -
Dte innere Einrlohtung etnea transportablen Lazareths, als Bertoht iiber einen von Ihrer Majestiit der HoohseUgen Kaiserln nnd Konlgin Augusta huldvollst herbelgefiihrten lllld 1m Junt 1889 zu Berltn, obgehalte-
nen Wettbewerb bearbeilet von d.• WeRNER e ScHiiTTE. Bel'lin 1890. Di questo bel lavoro, reòallo colla esaLLezza e chiarezza che gia in altri precedenti lavori avevano ottenuta, daremo piu lardi un largo sunto; per ora abbiamo voluto solo non ritardarne l'annunzio. B. Beport on a Miulon to Paria in octoher 1889, ecc., del chirur go generale sir. F. LoNGMORC:, professore aJla Muola
di NetUy. L'egregio autore, della cui personale amicizia ci sentiamo veramente grati, fu inviato in gove1·nativa missione al Congresso-chir urgico e con abile penna ne dlà un succoso cenno, non che di quanto ha in ,fJuella occasione osservato dì atti nente ai medici mil itari ordinomenLi della Francia. B. Sulla utilità pratica delle disinfezioni degli ambienti nel tetano enzootioo, pel dott. LF.ONAROO VALENTINI. È una vera dimostrazione della tesi.. ... Con risultato completo fu usata una so lu~ione propos ta dal prof. Canalis (bicloruro di mercurio 5, acido cloridrico '10, acqua 1000), per larghe abluzionj e lavalurc.
Ili VISTA lllBLIOGI\AFICA
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Un ouo d'inquinamento dl una conduttura di acqua potabtle. - Ingegnere R. BENTJVJ:':GNA e dott. A. Scr..Avo. È un fallo degno di particolare attenzione. A C0rueto Tarquinia l'acqua polab1le Ll'ndoltavi con tubi in ferro era diven· lata cattiva, amarognola, pult•ida, imbevibile. Le indagini accurate f>.~lle dagli auloc·i rieFc·irono u determinare essere l'inquinamento dovuto alla Crenozh1 i c f{ull1ltana, specit> che appunto più l'requt>nle si :w!luppa udle condutture d'acqua in fe1·ro. e le cui zooglef' (Tescono talvolta talmente da formare una massa spe!:'sa d1 compatta muciJJagiue da ar•·es tarne il corso dell'ocqua. Non é perl'1 per .~c stessa Jannosa aiJa >-alule. B.
Vade-meoum per la oura delle malattie ooulal'l. Con alcune pnbhlicazioni di gia un po' lontana dala, •' col suo Fade-mecum per la ertra delle malattie Ol'ttlm'i, il bravo rollega eJ acnieo dott. Guulo Pedrazzoli, ocuhsla a Verona, <·i ha inviato la mernoricLlti sul suo nuoYo Perimetro che il Landoll ha lodato e che ha il VOJ'O vauloggio di sostituire una superficie comca aJla -.rerita. C1 ha iuoltre mviala una pubblicazione sul suo appal'<-cchio schema~ico pe1· la dimostrazione della ref•·azione s tatica. Lo a,·evan1o già visto e nella sua semp!icilh trovato ammire\'ole, olia scuola d'applira zione •li sanilù militare che ne pos~icde un bell'esemplare esegu1lo solto la cortes e dìreziont' dell'autore. L'aulor·e ha pure 1ffirnilg111ato un analogo apparecchio per la dimoslt·azione dei fenomeni rifrallh·i .lina111ici; ma lo accenna solo, non lo descr1vc. B. Coulderazionl storloo-critiohe sul vaiuolo e vaoolno - Prof. c·av. VERARDINI FERDINAN DO. - Nono rappor to genet·ale sulle vaccinazioni e t·ivaccinazioni, eseguile ne>lle provincie tieii'Emilia, Marche ed umbria. 11 zelanti' conservatore del vacrinn dà in questi Ja,·or•i una idea dell'opera efficnce e dello studio amoro!:o che lo anima pella utilis!'IJJna sua ::;pecia liw. H.
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Attl'&verao l 'Aroipel&go ~lalese . - Dalle nole di un viag-gw di circumnavigazione sulla R .• corvella Ca racci()lo, del doLL. Fruppo Ruo. E un Ja,·oro chP sarà lello con piacet·e e darit al leltot•.. nuove ed utili col'(n•zionJ. È re.iatlo co11 cura ed assai bene. R
Del fu.n ghi velenosi. - Conferenza popolat't' del clolliii'P con1m. Gtn;r::Pl'h S\Pou:-.'1. In utile è spendere purole di encomio pt:t' il lavoro dell'egregio collega ..... ~~ dettalo con piPna cognizione dell'tll'· gomenlo, con facJIP o pratica purola, cost da Pssere non solo un'utile conferenza popolare, ma anche •rualche co<>u dì più. B.
Della. Ski&skopla. e sua. pra.tloa. applicazione, pel pi'Oftls· sore IG:>~ AzJo Neu:-;ctJUt.ER. É un b reve. esluc:ivamente pratico, riassunto degli sct•tllt ben noti sull'argomento: non è, e sarebhe stalo nccel"sario a rendet•lo più compiuto, corr·edaLo da figu r·e dimo8LJ·utive. È per•ò utile a diffondere la cognizione tlel meto,lo, che 110n solo può valerd nella comune pratica oculistica, ma anche nella rn~liieo-legale militare. B.
L& Bulllca.ta. e le sue condizioni lgieolohe, con una carla nosologrca rigua1·rlante specialmente la distribuzione della malal'ia. pel òoll. GJOVAN:-11 PtCA, me lico nella milizia lerrìloriale.
E uo bello e compiuto lavoro che tlttesla dell'slliludine l'd a m Me del collega ad O"ServarP e nota l'C. B.
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lul raddoppiamento del .. oondo tono nelle arterie del oollo (galoppo oarotldeo), pel prof. ERCOLI> GALVAGN J, di Moùena. Epatite lnteuttzlale da peritonlte oronloa, pel dott. G. BA I<~I.
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lull' anchilostoma duodenale dell'uomo nella. provlnola di P isa. Anohilostomlasi nel dintorni di Pisa e dell'uso del tlmolo, pel dott. PR OSPERO So:-~sJNO. Un oaa d 'odontalgle dépenda.nt d 'insufflsance dea droitt extérnes, pel pr of. IGNAZIO NEUSCH ULI!J\. Contribuzione allo studio della funzione del talamo ottico, pel dott. pt·o f. C AJO PevnANJ. Limltl della. cura. del latte, ecc. Anemia grave da. ema.tu.r ia renale conseoutlva. a trauma, pel dott. Luc1 ToBAJ.oo.
l l l li ·Contributlon au trattement de la solérose aurloulaire, pel dott. L OE\\' f.:-IBERG (Parigi). Caso d.l eoohinocoooo UDUoculare del f'egato , pel profèssore ÙRSl FRANCESCO. Sulla poliorromentte acutJss.lma maligna (malatt.la del Conoato), pel dott. ERCù L E GALVAGNl (Napoli).
Di tutte ques te pubblicazioni dobbiamo !imitarci per diversi moLiYi al semplice annunzio. e perché specialmente troppo brevi e succose per poter essere menomamente riassunte. Sarò. però util e il loro annunzio potendo essere con vantaggio B. dai rolleghi consulta te. Profilassi della pellagra, pel doLl. ARTU RO CARR AROLI. Fi1'eoze 1800. ~~ una lesi di laurea, dichiarala dalla Commissione esaminl:l · tt·1ce degna di s tampa ..... E lo e di cet·to per nobili entusiasmi che animano l'autore, piuttosto che pel suo valore medico, pt'Opriamente detto. Tracciata la storia natur·ale del mais, delle sue malattie degli effebli loro sull'umana salutP, a sommi (e forse troppo moderni) tratti, fa la storia della pellagra, considerandola etiologicatLenLe, sintomatolcgicamen te>, pella anatomia patologi<'.a e pure. con somma brevil.S, pella cm•a. Entra quindi nell'argomento oggettivo della s ua lesi: ma fin dai primi passi, anzi fino alla fine dà di cozzo colle questioni s ociali: p1•otezionismo ag1·icolo, tassa sul sale. doveri dello Stato. (II'Ovincie, comuni.. ... E dimentica che sono questioni di denaro: le più acute e difrìcili. Tra i pro,·vedimenti di igienica specialita accenna alla utilizzazione ùel sangue della macellazione, ma per aver sangue abbisogna lar go uso della carne! Così dicas i delle cucine economiche ..... E fonda i suoi calcoli sul concorso di 100 fa · lllig-lie: Addombra l'ardua questione ùella colli vazione del
BIBUOCRAFICA
111 9
riso; de)la suddivis ione delle terre; dell'aumen to della m ercede; delle case co!onic ho; ecc., ecc. Traccia cosi l'età dell'oro pel contadino, e della scom parsa della pellagra ..... Ma lutto ciò non é, nel senso med1co, la pr ofila ssi Jella pellag•·a non è nienl'allro che la profilassi sociale dello. miser ia , della stessa poveetà. B.
l oolorl dt aniUna come anttaetUot - Dott. STILLI~G, professore uii 'Univers ilil di Strasburgo. - Trad uzione del dottore G. PeoR Azzot.l, con conside razioni. Le prove, per •1uanto scarse ancor a, sarebber o sommamente favo revoli, e non solo nelle applicazioni oculisliche. ma !)enanco in diversE casi chirurg ici. Pare che s i sia sullo via d'una trovata ve•·ameule di pr atica utilità. B.
1·1:20
NECROLOGI A
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M. Vtotor Rozter. È morto a Parigi, il 3 luglio cor rente, il sig. Vittorio Ro zier ammini~tralOI'e del Bulletìn tlu Se-roiee de Santé militair e, fo ndatore della Reoue des médecins des Armées, fondatore e collaboratore di parecchi altri giornali scientifici, letterari e mmtari. Pei snoi numerosi ed importanti lavori il Roziec era stalo nominato cavaliere llella Legione d'Onore, aveva ottenuto iJ J:tt'ado di Ufficiale dell'Istruzione Pubblica , come pure per 1::; diffusione di tullo ciò che !i!i riferisce al set•vizio sanitario militare si era reso veramente benemerito della classe medica-militare.
11 D irettQ:re
Dott. FELICB B AROFFlO generale medico. il Collaboratore perla R.• Marina
l1 Redattore
GIOVANNI PETELLA
CL AUDIO SFORZA
Medico di t• claue
Capitano medico.
NUTI!'II FEDER ICO, Gerente.
ERRATA-CORRIGE. Pag. 690, linea li", invece dì: di mollo super ior e, leggasi: eli mollo inferiore.
MEMORIE
ORIGINALI
L'EPIDEliiA D'INFLUENZi 2° DIPARTLMENT O MARITTIMO
ALESSANDRO PASQUALE • UzKO u1 :la a . .u . .n
JIU.,. a
•A&ll.A
Quantunq11e di grande importanza fosse stato il detet·minare precisamente quale punto di partenza ahhia qui i\Vuto l'epidemia d'inlluenza, per vari& rugioni lto dovuto rinunziare ad una tale indagine. Fra esse vanno soprall.utto notate: la dìfticoll:"l di pote r o~,:,e re sicuri snl primo caso cl"intluenzn , i contin ni e svariati rapporti. in cui i m ilitt~ri di marina, pet· In loro straordinaria mobiliti1, s;j trovano col mnr-e da una parte e dall'altra con la cittit, la quale a sua volla è esposta per numerose vie, non sempre rintract.~ìohili , n rtualsiasi invasione epidemica . .. Limo perciò . che non ;;i possa accettare senza riscntt quello che ùa altri si è voluto determinatamen te all'ermare ciJ•cn il come ed il quando l'epitlemia sia lJUÌ comparsa. SllrelJIJe occorso, pct· un gi udi:t.io esalto, uu giusto critel"io su ciò. aver disposLO, prima dell'in,·asione, tutto nn piano scienLHieamente rigoroso; adibire cioè Lntto un paese come per un esperimento, costiluirlo iu uuo stato d'iso lamento assoluto, 71
11 2.2
inlrodurvi a disegno un o u più inclivid ui accortatarnente tnfe tti, e. quando. dopo ciò la malallia ::i ro~"e sviluppata. ; ltora solo si m rebhe avulu ragione òi r·itenere. clw il tal t• u tal'allrn Ye l'a\ esse porta la. Mfl non hasla: - so si rosse \'olulo lll'Oprio :-lnh il i t'(• l'ile egli l'.tbuia conl.t(!ialit. nello :mello st•n..;o in cui o;:!.!i cleH: iutendersi la paroìa rrmfatji(l, sarelthc :\IaLO net·es~ario. che quellalc indi\ iduo, prima d'es:-ere inlrutlnllo iu cill.J, ave:.'e sTUesso i suo i abiti e, con l~t1 g n i disio l'uttauti. allonturtalo rlall'esterno della sua per-.ona qualsia~t ;;cnnt' 111orhigcno . .\ppena ciò potrebbentluarsi su di una nave in .dio rnare. eppure qnanti dultùi non :.orgerehhern in ~eguilo 1 Ognuno tl'rindi (ìuò di leggicl'i giudi,·are quanto sia dillicile il realizzarsi di IJHeste condizioni m un sito qualtutque del r.onl in ente: mentre d'altra parte, t·.o~i crnne sta11nu le cose, non 'i polrt>lthe mai awrt• la certezz.t, che una t·illù di t~in·.r mezzo milione di abitarrti. t·on tulle lt~ \'ie aperte al commert.:io. :-ia rimn~ta lino allurr ùalu giornn c::;cule dalla malullia. E per l't'l'I l iO. spe~so. lo tliruno arJehe lu Striimpoll (1) e I'Ha,ent (':1) 111 rerenti ,,.,,.errazioni. non ''l\ c!Je il $Oio t•araLLere epidemico. il tJUilll• pm>sa dare fondamento alla tliaJ.!nosi d'inlluenza. onde i prrmi ~·a.->i dehhono necessariamente sfuggire. sopralluLLo in una :ìtngionc, in eu i t anw l'req ucnl i sono le alfet.ioni catarrali f~hlrrili delle prim<· \'ie respirnlorie . Cio prerne~so. io qui uri liruiterù ~emplicE!meule a r(JihlilLare falli: la tlij(u.\Ùmt· e il dt•rntMI d te l'epidemia ha"' nlo fra i miliL:ni di marina. la ·ltr/tttl'a del morbo. lit sintomnlulogia, !e {im11e rlinic/11• che ha rivestilo. le 1'111'1' e le mi.,· t~n• igieniche sperimentate. trallenendumi in ultimo prinrip:ilmenLe sullb ricerrlte falle rirca la sua rtioloyw.
~El. t'' IIII'Ail1'111E\10 YARITI"I\fO
I J2:J
*"'* Dif(n.~iow• t' rlcm1·so. ~ \ erso In meli• di decembre ultimo
scorso l'ioOuenza. che ùa ~losca e l' ielroburf!o aveva invasa quasi tulla l'Europa, f:J.cevn capolino io Italia. Tra il ·16 e il l'i già alt.:uni ca::;i si cono;;rl',-:tno a Roma e nei dintorni di Pincenza, il l~ CI'Ona, rerso il Hl e il tO a .'pezia. a Firenze ed a Pale1·mo. .\. Napoli nessun caso era ancora ufficialmente conosciuto. È da ritenersi però come molto probabi le. che il mol'l10 gii1 serpeggiasse in quakhe contrada della cilli1, poichè casi isolati. e quindi 11on uccertahili, nt• perciò dichiarati , fin dai primi ùel mese eran o a conoscenza di parecchi medici nel loro esercizio p•'ivato. Ed in Yero. fin dal l O al lR decembre anche nella Ca.)en11a di marina, che contava allor11 u11a forzn di circa 1000 uomini. :-i ebhe a notare un insolito aumento di febbricitanti per catani delle prime v1o re~pirntorio, senza elle alcuna delle comuni cause ret1matizzanti fo,;se intervenuta a spiegare il fatto. Il mallino del l n vi ru un brusco aumento di qtLesti fehht·icitanli. Ne furono riconosciuti l Gsu circa :30, cb e si pl·esenlarono alla visi ta medica. Di rpLest i, :1 appartenevano ad un gruppo di ~:j allie\ Ì fuochisti. giun ti la sera innanzi per fetTrtvia da Spezia ed alloggiali in caserma. gli nllt·i provenivano da quei mat·inari, che già da parecchio si trovavano acca. ermati. Buona parte di quesl' in fe rmi accusavano per soli sintomi la fehhre. bruscamente esordita ed accompagnata da intensa cefalea fr·ontale. spes~o da dolori lomliàl'Ì e periarticolnri, ed in alcuni casi si ri~co ntrava anche angina catarr·a.le. catano
a.,
7
112~
t 'EPJOE.\IU i l\fLUE\Z.!.
laringu- tracheale. in qualcuno leggiero catarro dei grosst bronchi. Il ca lano epiùemico fu allora dil'.ldarato; solo nlcuHi di questi infermi tro' aro no po5to oeli 'infermeria di C<l,.erma. la maggior pari r ful'o!lo ri~overat i nel !lt·g i11 (hJ}('(la [,. Di1u1 l'l i'""ntalf'. Il giorno dopo. doè il :?0, ginngeya in porto il rogio inct·ociatore JJrm::aml111/lrl. pro,•enienle da Spezia. con alcuni ammalali d'inlluenzn. n bordo, che nun lurono sbarcai i. \·er~o il 23 de.·e111hre fml'ecjuipag).!iu della regia na\'e ammiraglia redl'fla st pre:-entarono ca~i anai<Jghi e. primi fra •Juesli. alcummarin.u·i appar tenenti alla regia oa\e Ettta, pas~ata lo ~ l esso giorn o 20 in rise n a di ;!• categoria. i quali per duE' ;.rioroi ùi seguito :m~\'ano pernollnlO in Ca;;erma. S tu~cess ivnmonlo alll'i cn:::i si mnnifeslai'Ono e fra i mul'inari del Crtr110 R. E1JttiJ1119!fi e :-ulle lli'IJÙ• .Yari in t•i,.erm an('.orate nel potto. le 'luali a,·e,·nno una for:t.a comples:>iva di circa H.3 uo1umi; ma l'epidemia nun as:.-un,.e noteroiJ prcr porzioni. ~olo la l erlma n'ebho circa i-O cn:;i. e poi se ne prel-Clllarooo alla spicciolata $UII a riwu·io EmrttLI~I'lt•. sull' lZtna, sull'Aurona . !'UIIa l rllflr l' i.\ani. :>ullo .'\nlla e ~ul Tri1toli. E note' ole i l fallo, d te non :-i eul tOJ'O c'asi . . nIle nu ri armale ChiorJIJÌtl, r.arirtlialw, t'bterna Paya11a, ,ulla Layuna. e sulle due toqwlin iet·o 108 Se i 2 S. ove In forza cumplessha amnwntava a 163 uomini . .\i primi lli gennaio, mentre i duo IPrzi della 1·iltit erano pre:-i dall' mlluenza. cJUO~lace:;sa' a completamente in Ca.~erma, 'l uantunque. per ell'etto della nuo\-a le' a.la forza ro~;;e asce,a .1 1.100 uomini. Fra gli operai ltorghesi ùel Jl,.,,;o Arwwtfl!. posto, conte ,.j .;n. rra il porto militare da un.n parto c In caserma dall' .tllra.
JJ,:.):j
ne:;sun caso si era a\'Ulo in questo bre\'e periodo; rer5o Il term ine ùi esso incomin··iaruno a comp:u·i re, c fin quasi alla meli• 1li gennaio ~e ne rontarono c irt ~ a 20 n ·:n al giorno. che furono 'fuasi lulli in\ 'a ti a curar:'i nelle proprie case. 1n :'f.'guito questa media diminuì rnpiàamenlc, di !llli,-a che çer"n la fine del me;;e non ,.t et.l•ero ptù Dtlo>i ca=-i. In Ospedali' lino al l Odicembre, epoca in cui ri furono ricevuti i pr·imi am malali, l'influenza non :-i era ancora man tfeslata 111\ fra il per~onn l e di .;ervizio, nè fra~l'in l'ermi di alit O mnlaltie; appena olln :,:iorni dopo :.e n'ehlte a eo u:.lal:~re un pr·imo t·a::o io per;;ona d'un infermiere. e hen pre!'to parecdt i altri ne furono pre:- i. t! et 'tua li ~o lo l Orictm•,.et u cure in o:.pedale. Fra i medici ::~ pp ena qualcuno ne fu ri~parmiato. Fra ~li altri infermi nun pre:.e alcuna nt,teYole tlill'u.sione. In tutto. l'ra la Ctt M'I'IIIll, le /leyi.• .\'llt'Ì e I'O.~Jiedak i cn~i d'influenza fu rono c u·ca '?00, una propor.dune mollo tenue. ~e si calcola che la nwdi•• dt>lla forza. nun tenendo conto ùei nuovi iscritti. era d i 16o:; uomio1. Pn.: n pi11 della meta degli uuaccati furouo curn l i nell'inl'ermeria di C'Nnnned in quella della l't'!JÌa 1Wt' •' l"l'llt'lla ; gli altri furono tnlt i rirovef'f\t i nell' o.~pl'd alt• ') .
Natii l'n dt•l morf,o. - ~J uantun•rue n··· •tue,ti, oè i dati el i altr·eeprecedentiepidl'mie rorni:;ranoargourenli certi a ra,ure dell 'esi:;leuzn di un ril'lt8 rome oyt•ns 11111/'IJi. pure. 11 JI?'Ìuri, si i! ohhl i~rali a1t ::uumetterlo. e rilenere •1uesta rnalallia come Ìllfi•llit·fl, imperocrhi· ;;olo co~ì l· po.-:.ihile ~piegare il ~uu ::.\ol~er:.i e progredire. ') \.!IIColl rlati lllì 'OOt •1:111 ~eulllmt•DtU forniti riai >tf;lll•rt mroici rli l' dni·~ Coi.ETT I, \ t.nata e Cu•ol.r.uN•;.
•
2
t'EPIDEMIA D 1\TJ:ILUE:'{ZA
Non si può dire, anzi dev'essere escluso, che la malallia sia stata portata io Di'J.tartimenlo dai 25 all ievi fuochisti, giunti la sera del 18 da Spezia, o dall'equipaggio del Jl!onzaml1ano. arrivato in pot·Lo due gio1·ni dopo. sia per Je ra~ioni esposte in principio, sia pel'Ch'" gii1 precedentemente si erano avu1i in caserma pnrecchi cnsi dnl1bi. ni• d'altra parte può alTermarsi, che la cillil uno a ljllell'epoca ne fosse rimasta immune. È pel'ò fuori dubhio, elle i vasi hen dichiarati d' influenza dopo di allora numentarono notevolmente, che in 08Jll'llalf'. dove la malattia non si et·a peranco manifestata, essa si dill'use, 1 fra il personale di servizio e in parte anche fra gl'infermi di altre malattie, alcuni giomi dopo elle vi furono ricoverali i pri mi casi provenienti dalla Ca.~·en1w, o meglio 'quanclo eR:<a :;i era gii1. notevolmente propagata in ci ttà. Questo progredire a tappe, messo in rapporto con la gran uwl·cio., ell e Il a segui ta l'epidem ia da Pi etrobutgo e Mosca in tulle le altre pal'li del mondo, diJl'usione di luogo in luogo ell e si c notata in tutte le allre pandemie d'influenza, cosliLHÌ:5Ce uno dei caralle1·i piit salienti a favo re deU'esistenza di un t i/'11.~ e delln sun tras7Jo·rlaln'lità. TI modo e la rapiditit di dilfnsione dell 'epidemia, la tluale in brevissimo tempo r olpisce tanto i cenLri popolosi r he i luoghi isolati e perlino nari in alto ma•re, senza che si putes.-,e provare un rapporto delle stesse col continente. e il fall o rnollo interessante. spesso citato da llirsch (3) nella su:t Patologia .y(orico-geoyrafim. della comparsa cioi• dell' inlluenza in certe regioni. dopo l'univo di navi straniere, seuzn che essa si fosse manifestata fra gli eq11ipaggi, provano indiscntibilmente, che il dms dell'influema appartiene alla specie dei vi?·tts volatili, e che quindi ::~nelle l'aria può esserne un Yeicolo di cliffusione. cosi cotne gli o[/getti e le pr?'WJII,e , cu i resteJ·eJilìe estei·n amenle allaccato.
'\El. t" llll' UlTOIR.\IO )IAIU1 TI IlO
1 1~7
Pet· altro, sebbene non ~i ahhjano argomenti cosi H\liùi in appoggio della rrmtayiosilt(. neanche 'e ne sono per el\cludol'la. u questa qtteslione, rlihalluta ad ogui ricorrenza epidemica, neanche og~i può tlir:'i l'uJtima parola. J.'ondanllo~ì ~oi fatti rilati dal miumlet·(~). Barth (:)), Boucltat·d {6). Dinami (1) ed altri, the si pre:-.tt'rt>hheru del resto anrlte 11rl una cli'\er.;a interpretazione. e rJuindi l'Oil lungi dall'avere un Yalore :K'\olulo. si dovre!Jitc ammettere una propngnziono della infezione anche per cunW!Jill. c si rnvvicinl'rehhe cusì l' inflnenza nIle malnllia mia.YIIIIIfÌf•t;-cuutuylrtse, come il colera, il tifo-addominale. la ùisl'enteria, la feltltrc gtalln c la pest~ lmbhonira . Un l'ollu recente, cel'lo di mollo i ulercssn, pOS!-;0 onclte io
riportare, dul qua l <~ i co,tta_qionigti potJ·ehbeJ·o Lrar•r e g-t·ua par·Li to. Debbo l~ notizie al mio carissimo amico, il dottor EugPnio Cur cio, medico dr t• cla~se a bordo del t'e{otio incrociatore Pie· mcmte. Quest.a regia nave tr·ovavasi da cir<·a ~U p:ior·ni ormeggiat.a nel porlo miliLar·e di Napoli. La sera ùul 22 dicembre salpò direllamcnte per Messina. L 'equipaggio in pet•ff'l.lo salute, nel'lsun arnmaloto u bordo da cit•ca un mes1~. La sora del 23, giorno dell';u·rivo a Me~sina,arnmalaronoimprovvi<>amenleed a breve distanza :l individui d' inOut>nza, il 24 alh·t 3 c successi,·amenle in giot•ni <!OIISCcutivi 5, 7, \ 8, 9, H. 1;;, JO, 8, 5, :J, 2, l, O, O, O, l , l. in Lutto Ol! indi vidni, ch·ca i lrc olla,•i ùr·lla
forzo. Seguen,Jo attentamente i suoi ammalali, il duLlor Curcio lta potuto notar••, spec·ialmcnle negli alloggi Mllufflciali, che nou appena uno si ammalava ed er:l obllligato o slar seno col'ic·ato, loslo, lo sleRl'lO giorno o il ~iot·no dopo, Jo seguiva un alll'o, che o..;cupava la coccetla ~upel'iot·u o infet·iore e spesso '"' terzo a qut>ste adiacente. Di più, ottenu to il 1• geuuaio di potere allontanare lulli gli ammalaLi dal bordo, la cil'rt\ gi or' ntllicra di Cfl tP.sli scemo r apiùeHten to, ed ul 5• giot't 1o
11 38 fu negaLiva. È uLile anche rtlevar·e che né r::gli né gl'infermieri furono risparmjati dalla malattia. Ora l'influenza nella cillà di ~t-ssina fu dichiarala non prtma del 3-4 gennaio, 1J grorm dopo l'arrivo del Piemontt:; manifestamente dunque l'infezione ru portat&. a bordo da Napoli. - Il decor so che ha avuto r1uesl11 piccola epidomia, Il moùo come si sono seguiti i CARI, il f'UO decrescere con lo sgombr·o di questi dal bordo. forse mBgli() di allri falli ripùrlatr d'Ricuni autori, potrehbf'rn far cr edere al conta'l'''· Eppure, esattamente conl!ideralo, anche quec:to fatto n1ent · allr·o prova che semplicemenlo la lras;portabilitiT e lra,.mt.~ sibililà, non la conlagiositti. r/1•l uiru..'1.
Xoi quindi potremmo unclte giustamente ammellere. ~l'n7.a pericolo d'essere conlradelli dai fatti finora conosciuti. che il virus si sia dill'uso da un punto, ma senza a.umentan• nolla ::;ua strada; di guisa chr dnlla più grande o piit piccola qnn.nlilà dJ esso originalmente prodotta ci potremmo .;pie~nro in ~enere l'espandersi detr .. pidemia. Di vero. tutti i falli, dtrsi cilano in favore del contagio, non esclu~o IJilello du me ,u·a riportato, si riducono a stal11lr re piit o meno precisamrntc. che l'epidemia sia stata tlill'n:;a in un :->ito da un inrli' uluo. che n'era inretto. Pro\ano essi for~e che i ger·mi dclltnfezione si siano mohiplicalt nell'interno del suo organi:-;mo. e da questo, diffondendosi nll'inlorno, abbiano determi nala l'optdemia? Fino acue rruesta pron non ci vien data. non i' pl)~ sihile parlare di conlnfJÌo: i germi e l'infezione, no1 cltrf'mo. erano nell'aria che l'indi\ icluo ha trasportata con sè, etano nei suoi ahi ti. sulla sua pelle. ec•:., e co:;ÌI. !JOrtati di lno~o in luogo , hanno determinala l'eptdcmia. Cbeccbé ne sia. quale <.li questi fattori -.ia prentbo nel nostro caso. se cio(} l'epidemia sia arri\'at.a in Dipartim1'"'"· per mezzo dell 'aria ovvero per mezzo di oggelli o di per.;one.
XRL t• OU'AillL\lE"\1:0 \IAIIITif\10
II :.W
infellc o no, resla dubbio. P•·obahilmenLe tutte queste vie hanno agi to insieme; certo l'm· i IL wnt flllCÌ l'.\-.~ l'l"!' 1•sclusa. A fro ute dei mezz i cl' invasione dell'epidemia deve ammeLLersi. cosi come in Lutte le infezioni, una corta. l'l{rattaril·lti acquistata in alcu ni inrlividui ad ammnlat·:<i ..\ favore di ciò depone prin cipalmente il fatto j.:iù citato di lfirsch (3) . e pe•· tal modo poll·ehLe spiegarsi come ~li equipn~gi ùella Ch ÌII!J!Jill, del Grtriglimw, della ci$lerna flay111w, drlln Lagnnrt e delll• lo!petli!Lil'l'l' I O\ S . e 7 '1 S. d.1e pur !ilU\ano in continu i rapporti con lulle le altre navi Jel porto e con la caserrnn. gia infelle, non "iaoo stati allaccati dall'epide111ia. Uel resto c natul'ttle che SIL questa tesi polrehht• decidere soltanto l'esperiment o.
*** Sinlt~tuatulogia. -
Jn ues'iu n iu ll nenzalo l'u puss!hile con-
stalar·e un manifesto periodo prodromico: - gl'infermi per lo pi il si accorge,·ano della malauia t•on l' u1sorgere della rehbr·e e della cefalea: q ue~to fallo iu paret'clll fu t~tantmu·" · nean che un m:ctlesserc lo p1·ean uunziava. \'i furo no ben "er·o casi, in cui la febbre o ru assai mi te o fec<' rlifello, e neanche in questi fu possibile accortarl'i di nn periodo prodromiro. La fi•!JI1re esordi con temperature~ Vlll'in fra i :lk0 e i 1-0°.5 1:. rtuasi sempre con leg)!iere orripi !azioni, tnh olltt con hri,•ido manifesto. mai inten:)o ct)OJ e quello òellapulrnonite, in uo sol cnso da Vùmilo l'ipet11Losi t a 5 volt e nel corso del primo gioml). in un altro con vomi to en ahhondao te epi:;t;b:.i. ripresenlal::t$Ì anche il giorno dopo. P.s:,a fu continua con leggiere remi~ sioni mauutine; il suo decQrso fu \'a rio, da l . 3, 5 ed anche l giorni. e, i[uando nnn interren nero complicanze. cessò hruscamente com'era e:';ordila. 1·edendo il pv:11o ad una CUIHlllescenza pi rrtl o~Lo lu nt:a e steotntn.
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T/.E I'lDEMlA o't-'lFLUBNZA
l sintomi che accompagnarono questa febbre furono: l o Sintomi ri(etillili al ~i~tl'ma nt'1'W-S'O.- (-~rande pro~u·azione di forze. notevole depressione del sensorio: stato soporoso. mai delirio. rtù coma. Una cefalea più o meno inten:>a, lamitnta prrocipalmeote ai seni frontali ed alle regioni sopt·aoi"IJitarie. Quasi sempre .:enso d'ango:;cia o di :>LTiogimento doloroso ai lombi, rhe Jura\'a anche per qualrhe giorno dopo ces);ata la feùbr·e. Spesl>O indolenzimento delle <II"Lit·oiUJ.ioni, specialmente dei l!inocchi, e dolori muscolari \';\ghi, frequenti ttl torace e ai mu:'roli del hulbo oculare Jftner·vali tini :}o paio. per cui agl'infermi riusciva doloJ·oso dirigere lo sguardo in alto. in bas~o o in dentro. In alcuni ca:->i "i è mostr·nto persistente un dolore all'angolo in fe riore d'una scapola. senza manife,ti :-intomi pleurici. ln altri, non pochi. dolori od un o o ad entr·antui ~ li orecc·hi, persistenti per al · cuni giorni, :;enza che si fosse potuto accertare aknn fallo obhieltivo loca le. ~o Sintomi 1'iji·ri1Jili ttll' appm·w:!tio rircollttatio. Sulla di notevole: spesso fu ron~talato un pronunziato arro~ -.imentodel vi~o. dilfusoanche al collo e al peuo: ma non un vero e5antemil. Le 1fUlllità del polso variavano da un infer·mo all'altro: h frequenha era in relazione con la fehhre. l n un ca,o, come ho detto, .,, ebhe ,,biJoodante epislas:>i. :1o Sintomi tijPtibili allt• rie aeret•. - Corizza con scar·~o ,-ecreto ~ieroso e mucoso, elle nu·e Tolte raggiungeva lo =-tadio lltucn-purulento. Laringo-tracheiLe accompagnata e sostenuta da una Lo:-se accessionale, in alcuni casi secca, stizzosa. tale da provoca re il vomito, in altri con scarso escreato mucoso "d anche fil)l'i noso. ovvero muco-purolento, e da una rauc·edino, t~ h e in tlnalclte iuferlllO i" persistita per moltissimo tempo dopo cessala la malauia: in uno di tJnesti ("asi si ehhe completa afo nia pet· parecchi giorni. Spesso l'intiammaziono
'El , 2° DJPARTUIE'\TO \1.\lllll'DIO
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•Iella mucosa larin~en e tracbeale aveYn g nada~;nnto i grO!-ò'-1 e i medi bronchi: vi e1·a allora nole,·ole frequenza del respiro, di ~pn ea. Anche in que;,ti ca,-i l'escreato era scarso. e llolo •tuniche mro :<intomo steto;-;copico faceva avvenili di questa diiTu"ione di prore!;SO. ~o Sintomi rifèrihili oll'al'l'ai'I'CI'hiO d1yueu1e. Per lo piit la lingua mostraYasi ricoperta da una leggiera patina hinncaslrn, arida e •·ossa ai margini ed alla punta;' i era anot·essin, specie dnranle la feblH·e l'orte: in due casi, come Ilo detto, si ~h be ...-omiLo all'esordire della felthre. rare \'OILe in :;eguilo, ma era sempre da ascriversi ai forli accc:-.si di lo~se, non essendo stato mai precedn!O da nausea. Spesso la mucosn faringea era vivamente arrossita. fn sul principio vi e1·a per lo più s titi che:~,ila, mentre in rrunlt;he eliso si sono avute al tladere della febbre ripetute scariche diarroiche: del resto nient'altro di note,•ole. o0 .1/il=cl e {e.lfalo. - :i un si i· potuto constatare alcun no· tavole iograodimenlo oè dell'una nl- dell'allt·o. L'ottu~iHt splenica. di r·ado ba raggiunto l'ascellare media, mai l'ha supemla. Siccllè la quistione sull'esistenza del tumore di mil1.n, r·ecentemeule dihattula frn i clinici, non può essere ri:-;olutn favorevol mente per le nosli'Co·sen·azioni. ~: vero che spes:>o dagli autori ~i è constatato un f{rosso tumore '>pleuico all'autopsia, ma spe~so altre cause erano in •·ampo. ··hc potel'ano ~pieg:u·lu. 6" Secrrzioni. - In parecchi ca"1 si ,. notato epifol'n, accompagnala tla leggiern congiuntivite e sudori, non mollo profusi, al cadere della febllre . rn qualcho cn~o. segui10 du pnlmonite, come dirò in segnilo, si eltoe as:;or·bimento c dif· fusione di bile. I\ cssun disturbo nell'apparecchio ut·opoietico.
Il :li
I.'EPlDE'\JH n'r'\flUE'\ZA
•
*"' Fui' l/l!' tlinir/11. - l casi d 'inllnemm, YCrilicatisi fra i marinari di questo Dipw·timento, pos~ono essere classificati in tre gruppi distinti, stohi lili sulla maggiore o mi nore inten siti1 dei ~i ntomi morbosi innanzi riportati. Questa r.lassifica, soLbene antica, è tuttora in roga e propugnata ùa alcuni clinici, come il Bozzolo, cd i• quella che meglio risponde al ca,;;o nostro. Primo gruppo. - Sono casi che han no avuto un decorso afeiJI1rile o con leggerissi mo e fugace elevamento termi1·o Era un malessere f.!e nerale, che invadt•va l>rnscameme l'indi· viduo. accompa~nnto ad angoscia dolorosa ai lomhÌ, rila~sa tezza alle articolazioni. leggiera cefalea fro ntale, senza falLi catarrali manifesti, forse semplice iperemia alla mucosa farin~o:ea e schneideriana. L'indi\ iduo era svoglialo, si sentira oJ,bli);alo all'iner2ia. a starsene in leno. Questo :;taio dora' a uno e due giorni e poi passava. Questi casi, che corrispo nderebbero alle forme cosiddelle nervose della malattia dal R.enrers (R). in gran parte nun ligurano nell'elenco innanzi riportato. sia per le dillicolta rhe :>' incontravano a constatarli, sia pe1·rhè i marinari giù pro,·etti :;a pportavano 1ali soiierenzo senz'accusal'le nl medico. S~·contlo fl1'11]1JIO. - 1~ carnllerizznLO anc he pe1• l'assenza di l'alli catarrali cospirui: per lo piu tutto si riduceva ad un althondante scolo sieroso del naso . che si pronunziava al termino della malania. Lo stesso malessere, anche più intenso. invadeva IH·uscamcn te l'individuo; nlcuni, ch 'erHII Osta ti bene in gamue fi no alla metit del giorno, erano poi ohhligati a P''e5entnrsi al medico. \'i era ljeve febl1re. dai 38° ni 38o,:j t:.. al mas:;imo !39° C., acrompagnata dagli stessi di tlll·bi nervos i. ma piu intensi. Questo stnLù dur·ava due a Ire giorni e
:\EL 2" DIPARTL\IE\TO lJARJTTntO
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lasciava per parecchio altro tempo spossato l' individuo, e poco disposto al lnvoJ'O. Anche questa forma da organismi rohusri si sopportava. facilmente. Terzo gt'!Lppn. - Comprende tutti quei casi, in cui i l'atti catarmli sono pronun ciati, spiccati, la fehhre alta, e tulli gli aiiJ'i sintomi, notilli nel ptecedente pa ragrafo, ne formano il quadro completo. La malattia durava 4-, 5 ed anche 7 giorni. ed er•a facilmente accompagnata da complir:anze o successioni morl•ose. gravi in aJcuni . Questi casi rnppresentano la massima parte di quell i da mo nota li, perch!'·:obb ligavano assol ulamer\le l' infe1·mo a. ricorrere all'aiuto del medico . In essi la macrobronchite fn il fallo piu costante, e spesso divenne una vera successione morliOsfl, estendendosi come catarro dei medi e an che dei pic~;o li Jwonchi. Quanùo ciò avven iva, i sintomi acustici erano sempre scars i; pochi rantoli oscuri, 11tlfllcbe ron co. per lo più riunili a focolaio solto le scapole. indicavano la difTusione del c:llaJTO . Non Ilo potuto seguire qui l'ordinnr·ia disLi uzione ùelle 3 form e: catarrale, !frtsfrica e nervosa. Dai cal:'i che mi si so110 ofl'er li allo studio, credo poter· concludeee, che la localizzazione alle mucos,. e,.:i;:te sempre, talvolta limitnta Ad una semplice ìperemia, sulla quale difficilmente ~i J·icldama l'altenziol'le, Lal'altra con l'alli cataJ'J'ali manifes ti. l faLli gagtrici p(~r sé ste!=:Si più dii"Dcil monto si rivelano nell olm'o pi ù JieYi l'ot•me; nd ogni modo, quando si prcnunziavano, non acquistavano 01ai maggiore importanza ~u:rli allt·i sintomi, anzi et•ano spiegabili pel fallo sle!"!<O della febbre. i dtslut•bi nerVOSi poi, comP bene osserva il Trombella (D), non mancavano ma i, e ciò si ~piega pe1·ch(' sono q uelli che piu aftliggono l'infermo. i primi ad e:=;:-\l>a·e accusati; non è quindi il caso di staLìht·•} pe1r essi una vera e prop1·in forma nervosa. Clte ~e poi quesla ~i voiP.l'sc· fat• dipender e dal predominio dei sin tomi net'vosi, osservcrlt nhe nei no ~;Lr i casi, e pa re unche in qnel li dol Mor o:::s i (1()), del Trombella e di altri, lù
t.'EJIUlE'liA o't\I"I.UE'ilA
doYe questi rurono piu pronunziati, lo fUI'ono anche i fatti catarrali, o ''i si associarono lalvolla cziandio i gastrici; t> viceversa in quei casi, compre~i uol t• gr·uppo, in cui i disturbi nervo;:i l'urouo i soli che si resero manifesti, essi, relativamente a i rimanenti casi, si moslrat•ooo anche i piu miti. In ~enet·ole l'o«servazione r-llllica non ha raggiunto anco1·a tale g1·ado d1 pe rfezion~ da ~copr1re gli agent1 di una malattia nel primo loro stabilirsi snll'o1·ganismo; se ciò si \'O· lesse dedurre rlalla pt•ecedeole cornpnrs a di alcune lllanifestazioni morbose, sarebbe facil e incorrere in e•·rori. Spesso nelle i11l'ezioni i fenomeni g:en ... 1·ali si sono già p••onunziati, quando i falli loc~li suno ancora oscuri; e la pratica in ,·et·o Cl dimostra, che per lo più non u pOS!"ibile far·e in pr1rno tempo la diagnosi di puJmonile, di tifo, ecc. - Onde l'ovinione, stabili la sulla preval~nza e costanza dci disturbi nervosi nell'influenza, o che da quindi una [Wincipale e maggioro importanza al sistema nervoso, da cui l'infezione si dill'onderebbe
agli organi perifel'ici, non esce dal campo delle ipotesi. Per altro uon bisogna dimenticaro che nel tifo addominale>, per esempio, anche prevalgono potenleml•nte e sono costanti i disturbi nervosi, eppure la malattia è affallo locale, dell'ileo. Tn fine, se l'aziouo che spiega l'influenzi\ fosse centr((u{!ft. cioè dal sistemo. ne1·voso agli ot•g-ani ptll'iferici, quale sarobbo la via d'ingt·es::;o dell'infezione '?
...... 1/ecidive. COIIIJIIican::e, e~iti . - ~r o lli casi reciùivarono. la seconda e CJUUicuno anche la tei'Za volla, ma quasi semp1·e sotto forma piU. ben igna. [l Mnrn~ l iano ( H ) non Cl'odo :li le recidive e le inlerpt·eta invece come rincuLizzazioni della malallia, che non era perreuamente guarita. lo penso che la :-tessa ossen·azione si potrebbe rat·c in tutti 11uei ca~i, che -;i ~ogliono indicare come l'ecidive: ad ogni modo que~to non era il caso noslro.
~IU. 2" DIPARTlliE;-iTO lfAJUTTL\fO
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La bt'onchite diiTusa e la toosillite fu rono complicllnzc frequenti; si ebbero quattro casi di pulmonite. IJIHtlche (~aso di otite e di par·otite, uo. solo di pleurite. Quasi tutti i clinici si son Lrovat.i d'accordo nell'ammettere una forma spetialo d i pulmonite in seguito d'intluenza , !"han chiamata pulmonite lobular e. ùronco-pulmonite o anche eresipèla del pulmone. E ccone le nole differenziali, secondo il Ma ragliano (Il). Invasione non fran ca, ciol· con l'ipetuli l.ll'i vidi, espettorato scorso, preval~n tem e nte mucoso, pror.livitù al di l't'ondersi dei rocolai flogistici, tendenza alle lunghe remi ttimw ed al collasso. Anche nel reperto snatomicosìriscontr e rebuero marcate difl'ei'ent.e da Ila pulmonitefibrinosa gennina: g-ros!:'olanameot.e la par venza é di una pulmordte lobar e, inYece sono piccole pulmonili lobulari disseminale in nwzzo u parti pervie; onde al tag lio la s uperficie del pulmone mo~:;Lrasi variamente colo'l'ata e di aspetto l i scio; alcuuc volte con accenno di gran u· !azioni, mai ttranulosa come n ella p ul moniLe fìbriuosa tipica; potrebbesi pal'lar"" piuttosto d'una splenizzazione, anziché d'una epatizzazione; l'essudalo, dte riem~·ie gli alvt>oli, ,.. assai p overo di fibr ina , ricchissimo Ji elemenLi linfoidj c corpuscoli rossi. - Questa pulmonitc sal'eb be strettamente legata all'infl uenza, e l'u11a e l'Hltl'Udipcnderebbero dallo s tesso a gente morboso. Basterebbe considerare che pulmoniLi lobu lari possono aversi anche fuori i] uominio di una pandemia d' inlluenza. come, per esempio, in seguito ùi nrorhillo, scar-laL\ina, tifo, ecc., dove sono ritenute ceelamcnte come ~econdarie, per dover escludere l'ipotesi ~ u enuncia ta. V eù remo del resto come vi risponda la prova batterio lo~ica .
Le pulmoniti , che si presentarono o nel decorso dell'inOuonza od al principio della convalescenza frd i ma1·ioari, fut·ono puJmoniti crupali gen uine, e riYestirono forma mollo grave, due con esito letale. Tn ent r:11nhi questi casi l'antops i~• mosl.rò un a notevole diffusione ill erica in Lutti gli organi lo-
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rncici e negli spessi e::sudaLi filwino si i'la hi litisi nella por zione diaft·ammatica delle cavi tà plenrichc, i quali facevano aderire fnrlemeole i polmoni al cliaframma: inohre aderenze pl euriche recenti in ambo i lati , lo!l'giero idropcrit:ard io, dc~o n e rnzion e grassa del fegato. ~ ell'n u raso poi riferihile al torpediniere T . .\.., inviato all'ospedale H giorni pt·ima dalla Il. nave l eiletfa, fu consta· ta lo epatizzazione ro:;sa ùi tollo il loiJO inferiot·e sinistro, inlìltrazione pumlenla con formazione di un piccolo asce:;~o t'<.'lllrale uel lol•o superiore destro. epatizzazione grigia del lo ho medio cd inferioro dello stesso Ialo . .\l ilza congesta. Su qncsto caso non fu possibile i~tituit·e alcuna t•icerca ltalteriologica. ~ell'a ltro caso, Tiferibile all'iscritto marittimo E. ~~ . , cito 11'0\'avas i in os;ervm~ione in ospedale, dove fu colpito dflll'inOnenza, e •[uindi. dopo un giot·no di apiressia , dalla pnlmonite. si riscontrò all'autopsia epntizzazionegrigia di tut to il lobo superior·e destro, noLevoli ipo,;tasi ai lobi inferiori, edema al lobo medio e al lobo superiot·c ùell'allro lato: inoltre pert· spleniLe e splenite inlerstiziale cronica da malaria pregressa. ("n 'ora Ùopo <1\'Venul n. la morte qui fn possiiJile procedere ad indagin i batter·iologi(jlle importanti, come sarit deLLo nella part e che riguar·da l'etiologia. rn fuori di questi due. Lutti ~-( li allri casi d'inflnenzn ebbero esito fav orevo le, anche quando furono complicati acl altt'l' malallie.
"' ** l' l'ofiln.~si e cum. Considerando la malattia come infetti\"n C' contagiosa, nalur·almente le misure profìlattiche ~ i nuil'ormat·ono n tutte l)uelle prescritt e in ogo i opi de'mia; CJII in di
NF.J. 2° J)l PARTUIE~"TO lfARl fTI MO
l l 3i
lo sgombro, l'isolamento dei primi casi, le disinfezioni, massime dei secreti , degli escreati. dei vomiti e delle fecce, e poi la riduzion e delle CH'l) di lavoJ'Il, ecc. g poichi: qui le cause perft·igemoti dovevano avere il mag~io r peso, cosi si cercò di aJiontanarle med iante roperture piu spesse, con l'abolizione delle eserciLa1.iooi esterne nelle ore del mauino, ecc. Certo queste mi sure, uell'alLuazione pratica presentano un valore t•elativo: ma sareb be difficile attribuire ad altro la poca diiTusione ch'ebbe l'epidemia Cra i mal'inari accasermaLi , :;Lraot·dinariameote aumentali di numero pe1· eiTello dei nuovi contingenti di leva, cù il cessare di essa proprio quando in citta andava assumendo la mas ·i ma dilfu ~io ne. ~el dire della cura mi dispenso dall'cnLrnre in molti dettagli. Accennerò. così per le generali , elle gl'infermi furono soltopClsli a tutte quelle pt·esct•izioni , che si raccomandano nei catarri delle \ iu respiratorie, non trascurando la cura dei ~intomi parziali più molesti: quindi a comhatlere la cefalea e la tosse si usarono i ralmanti, a prefer·cnzn In morfì na ; coulro la rebbre alta fu sperim colnta a prefc•renza la chinina. :Sou bisogna omellure pen) dte pare cc h i casi, del pl'imo e secondo gruppo speci nlm onto, in cui non si volle nsaro alcnn farmaco, t·aggiunsi'J'O ugualmente l•enc l:t !Jtlnri,:;ione con In semplice osser>anz1 ùelle rr!oh' i)!ieniche. , i trune gran con to delln c·on\'alescent..c, rome in luLLe le malnttie da infezione, nè si permise l ' u~cila dalle infermerie e dall'ospedale, sC' non quando fu assicur:11ala completa guarigione dell'indi\·iduo. Le Cl)mplicanze furono solloposle alli' cure speciali richie· ste eia CJ~ni singolo r·1so.
11:m
t.'t.PI0~;\11 \ ll't\11.1 l\Z.\.
...•,., RtiiiiO!JÌII. - !lirhiarata 1'111nm·nza fra 1 m:uinan di quP.stu diparlimento, co n ordiuo dHI f!ionw della direzione di ~~~ nili1 in data :1 dicembre ullintu mi vcnira aflidul!J J'ounrc\'olc· IIH':u·i,.o dello studio etiolo;.:iw tlt qtt<:stu uwlallia. Le t icorche furono eseguite uel /,olwmf,riulwtt,•rioli}!JII'II d~/1" ,w.;intte::twlm,ira di ·'"flllli. ÌlbÌcmecoi Jouori \\ .1\ru,e "~- l'.tn::.ttti. Que~ta collahtwaziCiuc, oltre ad es~erP stata gta prcceuenlt'lltCLlle eoll\ enuta fra tlt nui. si rcuù.-va nt:ccssana, :-;ta pet· poter ahbracriare ilnta;!;.!IOI' numero pussihilt: di cn:;i, sia pcrrlte 11011 :>arcltltc stato possiltile. meùiantr l'operusitit di un solo indn id110, unu studio co:;i compiei" su ct.t :-eu no t.l i c~.~ t. l ri:;tllla li cl i quc·stc r·icen:ltc, d l t' 'l" i n!Jpressu riporto hanuu 'i~ta lu luce nel C1•nfl'ttlhfntt (m· Bak/l'l'irJIU!JÙ' IIHrl Po· msitmlmwle. p;no, YTI BHtttl.. :\ . t 'l . f.'().-ped:tle dt UJ<II'Ìlla. ~(;tllll' ti rapido d~c·orsu lh·ll'epiJt mia l"ra i marinari. el•he a fu111irrt un materiale eli studto pt: l' \'Cri IÙ fili CO ai.J fwurla Ili e. e tloldt Ìatc10 ffiCJJto alla CCJU[Jel',t ztone llelnlt·tfico tli l rla~l't' o ella r·iserva navale, cav. (~ueHo 1'(111 ~UI11 11 tcr. OLl ali:~ corle~in del cav. dolL. Rag11iseo, se Il' uu:-.tru ricerelte pt•Leltero Pstcnùer·si su pitt vasLa scalu. ,,, ::ugli operai del calltiPn' \rmslrong, sia sui rcclu~i dt:lla (;~o,:c punalc di Pozzuoli. L~.> noLtzie, che :-.t ,t i ~ ~ ano sull.t natura ùel principi() lltfe· IÌ\O dell'tnflueuza ùa preccdc111i epidemie. in genoralc t't'oono moltn vadtt·. ui• d.n·ano aflidamenlu, pcrchi· non fondai•• '" rwcrche 1 igorosc. Onde i· gltl,l ili cala ìa gr;,nde alli l itH rl•·slatasi fra i ricercatori durante tj uesta paodemia. ()uautunque pero moltn 1111tnero,l' si1~no già le ossennziont pullh lieat!l fi noggi. c· spess() p!J rlalc inn:mzi cnn Lullo il rit:on•
\El.
:t OIP.\KlDIF.YtO llARITIUlO
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~ci e oLili co, pure, come dalla piu parte dei lavori risulta, esse
non han menato a st•oprire un agente specifico, e sono state insodnisfn centi. non avendo dato r isultat i roncordi, meno per ciò che rivuardn l'e~ame del sant.:ue, •1uanto per quello dei secr·eti catnrrali. Guidati dn ii'E-sper·ienzn fo rnitaci dall'epidemiologia o dalla patol o~ia speciale della malnttia, le no:>tre ricerche furono anzilulto dir·ctte ,;nl sangue, come pi(t probHbile sede dell'infezion e, sui secreli catarrali e .:ull'aria; tralasciammo l'esame delle urine e delle ff'c'i, imperocchè nel piu dei nostri casi potè essere esclusa una lot'alizzazione del la malallia sui reni e sul tubo intestinale. Esame del .-;an!lue. - Il Fischel Fricdrich (12) in un caso d'influenza d1crl di a \'l're i-<olalo dal sangue due sorte d1 microrgemisull, gl i uni n rorma di bastoncelli immobili, che si tt-as fol'mavano dopo :lO ore in di p lo· e !'<lrepto-cocchi, ~li altri erano diplococ-chi. Dice di &\'Cl' fallo inoculazioni in un cavallo, che mot•ì al terzo g iorno con pnlmon ile tlopp1a, calll ri'O di'i seni rronto li e surrusione illerica delle sicrose. - Queo;l'osserva.zione non<· slala conft!rmata da altri autori. -Invece al Kirchner (13) ò r iuscilo, in tre cur;>i, 1solar(! dul sangue un diploco~co cepsulato, l'iscontr•t~lo da lui anche nel sPcreto calarrule e nel "ucco pulmonole. Esc:o ,. piu piccolo del Fri'i nkel, è assol\tlamen te rotondo, si !'<COio•·a col liquido di Gt·am, c t·e~cc rigoatiosnroeute sull'agar, ha minm•e viru· lenza del pneumococco, eccezionalmente si mostra in lunghe catene , non cre3ce in gelatina. Pei q uali cara lLeri :si dHrerenzia dal [i' J•ìinkel e Jallo slreploco.;co dell'et•esipela. Egli lo crede identico a quello descritto dal Seiferl (l i ) nel 188i, mu si riserva di pron unzia rsi s ul suo valor e. Il Klebs (15), esaminando tlirt>ltamente al microscopio il sangue d'ioT!u~nzali, ha creduto di a vpr trovato una monade .tJagellata della· pr imo famiglia delle monadin e, npparlenenle cioè alle Rh!J~Omastiaine. Egli ba a ttribuito a •1uestoematozoe, lrasmissibile per l'ar ia, un valore specifictl nell'influenza. -
lH O Auclae il .Moregliano (15) in due cas1 ha visto corpi analn~b i , ma non si crede autorizzalo ad inlerpett·al•li come emat070ar i. Il Kollmonn (16). che ha fatto pure ricerche mict·oscopache, c·oo~lata risultati neQ:ativi in rruanto a batteri, e invece 111 nu111ero. grendt>z:r.a e fot•ma var iai.Jile alcuni corpul"colì, elle crede iJentici ui mi<.wozimi del Oechumps, ai corpuscoli puntìfonn i e l1acll lirormi ùel Bellelhicm o agli emocnr-chi dt>l ~Pdsvetzki. Inoltre ha trovato nPI !>Rl1~11e pui'P alcuni rMpi. dte ravvicina alle monodi del 1\.lcb.... ma non dà a que~Li alrun valot·e specifico, trovandosi anche nel saugue tl'in•ltvidui !"ani. ll Dupondad, al Lan:ran e lo Cltanlem~sse (1:), che laa I'IC'!t'cato in!>iem••. con V1dal, hanno l>egnalalo, oel sangue ùe· gli influenznli, pure numerosi gra n ul ini e un gran n urne1·o d1 leucociti; ne!'!"llll 111icr·or!!ani smn. Risultai! pres;:oché analoghi hAnno avuli il Lu,.alello (18), 11 Pr andi (19 • e il Kowalski (20). Dal ~angue fece1·o I!Ullure il ~Iarmorek (:!1) 1n ll·e ··as1, Il \ \ 'aillarJ (211 io cinque e il Weicll<:.clbaum (23) in due, cor1 l'I"Uitalo nc~ativo.
l'er le I'ÌI'I'I'rhe ml.wmyne ci si offrirono 50 casi, che ri· ~uardavano ammalati d'influenza in tuili gli stadi. aorlto ret>cn ti~:.imi della malattia. 'empre furono fatlecullure in pwstre, e propriamente nel seguente mo,Jo: un dito era pulitn. •li~i n fe ttato con sttblirrwlo. il suùlimato era asportato co 1Hple·
11\meote Jlel' mezzo dell'alcool assoluto. e dopo, lasc iato ~pon· taoeamente n'-ciugnre il tliLo, si praticava su òi es:lu 1111<1 incisione Cllll lancetta sterilizza~a alln lnmpada ad ak,)ul. l.a quanLita del l'nngue. cl1e yariava da :l a l :) !!Oece. era rac··ulta in o n tubo di gelatina ri,ralalata a }Il ' C., questa ver,.att in a~ar alla stessa temperatura, e la m;scela distesa nelle gc.alole allo l'ett·i. ~pesso. per irumollilizzare le altre dita e per ouenere uo
NEl. ~ ~ DlP.-\RTl\IE\ TO )lARll'TI\10
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p iù fuc ile scolo eli sa ngue. ci siamo $erviti rlella fascia tÌi Esmnr·ch. Pareccllie YoiLe abbiamo fallo piastre di conLroliP, ,·ersando la gelatina ~ul polpu~lrello delclito pronto per l'incisione, e poi ri,•er.snndoYi la miErel:l dellal!elaLina e di aga•·: esse sono rim:1ste steril i. A precisare poi rimporlanza di ciascuna operazione in un caso abbiamo prepar:~to 11ia ·tre di controllo allo .sle:;so modo: l" Dal dito non pulito; 2° dnl dito !aralo con acqml calda e sapone e rilnva to ~oo acqu:l stel'ilìzzata; 3° dallo sle!'so diti) pi'Onlo per l'incisione . - fi nii n. t• piaslr a ... i sono "' ute 4:35ti colonie di due specie diYerse, dalla 2~ le stes~e due specie. ma solo ':?134, dal la :V piastrn nessnnn cedoni a. La miscela ùi gelati na ed <lt;:-t!' è -t;Ha da noi preferita in parte pel' ragioni pratiche, in pari~ perchc; oO're un terreno ùi nutrizione cer·tamer1!e pir'l ada Ilo. Per lo più è stato usato agn r glicerinato. Le p1nstre porevnno e!;sere Lras.pol'late n grandi ilistanze, e sono state tenute a temperatura cns tanteòi36~ a 37° C. - TlrisnllaLo. anche fJlWndo :1hhiarno tenuto in istur:~ le :;calale per 10 giorni, as lrazion falla dalle impurità dell'aril'l, non sempre possibili ad crilare. i_· ~lato sempre negativo . .Adunque pel nostt:o metodo di cultura non si i! potuto dimostrare alcun micrurganismo nean che wpra 1 ; ~oooo della mas!\a totale del sGngue. La ricerca microscovic·a d<>l sangue d'inflllenzati è stata falla in circa 20 ùei nosrt·i ca~i, tanto in preparati n fresco> che in prepat·<Hi c11 lorati La colorazione :-~ i esegouiva col blu di metileoe all'acido carboliro, e secondo uno dei metodi di colorazione delle spore, previa Jissazione alla fia mma o in soluzione di subl imnto. _:_Si trovavano nel -angne fr·esco, qualche vo ltn in num ero considerevo le. le note fo rme coccoidi (v. ~ ~UTTit ..ù~, rirrhow's A l'cltir, ,·ol. 80). r~he si vedono nei s:~ni e negli ::unmnlnti di O!!ni • < •l.:ener·e, nl)nchè in altre classi
r)EPTDE.\IIA u'L~FJ.UE'I'ZA
di vertebra ti . Esse si mostrnvano rotonde, ovali. bisconiformi, diplococcoidi: il loro movimento era vivacemente oscillante. talora. progrediente p~r le correnti cnpillm·i sotto il copr·ioggeui. loollre si trovavano regolarmente piastrine, .acuoli nei globuli rossi, di cui il numero aumentava col tempo, che era trascorso dalla prepar·azione del ~a ngue. Llna ''olta n bbiamo visto un m(lvimento ondulAtor i() molto loggiero rl'un vac:1Jolo. I globuli erano per lo più della grandezza e della form:1 normale: io due ammalati dall'aspetto anemico si sono rinvenuti. oltre microciti di ogni grandezza. corpuscoli ro5. i, come flagellati. siccome gii1 sono stati descritti, cio1\ t:.On una appenclice codiforme, che conteneva in parte rigonfiamenli globiformi, e presentava un terto movjmento a peodolo '). Non aubiamo tro,•ato alcuna delle forme parMsitarie, l'Ire ::.i fosse potuto rassomigliar·e a 'luelle descrille pel sanguP rnalar·ico, le LJUali pw· ci erano note per propria ossenazione. Oltre le culture e le ricerche dirette del sangue, restava nnco r·a un altro mezzo pet· dimo5trm·e l'eventuale presenza del virus nello stesso, cioè l'inocnlazione del snngue. Prima cl1c fosse incominciata l'epidemia. ~~ i ernvamo convenuti di sper·imentare in questo senso. Si poteva e:>cogitnre, pr·in tiLche ùivenLn$se generale l'epidemin, un metodo per cs.cludet·e qun:'i con certezza Una causa accidentale infezione nel nostro es-perimento. Per· l!flSI) io fni fra i pr·imi ad e·sere colpiti dalla malattia, cosicchc divenn e impos:;ibile lo $perimeutnre. Esamt' del seaeto cacmTol1·. - ~nmerosissime sono le ricePche fatte sol secreto catanale degl'i nfluenzati. tanto cl1e Slll'E:'IJbe difficile poterlo qni tulle riassumere.
a·
1\
Tolte le cital•· nltcraJ.looi furono da m11 oss... n·::~to e descritle anche uol rebbriclfanti dì Ma~saua (v. la mia Nola Jll'SVelllil•a su Ue (ebbi'Ì ai
~Anb'Ue dci
.Mauaua, nel Giornale mediGn dtl regio uerrìto c d !'Ira regia ma1·ìna, alino !889).
n. 5-6,
\.1\1. :!." IJli'Allll \IE\TO \IA-HITTI\10
M. Rìbbart(24) do l muco estr·n ll'J da lla trucltoo, nonr.lil· dul !lucco del pulmorw, della ntilzn e dei rcui, neStll empierni e nelle flogosi purulente delle O!-;Sa lta isolato coslanlemenlt~ uno slreptococco, simile mor·folo~ica menlo a quello dell'eri'· stpela ed al piogeno, asc;ocialn tal \'OILa allo slafìlococco aureo. Il V&illar·d (22) r·tlevu lu co~-<lurtll:l ùello slreplococco piogena o dell'cre1-\ipehl nei RCt',l'l'li r.nLDrr·ali dell' irdluemm du lui ,.. dal Vidal e~nminati. - Anclte il Bmtchat·d ((i l dicP oi aver lro\'alo uel muco bronrluniP lo c;l<'""', Rlreplof'occ.. 11 Finkler (25), poggiando>:.i ~ullc os~w rvnziorti ùel Rillbo•t•l e sulle ricerche cla'egll l1u falln in ~·'J caRi ùt pulmonilt' du influenza, t·itieuu t'llUh:! u111llo pl'ohabil~. l'ltt" lo slreptocut:c:o "'a ti vero agente rJ,.JJ'inlluellza. Anche d Mnt·ag-liano (Il i t: ·!ello sle."so u ""'"n. Oppostamente n 'lucsle o~sPrvazioni, che tendono a ùure il massimo valoru, prr· molti spe<'ifico, od uno streploo·ocru identifìcalo al piog•-no od a quello dt>ll'et·A~tpelo, par la11o le l'ic.:orche del Weicltc;elbaum (2:i). Questi lta esaminalo lo sputo di 21 raso d'influenza, nello ~ladio della tnalallia il ~dit po~ l'ibilrnenle primit1vo: in n no t·'er·a •lubbio di bronco-pulmonite, in 2 si !"Vilupp6 più tartli pulmonile ct•up&le. Ebbene, 'n tutti i casi ha tr·ovuto, isoluLo o mcscnla l.o 11ù nllri microt•guni~m•, il diploroccu d··lla pulrnonite, solo in :! ~'l'avi ancho lo ~<treptococco, in 1 lo !':laftlococro piogeno aureo 111 Geli ttucc:li cast ha sludiolo lu ~puto ancltp, durante In convalescenzo, c '-empre, o.ncho qut, ha riscoutralo il ùiplorocco, sebbene 111 minot• qunntilu e diminuita vil'ltlemza; ~olu in l di quesli rn!':t ha. Lr·ovato put'e lo sll'oplococco piCJgenoJ. -- l uoltt·e in un urnrnaJal o d'infhwnza, l"eguita da nefr·ila acuta, ha t'<olnlo ùef pot•i, per lo pr•ima volto, Il diplococco dello pulmoniLc nelle UI'tiiO ulbuminose. Il Prior· (26) in 5~ casi, rli cui 2c'l- sel!trili da pulmonilc , e;;nrninando in parecchi anchl' pnr•li tamenle il secn~Lo nasale, rnJ·ingeo, 1aringno (l lrachenlc, noncbè il succo della milza, ha trovato, in sul principio della mulallia, pl'im:ipolmenle i diplor.occhi d el Fr~ink~l- \\'eich~elbaum di ur111o allo ;.lafilococco uureo ed al10 slr'eptococco piogeuo. Oopo l'ocmc, i pucumu· cocchi e slalìlococchi possavono in S'•conda linea, monlr,. g-lì
114.<).
1.' &PlOIUll.-\ o'l:iFI.U f.l\ lA
slreptorocchi potevano essere anco ra osservati. Pe1· a llro ha avuto casi, in cui questi balteri !-;Ono dtminuiti uniformem ente. - Queste t•icerc he, posto c llt} s i possa con C('.l'tezza s tahili re un ta le predominio. concili ~ rebhcrQ i ris ulta ti drllo osservazioni del \.Vei<'h$elbtmm con quelli degli autori l•rccedenleme nte citali; imperoccbé pr>r es!"e vrrrebbe ad C"!"er·· l'tabilit.o, che nei pr imi f-tadi dello maJatlia pl'edominAnf• i pneumococcbi, i 'JUali 111 Sef!uilo c~derebbero il posto a~!i str cplococchi. Noo manca rro oltre l'icerc he, rhr> tende rebbe rn a mrllere in' maggiore evidenza gli stalìlor.occhi. - Cosi il Kowalsl<i ' 20) su 16 casi, in 5 ha trovato lo !"tafllococco pio;:teno aureo: in ~. con altri mic rorganismi saprofìti, lo stafilococco pio~enc albo; il diplococco lan ceolalo con .,icur ezza s olo in 2 ca,.i. accomp~gnali da sintomi gravt; in l il Fl'iedllinder, m 2 lo s tre(Jtococco p1ogeno, in 2 lo slafilocor.co cedrino e 111 l lo ~la · J11icoct;o ce1'eo, bianco c g iallo. E ìl P r udde u (27) irr 5 t:ll:;i, ma <~!-<iJOe nello !;CCr tJzioni uasali, J,a Lrnvalo lo ;; LafllfH~t•(;C" piogl:'no nureo rli unito al pneumococco, e ~oln in tlu•• nllr: ca"i In ::Lreplococco piogeno. Se~uono infine allri osservatot·i . 1 'JIIali m Pilono "' Piltl'vn nuo,·e rcwme di mict·or,zaot~mi del lullo di'·~ r>"c r1al diJ>lllcocc(l e da;.tli ~treptococchi finora conosci ulr, o da rrueslr drtrp ren ziabili sulo per a lcuni caralle i'Ì . ruLLi qnb$1i Of:::;ervalot' l r,o11n coucc.r·tli nel 11011 u tlribui1·e alcun vulo r~ spP.t:ilìco ai ttlll'ror· gani"'mi do lor o tiPscr illi, me no chtP, che r rc-cll·tlft H\'t'r t( •• CAla la !"Cope rta. L' uno, il Jolles M.(28 d1ce di 8\'Pt' io:olnlo mn'tn l' pesso fl allo !'i pulo, e ancJre dalll' urine, nonche unn mltll dall'acqua, un diplobaciJio capsulalo. si mile al Frtetllundrr, a fu r llH:I di spilli riUniti pet• le punlu, cou t·is petliYu lO!-InliiH.l s plondon li e i{1'81ltllari. L'ultl'O, il n el ig iallllÌS (20), dc!-lrri\'0 invece u n batterio a f'•)t'ma di cl e~sidru, divcr"o dal l·l'iPdlii.nder-, form :.to com!' da due coc,·ht g•ustaposti. Il Kirchner tJ:l) ha iMialo dallo sputo e prmcipalmPr.le dal secr eto na sale, nonchè alcune \•olle dal sangue, un n !'pe· ciale diplococco caps ulaLo d1verso, come ho detto mna11t. r. da quello della pulmonile e dallo s t&·cptococco piogeno. Au•;ltu il Marmorek (2'1) t•icei·cando nell o :-ljHtlo bronchiale pul'ulento
NEL. 9'' DlPAIIT.IllENIO MA!llTT!llO
di 7 casi d'influenza, ha trovat.o una forma di JUiCI'Organismo simile, ma non identicQ. al Fraenl\PI-\Veichselbaurn. -lnfiue il Babes (30) i11 cir·ca :iO rnsi ha 'trovato parecchi slr'ep· tococchi per' alcun e particola:·i la diver~i fra Joi·o, che per lo più potevano rassomigliaa•:;i, oo11 conl'nuder l:'i col FriiHkeiW eichselbaum, mentre altri, in minor numer·o. potevano rassom i ~ lia r·s i allo etrepL ococco piogcno; in oll i'e in non po· clù casi lto polnlo t~ccertar•si della presenza Jell'uno e dcJI'allro. De'Scrive anche alcun• bnlleri, co><iddeLti m ucop-eni. di cui uno (for·se i l r'l'ie(l bi nde r) palogeno.
La ricer·ca del secreLo catan·ale c stata falla da noi in :w cèlsi. Nò l'esame nllo slaLo fresco, ntì i UleLodi di colomr.ioue delle spore ha ono moslrato elementi ~pcciGci . Ln colorar-ione aJ blu di rnetilene ca1·bolico faceva coustalare in lutti gli spuLi. oltre a sanine e di rado hnci lli , l'esistenza dt diplacocchi . Il numet·o d.i qnesti era mo llo variab il e, lanlo uegli sputi rnucosi, quanlo nei muco·pnrulenti, lalontmolto scar,o; i mu.:opurul enti in ~c neral e <:l'ano i più pareri r1i lwlleri. T diplococclti variav11no al ~ ju::tn Lo in gmndezzn e forma ; si osserv:wrano nbhasLanzn raramen te in piulloslo piccole caten('. Tn nn gran numero di casi i dip lococc lti erano muniti eridenternenlc di capsu la: una volln abbiam o ossernlo C(ICCl ti ea pstùa li quasi in cullura pura e iu ~rnmlissima tju:t ntilil. T>i nt<lo, e allora isolati, si trovavano grandi <liplococchi r.on ca psul:1 I'O i o ratr~. come si vedono qualche volta nei secroti della hoccn. In tuili i 30 ca:;i con saggi dello SIJUIO :>Onu :;rate fatte per ognuno ~-:1 pia »Ln• di a~ar. Dalle colunic, sviluppate dopo 24-4.8 ()re, sono sl111i Jatti inn esti in tuili di agat'. e da qnes1i , dopo lo stesso tempo. rifntti uuov i innesti in gelati na e hr(}do. TI risullal n i' slaln il seguente: Oli re a diverse s~u·c in e, ~o nn sta.li trovati una vo lta lo SIJ'Cptococco piogeno. e questo in u11 caso d'i nfluenza ro n tonsillit<>, una \Oita uno streplococco eh<.> l'assomigliava mollo nl precf'd.en le in cultura, ma ne era mor-
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r:EPIOE~IIA o'tKFJ.UE~ZA
rolo!!icamente diverso. una \ olta un baLlerio. rh e po..;$iamo tden Lificare al pneumo-hacillo del Friedliinder, percht• avr'a .~omune cnn tJlleslo le •Jnnlità microscopiche, le rulture c lo •' lfetto palogeuo sulle ca,·ie: poi una volta un microrgnnismo. ,•he rassomi~liava al ba11erio n.~ di Rabes (HO). Kegli altri, e in parlo nei su citatt casi, prcdomi navano 5UIIe piastre coloni l'. cl te a pr·irna vi~trt si potov::~no idoutincare co n qurlle del diplococco di Frankei- Weil'l1selbaum; però un'ulteriore o~.;ervazione dimostrava dte nhhiamo qui da dislinguE>re almeno cincruP diversi batteri, i qnali si confondono nei punti ~eguenti:
Le colonie. che si sonu s\iluppate sull' agar nel tenuo"tatn a :no C.. sono '>lraordinariarnente simili., non crescono an·atto sulla gelatir.a n :20° C., iotorbirlaoo unifomll'mente il brodo uel termostato, la loro vitalit.it r\ molto limi tata, in pochi giorni le culture si trorano qualche volta morte; tutte ~i po~sonl) chianlare :;lreplococchi, soprattutto se si t•saminnno du culture in hror1o : non $i ~coloran o con In jOJul.ione di l;ram. Le notr. diiTerentiali ~ono di natura morfolngica. ~·ome si dimo~tra n ~l seguente elenco: l i· il cocro del Fdinkel. che $Ì presl'nta wrne diplococccl pintlOSlO COl'! O: Il ci scmhm identico al cocco descritto dall\irrhnor ( 13), i: pilt piceolo del precedente. non hn forma lanceolatn, la fu r·maziune di catene t\ anche meno pr·onunziala; Ili pl'iocipalmente in ln·orlo rorma luo ~ltissi m r e belle ··atene; n sn agar si presenta sprsso con forme im oloti,-e r·otonde orl ovali : \ su ag;u' dà for·me involu ti' e hncillal'i. t rla notare che tutti questi ruicror~anismi sono sta ti e:<aminali solto condizioni assnlutamcnte ugu11li, e che essi, per
\El. ~· Dl!'.-\RTI'Lt:\ l'O \IAitllTiliO
Il i-i
,1ntnto si potem ~:on:;taLn re, hanno mo5trata unn perfetta costanz:t pet· parecclrie generazioni. Se si vuole, si potr·ebiJe ritent'rli come varietà d' una ste~:-a :-pccie. purché si ammetta l a dilTerenza come doratura. fJ ucsti di\Cl'si ltatterii qualche volta "i tr•>mvano riuniti: il più frequent e SLL piastre era il V, il l I ~ stato constntalu :wlo due vo lte, nna volla il r. Però uon r,'i· dubl>io che t)ueste proporzioni non con i-;ponùono alle vere conùiZIIJOI, perchl- l~ colonie si l'èls:c.otlligliavunu 11101tissimo, e ua· Luralmente ogni ~in~ola colonia non pote,·a e:-~ere separatamente e~'l m inata. Il i ciò abbiamo una pro\'n diretta. Tl mi,!lior mezzo di constatare la pr~senza del cocco del Frkiukel •· senza dobhio l'esperimento; ora i nostt i esperi menti sn conigli hanno dimostrato inYet·c, che la qn:•t·ta parte degli auimal i iuu eslali C()t\ sputi d'inO ueuza li è 0ertamente mori a p~r mo!tipli ~azio n e cl el pneumococco uel corpo di essi. Con ciò il numet·o Ùlli casi, in cui si I!O\':l il pneutllococco, nean··he può dirsi e:'attriLo, perchl· la nrulenza del pneumococt:IJ nello sputo può es~ere attenuala. Non co o In ~te!'.::.n cerle7.za la presenza dì questo uatlerio si dimu:-.tra nel preparato coloralo Jll! l' l'esistenza di cocclti capsulati. perclw son\ i alJbasLanza altr; microbi con lu .::.le~so carallere. Cosi noi ahhiaruo potuto i'olare il Latleriu capsulato del ti'rieci i~ind er, ed anche il l\ir· rl 111er (•13) ammolLe u nn capsul::1 al suo d iplor:oGco. llisgraziatantenle non ahbin111u tali criteri per dimostrare la minima rtuantila degli allri nostri sLreptococchi negli sputi, poichi• questi, secondo le nostre esperienze. non sono ' iruleuti M pei conigf i e per· le ca' ie, nè per gli altri animali. c'ollle cani e cava lli. Queste due ultime specie, :;e~:onùo un'opinione dilTusa, ma and1e contestata, debbono e:::·ere disposte per l'inlluenzn , onde occOt'revn ~perim entare con qu e~te. Con cnvnlli niJlJiauJo
fatto gunuro esperimenti: TI 1° cavallo riceve 5 cm . c. ùi no a culliJra i n ht'odo del nostro batterio III nella trachea. qualcllo ora dopo si uhballe per non levarsi più; muore dopo Ire giorni senza t'ebbre. né allri sintClmi, infuori di una debolezza strnorc1inarin. l'autopsia presenta>a. niente di positim: i polmoni e le rie respiratorie erano sane, culture del sangue re ~ lnrono :,;terili. 11 can.llo però era dapprima ahhastanza maland3to. sebh<'ne si fos·e ~ostenu10 in gambe. \I ~o c:n•nlio s' iniettano in trachea alcuni cm. c. di una cullum in brodo del opsu·o batterio Y: nessuna manifestazione ruor bos;i. Tre giorni dopo s'inietta allo stesso anche in u-achea uno sputo d'influenzato: ma il molto valido cavnllo- un ''ète,·nno feril o a Custoza- re!'ta ugualmente sanQ. 11 3° c:wnl lo riceve :) cm . c. di nna cultura in brodo àel pneumococcn (nostro J) , iniettato dir·etlamente nei pulmoni; resta sano. mentre clte un coniglio, inoculato per .controllo, muore clop() 2~ Orè. G·li esperimenti con cani piccoli hanno mostrato lo sles ~o ; soltuoto un enne è morto l O giorni dopo l'iniezitme sottocutanea di uno spu to d'infloenz:1, senza che si sia potuto Lro' :He qualche cosa nll 'aulOpsia. È da ammelter:si forse eroi. como nel primo cavallo , un avvelenamento da p'.omainc? Ora, quali consegnenze si possano trarre da queste no:otrl' ricerche sui serrl'Li catarrali. se cioè uno dei ballerii dn oo1 lrO\'I:Ili o :du·o qualunque pos.>a verosimilmente essere indi· calo comè l'agente dell'inl1uenza, resta ancor·a incerto. Lo streptococco trovnto dal Ribbert (24), dal Vai\lard (~:>), dal Bouchnrd (6) . e dal Finkler (2iS), il diplococco t.lel l\ it'chner (l :l) ~i so no mostra li troppo di rado nei secreti dei nost t'i in nuenznti, pcrchè potessero essere presi in wl e !'Oilsidernzione. 11 pneumococco si vede spesso, ma non cos1 come ti semb ra ammetta ti Weischse\baum; per altro dnllo
~EL 2° OlPARTDU:'\ TO )1.\lllTTDIO
stesso autore sono riconosciute le ra!fÌoni, {'he rendono quasi impos~i hile l'allribu ire un valore causale al pneumococco 1\estano. fra i microJ'f.!ani. mi trovati nei secreli catan ali da noi esnminati, i nostri slrcplococcbi III , l r e Y. Lascinmo dn parte gli e::perimenti, p en~ fl(• la di~cn--sio n e sulla corri:;pondenza deiJ'inlluenza umana ed animale non è ancom rhiusa . .\nche senza i risultati de~li stessi. in m ,.,.~iDHl nega · ti\i. noi avremmo forte duhhio sul Yalore r.ausalc rlei no;;t1·i m•crobi. Gi i• dopo trascor~n l ' epidemir~ d'inlluenzn, ubhiamo fallo ricerche di controllo su persone sa ne o accr.tarrnll': e inlì•lli nbhiamo pot uto dimostrare, in parto nella ,aJivtt e in parte nel secreto lH·onchiale, gli streptococchi l T, IV e \. \ noi sembra. che vi sia nn gran numero di ruicrorgnnismi molto allin i f1·a loro, i qual i si potrebbero forse nl!',tsl:iarc ::;otto il nome eli slnptoc,Jcthi dellt• nwcost•, lasciando impregiudicato il loro valore c.ausale. Esame tl1•fl' m·i11. - NlJmero~e piastre sono state falle, con lo stesso miscuglio di ~elatiua ed agar, nelll' ~ai e del 11. 0 8prd,,[e di 1Jfarina a diver:'a altezza dal suolo e presliO i lcllì dc~li ammalati d' ìnlluenza, nonchi• nella Casa Jl''t!llle ùi Poz7.uoli all'infierire flell'epide mia. e le medc,ime, portale in tPI·mostalo a 3i•t:., sono state e:;aminaLe tlopo 21 ore. (:iammai auhiam(l riorennlo alcuno dei ballerii 11'0\'flti nel ..;ecretn 1'atnnale, lll' alron altro elemento spl'cifico. Pu lmmtit''· - Ecco come l'indagmc halteriologica ha ri'JIOSIO all'opinione. thc ammetto uua ~pedale pulmouite ùa in!luenzu. Il Lave r1m (31), in parecch i Cllsi g ravissi ud, l1a riSCl)n h·ato raramente il pncumor0Cf-O. iavece abhondnuti streplococclu. Il Vaillard (2:?), i n t'ì ca~i morLa li d'infl uenza cun hr oncopulmonite Ila Lrr\vAlo lo sLJ·eplorocco iu r uiLUJ'8 puPa nel <:nngue, milza e pulrnonc; nc1 li!]uidi vcrf:aLi E' l 'a spePso as·
Il 00 sociato allo slafilococco au!'80. Dai suoi s pel'imeuti risulterebbC'. che lo sLL•eplocoo.::co abbia tendenza a cir coscrivere i suoi efleLti sulle s ierose pleurale e peri_cardica, nonchè !:!11i pulmoni. Il RibberL (24), nelle sue ulteriori r•icer cbe, riferisce 't- cn:,.i •l i pnlrnonile da influen:ta, da 3 d3i quali ha ottenuto facilmente lo str eptococco pioge11o, e dal 4•, ch'era complicaLo ancbe ad empieo•a, ha isolalo un diplococco simile a quello della pulmonile, di cu i ritiene che «ia una modificazione. 11 Finkler (2;j~, su 45 casi, solo in 2 ha ossepvalo la fot·ulA cla>'JS'ca della polmonite fibrinosa; negli allri 43 una pulmnnit •>, descritta da lui come pulmoni le da str eplococco o lohu'al'~ o eresipela del polmone. Ila l'aLLo prepar ati e cullur·e dal pulmone, dalla milze e da altro parli da S cadaver i, ,. s ul vivo da 6 casi , di ppiù ha esaminato lo s puto di 12 infermi. l n lutti i focolai pneumoniticì dice di aver· trovato uno str eploéocco simile a quello deiJ'er·esipela, e solo in uno ancltt~ lo s tafì lococco piogeno a ureo eu un diplococco essenzialmente distinto dal Fraenkel. Nei molli spuli pnaumonilici esaminali, solo 2 ve•!te è mancato lo str·eptococco; nel pi•'r dei casi vi ha trovalo invece anche lo s tantococco aureo c albo, alcune volle bacilli e 2 volte un diplococco. Da ciò egli viene alla conclu~ionc che la pulmonite sia una loca lizzazi one dell'influenza, di cui mollo probabilmente lo slreptococco sarebbe l'agente specifico. Alla slcssu cor•clusiooe viene il Maragliano (ll) sui r isultati di tre autopsie 'cta lui riferiti, che furon o nega~ivi pcl F raenkel, e invece positivi per lo stl'eptococco piogono. In s enso contJ•ario a lfUef\lt• ricer·chP, che tendono a rn••llere in evidenza lo streplococco dP.II'eresipela come age11te della polmonite da influen za e pr obabilmente ancltc di queslA. parlano le osservazioni ;li molli altri autori; le r iassumo •t ui appresso: Il Babes (30), nf' lla ma ggior po rte de i casi da lui osset'Ys li, pal'la Ili un diplobnLler•io, molto simile a qnello clel ia t:: ulmonite. 11 Méuétr ior, in 12 ca~ i, ha riscon ~rato sempt·o il d iplococco di F!'aenkt~l - \\'eichselbaum, solo in 2 di essi anche
~EL ~ DIPAJITI\Jt:\TO 'I!RITTI\10
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lo streptococco erl in un altro lo ~taCilorocco piogeno albo Onde il Ja.ccoud (:i ~) . riportando questi l'i;:ultaLi in armonia coi dati clinici, rii1Gne le pulmonrli, in !òC~uilo d' inliuenza, come secondarie . Que~to cnncello ,. r ihadiln anche clal•e l'lcerche del Boucbard (fl • G. Sée e F . Bordas (33), in moll1 casi, ha11no trovato :o;elupre, in u na a llo strepl•Jcuc..:u ~ allo statiloco.::co p1ogeno aureo, il diplococco lanct>olalo. che !:a11110 nltPouto in cullut·a pur~ ~nc h e dnl succo splen1co. n Levy (3-i), quautUiliJUl' nou SI pruuun:t.i in merito, dit·e di avet• l l'nvatn io un caso d i IJrouco- pultuonite da iniJu.,nw. msitune allo stafilococco piogt:H1tl aTho, il t•occo ùel Fraf-'nkel, che :.i et•a mostrato anche 111 parecchi ca~i di el'lsudatì pleul'ici e nel pus di uu'otite. Il Krehl (35) a!:"sed~ce chu uli ~pult rug-f(ino~ i dèt 11011 P"cbi infermi ricoYerstt IIPtla cliui.:n uwdica di Lip~ia conll!nevano sempre il Fr1l,.nkel. Il Weichselbaum ~ ~3), in 7 eosi di pul monile cr upale ed in l di bronco- polmonite e pleurite ha lrO\alu all'tmtc.psia que:;i semor e esclusi va mente il diplocot•co dello pulmonite , e l'al'amante lo sta5locllCCO piogeno tmrt::o o lo si reploc•>cco lJ Prudden (:27) ha esaminalo li cast, e ctuacr.i sempt·e lia trovato il Friinkel e, in miuot·e quanlita. lo ;;.talilococco aureo. in alcuni cast unchc lo ;.troptoco(·co piogeno. Il Leyd.. n (36), pur ammellendo una formA !'peciale di pulmonite dtl mflu..-llzil, uotu cht1 in i infermi ha r t'-COnlt•ato il Frànkel, i n 2 lo slr~p l ococco e,~ in al tri i l'uno c l 'ai Lr o. 11 Prior ~:26), tn 2 ~ ca"''• ~In dt poli1tOnili scù1elta rn•·nte fì hrioose , sia di cosiJJelte puli11ouilj da inlluenza, La troq1lo sempre il Ft' fl nl<el; nello u11•· sra 1·seggiavauo o roaucavano lo slreptococco e lo slantococco, piogt>no e aur eo, nelle altre era t•ari~$ inw quest'ultimo. Però in seguito i diplocoC'chi erano complelam e nLH sosliluiLi dugl1 slrcplococclu, m en· tre in alcuni ca!.'i hn pùluto ossPrvar•e, che 'luelli ricomparivano a bbondantemento nello sputo nò ogni e!.'acerbazione della malattia. R ~l1 quind1 r·il1ene che i diplococchi "'i pt•e. senti no spesso com n 1 Jll'e•·u t•sori degli ::-l!'eptococchi, i 'luali,
poi, sostituendo quell•, so~tengono o producono rinflammaZIOne. Infine il NelLliJ· (37) J•ile,•a iunan~i tutlo di aver· ~cguulalo pel pl'imo nella hoccu dei sani lo sll·eplococco in qu(:sliore con gli stP""' c>fTetti palo;teni. P ... r le sue numerose rie»rr.hf' ì• in a:ratlo di l30~lenert-, chi:' le complicanze dell'influenza po.,._ono P"'"Ct'l' allribaile cosi al pneumococco r.omt• nllo sh·eptococco. e che la polmonite lobare fibr.nosa 111 SC;.!UJlO d'influenza !<ÌA dovuta al pneumococco. mentre nella cosid · dQlla bronc11·pt1lmomte pos:won Lt•uvarsi il pneumot·occo,
lo ;;tr·~plococcq, il bacillo del Friedliintier, ecc. rn quanto a noi, nhhiarno avuto con rincre$cimento imper· fcua uccasiorH' di studiare questa forma rli pulmonilP. che i• i'\laln ritenuta da parecchi io Ler'lo senso comè caralteri:!lica dcll 'in0u('n7.n, la pulmoni te lui1u lare, nltrimenti d.el.la hront.npul monile o p11l rnon ile r·atarrale; c' nolo però, secondo quollo cho ho giù dello. t:he non pocl1i Cfl~i di questa speciale l'orma eli pulmonite si hanno. ancur fuori il dominio di una pandr mia d'influen~n. in seguito di morhillo, Lifo, scarl:~Uiua, err., oncle. per qne.-;to solo fallo. certamente saremmo slnli rii"flo.~ti a t•itenedn r.ome :-erondarin anche nell'inOu em~a: lu PI'0\'3 unlleriologicn ci ha mng~iormen le r.(lllfermnl i in IJUCsto coocello. llu t·ante le nostr·e ri,·erche. occorse nnche a noi eli esaminare, mn in un sol caso. lo -.puto di una pulmo· nite calnrr·ale. e questo contene\'a ahhondanlemente tipiri diplcwocchi lanceolali. \hlliamo in\'ere a\'ltlo occasione eli f'~n mìnar·e ij L'Usi ùi genuina pulmonile lol!ale, 4 cioi•, appartenenti al H. Uspl'flol,• di .Jfarina ed l . che fn seguito nnclto eia autopsia, ali'O.\flt'dalP- intl'rna;;ionale di questa città. ~ei primi :J casi lo sputo, che conteneva cocchi capsulnti. fu inocubto sui conigli con risultati positivi; gli animali ~ono morti ilopo 3~ :J, 1· giorni per sclliccmia. ~el .~.o rifcrihilr nll'isc riLlo mnrilliltiO E. E., el i t; ui ho da to innanzi il r('perto
\EL ~u DJP.mTlME'\TO 'IAIIITIDIO
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anatomico, lo sputo. tre giorni prima della morte. non fu virnh•nto. e vrramenle i hallerii rlPI F riin~el erano molto !:Warsi anche nei prel':u ali ruit·t·os~opici. l" n'ora ùupo an enuta la mortE'. furono presi l cm.c. Ili sangue ùn una vena hasilica, poi sangue dalla milza e succo pulmonale. roo:i dallo ~lroto eorticale del lobo epatizzato che dalla parte r.entral~ dt e-so, e di •tuesti diversi saggi si fecero piastre di agat·; furoncJ inoltre falli parecchi preparati ùel sanguP. Questi ultirni r.ontenevano pochi ma evidenti Gor.ch i ca psu lati, eù altresì c'l'ebbero sulle piastre ,·ultnre pure dogli stessi. Una l'Ullura in brodo proveniente ùa.llc ultime fu inoculata, dopo due giorn i, in un coniglio, e si mostt•ò senza virulenza. Nel U0 caso lo sputo un giorno prima dellrt morte era straot·ùintu·iamente ricco rli cocchi capsulaLi lanceolati. Alcune ore dopo la mnrle mostrò unn pulmonite fihrinosa biln!ornl c. Nei prepnrali microscQpici del pulmone si mostravano tliplococdti lan•:eolali cap;;ul.lti in abba~tanza lunghe r·:llcnc. rolonlli ùellolmente. C)UPSii no:;trì t'isui L'lli sulla pnlmonite •la inllucnza. r111110 ~i wde. concordano con tJUelli ùel Woicllselhn tJm (2:J). del \l••nétrier (3~). del Sé·~ e Hortl:t::; n3) . tlel Kt·Pitl (3:)), cl<'l l.e'~ {:H) e di altri Ol>ser..-aturi innanzi t·itali : es,;a nuu SI lli'tingue,·a in uiente ùalla pul mouitt· ~puutn n ea g.•nu :nn. Ondll resi:\ dimostrato, dJ e la pulmrmile in ::ot>guito d'inllneuza de\.{'~ S~J··· ti :!uardata come SI'CIInlarin .•11 pan di tJUPiht riPI tifo.
ll.uulo uno sguarùo generale n l(Uflll to IH1 espostu in principio e consiclerandu i risnltntr dei nost ri studi . l· d'uopo rilever·~:
l" La compr.r~a ùcll'epìdemia ù'inO nenza nel .2° tlipM·ti111ntto mM·itt i 111 0 precedette di pai't!CGh i gio rni ltt d: rt n ùol Hl 73
11 5i·
r.'EPIOE.IIIA n'I\FLCE\Z.\
dicemb re, onde è da escl udere che ,.i si:J stata importata dt1gli all ievi fuochisti pervenutivi la sern in nanzi dn Spezia: '2'' tuuo quello eire si è detto circa la contagio.. itn prova nient'a ltro ~; h e la o·aR/IIì7'tabilittì e trrmuissibilità del Yirus dcll'inllueuza. lasciaudo impregiudicata la quistione del conta~io:
3" L'epidemia si i.• pochissimo es tesa, ha avuto decor-;o benigno; relativamente sca rse le complica nw, ma grav i; 4.~ In fuo ri del carallere ep id emico e dell a grande sproporzione fra i fall i locali e i fenomeni generali, nes,;un ~in tomo caralteristico ha presentato la malallia. TI tumore spleui co può essere l) iltltosto e:;1:lusu che ammesso .. per le no ~ tre o:;serva7.ioni ; i.i0 l'en:iò che ri guarda la cura, l'esatta O:iServanza delle regole igien iche è cert;1meute la prima cosa a tener presente, e poi comhallet·e pat·tìtameote ciascun sintomo e guardare all e com pli canze : Li" Crediamo rhe le misure igieniche d'i ndole generale po;;sauo con CO ITCI'•) a limit:n·e l'epidemia; 7° Le puimoniti. eire :=-i hann o in seguito d' ìnO neoza. deuhono essere riteuule rome seco ndarie, come ,·ere enmpl ic:anze d elia rnnlall iil: 8° H.iguardanùo infine IHnostre ricerche etiologich r. noi abbiamo dapprimn, nouo~Lanle un rict·o materiale, a ~ ·orHa lare un risu lt ato negativo sul sa11 gu~. Le ulleriori ricerehe hanno dimostrato, che lo streptococco pio~eno non thr il pneumococco :'Ì ri l'eriscono all e complicazio ni. l nvece rli un solo hatterio. eome da alt ri t' stato trorato, noi ne ahhiarno isohuc i.i :;pecie somi glianlissimc, ma m o r fo l o~~camen te rlifl'ercnziahi li , alle quali, soprallnll o per averle ri scontrate ;~o che nei :;ani e in infermi di altre mHiallie, non ci c:rediarno au toria.a ti ad all.ribuire alcun Yalore spec ifiCtJ SApoli, 18 luglio 18!10.
NEr~ 'i?" l)lPARTDrEi'ITO ~fARITTL\fO
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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVIS'TA MEDICA Dell'epilessia gastrtoa. - Conll'ibulo alla f.Juto;tcne;:-i tl~1 l'l)nomenl IH-'r\·o;oi Ilei dÌSJoeplici. - Dolt. MA SSAl.O~GO nulll·:wr o. - (Lo Sperimentate, anno XLI II , fascicolo 3'). l.'inl er•prduzÌOllt'
,•lu~
l'aul•'lrt: Ùà Ul feliOIIIl'IIÙ JaJia t"jl·
l ·~'ill Wbll·ica ~i allontana d<~ l ( liella c;::p,·c,,n dn 1 P om111 8,\
•' rfa &lli'Ì; E'l!li I'ÌtÌ,...Ill! c! H~ IICI!l "'ia f'+'o·o•Jt8ZI011" per·irerira del pneumo-gastrico, la cau!"a dell'epill?~"l8 d'orìgme gastl·icu. ma invece lo assorbuuenlo di JWOdolli auvmali. ùi decomposizione s to macal u elle iu g rande qun 1tli ta vongono elt~b rJ rat. nei dispeptici. La slitichttzza, frecpJCnle in que::.li ammalali, collabora alla rwo.luzioru~ tli qu ·:::-ti pr·mc1p11 'eleno:;:i eh · la chimica ha ;,copt>l'lo nel ,·culricolo <' negli intestini e ello chiamansi gastro-to•du c E.' copN- lO\.;IlP. I n una parola. l'autore ritiene che l'Ppile-.:sia f!B" trica 11011 c;1a d'origine riil<'sr-a, ma d1 tH'i qiue los.,ica, conw l'epileSSIR alcool1c·a e quella \ll'tllllica.
Se OJ'dJnllrJamente l'ul)mo), colla ~ua otlicinn ~as tro-int e '-'linule di veleni, O(lll ~~ ~uici la, ,-, pe 1·ch... la quanLitù di quP · «li, nelle condiziou1 th "alule. non tasta a det•·J·minare •Ju(:'~t·e ...ito, pet•cltè uon iniPrt•ottmnPnle pt•odnll•, ,·,..ngonn nn•1 irtlert·ottamente el imilu1li du..:li emun tnrJ ordiuari deU'or aalli;;nJo, fra i quali il p in imporlrmk di lutti ~ i l l'<'ne: stJ l'o . ru1a non ::oi f0 rm a'-sl'. l' into ~~' i caz io ne st~:· e hl;e inrvitabil e t••l 1mminente. A r1 clte colla fu111:1one perro:tts dei J'PI\1 po:',ono appaJ·tr• 1Pi "ìnloiTl i di a v..-ple uamento, allorqmlll<ln la produzione di 1 1Ut>,.le materie tO!"'-tl'he €o più altbondante; basta che si dJ"'nrdim In funzion e- oi l!!e'>LIVII. perché ('O!'l anlemPnle si 111(\ lltfer.li un senso di ~~~tn c lt i:'ZI.fi , di gcnPJ'alr> mnlessere, IR Cl'fulea, il r onzic• d't»t•cccbi , i ùisturbi delltl vi:,ione. le vet·1
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Rl\'lSTA
tigini. In rruesto caso la l}uantila delle materie toss1<~he g••nerale nelle vie digestive ed introdotta nel sangue 1\ supPriMe alraltivilù dei reni incaricati di eliminariP Secondo !"autore, tulta la serie ùcgli orcidenli ner vo"'i dt'i daspeptici, considerali di natura rifleF<sa, dal cerchio dolot·o~o al capo, alla cefalea e alla malìncoma. dall'insonnia aiiP. 'el·ligini, dalrobnuhilamenlo della '"i"la a quella delr udilo, dallo contratture nelle mani all'Afasia traJlsiloria. alla -.iocopl', dalle palpit.azioni di cuore Alle false an~ine dJ pello, sono lutti di origine tossiM, sono cioè fenoml'ni rl'aulo- inlossicaziooe. Se le sincopi, l fenomeni apoplelliformi, il coUla, gli aL~ cesst epileuici sono rari in proporzione del numerLl gnw<l issi mo ùei dispeptici, ciò dipende anclte dalln stato pii• o meno nevropalico di alcuni r:og~elli. dalle condizioni momentanee degli emunloJ•ii, dalla quanlita di produzione e ili assorbimento degli alcaloidi tossici che !=:Ì producono nello stomaco e negli intestini, e dalla lo1·o qualitu, poiché l'l'l'l 1 principii tossici "Ì lrO\ano, ma non sempre. dellf' ~ostunu coll\ ulsivanti. La conclusione pralica che scaturisce dal concetto palogenetico dell'autore sulla natura dt>i fenomeni nerVO!=:i, nei 11ispeptici è quella ùelln disinfezione slomacale ed inteslinnlc, dopo aver liberato ù w·otricolo con un vomilivo o con un la\'acro, e g li m testi n i con un purgati vo drastico. Allontanali i dislut·bi nervosi più o meno frequt"nli e minacciosi, ,.,j Assog~etleranoo i Jispeplici od un t•egime dietetico rigot·os•J "d all'u"o prolungato d9gli amaricanli, dt>gli slricnici, delle acque alcaline. L'esame chimico del liquido stomacale 8Yulo ~la! von1ito o caYato col lavact·o. l'esame chimico dell'orina. la ricerca della tossicalà degli alcoloidi in que:-.li liquadi couterauli merci) espe· rimenti negli animali, daranno la ::,uuziooe alla nuova teoria. L'autore augura intanto, che le ricet·che che egli rar·i• con questo indirizzo, vengano incominciote nnclw da ollri colle· ~:thi, onde la chiara luce ::i faccia !!ull'o1·igine dei fenomt'ni nervosi noi dispeptici, che di'l 'lua lclie secolo atfo lica r·ono la mente dei patologi cou insufficienti risultati.
.\lEDI CA
Bulla palpazione termica. - U. BeNEZUf\ e A. JONAS. (Dettt.se/L A I'Ch.fur ](fin. _\1ed. e Ct'/Llraii.J. rur die M ed. Wissensch. , "N. 15, 1890). Gli aulori descrivonQ l:lOllo il nomn .Ji palpazione lt>.rmica un rneLot!o di esame c!Je è fondalo sulla osservazione ùa essi fatta cb e la temperutnra della peli e sul ll>race e su l l'addome non tj, anche al lfltlO çon un dito, in tutti i lunghi la stessa. Accada r.us tan Lemenle elto sopra i teAsuti che contengono Aria la temperatura dPIJa rwlle è più alta elle l"U quelli cbe non ne con ten gono, cosicclté ;1er mezzo tli qu f'~ l.o metodo di esa me 11011 solo ~l po!:sono determinare le linee di posizione fr·a gl i organi contenenti n pie11i d'aria, ma anche ì limiti deglt csMdati pleurilici e pel'icardici, tle~li ilifiltr ali, degli aneuris mi, dci Lurnot·i addominali. P er mf'zzo di questo pt·oce"-SO che d'al tronde non suppone una pat•licolare squisitezza del senso della Lempcl'alura, si p11ò ancor a de terminare la cosideLta ottusità relativa ùel cuot·e, del regato, ecc. Che questi lirnili di temprratura sieno elfelli,•omenle determinaLi do. differenze della temperatura culaMa esistente sopra i ~ingoli organi, r hanno gli autori dimostralo col tet·mogal vanomeLt·o ed ancl1P. co11 un termometro dì.fft!l'enziale ad aria, con 11110 a mer·cUt·io tla lor o fa tto flpecialmenle cos truire a questo scopo.
Balla aintoma.tologla e terapia della inaufficteuza inte· attuale. - RosE ~IfJACH . - (Dc:nt8Cite m ed. vVochensclu·., N. 20, '1890).
Partendo dal fallo che assai spessi) la lapa rotornia inlt'll· presa per stenosi illtestinale (ucc~ttuato lo strozzamenlo er·niar io) non riesce a scongi ltra t·e l'esito letale, benché si s ia rimosso l'ostacolo, Rosembaclt si accinse tlll' impr esa di t'icercare le cause d i questo fen omeno so lto un nuovo pu11Lo di vista, ed in •tue!'.:la ricerca egli pervenne o risullali dt>~n i
di nota. Rosembach ricerca il per icolo n(J!t solo M lle ullerazi nni locali causale dalla " lessa s lenosi, alterazioni che possonu
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essere t•imo~se mercé le regolo lecnirhe cl11rurgirht! attualmente in vigorF> e rhe sono quasi flffalto tnnoruH ~ "tc-:t·e di pPrtcoli, ma piuttosto nell'alterazione òt lullo ti lratt;, mleslinalc causala dalla slenosi cò in relazione. con ·1118"l'ul lima, o per In m»uo nelle alterate condizioni di unn r•orzinnP intestinale sovra .. tante alla sede della stennsi. Qne!"la nllt>razione é chiamnlA da Rosembach in--ut'fìcienza inle!'liual.,_ co11a 'lualc denomma:uone chnica l'autore inlt"nr!P rifPt'Jr"' anclte allo stomnco ed a l cuol'e. N'ella categoria delle aff~>zioni Pnterirhe l' 1nsuflil:tenz;J i nlestinalc è quella che presPnla una indolr <!Pile pui mllli;Xn•ed C't'e~·cila un·m~tnnc piil lelRI~ del111 lll!"Uf!icienza f,!a«trica EsFa ~ignilìca nna dep ressione rlelll'l ''llnlità: 1· t notoria_ 2' >'CCI'Cli va, 3' circolaltWilt (l ~· d'a!"!"Orbimontn o\el relo li\·n lralLo tnte,.;linate. Gli ultimi tre mo1nonti !'ono g-i<i prr -.c nella Jm;uffìcicnza di un gra11dP. trallo i n l e~ li naÌo d i grnYr'"~Sim ~t importanza r•er la 11Ult'l7.iune e In ~lnlo gem·:·a.IP J ... ll'orgnnismo ; mo l t~ alterazioni motorio co-;liluiscor o un dorpio d uno. Esse rendono non c:nlo l' inle!tlino i wopa•· · •'i supet·orc la slanosi locale cnn oner~i che conlraziout m11 e:::;;e agi ~rn no da se sole comP punti morti , come 111111 Rleoo::-1. pmclll' !!II Jfl[tCSla, in cAusa dr•lle mArwal•· c·outrazintn po>ri!'>lallidlf• non superauo quei punLi e si acc·umul/\11" >-npra i med ·sitlli. "'' ncbe dor.o rìm0!<'-8 la slotoo-.i locale pl'r:-bt•·11dn l'insuflkenzA dell' irtLeslinn sovrnstaul'' ,-. inevi iAbilr. 1'• ·.--rlu i nftHJ~I", pt·cci"amenle cnmP lnlvolta uvvirne pe1· t•tn!.nJi-:::rnn rli art ramo fieli' arteria rnP~I'ItJlerica; nort fl::;l~•lllo• lP rnolle anastomosi, unu porziou(" cfintr>slioo unchP senza rade1·P i11 gau!.(rcna, si può ollerarc in modo da diventar e un trntlo merlo insuperabile ed in quesL1l coorllzione può a :,.rire c;ome una \'l'l'a sle!losi ~cguiln du fpnomeni 11' ilr>o e frnullltt•rll•• dalla mor te. Rosembach fa cli ..linztl'nc tra insuftlciP.:nzA inleslinalc relativa t>d a!5sol uLa (come anchA per il ruo:ro5. La in~ml'li cir·nzrt relutivn prodltce sollanlo fenomeni posHt~geri; m 'JIIì·~· ., caso entrano in aztone delle f·>rze motortc di riserva ,-h<! a modiJ di compen!luzionc valgono o a ,•ineerc o ad e,·iuH·e t'J!co. ~[a Se Ja Cl\1188
deJJ'alleruzionf' pet•:,-iste si IIIUIIife;.la
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J'inl<uftkienza ;tssolu la. Le forze motori e di l'ÌSPI'V8 "'Ì C!.'811· riscono: l'insuf(icienz.a rlell'illli•!.'Lillft !.'Ì ftl permauenlP e resito let.ule non si può evilat·e cun alcun otto ()per·ath·o. Un e~empi o Addotto dall•fwlo t·e c::e t• ve 11 d i nw~Lt·arl' 111 verita di •1uesta &S"et•zione. Un ~1'8Vtl;siuto A1'111gimenlo del c<•luu discendente, del diau tcl1·o tl'un f<'rr·o di cal7.elltl, cbt• ceriHmente esble,·a da mollo l• rupo, si rnanir,.c::f,·, N'l'l feuomem di ileo impr ovvisi sel!uilt da morte. Ro~etnhach ci indira i !'e:.::uenli f••nomPur ,, '-ml omi proriromicì clte avreùbt•rn •tnA I'PrlA nnpol'lnuzo pPr la dtagnO!'I della stenosi prima che :-i mau;fesli la 111~urtkienzu as><olut.a, la <1uale ò•agno!'i o pu1· lrtlppu s~mpt·• tllffidll'. Tali !'>areubero: ntclcori-; uu •, c•JiitLt- frequenll e llAU"eP !.'euza prec~dente indi{!eslio11e. c::tllichezzA chP 11011 i• vmla co~-oli ordinari Jnssalivi, ma che ;.i ro r•regge i m pro v' i~ameole dopo emissione eli Oali; irt·egl)lUI'é succetlet•s, di u,·acuaziou i di materie o ra liquide, o•·a solide. Quest1 accc•ssi prodt·omici !!ono palesem e n te ,.:cgn i di rli:;lurbata comperrfiuzioll''· l 'n allro $Ìnloma di in0luf0cier171l inte;::tinall' ,.• In r•omparsa di 1111 colore o~curo d Pile orrn·~ '<'o n ~;chiu1un viol!lcra). '!Uando l'orina ~i soltopone acl f!bnlizrone .. duranlr· la t(Uale SI a~ .:iunga a ,:toccia a gocr·1A de ll'acido nitl·rco conr·entralo. A qu~:l:>ll sintomi, chtl "l't~s::;o pa>'l"Uno lll u~-.t>l'vali o nou ai.Jbasll!nza app1·ezzali, "Ute~c.lono quelli elce sotro l'cffdlv di Ullfl in" ufflcienza H~""'Oi ui A !.!Ìù !"luhi lila ; Ro ...emboch metto Ira 'JIICsli il ,·orni lo Jo~lcr('OJ'acen. il mf lt>nri'-ttln, l'abnormi' l&nuita ciel contl'nuln inlpc:timtlP. lA !"BIP. I'Ailf'l'azione delln nutrizione generali'. la r11p1da aulo·iulos...irll7.rone pro,·ewente dall' inLest111o, la comparsn di una W'l'rlonile ;.en;-.u Pe•·forazione (che si ~p•ega IH'I' l'l:l ...OsJuu... i o il passA~gio de1 ,.:ermi illl'oltivi altr aw l':;o lt~ par~:l.i ilil t•sli lluil Alterai.• ·). Lf'l terapia interna dt'vt• rnir·a,·o ad itupedit•e il mina.ccroso Ji<~lu rbo di tnlupent=:ellone: 'fllindi deve o~ ... Pre flltnall\ una J•igor o!:'a dieta, 11 1110'-'!'A!!~io e la ginnas-tica di cAmer·o Sì racilileranno le C\UI'U8'll0nl, e ~e IIIS.fii'~C la '-lllichezza COli meteori:~mo si da ra op!Jio i11 prccole Josi, ;:i ru r·anrao le fumeutuzio ui di Priessnill.. 1'\ei ct~ ,.;i gravi si tla•·a pure oppio li"socialo od atropina Conli'U i ,·omili si cwr~<ig l iA l'oppio pc t· il
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rello ~ contl·o la seto iniezioni d'acqua per Il r etto. Ricono,:ciuta la nece!':~ità nell'operazione per insufficienza asEolul<l l'i procecJeri1 aiJa ror·maziOil8 dj llll ano preterna(urale.
Sulla orohite parotldea •en'l:a puotite. (Wiener 1\fed. Wochen.~ .• N. 20, 18~0) .
KOVAC E:. -
Jl dott. K.o\•IJ C~ svolsH quesLo l:ll'gomenlo alla soci etù me· dica di Vienna. illus trandolo ro n casi ùl propria os~erva ;r.iOIIP. E~li dapprincipio pu~sa in rapida r•assegna le va1·ie forme della pamlile polimorfa . Tra i fenomeni pr od l'omici th questo morbo vieno segnalato quale caraller·i::~lico sel!no la sensazione di lens one doloro!!a alla r egione par otidea di uu Ialo. Vie ne ben tosto ti manil'eslarsi la tumefazi one del parencltiroa ghiandolAre e l'edema del lessvto circostAnlP. L'altra parotide non Ammala punto, oppure si a mmoln (jmllcli e giot·no ·più tar·di . Fenomeni febbrili possono ll'Hlncm•e alfatto nei casi legget·i, opput·e manifestarsi in g r·ado ·· levato. In pari Le tll(l (l si ntaniresta tumore di mtlz{t cllrl pero ;;i mantiene Pn Lt·o sLreLli li miti. È uoiversalrnenlo nola lu facile compli~nzo tlf'll'or chito. La pelle dello sct·olo c;i tuoSlN'l edematosa. Mollo piil di I'Al'O rruesta ('Omplicanzu ilisor ge nei genitali l'emrniuili. Cit•ca la cot•relazione tra la parolite e rorchiLe SOrtO \'at·ie le opinioni dei patologi. Kocller• si pronuoc1a JJCt· un t~ iufezione secondaria. Snllman per· un tl·asporto dit•etlo delle ee-
ct·ezioni dell~:~ bocca . Leieht~Jn s tein 8mmelle unn irtl'cz.ioue generale dell'ol'gllni srno conteo la quale i less iJLi cki due or·gAni rea gi::.cnno racil mentn, ed adduce come analogia la l'r·e11ueute compar·sa c!ell'enc0ndroma in tuLLi e due fJu esLi
Ol'f!Mi. Presenla:to un certo iotct·esse !]uei casi rar i nei quali le s uccessioni m or bose ;;ouo in \'e1·liLe, cioè dapprima !?l manirosta l'a ffezione del l~sticolo, •rui ndi quella della parotide. .\ncor più s ingolal'i poi sono •tuei ca!';i in cui s i vedonn an• · taalarsi i soli tes ticoli . l r as i ùi rp1est' ultima specie O!"servati dall'autor e sOJJO due e s i ri feJ•iscono a due frate lli ùi :H e 2fl anni, vi\·enli amlJidue i11 conclizioui sa nilorto pre:;r-o
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a poco uguali, lutlr e ù~.;e robui'ti e ùi IIOt•ida co~liluzione. l fcnomenr prodromici ~i manifel"lai'Ono rn luLle e due quaci :simultarwamente m l'l nulla pr e!"enlarono eli particolare Il primo paziente al s11o ingre><so nella clruira a ve"a febbre alta e tu more di milza, la rnetil sinistt'll dallo scrolo aveva il volume di un uovo d'oca. La pelle dt•llo scr·olo normale, l'aumen to d• volurn() e t·a esclusivamoule ùel Leslicolo mentre l'epididimo ed il canale Jeferenle enmo norm nli. Il paziento non ebbe mai rn precedenza affezioni veneree. Entro pochi !!'iornr la temperatura cadde in modo critico con sudori profusr se~uili da !;!eoerale benessere e rapida. ~uarigiooe. Il tumot•e delhi milza si riclusse assai lenlameulu e nel ~iorno oJell'USCIIQ deJ p8zj6Q[P, ciO~ 81 IJ' gi0r110 Ò8118 ÌO \'8SiODe llella malult1a, IlOTI er•a ancot·u. del tullo scomparso. L'analisi dell'ul'ina compiuta quando il tumore delle~licolo retr·ocP,deva ùiode fl cor ts latat•e lA peptonm·ie. Il secondo ammalalo prC!'enlt'o lo s tesso complesso di ~inlo mi. L'ing rosMrnenlo inLct·e~sò ambedue i testicoli. In tulli e due i paztenli, olopo supet·a.ta la malallia, si trovar•ono i testicoli di voluwe e consistenza nom1ali; e questo è un fallo da notar;>i ul •(uanto che da alcuni medici franCe!>i si -.ostieue che in ~e ~milo a c1uestA malallia i testicoli l'eslano a~roflzzali. T.'orclulo malarica lw molta analogia. colla forma di ot•chile llt·a descr·itta.
Cau1e d'errori nella. diagnosi del oalooll del fegato. CvR. - (Cent ,·a(IJ . ./Ì.i.r die M etl. \rissr•nsch., N. 20, 1890). Per l'impot·tanza l>Omma che ogni gior·no pr~~enta la colelitiusi pE>t' i chi t•urghi é abbastanza !-(Justificalo lo studio inlraprc!':o rlall'aulot'•• rlt quei \'Bt'i casi di colelitiasi i quali, per la lor·o sindrome e decot·so "'peciali possono dare occasioue ad c>rrori diagno!:lici: 1' Un'aflezione calcolosa del f~gato può sussis tere da mollo tempo senza man ifestars i con accessi di colica acuti; 2' N <'gli accessi (Ji colica la sede del dolor e mollo ;;pesso non P alla ver a r·egione epaLica , mA a lla epigastrica, il che potrebbe far.:> et·r·oneamente cr·edcr·e che l'i lra lli di affe~.ion e
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gastrica , dispep~ia nervosa od. al tt·o. In altri cas i il doloro risiedo posteriormente a de$lra nella t·egione lombat'e, ~d allor a s i pott·ehbe cr ede r·e ad un ' afTczione t'(male. In altri rat·i casi ti dolore si i~ manifestato olia mammtilla Jestra, in allt•i ancora oll'omhellico; a• La còmparsa delle coliche pu6 e~sere così itHpt·n v,-i.,a t' violcola da farci correr colla mente {Id un avYelenamentn, Si osservarono contemporaneamente alle coliche acc«.>ssi 1\i eclampsin ed isterici, si pu6 per fino osservare lutto il quatlrn sintomatico di un Yero attacco cii colera; 4• Beuchò il .ripetersi di una colica epatica nul la abbia di straordioal'io , lutlaYia la manifestazione periodica della i'les!'a è un reoomeno piullostn r·aro e fu r ausa più volte di Prr.-. '! tliagnostici; 5" Finalmente. si danno cAsi di coliche epalièbe cbe ùeCO!'· t'ono colle pat•venze di gra,~i affezioni generali, come pel' e:" di tifo.
B!VISTA CHI HUHGI CA Un nuovo metodo dl amputazione osteoplastloa del piede (amputazione Lalo·calcant>a osleop!I~5Lica). - Dott. I\.RA~ I. F'ELD (Centralu. .fiir ('/dr., N. :!0, 1890). l l segue n te caso traumatico che qui riportiamo collu ma:-· s ima possibile bre vila, diede occasioue al dolL. KP!iozfeld d1 escguit·e la demolizione ciel piede con metodo nuovo pre 'e· t·ibile, per certe indica7.iow, a quel! n di Pieogotl' od a qul'IIO di Mal~?ai gne. Un g iO\'Ane di 19 anni riportava una le!'ione al piede l.'Ìnislro colpito da un gr ave peso caduto dall'alto di un cat't'Cl. La fertla lacero-cootustl delle par ti rnol li ciel dorso ru tru 1tala dapprima co11 cura aspettante conser vati,·a. Un processn gangrenoso mAnift>s\alosi in seg-uito obblig0 il chit·urf!o alla
CUI RURGICA
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amputazione pn1·ziale dt31 pie,le nell'arlicolnzione dt L isfranc, ma il processo gangreno!"O della cut~. si a,·anzt, •et·so l'a r· ticolozione tib10 as lragn]ea, p>~ t· loch è s'i tnpOSB 1' indiCilZÌOilP tls nn nuo vo atto ope1·a livo che fu condotto n"l ;;e~uen le m0do: Aperta l'a r ticolazione. 111 Chuparl etl allontanale lll ossa. --coroide, cuboide c cuneiformi, alla pat·le esterna fu a~giunlo nn laglio culM1eo ori zzo:1tnle vartenle do l di sotto d~1 l malteolo : quindi si riseco la lt> ... lll dolrastra~alo 111 Jsrczione ft•ontale, ~i penetrò 1Wl seno del tar-"o e ~i apl'i l'arlicolnzione ~tsh·agalo-calcanca. La sup~rfic:ie snpet•iot•e tlel calcagno fu >-e;.:ala in direzione ot·.zzontale e lo stes,o ru fttllo pct·la superficie tnf'e t•ior·c• ddl'nstroga lo e dopo lutle l~ a ltre operazioui accessori~ furono portai!' a conLallo t·ectpt•oco le dne "upertlcil' ri ~ecnte del c·alca~no P dell'nstragalo Dopo due me~i il pazt!'nte f' ra guar ilo con un suflìcienl«' moncone tl largo base e p1·ovveduto d.,J movnnenlo an tero-posLerior u proprio dell'articolazione astragalo-calcunea. Lt' indicazioni pct· que,La opera z1one ci ~i pr csenlel'Phher·() in tutli i cac:i in cui trovas,do<-i :>nnr l'astt·ngalo ed il calcagun ranno clif'C'tlO i comuni inlrgurrwnti necPs~t~r•i per tllemho llella clisar ticolazione di Choptll't. r.Ientre i11 que~rullimfl operazione c intlisJ..o•'nsabile poter· cli"porrP dt molle parls m,-,Jit jJCI' il lembo plontor e; Il nuovo aLLo opel'&Livo p111\ ovo1· luogo anche con legunmn tJ l"car::>i. tanto più che con e~~o non E-1 bo tanto a lemrt'e 1111 t·eliqunlo morhO<;:O, pl'e\·o.!dJbilc .. emJìl'G tlopo la disar ticolazione alla Chopnrt, cioè, In t•etr azione dt>l moncon•l in dietro. Ques la opel'l'l?ionP <:urc bbe Rni'IH• pi ù COli Rf'r vath·fl di q11 ell a u: Ptro~off e •na111ie11e atrarto la ~ua naturale lunA"hczza. L'tlutore l'icono!:!ce else il ternicismo è ah111811lO piit difficilu d,•IJa op~ raziont:! alla Pil'OgoO', 1nèliO difficile• però della disat·ticolazione sollnslr al-falea di Malgaigne. Ecco il modo più fucile 'per ~s~g-uirla ~ul cadavere: Si conduce tll l la~llo cuta11eo or·izzontalc• dal margme posteriore del pet•o:Je al di;::otto di qul'Sl''lsso in a\·anli fino alla linea arlicolHe di Chopfll'l (,c fa duopo si puù nllungar l' il lugiJo poslerior nwnle fino nl lnndine ù'Achille). Al lato
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IlLVlSTA
inLe rno il Lttglio cutaneo comincia a rlue centimelt'i din11anzi e sotto il malleolo interno e quindi io linea cur va si tà COi'· •·era sull'al'licolazione di ChoparL fin o a riunirsi col laglio esterno, dni due puoLi ester ni di quesLo taglio si discende con due incisioni arcuale attraverso le parLi molli fino al mezzo della pianta del piede, quindi si disarticola la paJ•Le aulerior·e del piede nella linea di Chopar~ e si rìseca il caP'Iello dell'astragalo. Con un robusto co1te1Jo ~i penetra l•·a l'as~ragalo t'd il calcagno, sì apre quell'articolazione E' si es:portn ~olia ~ega In superficie superiore del calcagno. Il momento più difficile dell'operazione e la resezione riPIIa parlP inferiore dell'astragalo e si compie o colla sega liHeare od a nche collo scalpello. Da ullimo si riseca la parte anlerior·e del r..alcagno e si compie il lembo planta•·e. NPII'MiuttaJ'e le superlìcie di sezione dell'astragalo e del calcagn1l si raccomantla eli portar quest'ultimo osso molto in avAnti PL'J' provenire la relrazione del moncone in dietro. Il che pero non s i é avver·ato nella operazione eseguita dall'autore ~ul v1vente.
Sulla re•ezlone e sulla rlgenerazlone del fegato. PoNJ~lK. - (Wiene r Mediz. Woehens., N. 20, 1880). Fino ad ora nelle operationi sul fegato i ch irurghi fur,,no mollo r iservati e prnrlenli percbè per rimuovere grandi porzioni del fegato si devono mellere allo scoperlo o ••gnni 101po•·tanti, perché si temevano gravi <lisLurbi di di!!eslione in causa della mancata secrezione biliare e finalmente perc·hé dalla f'sporlazione anche parziale del 'i;,cere s i prorluce\'ll una vacuità della vena porta che r endeva impossibile l'uzione espiratrice del cuore. Ora il Ponfìk al 19• congres.sCI dPlla !:iOCiet.a chirurgica di Ber•Jino comunicò le sue esperieu;.e in pr·oposito da c ui ris ulterebbe che tali timori sono del tutto infonda ti. Egli e!:legui i s uoi esperimenti sopra i con igli. Togliendo la fjltarta pat·Le del fegato , si mauifestava solo un lieve disturbo oeHo s lalo g enerale, se si toglieva la meli! s uccedeva una violenta t•eazione che per-ò cessava dopo
CHIRUIIGICA
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pochi giomi. Anclte resllrpaziouc eli Lre quarti Ilei visrere era tollerata, però con gravi disltll'bi (ùel l'e,;lr, anche TufOel' fece vedere coi suoi epperlm t'n ti r·lle 1 CAlli 1:1i quali ~i 1> las ·iato solo una piccola pMzione di reuP pM<>ono Yivere ancora ::;euza note,•oli disturbi). U :~ gran numero di conigli sopportuno una per,litu di tr·e quarti di fegat') e dopo poco Lempo dalropci'UI'.ione c;i 11'0''ano già perfetlam~u le bene. ~on fu pos<libile spinf:t>r c "PC rirn entalmente la ridu !ione del viscere ollre questo limi te. Quei sper imenti diroosh•arono ancora che il fegato po:.-siede uno slr aordi uari o polorc di ripr01iuziouc. In puclti giorni il viscere mu~ilalo riprese il c;uo volume nonna!~! E>d in alcuni casi anche lo so rpa s~ò; quPslo fallo ci rt?udP impo>-"ihilc il deterroiUSI'P gli (' [l'etti del'iV811 li r[aJIO p81't\it8 Jllll'7.t81e ùel viscere e ci richi ama al pt!n!;ior·o la leg;.:-endll rli Promel··o incatenalo alla rupe. cui un uvvolloio LliVOI'HVIl og11i giorn o il regaLo senza mal Lotalme11te di slt•ug~el'lo. Tulti i presenti ul r.ongr esso conslalat·ono d i' oiMt questa uu·•·uvigliosa l'i· produLlivila del fegnto negli animali ~<les:-i ~i:i operati ùa Ponfìk.
Ferita. e lecatura della vena femorale . -
M .\I;IIIIAC. -
(Centralb. .f. Chir., N. 26, 1889\
Mediante &l'Curato e:::amc della relativa <'R"uicoli<'a ('"i«tente qua e là su lavo1·i di"ersi, l'autore tenta eli r iscolvere il quesito sul con~egno cht- dE'n: tenere il chirur~o di ft•onte ad una lesione della vena femoral e e sulla p1·obabilita di e~ito felice in caso dt allacciatura ùi quel 'aso. lo Francia Roux per il primo o~seJ·vt'l g&nf!l't-M della r·o!!cia in seguito a I egatur·a della vena femorale. Percio Gen · soul propose di allacciare l'arteria l'emorall'. giacch1> le anastomosi sarebber o sufficienti a prO\'veclcr e di san~u e l'~gtr•· lllità. Qualche buon risullato !'-emb1•a avere giustificata 'lue«la proposta. Pur tullaviu non fut·ono ftJvorevoli a CJllesla idt>a molti dei principali chirut'ghi fr ance>"i, fra 1 'fURti Vprnouil, Sappey, Duplay eù altri. I n Ger•mania le opinioni et·ano divise e coutt·atluitlol'ie. l3I·auu, Mans, Bet'l:!llt&nlt lcg1nano Ln
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tlJVlS rA
\"ena, Bu«,ch, Beu·Jolc>b(>ll, Kt·as:ke, le~a\"AII O Ìll\eCI' rat·t.eria iemol'ah:J. L'uulot·s divide• tnollo oppot•lunarnente lutti i ru;;r l'lltrO;;ciult in duP calegot·ie, cio·~· quelli cei quali la lesiont' clt·lla vena 1• 11nenula dur unlc res Li l'J.IéiZÌOue di lu cuori, o queUi propl'i di ferila ucm.tenlale. Nei p1•irni -;i c> ver ificato uu certo !.!t·Ado di "to::>i nel l'it•colo <:an!.ruu;no pi'l' maggiur pPriotlo .Ji lt-utpo P truindt tJ ..Iacolo alla fot·rnazione di un cirrulo col ls.ternlo. Tah-olta lt' ,·ena ft>ntot·ule ,· gia completanw111c ot· turata dal nenplasma, s••nt.a chr' --i faccia edema allo O"Lrernita. Leaawr a della rr 1w feTJ,or afe .•wltanw: :!l casi con !l e~iti mortali, pii1 2 per ::;o:tticoemia; nn~bllll mo t•to in :::eguilo a ;rRngre11a dell'estremità. Leyatr(ra rli tultt e tlue i 'ra.~i fP.morali: 16 casi r:.1n h esiti mortalt (H per ga n!!r• •nu, :3 per piemia).
Le{Ja.tllra der or.tsr IWflerjicrali ·~ p rofonclr.: 9 casi. Lulti cou J per f>-li -
~::srlo leltde (Ci pt:T ~angt•eua. 2 pt> c· l'\ettcco•'I'Oiu,
mouilt') Da tfUe~te ossonuztorli raulore conclriurl\! c!re ~c 111'11 e""tirpuzionP d i un LHmot·r vien ftwiltl la vPnu rcmorAIP nlla piPga dell'ina;uiue, !'t i deve pt·ocedc>r e nllo oiiAccialuJ'a drlla ~ola venA alle sue due e1>lremità. La sunultnueu allacciatura ùc r ùue va»t remoralr f'Ol'LU :-cwpr e con si· un g rtJYe dislur iJu ùi c.ir colo. Fot•se si polrir. :-:perat·e in una gu11rigionc se t't ' ~ luno !nLatli i ,·asi profondi. .\i primi t'~>gn1 di gar cg-rert::t '<i tlPV" ''enit·e "enza in.Ju~io nll'aurnulozione della co~<'ia. Sulla fol'iltl (Iella sola vena dPllA co!'\cia rton si couosrnno che quattro Oi-'l'CI'vAzioui: Lulli e quattro i pazrenti morrl'<lltO, <luc pt't' gangrena, due s:enza ~!lwgrena. l lt•e ca~i ucr quuh fur·ono allacciati lutti o due 1 vasi le!'lnjnarono tulli c:oll11 ~Uat·igi une , IU:l due di e!'SÌ SOlO UOpO amputazione J)f'JI8 coscia poich ·· er a inso r ln la g au p;t•eua. S omigliante r isultato >'i IJ1tennc rn l1·e cosi in c uj oltre ai va:::i fPmot·ali F;up•.•rlir.iali venner o nlluccioli aurhe i profondi. l n uno di rpteF;l<• MprAV\'~nne la f:{ang•·ena con estlo mortale. llopo l'ullurciatura dci vasi fetn()rali uel tt·iaHgolo di' Scurpa.
CHlRURGTCA
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ed in di versi a ltri punti., a v venne sopra 25 casi 12 volte 1a gaug Pena. In segorlo a queste osserval.iOHi l'ao LOI'e pr opone che in una ferila della Yena femorale si debba pralicare dapprima il taru ponamenLo con gar za iodolormlzzata e qualora uon si pe t· ven~sse con quosto sussidio ad una el'f1cace emos tasi, legar<:. la vena con doppio laccio e quindi per opporsi a lla gangrena comprimere l'arterin alla piep-a ùell'ingu.ine in modo dtl r egolat'e l'alTlusso di sangue arle r'ioso se nell'esLremita !:'i manifestas:;;cro disttu·bi ùi nutrizioue. L'atilore ricor·cln nncor a a questo proposito la lep:atura laterale, la sutura della vena 6fieguita per la prima volta·con esito l'elice, e si fllchiara fautore tliktuesli processi, i •ruali a suo pa1•ere godono inconles tahile superiorità in confronto della legatura orcl inat'ia. T.a legatura later a le, egli dice, nei casi di ferita della vena femorale si compie in un tempo assai breve, essa non rich:iede che un minimo sacrìfìcio dei t~suti circostanti, cresce le probabilita di guarigione per primam, e m an tiene intatto il lume del vaso. La legatura lateJ•ale è diventata una operazione classica. Dei casi registra ti, quattro furono trattati coUa legatura laterale; due furono segmli da gu;arigione e due da morte per' umot·ragia secondaria e sellicemia. lnollr-e si conosc:ono a ltri tr·e casi di sutur•a laterale della ven!i che lutti furono condotti a guarig1 one. L'autore ammolle la legolur·a laterale come un processo assai utile, nelle piccole foritu asettiche ùella vena, poich.e essa lègatura è di fncjle esecuzione, e non fa ostacolo ad altre operazioni quando si credano necessarie.
Sul rapporto esistente fra la polmonite e l 'ernia. Incarcerata.. - PIF.TSGIKOVSJ\1 . - (Deutscht> medie. Wochens., ~. 23, 1 89). Si è osservato con ur'l'\ cet·la frequenza come dopo la ripos izione di un·ern ia inte::ti11ale str ozzai a, sia que~ la riposizione avvenuta o coll'aiuto t.lel !3emplice ta.xìs, oppure in seguito ad erniotomia, si manifestino tfllora delle polmoniti o circoscr itte, o diffuse . Falla anche astrazione ùi quelle 74
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polmoniti che ~i sviluppano nei vecchi in conseguenzfl di catarr•i bronchiali cronici, enfi sema bronchiectasia e tulie le affezioni poltnoHa.ri consecutive a pl'oeessi flogistici dd periloneo ed a rel'ite chit·ur·giche, resta sempre bene accel'tato dall'OSSCrvazione Urt bUOll IIUllleJ'O di polrrtOIIÌ!Ì p•~l' ]e quali non possiamo invocare alcuno dci summen tovuli momenLi eziologici onde spiegarlfl i11 plausibile maniet>a. Oro Gus$enhaucr, appog:rialo ad una osservazione cliurca I'O!llinuata p er più l'l nn i ed ai suoi sludii aut3tomo-palologici. ba espr esso la convinziOne che quelle polmoniti consecutive 11 riposizione .l 'er nia iocar·cerata siano di natur·a ernbolica e stiau o in rapporlo causale colle allera1.i0ni propri•l dcll'iuLI1Slino strozzato. Piot!';gikovski suo assisle ule ha poi !"r)tlC1· posto ad a ccurato s:tudio tale questione; egli ha pnl.ulo constatare di casi clinici la mapil'eslazione di infar·ti pofmt,niti, da i rapporli uecroscopici sui cal"i le urli la ft·e•prenle presenza di pneumonili, e cosi potè p1•ocedere ali~ via dell'esperimento onde mettere irr relazione i fatti poluwnali colle altet•azioni pl'Oprie dell' inleslino. Dnglì esrel·nuenti nstit.uili sopra cani, si polt• constatare che nellA r·iposizione di un'ansa intei"Unale s trozzata nello stadio ùella s lasi venosa e dell'incipiente infiltraziono emorragica si ronmwo infa rti noi polmoni e nel fegato. mentre ques li processi morbosi mancano d i solito in uno stadio più avanzato come quello di gangr·ena dell'intestino, oppure di un gravi!'isimo distur·bo di circolo. Non risullanclo adunque dall'autopsia alcuna ca~ione plausibile eli questi infarli polrnonali cJ epatici, siamo costretti ad amm ettere che i Lrorobi pr·ovenienli ùalla pare te inleslinale e tial mesenterio, in causa del ripristinato ci1·colo dopo rimosso lo sli'Ozzamenlo, ~ieno la sola ca~ione di quegli infar ti. L 'autore f'a porola aoche del variO modo con cui i trombi penetrati in circolo possono es~e r·e Ll·ascinati nei polmoni, e fa osse1·var·e che in molli ct~s i, secondo
la natur·a spociflca dei Lrombi, secondo che questi so uo nbrinasi oppure settici, producono O Bemp lic i infarti, opp m•e processi intìarnmalof'il. Sulla spiegazior 18 di questi fa W tldunque trovansi fra loro in perfetto accordo lo studio sperim e ntale e r osservazione clinica.
CIIIRURGICA
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Sulla g uarigione delle fe rite del cervello. - SrtsCHARNY. - (CentrrtllJ .fii,r Clur., N . 21, 1881J). Un duplice còmpi lo si è propo~to l 'auto r'~ mediante una !;erie di espertmentt, cioè: 1• t•ispondere alla dimanda, in quali proporzioni le ferite del cet•vello trattate 11ntiseWcamcnte sarebbero !':cevre di pertcolo qnoad oitam o 'fLtoad oal etudinern; 2• os~et'\'llre nelle ~ue fasi il pr ocesso di g ua rigione di queste fertte. Gli es per imenti ins tituiLi a tale scopo fut'OitO 56 : !) con espot·tazione di parti del cervl'llo: a con iutroduz10ne di corpi eslronei; 43 c·ou fe t·ile da taglio e da punta. l t'i !'luitali di C(lleste esper ienze e di a ltre tol te dalla lelleratura chit·urgica sarebbPro in brc \·e i RC!! uentt. L fl guarigtone con pet•manenza del cor po eslt•aueo non sfwebbe un fatto tanto raro, come ebbe a dichiarare Brun ". La g uari~ione delle ferite da taglio del cer vello avvi~ue per cicalr tce di connettivo; questa cicatrice si rn lanlo u ~pe ;;e dei corpuscol i bilmchi del s anl.!ue, comP anche per proliferazione degli elen1enti couneltivah delle m ening i, specl8lntentc llella pra modre. Nelle fer·ite da luglio le oiLera zioni degenerali ve nella soslanta midoJJar e e negli slrali prorondt dPIIa corticale sono piu marcate che negli strati superficiali. Nelle fPt•ite certtb rali dc t coni !l"l i si osse rvano uellc cellule nervose allera7.ioni cariocineliche del nucleo; però il numero di queste cellule ò assai piccolo. MoltP di queste alterazioni si OS5ervano nelle cellule della neHoglia e del tessuto connettivo. All'autore n on t•iusci di vedet·o la caL'iocincsi nelle cellule dei nervi e della nPvroglia sui cani, a ll'incontro questi catnbiamenLi furono osset'Vati nelle cellule c.ll tessuto uniti-..·o.
11llla tra p an azlone dal prooe11o m a1toideo. I<UNER. - (Cent r·alb. .fii.r Chir. , N. 2~, L889).
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Allo scopo di ben determinare nella regione ma sloidea un luogo fisso il quale post>u servi re quale punto di par tenza per raggiunger e col tra pano roreccbto medio senza peri-
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colo di J~dere il seno lt·asvet·so, MiLz.k nner esegui colla ::-:ega nnmet•ose sezioni del ternpo t·ale e tr ovo CO li queste cbe il punto piu l'ovol'evole sa r ebbe la fosseLla che p:iace Lra il principio della base del processo masLoideo o della linea lemporale (spina supra mealwn). Questo punto si può sempre e con facilita determinare per·chi· sempre percepibile alla vista ed al lallo. Operaudo su queslo J"':wlo si può: 1• per·venire all'ascesso 11ell'orecchio medio pet• la via piu co1·ta; 2• si agisce in un punto sempre lontano dal seno lrasvet·so; 3° dopo aperLe le cellule ma:Sloidee e la cavità del timpano si può collo strumento peneteare ad una notevole profondità, senr.a temet•e di ledere il cana"le di Falloppio. il canale semicir·colar e orizzontale cd i vici ni vasi. L'aulot•e ba felicemente operuto con questo mol.o<lo due ammalaLi.
Sull'azione distru ttiv a. det proiettili moderni. so w - (Cent rall.J . .fii.r C:ltir ., N . 24, 18891.
MoRO·
L'azione clistt'Ultiva dei proiettili d:i guerra ci vic11e indicata anz i tutto dalla cif1·a pet'Centuat·ia dei morti e dei t'e!'iti
in una ilattag-lia. ~ell'aLtuol e tnaniet·a di comballere c011 armi pefeziouu LP, il numero dello peJ'ùi le ammonta Bi 20 p . 100 ed anche più delle tr uppe comballenti . Le ferite per arma Ja fuoco ~•pparisCOIIO nelle guen•e tnoderue in nuruero cos1 prepo11derante da formar., il 90 o 9:> p. 100 (96 alla ballagliH di P !ewua) di lulle le le~ioni. Il cat·atleJ·e delle ferile cl1e JH'O· ducono questi proietti li, speciAlmente se sparali a b r·eve distanza, si é I}Uello di u n~ eslt•erna g ravità. li moccauismo con cui 11 utoderno proit>lli le distrugge i Le$SUli, speciulmente le ossa , noo è ancot•a chiarament-e inteso. nonostante le varie ipotesi ed i pazienti studi fatti in pl'oposito. L' ipotesi Ù•31la rusione del proieltilo per l'urto del rncdes;mo conlro nn osso, ipotesi sosLenula da pa1'ecchi chirurghi come Bnsch, Fiscller e da gli stessi compilalo r·i della J'eiaziont~ s ulla guerra fra nco-g(}rmnt~ ica, secondo flOl't'l'e dell'autor·e non J'egge ad
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una severa Cl'itica; essa vonne Mche combattuta dalle esper ienze di altri maeslr·i quali Kustet·. Mel!;ens, Bt'ck. Ml:lno sostembiiP e l'allra opinione secon.lo la qual~ l'aziont> 111struggitrice del proiettile !>A.t·ebbo deter minata dallo svi lupno Ji una forza centrifuga inle t•ua, opput•e dalla ponett•ozione di aria compressa ueUa ferita. Si volle anche attrihuire al proiettile un'azione come di cuneo nei tessuti, rna co11 que· sto nulla si spiega. Finalmente anche le le01·ic più mod<'l'ne >'Oslenute da Reger. Berf!mann ed altri. qut>llo della pt'C!"sione tdraulica non sarebbe ~urfìctonle per clu•. dice l'autore, basata sopra tert·en o poco settmlifico. L'<lzione dislr·ulltva dei pt·oiellili t! c~cl usivam en le d!!lerrniua ta dall'enol'lne fo rza viva di cu1 ~ono dolah, da un certo ~ado delle lorn coMistenza tdu rena o mollezzR) e dalla t·e!'istenza fin parlo df't te!:'suli che colpi"'cono. Adunque cptanlo pni graude é lu fut•za vi \'a, quanto minore é la con«i~Lenza del pruietlrle (nel SCJI!"O di una cer ta lllollezza) e quanto mttggiore é la r·es isLc nz t' dt!i Lcss~tli, tunln mag~? i o t·e è l't>ITeLLo deDa loro azione distruttivo. P PJ' quc~to t'i!:wardo spieg·ano la maggiore aziorw di~trulliYu i moclf'rni proiellili eli piumho molle po:l fallo delln loro !.!1'8Hde for Lu vh·a e d t> Ila tendeuza che hanno a defot·mm·si cd appiatl11·si, specialmente i!O colpiscono un os:;o. I cosi dell1 proictttli coraz1alr pt•oposli in 1luesti ullrmi tempi eia Lot•onz, Rubin ed H ehler, si eleformanò pochissimo o qua~i ttulla lwlLe ndo con tro nn OR!'O; per questo t·i ~un t·do e. coeleri::l Jlflrilit'S. es>~i dovt·E>hbcro cagionare fl'alture meno c~llc-se, meno comminute C'Ire non fanno gli allri pro;t>llili di piotnbo utnlle; mtt per contro possedendo essi 11116 ~traordinaria forza viva (in t!razia della loro velocila iniziale che è di CII'Cil 2000 piedi per secondo) es"<i devono r ilenet·si per questa seconda loro proprietà i più micidiali di qua11~i s i conoscono ~~ no11 met•ilerebbc t·o pun to l'epiteto di umanr' con cui furono qualificati da Reger e. da Beck. Soggiunge poi l'autore che e-.si proiettili per insufficiente aderenza dcll'in..-iluppo metalilro producono anch·· clegli effetti esplosi ,,i.
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fiiV!STA
Eplleasia oortioale in ugutto a ferita , guarita oon tra.pa.nazione. - K i)HLER. - (CeMralbfatl .fiir C'hir /IP[Jie, N. 16, l RiO).
l casi di epilessia d'origine tra umatica guat•ita staùilmente con lrapanazione sono anco ra abbastanza t·a ri, per ciò merita a ttenzione il cuc;o ri por ta to da Kobl e l'. pr oveniente clalla clinica chirurgica di Bart.lelt•ben, nel 'luale gli acces>'-i epilellici ll011 ~i rinii OV8ron o piu (jUa ttr·o IMS I UOpO J'opel'Ozione. Cu uomo dt :33 onni riporla"a un colpo di ~ciabola ulla testa. c he gli pr oducova unn fer ila lunga 10 c en time tri con tlepre~sionP clelle ossa. l pr imi -:inlomi furono pares1 del braccto destro e difllurbi della loquela ; In fer ita :.ruart pl'l' primn intenzione, c inq ue ~e ltimau e do po comp,ar ve il pri mo accc~so epilettico e gli accessi si rinn ovarono poi ogni i sell!mane. Un anno dopo si venne a lla tr apanazi(lne. La cica ll'tce cor•,•ispondeva pien umente nl ~ol co d i Ro la ndo. La cicatrice er a aderente Alle os>'A. l'incisione fu coodn!tu in m odo tla incrociftre perp e nd.icolu ru1e n to~ la cicatrice •· ùa formar e due lembi. uno 1\nte riorP, l'a ltro poster iore. ~el mezzo della cica tl·ice ossea fu applicalA la sgor biR colla qua le si espor tò un p••zzo d'osso de lla g r osRessa di una ftt' R. Fatln cosi l'aperturo s i ossct'vò che un pircolo couo osseo lu ngo r irca 1G m illitneLri !"por geva nella cavità del crnnio e pt·eme,•a contro la supe r!icto del cer,·ello. La du t·a tuu,lre er a integra ; do po <•,-por tali\ Anc he q ues ta esosto~i e •rnìndi m eJica l!l e cucita la ferila colle !<Oiil e norme, la fe Pila guArì sollecttamente. ~ et quaLtt·o mesi ~ucces"tvi all'operazivne no n e t·a ricomparso nnco ra a lcun ~1 ccess:o . Il pror. 'Ba rde leben si a<~t••nue in quec:to caso dall' inctdere la d ura mad re ed el'portare il cenlro corltcale che c> ra r imas to offeso, pe1·c ltè una tale opcPazio ne e mo lto pì u pt>r icolosa,e perché in questo caso era e vidente che l'epilM<:ia era causala e trattenu ta do :.ola trr tta zione pe r la pl'esenza dell'oMeofllo intr a c!'a nico.
CHIRUHGIC\
l 17:.>
8Dll' 1mportanza. e S'lllle lndtoa.zionl del metodo operativo d1 Kra.ske-Hoohe::>.egg nella chirurgia militare. - 1 H AsMn. - (Da .\Jilit•i rar:;t., ~. 9. 189Hi.
TulLo ciò cho segua 1111 pro~res:;;o od un perfezionamento della èhir urp:ia ordinMia deve portare i suoi benefici eflelli sulla chirurgtet di gtter·ra; e pm· rJ COllOscer•e quesli elfetti ogni nuovo melotlo operativo oscouiln lo e praticato nelle
chntcha deve e'-'"ere dAl medico militar·.. sludi8L(I nella .::ua utile appltcabilttu alla cura ùt>t traumi tli guer·rA. Con •ruesto inlenLo il rloll. Habat•L descrivi:' e commenta un metodo ()jter>al•mo del tutto tnoJerno, la r·esczroue sacr·ale di Kt·a..,ke modrlicata da JiocltenPgg ed accenni! alle indicazioni e condizioni nelle quali il dello metodo pOll'à e"ser·e tlpplicato con vantaggio in alcuue fPritr rl'arma tla ruoco od allre accu!Pnla li lesJOlli. SI sa che la 1·imoziont~ di tumor·i della porziouo superiol'e tlel relto prei'=E'ntò ~empre ~andi dit'flcolta, non ostaute i molteplici metodi di Ltstranc, Verneuil, Volkmann ed llllt•i. Quei rnelodi lasciava11o mollo a desiderare onthe per la ~tuarieione deOuiti va, e ~!t oper·atori stessi non an da \'ano d'accordo s ul modo di ltber•ar0 poi Il paziente dalle inferm ilé. re;;idue dell'opet'&zioue lnfalli, rueutre alcuni cltirtll'ghi l'itene''tmo necessaria l'operazione per· rimovere la stenosi reltaiP, qualunque ne fos~c l'origine, allr·i invece abor·rivtlllo da o~.rtti allo operati,•o dir·etto e tentavano di togliere il ristagno delle feci ed ultri disturbi opponendo un auo preternaturale sotto formR dell» così tlella colotomia. Cosi in Francia ed in l n!!:hillerra venne in Yo~ta la r·ololouia eslraperiloneale, con cui si ra!_:grungeva il colon disceudenle daUa regione lombare. A Vienna invec~ prevalse il proces::;o intraper'il<meale che per i suoi buoni risultati fu cola generalmenlf. adottato. Nel J88ii i l pror. K t•a;:ke l'ece conoscere il cos1 detto melodo ~at•r·ale che poi venue modilicalo e perfezionuto da lioclwnegg. ~l entre i l Kraske con(Juce un Laglio dalla metù del sacro ftrto all'ano cd a que&lo taglio agp-iuuge la parziale resezioue
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Ili \'l SU
della parte JatPr&lA del Me r o tli~laCI"ttndo il mar~inc c;.illl"lro dj IJUell'osso con "ezione ronc~na a !-'inislra del a• fnt·o fino ol COl'IIO infer10rù d••! ~acro, nppure ;;:ezHHHII1f{O lrasYer><almenle alla stessa allozza, rla Hocl ,enegg in,·ece fu raccOJuantlolo il primo taglio della pollo fino all'osso in linen Mcunla rnn convessità a deslr'a. Il taglio iocorni ncierebbe lini lllP7.ZO dl•lla l-'infisi sacro·iliACH o incroctanùo lu linèu nwdian8 l'Hl· ùrebh<> a lerlllinare al lnt'tr'A'ine destro 1lel t•oceigt•. Dnpo l'onucleazioue clt•l roccig-o o la resezione dell'ala f'tni,..lra del sacro il neopla.,ma si renJl· -.isibile eri a-.portt;Lih· ··n11 una totAle o par;:1ale t·ellotoooia che può e"set'e e>-e:,ruila enn ,Jue processi. Se ud esempio la porzione an a le t> lo -.linten• '-'Ì lt'O\'tlll'l sani. si può, clopn compiuta hl resr>ztotll' rellale, riunire con sulut·u la pon tnno ;;:uper•tore co~la inl'•·t·u•t·e .lei t·otto e cosi rio;,lobilit'e la ~.:onhnuita del canale, colrbppo,-izionc ùi un lnbo o ùr·onagogio a~sai grosl'o ~i Jli'O\'\'Pole 111lo fognE•lura dello fr~c i t> dei gns. Pcw6 IJ(Hl ostanlo lnpitt llt·curala sutura !'li os<>e1·va non Ji 1·aùn una più o tnt•no t''le<-a lacet·aziooe clt>i due nHHWoni, ~he ba per elli.'l to l'llllìllrarncnto peril'elltlle delle ft•ci e 'luindi sellicoemia. <lul'uute l'IJpertnioue ~i r tconoscc impossibilP In sulura tleiiP rluo porzioni reltali . vi si t·irmnr.in ed allorA ,.., lìs"n la pnrztoniJ cenlt·nle del t•etlo nlla sezionP del ~acrn e si !-'tulllli"'•'•' en,.t l'ano preLernalurtlle sar1·ole. Esl';eudt"' !';ana la pot'I.HHIC •uferinrc e lo sfin te•·e, si pw\ anche intt·odurne la porzi••no :-<u· periore nell'inffll'iore o ><li t'f1 t·la fu or·i pe r l'ann fi.,~undoiH nl· l'esterno ed a~sicurare co11 secouda sulut•a 111 alto Il contatto delle d ue porzioni invap:inate. A seconda dell'e!<tet •sinnP clel ia ma lot.lia può an~.:flo t•sse re indicata una ampulnziOIH' IHI a!<lirpazione totale di'l rl'lln. nl'l qual ca~o ci e un posta la formazione dt un auo sacra!~ il .,-uale ,, prefPribile a fjUAilllultt" allt·o. giacché il I't>tlo tnwtantalo ut>l sito orrlinMio va so~gcllo a slring-imento cicalt·izlllle e si loscia chiudet'•' diftictlmenle, mentre che il pinno o!"seo del sacro impedisce il •·etraimento della cicatrici' o prt>,;la un bnon appoggio al cusritwlLo ottur a tore. Il bacino c i1·conda m·ç:ani i quoli , come il t•ellu l' l~l vescica, per eJ1't>llO del lnro mu.Lal >iiP. g rado di piOIIPzzn. si
s..
CHIRtiiiGICA
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comvo rlano ussai dh'ersam ente cl1 fronlc aJrazione dei pro· ieUih. Se esst in stato di piene1,za \'Ongono colpili da un proielltle olla distanza di :JC}() m·~ l ri uù anche meno risentouo g li effalLi dell~ pressione idraulica a ne hP nel caso che $ieno t'tmasli illesi il sacro e !"ile(', e 'ILtitldi la lesione;" accompag nata da estese l~:~ cerazioni . Lo sc ltelelro del bacino ~ t•appresell lalo in parle da ossa piane, in parLe da ossa spugnose, le 'JUA li 110 11 possr)no op· porre che una debole t'esistenza ai pl'oietti!i moder ni con Ii'lantello lllelallico. La loro r t<sisle nza Yien superata assat fa cthnenle alla distanza di 1000. Ji>OO melt•i ed anche più. A grande t!tslanza sono pet·foral~ 1• all'intern.-, della zona espio· !!Ìva nno a 500 mell'i ven~ono !'~Cheg~ialo ptù o meno comminutivnmente, ed alla Llistanza di 3()0 moll'i et! al di sotto i frammenti ossei sono non 1li rado spiuli nella cavità pe!Yica e •fuintl l le lesioni concu mitallt.i de llo pal'li molli che necessaria rne iJle susseguono v811go no r1 complicat'O g t·avemenlo la lesione pt·imaria. Fill1enbaum osserv;'; i11 S ofia lra ~ ei le· sio11i d'arma d~ J'uo co del bncino l1'e ft·uL lttt'l~ ed uua l'et·ila a fot·o del rosso ileo. Se nelle fMile d'~twa da fuoco dt>l venlt'•3 ot:,;eevjamo gia con tanta frequen~a l'esito Jelule per sbol\, per emorragia inter·na (' pr~ritouite s eLLìca, per le Cerile del ba cillO l)U8SlO esilu ;. anccH·n piu l'ee~uente per la prt>senza. di lasso tessuto cellulare, per la gl'a nde riccuezza rli vasi sanguigni e linfalici che oll'l·o110 un fscilu Lraspo t•lo olle ptomaine, alle loxi ne, f'acilila no la sellicoemia embnl ic~1 e a cflusa del faèile r i~ lu goo d1 ori na. di feci. Nolif'li 81J(·.or a clte in rrueste lesioni le eworr·o g ie secondarie favori scou(i i p r ocessi puruleoLi, i flemni(JOÌ settici e le fu l'me purulenle della pelveoperilonile cl 1e miele tanlf' vtUime lt'a i ferili in g ue rra. Se noi prendiamo in esame :e fer·ite degli o rgani addominali delle ultime gra ndi guerre troviamo le seguenli pr·oporzioni: Nell'anno 1810-71 furono fer·ili nell'esercito tedesco U 6,821 uomint ùei quali 17,255 (l .'~,t' p. HlO) morirono ~ul caropo e 9!>,51)6 ven n e1'0 sotto r·ura. Di fJUOsti ultimi rnorir or-to più lardi negli ospedal i L1,023 menLre i0,6(H furo no giubilaLi e 47,f\7!l g u ~eir·ono. DeUe 574~! (5,R p . '100) fer·iL·~ del
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RJVISTA
ventre curate, 1,600 (27,9 p. IOIJ) e rano complir.ate a ferite tlel peritoneo, -U4H (12f1 p 100) in vece 'lon erano penei L'a nli. Il numrt·o delle morti fu in totaLe di 1475 (25,7 p. 1001 e ùelle rerite penetranti del basso vPnlr•~ si ebbe una mor· tohtà di 68-69 p. Jlll), mentre la lllati~lica t.li fisclwr da nnn media morlalita dt 14 p. lOO e quella americana di S:l p. 100. Nelle g:uert'<' po~teriori alla rra:tco-gennanica que>'l•• ret' ile deco rsero in geuere con esito aucot·a più ~I'O\'Orc•\•r;Je. ~e osserviamo come s i svolse la ·~I Jit·urgia opcrfl livv n•·IIA passate guerre nella cura delle lesioni del bacino P dc!!li organi conlt>nuLi lroviamo chP anclte c;oLLo gli au~pici oli LArt· genbek, di Bilh·oth, E ... march. Volkrnann, Bergmann ed nlll't sommi chirurghi fl·ance,.;i, russt e l <lUslriaci i rt"'ultali delle operazioni sugli ot·gani del bùl'lso ventre rurortn fino ad ora beu poco incoraggianti, l" t l in generale' csAP opel'azioni s i riJussoro a lla puoziouo del ve~tlr·o, all'ap plicnz.iono di drenaggi. tli caloter·i, a dilolazinnc di canali, ~brir.d iautArtll, necrotomie. È ve ro cbe Pirogol1: Buutlen~ ed altr·i avevAiliJ praticato con ~ucce~so la resczione tl4•11'iJitl'slino e Dui•uilren aveva consiglialo la spnccalur•a dello stinlere nPIIc fPrtl•' del retto, ma per la ma~giot· !'Arte i chit·urfthi si ricono~ c·' · vnno impotenti ail una cur·n t•auiealo di tali lesioni e lutti solto l' impres!'\tOIIO di questa impolcnul tliclliaravnno dtH l'aulisepsi non avt•va appot·ta lo ulcu11 benefì r·io nP.I lt•u tlnmento delle fcl'ile del bacino, Le lesioni dPile ossa, delJa pelvi •· degli organt conLPnuti ehl>ero fino ad or·u una elevala mortnlita. Però, olio ~t:Ol o di diminuire fJIICsln mcJI'talità i., giuo::to che si let 1li di trAspor tare nella chirut•gia di guerra qut.>i metodi operall\t clw da lla pratica c ivile u nelle cli niche focero buo11a pr·ovn. UI'H solto questo punto di v1sta può dirsi che il nlelotlo op;orulivo di K.rask··- li ocltcne!!g meJ•itll ùi essere inLt·odollo rtPlln chirut•gia di guerra poicluÀ esso è npplicabile nei cusi ùi le· sroni del bacino chu o !"i affidavano ati una mcerta ~uat'if.!tOrw spontanea, oppure si lasciavano senza alcun soccorso pct·chP rtlenuLe IIJguartLili. La bassa cifra di mor talità f'ha si oss••r vò in ~aguiln s-Ile operazioni pr alicale col m etodo «arrale del p1·of.•\lberl
CrriRUIIG I.CA
nella sua clinica anche sopra a mmalaLi esausti di forze per processi patologici d~ versi, me!:'~a A conr,·onto colle ingenLi perdite di soldati ferili per a rm A da fuoco in ques ta r egione, induce l'autore alleotaLivo di fare vieppiu conoscer e il tecnicismo di questa opers~ ione valu tandone le indica~ioni nelle varie lesioni lli g ue rra e nelle lesioni da causa acci<h•ntalc•. Il processo di Kraske- H ochcn el!~ poLrà essere praticato: l. Nei casi in cui necessiti eliminare ogni dubbio sulla (rualita di una lesione o dei suoi effetti, cioè in caso di diagnosi dubbia quale m eLodo esplora tivo, gìacchf.. con nessun'aUra operazione si possono r e nde r più co modame nte visibili gli organi intrapelvici. Come opera~ ion e pr·eliminare il metodo sarebbe iudicato: 1• N elle lesioni (l'arma da f'uoco del sarro, della !;i ncoudrosi sac1·o-iliaca e dell'ileo, quando una pa1·alisi di molo o di senso dei visceri pol vici o delle estr·e rn itil infe1·io r i fanno sospett~re di una lesione del ple:'>so lombo-sacrale o del ples:so ipogastrico. In questo caso venendo m essa allo ~coper to la cavit~ della pelvi s i poLra allon tana r e il proietlile o i suoi frammenti, le scheggia os~ee lanciate enLI'O il bacino ed altri corpi estt·anei; oppure a seconda rlei t·isullali Jell' ispezione \'enirf> ad allr'i alli operati vi . Questa indicazione vale andte per i cas i in cui i l fo r o d'enkata sia al pe1·ineo, alla parle anteriore della pelvi, oppur'P a lle pareti addo minali, s..:mpreehè sia110 insorti i fenomeni sopracilati. 2' Quando es istono sintomi di anemia pe1·nicio~a che facciano sospe ttare una lesione di vasi inLrapelvici , spe <·ialtnente nelle ernor1'alrie dell'ar teria e vena ipogasl t•ica quanòo l'emosla~i in sito sia impossibile, quind i nei casi in cui non Si posso. raggi un ger e il vaso fe t•ilo colla laparo Lo mia o attraverso il perineo col laglio di Diltel o dj 7.uckerkandl. 3' Nella per·itonito incipiente tosto che s i riconoscano i segni di sepsi nel ca vo pel vico e s i osserva infillrazio nc urinosa ed uscita di feci dalla ferila. IL li metodo sacra l e può essere adottaLo come vero processo curativo in cas o di lesioni della cintura pelvica e dei visceri bene accertale, quando lA ordinaria cura palliativa
l IliO
RIVI ST.\
non ci promt•Ue nleun rtsullato. Adunque potr à es>"er~? praticato· t• Pet· 2strarre proielltli o ft•ammenLi osset spo~talt lal l:lact·o o dell'ileo quando per la lot·o pre!';en~a ca1!ionano fl!nomeni di pat·alisi, di nevralgie ocl emorragie infrenabili. 2• Con questo metodo ~i può attuare uu efficace tlranug~ro dol cavo pelvico per prevenit·e Je raccolte purulonte, <"llll~n co~LAnle di selltcoemw, o in pMi LPmpo si puo ~''•·r ciLArct 1111u continua disanrezioue delle parti. 3' Bt>nché Frsclter nelie ferile ùel retto raccomantli unu cu ra più che si puo a<opellaute pet•chè Lt·a le fet·ite mle.,tinnli •ruellt> Jel rello cnult>t·ebb••rn il maggior uu111ero di esili fn vor<"voli. spes:"'n prt•n con reliquati ùi fistol•· ~L•·r•'•) r·ncc••. ti metodo sacrale Lnrntt OlJporluno in •ruesti cn;;i poi· cltt' c·i pe r m~>Ue di J'aconosccr11 con mla operazione preluni· narP In sede. la pi'Orondi lll., l'o ... tnns io ne delra lesione, l'r·eruu•o L'tllorl'agie, t·iseca re, euci1•e l'intestino od apporr·o l'tHHl pre Ler·naluJ•a lo ~ncral u. Egl i ò cer·lo clt e nello fer ite della. po r· zione pet•ifel'iC'n del r·ello cort·r~ponJono bonis;;imo aiLri liH~lodi corue al ln;.!liO pt'l't'l'tlnlo di Zucke1·kondl per•chò di più facile e sollecitu e~\l cuziono. All'incontr•o ;;:e la teriLa de l rcllo ri<= ied~> vrcinn Al pPrtlon•·c• où •· OS"ociuta tt fet•ite di questa siero~a l'nn 11'ri<'olo nnmediato tli f•!!l'ilonitc !"tet·cor acea. allor·a il m••lodo sa cra!<·, a pArere tlell'~•ulore, sarebbe :l solo cspac•· tli ,.al· var•e il paziente minacdaln da morte quasi certa. 1-• L'mtltca?.ione del metodo sacr aJe ci <=at·ebbe otl'o•r·tn anche Llnlle fo!'ile d'ogui specie detta. Yescica orinar·•a dte sono ubba:::tanza fre'lueuli tn guerra, siano es:;c i;:olntP o a-.social<• a ferite del retto. Menlt·e Lat·rey in queste ft rtle vede rl tna!!!!ÌOr pericolo ndla pel'itonite. PJrogotl' l'il c·.. u~i st..re •tue,.to p~?ricolo ptulto:::lo nella infillrazione uJ'in o~n e tw fa di es~a la causa esclusiva tli mor te. Lo ""uLur·a della ,.e ..<·ica nelle fer·i le d'arma da fu o~.: o .lo>l vcntt•e ci é imposta uuclte !"e noo si pl'e\·ede una guur•i;.!tOlll' per· pri111a111, essa. seria sempt•e utile in quanto cbc itnpedr~c<' por qualcho tempo lo spond iroento d' urina e permdlt> che si fncèiu no delle ado~ ioni elle mettono una borl'iora ad ulte·
RIVISTA CAIRURGLCA
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rìorì spandìmenti. Qui il metodo sacrale tot•nerebbe uLile. poichè ci perm ette di riconoscere l'estensione della lesione, 'ravvivare la ferita , esportare tessuti mot•Liflcoli e praticare una corretta sutura che sarebbe impossibile in altra maniera . 5" Finalmente con rruesl& operazione si può pt·aticare la chiusura della piega perilonPale di D ugla~ rruando rosse fe· rtla e prevenice cosi il prolasso o lo strozzamenlo ùelle ~:~n se dell'intestino tenue e dell"iulesliuo ct·a~so. lll. Si sa per espet·ienza che alcuue ferite d~gli or~orani pelvici da principio possono presenlat·e un tleco rso abbastanza. semplice e benigno e lal<· da non t·ichio~derc f!rantlì atti operativi jmmediati; ma assai spesso questa calma dttrA breve t.empo ed e seguita ìmpr<lvvisomènte, i li un per·iodn pil't o m eno lontano, da gra vi fenom eni dovuti o ad i lrtpl'ovvisa emo1•ragia secondar ia, a formazione d'ftscessi P.migr a11ti , da. gt'IWi neu r·iti ed allre complica nze ch11 minnccinnr la vita del paziente e r eclamano un pr onto i ntervento chirllrgico. A l manifestarsi di queste succession i morbose trova la sua indicazione il m etodo s ac,.alé:, come operazione Ltwdiva o secondar ia.
RIVISTA Dl OCULISTICA lliopla. del orista.lltno. eltens., N. 24, L 90).
MoHR -
( \Viener .Vle!liz. \\o-
Il caso fu p1·esentato da Moht• alla Sociolù mcdìca di Budapest. Trallasi di un uomo dì .t3 anni che in gioventù aveva goduto vista perfe~ta, servi nell'esercito per J2 anni c alla dislnnz.a cti 300 pas:si poteva colpire il centeo del bersaglio, fece anche la campagna della Bosnia in qual ita di soLluffìciale. Atlu&l mente egl i coll'occhio destro co nt.."' lo dit.n olia. Ilistanza. di 1 metro, coll'occhio sinistro alla dìstan:t.o. di 1/~ Jnet,·o,
IUVlSTA Df OCULlS'flCA
e con lente negativa di l i- diottrie alla distanza di 5 metri. All'ottalmoscopio si scor ge l'immag ine t•ovesciala del roudo oculare senza lente colleLLiva. Il cristallino presenta unA esaget·ala convessità ed un \·at•io potere r il't•angenlo ed ai margini fa veJet·e quelle oscuPità schiascopicbe che si osser\"u.no n ('lltl palle lrasporent1, il che farebbe sospettare la forma ~ reri c:t1 del cd <~ tallino. La convessità dell'iJ·ide e la piccolezza della eamera ante· riore ccnle r·merebbero queslo sospetto. La pupilla tli mediocr e ampiezza t•eagisce bene. Il ceistallino ò traspll t'cnte: soltanto verso i rnar:;:ini si os~r vano a lcl!ne leggt>re opac1ta punti formi ed a s trie. Al for •do ocu lare vcdesi in legget·i~sirno cono la pigrnentazione della coroidea lievemente d1raùala . Cile Ja rn iopia in que.slo caso s ia acq uisiLa c progr·essÌ\'I:l lo dm1ostrano i p r ecedenti dell'indrviduo, il qualè' aveva s1~ 1·vito n<>ll'eset·cilo ed inoltre lo dimo;:;tra il fallo cL e l'individuo aveva s ubiLo unR pr irlla vis ita sci anni pr·ima da un ocu lio:ta, ill(uale aveva obieltiva mente tt·ovaLa M. = 11 ,O D. all'occhio destr o e .M. = 10,0 D. al siuistl'O. Lt~ miopia non poteva esser causala da allungamento dall"asse, l'eta del paziente uon è fa· vo1·evole a 'l ttes ta allt>l'azione, la 11uale solitamente coanincia al tempo della puberla; inoltre l'all ungnmento non era di mo· s trato dalle condr1.ioni del fondo oculaa·e almeno al g1·ado propoJ·zionato colla rniopia. F inalmente la cot·nea prese nta va una coovessita nor roale. Dunque per vin d"e~ cl u sionc si doveva ammeLlore cl 1e la causa della miopia era il cristallino. Ques ta miOJJia non era la miopia da ca tat•atta, poicbé ques ta non si era punto munite· stata nel corso di questi sei anni. Probabilmente il v izio di rift•azione dipendeva da una iper plasia delle fibre del cristallino, il qual e per ciò a veva presa la forma sfeJ'ica. S i dovette escludere la lus~azion e della len le ed il diabele. Non si applicò l'atropina ver no n l'isvegliAl'e un accesso eli g laucoma. ln questo caso tutta la terapia de ve limitars i a prescrivere Je lenti adattato.
RIVlS'fA DI ANATODIIA E FISiOLOGIA - ----i= -- ltoria della innervazione del cuore. - Pr·of. Iou DocrEL. - (Centralb. j'ilt· d te mecl i c. Wocltenclt .. N. J:), 1890). Fondandosi s ui lot·o sper imen ti con la f>ccitRziune elettrica del seno venoso della rana, Rober·to Tigerstedl e C. A. Str·òruberg credettero polel'e distinguer e: 1) la pura irritazione musculare; 2) la it•ritazrone dei nervt moclerator r e dei centt·i nervosi relathi; :l) la irt·itazione dei ner"i accele ratori e de lor·o centri nervosi. L·,~cci ta:ti o ne ele ttt·ica clit·eLLa del seno "enoso rle ve, secondo i ll telovati s perimentatori, produrr·e ur r acceleramento ugualo a qut>llo del \'enlricolo. qunlo Ira os&er\•ato il Marchand. lrr ques to a ccelerume rrto delle conlraZtOllr del seno (il lor o numero ascese negli P"'per·im enti del Trgerstedl e Slt'ùmbe r·g fino a 1201. vollero questi sperunenlatori vedere piuttosto l'azrone di un centro acceleratore eh.· l'ell~ Llq sull'elemento muscolare . lnoltt•e le ricerche del Marey, del Kror reekor, del Rnnvier dd Loveo, del Tiger sloJl t>d 11Hl'i dimoslt•ut·ono esser vi qualche cosa di comune nei cambiamenti dr 11ltivilà del ventricolo, dell'orecchretta, del seuo venoso nella t·ana per le fo r i i eccrtazioni elellriclro. Però in •1ueslt> irnpor·lanti oss er vazrour il Ialo anatomico delht questione non fu molto considerato. P oichò l'eccitazione olt• ltl'ica diretta produce t~lter·azione tanto s ui net·vi quanto s ugli clementi muscolat'i, cosi t? mollo dif~lcilu stabilire la par te dell'effetlo sugli un t P sugli allrt. Gia 10 queste ricerche ~~ scor{te una tendenza alla opinione che vi sia molta concordanza l'ra la strutlur·a e la funzione delle dì\'erse sezioni del cum·e. Questa opinione ,·. stata conf'er~eta dalle ricerche unalom iclre e fil;iologiche dt-!l prof. Do~•et o dei s uoi scolorì eseguile n el laboratorio da lui diretto.
RIVISTA
Per que~Lo I'Jcerch,. macro~copiche e mkrn,..copiclte ~ui nel''\-i del cuore serYiJ•ono cuor1 di rana (rana tt:m.por·arur), di tritone (Triton eristatttB), di luc•wlola (Pitrv noct·fdtolu~> ltelio-~copus) ~ ,Jj lal'lat'uga (h'mys easpica). Fut'Or lo poi u~ate soluzioni oli at":do acetico al 0,5 •r•. di acido osJnico all'l •1. e divt>r~t-> sostanze coloranti. La !'lrnltura e la dish'ibu:t.ione degli elemeull ner•vosi del cuore fu1·onu studiate per via della separaz1one e delle l:'OlLili sezion1 IDICrolomlcbe {IJ,O I-0.05 mm.•. Negli O~'perimenti tisiologlci rl cuor e (pe•· lo pru di rAna) Ct·a
mt•~:;o allo S('olp61'lO, 8[1P l'l0
r~c1su 11
il r•er·icardio. ,, I:P.I'C'O[(), 8
ramo -=ar.liaco Jel \'llgo. ver pulere cu"'i per mezzo della correnlt> mdotta ecc1tar.- il r'tìpo ptml't!rlco. Furono inolt1·e laLtlial!lP orccchielll• ~ 1 ventJ•icoh iu modo olA POll'l'e como.ramcute se~uire il corc:o dei rami ·lei, va!. n. •·. ,:e ne.;e,.:;;ario, tsohu·~ unn o l altru tll '(Uesli, la~liarlu P ··un ::IJ oleLtl'Od i encilare i l capo C011Lt-ale o perit'eric:o. Por un ;.;er·to scopo non solo fu r·ono rP-ci~l i lt'onchi nervosi JH'ineipali del sello, w o furono allt•esi falli tagli lo n ~iludi nn li o ro nel n•ntrH·olo, tii'H nel sello. ora nel !'letto ~ nt>lle or·ecchir~u.-. I resultnli di •1ue:-:te ricer·che si possono t•iti!\~Umere uclle seguenti propo<>izroni: l" i rautr del ''Ago eh·· lllfluri'cuno ::ulla alltvrll:l carJiaca dà n no ~:ù pr•ima di ra~giu n gere i l >;eno num ot o~fl fiLH·e twr· vose. QuP!'le si rarnifìcano !'lul la pat·cLu della 1-'uperlìcie i n~ terna .1.. 1 per icar•,lio, uve segue fl'a loro uno -.;tambio l'eciproco di fibre ed in parte vanno alle cartilagint dulia larinp:e m pol·te ol -"eno ~ al luof!o Jl)ve stnuno i nodi tlel Hemok. Lun~o il cot·so delle fib1·e uc•·vose si ossen'IIIIO ui Jh•er&i punl1 della "Uper·fki~ del pcr1cat·dio cellule nervo:;.c_ 2° Lauto la vena Cll\1 1:1 superiore, quaulo l u iufol'iol'e sono pr·ovvislP di libt•e nct·vose e <li cellule rte1'vose; :J• tlbrt• e cellule Hervose trovanst iu ÙÌ\f'rl'U quantità !'lul contlue fr a il seno e J'oJ·cccbiella (noù1 di Remuc.k) !iulle orecchiclle e il sello aut•icoln1·e (oocli ciel Lu•lwi~) e ,oulle vah-olc aurtcolo-,enlrlcolari e !'lotto di esse e t't·o i fuscelli rnuscolar1 (nodi Jes('t'llli da loh. DagielJ. Frbr·e nPt·vose cou rrtielillt\ ~ ' pussono seguita L'\! quasi J1 no a lla pun lo ùel cuol'e
DI .\~.\TOM I A E Fl IOLOGIA
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sotlt1 l'endoca rdio alla superflctc inter·nn del venlricolo e fra j SUOi faSCI IOU!léOiar-i:
.i• i ner,·i c le cellule nL'rvo~w dt•l cuore <.l<•lln rana, tiPI 'ritone, della lucertola e deJia lHrlHru~a hanno nella loro ell'ultura e disposizione g t•anua analogin. Un'appendice spiralirorrue nelle cellule net·vose dt•i t·ommentali anitoalì non si potè osst~t·va re. Quand'anche "i possa ammell~r·~ che IJUe!!la forse <>siste<>se uelle forme tl..sct·itle da C. ::hnstein e G. Relzius non :::i tl'ovo,•ono Cf' t'ln in qnt~lle de:::critlc rla L. BPttle e J. Arnold. Quindi 6 clte se Appc•nù ici spiralifot·mi po!=lsono incontt·at•si nelle CPll uiP nrr,·oso del cuore, questn non 1\ un reuomeno orcbnal'io ; s• allo sru.mhio •Ielle fibre ft•n i due rami cardiaci del vago i fìsiolo~i don·cbbet•o preslal'e maggiore attenzione di quello che hannn fallo fìnnra. Un tale scambio ùelle fìbre nervose che t'tcnr.la qUt"llo riPI chill!-<1118 dei nervi ottici tH'e&dP alla suptll'ficie i 11Lt> rna del J'lE'ricardio, sullf" v.. nc• cave che forman o il s<>no vr,noso, sui nodi nervnsi del Rcrnol<, sul!e or ecchiolle e loro ~ello, sull'orb l auricuto ventricolat·e e nel ven~ricolo; SO ogni pat•le> ùel cuoN'l della l'AllO si contrae indipendentemente tlal c•·rvrllo c- tlolla midolla spinale; le vene caw, il ~n o, lP. orocchictlr• e il ventt·ic·olo 'iea:uitano ancore a battere ritmicamente dopo che il cuot·e è stato separato con un taglio dalle nllrc pot·li; 7• la eccllmdonr~ t lei eapo pet•if'et·i co del r amo <:tlrdiaco del vago ha, com'i• nolo . p!'r eft'etl() J'nt·t·eF<lo delle conlt'azioui di tu tte le menlovate pal'li del cuor~. Pero non ~> completamente eguale l'cffelt~ ùPIIo eccilaLione dd lronro rlel vago destro e del sinistro ; il che si puv ~:;piegare per la ineguule quanlita delle Jlbl'e di questi Het·vi nei due la li, dopo lo scambio seguito nei nodi dt.JI H.t:mak ed 111 nltri luoghi; • in IJUOSla eccitazione del vago ti cuore si at•resta nella diastole, anche quanùo ~ i sono t•ecisi ambedue i rami del vago nel sello veutricolare; 9• se è eccitalo con la corrente inuolta il capo perifet•ico o il eentt·ale del t·amo del va go sul setto, segue pal'imente
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1\lHSl.\ DI A~ATOlllA E PIS IOLOGIA
l'arresto del cuot·e in •Jiastol•• e ciò ::;i pu0 :spiegar·e col ricordato scambio di fibre nel'\ o se; tOn se questa conne~'<sione è dist t•ulta con uu luglto longilutli nale tirato fra i r•amt dd v~;~~o nel setto, al mtu·gine auriculo ven ll'icola t•e e nel vonlricolo e rtuindi ~0110 applicali gli eleltrodt al capo periferico di un rumo MI 'ago ~ul sello a v' tt.mc l'arresto in diastole >:o lo dalla parte cot·t·i~pOIItlen te del ventr·icolo, mentre l'altr o par tu con ~e rva il s uo tnuvimento rilmtco; 11° 1"6 COU Ull ta~fiO SÌ :<eparanO rra di JlWO Je \'6116 Cl\\"6 1 il seno venoso, le ot·ecchielle e il vonlricolo, q1.1este parti conlinuuno a C'OnLr•arst: una sol!tziooe di muscarina pt·oduce il loro arre'llo i~ tlias tole. Se si pongono in una soluzione di ~o l fato ù'A.t.ropina si ris lubiliscono eli nuovo i movimenti rilrnl<'t. Da quanto si è esposto !'li C(Jnclude clte ognuno dello t•ammeulalo parti del cuore poich•> egualmente pt'O''''ista di fi· bre e cellule nervo~e possiede egual~ indipendente fu11zione ritmica. Es~endo esse ft·a lor•o collegtlle per ulett.o dt ner,i, i muscoli po!<lSon o CO IIlt•arsi 11 ello !<Lei"\!:111 Lampo r cgolar·mente od anche irr(';.wlat·mcnle. Tutte le c.ellule c le tlhre ner·vo~e del cuo're si po~sono considet·ure come apparecchi tn ut.or•i, da cut arriva ~:~i musroli di ques to or gano l' impul ~o alla conLt·oziooe. Il l'itmo, l ordine delle cou lt·azto ni non so110 re· golali da pat•ltcol!m appa t·ecchi di art·eRlo o di accel t~ L'amento O da d i (J'e r e!IZP IIClla Sli'UllUI't~ O 116118 funzÌOl11! speciflcu, !08 da l diver so aggrupparnenLo e dtslr ibuzione delle cellule e delle fibre nervose e ,fa lla inler fer•enza che quindr ac~cade deUe C'O reEmli ner vose.
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RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE E DELLA PELLE -~
Dell'orttoarla interna.. Belges, febbraio 1890).
CRoUSLf:. - (Archioes méclicales
E soprattutto a No~l Guéneau cle Mussy che spetta il tnPrito d'aver introdotto nella scienza la nozione dell'orticaria interna, nozione che non ,. però ancora an1messa da lulli ~li autori. Il dott. Crouslé ha t•iunilo in una ~ua tesi lultt i docutn<'nli che potevano comprovare questa nsserzione P credo polPt' atfet·mare l'esi::;lenza rlell'orticarie interna. Questa è s tata derJnila rla Gtll'nean de Mussy colla frase ~~~.::uente: tl te!!umenlo int,, rno al pat'i del tegumento eslet•no può dh'enlare la sede di manifeslationi morbose, le quali ora dipentlono da dispos-izioni costituzionali, ora ten~ono rhe~ro all'introduziotl e doll'or ganismo di pt•iucipii inlelllvi, talvolta ;.ono caue.all' da irt•itaztoni locali. L'orlical'ia delle vtl" respiratorie,-. quasi generalmente ammessa: el'c:a si manift'l'lo soprallullo con eccessi di dispnea coincirlenli od, alternantisi con er·uzioni d'orticut·ia, tantoch\ alcuni autori credono che alcuni accessi d'asma siena sotlo la sua dipendenza. Al contrario l'orticer·ia delle (liver~e porziorn del l:.tbo dtj:festivo non ò ammessa da .tuLli. Vennero per altro osser'l:ati numet•osi casi abbaiit.anza dimostrativi. Pau!, per esempio, cita il Ca!1o di una malala, la 'JUOie aveva soffet•lo per lungo li>mpo isteralgia, poscia epatalgia con dispnea. Ad un dalo momento, questi falli morbosi vennero sostituiti dall'orticut·ra, ed alla scornpat·sa ùì questa l fenorneui viscet•ali ri~omparvero. Vi et•a co~i una speciu di altern11zione tra l'orltcat·ia cutanea e viscerale. Se l'eruzione occupa l'intestino, potrà provocare dolor i, lalvolla violcnlissimi, visceral g ie ed anche diarrea sLmgui-
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RIVISTA DELLE MA LATTIE VENEitEE E DEJ.U PELLE
nolenla; altre volle pt'odurrà timpanismo. Le cause d<!ll'orticaria gasLt'o-inlestinale sono sen<:a dubhio tanto numct'ose q ua nto quelle dell'or ticaria cutanea; ma le più. ft·equenti sono s ic uramente gli avvele namenti. L'orticaria può con tutta probabilitU occupar e le nrel:chie, s ia la l!'Omba di Eustachio, sia l'orecchio mediano e produce allora I'Oilzii. Paee che l'm·ticaria pos!'ia anche localizzorsi s ulla muco!'a or inaria: anzi a lcuni medici inglesi cercano di stabilito un ra pporto tra l'emoglobinul'ia e l'orticaria. Ques ta può anche pl'esentars i nella vulva . Pare che l'or·ticMia possa anche occupar e le siero<-e. Gue· liol, per estJmpio, ha pubblicato un caso di orticaria paìuslre, che aveva dato luogo a fenomeui fugaci da p<Hte di diverse sierose articolari e tendinee. "
Manifestazioni spinali della. blenorragia.. - Cn A H TE Il e FEvRIER. - ( Wiener med. Wochensch., N. 20, 1S91l). L'osseJ'\'8ZIOlle che ci vien l'it'Prita dagli autori e !"llltile Il quella pubblicata da Hayem e P ul'mentier. Un !"Oidalo di 23 anni, solrerenle di gonOJ' I'ea, ma vicino a g uAr igione, maoiresl6 ad un tratto un a serie comrlela di !'ìn tomi o.pin a li: cioe: ipereslesio dei comuni in legtunt·oli, mov imenti i.nvolonlnri delle eslr emi lti superiori ed in fe riori, questi ultimi leggermente paretici, l'allività rifies!"a dci me· d~simi alquanto esaget·ata. La pre;:osione esercitala sulla porzione inferiore della colonna vertebrale e sui neL'vi ischia· tici era dolorosa. Questa I':Omplieanza decorse poi con legger a r eazione fcbbt· ile ed in appresso si manifestò dolore al ginocchio s in is tr·o, vll'anca sinistr a co n a trofia dci lllUscol i motor i di quelle at•ticolazioni. La guar igione si fece in un mese mediante un tr·attamento sintomolico.
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RIVISTA DI TERAPEUTlCA L'uo dell'olto fenicato contro la scabbia. - Dott. HEHS1 medico di reggimtmlo. - (Dal Militiirarzt. N. 12, '1800!. Nel British medicai Jou rn. dd 5 apl'ile 1890 un me dico inglese (Tres ilian) proclama cruest.o medi..:amento il eim<·ci io sovra no contr o la scabbia come il più effi ca ce di quanti sono in uso attualmente, non solo perchè uccide all'istante l'Acaro, ma anche perchè è un polente curatiYo di tulli gl'incomodi che s i associano a questa affezione. Egli esperimento l'olin fenicato (una par te di acido fenico sopea quindici parLi d'olio d'oliva) sopra ollo scabbiosi. Specialmente in un caso a$s ai gr a ve in cui l'un guen to sulfur·eo adoperato per quaLlt'O ~io rni di seg uilo e t'a. rimasto senza effetto, l'affezione era completamente s compat•sa dop o la se conda a pplicazione dell'olio fen icato. Questo medicamento calma immediatam ente il pt·urilo Jibet•a ndo subito il paziente da un g ra n tormento. I n quei ca si che so uo complicati a grave dermatite o ad eeze rni, la poma ta sulfm·ea uccide bensì il pat•assita, ma h a l'inconveuiente ùi far·e aumentar e per un certo tempo i fen omeni irritalivi della pelle: perciò egli ordina l'olio fe niceto n elle pr oporzioni s uindica le , specialmente a coloro che hanno r ipug na nza per le frizioni colla !JOmata sulfurea. Ques to metodo d i cura sarà accolto con mediocr e intc · resse dal medico civile, importandog li ben poco che l'arte medica venga a posse dere un mezzo antiscabbioso di più o di meno. Però il medico militare deYC guarda r la cosa sotto un altro punto di vista e per lui s ara di non poca impor tanza accertarsi se il s uddetto medicamento debba acce ttar si come il ri· medio più s icuro co11tro la scabbia e ciò p et' i segu enti motivi:
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ltlVISTA
Per massimA r egolamentttre, i milila •·i scabbi0si, lanlo in tempo eli pace che in tempo di guerra, non sono i11\·iati agli spedali, mfl SO li CUJ'ati rre.sso i COl'pi. Ora l'adozione di questo mezzo, oltrechè varrebbe ad abbreviare la c ura, semplilicher ebbe l'arsenalt> terapeutico delle infermerie di corpo, inq •,antochè con l'acido fenico ~l'olio cile f{ià vi si trovano per filtri scopi, si fa r ebbe lo prepara~•onci estemporan ea del ri •ne<lio a nOJ'rua del hi~ogno e si sopprimerebbe cosi la provvii'\la della solita poma ta· a ntiscabbiosa. Trattamento del vaiuolo. - TALAMON. deeir~e et cle Chit·uroie, maggio 1890).
(.Journal rle ]Jé-
Talaruon ha adoperato diversi processi per attenuare i danni della supput•azione delle pustole del '\Ojuolo, ~pecial mente sulla faccia. Il mezzo che meglio gli ha corrisposto é l'u5:o di polve1·izzazion.i di subJimato ~ssociale a pennella:t.Jcui eU glice•·oiAto di sublimato al qwn(liet-simo. La formula della soluzione i; la seguente: Sublimato . ~ ana l g rammo ... Acido tartarico o citrico . Alcool a 90 graru . 5 cen limelri cuhicj E tere Cf. b. pet· fare 50 ceutiliLri c ubici. Le polverizzazioni non impediscono complel.amente In fgr· mazionc di cicatrici, ma ne tlirninuiscouo notevolmente il numero e la profonrulà. Ecco ora il pl'ocesso usato dall'-anlore. Se l'eruzione si lt'Ova nel primo o nel seconlio giorno, ~" l co· mincerà a fare una energica saponala di tutt.ft la faccia cllf' ;.i laverà in seguito colr acqua bor ica e che ~ i àsciuglle•·a col· l'ovatta idrofila. Alleno gioPno questa s aponata r· inutile. Si fara in sej:ruito una polverizzazione della soluzione al cinqua ntesimo di s ublimato per modo da imbiancare lt•j!ger• mente la s uperficie del viso prolungando un poco di piLI il getto s ulle pa rti in cui le pustole sembr ano dover essere più abbondanti e più. serra te: Ja durata to ta le della polverizza· zione non deve o1trepassar e un minuto. Un quarto d'o ra dopo si coprirà il viso con uno slrato di gliceroJato di sublimato al
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qum•iì('(•simo mediante un lampone cro \'Alla, rol quale si fr i zaonerà abhusLanza vigorosumetale la pt•lte . Si r-ipeterann o le polverizza;doni o l o l lennellazwni lre o •1unllt·o volte nelle prime venliqua<ta·o ore e nel secondo e terzo gioa·uo, ~econdo l'iuten~ilà del cnso cd i t•isnllali nlLrnuli. A pn rtire dal quorlo giorno basla , in goneralf' , fare ùuc polverizzot.ioni quotidiane. Ma le pennellazioni clcvono es;:ea•c• fo lle <~empre almeno quatlro volle pcw giot•no, a llne eli mnnlcnero il vi~o al 1·ipar o dei gc?rmi eslea•iori . D'ordinario si poo;sonn ce~~a re l e P•Jiveriuazioni verso il sesto od il sellimn gaorno. Quan:lo le cro"'le si sono distaccate, !:ii sostitu isce il gl iccrululo al sublimato colla vaselina bot·icA. Talamon faceva spesso prendere andaP bagni con 30 ~r. eli l'lublimalo ai suoi malati. Pu1·e c:hf' qu•'Sli bugni abbiAno 1mpeù1Lo lo sviluppo di ac;ce;;;:i multipli. Gli occhi veruvono lavati mollo spec;so coll'ac·qua borico ri\Qilo calda e l 'eruzione cl elia l1occn P dc1lla gol~' 01'a ru1·aLa con lavutu r·e e gur~ariscni antisPLliri rrpeluti. La statistica uvrPbbc clirno!'Lrulo ~econdo T alamon che, limitando l'estensione e la JH'ofondilil dello puslolo dPlla faccia, le polveri zzozioni 11011 :;ar·el.>brro slHlP senza inOuenzn :;,ulla evoluzrone geMralc •lcll:~ anolollio, poich·· lo mor talrlà ~a rebbe diminuita di un t .. rho.
luUa fallacia. della cura dell'acqua calda nella ttsl pollllonare. - Uoll. G1L~IAN THO\trso~ .- (.Vedicnl Hecord, 8)JI'ÌI 26, 18!)0, p. 1-i'>i). L'.rutore cominc·ia con una f'ritica c!Plla ca~ui;;;Li ca. speciulmente americana, rol~:~ li vu al 11uovo meLntlo di cura. Osserva chu i r isultati di miglic>ramento >'ono poco numer osi. Del resto l~ modaflc.:azioui df'i sintomi ril'c>rilc da (·olc•ro dte lranno pralicai.Q questo metodo non f.iono ttr•gomcnti in suo fo vore. Nesc;una rli ltuesle modiflc:azioni è stata di un ti po ben dPciso, e chiunque abbia pratica della Lub•·a·coJ.oF<i n ei suoi va ri ~dii, s~ benissimo qnanlo s1eno J'ar ili e f1'equeuti dei cam18menlt nella tosse, nel lo qualità ùello c;pulo, nell'appetrto, nel peso del col'po, ec·c., cambiamen ti che si ~osso11o ,·eri-
H92 ficare nello spazio di tre o qnattr·o mesi, e che sono in dirella dipendenza dalle variazioni della dieta, dtJ!l' arnbiente, dell'igiene generale. Spesse volle anche la fede eh!! il malato ripone iu un nuovo medicamento opera un Lempora11eo miglioramento. n miglioramento, del resto, nei casi meglio auLenli(·Aii non fu mai decisivo ed in alc;uni cAs i i malati prendeYaiiO contemporaneamente creosoto ed allri rimcùii. Di più, la ginnastica polrnona1·e, necessitaliJ dalle inalazioni può in certi Ca$i uYe1·e agevolalo l'espansione del polmone, e così awre aum en tato il l'icambio clei lr!ssuli ttlfatlo indipcnden lemenle dall'eventuale aumento di culore. l soli osser·Ya lori (Sears c Tr·udeau) che hanno rotto relazioni veramente comple te sul numer-o dei'\ b!lcilli osser·,•ati men tt•e i malati erano ~:>otto curo concordano nel non trovare alcuna mALCJ'iale di minuzione. L'autore osset·va che l'aria r·iscalciata a 50• C. r rat·datla come l'aria a 1350 mt:lri di altezza; e che raria a 200' C. ha la stessa densità dt'll'a ria a 41l80 metri. On•, rimam1udo il corpo intCI'O sotto la normale pres,.,ione atmosferica, i· fisicamcnl~ impoo:sibile di t•iempiJ'e completamente i polmoni d'aria rare fatt.~ (ossia ri se~tl datttl. Del r esto un $ernplice cal· colo della !>Uperfkie del tr• J'ace, tnoltiplicala per la pt•e!>siona atmosferica normale, dimo::;tJ·a l'impossibilitò che la parete toracica sostenga il peso dell'at•ia esler·na quando i p(Jlrnoni sono pieni d"aria tanto rarefatta da far romp e r·~ i '"a"'t sanguigni. L'aria dentro ai polmoni deve essere dllll'fUe della rlensilà normale. Di cio può convincersi chiunque c-hiudendo la bocca e le nat·ici e poi tentando di r at•efare l'at•ia dili polmoni dilatando il torace. Quanto all'immun ilà per la tubercolosi, elle alcuni autor·i avt·ebhero osservato nei lavoranti ai forni di calce , Gilman T hompson osserva che i fuochil"Li sono tutt'altro clw irurnuni da tubercolosi; e clìe anzi i r ecenti aumenti cii velocita nei viag-gi transatlantici hanno aumentala la mortalità dei fuochisti . L"asserzlone di Weigert e Kohlschiitter, che la tempel'li-
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tura della colonna d'aria esalala sale a 60• C. non è va lida perché, supposto elle si inspiri una colonna di al'ia ca lda o per le narici o per la bocca, gli ultimi .J. o 6 centimetri della col,>nna sara,l'no i primi ad esset·e esalati nel la immjnente espirazione: ed essendo s tati così poco tem po nella cavità nasale od orale, non s aranno certo cnsì ra'ffreddati come può esserlo il rimanente dell'ar ia calda inspirata che si è dis tesa su tutta la s uper ficie della m ucosa bponchiale. Questa prima at·ia esalata è natur·almente quella che tece rialzare l'ind ice del termometro. l soli osservatori che hanno pe::usato di ricercare sperimentalmente se r~alrnente l'ar ia calda può entrare nei polmoni senza perdere il suo calor·e sono stati Mosso e Randelli di Torino, i risultati dei cui esperimenti e r·auo sco'noscluti all'autor e quando intraprese i suoi, con cui concor dano per fellarnenle. Egli ne intraprese anche s ltri direLLi a dBt.ermiuare: 1° Sino a qual punto l'ar ia t't'edda o calda può rispettivamente raffr eddare o J·iscaldare i canali per cui pass a. 2° L'influenza dell'evaporazione s ulle perdite d.i calore. 3° L'intl ue nza della it·radiazione sulla perdita del calore . 4° QuaJi alter.azioni pt•od ucono nella temperalut·a del corpo le inalazioni di ar ia calda. Ques ti esp<::rimenli furono praticati con un apparecchio consistente in un tubo di ferro di undici piedi, r ipiegato dentro a un t•occhetfo comunic.ante con alcune potenti pile di Bunsen, con cui l'ar-ia contenuta nel lubo è riscaldata fi no a 260° C. Il tubo è in comun icazione con una dell e s ue estr·emilà con nn ser batoio d'aria a p1·esslone e dall'altra con un apparecch io inala to re che si ada tta ermeticamente alla testa dell'animale. L'inalatore ha una valvola che impedisce il ritorno dell'aria es p ira ta n el rocchetto, e la fa uscit•e da un'altra apertura. L'appar ecchio ba un termometro pt·esso Il rocchetto ed un altr·o· nell'inalatore. Si ponevano poi dei termometri ne lla trachea e nei polmoni dell'animale, Dai suoi esperimenti l'autore conclude: 1°L'inalazione con tinua ta di aria riscaldata cja 200° a 300° F-
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JU\'lSTA
C.) non riesce affatto in •nolli casi ad elev~u·e la lemper·atura ùel polmone, anche so inalala per Ul l'ora e più. 20 In alLr'i casi, $6 con tinuata per un'o1'1:1 c IJÌÙ. vi pno essere un piccolo aumento di 1° u 20 C. (~0 -4° F.) ùo,·uto a vari·· cause altre che l"ingresso delrar•a calda negli oiveoli. 0 :\ La lemperaln1·a deiJa trachea nelle sopr-aùellt' conùiztoni sale soltanto di 2° a 30,5 C. (~0 -i° F.). L'aria fredda non motltfica la Lemperatura della trachea e dei polmoni piu •li quel che faccia l'nria calda, et.l è perci·~ egualmente inutile la sua inalazion e per qualunttue u ~o clinico. 8
Cura della tubercolosi ool balsamo del Perù. r,t:RER. - Wiener. med. ~Woche11s., N. 7. 1890).
L,,:-;-
Questo medtcamPnto si usa con vantaggio 'l:onlro 1 procès<;i tube r<'olol"-i e s i somm inlstr·a tanto in ter namente clte e· s to:l rnamen le. Per uso esteruo Landel'er lo prescr·ive ora pur·o. O!'U u~'lo cialo all'etere. Per imezione lo emul iuna col luor lo .ruu\'0. EE!'li trattò in que .. to moùo fino ad 01'8 22 adenopalie sc1·ofulo"e s~nza operaz1one c con effe tti vantaggiosi, inoltre 74 casi J1 affezioni a.t·ticola••i cd osleopatie di naltu·a tu berc:.>losa o q11cs la pm e quasi ~~ nr.a eccezione con favorevoli risultati. Il trattamento durò pochi mesi, e 110i casi l'he p1·esenloYano poca o nes,.una tendenza olia suppurazione, La cura consist•• nella iniezione ùel medica1oento emulsionalo e nella successiva im· mobilit.zazioue at.l estensione. Nei casi che pl'esentavano suppurazione, la terapia cousi~>lt:· in ra.schialul'e, tampooamenti con garza preparata nl balsau10 del P e1•ù, resezioni all piche, ecc. Non ~i presenl6 mai )'.1 no· ces!"iui di ampulaz1011 0. Questi risultati ci autorizzano a spin· gere ancor più di quello che si è fatto Ono ad ora la cul'u conse,·nLi va. P er valu ta re l'eflicacia della CUI'8 i nter na , Laoderer •~li lUI una serie di sperimenti sui conrgli c·on iniezioni inlraYenose di una emulsi'Jne d1 ùal!"amo per uviano. Questi esperimenti t! w· dero ad ossel'''arfl ttll& grande r esistenza dei con igli ~a11i co11tro le inoculazionì tub.ercolose. 'l'l'n i conigli inoculati ron
DI TERAP.EIJTICA
cullur·e di bacillo e trattati con iniezioni intravenose di bai· samo, uno mostrò in seguito una diminuzioiiC grande n ella quaulilt\ di baci lli, eJ Ul t altro oltre ati una dimu?.ione nel nu· muro di questi parassiti prest>nlu la calcificazione d1 l'ocolai tubercolosi. Nell'uomo il med1Ca111ento fu 5>pt>t'ltnentalo per uso inter•no rn due cast di lisi florida. l n Lulli e èue si ossen ò un rilat'dt> nel pr·ocesso lubei'Colo"'o ed uu ~eusibile m iglioro· mento. In conclusione ~li spm·imenli furono veramente dec1· shi ed incora ggianti solo in riguardo alla cur·a dei processi tubercolosi localìzzali. Our& della. tiai polmonare oon la emulalone del balsamo peruvi&no - ~L 0PtT7. - (.\Jùnchener meri. n'ochens Celtlralb . .fùr die medie. l\'issenscli .. ~- 15, 1 90).
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La cur·a de] pr·oces!"o lubcrcolur·e raccomanda ta dal Landel·et• (iniezione int r•avcnosa di una emulsiotw del balsamo del Peru ùi 1:-100) fu m ouiOcata Jaii'Opitz e do. esso s pel'i· tn•·nlftl8. Invece ùelle inir· ziom iutraveno e adoperò le iniezioni !>Oltocutance (due volle per settimana, nel 2" e 3' s paz1o mler·to~tul.: uella ltuea porasternale allernat1vnmenle a d('!!Lr·a •' sinistra; il dolore e il gonnon: eran o domali rol ghiacc1o o con applica7.iooi il.lro[Jatiche1• La emuls ione usata ero ottan ta volle più l'ot'l e di quella del Lauder·c r, cioè di J:). Pot· prepat'al'la SI prcn d~ un g r . J i gomma nrabica, si scio· ghe in un 11r. d'ac•Jun, quindi s i agg-iun~ono lrilurandoli due ~tram m t di pm·o halsamo poru viano e allt'PLlanli della solu· zion,. flsiolo~icu ùi cloruro ui ::.OuiO e ques ta CORiffalla emuiSion<> ~i allunga con la soluzione fìsiolo~?ica :;alina fino a 10 cm. c., e quindi s t neull'alizza la miscela con bicarbonato dt t-~Oclio e si stel'ilizza esponendolo per nn'ol'o al calor e di 110• C. Gli sper·imenti fatti dall'u uto rt:l sopm un certo numet'O di lisici sono slali fa vorcvoli , essendo di m inuiti i fenomeni catarrali e~ aumentalo il peso ùel cor po, ecc., ed incoraggrauo a continua r e le prove.
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IUVISTA
Ulteriori eaperle nze sulla cura del sudore ai piedi oolraoldo oromloo, fatte nell'es ercito germanloo. - Ua~li A Lli del riporto medico del M inisLer·o della guer'I'A prussiano. - (D~?ttlstlte miliiiiror::tl. Zeitsehrift, wag~io IR!lOJ. Il riparto 111erlico del Ministero della !!DePra prussrann nel
1" 8 ordinò , in ..,,.~uit.o ad una raccomandazione del dottor Ech"tem. t>sles1 ••stH'rimenti !>UIIa cura del ,.uJo1•e Ai pie.li con soluzioui dr seulo crornicu, le qualr IW6Yano dAlO ri!>uiLati i11 appar(•rtzu molto soddisfacenti (l ). Percio, per dt"posizionc minbler·ialt> del H l'cblJrAio 1889, g-li esper·imenli fu· rono conUnuali, :;:inct:lrè da nn pel'iodo di tempo O!>~On7.tol mente più lun~o si potewmo aspettan~ ri.,ullali tanto piit al· tendi bili. l u seguito R crn nelresP t'cilo ! russi ano, d~ranlt> la prtmA· V(! I'A 1 J'e"Lale 6 le ;.,:randi manOVI'i' 8Ul\IDI1Rii , fu r ono <l11lt0posli alla CIII'O dell'acido cr omiro in Lullo circa :lH,2iO miliLMi, per· la maggicw par·te appAt'LCn Pnti alle truppe a piocli. RelaLi vamell lC td gr·ndo rlell'infer mi là essi ct iv idonsi 1wr t irca una metà al ç(rAdo mcdrano, p r.! r un quar to al gnldo mag· g10re e p('r 1'11ltro quarto al grado minor e di essa. Il modo di peun.•llazione fu e!"senzialmente lo sl('!'!';O che nell'nnno 11l'Ocedenl~>. PPI' lo più si legava ad un bH"'lone di leguo un baluiTolo di ovalla che si bagnava Mlla soluzione. Cnn questo mezzo !'i poteva bene t'aggiunger e Lulte lt• rPgioni. come anclw le comm••ssur ... utl:.t>Pdip;ilali, pero l'o,•olla si sulUI'A\'8 troppo prPslo del li!]uido. e oe assorbiva .ltflicilmttnlP di nuovo, mentrP e,.!"a lascia,·a scorre1·e fJUello A!>· "OI'Lito solamente con ro1·le pre""inne. Sembr a pPl'crl'l nwglto Ji adnperur e in Rua Yece un forte pennello di cr 111i, <'otne f~cerO llllllli; Ull pl'Ot'OS!"O che ha pu r e il \'B n laggi~ eli una maggiol'e puliziA. l bAgn i in soluzioni ùi;addo m·omic·o ado· per·ali in r1ualchP luo~o <:ono dA r itenf'r'si meno t·tmfaceuti allo scoro. Cou essi !"i sottr aggono tr·oppo alla o~ge rvl'lttone del medico il :.n·ado e IR di ffustone locale dell'azionP del r i· mPdio.
-----------------------------------------fascicolo rU nov('mhro 1889
(1) Qut•stu la,·om fu rl ni~UII I•> (l puhblicalCI nel
del nostro t:iomalr' metltco.
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1.\: della massim a i m porta nza chP J)rima di adopera1·e l'a ci,lo cr omie., i piedi siano ben r ipuliti ed asciuLti. A ffi nché esso possa svilupp~;we i mm edia l.amenle la s ua a zione s ulla pelle è necessario che sia allonta nata ogni lordu r a, sudoPe e ~ro sso con un diligen te bagno al sapone. Quesla circostanza ricl1iede !!ia da sè sola <'he la pennellalione si faccia in un'or a in cui i miliLari abbiano l"t)pportuuità di badar e alla neLlezza dei lor o pi edi; questa potr ebbe essere alla s era dopo terminato tutto il servizio. Si dovreb!Je pure r accomandar e di fare la pennellazione solam ente al Sijbalo, poiché il 1·iposo dell'i ndo mani l1a un'azione benenca sui piedi così. t rattati ed aum enLa l'a zione del ri med10. Già da que$la proposta si scot>ge che non ,·. co nsig liabi iP :li 1'1petet·e l' impiego del r imedio in ttuo s pazio d i te m po minor e di 8 giorni. l)i fatti le osservazioni hanno provato ell e ,., vat1 · Luggioso di lasciar e Lt'a le singole pen11ellazion i uno pausa di 8 nno a H gior ni. In q uesto modo si s o no nlLenuti t'i s u!Lati più sicut'i e dur·atur i che co lle penn elluzioni adoper ale ogn i 1dorno. Il numero delle pen nellazion i adoperale dipese. in pt'imo luono, dal grado dd difeLtu - nt~ i ~rad i pi li !i m itali s-pe~:;so bastò una sola pennellazione, nei g l'aJi mediani da a a 4 e nei gr ad i m aggi01·i da 4 a 6 tì no a. 10 - in secondo luogo dalla forza della soluzi one dell'acido cr·omiro. Nelle prove di quest'anno nel ma.ss:mo n um er o dei casi si adoperò una s oluzt<>Ile al :) p. 100, di r ado da G fino ac.l 8 o 10 p . 100, un poco più rr eiJueuLemente :2, 2 1/t, 3 e ~ p. 100, e le esper ienze fa tte dimostrA no che la !>Oluzione al 5 p. 100 i' la più con venie nte per quasi tulli i ca~i. l Inalali che non risentivano miglior amento da ' luesta sembr avano non essere guar·iti neanche cou aJtro soluzioni. Si ùevc piuLtosto ammettere che vi sono casi di s uJo r<> a i piedi , :1ei q ua li giovano meglio alt1·i mezzi, com e per ~sem pi o i pr eparati di acido sal icilico. Non vi é nessuna indicazioue per l e soluzioni più de boli, giacché la loro efficacia è minore, e non pos sono esse r·e adoporaté neì piedi a ffelti da ulcerazion i , come do.ppr·ima si credeva.
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I n ogni ca!'o ~i deve avere una llltenzione parltcolure a queste ulcerazioni. e già per questo molivc) non é permesso di proceder e utla rur fl ~en za la !'Orw~litmza di un medico o tli un aiutante dt ospedale e~perimenlati. La ente d1•1la pian ta del ptede. Lt•atlala colla :-oluzione .li acido cromico, si colora prontamente in giallaslt'<1-bruno. Il liquido si asciugu in pochi minuti, ed allora l'l i può sen1.a danno metter e gl' indumenti dd pil"di, i quali sembrano non essere in alcun modo alla c-cali. l m ili La•· i eo!>i Lt•attati risen· tono spesso un leggier o JH'ur ilo, pizzicamenlo, bruciot•o. il rruale or dioartamente pas!'a in poche or e, di rado dura per :l o :~ ~norni, e solo tn ca~i isolati distut·ba il sonno. Questi incomodi dipendono da uno slr~:~or•dinaria secchezza a ruvividita della pelle, che si può toglier e solo incom••lclamen!P con fr izioni di sego salicila.lo. Qualche volta si ost'ervar•ono pure dopo la pennellazione Rcr epolature e piccole fesRur•e della pel)e, che, se furo no tr·llscurale, diedel'o or·igine a piccole piaghe diftlcilmenlo guaribili, che piu di una volta r·ichieset·o una ullerior l' cura medica. Se pi ccol e lesioni delln pelle erano tr ascm'ale, e ~ ~ passava ad una foOiuzione piu rorte. ne avvemvanu anchP p:onfiore al pierie e la romporsa di vesciche fino alla ~!'Amba, anche leggiere infiammazioni dt>i vasi e dellt> ghiandole lm· fa tiche. le •ruali richiedevano qualche ,·oiLa un tr•atlallh'lllO d'oRpcdale di piu giorni. Si osservò iuol trt> in un caso la compa r sa pas,.;eggict·a di albumina nell'or·ina, locrhò 1mpone la massima allGII'l.lone nell'uso dell'Acido <wornico. Oltr·e a q uesti distut·hi ru pur·e lamentato, in r asi i~olali, un aumento di secreztone oli c;udor e in allro parti do! cot•po, per es. : alla Lesta. al tr·onf'O, ecc. ed una volta IR xanlop<:ia. Alcuni os«er ,·atori sono anch•• mclioa li a melle1·e in rela· zìone colla sospensione del sudore ai piedi mt>dianlu l'acido cr omico una lacrimazione e.! un catar ro congiunlivalu sopr a2giunti conlempor·aneamenle. Già dopo una sola pcnellatur·a avviene una notevole diminuzione della sccr ez.iouo del sudor e, la quale però nei ~radi più eleval i suolu essot•e so-
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lameote transil.()ria ; e si richie.Jono applicazioni ripetute per avere un risultnlo più dn1·aturo. Questo in parecchi casi é del lulto ~m·pl'endente, e non si limiUI solAmente olia secrez1nnf'. ma "i e"knole l'lnche iu · modo parlicolar·e alla c.lecompo-;izionc del sudore. Come si può spiegar·e r1ues ta azione? t.'al'ido t'l'Om1co é un potente mezzo di ossìdazion e, esso t:cdn l'ossigono ~1i les.suli organici e si r·iduce cosi ad o~sido et'0lt'lico. cliP pAs::sa colla prlla ad una specie di processo di conda . cioè la cuoifìca. La ste~"a azione eser cita verosimilmente "Uile cellule c.IP.lle ghiandole sudori Re Ile. Esse sono d1slu r bRle nella lnt'o alttvilil o vitalità e dilltrulle, e dopo lu lol'o t>lim111azione rimpiauate con nuove cellule. Se st r rp••te la peonelllll.iooe, pe r·clrè é ricornparsa la secrezione del sudol'e, pun conseguire la di.,truzione dell" ghiandole sudol'ifere. P er ò può per lo rrwno esse!'e dubbio eo ciò s i debba riesiderare e cer car e di oLLener·e. L'acido cr omico lta ancora un'Rzione moggio1·e od alme no più pronta sulla decomposiziOne del i'trdore che sulla &ua secrezione, e questa circosl11nza ha ottenuto mollt fautori alla r ut·a, e ror!'e anche fa appar ire i risultati cosi fa\·ore· voli. Già dopo la prima pennellaLura ~~ drminuita io ogni caso la decomposizioue del sudol'c, C'Osi che scompal'e il retore. Ciò dipende dal forte poter e os~illante del rimedio già meo · tovato. Esso irnpcdil'lce la lt·asfor ma7.ione jn acidi gra~si volalrli delle mater ie conten ute nel sndor e, o piull·lSLo le por ta ad un )Xt'ado maggiot•e di oss idazione, il pilt elevato dei quali è la scomposizione in CO' . Questo vanta~l!io manca aù altri mezzi che furono raccomandati pet• togliere il sudore ai pie li, come le soluzioni di nitrato d'ar~ento e ùi tannino. Fu ben e attribuilo al liquido Mli·idi'OtToico, al cosi dello rimedto contro al l'ludor e dei piedi 1lel Brondau " Bt·andau'!:ichen F us!'Ch\Yeissmillel. • Lo prove fatte con esso dimo~trarono una inlluenza sulla diminuzione della secr ezione Come della der-omposizione del l'l udore. . P erò non ma nca no anc!re con questo I' imedio le s favore-
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HL VISTA
voli concomitanze; alm eno in alcuni casi si notò dopo la pennellazione gonfiore tiei piedi e leg~iera ,·escicazwne. Oltre a ciò e questo u n rimedio segreto eli composizione ;:collO· sciuta, e molto più caro dell'ftcido cro m ico. Venendo al ris ultato della cura all'acido crom ic·o. fu rono dati como guariti 5U,4 p. 100 di tutti i casi, come m igliorati 33,1 p. 100 e solamente 1,:> p. 100 com e non guariti. Certam... ule f'ra i g ual'iti fìgurano q:~a si lutti i g rudi leg-gieri, In p1ù gran parto dei med iani, ed il Hlinimo dei CAI'i i ~··a.v i . l non ::ruarlli sono costituiti essenzialmente dai cal'<i ~ravi~!>imi. Lu dur·atn dt ljUeste O!'t;:eryazioni si este;:e, in ruecliu, 11 mezzo anno, c r·iiJl' dall'ap1·ile all'ollobt·e J S~!l, ~r s1 ra u;:trazione dei casi, •·el11tivamonte pochi, di individui giu cur·oli nel 1888 e che ripetevano la cura. Dalla loro an»lisi si può 1·icavare 11 seguente giudizio !';UI valor e d•~lla cura del sudot•e ai piedi coll'acWo crornrco: 1.• L'acido CI'Omico t• un mezzo razionale, uLilo rn c•·rli rasi, pulilo, e di una azione la pill p1·onLu contro il sudore ai piedi, sebbene esistano considerazioni non prive di Talure contr o la sua introduzio110 esclusi\'& e generale, cosi che no n è da ritener·s i come UJ I m ezzo ùa urloperars i i11 ~e lll' rale ~d in o~ni ci rcosl~nza; 2· Il suo u~o deYe esser ratto l'lolamenle sotlo la :wrve~lt anza m cdicu, a cagione della frequenza di concomitanze sgrade,·.. ti. Il l'lme•lio non de,·e mai esser·e solto mtu •o ùt>lle per sone, me n tre C'iò può fars i senza pericolo coi prepa••a\i snlicilici; :3• La sol uzione a l 5 p. 100 è surtìcit>nte per lu m&!!.!lor pAr le dei casi; ò da ruccorna ndars i di ado pera r e sohJzi•JIII più. deboli solAmente in cus i eccezionali , ed i11 g-enerale tli non adopera re l'Oiuzioni ptu for ti ; 4" Mentre l'uso dei preparati l'alicilici è ammbl'ibJe JO ogni caso di sudo•·e ai piPdi, l'acido cr omico deve C!iscre so· la menle adoperato nei piedi completamente libe t•i da ulcet·a· zio n i; ma anche allora DO!l s i possono con sicut•ozza evilAre tuUe le complicanze dannose. Un a completa pulizia dei piNli è una impor tanLe operazione pr·eparatoria: • 5' S e l'aciòo cromico devP essere portato n... tle m orcie,
DI TKRAPEUTI CA
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••cc., ciò deve farsi in recipienti di vetro con tappo l"merigliato c provveduti ùi un a elicLetlu r ossll per l'indicazione del contenuto. L a purez?.n dr~ ll'aci do cromico Ira una ìmporLIIuzn particolare ; (j• Ai medici m ilitari dPve esser<' lo!;ciala la facol tli di !<Ct•gliPre fi'S i diver<:i mezzi di cura (pl'eparati l'aliciLici, spu~nu da bagno • bAde::trhwamm •, !'cc.) fJUPilo che credono più conveniente m ogni singolo caso dr ;;udore ai piedi, secoudo Jr specie o le condizioni dell'infe rmità.
n o&lomelano nella febbre ttfolde.- DolL. U \'IUERTO DIECI. (~ey na delle >~Cwn;.• ,,terJich1:, ollobJ't> i 889)
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Nella cura della lifordea furono U"SLi Lulli gli antrpirelicr per combattere l'elevala LPmper alura , anLipi r ina, chinino. cairina , talliua, digitale , aciao salicilico, dil"rnreziooe ùelle feci degli infermi, isolurnonLo di ess i, ulimeolazìone liquida. M'1 dobbiamo tener calcolo c:he nul tifo abbiamo uua malallra infettiva locahzzalu più specialmente nell'inleslino, ed é rtueslo che <.lobbinmo curftre; da esso !'i diparte il virus chu penelJ'a poi ut•s vur·i orguni dell't>t;Onomio, dando luo~o 8•1 una vP ra infezioni' geuerHle dell'ot•gani!'mo. Os••J, ~<e intro•luciamo un •·uerg-ico d•silll'l!llnnte, il fJua l•l :,\IIJip(•lma l'azione del vi1·u:~ ne l suo nasccJ'•·, 0 l:)lmono ne attenui ·la potenza, uoi a \'l'amo otlemJto pii1 eli () Ufo'IlO ch~' ll<l'~Htaroo desidel'!ll'f'. Ollnnr f>Ono i meai P•'J' frenare la pro· )18g&7.101le della lll8 JHUia, I (Uélli !'aC<'U1'8L8 dr-<in[ezÌOilC delle re.·i, lu buona cannltzzazioue dt>ll ... acque. J'J-olamenlo deglt inl't•J·roi, ma tli fro11lfl atl un ummulolo di ilcolifo dobbiamo <' 11 1'1~Are, se possibrlr·, di nr· r·oslare in e::<so il corso del morbo, u dimtnuire il gratlo eh viJ'ulenza. Noi abbramo nel calomelano un polente tl r,.i nfellt.llllrl, il quale ca ~t~ biMdosi in s ubiimalo nell ' rnt<>stino acquislt1 maggior f'f'tiCM'Ia. La cura della fel>brt• Lifoule col calomelano v enne consigliata da Sc!Joenloin .~ poi da Traubc. A1cunr casi riferiti dall'au tore t> che ebbero tutti e!'rto in guarigione, dimr)sln111o l'eflica<;ia eh!' lr~o~ rl calomelano nella febbre Lifoide, sop t· u Lutti gli altri ri1nedi pt·oposti sino ud
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RIVISTA ora. A nche il Bacha1·d ha ottenuto buon1 effellt daiJ'ucoo ciel ca lomell'lllo n c•liA ti t'o ide, be nché t->gli lo pr escr iVL·ss e a dose alla, ciò che rautor e ct·ede non l;l debbA rare, poicl1•· 111 al· lora l'az1one auti!-'eltica del l'imedio, cl1e ~i puo ottenere anrbe in p1ccole dosi (!:tolo od associalo al t:hinino: cenlil!r. 15 di bi!'O)fAlo ti i chminn, o 3 d i cAiomc·la•1o, :;omlllinislrandoue 4 polver i al gior no) c in modo più adatto per tale ,::r.opo, v i1me iuvece dif'knlln da lla irt•i tazio n c• ft l'ave c:he -puo llJ't'ecare il medicamento sull'mt.estino e sull"or gani«mo inte1·o. l nfalti, meutr·e nei ca~i rifèr1l1 non si ebbe mai a notan~ '-'loma tite mer cu 1•inle o scar iche d ia 1·r oicho freq uen ti, cic'l accarlde precisamente acl alcuni degJj autori che »-peruueutar ono il rimedio a dose Lr opp•> elevalA . Uu altro falLo che fu no taln durante la cul'a di c1uest1 casi d1 tifoide é il corso regolare che assume la q~ alallia lflllllot·a si pl'eSCI'Ìvtt il t·imedio sino dal pl'incipio tlel male. 11 dPiirio manca, il m alato dif(!cilmento é collo dHIJo stato tifo;;o, non si ver ifica mai coma, o adinamia, o enlerorra~ia; la fchbre non ;;i mantiene molto elevata. la con,·alescc·nza e bre,·e. Quefl li va ntaggi grandi , ne lla c u r•u d i un La le m or bo, iucoragziat·ono l'autore a p roseg-uire nell"u«o del r imeù1o 111 oli· stOI'!\0 P, benchè il cal ome la n() non a 1·r esti !"UII'islanle 11 r.orM d~lla til'oiole, pure agiqco su d i e;;sa in modo che non induce piu appt·ensioni, non pone in per icol o In vita dell' 111ft't'JDO, cd é ahlm:viala d i mollo la sua durata coll'allenuare l'azione del vi r us. C rede perciò che esso si dt'hbo pr cfPr ire n~li altri r imerli cono;;ci uti sino aù or a, nella c•ura di detto infer-
mita. La oura dell' epileaaia ool blborato dl soda. - RISIES R uss ra. e .1 ;\Mt::s T A VI.OH. - (The Luneet, m ttggio IR90). F'ul~om r iconobbe nel 1flb6 che alcuni cast di PptleS'-18 refca llari a lla cur a b r·ornica. ><i gio vava no grAndemente del bora ce, o Gowers nel suo manuale d elle m a lattie nervose dice d'a ver Lt•ovato g•ovevole il bor11ce nell' epilessia inveterata e cur a la in uLilmente con i b t•om uri. Féré b L a m y dicouo d'aver e osser va to dogli eczemi io
Dl TEliAI'EUTJCA
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individui t•he prendevano il bibora to di soda da mollo tem po, ma riferiscono g li ecze mi a JWedi ~pO!i izion e individual0, ed a dJ!lordini ~astri ci. Gh auto1·i espongono i risu!LoLi ottenuti col bliJorato sodico su~li epileHici accella ti nell'ospedale ùi m alattie nervm~e senr.a riguardo ad età e durAla della malattia, avveJ•lentlo che in otto maiali gli a ccessi c;i r ip~tenuto da dieci anni, in tullt erano molto intensi, ,. In ma~gior parte d1 essi (l\eYa fall'> lat•go uso d1 bromuri. l'n gio\ane r he aYe\'a preso del bromuro a forti dosi e chfl con~inuava ad avet•o acc,.ssi ep 1le ~tici, p1·eso 11 borace per sl"tle settimane di seguito alla dose di :, :zrauuni al ~iorno senza risentirue alcun incomodo ,.. ~enza aver ntai accessi epilettici. Un giovanetto di 15 anni epilelli!'O dalla uasctta, c·on caratteri evidenti di siOiide eredila1'1a già t.: urata per lungo tempo, cominciò o prendere li borace a dose cr~~Ctlnle fino a 2 grammi c mezzo al g iorno, 81! in n seLLima 11e non ebbe che due leggeri accessi. Un ragazzo di 10 anni epilettico da 7 a nni con 3 o 4 a ccessi al giorno . dopo 6 sell1ma11 e di cura a dosi crescenti d1 borace fino a grammi 3 al giorno, vide alloolttnsr si 1 s uoi acee!':si, e dopo la 6• !<l'lliroana 11 0 11 ne ebbe più fin o alla fine del:~ mese in cui lasciò l'os-pedale. Dopo il primo mese dovt> SO!!pendere il rimedio per dolori allu labbra ed alla l10gua, d•)lori di ventre e vomito, ma dopo alquanti ~?tO r ni potè r lprenderlo o continuarlo fino alla fine, sern'akun aiLro Jisturbo. Una ragazza tli 15 anni, soggetta al piccolo malo da 10 anni. senz'aver· mai tratto giovamPIIlo do alcun r imedio, cd avendo due o tre acces!\i allu settimana costantemente, pr ese per 7 seLtimano il borace a (Josu crescente ftuo a. gr. '1 ,20 al giorno. senz'nver mai ''eruu actt•sso, e senza risentire alcun ineon veoien te. Un giovinetto di 15 anni iu cui l'epiles-sia du rava da 11 anni con 8 o 9 accessi al giorno, prese il rimedio a dose erescertte fino a gt·. 1,80 al gior·no per due masi e mezzo. dovette sospenderlo per dolor i a Ue labbra e nausee , ma
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RlV!STA
non ebbe che un accesso in tutto il tempo che l'irna:::e all'o· spedale . Su 20 casi di q nesto g':lnere t'iferi li dagli autori, la cura l'u continuata da tre sellimane a rruatlro mesi, le dosi fur•ono spin te a 5 gr. al g iorno, in alcuni uon l'>i ebbe riJH~lizione d1 acc.essi, in molli gli arcessi furono rnollo dìradnli, ed ;,, Uiì ~olo inf~rmo 11011 si ebbe tllcun ef'fetlo. A pr•incipio gli aulor• avevuno cominciala le cura con g r. 1,80 di bol'acc nelle :H Ol'e, spingenJo cel erf'mente la dose fino a 10 ~~·. Rl giorno, ma p•·el'>lo !"Ì accor~ero che queslè forLi dosi imponevano le frequenti sospPnsi0ni del rimedio per dis tUJ•bi gaslro-inte!';li na.li. Perciò uci casi posteriori !;Ì limitRrono a pr•escrivere un mAximum di ~r 1.80 di bor11ce, amministralo tre volle al ginrnn Jopo i pe~ti. Quantunque il rimedio avesse l'el"ll.cacia rli mo<.ler•are lu l're' rtuenza degli accessi in molli easi, anche quando l' infet·mo aveva falto largo uso d1 bJ·omHJ'i senza risultato, pure dava luogo a certi iucnnveni An li che g li autori segna lano All'attenzio ne dei medici. Il ptù t'refJuenLe et·a un gonfioi'E' dell'"' labbr H. c prcci::~a ttllmte dell"i11feriore, sul quale coro p~ rivano de lle picc ole ve· scic'ole che poi contluivano, il cnnlonnlo di P$se l'>'inltH'bitlavll, alcune se ne rompevano, alt1·e si tlissec('avano, ,, le lohbru divenivano squammose e lnmid•3 come s i vedono Lal volla nel· l'mverno. l n due casi In linrrua divenn~> dolentP, e "l deuuriò d'epitelio in diversi punii. In due casi vi l"ut•ono picrole c hinzze eczematose ttgli an· goli della bocca, ed in uno di questi si a:rgiUH»C uno <:colo fetido dtllln nal'ici , ed una psoria.~is guttatrt spar sa pel Lt·cu1CO e per le estr ernilù. In 011 a ltN> t;aso si sviluppo un eritPma delle mani; le diLa, il dors o, le palme ed il qua t'Lo inferiore degli avamb racci eran o r•igonfì e ù aa·•·ossali, il rossor e ~pa r i va co11 la pressione, l e par li divenivano sempre più eolo· rile, talchè, in pochi giorni erano color porpora , ed alcuni punti di slravaso COU1parivano anche sulla faccia; mentre la lingua dolente e spoglia ù'cpiLelio in diver-"i punti e ra tutta arrossata. In un caso si mostro un'eruzione papulosa pun uror·me,
01 TERt\PEUTICA
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com~ di sudarnioa,
inLens amentt.• il•t>iLa ate, accompagnal!i da rossot•e della pelle ri g rJnfia e s udante, occupante le palm~ ùelle maoi, le piante d ea piedi , il petto, il collo u le ascelle, che dopo una settimana finiva per dèo:;quammazi on e. In uu Lnfet•mo si s viluppava aao grossi gruppi di papule sulla faccia e specialme nte sulla fmn le. soUo g li occhi, e nel solco a1aso-Jabiale 1 associati a p apule violucee, rameicb e, quasi petecchiali, cbe non s i scolot•a,'ano con la pressione, non davano dolore, sparivano dopo una !>6tlimana pet· sospensione del rimedio, ma l'infermo era colpito da fòrle accf;sso. La nausea ed il vomito più volle consigliarono la s os pensione llel rimedio, una volta s i t bbet·o dolor i di ,·entr e, due mlk diarTea sotto le fot•Li ùosi di olL1'e i ,::ram mi di borace uelle 2-i- ore. Molti int'e t·mi tlimagravano e t•iseutivano un·apprensione fisica dopo lunga amm inis trazione del r imedio, ma nessuno mostr ò :$egni di d opre~si o ne m entale, ed un inrermo che al rimedio a ssociò l'uso dell'olio di fe~ato di merluz.zo, aùgliorò nella n ulr iziutte, ciò che suggerisce una simile giudiziosa combinaz:i olle di rimedi in a llri casi. In una dotl na di 25 a11ni s i obbe una ple ut·ile secca che, per mancanza d'altro.: cagiolli, fu ritenuta un'affezione s imile a quella della pelle e delle mucose prodotte dal borace. Malgrado questi inconvenienti, e quanlunC[U8 gli aulori non osino aucora com para re il bliboralo di s<'da a i bromuri nella cura dell'epil es ~ia , pure lo consigliann in quei casi nei quali i bromuri n on son tollerati , o s ono in el'fìcaci , avvertendo che L'uaica r egolll lera peulica nelle complicazioui su rifet·ite è que lla di sospendere il rimedio per qualche giorno .
BuU•uao degli antlaettiol n.ella cura dei strlnglmentl llretralt per uretrotomia interna. - SoUTIIAM OxoN. (The Lancet, f'pu guo 1h90}. Uno dei pr·incipali inconve nien ti dell'u relrolomia è la feb bre uretrale che com pat•e poche or e dopo con brividi, e che , Per quanto sia reputata d'or igine neurolica, dev'esser e con-
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ltl v 1ST.\
siderata come una forma di seUicemia dovuta nlra~:;orbr mento di elementi tossici dell'or ina. A prevenire l'infezione delle fer·ite uretrali, Harrison combina l 'uretrotomia esterna con l'interna, intr oduCt' un Lubo da d renag~io per lu ferila ester•nA in vescica, e l ascia ~118· l'ire le feri te prodnlle doll'ur etr olomia interna senzA il poc;. ~a~l!'io dl'il'vrina nell'uN~tra dilatala. L'autor e invece, rruanrlo hn tleci!:>n di eseguirt· l'lll'ott·otornr a interna, melle in letto a dieta lallea per porni ~iorni l'mfermo , arommistra delle piccole e frequeuli dosi dr ~l fato di magnesiA per evitare o~ni tendenza alla conge:-tione dell'ur etra ,.. del collo della vec;<'tca, la.. cia in rr po<:o ruretl'll da IJU&Iunque strmolo meeca.niro, e fa prender e all'infermo, ogni giOl'O(), tr•e dnsi d'acido bnt•ico rt'un g'I'8ID ill0 cial"eUnll, onde acidificar e l'orina rhe nr.i strin gimenLi urt>Lr•ali •· "tlffi· pt·e neutra od Alcalina per cil"Lìte croni ca , e·cJ,F;infallO t '•~. io psrte, la vescica e l'ur•ett•a col passa~gio dell 'ar·ido hodco eliminalo dai reni. E~-tli \assicurA d• av~>r sempre \'ic;to c:com· pa rire l'alcalinità dell'orma ed anche il pus con siu1ile rura preventiva. L'autore si ~erv& ~encralmente deU'ur etrotomo oli Tee' an. tenuto in forte soluzione d'acido fen ico, e dopo awt· riOI'Oror mizzalo l'infermo iniella nell'uretra una soluzione d'flt'itlo fenico 111 olio, nella pr opor zione di L a L6, quinur e"•'f.t\ll~ce I'Yr Ptrotomia, io troducP l A sonde di Lisl er. da l n' !t Al 15, ind i applica un gros"o coLeter e d'a t·gento e lava rip!'tntsmenle la vescica con sol uzione calda e satura d'llciJo horrco, lssriflnclo in ultimo nella vcsci<'n ci r ca 100 gr . di ;::o)u?.ione. che ~e r·ve poi a lavar l'ut·ctra quando é emessa, dono flvrr tolto il catelet·e. l u ultimo inlro,luce fino al collo ùella ve~cica una candelelta di iodoformio. Durante l'oper azione ha cura eli p roteggere t111l l'reti in l'in~ l'ermo. an-olgendo l'addome e l e estremilà infet•iori ·n pllll 01 di lana scaldati, e qu11 ll'lo r invie ne dall'anestesiu, )Ili arnmr· nistra 20 gocce tli lauùnuo, doc:e che ripete dopo atcunf' ore, !"e l'inl'er·mo è i rrequieto o si lag na di dolori ut·etr alr . SP l'infer mo con questi me%:zi può Lt•a u.en et· l'.>rit>a por 7 od ~ ore, ùopo questo tempo m·inet•à senza calcter,· u getto
01 TEI\APRUTIC.\
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ahbondante, e per uo giorno o due sentirà dolor e nPII'orina••e, e l'orina sarà mAccb iAI.n di sa ngue; ma se ;.i e ricomiucidla l'am ministr azione dell'acido borico nel giorno seguente all'operazton e, al •JUI\rlo giorno, dopo un'iniezione di cocaina tenuta per JO minuti, s' introdu t•t·t~nuo di nuovo le sonde di Lister b eu ca t·boliuale, dal n• 2 al 12, o Jal 12 al 1:1, e cosi si continu r rà nei ~iot•ni l"eEtuenli, lìnchè al decimo o dodicesimo g iorno, l'infermo i~Lrnito nel m odo d' in trodurre da sé le cnndelelle. ed avvei'lilo che quella inlrotlu7.ione deve eseguir si spessis:sìmo c per tutta la vita, può lasr·iar l'ospedale COlt la !lp81'(Htza el i non dove!' piu l'ieorreJ'e al medico. L'autore fra le C'Onlro indicazioni dell'ul'elrolomia iuterna pone l'alcalinità EJ la presenza di pus nelle orine, specialmente se si conser vano tali dopo l'ammiuis tt•azione d'acido bot·ico per tl'e settimane, perche "' tal caso btsogna pensare ad una forma grave di cis lil•' cr o11irn, ed allora varru m e~r.o trallaJ'e il r esll'ingimenlo con l'uretrotomia eslel'Da , irt•igare e curar la vescica per l'tlpel'lllra veriuet~le, indi f:'!\eguire l'urelrolomiu intem a col metodo di llarrisoo.
Studi terapeutioi sul thiol.- Btur>~::R. Wochen.~, N. 28, 18901.
(Wiener medie.
Nello scorso an n o fu folto conoscere un mc<ltcamrnlo che• !<embr·a possa fae concorrenza all'iUiolo. Ques to medicam"'nto fu dcnomiu ato dai suo scoprt tore , il dott. Jucob::on, lhiol (da :;t{c; , golfo!. Il lhiol rapp1•esenta come l'illiol una mescolanza di idrncn rburi divc~l'!"i solfora t1 c sul fo uoli. Ambiclue hnono la medesima costituzione chitnica. Ma il thiol r rla ri~ ua rdarsi come utt preparato più put'O, perclw .. libero nftfltto dn ogni so::olonza esll'anca. Esso lta a ncora. il vautaggio di esset' p<lco odor oso e di potei' essere preparati) anche sotto for ma secca. Le sue proprietà ~hi m ic h o c fl~io l ogicltc sono analoghe n 1 1l1Aile dell' illiolo il q uale, l:leconclo Unna, spiega un'azione costrittiva sui Yasi, spogliatìva dt~~li umori e leggermente
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Rl rtSTA
anliseLLica. Il Lhwl deve a nrhe consiùerar·si come medicamento ridullivo. Secondo le espor·ien1.e di Bidder· la s fera d'azione del thiol deve esser e limitata 111 suo uso esterno t- spiega azione eu· ratrva sollecita nello derm atosi acute e subacule !'ieno e,.. ..e di natura nervo~a, 111rettiva oppure tr·aumalica. oppure origint~te da agenti clnmici o fisici. :\egli eczemi sì levano le cro&tc, si irTiuu la pa1·te con acqua al sublirnalu e quindi si applica il lluol cou pennella· zioui o sotto form11 dr polvere. Talora ... buslt~la una sola applicazione di questo m .>.dic.;umento pe r veder· g ttari r·c una er1~ipola où a llr·e affezioni culnrwe, ;;pecialmeute se si ebbe r 11 vve rlenzt~ di pennellare anch ... la peli•· sana per un certo lrallo intorno atrarca malata. 1-:gualr ril>ultall :-i ollcunertl anche in certe tumefazionr nemmouosc. Ncll'erpet.e 1 •lniMI si ct1lmano subito, lo puslQle si secca no t! radrmo. :--!Pi g,~ toni, nelle pel'illeillli •' nelle scotlnlur·o iJ lhiol pt'r;sla l'gual mente ollimi sr! rvlzl. Non dissimili r-ono i suoi t"ffelti in nl· cune altr·e arrezioni chirurgiche della peli~ a n> n li "ede prufùnola. All'iuconlro "••mbra il lhiol dd tutw iueflicnce nl'lle a m~zioni cr oniche della pelle o dei te~Ruti soltostanh e uellu ùenna tomicosi. E nemmeno é du aspellarsi alcun buono effetto du questo nwdicnmento nelle Affezionr Lubercolo~>e delln pelle e delle ghiandole linfalidtt· . lllbiol ru adopfll'lllo 'luasi sempre Mllo forma pa!>sabilmE'rrle conren lrata, spel'J<O ~lllun~llta con poca glicerina appt-na al grnJo da potersi 1111l11tenere allo ~lalo liquido. Orclinar•iamenle pel'ò Bidder· ullun!!ava il 111edicamento con p~rli eguali di a t:q ua, oppur•' dr acqua e glicerina e que~ta miscela AJ•· plico va con un pennello sulla parte ammalata, mettendo' i poi sopra o un ~oltile strato di 0\'lllla, OpJ.IUI'e un pezzfl rli gultuperca i r: fo gli. Spesso bastava una ponnellazioue: più sp~sso occorre va ripolerla aucorn una ,·olla con ,luc o tr·e giornr d' inter\'allo. Se l'affezione r is1ede alla faccia P l'infermo, per dov1•r altend•·re nel ::riorno alle proprie occupazioni e per altri rno· Livi non voglia lollora1'e la Linla nor·a del m edic~mr.nlo, !"l
DI TERAPEUTI CA
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fannu le penne llazioni alla sera, la vanòo poi la par te alla malliua con semplice act(UA. 11 lhìol allo slalo sel!CO fu pur'' U"alo da a lcuni e parve 11pecialmente approprialo pct• poi verizzazioni delle parti nff•·ll~> da inte rh•igine e da ec-zema umido, dopo pl'alicata una lavatura con acqua a l sublimalo. Questo modo ùi appl irat.ione si sarenbe moslt•ato utile o nche nelle escoriazioni e nelle piccole ferite auche profondr, le 11uali, trattate iu l)ueslo motlo, guarirebbero !=!Ollo crosla !!enza andar ~oggetle a fenomeni it·t•itali'"i. lnlernam(.'nle ru sommini,lt'alo Il Lhiol io goccie od in pillnh! alla dose di 0,5 nno o due gt·nmmi giornalmente. P are che nou irriti punto i l canale digf' l'enle e che abhia la proprietà di promut)\·ere moderate scartche ah:iue.
'l'rattamento della. distorsione del piede. - R~:CLl'S. (Jnttrrtat des médecin.e et de chirur•gie, ma~gio IROO). Questo lt·allarnenlo c un metodo misto fondulo ne lru!':O succ..ssivo della benda elastica, doi bagni e ciel massaggio. Av wnula la dislot·sione, s i a vvolge la r-egioM ma lata collu benda elastica; se uo comincia l'Applicazione in cor•rispondent.a delle dilu e :--i arrotola atloruo il piede e poi dal collo 'lei piede fin, u mezza gamba; non si deve !>-l1·ing:ere che qu~sntn abbisogna percbl'' la benda ten!!a. Quando la slol'la uon è mollo g rave, si possono permettere i movimenti ed il cam mtna re. Due volte al ::rio1•no. al mattino cd alla sPra. c;i toglie la benù l per asciugare e lavare la ptu•Le; infatti, solto il suo les~ulo impermeabile, si accumula il s udore che si decompone presLo, manda un odore insoppor·tabile e, cosa piu grave, irrita i legume nli ; senza questa prPcauzione, eAsa potrebbe provocare eczemi ed anche vel'i t'uruncol i. Si é ollora c he inte1·viene la seconda pa1·te del lr·altamenlo: ra d'uopo immergere la giuntura h'!'a in un ba;mo di cui s i eleva progressivamente la L('mperatur·a fino a che fiUeAta raggiunga 48, 50 ed Anche 55 gr-adi centigr ad i. Sotto la Ruo influenza il dolore cesso se g ia no n è scompal'so solLo l'uso della
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bt•uda ela;:lica, si alliva la circolazione e probabilmente nnche gli scambi nutritivi; e •rueste ùivel'c:e morlilìt·az1om ravMiscono il riossot·bimento degl i ess ud ati pm·inrlicolnri. Ed è anc hr> pet· alliva t•e il t'iO"-SOrbi mPnlo ch e si ag-l!iunqe il ma ssag~io alla pre!'SIOne e!'er rita t3 dAllA bPndo elttslica, e questo rnAs!'laggio I'O<;tituisce la terza pat·le di 'ltiO'-'ttl tr ultame tllO wi :-~ to. La benda cluc.tica ha sul w~ssa ggln il van· ta;.rgio di agtre in mo•lo continuo. ma non può, rorn" il ma«· SS~?l!io, cacciAre daliP rnap;lie che li co nten ~?ono i ~onguli !'OIidincati ; l'ener gica pt•essionc ùel d ito (le pét riS.S{If!e), disse· mina mollo meglio le infiltrazioni pari-arlicG!ari e prt.:para cm~i l'azione della benda elastica Infath, tlopo l'immer:>ione del piede nell'ac<rua rf\lda pPr IO n 15 minuti. olnpo una s~ duta di massuggìo di IO o 15 minuti. si avvolgn il me mbt'O per la dut·ata di 12 ore rolla h<'nrla eJa<>lira~ E ra mesli..ri rhe la storta sia mollo ~rav•>, petchè In g u a ri~ionP compll'la non !'li eia oll~) t1Uto i11 mrnn di 15 giorni.
Sopra. la. congiuntivite blenorragica ed 1n ispAcie sulla sua cura. - Con1plerncul'J dulia su o nonferem.a ulltl So· cit! ta t.lei 111~dici milila1·r di Berlin ro del :H c)llobr·o 1 :-.~!1 del dott. M. H t.:RCHAHOT u berstabsat•zt. tiirri,.~tlicll e Zeit.sclll'({t , agO!!lo 1R90). N ella mh1 conferen.tu io fl\·cva dt>llo eh~. nello «la fio dPII& infiltrazione in fiamma loria o l une hP d ella -.uppurnz,ont>, r·ominciavo lo c·uru della flogosi blenort·u g ica del sar:('O congiun tivale con un prol'ondo l a vH g,~:oin e quindi con unn cosl detta cauterizza:done o piuttosto con una cli«mrezi one. l o e~e· guiva la energica disinfe1.i011e con una soluzione di pietra infernale al 3 •;., la quale e ra portula r upidRmE>nle cnn un pennello s opra lA congiunti va delle palpebre ron~~ciale. Avevo allora sog{!iunlo cbe io era incl1nato a c r eùl'l'l! cbe l'uso di soluziOilL di ptelt'a inf•>rnale 1nu1Lo più dc• bol i av!'ebbe forse dalo ri sultati mi~l iori. Ctò é stato confer•mato. Dopo la mia conrer~nza ho ri· nu11zialo in sellfl ca!' i d i blenorrea t d la cOSI detta (;8 11 teriz· zazione. ~ercllé creù evo di ave1·e nsset·valo soprAvve ~tit·e,
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come una spiacevole ed im111ediata conseguenza di essa, un maggior gon fi or·e delle pa l pebre ed un aumento nella :;ecr ezioue fibt'Lnosa •l ella congiuntiva. Ero stato E~p into all'anzidello cambiamtln to di cu r•a specialmente dalla consiùeruzione che la cauter izzazione doveva r·tmoner P sempre una mezza misura, gi accitl' non si dow~va portore la solur.ione al :i -;. di pietre infer nale in contatto rlella cor·nea :::te~;!>a e della por zione vic:i na della congiunti va ocuhue. specitllmPnle molto estesa nella direzione orizznnLAIA, stAnle il per·icnlo di una cuuterizzazio11e della COI'n f'a . Lu disinfezione per H'lf'ZZO della pieLra inrern a!e. !;agnnlata de! r·e.,lo come così efficace conLr·• il gonococco, rtmane co~;i incomph•ls in e!'\le11siont> e si compr·ende comedalla pMZiQil<! del sacco <'nug:iunti vale (compre:-a. la su perficied~lla cor nt>al r·•masta non .lisinfcllata, possa -.em pr e avvenire unu nuova infezione dellt! ::;uper fici con pena ripuli te. Epperò c lte gli esiti finali ~ ia n n E<lati buoui, io lo raceva dipender e da (•it'\ Che a vevo fol lo pr ecedP I'S allo ~n ergica disiofetioru1 pAI'ziale colla :;()luzione al 3 p. ll)fl di prelr a infernale unn eftkucu irrigazione e ripulimenlo òi lullo il sacco congi un l i vale con !'loluzi onp !'~tlicilica. PresenLP.menlo o non u~o più la MluzioM al 3 [l. 100 di pietr·a infernale . ma faccio i nnanzi tutto, come primn, una ir·ri gazione del sn<'co corq:ri unti vale coli una !>OltLziono salicilicu (1,5 : '1 000): la soluztonc é fall•t <'SdP r e ùa una piccola cannula in gr ande quanlitfl ma dolcemente sulla comcn e sopra tulla la con j:tiunlivn, mPntre In palpebr·D inferior e dap· prima e quindi la !>upcriol'e !'ono lPnule r ovesciate. Subito dopo per ò bo c.:ompiPL~m~n te irl'is:-nto tutta la sul'erfkre con una debole !'O iu,.iono rl i pieLra int'er nalc (1: 600). Non ho l'allo sep-uir'A ern br neazioni i't'l' lld<·, mf'l ho fatto bagnoli tiepidi con infuso di eamotuilla, ntJI ')naie er a sciollo nci,lo «alicilico uella pr·oporzione tli J:l OOO Qu indi ho la;;cialo sgocciolAre ogni dut. Ol'e la !>Oiuzione clebole eli pi~>Lra infernale. Dopo, ogni 21- •we, ho r ipetuto la irrigazione di l utto il sacco congiunti vale colla ~oluzione <>alicilica, e quindi colla soluzione debole tli piel r a infemnle. N elle inslillazioni folte ogni clne ore l e ral pt'br e 110n er ano r ovesciate. Questa instillazione era omdaLa ogl i inferm ieri. Ad onta ùi tutta l'ahi-
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tudinc o della buona volnn ta non si può essere abbas tanza sicu ri., che ess i nel rovesciare le rmlpehre e vitino qualunque contatto della cornea colle dita, coi pa nnilini. ecc. è\Ia tali conlaLLi por la.uo con sé il pe!'icolo inevitabile tli una lesione dell' epitelio cor neale colle incalcolabili sue conseg uenze . Dopo che col pr•ocesso de scritto si 4'• tolta la fo rmazione di psttuclomembr·ane e di pu:::. io faccio fare più rar•amente le ins tillazioni di nitralu tftH·geolo nel sacco rongiunlivale. l n se~uito tralascio da ;:;rima. a Litolo dj prova, le irTigazioni •n lutto il t-1àcco congitwlivale fa Lle da me s tesso. Se .~ cessu lo del tulto o~11i peri colo, m i limito a fa re esl:'gnire ancor't1 per qualche tempo, tr" volLe pJ g ior·no, una in:::lillazione della soluzione debole di pietra inferuale.p:600) o di una Mluzione di zinco nelle ~Lesse pr•oporzioui. Questo metodo di c uri\ mi ha Jato ris ul tati piena mente fa vo re vC>Ii, anch e iu quei ca:;;i, nei quoli esis te vano g ià alr accellazione dell'amU1~:~ 1 a lo nume rose piccole od anc he più grandi imper·feztont dcil'e!Jilelio cor•neele. Dopo la prima it•rigaztou e di nitrato c.J'argenlo ..:esS'a\"a l'aumelìlO del gonfiore delle palp1•bre u tlella cltemc,si esisltmte al pt·incif> in della uura, e g ià dopo tl ue giorni s i nutava una signifieante d im i mtzrn n t~ de• s inlmni minacciosi. lo non dico cloe lo pt·oporzione ora da me prescella della :::oluzione di nitrato d'ar~cnlo dr l : GOO sia pl'ecisamenle la miglior•e che si po:;so sce;:rliere . È beu possibilt~ eh ... una solu zione di 1:1000 o 2000 mel'ili la prefer t'H:tfJ. Mn non ho a ncora s u ciò r acc·ollo esperimen ti, e mi de " o a l pr·esenle limitare a me ltef'e m uvidtiltZa il l'allo che la pr·opurztone di 1:600 an·iva aù a rreslu r·e il ptocesso morbu:;o, e d1e cl'altra par (e la soluzione adopet·ala n011 pt·odusse mai alt:un do1JUO all' €:piLelio corneale vivente . Kon voglio passa re .::opra una erronea opinione che ho mani re~la to nella mra conferenza rlel Z2 oltobr·e tl-89. In base agli esperimenti da me faLli lìn allor·a . aveva so"Lenulo che il m ar~i11e tle!l!l cornea era preserva~o almeno per '1 m m. di larg hezza n all' f\\"fll1i.W r·s i di un'ulcera prodotta
DI TEII.\PEC DCA
tla eongiunth·ile blenorragica. Oopo d'allor a ho os!'ervato una eec~zione a questa rcuola in un t•agazzo Ji 14 anni. Giot•gio G., che enlt·ò alla Char ité il 25 febbraio, con un rralello più giovan e medesimamcnte I'OrtlAf!illlO, per tlogo!'Ì blenhort·agica di un occhio, In cui cou.tnuntiv& palpebs·ale mo!'l trava ancora p!==eudomPmbrAne. La c·cwneA dell'occhio ammtllato era dtslt·utta in 1111 tozlio cil·colare che occupava un buon se~lo dPII'intera >'uperficie e pt·(>ci"nmente fino al margine inlet·no. (LA cit•rnnferenl.a dt>ll'in!let·a cornea é d1 :18.5 mm., dei c1uoli la put·l c di~L1·ulla ne pt•endeve 7) Ciò ehb·· per conl'eguenzo la formazione di unn procidenzl'l drll'iride che arrivova (]no alla sderoLica e lo oblilet•azione dt•lla pupilla. La curva della pot'.donc tlellfl sclerolica conti· uanle cùllu proeiclenza dell'iride era senc:ihilmenle aumentata. Del resto Il corc:o d1 qu••slo cs:::o. certamente ~rravt>, fu molto felice. Dopo c•h(> ce:-;:6 col trattamento ;,opt·ade!icritto la sect·eziono put·ult-nlo, e quando potò essere lw ne !lopfJOrtata una ft~.~cial ura conlen liva, po~la in principi o solamente per poche ot'•.l a lilolo di esperimento, senza ecct· lat·e di nuovo la suppurazione. il 4 marz<'l, mediante l'esportazione di un pt>zzo dell'iride, la •1ualc era !<ll·ettamente ap· plicnta alla coruPu p~>r •1uanlo que:-la era conset·vala, si 1'1t~Lablli la comu11icazione Lt·a !A camera postet·iore e l'antr rioro cbe si ancluva orA ricnstiluenclo. Lo ~-tranùe pt•ocidenza dell'iride si è complela uwnt~> appit~ttala. Lo fnrma della scleroltca ritornò apparentemente nnrmale, .,.cJ a\1').; aprile l'acuteZI.a visiva rn ~giUngevn gu:t !!.i)lr,A.to Come appotrgin leorl'licn dPI lt•uttamenlo da me raccomandato nella ron~iuotivite blcnnorra?rico, potrei ancorA citare, che io constdero come cosa capitale di rendere lib(lra da cocchi la sup.•t•fkie del "arco con1{iunlh·ale ;;ulJa quale av viene la molliplicazio11e dei g-onococchi irt misura roolln pt•oponderante. A quel>to scopo irri go pr·ofoodam ente e completamente il l';8CCO con~iunlivale almeno una volla al giorno con soluzione debole oli pietra info>rnale. I gonocol'clu penetrati negli strati epiteliali prorondi, fors·anci1P nel left~uto connettivo posl>ono e devono ... ~>sere lasciati a !-\O
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stessi. Essi si polrebbeJ'O sola mente dislruggel'e colla cou tem poJ'anea J is lruzioue della cong iuntiva coi caus tici. Sic~ome es:;i si mollipllcano difficilmeute nell'interno dei Less uli solidi, ed in Of! tti caso in essi pt·esLo muoiono , o siccome nou possono pt•oduJTe la distruzioue del lessuLo elle pnrla i vas i san gu i ~ ni , cosi s i provvede abbas tanza al lo scopo della cura se :;i impedisce, coll'allonlana.m en lo dei go uococchi esistenti uel sacco congiuntivale, !"ulteriore lo•·o p•:ncLr·a zione nei Lessuli , ch e p t·oduce i nfia mmazione) e se si sostiene la fo rza di r ...sistenza della cot•nea priva eli ,-as! media nte bag noli tiepid i. Qu0sli ullimi h an uo nollo s tesso Leu1po rutilitli di concor rere alla nettezza del sacco cong:iunlivule impedendo la fllrmoziono di et•oste. l n questo essi sono aiutati dalle inslillazioni Ji $Oiuzionl deboli dt pielra infernale falle pllL volle a i g iorno, le quali sem bt·ano-dm piazzare !"UI'ficien teme nte le vrofondl3 i r-rigazioni per se stes\;e effi caci. Il compi lo della cura della congiuntivite blenorragica t• rJ ui ndl l'allonta namento rlei go nvcocciJl , pet• q uanto esso è possibile, a '•cmdo il massimo rit:ruardo ai lcs:<uli vh·enLt cù ed alla loro conser vazio ne.
L 'acqua dt cloro nella difterite e n ella scarlattina., ( Wiener ldinische Wochenscri{l, 8 maggio l t<90). Secondo il do tt Clar k, l'acq ua di cloro rap presen La il più efticace rimedto contl'O la difterite e la scar lallina. Il Clark la adibisce LUn to all'ns o ir~Lerno che all'eslernlL lnte rnam e r~ le la s i deve somm inislt·are io soluzione mol to l>!ggera, in fot·Le soluzione oslel'nameTtle come ga rg ar tsmo . P ar e che il clot·o agisca quale di r etto antagon ista s u i veleni di a mend ue lc m alattie e, gius t.a le esper ienze del Clarck, deve venire impiegalo a bbOl tdantemente e Creque ntem ente, al tem po s lCs!:<O che la ca:ce di cloro ed il cloro pur o si adopel'ano come dis infeLtanli. F . S.
IH TKIU PEl'TICA
L'ariatol oontro ll lupua ed a ltre derma tosi. DolLo r CJCHII OF'f'. ( Wien•• r 1.-lini:~che Wot·henschri(t, 8 maggio 1890). L'a rislt•l, che i> un nuo,·•~ produlto dd timol, sostituljvo dell'iodio, fu fino al pt•eseule adoperato dnl dott. Cichhot'f, dal 3 al 10 p. 100, in pomata Alla va<>eliua a scopo esperimentale in diverse mt~latlic della pelle Solamen te sulle ulceri la l'>U8 efficacia si mo,.lr•ò infel'iot·e a rJuellu dcll'iodoror mio. Nella psoriasr spiego fa vorevoiE> ertlc·acca anche pm Mllecitamenle della c risar ohuca o de ll'acido pil·ogallico, col \Antaggio su que~lr dt nou pro,ocarl' rl piu prccolo effello lossjc o. Nell o derm<Jmic·.os• , ne ll' ulcere Jella gambij e nelle ulcerazroni stR!itich•· lerziat•te ha agito ptù ct>lerencenle che tulLt i l' tmedii nnoea impiognlt allo SCIJ [JO. Ma la 111t'è l'm ita, sulla quale piu splendidt r·i~ull.auo gli elTelti detrar+·•tol, e il lupus. E le ullime ravo revolissirne esperiunze inducono il ùoll. Ctchhoff a r·a ccomaud~:~Pe l'arislol eziandio nelle a ffezioru chirurgiche delle arlicota.lioni e tlelle ossa, nelle sofrerenze ginecolog-ich~ eù i11 iuiezione ipvtlermico. nella forma della suddetta sr,Ju1.1one nella tubercolosi locale e generale e nella s ifilide co~tit.u:-:ronal c. F. S .
Applloazlone antlae t ttca. c ontro 11 v atuolo. Dol.t. L t::wewr'ANE R. - ( W iener klinisclte Wochenschn.ft, 15 maf!gio L89(J). Il dott. Lewenlaner, esercente in Costaulin.)poli, l1a impiegato nel vaiu()lo una applicazione a ntisetlica, colla quale gli tornò possibile preveoit·o il butteramenlo che suole r i$Uitarne. Al primo appar1r e deii'E>:>antema s1 procede a coprire l' inlier·a lesta, il voi Lo ed il collo con un ernpiastro cosliluito di 3 gr·ammi d i actdo carbolico e 50 di olio di olive losciandone libe t'i sol La n Lo gli occhi, mentre lt1 ri mane nt e' supet·ficie del corpo ,·iene spalmata con un ungue nto fo rmato du lre gr•amm i d i acid o salici lico su di amido e 70 di glicerina. Quale risultato di siffatta applicazione si ollenuo dopo
ao
lllVlSTA DI tET\APRUTICA
alcuni giorni la fu sione delle pustole e In forrnazionP di vescicole rico perte di un secr•eto g rig io, le I']Uali >:i di:>seccllrouo celfl remente e ricoprironsi di una c r'O~'< l/1 gia ll fl , dnp() il cui distacco non si sor prendeva tra ccia alcuna ùi ctcah•ice sulla pelle. l 1101lre la malattia stessa ~ i ptìl~>!<Ò benPfìcanwnl~> inlluenzata da quPs lo trallar uento, al l·e mpo istes!'lo e h,.. si rese più br·ey~ la du rata rlel pr'Ocesso mMboso c ''"n ~o
pravvenne I'JU8SÌ più temperatura rebbrile . JnrJipendentemenle da ([uesto tJ·aLtamo nlo P-stemo, a mitigar e le soffer·rmze dPlla mucosa nasale ~i ume ttano internamente le nariei a me1.zO
dt un contagoccie con Ja se~uente e mulsionP: olio di mauùorle dolci ~5 gr amm i, sciroppo di f1o ri ol' a ranr.to H( l ~''-, acqua di luuro ceraso JO g r., china idroclorica gr. 3,30, aritlo muriatico quan to ba!"ta a sciogliere. F. S.
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RIVISTA DI CHIMfCA E FAHMACOLOGIA La reazione dei proteldi e della muoina dell' orina. R.oHERT K rRK. - (The Lancet, apri le 1890). Nel1885 Il dott. Aul cl mos.tr·ò clte il calore sviluppa,·a 111111 nubecola od un inlorbidamenlo in oriue che, Lr'Hltate o. f r·eddo con egunl volume di soluzionfl. satura d'acido picrico, Prano rimaste lim pide. Eg li ne infér i che la lemper·atura Ù•'ll'ebol lizione er•a nucessaria pe r scoprire le rninimù traccie cfAlburnina. Nella Sociela clinica e patologica di Glasgow, ne l 188~· l'aulOl'e av~vo enunciato lo stesso latto lraendone una conseguenza diametralmente opposta, cio(• cl1e quel COl'pC1 JJrecipit.ato dal calore non era albumina ma mucina. Ora r·itorna su tale argomen to per addur-re delle prove incontrovc•rtibili. N el tr attamento dell'orina con l'acido picrico si· devono distinguer e quattro casi: uno in cui non v'è reazione né prima
lliV1S'I'A 01 CrtrUlCA F. f'Ait~lACOLOGlA
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né dopo r ebollizione; un ~Pcondo , in cui l' intorbidamenlo prodotto a frecldo ;;;i conset•,·a dopn l'ebnllizione; un terzo nPI quale la n11becolo svi lup pa~tl n t'recido aumenta più o meno col calore i un quarto in cui !"i vedt> non ~o lo un intorbidamento, mo finanche 1111 pr ecipitato alla temperatura dell'ebollizione, mentre a freddo non !<i scopri va r eazione alr.una. È chiaro che ~e il preripilato fos~e t'allo ()all'albumina, in tulli que!.'Li rasi, questa dovrebbe nve1· caratteri diver si nelle diver sA circostanze, m o '( Uesti ctn•otteri diver!"i non ;.ono slali mai descritti . L'autore ha eseguilo le sue e!>per ienzf.! scmp1·e con lO cm.c. d'orma Ollrata, e le sue investi~a~ioui furono limitate ad orine non pur·ulente. La mucina delle m•ine è tenutA in soluzione dai sali, e qunlunf'Jue acido fii t1rl operi per• pPcci pitarlo il neutralizzato de que!':ti sali. Se in"«>re la murina è mista A debole c:oluzione alcalina, una ptcrnla ']u!l nlitli eli acido hl prl'cipita. È per ciò che nell'or ino bisogna aggiun ~c re tllr drcimo d'acirlo &Cl•tico per t>roprir lA mucina. e pure la r eazrone i> debnl>! ed incer·ta, Jonùe la ••accomundazinrH' di tliluir l'or ina in acqua; ma questi l'alli co!li !'ett)pli ci sono stati l!'Ascurati da~li autort, e perciò si c asserito da akuni. nt>galo da allr i <'he l'acido picrico prrcil'ilo la rnucina, ecl in ,·critù. nell'or·ina molto ullunp:olu, nna piccola quanlilù d'acido pic••ico precipita la mucina, rnentr•· nell'or•ina <'arica dr sali, neanche un volume eguale eli soluzwne salu •·a d'acido picr rco la scopr e. L'acidità di 10 em e. di ~oluz ione sotut·a d'ucido picrico è appPua eguale in Ari ditA a tr e o quallro ~occ ie d'acido acPlico, quindi l'effetto sullu mut tna sarà lo stesso se allunghiamo l'01•ina in un Pgual volume d'acqua e vi aggiungiamo ')uelle poche ztoccie d'acido ucetico, e•J il precipitato non si otte••rù se non dopo lurtgo Lornpo. o nel caso d'una gran qua11tila di mucina contenuta nell'orina. Tutti gli acidi vegetali, l'acido acetico, citrico, picrico, ferrocionrco ed anche gli acidi biliari ag1scono sulla mucina in proporzion(j ùel wado di l oro aciuilil, tanto a fr·eddo che a caldo, mentre ~li aci di mine•·ali la pr·ecipitano auche ~e ado· ìì
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perali m piccola qut>nlil8, e la mucina ~i r1discio~li•· in ec· d'acido. cio che cosliluisce un'i t n portante dilre renze fea t"JUeslH e l'albutuina. La pr o\ A che il calore P recido a cl'lico predpilHnn In mu· cina or•inar·ìu si può avere rimuuvo•mlo 1 :-ali con In r1111hsi. Allo r·a la IIIIICina iuf'il·mo con la p81'A gl ohu lina e l'olhurmna del «ier o l'e esrslouo, r•e:-lll nel d iuliz:lulo r~', ~ put1 '~"~ere St'~\'el'IA t'Oli i diVCI'8i r6(1 t-(l!l1ti i'I'IIZB l'azione l!Jlernnlt> dei sali. Inratli , se si dJalizza l'orina in f.'l'at tùe •JIIflnlità d'ncc1ua, il suo pt>"n o.:pecJficu in :!~ o 48 ore !'Cen le a 1001, ma giil quando e di«ce::o a IOO:J l'orma divu• ue lorbi la p~!l' preclpita:done di mucina o pa t·aglobulina ad a llora bisog11a suspend•~ r,. la dialisi, meller• da par·lc 1111 campiOne rlcll'nrina dìalizzal~, <>P~uil.ar la d ia h~>i fino alla d Pnsità J i 1001, e saggiar e l~ cJ ujj qualita d'oriua. Nelle e~p~::rierno delraulol'C l'ot·inR rlialin8tà a 11103 c• riscaldata formò precipitato 11011 s olo con l'acido pit·rico. ma anche con pocbe guccie d'acido ttco tico, e l'efletl() o ra più \'iSibile c he !'6 l'orina ro:-so tliluita in 10 \'Oiurni d'a crtna Due o tre goccio d'aceto, un n ~occia d'acido are trco ineftlcaci a fr~ùc!o, produce "ano subi lfmeo i lllorhida rut, nlo a caldo. L'acido picrito s i com portava diversamente. E sso non produl'cvu intorbida me nto nel punto eli conta tto co11 l'orin~, mn nel tei·zo superiore della colon na ; por·be goccìE' d'a, ido nitt•ico diluilo al 20 p. 100 ùuvanu cvtd••lllc pre cipitato cii" pr .'slo scorn1·!1· riva con l 'ag~i unta d'ACidO libero, ciò ~'he clislin;tu" c rtameute lo r eflzione J ellu rnucina da qu~lla dell'albumwa. La prelt•:,a di eliminare la rnuciun c•m la tìlli·azttwe pei' pOi doter·m111are l'albumina Ò illCf)D'<e~u ibi JP ; J'aul01'6 ha J'e~ llO tulle le pt•ove po!'Sibili, hn impiega lo il c» lure, l'acido Rcelico, l'a cido nitr ico, ha laf'ciato l'o r ina intQI·hidata iu r iposo per 24 o re e poi l'ha flll r'ala , ha ttggiunlo al liqurtlo delle polveri insolubili co me solf'u lo di barite, ma ~nesia , 111n nea n· c he ques te polveri Li·aseina\ano con sé la mucina, o lrascrnavano le lraccie d'~tlbumma aggiunta all'orina, et! il liquido si conser vava torbido anc he dopo la fl ltr·azirme. Nello esaminare le o rin e: dializzale ,. necessario a vv~ rtire ceS!'IO
Di ClllmCA "' F.\RlL-\C(H.O(TIA
che ,rualche Lraccia tl i fosfati può r esltn·e nel liquido, e pro· durr·e opac1là uol calor·e. la quale r·iC'Iaieda un'acidillcazione per l'comparil'e, simile a •ruella richiesta dalla mucina per· pr~cipitare. Anche delle sostanze uolor•auti di nulura colloide sono inse pt~rab i li da ll'or ina per mP:z.zo della ùialisi. ~fa ir. questi casi la dialisi è senspre preferibile al mf'lodo raccomandato da Senalor, perch,~ l'autore ha con l'evapOl'azioue ridotLo persi11o al qua1·to uel s uo vo lume l'ol'illa seconùo SenaiOI·, ed ha visto che per· pr•ecipilat· la mucioa occorreva maggior quantità di acido che con l'orina tlinfizzata. Il dott. Oliver snstiene ellu il uo lot·è e l'acido acetico precipitano la mucina i n pr esenza <.lei sali biliari , ma raulore crede che tuLLo dipe nrla da lla quantità d'acido acetico impiegato, perché dopo ripe LuLe prove s ulle or·ine degl' itterici e sulle orine commiste a bile, si e convinto che gli elementi della bile dializzano qu~Jsi cotnple tam enteo; e dopo la dialisi l'ell~Ho del calot·e e dell'acido nel precipihw la mucina i> maggiore che p l'ima rlella dialisi; che la mucina biliat·t? é divi~a dalla muciua or·inaria, peeché non è pl'ecipilabile a caldo con qualunque g ra(to d i acidificazione. menLJ•e la mucina or inar·ia intorhida facilmente rorina col calo!'..: e con piccole quantità d'acido d0po la dialisi. Il dott. P avy ha richiam ato l'aLLf'nzione sulla frequenza di una forma ù'alburmna precipitabile a freddo con un acido organico nelle orine di maiali d'al buminm·iu fun zionale, ma l'aulHre ritiene chi:' ques t'al bumina non sia altro che la muciua dell'or·ina normale, e di tutLe le orine patologiche che egli ha esarninate. In questi casi , secondo il rloll. Ol iver· si trova aumt::nLo di soli bilia!'i, di mucina e pr•esenza d'albumina, eù allora ralb'Umina sorebbe rwecipitabile a freddo da un acido organico in pr esenza dei sAli biliari. Ma l'autore non attribuisce a lcucsa azione ai sa li biliari, perchè dopo che quesli sono slali allontanali dall'orinA per mezzo ciella diiilisi, il precipitato che si ottiene a fr'eddo con gli acidi organici é lo s tesso. La zona superiore d' inlorbidamento che ft•equenlemente si Otliene con gli acidi nell'orina albuminosa, appar-tiene se-
t~zo
Ili VI STA
·euhauer e Vogd nlla r•eazione del!il ur•lti, ~t>c'ondo Oliver all'azinn•• dep:li acidi biliari resi l1ber1 sull'albumina. Le espertenze dell'autore nella dialic:1 provano cho •(Ut>stn inLorbtdamento si può ottenere in forma mollo svi lupruta rouclo
Rohert~ alla mucina, "econdo Sle,"en:-: ed
n eli" &!':Senza dell'albumi no P Mi sRiì b iliari , com1• !'l pno ave re in Ol'ioe albumi nose. I11 qnesl'nltimo caRo la llltbnt:OIR eh~~~ o ttiene alla superficie del tubo è dovuta ,.,econ.Jo l'antoJ'e alla mucina, e l'mlorbidamento gL·anui OI'O che -.i prndm·e nel resto del luho apparL1ene all'aLbumina, e "'" -.j diluisce l'orina con dell'acqua, si vedr·anno h~ due :wne di cou b'\Jio separate e distin te. Se la mucina urinaria è pt•PcipitobiiP col calore. <·mm· l'nut0t'e intende d'aver dnnost1·atn, ttllorc-hè e~'sa,è Rwla ta da un dec1mo d'acido Rcelico, dcv'ec:-ser e anche svelata dal t:Alore e da una qnanLila el'actdo m olto minore, !'enza In rlio lil<i. lnfatti l'ol'ina libct·a d'albumina, produce inlo1·bit.loutento 111 poch• minuti con 1111 Co.!nlime lro cubico d'acido nc•·ltco,
mentre con l'ebollizionP l' intOJ·bidamenlo !'i ha cOli ... nle ~~ !!orcie d'acido.
Le elitfer enzP eh reazionP più ~opra ricoriate f1•a la muciua !Jill&l'C e l'orina1·ia hall l'irhiama lo l'allenzione cle!l'aulnre. ••d e#Zli ba voluto ,·,·d<"re sP mai •1ue!>te ditfercnze dipctult'""ertl dalla diveJ•;::n l'orma do,:rli epi teli , essendo i bilitlri di forl!lR cilindrica. e quPIII dPiln 'el"cira, urel.ed e p~>lvi l'•'nnle eh ronna !'feroidale. Eg-li f; Ì é sen •ito ùegli epiteli cieli' uret1·a clw ;,ono dell'isle!'!>O ~ellf'I'O di qtu•lli biliari, ed i n eltw ca::-i di blenorr agia ha lava to l'lli'Pira, ha fill• ·alo l't"'Cqun dc>Jia la,·andn, e l 'ha ;:a~giatn. L'nci!lo nitrico mostrò P!!unlntt!nle lt• tlue zone d'alhuminn P di mu r ina, il calol·e e l'Acido acelJC'o delteJ•o un Jll'ec;ipilalo liocco~>o. che fu compleliWI• nte runosso pe r filll'aziotu•. Spesso per elimiolll'<' i fosfati dall'orina " n e~es~ArlO un rorle !:!rado d'acldtficazione, e quando l'orina é lorbitla per urati é abbastauza acida pei'Cht• il semplice calo1·e precipiti l'albumina; l' 81llOJ'C Ila pc>rò ORservato mollo !<pf><: ~n che un't•rina forlemenle acida l ) LOJ'bida d'Ul'ali precipita C'flll
re·
J
01 CFIDII CA E FARMACOLOGIA
bollizione gr·ande tJ uantità di fosfati che r•ichiedono altra aggiunta di acido per esser disciolti. Oro, se si adoperllnO solo LO cm.c. di soluzione pirica equivalenti a lre goccie d'acido acetico, il coagulo dei fosfati può esser preso per coagulo d'al bumina. Il g r·ado d'acidità impiegato nella ricerca dell'albumina é alcune volle eccessivo perché varia nei dlver·si individui, ed allor·a s i può pr ecipitAre ancbo il peplone. L'autore esaminando molle orinP a lbum inose ha lr·ovHlo vari casi cbe delucidano la questione dei vari proteidi. In una ra~zza òi 20 anni anemica e so::;petLa di tubcr·colosi, il precipitato d'albumina nell'oriua occupava la metA della colonna liqUida: l or ina t'ra pallid(l, normalinenle acido, e pure, quando si faceva bollire senza ag~ittnla di acidi proleidi, non precipilavono lutti, e dopo la filtr·aziono si oLleneva oltr·o preci'pilato con l'acido picrico; u1ta parte d'orino fi ltra ta col raffredameulo divenh•a torbida, mostrand o di contenere l'emi-albuminoso. Un ollr·o ç.ampione dell'is lllsso orina neutralizzata e bollila con tlue goccie di una >;o lu z i on~ ùol 2 p. 100 d'acido acetico. rlopo la completa precipila.zione ùei pr·oteidi dava un iìllralo chiaro, cl 1e con l'acido picrh:o produc•'va appena una leggieranul>Co;ola .Or·aquesla or ina con lu solu~ione di Fehling a freddo assumeva un bel color rubino, massima carallerislica del peplone nell'orina. r 011 ,.·era lr·accia del colore violetto che dà l'albumjna cnn f)ttesto r•eagente, e ueutralizzauùo l'orina, salurandola col solfato ùi Ula~uesia, e !asciandola ri posare per 12 or e !.llla lempet'alut·a di 40 g r·adi, la metà det proteiùi pr-ecipitava, ciò clte é car atteris tico della paraglobulina. Tn una Jonr 1a di 33 anni, malata ùi albuminuria cronica, con orine che da,•auo un p r ecipitato albuminoso di mezza colonna li•1uida, con l'amministrazione di cremar di tartat·o le orine divenivano neutre, quasi alcaline, pallide e chiare, del peso specifico di 1019. Facendole bollire con poche goccia dr une. soluzione del 2 p. 100 d'actdo acetico davano poco precipitato, tna assumeYano quella forma gelatinosa e galleggiante che e pr opria delle orine a lbuminose. Aggiun-
iliVISTA
gendo due o tre goccie di una soluzione aceticA a l 25 p . 100 !"albumina s i r·oas;ulava com pletamente, lascia11do tlll fillt·alo limpido. Acidificando il Dllrato e saggiaudolo con la ~vln zione di Feh ling u f'reddo, prendeva il color violetto, indizio di albumi na non inle t'amentc separata ron l'flcirlo antecedén lemeule impief;alo. Spesso si crede alla presenza del peplone nelle orine J•el'ché il caloJ•,.. e l'acidi-Là von pr ecipita lutti i protf'ìdi, ed il filtrato dù nuovo pr•ectpitato con l'alcool, l'acido picr ico ed altri reagenti, dà un- color rosso col liquore di F-ehling; mo bisogna t' icordare che •tuando i malati p r·endono acido gAllico, M:tntonitttl, ecc. quando l'orina con tiene acido urolemico cwne m•ll'alcaptonur'ia, il color rosso brillante si vede fAcilmente col liquor e di Fehling, come si ha fa cilme11te pel' decomp<)sizione della paraglobulina. ed un nuovo precipita to nrll'orilla filtrala si può n vere per· la pr el;enza della rnu'èina come si é dimostrato aoto(•edentl:lmenle. Se facendo bollii' cti nuovo l'orina questo pr·oci pi lato non scampa. r H, es~ o è pr odotto dall11 mucina e non da l peplone. Posner, seguendo le idee di Senat.or erl allr! , repu ta l'albuminuria runzionale come un sempl it:e ftum en ln di ' I'H'll'albumioa cl1e in piccola qua11lilà si ll•ova s~mpr•e nell'or-ina DOI'male. O fonda la presenza uell'albumina nell'ori na normale sulla reazione dell'alcool chr~ coagala l'albumina, la qnale si ridiscioglio poi n e ll'~cq ua, nell'alcal i o nell'acid(l, d si può l'in ven ire in queste diver se ~ol uzioni con i soliti rl"agenti. L 'autore ha ripetuto le esperienze di Posner . Pd ha ratto boll ire il Dltr>~lo con tenente il pr' edpitato alcoolico cr n dell'acqua nella q uale era a g:xiunLo acido idroc:lor·ico in prnpor•zioni da for mare una soluzione acida albumino~a. l l a poi sa ~giata questa s upposla forma d'albumina con l'acido nil1·ico, mn. non ha scoper'IO traccia di vera albumina, onùe ef!li r eput& che l'erinu OOJ'male non ne contenga, e che Posner col suo metodo di diluzione dell'orina in tre \' Oiumi d'alcool non abbia separato clte roucioa. F ino ad ora é prevalsa- r idea che la mucino derivi priucrpalmente, se non asl;o) ulamente, dalla mucosa .telkt YesciNl
DI CrmrrCA E FAIHfACOLOGIA
1 2~3
e delle altre vie o rin9r·ie. ma non si è potuto !>Covrire l'azione irritante che hanno su ljUef-le mucn:o;e l'iltet·izia ed altr·i s t.a1i patologici elle au u wnln110 la mueiua nelle or·ine. L'autore r iliene che derivi dai processi me tabo lici degli epiteli ciei lUbOJi renali, da rr·ocessi 81l8IO$!hi 8 quelli per i quali, secondo Ralf'e, le ceJiulP r ene li Reparnno l'albumina dai san~ue nell'albuminuria. e ro~ser•wrzinn P di F i nlay;:;on, che ha trovato cilindri rena li in orino d'illerici scevre d 'albumina, ra pensar e che ln rnucin:Jria può ess"r non solo concornit.antè, ma pr·econill·i t.:~ dell 'albuminu r·ia. L'alteralo melaholismb de)!li epiteli r enali può in grado lieve rilevarsi con Ja mucinu1·iu, in grado avanzaLo con l'albuminuria, o questo è l'nnieo pun to eli con tatto l.r·a le idee rlell'auLQr'3 e quelle cii Senalnr e Posner', che cioè la mucinuria può Pssere un p r·imo slaùio rli numentata azione fisiologica degli epiteli 1'enali.
Kuovi rimedi. -
(Mon iteur .'jcient{/lque, maggio 1890).
La serie g-iù numer osa dei prodotti di ~i ntesi r:he la terapia clinica moderna atlopr:l , e 11 ualche volta respinge, 110n t\ uncor11 viciua ad essere colllplei.a. Si annum:ia pr ol'lsimi'J la COlllpar s!'l di alcu ni nuovi ipnoli<•i ·~d antiterrnic i eh e, per allro, hanno numerosi legami di par·cntela 1:on quelli già 11oli. mo che Onora non sono conosciuti elle solto la loro denomina:>:ione scien tilìca. Ju primo luo go, i l r/ietil- StL(/On- meti1-etil-metCI n. e, pr OSSiiOO per costituzione del sull'onnlr: e elle avr ebbe, per rispello a quesl'ullitno, proprietà ipnotiche più a ccentuate. S i prepara facendo reagire una corrente di gas ucido ciot'idrico secco su di una mescol~:mza d i meti l-etil-acelone e di elil-mer caplano e o><s[Jantlo quindi il mc r captol, cosi ottenuto, con soluzione a crtuo!-'a di pel'manganaLo potassico. L Q si olLiene arrcora tra ttando col gas acido cloridrico una mescolanza molecohu·e rl'alùeide acetica e d'etil-mercaptano, o~sitlando il mercaplol produltosì, per avere il dielil-sulfontnelil-melalle, e facendo reagire quesl'uiLimo con ioùuro di etile.
RIVISTA
Cristallizza in fogliette argenlmt.·, fusibili a La sua costilutione è ra ppresentata da:
+ 76•--:--;• C.
CH :; l C \ ~01 Ct Hu Ct Hs i Ì SOs C, fl, es~eodo I]Uella del sulionale
CH~ l C \SO~ C, H,
CH 3 1
l SO, C: Il,
Viene i n seguiLo il dietil-suljon-tliclìl-metan.e, che ~i pl'epara in modo anAl ogo, face11do agit•n il gas acido elor·itll'ico sull'elil-m ercaplano e il dJetil-aceloJw c. poscia, L!'~ i chwtlo il mercaplol cou perruaoganatn pola~l-ico. È in forrt1a d t ~ca glie 1:1 t·iflesso ars::enlino, fonde a -r 1\!J' C.; non ha oùorc nè ~apore di sorta; è poco solub~le nell'ac•1ua a LemperaLura urdina r ia, solubili'-'~imo 1n veco nell'ac•JIIA hullcnte, n ell'~lcole c 11 ell'eLere. La s ua for moln u1 coslilu:i:iOIIO è C:~Hs( C \SO,.C'! II ;
C, I l ,\
! SO:.CJ H,
Di antipiretici nuo"i ue WIII!Ouu '-e~ualati due· t• L"acecil-etilen-jenil- itlrn;;tnrc, r•·epuroLO e lwt•\'Cll!llO da Michaelis. Si ottiene aceulowlo l'elilun- l'enil-idraww, la q uale alla s ua voi La s i peepa rfl l'1tci l mente pc1· r oa;cwrw del bromut•o d'eli l t1 J II~ sulla fe11 il-id r·nzinH r:;!ld& ta. Si presenta iu fm·ma dj aghell1 incolori, ful'ibili u :!:.?2" C. ed ha la costiluzioue md1cat.n dalht formula
+
c. H1 - Az - . \ ; - H (CO. CH3) l C. H,
Cn [15 -
,-
Az- 1\ .;; -
Il (C(). C ll ~l
Non è a confonrlere coll'acPlil I"Pni l-idl'azina o Jtiro.lina: C. 11. -
A;~ H~- (C, H 3 0)
2•, L'ac1d0 etilcn- fenLl-ulr~w-suceinicu,
DI CHIMI CA 1! Ft\R'lACOI.OGrA
che olliensi sciogliendo in alcole quanlilit eguali iu peso di elilen- fenil-idr·a zina e di an idl'idc succinica c spingendo il liquido al bolla r•~ . Si produce, in lm; ve, in sono al liquido , un abbondante precipitato, che é il coiUposto sopr a detto. Si depur a pe1· cr istallizzazione dall'acqua bollente e si ha cosi in aghetti. ru!:iibili a -!.- 203• C. e poco solubili in alcole.
&alla localizzazione nelle piante dei prinolpii ohe fornboono l 'acido otantdrloo. - N <)la di L EON GU IGNAH D. - (Mon itenr scientUI•tne . mag'gio IR!lO) . Da mollo tempo "i sa che uu ct:rlo numer·o dt 1•iaote, per la magg-ior' par te opparlfm••nli alle ami)!dalec, po~sono rur nire dell'ac1do ctanidrtco J•t:r l'azwne dell'enrulsina o sinapb.lsi sull"amigdaltna in pr csenzu dell"acqua. Per cbè non st:ccede Lal t·eazinne nl'lla pionta vivente? L 'emulsina c l'a · mlgdalina si trovAno l'or se nell e ::;tesse cellul e o in cellule di ffer en li ? Per r•"oh·et•e là que"tionl! il ~i,:r. Guignard ~i r ivolse al laur o ceraso, le cui fos!'lie po~sPg~ono ne1·vatur e con fa"cellt Jibro- let!nc.si a lutti i t-n·adl di "'iluppo. Egh tr ovo che è la guaina endodHn11ca cit•condante i tàscetti e qualche cellula del pel'iciclo, rima sta par euchimaLosa, che contengono l'emulsina. Per cont1·o. il p a r~ n ch i wn fogliar.;eo, sbaraual o d'ogni cellu la appartenente allA g'Uaina. non contiene che amigdalina. Nelle mandorle. st dolc1 che amar», si osser va che remulsma nei colilednui ~ ndl'a!'.se em!Jrionale trovasi specialmente nel pe1•iciclo che d rconc.la ~li elementi legnosi e quelli del li br·o, non ancora completament e di!Terenziali. L'endoder ma, rnol e delil11ilato, ne co nti ell(~ soltanto in piccol a pt·opor zione. N el fust icello c nella t·adichetta il solo pet·iciclo contiene dell'emulsina.
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IH VI Sl'A DI CIJDU C A E FAR~IACOLOGJA
Una nuova adulterazione del latte.
Fra le nuo ,·e adu!Lerazioni delle sostanze alimentari m erita uu cenno quella che trovò praticarsi sul latte il dotlore P errou , maggi01'e l'armacista di J• classe nelresercito francese. Se ad un latte sct•emato o annacquato. si aggiunge, tu con ve niente misura, un olio vegetale, poco denso, che non abbia gusto cattivo e che sia stato prima emulsionalo con piccola quantit.ù di borato sodico o, meglio, eon torlo J'ova, l'olio s·mcorpora per fella1nente col lalle, ridonando~li l'opacita e l'oruoge neilà di un latte genuino ir-reprensibile, e la p r oprietà di comportarsi come se fosse tale, al la llo-bulirI'ometeo. A veodosi sospetto di La! frode , la si può accertare~ determiualldo il punto di soliùWcazione degli acidi grassi for11ili dalla mo.Le1·ia g rassa del latle. A!l'uopo, si evapora s secco s ul bagno acquoso una eerta 'luanLila del !alLe disponibile e s i es.auris.ce l'eslratlo res1dno con etere a 65': dopo evapo r·azione dell'e tere ><i saponiocn la matet·ia g1·assa con soluzione alcoolica d'idrato potassico pu ro, s i discioglie il saponu in ~equa e si decompone con la voluta rtuanlilà di acido solforico diluito. Si raccolgono ~li acidi g rassi, si lavtH10 e nei dovuti mocU se ne uetermina il punlo dj solidiflcazione. GH acidi g rass i del bu rro hanno il punto di soJidificazionc com(Jreso fra 2i",5 e 38",::i, laddove gli acidi g rassi degli olii sono sempt·e fusibil i a temperatura minore di JO" per lo meno. A.ncbe 1:01 processo di Nleissl, colla deter minazione cioè degli aci di volnlili della maleda grassa del latte sospetlo, si potrebbe riconoscere la frode; ma tal me lodo è weno agevole, eJ i risullali rn~n stcw·i, tanto più consideral_ldo cbe iJ valore-limite in aciJ i vola tili del bur r·o naturale, BOD è in lultt i casi rigui'Osa rnente applicabile.
1 3~7
RIVISTA D'IGIENE
Tubercolosi e ma.trimonto - G RANCIIER. .\1etlecin.: el de Chtrurytc!, maggio 18!101.
(Journal rle
Il prof. Grancher ha consacrato una sua le~tone nll'el>ome della COIHiolla che il tnedico deve tenPt'c <JU&nrlo é cou;;ultato sulla po;;sibililà dfl u1atrimonto per i tubercolos t. Molti' cast possono presentarsi: ti più semplic~, quello in rui la l'isposta ,., pitt facile, ò •Juello eli tuta tubet·colosi in cor$o d'evoluzione, con febb re leggiera, dtmap-rttnento, to:-so, espellot•azione, ecc. l n questo caso il dubbio non ~~ possibile eri il matrimonio deve ess-ere ~consiglialo per Lutti i tno· livi, specialmente l'e c;i lralla Iii una ra~azza giovane; ma si é roramenlo consultali per i casi di 'lueslo gene r•e. Il cnso chù !'i pr esenta più fr·equenlemcnle è quello in cui la tubereolnsi )'are a rrMlata o guarila, in uno di quE'i ca~i di calma momentaneo che si osservano soventi . "pecwlrnt•nte nell'intzio della lisi le n la. Ora Grancher crede che, se il medico ha la convinzione che la lisi l"uppo,.la, non a\"eorlo ollrepa"sato ti primo f!'rado' cla~sico, s i sia M r eslala nel suo E'viluppo dopo tiue o tre anni: se, •l'altra pat·le, cosa di non minore importanza, egli sa cbe il mnlato conlinus a prendere ùella !IUa salute cura t•igorol"a, egli puil perm ~>ttere il matrimonto •. pt'even~>ndo Lulta"ia 1' inLPressalo dei pericoli a cui va incontro e che la t~UA moglie ••d i s uoi fì ~li vi parteciperanno. Questa opmione é basata pet' una parte sulla poca cer tezza con la quale avviene l'eredi tà luhercolosa, che anzt non è ancora assolutAmente dimo!>lrata, m olti dei fal.ti che le sono attr ibuiti Pssendo f'asi di contagio; e per allra parte su cio clte si può r.hiamare lA len,lenza naturale alla gua rigione del luberrolo. l cas i
!Il VISTA
di guur cgione ciel Luhercolo sono molto numerosi. cnrne lo dimostrano l e autop!=!ie, in cui si riscontt·ano questi lubPrcoli guarili, cr elucei, cht• ùatano uall'infanzia o d!ill'adol el'cenza. Fa cl'uopo auzitullo eli a!;sicur·arsi del suo modo di evoluzione; cna si deve anche tener conto dello stato sociale del malato, c.lel suo carallore, delle sue abitudini di vita. Se e~li è r icco o per lo meno agiato, ~e egli può, so egli vuole. se egli sa cul'arsi , que!'lle sono allr etlaull' circo&l.anze fu,·oc·evoli. Se al contrario egl i è c·oslt•tllo ad una pr·ofe::.!lione peno>'A rhe non gli permclle alcun comodo, nts!;un c·iposo . .,,.. d'aiLNc parte egli l· l t>ggier o "' poco c•nra ule della sua ~alute, si dovrù 6RHer6 molto più St!Ver o, AJH.:Iw pet• una pi(•colisscma lescone. a ca12ione di questi motcvi es~riuseci, potentissimi. La p1•ognosi cleJII.. t1si pohnonare dipt>nde inl'alli dttl malato, all1·cllanto ecl unclte di p1il che dalla malalli_a. 11 me::dico dovr a essere più sevet·o per uua r ugazzu 1riovant> che per uc1 r flgozzo giovtHII:lj quella, infatli, subira i disagi 1li una gra vidanza che sovcnLi determin ano l'esplosi onB o l'ulldamento r apido di una tubercolosi lino allora latente o staziona r·ca. I noltr e i pericoli ciel conlagco o dell'eredi tà !>Onu più g-randc per 1 fanciulli. Al contrario le tulwrcolosi locali . eulanee. gangliouar i od artico l ~ c·i, che datano dall'infanzia n cht> sono guar·iLi ~e nz a che l'e-same più allen to dei precedenti e del 1nalato nel u.omenlo i n cui viem• ti cousultar·s1 fuccia supporl'l' che la pleur a où il polmone abbiano mai partecipato ulla mt~lallla. sono condizioni fa\' Or l!\'Oii. Ma ~ necessar io t>sf'ere se\'eri quando lo studio attento e pP.rseverunle del malato induce a J'itcnere che la tul,ercolosi pl'ose~Zn e li SHo deCOI'>iO reg-o· Jar'lj od inlermi lleule. Settimane e mc!li separano ~o,·onti !!ii aUacchi successivi deliA malultia; pe~· concludere c!le cl prt.· cesso Lubsr coloso si sia ac·r·estoto, non basta quindi uuu cal01a momen l.anE'u, ma l'a d'uopo c..ho uc1 lurJ ~O ternpo, due o tre mesi nlrneuo, s1eno !>COrf'i senza la più l egl!iet•a t'i pt·esa, con uno slato di >:alule gene r·ale eccellen te, con uno sl8lo locttle progressivamente mi ~liore. Nelle conùtzioni opposto si den•. nell'interesse ~te!lso del malAto. proi hir!Z'Ii il matrimonio. E ciò ~i pu6 fa r·e senza r rudPitu, ~enza ùureua, do·
12:? 9 mandandogli ad ogni istanzn una nuova dilazione di qualche m ese; il decorso naturale delle cose, vale a dire l'a?(gravament.o progre!'sivo della malattia, non tarderà a ''enire in aiuto al m edico, allontanando ogni progetto d'unione.
8 tet1Uzzazione dell'acqua. - CHAI~Lt::S Cu tH\IEfl ùi New York. - (T/w Medieal Reeord, gJUguo 11;90). L'autore, prendendo occasione da una t•eceole epiJemia di ileo- lifo a Cumberland nel PolOTIISC, avvet·Le il pubblico non medico dell 'insuffìcienza di pochi sali, dell'acido carbonico e di poca quanlita d'alcool a cor-reg!{ere un'acqua inquinata e riferisce sulle sue esperienze di purificazione delracqua col ralore. Egli dopo 1h·ere analizzatC' le diverse acqt:e a freddo, le scaldava in I Hnt~ fiaschi ~ler· ili zzati di Erlenmeyet', immergendoli in un ambien Le ca r·ico di vapore stc1·ilizzante e li ritirava successivamente ad intervalli determinati, quindi li esaminava di nuovo e faceva con le diverse bcque delle cui · lure in gelatina, e delle inocnlaziooi in animali per scoprire il .bacillo dello tubercolosi. Quelle acque c:ho 110n fornivano culture dopo un de terminalo tempo di esposizione al calore e che non producevano eil'e lti 11egli animali inoculati, era110 dichiarate sler·ili. Per pr ovare la dj,·ersa:resistenza dei batterii alle alle temperature, ottenne dal laboratorit• del Koch e da quello del Frnnkel dei tubi <:l i cul tura di diversi micror ganismi, e quando vedP.va che le acque di sorgen te erano sterilizzate dopo pochi minuti di el"posizione ad un calore tli fi~JO a tou·, le inquinava con quelle di cullut·a, c quindi le esponeva al calore. Con tale m etodo ha tt•ovAto che il bacillo del la tubercolosi perde la sua vitalità in 10 minu ti, che le spore del carbonchio, quantuuque reputate le più t·esir:;tenli, la perdono in 5 minuti. La maggior parte degli altri microrganismi palo~eni ha maggiore sensibilità pel calore, specialmenle i microrganismi piogen i, giacchè questi. come il bacillo del lifo e del colera, pe1·dono la loro vilalitò se si pot·ta l'acqua alla tem-
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RIVISTA
pera tura ddl'ebullizioue e poi si lascia ral'fr•e. ldare gradatamente. J più sensibili al calore ~ono i bacilli del cole ra, pei quali b a!'l& l'Psposizione dell'acqua al cljlor e di 70•; onde si può as!'erire che se un'ilcqua sl'\spetta sarà falla bollire pet· 10 minuti , si sarà ol sicru·o da ogni gel'me patoge11o, perché anche H uacillu,'( s ~tbtilis, il più t'esistent e, muor·e in lO minuti di ebullizione in acqua di sorgente. Dopo ciò l'autore ·ua inquinato le Acqui' di sorgente con soluzioni di carne putrefa tta, te rra, vegetahili corrotti e le ha filt rate leggel'menle per rimuover e ti sedim enti) lasciando i batteri. A purifkare queste acque da ogm micr organismo bastava un'ebollizione di 20 minuti, ma ri maneva sempr·e un lungo bacillo simile a quello della palata, che nella gelatina forma va uua s pes!!a m embranella bianca. che l'iquel'acevA la gelatina , ma 11-1 cultura rimane,-a sempre bianca, mentre nell 'agar appariva ~ialliccia e sulla patala fot•mava una massa v iscifla, spessa, di color giallo spor co. I l bacillo er·a lun go da !~ a 5 JJ-, con eslrl•miUi arrotondate, eon s pore ovoidali che prnducevano dei rigo nfìamenli lnngo le p ar·eti ùel bacillo. P er sLudiarn e la re!<istenza, l'autore ha est>g-uilo 56 esper imenLi condolli nc>l modo seguen te: Da una ser ie di colonie di questo l>acillo oll.,nute in ('apsul e Iii PeLri, sulle fJUo li Ri erf\ ver sata defl'acf1ua bollita. tanto da non conservare alcun germe d'allr·i batteri, si pr endevano delle particelle coni;::poudenli a fJueste va rie cullurc a dive t•;::a età, in differenti m e1.zi, conteuenli m olle s por<' e si mescolavan(l a d ue lilr·i d·acqua impuro contenente molle materie organiche. Il liquido veniva nitrato in mussolina , indi agitalo e decanlalo in nove fìa !<chi di Erlenmeyer· ster ilizzati con luflg'a esposizione alla temper'etura di 1;)5° e chiusi con cotone. A.l collo di ciascun fias<'o era atl.accato un filo e tutti assieme era no immersi rRpidam en.te i n un grande slerilizzalore d' Arnol.l, te nuto t~Ua più alla tem peralut•a con lamp!lde di Bunsen. l nlr·odolli i fia schi pieni della mi6cela fredda deulro lo sterilizzaloru, crueslo veniva ch iuso e da queslo r~lOJ'DùnLn incominciava a decorrPl'e il tempo dell'esperimento.
D'IGIENE
Scaldati cosl i Raschi pPr 37 rninuti, ne fu ritirato uno, poi gli aiLri successivamente, lasciando l'ultimo nella s leriliz?.atrice a vapore per 103 minuti a JOO•. L'acqua di questi fiaschi veniva indi esaminata, poi mescolata a gelatina lique fatta e Yer;.ala in rapsula di Petri, dalla (jUaJe Operazion e Si r·il evaVA Che [e lnÌg Jiaia. di germi che prima contenevano erano sCP.mntt: in numero secondo la seguente tabella: Dopo l'ebol lizione di 37tninuli, soli 39 microbi erano vivi . " 48 23 • l)
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nessun microbo rimase vivo. e con l'e sp~>ric n?.a della stessa lemperaltlrél per minuti 79, 89, 103 nessun m icr0bo t•imasc vivo. I fia schi si lasciarono quindi rafl'rerldare gr adatamen te, gli esemplat·i di acque con tenute furono ùi nuovo saggiati dopo uno. s elle e dicci gior·ni, alla temperatura del lab oratorio l'acqua r·i~en eva cosi a lu ngo il c~ lore ell e i bl'lLleri perdevano la lor o vitRI ilil pt·ima che l'acquu si t·affreddasse, a nchr> nel fiasco espoRlo per soli 37 minuti, mentre in un e!'emplare d'acqua cons c t·vala come campione, i germi s i molliplicarono all'infinito. Il pl'of. Anagnns talcis di Atene t'iferisce dei passi d'Ippocrate e di Galeno per mostrare che p t·esso gli antichi l'acqua bollita con l'aggiunta di sal comune era usata nella dis infezione dellP. fe r ile, come nelle operRzioni chirurgiche, ed ora il pt'Of. Frilsch di Breslavia annun cia che nelle più at·rischiale opet·azioni una soluztone al 6 per' IÙOO di sal comune b ollila è sumcienle a lavar la ferita, e per la cavità perttoneale questa soluzione fisiologica è prel'el'ibile a tutte le soluzioni chimiche fatte con acido fenico o sublimato. In una serie di soluzioni di mol'tìna Pd altri alcaloidi 1'8utore ba potuto con~tata re clte, se ~ono fatte in acqua bollita per un'ora, s i con~ ervano pet· più di un anno pet'rettamente asettiche. »
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II ITISTA
La bolliLura tiell'aci[Ua, uiminuentlo in essa )a quantità di ossigeno e d'aciJo r.a r bonico, la rende meno facile ad attareare i metalli nocivi, ('OIIle il piombo ed il 1·ame, ed li ~usto v oco piacevole che t'acqua pt·ende con l'ebollizione, puo esser c.orrello con ll11.. o con crualchP. sale gradevole e 'con at·ia che vi si può ridisciogliere mediante un soffietto. l n conclusione. a nwnl) d1 una sLraordmaria resistenza, l'BC'(UB può esse1·e :::terilizzata con l'ebollizione per l& minuti, ma, se si tione a questa temperatura P'=' l' soli 5 mi.nuli, ogni micr organ 1smo patogeoo sar ù distrutto, èd un lernpo Anche mino1·e baRto pe1' distrugf!erH •t uella variata di miCt'OI';;ani;:mi morbigeni i'l1e si trovann nell'acqua; onde la c.emplice elevar.iono al calore dell'ùbollizicme sterilizzerà una acqua limpida so:~ peLla di m1crol'ganismi ma larici, Lifoidei, colerici, difterici, o della ;ouppurazione, purchi•l'acrtna !O'i la' sci r•affreddare g radatamente , spontnneamenle. Questi ullimi saranno anche distrutti se si manlct-rù l'acqua per un quarto d'ora, o lull'al più pel' mezz'ora, in una l~o~m peralul'a di 70•. OccasionalmenLe ~i possono trovai'<' nell'acqua microrganit-mi molto res istenti ma innocui; pei•cil't quando si desidera un'acqua completamente sterilizzata a scr>po cbirm·gico. bisogna rarla bollirEI per un'ora P lascial'la ~ralla tamente rafl'redùa l'e.
Ricerche sui veleni bJ.otericl. - BRtEG.,;R e F RANKE I•. (De~.,tsehe me(l. Wochenscltr., N. 2\ 1890). È un fatto ormai bene aceer tato che i batteri palogPni pr·odurono dei veleni i I'JUali esercitano una parte impor·tantissima nelle malattie infellive. Si :::a ancbe che Brieger, il qua le di questa atti vi tà dei haLlel'i fece oggetto d i s tudio speeiale, ha potu to pet' mezzo rli rnl tuNì di una iu te r·a serie di specie bactericbe, come pu1·e dai lt·s,.:;uti morbosamente alterati, ricava1•e e dimostrare le sostanze velenose, le CO!"I deLLe toxine che possiedono proprieta basiche (alcaloidi). Or•a in un ouovo lavor·o Bt•ieger e Friiukel rendono di pubblica ragione i risullali slraordinariamente importanti di nuovi
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~tudi.
Le loro rrrcrcbe o:i riferi~ rono specialmente aiiP colture del bacillo difterico di L6111er dal quAle essi r icavnrono una sostanza Pstr·e mame nle venefica pe t· gli animali. Questa !ìO<~tanza pns!liecle le proprie tà clC\i corpi album inoiJi 11011 giù fJ tte lle de~li a lra loìtli. Essa è ~oluhile nell'alcool, uello !~lato urnrdo è drslt•ulta da temperalut·e superiori a so· c.. allo stato secco ~opporta il calore fino n 70" C. e prest•nta una Cl' rla analogia coi peptoni. Altl'i e !"Orniglianlr corpi albutnrnoiùi venefici, o toxalbumme rome li chiamano gli autort, furc.no pure ricavati dal IJucillo de l tiro, del Lelnno, ùal ballel'io del colera, da llo starllocorco am' PO e dall'cc::tt·aLLo acquoso di viscet·i affetti da eut·ùonch ro. Gli aullll'i bannn con ciò dimosll'ato rhe il mal••r·iule eli co!Lura dPi halt••ri Ptl i corpi albuminoidi incliiTet·enti c!olnostro corpo chH !'IOnono lor·o dr nulrin11 •nto possono, per !a Attività di cerli bathwi, convertirc:i in ~ostnnze albuminoidi velenosissime. Cnn quPI"ta dimo~troztune viene Rpt•J•lo utr nuovo ca mpo rli t' icorche i c ui t·iAullati potrebber o l'IPg'JJBre un ollro progrc:-so dell'igiene e della ler·apeutica.
Blvt.ta oritica aulla vitalità. del diversi mloroorganisml p atogeni nel latte. - lloct.AU x. - (Annal.es Ile l" tnstilut Pasleu r, murs 18!)0,. Il latte è stato spesso accusAlO tli 6Hf<Pre il veicolo di d iver !'.e maJultie umano: colera, <·olct·fl infRnlile, febbt'e SCSI'laltinosa c trfoiòNr, luoo,·colosi, P.rc., ""enza contare diver!"e atl"ezioni dello hocca. In verilit per·ò rarurne nte è stato preso sul fallo, nel sen!<o cht> in favot'P di una s imile opiuione esistono ben!'t delle probabilila grauùissrmu ma la certezza no. Gl i ari!Ouw nli tolti dalltr s talL~~ica n tlalla clinica in pt·opo;;ito hanuo sempre quAlche cosa d'rucerto. Essi ùcvouo una volta o l'altra Pssere sosliluili ùa quell i che derivuno dall'csper icuz~ . Sollanlo in quc~to caso l'esperienza ò lutl'allro che ferile e non può essere risoluta che per via indi r etta. La pt'ima ùomunda al dguartlo, analogamente al quesito per l'acqua potabile, p questa: cr uanto lempo pos-
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runsu microrganismi naturalmente o a·~culen taltnenle capitati nel lalle o nei !Jt·odolli delle lalL~wie? Koch, Wulfhugcl e Riedel Kitosalo. uvcva no lrallatn quc!'lln a r go m e nto d i R!'uf!g ita a p•·oposi lo d i q ualc he bacillo polo,!!Ano Ma è !<Ialo il Galliet• che pèl primo gli ha t·ousac ralo numpro~e ,. «variaLe esper ienze. scegliendo come o~ g··lto di studio ti bucillo tube: rculat•u. Facendo coagulat•t• nel modo o rdinario ti latte normale, al •tuale egli ag~tuuge ciP.IIc ~ustanze lubercol!U'i tolte da vacche t•siche o t.la cont~li ino· cuh1lì di tubercoloc;i, ha o llcn.uto del ="iero e de i fol'muggi Ctln cui ll tt eseguiLo una lu11 ga :,;erie d' inoculazioni prt•itor•ealt nPi conig-li o nelle .;avie; ed ha visto che il badllu tubercolare si conse1·va parecchi giorni nel sie1·o e nel formag~o fresco, secco o salato. Il Bang ba voùuLo un latle ricco di baciUi lUQercolari rendere, sia col metodo ordinar io s1 a rol lrattameuto a ZHilgola centrifugu, della crema i cui e lementi rnict·o r ga nid collsc·t•vavaoo la propr ia viru lenza sia c he In cr ema res tas~t· dolce sia che rlivenlasse ~cida. Anche H e im si ... domandato quanto tempo potrebbea·u 'ivere nel latte u 11e1 suo• d iven::i pr odotti i micro t·gantsml del colera, del lifo addominale o: della tul,.~rcolosi. E st ,. conipo rtato want... nendo!-ii, come i l:'uoi prcùcces!'lori, sul lerrc un de lla pr atica, semi na ndo cioé q uesli rn icro r ganismi in laLI.e 11 011 ster ilizzato, corno si tro va 11ci m crcali, cereaudo di ~=;tn hiltre il limite ut lcrupo in cui uon si Lrovav:mo piu sw t·ul m•·lodo delle llloculat.ioni ue~li anin•ali sia con ((Uello d<'lle colture. Questi ~Pruplic• at·c·euni bastano pe1· dimostra re che tuU! i risultati oltenuti in ~i mile modo !_01 aggi rino in •Jit cnmpo mollo pistre tto , malg rAdo tutte h3 CIH'S con c ui so11 n Hlulo crm(lo lle le O!:ltJO l' ÌOllzo. Un cam pione di lalle, Ji burro, d t formaggi o può subirelrA~I'or mazioni varie s~CI>lltiO la ualu ra Ilei mtcror·ganismi che se n~> sono impossessali. P :;e la concorrenza "itale influisce nella !-'Oppresstone delle ~pecre pato~one Reminale, non do,·rt'bbe rec ar' meravJglia se, l'ipe lendo le e~pei'IOnze di Lutti gli !<Cieul"OilO ,·ivere i varti
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o' IGIE~""E
ziali e restando come essi sul Lerreno della pratica, un altro scienziato ottenga risultati diversi. Non è anzi neancùe da meraviglia r si che i loro risultati non siano assolutamente concordanti . La seguente lf,bella di He im indica il numero massimo di giorni, in cui si sono lroYali viventi i mict·or{?anismi seminati nel latte ed in vari latticini. Cnlera Tifo Tubt>rcOIO>i
Latte . Borro. Fo rmaggio bianco Piccolo laUe Formaggio.
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Si vede che, almono per il latte e per il bureo, la vilalilà deì bacilli ~eminali sorpassa notevolmente i limiti dell'uso pva lico di queste due sostanze alimentari. Pet· le lrr;, t·imanenli i lim iti di resistenza dei micror·gan ismi sono piu ristr etti, almeno per rJUanto concerne i bacilli del colet·a e del tifo. Sembra che questi .bacilli vi periscano presto, l"euza dubbio a causa dell'acidita cbe costituisce in origine un carallere comune u questi tt·e prodolli. La questione della persisteuza di questi due bacilli paLo geni in c~iverse sostanze a limentar•i era sta ta esaminala prima di Heìm, ma con a llr i mezzi. Koclc dappr ima, poi Wolfuugel e Rredel, poi Kitasalo, avevano visto il .bacillo ciel colera perit·e rapidamente nel latte non sterilizzato. Il Limite estt·eroo rli vitalità, trovato da Kilasato, era di lre giorni e mPzzo. Ileim ha oLteuuto uumeri più el eva ti ; e può dars i che ctò s ia der ivato dal fatto che il suo latte si popolava nalm·al menle di aHri tnicrorganis mi diver si da quelli trova Li dai s u0i pr edeeessori; può dart"<i anche che egli abbia usato la [Jrecauzione raccamandala da Schotteljus di sollopor•re ad uua collur·a preliroiuar·e nel .brodo un campione del latte cbe egh prendeva a sperimeutare. Nel brodo la col lur·a sì sviluppa bene, il bacillo del colera si r·accoglie alla super>fieie, ed è da questa elle s i pr•ende per iuocularlo nella
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RIVISTA
gela tina e ve<kre se dà le coloni., rorallet·isliche. l n Gcrmauta si va nno ogni giorno pepolarizzando 11uesle coltut·e in bt·odo, che in principio erano accusate delle più g ravi ca use di e rt•ore. Besse aveva egli pure studiato il modo di coropilt't&r !'i del bacillo del colera nel laLte; ma a veva sol lauto speri111enlalo sul latl·· «lerile e l'allo ti•· li•• coiLUre put·e, ed 8\'e' a \fSlo che qu~to bacìllo resìsl••,·a piu eli quattro sl'ltisnnuP.. Egli aveva tr·ovalo anche che il hacillo del ufo -;i maule1lt'V8 iu vita quallro rnosi. Ques ti lilnili n1o1Lo pill l ~:~ r·g-lli di 'l udii di Hoim dimol'll rauo quale i rdi uenza abbiano s piegato nelle esper ienz'' di quesl'ulliruo la concort·enza vitulo t>d i csmbiarnenli rh reazione del lalle c del rormat;,.!io solto l'nziout- dei bacilli, e cto lrinslifìca in modo sperimentale J... riserve da noJ fulte 111 principio. Su rJUe<>l!, punto come su wu!ti altri, CÌl'Ca lu quistioni di alllts.,psi, per P.::empiu, il prt-teso Le t't't~IIO .Iella pratica è es!'ai piil in sicuro d1 quanlo si potrebbe ct·ouor e a priori. Suppo11iamo lutlav ia che fJUI'lS.tl indecisione nou e.::i,ta e che sia •limoslt·ato che i micro r~ant!lmi del colera o dt•l tifo si conser..-ino c:ewpre nel !alle o nei \'ari prodotlt delltl laLlerie fino al momeulo in cu• rJU4!~h pro lOlli souo consulllali. Noi dobbiamo domuntiarc• se cio 111clude qualche perìcrJiu per i CO IISumatori. U11a 'tuis lione sillaLta, t'requentemei:Lc co nfu1::1u con la precetloul o, ne è iu r ealtà ben di ver :>a. Dal r·isul t~:~ lo delle iniezioni iutraperiloneali 11011 Ri può certo argontenla.t·c rìnfezioue per le vìl! ùi!{esLi,·e; di l'atti 1101 inlroduciaruo itupunemente ognt grorno nel no;:;tro or~a11i~mu, colfacttnu o cnn gll alimenti, una rJUIIIILrlà li gerrot, che se fossero 111oculau 11e1 nostri lessutt cagionerebbero senza dubbio gra 'i clisor·tlim tl for se anche IR mtwLe. L'accennata sccondt1 CfUeslione semht'fl d'altra par'la nou polersi r·isolverc oguo lmeolé per le dive rse malallit:!. Rigmu·do al modo Ji penolratione del colel'tJ per le vie diges ttvc ::oi sa ancora troppo poco per polerue rar teso ro in •jues lo sludio. La sola o~-·t:rvazioue clinica che c1 dta diritto d'incolparu l'acqua come mèz~:o di tr asmìSl:1ìone, è quella pubblicata
o'tGJKNB
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nel 1870 dal dott. Macnamar a; in essa fu rilevato che un'acqua insudiciata per mancanza d1 allenzione con deiezioni coleriche , produs s e il cole t·a in cinq ue pet.'!'lO ne s u diciannove che ne avevano bevu to, f( ua.nt unque fos~e stata esposta per un giorno al calore del sole in<Uano. Si 0 dovuto quindi limilar·si a sta bilire la coesistenza tra le epidemie o i casi di colera e la presenza del bacillo vir·gola in cérle acque della re~iooe iufelta, come appunto' ha fallo il Kocb ~:011 la sua famosa osservazione sul tçmJ,· dci din torni tli Ca lcutla . Ciò è bastevole a:i incol'aggiat'e ltl nuove t'icer ci Je, ma JH)II lo i: per· is tabdire una convinzion e. Anche pel lil'o si .~ pr ugreJito J)en poco sulla via S(JerimenLale: ma se volessimo valer·ci de~li argomenli forni ti dalla statistica, cosa perallro che non si è mai obbligati ad accettar e, potremmo couchiudere, più J'acllmenle cl1e pel coler·a, aù uno s lrd to r appor·Ln l,r·a lo sviluppo della malattia e !u pr·esenza del b acillo del Lifo nel l'acqua o nel latte. Sono g ià numernsi i casi ili febbr·e li fo idea lra i consumatori Il i pr odolli d i una medesima latteria, in cui lo sviluppo della malattia si é potulo rannoda1·e piu o meno slreltamenle ad un cas0 anteriore di lifo ver ificalosi nella leoula da cui proveniva iJ lalle. La di sgr·azia è cl1e co1r !'imili a r gomenti si può beue convinc~:re se s tesso. ma non cnn vineer·e gli a llr·i. A v viene como degli argomenti di fil osofìa, sempre buoni per· ehi li fa , s em pl'e tl isculibi li per chi li asrr,Jla. Col bacil lo llella tubercolosi le condizioni del probltlma eliologico sono un po' cambiate, poichl· al coutl'ario di ciò che accade pel lifu e pel rolet•a, la Luberculosi può esser·e studiata su diver si a.uimal i, i11 cui p resenta gli stes~i caratter i che uei1\LOmo. Da ciò 11 011 r·isulta soltan to che la quis tione è piu accessib ile all'esperie nza, ma anclu.J il fatto che i l baci!In lubePcola re può penelJ'fH'e nel nostro OJ'gauismo col latte a cui arriva per le vie ualurali, mentre una :simile penetrazione pel colera o per· il lil'o potrebbe a•venir•e solo accidenlalroonle. La quislio11e della contagiosità del latte di vacche tubercolosu ò ancora collt!'over sa. L e esperienze rli Ga]tjer e Bo11g sono :;:tate l'alle !'Il lolle a cui si era uo aggi unti i bacilli Luher-
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RJVISTA
colat•i. Hirl'rhberget· studiò il lalle tolto rla alc·une Yacche tis:irhe; se1 dt esse erano affett.e da tuberco!osi genen1le e l"inoculAzione Hllrapt:rttoueale del loro !alle di~de •JUallt'O risullali posiln•t ,d uno negativo; St'i altrP- t'raoo affette eia tubercolosi poco gravP, ed il loro latte forni quattro risultati posili,·i e due negaltvi. Infine nove vacche erano malate di sola Lubf't colo~t polrnonat·e ed il latte di •rueste non diede ptù che lt•e risullali posttivi, tnentt•e s:ei furono negativi. Dunque il pel'irolo è tanto maggtorequanlo piu :;trll\'emente l'animale è malato E temjbile sopra lutto la tubercolosi della mammelln; roa l'iò cile vet·nmcnl.l• cosliluisctl il pregio di queste ...spet·ienze è di aver dimostrato chn il latte di animali lisic i contiene bacilli tubercolari. llirscbberger ne ha trovati anche alla $Cmplice osservazione mict•oscopica. Fatto qucCSlo Jll'imo pt~sso, pel' onrlar· oll!'e, si rammenti che i bacilli tubt!rcolari, introdotti che l'ieno nel latte e nei prodotti laHirinosi, possouo conservarv isi A lungo. N elle cspe· l'ienze di llcim li abbiamo vislt Jut·are IO giorni nel !alte ed 1 mese nel buno. Pel burro anzi il Gasperini assegna JuraLP piu lungbe. lmpt>rocchi·, avendo bPo m escolato al latte un po· di rullura del bacillo della tubercolosi sul siero sang ui,(!nO ed ottenuta la panna, ne fece del burt·o, in cui ritrovò dei bacilli di Koch . Tute hut-ro, couservato all'aria apet·la o al copt>rto dell'ar ia t'-ullo uno strato di ac'lua. Yemte inoculato a dil'ferenti riprese, it(volume di 1•~'1 a 2ec, nel perito neo delle ca vie e ~i é visto come, dopo 100 e 120 ~·orni, pol.csse genenaH' la tu bPrcolos1. Or si domanda: la presenza e la pet·sislenza di silfath bacilli tubert•olari può ~!In espot·ci a quolrhe pericolo? A dAre una s1curo rispn:<ta sarebbe d'uopo aver provat.o a•l inocultu·c •l male, twl tratto digPstivo, ad animali pt•otetti in ogni altra parte contro tall' tnoculazione e liberi ù'ogni inl:luenza ereditaria. L'csperio·nza non Lol'tlerebbe diffic;ile; ma, che si sappia, noo ,·. stato mai l'atta in condizioni tali da •·enderla un argo· mento sicuro. Al>hiamo dunque l'olameule delle osservazioni o dei flltti di ordine clinico. Nel coso nostro però i falli !:;Ono tanti·~ rli tanta forza, r he saltano agli occhi anche di chi non
B'lGJE~E
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' anch·e non prestandovi fed e, vuole prudenza che vuole, sicchi•, s 1operi come se fossero veri. Nel lavoro del Gebha1 Lahbtamo vis to che la diluzione del virus tubrl"coloso, nelle vaccherie, dove gli aoimali malati sono in poco numer o, diluziune che si oltiene colla miscela dei !alli, diminuisce di mollo il pe1•icolo della p resenza del bacillo di Koch. Più sicuro è nondi1neno che si faccia bollire LullJ il !alle che si vuole lldopel'al'e pel consumo. È questa la conclusione a cui é giuuta I'Accad ~mia ùi medicina. Pe1· essa s tanno la prudenza e il buon senso, in attesa di p1•ove scienlifìch_e. su cui basarla. In uno s tudio faUo pr~cedenle menlc s ulla cnn lagiosita deliA ca1·ni di '~ lliUJali tube1'c.olosi, il Duclaux aveva con chi uso (e gli se ne f(~ce colpa) che la scienza non appoggiava colla s ua autot'itù o leu un Jei [ll'ovvedi menl.l proposti contro l'i n Lroduzio11e di l]ues tfl carn n nei ltìeJ•cali. Non v\: contl'a.clizione con 'luunto p1·eceu(}. Si può ùa1·e il consigl io di far' bollit'r; il luLLe quando f'ossH sospello e rifiutni'Si di eliminare dai m e rce~ Li di al imentaziùne della carne d te s ia s os petta egualmente. Il punto di partenza é lo stesso, ma rton cos't il punto di arrivo. Vi sat'ebbe pnrilil s6llau Lo nel caso ciLe s i propones!;e da un latn di rinuta1'e assolutamen te la ca m e Ji animali Lubercolosi e dt~l l'alli'O il latte delle vacche lisiche. Si compt>r; nde subito pe1· qual ragione ness unn sJ sia ass unta lA respou;.:ubilit.O tl'uua s iffaua p1·oposta. Noi per oo~tro conlo r islahilil·emo la paJ'ila dando 11 consiglio di fAr bolli re it l alle e di fnre ben cuCicere la e11r ne. Ciò, oltt·e alresser sicur o, è p1ù pratrco e meno draconiano <li quelsjasi regolame nto amministrativo. Non moltiplichiamo troppo i decr·eti in faLlo d'igt~'ne: L'ideale di questa scienza 110u deve essei' quello di porri" ogni cittadino tra due gendarmi, ma bensì quello d'iusegnargli a camminar !:;Olo in mezzo alle insidie della vita.
RIViSTA
Misure profilattlobe contro la dUI'u1looe della tuberc o1011. - Congre,:-o internazionale cf1~1ene e Demogr11fia. - Pari ~i, 4-11 ag-osto, 18f!9. L'aria delle salo di ospedale dove slanno dei listci, delle loro l.ihJla7.soui e specialmente delle came re dn letto può con tcru'!l'e bacilli tubt•t·colari. Elilsi si tr·ovano specialmente sul suolo e sulle p» t'eli e sono fuciltnPIIl~ t·irnessi iu ~ospeo sione nell'at·ia collo :~polve t'fl r·e all'a!':ciullo, l'Ili pu!=iseggu:H·c, collo smuu\'l'r e mobtli, ccc. Pt>t•c·tò il !'.nggiorno in qut>.sli ambienti, come pur e• lo spoh·crtl rc ad a>~ciullo. Pr'c., i.: mollo p~>t•irolo!=:o tt~uto più ::e i pazienti gclla.11o i loro escr, ati u11 po' dappet·l ullo. Perciò è da l'accomaudo.rsi di non ~pazzat•e le RlA.uzc s<· 1son co u uno ><Lt·onnaf'cio hagr~ato, di uun spoi Ye rare mobili, sballere ma lera~c;i. ecc., nelle stanze chiuse; e qu•·sto non solo uelle ca-.e tlun~ sono tubercolosi ma in qualunque al tro luogo. Il fallo che il sur·co !!&shico non vale a dtsh·ugget·e ti virus tubercolare spiega il pertcnlo cha sta nell'uso di latte tuhcrcolo~o. specralrne11le per !atlanti. Il latte di una madr•e lubercolosa nou (, setllpre ueccssariarneute luber col o><o, ma può ~sHe rlo specialmente nei casi d t lubercolo:;:i g:eue1 a l•· o di lubercolo:;:i delle 7bi~t111lolo mammarie. I n q uo;-:;lo caso il bnrnbino t• es la alletto da tu ber col osi inle~ linal t> o mcsenl• t•ica. Quest.o sles;>o pt•r icnlo det·iva olall'nllaUarnenlO con falli' di vaccA affella dt~ ttSÌ perlacco, che rwu sia s talo priroa dilig:entcmenlc bollilo: bastano, :;:ecoudo May r~d altri. :1 minuti Ili continua bol!itu ra. Un'altra ma piu l'ara fonte d t i nfczioHe lubercOhlre ,, l'u:>o di curne cruda, o non cmnpleLamentc colla od arro:::.lita tli animali affeLli da Lisi pet·lacea. Questo modo di cenlag-io altacr~t~ più fscilmenle ~li adulti r la genll' poqwa, che usano carne a buon mer.:ato tli dubbia pro\·enicnza r spcs"o wal cottA. L'impot·Lanza della ll'asroi ssione jnLestinalc dei Lu bet•coli oon e ancora chiaramente »labihta, poi1·hè la IPllt!r&lura finoru noo r1!gistra thc poche concludenti os:set•vazioJti cliniche. Ma la suu po~si bil ità. almeno por gli auimali, è sla~
o' lGIE'iE
I.HI
ineluttabilmente tlimostt·ata da nuul"I'O~i el'periroenli ed il suo prcl'entarsi nelruomo mes,o ruor di dubb io. S pelleré a esaLLe osservazioni c liniche di ;;la b ilire l'impol'lanza di questo modo d'infezione. Comunrpu· sia, s i é coulm questa maniera di contagio meno pr·iq di I'J~orse che contro la polvere conlenente bacilli, lo rrual!l prodolla du tisici abituati a &pula re dapperLullo, e mesc;tt in mo,·imento dt~llo «panolare e dallo sbattere i mobili, può venir·e introdotta c·olraria chP l'Il respi ra. LA ile (' eacne ri Allimnli affeLli dn Li~i pel'lucea rlebhOIHJ esser resi innocui unn ddi)!ente r-oltura. Oltre a cir'l è dover e della polizia "'AIIitaria eh meltera 111 difesa al pubblico dali t~. vend1l8 di carui c lnll•• di Allim~:~li Lubl•r•rc,lo>:i in quanto ciò è possibil••. In ogni cu"o ullt1 pubblicu 'endita de\'(~ essere ummeS$8 <>nllanto Cflrn~ suna e 'lnèlla d• animali r.on tubercolosi geMrnlizzala devo e~!';rwe dogli ispPtlttri n clil"tmlta o !milito solto ltl sot·vcg-liam:a del la poliziu Siccome, secondo le ricer·che di Gerlach ~ oli altri, nella lub~rcolosi affatto localizzata, senza afTezione delle ~hiendo!e linfflliche, la carnl' è innocua, CO!'i !';i pu6, auche per· l'igutu·di ecoMm•ci, non pr·etend,..rnc la ùil'lrul. iout'. mn però pernwltcrne la vendita snltanlo c..otto sorvegliani'.tl cd a prezzi hasc;i. Si dnvrà anche Aver• curA che queF\lf.l carne non sio olota ai sulumai ed ai bec:cai, ll ehe al pub bli•·o !'>ia fatm d ichiarazione della !'ua qualitù. •· ,Jplle c•uul··le necessarie per· adoperarla. · ;\aluralmente sono eli uua f!ranrlc impol'lanzt• per• la salute •Idi' uomo le misurp dir·e tle a limitAt'l' la propa~aziouc deliA luho·rcolm·l da animale ati Animale. La riunione delle societù agr•icole dl·lla Svizzet'H r·ornHnza ha ••messo il volo Cil e deve eS!"O!'t• c'OSl8tllf111lenle OlUIItenttlO il principiO del sequ~><>tr·o e della disLruzione def!li antmali colpiti da tubercolosi. Si dovrebbe mollr·e curar·e mollissimo rapp!icazione delle reg'ole igieniclw nella tenuta e curu del bestiame (buone stalle, ventilazione, pulizia, Yilto razionale. ecc.). U na esalta slaliE!tira della cii tfu!"ione della tub l! r·colosi 11el besliAme bovino sAre bbe sommamcn lu a desidtlrul'e.
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RlVlSTA
Cit·ca alla lt·asmissione della tubercolosi pet· mezzo dello spel'tn6, della mucosa co11giun Livale e delle fe r·ite, essa può dirsi speri me11talm ente dunostr·ata, ma, quanto alla sua importanza numerica. la questione i? ancora insoluta. I bacilli tubercola r i possono dunque enLt·at·e nell'organilimo per svarit~tissiroe vie, e, pet· conseguenza. n ei centri di popolazione si puù dire elle vi sieno ben pochi individui che, in nn modo o in un a ltro, non s i tro vino in conlatLo di ques to nemico latente. For l uuatam~n l e la semplice introduzione del bacillo uon è snffìcieme pet· produrre la luber<'olosi. Un organism o rob1,1;;;lo restf'te 111l' i nvasione, mentr e i pi•'r deboli, specialmente gl i anemici, i graci li, ecc., soggia ccìono.
La. noce kola. afrioa.na.. -
( The Lancet. 10 rnagl!iO l8!JO) .
~ella riunione della Ba!loon Soeietu di Londra , le n ula il 18 dell'aprile ul timo alla St. James's !fnll. il Chr istr diè letturA di una memoria sull' usn delln noce kola È ben noto come questo f••uLto sia stato lungamente in uso Lt·a g li indigeni deJI'AI't·ica c.cddeulalc nelle protratto e faticose marcie, in· virtù ciel r iconMciutogli a llo potere rinforzante e stim olAnte. l vinggiato t·i dichial'f.lno che lo noce kola, non solo rinfr·anca l'OI'g-au ismn debilita lo d aliA fatica . ma milil!a temporaneamente le angoscie della fame e della setr; ed iufalli gli indigen i l'e(;ano ind osf:o kola polverala invece di
PI'OVViste.
L 'analis i ha dimostr alo che la kola contiene il 2 p. 100 di con scarso tann ino (circa J'J ,5 p. 100), molLo mig lior e, ~otto q uesto rig ua1·do, al lhè, che contiene ordinariamr nte al più il 2,5 p. JOO dell'alcaloirle, s u JG o li p . 1()() di tannino. Quasi con t.emportmearnenle s ul medesi mo soggelto veniva Iella all'acç:adPmia m edica di P arigi una comunicazione del tloU. H ecl<el di Mat•siglia, uella qual11 lo scrittore propone cb e la kolu in p oi ve1•e siu usata nella razione dei !"Oldali 'lualc prevenlivo del la spossatezza nelle luncrhe marce. Egli menziona, Ira ~tli altri esempi, un espec~:1fl'P ina,
•
rimenlo fallo durante le manovre del 6• corpo di armala. Da questi l'Riti ~;emb ra risullarP Lutt.a la probabilità cl te la kola diven!l;a col l•'mpo un potentE' r ivale •tel thè e del caffè.
F. S. Note sulla morfologla. del comma· baoillo del colera.. - Dott. G. F . U o\YOt.!I\\'I!LL . - l The l.aneet, giugno 1 !Xl). uualche tpmpo .lopo la !'<"Oper•ltt di K och si r iconobbe ··he i comma -bacilli non eran o che "egmenLi di spirilli ; nd l8:--.~ ed 8!> Kl ~>in dt>scrisse e disegni• le fasi di qupslo microbo, nelle •1uali as<>umeva la r~~rma 111 cellule t·nloude sfer·oi.htli o dtscoidt e VtH'ItolaLe, che rap p rc ~··nt ann l" slodlo 111iz.iale di un modo di i-;Cisstont• tli ver:-:o dulrordinaria !:'Cisflioue tr•as,·er·salc. Quesl" appar···nze s,·clavano csraller·i tlt sviluppo non anrora O"!:!P rvali ne t --clti:t.nfllt e, or nm es;:;o eh~ il microbo del colet·a flppat·tenesse fl •1uesto 1-(t'UP!JO, si doveva notarne ranomt~lia. L'antrwe, sludtando 1 preparati e le cullut·e fo1·ruligli dallo stesso l<lein in que-§l:li a ti'li , non polt'· r ìprml1t 1'r e quelle form e, ma nel l i-(>59 t•hlw Ila Ft·eurlenrewh .telle cultur·e di commabacilli nelle loro f•1rm •· ot•d ioariP pro,·enienli da uu fornile coler ico nel :;ud dtllla F t·ancia, c le pr ime solto-culture di r1uestr b•Jcilli ripeter·onn la forma ori!!ioar ia, ma le successive, in<>ieme a questa for ma riprodussero le "at•razioni che ue11'~ 1- aveva vis to noi pt·eparati di Klei n. N el giugno 89' ebbe eli nuovo ,1ft K.reiu 111111 <'Ui lur•a ori!!inaria pr•esa nell'India e con le rullure successive ebbe ancor·a quelle var·inzioni di l'orma a cellule sfet'oidali vacuolale. Quando da rruesttl cuiLUJ'P in ;.!elalina untJ·iliva dopo lungo tempo e rlopo un ce•·to numer o di inlìssion1 se ne fa unH in bt•ot!o pe!'tonizzalo e !'i mauliPu .. alla temperalur·a di :r;•, in al cune ore. n tutl'al più in due n Lt·e ~io r·rt.i, si svi luppa un t'Jfl'OllnamE'r tlo ed i l lirtuido ~·in Lo rbida. Alfesome micro· scopico si r iv1•IAno allora picC•l le cisti arrolondate o conoidi, alcune dulie quali sono in allh•o lllCI\·imento e ~~ ,·edono ptr.coli au1massi di minuti granuli o corpuscoli e talvolla di corli P sottili filamenti alcuni dei qua li banno uu
IUVJ S'l'A
distin to movimento .gì•·uute e pr ngr es><Ì\'0 di ùiscretu rApidità. Si pos"ono anclll' vedere miniJte pal'tic··lle distaccate, bntleroidi o vibriot1• d• forma indetarm:nall.l. Le cellula conoi cl i e lP cisti ''l'll'ieno di p;ramhn za da 2 11 3 tin o a 5o (j micrornillimuL•·i. TMlo si JH'esenlauo le forme amf'boidi in uttivo mo,·•m~uto. flagellate, cilia te rJ.e non l.'i fondono per lorrnar pla!"modi co1ol' i micelozuì, ma in un ~ol cuso raulnrc lta os!>et·va to chP due di qut>sti <:OrJ.>Uscoli, uno r otonJo, l'Altro pit'Ìft)l'll l6, si 8\'\'it::iuAvano l'l'Il lor o e 11011 si fondevano o coniuga,uno nel 111udn normali• tle!!li ameboidi, ma si unrvano per mezzo di cnrlì filamenti, cosA che diveniva per ct•lttbiJe COli piCCOle ()\'0\'6 di matlt:'g"gJO olell'illu mi118.ZiOne . Ciò rassomi g lia perl't•lllllllente a etò clte Dal linger ha descritto e figuraLo nello sturiin delle monadi inful'nt•ie. La gram1czza di qurc:te cellul~ olanzanti varta ola uno a dteci micromiiHmelrt, toiOI\O ft'elJUSnlelllertle vtlcuol~:~le, 11111 11 1.m luwno tluuleo. La fOL'Illfl pitl co n 1 un•~ t\ quello d'una pern n di un fias•·o," vr si nota l't'O•fuentem••nl•' una tendenza ad emetter~ .le' JWtJcessi bila lot·ali di p:-:ewlopodi, alotuanLo pet•c:isLenti, ma di forma pr.,teica. Oepo quukhe le mpn, nl pi ù dopo dieci oro dalla inocllltlzio:Je it1 tubi, le cellule I'Otonde e J.~ ameboidi perdono il loro m ovimento, compnwno i vacuoli ed il contorno ùi,·cnta più appart!'Ccnte " d11p0 que~lu stad to di l'lpo~=;o e d'iuCI!Itamenlo con1paiono tltlt' o Lt'e cigli o lì lame11ti ; d()po venti ot•e Lutte r1ueslo cisti si rtli'C'ulgono in amLOas~t e comi nci11 la ù•sinlef!rllzionf. :"\elle culture ccllulul'i questi cot·l •usco:i !!i l'ACcolgono prer-::.o il mar·gi11e .Jdle sca11alalure in cm•ca d'e t'IIJ, indi erompon f'uot·i e compa iono itl ftWma d'am mas si di llli nuli j.!rnuuli, con lacintP. commbtc su, lAnze· rilamentose l' lioccose ed Alcuni minuti balteroitlt che si 8\ vtcinano allu torma t1i comHlll-bacillu, •na che n un sono piÌI v1Lali, per c• J1 é le ~ol e Rpor·ttle non possono t·ipl·vtlursi. Anche lt' pareti delle cellule si ft·an~on o in -:egmenti, rlre per •tualche OI'8 somr7hano ai contma-bacilli delle culture originari e, ma più lat•di Anche i ~.;ogment• vanno in minutissime bricciole. c c·on fJLtelle for ·male da! plusma ùellr ct~ l-
o'tGIXSE
lulc l'-i conf0ndono in minuti corpuscoli !"ferici di due o tre rni cromillimetri di diametro. che mal -;i tingono c011 i colori di auilina. L'autore dà ali~ cisti quiescenti il Jl(ime di sporangi ed ni C•Jl'pusco!hlo c>sse l'or·mnli per rleiE<CCn:t:a quello di spoJ'UIE'. P cosi si chiud•• il p1•imo cir colo òi lral'formazione, O !11 !!t>nera.zione alternante, sec•1n•lo le "liP O";::ervazioui; ma lalvol~ questa <:<ucce;.sione di l'ornw nelle cullure che hanno la medesima di!!Lnnu\ di lrmpo dalla I'OI'rna originaria, prefil'l l llì leggere ''81'iazioni. Quanùo si sono l'alle delle collu r •• in b•·orlo dalle infl!'sion• in gelalinn o dalle subcullure 111 hrodo che hun formalo le ;:porule Ol'll de<:<cr itlc, in,·.-c·· delle cellule mobili e r otonde, appaio·w do principio delle am ebe attive, che poi for•nnuo le c••llull' r•oloncle quiescenti l' le spor·ule. oppure uon ::,i fol'mano nlfAlto cellul" ameboi.lì, 111a ~olo I'PIILùe rotondi•, da principio I'J lliv.-, pni rJuieSCCIILi. , RiH Jaovando una cullui'A. di dive••.;;i n1o~i cnr c t111n subcullura in brodo peplonizzato, <' lenule n :~i·, l'aulnre ha nsscr vato un altt•ò ciclo ùa lrasrormaz1orw. Dopo cinque ore -.i è man•festal o uu Altivo !<viluppo dr ma<:<se filamentose di clivcr !<o ~eaudezzn, l~ piia piccole clellt· quali avevano uu movimento pro~rf'~srvo Plicoide. Dolle estr·emilò di qu !~le ma~~e ~i d•slacca vA un pic.•olo filamento a f'ormt1 rli ''ibrione, eh<> r •·csto sful!gJva dal campo ,)ella Jeutc. Lr• più gr a11di •nas~e conserval e nel ct~lore tli dura nte tulln il ciclo di cvoluzioue ussumevano un leggiero movi· ml'nto di ondulazione senza distacl'tH'<:i •· dopo 2-i ore dalle punte di fìlamenlc usc• ,·an fuori delle <:<pOf'ule. der corpuscoli sfe ••ici simili o quelli del [lrimo ciclo e Cl)n queste ces;:;ava lo sviluppo o vonivan ruor·i anche rJUE.Ii piccoli baller oidi di lran<:izione o lìlomenLi vu·!.!olali sopradoc:cl'illi. fn questa g••nerazinne l'autor··· hu pur··· osservAto. iusieme alle mass... fl. lnmPnlose, la com par::;a di cellule bacillari di maggior·e spc:'s· sez1.11 dei filamenti, ~rosse più d'un ntic•·om., alcune corte <'d unite in catene ùi pocht> cellule, altre lunghe come i l leptutri:r, Hllre a fnrma ùi ~pil•illi, che 8\'C\'Ano un pigro tnovimento r otalot•io, !' cl 1e pr·e;.;lo si !<pezzavtmo m piccolir:sim l
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cor pusroli che non si d isli rrp:uevano piu da qu.~ ll i d ei filamenti. Ciò completa il secondo ciclo di c voi uzion e clJc a p l'ima vista potrebbe esser·e attribuito l~Ù un ioqu..inamento della culture, ma la ripetuta ò continuala oss ervazione dello ;;Ludio di evoluzione a temper•atm·a di 37•, coslrin::re l'autore a ritenere che questo, come il precedente, sia un ver·o ciclo d' evoluzione, e che pe r ve<lerlo co mpleLarnr~ nle s ia net:essario osservat·e i tubi od l'incubalor e, altrimenti si ptlrdono alcuni stadi di kasl'ormazionE>, poicht? il primo sviluppo delle spore, l'appar•izione delle cellule ameboidi, I'OLonde e dei filam enti simili al leptotrix aYviene itt un·or·n e mezz.o ed anch~ in lempo minort:. :\l ei proparali microsc1>pici col orati corr drv•~ rsi metodi s i svelano alLre par·ticolarila; le cellule dei fi lamen ti in masse ~eao.di o piccole, si vedono fonder·si assieme come se l'usser o involltl in un plao:ma comune, le sporule si d1slioguouo clriarame uLe dalle cellule ro Lon Je de' filarneul i, s pesso s i vedouo piccoli g ruppi di poche cellule cor·te, bacillat·r e piu spesso che non quelle dei flla menli, alcune delle quali sono vi r~o late, ma s empr e piu p iccolt:~ e più impel·l'ello tlei commabacillt. Il ùoll. Kocl1 ha sl>~bililo eh>.! il cara ttere clistin Livo del comma- bacillo i> il mo~o ùi sua cullura, ma una delle primi ~i ve tras for·mazioni descri tte dall'twlore é già uoa varie tà nel modo di cullura del comma- bacillo. Kelle cultur e in gelatina a temperature dell'ambiente, lo sviluppo comple to non si o ttiene~ pit'1 in 24 ore, rna ,> rnollo lento, comincia a manifcslal·si ap pena dopo par·ecch i g iorni e dopo quattro mesi la gdatina non oJ ancora lulta liquefatta. Alla s uperfìcie de ll'agar a 3i' lo s viluppo è lento, ed a freddo non se ne vede Lt·accia, s ul brodo a 15" compare appena dopo due o lr·e gior ni; nelle culture del primo ciclo di trasforn1azione iu broùo a 37• l' intor b•damento avviene dopo un'ora e mezzo, la maggiore ra pidità ch e s i s ia r iscontrata in qual unque microbo. In queSto r apido svilulJPO s i vedono a principio sempre le piccol ~ fot·me ro~on ùe e mobili che seguono il corso mnanzi descl·iHo, e c.iò cruando la
o'tGIE'H..
in fissiono e presa dt• un tubo, nel •1uale son ~·A rormale le sporuiP. Nelle culhll'•' del !':econdo ciclo lo sviluppo ue· lub• divi eoP Hppar·•;:;renle 10 crnque ore. L e cellule auoper-ule dall 'autor·u per· la sua cultura cel lulal'e coJ-rispondonc• alla com er a umida di Ran vie r-. nella quale o~ni pat·Le della cullura i· arce"!';Jbile atl'••same co11 forli ingra11dimeuli e riv elo la tendenza aerohica degli or~arlismi che vi Filan dentro, i quali !':r pnrtann alla pl.'ril'errl:l della ce• lula. oltre 11 clw ~vela l'acilmt>nle lo "'"iluppo di ()!!Ili germe eire pm;sR coulaminfll'l· la eullur·o. L'aulol'e da il ~iguiflcl<lo di sporu le oi ~,;orpuscol • clie si sv1l uppano dal h spMangr, P d a \"endo Allentamente OS!'lt!!rvnlll la loro germiuazione nelle <·ullure cellulari, hn visto rhe r·csislono od una pa1'ziale e..,l'ircazinn•• me;.:lio che g.li ori:z-inari comma-bacrll i, u uellt.1 cullur·n lrquide, anclrt- quando vi sia un po' tii ::ochiuma tlissPctala otl una pellicola ai tali olel lubo, coro ser·vnno la loro vilahlà per· cir ca cinque me!'li. ma non vivono oiLJ•e il seslo. ~ellt> pr·ep~t·azionr colorale •le' filamenti, !'C rw ,.,..dl')nO alcuni co11 co rpu~coli for lt>rueul.e colorali ad nr lervalli !unge. il Cilaruenlo. ed il pla~mtt collular·e clw e fr•a questi corpuscol.i i_. contralto e def!eut• r·alo. All'un i lilament.i hanno u11 corpu"(:oto ad \lllu o aù ambo le estremità, co!':a che l'autore ha altre volto veduto anche ne· eomma-bat:illr tipici, mo nei lìlllmeuli questi cor!•Uscoli "01\0 con lralri e non r•igonfì roma •· ~· commu-batrlh e subisco11o una rapula disintegrazione. I n poche or e quef'li cor·puscoli scompaiono. ma hiso~na l'ifletter·e clte sono gia picrolis~imi, non g-iungono fllla dimensione di mezzo miCI'une. L 'autor·e r·iLJeue che sieno spul'e, 11011 però equi,alenli ali ... !':pore JUie,cenli ùegli alLrr bacillr. Qual r elazione ftbbiaau qm~sti ::.pol'8Hgi o coll ule r otonde quiescenli con i cir coli de!lerllti dol K lein è diCficile a ùir·si; pc..•rò l'uulore cr·ed~> t"he uon sie11o la !'~lessa cosa. ma rappresenlulo uno stadio di sviluppo dr uu"allr o ciclo d'evoluzione, onzi di un ciclo di ger·miuazione. Essi cerlam enle 11011 si l r a!<fOI"mano 111 cumma-hacilli o ~e mi-circ0 li desct•illi da K leiu, perché t't.'almeule 11011 suuo circohu·i. ma srerici. La fase di s viluppo cl •e l'autur·o ha l't'ceutemeute osser vato co n
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.RiVISTA
moltA costanza è ({Ut:lla di a lti ve celi ule rotonde con debole tendenza a diventare amelJoitlr, simili a quelll· del primo ciclo des··l'itto, e di minutissimi corpr aLth•i filanw ntosi ir·regolari· Esarniunndo AltenlRmente questi elementi sotto l'azione del calore, ha visto chE' i corpr piccoli r·itenuti dH lui per zoosport>, g irand o rapida mente, s i avviciuano alle cellule rotonde, le o6.~pore, e r·estano A conlatlo con usse: r1ueste allora Jiven~ono •Juiesreuli, e dopo pvche ore si lrastormano Jn quelle spar ute sopradescl'itte, ~·J insieme con le sporule si sviluppa no alcune ror·me evanescenti siUlili a comma-bacdii. Nell'in testino del le cavit: ~ i Lr·ov<'IIO nnrmaltnente dt~' g rossi bacilli ricul'Vi che Walson Clr ..ync ba preso per bacilli del colet'A, 1:\vendoli trovati nelle <·avie inoculate, ma che Klein lta poi riconosciuto per innocui. >'ecnndo le [Jrim e osservaziolli dell'aulor·e. Questi bacilli «ono di tli ve rsu g randezza, di foJ'llla ('Ontorta, e cosi dive1·si dai bacilli del coleca. eire l'au tor•e non avrebbe mai pensato nel 1884 cbe poltJsse esis tere una connessione gertP.Lica fr a quelle due fo r me bucil1al'i; Clreyne crede d'avere scover ta una certa r dazwne con le cullu r·e, ma Il t' rau t· ·•·e, n t'" a l tr·i so n r·i usci Li tl collivtH'e i bacilli jelle intestina dt>Jie cavie. fo rse fWr 111ancata disposizione Ji questi m icr·obi a S\'iluppar$i sulla gclatirH• o sull'agR r nei cicli dall'autor e descr·itli. Quello che or·a si M Jel ple:omorfi~ruo òe' batteri, era stato dimostrato molli unr'li or· sono dal r.ompianlo D avaine, il qual o fece veder· e che il baeie1'il.tln w r mo i ll()culato nei tessuti di diver·se pionte, poteva ri pt'l)durre a volon tà baccilJi, cocchi, l epwtr ùe, e eire la classifica1.i0ne di Eh r·enber g con l a quale si di videvano i batler·i in diversi generi, secondo le loro for·ml'!, er·a insostenibile. Oàvaine ne' suoi esper•imenli precorse i metodi esatti d«.>lla moderno m icro- biologia stabiliti da Kocl1 1 poichò, quarr lunque non si co noscessero an· corA le cullut·e pure ollenule u piallo, egli aveva trovato l'equivalente delle culture alternanti di Kocb, nou nelle inocu lazion i in un imali, ma in organbmi vegetoli, ed ora si è .riconosciuta la m assima cb e senza una cultur·a pura non si può tcarre una conclusione in tale materia .
D' tGI &:';E
l ?i-9
Il pleomorurmi!"rno ole' schizofiti riguarda ,.,ollaotu le varia7.1oni •li forma, che Sl•no riconol-lciute nor·mali e cara llet• islir·li e de' di versi gt•neri; le varie l'orme tlesc t·il.le dall'autoi'P irnphcano in' ~ce alteru azione od allel'nozioni di ge rminazioni. Si ha infatti : l' Il comma- bacillo o spiriti o c he fìnisre o no in sporule e SI rir(·te pet' un num~>ro infìnrlo di geueraziorti. 2' Cellule r otonde, ciliate, attivo ed irr'~'golarmente att i ve fo rme ameboidi; poi cellule r oto11de quie!-lcenti (sporarrgiJ che terminano con minute sporule. :J• Dolle Rpor nle "l IHtnno attivi fìlamenli mobili t·on la V81'1Pltl d1 grnss.; l'orm ... ba1·illari fu~Aci {simili a vermicdaltoli o spil' rlll) cbe ter111inano in spot•ule simili a quellt< della prima. gE'nPraziono. 1.• Si può avet•e lo <>eo.:onda g~u erazione a lleruanleRi con lo terza, b~>uchc C(HI •1ualche var iault>. L'nutOJ'I"' non é I'IUSCilo t~on nes~un metodo aù oltl'net•e tl not·male comma- bucillo "ilole e capace ùi I'iprodu r·~ i da St\ quantunque delle fol'me di comma n•' nbbift viste in mezzo olle nltre desc1·ilte, du~ con ],.. colur&7.10ni nei preparati a i'twro non dill'e rivan o tlal hucillo tipo. li dott. Fet·r·an ha dt>~crillo nello cnllur .. del microbo coler·ico alcun•· singolari varietà di forme in cvnidii che 1l dotlot· ErmPngel'll c o ufermò c J i~egnò uccu t·atamenle. L'autore pu l' tton e::."'•' liti o r1uscito ad ottenerP quelle forme se~uendo i m~>lodi tli due :-~pùl'imen~alnri, non si appiglia alla facile a1·n•a de llu conlami1ta:::ione pOI' negnrle, m!l ha r agione di di cretlere dtt· Klo'lll ed allt·i ttbbtano o<:servalo t rt~sforma zioni sirntli a quello da lui tlescl'ille, quantunque non si mar·u vigliere bbe se ne avesset·o trovato delle altre alftlllC' di' l'r:.;e. E d1ffi<'ile Il Jire a 'fUsi classe ct.i un clio a quale regno s1 dt>bha11tr a-,::;egnu t·e 11Ue"'li OI'ganiRuli; uon s i s a S(l s iano animali o ve!!etali; forse pol>sono appa rtenere al poco conu"'ciut~ ordtnc dt>1 sporozoi, ma ccrlo non sono i ttOI'mlìli schizomicèli o, so l o sono, uon rnppre senLano un g ruppo ill dipenùenl<·, ma semplici ra"i evoluthP di qualche o1·ganismo più elevato, o l'or"<' organi di altri t!sseri. Negl i esperime11li eseguiti dall'autore nel 1884 con culture 7!1
IUVISTA
pure r:lel com ma- baciUo iuoculete solto la c ute delle cavia, esaminando la temperatura rettale degli animali si accorse che non si >'-viluppava il colera, ma la sell.icemia o sapr oemia, perch"• la temperatura si elevava rapiLiamen te per poi decrescere g radatamente, i_nvecl' di ~ce ndere progt·èsslvamente senzA pr e vio aumento come nel colera. l~ str ano cl re nò Nicati. nè Rie tsch, nè Koch obbiann mai parlato delle val'iazi()n i di lempet'atura ne' loro cspel'imenti. Nell0 l"en r·so maggio il !(Jein ha mosl.r'alo allH Societil Rca/11 ,li Lo nd t'a le fologn~lìf' de!IP forme di sviluppo del bacillo della. lubercolo"i per·féllamt•nlo ramificalr, che quindi non p'ltevAno appar ten~'re aglt sclrizomic• li, tnèl dovPvano e~!>ere funghi miceloidi. Nell'e-~ lale il bacterium termu si lroYa da pe1· tu tto, non si c;ouosc(' alcuna rot'ma quiescente di tpteslO ballel'io, n~lle culLurc> esau rile esso muor'! in poche settimane. pi ù presto oncora nei iP cuJLure essiccale; uell'mverllo poi scompare P. 11 0 11 ò pos!'\ibile riprodurlo con rres5\un mezzn dì c ullur11 , ma ricompare~ du per t.uLlo r~ell'os tAle. L'un icn s piegAzione rli que:,:.Lt fa lli é che qu esti balteri l"lieno a r appr·esen tare una fase tra nsilol'ia di sviluppo di altri organismi, quantunque le A!Lre fasi no11 compaiano nelle cultuee artificiali. Non é per ò necessario l"Uppot·r ;} che sia così di lulle le fot·roe di schizofili, anzi l· · !<pecie spot·ifer e formano con lult.a probabili ta un g r'uppo indipendente e noi potremo cooosce!'ne tutto il ciclo evolutivo. t.'lluto re protesta contro la l· •ndenz.a ari inclu !ere nello s tesso g r·uppo le specie s poril'er e r quelle Sl:lnza spore, i batteri ed i bacilli per la sola so mi ~lianza delle forme. violandn cosl il pt·incipio di morlf' I'J18 dAs"ìficazione de' tallotìti, t'atta sP.condo i c<:~ ra lleri di lot•n t•i pr·oduzione, e chiud e il suo impor·taote lavoro deplorando che lo :>lutlio della balleriologia non sia cnltivolo dn nalur~:~listi e da mir.ologisli dj pro re;;sione, i quali polr·ebbe r·o meglio dele rminat'e le tra sformaz10ni, la posizione or,![auica e le aflìnila dei microt·gani!'>mi. )
n 'IGIENE
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Sulla utllita delle rioerohe batterlologlohe per la prognosi ed il tratta.mento delle pleurltl puruleute. ~E'ITI.F.A. (Wiener med. Woclvms., N. 24, 1890..
LP p hnu-ili purulen le sono sempre di orig ine bacLerica, però sono rc10lli e divers i i mic r·obi (·he possono da re occasione al lo ro sviluppo. Secondo le dive rse prop1·ic là di quei .microbi, anche le pleul'i li a ssumono un diver Ro r.a ratlere sempre corrispond en te alla speciale attività di un tal parassita. Nelller sotlo questo punto di vista intraprese l'esame di 109 pleuriti purulenlP. e vi riscontrò una quanLitil di micrococchi di cui Lr·ova necessario dislin~uere quallro principali foriJH:': il pnPumococco, lo slreptococco pio gene, i microrg:anismi saprogeni ed il bacillo tuber colar e. La clcl'lg"nosi deve esser fatla coll'esame balter·ioJogico. il q uale per· le Ll'e prime form e non ra s pender· mollo tempo. P e r le pleu rit i tubeJ•colal':, l'esame durn pi e) a lun~o poicJ1è molte volle s i è obbligati d'àLLe nde r·e i ris ultati delle inoculazioni. L'esame microscopico ci da 0 1'8 a veder·e il bacillo tubercolare, ora lo slafìlococco aureo. Ta lora accade di non trovare a lPUII mici:'orgtJnismo, come nel pus degli ascessi freddi. SocoiHIO la ~lalislica di Neltler su 100 pleuriti pmulente il pneumocorco si trova in pr opor zrone lli 29,5, lo str·eptoc<>cco 46,8, i batteri i putridi 13, 7, i bacilli tubercolAri Il p. 100; tre volte fu Lt·ovalo il pneumococco associalo allo streptococco. Le ple ur·ili con pneumococco e haltMii pt•opri costituiscono i Lre qunrli dei casi. propo l'zione ammessa anche da Rosembach, W eichselbaum ed allri. Mollo sp8!=<!'0 :s ~ vet•itìca la pleurite con pneumococco nei bambini. Mentre la pleurite con streptococco ù relalivamente rara. negli adulti Ja prop orzione è invertita, lo s Lre ptococco si _ trova nei pleurilici adulti nella proporzione del 3 p. 100, il pneumococco in quella di i 7 p. 100. Lo pleul'ile purulenla in seguito ad invasione di pneumococchi è la piu leggera. Spesso é preceduta dalla polmonite e può g uar-ir·e s pon tanea.m ente. L'indica:tione dala da. questa
RIVISTA
forma di pleurite é qnella di evacua1·e il pus per mezzo della punzione che di solilo è suffiriente. Sono inutili le inie~ioni asettiche; nei casi di 1·acco!ta s:accat.a che si rinnova pres lamente si pratichera r operazione dell'empiema. Si proceùerà nello stes!';O modo s e si lt'ove1·a nno simultaneamt>nle lo sll'ept.ococco collo pneumococco. La pleul'ile da str eptoc.occo, la più frequente negli adulti, richiede uu p1·onlo ed ener·gi co inte r veuto. Fa d'uopo venire il più presto possibile alla to racotomia s:egu ìla da una u• r·igozione con s oluzio nP. di ~ub l imaln e suucessivamente da un'alLl'a di acqua bollita. Questo rnetoclo cUJ·aLivo Ila dato all'autore de i buoni risultati. Una pleur ite purulenla co n s tre ptococchi pnò ancbe g uarire con una te rapia meno energica . ~'la '[Ut!l'iti casi ì quali dipendo no da un minimo g raùn tli virulenza sono 1'81'i. D'altra parLe nou possono essere da pl'iUCipJO d couosciuli. La pleurite putrida r ichiede la L:.w aeoto mia e l'i rri ~a zi on e. Questa operaziOIH' A s el!uita spesso da nl.limi ef!'elli. La pleuJ'ile r~J r'ule11 La Lube t·colosa non deve essere confus a colla
pll"urite puruk utu tlegli individui tubercolosi. Es:sa di solito è in sitliosa, laLPnt1~ e cr o nica . Le punzioni prall~.:ale a lun~hi inlel'Valli pr oducono sensibile miglioramento; l 'operazionu de!l'empiema non dà che risultati irnperfelli u tal\'olla s fav or evol i. l...a medica~.:i o n u antipal·assit.ar·ia fino ad Ot'a si mostrA i ne rfìcace.
Oonsidera.doni igleniohe sulla luce a ga.s ed eletttloa. - V. PETTENI.;or-FER. - (AUuem.. H'iener medi;;. Zettunrf, 1\. 10 e 11 , 18!)0).
Benché igienis ti Hd oculisti si s iano mòlt~ volte occupati della imporlan~e q uestione se t' ispeLto alh·l igiene sia dR prc · fe 1·ire la luce a gas o la e lettrica. ci sem brA tuttavia opportuno ri produrre In opilrione di un igir-nista eminente, il Pettenkotl'er, il quale no n Ira guat•i ha Lrattalo questo argomento nella società medka ùi Monaco. È importante sollo i l riguardo i~ientco esarninar·e prima la qua lità della lu-:e, P quind i collfronlill'e la luce del giorno~ la luce del gas e la luce elettl'ica. Ln qualità della luce ha,
U53 come ·~ uot.o, ~ ulla acutezza visiva e sul senso del colMe una influeuza lulla ,.:pecil'lle; pe1· l'acutezza vie;iva l'isulla che con la luce ciel ga~ essa è dimi nuita, secondo le misurazioni fatte, di cin·a 1/ 111 ; ma <·h e la luce elelll'ica, an che a pat•t~gone della luce Jel ~io r n o, possi•~de un certo vantaggio. Ma ì· anche maggiOI't> la inlluellZa l< ul senso dr>l colore; la luce elelLrica, in confrontu dellu luce del giorno, se~nalo m~>nte la lure ad ar·co migliora dt molto, tanto il seuso del t·osso. tjUBulo il St> nso del verde, il senso clel lur d tino e il !:>enso d.-l l.Ciallo. Se s i fa rl courr·onlu con la luce a ga>~, lll differenza è nnche mag:zior·t> a vonla;.:-gio della luce elettrica, COSicch.:O ~i propose, per lulli i St•guuli che ha11110 per fontlamentn i <'Olo l'i, di usare. o ,.e <\ possibile, la luca elellrica. :\ella pratwo -.i é pure ,·e·tuto che lu luce elettrictt, 111 luce a i arco •· molto danneggiata qua nel() l'aria è ncbl.Jiosa, tìuo Ad abbassu t·si lll di solto delle allt't' !;'orgenti luminO!'U, ma s i può allOl'tl molto fac ilmente t·i panlr vi aumonl.a11d n la inlensita ùei i A lut:e elettrica. Quosl1 va t t liHq~i ~o11u J'urtkoltll·· lllente proprt della luce ad arC'1•. l.u luce dellt·ict~ a incan descenza, cutnt' ru lr0\'8l~c~ Ja E•II"'Oll " Sun111, non ha rwllo ::,lesso ~rado quesli vanta ggt e ~~ avvicina dt ptù alla luce a gas. Gli oculisti sanno elle Hnche il colore della luce lta una certa influ enza, mo le opinion i non sono concordi. Nella luce del gu,., pr e vt~l go no il r o:<:-0 eJ il g ia llo o nC'lla luce elettrica il tut·cltino cd il violetto. Il Cohn ha pure Lorcato 'IUPsto ar'J!Otw•nlo e . poiche tz'li scienziati non sono d'accordo, Ila dato S••tnpltcemente il cousil!'lio, che quando la luce è lt·oppo turchi na o troppo violetta :-i debbano pot·lare vetri gialli, e cld ~ dis L~u·balo dalla Jucu rossa-gialla ust vctt•i lurdtini. Un altro punto impot·ltiiHtl è l'Abbagliamento che è provocato dalla uol'lt'ì'l iliuminaziou ..· a rltflciale. Ogni sot·genle lulllinosa, •IUàtu.lo é int~nsa, irrita l'occhio; abbtamo bisogno "Oio dt>lla lu··e J ifl'u::-a. Sotto que~to rapporto la luce del g11s J.a di nuo,·o u11 vaula f!..!io "ulfa luct> el~lll'ica. Quanto piu iutensa t: In sorgente luminusu clt li giunge di r cltataente all'occhio, lunlo più it·r i ta l'occltiu, o po iché nolla illulll ina-
RlVISTA
zione elettrica l a stessa quantita Ji luce parte da una più piccula supPrflCIC cht:: nella illuminazione a g11s, co~1 é naturale che la luce ol ettl'ica sia più i1•riluntt:. A questo s vantagg io della luce elettrica si rim ed1a copr endo il lumtl con una campana di vetro appannato. In tal modo la luc(• diventa JiiTusa e >-i ba solo r inconveniente che sia JWI'duta una gran quunlil.il di luce: secondo i calcoli falli, le campane Li vetro assOI'bono tan ta luce da ridurrP la illummazione di più del :W p. 100. Da ll'abba ~llanl~>nlo ci si pufJ r iparare, come LutLi sonno, con gli scbC'rmi, poiché allor·a 11011 :-;i guarda dir ettamente la l uce, ma si vede la luce ditl'u~a. Usando que:;lì ~c·hermi, la luce eletll·ica ha ùi nuovo un vnntag~io sulla luce a gas, poiclu> :::1 può porta1·e la sorgente lumino~a m ollo più vicino della luce a $!85 all'occhio ùell'oss<'r,·ator e. Rtspetto al calor e rhe !ii diif,:mde Ja que~te lampade elelLr•icht\ o dalle fiamme a gas, la òilforenw è molto più irn· portante. Sono stAti ftiLti sperim~> nli con l c1·mometl'i affumicali siluali a una certa nistanza daJielampade diEdison e da fìa rnme a gas che avevuno lo stesso potel'e illuminanLc e l'u veduto che ilter•momeh·o affumicalo v1ciuo alla fiamma a ga, "i innalzava del doppio di •tuello viduo Alln lampada di EJi ...ou. Ma il colore assoluto elle .~ pt·odoLlo dal gus o dalla dettr·icttA non può (~osi essere misurato; tutta via e~so f> 111oiLo ruag~-tio!·e tli rruello che si pen!'\a. Non f> senza importan zA confr ontar e la produzione del calore dei nosLri mt~Leriali d'illuminaziorw con lA quantità dj ca lor·e che sviluppa un corpo umano. Si può ammeller·e che un uomo adul to rede op;ni ortt ai cor·pi che lo cir condano 92 cltilo-calorie; una candela !'\tearica 1'61All \•am ento di poca intensità luminosa. cede 93 chilo-calor1e, ossia un poco più di un UO[(IO: una fìt1mma a gas ùella forza di 17 candele spande in un'ora 79:> calorie, quindi più tli otlo uomini. La illuminazron~> ron la ~o~tcarirtt~ della stessA l'lli>~ rezza di quelle a gas, o!isin della rorzR di 17 candele. -.\·iluppa in un'ora l !\89 calorie, o~"ÌO tanlo c·alnr P quanto 17 uomini; col petrolio ad ef!uale illuminazione, si !'-Yilul pano G::lt cal orie, un poco meno che col r;:as e cil·cu sette volto pii1 ciH' da un uorno. M a da un lurnc a in cande~cenza della
o'tGIE~E
rorz11 il umioAnle di 17 candele !"tloo prodotte in un'ora W calor ie. \'Olo n di1·e lu metà del culn1·e che produco un uomo. Per ciò 11:1 lure PlaLI.rica ha un iiiC!inLe.,Lto Lo e g 1·n nùe vAnluggio. Oltt•e '(ueslo ne ha ancot•a un all r o importanli.,simu l"Ulla romposiLione delraria. L e nostre fiamme a gas, le nostre candele, le IIO!'Lre fia mme <h.l ulio vivono a spt>se ùelrar·ia nello l"lf'R"O mntlo degli uomini che vn·ouo in quest'urla; el>se con ... umano o ... -.i~eno, •·mellono a•·it!o car·bonico ··cl nequa e la flamrno altera l'aria, come I'Rilera ,. la c01 r ompe l'uomo. ACC'tul e ai ii'IIU611ti di'Il o hl C\' nll'ttl·ica incttlld es<:t!llle; éssa 11011 allt'l'a punto la quAlità .1l•ll'ar1a; le trasmt•Lle uu poco tli cu loro. 1110 ' ulla le pr ende, rru la le tlù Quindi ,uJI'alleraZIOIW dl·ll'm·m l'effetto della luc,• eielti'II'U ,. nullo. l n quanto al ro11,;u mo dell'm;<>J~•·IIO dell'aria diffet·i--<·ono rra l nr o i din•t·<oi rn~leriali d'tllttlninawmt', le oli\t'l'"6 c::pecie eli fhJmmn. Parl1urn o di nuovo Jall'uomo. Se t:otnputio n•c> il con su m<> u'os!'igo11 o dell'uomo soc•onc.lo gli ::;.fJf'J·i u1er1 Li cl el V0il su l I'ICRnlbio malt> riRle, abbii'I II)O clJe l'uomn uòul lo sottr ae all'orio 1· ~·nppi'OprtU :J8 grarn1ni tli ossi!!eno per ora; una sola candelo di slearina ne c·o11suma 30, rJUIIIcli loghe O<>~igcuo oll'ut·ia quasi nella ~lPS!"a pr opor-.liOII<' cl'un uomo. l'na fiammA A ga~ .telltl forza illun•inunte di l i cuodele .talla l]URI C SOIIO ('OIIl"U mati 150 Jitl'i di g'l't~ l'ora, j)l'èllde 214 g'l'. di oss i gr~t n , oss1a ,..ette \'Oile più di'II\HIItiO. È lo i-~ lP!'SI) della JH'OdnziOIII' dell'urido rHr bon tco. L'uomo espi r a cir ca 41 p.r. ùi acido C1:U'bnn1co l'ora, una carulolu di stearina che conSUina fl'a lll e Il flt'. di slearina l'or». sviluppa 28 gr. di acido car honico, una l:ìammn a gas della sles~ll luciolilé (17 cantleiP) t :.o gt•. cd u11a fiamma o f'"ll'olio della sle!"sa intensita lumi~t usa 2~7 W· di <lciuo ('U I'bonicn. Quesli innt•ga bi li s vanta g~i ('ilt:l J1 a 111 11lumi11AZion e a gas di fr oulc alla luce eleltrka pu!>sllnn CS:>•·r e moll o attenuati, S•' non Lollt del lullo, in purle con lo aumentar l' la forza della vcnlilnzioue, 111 parte con l'uspot•tazione dei pt·oclolli tli comlm:o-tio11e Jel !!OS. Ad impedire che 1 prodolli delle fiamme a gas si e<>pandanu nella sltwza "'ono slale anche immaginale delle co<;Lru zion i per cui 1 prol LL1 della combus tione sono su b.Lo portati via. Così anello i l calore é dirni nLJilo.
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RfVlSTA
M !-!dianle la vent.ilazion~ ,. l'aspor tazione dEi prodoLli d(:Jia combu:.tione si può ave1·e anche col gaR una illuminazione che no1 t sia nociva. Si può (:osi evilar o l' i ntossicmmenlo dell'aria e il sovercltiù riscaJdamenlo. Solto il l'apporlo medico si è rec-entcmPntP trovato un inconveniente della illuminazione a gas nelle opPrazinni chirurgiche. l chirurghi hanno spesso osser·valo che, 'Luando nella tlluminazione u gas la narcoei clor oformica dura un pocn a lungo e.:l r consumato mo lLo cl o ro ft~rmio, l'arin acquista delle quA]i là temibil i. Il ma lAto è htquieto, il mt>d ico e gli a:.:sislenli comiuciano a tossire e cercano di laea;iare p in preo:; o che é possibile la stanza ; e per LI\ l motivo sa1•ebbe desiderabile che le carnere ove ~i fanno Lali oper azioui fosl'er•o riluminate a luco elettr'ca. Ma s i av,·erla eh~ nella c-amera n on pott·à allora acceut.leJ·si altra fiamma. non !"i ptMà l'h;ea lda t·e con le lampade di Beusen l'acqua che si U!;a per sle1·ilizzar·e g li strumeuti. M a d'altra paPI.P. dove;.i riccJnoscf;!r e che a ucl ro con rilluminazi0n e a gas :;:i pu<i etl'el-
Luare la narcosi dor·oformica senzA pel'icolo, specialmt·nle !ie i prodolli della comhus lione della fiamma, non :;i la;:ciauo ::.pautlere nella !"Lam.a. Si co~lrui~cono lumi a gas, nei qua li i IJI'odotli della c<1mbustrone se ne vannn dentro un caroino, senza c:-pancter si si di ruori. L'm·F~l cosi non ac(]u i!'<l3 alcuna spi<~ cevol e qual il à nnc.he quandn sono evaporate nel la s lttnza gTand i quflntilà di clorofot•mio Ma anche dalle fìarnm e c he sr usano per· scaldare l 'aCI']US l prodott i della combustione si possono m:pot·tare verso l'e:;:Ler no. Quindi, anche ~otto •rneslo rapporto il gas rimane ::empre a fare coneorr Pnztt alla luce elellrir.a. Col gas vi é oucora il pericolo delle e;::plosioni e anche di avvelené:l m l~ nti . 11pr.r icoln del le espl osioni non é molt1' g n:tnde. l'crcltè l'espJo.,wne t~vvenga ,, ueeP-!Isario che vi ='<ia mollo gal':, e pero le esplosiord non !<li('CPdono che ;n !'<lanzo> mollo piccole, ovr faciiCJwule si ror ma una miscela the ,-. 1 et·icolosa, e I']Utlndo si rompe, a u11 tratto, un gr~>s;::o tubo del gas, e cos1 anche m una g rande stanza si spande molto gas. Un'aria che co ntiene 4 p. 100 di ç.:as di carbon fosr::il e,
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quindi un'nria che ha già :111 odore insopportabile, non e!> piode; le esplosiNri 8\'\'t•ngono <~olo ~opr·n 5 p. 100 , ma Anche allora ~ono ;.empre debolr: le più fo r ti esplosioni seguono qut~ndo l'ada con~iene 10-15 p 100 di gas; da '15 p. 100 in su le e:::pl• .o:;roni dr minui>'cono di nuovo. e al 25 p. 100 non accade pru al•·una esplol"rone, mA solo una trAwruilla combustione l,..luando in una piccoln stanza della capacilil di 50 metri cubr l'l'!"ta Alh'I'LO un becro dr gac:, dat c1uale el"cono 50 l i lri di l(fiS l'orn, in 10 oee l'l Ì vPr "AII O l 1/~ mott•i c ubi, il èht> fa solo :l p. iOO nell'aria del iA fl lanza, quindi non vi può esst. r per•icolo di e~plosioot> anche ammesso che duronte que"le dieci ore non vi ~ i a stelo alcmr cambia111enlo d'aria. ~la un'ttrrA cbo con tiene :1 p. 100 di tras di carbon fossile è ~itr mollo veleno:>a. L n veleno~rtà tiPI gas da rllum inazione dipeude pr·incipalmente dall'acido c11rbouico clrP contiene, e ne può conLPtrOr••lìrro al iO p. 100; or·a dallt> r icer che del Gru!Jer·, pubbl ica lo IH) Jl ' A l'r h iv .f'ùr H!J{) i<'n e, l'isullo che l a presenza cl i 1 p. 1000 di addo C11rb onico nell'a1·ia agisce giil come veleno. Quindi se in un'st·ia ~i tr ovR p. 100 di ~as illuminante>, questo corl'i . . ror~dl' n !i p. IIIIKI di acido ctwbonico, ed è giti mollo velenoso. un'arrA con 4 p.lOIJO.li acido carbonico r<>spirata pt>t•IOminuli o un quar·Lo d'or·o è gi!i rapidamenr.e morlaiP; minol'i I'JUantila fii acido car·bonico pos,ono esl"er·e ~opporl ale più a lungo. L'ellello drll'flci<ll• et1rboniro, corn e ~i sa dalle r icerche rlel Grub12r. non aumenta con la dHI'ALa dell'azio 11 E', ma dipt•nde es"euzialrn('nte d11lla concenlrazrone. Piccole coucentr ozioni posc::ono es<>t•re ~oi'I'Orla to per molle o l't> ed anche per· giorni; danuo malallia. mA non mor lP; ma la proporzione di 1 i p. 1000 uccide molln rapidnmenlt! tanlo gli uo111ini quanto ,zii animali, come gli 6>;~>e r·irnenLi lialltH1 dimosll'tlLO. Crei che ;;i devo fare pe1· elilllioar·e il pPr icolo 1lel gas illuminante i• difficile a dir·. . i. L 'un ica pr olìlassi i rnma,:!inabile sar cbbA di to gliere dal gas di illuminazioue l'acido cat·bonico; ma pr·esentemenle !a chimica non ba lro,alo alcun m ezzo pr atico per Lale cleJ,urAzione. A nche il nuovo ~al". il cMì dello gas d'acqua (wa~set·g:as), che è spPcit-lmcnt•• molto usato in America, ,·. ruollo pericoloso. Si ral.>bt·ica facend o ptls~a r·e vapor e ac'lueo ]Wl car-
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b one Ardente, per cui :"i forma acido carbontco e id rogeno. Que~t.o gas illumina per gli idro~rbw•i pesanti di cui è ::aturo; ~.;oolienc oltre il :lO p. iOU di acido carboniqo, quind i 16 volLe piu del comune ga<.; di r·u rbon lòssile. I l gas d i acqua é u mollo buon mercato. e perciò i> slalo introdotto in molli luoghi, ma già sono accadl,lle con esso molle disgt·azie. For se si troverà un mezzo di liberat•e H ga!'l illurni· uanle dall'acido carbonico, e allot·a questo p:as nou sara più pericoloso. Raccogliendo quanto i· sta to ftn qui deLLo, ne eme r ge che la Juce eleltl"ica, segnatamen te la luce ad ar co (alquanto meno la luce a incancle"ccnza) per •ruanlo r ivuarda l'acutezza visiva e il senso del coiOl'P ha un vantaggio sulla luce a gas. I n quanto all'obbaglinmenlo la luce a gas 6 migliore della luce eletlrJcA: lP intermitLenze lu t nino~e c.he sono tanto incomode a~cadono più rrequenlemenle con la luce elel'.J•ica, massime con re lam pade Aù arco; ma questo non ha g rande impo rtanza perchè la luce aJ arco orùuuniamente si usa soln pm•
illuminare grandi spazi e perché pr·esto riuscirà alla tecnica elellrica. di togliere que;.to inconveniente Rispetto alla pro· duzione del calor e, lo diiierenul (• magg io r·e {luce elettrica 1, luce o c-as 20). Inquinamento dell'aria: luce elettrica = O; luce a gas come ::i é veduto di sopra. Pericoli: con la luce a gas esplosioni e ~:~vve len amenli, eJ anche l'aziona speciale sul clor ofor m io. Poichè con l a luce el~ltrica
l'at·ia non si corrompe, i fanatici deliA eleLlJ·il'ità cnnclutlono che basta questo perclri• la l uce elettrica deJ,ba surr•ogare.la luce a gas. Ma la luce elettri ca è causa agli uomi ni di altri pericoli; certamente non av velena, ma puÒ far cadere gli uornini fulmina !.i t! incendiare le case, e r1u~sto pericolo aumt-nla con lo esteoda rsi e il ge rH:walizzarsi Llello luce. ele ttrica. È perciò dubl.Jìo se. quando t'o!'Sel'O illuruinute con la luce eleltrica tanle case rruanle lo sono ora col gas, accadrebbero meno dl;;:grazi e. La il lumillaZione elellril'a, s i so., in nessun alt ro luogo è estesa I]Uanto in America. e la ho raccollo molli ca~i disgraziati avveuuLi in un solo mese. come ::i leggeva nei giornali. T utti questi casi liimostl'ano c he la illumina-
zione a gas e la illuminatione elettrica si ranno ancora concor•renza. Pe1•ò la lotta rra le duo industrie è a gran vantaggio della noc:tra illuminazionr. Allo luce ad arco. che sir llutnphr y Davy d•mostr•ò nel IRI3, sono ora 77 anni, segui c:olo in tempi r·t·centi la candela Jablochkorr. e dalla ~coperta dt!lla ingegno$issima lampada 1llfleretoziaiP Tl+>fner-Ait••neck st genero una vera fame di h: ce, che non fu anche senza influenza t'Uila indnslt·ia del f.!tl!' c condusse alln invenzione ddiP lampade Lt>mens e W Pn liam, por via di! lle •JU&Ii si pu6 produ•·•·e con un '-Oio becco di gas uno luce t!clla ror·zu fino tli 1000 candele, os«ia circa tH.i volle 'lu~lla tli 1111a ot·t.liuarla lìanunu di 1-!aS. Allt• ~cne•·ale ì11troduz•onc della luco ad arco che e atlotLalu per l'ap.-r to, p• r 1 g•·andi locali, :-lUZIOlli d i slratle ft>l'· r 1.1 te, ecc. si oppottt.l la mancanza di V1ahililà ddle ~rnndi 'JII&nlitù di luce, M 1ì1e put) l'a t·:::i Jilctlmcnlt' cnl ga~. Qu esto va.nta$(cio dt>lla illuminazionP a gal'< condusse I'EJison, lo Swax ed Hllr• allu in,·enz•o•te Jelle lanlpade o tncandesc•!nza, con le •1nali ~i oll· 11110 la dc•si.leralA direzione unch~ dPI!o lucP elcllrica. ~l a lA illuminaw•ne a ~as ha ancora un vantaggio ..,uJia l uce Pleltt•ica, rtuelltt di poll.~•·si accumula re in ~erbaloi inclipendciiLemente dAll'nso. In una fabhr·ico d1 gus 11elle t ll·coc::tnnzt> or .linarie, il IAvor·o p1•osegue 11i giorno c di nolle, tltJ· rant•· la illnminllziune, diminuisce. Quand•' nellu fabbrtca ,,i lu lavm·azione soffre momentaneumcnlc un disturbo, la illuminazione non (\ chsturballl. il qtt<~omell•o ha ancora rlt>l g:o"- finché il gua--lo nelln l'abhr ica è tollo. ..\J contra•·iu una ma<:<'himt dinamo·elelll'iCII !avoca f'O io nel LE'mpo della illuminazione; la fot·w ncccssuria pel :ouo movimen to di .giot·no •·esla uwrte o deve essere impieaata ad altro scopo: pet·ciò la illummazione P(t>ll ri<·a e ...empre piu cura della ilJuminazione a ga«. Sono ~tali. è ver o, costruili degli accumulalOI'i, ma Il lor o etfcllo u tile non supera Il 50 p. 100. e ~e nelrappel·ecchio elettr ico succede un guasto, la r ete ù'illuminMione riman<' più oscut;A ftnchè i l guasto non sia riparato. Ma è
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po»><ibile che la elettrotecnica trovi modo di eliminare anche •tuesto dil'cUu. Lfl luce ~:lellrica. ha un altro incon,eniente anco1'a al quale pure probabilmente sarà r1parato. :\1t>ulre la. illuminazione a ~as procede ,;enza rumot·e, le macchiuP diuamo·elettrirhe u i loro motori spesso l'anno, nel lnopo dove sono slahilili, un g ra11de l'racasso. Solto il I'Opporlo igienico le due indu!>lrie gareggiMIO 1'1·a lu1·o. Gli elellricisli fanuo gran ('USO del pcrieolo che vi ha <'Olia !lluminaztone a ga~ Jt'IIA C!:ll'lo~iout- ~· Jell'aneleuamento per acido carbuuico. l r~:~uto1·i della tlluminazione a gas Pnurnerano i casi di iuc:endio o di uccisionf' ùa uoanin1 per la elellt•tcilti. Ma non bi:-~ng-nt~ tacer•• che- ;!Ìil teatri !:!OliO Sltili anct'udaali ed uomim mot·lulmt>nle anelenati dal f!fl!'l illuminante. Fors~ un clunucu t1·ovcra 1111 mezzo di LOf.dai!re COtnplela mente dal gas d'iJiumillàliOnt' l'acido Jj CflrbOIIÌI)1 come l'ttciùo sollìtl l'ico, e a llnru rlu ll t·i mar·r·u clae Il pel'iCc)ICJ dolta esplosione cile, coruo ubbiatno vcclutn, è molto pict.:olo: c forse l'ru::-cirù a un fisico con f1Uakht> llleccanismp eli Logliel'e completameuLe il pericolo ùeiiN scat•aca ereUrica. Anrho• 'lui 11ello !'viluppo d1 queste due ~r·andi industri!!, conac uella ,.lol'ia dello Hiluppo in ...:enel'ale. la lt~lta per la e!:'islcnza ha una par•le grandi'l'lillla . Mcnlt•e '(Uelle si ton:V>al· tomo l'ra loro. crescono e pt·us:per'NIHI lulle e due ::-emp1·o piu, e nni spdlator·i cbc staanto fU<•ra della tolta ci rullt•~ruuno ùellu più chiara lucl' cue abbinano e paghiamo voleulit:ri le tasso che le par ti tombttllPnli ci l'a11 no nec'esRur·iatnenle puga.re. Se poniamo meute allu ~lnt•iu ddla rllumiuazionc i11 gt>Her·ale, ,. mullo Ja dubita i'•• "6 verrit tempo in cui una inùu:Stria soppianlt i•ltier·a111enle rallr•a. La ltlropa.Ja pompelana e la scheggia ùi l~j:Pitt ,..ouo ce1·la!lumle per ~""'PI'l' scomparse dalla scena. dAl tempo in cui. per opera del Lovoisiel·, fu me~lio conos:caulu al proél"s>-o di combu'llHllll', ma non la candela e la lampada At•ganl a d o.io. <·(Jutr·o rui slunno la illuminazione a ga~ e la luc~ ell·llrica. Cosi pal'twerHe ùa quando 8bbianw la ilhrn1ii1A/.ion•>. elettrica, le fubbriche di gtls no 11 p1·od ut:0110 11ù vendono meno gas d i
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prima, né l"i rollo:uma meno stearina o petroho ma al contrario di più. ~fa dappel'lullo la luce é piti chiara. Le 1nùu~Mie per· la :Huminazione devono a\•eee di mira di l'at·e la lnce sempt•e più a buon prezzo che é pos,.ibile, e in qoc!i'tO In luce e!ellr ica non può nncora ga r eggiare col ga~, come il ~as c·ol peLrolio. Dopo le. ricerche di F ischer, Cr yma11, Soyka e Ru!Jnel', ad eguale poLet•e illum ina nte, una ben costruLta lampada a petrolio ùa sern prf', la luce a miglior prezzo, la luce- a gas è alm eno il doppio piu cara, la luce d'EJiso11 ll'fl vollt· più , l'olio vegetale che prima si arrleva Lauto frequcnt.emenle, sette volt.e. lnlinc le C8ndele di steat·ina sono 27 \'O Ile più ca t'e del petrolio, per Lace1·e dPlla cera. la cu1 forza illumim1nte viene a costare 60 e 70 volte più del petrolio; e Lulla via quesle dive1ose spf'cie t! i illuminazione non sono anco t•a !>porile ,Jal meJ·calo, e~"sendo ancora usale per fàvor ire curti gur>li e per cet·ti scopi particolari. Bencltè la lu ce e le ttrica abbia de i va,,laggi s ulla luce del gas, 'JUt's la non ,;;pa r irà ancora dai nostri us i. In qual i casi l'una o l'ultra luce sarà J)referihile, dipenùerèl dal perfezionamento de!In tec m ca . Ari/wc suh judiee li-~ esr,.
Av,..elenamenti 3.llmentarl.
Traend one IL' mo~se da una vera epidemia di 227 casi di intossicazione pe1· le C'ar ni ai Lerale, o;:;servata al cam po di Avor·rl rt,el 1889. i dottor i Labit <' Polin han no racco lto un :;rran numer·o di analogh i falli, dissnminaLi nella medica letterAtura e ti sottoposero alla criLica che è oggid t possibi le gl'ttzie alle ncquisite conoscenze sulla azione dei veleni d'origine m icrobica o ploma.ine. Gli aY''<'lenamenti danno luogo aù accidenti, a sinlomi perfettamente raffrontabili, ma che a l'i!!ore debbono considerar;:;i d'OI'dine ,Jivet· so. Le carni putrefatte po~sono es:>ere, p'!!' la perfetta lot·o cottut·a, steri lizzato ed in tal caso l'avvelenamento ù il porta to delle ptoma.ine secrete dai microbi
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RJVI ST.\ n'JGJK"E
della putrefazione. Ossi vero la slerilizzazio11e non ebbe luoho e r iesci incompiuta, ed allor·a a\l'inlo5sicamenlo s'aggiunge una vera e pr·opria infezioue che l'aggrava e lo coutinua. In questo caso i fenomeni male s i differem:iano ua quelli della febbr·e lifoide; mentre nel primo caso l'istantaneità e la rapida cessazione degli accidenti sono caratteristici. U n'Ritra questioue rannodasi all e acceuuate, quella c ioè dell'uso innocuo o pel'icoloso delle car·ni virulente (morva carbonchio, rabbia, tubercolosi , mala.Uia aftosa, ecc.) .... l citati scrillori credono siano, anche ben colle, non inoffdnsive.
Il lavoro è l'accolto in un vo[umOllO in 8•, di 226 pagine, B. edito dal Doin, Parigi.
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CONèORSI
Concorso al premio Za.nnetti. È aperto il concorso al premio rruinqueonale di li re 500 istilu ito dalla Accademia mcdico- fi><ica e dalla Società fìlo-
iatrica fìoreolina, col titolo: Premio Zann(;tti. Saranno ammessi al concorso soltanto i lavori di autor·i italiani. Il premio sarà conferilo dall'Accadem ia medico- fisica e dfllla Società filoiatrica riunite in seduta plenaria, letto, discusso ed appr·ovato il rappor to della Commissione e'-1amioatr ice dei lavori presentati a concor·so. Della commissione sarà composta di membri scelti nelle due società e cioè d i due membr i della medico-fisica e di uno della fìloiatrica. La presidenza dell'Accademia rmdico- fisica an nunzierà l'ape r·tura del concorso un a nno avanti il termine ulile per il conferimen to del pre111 io. Il termine utile per· la p r·esentazione dei l:wori scadeà il di p rimo ma1'zo 1892 ed i lavori dovranno essere diretti, franchi da ogni spt>sa , alla presidenza deLla Acca demia medico- fìsica, nel R. Arcispedale di Santa Ma1·ia N uova, Fir enze. Tutti i lavori pr esentati a concorso diverranno proprieta delle due società e saranno conservati in archivio. Quando entro il termine di un anno l'autore del lavoro
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p r emiato uon l'abbia fatto stampare per propr io conto, le due societa a vranno il di ritto di pubblical'lo nei loro atti. Nel caso che nessun lavoro rosse pr·esentaLo a concor'sO o che ooo si facesse luogo al conf'er·imento del premi o, le due societa p rovveder anno subito a riAprire il concorso. Il tema designato è: la chirurgia tlel cervello, del midollo sputale e delle lo,.o meningi.
v· n Presidente Prof. L UIGI LUCIANI. l Se!! re tari de[] l i alt!": DoLL AuREL io BIANCH I.
DotL. STANISLAO BIANCnr.
li Direttore
Dott. FELICE BAROFFIO generale medico.
U Collaboratore per l a R .• Mari n a
11 Redat.tore
GIOVANNI PETELLA
O.r Rr DOLFO Lrvr
Medico ài f' clo.ue
Capitano medic11.
NuTt NI F EDERico, Gerenle.
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CASI DI LESIONE DEL CRANIO IN GUERRA Rapporto (H'c••·nlnt" alla UP ~eziuur •l••l cou,m·-~o medico tlt Berlino
La quesrion e clel ia lrapanaziouo nell o fe rite del eranio in guer-ra, makratlo lf' nuo\P scoperte sulla topografia e sulla fisiologia del ct•nello. ;!li sludii rf'..:enti ~opra la commozione. la cou\pres~ione e la ùiagnn,;i lo•·ale delle altre malattie crrelw.ili e l'appu~giu du• •Juesta OfH'r·azione polra trovare per l'avvenire nell 'applit>azione cle ll 'arll i srp~i su l campo stes;;o di halla~lia. non può an c· ora nvt> n' nl giorno d' O)!J.(Ì una •·omplela ::ol uziooe. La ragione di •JUt'Slo fallo. che a primo aspetltl par·e 111 aperta ··ontr:ulùizio11e ··oi pro!!re"'~ \'Cramenle :-orprenderui della elrirur).!ia .. erel11·ale, ùevt• t·~~ere J'irercala nell'u:r. rone dei nuovi prnil'lli li delle armi por·rarili moderne, h<'ll diversa òa quell a tlcr)!t·ossi proiettili !'.i lint.l ro-Gonir i ed O!-{ivali adoperati uellt• gnetTe passate e, quindi nella diver1-itit delle ferile ,·he ne risultemnno: poiclrè, ~:ome ~i ::a, nelle guerre odierne non -;j tle,•e contat·e clte pet· e<~crzione sopro. le ferite di armi biand1P: e lo rerire òell'ranio ~~ausate dalle s..:he;.:gie dei proietlili d'nt·tiglit>ria sono ~empre così gravi, e ~opra80
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I.A THAPANAI';fONI'.
Lutlo ro~i irre~ol1 ri. da nuu puter;;i trarre a luro ri.!uardo nlt:IIJl<L l'oncl u-.ione . l pru1ettili delle armi pnt·t.lllli adottati u;.:gid1 da qna,.,i tutte lt• uaziuni :.ooo pic.r·.oli. ol,lu11 ghi, pesan ti , :a:1111. tlii'firilnreute ddormant1 . .i. La loro trai t'Il ori., i• pres . .cwllè II'Llilinea: e~s1 colp!SCOIIO d'ur.liuarm rc,lla loro punla. ~o tto 1111 an,wlo cl'incidt>nza poco allll"" e quindi la forza 'in1. elle ali distanza òi :.'.500 me:ri i· otllt'UI'<I equiYal .. uLe a IO dlilu;:lttlllllH'tri. si curll'enll'a lulla lll'lpuulu t·olpilo. Per IJIII':-Le qualità dci nuo\ i proiettili le lc,;ioui th•;.:l1 arti. e sp~>l·ialuwutl' quelle dt'lla seC.OIIrlu 7.011:1. s:~ 1·anno "'''''o ,!.! ravi. in cowple~:-u. clelle ferite de1 pruiettili cdlllliru-conJ•:I ed 11gmtli priru • u ~at i. puicbi> la :-~r·olisa da o;;,j 111udo1ta (• 1111nore. P"' picr·ola u pin re~olare hl perdita di ::o... tanza e nell<llllBillt' traccialu e meno coutu,o e lacerato il I.Hl.rl!de della ferila . \l a le liiCS56 t.'liO,-i lerazioni llOil Si (JQ,;,.;onn f l l'e lJCI'Ie ferile dPI cranw. Sl:nza l•!t ll'r I'OIIlo dc.lle 1\•l'lte della pr1111a zowt uallt• quali ;;;j m:uufe... ta l'at.iuot· esphhila del proielltle. le ferile della !'erond., zona ;.araonu. {: rero. me110 estr;-,P. cou scllcg;:iaLure e fe~:;ure del taYolato interno l'i" limitatt'. 3ara meno forte arlt'ile la comrtl'JZiona che le an;<,rllpagna: ma il proietttlc .:llr.tl't'I'SPn·, 'clllprt• lulla l<t ma:.:;a I'Crchralt>. di,-semiuauclu in essa i fl.,lritr os,;ei clelia perdita di so~lalli:a, e. IJIHllldo uon u::.ciri1 tlal lato oppo::.ln. rimarriL int·uot•ato nelle ossa delt·raniu t:o~i :;olidau.ente tl:1 es:;ct·lle clirticile l'estrazione. Le ferile di tJuesta zona saranno dunque parlit:olarmente gravi piit per la ll•.-•ione del ce•·"cllo, che per IJuella delle u:;~a. 1\elle ferite dulia LOI'W zona duvrauuo prc,•alore le fratture a frammenti e t·onuniuu ti\e. wn ,.rhel-(;.:ic ournerose e Jìni òel laYolalo intel'flu, Òt'p rcsse e •·ivolte verso l' iotcnlll della ca,·ita craniana u ,;pinle nella so,.,tanza :-tessa del cervello.
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NUI CASI Dl I.ESWNI'l OEI. C: IIA 'HO l~ CUEilH A
con fcs~ure e,;tese in lutle le direzioni ed ine' itabilmenle contplieale u contusione e n distnr:t.ione del la mn;;sa cerel,rnle. ;i e meno 1'0111~ les,c ri;;ulterannule ferile della cruarla znn.r. poid 1i• ò pruva to che le ~e mp l i ci :;o lc(lture, prodolle da un pruiellile ,.h ... colpi,c·a tan!!enzialmente, ~onu anch'esse acrompagnate rla scltl~ggial ure r. ila fi!ssuro della tavola interna e ra le,.iuue proporzionatamente pir't esle'a della esteroa. ln presenza di tali lesiorri. di r.:ui la nnturrr. l'e.stensione e la ~ra' 'tit :<fuvgHno aclugni r•nncelto ùia~nu,-tiro che ..j pos,.a t1e,;umrre d:rll'<>,;plomzione o d:> i rarauer i este r ni delhr ferita o dai ,.intmui cerehrali che la arcompagnaoo. dehboM necessarraroente perdel'l' una )!ran parte riPI loro valore le o,;servazioni fatte nelle J.(llerre passate. e le statistic'he di opera· zroni cso~uìle hcn ;;oventi ~euzauniformitit ùi intlica1.ione. nelle circo;;tanze pilr diH•r·se e prima d1e le ferite fossero me);se sollo In :'a l vn~uanliit tlell'nnLiSt'plli. E~li e. di t•onseguenza, ~«<ti tlirfir'ile il trarnc dellr. ronr.lu:.ioni eire. nnl'l1e fr.1 breve. non possnno venire conlrntldelle 11d almeno notevolmente moùilicate dal controllo di nuovi ratti. l'er le e1>po~te e1, nsiderazioni. dovendo io riferire alla sezione ~ul tema propu~to per la ~eduta ùi O~!gi · la o·rrtmnazione m ra.ro di fr•rile d1•l l'mniu in !JIIe1'1'a. Ilo creduto di limitarrni ...emplicemente ad esporre lu l>Lato auunle della que~ tione , nr.connando ai punti pri ncipali e pir't controversi per i tpwli c specialmeme necessaria la discus~ione .
Un ).(rau pas:>o nella lltte:.tionc ùella trapana7.ione c stato fatto t•ul sep:1rare le lesioni del l't't vello da quelle del cranio, stabileMio una reale differenza tra di es:'e: poichè, se la trapanar.!one e:;e~uita per frauura del crnnio può avere delle
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LA tiiAPANAZlONE
indicazioni ahuastanza ce1·te. qunndo vi è unJLa una lesione del cervello coi Slloi anne:;si si fonda -pe1· lo più. sul cuso, eccetto ciJe non si tratti ùi semplice ematoma per lesione dell'arteria meni ngea modia. Le l'rn.tture del crnn io non ha nno uno speciale signilicnlo per :>Ù, ma »oltan to per i Iom rapporti col cervello: tu li fra l tu re quindi deltliuno CUI'ill':'\ Ì come LUtle le altre. indipendentemente dai fenomeni cerehmli che le ac: corupagnano , per i qual: non si cleve procedere tliver,amenle di truando Mn vi ha complicazione da parte del cranio . In relnzione n. tale divisione, le 111dicnzioni della trnpanazione per ferite del cranio ~i deltbono tlislinguere io tfuelle che provengono dallo ~lato tlellu capsnln. os~ènJ e in quelle che souo date da lesione o da alterata 'll'ullu rn del cervello.
ino dai tempi di rppot•rate, si i• sempt·e l'itenuto che il primo e pl'inPipale scopo della Lrnpnnnzione fo:-;se di sollevare ed estrarre i frammenti e le sche~gie ossee rlepre:--se n ~:o nfi c cnl.o oelln dura. madre e nel cerve ll o, che danno luo ~o afenomeni di compressione e di irt·itnzione cereb!'alc, e ~ono causa di gmvi complicazion i llogisliclte quali la meninl'(i te. l'encefalite e ~li ascessi cerebrali. o di slnli morbosi conse,·uLivi come l'epil essia, In vat.zia, i distttrhi delln sensihilitit e dei sensi. ecc. Le discussioni però e le controversie dei chirurghi al riguardo sono :;erupre l'tnt e e durano tuttavia 'i ve, pok.llè fl'l.illoi ancora ogJ.(idì vogliono trapaunre per· prevenire le flogosi e le alu·e malallie ce•·ebrali: altri inve~e $Ubortli nano l'indicazione della operazione nll'eslensione ed aliti qualità della Jesione ossea: i pilt inline la deducono dalla t;omparsa dei sintomi cerebrali, r.he inÙiC'ano che nn frammento, nna scheg-
NEl CASI DI LESIOXE DEL t:nAN10 IN GUEJlHA
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gia oss&a od alli'O coqJo estraneo si è r ivoltato e conliccalo neli t. strato cortirale del cen ello . Si deve a Beq.:rnaun l'nrere sernyliOcato la quastiouo della t1·apanazione òal lato della ùepre.ssione e ùell' infossamento nell a cnv ilit craniana dei framwenti , distinguendo le fratture del cr·auìo in òur. categorie: in qu ell e ampie 1·be comprendono le i'C'ssure e le fratture co 11 esteso d ep res~i o ni. n g1·ossi fr•ammeul i, con Vl\iìla perdita di iìOStanza e nelle quali Vi è tanto minore ueressi tit di pt'OI~eùe re ad un allo operativo: e nelle rrallurr lirn11aLe ntl IIIHt picrola e"tensiooe. mn con notevole scltoggiatura del tavolato intorno cd ordinariamei\Le ussni depr·l'sse. come te (l'atltl?'l! p11n1nte dcgl i ìn~lesi, per le quali nou \' Ì i.• mai stato dullltio , anche quando maggiore era la reazione c·onu·o la Lrapana~ione , delln nece:;siLtl rlell'opel'aziooe. Bergmnnn inoltre ila stabili w la r·c~ola, empirica si ma c.onfo r:me all'esperienza; della proporziune inversa della lesione e:;tc1·na ed interna del c1'anio . cio ~, che !JUUnlo i.• piit profonda la depr·e:;siolle c menu estesa in S11perfìcie, di tanto è più ya:;ta e eomplicata la lt:sione del twolato interno. Cièt premesso: quando una fnttt unt del cmn io ili presenta con Lnli canllteri. o si manii'Pstano ben certi i sintomi di lesione dei centri psico-moLo ri della sostanz:1 corticale del cer· Yello. e opinione unanime dei ch irnr·ghi cl1e sì debba tosto t·ir.orrere all 'operazio110, poicli t! la permu nenza di scho~gie os ·ee nel len·ìtorio di r.ontusione del cervello è appunto una di quell e complicnzioui contro le \lllali pu6 esse1·e adoperata con speranza di successo la trapanazione. E l'esito ne sarà tflnto migliore quan1o pi1·, 11 re:~ Lo yj si add irerril . In una parola. la trilpano:(.ione. ese~uita allo scopo di sollevare ed estrarre ~c. il eggi e osseo cle1wesse e ronlir.cate nel cer·vell o, doncbLt> sempre essf\rC, se non [JJ't'ttmlim, poìcbè non e pos;;d1ilc ~ l il iJj lìrne CO Il preci sione l' indiènzione primll della
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Lo\ lltAPA~A'l.lO:U:
compana dei l'enomeni cerelwali. almrno 11rimari(l. appt'll<l questi entrino in :;,:t•na. Ques111 veduta Laorica è co ul'ermaln. thi risu ltati dell'opera zione riportati in \'arie stall,licbr. fra nri in tfuelle tlel ~an crede e del Sedillot: e uella lelter·atura moder·nn ~uno rrèqueoti le o~~en·azionr di completa rrs~nzione di si ntouri òa pnrte del cervello. fra C'Ili <Hiclre dr%1 perdita rii m.;cienza e 1lel coma. apperw venrw tolta rrrw Ilicrola rtl at·unrinal.t sclrt>ggin impiunluta nella dura 111aclro . .\l a coll\-iene nulare drr 1 "Ucces...i delt'operat.IOIIe. fulla l\econdo una tale intlreazione. si riferi;;,·nno. iu nws,nna parte, a frallu re del cranio. in r,ui cr·a limiLatn tanto l" le~ione delle O)sa qnan10 tJuella dd cerrello. e eire et.mo tlovute per lo pin a traumi cornunr: colpi sul capo. percossr. c:ulute sopr:~ 1111 corpo ncuminalo e sporgente. e•;c. l nrece. oelle lesrorr i del er:m io prodolle ònr rnuderni ru·c,iellili. quale applir.11Zione potr·ù avere l' indit•azrune di .;ollrvare 1111 fr·anrmeoto depres~o. o di estrarre uu 1 ~cli eg~ia c·onlircat• nella dura nr:uìte, ge :tltre \'C ne po~'o"c' rimant>re? sr \'Ì sono fos~tll'd estc.;e f!d irracliami.;i d.d ruolo rolpi lo ili o,.:ni direziouet se la eonlu;;ione e IH di:.-Lruziorr e della ::o,tanza .·~ rebralc sono tali. eire niun r;Hrtag;,?io ...i pos~a :lltcllllere arr- \ che da un e.;te;;o allo openrtiru. cltc rinruo\'il o~ni ~an>'n di compressio rre o tli irt'ilnziorret Si tlo\'rnnno consiJerarc wme 'ere ecct!ziorri i casi in cui. dar caralleri esterni e dall'esf'lor·:-tzionc della le.:;imte . non eh(• tlalla lol:al izzazione dei· sinl omi cereltr·;tli alla zona rnoturia rorticale. si po1ri1 sperare con t(U}II Chl' fondamento clrriòurre l'operaziune alla srrupli :e t>'lrazioue di :-;cheggie all'aLLo superliciali, impiantate subito al tlr· solto del luogCJ òell;l fratlura, ,;enza penctn1 r·e troppo prororrdameute nel cern•llu, con nrannHe ed rsami che nnn farc>hIJero alLro che a;:gruvuro rrlal{r:io rm ento la le.;;inno. D'altra
N~'T CAST III l.fi:SIONB OEl. CIIA ~IO lN Gli ll:llllA
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purle 13eck, nella .~ u erra del l H70-7 1. vidt> tlec~orrere favorevolmen tr mo! Le i mpre~sion i la ter·nl i e slris!'iaLIII'C delle o-ssa. tlél cranio.(jltedovev;tno e~snre inevi tnhr lmenle unite a s~.:heg g,i<Hureùellavolalu interno: nt\ ruancnnuuella letteralum reperti net'roscopu:.i di st-ltE'ggic necrotit.zall', ~pot·se nella so~ La nza c'.CI'CIJral t\. :-;onza d w avrs;;cm su se ila lo astel'si od altro !:tuo tlogi"tittl.
Ora. iu vi:-lll !li qnesti fatti. l'nlretiPzza ~~io•'- nPlla Ji.tgnosi ùell'estousiono dt•l ln le=-ione O!'sea e p11'1 anrorot di quel la tlt• l CPrvello. e la lllartt'llliZU di sintomi ,... relmtli jlosiLivi ben distinti. tiHSI'~' spn11lH118:1 In Jtolllt\Oda. ~t-' l<l intlit·azione ~~~Ila lrapanazinuP l'a l la nl sernJJI icw scopo d i ;o;olle1:1re eil e~ Lrane framn11.lllli e sriH~'.!;.:ie os~t~P, rlle :<i t·r·cduno l:• can:-a delle t.:ompl ir:,zion i L~en•hrnli . po,;~:-t 1rova l'l' nPlle ft' rÌII· del t't'li Ilio dei mndllrni prn iel lili IlJI .;lpp lic·.nzinne a ld.a:; t <~ ll ~.a e:;Le:'ll da farln :tt·c·crture come regol:t geue rnle. fn nua parola ~i può fare la rpte,;l.iuue. sr! nel la cura di lfliP~LP ferite. in 1'11i i sinto lll i ccrf\ hrali iu<lit·ano d 1e i• pic'• o rnnno e'ìlì!sn me111 e intaecato il cervello. la trapauazione possa e.•ercitare una quulc!Je iulluemm sull'ulll~rinre decot·:;" della lnsione cerehrale. o in vet·e. ~e nella grantl i:-tsill1n mnggionll 1za 1lei nl;;i l'ope razitH1 e, falla a qnesl<1 :-.ulo ~~··opo. r·iman:-la d1•l lullo s~nza eil'cllo, (ruantlo non riesr:11 alltliritlum rweiva. Bisognll co nres,;ar·c elle Ol'lliTifiÌ lt• li•lld enr.e tlei ch iru r·ghi mirano a se!!uirr nella cura dPIIe fPr11e rompli1'ale ùel rranio le ste,;st~ nurrl'le slahill te per la rura dHIII' fraLLnrt> eomp liente delle altre ossa. e qu indi a limila r·n gl i aLli e le m::wnv,·e operative:\ qnelli slreuameniP nece.::~arii per assit:uran• meglio la guarigi(tOI' della ferita, e ;11! evit~u-e le co mplicazioni ùella inliaunnaz i orH~ e !lcll ::t :o; u ppnra;~,i o 11 e . Partendo da que,..lu puntn di vista. la <ruestiunc della lmpanazionc p!:r ferili" del cra nio in :{trerra verrebbe ad esser·e
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LA TftAPANAZIO\'E
assai :.emplilicata. poirhé le iullica~ioni dcll'uperuzionc provenienti dnlla lesione delle os--a !-i r·idurrehl•ero alle :-;eguenti : 1° ottenere più farilmeule l'a:;epsi medianti' una priutal'ia. eneq!tra ùi~infextone di tut lo il rumpo 1lclla J'nrita, rimuoveudo le 'chej:tgie. i rorpi e,tranet. i roa;mli di ,.an~ue. 1 pr·oiefllli dte fos:>ero r·ima.; li inli~si et! tn~.:ust.rn l i Ira i framnteli LÌ e nelle re~lllll'e della l'rallura: ?n ridurre un a frau ura irn·golun·. a marl.!in i acuili in a l i e laj:lienti. t'OD scheg:!ialure lìni c nwlleplil'i r(lmpletameJILe si:Hw.nle dal pet·iosLio e quindi non piit rila li, oppure cito ~ i spinJ!ODO una contro l'altr.1. o -.i ... postano solto i hot·di. o si inli~goDo nelle parti molli. in una parola 111Hl l'rnllura non ndatta alla gllari!{ione. in oD altra ptit regolare e piti prupria ad es~ere rurata. Co~li alli nperati,·i rirhiesti da t)llt',..lf· cl11e mrlicaztoni. ,.,j 'ienP a soddisfare ancllf•. indtrel.lamente, a quella di sollevare cd estrarre -.cheggio ùe(JrP.;:-:e nPIIa eu\ iti1 eraniaua. 1·he comprimono od irritauo gli ~trati ,..uperlìria li della corte1·.r·ia cerebrale. ~( a il \'Oier fare la trapanazion•• per qnc,..ta ,ofa indrcaxionl'. erig~·udola a rego l,, ('.o:-;lanle od as:-;ol nla Ù<t :;egnirsi io tutte le lesioni pt•r a~·ma da J'uoco del •·moio, rome si l'nrehhe nelle fratture per· traumi l'i''lmuni mollo pii1 limilate e meno ).(ravi. romiurrchhe il ptn di>IIP Yulte a •·ompiere un'operazione souza sa1po o qu iudi priva di risultato. co n ag)!raramento delle t•onòizioni ciel ferito e con perdita di tempo preziosissimo sempre in ~urrra . ~
•• L'aperLtu·a del cranio è prima di Lullo indicala per la disinfezione della ferita, specialmente se vi i· prohnhililit che
NEl C \Sl DI I.R-.rONE DEl. t.:llAi' IIO l~ GUERRA
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vt siena pC>notrati Lle i ~e rmi d' inl'ezwne. Senza so llevare i mar~ini dr una frattura 1lr•pressa. :.enza togliere le scheg~o:ie mobili, senza dliatarc le l'essure o le solcature cs i ~te n t i non si può diligentemeot€1 laval'e e pulire la fer·ita. allontanare i coagnl i tli sangue. e:\lrarre i corpi e:;lranei e l'are una completa ewo,.la-.ra aorhe de t 'a,-i {lllt piccoli. L'estrazione ùell o ;.~.: h eggie deve però essore lim it:1la al puro D CI'e~-..ariu e re-golata -.econdo i di,•ersi t•asr. Collo scalpello si tlevotw pun.' dilatare le fes ..:ure e lo sulcature. per e:.Lrarre i corpt è$Lrnnei tima.::ti trnpiglrati in e:;,;e . )Ja ~i ùovra trnpn.nare per rintuovere i eoa,!.!t di di sanguo raccolli so ll o la parelc> os.:ea ùel nanio. net t[ttali pin farilmente ,i annidano i gerr111 <L'inft'zione? È qul'~lo no rtuesito da risoln•rc: Bergrnann però il di upiuione I'Oillral'i\1, poil'lu'• le res:;nre. grazie :dla clastici lit dell e os--a del cranio. ~i rir· liinùo uo immeùiatament~. e eo,i re~la preclu'a o~ni via alla infezione. Per l 'r.~traz i one dei proiettili ,·. 11\ idt?nte cht• non si dehha pro,·edero ro n norme dh·erse dn quelle che t·egolano l'estrnziooe tlelle ~rl1egg i e. ovitando oS!ni manovra ro llo :-peci llo che po.-:.a ag;,!ravare la le:.ioue cerehnde gia e~i:-ten te . Il proiellile si dOYij rimu()vcre qunndo :;i rin viene superlicinlmente tra i frnmmenli e le sclteggie della frallura . come si pratica per )!li altri ,·ot·pi e:;lranei. [n Olo(lli c:-~~o. la pet manenza dei piccoli pr-oietLrli tlel\e armi moderne uon :>ara 111ai piu gnne della. losione JH'odolla, o di quelln che si può fare co i tentativi d'estrazione. L'oa 'lnestione da farst 1' quella dell'applicazione del drenaggio. quando s i r~nu st:He lese où inri~e le meningi ed intn.rcata la sostanza cereb rale. Il Le--~er, por nutnerosi rasi di fratlnra romplicata del cranio curati nelln clinica di Halle. si è potuto 1'onviocere r ho il cervello so pporta n~gai bene il clrennggio, il quale può os-
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TUAI'.-\~AZIO:\E
sel'e tolto .lopo 24 ore . L'llol'sle:. ~lart'\\Pil. Lut•a:-: Champioouit:·l'e ed aill'l chi rur·ghi invece null l'atlo~wrano. pel'clu., le ft'l'ile rlel cen·ello gnm·i:;eono ass<li prc:o.to pel' prima in lenziotH'. ~nn vi i· duhh111 clte la ll'apanazione de .~lmata ad a.;;<;it' tln\l'e l'a'>rp~i tl1 una fPnla del Cl'.i lliU dd il m t'''''' l'falla ti pitt pl'eslu. pet· cui rJni nun ' i puu essete q11e,;ltolle di rr·tpanazione p•·inral'iil o ~eco nd lll'ia. L'opcl'azioue ,·. tan LO pir'r n f•~:c;;sa ria nelle l't'l'ile non rrcen ti e in rui vi sia sospetto d'ioft·zinnc. ~: pot llllfispeosaltilc· quando. in una fer·ita t•h•• :.i ritenne d tp· ptulctpto aselliea, ~i manifestino dopo p.wlti giorn1 segni di Jnft·ziont'. 1' ~pecialmente se appaia la ~upptll'aziune. \l a la Lrapauaztone può .nere una l(IWiche influ enza ,ulla meni ngite dill'us~ gut in allo? \i sono tnllt' le ragioni per supporre nppeua nlLI'ndibil c il f11 rLo. L'i ndicazione della ll'apana;done per t•tdun·e" ··olio ;;ca lpellamenlu tli punte os•ee e •·alla PSII' .ztnne d t .;rlto·.!gi~. una fraiiUt".l non adalln alla :.!llill' ).!itme iu una più nl:.olaJe e ptit prupri.1 ad e:;5('1'e I'III'Hl,t. é ila applicar:.i di preferenz<t alle ll'allun• ehe ,;ono poco e~l .. ,e, ed ;dle ~dll'.!;.de ed ai frammenlt fi rn ilali aù uua rislt'ella superlil'tl' di'l rraniu. IJua nto ma;.cgiorc 0 il campo elte de\'e a\'et·e la lr.1panazione. tanto menu 'emlu·a ~>~~a ;o!in·qific.•ta . .'\on lo s:uelthe poi alfano . du\"e it' p •rlt molli o.:lte 'kunprouo le ~rh"g •ie ,,.IliO iutal!P. pot cili~ non si può giudtt'iil'!' qtHtli di esst• 11011 "'iattu piu vitali: d'nil r·a pai'Le. In loro eliminnz.ione s11~.:ecde ~e nza ahhtJttd::tllle suppurnzione, da pOLcr:;i riLenel'e alfont·unllo qnalsh~i pericolo clt meningite. L'indicazioue tl(•ila Lrapnnaz one pe•· il',;Joni •Ielle o,;..:;n drl cl'anio compren le pure l' e~tJ·azione ti t se,!..rtnenli ,,~sci già staccati, o la re:-.ezione di porzioni ùi o:.~a necru~il!P prima della fomu,zion e e dt>lla delimiwziout' tlul sequestro. allo
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\El C \ "1 ll!l.E"lO~E ll~l. CR.-\'110 1:-ì r.rERHA
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scopo di abbn•viare il lnn)!O pel'iodo di Sltppurazione e cosi allonuware il per·~t•olo della 111cnin,.(ile. Que ·ti s:rrehhero i casi di Lr<J panalion c> secmtdu l'la n trmli ra. l div~r:'i i alli operativi ese;.(ui li sopr;l il aanio pnr sod disft~re alle mcliea1.ronr so\ ra accennale. t's~en do ;.:lr S't.•,si di quPIIi che si praticnuo in pari cond izioni ~ ulle altre pllrti dello sdrclet: o. po.,;,ono e;;,erP crHnpruti senr.n il trapann, ma solHl Ili O co llo :-cal pel lo ed il mar·Lell u c cnn appos ite pinr.ette, tena!!lie e ::olle,·aturi. Qua'i tuili i clrirnr,!!hi O,!gidi ~uno par· ti gia ni dr que,;to mezzu di apertura del c~ ranio. p('rclrr piil sc nrplice e sopmt111lo il più adatto nelln pratica ch irur·g-i.;a di guern1. \ rlopernn do scalpl'lli sottili c I<'J.rgeri coltr~o:lit'llle ora piano ed Ma cnn,·essn. t' .·on t•olpi hrP\ i d rli per lllt'1.&o di llfiUHP'Ielln di lt'gno, non :-nlo si possono to ·!l ien~ degllorlr aruti e IL'\ nre un largo pezzo tl' o.;~o ~ iu o a tullo s p c>:;~;o rc della lamllla E':'lerna . IIm riese(' cl t r.tre delle aperture re~olari e lisrie, ùr~erminn n done la direzione como !'i fi\ col colto>llo nelle parti molli. La \'CI'U ope t'nzione delln lraparwzionr, l'apertul'a cioè della ranta l'rauira falla cnl trapano o l t trrfi na, con cui,, esporta un pezw di 0 $:'(1 tli una determinata forma e granller.za, è onnni risenata ai ca~i. in cui occon e di pratirll re nel crani o una liU't!a b•·e,;l'ia per S\'Uotare \'asti cmntomi, per t•imuovel'e rurpi :Sirani~r·. c'ume la pun ta di armi eia taglio rim:bla infì$5:t nel n·anio. o por· compiere gl i nrdi li all t opera lh i di cui og;ridi si ''artla la l' li irur·J.(ia cerebra le.
..' t'ion vi :'.Ono O:<:'el'\'rtzioni d iniche t·crLe. nt:• falli sperimentali proval• per dtmostrare che la trnpnnazione po:;~·l e~en·i lnr·c qual clte inlluenw su ll e lesioni del r,ervello esistenti al
di solto di una frnllurn del cranio. a meno che oou :~i traui di qualche s•·heg~ia o allro corpo estraneo r11uastori infi:-so, con1e uoa punta di baionclla, di 1H:iaholn, et:c. Si pnò quindi stabilire il principio. che tutte le altre alterazioni traumatiche del cervello. compre"a la contusione di una lilllitata area di esso, non rich iedano la fJ·apanazionc. la quale inYcct' polrit lrO\at·e una giusta applicazione nel rimuown• ~li e:-.iti della leswne. che. a guarigione compiuta. siano causa di epile;;sia. di pazzia o di altra nenol<i. ~i· sinorn è ;;ta io confl'rrnnto che questi e:;iti cousccuti' i alle ~r·;n·i lesioni del c'l'illtio. e spectalrnente l'epile~sia . st pos5ano prevenire col la Lrnpanazione preveuti va: anzi \'i sa· relthero falli in contrario. come •ruello rilevato dal 1\.leiu dalla revi:-ione degli il1\ alidi delln guorr·a eli ~ecessione di America. l.)uiodi assai semplici<' li ~ te si presentnno sino ad ug~r le indicazioni della LrapamiZlonc per parte del rerrello nelle rerite del cranio in guerr·n. le IJ•tali si possono ridurre ulle segu('nti: raccolta san)!ui;.nm nella c,wili• t:ra11iana . cltc ne limiti lo ::.pazio lihero e quindi dia luogo a gra' i fenomeni di c.ompress ione, cd ascess i c·.oreilrali. Le mcrolle sangui)!t•e endorra11iche. nellr quali la !rapanazione ha maggiori prolmhililil di sucr.csso, sono gli emalomi al di ~opra della dum madre per le:>ioue dell'arter·ia meningea media. perchè e:)si :;ono ordi nariamente cirroHt'illi e wpel'ficiali. e percltè pr('l>Ontano :>intomi più caratteristici ·e distinti. L'arteria me11ingea media può essere lesa ùireuamctlle dal proiclltle e da sclte~)!ie o~see. o lacerata per lo sposlnntenlo 1lei bordi ili una ro~s u ra dell'osso: in t.juest'ulliruo cnso la le· sione dell'arteria può fn1.s1 dallatu opposto del pnlllo colpito dal proiettile.
'\'&l CASI DI LRSIO"\'E DEt CR.\ '\IO D" G U~IIRA
l ?l."Ji
l versamenti sa nguigni al di sOW) dell a dum madre, essendo per lo piu diffusi . non si possono VLLOWre: e, se cil·coscritli, si assorltono spontaneamente. In questi ultimi tempi pct·ò sono state pubhlic11le osservazioni di emorragie cnuocrani che al di ::;otto della dura madre, o tra le pie meningi, o nell <t sostnnza cerehrnl e slessn, nelle quali co lln. trapona.7.ione e col s ucce~s i vo allontanamento dei coaguli di sangue si è avuta la pronln atten unione ed anche la scomparsa dei fenomeni di compressione, e in alcuni an che la gu<11'igione. Tali sono i casi di Owen, di Allingl1am , di Bali, di Lepin, rli Lncas Championnir\re (io cni si Lratrava di nn aotico rocolaio di apoplessia cerebrale che risiedeva nella circo uvoluzione frontale·ascendente), di Armst rong, di Se huei· der, di ~Tacewen. Ua si pnò osservare che nella maggior parte di Cfuesti casi In tmpn na~ion e fu pralicn tn pochi giomi clopo la w mparsn dei fen omeni di coi'Upress ioo e, e elle perciò è ammissiJ1ile l'ipotesi che il sangue strn,·nsnto potesse in seguito assorbirsi, tanto pilt clte la qnnntiltt estratta coli'Oj}er·azione non fn mni considerevole, e in un caso non maggiore di 25 gr. D'altra parte, nell e feril o J el cntni o per arma da fuoco le emorr-agie al di so llo tlelln. dnra rnndt·e sono pet· lo piu complicate il. gravi guasti nel ccn'ello, rln. rendere molto ùitlicile In diag no.~ i dell'emolTagia. e nullo il risul tato dell'operazione. L<t diagno::i della compress ione ce rebrale da ematoma pt·cùtll·ale nelle lesiotu d'ar·rna da fuoco del cranio i• quasi sempre clinicile, perdt ù vi si uniscono per lo pilr i sintomi clelia commoz.iune c di altre pilt gravi lesioni della sos tan~a cerebrale . .\1 riguardo della commozione si può osservar·e, c•he nelle feriLe del la t~ zona dei moderni proieLI.ili , in ~~ni l.ulla la forza vivu tlel proiellile si concentra sopra un punlo limitato del cran io. la scossa che debbono risentire le pnl'li circostanti
l
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~arit a~sai
I.A TRAPA\ .\Z!O~E
minore. che coi \!rossi proiettili cilindro- co nici usati per l'innanzi . [ si nl omi ùella. compressione ~c re lll·ule tltl enwtoma preJurale per le~ ; on~ dell'arteria meninge.t media, o•auamentc riassu111i dal WiPsmauu di Zurigo, sono nllhòl :;tn uza spicc.:a li per dare un a~pet to lipico a que~ta forma ùi l f'~ionP cerebrnle. l.a natura c'Oilit•ale di e:'~fl c per lv più c limu~trata cblla (' !) t slt nza. al princi pio, della n10noplegia hrncil iale dC' I lato op posto, che $i trasforma vro~rt-ssi ,·ame n te in eulip'e.!·a cotnpleLa, pc·r l'esleus'one della cu mp! e:',iOil C\ <Hl IIIH\ piu j! rnn parte dl'lln t.onn motnc0. Non vi C:• mai paralisi i~olata di una eslremcla tnfer'ore ; st os,ermnu uwece rnnntlstùnt. nfa~ia e disLurhi di sf nsi hi liLil, vel"L:iculi e relln li; infine ~ ub e ntrano la .;unnolenza, lo !'tnpore. il •otu.o e la morte . Il St'~nn cural! et i~tico pitL i111portante c la compnrsa dei sintomi, e ~pe ci::lme utc• del l'euliplegin latet·al e. soltautu alcunn ore dopo ilHfDIIIil la lesione, e il lc11~ro..:ressivo .• urnento man mano c il e Si forma C ,fU II1 C' I1t<l il Yers 1111e 11 L0 Sallguigl1 0. w :eSill!l tlll rerò ammtlte che i fenomeni di c·ompres~ioue pn~,arw manirestar,j apperw 1:5 minuti dopo l'acl'ident~ e ri l:l rtl:tre ant•he sino ;d 31 o gio1 no; ttHl il fai( o onlinurio •" che es::;i 11011 si mostrino prima di i- o,., ore. quando il ~angne ha poluto raccoglietsi in sufli cienLe quan tilil. ni· "i fnrriano ll::;peLLnl'e oltre 1'8° git~t no. ()ue,to fatto tru\'U una coufermu nell'ordin•• di frequenza con l' Ili rimnnehberu le~i, set·ondo .l aco h~on , il tronco e i rnmi dell'atleria me n in)!ea media: prima verr('hbero le lirandte terminal i. poi la po=-teriote, indi l'ante1·iore e ultimo il u·onc o prinripnle. Tafe t' il quad1 o !'intomatico della cumpre.s:.ione cerebrnle per emorrllgia dc:ll'nrlcria meniugea media: ma si può l'ad imente comprendere quali variazi oni po:\~a st11 hic·r que.;;tn fenomenologia clinica e crono lo~ica nelle ferile d'anna da fuoco
NIO C.\:-;1 1)1 l.KSIOi'\l( llRL 11\A~HI l\ !iUl•llllA
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del t:ranin. ed anzi pt>rdere da,·anti ai ;:intomi duti dalle gr:n·i lesioni cet·c,hrali ogni suo valore. ~~di spC'cialc importanza per l'atto ••perali ro il delcrtninat·r l'e:>ten~ione e la sede dell'ematoma. IJuandn non si !JOs:;a de· snmcrlo dalla ispezioll(\ delltl fpr·it.l t>~le rna. sino a tpwl punto sari• pos5ihile una din!.!nosi different.iale •lclln qualil:'• r della posiztone clt·i direr:>ì ernatOIIlt, fundat.1 sulla t•ompar~a tli sintomi che i riferiscono più alla parti' anteriore. o alla media, o alla posterioru del renello appltcnlo alla curr'ispondenle parte del cra nio t Lo conclu:.iuni dia,!!nostiche che si possono trarre dal complesso ùel qmulro rlinico ùi IJUOsti cli\•ersi ema tomi non l'Clou nè numerose. nè del'i,;ive: .-oltanlu qnanùo \ t sia afasia si pnò <JilllliOile rr. una più forLI\ diffusione in \Iran ti e a :-ini;:tra, e t(ttao du irl\el't' .:;i pre~rntinn di:ilurhi di seu:::thdltit de~li arLi si pnl1 ~;onehìuderc per nna ma~giore dil'fusione in addietro . Stabiltln la dia~nnsi ùi ematoma per le:>ione dell'arteria mcnin~en media con f<'nomeni gnl\ i e progressivi di t·omprt>" siune (j<'rl'hrale, hisogna tosto ricorrere all'allo operativo per sYur.tare l't•nutlOIO:t e pratic-are l'occlusiorw temporane.t o de · liuith'n. d<'ll'nrtcrin fe rita. l.a prn~nn:;i di queo;ta lesione curata senza la trapUD<tzioue (\ decisr11non te ~favo revole. IJi 9\l rnsi rarc·olti da BPrgm ann , ((i "oltnnto -ono guartli. in l:? dei 11uali ti .;aogue si tora \ersalo all'e,;Ll'I'OO. "d in :l renne fa1.1:1 la trnpanazìone. ~an crede cita. ,;u i-0 opet'ali d1 lrapan.tzione per emorragia dPIl'artcria menin~r><• martin .. ~~. successi e ICi IIIOrli . Ber:!mann. al Xrvo t·ougresso tedesco di chirur~ia . ne riporta '23 con 20 guarigioni. Le sta ti stiche di W ie~mann e di Rlume ~ono truppo note perehi• io qui le ricordi . Le •·outro· indirazioni dell'operozione sono date specialmente do1 segni di compressione dei nen i della bas~ ùcl era·
1 tHO
L.\ TI\.\ l'A \AZI0\1\
nio: dilatazionP- ed iner1.1 .1 della pupilla. JtOisu rapido e respirazione di Cùeine e Stol-t>s. Se 'i sono òei :;egni per ricono••·ere che 1\meria ~nenm gea o le ,;ue branche terminali siano state le5e dai framuwnti o dallt' scheggia della frallUI'U. lta la dilatar!! questa •·on uno sen ipeli o, togliere !e sciH'ggir. l'imuovtwe con un cucchiaio lo spnndi menlo sang-uigno e cr rc~a rc, quando i.· possibile, di arferrnr l'arteria e di farno la lcgnturn o la lra::li~s ione pe1·r·u1anea. La compres;;ione dell'art!'rin contro le o.>sa tlcl •Tanio pe1· mezw òi :'trumenli :'peci:lli nou ha dato sinom de1 !tuoni ri,-ull.lti. ~Oli l'IIISCendosi in tal modo ad arre:.tare rellloi'I'O;!i:t , :;j può pa~:.:art> alla legatura della •·arutide comune. Rergmano consiglin in que::Li casi iltampon.llnt>nlu della ca,·itil con della garza iodoformizzaL'l. che ;;i puù laseiare in sito per due o Ire gioru i. Se l'f•mntowa non ::i l r0\'11 in ('Ot'l'i~pomlenzn ùirella della fr·n.ttUI".I, cMicchè si de]Jl•a Jll'::llÌI'tlre una nuova apertura del cranio. •·ouviene re){ularsi :>econtlo la posizione dell'emniOtna ind1cata ùai ~intomi rli localizzazione. Pd applitare lo ~ralpeilo o la corona di Impano m•l punto Cll/'l'isponùenle. Per tro,ai·e l'arteria men1ngea nltldia vi ::ono i ùue pro,·essi di\ ot:ht e di 1\ ronlein: quest'ultimo,. ~pt>cialrnrnte rm:comandnllilc quando, dopo averi' slohililu in modo cer•to la diagno~i di ematoma e se questo non si t1·ori al di sotto delln porzione 1li cranio trapanatu. I'Olnt' pnò accadere per gli emntomi pnrieto-occipitali, siH 11e1·e:;~ario pmticare una -.e.~o nd a nperiUI';I. Ln tuili i casi, quando i sintomi di localizzaziouc, fra cni la pamlisi o l'nfasia, non hanno tutta la nellezza desiderabile pe1 mdirare il centro com pre$so della col·teccia cerebrali.'. si potrà sempre trapanare a livello del passaggio dell 'artena e
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~El CASI Ul LBSIO~E DEL CJ\A~[O lN GUERRA
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nel puntn in t;ui più frequeni.emente se ne veri fica la lacerazione, ciO!'· ad un pollice e mezzo in addietro e ad un mezzo pollice al di sopra dell'apofisi angolate esterna. ,facobson cre(le che questo punto classir.o sia troppo basso e cousiglia, nella mancanza di segn i certi di localizzazione, di operare più io nlt o, nd un pollice e mezzo in addietro e sopra dell 'apofi~i angolare esterna.
Dove appnre pii1 evidente il valore della trapanazione del cranio "i è nel trattamento ùegli McP.ssi cerebrali. Bergmann e ~lacewen sono di parere, che gli ascessi del cervello risultino sempre dallo stato settico di una ferita del era n io, appoggiandosi al l'allo che ad ogni ascesso cerebrale deve pt·eccclere 11na t'erita comllnicanLe diréllamente coll'esterno , o cnll'i utermedio delle fosse nasali o dell'orec~hio. Qunntunqufl Bruns abJ,ia osservato qnalche caso in contrario, i' certo r,he il vero asce,;"o cerebrale si forma quasi esclusivamente nelle lesioni penetranti del cr·anio. e mai nelle ft·auure soltoculanee. È Lecito q11indi sperare l':lle gli ascessi consecutivi a feriLe del cranio in gtlet·ra dehl1ano ridur:ii a ben esigue proporzioni a misura dell'estensione elle potrà. prendere l'anti sepsi nella chimrgia di guerra. La divisione degli ascessi cerebril li in snperficiali e profondi ~ molLo pratica, sia in rapporto alla diagnosi che al metodo Cnl'ativo. Gli ascessi superficiali o corLicali s~ formano nel sito stesso della ferita. per la decomposizione de1 prodoLLi di secrezione, nei qnali vengono ad annidarsi gli agenti piogeoi. Questi ascessi , rhe :; i fo rmano duranLe la prima sino al fine della seconda sellimana dal la lesione, sono generalmente diffusi e 8'1
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LA TRAI'AI\t\ZIO'iE
sovenli accompaJ.{nall da meningite suppurata del la conves!'ità. da cu i non t'difficile dilferem.iarli: l'~!\i ,-i possono quasi cous1ùerare come una riteoziune di pus nella cavitù e al di sotto di un1t fenta. L'ind icazione dell'opcrnziune si desume specialmenLe dai segni della suppumzione e dall ' aspeLlO esterno della fer1 La. li li ascessi profondi suno onlinarinrnenle tardi,·i. a meno cl1e nu11 proveugano da Lrom iJosi dei sen i della dura madre; come,. saputo. questi ascessi possono ma u1festar,;i dupo mesi ed anni dalla lesione. E si SI "''iluppano tanto iu !'eguito a ferite d'ur111a da fuo(:o co11 permaneuza del proì·euile, quanto per fenla d'arma da tar:Jio, di rui la pnnlu sia rimasta infissa nella ca,·i tit cn111iana. u in sc~uito a frauure comminuli\'e nelle quali t[ualche sr heggia o!ìsea sm stalu cacciata nella sostauza cerehrale. l'are tuttavia rhe predispongano più facil mente alla formazi11ne de;.!li asces:,i cerebrali le fraLLIIJ'e seguite da un lungo periodo di suppu1·azioue, poit·Lè sono frelfUenti gli ascessi couseculi' i a necro;,i traumatica del cranio; d'onde l ' iutp(lrlan;~,a. oltre r.Ile di una perfetta asepsi. di quegli aLLi upera11vi :-.opra ncoraati, dte :Sen·ono <1 regolarizzare una frattura del cranio e ad accelerarne la ~uarigione. l sint.omi tlegli ascessi ceroltrali so no st.n.ti divisi da Ber~mann 111 tre categorte: l 0 segni della suppurazione: 2° :-.egni Pndot'l'a oici: :3° segni di forolaio. Tra i sogni della suppurazion e si attrilluisco una l-:rttnde impurtauza alla temper·atura. rhe è stata diversamente apprezzata. l 1'-intomi di compressione !lono giit stati discussi. l più importanti per la tempia sono i -sintomi di focolaio. Questi sintomi non sono sempre nellttmeute marcati . percbè :,e la ,o ·tanza ;.e-rigia resta intatta, l'ascesso può estendersi a tullo un lobo e anche o Lullo nn emisfero cerebrale sooza che
~l C.\SI Dl LES!Ol'I""K DEL CIUNIO lN GUERRA
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si presenti un solo sìntonhl di focolaio; a mi. ura che l'ascesso si an-icina allct corteccia cerehrale rammollendola, i sintomi di focolaio entrano in scena. ~on t' i1 caso ch'io mi fermi sopra di essi, abbasLnnza noli a tolli. Ricercanòoli secondo ror·dine se0uente: sintomi di paralisi. sintomi di convulsioni e sintomi sensorii, e collt'g:wdoli coi precedenti c collo stato atLuale ùella feri ta , si potrà giungere a fllre la diagnosi di sede dell'ascesso cerebrale. L'operazione però deve essere limitata ai casi Li pie i. nei qual i lulli i sintomi concordino per· In diagnosi di sede dell'ascesso; la trapunazione e:)l>loratim non é giustitìcata che nei casi in cui tutti i dati diugno~tici oe dimostrino la oecessitit. la trapanazionc. per ascessi cet·ehrali può e:;sere falla o col metodo classico del trapano. od e:.porlando l'os~o collo sca lpello ed il mar'tello, o co n istrumeuti particolari quali: In sega di IIe.'. l'o. teotomo di Ffeioe, ecc. Cia~cun operatore ha i suoi islrumenti ù1 predilezione: in Germania si adoperano pitl volentieri lo scalpello e le forbici; in .\.merica, in Francia, io lnguilterra, in ltalia si preferisce il Lrap[lno. li sito dell'operazione ù indicato dalla po:.izione della ferila esterna per un buon numero di ascessi co rtica li, e dai sintomi di localrzzazione in rapporto con la corrispondente superficie esterna del cranio negli ascessi profondi. I punti tli 7'ept'l't' piiL necessari sono la srissura centrale o di Rotando, quella del Silvio e l' inlerparietale. lo non mi nnesto a descrivere i numerosi processi idetll: dagli anatomici e dai chirurghi di tutti i paesi per determinare la direzione e ltt po:;iziono di queste solcature: mi permetto solo di cilnre il metodo ciel {;.iacomini per la sci.;:mra di Holando, che io ho visto appl icare duo \'Oile. e con felieissimo r·isullalo, nell 'ospe-
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LA TRAP.\NAZJO:\K
dale di S. (; io~anui della ciLLit di ·rorioo. dall'e~regio dottor CaponotLO chirurgo pnrnario. lu IJUesti ullitni temp i, l" l ech~ig ha proposto un completo ststema di cranio-topografia, col quale si riuscirebbe a determinare delle ar·ee molLo pi11 lnuitale della corteccia ccreùrale. .È inutile <~ccco o are aUe precauzioni antiselliche che deùLono precedere l'operazione. Le incisioui delle pat·Li mol li pit1 usate sono qu elle a T o in c1·oce, praticate sopralullo in Francia. e le incisioni semilunari a con .. e:.silà inferiore preferite 10 A.merica.. in ln6hilterra, in (~erwnuia. Ciascuna di queste incisioni olTre dei vantaggi e degli inconvenienti. Il periostio viene ordinariamente diviso colla pelle in un tempo solo: l[orsley lo incido in un secondo tempo con una incisione in croco, nel cenlt'O della IJuale applica in seguito la punta della piramide del trapano. Le dimensioni dell'aperlui'U ossea sono Yar·iahilis~im~:~ e debbono essere determinate dalla posizione e dalla estensione dell'ascesso. Bergmann la vuole in generale piccola. per evitare l'ernia tlel cervello . Horsley applica invece due cot·one di trapano di ;) cenl. di diametro, c ra saltare il ponte osseo che le separa. la Francia si linlltn la prima apertura. riservandosi di iogt·andirla quando ,., necessario. Pralit:ala l'apertura, conviene esaminare la dura madre, poichè dal suu aspetto si può. sino ad un certo 1punto, giudicaredella presonz.a di un ascessu-cerebmlo. OrdinariataenLu la dura madre si incidfl anche io croce: Horsle~ ÌO\'ecc la tagUa per ' 6 della circonferenza dell'apertura e~terna. leuendo:;i a 3 millimetr·i da essa. · Ciò fallo. avanti di conlinuare, è qualche >olia utile fare
\El CASI 01 I.KSIOXE DEL CltA~IO lX GL'kRRA
J t X:)
precedere una puntm-a esplorali\'a. ripetendola anche piit vol Le; B e•·~rm an11 preferisce una piccola incisione col bistori. L'ascesso '\ npe•·to con un bi stor·i irupiantato nella sos tanza cer·ebrale: si di lnt:1. occorrendo. la cuYi lù colle dita e si lava acclll'atamente con una soluzione anli ~etlica. ~anatil propone anche di rasd1iare. qu;mdo i.· pos:oihile. le pareti òell'a:;t'e$SO. È sopralullo nccP~sario di cooservnre aperta l'incisione. ciò che si olLiene npplica nrlo il dren:11[gio. Onesto ò U$SOintnm.enle necessn rio nella cura dei focolai pnru lenti del cervl:'llo, e tutti i chirurghi ne ronvengono; ~i può adoperare un tuuo di caurrhouk con un'apertura laterale. o anche una semvlice li sterella di gnrza !\pinta con molln dulce1.za nella ca' iti1 tlel· l'ascesso. 1-Tor:'le.\ unn In scia in sito il drenaggio per pi lr di :M. Me. Negli a5cessi cortictdi com pli c<~ti co u l'rallure comm inutiYI' delle ossa del cranio, nei quali In ~o ... tanza cerebrale che ri•·conda l'ascesso i_· infillrata di pus. ~i possono anche esportare strati di sostanza cerpbrale. È n eces~<ll'iO di procedere in tuLte queste manovre colle piir minute re).!ole antise ttiche, a cau stl della grande facililiL con cui le meningi subisco no l'i11fczione. La cura con;;ecntiYa consiste nel riunire con dei punti di catgul. o meglio ancora di seta finis,ima. la dura madre. e nel fare la .:ntura delle parti molli. Macewen il primo ha rimesso in siLo, ro n successo, la rotella ossea segatu: dell e e&perienzc fnlto dopo di lui so pt'n gli nnim t~ li aVTellbero dimostralo che l'o~so nderi sce di nuovo alle parli cireostanti e non alla dura madre. Ho rsle~ conserva, durante l'operazione. il disco osseo io una soluzione di bicloruro, e prima di rimellerlo in 'ilo lo frammenta. Con una Lale pratica si prelenrle di opporsi all'Proia del cervello.
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L \ T I\ AH NAZlON&
Gli accidenti rhe possono sopravYenire nella Lrapanazione faLLa per dar es ilo al pus di un ascesso cerebt·ale non sono nè frequenti, nè gravi, e vi si può facilmente rimediare. Le ernorr·agie cutanee si prevengono co n una fascia elasLica ·imile a quella di Esmarch, o po:Ssono piu semplicemente essere art•eslate co!le pinzelle emostatiche. Contro le emorragie delle ossa del cranio si impi ega il lt'apanamento provvisorio; in quelle delle meoingi si all'errano , rnan mano che sono divisi, i vai;i e si legano ad operazione terminata . Le emorragie cb e provengono dai se ni sono più gravi per le complicazioni alle quali possono dar loogo in causa dellA trombosi. Conviene tlu nque procurare di evitadr durante l' operazione, e, quando esse sopravvengnno, an·estarle col tamponamenlo o colla sutura. L'emorragia del cervello nelle semplici incisioni degli ascessi non giunge mni ad un gr·ado 1:1 le da doYer:;entl occupare; può piuttosto accadere che, col rasclti amento delle pa· reti dell 'ascesso, appaia un gemizio di sa ngue, che debba es. ere arrestalo; ba:-la per ciò il tamponamento con garza all'iodoformio, su cui si sutut·nno le parli molli. ll n'uiLirna compl i1.:nzione in fi ne t' l'ernia del cervello. 13ergmann, per oppor·vi~i. consiglia le piccole incisioni. Horsle~ e Mace,ven non ledannogrnnde importanza. Ma se, per esem pio. dopo a,·er sollevato ed estratta una scheggia depressa nel la sostam~a cerebrale, questa venga a fa re proem inèn za , come una spugna, allraveriìo h lacerazione della dura madre.., e tanto pi ti poi se il sangue od ::~ l tt· i liquidi stravasati si mescolano con delle parLi eli sostanza cerebrale contusn. Bergmano consiglia di disinfeW.l rle immediatamente con la $0111ziooe di iodofor·mio nell'etere e di ricoprirle quindi con ~arza ali 'iodo rormio. llimatTe1Jbe ancora a traltare dei risul tati remoti delle fe-
YEI CAS I Ili LESIO~E llEL CRA~JO IN GUKRRA
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rito del cranio sotto il t·igunrdo della lrapanaziope. e principalmente d~ll'epilessia, di cui nella relazione medica sulla guerra t! ol 1870-7·1. pubhlictl.la da l MinisLoro della gllerra prussiano. sono citali non meno di 132 esempi: ma tfuesto è gii1 un argomento di chirurt:ia ~.;omuna, e quindi non credo di fprmarmivi.
DI UN NUOVO
MICRORGANISMO PIOGENO(II {DIPLOOOOOUS PYOGENES) Plo:R
ALESSANDRO PASQUALE
Il caso clinico che ha dalo origiue al presen te sLuclio si riferisce al mat'inaro fuciliet·e V . v., r·icoveralo nel R. O.<Jpedalt> del 2" Dipartimento marittimo. si Ielto N. 34 del Riparto cbirut•gia, diretto dal medico capo di P classe, signa!' Ancona E midio. Il suddetto inrermo subi il 14 agoslo u. s. l'amputazione al 3' inferiore della gamba destra pet• podarirocace. Il pezzo d'amputazione fu poco dopo mandato pes· l'esame nel labo· ratot·io bai;Le.riologico, che, por supct•iol'e disposizione, bo avuto l'onore d'impiantarl-l e di dirig-ero nel detlo ospedale. G1à precedentemente io aveva fano esami su questo infeJ•mo, ra::.chiando in fondo ad un grosso seno lìsloloso, stabililosi soLto il malleoJo esterno del piede destro, senza che mai mi fosse stato possibile trovare nella sanie, che ne raccoglieva, bacilli della tubercolosi. Non mi fu dato rame inoculazioni in cavie. Rinvenru invece:: fret]uente e quasi esclusivo, sia nei preparati color·a Li sia con piastre di agar, un diplococco non capsulalo , tal volla soLto forma di slt·eptococco, che supposi essere il pioge:no. (i) Quost~ studio ò stato rta ma rullo nei J.n.bor atot·i batfe1·ìptoaìei olcl R. Ospe· dale eli Alarina e della Stazione zootooica, di Napoli.
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L'e~ame da mc fallo sul pezzo tl'umpu tar.ione diede il seguente rr~ult.Ato. Le cartilngirri d'incrMtAzione deti'Ar·trcolazionP ltbio-perorw-n!'tragnlica alla l>Uperflcie non erano perfettamente levigate, avevuno perduta la loro lucide7.z8 naturale. L'e!'rren.ità arlicolarr della libra e del perone, l'una più autel'ior mente c l'altra più po:-:tet•ior·mente, tiuo a 2 crn. rn sopr•a dPIJr supt•r•lkre articolari, erano divenute f!U8~i pastose, friabili (O!!terJ-poro.'{t'). La <>tec:;::a le!'i,ne o;::s('a si o~ ser vRvn aJl'a;::trf\i!Rio. lungo d cnll0, o rndictro della RUpf'rficie a rlicolar·e c·ol per onc. Vi ('t'a usur·n (ulcera.:ione) in vari punti delle c~trlilagi'li d'inrr o«taziom> dcll'artirolazione astr·agalo ctrlcanEW, la quale rtm1uurcava hber·amente r·on una cloacu sLabil ilasi rrel suslentaculum tali, ot·cupata ancor·a da un gt'O!'I'30 serrur;.l m estremamente pnroso. La tuberosilà del calcajlno ne11nche pote,·n t!JJ•si assoltttttmPnte saml T ull!' le a ltri' O!'~U dt'l tei'"'O e (., relative super ficie arli•colarr presentava11o le nolo caratteris Ucltb clt un processo fl ogrl:<lico crouico, uh.:eroso: t' rnno cioé anormalmeuto JIO rose, f1·iab.li, B le carulnp:iui arttcoluri, tna<>sune quelle tlt'll' ttl'ticoluzionc dellc1 >orafoid•· ,·or tr,. cuneiformi, opache, seahr4:, in flUO ir lre putt lll erose <' VM<·olAril.zate. La 1118!'Sima le«ione r·i.,contrava!<i nPI cuboide, che era Lotto lrosfor rnalo in una ctt~Sfl di morto <l pareti sollili, rappre!'lelllAte d<tlle fttcce at•licola ri ed Mcupata anch'o~~& da un s•>qucslt·o, esla·•·morn•·nle l.lOI'OSO. QuunLunque '" orticola'ltoni tarso-melatt~r•sec, m ctatar;;oralangcr C inlcr·l'elangCC 'li t'O!'SCr O presentate tlÙ OCChio nudo ìnle!!l'P, pure le l;) pntl"'i delle o<:<>a, che vi prende,·ano parte, er·auo anClrrnalmPniP cede,·oli e porose Ne:;suna raccolta di puf;, ma nelle due cloach~, dol calcagno tioù e do! cuboide, una poltiglia come di sostanza ca~eoaa. mi5la a pochi;;silltil quantitil di san~ue. Le cap--ule a.rtr<'olar·i. in massima pat•te, erAno ;;tate gia aperto. Po('a plll ' le avevnno preso al processo tlogisl!co i tes;;nli molli: ;;ra r·sP lo a r nnulnzioni. cltf' pl'esentavano un aspetto fungoso, lrelatinoso. e rivestivano interuamenle clue tragitti nstolosi, che facevano liberameule comunicare le les ion i ossoe oru de;;c ritte <.:.llll'eslern(\.
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Ili UN ~110\'0 \UCROBGA 'bYO P!OGENO
Sulla linea di ampulazionP 1e ossa, il midollo ~ i trssuli molli estern i ad occhio nudo si p1'C!;entuval1o ::ani. l preptU'tlli microsropid col succo delle ossa les,e questa volla most1·ar·ono rari !Jac111i dtdla tubercolosi, e ~ontewpora neameule, sia col metodo cl elle piastt·e s ia 111 preparati a !"ecco colorali col blu d• metill'ne ca•·bolico. rinvenni in notevole qmmtitù " quasi e~wlus1vo lo l"te~c:o microrganism<' ~iù rì~contralo prima dell'opt>l·azione. Ectone ' carallel'i: Nei tes~uli, 11el san gue e nei succhi parencltilnali degli animali •la esperimento pr eseutas• o come cocco isolato o, più frequrnlemenle, come diploeoccu nvn cap.~ulato, rara•nente con•~ un corto :;IJ•cplococco di ~ a 5 elementi. Anche in c ulture l• rrcquenle In clisposiziorw a diplococco, non così rat·a ped1 quella di slrt'ptococco. massime iu brodo, dove si possono uvere calcne per fino di 8 dementi. NP-IIe culture in lalle s'incontr ano C'atene anche ptu lun:;rhe. l ('OcCi li sono piccoli, nei tessut1 qualcuno si presenta sono l'o rma lanceoluta o cordatA, hanno un diomeLro ui 0,8 )J., talvolta però, mossime ru~lla rli:::postzione a ca t ... na, si m«•er,·a •tua!clw ~>l1•1r1enlo d1 1111 diamet ro ma!!!!iore, l'allo clw. !"econdo alrunt autori, nellu streplOcoeeus Jl.'fO!!!' lléS accennere bbe H f01•mazion e di SI' LI'Ospore. S1 colora uol me todo di Gram; 11011 l'onde la gelatina; non acidifica il brodo, anz• ne accrescE' l'ulcalìnila; non allern la reazione onfolera del lotte. nè lo cougule, neanche dopo es ser e rimasto r:er alquanti gioruì nel termostato a a;• C. l n nes!"uno f!t>i mezzi di ('Uitm•a Ja 111e usati hn potuto O!:'~er va re ~pecinli forme involutive. neanche dopo 22 gior ni doll'innesto. Non pare ahhin assoluto b1sogno ddl'ossigt>no per c rescere, mquantocht.. ~l'innesti in t1g1:1r contenente l'l 00/ 00 d'indaco solfol'alo di sod10, secondo il metodo di!! Kilasalo. si sviluppAno anche megho che su altri le•·reni t.li cullura, senza •·e gAiungere la supet•fìcie e scolore ndo l'agar . Com"' si vAdrà qui App•·esso, ri ~ u l la prì nci palme ulo ùai CAI'alleri cullui·ali unA gl'tlnde somif!lianza fra 'JU8!'\lO micror~?aOtSIIlO e Io streptueoeeus p!fO[Jenes, t!ol <tua le ho fallo osserva;::wnì comparutiv~ sullo condizioni assolula111eute ug uali.
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P er vero, le colonie su piastre di gelatina si presentano, le proronde, per lo più rotonde, giallo·brunas lre, a bordo nello, fìnamenle granulose: esse, dopo 4-5 giorni, raggiungono un diametro presso a poco di 0,4 mm., che rappt·esenta la massillla grandezza cui possono arrivare. Questa pu6 essere raggiu~>ta anclie dt~lle colonie dello stre plococco, ma dopo un le11lpo molLo piL1 lung-o. Lu colonie superficiali, molLo t•ar e arl OSl'Pt•varsi, sono roloudeggianli, circa il doppio o il tri plo delle pn-ofonde, per lo piu /Zt·igie, piuttosto Lt·asparen ti, gt•anulose, a contorno ugualmente granuloso, e i granuli fanno veJere, nou claiaramenLe, una disposizione a 1·aggi. Talvolla esse presel~la11o un nucleo giallastro e allora anche il conlenu~o di n~t:zzo Jella co10IIit1 è leggermente giallo. l n generale. osser vando una tli <JuestP. pia~trP (la 2 3 o lA 3"), già dopo 30 ore s i possono scorge1·e ad ocehio nudo le colon•e so tlo forma di una sottilissima punte!<l!iatura biancastra; lo stesso e1letlo ~;on lo s Lreptococco piogeno si lta upp~na dopo ;~ a 4 giot•ui. Le colonie su piastre di ag11r, massime alla lemperalut·a di 3i° C., si sviluppano anche più pr esto e raggiungono g1·andezza alqunn~o maggiol'e. Es!:'e non sono nettamente cil'co lari, onzi i"pesso si present~;~no di forma losangica, sono più brunastre, più opache e fortemente granulose. L e colonie dt•llo sLreptocoeco piogeno, sotlo identiche condizioni, al paragone si presentano più piccole. più chiare e di una gt·ana più lìna e più compalla. Analoghe differenze presentano le colonie "upel'flciali. che sono alJbas tanza rare ad inconlrat•si. Tenuto conto dello sviluppo di gran lunga meno lento e certo più rigugl10so di questo diplococco, non è possibile stabilire alcun'allra notevole dillerenza it•a esso e lo slreptococco, neanche con allr~ formt: o mezzi dì cultura, in cui è possibile il paragone. Di vero, in tubi di gelatina al 15 %. a lla lemperaLut·a dì Js• c., già dopo ao ore si vedono, luogo la traccia. lasciata dall'ago d'inlìssione, te piccole colonie ùel diploc.;occo, come soUilissimi e ra1·i granellini biancastri; elle g rudatamenle si
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lll UN NU0\'0 'IICI\ORGA~IS .\rO PIOGE~O
ingrM!'<ano, si toccano e !'<i ~tringono fr11 loro, in modo da fot·mare. al pt•inrtpio tlel ~·giorno. '!UAndo Rppena incominctano a <~cor~et·si lP coloniellt~ dello streptococco, una bancleleLla biancastra, fot•temenle granellosa, con bordo se~hel tato, la quale s• arresta netfnmenie alla superjìcie della ae-
latina. Lo ~tc~so puo o~l'erva r"i ''~' si fanno innesti per infls!-'inne in a~ar, meno che qui le colonie ~i sviluppano meglio ~ divenfZono più !'.. t•role fra loro. Neanche io •(Uèsto modo mt ~ riusctto mat dt "COrl-{t't'•· alcuno floiluppo della cultura alla super /1cte intot•flo al canale la!'CUllo dali 'ago d' innesto. Sulra,.!ar. obliquau\~'tlle l'tJ!-'lll'esa, lu cullura si prel'~nta dapprima co111e uuu poh·erP bianca lintssima, tnollo radden!'>ala lungo il solro tl'inne~to e "empre più rara vprso la periferia. (.ltJe~ti g t•ane llini. sopt•a ttullo se gl'innesti si tengono Alla Lemperalut•u ambiente e se si usa un miscuglio a parLi ug1tali di agar e gelatina, $i allargano alla base tanto da rassoutigliat•e n piccoli!>simè gocce di latte denso, le quu li nella lint•a rotta mcditula conlluisconn e st fondono fra loro in modo tla formare una s tria t·ilevala bianca, um:da, lt·f!ns· lucida. Quc::;t'apparPnza a gCicrioline o A stria non m'è riuscito ad ollenerlu cou gl'innl'sti ùello str eplococco pio~eno. In bt·odo forma ben preslo un deposito fiocconoso biancastro, piuttosto abboliÙtlltLe, che, SP si agita il tubo. lo torbida uotevolmeut~.< tutto Il bl'OJIO sopraslante, rimasto fino allora limptdo, co~t come fanno le culture dello "lreptococco. In entrambt i ca!'>i ti lll'orlo ciii un "flpena sensibile odore di putrefa~ione, e la ~uA t•ea'l.ione diviene pronnn::iala111ence
alcalina. Questo mtct·organ•--mo cresce abba.~tanza bene su patalt•, per cut non è posstbile piu coufondet·lo col lo SLt·eptococco piogeno. G'innosli ~ono slali da me fatti direttamente pescando rio piA!'ll't' di gelnt;na, P le !!alale sono slale conservate alla tempc'rnlura ambienl<'. Al ~· giorno appari vA n(, dtstinlamenle, lungo l~ Jinoe d'in.ne><to, f1iCCOJ i rilievi UI'ISlrif'OI'Oli, della larg hezza di 2-:> mm., perfettamente JJianchi, umtdi, sollili, a supet•ticie fll'anulosa. coi margint ugualmente g ranulosi, mo più rilevali. Se l'innesto si spalma sulla s u-
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per tìcie della palata~ la cultura, clw se ne ottiene, mostrasi come una sollile patina perfettamente bian('a, da rassotni · gliare ad una macchia di paratlina, umida e granulosa.
Con rruesLo micror·ganismo ho fatto inoeulaz.ioni t!ndermiche e sollocutanee per lo più in coni!!'li. 111 -~ CRni, in 5 envie e in un gròsso topo !Ji<tnco. ~li son servito qua~i sempre di cullure in br odo, tenuLe alla temperatura ambieule. Le cit•cos lanze. relative a ciascun l:lSpertme nLo uoo es~endo slaLe le stesse, dò di questi una succinta esj,os.izione cronnlogiça, l'ileYandm1e qualche parli colarila iutcr essant8 (1) . 1• Esperimento (l;. aROslo 1890). - Non Avendo in }ll'nnlo una cavia . per co mpt•ovar~ il r epe'rtt) mi r rnsco pico ùPi bacilli della tubercolosi, con due spaLuleLte di platino del succo delle ossa cariate inoculo solto •::ute un coniglio tl i media graoc.lezza: mqrte do]Jo 22 ore. Notevole lufìlLr•amEHtlo ~:~ i e roso-emalico nel co n netti vo solloculaneo dell'auù.ornc, massime agl'ìn ?tti ni; milza lievemente ing1·ossn la; for•Le cong(;s Lione al polmone del lo stesso Ialo, nel:'lsunu alternzione nelle articolazioni. Selticemia per lo stes~o mic t·or>~auismo. r he ris contt-asj da ogni dove sempre in cultUl'8 pura, quasi sempre solto forma di di plococco. .2° l!:!$perimento~ {16 agosto 1890). - Cou 4 e me. Ji una cultura recente in broJo, onenuta direltamcule dal sangue del precedente coniglio inoculo soltocule un allr·o simile crlllÌ· glio elle pe1·o er a servito per altr i el>per·imenli: mor·le al 4• giorno. Gli stessi falli; inoltre limitatissima slralificazione di pus den so nel sito dell'inoculazione, r·eui gr·ossi e cianotici: niente ai polmoni. Setticemia per lo stesso diplococco. 3• Esperimento"' (18 agosf.o 1890). - Con 1/, eme. di una. cultura r•ecente in brodo, o ttenuta da piastre di agar, inoculo soLLocule una cavia: òopn alcuni gior·ni nel silo d'inoculazione un piccolo nodulo , ch e in seguito scompare. (i ) Gli ''$f)Crimeml segnati con • sono stati faLLi ucJ L abo1·atorio lnLiteriolo!lico d olia Sta~ione zoolo(lica di 1.'\ apoli; f(ll u Itri in •tuci lo del R. 0$peclll le <lrl
2' DiJJtwtimento mn·l 'itti?no.
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Ul U:i ~U0\.0 \UCIIOI\G.\:\l:S)10 PIOGBNO
Hspe rim.entr)• (18 agosto t800). - CHrr la Hel'\sa cullUt'll in brot!o. nella 'JUantitù di 4 eme., inoculo sottocute un gro"M coniErlro. che Aveva riportato. per la precedente inoculazione di uno slr~>plococco, un g rosso a:scesso trilobalC' al lato opposto: dopo pur ecchi fttOrHr formazione di un piccolo uscee~o, nc.m inct~J>!>ula to, ttd stlo d'iuoculazroue; rl precedente si fa [IÌÙ gro:>so ed ttlcera, ma l'anima le non m uo re. :i11 ;:;spet·imcnt(,• (2R ago~to 1800). - l\l ediante l'ago di utta sirin!!n Tut•sini, riempita di una cultura re•·en te in br·odo. fo alcune scaltìllure nella raccra rttler·na del padi~lione deU'orecchio dE'str·o di un grosso coniglio: morte al 2° gio r·no. For·le rep lezione det çapillari rlell'o recchio e di tutta la metà ùeslt·a del petto; nole,·olP iufillr·amento SH'!rOso rlol petto; n(llevole inlillramenlo ~ier·oso-emulico del r.onnPttivo sotroculttneo; del r·eslo tutti gli allr•i fatti risconlt·a ti nel l' esperimento. Nel co nnetti\·o sotlol' utaneo. nel !"Angue, in luLli gli OrlfAlli lo ste~so diplococ-co. 6• l•:sperimen tu (23 agos to JbVO). - Con 4 eme. di u~ u cultura in b1·ot.1o di 3 giorni, olleouta t.la piasLre di gelatina, inoculo sollocute un !-!rosso coniglio. che l'l'a !"Crvilo anche pt>r altri esperimenti: mo r te al ·i-0 giorno. Si constataP.o gli ~tes-.i fatti, no tati nel !?.0 m; per imPnto. 7° L~'sperimentv" (2i 8120slo lHilOI. - Con ~ eme. t.li una cultura receuto 111 brot.lo, presa da piastre di agar l'iroastu per· otto giornr uclla stufa a a7' C., inoeulo sottocule un coui{-:liu Ji rneùra gr·anuezza: morte ùopo 22 ore. Constuto gli ste~si ratti e1l un leggero idropericard io. Sellicemia per lo Sll~SSO J iploCO\'CO. ,~o Esperimenlv*. Dir·ettamenLe con :.! unse Ji platino del siero-ematico s oltocutaueo del pr... ceùenle esperimento, rei· uoculo sollocute la stessa ca\18 dell'esperimentO s•: r1sultalo ne~ ali v o. !, 0 Esperinwtto. Allo sLe!>so motlo inoculo sollocute un'ultra cavia: r·isultnlo ,.gualntE nle negativo. 10• Esperimentv". - Con lo sles~o siPro·em alico moculo enùermicaroenle nel padi~lione dell'orecchio sinistr·o lo stesso coniglio dell'e,~perimenco -1c0 : qualche punto ~uppu rante lungo ·l0
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le s trie d"inocu1azione, un leggier-o eritema, clte compal'isce già ùopo 21 ore, e nien t'altr o. 11° Esperimento (29 agosto 1890) . - Con 1 rmc. di un& cullura in brodo di 20 ot·e inoculo sn\locute un co nig lio di roegia grandezza : morte dopo H o ra. Lo stesso reperto del
t• e.sperimenio. J,2Q &perimento (29 agosto 1890). Cou 0,5 eme. della s tessa cuHu ra in br·odo inoculo sollocule una g-t•ossa ca v:a: dopo alcuni giorn t risco ntrasi una limiltl ta can grena alla J'egione ;toraco-addorninale. Nei pr·eparfrti di pus. che si fa gemere da que;,la can grena, s i riscontrano alcuni (li plococchi. 13• Esperimento (2tl agosto 1~90).- Con circa~ eme. dello stessa cultura in bt·odo inoculo sottocute un cane biauco ùi m ed ia g ra ralèzza, cioe metà alla reg ione ipoco11driaca si nisLt•a e me la al basso venlre. Gui da dopo 24 m·e alle r·egioni ingoinali si manifesla un vasto flemmone, che in volge l'asta ~ lo sc:J•otn; la cute <·he )Cl ricopre è cianotica ; l'Animale s pesso tremH e l"i abbatte; non vuoi mangiat·e. Dopo alcuni giorni si pronunziuno ascessi roultipli al torace e all'addome, che si ulcera Ot1 e si vuotano, con elle il ca ne ::oi r ipi glia alquanto. l 11 ::>eguilo luUa la p 111l0 dellu t·egìoni Lorucics e addominale, a cominciar e ùal colto e a. tet"minat•e ai genitali , se ne cade in necr osi, iasciando a llo scoperto per tutta ques ta vasta estensione una supedìcie ulcerosa, di pe~ simo !!spetto: l'animale va ~emp re più dimag re ndo, e all'll 0 g iorno muor e. Gtà 3 giorni dopo l'inoculazione con preparati dal sangue, ottenuto incidendo su di un orecchio, av~va potuto constatare la peesen <.a di uu ùiplococco, simile a quello da me desct"itto. E cco qua le fu il reper·to necroscopico: vastissima superfic:ie ulcerosa estesa del ~iugulo t~gli organi genilali, dall'uno all'all•·o la to, in alcuni pumi della qu&le si vedono allo scopeL"lO gli struli muscolari . Integr·i il peritoneo t:J gli o rgani addominali, meno la. milza, che é un po· inf'!randita; nessuna. t·uccolta di liquido nella euvita. P oco sier o nel pericardio. Numerosissimi infarti embolici nei polmoni. Farle iniezione arteriosa nelle m eninll"i cer ebrali e l e~giera raccoHa di li']uido nei ven Lricoli laterali. N otevole disfacimento de t globuli del ~angue . La ri-
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cer ca bnlteriologica ri~ulla comrl~lamentP. nel!ativo, talla ecceziono della sttperllci" ulcerosa, dove s'incontrano numerosi e lunghi bacilli (della pulrPfazione ?). 14° Esperimento (29 agosto 1890). - Sempt·e con la stessa cul~ura in br·odo 1noculo endermittHnerue ntll padiglione di un orecchio uu altro Clìne, più gronde e robu~lo del precedente: si hn qualr'he punto suppumnle, che guat•i>:ce dopo pochi giorni, e un errlf'ma limitato. c<:m fort~ replezione dei capillari, r.he pcrsislA nnche dopo 18 giorni. Nell'altro orercbio, dove aveva l'aLlo pPr controllo sctrlj.llici scallillure, niPnte dt tutto qu~sto. L'esame d•·l r;angue, l'ulto dopo parecchi giot·ui. dii risultato nt>gati\'O. 15• Esperimento (3 l agosto 1~90) . - Con ci rea 3 eme. di una cu!Lnt•a in brodo rli G g-iol'l1i, ollenuln dit•ettamente da l !'flngue d•'l 7• espercmt:nlo, inoculo sottocute un terzo cant>. sunile al precedente: dopo alcuni ~iorni in vicinanza del punto d'tnoculazione, al basso ventre, !>i ha la formazione di un a~cesso uon mollo gr·ande, r 1cope1·Lo du cute ipcrcmica, il IJUale in segui lo guarisce, e la cute rimane integra. In ambo questi riUl ultimi e,;pPrrmenti ho potuto constatare in sni primi g-iorni un notevole elPvarn;·nlo delln tempet•atura. rilevabile tmche al lalto. 1.6' Esperimenw t31 agosto lR!JO). - Mediante l'a~o dellu siringa Tut·sini, riempita Jj una cultura in brodo recente, d~termi11o alcune seullillure nel padiglione Ji un orecchio di un coniglio di media gt·anJez.zH: "i ha inOummazione locale, e dopo ;,} lll'e l'animale muore con forte diRpnea e re~piro ranlo)O!';O. L'autopsio ha mosll·alo 1111 nolevolt' infillt•amenlo nel connellivu >=ollocutaneo d'un liquido sieroso- emalico, l>rmcipalmente all 'or ecchio inoculato e all'ascella dello sles~o lato. Notevole ingt·andirocnto ùella milza e di~creta r·accolla sieJ'OSa·ematicu nelle pleu1'e l! nel peri<-ard 10. ln len!:>a ipereUlja, con qualche inlàt'lo emo1•ragico nel polmone dello stesso Ialo ed edewa in quPIIO r!.•l lato nppORlO. Da lutti glt organi, dal songue e dal siet·o dell'edema si hanno cu llur·e pure dello stesso microrganismo Ila mP descritto, come del rest0 dtmoslJ•ano anche i p1·eparul1. 1 ;• Esperimento (7 setten1brtJ 1890). Inoculo dil•etta-
01 u ~ '\UOVO II!CI\01\ GANIS.\10 PlOGR'IO
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mente !'ollocule ad un coni1-dio bit~nco di media grandezza Lt'e colonie pres~' da una pia !ò'lra di g tolalina de l3 settembre 1890: si ha infiammazione• locale e, dopo li4 o r e, morte dall'a ni male. L'au topsin d11 1W!1Lra UI Ja lìrnì lu li>~HÌOla slra li!lcazione di pus lungo la Jineu alhu; del t·eslo gli sle!'si ialti. ~l ilza le~ge,•mente iugrallòila, poco sier o twl pcrJCal'cllo, incipiente degener a1.ionu deiJP tlbt•f' nuocardll'he (r;!lmtjiamen.to tur· brdo). Sclticemia pttr lo ,.lei<so diplcwocco. <'!te trovas1 da por tutto . ma in piccola quunlilù. Co n lre colonie •li .~c,.eptococcu$ p!JoyeMs prese da piaslrll di gelati na J i .} gio r•ni, inoculo, per ~.:Ol JLt· o ll o, s oLLocule un altro coniglio bianco tlellu stPssa ~··awlczza IIPI pr·ecedente: infuo r i di un lunilatJs!"IIIHJ erilemu nel sito d'moculazione, 1! coniglio non hu s o ll't>t'LO ullt·n. QUP"lr due ultimt P'-'Jlernnenti, l'atti ~olio condizioni sct•upolo!'!amente identieho, ro o~ tt•an o Rrw(Jrn di più la .slraortli' noria differenza nPII'ozionP patogena , rho pa~sa tra il micrt)r gw tls mo do m e i!'!ololcJ o lo .~ lrep{()eoecu.N JI!/O{Jen.es. 1~· ft'spet'imelltCJ (10 sellembrt• 18HO). llopo uver d~ terminolo a lcune scalfìttu r e nel padiglir111e dell'orecchio, rima.,lo l'An o, d<'l caue dPI l P!Sf'' rinll'n.fu. vi stropiccio sopra la milzn •!ell'ullimo coniglio morto: compari"couo dopo alcuni gio rni gli Rtesl-li falli r ilevati nel1'111lro o recchio (v. in· nam~i), eire non si tlileguono. 19° IJ'.s{lerimento (Hl selle mbl'e 18!l0). - Con 4 a11se del sa n~uc ancora liquido del coniglio ulti1no 1oorto inoculo ~ot,.. tocute una co.vio : dopo all-u ni gio rn i pircolo t·accolla puJ•ulenta ru•l sito d'irwculazioru• e nient'al t ro. 20' /<.'.'lperimenzo \ IO !-eltern bre HlnO). - Col connettivo cdemo loso solloculan uo dello ste sso coniglio moculo soLto· cute un altra cavi&: lo sli·~se r isultato. 21• JJ.~perimento. - Meùinnllj il sang ue ed il succo dell'edema ~o ltocula n eo del IYIP.desimo coni~l1o inoculo endermicumeulo nel padiglione ùell'oreccltio destro un grosso cane, e p ratico nel sinistr o semplici !'\Carifirozioni: si rilevano localmente gli !'l-essi t'all i notati 11el 14' t spe,.imenio. La temperalut'o, dopo due {!iorni , presa nell'ano t': dì \0°,7 C. La
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01 CN \ UorO IHCIIOIIr.,\I'HS1!0 P!OC.Eì\0
ricerca batteriologica ha d~tn rii'ultalo completamente
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gativo. 22" r~sperir,lento· (llls~tlembre 1890). - Con 3 eme di una vecclua. cultura 111 brodo del 17 a~osto l89U inoculo ~ollo· cut~ un coniglio bianco di 1neli1a g1·arulezza: morlt~ .lopo 3 1 /~ g io1·ui. Poco pu>< denso in vicinanza rlrl i'ito d'inoculazione e il "olito mtllll·arnento ~iero,..o- ematiro del connellivo soltoc11111nPo. Milza lng~ermente ingro«f!Ata •' e~anotira. cn~i pure i l'ani. Miorardin flaccido. Polmoni fortemente iper emici cott ~l'tJ5se chiAZ.Z(~ emOI'I'ngiclte. SellJC•emin pet·lo sLPS!'O Jiplococco. 2:!' Esperimento• (t:l scllembre 1890). - Sulle corneo ùi un grosso t•oniglto, ch'e1·a giù servito per ullri espt•rimt>ult, inoculo per stri<' c pe1• punti unn <;nlLurn ~~~ a!.!ar 11(~1 6 !'eLtcmbrt• IR!lO, ollPnuln da pia«tre· risultato nP!!aUvo. 2-JO Esperimento • (1:1 !'eltembre l 90). - Cnn diii' ptccole spalulo di platino inoculo la .;;te~a cultura nella g amha di un g1•osso topo bianco: dopo 2~ OL'e si mauifP!:-Ilà locnlmt•llte un not.c\'ole tletllmont-. l'animale t•ra abbattuto e l't!Spira va nlfaunoc::arnenle. Il IR però. g1oruo della mia parten.:a, ~i t· ra abbaslanzo t•ipiglinto, pu1' per<:isl~ntlo 1 ft•lli lnc·ali. 25' ERperime11to (l~ setlrmbre l8HO). - Nel 7aCr~"~ <·.o ngiunllvale iulegr u, a destt·a , del cane st>rviln pel :!J• e.'lperimento, n1oculo una spulula eli phllmo di una cultura ~ll a~ar del fl sell~Jmbre 1890: t•b;ultalo negA li v o. Risnlla adunque dagli esptJrime u! i fall1, che il micrcll'gauismo òa 111e isolato: 1° è slram dintlriatn•!nte ''ll'ulenlo pei conirdi cd Anche, sebbene in mollo minor grado, pe1 cani, per· le ca vie n pei grosl'ti topi biar:chi: :2• i c:onigli sono morti dalla l i-" ora ul 4• giorno dopo l' ÌOOCufaZIOne: SU J2, due SOl&IIIPDle SOilO .,opravVÌ::;!>.U(Ì, l'uno, chc•, oltre atl N~se re g-rà servito per pl'ecedenti esperimenti, fu inoculato semplicemente nella corneu; l'alLI'01 che poteva ritene1·si come vaccinuto, ave11do r iporluto un grosso asees~o incapsulato dalla precedente inoculazione di uno slreptococco, forso il piogeno. E in genot·ale può di rsi che tuili quei -conigli , iu cui la morte non si '·eriflcò rapi-
or U~ r\110\'0 \liCilORGA ~l IlO I'IOt~ g~o
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damenle, erano :stati gia sottoposti Ad u1t1·i esperimenti. Oe~li altr·i animali inoculo li solo un cane mori all'li" giorno, i rimanerili l'iportarono, non costantemente, lesioni loca li; 3• sebbene, a c;mc;a dello rislreltez7.A dol tempo imposta alle m1e l'tcerche, non mi l'Hl stato pO!'ISibile dt sperimentare la virult'nzn del mto lllicrot':!&nlsmo per molleplici gene!·aztoni, pure •. fuot•t tluùbìo che r .. rreuo J>8logo:mo si è 100straLo <'Oslante sia con ro>centi. sia t'nn Yt><:cbte culture (22 esperimento); siA <'Oli ~randi (~ eme) sm con t[uanlita infìnitesime (:J colonie nppeua\; 4° in quanto Alle lesioni analomièlte . devo innanzi tutto ammcllersi per que«lo microrganismo un'aziono patogeoa locale, gìaccbè, curn•· sì t· ,-i::-to in parc:cchi casi, determina un no tevole eeitema c sviluppo vasai e, che, ttuauJo l' animal!' non muoee, Jh·iene pc>rsislente. l eeperli 11ecroscopici hanno mostrato qua-;i l'ernpre utt cm·to p:n1do d'ingrandimento della milza, la l volln uefrile e pet•icfll'rlite sierosa, spesso forle con gestione polmonaTe con forutazione di focolai emonagici, sia come ptccoli e numero~;issimi infarti dissem inali 1wl parcnclumtt pollnonal'e, sin come Ya~ti iufiltl'amenti l"an~usgni: si è nnclte rnoslt·ata in piit casi un"mcipi••ult• deg-enerazione ( r i!}on.!1amN1to tor&ir/o) delle fìbre mio<'at•clicbe. Mai niente alle articolo7.ioni e al peritoneo; qul'llche volla (180 e.sperim.enlo) ipcl't>mio. meningea. I l i Lulli , pet·ò, il fnllo piu co!'t.Ante è stoto un intiltt·am~ nlo sieroso-emalico del connettivo ::>ollocutaneo, e, qunndo 111 mot'le ~i ~ pt'ulratta. pet· quoic'he gioeno , la flll·muzione, sebbene limilltla. Ji pui< in vicinanza d t> l punto tl'i lloculazione, pel t[uale ultimo fatto deve ammell!!t'~i per fJUCslo microrganismo una \'irtu piogcnA; 50 in Lutti i casi :;;ono s tati falli preporuli o piastre di gelalJJHI o di agar dal connelli \'O :<ottoculaneo, dal sangue e dai tlivel·si organi. l pr epnl'all . colot•t~Li <·ott In solu.,:ioue carbolica di l1lu di melilene, hanno ntostrato la pres«•nza d1 un dtplococco 11011 capsulalo, come 'luello da tnc descritto, in tnaggior" quanma nel san;:rue e nella milza; l'at'C volte, e que~to si ossPrvavo soventi fra le lamine t•eriloneali, questo microrganismo presenlaYasi sello forma di corto slreplococco. Lt> piast1·e hanno sempre mo"lrato cullure pure dello sless;o. In
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Ol UN NIJ0\"0 )IICRORGANI. MO PlO G&N O
un sol caso, ìu un cane (t3• esperimsn.to), la ricer ca balterJ ologica è r iusci ln negativa: ma qlli la morte "i verificò all'J1° g iorno; e deve ritenersi che l"animalo, superata In selticemia (giacché nei pdmi giorni fu dimostrala la presenza nel saoguu del diplococcoì mori poi in conseguenza de lla g rave ed estesa lesione da ques Lo determinata. Meno adunque in questo ca;;o, la morte si ebbe sempre per s etticemia, per il che n on pare sia necessario •ma gr ande moltiplicazione del micro1·gani~mo; basta ch'esso si LJ'ovi diffuso in tutti gli organi, sia. pure in piccolissima quautita (tr• esperimento).
.. Cont:ronlanùo questi ùali ~:>perim eulali con quelli ottenuti dal diversi autori mediante gli streplococchi palogeni finora conosciuti che cr escono in g elatina, cbit\l'e appariscqno le cliffer enze, inquanlochè eli questi nessuno si è mostrato cosi pr ontamen te (i 11 14 ore) e sicuramente micidiale pei co nigli, com e questo da me descritto; onde puo ritenersL che la straOI·dinaria virulenza di ques to fungo sia una delle sue principali prerogative. ,, Noi potremmo ammeHere - dict> il FlUgge (l ) nel suo « classico libro s ui rnicrorganif;mi- c he, nellr diveJ•se ma« latlie d'infezione do feritr nell'uomo, si hanno s lreptococchi " con potere patogeno molto diverso, e clte i sintomi e l'e!<ilo « della malattia prodotta dagli ;::;lreplococchi dipendano nou « soltanto dal modo d'invasione e dall'impodanzu dell'organo « allaccato, ma anche dal cat·attere s peciOco de l fungo. Per q riconoscere (luest'uiLimo non h a;::ta desumere cllia ram eut~ « i caratteri dall'aspetto microscopico e della cultura, ma de« vano anch e essere falli csperimr,nti s ugli animali, e in al<< cun i casi nemmeno questi bastano per una distinzi0ne . • Per allro, ollt•e che per la virulenza, la quale forse f. iu rapporto col più rapido e ri go gl io~>o sviluppo dul rnicrorganismo da me isolato, sonvi ben altri caratteri c he permetlono di polerlo distin g uere dagli altri cocchi piogeni. (l) .F'LiiGGE. -
l murorganismi lin ZIEIISSEI'i. -
itfll., vol. I, p. Il)
Pat. e tera,p.nted. - Trnd.
DI U:'l NUOVO mCUO.RI;ANJSMO rJOGEKO
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Già, l'iporLandu in principio i caratteri morfologici e culturali, Ilo ratto risultare alcune differenze fra il mio cocco e lo streptococcus fi!JO[Jenes (Rosenbach): or fJUeste differenze possono anche valere per lo str•eptococcus e1'esipelato.~ (Fehleisen), per lo .streptococcus pn11um.oniae (WeichselbAum), pel P!fOfJenes mali(Jn"s (Fli.igge), per l'articulorum. (Loetller) e pel septicus (Nicolaicr), i quali lutti lanlo si rassomigliano al p!fo,qenes e per !:aspetto microscopico e per quello delle culture. Un a ltl·o carattere difTerenzialt•, certo di 1!'ran momento, sta nel fatto che il mio cocco cresce distintamente su paIate, il che per gli ultri ora ciluli o é messo in dubbio o e l'ecisamenle t1egalo. E inoltre da teuot• presente, t.:he lo streptococcus puogenes si presenta truasi sempre in calane e nel brodo in lunghe catene. l"eresgpelatos ha un'azione pat0gena esclusiv!lmentP locale, lo slreptococous pneumoniae ··~ meno virulento del P!JD[Jenes, il ntali[!IW8, sebbene s i presen ti spes130 sotto forma di diplocot.:co, pure per lo più ba forma tli stt·eptococco, l"articulorum si localizza nelle articolazioni. ilSCJH!C us non é s tato isolato 1cell'uomr1. Fa d'uopo qui parlare anche di un cocco descritto dal Bonome (l) c• di alcun i streptococchi isolati da Tizzo:oi e Mir· coli (2). Il Bonome ha isolato in un caso di po~isierol"ile un diplococco, il quale cr esce su potate. in gelatina mollo meglio che in up;at·, aciJ iflca for te111ente il br odo cui impartisce un odore di l:udore, talvolla si pt·esenla fornilo di capsula, che, secondo l'aulo•·e, non è colorabile, è anch'esso molto virulento cosi da pt·odurr e setlicernia, ma a \.al riguardo non sono cita li dati Jl iù particolal'i, n<· ~i sa se intorbida il brodo . Il mio cocco si rassomiglierebbe molto u questo del Bonome; però. cos 1 come lo slt'eplococco piogeno, esso non alLet•a, tHIZÌ aumenta la reazione alcahna c.lel brodo, nè lo in· tll flONUlCE. - PleurO·/lfriutrdiU$ tuul Cet·ebro-spi?Utl-meni?lgilì$, ecc. (Celtlrnlb (. /Jat;l. u. Parnsilenktmde. 1888, l V Otl, :'\. Il). (2) l'c?.?.ONI t' ~hncnt,l. - n el/ (l. in(c-:itm<' seUi{;oemica. - (:1/ent. rt. R. Accltà. deUe scienze •li Bologna, l888, rase. l, pag. 98-UO).
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torb tda, né pt·esen tasi mui·circçJJl(laLo du caps ula, ' fUando n<m ammazza cnpitla m en le l'au imale deLPt'mina o ascessi beu delimitati, cOlliO nel cane, ovvero slra tifìcazioni di pus nel l!onneltivo soUoculaneo; it Bouorne parag ona il suo eocco al diplocoecu.~ pneumotHae, il mio i nvece s i t·avv icine t·ebbe pi uttosto allo strepwcoccus p!JO!JerteiJ. h tfin e g li str eptoeocchi isolati da T izzoni e Mircoli, "ebJ)eue in date dt·coslanze si pt•esentino anch'essi mollo virulenti, pure non crescono s;n pacate, si J•isco nlrano pt>r lo pi(t seLlo fo r'!lla cl t s lt·e plococ· ch i: nelle cultut·e per i ntl~si one., m a"'~>im e io agar , s i a van· zano un pocbino sulla superficie. e vanno perdendo gradAtamente la loro viruieoza, p~i quali caratter i uon •'· possibile co ufonderli col cocco da me isola to. In concJusiolle, !Jllan lunque le t•icc t·t: he ui Tizzon i e M il'· coli e di HHr i autori, corno p. es. il BAumgtwten (l), tendano ad identifìca re fra loro ql.R!sle diverse ~pecie di sLt•eplococchi paLogenì. almeno quelli che s i tl iffer onzn,no ma!"simanen te per un diver so polet•e patogenQ, pur e no n c redu elc e tale c ri te rio possa per 01'8. eslenrler si 8 lutti i IDICI'Ur g auÌSIDÌ 1 ui CUÌ ho Lenulo fin qui pa•·ola: sonvi, sopra llullo, pel mio c0cco car atter i tali C.: a 110n permelle t·e da con f'ond.er lo con q uesti. Cer to con c io no n !'i può neg a r e lA g r ande s omiglianza cbe passa tra esso e lo streptococcus puogene.~. t11nlo più clw questo è stato isolato pal'ecchie volle nei ga n!rh tubercolari del polmone. del peritoneo o ùdle meni ngi (2) e •·ecenlemenle a 11che n d gli sp11Li dei tisil·i dal Pansi ni (~); ma ne l !Jl'ese u Le s tato delle noslt·<J conos~·~nze non !:'i pu6 ùire cl1e il mìo cocco sia ~emplicemente una varieta dello :;lreptococco piogeno. La ~u a d1sposiztone pel' lo più a diplococco e la su A pro· pr ietà piog ena da nno rA giont> del no me , ~en ti lm e11 te ~m ggc 1·i tomi dal doLL. K t·use, di di(llococcw'l P!JD[Jenes.
l n via!?gio ptlr Mns:,aun, 2:3 sellembr~ lft!JO. (l) B,, PMc.,,nn:l'. - Potlw/ogiache ,JtyJcologir, 1880, l"O l. l. (2) VNii CORNIl. U U.•BES. - Lts [/acliries. 3""' edition, fgj)O, t. LI, pag. &SO. (31 \'cdi prossima (lnt>blicazlon•• nd rir·ctww's .lt'cltiu.
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GN CASO J•l
ORCHITE SJF[LlTJCA UNiLATERALE NOTA DEL DOTT. ANTONIO VACCARI
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LR liiOf!,(!Ì'lJ' parte lei Lrattntt>;ll co•"·iene •telr arf•·l'mare cliP l'orc!tit~' :o:itt[iticn aLtacca, iu ;.:reneral4·, a1nbeùue i t.l"f'.l.icoli , primiLiYarueJJIC o co,,sel:11 Liv!lroen le. e ne fan110 anzi uuo dP1 ''Cll'tll tliagnoslicJ piu importanti lt·a •JU~~ta e J,. altt·e fon•lc ti! ordull. Ef'senclomt, u I•OI'dt) della R" nt'l\'e Duil<o, DC<'Orso un caso dj Lale r11alalliH, i11 (.;Ili la lrf<ione er·a uniiAL(•rn le. mu in cui lulti !!li allt•i !':Ìn louti !':LavA nn 1u•r la nr<·hllt> sitllilica, cd el;sen•lo qnt'--La dia~nol>i $lula confermala clnll'c•"ilo fehc<• della cura anlt!>itìlilica, c t•edo non inutile il r endl"rlo di pubblica t• agione, nl solo scopo el i pol'ltli'O un modeslo COtlLt·ibulo ulla conoscent.a del valot'<' diagno!"ltco tli tlll Lal sintomo. D. B. G. •t'annt :2~). mm·ma10, opert~io carpenlitJre, celibe: nulla <l'imroi'Laule "i rilHA ùal Ialo ereditario P. colla t~>t·ale. Nel lu lonet·a oliì 11on lnt ~ofl'ct· lo t'lt d legget·e i ndisposiZil'lni. Il a rsercitato i l tnPsli••rt• oli fnbbt'O fin da rap-azzo. A 1fl anni con!NI!':"e un'ulcer~t ul "'olco balnno-prepuziale, ma non ne fece <"8:':0 percu•• dopo poch1 gi(•rnt guar1. P~t·ò dopu due n1esi g li cowpat·vet·o 1nacchill ~ulla cul•~, ulcurt 111
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UN CASO
bocca, J.!landole inF-tt'OS!;alc· al collo <' verso !':era soffriva fot•ti dolori al capo. Ricorse al medico che ~iudicò lrallArl'>.t di stlìlide e lo assoggettò a lla cura met•cueisle e indico per 3 mesi. Scol'si questi, sentendosi ef;li rislahiHlo, trala~ctò ogni cul'a. .\ 21 anni. ossHI nl'l J887, eutrò al ~crvtZIO mtlitare to per 2 anni ancora non ebbe piu alcttna mnntfes:lazionP, né contra~se durante queslll tempo alcuu'allrA malattia venel'ca. In aprile J8 9 gli comparvero sullo ~eroto a sinistra piccole ulcerazioni, chl' vennero lraltatc col iodoformio e ~UA rirono dopo un 20 giorui uirca. Nel gennaio u. ~. ~i accM~e che il lc~tic'llo sinistro aumentava lentamente di volume e A"lt produceva un SeO!:O di molestia e leg{!ero dolore, sia camminando che alla pt•essionc. Tali dolot•i, !'lehhene legA"eriF;simi, aumentavano la sera quando ave,·n lHvot·ato mollo t·esta.ndo in piedt. Gh 'enne consiglialo il riposo. l'uso di acqua vegeto-miuerale o di Liolura di iodio. rna nou ue ricavò alcw1 vanLoggio, pet·ciò si servi di un sospensorio e lasciò ogni cura . Però al 13 maggio u. s. vedendo ctw il tumore, sebhene lentamente, andaYA 1-emprepiù aumentando, ricor::'e di uuovo al medico. L'esame generale dell'ammalalo dimo~trò essere egli dotalo di forte e r obusta costituziOne fiR1ca e di un disct·eto s tato di uutrizione: non rivelò a lcuu dis luebo nella full~ìo nalità organica. Esam, dPlla par/P. - AJJ'i:.pezioue lo scrolo !>i moslt·ava di forma ovoidala e aumentato di volume, ma di preferen:r.a dt~l Ialo sinislt·o· la pelle da I'(Uesto Ialo era piullosto te~tt. ma non presentava alcuna lesione dJ continuo. Alla palpuzione si sentiva iJ testicolo destro di volume e conformazione perfettamente nor mAli, il sinislt•o invece era attmenlalo del ~riplo circa del precedente; con«et·,•a va lo sua figu ra reuiforme, ma alquan to piu allun~ala i11 basso; io allo si avverlh'a una consiMenza ra rnos<~, anzi, in cer ti punti, mollo dura e la superficie dell'ot'.I!UOO si mostrava bernoccoluta; in basso, in vece. SI O\ verltva un senso d1 marcay:. ftntluazinne. LA f!i~lle non era aderente ai so tLoslanti iuvoluc r·i.
DI 01\CIIJTE :iiFll.ll'fCA U'ill.ATEI\ALE
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L'Ppididiroo si dimof\tr•a va norma l,; il cordonf' spermaltco, alquanto ingros"uto lasciava facilmf'nte distinguere i "UOi elementi, J'ra cui le vene 81qua.nto dilatale Ano all'anello inguinale es Ler:no. Il Lumot·e e l'a traspar•etlle io bsr-so ovo avvertivasi la Outlua.done, 11011 10 alto: f'l'8 ir1·educibile e non aumentava sollo gh -.ror1.i di tosse. PPr se s le~>::-o illurno1·e er·a quasi indol~'ntf', mn l'nmmalato pi'O''ava leggeri dolo r1 alla pref\~ione. oppure dopo uver lavorato in pietli o camminato •Jualclle tempo. Disturbi funzionali non 110 accusava, ll'fl.lll19 l'intralcio a l movirnonto unicame nlo c·ustiluilo dul volume e peso del tumore stesso. l gangli inguinali mo~tr·u van!-,i leggermeule ingrossati e di couqi,tL'nza piu dul'a d••l nCJrruale; i gangh presacrali, palpati ellPa,·er'!'() l'add•>me, mo"lr'avan"i invece integri. Alla re!!ione Cf'rvicAil' nol.avtmf;i ptu·c parecchi fl8ll· ~h linfatici alr1uanto tnero<~~oli. Evide11lemenLe l'i lraltavH di una molt1tlia del tes ticolo, cat•alleri ;:.,ntu da 8Ull10lll0 di volume del testicolo Slesso e 08 vet•samen lo nella v~ginal~>. Si egclugr•ro ,ubito : ro rrlute acuta, pel rlocot·so; l'idrocr>le. per la fo r ma del tumore c per l'avE't' gentilo il corpo del testicolo molto ingrosc:ato: I'Pmatocele, pE'r la rnancam>(n •li trauma e per l'os:tfll'vata tt·aspareuza, le cisti, pure per la forma d~l LLuoore, ecc. Le roalallie su c.; ui veri.J principnlntenle la uiaguosi diiTercnziale furono: l'ot•chite cronica o epididimi te cronica, la lubercolo"r, il canrr o e la sifilide del testicolo od orchile si· fllitica . L'orchilf' croni(·1J da alcuni noo e43 mmes~a; secondo altri ò rarbsima: poi, tanto csl'n come l'epididimi le seguono ordinariamente ad unu infhunmazione blenorragica acu ta o cronica: ot·a nel Jl()Slrn caso l'ùnarnnesi tton t•ic.;ordava una pregre!lsn blenorr·a~1a, nè l'e:::ame dell'ammalalo ne ave\'a dimostralo l'esisl~'nza allualo e d'altronde si era risconll•oto !·epididimo uormalo. Quanto a lla tubo rcolosi, mancavano: le ulcerazioni cutanee per cui scola 1! prodotto dt rammollimento dei tubercoli; l'adereuza della pelle al tmuore e inoltre nè i ùali anarune-
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U \ CA~O
8Lici, ne resa me ;:enerale )a<ot·ut va <tupporre nell'm,Jh·iduv la diatesi Lubel'colosa o !'ltrofolosa. Osteggia va put·t> la diagno::i di tubercolosi la pre~enza di versameu~o nella vaginale, appolcsalo dalla lraspat·enza. e JluLtua.ziono consta tale in basso del tumore. Quanto al canct·o. mancavano: 1 dolol'i lancinanti, propri di questa Mfezioue e st opponevu ad utnmelltwlo il ffiLlo di a vere trovati sani i ganglt pt"e<~acrali, ••ome pure In l,!tovinezza dt>ll' individuo. Quest'ullimo nrgomenlo et·a però poco impol'lalllO, inquHo~ochè il cancro, da cui pin comunemente è al'!'~! lo il testicolo, è della VAI'Ìetà encMaloide, cl1e è anzi pt·oprio dei J'unciulli e dei gtovani (~élaton, Oupu~ treu, Gucrsanl Bumstead. Van llt>t•linzt>n). Ma neppure 'lue;o;til ,·arietu di cancro poteva e~st>re umtnesl"a, sia p0r la mancanza rh l'ot·ti dolot·i lAncinanti, '-ÌA pc•• la consistenta che nel fun~o midollar<' c molle. Si Aguitlllf.(ll poi chè nell'èncefa.lotde il volume c~ più considerevole c lo !;volgimenlo più rapido ui quello cito ftv• ·va a vuto luogo ut'l llc.lstr o caso. Restav~1 la sif1lide; a favore ùi questa stavano i ùult 1\118· mneslici. pot il l('!!gero dolot'''· l'num<'nlo di \'Olumt' av\'enuto lentamente. la presenza di ver'-'amenlo. il nes!'.nn tlis tu•·bo funzionale. Cooper cita pure, come prop•·io delle affezioni sifìliliche, il sentir s i i dolori più d1 SO I'A c·he di gior11o, mu 0iò però non i> ammesso da lulli, ~u1.ì ~èlulon lo ne~a: e poi anche nel nostro caso l'individuo pro'a'a q1ialcbe lef!ge•·o dolore di pr eferenza la !'!•'t'a, ma •fUAndo aveva la voralo in pi~'di o camminalo, per mollo tempo. 11 che, s~condn mP, !'lt;tnifìe'a che piulto;;to cbe all'afil!zione spec•llca, i dolt.rt set•otini sur ehbero in quesln caso da attt•ibuirsi allo stit·umeJJ I.o eser citalo sul coPùone ;;poPmulico ùal peso ùel lesl•<'Oio in~t·o~sato Parlavano fliH'<' in favore della orchiLe sifiJilic·a: il nessuu ratnmollimerJto del le>:Ucolo ed nnzi la sua consi::;Lt>nza rlura e supel'fido bPrnoccolata, la pelle ~autt e non ader.. nk e il non esset•e allnccutJ i gangli pre~at·J•ali, menlr·c invec•· l'ingorgo dei gan~lt ingumali e l't.>rvicalt apparisce come reliqualo della pregrus~a iul'ezionu ceHt<'iL
Ili t)RU I! II:: -.IFrl.ITil. \ r \ tL\TER\1 E
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Com e si vede, la diAgnosi di orr.hile ::-illlilica Ri imponeva, vi mancava però il l'intorno cui ho dapprincipio accennnlo, vale a dir~: In bilateralità della lesrone, bllnlet•alihi ~e non primitiva n ltr1eno consecutivo, m& clre è pe r ò r itenutA da i lrattalisl i (Nc\lulou , Bumstead, Vn n fl erlingen) come llhbaslaoza costante etl impot·tanle per la !liagno!;t dirferenziale. Ora e~so ci mancavo complèlanlt'nle. Cionono,.lantP il primo medico dr hnrdo cav. Tomma~r. ul tjuale .Jebhn anzi 'l'nliti ringraziamenti, per· avt•t•mi incm·ag-ginlo a pubhlirat·e que::-la s tor ia , dopo uver·p e~clnf'a, con moiLi;:;srmu p r obabilitt'l , le al tre affe;'.ionr: tuber colosi, orclritH CJ'onicA l? cancro, col suesposto rn:.!iunamenlu, rimà"l' convinto eli quest'ultima diagno::~i.
Si Lleci"C qurndi <li iniziare 11118 C'IJrt\ anlisifililicfl c lllizi eli c::en·irsi di e;:;c::fl CQme mezzo dia!!no--lico a n•Jrllla del precello lerRpl'ulico: arliurantif.m.'l l'l noeentii.Jus e tr·allan losi di u11a leste 1110 eli lt'il ll:-izione lru ~~ ~ manifcstu~ioni seconda t ie e le ter·ziori o, si p r esc.:r·tsse Ju curH r11 i:-lu. A ll'arn tilo!alo v~:t tll e peeciò ~iot•nalna.,nl-:! "omminislr·nto ti li•1uorè di \Van,..wiclen e il io.Jur·n dr p••lll~sio, e sullo po1·'e ... j fec .. r·o frr..:ioui ,..,n pomata nwt't'tll'inle <' ùt bdlallouns. Dopo;') o 6 giorni dr tale trallamen lo J'nmmalalo .:oj nccnt·~e· c;ubito eli mi~li1WAI't>, il ver!'amt>nlo I'Ommcia,·a a rislnbilit•:-t a• il le:=:licoln diminuh·a di ,-olunw. I n cupo ad un lflt'Sc n,·,•vtl rraC11uistalo Ult \'Olume quasi iùenti• o a l nMmule. La diagnosi ammeRsa di orchite siAliticu eJ'H 1luuquo pr·ovata ad ollt'a 117.tl. L~ coneluc;,ione che, secondo nl• , si può trarr e ùal "Ilesposto. snr·ehbt> d n n'l ne: e!te lll IJ, :rrceraliui ''ell'orchìce -~i/1liliea è w~ 8i11tomo non 3empre ro.-<lnnt-. e rhe per·ciò non. si puo esclwleru ww diaono.~i 1li orehite s(tìlitica, unicamente pere/li: la l l'Ilio ne è twilater·c.le; c.;orno pure mi :-:embra; che in. /ali ca.~i tlttMJi la c11r~ anti.-~'Jllitiea serva ottima111'!nte allo scopo come 1lemento di diagno.~i. secondo il gié eilato pr ecello terApoutir-n: arlilloanlilJttiJ et noeentilJHs. Bol'dO /Juilio, 5 lur,lio 11::911
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA
Rapporto sul corso del grip.pe (tnfiuenza) nel reggimento Ussarl Reale Guglielmo I N . 7 , e sopra l 'effi.oao1a delle misure p1·ofilattiohe a doperate, del dollot• SCHELLER. - (Deutsclte mililiiriir:otliehe Zeitschrijt, marzo ! :-\90).
Al 21 dicembre 1889 e gia alcuni giorni >~vanti, si erano annunziali ammalali a lcuni milital'i del l'eggimen to ussari, la mentandosi di debolezza generale, di dolori vaganti alla muscolalut·a, !lpecialmente dei lombi, e di fot·Le dolore al capo con vertigini. E~si furono segnati colla diagnosi di febb r e r eumntica, poic hè si constatava pure aumen to della lernpet•alura. Dopo c he i casi di malattia si fecero più frequenti nelle diverse caserme, dal 21 dicembr e si fu autor izzali ad ammetter e l'es istenza della grippe epidemica (influenza), tanto più cb e essa e ra già stata annunziata a Pielroburgo dall'ottobr e e ual nove mbre a Berlino; inollt·e par ecchi casi di mclatlie analoghe si erano già mostrati nella popolazione civiìe. Il numero dci malati nel r ef!gimen to ussa ri et•ebbe rapidamente, cosiccbè, a ll'8° giOI'no dacchè s i era slabilila la diag11osi, e rano g ià avvenuti 113 casi, 18 de i quali nei detti giorni erano già stati t·imandali dall'infet·mer ia come guar ili. E t·a notevole la dispari tà nel n umer·o degli ammalati dei singoli squad!'oni; difatti dal 21 al ~9 dicembre a mmalarono: · Nel 1° sqnadeone 12 uomini 2° >) 19 ~
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RIViSTA MEDICA
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F urono anche qui loslo prese le disposizioni, già prescritte dopo la compat·sa delta malattia in altre iocali tà in caso di ul ter iore diffusione. l n o~ n i caserma furono disposte camere per malati, e questi r icevevano da mililari appositamente comandati il villa necessat•io e r icono~ciuto adatto (zuppe di latte e di farina) e le bevande, per• es., maitina e sera tisana pellorale, che in gener ale si mostrò utile. La visita medica s i faceva mattina e set·a. Per ognuna delle tre caser me fu comandalo un ai utante d'ospedale per misurar e la tempe:-atura, pr-eparare le tisane, ecc. Noi consideriamo il tempo dal 21 al 29 dicembre come il pr imo periodo della malattia, al quale segui un sewnclo pet•iodo dal30 dicembt•e '1889 a l t9 gennaio 1890. Questa di visione è motivata da questo che col 30 dicembrH l'epidemia entrò in un altro stadio in seguito Ad un esperimento medico in una par te della tr·uppa del reggimento, r con que's ta divisione si pu6 dare più facilmente un giudizio sui risultaLi dell'esperimento. Dopo avuta conoscenza della memoria pubblicata nel Berl'iner klini.~chen Woehensehri,/t, N. 51, 1889, dal dollore Graeser: Proposta di un mezzo p ren.;niioo dell' injluenza, e dopo ottenuto il consentimento del generale med ico del corpo d'armata, di concerto col comandante il reggimento, f'u somministrato dal :30 dicembre giornalmente mezzo grammo di murialo di chinina, sciolto in 15 di acquavite, agli uomini di uno squadrone rirnasli sani, per spel'imen tal'e la vir tù profìlattica della chinina contro l'influenza; la sommini~traz ione della chinina si continuo fino al :J.U gennaio e quindi per 21 g iorni. IL dott. G1·aeser nella sua memoria comunica brevemente che egli nei s uoi viaggi di mare lta dalo ai m arinai simili dosi di chinin a con eccellente !'is!JILalo conlt'O la febbre da malaria maligna, e precisamente già lungo tempo prima di ar rivare nelle regioni pericolose; ora siccome egli, come anche altri, per es. Seif'ert (nel Volkmann's klinisehen Vort raven, N. 240, 1884), cr·ede che si pott·ebbe a ragione s upporre una cài1nessione della malaria coll'influenza, così egli s i ripromette un
1310 beneliztl ùa un simile Ul<O profilallicn della eh n·IHl contro l'ioll uen7.a. D i~~t·uziflLameul<:' noi nostt•n csrorimento non si poteva lt·atlat'P di una compleln pt·ofìlassi, giacchù l'epidemin era t.Vè c.iitl\t"tt nel re(:!!!ilu t>u lo. L'.-ffìcacia dcii» chinina sarebb~ stata cet·lurncnlé più manif.-!<18, se la sua arnmiu islr azione twesst> ..:orniucial•J prirna cll>lla enmparsa th•ll'cpidemia, ed almeno 11 giorni &YantL La ~ornmioistrazione \'.-lrme fallo sotto il conlt·oUo del m edico o !'Oltu l'ispez.ron•• tlei !=<uperiori. per· cui non eru pCif;8ibilP il t'i ~cttr> del l'ime.lio. Quaslo rigetto l.'ra ù'allt·a parte tmpos~tbilt~t•erl!lti· gli uorniut dm·c,~ano prouutt7.it:~rc ad alta voce il loru nornt• subito dopo l'amrninislt•aziòne della chinina per pt·ovtl che l'a,·e,·ano iugluollilo. Iu principio e ra gcmeralmPnle in li~alo c·ome m':lllo d1Q~u::toso, ma rol tempo gli U'lmini "i !;t aiJiluaro'lo, ~pecialmPnle rlopo <:lw immeJialamènt» dopo l'nl !!ltinllimento venl''8 loro dalo un OPZ7.otlo di f(ommisbrol. Mi l'i pr c.:scnlò u tt uoroo, il q ua le fin dttlln p r i111o volla in~thiotl't lH "'orsata cou i11dif'lerenza, ma nou a rugione della sua ~eu<,iiJJhlà pei sapori, tlltl in\'eCè pcrclrè, con1è rift!rtva il mi li· lat·u (uu disertore abnzìano, pre.,.eutolo"i l'-pontauea:no>nle , durante il suo servit.io clr piu anni rom<> l"ohliiiO nl Tonchino, aw"n, co1ne luLli gli altrt ROidHi, ri cevuto per lun~o tempo r•ir ipelulomeule u n g t•tunmo di chin ina tll giorno sotto la tnedeStlltu fu rnta. T ra i suddetti miltl.tlri, dol 2" sqlladrùiiC, u ciò destinalo, !Il in totale, «1 untulalarooo aucot'tl fìno al 19 {!eunaio i uotmui, e preci--arnt>nte 3 <ti seconlu ;.dol'llo, 2 allerz0, 1 al quinto l'cl l al ~cslo giorno Dopo que"lO lf' mpo il 2" l"quadrone non Ph!Je piir nes;.un t•nlrolo pel' influenza; mentre, sebbenP in l2'è116I'Oie r Ppidel!lÌO l'oo;se in diminuziOIIC, SÌ manifel=<tarono ancora in due squodt·our nuovi ammulati pet· ,·ero ùirc poco uumerosi. L'e flìcactu tlellu chinimJ l'isulla meglio da utt quadro d'insieme. Devo pero nulare che lto lollo tla esso i Lrt! uomini antma.latisi il primo giur no ùopo l'uso ùella chinina, i quali tjuindi tlYeYauo preso solamente 0,5 tli chinina ciascuno. ~ona-::chè 111 que5li non poteva aver luo~o una azione profilutllca nello sta i io pt•oùromico della g rippe, quand'anche br•evisBimo:
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Numero degli ammalati al pr inci pio dell'esperirnenLo (:iO dicembre 188fl). Numero degli ammalali al lermin e dell'esperimento (19 gennuio 1890).
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Studi oritloi sulla patologia. e tera.pia del colpo di sole e dal colpo di ca.lore. -BI'\ErruNz, maggiore medico. (fler .HililiiNfl'::l., N . 27, 18!'10). Oue enlila moi'IJose essenzialmente dive1·se, cioè il colpo di calor f' e il colpo Ji sole sr sono fiuo ad oru molto spes!:'o scambiate l'una c>oll'allra, oppnr o si. usa l'espressione colpo di ealore percl11\ s i J'iguarda.va. r ome antiquata l'altra colpo dt !!0/e. Ora B1·eilunz si propon e di determill[we la differenza fra que;;le du<· fol'me m orb ose, in base all'osservazione da lui f'aUa su <li un caso di colpo di sole ed appoggiato ai fa tti resi noti dali~ mode r na fìsiolo!!'ia . La sua cloLLr·ina sulla naLUJ'Il. t!d eziologia del eolpo di sole sarebbe l a seguente. 1~: noto che l' insolazione prr)voca un fot·te At't'ossamento e qua lc he volta una ver·a i11fl&mmazione del la pelle la quale si coulradùislin~ue per l'angiopa 1·esi che l 'accompa~na; ma l'an::riopa re~i non si limita a quella zona di pelle colpila da insolazione, hensi essa si estende oltre quei l imiti. Se adunrrue l'• rrilaziom: pt•odotta dai raggi solari s ulla parte superiore del collo si proiella s ulla t•egione del midollo oblungalo, non e affatto irr•azionale l'ammettere che in questo caso per ru!!'ione rli l'apporti anatomici, ranjl;ioparesi pr odotta dalla insolazione si sviluppi non solo sulla pell e del la nuca ma anche nel midollo oblungo.to, con che venehbe a pro-
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ùursi ristagno di sanaue nei va5i abnormemente dilatati, un eeceS~"O di acido carhouico, un rag~uardevole difetto ùi ossig:eno e Lutle le condizioni alle a provocar~_· unu es~udazione nel m1dollo oblungalo. Siccome poi quest·organo o la sede del centro respiratorio, cosi ne viene che 'JUello ~lato patologico conduce ad u11a alter•azione del t'eSIHro, pel'duraodo la 'luall:! si manifesta resaul'imenlo del centro t·cspiralorio, •tuinùi l'asfissia. Le condizioni dalle quali si sv1 luppa il colpo ùi sole or·dina r iAmente sonD lati che l'insolazione ll<)fl si estende solltlnto al midollo oblunga lo, ma anche a lulla la ca,·ità del c1'anio, per cui s i aggiunge la congeslionu passiva del t·erYello che è pure èausa di tl~fissia. L. Azion e simultanea di questi due fattori detrasfissi11. cioè l'iperemin cerebrale A la l"lasi ciel midollo oblun~alo ci spiep:a la rapiòilù colla cJualP ~i manifesta l'asfissia solLo forrou di apnea, ciò che pel' l'insolazione (• cnrALLer·islko r. s tabilisce la ditreeenza LNJ il colpo di ~ole e il colpo di calore. Qu e~t"ullima forma non si mauifesta mai improvvisamente, ma i· preceòuta da altri fenomeni sep· pure qualclw volta non pas~a inosRcrva la. L·e::;senza •lell'in~olazione consistt• <luindi in unu paresi eli esaurimento del centro r·espira t<ll'io, la qut~lo .. il r·isullalP lìnate di un'an~ioparesi consecutiva alla ùirelta azione dei raggi :solari sulla lesta e sul collo. La par esi ci si oppalel"a col quadi'O cliniCt) delrusfissia. l! colpo ùi sole può ~<~t>prnv,· enire ROIlanli> IJUaudo abbra luogo una ir·rat.ltazione dirella !>ulla le:;la e sul collo, o questa condizione si ver•ilìca in modo più com pleto quando 1l cielo é chiaro " senz11 nubi; menLro cruesL'ultima circostama non u Affatto nece..,saria perclté si produca ti colpo di calor·e. P t!t' l'insolazione e indillì·renle che l'illllivJduo, l'iposi o lavori. sia veslilu oppu1·e uudo, elle abbia hc· vuto uppur no, e questo: conuiz.JOIII sono unporlanti a cono· ~:>cersi pe1' venire alla ùittgno"' differenziale delle duo forme in •Juesliouc. Ne lla vita n1ilitar e il \:olpo di sole si verifica colla maggiO!' frequenza nelle riviste, nelle p!irate, mentre il colpo di calor·e avviane più spesso nelle mal'cie. Un'altra d ifferenza fra le due f01•me morbose (·onsisle fina lmente nel fallo cbe il colpo ùi
ID! DICA
13·13
so la soprovvcue11do HUrnJH'e rm(J r·ovvb;;amenlo non è accompagnato tla au11reuli di t ... Ul!Jer·alur·a, mentre questo aurnenlo !'>l verifica -;e111prl' nPI •;olpo di colore.
Sul rl6e..l tendtnel chemr., N. :!5, 18!J0).
Sn;u:-:nF:HG. - ( Dett lsclte med. W o-
l n seguito a Humm•n,;o r·icerchr ed esperimonli ft~lli sopr·a enimah ed olLr•e 1:>00 ruulali, l'au tort~ av r·ebbe Lrovalo c he i cosi dclh rrllt :<sr tr>ndm~r con~lanu di tlue fenomeni, cioè ùi un rillesso O":>co e Jr un pur·o J'cnollrPno muscolare che mollo pt•obabiltneiiLo è JHll'O 1111 l'itl·~sso. lll'iflessr oOllseo eonsif<le nel faLlo seguoule. Un C'Oipo su dì urt osKo, specrnlruenLe se [JM· la lo in dir ezione dtll suo asse longiludmale ecci la j nervi del periostio ,. delle e<;lremità articolari e questo cccitamento convertesi Hl una con truz1oue di Lulli i ntuscoli che dominano I.{Uell'osso. Il t•itlesso muscolar.. consiste in quest'altro ralLo, che un mu..,cn!o si cnnl r11e se sopt·a di esso, per· mezzo di un filo Leso. ,.,ert portuto un colpo in dit·ezione longituuinale. Il londiue i11 Lullo quo,..lo processo non ha che una par·le pUt·amenlc mt~•:canicu. ~nn è possibili' Lt'<W<~re un r•illefi'sO che prowngo dai rte1·vi pr•oprii dci teudini e lanlo mt•uo si può dimostra re rig-or·oo;atnotlle rlt·rfiP,-..,o dt~lle a.poneur·o~i già replicatam~nte s..... tenulo w mnllt. Quesln tcor·ra sot!Jisra a Lultt r falli spel'iml-'lllnli rlno fu.l t11'8 couo.;ciuti o si aclalla benisi>imo alla 1'<mosco11za ~·c.J ap).Jreuulllerrlo dei fenomeni clinici. A Jli'Opo->rto di qu~·4• ultirui l'autore acc,·nll~ aUa qut~stioue cle~lr apparecclri l'erebt•uh rnnrlct·aLoi·i o d'l!libizione ùei movimPnli rit!Pssi e dimos tru. in hO!"e Rl)t• SII() (!'<!:\CI'V8ZÌOIIÌ emi lumori CPrebrali, clrt~ Lnli appmaLi tnoùer·ntot·i possano veHJI'e eccitali da
aflezioni r ..r ebrali e JIO$~ano essl!re messi ruort tl"allivilu per mancalu mfluuu.za cet·eiJr·ale. Un ... econclo pun to rla chilll'lr:::r e eh e sia in c.:onne.,:sion~ con quel' ti quPsili c quello che riguarùu le contmllurc. Ahbimnn di que><tH tlue grul 'l" che si CMalto rrzza no dal modo di t'IH!lJIOt·tar·:<r .lei movimento t·ifl es::o. Nel primo si cotnprendono I JUPJI•• ron lrallure che s i manife!>lano 111 dipentloma ad all',.zrorri disseroi rrate o t'ocolui mor·bosi del cer vello, di ufl'ezroui rlr verse ùel mulollo spinale e dei processi
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IUVISTA
1unrbo~i ùelle Allicolazioni. I n queslt• f01•m e il •·iflesso lendinPO 1\ ~<cmpr<' P!':a ~erAlo. Al seconrlo g ruppo appnrterrebhPro le ro nl1·o llnro prndnltt• da esteRo c m Ol'ragie cer ebt•afl, da 1umori, del cMvolln. da u•·emi1:1, meniugile c par·al1f<i A~i ltmle. l u fJ116f<le conl1·nllu t'P non si osserva mai un au·nwnl.u. ~pe~~e '111l•· 111\'ece una dim llluziont• del ritles~o lcnrlu•cu. Il dcdtl•·r·t· poi (l qual g ruppo app~trl~ll!.!a una data COli· tra lttll'll IHI\'Olla l'l ""oln Jl""~-'ihile pPr mezzo òel r·ifle:::ro lt>ndìnen. il tJUAie in !JUI'-Itn ca,;o acqoi~LA ''alMe diaguo.,Lrco Co<:l in Ull t;l-lf'O di e111ipll•ura apparentemente lipiCA si ID<lllifchln null'ullima :sctlimnnn di vi ta una legg-era contrallura l'li fZO· lllllii l)tn islt·n, e.J •'ilst·nòosi r iscoul r 11l11 11 1·itle!:''::'O tendbwo thlll llluilo ~~ t(lJ~tlìlico •tuclht con tt·allut·a qu... le appartenente al :::cc·onolo f!l'Uppn. Fu 1\lrunef<~a quindi, inv~ce che un'ot·diuaria Prllnrr'af:(IR o l'llllllllnlli1nrn to ccrrb•·ai P. unA causa tutta ~pP ciH IO rlell'nm ii'IPgia. All'nuto r~i a si cunslalò infalli un ;.! l1nma dol re•·v<• llo. Jìi n ulm e utù !'A. ra lllllar fl c l t~~, espl o l·ando con t uLle le regole r prccauz.iOII I st.t•l.Jil ilc da Schr eilie r· e GOilllt'assik nella l'iCe i'CA del riti1·S~o ll"lldiiH'n, llllli:'solula muncanz.a di questo fenom e110 r i!->Uiln a !ui piu raru dw ad altri che lo pr·Pcetletlero in queste r·•r~>r·che Sper·IHirnrnl•· nel mar asmo ~enil e. $11 100 e più casr esplnrali, non si r·on~;tQin mai fJuesta mancanza se non che cCJmr~ sintomo pt'oap-nnico. Mollo spesso su tali indiYidui si r i sconlt'u un esaget•Alt> riO r!i'~O patellare fino a poche or e prima rlella morte c cil'lani'IIP in quei casi in cui all'autopsia si Lt·ovo IIIW CSl\!<>8 ciE't:rPilOI'AZ IOilf' di nervi.
Emottisl rloorrente quale sintomo precursore d1 nelrtte intersttzlale . - Oucr.os.- (Wiener mecl. \ Vochens., l'\. 2!), 18U0). 1•: 11oln che H uchartl, J.anòouzy e Gaucher· r ichiumarono l'allon7.ionc rlr•i JH·alici sulla q>islassi deg li adu Il• quale segno pr cru rsot·e della nefriLC' inlerstiziale. Ora Duclos assegnerebb e un OI!U&Ie Sif!nillrALo allu c rnolli!;i. Già da mollo tempo egli pol ù O!:iServar c con una cet·la ft·equcnza emottisi mauife~ l!l ll li s i i rnprov vi!illlnollle b senza causa appr ezzabile in sog-
HEOlC A
#[alli utlulli d1 robusta e !'aoa costituzio11e, per lo piu rna~chi, i quali non offrivano segno di lesione alcuna all'apparato respiratorio o circolator io e se ebbero in precedenza qualche indisposizione, questa era di indole ai'LI'ilica. Alcuni di rruesli ìnfe1•mi andarono poi soggetti in per iod1 d1ver "t a d•sLurbi nevralgici reulllalici che durarono da uuo a piit annt. Altri furono colpiti dopo un Lernpo piu o meno lun~o òa arlerio sclerosi che gradatament4> ando g-t>ncralizzando!'li. Altri infine, !'lenza mostrar traccia nt· cii sclerosi artet•in..n. n•' rli reumalic;mo, ammala1·ono di nel'rite toler stizialt·. A pt•oro,ito dt qucsl'ullima torma l'autore SI l'ifet'Ì"CC a due inlerCSRt;llltÌ ossei'V8ZIOni, nt•lle •Juali la sclero~i 81'Lt>t·iosa, pr1ma rl1 ··nlpire i t·cui, in,·ase 1 captllal'i dd polmoue, di modo cho ad ogni colpo Ji tosse seguiva se111pre l'emotti;;i, la qualo annunciAva l'imrninen le pericolo dellfl nl'lfr·i1f' inlcr:-tizialc. N ei due ca!'ii dP!'Critli dall' anlo1't' la oefril~ si manifesto dopo par·ecchi anni e fu seguìla da morte.
Revralgla del tea11colo. - PEnll. - (fntern. Certl ralb . f. P/iJJSioloyie u. Path. der llarrHtnd Se:euulor nttne, Hd. l , Het'l1J. L 'autore, l.l ppoggiandosi su 1!0 osset·vazioni prnpr•tc, cc.nlrar ìaml"nlc all'opinion e di Cooper , Cw·lin g, llammond e Gr·iLLi, dice che la neuralgia test•s e il cosi dello Irr ilable lestis non !;ono che la <~tessH cosa, essendo l'lrrtlable testis unA nev r ai,Q"ta in rot·ma piu benigna. Quan to ai sin tomi l'nutor e non t> d'accordo coU'opi01one gent>ralmenle ammessa c.be cioé la nevralf,lif\ colpisca or dinar:amenle un sol testicolo c specialmt•nte il sinistro. Jn 13 dt>t suoi 20 casi la nevralgia et•a bilaterale e soltanto in due asclusivumente a sinistra .. Le couse dell'affezione furono le seguenti: in 12 casi e!'clusivamenle e indubbiamente la masturbazione e il coito incomple1o; in 2 casi inoll1•e la masturbazione non fu confesso la, ma fu supposta con pr obabilità; un caso fu originato da eccessivo uso del coi lo nalUI'ale jn indtviduo di debole costituzione; un alli'O da g t•avc stl'ingimen to; allrì due dn ut·etrite cr on ica
blenor ra gica; ed una voiLl'l da malattia s pinale cronica. Mai l'autore osservò che la nevralgja dipendesse da varicocele. Quanto alla cnr•a, J'aut.ore Pnumera i varii metodi propo!"ti: bagni freddi, sospensor·ii, pressione for·tissi ma sul funicolo in modo do dis tnrgger e il ci/inder rt:cis, ecc Dice cbe jn 16 dei CI)SI ottenne guarigione con una cura locale. ma 11011 accenna il m etodo usato.
Insuf.flolenza delle valvole aortiche senza urto del cuore. MARTIUS. (Decttsche ~t~etl. Wochensclt., e Centralù. Ji.i. r clie medie. Wissensclt., N. 21. 1890). t'el corso di una •mdocat;diLe si s viluppc') in un soldato unn insufficienza delle va lvole aorti che; l'urlo dell a punta, innanzi normale, dis parve completamente, e fu manifesto che que'slo avvenne por dl'eUo <.li una complicazione che dall'autor e, a cagioue di un r umore sislolico alla punta del cuor e, l'u diagnos ticata per insuftlcienzu deii::J m itr ale. E gl i trova la s piegazione di ques~o tenomeno nella teoria gia da l ui svHuppala sulla cagione (i~=;io logica dell' impu lso cardiaco. Queslo avviene, secondo tale teoria, nel pl'imo per'iodo della sistole, nel cosi delLo « Lempo tli chi us uJ'a, ''d urante il quale il cuore divenlti più r·olouùo e s i raddr·izza senza diminui1'e di vo lume. Co l principio del secondo tempo della sistole • il pel'iodo dello sforzo •, cioè con l'apertura dt>lle valvole a M lk:.he. l'urLo del cuore t'• ce>:!>alo. Ora tJUaudo per q ualche ragione rl lempo della chiusura manra. l'ur lo della punla deve esser e indebolito o maHcai·e, u questa condizione sembra verificar si nella complicazione Ji u11a insurtìcienzaaortica con una insulTi· cienza mitra le; poicbi• a llor a uella s ist.ole a.ccade prima il re· flusso ne lla or-eccbietla sinistra chP. l'aftlussu nell'aot'la (nella quale la pr Ps!';ione é più alta chP nella ot·eccbielta) Ma r.on questo reg urgilo d<'l sAngue surc~>.Je un rim picciolimento rlel cuore e così manca la condizione più e:::senzial e per la produ· zwne dell'urto del cuor·e. Che nella insufficienza mitralica non complicata s in vi l'urLo delle punta, si spiega} secondo l'autore, per'chè il venLrir olo destr·o ipel'trofìco giace in avanti e da esso solo i· dBLol'rninaLo l' urto della punla, poiché esso ha un com·
MEDJCA
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plelo tempo ui chiusura. Per i l r.aso SO{H'i'\I'ÌCOl'dalo amtneltf' <'he fosse collocalo innanzi il venlricolo sini~lro ip!'f'lroflco, che, per mancare il tempo di chiusura. non p•·oduceva urlo alla punta. La sezione cadaverica conft>rroò la d1agnosi di una undocaroile maligna 80I'tica con iu, ufflr.ienza ; le val voi e mitra li appa•·' ei'O UYerv sane, ma ro~lio auricolo·ventricolare sinistro era mt Ilo dilatato.
Contribuzione a.llo studio della. slrlngomlella..- F. Bn L 111... - (Gcm:tte des Htipilau.e, N. uil, l890). Couclus10ni. 1" La s it•iugomelia pe•· gl iornalo~i midollarr deve Oggidt e~se r m us~a nel quadro rto~olo~JCO dellu ull'czioni splrwli. 2• E sc:u !<i lt>aducc clitticanwntc con dislUI'bi particolari della sen<>ihililà. con~istenti in analgesia ed in l ermo-ant>s tesia, con po t·s is tenza della se11sihilitù tA.lli iB, coll' nlrolln muscolar e che, il piu spesso, prPnde la fo l'ma del Lipo A t·au-Ducheune. cou disturbi at•·oflci Yal'iabili all'infinito. ;.1° GI'U1.10 8 questa Sllllnmalologia, la siriugolllieliA può (-ISSere ùiaguost:cata; qu~~la ù:a~llOSi è slaln, d'altronde, v~ r incata ph'l ''olle al r autopsia. t" .\ nalnmicamenlc. la sola \'Arietù rli !>ÌringClm ielia ben conosciu ta dul punto d i \'ÌSta clinico. è la ~lio matost midollal'e, Yalo a dire una l esione spec1ale alla nevroglia, cl1e l'autore cou;;ider·a come differente dal tessuto congiuntivo p<'r la sua uri~ine e poe le ::ue reaziow i~to-chimicbe.
s· La Sl rin~omiel ia da gLiomalO!Oi tirHSCC cl'ordlfiOI"ÌO colla formazi one di una ca,·ita centrale coo~iderevoh•, occupante una jll'ande P~lensicn~> della midolla ,. ~imulnnte l'idrornielia. con cw ,, stata altr e volte t·nnfu,..o. u• Il !.!lioma della midolla si ::cava; il l'allo ò innegabile, m1.1 ignor asi ancora ti ()erché dell'i..I:.Ca\'azio uo. Che il gliolfla sia. !<CO valli o no, esso dà luogo alla s tessa Sllllomalolug ia .
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RI VI STA
La malattia dell'ipertensione arteriosa . - E. H t;CIIARD. - (Juurnal de Mt!dr:cine el cle Chirurgie, Iugl.o L890). Quando Bl'igh l scopri la molallin che porta il suo nome, egli pensò cltr1 l'iper•Lrolia del cuore consecuti va u •juesta affezione l'osse dovu ta aiiP pt·opt·ie là iri'ilanli della crusi ~a ng:uigna rnotliflcata e dziaU\ 11ella sua coslitu7.ione. :\la più lal'di un allro inglese, Mnhomed, iosisle~te ~ul per·iodo prealbumiuu r·rco di certe nefr ili, per1odo caralle r izznlo soPI'ùlLu llo dall'aumento della lt·n~iono arteriosa. ~ell l~ sue lezioni sulle malattie del cuore e dei nrtsi, Hucha rd ha esteso quef..ta pnlo~enia ~tll'a.rtel'io- sclel·o~r d"'glr or.)!aoi (tl rlet·iosdei'O::-i del cuore, dei reui. del ~~··r\•ello, r•cc.). In una rlelle su(' ullim» lezion i egli ritoma su questa questione per drrnusll·ore che P~isle un gruppo di rnalallie don1Lo ad ipertensione arteriosa. In una par ola, l'11umenlo deJia tensione, in luogo di esse1·e reffettn, é lo c.:ausa delle rnal11llie arler·iose o òell'at•Ler il)-sclerosi. Essa si riconosce a l letto dd mnln~u, soprallullo pet• l'osistanza Jella r·isonan?.a diastolica dell'aorta e coll'applir·azione tlello !'>tìgrno-manometro. L~' malaltiP dcll'ipcrten~ione arlorto~a sono nume1•oc:e, e tra esse Hnl'itord richiama oggrdl l'allPnzinne sullA falsa ipe1•tt•ofia cardiaca della pubt>rlà e sulle eat·diopatie della mcnrpau8a. La falsa ipt-rtrofìa c.:ul'd taca della pubertà, indicata e desc.:rilla alke volle da Corrignn, SLokes e Pfatl', ,\ cet·lamcoto dovutn all'aumento della lPnsione arteriosA che soprasrgiun7r sovPnli a que~lu elù Lo l'lesso dicasi della mP· nopuusa ecl o rjucslo ri"uardn ù inlerrssa nle di conm•cel'e le modi(jcazioni •lt•lla tensione arterioso al momento dei mestrui. Our·anle i giorni cile lr pt·oredono, vi ha pe r lo p1ù aumento della tensione a rle rio~a. ciò che gli anlichr intendevano !->Ollo il nome di molimen emorrauicum, seuza conoscerne la causa; ma lostochè 1 uwstrnt <'C •mpaiono. si t•onstala inve,·e 1111 abbassamento a~«ai rapido di que"la pressi o n~ vasc.:ulare. Ora. in cerLi cast 111 cui la tnenop~tu sa si stabilisce in unu maniera artormale e più o meno dolorof'a, le doune :si trovano assolulatnenle nella condizione di quelle
lLEDfCA
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che hanno i loro meslrui e così pt!r mesi rd anche per anni la tensione at·teriosa riman e aumentala. N l' risulla una <'8tll'<8 d'initazione conl111 ua pe1· le meuabraue arteriose cb e flnie:cono per allorarl'li. D1 là p1·nduziouo ùell' arterio-sclerosi délla men.opewsa. Di più le curdiopalie della menopausa 11011 hanno allra origine, a.é all1·a patogt•aaia. Sr. questn <:ovratcn<:iont! arteriol'a <'ho e<>isle e~ualmente nel momenlo della pube1·tà. determma rui'tlmeHlc lt>sioui del CUOl'e O dt•l V8$Ì, CiO e dovuto alla l'Ui>Ì<:lenza ed uiJa \'!Jli dità più g 1·andi di que~li ulluni: qu uadi le cardiOfllltie della prtberlà ri rlll.l lltW IIO quasi ::;t,Hil[) l'l\ J'UI1ZÌU118li. La C:0!18CgUf'l1%8 Pl'HlÌ<'I'I di quo~Li ra~li è grande l ufalli, >~e J'ipl'i'Lcnsionc urt••r·io<:a ,. la CAtJ"fl di CJUe~li divPr~i stati nwr·bosi, è cs<:a clw la l· l'apeulica de,·o ct.•r·cnrc soprattutto di comball~re JH'C,..lo, a filltl ,,i prcn:uirt' il ,,.. r,odo !elle lesioni org>~niclle. St deve insistere "'llll'i!!iene e specialrnentP sul regitUe aliutertlal'e, si deve pr e>;('river e la ma~Xg'Ì!Jl'e quou l.i lu poss1bile di lalLe noll'alitnontuzioue, la dimi11uz ioa1 e delle bovunde, lu ~uppross inno degli alimenti contenenti Jelll" ~o-.Lan;~,e gr~•«sP, dei pe>wi. dt·lle pizzichPI'Ìt-> e tlei fm'ma!!!!i \'PCCiai, ect·.). l'a.!=<le""iont> dt tuili i rnedaearnenll capaci d'aumentare IU1COJ'A la tens one arlel'iosa (belladonna, digitale, ecc.) o ùi tutle le ~o:sllloze <·l1e ru·oducono ~li ~;tess i effoll1 (cam~, Lh~, li• ruot•i, Lt~buec:o, e<T.). In fine, :;e 1 mf'zzi igie1dci f'ulliscuuo, dovr~i ricOrl'err• ai mt>dicarueltli dw climinuisrolln la tonflion e va~colurc. Tra essi si posson t) <'ilare li ioduri P la lrinill'ina: li iorlul'i e "perialmcnlc l' iodurn di sodio che ra d'uopo pre-=<•J·ivere an prr nc•pio alla uol'<e di 20 centi:.rrammi a r;o centi~r·mnmi per l!iorno: la lrmi•rina (nitroalicertna) solto fo r ma dr >~oluztone ulcoolica ul 100• alla
t.lose di 1- " 6 ~0~.:ce duo o tre vullo JWT' gioJ·no dt11anle 10 o lo giOt'tli ogni nttHW. Sic·c..:ome questn !pei'l!•nsione vascolal'e l'l con;:ociata <:o v c• n li ad uno :.:tnlo sptl"modit-o di lutto il "isl.. ma 8I'leriosn, tiPvec:i "'ll'\'e~laar·e lA funzione tlella p•·lle, <'Omball,.re le $en;;azioni d i ratrred•larneulo e perciò prc:-:crivere bag-ni freddi e soprallullo frizioni secche où ercilauti sugli er Li e ~ul tro neo.
RlVJSTA
L'esame ba.tterlologloo come aiuto alla. diagnosi cltntoa.. L oUIS Hf:t1'Z~IAXN, rli New-York.- (The Medicai Record, maggio 1890). D opo i positivi t•isullali d'inoculazio11r: del la Luber t·nlosi nl tenuti da Vil!emin nel 1865 e rla Cohnheim !'iu llll'cli, e dopo la mondiale scoperLil rl el bacillo della l ubc r colo!':i fatta da Koch, la diagnost di questa mAlattia non ruò e!'lsere lliù bn· sala soltanto sull'anamlJe;;i e sull'esame fisico. mR è necessar io anclao 11 re1w rlo m icr o!lcorico. P Prò, prima di lJUes!a !'!coper ta , l a diagnos i eJ'a fat.i le s o:o nei casi avauzati , quanòo f' i era frià perduto il temp0 utile: per una cut·a ig-iP.nicfl atta a prolun~-tar la vtla dell'infermo; ora non si pub parla•· Cùn C~'>rtezza dr Luber·colo$i se i bacilli rli Kocl1 non si sono rin · venuti, ma una volta rinv enuti la il iaguosi nccertala. E quantunque non sia sempre fAcHe il lt·ovae questi bacilli. la t'iret•ca costanl~, ripetuta e minuziosa 11 fa r à SCOJH·im itJ r•g' lll
e
Cll><O .Ti lu bet·col o~i .
Il nnmo1·o dAi mrtorli vtmuli fuo r i pr>t' lnle ri cCir cH s or·mni
in(ini lo, e11 o~ni aulor~ predilige il suo; 111~ il ptù :;:icur·o è fJ\1 Cilo di Kot'h·Ehrlich, ·rruanlunque dn molli ~in ritenuto por difficile, lungo e noi'oso. P ero, la maggim• dirftcol lil diponde riai la preparazione del col01·t' che ogni medico dovt·cbbe OSé· g:uire da SP per e::~"~"'' sicuro. S e si pre11rle uno par te di fuc si na r' c-i nC(ue p ~:~ rli d'ah:ool A~c::ol uLo, <~i avf'fl una buona .::oluzione co ucenlrata uhe poLt•it conser varsi pet· !ll(jllllnli mesi. Co u una par·te d'olio di Anililla e vent.i d' acquA òiRttllat<1, sbattuta JH-·r alCJlni mim1Li eri ilnti passulu a doppio stf'ato di uarla da fillt•o, si oltie11 e nna buoua acqua d'aniliua. Se ora e quesl'ac.-tua d'u11ilina si llf:~ ~iunge g r·adatamenle e lenlumente lA Rt lu:zioue ulcoolicn di fuc,. ina, &IJA pr·oporzione B j>J1I'OS~imati va n 'una par te di fU C· ~i na su dieci d'anilina, finché l'om paia alla supel'ficie d~lla miscela un11 membranella JucPnte che non ~,..o mpa.re con lo scuolimento, la. ~ohlz t one colorante sa r·à gia p r o n1a ed us abile. FalLo il preparato s u copl'ioggetli, lnsciato disseccare, pa!'Ssal•i lre volte alla latnpada, s'im merg~ d~l lato Mila pr epuzione iu una vaschetta conlonenie lA soluzione, ed o vi si
HBDICA
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lascia da 12 a 2i OI'P. o c:i pone in una slufella a moderato calr,r e per l o 2 ore. od in cCJso d'ur~enza ,;i versa la fu~ sino sul coprioggelli. e si t'ifiCillda per alcuni minuti sulla fìAm~na sen1.a farl n ilolilre, aggiungendo d<>lle gocce di fucsttJa a misura che ~ruesla si evapot·a. La decolorazione :::i fa imJUer·gendo 11 preparato iu acido nitrico al :l3 p. JOO od in arido solfor ico al 5 p. 100 per rnezzo minuto, indi i n olcool a 60•, poi in Akool ossoluto se si è Ul:'&lo l'acido nilt•ico, direttamente nell'akool a~soluto se si è u;,uLo l'acido sol fol'ico. Cusì i bacilli delh1 Luber colost, che sono i più dii1i1•ili H p1·endcr·e com·• a lttscìore il colot·o, r imangono c·olorali, e sco!orato il pus, !.l'li epilelii, e lutto quello eh<> può trovllr~i m uno sputo. Per ve.ler..- ancht. queF:ti alll'i elementi, ~i fArà una secondo colnrfl7.ione. Una parlo di bleu di melllene in citHJUf' d'lllcool formano unA solutione conceuLrata. dieci gocc~ della CfliAie aggiunt1· a UO j:(rau1tni d'acquD disLtllala con una gocc·iu rli soluzione di polas!'lo caus tica al IIJ p. 100 danrw un liquido eceelleal.e per la secouda colorazione. L'immer sione del (ll'cparato per un minuto 111 que...,lo lutuiJ", ··d il con"=ccuth·o lavaggio in acqua dt!'liiJAl8 I'OIIl('ÌOIIO J'opet•azione. " on '" può al:l'errnar~ che non vi ~ieno bacilli nello spulo di per;.onfl ~ospettn dt tuhl'r·colosi, se non !'i ~ra ripetuto l'e· s»me ci ll(]ue o sei V()ll.o ~op r·n sei peopuruti per· volta . In ogni ca~o, ~e c.:0 11 l'eRame dt:>llo spuLo possiamo r inveair•c cot'puscoli di pus iu mag~ict'(' o mittOI'e r1canlit.à, epiteli della dirnen;.ione d'uu terzr• di corpu~roln di pu.:; chP proven~Xono rlnlle vie polmonari, slatìloco<'clu e si!•Pptococchi piogeni, polrt>mo diflgnosticar·e una suppurazione polmonare. Quautlo con slafilococchi e F:treptococchi tr·ovituno il poeumococcu di Friedliinder o di F!'ùnkel possiamo diagnosticar e una polmonite calat·rale. La ric••t·ca dPI bacillo della tubercolosi nel muco inle!>linale e nPII,. orinP è molto più difficile, ma con l(' debite cure e molla pazienza !'i può riusrire a rintt•acciare in questi liqutdi poc·lri bacilli della List, che avranno un ~rende valore diagnostiro. Anche nE'Il' espf:'tlorato ~anguip-no stemperato cort poca ocqua dtsLtllata st possono t' llweuree col metodo
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RI\"ISTA
s uindintlo i bacilli dellu lis1. clw welino il morbo al suo pt•irno upparirP. La ~~·an •tuestiour diballula da Neisser. Lustgarlen e Muonabcrg s~ si po,:sa dire cuu sicur ez;r.a che un uomo ::;:iu allellu clll blenorr·pa specitìcu o da uuo scolo ur·etrale. periur·tdral e, proslaLico, uon speciOco. è >-lata rr sulla ra"orovolm~>r t le da un gruu num two ti' ot:••·t·vat or i, i •tllali rileng.)nO cill3 il ~C\ JI OCOCCO HÌ lt•ovi H(3111pr·e in 11110 !<COlO cb e obbin il co r~o cl inico della ;:ronort·an ~pf'cilica . e che le it·ri lm~roni meccaniche e chimiclw lil'lla muco<>a ur.. trnls possano pr·otlurre uno scolo. nel quale .,, tr•overanno altl'i cocchi, n1u 11011 rl ~onoCOl'CO di Neissut·. Fallo il prepar ato s nl copriog-p:otLi MI solito modo, si irn· lllPt';.{o per mezzo minuto IJJ unn '-Oluzione acquosu di fuc._inu o vtolelto di genziana, indt "i l&\'& in acquu, e <>ollo ul microMI'opio !"i vedranu o comparir•r 1 gonococclti nel loro ca rat l~ 1·i sti eo aspel.lo. Cia!"Cullo rli 6toi>-i é div•so in due da u11o l-lpazin l l'aspore11le, o eiuscunt1 11 14\ Lil ù all ungaLa in l'or ma el i biHCuLLo; essi sono o dentt·o u l'uOt'l dt>lle cellule tll pus. ma mnt lllt!lti dcnlt•o u mela fuo r i, moi dentro i nuclei. Se in!>Ot·~·· 11 dubbio elle possa tralltm·i lì cocc!Ji d'altra s otwiP e r1t111 di ..:"rtnococco, "e-!uenùo il ron:<klio di Rou"'<. si l'ai'U u:;l) d1·l u1et.odo <11 Gt•am. il <JU81c c.;color a i !!Onococc!Ji, c las<'ia colora li gli niLt•i. Dnpo aver colui alo ti pt·epat·alo cQn ,, olelto di ~enzia ntt udl'acqua d'anilina ( l p!!t'lc Jr v.oll'llu d t genziana m !00 dt a c•piO d'tH1iliua), s1 de!'olor a nd liqui.lo tli Lugol (i.,llo 1, iodur o di l'olassio 2. M'' fll A dìsi.illa l n 800). L a color·azi0 1H'! r ichicdu ;lO m in uti, IH rl•·t:IJlr•rnzinnr• G m inuti nf'l liqutdo d1 Lugo!, 110 com !JiPrsi ir1 alcool a~:-oluto lìocbi· l'fdcnol cuP goeciola dal peeparato "18 com piPlam eule inc(Jiore l nùr s1 la'fl P s1 u!"se n t~ in acqua il pr•·paralo, e si ''eùt·~:~nno bacilli e c·occhi, ma non più il gonococco S u dopo u vet•e scolorali iu la l moclo i g onococrlu irnme:·gitllno per un minuto o òue il p1·.. pnru lo in una !:'oluzil)ne acquo!"li al 2 p. 100 ùi \t!RUvina, i Ct~ rpU!<COii di pus, g:Ji epiteli PÙ i gonococchi preuder·an nCJ il color br·uno. e lulli gli al tri but-
MEDICA
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l er·i r iter ranno il vinlcllo. cio che assicuror•à la diagnosi difTerrn zialo. Con questo mPtOùo l'nuLot·o ha poLuL0 scoprire il micrococco suhnavo di B umm, elle, r•rma...,lo por mollo tempo innocuo nella vagina di uuA' donua, uveva pr·odollo un'uretrrte nou specrnca nell'uomo. hu IJOiulo ùiagooslicare una proslalit•• pur·ulenla senza e~aminare l'infrrrno, col solo nrulo dal microscopio, c ~eppe dopo chr l'rnfer mo er·a uno studente, il qunle, volendo provar·e la sensM.ione di un catetere oell'urclrs, ne aveva inlrorlollo uno non ben pulito. o si tra cosi proCUI'tllo uno scolo proslolico pur·ulenlo. Egli r·uccomanda iu ognr cuso dubbio resamH balleriolo~ico, per mezzo del quale o lo ùragnusi sarà completamente rischiarata, od almPno pot... nlemcnte aiutala
BagU sputi verdi e sal baoilll che producono la materia colorante verde. - A. FRrc rc - ( Oa:zette ,,iédicale (le
Paris, 14 dice111b r~ 1 ~89). La colorazione v. "!l! degli !>:puti si osservA in tlue caledi C'ir.-osl>~n7.e mollo diwrs .., sia che I'!"SB provenga
~rorie
dall'inzuppamenlo de~h spulr r·olla rnaleria coloronle biliare, sra chl' es«a ri.:u ll r du una tr·asi'•H'mazione di r·etta tlell<'l maLer·ia I'Oior·anle del !>ungu~>, dt>ll'emoglobino. coulOtluta uegli sputi. Per ocm parlu re che tlei casi di r1u~sta Re conda categoria, la color·a1.ionj} verde puo non J>r•esentOI'si negli ~pulì che quolchc tempo olnpo la lor·n e"pell.or•aziorw Rosenhach, p(•! Jli'Ìino, si é occupato rli questa va r ietà di espellorAzrone ver•rle, a propo-<ilo rii un m»latn i cui sputi assunwvano uutl linko vt.wde 21- Ol'P dopo esser·e stati e~posli all'arme che conlt.>ut,;vuno • uu gr·au numer•o di vibrioni ani· maLi do movimenti mollo vivi, da ~pore leggil'rrnenle tinte eli ve1·de o da piccoli cor puscoli rifrangenlì sc•mig lian ti ad amrnu«si di spore. • l n oltre nosembacb a veva constatalo che I'A~giunLa rli 'lualche :.rorcia di questo pus verde agli sputi muco- JJurult:mli, espettorali da un tuher·coloso. faceva di ventar·e v~rdi questi dopo un cer•Lo tempo. QuosL'ullirna parlico lar•i ta et•n di natura do fa r supporre
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tU VISTA
Che Ju Chllli'AZIOflt' n r de degli Rputi in f(UeSllllTll' clìpendcsc:e dalla presen1.a di un miC'I'or·ganismn rlte produce la materia verd~.
Le ricPrc.:lle di Ft·ick ha nno av uto per iscopo di i!<ola r·e e di colti\'81'8 I(UI!slo rnicror·gauia mo. ERse sono s~ate fallP nell'occasiono di una vera epidernil\ òi espettorazione v~t·dc, sopra~!!iunta in una sala di clururgia. ùopo al lt·al-fer·imenlo di 1111 malato venuto .:a una '-'llla di mediciua e che emetteva c:puti Vl'l'lli rln nn Cl'rlt1 tempo. PareYH c·he rruec:tn maIalo av.;sse spurso nell'alano>~t'c•ru 1111 g-eeme, il quuie, inocul antlol'\i agli spnti di ullri mula li. comunicava IMo Ì1 1 segui to la colora1.iunu verde. Secc.utlo 1 riRullati dell"' l'II'Pr·che da Fricli, questo ~erme non sur·ehhe ollr•o che un bacillo g racile, uu po' piu lun-!u ciel bacillo .Iella rel>br·e trfui.lea, con ec:lremila ulqunnto arrntomlilc•, 11011 pr·orltll'enl .. ~pflrr•. Qu<>slo bacillo ~ anintalo tla movimenti di untl estremn \'i\'acilil. li bttcillo vive nell'ariu. È prtvo di ogui azione diaRlalica. Ft·ick da i ufo r·ma4iOni )'8 r tic:u l ll i'O~gie.te s ui risultati uelle culluru di que:::.t.o bue ilio, falle nella ~clatma1 nel urc do d t car•ne, nell'agAr, nel lttlle, su fette ùi paiate. Tutti questi mez~i ùi cui· Lura. aJ eccf't.iOH~' cldle fette di patate. <>i cr,I' rano in ''er·dc nel
momento della "~P'C'taziorw del hncrlln in discorso Nei pr•imi gior•nt queRia rnnt('r'ia colorault' ù di utl ve rdt> inten~o (r.olor•e JeJJ'pr·ba); do pc• un certo tempo, pa·Pndc una. tinta. giullnRtr a per pa.ssa r·e in fì rw ul hnuw, conset'Vtllrdo pet·ò una fluor·escenza ''erdc mollo inlenl>u. Essa penl'tl'a pt·ofontlautenl<> u per· ùitfu>~ione nella gelAiaua, ndl'agar-, coutre.r•iatocnt.«• a ciò t'lte ha luogo per la male t ia colt~rAult> rlcl bncillw;; jii'Oflìfti rWX. Coll' anali:<i Sfwltrall•, non ::-t cnra=<talnno ra,!lgi d'assorbarnento raralleristrco. Quc:"LII mater18 color·anlt: é insolubile nell'alc-ool, nell'etere, nel clor·oformio, leggoelllenle solubile null' Acqna, pitt ::;ol ubllo r ~t•i veicoli alcali11i. E 1'\vl to la rormn di ~o lu zione akalina che la malel'ia 111 questione pr ·senln la rnlor·azione più inlen-.a. Al conll'HI'io, ~li acirli la rannn !'\('Ompa· rire "enza ,)J<:Iru:.u~>ria, pr•rché ussn ricompare 'lllandr> si Ale.aliuizza illiqutdc1. Frick 11011 lw potuto oUcnerlfl nllo ~la to cr i;,tallino Ila fllll'e con:::lalatn che il bacillo che la pr oduce
~ED TCA
può vivere e moltiplicat·si "'DllO l'orma di culture lussureg -
gianti, s enza JH'Oòurt•e la maler•ia vP.rde. F rìck ha r-ifer ito infine elle l'egpeHorazione verde é stata const11l ata in uu cer·lo n ume1•o di casi di lumori dei polmon i (carcinoma, sarcoma). KBLSCB e VArLL.ARD. -
Un oaso dl leuoemia oon neopla•le llnfoadenlohe multiple. - (A rmales de l'inscituc Pa -
steur, maggio IR90·. Gli aulor•i ebhet•o occasione di ossurva1·e un soldato affetto d(l. grave leucèn1 ia con l umol'i l o11Cem i ci voluminosi alltt faccia (regioni pal pebrali e 1tOpt·ar.cigliarj) ed al dor·so: qualcuno dì questi lumol'i erR ~ia ulcerolo e dava luogo Pmorragìe piullo!<lO inquiet.anli. Es"i raccolsero, con lutle le precauzion i antisclliche, una ~acc ia di san !tUe dall'indice destro dell'infermo e la inoc•Jiaro11n io tre tubi di bJ•odo di bue che cltiusE!J•o s ubi to nella :;lu fa. Contempot·aneamenle esaminarono un' altr·a goccia d i sa ng ue-· al micr·oscupiu, e dopo lunga ricerca lrovar onn qualche raro bacillo corto , grosso. Il brodo inoculnlo dop0 u n giorno era torbido l' pt•esen lava all'esame micm!>copic.o lo !->le:;so bacillo trovate~ nel sangue. Queslo bacillo s i colo!'ava diffici lmente col violetto e si scohwava col metodo di Gram . Un :;;econòo SllP:f! ÌO di collurn fnuo nelle steso;e cond izioni etl accompag nato egualmente all'esame microscopicCl del sangue fr esco diede risullatn negativo. Poi 1' inr.-rmo si ri fiutò assolutamente a fa rsi pung-~rc il dito e dopo qualche giorno cessò di vivere. All'aulo!Jsia, oltre i l uruùJ'i e ire u ve va11o o rribilmente sformata la f'a cciéi 1 ru Lr•ovalo 011 gr osso lumore nella superficie concava ol el l't>gn lo clre semb!'a va svil uppato a spese delle ghiandole linl'aliche .-J.~ II'ìlo e cornprimr.va il dollo coledoro senza per ò aboli rn e r.ompletaml'nte il lume. Le vie biliari del fegato P.rano mollo dilatale e piene di bile. Ollre a ciò vi era di nott>\'Oie uar vistoso tr11llo re della tiroide, con tutti i cal'allet·i macl'osco pici degli aHt·i, ud una f rattura, verifi-
an
13.26
lliVfSTA
calasi spon~a n Pamc nlc in vita, cJell' e:::tremità. inferiore dell'omero destro ron conf'iderevole neoplasia del midollo e forlf> asi'IOLligliamrnto delle par eti o~sce. Gli ste~si falli Ji ft·altu ra spontanea con neoplosia del midollo osseo si osse t•vavuno in selle ud ullo cos lnlt~ di ciascun lato. Cinque Orl! dopo la tuui'Lc gli autori a::porl.bruno olul cuda,•et·e un piccolo tumore situa to sulla faccio eslcrn« t.lclla srapola !" nt!"trn coperto rla pt>lle ìnlalta e, Lolloue dalla parte ccnlrnle un po' di ~ucco (bPne inle::'o con tulle le ruulele volute\, lo inocularono in parecchi tubi di br·odo. L'indomam poi, ciot' quando eseguirono l'autopsia, fecero !"imtlt iuoculaziout con got:l'ta di ~an;we pt·f•sa dal cuot·e. Tra"'corso 18 or•· lulln il brodo iuoculato • ra torbido. t' re~ame micr·osr·optco mostrò contenere una coltura put·a del bacillo già rio::ronlt·ato nelle collurP e nelle osserv11zioui del sangue ft•f>sco falle in pt•incipio. Gl i autori descrivono cosl que;:to microrganismo: i• 1111 bacillo immobile, corto, lozzo, arrotond ito ulle estremi tà, di UIIU lunghezza che non 6 mai più del doppio della larghezza; ~i moslt·a talvolta isolato •~ tul'allra in veco in fllamenli tH'licolali; si color11 taci lmeule col bleu di metilene nlcalino. cnn le soluzioni idro-atcoolicht• di violPLlo di ge11Zi11 na, di vinlello di melilo e di f'ucsin11, mn non «i colora affatto col metrdo di Gt·am. A fo rlo ingrRndim cmto ~i scot'l!8 clte la parte centrale del bacillo non é rnui colorata. ~el bt'(lÙO di bue peptonizzato que::'tO bacillo "' "'iluppu ra pidamente alla temperatura di a:, gt•adi. Si ;:viluppa anclw a««ai bene nella aelntina ;:enza fonderla. Sull' agor- 11ga r for·ma una collut'll in prindpio mAdrepPrlacea trasparenti', poi bianca e di a pelto cren1o::'o. Sull~> patalf', alla tempenttura di 35°. dopo venllquatlt•'ore rorma una patina umida, lucente, J i aspetto mucocoo dappr ima bianco- giaila:;lra, indi gtallo-bt•una. f11fln e ~i sviluppA bene tanto al con tatto dell'aria che nel \'UOlo; é dunque un bacillo SPt'o·anaerobico. Gli aulol'i esep:ut rouo anclw delle Ì1 1oculazi nni negli animali ron le coltu re del bacillo in brodo. Un cen ti metro cubico tli liquido (coltura Ji 24 or e) iniettAto nel periloneo d e ll ~ cavie e nelle veno aul'icol&ri dei conigli rimase senza e r-
liEOICA
;J3.?i
fatto . Al conlrRrio p"rò l"in ie7.ione eli meuo centimet ro cubico dello ~le~so hrruiòo solto la pellP dei topi bianchi determinava 1ft morte di questi animali m :H ore; e l'autopsia non facevo t·ile,•are Jes10ni special t né nel punLo d'ttiO(:ulazio:•e nè filtro''''• :na resame ts1icro~ ·opico d~l ~angue, dcllu rnilza. tiPI fegato. melleYa in e"idenza bactlli ulenl1 ·t a qu~>lli dPila rollura. Un risuii.Hlo eguAle a •tnP.sto dei topi hinncht <:i otlt.•ntte 11nche oPi coni~!lì. iniettando pt•rò nella loro veua auricolare due cenlim,.tri cubici di coltura. L'esame •~lologico dello stesso tumure da cui fu trollo ìl moterial·· per le coltw·e lllMlrò la slt·uttura di un liufoma tipico; si ll·attava di cellule t•otonde "Ot·rello da un relicoln, ti quale A !"Ila volta era sostenuto rla un ricca lrRma vascolare. l bncilli coi caratteri df\SCJ'illi abbondavano nelle sezioni !"pecialmenle f'ntro i vasi sanl!uigni, alcuni capilla t•i ne erano AddiriLLura ostruiti. L~ p<treti vasali <.wauo fortemellta altet'H le eu i nspessitc, l'alto c01 1 og!il i pt•obabililu dipendente dall'azione dei mirro r·~anisml e ver osimil mente in rapporto corr le nbbontlauti emorrag-ie det tumor·i ulcerali. 11 eeperlo rnicrnscop i ~o fn eguale pe!' Lullc le altre mos:-:;e neopla~ticlle ~aminale.
Il fej!nlo pr e5'enlava infiltramenli linlouli dis~t>minali e forle degenerazione grassa degli elemenlt par·encllimalt. l rami della vena porta e rlelle ' 'CliP rpaliclre erano qua e la invasi da bacilli udt>renli alle pat•eti. La tlia~no"'i auatomica stabilita da~lr autor·i fu di: leucemia ILnfalrcR midollarc. L'insnr·~Pr•· 'luasi repentino della leucemia tn un ~iovane soldato. rnbu~to ... senza prt!cedenli et·edtlal'ii ed il fune~Lo decorso dl'lla nuJhHLta c;he uccise l'iul'er mo in bt·eye tempo, nott potevu 11011 fsr so ..gere il dubbio della S!H>C flrtlt\ del fallor•e e1iolcg!co di essa. Prima dej!li aulorJ, We5'lnhal e Moslet' avevano lPntalo inft'ulluosamante l'innculazione di sa n~tue leucemico nelle scimmie. Essi sono s tati più fortunati; siccome pe1·ò st lralta di esperimenti isolali e non lutti po~i livi. essi non banno la pretesa di a ver delta l'ul limt~ pat·ola s u q uest'oscuro ar~o mento.
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RlVI STA CHl HURGIC A
Curvatura angolare della oolonna vertebrale, rapido avtluppo eU paraplegia, lamlneotom.ia, guarigione. W . ARBUTBJ'\OT LANF:. - (T/te Lnncet, lug-lio 18!10). H. M. di :12 &ani cnLr6 nel Guy's Ho~pital il 20 mano 1890. Era un comme.,so viaggiatore, i suoi par o>nti gorle''ano buona salute. E gli aveva sotTCI'lo una pleurite riPI 1887, P nd· 1'~8 cadendo aveva risentito un dolo r t> ntd mezzo del dorso. cbe a principio r imase localizzaLo in <JUel punto, po1 si estese all't1nc& siuislra e fu t'itenulo como segno d'una lombagine, u1n dopo sei mesi avverti una pr ominenza in mezzo allu ~~ ina, che fu curata per un gan~lto. Questa prominen:r.a presLo si t1•as fo rmò in una curva angolar~>, è l'angolo divenne sewpre f•iu pronunziato, I'[Uando tornando a casa in una giornata nevosa, tre settimane pri1na di cnlraJ"e all'ospeda le, s i accorse che la sua gumbu Jestr·u era debole e torpiJa, e che le ùita del piede erano r itratte. Alla pru na v1s ila !'l risconlr(J un uomo graCile, con precoce caniziE>, con una pt•onuncial.a curvatur·a angolare dello spina corrispoudl'ntP alla dl:'cima Vl'l'lehra do rsale, con l'at·lo inferiore dt-!Slro immobile nel letto, il piPde csleso cri addotto per co ull·aziooe df-i muscoli clel polpaccio. Quando ~i facevano sforzi per tiette1·e iJ piede ad an~olo r ellu nella gamba, il paziente poteva poi estenderlo; non poteva pet•ò ~~~~terc il g inocchio, ma, Fie il §!inocchio CL'u posto in Jl e>~F~ÌOll e, e~Ji potevn estenderlo con sl'ot·zo, e poteva anclle addu rre ltt coscia sul bacino, ma non poteva <'O nlrarr e volontariAmente i muscoli eslensori della gamba. Nella uam ba sinistra l'infermo non avvertiva alcuna debolezza. ma vi si notava una pat·r~~;i degl1 estensori, il ri-
RlVJSTA CBIRUIIGIC •.o..
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flesso rotuleo era esageraLo ad ambo i lati, il eolor1o del piec.le era evide nte, i riflessi plootare, addominale,. epigastrico e cr ernastel'ico e1·ano aboliti in ambo i lati, e v' er a una differenza di sen!':ibililà dei due arli che si estende,·a fino alla regione inguina le. Dal :lO marzo, giorn o dell'enll'a la all'ospedale. al 9 aprile que· s ti siutonri ave,•ano s ubìlo un rapido progres;;o. L'anestesia, l'analgesia era•lO quasi comple te a destra fi no alla disLribu· zione dei nervi ileo-inguinali ed ipogastrici. Al di sopra la sen · sazione era allarata ati inLervaJli. L'anestesia del lato sinistro era considerevole, ma nou cosi completa come a destr a. Il paziento poteva addurr e la caf';Cra destra mollo debolmente quando era 1)osta in f,lbduzione, rna non poteva eseguire a1L1·i movimenti volontari con quell'arto. Poteva addurre la gamba sinistra t'Ù estendere il giuocchio se era flesso. Altrimenti i muscoli della gamba sin istra non obbedivano alla volontà. Il 19 aprile rimaneva appouu un debole potere di a dduzione nella gamba sinistra, l'analgesia e l'anestesia per gli stimoli moderati permaneva aù ambo le gambe, il clono del piede era evidente ad ambe i lati, come i riflessi patellari e plan!ari. Il 2 maggio l'infermo aveva perduto ogni potere sulle s ue due eslremilà, i riflessi s uperficiali e profondi erarJ O più pronunci~j 11 JJiu tardi si potevano ottene1·e i riflessi epigastr ici, ed in lutlo il tempo della malattia come in quesli ultimi giorni , la Lempel'a lUra non aveva s ub1to che fugaci va1•iazioni. Il 13 maggio, clorof'ormizzalc, l' iufermo, si distaccar ono le parli molli dalle lamine e dai processi spinosi della 9' , 10• ed ii• Vt'debr'a dorsale, si trovò un ammasso di tessuto ùi g1•a uulazione che 1wotund~va e r assomigliava a membrana sinoviale tuber colosa ~o nlenenle nel centro materia purulenLa; furono risecale con forbici lè lamine ed i processi spinosi della ve1•tebra scoperta ; fu esportat,a la massa Luhet•colosa con un piccolo pt'Oiungamenlo che si estendeva a destra sul foglietto esterno della dura madre, la ferita ru chiusa con tulle le precauzioni antisettiche, e vi furono in-
Si
RJVlSTA
trfJdnlli due tubi in rlrena!nrio l'hc. furono rimo5:oi il giorno Reguente. Il lfl maf.!gi" l'infe1·mo poleva muov1•re alquanto la gnmba sini,.,tJ·n, e In sensazione dolo r ifica e laltile era ricornp111'l'a; egli ~~ontiuut'l n rn1gUornre rapidameflle lantn nellA sen!'libihtit che nellA molililà. i rifiess1 divennero meno e~agerali, rnn si av,•Prlii'OIHJ dolorosi ,.rarnpi alla gamba. Jl 12 giuf!llO l'<>«a!!erozione dei riHe!'«i era scompor!"R. la sensibilità del lrnnco e delle e;.tremilù era normale, l'infet·mo poteva muovPre con dil'r1·eta for1.n Il' gamba, ed nllPndeva nell'ospedah.l l a consolidazione della colonna ver~eb ralc.
Caso d1 tra.panaziono dell'osso iliaco per ascesso iliaco. - IJoll. M 'c 1i11.1.. - (The Lancet, aprlle 1890). Qua11tlo esiste IIIH:t r accolta purulenla !3ollo la fa scia iliaca, e•l ,. rJ rco::criha alla fossa iliaca, probabilmente si fara strada !"Olln il ti:.rr. mento di Poupal'l , e si l'aecoglierà nella parlo ~up ... •·iore della co!-lcia ~ui va~i femoralt, simulando un asces:;;o dello psoa!<. Se que!>Lo ascesso si apriré, oe r i!>ullel'à un fu n {lo ~eno clw impi<>glll'l'à molto tempo p<>r chiurlarsi . L'apPrttu•a dm'lln eseguila n~l seguente caso evitò questR complicazi011e, e conrlussr ad una p1•onta guarigione. Probabilmente questo procul'\sO può t•sser~ usR lo in caso di ascesso della foS'òfl iliaca <~l diROf'l'a della fascia, ma ciò ò oncor·a da pro·
var-i. C. A. di Il:! anni Pnlrò all'oc;pedRie il 6 maggio 1ll89 pe1· un dolore alla regione iliRca rlP..stra. Nel 1884 a,·e,•a subito la rese:r.ione dell'flnca d··stra per malallia Arlicol~r'' e ne et·a guarito ol punto dR pole1· fare del le lungbe camminale :;;puza dolore. Negli ullimi tnmpi t~veva avuto febbre, aveva pe1·dulo l'vp(Jelilo, era debole e l'il'lentiva fieri dolor-i nell'anca e coscia tlest ra, da dover'' al fine cercer ricovero nell'infet·mcr ia di LP8Ù!<.
Quando entro 81'8 ben nutr-ito, m ot>lrava una vastA cicall'icc nella regionu della natica destra . senza alcuna intert•uziou eh,. potesst: ral' pensnt·u ad un seno, e senza Ou t-
Cil!RURG!CA
Luazione o gonfiore. Il dolore si estendeva dall'anca al g inocchio, e non era aagraY&to tla• movimenti della coscia; nella fossa iliaca non si riscontrava gonfiore nè paslosità. Un piccolo peso attaccato ulll'l gamba delle alquanto sollievo al dol01·e, ma queste contlizioni rimasero immutate per tre settimane, in capo alle quali si ::wopri una evidente 11utluazione nella fO~~a iliACa oieslra. H 27 ma g~io con l'aspiraz!orH' furono eslrntte sei oncie ùl pus; l'aspirazione fu ri petuta il 30 maggio con Psilo di quaLlro oncie tli pus, ed il 4 ~iugno. perdurando la febbr e etica, Mac Gìll apr·i l'ascesso al disopra ed all'mdietro della !lpina anteriore-superiore tlell'ileo. Ne usci una considerevole quonlihl ùi pus che non potè esser e misurata, e pasl'ando il dito nella ca vità ascessuale "i riscontrò una larga s uperfictP di osso iliaco denudalA di perioslio. Su ques lo punto, cinque pollici a l disotto ed all'indietro della spina anter iore-supPriore, fu eseguita un'incj... sìone Lra!:' VCI'Sale1 dividendo la pelle ed i glutei lino a ll'osso. Fu applic111.fl una corona di trapano di tre quarli di pollice d• diametro, e t·imossa una corrispondente parte dell'osso de· nudalo di per iostio. La covita nsces~uAle ru convPnientemente r•ascbiala e lavata con soluzione di percloruro di roPrcurio; fu iolrodolto un gro~l'O tubo da drenaggio, ed eseguila la sutura della ferita. La piaga pt•ogr edl in modo soddisfa cente. Dopo 24 or e l'appat•ecchio dì medicazione, intriso del siero che fluiva dal tubo dovè essere cambialo, al secondo !!iorno carlde la febbre, al 21 giugno rn sosLil11ito un piccolo tubo al gt·onde della prima medicazione, al 1° luglio ru rimosso ed a14 luglio, un m<>se dopo l'operazione, l'inferma lasciò l'ospedale completamente guarita.
RJVJSTA
Note dl ohlrurgia militare sulle ferite :della testa . Dai documenti sulla spedi4ione del Tonkino. NoEL.. (Der Feldnr:ot, numer1 1 e 3, 1890).
Pr1ma di trattare dell~ ferit~ io particolare della te-.:ta. il doll. Noel riferisce J'osser,·aziooc falla da tutti i meùki chu p1·e~PI'O pa1'le a quella spedizione, che cioè le ferile delle pal'll molli in ~enere, le 'luali una volla erano causa tanto fl·equ••ntc di cnmplicanze mortali, ora non sono menzionate che as~ai rAramente come cagioue rli morte e questo fallo s i notu giu--tomente quale pr ova ùeU"intluenza che i progressi della chìrul'#.:ia g.-nerale hanno suscitato sulla chirurgia di guaiTA. l. Le ferile d'arma da fuoco del cranio. - Il numPrO d1 que~te f'<>rile r iportato dallu statistica fu di 87; ma é probabile chtH••tl!mt•otP se ne sia avuto un numero maggiore poiché tra ì morti ~o uvene molLi sulle cui lo lesio11i non si fa pa'r olo Comunque ~i fl a quelle 87 J'er·ite seguirono 22 morti e preciRa· rnenlo U s u l campo, 3 ad epoca ignota, 3 n ei primi d ue gior ni e 7 tra il clt:winto e il venLollesimo g iorn o. In 8 casi furono eslt•a tle delle srheggio; 4 di 'luesti ruron se,!!uili da mot·te ùopo )H'atirala l'operAzione. Queste due mot•li non devono e:>ser e attributte all'otto operativo, poiché nel primo caso si ebb e J=:ol· tanto l'uscit.u òi pochi frr&mmi di pus, nel secondo si osservò, sul>ilo dopo l'operaziOne. un mi~lio1·amento. Questi r tctultati, dice Nimit>r , gtustifichet•ebLero qualcht> critica ~ul Mnteji(no riservato ed ac::teosivo lenutosi per Alll'i fet•ili; ma le osseJ'VAZioni in propo!lilo non sono sufficienti rl('r autorizza1·ci nel un l!tudizio t'I'Ciso. Pur tuttavia, in bol"e a (]Uanto Pgli osservò nel Touldno ed alle osservazioni rifer·ito daf.[li autori, si potrebbero stabilire, secondo Nimier , le seguenti no rme Lecn1cbe pt>t' il trattamento immediato delle fet•ile del cranio Si radono t' si pulic:cono i puntj coperti di peli. Si rasC'Iuauo Il' parli molli contuc::e e tnortificale ai mar!!in dallo !IOiuzione di continuo; si dilata, se occorre, la ferila pr>l' allont.anart> le scheggif'; si e!'trae il proiettile e (l allt•i corp1 estr~mei visibili, s i lava la ftn•ita con soluzione antisettica e vi st applic·a una fo sciatm·a occlusi va a 11tisettica , la quale devo
CHJnURGICA
arll'he essere leggermente com pressiva se vi t>""isle er nia c~> rPbr·llle. Su per giù questo è il modo di procedrre consig-liato tloi vecchr chirurghi. completalo dalle not·rne tw tisetliche, com e ebbu ad in$egnare 'anche il Legouest, il quale d'allr onde mollo giustamente afferma la nece~silà c1i applirarc il trapano non solo se i mmedialam~nte compaiono renom~ ni 11i compression e, ma anche più lardi se si pale ..ano "Ìntomt di incipiente encefalite. TAI"olta l'irritazione provocata dalla permauem:a del pJ•oiottile rwlla cavità del rranio d !';t p alesa cor1 un complesso di fenom enr in relazione alla sede del cot'[Jl1 1·!\tralleO. In tal cae:o l'intervento chiru rgico sembra tanto piir giu~lilicalu in quanto chi! le O"'ser·vazioni falle nt l Ton],:ino confl•rmano i princìpri ammes'-i tlalla scienzA sulle localizzazioni l'f•rel•rali. :VIa sr il proietti! P tt n·e!" talo n Pila ferito non si vPde nò ~i pet·cepic:rp e la sm1 pres~ nza non dà s intomo alcuno ehA ci po .. ~n guidar•• n tr•ovu r·lo , dovremo n oi procedere alla r·icl' rCH del corpo est·, R· neo co11 uno specillo o con una sonda comP ('(ll J!'<iKi iavu e 1mt· licu vu il Lal"rey ? Bl'igul'l vorrebbe far·e> eli quo•slo prncec:!'n uno re~ola. mu {• una e!'a:rer·azionc. ì\ o n !"i de\'fl ùimenlicarerhe il Legoue!>l consiglia molla circosr.ezionP nelle esplorazrorn e>t.l flnzi cond&11nn le lt•oppo ft•equenli e~plo razioni. le !]unii pMsono far pegf(inrare le condizioni del fet·ito e pos,..ono af(giunger~ nlla lesiont) ps·imar•ia al! re leJ:ioni Ji parli imporla nli. A nrhe Ouplay vno lP cis•• l:-i vuda cauti nella !"icerca immediuta tli C(l l"pi estranei e rihPnc che 1 cateterismo anche colle ~onde n~""ibili deve ec:5>et·e cnnclollo colla massima prudPnZA. Del t'CElo se si lien dietro alle ùìscu"sioni odiGJ'Tit' delle !;0cieta eli chirurgia s i resltt persuosi che il numero di coloro che par tf'gf(iano per· il non inlet·venlo nelle ft>rite •lei cran io s1 uccs·csce di gior·no in g iot•no. A nrlre Ricard rifer 1sce l'osservazione di 1111 mAlato il (Juale pot·Lò impunemente per Il an ni un pr oiettile lunao tre cen tim elt'l confìccato ad l o 2 centimetri di prorondttà. nella sostanza 1·erebrale, ed adùuc<~ a ltri numerosi esempi di tollerauza d1·l cet·vello per i ~o r·pi osll'anBi, cosic<'l Jè egli opina clte
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RIVISTA
debbasi r·ise r·vare l'estrazione iiLmediala per i proie llili ar res tatisi superficialmente e pet• quelli che possono e~::sBre rim ossi !3icut'o m ente e senza danno. Ecco quale sru·ebbe la mis ura da adottarsi in p ratica, ;.econdo Noel : estrazione immediata di proiettili s uperficiali, e rimozione di scllegge cd a pplicazione di un apparecchio anti · settico, presso 1e ambulanzt• . N egli ospedali da campo d<.Jve il fel'iLo é ll'atlenuLo per un cer~o tempo, se il trasporto ne .~ coutt•oindicoto, l'operatore t•egolet'il il suo inLt>rveulu secorulo l'enlifit Jel pr ocBsso infiamma torio o :?econdo i disturbi l'urr zionali pt·ovocati dal corpo estraneo. Si s ono osser va,ti nel T onkino i seguenti rcliquali morbosi consecutivi a fel'ite del et•anio: 1• Alterazione Jellu par ola e dci movimenti del braccio des tro. 2' Acces::i epile Ltici. 3" Paralisi incompleta dei flessori clel piede. 4• Nevralg ie ]JOrsislen ti. 2. Le .fèrite d'arma da fuoco della faccia. - Se ne contarono 67, delle ((U8Ji 38 accompagnale da lesione d'os<òa. Le ferile d'arma da fuoco dell~ sole parli uwlli ùelta ft~cc•a guarirono tullt! e nou presentarono alcun inter esso cllil·ut·gico. Dei :38 casi com plicaLi a CratLure, morirono 3 (dei ttuali 1 sul campo, 2 in se~uilo ad emorragia). 11 ful'ono licenziati invalidi e 't migliorati. Tra le fr•a Lture, qut!lle della mnscello in ff>riore l'nro11o le più nu m erose e le piu per tcolose. D ue ca si furon o seguiti da morte e quindici furon o riformati. Questi ulti mi vanuo cosi dislinli: Lt•e per pseudoat·Lrosi della m ascella int'eriol'e, qualtt•o per· perdt Le di sostanze dello stesso Oi'\SO, lre per anchiloslosi di una articolazione lempot·o-mascellar e, uno per pe1·dita di den ti. uno per cicatrice r elt•atta che fissa,·!l la lingua al pavim ento d ell~· bocca, uno per cicalrlce r eLr·aUa che limi tava i movimenti della bocca, uno per dislu1•bi di varia natura in se,suiLo a legatura tlella c·arotiùe f,r·imiLiva . N ei 4 casi di frattUt·a del corpo della mascella con ft·arnmeulo in term ediArio, ìl fenomeno della soffocazione t•ilen ulo da aJcuno come frequente, si osset·vò una sola volla ed in leJrger gr~:~do, e ba::;Lò fissot•e il l't•am me u lo medi~mo al lu ~ral c pe1· mezzo di Jlli attorcigliali ai denti per veder e spa-
CBIIIUltGICA
rir e completamente ognl accC~'So di ~olfocaziout·. All'inc.:oulro l'emorral!ia coslllui una 1-'er•colosa complicanza, esl>a ~i \'erifìcò 7 volte in :Uì fra LI u••e della mRntliLola. Duu volle l'emor-ragia ru mod~>rala, ÙUt' vnllt' 1'11 o]tJffi8Ut !>enza 161!8l1JJ'8. benché Josse copiOso. u!Ja vo1La 1'11 llf'<·c"~Ru·ia la legatura della carotide pnmiliva e i11 olu·· cn!òi l'u causu di morlt• Si 088ei'\'Ò pii1 ,·olle un fe11omeno d w giil era "Ialo 1nPn· zionato da Dardi~nac., tlt8 bt>u t•OII"b•laln sollanln d&l dottore Chau m~se, c101~ la t·otaziu•w lordi va .l t> l fra•umenli di'Ila mandl tJOlt•. E uolo eh~ olopo allontanala una t·agp,uorùevole po1·zwne di ma~rellu. 1 lhunrneuti, siu l'Ile' s1 uni"t'aJJu per pseudtH'lrO::>I oppu1· no, s1 ;;:;po;;lauo vel':iO l'inkt'lll) in sìffallo modo rhe l'at TO da C"i'Ì rw·tnalo c011 qur•slo spnslamento d• ,·iene coucertll•,cu nll'at•cn olental•• della Jna~t· ·l! a SUJH~l'lo r~ Jnoltr-r. doJJU u11 pel'iodr, rJi 1e111po va 1·iabde, periodo lanlo più brev~ t)Uauln f'IU p•ccolo è Il framm ~nln residuo della b rauca OI'IZZOnlale dell'w.;><rJ 1da alcn11i gtOl'lll fino a 6 rnes1), t ft·amme11l1 1.lt-lla b1·auca urtLZOnlale ..;lÙJI!il'ullù UD8 rotaZIOne, quesla Ò piu ,:en!-òilJik pe1· il fl'811l ln8nlo piu corto e Lulc rotaziouc ~i fa iu uJtJdu che la .,IIJ·erfidP e-.l('J·ua del framuwnto lt'lldf' H fai'!<Ì :'ll('el'ior••. se.·rmdo Chauva--~e QUPSLO !'P1H llt1etlll è 6UUIISL811Z8 Cn!:'4lUIII8 Pl' l' if'(t\'IJI' pn~lo a giusto dit·•tlo nt>l quaJro clinico 1Hh fJ·f.ILLur•e d'arma da IÌlO<'O della. maSt'ella infcriof'••. Come s1 t•egolcr<l Il cùii'Ul'/.!O ,.e 11 pt' >H!llil·· •' t·i•nn'<lo nella f'erilu o p~: l' lo munt) i'C 11u ;::o,.pel~t la pr,•Hmza ( Se il corpo B'-lranen >'i pt>rc·t>pl'-ce ~ullo la P~"llt• o ~e ;:j
puo affer·r•<H·e , l'e~u·<~.zione imrnPdinln si prulic·her·u sen:ùll!r•o. Anche se il proi•·llilt' couficc'ato uellP parti molli ,• .;au,.a rli per•sif;teuli clislurhi s••coudat'l si put• IIIC~lf'l'•~ in •1uef'tioru• se il chirurgo debba 111111 161161' ronL" dt>l lt>mpo chP pul> ;.:uariro quei ,Ji,-turbi e pt·ocedcr~ invece alla "slrazl!lue nnmediala del JII'OieLltle. Noi rrcdio1111• iu,et•o <'Ire • pc.chi casi ben conslntali di lolleranzo di'l Jll'Oil'llile o rlcllA Rna spontanea espulo::io11e hauno poco valnr•· oli rronte ai tanti pericoli d i lun g he RU ppur nzion i, d i p• ·rsil'tcn Li ~o ffere11Ze, d't>!<;8Ur imenlo 11 cui !'OliO esposl• i paziPuh 111 tal condiLioni ~a se Il cbiru1'go non vi t> n r~ a con~lola!'e la pl't\senza del pmiel-
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RIVIST\
tilc. ben<'lw la frt•tla abbia una !!Oia Apertura, si de,·t> inl<>rvPnire e procedere alla ricPrca del cor po estraneo 1 Nimier non {! dì questo parere, bencht• il suo naaestr<., Chouvcl e Be rarge-T ermul sieno fau tori ti oliA i m medialo. estt·azione chr essi a utmellOIIO come opera~ioue di ••egola. Nimit>t' fa o~"er varP
rhC' il pr()ieltile può \'Pni•·•· inl.!hiollito oppu re t·acruot·i •Iella boera. Bisogna dire 1nvero chi! f!Ueslo occidenti' non i> de• pili rari, almeno slnndo nll'esne1ienza di>IIH ~ut> t·ro ùcl T onkioo, dovP. il prowlltle ru suppo1<tu nello fet·il.n ed in vece •>ru stato spmtLan emnente espu lso. lnollro dobbiamo 11 0laN' ello i te ntativi di ricerc.;,a ili appat•erJ:l8 1 pill innocenti JlO!<~OtH> dor·e occa!'.rOPe nlla manifeslazinuc der più gravi fe nomeni e delle più pericolose complicanzt'. Per ec:empin. rireri<~CP Nimit>r d'a"er 'edulu un !;'UO pazi••nl•• t·olptln <la violente convulsioni sol•' pet· a \et· e;!:b inlrotlollo rapace del dito indice in una ferila C'lte conduceva npJ :'leuo mascellare; l'ut•ccsso fu talmente grave che s i clo vello del'isLer·e da ogni lontoLivo d'esplorAzione. Per queste rap-ioni terremo pct· l'egola che rH-Ile Rmhull'ln7.e l'estrazione tiPi cot·Qi Cl"lrane• dnlle fet•ite dello roccia !'IU'H eia tnl!·aprènderl"i soltanto quunclo il pt·oi<>llile !ti può rn~ giun~ere ra cilmt"nlc Dovremo duuque negli allri CH~i procedet·e allo C!':pl01'87.i0116 l'd Cl'll'BZ IOI\C nPgli ::;p(>dnli o.JA cam po ~ Se1;ondo il No61 n Hm meno negl i ospedali da campo que!=lla oper·azin ne RH I'ebhe as!<olu Lamer1te nece-s~a1·iv , in([uanll)rhc., in quelli ..:l~abilirncnli dovro•mo, per 'llltlltln è po"· sibiJe, a«leuerci olu Of!lli iulf~J'\'I'OlO ClaÌI'Ul'f!iCO dii~ poi I'Ì Ob· },)if!hl di rtlat•clnrò il tt·&!<porlo del fer·ii.O. È f)Uindi !JI'Ohahilt• chP i ler. tativi ùi •·sLrazioue eli pt•oiellili profondamente "'ilua ti e nou toJI.,ruli dull'org!lubmo Ri debba rtsu•·ba re agli ospedalr di ser;orJ• Ia e terza Jiueu. Qu ~s lo sì é giit vor·ìfi c:alo nella g uerra del Ton kino, in •·ui J ut~ l'or·ili di questa specio f:.~t•ono JirP.tli a Val-<le ·Gràce, e li t'UJ•ono ope1'al1 dal 111'0fessore Chauvcl. s~ dutlffU6 que;;;lo fatto è accaduto per un ~se rcilo elle (•ombatleYa in pae!>i ros1 lon tani della Franl'ia, accadr a certo fllll facilmen te ,> più spesso pet· una !XliCI'I'& cial~
continontalt~.
CfllRUHGIC.~
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L 'antlaepJJi dl g uerra pre ss o l 'esercito franc ese. - NoEL. -
(Der ~\tfifilllra r:zt, (\. l:!, lt<HO).
Sotto r1ues to litolo il dott. Nncl c i ollr·o urra lunga I'M s~";(n a ciP! rnHLP-r·ralc
">anitar ro dA u-uarrd dell'eseecito fra llcc:-•·, 11011 ciH 1.il alcuue Ut'l[entr pt•t-,.crizioni r e!!olamenlar i per la pt·ali•·a i··l rueloòu !llll ~rott co. Non sarò senza inler f•S"I' rrpn ·lnrc in breve le prit nolo,•oli o<>servazioni rrilwhe dell'anlori' snll'unpMlnnte rnAieri a. Uopo 1!'1 g r·;)lttlo 1-1 cotn plds l'ivolnzione por tAta dal l'anli~L'P"' i neli 'c-!:ll' t'CiZiò d·•Il' ut' LC chi l'Il l'gr c-a lrr geuer·e, i ciJit·ur·g hi militari, COIU€1 Il i! Lo, ~· l;UIItl ::;u Ili t li e gmst.ament;· preocc upati ùel rtue ... itu dn· IIRIUt'Aimentf' 11 tutti ~i aiTacciavt~, ~e CtO•·, in "Ì'-IU tlel t:utuplicato mAIE'I'IBI• che !'<l !'ichie le, ti melodt• antr...,eltieo poteva 68!-'er., ulihnentP applicaln alla chi rur•gra eli gr~etTH. Sollan ln lH f(1J 6I'1·a di 1Jo!:>11iu, lu g uerr•a r·u~so· Lurcu e la catnpuguu Jcl T liii C<ino, dove l'anli "C!J!'>Ì ìu !Jl'al it·ata per la prirna vollA, lu\rurn dirnn~lt·»to qual berr~ticin possa upJtOr· La ri' •tue~to ut~l J lo ut no!Siri ferili in guen·a. ;\la quelle J:!Uer re •·r lmrmn ptll't.: • ÌlltO!->lr·nlc• eh•, per ottenere dall'antisepsr 1111 "~'''" !'i,..ultato, 111111 hi:-ogua limitarsi a praticarla corr ùdlP mezzt• mi,.;u r·e. L 'avve11 i t·c• d0Jla eli ll' urgia m ililar n nd un(jue dipe11der t:t Ul'll modo cou ~: u i :-:w·u u:-:aLa I'Hr lli ~t.: p~r, ed 1 c hirurghi fnmcesi hanno il rna~::iruo inleL'<"':<'' di l'iC·t' t'Cfll't' se realmente in Cll!'o di :..!tH•rrA C:<"i sarAnn .. ro condiziorw di procedet·e ull 'a nli~ep:o-1 in mrulo rig• ro:-:o f' completo. Egli e pr<>cisamente ~olln 'l"'''*' puutc• oli ,·i~ta clt•· <>ora utile e"aminare le alLuali cuurlizinn r dei chi n rrglli, clel per sonaiP sussidiario, deg li *'LL·u 11 te11li, do l mt~ te t·l alo tla 1ned i1·azione pre!òsO J'cf\ercilo l'raHcesc·. i. l c:lurttrtthi. - l medici rnil rlari. non solo quelli delercito Alliw• ma anch•: quelli della ri~et'\'8 e della milizia mobile, ~o11o nl c-erto partigiani .!el metodo antist>llico. leo_ ricameule pnrll'lndo. PratrrFmente nun lo sono tnlli, poiche per· e:s,..erlr, no11 basta aver lutto i libr•i clltllt'aLlano <li 'fUesta mulcr· ré'l, ru o hiHJgua aver· pr eso par•le alliva uei l uoghi dove
e
re. .
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RIVISTA
l'autisepsi si pratica con tutto il r·igore e secondo i precetti della nuova scienza. Se i medici della nuova generazione ebber·o la fortuna di esser e stati ed ucali nei moderni prillcipii della çhi r•u t·gia, non s i può dir lo s tesso per· i vecchi medici, ùei quali esiste un gran numero lutlOJ'a so~getlo al mil itare senizio, e che non si sono punto familiat'izzati col nuovo metodo. Cile cosa potrò t'are adunque l'autorità mudico-militar·e in tali condizioni 1 Bisogna aver presente che la sua influenza sopr a i medici della l'ise1·va è molto limitata A che nemmeno è in suo poter e di stabilirE' dei perioùi di chiamate in set'vizio per far venire quei medici nei grandi centr i e distri buirli negli ospedali dove il personale è completamente rslruito nella mod erna chiruq;ia. Ma potr ebbe proporr e delle presc,.izioni as~ai e mcaci sull'istruzione del pr>rsonale medie~ cioè potrebbe stabilir e dei corsi di ri petizioni pt·atiche con un esame di ido neità per i medici maggior i di 2• ciasse, come si usa <.Ju tempo in Germania. Ques ti cors i avrebbero un doppio vantaggio, cioè dtl una p&l'le toglicl'ebbet'O ogni difl't!l'OIIZa nel grado d'istruzione Lt·a i diver si cand idati, dall'altra metter ehiJcro i ve c,~ h i medici milita r i nella possibi lità di conoscere i progressi della scienza e della pratica chi· I'Url!iCtt.
Se questa istruzione e questa pr'epar'aziorte all'e~;e r•c i zio dell'ar·Le in gu~rra è dì un g r·ande valol'e, rton mrno r~ im· portanza hanno le condizioni nelle quali si trovano i cbirm·g!Ji militari negli stahilimenli ::.unilari di guer ra. JJ chi· rUJ·go ,leve agire verso i s uoi fer ili sempre asetticumente e qumdi deve e::sere ben provvisto di spazzole, di ~apone, vP.sti di facil e pulitura, ecc. Ora se si da ur.o sguar·clo alla dotazione delle nos t1·e ambulanze troviamo che esse sono prive ùi s pazzole da unghie e cile dei semplici gJ•ernbiali sono i soli iudumenli protettivi che posseggono gli urlictali medici. P erò a questa lacuna si è pensalo di provvedel'e col m:ovo regolamento di pr'o>'simn pubblicazione. 2. Personale sussidiario. - P er r ealizzare l'antisepsi non basta dte il ch11·urgo possa soddrsfare a tutte le esig:enze della n uova pratica, ma anche il pel's<.male d'assistenza deve
CHIRU~GlCA
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esse1·e istruito e convinto della imp1·escindib ile necessita di questa pr atica onde non trascorrere ad atto qualsias i che p0ssa avere per conseguenza la ~upp ura zione o l'infezione di t~na ferila. Ma non è pr•obabile che 110i in caso di g uerru possiamo avere a nostra disposizione. individ ui perfettamente is l!'Uiti. Sla il fatto ch e la forza effetti vn normale del corpo degli infet•mieri i· calcolala semplicemente s ulle esigenze di un ospedale in Lc•mpo di pace senza r ig uardo alcuno agli e cceziouali bisogni iu lempo di guer!'a. Risulta da ciò che, in caso di g ua!'ra, noi non possiamo disporre che di un esiguo numero J i per sone bene addestrate; in vece poLr·emo avere in gr'tln numer o individui pocoistruiti se si calcola che le ambulanze e gli ospedali di un solo corpo rl'armata possono aggregarsi n110 a 700 individui per il servizio d'infe rmieri, non calcolali ben s 'intr:l nde ~l i ospedali di riserva, i ~r·eni sa 1litari, gli ospedali l.erl'itoria li, eec. La nuova legge sul reclu tamen to assegua in tempo J i guerra g li allievi ecclesias tici al ser vizio sa11ilario. Sembr e · rebbe che con questa assegllazioue si sia portato un vantaggio a qud ser vizio , ma ciò è un grave er•rore. Quei giovani ecclesia" lic.i che compiono il lor o anno di ser vizio presso le truppe potranno set·v ir bene in uu'al'rna, ma non potranno divenlat·e ad un trALLo abili inl'et·mieri. In conclusione noi non dubiLiamo che rautot•tt.à m ili tare in gueua sia iu caso di loruir·e agli stabilime nti sanita1·i il pz·escrilLo nu· mer o di persone pet' il servizio sani tario, ma sosteniamo che quelle persone li O ll sa t'anno inferrn ie1·i che per il n9me e per il vestito . Di qui sot•ge la necessità che i èhirurghi, dopo costituita la sezione san ilat·ia, si accer ti no dell() s ta to J.'isLruzioue del personale che le fu a ssegnalò, ed in mancanza di infet·mier·i bene istruiti, scelgano individui intelligenti, i quali, benchè privi affALto d'ogni arte, r,:iaoo suscettibili di una sollecita istruzione elemenlar·e ed irnpiH'ino almeno il modo di non nuocere al .ferito. Super·fl uo l'aggiungere che qucsLi individui dovranno essere personalmente provvisti di Lulli quelli oggetti che ah-
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RlYJSTA
biamo gia diuloslt'ali necessari per i medir.i e che mancano tuttora dalla dolozione normale delle nostr e <~mbul anze. 3. Strumellti. - Il processo orci inariamenle usato per la ùisinfe<:ione degli s LrumenLi c\ qnello c he si basa Rulla el evazione della Lotnpe1·atura, sia c:ba c[uesla :;oi faccio con !lpparati speciali, :;ia col versare semplicemente su ~l i stru menti !"acqua hollenle. Quest'ultimo melodo. che si distingue per la sua !'Pmplicila, è praticabile soltanto pe1• quelli sl r u1nenli che hanno il manico di m etallo. Egli è '"ero che per l'avvenir e g-li sli'umenli c l:ùrm·gki in de Lazione delmtlteriale sanitario in campagna dovi·auno t>SSC:r munil1 di manico metallico, ma intanto g li strumeuli del la dotazion.-. regolamentare altual~ non godono aucora lh questo 11c>rfezionnmento e quindi non l"Ono adattal i Alla !'lerilizzazione per mezzo dell'AcquA boll~>nle. :Vla fortunatamen te possediamo ancora, falta. a~l.razione della alte t·azio11e d i tempet·aLura, allt·i mezzi coi quali po;,siamo ()[leuet·e una buona die-infezione; a questi apporte ngono la pulitura delle !"pazzole col sapone c l'immersione degl i str umenti in soluzioni antisettiche. 1 ll·eni ~anii.Dri saranno fra b1·eve lempo dola li di speciali catinelle pet· metter e in bagno on lisellico gli strumenti chirurgici do dis m fetlar·si. Si parla anzi di autoclavi. Ad ogni modo stamn convitJli che tw r quanto I'iguarda la d ts inrezionc degli !3tnnnenti, l cllirtll·ghi no n inc<m ti·er alwu di rficollà a fH·atica rP- una !-Ufficiente antisepsi. 4. Spugfle. - Le spugnP sono stal.f> cosi spf'sso iucnlpate di in fe7.ioni eli ferite che m olli chirurghi le rifiutauo assolutamente, m entre allri senza t•ifi utarlc si danno la pena di disinfetlark comple lamenle. Jl regolamento s ul servizio sanilarjo iu guet-ra le ammeLtè. Jl Mn.n.uei de /'inli-rutie r d~ oisite pr escl'ive collo mas:;;ima p1·etisione i l mod o di disi nfe ttar e le spugne git1 adoperate e dele1·m ina la qualità. dei lifJuirl i ~mliseltic i cd i vasi dj vetro nei quali devono c0nser' 'arsi le >'pugnp disinfettale. P erò q ue~t.- savie p re!:crizioni, le sole che possono darci pie!!a sicur·ezza nell"uso delle !"pug11e, non furono estese a gli slabilimeuti sa 11ilat"i in campagnA. Nel mate t·ia1e di campa-
CRUUiRGICA
gna le spugne sono conc::el'\·ate ><emplicemenle in ~colole clte non conteu ~ono nt> pPrruanganAIO di potassa nt• bisolfato di soda che sono J">resct·illi per l"m·.!inario servizto ùi sanilit in lam po di pace . P or6, affrettiamoci u dirlo, aneli•) f1U6!'<L& lacuna sarà ri~mp i la, e col nurwo t·ogulamento (Nomenela.ture) verrà pre:;cr ilLo che le spugne ~iuno lenute 111 \'8Si d! \'elt•o ed immer ::-c in liquidi di!"infellali. Verrà anche inlro lolla la !WrlO idt·olìla. 5• A nti.~ellif'i. - r più utili rormano parte d!:'l rnaltwiule sartitario di ca m pagnu; e poss iAmo farci un 'i d·~o del1e loro quantita ved endo le tabelle di doto:.done di un'ambulanza unnessa ad unti divisione t.li ranlet·ia. A.citlo borico cristallizzalo.
Sublimalo cort'O"i,·o .
\000 l0.400 " 1,600
Iodorormio
:Il
Acido f11nico .
.
.
kg. l
:1,000
1,0()0 Boro cc . . Clot·uro di z i nco " 0,050 Queste tJupnliw sono forse in!lul'ncienLi, cou113 da alcuni si vuoi sosleuurc1 Noi, J ic~ raulm·e, non ci sentiamo ìn gt•aJu di addentrur c1 iu questa queshouP. ~ la lascia111o deciderP agli uomini competen ti ed autm•evoli che hanno ls respousabilila di queste prescrizioni. Oltre alle !"UO<;cenuate sostauze, un'ambulanza di divisione
por ta con l:.ie altri mezzi parassiLicidi che sono i meno usali, però di efflcncia non dubl.lia, e sono i seguenti: A cido ucelico . . . . kg. 0,500 A cetato J i piombo crìstalhuato 0,900 A Il Ulllè • . • • . • . l) :J,OOO Solfonilra lo d i bismuto. '' 1,400 Alcool (90') » a,600 Alcool canforato Vast-liuu .
,
:.!,700
11
5,\00
Il
0/>llll
Su~na
beuzoata Unguento m er curia le Canro1'a.
.
1,600 • J ,(N l()
o,.wo
Ttnlurn di ionio
i)
Sol fato di c:.hini ua . Se!>I")U ic loruf'O di feJ•t•o
,, O,:.WU )O l ,200
111\'ISTA
Iu ca~11 di necessità si pos~ono usare 'lueste SO"Lnnze, e, se il btsogno i> esll·omo, si può ricot•t·e•·e a quelle altre sostanze che possono dtrsi gli antisettici e,·enluali (!). Quesli sarebber o il sale, lo zucchero, il cafté, Ja lrernentuao, che pea•6 n e l! ~ matù d-'a chit'UI'ghi Ledeschi e dt alt1·i pu•'Rt 11011 ba11no dalo risultati 111ullo ;.;oddisfncenli. ~oi spel'iu nw che non !=<i avni maa bisogno di t·ico t••·ere a questi incerti lllPzz1; spet•iamo mvec:e che le Hlltul'ili• mediche, che cono1-1couo i b1sogni e le diilicollt't con tro ~.:ui dovran110 lottare le nostt·e ambulanze, dat•auuo sul"fìrieuli islr·uzioni pct•cfu~ Il tnalet·ia!.· antic:cltico sia al com pleto. Com•· material i"\ di medicazione «1 trova i u un'ambulauzo: Garza . m. ;»> Tafleté. gommalo. u 811 Cotone c~u·dalo N . kg. !IO Filaccia . . " l :!0 Piccole co mpresse fen estrate l Compresse . .. :!()3 T ell graudi . v l i\() Fascie ar•·ololal e. 100 Empiaslro diflclJjlon. 1'0 Non esiliamo a dichiat•arl' che la cornposizjonP di questo rnale•·iale appat·e Alq uauto ~tt·a na, poicho m enln : vi "' 'ede introdolln il malerJal"' nuovo, 'i continua pur ;:;em pr e ad •·sislet·e, anzi lulLut•a vi pr edOIIIt116 il veccnio. ~la quep,lo ::i spi e~& dal fatto che nel :-lervt 7.io saiJilaPkl si ~~ coslt·elli giu fin dal tempo di pnce di ac• 1ui" lat•e g •·os!:;e fJI'o vv i>- ll~ di lutto ciò che può occoPre•·P in lcrnpo di guerra, e !'lt" •ruesl<> grand i provvisioni. nvulo ri ~ uardo al loJv) cosLo. quindi per ragion i economiche, non posP.onn esser e ubolile ad tut Lt'atlo per la sola ra gione che sono passate d i moda (1). ~IGnLt•n adun'(ue si acce tta il progre~~o. i cambiamenti che esl"o ci impone non possono essere falli che gt·adatarnenlP Ciò sia detto special mente in rigu ard o alla filar da, a qu•'· sto capr o espiatorio di tuLLi i rli"astri chii'Ul'gici ; que~lu materia da medicazione é tuttora in vigore, però ti t•egolam enlo delet·mina in manic•·e dtYerse. la disinfezione. cioè dei 120 chilogJ•. di fil accia posseduta du un'ambulanza, 80 clulogr.
CfURURGICA
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souo impregnali di sublimato, 20 cluiCJj!l'. di acido fenico e 20 chilog1· di acido borico. Ya notato .nollrc: il fatto che la provv•~ta di hl1cria è sospesa, ed a 1·impiat.Zare la filaccia con::~umal.a ,·introduce !rradalamenle la stoppa. Anche le compl'f'Sl'!e d1 lela sono. a mano o IHAno che si consumano, sosti tuil" Ila cnutpl'essc di garza di~infellaL!:t etl impregnata di su l!l imalo. lnoiLI'e prt· le medicazioni della lineu del fuoco sarà adoLLaLa la gar1.11 •~l iodoformio. :"ello «le~so modo le fasce di tela !::181'811110 ~osliluite da fasce di gar.1.a preparata, di cotone ul ~ubli mat~ e da fasce ùi flanellA. È supe1·t1uo i"ag~iUiltlert> Cile la filaccia anlisellica, le compress~ oli garza E>lerliltzalu. 11 t•utone idroillo, 11 colone cardnlo sono invfllli in C81'UI impe•·meabile Olll·e ui ~~ metri di catgul con!>Cr,·att in olio fenicato, Il! ambulan?.~< conLen~ouo nncot·u 400 p:r11mrni r!i seta conservala ili r-;catolo ~1pposi Le; questa !::lotu nella 11uova nomenclatu.ra s~wil HosLilui la tla seta anLi!:;etLica co11ser·vata i n bottiglie d'alcool. Coltl01t1poraneamente sara1tno odollati i cr·ini; ed i tubi da dt·enllA"g-io . che ora sono tenuti liberi entro un cassetto, !.'aranno <'• IIIS~-"rvati in 1111 li•1uido tlntic: •tlico. 11 calttnl surè aumt•nlalo. Tullo HOIIltnato, s..: il materiale d1 medicazionf' riell"ammmi trazione mihtare non presento lulli i perfezionamenti surcgel'ill clalla scienza odierna, pe1· lo meno esso ne possieùe i pt'llttipali e quanto r1·imu v(ll't·à modifìcato iu modo da togli(•re ogni ùiffìcoltà nelralluaz10t ll! di unA sufficiente
untisopRi.
6' Ferilt· d'n.r·mn. rlafuoco.- Noi ~;;iAt no or a hen Joutani da quel tempo 111 cui q ueste fe1•ite si considet·avano come avvelent~ll' . P••rò fino a questi ultimi ll'lnpi, per i corpi e~Lra nei che ~'Jl6!'SO esse contengono, e dte sou causa frequente d'Infezione. fu loro assegnalo un car11Llf'l't- di speciale gravita. Coi nuo,•i proiettili, la cw fo1·za eli penetrazione é lauto ragguarch•vole, l'arrestarsi dei corp1 estranei nel canale della feri ta si può dire un fatt~ eccezionale. Ma ~e anche si veri ficherà fJue slo accidente, l 'anLisepsi sara bensi più difficile, ma 11 0 11 pero impossibile.
J
IUV!ST.\ A nostro pat•cre. uua delle più grnntli diflcollà C'IH' incontra il rhiru rgo m ihtar t' sul rompo con"i~te m·lla t•apide infezione delli· feri te, cuusalA du lltOpf>Crl.ulln metfir·awme ,, fasciatura che Il fer•Lo «Lt-RSO npphca in primo tempo sulle porleutfe...,a. ~oi uon ricordJOIIIO d'avet· veduto nel 1870 1111 !'olo fe l'tLO ltloriJ't! all'Ambulanza. il C"JUal ~ non aves~w gia appltcato :;ulla per·te r~. rila una J'asciuturn ch'~ p1w6 er a utolto " JilW!:W im(JJ''' vvio.;utu o col fazzole tto o colla cravalla o con uu cent·w quulunqu~. La medicazione Ìlllffi6Ùi8!9 l'he l• de<;idPI'8hile !>Pmpre sia pl'r nomore l'amort•agia, sia pt>r t·ialzll.l'i" il mot•ale •lei paztt>ni.P, pt~ Lrehbe, se e~eg:u ila con mater ta li antiRellÌI'r. IH'olel!w·re realmente la ferit.s da una mfezione ~~ render pos~II.Jile l'ìnlt•t·venlo ciJirut•gico in r..onJizioni più 1'8.V•Wevoli. c\ (jUP.SIO SCOpO fu d11 I(UUiche tempo adollato negli e~eeciti s LI'anieri d paccllello ùA medir·azione. che é accettalo n1·a anche tlal nuovo ,., • golamenlo fran cese. Il modello del pacchello acct-Ualo oru rlalln di rezinue sa llllur l!l. posa 50 g t·ammi. l•:sso consta eh una compressa d1 gat'ZII. ùr uu piuroac·ciolo di 8loppa , una fasciu ùt Ll•lu lun;:a i metri, il LuLlo iropt·eA'nuLo in una solu7.iona di su!Jlunr·lo cot-rosi\<1 all' l p. LOOO. La garza e la !':.loppn sono invoiLe i n u•w ;:.tona impet·me.abile t! i caoutsclwuc. Tutto fJUt:SLO n1oleriale é contenuto 111 un piccolo sacco gommalo nell'interno e qutudJ as;:oluLamoule i111 pe1·meabilo. Fanno parte del purcbetto due spilli dt sicur euu nichelati; stanno pe1·ò fuori dalla stoffa imprPgnu ta di subll rnato. Quondo ved t•emo il no~tr·o !:"Jidalu prov veduto di •JIIestll pacclwtlo da m•·dic·aziOJH: po1r<'l'no t!ir P di aver r calìzzato un a ra11 pt•ogr .>kso ne lla f'l'alic·n an liselliNI d• gu~rl'a. Riass umendo, il chirur~o mìlilu•·e non irwontt·erà d'ora 111 p oi grandi thfficollà a ~;urare ll ltliKclticamente u11o l'c rita. Au chc il mate t'lale asse:.tnato pec il ~uo t>:;erci:.:io ~ ul cumpo è pe•· qualità e quantita sufficientt·. Sgrazrala men le, nello stalo attuale delle cose, il chirur·go 11011 polJ'à efl~<I'J'~-' bene assistilo dal personale sussidiario, come il bisogtH> r·eclarn er ebbe . In tali condizioni, :;srà ec'un pilo dell'aulorita ùiretlr·ice !"anitat·ia di attendere uH.:e$saulemente fl migltol·ar t• il matel'iole g iusta le es•genze delh1 moderna l>cienzR, di fat·Jlltare ai uu~dlci il
CIJIIIURGICA
modo di ~e~?Uit•e i pro!!res~i dl'llfl rltirur~ia, c> oli t'or·e il po~c;j. bile per Ollt>nere Ull COr['lfl cf lllfCrnliPC'Ì atlPgUatamenlc P Jll'aticamente istruiti.
Guarigione d'eplleula ottenuta collo svuotamento dl un aaoesao cerebrale. - BtiNlii'IJ.::H.- Wiener 111edicinisclce H'ucltenflclll·(rt. ~. :W. l s!lll).
Il malato a cui il ca.;o ... rifet•i<:ce 1•ra .. tatn inYialo lr~ mesi pr·ima dall'H uLorn come cril,.lliro. Eg-li or·o lo pr·c>sertlo al con!.!r•'S"O dPila s<~cietù c·llirur,;iru eli Berli n<~, opP.rato e slabilmenlt> gmll' lo. Lu diaJ.!IIOl<r fu eli a8Ce>'!':O cerebrali' e In seùe dell'n<:ces.;ll t>rn raciiP a dt'let'IJllll('lrSI. Il c·aso !"t"lllbrava fJUA<~i un pui·udi~ma per i rap(•flrli dt'li'Ppi!P.sl'lia coll'asces<~o J!l:'l cer\'elln Il pa7.u'nl•· aveva riporhtl" un colpo nl!a t•egione pal'IGlah• COli Ull bicchieri' da uirl'n. AVPV8 c;ul momeuLo perduta la <·oscienY.!I, pere• 111 !'<eguìlo non sc ulonifesta•·ono fennwt>m cer,.hrAii. La f••rila fu pr·ima riunilu con suturn, ma (1111 si clovt•llt• rinpru•p ''" ~i el1111-e pni r•manendod una piccola n•.:t,IIR Dopt• sc>i sPLLilliOIH' ;::i l'Oli· Slalò Ull fJI'Ì m n llCC:8!'l'-'O '(1111 1ifiruln r)n i [1{11'(11 ili per J:).('CL'S!'O ,.pilellico. Gli at·te!""l .!h·• nlar·t 1111 i• ~t>!!uito Jllil forti e l'iù frequenti e l'm11m11111lu nuda,·rl -.e111pre prù .!"perendo. Utwrulo v.. nne solto la eur•t• clPII'autClro il pnz•enlf' era In condi7.HIIIÌ clPplorevl)li, egli oiO\'e\a PviLUJ'O fJIIHIUJI•JIIe più le~:tg>el'o ru more cht> er·a ~pe--.;o cau..,u •h Yior ... nle c•r,nvul!'iOJ i. Gh accessi pni preseulava1w la fo t'IIM t•.lus~ica, nur·n t>pi!Pllira, schiuma ttllo bot>ca. rnor•:;iculur~' dPIIU lingua , convul!'<ioui, ecc. Si trovò alltt tc~la una c;icatrl<'l' 111fossata f'On una p ccolissima jj.. toJa .tallu fJUAlt• ~Pmeva costaulernento pn:- e liquido s il•roso. Pnt·u lernpn prirna Ol'llllo :;;tnLe c linlinale an· che delle ~clre~gi~>. S1 Ira! lava uon solo d 1 una necro!>t dPIIe ossa del cr•ttnio. mr~ anch•• tli u11 a;::nJ%0 prnl'ontlo.rueniP --iluato. Fu pralicRln la trapanaz.HIIII' rnerlinnlP ~•·nlpello P si allontAnò una l'OI'ziorw di parietale oiP! ùiamelro di uua liru. I n tal modo fu aper ta la c;LI'ttùu p•·r e"plor·ar·e la li!"tolo e seguire I(Ue!"-ta nel cet'''ello. l>revia rlilntazioue ciP! lro~illu ti-
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13~1ì
RJ\IJST\
stolo~o si rlli"e
Allo ~c·np,.rlo ur r vaslo A!-!CCS!iu dal 'lllale Òll quattro A cinquP f'UcchiAi di marciA La guarrgro11e fu ~11llecilA P ;.!h acc,~!'r non romparvHro p111. ~ i M•lrnsser o
Un metodo lsohlattoo per l'artrotomia o per la resezlone dell'anca - RtllOLt::H.- (f'efLlrll/1;. (11r ('/11ruryu~. N. ~i. ll'!liJ)
Pet• i cacti dì lubr•J'Cnlo.;;i pl·imaritl dell'~lt'••la()nlrt COli ('•'l'forazrone dr fJUeJiu Cltvilà, l'autore sludiò Cd Ì~laborn Ul1 IIIIOVII metodo O!Jt'ralivo spel'lrnentAntlonP l'atttwbililà !>Hl cathlvt-re. G li p .. rse rnolivo a quC'sli ~Ludr rd espcrimeulr l'o:=:'-'•·rvazion•· rh una r c:;czwue dHirnnca nella quale la le.-ta rlul rcmor·•· quusi Al'fallo <;aua ••rl il l'Olio del femore prrfi'Liarnt>nle normAle. dove::lle1·o Ps~Pre ";H:r iflc·ali ond" oU.c•rlfwe nn facile Acc~ess;o per J·&~!!iun:rer·P lt: pnr·li rw1:ro~ale dell'm·elabolo. Questa cir<·oslanza fecll corH'Ppir·c All'aulor·c l' idC'a di proraccr1:1r~i una !>lradu più breve dalla '-uperlicw pelvica o interna di>ll'~:~cetabolo e CIÒ, non solo per· poter luvorare l'o! cucrl11aio lal-{liunle, ma audw pl•r uppor,·i uu pit'1 facilr flreuag~Jo P. !':•·condo le ci rco~tanze, r~>nder po::srhìlr• la l'ouseJ·vazione del capo dP.I rernore c lw, por nvvcul.uJ'a , sì t,rqva8-.c iu condizronì normali. p .... questo ~<·op.. e!!'IJ lro,·,i u Ili<· O m P lodo alluahi lc lA rc~czion e r;;rhrAlicH dell'Anca. IIHIUI.'· sta opcrt1zio ue l'aulmll lalo pt't:llldc la posizir111e mazzo supimc, l 'anca <Jffclt.n é posta 111 fles"i()ut' ud atL:..:nlo olluso. l'nrlicolnt.iouP del g in<H.:ehio dello -<tes:-;o a t·to nd Hllgnl o rcllo. Si Jllllllla il c·olt.ello uu IH•' al .ii "OliO tll-'1111 crl''-111 dPII' rll'"· uno o due· r:cnl. di!ilAnl•· òHllfl s[lillu poRIPrior·P-'-~llpet·rnt'l' P ~i ClllldliCI' il la~IJ O Ìll lillell l'l•lta lino al lnA!'g'ÌIII-' ('OSlci'IOI'~ del ~rande Lt·ocanlere l' JII'P<:rscttneule l ino un poeo al eli~ottn deliA base del rnedesimu. Dopo rn riso il rnuM·oln grawic glult!ll si arriva sopru unu aponeu1·osi che in alto lascrn lraS[lllrrre la lmca di coutallo Ira il g lutro lll«'dio ed il pi·nfor·rne. Il lt!url ine cJel piriforme vien r('(•i~o~c. ver:-o I'Rll~olo ioferiom della iucisronc, dop1l ùi che, o con ~ll'umenti nltusr, o con coltello sr penrtra pa!><~audo \ iciuo al mfll'gme po::;Leriore del pic<"u lo gluLPo, ::;j ar1·iva al colln del l'òmore
UllllUiiGICA
cd al mat•gine deH'acetabulu, rnelluudo cosi liberamente allo scoperto tutto leo sp~zio tomprPsO tra il mar~me infel'iore r.lr,llu gt·nnde inr:sut'A ischiul.ica ed il gt·tmde LrocanteN•. Più m allo ~i lu:t da alloutanart> l'un dall'allrn ti muscolo gluteo medio ed il pir•iforme, tsolnr·e e le;:are l'arteria glutea inferiore e la sua vena ~atellilc: rtspellat·e pCt'o Il nervo gluteo e tir·arlo io alto. Segue a trur·sto alto la vera artrotoroto. S'incomtncia a scolpire il g r·o.n trocanlere dall' iudiett·o all'innanzi e, dtstaccando le parti molli dalla ro~sa frocanlerica e spoi"lati i rrammrm ti ù'o!'òso ~ ul dovanLi, ~e si t!'ova cile il femot·e t' sano, ma l'acelltholo già J•erforato. s.'allonl.anano dalla !'llt>ssa inci:::;ion<·, pet• quanto è pM!;>ibile, i materiali morbosi , e quindi l'opèratot'E' si rtvul!!e nllo g raude incisura ist'htaLit'u, lungo il suo mut·gine semiluuarc taglia il pet•rostiu e lo stacca dalla ~upurtir.ie intet·tta del bacino fino all'a{·etabolo ed, occnrt'endc, farsi una piu comoda strada , scolpisce anche uua 1HH't(1 di quel mtu•gine osseo. L operazione s i lìnal"ce col riporre la lesta del femore lilter·ata da tutto ciò <!!w non è :<a nn, col r icondurre il tt·ocan· let'{· al suo pusto s!rl fomoro e ~~o.r appo rre il drenaggio in modo che i materiali Iiqutdi se~regatt del focolaio escano direttamente passa ndo per I'inci>lUt'l.l ischialica. L'autore fa nolai·u cln ulli111u che, quaaulo il t'A!JO ed il collo del fumor e d~;vono P::<Ret•e esportaLi, 11011 vi sarebbe più ragione di conset•,·at·A :.tli atlacchi muscohu•i P quindi ricondut·re e fare aderi r e di nuovo il trocanlet·e al corpo del femore, e ciò pet•..:hè in questo c·aso 1 tendini tlet muscoli glutei vengouo troppo avvic·i11ali alla loro origintj pelvica eu anche perché vtene a mancare la leva per attuare i movimenti. Se aJunqut• 111 fJUP.sta oper&7.tono si devt• ~e ropliremente spof'iare il g t•and e trocunlore, uovre mo IJI)t·he lonl.are di riunirlo poi al cot·po del femore, S{'ntpre che il collo ed i! capo del femore si sieno potuti rispal'miare.
Ili VISTA
't Esperimenti balistioo-fotograflol sui proiettili In moto MACH. - (Centralb . .fii.r Chiru rg;e, X. Zì, 1890). Negli sperimenti di riproduzionA fologJ·alìca dei proiettili in movimento, Mach riuscì ad oilenere uua prova oUic.:am e nle sensibile della condensal:iOne aerea che avviene al dinanzi di un piccolo proieUile lanciato ùa uu fucile, e que· s ta immagine egli ottenne sempre fJUando la velocilù d~'>l proiettile e ra superiore alla velocila dell'onda sonora, v~;~l•• a dire a 31-0 m. Il limite dell'a ril~ compressa d~~crive nel suo assieme una cur va ovoide c.he circonda il proiettile, tld il cui ver Lice sta al dtnanzi ùel proietltle ·stesso, l'asse coiu· cide colla traielloria, altre linee reLie :<i dipartono dagli angoli e della base del pl'oiettile e divergenti simmetricamente si diriu-ono in dietro sulla linea di lil·o. l m par tendo al projellile uua velocità maggiore di :Ho rn. gli angoli fo r·mal1 da quelle linee si fanno più acuti. Quelle linee sono l'espJ'e!'\s ione dell' inspessimeoto d'aria prodotto dalla palla in movimento. Ad ognuna di I(Uelle linee segue irnmeùialamente una zona di aria rarefatta. Con una velocità massima. il canale aerPo dietro il pt·oiellile appare ripieno di nu\'olellt> di aspetto caraUerislico. Tale fenomen(\ si produce per·ch•' pt•obabilmente l'aria formando dP.i vortici nello spazio r'at'l'· fallo si pl'ecipila dietro il pr·oietlile, le molecole d'aria mcontrandosi con forte ur lo eù aLlrilo si riscaldano ed in seguito al ri scaldameHto suhìlo si rendono visibili. Tutli i fenomeni sono perfettamente simili a quell i che sono prodolli da una bar·ca moven lesi as:=;ai r·apidatnente sull'acqua. Un vero o perfetto vuoto dietro il proiettile non s i osserva mai anche se esso ha una velocità eli 900 m. (proiettili d'alluminio). Con ulteriori sperimenti Mach potè dimostr a1·e col calcolo che, con una veloci~ di :1:20 m. al vertice dell' ondu princi pale, la comp1·essione dell'aria corrisponde a circa ~ almosfere. So si sparava il proiettile altraver;.;o un cartone avveniva s u questo un ri mbal~o dell'onda ptincipale. che pPrc'l dietro il cartone si ricosti tu iva immediatantente. Fenomeni presso a poco analoghi furono r ipl'OdoLli foLu-
t: Ili RUR.GICA
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gr·afìcamenle S!)~'l'imentando con i pr oiettili d'artiglieria (al~ cuni del C'alibt·o di 9 ccnt. con 448 m. di velocità). Anche qui si osservò l'onùa principale e le ondc> secondarie partelllisi dalle par·eti laterali, e tìnalmente il fenomeno parl.i· colat'e dtdro !l proie ttile. Coi proiell.ili ùi 9 cenl. la corrente a~>rea die tro il pr oietti le mostrava unu pflrlicolare stl'ialura, di!>pOsta in moùo clte il proiettile pareva come rinchiuso in un astuccio. l.'imaginc era costituila da incipienti vortici. b:sf'a incomincia,·a ai primi anelli di rame esterni all a por elc. quindi al principio della porzione ci linùrica donde porlavas i indietro ve t'SO la base del pt·oietlile aumentando sempt•e più in larghezza. Ella e cosa' cer ta elle queste condells(lzioni d'aria non sono che ond•• sonore e pt>t•dò la celerita del suono degli spari è ugualt• alla celerità di lraslazione del proieltile fin tanto che fJUP:;t'nllirno supera la normale celerita dell'onda acustica e clw perciò ttnrh~ in ques to caso la detonazione viene udi la ne l momento is te~so che il pt·oietlife colpisce la rn ela. La nat111'a SOIIOI'H di ((lH•s t e o nde di condensazione aet·ea i11 d u c~: i'antore a qualificare conte esagceali anzi favolosi i rltcconli rii gravissime le!<iOni c di morti i!:tantanee pee pt'cssione 11lmosferica in seguito a pa~saggio di !!l'Ossi pt•oiellili (colpo d'aria). Ammesso anche che un grosso proiettile sia capace di produrre intorno a sè e nell'immediata vicinanzu delle s ue ptm~ti un ~ccesso di prPsl:'ione di due atmos fe t·e, quindi all' inci r·ca 2 chilogrammi per ogn i centimelt'O rruadrato eire agisca per il tt·atlo d i tempo di 0,001 secondi, sopra un corpo vivo, con un proiettile di IDPZZO metro di lunghezza P. dotato di 500 metri di ''elocilà, non possono av~ veni re in quel corpo gt·avissime lesioni ucmmeno nelle sfavorevolr t.:i rcosto.nzo o r u supposte e , ciò~~ ta nto meno probabile i11 quan to che il cor po colpito è circondalo per ogni parte dal lij onde aeree. Per contro no n si può e!"cludel'e la possibi lità di serie lesiom dell'ol'f!ano udili,·o intet·no. Nemmeno l'azione dilanialrH~e dei proiPltrli cbe !"i OS!"erva in certe ferrle non può essere Allrihuita a condenl"azione atmosferico. Le onde ae~ ree mcontrundo un ostacolo s i ripercuotono in gran parte.
RIVISTA
Sull'origine degli lgroml 11ottoontanel. - ScnucHARDT.((;entrulb. fil r Ctlirargie, N. 25, 1890) . P iù volte occorse alrautore d1 procedere alresllrpAz.Jone d' ifp·omi :soltocutanei nel loro inizio 1li svil uppo ed ebbe quind i l'oppo1·Lunità di Dsser va1·e c he essi con;.islevano ili un cer·Lo nuulPro ùi piccolissime tuv ilà ri copertP di siero rossaslro e che quindi presenLava no, macrOl>COpicamenlf' osser va t:, una ~rr·ande somiglianza co1 lin ragiollli cavernm-i Fino ati ora la !brmezione di uu ig r oma el'a in tesa come u11a essudaz.ioue ùi liqu1do sier osn nella cavita J1 una borsu mucosa. Ma siccome lo borse mucose non so no pel' lo più eh a semplit:J fessure di •essuto elle hen di raro si ;;u,ldi vido no in sr ecia li cavilù socomJal'ie per m ezzo di sepim enti , così 1·iesce dif(ìcil e spiegare io questa manier·a l'ori gine di un Lumor e mulliloculare. In fal Li n on si lralla di un semplice processo di essudazione in cui la pa1·ete di-'Ila bors11 si compor li pO.S'-'ivarnente, ma essen;(ialmen te di una paJ•ticolare l'orma di p1·oliferazione infìam111atoria in s~· ~~o al lGI"-
sulo connelli\'n. Succcdt• una
scis~ione ùj
cellulf'. come
pu r P un prorPs~o di J>l'Olife razionf' nelle -cellule connelti"a.Ji che s i in gro11d1scono PnoJ·memPnte •·, •cnm " s urce ci e 110lltl necrosi per coagulazione, perdo un ordLu ariiHuenle il lo t•n nucleo. Soln in seguito ;:i fa un essudalo fibt·ino,:o, non pero sulla super fi<;ie liber fl di una ca\ilà ma piulloslo rlenl ro rl Les~uto. l o mezzo e noli· inlc rn o del le cell ule r·o 11neLliva li al Ler a l.e si t'.wlllan>l Jcll•• fiuc t·eti di fib1·ina, cosicchù nello >'ladio inizia le l'i:.rt•oma non ra!>pr esl.'nltl ChB un i!i[h'S='i menlo senza alcun11 raceolla ùi liquido. Più lard i poi ha luog-o una tusione, convertendosi pt·obabilmPnle il tessuto roone.Uivo i11 l iquido. m c nli'C dalle r·esta11 Li m asse tlbr inose lw nr iginc tll l denso tessuto J'elicolare riempito di del1•iti òi o..onneltivo, leucociti ~ Ji,pJido ~ieroso. P lù lardi ancora qu ~Rlo proc~so di fURi one r·o nliuua, "compaiono pPt· a trofia i sepimenl1, le gi ngol e cil'l l,i con tluisconr. in più umpie cavi la , e tìna lme ntc iu un solo snuco nel quale spesso 5.i possono ricouo~cel'e ancor a i residui delle Ol'lginarie pAreti sotlo f'01·ma di b1·11n· delli irregola 1·i. Il pal'llcOhH·~ protes::><' infiammalurio tibr1-
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CHJIIU IIGICA
noso nPgli igrorni ol'antica d» ltt ;:i può l'iconoscet·e ancora !';ollanln nella var·etl' del l'acc·o, nrwbe qui per ò si può con «talarlo non ;:olo alla ~11perflrie ol~·lla pa r t.'lC, n1a si puo ~'1,:tuir·e llrm acl una cet·lu profoudilà nellu u•~d.-i>irna. Con t'IO r·eslcrel•l•e drlllo,..lrulu d1e gli t~t·c,ml po~souo ~vi lupparHI 1r1 qual,.iu;:i ptlnlo del lessuLu ro nnetLivo, iudipeuJenlemeute aliullo do (~twilil pt'f•fnrmalP. Tuttav1a non .,j può n<'gare che l'e:t.r.,IO!!ÌH delrtgriJiml pos::>» e;:;:er e 111 rapprorlo ron UIIH pet•,.;istl'llll' hn i'"H rlluo·n-.a; perlo ltiiCht> 111 ClUe:-;Ln 1'1:1::;() il prùCl•sso 11011 cll' 'O tnni I'Ì~IIAr·larsi quule uua ~elllplrce c~sudozJone tllliu1·in& daliA superfi•·ie li ber» dPIIa bor-<tt. ma un h:Jvor·" lloiW:;Ii•••• l'iH' !'t c.r·c.lr!-ic·.., entro 11 connt!llr vo della pal'elt•, ,. i'Pi',.:uolat.. libs·irw ... o che Lrovu;:i 111 ogui igroma ha origine dul connettivo rrrlìamsnoto. Quindi essucl$1(o c fllll'f'le del sact•o non "' po,.sonn sciudore com t• due cos1· d t \'81'~e, ma l'uno fa Jli'""'llg;...tu nelrallro.
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RIVISTA Dl OCULIS1'1CA Apparecchio sostttu\bile alla oassetta delle lenti eU saggio. - lilrwEu. (Anna/es d'Uculisctque, luglioago!<to l K\JU).
Il Sclluh·k 1'1H• 'a :.rru propo:::lo" lenlAlo, ma nou fu prlltico. Il Bct·~.tp•· r;l'l)punt• 1111 r'P.t(IIO a r:a-.;:ettill8 che porta 7 l~nLi, una l a~Lr·inu clln puh seO I't'et•vi de11lro l ll:l purLa G..... lJalla ~ovrapposizione :-or otll.'ngono lulle le corn!Jinazioni ùesit!erevoli. La cassellsna o dis·emu IIIPglio t!rowlaia retlaogulare •! munitu Jellc hm li piano·sfer ·ids~: U; l; 2; ~;- 3; 0,5; - 2; - l; la la!'lr1na, un po· piu corta, porta le lenti 7; + l't; -~l;- 'li-; - 7 (lutlc per diotll'ie). La superflcie piana delle lt nlr dellu ,gror~eluia e della Jaslrina !'i raf-
+ + +
+
+
frontauo L'alfronlumcnlo pno e><«ere perfellamcnle as::;ile. Sui lati !-~Ouo irrdwo li i valors ,Jt•lle leutr; il valor e ùella com-
135?
IUVlS l A
bin azi011e risulta clulla sommA delle due c 1rr e COt tdolte a11a stessa a lle:tza. 1l Bourzendotre r (ollico a Parigi, viu ,,, Bac, 130) vent.le tale appflt'ecchio pet• i5 ft·anchi: però alla cassellittu ottom etrica, vct a.ggiu rt l!l. un1-1 :-;cala oltomc~l l'i ca. (lettere e quadrante pe t· l'asligwalismo). urJ dis(·v a fe!>f<U t'a ste••o:ocopica per la cleterminaziollt' tlelfal'lligmalismu stc:-su, una ::;cala a diottrr e, ed inoltre un pt·iswa Iii 12 g radì e dci vetri colorali in r os;,o pe r l'esan•e dei malatr co:t parali::;t dei muscolr dell'occltio. L'i,..tt·umenlo è ~empl i cc, e l'ot•se più C(Jtnodo e pronto dell'uso delle sl•:ssl' lenti della c~:~s!<ellin a di !'S!!gio.
Com bitwz ioni.
+
Lenti lòemplici: -t- 0,5; i: + 14; Lenlt componibili: . 1 2 3 - 3
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01 OCU LLSTIC A
Si possono quindi oltener l.'\:
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+ 0,5; +'L;+ 1,5; + 2; + 2,5: + 3; + 3,5; + 4; +4; + 5; +o; + 7; + 8; + 9; + 10; + u; + 12; + 13; + '14; + 15; + 16; + 'li (21 lenti positive). - 0,5; - l; -
'1,5; - 2; - 2,5; - 3; - 4; -
5; - 6;
8; - n; - '10; - 1t; - 12; - 13: - 14; - 15.- 16; - 17; - 18; - 10; - 20; - 21; - 22; - 23; - 24 (27 le nli negative). Totale }( . 49 combinazioni. B.
-
7; -
Relazioni dei vizi di rifrazione e dell' insufficienza del muscoli oculari c olle affezioni funzionali del sistema. nervoso. - RoosA, di New-York. - (Recueil cl'Ophtctlm.oiogie, gi ugno ·1890). Conclusio11i: 1• L'occh io uma no è rarissimaweule em meteopo. 2• L'equilibrio p e rfetlo dei muscol i oculari é lu ngi ùal-
l'e!"sl:re lo sll'lto abituale, UJJCJl O 11elle persone che goJono di una buona saluLe c sono senza a;::tenopia. a· l dife tLi che s i presentano in qnest.i due stati non producono necessariamente turbamenti locali , come quelli che si intendo no sol.lo il no me di astenopia, infiammazione dei marg ini delle palpebre ed al tri . Ciot10ndimeuo gli a ltri t( radi di iperrHe tr·opia, anche l'as tig· matis mo leggero, tu tti i .::asi d i as tigma tismo misto, possono produrre tos to o tardi questi turbamenti. 4" L 'astenopia <'• do vuta principalmente u due cause: lo s finirne ulo nervoso ed i vizi di l'ifrazione non corr Rtti. 5• Nella va lutazione dell'inf1uenza di queste cause si attribll.irà una grande infl uenza allo stato generale, e s i e~a mlnerà quan la pm·te dell'asteno pia s ia dovuta allo s fi nimento e q uau t.a al vizio di l'ifra zione. 6• Nulla si è aggiun to d'essflnziale alia scoperta di Dooders, q uan to alla causa fondamentale dell''astenopia accomodativa, se si eccettua che gli studi fatti in questi ulti mi
J\LVISTA
tempi hanno dunoslralo chP l"n'<li:!matismo e r•ure un l'attore importa nlP nella «ua eztolo~ta. 7• La p-t•andu ciHsse di affezioni ne rvo:::e. como !A co reo. l"epilessta fl l'tslf'm-epilessia, non ,. punto dcwula nì '' izi di rifrazion e , nè Allo insufficien ze dei lllus coli. ) n fine l"autm•u 1>0ggiunge: • [) pratico p w"• \"eri/iCUI"C f[UOsl"ullima pro1 O!<tzione: osstrvt tra l•• famiglie di IIC\ t·npatic·t e Lt·a i l;U"i clienti, e vt•d ra ~e t'••alnt••nle o no l'u"o tlt•ll,• lt>nti e lA pr·atica ti elle Lenolomie ahbtano comint·~ttlll a far dtminuir e i •'851 ù1 coJ•ea e •l'epilessia. • L"aulure CT8df\ che la teoriA dell"ol"igu te O'ct:larP d··lle urfezioni uer·vose, S\"ll.llldO l"allcnzione ùelle ca use evidenti delle n cv r·o~i, cau!-<e s ulle CJUHii ~i poLreube in quolchc ct-t1'o aair·e. hn ar-restato i OO!'lt•i prOJ!I'es"i.
Nota sull'origine del pterlgio e delle uloerl oorneaU. BONO. - (Ret:lleil d'OphtalmCJlllqie, r.. bbraru 1890). Malg 1·ado le. numerose teor·ie, l'eziologia del pteri~io 11011 e uncor'a completamente slal>ilita. Sl' si o::<:oer·Yti la !'(111giun· ih·a nculare doli•· persone aLLt'ml'ate, nelle quali il te!'>.. uln ar·eolare sotlo-congionth·ale ha perduto un a parLP. ,Jt•lln ;:;uo el asticità, si nota, quantl o le pulpeb•·e sono chiu:w, che do da~c una par·Le della co•·nea la congiuntiva pre:-;PnlA un11 pit>ga orizzonlal~:, la quale corTil<pondo alla lincu di <·on· g iun:Gione delle pol pebro chiuso. Questa piego IIC>II l"i J'Ì!';conl ra nelle persorlf' giO\'IIIlÌ .. robu!';lP, nelle quali la con~iunliYa ~i applica mep-liu "-Ili ~lobo d.>JI'occhio; ma si lro'"ano rr ..quenle menle vasi che <>.eguono •ruesta linea di congiunzione delle pa lpebre, che suvenli aur he pr ese11La una eolot"azione p;ial last r·a dovuto alla pt•olif"c>r azion rl t.lcl tes:>ulo soLLo-congiunlivaiP. Quali sono lo conclus io ni ehè si po<>.sono tr•at·r e do qu•·!-ili tlaLi ~ l punti in c ui la conginnliva fo,.,na queste pie!!lll' "UI lati inte1·no ed ec:;lerno •lella cor nea sono pr eci!'<amente 1 punti in r ui il pler·•gio é l'rer[Uenle. Lo si osservu 1110llo rar amente in fllll'i pun~i . E assAi pr·obobile che causi! d'irritazione, co me la si\IJbia o le mOSt'he m·lle conlrad•1 Ot"irnlali,
DI OCliLISTilA
in c ui il plr·ri~io è cosi frequ~n te, le poh·er i nell'esercizio di certi mesliOI'i, provochino ammiccamenti fl'ef!uen ti c caj:tionino l'alleru;~.,one vascolare di'Ila congiuntiva secondo le l inee in d1cute. In seguilo viene l'abrasione e la caduta dell'epitEllio $lli mar gin i della cor nPa o lo svil uppo di tessuto congiuntiva!,. it'l'ila lo sulla por zinuE' ulcer ala. Questa cau«A meccanica <·apact- di JH'odurre il pleri!!iO e le ulcer aziom mtll'l!inali della cnt'llt'll t'• capace di manlenet·le " <li fa r !P pro~redire. L'aulo,·e non ho mai veduto cuni, montoni, ecc. , nni mali L·h e possiedo11o una tur "-a palpebr·a, la quale ~i muove Ol'izzontalmeJJh", es<:ere affetti òu pterigio e da ulcera co1·neale. L a conclustone eia l1·arl e, Jal punto di YislA d•·lla cur·a, c\ che fa d'uopo melLere le parli in l'iposo e touet'E' per corts~>guenza l'occhio o cosltlutementP npet·Lo, ciò che c! irnpn~ · sibile, o cn«tanlemente chiuso. È quindr prohabi!P che i vanlagl(i i quali ~i LI'H~~Oilll dal· l'occl usione dell'occhio ton ur 1 bendaggi o e dalla sezione di crualclie nbt·a clc~ll'n rbicola re sono dnvuli in g l'fil) par li:! al l'iposo che «i <18 alla con~iun.liva ~oppr imendo il blefarospasmo.
Disturbi visivi consecutivi all'insolazione - (Rectwil d'OplttaliiWIO!fie, lllAI'lO 1890).
BACI< BR.
L' u utor e l'i l'c•l·i~cc uv or e!<tt mirrato tr eclici i neli vi d ui i fJUtllt attt·ibuiYano All' in>;o(Azione i Jistui'I.Ji v isivi cile es.si ovevano. E!!li constatò tre c>asi dr ipermetropia '-'emplice, due l'&Si rli calar11tl8 seniiP, una miopia pr·ogres~•va, uuo scollamento ùeiiH l'f~tilHl cd una COI'Oidite dissemioatfl probi\IJtlmen te d'ur il.!ine sifililica . Ma negli a!Lr i cinque cusi l'inf-l uenza cau ~ale dell'ln!<ol azi onc era dimostrala da unA ca tena cou linua rli «inLouti: dolor i alla lP~la 11 pu[•tir e dal momento dell'acci dente, persistente per anni; intolleranza al calor•' t!d alla l uce soltlrP~ tendenza alle ""rlif!mi; r·estt•ingimenlo del campo vi1<ivo, emianop~ia; diplopia; emeralop1a; l'acutezza vis1 \'a. semprr• òiminuiLa. osci l hl\ u dAl 2f.lf;30 ul 20/JGO alla scala Ji S11ellen. Coil'oftalmoscopw si constaLo: aLrotia hianca
i:nG
RI\"JSTA
d E-l la papilla, più n mPIIn pronunciata, parziHin o Lolalo; dil atazione ùl'll n v<>ne. relt'nzione delle arl<>rie, flessuosità di tu Lli t Yast. Da tfueste o!<:-;OI'vtu.ionl Barker viene alla coocl u~ione, con-
lrtll'iamentc alt'opinionc ~enerale, che rinsolttzJOne é as~ui soYenli una I'AU~a di rr•lln dei tut bumenti visivi. E gli Cl'eùr: rbe dO\'rebbP fa rsi ~'Ubilo drpo l'acciJenll' un esame del fondo dell'or·chin c l'ipeterlo a lii Yersi intervall i. Del trattamento operatorio e della guarigione dello soollamento della retina. - SCHOF.LER, eli B01·iiuo. (Rccueil ti'Uplrtalmolv'Jie. maggio l~90). l.'nnlore dopo aver ))revcmente pussalu in l'rvisla i tentativi operalnri fall i pet• oltener e lo ~twrigione dello scflllnrrumtn della l'• tina da Sttllll·Y\'eS lino H GaJezowski, esprim >~ l'opinion~ ch" i pochi r1~u lln ti ollt•uuli d1pendouo dAl metodi u>~utl, lofHJUBnl orlw la mng~ior pat·L' ' eran o basal i sulla l'ulsa l eot·io clte fllll'iuuiscu l a '·ausa dello scollnmPn lo alla sPcr ezione di w1 wr!'arnen to .. olto-retinico. Egh in vece ~i accosla t~lla lP< ria, li1fe~a da lvanow e rla Altri, che fa rlipt>nrlere lo
<:c" llamenlo dt! lla reti no da una I'Olrt~zione prodntla nel corpo vi l l'P o. Cotnt Fanu e Ga!rzrn' "ki, S chol.'let· cer cA d t pr odu rre \lllll r Pitnile adUSI\H c·oll'i:111':1.ione di tintura di iudo, rno non por·tn il liquilo nwdi~.:t1m e nJmm nellu rac·colla sollo-rcliuicu; egli inicllA la linliii'A di iodn lrn il COI'JlO vtlreo e la l'Plina, oppure n e~! i !-'lrnLi più pmfontli ùel cOI'[lo v1lrN•. Detrrmin n co::;t una relintle e!:'~udol VA. la quale comprime la reti na crmli"O la coroule e le fA c·ontrar1·e '-Oliùe adt•!·enze, menl1·e che iniellando l11 tinlut·a dt ioù•J n ella t'accolla ùtdlo scollalllunlu s i protluco una re linite es!'ludaliva, la rtuale momenlan...amenl..- Atttnenla an~.:nra I'•'""'Urlalo, lend•· »d fH!~I'O'\'"&l't' Io ... collamenlo ,, non pcrmell.e rhe la fo rrmazione di adtll'tllll•'. le quoli, dopo quu lclle selli mana, s oranuo distl'uLlo dal lu rctraz.inna sem pl'" e~1~ ten lt> di'l cor po vllt•eo. L'auto re a111.1 Cl'<'de elle l'iui ezion•· tll tinturA tli indo es ... r cila un'azione
DI OCULISTICA
130/
favorevole sugli slt·ali pr·ol'ondi ùel col'po vitr·eo eLle cr•s::;t~ in ~e~ui lo di ritirar·~i. E~perienze faliP ç,ugli animali ~li permist>ro di slabtlire in prinw IU Og'O J'iniiO(:nilà tleiiA llnLura di ioùo, che é rll'eferibile a Lulli gli allt•t liquidi d'iuiezione: iodur·o iodur·nto, JJiiodUJ·o ril mt!r·cur·to. -.ublimato, ecc . i •juulr lutti prc~entano inconvenienti gravi dal punto di "'"'a della trasparenza ullPrior•e del rorpo 'ilr·eo. L'init>zione di ltnlut•a di iodo rol'i pratical8 determinA nna l't'Unite acuta. limitl'lln, di ('ni !'.i pur'l seauir·e ~:oll'ol'tRlmnscopw lo <~viluppo t' la guariJZinrH' nello stes,.o tempo dw ~i constata il rscon~iuugìm,..nlo delln 111e111brana ner·vosa. Il processo oJwralorio rll SchoeieJ· è il segucutr•. ùop•J a ver ben detèrminato coll'csaruu on~dmoscopico il punto s collato della r"'tlliH, cocatnizza l'or·ternenlt' rocclrio, poscia fa un'rnri"iOlle drroUa sulla conl!runliYA nel ,,urtlo più faYOr e vol o. Un un ci ne lto da .-t.I'Ol •i;;mo inlr·odotlo per la fer ita a ps•e la strada r·r•;.;pingendo rl lr• ·su lo <·dlulare liuo a livello del punlo di puntur·a. Quinrlr :-i por\8 nel trag-tllo to~i cr••alo un ngo specral~ monlato sullu >~i riug-a ùi P t'8YAZ c sr fa la puntura. Que~l'a!:O pre:-:Pola l<! paelicolal'ità >;egut'llli. es;;:o fini sce con una br·u~ca curvatura coru t> quel la di 1111 uncinello da strabistllo, per· permettere ùi andare a raggiuogere tutti t punti ùt'II'Pnllf<fer•' po,.;t riore dell'ocl·bro. La sua punta é formala da una piccola la111a d'acciaro molLo laglienle sal dala colla C"annula: gli occlli della cauuula si apr•ono sui suoi !ali. F'alta ltl puulurn, ~i spinl{e lerttì:.simamenle la liotut•u di iodo ulla rlo;;:e di 1 ti li gocco spcondo l'esl••osione dell o scollamenlo. La lt>o!'ione dell'occhJO, la dilatazioni' della pupilla e:: l'esame (lflalmosC"opiNJ indica no il s uccesso dell'operazione. Si rittrR la caouula· la ferrlA della rongiunliYa non vume riumltl. Si appli('a uu be1ldaggro compre'>:.tvo: ~~ man liene l'operato coricalo sul dor so per· 6- 8 gios·11r e si inslillu atropina ucll'occiiiO. Il dolor·e •· mollo \IVO " r·ende necP!I:'ia ria talvolta un'iniezione ipodPrmica òi morflrrn. Ciò non pet·tanto la s·eazione é a:;~ai rooder•ala e la !!U8t'il!ione so p rnl-{giun~e dopo 'lualche soltimanél,
lliYJSTA
Autopla.atla. deUe palpebre. -
TRIPH~R. -(Recueil d'Ophtal-
muloyie, febbraiO 11'90).
L'nuloJ'e ha r~uo uua comunicazione all'Accademia di tnt'dicina di Pat'Ì!!J sul pro<:esso che egli ba avplicato per il ri· St11bilirnenlu Jell~ palpebre. Il malato Sll cui fu applicalo questo fli'O<'PS!~O a,·eva un caocroide deiJa palpebra iuff'J iore. Ecco i differenti te111pi dell"operazione:: 1° tempo. - Escisioue ,Jel nenplasma C(ln due piccole inc•stonì lalcrllh le_ug~>rmente oblique, riunite ùa un'iocJsiouu inJ'l'riOrE' tras\'et-sale. La mucosa palpebra!"' alterala J•OI'lnla 'ia ~:<H•lenq,,H·auearucut.c. ~· tempo. Dopo twcr passato Lre punti di sutura metallica 1:\ul IJHll'g111e !Jbe•·o Jellu pul pebra superiCJr e, iu modo da poterf' '-teude•·ln u \'olout<J, si comincin per rare un'incisionA cllr\'A, 1'11e porte dall'esk~>mità superiore della picr.ola inc•siolle latet·ale .t'uu lnlo per andare a termina•·e allo steRso punto dol lnLu opposto segueudo esatt.amente il margine superiore dulia cartilagine tru•so. Si l'a in seguito un'olLra inCtl"ione a tloditi millimetr·i c1r ca al di~<op ra. Essa l'· e~alla rnenlo parullelu alla pr·ima, ercellualo indentro eri infuori O\'e pssa so ne av\'icina le;?get·mente. Essa termintt daciaRCUtlll pt~rLP cou una piccola incisione obliqua e•l tn S"nso opposto per evila•·e lu tnrsione del peòuocolo. Le •nctsrout (ll'<}cedcnti devouo esset·e esclusivamente culanoo; scu:-luudo allernatt~atnenle il labbro supt:riorr pet· l'mci,ione <>upet·iore t'd ti labbro infer·iore per l'wci .. ione inferiore:: si CPrl'll di pu ..<:at't! l!·a le tìle dell'orbicolare e"•lando pet• quanto i• pnl<::.ibil~< ò1 ls.d iarlc. Cio fatto, ~<i olistacca il lèmho mu:-colo·cutaneo dapprima neUa sua parte mediana, poi da ciascun Ialo. :,n tempo. - Quando il lembo sernbt•a sufficientemente mobrlizzalu, lo st al.lbessa. Se occùrre, per facihlar!:l l'adaltamonlo, si da qualche colpu di bi~lori sui lati della perdita di sn~lanzn o F< i pr·ocrde allu sutura cominciando dalla par·te m ediana. L 'aulot'c da la pr efer'enzs ai lìli di ferro ridotti più fini che s ili po~ .. ibile. ) 0 tempo. - A V\'ICinamento e sutura delle due labbra
e
DI OCULISTICA
1:359
della per dita di sostanza risultante dal Laglio del lembo Si termina fissando il margine !:Uperiot•e Jel lemho col margine libe•·o della palpebra superior o mr>dianle LJ-e punti d• sutura.
R.IVlST! DI ANATO~TIA E FISIOLOGIA Appunti sulle funzioni del sistema nervoso, del dollorc W . R. GowER~. - (Tfle Laneet, ma ggiu 181>0).
l. In che modo il ceroelletlo coordina. Si ritiene gt:!neralme nle che l'influenza del cer velletto ~nlln m ov ime nti s ia eseJ·citll lU du un'azione di retta ùrl midollo spina le, c cerLamenle il eet·velletlo Mv.- riceve•·o l'impulso oet·,·eo dal midollo spmale; lllA (juesta nozione acqu•sita. e la mancata P-videnza di un'uzione reciproca clt>\ cervelletto c:;ul midollo spinale, non rr i'lpiegano come po~sa il ce•·vellet.to agiJ•e por Yift di!'cendPnte. o per n•·ssuna al tra via che non sia J'a!'lcendente, diN1tta sulla cor·teccia ceJ·ebrale. 11 solo Lt·atto del midollo spinale elle passi nel cervelle llo .tegenero pet• via ascendente, quindi dobbiamo l'itenere che CS!òo conduca in alto; il nncl<.>n 1'0'"1-pit•amidale è connesl"n (·ol cervelletto, t>d in esso lillt'"Conn le fìh re dells1 colonna meè.iana po!"lerinre che conòu<-<lnn e~ualmPnte in alto, percha ricevono impub::(' dai mu~coli, e lu lor o lt>SJOill' al disopr·a del livello nel quale entrAno uel mulollo pr oduce un mancato eq uili b rio s imile a quello prodotto da m alattie ciel cervelletto. Que ·li falli lasciano cr edere chr> lP flb t·P provenienti dal nucleo posl- piramidale che si di r igono al cervelletto vi porlino l'irnpulso dei muscoli che sono influt>nzati da que!'te fib•·e. Le investigazioni di Flechsig lo condusset·o alla couclus ionH che i tratti cet·ebellari diretti cond ucauo le impPCS· coo r·dina~ione dei
1360
RIYISTA
sioni dC'i musrnll, ;:;pprralmente quelli delle parli inferiori del ll·onco e clell'a rH;tl. l ··orpi r·e~trrormi ed il cervellollo sono conoeg:-j con le vr~> "Upr•rrori: i corpi ol h ari non genel'uno con la lor·o conneM.iom• aglr omisfer·i cer ebellari alcuna olirotta aziunc motoria. Le nustre attuali ~l!lltzionr indicano d'altronde che la cvn· n•:ssioue del CPrvellello col miùollo spinale sen-r· fll pa~1"8{-:!!ÌO tlogrimpulc;i nc,cendenti che provengono jll'incipalmeute r!Ar mu"cnli, nei quali s i generano per l'rnlluenza delle ter·minazronr ner•vof;e dent ro ~li spazi la~ciati dalle flbr e conlrHlltlt, e pr·oloabrlnloole per la drminuzione Jr •ruesta infhumza 'luando lo fìhro ... i allungano per· rilAsciamento, ed ruwlte per la tPn~lont- del tes~ulo muscolare che e~er·cita uua lrnztone sulle lillre conlraLlili. ~oi sappiamo chP gl'impulc;i ~i geneJ'M10 COSI, f18 1'Ch ol COsi ~i genera il dn lo'e qnallcJO i ne r·vi «ono in uno stnlo anor male, e cerlam t>nle ,pos~nno l<' ter·minazitmi nc> t•vose eRsere ~timola tc dall'el e ltr'i ci~tt che !'i ~vo l ge unllt• niLl'rA;.:ioni funziona li delle fibre; ma, mP-n lt•e non t<appiamo se C'i6 avvenga, conoscia mo l'ell'etlo dell'influenzA nJec;caniéa, per·dro nello s lato iperostesico dei nervi, l'cRterna contpr·essione ùoi muscoli produce l'isle!.'sa sensazione della trJntr·t~ziorw attiva o dell'estensione pasRiva dr essi. l n condizioni llut·mah, è evidente <tuesto stimolo delle fibr•e nel dolore del cr·t~ rupu, ed in quello prodotto dalla fortf' com pressione della Mslu11za muscolare, mentre una forte estensione paf;siva ,. ca~iorw li una ùislinta sen"azione che diflìcrlmenlu riesce dolorosa. La no rmale azione elci muscoli, e lutti i "ombìanreuti nttivi nello stato òelle libr~. ed i mutamenll tlt>lla tr•ozio•w pas!'iva, devono prodm•re impulsi 8· scl'ndenli nei nel'vi. Quantunque lalì impulsi non producano una seu,..azione coc;cieniP, i:. da essi che noi dobbl8mo ,)pdurre la percezione della nosll'a posizione. Essi no11 dipendono dalln senl'ibililà cutanea; da che sooo dunrtue genPr•ati? Un polente impulso nervPo può oltrepassare le rellulo n~>rvose che l'N'Iil'lono nl fJR~'S8f(gio d'un impulso normale 111 unti neces~'ario direzione; il dolor e può esser do,·ulo a quesln pa!>saggio d' un impul!'v chr ordinariam•' llte ~'81'\'0 all'a·
III VISTA DJ A'\ATOliiA K FISIOI.OGIA
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zionc muscolar e rWPssa nel 111idollo Sf•Ì •tale, od al passaggio ù'tmpuls i che vanno al cerYeltr· LLo, cùe, quando Rono modl~ rnti, sono clallcl cellule nucloute t•inessi s ulla tnidolla allungata. Oltre a 'fut>ste fibre do•l tnidollo !>piualo, ti C•<rvelletlo oe rice,·e probabtlmente a\Lre ùat cauali ::mni~trrolA t'i, e le sue cellule Rono pr obabilmente influ,.,flzatt~ clall'atli vita di <fuelle che innerv11 no il globo dell'occhio ''" i tnosrolt rlel capo. Ora possiamo com prendet·e ìu (:h•· modo .r cervdlclto coordini. Il mantenimento dell'equilibrio dipeuue priuctpulmen le dalla guida di questi tre ordini ù'imp1•essioni, ma l'equilibrio è ma11lPnuto ùa~l'impul!';i m otol'i, u noi non !Il' t•onosciamo alLr·i all'infuori di qtu•lli che passano ùirellamBt.l•~ dalla cort~ccia dell'emisiero cet·t>Lrale al tnidollo spmaiH. Ogni cellula 11ervosa mnll'ice •·upprese11La l'robabilmeute una set•ie di fibre musco!ars, ciu;;;cuua delle quali produce lo s tesso elfe llo per m ezzo della con lJ'aziona, rli maniero. cho ogul cellula motrice della COI'Leccia J.!UÒ co~ LiLulrB un eleme nto primitivo del movimento; ogni cellul!l t'Or t•isvouJenùo ad una fibra del sentiero m olort>, ogui lìb1·a t·ort·islt~Htùe fld una set•ie ùi cellule del midollo spinale, ed ognuno di !JIII'"lu corrisponde c0r t.amente ad una !':Oric di lilll'e u1uscolnri. Non è certo se il meccauis mo clel 111idollo spinale tnodifichi le disposizioni iniziate uclla cm·Lec(:tu cerebrale. mo probabilmente può compierle, perché la sua tt1.inuc ò pel·rett.amenle rappresenta ta OPita cor·lecciu. Ln COOI'Ùinuzioue del movimento significa IR cootdmaziorw dell'uttiviliJ tlcllc cellule cot•licali, e qualunque cosa faccia il lobo medio crrebellare pPr coordinare il movirnenlo, devo fnl'lo ugenùo sulle cellule cerebrali, e v'è una profusa connessione fra rl cervellello e lu corteccia cereiJraiP perclsè fJUC;;Ia azioue !';j compia; una couuessione incrociata, ~iacchè lo flb•·e cJd net·vo udili vo passano t.lieettamentc nel pcduucolo cerebellat·c inferiore, e le fibre mediaue pt)stel'iori uon si decussann nel •midollo spinale. Uu raggio di luce mollo is t1·ullivo ci vieue dal folto ch.il riflesso rotule>o è spesso abolilo nelle molatlie t]el lobo med io cel'ebellare. Le cellule del la corlecciu motr iee Cl'ìOT'8()
IUVISTA
citano un'azione di controllo sui cenlt·i riflessi del mldolln . dai quali il renomeno dipende, e ciò è reso evidente dall'esap:er·azione dei t•iflessi che avvien~ quando sono distrutte ctuelle cellule, o 'fUelle del cammino che conduce ad esse, mcutr·c i centri spinali sono intalli. Se il centro cerebellare li"rnita l'azione di •rutll le cellule motrici , noi possiamo ageV(IIruenle spiegat•ci LuLLi quesLi fenomeni. La mancanza dell'influenza cer ebellare lascerà illimitata razione delle celluiP cor·ticali, la quale limiterà i centri spinali in modo. chP il rillel-iSO roluleo non si potrà più ottenere. Cosi si spiega anche la perdita unìlaierale del riflesso rotuleo osset•vata da Slepilen Mackenzie nelle malattie dell'emisfero cerebrale, se pos~iam o l'ilent'l'e che la lesione abbia inlerroilo io un Ialo il camwino fra il cervelletto e la corteccia. Molli fatli ci pers uadono che quando un g ruppo di celluJe nervose esercita unll continua influenza sopra un altro gruppo, qu"est'in!luenza è f.iemp1·e di natura iuihilrice o !imitatrice, e per ci6 bisoguu amweLLero un'azione continua delle cellule nervose che per sua natura ha bisog no di lirnilazione, ed una azione occasiona te clte ha bisogno solo di s timolo, e che noi concc~ piamo con1e eccita:t.ione nervea. Ur1 a.llrn ordine di fatti può trarre spiegazione da 'luesta azioue ascendente del cervelletto. La cognizione della nostJ·a posizrone nei movimenti passivi e nel riposo ci viene rla~!J impulsi dei muscoli, forse aiul~Li daJla sensazione cutanea. Questi impulsi devono corrispondere allo stato delle fìb1·c muscolari che s i udaltano ad ogni cambiamento di distanza frs i !01 o attacchi, per mezzo di un att.i,•o raccorciamenlo P di un allivo a llung amento, e devono passare nei centri per mezzo dei nervi. Il lono muscolare non ~ che un continuo mo ,•imc nto vibt•atorio delle fibre, che con l'esagerazione diviene tetanico, ma questo movimento vibralorio non proviene dall'azione dei nervi, bensì passa nei nervi, e da questi al cet·vellcUo, e dal cer·velletto alla corteccia cerebrale, donde rìlorua ai muscoli pel mantenimen to dell'equi librio. Noi non conosciamo la funzione degli e misferi cer ebellarima sappiamo che le loro m alattie non producono s intomi mo, Lot·ii o seosorii, che sono in estesa connessione cou la co1·-
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taccia cerebrale, e con la sostanza grigia tlci f!angli centrali; quindi dobbiamo r1t~nere che 8ieno intunamente ass0cia li nelle funzioni della corteccia cE>rebral~, e la ~imilat•ità di strul· tura fra la cortecciA ed il lobo medio drl cervelletto c'incot•aggia in tale opinione. L'azione del ctorvelletlo sulla ~~or·teccia motrice ci spiega ançlte il modo di congiunzione fra i movimenti \'Olont.ari e gli automatici. Se l'equilibrio rlipencfe da movimllnli 'olonLari. la volontà agisce in modo molto ~1curo su que~ti movimenti, am~i essa può alt~ rnr~' moltr• contrazioni muscolari che servono a man tenere lfl po'-'izione Pt'ella, e l a conl'l<~rvare i movimenti au~omatici. Se c:onsider1amo come indipendente l'azione dei due centri d1 mov1meult, non ci ;J!l· tremo spiegar l'equilibrio: 1ua se pensiamo che i proces~i volontari si compiono in cellule. la cui azione, pur rimanendo solto l'influenza della volonta, è regolata, limitata, accomodala dall'azione del cervelletto, la coordina:.:ione dei movimenti ci divien chiara . Se cessa l'azione della vol011là. l'individuo cado, se cess~l l'azione del cer velletto si pr·oducP la tilubanzu nella s tazione e t·Plta, il barcollamento. 2. Doppia 1lttioiià ddle cellule nerrose
Noi parliamo continuamente drll'azione df'llA cellule nal·vose ~ollo l'influenza dello s timolo, e dl~ IIA loro inazione quando lo stimolo cessa, ma non conosciamo nel"sun nlomeuto di comulcla inattività di quesle cellult·. Dal Ialo sensorio, pet• !fUO.nlo concet•ne i nervi, i muscoli t> la pelle, il passaggio degl'impulsi lungo le fibt•e dc,··essere coslanlP nel sonno e nella veglia, {dacché nella veglia siamo conscti delle imprcs<>toni sen~rie di ogni nosLra parte, in ogni tempo, mediante l'attenzione; :,siamo conscii della nostra swziooe, della parte s ulla quale il norpg riposa che é sede di continuo s limol <• delle lcrminazioni nf:'rvose, e le sensazioni che pct•cepiamo non ~0110 che una frazione di quegli impulsi chl• pas~ano inosservati, come le azioni che compiono il movimento del sangue. Dal Ialo molorio non abbiamo nozione di con tinua stimolazion9, a meno che questa non sia prodotta ùa una reazione dell o vicine cellule sensoric, ma abbiamo tn dive rsi fatti l'evi·
RIVISTA
denza della continua attività delle cellule motor ie. La cr.!"ll\uza del tono muscolAre e l'adatl.amento dei m u scoli alla posiziutw la (•ontinua a tti v1LA di coott•ollo esercitala dagli alti,centt•i moto t·i, dimosLt•ata tlal modo col qua le le mala ttie dell a corloccin cerebrale sono ~eguite da accr esciuta alli vi là di cellule d'ordine> iufer iore, donde lo sviluppo di spasm o tonico e di t'accorciament~ de1 muscoli, dimostrano la continua azione delio> cellule molor ie. Se l'azione dE> Ile cellule motori e dev'esser controllala, il controllo implicu una corrisponden lo continua atlivita delle cellule della corteccia, ed e dimostr ala l>Ugli animali l'azton~> di eontr ollo dei lobi ottici sull'azione l'i flessa del IHidollo spi nale, ClliD6 si é innanzi oiimo~lrata l'azione COOrdinalri(•C delle cellule cerebellar i su quelle dell'em isfer o cer ebrale. l fenomeni del sogno mostr ano cht- le cellule nelle quah s 1 compiono i JI!'OCe!'le~i men Lali non passano neli'11Hltlivilu durante il sonno, e se uua minore altivilà di alcune cellult~ net•vose fii ver inca, deve a.umenla 1·e l'a zion e coord inll li'ÌC•· di t1llre cellule; oltre a ciò, cou l'attenzione, possiamo percepire delle impres~10ni melllr e credevamo di non suhit·ne. La celerità con la IJUale ci ab1tuia mo ad un odore noo SIgnifica che esso cessa d'agi re sull~" Hbro del nervo olfattorio, ma significa che l'odore cessa dall'esser e avvertito; in una carnera completumnnle oscur a il campo della vi!'lione é occupato da piccoli IJUnli luminosi in rapido movimento. Sembra adunque che vi siano due forme di azion~, quella che i• indoLta ed eccitala dallo stimolo, e quella che ,., continua, ed è ~o~gelto di coordinazione, rli controllo. E cerlfl· meuLe molli fenomeni morbosi ci g uidano al concetto tli una continua attivilù; Io ne vralgie centrali mostrano che lt' cellule sensorie possono svol ger~ for:t.a senzo stimolo, porchè il d<•lor c continua anche quando ~ reciso il ~en•n; le formP di ~pasmo che non <'essano durnnte il sonno. mostrano la pol!~ibililà di un'azione continua, e l'allh•ilil che e<=ir;;te ru~llo slalo morboso, deve esistere in ~l'ad o legget·o unchP nella sulul~.
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:l. Coordinazione a"tom.alieet rijl~ssu.
Il tessuto connettivo nel quale lermtnano ls tibt·e nervee, deve cangiar di stato acl uf!lll cangiamento c.lt stato deUe fi i.J t•t•, es:::euùo compr·esso e disteso dall' aum~>11l0 di vol ume di •·to"e fihre, e lo stimolo che ne del'ìva alle fihre ~l• elle del connetLivo i11 questi cangiamenti, tlev·e~se t·e dis lin lo in origine da quello dovuto ella tPn<::ione muscolare. Qce~li due generi d'impulso ~i rossono di!;lling uere in impul!'o rìi azione ed in impulso di len.,ione. In ogni azione rn uscolure non ~~ contraggc..no solo i muscoli che ugiscono nella direzaone voluto, ma si coulraggono an che gli oppuoenli, e eu) è conltnuamenle dimostrato dalla parali:::i dE'i museo l i opponenti nelle. conlraziona muscolari. Ma vi è una g rave clifl'et·enza d; effetto del movìmento nello ~la to dei mus,.oli. giacch• i mu~coli atliYi si accorciano. e gli nppo rwnli f<i atJ ungano, e J'ullungamento implica un dim inuilo ~rado di coult•azione che .se non acctldessr·, i muscoli 11llivi u011 pota·ebbero compiere tl movimento. Chiama udo :::ittOt·gico il movimento comp iuto dai m uscoli attivi, ed anlet·gi.::o il mcwam~>nto di contrazione degli opponenti, si pu6 foa·mulare la ~oguenlc leg;;P: la JH'Opor·zione fr a la coulra l ione Sinergica ,•ti anll't'gtca e du·ella •JII!Illdn l10n v't• tnOviroenlO. Eulea m b•• sono eccitale dagli sle~si processa della sostanza ga·igaa di'l cervello. Ln dimiuuzioue c\Pila tonlra ziotte (l dovuta all' iulluenza inihiloriu .tetraccrec::ciulo stimolo delle ftbre afferenti sulle cell ule mo trici. La discC!-10 delln pulpcbra s uperiore q uan tlo il !llobo ocular·e i> volto in giù dall'azione del retto inferiore, nou ,., dov uta oll'o t·bicoln t·e, mn a lla conll'azione del re tto infct·iore per via indirellll, pet· la. pressione del segmento s uperiore tlel globo ocular·e eonlr·o lA palpebr a . Se l'orbicolat•c è pa ralizzato, com e nella paralisi del facciale, la palpeha·a discende come allo stalo sauo, ma nell'ultim a fo11e del m ovimPnlQ a·Psta mt po' inrliet r·o, il movimento è rallenta to, com{• so lu mancanza d 1 tono dell'orbicoloa·e che str ing-e h1 palpebt•a contro il ~lobo dell'occhio tliminuis;:e alquanto l'effetto della pt·E'ssio ue del globo contro la palpebr•a .
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RIVISTA
Tutto CIÒ mona a conduderA cbe l'alLivita tlelle cellule motrici di un muscolo ò diminuita, quando lo stimolo. delle 2ue fibre affe1·enti eccede il )!r ado richiesto per lale attività; la Lendenza dellu rel"islenza ad obbedire istantaneamente produce la tonsione del muscolo opposLo, e la ~usione >'hmola le fibre nervee, aggiungendo Umpulso-Lensione all'impulso-azione. f'inchf> esi..te tjUesla tendem:a, 1-l fibre 1100 possono e~so1·e esposte alla tensione d'una Lra:.cione museo· !are, porch(• ogni tensione è prodotta dalle fibre conlrallih, e dev'essere da e!"se sopportata, onde I'AUiYilà delle cellule deve !.liminuire in pr l)pOrzione del movimento, e la contr'Azione delle flb ro antergrche de,·e v~:~riare 111versarnente a quella dello sioer·g1che. Possiamo ritenere che e!"scndo diminuila l'az1one delle cellule mot1•ici spinllli sul musrolo, ùin linuisc11 1\nche l'allività delle cellule della corteccia, giacchf> g l'impulsi devono ascendere pel midollo, i muscoli scemando la loro contr·azione devouo a lluugarsi, e le cellule della cot•tecria devono conlrapporr·e minore allivilà di contrazione. Nei muscoli sinerg ici che PI'Oducono il movimento, g l'impulsi all'orenti saranno propot•zionaLi all'attìvilà delle loro cellule, e la tonsione del mu~colo che limita ratlivilà delle cellule, le eccita ad una maggiore a:!ione solo I(Uando esse si trovano in quello !'lato ùi continua altiv1ta imposta dal tono muscolare. È ciò che osser viamo uell'azione riflessa dei muscoli ottenuta quando si percuote la rolula e si produce la tenstone del retlo anLE'riore; allora vediamo l'opposto l'isullalo proveniente dnlla ,JifTt>renza di stato delle cellule sull~> qu~tli si agisce, e dulia forza con la quale lo s timolo agisce. rn cotlclu~ione, il rigonfiamento delle fibre muscolari in conlraztone compnme lateralmente il tessuto con!lelli\'o, ed ogni trazio11o sul mu!'tcolo ese•·cita sul conueltivo una pr esSIOne longttutlinalc; le fibre afferenti lt>r minano nel connettivo, quiudi in esso s i genera110 impulsi pe•· entrambe lo fu1·me di tensione; nor malmentP fra queste clue forme esil'le una perfetto proporzione, cbe non è dislurbtd..a dalla contrAzione del mu..,colo, perché l'accresciuta tensione di que~"lO è al contempo CAgionata e sopportata dalle Obre musculori;
DI ANA'fOMlA E FISIOLOCIA
l!lGi
l'effetto rii ogni accresci uta tensiont> lnngitudinule prodolla rla una tendenza al movimento rlelle par·t1, ti queJlo di diminui r e l'aLlività deUe ceilule motrici e IORI"iare che il muscolo !lÌ presti al movimento: nel riposo, come ndl' allivilil, ogni var iazioue t.lella tensione longitudinale indurc una variazione sullo stato delle cellule motrici ati.H a for· !'<i •·he le film· rnuscolari as~mmano quel grado d'allungamento o tl'occol'l'lnmento eire corrisponda alla disl.anza fra #!li uttacclu: razione del movimento pas-.ivo c.liminuira raz1mw clt>llt> erlluiP ~r~n trici p1·opo1·zionatamtlnte al grado di LI·ow1ne e conHlj!uun~e avvicinamento dei punti ìfallacco, e le llbre !'<t ollunuher anno in proporzione della fo!'za di d1stpusiowl, mcutr1•. rl muscolo. i cui attacchi sun ravvicinijli, :-:ub1ru urr COI'rlsfJOUdente accorciamento, perché lu diminuzione .Jclln ti'JJ'~ÌOnc longiludinùle aumenta l'uzione delle CPllu le, ~ perchù l'allungamento d~lla lìbt·a muscolat•e é il t•isultnlo ùell'all tvilù 1lol pr otoplasma cellulat·e non al tr i menlr che l'accorcinrncnLo; Lutti quesli fal li mwili assieme spiof{ano il meccanismo della cottlra..;ione paradossale, cioP d1e la ;;uuiluncu tliii1ÌIIuziono di ten ~i01•e p1•oduce o piuttosto pe1·mt•llc late nn oumf•nlo nella spontanea attività dt'llt> cellule da cagiOIItU'e una eccessivts contrazione. Or se ò ve1·o l'Ile lu conlruzione i• la sola con~eguenz!l dell'innervazione ntOli'ICe, e che o~n1 vur iuzronc neg~Liva sull'impulso motore é sof.(uila da allungamento, la dipendenza del tono fisiologico dai ctwlJ·i 11ervosi è ('OUSGguenza necessaria, t• 11011 ha UÌSCII!IlO ÙÌ C!"Ser·t• appoggiala ad e«perimenti. Si e veduto fin da principi o che l'inlhwn7.u deg-l'irnpul~i afferenti c-ulle ct>llule mnLr tci dL'l tnidollo SJIIIIAle si ripete altra vet-,.;o il •·erveli etlo "'ulle cellule mutrict d t:Ila col'lcccia, che lo stato funzi onale di esse è soltopoi'to ulla pet·cez1orw della uoslra posizione, della quale per·ceziouc ora conosciamo l'origino. S1 è veduto ora che ~l'impulsi nlli~r·culi r:d i lorr1 eiTetli importano cambiaownti corri~p()nùenli <~nll'allivilil de1l11 cellule motrici del midollo e delln corter·cia chi' reagisco 8ul midollu, ora cercheremo un'ultima ragionr• .
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4 De!l'adrrlf((.meilfo muscolare. e tlr•lla eatalest:ia ipnotico Nella ftes~ihiiJI.à ccr·ea della talaleRsia non si vedr che un gr·Ado ecce!:isivo •lell'utlallatnento nor·male alla po€'izione linora di!=<cusso. In tpiCsfudallamentr, v'e un :;imitare, sincrono pror:1_•sc:o della col"!eccia cPrebr'Sic e d.-Ile cellule del midollo, e l"ipHolt<:mfl cor~si"l~:: io uno <>talo funzionale dr•l cerYcllo dw ~epara r mP.ccanismi r·orlicali inferiol'i dall'inflw·nza dei !-illprriori, IR!-Ciando i corrLri motori e sens01·i connPs~i rra loro. Nella calt~lessia ipnoticA l'azione inibiloria irH'Iude tulle l<· <-htlture che ioservorw ai pt·ocessi fisici, eù i (·rnlr·i motori rnferiori restano in connessione funzionai!• cnn r soli centri !"ensorJAi i inferior·i, e ']Uesli centri rimasli senza l'aziont• inibitoria Ruperiore. passano irr u~o stato dr aumentata azmne. La spontanea atlr\•ità della corteccia motrice non moderata, si tnanifesta t.OII un generale Aumc;nto do! tono normAle, obbedendo a1JR l!';.çgc d'adattamento normale I cer~lri lliOlOri 1rrc~pon~abilr VCI'!>O la \"Oionlà. ~CIIIO nrwnra in lAlt• relaLimw .Jr "lrullura cnn la sen~~zione che po~"'"'t' a•l e,.:,.;o ri~pondE>re. e •luanlunque l"allrvil.à ::>pontnrron 11011 possa t'~"cro 11llerAla tlallu volon~a, il lt·g~ero ti c Lac di un <H'Oiogru pnn pt·odurre 1111 subrlan... o cambiamento di posizione, pct· una l-Ubilanea altern'l.ione rnùolla sull'a:t.ior t ~ delle cellu!u dw ancora ritllUngnno nell o ~lato di spon· tnnca ipert)~ior~t•. Ancorn pi1'1 conRrdct·evole t- la lot·o susrellìbilità aUt! leggprc rmpr,.ssioni culan••e. e la ftl cihrà con la 'Jitale l"inibttìorH: può cs!oo.cr volta a.J tifi trflllo. e lo !"lato normale può esl-t·re t•iprrstinalo pel ,.,ubilaneo s trmolo clt-1 c,.11Lr·o re splrl.llorio ut.le11HlO con 1111 RO flìo su lla f1lCcia. Corlurnénle tuLLi i 1"1·norneni c.loll"iprwtio.;mu dimoslr 11 rw come divct·<;e e contr·nr ie ,.jano lo influenZI' rsercitate dagli stimoli suhrlanei, e tlor ~l'tHluah La catalc>-:-ia ipnotica confer•tuo duuque le l·llrlecPdenli conrlu~ionr, che le corteccia molt·ìcu ptll'lecipa alli' influenze ed al mr•ccanisrno col quale lo stato der muscoh ,. mantenuto tn armorrw con la posrzirllle delle par·tr ciel no!;Ll•u cor po, u f'On i movrmuntt cùe e!'se compl!mo. Nella cn lnle~s i fl lo relazioui col c't-t•veiJello sorro pOI'•
DI AN ..\TOYL\ E FIS IOLOGI A
rettamente conser vale, e l'a eercsciuta azione della corteccia ha lo stesso effetto di aumentare ([Uella delle ceUule spinali, come farebbe quesl'allività ~les!:'a nell'eccitare Ull movimento volonta rio.
Rlv.l~TA DI TELN I~A E SERVlLIOMEDICO~l[ITARE Una. proposta. del barone Mundy. Zeitschri;{t, N. JS, !SUO) .
( .1\f/ilitiiriir::tliche
In un arlicolo pubblicato rt·ceritemente suJl'Armeeblall, il barone i\lundy s,·olge in tutt i i suoi parlicoltlri una proposta che egli ebbe già oecasione d'inoltrar~ sommariamente in un co11gresso di n~L ural isti A Colonia. Tale proposta, dice H F eldar;;t, llleriterebbe d' essere' presa iu considerazione da coloro che sopraintendono al SPI'vizio l:anitario delresercilo, poicbè lenderebhe ad una naluralB JWép&razion-e pratico dei solda ti di san ità in tempo di pace. Dei 2000 uomini - tale è l'cffeltivo della Ll'uppa di sanità in tempo di pace n~ll'esercilo MJslriaco - sono po~;bi coloro che videro delle fe1·ile t•ecenli e che le medicarono. Gli esel'cizi di ma11ovra sopra fl11ti l'el'iLi , per quan to s iena buoni , non eguaglieranno i11 me rito il Lr·~sporlo di vet'i fe~·ili ed il mezzo per r repat·are, senza spesa e in Lt>mpo di paC'e, con una efficace istr uzione, il soldato di ;::anita al s uo set•vizio di guerra, consisterebbe, secondo afferma Mu ndy nGil' impiegare le com ragnie di sanità nel primo soccorso di veri accidenti ed info!'luni. N é si aggiunga che in ciò siavi qualche cosa di cont.rario al decot·o, perchr fu !;'em pr e reputata una missione onore vole del solda lo, r1 11r> lla di pot'liH' soeco t•;:: o nel le disgr azie, come nelle inondazioni, incendii e cataslr·ofi d'ogni Mrta. Per reaJizzare la proposta del :\'Juudy necessiter ebbe elle, per pa rte dci cmnut 1i delle gr andi cillà, dove lrova.IISI di
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RIV1 S1'A DI 'l'ECNTCA E SERVJZJO MEDI CO MILITARE
guarnigione compA gnie di infermieri e portaferiti, si staoilissero dei veri post1 sanita ri di guardia. P er es. a Vlennn, queste stazioni sanitarie potrebbero essere ereLle nei uu1• ospedali di presidio e nelle quatLro caser•me della cillà, uellt> quali già si trova un serv1zio medico d'ispezione. Tre soldoli di sanità ed un caposquadra {come laiP può l."ssere ùesiguut.o un medico volontario d'un anno), dovrebJJero bastan• aii•J scopo. Essi potr•ebhero mutare di servizio contemporanc•amentc alla sLessa guardia di presidio ed e!.'Sere riltvoli gioJ'· natmenle. Il t•egolamento per questo speciale servizio dovr~>bbe info1·marsi su quello delle socielà volooLal'ie tii salvataggio.
" RIVISTA D'IGIENE
Sulla questione dell'azione protettrice della vaccinazione . - .JosEF KoR(isJ, dir•eltore dell'ufl iCio cnmumilt~ di statistica di Buda)JeSl. - Rapporto a l x• congresso inlHr·nozionale di Berlino. - (Allgemeine Wiener medi~ini· sclte Zeiilta{J. N. 33, W agosto 1890). Il OU()VO metodo di osservazione che il Yifereute ba inti'O· dotLo, tenentlo conto dei morl1 in 10 Città e de#'ll ammalali entraLi in IO ospedali, ha in mi ra d1 stabilire la prova dir etta e numel'ica, che ancora mancava (1), l:'uJia eflìcacit~ nd inutilila della ,·acc1nazioue. Le osservazioni si esteudonn a 111 ,854 casi Indiv idualmente esaminati; il risultato di una pat·Le di esse fu presentato al r.ongresso m edico di \\'as hiugton e pubblicato (l{ritik der Vaccinations-statistik). O!'a il rifereute ha presen lalo il risull<~ to comples::ivo al congr·esso d l Berlino. Le s ue l'icerche si l'i feriscono tanto (l) l'el' l'esercito ital(ano la prova numerica delJ'efllcacia del la vaccìna?.lone
è gia s t.ablll ta dA molto t0mpo.
RTVJSTA o'IG1E~E
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alla questione dell'azione preser,·alrice, quanto a quella dei danni dell'innesto o comprendono 1 seguenti temi: t• influenza dell'innesto sopra i malati di vaiuolo nella intiera popolazione (morbidila) ; 2" influenza deiJ· innesto sulJa mortalila per Yaiolo nell'inllera popolazione (rnor lalila); 3• influenza delrinneslo sulla morlalilu per vaiolo negli ammalati (lelalilà); ricerche «ullu prohabilil.ti rh e Nlla vaccinazione siano inoculate lo p1·odolte lu l"itllide, la rl~i pola, le dermatosi • la t ubercolosi polmona•·e, la r·achitide o la "'c•·orola. Il riferente ha ottenuto a Bu.Jupc~L la disposizione che. per ogni caso dì morte, si tenesse conto ùei daLt t•elalivi all'innesto vaccino; t>d è pure riuscito ad introdurre questa innovazione in nove ciltà deii'Un~herio, o co:>i per una popo· lltzionf• comple"'"'ivà di 750,000 abitAnti. Pal'ilne nti qu~;.ta dispollizione fu pt·esa in 19 osp edali un g heresi e continua ta per 3 aunl. Egli Ll'o v <i i segue n t.i valori 11 ume1·tri per la. Jll'O lozfone me<lianle la vaccinazione dogli inttc><tnli, i11 ronl'roulo rl••i non mnl'"'lali; esso e rtue ,·olle l' mezza maggiore contro il pel'icolo rli ammalat·e per vaiolo, cit·ca 5 volle contro 11 pel'icolo di mot•ire per va1olo. rlue ,•olle e mezza conlro il pe•·icolo di un esiti) letale (calc·olato :::olum e nl~o~ per gli am· malal1 di ''aiolo " ne{!li ospedali). Tutte queste os<>ervazioui teugouo pure conto dei s ingoli }H>t'il)di tli etit. F ino a :?0 a uni. quando rwrcio dura ancora l'azione prt>servaLiva dell'innesto fallo nell'infanzia, lA pt·el'IGrvazion!' dc~li innestati ra~giung-c• propOI'zioni oucora maggiori, e t'OSI 5 o 6 volle eoutr o il pericolo di ammalat•si, 1~ volle cuull'll lfuello di mor1rP, f. "olle contro il pericolo di un cot·so letale della mulatlia. S1ccurne il rifel'ente per tre anni in 1!1 ospedali fece pt'endere nuta dello stato della vaccinazione di o~ni ammalalo enlra l.o pe r qnalunrrue malattia, cos1 ru in graJo di esamillat·e IJI'n 43,976 nole cliniche r icevute. Ne risullò che effettivamente il cot·so letale di Lulle le ma· latlìe ru più f're(Juente nei non inn esluLi; sopra 100 casi di 11'1l)rle negli innoslali se ue hamtr- in m edia 150 nei u011 ln-
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nestati. Ma fra gli ammalali di vaiolo per 100 mot·Li f1·a gli innes tati nu mor·iron1; non meno di 500. Circ<~ tli danni dell'innesto si riconobbe quanto segue. Per• la sifilide, da l J·icchissimo naaLet•iaJe di mor•bidilù, raccollo negli ospt!dali, uou :-i potè 8!-<Solutt~menle ricouoscet•e la sua propagazione; sebbene siauo avveuule qua e là delle sifilizzazioni, essP però furono rarissime e la lor•u importanza era affatto trascu rabile di fronte alla rmportau?.a colossale dell'azione profìlatlica dell' inuesto. Del reslo e'ltPrHiendo~i l'uso d1•lln linfa uoimaiP-, il JWrJcolo della sifìlizznzione ce"sera del lullo. ~011 Si può neppure M'"lenP.rl' clte tnl'diante la vaccinaz•ono sia sta ta prora1g&\.tl la tubeJ•c·oltJ~ I polmonanL Ne~li ospedali non fu ntlppurc ussei'\'ata una propa· gazioue di malattie cutauee llt'gl• adulti. Però, dall'osserYazione dei fanciulli cur·ati ambulator iarneole n ..ll(• StPphanicKiudor·spit.al di Budape!>ol, !'.i r•il.-vò ciJO in essi, fino al 7• aru1u. la frequen?.u delle malatLio della pelle, del resto quo!-òi mni a cor·su !etnie, ruggiunf(e i113 p. 100 c irca. Pe1· la ris ipola la prOJlagazione o la proJuzione di o~sa, mediante l'inne"lo,è ùa 1la rilener·~i come possibile, ma come e~cessivam•·nte rara Per la scr·orota non si l'accolse un materiale abbastanza riccn: non sembr·a impossihilt> una limi tal» propagazione ùi C!'Ra coll'innesto. Circa lo r·acùitide l~ ossor·vazioni sono Lr·oppo poche. Or·o, pc!' OLtener·e un giudizio l1uale sul valore di quella ulilita nella, elle pr m:ura la vaccinazione, solto df>duzione dei danni dell' inuesto, il riferente lenta di ridurr•e ad un compul(• numer1co le due partite di credilo o tli debito d.·JI'inneslo. po>r· stabilir•e r.osi una specie di hilaneio ùella vaccinazrone. Nel secolo scor·~o, pl'ima dell'rntr•oduzione della vaccinazioni', sopra JOU morti, ve ne er·ano 8 fH~t' vaiolo. Siccorne oggi 111 Prussia ntuoiouo an n ualmeut~ no,OOO per·sone, si avr·ebbern avuti, nei tempi a11teriori alla vaccinazione: Morti por vaiolo . . . . . . . . . . . . 60,000 Ma effellivaroenle oggi muo1ono per vaiolo (!':l'corulo la mPd fl degli ultimi 6 anni1881-188G). !\Ola mente . . . . . . . . . . . . • 5"(1 Rim nne cosi a vanlnggio dolla vaccinaziono uu attivo rli . . . . . . . . . .
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vite umane salvate. A questo ere lilo della vaccinazione sar ebber o, OPI ra"'o piu di:;peralo. dn cont!·apporr c le ~··gu enli pat·tile a carico: 'L' Aurne11 to dr•llc malaWe delh1 pe lle nei fanciulli di ci t•ca t:~ p. LOO, lo rhe fa per la Prussia annualmente, 3.'l casi di mcrte; 2• Simile aumento pe1· scr•ofultl, 115 casi eli morte. 3' Simile attmPnto per risipole, 33 CSlsi di morte ; l n totale 183 ca"i di morte. Si sollr ap;gano or a tlUC'::sle 18.3 vile per dute il cousa della vaccinazione, rlalle :i8,420 Ralvale colla vaccinazione stessa , r imane HllCOr a sem pt·o, in urto stato come la PrusRia, a vantaggio Jella vaccinazione, un utile ueUo dì 58, 237 vile umane salvate annualmente.
Rlvlsta critica aulle asloui ohtm.iohe e mioroblohe ohe al produoouo Dell'aria. - (Annales tle l institut Pasteur, aprile I ~!JO).
D ucLAUX. -
Quando l'arqua contiene ùe~li elemEmti in soluzione o so'>pensione, o può ri ce,•erue dulia ::superficie :;u cui scorre, si aggiungono agli altri fenomeni quolli cbe per la maggior parte apparLPnj:tono a quel confìue inùeterminalo ~'Sislente lra la fisica ,, la chimica e che sono indicati col nome ~e uerico di a~.io n 1 tnol ecol ar i. Quoslo azioni di cui le prime r ictwche serie l'itnonlan() ai lavol'i di Cltevt•eul, sono lutlor a poco conosciult>, r1u antun•!Ue int.•rN•Rino non l'"Oio la fisica toolecolat·.... ma anche l'agr icol tura e l'igiene. A noi spella cii t·onsideJ·ar le solamente solto l'aspetto igienico, ma ciò non ci dispe nsa dall'impie~ar vi la ma~giore pr ecisione po~!>ibile. Pel' acquistar ne un'idea esatta supponiamo che un'ocqua carica dj un !':aie ~olu bil e venga i 11 contatto di una parete, di cui amplier emo l'azione immagiuundo che apparleuS!a od un corpo poro:-oo o che per conseguenza si abbia cou pi<·<•olo Yolume una grande estensione della superficie di (;Onlnlto. L 'PspeJ•ienza c'111segna che al contatto di questi tre rorpi: acqua, sale ,Ji~ciollo e corpo solido, si stabilisce uno !'ltalo di Pquilibrio tnle che il grado eli concentrazt onf' df'l sole nell'acqua ei modif!c!a. Talvolta lo slt•alo
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lllVlSH.
liquido che, come ~appiam o, atl et•isce ai corj!l, c> più concentrato deU~ soluzi one impiega ta, ed in lal (·aso bi:wg11 a ammetter e che il solido ha maggiore adesione ed affinità pet' i sa li disciolti clw per l'acqua; tal altra per ò avviene il cou tr1:1rio. rome se il corpo solido attirasse più racrrua che il sale in ~olu:done. Nel prtmo caso la sohtz1onc C'-'Ce menu concentrata e nel "ec.ontln piu co ncHntrata d i rtuel che e J'tl in pl'incipio. Questo stato di equil ibPio dipende <iaHo temperatura: ma. cio <:he a noi ma~~iormenle importa, es!"O dipende t~nchc dalla durala del conLallo. Non é aiTalto immediato, e ricliietle Lulora parecohiP. or e per sLabi lit·si. Tuoltre esso è pure dipendente dalla c0ncentrazione. Se la pat'le p;ia asciug<:~ la si sostituisce ~on una nuova soluzion e più concentrala. ({u csla soluzione cede ancot·a del sale allo strato tl CI'JUO~o aderente al !"Olido. Se ls sostituzione i n vece c falla don acqua l' lo slralo aderenle alla parete che cede a quella tiel sale. P.at-tendo da questi fatti è l'a.cile r endersi conto esalto di ciò che accAde <[utmdo si vet'i'fl una soluzioue alla superlleio di uuo ~pesso !=ilt·alo di sostanza porosa ed assorbente chiusa in un tubo di vetro. Se questa ~ostanza ri~ien e piuttosto il sal e che l'acqlla il liqu ido s'impoverira mano manv che tliscetltle ed al punto che le pr·ime ~oece l'UCl'O ILe nella p a r~o inferiore potranno add it•illura esser p t•ive del sale. tn Sì.\gu ilo per ò il liquido colerà sempre più concentrato fjno ttl m owento in cui, ~ssendosi stabilito !"equilibrio in lutto lo spt>ssore ùell <J slt'ulo solido , la concen tra:t.ionc òel liquido r estet·à costa r~ t<•. Invece se l n rrues la ma~sa, che noi supponi;'lmo in equi· libt'iO daJ punto di Yisla delle azmn i molecohm elle vi si opet'ano, noi facciamo pal'sore dell' acqua distillata. vedremo che quest'acqua in pt' i tlcipio scaccèJ•à la soluzione ed in seguito so tLrat•r à aJI ~ paPPli solide i l sale che vi si lt·ovo fissalo, p(~r modo c.lte, se il passaggio dell'aeqwi dul'i mollo tem po, i l nllt'O soliJo resta pri vo di tullo ìl sale assorbito «> non renderà. più che acqua pura. S' intende per ò che occorrerà un tempo pi ù o meno lungo secondo i l grado tli forza adesiva che il sol ido eser cita. pel' la soluzione, poten·
diJ!-<1 11JJche ver lficur e il caso di un't~d esJOJJO cosi forte che lA SO!'lnllza fìssalH non si n pil.1 sotll'alta i nlr r amente. J•:cco in qualclu· m odo lo schem a dei fenomeni ridotto alle su ~:~ liuee esseuzinl1 L e rorze chè vi pl'entlono parte non l'IOIIO già delle f()r t.e chuniche [H"Opr iam enle dell e, poiché non si vel'ifica alcun catubu~ meu lo di natur a nelle :;ost.anze impiegale, W « sollantu un muLaulento Li 1 stato. M a tulle le di· fllinzioni e clafl,-ilio.:AZJoni ch~> uoi ~ia m o ohbligAli a fare nelle fldenze, quan do :;Ouo he11 guanlate ùa v•cino, !li attenuano o ~<vaJJi «couo . Cofli vi !'\CHio clei casi iu ru• quesl P forze adesive ~<Olllt vet•e ro1·ze chimiche e pr e;;iedono a ver e lrasrorma ziorll. f.'at·;;illa 111 c·on lallo di 11118 soluzio11e di cloruro tli polaxsio cedeni una par te della ;;ua calcu in cambio dl'llll pola:>l:-a e sof<tilu u·~i unu parte d1 clol'uro pota!'lsico con cio· r uro di calcio, n Hl nnche in qu~lo CS!'O accadr é. sp~so cho fJUest e lra sror rnttzJnni di ot·dine chimico mellet•anno capo acl uno slalo di equi l1hl'in t1·a le vari e 1'01·ze attive e poti'SJJOO, pet' t:OlJSf!guenza. iuvortit·si tino Ati un ceJ'Lo ~egno , come i fc11111nenj pl'tJdiil li dtt fo rze put·arn enlo fi!'iche. N oi non postmuno dun•]Ue clt•vat·e uoa barriet·a tr a le Iute e le altre, anzi dobbi&IUfl val•·rl'i egualment" ùi tutti· nel nostro studio. Qnesl e a ziO tll iu fulti hanno u11 caraller c comu ne, quello dc,IJa instabililit : lA •tu~:~ l e 11 debole per l e ar.ioni di or>din o rhirnico, ma ò i JJ VL't:O gr auùissimo l'er quelle clte solto all'allJ·a esLremilR dellu fler ie. In cer li casi le cause m eno polen ll, anz1 qua~1 1mper cetli hili ba!'lanu Il modificare ed anche a Lur bar 0 pr ofondame11te ì fenomem eli adesione sopr·atullo quanrlo :--tn per essere r aggiunto lo !'lato di equilibrio, il quale S(IC""S" 11 011 cnnsisl<' in uno ~tato di r iposo ma i n una ser ie di n~cill a zi oui laterali ntl una pos1zione m edia. Ecco ciò cùc a..:cacl<' quando l'acc1ua non con l1ene che un sale in sol uziouc. Quando con tenga più soli, pri vi ·di a1.ione tr•a. lo,·o, essi ::;emhl'ano com port.ar::;i rome se ciascuno fos::;e solo. Del resto qurslo Ialo della qui!'llioue non è stato oncora bene studiato; ma quando noi vediA mo l a scLJi umn di platino, dopo a vP.l' r.,ondeu!'alo 11t::i suoi por i, con un meccanismo analogo a ' JUello or or a rlescr i lto, 1111 mescuglio inerte di OSl'ìigeno ed ici r (Jgono, far r eagire l'(uesti due gas l'un o
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sull'altro, egli é ben po~-;ibile che r eazion1 con~irntli Avv ...ngano Ira le molecole dei JSAii in soluzione acquoi'a in I'IJntatto di un corpo poroso DicaRi altrettanto se il eorpo solido i' osso l'\lo~so eterogeneo. No1 dunque vediamo qui, olt1·e le tìsiclle, lt· influenze dipendenti dalla naLUI'a chimica degli elemt!ult "' coulallr;. In parlicniAr modo i ùive1·si el ementi del suol11 non Hgiscono sempre alla stessa manier a sulle :-~oslanze in ~oluzione o in sospensJt)llfl nell'acqua cbfl li bagna. Il primo poRto tli do!òsificazione ri«petto al pote1·e asscwbente spella alrlmm u.~. poi vengono le marne ed i calca1·i por osi ; la "Oùbio occupa l'ultimo posto, sebbene vada inuanzi a Lutlt pe1· lu permeabilità . (•; evidente dunque che 111111 esiste alcu11o r elaziou·· precisa tt·a la permeabil ilà ed il poter e as!"OI'br·u le Per cfn•tlo forse dell' atlivila as!>orbenle dr>ll'/tw,,uR tulh' l e ter l'e che Sflr ,·ono o possono se>J•vi1·e alla 'c.:oltu rlll'i ··oropor tano su per giù allo stesso 1nodo. Tr allnLe co11 una soluziono compl essa che contenga tutti gli .-1e1nonLi solubili del suolo osse assorbono e ritengono. Lra gli acidi, il sollor ico ed il flilil'ico, tra le basi lt\ potaS-<:a e l'ammonia!'EI, eJ in compenso cedono so la, calce, acido cloricll·•cn. uilrìro e nitroso. i·: ciò che risulta da tutti gli stuùii agronomici. Recip1·ocamente, se un suolo ca1·ico di •ruesli materiali lo attraversalo da acqua pura, per esem pi o da arqua pinvutta, essa tat·dot•ù o sottrul'r e gli elementi conteuuli nel l'nolo e li sottrarrà effettivamente se il suolo ue è saltu•o c li trasporlet•à c.on sè nella folda !?Olterl'anea. Ma è beu l 'tll'o che ciò avvenga poichè, per !=;O)ilo, le so!->tanze tolle aJ.!li >'lrall superflcinli, i I')Ualj ne con l r>usrono in maggiore quonlilil, !:-OUO poi tratlenul·· a piccola profondità da slrah di suolo 'er·gmi. Per contrar io, le sost.anze cedute alla falda acquea :;aJ•uuno costantemente quelle degli strati piu pr ofond i. La ltlUgne;:ia, la cal ce e specialmentn la soda essendo tt•aspo1·tate continuamente al mare senza mai tornat•e al suolo. il mure stesso de•e conlt•nere una grun perle •Il queste ntoleriP clte una •olla appartenevano a~li ~trati già rimnnegginft del ,.!lobo. cioè, in ultima analisi, ai terreni sedimentarii. Con ciò rho noi conosciamo a pJ'Oposit.o dei Rttli , siamo
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in grado di pa~arl" rapidatnenle ullo sludio delle maleru~ organiche. Queste !':OliO a!'snrhlle piil racihnenl'" dei sali dagli elementi della Let'l'li v~>~E'Lal~: !':embr·o n111.i clto Io siano lauto pìù agevolmr1nle qna tt lO pitì In ION• co:-;Litu1.iorw è e(Ìmplessa ed Il lor o equivnlcr•te più e lovat... ~on c'• che quando ~sse degradano soLto l'influPuza dcll'o,,.,iclazione o etei m1crorga· nismi che cominciotno a non es,.:ere più Lrallenute e <.:appiamo già cbe ttuando la ruLL'tfica:wme le ha port.atr. aJiu <>Ialo di nitrati e nitr•it1 rac•tua le lraspcll'ta facilrneule. A ccanto alle materie organic•he in !'Oiu:t.rOHc' noi possiAmo adesso metter e le m a terie or ganiche i n sospeusiono. l e quali presentano ,ql i stos!'i lellrllnt'IIÌ di adusioné molecolm·a, e sono trattenute piu flldlrnentr delle c;ostanzc disc1olle du uu suolo poroso ed a<~~orbenle. ~oi abLwmo .!HtHfue il di1·illo di applicare 8 lUtlt' f[U6Sl6 ~OslaOZtl IU I~OIIdU!':ÌOII6 lrOV8bt per i sali ; è ne~li ::;lt·aLi superficiali del suolo clw esse abbonderanno ma~gi o r•rnen le. pr i Lno pur chè é i vi sopl'alullo che la vegetazione le prod uco e le ul>ba lldonn, secoudo pe1·· chè resis tono allivamentt' ull'ncqua cii!' Lender ol>l>e a Ll'asportar le. Al conlrar•io, rome fù dello il p1·opos1to Jel llltr amento, rruell" lrn s•flàlt<> materie che sono infine lt·a<:CIIItlla dall'acqua hanno ro.g~n111to un tal punt.o Jr ùegradazwne da non essere più atte lllla vita c•·llular•e. lnsoullua. t.anto per i sali quan to pet· le so;;tauze nr·guniclit• :-;i vol'ilìco quosto: che resla nel su o ln In pa r· te O.ll <:lli'U uLi le eu r'• pol'lala via dall'acqua di prcf'et·enza la pur·Le inulil t·. I nsieme alle malel'ie or ganiche in sospensio11e no• pos~iamo evidentemente porrt' 1 ger mt cd r micror~auismi. la CUI azione ci tnèlle r à Il\ gradO di t•ispoudere aJ •JU~Silo falt.o a pr opos1to dei fìllr•t. Dopo a ver e :spiegato perl'l1o 1 filtr·1 non si popolano r}gualmente di rn i cror~a rr1 ~ rll i i 11 l ultu i l lor·o spessot·e, noi ci dirnandarnru o se Il' r·aginni medesime tr·ovale per essi non valgono ptW lo slr ttlo vegetale dte COJ.ll'e la superficie del quolo. E ras~llnrlazlllllf' sarebbe l'lt.ala IJP11 naturale se la materia del filtro non ro>:"-e per· necessil~ falla di sabbia non »s~orbente mentre i materiali del -.uolo sono assorbentissimi. T uttavia il suolo, ad onta delle sue propr·ieLà, a n :~.i per ellelto delle l'lue sles!ie pr opr•ietà, si p r·eF~enLa
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diviso in due sLz11li: uno superior e, formato da sost linzo oz·ga nic he P da sa li moll ò nutritiv i, c l'altro inferi ore racchiudr nte alimenli med iocr i. Ora alle influenze gia studiate circa i !Hlt·i a~giungiamo quella, che ò oggetto di queslo stuùio, erl avremo abbastanza per rendet•ci conto della f[Uanlita eno1·me di micr oN!Mismi deg li strati suptwficiali de l suolo e dr~ IJ R sterilità piu o meno assoluta degli str ati profondi. Crnr te conclusi(HIC di quanto abbiamo ur:Llo, noi dobbiamo carcAre di sapet•e czo che divert•anno o ciò che poll'a nno divM1ire queste materi e organicbe e questi ~e1·m i di mtcrorganismi presenli negli strati supe1•fìciali della terra collivabi le. Si tratta ins0 111ma della uli lizZftzione dell u acque el i scolo che o l'a ci si prosenla ; tfuistionc c he ne, n ci é lecito lasciHt' da pa z·lc. tanto pill che essa ac:;sume u na forma assai seul-
plice: moHiplicaziCJne dJ ger mi rla una parte, e distruzioue di :oos!;loza organica dall 'allr~l. Ciò che sollanlo dobbiamo chiederci è con quoJ r~ attività si !'lvolgel'il questo doppio fenomeno e se e co me ci sia dalo di g uidar·lo !'lect,ndo i l bisogno . La lt·znpe ralut·A non r a no;:,Lra disposizione, essa è quah· la fanno le ci rcostanze almosfel'iche. P ee c,on!'leguenzl:l. R qun~lo l'iguardo, noi non possifl zno intluiz'e cl ze ci t·ca la scella della specie zii germi. La micr obiologia c'inseg·na che, se " i vuole l'ilardar c la decomposizione delle sostanze animali depoBitale sul suolo. per esempio. del let ame. f. uecessario inlerrarlo; se, iuvert>, si vuoi<:: acceler ar e la combustione · delle parli or ganiche eecale dalle acquE' ùi scol o bisognarli fa voeir·e lo svil uppo delle s pecie aerobiche. Queste specie orfJ-ono pnre un aiLL'O vautagg io ed è quello di rendPt'e lA combustione pi ù completa e più inoffensiva dal punto 1li vista ig1enico. Quando vi é poca ozione nel suolo peneLrllln di !:~Ostan~e Ot·ganic!Je, come accade , se que>-Le sostanze sono abbo ndantissim e, !;:C il suolo è compaLlo (J Anr.he solla11t0 copei'Lo d'acqua, SCIDO allor a i mict'or g anisroi anaerobii che enLJ•ano in azione; e con essi si svolge la JlLtlt·efazione e la produzione piu o menu abbondAnte di quelle sostanze volatili c Lossiche, di cui si cominci11 a sospettare la presenza e che sono assai più peri~olose dei gas puL,·iJi , perchè z3 oU
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ne siamo factlmenle avvertili dall'odor e. Ecco forse uno clegl'inconvenienti maggiori dt>i ùisli"elli della falda acquea ~ot tm·rm•ea, poi ché ne deriva u11 cangiamento ·rupido e su va · sla superficie delle c.ondizioni !lislrultive della Ml"tanza orJ{Bnica nella profondità del ~uolo, avvelenando l'aria di una regione con orodoLL• che possono nuocet'l' a Lulla una popolAzione. Quando al conLral'io il tet'l'eiiO non è compallo, m ediocrementi' secco e l'aria vi cir coli racilmenla sono ~opra tullo i ulicro rgani~m i aet•obii che assumono il predominio, e che, spi ngendo all'ultimo l imite lu di'ltruzione dt>lla materia nt'gauica, fanno sr.arir e il suo carbouio allo stato ùi acido ct~r bonic:o, d suo Idrogeno allo stato di acqua o di ammoniaca, il :<UO nzoto allo ALalo gassoso o ~ollo forma d1 nitriti, e mettono fJU&SI a nudo il ~<uo scheletro mimwale. A rruesl'azione microbica che s1 compie nella profondità del suolo ovunque esiste la dose nece,.saria ùi umidità, si aggiung<' poi una cornbuslione ijOlut•e diretta che si compie spectalmente ne~li stra ti supPr iori, ma non ò !imitala alla pellicola sottilissima che t·iceve •lirellnmenle i l'ag,gi solari, come si potrebbe ct•edere; t.>ssa 11vvioue anclJt• ad una cer ta profondità e perfino all'ombra coil'aiuto dell'aria o dell'acqua ri ~cahlata dal sole. È nppunlo per effetto d••ruesta combinazione di azioni anae· r o&iche ed aer o&iche, cou predominio di queste ulti me, che una tet'l'8 fertile p~rtle infine tulli ~li elementi organici ad essa t'ecati dal letame. Una parte ùi tali elementi è utilizzata dalla nuova vt>gelazionc, un'altr o si perde nell'aria a profitto tlel campo Yici no. Anche quegli clementi cbe cti poh•ebbero !illpport•o di l unga dut·ata, com(' il legno, la pa,:tlia, la cat·La. fi niscono col fonrltwsi n ell'httmus subPndo la stnssa sorte degli altr i. :\ou occorre che l'umidità e l'o~sigeno per favor ire lo sviluppo M Il e mucedinee, che opct•ano potentem ente la distruzione di que~<le sostanze più r esistenti. Se ades!io noi applichiAmo tutLe queste nozioni allo studio òel111 pm·ificaziuue delle acque di scolo per il suolo. potl'emo subil'> formulare un certo numero di conclusioni assai nette. E prima di tutLo quanto alla !!Celta del suolo noi vediamo
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che la sabbia pura, la f{Uale sar·ebbe la migliore dal punto di vista della permeabtlità, non val~ poi nulla a causa dd lA osiA"uità del s uo potere assorbente; pot'ché avvenga la combus tione delle sosta nzé organiche nol suolo é necessario rhc esse vi siano trattenute per qualche tempo, e la sabbia ilivece le lascia pa!t.-are. Al conl!·ario l'argtlla le lrallicntl bene, ma è imper·meabile e trattiene allo stesso tempo r acqua Converrebbe meglio uu miscuglio di sabbia e di ar gilla o d'ar~illa e di calcan:'. Ft·ankland raccomanda la mar011 che cou tiene anche un po' di ferr-o. Converrebbe pure una saLbiR peneLt·ala di /wmu11 a causa del potere assorbente delle materie UJniche. E con vorc·ebbe infiue una le t•ra ar~illosa I'iar·:m poiché in siffalla condizione essa serba intatte le pt·opl'iett't assorbenti dell'arg illa ed acquista anche la permeabilità Il suolo. qualunque esso sia (ed abbtarno visto che pu ' mollO vartare) non deve essere mantenuto oo~tanlemeute umido. Bisognera dunque non solo che l'irrigazione sia mtorU1itten te ma che l'acc)ua di scolo abbandoni il ~" no lo Appena las ciata la sua materia ot•gunica alle pat•eti porose che essa a ttraver sa. Da ciò la necec;!litU della canalizzazione dd tert·eno (drainaye), la quale d'altronde a ssicura la facile cit'· colazio ne dell'aria. \Vollny e Schloesing figlio hanno dinwslrato che negli Eilrati sotterranei l'a cido carbon ico, costatt· Lemenlr prodotto dai microrganismi, cit·cola scon cndo lun go le ltnee di maggior e pendenza irì vit•tù del suo pe::;o speCIfico e della tranrJuillilA delle regioui in cui scorre. E!<"" sfugge anche dui canali e dai tubr ed e sosliLuilo daJro,_.,,_ geno, ed ecco come la canalizzaz ione a ssicu•·a anche la cii'· colazione dell"at•ia noi tet·reno. Quanto alla scelta delle specie microbicbe attive è una quis tione di cui ne~suno nnora si è occupato. Si coufìdu nella nalut·a, nella moltitudine dei germi preesistenti nel s uolo o apportati ùalle acque di "colo, e si ritiene che tntto andrà nel miglior modo possibile sotto la legge della selezione naturale. È un ragionamento analogo a quello che fl) il birraio belga, il quale in Juoao di porre il lievito nel tino da birra, si contenta di versarla 111 vssi imperfeltameu l~ nettati in cui è avvenuta una precedente fermentazione. Cw
o' IGIE:'I"E rie~ct> infatti,
13 l
ma si sa che é sempre a ~capito nella rapitlita dell'azione. Ora in l')ueeta questione dell'it•rip;azione con le ac4ue di scolo la rapidità e una condizioni• indispensabile pel buon esito. P er avere uu'1dea del potere dislruttiYo dei microrganismi quando siano cir condati da lulle le con dizioni m•ces~al'ic pet· esPI·cilarlo, basta considerare lo ind ustrie che es;;i fAnno vivere. Sopra un metro qnadrato di ~uperfìcie un bil'raio può ottenere, in olto giorni Al massimo, in un Lino della profoodita di un solo metro, la fermentazione di un metro cubo di mosto racchiudente 100 chi logra1nmi di glucosio; può cioè distruggere più ùi 5000 chilogrammi di sostanza organica per anno e p01· me\ro quad:·alu di superficie del tino. Si dirà che in tal cnso si tratta di una fermPntazione anat>robica. Ma prPndiamo una combustione aerob1ca. L'Asperrrillus nJner può consumare per giorn(l e per metro quadrato, e que;,;ta vo.lta con uno s pessore (li cinque centimetri soltanto, Cll'I(Juanta grammi di zucchero. Cosi si avrebbe un consumo di tRO chilogrammi all'Rnno r·ispetlo a questo e~iguo spe~ sore, e di piu di 3000 chilog•·ammi se la ste!"SO combustione a n·enisse con un m1•lro di spes~ore. Se s i calcolasse l'alcool elle si brucia nei lint di un fabbl'icante di aceto di Orléans o nelle botti di a cetificazione col metodo tedesco si otterrebbero delle cifre analoghe. Nelle 1rrigazioni cou acqua di scolo non sono, in media, '-urpagsati gran fatto per ogni Pti.Dro 50000 m ctr•i cubi di acqua coutenenlc :..! chilo~r ammi di soslf\nza or~anica per metro cubo. Cio rende IO chilogrammi di SO!'Ilanza organica distr utta per og-ni mell·o quadrato di suolo ntLranle, ;;upposto che abbia la prorondità di un solo metro. Da questo si vede come s ia ancora male utilizznla la potenza distrnllt-ice d<'i micror~ani smi, an<·lle nelle irl'igazioni che funzionano meglio; si potl'cbbe da PS~i otlenot•e dieci volte di più. Tulla\'io é giusto t•iconoscere che rlO\'tmque é usata l'il'rignzione con acqua di scolo si t• imparato a proporzionare il volume d'acqua alla natut·a del suqlc• al suo grado di aerazrone, aliA ::;tagiorw, ulia lemper·atura, in bre,•e a tutto ciò, che non concerne la. rr atut·a doi microrganis mi, ma che non
·. RIVISTA
pertanto conduce a •·isulloli soddisfacenti. È inutile dare dcii~ c1frc in proposito, le quali del re~lo variano non solo da nn pumo ell'ellro ma anche rispello ad un medesimo lunr,o. Si sono potuti calcolare sen~a inconvcuieoLi 100000 ed Mlt.:ho 150000 metri cubi per oLtaro e pet• unno. Il limite non é dalo giù dal !JOlere assorbente del suolo !)er TaC•Jua, il.quaiP ~·· neralmenle ::;orpassa queste cil're e di mollo. L o mareiu, le fc~rlili pruLerie del milanese po<~~ouo assorbir•e, secondo NAdault de Bull'on, più di un mìlione di mell·i cubi di acf(ua JlOI' ellaro aJI'anno; e questa cifr·a, !"econdo Hervè Mangon è quA· clrupla in certe pralerie dei Vo~;:!i. Cio che limita la c•fra ùell'• r•·i~az•on e é nmpedire la saturazione del suolo dtunJ•1 ai mlcrorgan•smi il tempo di ùi!:ltJ•ugger·e lu sostanza organica. • Il g radi') di per fezione dci ri"ullali olteouli c! dunque datu riAI confronto tra la composizione dell'acqua che penelt'u n••l suolo e (]uclla dell'acqua che eRr,e doi canali di fog nallll'l\ del suolo ~tesso o che scorre 11ella falda solterr aneo. Lo specchio seguente indica nelle due JH·ime colon11e le pro(u•rzioru centesimali di ciò che •·esla. nel suolo irrigato, di tW.o'n o di carbcJIIJO appa•·lenen te alle rna l~?rie il: soluzione uelracqua eli ~colo. L'ultima colonna indica in massa, f't'lll.ll di"ltinzione tra il carbonio e l'azoto ma però •·ispetlo n tuttu la matel'ia organica sospesa nell'urqua. ciò che il suolo t•·nr tiene u e ll'c~serne al Lraversa lo, Le cil't·e ra pr11·escntnno d mna:imwn ocl il mininuf/n ottenuto i11 diverse stagioni e dul loro insieme è s tata ricavatll lo cifra medio . Gal'honio Azoto rlisctolto clisciolto
1\dazimum.
91 8
9i. ~
.lf ·inimum. Medìa
i2.7 68.6
44.1 8l.7
~laterie or;mnlrht·
In ;ospeu>i~tt HI
100 8U) !17 .7
Si vede che, conformemoute tlll'idea che noi ci faccianiO dol fenomeno, le malel'ie u r~?aniclu' in sospensione sono tr·utlonute piu fortemente deliP materie in soluzione. pr irntrramente pet•chè sono solide ed in sorondo lnogo perchè Jt OII np·
D' IGI E~E
partengono a que lla calegot•io ùi m a te t· i ~ li eh ~, essen do s fo t•nili di qunlilà nutr iti ve, vengono abbandonali ùal suolo Non è altrettanto pel ca rbonio e per l'azoto li t> Ile ~ostanz e in solu . zione. Del r esto bil'logna ~u at'dflrsi dal pt•endet•e le cifJ'e ripor•tate per denaro co11 lant.e: ess~> no n ci da nno elle i rnpporti ponderati tra l'azo to o il car·bonio cbe entra e che el'lce, ecl è fuori dubbio cbe Il l'ar bonin e l'azoto dell'acquA ùi ro~nal ura di un s uolo appart••ngnno in m edia a ~oshmze organicl11· mollo più s em plici eli quelle che PnlrArono nel suolo stesso. Co ns iclel'iamo !!Oilanto I'Hzolo: esso in gt·an po rte nvnì assunto o la t'ot·ma di amido o quella eli umrnoruaca o r1uella di nitrati n Ji nilr•tli. Or•a, richiiHuando alla tnPrnOt'Ul ciò t'hO a!Jbiamo dello circa d potet•e Assorben te dei :<uolo pet· queslr dive rsi cle m e nti, po lt'Enno conch iuderP cho i nilrnli ed i nilt•ili passano nell'acqun di clrainrtye. rnenlr~> al contra r io i ~ali •li ammoniAca· son•t lt'llllenuli dul ~uolo. Lo ~tesso a vverrù pet· gli amidi ed i cor·p i più complesst. l nume t·i s eg uPuti, t·ilevalì du Sullco w!':ky pe t· i ca mpi d'irrigazione di Ber lino, J..imo!':lt•auo che le co::.e .:;tanno prcci~a men le a questo modo e rornr "l'nno inollre, ri~pelln alla tlì<~tri buzio ue do~li cle m e nti mim• r uli Lra il s uoln e l'acq ua .1 1 rlrar nage, delle cifr·p che prova no rhe In po la~s>a e l'ac!iclo fo· sforico sono l!·all•·uu li , menlrt' l'acido ~olfortco e la cale" ~ono eliminali Per l'l'llello .telltt for te pr oporzione del clot·u ro di sodio nel ~uoln H nell'acqua i reuomen t relati vi a que~Li ~'O t·pi non sono affa Lto pr ecisi. E dica"i altretlunto per i !iali di magnes ia . che sembrano essere indiffet'enti alla fìltraziotu•.
Materie or~anrch e Arnmo uiacu libera Acido nilrico Ac·tdo nitroso Aznlo totale . Acido !'iolfo r icn. Al'ido fo8i'oricu. Cloro Polnssa.
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Ili VISTA \r<lllll rh scolo
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142 l07 21
170 107 21
L'e purazione per <·t•mbu::;Liouc del ~o;uolo può durlrJUC bacon un lavor·n ronvcnienlementc guidalo a dislr·u~ g~'r" l1.t più ~mm pAr•te tlt>lla maleria or~ai'Jica e ad ns~itu rArP la di!4ribuzione normale dei l'<tlll lr·a i l suolo e l'acqua di fo6l'nalura. Jl problema é ~empre di evilt~re lt1 saturazione. Se si vunle n11tlar Lrnppo in frolla, spesso sr compr·o. rnetlf' il r'isultal n, u I'Ausa clella sostituzione, in lrrr tet•r·ono troppo sotlhcato r• troppo saturo di !'<Oslanzc orgauiche, o.ii mrrrorgani«mi anaer·uhir agli aerobii, molto più allivr. Quanto ai ~Ali la ::;alm•aziono può avvenire pit1 presto .;erchù essì nnn ~ono di~lruUi rna ~empli~emenle fi!lsali; non ~i trovano ~ili ~otto il dominio di forze vive ma so'llo qnello dr forze fl!<ico-ch imirhe. È van LAggioso l"Olll'or·li conliuuamenle al !'uol<l citi' li lrallil'nt' per permellcrgli di assm·brrue tlet numi. e cin Appunlu ~i fa :-<~>nza accor·ge r~c·ne con la c:ollivA7.ioue dei Let·rem ir'l'ig:ali. Sr cslr»ggono CfJl'i ad un tempo la "o"lanza or~RnJrA erri ~eli, con tpte>-lo ''' più: che la so!';l.anza org»nica A!'~nrbrla dalle radiri dellP piante appartiene pr ecisame11lP a (jll.ella parte di rnaterial1 già u•·rivati ~mHo l'influenzA rlt•lla vita cellulare, al lorn ultimo pcriodu di rlic.;lruzione e che :<OliO di prefercn:t.n eli111inati cor1 l'acqn» di drainar1e ( 1). LA rollivaxione lli·H{iunl!e dunque il suo poter·e a 'JUello dci rnrcrm·ganismi, (l pmtloslo l'i determina. tra lP piante ed i prcculissinll or~am~mi, una di quali«' con· nivcnze in cui i commensali ~i esallano a vicenda. Ma non parliamo del vaulaggio sociale della comhinuzion" per non uscir·e dal l<·rrenu scientifico, e Lt·altiamo subito de· gl'inconvenienti. Unr• di e!'~t e tli 111ediocrr> unporlauza. perc·!u~ con un Ler· reno messo in coltura non st può pi(J pcnsat•e all'irrigaztone
!>lllrl~
(Il SPnm cont.1rP poi ch" la pinnt~ nun solo tllllizt.a l '~Il m;t arrc.,la 1 nltrasporlH.li rlall'actiiHt.
tr~ll rhe sarehi1Mn
1385 continua; è iudi"pensabile piegar~• alle e"igenze deUa piantagrone, deliA coltura e della rsccolla. La cubatura dell'acqua per ogni ella•·n di terreno dPve nece!'ì"ariamenle .lirninui re, ma nOI\ quanto si potrebbP credt•rt>; a Gennevilliers nei terreni d'ir riguzione la cubatura dell'acqua. lrberamenLe usata dai coltivatori , supera. ancora i 40,000 metri cubi per ettaro e per anno. Un alt•·o ~~~·~mnent11 i• slalo opposto tllla cultura dei terreni i••r igflli r.on ACI'flla di scolo. e si è tratto dalla presl'nza di bacilli palogeni m que.c=-te acrtue Come impedire, si è dello, di veder tornare nelle abitazioni, sotto forma di erbaggi e di sostanzP commestibili, i ~P rm i del colera o de! lifo? Se nou si tt·attA"Se che dei foraggi e del fieno. le ripercus!.'-ione del pericolo,possibile sulla specie unmna sarehbc ancora tra_ scurAbile. A rif.!o re .c:<i può diJ'e allr etlflnlo degli erbaggi che noi con&umia•no colli: ma le insalal!•. le •·adici. le fragole, chi ci assicu1·a che non ci portino ì bacilli paLoge11 i delle deio1.ioni dci ma l ati ~ L'argonwnln evideutemente merita di e~set·o esaminalo da vicino; m a in quel"lo studio hiMgna Jnelle•· da parto le Crasi r imbombanti, le r n!tioni sentimentAli P valet·si del solo esperiment6. Prima di tu Ilo ponsAmo bene la questione. l germi patogeni pac;sAoo sic\J ramenle nella acque di !>Colo. Niente ci elice cht> "~si ,.i durino, ed è ciò che bisognerebbe sapere pr una di enlPllere 1w quall>ia~i ~iudli~io. ma ammolLiamo che essi non muoian o o per lo men n elle non muoiano tutti. Nulla potrà imped i r•~ la loro pr esenza, ed in tal ca~o diventa no essi più nncivi nei campi d'i rrigazione o ron qualunque altro proceF~so di eliminaziots <' delle acque di scolo? Ecco la solu qu islione da riso l vere. Esaminiamo ciò che dh·enluuo IJU<·~li germi nei campi di epul'aziooe. Nos dobbiamo a.c:petlarci, dopo ciò eh e sappiamo, di lrcwarli infinitamente meno numerosi nell'acqua di drainage che in 'luella di scolo. Ed infatti i> cio che prova l'es perienza. Le ''fllulAzioni ratle sono assai diver>=e secondo i luo~bi e forse anche secomlo i ps·oc·edisoenli di mis ura. A Gennevilliers la cifra dei ger mi per o~n i cenLi melro cubico non Vfl olt1•e ()U~Ich13 centi 11aio all 'uscita. Nei din torni di Ber-
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1:J8G
RIYiST.\
lino K och ha trovato l'.7 mila gel'mi per Q~ni centinwtr•' cuhico nelrac•1un di rlraina{le in Jnn~o di 3 miliardi contenuti nell"acqua eli ;.;culo. l :;rermi putogcn• al pul"i degl • altr i , souo tt·alLen uli dal suolo. ciò che i• '-lato ampiamente dimoslrALo da C01·nll e ChaniPmesse, Gt•anchAr e Deschamps, ccc. Yi é da <:;perare che ,..~si muoiano in gt•au numPro com e gli allri micrnr!!a nismi, di cui un ;:tt•ommo rli terra, ad t'S., POnliene sempre la ~ lessa quantità ari onta che lP llCffU6 di :>colo Ht'rN·hino conlinuamenle nuove innumerevoli legioni. :\la non G che una speranza o di fi'OnLe ad esso - cli t'HIJIIO gli nvvfiT'Sf!rii della co!Livazio.ac de1 campi irrigati con 11cqua di "C11Iu dohbiumo p wrr l'infimln ''8l'illtà c((>IJe ron.lizioni dt coltura per IJilO sles~o lt>rreno, 1l i cui una par te non somighn nlla par·te vicina. Nulla ci dice che loralmenlc, sop..;a una <~lll•e•· ficia più n m••no C{rantle, da un momento all'altr o In lotta pm• l'esisleozn intpe~nala m•gli sLrali il ei ;.uolo non ~orà pe•· terminar·e a vanLt1ggio del bacillo tlcl tifo o del bacillo virf!'Oiu. Esistono lavot•i che hanno Hflpllnlo rironosciu to lu !or • :;rramlP ''tLalitA n(>l terreno. Pacoleur ha LJ·o,·ato i gerrnr Cllrbonr-ldosi in una l'osc:a ùove dod•c• t~tlui primo ord slnlo ~ep pellito il corpo rlt 011 animale morto di cat'bnuchio. (~t'ullcht>r e lle"cht~ mp<; hanno vi~Lo che il badllo del tiro polevu <'011servar !-ii più di ,.,nque mesi e m1~zzn 111 1111 Leneno doluto aptJI"ossimalivnlltCI JL•' della cosLil11zione di quello di Gc ••uAvilliet'"'- o·allra parte abbiamo gia ammesso a propo~1to del· rac(pJa che qut>c:lA po-."8 pr·esentnr•· un mezzo di coltut·n ai bacilli palogem: ,·, clunqu•' evid~>ntc dal lato teorico che, c:emimmdo cosi tl ca~o dei bacilli pato.reni sn!)r·a una vo:<ta super Hci<', ci «'~poniamo al pericolo •li favorirue lo "\"IIUPi"'· Noli i> i'or~e C()IJ'ammoUor e una coltura locale del uac·i llu vit·gola che •runlr.he igiP-nista spiou:n l' eudemicila d<•l C'Oii' I'A ver<~o le foci del Gan!!c? Non è forse un fallo anslo~n IJUdlo delle r egioni iufHc:lale dnlla malaria a causa della •·oc:tiluzione del suolo O rlel SOltOSUOlO? Non inlenditHnn indebolire gli argomen~i, anzi ne l'ironosciamo l'imporlllnt.a a coudizioun però che in rambto '-'Ì ammoLla il lor o cMat.lel'~• ipol Giico, 1;oncedendo ancl•e elle le
D'tr.rRNE
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colture locali non sonn nece!'ll'ar iamenlt> pericolo~e. Vi sono nel suolo molti mic ror~ar .i<~rni lPmibili: i micrococchi piogeni, il bacillo della soltict>m•a. il bal'illo del tt>Lnno e molli altrr. Quelli che noi insptr iumo sollo forma rli polvi scCllo sono disseccali ed hanno snlulo l'azi•Jne del sole, due inlluenze ùeprc;;~ive r> mol'lali. QuPili <'he noi inlrr1duciamo con gli alimenti l'ltP nc:iamo crudi inconlt·ano unn ,·ern barriera nel canale di:::-ec:tivo. Non l'imunr• dnnque che a schivAre la lor·o penell'azione pc r le soluzioni di conlmuita e ci1\ può far·si senLa Lrnpp11 difficollu. Anche nell'ipoleFii avwral.n di r1uesle collur·e locali di mrcrm·garusmi patogeni non 110 deriverebbe poi llll eftetto molto Sl'andt', come é provatll dnl l'el'lpel'ienza per lr1 c;tosso bncil!o del telnno. La China spanrl•• da secoli le deiezion i umane sni campi di rollur•n. L e ma,·cite di Milano sorto irl'igate da ben l ungo tempn con le acque di ~col , della cillà. )lei cliulorui eli Lilla non C!t mangta mt\i uno fragola o un r·avan ello che 11011 Rio sluto in conlallo çou la materi a fe•·al e. •' frallanlo Lilla è lillA delle cill!1 più rispelllll;· dal liro. Gli slPssi Jll• rig-rni non rit·evo•10 !'ollnnto le o•lal.!lie di Gennevilliers, elle si ceno di roml ere so<:peLLe; LulL' intorno n Parigi vi é Urta zona di coltm·e IOlen!'t\'t', la cui aria ,.. talvolla appt>~U'Ila tin i cic>posili Ili rontenulo delle latrine, non rnono tem1 btle dello tH:• rue !11 st:olo dal punto J1 \tsta dei mterurganismi, e cl1e ~~ norrnulmente im pie~alo coma concimo. t:esr erit>nza non dimo~t rn atfatlo l'hè gh abitanti Iella pianura rli Clcnrwvi11iers, •Jill'lii dei vasti CAmpi d'i rt'iga~i one di Berlino, eli Ed i llblll·go e dci!P numrrose ciltit inglesi che hanno adottato • tue~to ~ist.crna siano dt preferenza allaccali dolle malattia epid• mir·he 1 cur germi sono traRportati dall'acqua . Ma t'lmrue,:;so ciii' alcuni casi Ji contngio pos!'ano verificarsi, con quale sistema pro l ic.' c:i potr.,bbero evitare? Un canale ol m111'e o oct nn fiume( Mo. ::~i è proprio certi che in tal mod'' sin evitalo o~ni pe1·icnlo di di (fusione? Bisogna inlì ne considerar e eire in Lultu le imprese umone ~ono inevitnbilmente schier nt i dn una p<\rte i "antaggi e tla un'altra gl'inéon vctmm ti. ~ cu r l'i devono pr etendere unii' igiene dello
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RIVISTA
leggi assolute, tutl0 ciò che ossa può f&re é di provvedore nei singoli casi sulla valutazione, per quanto possibile, esalta degl'inconvenienti e dei vanl8ggi.
n tifo nella famiglia muttare. -
Considerazioni etiolo-
logiche dol dotL. K r;Lscu, p1·oressoro di epiuemiologia alla scuola d1 Val- de-Gl'flce. - (Reoae d'!ty!liène et de polìce sanitair•e, agosto t8j:}Q). È LulloJ•a assai tont1•oversa la questione r elativa al punto
di pa 1·tcnza del nirus tifoso, se derivi dal ~uolo ciot~ o dull'acttua, non oslan•e la scopm·ta, del bacillo tli Eberth e Goll'ky. Jl campo é specialmenlo div1so in Ger man1a, ove si f>OIIo schierate tli fronte la Grundw03sertheorie e la Trinktoa;~ sertheorie. L'autore è di opinione che le c<·ndiy;ioni patogenicho drl tifo siano assa1 complesse potendo dipcmùere tanto dalle acquP potabili quan to dal suolo, e l'ltiene elle l'esclusivismo in questo ar gomol)to sia non solo privo di base ma benanche pt>r1coloso. É che sia cosi SI ve le nella ra1nigha • mililat·e meglio che in 'fUt1lunque all1·a classe della società. A Parigi hanno inll'odollo miglioram t~nti nolevolif'simi relativamente allo acque di con sumo del le caserme, e tutLAvitl il tifo contin ua n serpeg~i a1•e nelle tt'uppe. L'autore si pr o pone di esaminare in que!'la memoria tuLle l e circostanze di luogo e di lampo chl:l, secondo l'osservazione giorn11lier a ùel medie•> militaee, •' Ser cilano un'evidente in!luenzu sullo sviluppo ùell'inflnenza lifos~L E prima di lutto e~li uola che un fatto di o<;scrvazinne assai impor tante nell'eztologia delle epidemie di tifo é quello di vederle manifestarH lalvolla improvvisamente nelle ;.tuat·nigiont quando avven ~ouo l'orli &g)flomeramenti di truppa; e cita in t~ppoggio cl uo esempi occorsi nell'eser cito francese in questi ultimi anni: un'epidemia scoppiata nell'ottobre del 1883, pr esso i due l'orLi di Vincennes, otto giorni dopo l'urrivo dei t'ISen 'isli, e ces$8.la <>ubito dopo Io Sf!Ombero dt>lle caserme, ed un'atll·a ver iRcatasi presso la guarnigione di Compiègne, comi nciata o finila nelle 8tessc condizioni. L'lmlor e non in tende rlimostt'ar e con ciù rhe l'agglonwra ,ttcnlo
1;:!89 crei il tifo; ma tuttavia non si può negare che esso coutt·i· buisce al repeulino svilup po dell'infeziOne sia vivificando i genni rnorbigeoi dell'ambiente, sia abbassando l'indice di resistenza degli organismi. Un al~ro fatto degno di considoi·aziooe è quello della cosiddetta epidemia delle camerate. Difatti numerosi esempi (e l'autore ne èita alcuni assai dimostt·alivi occorsi nella sua pratica di medico-militar e) provano che in certi casi l'infezione è clrcoscritLa in una sola parte eli una caserma o auche in una sola camerat.a. La cosa ..-a alLI•ibuita specialmente agl'impiantiti mal connessi, nelle cui fenditure si accumula il sudiciume, ed alle scale che non s i prestano ad un efficace polizia; infatti si é veri'flcato più volle cl1 e lo sviluppo tli queste ci1•coscrille epidemie è avvenuto quando si sono eseguiti dei lavori di t·iparazione agl'impiantiti e alle scale, l'(uando insomma è s tato s mosso il materiale accurnulato nelle commessure. L'origine di queste epidemie non può certo essel'e attribuiLa all'acqua o ad altri fattori comuni a tutta la caserma. L'esame batteriologico l'alto in alcunt di questi casi ha climosll'alo che tra gli a ltl'i roicl'ol'ganisrni della polvere del pa ve mento vi erano numerosi bacilli del tifo; ma qualunque !<ia l'interpretazione s~ientifìca del falLo, esso pr esenta una speciale impot•tanze pel ~.;arattere che ba d1 essere localizzato. L'autore dice aHt·eltanto dei casi isolati cJi tifo che si osservano spes"o nelle guarnigioni. Questi casi a ve1·o dire non meritano il nome di sporadiei col quale sono contrassegnati in pratica, pet'ché con altA·nta ricerca si trova quasi sempre che par eccb: di essi si s viluppano sotto le stesse condi· zioni di luogo e di tempo. Se ciò per solilo srugge é perché la slalislica e l'igiene si or.cupano per- solito solo delle grandi epidemie. ll medico militare, cho ha fr·equenle occasione di osservare r1 ueste infezioni cosi limitate, sa che molle volle esse precedono l'insorgere di epidemie t·umorose; con altre pat•ole i casi sporadici attestano la pe1·manenza del ge1•me del tifo nelle caserme, il quale poi è pronto a moHiplicarsi e produrre i suoi ·e ffetti disastrosi alltt prima circostanza propizia.
RlHSTA
R•spello all'orgaoi!>lnr> è mnegabile elle lo ._viluppo Ile!
tit'o è favoJ•ilo df\lla diminuita r osislenza; perciò, come J'u giustamente osservare l'autor e, le epidemie scoppiano pii• facilmente eh ~ in alll·e cir coslanw, quando i ~io,·ani l"oldali affronlt1110 le prime fal1che della ''ila rn1lila J·o o quando le truppe hanno sostenuto un lavoro s traordiual'io, come dopo le gran·li manovre, uei disagi dulia guel'ra. ~cc. I.'aulOl'<" anche tJUÌ dimostra con numerosi esempi cbe n ello s viluppu di certe epidetnie di tifo n ~n· esercito non è possibili• ill\'1•care alll'll scusa sta·aordinar ia che lt• successivo fati che I'OI conseguente debililameulo organico. E S"! olcune epi lem•e non assumono ueau LJ•uppa propot•zioni allarmanl1, ciò ~ m singolo t.:ircostanze dovuto al f1:1Lto che, quanLunqu~ i suhlati !Siano· sottoposti a coosi,lel'e voli s trapazzi, hanno pel'ò il IJ,•. nefizio rli vivere all'aria libera, c011le avvjene negli accampam-,nti. Ma come può spiegarsi lo s"·ilupp1nlel tirn '(UIHJJn i soldati vivono all'aria aperta e:i in locaht~r all'atto JJtlmuni do. infezione~ L'auLot•e é di opiniorte che, come il goruie tifoso vivo con linuamen te nelle case1·me maù:l'estandosi volla a volla con i cosi t.lelli casi sporadict, cu~r é logit o ammettere che i soldati usciti dalle caserme portino con ~~· quc,.l<' germe il ([Uale attacca l'organismo non appena questo, 111 debol ilo da lle fa ticlte, r cstu perdiL,re uelln loUa. Del t't'i<lo quesLa IJileJ'Pl'etazioue è ora geueralanenle am m es~a pl'r lo :!Vil':JPPO di tutte le malattie prodotte dai micr·organism1 palogeni. Il t u1·ioso l~ pel'ò che alcuni autori r itengono che certi germi s aprofitici possauo in determinaLI:! circo~tnnze ira :;ft.>r·.narsi in germi ùi tiro; ma dò ò anco1·a assni lontano dall'esser dimostralo! Olll'e alla dimin uila J't>!-i..lenUt dei polt>ri organici. m nILe àltre cause, come è facile imnlAginal'si, possono concorr'el'e allo sviluppo dei bacilli già pt!netrali nell'organismo. L'iuftu;;:uza dolrint.lebolimen l<- infine nella dele1·mioaziouo dei morbi di origine parassilf!r ia ,-. 11ra provata anche per "ia spet·imen la le sugiJ animali, r• si è visto c he uno degli etfelli della folico è l'al le rnzionc cltitnir·a degli umori org anici, i quali otl'r.mo in lal modo uu favore\'Oie soslr•alo ai microrgaoismi.
l :39 1 L'inlluenza ù~ll'indebulimeulo u•·ganic·o apparisce ancoea più man•fe;:La 11ello r-viluppo dell' infez•one tifosa pre~so i campi temponwei c permaneuti, che rappresentano una si· tuazione interrnediaria lra la pnce e la ~uerra. Le r icen;he ezJOiogiche in questi ca~i fann o per lù più escluddrC assolutamente:: quals •ar-i azione del-Sbolo, dell'acqua, et:c.; quinJi non re~ta che amlliClle•·" com... causa t>tlicit-nle il get•me che gb uommi hanno purlato ut!l propr io or~ani<>mo, aiJbondonaudo le caserme, e comt: ctlll ~O de terminante la depr essione or ganiC<l 111 con1-eg-uPnza delle straordinar'ie fatiche dura te; difalli si vel'iCìca 'lueslo: che ;:.ono attaccati di preret•enza i più deboli soldali. e eh~ la malnllia in ger.erale non suoi"' svilup parsi eh~ assai Lardi, cio(· quando gli !>lrapazzi dt:lla vi ta mililai'e hann o appunto prodotto il loro effetto di abbasso re l'inoliCt..! J i resistenza dell'orgunismo. l:nu volla pe1•ò s\•iluppato il lifo. !e cAuse comuni bPn co· sciule concorrono n molliplic&r·lo e tlilfonder lo. L'autore per·<) ~oggi uog~ a rno ' di èOII Cl.usione: iu loorla llltl uccusiumo l'uom o di e;:.St:J'0 il Yeicolo dei ge•·mr ed il suolo rl rallore della lot•o cli::ol-en,inaz•onc: ma io pr·alica non dCibbiamo mai di w e nticart: ch1•, se l'accampamento i• 11 più ~icU I'O l'ifugio coutr o la febbre tifoidea, n .. diventa d'altra parte il l'ucolaifl generatore Se c.!SSO e troppo prolungato 8 se il uo rt>girnP igienico è clifettn;;;o. SCirgono in tal caso tulli i pericoli che si a" r ebbe l'obbligo Ili scongiurare. Traamlasibilltà. de lla tubercolosi ooll'lmbocoatura degll atrumentl d1 musica.. - MAJ.JEA,,. - (Journal dc Médecine et Ile ChirtLrrtie, g iugno I H90).
11 modico m1litare ~lulj ean ha pra tit·ato J'icerche sui liquidi estralli da una lromhella eh~ e1·a stata usala più roe i prima da un musicau te lisico. Risulto da rtuesle esperienze che il liqu1do provenicn lu Jalla lavalu•·a ù~ questo isLrumenlo pre· sentava una virule nza eguale a quella ùi una coltura put·a di lubei·colosi Un istrumenlo cosi imbrattato può esser e causa d'infezione? Teor icamente ciò non sembra co~i facile come si potrebbe t.:r edere. Si fìa, dalle ricerche di Cor·uet,
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che gli sputi l uber.~olos• non diventano pe 1•icolo~ll cl1t.' tJUOrultl si seccano; allo stato umido essi non cetlono olt·un ge1·uu~ alle più rorli corrf'nli d'aria. L'inte•·no ili uua trotobeUA contiene t[uasi sempre saliva; questa si evapora tllfTìcilu•t.mlP 16 questa coodiziene Rì oppone alla formazione ol1 !JOiver • ,.,_ r·•llente. Ciò non pertnulo, se lo sl!'umento rimuuc iu I'IP''"o, la sua supel'lici e internA si secca, l'aria u;;pimln può tmscina•·e i germ i deiiH E\ahva Non si lrallo ~ollurtlo di bucillo luber coloso, ma AnCOri) di tulli i microbi palog01n chu pullulano in que!':'Lo liquido, anche allo stato tHn·wal ~. Risulta da •tuesle rons1tleruzioni che è prudente slcrihlzure !!li sLrumenLi di 1nuRica che ricevouo !:aliva Questa •lisinfeuone, assolulameote ind1cala nei ca~i i11 cui •tuesli n::· gelli hanno servito a Lube1·colosi, non è inulilo nnc·he a l'lguardo degli uomini sani. L'operazione è d'altt·oHI•· ut••llu facile: basta riempirli di una solm~ ione l'enicat'l:l. ol 5 fll'l' I UU, oppure, se si lraLla ùi pezz1 metallici, di immcrgel'li IIPII'uc•tuu bol}ente.
V. DE GIAX A. -
Sull' azione di81nfettante del latte dl o&loe nell' Imbiancamento delle pareti. - (1\ tlnalés rlt: microg-rapltie, 1890).
Fra. i dilferenli mezzi llsici o chimici I'Bccornuuùulì pf·r la disinfezione degli Ambienti, il !alte òi calce l:iareiJbP cel'tamenle il prt::feribil1•, sia clal lato economico, s111 JH.W lo :-~un innocuilà e pe1· la l'acililù di serv1rsene. ~umcrosi lavori spe1'i1nentali (Kocù, LiLot'itt>:', Kila ~uto, Pfulll, t<r ankl'l, Uflellllnnn, Richar d, Chauternesse, Jtiger) hanno gia provata t'l:'fOCSCIO ùella calce nellU uisinfezioni. ma le l'icerche eseguili.• uou erano state sino atl or o, condotte in modo da potere farsi un c1·iterio esalto dellu ..rtic-ucia dell'imbiancamenlo <'Ol lalle di calce. li prof. De Giaxa lo ha :sperimunlalo in moolo ve rl.l llll'nl~ pratico e le sue ricer che sarann o anche inleres!>anli JH'l' uni, chè spesso ci viene raccomantlalo l'iinbiancameulo dell~:~ parcli, non solo affltJe di n<>sicu1·ar~ la p1·opl'iclit ùellt• con1e-
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rate negli OS;pet.lal.i, c.~serm e, ecc., mu anche neU'intendimenlo di oLtenerH una >era di~intezione. L'auto re ;<i •· servito del Jatte di enlc•' al 20 e 50 •;., come fJUello che, s.er:onrlo l'avviso di pet•sontl dAl mestiere, rappresenta il ma:>siriH> di dcnsi lù rli l:lti si pos:::a fore uso per l'im biancamento ,Jelle pareti. Per le osperienze f"u scelta ln una camt;lra dell'istituto d'igiene Ji PisH, in 11na delle pareti, una ><UpBr·fìcie rli ~{0 eent. q. e fu di viso i n Lt·o parti, t:iascuna di ao x lf~ l:. 'l· e separate da una doccia di 1/ , cent. scavata nella parete stessa. Questa Slrrerficie quadrata ru sterilizza i~ per mezxf> di una rorte fìauuna a. ~as e •ptinrli prolett11 •lalla polvci'P dell'o~~mbieute con uno lavolnti.R ricoperta di ~arza P. tla un sottile strato rli nvattn L' ìnfPzione della parete !"i fac••va Jistendeudovi con un pennello l"tPriliuato lP materie illl',.tlonli (liquido eli cultura, spttlo, sangun). Quiodi si lascinvn Ji!>~ect•are in modCI che i bacter i vi r imaness~l'O fì.ssaLi e del le Lr·o porzioni della super fici e "-l'ella, nna veni va imbiafl cat~l r.o u lal.te eli ca1ce al ~O •.-•• 11 11fl ~et·n11da coli latte di cflk<• al ;,o% e la Le t•za era lasciata iHlillLu per :::er'vire rli contt•olln e polursi co~ì render !' conto rll'll'azione ev<'nlttn.le dc• ll'es<>icamentn dei liquioli balleril'el'i. · VenliquRllro nre dopo, Juranle lt~ qu~li lo pat·ete veniva protetta nPI modo iucliéàto, ~i procNinvo alla co~lataxione dei risul lnli nlle•ruti, fncendo •'nllurc l' inocnlazbni negli animali. Le esper•ir•JIZI' rilrOno fa Lle con i ,;ei mir· rorganismi !'6gnenli : bacill o r. s;porr. del car·honeh i", bacillo del t.tfo, bacillo del cole t·n, bacillo uella tllbet'coln5;i , hacii iÒ dt3l te.Lano, stantncoccc piogene aureo. In molte osporienz<" l'imbiancamento fu t•ipclulo dopo le 24 ore u11a 2' volla, fl qui ndi dopo allt'è 24 on· fnronr) ripetute e le cullurl' e le inocnla zioni. Ecco i r isultaLi ùi queste rict>rclte f' le applicazioni pratiche che ne derivano: t• l muri dei locali nei '{uali avranno dimor ato tifosi o coler osi poLrauno essere perfellatmmle disinfeLlati con un sempl ice imbiAncamento al laLle rli co 1<-e a l 50-;. per il tifo, al 20 •;. per il colera.
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2• Qntuido fH'r•c'l si Lraltr di pa t'eli infette di Lelono, Iii Lnb,·r·c·n l n~i, cl i bAr·liln del car'honchio (lPuendo con lo dt• l faLto che 'JUl'slo facilr11eu1e puo Jrlconlr'are le condizioni fn\' orevoli alla ,..purulazinuc). ltl rli~i nfezio nP delle p~reti coll'imluancam•·ulo al lnU•· rli c·nlce s~.t rà :-ernpre insufficiente uncorchè ripetuta e t1nclr•• !"P si atloper·r il latte ~i calce al ~>O '/, . Bisn:.rueru •lunque in IJIIC!Ili C'&:oi ricorrer e ad un <.li,;inreuantc piu alii\'O, !l' Per lu •m4ruztone dello «lRfìlococco piogene aureo è nccPsflaria un' a1.iour prolunl{ala ti ella cnlce: cosi per e" t11.:gh o~pedalr l'imbJaucameoto ùeUe pSI'•·li a! lallP ilr r-alc•• al 51J "1. dovt•il es..;ure ripetuto .Jue volle per oltem•re la difllrnziow· t·mnpluln dd ger mi piogeru.
Dell' importa.D~f dell' ozono ( ~~·ìcsclu·. f. llyg., VIII).
l>ntt. Il bHMANN ::iONNTAG. -
come disinfettante. -
l.'nzo rro ò Rle lo f!l• mpt·e c:ònsideralo un po lenlo d isinfL•~ lnnle, 1111\ la tH18 uzioM non era stato sotloposlH ~ n c·ot•a a pt·ovc "pr·t•imenlalì l'i.:orosc. Il tlolL Sounlag ha voluto !'btbJiri'P nppunto. !"t'J'vendosi 1lei processi moderni della bartcl'iolng-ia, il pol<'I'C uli c;robi~.:iùa dell'ozono. SUIIZO purlnrc tlella lecuira necessul'iameute complicata sef!uila dall'autore nelle- ;.uc> ~~perienze delical... pc·cn !>Om mtu•ia m cr~lc i rì!'ullati ottenuti. In uuo prima !>Crte di ricorclle l'autot·e poli'> t'unstularl' ello un'ulmo..,fera contenente l milligrammo di ozono per lit.·o ( = 0,0:) ,-ol. 1 1110 c incupacf', aocue nelle c:ondizioni r iù fA,·c•rc,·oli •h uccr•l~>r< l ~ !>pore e le forme w~!!clati,· e dd Cttt•honchio. I n unn seconda !'erie di esperienze un'almosrora secca per litro ( = 0,19 vol. p. 100) anche tlupo 24 <•t'C, non ha eset•cilalo azi••ne efficace sulla YJLalila e vir·ulenza dei bacterii messi in esperienza (car-lJonchio, bacillo di F c·i••dlander, sLafilococco piogene aureo e alhn. ecc. ecc.). con l~>nenle ~.l tnill•~rammr
Da una let·za !'PI'iP di ricerche risulta rhe l'um1dilà aumenta l'azione d·~ll 'ozorl(), ma una ver·a azione miCI'obicida
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0 I GIEXE
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comincia a ma uifeslat•si solamente a pat'lire eia un tenore j mziale in ozono di l;~ e 53 mi l per litro. Ot•a un tal grado di conrerTtrazione non può e-.set·e otto uuln <:he con appa 1·ccchi speciali, e O()n !'~M'ebbe rt•alizzabile tn pratica; l'ozono qu111di non può a v t• re un posto prll· ponderan te fr a r disiufellanti. Dotl. BESEI.r~. - Dell'azione antisettica del di•lnfettolo .alle materie fecali . - (Ccncralb. fii r /Jt{Ctertalogie uncl Parasstlenlwnde, VII). Il di~cn.fnlo/o o un uuovo anli!'leUicn inlrodollo nel commercio dt~l dott. Bruno Loewenslern li Hosloek. è un pl'O· tlollo neraslro di consistenza sciroppoc:a e di un odore ana· lo go a quello della crPolina: i suoi componenti essenziali 1-1cmo i ~aprmi t·esino!';i e le combinazioni ~otliCI1o del fPnoln é clo~l i id t•ocat·bu t·L È solubile nell'acqua, e nell'acqua fr·ed(la. fortrta u11'emuls ion e. Il dott. Besdi rt ne hn l'Satr1 i nato il po· lcro anlisdlico s ulle malet·io recali tifiche, facP. n tlo n ~ ùei m i· scug li a parli eguali con emulsioni di di!'linfellolo di conct•n· lraz roni d• ver ;:e. Ecco i w•ull•1li ottenuti: Pe1· ollener c una disin rezione completa bi ogna adoperare l11 l'l('l )u ~ione al 5 "/.. e lac:ciarJa in conlallo <'On le maler ir fecali di e~ua l volume pel' IO o re. Colla Mluzione a l IO •t., mescola ta a pat·ti egua li. la disin· f•>zione i> rompleta in un qua rto d'ora. Par11sronando f!Uesli r isultati con lJUt'lli ollt-nulida UfTelmann facendo af{ire sulle m&leric fecali differenti 8.ttlisetltci. il dol· lor liec:elm conchiude che l'emulsionE' di thc:mfeltolo al 5 •t. vale la cr eolina al 12, 5 "/ •. l'acido clori lric·o nl :33 ·~ •• l'acirlu feni co al 5 '/., il sublimato (con o senza n~gi u nla d i acido cloridr ico) al 2 per· m ille. !.a solu1.ione di disinfeltolo al 10 "1. li !';Orpasserebbe Lutti ed Pquivarrebbe a ll'acido solfot•ico al 50 • •.
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IHVlSTA
Sull'etiolog ia del g ozzo endemico . - ALESSANDRo Lusnc e A.-:TONIO C ARLt:. (Gior n ale dell.a R. A ccademia tll meclieina di T of'i1w, lu~lio -agosto 1890).
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Da che la scienza si arl'icchi dei metodi ba lterioscopicr, coll'aiulo dei quali anche l'esame delJe acque si d imo~lrèl e~ ser e importante pe1· iuterpreta t•e molte questi(llli che inkr essano la patologia e l' ig ienP, nessuno si è finora occnpato delle analisi bul:leriolog-iche delle acque potabili d 1 l'l'gioni colpite dal gozzo. Gli autori si sono posi i a fJUfl>;lr~ lavoro collo scopo di ùelerminare: l ' La quantità di ge1·mi contenuti in ' llle!:.Le ditft>reuli llC•IUe; 2" Le diver&e spf'cie di microbi, stu.diando i IOI'O caratteri morfologici e biologici . Dalle diligenti ri cer che eseguite dagl i auloti 11ellà VAlle d'Aosta, si può conc ludere: 1" Che tulle le acque che servono p er bere ed agli u:::i domestici agli abitanti di terrilori funestali dal gozzo endemico, sono eccessivawenle ricche di batteri, e !'ìono quitltli sottoposte ad ml costante inquinamento; 2• L 'esame •tttalitaLivo dei batteri contenuti 111 qnef;le &CI{U8 dimostrò la presenza costante, ed in quanlita ' ' ArJI-lbile, di w1 bacillo liquefacienle la gelatina , che ha caratteri mor fologici e biologici mollo spicca li: 3• Gli esper imenti di abbevet'ament.o coll'acqua ~:o~polla gozzigena, jntrapresi c01 1 Lul.t() le dovute cautele in terrilnrin • immune dal gozzo endemico su animali (cavalli, cAn i) dt•l pari prove nienti da teJTiLori immun i, climos lrano che l'Acqua per' se stessa ha il polare di produrre un'inrontestabdc• ing rossameuto della ti1·oide: 4• Non sembra anco1·a bAf;lanlemenle provato cllt• l'eliminazione dei microbi dall'acqua, faccia per dere a quef;t11 la sua proprielfl gozzigenn. L'importanza dell'ar-gomento consiglia a proseguir e <·na:h esperimenti sugli animoli i quali possono portare anco1'8 uu ulle1·iore con l l'ibuLo aiJ'eliologia dell'en dt! mia del :;rozzo.
1397 Sarebbe por•ò impor·taote il ved••rc ~e lo Rles~o batterio si rn:coutra anl'he in alt1·i paesi lontani, dove regna l'endemia del aozzo, e le ricerche batteriologiche clovt·ebbero Yenu·e tJstese anchtl ai terrt>nr, per os~ct·vaN se questo bacillo non ' abbia la sua ,..ede nel suolo.
lal ooaldetto o ba.oterlum ma.y dla • e aulla. azione toaatoa della. polenta. da. esso alterata. - Comunicazione pr·evenLt vn der Joltor·i Gu10o lloHouNr-UFFRt-:ouzzJ e SAt.(Giornale della R. 1tcearlemia rli
VATOHE O J J OLOIGUI.
, medicinr1 di Tor;no. lu~lio-8!:!f•'-lo l'-!90•. Col nom1• d• baelcriwn ma!Jdìs Ma1occhi tlescrissfo una fot·ma di tnicrorganismo, cl1e egli l!·ovò coc;lanlemenle n~l mais guasto e nel sau ~ue df ì pellagr·osi. Cubcmì studiò e cnlli"ò queo;tn I!Atleri(', negl'l la sun lll'e.,enla uel sangue de1 pPllagl'O:>i. o lo Lrovò cos tantem t'JIIe 111'1 mais gua!'IO e nelle feci dello pP r•sorJc colpite da pellagt•a; t•ilettlle per ciò il r,cwterh'm moydi8 essere l'a~enle spo•·1Rco di que~LH malattia. Le O~!"ervazioui di Cuboni fut·uno l"ipetule e controllale con allr·"" t·icorrhe da Pnnauf e ITeider i quali poterono sla· bilir•e chf' il hncilln de:->ct•ilto da Cuboni é itlf'nlico al <:Ol'i dctlo baetllo rlc/ln P'llraa e al bnril/u.~ mesenlericus vulga:us: é fJuindi una delle forme piu diffu!'e nel mondo esterno, che si lro,·a r·nme o.::pit.c noi·rnale nolrmlel'tino dE>ll'uomo. Essi tt·<,vat'CHHJ inoHre elle, mettlr·u l'inne,lo delle culture nei piccoli nnnnali (cavie, topi e eoni~Ii) l'ie;;c·e affatto innocuo, l'inir•zione dell'estratto alcoolico delle cullur'e stesse uccide i topi bianchi co11 fenomeni di parali!>i. Couclu»t>ro 11011 esi<~ lP t'~ alcuu ru ppr.rlo P-zio logico dir·ello ft•a il bacterium maydis e lu pdlagr•a . Le t•ìce rcht~ di cui o ra si espon~ono ì ric::ullali, fatte dietro consiglio d!c'l p1·of. Lumb roso, furouo di1·ette : 1" a 'Pdere se nella polenta t-ona preparata per l'alimenlazlf!ne esista ancora 'ri ,·en le il bucillo anzidetto, e se '{ueslo può rruintli pa!>sare nelle fl.!ci in condizioni normali ; 2 !'ludiar·p l'azione della polentn , alterala colla cultura
RIVISTA 139H Jel bacterium ma'!<li~, su~li animali più vicini all'uomo e ~pecialmente sul cane, non essendo t•onclusivc le esperierMe di Pallauf e Heider sui topi coll'estratto o sulle cavie e sui conigli collo• culture. Dalle suddette ricerche sarebbe rrsull&to <;he nella polenta, per Opera déi JO Svil nppO deJ IJacterinm IY't.Qfj(liS, Si pi'OdUCOIIO tossine capoci di uccidere i cani con fenomeni di par·alisi ~on resta escluso con ciò che aiLr·i m1cror•ganismi, allerando il wais e la polenta, possa110 pr·odur·re a lL1'i veleni, di azio11c analoga a quella risconlrata riai Loml)l'oso nella sua Pellfl-
yro4ema. IDfettlvllil. delle oarni d1 animali tubercolosi dopo l a aalaglone e l 'affnm1oamento - .1. FoHSTI':R. - (.ldti.rtc!t. med. Wochens., 11uno l~Sfl, pog-. ~07, anr\0 1890, N. li>J. In una recenle ri vista, pubblicata ne~!1 Annali di Pa.~leur, il Duclaux lhceva g iuslame11 le usset·vare, che la quOsliOilO dellt1 infellività delle carni di t~nimuli tubercolosi, per· lllge;;;tron<' comt• per inoculazionc, rimane ancora ronlrover·>-u, non oslanto i mtmcrosi lavor·i spcrimenh1li pubblicati primo P dnpo la ~coperta ciel bacillo di Koch. LP t'icerche di F o rstPr però banuo un interesse vet•ttmenl(l pt·atico, per l'abitudine A~sni fr•equt>nle di sAiat'l' le clll'llt degli Animali infetti o atl'umica1·le per l'aria l'ienll'»l'e C0:3i nei pubblici mercati. L'esperi e nza ha mos trato pel'tanto che le cu !Lur e del baclllo della lubercolo$i c:uJI'agar gliccrinato, potevano ,.,,sjstert• più di due mesi al 'on lalto di uo eccesso d1 ::-alu. Egua lmentr la salagioue at·cut·ata di or gani lubercolol'ii di un bue (polmoni, pleura, re:.:ato, reni) non ba impt>dtlo a t·endtm· tubcrcoloso un coniglio, uwculalo con franunenti degli o r gani infetti. Facendo poi prepa1·are. nt>l modo che generalmente ><i U!'i8 111 pratico, della came afl'umicbla, alla 'Juale era allHCcala una porzio ne di pleut·a coper ta di tubercol i e inoculandoue o cavi(. e conigli dei frammt>nli, l'au\ore ha con'ilatal•>
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o' tGIENE
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cbe 'luesli animali, uccisi dopo lu~> 111esi, pr·esentavano dei notluli tuber•t•olari, nel rne~enleri o, nel fegato e nella milza . Questo ri!'< ultalo ò pi ù gro.v ~> di <(UEII Io ri guurùan le la carne salnta, perché quP'-18 più r' orJJnario si C'(Htsuma colta, mentre le carni atfunucalc ~uuo co rt;;u mut•• ;;enza ullro. mo· dillcazione.
Sul v a lore disinfettante d ell'onidrlde solforosa. - L. ti. TH OINOT (,4nnal"s de l inslltut Prtsteur, N. 8. IS!lO). L'aniùriùc Rolfor osu, corn•' rnczzo di disinfeziono 1 er gli ambienti, é :;lata in questi ullimi an11r a ppt•czzala in moùi as!'aì <Jiver•c;r Se 1.. esper•umze .11 Llon~all ~ Baxter•, •Il SLern berg, dr Vallin , di Duj,,r·.liu·Br aumetz e <[uelle prù r e· ceuli di D\l hief. Ira 11110 cer ru l o dr meLl<' re in rili e vn l'azione a nti..ellica dt>lramdriùc solforosa. qu..u.. •li Gitrlut>r e Schollc, di W olifhii gel, e pr t>S!'>O di noi ùel tun131lle rncdico 'l ur·ina, so1so invece riusl·ile a conclusioni oppostt:. Le rict•(•dse falle però UOII SCIII(H't' ~0110 "'!O!e COIHOtl•· corr quel I'Ìg<•t'<' sc.ie11tifico cl 1fl og;.ti s i richh•de. l IH'O~t·ess 1 della balleriolol!ia unn ci permellono prù dr acconlentul'ci, nello studio Ji un unli<:ettico, dd le nozioni 'a!!'he che allra volla sembt•avano s ulJicienli. E g:li !Slurl ir di Jt-r!:iin, di Gep!Jert, l'CC. lHlrtrlO dimo~tr·ato com e "ifl cnmpllcalo lCi studio ùegli antisettici e che le conclusioni des lovud rwect>denli no1s po!;sono pi u e~ sere accettale. l ba llerii rron l1arnso lutti la s tes"o r·e~i..; LenLa ugl i arrlisr+ tici; l'anllseltico .Ji un microho st>nza olubbiu puo non esSeJ•Io pe1· un al lt'n rnicrobu. E d'altra pl:lrlc. s s esce dalle condizioni .!ella pratica, quando~· vuole "labllire il vA lo1·e di un anlil>etticu de!{IJ urnbi ..nti, in ba"t> All'ui.Jtone d1e uno e capace di ese r•cr tar·e s11i micr cJbi ùell'n r·ia e del pav1mento, 'lualunque essi c;iano, acc~Uando, fru l!h antisettici, qur•llr sola· m~:nlc: che si snno mostrati nllh i tnnln da .... Lerilizzare in modo assol ulo l'ulltbiente SLI'sso. Il doll. T hoi nol hu soltome"i"'O all'azione tlell'anit.lt•id•• sol· fot•osa i virus seguentr. Lacillo dt•ll' t•derna rnuli.,oo. bacrllo
•t 400
RIVJSTA
del carbonchrn !=:inlomulico, earbouchrn, luuc>r(.;l)losi. llliH'\'fl. difterite, colrr·f'- Le espe!'ienze furono f111 tl e iu una camPJ'Ii di 50 metri cubi, nella ']Uale cr•ano state rluuse lulle le aperture " lulle le fe.c:osure cou masllre .. ron ~res.::-o n c,po la solroraziotw "' face,·uno culture e iiiOl·ulazìoni, <J\'t·'lldO prirua cuPa eli lavfll'l\ r·•pelulame11L<> le su::,lauzo tlr~infellal•· pt•r lihcr·Mle dcllP ll'acre di SO' rlre a vrchberc, pnlutn c~~CI't· Iii ostacCIIo alla lnl'o allrvita l ballcril studiati si Jl0""0IIO cJac;c.i/icar c iu dr~e g r·uppi : 1• L'P lt•ma ruali~11o, il t·u••huochw "llll•JJuatico e il Cflrbonchio •·e~rslcmo all'azioue pr·olungAla dcll'aui•H'idu soll'oro!"A a11CIH'1 i n f'llrl.<1 (1rop•l rzi11116. 2' l rni•: J•o!Ji d l'l secondo 1-\'I'IIIJflli inYece (lubPt'Colosi. morvu, l'ttrcino di but·, l'ebb•·e lif01de. cnl,..ra a.c;ialico, diflet·ite) po~sono g~tncralm.. Jtlt• es~ert· U<:Ct!\1 dall'anJdride !;Olforn!>a; e IR <iose di GO g r. di !=:nl~ per· mrlrn cubo co11 uno espo!>iZtonr di 24 <trt• iu unn camGI'fl ben chiuso, dà uua cet'lAzza U!';F\Oiuta. NPI Bullefin. médlcol il dotl. Tltointtt si oc<·upH pilt ;.pecialmenle della tecnica d1 Jucslo p1 ores!':o d1 di!':intezion.• E conc;ighn di assicnrar·e la t•rrnetìrìiÀ drll'ambienle dn disin (eltart>, rltiudendo COli ge~"O e Olll!';lJCe tulli gli Ì lllf'l'~lizii, tulle le. fe~~ure po~c;ihili, di bagnar<• il pavimf'nto d1.11la rament, di t'lfl&l'llrP la qua11lllti di solfn in clivet'SJ fllltlli Ìlt modo che ciascuno ne conll'llga cu·ca 1000 gt'., di ac:;sicurore la pronta <' completa combu·-t:one rlel ~oltu coll'a ggiunta dì tuollc' alcnol; anzi. sircornP tl solfo lascut quasi sempre un r esiduo di combu ~lin n e, l'au tore cOn~'<i g'lia eli elrvllrC a HOI!r. per metro cubo la dose di 60 gt•. elle spPt·imenlaltnPule av.. ,·a dimoRlt'ala molto alli\'lt. Della igiene nella fotografia. . - non. AU!H':LIII BtASt:HI. -(Gtorn.o/a della .~or.:idrì JiorentiMt d'i!l,;ene, f11~c. i- 12.
anno V), La drfl'u!<wne ogg-t ac:qui~tala dAlla rctogralìa, apphrala allo arli .. Alle scien:~.o, adoperala a millP ;;copi diver8t c l'e::u comunP auclw come passat~tn)ICJ Sl'ìcutìlko. fa ""l che lu queslitJni Ìt.!Ìeniche, le <Jlllll i t\l'llflO no qui limi18lt: O prOI'E'MAIO llBh ,
acquistano anche per t>ssa un più esteso valot·e e meritano di richiamare perciò l'altenzione dt>i cultori d'igiPne. Le par·Li del corpo umano sulle quali ogiscono di re ttamente glt agenti fotogr afici sono gli occhi, le mani, le vie aet•ee; le funzioni qutndi che possono es~ere da quelli modificata sono la vista, la r·espirazio ue, l'as~or·bimento cuta neo Nella fotografia si uir.;Lin~uono tre l'asi : f[Uellu di preparaziOni:', quella di aztone e quella definili va. La pr ima fase consta della preparazione dell<' negative e delle posrlive, della impr·essione di queste e di quelle per mozzo della luce. La 'leconda comprende lo sviluppo delle negati\'e o delle positive. La lerza tutti 1 lsvvri occorr·enli alla sif'tematrone defiuiti,•a dell'opera del rotogr•afo. Per le rondi~.ion1 speciali dell'industr·ia odierna la primR e l'ultima fase sfuggono quasi del tutto nt•i loro momenti daono!<i alla prolìiRssi igienica , potchè e hcn raro che il cult~lre della foto~t·Mla compia da sò questi diver si momenti. E quindi nella fa!;e tl'azio11c che giova conoscore ed os:wrvat·e alcuni principali precetti t~ienici, che secundo l'autor e si poE:sono cosi riass umere: J• pas::!u,zgio le n t{) da lla luce bianca alla r ossa nella cam..ra oscura; 2 uso dì luce e!Pltrica o di cauùelc a preferen<!a del la luce eli petrolio o di olio; H" abitudine ùi l'isciacquarsi spesso le maui, où u!lo di spBciali pinzeLLe llurnnte lo sviluppo delle lastre o delle carte visibili; 4• stanza di sviluppo vasta e ben ventilata; 5• pt•et•a uziont nelle ope t·azioni di Javuggio deflrutivo, disiclrALan,lo le maui co11 alcool; G• pr eferenza all'idrochinone o ull'iconogeuo nello sviluppo delle lastr e sensibili; i • raulele nole voli por l'uso doi rinfor·zi e rlei tOl'J'08ivi i quali per· le loro emanazioni nocive dovrebbero e~<sere usati solo all'aperto o in localt· spazioso.
l ~.()2
RIVISTA DI STATISTICA MEDICA
Statlsttsoh overzioht der bJj het Nederla.ndsohe leger en b ij vétérlnalren dlenst in het jaar 1889 behandelde zieken - (Slatislica ~anita r'i a dell"e!:-ercilo olanduse). La l:llaLi~Lrca ùel lH8!1 dà un aum~nto del numero ùegli ammoluLi co1n0 r·isul ta dallo cifre 'JUÌ sotto: ., FOI'Zrl meufa
,\ 11111
18R5 1R8(i tR87 JNKH
IR!'O
Numero
Pèr i OO
cloll 'eson·ilo
rltlgl i ent.rati
della forz3
2fl:l iR 27 11() 202:i6 27;, 111 277fH
250Gti 2i">i-2:i 244'l3
97.5 93.7 H3.7 81.8 1"8.8
22cl2n ~460:3
Que!':lt• l'ifn• pern l'uno uncor·a infepiol'i a!la rea llà perc!rè non vr f'OIIO rornpro>!"J né i malati curati negli stab•limenti civili né 1fUelli curnli nei quartieri per h·g~iere welallif' l 24663 a•umaiAll "i di\'idono come ~e:zue! e•· classi .f1 1ua· latllc: l'l'r 100
MulatliP mcd•che (Koorls1gen). dJirnrg~ehe (Gekwelslen) oliai miche
"
Scabbia
''en~>Pee.
.
Totnle
1~::!93
5f..:!
749.2 1308 2435
30.a 5.3 10.1
12
tl.l
24663
10U.O
R1 VISTA DI STATlSTICA liEDICA
1~03
Se il numer·o degli ammalali del 18~9 fu maggior·e di quello del t ~;SS la mort.alilà invece fu di 101, os!:'io 38 di meno che nel 1888. l n confronto alt forza me,Jia ~i ebbero :i.(ì3 morti per 1000 di f01·za. Circa le malattie pni impotl.anli pet• nulllero o gravità diamo le seguen ~i crfre: Nu111. rlal muto ti
MulaLtle cutanee e del Lessulo cellulare. Encefalite e meningite Laringrlc e bt•oochite P leUI'ILo. . P olrnonil•· Tuberc.:olosi polmonare ed emoploe Catori'O guslrico intestinale febbr ile eù arei!· brrle . . . . . . HeumAl ismo atLico lare a cuto. Febbt·c tn lermittetile . Mo1·b illo . . . ScurlatUna Febbt·e lifuidt.!a . Influenza Rh-ipola
251:, l:>
1966 12!.1
162 1!11 1:-l!ll:i
U6
:)78 Gi 22 65
Sii 131
Fanno seguito alla Relazione st.altslìca dell'esercito pl'Opriamente della quella sul servtzio "eteriual·ro ed olcuoi rop· J>Ol'li speciali. Fr·a questi è degna ui nola unA st.alislica del dott. ZWOOI'demaker sulle misurazioni e pesalure pr•aticale sui soldati della classe 1888 \2120 oor;sen•aziooi). Ful'ono p1·ese le seguenti misu1·e: slalura, peso, pe1·imetro, diametri untero-po~leriort! e bìlalerale del tora ce e s1 notarono per l'iascun coscrtllo le malallie avute. Circa alle ùrmeusioni e forme del lo1·ao• ~i ebber·o i seguen~i l'isultali:
IH l' l STA 0 1 ST.\TI STI CA MEDICA
11orbosita Numero (escluse lo malattìe accitl••ntniJ) def;ll lllt!iVtcllll fL1Iattiemvi "11abllic let!~:••re
l nrii vrdur ron torace stretto (meno di 7!lcm. di perimetro) 164 Jndrvidur con loracP medio (dn 79 u n1) • • . . . . • 16 2 l ndi \'Ìdui con torace lorao (piu di 9t l . • . . . . . 174
Pe r 100
Pfr 1011
7.92
•
32.93
5.71
26.i0
i.60
24.Ji
l 11dividui cou torace piallo (t'Appor•to tra il diarnelr•o an-
ler'th(lO!'\lcrioJ'e t1 il hiiRtPrale di 70: 100 o meno) . . . i-HO 6.33 22.41 lndividur con tontce ro~o laro (r·apporlo Ll'a 70 o 80: 100) I IR8 5.22 27.!9 I ndividui cou Lor t.u:e r otondo (r•appo r•to eli 80: 100 o più) . 342 7.02 3Lm LA l'orrnn del torace pitr sfàvor evole è quindi quella cilin-
drica.
l q.()ij
CONCORSI
Bl1nlta.to del concorso al premio Ribe ••i per g li uftl otali medtoi del regio èserolto e della regta marina, 1oaduto 11 31 marzo 1890. - (Giorn. milit. t<{)lciale, 1890, pat·le 2•, dispensa 3'1 ' ). P ervenne1·o a ll' Isp e ttora to cJj s1,1nità mili La l'e, 1~n tro il presct•1Lt,o termi lle di tem po, quattro memorie sul tema:
Dette malattie trop icali, luro p rojilassi e cur a. - Della injluen:za speciale clel clima tropicale sull' cm(lamen.to ed esito delle malattie o rtlinar ie, traumatiche, ecc., con. particola.,e riguardo al clima speciale dei ter t·itor i occupati pre·'e'!'iemente dagli italiani.
La Commissione ha r itenuto degne di pr emto, a merito eguale, le memorie dei signor i: l•aoara dottor P anfilo, maggior e medico, addetto all'ospedale milital'e principale di Roma: c n reaal dottor Giuseppe, capitano medico, addetto al reggimento cavalleria Vic.enza; e degne di menzione o.,orevole le meroOJ·ie dei signor i: nt.o dottor F ilippo, meòico di 1" classe Jella regia mari na, atldoLto alla regia accademia navale; e D e llenzl dottor Gi useppe, maggiore medico, sdrl~Llo nll'o!:ìpedale militar e p rincipale di Saler11o.
n Ministro -
E. BF.RTOL?:- V IALE .
IWG
CO'i'COitSf
Oonoorao a.l premio n,b,.ri per gli uffloia.li medtoi del regio eseroìto e della regia marina, scadente 11 30 novembre 1891 PROGRAM~JA. Sor~ 11ggiultcalo u11 premio d• lit•e mille allo. rnj glum.: memoa·aa reùatlt~ da ufficiali mewci del eegio esarcato e •tE'Ila regaa maa·ina sul seguento tema:
Dee tJi.;i diottrici eonsiclerati in rapporto al/e esirtetae del serr·i:sio militare. Fwo a ,,ual tJrado possano rali oi.:;i essere c·omJ"IIil,[i
con un buon !leroc•io, sen•a l'uso tlelfe lentc corretltre, e fino a quale aUro lo potNbbero esser.e colL'uso delle lenii.
nel caso oellisse permesso.
'
M c:;:ri e metodi più acconci per una determinasione e!$alta, speditio<t ljfl ttni,lorme del gt•aclo tli detti oizì nelle
rn•lv.te. l. Ne!':<~una memoria, per quanto pr cge,·ole, potrà cnnseprt'm io, se l'au tore non ova·è sochlisl'atlo a tultP lo esigenze tlel prof(ramma. :1. Le memot'l8 non premiate polrauoo, ove ne !'iano ;!iudicate degne, c.on>.eg-urre una menzione onore voiP. 3. Le ùis~erlszaoni t!O,TOnno essere iuedile P ~cr:tll.' m lin).!'ua itoliana, francese o Ialina , con caa·alleri cl•i»ramC'nlo ~ui r·c il
le~g-•bila .~ . Poll•anno concorrer~> solamente gli ufficiali meciici Icil'esercito e della marina, lauto in alli..-ila di servizio, cpmnlo in aspeltaliva, in conga lo od an r itiro. ~e !-SODO per ò e··c<!ltuati i membri dell'ispettorato ll i sanila militar·e e della com· missione aagaudicalrice ciel prt> mio. 5. CiaRcuna meanorio dovrà es~ere conlras5'egnola du uua epigrafe, la quale vet•rà r ipetuta sopra una anness!lvi,srlh~,Ja sug!!ellata, conte11eotP il casato, il nome, il grado ed illuo~n ùi residenza dell'autore. (i. Sat•u evitata CJUal unque espressione che posf'a far co-
H-07
CO~CORSl
noscere rautoro; aiLrimenti '(uesti perJer·a. o~ni dirillo al cunfPI'imenlo del prc·mio. 7. Verra n1111 soltar.lo aperte le ~chede della memoria pr<>m•alu e delh• !!IUòicale merit.evoh ii mon~ione onore,ole; le altre schedt> :sa rauno abbt·uciale senza es~ert• apt! rle. 8. L'estr·emo limite dd lempo stabilito 11er la cousegna dt!lle memorie all'ufficio deii'IspellOJ·ato di '-81Hlu 111ililare. ~ il 30 nove mbre U:S91: quelle che perveni!':sern in tempo poeter•ore !:'arebbero conl"iderat"' come non csiqtenti. 9. La pubblicazion•· nel Giornalt· medico del reaio esercito e della regia marina dell'epigrafe delle rnemot'i" prcsPnlalt• al cuncor:-o, ~wrvirR ùt rirevuta ai l or·u autori. IO. Il munosct·ittu delle memorie presentato al concor·~n appartert•a tl diriLlo alr \:'Pettor·ato di saoilà militare, corr piena facullù ori e::!;!O di pubblicar•e, por· mezzo delle ~lamp e, quello della memoria prPmiata. L'autore però della memoria pr emialn é o.llt't!Si libero di dare, collo >~Lesso rnc~zzo, pubblidt~ ul IWOpt'io lovoro, t'Ilche emendalo e modificato; purché in questo c'a~o làcc!i& si che da una p rPf>.~zioue o dal lesto del libro si poRsauo conoscere tulli gli emcudamenti e le moùilìcazionr 111lrndoLlr·vi postPriormcnle alll'aggiudicA:tione del premi(}.
Roma, 24 ~ellernbre IR90. L'ispettore capo eli ~anilrt militare. presidente -
Il Ministro -
•
P ~;cco
E. Bt:ltTor.f::-VIAt.~; .
lto8
NOTIZIE
--
Inaegna.mento teorloo-pra.tioo sui prlml aoooorsl nei oa1l urgenti dJ ferite o dl malattie.
Dai resoconti pervenuti al Ministero della gut"rra sull'an damenLo e sui ri1:;ultati rlelrinsegnamento impartitosi in questo primo anno uogli ifltituti dj ~ducazi one ~d isLruzionH n1i· litare sui, primz .~occorst ai /ertti eri ai malati nei casi cturyen::a, si è potuto rilevare che tale istruzione procedette in n}odo r egola r e e lodevole e che gli allievi diedero prova nelle pratiche esercitazioni e conferenze, d' aver·ne lraUo molto profitto. Lieti di poter ciò constatare, abbiamo creduto oppol'luuo farne cenno ad elogio cosi degli insegnanti, come degli allievi.
U Direttore
Dott. FELICE BAROFF10 generale medico. Il Collaborat o re per la R .• Marina
11 Red attore
GIOVANNI PET BLLA 1/edico d i tA claut
O.• R IDOLFO LIVI
Nu T INI FEDER ICO,
Càpitmro medicu.
•
Gerente.
:MEMOR I E
OPER~ZIONI
OR.IctiNALX
CIIIRUilGICIIE
STA'rE ESEGUITE D UHANTE L 'ANNO 1889
NEGLI STABILlMENTl SANrTARI MIL1TARI 1' 1 - --::>..:::::---
Nell'anno f8F{() le opel'nzioni ch irurgiche di cui si è potuto avet'e t•onosceu;~,a dalle Reln;~,ioni an nuali degli o"pedali prineipali , dai rendi conii nosologici mensil i di tutti gli :;tabilhuenti sanitari. dai processi verbali de lle conl'erenze scieoLWche e da allrc fonti. salirono alla rilevante cifra di oltre l 200 , non eomp1·ese quelle di minol·e enLitil che ;((ÌOI'nalmente occoiTOno nelle dioiche chi r·urgiche. e non comprese neppure le r·itluzioni di l'r·allure e lllssazioni che per parla loro sommarono aù oltJ'e 300. Dalla metodica e circoslanzia.ta rivista che ora se ne fa, secondo l'ordin e precedentemente segttil o, si pOLI'il rilovnre cume i loro risultnti siano stati aiJuasla n:w soddisfacenti. nncbe nei casi più importanti .
- -- -- - - -- - ----- - -
fil Un~ t1Vi31a •lellll opera2ioni cblrnrgichtl nei militari si Ca flure rla n leoni anni ncll'e~~rcito gurmanico od ,, compresa nei relnUvl Rapporti sanilflri, rmbblita?.iOIII) tlMiogtt alln nostra llclazionP me<lico-~tatl~tìctl s ulla condizioui Sil· llllarie dCI n. Esorcilo.
In taio rilista lt' op~ioni mnggiori sono indic:~Lt! in apposita taùeJia in cui si accennu pm·11 :11 uome dell'opcrntort~. Ileilo altro si parla 110i capilo li dr. Ilo •lugole lO<l lttll iP, jleroccl ui in lfll~i Ri~J>Pùl'li la pnrlo t linica Ila unn nolèvu le rap-
PI'eseotanza. f:s9
OPEIIAZIONI CHUIURGICHI!.:
LI numero delle upc razioni spettanti a ciaschedunu dl•gli :;tnuilimenli :-.anitari risu lta dal seguente prospeuo. Quelli dte non 'i sono menzionati. o non eùùero o non segnalarono alcun allo operativo. l)$pedall t•ll htfo•rntl'rie
Roma. T oriuo Co11er·La Bologna .
Ospedali ed infermerie
6
7R Cremona
68 Aquila .
fltl Sir·acusa . . . 51 Accadem ia milit ar·e 47 Parma -i-2 Treviso . 371 Reclusol'io di Gaeta ::!3 Pav ia . . . 32 Legnago . 311 I nfer m eri e Spl'CiaJi al 29 Lido 26 T er·nr 26 Massa ua 25 Scuola e cÒIIÒ!!i.mi.litor·i. ~ 22 Exilles . 22 Ravenna 20 S1ena . 19 L ecce 16 Monl~leooe 1G Castrovillari 1-i- Assab 14 Bard. 12 Teramo . 12 Potenza
'
II C0118
12 Trapani
:l
11, Girgenti % Catania. l
A.mputazloul .
Lo nmpula7.ioni furono 31, delle qunli : 7 li i coscia : \) di lo{f.l lll bil;
z R 7
177 Udine
15(1 Piacen za
Verona . Frt·enztl . M il ono .MOS!' ÌIIU . A lessunùl'iu SH iet'nu Napoli Livor·uo Ven ezia I:JUI·i GPIIOVU Puùovu Paler mo. N CIVO !'& Cagliarr . Gaeta . . Calanzar·o PinPr·olo . Peru gia Bl'<'SCIB Cllleli . N ocera Venar ia Cas11le. . sa,·iglrano
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STATE F.SEGUJTE DUI\.\NTE t'ANNO 188tl, KCC .
1 ~ '11
:j d'autilmH;du; ;j di o~::i metacarpei:
3 di ossi metalarsei: 6 di falangi. j u1puta::ioni di c11scia. - Cinque furono motivate da gonartrocaceedueda lesioni traumatiche (fratture complicaletli femore): Lulle riusc1rono ad esito di guarigione. Esse vennero praticate: 11 nello spednle di Novam(op.Lenente colonnelloOiioll): l nello spedale di Parma (op. capitano Tursini): l nello spedale di Firenze (op. maggiore\ inai): ~1 nello spedale di Livorno (op. capitano ~uonorno): 1 nello spedale di Homa (op. maggiore Ili Fede): l nel lo :;pedale di Cagliari (op. maggiore l'nonra): i r1el lo spetlul e di Caserta (op. capita no Ilo Falco); L'amputato di Livorno era stato ciuqne mesi prima solto· posto alla resezione dell"estrerno inft>riore della til1in e del perone per il trallo ùi f. centimetri, in causa di ostei te tubercolare. ma senza frullo, poiclti• il processo morl.loso si riprodusse nella località e nel CO!TispondenLe gi nocchio. Dei due amputati per lesioni traumatiche. uuo ru nn borghe ·e colpilo da una tra ve, oper·ato in L\oma ( l). e l'altro un (l) ~·a ,l!'là nota l\• nt•llo 11rewdenti Rh isto come m•llo S(l!'dnlo militare di lloma nrrorrnno o Yéllgano r•orl3li Jlf'r soc:.·orsi or,:enll In casi di feriLe o di m:~ la tUe nu· Dlenl::!l borghe<i. ~ell'anno 1889 htrnno 350 cir.:a: !CO di •rna~LI per ferit.·IPl:I(IPrf', gu:u-ibili in chtt(ue giorni: gli altri p<•r malaltit• tli tun~:;;ior rlliu,o, cio": Per fmltore. . . . . . . 14 (li cui morirono QllMi suhito 3; • ferite lacero-contlbe . . il 'l; • ferì'" rla punta o da taglio 43 • ferite •l'arma n fuoco . 6 . • contusioni semplici . • commo1.ioni vlsce•·ali . 2 • mJrslcatt•ra tli cane . l .' • scottature . . . . . 3 • avvolouamon li tliversl . G l i' A tolti questi runmaluli JJrest.arono gll oprortunl soecorsl ~11 unlclull IIIPI.lll'i di
.. ..
.
H l '.2
Oi'L•:II AZ IONI CIIIH UHG!CRE
mari na1u tntlitaru r•;~d u lo ùall'altu d'nn alltero di nnve (Cagliai'!) . . l mi"'''I::ÌtJ/11 di !JIIm/11(.- Cinque furo no eseguite pet· poclarrrocare, 1111a per o:.tcomielne rihiale ed un'altra pe1·le:.iuue
lritiJIIIUlll'a !JI'IHfulla tfa :lt:t'itfOillO ft>l'l'OVÌ.IfÌO. I)IIO:lla fo ÌllliUe-
diatl. 'l'ullr "ll!"'t"l{uitc da guarigione.
Fra 1,, prillll'. una rra stata inutilureote preteduta da "ì'uc ehiniameulo tlell'astr.,~alu c del calca~no. praticato sei 111e~i pr·ima (Homa) IJ uella t'hO fu IIIOlivatu tl:t o.;tcomielile Liuiale era pnt·c sl:1la precedu ta da :u·t r'P!'Iumia Lil•io-Larsea, ~lata falla un atesr prima ('l'orino) . ... Le amputu;,ioni di W~tnha furono praL icate: 3 110llo SIJOdalo di 'I'III'Ìno (o r . •l mag-giore ttanduncL 3 moggiore As losinno) ; j. nello :~pocln l e di Broscia (op. ·1 maggiore Bianchi . l !'a·
pi tnno Znnchi l;
l uellu spetlalo di 1\onw (op . maggiore Di Fede):
l nell o "fllltlalodr .'i.1puli (op. capitano Sciuml.tlla): l nell o "pedale tli )J ussaua (opemtori capit.mo De \'igiliis e Lenr nt e llelo!!u);
l nell'infermelia pr•e,;idiar1a di Cremona (op. capitano Crema). A mlmta;iullitl'tllttilll·accio. - Tnue e lre con felice risultamento.
Lna fu praticata nello spedale di l~enoya (op. ma~~iore Jlt> ~ruarllia c·ha, c•lci slonlt•, clllll'ro c:a mpo cl c t•ra ti•·are rnrcttllie operazioni, cuu1e si tli r:ì uei rclatrvl f'll(l ltofi.
La 11111ggior flllrlr• 1ft•l m"dicatl l'urouo iuvlnti sonz'n lt ro alle r is)lNtive 1·ns~. Altri l'f' OIWI'IJ trns lucall allo >f•Cdu lo ccvlfo llOih1 Consola-:.itwe spednlmunt11 rtesll· unr o ui rori LI d '11;;nl goullrtl. AILrl ila ll 11o rur·on" P•' '' un remro l'iii o tJie llll fuu:!tl lrnttonull o r•urrlll unllo Sfll'tlufo aulf lla ro.
STATK ESEGUITE DUIIANTE 1' ,\~N<t 18Sfl. ECG.
l M :-!
Prali) per ferita lat.:ero contusa e successiva l'<lllt'relw in llll rnat·io:uo, di cui si farit pure cenno parlando delle emo:;tas1e. L'n'altro nello spedale di C:nerL;l (op. tenente Md retti) per artrocace del pugno in 11n ammalato a cui nel precedente anno era stata falla la resezionc di due 0:''1 mcutt·arpe! della stessa mano. con e!>portazione dei coJTispondenLi ossi cal·poi. ma ·euza alcun frut Lo (vedi Rivista 1888). l oa terza nell inrermeria presiùiaria ùi Tt·e\i~o (op. cnpilano Giovanni Urlnr11di), pure per arti'OC!l.!'e della mano. Amplll"-lirmi tl'11 . . . . i uo·tw·m·111!i, con e~portaziont> dci ùiti corrispondenti: Bue furono pralicaLe nello spedale di Torin o, t·on esito l'elite. In una di esse (op . ma~giore 1\andone) fu amputillt> il l" melat·arpeu per spina ventosa del pollice; nell'altra (op. 111aggioro .\sles iano) ftutmp nlulo il :;o per feriLa lacero co 11Lusn. del mij!nolo. ~ell o spedale di \'erona fu eseguita l'amputazione imnJediata dci meLucarpei ':? 0 e 3° per ferila acl un ;1 lll tl ll O sta La presa nell'i ngranaggio d'una macchina . Due mesi dvpo fo pure dovuto disarlicolar~; il l-0 dito e decapitare d relalivo metacarpeo t•ariati. Esi to di guari~io n e (tlp. maggiore Carahbu}. lwpntn:;ioni d'ossi Jlll•tatru·sti. con esportazione dei diti corrispondenti. Tutte tre di primi mNalar~ei e t'un felice ,.,~ul· Lnmeoto. r na occorse nello gpedale ùi Piacenza (op. maJ!giore l~lian tonio) pct• sinovite rungo:m falaogo-tuelalar:>ea; le altre due nello spedale di 1\oma (op. maggiore fi i Fedu) per ideutkn malauia . .lmp11/a::ioni di {f/langi. - Ginttue t'On esilO di 1-{llnrigione ed uua seguita da 1norte per tetano (ospeda le di l'udova, op. tnaggiore \ stegiano). fn questo ca:;o si trattava d'amputazion(' della prim:~ fa lange d'un aline~ per ferita larom-contlll<O dn scii ir~ cci:~rn n n t n.
OPERAZIONI COIIIUIIGJCIIE
Dello prime cinque, merita d'e!lsere mcn~ionalttuna ampulél:t.ione di 1• falan)!C d'un pollice. con di:;arLicolazione contemporanea dPIIe due ultime falangi dei diti indice e medio per rerile pr·odollE: dall'l scoppio d'una capsula di dinnmit ~ (infermeria presidiaria di Pinerolo. operatori capitani Cougnet e Bobhio). Lo altro furono praticate: Ire nello speda le d1 Milano (op. ma~gioro Falr.o ne)ed nna nello speda le di Messina (op. ma;.(giore Ricca). Ul8artlc nlazlonl .
Le dis·trticolazioni furono :3:i. di cui:
'
2 di spalla: 1 lil>io-tarsoa: l medio-tarsea: l •ii mano: ti multipl e nell ll mani: :) di pollici: :; di altre dlla di mano: l di 1° osso metatarseo: l di dito eli pi ede: Il falango-falangee::.
\ eu nero prat icate nello spcdal e di n oma, con esito infunsto. in borghesi stali travolti da treni ferroviari in movimentO. l n ambedue ~li operati. oltre alle le~ ioni rlell'arLo dis uticolaLo, coesi~tevano gravrssime fe rite in ol tre parti del corpo, (l'onde la loro morle uvvenuta poche ore dopo l'operazione (operatori tenenLe colonnello Ricciardi e solLOlenente medico eli complt>mento Bechelloni). JJis,rtit:ola.:ione tildo-tm·sea. - Fu o:-:eguila nello sp•·tla le Di.-rartit:ola::;ioni di ·'i}Jalla. -
SIATE KSRfri.HTE DURANTE t 'ANNO
1889, ECC.
l }l o
di Na poli (op. capitano Sciumhata) per podnrtrocace, coll'aggiunta della reseziùn·e dei mal leo!i. Con te mpora neamen le vennero pure esportati adenomi nel triangolo di Scarpa. Tt·e mesi tlopo, per sopra vve nuto artrocnce d 'un gomi to, ru pra licala nello stesso amma laLo l' ~ rlrec torni n del gomi Lo, anche quesLa con buou t:sito, conte in seguito si diri1. Di.~art iooLa:;ione tano-tm·sea. - Stata pmticata nello spedale di 1\oma (op. ma~gio re Di Feùe) per artrite fun gosa in una guard ia carcerat·ia. Nessttn risultato. L'operato ru qu indi colto da ascesso lento nella parte superiore della coscia corrispondente e mori poi dopo 8 mesi dall'operazione. Disarticola:·imwdi m.ano.- Venn e eseguita nello spedal e civile d ' .\ ~sab (op. Lenente ;\lauri) in un giovine danJ..aloslato ferito dall o s.:oppio d'una capsula di dinamite. Guarigioue ('l ). Uisa1'ticolaziom tm~lt'iplt• 1wlle man'i. - Di cinq ue si t;Onosce l'esito che rn favorevole. Di un'altt·a l'esito non si conosce per il motivo elle si dir·it. ToLle pat·vero aul.msla nza importanti per essere singolarmente menzionate: a) Nell o spedale di Ancona (op. maggiore Pascolo) ed in caso òi ferita pmdolla dall'accensione prematura d'una carica di cannone :1 polvere. fu rono praticate nelln mano deslru la disatlicolazione medio-carpea in co rri spondenila delle tre ultime dita, In d isarticolnzio ne del: 'indice e In fala ngo-falauge:1del pollice, oltre itll'eslrazione di sc lle~gie del 1.0 rnetacarpeo della mano sinistra fra ttura lo. b) Nell o spedale di Nova ra (np . ma::;giore Sem plici) l'urano dis:micolate ad un inscriuo, a cui una ruota di vagone rerroviario passò sullla mano sinistra, le ultime due ralangi del mignolo o dell'am ll nre e l'ultima del dito meoio. c) Nello spedale di llomn (np. tenente Cusani) fur·ono ùill) t o spc;tale di Assah, sebbene non sia ttiù mitll:tr(l, ~ lnttavin por tu parte tecnica nelle man i lli medici militari.
l ~. 16
OI>EilAZlONJ CRII\Ul'IGlCII&
sar·ti1:olato ad una gutn·clia di lioanza le tre ultime dita por· fe· rita d';,r·nra 11 fuoeu cl'rrna mano. d) :~C'Ilo stt':;~u spedale {op. tenente Buonservizi) ICil· ner·u l'alli! le disarticolnzioni metacarpo-falaogea del dito 11wdio o falnngo-t.llangee dell'anulare e del mignolo in un ltorgllese stato fento ad una m:ulo ed al capo in un accidente ferru' iario. La ferila elci capo era dei te.;suti molli. ma graYissima per la sua estensione. L'oper~to dopo due ~iorni di degenza nell!t spedale militare, fu traslocato a quello della Cmt8ola:IOIII' e non :.e ne seppe altro.
t•) .\ ello spedale di avigliano (op capitano l\l argaria) furono praticato Jn dism·ticolazione della ?• falange dell'indi,·e. la resezione soLio-periostea del c11po articolare della t• falange del pollice, o In l'esazione pure so Lto-per·ioste~ del monrorro :-~poq.çeutc della .2' falange del medio, in un easo di l'eri w della mnno siniswa por is~oppio di caps ula di dinamite. /) Nell'ospedo le civ il e d'Assab (op . tenente Mnuri) 1'11 fatta In clisn rlicola?.ion e 1lell'indice e del primo mctawrpeo della llHIIIO destm, probahilmonte con e!'portazione dol poli ire. in un giovi ne nmiJo. per ferita non stata specificata. /Jisartir-nln ::imll' di JIOlliri (metacar·po-fa langee). - (j uaf/ru furono motirate da feriLe ed una da carie: tutte cou e::ìtu di ;{UaJ·i~ione. gflhero luogo nei seguen ti <>spedali: l in Torino (op. maggiore .\ stesiano) per ferita lacerot:ontusa; l in lloma (op. ~ollotenente r:hiuti) per ferita tl\u·m·t a fuoco: l in l'er·ugin (op. t'apitano ..\tzeni) per ferita da ~frappa
mento: l iu r:aglinri (op. mn;;giore _Uontani) per car·ie: l in l':t\'ia (op. ca pi tano Lupolli) per ferita. Nell 'operato di ll omn , oltre alla disarticolazione, !:i est.rassoro fmrnmcnti ossei o :-< i allnr.ciò l'n.1·teria r·ndinle.
STATS ES RG llll E DORANTE L'ANNO
1889, KCG.
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fli.wtrlit;o/n :;ionJ di ulf1·i rliti tli 111111111. - l'ér' relupr.rti tli lesioni traumatidre o di osteopcrio,;tili furonu f;•lle Ire dis•ll'ticohzioni d'indire, con esito tli ~llrtrigio n c in d11r r·asi, ig noto nel trr1.o. l'u;• eltl.1e luogo in Firenze cd rn 'l"eslll ca~o ,i decnpitò pnre il rclatiYo met•carpco((lp. magt.:iorc \ i11;11): la :-~c. ··ond:r in l'dine op . ma~giore .\l onti): la 1er·z:1 111 l'er·n!.tia (op. maggrore De \J arlino). f 11rono pure disarticolati due diti anulari con favore' ole risulluto: uno in Firenze (op. maggiore \ ioar} per O'lro-pério,;trle; l'altro io Caserta (op. tenente La:>taria) per· osterie mrefaeienLe. l o quesl'nllimo operato guarì la feriln della operazinne. ma il pror·es:-~o morboso ,;i ripett'• nel l'orrispo~t~lenle radio che si dovellepiùtardi re$ecare. comesi clir:tin seg11i ln. /Ji.wtrticolu::imw d'nn primo melntnr.wo.- Fn pralirata nello ~peda le di \'erona per anrocace mctatarso falungco (o p. IIHlMJ.l ioro Carah ha). 'Tre mesi dopo 1l11 esto operato. es:;endo già perfcuamen le guarito della lerita e rifonna lo, mor·i per allm mal attia. IJÌSII rticnl11 :; Ìll/11' di 1/1l,. 1/ ito dÌ JIÙ't/1'. J' ili' !' j)t'l' :;i llflVite fun f.!o~a fu di~<ll'licolnto, ~:o o esito di gunrigione. un st>l'undu diw di piede ospedale di Bolo),(nn. opf'r:Hore capi 1a11n Pahis). !Jìsm·Limlu::ùmi fulwlflO- f'alau!fPt'. - ll icl't rn d1La dt>lle mani. una iu dito di piede. lulle con buon I'Ì:'ullu to. Sci fu l'ono moti vale da esili Ili palerecl'i e rinque da lc,;iuni ll'illllllatiche. Furono es<>guile: '2 in Tonno (op. maggiore Randune): :!. in \'erona (op . maggiore Carahha): l iu .\J ilnno (op. maggiore Falcone): l in Chieti (op. maggiore Pranwtaro): n PadOI':t (O}) . maggiore Astegiann ): :t Ca~al(' (op . rapilano Camellr);
l i· l X
OPERAZIONI CIIIR UIWJCFJE
l a Noct:ra (op. t~ap i ta n o Cacare);
a Terni (op. len ente Buoni'\crvizi) ; a (~nata (op. tenente Gaeta). R esealonl.
~e furo no pntlica te 30. delle •111ali: l tli srapola; ~ lii ~o mito :
l di cubito:
2 di rad io: l rnrlio carpc:1: 2 di ossi metncar·f.le1: :1 di coste:
'
l d'anca;
2 di tilJia o di perone: ..2 di calta gno:
l d'osso metatar,;eo;
H di l'alangi. Tuu e queste upcruzioui eld.lero :-.oddisraccnte risu ltato. aJ erce.t.rone di quella dell'anca. l'operato e~se o do morto un rnegt• dopo per tuherculosi intestinale. llt:~t!zionl' di r111:iltì !Jlenoide ,, d'ultre !JOI':ioni d'una -5{'(1JWltt. - l n una nota pubblicata l'anno scorso in questo giorna le sull'azione tlei proiet tili Weued.' a ureve distauza. si me n· ziouò una disarticolazione di spalla a cui fu ·ouopo to nellu spedalecivile di Ben e\'ento un caporale del/• re ~gime o to ber saglieri. Le spen111ze che nel momento di quell a pubblicazione si avevano intorno nd una prossima guarigione dell'operato. non si avverarono . '\'oltosi un pr·ucesso ca rio~o in alcu ni pun ti delln srupola.. il ~·a ponll e \'enn e troslocaLo nello spedale militare di Caserta dovo gli l'urono praticate le resezio ni dell a ca-
srATE ESEr.U IT.E OURANfto: !.' ANNO
1889, ECC.
1-\ 10
vit:q.:lenoiale. rlel ffiill").{i oe surwriore tlella. s·~apnla e tlell'apo li~i corouoiò.e. previa la spac.c.aLUra di seni listolosi nel mone•me e di due vasti ascess1 nt'll ;\ regione scapul:m• posteri v re. Con cio i ottenne un.t deliniti\ra e stahile J.!ll:u·i)!JOne (up. nt pitano l)e Falco). /it•sezimti di !JIIIIIiw. - DIlo totali e due parzin li: con esito d1~ua ri )! i o n e comple1.1 in tre. iucomplcta in un n. Delle totali. una fu praticata a .\l ilt oo (up. ma,l.!gtOn' Falcone) e l'altra a .'\apoli (op. capitnuo Sciumhata) . aruuedue per artrocacr . llelle parziali, uun fu eseguita io Torino per artrocace (op. ma~giore ltandone} e l'altra in Bol11gna per carie dell'olecmnu (op. t~api tano \'olino). Qu ella fu una resezione sollo periostea della rneti1 esterna dell 'estremo inferiore dell'omero, c.on es po i'li~7. iou e della cH psula arLicolare, previo un tagliu ohliqno (OIIit'r) del meu:o della troclea alla parte esterna ùell'omei'O, :;inu a 6 centimetri dall'epico ndilo. La seco nda fu una resezion r d 'olerrano caria to. guarita eon anchilosi an).(olarn, ~uperslite però nn :;eno li sLoloso di eu i non si l'OOO!\C8 i J ~e~ nitO. lkw•;imu· di ruhit11. - ln nn ca.;u tli frulLura composta di gomito, cio.:· del enhito a:; co ntimrtri sotto la base dell'olucrano e del condile>interno ùcl l'omero, guarita con call o derorme 6 CO U Sp11 1'~0 0 Zà del framrnenlll ·nperiOre dei CU bitO sotll•ln cute. fu resecntala partesporgeute di questo, ottenendosen e una huona ~uariginne (ospedal~ di Tnr·i no. op . mag~inr·c Randone) ..\ ll u sua enlnlla allo !'pedale in 1:3• giornata dalla solfet·ta lesione, l'am ma lai(} era pure :tll'euo da polmuuite traumutica e prc.;eutava una gra nde mohilitìl del framm-:;",to c·ubitale ,;uperiorc. llMt•sirmi di radio. - li nn 1'11 eseg uita nelh1 speLl.de ~li Ca-
14.20
OPEilAZIONI ClllRORGICTfE
:-:orta (op. l(iltento LaslaTia) c l'altra io quello tJi " e~); Ìiltt (u 11. ma~gioro .\.slesiano): ambedue con esito di gnarigic.ue. Colla prima fu esportato in ca u~a d'osteiLe il}" infcrwre di un rndw in 1111 nlllmalato a rui era giit =-talo preceùen1 emente d i~a t·tiJ·ola to il 1lito anulare dello stesso lato per identit'a ma lattia. Col la seronda furo no esportati !11 centimetri tl'un radiu t'ariato ( l ). \.mhetlue furono eseguite con metodo sotto-poriosten. /lr.,t·;itnt~· di !Ji•llt/10'11 l'tlllin-r. m•tll'rt . Fu praLic:ua (H'l' anrocaco conseJ·utiYo a lesione traumatica nello spedale d1 llnlognn. (op. maggiore lntln iaro) con esito di guari ~ion e . l)n e~t;1 non fu però compiuta se non dopo un';wno inriero tlalla duLa dell'operazione. ... /1,•8t•::imv· t/i o.~si mt·tru·m·tNi. - lo ambedue i ('<15 Ì ftt resocnto il ;;o metu ca rpeo per osloo-periostite, co n felice ri sullamelllO . l1n;1 fu l'alla a Firenze (op. maggiore\ inni) e l'n lrrn a t:ava (op mnggio1'e De 1\ em~i). llt·M:inni di cusf.to. - Oltr·c ad altre quattro. di cui !\Ì l'ari! menzione pnrlaudo dell o Lorat:olornie. Ot" furono pr., t:rat e le =>O.:!Uen ti: In 'l'orino: re:;ezione di :1 centimetri d' una tJuinta t'tl"ta per necro·i: J.! Uilrigione (op . ntag).!iore Randone). In B olo~na: re·et.ione di 3 centimett·i d'una nona co:-la cariata. con guangione ed altra di!. centimetri d'una :-ecuntla co::la ,·a riata. con e;.ito non 1lichiaralo (op. maggiore lullu·iat·o). l n Caserta: re,cziune sotto- periostca di ciD IIIIC coste t.:urial e. por il tratto di cinque:: I'CnLimetri circa (in altro dorumento si dice per nove cenLimNri). previa la spaccatllm di due ( l) Di lflll'o;lu r.a ltu fu h•lt:l 11:11 lCIICllt.e lll OtJi,·o ùoLJ. Cillltl•ll;l, IHI 'crr·ura w SLQ I'ÌO 11111Ja Nltlft't'NI~.l Sl'lenlilll'~ th•l l ~ r.Uohre 188!1 di'IlO SJledole di MI•S~Ì II!I ,
'51 ATK ESEGUI TE DURASTK J.' ANNO
l H!l, KCC.
1 .\.~ l
nsce.~si nelht liuca ascellare- po3lerìure del tor·ac·e sillistro. IIJ~
dian le un 'incisione lnuga ;JO c·cntiruetri. (;uarigiuliO (op. capitano Oe Falco) . .\ ello 3Le~so o,pedale: aiLJtl resezione par·~.ial<' Ili i 4 co:;la si n i~tr·a cariata per il lrallo di ollo c·cnliuJelri, pre' ia :>pa<·catur.l tlcl relativo c volumino~() ascesso siotomatit·o. lo cni pareti prt>:;entavaoo uumemsi tuhercoli e fur·ono accurntawente ra ~l'ltiate. (;uarigione (op. cnpitano De ~·ateo). IJue.;t'tlltimo operato aveva preccdenten1Cnle soll'ertu una pleunle essudati va di cui era guarito. Ma nel momento tlell'pperaziunc era pure all'eLLo da d110 ascessi lenti idiopatici ad una cosc·nt e rla altro asces:;o sintomatiro di perio~tite nl gomito sin i~tro. Dei quali malanni :o;'ouennc pllre la guarigione r.o u oppm'lun e c;ur·e, c.ioè cou incisioni, r·nschi:lmenli e rnusliCl'l:t.ioui. /tt's!·.=iune dt Cll!!ll di (enW1't' . - l~u e:;eguiln nell o spcdnlr. di Caserta (op. capitano De Falco) pPr c;o\ar·trocu<·o eorHro 1:11i erano riuscite inutili le ca usticazion i interc.:ol'l·enli. Alla t·esezione si ag;.{iunsero ill'asclliamento e la cnuterizzaziun o dl'll'ncetaliolo. Mu, come fu già notato, l'esito l'n letole. /lt•.vt•=ioni di fthia t'di pt>l'IIW' . - Xello spednlo di )t itano ru praticata con hnon e;;ito una re·ezione parziale della tul,cro~it .t tibiale cariala (up. maggiore ~'alcone). et! in quello di l.iviJr·no una resezione dell'estremo inferiore della tibin e ciel perone per la lunghezza di quattro t'entimelri iu un caso di ostl•omielite tubercolare epilisaria. con~ecutiva a ,;torta (op. rna ~giot·e Ft·aochini). l n tinesta operazione. oltre ali' nver·e conservai a lmona p1tt'lt1 del periO<;LiO . ~i leuLò l'i nnesto di selle frauunenli di epili.:>i l'e JnOt·ali di l'oni~.dio nell'intendimento di riempire il vuolo lasciato dull'operni one e di promuovere c coadiuvnr·r la reossifira 7jone. )In J'e;;ito nou fu favore,•olc. poi,·hi· il processo mot·· bni\o $Ì r·iprodusse non sc do negli ossi rr~ecn l i o nel :o~oLtopos Lo
OI'KRAZIONI CH IIIUI\GICHE
a»lragalo, mu eziauJio nel ginocchio corri~pondeote, di modu che cinque me."i dopo si dovelle amputat'e la coscia. L'operat(• gua l'l. /?1~w.duni dì r.nlcayno. - l"oa fu eseguila nello spedale tli Bat·i (op. capitano Bisceglie) pet· ca ri e necrolka consecutiv:t a ferita da arma a fuoco, e l'allra nell'infermeria presidiaria di Casr~ le (op. ca pitano Camellil per carie: ambedue con esito felice. /lr ...e;;irmt• d'un os.<;o uwtnW1'8t'IJ. - ~ello sped•tle di Cava elci Tirreni fn resecata la meti1 po::;teriore cariata d'un l 0 metalarséo (op. maggiore De Henzi ). !\la non oslante l' e~pot'la zione della parte ma lata e d~i tessuti l'ungo~· circostanti, e nou o!'llante unn valida cansticaziune del le pani, il processo carioso r.onlinuò e si dill'use alle os!:òa circostanti. L'ammalalO essendosi rifiu tato aù 1tlleriori operazioni, Ju ril'or-m<tlo. R('St:;"ioni di falrw!Ji. - Sette con esi lo Jelice: una con e;;iw nullo, essendosi poi dovuLo disarticolare il frnmmenlo superstitE'. Una fu rnoLivatn da ferita e le altre da esiti d·i pntereccio o da osteiti. Nessuna presentò circo5lanze meritevuli di nota. IJunllro ocr.orsero in Mi lauo (op . maggiore Falco ne). una ill Verona {op. mag~ i or·e Carahhal, unn a Cava (op. mnggiore Dt> Renzi), una a ,\les5ina (op. maggiore Astesiano), una iu Aqu iht (op. capitano Giuliani).
Ne furono eseguite Lre, di cui: due in Torino (op. maggiore Randooe) ed una a Napoli (op . capitano SciumbaLa, tulle mo· LivaLe da al'trocace. Delle pr·ime, una fu ad nnn gi11ntura tiLio-tarsea. ma non ebbe risultamenLO utile, essendosi poi dovuto addiveuire :tlltl
STATE &S&GUI'fE DUllAN'J' K L'ANNO ·188H, KCC.
142:l
atnputazione della gamba: l'altra ad una giuntura mdi o carpe;~. e 11uesta fu susseguita da guarigion e. La Lerza (a Napoli) fu tttl'ortrectornia di 1-{otnilo in un ammalalo al qnale, come fu giit notato, erasi dovuto tre mesi prima disar'licolare un piede per podnrtrocnt:e. L'operato ,-. gual'ilo. .t.Jtre operazioni ltUf'U o••l .
St•que8trutomia (ospedale di Novara. op. maggiore Olioli). - Oa un callo di frattura comminuta e complicata llell:1 porzione souo-trocnntel'icfl d'un femur·e. avvenuta nel novembre 1888 per t'IHlut~ da notevole altezza e stata curata nello stes!w ospedale. vennero estraili mediante ,;(·alpello quauro :;eque3tr·i in esso impigliati. prcvia incisione delle parti molli. L'operato mori poco dopo per collasso. E.\pO?'to.:io11i rli seq·lu·.~t?·i non inNIJl~nlwi. - 1\e veunet·o menziolll\te le seguenti, cioè: d'una porzione necro;ata d'os:;o rnolaro rrorino. op. ma~ giore Randone); d'nn ~eque·tro di hmnra montanLe di mandibohl. della spessezza dell'osso e dell'estensione ùi Ll'e contimetri (Ancona, op. mag~iore Pascolo); d'un sequesti'Odi masr.ellarc soperiore (Chieti, op. ma~-: giot·e Prnnzataro): di due sequcstl'i da 11n ginocchio, in caso di ferita d'arma a fu oco . Non fu detto a quale deJ(Ii ossi appartenessero, nè a quale dala rimon w.sse la ferita (.~apoli. op. capitano Sciumhata). J lt?'t' twpo1·tu .:ioni rl' ().'ì.Yi l'a?·ùtti o nl'C'I'o.vati. - Neli o spo · ùnle di Homn, ad un ammalato di artrocace radiH-C'arpeo consecutivo n distorsione, vennero compiutamente esportate le
flJIRitAZ I O~I CII lll t: Ut:lCHK
us~n dol ral'fJO c ltl fun;;ositn circostanti. l -11 mese dopo fu ri-
pctulo lo "t'IICrlliainmento della fuu~osilà e yj :-:j aggiunsr la caustit•aziun .. t•oltPrmornuterio. Contemporaneamente lurunu allacciate l':ll'terra radiai P al :Jn inferiore ed il suo ramo pal mare. \la l'rsiru fu nullu e l'operato mori dopo quakbc Wl':'f' (up. llla).!xior·e Ui Feti t•). Nello :;pedalr rli Li" '"'llu fu esportate. uno scafoide cariato (op. maggior·~· Frnnclrini . U processo morltoso essendosi riprudollu nei dtll' primi cu neiformi. si ese~ui l',t:>sporlar.ione parziale eli IJrre~ri. ron r·i.;u ltato lìuale di guarigione (op. capitano Buonomo). Nello spedale di l•'u·o11ze vennero estratte alcune sclteggil' necmtidw da Ulllll.iilin all'ella dn usLeite con:sectt tiva a calcio di eavn llo. l:unt·igiono (op. c:npil.urJO AITIJl.zoli) . tç.\'fl(i'l'to ::lnni t/i fi·rtmlllmti os.,.,,; in seguito a fer·ite c'l'arn1 :1 a fuoco: Hornn: osfraziun o Lanlivaùi frammenti di c:-~po d'omero.
ripC'IUI:l dopo sei me~i. t:uarigione (op. maggiore Di Fedel. t:enuva: estrar.ionc di fmntmenli e regolarizzazirme !l'all'U DÌ altri meùra11te forltice in ca:-o di ferila nd una spalla con frallnre clell 'acromion e sokatu ra del capo omerale: guarigion1• roD a ndrilosi (op. ma;.:.,iiore Ue Pr·ati) . .\les~an tlria: estrazrone di :.dreggie libere e regolarir.zazione d'altre in l':tsu di ferila ari un antiJ,ra;·cio con frnllura comminuta del r·adio: guarigioue con pseudar·rrosi (up. mag~i o r·e l :orva). Bari: es1 rar.io11e di ruolre ~rlteJ?gie mobili (00 circa) in caso eli fer·ira ad un'a$CC11n rei alla spalla con fratlura comminuln cfpfl 'orn ero in unu gunr1lia di linnoza la quale, rlopo allre congener·i opel'nzioni srntogli fnlle nei mesi di maggio e giugno dell'pnn o volgourc, IC'r·min ò per· g'llat'Ìre con la conservazione di flllti i mov imouri l!ell '~trlu, ~ 11 persLit.i soha.mo on leggie rn
STATE RSEGUITE DU RANTE L A ·~o 1889, ECC. 1
U.9i)
ac.:orciamentu del llra.ccio ed alwne cit:alrici àllorno alla sp.tlla (op. maggiore Iandoli ). ENpm·ta.:::iuni di fàlanyi intù·n· cariati! o necr11xCUt\. - Ne vennero esc~uite n. delle 1]1lnli: 3 a Bologna (maggiore l mln·iaco). 3 in \ ncona (mal!giore Pctscolo, capita no Carino. tenente So1is), l a Veronn (maggiore CaraiJim ). 1 a Pnlermtl (maggiore Geloso). l a Tra.paoi (capitano Sigillo). Esito di uuari,~tione in ouo, noo iuùicato io nna. lilf.yc/t.ia trJ?'r. syurb iatw·r. ·'iGitedt irtiummti: a) Spedn le di TMino: sgo rbiatu ra òi tibia l'.n rialn uel la pari e anteriore per osteom ieli Le lraumalicn;aiLr·a di gr<tnde Luherosilit ca ·'ata d'un omero, 1;oo asporla:~;ione pa rziale della capsula nrl icolare e della guaina sierosa del biuipite. L\a$cl dnLura di epitroclea cariata, prev ia esportazione d' un picèolo seIJuestr·o delln stessa ; altra dell'estre.m i l~l es Lernn cnriatn d'una clnviMla; una Ler7.a d 'una 12" costa nellfl sua porzione r,ar'Lilaginen. Tutte con esito favorevole (op. maggiore L\andone) . b) Spedale di Novara: rase hiatura d' uu Liui rHo rnetacarpeo ett~·iato. pl·evin spaccatura d'un seno (lgtoloso: guarigione (op . maggiore Semplihi). c) pedale di Parma : raschiatur·a e cauterizzazione d'un ~r'3n tr·ocantere car·iato. previa spaccatura nelln r·c;gione gluzia del relativo nsces:;o sintomatico che antecedentemente er·a slnlO più volle vuoutto con gli aspiratori. L'.1pemto riontrò in famit!lia non ancora g11arilo (op . capitano Tromhclla) Altra raschi:uunt di tre coste cariale e del le parti molli sovrnpposLe: miglioramento (op non indicato). rl) Spedale di Bologna: due sgorbint.ure di tii.Jia per· cnt·ie limitata nlla parte anteriore: altra delle apolisi spinose cariute di ùue vertebre do rsaJ i, previa apertura ed en ucleazione del t·elntivo ascesso sinlnmatico: Lu t.Le wn rsit.o l'rnoor1wnlt' (op . lll11ggio r·e lrnbrin co) Tre ra~c hja l urf\ pnn.in li di costa c·arinln. 1
Qlj
OI'KIIAZIONI CUIIlUilCilCU&
in due pre1 ia ·pacc.ctura rli enucleazione dell'asc·cssc1 "llllo rnatic·o. Qoeste ron esito di guarigiolle: la terza senza ' inchrazionc ti' e~ Lo (opPrat11ri c.1pitnni l'ab i ~ e \ olino}. '') pedale di \f ilano: rascbia Lura d'una falange di cntlio'e per pustumi di patercccio: :war·igiooe (op. maggiore Falt'une). /') Spedalc d' \nc:o na: prcvia un'incisione lun!!a l i I'Ontimctri. fu m,;chiato nn capo muerale afTeLLo da o~teo-peri o•ti te tnltercolare e ne fu pure esportala una porzione (op. m a).{~inre \l onti} L'oper·ato muri 7 mosi dopo per tulcerco l o~i polmonarr. ma su li 'el>it o dell' opernt.ionc> non ~i elJ.Icero infor·mazioni. y) Spedal e eli Homn: Scucchiaiamento d'a:;tra)!nlo r di ca lcagno cari:1 li per· Olill•ite fungosa : c[uindi cauter·i:,wczicurc· '\ (op. maggiore Ili Fede). NPssrrn risniLHlo: "ei mesi dopo si do· velt.e ampula r·o la garnlm. Allra rascltial.n r·a, rur1(',nustir•azione. clell'a ngolo rl'u11o nocca c·.osta t:ariala, previa ~pn cc alurn dol relative) ast:es!io ~ int o lll~ lico: esito ignoto; l'oporato fu rifot·maLO (op . ma):giurr llr Fedt>) . h) Spedal e eli \ le~sarltii'Ìa: :1\' Uolameulu par'l.ialr cl i ralragno cariato l' succe"siva cau:~tirazione: esito fa1 orerolc' (up. lll:lj.[J.!ÌOre Corva). i). pedale di \'rt·ona: raschiamento di rr·esta rli tihia pE>I' carie limitata: allnt tli 'tli'I'O l'ari:llo. previa spaccatura ciel n•· lativo asl'esso . intonwliro. l:narigiou e in amhi i casi (op. ma)!giot·e Caralchal. l) Spedale di .\ a poli: "' uolamenlo d'uu os~u malan· rarinLH "succes,-ira cauteriaazicmP; altro della testa t'rtriata d'un pPrnne: amlcl'due c·on J.!narigtone (op. capi tano St•iunr Ila ta). 111) fnferm el'ia pro~i c li;u·ia di Cnsale: rasdtiatura d'un c"so ru:tla rr car·ia l o. pr·evia ~pa!'e:ll urn dr l re la Li vn ai'resso ,,into ur a t.i r~o: grr ar·igiono (o p. c·npi tnno Cnmcu i}
.
r
51.\IE ESKGUITE OUI\t\:-I J'R I 'A,I'iO
JX8!l, ECC.
Ji.3'j
n) Infermeria pre.~idiaria di t.re1uoua: raschiamento d'una costa cnriat:~ . cnn g1 rariJ,:ione (op. l'apilluln \lichielil. f'nii{I'Ì/'111111'11(1/ di (1'1111/llll'llli /'l'lt/(11/'II(Ì. rn un rn:;u di frnltm·a non riunitu d'nn autillmecio si lPnlù inutilmenlo la confricazione dci frammenti. La guari giono ~i ell'etlnò solo mediaute psentlurLrosi (o~ r - di ~ npo li . op. <:ajlitano Rl'iumbata). lu ri.~iuni tl'"tu'fhi ma.~toùl···· per e:,. i1i ti' otite 111edia dill'usa alle IOI'o cel l1!1e. -:\e fur·ono pn1LiraLc l'inque in Torino. con su~re:>si·.·o ra~driamento o =-vuot:unento dell'osso 1op. ma~;,{iore 1\andone). etl un.1 a l'adov:t (op. maggion• \ ste~iano) . Due delle prime rurtmo ese~uite in uno ,.trs~o arumalato alla distanza d'un 111 ese, essenùo t·iu~c iLa inutile la prima. Tuui gli operati guari1·ono. l~'tra7.1une dl lli'OiettiU d 'llrm&l. " fuoco . , [Wdfllt• di Sr,·iylimv•. -
~;,;trazione d'un proiellile defor-
mato di r·i,oltelln da una regione :wllo-ma,;collar·e. previa sp.II'Ctl.lura d'un asresso do,·utn alla presenza di esso: gu:wigionp {op. tenente Rostagno' . l'mt•:ia. - Estruzioue d'un proiettile <.li ri,·oltclla dn una regione 111astoiden . iri caso di l'er·ita \'ololllal·in in hocca (esito ed op. non indi cati). Ht~fo!Jnll. - E:-trnzione d'un proiettile ùi rivoltella. iìel diametr·o di 9 millimeu·i, penetrato nell:1 parte anteriore òl.'l torace sinistro. io corri~po n ù enza del !l u ~razio intercoslale. con lesion e polmonare ed arrestatosi nel do1·so. fra il mar:;ine interno deUa sca pola e Ja tloccia vertohrnle. in t'Orrispoodeoza del :,;o spa~in intor·r·ostal c. t;uar·igion e(op. mnggion:~ Libroia) . Uronw. - Est razione eli proieuili e di corpi estranei in un cnso eli fo1·i ln nl l.or:H'·O e atl una mrtnn . ,\nn si r:onnscono maggiori p:H·tit·olari. n... l'~ito e l'oprr:ttnl'l'.
OP&RAZJONI Cll ll\ UJlGICIIE
Num((. - Estrazione di pnre~:chi piccoli proiettili i11 duc l10 rghesi aventi Jerite superficiali di .roca irnpot·tanza toperalf>l'i lenenti Gusani e Hossini). rflglitt?·i. - E;;trazione rl i proiettil e eli rivoltella penetrato nel la regione mamma.ria :; inislra co n lesione po lmonr1re cd ;lf'l'eSl.,llOSÌ al dorso, SOlto la SCil[lOia . Cuarigione (op. ffi:l j.!giore )J outani). \ltru di proietLile di rivoltelln pPnelrato in una guancia cd nrTe:SLalo3i nell'opposta, uniramcnle n frantumi di denti: guar·igionP ( tenente ~~~~ ~gesi) . Cano. - Estrazione d'un pr·()ieLLi lo di rivoltella da nun rcszinl18 delloidea: vun t·igionc (mnggiore De Rem.i) . ' M 1w.~ina. - Estrazione d'un pn>iellile penetrato in conispondenM del l'i nserzionP. sternnlo della ,i.n w sta destra. con dir·ezio11e n sinistra ed in IJnsso co u tragiao ::o LLocutaneo, e1l <ll'rl'slnlosi in corrispoudenza del l' 11 • costa. sinistra: guru·igione (op. non indicato) .lfa.~wmw. . Estr.1zione di proiettile dj rivoltella pPnetralo nella pa rt.e anteriore del wraoe si hi ·tt·o ed andato ad incun cnr:~i nella colonna vertehr.de. li rorito, elle era ::aa lo su ltito preso da paruplegia, mori due mesi dopo (op . non indicato). Si1·aonsa. - Estrazi one d' un proielLile penetrato nelln porte nnt.eriore d'lltHI gamua od nr·t·estato:;i nelln pat'l.(l opposta: guarigione (op. maggiore Lo!ll ltardo) .
E8trazlone di eora•l esia•urael.
Ospedale di Torino. -T n un t•nso d'a~fissia per arTeslo di nn voluminoso brano di cn r·ne nella fa ring-e ne fn eseguita so ll ecit;~m e ut~ !'estrazi on e. o 1' 0 1111 6 trnindi prati(:ata eon in 1 • II Z<1. 1a resprnlZlonc · · Rlsl.t• nrt1·r·1t'.·1:t 1o. mn senza a. 1cun 1·ru lLO ( ''P· ma g;.:itll'l' AstP:o; iano).
STATE ESKGUITR DURA~TE t.'AN'\0 188(}, ECC.
l i-3!)
Ospadale tl• ra~liari . - Fu estratto dall'e~uravo un pt'I.W proletico dentari'' c<tdulovi durante il sonuo e minacciante solfocu~.ione: risullato felice (op. ma).'~iore l'nnara). Ospodnlfl di \'enezin. - Eslra'l.ione di sc•he)!gie di le~no inlillo su l c·ul di sacco co n~illnLiva l o in raso di ferita 11d un occl1i<J {esito cd operatore non indicuti). Opernzlonl per tunaorl dive rsi .
l'oli71i. - ~e fttronn estirpati Ire nasn li e rlue auricolari: 'l uau ru <·o n !!Ita•·igione. uno con e:>ilo iJ.!IIOto. llet n:ball, due accorsero oell'arcariNnia 111ilitare (op. mn~ giore Ferrem dt t:avallerleone) eJ una nello :-pedale di 1;ac1a (op. tenente Gaeta). Degli au rir·olari, uno a t:aserln (op. llllll-(f,(iot·c [an doli) c l'a lt ro }t Voneziu (esito ed operatori no11 indicati). 'l'11111111'Ì cistici . ~e vennero esportal i ~.::1, tulli con fa ''ore,,ole successo, dei quali: :) a Homa (ma~giori Di Fede e t:ll'ai,.,o): 1 a .\lilano (ma~giore Falcone): :l u Novara (maggiori Ulioli e Semplici 1; 3 a \'erooa (maggiore Caralthn ): :l a Bologna (maggiore Imllrinco, capita no \olino, lcncute Callani): :1 .1 Firenze (maggiore Vinai. tenonte Où Filippis); :l a Cava {maggiore Ile Llenzi ): ~a Torino (maggiore Hnnùoue): 2 a l'iacottza ( rna~~iore l'icl'n- l'icwnc. capitano Rosanigo\: ~ 111 \:wuna (malf!.!Ìore l'ascolu : l per o~nuno dogli n:-pcdali o tle>ll(' infl:'rmerie ~eguenti: .\.lcssandria (mag~iore Merl i), Savigliano (loucnte Hostal-(no).
OPERAZIONI Clllll UIIGlCIIK
l: onova (tenente Oellori'. Venezia (lenente colonnell o Ca,•igioli). l dine (capitano Lefi). 1\ avenna (capitano .\l oronil: Chieti (n•pitano Patrnoo~> Caserta (capriano S:u iaoo\, Han (Lenente colonnello ricoli). l'alcrmo (lll:!J.(gÌore t: eloso), ) l rs:;ina ( ma~;.:iore \stesiano), Sinu·nsa (maggiore l.omb:mlo), Livorn o (r·np ilann Buonomo). Atl!'lwmi. - (~li ammalati stati :-;ollopo,ti ad esportazioni di adeuom i l'ur·ono 130. La ~ede dplla runlattia J'u In seguente: i1 nrllt' rr~.doni inguino-cl'llrali. :):; in qul'lle laterali od anteriori del collo, li nei ··a' i asci' Ilari. I l :1nperati guarirono, l el•he unn lun~a licenza. 2 furonu •·•formati; di altri 4· non fu dello l'esito. Ili queste operazioni che bene spesso richiesero maneggi lunghi e ùolicaLi, oe furono pnHicate: 3H a Caserta (operatori capitani Ile Falco , Snviano e SandretLi, lenenti Lastnrìa o Trovisani): 17 a Torino (operatori mag~iore 1\andone. c<tpitano Arrluino): n n Milano (op . mav!!iore Faltooe): !l a Bolo)!ua (operatori maggiore l mhri<~co. capitani Pabis e Volini. Lenente Lcul'ini); Sa ~ apoli (op rapitnno l'iumhata); 7 a 1\onm (op maggiore Di Fede); 7 a Messina (operatori teueHlo colonnello l'tt ri~, tenente ne Luca, souoteuentc \ adnln); ~. a Cava (op. 111aggìo r·e Do Heuzi): l a t:ugliuri (operatore ma:::,:iore Jl;~nara e per un ra,:u operatore non i ndicato); :l a Li,·orno (op. capitano IJuonomu). :l a Fir·enze (operatori mag4 iur·i \i nai c Supercbi. in 11 n cn:'o op. non indica to): '? in Ales!'andr·ia (op. mag!!imr t:nna ':
SIA1K ESK(;(JITE DUIL\ì\<tE ,;,\'\NO
IRR9, F.CC.
l i-!1 1
2 a Bari (opemlori capitano Bisceglio, sotlolenente Ile \l ed ici: :? a Palermo (nperatori ma!!giori Di Fede e l:elosol: l i n ogtlll no dei seguenti ospedali od 1n l'crmerie p re' idiario, cio,.,: PaLiovn (mnl-{giore Aslegianol. Cremona {cap i l:~no \l ichieli). Ha l'enna {capitano ' ' oroni •, l'oten1.a(capitano Ote n). In alcuni ammalati l'operazione 1'11 dovuta ripetere a lH·eve distanza di tempo. Anz i. in un0 di essi, h• riproduz iOIJ•I fu cosi pcr.sistonto che vi si dovette ritornare per h6n dieci volte pr111w d1 poter ottenere la .:aarigionl! (ospt•tlale di Caserta . 'f',nmm filll·n'òi. - Xe rur·onu e.ipurtati: uno ad un antibracdo ( llologon, op. lllilJ!giore lwltriaco). due picco l i ad un braccio, i\ i formatisi sopra un tessuto cil:atriztalc (Milano. op. maggiore Fnlcune), un altro ad una spalla. s1•ullosi sopra u11a ciw trice VIICcin ale (Gavu, op. mr.gg iot'e De llonr.i): Lutt.i t:tl ll buon l'SÌW. l'o m11n mali!/ ni. - \ello speciale òi Xapoli furono eSJJOrtati con esito felice Ull piccolo sarc.oma ad un 111ascellare superiore. un lihro-sarcoma ad un piede l'd i,ill l'pilelioma ad un laùbr·o inferiore (op. rapitano Sciurllhata). Un altro epiLeliorua laiJbiale fu pure C:òporlato con pari sue· c;esso nello spedalo di Blll'i (op . tna~giore laudoli). In quello di \ enczia l'n innLilmcnte •'3portnto quatLro volte nn linfo-sarcoma inguiual&. L'opct·nto mori dopo qualche mese (opcralori leuen1e colonnello Cavigioli o maggiore Giacomell i). T11mori tl'indt,ft• duiJIJia. - Esportazione d' un mioma del volume d'un uo,•o, òalla parte superiore del mu:.colo rello inter·no d'u na coscia, ron guariv.ione (.\ lessa ndria. op . maggiore Con·a). Hetisiune d'un tumorr per mollu~ro conlluenLe ai genitali, pure con huoo risultato ( Pado1a, op. maggiore Aslesiano). l
1~32
OP8RA7.JONr CHIRURGICHE
Tll lltlll'i rwyiomnfosi. - .~ello spedale di Tor·inu fn espor·· lato un linfoangioma soLLo mascellan• t•he datav•• da X mesi e sr era ulcerato. L'n111pia breccia dell'opera1.ionP fu ricoperL.l con processo di plastica per Sl'orrimento. Guarigione (up. ma:.:giore 1\andone) . n altro tumore an ~ iornatoso . situato nella regione cervicale po:o~tel'ior-inferiore. fu spaccn to e ca uterizzato (ospe,]alo di Cagliari. op. ma ~giore l'anara) .. opraYVennero ripelult' emorragie eire J'i(:hiP,;ero altre t•austit:nioni. L'operato mllfì tre mesi dopo ed all'autopsia ,;i riscontrarono c.;•riate le due ultime vertebre rerYiralr eù alcune òor.,ali. Trmsi llt• t•rl "!folt• i/lfl'll'lljtc/,·. - \'e nnero operati d i tonsillotomia 3i a mma lat i, tuui con esito di guarilo{ione. lo quasi la metil di (>ssi la tonsillotomin 1'11 hilnterale. In due altrr am· nlHiati fu t·spo rt11 La l'ugola . limwle. - l~ e occorse un so lo caso che ru cur·alo e guarilo roll a spacca tura (Anco na. op . maggiore Monti). lffl'nmi t· !fOit(/li. - \'enncro e!iportati con buon esito: un i;;roma dal tlor~o d'una mano 1'\ovara. op . maggiore Semplici). un allro come sopra in \lessanùria (op. maggiore Con·a). uu gro~:'O ~anglio SUJJpurato iu corrispondenza d'nn proces~o sLiloide (Caserta, op. tenente Lnstaria;. Cicntrict rhrlrmh·. - .\ ello .;pedale di Genova fu esportata con s u cce~so tlalla regione untcro- interna d'un braccio >'ul decot·so del nervo cnhiwle. una r.it·atrice clleloide. super:-Lile alla ~uarigio n c d'nn seno li-:tolo~o (op. maggiore Oe Prali). ifilmm. ~ ell o ·peùale di \l es:.i na si esportarono ulceri dur·e in tre ammalati. L'opet·nzione riusci come cura locale. ma non come meuo pr(lfilatuco. seconùo che s'era sperato (operatore nou rndicato). llt·ri tomori. Venn ero esporLati1 al cuni t.nmori emonoidari o:; tcrni, pa t·cr·clri rnndilomi (ì pnpillomi all 'ano ed al
8T.ATE ESEGUITE DURA NTE L'ANNO 1889, ECC.
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gllianù e, e 11 ello spedale di Rom<\ un tumore non deliuilo ad · una coscia, in ordi11e al quale non fu indicato t:he l'cs1Lo di guari~iono (op. maggiore Di Fede). Laparotond~ .
.'iello ~pedale di l\apoli furono eseguite tre laparoLomic, una completa e due incomplete. Ltttle con feli~:c risultumento (up. capitano Sciuml:tata). Laparotomia obliqua esterna destra completa in caso eli raccolta cistica pumlenta nel periloneu. Dalla storia del faLLo, in:.erita nel testo della relaz:one. si rileya quan to seguo. L'umrnai:.Lo, alla sua entraL~l nella clinica chirur·gil.:<t eire l'n SHI fiuire di marzo. era in LLOO stato di notevo le deperimento e presentava nel quadrante addominale destro una gr:1nde hozza comun icante cou a li re due, di cui una ull'epilo(aSI.J·io e l'allra nella fossa iliaca si n istra. Oi a.gnosLicala uua periton ite sa centa pnrulenta, si pnttkò In lapaNLomi:.L Primn di giungere al cavo ascessuale, s'iocolllrò una certa quantità d' essudnti peritoneali organizzati ed inliltrali òi . iero cile pel· apparcnz11 c cousistenza sembr avano costituil·e un tumore solido e ~uppu rato nella sua ma:;sa. Lacerando talt essudati si giunse acl unn :iuperfìcie resi~Lente e bene organizzata. la •ttHIIe fu aperta e lasciò uscire quasi sei litri di pus. La cavilit, previe tutte le pratiche aotisetLiche. fu imlJollita con !!arza al $Ublitnalo, !asciandovi un gros:>o tulm <l dren<lg~io. Unpo qualll'o mes1 di continue ed appropriate rure. fra t·ui anche quella dei hagni di mare, l'operato si tro\'ò compiutamente guarit o, con solida cicatrice infossala nella regione iliaca desli'<L Laparotornie oblique int:omplete, un u H llestra per vuola.nento ù'un ascesso iliaco lento. ~ usseg 11i1 n dn rascl dHillentn fatto c;o l di to del va:;to cavo ronlcneHi o pus emn lcrin r.aseosn:
OI>ER.\ZIONI CIII RUIW l C II ~
l'allru n si ui:-.lra in un cnso di ascesso lombare acuto :-utlc>peritoneale. Oi .;iflatLe lapnrolomie rnrumplell' p€'r a::cessi acuti o lenii nelle fos:;e iliache ne "egna larmw pure. scblu:ne sotto altru lilolo, una per u~nuno i seguenti spedali od 10fermerie presidiarie: Torino: cou <'Sito favorcvolt~ (op. ma~giorc H.aodone): Ca~ale: con csilo favure,olc (np. ntpitano Camelli); \ crnna: ..;cuza rrouo (op. ma!!giure Carahùa); \ t>ru·zìa: esitn abhaslanw fa\•urevole, "ehLene multo larÙÌ\O. dopo un anno di cura. In que,.,lo l'uso l'a~cesso era cornplicalu da -;euo li!iLolo'o rumuninlllLC culla natica cor-ri ·ponclenle. giit i:iOilC n'altro asc·e.;sn (operntori lenente colonnello 1::r vigioli o maggio re Gincomolli); lidi ne: ositv rr" orevolo (o p. nra g~ iore ,\'l on~i : l'erugi11: uporalo rnv in.lo in li ccn~a n nm1 non !liiCOra com piuta. (op. ll~<tgg iore Ilo \l nrlirroJ: Uari: c:;ilo favorevole {op. capilnno 13 i~ce;.dic) : \ncunn: ~:;i lo favore,olc (op. capilaoo ( :n ino). Or•erAzlolll l'napoli
or~rnnl ~e11 Uo-urinarJ .
Oe1·orsero nm c semi-casLrazioni lotalr cd una parziale, rioil cou esporlazioue soltanlo di parte d'un lcstu:olo meùiarlle il lermocautcrio. Tu11e ·ortirono con esi10 felice. Le prime furono e.e~ uit e: quaur·o a .'iapoli (op. c:apitano Sriumhaln), ed una per ognuno 1le;?li spedali di .\o>ara (op. caprlauo Bi8tarelli), Bologrw (rna)!giore lmhriaco \. Fire n~e (maggrore \ inai), Homa (rllil,:.!giorc Ili Fe1le), Ca:-erla (capitano Ile Falr·o). Ln pan:inle fu esegu ita in 'l'or·ino (maggioro Astesiano). (),.,.J,;,.,.,,I/1111'. -
ST \l E KSl!G UITE DUR.,NTF. 1.' A~~O 18R!), ECG
l-i3:)
:-i e fnmno pt'a l it·ate due nello ~pedale. di Homa (up. tnlllflfÌOI't' Ili 17eùel. una i po)!a~lrica e l'altra peri neale. amltPdue rrm esito fa"OI'I'\ ol('. Della ct,lotomia ipo~astrica fn giil pulrltli1·ata la ~Loria io uno scrillo del mugg iore D1 Fccll', sl.tliO stu tnpato n pag. !145 di q11es1o l; inrnale pet~ l'anno 181:!!1. La C'i~tolomin perineale fu praticata in uno degli operati tli rislolomia ipO ,!.!lll' Lril~a nel 18HH dallo sll'sso maggioro Ili Fed e! 'ed i J\l cnH,ria :;opra ti lata). ~el dellll a111malato si rirrodu:o~em tlue calcoli che rirlticsero una nuora operazit>ne. preci,;aUH' Ill•' un anno dopo la prima. l l'l'l /'lllt1111ir.- Il te interne n Toriuo ( ma~giore Ranllone). una inlt•t·na a .\ apoli !capitano Sl'iulllhata}. UIHI mterna a \ erona (maggiore Carahha). una esll•t·na in .\nrona (maggioro .\l ontil: lnll e ron esito d gnarigiono. D'ifoto :inllt' !tl'rl(lllo/1' d' twetm - ~etliri ammalali di reslringinwnli urelrali furono curati in cliret·:-i :oi(H'dali colla semplice d ila lawuu• graduale . <J uallorclic·i 1-!Uarirono, uno mi)!liorò cd un allrH non eltlte ~iovamenLu. /Jilnln:iow ..,lthitmu·ll ll/'t'/1'nl•. fn rlu1• altri ammalali fu aduperata la dirul...iuw·: in uno cuu e~ito favorerole (::pedale di ltu111a. nwggiore Ili Fede): uell'.tltm ~tu n esito i~nuto (a l'adovn. mug$! iorc \..~ Le gian o) . lrt·lnmtfìt•. - ì~rllu spedale di l'a t uta fu eseguila l'ureLroralia i 11 uu raso d i fistola ttretro· peniauo, ma senr.n risulialu. Si lentò !Jit indi la c hil l ~ llradellal i ~ l oln meclianleprocesso plastico eli ~dvu l allleolo. put·e senza ~uccl'~::o (op. capitano TromhetLn). l guale ri,ultameuto si elJhe da un· urelroralia stata praticata nello :-;pedale di Ca\'a per congeuerc mnlallia (op. maggiot't' ne Hen1.i) . . lllt't'll/11'/'tt:iroti. - l ~li ospedali eli r eronn e di Chieti seCi:.;tlllfiiiiÌt'. -
1436
OP..KRAZiONL GfllllliRG ICtiE
gn;tnluo in mudo troppo vago per poter essore t.:lnssili~;ate due altre operazioni. Nel primo sarebheslalo aperto un mcalo a.rtiGciale in caso di stonosi tlel meolo urinario naiUrale clell'urctra perr.icatriced'n lcern venerea (op. capitano Si!vPslri). ~fa dal rendico uto nosologico par1·ebbe essel'si ~o l o trallalo di dil<~lazione del mea~o naturale. ~ei sec.ondo fu operata col metodo ordinario una fistola orinaria (op. maggiore PrauzaLaro), ma non si diedero in propo:>ilo specificate inforruat.ioni. Ofll'l'a:rùmi d'idrocel''· - Furono 28 gli operati e :l3 le upe razioni. Degl i operati. 26 guarirono, uno migliorò sol lanw e d'un altro non l'u indicato l'esito. . Delle operazioni , 5 accorsero a \'ero nn ( ma ~gio re Carablwl. 4. a Geno,·n nna~~iore De l'r·ati e cap iLano Frigoli), 3 a Milano (maggiore Falcone) . 3 a Roma lnH).ggiore Di Pede). 3 a ~'l es::;ina (ma)!giore A.slesiano e tenente Fumò), ? a Torino (maggiori Handou o cd "sLesiano), 2 a Bolo).{na (c.tpitano \'olino e Lcneuto Negroni) , 2 a Livomo (mnggiore l?rUflchini e {~apiLII00 Buonomo), t a Palermo (maggiore (lel0so e teneute CeccheLtani). Una in ognuno dei ~egue nli ospedali od inl'ermel'ie: ,\ lessandria (teneute n· Amalo' , Padova (maggiore \stegiaw>), 1ncona (lenente Soli s) . Firenze (maggiore Suporchi). Perugia (maggiore Oe .\larlino), Caserta (caritano De Falco) ..\lonte !eone 'capitan(J Fascia). A queste operazioni r' da rq.:-giuugersi una sl'atr'alma d'un emalocele Lraumalir.o. t·nn esilo ~li ,gn:-~ ri gione (Siracusa, up. maggiore l.omllarrlo). Otll'l'fl;;Ìoni t( i fil/tOSi l' I"'J'{lfimo...i - Le prime rurono f) l o le secondo HL l'li qnesle. ,IO col Laglio ed H r·olta'\is. Tutte con nsito fnvorevoiP. nli ospedali 11i \'erona. Paùova. Ancoua, l:liie1i o Me.-:-iua l'urono quell i che ne pmticarono iu maggior numero.
STATE fi:SEGUITR DURANTI!: L'ANNO 188!1, RCC
14-37
'l'orPiceo•esl c toraeotomle.
CTii ammalali stMi sotlOpO.iìli acl alti uper·a1ivi per idrntorace o per piotorace fu rono ::?J :). ,\la le operazioni. comprese 6 resezion i eostali, sommarono a :!'iu. llegl i oper·ati ne mor·ir·ono 33. Per gli altri l 'e~ilo fu come seg rw: Gunriti IO Jligli or:11L Invia ti in lic.enza hr·e,·e 4-3 Inviati in licenza lunga. EWormati . Reuza fruLLo . Esil-0 ignoto . Oei 2 1:; annnalnti ·17 ~- fnro no soLloposti :.td n na sol n opernzion o (mori i 2 1); 2(i » >> due operazioni ( » G); 13 >• >l tre >• ( » ->); 2 >> » qoaltro » ( » l ): e quanto alla natura <l ella malallia, l fl::l vennero indicati come primitivamen t o all'oLLi da idrotorace ù 2'1 i\Orn e pr·imitivamente a!Tetti da piotornce. In l '~ ùei primi ridrotorace si convert ì pi ù Larrli in em-
piema. In uno degli ammalati (operato di tomcenlcsi) tr·attnvasi di emo tornce trauma Li co. Sopra 276 operazioni, 21.0 foro oo toracentesi qoasi Lnlle pmLicat e cogli ordinati aspiratori , 80 l'nn;no l.oracotomio semplici c () altre furono wracolomie cou resezioni t:oslali. Qu e~ t n ultime mi p;II'Ver•o meri tel'oli rli parlic.olar·e meuzione.
OPERAZIOì"l l: IJIIIUIH,ICIII<.
Cinque appartengono allo spctlalc tli Turino ed una a quello eli Savi1.dianu 11) Tor:11·otomia per C'mp1ema -.ini;lro •·nn resezic,ne parziale della !i" c·o.;ta e <·ontro nprrlur:t nell' xo ,;pazio interw l'tale. (; unri;.:ionl' (op. 11 1<1~gin rc Hnndollf'). h) In un raso di eutpicma sini~ tt·n t'uns••.;uth·o a morbillo, "taio 'n otato con ampia inri,inn<' a li' P Ilo ùel ()0 ~razio iulercost.tlr. do' e la1· accolta tenrlc•' a nd aprir·si :'punt~neament <'. fu tnnata ).!1:1 r·uua per tt~ura fa :;• costn . Su,·cessivament(' fu pt·aticnta la re~ezio n e dellt' t·o~ te :3•, 1•. :i• e 6• per l' c~ten ,.jonP tli :)-X ·~entimNri e vennl' pure estisn porzione della pleur<l CO~l alp . nnarigione (np . 1\ nndone). ~~) 'l'ol'acotomia per empi emn eon J·ese1done parziale della 1• co,;lil. l.'operalo parve per qunlcll e lr111po gwll'ilo , ma poi In rn c:cnlta :\Ì riprotitt%C . d) l'erciò tre mesi dopo si ri peL•'• l' opnraziMe, racendo po:;lt'riorlllentt~ 1111:1 ronn·o-aperttu·a ecl c~porlantlov i tre rl'n l tmetri drca drlla !l" eo:;ta . t:iusla il metodo 1\.usler. l.'nperal() mori pnro dopo (op. ltandonel. ,. , In un •·aso di rmpiellla -;ini~tro :-IIJH':l\ vPnntu io un ammalato già stalo due me-.i pritnn sollupusto :tlln torareute:;i pl'l' idrotor·;11·e. fu e5eguita la torncotomia c·on cunLrn-apertura po:-ilt'r·iore ed (!!'porlnzitJIH' di :1 cent imetri della g• cosl:l. (;uarigione (op. ma)!giore Aste~ianu) . Toraculomin per em piema sini,;tro. con l't'Sezione sullopet·io,.Lca eli rin· 1 :l centimelri clelia li' co,;ta. nella liDf'n asL·ellarc medin. l.'op(>ralo mori dopo ' enti giorni (o,pedaledi ~a viglinno. op. ,·apitanu Oll'redi) . .\ Ila torart• nlcsi ed alle altre opurazioni dianzi menzionate pnrtecipn ro11 0 gli o.:;pednl i e !e i111'e rllleri tl presid iarie rC'gislrnle nel segneuLo quadro, nella mi .~ nra e c·.o~d i esiti mo11o l't> liet ppr· ognun o di es~ • in dieali .
n
STATE RSKI:JtTB OI "RA 'HE t.',\NNO 1 8~!), ECC.
1 -\.:1!1
Ost•,.l:\11 l'•f inreruh'r.e
Mu~~im·i Hnmlone et!
A"li:'Siano; rapi·
t.aui Ro~f-10. T ommasina, Aprosio; 1>·llt>lllt FnllOJ'i, Sulliolti, sotloteneulc Pasdu•lto. Vt>ll tii'Ì8 . 3 :l • Capilnno .\ t•tluino. Pinet•nln Il l iCaprt.ani Bohbro ( IO operaziou.i) e ~tac· r·agno; len,..utc Giani. Extlll•s 2 :? • l'l'ne.nlt> Ci~:tliutli. Nov8J'tl . :? 3 " Capitano Paglluzzì. Hat·d . . . t 1 l » Dott. Per•·ou, meuico C'ivtla. AleFs!'fllltli'IU 13._ 21- 5 M.A:zgiol·i Corvo (W nperazioni) e Pernnacci : c·a\11lnuo Ver1-i. In un caso, non inJiculn 'opt~ro to r•e. 11 So vig lin no . Ca piJ,atli Ofl'r·edi e Bo<.zi . 3 Ca.F~H l O . ~~ ~~ 11 Capi La. no Cnnw iLi. Miluno. n H 11 Maggtol'i Calde l'lni , Falcone e Prse.Jdu; cApilan0 Hi!<ui nl. Rr escia . ;J a Capitani F i"'!'O I'e e Vieedom ini. l J Capilt~no c .. ema. Cr•emonn P U\'ÌEl. l l " Capitano Lu/1olli. Gt>ll0\8 H I l 2 Capitani Pea 1'8Z?.I (!l opérazioni) nl A:-Leu~o; lenente llellru·i. Vet·onn 7 3 ~hll!~iol'i DPi uwhù e Calvieri: <·opilano C8\'87.ZOC'C8
Le~nu,:to
Padova . Venezia.
:)
:l
a 2 TPnente Lli-<CIII.
2 2 2 Capitano ~1Aggella e tenente Tomba.
r) ;) 2 T<-nenl•l colonnello Cavrgioli e capitano C:ilanna 14 opera7.•oni)
Udine
:3 il '' Cap1tan1 Ber mwci o Far alli ; lenenln
Bolo ~;ua.
l ~ 1 11
AIIC'OIIO .
Onga r o
l M11ggiori 1\I Oil!\l'i e L 1ùr oia; capitaui Mònelli e IJeruar.Jo. G9 M all~iori Monti e Pu::colo: cap1laui Ca·
rino, C:npobrunco e Menuili.
Ch1eti.
F1rcntc. Livor11o
Romu . Cngolint·i.
l l • Capitano Palr uuo 2i t!l :~ Maggio ri V111tll e Vnlpe: capitano AI'I'UZ· zoli: L<>•u'nli l>t>l Pr1ore, GroLLi e Dc Fihppis.
Capìlal'li Morol'lini, Ma rchelti e Buonomo 5 I l » M H{.!J:!ÌOI'o lJ'An•h·en; ton enle Pi rnp in ~Jii. l :j " Muggiot'll M o ut nni, rupiLuno M:~S!"O.
11,.1.0
OPKRAZIONI CtiliiUR GICII K
• USfl<ltlali
Vll<'.l':tlor·i
cd i nftmnerie
Pt'l'U~i A.
Te l'Ili Ree!. Gaela Cava. Nocera . BAri M0nlPieone Paler·rno. M PS!':inA. Catania .
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Capitano Alzeni. TerH•nlfl Fnlcone. •J 1 )) Capilann Giorgio. 1 1 J Map-giore De Rem~ i. 2 4 )) Capitano Cacace. 3 8 )) Maggiore Cell i . j l )) Capitano Fascia. 2 2 l\Ia:.r~<iore Alvaro. 2 3 l) Ma~giori Aslesitlno e Ricca; capila no M in ici. 1 D Captta11o \ 'ila.
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Plll'ateerates l nl'tlcolal'l.
Ne vennero pratir.ale 115, delle quali: St>i a Torino (op. maggiore Handone) con esito favOI'evole: c.iot'• quattro a gin occhi e dno n ginnlure Lih io-tat'St'e, Lnlle per ''er·:;nmeuti sierosi od er11alici con secnti vi a les ion i traumatiche: in uno degli operati per go nidnn'lo, la puraeonlesi pHrrehbe es:;ere stata pra1icata due volle; in quauro ammalati ru adoperalo il Lreqnarli, in tluo la puntura semplir.e; f)wtll·r o a Horna (op. maggiore Di Fede), mediani e aspiratore. pet· versamenlo !. ieroso in tre ed omatico ìn unn: ~-:li es iti furono: guarigione in una, breve li1:enza in altra, Jicen11a lunga in due; /Jw in Lìvomo, merliaulenspìratore: una per goniòt·arlo :twlo traumatico (op. maggiore Francliini); l'allra per raccolta puru lenla (op. Lr nenlc Pncci): esilo òi guari gion e in amlred ue. ma con psc·ndn-an ellilos i nel la ~'<econcla;
STATE ESEGUL'I'E OUHANTE L'ANNO 11 88\~, ECC. ·
144· l
Une~ a Cagliari (op. maggiore l'anara) per gonidrarlo e mediante aspiraLot·e: esito ignoto ; Unu in Alessandria (op. maggiore Peronacci) per gonarlrite :;uppurala, medianl.A aspiratore: guarigione e riforma: Unn a Messina (op. maggiore Bonanno ) per gona rtriLe suppurata, mediante aspiratore, ma senza risu ltato. Si dovetle qnincli praticare un'incisiòne di~) centimetri al lato eitemo della roLllla L'operato, cile già prima dell a gonartrit.e era stato all'etio da polmonite doppia, ebbe poi anche a solfrire di coxite con ll'ISsazione spontanen del femore e d'altri malann i, tr'ovavasi in via di miglior·amento in febJmLio ·1890, come risulta dal r·endiconto nosologicò di ([U81 mese. Dehho tuttavia notare che in ordine alla malaLtia sopt·a indicata del ginocch io havvi qualche incertezza nei documenti. In taluni è qual iOcata positivamenle P•!r s'i1w rite pnl'nlMttct, mentr·e in un altro è della perigont;te.
A.rtrotoanle.
l] nn. in Torin o (op. maggiore Randone) , moLivata da gonemartro traumatico e praticata mediante incisione :1 1 lato interno della rotula: guarigione. Un'altra in Aqcona (op. maggiore MonLi) per sinovi le pum lenta ad nn gomi l·o: esilo ignoto. Ona Lerza a Firenze (op. maggiore Vinai) per gonarlrosioovite purulenta traumatica, mediante ampia incisione e con esito tl i ~narigione . Una quarta a Li vorno (op. cap ilanò lluonomo) per gon:~r Lro-sinovi le puru l e~ ta, spontanea ed aculil'sima. Quesla opefl'l
/
OI'I!. II AZIONI ClllliURl:ICflE
razione ru pt·utinLla con tJILilSÌ nessuua ~pcra nza di riuscita. trovandosi giit l'ammalal o in preil<t n fenomem setlicoemir i, ~voi Lisi mollo r <lpitlarnenle. et! in elfello la morte ne fu solle· t'iLa( l ).
Può for~c c:omprender,;i fra le arlrutomie nno S\' UOlamen to di g-onulmrtro lrntunatii'IJ. pr.llicato comempurane:tmenle alla spuet•atur;l tl'un complir.llllc ematomn periartit·nl :~ re, ma non ne fu :thlt:t,lanza specrficato il procedimento (ospeclaiP tli BolnJ.!n:l. op. rnptlano 'olino). 1•nrn ecntetd •uldo nalnall .
In dodi1:i ammalnli d'idropealìcile si nt omulicn furono pral it:ate cirl'ì\ lronta pn t'IH:I'IIIes i utl1lorninal i con l[uéi l'i:;ullamonti elte ognuno wno ~co . OI.Lo morirono e tfUtlltro otlenne t·o qua lche migliol'lLlllCnlo. Delle parac:cntcsi, "l O eh hero luogo in Torino (rn:•ggiot·c 1\ anùone, capitano 'l'o mma:~ in a. leneute FatLOri). parecchit> in llolngna (maggiore Monnri l. ;; n Sir:tcusa (maggiore Lolllhardo}. i. a t:a~linri (nw~~!Ìorc Panara e capiL:J no Sequi). :1a Ct·<'mooa (capilnno Crema), l a Genova (capitano Astengo). l in \ncona m a~!!io re t: elo:>o). l a Firenze (maggiore Yolpe). l a Li\orno (t·apitarw \lorosini). Il ) J:aulllpsia loa poi lnllo 'cronosrt•ro un O>IC.>·PI'ric)5till' dPI renum•, •la• condili alln rliallsi con •ll,tarco •lt•l p;·r~o,llo nl'lh l':trte f"'Sieriorc. In rtueolo ;·a~n l'untor"la h:J pure riwl:~tu un rall•l a.'>S:li singolare ed importante •l'i nv;•r,ium• srtlam·uic:t non l'rlllln so,l't'li:tt:t, consistent e nella tra'l""'xlo rh• d~l Cthii'C o del ~-:m~•l vasi. n••ll 'hovo~r:.lonr del ventrieoli del runre P •IP.Irorhdne d~l ':l'l flt".u.lr ttl, uel tr·ov:tNI d ft•gn to a siuistra u la milz:l a oJe,lt':t è ~ntrh"·~··~n tll~pcJ~It.iOII'' d;•l lu ~ltun:trll t• d~ll ' in!t•stino c r :lSSu.
sT.\ tE t:Sl!:t.t:JtE uun .~TE L'.\NNo
IXS!l, ~;cc.
l ;.4.;~
.'i praticarono con esito IHorevole due enucleazioni di glolw ot·trlare: una nello :-pedale di t;aser·ta pet· e~ili d'oHalmia inlrrn:t. Clln minarcia d'ollalmia eousen:;uale ncll'urd11o nppchlo (up. tenente Tre\·isani): l'altra oell'infrrmeria presidi:tria tli t:as;de per feril:! da scoppio di t•ap:-ula di dinamite in un :\O ldnro n c11i per la sles.;a ferita erasi UU\'UI o giorni pt·imn •ltMtrtu·olare un pollice (op. capitano Camelli): P11re ron osi Lo ~oddi:- racenle vennero e:-\egui te alt•nne operazioni di fistole c tumori lagrimati coi processi richic:'li dai singo li casi. :\e rcJ,:i strarono una cia:H'u no i segtH'llli ospedali: \ e n c~.ia (op. tnar;giore t:iacome lli), Ch ieti (mnggiMo l'ran;~,a tar0). Caserta (tenente Tt·evi ~;mi ' . Reclusorio di Gaeta (t:apitnao Cinrgio). Pnlerrno (maggiore Di Fede). Fu esportato da una palpebra inferiore un etLropio consorutivo a l'eri La lacero ton tusa: Laglio a V: esito favorevole (osprdt~l e tl' \l c5sandrin, nta~giore Corva). \ d 1111 ammalato d'ottalmia hlenonagira fu spaccata ron \an raggio la palpebra superiore, seconùo il metodo Cra mp~ou (ospedale di .\l ilanu, op. ma!!~iore \'altino). \ cnnoro esportati due pterigi, un libro·sarr.oma dollnron· ~i unti\ a d'una palpel1t'a .;uperiore. alcu ne prociclen1.e ir·idee e qualtt·o (·n la7.i. Fu pr.alin\t;t una parncentesi corneale in 1tn caso di ~la li lr.ma cd in 1111 altro di tricbiasi con cheratite ulcerosa venne l:'~eguita la tt';lpiantazione dell'arco cig-liare secondo il metodo Fw•srlw- -t l'iL. uttenendosene la guarigione (o:;pedal c di t:asort.a, op. lllaggiore [anelo li). Fu c:;traua da una comea un'elitra. d'insello rimnstavi infitta (o~peda l t- tli Gneta, op . Lt:' nent o colonnel lo Barocch ini).
01'8RAZlO~I
WIHUIIGICB E
l!ll!lte rutlune rorzllta di llrtl .
In nn c~so di retrazione dei muscoli lles!'ori d'ambed ue le c·oscie per viziosa posizione mantcnultl dmanle il cun..o d'un grave ileo-tifo. ru praticata l'e,.;,tensione fni'ZlJla. dei duP arti :-~o Li o l'azione clorofOt·mica, tenendoli fJuindi in posizione relln mediante :o:Ler.t he o bendaggi. Disgt·azial,nmeute tullo ciò fu inutile. poichi· l'operato wot·i dopo un mese per nllre cottsesegnenze dell'ilf'O-tifo lB.oma . maggio1·e Di Fede). Operazioni 1•e r fillltolt" e seni lltttolo81
Fi.s-tolt· on(lli. - Ne l'ut·ono opemte 56. di cui: l O a Hom.! (operatori maggiore Ili Fede. capi tano l'et·sicheni. tenente Cusaoi): ~ a Torino operatori ma).!gicH'i Handone ed \ ~t csian o) : 1. a Vemnn (operatori mnvgiore Carahha e capitano Stlvesu·i): 4. a Pal ertun (opet·ator·i maggiori .\ lvaro, t: eloso e Di Fede): 4 a .\lessina (operator i magl!iorE> Ricca e tenente Cantelln): 3 in Ancona (operatori ma~giori .\fonti e P:~>.coJQ): ~ n Cnserln (op. capitano De Fnlro); 3 a Venczin (op. maggiore Hiacomelli: in nn cnso l'operatore non i• indi cn to): 1 a Xovtu·a (opet·atori lenente colon nello Olioli e ma~ giore emplici): 't a Piacenza (oper-atori mn).!j.!Ìori Pirrn-Piccnne rcl Elinntonio): 2 :1 PadO\'a (n p. maggiol'c Aslog-iuiiO):
STATR ESEt1UITE D UltA~TE ,; ... NNO
1889, ll!CC.
l U5
z in .\le!'sandria(operatori maggiori Peronacci eCorva); ·2 a Brescia (op. capitano Fissore): 2 a Trevisc1 (op . capilano Ol'lnmli Giovanni); ~a t:nva (op maggiore De llenzi): l in ognuno dei seguenti ospedali: .\lilano (op. maggiore l<'alco ue): Bologna (maggiore lmhriaco). Firenze (capitano \.rruzzoli). f. enon:t (capitano Frigoli ), ,avigliano (capitano. (~arrone) , Bari (cllpitano Bi:<ceglie), Calanzaro (capil<•no l'asq uale). Gli esiti rurono: guarigioni ,\.9: migliorawenLo 1. ril"orma '2: fOntinuazione di cura l: non indicati 3. Processi operativi: spaccatu re in :j3: legatura el a~ ti ca in l : termovauterio ìu 2. Smi fl.stolo,vi. -Sopra 30 ci rcn operati, 1ruasi tuiLi tnedian le sp::wcaLIIL'e, s'oaennero ~ l guarigion i e 2rirorme. l'or !jli altri, o gli esiLi non furono intlicati o oon erilno arwora definitivi. Fra essi furono part•colarmeoto notcvol i cl oe casi: uno di seui inguinali superstiti ad una ~~ um radic..'lle d'ernia, stata rana parecchi mesi prima col metodo del pror. Bassini eli PadO\'a (Cagliari rnaggiore Panara): l'nllro di un seno dell!t lun · ghezza di '20 centimetri circa ad un in ~uioe, corrente rra Les:mli duri ed iuspessiti alla profonditi• di 4 centimetri dalla spi na iliaca anteriore superiore alla radice tlello sc•·oto. stato spavcato con iucìsione a strati e riuscito a )!u .• rì gio n~ al par·i del teslè ricordato (ll!:'ssìna, m·•gginre .\stesiar10) 1
Op cruzlonl e riduzioni d ' ,..rule s trozzate.
Furono e!'egu ite tre emioLo mie iug11inali, una con ~si Lo d i op. teoenLe 1·olnn nello t: at.r.ssi), E' due altre r.on esito letale (Napoli , op. capitano Sciumbata).
g • • ari~ione ( flresr:i a.
\ cnncro rirlutle tt·t• ernie iuguinali ~ lrozzatc roo esito l'elice: una in Padova ( mu~giore Astegianu) . l'altra a Bar i (lenente t•olunnPIIo Baron:hini), la terza a Tre viso (capitano Orlandi l; iovuonr). Nello !\!Jcdnlo di Pudova la riduzione fu ottenuta so lto la narcosi doroform ica e ca po' ol :!entlo l'i nfermo. Trn c h e otomle . ~ o furon o JH'nticato dnc, ma seuza risultato, non tl:'scntlu..; i
riusci to ad evi ture la mort e degli operati. r ua fu falla H Piacenza (mag~I!H'e Picca-Pi ccone), l'alll·a a Boma (tenente coloun ollo Bicdtm!i). ~ e l prim11 t' a~o trnttavnsi di laringite cronica gia riusci ta 111 l esito nlt:emtivo a co r uplicn t;~ ad inliltrazion e luher('Obtre deg-li upit·i polmonal'i, t'UIHC fu Jimostrato dafl'auLOpsia. l~ul secondo la minnccianl e a.;lissiu er.: slat:t ca usata da Ltn'ul c era;~,ioue u~ uln do! le cOJ·Lle vocali. sopraggiunta nel r·or:;o d'uu il co-Lifo drc fu por <'<I USU ÙCIIa mOrte.
Si praticarono ollo allaccialure d'arterie. c:o,.,: l/'1 d'orf' I'ÌI' li'IIIJIIII'IIli. dt cui due per ferite d'arma ùa la~ lio ed una per ferita d'arma a fnocu: quelle in borghPsi c perciò d'esito ignotu. perrhi· non tratlenu li allo spedale (ltoma. operatori lenenti Pirnptnelli e Cervelli l: que.;ta con C);ÌL(I frrvorevolt· (Bari. op. maggiore l.tndoli): 11'1' d'artrrta l'mlwf,. per ferale e con guarigione: una a Parlova (o p. len rmH: ~nntorn). nltra a Cava (op. maggiore Ile H.eo;~,i). la ter·z:\ a. t·: irgcnti (op. < ·apilnno Haineri): quest'ultima fu eseguita nell'tll'cnta palmare supediciale:
STATI'. ESEi;IJ IH: DU RA"'TJ~ L'ANNO J ~X\1 ,
LCCC .
Ji.4.7
1t1t11 d'nrlt•ri" rlllJitnll' per gn\\'6 ferita lncrro-conlusa all't'stremo inreriore d'un aotihraccio. la •Juole richiese pure la sutura d'alcnni tendini L'emorro)!ia ru rrenal.t, ma soprav"enuln poi la cancrena per contemporanee lesiuni della rn diale e del nervo cubitale. si doYelle alcuni ;.domi dtlpo arldh enire .ttrampotazioue dell' anlibraccio (Genova. op. magJ.!Ìot·c De Prati):
•
11/ll/ tf' (/ l'/1'/'Ìtl sCUJifllfl l'l' .'>1/f'I'I'ÌIIi'l' neJh~
ro~:;a ~Oj)l'il-~pi-
per emorra~a :-ccondaria in t·aso di ret·tta d'arma a fuu1·n. il cui proiettilr. penetrato nel ~" ::pazio iutcrcostale sinistro, so1'ti d.dl a fo.~sa sopra-spi nosa. Dopo un mese d:d la ferita insorse l'emorragia cun produzione d' ematomu. Spac r·ato questo. si ~copet·sero gli estremi beanti dell'arteria e rur·ono lega ti in rilassa, con huou esito (Tori no) op. rnnggi ore 1\ andone).
llll':l,
lnll e~ti
ltl\lnaAII.
OILrc a qul'llo già acce nmllo di fralllmenli di remare di coniglio in un ca~o di resezione ad una ~amba, fu pure praLi t'alo il seguente: ~opra una va:-ta pia~a dascollaLura nd uo piorle l'urooo innestati hrandelli di pelle di rana t·on C-'ito r:n·orevolc(ltoma. mag~iore Di Fede). Altre ope rozlonl . Al'''/'1111'1' , • .\t'llfl/.(t!llt'nti d'a.~n·..,si. -
Ui lJllC:.Ir alli uperulivi ~.: h e occorrono numerosi nell o cl in iche clril'llrgirhc, multi furono accenrw li ne1 rendicont i no~o l o~ i ci e nelle relazion i annualt degli :;pedali. ) l a poichè quesLo ru generalmente rauo in modo :)Oill lllario, non fu possi bile ~per·it i cn rli in qnesln rivista , all' infuori ([i qufl ll i ehe si riferivano ad ascessi della
IH8
tl'PERAZION l CIII Il U RGICifE
rossa iliaca interu:te che vennero mcnziunali :;olio il lilolo di lnparoLornie incomplete. Pr~nderò piuttosto argomento dal presente tiwlo per riparlare d'un genere d'oncototl'lie che seuhene molto mode.~Le du l lato operalivo, è però, a mio parere di molta importanza per la sm1 utilitit. Alltt do alla rura dei bubboni venerei co l metodo Pizzorno che richiumai alla memoria dea colleghi, me· diante una breve nola slampal.a a pag. H50 di q11esto giot·nale. an nala 1889. Dalle info1·mazioni racnolte dai documenti stalislici e da quelle che parecclti colleghi da me pregati ebbero la GOrtesia di favorirmi. intorno all'applicazione di tale metodo curativo nel 1H8!}, Ilo potuto raccogliere i seguenti fatti ed appt·ezznmenti: n) 'I'm·ino. - Furono curati col lllelodo Pizzorno sollaulo dne tdlir.iali: guarigione in ci nque giorni . /J) Alr•s~>muh·ia. - Fu dello che negli ospedali ò'A icssannria e di Savigliano e uell'inret·mel·ia presidiaria di Ca!'ale il metodo l'izzorno era già in uso e se ne ouennero risnllali 8/1/mdidi. Ma non si ùiedero cifre io appo~gio di cosi lusinghiera asserz ione ( l). f) 81't'.YCÙI. - Il meloclo Pizzoro o fu adoperalo nello :'peual c di Bt·escia ~u ·11- ammalati, 41 dei qua li g1tarirono con uon media di 20 giorni di cura. Negli altri :3 non s'ebbe ~ iovam ento, essendo:-;i poi dovn lo ftll'e spaccaLure e ra~clt i a lure. (l) GlmllrantiO da quanltl fu rlferiln d~J 1uagginre mrdict•
PPronacci in una
~un mNnoria <ln la le! L'l nella rt~nferenm .tel29 settem1Jr11 !890 ueUo s1•~dah• 1!1
Afc;s:ulttria, •lehbo 3fl!lllre che uell'or.tdutln spcd:'llc, almt•no per !IU:llllO si ri· r.JrbcQ al 1olgeut~ anno, oou ru ph1 prccisOuleuto Il metodo Pizzorno 'lllcllu ol\11 ru nppll,•ato nella magg,oranzn olri huhhonl venprei. Ciii non PStMlCl vi fnrnno Ol.luuuti oll.imi risultati cl'o si riussm11ono In lilla rlel!enza mr.dla oli 1~ gltll'ul.
STA LE ESEGUITE DUR.\i'\1 E L'ANNO 1RR9, ECC.
Ji..i-9
Fu JHII'f' IJ)alo nell'inf~rmeria di Cremona ~opnl alcruli nmmalati. Tal uni di es~i guar·irono in menn di l:; giorni: in altri occorse il hiso~no di successive spat·calur·e. ~o u o~lanLe i parziali insuccessi, il metodo fu dichiarato utile. ti) ('nm. - .~ello speòale tli Cava il metodo Pizzorno era giit in uso dall'aprile I HSH. XellH~!) vi furono solloposli flfl ammalaLi i quali. ca lcolando dal ln data della punlur·a. elthero un11 degenza media eli :3~ giorni; degenza che sarebbe slaLa :mperata in i.i'i di essi e non r·aggiunta in altri :>4. La media degenza dei primi i-5 sareltbe :;tala di 61 giorni: la media dei :j~. sarehue :-Lata di IH giorni. Lo spedale di Cava si loda di questi r-isultnli ed io non dubito cho vi si farnnno anche migliori . 1•) l 'nL''I'IItn . - Durante l'anno 1880 vi fu sperimentato il metodo l'izzomo e :;e ne ollennero buoni risu ltamenti, inq uanlochè molti a mmalati J!Uarirono pii! sollecitamente. l n alcuni casi non corri~po ,;;e e si doçelle ricorrere alla spaccatora. St ::ogl!iun~e però che Lluesli uhtmr ammalati presenwvanu condizion i generali poco propi1.ie. \ d t•gni modo non si diede alntna cifra nl r-iguardo () Cntan::flro. 'opm :i8 ammalali tli bubbone vener<'o suppurato. 19 furono curali coll'incisione e ·l9 col metodo l' izzMno. La guarigione di questi ultimi ebbe luogo in un pii't l11·e"e periodo di tempo (che però llt!n fu specificato). Fu tuLLavia SO)!ginnlo rhe il metodo hn sempre corrisposto. dando lodevolissimi ri.-ultamenti. '/) Trnprmi. ~ei rendiconti nosologi ci -..i fa cenno di ;;ei ammalati di huhhonc st.'ILi curati col metodo Pizzoroo. cinque dei IJUali t:CJ n succes~o t8giorni di cura ) ed uno senza risull:\lo. h) Cntnni((. - t:ome a Trap;lni : !:>Oi cunt li : cint[ne r.on
esito fuvot·evolo (uon fu pt•t·ò dello in quanti giomi) ed uuo senza risultato. i) Fil·,· n;,·. \'i furono cura Li l :)6 ammalati di l•uhhone ''encreo suppurato l'Oli diversi proce ...:;i, in alcuno dei qnali il roranlc s1 l• piu o meno accostato al metodo Piuornu . IJne,lo peru non fu mai apphcato in modo re)!olare e meLodiCO, colli che non se ne può dedurre alcn o corollario, né prò nt• ronl ro al tm•lodo stesso . /) lll':,!li u::;ptdali !'delle infcl'lnerie presidiarìe e speciali qui non atcruws li. nulla 1·isullò tla1 documenti statistici, nulla si :;rppc in altro modo intorno al modo con cui vi furono cu1'<\li i ltuhboni vono1·oi s np~Jnrnl i .
Non osl nn l.r gli i n stH~I~es~ i sln.ti segnai<•Li. non posso ristarmi d;d l'llCcom an da ro ni t:ollogll i rl ' essere perse,'eranti uell 'appli1:azio nu del 111 olodo Piz1.orno (•1). Estirpo :: imli r/' 11 IL.'fh ir· i ttl'll?'nott•. - Ne l't trono praticate G:J. Sll/11/'1'. • ~ollatlLO fnt i l10 rgltcsi elle in Homa ricorsero per as~islenw medica allo spcdale militare forano praticate da;.: li ullìcinli medici di 1-~Uard ia piit di l 00 ~ ulur·e per ferite :; 'ariaLissimP. fra eu i 11011 poche lP penetra nli in ca vilà splancoiclte . .\tolle pure ne furono e.;eguite iu rn1litari. tanto nel suddello ·pedale. quanto iu allrt. \i· mancarono fra e::se parecchi casi inlere~~a nti r he troppo lun~o sarelthe ad enumerarli tuili. ~e n.:l'enneru .. ultanlo alcuni 1° Tn un t:a~o di gra'e ... torta ad un pit>de. run dr~tat·s·o drll'apice del malleolo esterno c con lacerazione drlle parti 1110lli a quei'IO sopraslanLi. ollrc (l) L:1 •rue.<linuo cl~ll.'l. curn oil•l hniJho ni vcnerl'i ~u ppurati con metodi plll spedllivi e tali du BVil;LI'O il p i11 r hr ,jfl IJOSso hilc le ~pncc..1.turc r le loro comr•· gueur.e, •• uLI.tmhlll'llli' Vlllll l l ul~ .t iH'I IIl 111 nllri pnesi. Ve;!gasi a L;1le ril(uard•• il Slii i(U oli 11 11 !{lOI'IIILII' lll ~dl(:O fl'lliii'CS0 1 ~ l11lll ~t;ml p;llO rWI r:IS(' . rJi l u g lio l' p. oli qu•,s to Glornn l•· , 11111:. 1191:·97, noi 'l""'c ~i nsprono 11 11 n•ntorln rl i rur:• o•l•o co n •111ellù di l'i~Y.orn o ha uwlln lll •a lr,l(i;l,
STATE KSEf.UITI:: OLIIANTE I.A'l\11
I KS!I. ~Cl,.
Ji.:>l
alle altre r ure rid aiestc dalla le:-wne. fu prallcat·t la :. ulunt delh• parL1 molli (Torino. utag!!iore Llandoue 1. 2" In seg uito nd una ferito lacero-contu;-;a a tutta :;pes~ot.w d'un lal•hro in feriore run perdila eli 7 denti. si crneutò il laltln·o cou laglio a Ve "t'ne fece la sutura. ullenendusenc una huona !!Hari!.:iunl' (\ eruu.t. m:tt:J!iorc t:araltha '· 3° l n una fenta •la arma ta~lit· n te ad una co~cia t~on 5UCces:~ìYa ernia mu-;rnlare, :;i r·rdu,,e IJIIC:~Ia e 5i fet~e la ~utur·a dell'aponevrosi c della cute ( Ho ma, maggiore t:hiaiso). f." Sulura profond a o superficia le in nn t·a,o di fer ila da at·wa da la!!lio al ptd mo d'una 11mno, con redsiono del Lendine lit'l cubitale anteriure ed apertura ùcll':1111 cula7.ioue radio-carpea (Toriuo, ma ~~iore l\antlone). Tuue cun buon P!\ilo. ENJllll'tii::Ùml· t· .,.,.u,l,m1r'ttfi di ltr11·sr• mrrcflsl'. - Nello spcdalo tli 'l'o rino $Ì e:-; porlaro no uua. bo1'Sa lllltCOSil prerolnl on ~ uppu rn.La e1l un';1 lt ra sollo:-;taule al cn pitel lo d'un pt·irno 1118latarsco, sede da alcuni mesi d'una llog-o~ i l'uugosa wn seni lt~tolo~i. illc:-;a la ~ iuotur.t falang,o mclatar,ea. <: uarigioue in an tltedue i casi (ma;.rgiore Hauùone) . Xcllo ~ pedale di Bologna fu vuotata t' Oli lretJIIUrli da idrocele una raccolta sierosa d'una horsa mucosa prerotulea, con osilO buono (mag)!iOI'è l mbriaco) . Cuttkl'i::a:;imd nttun/i . - Yennero pralic·ale cnn LeriZ7.at.ioni int~n:or renti in ammalati di artrite i~nlal;t: alcune nellu -.peJale<lr .:\o vara con 1'-iito i~n olo e due nello ,;ped.1 le cl i Cu,erla scn7.a risultato. e,scndosì poi ùoruto addivenire in uu ra-;o all';unputazione d'una coscra e nell'ultr·o nlla di sartir.ulazione rli nn'anc:~. c·ome fu notato prccedeut emeutc. :\ ello spedale di l{oma furono caulerit.Zali i jli'OCbSI Lra~vcrsi carialt di ùue \erteltrl' lombari. mn senz'alcu n ri ~tll lalo ( 111r1 ~giorr Ili Frrlc). \'i fu pure r:aii i C'rizzal ll col lermo-
fiPERAZlO '\l CHIIlURGICII e
cauterio una ferila superliciale ad un ginocrluo per morsir·aLnrn rl i enne arral1biato in un horghcse (1). ~ello spedale di r:hieti f11 c·auLerizzaLa col tenuocauLerio una pustola maligno. pt•evie profonde incisioni, con esito di gunr·igione (mnggiore L'ran1.atnro). ~ello spedale di \lessina si ottenne CIJU r·i[JeLuLc applicazirmi del rermocaurerio la guarigione d'1111 voluminoso tttmore endorale. situato in corrispondenza della branca orizzontale destra della mandibol.1 e con:;ecutivo all'estmzione di un dente molru·e; tumore che ern sta to pet· rr uaf che 1empo sospellato di natura mali~oa (mixo-sarcoma rna~nirel~olare) io ha se ad esame mic.roscopit:cl f'nllo da per~O il il competente. L'uscita di rlue seiJ nestri completò la guarigione. Sln·i!llimnmti. - ,, ennero eseguiti numerosi :'brigliamenti di paterecci. d'antraci e di llemmoni, la mag~-tror parte con esito indicalo ùi goat·igione, akuni pochi ::ent.a ind tcazione d' esi1o. l'twtalìil'nti d't>llllllomi. -Sello :;pedale di Torino fu spaccato un volulllinoso e profondn em.lloma reLro- Lrocantericu. con r1 n'in cisiono lun !.(n otln centimetri (maggiore Hnndone) e ven nero incisi o YUCJtali •·ol Lrettnarli Lre ematomi prerotulei dei quali uno romplicanle una frartnl'il Lra);ver·sale di t·orula (muggiore Astesiano). 1{-uar·igione in lntl.i i rasi. (l) Nt•ll'annv !889 si tliJ IJero puro• alt'unì mi litari morsicati da c:wl <trrahhmli.
llnllo spedalt• oli Perul!m fttrouo In\ in te 11 •1nollo tli Tormo due 'o lo lati l"'r r.o;srre soLtOitO.~tì n cura o.nlirahìe<e nrll'lstituto hall~rìulol!ico dì IIIIOII;t cflla. \on ru detto ~o ro,:;ero &Uitt pnovfamo'ute cauterizzati r~r lo slos~•> sco~Ht lo Slli'da le di lìt·c~ritt in l'io un ~oldntn a quollo !li MiiM1tJ. S'ìgnurn run• se •Juel sold:olo f<jj,e ~llllo preredentemrute c;mtPnz711LO. Nt1llo sperlnfo dì Palernlu, entrarnnn !lue caralu nìPrt :;t:ott enorserntt rwllc rr,pr lllvo slari•IIIÌ ed lvi c:tlllt'rìzzatl, unu t'tlll ncltfo renlcv r l'altr'o col ferro rl!· 1en1o•, per e,;~ere ~oUoposti alla curo antirahlnr:t nt·l lncall' istìtu t" hattcro..ln~ticu.
0 01111 la cnra. furnnu tuiLI reslrtluti :u ri:~pNtrli corf'l
ST.\TE ~SIWUITS OUIIA~TK J.',n'IO
1889, !!:CC.
11-i)3
Altro ematoma alla parte esterna d'una g:1mlm, fu int;iso nello spcdale eli Caserta (Leuenle Sandreu.i). H.im an~ono li nalmentfl da ricordare alcune <1llre piccole operazioni, qttali -ono: un'e::po rlazione d' un lem bo .:.utaneo _interdigita le rr·a l'aaulare ed il medio di una mano, quella di un leruho cicalrizi;de fra pollice ed indice (ambed ue in Peru~ i a. op non icùicato), alcune rec.enrazionl di margini scollnti in pin ghe di buuhone venereo lOSpednl e di Catanzaro. sol loLenenti Hizzo. De ~ledici . .\Jnrtesanti), eri unn dilalnzion p fot·zala dell'ano e.on suecessiva canlerizzazione in llll cnso di ragadi nnali (o::-pednle di Romn. r.apitano Persichelli). Fratture c ht!!lsazlonl.
(;li énLraLi per lhlLnre e lussazioni ùurnnle l'anno •1ggn negli ospedali militari o nelle infermerie presiclinrie e ~p e r inli. risultano dal se~uente prospetto: P~l'
I'Ar
fratture lus<uY.ioni
'l'ruppa Ulliciali
':.!2/t.
·Il
~1ar inai, gum·ùie di puhhlicn );icnrezzn
o dogana li . .\ que::ti sarebbero da ng:.; inn gere q11ei mil itari di l.ruppa che per identich e lesioni furono r.urnti in ospedali civili e nelle stazioni isolate clei c:md)ioieri. ) In il loro numero non i.· conos(·.into. Solo si ehhe nntizia di alcuni di essi col mezr.o di pr·ati t~he amminisLrative nl ri ~rutrdo pervenute all'lspelloralo, ciot• per 11:3 l'l'nllnmli e per l ~ lat o all'etto cln lussnzione.
lll•to;u I~IIINI l III RUI\I:ll;ll l!:
Fra.tture
Le frallnrP noi<'. t.'0111prcst> le l:} um !l~uc, sarebbero pm·Laulo 25'i. cos1 rrparlitt.> 111 ul'dme a se,]e: 1 eli crani•>: l di 1ertelu·c: j :j th lll:ISI'CJiarÌ l'd allri Os-.Ì rJ('Jia fatr•ia; :n ùi da' wola: :; di f'11Sif'; !l cl'umel'll: :1G tl'anli hl'nf't'io: ::>n eli ossa dt•llc' 111:tni; •l :l Ili l'emo1·e: (ì di I'O itd n: fl7 tl i ga lll hu : ij di O!iStl di pit>di.
Ili esse ehhcr·o o..; ito Jeralo clnt• frallure di cranio. q1tella di vertebre ctl una d'antiiii'IH'rio: quesl'nltima per· tetano . r entitlne allrt>, cllfl. per essere :ante crursate da C\'enli di sen·izio. diedc•ro luogo a worcdinH'nti <~llHninislr:nivi ùi pt~n ...ione, )!ua•·irono ne1 IHOtll elle possono ,]e,nruersi daiiP seguenti der:isioni in ortlmc ;u singuli fratturati: Per 2. pen . . ionc di 2• c:lleguria: Per· !l. pen ... ionc• ùi :3• l'alegoria: Pe1· /. as:>egnnzionc• al corpo cl('i VPier:mi: Per l . idoneita a l'ip•·riHicre il serviziu: Per :l. gi ud izio :;ospeso c• t'cllllinuazione di co1·a . l>i questi :!'2 l'l'a tlnl'llli, !l (c.omprc:oso quel lo giudicalo idoneo a l'iprenrlerc il sen•1zio) ern.no slali curaLi in ospetlali mil itari, J:l 1'11 ori 1li quc:-:ti. Qunn lo :d gnl.!lo ili gu:ll'il-{io n•• Oll.l" llllto rl:~i rima nenti 2:3 1,
'
~TATJJ: .ESI!:fìUITE llUHANTE 1:.\NNO 18$H, ECC.
14.jj;)
le inJ'o rmazion i i'ut·o t10 nella grancl u. mug~ i oranza sollalt to sommarie, t;Ìoè senza s pecilìctlzione dell'esi ·tenza o non d i reliquaLi producenti lf'~-; iuni di forma o di fuu1.ioni. ~'ebhero soltanto piu CII'CO:.tanziate Mzioni intot·no :dlc fraLlure di femore occot·se nei mi! iLari di truppa ( l':? sn l :l). flu e ti i essi. stati curali in ospedali uivi li. ranuo pane rlei 22 clt61 rome sopra si rlisse. furono o~geuo ùi provvedimenti amm inisttativi. (;li altri IO ven nero curati in ospedali 1uiliuui r·u n i seguonLi risultati: D111', stati CUI'<\li coll'estensione eonlinun meùia nle pesi, t•inscirono a guarigione sen:r.a relirp1ati (ospedali Ùl Nova t·a e di Pudovn). (h111ttrf1 furo no carilli con J1endaggi al gesso orl al silil.ialn poLassieu, o t'l i ess i : Uno gnm··i con l.re cenlimeLri d' ncw rciamenlo (ospecblo di n nela): l 'n ~eco n do f11 inviato in li t:orlr.a tli ;;ei me:: i. il d10 fa eredere :1d una disrrela gnari).! ionc (ospeda le tli Ptll'llla): lln lerzo gnarì con ca llo vol 11 minosu P deform e, con in ~una nt o nlo della coscia ò r.ou raccòl'ciamenlo ùi lrn (leniimetri: in qne~to frauunllo coesi::Lel'a no :ti Ire lesio ni nil' nr·tn ,;npr riore del Ialo oppo:;to (t nfermeria presi•littria di .\ucer:1): Il quarto guarì con pseudarlrosi e l'n riforma lo (ospedale di .'\apoli): in lrnesto caso la fraLtur<t drl femore era, per quanto pnre. complica la da frattura clelb. Lihirt ucll';ll·to slos:w. l 110 fu cnralo con !J e nda~gio amidatu e ~· o n piano inelinalo. erl ollen nc. una guari gione rcgolara (ospedale di ~a poi i): .s tato curn1o con mez:-~ o non intlic~aLo (infermo1·in di Tro1•isn) f11 l'esLilll l.ilo al corpo col l'incliraìlioue ~o u P:'i ca d i
a,u,
~U:tl' ÌIO.
/Jttt' vPn nero r·nrat i coll'appfl r(\l'r.h io l'i :;lono (nspo1lali di
OI'EIU,ZlO~t CWilUiit; ICI:lJ..:
Brescia e di \"erona) e su•·Lirono una huona guarigione. Per tptOilo curato a Brescia la gu;u·i:,:ionc fu q n:~ li ficata perfetla. fl fratturato rli Verona, caporale d'artiglieria, dopo Lrr mesi di licenza riprese il proprio servizio. Nel fratturato di Brescia l'apparC(il.:il io fu applica to qnasi in primo tempo, cioè dopo alcrllli giorn i di cura :llltiflogisLiCa. fu tenuw in sito per 40 giorni e venne pcrfellarrie'Ole tollerato. l n quell o di Verona l'n invece npplicalo dopo 20 giomi. durante i quali erasi usato un bendaggio al silicato. Nei primi gi01·ui fu poco tollerato. ma poi. meglio a~ginstalo. fu tenuto :;enza incomodo lino :l ila perfeua consol idazione del cano (l ). Hcl 13° fratturato eli coscia. che ru nna guardia di finanza. in cni oltre nUa frattura del femore, esistevano frauure e lnssnzioni ùegli os~ i metalar:;ei del lato (lpposto, nulla !i i è sap11Lo intorno al modo di cura ed all'esiLo otten uto (ospedale eli Milauo) . .'ielln. p1·ecedente rivista fu dimenticata una l'r·attura di femore che put·e meri tava d'essere t·icordata per la liu•ma gnarigioue ouenotane (ospedale di Gaeta, anno ·1888). Il l'rnttnraLo. un marinaio, fu cu1'nto con appat'ecchio ad eslen. ione continua mediante pesi, e guarì senza les ione nelle funzionaliLI\ dell'arto e co n appena due cemimetri cl' accorciamento (dn una memoria del Lenente c;olonu ello Bnrocch in i, stata lettn nell e t:ooferenze scientiliche di quell o sperlale nel 1l 0 trim es lt·e 1~89). (l ) Nel hl <'llerlu le di Veroun fu U!nf:lf.ll l'applicazione ilt•lrai•P:treccllio Plslonu iu '"' :unm:tlalo di risipola clte, ~·~Witoslocl dollriv da una llnestra dello stc~<~1 <JICtlalu, rilovu, oltre a•l :~!tre (;ro\'i le~ioni, la rratllll':l d'un rcmore. Sfcromc l 'nrto fralluralt> .:m pur osso inv!l.Su dnlln risipoln, l'ap(><Uec•·bio, com'ora n:ttuml~. ti•Wt<Llt• suhiln 1!SS!!rtl rimussu. Qu~sta rrallw':l. essaudo accirlautatmenlo· nccor~:o in iudi\'itluo giiL de~rnl•• u~lln spellai~ per nllra malatUa, uoo e comlHHata (r'tl l~ 241.
Lussa.zioni
Lr (i~. IIJ Ssa:~.i o ui . ctllllpresn tjuelln ~ tnltl CtH'fll.a fnori degli speciali militat·i. f1Jrono le sel{uenti : !'l tli t:lnvicola; ~H di spalla: l ~) di gu111 ilo: l di radio in allo; 2 eli mano; l ti i poli ire: ~ fnlango-l'nlnn~eo (mani): '2 di fomore: 11 di J'nlnl n; :1 di pi ode: l mctatnrso-tarsea: l d'alluce: :1 d'altri diLi di piede: l tli :.cde non indicata. Ili tutte queste l11ssaziooi, le non ritlotto e le ridolle con reliquali incompati l,ili col servizio. sarehhcro slnte soltaolo Ire: unn !li gomito e dne di piede. Qn :mlo allo altre si ha ragione eli Cl'edtwo clio !<inno riu scite a b11ona g11 arigione.
L~8lonl
p~r
ealel di ('a"alll ~ di ..anJJ .
l r end irn nLi n n:>o l o~ici ne menzionnronCl pii• di l 00. di rn i qHa ~ i la rnr.ti1 eo n frallure d'ossi. Tre solt anto fuJ·ono mortnli
in hre,·o ora: innna per fnHLurn di c·.ra11io, i11 tlne per conlu02
l~.:;~
IWKIIA'l.IONI CIIIII UHGIC TIE. ECC.
sioui addominali. l'nr.lto altre nece-:-;iLarono consecutivamente operazioni cltirlii'J.!ichc e poc lte cziandio diedero luogo a provYedimenti amminisllatin in cui ahbi:\ dovuto inLetTenire il parere dPII' J;;petloralo.
Homa 1° llO\'t>mhre IX90. /." hptllttrf' Capo •li &wila
llotL. PEcco.
;)CUULA lt'A 'I'LlLAZIONf. Dl ::iANITÀ MILITARE UAIIINETTU Ul BA'I'TI<:I\IOLUt:lr\
RI CEI~ CIIE R!TTEIUOLOGJCIIE
lVIATERIALE D.'\ 11EDIC;\'TUR.\ fN USO NEL R. BSBHCITO IlEI. llOTTOIIS
GJU~J;;PPE GJARD!NA
l.o t•icerche cliniche c sperimentali cleg-li ultimi annt suno t•tuscilc a di;;ciplinnt•c meglio la mcdicalut•n antisellil-a, o la chirurgiA militare ho fallo su questo rig uat·dc• gt·andi pt·owessi. Il materiale da medi calura uei vari eserf'ili é quasi uni · rot•me e basalo sullo stesso pl'incipiu: ror·nit·e al fet•ito t:nu metlicalura non solatueul•· asettica, ma anche anlist>llica. In molle clinichP. però. la anlisepsi ,. stata O~!gi sostituita con una asepsi riA'orosa. - Il pror Co t•rudi a Firenze si vtrlo da pBl'ecchr anni esclusivamente delln medicaturo a~et Licn, e sono noli i successi avuti in •JUP!<LO modo da Bergmantt c da vat•i altri in llalia e fuori, nonchè quellt ùi Banlok e Lawson Tart nella chirurgia adJominale neueralmenle però, tulli convengono non sra possibile in guert·a applicare la asepsi sola, perchi· richiede un personnlc adatLo e un insieme di misure rigot>ose e di mez;:i, <'Ire cet·lomonte fRt·auno difello aJ. momenlo ùella pl'itna marlicnLur·u. Do l r•osLo an co r1oll' rr Wmo eong resso inLPI'rla;:ionale di Bur·-
IH:iO
IIICEIICHE UA'I'TEI\IObOC:lt: ILI!:
lino il l.ì:sLer (l ), pu 1· ricono~t>ndo i succc&;j de.ll'ast:psi, conchiu"e atl'ot·tuantlo vnlg:a sempt·u ntegliu ttssicUI'arH con rnoztJ ;.tennicir:li l•' ste ri1it~l e qui nel i l'tlllrlamenlo IIOrJnal e del le re l'ile. Il malerinla di tuedicalura prepar ato al sublimalo i• s tato varie volle oggelLo di r icerc·Ltl! ballel'inlogiche e, secondo l e esper ierl(,o d i La p l tH~c.: (2), IIC!II cl ar·ehbo su rflciell ~~ g~:~ r anzia, menlre Sc ltl1111ge (:3) lo ha dichiarato di assai dnbbia effìcadn anli~eltica.
Evidentcrnen tP pet·n queste esperienz e non sono d'accordo
c;on i dali C'linicì: lA naPdica lut·a, giil pt·eparata al s ublimato, atlope1·ata in va l'i e '·li nicbe •· specialmente negli ospedali rni!itat•i, ha Jato seuqwe buon i r·isultati e la tJralic:a ~iOJ'ntl l iet•a di lulLi ne l'a le:,: tirnoninu~a. Difatti l'esperie u~ o rli LIÌbbet·~. di l.fl i'Oe t· (4) ~ quelle più t'ccenLi tli Pfuhl (51 e di Lelu·bechen (6) e H a rlto nu n , ·~on Lr·ur·iamente a <ru elle ciLate di Laplar·e e Scltlanf!l\ conchiudono jn l'avere del matet·ial e da tuedicalura al sublimuLo, pur ché ben prepat·alo e ben conser vato. Le anaitsi chimiche, eseguite pt>esso la nosll'a farmacia cenll'ale mihlare e niJ'cslero, (Salzmnt lll e W enuke (7), Guill oL (8) Pcccale (!l) Pr·oskau e1· (10) hanno sempre r ivelato 11el malet·iale da medicazione una diffet·enza in biclorut·o di auercurio, l.ra l'esame fa tto poco dopo la preparazione antisettica e quello pr atica to nei mesi succes$iv i. Questa difl'erem:a •'- dovuta alla paPziale lrasf'uJ•ma;.:ionfl del sublimat•> in calomelauo e soltossitlo rli m~"t'cu rio, 111~1· l'azione l enta dei sali e delle impurità or·ga11iélte s fugg il~o~ ol Jli'Ocesso di depurazione.
(·l) Semai'l tl' Mi!dicate, ag<ls Lo, 18911. 12) J)eutscil< medic.u. ll'och en.< cilr (1, l'i. 40, 1SS7. (31 Aròtileu 111&$ der rliimrgùclttll ldiltilt des /:,ìu lgl. lhl.i1•., lll'rlin, TlU'il3 (4) Deulsche mititar<ir::lliche Zeilscilri(l, /le(t ~ . 181l4J. PJ tdem., Ile(! l. !G) tdem., 1/e{t 2. Iii Idem., /lef' '!. J88\l. <SJ if1·,/rives metliralr.~ /Jctaes, ~. Il, 1800. (!l) Re11. phm·mt&cie, l u~llll •1889. (10) De•ltsc/111 ulililiit'. Zt'll~clt1·ifl, 1/i•f'/ 4, 1800.
"UL \l \IKRlAI.E Il\ IIEOII.. .\TIIII \ , ECC.
l i,() l
Li nc·k '' \ 'Oli\ 111 kc l ( l) banno 1101 di utuslntl<> t·ecl·ntemonl•· che per l'oztc,ne dl'l htclorum di mcrcUI·io s ull'ovatta e suot le:-"uli. In ,.:omma dt le!rno 111 ''"Si conlt•nnla, si lrasfGt'lll!l u poco a poco xilosio (2); il r1uulr r ••ag-isce lenlamenle sii l ~ublim11lo pl't' format·e una cnulhina1.iono do ppia di speciale ('O"lituzionr chnnic-a. Oopo quaklte ternp11 dalla pt't• pat·nzion..; perl1, In prupor·zione di ltidMut•n eli tn ercul'io t'!l,l!g iungt', IIAI muL•·rìalo dn medicazione, un lim;le eli .,-tol111il<\ pit'J 11011 ttlt>dilicubile da.l ll!mpo, »Pmpr··clw 11 prepttr!llo ,-w con<>erval" in luogo o:;ciullo. net•ato. lontano dAlle r>nmnationt .,ol(ìòr irhe e al ,.,.
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paro dalla polverP e ùalla lu"" Queste t~onclu.,iolll rt~ultano dalle AIIAii-.i qnanl.talrve. pralteale alln no"tra furrnacia ce11trHle militai'~· --u materiale pt•eparalo in l~' tn pi diver:;:1 e c:on:>et·vato dR pureccltio tempo tiPi ma~auiui degli "lpedali wilitat·i c della fMnHlCia !:'lessA. Ht~ulltllt co!';Ln nlt l ta pur e nllenuLo Pt·o:>kut:f'l' tlnll' esa111~:
dui pacelt ott.i dR rH c•Lcaziono lt3dei':'cltì , ~"' p1•eparnti da q n alche te mpo. E pertanto evidente che, !<e ti lt•allarnonlo al o;:ul!liruato riesca H rendl't'e slor·lle ilrnalertale da tnPcltcaluru, questo pr o· ec«l<O tli slertlizzazioue debhtt C!'<Scro -<ontpr •· rwefer ilo al cnlor·e gec·cn o umi.JP. perclte, oltre alla '<l~ ri hli•, ha il vantaggio dì 11111'tare n c lmlallo c:o11 la fe rtlll uuu cer ta JUùnlitù di !';OSlnn:t.n lllllisell•ca.
• • Ili (jll(' ~l'/111011 1 lfll' tninato i l COI'80 llOJ'IIlll lt· tl"I IH ~CUOIA, 1101 per iodu delle vacanze, dur ante Il quale <o.i e:-o~UÌ><C'tJDO re~Cllarmcnle l'llldii !<pOCiali IH'I \'81'Ì ;!Aitlllclti, ho fA llO. SVOJgcntlo ti l<'Jrlll in.ticllt ..mi dol -.:i~nol' tlit·etlon:, una ::;eric Ji I'ÌcN·clJC halle t•ioiO!!tt'lre artin•· di con,lalat•e "!•61'imeutalmenlc:
ti) /J/IIII'IIIfll'tUiiU/If l't•uh·ulh/o.l/. III~{!;{ÌO 1890.
121 Wuta:t.f:ll •' Tol.t.P.N., -
/,ielny., Amwlrll !51-Sr.~•. ~ ~~!•
146'?
ltl t;ERCll.& TIATTEU IOf.Ul>ICIIF.
1° ~e il malorinle da m erlicalut·a lll u~o nel nc•ostro l'~cr ci lo ::;11\ ve,·amPnle useltico; 2• se sia anti::;eLlico; :J• nel caso allermativo per quant.o lampo e in fJ'!Uii condizioni si conserviu o In stel'ilità f' I'AlLivill\ germicida. Le l'icer.:he ese~uilP J'i{nlardauo il colone, il cambric·, la mu~sola in pacchi, i pacdJeLti da medicazione. la seta e il catgut Lu prepar ttzione del mate1·iale in esame ''ariava dA pocht giorni A due ann i (l poco più. I n questo Jno.lo venivo a Pisolv~>re inclir cllamenl e illct·zn que1<1lo elle mi ct·o propc«Lo, e::-scntlo sul'lìcientc a qtte>~lO scopo conslalar e che la ... LeJ·ililit e l'azione anli~etticn non !"Ubi~cano nwdificmdoni nei primi due 01111i. Il mP.todo adope1·nto in queste l'ice t·che è ::talo il segueu te: Dopo avere prepn r•tliO co11 accu••o tezzn h toilelle deiiP. mie mani, aprivo i p{lcchelli da. t>samn1ure co11 slrumenll Fl<>riliz:~.aLi e ancOJ'a ea lcli, ~o uo nna 1-(I'OS!"a carnt)ana di cri~:~tall o pr evinmenle :.leriliuala P cor icala sul fianco, arfìne di mc~lio clirenderlt ùa1 germ i dell'amhienle. Qumdi con pin.1.e sle· l'ilizzale e f•·edde pr endevo dei !.!lnbPUi eli colone del conll'o e .!olia supedìcte del pacchetto in ,..sume e li ndatlavo in scatole Pelri sl e1·ilizzute. DislrigRtcne poi le ma glie, vi vo1·· ~Avo f.opr~l de!ln ~<·Iali na liquida, clu.l facevo rappi'CIIdt•I'c e<ull'nppar ecchic) r ofri ge•·an te. Mi preme di n<ll at·e cltO, com p i'CSO dell' impoi'Lanza degli sl udii di Gepperl ( l), pri1oa di ra1·e •e cullu re accennale, llllllll lenHo i globelL1 eh cotone p81' '(Ualche lt-m po in acqua cli sliiiHitl, coull•nente due ~oroccie di E<Oifu1·o di ammonio e !'118· riliz'Lala, affine d• pr·ecipitar8 dalle mallht: del cotono il sublimo lo, cl 10 avrebbe polulo e ~SC:I I'O tli nRlacolo allo sv iluppo dei ge1·mi clte andavo a ricerca1·e. L e cullul'C cusill'ALLe furono la!';t;iate alla lemperatuJ'U am· bie nle di 22"- 25• C. Contemporanenmcnte e collo ~lrS!;O procedimeulo fu r ono
n 1/.•rlirm· ''""· 1\"orlrrrr-c/tt'i(l, ~. 36. 11111!1 o \, li , J89().
SlJL )fA'I'I!IIrHE IL\ \IErHl:ATUil ,\ 1 !!:CC.
l 1-{)3
(alle c:ull urt! 111 brodo e porta l'' nel lc>rmoslalo H :JZ·-:1~1• C., e pe r alcuni pacchetti fu rono falle c ulture col metoclo ùegli anaerohii di BuchnL•t·. In egual moolo ho proceduto nell'e~amo dei pacchell1 da medicaziont>, della •nussola e ùel cambric al 8Uhlimoto e della g~u·za <' colone tdl·onli, a ~copo di controllo. Il colone e la garzA ~olalllc>nle idt•ofìlt si mostrarono ricchi dei go110i più comuni; il malorialo tla mndicatn r·o prepfll'llto al !:'ubhmalo fu troYato rnvece ::renerahnoute s terile. Dn un pacchello oli medicazione pern ho isolato, verl'o il qoar·to giorno, un bactllo IIUidilic~IIJte, c-he pe1· 1 suoi caratteri morfologrci e biologici ho potuto id enlìfico l'e pe1· il bacillo .,ttbtil1s. R conLemporanr:amenLe da un all1·o pacchetto s i souu s,iJuppate u l enne colonie bianche, circola1•i, u ma r~roi nt'Lli, linomeuto g t·anulose e non tluidifil:anli, coRlilui le da gru"si cocchi val'iamenle rag~n·uppaLi, che però, inoculati negli an1mali, anche a dosi elevaLe, non moslt•arono Vll'lllenza d J sorta. Lu pr cparnt.ioue di questi ùu~ pacchetti LJ·ovati non l'lel'ili datava d11 circa 18 cnesi . .)Ji t'• nato il Jubl)itJ cile la pt'e::;cnza di ta li ge1•mi nei pacchetti fo~sc .to,·ula ati una eventuale itlllUinaz•o•u', a vvenuta ù urM ie il procedimento di cullul·a. Pt!l'll di s lC$si gertni furono t•iscontt·ali nelle cullur·e m ])rodu r~ll le pl:l ra tlelam('nte l'l qur.lle in gelaliua. Ollr·e di che , all'esame rnic-roscopieo delle culture nello scatoh.. Petri, le colon io del bacillo ~ublilis e del mlct·ococco i><olaLo si mostrat·ono intimAmente cor111 ess~:: con i filuz1. i di gat•za, in forma di t·e11e coll'ilo 11ppoggialo al filo tli ~o rza o peduncolalt• col gambo innestato sul filo stesso. Ad assicct'A re m eglio Il r iRultalo di queste l'icerchc, bo volu to acce1·tarmi, se i germi r ~olati r·e~islono o no aUa peepa raziono antisettica a cui ,·iene sottoposto il matot•iale da nwdicalur·a presso la farmacia centrale. E, per va~liare meglio il valo re di codestA pt•cp81'az OliO, l'ho pt•ovaLo cu11 i germi ordi not•iameu le patogeni delle ferile. (Slalìlococco aut·eo albo, slreplo<'Ol'co <Iella risipola , haciUo piociatwo e piogene t'elido) e cor• 1(1 s po 1·e di cat·bopcilio.
I ~IH
Ilo src,lto le l'Jilli'C d t ,·arboncl1io. come le me~lio sluu1ale pet' In resislt'll l8 agli anlisellici, ~pecwhncule doJ>O gli ul· ltuti lu vol'i di GcpiH.ll'l. C.:ol snlilo pt·ocr8t-~fl di Kul'l1 pt·cpant vo ulcunJ tiJi eli ~eta unprcl{nanùoli dci \'1\1'1 ~ermi indl(·ati, e di l"por e ùi cal'honcluo. Que,..lc saggtate per lu rcsislenta al vap<H'l' ac•1ueo c coli<' inoculazi,mi si mnslriH'Ilno atli\'IS!'ime. e allhL pure :«1 mo-<lrm•ono i fili impre~noli da~li allr1 ge•·mt. TuLli questi lìli, po~L1 in mezw a t:otonc o garza idrot1li, ful'ono Lraltali col pt·oct'!'I!'\O anliseLLit:n dt cui fa parola lo ntna tnin•slertllh' N. 1:20:1 (27 febbraio 1~90), e che IJUi •·il'i )li'OdiiCO. " Il materiale da me licazione, petofettameult! idr ofilo P pur~otnl•> 1li ogni sostoul.a estranea, viene prima lasciato per dicci minuti i11 u•• l>a~no al sublimalo co:,;ì costituilo: Sub li tualo corrosivo . gr . i5 Al cool del commercio :1000 (;licol'ina . ,, 2500 Acqua distillata. • 7500 Fucsina • 5 ~cmlc•ncnle quiuùi :, gr~tmmi d t subii malo per ogui 1000 gt·amnll dt liquulo. Poscia é 1ne!'\~O a sgocciolare per cinqne mn1ull i:!Opt·a un rialzo bucht'l'ellalo, ed 1111ine é liberato dall'ecce~RO di liquido pet· m ezr.o di nn idt·o-eslraltot'P a forza cenlt·ifuga ed essiccalo pe1· IO-l:! o t•e 111 un e!:Siccalore a 40• C • La mag~ior pal'le dt>l materiale da medicatura cile ho esuminato era stato preparato p1·ima che la riferita nol.tt 1111ni"lèrialt• andasse in vigore. cioc col ba~no al sublirnalo al :$,~:{ p. IOUO, e cos1 pure i ùue pacchetti da medicazione lr·ovati nou !'lerili. Quindi i hallC'I'Ìi i!<ohlli da questi due p~1cchelti furono saggiati colla soluzione mttrcurwa più debole; ~!'li altri con quella più forte, ora iu uso. Dopo tale traltamc•nlo anlisel~ico di tuLLt i fili in esame, pt•e,·io lavag~io 111 snluzioue sle1·ile di ~olfu ro ùi <'lmmonio, ful·ono f8lte oppm•Luuo rultur e e, pe1· quelli palogeni, inoculttzioni negli aninwll (topi, cavio, c.o nigl i). Mi ero in an tece-
l'UL llA.IIWTA LE IlA \IE III CA 1 r nA, e~(
dt'IIZA a~simu·~tto clw i l i.I'Otlamonlo t~olla :;ol u,iolll1 ,.ollìrl l'ita nntt po rl~i"."O alcunA mnrlilìeazion<' s ulla vtlalilA o vi J•ttl l•nzH
t),., baW•r t in e~re rimenlo. Le IIUIIlCI'OSl' prove fAlle, lauto pc1· 1 cocl'ltt pin).{r>llt, ,..... ,e
pot• quello della r·isipolu e per ì bacilli piociane' o JlÌtt~t'IIG fclìdo, l'tuscirono sempre negallvc. :-.lcgalivi furono anche i risullall ollcouli lla1 Jlli pn•pnrnli CCIII "f'Ur<! d1 bacillO Sllbtilés e t'Of nllCI'OCCJCCO 1'-'0ialn. :-\i può plwlanto uflet•rnar e che siffalli ger mi dovettero necessurwlltl'nLe io•Juinare i paccltelli da mecli•·flzione, dtt cui fut'llltn isolati. dopo la preparazione Rnlisellica. o dUI'Hnle l'ntlpll<'cnnumto. <IYVI'ro, com>' é più p robabtlc, (Hll lf!l'.h pe!l' enlll\'ll C011Sei'Y81.ÌOne. Esponendo infalli a ll'a ria liber u dei pac(·helli g tà ri ~t'fiii LI'Alt !>lel·tlt, Pd e,-;aminandoli dipoi si ""'luppn1·uno molte coIOIII<' di asnclLo vario, che p r e;;lo lluidifìCRI'tlllfl la gclnLtntt. Ciò dm1oRl1·a evid e nte mente che é rli nttl!'RitHn llllJIOI'lll tl:t.Ft 1 ollr·e allu buona p t·epttr azione, una BCCu L·ato CPitRe t·vazio tw
dt•l mater iale a ntiselliro. Nelle t>!<pl'r ienze falle con le :::pore di cn•·hnncltio, lto coll!lblltllo ell e i fili spor ifer·i . olopo il Lra.Lla m enlo anl isctlit·o, lnvn li i u acqu n so l fld r·i c~l e inocn laLi 119/[li Olli m n ll, " i HHlSLt·al'ouo inallivi, meotr·e nelle colture in go•latina lu~ciai'Onn !-<viluppare ancora alcuni' <'olonie. Le inot'lllaziouj IIO'l ;:olo fu rono rau:~i coni~dl e nello envie, u1a anche nei L•,pi dotali Ili g l'tut e l'ccclli ntA p~r 1'111fo·?.inne carbonchios:n. E 1 lavR~X~i dei fili in solfuro dt ammonio, pr ima dc;.rli ••sperìmt'nli, furono r1petuli più volle>, pPr· t'hllllm•re le uiLi nw trarce di s u blim alo possibilnwnle t•imnstu nei Hh slossi. Par rebbe quindi : l. Che ruzione anli"elltr.a ciel bU:.!IIO al suhlilnnto IIOll sin cffìca~:o l.)gutllmente per· Lulle le spor e ùi UIIU stcS!'a colLul·o; ciù rh•l va d'a ccordo co11 le C>'peri enze di l•:sm a r-clt (1), Ft·acmkel (2), Gep pè rL (:l) , i qua li hA n no d im osL I't~lo clte an(l) Zrtl<clm{l (tu· II!!Qinte, t. Y.
(2! 111~111. t liJl9. (:1) l.uco ci L.
li-61i
IHCBHf.HE BA ITEillOI.OC:rCIIE
d1e tra i baller·i di una !"tessa cuiLut·a vi sono sempee dc•lle diiTeeenze. che si lra!'mellono per t>r·echlarietà. co!';liluendo
c·osi un caratter·1\ di razza. 2' Che l o !>por·c rimasLe ubbiano suhilo nun ver•a atlenuazione, iu mo,lo analogo a quelln che subiscono con HILI'i pr·oce~~i chimici (acido l'enict>, bicr.unalo di polal'!'in, nl'iclo ~olt'orico diluili. Toussaint- Houx-Chaml>er•land) t 1). Nelle generaz.roni !!'uccessive perù, ,;lffnlla attenuazcone nnn .., mantenne, ~iacdté i conigli inoC'ulali eon diluizione di c·nllure in seconda genet'aziorw, muril'ono in 36-48 or e co11 tuili i f'enomeui di unn intensa infczio rw .
... •
lnlanlo da •(UC'-IA primA ~er•c di l'irer·che possiamo cunc·.hiudr re: l ' che i pacchi eli colonr. gar·za, l'CC., r pacchellleii !116· cltcazio ne sonv gonel'almenLe Rlerilì; 2• che è nccE'R~ario aYer·e somma cur•a della COIIRCI'' o.:t.iune rlei mcd ~ imi per rnanll!ner·ne lu !-<ler illlà; :{' che la prepar Azione anlisellrcn o!Tr~ sufiicicnle ::ar·anzia, inquantocht'• unn vi r·esislono i ballerii ordmAriamerrte pHlogeni delle fe r ile e quelli piu comuni spol'igeni. .i-' eire, arfìne eli assicurare lllt:!gl io lu steril ità del mnl<'rinle clu medicalura, Rnrebbc uppol'Lnno proluugaro la dur· Aln ci<' l bagno tmlisellico.
.. Molli casr eli :::uppnrazione, alcunt ùi lel.auo e d i carb!)rrclno, ;.viluppatisi nei f'orili, fu rono attribuili al calgut, a.toper·nlo nelle suture. Compreso del l'irnpor·Lanza di qur~li l'nlti il ùoll. Mounri (~) nul laboratorio dello chirnico clriru:-lfiCa eli BOIQgna, Ira l'allo I'Cl>ame balterioloi!ÌC'O del calgul I!nc·tmunn- G:Jarnier·i. Sar Li e Bollici. Trovò ~lc> ril e c:olam•·nle quello deiJa l'ablmea SMtr, l mtrrorgartiJIIti. - 1Mi7t011ù fr:IIICI'"'· pa~. !ifll. 1:!) //ollrltill/1 lifllt• $Oii'IIZ6 t1Wlichr (/j 8tJIIl[JIIfl., HIIII!{!Ìn·l(Ì II ~no, n ll llfl IN~I().
Cl) FLIH:ra:. -
'Ul '1.\TERTALK UA \IFIII CATURA, ECt;.
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menlro tlt'l cul ~ul Bollici (no>lla prop()r.done del 2 p. Hlll ed in 1fUello lltll·lmunn-Gunrtli er ì (neliH fWOporziooe dell'S. 2 per IIKJ) viclu ... vlluppar·e numer·o:.-ll rnlun e di microrgani$rni diversi. P t· rc'l quo~li, nelle inoculat.ioui sperimentali, rru scirono ineffìcad 6 1101! prOdUSSOI'II lllOI 11\t:un r.-rlOIIIP.IIO focal e. Collo ~los ..o intento io mi Jll·oposa di esamatUIL'c il catguL dtllu fu r·umcio co11Lrale mililtli'P . f'~""P"ralo immer~f·tlllolo per 1 0-1~ ot'(1 in Slllu7.ione ac•JIIOsn dr c;ublimalo al5 p. JOO. Usai nll'nopo lo ... lesso t•i gorosu procel<so di ec::nm••. di cuj bo f»llo C(lltiiO fl p r·opoc::iln ù··l cotone, della gana, e>cc. al !'Il h li mal(>. E conc:;tnlnt •·ho 1~ rultur•e r·una>~crn Lulle sterili, e le inocuhl7.inni diedero "empre rbultatt ntH:-ali,•i. Perii, cout(' ~in$lamento hn <J""Orvolo il dnll•w Mùnurì, i tìli tli cal~ut impi••gati nelle• irwculllzanni, dopo 20 !.:'turni e pr r·r rllnlllll'(ono tiiWora inlalli 11c>l !<IL•• di innesto. 8 all'o;::::e r·vt~7.Ìo ll e lllit:r·oscopira ::;i r·i lc>vantr qu o;:i i11lr!;.(t' t rtolln lw·n L!!>'silut•u ,. ci r·co rHiaLi da 1111 t·ol.ic:o lo IILrinoso r-i cco di leucot·i ti. I>el r•,•;:tn il 11011 riassorhilll"IILO di qu••sli fili. •rualt•r •l sicno a,ellici. l• 1111 fatte) t ra<.:cur•abrlo mi ,·, lr·Rscuralo r~::ulmente O!!;.(i;.:!iorno nella p ra tica chit·urE!ica . .\d o~ni modu par e accet·Lalu l'lte il tratLam~rlo al biclor·uro d i mcrcul'io, modifichi ìl ntl~ut in modo a ostacolarne il I'ÌilS$0J'lJÌIIICtllO. Il dullOI' l)j",tfers lein (1) r··r·l!Hil!J IH'CI'èri~cc la !:tcr·rlizzazione dd culfrul cui calore.
•• Lu l"Cla "" suturu è pr epa r·att• pr n::;so la far·mt~rin Ct.>ult·ule fllrendoiH bollire per set 01'1' i n una soluzione acquosa di rfOI'Url1 - lllOI'I!lll'iCO al 5 p. 10(), COIIlCnl!llle il 20 p. ftlt) Ùl gli CCI'ÌilA.
N ei '"Il t't ~aggi ratti per c·onstatm·ne la slertlil.il, si i· sempt·e mostrula a;:etlica. l i ) lftul.-11. )/!~dtt• ,
l\ 1rlr/WII.<Citf'i(l , ~8 1-((1111 111111 4X91),
Il ILR!lt, ll E Il\ r1 &IUOI,Or. JCRIJ:
•• • l :azion~> !Htlisr·Ltitlll del mnlat·ialr da medì<·alura nl );!UbliIIIALO ,. ,..u,ln in I}IIC ...lt ull11111 anni A""'fli .tiver;:;amenlc a pPl'PI.I.AlA. l.l' r·ir·e•·ch•· fall•• pero, non "'empt'P "ono ~tute eonliollP co11 q uri ri!.!CII't3 scit•uliflco cht' o~gi !-ti •·ichiedo c, fi11Cl clw ,. più, "f»'s<>o l<i ,·. ahhnn.Jonaln il Ialo pratico dP.lltl qu~ sllout> che. "''ll7.A olttlohio, non tle\·e l'l'sere mtd pet·tlulo di Vlf;la . .Alcuni l•auno 111e~"" in dubbio l'Azione anlis~ttica tiPI mAter iale al hidorurn tli metTurio. l"olu ve•·clll'. impt·e!!nantln di J.(elalìnn nlcnni pe1.Ù di ~nt·za al l"Ublimaln, o~!"Prvarono ancOJ'Il lo sviluppll tll'll hncilln piot"ionen. <>t'llZA considt>t'l\rC' chP la gelAtina l';nlidìlìcnlu dev,., r.Pt·Lamenle riuscil·e di oslucolol all'e~p l icazro r w (!c' l polt•t·e anlisrolliro. ,\Itri hanno avulo lo slt><:-.o duhl>io. os~en·nr:do che alcune li.-le di gorw 1mbcwulc· di c•nltura del bacillo piot:iarH'O, non ~-:i mos lrawlllO ::;tet•ili nei s uccessi vi tras porli. E per•r't uon lenc•vano calcolo l'Ire lieve !lempra e<>isle1·e un e•pm pr·opnr·ziont' Lr·fl il rlltfn!•rn ùei gt't'llli di cni si imbeve la gnr·za e il
sublimato i11 eso:;n contr.nulo. « Il fmr l preopnrlionuer rl!H1S uno cerlnine meslll'e le-; moyetts cle .JpJ'pno;;e au nombre de,- en nemis (l). • Olll'C a Pio bisngnn consider ur e che l'oruani.smn Dninralc non i· u11 mrzzo inerL1• clt cullur a, ma coadiuva va-
lid,llllenlP I'AzionP ltalterìcirln della medica tu ra a n li!'ellic.:a. l ralascin di di::;eulel'<l i t'ÌHtllali dPgli os~er·vatot·i clte ::-1 sono occupali di lalr• argnmeniQ, :rincchè biso!.!net·ebbe fAru un • !'amP lnlll-!0 .- dclta~linlo cl!•lle cnndizioai in c u i le t>sperieuz~' sont) state pr·alicale. l o hoSC!:!IIito gent.>ralmPnll' iltnetodo adoper·alu da Pfuhl (~) tll'll~ "Ue r icc rdtt.> 'ònl materia le rla nH·dicatura in u..;o n•"ll'eset•crto l!t'l'nll:lniro, 11erchè qne~Lo Jllelotlo rni f.> parso piu pt•ecisn e rno::rlio rispontlt>nlu t'Ilo ;:copo. L'ho modiiìcato :solo in PAI'le pPr meglill ilht>"tra r·e alcuui punii nella que~trone.
:urno ISSi ti ) /J~ulsr/1~ mililrmì!·z/1. z~u.~rlil'ifl, aprllr 1~!10.
...,UJ. \l \'I .BI\1.\l ,E 11.\ l l l<.LHC.\TUHA. Er:c
\
1-i-CiH
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L'oziono unlisetti<·a di 11118 metlicatut•fl <l<'\'e C'~!'<er•a ~Lmliutn J'ispello ulln fcr·ill'l con la quale viPn•· o contalln. e r i!=<pello ar secr•eti clelia fer·rla ~te~l'a. clw ne l'arartrro assorhili. E inulill' t·ccuparsi ,,,,i casi nE-i qulllr il secr·eto dello ft•r·ita non "Oio imLeve !a fascralura. ma l'allravel'ga, pul'ltuulo vru unu rerta quant itu .li s11blimaln, chP quindi :;;fugge nl noslt'•l
upprezzamento Per sturlial'e l'aziout! di conltllln dello tnP•Iicntnra al !'11blirnrtlo, io seminavo, a tratti pArallel i, lo slolllococ·co au r'e<• il bnr.illo pro:ze1w fetido. l'er esrpela snpra agu r-a~al' soJi,Jifi · Cfllo nei!P. sc·a tola P etr i, e 'Jllintli r icopr ivo acc.;u r·al flrnenle la super fìl'ie .lell'a~at' co11 ovaLla al suhlirnoto. I n al!'ttrlf\ :<catola IHsciAvo i l cotone allo slulo l'ecco. in allr•r lo bugnavo rn 11 a (;(JIHl cl isliiiRla ster ile. Chi11de vo questo r·ult llt'e i 11 uno canHwa umida h1s;ciandole p"i nel LPrmostalo a 30°-32° C. i\ll'olluvo giorno le capsule ricoperte di cotonP St'CCO, mo~ Ll'Bvano numer o!'\e colonie de-i germ i ii'emi nnt i; c le colonìn lllll tr·atti cl'inneslo si estendeva no sullo superfi ie tlell'n!!ar. Le r.apsu l n ricoper te di cotone bagnalo, i n vn<'~', pr·eseutavauo qualche colouia limitata :-olamenl+> aj punti rli Sl-'tnina~tionf'.
,
cl
Outislo di ,·er·so com !)orla mento del tono ~ecco e <li qu~llo ua_enol o. sr rilevava me~lto semmaw!o l'a~or-agat· <'ciii diluizioni, i n aCttua tlislillaltl stel'ilP, der germi :-lOpra notati, piuttosto chC> a tratti paralleli: l"lante che nelle capc:;ule tJ colone bugnalo lo sviluppo dei batteri e1·a in quP--ln ca<>o completamc•nte O!'\lAcolalo. La g-arzo dt preparazionP r·eccnte (col hagnonl c:;ubli111ato <•1'8 in uso) diede identici l'isullol1. Da <1uesti espe•·i menti si può conchiu 'Gl'e, che unwllando il mnte!'iole da meclicalut·a 1'i ,·. >'icut•i eli ris\P!!Iiare l'azione a ulisctlica, la quale allo stn to secco !ìi mosLr·u qui\SI 1111llu ,. c·llll è nec~ei"!:'a rio !'empr o !:'labili t'l' un conlnllo inLi nto 11'8 la mcdiralll t'll o la supe1•flcic del la fe t•ila 111 tulltl tu sua ••Hten~ l on~.
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Il ICI•:II(;II E 11 .\'1'l' l~ HIO I.Or.tCII~
Pertard o rn "nar·r·a nll'all<l dclln prrma nrcdrcalura -.:a r·ù oppol'lurtu ~cr· ,·rr·si tlr rnRlel'iule unH.:IIulo per· fJlleuet··~ il ma::.sirno IJenellriu dalla '-'Ua azione arrli<>ellica; rnenlJ·e nellt• mr • tlir·Murt> ~uccf'ssive, che do\<r·anno !lur·ru·e qualche lenq•n. l'innrnidimento non ,.arebbt' pnr ,-anta~ginl"o, perdu~ diminuir·ebbe lt• pr•npri• i::r•oscoprt~he. ll~'l~essar·ie specialmerr l~> nelle medrcalure dtH'l'Vuli, per· l'us!'orbunenlo dei secreli delle ferrte
la
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** Per· sludinr•f' l'ozionc et-ella garza o del cotone al sublimatn sm !"ecreLi doliP. r.•r·ilr lto re r cnlo anzrlutlo di slaiJili r·e la quanlitù di liquido, che il malor·iale da medicalnra è capaci' c.Ji lrallencr e solLo la loggPrn compressione di unA comuue benJa. Impregnala dr l>t·odo mollo r•icco rli al bumina, una deler·minalu qunntilò di ~ar?. •• e dj colone, io J'adtlll.avo al mio ln·accio sinisll'O e 11uindi vi avvolgevo sopra una fasciA di mul'<solo come si fa nella oJ•dilr aPia p r·atica chit'lu·gi ca. H o riscontr·alo co:-;i dopo vari ~aggi ~he la gar·za era aurnen lata, in med ia. di qna.th·o \'Oile il "uo peso ed il cotone di cinque vol te Pesate lt> due cornpr·e~se, che fanno par·Le del pacrlretlo da medicazione. e alcunt campioni di cotone al sublimato e di garza Jll'eporata di r·acent.e col nuovo pl'Ocesso. li odatlavo iu capsnl·· Petr·i ~ler·Jiiz7.8le, irrzupvandol i coo quallr·n volle il lor o peQo Ji brodo seminato dr baciUi piocianeo c dei cocchi pro~cni c delln r cl'<ipola. ~el ver·sare iJ brolo avPvO cura che ''enit'~e ac;sorbilo d~l rnalt•riah• in e!"ame. c non si spandt•sse nelln capsulu. srul-{j!enùo cosi all'azione anlisettit•a. Per potere slabdi r·e ùei confr·onli fri:l i div~::r·si sagg-i, in lutti •1ueslr t>sperunent•, facevo rtel brodo, sempr e con la ~Lesso ansa di plntino, quall1'o sernirw:;doni •lr ciascuno dei germi già delli, avendt) curu ogrd volla di agilar·Jo per I(Ualchc minuto , allo scopo di disll'ibuir·vi uniformem ente i balter·i seminati. E prima d'inzupptu·ne i campioni del mal~r·iale da rnedicaLrwa, prendevo con una pipr•tla una goccia del brodo, cosi preparato, e la collivavo in (.{elalrrra o piatto, per t·cn-
WL )lATI:Wl.\l.E DA M"Dit ,\'IUitA. Rt:t:.
1'fi f
1
ùor·rn i con lo, ulmùno fl ppr·ossimal i y., del IIUtttt~r·o dei t{l!t'mi <"!te concot'r<•\'<Jn(J ,;) J'el';perimcfllo. Tulle le culture fumth> messe ud Ler·mo~lal.o a :$0"- :J~· C. Dopo <liPci ore prendeYO una goccia del br•odo. di cui t>rn imbevuto il maler·ial•• in esame, ~e r·veu domi >'rmpr•e della medc::;imA pipclla, e ne facevo unu cullurA a r•allo in ~elu tina, allo ;.:wpo di Yagliare l'azione halleric•da che 8\'C \'8 ~p1egalo t;Ui ge1·mi del broJo la TllCohcalura 111 esperiffit'lllo. Polevo cosi J'iscontr·are se i get·mi seminati si l'nsser•o m ollipli<·ali, -:e fossero sl;..ti solamente 01!tacolati nollo sviluppo ovvero ucc1si. Le coltur e l'alle Jal brodo del colone o! della ~m·za al ~u. hlimato preparata di r ece11te furono !'empre stcrrli, non oslanle r ito fossero s tati nume!'osi i balterJ Reminati. Le comprrsse dei parchetti di 'eccbia prepar·nzione, pr·esentarono nl ronlra t·io un'azione aulisellica tlSSai meno ollicaco. Solo il bacillo Iliocianeo no11 vi rosislellc, rna, (JOmo ,·. rH>lo, questo IJut.terio é assai sensillil o all'azion o dol bicl,)ru r·n di mercurio. l cocch i piogeni e quello delltl rt'flipola, dopo lo prime clieri ore di contatto svriupparono, iuvoce un uumot·o ùi colonie approssi mativamente uguale o quello avuto nelle enume1·az.ioni falle ant.eriormonle dal brCJdo ù' imbibizione. Pare quindr che non sia avvenuta una mollipiicazione ùi gormi e che la mussola di vecchia p1·eparazronP, spieghi solamente, un'a~ione inibitrice sul loro !wil uppo. Ma l'efficacia del suJ>Iimato, già ridotta nei hquidi alùumino~i (Behring, (1) non si mantiene t•:wale; che anzi va man ma110 ritlucendost e quindr i batLerr ostacolati nt•llo ~viluppo o primo tempo poti·ebber·o in seguito, migliorando le condizioni con la precipil>.lzione di parte del ~ublr moto, t•rtoJ·naJ·e rwlla loro piena attività. Ciò che infatti è avvenuto nel bt•odo tli questn garza in poroiH, in cui, passate le ventiquattro ore i cocchi piogcni si moltiplicarono. Il medesimo processo di esame fu tenuto a scopo di con-
li i:? Lrollu rwr· la gat·zo o i l colone i:i> Olantt:lllc idrofi li, e llo si mopct· i ''arr batteri òi pt·ova. La ~vola seguente conlieur. i risulktli dc•gli e~a rni da m e fatti, mcsc;i a c·ourt•onto co11 quelli otlt•nu li da Pfuhl per il mnte r·ialt) irt uso ne ll'osorcilo ~ermttn i co.
~lrarono assolulutn~nl~ inot·ti
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C•>mc s i vede, le pr•oye batter iologiche l'ltanno tn tlit•elto t•apf•nrto con le ~wo l i s i clt rmiclte e d i t•isnl toli di questo l 'iCI't'clte concordano con qut>lli otlf'nuli du Pfultl. 11 cuv. F ilippi clir·.etlor·e della farmacia C(llllrale militare, alla cui cot·tesio debbo i dati rdativi allo unalisi cltimtclle, consigl iol'ebbe ùi fn r· consutnar·e i l mater ial1l ve c c hio di medicuzionP e specialnwnle i pacchl"lli, che tt·ovuusi lullOl'A nelle varie tlol.ttzioni souilurie di gu~'l't'a e erli allo scopo di ~o!';ti lnirli col male rtalP pl'epal·alo cnl nuovo processo, più r 1cco di biciOl'Ut'O d r 1ne r·curio.
SGL KAfBill.\ LH D.-\ \fF.DICATU IU, ECC.
l i./:3
Le e::.pet•ienze balleriologicile avvalorano uncot·a di più <JUe!>LO consiglio.
Possiamo intanto ritenerP che il noslt·o materiale da meòiralut·o, come ora s i prepara, ha un'azione anlisellica reale e risponde allo scopo della chiru rgia eli guerra. F ir enze. 28 ottollt'e 18!10.
!):J
RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA
~fEDI OA
LA CURA DELLA TUBERCOLOSI. Per· la slr·aortlinaria 1mporl~tnza dell' ar·gomt•nto, che rn que!>ti giorni assorl•t• tutta l'altenzioue d~l mondo scientifico, crcd1amo ùi far rosa gradita ai nostri lellol'i riportando 'lui sello il testo completo ùella Memoria di RoeumTo Kocu , pubblicata nella Deufsche medicinisclte \"1--ochenschr({c del 14 novembrl:', col titolo: Altre comunica;ioni sopra zm
me•.:o earatioo della tubercolosi. ~ In una conferenza che io tenni pochi me!Si fa al Congl'esso meùico inl(>r·nazionale accennai ad un mezzo ca t a 1·e dì t'endere gli animali r·cfrattari all'inoculazione del bacill•l tuborcolat·o o di anesla l'O il processo lu hercoloso in animali gia colpiti dalla malatl1a. In questo frattempo furono !nslltuili esperimenti sug.li uomini, e di questi sperimenti ora terrò par·ola. a Veramente io aveva divisalo di non venire ad alcuna pubblicazione prima di aver· completa te le r·icl'rche, e specialmente prima di aver acquistala una sufficiente espet'ienza s ull'Applicazione cimice di questo mezzo e sul modo c.li appr·estarlo in grandi quanlilu. Ma non oslante ogni n1ia precauzlone1 la notiziu di fJUesto fallo si diffuse tra il pubblico con mesallezze ec.l esaget•uzioni, cosicché io mi sento rn nbbltgo, per impedi•·e O!.(ni equi,•oco e sviamenlo dell'opinione pubbl1ca, c.li mosll·are il l'alto nel suo ,·et·o stato attuale. « Gli esperimen ti furono compiuLi sollo In mia ùi rezioue òai signori doli. A. Libbel'lz e maggiore medico dolL A . Pfuhl, ed ulcuni sono tuttora in corso. Mi fomirono il necessario materiale clinico il prof. Brie~et• col suo policliuico, il dott.
RIVIS L\ lfEDICA
11. 7:;
Lovy colla sua clinica d til urgica, il doll. Friientzel e Kohler coll'ospedale della CtH·ita, il prof. Bergroano colla clinica chi· rurgica universitaria. A lulli questi signori e loro assistenti esprimo IJUÌ i miei piu senti~i ringraziamenti per la loro as· sidua e disinteressala cooperazione ai miei lavor1. Senza il loro sussidio io non sarei certamente riuscito a spingere tanto avanti e con lanlo risultato le mie rirerche. l( Sulla provenieuza e sulla preparazione di questa malel'ia, non posso per ora dat•e alcuna notizia, non essendo ancora compiuto il mio lavoro, ma mi riservo di far ciò in altra puùlilicuzione. " Quei medici che fin d'ora intendono pr·aticare esperimenti col r imedio poc:c:ono procurarselo dal dott. Libberts (Berlino N. W., Uinbur·gerstrasse 2~), il •tuale con me e col dott. Pfuhl ne ba intrapr·e!';a la preparazione. P ero devo fare osservare che la pt•ovvista attuale i> mollo esig ua e che soltanto tt·a qualche sellimaoa si potrà disporre di maggtor quantità. ' c Il rimedio consiste in un liquido bruno- chiaro che st conserva bene senza bisogno di alcuna precauzione. Questo h· rtuido deve però esser e più o meno allungato per poterlo uso re e le diluzioni che si preparano coll'acqutt distillala sono altet'abili; sono presto invase da colonie di b~:~llerii, diventano torbide cd allora non si possono più usare. Pet• ovviare a questo tnconveniente le diluzioni si devono sterilizzare col calor e •• conservare solto chiusura all'ovalla, oppu re, ciò che torna piu comodo, si possono pt•eparare con una soluzione fenica al 0,5 p. 100. Però per il ripetuto riscaldamento, come pure per la mescolanza collo S11luzione fenica sembra. che l'energia del merlicnmenlo ne sofTI·a alquanto e ciò specialmente se le soluzioni son11 molto allun~aLc; per questi motivi io cercai sempre negli sperimenti di avere il rimedio piu che fosse possibile preparato tlt fresco. « Il rimedio non spiega azione sullo s tomaco, per ollenrt·e quell'azione bisogna iniellarlo solto la cule. a Nei nostri spel·imerlli ci siamo serviti esclusi~amente dello schizzetlo da me indicato per i lavori batteriologici, il quale .. provveduto di un palloncino di gomma e non ha stan-
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JU\'lSTA.
tuffo. Solto questa fot'ma lo strumento si può sempre conservare perfettamente asettico mediante sciacquato t'e con alcool assoluto. In ~r·azia della facile e perl'eLLa pulilut'à noi non abbiamo osservato un solo ascesso in mille e piu iniezioni praticate. "Come luogo or•dinario di applicazione, dopo divers i lentati vi in altri s iti, abbiamo sce!Lo la cute del dorso tra le due scapole e nella r egione lombare percbè in quei punti l'iniezione uon provoca di soli to né r eazione né vivo dolore. • Per quanto rig uarda l'azione di questa s ostanza sull'uomo •·isuJtò fin dai primi esperimenti questo faLLo importante, che l'organismo umano t•isponde al medicamento in modo diverso che quello degli animali solto pos ti alla stessa prova; cioè della cavia; di qui la r egola per gli sperimenla tori di nou mis ura r·e per semplice analogia nell'uomo l'a zione del m edicamento co nstatata sugli animali. • L'uomo anzitutto si ò mostrato in modo slraordinar·io più sensibile della c:avia all'azione del medicamento. Ad una cavia sana si può iniettare fino a2 eme. ed anche più di liquido cpncentrato senza cbe l'animale ne risenta disturbi notevoli. In un uomo sano invece bastano 0,2o eme. pet• provocare degli in tensi effetti. Facendo quindi il ragguaglio del peso del corpo ne J•is ullerebbe che '/uoo ùella dose che s ulla cavia resta senza effetto, sull'uomo spiega un' azione noLevolissima. I . iutomi che si manifestano sull'uomo dopo una iniezione di 0,25 eme. li ho pr ovati su di me stesso dopo praticata una iniezione al braccio. Ecco in bt·eve quali furono e com.e ~i succedellero. Tre o quattro ore dopo l'iniezione stiramenti alle membra, spossatezza, conati di tosse, difficoltà di respiro; questi sin tomi s'accrebbero in intensità in poco tempo. Alla quinta ora sopt·avvenne un violento bl"ivido di freddo che durò quasi un'altra ora, contemporaneamente nausee e vontili, elevazione di ternpet·aLura fìno a 39•,60. Dopo 12 ore lutli i dis tUI•bi ceJellero, la tempet•atura cadde e raggi unse il suo g rado normale nel giorno successivo; persistettero qualcho giorno s enso di peso alle membra e la spossalezza, e r e::;t& pet· qualche tempo arrossata e dole11le la parte iniettata. La dose minima capace ancora di produrl'e efTetlo sull'uomo
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sano è a ll'incirca di 0,01 eme. (pari ad l eme. di s oluzione allungala al100•). Le maggior parte dei s oggetti Lrattati con questa dose reagiscono solo con leggeri dolori a gli arti e spossatezza passeggera. rn alcuni si manifeslò un leggero aumento di temperalut'a1 fino a 38•,0 o poco più. " Se t'ispello alla do.se calcolala in rappo~to al peso del corpo risulta una grande differenza tra l'uomo e gli animali, per molte altre qualità del medk.amento esiste tra i d ue organismi una certa concordanza. La più impor tante di queste propr ietà é la specifica azione del medicamento sopra il processo tubercolare di qualunc1ue specie esso s ia. Non mi ùilunglterò a de~ct•i vere il modo di r eagire degli animali, ma piuttosto passerò senz.'allr·o a fai' conoscere i singolarissimi f'e nomeni offerti dall'uomo tuberholoso sottoposto allo sperimento. Abbiamo veduto che l'uomo sano alla dose di 0,01 crnc. o non reagisce all'allo oppure ad un grado assai leggero, e cosi si compor ta an-che l'uomo malato che però non sia tubercoloso. Ma ben diversa è la cosa pet' un tJmmalato ùi tubei·cclosi; se ad un tubet·coloso s'inietta la dose di 0,01 eme. (sopra l.Jambini da :l a 5 anni t>i hanno fenomeni pronunciatissimi anche con un 100• di quella dose) si manifesta una fo r le reazione Lanlo local e che gencl'a le. La 1·eazione generale consiste in un accesso ùi febbr~. il quale iniziandosi per lo più con un bt•ivido, s'accompagna con un progr essivo aumento di lempet·aLu•·a fino a 39°, 40" e perfino a 4·1 gradi. Ol tre a ciò insorgono dolori alle membra, conati di tosse, g rande spossalezza, spesso nausee e vomiti. Qualche volta si osserva un leggero colore ilierico, in alcuni casi l'eruzione di un esantema mo•·bi!liforme al petto ed al collo. L'accesso comincia per regola 4 o 5 or o dopo l'iniezione e dura 12-15 ore. Ecceziooalmt>nle può manifestarsi più tardi ed allora decorre con m~ nore intensità. Gli a mmalali nQn si risentono che poco del sofferto accesso, e l]uesto passato , si sentono r ela tivamente bene, anzi meglio di prima. u La reazione locale si osserva meglio HL quei soggetti la cui affezione lubercolos a è visibile, per es., s ugli ammalati di lupus. In questi si osservano cambiamenti che ci fanno riconoscere in modo sorprenueotc l'azione specifica e
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antitubercolare del medicamento. AlcunE) ore dopo <:he si è praticata una iniezione soltoculanea al dorso , quindi in un punto lontano daUa sede deHa m~lalLia, le parli affette dal lupus fin dal principio dell'accesso cominciano a lumefarsi e diven tar rosse, durante la febbr•e aumenta la tumefazione eti il rossore, talora ad un gt•ado assai notevole, di modo che il tess uto ammala~o appare qua e là r osso cupo e spesso al punto lumefatto ed arrossalo appare circosct•illo da un orlo bianco, largo quasi un centimetro, il quale alla sua volta é cit·condato da una areola larga, rosseggiante, assai vivace. Dopo caduta la febbre quelle tumefazioni cominciano ad abbassat·si gradatamente, cosicchè al terzo o quarto giorno possono essere tutte scompal'se. l focolai della malalUa si coprono di croste formatesi da siero fuori uscito e disseccalo all'aria, esse si convert{)no in scaglie che dopo due o lre settimane cadono, e, specialmente s~ si fa una seconda iniezione, lasciano vedere una cicatrice liscia e rosseggianle. Oi solito occorrono più ioleziotù per togliere complelamcnle il LessuLo luposo; ma di questo parler-6 in seguito. " Un fallo degno d'attenzione io (]uesto pt·ocesso si é che i cambiamenti sopra descritti si limitano esclusivamente ai lra~li di pelle afl'eLLi da lupus. P ersino i piLL piccoli ed invisibili nodelli nascosti nel tessuto cicalr:iziale subiscono questo processo e s i fanno pnlesi per l'arrossamento e la tumefazione; mentre che il tessuto cicah•iziale puro i11 cui le alterazioni del lupus compirono già la loro evoluzione, rimane inaHeN1lO. L'osservare un ammalato di lupus ll'attato con questo mez<'.o è cosi istruttivo e io pari tempo così conYincente della natura specifica del medicamento cbe ognuno, il quale voglia occuparsi di questo studio, dovt'elJbe, quando ,., possibilo, cominciare r esperimento sopra ammalati di lupus. « Meno accentuate, ma pur sempre visibili e sensibili, sono le reazioni locali nella tubercolosi deJJe ghiandole linfaticbe, delle ossa e delle articolazioni. In tutte queste affezioni , si osser va tumefazione, aumentato dolore, e nei tessuti super· ficiali ancue arrossamento. « La reazione nej!li organi interni, sc~nalamente dci poi-
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H79 moni, si sottrae od uua d1retta os~rvazione; soltanto un aumento di tosse e tli materi a espettorala dopo la prima iniezione sono : fenomeni <'he poh•cbber o atlribuit·si ad una J•eazione locale. In simili casi il_lallo ùo111inante e l a t•eazione genei'ale, henchè cle,ef'i amrnellr.r o cbc• anche r1u i si facciano gli stes!'.i cambiamenti che ci è dato dì os~ervere diretlamènle sul lupus. ' • l sopr adescrilli fen omeni J•eallivi, 'tuando vi era nell'ot•ganismo un p1·ocesso tuber coloso in aUività, si manifestarono senza e~ceziooe 10 tutti gli c·~periml'nli Clno ari ora compiuti, colla dose di 0,01 eme., ed io credo di non andai' ll'Oppo oltre nel dichiarar e che questo mezzo l"ara· per· ravvf'nire indispensabile sussidio diagnostico. Con questo noi potremo in r asi di lisi incipiente venir<' ati una ~icur·a diagnosi anche se il mieroscopio non ci ha dillloslr~tlo la presenza del bacillo o se negli sputi non l'i sono rrn vennte le Il br~ elastiche, oppure ci mancano i "iegni fisici proprii della malallia. Affezioni di ghiandole, tubercolosi osMe n sede prorouda e nascosta, tubt>rrolosi cutanea e simili, saranno faciJmcnle e ~icu rrunenle dia!!nostic.ale. Jn ca!'<i apparen temente g uarili di tubercolosi polmonare oppure ar ticolare. si patri! deter·minare con certezza se il processo morbo:-;o ~ t•ealtncnle finilo, oppure se esiste lullora qualche piccolo fo colaio nascosto dal quale la malattia possa in !'l~~uito scoppiare come un incf'ndio da una scintilla sepolta nella cener e. • Ma l'eflìcac1a curativa di que!'.lO mezzo è di gran lunga p1ti importan te che il suo valo1·e ùiagnostico. ~ella descri zione che vi feci dci cambiamenti che si os>'ervano nei tessuti affetti eia lupm;, in <:eguilo all'inoculazionl' di (juesla sostanza, accennai di già che dopo clilegmtta~i la lume l'azione e scompat•so il r o!>sor·e, il tessuto affetto da lupus non ritorna più al !'.UO stato di prima e scompare per una pa rziale o totale di!'ltru-
zione. • In alcuni punti sembra che realmente il tessuto malato, dopo una suffirienle iniezione, !"i mortifichi immediatamente e venga poi elimina to come materia morta. l n altri punti pare che si facrra un'atrofia oppure una specie di fusione delle!>-
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suLo, la •1uale per esser·e compl eta abbisogna di una ripe tuta applicazione del medicamento. • l n qual maniera si svolga questo pr·ocesso non si può ancor a dir·e con certezza, poicltr ci mancano lullor a lo uecessarie ricer che balLeriologiche. Solo questo si sa di sicur•o, che non si Lralla già di una distrut.ione del bacillo tubercolare che si annida nel te:tsuto, rna ~olo quest'ultimo viene colpito dal rimedi o. In questo tessuto avvengono dei notevoli disturbi di cirrolo che ci son rivelati dalla tumefazione e dal rossore o quindi delle profonde altor·azioni trofiche. le quali a seronda. del modo io cui si fa agrre il rimedio conducono ad una mortificazione più o meno rapida, più o meuo pt·ofonda. '' I l rimedio adunque. non sara inutile il l'ipelerlo. nou uccide il bacillo del tubercnlo, ma bensì il tessuto Luberroloso, e con ciò r·cstano deter minali i lirniti fra i •tuali si puo estendere l'azione di questo rimedi o. Esso ag-isce soltanto sopra i tessu ti vivi tubercolosi. e non spiega alcun effetto sopra tessuti morti, come masse caseose, ossa necr·otirhe, ecc .. come pur•e sugli sles!:i tessuti dallo slesso rimedio mortificati. In questi les$ULJ m01·ti possono sempre t1·ovar11i bacilli tubercolar·i vivi, e qu<'sli possono bensì eliminar si con quei tessuti, ma anche lraspot·tarsi, ùale le condizioni ra,rorevoli, sopr a le~~:~uli vicini. Questa pt·op1•ietà del rimedio devesi tener sempre presente se si vuole utilizzat•e l a sua azione curativa. Si deve adunque in pr·imo luogo far mortilìcar e il tessuto Luber·coloso ancor·a vivente. 'luindi bisogna allontanar e al più pr esto che sia possibile, p. es.. con una operazione chir urgica, il tessuto morto; ma dove questo non si può fa1·e, oppure la nalur·a troppo l entamente provvede alla elimiumdooo, fa d'uopo ùifen,let'e i tessuti vicini da una immigr·azJone dei bacilli medranle continuala applicazroue del rimedio. li faLlo ora enunciato che eSf:O rimedio uccide ti tessuto lubercol oso ed agi:;ce sollanLo sopra tess;ut.i vivi d porge inconlraslabilmente la spiegaz!one di un aiLJ•o singol are modo di comporl8rsi di 'lUesla sostanza coll'organi smo umano ed è che può venire usato a dosi rapidissimamente crescenti. A tutta pl'ima si tenderebbe a t•iconoscer e in q ue::-lo
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Jenorneuo la legge de ll'abitudine. Ma considerando che la dose nel corso di tre sellimane può essere portata a 500 volte la dose primiL1va, l'abitudine non ~i può piu ammettere poiche un a da Llameoto co 1 rapiùo ad un rimedio eroico non troverebbe rìsconL1·o n ei fatti nuo ad ora conosciuti. Donetno piuttosto spiegare queslo feuomeno col supporre che da princi 1•io trovandosi nell'organis mo molto tessuto tubercoloso vivo, una quuntita 1·elativar:nente piccola del rimcd1o sia s utlìciente a provot:ar·e una t'orte reazione; ma siccome ad ogni iniezione segue una morlitlcazione di tessuti capaci di reagire, co~ì ra bisogno di dosi sempre maz~.tiori per o lleOP.I'e una reazione allo stesso g radu di prima. E possibile che l'abitudine abbia la sua pot•Le entro certi .confioi quando il tube1·coloso trattato con dosi mollo c' ''ate reagisce poi come non lo rosse: allora si potrebbe L . •.nellere benissimo che ogni lessulo tubercoloso capace di reagi1·e sin morto In seguito 1wr difendere da una nuova infezione l'ammalato, flncliè nel co1·po si kovano bacilli , s i dovrà continuare la cura con dosi lent~menle crescenti e con interruzioni. Se questo ragionamento colle rela th·e conclusioni sia giusto, lo s apremo in avvenire. l ntanto quelle conclusioni rurono per me di guida nel modo di usare del rim ed io, il qual e negli esper•imenli venne applicato come or ora dirò. " Per incominciare dal caso piu semplice, cioè dal lupu--, a quasi tutti gli individui colpiti da questa fo1·ma morbosa, noi abbiamo in ie tta lo Hn da pr·incipio la inlie1·a dose di 0,01 cm c., quindi abb1amo lasciato che la reazioue facesse il suo corso e dopa una setlimana o due si applicò di nuo,·o il rimed1o alla s tessa dose di 0,01 eme. e cosi d i segui to fino a che la reazione diventava sem pre piu debola e finaimente ce~sava affatto. Sopra due malati di lupus alla raccia tt·atlali in questo tnodo. tre a quattr o iniezioni bastarono a portare a cicalriz· zazione le parti affelle. Gli allri ammalali di lupus sono migliorati r e lativameute nlla durata della cura. Tutti questi inrermi avevano portato il loro male pe1· molti anni prima ed erano s tati sottoposti alle piu s,·ariale cure senza effetto. In egual modo furono curali tubercolosi di ghiandole, di ossa c di articolazioni, impiegando pari menti gr andi dosi con
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lungh e interru zioni. L'effello fu identico a quello osservato nei casi di lupus: guarigione rapida in casi recenti e l~ggeri, miglioramento l entamente progressivo nei casi gravi. « Un po' diverse si mostrarono le co11dizioni nel contingente principale dei nosl!·i malati, cioé nei lil'ici. Gli ammalali di tubercolosi polmonare manifesta !"Ono all'azione del rin~edio piu sensibili che •1uelli colpiti da affezioni LUbercoltlri chirurgiche. Noi fummo obbligati di abbassare la dose d1 0,01 cm~. che da principio avevamo applicato ai tisici e l'li constatò ehoquasi costantemente questi ammalali reagisconn in modo pronunciatissimo alla dose di 0,002 ed anche a 0,001 eme., ma si consta tu anche che da queste mioimt' dosi iniziali ai può più o meno rapidamente ascendere a quelle stesse •1uanl1ta che da allri an11n11lati l'lono ben tollerate. Noi iu quesl1 casi ci siamo re~olati in modo cbe un Lisicn r1ce vevu dapprima una inietion r~ di 0,001 cn:ic. P se in seguito l'l questa iniezione si osse1·vava un aumento di temperaLurtl, gli si ripeteva la stessa dose gioenolmente e fino a che CPSsava ogni reazion e. Solo alloro si aumentava la dose pol'tandola a 0,002 fino a che anche IJUesta quantità ''eniva tollerata senza r eazione e cosi di seguito sempre da 0,001 o tutt'al piu O,OU2, uscendendo fino a 0,01 eme. ed anche più oltre. Questo metodo delirato m1 è sembrato più opportuno, spocialulenle per quegli informi che erano molto stremati di forze. Se si procede nel modo che ora ho indicato Ri può facilmente ottene1·e r he un ammalato sopporti do~i mollo alte del rimedi o quasi ::enza fabbr e, sen7.a soffrire notevoli di!>lur bi. Ma alcuni lisici ancora ad un certo grado r obusti furono tralfali in parlo con dosi iniziali l'ol'Li, in parte r.on aumento forzato delle medesime, colla qual maniera parve che piu ra pidamenle si manifestasser o i buoui efl'elli della cura. L'azione del rimedio generalmente sui lis1ci si manifestò così, che la tosse e la espeltor azione aumentavano alquanto dopo In prima inieZIOne, ma poi ctiminuivauo gradatamente, e nei casi piu l'afavorevoli spari vano completamente. La matel'ia espellorata pe1·t1eva il suo caratter e puru1ento, diventava mucosa. Il numero de1 bacilli (furono scelti pe1· l'esperimenio soltanto ammalali che p1·escntavano bacilli negli sputi) diminuiva solo
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allora che lo ~puto a,·e\'a preso raspet to mucose. Essi scompar-h·ano anc·he del tutto ad inten ·ull;, ma di tanto in tanto tor·· ne vano o far•si vedere, fino a che l 'esp~Llo razione si sospendevll completamente. ln par i tempo cessavauo i sudor i nollurui, l'a· speLLo dell'infermo migliore va ed aumP.nla va il peso del C(lr·po.l molati curali nelloslad10 iniziale dellu lisi fu1•ono Lutti E<enzaec· ce-zione entro 4-'i settimane liberati da ogni siotorua mo1·boso, co'-icclH'- si possono considera•·u come g ua r iti. A n che i malati con caverne non troppo estese pr ovarono un notevolbsimo mi~l ioramen to e quasi g unrir·ono. Soltanto in q uei tisici i cui polmom er ano invasi da molte e vaste ca'·erne non SI constatò obiettivamente alcun miglioramento, benché l'espellorat.rone rosse dirnmuita ed e!"si si senli..,sero alquanto mi· glior·ati w Stando a r1ueste osservazioni io potrei nssel'ire che la til"i it~c1piente si può ;.icuramenle g uari re con questo rimedio. A 11uesto &!"sel'lo devo però imporre una restr iZione in quanto chu pet• il momento non possed 1amo sunicienti ragioni pe1· poter· dichiara r e che questa ::ruarigione f'ia definitiva. Naturalmente no n si ptH1 pe1· ot·a escluder e la possibilità dellu re.:idi,·a, po,:,inmo però ben asserire che anrhe la rt•ciili,·a s i poLrò vim•e1·e com e s i è YJ nlo il primo allacco. D'altra psu·te potrebbe anche per la ti .. i valere l'immunila che ;.i ri conosce esistere pe 1· all1·o malattie infellive una volla che <'i e no supertlle. A n che questa ~~ una questione da slud iaJ st. ln parte ciò potl'a valera anche pe1· i casi di tuberco1osr non troppo tlvanzatu . Jl.l a i lisi ci con g randi ca verna, n ei q uali sono a,·,·euute complicazioni per pt•netrazione nelle ca,·erne di alll'i micror ganismi piogeni, per processi mol'l.>osi inamoYi!Jili in a ltri or;.:ani non potra11no che eccezionalmente avere un benelicio du raturo da questo rimedio. Pur tuttavia anche cos1 g ravi mnla li il più dellc:l \'Olte provarono un temporario mit:rlior ameulo. Dn ciò dobbiamo conchiude1·e che anche in essi al primiti vo processo mor boso, la lulJercolosi fu influenzata dal l"imedio nello slCl"SO modo che negli altri malati o eLLe soltan lo non era possibile rimuover e le masse di tessuto mor tificato ed il processo suppurali vo seconda1·io. E 1ui corre alla mente spontaneo il pensieJ'O sulla po~sibi -
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lilà che alcuni di cotesti gt•avi maiali Lr·o,·ino ancora ~al vezza nella chirur g ia rattasi aus iliaria del nuovo metodo curativo. Soprattutto io vor rei mettere in guardia i colleghi dt uon impiegare il rimedio in rnotlo schemalico e senza di~lin zione in tutti i tub~rcolosi. Certamente ssril affare semplicissimo la cura della lisi incipiente e delle incipienti affe zioni tubercol0se chirut·giche, ma nelle altre forme di Lubel'colosi l'arte medica de,•e intervenire di pieno dil•illo ad individualizzare i casi e mettere in opera altri sussidi a !"ostegno dell'azione curativa del nuovo rimedio; ed io mi Mno con,·into pot• esperienza cl1e mollo s pesso il tratta mento in genere di cotesti infermi contri bui ~ce mollo alla loro guar igione. Perciù a mio (Jat•epe i> da desìclerar~i che il nuovo rimedio sia preferibilmente usato negli stabilimenti sanilu r i, dove non mancano le do,·ute cut·e ed un'accuraLa o~ser'\'tl ztone, piuttosto che negli ambulatori e nelle famigli~ " Non è possibile ancora il dir" con cet·tezza se e con quanto vantaggio polPA la nuova ter apia combinar~i coi mezzi cut·ativi fino ad or·a u ~uti, coroP il clima di montag na, l'aria libera, la dieta ~peciflca, ~cc . , wn io credo che Lutti quesU fattori pos~Sono riescire vantaggiosi in certi casi f! r&\'i e trascurati o nello starl io della couqllesrenza. In quanto allo tubel'colosi miliare, della laringe e del cervello, lo scar-..o materiale a vulo fino ad ora m1 ha impPdilo di procurarmr una sufficiente esperienza. • Il valore del nuovo met()do consiste priocipa lis~ìma mente, como si è deLlo, nella s ua applicazione sollecita il piu che sia possibile. Lo s tadio inizinle della tis i é il vero oggetto di fJuesto trattamen to, percllò ò contro di esso che il rimedio !"piega intiera la sua azione. Si noti però che d'ora in poi i mrd ici avranno occasione più che per il passato di cut•are tisici nello stadio iniziale della malattia. Fino ad ora la ~coperta del bacillo nello l:ipulo costituiva bensì una p rova di diagnosi sicura, ma all'amroalato non porl&\'a a lcun vanta;zgio e di solito una volla riconosciuto il parassita si trascu rava di ricel'carlo un'allra volta . tale ru l'osser vazione che io feci riguardo a molti infermi i l'{uali erano passati tra le mani di m<'lli medici sènza che su i loro sputi sia "lata
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falla la ricerca del bacillo. lo avvenire i medici dovranno r egolarsi ben altrimenli. Un medico che tralasciasse di constallire il piu presto cbe sia possibile e con tutti i mezzi di cui dispone, il bacillo nello sputo di un tisico si render ebbe colpevole di una gravP. tr•ascur·auza verso il suo malato perché da. questa diagnosi e dalla sollecita cur•a che ne ?• la conseguenza, può dipendere la vita del suo inf9rmo. In casi dubbi dovrà il medico accertarsi della presenza o della mancanza della tuber colosi per mezzo di una iniezio11e esplorativa. La nuova terapia sa rà diventata un vero e grande benetìcio prr l'umanità sofferente solo allora che ci sarà fallo ,Ja poter curat·e <:ollecJlamenle tull1 gli ammalali dt list e non si 8\TOmlo più fJUelle forme ~H·avi e trascut·ale che costituisc•lno delle inesauribili fonti di nuo,·e infezioni. « l'inalmente faccio osser·vare che in questa mia comunicazione mi oslenoi espt•essamenle dall'esporre dali statistici e s torie cliniche, poichè i m edici ai quoli appa r teneva il materiale clinico a me concesso per le esperienze si sono risen·aLi •'ssi medesimi tale compilazione. , Contributo agli •tudll aulla natura del proce••o tlaiogeno del polmoni. - Nota preventh•a del dott. SctPtONE RtvA-Rocct. - (Il Jforgfl{Jni, parte l, ~. f, 1890).
Un fallo an alo mo-patologico caralleristico della ti si del polmone è il processo distrullivo del tessuto polmonare, la fot·rnaziono della caverna. Si t•iliene oggi indiscussa l'unità dello Lisi e dello tubercolosi, come ru pt·edicata dal Morton e poi dal Laennec; e con questo aulor•e si ammettono due forme di produzioni tubercolari: il nodulo tubet·colare e la infiltrazione diffu sa, che avrebbero di comune lo causa ~peci fica che le ha prodotte e l'esito finale iu una maniera di morle, che sarelJbe la degenet'8zinne caseosa. La causa ,Ji •ruesto esito risi~derebbe nella speciflcita della cau:::a delle neofot·mozioni, nell'azione rne>tabolica del bacillo di Koch. Sta il fallo, che i vl:!ri noùuli tubercolari s'incontrano mollo scarsi nel polmoue tisico, e che la gran massa del processo patologico l' ra ppresentata da ciò clae viene chiama La inlìltra-
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zione ditTu<>a , e sla il ratto che nella lisi polmonare non muore soltanto il tessuto di ncorormazione, elle avrebbe 11 pecrato d'or-igine d1 essere tubercolare, ma a,-viene anche la morte del te!"sulo proprio del polmone. Partendo da dati clintci, anatomo-patologici, e fisio - mecca· nici, il pror. Forlnnini s'é fallo un allro coocello della lisi del pohp.one e delle cau"e che la producono. Secondo questo concetto la Lisi sarebbe, com'é realmente, una oecrosi del tessuto polmonare, n~<l.'rosi dovuta ad un'anemia completa e persistente di que:-to te<>suto. E questa anemia dovrebbe inle!'venire per nece~l'ild mec,:anica, indipendentemente da ogm azione del bactllo tubercolare, o~niqualvolta negli alveoli e nei minimi bronchioli l"i sviluppi uu processo patologico per 11 quale questi si occludono ed in quelli si ,·enga a raccogliere un materiale 5:0hdo, qualunque sia Ja natura del processò patologico e del matet·iale raccolto; purchi: s'intende, cruesto stato di coso tlnri abbastan::a tempu perchè il processo di oecrobiosi possa s tabilirsi. Secondo questa teoria adunque, la morte del tessuto non sarebbe più dovuta arl unt\ ignota ed ipotetica azione di un bacillo, ma ali un'anemia da causa meccanica, cioè ad un fatte che. !!e è ''ero, dovrebbe eq"ere facilmente conslatabile e di · • mostrabile ancora nel cadavere. Il l'agiooamenlo e la deduzione logica, senza dei qunli anche le scienze sper imentali non sarebbero che un cumulo di ra tti slegati. hanno condotto il prof. Forlamni a queste adee, rhe l'autore condivide Dietro suo invito l'autore ~i accinse appunto à ricercare, se questa anemia esiste t'esimente nel tessuto polmonare nei punti ow si ordisce un pt•ocesso li~io!leno: e chiaro che esistendo questa anemia e soprattutto es1stendo come ratto primiliwo e che precede la mot'lifìcazione tanto del tessuto polmonare rruanto dèi prodotti mor bost che ne rtempiono gli alveoli, la ipolPsi del prof. Forlaoini sarà dimostrala vera. Dalle sperienze esegu1le dall'autore a •rues to scopo, r isul· terebbè appunto polersi lìll d'ora assicurare: 1• Che dove s i stabilisce un pr·ocesso elle conduce alla lisi, ivi si produce urt'anemia completa ùel tessuto polmonare.
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2• C!1e l'anemia p recede la morte del tessuto potmon.af'e e del materiale raccolto negli aloeoli, e non é quindi un tutto colla mol'le di '(Ueste parti, ma ne é la <'.&usa. :~• CJw l'anemia non è prodotta da compressioni di
tt·onchi va!'.ali per noduli di qualsivoglia natura, o per trom· bosi capillare, ma da pressione eccentrica nell'iulerno dell'alveolo, mentre sono ancora conservate le fibre elastiche, e l'alveolo è r1pieno di una massa di prodolll di l'egressione d i una pneumonite caLa rr11le, desquarnmali va. Cau .. d 'errore nella cllag noal dell'affezione oaloolo•a del fegato. - CYR. - (Jou rnal de .\fédeeine et de Chir((rgic, Jugl io 18!!0).
Il doll. Cyr passa in rivista le principali deviazioni che può subire il tipo abituale delle colicl1e epaticl1e. Un'anomalia assai frequente è Japprima il fallo cho tal· volla nnn si prod uce crisi propriamente della di colica epa· ti eu. Tn questi casi, che non sono ra1·i, il mela lo può non risentire quasi nulla di particolare o lamentarsi ùi dolori poco intensi. ma quasi incessanti e risiedeuli all' ipocondrio destro, all'epigastrio ed irradianlisi in quasi lullo il ventre. Mai si osservano vere crisi , ma sempre questo stato di inùolenzimenlo suscettibile di presentare numeroc;e variazioni d'intensitu senza per altro giungere ad un'acutezza mollo notevole. Talvolta fenomeni molto bizzart'i sul s istema ner· voc;o, sull'apparato bilial'e, sullo stomaco, sull'intestino, ren· tlon., qua"t impossibile la diagnosi. Un'altra dirficoll.à risiede in certe particolarità della sede dGI dolore. Talvolta questo r isied e ostinatamente nel cavo ''pigaslt'ico e la reg ione del fegato propriamente della può psc;ere completamente indolente. Nell'inizio detl'affeztotw cal· 1·olosa cic\ e assai comune ed è la l'agione per cui per luugo tempo si prendono le coliche epatiche po1• lA gaslrnl,:tia. Questo u nn fallo d'altronde beu conosciuto, ma dal quale !;Ovenli s1 è tratti in inganno. In qualche caso anche il dolore provocato dalla colica epn· tica risiede principalmente in addietro nelln regione Iom-
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bare destra; s i crede allora quasi forzatamente lraLt.arsi di colica nefrilica. Cyr ha pur veduto il dolore risiedere nella J'egione mammaria: in un caso di questo genere la malata, che credeva essere affetta da un cancro della mammella, era stata cul·ata lungamente pe1' una nevralgia inlercoslale e questa diagnosi fu mantenuta fino al giorno in cui una crisi più violenta delle altre rur susseguita da itterizia. Infine, in casi rari, il dolore provocato dalla c1•isi epatica può non avere in alcun punto ben prerido il suo massim•> d'intensità ed esser e quasi egualmente ripartito a tutta la porzione sopra-ombelicale dell'addome ed anche al disotto. In casi di l[Ut!Slo genere s i è potuto diagnosticare una metrite, una metro-perilonite, ed anche un aborto. La naLU1'8 dei dolori può anche essere una causa d'et"ror~, Si vedono persone le fJUali, invece di questo dolore cosi violento, non avvertono nel lato destro che un dolore fugace e che non lascia dopo di se alcuna sensazione molesta. In queste circostanze si crede quasi sempl'e ad una semplice nevralgia. Invece di presentare la sua siulomalologia abituale, la crisi può anche di primo acchito cominciare con uno. violenza rara, ed allora, secondo i casi, offrire piuttosto l'apparenza, sia di un avvelenamento, sia ùi un attacco eclampsico od isterico, sia anche di un attacco di colera. Non è raro d'altronde veòere il dolore pt·ovocare o risvegliare, in persone predispostevi o soggette, accessi d"isterismo o convulsioni. Un modo d'invasione the non é mollo raro é quello cile fn assomigliare la crisi di colica epatica ad ·una forte indigestione. Il medico è svegliato nella notte per andare a trovare un individuo che soffre mollo; quando egli arriva, il malato,, che sta già meglio, racconta che egli Jlit sofferto di più in più per parecchie ore perché non digeriva il suo pranzo, ma che alla fine, essendo sopraggiunto il vomito, egli ne aveva lrallo uo gran sollievo. La periodicila dell~ ct·isi, quando essa offr e una gr ande regolarità e persiste per un certo temJlO, comunica aHora quasi sempre all'affezione calcolosa un andamenlo del tutto speciale, un car attere realmente anormale, t:he talvo!La ha
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t'alto prender la cr·isi, pre ~enlanlesi ir1 tal modo. per una febbre d'acces::o colle con~eguenze terapeuticlle eh~ ne de· rivono. Questa t'ormn di l:r'i si peri odiche può presen lar·si S•'lto due diffP.re nti aspetti: ::enza fe])b!'e o con febbJ•e. Nel JH'imo caso la periodicità lta un car•atter·e meno regolare, pr-r lo meno quanto alle or e. C'onset•vando per ('l quasi la ;;.tessa frertuenza. Cy t· ha verlulo maiaLi pr·asenlare una ct·isi ogn i giorn o o venticinque a venlotto giot•ni per mese per più m esi di seguito e con un appat·alo sintomatico pressoc-.hè identico. In un malato i11 JHH'Licolat·e, questa periodicité ddla cL·isi quotidiana peesisletle, t ' O li due o ke inL1•rruzioni ~ullanlo e di brev~ Jurtl.La, !Jer un anno .-i rca. malgt'!iÙO ~ulli gli antiperioùici conosciuti. Quanùo le crisi pe1·iodiche >-i p r•es~ln tano con febbre, la loro perioJicila P. anche piil rlegna Ji nola che allor quaudo •{Uesla complicazione manca: i'> ai fatti di rtuesto genere elle venne dalo il nome di t'ebbre inlermiLietlle epatica, poco e mal conosciuta prima uei lavori del prof. Cbat·cot. Vi sono malati che presentano un accesso di fe!Jbre quotidiana per mesi ed anche per a11111i. A ccade in fine di veder e in cérli casi l a cri si epatica svolget·si in ttlezzo ad un appar ato d.i sintomi generali ~n·a vi che dominano la silua7.ione t! t'a11no si che Jelemenlo epatico sia più ~J meno maseheralo da questa sindrome poco ordinaria. La l'ebbre stessA , period ica o no, passa in secondo or dine o piullosto non •' più che un fenomeno contingente il qmlle fa necessariamente parte in qualche modo dell'insieme. In questi r asi, ra t·i ,J'allronde, il medico cl'ede più spesso tra ttarsi 1~i una febbr•e lil{)idt>a a for ma biliosa od anche di un'itterizia g ra ve. Cyr crede anche che in quesli ullimi tempi si si eno dovuti Pt'ende1·e talvolta l'aLti di que!o\lO gener·e per casi di tnalatlia di \Yeil o di ti fo epatico benigno.
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Della corea 1lbrlllare. - MoRVAN. ciM et de Chir urgie, giugno 18!JO) .
(./ou r nat de Mede-
Questa malattia é ca r·alterizzalA da co ntrazioni lìbl'illul'i che compaion o dapprima nei wuscoli dei polpttcci e dellu parte poster iot•e delle co~cie, polendo(estendersi in seg-uito ai muscoli del tronco ed a nche a quelli degli arti super·iorr, ma r isparmiando sempre i muscoli del collo e ddla faccra. L'in·egolar ità e la molliplicità di (]Ue>'le contraLioni sono ta li cbe r. impossibile contarle. Nei muscoli lunghi, que;;te contrazio ni dànno lllogo a rigo nfìamenti che t•ammentano le p rominenze conosciute solto il nom e di rnioedemi. Nei muscoli larghi, come il deltoide, i diffe r·enli fascelti si innalza no e si abbassano come i tasti di un pianofor·te :<otto la ruano di un pianista. L'ir1•egolarità. e la molliplicilà delle scosse sono tali che 1., impossibile contarle e Morvan le paragona agli spasm i cl& c ui il pellicciaio i• agi talo negli animali eli l'rcst:o u ccisi e pelati. Queste contrazioni (e questÒ è un p1mto capitale nella dE'· scrizione della malattia) non sono accompagnaLe nè da tr·emore. nè da spostam ento di alcuna parte del corpo. Questa l• un'agitazione sterile, uu lavoro se nza effdto utile, c vi è rn questo una differ e,,za esl"oluta colla corea di Sydenham. Il malato può, malg rado questa agitazioue, co mpiere lulli imovimeoti d i preen sione e di locomozione. Anzi, gli s pasmi si arresLano nei rnuscoli aiTelli tosto che questi ultim i eseguiscono un movimcuto volontar io. Così, quando il m alato alza il braccio, il deltoide si contrae e le scoss e cessano; essi non vi l'icompaiono che quando, pervenuto il braccio a l grado di elev<1zione voluto, Ri con tinua lo sforzo per maoteoerlo in quest.H posizione. È notevole che tutti questi movimenti ~ono indolenti; tuttavia uno dei malati di Morvan, il più gravem ente affetto, pr•esentava nei mosroli dolori spontanei mol t.o vivi, talm ente pronuncrati da turbar·e il ;:.onno. Con cio, a;..scnza di febbre, nell'insieme dei casi, conservazione dell'appetito e manlenim<>nto del buono stato gen~ra le. La corea fibrillare ò limitata gener•a lmente alle estremità in fer iori; essa può per al tro invade r·e a nche i muscoli del
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pur e-,quelli delle estremìta superiori; quando la malattia si generalizza in s iffatta guisa, possono soprag.g iungere alll'i tenomeni ed in particolare traspirazioni eccessive. Per quanto s i può giudicare dal piccolo numero di casi -osservati, questa malattia è propria dell'adolescen za, senza c he sia s tato possibile trovare cause certe di essa. La recidiva è frequente, giacchè è stata osservata in tr·e malati ·su cinque e tre volte nello stesso malato. Pare che il -pr onostico sia favor'evole: la guarigione avviene dopo due o tre mesi; tuttavia uno dei malati di Morvan i-> morto nel coma ·dopo sei mes i circa. I bagni tiepidi ed il cloralio a dosi mollo elevate, 2 a 3 gt'. 'Per giorno, sono i meui terapeutici çhe hanno dato miglior ·esito. Mor-van ha dalo il nome di corea a questa affezione, per~hè essa si avvicina alla corea volgare per mol ti aspetti: ·identica assenza di febbre, identica curahilità, identica tendenza alla- recidiva ed identica forma di convulsioni fino ad 'tlO certo punto; ma la g r aride differenza consiste in ciò che nella corea volgare le convulsioni determinano le gestico'lazioni pi u hizzarre, inter·essano la faccia e si esagerano in <Un movimenJo intenzionale, mentre nella malàttia in di"Scorso la faccia è immune e gli spasm i non determinano nè iremore, né spostamento di alcuna parte del corpo, cessano ne i muscoli nell'occasione del movimento volontario che essi -compiono. Si traLta insomma di una aflezione rara che é sfuggita fino ad ora all'attenzione degli osservatori, ma che e pL'O~abi l m ente più fr<:!quente di quel che s i crede.
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8QlJe variasionl della aeulbWta generale, aeuodale e re8eaaa negll eplletttci nel periodo interparoaalattoo e dopo la convulalone. - D 1)lL. AGOS TI NI. - (Riot.~tct sper i mentale di rreniat r iu e di medicina lt:gale, ra~c. 1-11 , l. 90).
L'esa me cl111ico dei disordini della seosibilitù, l'e..alla deter min azione della legge psicotìsica dei rappo1·ti f1·a' eccitazione e sensazionE', offre prezioso a iuto nella diagnoE:>tica differe nziale rli lulte le mala ttie del i'istema ner voso, vuoi centrale , vuoi periferico. Cou questo couceUo l'autore ha eseguito nu merose l'icerch~ negli epileltici, por tando il suo esame sulht s ensibilità gt•nerale e s ulla speciflra, nonchc\ sullo st.ato dei r iflessi cutanei e tendinei prima e dopo l'accesso con vulsivo, nell'intento di portare un contributo alla semeiottica del morbo comtziale, e mollr e di ottenet·e risultati, i •1ual i. come fen o meni di reatione nervo<>a in gr·an parte indipendenti dall'inter ve nto volitivo del malato, possono aiuta t•e il per ito medico- legale nella dilferenziazione non sempt•e facile tra lA vera e la simulata epiles<~ia.
Riassumendo i punti pi(t salienti delle os::::er vazioni falle. si può conclu':lerP:
t• lrt ordi ne allu sens?lu lil à e.~te rna o se rt.~orùc lc. Che la sens ibilità t.allil~ ed il potere laltìle locale, comepure la sensibilità barica (sen!'o cutaneo di p ressione~ é negli epilettici minore in confronto ai normali, a umentando tale differenza dopo gli a ccessi, con fenomen i tli laleralita in l'npporto colla plagiocera lin e colla prevalenza di scarica epiletticA nell'una me là del corpo. Che la sensibilità termica. f(Ua~i not·male. è ben poco nllera ta dopo insulli epiletlici intensi. Che la sensibilità J:!UStativa è minot•e che nei san1, e appaiono frequenti i fenomeni di a gt~usin ed emipog:eusta dopo gli accessi. Che la sens::ihi lilà olfatLi,•a è, s::pecie negli epilellici solto-
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posti alla cura del bromuro, diminuita con (enomeni di iposrnia ed anosmia piì1 manifesti dopo la convulsione. Che la sensibili là uditi~a l~ min orr~ che nei sani e pr·efe!•entemente lo e dal lato opposlo alla plagiocefalia, accentuandosi tale differ enza Jopo raccesso. Che !"acuila visiva si trova pressochè inalterata e di poco viene disturbala dalla convulsione, con fenomeni di restringimento del campo visi,·o; poco frequertti le aiLerazioni dei seuso ~!·e matico.
2• In. ordine alla sensibilità generale orr;antca.
C be la sensibilità dolor·itìca i· pressoché noemale e di poco
e modificata dall'insu lto epilettico, e cosi può ùir·si del f'e11so m uscolare.. Che il senso d'equilibrio l• in generale perluri.Jato, specie n ella epile:;sia antica, e lo è fortemente dopo il periodo convulsivo. Che la sensibilila f-' letlrica è minore in raffronto coi sani, cd numenta la ipoalg~sia elettrica dopo l'accesso, c.on ft·nomeni di lateraliliL
3• In ordine ui rejlessi. Che l'ampiezza della pupilla si pr esenta negli eplleLtici, durante la calma, normale nei piu (!t7,50 p, iOO); dilalalu però in un notevole numero di casi (31,25 p. 100): la reazioue agli !'<limoli si com pie piulloslo leotaman tP., rna dopo la convulsione si ha, nella piu parte dei casi, maggiore dilatazione pupillar·e e reazione più pr·onla al medesimi. Cl1e i riflessi siu della conca a1u·icolare, sia dell'olfaLtivo, ~in del velo pendolo, come pure i riflessi a scellar•e, adclominale, cremaster·ico e plarttare sì palesano gen eralmente meno pronti e vi,•aci che nei sani duranLe lo stato di calma, piu energici e pre-sli. specie il piantare, dopo la fase convuh;iva. Che il reftesso rotuliano e iu generole più vivo che nei normali, ed é aumen talo notevolmente dopo l'accesso.
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AlVJSTA XEDICA
Che il fenomeno del piede, o clono del malleolo. manca neipiù nel periodo inler-paru,:,islico, compare nel magf!ior numero dei casi dopo ltl convulsiune. 4• In ordine tllla motilità.
Che vi sono disturbi nella deambulazione, nella sct•ittura, e la conlralltht.a elellro-muscl)lare ., minore che nei ,..uni, e si mostra ùiminuìla nncora più dopo ~li accessi.
• 5" In. orllin.e ttll"esnme somalico e psichico. Che vi ~ono cat•atlrt•i sullicienli per l'ilenere la epilessia d i natut•a degenerativa e per dimostrare la sua ailioila colla pazzia morale e colla delinquenza congenita.
HIVISTA CHIHUHGI CA Un& nuova opera zione pel pr ol&sao del retto. - :\le. LLoo, m<•<lico ùi brigata - (T/te Lancet, luglio 1890). 1n l ndia, do'., il ~l c. L~oll esercita , i casi di prot'itltmza 11 el t•etlo nei giovani sono molto th~f)uenli, a cagione del!e facili dis;;J>nler ie. L'intestino vien fuori, la mucosa ricopr e un gl'o~so tuJUore couicu. lulle le pareti del viscere sono proluse rome un g t•an sacco nel centro del quale è situata una parte della flessura Ri~ m oidea, che ba al daYanli un sacco peritoneale ratto da.la saccoccie. reLLo- vescicale, nella (Juale ùisc•·nde il tenue e romenlo cotoe in un'ernia, ed al di dietro una massa di rnel"ocolon discesa col rello. Per un certo tempo gl'infermi possono da lor o sLessi ridur re il pr·olasso, poi lo sfìnLco re si rilascia a tal punto che ti pr olas><o si ripete al più leggiero movimento del corpo, o diviene impossibile la riduzione per la per sistente Lonicità dello s~nte re, ed allora ~onfìot•i, ulcerszioni, g-angrene, col-
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pisc·Cino lauto la superficie mucosa che la peritont:ale; onde non re~ia aHt•o scampo che la recisione del rello pr·olassato. In casi più recenti !a riduzione può elf·•ttuat·si senza g rande dsiJicolà, e con i las!>alivi, i pessari ed i bendaggi s i può per ctualcht> tem po Leuer e in sito l'intestino ..\ltr·e volle le CAuterizzazrons lineari della mucosa reltale, o la rirnoztoue di parli di mucosa correggono per •1ualche tempo ti difello che pero pr esto si 1·iproduce. e la Yita degl'iufe>rmi divieue nubt'l'""ole, ed in con tinuo pericolo. Cu giovauetlo di l!l Anni. gracile. pnliido, eulrò all' ospt'tlelt' di Calcutta il27 gennaio 11190 per g rave ll!:ilr'oversiono dtll reltCI che datava dR otlo anni, che si era ps•odollo in SBf!UilO a ùi>-'-'Pnter ia, era leggiera e t·iducihile a principio, poi et·a cre~ciuta di ''olume, si riduceva con molla difficollu, le reccie vt pa-.,n,•ano a stento, il lumor·e misuravll 18 cm. ds lunghezza ,. ;{fl d t drconferenza, lo t<linlere era l'ilo8Cialo ed atunico, la mucosa coogP.sta, tumida, solcala da vettO dilatale eh<' snn· g uinHvoncJ facilmente. I.n riduzione del tumore a principio ct•o olquanlo dittici le, mu quando si riesciva ad introdurre primA l'apice del cono, por i due terzi della ma!"sa, il resto t•ienlra,·a spontaneamente, ed Il prolasso non si ripeteva che ad uu A nuova òe recaztone, ;;:e J'iufl:'r mo restava in !ello. L'i nfPt'lllO fu tra tlalo pe1· rlualc)Je ~iOI'IlO COli llllli lassativi, decubito dorsale e par cu dieta, ed al l' febb1·a io ru cloroformizzalo mentre il pr.:Jiasso era completo, fu lavata la superlìcie della mucosa, e su di essa si pt·odu-..-.cro sette escar e lin~a ri t·ol cauterio al ca lor rosso, Jalla base all'apice del conn di prolrusiooe; •Juindi fu r idotto il p1•ola.::so, ru fatto un cli«LI're di morfina, furono prescrilli 12 cenli!.!r', d'oppio ogni ti tH'l', ed una dieta latteo. Vi fu ltna leggiera. dep ressione seguita rla sollit.!V(• di fot·ze, il primo etl'etto de:la cuulet·izzazione setnbr•ò favore,1ole, pet• dtect g io1•ni il prolasso duraole l'evacus zione era ins ignifìcanl,., e ~ i ri luceva spontaneamenlP, ma all'fio gior no ca.Jder·n J,.. e!"care . si manifestar ono le ulcerozioni, dopo la defecazione, la rid uzione rnnnuale era neres;:arso, !-i oltene va con
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difficollti, dolore e perJilu di sangue. le condizioni dell'irlfel'rno peg~ior•avano st•mpre più. Il :!8 febbraio, previa clorofol·mizzazione, si procodaLte a IIUovo esame e ~i lrovarono le condizioni del viscere ancor·a peggiot·Ale: si ridusse il pr·olost'o, e rautore intr·odus~e con molla facilita lu mano >-~iui:,;tra unta d'olio nel r ellù fino alla cavilli addominal e. T!·ovo rs iliaca mollo dilatata ma seuzs intususcE'zioni, s:lese le dita della 1naoo introdotta, e le r·.:se prommenli al disopra dt>l li~a meuto di Poupa1·l nella reg1one inguinale sinistr·a, essendo le pHreti addominali molto a"-soltigllate. Il 1' m11rzo ripe te la (\lorofor111izzazione previa lavatura dell'intestino con soluzione fPnirA al :! 1/ 1 p. 100, ridusse il prolaf'so, inll•orlusse Ji nuoYo l~;~ l'linislra nell'addome per la via clel retto, stese le dita. le rese prominenti sull•t fùc::,a tliaca sinistra alluolaoando le ause intestinali dell'ileo, pa"'>'•'l un lun~o ago allraverr-o le par eti addominali dentro il Cfevo intesti nule e lo l'ece r iescil'e a !l centiroetr·i dal punto d' enlt•ata, parallelamente, ed a J cculimt:Lri in sopr a del ponle di Pouparl. r\. 9 ce.ntimel1·i al eh. op1·a del pl'imo ue infisst' un allr·o nel medesi mo motlo, ron l eg~e t•a inclinazionP all'ester no per assicurare l'inLelòliuo io posizione obliqua dtt sotto ìn sopra e da deuli'O in fuori, quineli estrasse l a mano sinistr·a 1lall'uddome, e(! eseguì la sutura definitiva. Fece un laglio perpendicolare ai due a~hi uella linea mediana ft'8 il loro punto d"immer ;;ione e di emer~ion e, disseco diligentemente gli strati drlla parete addominale fino al pe· ritoneo p&rietale, introdusse di nuo..-o la sinistri! nel r·etlo p... r evi ta re la puntura della muco:Sa. e con la guida delle dita introdulle infl:;;se quattro punti di sutura a distanza di 3 centimetri ciHscuno. ('lte prendevano le tuniche sierosa P muscolare dell'inle!<tmo, e le unevAno alle pareti addominali. Una serie di punti A crini di cavallo completava ed a:;sicurava la sutura fra i quattr'o punti principali ùi seta, e riuniva le labbra ~ella ferita. L'oper azione fu condotta con ~uttc le scr•upolosé r egole antisettiche, fu ben tollcrat<t, fu amministralo un clistere oppiato ~ 3 cenli~r. d'oppio ogni 3 ore, e pt·escrilln una dieta di brodo
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e !alle; non ><i ebbe a lamentare depressione nP reazione. la temperalur·a ed il polso r imasero normali per otto g1orni durante i quali oon vi furono defecazioni, ma semplici flatulenze, non t1mpanite, noo dolore, eccello che nell'area delropeJ•azione. Gli a~hi fur•ono r i mossi dopo 2i or·o, erano anneriti, ma non avevano odor fecale. 11 giorno !l febbraio coi estr·assel'o i punti di crin e di cavallo ed alcuni punti di seta, gli alln furono semplicemen te reci si, perchò minacciavano di r ecidel'e la cute. Si esamiuò il retto, si trovarono delle feccie che furono esportale meccanicamente, alla sera e nel giorno !Seguentu vi fu le$lgiera febbr•e ed un po' ùi Limpanile, sl amministro una mistura carminali\'a, ma si ebbero molti vomiti biliosi. Il giorno H la febbre cr·a dimi rHrita, il vomito !l'COmparso, l'addom e era divenuto piallo ed indol ente; rl gior•no 12 la temperatura era normale, si estrasser o moltt: r~ccie <'on semplice irrigazione d'acqua, il l~ si ebbe una de f'!>cazione spontanea, che uei giorni seguenLi fu provocata con clisteri d'olio d'oliva, ed il li si procedtl> all'esame del r etl(l cou lo speculum. L'intestino era in buona posizionfl, le ulceri ~>rano cicatriLZal e. lo sfìolere si con traf' ''a Cino a ~lrinfrere il dito, nou v'erano :;egni di prola~so. Si cominciò a nutri t·e l'ìnfer·mo con cibi solidi, ed il 2:i si <)Llenne un'obbondante defecazione merc•' l'olio dr castoro. senza ombra di prolasso. L'infermo rima se all'ospedale di Calcut ta llno all'li apr rle, e quando usci era ben nntrilu e non lamentava alcun incon veniente. L'autorA attribuisce il buon r isultato dell'operazione 811'atonia dt>llo stlnter e eire ammetteva il passaggio di una mano senza difficoltà, alla mag r ezza delle pareti intestinali che permette,·Ano le descritte manipolal-ioni, alla gt·an tolle1·anza dell'inf'f'rmo ç..er l'oppio, e dubita !:!6 iu condizioni diverse il suo processo possa '"enire attualo. ad o~ni modo lo espone al giudizio dei pratici.
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Un ca.so di esplorazione del plloro per supposta ostruzione, del dott. M AR'l' J·:N. - (Tht:. LanceL, agosto 1890). È necessar io menziontu·e i successi e gl'insuccessi se si vuoi rormuh.l r e delle slalisliche di qualche valore. J. F. d'anni 47, lavoran te alle ferrovie, nat o i11 Pomer·ania e vissuto ìn Aus li'alia negli ultimi 20 anni, fu pr~so in cura dalrautore nel febbraio 1888 per una malattia che aveva tutte le apparenze di un r eslrin gimento del piloro per cicatrice d'ulceri. La madre era morta tisica a \ 5 anni, un fratello a 2{, una sorelle era di gracile complessione, l'i11fermo aveva sempr e goduto buona sal ute, aveva servito nell'eser ci to prussiano clal 1866 al 1869, pot facendo l'apprendista in una officina, menLre elevava un grosso peso, senti un forte stil'&rnento nel suo interno, ed il gjorno seguente ebbe un senso di peso all'epigastrio che dur•ò per tre mesi, alla fine dei quali vomitò gra n ']llanli tà ùi sangue r ulilanle, e cndde a terra !:'finilo. Gli fu pr~scrillo del ghiaccio, l'ematemesi non si ripete più, ed il pror. F.ichst.adl diagnosticò un' ulceJ'a dello stomaco. Guar·ì dopo 15 giorni, continuò a sentire dolor e allo stomaco per qualche tempo nel prender cibo . poi si r imise> riprese le sue occupazioni, ed a 24 anui entrò in un ospedale, dove rimase 15 g iol'n i per dolori gastrici senza vomito. Nel 1870 andò in Aus tralia a lavoraJ'e nelle miniere, e godè huona sal ute per due anni, quindi cominciò a soll'r·ire ùolori all'epigastrio; vomito in maggiore o minore q uantit.a, fu curalo di dispepsia senza alcun vanlag~io, nel 1880 ru eul'alo all'ospeda le di Melbourne dove si diagnosticò un ca r·ci noma dello sto m a~o, nel 1882 ebbe una febh t·e tifoide, oel 1883 andò in Australia e per tre mesi entrò ed usr.i dall'ospedale Adelaide per l'r·equenti vomiti e tlolo r·i gastralgici, uu meclico gli fere la lavatm·a dello stomaco, e dal 188;{ al t 88 l'inrermo continuo da se le la vande gastriche, ol:'set•vò una rigOI'OSa dialeLica, fece uso di bismuto, di pepsina, di creosoto, ma il vomito ed i dolori erano Lullora frequenti. Lo :;Lnlo del paziente al 19 luglio erA il seguente: era un
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uomo d'alla '-tature, magro, abbaltut,,, con occhiaie infossate, e si Ja:;wava di debolezza, di dolor~ All' epigal'ìlrio eù agl'ipocondrii, aveva \'Omito di cibi irtdigerili misti a mollu spuma, solrriva di llatuleoze, di dislt>nsioni che calmavano col vomito, nel '(unle spesso aveva notato delle l"lrie san~nigoe. MeniJ·p giaceva in !ello, l"i lagnava eli uno sensazione str.ana, come se del liquido passasse cont.inuamente dal ve:Jlr 1colo ali•' mleslina, e fol'ìse rimpiazzato da at·ia che produceva t'rer1uenl i borbot·igmi. Sofft•iva rli stitichezza, ma quando pren•le,,a <tnalche purgante cest::ava Il vomito, la lin:xua Pl'a not•male, i denti cominciavano a guashu·si, le pal'eli arldonlinali erano conl1·aUe, lP. vene epìgaskiche e la clr<'ontlesl"a iliaca erano di ... tese, la percuqsione dt-1 ventricolo Java suono dliat•o dal livello della o• Mslol a twlla linea mnmmillare sinislJ•n a cir ca 7 dita trAsverse in basso, non (•ra visibtle il OIO\'Ìrnenlo pel'islal l ìco. non ~i avvediva (.tontìOI'e nell'area f.rUSlrica o duotknale. i lJol'borigmi erano l'empre peecetlibil i con lo sleloscopio, il fo~alo n011 era incrandilo, lf• l"Oslam.e vomitAte er ano acido:>,,, eonser·vale mo~t ra vano della schiuma a!In suped1eteeduu ,.,edimento cbecor.· teneva l'ì&rciue e l ot·ulc, ma non Mngue, bons'1soslnnze cilimol"e serni.tigeeilP. Gli altri or:;tani ernno sani, 1'01·ina normale senza glucol"io, né albumina, nè eccesso d'indicano. Il 2L luplio i dollari Gardner, Gileit, Todd, ed il professor \Yatson visitarono l'infermo al •1uale fu la ''alo lo stomaco <'d ammi11istrato un'oncia di mistura di !'Cnna ogn 1~ore , ed un clisteri'! d1 snpone nellA nolle seguenlt'. Il 22 luglio lo ,lomaco fu di nuovo lavato, ru tenuln l'inferm o in assoluto tlt~iuno, gli fu faltn un clistere o'acquavtle ed acqua calda, ed nlle !l antimeridiane, con 1· a~sistenZA dei sututominati dollor·i, l'nutorc pt•ocedé all'operazione del L01·eta. F.~egu1 un'inci,.ione elle cominciava un pollice al di~olto l'd a sinistra dell'11ppenuice xiroidc, e finiva ad un pollice al di::olto della cal'lilagim• della !!• costola, tlividendo il t'ello Mdominale sinislr·o. Legali i va ~i, fn apet·to il perilooeo, si presentò il colon lt·asvet·so che ru spostato con delle spugne "lerilizzal••, fu scoperto il Yentricolo cJH• sembrava mollo '' llS(·olat•i:~.za to e di un colore rosso-bleu, su di esso fu el'ìe-
r:wo
KlYIST.\
guita un'Incisione d1 due pollici lungo Il gra11de a~:oe con delle forbici , comwciando ati un pollice tlal pilor o, r optlr·atore introdusse• l( dito uella ferila, e si accol'se che potevA agevolmente pas3ttl'e alL1·aver:oo il pilor o ed il duodeno senza incontrar r eslringim,•n li. l nt:-odusse un grosso dilatatore d t Macnaughton J one~ senza incontr·ar r esistenza, ~vide che le pareti dello stomaco erano in spessi te e vu~olarizzate, e la mucosa coperLa di cor picciuoli f:'raoulaoti, 'luindi u111 la m u· cosa con suluJ·a continua di seta, applicò trenta punti d1 sutura alla Gusseubauer sulla ferita dello stomaco oru.l~ mettere a con LaUo le superficie sierose, fece una terza sulur•a di t•ioforzo l'ulla sle~sa siet·osa, Jaq'l la ca,·it.à periloneale con soluzion e bOI'ica calda, e lrallò col metodo ordmario la ferita delle pnr el1 addominali. M~di cò con garza salicilica e iodof01·mica, l'oDel'azione dul'ò l ora e 20 roinut~ vi ru lo~giera depressi one, 1'111f~ rmo vomitò due ,•olte malt' l'iale sangui nolento. Jl t1·attamenlo con secutivo consistette iu ghiaccio e clisteri nulrilivi ogni qnaLLI'O ore fino al sn giorno dall' O(Jer ar.ione; al 5' gi orno tu concesso all'infermo uu po' di brodo, al fl" una zuppa di latte, Al 0° dt•l pesce, delle uova, pane e bur·t·t~ senza olcun inconveniente. Il 4 agosto furono tolti i punti, il 12 ago~ to l'inlermo era sottoposto alla dieta Ol'dinaria. non avvertiva altro luco modo che qualclu• flatulenza , 1 ~:~ evacuazioni erano r egolari, quindi uscl dall'cspedale, od aubaudonò la ciUà, ma vi r 1lol'nò il 18 setlembru, e l'autor e lo trovò rioudrito, sano. e senz'altro incomodo che qualche flatuleoza. I n 39 giorni aveva gua dagnato kilogr. 5 1/ 1 io peso, ed era ritor·nato al ~uo mestiere. L'autore eù i colleErhi CII!! cou lui visitarono l'iofermu, r i· tennero che si trattasse di una t·etrazioue cicatriziale d~ ' piloro, e si determinai'Ono all'operazione del compianto pro· fessor Lo1·eta, il qualo:~ avve1•le che la diagnosi dtfl'ei·eoztale dev'esser falLa in simili casi fra il cancro, il r estringim eoto fibroso, e la gasLrile idiop&tica. Il cancro fu escluso ùall'au· tora per l'assenzn tli ogui percettibile tumore, e per la storia clinica tli tf) anni; rirnnn ev& la differ enziazione fra il restri:l·
CHIRUI\G IC,o\.
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gimenlo e la gastrite, e siccome Lorela dice che con aLlento esame si può co n~t.atare in caso di r eslringimento elle fe snslanze Yomital e hanno uno strato inferiore fallo di cllimo digerilo, m.enlre in caso di gastrite non si trova che poco chimo e cibi indi,:reriti, egli ritenne che si l.ratlasl"e di reskingimento per tutte le antecedenti osser vAzioni cliniche, ma l"i dc:.,·ette ricredere quando introducendo il dito nel piloro non trovò oslacoli. Come accadde che quesr operazione ~tua ri il paziente ? L'autor e crede che il taglio agi come contr o-irri tante sulle pareli inlìammate e gr anolanti dPJio stomaco, e ne n•od i ficò la muro"a in preùa a cronica inliammazione, e che rasso luto digiuno Jei gi omi che seguirono l'operazione per·misoe la gua t·igione delle pareti gastr iche, e racilitò in l"egui to la di~e:.tio ne dei cibi solidi . Cìt-;oRCr·; Fuwum . -
La stertllzzazlone del oa.tgut con un metodo sempllce e nuovo. - (Tit e M edicu.( lrecor <l, agosto 18HO).
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L n costante proporzione Ji maLeJ'ia grassa elle si tr ova coinvolta nel catgut resiste a tutti i mezzi tinora usa1i pet' p" rlar·e a contatto dt>gl'inter stizi della muscolar e dell' intestino di gallo i po tenti germicidi . Si è detto che trattandolo con olio .li ginepro ed etere si sar~>bbe privato del gt·asso, ma. J'oulOI'e ne ha posto un rocchetto di quelli che l'or•niscooo i manil'allurieri in olio d i ,!!inepr o, indi lo ha lavato in etct·e, e lo hn const>rvato in uu tubo <l'etere, e dopo lr e mesi conteneva quasi tanto gr asso fJUanto pt•ima. Kocher notò pel primo una ser ie di casi in rui l'inLet•r otla cicat rizzazione delle Jèri te aveva un cor so cosi uniforme da far pensare ad una. comune ~orgenle d'infezione, ond' egli , dopo avere accm'atamente t>d inutilmente ispezionato lullo il material e antisettic(l, fu indotto ad abbandonare il ca fguL sul ()Uale cadtler o i suoi sospetti. e le ferite ùegli oper ati in seguito a tale pr ovvedimen to ehbero un cor so pel'fettamenle a selUco. Volkmann nella élìnica di Halle verifi,.6 un ca!<O di an-
·t:>o?
RJYI Sl .\
trace prodotto dall'u:-.o del cat~ut, •' que~lo fatto spa,·ento talmente i chirur·ghi, chP in Germania fu per lfU&Iche tempo abban•ionato •tuesto prezioso mezzo di sutura. L 'autor e dopo ripetute prove cou di ver·si metodi, affiùanrlo;;i sempre più al ca lore che agli agenti chimici !.'empl'e incerti. pur rill etlendo che il grado di calore necessario per uccideru i bacilli e le !>pOr e pit't virulente avrebbe disorganizzalo il calgul, crede di aver lro,·aLo uo metodo facile e sicuro dr ;;terrlizzazione, il quale corri!"ponde pe1•feLtamente allo scopo dt utilizzare in pt•ulica questo comodo mezzo di sutura . Il metodo consi~te nel far bollir e Il caLguL del commercio per un'oea in alcool a 97', ciò che lo rend e anche piu r esistente e meno facile a 8deucc1olar sulle mani; il nodo cl1e con 08"'0 si fa non é più sog~elto a scioglierSI, ed il riassorbimento delJa sua sostanza ù alrtnanto ritardato in mezzo ai l,.s-.ulì. Il dott. Hodenpyl, del laboratorio butleriologico del <!olle!!'io medtco di N ew-York, dopo una serie d'esperi enze su quel"to catgul cosi preparato dimostrò che dei pezzeLti di cotgul posti in v&r! mezli di cultur a prima che fossero faLLi boli! t'a nell'al cool pr oducevano lo S \ iluppo di molle colonie Ji varie speci~. hollili per cinque minuti nell'alcool a 9i• e quindi lasdali e!"siccart> pr odusser·o cullure due volte, bolliti per uu'ora rimasero sempr e ster ili, immersi :per 2t or·tl in tubi di culture dJ streptococchi, statìlococchi piogen1 e carbonchio, e poi bollili per 5 minuti uell'alcool riprodussero l e coltul'e delle 1111Uii erano impregual1, bolliti per 30 1ninuli rimasero lutti sterili meno quelli del carbonchio, dopo ~5 minuli od un'or'a la ><terilizzaziùne era compl eta. Siccome i balleri non si sviluppano nell'alcool loete, il cul~ul pUii conservar"isi indefinitamente dopo Ja sterilizzazione. Du e Litri d'alcool a !lì• sono sulTicienti per sterilizzare cin<JUallla metri di calgut arr otolalo i n r occhetti di l egno pr·eceuent.emenle bollili in una soluzione di soda: questi r occhetti si conset'\'ano poi in alberelli ripieni d'alcool. L'autore ha più ''Olle usato di tale ca tgu L nella sua pratica senza incoovenienlt, e ritiene che il miglior mezzo di cultura, e quindi di prova, !'ia lo stesso cor po umano sul quale deve es~erc adoperalo.
CHIRUitGIC:\
Sull'utilità. delle applicazioni galvano-caustiohe nella cura dl alcune forme d'lpertro1la delle tonsille. Dott. VrTTORto GRAZZt.- (A rchioi italiani dllarinç;ologia, fascicolo 1', anno X ). La cut'a ignea della ipcrlrofla delle tonsille è slala messa in onore in questi ultimi tempi, e, sebbene si comprenda facilme.nl.e com~' debba esseene frequente l'indicazione e non difficile l'eseguil'la , pure non é ancot·a entrata nella pratica generale. Tra ttandosi rl i dover curar·e tonsille mollo voluminose, rolondeggianli e rnobi]j l'ra i pilnstrl, clra le r·icevono, r'· meglio di persuader.- il malato a farsi ~uarire col tonsillotomo, ma quando il volume delle tnnsille 11011 é grandissimo, P specialmente quando si lralta di quelle fo rme irregolari di ipertrotìa con la tonsilla ader ente, copet'la in parte dal pilastro ante riore e che si e stende in basso verso l'inserzione della ling ua, l'autore non esita a dare la pt'eferenza al metodo cur·ativo igneo. È puPe indicata questa curo nelle persone cb e si spaventano a senlit' pa r lare di oper·azioni cruente da eseguirsi nella gola, o negli oligoemici, nei Q.I&Ii, pure urgendo di ridurre il volume delle tonsille, sarebbe dannoso soltop,wli ad una perdita sanguigna, che sappiamo riuscire in tali condizioni anche più abbondante di (juel1o che ordinariamente avviene. Inoltr-e le applicazion i galvano-co.usliche sono indica· tissime ed hanno una inconlestabilu utilità nella cura della follico1ile tonslllar·e cronica, nella qual malattia il volume della amigdala non è considere,·ole ed ò soggetto a pel'iodici cambiamenti ~ecoudo l'epoca della malnlLia e la frequenza delle r iacu tizzazion i. Io quanto al modo di ap plicare i galvano-caulel'i sulla g la uùula ipertrofizza ta ,p' autor e dissen te da altri che recentenwnte hanno lratlaLo 4U~3lO argomento. Egli preferisce i piccoli cauteri di p latino a forma lanceolala o laminare aventi una estensione di pochi millimelr•i alle grandi superfici cautel'izzanli, come vogliono altri. Adopet•ando questi piccoli cauteri, dopo aver bagnato la s uperficie della tonsilla con una soluzione al:JO o al 12 p. i OO di idt·oclora to di cocaina1 i malati non accu ·
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RPHSTA CO !Ru llGlCA
sa110 se~sa z ioni dolorose molto moleste, ed anche se si tra~ta di bambini si sottopongono volenLiel'i alla ripetizio n ~;~ del tratLamenlo curalivo. Adoperando i gal vano-cauter ii nei ca!ìi Olìdinari l'autore compie la cura in iO a l fJ ~edute, applicando pe•· ogni s eduta il pla tino incandescente per cinque o sei volle in ciascuna tonsilla, preferendo di aggredir e la glandula nelle ntlmerose cripte cbe si osservano in corrispoodem:a della faccia antel'iore ed interna dell'amigdala. È savio precelio di portat·e il cautet•io ft·edù o s ulla parte da cauterizzarsi e quindi dopo aYer faLlo ptlssare la corrente per qualche minuto secondo, toglierlo dalla tonsilla prima di interrompere la cor·renle med~sima, pe1• Pvi la re cbe i tessuli cauterizzali aderiscano alla s uperficie del platino e lace1'1'1ndosi nel ritirare il eaulerio il malato accusi dolori e vi abbia perdi la sanguigna. Non è il caso di spender e molte parole per dilnosLt•at•e la g rande s uperiorita del galoano-eauterio, sul lerma-cauterio di Paquelin. Basta pensare che i gal vano-cauteri possono portarsi freddi dentro le cripte tonsillari che vogliamo cauterizzare, che possiamo in un allo ioterrompet"e la corrente e quindi rafft•eddare la punla infuocato, ed alla minor e quantità di calorico raggiante che emana dai galvano-caule t•i in confronto di quello che spandono i termo-cauleri, per persuadersi della immensa inferiorit.it dell'apparecchio del Paquelèn in confrc,nLo della pila elettrica.
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RIVISTA Dl OCULISTlCA
Le lentl toriche . - JA'~~AL. - Accad~•nio ùi m·~dicina, del 27 !l~o~ l() 188!).- (A nnales rtoculistu,ue, :1• ll'imestre 1889). Quel nu•ml.rrJ d••lla ha~,. •l'una colonua l'ile co>titul-.·e di rcl(ola, ttua<l 'emrre • o•hl' • Nllln•lu " tJ,•!Ia form., ,)' 1111 ;zr.tn•le ,. _rrn,.,o anello, ,. •ll'lto in ~rd.tll•ltur.t /'u11dluo, ,i<f•·•rg•llu ,. 11iu romun••m··nlt• J'or•lltl, J'uro. :'e lo •i t'tlll'itdrr:t star,•ntu dal fu~tn ,. dali<> restanti fl:trll della ba,e, il Tvro rimm>'d•;~t•l J••~no tl'~I'IIO;!·•Iu del Ct~l·•·
alreua In fut·m:t di un tllsco anulari', ciot1 fu~giato ~u l mars;ine a•l andlu, vale a •lire tagliato 111 t·una rircolar~. :;e di o•s,u tlisru Sé nl' ta~lln on segmeutr1 maro.;ulalt•, COSI da non an•Jarf' al di la dt·l 11i:uno>lru della •·11r•·a rirwlaru rht.' ne foruM l'orlo, a1•remo una sezione wn 1111:1 roccia l'ia un t"li~~oidalc, montro l'altrn fnt•cla çarà w rvìltncn, a tlOflpia curvtt ~rurio'a, 1'111111 :LfiiJ:n•tt•nenta n•l 1111 ci lhu lr<l .ti magg ior·(', l'nltrn :111 una srera rli utlnorn dlamclru. to >fl~,.;orè nohtnquc di e~,;o segutent11 nwlr.t ·h•;:ra•l:ln•lt) dal c~ntro \'l!r~t) le e,Lro:mltrt •Ici mal(~ioro• dinmetro in muoio r•·..:olaro•, mollo nleno >eos1bile 111 l'unfrùnlu rl~ll:t w.,:ol~rc rJoo~raflaziune nt•lt'altro 't'OSO, uul •on-o del dinm~lro minor.•: nc.all i111lllmet·i 'Pu'i inter meilii an••mo s11essuri rhv~rsarn<>nle tlegraII;Ulli ~eo•orHio cht• li imnm~lniamo lr.lc'"'ll 11111 acru,JI .ti ma;.;-~iore od al m:nore dei dtanh'lri flrn•~•p:th "<tifa ar-tt•nn:Ut. Sonu l'rt"'l'l.1rno•nte co,f J.t:rhale le l~uti •lt'lhl torich••, lP J•ttsdivt 111•rv. S<' a l'Ccc che ,ofltla, 111 rialzu, SJIOrl(enle la 1'111'1:\h:ru :tnulnro rna rginaJc del Toro, la si immn!(lnn n. veco srnval:t, roggialn :1 gronola ia ~ 11 11'11rlo del di.'t·o, come ili arciiÌ ltlti Ura (081/Ì:L~I la Sr,o:.ia, alforn ta~linmlOIIC 1111 Sl!;:'lllC'IllO. 11~1 1110<10 ChP ~Oflr:l ~~ diNo, ;ll'fPtnO IIIUl !Cillt' lOriC.1 tlf{10iitlll .
:'\alur:thno•ullt In lnm rirrazi1111e ~ di!Tcr••nll' nel fll:tllll t.l~ll'nncllo •lt~ quella ì11 tu LI I i piani int•·nnPdii tra Il ,.,.,.ti,•ult• oltl il [lerj)euollcolrtre. In 1111 tlei ~onli ··~~·· l•'nli sono •Ielle 1·ere o• (lro(troo• l••nti plano-··illn•lri••hi' a dUI' tliwr'i diaml'lri ftPrp••rulirolari. )l:t ar•pnntn ('er 'IIIC,to o> Jl•'tlr oi•'I,.'T::t•lazioni iu~·rrml'diarie rlsj•nn•l•.no megho tlciiP ,r~ri~hr fl •Ielle rilinrlridtt• •.;emplici ID m Ili ca~i nllo• "'i:!t•0%1' d'un:t louo.na 1·isla ,. Mll.1 JIIU I•Prfelta rMrt•Tionr dt•IJ':I ltgmalismt). d~·l t•i:ttlu .ul ··~su anello l•rrpendit:o l;trO, e I.J:•u:mco
Fur ono lu pt•ima vollll imma!.!inate e fabbri<'Ale qui a Roma nd tS:r;; ma ca lder·o poi in dimcnlicanza appunLo pella diflkoll.:t ù1 lagliar lc e la.vora rle csalle, perfelle. !)~)
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RI\'ISl A
Ora tornerebhet·o in pt•egio venendoci dall' Àmerica, e,l assumerebbero pr·atico valore, essendosi r iescit i a lavorar·!!} con non facile mt1 sicuro metodo, e perché r ealmente meglio soddisferebbe•·o alle più diflbli e delicate esigenze I)Culist•· che..... Non hanno che lo svantaggio d'essere ancora molto care; ma nmu dubbio che il loro uso si g:eneralizzera or·u mAssime che sono enl!·att:! uel dominio divulgatore d~!lla industria francese. Esse, al dire del Janll. \'aie a dire d'uua autorità compelentissima in 1nateria. dovranno sostituire in numero>-issimi casi e le lenti c;feridte e le cilindriche. Per cap~tcrtar·si dello utilità di tali lenti, bisognerà ricordRrsi elle, cnlle lenti degli ordinari occhiali, la corTezio11e del "i<r.io rifratltvo non é perft.!ll& che 'JU&ndo l'occhio guania direttamente altraverso ti bel mezzo della lente. Quando l'indtviduo gira gli occhi, e guarda di conseguenza attraverso la periferia delle lenti, la deviazione dei raggi lumiiiOSt è il't'Cgolare. E cio ,., lanlo vc,·o che i miopi o gli ipermelJ'OJJi necessilosi di lenti l'orli coreeltive, prendono ben pt·osto ist•ntivamculH l'ahit11dine di guardarsi intorno nou giu girando gli occhi ma la Lc-.la, il clte permette all'asse vi sua lo di coincirieJ·c, i11 Lutli i casi, col mezzo della lente. Ora le lenti toriche E.scludono tale inconveniente; e potranno ancor·u costruirsi di maniera da riparare non solo ad esso donno, ma da soddisfa1·e benanco ad altre di\'er:-e e dJsparaLtssime indicaziOni, che non lo potrebbet·o esser·a colle lenti ordinarie. Cos1 p. o~. un ipermelropo od un miope con esse ltmti qualunque sia la direzione dello sguardo a'-rà innanzi all'ucdtio coslant.emeute una superficie l'obliquilà della quale sarà ben minore che colle lenti usuali. Per gli artisti ~i polt·A da re alla parte inferiore della lente una curvatura ditfer•ente da quella della parte superiore, pèt' tn< 1d•1 che la pot'Le in basso possa essere utilizzata f'l'lln vislu da viciuo, quella i11 alto per la vis ta lontana ........ A vt·emmo cosi i ''antaggi degli occhiali alla Franklin serua l'inconveniente dello spigolo di congiunzione delle due mezze lenti e dell 'asputto bizzarro ùi esse lenti, pur tanto utili nel
Dl OCULISTlCA
<;aso di marcata presbizia nel miope. Si polrll con·eggert> ·egualmente e simullaneamente una miopia, una ipermelt'opia où una presbizia complicata da astigmatismo, dando alla lente delle cun ·ature elle correggano insiememeHle la miopiu, ri per metsopia o la presbizìa e d'altra parte anche l'aslit?maLismo. Tutte queste curvature poll'anuo, lo si noli, essere ottenute senza che l'apparenza esterior•e della lente tradisca comun:Jlle J:::iasi le particolarità della sua Cabbt>icazione. B.
Compoalzione del oristalUno umano sa.no e oatarattoao. Deduzioni operatorie nel cast di oataratta. - CoLLINs, di Londl'a. - (Recueil d'Opldalmotouie, f!iug:no 18!>0).
Le analisi dell'autore sono slale falle s u sei cristallini normali e su tlieci crista llini càlarattosi. Le rice rche sono s tate portate: sul peso deJ cris ta llino, s ulla quantità to~al e del !~ partì solide, s ul la quantità d'acqua, s ulla qua ntità dellt3 ceneri. Dall'esame faLlo ris ulta che il peso dei cri~>lallini normali sembra a umentare coll'eta, raggiungéndo in media da g r. 0,16a a 'lO anni a gr. 0,247 a. G~ anni . Ques ti ris ultati concordano con .quelli di Tr·ieslley- Smith. La proporzione d'acqua è quasi costante nei cristallini non ca larallosi; essa i· all'incirca 70 p. 100. Lo stesso dicasi della proporzione delle parti solide, che fl di :}Q p. 100 circa. Questo risultato differisce da quello di Deulschmann, il quale ha trovato che le par li solide aumenta,·ano coll'età. Il peso delle ceneri dei cr istallini normali ò •tuasi costante, ò di 1 milligr·ammo circa. Nei cris tallini cata;:pJtosi, l'autor e ha trovato che il loro peso è sempr e infer,or e a quello dei cristallini normali . Di più, i cristallini giovani erano quelli che pesavano di più. conlrar·iumentc ai cristallini normali, il cui peso aumenta coll'età dell'individuo.
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RIVISTA
Le proporzioni J'elaLive dell'acqua e delle materie solide nei CJ'i"t allini calaratl.o:;i sono più variabili che nei cJ·i:>lallini normAli. l\fa , in re~ola generale, la p ropo1·zionc dei solidi t' piu e!Pvata nei primi e quesla proporzione numenta coll'età dt>lla <'lllAratta. Il p~so delle ceneJ•i é di un milligrammo c il•ca nei ct•istallini c·alaratlosi, e se si considera la diminuzione del peso totali' si ve,Je che la proporZI(Hlè delle ceneri è aumentala. Insomma, l'autore conclude che in generale i cristallini r·atarallosi contengono meno acqua . ma p1ù materie solide e ceneri del crislallino normale. Questa disidratazione associala all'optlcazione non è legata per nulla all'eli.\ o non ha alcun r·oppOI'lo col!e morllflcozioui che l'eh'!. appor ta nei ct·istallini Lr·u"parellli. Sull'lgrometricità. della so•tanza eollda del oorpo vitreo: aue oaue, sua importanza in fisiologia ed ID patologia. - E. 1-IACAE. - (Reeueil tl'Ophtafmolo{Jie, giugno 1800).
L'auloJ•e espone O\'Cr stabilito antc1·iormente che la sostanza ~olida cbe forma lo scheletro del corpo vitreo era eminentemenle igromet1·ica. per modo cile, 111 presenza delrac'tuo, le lamelle che la MsLiluiscono si gonfiatlO in maniera tla l<OVI'apporsi e da lòr1oore un tutto traspat•cnte e ù'aspetlo nmo~eneo.
Questa p roprietu ò dovuta soprattutto nll'igr ometricila dello sostanza fon.Jameutalt' delle laminelte connettive; ma essa ,., do\'uta allres1 alla pre~eoza di una cerla I'JU8nt:tà di muco o eli "oslanza analoga che 11nhe' e le lamtnelt.e costituenti e no rende difficil~ l'isolamento. Questa ~os lanza Ri ;.\Onfia in presenza dell'acr1ua; e""n i• <·oagulata da alcuni l'eatti vi ed in particolare dall'alcool, che hl rende le~ge rmonto opaca e vi t'a compat•ire un r elicolaL" molto ùelicato; gli alcalini al contrario lt1 gonfiano e la t'PIIdono trasparente. L'ac•JUa salata la «ciof!lie in parte, perchè se si lascia 1'~'1' l2 o 2't ore un cot·po vJ!reo nell'acqua salata al IO p. 100,
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e.sso pet·de de l suo \•Oiume, Jiventa fioscio, molle. e nopo -disidratazione l P. lamelle si isolano m ollo più facilmente. L'au tore ha tt·ova.to q uesta sosta nza in tulti i corpi vitrei -che ha e:-amioali, anche io quelli che, secondo le analisi ehimjche, non contengono mucioa , come i cot•pi vitr ei del -cane e del b ue. TuLta via eBsa esiste in q uanli la variabi le, non solo secondo le ~pecie anitoali, ma anche Becondo gh mdividui d'una stessa specie. Inollt·e essa non è ripat·LilR in tulla la spessezza dell'or~ano ed è sempre PIÙ abbomla ule in cer te t•egioni, special· mente in corrispondenza della zona ciliare. Infine é sembrato a ll 'autor e cbe Jo !:>lroroa del cot·po vitreo sia ta nto p iù d itncile da disidt•atare e r igromelr iclla tanto più difficile da dislrugger'e, qua ulo più esso contieue ~oslanza mucosa. Quest'osservazione é in armonia col falle• mollo cottoscìuto c l1e in ce r·li an i m t~ l i , conig lio e cavrt ll o per esempio, si p ull con unfl puntura aspiralrice oltene1·e qualche goccia di corpo vitreo, mentre cLe in allri a nima li s imile operazione 11 0 n t•iesco. Pare quindi che la presenzA di questa sostanza m ucosa a umenti il coelfìcien le ig rome1.rico del corpo vilreo e la sta bilità dell'acqua di com post· z io ne. L'au tor e cred e che la conoscenza di ques ti fatti getti uuo vi va luce !<ulla parte che eser cita il cor po vitreo nella fisiologia e nella p a tologia J el gtouo ocula re. l nfalli J' i~romelrici là della ~os tanza solida d~l corpo vitreo ha per iscopo: t• Di mantenere nel segmento posteriore dell'occhio uu grado d i tensione c~tpace di a!'sicura t·e il dislendimenlo della l'P-I.ina ed ù alla resis tenza eho essa a pporta all'uscila dei li· quidi che s i deve di poter vedet·e la camera u.nte riot·e Pd PSlrarre il cristallino serza pericolo prr la membr ana net·vMa ; 2• Di portar e via immediatamente, a mano a mano che si producono, i detr iti relinici, di sbal'azzare così la rt'Lina dei prodotti nocivi e w perme ller e un contin uo rinnova men to dei mate1'i a li nutl'iti vi indispensabili a l b uon funzionamenlo dell'or gauo vi;,ivo.
Ili VISTA
:\i a qu••sle proporzioni hanno il loro corollario iu patologia, e le variazioni che può subire il coefficiente igrometrico dello strema del corpo vitreo devono dar luogo a manifestazioni pa tologiche. Questo coefficienlt igrometrico è suscetLi_bile dì aumento o di diminuzione. Se esso a umen ta, il corpo vitreo assor·be e tr~llien•..1 più li!]uitlo che a llo stato normale: vi ha ipertonia oculare e fenomeni glaucomatosi. Se esso diminuisce, non solo l'assorbimento è meno attivo, ma la stabilità del liquido essendo meno considerevole, il corpo '•ilreo deve perùer·e piu acqua che allo ~lato nMmale, vi ba diminuzione del tono ocular e, ciò che, seco:1d0 i ga·adi, può e~trinsecarsi con turbamenti relinici ùovuli alla s Las i dei prodotti di disassimilazione, col rammoÌiimenLo del corpo vitr eo, collo scollamenlo della retina ed infine colla Lis i dell'occhio.
Estrazione della cataratta 1enza trldeotomi&. -S. B ur~L, di New- Yor k. - (Recueil d'Ophlalrn.ologie, gennaio 1890). L'autore dà i r isultati di cent.o operazioni di cataratta senza iridectomia e paragona i due metoùi eli estrazione con o senza ir idectomia. Vantaggi dell'estrazione semplice senza jridectomia: J!' Essa conserva all'occhio la s ua apparenza nol'male, UI IH pupilla rotonda, centrale e mobile. 2• L'a cutezza visiva t1 più g ra nde che nell'antica operazione. 3• La visione eccenlrica e l'orientazione sono mollo migliol'i. -~· Gli avarni capsulari non sono impigliali così sov~nti nella ferita della cor·nea ove essi agiscono come corpi estranei irritanti. o• Le oper azioni secondari e non sono pt·obabilmeote così spesso nec.essarie come dopo l'antica oper azione. Svonlaggi dell'estr azione semp)jce s enza i!•ideclomia: P La tecnica dell'ope razione è più difficile. La sPzinne
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della cor·uea deve essere piu larga per facilitare l'uscita del cristallino per ta 'luale l'iride f. un ostacolo. La sezione della cornea dew• essere falla rapidamente per evitare che l'iride non veuga n pr·esenlal'l>Ì al davanti del coltello e non !:i a HSri!'a. È molto piit difficile nt>Unt'e il campo pupillare e la camer·a poslct·iore che dopo rantiea operazione. :2• Le siner.chie postP..T'II'l ri e le Ol'llie seco 11 d&1'ie dell'i ride sono più fl •eq uenli. 3' L'operazione non è applicabile n tuili i casi, ma quest'ultima abbiezione s i applica a lullP le operazioni. L'autor e formola nel moJo se~u cule le indicazioni dell'iridectomla nell'estrazione della cataratta: l' Quando, con un corpo Yilreo fluido ed una zonula rotta, il ct·istallino ha piu tendenza o cadere nel corpo vitreo che a pre«enlarsi nella fer·ito. 2n Una ferila corneale troppo piccola con et•uia dell'iride. :1• L'ammacca mento dell'iride dtu·ante l'oper azione. 4• Uno sfìnler e dell'iriùe rigido " non dilatabile. 5' un·emia irriducibile dell iride dopo finila l'operazione. Anallal di 90 oa.•i di glaucoma oroDioo umpllce. - S. BuLt , dt ~ew- York.- (Reeueil d'Oplttttlr,lolooie, gennaio 1 !111). Coru:lu.~wnL:
t• PriPslley Smilb si esprime nel «eguenle modo per ciò che courerne le indicazion i d'operazioni nel g laucoma: • In LuLLi i cu~i vi ha una g ra nde responsabililù o consigliare urùtpCrazione e non si deYe senza nl(;un preleslo intt•apren· d~rla senza aver fallo cono!'lcere completamente al malato od ai !IUOÌ amtci che vi Ila da una parte certezza quasi compl~la di cecit.a P che per allra pat'l•! l'operazione non dù t·i~ullali CPrli. •. liu chirurgo pr udente si asleJT~'l dall'opet·are a meno cbe il malato 110n r ecld mi esso s lel"SO l'opera zione, perch•\ il beneficio non ,-. mai g ra nde e l'operazione può dare alla malattia uu decor:;o doloroso e più rapido. Prendendo 'lueste precauzioni, pare all'autor e che !'li debba opet·are nei cas i
1\IVIS"f.l.
di ~laucoma cronico pt'O!!re~sivo e qu~mto più presto sara possibile. 2° Se la malattia in un dalo caso sembra es:.>ere sla:.:io· naria ed ancot·a nel !•rimo 1•erioùo, se è pos~ibilt> esauunnre lA ,·islt) ed il c·nmpo visi vo a inlPrYalli "icini, t> permessn ritat'dft;-~j l'opornziotw; ft·ottan to si farà inslillat•e tulli i gicwnt una debole solu~ione di <>serina o di pilocarpina. semplic·eme nle per coulrollare ti decorso della malallio. l maiali ~a ranno esaminnti sovenli, ~ si determineranno con c:ura l'acutèzza visi,·a et! il campo vistvo. :~ Se la malultia esislP nei d~te ocr·Jli con una vista 11Lde in ambedue, si operera senza indut;io l'occhio piu malaln t'd il chirurgo sarà {!uida to nella cura da praltearsi atr altro occhio dai risultati ollcnuli ~ul pr imo. 4° Per ollt!llCre il miglior t•isultattl possibile, J'ineiHtr>ne sera ratta nella sclerotica cou uno stretto collello da catur·nlla o con u11 lungo coltello ln11ceolar·e; si ir1 ciderà con c..:ur·a o si dislacchot·t\ dalle sue rnserzioni rl l"e~mC'nlo inliero tla un'eslremita all'nltra dell'inc.!-lione. :-,o L'irideclotnia per fJUOuto e~eguila colla massima n ·curalezza, anc..:ile da chirurgi abili, è talvolta sussegwta da una perdita raptda, •JUUiche volla parzralc, ma altre ve>lle totale della vi~la che ancor·a l'imaneva. 6• 'ella roa~gior par·te dci casi però l'operazione pu.'1 a'·ere un esito fortunato. SOJW&Ilutto ~e C"'l"fl é fatta pre!<Ln; ma anche in qtwsli casi la eon~e rvazt oue nella vista c!:'islente non é cl'rta. 7° Nella ma!'lsima par·te d<'i cal:'i, for«e l'f'O per 100, la malattia in"adP tosto o lflt'di il "'t'Condo occhio. Non si pt.t'l rlire Cl)n certez~a dopo quanto tempo il secondo occhio ··nra .al riparo da un attacco. 8° Se il malato è attempato t·d indebol ito, con un occhio ancora sano un snno o più dopo l'inizio della malattia nt•ll'allro occhio, è prudente evitare ogui operazione sull'ocl'lt n alfetto, perché ò probabile che l'occhio ~Ano restera taiL• Jlnchè av rà vita il malato. 9' Il campo vr;;ivo non é una ~uida costante. sia pr•r
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giùdtcat·e ùei progre~~i della malattia, sia pet• decidere sul m omento dell'opeJ·a?.ione. 10• L'acutezza visiv11 non iJ i11 relazione costanet col successo o coll'insuccesso dell'oper azione. 11• La camera anterio•·e é abitualmente stretta, talvolta manca. ma sovenli pat·e che abbia la p•·orondità normale. Lo stato della camera anteriore nulla può rar• coogellurart! sullo stato della visione o del campo visivo, nè òare alcuna indicazione circa il pronostico. 12• L'Mpetlo e In mobilità dell'it•ide sembrano esercitare fJUSiclre influenzA !>Ullfl rlieA'nosi. Nellleship ,., rli rarere che nei casi in cui l'irirle r eagisce rapidamenLP solto l'azione dl'll'eserina !"operazione avrà un buo•1 esito. L'autore non " co:-i assoluto; per allt'O, nei casi in cui r eser nu faceva contrarre rapidamente la pupilla, l'acutezza vicoiva si trova\'a ancoJ•a in buone co11dizìoni ed il campo visivo non era molto -ris lreuo. 13• La profondilé dell'escavazione et! il colore della papilla ottica non semhrauo essere in relazione intirnn colls diminuzione dell'acnle7.za visiva o del campo vish·o, né 6"SC pO!->'lOno ~el'vire a ~ labilire il pronv:--lico. nl• fare congetturat·e alcunche circa gli etrelli dell'operazione sul pr•'\gress1, della malaLtia.
14• La tensione in~ra.-oculare uoo puo !'er"ire. di guidA per indicare il momento di operare. Essa può essere norntale, aumentala od anclw diminuita e non pa t·e che essa sia in rapporto cocotante coll'aculezza ''iSI\'a o collo stato òel campo visivo. Ciò nondimeno la persislenza di una forte pressione, senza p~ t·iodo di dimiouzione, indtcala necessil.à d'operat'e, sopralluLto se la tensi0ne é continuamente al di!OO pra della normal(l. J:,o La salute e l'etù del malato eset•uilsuo un'influenza pronunziata sugli cll(>tti dPll'operazione ed ogni segno di !'enilité è CPrtamentC sfa~orevo(e aJJ'operazione.
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RlVlSl'A
Dell'uame ortalmoaooplco del fondo dell' ooohio negU lpnotiol. - Luv;; e BACCH I. - (Recu.eil d'Ophtalmolo(Jie, genna io 1890).
Tutti coloro i ,,uali si occupano di r icerche ipnologich'e sanno come, in certe fasi del sonno ipnotico, gli occhi degli individui presentano caratteri particolar•i. Nella rase catalettica, fra le altr e, i globi oc\ùar i sono fissi, immobili, in catalessi stalica e dotali di uno splendore insolito. L'a umento della acutezza vis iva denota che la vitalità degli apparati ìnter·ni è la sede di una so\Tatlivilà circolatoria concomitante. Xello stato sonnambulico, i globuli oculari hanno ricuperato la loro mobilità, ma essi sono ancora provvisti di uno splendore speciale e di una sovrattivilà funzionale che permelle ai soggetti sonnambulici di vedere parlicolarilé, le quali sfuggono alla loro per cezione, quando essi sono allo l'ltato fisio logico. Gli aulori J1anno pensato che fosse inter essante di r ender si conto, mediante l'oflalmoscopio, dello slalo circolatorio del fondo dell'occhio nei casi simili e di constatare i cambiamenti sopraggiunti nei r eticolati circolatod. La soluzione di questo problema non ha soltanto uu inte resse intr inseco, ma ancora un altr o inter esse non meno iropot·tanLe, c cio,'• di for nire un nuovo segno fisico che sfugge alla simula;!ione dando un rnezzo di controllo utilizzabile in medicina legale, per appr·ezzare gli stati ipnotici. Nove soggelli (sei donne, tre uomini) sono slali succel's.ivamenle assoggettali all 'e~ame oflal moscopico del fonùo dell'occhio. L'esame ~~ sta to fatto net per iodi di cata less i, di sonnambulismo lucido e nello stato misto di aiTascinameulo. Lo stato dogli occhi di ciascun sogg-ello è stato pr aticato isolatamenle, quando ciascuno di essi er·u allo stato normale. Si è così potuto segnare in un tnodo preciso lo stato di color azione del fondo delrocchio e notar e l'esistenza di tre zone concenl!·iche della r etina. l soggetti in esperimento essendo stati in seguito messj in per•iodo di catalessi, lo s tato di pu llor e ùel la r etina si o
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subito mod1fìcato. Le popille hanno pt·eso una tinln di colorazione t'O-ea. Le tre zouu concentr iche hanuo pet·dulo lu neltezza dei loro contorni e souo ùiwntate confuse, nello stesso tempo che le vene e le at•Lerie acquisla,'ano un volume molto piu ~viluppato. Questo stato iperemico si è manleuuto tale per tutto il tempo in cui il soggetto è rimasto in pet·iodo di calale<~sia. Gli aulort notat·ono inollt·e che rir ide ern molto dilatata e quasi insensibile alla luce. Questo stato speciale ù'lperemia dellt1 t·etina si è presentato cogli sle~si caratteri nella fa-;e di aflùstinbmento. Nel periodo ùi sonnambulismo lucido, g li autot·i hanno anche con ..taLato che lo stato :di circolazione del fondo tlel l'occhio s i presentava cogli stessi cat·atteri generali indicati pr eceden temente, dal punto di vista dell'ampliamento dei reticolati ci rcolalori. Hanno notato soltanto una cer ta diminu7.ione d'intensità nella colorazione della papilla cbe e ra di un rosso meno v ivo che precedentemente. In questa fase ~onnambulica. l'iride era più mobile; era diventata piu sen· $IIHI~ alla luce e si lasciava dilatare più facil mente dall'azione dei suoi r aggi.
Amauroat determinata. da. una. oarle dentaria . - (Reeueil tl'Oplttalmoloy ce, gennaio 1890). Il Cour r ier nu=t!iclll riporta un·osset•vozione mollo iolet·e;::!.'nn te di un·amnu rosi guar ita con un'estrazione della car ie •lenla ria. Una '"ignoea oli :jO anni fu colla un giorno da un dclore mollo vivo in corrispondenza del secondo molare s uperiot·e :::inistro. Il dolor e si el'~ tese ben tosto all'occhio sinis tr o e dopo olto giorn• la vista di quesrocchio si perdelle completamente. Si pra.~ic<i l"opet·azione del dente carialo; dalla sommità della ca,·ilù ah-eolare scolò, proveniente dall' anlro di lgrnoro, uua picrola quantità ù• pus e, collocato nello spes!'Ot'e della radice del dente, s i l'iscont rò un piccolo fra mmento tli legno che si trovava nell'ah'eolo e qualche giorno tlopo la 11\ala la ricu pero la vi>:la. Essa Ila ril'erilo che &\'eva l'abi ludi na di ser vi J•si, io guisa
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di neLtadenti, di un piccolo fusto di legno che si era rollo dopo di essere penetrato n el lTagitlo formato dalla caria dentaria. Esso determinava un'irritazione costante del nervo dentar io ed un'infiammazione della parete dell'antro d'l,g- · moro. Per azione riflessa fu provo:ala un'amaurosi dell'occhio sinistro.
Sullo strabismo. -
PA R IN•UD.- (Recueil d'Op/ltalllwlogie,
febb raio 1890). Il prof. P arinaucl ha fallo ali'Accademis delle Scienze dt Pa rigi la seguente comunicazionP. Si ammette che la deviazione or:ulaee nello strabismo è prodotta dal racco rciamanto del muscolo, l'anlagon~la trovandosi proporzionalmente a1Jun 14alo. De G1·ael'e a nzi sembra che rileog:a essere questo acco,·ciameoto primitivo, perchf> e.Q'Ii rton e mrnette alcu11a influenza IJet·vosa. Or·a questa dottrina è in gran parte falsa ed ~ la causa dell'incertezza c.he regna ancora nella cur·a di (juesta atl'e zione. Lo strabismo è prodotto da influenze numeros e ave nti lor sede nelJ'occbio o nel cervello, ma la causa immediata della deviazione è sempre un turbamento rl'inne.roa~ione, che consiste in un eccesso dell'innervazione della convergenza per lo strabismo convet'genLe, e in un dife tto di ion(l rvazionc, al contrario, per lo l'\lrabismo diver·genle. Lo strabi->mo convergente è pH lo più legato atripe r·metropia ed il punto tli partenza dell'ecces~o d'innervazione de Ila conver~enza r isiede nello sforzo accomoda Livo, in virlu dell'associazion e funzionale della conve rgenza e dell' a ccomodazione. P er lo :::Lr·abism o diver·gente devesi ripor la;:e nel cervello l'influ enza c he s i allribuìsce all'insufficienza dei mus coli r etti in terni . Non si tratta ~ia di una ciebo1e%za congenilll dei muscoli, ma di un difetto di loro inoervazionP per la conver genza . Questo difetto è congiunto il più spesso alla rniopia. ed è dipe ndente dal poco uso che i miopi fan no della loPo accomodazione: esso· pu6 essere e1·edila rio od acquisilo. Nekiuizio lo str·abisrno è puramenLe dinamico; quanùn la
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J;)Ji
deviazione è. sufficientemente fissa e prolungala, due ordini di modiflcazioui leudono a pr odurs i, le une nel cervello, le allre nei les~ulr dell'occhio. \'i l1a non solo un raccorciaml'nto del muscolo, ma sopraltullo una retra.z ione delle parli fibrose ed in par•ticolare della capsula di TeHono. Come é facile constalare, esplorando la lalitudino dei movimeuti di la le ralilé col perimelr·o, il r'accot·ciamento muscolare nello strabismo diver gente anche antico é 11ullo; ~e l'ampiezza dei movimenti é ridolla nello stra bismo conver gente, ciò é dovulo tan to alla relrazione della cap::mla di Tenone, quanto al t•accorciamenlo del muscolo. :\PI trattamento dello l-'Lraltismo fa d'uopo agi re sopr•t,llullo s ulla caps ula, ~ia sLt·lglìaudola semplicemente, OpPr8ZÌOOe Cht~ raulOrè pratica in certi cosi da pi 1'1 armi e che du uo r·oùdrizzamenlo di 10' a 20•, sia combinando lo ;:br igliamento CI)JI'avanzamenlo capsularo di Wecker·. l'ultavia lo sbt·igliamenlo della capsula, ;:emplrce o combinalo, •' meno eflicacc per rl rudrlri7.zamento dell'occhio che la slrabotom ia. Questa agisce sopr a ttutto cr eando un' insufficil!oza muscolare, la quale è vanlag:riosa dal punto di vista ilei r·isullato immediato, ma costituisce un vero pericolo pe!' l'a '' ''enir·~. Qual~iasi occhio escluso ùalla visione binoculare ha tendenza a porl.arsi all'infu01·i; se il l'ello interno divet1la insuf· ficiente, polt·à svilupparsi uno .strabismo esterno più grave e più difficile a g ual'ire ddlo strabi~ mo p rimitivo. ~on devesi quindi pr·alicare la strabolomia senza necessitA; nei l'a nciullì, in par ticolo r·e, quando il Lratlomeulo oltwo è insufficiente, il raddrizza11lenlo dell'occhio può, il più spesso, esser e olleuulo collo sbr.gliamenlo della capsula solo o Cùrnbinalo coll'avanzamento. Dell& oura dell& mlopl& progra.slvt4 e dell& soelt& delle leuti correttrici ID questa aft'ezioue. - HRAVArs, di Lione - (Recueil d'Ophtalmolo(lie, ma ~t::rio Jfì90).
Bl'avais ha letto aii'Associaziono francese d' oflalmologia, nella seduta del 7 maggio 1890, una rdazione sulla cur·a
•1518
111nsn.
della mìopia progressiva, le d i cu i conclusioni !!ono le seguenti. Il solo grnùo della refrazione non è sufficiente pet• decidere se una miopia r esterà o non s lazi0naria. A n che l'esistenza dello stafìloma posteriore o la mancanza di nettezza della sua del im itazione, non sono indizi né certi . · nè costanti del caratter e progressivo della miopia. Gli altri segni obhieLtivi: fiocchi del cor po vi l1'eo, a umenlo della tensione e subbietti vi; diminuzione dell'acuLezza, astenopia Of1 altre malaltie dolorose devono servir e a comple tare la diag nosi. Fa d'uopo ammeLlere, per la miopia. una predisposizione e questa il piti soventi è ereditaria. Nelle fam ig lie in cui domina la miopia , s i deve fare accuratamente e presto l'esame dei faociuiJi. È lnconleslabile che la causa deLerminanle priacipa le della prog1·essione Jella miopia si trova nell'applicazione' prolungata della vista sugli oggetti avvicinali e di piccola dimensione. I fattori messi in azione in queste circostanze sono l'accom odazione e la convergenza: essi si aggiungono per aumentare ancor'& lo s ta to congesLizio de ll 'occhio P la fatiaa stessa della retina. Il lavor·o imposto all'accomodazione colla visione a v vicinata può produrre lo spasmo del muscolo ci liare e, come conJSeguenza, s ia semplicemenLc una miopia apparente e momentanea che l'atropina fa r·a scomparire, sia più lentamente, uno stato di miopia veramente progr·essiva. L'atropina si Lro,·a quindi indicata talvolta nel solo scopo di prendere In mi.,ura precisa ùella rifrazione, Altre volte per combalLer e più lungamen te uno spasmo accomodalivo, per•manente P nocivo. Piu importante ancora ><embra essere l'influenz<J della convergenza sulla progl'essione della miopip ed i muscoli esterni dell'occhio. che premono egualmente sul globo, sono in questo caso gli a geuli delle defor•mazione che esso s ubisce. La tenotomia del muscolo r·p.lto esterno, che di minuisce la tensione del globo e facilita la visione binocular·e ravvicinata, deve esser e consigliata nei miopi, in moltLcasi d'insufficienza dei r etti interni. L'avanzamento muscolaru o
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capsulare che produce reffe tto inverso di aumentare la forza della cinghia muscolare, giova, allo strabismo propriamente detto, ma per uulla alla miopia progressiva . L a sezione del muscolo piccolo obliquo, assai razionale, meriterebbe di essere nuovamente esperimentata. Quando la miopia i• consoriala a sclero-coroidile poslerior•e, i lurbamenti congestivi saranno combattuti coi derivativi, colle Jp,nli colorate e soprattutto col riposo dell'organo; in generale il camminare, le pa~sej:!giale s aranno molto utili. L'esagerazione di tPm:ione inLro.ocular·e potrà essere lr~:~t laLa collt• paracentesi ot! anche colla sclerolomia. L'iridecLomia non dovrà essere ronsigliata che eccezionalmento. P er la so•lta delle lenti, é difficile, vista l'innumerevole varicl.à dei casi, ùi stabilit•e regole fisse, ma si dovrEi sempre aver presente la legge che domina le astanopie. I nostri apparecchi or·~anic!, sieno muscolari o nervosi, non runzionano in un modo duraturo che quando essi consumano, in una volta, soltanto una frazione della lor·o forza totale. La quota disponibile clte essi devono tenere in riserva sar•ebbe pre~s·a poco: wt quarto per l'accomodazione, due terzi per la convergenza, ed ona melù per l'acutezza visiva. Tale quota può variare colla salute generale. :\ei g radi deboli di miopia, da una a due dioltr ie, potranno essere utilizzate pel' il lavoro !eu ti correttrici, ' luando l'acutezza visiva sarà perfetta, ma la convergenza larda. Esse saranno per lo meno inutili se, con una convergenza fucile, t'acutezza non sera molto buona: se si ha nello stesso tempo acutezza e con\•er•genza ùeficitmli, le lenti negative non ba:stet·anno o s aranno nocive, e sa1 n necessario ricor'rere alle lenti prismaliche od alla tenotolllia. Sì praticherà. l'oper•azrone se lo divet·genza facoltativa oltrepassa un pr isma abduLtorfl di sei, otto e soprattutto tli dieci gradi. Al disotto dt questa misura di divergenza, i prismi _a base indentro, vnrianti da due a cinque gt·adi sart111!\0 presct•itti nei miopi di qualtr·o a nove diottrie. Quando si trattera della lettura, si daranno generalmeule,
lllVISTA DI OCUJ.lST!C.\
per aiutare la coover•genzfl seuza !ltancare l'accomodazione, lenti ne!laLive iocompleLamente correttr ici, le quali non trasportano il punto remoLo che a venlicin•1ue o •1uaranta cenLirn~:~tl'i, secondo !"acutezza visiva. Più spesso a ncora. in questi alLi gradi, la tenolornia od i prismi dovranno essere discussi od associati alle lenti cor.· cave. L'astigmatismo, doppiamente molesto, tu!'bando piu l'accomodazione e l'acutezza, sarà sempre corretto quanto corn plelamente sarà possiuile. Nei casi più elevati , sarà pt•eferilJile non rimediare alla diveL·genza, la visione n•onoct:lare essenùo meno pericolosa (Jt"t' il miope. La scelta dt-lle hmti si lim1terà a ptlt'Lare il remotwn alla dista nza che fl&rù piu comoda per· le occu1 azioni che l'acutezza \'iSIY!l dell'occhio potra permellore.
RIVISTA DI CHIMICA E FARMACOLOGIA Nuovo metodo per diatinguere la. carta. di stracci da quella. di legno. - Now Jl'l sig. \Yl.RFTr::R . - (n f>roy reS$0, N. l5, 1890). La cellulosa pura, preparata con •l cotone o stolTe di filo. non contiene maLerie estranee aromatiche suscettibili di dare derrvali colorati con i felltll i où altri r e6 llivi coloranti; motivo pel' cui questa proprietà risulla preziosa onde poter distinguere la ca t·la di legno dalla carta di stracci. Questa ricer ca olTr e un certo interesse quando !"i fanno delle analisi delicate, perché i filtl'i di carta di legno sono capaci di ablJnuclonore delle traccie di materia or ganica, suscettibili di ralsar e 1 r·isullati. L'autore ha recentemente dimostrato che si può svelare nel legno e nella carla di legno la presenza della con•ferina e della vaoillina o nello s Lesso tempo delle quantità appr ezzabili di mater ie zuccherine, lo cui origine deve
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RIVJ ST.\ lll Cllll!IC.\ li FAit.MACOJ.UGa
e~Eere attribuita al lrallamenlo col vapor d'acqua sotlo pres-
sione, che si fa subire alla materia pet' la fabbricazione. Si riconoscono i ùlvet·si pr iocipii del legno neUa carla per mezzo di cerli t•eallivt coloranti , e parlicolarmeole dei fenoli. È d'uopo fa r• • agtr e i !'eaLlivi in pre!"Pnza di un acido sia a freddo che a caldo. Htolllui
t:u rlt• tli l'fJIIO
Cellulosa pura
Orrina. Resor cina Acido piro~~:~lllco. Feunlo. Florot?luf·inn
Rosso scuro V erde scur o Rleu w·r.!e . l~iallo ' et·de. Yiol••llo blPII
N tante. Violaceo. Il
:'-11ente.
Secondo l'autore SI può ri cono;;rPr e la preseuza del legno
e nello stesc;o tempo do;;arne lu quantilil ru escolala, facendo uso dello cti/llelilparafenilendiamina, che colora i derivati del legno i11 I'OSE!o intenso, analogo al colore de!la fucsina.
Lyaolo, nuovo a.nttsettlco -
(Il Proores.~u, N. 16, 1890)_
Questo medicamenLo, che hu qualcl1e Analogia colla creolina c col fenolo, è sta to recenletnente ra ccomandato come 11nlisellico dal clolt. <ì~rlach . È un pr odotto complesso che risulta ùalla cottura tl''lna misreiA d'olio di catrame dj carbon fossi!<', ~t'8S!"O, ulcah, ;.~cìdi t·esinosi o t·esine; ha la con· $istenza ùel sapone moiiP, è raeilmen tt: Rolubile nelfacqua, non con tiene del ft>nol ordina1·io ma del cresilolo C7 H, H~ O. Gli si Allribui;;cono i ;;e~u euli vanta,zgi: ll li!-olo è -<upet'ior•e come micr obicida tan to alla cr eolina come al fenolo t>J all'acido ft•nol-solfonisico. Esso produce la sua azione ~ u1 ba lll't'ir, tanto S~' quest1 l'IO IIO l'Otto l'orma vegetath·A quanto ~olio •tuella durevole. È mPno w+•nol'lo ch" il ft>nolo e la l'reohna. li !isolo non é 1111 ri111t>dio segreto come lu cr eolina e possiede una composizione costante. È da pref,•t•ir'li cl fenol ed alla et'eolina, pe1•chè e solubile nell'acqua ~" ser· ve JHll'<·in a r1ualunqu e disinfezione.
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IIIVIS'I'A 111 CIII )l Il:.\ E f"AIUIACOLOGL'.
Kel Lratlarncnto delle pia~he si adoper ano delle soluzioni ad l p. 100, e nei la vuggi uteri n i soluzioni a 1/ 1 p. 100. A l :l p. 100 la soluzione d• li~olo ra schiuma coroe il sapone l' perciò ~P.r'vo henissuno alla disinfezione dellr mani.
Rl VI~TA DI TE(~ lCA ESERVIllOUEDI(O ~liUTkRf.
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Le Aaaoota.zloni di Soccorso a.t ferttl in guerra.. Di IICCOI'do eoi Ministeri della Guerr a e della :\<farina l•· Associazioni ilalianP, nel Regno riconosciute, di soccorso ai milita ri feri li o malal.i m guet••·a, cioè q uella della Croce-R 08!-Ia c •tuel la del Snvr;wo Mil itare Ordi ne dei Cavalieri di Malto, hanno lP!"[<\ puhblieati i t·ispellivi R ef10iamenli pel tempo tlr fl 11 e rrrt.
Pei medici mtlilnri ,.. importante l'>~ rsene adeguato concelh•, sia per poter appr·rzzarP l'entità dell'opera u tile ed efticace cl•e e~se Associazioni po::-sono pr estare nell'ora dei grandi e duri lusogni in guer ra, del valido sussidio che può r ipromeltersene 11 !'lervizio sanitario ulliciale, c benanco per gli inevitabili intimi rapporti di sPr\'izio <'he necessariamente dovranno stabilirsi l r a il per!"onalt> di e~se Associazioni -preposto alla dire· zione delle dip<'ndenli sanitarie i~lituzioni e le aulorHà mililflri. amminil'lkalive e sanita•·ie in campag-na c territor iali. Entr•amhe le accennale .\s~ociazioni pubblicarono il ri!'petLivo Reaolamenio di guet•ra in un volume distinto in due pn~li: la p1·ima col TeMo l' Jlotltlli, 111 ~eronda cogli Allegali. Il Regolamento della Cr oce Rossa por La la data del 1:! gl'nnaia 1888, e l'appr ovazione, da parte dei M inistri della Guer•·a e Mar ina, del7 ap•·ill' !-1les!-1o anno: la pr ima parte fu pubhlicata nel 1 8~8. 11-1 sccondu nel 1889. Quello dell'Ordine <.l i Malta ru r edatto ed appr ovalo colla data del 1° gennaio 1R89 e la prima par Le fu puhblicatu nel 1880, la 2~ nel 18f!O.
Rl\'ISTA DI TEC~I CA E S:ERVIZLO MEDICO Mll.ll'.\llE
l :j:?:l
Hegolamenli delle due Societa non si ditfer enziano che p er pocht secondari dettagli, richiesti dali€' J1vers e basi istiLulive e da1 diversi o1·dinamenli Ji esse Associazioni .... Ma sono eosi lenui tali differenze, che ben può di r~• essere il Regolamen to dell'una Società la riproduzione. appt>11a r·itoccata, di '<luello dell'altra. Il Rl•golamenlo propriamente dello delormina le mansiont, i doveri e dirilli delle di,·erse cariche deii' Associaziofl8 in .guerra, sia di reltive - Presiden:.a, Delegali Generall, Com m issari, Ispettori - che esecutive - Persf)nnh rle(lli ospcf!oli rli guerra e dei treni ospedale. Ciò che riguarda il funzionamento proprio, diremmo nlterno di esse if' liluzioni, noo ha grande interc~>sc per l'ufficiale medico militare.... . Sono istilU1:ioni autonome che funzionano aulonomicamen le. Quanto ai punti e modi di contatto e di !'e-cipr oca in(luen7.a Lra i due ser vizi, il volonlat·io attlori~:.ato e l'ull icia le o militare, semplicissime sono le disposizioni e pt·e-sct·izioui dai Regolamen ti formulale. Per la Sociolà della Croce Ros!>a l.• s tabiliLo che all'aLlo della m obilitazione dell'e:::ercito, il Presidente dell' Associazione eoncentrera in i"è Lulli i poteri e divenLPrà co:>i l'unico rappt·esenlant•· dell'Associa zione inter na di fron te al Governo, ai Mi· nis Lt•i della Guerra e della Maa·ina, al ComiLalo internaziooa ll! <li Ginevra ed tti Co mitali esleri. Pr P"i"O l'es ercito il Rappre~eolunte dell' Associazione Delegalo Genl'rale - é addetto all'I n tendenza Ge nerale ed é posto sotto In dipendenza dell' lntende11te Genera le ùell'e!:'ar· -ci lo, al quale t•iferisc e sulle risorse di cui nelle di,•erse localita dispouo l'Associazione pel ricovero e trasporto dei ferili . c Si Lie11e inol tre in r·apporto con que~ li unici, c!le gli vengono ... des ig-nflti dall' JnLendente Generale, pe r coordinar e le di• !!posizioni dei servizi della Croce Rosl'a da lui dipendt'nh, • con •rnelli san iLari militari (Art. l 0). • Dal Oelegato Gene rale direttamente dipendono i Coumus,'!tJ.ri Delegati pl'esso le armale, che sono posti alla dipendenza del rispettivo lo lendeote d'a r mala. Il Commi:;sa rio ha l'iuéal'ico di sor vegliare sui ser vizi della Croce Ro~sa nella zona <Ji pende nte tlall' ln lenctenza d'ar mata, e nella zona di tappa ap·
RlVlS'rA 01 Tli:CNlCA
parteneute all'armala cui ~~ addetlo. Pr·ende luUi gli accordi necessari col L'ispettivo Intendente d'armata e r:og!i altri Capi di scroi::i militari coi quali viene a trovarsi iu di•·eLto .-appol'lo, per l'impianto degli O!"pedali. pel funzionamento dei LJ'eni-ospedale, per la chiamata temporal'ia, s traol'dinaria <U personale sanilarlo sussidiario. Gli Ispettori sono amministrativi, e san.itarf (medici e larmacisti); ai primi spetta il riscontro dell'andamento ammini stralivo, dei conti, ecc. l medici ispettori sono delep-ati al controllo uel funzionallle nto degli ospedali iu c~mpag-na come dei ter'l'ilor·iali dell'Associazione; essi hanno esclusivamente aò oc cupar:>i delle rJUPSLioni tutte medico-chlr·urgic.be ed igieniche~ " 110n hanno per contro diritto a prendere alcuna inizialiva. c per proposte di licenze, rassegne od altre djspos izioni r-elaa tive ai militari infer·mi (Arl. 22) ». Le istituzioni esecutive della Croce Ro!"sa sono gli ospedali di guerra, i !reni-ospedale, i posti fer•·oviarl di soccorso. Gli ospedali di g uerra sono di due sorla: quelli ùi 200 letti , cosli luiti a somiglianza degli ospedali da campo, e come questi divisibili in due mezzi-ospedali o sezioni t'unzionanli !:!eparatameule ed indipendenLemenle, per la cura di 100 infermi. Gb spedali di 50 letli sono a due modelli (1887-1889), che però non si differenziano se non per dettagli s~condari, specialmen te iJeaLi nello intento di rendet•e il materiale facilmente !'iomeggia lo ('1889). 11 funzionamento per quanto assolulamenle auto uomo <~ pel'ò essenzialmente calcato sul set•vizio degli ospoclali mililat·i da campo; identici sono i modelli di regislri, elenchi, specchi, ecc., ed il servizio dev'essere analogamente stabilito, giacchè sono anche munili del Regolamento militat•e sul servi:tio sanitario. Per luLLo per6 che riflette gli atti medicolegali militari é lasciata piena autorità e libertà alle aulorità i sanilal'ie mililari. Cosi lulli pii individui r·epulali inabili A con tinuare nel set•vizio sono inscrilli io apposito t·egis lro; ed è compi lala una apposila individuale relazione che è lt·osmessa direttamente alla Direzione di sanità d'armnla o t.erritorialP, secondo la sede ùell'ospedale. Anche le licenze di convakscenza vengono cosi propos te, essendo cosa di e sclu siva >'P'•t-
!:: SERVI ZIO IJI KOICO ll lUTARR
1anza delle Dire:tioni di l:anilli militare. l Direttori di sanilà m ilitat·e poi hanno negli ospedali di guet•t·a le stesse attr·ibuzioni assegnate dall'ordinamento spedaliero dell' Istituzione ai propri medici ispe tlot'L. .. Sono croò autorità tecniche rispcHo al trattamento dei ferili, malati , nlle condizioni igieniche dei luo' .glti, ed allo s tato del mate riale (Al'l. 62-63). l treni-ospedale, :specialmente insliluiti per i lunghi tra-sporti di ferili e m alati dall'uno all'altro ospedale sulle linee dellr tuppe e nel tert·itorio ùegli stabilimenti di riset·va: sono provveduti dell'occort·•mle per l'assistenza, la cura, il vitto dei trasportati anclrl' pe1· lunghi viaggi di più giorni. Il Dir etlOt·e d'un treno-ospedale ha la direzione e la disciplina del pet•sonule della Società; il ~ervizio tecnico a "ece ,.. -sotln la assoluta direzione e responsabilità del medico ca po del treno. • Il Dir ettore non ha alcuna ingerenza nell'interno • delle st~zioui sul servizio tecnico-ferroviario, che dipendt> « AHcl usiva1r1ente dal capo-8lazione, nè alcuna autorità sul « personale viaggionle lungo la via, clte é sottoposto al solo u capo-treno. L'Ufficiale doli' eser•cilo (normalmente un capitano di fanter·ia) assegnalo a disposizione del Diretlore del treno, ha precipuamente l'incarico di facilitare i t'apporli colle autorità mililal•i, comandi di s tazione, agenti supet•ior·i delle ferrovie. ManLiene pure la disciplina tr·a i mililar·i traspot·Lali. Dipende per la par te amministrati,-a e militare dalla Direzione di sanità d'a rmata o Lerr·itor iale, s econdn la li nea clte il lt•eno p~> l'COrre. P er la pa rte medico-legale del~>er vbdo é stabilito che in caM di decesso in conseguenza di ferite o malallie rite nute dipe ndenti da cause di ser vizio, debbarrs i nelle l.abelle cliniche imwr ivere tutte le annotazioni alte all'accertamento dei falli cltu possono essPr e in vocali come fon le di dirilli, ecc. l posti di soccorso sono stabiliti nelle s tazioni ferroviarie o pr•es!!o gli scali marittimi, per l'a ssisLenza temporanea degli infermi miliW.ri, cioè pel Ll'asporto a l viciniore ospedale degli inc11paci a continuare il viaggio, pel ricovero affatto tem po-rario dei gravissimi, per il soccorso dei Jeggieri onde abilita rh
1\lVISTA DI
I'EC~lCA
a conlinua t·e il via~gio, ere. Sono di due cla!;Si secondo l'importanza della stazione. Il Regolamento per l'AssociAzione \.lei Cavalier i di Malta stnbilisce analoghe anzi identiche mansioni pel l'ispelli,•o Presidente; pel Rappresenlanle presso l'esercito, cioè presso quell' armata a cui la Associazione dovrà prestar e sei' vizio (e quindi coi doveri e dirill1 ~ labilili e sovra accennati pei Commissari Delegali tlell'Asc:ociazione della Cr oce R os~o.) . P e1· gli l!'peltol'i sono pr escritte norme identiche a quelle pe1· le omonime ca,·iche della Croce Rossa. L'Associazione dei Cevalie •·i di Malta attua la sua opa1·a e!:"cluc:i vamente coll'eser cizio di c:pecJali ospedali di J!Uerra e treni-ospedale. L'osp~dale è costituilo du unn btll'acca- lenda, capace ùi ricnvel'are 100 infe rmi, oltr e il pet-sonale d'assistenza. Pe1· cii) che riguarda il medico fuuzionamenLo, può dirsi es~NI iden tico, anche dal punto di vista delle prescrizioni medico-legali c~o mo pei reciproci rap porti colle nutorilà militari, a f]Uell o acce n~talo sopra per gli ospedali della Croce Rossa. Cosi dicasi anche per treni·O!!<pedale.
.
Personale delle Assoolazionl di soccorso.
Org a !Lico ed ettrtipa r amc nto m.ilila r t•. DelegaLi Genel'uli della Cr·oce nossa, all'!u-
lendenzn GeneJ•ale; Rappresentanti dell' Associazione dei ca,•alieri di Malta, alle In tendenze d'Armata; Senza eq ui- Direttor e di baracca-ospedaJe, o di tronopa•·amento. ospedale, dPil' Associazione Cavaller·i di )[alta; Vice-Dir·eLtor e di baracca-ospedale, o di tr·eno-ospedttle deii' As~ociazioo e Cavalier i rii
ll
~falla.
Colonnello . Commissari Dele~e li della Croce Rossa pr esse» lP armAte.
1527
E SER \'!ZIO llEOI CO )lJI.ITAR};
Ispettori medici . . . . . Dei Cavalieri ùi Malta. Tenente coDella Cro ce lonnello. ) ls:pellori amministrativi di 1~ Rossa. cla sse.
Maggiore .
Ispettori amm inistrativi di 2" cla;::se. Della C ro e e Medici dire llori d'o c: pcd nl i Rossa. Direttori di tr eno-ospeda le l spellori farmacisti . . Dei Cavalieri Yice-lspettor~> mediC'n. . di ~1aHa.
Capitano
:\leùìcì capi <li treno O!òpeùalo Della Cr oce Rossa e Cav. dt Malia. Medici capì di riJ•Ilr lo . . Comtoissari ammim;;lt•otivi di Dolla Cr oce l" classe. Rossa. Con tabili revisori . . Cappellani . . . . . . . Della C roe e RossaeCav. di Malta. :\Jedici capi di baracca-oqpo- Dei Cavalieri \ Jale. di .Ma1ta.
Teu~nti.
• Medi l'i assistenti di t• classe. ' Commissari amminislrRtivi rlì Della Cro ce ~ 2• c lasse. Rossa. ) Co nta bili di 1" classe . ., Fot•tnacisli di t• Glasse Medici assistenti . . . · ) Dci Cavalier i St>gt't' lar i . . . . . . : ~ di Malta. • Farmacisti
.l
:\leJici assistenti Ji 2• dasse) Commis:>ari ammini:.lralivi di Sotlotenenll ( 22 classe. ) Della Cr oce Contabili di 2" cla1:se . . . Rossa.
1
•
Farmacisti dì 2• classe
.
.
RIVIS1'A Ol n:CNICA
Maresciallo d'alloggio . . .'\<~si stenti amminish·ati"i .
Della Cr ort> Rossa.
Capi sorveglianti di 1" classe Della Cr•ocl.' F ur·icri rna~· Ro,sa. Capt sor,•eglianli . . • . . Dei Cavalilm gior.. di Malta. Furiere .
l
. Capi !"or\'t>glisnti di 2• classe Della C r(l r• • Rossa. Sorvegl1anti di 1• cla8se Della C r oe e Ca po rale R ossa. maggior e . . ) Sot•veglianli . . . . . Dei Cavaht!l'l di Malta. Caporalo Sorvegliante di ~ classe . bella C rnc 11 Rossa .
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JnfArm ferì '
Appuntato
Cuochi .
Soldato .
Juservien ti
.)Della Ct' (JC{i ~ RossacCnv.
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di Malto.
Della C t' o l'o RossaoCuv.
di Malta.
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t: SERVIZIO MEOICO \111.1 l \IU:
Personale.
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Croct• Ross;t
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di SO ili~ letti letti
Dirt>Llore . Vice-direllore 1\1 ed ico direttore Medico capo . . Medici capi-riparto Medici assis~enli Segretari . Contabili . Farmacis ti . . . Cappellani . . . Cap1 sorveglianti . Sorveglianti . Cuoco . . In fermieri l n!5ervien Li U(Jjciali d t~legati . Attendenti militari
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Dota.: ioni. Il materiale del'!li ospedali di guerra della Croce Ros!:ia, come •ruello delle baracche-ospedale dei Cavalieri di Malta t> t'acchiuso in easse di diverso colore , dimens ioni, foggia , ed in colli, come appunto lo è quello tnililare degli ospedali da campo. Il materiale dell'ospedale di guerra di 200 letti, divi Hibile come ru già detto in 2 identiche sezioni, cons ta complessivamente di 8~ casse e 28 colli, va le a dire 112 pezzi. Le pr ime 50 casse (distinte con nume r i ara bici) con tengono: dal N. 1 al :12: il m ate riale lellereccio per infl' rmi di ti·uppa (6 per ogni cassa) ;
~530
lllVlS'rA 01 TEC~lCA
dal N. 33 al 313: mnteriale speciale per ufficiali infermi (~ in totale); dal N. 37 al 42: maga zzeni biancl1erie; dal ~ . ·i3 al i6: oggetti Yari e coperte di lana; i N .J 47 e 48: oggetti ùi cucina; i N .l -i9 e 50: vi ver i di riserva; recipienti. Le 16 casse della 2• specie (contrassegnate con numeri r omani) conten,rono: I e H: istrumenli chiru r~ici; dalla Ili ttlla Xlr: o~gellt di medicazione, Xlll e XIV: apparPcclll e ferule; XV e X VI: oggetti d1versi; lele meta lliche per apparerrlli. Le a!lre 1t) cas~~ della ;~ · s pecie (contraddistinte con lettere alfabetiche) contengono: A, B, C, D, E, F, G e H: medicinali; .. 1 ed L: riserva rne(licinali; vas i e boccette; M ed N: altJ'O:?Zi da farmacia; O e Obts: bilancio; cassetta analis i; nebulizzatore; p e Pllì•: disi nfeLtnnti (cloruro di ca lce e solfato di ferro). Due cns~e (numeri 1 e 2 con tengono la cancelleria, stampati, modelli. registr·i, ecc). , l colli contengono: l e 2: rame da rucina; 3 e t: rame da farmacia; 5 e 6: barelle, banderuole, stanghe, cinghie: 7 e : materazzi di crine; !) e 10: apparecchio aù estensione, stampelle; 11 e 12: sedili da campagna, vassoi; 13 e H: vasche ùa bo~no, ''aschette, bacini cor. sostegno; 15 e 16: tende: 17, lio, 17b, 18, 1tlo, 18b: barili; 19 e 20: cesLo da carne con tagliere; 21 e 22: vanghe c zappe; 23 e 24: rorzieri. Per dividere l'ospedale nelle sue due sezioni si usano le casse e co.lli a numel'i dispari per l'una, a numeri pari per
R SEHVJZIO MEDICO MILinRE
·1 5:~ l
raltra sezione. ed analop-amenle •(uelle cort'ispondenti ai num eri dispari (A, C, E, ecc.) od ai pari (B, D , F, ecc.) dt-lle casse segnate con lellere alfabetiche. Inoltre le ca!.'se e colli de~ti l18le al primo mezz'ospedale (numeri dispari) sono anche contrassegnale cç>n fascie bianche dipinlevi. Pel tra;;posto d'un ospedale di guerra di 200 lelli si esigono 10 carri a due ruote ed a par iglia, ovver o 3 vagoni merci. Gli ospedali di guer ra di 50 leLti sono iòenticam~nle proponionalmenle dotali. Quello dPI modello LH87 è <'Osliluil"' con 1i casse o! ella 1" specie (l a 8 per oggetti letterecci, biancllerif' e per· 6 infermi di truppa ciascu11a; 9 e 12 per oggetti letter ccci e per 2 ufficiali ciascuna); le casse della 2' specie sono otto; quelle della a• pure otto (A-H); una cassa é p~>r la cancelleria e regis Lr•i; i colli sono t .t. Il r ipar to dogli oggelli ,-. perfetlamen le analogo a q nello delospedale di 200 letti. Pel trasporto si e~i gono H carpi od 1. vagone merci. L'ospedale di 50 lelLi, modello 1889 oifce alcune diff~:~renze pe1· t' endere il mateJ•iale a da lto al traspor to in monlag na, e le casse poi sono m uni te di a nelli per sospenderle ai basti. Le ca sse dell a 1• specie sono 27 (e ciascuna delle prime 18 contiene gli ogg-etti letlerecci ecc., per 3 infermi di truppa; la ii e 18 gli stessi oggelti per 2 utTicialil. Quelle d~llu 2' specie sono 7; quelle della :3• pure 7: i colli 15. La baracca-ospedale dell'Associazione dei Ca vali eri di Malla è per 80 Ietti. È una baracca-tenda, divisibile all'uopo in 3 scomparti, 2 per gli ini'el'mi ed 1 pel personale d'assistenza ed uffici. l lelli sono disposti in doppia fila testa a testa lungo l'asse maggiore degli ambienti. Alcuoe tende sono destinale pet• gli annessi ed all'uopo per gli isolamenti. Tra il matertale della baracca e quello di dotazione si ha il carico di 20 car reW a due ruote ed a pariglia, ovvero di 6 carri ferroviari. La dotazio ne consla di 107 capi, cioè 05 casse e 42 colli. Le cosse sono ripartiLe anaJogamen te, iden licamen te anzi a quelle costilueoLi l'ospedale di g uerra di 50 lelti della Ct•oce Rossa, modello 1887. Dalr-1 al 3~ contenf;Ono il materiale leLlt> t' eccio e biancherie per 2 infermi di t ruppa (~i ascuno; i
nt VISTA 01 TJ{CNICA
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N. 39 e iO per ~li unìciali; numero!i'i sono i colli per barelle. stanghe, cinghie (dal 4 al l :S) e per malerazzi di crine v ... getale (dal 1-i ol :H), non clte pPr sedie diverse (23 a 2fl); !<C eccelluansi i colli 3:l e 31- (tende) i restanti sono dotali iden· licamen le a (jUelli degli ospeJali di !!uerra di 50 letti soYra indicati. La composizione ùel mate riale d'arredamento di un Lrenn. ospedale della Croce Rossa, come deii'A«sociaziooe dei C:a· valiPri Ji Malta, è idenlica a quella indicata come tipica pel militare ùal Regolamento sui trasporti l>anitari, 2-i novem· bre I R89 (1). Le dotazioni sono r ipartite in quelle pella vettura del per sonal<! direttivo; della vettura mista, amministrazione ed ufficiali infermi; dPlle vetture infermeria (infermi di truppa); della vellur·a farmacia e magazzeoo viveri; della vellura cucina; della vettura perMnale d'assistenza; del ~arro scorta: del carro bagagliaio.
foNti rli soccorso nelle stazioni .ferrooiat•ie. Sono l;lguo lmeute dotati quelli ùi 1• come quelli di 2• cJac:-.e. colla sola dill'erenzn e lle le baré1le a lettuccio da 20 sono tli· minuite a 6, le 2 barelle legg-iere sono ridotte ad i, gli 8 letti iu ferro da o!>peàale sono t•idolti a 4 .. .. Del resto, la cassetta di ferri chit·urgici, gli Ol?gelli di medicazione, i medicamenti PCcitanti e ca! monti, le Postanze confortati ve alimentari, le sPdie.
(l) Abbiamo Ilei Lo che 11 m:~teriale Ili dotazione 1\ identico, perclh• s1~m > convlnU che te tenui~sl mt· dlscr~p:mze siano plu cl7ealtro tlo,·ute ad errori ti· pograOei ..... tnraul es.-;e ~l ritlncono alle seguenti: \'t•ttur.t ufficio contabile. - t• Hiparto ~mminBtra:r.ione. - ~cl R<'lf•)!amenlo mllll3 re MASC \ ! J.ibro da ~ioggio- 1: \'etlura infermi.- Il H~golnmeoto militare indica 3'! a vece di 16 at.u·/t: Vettura rarmneiu. - t• Rìpnrto rarmnt.ia. - Non sono indicati 1 tlue f'l/lf~· sori per ope1·a:i1mi cltiruroicltt: Vettura cuclnn. - li Rr.;ntnmento militare indica 4 per11elli per !lilllh a vece dl Il; Carro llaga~llo. - Cas~n t t - Nel Regolamento milil~re ~ono lndll'al'' 4 ! banderuole nution:•li n vece di 4. Poi treno tloi Cavalieri 1ll Mnlln vi ha :uu·ora rla agglungPre l'i. '2 stemmi ti••II'As.~ocìatil>ne con~nuU ""Ila r.est.1 :\. 11.
K SEHVJ ZI O ~.IWICU \UtiTA l\ E
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t.avole, oggetti di cancellet•ia, ecc , sono od identici od appena 'luanlila\ivamenle ri dolli. La cassetta chir urgica contiene: A~hi ùa sutura assortiti N . 12; artero-comprassot·e a molla N . 1; ca t·loncino di seta antisettica N. l ; cateteri metall ici~- 2; caLetet•i ~élaton N. 2: coltello a roncola N. 1; fascia elastica metri 5; for bice Esmarck per apparecchi gessali N . t ; forbice Lisler per indumenti N. 1; forbice pet· medi:;alure ~ . 1; Pinzetta porta-aghi da sutur a N . L E poi richiamata in osser vanza l a prescrizione che ogni medico sia mun ito della pr opr ia busta tascabile. Gli A llegali N. :1 ai due Regolamenti costituiscono il Re· golft tnetJLO sull'uniforme: la parte pt•ima inùica gli oggelli ùt vl!sliario e lo lOI'O foggia; la parte seconda tratta d .. lruso t.lrll"nniftwme; in calce sono aggiunte l e r elative fl;;;-ur e e modell i. L A Croco Rossa ha adottalo una tenuta di panno (color u1isl o tnarengo) e<l una di tela-cotone colot• bt·onzo (Africa). I ùisLinlivi di grado consistono in ricami, g"Hiloni e galloncini in ot·o ed twgen lo; i fregi !O Ono la cr oce r ossn i1 1 campo bianc·o, con cor ona t•eale, od i caducei l'icamati sull e conlt'O· spall ine ùel personAle sanitario. l DelegnLi !!CliPI'ttli !"Ono at·mHLi della sciabola degli uiTiciali l!euer alì, il r estantr personale super iore Jella sciabola ili runtet·ia , cou cintur·ino e drugona iden lica a quella in uso nell"~<>Prcito. Le moslreggiaLut·e souo in velluto o panno, pel personale lullo di color amaranto, pllt' il per sonale fa rmaceutico dt colorE' turchino chiaro. Il pet·~onale infet·iore ha pure t tenute di panno e di tela. l disli ulì\•i di g:r·atlo sono in tela b~anca ..... Sono at•mali di seiabolu o daga secondo il grado. Il per sonale ~o,uperiore dell' Associazione dei Cavalieri di ~talla ha pure due tenute, una di velluto turchino scuro con stivali alli, brache lars;:-he, spadino, berretto della forma del!a t·e~ia marina; l'altrA t.li tela di colone color grigio-scuro. l •li-ti ntivi, ft•egi, ecc, sono analoghi a quelli indicati per la Ct·oce Rossa, però il bnvero ùella tunica, del cappotto e dellu vesl e ì1 ornato agli angoli colla rroce dell'ordine. 11 per·aonf\lc inferi or e fa uso d'una tenuta analoga per col or e a I"JUella dello slesso pet·sotHllr~ della. Croce nossa; u
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lll\"lSrA !H TEL~ lC.\. E SERVIZIO MED ICO KI UTARE
·vece della giubba portano però una veste di panno. La tenuta le!lgie ro l.• in lela russa. L'unifor me per onlt'ambe le A:ssociazioni non è uormalmeute usata che nel ser vizio in campa gna, od almeno in tempo lll mobilitazione; previa però speciale ministeriale aulol'izzuzione può usarsi ai campi, alle manovre ed in certe pubbliche rappt·osentanze. H
RIVISTA D'IGIENE Della. presenza del baoUlo tubercolare sulla supertlole del corpo del ttslol. - Nota ùi igiene pratica del dottot· Eut;e:-:to Dt MATI'Et. - (BuHeUino dellq R..4. ccarlemia medica di /loma, anno XV, fasf'. ~~ ·
L'aulot·e ha ~Zié. dimo!tlrtlto in una serie di ricet•clw sul suùorB Ilei tisici, che il sudot•e pet• sè come pura sect·eziooe delle glandole sudoripat•c, raccollo con tulte le ca utele battet'.iologidu•, non contienu bacilli specifici, nè sa rebbe pe1· ciò stes~o mt-zzo di li•asmissione Jella malattia; ma d1e per con\' N'SO la c::ect•eziooe raccolta senza speciali preYentiYe precauziom, cioè semplicemente come li'Ovasi sulla cute. puo a ccidenlahnenle contenere Mi bacilli tubercolari e qualcb~ volta anche in dbcreto nUinero io modo da rendersi r•o.;;ill materiale iofelluole. Sull'indir izzo di tali ricerche estese ora le sue o;osenaziooi su altr i matet•iali tlella super ficie tlel corpo dei Luber· colosi e ve uuu allo conl'lusione ~ene rale che il contagio tubercolare può diiTond<'r~i anche per Al lr i mate riali del cot'pO del lisico i tfU&Ii vengono trascura ti o rerehè creduti in· nocui o per m ancata ab1tutli ne o anche perchè fac i lnH'r ' l~ posS<>no sfuggire all'osser vazione quotid iana, come sar•·h· bero il sudiciume delle unghie, 1 peli della barba , i ca-
RJVISfA o'IGIE~E
polli, ecc.; materiali che po~sono conlinuarnenle "enire disseminati nell'aria e trasportati ovunque. Conseguentemente come materiale èi conta@:io non de,•esi considerare quello soltento che grossolanamentP. cade soLto In nostra osservazione (espellol'ali, biancherie, ,·eslimenLB, utensili da pranzo, ecc.), ma eziandio Lutlo ciò che ha contatto piil o meno dirello con )"infermo, e in specie tutti gli oggetti di cui egli fa uso nello sua vita matertale.
D ifterite degli uooelll e difterite umana. -SAINT· YvesMt:: NAR O. - (Journal de M~édecine et de Chiruraie. luglio 1890). Lo. diflerile degli uccelli e la difterite delruomo soM specificamente diffet•enti e non hanno di comune che il nom ~. Questo 6 un fatto oggicli ben dimostralo, tanto dall'os;;erva:doll e clinica, l")uan to dall'esame ana lom'o-patol ogico. La patolof{ia ne for nisce unn nuova provn. Lo difterite degli uccelli è c<:ln~llerizzata da un essudato f'h~>- si pPoduce alla superficie della mucosa boccale e farin geu. che invadf> le fosse na!i<ali. il canale lagr·imale e che si accumula soventi nelle pblpebre. Questo es!-udalo spesso, ce"eO· pm•ulento, M miglia alla maler•a lube1·colar•e e caseosa, ma ditleris<'e assolutamente dalle fal se 111embrane tlbl'inosr: della diflerile umana. La difterite degli uccelli. eminentemente contagiosa, ho inlierllo in certi anni al !!iat' Jino d" acclirnalazione a Partgi senza che sia mai ::>lato m:;::enato uu caso d1 lrasmis;::ion<' all'uomo, non ostanlc che (1)!-iiet•o stati imptegati ragazzi pel' l'allevamento degli uceclli. Strau;; ha l'iferilo Ull caso moiLQ iute•·cssanle. Un certo numat·o di individ1,1i ese1·ritano alle Halles Central es il me~Liere di nutrire da bocca a bocca i piccioni. Questi sono spesc;o afl"elli da diflet•ite. Ora, non si é mai inteso di••c dte Lnli individui sia stati colti dalla dtfterile. l nOne t•isulta dalle ricl' t•che di Loeffiet·, di Col'nil, di Slrau;;, cht) te due malattie sono dovute a duo micr·obi del lutto dif· f61'Mli.
lll VISTA
11 micr·obo della dinerile umana è un bacillo corto, generalmente più grosso in una od in ambedue le estr'emilà, avente pr ess'a poco la lunghezza del bacillo deUa lubtlrcolosi, ma è notevolmente piu s pesso di quest'ultimo. Ciò che caratterizza <JUesto microLo dal punto di vista biologico, si è che esso non s i sviluppa al disoLto di 220 a 24° e cbe non pu.·,, per conseguenza, coltivarsi sopra la gelatina nutr itiva alla temperatura di 18° a 200. Il microbo della dinerite dt>gli uccelli è un baLtt>t•io r etto. che rammenta alquanto l'a!:!petlo del microbo del colera delle ~?allme o quello della selLicemia dei con i~li. E~o si coltiva molto be u ~ alla Lempot•a.turu ordinaria di 17° a 'l8° sopra la gelatina. Si .:olLiva egualmente bene sui pomi di terr·a, mentre quello della dil1erile urnaua non vi : >i svil uppa. Gli efl'e lli che s i oltengooo dalle inoculazioni negli anima li sono pure mollo òitfeeenti. Il bacillo umano inoculato del tessuto cellular·e del coniglio o dei piccioni produce rapidamente la morle. Nel punto di inooulazione sì l'iscontra uu essudato libr·ino-emorragico. L'inoeulaz10ne sollocttLanea del bacillo degli uccelli noo determiua che raris:simamcnte la morte dei piccioni e dei conigli: essa produce soltAnto una !'lpecìe di ascesso caseoso nel punto di inoculaziono:~. La tuberooloal nell'eaero1to pru aiano. - Dott. GRA WIT Z, maggiore med1co. - (M ilitariir;t, numeri 15, 16, 17 e 18. lX!)()).
Sulla guida delle moderne dottrine della tubercolo~ ed in resoconto statisllco elabor alo dal :\lillistero della guert·a pt·ussiano sopra 2:21 necroscopie ru soldati morti per questa malattia, l'a utore ci presenta un accuratis simo lavoro col 'l uule esaminaudo la g rave questione &otto tt1olteplici punti Ji ,,bta, come I!Uello dell' igieue, ùell' eziologia, del servizio militare, ecc., ci offre un pt·ezioso contributo a questo sturuo sempre interessantis8ilt1o per il medko ed igienis ta militat•e. Vengono dapprima prose in esame la durata della malntlia ba~e d'un
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n' IGIRNE
e le circostanze che ~i supposer o cau~e o prossime o lontane dell'affezione. Nel Ctllcolar e la durala dell'affezione si parU dalla dala di ingresso all'ospedale, giac·~hè i dati che si rjtraevano dalle storie cliniche circa gli incomodi accusali dal paziente durante il suo servizio attivo sono troppo indeterminati. Ciò premesso, il periodo di tempo passato dalla cessazione del servizio fino alJa m orte è dimostrato nelle seguenli cifre: La morte avvenne repentinamente in 1. caso Entro 2 giorni .avvenne in 2 casi 4 7
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Se ::i comp1·endon<:' i casi terminali m ortalmente entro quattro setlimane nella tuberco1osi acutissima ed acuta ne risulte1·ebbero 87 di fJUesto g rado . Considerando come di tubercolosi s11bacuta i casi che terminarono mortalmente enLro tre mesi s i possono aggiungerne aHri 80, cosiccltè non rimarrebbero che 54 casi di tuber colosi cr or.ica. Per rigua rdo alle cause inter ne ed eslerne dei singoli casi
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esse vengono esposte come vennero annotate ueUa partu a namnt:stica delle relath•e cartelle cliniche. Beu s"inlentiu che tali cause devono esse1·e accettate nel significato di condiZIOni che favorirono lo sviluppo della mala ttia. a) P er evtlnti di "er viz1o le cause furono cosi speciflcatt'· 1. Ur lo della baionetta contro il loraqe :? \'Oite 2. Calcio di cavallo al petlo . . . 1 volla 3. Emottisi in seguito a sforzi . . 1 • • nel suona1•e la tromba. n o nel eu valcaJ'CI . . . 1 » durunlc il servizio di sentinella 1 n nel uuolare . . . 1 • • nella cursa . . . 3 volte " s alta ndo in acquu . ,1 volla 4. Lesioni delle ossa. e de lle a r ticolazioni nell e cruali sì svll uppo la tubercolosi 6 volte 5. Co ntus ion e del testicolo con s uccessiva lu ber·co losi della ptll'Le ed infez ione gene1·a le . . . . . . . . . . . 1 volla G. Ulcera della gamha dalla q uale e manò l'infezioue Lubercolosa (r). l 7. Iorr edda lure in ser,•tzio . 11 vo!te 8. Marcie ed a lt1·e fatiche . 5 9. Nuoto. . . . . . . . 1 volta 10. Aggra,·amer.to di tosse cronica per cuusa di sen·ìzio . . 2 volle
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Totale
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b) Non causate da eventi di servizio:
iL F logosi delle ossa ecl articolazioni che diveunero poi lubercolose. . . . 12. T umefazione e caseificazione delle ghiandole cervicali . . . . . . 13. Pe r carie dei denti mola ri e q uindi degenerazio ne ùeJie gh iandpJ~ del collo . . . . . . . . . . . .
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H . In seguito a fa ringite difterica . 1 volta . . . . . 1 • c ) Soprav,·enula dopo supet·ate malattie diverse: 16. Polmonite. . . . . . 1 » 11. Tifo . . . . . . . . 2 volle 18. Reumntismo arLicolat·e . i volta 19. AILre malultie febbrili . 3 volle d) I pazienti ave vano in precedenza so ff~ rlo: 20. Di polmonite 4 ~ 21. Di pleurite . , . . 5 • 22. Di cal.arro bt·onchiale 15 • 23. Di emollisi . . . . 2 • e) Duran te la cura di affezioni indiffer·enti: 24. Ammalò di tubercolosi . . . i volta 1:>. Ascesss periJ·eUali
Totale
44 volte
Di fs·ouLe agli ili- casi sopra speciflcati nei quali l'anamnesi fot·ni sce qualche dalo eziologico stanno 138 altri casi nei IJU&li l'affezione s i tllanifesto senza l'i nflusso di momenti -eziologici apprezzabili. Fu anche riC't~rcala la porta d'ingresso del Lacillo tubercolare, cioè la s ua sede primitiva Jocalizzala ad un organo o ad una regione e quesl.a sede primitiva fu 1. nelle vie aeree . . . 152 casi 2. nel canale tligt>renle. 9 • :~. in lesioni esterne 3 ' ~- in aiLt•i orgaoi . . . 33 li Totale
10i casi
menlru sopt·a 2i necroscopie la sede primitiva non si potè ~onslalare con certezza poichò in causa del decorso cronico
dell'affezione esistevano contemporaneamente estese distruzioni lubet•colose in vari organi. 1. Sede pl'tmitioa nelle oie auee. - Concordemente l'Il fallo universalmente nolo s ulla ft•equenza della Luhel'colosi nei polmoni , sops·a 152 casi di (}ues ta catGgoria, 10~ most!'a-
RfVJSTA
r ono la sede pr·imaria nel tessuto polmonar e, 4t nell~ pleura. Anche la sede pt•imitiva nelle ghiandole bronchiali, per gli intimi rapporti di queste ghiandole colle vie aer ee, può & rig<·re esser e compresa in questa categoria. Nou si poli• constatare con cerLezza. una tubercolosi primaria della laringe. Nei casi di sede primaria nel tessuto polmonar·e essa si trovò :33 volLe nell'apice destr o, 23 nel sinistro, 39 volle itl am.bidue gli apici. Lo sviluppo primitivo della tubercolosi ebbe luogo 3 volte nelle parti medie dei lobi supel'ior·i, :2 nel lobo inferiore destro, 4 nel sinistro. Se pn.re le opinioni dei pratici sulle cause di un così fre quente sviluppo primilivo della tubercolosi agli a.p1ci polmonari sono tuttora divergenti, pure è accertalo che la condizione favorevole aUo sviluppo primario dellà tubercolosista nella insuf1ìciente ventilazione ed insufficiente movimento· degli a pici polmonari, cosicchè il ristagno degli umori segregati, unitaroente al -difetto d'Os!iigeno che , come si sa, e di ostacolo alla vita del bacillo, sono le condizioni che preparano un terreno favorevol e allo sviluppo del bacillo medesimo. Quesla spiegazione si adatta ftpecialmente per certe proft-ss.ioni, per es., il sarto, il calzolaio, lo scrivano ed altri, nei quali per la posizjone abitual mente inclinata del tronco, le escursioni del torace res tano molto limitate Inoltre gli umori raccolti agli apici servono in modo spe· ciale a far prosperare i bacilli nei soggetti che ammalano ùi tuber colosi a lla base, ma in seguito a cata rro polmooare gli apici; e sono quei casi in cui si adduce come causa prirna della tubercolosi una infreddtltura. Fatta as trazione da queste condizioni che agiscono colJle potenze nocive s ugli apici polmona.l'i, esistono poi altri J'atto!'i n terni ed esterni c he favoriscono lo s viluppo del bacillo. Agli i•1t.er oi appartengono le inspirazion i della polvere di tlive•·sa provenienza. Le molecole della polvere portano un insulti' mecca nico alla mucosa dei minuti ramj bronchiali ed i bacilli eventualmente inspil'ati trovano o ella mucosa malata confacente terreno alla loro vita. I n questi ultimi tempi ru ri volla l'attenzione al ra llo rh e
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D' I G lE~ E
anche i tr·aumi che colpi!:'cono il torace, specialmente le conlu:-~roni del medesimo, sono non di rodo causa di successiva tu-
ber colosi. Tali casi sono chiamati da Mendelsohn lisi trau-
matiche. Dalle queh osservazi oni o m er~c chiaramente che ·una soluzione di continuo nel tessnto pol mom1re consecutiv a ad un tr auma in molli casi pr esla il Lert•eno per far viver e il bacillo evenlualm~>nlo inspirato. costituisce insomma una condizione fa vorevol~ analoga a quella fornile dal catarr·o br·onchiale. Che poi ad una conlu::;ione del torace possa seguire lilla flogosi tuber colosa della pleura ru dimostr ato dalla osM I'VOZÌOne di Lustig sopr a un uomo pr ovcuienLe da sano famiglia, il rtuale <lopo urr col po t•ipo•·Lalo al l ato sinistro ùel tor ace morì per una plt•ueJte Luber colosn emoeragica localizzala al punto colpilo. L'autopsia non diede a riconoscer·e la t uc.-rcolosi i.t altrr or!\'ani. \ •otendo ora cons•derat'o> questi fattori eziologici nel lo1·o sp~ ·iale r avporlo colla tuber colosi nei militar i, dobbiamo anzitutto esclude•·e tptellc condizioni Mpt·a menzionate di i nsuffi ciente ven lila1.ione degli apici polmo nari, poiché l a vita militare per i f•·ctruenti ese1·cizi cot·porei che le sono p••opr·ii co· slituir ebbe una conditione aiTatlo oppo~la. I nvece é Cuor d• dubbio che i catarri bronchiali anche nei soldati sono spe~so i pr ecur sori della tubercolosi. I n quanto all'inc;pirazione della polvere, questa potenza nociva ò di una certa irnpol'tanza e7.iologicn nella vita m ilitar e. Le violenze paLil e pel' evento di se••vizio hanno una pa r·t'"l ancor più decisa ~ull'origi ne della Luber colosi , quaudo es~e agi$cono sulle pareti toraciche e nella vita militar e i casi di tl•aumi accidentali al petto possono ve1•ilìcar si in gran numer o come nel tiro al bersaglio per il rinculo delrar ma, nelln schet·ma alla baionetta. T r e casi bene accertati di que~li tr·aum i finirono r•olla l ubel'col osi ad osilo mortale. Come p 1·ova della gr ande frequenza di lesioni polmonat•i di o1·igine tr aumatica nei rnililari, l'aulor·e adduce il fallo dal gr·an numero di rcliquati solto for ma di adesioni pl eur ali che si riscontrano in autopsie d'individui che soccombetter o a rna· l allie estl'anee ai viscer i toracici. Quelle lesioni più o meno leA"ger e guarir ono certo senza accidenti, ma es:;:o à certo
!Il VISTA
che a lesione t•ecente l'individuo prestava una condizion i} favorevole allo sviluppo del bacillo. Anche certe professioni della vita civile espongono chi 11'esercita a certi traumi degli apici polmonari e alla successivA tubercolosi, e questo ci fu fallo conoscere da P erroud il quale al cougresso di Lilla nel i8/4 parlò di una specie di lisi pr ofessionale tra i barcaiuoli del dipartimento del Rodano, liH prodotta dall'uso dell'Harpì. l barcaiuoli di quel paese dAnno questo fl•)me ad una lunga asta che ad una estremità termina con un pm1lone ed un uncino di !erro e che essi adoperano per scostare la barca dallo rh·a puntando fortemente l'estremità suddetta alla spia~gia e l'altra contro il tor•acP. Pet• r1uesta maniera i polmoni solfrono un continuo trauma il rJuale è causa frequente di tuber colosi tra quelle persone. Di quest'esempio rli tubercolost d'origine cronico-traumatica l'autore vedrebbe un frequente ri:>contro ne~li l!~ercizt militari, specialmente nel maneggio delle armi. lu un certo numer·o di casi l'apparente fenomeno Iniziale fu l'emoLLil"i, che però, soconrlo luLle le apparenze, veline favorita da qualche eslerna ~violenza. Uno di questi pAzietJlt morì per una profusa pneumorragia iniziale. L'autopsia diede a vedere de!lt! nvauzate distruzioni tuberc olal'i del vi!"cere. 11 numero delle tube1•coloc;i miliari acute che a,·evano la loro sede prirl'loria neiiP vie aet•ee ammontò a 32 e preci!>&mente 20 volle nel polmone, 8 volle neiJa pleura, 4 volli.! nelle ghiandole bronchiali. .Appunto quel-li cosi di tubercolosi miliare acuta souo de~rn t d·ol'servazione ed a s..;ai imJ·Orlanti per la pratica medico·mtlilare. Per lo piu si riferiscono t1 soggetti di robusta costituzione che caddero repentannmente malati con febbre. spossotezza generale e fenomeni gastri<'i. La tosse non era a tal grado du richiamare una set·ia attenzione. Ma in questi soggetti dopo pochi giorni di malattia si manift:"stavano sllltomi cerebrali che davano poi alla rnalaltia il carattere di una ne\Tosi. In molti casi non fu possibile acceJ'lare la diagnosi dLu·aule la vila, in altri si poti• slubilire con certezza, in altri infine ;;1 poteva diagnoslical·e lanto una meningite come un tifo. oppure una Lubcrcolosi milia re acuta. Sollanlo rauLopsio. per·
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molt i casi ci diede 18 cer tezza s ul!a natura dell"a ffczione; pel' lo piu si trovò un antico focolaio tuber coloso acl un apice polmonare, una o più ca vilù ulcerose o nodi cnF<eosi cir·condali da lossuto indur ito dai quali er a parlilo l'infezione. Questo ullerazioni non davano a clti le portava g ra vi incomodi Lanlo piu che i soggetti erano di robusta co~tiluzionc. Un' accidenlaliltt qualunque, forse qualche piccolo trauma al pello, era bac:tata a diffondere l'infezione in alll'e partt. Tru questi 32 casi di tubercolosi miHar·e acuta con sedi' p rimaria nelle vie a eree si trovarono 27 meta,.tasi oeiJa pia madre, 12 nei reni, !.l nel fegato, 8 nello mtlzn eJ iuLe~tino, ·~ nel por iloneo, :3 nel pericar ùio, 2 nei r·eni succenluriati ed 1 nella prostata, vescica r te~licoli. In tulli i casi nei quali erasi Hiluppalo una meningile tu ber colosa s i potP consta tare un focolaio primitivo in un altro organo, coc:icché una meningile lubercolo~n primitiva non si è m ai osser vata. R igua t•do alle m etastasi nelle caps ule Ko prc1renali è da notars i C'110 le al teraziorli tubcreolose delle lll edesimo non hor1110 m ai pr odello il mo r bo d' Addison. In n ltr·r 5 casr rli tubercolosi miliar e non ~ì polio scoprire il t'ocoloio primitivo ne durante IR vita né a ll'autopsia. Le forme infiommalorie della tubercolosr polmonare nou pr esonlor'ono alcunchè di speciale, solo é da uolu rsi il fallo che nei Mggelli morti da tube1·colosi acutissima ~i trovar·ono cavPr·ne antiche tlella gro~sezza di un pugno cht' non impe•lir ono loro da prf•star servizio fìoo a pochi giorni pr imu dt>lla morte. Le vie aeree ven~ono colpile jlr imieramenle dal barillo spPcialrnenle per mezzo della inspirazion,. ddln polvere ll(•llc ca~erme e neglr spedali. 2. Sede primaria nell'intestino. - 1.' infeziouo primar ia dell'i11lostino RVYienP per mezzo dogli alime nti, specialmente della came bovina e del lette. Si Lt·ovano nei rapporti consultati dall'aulorP nove casi bene accer tati di inf~zione lubercolosa primariA dell'inleslino, in tre di questi casi si OR· s el'\'0 un decor !';o aculis~imo. l fenomeni iniziali dell'iufe-
RIVlSTA
zione !'i palef<avano sollo forme di disturbi gastr·ici. La diagnosi restò dubbiosa nei ca!'i acuti. 3. lnfe;ione dall' eJ:tern.o. - Questi casi sono di grandl3 inler·e.c;sP. In uno tralla,•asi di uu uomo robusto pmvenienlt! da fami~:tlra ~ana, nPI 'JIISle In porta d'ingresso del bacillo tubercolare fu un dente carialo; in questo caso si potè s•·· ~uire culi' os~er·vat.ione tu ,·ia discendt>.nle pet·corsa dal bacillo, avendo (ll'ima ..,l"sn invaso le ghiandole cervicali, (Juindi la pleur eda rl polmone dello slé-;so lato, mentre l'allra parlt• del collo e del petto restò iJJesa fino agli ultimi giorni. In altro ammalalo il punto di partenza del bacillo pare sia stato un'ulceraziono della l'arin~e . I n un Lerzo caso infine la porta d'ingre!=:SO del bacillO fu un'ulcera Alla ~amba, dono~; l 'infezione pss1>1l al le glriandolfj inguinali ed al testicolo. ~- . l/tre affe::ion.i prim((rie. - Le affezioni corl).prese in que~la categor•ia inler essnrono or·gani che non sappiarno c1•n cet·LezzA come vengar•o ollaceati primariamente dal hacillo. L 'opinione più acceLlevole si t· che in r1uesti casi i l bacillo tubercolare penetrato nell'orgaui~mo per uno de~l i atrii sopra menzionati cnll·i in cil'colo e Rotto l'influenza di una cau!"A non bpn delet•minllta 0f-~i il 8uo domicilio in un organo; cito il focoluio lubPrcolosa JlOl<F:a t'C!"larc latenle per mollo tempo e che quintli per una cau«a qualunque, o anche senza di 'JUella. lasci emigrar·e r bacilli c·he producono la generale infezione. I n due <:al"i J'inrezione Pra indubbiamente pmvenula da tubercolosi delle parlr genilau. L'affezione tubercolaru pr•ùnal'ia delle OS5a uon on·ri gran che di notevole. l n molli casi si accu!"at·ono traumi palili per evenli di ser \'i:r.io quali cau,-e delle affezioni ossee tubercolari Per la mag~ior pat•te queRle affezioni assumeva110 un deco•·...o cr·onico, in lulti l'e~ilo letale avvenne per affer.ione tubercolosa secondar·ia di qualche viscere, in mollissimi casi poi ;;r osservò la tendenza dell'all'ezione ossea a riprodul'si in allrè ossa dello scheletro lontane dall'ossn primariamente colpitP. Le all'azioni prornis.:ue delle articolazioni interessarono due volle l'articolazione coxo-remorale ed una volla il ginocchio. T utti flnirono collE• Lubct•colo~i generale non o~tanla l'ostco-
D'IGIENE
tomia. pt•aticala. in no caso e l'amputazione dt coscia in uu altro. Ris ulta ancora daiiP r elozioni necroscopiche che in cinque casi la sedP primaria dell'affezione era Il periloneo. I rnalali avevano olfel'l~ fenom eni gastrici a decorso cronil!o e ad esito mo1·tale. In lutti questi casi tan to gli organi genitali rome l'intestino era in tslato d'inlegril8; in due si trovarono le ~hiandole mescnleriche caseificate, in altri tre resilo letale l'u causato da menmgite tubercolosa. Dalle anamnesi di questi casi non si ricava alcun dato da poter spiegare lo sviluppo primario della tu be1·colo~i nel peritoneo. Dallo studio statistico delle atf~zioni tubeJ'Colose e dei casi di morte negli individui dell'eta. del militare SCI'VJZio, ri!<ulla che le condizioni dell'armala pr uss:ana sono stt·aor.!inariamente buone. Mentr e Wahl e Bc l'tillou trovarono una morlalitò. di i1 l fluo 5,2 sopra 1000, questa nell'armata pr·ussiana non ar1 rivò che a 0,83 sopra 1000. lnolll'e, secondo Wald, sopra 1000 morli di quell'età se n e ha uno 385, e secondo Coruel 430 fi no .~;~5 òi mot•Li per Lubeecolosi; invece nell'i!Sercilo non si cOII tarono C'hP 183 tuber-colosi sopra 1000 decc!'SI. A qw sle basse cifre d1 mortalità si può m vero opporre che la maggior par le degli individui tubercoJoc,i vicn<' cosi solle cilamente eliminala dall'esercito, che l'f'!';ilO mor tale ddla tnlllatli8 non può essere osserva to durante il militar e se1'vi~io, e l'obhiezione fino a d un cet·lo punto è g iuslitkala. Or·a infatti ogui J'l'cluta o militar-c che offra il più piccolo . egno di atf~ zlone tul.lercolosa é r iformato, cosi. p. es., lulli i catarri de!!'li a p1ci n~l lor·o inizio, tulle le emollis, anche senla altri fenomE'ni obbieltivi per par te delle vie respir•atorte, lumerazi11ni c1·oniche delle ghiandole·linfalicbe, ecc., formano titolo di riforma. Però è anche indubitato cLQ buon numet•o di questi individui sospetti, eliminati dall'eser·cito e rien trati nella quieta vita bo 1·~hese, continuano a ,.1ver e per molti anni. Dn un rapporto statistico sulla mor lnlilil per tubercolosi dell'ultimo quinquem!io, in Inghilterra, Austria, Belgio) Pr·ussia e Fruocia risu lter ebbe c he la mortalità più dehole appartiene nll'esercito pr·ussia 11o.
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n burro naturale oome mezzo di tTasmlsslone della. tuberoolosl. - Dott. G. GASPEA.INI. - (Giornale rlella reale società ttaliana d'igie1te, fase. l, l 8HO): Dalle ricerche sperimentali eseguile dall'autore risulta dimostralo che, fra le sostanze alimentar i capaci di trasmettere all'uomo la tubercolosi, tiene il primo posto, dopo il latte, il derivalo di questo piu importante, cioè il burro, senza che del resto possano mettersi in non cale In CI'ema, il siet·o ed in special modo alcuni formaggi freschi. Quanto al burro natut•ale sarebbt>J'O da Lemersi le qualità migliori, come quelle messe in commercio in Francia, in Olanda, nell'HolsLein, iu Da.nima t·.!a, in Svizzera e in Lombardia. Il burro ben fabbricalo con~ervn più lungamente attivo il bacillo di Kocb; cd è nei luoghi ove ha maggiore sviluppo l'industria casearia che si trovano piu facilmente delie vacche latlifere tuhet·cololiche, ''uoi per la rondizioni talol'fl deplorevoli m cui sono mantenute in singolnr modo nei gr a ndi centri, vuoi per la leggo formulala dal \\'eitb e d11l Walley sulla maggior frequenza della lubei·colosi HC$!li animali l'idotti a domest'cilà, come sono le vacche laltifcre. U pr esente stato deg:li sludii igienici sul poter·e di trasmissione della tubercolosi propi'io del latte e tlei >;uoi derivati, most1·a ad evidenza la neces~ila che lo Stato debba inlerveni1·e con misure sanitar ie corrispondenti alla gravità del pericolo e qtùndi de1 danni cbe possono deJ•ivarne. Tali misure dovrebbero aLluars1 senza bisogno che la necessità si renda evidente agli occhi del pubblico, e senza tema di COitlprornettere l'igiene, come vorr ebbl'rO alcuni, ·né di nuocere al commercio e aJl'induslria, che anzi ne ritrarranno vanlag~i sempre maggiori. Secondo l'autore per t'aggiungere tale intento è necessario cho lo Stato ed i comuni, conco•·rendo co11 sussidi pecuniari, cerch ino per pt•ima cosa di •·idurre in limili sempre più ristr etti il commercio del latte e dei suoi prodoltJ per opera dei privati. E pure incoraggiando i privati stessi a !t'iunirsi in società, si evitino, per quanto lo couse11tono gli interessi e le
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n'tGI.E~E
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condiz.im1i locali, i sistemi di latter1e che mancano di ogni base giuridica, e che dànno largo campo al la speculazione. È quindi importan te si cer chi di estendere e l'a vorire T>iù che e possibil e J'ist.itu~ione delle latterie sociali cooperatioe, le quali corrispondano alle esigenze dell'igiene e che perciò agevolino il còmpito di effelluare per i latticini una razionale profllassi. Siffalle isLiluzioni, che gia da più di un ventonnio fànno ottima prova in alcune provincie d'Italia, mir aodo alla più pet·fella fl:lbbricazione dei prodotti per meglio sotldisfare alle esigenze del commet•cio, concorrono a dar ''it.a all'industria casearia: ed oiLre garantire, se soggetto a rigorosa e non sollan.to .for male soT'oeglian:ra, circa 1a ~alu brità e bontà dei prodotti s tessi, concorrono non poco a l be· nes$el'e economico delle famiglie inter essate e quindi al loro migliot·amento igienico. L'autore pone termine a ']Ueslo suo Javoro col far voli affinché lo Stato si induca finalmente a tradurre in pratica le efllcaci misnre sanitarie in proposito, che da gran tempo si reclamano. La loro l:llluazione •1on solo varrà come parziale profilassi per la tubercolosi, rna allr·esi eome parto interessantissima della profi1assi alimentare in genere, per cui ne rimarranno m olli ed evidenti vflntaggi a continuo beneficio della salute pubblica. Sull'eziologia del oolel""& aslattoo. - (Neoue d'fly(!iene, giugno 1890).
FERDINANDO HUEPPE.
II ueppe ed i s uoi allievi lJanno confer mato coll e loro r·icer·che che il p1·ocesso colerigeno si compio nell'inlestino e che il colera è una putrefaziooe l'peci fica io questo canale. Ma i bnllerti col eri geni non richie lono sempre di trovarsi in un 111ezzo umido; H ueppe, poi Berckholtz, hanno dimostrato che essi possono G!>Sel'e vi venti a llo s tato secco, essere cosi assorbili o piuttosto inghiottiti colla saliva e p1·odurre l'infezione; perché, per i polmoni, essi penelrerebbet·o nel saugue, o ve essi oon possono vi vere. Queste ricer che hanno rlim oetralo jnollre che, in un mezzo
RlVJSIA
nulriLizio coavenienle, i batter ii del colera sono capaci di vivere senza ossigeno e che è appunto in questa circoslanw che essi forniscon0 il loro veleno più rapidamente e colle proprieta più energichl?. D'altra pal'le Wood hn stabilito c ita i battel'ii anaerobii fa· collativi sono infinitamente più sensibili l'lll'azione ùegli agenli esteriori nello stato di anaerobèosi che in quello d1 aerobiosi. Ora si P, sollo il prù:no di questi stati che l'ti tro'v ano i bacrlli colerici nell'intestino. Anche l'au~o1·e, e dopo di lui Sallli e Lòwentbtll, banno raccomandato l'uso del salol., il quale ll'aversa lo stomaco senza a!Lerarsi e uon agisre che nell'intestino. Questo è il rimedio anticolerico dell'avvenire. Ma se i bacilli colerici sono nel 101'0 più alto grado di sensibilità nello stato di anaerobiosi nell'intestino, si è all'uscire da ques to che Ja disinfezione avrà le piu grandi probabilità di distruggerli. Fa d'uopo quindi trattare immediatamente le · " deiezioni cogli antisettici. A cagione di questa e~Lrema sensibilita dei bacilli anaerobiotici, all'uscita dall'inLestino, il colera si mostra cosi ra· ramente contagioso, nel senso rigoroso della pal'ola. Indipenèentemen le ùai pericoli c lte i bacilli colerici corrono dalla parte degli agenti ester iori, i succhi dello stomaco sono sufficienti ad ucciderli. Questi bacilli colerici anaet•obii, cosi delicati, diventan0 l'apidamente molto resistenti, quando, fuot'i del corpo umano. col favore di un mezzo nuLriLizio conveniente, e.<ssi banno potuto ridiventare aer·obii e molliplicarl'i in contatto dell'aria. Gli infermieri, minacciali dalle deiezioni fresche, sono rarutncnle contagiati; le lavnndaie invece, pagano un largo lrlbulo, perché esse toccano biancheria spor ca, nel momento in cui i bacilli hanno potuto molliplicarsi a erobioticamente. P1'obabilmente è nel suolo che i bacilli colerigeni ridiventano a erobii. Essi vi trovano negli st1·ati superficiali, secondo C. Friinkel, la temperatura necessaria; e, secondo Scholtelius P Gruber, la concorrenza dei saproClli non è loro sempre mor·tale. Infalli. nello stato di aerobiosi, sotto l'iuOuenza dell'ossidazione e per la necessità di contentarsi di un nutrimento povel'o, quesbi bacilli acquistano una piu
o'tGIE:'\E
grande energia di sviluppo ed una t'esistenza parLicolat·e. Cosi e dimostrata la durabilihi dei get·mi colel'igeni: cosi si spiega la fot·mula di Petlenkoftw sulla necessita del lo r·o passaggio per un substrato; non gia che essi manchino di virulenza , a ll'uscire dal malato, ma per·chè essi hanno bisogno ùi passare per questo substrato pel' 'acquislare la resis tenza agli agenti estm·iori, specialmente agli acidi dello stomaco. L'influenza delle QScillazioni verticali del pelo d'acqua solLert·aneo è reale e non meno facile a comprendere. Sono •1uec::te osciUazioni che regolano lo stato d'umidilé degli strati superficiali del suolo, nei quali si compiono i fenomeni di decomposizione e la moll•plicazionc de• batlet•ii colerici. Quesli batlerii anivann nel suolo nel loro stato di estrerna sensibililù. L'umidita vi 1\ ecce~siva, essi penetrano semplicemente colracqun, senza aver contatto coU' ossigeno dell'aria. Se l'umidità permette, al conlt·ario, l'accesso dell'aria, es~i utilizzano gli clementi nutritivi dell'ambiente e si moltiplicano aerobioticamen,te. Se il pelo d'acqua sottet·raneo viene ad abbassar si, oel momento in cui gli strati superflciuli sono penetrati di gct>mi attivi o resistenti, sono realizzate le condi:donl Ji una propagazione miasmalica del cole•·a. In allt•i lì:ll'mini, é costante che questa propagazione é !"uhord in~~ta elle condizioni di tempo e di luogo, come giù. a v eva detto Pettenkofel'. Vaoo1ua%1one nei neonati. - (Be rlin. klin. Wochensi:hrifl, N. li, 18~9, e :\reltiofur pailt. 1tnat., Band. CXV II , Heft. 2).
Dolt. \\'OLF'F'. -
lla voccinalo 17 don ne g ravide ad epoche diverse e r1uindi ha r ipetuto le Yaccinazioni nei neonatL l t•isultati sono stati sempre positivi i il virus vaccinifero non penetra quindi a t · traversi) la circolazione placcotare. Nei neonati di l a 2 giorni la vaccinazione ha proceduto normalmente e lt' pustole hanno avuto sempre una evoluzione not·male. Considerando elle dei decessi per vniuolo, molti avvon-
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11s:l0
ll[VfSTA
gono al di sotto di un anno, il ùolt. \Yolff propone giUstamente che !"epoca della prima vaccinazione sia per legge fissata mollo presto: in Inghilterra viene già praticata nei prinu tre roe!>i. Alcune esperienze relative alla disinfezione delle dita del chirurgi . - Fl\RBINGER. - (Ga:elte des Hòpitaux, )i . 101 , 1890).
l cbiru1•gi sono pressoc!Jè Lulli d'accordo nel riconcscerc !"importanza della disinfezione delle mani pr ima di ogni or;.~ razione. Le dita contengono crespe, angoli e nasconù:~li iu cui i germi possono nascondersi. Fùrbinger, avendo fallo su questa questione alcune esperienze, ha proposto il seguente procedimento: 1• Le unghie saranno nettate a secco con un coltello o con qualunque altro isl!·umenlo proprio a quest'uso; 2• Le mani saranno lavate per un minulo coll' ac,rua calda e col sapone; :3• Pos cia nell'alcool atrso p. 100; 4• Infine nettate di nuovo con una soluzione di sullhmato al 2 p. 1000 o d'acido fenico al 3 p. 100, per un minuto. L'uso dell'alcool, oltre ad assicurare una disinfezione perfetta, ba ancora il vantaggio di preservare le mani dall'azione tah·olta molto spiacevole cbe l'acido fenico esercita sulla pelle di alcuni operatori. Pare che la soluzione di biclot'uro di mercurio sia supc>riora all'acqua fenicata. Ma, mentre una soluzione di subiimalo pt•eparala coll'acqua distillata, resta intat ta per lungo tempo, una soluzione preparata colracqua ordinariA, subisce dopo qualche ora una decomposizione, in virtù della qual ~ si forma triossi-cloruro di mercurio, decomposizione che toglie tutte le proprieta anliseWche dellu soluzione adopera~. Ora questa decomposizione ha luogo nelle proporzioni Jel· l'SO p. 100, di sorta che dopo sE'i oJ ollo ore una soluzione pre parata con un grammo di bicloruro di m ercurio per due litri d'ac•rua, non contiene più che 0,2 p. iOOO di subiimalo, ,·alo a ùire che la soluzione è all' 1/mo·
n'(GlEN&
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È qui odi necessario servirsi delr acqua distillala per fare le soluzioni di subl.imalo, a meno di servirsi della soluzione preparata abitualmente, ma immediatamente dopo che sia s tato aggiunto il bicloruro all'acqua. F ilrbinger cr ede ctLe racido fenico, nelle proporzioni del 3 p. 100 d'acqua, sia ancor a il più s icuro ed il più pra ticabile degli aniiseUici usati nei nostri ospedali.
HIV1 S1'A BIBLl OG RAFlCA -----;~ ---
El:n Menschenalter lllilltararzt. - Erln:ne1'tlll· gen el:nea k. k . l!llllltararztea. - Hannover 1890, zweitet• Tl1eil.
DERBLtCH. -
L'autore, ufficiale medico super iore dell'esercito austriaco in rilil'o, ben nolo nel mondo scientifico pel s uo libro sulle malattie simulate (1), e per altri scrilti, occupa g li ozii del suo m eritato riposo col raccogliere i ricordi della s ua lunga carriera militare. Questo secondo volume é singolar mente interes~ante anche per noi italittni. Il cloU. Der blicb fu di guarnigione in varie cillà del Veneto dal 1857 al 1850; prese parte alla campagna di quest'ultimo anno e rimase prigioniero a Magenta. La vila del!e piccole e grandi guarnigioni, i rapporti non sempre facili . allor a, colla popolazione, le condizioni del servizio sanitario mil itar e e dell" insegnamento medico sono trAtteggiate con ve1'a maes tt·in e co nd ite bene spesso di notizie curiose, di piacevoli ant><ldoli ed anche di serie os servazioni mediche. Nè meno interessante è la parte r elativa alla campagna, alla battagliA ùi Magenta ed alla prigionia dell'auloi'O iu Milano. Insomma & un libriccino dilel· tevolissimo e che si legge lullo d'un fiato. Speriamo che il terzo volume non ta rdi a comparit•e. {l) Die si»ttlll?·tm K·ranl;heilen der IVellrpfllchligen. Wlen, {878. - (Ne esista una brnduzforla francese col titolo: Des ?natadies llmulécs dans t'armèe el de& m oyer1s de tu n cormaltr•. Paris, !.883, !sselin et C.J.
NOTIZIE
Per l a. cura della. tubercolosi col metodo Kooh . Il gior nale L'n,sercito italiano (30 novembt•e) solto il lilolo Un medico militare a Berlino, ci. dà la seguente notizia: « Il Ministero dell'Interno ba designalo, come s uo rap~ pt·esentante ufficiale a Badino per l'acquisto della linfa « Koch e per gl i s tudi riferenLis i al s uo uso, il maggiot't u medico dott. Sforza Clauclio, il quale sar·à pure munito i li u una delegazione speciale del Ministero della ~uerra. « 11 maggiore medico Sforza appartenne come capitano « medico all' Is peLlorato di Sanità Milìta r e, e coll'uUimo Bol• lettino dello scorso novembre fu promosso maggiore me. • dico a scelta e destinalo quale professore d'igiene e bac• Le riologia alla Scuola d'Applicazione di Saoita Militare a c Firenze. « Questa scelta onora il nostro Corpo Sanitario Mililare • e ce ne compiacciamo. • Facendo nostre le parole dell'Esereito, c r ediamo dovei'OSO aggiung ere elle questa scelta onora pur e l' ls ti~uto SupeJ'ior e di Perfezionamento ed Applicazione d'Ig iene di Roma, del quale lo Sforza fu uno dei primi, più volenlerosi e distinti allievi. H.
Il D lret.tOt'e
Dott. FBLICB BAROFFIO generale medico. UOollaborat.oreper la R.• Marina
11 Redattore
GIOVANNI PET IJ: LLA Medko di 1• elaua
D.r RIDOLFO LIVI
NuTJNI FEOERICO, Gerent.e.
CapitaM medico.
I
MEMOR.IE
O.R.l:Gl:NALI
SOPRA UN CASO 01
PANOFTALMITE SUPPURATIVA IN SEGUITO AD OTITE PURULENTA l.t>tturn fatta nell~ c•mfl'renz;t srit•nlìlìt':t lft•l ~O lngiJo 18!111 nre.s~o l'usp~tl:~le rnilit11rè )lrhacìtmle di Jkllngnn tlal olvll. l .tuub~rto t•nolucei, Stl lto te ue nto nH•tlit10 di do rnplenwnltl.
Dì Ro1·co Flol'ioclo, soldato delln classe 18G9. del ~·9" t·e~ giment() fanteria, è stato ricevuto in fjll esl.'ospeònle il ,l6 maggio del corrente anno per otite st•creti,;a ,yinist?·a . Egli ù nato a l.issi, provincia di Chieti. ha eset·citato sempre il mestiere del contndino e nella fanciullezza è rimasto orfano prima della madre poscia del padre, intorno ai quali fornisce pochissime notizte. Ricorda che la madre è stata per lungo tempo malaticcia ed è mancata in se~nilo ad un'affezione d~ll'apparato respi ratorio duratale parecchi mesi: sembm che il padre nbuin cessalo di vivere per malauia fei.Jbrile di cui egjj null n rammenla. t:li rimangono due fratelli ed una sorella di ~a n n costituzione i qun li non hanno mai sofferto malattie apprezzabili. li soldato Di Ltoceo invece durante la giovinezza fu infastidito da fehb ri ora terza no eù ot·n q11111'lano le croali per solito clurante l' nnnala lo lasciavano tranquillo per qualche mese. Pare che tali febbri sia nsi ripetute anche l'anno scorso avanti dte egli intraprendesse il ser·vizio mili1
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SOPIIA UN CASO
taro. QoaLLro anni or sono venne colto da grave iufoziont· vniolosa, di cui si osser·vano le traccie sul viso ed in modo speciale sul dorso c snl lobo Ilei naso. Di ~·e d'aver usalu pol'CI di rino e di Lau .•cco, di es:ersi nutrito sempre mediorremenle. d'a\ er auitato case nn n mollo sal uhri e di non a,·cre 11tai sacrificato a \ Pner·e. La present e infermità gli si è manifestata pochi giomi prima del suo ricovero nell'o::;pedale, con dolore acuto entro I'OJ·crchio ~i nistro ,,:m lo scolo dal condotto uditivo di un liqu Hlo bianco sporc e con fcllbre. ltìccYeLLo le prime cure rwll'infermeria ùi corpo, ma i fenomeni aggravatisi oblthgaruno ti medico ad inviarlo a tJnesLo noso!lomio. Quivi, proceduto"• all'esame obbiettivo dell'infer·mo. si trovò che e'ta di rostiln· ~ione organica mediocre, di scarso sviluppo scltelet rico-muscolure, di nutrizione scadente, di pelle o mucose visibili pallide. Aveva temperatura febbrile t-d abbondante serrezion(' di un liquiòo rremoso dal condotto uditivo dell'orecchiu uHtlato. Si rilevò poscia una leggiera ipofonesi interessante qua,i lulla !a regione po~teriore del Lorace si ni stro dove si ascolta vnno rantoli lJronchiali cui teneva cliot.ro In wsse con espettornlo mur.oso. La linlo!na era impali nata e secca, l' addonH' tumido ed un lieve borborigmo si percepiva su lla fossa ilen· cecale. l'eri primi tre giorni i falli rimasero in,·ariati. poi la lemperatum ollrepassu di tre decimi i .i-0° C.: sopravvounern scal'iche diarroiche (le quali però durante il decorso delhi malattia non furon o mai pitl di sei nelle ventii[Uallr'ore); In pelle della regione masloidea sinislm divenne rossa o ùolentissima alla palpazione: lo scolo pumlento si era fallo pi11 copioso, erano aumentali i rantoli e la tosse: la mil~a presentava un ingrandimento di due centimetri in cia1iCUIHt ù('i
Ili I'A:'IOF'I'AI ,)II'LE o.;urPUIIA'll L\, P.!' C.
~uui diametri. La sera
J:;;ji)
dt.>l .t:J mug-~-:iu la tempe!·aLut11 toccò i -i-,1° C. e nellanolle :;uccessiva ebue;\i delirio. La mallinn del 2~ Lullo app;u'iva mitigato. anche la sccre· zione nuricolure accennnva atl una sen:;i hile dimi nuzione; se non l'he nelle ore pomeridiano la temperatura di nuovo si riconclus::e a1 i 1° C.. il meteuri;\uw :.i act·eotuò, ,;i succedettero pareccliii! seariclie di IJHllerie liq11ide e l'individuo accusò dolore all'artiwlazione radi<JCill'pea destra. l n tol'l'ispondenza di que~la si ··on,..Lt'UÒ le~)!ier.Jtumefazione. arrossamento della cute e. sm;cilava:-;i dolore anche palplllldo con delicatezzn. ~ei giorni srgnent i. perdurando immutati i fenomeni relativi all'apparato respira tori o. all'apparato digerente, :lll'orecrhin ,;inhtro ctl alla manu destra. >enne dall'infermo accusala ancora nnn dolomia dell' nrtkolazione del ginocchio ~estro do,•e però. por buouu sn rte. non si rirouobl1ero alterazioni di alcuna specir: infaui la ,..eo~aziooe :-.ullbielliva sco111pane in poclio ore ni• pi ,·t la :{i eb be a notar!'. lrlVece nell'articolazione radioc·arpea sinistra nella quale pochissimo dolore avvertiva l'ammalaLo. l'esame ol1biettivo mise in evidenza il medesimo processo del lato omonimo quantunque io !!rado piit mite. I noltre l'individuo presenLt va nd intcn·alli un lt·emolio dei musco li u1imit:i della raccia e quando gli Yeniva sollevato il capo da: t'llsr•ino aothe i muscoli del collo venivano invasi dallo ~tesso tremore. Cosi procedevano le cose col simu ltaneo esacerbm·si dei fenomeni ruorhosi accennati. mentre pur conservavasi l'integl'itil funzionale del sistema nervoso e dell'appurato vascolare. quando nella visita umuinale del 3 1 maggio fu scorto un C,\sudnto alla camer·a anteriore in conispondenztt del segmento iofc1·iore della cornea ~ini.-tra con lie,•e opacamenlo della mede5ima ar(·ompngnato da fotofobia. senza prolungamento dei vasi r.o11~iuuL i v r~ti n senza l'i levahili alteruziou i della cou
SOPHA UN CASO
giun tiva larsea c rellessa. Cl gioruo seguente l'in lot·hidumento corneale si mostrò assai aumentato: si era formato un ipupion completo, esisteYa edema dP.IIa palpeltra superiore e secrezione congi uotival e l fatt i si aggravarono maggiormente ad onta delle cure e la matLina del 1. giugno uno strato rli essudali difterici ricopriva la superficie bulbare: essi er·ano tanto aderenti da uon permettere la loro asportazione col la pinza. Si pn1Lic.ò allora una piccola incisione su l puuto più sporgente della cornea ma non si ehbe l'usci ta di alcun liquido. L'olio giugno si credette opportuno eseguit·R l' apertur·a della camera anteriore, col tagli o che si u~a per· l'operazione della cateralla a lem iJo inferiore, asportandone la lente cristallina ed una parte di essudati stratificati che vi'si trovavano. La mattina del nove le condi7.ioni dell' occltio erano tJuasi iov-ariate, la secre7.ione però delle congiuntive molto scemata, lo stato generale migliorato, cessata la pertinace diarrea e scompar·sa quasi totalmente la tosse che nei giorni precedenti erasi alleviala. Nel laboratorio del prof. Guido Tizzoni fu compiuto l'esame bacteriologico degli essudati librinosi auaccaLi alla faccia po~Leriore del cr·istn llino ed in essi l'o constatata la presen7.a dell o stteptococco piogeno e eli ne~s u n altro microrganismo patogeno. Il giomo undici dello stesso mese alla eonsuela visita del rn~ttino si riscontri. una hozza JlutLuanle o.l Ia lo esterno del globo oculare sinistro: l'edema pa l pebralt~ pers isteva come nei gior·ni :mtecedenti, l'ammalato non accosara alcuna sofferenza sulla regione in discorso: è inutile aggiungere che la runzionc visiva era completamente aboli ta . Allora, pet· non cowpromctlere l'a ltr'occhio, si determinò di procedere alla ennclem~ione del bulbo previa l'anestesia locnle con solt17.ione di idroclorato di cocaina. Fatte le pri me incisioni per l'ope-
Of PANOI'TAtmTE SUPPURATTVi\ 1 ECC.
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razionr. giu-:ta gl' inse~namenti del Bonnel, si ehi•!} l' usritn di rilcvantt' t'Opia di pus di buona uatura: dal che deriYò lo avvizzimento del bulbo e l'aumento delle dillicoltft nell'oper,·.r·e, circo:;tnnze cl te però non inlluiron o ~ulla fe lice esecuzione dell'alto operr.tivo grazie alla 11l<H10 espet·ta e franca del'signor ll taggioro medico lmbriaco crw. Pietro. Nella sera :;tessa l' iufcrmu avverti qualche brivido o In temperatura asr:ese a 40°. :1 t:.. ma per breve ora. Dal l'ì ~iugno l'ammalato cominciò a migliorare e sebbene talrolta tornasse in ,.;cena qualehe scarica di materie aiYine sciolte. puro lo stato generale dell'inù ividuo si rese ogni gioruo più soddisfacente fìnchè il 28 dì luglio, dopo esset·e stato riformato in rn sselo{na di rimnndo, usci dall 'ospedale in ottime condizioni di ;;a lule. fl Di Hocco clnrante la lunga molattia c ~lato cnrato mediaHte antipiretici chimici (antipirinae sol l'alo tli chinina) coadiuvali da qnn lche cucchiaio ili marsr~la. ~la siccome questo vino, per intolleranza individuale. provocava immediatamente il vomito =-i 1luvette "ostituire a quello un altro vino generoso e tosto l'emesì pii1 non si el•ue a verilil'are. ~on si fece parsimonia di lavacri con soluzione eli acido borico lL'tpprinHt e poi di sub limato corrosivo (gr. l p. '' 000) nell'oreccltio siuistro sn cui. dopo introdo tto un lnmpone iodoformizzoto. ~i co llocava uno strn lo di ovn tla ed una l'asciatura asellici. Appena insort~l l'alfcì'.ion c OGttlare. furono p<H'irnenti prnti calc lavature ai.Jl,onrlanli t:on b1 soluzione di bicloruro idrargirico dal titolo surril'orito e dopo l'operazione la mudicatura fu sempre scrupolosamemente antisettica e rinnovavasi a lunghi intervnlli (7-8 giorni ) uon essendosi avuta ulcni1U ~ec rez i o ne purulenla da ll a ferila chirurgica ed infatti In c.icnlrizzazione del mont'on e dell'occhio ;; giunta a termine senza incidenti
:-Ol'RA IIN CASO
L'a r•licolaziooe della mano desLra fu immohili:~.zala pr·ìrua cou fasciatura colllenlivo e con stecca. poi con apparecjchio ges~n Lo: non :-:i ricorse ad eguale provvedimento per l'altra mano percht• non lo si ritenne opportuno. La dieta ti stata rigorosa Ìll principio e 1·egolata in seg1tilo secoudo le cir·costanti• . Si i· lungn mente insistito sull a m edi cn ~iou o dell 'orecchi o quantunque o~ni secrezione rosse cessata. Da questo quadro no:;ologicù scaturisce per noi evinonle la diagnosi . La I'Ù'm1ia (e piit esnllamenl c ancora la piosetlicemia) sos ~ seguita all'otito ru la cagione tlt!i guasti avvennti nell'organi-
smo del Di ll occo . la Jislruzione del cui occhio ~ in istro ha r.o;;ti tui to il fano piil saliente e pijr ~r·ave . Il pneomot~ occ o di f<'r·ankel, qn.ando abh in incontr·ato nell'organismo nostro le ~:o o dizio ni opportune per· la sna ''ila e per il suo metabolismo, vi deLerm ioa, secondo l'opini one di mo lti pato lo~i. insieme nll'infezione generale. non sòlamenl r quella pneumonite diffusiva eire per lo piit riesce micitlinfe. ma pnò eziandio provoca re la pleuri te, lu nefi· ite, l,a llteningile ccrehro-spinale e. rome vogliono alcuni IJacteriologi fra cui il profesl\OI' Tit.zoni, :mchc l'otitest'l'l't'tira. In haHe a tult.n tJUB$tO non può ,;embrnre strana l' ipot esi da taluno avanzata cito quanto si 4\ svollo nell'amma lalo tliJSLro . i tlove;;se aùclehilare :ll la po lente viru lenza del uor11in al.o rni croho: se non c.he l 'esame lnlcleriologieo. esclud t•nrlonc la presenza dal materiale ~flllico t'Hccol lo nell'occhio, lo lltelLevn subi to fuori di quistione e contemporaneamente l'ipotesi periva di morto naturale. Sono ril'orsn allora t:ol pensiero alla prnhahil itit clte l'amntn lat.o (:o lia mano ~in i~ tm imb r·nua ta del ltlnterial (' purolenlo scolante dall'orecchio sinj:i locr·nlo l'occltiodello ~ tesso lato. vi abJJiil deposlo col pu.~ lo streptococr.n piogene ap-
uti'.\NOFHt.mn; :-;uPruuATtVA, E\:t..
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par·su noi campo microscopico o vi abbia in tal maniera motivata la ripetizione del proce:;~o morboso infell.nnte. Quantunque tale :,;nppo·i7.tOne po~-.a rimanere, t'ome ho tleuo. nella cerchia della po::sihilita, è forza che ceda il posto all'evirlen7.a <lei filtli. l nnanzi lttllo lin o dai primi istanti unn rigorosa meòi ca;~ione amiseuicn ed occlusi va ha deterso e protetto l'orecchio malato rendendo assai meno facile ogni contano : in set~ondo luogo. e queslo mi par·e nrgomenL<J di sommo nlore ed irrefragahile. l'oftalmia si manifestò dapprima su!le membrane interne dell 'occhio nnùe l' essudalo nella l'a mera anteriore, l'inliltt·azionecorneale pose ia re~sudato dell e eongittnlivo ciò c-he dimostra come il processo mol'lwso si avanzasse dall'interno e non gihdall'esterno del globo oculare. !testa peraltro :t domantlnr·e quale strada ::~bhiauo battuto le co lonie degli streptococclli por iovadore una ntwva regione. La localiuazione nell'occhio dello :::tesso Ialo dove ~i era sviluppata la malallia dell'ol·ert•hio indnrrehbe ad accare~zare l'idea l'Ile siasi diiTn~o il proce:::so lungo il decorso dei nrrvi : ma tale pa::sn;.rgio ~a relthe :wvenuto lentamente e r1uindi a miu rredere non senza determinare una meningite della hase per quanlo :-: i voglia limirata. ciò che non si può ammellero per mancanza di prove. fnl'alli il tremito di qualche gruppo muscolare i· comune n. parect:hie malattie infetLive e neluostro iufermo pote,·a deri,•are dalla ····rtign ah aurr lnesa, dallo slato Ili prostrazione generale etl nncora da diminuita tonicilil musco lare te~nlo più. che. per e~e mpio, il tremrJI'e del capo si osservava quundo questo ve n ira sCIIIevalo dal caper.zale. Con :allrellanta sicurt>zza può dirsi che il vomito da cui il Oi Hoccu è stato molest;alo procedeva. t·ome ri ulta dall'ultima parte tlella :::Loria dinica. dall'iugeslinne di picl'ole f(U:tnririt tl i marsala per il quale vi no egl i ha 1:onl'essnto di nutrire
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SOPRA UN CASO
invinnihileripngna 117.1\: ed inrero, auuandonalolo. &!JbiLo ~t'Olll · pan·e per· sempre il drs~us l oso elfello. Jlimane pure Ì'\Oialo e di poca importanzn il fenomeno deli1·io il truale !'i Lrum in slrellissimo r·.•pporlo colln eleratezza della temperalnrn imperotchè insorse appunto nella notte in cui questa ra,!! giunse i i-l o L " mai più. 11ancandomi pertanto ogni 1lntu che mi a ulori;~,zi a formulare la diagno:'i di menin~ite ha;.rlnre. sia pure limitatissima. condizione essenziale per mo onde ammellere il cammino dei microrganismi lungo i ueni. mi sembra giuslo e r:11.ionale ac~ingermi alla ricerca di una via p111 facile e più naturale tenuta dagli streplococchi pwgcni per trasferirsi dnll'nna sede all'altra. E la via di emigrazione, secoudù il mio convincimento, non può essere rlivorsn cla quella pr13pa rala rial sistemn rosrolnt·e . .\. con l'er·mn d i qua n lo asserisco invoco l'esistenza d i du o foeolai lontani dal centro d' infezione rappresenlatì dallt• articolazioni radiocarpee. È vero che qui la localizzazione tlclla piernia i• stata apparentemente meno intensa che altrove, perù que::~to non ci (!c,·c ~orprendere all'allo giacchè ce ne pu:ssiamo rendere ragione. lnnanzi tollo si potrebbe interpn•tur·e il fenomeno ammollendo col Koch che la doppia artrite sia stata prodolla da una ~enerazio ne dei micrococchi piu giovane e quindi meno attira; ma sembrami che una spiegat.iooe piu convincente <>i possa trovare considerando la di' CNl importanza anatomo-lìsiologica degl• organi colpiti, per nri, dalo un processo dell:1 medesima intensità. i disturbi uell'ot'chio dehbono es:;ero di :~ ran lunga più appari:;cenli che non nell' articolazione raùiocarpea. E riò dico volendo prese indare dal concetto pure accolto dalla patologia generale e dalla t~l inica iuòuttiva che. nel caso nostro, l'amhieoteocchio pos:'a avere ofTerlo ''quegli es~eri palogeni con c1i7-ioni pilr propizir alla vita erl alla moltiplir.nzione loro 1~ h e non l'nrnbifliHOm·ti
IH PA 'IOFTALUÙF. SU I' PUIUTJU. ECC.
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rolfL:iow·. È uatnrale poi l'Ilo avendo tolto uno tlei focolai
principnli , quale em dìvennlo 1\,r;t.:llio si ni:>t ru dt•l Ili Hoc.;u, la malatt1a a\'es:-e dontlo recedere ed incamminar.;i J lmiglioramenlo. sehhene con I(Uell'asportazìone uon "i fo~se !\l'Oli giurato del Lullo il pericolo di nuove ìn,·asionl. eon llnuilndo ad ·esistere il primttivo nido. vale a ùirc il proce-;su tllOtlloso dell'orccdtio. Dispensandomi ùa l rammentare le dottrine 3UII:ì piemia e $81licemin pet•t•hc uon delineati aiTauo i singoli quadri tantocllòl'unrt col l'altra si co nfonde. mi a!Trello a ::otu· lutler:~ rhr l'infe1.ione piemica nel ca:;o nostro i· stata rngion.tta dagli streptococchi piogt>ni, i IJtWii, dopo infeLLalo iu modo speciale le articolazioni radiocarpee, si sono tra sferiti tini medesimo punto di partenza (orect:hio sinÌ:-ìlro) all' ot.:l'hio dello stesso Ialo sorvendo~i pP.r il loro tra!!illo delliu :orront.o vnsalc e pilt probauilmente del la Lin{atica sir,o.:ome quella che rappr·csenta la via prt'scelta da questi agenti patogeni per le rapide inval'ioni che :;ono Le più freq uenti. Tali pertanto sono le mie idee, to nd i,•ise in J.!l'él rt parte dal mio capo·riparlo signor maggiorr medico lmhriaeo: mi auguro rho incontrino egual forluna pres~o gli altri colleghi: ad ogni mo.~o ho inteso di compiere opern non vana uccupandomi del caso pt·csente percl11\ mentt't' la letteratura medica è ricca di larori sulla pirmia. non ne rej.!ÌSlra 1110llt. per quanto mi :.appia. con locali..:zazioni tanto gr;nri nell' o1·chio come a noi c capiLato oppurLunameute di o;;servnrc.
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RELAZI ONE l
OP ERAZ IONE ALLA Pl .~ OGO FF COli
APPLICAZIONE DEl CRINI 01 CAVALLO
PER LA SUTURA DELLE OSSA E DELLE PARTI MOLLI L~'llura Call.t .tlla o·•mrrren73 ~Cil'DL10t·3 dl'l IIIP'c 111 ~etlcmhrc IS!lU
nel ili S i)OI Iid l.l militare di l 1 nt'l0~ riai olntlorl' "'· no eeiil, b'nent..• mCilicu.
...
L'accut•ata t•elaztone che nel!& confeponza dell'opt•i lo u. ~. losse i l cRpi lnuo medico Tur~ini tloll. Giovenni. iulorno nll'ampulaztOne di CO!o;da pt·at.icala al solda to del ~t· r eggimoulo artigliot'ia Mtu·a Sc•basliano pe1· ::sin.ooite !l r ttnrt{tJ(rtn{fOIJa ciel gin.occltiu de.~lro, ed il rlesiderio espt·es.c:omi dal !-lÌ ~. mo~g io J'O m erl1co Lan dol ll ca v. F ederico. mi hanno in·
dotto a pr esentat• loro una sempli<-e nnr raz•one di di!>art•('olazione 11Jla. P i1·ogoff (' 1! 11 esito felice tla me pt·aliC<:tla nl !'Oldato Bet·taccini Luigi del 63' r egg. fflntoria per .'!inuotll: y r rrnulo-(tUI(fOSa dell'arficfJlazione tarso- melatarsea di de.~lra.
Bet·laccini Lu i ~d. !'oldalo della cla~se 1867, entrava in quc!o;LO spcdt~le i l 27 maggi o 1R8B con apparecchio ges:;oato ùòl
piede ùe~lro. Pro,·euiva dall'ospedale civile di Bo1·go S. Oonnino ovo L1•ova val' i distaccalo. Era indivitluo di debole co!'llituzione, di Lem pMamenlo linra l ico, di 11hilo ~crofolo"o m11 mas"e muscola1'i flnccidc t> lllll· cose appa renl i pallide.
IIEL\i\IONE :-P Ot UNA Oflrsii,\ZIO' K ALLA t•mor. Of!fl. EC:r:.
1:i{):{
Raccontava clte fin eia i primi !!"iorni dell'aprilo 1888, :'lcnztl causa apprezzabile, fu pr·e"-o Ja dolori al piede destro che
lli accentuavano coi mnvimr.nti. Tali snfTerenze, accompagnale da notevole dima~rramenlo P da fPbbre continua r·emillente con esucer·bazioni verc:;o sera, eran o ~late pr·ecedute Ja ingor·ghi glandulari nllc l'egionr cer vical i. R i mos~ll rapparecdno si ebbe a notare: tumPfazionc del dorso del piede; sen so rli nulLuazrone limitata nll'arlicolazione lM!'O- melularc:ea, dove l'infr•r·mo avverti vA ùolor·i l tntlo l:lpontanl'i che pt•ovocali: w teqre le altr't' arlicolaziom del piede. Nel Bor•taccu1i, m~i quale non esistevnno ratti err•drlat•ii, uè prect>denti mor bo'Si d' importanzl!, or·ano li~iologic·ho le cnntliziour deglr organi contenuti 11el lot•ace c nell'addome. La maniera subdolll. con cui er·asi ini7.iala ltt malattia, il $UO cr onico <hworso, l'abito scr ofoloso tlell'iul'ermo, il suo notevole ùimagr·amento e la ft•biJre con tinua l'emittente recoro senzA alcun dtrbl!io r·ilenere trattarsi di una sinooite y ra.nulu-fttn{/O!Ifl. la quale, po•r la lopogratìa del dolore e della S11 pplll'Hzione, a vea lnl'ua sede nell'nr·lic:olozionc tar·somelalut'l:lCa dr destl'a. ln Borpo San Oonnino. ~enza vanta~gio alcuno, per un rn e!'.e cir·ca, twa nsi giu ~pet·imentate 11011 solo lo pennellazioni di lintura dr iodo, ma anche r immobi li:t.zaziorw cou apparecc·hio gessato. QuauJn l' inforrno ru da me ric·t}Vtrlo nel r epa rto, il tOot·bo arlicolal'e, quonLunque mMcassoro i seni fistolosi . pur•e :-::i Lrovavn a tal punto da non pe1·meltei'C che ~i riman esse !$enza iulm·veni r e con una clril·nrgia erflcat:e, LMLo piir cbo, dopo ~lr !<Ludi del IWnig e gli espet•imenli dell' Hueler c Schùllor, essPntlo lali ~>inovili r·icnnosdutl:l di natura luber·colare, l' indicnziono piu ra/.':ionale in t-~ imili cnsi è pr opr·io tjuella di t•imuo v~>re il focolaio l o('ale, ~ia per impedire che 1liveoli male ~eneralo, 1->ia ancot•a per scongiur·are g uasti loculi maggior i. • Il lemporeg~iare ollre il ncce~>~ario non solo espona l'infrmlo n mor·Lc CPrla Rt·nza poter tental'e Alcun atto operR-
l
1\~.L\ZIO'ito:
l.ivo por e~~tll'"l Il 111orho manifBslnlo Anche nei vi!o;ecri, 111a 1
uncl.e ne lla nti~liore ipolP><i di poter operare, il chir111·go 11111 lArcli si trovt>rl.lhhe nella dura nece:;sJlà di clu,·or a'>porlar<>
pArti maggiori pe1·l'avvonula estensione del proce~!:>o, e quntdi minori vaniOJ.(gi pPr lu l'ttn7,ionalllil, o minOl' pr obnbililà di n vero un l'uu ~ lo succes~o. sia poe l~t Lenden?.a del tnale Ari· produrc;i in altre parli dcll'or!ranismo. sia 1 el clt>peruncntn ello, u suA volla, favo1·i~ce late diffu!'tione di prol.!esso, molicando ùA pa1·Le dotrinff't'lllC ogni l't''''<>l nzu Ol'gfutica. Cou ciò 11011 intendo punto rlire ctl • debba, m11anz1 ad u11a Rinovito, pre~ipilal'e una \lia!!IIO!'i e quiudi un'opel'azione, col L'lc;chio tli r>spor1•e l"inrermo acl un g1·a'e ntto opcI'ALivo pe1· un morbo articolo r e cllr poLeva ~nat· ir o co i ruen1 Ol'dinllri. SludiAr e l'1nizio della nwlatlia, il suo 3Volgi l n•~.plo, le rou clizioni dell'Arlicolaz•ont•, lo ~ltclo g-enerule dell'Infet•mo, i "IIm precedenti e, c;olloponendo la pArte inferma ad approp\'intu curE', guardo •·o so !.'i modifica in bene l'articolazio1tc amnan· lala. Sono que!'li i doveri ùi un chit•urgo p1•ima eli accinger si nd un'operazione, quando si ll'ovu iouonzi ad una ~i novile di suRj,ella natura. Anzi, pe•· !lf\RSI'e più corti, ;;.i può anche tcHatat'e una pun· lut·a esploraLI\'& e quindi proced!'re alla ricerca ciel bacillo
della luberculosi. La tintura d i iotlo, l' Ì1111nobillzzazio11e, lo raulerizzai.ÌIJIIi trascorrenti, ncc., otlimi 111ezzi d1 cu 1'f1 per nna si uovi le non di llt:tLura LulJPL'COlfll'e, n 11ulla vAlgono per quelli' di nallll'll c;pec1fica. nelle 'luaìi pos..,ono solamente miLil!are i dolori, l'ir· cof;ct·ivere lempol'flllt'alcH'nle e I'ILU I'tla r e 1 guMli tlull"ai'Lico-
lazionc, 111a 11011 opporlal' mai la gmu·i~ione <:ùnlplela. N ei pocl1i c:osi 11• •i •pwl i ~i ,1ecn11Lt1 viLloda c:011 lnli mezz1. ,., lecllo duhila1·e d,..lla ve1·ilà della clin"'no!:>i, tt\'enolo;.i il vero concetto a nalomo-patolog1co delle sinovili eli ualtn·a lub<·r-
colar e. Qmludo lo acc·ennatc cu r e lallil';cono t · la sinovil•· :<i nwslt•a t•ibelll.l, il miglioL' pn•·lilo ,., qu<'IIO di !:!OCl'illcare unn pat•lc od un a1·to inler.a st· si vuo!t' l!Ol'anlir e la \'ila tiPI-
r iufel'ffiO JnOSOrabilmenll' minarciula
'O Tll UU lll'ER.\ ZIO\F \I.LA l'lJ\Ot:OFr. ECC.
t:i6;)
A ppunto da qtw:.:lc iùc•e fui 1-(u idato , qu!'wdo tni ùeci!;i ad opernro l'iul'1.1rmn. Non praticai lo svuolatnenlo e quindi ìl raschillm enlo doliti pat·Le atnmalala, pct·chc la rustonc purul enln clrlle grunultlzioni è re~l··nsiona l!ell'infillr azioll(l tu JJtll'<'Oinre nelle n!-l"'il er a a tal pun to da non lasciar sporare alcun vanlag~io dtl r')ue!'IL'opera7.ione, tonto più che in una supcrllt:te cos1 nnft·aUuo-..a. t•nrìw nel no~tro ca::-o, con moltA fncihta !<i pote'va ln"'ciar~ m ~ilo •1ualchP piccolo ft~colaio di inflllt·uxioue tube r·color C', é.: lio sar·ebbe ~lnlo più lat·di i l punto di pArlPnza !li una riproduzione di procosso. Non ritnane,•a 'Juindi cht' ~~~porlat·P il rocolaio inl'Pllivo con una Rmputazione parzinl11 del ptedc, eri essendo il calca~no e la cute dnl tallone l.Je1t conservati, ~ta bilii rwalicaro la J:e:-~C\:r.ìo-dì><~t·Ltcolf\lione ulla Pit·o~ntt, la quale tlù ottimi ri!"ullnli fu11zionali , p~rchè il paziente. n ~uari~io11e completa. cammina pog!!inndo la faccia planLare del calcagno o l'ac.cm'ciomenlo del l'erto 6 ap pena sen~ibtle . Il paret·e dei collt>~bi fu favorevole all' upet·azione ed nl nwlodo prescello. ~icclu\ In mallillS del 13 !!iu:;roo 1888. assi~tito tlall'opet•u P da:,rli olltmi consigli di lutti i mrdici df'l pt·osidio, ''i quuli devo riconoscenza immense, con lo più sct'upolosa anli~•·psi eseguii l'oper azione. Dal mat·gine aul.eriore del malleolo C!~.lerno inci!li ro11 un Laglio lras,·ersa.ltnenl e i ll'S~'~nli molli, e pt'O!'eguendo l'tucrsione nella pat'lO piantare, ri!;alii fino ttl margine anlet•iore do! malleolo interno, Jividendn cosi i tessuti com,· a sLAI'l'a, gli estremi della quule ric.ongiunsi con un' altru incisiont• l l'ggcrt uenle curva a conve,.sila in a\·anlt, che feci passar•' alquanto ul do \'fili ti tlelrartic·ulazione l{llo-tibiale. J)j ~,.;t>cai per un piccolo Lt·nllo il lelllbo. e qui 11di penolrai nPII' tll'ltcolazione uel piede, dividendo i tendini estensor i e la pnrle anlet•ior c della capsulA Portai Il piede m e!'lton!<iont• etl utclinaudolo lateralmente, divisi i ligamenlì lal.l•rali e la pnr ele posterior e della ca psula. lH quesLo punto oLhAs!':a.i di più la punta del piede e non !:ìegai verlic:&lmento il calcRgno ed Ot'tzzonlalmeuto lt> osl'a dèlln ~amba, percbè. lentonrlo un tal processo, le due supet'ficio ct·ue11tc rimangono ad angolo
1:.;nG rello, e non ric:-ce la loru sald~:~lu t·a. dovendo subir e d ('Hl· cagno una lor,ionc dt !)O• pt!r combucii:ll'e con 111 !'<Lipt•t· lle~e di seziono delle o::-f'a della gambu Tale torsiouu ~i pun :-oln avere mediante srorzi. ed allot•a si nvrò o una. cnrir ulcet·o· tiva per forte pres!"ione locnlizzala, non essendo a contnLtn per lulla la loro supel'flcie le due parli ossee cJ·uenle, o, pure ottenendo cowplela saldalut·<• co11 la forzala rotazione tH'(:ennat.a, non si avt•li mai un bel tuoncooe, pet·ch<' consl'guenza dell'csa~et·ala Lot·siune 1-'at·é. un t(toncolle il cui punto •l'appoggio oo11 vet•r à costituilo dalla taccia piantare del calcagno, ma dalla sua regione posteriore in vicinanza d~ll'in :-erzione del tendine d'Achille. Gunther, Weber, Linharl ed ultr in Germania , inollrt> Leforl e specialmente i clururgi inglesi, lt'a i fJII&li Busrl<, han proposto i mezzi oppot·luni e le mo!lificaziorti allo u scongiurare gl' inronvenit>nli cho presenta l'operaraone aliA Pil'ngoll', ed alla modiflcuzioue del Busck mi attenni nel tnio c·aso, segando perciò Il calct:tguo in direzione obliqua, d'allo in hasso e di dietro in avanti. l ncomiuciai, come dice il Busck. clal limite postel'iot'e ddlu l'accolla arlieoJare con l'a!'lrag-nl" o l('rminai di se::rare al mar·qine inferiore della faccetta al'licolare col cuboide. Op(•t•ando co"l, la supel'l1cie cruen l~t 1h•l cakagno si adatta btlnissimo contr·o quella dtllle o""~'~ dt>lla ;ramba, rlo\'cmdo fare solarn euto una rotazione di :10• n 40• ci r<'u. Per essere piit siruro pe rò segai 11nche ohlirjuarneute h• osl"a della g-amba dall'allo m ba:oso e da fuori in donlt·o, >~icc hè senza sforzo alcuno si ottenne un ottimo moncotw, il quale, u guarigione compl eta, poteva poggiare sul suolo non cor1 la !accia po"ler·iot·e d"l calcagno, ma con la suo rnccia piantare. Eseguila cosi l'operazione !'<enzA inconveniente alcuno r raua una completa emostasi&. si fece Ja sutura lanlo delle • n:ssa che delle parli m ollr. lnvof{lialo rlalle spe•·imenLAii ri,•er·cho, eseguile con esito brillantissimo dall'oLlrmo mio Antico racinotli dott. GIU!:PppP. ora professot·e di anatomia pa tol ogico All' universitil di Cnmer·ino, volli lenlat·e nel raso la sutura tanto delle t1ssn cllr dello paNi molli con •· rini (li cavAllo sterilizzati.
.._U 01 ll\A Ol'EII.\ZIO\'K .\1.1..\ I'IIIOt;OII. Kl 1 .
l :)Gi
Il Uu!>!-iui Ùlf'C che il mi~Jior malc1·iult• pct• sutura è quello
che I'ÌUIII!"CO l~ due qualitu: J• Onw~ent::ilà coi las::;uti animali;
2• t\sellicilit. Il calgul po!>setlrr... bbe la prima di esse, ma non è sempre flwilt• cl•e abbia la ~econda, perchè non :-~i può soltopol'I'C all'az•onc del calo1·c, rhe i· il nngltor mezzo sler ilizzatoi·C', anzi il Ba8sini t·r~de ,Jj dove-re nllri huit·e al ratgul non bt•nc slerllizzalo 1111 ca!:'o Lli l(•lano eh<~ egli ebbe in una islerntnn1io sop•·avnginale. La sola non è nè omo~enea, nù ussot•bihilC' lanlo che bisogna t•imuovet•o i (>unli di sutw·a al 3" o i" !!ÌOI'OO, •1uandu forse 11011 é aucot·a avvenuta la compl.. llt unione delle par·ti, potendo la !>eia p1·odurre un· ir1·ilazioue 111'1 tessuti, agendo da co•·pn o"ll'811eo. Pel'ifuesto ma~eriale eli ,..utut·a però può a vcl'si un n rompl\!la stol'iliu.azione polcndo~i ~olloporre all'azione dd calore umido sotto p1•essioue. l llli HleLo ll ici rwesenlano l'imrnenso in co11ven ienle di JH'O Ùlll'l'C ecresi\ivr ir1'ila~.io11i. M olle vullr il 1·uvido conlallo di essi non é tollerato da!!l'inferllli e spe""n rt•cidono anclte i maq!ini dello f~l'lla. l crini ti i ca vallo, <'lire Hd avere Ju p1•opriel11 di e::~SE'I'e dt facile acquisto, r iuniscono pure lulle quelle indispensabili doti di un oltimo malet·ialc pet• sutu1'a, O<l i vantaggi, Lrovoti dal Pacinolti con r••plicole spe1·ieu:.:e. e t·lto io stesso potei anche' nota1·e nel cuso, sono i se,(!uenli: 1' Si J'iasso!'bono dogli elerr:euli d"i lcs!>uli, ma dopo un tempo mollo piu lungo di 'luello che nvvteno per lutti gli altl'i mule1·iali: 2' Hoslano quas1 indiffrrenli nei LCf'Eillti c non determinano coulalli ntvidi che possano ~:~sser cau~a di irritazione; :l' Pusseggono un'ela~ticitè, spedalmenle dopo la bollitura, da non cagionar mai ancloe pet· ']nesla loro p1·oprielH eccesst vu costrizione dopo praticato ti nodo. 4• Conset•vano un medesimo :-pessorc f!ntro i tes..~ul1 molli nei quali non si rigontiano; 5° Si possono -.;tet·ilizza1·e con molLo rtlr.ilitù, r eggendo
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ud una Ll'tHper alura eli oiLt•e L•iO" :sonza a!l<warsi nello lnro qualità, :spectalmenle !oie prima fu1·ono ba!-(:nali in una SClluzione clisinft!llaule. T utte rrue~te propr•iel.à fanno ci el crine di cavallo un olltmo matet·iale ùi sutura dn dovet•si pt'efer•it•e a luLLi gli altri 11nftt'a adopPr ali. Il catgul tlll'~so in 11so dal Lister. anello a prescindot·e da cp!el cht> dice il Bassini <Jit\!8 l e tliffìcollà che vi sono dt t'enc!Prlo slcl'ilizzato, prescula il uon piccolo iuconveuit•nto di essere Lt·oppo r·apidamcnle ri assor·bito in maniera che ~i t·~nde insufRciente per IR suLur·a delle par·li molli, e complt•l amenl e inutile Jlt>r qut>lle falle sulle ossA, dove la smo~losi è lcntn, fot·manclosi prima uua cicatrice di lMsuto con· li«' l livo clte si Lt•asfonna. poi m flbro-cartilagine, e quindt in cur li lagino ialtiiA ed in osso. ' lar ga scala Il crine di cavallo si usa ~ili, e con vantaggio, su nelin cl i nica cht rurgi ca t h Par·mu, e r!J voLi che quest'ottimo muLorial e di stHura vengn introdoLto anche nei nostri ospt· dali, essendo non pochi i vanl~Jggi ch'asso presenta. La sulut·a con tal mezzo praticata tanto nelle ossa clw nelh• pa rli molr., nell'operazi one alla Pit>ogoff, nulla mi ree,~ lomeulat·e; flnzi fui Lt·oppo lielo d'a vPrli:l eseguita, giacclt•., 11011 si ehbo la necessita di rimuovere i ~unti pePcbè i cr int lenlamentB si riassor bit•ono dai tessuti, elle r estarono ben!' uniti fino a cicatrizzazione completa, senza che mai si fos~c· irt loro tl l flllifeslata In più piccoln i t•rilazione. Pet· polct' eseguir e l a sutura delle ossa adoperai un Lr apllllO composto di un·astA n rloppitt solcatura a spiraiP, mo· IJile in una testa a fun~o, che !"erv e per la pressione e dil'ozione dello punta del li'8Jltlno. N E>ll'aslfl mobile ù introdotto un cur sor e sa~o malo inter namente in maniera da adallat"'i ni solchi dell'asta, alla qunle pet· mexw di una vile ùi pre~ siune si puo ti,;sare una punta d'acciaio di vat•io diametro s.o<"OI1do la la t•gll eun del for o che vuolsi ol lencwo. Poi' .,;utuParo poi le pat•ti molli mi l'iervii dell'ago ùi Rcvot·din, 111odiflt-nlo da Collin, il qmùo i· fis!':alo ad un mau icn e la " ua cruno t> complètala da una $Ollile asta laLePale, che,
"U 111 U~.\ OI'BilAZlO\J:: .\1,1,.\ J'UIOt~OFI, BCL.
l ;jl)t)
media11lo nn boLlono, 8i melle i11 rnovimonLo i11 ltl&nie 1·a da poter april·e la cruna pet· mellervi i crini di cavallo, e chiuder la '(Utlndo, rt!lrut.>ndo l't);lf•umenlo. si vuoi far pa«!Ssre il m eLer ialo ùa. sulurt~ etlraverr:;o i margi11i della ferila. Hiunite con punl.i tanto lo os!-la che le parLi molli, pet· due fori falLi ad al'le nella parte posteriore dei tessuti elle l'icopt•ono ti calcagno. si applicarono iue dr enaggi e quiwli si esegui con la msssima esattezza e >:crupotosit.a la mecliciiLura anLi~eUica. L'esame del pez~o a>:porlato I'Pce t•ilevore nell'at·licolazione tarso-nwtalarl'ea r·accolta di pu~. usurH dt•lle carlila~ini Articolari eù infiltrazioui dt noduli Lubercolart tra so~lanzu caseosa e tessuto fun goso elle ol Lagliv si presentava eraspetto la1·daceo. L'infermo, cbe, prima dell'opet•aziooe, eru sempre travagliato du febbre. il gtot•oo dopo ch'era stato libt>ralo dal ro-co !aio inl'olLivo si Lr ovò apir eLLico e lo.le rimase per molli gcorni, miglior an.lo anche nella oul1•izione. Il 23 giugno ru rimossa la rnedicatura c si trovò cbe la cicatrizzazione era giu ioollrala e che lulLo pt•ocedeva re~o larmenle tanto da fat· riten ere cer ta la gHarigJOne per pr ima intenzione, corna r ealmente avvenne. 11 miglioramento tanto dello stato generale che clt•lla località si faceva più marcato, tfuando il :H giugno il Berlac· cini accusò un dolore al s• metacarpo oli destc·a, accornpagualo do Lumefazion ~ della pai'Le. Si l'ace uso pet· la località di tintura di iodo o di pomate ri!":olventi e si applicò put•e un palrnare con appropr·iaLa ra~cit1lut·a. La tumefazione però s1 fere semj)re più nccentuata ed il H! luglio l'S~endovi 110 punto di rammoll imen to e, giudicando tralLi.lrsi di un pro cesso identico a quello già svollosi all'arlH:olazione tarso-metat.arscn di destra, .!al sig. capitano medico Trombetta dott. E:tlmondo fu eseguito lo svuotamenlo dell'ascesso tubercolare e quindi il rascltiurnenLO dell'osso. Dello oper azione o!ìeguita in tempo e con molla abilttà eù esallezza dal signot· TrombetLa, al quale ave\'O ceduto il r1•por~o, portò il BPt'laccini a complt:lu guarigioue, pet• cui ti 1• ollob•·e ru dimesso iu buone condi-
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l :)7Q U!;lh\ZIO\B !'IU 111 U\A OI'KII.\ZJO\Ii..\LI,A l'lllOtìOI F, ECC zioni, poggiu ndo il calct1gllrj per In suu parle ph111Lare t' ,., manendo nell'al'lo un nccor·ciamenlo quasi insensibile. Uscito dallo spedall• 111 seguito a rasse:.ma di rimau •to e con la gralifil'liZiOnl! di un anno d t a$segno. fu irr\ialo ut propt•io paesl' mun1to di una g r uccia e di un appal'ecrldo prolesico, cosliluilo da uno !>Livali11o bene imbottilo che lll"· coglieva H moncone, e con gambale molto allo che abb•·a(·· ciavo la !!RmiJa fin quasi la sua meta .
RIV ISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI
RIVISTA MEDICA Sul trattamento del diabete mellito. - Du.rARDJN-BRAUMF.TZ. (\VieMr med. Wochensehr., N. 37, Hl\.10). F'-1 t'JIIOSLO il lemn di Ull8 òolla ùi~PrlozJOne cue l'illustr e profe!'IBOre di Pari!!i Je.;;Be alla ::;ezione tli medicina interna del X r.ong•·esso iuLot·naziouAie di Be1·lino. Le considerazioni pit't inleressnuli che flUÌ c•·ediamo utile riportar ... di quel disco••so r·iguar!lano ::;pectalmente il lmttam••nto ùielelico ùei ùiabeLici, sul rrual ultimo argomento egli si ferma volonlleri , l ar1lo pil't che su q1tell o trova [ll'essoché coneorrli le npinioni dei p•·alici n pet· lo meno 11011 cosl dissenzit>nLi come "ono sulla pslogòne"l e sulla nulul'H del morbo. Anzilullo rigetta la dill'et·em.a che si ,·o•·rebbe da molli stabilire frtl g-licost.tl'ia e thobolc, non e~islentlo r•·ahnenlt: un diabete es~cnziale, ma e!"St>lldo sempre un sutloma di uno staLo patologico di L•·r Yi~ceri: regalo, panct·t><ts o reni. È necessa•·io luscia•·e da plll'ltJ t'jualunque diSI'U!<Sione scolastica tra diabete u glicosut'iA, e que~tu necessilt) ci s'imponf1 mag~ior·monle se ~i vuoi prt~n.Iere a ~Luùiat·e l' afl'ezione da l punto di vista del lt'allamento La pr ognosi del tlìabel'" dtpende in gem•t·ale dai risultati di unu t•igor ostt dielu ig-ienico o si può pervenire a questo prognos i in un tempo rt' lalivalllcnle br eve. l.n quanlita dello zuccher o segr egato nello :!'~ OJ'e ha in qucsLa pr ognosi una impo•·lani'.a secondar ta. Un ammalato può t.la•·e nuche (j(}() gr. di zucdlPro in 2~ or e ed esse1'e un malato legger o, pur che'• lo zucchct•o scompaia dopo 14 l!ioroi di t·igoroso trattamPnto. Se mvece, non o:;tante la st·t·upolosa cur A. la fJUantilà dello zucchero nelle 24 ore non dtminui;:;ce, allora si deve •·itenere d'avct· n fo t•c con 1111 rliaLeL'1 gt·ave. 111 mezzo a quesli duo g t•ud i di diabelt• 1 sto Lllt lcrzo cioè
' ti dwbcLt~ cù UH:!dìoct•t· g-rado, i11 cui si conlmua n scccrtltlt'e ··~-:,
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IUVISJ \
da 15 n 20 ~r·ammi di zucclwm no11 osltllllc la curo. Pl'imn di atldt•nlral'"i nel tema deUa te ra pia e{!li l'rede utile locçar•· qualche olll·a •rue:::tionc, p. es., quella delln guarì gione e l'allr•a dt•llt• influenzo individuali, dalle quuli dìpeuùt.> la ~!'rt•czione CJUnlidiana dello zucchero. Posl-lttHno noi :,tunrit·e il diobole, intendendo per· guarigionr Ja scompar~a lolale c defìnitivll ello zucchèJ'O dall e orinP '1 l)urc::tu !!'uarigione ,. somrnamt'nlt' rar a, ed anche ollcnutn, re,.;La sempt·e nel gunrtfo la predisposizione a secer nere zurclter o appena che abbandona il prcscrillo rc~ime dieloLico. I n qnanLtl Alle di 1Tet'P117.t:l indi viduali gli C'lsperimenli sull'uomo e !'lugli aninulli ri hanno dimo!>lr•aLo eh(' in pt•imo luogo è as-.ni difficile provocare arl iCìctalmonte in un or!!auic::mo sano il diabete, e in !'econùo luogo ~be vi ha 1111 rer•lo numero di dinhelici uei quAli la sccr•ezione dello zucchOt·o non aumenL''• qualw •quo sia la loro dieLtt. F inalmente a ltri diAbetici, pur Allenendo»i:scl'upolosnm enle al prescrit\1) l'egime, vedono ritornare lo zucchero nelle orinP ehe Pra!!i3 scompar~o e dim111uito. Lo innucrJZe psid•iclte sono i fattori principAli di que!>lo fenomeno. Di r1ui lt\ nece::.silù rli una f••equente unJllisi delle orine. Il tr attamento dPl diabete i• conlempor aneamenle medicumenloqo e dieletic•,, quest'ultimo di g ran lung11 più imporlanll' del pr imo. l n ombedue le cure si sono falli dei gramll progre!"si e lauto l'una che l'altra merilano uno studio cr·ilico. Tnlt.i sono cl' Accor do n!lll' ammetterP che l' rsclusionc llcgl i nmilacei e degli zuccherini dalla ùieta ,·. i l mezzo p1it efficaci' tli cura, come pure in generale si ammell.c la conveu•enza di la!'ciare entrare nel \'illO abbomlanlernenle ì gral<l<i. Senza accettar·e la esclusiva dieta gr·assa del CanLani, ~i t•iguarda i n gener ale il gr•asso come alìnwnlo i ns0stilu i bi l e nella diP.lll dei diabolici. La pt'l vazione quasi ussoluta clt•gli idrocarburi, e specialmente del pane, ,. uno dl'i punti ptu delicati ciel trallamenlo. Il pane è ~rlmn«'nte un alinwntn indispert!illl•ile, di qui gl i gforzi continu i o sosliluir•JtJ cun sos tan ~~· unalogbe.
o
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liEDfCA
P<'l' que~lo t•tgunt•do riuven?..iouc del pane di {.(luline fu un
g'J'Slldu progt'el:ìl-10, Sgraziatamenl~ in comnH.Wl'io si vende •ICI paue di gluline e/te contieua lanlo amido quanto il pane r·omune; anzi si può dil'e <'ho rJUanlo piu il pano di gh1lim•
ha buon guslo tanln piit amido contiene. Si é lenlalo di "o· s liLnire il pane di glutine con altri pani come ad esempio ti paue di mandod e. r·a ccomandato da S~'egcl 1 ma poco usato. Il p11ne di soia t·icavalo dalltl qlicina ispida, uuu fava Jel Giuppone c he !,!Omrninistra una '~pccie di fm•uwggio ttwllo apprezzalo da;!lt indigeni, i· ''''8 mollo usato ..:ome alim1•11to rlei diabetici e lo st\rebbe aucor piit se si polP~:-ie COI'r4 •f.{got'•' ti suo !JIIt:-lo poco gradilo. Ollre a ci•'l la ,.oia conlil'rw un olio pur~alivo cJre oppone •tuùkhe diffi<'o1Lt1 alla J'abl>t·icazionr del pam·. L a pl'eS6117.8 df'll'olio e Ull inconvt!nienlt' dr cui non souo immuni la frumentina e la IP~umiua. le quali «oslauze Gl;SClldo prive di rnaterie amilarer ruronfJ put•c impiegate per t·onfezionare il pa11o dei diabetici In base allo r icorchP chiml dlù di Bo u::;1<in~a11 I L l'autore per il primo prn· rono di "'ostiluire al pane di gluline la patata puich•'> ,. t'i·
sullat.> dali•· "lhl.tolte ricercll!' che 100 f!rammì del miglint• pane di ghllint• ÙtlllllO !'empru 20 o :30 grammr di zuccht·ro ruenl1'e la palula allo ste:-su peso non ne dà che R; "8rebiH• por·ò uu errot·o fat·o della pnLata In base della cut·a anlill ll\belica, pet·chr 111111 --i de,•e dimenticare che il pane dt glutiur e la patata r1on po<:sono porugonarsi fra loro che a pe~u uguale, c se u11 ammalato consvma pat·ecchie centinaiA dt 1-(rammi di palala, non ne ha pru lllt vanlaJ.tgio ma un danno, r11 e11 l.re JOU gr nrnrni di gl utino gli basLertJbiH•r·o per i due pasli del giorno. Avuto r igut.ll'dn aiiR queslìoue rlel pe<:o, DIIJIIt'din-Beaumetz trova oppot·Lnno c-onsighar tlt lfltlm..riar•• la t•t·o,la dPI paue unziche la mollica n quei diabetic·i eire filnllu uso del paue COtllUll e; e ben!o~i vero eli~ lll l't'O!il8 è CllJlfl('6 di Ò8l'e p11'1 tuccl•e•·o pe1· In cle;;tr·iua eire contiene, ma l' alllmalaLo rH' IHilllgia una rninnre quonlilu c In sua vogliu di pane r esta
egualnrenl•· ;;o l•lil'lfulla. Bi M~na
pt·nihirP
8!"~olulam<'rllc
ai diuholiCJ
r Ul'òfl di'Ile
fr'llllO e lo ~lc<:!-lo d rea si clei l11ttc, a m uno C'Ire non Lt·alli:ol di
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RIVISTA
un diabetirc• dr• >-ÌH anche ulbu rnìnurku, che rn tal t;al'o br sogner·à volul.lll'e 1 •hlnni della insutrlcienza l'CnaiC' nwf-~i Il confronto con quelli della pr·oduzrono zuccherina l' quindi deciden· s:e sitJ mono dannoso conceder e il lallc oppur... proibirlo. Le bevande nella dieta anlidiahelica sono di uuu gl'flndc importanza; hi"o~na Pl'f'libire al •liabctico l'alcool e.l i lit[twri in genere, mn concederP soltanto vino misto ad acqua. L'introduzioni' della sac('ar·ina fu un vero progt•es~'<O. • l'autor·e l'ha r•wonnsriuta dj r.trande niulo nella cut•a dei dia· helici. Colln sa,·rarina si re1Hiono gu~losc tulle lu bevundt· cd essa F<i pt•eslu hene nnche per· gli u<>i f'Ulina rii. Ollt·ecbè nlla rlielA il diabelil'o ùevc sollosta•·e ad all•·c •·e· gole igienirhP. Per '":empio gli ~<i or•linerauoo es;eJ·cizi giunac;tici. Come ,·. nolo, dominauo •lue teorie sull11 e.,c:~enzn del diabete: la primn sostieue eli~ la maluUia dipenda da r·alleutameHto di >.;C{IJObÌO dei mal!•riali, l'alll'8 inY8C<' rlltlt•ihni~c·c ad uoa esagerala allivilA della vrtu organica. Dujor·din si di· chiara faulMe dC'IIn prima leo1·ia, quindi cr·~de vanL11ggio~i f!li eo::ercizi ginna!:lici, pero non esa~wratamcnt-.. protratti. (Jur-sll esercizi, qualunque !'liPoo. sono più vantaggiMi su falli al-
l'aria libera An<'lie l'irlt·otPra)'ia de,·e Pnlt·nre c·ome uo importante' ele· mento nello cm·n clel diobete, come puro l'uso inler~~o di acque minerali al-:nlin<> coll' ugginnta di q ualche ~occia d1 liquore al';.;enil'alc. li più grande progref'<:O cl1e ~~ s1a fatto nella cura •l ei diabele fu l'aclozioue dt•g-li anodlll i anltpil'elici. Grà ncj:!li H:Ot""l anni si erA ;.!ÌU fulbt ro"ser' azi(Jne elle C('rli mt>dira m enli che agiscono ,.;nl !'11~-tl·mll C•·rPbrn-spnlale, come per ··~. lu chinino, !"Ono ,·antnggios-i aj tliabclici; aociH· il h1·nn1uru 1.lt polas::>io t'· spe~,.;p volte indicato in q uosta cu J'tl. l.'a11 1ipil'IIIU poi è un mediromenLo prezioso. ht u11 grau numero dr ditt· betici clte MilO flllCite pnliurici bu,.:to ùarl' Ua :! a \. :;!1'0111101 di antipirina nulle 2J. ore per vE'dCI'o climinuir·e subito la po· liur ia, ed ,.. da notMsi c:he fin tini pt·iu1r• ~io1·no dr cura eoll'olltipirina il qusnlitalì"o dPllo f.CCrf'?.ionu orinurin dbt·Pndt· fino alla metà ~<enza clw aumonli la ,IJuonLi.là pel-r(mlunriu
llF.OICA
dello zucchuro; que~Ln t•isullalo fu ollt'llulo s~>rupre, oUrcrhè daii'Aulo!'c. Anclu• da altri eminenlt pt·utici, •Juali G. Sf\a ed Hucliat·ù. L'antipirllla !iUi diabetiCI 11011 Ila mai prodotto renom~ni mo rbosi. Si dovra tener solloposlo il pabienln alla cura sl!·ellotllente anlidiabetica per più me:>i od anchP per ann i~ A '[uestn domaurla l'autore rilll'nnde negativamente. !!:~li crede che !<i debba usat•e del mas~imn ri~ore durante llpt•imo mese di cura, mA losLochi· si sia ottenuto o la ,compOl'Sil o la diminuziont' dello zucchceo nelle 2i ore :;i possa o;;sPrt: rnono scrupolosi nello pt·ecauzioni e pernwtlet·o nltnalalo di gu'ilar·c Lllt po' di pnno tll•i pasti ed èHltlle rJUAklte lhtllo; qLwSlfl t:ot tce~sioni si pos"'o"" fare se la quautilli dello zut:chci'O segregato 11elle 2~ oro uon sot·passoa i IO gTummi. F.gli concluu lu eol dire che allen,.ndoci a •JUN'l~ regole pos~iamo spernt'e ùi vedere nella tnaggior parte tlet <:asi (i gradi mediocri costituiscono la maggioranza, mentre i ~.,·avi sono cceo:.-.ionali) sparire lo wcchet•o dallo ot·ine a ~c non si guarirà rAdicalmente la Utalaltia si riusciril ad OtTO• slarne i deplore,·oli efl'etti.
Sulla patologia c oloniale. - S-rol\vr~. - Dal ~ Congr•es~o intcruaz10uale medic·o di Bet·lino. - (Deutsche med. Woclten-~clt r.).
Co u quel'lla lellur·a l'autore ~i è pr·oposlo il ct'!mpitn di portare 8 C01l01'1Cenza ciel pubblico alcuni dali sulla 1J810logia comparata dello t•azzH in rappor·lo ~Ila capacità di t·esislùn7.a de!{li europei vinmli nei tropìct, ed a tale scopo egli ;;r appoggia a l r•icco maleriale ollerlogli dnl primo con~resso medico colonialo ltonutosi in Arn<;lt>rdam e manda.tovi da tulli i gove t•ni ('Oionia li cola r•appreseulu~i. La d nopatologia comparala ha il còmpito rli t•icer·care l'influenza della r·ana sulla patogeneRi, sul decor~o e sull'esito dalle mal alli•• provocate da delerminul"- cnuse •nsiLc c 11alnruli di un dalo dima. EH~a de\'e ùetct•minart• le fu1·za di rcsi'-l•·:wJ dell~ Jivarsc razze contro il mede::;into inllusso morbo«o, escluRe lulle lo iuegnagliunzc t'i poste nelle condizioui di vita. L' elnopttlolog-ia compar nlu divon;ifl ca tlalla m edicina geogra fico in quunlo
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Ili VISTA
che CS!'!A i:: una :<cienza naturale illusll'aliva. un rarno dolla patologia generale, tnenlt·e la geogt·afla meùica si avvicino· rcbbe di piu alla sloria naturale Il materiale da cui l'autot•o Lt·ae Je sua argomenluzioni ;;i r·ifer·isco agli eser citi coloniali inglese, francese, porto~ilese, u quello olandese delle colcmie delle I ndie oritmtali, il quulc esercito è co"tiluit~ io porte da eur opei. in pat•te d'indigeni, fìnalnwnte all'eset·cito àe!!"li Slali Uniti, nel quale trovansi in· sìeme d ue l'azzo, la bianca c la net•a. Essendo uu cse1·rit1o co«tituilo di individui presso a poco egualmente robus ti, sa m, della ~tes~a eta e soLloposli alle stesse condi;doni di vitf\ c di occupazioni, esM ci pet·mette di studiare molto bene l'csclusiVIt influenza del clima dei tropici sulle mala~lio e sulle IOOI'talilà ùellc truppe coloniali. T ra le potenze nocive che mmacciano la salute, e la vila degli c}uropei nei lt•opici, due meritano speciale menziofJc: una constsle uelle condizioni termiche di quei luo!(lti, l'RILI'll nelle ma lattie d'iofrzione pr·oprie dei climi Lropicali. Un priuto cambinmento che deve pr·ovnre l'europeo per adallorsi At tropici sarà una lllillore osC'illazione oell'altivilà funzional n dei r eni, della <·ute e dei centr i r•egolat.ori ter mici in r elazione alla piu equabile temperatura che regna tutto l'anno io quei paesi. Oca, le variazioni di l.emper·atura noi lropict saranno 1ne!thO sopportate dagli europt'l che dagli indigeni, in quanto che i pr·imi hanno 1 lor o cen t1·i t·egolatut·i Rdaltsti ui EfJ'andl squilibri termici, P difatti le polmonjti sono pi11 frequenti negli indtgcni cbe negli sLrantori. l cambiamenti indotti oell' economia dalla lemp•·raLuru lrupicalt>, po1·tano cott se dei pericoli pet· l'europeo, e.! a lcu ni organi ù ivenlatto vulnerabili più degli altt•i. Tra le uutiAllic che n un si colO prendono ancora fra 1 morbi infetti vi c., frequente tra gli eur·opei repalile più che fra gli mdl![Otti. Egli 6 vero che l'europeo dopo breve tempo si adatta coml'lelamente aJle nuove rortdii'.ioni di viLa, ma r} uesla mem,.i!!li0'48 capa cilà di acclimatazione ha pure i suoi limìli. L'adatlameulo alla temperatura costante dci tropici non si puo ottenerl' fo rzatHinente presto, ma gli organi si modificheranuo snlo g rudnltm1onte, n l' Clll'opeo elle si Lrasforif;ce ai
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tropici de"o RVel' (WeRe11le ch e, prima di ntlen•ll'e un completo adaLL81llCnlo, il suo Ol'gaui~mo deve passero pet· un periodo di tr•ansizt~>IIC, ed " appunto in que!"to per1odo che ego~ deve usare ul !"IlO corpo i mt1RS iltli J·igunr·di e studiat·si cott o~m cura d1 tener lontana qual~iasi C81H!8 t·apace di indebo!i•·e la Rua resic;tcnza Ol'ganica. Jn quanto alla l'esistenza C'Ielle r11zze conlro le malallie d' infezione. Slokvis non crt•de opportuno, pt'l' manc11nza di tempo, lrnllare teoricam ente •1ue~lo tema, rnn inwc~> si li· mita ad cspon·c alcuni daLi g-ener•ali sullo ~lal1slico dellu morlaliht nei vari t>!"e t•cHi coloniali. Ot·a i 1·isultuli ùi rtn•·sta slalil-llica RlarebbP,ro in aperl.A oppo~izione colle• HS!!;Ort.IOTIÌ dogli autot·i che hauno scl'iLt.o su '{Uesla materia. La statistica d oll'l·e •1uesto nolevolic:simo ratto che lino u sessant'anni l'n le contlizio11i sanLlal'ie degl i eul'opci cr1mu molLo peg~iori di r1uelle degli indigeni e la rnol'l.alillt dei primi so1·pnssava da 2 a IO volle quella dei secondr. MN rJU e~t' ra p porli sembr ano oflalto in fuvore degli eur•opl'i negli ultimi dec-enni. M entre, p. t>;,, reserdto olanclest> dcllu l11ilt o dal 1!!Hl éll 1830 sofl'l·i va una n1ortaliLA nC'i ~o l dali europ••i tli 138 p. 1000 (contt•o 100 p. IUOO di indigeni}, nel •luinqul'nnio t 86<1-·U8 quella cif'ru discc!òe a 100; dal 1,809 al 1878 a 00: clal 1879 al 1>:H8 al :~o p. 1000. Lo sle!>so re~ ponso ci da In !"tatistica pe!' gli altri cser•citi coloniali. Valutando quef<li fenomeni nel IN'O complesl>O siarnn cou dotli alla conclu;,ione r·be i ri--ullati finali della lollR per la es1slenza non dipenrlono che in rnodo moHo r· ololivo dalla propri età delle razze. Le razze ,ono rimosle le stesse. 1r1a le estor•u e condizioni nelle quali es:>e sr lro\'ano sono cambiale in me:zlio; nè rrueslo caml'inmeulo ò ac<·idenlall'. ma il pt·odolto di ben intesP misure i~ienichC' sug-li alimenti, sulle bt:vanùe. sulle abitazioni. Si può anzi dir l' che l'i~iene prttLicA moderna vant.o le sue più bt>Jie conqui sto, prec•i ..amcnte nel rnjgJioramento ùelle condizioni irtieniche dei soldati cUI'Op3i n ei Lr·opici e l'eft'(•tto mirabile di questi migliorftmenlr et:: 1(1 mo!lll'ano lo stalo sun ila1·io dellu colonil', ove aLLuaJmpute si posMno conltll'•' di'Ile rill<1 in buo11 numer o, la cui mor·lalila è anclte inl'cwrol'6 a quella di nlcuno vi LLtl eul'npoe.
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RlVISl A MED ICA
L11 t"nnclu:<inne finale di rruesto L01na è a~sai Ìllr'tll'ug;.:inulc l paes1 tropicali uou !>at·ehboro la lornba dell"eur·open, rna 1111 vasli"'"'ÌIIlO <'liiOJlll di proficuo lavoro e t!i s\lluppo tlclh• -.uc elevtllo ftlcollà u1entali. l.'cnt·opeo ~~~ che iu quPi pae::i vn 111· contr·n 11 per·i<•oh, rnA l'r-!11 "'8 anche che é in "'UO pol• rt• il "11pt!r·arli o cli\'Pillure cosi il dnminalot·o delle razze intli!.{<•n!·.
Hl VISTA CHl RURGI CA Il tetano oefa.ltoo neg li antma.ll e la. paralisi del facciale n el t etano idrofobico nell'uomo. - l'lRUNNtm (Ccntra/1, . .fii.r f'hir., N. 31, LS90).
Regnn Lu l lOI'fl molla OH()ll l'i là :<ul ln natura del tetauo itlrol'obico, ,. I'Rulorc lPnta di !'Orla1'e qualche lume !'Oprl.:l nkuni incnmf'rt>nsibili f~>nnmeni dt questa 1nalaLLia . •\vendo el!li :<pet•imenlulo sopra nnimuli provocando in essi il tetano ccl"ttlit:o mf'diallll' inoculuzioui ullu faccia, trovò cbe preci!':amont.. anche sugli animali si produce uno ,.,tn~ol are asrmmetr·rfl d··lla facci!\ cito ri conla invPr'o quella propr•io della pnralis1 facciale: que~ta n~immotrifl però non ;.arebhe gia ùa allribuirsi oclunR paralisi clolla parlP aiTPllo, ma al coulrario jjpendereblw la una Cllll'rallura di'Ila parte medesima. È difficile però ben provare che co~ì avvenga rwi casi anal•)g:hi dell'uomo poicla•· • nelle descrizioni eh:• finor·n noi pMserliamo di tali casi ::<r par te tlalla prf'rne-~a l"ht• "'' tr·aUi sempre di vera paralisi C•" nou ostanL1• in nlcunl' pvl'lw osseJ·yazioni condolle senzn iciPt' preconci'Lit•"" bo~Ale !~peciulnwn le sulla pura indagine ohloieltiwt lrmiamo d••i ... egni c:ullirienli JHt' credere all"esil'lenw i conlt·nltm•e C'di tonsioni ul'lltt r·egioni rnuscolar·1 rredule ptun.lit.za lo: <:OsicdJè rl i vonla scmpl'C più acceLtevole l'opinìnno dH' IH dollt'ion della pot·ali~i do·l f'IH'CiAie uol cosi dello lolann idrofobico rwll'uomo sr f>ia hu~nln fino nd or·a sopl'll ''"'~t•rwl zion i Ìl lt'Olnplcl<' o sOpl'a i11osutle i nleJ·pPelazi oni ùi fe ii OI IICtJÌ.
Ili VI STA Oli IIW.RGlCA
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Se si coll('rrma l'opinione dell'autore noi sar·etHO in posse!'ISO di una completa ~'>pi egazie>ne di quesLo quadro morboso in cui la supposta paralisi i'ormava un complesso di sin tomi incoucepihili cd inconciliabili colla natura sl e.ssa del morbo. Le future os1'ervazioni E=arauno quelle che stabiUranno con certezza il carattere della asimrne leia f'a cciale in questa af(eziooe. Gli sperimenti dell'autore rurouo insltluili sopr a cavie o coni gli co1 1 inocuhlZIOne sottocutonea ùelle culture eli bacillo letan ico. L'asimmetria racciulo caraltét'istica si produsse ogni qual volla l'~nnes lo era pralicalo sopra 1111 Ialo della faccia (sopra un occhio, davnnU l'or ecchio, nel ntasselet·c). In due casi in cui ru praticato l'innesto sulla linea rnedianu Lu tto e due l e meta della faccia dtvontat•orro simmeLricamenlo letanicbe. Sulla questione di un disturbo interno dell'articolazione del ginooohio. - LAUENSTF.IN. - (Centralbl. jiir Clti1'., N. :16. lR90).
Lauenslf' in pubblicA tlue ca~i di un'affezione da esso chiamala d·islut·bo interno del ~inncchio, t1tlèzione che solo si éouobbe più !'!Jiaramenl.e dopo t•ipelule osservazion i sull'ili· Let•no di questa ca vila articolare. l n lulli é due i casi Lrallavasi di uomini che negli anni acldielro erano stati marinai. Nel primo coso il paziente andava soggetto da 8 anni ad accessi di rigidità articolare, vale e dit•o elle il ginoccbio tutto ad un Lrallo restava comP ittclliotlato nella 11\lssione, e l'ammalalo per yualuuque sforzo che facesse non era capace di distenrlerlo. L'aulor·e, il quaiP venne ch ia rnaLo a consulto durante uno 1li tJUCsti accessi, Lrov0 il ginocch io flesso ad augulo mollo aLluso, ne::;suuo sLravaso articolare; !=:alo in corri!'ipondenza della linea inl<>I'Orlicolare ka il concilio i11ternn del fem or·o f'd il cond il o della li11ia. tr ov<'• un puulo dolente alln pr~ionf'. L'autore ft'ce diagnosi di cm·po mobil e arr1~slato o pt·oposc nl pazienl.u ropet·ozione rhe venne di lluon grad o uccclla ta. L'autol'(' pc 11elrù uell'articolazioJ1E' nl
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RIVlSTA
punln rlole•lle, ma dappt•incipio la l i'O''Ò libera; solt<Jnlo llopo d i 11vet•e forzalnrrwute piegAto il ginocclùo fece s porgenza dello JincR inteeal'licollilre un corpo cl1e a!Terralo eolie pinze e reciso colle fo1·bici fu tollo via. Il corpo es~ralLo e•·a costituilo du un rr~mmeuto di c8J·Lilagine semilunare, la l]ualc sc•oiLAsi tlalla sua inserzione intet•na si era ripieg11ta su di ~e slessa. La fe1•ila fu chiusi:! con .,utu1-a e i movimenti dd ginocchio divenner o per fettamente a costantemente liber1. li seNHldò ca.so fu uei lanomeui oeJrandameolo eù esito pcrrcuamente e~-tuale al p1·imo. Contributo allo studio della. malattia di Morvan . OGeR. - (Centralui. fu r. Chir., N. 36, 1~!JQ).
..
Nell 'tllliiO 18K3 Mot·vaJt pubblicò le s ue prime osset•vnziOIIÌ sopra uua malattia cbe egli chiamò pa1·esia analgesic:;,1 o por e><O·tln Ui gesH:l a pa l ,~reccio del!~ estremità superiori . l >;Jil· torn i fll'indpali c he la carattet•izza uo sono analgesia, pAreRi 1· paler ecci alle estremi supl' rJ.o,·i. Ma siccome oltr e a qucFli renome11i se ne osservAno aiLJ•i che son meoo costan ti e q11indi Ja donami nazio11e dala dall'autore non corri sponde pet'l"l\tll'l· mente, nO SCIYllll'6 aJ cauaclr o fenomen iCO delia 111alallia , C.Of\l i'nulore Jli'Op0118 di CO{'Servare per OL'a la denomiuaziOIIt~ f:!1~· ne1·iea di mal altia di M O!'van tìnchè coll'aiuto òi più t>A'allc osservazioni e :-ludii sullà sua eziologia potremo venire ad una nomenclatura più a.daUata. Gli Ammalali ricet·cano spesso l'aiuto del chirurgo pe1· palerccci 1'icor1·enli più o meno gravi. Alla palpazione, n 1"11· condo delle incisiom delle parti maiale si resta sor presi deliA loro poc.a sensib1lita tallile; dolorifica e termica, inoiLI'C !'l vedono aLrotìu e p~1 re!>i della muscola~ura. Sp~sso si osser vano anche nevralgie, di:-luebi Lrofir·1 \'a-<omo lnrt della pcliP, dei pf>li e delle unghie, abbassarueuto ,li runzio11e neg-l i organi dei sensi. Il C81'altet·e Jello malattia è p 1•ogressivo, dapprhna ,·. colpila n••a., pose. ia. l"o l t t'a dello eslremità superiori. .l pat~::recci l in i~c:o n o ~ pesso eolln necr M i delle f"a langi; in st•p;ui lo i eli slur·bi nervosi iu vudono successivamente il Lroneo, le e><ll'l'-
la
Clllll URGlCA
miLA in f~ rio 1'l ~ gli orga11i dei sensi. Non si souo ossel'vale tlno ad ora guari gùmi. Complica1.ioni della m11laltia ~ono fratl\Jt'e spontanee, al'leopaLie, scoliof"i. Si opina che qui si LratLi di un·atl'ezione ùel sistema nervoso cenlralt', atl'czione che secondo alcuni sarebbe in r apporto colla sil'ingomielia.
Nuovo metodo per togliere 11 pneumotoraoe oonseouttvo a. ferite penetranti del petto. - vV1Tzt::r.. - (Wiancr meri. Woehen~>.ehr(ft, N. :38, 1890). Con questo metodo che consiste nel couverli1'e il pneu· molorare in un idrotorace artificiale, J'insri l'autore A sopprimer·P in poclli momenti i sintomi pericolosi di pneumotorace c lte rninacc iavnno un suo pat.iente I'Al'ilo al peLLo. Dopo di essersi assicu1'a lo che er& cessata ogni !)ruO J'ragin egli inlr·od usM un catE1lcre metallico n ella par te superiore ed an· Let·i ore della feri l a e Ja ferita s tessa cl.tiuse er-rneli ca m enlò co11 su tu l'a profonda e superficiale fino a lasciar e una piccol a J'essul'a che, me tten do l'ammalato in opportuna posizione, cor1'i· !Spond e va alla pat·te pili al La della cavi tà plenral e aperta. A11che
a (luesla f'Pssura venne prepar a la la sutur a a lì li di ::;eta in modo elle bastava sLt•inger e i nodi per chiuderla completumente La cavitl'l pleu1'ale venne o poco alla volla riempiLtl di una debole> s(Ji ul!:ione borica, e quando non si vide più uscire at·io dalla re~sUJ'a lemtLa aperta. si sLrinse,·o i nodi; si lasciò ({n indi sgorg-are la !'Oiuzione borica dal catele1·e e compi ula re"ucuaziona clel liiJUido si estr·asse il catetere cautamente ed eset•citando la compl'essione nei dintorni. In l"eguilo a ciò l'ammalaLo non ebbo piu alcun disturbo di r espiro.
Sopra. due oa.sl di antica. lussaz.ione bilaterale trattati ooll'opera.z.ione . - LJSTER.-(Deutsehe med. Woehensch r ., N. !37, 1890). l slt•uito da un caso di lacerazion e clell'arlel'ia uscell al'e con o;:ito mor·tale in seguito a tentativo ùi r iùu l'l'O unu l11 ssa~ionr sotlocor·acnidcu daLa n le da 8 settimane, l'aulol'C in alL1•i due ca.~'~ i
II IVI"i'IA cons1w11t :.i a:;tc:nne ual proluu;..:are illunl.alivo ùt r•duw11u c :;i dt>CI"e 1nvect> di ''cnu·e nlla cura con aLlo opcr ali\'o. Il pr•imo C8"0 avvt•lln•• pt•l' rotlula dalrallo. Il pazw11lc ~• f~>rP no:;ilar·· dopo 8 >'t'lttrnnrw, e tlopo !l seLiimane e mPzl.n ru HOll opo!- lO alropc•·aziou•~ Falla un· incisione decorren te dnl Pl'fWesso delloidco in giil eu IHJ po' alreslerno, SI p8110lrn nello spnzio lJ'a il dcltoido cd il gra11Jc peltorale di '-'llliRtl'lt, fu sloccalo il te11dinc tleJ :>Ollo!"capolar e e quindi t'Oli Ull ro schiatoio fu r ono --l~wca le le pa1·li m olli dal capo e dali .. parte inter11 a del collo dt•ll'ome(·o, dopo di che si leulù la ,.,_ duzione coll'appar ecchio n ca•·rucole. Il tentativo r·iu~<·i ,.nllallll) dopo che i l capo omt•rul e ru rauo uscire dalla fPrJI.fl come pet• una r esei!ione, e quindi fur ono distaccali dalle lo1·" insel'i JOilJ i utusco!J r otalo1·i eRlerui; allor a si rallenti', l'uppn•·ecchiu di CRlrnsione e co11 una •·otazi one ester•'a ed nddu:tio nr del b•·accio si l'ecc t•nll'tii'C il ct~po omerale nellf\ sua t·n· v iL~i . Dopo R g iol'll i il puziènte l'u operato nello stes::;o mndn Unt:he sul Ialo dM Lt•n.
Il soc·o1Hlo ca~o di l uR" 8'tione doppia scapol o-ornernle el'll avve11ulo durante lo convulo:;ioui di un accesso epilclti<'fl. Li!<let· 8 sellimAne dopu l'aceJdeute oper ò dapprima sulh• ~pAIIu c:;inislra ct•me ucl prilll o ca"o, ma siccome non fu ~n.t clislilllo tiPI t'iRullatn, <.:t nppkli •~ ulla resezione quando vt>nnu mi np••r nre la "J18118 tll•:-;lJ•n. L't·~ilo della r esezione 11011 ru alla ltn huun o, e in ultnno r·,.~t(, di m olto· infer ior c A qu..tln dcll'opet'Azione òse~ uilA sulla spalla sinistr a. che col l • 1npn andò Rt•mpt·e più guadngnando n •Ila sua funzione. Sulla tecnica. del massaggio. lrallJI. f. C'hir ., ~. 2~1. J>-!)Q)
ZAnLuoowsKr. -
(C•1•·
L'autore ebbe occasione d1 r •revet•e in cura dei ca.::• ""' qunli i11 i•r ecedenzu ••ra !?PLIIIO u~nlo il massaggio }'Cl' un lernpn più o meno lun ):(u, m11 poi :;i era •lo vuto intm'J'OIIllhWO questa Lerupia o perclu• non era seguita da soddi,.ro l'f' nli •·i H ul ~a lJ od anche JH\l'cld· i malati pe~~i orovunn. Cnn C()l'lf\ del····mi rwlo m od illt'll i\ÌOI IÌ rleii'Mdinar•in LecniciRJno ,Jj
(;Ili l tU li Gl t.:A
massagttio !$~li uLleunc spt"sso anclte rn lah ensi WHI complel.a guarigione. Egli pralicò il suo massuggio modificato in tre calegoriP d'inier milù, vale a dire: a) Neurosi li'anmaLiche con cicatr•it>ì nei puuli originariam ente lesi e CO li 'l.One ister·ogene, rwindr in casi dove Lrattasi di psiclre mot•bo:;;amenle aller'ala nella sua r·eazione sopra afl'ez.ioni fisiche. b) Malollie dei uervi pe!'il'et•ici, neur•iLidi e perineuriLidi specialmente di ori gine traumatica. c) Dispepsie n ervos~ con sliti~hezza, sviluppo di gas a nevt•a.lgie ùell'odJorne per• dislocazioni di ro•ni, di mtestini e di altri vi::;rer i. Le due pt·ime calegor·ie possono otl't·ir e uno special~ interesse a l medico rllil itare in quanto che sappiamo per e.sperien:.:a. clte rn o l l~:~ r, diver$e sono le nev!'~ìsi. sia no local i che genet•al i, e le 8l ~e razion i psi.ch i~he COilSO<·ulivo t1 lesioni i n guerra; ]JPI'CÌÒ a ~copo di hr·evitù ci limilet'el'l.'lo in quest!J t•assegna a l'iat'sumere le pal' ticolar·iL~ del nuovo melotln di massaggio raccomandato ùall'aulor·e per· lo cur·a delle malatti e <!ello cul.. gorie a) e b) di origine lr·aumalica: f~) Kelle ne,-rosi Lnurmaltche polrt•bbero semlJt'are non accessibili al massoggio quei casi dn,·e col toccare sollanto la tlicat.rice ti scopo di esame si pr·ovoca un csagel'alo senso di dolore e si r·isvegliano accessi ister•o ·PpileLLi ci. Il seguente modo di [ll'Ocedere si sar ebbe mostrato giovevol e: la PegionP oPiginuriamente lesa si )ascia da po.r·Lo. Coli(.) manipolazioni trteccaniclr\ol ci si allo n t.ana il più eir e le. possibile dalla z011a is;ler ogena, di modo che, invece di eseguir e i mo· vimeuLi dallll per·if'ct•ia al centr o <'Ome si usa nell'or dinar io processo. si muove io ,·ece in senso opposto. Se, p. es.1 abbiamo a fa1•e con una lesione della rnan o, si comincia il massagP'io alla spalla, a<.l una nuova so•duU! ci si avvicina sempre più alla zona islerogena e dopo tr·e o quatlt·o :"edule st t•iesce sp!'sso a poter a:rire dirollnmenle sulla cicatr•ice senza cito si manifesti uno slalo ir·l'Jllllivo che trae con s-e nnn sca 1·ic::a ner vnsa sotto I'ot·mn çli occessi convulsivi. NHi casi dove J'ell'ello del massagg-io si rn anif'esta pron-
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IIIYIST.\
lamenle trov1amo il motivo di Cjuesla sollecita a~ion e nou solo uella bon nola inJlue nzL~ rlel massa~gio sul circol o, sulla sensibi_lit~' • ecc., mu anche uei suoi ~ l'f'etti psicbici. Quando la cu ra lrova un ostacolo nell'al terazione psicliica (pr ovocata dal sofferto shok). come appunto nei casi in r1uestione, taio influenza della psiche costituisce una indicaiio eaw~alis del tt·aUamenlo. Nel curare col mas.!:aggio 'lue.<>li casi si ebbo più volLe occasione di osservare come tlopo poche sedule si maniféslò un cambiameoto slt·aol'dinariHmenle fa ,·o revo! e nell'arto ptwMizzato o doloroso, c c.ir'l i11 cosi breve tempo che è impossibile attribuir e utt sucee:o;!"o cosi pronto e completo aUa influenza della cura sopra allerazi oni materiali. Tn quesli ra~i egli é certo che il m assm.q~io ba provoctllo una condizione pet· cui una dell'rminnLa iclea in relazi one coll'oqrano malato viene accolla <hl! cet·vcllo e t'ealizzata. Se si lt·atta di esercilal·e cer ti movimenti contt·o i quali non èsisla alcun ostacolo meccanico, l'ammalato riesce a f'arli se energicamente e ripelutamente vi insiste sopra. Succede lo slesso pet• domat'e un dolore Il mas!"aggio si contraddistingue dall'ipnosi in questo che il pt•imo •ì praticabile in tutti i casi, mentre la seconda ha spAsso le sue conlroindicozioni. C:)l massaggio si ottengono l'iF>.ullati Lanlo più dm·aturt f(U611 l 0 più il miglior amento, benchr'.J liOn OtlPnuto subi to, ~i mostra con linuo. Tal volla ad nLlenet•e il buon ri sultato t)CCOITe l'accumulazione degli effetti, i1 c h e può r ichiedere qualche settirrtalla. Pet• esercitare bene questa terapia il tn fldico deve inlet•venire con calma, con delet·minalo scopo e con autorità. l soggetti ister o epilettici elle rea~iscono fAcilmente ad ogni esterna soffet·enzfl Jevnno essere sottralti da qualsiasi condizione che li esponga a l'isenLi t•e influenze co n[.rarie a quella eser ci l ata doJ rn \:tlico t urante, ed occotTenclo si adotterà per· costoro anche l' isolamento per Lulla la durata della cura. b) N elle perineuriditi, nelle neu riti Ji e nelle pat•ali~i di singoli muscolt e nervi, specialmente delle estrern,ta, ollrc cbe provocar e il riassorbiment.o, occorre anche indul'l'C una tnodillcaziona molecolaré delle parli malate. N L'i t'OSi gravi di rruesl a natura i maneggi dell'ordinarjo massaggio noo
ClilRl:RGICA
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cor•·ispondono allo scopo io •tuanto che o lt~ pressione (' IPggera ed 11 risultato è nullo. o la p1 ess1one e forte ed aumentano i fenomeni u·ritaLivi. Si deve adunque adottare uu melodo che ci pcrnH•tta di agire profondamente senza Lt·oppo irritare la pa1·te. Si u!:isce piu profondamente e in modo più duraturo se alla pressione continua. quale si usa fare nell'or'linario massa!!~io, ~i sostituisce una pressione intermillenle. Ques:ta pressione viene esercitata dalla mano che pratica il m assag-~io co•• movimenti centripeti e :;altuurii. Per provocare nna ontlulazione di n aggi(JrP o minore ampiezzA, la 1nann fa quei movimcnLi u saiLi con o !-'enza vibrazione dell e dita. Questo m(;ltodo che l'autorP aveva g•ù fatto conosrere tempo fa alla Societù chirurgica di Berlino, e che ora •·•presenta al XIX Congresso ùelln stesf'a Società, si é mostrato efficace in molti!'!'imi casi.
RIVISTA DI ANATO~HA E FISIOLOGIA
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R oBERT SaoKoR Y. -
melllto. -
L'anatomia patol:>gica. del dtabete
(T!te Lanr:et , a gosto 18!)0).
L'autore dopo lunghi sluili sui ('llUU\'eri dei diabetil!i, riassume le nozioni anatomiche che Ja ~cienza possiede su tale malattia, corr edandole di commenti tratti dalle propt ie osser vaztoni. Ceroello. - Quunluuque quest'organo non sia costantemente leso nello glicosur·ia, esso i• !'- loto rinvenuto normale solo cinque volto su ventiselle casi. Pet• lo più s i è trovato edematoso e congeslo, con membrRne ispes5tile, poche volte a nemi• o, e benché 1\l ackenzie rifet·isca due casi di atrol1a delle circonvoluzioni, l'aulor~' c r•ede che ta le lesioue non a bbia alcuna relazione con la malattia. Si è parlato piu volte di tumori cerebrali, l'autore dice di non averne mai t•iscontrali, ma ritiene per non dubbi i tre
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RIVISTA
casi pubblicali !lfl fi'reri chs, nei rruoli furono Lrovati tumori nel .{ 0 ventricolo o nel m idollo allunpato. Louy<> parlu di rammollimt!nlo, Abraham di masse amilacee e rolloidi, Tnr,!ieu di sclc•·osi ed al~craziont di colorito della massa ce•·ebrale, Dickinson d'i ngrandimenlo dogl i spazi peri vascolari. L't1ulore acco•·da gran valore al •·ammollimouto ed allo mela 111orfosi amilacee e colloidee di AIH·aham. Nel cervello dei diabetici rilevo una g ran tendenza alla fot·mnzione dello cisti; e:.:li ne ha l'in venute nei lobi froHlali, nel m1dollo allungato e nel ponte, e uei peduucoli cerebrali, sempre scevre tli macchio cl' ematoidina; ne ha trovate nei plcssi coroidei del venll·•colo laterale e nel trntt" dal lt>t•zo al rrua rto ventricolo, e ralione cbe cJUe!'te cisli esprimano un difetto di nutrizione. Le estese em orragie cerebrali sono rar e nei diubeti<'i; nelle tavole di \Vindle se ne t1·ovauo 3 esempi' !'u 18i necroscopie, e nell' ospedule gener ale di Birmingham ~>u 120 casi non se ne è verificata à lcuna, porò Oit~kinso11 ha clesct•illo come comuni le minute emorragie. Fulte••er ho trovato gr·an I[Uanlllà di gluc•Jsio nel midollo allungalo e nei ,·asi della corteccia cerebt·ale, e Zaleski vi hfl t t· o valo del ferro, rntl l'autore dubiLa che quesle ~ieno anot•malila del cervello. Con i mezzi d olia tecnica mo lerna non é riuscito all' autore di scoprtre alcuna s peciale lesione di !"lt•ullura nella corteccia, nei ~ungli cerebrali e nel midollo. Solo i capillari del nucleo dt>l vago in un caso sono seml)l'ati ubnoru11 in numero, e ripte ni di saugue, ma pigmonlazioni ed emorragie nei cer velli dei diebetici non souo cer lalllenle comuni Midollo spinali'. - In tan certo numero di casi il diabete si è mostt·at(l in seguito all'estensione di pa·ocessi mor·bosi dal midollo spinale al midollo allungato, come nell'l!tassia locomotrice, nella sclerosi dis~eminala, ed ha seguito le malattie del midollo spinale; iufalti Schifi produsse la glicosuria artificiale dividendo il midollo a livello della.:.!" vet·tebra dorsale. Però nei caRi in cui il diabete non era la conseguenza di malutlie spinali, il midollo si e trovato normale, o si sou trovato al terazioni simili a quelle ri nve nute nel cer-
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vello, rammollimenti localizzati, tumori, dilatazione del canal~ centrale, ispessimenlo delle pareti vascolari. L'esame mil.\l'Oscopico, previa colorazione col metodo di Vi'eiger ~, non lta mostrato lesioni appre1..zabili . •Veroi cerebro-spinali. - Si son Lro"ati tumori comprimenti il vago destro rla Harley, Henrot e Frerichs, osservazioni, che messe jn •·apporlo con i recenti esperimenti di Arthoud e Bulle, i quali trovarono che la neurite a rtificiale del moncone centrale del vago produceva glicosuria, mentre quella 1lel monco ne per ife ••ico pr·oduceva fame, sete o poliuria, ac•1uistano somma importanza. LubiruoiT in un caso di dia· bete ha trovato all·ofla e pigmenlaziooe del ganglio inferiori! del vogo: At•tbaud e Bulle han prodotto la glicosuria p•·ovocando la nevri te nelle radici del primo paio dorsale, Schifl' ba mostrato che la stimolazione dell'estremità centrale dei ne•·vi misti, come lo ;;ciatico, può esse•· seguita da glicosuria, Leitlen ha d iuJOsLra Lo glicosut·ia nella nevt•ite mulllpla , Althaus nella oevrile di un singolo nervo . .\'eroi del simpatico. - Fin dal 1818 Duncan trovò il simpatico oell'adtlome triplicato in spes!!ezza, Percy nel 1842 delòCI'isse i gangli serniluna•·i ed il vagv ingrossati e carlila. ginei, Klebs e Muok nel 1870 trovarono lesioni nel plesso celiaco e dislruzion•~ di molle ceUule ganglionari, Lubimoff ha lcovalo scler osi dei gauf{li del s impnlico cd aL•·ofla delle loro cellule nervose, l'aulo•·e in tre casi trovò normali i gangli semiluoari, ma in molli altri li ha lrovali ingrossati, e reputa l'iogrossomento dei gangli del simpatico im· portontissimo, messo in relazione con ~li esperimenti i quali dimostrano che la dist•·uzione di quest1 gangli, per esempio, del ce•·vicale supe•·iore ed inferiore (Pavy), del primo toracico (Eit hfll'd)f. dell'o.ddominnlo (K iebs), e la divisione o legatura dei ncrv, splancnici (ll ensen. Arlhaud e Bulle), sono seguiti da :;tlicosuria, e l'estirpazione del plesso celiaco è seguita da glic~suria ed &cetonu1·ia (Lustig e P eifer). Sistema circolatorio. - ~ el 40 p. 100 dei casi l'autore ha rinvenuto il cuore nor male, e nella stessa proporzione lo ba trovato pallido, floscio, più raramente dilatato ed ipertrofico o distintamente g rasso. Talvolta ha visto pericard ite, ed in
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un caso di morte per un carboncello io un diabetico. il pericardio era pieno ili liltuido, di grasso e di sangue. Le malattie valvolari sono occezionali, fJUanlun•(lH' Lecorche ni.Jbia .descri~Lo l'endocardite come complicanza del diabete, e ~Jaquire ne abbia r iportato un caso. Frerich"' ha richiamato l'attenzione sulla degenerazione l,!lko~enica olel miocardio, alla quale attr1buisce la debolezza cardiaca. Il cuore gra«so é probabilmente più comune giacché ,.j vetifìca nel 40 p. 100 tlelle autopsie; i depositi glicoge'lici ntllle pareti cardiache sono stati lrovalJ dall'autor e in cos1 piccola t1 uaolilà da non merilat·e una significazione patolot!ica. Il sangue dei d1abetici appat·e pet· lo più normale ad ocrhio uudo, ma al microscopio vi si Lt•ova del grasso iu !>Ialo di divisione molecolare, e dopo la mot•te le molecolo si a!.:gruppano in ~oece che rassomigliano ad embolismt capillari. I corpuscoli t'OSsi ~ono talvolla ridotti in 1'ram~t1enti secoudo FosLer e Jakscb, in un caso l'aulore ha visto i leucociti mc,Jto g randi . Gli emocili sono per lo piu diminuìli in numero, ron corrisponùente riduzione di emoglobina. Secondo Seegen nei casi di diabete lieve il sangue non contiene maggiore quantità d• glucosio della normale, ma nei casi g ravi pu6 ascendere a OA p. 100. L' alcalinthi del siero l' ridotta per una cet·ta quantità d'acido di dubbia tll.ltura, probabilmente fallo d'acido diacelico ed oxibutirico. L'esistenza dell'acetono è discussa, od in olcune espol'ienze dell'autore non fu possibile scoprirlo nel sangue di nn diabetico che era morto di coma. Sistema respiratorio. - Le allerazioui polmonat·i sono cnmuni e, secondo l'autore, ~olo ti 11 p. 100 dei casi ne rc~La immune. La congestione e l'edema, la tisi nel 2i p. 100, ~li ascess i emor•ragici, gl'infarti, la gangt•ena in s ingoli casi sono le lesioni trovate dall'autort<. Oreschfehl ha rle~crillo polmonite crupale acuta, bronco-polmonite acuta seguita da gangrena, bronco-polmonite tubercolare, bronco-polmonite cronica, geo~rena polrnonare. Fink ha ricOM!'ciuto due forme di lisi diabetica: la lubet·colare e la tibroide, nella quale ullima non si trovano bacilli negli sputi ttè; dcpol'ili caseosi nei polmoni, ma cronico indurimenlo polmbna.re. La
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pleurite e l'empiema occorrono l'&rameotc, l'embolismo da grasso é stato r\~onoscinto da Sanders ed Hamillon come causa del coma, ma possono essersi formati gli emboli grassosi ùopo morte, dal grasso sospeso nel sangue in islalo molecolarc. Sistema digestivo. - Il fegato, per le :oue fisiolo~tiche relazioni con la glicof(enesJ, attrae la maggior e attenziOne. Esso è gHneralmente ingrossato, e solo per eccezione si trova piccolo e pallido: le tlegeoerazioni grassose sono comuni, le congestiont fre11uenli, gl'indur1menti oon infrefJuenli, mentre é frequente un certo g rado d'epatite interstiziale che qualche volta ~iungP al grado di distinta cirrosi, che Letulle allribuisce all'nnormale distruz1one dei Ieucocili. Jlanot e Schachmaon hanno dcscritlo una cirrosi granular·e e scabra, disseminata intorno alle radici dalla vena epatica, mentre Braull e Gaillard, ai quali ro.utot'e si as!-IOCia, ritengono che la ci1'rosi cominci tanto dalle radici tlella vano epatica che da quelle della porta. Questa forma di cirrosi è associata con la malattia d.Addison. Gli asces"'i del fegalo s'incontrano talvolla nel diabete, e Oickinson ha descritto una trombosi delle hranche della vena pot•ta, e de~li angiomi di capillari dilatali nelle rndici della vena epatica. \\'eil ed Apt non han trovato mollo grasso nei fegati di appar-enza grassosa, menlt'e Beale e Frerichs parlano di regali che non contenevano affalto gl'asso nelle cellule epatiche. Quincke descrive regali con eccesso di ferro depositalo in forma di granuli, mentre Zaleski non ha trovato ft>rro in forma granu lare. La milza si descrive frequentemente come normale, ma per lo più. e piccola, pal11da e molle, più raramente ingrossata e congcsta, qualche volla é luhet•colosa , contiene glic.ogene, ferro, secondo Quincke, degenerazione ialina della piccola 8I'ter1a. I l pancreas, atrofico nel dia bete, secondo Lancereaux, ha r ichiamato ma ~giorm eote l'attenzione da che Minko,,·ski, Lépine ed allri hanno dimostrato che l'estirpazione di questo viscere negli animali induce diabete. Su ;)Q casi si è tJ•ovalo
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7 volle nlrofìco, fibroso 4 volLe, 2 volle duro ed ingrandito, 4 volle normale, Du/Uey una volta vi ha trovato un caocr·o, Cyr un'atr ofia che r itiene come seconda!'ia di generale denutrizione. Con varie teorie si è reso ragione dell'azione del pan creas. Si é dello che esso supplisce 'il fegato con gli acidi g rassi necessari alla estr·azione degli acidi biliari del {Jlicc· gene, o che pcr·ci6 nelle affezioni del pancreas v'è eccesso di glicogene (Popper); !;i è parlato di eccessiva produzione di glicogene dai fermenti diastatici formali nello stomaco e nel duodeno (Bouchar dal), della formazione di paraglucosio per l'azione del succo panct•eatico modificato (Caulani), dell'os· sorbimento d el fermento pancreatico che passando direttamente nel fegato cambia il glicogeno in g lucosio (Beau111el), della soppr essione dello zucchero normale distruggente il fermento che dovrebbe passare per i linfatici, del pancrea~ onde mescolarsi al chilo (Lépine). Braull e Gaillard hanno descritto una cirrosi pigmentaria del pancreas analoga a quella de l fegato dei diabetici, e calcoli pancreatici che possono dar luogo a formazioni cisl!che, a sclet'osi, a lrasf'ormazione adiposa . S i é dello che l'at,·Mia del pancreas può essere secondaria delle malattie del ples:so celiaco, ma Luslig e Peipet• hanno trovato che l'estirpazione di questo plesso non era segu ita da atrofia del pancrea:;:. Lo slomac<• 6 stato r·aramente esaminato nei morti per dia · bete. Negli undici cusi in cui l'autore lo ha ispezionato nou vi ha trovato lesioni morbose; in tre era dilatalo, in tre v'erano emorragie vicino al piloro, in due la mucosa era congesta, in uno rammollita, ed in uno v'era catarro cronico. Windle pada di frequente ispesstmenlo della muco:;:a gastrica, e di dis ten sione per gas. l g rossi intestini sono quasi sempr·e pieni di masse fecali indurite, v'è congestione o cat8t'ro, emorragie simili 8 quella dello s tomaco occorrono nel d uodeno. le glnn· dole mesenteriche si trovano ingrossate due volle, Frerichs 118 descritto una condizione dissenter-ica del g t•osso intestin o, ed Ebs lein la desquamazione degli epiteli intestinali. Si::<tema genito-u r inario. - Mai l'au tore hu trovato rl ormali i reni, quantunque le lesioni non fossero di mollo rilievo. La condizione p!u comune é un leggiero g1·ado di de-
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generazione grassosa, nel qual caso il r ene è in grossato, con ca psu la aderen te. Meno freq uente é l' ingrandimen to con conge::;Lione, talvolta v'e a8soltigliamento della sostanza corticale, o dis tin ta contPazione dell'or gano. I tubercoli e la de· geòerflzione lat'dacea occorr·ono raramente come il cancro, ma la lesione più importante è la degenerazione ialina dell'epitelio dei tuboli, descri tta pel primo da Armanni e confermala da Ebslein che la stabi.li nell'ansa discendente di Henle, c0$Ì discussa da Ferrao cbo non trovò que8t'alterazione in nessun punto rlella ::::ostanza midolla r e, e l' attribul a lesione primaria delle pareti "ascolal'i. Queste alterazioni dell'epitelio e dei vasi furono ben descr1lle da Stephen Mackenzie nel ·1883, e da Erlich, e K1·auss provò che queste lesioni non e rano che q1,1elle descritte da Armaoni, e le attribui all'osmosi del g lucosio denll'o le cellule. Albertoni e Piseoti hanno investigato i cambiamenti prodottl da ll'amministrazione di piccole dosi J ' acetone nèi conigli, ed hanno riscontra to degenerazione g ranulare dell'epiielio dei tuboli contorti, completa distruzione dell'epitelio con scomparsa àei nuclei, e leggiera dilatazione delle capsule di Bo,vmann, onrle argomentano che la necrosi dell'epitelio osservata da Ebstein possa esser dovuta all'effetto dell'a ceton e s ui r eni. Anc he Stokvis ha trovato che il diabete artificiale prodo tto da inoculazione dello zucchero d' uva nel sangue abbia per effetto l'albuminuria, e crede che ciò possa s tabili re una nefr ite cronica. Le osservazioni dell'autore confermano la degenerazione ialina degli epiteli, limi" ~ala però all'ansa di llenle. La vescica è di solito norm ale, ma spesso é dila ta la ed ipertt·ofica con emorragia negli s trati della mucosa. Is r·ael ha descritto un caso di gangrena d'ambo gli avari con per itonite r ecente e generale, allri han parlato di cisti e d'atrofia di questi organi, ma queste son9 cond izioni comuni che non hanno alcun nesso col diabete. Concl usioni. - I l diabete ba un'anatomia patologica molto complicata, la cui lesione piu importante a parere dell'autore é quella del pancreas che merita ancora accurati studi. Sono moll.o importanti anch e lfl lesioni dci gangli 8impatici adda-
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RIVISTA DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
minali, quantunque mcoslanti Lroppo per for mare IHia base di sodcli<~ fa cenlt leot•te. Le lesiont del fe.trato sono probabilmente secondarie delriperemia funzionale indotta dall'influenza nervosa. Le allr e lesioni dei t•eni. polmoni, cuore e cervello c:ouo un semplice risultato di dif~llosa nutrizione e di protratta iperglicemia. L"anatomia patolo~1ca del diabete non é completa, e lo most1·ano le nostr~ imperfHlle nozioni sullo stalo del pancr~as. Que'~la mRlallta è rara anche nei grandi ospedalt, ()uindt sat•lt nece:;suria unu lunga serie d"anni per a"erA molle accurate osservazioni. ed i> necessario il lavoro di molli med1ci perchò l'esercizio dell'anatomia patologica non si protrae a lungo dagli stessi medici nei oosLri ospeiuli . ...
RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE E DELLA PELLE -~
Sulla separazione del mercurio nelle diverse maniere dl suo uso. - R. \VI'ITER=-tTl. - (Archi, fiir Dermal. unrl Syph., e Cenlralb. fùr die m ed. Wissensch., N. 2i, 1890).
Il \.Vioternilz, con un proce~o suo proprio che perm~'tlC la detprminaziont! ancha delle più piccole quantità di merc urio, ha fallo delle ricerche sulla eliminazione con !"orina del mercuriO u:salo pet• ''18 epidermica, ipodel"mica e internamente. Da queste risulta che il metodo delle iniezioni vinc1- di g-ran lunga tulli gli AHt·i metodi di applicazione nel lasciar pa-o..are quar~titò ponderabili di mtlrcurio nella orina. Dopo le iniezioni di sali insolubili di mer curio furono tr ovate in sin~oli casi le quanlit.A notevoli di 4-8 milligr . per giorno; il chP con· duce a concludet·e, poicbè quelle person e non a vevano nlcun seguo di avvelena mento, che la Lolleran1.a pel mer cul'io è ma ggior e di quella che generalmente si crede. Per la qu e~ ti,m e fie ai sintom i di a vvelenamento cot•ri-
RIVISTA DELl-E MALATTIE VENEliEE E DELI,A PELLE
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spoude una diminuzione della separaziono del mercurio, le oc;servazioui non sono decisive. Con l'ioduro di polas!'lio a dose di 2 a 3 g rammt non ~oté ollPnersi sicuramente l'aumeulo della eliminazione del mercurio. Nei gra"i fenomeni di anelenamenlo dopo la iniezione di snli in~olnbili deve!'li. CJuando è po~sibile, lOf!ltere con allo chirurgico il focolaio dì iniezione. Le quantità di mercurio separate per l'orinA differiscono poco fra loro sia cbc siano usati sali insolubili (calomelano, salicilato di mercurio) o sali solubili (sublimnlo e cloruro di sodio), quando questi ullimi sono in iellati più frequentemente in più piccola concentrazione; con ambedue le I'[Ualita furono separati durante il lempo della ioie?.ione 1/ - 1/, del mercurio inlt•odotto. Le quanlilù fls::;olule fut·ono 10 spesso, dop1 i sali insolubili, maggim•i che dopo i solubili.
Sulla. cura. abortiva della sUlltde. - Comunicazione preventiva del do tt. F LOREN ZO JAtA . - (Ga.:::ettn medica delle Pu{]lie, tMggio i890). Si é faLla per mollo tempo dai s iRlografì la questione, se la lesione irliziale della sifilide costituziona le fosse la prima manifel"t.azione dell'avvenuta infezione, o fosse inveco il focolaio nve si prepara il ,·eleno che in seguito, ass<wbito p~r i linfalici, pt•oduce la infezione generale. L'aulore ammette che la sifilide, come LuLLe le allt•e infe;doni, debba a,·ere la ::-ua porta d'ingresso. e che si richit-tla un certo tempo. perché dopo la compar;:a Mila lesione iniztale s i commcino a notare i fenomeni d'infezione genernle. ~empo necessario perché il virus venga assorbito; e chu fìno a tanto che esso non in,·ade i linfntici, la lc~ione sia puramente locale, slanùo a r~ppresentare il !;ilO o"e avviene la cultura di quei microrganismi, che penetreranno in segllllo llell'organismo affetto. Partendo da questo principio, nacque naturalmente ai sifilo~rafi l'idea di isliluire una cu ra abortiva dello. sifilide costiluzional•~, distruggendo in un modo quaJ!;iasi il focolaio pt•imilivo, p<w impedire l'assorbimento del vir•us e rinft>zione generale consecu tiva .
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RIYISTA
l risullnlì fin ora oLlonuli da quelli che honuo adoperalo questa cura, c;ono tulL'ollro che confortanti: inftt lli sia e<:cideudo. sia cauo:licantlo o col ruoc<J o col lermo-cault>rio o cou i comun i caustici , oppure di!':lt'Uggentlo il sililom11 con l'elettr olisi, comP pr Aiicn il Peroni, non si può rnai es;:ere abbMtanza sicur i di aver dislr:ullo inlieramenle il rocnloro di i nfezione, ti cui ·vi r· u~ non siamo certi eh~> . anche al !j• o (i• ~101·no, non abbia inco111inciato od invader e i llnfatici dl\1J'asta. Per· fJUCsle considerazioni sullo insufikienza rlei mctntli lin om couosciuLi, l"nutore pensò t.li tro vor ne un altro rhe offr isse una magg-iore ~?aranzia eh riuscita . L'rdea fu su§:lger itu all'autor e tln un laYor·o tlel CamerA (.'vforoa[Jni, parte r. p. -H~l, luglio 1887). i n cui esponc,·a un metodo pe r curore la pustola maligna: egli consigliava di c:ir!'O"Crh·er·~ la lrsione con un laglio circola r e ~ pra ticHt't' poi altr-i ta!('li a croce n~:ll"inte rno dE'l primo come tan ti ro!!gi 1li rir col(), <>d asper ge re con polvl•re dr subi rmulo corro~i vo nellA Jo!':e di i -lO nnti~romrni la le"ione dopo ottenuta l'e· 01(1l"lasia. PtlrSU8"0 della l'azioualila del metodo roulore pe!l!'lCI Ji e~tenJerne l'ap!)licaz10ne anche alla cur·a di altre inf"zroui che r r cs•'nta"'ser o una lesior.e iniziale circoscrillu, Mrno la sifilide. QuAndo la l e~ion e in iziale si p r l:lsenla molto ri stretta, com~' or·.ltnariamente succede 'luanJo si 1!iudicn opportuno il Lrat· lnrncnto abortivo, è inutile l'rrcoc;crrverla con l'Incisione e tr11mrzzarla da a!Lre n l'fl!{g-i. Basla aspergere lfl polvere di ~ublimato nella dose meJ1o. di ~ n 5 centigrammi sulla Hr·c· polatu ra della pelle o sulla cscor1 az;one, con cu1 quella quas-i ~('mp re esor disce, cercando d'insinuare, come megl io é po~ sihrle, la polver'e m edicom entosa nellB sc•luzione di co ntinun e pr·ole!!!!er o il tulto con cotone idrolìlo. Quando non 'i è "nlnzionc dr conlmuo. atlor·u è necE>~sario fAr·e una o due in· <•r,.ioni, che po:.,..ono es:SPI"e entrambe lineari in cr oce, slante la piccolezza della sclerO!<i , ed insinuare in esse ti sub1imato dopn !were rlf'tc>r minata l 'c m osta~ia dellu lerite. Primo fenorneno che succede all'oper aziouc io un brucrore nello pm·le cnu!olicula, che tante \'oll e l'i\!SCe ìnsoppor tabtle, ma che c.l urn pocl e or e: con::egue un indurimento IIOJ4istico
DELLE MALATToK VE:\I!IIEE E OEI.I.\ l'ELLK
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m ollo pronunziato ai dintorni della pol'le causlicoLo., che molle volle irnpeòi!'ce lo svaginamenlo del p;hiaoòe, e che du1·a òue o tre ~iorni. Al se<~Lo giorno circa cade l'escar a, lasciando una soluzione di continuo pr ofonda, di buonisf':imo o.spt\ll o, la qual e g ua1·isce, secondo la suo estension e e pr ofondiw, in un periodo di tempo var iabile clai 20 ai :JO giorni. conser vando per parecchio tempo una certa du r ezza ùei mar gini e dPI fondo, che somiglia l'intluramenlo Hunteriano. In utile avvertire che, detel'lninando quef;la moclicalu ra una causticuzione pl'ofnnda, non :ai deve st>guire che (]Uantlo la lesione iniziale occupa laluoi punti dell'appar ecchio genitale. Il sito che si presta benissimo n~>i maschi è il prepuzio e la cute dflll'asto; e nella do nna le gr andi, le piccole labbra. lo forchella, noncbè lulli j:!li allri siti della cute acces!'libili aù u11·operozione e ad una medicalura. l rmlile ancbe di avvt>rlire elle nell'eseguit·o l'oper c1Z10ne !';UIJa lamina interna del pr·epuzin bis,)gua badare tld in vagina re il ghiande; g ia~;clt• · per l 'edema e l'intlu rimenlo elle ne conseque, se n•' deter·minal'l'lhbe inevilabilmenlc la poraJìmosi, che \'CI'r·ebbc a complicar e non poco l'operazione. Qu esto è il metodo che hl\ seguito J'uulot·e nei poclti etrsi in cui lln avuto l 'opportunità di adoperor·lo; si astiene pe 1· 01'8 in (Juesta nola preventiva dal presenlure un l'e!'oconto statistico, il eu i ri suJt.alo si ri!'erva di <'O n valida l'e coll'm;servazione di altr i infermi. H a voluto pero espor·N le sue idee ai colleghi pPI'r hè, so lo Cl'ede!'an no, anche es~i isti Luiscano delle e!>perienze in (Jtll~!';lo senso, •ruanùo si Jll'esenli lo.ro l'occasione. La considerazione essenziale sulla •1uale, secondo l'autore, si fonda r1uesla nuova cura nborti va ò.eliCl sitìliue sar ebbe lu seguente: Se la distribuzione nell' or~am~rno umano ùi un cenligratnmo dt ~ubltroato curro;:.rvo else, dilurlo in lutto illrqUtdo del COI'po, r app r esenta una !'~O it!:zion e mollo pii1 tenue uci)'J p. 1000, é capace di curaro le manift:'<~lazioni ~econdar·1e dt~lla stfllide <.'OSlttuzionale; ò ltogtco p<!nsa re che unH soluzione più concentrata, cruale puc, es!;erc. quella che viene nd aLLraver sar e i l inl'oiici che put·Lono dol s1Lo all'ello, rn cui si
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IUI'ISTA
COII~ieoe la mass1ma quantità di merr.urio che
rumore !infatico può sciogliere, debba essere più cha sufflcieute per distr·ugger e interamente la cuiLur·a dei microbi della sifilide che per av\'enlura si fosso stabilita uei linfatici 5Lessi. Appllc&zlonl dell& cataforeal elettrica alla terapia delle dermatomtcoal. - Dott. GJ.\RROCCIII. - (GlUetta medica di Roma, fascicolt l i e 18, settembr·e 1890). Un'azione fisica della corrente galvanica, che J i rec~:nle ha a cquistato uno -grande imDorlanza per l'eleLtt·o-LeJ•apia, è l'azione meccanica o eala.forica: per es~a, un liquiù~> tnte!'poslo tra il polo pos itivo e il polo negativo si muove nella direzione della corrente positivo, va cioè dall' anode ol catoùe, per cui si ha 11011 solo la possibil1là di estr•arre i medicamenti dal corpo, ma anche quella di poterveli inlrodurl'e. · L'idea di introdurre sostanze medicamentose nell'organismo vivente per mezzo dell'eletlricila è pt·ellamen te italiana, sperimentata pot•ecchi decenni addietro dal dott. Francesco Ro:-~'-'i sui mercuriali, allo scopo di r isparmiare lo stomaco e !imitarne l'applicazione a detc•·minate regioni; ma la vera applicazione pratica della colaforesì in terapia non rimonta che al 1886. Noi febbraio di quell'anno Wagoer pubbliCS\'8 i l'isultali delle sue esperienze t•iguartlo a1l'anestesia cutanea ollenula per mezzo della cocaina, servendosi dell'azione cataforelica della corrente galvanica. ~el maggio seguente vide la luce la pubblicazione di Adamkievicz, nella quale si lodavano i r·isullati ollenutt col clor oformio. :\el 1887 Doccolari narravo di vari individui afl'elti da scia~ica guat•ili con la cAlafl•resi cloroformica. L'autore volle or·n tentare crueslo uuovo metodo nella cura delle de•·matomit·Osl, facendo penetrare per catafo•·es1 lt> sostsnze parassiticide uolla pelle, ed in buse al risultato ùelle esperienze fatta egli così conclude: 1• Cile risu lla e,·idente che l'applicazione della cataroresi clellru•a alla tet·opia clelle der malomicosi da ri sultati
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soddisfacenti e superio1·i a quelli di tutti gli t,~lll'Ì m etodi di cura; 2' Che ruso della soluzione di sublimalo corrosi"o al l' l p. 100 applicala all'anode è slalo riconosciuto di una utililil incontrastata; 3" Che la durata della cura è di g ran lunga inferio•·e a quella ordinaria, e che si potrebbe abbreviare di molto ancora quando si potesse riuscire a rendere p1ù frequenll le t~edute cataforeliche di quel che non fu possJ!Jil13 fino ad ora, sia l1·ovondo parassiticicti più innocui per l'organismo, sia riuscendo a portare il metodo a perfetta tolleranza de~li infermi; 4• Che nessun fenomeno dannoso, né locale, né generale, ù da depl01·arsi con questo sistema di cura. Solo ò innegabile che il più delle volte specialmente nei ba1nbini sen sibili, il b1·uciore arrecalo dal s ublimalo cho penetra, c forte e talvolta anche in tollerabile; 5° Che, stando così Je cos e, c rilenendo come l'aLlo OJ'II18i inconlesLf\tO che non la mancanza di !Jara ssiticidi contt·o lo dermatomicosi, ma la difficolla di farli penetrAre sino a contatto dei fuughi è quella che ostacola e ritarda la g uari gione, 1\ tla por re ogni cura a trovar da una pm·Le parassil•cidi ener gici e r1ello stesso tempo innocui oll'organi~mo, e dall'altra studiare il modo di applicare senza inconvenienti in ogni seduta la corrente cataforelica su vaste superfici.
RIVISTA DI TERA PEUTICA Sull'azione disinfettante del saponi oomuni. - Nota di igiene pralica del dott. EuGENIO Dt MAT1Et. - (Bulletfino della R. accademia medica di Roma, fase. t •, anno X V). Uno studio accurato sulla azione disinfettante dei saponi comuni manca fino ad oggi flUS~i completamente: eppure non vi è alcuno che poss a disconoscer e l'importanza che essi !JOssono aver·e nell'igiene do mesti ct~, sia io tempi di sanilti, sia in casi di malattie, relativamente alla pulizia della biancber·ia, degli indumenti, delle mani, ecc. Dalle numel'ose e diligenti ricerche eseguile dall'autore risulta dimostrato un fallo importante, cioè che i microbi palogeni subiscono per l'azione èei saponi comuni e delle sue diluz.ioni u n't~Llen ua zione nello sviluppo e nella virulenza; e che questa atten uazione è g rande per i germi del colera e del tifo, microrganismi delicati, minore invece mt~ sempre di~creta per gli s tafì lococc_hi e i bacilli del carbonchio, microrganismi dotati di un potere patogeno eleva to e di una resistenza grandissima. Volendo trnrre da ciò una applicazione pratica si può ritener/l che mi casi in cui si abbiano dei materiali infettanti e si sia temporaneamente sprovvis ti di disinfettanti energici, come può ~vv enir·e nei piccoli paesi, possono veni re usati con vantaggio dei gr·ossi pezzi di sapone sminuzzati e diluili nell'acqua, specialmente se i materia li (diarree, vomiti, biancherie sospette, ecc.) e le saponate s i lasciano fra loro a contatto per un certo numero di ore. Resterebbe infine a sapersi a quale dei loro componenti devesi atll'ibuire l'azione disinfettante dei saponi. A dire il Yero la risposta non ùppare molto chiara. Però se si pone
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RIVISTA DI TERAPWTICA
mente che questi saponi comuni del commer,:io sono ricchi nei loro componenti di soda e potussa. e se si pensa d'allrù lato ad allre esperienze dalle qua li ri sulta che i g rassi pns sono a llenuar e l'azione patogena di qualche allro microrganismo (barbone dei bufali), allora si polt·ebbe per via di . induzione ammettet'e che, en tr,mdo nella compos izione dei saponi una quantità discr eta di gTasso e di alcali, all'u no o agli allt•ì o a tutti insieme si debba la della azione riferire . L 'acqua. ossig enata. - Doll. RuscoNI. ospitali, 1• ot tobre 1890).
(Ga~ze tta
degli
L'acqua os!'igenala, biossido d'idr ogeno, venne scoperLa da Thenard nel 1818, ed introdotta nella let·apeulica da Richa rdson nel 1855. Il Mìquel ne constatò razione antiputrida; una tenuissima dose J ì acqua ossigenata impedisce lo sviluppo dci bacteri della pulrerazione nel brodo dL carne . Da espet•imen li fa tti dal doLL. Pane r isulta che le spore del baci llo d t~l ct1rbouchio perdono il lol'O potere di germoglitJre in 1fl minuti; lo s tafilococco piogeno in 5 minuti, il bacillo del tifo e del colet·a itl 1 minuto. Questo potere germicida va r·ia alquanto se i l recipiente contenente l'acqua os· sigenala è òi recente sluratn, o se invece lo è da alcu ni giorni: é pur·e lievemente modificato da ll!:1 temperatura del· !"ambiente. L'autore riferisce che l'acqua ossi:;{enata dispiega un'azione meravigliosa sulle pia ghe croniche, torpide: dopo uua sola med icazione le gr a nulazioni pr endono il cclorito normale e divengono r·igogliose, ed in br·eve le soluzioni d i contin uila cicatrizzano; è per ciò s pecia lmente indica ta in lutti quei casi di ulceri croniche sulle quali g li altri rimedi fallirono. L'acqua ossig enata ollre che per medicazione P utile quale antisettico nelle operazioni c hirurgiche perché é un potente me~.zo di sterilizzazione affatto innocuo all' or ganismc, dell'uomo. É notorio dalle esperienze di B. Berl e Regnard che l'acqua ossigenata arr esta lulle le fermentazioni fi g ur ate e tulle le fo rme di pulrefazione . Ebell osser vò che la fer men tazione alcoolica è impedila dalla presenza di piccola
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Rl rlSTA
quantità di acttua o~sigenata . A nche la l't-rmeutazione :wc· cherina in contatto con lievito fresco s'at're~la ol conlalto dell'acqua ossigenata. Assai giove'""ole dovrebbe essere l'a<:IJU8 ossigenata nE'gli ascessi profondi, negli ascessi ft·edd t, nel le sinovili funsw~e, nel tumore bianco, nello cistiti di nalul'a paras!!i larìa. Il BeUmano, infatti, la usò con grande pL'Ofilto in ca<>i di dacriocisli le e di oLite media, che non ave,•ano avuto vantag,no ron altre cut·e. L'acqua ossigenata dov rebbe essere inùit'f•· lissima nei casi di ulcera rotonda del venlricolo, nella diarreu cron ica pt·ecedenle da ulcet·azione intestinale, o tla Jorme in rettive, llfo, colera, diarrea dei paesi caldi.
Sull'azione dell'essenza di garofano nelle a1fezioni tubercolari. - Dott. NANNOTTI ANGELO. - (Lo Sperimelllale, rase. s·, agosto 1890). ' Il valol'e !\llliseltico delle essenze, vantato s in 'J liÌ por <'lll· pirismo, lta ottenuto oramai la piena sanzione scientifica da pregevoli lavori sperimentali, i quali pongono le esscnzP in prima linea Ira le sostanze antisettiche, polerulo ass~' agire tanto per mezzo dei vapori quanto por contatto. Ignoravasi finora se lo stesso valore antisellico che le cv senze dimosll·a rono sui roict·organismi nelle culture. si C!ipli· chi Anche quando i microrganismi si trovano nei vari tc~ s ull a pt·odurt•e le speciali manifestazioni morbose, per po· tot•e s uecessiva men ta da rrueste loro p roprieta rilrat·re qua l<'ile ulile applicazione Lèra peuticu. È con questo intendimento che l'autore si ù accinto a ::lt:· diare sulla tubercolosi polmo nat•o o sopra al(·une a1tre all'e· zioni tubercolari l'aziono dell'ess~nzo di garorani giù rironoscìula eflict~ce> contro il tifo e la morva. Gli esperimenti ftnoru esoguili sopra animali lasciano sp•·rare che anche te inala;wni dei oapori dell'oiio essenztulo di garofani possono esset·e efficaci conLt•o i bac1lli tlella tubercolosi polmonat·e. Quanto all'a;ione diretta del liquido della e"'senza di ~a rofaoi sulle allre affezioni tubercolari l'autore si è limitato a
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speri men ta re per ora sulle afl'oz.ion i localìzzate e specia.lmenbe s uUe artriti e sugli ascessi, e ne deuuce che se non si ottennero dei risultati cerli nelle artriti tubercolari e uelle linfa-adeniti allo stadio d'ind ur·imento, 11 vantaggio allenalo negli ascessi tubercola ri, nelle ulcerazioni e seni fistolosi egualme nte tnbercolar·i sembra indiscutibile, tunto ùal punto di vista sper·imenlale \·he dal clinico. Per l'azione fortemente caus tica che tulle le essenze in genere esplicano s ui tessuti, l'autore ha cred uto bene di pre· parare una emulsione di olio essenziale di garofan i con olio dolce d'oliva nella proporzione eli uno a dieci e valer·si di questa in luogo ùell'ulio · esseuziale. Cònvie ne procP.der·e rn questo modo: aperto l'ascesso con una piccolissima incisio ne tanto da dar· esito al pus, s'inietta nelJa cavità ascegsoide una quantità. d'emulsione sufficiente per bagnar·ne tutta la superficie interna. Si potrà agevolarne l'espansione con aùaLte man ipo lazioni e quando si pu6 avere la certezza che questa emuls ione siasi difTusa per tulta la cavila ed abbia raccolto i res idui di pus, si cace1a fuori con la pressione. Successivamente se ne inietta l11 stessa qua11lità procurando che ve ne rimanga una parte pe1' 2 o 3 gio r·ni, quando n.on dia una forte r·eazione. Trascorso 11uesto tempo, facendo una ce1·ta pre!lsione si torna a s vuotar e per la slesc:a apertoJ•a l'ascesso del suo contenuto. Se il co ntenutn fosse ~empre, anche in parte, purulen Lo, s i lava co-r1 l'emulsione e successivamente s'inietta di nuovo la emulsione uel modo sopra dello. Si l'ipete questo trallamento a dis tanze variabili avendo cura di diminuire g raùatomente la quantità dello iniezione pet• non ostacolare il rimpicciolimeulo della cavità ascessoide. Non appena viene a mancar·~ la pr·od uzione del pus1 allora co o viene sospendere l'iniezione e cerc<• re invece di avvicinare tra loro le pareti dell'ascesso per mtrzw della compressione affinchè possa fa rs i la ri parazione oppot•Luna. In qnoslo modo gua rirono meravigliosamente v&J'i ascessi senza cbe rimanesse sul posto la benché minima traccia. Nei seni fistolosi l'autore a tiopera il lavaggio con la s tessa emuls ione procurando che essa penetri in ogni diverticolo e 101
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RlTISTA. UT TELt,~PEUTICA.
v.i si solfer·mi piu che sia possibile; e rapidamente ha veduto in ~enerale modificarsi l'aspello della f'; uperficie ulcel'o~a, la quale ce~!'ava dall'essere ricopet·la da gt•anulazioni grosse, flaccide, di aspetto fungoso, e si rivestiva di veri bottoni carnos i. Quando alcuni di questi sen i si sono mostt·ati ribelli a que,lo lrallamenlo fu adoprata una emulsione più concentrata (L: 5) e l'effello é stato buono, senza che il malato avesse a lagnarsi che di un bruciore piu marcato nel momento dell'iniezione. Basterebbe il faLLo dei ri sulta~i eh~ si ottengono sugli ascessi d'origine tubercolare, per attribuire all'olio es~enziale di gat·ofan i un cct"to valore çon~ro le affezioni tubel'colari; ma l'autore spera che, ampliando le ricerche e perfezionando il modo d'applicazione del rimedio, se ne potranno t·itrarre maggiori vantaggi anche nelle altre manifesLaziQlli Lubercolat•i.
RIVISTA DI TELNI~A E SERYJllUMEDH~~ MlLITARE La. navigazione interna a vapore organizzata per 11 soccorso del feriti ln guerra. - Dottori SANTJNl e HoME· ROSEMBBRG. - (Rioista marittima, olLobre 18!l0).
Pl'evedendo cbo la circolazione dei lr·eni- ospedali dur•anle una guerra dovrà inevilabilmente subire riLerdi dannosissimi, essertdochò le vie ferraLe sarnnno quasi esclusivamente adibite allrasporlo delle lruppe, munizioni, ' 'ived, ecc. gli autori riconoscono la necessità dl studiare le ll!lee ausi· liat·ie di transito eù i mezzi addizionali rli cui si può dispone, face•1do assegnamento specialmente sulle vie acquee navigabili. Lo stesso argomento, quantunque con propos te ed applica· ziooi diverse, venne di r ecente trattato con lodevole compe·
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tenza dal capitano medrco ùolt Mangianti nel fasciCQIO del marzo u. "'· di questo giot·nale medico. !..a proposta attuale de~li autori consisterebbe nel fare allesli••e ed organizzare, per mezzo della Croce Rossa, i1 male· r iale galleggiante delhi navigazione interna per guisa da po· terlo adibil•e ad uso di lazzaretli o di treni-ospedali, nel modo indicato nello tavole illustrative annes~e al lavoro. A tale fi ne si dovrebbe organizzare una campagn•a di navigazione interna a vapo1·e i cui barconi e r imorchiatori costituirebbero il principale elemento di un ser vizio completo di am· bulanze fluviali e di treni ospedali fluviali, i quali. spinti sulle magnifiche vie acquee intet·oe dell' lla lia setlentrionale, r isponderebbPro splendidamente allo scopo. Nell'intento poi di a ssicurare maggiormente il concentramento al momento opportuno di una quonlitù sHl'flciontA di materiale, s arebbe ne· cessario che tulli i galleggiaoli onerarii ed i r imor chiatori che tt·affìcaiiO sui lagh i, nuroi e canali, fosser o inscrilli, m a· tricolati, e ripartiti in va1•ie categorie secondo l'uso cui possono all'occorrenza esse•·e adibili pt•evio un semplice ed e conomico adaLLamonlo. Tale organizzazione sa••ebbe di sen~ibile risparO'lio pe1· lo S talo, assicurerebbe nel miglio•· modo lo sgombero dei ferili, a molli dei quali spes~o riescono di danno la polvere e le scosse delle fe•·rovie; ed ollr~ a ciò pe1·melterebbe la sommin istt-azione di afl alLo vitto, il vantaggio di medicazioni rego· lari, e l'u<>o dt un !ello da cui i feriti non ver rebber o più tolti che al momento di essere ricovPI'ali io luogo di cura definili \·a.
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La aouola d1 Monaoo e la •ouola d1 Berlino. - Dt.:CLAux. Rivista critica. Annales de l'inslitut Pasteur. - Maggio 1890. È un argomento d'igiene assai importante quello di esaminare in modo particolareggiato la dollr ina eliologica cho }lorla il nome ù1 P eLlenkofer e la dottrina rivale innalzata dalla scuola di Berlino. Si Lratla di una quislione che ha mollo appassionato gli spiriti in Germania. Ma a quale delle due leot·ie si deve credere? Alla Gmnclzoassertheorie (1) o alla 1'rink.wassertheorie (2) 1 L'interesse della discussione non deriva l:;Olo dal fallo che le scuole rivali di Monaco e di Berlino sono capitanale da ~cienziati di fama mondiale ma anche e più da '{uello che in fine dei conti si tratta sempre della lolla tra il passato cd il presente, tr·a ciò che i "ecchi si ostinano a chiamare antica merlicina, senza pensat•e che i;pesso non ò piil antica di loro, eò i giovani chiamano medicina nuoca !"enza rifleUere che lo s viluppo di una scienza qualsia~i é il m;ul· lato di fioriture successive non gia òi piantagioni conttnuameole rinnovate. Tuttavia nel caso nostro la novrlà vera consis te nella dottrina parassilaria, che è stata il punto di origine di la o le scoperte e di la n le esperienze, onde le si puo perdonare di aver tentato di essere esclusiva e di voler• oc· cupare un terreno che si é creduto capace di fccondat·e òa sè sola. Alla questione della teoria si è poi mescolata anche una questione di pratica e fot•se ciò ha reso maggiot•mente aspra (l) Teorl~ deU'acqun so tterranea. (t) Teoria dcll'acf(lHL notahile.
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la discussione. La dollrina che aLLI'ibuiscc le malattie microbiche alla diffusione dei germi per mezzo delle acque potabili è semplice, nella, precisa nelle sue indicazioni e per conseguenza ancho nei I'IUOi metodi protìlaLLici. Essa ci addita il nemico, c'in<~egna a conoscerlo descrivendo la sua fisiologia, e ci melle nello mig liori condizioui pet· colpirlo. Tutl'allra cosa è la doUrina di PeLLenkofer che accusando delle influenze Yaghe di tempo e di luo~o e facendo dipendere da una quantilil ùi fattori lo sviluppo di un caso isolato o di una epidemia, ci lascia ad un tempo •gnoranti delle varie sorgonli di pericolo e spaventati della loro mo1Liludine. La Trin· lacassertheorie è atttva; mentre la Grundtoassertheorie, ~i voglia o no, è passiva, ed è appunto ctò che forma la sua debolezza di fronte alle esigenze della moderna igiene. La quistiooe è di sapere se la scuola di Berlino che va così di r itta al suo scopo sia Abbastanza circol'lpelta nel suo camm ino. Per eonlo nostro, onde acquis!.are in proposito una esalta opinione, l'i ba!'ta e~aminare la teot·ia di Pellenkofer dalle sue origini non riguat•do nlle lrasrot'mazioni che ba subllo, ma all'ordine logico delle sue idee il quale entro certi limiti è in r·apporto col suo sviluppo s torico. 1!: lo studio del colera che ha segnato l'inizio della teoria di Peltenkofc r e che anche dopo è rimasto il suo terreno di predilezione. Se di falli vi è una ma luttia, la cui etiologia tiene assolutamente a condizioni di tempo e di luogo essa è pre· ci1>amento il colera , che oltre all'essere endemico in certe regioni, pr~seula dei repentini risvegli e dei periodi di Lreguo più o meno prolungati. Esso l> in intima relazione del teoapi e (lei luoghi anche quando abbandona le sue regioni origmarie; preferisco certe s tag ioni e non le stesse in tutti i luoghi; e di piu io una medesima conlt·ada esso rispetta una tal parte, una tale cittA, mentre ne devasta un'altra . Questa specie d'inondazione non copre tutto il territorio; ha le sue isole che restano immuni ed i suoi bassi fondi ovo si accumulano i di!'lastri. A cb e cosa può es~ere legata tale localizzazione nel tempo e nello spazio? L'India è troppo lontana ed il suo clima
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li!VISTA
troppo poco conosciuto per poter ragionare a distanza su di essa; ma fìn dalle prime apparizioni del colera in Europa si era creduto di scorgere delle relazioni tra l'epidemia ed il regime delle acque. Si era riconosciuta l'immunita tls certe localiL& poste su grandi rocce, e la violenza della malattia in certe altre situate sopra slrali pot·osi o su Lt~rreni alluvionali che coprono cerle vallate lungo i cor::<i d'acqua. Ciascuno spiegava a modo suo rJuesli rapporti di coinciùeuza, e le teorie emt>s!:'e al riguardo sono oramai dimenticale. Se quella di Pell.enkofer ha sopravvisl'ulo è pr·ima di tollo per la 11uanlilà di documcnli ùi cui é csrcondata, per l'utgegno e l'attività prodigiosa con cui il suo autore l'ho prolella e modificata secondo il bisogno, ed in secondo luogo, bisogna dirlo, perché essa si presentava n1eno semplice delle altre, metteva in campo unu spiegazione più complessa piu in armonia con la complessità stess&. dei fenomeni, pil1 cla«tica e capace di piegarsi, :;enza infrangersi, a norma dei contorni in appareoza capl'icciosi delle coso. La citta di Monaco è dotata di una polente raldA acquea soll~rranee, le cui variazioni di livello erano costantemente notate nei numerosi pozzi della cilla. L'epidemia del JKJ4 a Monaco e quella del Us>5 a Zurigo erano stato precedute da un non meno rilevonLe abbassotneuLo della medesima. lo nou so, diceva allora Peltenkofet• quale sia la causa drllo sviluppo della malallio, ma credo di polerla ronnoclare ai falli da me rilevati csrca la variazione di livello della ralda dei pozzi. Io prendo inolLre come argomento in fRvot·e della mia teoria tutto ciò che si é pubblicato sull'infiuenzn dei terr eni porosi o sull'azione delle acque sollcrranec. Aggiunge• solamentP che non é il grt\dO di prol'ondila di queste acque, che non è la pos·osil.il del suolo che entr ino in azione ::eparatamenle. Sono le relazioni variabili tra il suolo pot·oso e l'acqua i veri fattori del fenomeno. Le variazioni di li\'ello inOuiscono nel senso di permette l'e al le acque sotter ..anee d'ioflltrare il suolo e di ritirarseno !asciandolo umit!o; ed è a ppunto quando é sufficientemente umettato cbe esso dh·enla pericoloso. La soverchia secchezza nuoce come è 11 caso delle regioni dell'India supet·iot•e, di Lahore, o ve il colera coinctde
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con la stagione delle piogge; nuoce anch.a recce!"siva umidità, ed è cosi che a Culcutta il colera si risveglia in prima vera quando le piogge sono rare. A Bombay, ove il climu é m edio e più variabile, il colera talvolla si manifesta nell'inverno talvolta in primavera secondo la casuale distribuzioot• della pioggia o del bel tempo, e le ineguaglianze nel g rado cli umidilù degli strati su cui sono edificale le abitazioni degli uomini. Basta questa breve r~posizione per vedere che il rondam euto della dott1•ina e il famoM: JlOSt ltoc, ergo propter hoc che ha gia giuocato tanti brulli tiri agli storici, ai filo!>ofì, a gli economisti, ligli scienziaLi, inRomrna a tulll quelli che ra~ionauo. Il campo di questo modo tli l'agionare è infatti illimitato. Vi <'• per esempio progressione uei pubblici affal'l e progressione anche nel numero degli alienati; ma esi~le rt·lazione tra questi olue fulli? Si deve cre.lere che molti cervelli si smar1·isr.anv perc·hb le preoccupazioni della vita sono ùivennle più ~n·avi? Si deve pensare al conlrui'Ìo che gll niTal'i pubblici aume.ulano perclu'> le persone di senno diminuiscono? Lt> olue l<' si sono ~>gnalmen te $O~lt>nibili e per cia~cuna di esse si polrebbt' faro sfo~gio di unn serie eli argomenti allo Sro(ft perchè non vi sono follie che si sottraggano ad una logica intr>rp•·elazione quando si adotti questa manier a di •·ag:iono•·e; tnfl ò evidente che s i dovl'ebbe dillidare dci sosleuilori di 111obo le dottrine. BI!!Ogna dire d'altra partP cht> lutli ttuesli a•·gomt'nli, appartenc•ndo alla statistica, non hanno alcun valorr; uou sono argomen ti scientifici. Ln slal.isttca ò un mezzo di ricerca non un mezzo di dimost•·aziont". Essa , quondo sia ben falla , può mettere sulla via dello cause, ma non iscop1·ire le cause essa stessa. E come lo polrebbe ~ Il ~uo compito è quello di fare delle cifm con dei fatti, di trasformare delle col'o concrete e complesse in uni\8 astralle; da lla qual cos& essu ricava il piD.Cel'e di applicare solennemente le pr·ime quattro regole dell'aritmetica. M o pe1· quanto faccia essa non r enderà giammai alle cifre la vita individuale di cui le lta spogliate; e il pericolo di err are, quando vogl1a trasferire nel dominio dei falli l'eali il ris ultato aslrallo dei suoi <:alcoli
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1UVISTA
1:1arf\ tanto maggior e por quanto essa avrà Lt·asformato in unità compa rabili le cose più disparate, ed avra in tal modo accr·esciula la thstanza tra la causa e l'effetto mentre si sforzava a im·e~ti~arne la rl'lazione. La toor·ia ùi Pettenkofor· si basava sopra un insieme di l'alli, di cui alcuni avevano potuto essere deLermioati sul luo~o mentre altri era no forniti ùalle relazioni dei viaggtatori. Evidentemente non Lutti •IUMti fatti sono degni della stessa Hc.lucia. Alcuni potevano es!\ere ~>Lati r·accolli da osservatori cosceoziosi, ma ignari di ciò che cominciamo a conoscere soltanto adosso cioe dcl!e relazioni fisiche del suolo con le acque sotlerraneç. Altri fatti potevano essere stati osservati da occhi competenti ma 1wevenuti, da spir iti preoccupati oiu un'idea procouceLta. Non lutto può diventar cil't·a per uno slali!:;Lico convinto; e se è troppo convinto elimina certi talli chi' ~-tiudica sospelli, ed ecco che dtvenla sospetto egli ste3so. Inlino Lutti quof:lli fatti così disparati non erano esaminati che da un solo THtnt(J di vista, quello dc i loro rapporti con le acqU/1 sollel'l'f\llea. Ma nuziLutlo vi c r« acqua sotterranea in lutti i punli ovc scopptavono delle epidemie di colera l È questo un punto della que-;Lione sul 'JUale fin dal J855 si sono l'alle delle riset·vo. P oi quale relazione potevano avere lro l oro due falli in apparenza cosi lontani, cosi disparati, come ti livello delle aCI}ue ~ollerr·anee, e lo sviluppo di una malallta epidemica ( E tuttavia necessario dire snbi o ch'e questa questione tli rcluzione genetica, che sembra cosi naturale con le no~lra ideo alluali, lo e ra mollo meno per P eltenkol'er ed i suoi contemporaner di lrent'auni or sono. Allora lo sviluppo Ili un'~pidemia <'ra tlltribuilo ~:~i miasmi, a rruelle sostanze irnpalpubili libraio nell'ar·ia (' capaci di agire contemporaneamente c:opra intere popolazioni. Ammesso questo concetto, lo relazioni della malattia col livello delle aCijUe pr·ofonde non pt·c~entavano piu nulla di specialmente misterioso. Le variazioni dì livello de lIn fald a sotterranea influivano mercé l'inumi· dirnoulo dello ~>oslanze e dei detr·iti organici accumulati negli str·alt s uperficiali del suolo. Dalle decomposizioni poi risultanti dal contatto dell'acqua t·imasla nel terreno coll'aria pc-
1609 netratavi pet· effetto doll'abbassamento di livello della falda, derivavauo dei gas, delle sostanze volatili, dei miasmi pestilenziali 10 tutta la regione sottoposta a questo cambiamento di r•egime. Ma gia nel 1854 l'antico concello del miasma non P I'O piu bastevole , e si sapeva che se vi sono dell e malattie che possono sorgere senza causa apparente in individui che non hanno rn ppor·ta tra IMo, come so l'aria slessa rosse l'agente morhigeno, ve ue lòOno però a!Lre capaci eli asc;umer e al pa1•i dì quelle il carattere di malattie opidemichf' e che t'ipelono la loro origine dal precedenle contatto d1 un malato. Conservando alle prime il nome di malattie miasmatiche furono chiamale le seconde malattie contagiose; e siccome quPs ta divic:iooc troppo determinala non poteva b11slare ad abbracciare Lutti i casi, furono immaginnte ancho le malattio contagioso-miasmalicha P mìasmatico- contagio!'e. Pau tar·di poi si era trovato fra tulLi questi gruppi un car•Allere comune, cioè che l o svolgimento della malattia avveniva come una fermentazione, onde il nome di mnlallie-~imolichc. Si era visto anche che l e malattie piìt nettamente miasroatiche potevano diventare conLag-10se e viceversa. Per tornar e al colera, i ~or·mi di un colora nuc,vo OJ•ano contenuti certtnn enle nelle deiezioni di un coleroso, al modo stesso che i germi di un vaiuolo lo erano nelle cr·osle dt un vatuoloso. Come conciliare queste idee, non ancora precisate dalla nozione dei microrganismi, con lo fm·mola etiologica di Pettenkofer, che considerava soltanto lo relazi oni cornunr tra il suolo e l 'acqua. Non importa! r ispondeH vivacemente questo scienziato cnn vinto della r ealtò delle cose. Ci bastet•à di ammetler·e che pel colern il germe contenuto nell e deiezioni colericlw lasci il cor po del malato allo stato inoll'ensivo e r he, per r ip:gliare la !':ua Yit•ulenza, per poter infeLiare un nuov•t individuo abbia bisog'no di compiere una nuova fase della sua esistenza fu ori dell'uomo, in un mezzo appt•opriato. E questo mezzo é ~ornito appunto dal suolo convenientemente inumidito, aerato e saturo d'immondizie. Spiego cosi come il colen1 sia di solilo miHsmatico e raramente cootasrioso; dit·emo se vi piace, che il suo germe é entogenu, chiameremo d'altra pot•te
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entogeni i germ1 morbo~i che possono subire la l or o maturatiooe completa nel corpo del malato, per modo da abbandonar!•> ùopo aver assunto il carattere della contagiositA. Infine chiamer emo an.figeni quei germi infettivi che potosono presenlar"i secondo i casi mia~matici o conlagio~i. Ed è così che, cedendo alla inesorabile necè"!':ilà di non separare, ne1 suoi concetti teorici, <ielle malattie che forma vano evidentemente un ~ruppo naturale, la dollrina etiologica di Petlcnkoff'l' abbandonava il suo terreno di ort~Xine, alla cui natura e~!'O aveva proporzionato le ~ut> ba!':i, per o·~cupat·ne altri meno ~tahilt,comc ha c.limoc;tr ato l'esperien1.a. L e obiezioni, atti'OI·a un po' esitanti e timide in principio, sonn poi divenute piu !'lerie e c;tl'in~enti a misura che le dottrine di Pastcur e c..li Koch gufldagnavano gli nnirni; ••.t intìne ~i ò impegnnlo in Gcrm!"lnia tt·a le due scuole t•ivoli la polemica che è tultora ardente. Non si può non riconoscere che la scuola di K och ha comincialo col dat·e dtJi lJuon i colpi. La vos.lrH teoria della malurtlzione dci germi nel suolo. ru detto a Pettenkofer, é pu· ramenle obbiellh•a. Voi nou ne avele forn1to alcuna prova, e nessuno dei 111icrorganismi palogeni che noi conoscevamo un poco ci offre alcun che di simile. Il germe del vaiuolo, della scarlallina, passa F:enza dubbio e direttamente da un individuo ad un altro, ed un solo malato può divenlat'e l'ori~ine diretta della epir!ernia ùi nna ca~a o di un conv1Llo. Pel carbonchio non solamente il micror~aoismo abbandona il corpo ùell'animale, che ha messo allo stato di virulenza, ma questa Yirulenza aumenta con i passaggi succes:::ivi &Ltraverso la stesc:a specre come nella :::etLicemia studiata da Cene, Feltz e Davaine. E vero clre il carbonchio semlwa avere t.ul\·olla un'origine tellurica, e che vi sono regioni pericolose pcl cal'bonchio come pel colera: e Yero anche che Koch Ila rtimosll·ato con quale meccanismo avviene la conservazione di urr germe virulento; ma altra cosa i· la possibilità che la spora !':i conservi nel suolo, e la n ccPssita che il bacillo pnssi pel suolo oncle acquistare la virulenza. Voi rispoudcrete, continuavano, che per 'lueste malattie il germe è endo{!eno o al più anflgeno; ma considel'iamo il
tifo che insieme col colera è il fondamento d~lla vostra ùottr·ioa. È vero che per queste due malallie noi non abbaamo potuto trovar e nei nostri tentativi d'inoculaziono clegli argomenti cosi dimostrativi come per le precedenti. Noi non sappiamo ancora inoculare con sicurezza né il tifo né il colera ad alcun animale; ma se noi non possiamo dinaostrorva su questo punto che uno dei vostri concetti non é el:alto, possiamo però almeno provarvi che altri sono falsi. Noi non neghiamo che i bacilli del colera e del tifo, come i ger·mi della peste e del mal r osso, possano esistere nel suolo. Ma voi ci accorderete iu compenso che lalvolla rJuesto conlatlo nel suolo è inutile e che vi sono dei casi di contagio diretto di colera e di Lifo. Tutto cìò non I'ÌI:.(uarJa il fondamento della dollrina percht> voi aggiungete, e que!llo i• il nodo (Iella quoslione, elle questo contatto diretto non può produrre che dei casi di contagio isolati ma giammai una esplosione epidemica. Ora come concepite voi ttuesto faLlo 1 Ecco un lert·ono che r acchiude una quanti tà pi1'1 o meno considerovole, o sopra una superficie tal volla enoa·me, dei germi divenuti tcmìbili per la lor·o permunenza JH•glt slrata len·estri; t'• da questo suolo che sì eltlvano ad un dnto momento le cause di malattia che colpiscono ad un lr•allo o in un breve periodo di tempo le popolazioni che lo abitano . .Ma noi ci fermiamo appunto su questo ri guardo e vi chiedanmo con qualrneccanismo si svolgono queste inOuenzo morbigene? Finché si trattava di miasmi !!assosi o volatili la cosa andavo assai bene per noi. Vogl allribuì il loro sprigionamonto dal suolo alle oscillazioni della pressione atmosferica; e si è potuto anche credere che fossero spin ti all'esterno dalla falda acquea soLLerr•anea innalzata di livello. Dopo la scope1·ta dei bacilli voi avete oaluralroente cr·eduto che lo $Lesso meccanismo potes!'e spinger., ruori del suolo e spandere nell'ar10 i germi morbigeni. Ma Naegeli, Pum polly, Renk, Miquel vi hanno èimoslrato che il passa~gio attraverso uno strato Ji terra umida é un filteamento che pro,·a una corren te diario invece di caricarla di microl'gan ismi. Ecco dunque un fullo che toglie valoro al vostro concello. È vero rhe quando il l er·r eno é secco la corrente d'aria pul') sottrargli un tenuis-
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~imo polviscolo che contenga dei ger mi; è vero anche clw, s,..nza corrente d'aria allr avorsante w1 let·reno, da que~lo pu6 eleva r~i una poi ver e la quale in~pi rata può riu~cir·e pericolo!:a. ma c:tPguiamo rtuesta poh·er e e vediamo ~e il ,.o . s lr o concetto che la considera come noci va corril'ponda ai fatti. Anzi lutto P necessario che i bacilli r esistano al dissecca mento. Or·a non \'i •·esistono Lulli con la ,:tes~>a facililù, e non si saprebbe spie~are pet· questa via la diffu!'ione tlt 11na epidemia dal suo l uogo ùi origine a grande di!,lanza, e ~li sbalzi prodigiosi che talvolta es!'O fa o sembra fure. Perlnnto noi r iconosciamo o. piuttosto dovremmo ricf•nosc,.,re t'Ile f'JU~"la obiezionE' non l•a ,·a!ore contro la l'fHegnzione da vni dala deliA e!:plosiono e~idt>mica. Tt•a i germi contenuti nPI suolo e gli uomini f'he ne abil auo la supel'llcic lA durnla della cli fhrsiope pun esser e mollo bt•eve pel'cltr-. il !ist~ecco meoto e la luce solare abbiano tempo d'intervenire. Ecco dunque. noi l'Arnmel limno, i vol'lri germi ''ivPnli e 'i1·uler.ti !>ospel"i n Pl l'ami. Come sono ingeriti? Vi é pl'ima •l'f'1!ni Allra la via dell' inalazione polmona r·e, ma a questa hi.,ngna 1·inunziare per molte ra gioni. Il colet•a ed il tifo presentano una localiu.aziont> ben nel!a nel cant~le inte!:lmale e non produconn mai lesioni caral!Pr islicbc nei poi· ml)ni. Questi, è vero , pos!>ono dAl' pa"saggio ai germ1 !:enza r eslarne attaccali; ma percl.u\ i ballerii palogeni possono arr•ivaro agl'intest ini, po!>sonùo per i polmoni, e almeno nPcessario che abbiano racoii.A di sOgf!ÌOt·nar e e di vivere nel sangue. Or a si sa che nel sangue non s.i riscontrAno ma•, neanche rruando la malattia è al snn apogeo. Dunque J'ipeliamo, brsogna rinunziat·e alla via pol monul'e. Osserviamo d'altronde che voi non avete fot'nito alcunA pr ova. c;perime1J tale di questo modo di penclr azione Jel colei'& P tlel tifo Le inl er esso nli ricer che del Buchner t•igun!'dano aHri micro•·f!&ni smi. ~on puo ncgarsi che i llermi inspir ati coll'aria pO!:'!<&nO essP r e trattenuti dalla ~stiva ed arrtvt1 r e con essa nello ~IO · macn e nelle aiLre vie di~es tive. M n vi é una barri era eò é l'acidtlà del succo gastrico. Quando Kocl< scoprr il hacillo
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del colera uno dei s uoi primi pensieri fu (JUello di vt>dere come si comportasse il bacillo nello stomaco: vi per isce a termine di un tempo assai bre ve. Voi ci direte e ci avete detto che lo stomaco non è sempre acido, che puo essera ammalalo, debilitato da un catarro, da un vizio di r egime alimentare. Ma da una parLe ecco dei nuovi elementi che voi intr•oduce te nel vostro concello pet' tt1pp11re i buchi che vi producono i nostri argomenti, e iall'allra voi non dimenti cale che la cosa di cui noi cer ch iamo di renderei conto è la diffusione di una apidemia con tollo ciò che questa parola ra cchiudo di generale ed indipendente dai casi pat'ticolari e dalle varia zioni individuali. Ecco dunque chiuse Lut.le le vie c he possono pet·meLtere ai bacilli del colera e del lifo, passaLi òal s~lo nell'ar ia, d"invatl ~re e pidemicamente la popolazione che subisce la lor.> in fluenza. Notate, agg!ungono con molta r agione i partigiani della scuola di Bet•lino, che, lt'ascinati dalle vostre idee teoriche ed obbedendo non gia alla logica assoluta ma a quella pa rtico l t:~re dei vos l.ri concetti, yoi o rigor e accettereste la penetrazione dei get·mi mejianle la saliva, ma voi vi rifiutate alta penetrazione per la via del nutrim~::nto e sopt•atullo per quella delle acque potabili. che noi consideriamo invece come la più naturale e ad un tempo la più pericolosa. E io questa affermazione a cui a llfl loro volLa ci attaccavano i partigiani dell'idea di Petlenkofet· che la discussione è ricomincia ta con nuovo vigor e. Quando aoi in altra ocr..asione studiando il mecr-anismo di formazione Jella falda a cquea sotLet•ranea vedemmo i rappot•ti di ques ta coi .fiumi e le sorgenti, la sua possibili La di inquinarsi in contatto delle materie organiche in fermentazione o in decomposizione e la possibilità d'a!lra parte che i mict·or ganis mi in e!sa penetrati vi vivano e vi du!'ino, noi conchiudemmo che in via generale non eravamo assolutamen te d'accol'dOné colle prete&e iniziali della scuola di Berlino nè colle obbiezioni della scuola tli l\l onaco. Ed il nostro ragionamento può or a essere rit\SsurtLo nelle seguenti proposizioui : L e acque che sono st-ate trallenule o sono torse per qualche tempo nello spessore dì un terreno sono ordinariamente
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prive di germi anche quando sì esaminano a piccola profondità (ciò però sia dello coo ogni riserva dopo il notevole lavor o del IIino{2'rat!sky). Ma lutl.av•a delle acf!ue anche profondo pOS$Ono La l volta contenerne: luUo dipende dalla natura dei1rnaler i ali costitutivi del suolo, dalla sua costituzione ~eolo gica e dallo capacitA delle fessure o degli intersl1zi lacunari entt·o cui cirrola l'acl"jua. Non i• gia soltanto col flltrarnenlo attraverso ::tli ::;~ rali del suolo che un'acqua carica dj germi poc:sa sbarnzzar::ene. Ec:c:a se ne libera anche quando scorr e alla supel'flcie. La tendanza alla puriRcazione è continua, ma IJUCsla si compie con mecrani<>mi assai diversi. Vi è In rormazione dei depositi che lr·ascinano al fondo i germi sospesi nell'acqua ; vi ò l'azione dell'ossigeno e della luce; vi é la concorrenza vitale tra le \'arie specie ùi microbii, e vi è in· flne la l e~ge naturale dello mo1·te di tutto cio che vive. Questa l egge di distruzione colpisctl egualmente i micror~ani~mi c<>tnuni dell'ac!JUtl e quelli palogeni elle essa put'> volla a volla contcne1'e. Ma anche a questo proposito non esi!"lono nozioni assolute che sufl't'aghioo in modo esclusivo l 'una o l'oJLr•a doltl'ina. ~on l• esaLto che i microrgonismi patogeni periscano co;;i rapidamente nell'acqua da divenire incapaci di produrre un'epidemia, come non é esatto che acquistino durabilità quando vi siano penetrati. Se non vi sono conclusioni assolute per ciò che concerne le ac!Jue superficiali, non ,.e ne sono ne.anche ri_!tuarJo alla a~que profonde. ~ i eole dimostra cho la falda acquea sotlel·ran ea possa portore alln superficie i micr·organisroi patog··ni della profondità ed agire COSI nel senso delle vedute della scuola di M onaco. Niente prova d'allra parte che esso noo possa ra,•orire le localizzazioni e creare ju singoli puoU Jelle condiz1oni p1•opi1.ie alla coltura o allo sviluppo di certi gcr·mi palogeni, ed avere cosi l'importanza etiologica che le è con· testata dalla f"cuola di Be1•1ino. Dal momento che mancano l e conclusioni d'indole generale non si pote,·a ricorrere che all'esame dei casi particol ari. Ed n quosLo non mancò 11é l'una scuola nell' a!Lra · Le statistiche si sono accumulate sulle statistiche. Tanto pel col era che pol lifo lo scuoln di Monaco ha raccolto i dati delle
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epidem!c in luLle le parti del mondo, le curve desllnell' a stubihre la coincidenza tra il livello più elevato della mot•bosilà o Jella mortalità ed il lh·ello ptù bas:;o delle acqtw sotterranee. La scuola di Berlino ha molliplicalo da pat·Le sua le tabelle dimoslr·ative della decrescenza della morLalilu in una ciltlt a misura che questa ..;vrluppa va la sua ranaliz· zattone di ac•1ue pure ed il suo sistema di fogne. Anch'es,;a hn raccolto i suoi dal! su tultu al globo e citati a centinaia i casi in cui hacretlulodi poter incolpare Je acque potabili. l n lnghillerra, in Francia non si é restati indiflèr enti a truesto gr•antle movimento, e si è cosi elevalo un ediClzio di cospicue dimensioni ma che è un ver·o labtrinlo. Noi ci guarderemo bene dall'enLrar,·i per tema di non polcrne uc.c:il·e. Noi c·et·cbiamo delle verilil scienlit1che e, come abbiamo dello più sopt·a, la statistica può meLLerci sulla vta tli scoprirue ma non fot•nircene essa stessa, sopra tutto quundo (J t:osì cieco e così appassionata come si è dim0!3lrata uppuoto nt>llo studio c:i queste •ruislioui. Basterà qualche citazione per giuc;tilìcare questo appt·cnarnento. Nu:nte, pet· t>sempio, è più ovvio di r[ucslo ragiona· mento. Ecco una cillé che dal tale al tale anno lta t•iformnLo la sua canalizzazione per le acque, t•inunzialo ai fluo i pozzi ocr; essa si è prov\'eduta di acque di florgenti, ~ da quel mo· mento la 1110rlalità per tifo f> in diminuzione. E il posi hoe ergo propter l!oc che abbiamo gia citato innanzi, e che non vale meglio in questa cit•coslauza che in altra. Si a vt'ebbe il diritto di raunodar l'uno all'altro i due cangiarnenll sopra~tgiunli c;e essi foc;sero i soli compiuti nel çel'iodo dalo . .Ma vi sorto ben allre lrasformaziont avvenuto nella dllà contemporaneamente alla canalizzazione dolle acque potabili Migliorando tl t·egime delle aCf1ue :;i migliora in generale il sistema delle fugoaturc. Durante il periodo rnollo lungo abbraccialo dalle st.atistiche, sono uv\'enute nel benessere degli abitanti e nelle opere edilizie molle modint:azioni1 alle quali si potrebbe con ugual dritto che alle introduzioni delle ac({ue più put·e attt•ibuir1:1 la dec rescenza della mortalità. Spesso la determinazione di ((uesti grandi lavori si fa dopo una g rave c piùemia 'la quale ha tollo di mezzo tutti gl'individui deboli
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ed ba lasciato gli allri piu o meno vaccinati. U miglioramento che si osserva in questi casi può essere attribuito tanto al ratto del cangiamento della popolazione che a quello del cangiamento delle acque. Questo dubbio gener a le, elevato non sulla conclusione ma sul valore stesso della prova, diviene ancora più imperioso quando si entra nei particolari e quando si vede che ttuesta diminuzione di mortalità é delle più irregolar i e risulta piul· tosto da una media che dalle cifre individuali dei dive•·si twni. OL'a in simile argomento una mediti é una pura Auzione, una maniera d'ìpnotizzal'e s e stessi e altrui, ed i parLigiam di Pettenkofer avreJJber o poluto facilmente distrugger e questi argomenti se non li avessero adoperati aiLra volla essi medesimi. Un altro argomento dei partigiani della trasmissione per le vie delle acque potabili é stato spesso il seguenle: Ecco l'acqua di una sorgente, di un pozzo dì una canalizzazione inquinata che ha dato il colera o il tifo ad una gran pat·le delle persone che ne. hanno u~>ato . La prova é che la malattia si è arrestata appena cessalo l'uso ùi tale acqua. P er l'epidemia coleri::a sviluppatasi intorno alla famosa pompa di Broadstreel a Londra, nel 1854, per l'epidemia di tiro nell'orfano· trofio di Halle ne l 1871, la tlne dell'epidemia segui pure immediatamente alla soppressione dell'acqua sospeLla. Ecco l'argomento; ma chi vuoi troppo provare non prova n ulla. Come, nou vi è neppure un periodo d'i ncubazione l Ed allora come si spiega che il tiJo impiega cit•ca H giot'ni pet• manif~starsi; si é potuto dunque bet·e di quest'acqua sospetta per l4 giorni senza a veree danno ? È vero che in un allt•o caso, a Caterham, come per bilanciare la partita, è decorso un anno tra il momento in c ui un'acqua è s tata con· ta minata da lle deiezioni di un tifoso e quello della comparsa del tifo tra le persone che la bevevano. Si capisce facilmente che non occorrerebber o molti at•gomenti di questa fot•za per· render e la teoria che se ne vale degna dei rimpr ovet·i dì P ellenkofer: oscurità ed arbitrio l Unklarheii und TVillkii.hr ! Non si può dunque n ulla ottener d da lla statistica ?. Ta le però non era la preLesa della scuola di Peltenkofel' che pure
1617 l'adope1·ava. EiiSa a'·eva bene la convinzione ùi poter c:oslenere con pruvP solide il fallo. più volle ripetuto, di una Ct>mcidenza tra l'abbassamento del li vello t! elle acque sottet'l'(lllee e l'elevazione del livello della morbo!';ité s della mortalità per li l'o. Una o due coincidenze non significando nulla, molle invece avrebbero avuto valore. Si può al conlt'ario sostenere che per islabilire una relazione Lr3 due fatti cosi disparati come lo sviluppo di una malalliu e le var•iazioni di liv~:llo delle acque sollerraner, e pet• assicura1·e la completa eliminazione, riguardo al ris ullato. dei numerosi e S\ariali ingrart ~,ggi che s'iuterpongono ratalmenlP- lro queste due influenze occorrerebbe che lu coincidenza non fosse sollanlo rref}uenle ma che si verìficas~e sempre. seoza di che non si t: autorizzalr a dire di aver trova lo i1 nesc:o tra causa ed efft~Llo. Ora questa coinciden7.a non è costante come r:sulta da recenti lavori di qualcuno degli stessi allievi del Pettenl<ofer, dalla memoria del dotlor P orl sul tifo nelle case1·me di Monaco e dalle ricr>rche comparative di SoykR sul decorso della stessa malattia in clivcrl'e cittit. Qwmdo si leggono rrue<~li lavori senza pr·rconcelli di scuola si vede che essi non lasciano, per co~l tlire, nulla in piedi tlelle antiche coincidenze su cui la teoria di Pettenkofer avPva ~ittato le prime fondamentA. Se Aggiungialllo 0 1'8 per terminare lo s tudio di r1uesto melodo di ric'3rche, che lutle le volle che s i è voluto scrutat·e la questione più ùo vicino e tr•ovare il microrganismo del tifo in un'acqua o in generale in una bevanda resa sospet'a do u no studio ~latistico , non si t> mai trovato il bacillo che quando il tifo ot•a gia Moppialo o anche gia scomparso, e geperalmeole in tali condizioni che si poleva legillimamenle chiedere se esso era passato dall'acqua al malato o da questo a rJuella, bisogne rà conchiudere c he questo studio dei fatti parltcolari, ud onta di lulla l'Avvedutezza con cui ha potuto esser condotto, non ha frullato 3lcun elemento serio di convinzione, alcuno dt quelle prove innanzi a cui gli !<piriti pio ribelli sono ol)bligati ad inchinargi. Sarebbe tuttavia ing-iusto non tener conto di questo consider evole assieme di lavori; ma diciamo insomma che essi
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sono piu favor evoli alla Trinktoastsertheorie che alla teor1a rivale. Vi si trovano degli esempi che riuniscono un lalnuwero di elcmeuli di convmzione da t~stare ostmatAmeule nella rnemoria. Ciascuno può scegliere i suor secondo l'inclinazione del suo spir ito. Quando si vede, per esempio. l'insotger~ del tifo a Vienna, nel 1 77, ner soh quat·ti~ri in cur la mancanza di acqua di sorgente aveva r eso nece~~aria la distribuzione dell'ucqua Jel Danubro; quando, pet Parigr, ove Chanlemesse ha studiato accuratamente la queshone, !'i vede una p~ecola epidemia ùi l rfo coruincia.re con regolal'ittt dopo il periodo d'incubazione normale, nei IJuartieri m cui in via provvisorra si distribuisca acqua dt Ifa Senna; q11ando iuflne ~i considera il numero considerevole di ca,..i in cui lu Ruper flcie dr eApanRione della mal attia corrispòrrde quasr el'altaruenlt~ aUa ,..uperricie di distribuzione di unu mede:;ima acqua. è ben dif'llcil e non atlribuh·e alle acque potabili una azionP cosptcua neJia diffusione di certe malalli-9 e non dar· ragione allu scuola di Berliuu conlt•o quella ùi Mona~o. Questa l'ha bene joleso, c nelle sue r ecenti pubblicazioni, par ticol armente ueJ suo ultimo lavoro sullo stato alLuale della quistione del colet·a, Peltenkofer, il llUBle ò sempre rim asto sulla breccia senza smettere né il suo ardore nr> la ~ua ''1goria, è stato obbligttLO ad abbandonare i punti più minacciati Non st tratta più della falda acquea sotlel'I'Soea che come Iii un mez1.o per mantenere nel suolo un cerlo grndo di urnidilt'.t. Egli ha limidarneole accetlala l'nziouP allribuito alle acque potabili, ma consitler·andole però come facenti parte, al modo sl easo del suolo. di quelle circostan::e locali che, ser·oudo lui, sono necessar ie per confer re Ad tnr germe 11 suo poter e epidemico. Si1I1.1Lie circosLanze locali, combinando~i con le condizioni di tempo (Or L unù ZeiL) decrdono della sorte rlel germe. Esse sono cosi importanti da sorpassare LutLe l e allre, e bisogntt ri cor1'er vi assai più che ai m icror ganismi quando si vogha attuare una ser·ia profllnssi. Lasciando da pa1·Le l a for ma un po' esclusiva r•he da alln sua optnione quando l'annunzia in modo dottrinale, si vede che PeLLenkofer t·esta fedele alla sua anLicn idea; che cioe lo sviluppo di una epidemia coler ica sia dovuto a condizioni
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di lempo e di luogo, e che il bacillo non ~ tutto nelia etiologia. Come! dice ~gli con r agione: voi stentate a produrre il colera in un anima te col vo.stro bacillo virgola, voi siete costretti a neutralizzare l'acidità del succo gastrico col bicarbonaLo di soda, a sopprimere la reazione intestinale coll'oppio, ed ammettete poi con Lanta facilità l'iniezione della specie uma na mediante le acque in cui i bacilli sono per lu meno molLo rari percbè uon siete mai rwsciti a vederli. Di più queste acque nor1 infettano tutli. La tale citta è infetta pel't.:hé , dite voi, beYe l'acqua di un tlume; la tale allea messa a valle della con ente, che riceve le medesime acque della pt·ima ma inquinate dideiezioni, resta immune. Ancora: l'epidemia si arresta ed è allora che voi lrovaLe, come è ac· caduto a Calcutta, il bacillo del colera nelle acque di cui la popolazione ha continuat0 a fare uso. Tutto ciò non espt•imc forse che il bacillo non può nulla da solo, che es8o deve ricevere aiuLo dall'esterno, e che pee conseguenza la mia teoria, per inùeterminata che sia nelle sue affermazioni, ò più comprensiva e più couforme ai fatLi ris!JelLo alla vostra ? Si può contestare il valore incli viduale ili qualcuno di questi at·gomen Li, Lutto si può contestare; ma non !!>i può a meno di riconoscere che essi sono e~alti nel loro insieme e che la teor ia parassilaria dol colera non ha ancora messo in gt'ado l'etiologia di render conto di tuttP. le particolarità t·elative all'evoluzione di questo mala ttia; deve però arrivarvi s icut•amente, e ciò che lo prova si è che essa ha già COlnincialo, e che in un 1·ecente lavoro Hueppe s tabiìisce ka le due teorie rivali un terreno d'in~esa in cui ciascuno di loro contribuirà con la parte di vero che r acchiude. L'iJea madre di Hueppe è che il bacillo del colera, come la più parte dei balLerii paLogeni, possa vivere allo st-ato saprotltico che il suo stato patogeno sia uno stato di adattam en to, e che per conseguenza a priori LuLLi abbiano r agione sia quelli che ammettono il trasporto del batter io da animale ad a nimale, sia quelli che attribuiscono un'importanza etioJogi ca~ al s uolo ed al clima. C. Ft·ankel ha dimostrato che il bacillo del colera può Lro·
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varsi negli slrali superficiali del suolo, i soli che siano ir1 quislione, date le necessarie condizioni di temperaluJ'a. Schottelius e Gruber han falto vedere dal canto loro che esso è capace di r esistere alla concorrenza vitale degli altri sapt·ofiti. Egli é vero che la sostanza alimentare che vi trova é ben lontana dall'essere così abbondante come quella di cui sembra aver bisogno nell'intestino, ma si sa da lungo tempo che le specie le quali riuniscono la qualilA di essere aerobiche ed anaerobiche, come illieviLo di birra, possono accontentarsi, nella loro vita aet•obica, di alimenti i quali uon basterebbero alla loro esistenza anaerobica. È cosi che il lievito di birra consuma in contatto dell'at•ia lo zucchero di latte, la glicet•ina, la mannite, ecc., sostanze che tuttavia no11 sono capaci ' di fermentare !!otto la sua influenza. Lo stesso avviene, secondo ·wood e Holschewnikoff, pel bacillo-vii·gola collivato all'aria : asso si sviluppa solto forma di sottili membrane di una vitalità grandissima e ben poco esigenti per le loro condizioni d'fllimentazione. La resistenza ùi cui sono dotati in quesLB particolari condizioni di cultura si esplica in varie forme. Soppm·tano meglio il disseccamento sia che assumano la forma di SI'Lrot:pot•e sia quelle di zooglee. Sopportano meglio anche la putrefazione e la concorrenza delle specie ' 'icine. lo fine sono più resistenti ai reugenti chimici c s pecialmente possono vivere in presenza di dosi dtacidi che non tollererebbero nella loro vita anaerobica. Hueppe aggiunge che in questo modo di coltura essi sono rneuo virulenti o piuttosto che secernooo 1neno di quelle sostanze tossiche che li r endono così pet·icolosi nel canale intestinale. Su questo punto egli non é d'accordo con Galame1a il quale trova tanto pel baclilo dPL colera quanto pel oibrio Metchnikooi, che le culture più tossiche sono precisamente quelle in cui il bacillo si é sviluppato sotto forma di membrane superficiali; ma forse queste differenze si rannodano a differem~e nella quantità di aria messa a disposizione della membrana nei due modi di cultUI·a impiegati da quegli scienziati. Se lutle le culture p rotelle dal contatto dell'aria si rassomigliano, non è altreHanlo per le culture a contatto delraria,
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la quale può rinnovarsi più o meno facilmente secondo i casi. Del r esto questa quisliooe ha poca importanza per i pr esenti noslri ragionamenti. Dai fatti suesposti si r icava la conclus ione che il bacillo del coler a che ha dimorato nel suolo per avervi trovate localmente le condizioni propizie di sviluppo, può uscirne non già maturato, come pensa Pellenkofer, ma più fot·te, più valido, più capace di resistere all'azione del succo gastrico se in un modo qualunque arriva nel lo s tomaco; esso dunque può raggiungere le vie inteslinali nello s tato vivente, e se queste vie, r.ome è opinione della scuola di Koch, rappresentano il suo terreno di predilezione, vi si sviluppa e produce le sostanze tossiche che conferiscono alla malattia il suo caratter e pericoloso. Al contrario esso riprende in questa vit.a anaerobica tut.la la fragilità prirn.itiva, e quando è emess o colle deiezioni del malato, ha cessato rl i essere infettante fino a che non abbia sub'tto una o più. culture nuove in contatto dell'aria sulle biancherie del malato o negli stra ti del suolo. È qui che noi troviamo le cond.izioni etio logiche ravvisate dalla scuola di Monaco, ed in particolar modo l'ufficio della falda acquea sotterranea. «Ecco, dice Hueppe, i nostri germi arrivali nel suolo al loro stalo di massima fi•agililà. Se vi trovano molla umidila, cioè poca aria e poco ossigeno, essi periscono. Se l'ada e l'acqua sono scarse, e·sai vivono di una vita aerobica a spese delle sostanze che vi trovano. Cio avviene tanto più s icuram Pnte quanto i germi sono dotali di maggiol'e resistenza. L' abb,al;samento del livello delle acque sotterranee permette cosi ai germi degli strati superfic iali di moltiplicarsi e di acquistare il loro più allo grado <li resistenza. Ecco dunque r ealizzate le condizioni preparatorie del l 'e~plosione miasmiatica di una ep)demia di colera. Abbiamo visto più sopra come allora si produce o a lmeno si può pr odurre l'infezione, ma prima di ogni infezione o di ogni epidemia necessita che un numero sufficiente di germi infetti vi e abbastanza resistenti esistano o pos:;ano formar·s~.
" Se questi germi del suolo sono colpiti da una elevazione <ielle acque sottet·ranee cioè da un aumento dell'umidità negli
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s trati super ficia li, la loro mo ltiplicazione ~i arresta pe1· dreno della d1minuzione o della soppressione dcll"aria ed ess1 pOS\.iono in t.al caso, secondo il g rado della la1'0 roeisl.. nza persistere o morire. L'epidemia si spegne allora per mancanza di materia infeLtiva, ovvero tace per r imanife;.Larsi più tardi. Da fJUes te variazioni nelle condizioni di c;viluppo possono r isul tare nei ballerii quelle v11 riazioni di virulem:a co~l importa nti per ispiegare il genio epidemico del colera. • Tale i> il concello •li Hueppe. Come si vedt> es::o r• largo e cornpren~i,·o. F or se però in rtue~to vasto quedro vi ~OI'à 1ualche punto da ritoccare. La l<Oia cosa .legna di e"!.'e1·e notata si è che siffaLto concolLo ce1·ca e trov.fl, in unr> s tudio piu profondo delle proprietà biologiche del bncillo, la o:;piegazione dei falli et io l o~ici più controversi d'una malallia il cui carattere mia::mi a~ico St>mhrava aver lo assegnalo 1111 po8LO speciale. Es'"a era divenuta il campo chiuso della teoria di P eltenkofor ed ecco che il bollario trionfa: è da OS!'O rheemansno tutle le ,·ariazioni etiologiche della malallia. Ma Pettenkofer ha a vuto ben ra ~ione di difender si pet•cl1é egli ci ho in~t>gnato, o meglio ci ha rammentato, unn ,·crilA che è proclamata dall'antica medicina e che i moderni contagio· nic:ti tendevano a porrP. in di menticanza, cioù che accan to alla pia nta vi è il te rreno: accanll) al bacillo Il suolo con le sue cond izioni s i variabili di natut·a, o l'onimale colle sue condizioni d1 r eceltività cos1 mutabili. Noi conosciamo de!IP. malallie in cui il butlerio é !.'ovrano e lt'ionl'a <la Eolo di lulli ~li os~coli. Ve ne sono poi altre nelle qunli ollre al baltnin Prl alle sue condizioni esteriori di virulenza ag:i.:ce rindivitlualità ed anche ramhiente clell'Auitnale che lo r iceve. A •1uesto quadr o non manca che unn cosa, cioè l'esempio del· l'ioOuenzA diretta del suolo sull'uomo, cho lo dispone a subire o a respin~ere l' inva!.'ione del mic.••obio . l'esempio dell'in tervento di cause comuni per modllìcAre, se11za toccare il microbio, la recetlivita di un indi\'iduo di rronle a una malattia endemica o epidemica. Quando noi avremo que· st'esempio, e ciò senza dubbio l'arà presto, la lt-orin di PPt· lenkorer potr_à ridt>starsi e dire: ecco il mio v ero domituo.
1623
n'lGIENE
n bacUlo del colera nel suolo. -
D E GIAXA. -
(Annales
de mieroaraphie, N. :3, 1890). La teorio localista di Peltenkoffer, accollu dapp t•ima con gran favore, non ha potuto in seguito per i progressi della batteriolo gia mantenere il suo esclusivismo. Molle ricerche sperimentali sono state falle per esamimwe in qual modo i batlerii patogeni si comportino nel suolo. Ma i risultati oLleouti non hanno che un valore relativo, per•ché in buona parte le esperienze sooo state falle con terra ~te rilizzala e non si è avuto cul'il tli conservare al suolo le sue condizioni na tura li. Persuaso dell'impor·tanza dell'argomento l'autore si é proposto di studiare il modo di cornp01·tarsi rlel bacillo del colera nf-'1 terreno, ponendo par•licolare cura eli esperimentare in co:1ò izioni il più pol"sibilmente simili a rtuanln pr·ocede in na· tur·a. E cosi, mentre finn ari nrH si e~perimentò manlenen rlo i ' 'arii terreni presi in esame nell'ambiente atmosferico, sottr·Mnrloli così o. tutte le ordinade e natur·ali influenze di ciasc un ambiente, l'autore invece mantenne i campioni dentro il suolo a varie profondi là. l."urono prt~se in esame terra di giardino, a;·gilla , sabbia, e con 'JUPSLe si praticarono due serie di esper ienze, ciol>: a) nllo sla lo naturale; b) dopo una parzialt'l sterilizzazione. Serie a). - 100 grammi ùi terreno vPnivano iuquinali con una dala quanlrtò eli una cullur·a tli colera diluila in 3 centimetri cubi di acqua distillala e sterilizzata. Immedesimalo bene tutto, si determinava per mezw di culture in scatole a gelatina, il numero dei baclerii ordinari e di colera conlenutvi. Con i 100 g rammi di terreno si riempiva un piccolo sa cchetto di tela metallica a forma cilindrica, che si collocava iu una specie di piccola cameretta p0sta aJl'eslremila in feriore di un cilindro di lGla di ot.Lone. Que!$LO, così prepar<J.to, veniva sepollo nel terreno, in apposita buca dello stes!'IO diametro, le cui pat'eli et·ano sostenute da un manicollo dj rete metallica. La porzione di cilindro superiore alla cameretta ove si trovava il campione in e!i'ame, si riempiva col terreno s tes~o
RIVIST~
tolto per scavare la buca, avendo cura di mantenere la nalu rale strati ftcazione. Sperimentando con cilindei di varia lunghezr.a, i "ampioni si collocavano ad una profondità di rnPtri 0,25, 0,50 e 1,00. Pa~sato un dato periodo di tempo si estraeva dal cilindro interno il sacchetto, senza toçdiere la tert•a che si trovava nella parte superiore della camer·ena. Quindi ~oo un apposito cucchiaino di capacita conosciuta s i pr endeva del terr eno e mediante cultut•e in gelatina SP ne determinava il contenuto suo in colonie di batterii volgari e ùt bacilli del colera. Tale ope1·aziooe non ricbil'deva più di un minuto primo. Ciò faLLo si ripone~ va Lutto al suo posto como rn·ima. Durante tutto il tempo pet· il quale ùut·arono le esperienze e della t• e della 2• serie si teneva conto della temperatura del suolo alle varie profondità di esperimento, si uolavauo le osclllazioui delracqua dèl sottosuolo e 1 ogni due !riorni si determinava la quantità di anidride carbonica contenuta nell'at·ia del suolo. Il t'Jsullato ddle ricerche della 1.. serie, praticate ri petutamente per circa quaLll·o mes1, fu che per tulli e tre 1 cam· pioni, indipendentemente dai caratteri c dallo stato fì~ico-chi mico del terreno ci'rcumambiente, si rilevò sempre una rapida scomparsa d<>l bacillo del culerti ed un no tevole prof!ressivo aumento dei battel'ii volgari, gia contenuti nei lert·eni presi in esame. Serie b). - Terreni parsiolrnen.te sterilincti. - Per potere escludere assolulumenle l'influenza diretta dell'aria atmosferica, in questa 2a serio di espe1·imenli i sacchetti vennero sospesi al diso tto di imbuti rovesciati, collocali a varia profondita (metri 0,25, 0,50, 1,00) in un gran corbello, che si riempiva colla stessa lerra tolta per rare la buca. Preparati cosi varii corbelli, s i esaminavano i sacchetti in tempi diversi, con varii giorni di intet•vallo rru una prova e l'altra. Da una lunga e va r iata serie di esper ime nti, durata oltre tre mesi, si rilevò che il bacillo del colera, dentro un limite di 13 giorni, non ROlo si manteneva vitale, ma talora anche si molliplicava. Al di là di detto limite, invece il bacillo del co-
·1625 !era andava scomoarenrlo, mentre si moltiplicavano 1 batterii volgal'i l n q ueste varie esperienze l'aulo1•e mirò esclu!'\ivamenl.e a stabilire il modo di comportarsi del bacillo del colera giunto gia a d una certa proronrlita nel s uolo o perciò indipendentemente dal processo di tìtlrazione tellul·ica. Crede pertanto dt poter· venire alle !'leguenti conclus ioni: t• Il bAcillo del colera, quando penetra in un su<>lo ricco di bnllerii comuni, ancor quando vi trovi condizioni favorevoli alla sua esistenza ed alla sua rip1·oduzione, soccombe ra pidamente nella lolla che ba luogo tra cs!io ed i batlet·i ,-olgari, il numero etei quali a umenta nella parte infestata del lerpeno. Questo aumento l• reso pure possibile negli strati profondi del suolo (nei quali 1 batteri possono trovarsi in uno stato d'arresto di riproduzione) in grazia alragf:'iunt8 di sos tanze nutriti ve loro con verùenLi, Il che mod inca la condizioni del ter-reno. :! Quando i ba<'illi del colera penetrano in numero re1ati"amente g r ande in uu ter r eno contenente pocf#i llaUerii voi~IH'i, non solo ~i fa possibile la sua consct•vazioue. ma benanco fa sua r iproduzione, c ciò sino a quaudo avvenga un aumento dei batterii comuni in g razia allE' materie nulrilivt> che penetrano nel l"Uolo nello sle;:so tempo dei baLterii patogeni. 3' La composizione dei vari t,•rr eni (ter l'a di giardino, a rgilla, sabbia) come plll'e cJuella dell'aria, del suolo cd i caralLori fìsi ci di questo, eccezione fnlta naturallllente per· l'umichla e temperatura, non esercitano un'influenza apprezzabile sulla conservazione e riproduzionf' del bollario colerigeno nel suolo.
BJ.oerohe sperlmentall sul latte tuberooloso. (Deulsche Zeilsehrijt fu r T!tierlwnde, luglio 1890).
BANG. -
In una recenle rivist8 Cl'itica dP.l Duclaux, che é r iportata nel N. 9 di fJuesto gior nale, sono state riferite lo esperienze di llirs chbcrger, secondo le quali il latte pt·oveniente da
16~6
RJ\'JSTA
vacche lubercolo~e pu,;, trasmettere la malattia, anche nei casi in cui non vi sia alcuna lestone nelle mammellù. Erost .ha ottenuto auche identici risullali; Nocat·d invece nel1885, tnoculaudo delle cavie con il lalle di undici vacche lubercolose, non lo trovò infetto che in un solo caso in cui la mammella era anche affetta du lubercolos~. Bang ha ri preso quest.e esperienze servendosi del latte di venlollo vacche e di otto donne, le quali pl'esen tavano tutti i se~ni clinici di una tubercolosi polmon81'e avanzala senza alcuna lesione ~:~Ile mammelle. Le inoculazioni er·ano falle nelle cavità intraperiloneali dei conigli; morit'ono ttolamenle due conigli inoculati con !alle ùi vacca. L'autore però non vorrebbe concludere da queste es!Jerionze che il !aLle di donna sia sempt•o innocuo. Bsng ha anche fatto, come IJeine e Gasper ini, dellf' esper ienze sul passa~gio dei bactlli dal latte nej suoi dtYersi prodolli, bul'ro, formaggio, cct:. Nolia croma e nellalte seremalo Ira potuto riscontrare i bacilli specifici. Ha inoculato tre coni~di con burro preparato con !alle c.li vacca affetta da tubercolosi mammaria e lulli e Ll·e sono moi'Li tubercolosi, e così put·e a ltri conigli nudriti con cibo mislo a but·ro tubercolar-e. Que::;li ultimi presentavano ulceri tubercolari nell•> stomaco e negli intestini, e noduli specifici nei g angli m eseraici, nei ren i e qualcuno a nclto nel diaframma e noi polmone. L'ol'igioe dell'infezione era uvidontemeule iotesliuale. Quanto all'azione del calot·e, l'autor e dopo numerose espe rienze ha potuto accertare che il riscaldumento a 8u0 non bas ta a rendere s terile un !alte contencnlo bacilli ùi Kocb; bisogna arrivar•e almeno a 85' e più sicuramente n 100' . Questi risulta ti sono di accordo con quelli di C baveau ed Arloing, ed è impoJ•tante t.ener ne conto nei diversi p rocessi di sterilizzazione del latte, i quali ot·dina ri8HlOnLe st limitano a una temperatura di 70' , pet· evitare il gusto eli collo. Parrebbe per•ò che il calore di 70° produca un'atlenuaz.ione nella virulenza dei ba cilli tubercolari. l conigli che avevano bevuto del Ielle scaldato a ;o• rimasero immuni, mentre fur ono trovt:Jle tracce non dubbie di tuber colosi i oteJ=~ti nale nei
1627 porcellini nudriti con lo stesso !aLte. La questione pertanto non è risoluta in modo sicuro, ed è prudente per ora consigliare sempre il latle bollilo, come se fossimo sicur i che il riscaldamento o 70• riesca insufficieo le.
Hwvu::ux.. - Del vaccino dl capra. - (Bttlletin. de l'A eadémie de médeeine, 20 maggio, 1~90). - CHONNt-:AU -DUBIS· so:-.. - Un& nuova. va.cclnazlone. - (Union médieale, 2-J. maggio, 1890). La capra é natura! mente quasi afTnUo immune dalla luhercolol"i. T1•asbot e Nocard riferiscono che non hanno mai vislo la tubercolosi nelle capro e che è assai difficile provo. carla spel'imenlalmenle. Nei bovini al contrario la tubercolosi è mollo diffusa e per f'Juesto generalmente si crede che il vaccino animale possa servirr come mezzo di diffusione della tuber colosi, sebbene manchino falli sperimentali sul r iguardo. Gli autori hanno scello le capre come animalì vacciniferi ron buonissimi risullati. Le capre si sono mostra te assai sensibili alla va.:cina?.ione e il vaccino raccolto ha fallo cllima prova nei bambini. Secondo cdi autori quinli la CA!)ra sarobbe il migliore animale vaccinifer o.
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RlVISTA DI STATISTICA MEDICA
Sanitata-Berloht uber dte konigllch Pi'eusslsohe Armee, das xn (k . Siiohs.) tmd das xm (k. Wiirttemb.) Ar· meeoorpa fiir dte .Tahre vom 1 Aprtl1884 bis 31 l!llarz 1888 - Bel'lin, 18f!O. - (Rapporto sanitario dell'eset·ciw Pru.ssiano e dei corpi 1/,'armata sassone e wurtemlieryhese).
Questo rapporto rubbliralo per cura della divisione medica del Minister o dolln guerra pl'ussiano co111pr ende il pel'iodo ùal l" aprile 18M al :H marzo 1888, e cioè gli a nni !884-85, 188:>-86, 1880-87 e 1887-88. Como il rapporto ultimo puùblicato, il presente è diviso in due parli: la prima i:: una t·l:lfazione sulle condizioni sanitarie dell'esercito, la seconJa è C()sLi luila da Labelltl e quadri statistici. La t• par te si suddivide in: a) Rapporto s ugli ammalali entrali in gene rale; b) Relazione sopra i singoli gruppi di malotlie in particolare; c) Rapporto sugli ammalati usciti; d:) Elenco delle operazioni; e) Prescrizioni regolamentari citate nel rappor t.o. Nel capitolo b), oiLr e ai dali sLalislici relativi aJle singole malattie illustrati C()n grafici e carte dimostrative, vi è tenuta parola, pet· le malattie più importanti, delle loro causo, origine e decorso, dei metodi di cura adoperati e del loro r·isultato, compresa la cura chirur·grca quando rich ies ta, e vi sono r·iporlate le storie cliniche piil interessanti. Tutto ciò costituisce un I'Ì l:CO materiale scientifico di sommo interesse non solo per il cor po sanitario germanico, ma per
RIVISTA DI STATISTICA MEDlCA
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tulli i medici militari, e molte parti di esso meriterebbero certamente di essere faUe conoscere ai nosLri colleghi. Per ora e per amore di brevità ci limiteremo ad estrarne i dali s tatistici di maggior interesse. For:a. media. - La forza media dell'esercito fu nel 188 ;.g5 di a8:nH, nel 1885-86 di 3832G9, nel 1886-S7 di 3866G2 e nel 1 87·88 di 417104. l . Ammalati entrati in generale (Lazareth und Revier). Lo specchietto che se~ue dà il numero totale di ammalali tenuti in cura presso i corpi (Reoier) e degli enLrati all'ospedale, e la proporzione p. 1000 della for7a:
188i-85 1885- 6
188G-87 'L887-88
Prr 100
lm Ro,ier
All'ospeilale
Totale
della Corta
200785 200615 190898 207232
125501 124848 121520 128173
326286
850,:.1 849,2 808,0 804,1
:i2~W3 3L2~18
335405
Jl nume1·o r elativo degli ammalati ando sempre diminuendo negl i ultimi anni; dalla proporzione di 8i!l p. 1000 verificatasi nell'anno 1882-83, discese g radatamente a quella di 80i p. 1000 nell'anno 1887-BR. Relativamente alle diverse armi il numflr o maggior e degli ammalali venne dato dai reparti operai, clal treno, dai cadetti, dai pionieri e ferrovieri, il numero minore dagli infe1·mieri e dagli invalidi. Il mese nel quale l'li ebbe il maggior numero d'ammalati (u gennaio (92,1 p. 100 della fc>rza, media d~ì i anni), il numero minore si ebbe in settcmhre («,2). La presen::a media giornaliera di ammalati, in rapporto alla for za, é pure diminuiLa in confronto degli anni antecetlrnti. Su 1000 uomini della forza essa fu negli anni 1 .82-Si di 31 ,4, e negli anni 1881-SS di 30,8. Questa dimiuuziono si vertflcò tanlo negli ammalali curaLi ai corpi, come in quelli entrali all'ospedale. La permanente diminuzione nel numero dei curati all'ospedale ha permesso di stabilir e che nell'impianto di nuovi ospedali di presidio il numero dei letti (Normal-kran.·
i 630
RIVIST.\
ken~ahl) fosse calcolato al 4 p. 100 della forza del presidio corrispondente, invece del 5 p. 100 come era stabilito nel 18/S. Le giornato di cura furono per ogni ammalaLo in media per i quattro anni 13,1, per ogni ammalato curalo ali" ospedale 21,6, curalo presso il corpo 7,6. La perdita m giornale dt ~ervizio a causa di malattia per ogni individuo in forza all'esercito ru: lu tura ali" ospedale
nel 1884-85
7,6
•
i, i7,3 7,1
D
•
1 ' 5-86 1886-87 1887-88
...
Al corpo
TOI:tla glornj
4. 4.1
11,6 11,5 11,1 10,!1
:3,8 :),8
Per quanto t•iguarda il genere di malatlia diamo un quadro indicante la proporzione per mille degli enlralt nei Xl V gruppi, uei quali le malallie sono divi~e nel Rapporto: GrU(llli di malatLiil
------
Entrati Por !000 Per f()OO
flclla l'orza rtei l'll31atl
l. Malattie generali. II. li del sistema n ~>rvoso llf. degli or gani respi· ralot·i . l) lV. del sistema circolatorio v. degli organi dige• re n li VI. » degli organi urinarit e sessuali VII. veneree . VlJI. degli ocrlti. • IX. delle orecchie • x. Il dei tegumenli esterni XI. » degli orgaui della loco mozione l> XII. traumatiche Xlii. Altre maJaltie . XIV. In osservazione
,.
•
-i0,9 5, 1
49,i 0,1
87,0
105,2
13.8
16.7
152,:}
18~ .4
6,7 2!1,2
3;),3
30,· 11,3 :218,3 47,3 174,8 0.40 9,2
8,1
a-" '·-
13,7
203,H 57,2 211 ,2
0,49 11,i
1631
DI ST.\TISTlCA MEDICA
Giova nola re che nel I gruppo oltre alle mslallie tnfellive sono compr·esi gli avvelenamenti, il re umatismo al'licolar·e, lo scorbulo, il diabete, il colpo di sole e di calore, la kichinosi.
2. r.:scili. De(di ammalali cur ali nei quattro anni del r·appot·lo guarìr ono: Per 1000
rtcl molati
31423:3 = 963.1
Xel 1 8l-% u 18 :)-86
31 1413 = 956.8
301301 = 964,4 :3:?2532 = 001 ,6
18'lli..S7 1 fl~i-8H
Morirono: Per 1000 della Cor1.1
Nel t8 4- ;;, >) 188:}-86. 188(J-87.
Per 1000 IIQì malati
IOU8 = 2,8, oppur e 3,3
1000 102'1
=2,6,
3,1 3,3 • 18~7-SS. !)!.)2 = 2,4, N 3,0 Uscirono poi con allt•i esili nei 4 anni del rapporto 48108 individui, cioé annualmente 30,6 p. 1000 della forza o 37 p . 1000 dei malat1. Di essi: 166:)0 inabili al servizio, 8895 :;emi-invalidi od invalidi, 8246 traslocat.i in Passantenoerhiiltniss, 2261 traslocati in altri ospedali per con tinua~ione di cut·a, 3204 in licenza iu patria, 1113 inviati ai ba~ni. il r imane nte usch•ono per altri moti"i. Rimaset·o in cura al le1·miue del periodo Ji tempo compreso nel ra pporto 10494 ammalati = 2;),5 p. 1000 della for za oppure 8,1 p. 1000 del totale degli e ntrati.
= 2,6,
j)
3. Inabili al scrct.~io. Fu1•ono congedati dall'esercito come inabili ol servizio: Uom111 1
Nel 1884-85. • " 1R85-86. • 1886-87. Il 188i-88.
P••r
•ooo
della fona
78l7 = 20,4 7905 20,6 i966 = 20,6 8967 21,5
= =
1632
R.! VISTA
Degli individui in cura medico-militare ne furono congedali come inabili nel188-i-83, ·U80, nei1885-S6 4003, nel1086-87 i052, nel 1887-88 4415. Il treno e la fanteria diedero il maggior numero di inabili al servizio, gli infermieri, la cavallet·ia e l'artigliel'ìa da campo il numero minore; la m assima sì eLba durante il l' anno dì servizio (80,7 p. 1000 di tulLi gli ìnubili). Jn circa il 72 p. 100 dei congedaLi la malaltia era già Rviluppata prima delrincorporazione. Il seguen te quadro indica le malattie principali che CURJOnavano la iuabilìtà al servizio :
tic l r~(I(IOrlO
l Malotlie ùegli ot·gani respil'a- 11881-80 ·t8R5-8G 1~6-87
tori.
1887-88
Malatlie e dìfetli dell'organo della vista.
11884-lli> 1885-86 IRSH-87
1887-.'!8
Ft•& le quali diminuzione 11884-8.\ 18R5-'l6
1886-87
dell'acutezza ...-isi va.
1ilR7·88
l1S8H!5 1~8;1·80
l
PeriOO Per IIJOo
,\IlO O
MaJaule e diretti
l l
In totale
14'>7 133;) l 33L 1339 ll2-i11!!5 1273 145:{ 688 739 763 H86 136
ùr;.:U inabili
18,6 16,9 16,7 14,9 H ,.i15,1 16,0 16,2 8,8 !l,3
9.6 9,~
1, l
J~R;,-86
142 1:-!2 184 778 718 703 889 572 620
~ 1 RH-87
645
8.1
1087~8
715
8,6
D~bolez'" dell~ "!'Stilu,;one, l~~
388 336 36(.; 387
4,6 4,3
Fl'a In quali miopia .
!880-87 188i-88
o
118!!4·'' 1f:H!i-87 18~!>-86
Ernie. o
J ~87- '8
~ 18: i-85
i\lalallie cardiache. o
tnsuffictenza di sviluppo scheletrico, muscolare e toracico
l
1 R!' 7 188
l
7:8s
1,8 1,7 2,1 10,0 9,1
8,8 !),9 7,3
;,8 5,0
4,9
della
rort:a.
3,8 3,5 3,-1-
;u
2,0 3,1
3,2
3,5 1,8 1,9 200 2,1 0,35 0,37 O,H4 0,4~
2,0
1,!1 1,8 2,1 1,5 1,6
1,7 1,9 1.0 1,0 0,!15
0,93
1633
DI STATISTICA MEDICA
4. Semi-inoalidi ed in.valitU.
Furono congedali come semi-invalidi: In
totale
Nel 1894--Si") .
• 1885-Sti . )) 18 6-8/ . 188/4'3~ . Come completamente invalidi: Nel 1~84-85 . • 1885-SG . Ì) 1886-87 . ~ ·1887-88.
Pea· 1000
Dei rJuali
all'atto
del congedo
dnlla ror·zo. erano in cura militare
1802
~~.D
·1482 Hj:Jr)
:{,9
109 489
~.2
493
Ji:l!l:l
i-,5
525
2:H4
6,1 6,6
18:30
2538 2!1Ht
6,7
257~
6,2
17G3
5. Mortalita.
IJ numero tota le tlci morti, compr&si quelli non in c:;ura medico mililal'e fu nell'atulO 1884-85 1508 3,9 p. 1000, nell'anno 1885..g6 1429 = 3,7 p. 100(1, nell'anno 1886-87 HG~ = 3,8 p. 1000, nell'anno 1887-SR 1350 = 3,2 p. 1000 della foPzo. A.nche çer la m orl.alità si osservò una diminuzione in conl'ron lo cogli anni antecedenti. Sopra 1000 morti nei quattro anni del rapporto 377,5 erano nel t• anno di setvizio, 260,7 nel 2' anuo, 151,7 nel 3' anno, 32,5 nel 4• anno e 177,5 ollr·e il 4• an no. Sopr·a :1000 morti, i11 741 la morte fu causata da malatl.ia, io 94 da infortunio, in '1G5 da suicidio. Mortalita in seguito a malattia.- Dei curati n egli ospe'dali militari e pr esso i cor pi ne morirouo nel 1• anno del rappor to 1024 = 3 p. 1000 dei malati, oltre a 102 morti fuori della cura m edico-militare. nel 2° anno 961 2,8 p. 1000 dei ma-Iali, oltre a 113 mol'ti come sopra, nel s• anno 972 = 3 p.lOOO dei m alati, oltre a 91 morti come sopra, nel 4• anno 944 2,7 p. 1000 dei malati, oltre a 55 morti come sopra. Nelle diverse ermi la medi?- della morlalila per malattia fu
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JO::I
1\IVISTA
per gli operai d'ammini!llt·azionP 3,6, l'artiglieria a piedi ed tl tre no 2,8, ri parti della landweh r 2,7, la fantel'~cl, cavalleria ed arllgh~>ria da campo 2,~. scuoiP dei sottufficiali, 2, pionieri 1,9 p. LUOO della forza rispelliva. I 4:W2 ca si di mor le a"venuti per malattia nel periodo di tempo compreso nel rapporto si divtdono secondo i gruppi di malallia come segue: ,... Per 1000 .,nmero dei morti assoluto per mnlatlla
Gruppo Ili. Mala ttie degli or ga ni respiratori 1986 Fra le f!.Uali ll!~i polmonare 945 • • ' polmonite . 766 • » pleurite . 222 • l. Mulaltie generali. 1099 Fra le quali malaltie infettive 853 • ileo-tifo in parlicolar e 558 • V. Malattie degli or gani della dige!llione . • , . 332 159 F t•a Je quali peritoniti • Il. Malattie del sistema net•voso. 337 F ra le quali afft•zioni delle me· ningi e del cervello. 283 » VI. Malattie degh organi urma r ii e !òle !!'su ali 164 Fra le quali malattie dei 1·eni . '157 • IV. Malnltie degli organi del!a circolazione. 125 Fra l e quali malatlie del cuor e 112 • X l . Malal(ie degli organi della locoi4 • m ozione 57 Fra le quali osleiti e periosliti 70 • X II I. Altre malallie (debolezza senile) 46 » X. MalaUie dei tegurnenti esterni • IX. Malattie dell'orecchio (medio ed
.WI.l " • • 257,9 »
in~erno)
1.1
Xl t. Lesioni traumatiche. » VI I. Malatlie venet•ee.
10
2,6 2,3 '1,9
»
8
» 7719 »
79, 1
•
38,5 •
29,3
17,4
• t 6,4
i 0,8
DI STATIST1CA &IEDICA
1635
Morlalita per suicidio. - l suicidi furono nel 1• anno del 'l'apporlo 253 = 0,66 p . ·1000 della forza , nel 2• 232 = 0,6L, nel 2• 2i2 = 0,63, nel 4° 221 = 0,58. [ soltufrìclali diedero il22 p. iOO dei suicidi. li numero maggiore dei suicidii si verificò nel ·1• anno di servizio, e nei mesi di maggio, giugno e luglio. I mezzi più frequentemente adoperati furono: le armi da fuoco -H,6 p. 100, l'appiccamenlo 29,5 p. 100, e l'annegamento 17,2 p. 100. Per in.forlu.nio l'esercito ha perduto in media nei quallro anni del rapporto il 0,34 p. 1000 della forza. 6. Dati statistici per alcune specie di malattia. Chiudiamo questa breve rivista con un quadro, nel quale "Sono riuniti alcuni dali s tatistici relativi alla specie di malallia che ci sembt'arono di maggiore interesse. Le cifre, circa gli entrali ed alla loro propor zione p. 1000 della forza, sono desun te dalla tabella 6, pagina 11:2* e seguenti della par te 2• del rapporto; il numero totale dei morti è desunto dalla ta:>ella a pagina 160* della 2" parte, le ci t're segnale+ indicano i morti non in cura medico- militare; le altt·e cifre proporzionali rurono tolte dalla 1• parte, let.tera B del rapporto.
t 636
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Entrali ~untt•ro
M..\LATTIE
, . l toLa)" lld~i" P. IOOI ~umero Pt>r' t•. 100 n(lr . l ·~nui totale 1000 4 annr P ·1000 dei oei 4 a:nni ·l~i •h·l della del delb llafl· for1.a !malati Rapporto forza o·urau IIOrto · l ·
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Valuolo vero e modifica lO. S,'.llrl3ltlna. . . . . .
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Ri$illola (Rose) • . . . . UirtNite . . • • . . . . Tifo addominale. . . • . • Febbre l•eriodka . . • • • Reumatis.mo artJCOI3rt: acuto. . Colrro di r.alore (llil::lehlog) . • ea~.arro delle mucose delle ''ie
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~lorhillo (J/tuent, Riillltln).
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Polmonite. Pleurite . • . . . . . . . . Molnllie \Coeree (in totalu). . . Dotte ttu:di sinlictn coslituztorudo. . . . . . . •• Malattie oll.;llmiciH) \h) totalo) . !)ello qurtll •HLa 111io
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1887-88.
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1637
DI STATISTICA MEDICA
Relazione medico etatietlo& per l'anno 1888 oompUata p er ordine del Ministero della gaerr&dal Comitato dl eanità. mtlltare austriaco.
La t'orzu media effettiva dell' eser·cito austr o-ungarico fu nol 1888 di 271.860 uomini. La estensione e la intensit.a delle malattie, vale a dire il ra pporto di lutti i malati in generale e il rapporto dei malati curati negli stabilimenti sanitari alla forza media effett iva dell'esercito, furono quali appariscono dal se~uente prospcllo: ----------------------------~----~----.-----
1886
Malatlle in generale. . . . . . Ma~ati _enlrati negli sLabilimen li santlart. . . . . . . . . . . Proporztone di lutti i malati su 1000 della rorz.a media effettiva . . . Proporzione dei malati curati ne~li st-abilimenti sanitari su 1000 della forza.
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ISSS
1887
281.03-i· 208.649 250.420 92.163
9'1.067
88.432
1064
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9951 3i8
337
32:,
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Di qui si scorge che tanto l'estensione quanto la intensità delle malattie vanno di anno in anno continuamente dccr•escendo. Ripartite le malattie secondo i mesi per ognuno dei tre anni 1886, 1887 e 1888, risulta che la media mensile per l'anno 1886 ru di 89, per l'anno 1887 di 83 e per l'anno 1888 di i9 p. 1000. Il massimo (9~ p. 1000) cadde in gennaio, il minimo (55 p. 1000) in settembre. Dall'anno 1881 all'anno 1888 il rointmo cadde sempre in seUembre, il massimo, dall'anno 1881 al l 86, come pure nel 1.888 caùde tra il gennaio e il maggio, nel 1887 nei mesi di gennaio e novembre. Hispetlo all'arma, se si eccettua il reggimento ferrovieri e telograflsli e la cavalleria. tutte - le nltt·e armi ebbero dal
.
1638
RIVISTA
1886 al i888 una quasi costante diminuzione nel numero doì
loro malati. Riparme le malattie secondo le diverse nazionalità da cut si compongono la monarch1a e resercito auslro-ungal'ico, ne risulta per l'anno 1888 il seguente specchietto. Esso f. desunto dal movimento degli ammalali di quei corpi che reclutano coscritti esclusivamente, o quasi, di una dala nazionalità; e perciò non ''i è compresa la nazionalità italiana. :lledia annuale
su tOOO nomini ctella rona :'lazlonali1.1t
Tedeschi. . . . . . Magiari . . . . . . Czechi, Moravi e Sloveni Polacchi. Ruleni . Cr oati. Rumeni .
llalaltie "
Entrati sanitari militari
jn "enerale negli stabiilmentr
93J
277
i.OOO
320
930 927 809 1.028 1024-
3'26 334 309 37i
5!4
La estensione delle malaltie fu massima nei Croati, la intensità, massima nei Rumeni. La minima estensione si verificò nei Ruteoi, la minima intensità nei Tedeschi. I Rumeni per una serie d'anni for·niscono il massimo dei ricoverati negli stabilimenti sanitari, i Tedeschi il minimo. Per maggiore intelligenza di quanto si afferma, é stato compilato il seguente specchio delle malattie pili importanti, osservate nell'esercito Austro-Uogarico durante l'anno 1888 distinte per nazionalita.
D1 STATISTICA MEDICA
163H
Presso l
~1
AL.\LA.TTIE
.. ., .. .. o l "' c:;.. "' l
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Ileo-tifo. . . . . Febbre di malarja e caehessi a palustre Tubercolosi polmo. n are . . . Congiuntivite calarrale. Tracoma . . . . CalHrro bronchiale acuto . Polmoniti l'leurite. Tonsillite e ipe1·troflu delle tonsille . Cotarro gastrico. . CoLArr·o i nteslina le
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78,4 50,5 Gi}l 30,7 :l5,R 04,2 35,6 52,6 63,5 59,2 53,1~ 't·l-,6 53,'1 62,& 102,6 69,9
MULO. :»,o 32,9 30,~ 1-7,5 37,8 !H,:J :15,9' 46,0 r-Jalatlie veneree e 53,1 75,7 6::>,4 srfìliliche. 1 47,01 84,7 !H,O 65,9 621 41-,2 41,8 34-,H 49,0 28,0 G0,4 50,6 :JO,O Fer ite ai piedi
Per ordine eli frequenza delle divet·se malattie nelle varie specie di nazionalila, si ottennero i seguenti risultati: tonsillite ed i pertr-ofia delle tonsille (come nel ISSi e 1886) nei Tedeschi; congiunli·vite catarrale, malattie venrree e !;ifllitiche nei Magiari; ileo-tifo (come nel 1 87) nC'i Polacchi; Iracoma (come nel 1887 e 1886) nei Ruleni; febbre di malaria e cachessia palustre (come nel i 887), catarr o bronchiale acuto (come nel 188i e 1886), qwndi pleurite e lesioni aj piedi nei Croati; tubet·colosi, polmonite e catarro gastrico (come nel 1887) come pure catar ro intestinale nei R umani. Divisi i malati secondo il gr ado, si ebber o su 100 am malati: Ufficiali. . . . 19 Sottufficiali 95 MiliLn:ri di truppa 88G
f 640
RIYISTA
Tn Mnrronlo cogli anni 1887 e 1886 la media dei sottufficiali é p!'ogressivamente diminuita, quella degli ufficiali un poco aumentata. Le giornate di malattie dei curati nelle caserme furono . . . . . . . . . . . . . 1.115.211 Le giornate di malattie dei curali negli stabilimenti sanit.ari. . 2.88L920
Totale . . .
3.997.131
Quindi per ogni uomo dell'esepcito 14,7 giornate di cura per l'anno 1888; 14,5 per !'.anno 1887 e '15,0 per Panno 1886. La media delle giornate di cura dell'anno i888 è cosi riparlita: 4.1 per i milit.ari curati nelle caserme e nelle loro abi· lazioni e 10,6 per'i curati negli st.abilimenti sanitari. Morti. - Nell'anno 1888 morir·ono nell'esercit~ o_.a..li-s~Lr,.o"-"u·n·· garico 117 militari curati nelle caser·me e '1.214 curati negli ospedali; -in tol.ale 1.331, corrisponrlcnli a 4,9 p. 1000 della forza media . Nella set•ie seguente si scorge come le c·ondizioni sanit.arie neJI'esercilo austro-ungarico siano andate sempre migliorando, specialmente negli ultimi anni: 1888 . 4,9 p. 1000 della forza media 1887 .
5,1 5,3
1886 . 1885 . 1884 . 1883 .
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6,0 6,3
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1882 .
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DI SrAT!STICA ~EOICA
16-i-1
Nell'anno 1888 l~ truppe del treno ebbero il massimo dl mortalità (7,1 p.iOOO della forza meùia). Il minimo si ot:~servò nel r eggimealo ferrovieri e Lelegrl•fisli, cioè 2,1 p. 1000, e quindi nei reggimenti del gPnio 2,!) p. 101)0 della forza media.
VARIETÀ Bicordi e impressioni di un medico millt&re &l X congresso medico internazionale di BerliD.o. - Lettura falla alle conferenze scienùfiche dt!ll'ospedale militare pr·in cipale di Roma, nel mese dr ottobre 1:590, dal dottore A. CrrJAJHo, maggiore medico.
:3 1. Cr·edo compier•e uo dover~> e fare n!:llo sle~so Lempo cosa non sgradita a molti dei mie1 colleghi inlraUenendovr alquanto ;;u ciò che di più notevole ed interessante ebbi occasione di veder•e, di studiare e di ammirar·e durante il ''iaggio compiuto pet• recarmi a.d assistere a.l Congresso medico intcr·nazi0nale di Berlino. Non é una relazione del Congresso che io intendo di farvi; cosa impossibile ed inutile ora, da una parte pe1' le vastissime pr opor•ziooi p rese dal CongTesso sles;;o e la enorme quantità di la"llori presentati ed esaminali, Jall' allro Ialo percbè di ciò meglio e con tulla r atlr&ttiva dell'attualità pubblicaror1si iulereRsant• e pat•LJcolareggiati rappor ti nei giorui del Congr·esso steESO e subilo dopo dai giornali tanto politici che $Cientifìci e dalla R((or ma medica specialmente, e perclw inAne uo esalto e completo concello dell'importanza del medesimo e dei suni la,•ori f'Arà snlo pO!'l'ibile quando l'Aranno pubblicati e si potranno esaminare i volumi dei l'uoi atti, che credo nnn tarderanno mollo a veder la luce. E mia intenzione invece di noture solamente ciò che mi parve degno di nota. speciaLe, ciò che lrovai di bello e di
VARIETÀ
nuovo nelle istituzioni, negli usi e negli slabilimeoli scientifici che potei visitare e studiare, ciò che vidi altrove Attualo e di cui noi manchiamo e che vorrei si pote~~e adotLarll od imitare, sono inOne le mie imp1·essioni personali che io l'iferisco su quanto mi capitò solto gli occhi, uomini e cose...... una specie di riCpilogo retrospellivo del mio viaggio. Giunti a Berlino a sera tarda il 2 agosto scorso, fu nostra cur•a di recarcr per tempo rl matlino sucecssivo aJr ufficio del Congresso sia per prender ne l' iscl'izione sia per attinger•vi infot•mazioni rlirelte. L'uffirio del Congresso. provvisor·iam<'n le stabilito in unu sala terrena del palazzo del Pat·lamento, era mirabilmente organizzoto ad evitare ogni ingombro o con fu Ìf)tll'. Vi trovammo lulle le indicazioni chieste, e cominciammo colù n provare tutte le cortesie, le gentilezze, che in serie non inlerl'Olla dove vamo incontrare tulti i g iorni, in tutti i luoghi durante il nos lro soggiorno in Gel'· mania. Pagato l'impol'LO d'inscrizione in :W marchi (L. 2:1), fummo tosto for•niti del biglietto d'inscrizione o carla di riconoscimento, la cui pt·esentazione C'i apriva l'adito da per lutto .... ; lo seppimo poi; di un distintivo, un p1ccolo caduceo in metallo doraLo, di una guidH. tascabile di Berlino con pianta della cillA cho pnrla va segnali in ros~o tutti gli stabilimenti sanitari, gli stabilimenti militari, gli uffici pubblici, le stazioni ferroviarie, ecc., e eli un catalogo della esposizione. Membri tlel Comitato tedesco erano a disposizione di chi de:>idera\"a alloggio od rnd1cazioni pt>r averne, od abbisognasse d'informazioni di qualunque genere, aHertendo eh d dall'indomani tale ullicio sar ebbe stabiliLo nel palazzo sles~o d~l Congresso e della Esposizione, ~he in esso aHemmo Lrovato le corrispondenze nostre, un nllicio di posta e di telegrafo, una sala pe1· scrivere, e che a qualunque ora qualcuno dei s uoi membl'i sarebbe stato a nostra disposizione. La giornata del 3 agosLo si passò nel dare, dirò così, un primo Sj%uardo alla ciUà e farsene una idea generale, per quanto almeno ora possibile data la sua vastità. Dovrei io qui farne la descrizione: ma, ollrechù ciò esce dal nostro campo e dallo scopo preflssomi, non ne sa1•ei capace e ma-
VARlETÀ
1()4.3
lamente potrei riuscire a darne una idea in poche parole. Mi limiterò a dire che l'impressione che ne ricevetti fu severa e grandiosa. Vastissima, tutta piana. colle sue strade ampie, dir itle, talune lunghissime (una, la Fr iedrichstrasse, é lunga 5 chilometri), coi suoi ponti sulla Spr ea artistici e monumentali, pressoché tutta nuova, essendo stata costruita in massima parte nel secolo attuale, coi suoi splendidi palazzi, veri monumenti dell'arte greca, l'Omana o gotica, quAli l'u· niverHilà, i musei, i palazzi reali e quello municipale, con tutte le sue istituzioni e stabilimenti scientifici, di beneficenza, d'tstr uzione, col suo movimento commerciale ed indusll·iale attivissimo, coi s uoi servizi pubblici ot·ganizzati ìn modo veramente inappuntabile, colla sua ferrovia mett·opoIHana, che a 4 binarli allraversa tulla la città su un viadotto formulo di arcaLe lilaniche e la circonda con un nnello continuo, arrestando nelle sue dodici stazioni urbane ogni 10 minut(un treno ~n arrivo ed uno in par·tenza, colle sue abi tudini di puHzia, di or dine e di disciplina, dapprima sbalordisce il forestiero che vi arriva, poi lo ricolma d' ammirazione e gli dimostra irret'utabilmenLe che essa è non solo una gt·an capitale, ma ben anche la capitale di una g rande nazione. § 2. Nel l X Congresso medico internazionale di Wasbin((lon era s tata scelta la cillà di Berlino, come sede del futuro Congr esso, e Virchow, Bergmann e Walt.leyer venivano ineal'ieali della esecuzione. Questi si a ssociat•ono la Societa medica di Berlino che delegava altri suoi membri tra cui il Mehlhausen e il Krocker, medici militat·i, per procedere ai lavori pr eliminari. Il l 'i settembre 1889 era convocala a tale scopo una riunione a Heidelberg coll' intervento di 50 rappresentanti delle Associazioni mediche tedesche, ed in questa veniva confer mato il primitivo Comitato o r~aoizzato re col Virchow pr esidente e mantenuto lo stesso programma e lo stesso statuto del Congresso precedente. Con tale disposizione il Congr esso doveva fot·mare diciotto Sezioni, e ciascuna S ezione cosliluire un Sottocom itato d'organizzazione composto di nove membri, appartenenti però esclusivamente a lla sola Germania. L'igiene militare for-
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Y~RIBTÀ
m ava la 18• sezione, e coslitui va pure il suo Mllocomi la lo nelle persone dei dottori: v. Cole1·, Berlino; v. Fichle, Slutlgart; Grasnick, Berlino; Gt·cssheim, Berlino; Mehlhausen, Del'lino; Mobr, Monaco; Holh, Dresda; \Venzel ; Berliuo, tutl1 ~"reuerali e colonnelli medici e Krocker , capitano medico, ge rente e segr etArio. Favori to dalle autorità, coll'adesione e l'appoggio di lulLe le associazioni scientifiche, di Lulli gli istituti, o~pedali , muse1, acclamalo da tulti i cullor i delle scienze mediche, iJ Cong resso non poteva che avere uuo splendido risultato: \'i parteciparono in numero non mai raggiunto nei precedenti Cou!!I'e~si i m f:'d ici rl1 luUo il monclo: ~~· inscr itli furono in Lutto 5880, cioè: 1166 ApparLenenli alla sola ciLLA di Berlino, 1752 della G ~rmania, t-sclusa la cap•tale, aus triaci :?62. mglesi 358, francesi 17!1, italiani HA, russi 429, danesi 139, di Svezia e Norvegia 165, degli Stati Uniti d'America 65!\ senza contare quelli di Stati minori. Mollissimi medici militat•i tedeschi fece1·o domanda di interVI:'ni rvi, ma, come facilmente comprendesi, il mi111stero per ra· gioni puramente di se1•vizio dovette e:::sere mollo limitato nell'Aderir ,·i; ciò n onostante alla 18' Sezione figuravano inscritti 28:S medici militari tedeschi: quelli appartenenti ai cor pi sanitari s tranieri furono 12i. In tutto 407. Il Comitato generale aveva fissato nel pr ogra mma: sedute generali del Congresso nei giorni 4, 6 e 9 agosto: sedute parziali delle s ingole sezioni: una esposizione medico-scientifica, e rlelle gite d'istruzione. Le comunicazioni stabilite per le sedute genet•ali furono: 4 Agosto.
Si1' Josr::~>H LISTr::R, Londra. -
La posi;ione alttwle della
chirurgia antisettica. Dott. HOHERTll KocH, Berlino. - Ricerche batteriolo{Jiche. 6 A{JOS{O.
Dott. B ucHARO, Pari~i. -
dell'immuntlà.
Il meccanismo dell' infe~ione e
VAR1ETÀ
1645
1
Dott. AXEL R&Y, Stoakolma. - Soilttppo della pubertà e suo rapporto colle malattie della giooentìt nelle scuole. Dott. ORAzto Wooo, Filadeliìa. - Dell'anestesia. 9 Agosto.
Napoli. - SuU'antipiresi. T. MEYNERT, Vienna.- La combinazione delle a.zioni del cervello. B. J. SToKvts, Amsterdam. - La patologia comparata elette raue umane e la facoltà degli Europei di resistere al clima tropicale. CAN1'ANt,
Il 2 agosto ebbe luogo l'apertut·a della Espoaizione medico-scientHìca, ed il mattino del 4- l'inaugurazione del X Con-gresso internazionale di medicina. La funzione dell' inaugurazione doveva svolgersi come lutLe le cerimnnie ufficiali con I(Uell'apparato e q~uella pompa convenzionale a cai nessuno annette cerlo più importanza di quella che meritino; ma per Efuesta volta vi trovai qualche cosa d'insolito, di vivace, di caldo, che commosse irresistibilmente l'animo mio elevandolo alJ' altezza di un vero entusiasmo io cui molti mi avevano preceduto. La vastissima at·ena del Circo Renz, pet• quanto col le sue esili colonne in ferro fuso e le sue leggiere arcale metalliche mostrasse la freddezza e l'economico guslo pratico delle moderne costruzioni, pure, adorna e quasi coperta di bandiere, gremita su Lulle le sue vaste gradinale ad anfiteatro di forse 10,000 speLlalorì, dava una lontana idea, una vaga reminiscenza di un antico circo. Ed S!>plausi vivaci salularono la simpatica figura di Virchow che porgeva agli intervenuti il saluto dei colleghi tedeschi; acclamarono il segeetario generale Las:sar cho annunciava come da tutlo il mondo fossero inter\•enuli al Congresso beo 6000 operai desiderosi d! lavorare concordi al benessere deH'umanita: scoppiarono caldi, spontanei, vivissimi, quando il nostro Baccelli colla maschia voce, col gesto maestoso, rinfrancato ùopo la peima emozione che non poLè subito vincere di fronte a quella imponentissima assemblea, porl!lva a tanti scienziati il saluto
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V.\RJ&TÀ
degli Italiani in quell'idioma in cui tutti gli inLervenuti avevano fatto i loro studi; raggiunsero infine !"apice dell'entus iamo, dirct quasi il delirio, allorché il venerando Lisler si pl'e'Sentava alla tribuna cr edendo et:tli di salutare gli ospiti suoi e ricevendo invece egli ste$SO il saluto dell'intiera umanità da lui beneficala. A tale inaugurazione pronunciarono pure applauditi discorsi d1 circostanza il Presidente Virchow, il :\Iinislro della pubblica istruzione e dei culli, il Minisli'O del commercio come rappreseutanle dell'Imperatore, il Sindaco di Berlino ed i Delegali delle principali nazioni intervenute. § 3. Compiuta tale cerimonia s i t·iunivano nelle ore pomeridiane dello stesso giorno le sezioni, nelle sale a ciascuna assegnale nel palazzo dell'espoeizione, per la nomina dei rispettivi urRci di Presidenza e di Segreteria. Alla nostra Sezione l'iusciva elelt.o a presidente il capo del corpo sanitario militare prussiano, il generalstabsarzt von Coler, a vicept•esidenli ll Meblhausen e parecchi degli ufficiali pitl elevali in grado degli eserciti stranieri, tra cui il nùstro colonnello medici) Tosi, a gegl'elario, tra gli altri, riusciva parimenti elello il oosll·o collega capitano Caporaso. Il Presidente pt•endeva po!>sesso del suo ufficio con brevi parole di ringraziamento agli intervenuti, ricordando l'importanza e l'utilita del Cong resso per l'avviameot.o di comuni lavori e pel conseguimento di fini comuni, e felicit.andosi che fosse passato il tempo in cui la medicina militare riceveva dall'elemento civile piit di quanto essa stessa rosse io grado di fornire e che nessuno più del medico militare possa rendere maggiori servizi al paese ed all'esercito. Disse intravedere nel vasto campo dell'indagine collelliva il vero dominio della sanità militare med1anle l'unilà d'indirizzo verso determinale indagini, il metodico ordinamento delle osservazioni e l'esattezza di queste da parte dei meòici militari, ed, ove a queste indagini ed osservazioni coucot'rono contemporaneamente più Stati riuniti non dubitare si possa otteoerne per risultato la soluzione di importantissime questioni t'elative alla dimo· str'azione dcll'origiue e diffusione, profilassi e trattamento di certe mslatlio e ad una esatta geografia medica.
V.A.ItiEÙ
1()4.7
§ 4. Le comunicazioni fissale per la sezione d'igiene militare ùe.l comitato d'organizzazione erano: i' 11 lratlameoto antisettico delle ferile in campagna nelle varie armate p uò essere uniformemente ordinato, ovveJ'O come $i potrà ollenere che i medici d1 una armata possano mantenere uno stato asellico delle fe1·ite col materiale sanitario di una armata s lraniera? Von BEJ'\G~~~"N, generalarzl, Berlino; M. M o .-reR, Nelley. 2° Sull"impie~o di baracche Lr·asport.abili in guerra ed in pace Von CoLEH., genere.lslabsarzt (1); NIMIER, Parigi. 3° Sulle navi-ospedali nei comballimenli navali; scopo, impiego, manutenzione, equipaggiamento; e sulla parleripazione delle società di soccorso nelle guerre morillime. LINUART, Pola; WENZEL, Berlino. 4' Sull'organizzazione delle misure prontaUiche contro le epidemie delle armale in guerra e in pace. RoTH, generalarzl, Dresda; RAPTSCHEWSJ\Y 1 Pieti'Oburgo. 5' Se vi sia possibilità di uniformare le statistiche mediche e le relazioni sanitarie delle varie armate, in guisa cl1e una statistica comparativa veramente scien tifica possa stabilirsi fra le malattie, ferite, mortalità uelle armate in ftuena c in pace. J. S. BJLLlNGS, Wasbin gton: KROCKER, Berlino. 6• La trapanazione in casi di ferite ùel cranio in guerra. BARDELEOE~, generalarzt, Ber lino; RANOONE. TorinC'. Le comunicazioni libet'e nella nosLra sezione, C{)me in tutte le altre, furono ouroerosissime, lanlochi• la discussione si può asserit'e che venne quasi abolita completamente e che venne fissato un termine massimo di 10 minuti per ogni le ttura o comunicazione. Dissi gia non esseru mia intenzione riferire sui lavori presentaLi, nè volendoll) lo potrei; mi limiterò a nominare nella nostra sezione tra gli altri i dottori li) Il Gencralstabs;~rzt equivale al nostro r;rado di generale medico. cd 11 Genornl:lfl.t ecruivale a quello di colonnello medico.
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Y.ARLETÀ.
Sa:1tini e P etella, della R. • marina, che trattarono il primo sul trasporto e ~gambero di ferili per mezzo di ambulanze fluviali; ed il secondo sull"atlìvitu della Croce Rossa nelle guerre marittime, proponendo che la Germania assumesse l'iniziativa di un mo,imento internazionale per renderne effettiva l'azione sul mare. Il professore Sormani di Pavia presentò pure un suo lavoro sulla mortalità nell'esercito itaLiano e sulle sue cause. Tutti questi lavori. ripeto, potrPmo solo giudicare ed apprezzare allorché si potrà studiarli pubblicati negli Alli dt·l Congre--$0 ~ 5. La cs1 osizione sanitaria del ì\linisler_o della guer1•a andava div1sa ne1 seguenti gruppi e sottogruppì: t• Pr·imi soccor si e trasporto degli ammalati e feriti: a) dal campo di battaglia al poslo di medicazione, sezione di sa11itò e ospedale da cumpo (barelle a mano e a ruote; cal'ri per malati o carri di ~oni t à; tende per posti di medicn.,.ione; Apparecchi d'il lumi nazione). u) dal posto di medicazione od ospedale da campo fino agli ospedali pe.rmaoenti (troni·ospedale; carri e vetture da lt'asporlo p~r malati su ferrovie a scartamento ridotto; e s u ferroviè a cavalli). 2° Ricovero pci malati (tende ùi vario modello, e tende-baracche da ospedale per 12 e J6 letti; ba1·acche per il personale e per Il servizio). 3• Cura e trattamento degli ammalali (borse e zaini di saoita; cas1'-elte dj soccors:o; strumenti chi••urgici; apparecchi di fasciature e medicazioni; medicinali). 40 Igiene: ricerche baLteriologiche e chimiche, apparecchi relativi per le varie analisi; disinfezione, forni ed apparecchi; macchine per la pr eparazione del materiale antif"eUico. s• Libri e tavole per l'ic;truzione del personale sanitario. 6° Statistiche, rapporti san•ta•·i, piante e piani dei vari ospedali, ecc. Uno piccola esposizione er a pure presentata dalrtmperiale Ospedale di marina ed una dal R. Ministero della guerra bavarese. Mi limito oaLuralmente a dir poche parole, e a dare
VARIETÀ
il mio gi udizio sugli oggetti più impor•tooti che mi venne dalo di notare e di cui cc,nservo un piu pr·eciso ricordo. Pel visitatore che presa la ferrovia metropolitana in un punto quals:insi della cilla scendeva alla stazione Lehrler· entr·undo nel Ptlrco deiJ'Rsposizione per l'in!!resso aperto appo!'!rtamente in comunicazione con detta stazione, i primi OP:!i!'eUi du.• ne colpivano gli s~ua rdi attirandone l'attenzione er11no Appunto "eicoli e mezzi di trasporto e di ricovero per malati 6 pci fer·ill IO g uerra. Un breve trallo di ferrovia De~auville sosteneva un vagoncino piallo e basso s u cui erano adattate. mediante un'ar·matura rn ferr o f' coi soliti conl!egni di appoggio e di sospen~io ne, olio barelle disposte in due piani e coporte da un tetto di tola. L'idea d' im piel!ar~ il materiole Decauville pel tra!lporlo dei feriti per tratti mollo lunghi e dovo ciò può ef· fetluarsi con comodità di tempo P facilità dr ter·reno, come tld esempio nella evacuazione di uno speùttle da campo Vl'r·so una s lozione di fer rovia od un tre no-speclnlo fermo su una linea ferrovia t'i t! a breve distanza, mi parve bella, p ratico e a·~>lalivamento facile in date favorevoli circoslonzP, ma il campione Psposto non pt·oduce, almeno a mio {liudizio, uua irnpr·essione oi Lre ltan tn favorevole: lutto rl s istcm ~c~ é troppo ampio relAtivamente alla base di poco piit eli un melt'l) quadi'alo, su cui 11ppog-gia , ed allorquando le b~·t>IIA !:l&ranno occupate, l'equilibr io del veicolo dovrA necessariamente essere mollo instabile, e faci1P il rovesciamento appena, nell'aLlo del ca r ico o dello scarico, il peso ''enga ad es~erP prevalente sul do vanti o sul di dietro, o,•vero sull'uno o l'altro dei due lati. Jl cat·ro di !'anità collo<:ato io tutta vicinanza. chiuso e for ..e vuoto all"e!:>pOsizione, ma che si potè poi e~am i nare con ogur comodrUi al deposito del materiale sauitario a T ernpel hoi è in tullo analogo a quello adottato pel OO!"tro sea•vizro sanitario in ~uerra. Osser vavasi in se~uito un completo Lt·eno-ospedale C()llt' sue vetture per la cucino., pel dit•ettor e e persooalo super iore cd iuferiore, mogazzeno e farmacia, e vettur·e do. traspoi'IO pei fet·iti e maiali , ufficiali e soldati. Le barelle Pr ano in lela ()d a rele me tallica, con soprappostovi materassino allo circa ·10~
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V.o\RIET\
10 ~.:entnnctri, «li lana o di crine vegetale con reìativo guanciale. lenzuola c coperta; ad ogni bat'ella andava anne,.so il completo corredo pel malato che dovesse giacervi, parte piegato st.:l !ello, par lo eaccollo in piccola rete di spago appesa in un Angolo: brevi e robu"le bretelle di !:;toffa pendevano dal soffitto d~lla vellura o dalla parete e dal montante laterale per S!!grapparvi•'l •· f'Ostcnerv•si. l <oistemi di appo!!gìo e di "o"pensiouu erano lulll '!UI'IIi gia noti e descr itti: montanti format! di solidi lrav•celli in legno fì<:<:ali al suolo ed al <:or11tlo della vclLurn, muniti di ganci che, unitamente ad altri simmetr ici inll"si nella rarele, sostengono anelli a molla t>n lro cui si immellono le es\t·omilà delle stan ghe della bart>lla: ha t-elle deposlt• «ul pavimento della vt.'Llura appo!!giale colle ctuallro esll·emilù dciii' :-langhe a robuste molle faLl e d1 una lamìua di ferro vcrlicule con torta a spirale, mentre quelle ·- uperior i s i appoggìavnuo u robus te cinghie di cuoio con t~nelli elastici, pendenti dallo pal'eti (} dal so11ilto; ovvero rne usola flssalo e Ppo•·gonlt dulie pareti alle cui cstremita poggiavano cuscwi di cuucciu, o pendevano an<! Ili elasLici di acciaio pel RO· slegno delle eRLI·cmilò delle l.um~lle. Le ,·etlure per il personalo ~uperio re e per gli ulliciali ammalali, analoghe alle vtLlure di l " classe delle nostre linee rer rovial'ie, sono 1nollo comode cd elega nti. Una ùisposiziooc in luli vetture sow plicissirna c nello stesso tempo mollo pl'alica e co111uda è •rucllu che permette all'unìciale che può r im»nCrl' alzalo cluranlc il vial!gio e mettersi a se· derP. sul suo letto. d1 sollevare urizzor• lalmenle solto alla finestra una tavola pend~ule \'erlicaltnenle luogo la parete htl"'rale, e formar ne una mensola su cui può Jeporre i $UOi oggelli, manguu·e e probobtlrnenle ancbe scri vere essendo la tavola agitala da g-li stessi movimenti che la velocita del ll'e110 imp1·imo contemporaneameuLe al braccio dello scrivente: fìnitn il biM~uo la mensola si abbassa e lo spazio ridi,·eula libet·o. 111 prossimità, nou esposte però dal Ministero della guerra, ma da un fabbri cunle privato, allieavono l'allenzione par'ec· c ltie barelle a mano eù u l'uote l'ima r·chevoli per la lor o solitlilù, leggerozzu od eleganza, e più che lutto u na mag nifica
HRIÉTÀ
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vellura coperta (lan.tleau) eh~ a ><ecooda dell' t~dalLamenlo pt•cscntava il posto per due individui seduti, opput•e poteva cambiare uno dt>i sedili in un comodo letto- barella che ~stt•oovasi poi facilmente dalla vetture aperta mentre rallro po"lo servirebbe pet· la persona che accompa~no l'tnfermo; Of!gello di lusso, ma assai rinHH·chevele e pregevole per la -ctemplicità e la comodità che presenta. § 6. Erano pat·eccltie le lende-bot·acche o baracche da la.;;;art tto pel rico"ero dei malati e ferili. impiantate all' t>spo~i;~ionc; tutte pet'ò, almeno CO!:-i mi parve, erano costruile ~u di un medesimo tipo, e solo si dill'erenziovano fra loro per qualche pat•licola.re di lieve importanza, specialmMle nell'arredameoto interno, anzichi· per essenziali modalità di disposizione, di materiale e di struttura. Un pavimento in legno, sollevato dal ~molo di 10 a 15 cen· timelri lllediauLe lravicelli di ~,>gua l e ~Jllezza , rorma una baso rolltl11go ta r·e a i cu i lati sono fissale ed aderiscono le par etì. Queste sono costituile da montanti in legno t'orte, piccoli trav1celli o meglio piccole aste rettangolari di 4 o 5 centimetri Ji larghezza e di spessore e dell'altezza dQlla baracca dai 2 metri ai 2,50; distanti fra loro approssimativameHle metri t .~o. ed allt•aversati a metà dell'altezza. da una. sbat·r·a or izzontale dello stesso legno e defle mede~ime dimensioni, unita nd incastro alle aste verticali e fot·mante con queste una ~pecic di largo reticolato rettangolare. A.lle ùue facce esterna ed interna di questa ossatura vengono applicatt· due pareti di tela forte da vela .che si fissano ben tese con chiodi a larga capocchia alle sbarre di sostegno a cui sono appli-cate. ~e risulla una parete dello spessore di 5 centimetri dt•ca, formata alle due facce dai ùue teli e che r acchiude nel suo ~pessore l'oc:salura delle aste di legno ed uno stra to coibr·uto di aria dello stesso spessore di 5 centimetri. A distanze convenienti in queste pareti sono &perle flne!:<lt•o di 60 o 70 centimetri di lar•ghezza per PO cir ca di altezza, assicut·ate alle sbarre interne mediante apposita in telaio tura rettangolare di legno, a cui sono fissate persiane o volro le. Le par oli <lelte due testate sono natur11lmenlo più r
f (j!)2
VAR lRTÀ
corte e si aprono nel cllntro <'On due porte suno stesso sistema delle finestr e. Il tello, n due pioventi come in una casella ordiuat·ia, in alcune baracche era semplic1•meuLe ùi tela come le pareti, in allre per maggior difesa e solidità era ricoperto di tavolo. L'a d a e la luce che entravano abbondanti per le finestre e le porte rendevano inutile qualsiasi apertura nel tetlo della baracca, che ne avrebbe scemata la solidità e di· minuila l'efficacia di t•iparo. Nell'intet•no di queste baracche erano collocati 12 o 16 lelli, con tulli i r ispettivi aecessort, un com0dino ed una sedia per ogni )ello, poi nel mezzo una tavola reUangolare lunga o due più brevi; negli a ngoli fontane con sottostanli bacinello per la lavatur·a; all'esterno, attigua alla porta ed ader·ente ad una delle metà della tostata, la latrina chiu~a e t·ipat·at.a con tavole di legno; sotto il sedilo di rruesta erano po!-ili r ccipie uli a va lvoll'l da O!i'fl0t'lai'Si e cambiarsi a misut·a del l>isogno: ~islemn a fos~a rnobrle. Una di tali baracche era lli,·rc:a in due ~compartimenti uguali con un tr amezzo verticale a tutta altezza; itt un'altra il tramezzo più ravvicinato ad una delle estremità for·mavA uno ~compartimento prù va~to per inrermeria ed uno p1ù piccolo per ga binetto da bagno o per ricovero di un infermiere; finalmente una di esse, pt•epar·atu per ulticialì, cr·n a r l't>data con un buou gusto <~ornplice ed elegante in modo veramente ammirevole. In una di esse destina la a funzionare quale sala da opo· razione er a stato disposto su tavole apposiLe e nell e rispetlivt~ custodie aperte un completo armamentario chirurgico. Queste tende-baracche, che debbono servù·e ottimAmente in campagna negli impianti ùi osped»li temporarrei, sono in Germania impiegate anche in lt•mpo di pace negli m;.pedah per manenti. Ne vidi a Berlino nell'o::tpedale mi!Hat·e di Tem pelhof (Garn.isonlazaretlt Il} innalzato noi giardini che separano i vari padiglioni in muratura ed e rano occupate da malati che dichlat·arono kovarvisi mollo bene senza sof· frir·e lt•oppo caldo di ~io rn o nò fr·eddo la u:>tte. ~e vidi pure a Dresda , ove l' ospedale militar e giace in un amp lissimo
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par co; in quel momento eruno chiuse, ma da poco tempo, che mi si disse Avevano funzionalo egregiamente durante una epidemia di tiro poco prima cessaLa. La continua c'Orren Le che si mantiene a LLI'&verso le due porle ~ le varie fì. nestr e opposte f1·a loro basta ampiamente aù assicurarne la ventilazione non solo, ma ad impedirne r eccessivo riscaldamento anche solto i t•aggi diretti del :sole, mentre lo strato d'l.lria racchiuso fra le· d ue pa1'eli, per quanto non mollo spesso, pare che besti ad impedire. quando sono chiuse tutte le aperture, un eccessi,•o raffreddamento, ben inteso ove la temperatura esterna non sia eccessivamente abbassaLa. § 7. Procedendo nel parco della esposizione, e lasciata quella particolare del Ministero della guet·rl1, incoutravausi le macchine e gli appArecchi per disinfezione. Ve ne erano molle, di varie forme e dimens ioni e di diverso sistema, e:eroplici o eomplicatissiroe. Consistevano però sempre in un recipiente o camPra in cui spingevasi una cor•rentedi aria secca riscaldata, ovver•o un getto di vapor·~ acqueo a d al ta temperatura. Le differenze stavano solo nell'ampiezza e nella forma della camera di disinfezione, t! alla semplice bollicina e !iLli ca dt me no di 1 metro nei suoi diametri e nella s ua altezza 11 vaste camere pure in forma di botti con circa due metri nel diametro trasverso e fJUasi tre nel vel'licale e nella profondité., fino alle più ampie camere cubiche di 4 e 5 metri di Ialo; nella disposizione dei congegni inter ni per disporvi o sospon<lervi gli oggetti da disinfettare, g raticci in lastre metalliche, reti in fìlo di ferro, sbarTe orizzontali trasverse o longiLudinali, fisse o scorl'evoli, uncini, ganci, ecc.; nel m eccanismo di chiusura a vili fisse o mobili, a gancio, ad anel li con chiave, ed infine neJ sistema di r·iscaldamenlo, giacchè in una l'aria calda od il vapor e acqueo viene gettalo nella camera per varie bocche beanti, in allr e questo o quella circolano fra 1a doppia par·ete della camera, ovver<> in tubi disposti nell'interno o lungo la parete o verso il centro della camePa stessa. Vi figurava un f'ot·no di disinfezione a camera cubica che mi parve identico a quello costrutto nell'ospedale militare di Torino, come pure la macchina per disinfezione acquistala
l'anno scorso per l'ospedale militare dalla direzione del geui~ di Roma èalla casa Genesle·H erscher. Nel visitare l'asilo notturno municipale a Berlino, ove po~ sono essere accolti la notte fino a 1500 i11diYidui senza ricovero, ed ove tutti gli ammessi all'allo del lot'O ingresso sono condolli al bagno, mentre i loro ef'felli vengono disinfettati. prima di riveslirsene, potei osset'vat·e in funzione un sistema di tali apparecchi di disinfezione consistente in quattro cam ere o fot•ni alligui che funzionano alternativamente, e dove gli abili dei ricoverati sono inkodotli in appositi sacchi di grossa tela, sottoposti all'azjone del vapore ad ollre 100•~ quindi dell"aria calda cpe li ria.sciugn rapidamente e poi res tituiti al proprietario cAe se ne rivP.sle all'uscire dal ba~n o . Di quanto vantaggio per l'igiene generale e la salute pubblica sia, a lungo andat'e, ques~o bagno e questa disinfezione gior naliera praticata su tante cenliJlaia di vagabondi chQ ogni sera cola si presentano a cercar t·icovero è troppo fac1Ie immaginare per dover spenùere parole a dimostrarlo. ~ 8. L'elettricila figurava splendidamente a quésta esposizione: un copioso e varia,tissiroo assortimento di macchine ne traeva parlito per le molLeplici applicazioni sanitarie. Le macchine per l'elettrrcita slatica e dinamica ln correnti continue o indotte sotto tutte le forme erauo numerose, semplici ed eleganti insieme e relativamente a prezzi moderati, con tutte le innovazioni che le uUime scoperte scientifiche perme tlouo di applicare. Gli strumenti e le cassette per la gal vano-caustica erauo di una semplicità ammi1·abile. Un istruml:'nlino per la laringoscopì'a mi parve indovinatissimo, e consisteva in una leggera asta a manubrio di legno, lunga forse 20 centimetri, contenen te due rm metallici. clte ad una esLremità si pongono in contatto coi reo fori di una pila: alraltl'a estremità porta, mobile su due perni, una piccolissima lampada ad incandescenza, di forse un cenllmelro di diamelt'O, rivestite Ja una sottile camicia di avorio in rot·ma t..li calice dJslanle però forse 3 millimetri dal vetro della lampada e che impedisce la diJfusione del poco calore generalo da quel!a. L'islrumento serve benissimo, introdotto nelle fau~i, alla illuminazione della laringe ed e perfettamente tollerato. L'ap-
1655 plicazione delle lampade elettriche alla laringoscopia non è certo una novità, ma l'istrumeuto è bello e pratico e credo che con leggere modificaziom polrebbe anche essere adoperalo ndla esplorazione di altri orgoni od aperLure del corpo in casi in cui rosse necessaria una illumina%ione diretta in locaìità poco accessibili. § 9. Non ri(.;ordo di aver notato alcun arpat•ecchio eli ri sral· darnenLo nù di ventilazione che abbia t'ich iamaLo l'attenzione in modo specinle. Notai invece un ap par·ecchio per latrina costituito da un sistema di sifoni e di recipi..rrli in vetro e porcellana, fot·se alquanto complicalo, almeno a pt•imo aspetto, ma che funziona egt'egiamente e con estrema facilita. Basta aprire una valvola lit'a?do, ogm rJual volla occorra, una funi cella pendente accanto al sedile a gui~n del cordmae di un campanello per far so r~ere un l'm·te g1•Uo d'acqua che esporta rapi(.iamenle e completarncnlé Lulto qunnlo lrovasi nella vasca e lascia sempr\3 ed unicamentu un discl'eto volume ùi acqua pu1'a, senza pet·mellere la mi nima emana;t.ione oùorosa, la minima sfuggito di gas; solo ricllir>de una suftìcicm te quantilà di acqua. TI sistema è molto conosr.iulo a Berlino, flln ziona in case private, alberghi, i~tituti. f' mi dis~ero che funziona egt·e~iamenle e con pocbe e rare avarie. § lO. 11 flllro Maignen fu oggetto eziandio di una dimostrazione al Congresso nella nostt·a sezione d'igiene mililare. Per quanto esso sia già en lrota nel dominio del pubblico e della pratica, pure sembra1ni meritare una parola di ricordo. Consiste questo Dltro in un rocipi11nle per lo più cilindrico, di va!'ia dimensione, a secondo della quanlila di prodotto che s i r iciliede e cbiuso al le due estrem ità da due coper·chi, l'inferiore a piccoli forellini , e quello superiore con un solo foro centrale pel passaggio del lubo di scarico. Nell'interno si racchiude il vero filtro cbe .~ rot•malo tla una specie ili calza circolare a lessulo gro~solano ùi fili di amianto, analoga a quella ùi cotone impiegala per le lampade Carcel, la quale viene legata alla sua estremilu infet·iore, riceve nel· l'interno, spinto fin presso la legaLuro medesima un disco sotLile e flnamenLe foralo di porcellana di diametro poco inferiore al suo. Successivamente lo. calza a.cr:arlocciala s'in-
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YAIH ETÀ
lr oduce per l'eslrem,ta libera in uu anello piallo formalo da un al~ro disco di porcellana analogo al primo, ma sen~a. foJ•ellmi e solo mancante della parte centrale 1rer un diumetro d'oltre la rneta del suo diamett·o totale, tanto da permettere C'lte vi possa scorrere la calza ristretta e piegata: spinto questo secondo disco ad anello, esterno, il più ''icmo possibile al primo disco interno, s·iotJ•oduce un secondo disco nell'intern o del tessuto, poi un secondo anello all'esterno, e cosi di seguito fino all'ultimo. Questo deve essere un disco inlecno che por-la nel cenl!-o un fMo più ampio u cui viene fissalo un lungo tubo io .caucciù, attorno al quale si a ssict:ra l'estremità ancOi'8 libera della calza. Ne risulta una specie di cilindro a superficie it•regolare ondulata, che come di"Si vtene mtrodollo nel cilindro di lallN, riempiendone poi accuratamen tu gli interstizi con polvet•e di carbone; il Lullo clliuso da un secondo coperchio metallico aù un solo fot•o nel cen tro pel p1:1ssaggio del tubo. Sicurarnenle non t- questo un fillt'O perfetto, forse non 'aie a liberar l'acqua da lulLe le sue impurità, da luLLi i micrOI'ganisrni che la possono inquinare, né dalle sostan1.e che 'i fossero disciolte, ma fece un'impre!<l>ione molto viva quando l'espos itore fece veder e alla Sezione l'Acqua potAbile disli'ibuila nelle case di Berlino che appal'iva verdognola e meno tl'aspar•ente in con fronto alla s tess11 ocqua che sgot·gando dfll filtro si r iconosceva affatto incolora, perfelLamenle limpida e di gusto più gr adevole. La filtrazione si compio molto rapidamente, !' islt·umenlo e leggero, facile a maneggiare ed a lt·esportar·e, si oltera diflìcilmen le, è di agevole scomposizione per rimuoverne le varie pal'li, specialmente i1 cat·bone, quindi facilo a ripulit·e ~ r·imclllerc In oser·cizio ((nando inquinnlo òall'uso . Mi ru assicut·ato dallo stesso in,entore che il suo filtt·o forma parte delrequipaggiamenlo del solda.Lo francese dello colonie. § 11. Ricchissima era la esposizione farmaceutica, ma per noi non mi parve presentasse un interesse par licolaru. La bromatologia invece figut·ava mollo scarsamente. Una .esposizione di varie r1ualità di pane, fatte con g rani inferiori,
VARI ETA
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segale, orzo, ecc., per rruaulo decantaLi dai prepars.tori eNtno per noi poco seducenti all'às pello ed al gustò. Anche il pane disLL'ibuito ai soldati che non figu1·ava alresposizion~. ma che ebbi campo di esami nat·e e gustare nelle l!aserme a Berlino e a Dr esJa, lascia m.:>llo a deside1·are; ne1·o, pesaole, jJ OCO lievitato e di gusto sci pilo, di digestione difficile, di valore nutri tivo poco elevalo, é ;:;enza conrronlo assai inferior e a quello del nostro soldato. Ve ro è che questa inferio,•ilà viene compen::~a ta colla abbondanza, varietà e valore degli a l~ri generi componenti il 1·ancio. ln fallo di consel've e di esLealti alimentari fìgul'avano i nnmi eri i prodotti conosciuti di Liehig-, Kemmerich, che ora ·vjt>ne so~tituiln da altrA dillA, ecc. Notai i n quest11 categoria una specialità che mi parve ii11 pa rlante: le capsule c.li esLratto di broJo Quaglio. Sono esse eosti lwt.e dfl un estratto cnntenulo in C81)Sule di gelatina che, messe in una tazza di acqua calda, si sciol~ono complelamenle e danno una tazza di brodo discreto. Mi recai~ visilare la fabbr·ica e colà ho potuto esaminare Lulli i dettagli della fabbricazione. Si prepat·a un eslrallo di legumi (sedano, cipolle, car ole, ecc.) che si mescola poi i n ~ roporzi oni eguali con estratto di carne Liebig; da un'altl'a parte si fabbricano le cap:>ule di gelatina, sottili , tras parenti, leggerissime, Jr:l diametro d i poco più di un centimetro e alle circa tre, col fondo semisferico: una di queste è r·iempila, mediante apposita tnacchina a l egget·a pr·essione et] a rubinetto, colla miscela dei due eslt·atti, e quindi chiusa ioll•oducendola a sem])Jice sfrej!arnenlo in una seconda capsula i de n li ca, in cui era stato preventiva mente depo~to, fuso e solidiflcalo in segurlo aJI'aria un lenue str·alo di poche gocce di g rasso probal.lil mente di maiale. Tale metodo di p repe r·u2ione mi par.,.e semplice, facile e sommamente pratico, massime per la conservazione ed il lt·asporlo, e rni fu assicuralo c he que::te cap~ule si conservano inallerate p~r lunghisS<imn tempo . § 12. Compiuta con qu ello che ho fin qui espo.$lo la relazione di quanto mi par ve più importante e meritevole d'es~ sere ricordalo nella esposizione sanitaria, accennerò anche
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VARIKTÀ
brevemente a quanto di più notevole ebbi occasione di osservare nel campo delle istituzioni sanita1·ie. E prima di Lutto credo meriti una speciale menzione per la sua importanza i! deposito di r ifornimento del materiale sanitario di Tempelhof. Si tratta, come è noLo a chi si occupa di simile materia, di un vasto magazzino di riserva io cui viene raccolto tullo il materiale sanilal'lo occori'ente alla mobilitazione: taJe magazzeno è posto nella località delta appunto Tempelhor, a circa 5 chilometri dal centro di .Berlino, a cui però è legAta dalla Riogbahn, o ferrovia ch'colare, la quale vi ha nelle adiacenze una s tazione, e da una tiuea di tramway a cavalli a doppio binario. Di questa linea tramviaria si serve anche l'amministrazione militare pel trasporto dei maiali dalla citlà di Berlino all'ospedale militare, GarnisonlazareLh N. 111 posto pure in quella località e a breve distanza dal detto deposito, e pel ritorno dei convalescenti dall'ospedale alle rispettive caserme in citllt, me dianle appo)silc vetture che vi fanno il trag itto due volLe al g iomo. Il magazzeno è nel vastissimo cortile Jella caserma d! un battaglione del treno, a cui tutto il matet•iale è affida to in consegna; e consiste in un fabbricato rettangolare di poca larghezza, forse un 20 o 25 metri, e invece molto lungo, di una lunghezza corrispondente alle varie suddivisioni di materiale contenuto: non consta che ùi un pian lerrr~n o e di un piano superiore ed è fornito a eguali intervalli sulle du~ faccie lunghe, di tramezzi e di numerose porte e scale ad uoa sola r ampa per salit'e nl piano superiore. Nel pianterreno trovasi riunito come in una vasta rimessa tutto il carreggio; nel piano superiore tullo il materiale che deve essere caricalo nei carr i soLLostanli. TuLlo questo materiale nella quantità stabilita per le singole unita militari vi é classificato e ripartito colle rispettive indicazioni chiaramente regi~ll'aLe su appositi cartelli nelle varie suddivisioni o camere del fabbricalo, o a mucchi ed a pir·aroidi sul pavimento, od appoggial•) semplicemente ai mut'i ed ai tramezzi1 ovvero in appositi scaffali lungo le pareti od infine appeso, liber o o in sacchi, a ganci ed uncini
VAili ElÀ
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del soffitto. Ogni ospedale da campo, ogni sezione di sanità ' 'i ha il proprio scompartimanlo successivamente nell'ordine preslabiliLo, indicato a chiari cara tteri s u appositi cartelli ed etichette, o contenente Lutto il materiale di cui il riparto deve essere fornilo alrenlrare in campa gna. EmanaLo l'or·dioe di mobilitazione, nel gior no ed ora indicata, gli uomini comandali per quel ee1·vizio si r ecano cou· temporaneamente al magazzino, vi hanno acces!"O secondo il lor o ordine numer ico per le varie porte numeriaale nello stesso o t•dine, trasportano dal piano lluperior e a quello terr·eno il materiale di lor o spettanza, lo car'icano s ui c arri per loro destinali e che sono 11elle camere immediatam ente sottoposte; il treno che si trova nella stessa caserma for· nisce i cavalli e li attacca ai carri stessi appena car kali, ed ill poche ot·o, lullo il materia lt~ d i mobilitazione s i tt•ova cadcalo sul rispeltiYO cart•eggio e pr onto a par·Lire in pieno as· setto di guerra. 11 deposito tli Tempelhof non presenta nullo di nuovo per la natura, In forma del materiale, la dotazione di questo l:t"!sso materiale assei!nala ai ,·ari ripadi, nulla di notevolo sulla dis tri buzione, né sul metodo di conset'vazim1e: solamente il magaz:tino é collocalo in una località convenit-nle, bene esposto o ventilato, le pareti, sebbene sottili, in muralura, riparano a sufficienza dall'umidità e dalr e ccessivo riscaldamento dei raggi sola ri; ma quello che é veramente ammirevole e che sar ebbe ùesidPI'abile potesse essere imitalo, ~ il modo semplice, facile e 11raLico con cui fu r isolto il problema di distribuire tutla quella enorme 4uantità di materiale sanitario in modo tale che senza fatica, senza difficoltà, senza confusione o ingombro, in pochissimo tempo possa questo essere r itirato dai destinatari, caricato e spedi to ai r·ispeltivi ri pa rti. ~ 13. Un allro faL Lo impor•ttl ntiss imo, che dobbiamo desider nre le circostanze permettano di vedere imitato e seguito anche du noi, i> quelln della completa abolizione adottala n Bel'lino deg li ospedHli raccolLi in am pi fablll'icali a pili. piani, con vasti cameron i, tooligui, comunicanti e so,·rapposti, e della costruzione di nuovi ospedali secondo le leggi razio-
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VA.lUfTÀ.
nali della igiene pubblica, sul si::.lemM dei piccolì padiglioni staccati non solo, ma co mpletamente isolati. E ciò si ver•fica lallt.J per gli stabilimenti ci vili che pei militari: tutti ~li Slf\bilimenti sanitari costrutti ùopo il 1870 sono a ~adiglioni staccati. L'osperlale municipale a Moahi l, aperto oel 1872 per le malatlit> contagiose ed occ:upeto in seguiLo g radatamente da maiali comuni, capace di Sf\0 JetLi, è a ba racche isolate, con una baracca per isolamt::n lo eù una per disinfezione . L'ospedale generale F r ieùrichshaio aperto nel 1874 e conlenente 750 letti è coslt·ullo sul sistema a padig lioni. L'ospedale U1'biln, aperto al principio dell'anno cort•enle, ca pare rll circa 600 letti, per adulti f' bambini, è pure a piccoli padiglioni staccati ed all'atto isolati, Lutti unìcamente l'ormali di un pianterreno rialzato e Ji un pittno superiore. Dci c.!ue ospedali militari (GarnJson.lazareth) q_uello N. 1, apc~rlc• nel 1853 per 600 letti , 6 a ncor a costrutto in un s istema a <:orridoi, coll'aggiunta successiva di una baracca in legno rJ una in muralura, ma quello N. 2 pos to a Tempelhol' in vicinanza del deposito del malertale sanitario ed aperto nèl 1878 per 500 lelli é invece coRll'Utto sul sistema a padiglioni. L'ospedale reale della Charilé, sebbene funzioni fin Jall'umw 1710, in cui fu coslt•ullo per i po,·e•·i appestali, e quindi sia stato fino a 30 o ~u anni ra manten uto e ail·etlo secondo gli aoLicbi principii, ot•a tende esso pur e, per rruanlO k condi7.ioni s ue primitive lo permettono, a lrasfo•·marsi i g-ie nicamenle, e le nuove istituzioni c fondazioni che ma n m1~ no vi s i andarono aggiungendo l'urono successivamente coll ocate in tanti fabbricali e padiglioni s taccati. Tali furono appunto il lazzaretlo d'estate cosl••utto nel 1851; l'islilulo palolo?!iCo ina ugur·ato nel1856; la cli niCA chi l'urgica della nuova Clwrité; la clinica delle malallie delle donne nel padiglione ~inecologico aperto nel 18.,3: la clinica O!'lelr ica in un padiglione spPciale a dest ra dielro la nuova Charilè, e sul davanti di essa un altro padiglione, aperto nel 1888 e destinato ai t'auciulli affetti da m1:1lallie contagiMe. Se non si è anr.ora sopprcs:::;u in rruesto vastissimo nosocomio, che contiene in tutto 186~l letti, il vecch io e rn1~s si (:ci o fabbricato centrale,
VARIEÙ
J6(ìl
per lo meno non se ne è p1ù aumentala l' Pstem=ione ed i molli e gravi inconvenienti che ne snno la lirelta conseguenza, ma si é invece cerrat•> di mi~liorarne le condizioni i~ i en iche allontanando dal fabbricato centrale e collocando in aHreLtante costruzioni separate lutto le nuove aggiunte speciali che ,:~uccessivf!m e nte i progr·~>ssi scien tifici, le esigenze umanitarie e la ricchezza del pal'se permeltevan(• di cr eare ~ di annettere al primitiVI) isri tulo. § l k Occorre anche qui notare un ratto che nel nostro paese non ht.t l'isconlr o, ed è questo che nell'ospedale della C/tarite, il più antico ed il più imporwnle dt•lla caprlale dell'Imper o, istituzione unicamente civile, dipendent~ direttamente dal Miu istr o Jell'islruziono pubblica e dei culti, Ja direzione tecnica è affidata 11ri un utfictale super10r e del corpo sanilal'io mililut·e, che aLLUtl lmen LP. é il dottor Mehlhauseu, generalar•t a la sctite; che tra i pr oJ'essori che sono a capo delle val'ie cliniche e rep arti fìgm·auo il Bardeleben. diJ•eltore della clinica cldrurgìa, genot·alal'zl., il Burchart, vicedi r•eltore della clinica per l e malalLici siflliliche, ober stabsar zt, ed un Allt•o mag~ìora m edico di cui non ricordo il nome, dir ettore della <;:ezione oftalmie; che come m edici assisl~nti funzionano, insieme coi medici civiU, un certo numer o di medici militar i (ober slabsar zt) comandati a que~to scopo, ed aventi soLto i lot•o ordini degli aiuti mt>dici per la sorveglianza del sorviz o, ecc. In questo ospedale ed a11e sue cliniche intervengono i medici militari rlciÌa guarni giOne e quelli dell'is lilulo Federico Guglielmo: undici ft•a i ventisei medici principali dell'istituto sono addetti in varie posizioni ai divel'si servizi del regio ospedale civile della Charité. Ciò vale a drruost•·are a qual gr ado tli \'alore scientifico abbia 11aputo ~>levar~i il cor po sanitar io militare aermanico, quanltl con~itlerazione e defer enza gli venf!a tributata tla ogni autor rLù tanto scientifica chP militare e politica. ~la a viemegilo confel'tnare questa mia nc;serzione valga il semplice annunzio di questi ratti: in tutte le uni ver sità, in tulli gl'istituti scientifici vi sono professori et! insegnanti che appartengono od hanno appartenuto a lung<1 al corpo sani-
I<Hiz
VAIUETÀ
Lario mi lilar·e e che se ne vantano come di una rlclle maggiori loro glorie, uno dei loro titoli migliori . In tutte le solennila, in tutte le feste pub])liche ed ufficiali tutti i meclici che appartennero al co1·po sani lario milila J•e ne vestono con orgoglio l'unifor me a pL'eferenza di qualsiasi altr o dis lintìvo onor ifico. Ho già accennato come all' ufficio di presidenza del Cong r esso fossero stati assunti per voto dei colleghi tre o quattro medici mìlìt.ari, numero cospicuo in proporzione dell'esiguo numero complessivo. Sì deve scegliere una rappPesent.anza di 30 membri, che presenteré gli omaggi dei congressisti al ricevimento dell'Imperatrice: 20 vengono scelLi nelle 17 prime sessioni e JO in quella dei medici mili t.a ri. L' l mperatrice s i pr esen la u visitare l'esposizione e a preferenza di qualunque altro e a pr eferenza del Vir chow sles.c:o presidente del Congresso che rimane in seconda linea, chi l'atcompagna e le dà le spiegazioni necessarie t• il von Coler, il capo del corpo sanitario mi litare. I medici della Corte, sono Fsmi ~lia Reale, il medico personale dell'Imperatore tlella sempre lra i più distinti ed elevati in grado Jel corpo saniLario militare. No11 la finirei cosi presto se volessi citare tulli i falli ùi questo genere; bastiuo gli accennali a provar·e la verità ùi qua n lo ho asser ito. § 15. L'istituto Federico Guglielmo, che ha qualche analogia colla nostr·a scuola d'applicazione di sanita militare, è un collegio di educazione ed istruzione per gli studenti di medicina che si avviano alla carl'iera militare, ed il pi(t importante e sicuro mezzo di r eclutamento pel corpo s anitario militare. Nel l i95, dietro proposta del chirurgo generale dc~ll'ar mata Gorcke, Fede1·ico Guglielmo II ordino la fondazione di un collegio per formarvi i giovani medici per l'esercito. Dapprima si chiamò: Collegium Medicum-Chirurgicum, !n appresso venne chiamalo Istituto Medico-Chirurgico di F ederico Guglielmo. Superato l'esame d'ammissione all'universihi e in seguito a lor o domanda, gli studenti sono ammessi nell'istituto ove ricevono alloggio, con t•elalivo r iscaldamen to e illuminazione, più un assegno di t marco al giorno per quattro anni: fre·
V.ARI.ETÀ
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q uentano lutti i corsi universilar•i che per essi sono p ure gratuiti, e, superato l'esame di laurea, ricevono per sei mesi l'istruzione militare come i soldali di leva : quindi sono dc·stinali per· un anno come sotto-assistenti pr·esso i professori della Charité, o ripartiti negli ospedali militari delle cllta sede di università, per' prepararvisi al l'esame di liber o esercizio; superato quesLo sono uorninRti medici assistenti di 2k cla sse e sono obbligati a servire nell'esercito per 8 anni, il doppio cioè degli anni passati nell'isti tuto. L'alta dtrezione di questo é affidata a l capo del corpo sanitario: per l'arnmìnistrazione e di rezione interna vi è nominato un sollo-diretLor e, che è a ttualmente il gener"larzt doli. Grasnick. Accanto all'istituto esiste pure l'accadem ia di med icina militar·e fonda ta nel 18 11, a cui gli s tudenti vensono pur e ascritti in s~::ruito a loro domanda, <'he dà diritto unicamente ai corsi gr atuiti, e che richiede dopo la lauJ•ea un ser vizio obbliga,torio di soli I'JUaltro anni , qua nti fur·ono cioè gli anni di èorso: ~l i allievi tanto dell'isliluto che dell'accadP;mia fruiscono di r ipetizioni gratui te faLle dai medici militari inca ricali. In media sono 180 gli allievi accolti nell'istituto e 50 l'fuelli ascritti ull'accaderniA. § 16. Una delle prime g ite e de lle più i mpor~anli fatte in quei g iorni, fu quella a l lago Tegel per esaminarvi la presa d'acqua de~tinata a fo rnire l'acqua potabile alla citta di B erlino. Ques ta città, posta io m ezzo ad una vas tiss ima pianura a lluvionale di ciottoli e sabbia, improduttiva ed arida assai più dell'Agro roma.uo, non kovava ne mmeno una discreta acqua potabile. La Sprea che l'atLI·aversa trascina u n'acr1ua sovracar1ca di limo, di princi piì organicr , di terriccio, e la sabbia ca lcarea de l terreno non va le a tìllrarla: si dovette provvedere altrimenti . - Dal lago Teg:el, clistante una diecina di chilometri, si prese l'acqua, essa pure sopracarica di terriccio e di sabbio, e si provvide 11 lìllrarla mediante l'impianto di un ~rauòioso stabilimento di fìl Lrazione. L'acqua fi.ltt'a la poi med ian te una serie di pompe e di macchine viene elevata successivameule e mandata p~:r S paudau e Charlollenburg negli enor mi ser!;a toi destinati ad a limenture la ciltà.
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VA RIETÀ
È un lavoro colossale, un irnpiAulo ed una rnanulemdone costosi«sirne, •ruanto di me:?lio fosse possibile attuare in quelle condizioni, e che dà, ciò nonostante, dei risultati imperretti. In causa della g randiRsima impurita àetracqun, in causo dell'imperfezione ~ l'IC81'Silù del materiale, cbò, non avPnclone altra da cambiare, la sabbia dei filtri viene rilevata e riropiegata parecchie volle, l'acqua tlllrala che SC' 1w olliene t• sempre impur&, ver<lognola e quindi cattiva. § L7. Una seconda gita, non rneno inter essante ed isLI'ULth•a, fu quella a Tempelhof, per visiLnrvi il deposito òel ma· teriale ~nitario di mob1litazione e l'ospE'dal e militare n. :!, dei '(118li ho szié. tenuto parrJlt\. Un'altra escursione, non m.•no impor tante fu •(ueUa falla n Dresda per visitare appunto g li s tabilimenti santlari militari di quella citta, d spec1al mente le caserme che si dehbono, e bt'n con ragione, considera re quali caserme modello e che sono al certo le più belle di quante ebbi finora occasione di v isili) re e di s tudia t'e. Venduti dopo il 1870 luUi i vecchi fablwicati che ~ostitui ''8M le antiche ca serme a Dt'esda, il Minis tero della guerra, a vutn dal Demanio dello Stato una amplissima estensione di ter1·eno a boschi sulla sinisl1'a dell'Elba, contigua c situata nella pArte elevata della cilu\, vi face,·a costruire a sprse dello St.alo tntLr~ le caser me, l'ospedale, l'ar;:;enale, il collegio pei cadPlll, infine tutti gli stabihmenti occorrenti al presidio della città stessa. O~ni caser ma, destinala pet· un r·eggimento, è isolata ed è circondata da un estesissimo parco, messo a prati e viaU con pianto d'alto fusto abbastanza fol te da l'ict'eare e da dat•e molt'o mbra, e non tanto da impedi re i movimenti e le esercitazioni deiJa lruppn che se ne sP r·ve e pet• giardino tla pasc:eggio nelle ore libere c per campo di manovra nelle varie istruzioni. Le scuderie nelle rnserme per le truppe a caval!o non sono mai sottostanti 01 fa bbricati occupa ti dagli uomini, ma in appositi padietlioni paralleli fra di loro, separati rlalla caserma da un va«lissimo cortile: presso le scuderie sono pure le selierie e gli altri depositi e maganim relativi.
~dio ce~ermo propriamente J,.llo al piano terreno, elquanto inferiore al livello del suolo cirt"osl.ante, sono collocate le camere per bagni e dacci~, le cuciné, i refettori ed alruni magazzini: nel primo piano sono poste le scuole, gli uffici, i laboratori di r iparazione per lo urmi e gli abiti, le snle pet· la t•i pulilura delle a 1·mi, '(UOlle di convegno pet· uffici ali *' sollul"ficiali, ccc. , e noi piani !'i\l[HH'int·i, in cameront posti unicornen le in lanli bracci del rabbrlcalo l'porgenti sulla parte opposlu alla facciata, si trovAn o i do t•milo ri; nella parte an te rioro invBcc le camere per sogg-int·nAt'vi il giorno (\Voh n-
l'llum).
In ogn i caseruu1, in uno dei porttcalJ o corr·idoi piu rr·.aquentali e meglio iu visl.a, per lo piu vicino aU' ingres~o principale, u·ovasi una bella lapide iu marmo che porlu scolpiti i nomi dei soldati del re~gimen tt) morti uelle varie batla ~l io cui questo prese parte. r vasti cort·idOJ, le ampie e comode sul~>, ollre a facililure la ci t•r.oiHzione e quindi i va t•i servizi servono anche coll'abbondanza della luce e dell'arw a so ll evai'~ r animo del soldato, e di quanto vantaggio siano por lo sua salute non OCCOt'r C <iimostral'io J'ICrché troppo Ovideule. I dormiLot•i, come ho detto, post1 in ' 'Mli cameroni, sporj!enli wr~o il cortile interno, f~Uindi nd.,renlt a l fabbr icato prindpAI~> pet· un ;;olo lato e per tre lul• lihcr• ed isola ti , sono r iempiti sovet·cltiamentc di lPlli, tanto che questi non soth) dislanlt rra loro che pochi dccim•jlt•i; o !Jneslo è forse il solo i neon venienle che ebbi a ri levar·e. l l'lollufflciali dormono nello s tes~o came t•ono dei soldati, riuniti ins ieme in una :-;pazio limìlolo da un sornplicP tt'Amezzo, fot·ma lo da un telaio tli legnu c.:operlo di te la, e ciò perchè, pure loglicndoli della vis ta ed isolandoli fino ad un cer lo punto ùai soldati stessi, pare "•eno sem pt·e ad c~si r iuniti, possono eser citarvi unA suftlcienle sorYeglianza e mAntener,·i la riisciplina con la loro itnmecliata ''iciuanza. Tu tti c1uosli dormitori che per lo piu st•rvono per una compagnia sul ptede di pace, non ~ono mai riscaldati durante l'inverno, e roi dissero che la sera al momeuto di coricarsi la temper atura è spes"'o a o·, ed anch~ al Ili sotlo, ma che 1 0~l
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appena i soldati vi entrano vi si rialza subito di parecchi gradi e rag~iunge sempre nella nolle un massimo di 8 o IO centigradi. Tutti gh allri ambienti invece sono durante l'invt•rno ri.,caldali dai calorireri a carbone coke, posti nel piano inr~>rt ore.
L'inconveniente rlell'agglomet'flmcnto, cbe é all'evidenza eccPssivo, mi pflr e sia ampiamenlP compensalo dall'enorme vantaggio det•ivanle dalla circostanza che questi dm•milori non suno mai occupati che nelle ore destinale al sonno: le truppe ne escono al mattino appenA dopo la sveglia e non vi rienlrt~no invat•iabilruente che Alla sera al momento di coricarsi. Dura n le il giorno, le ore che le truppe non passano all'esterno nelle varie esercilazioni, ovvero, se sono in quarliet•e, nelle scuole o nelle sale di ripulitura personale, o delle armi o ul reft>lLOPio , il soldato nbila le camer e sullo stesso piano del flUO dol'milo l'io, a l di la del cot·t•idoio centrale, vet•so In faccia ta snLHI'iore; l'{uivi ~ono amp i ~ tavole per legget·e, scl'iver·c. aLtcndc>re alla pulitura c.lel proprio corr edo; vi sono panche i11 legno proporzionale al numero dei soldati che devono soggiornarvi, e lullo all'in~riro alle pareti una guardaroba profonda circa fiO o 60 centimetri e divisa in tanti scompartimenti di eguale larghezza o poco più: ogni scompartimento porto un numero pro1-!ressivo eJ é assegnato ad un soldato che vi applica un carlellioo col proprio nome e grado, eh>! se o~ set·ve per riporvi gli abili, ~li oggeUi di propri ~là persouale e clte egli sLgsso chiude con lucchetto o set·t•atut•o dr cui ritiene la chiuve. Anche questo armadio, qlli'Sll'l piccola proprietà peJ·sonale, mi pare che cont&•rbuisca u mantenere nel soldato il ~entimento di dignità, di par simonia e d'ordine e che sarebbe di qualche utilità quando col tempo poles~e da noi pure venire imitata. Una o due camere in o~rni caset•ma sono destinate per uso d'mrermeria pPl' malati leggieri, senza che però abbia avuto a nolo t•vi olcuna particolarità merrlevole di speciale menzione. § 18. Fu appunto a Dresda cbe , come ebbi già occasione di notat•e, vidi impiantalo diverse lande-baracche da ospe-
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dale, sul tipo di quelle che figut'avano alla esposizione di Berlino, chiuse però in quell'epoca per essere rimaste vuote di ammalati da poco tempo, dopo aver funzionalo egt·egiamente dur·anle la epidemia di Liro ver ificalasi in quella guarniflione nei mesi antecedenti. Ed a proposito di questa epidemia voglio accen~are un allt·o fatto, non di ordine sanilal'io, ma piuUoslo di ordine militare e morale. A ~endo ossen·alo in Prussia ed in Sassonia come la massima par te degli urfìciali suballerni medici (assistenzarzt di 1a c di 2• classe) portassero f.!Ualche decorazione, come tutti i capitani medici (stabsorzl) ne avessero parecchie, ed i maggior i (obot·stabf'ar t) ovesseeo Lutti il petto fregialo di cinque o sei medaglie e croci, ne domandtti spie~azione appunto ad uno di questi ullitni, il quale mi r·iSp:)se che alcune di quelle dcco ,·azioni erano commemorative di campagne fatte, altre ricompense per alli di valore o di merilo individ ua le, ma cbe molte er nno in vece onor i· fìcl"nze speciali distt•ibuite agli ufficiali medici che si distinguevano per la lot•o capacità ed allività nelle singola epidemie ed esponevano la loro vita per l'assistenzA dei maIali tli malattie infettive e contagiose; e moslraaùomi con una eel'tu llerezza una delle sue decorazioni: c1uesta, mi disse, me la di~de da poco i: nostro re. e me la sono appunto guadagnala in 'luesla ullima epidemia di tifo, i cui ammAlali vennero curati in queste baracche. § 19. A. <'Ompletare questi appunti sul congresso di Berlino debbo ancora, sia a titolo di cronaca sia per debito di gratitudine rico,·dar·e la splendida ed aiTelluosa accoglienza che ci \'enne ratta dai colleghi tedeschi in genere, e da quelli specialmente del Corpo sanitario militare. A. cominciar e dal capo dd cot·po il generale von Coler, che, severo nella sua uniforme, con Lulte le sue decorazioni, sempre presente, sempre il primo ove dovevamo t•ecat·ci, sempre affabile e pronto a darti qualsiasi spiegazione od informaziont>, !>embl'ava avere il dono dell'ubiquità e della in stancahiliLà, fino all'ultimo soltotenenle, il primo inconlt'alo, che si faceva un doYcre ed un piacere di servirei di guida, di accompagnarci
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TARlETÀ
spesso per una iintiera giornata, fu per tutti una garu concontinua in quoi giorni di cortesie e di gentilezze. 11 Ministero della guerra ed il Municipio ofr~rsero ai congressisti ùiverse opere., talune già pubblicate, aUre edile pet' la circostanza, LuLte pregevoli per l'importanza dell'argomento e per e leganza di edizione. Il cor·po municipolt.l ui Berlino volle festeggiare il Congr esso con uno sph'ndidn ricevimento nel palazzo stesso del municipio; l'lruperatru:e riceve una commissione eh delegati nominali dalle singole sezioni; il priucipe Leopoltlo, rappresen tante dell' Impel'l.~tore allora in Inglùlterra, invila a Potsdam, i membri do! Collgr esso e li t'iceve nel palazzo impel'iale in forma uftleiale, ma con una affn.bi!Hà e cortesia str·aordinaria c con una munificenza veramente imperiale. Il cor po sanitai'if) militare offri ai colleghi slrauiel'i un pranzo di gala ali'Hlltel l ruperia i, che fu una splendida festa resa più cara tlal sentimento di camet·a.tismo mi1Ha1·e che gli diede la sua impronl.a speciale, ove t'ur·~no pl'onuociati brindisi in lLttte, cr·edo, le principali lingue eJ ove il noSLJ'O colon nello medico Tosi, ringraziò a nome dei colleghi italiani, lui pure, come il Baecelli, in latino, applau.dHis!'iimo. A Tempelhof, a Or·esda, dovunque Cl portasse il dovel'e o la brama di vedet\~, eravamo prevenuti, t'icevuli, seguiti da ogni manier·a di gentilezze e Ji premur e. § 20. Non so f:lno a qual l'unto s ìa l'iusciLo a dat·e una idea delle cose da me viste, delle impressioni ripot'late: bo fallo quanto meglio ho saputo pct· esprimer·e r e fft:lto che io stesso ne a veva risentito; effetto che credo di v~·le t·tJ tradurre sinteticamente in queste poche parole. OlLl'e ai lavod del Congr esso della cui impot·Lanza come dissi, non iu qui posso o debbo occupar·mi, ho poluto, come succede sempr e in simili circosta nze, ved~re ed appr·endere molle cose che i lib!'i soli non potranno mai descrivet'e od insegnare; ed ho potuto specialmente ammirare un popolo grande, che, sebbene sLabilito in un clima rigido, in un suolo poco fertile, spl'ovvislo di quanto a noi il clima ed il suolo for niscono a dovizia per pr ovvedere a tulli i bisogni, per l'aliegrare la vita, pure seppe colla fermezza di proposito, colla fol'za di
YAIIlEÙ
1669
volontà e lt~ per sr-veranza nel lavoro creArsi una agiatezza, una ricchezza !'li'Uordi<Jaria, procurars1 coUa sua industria lul~i i vantaggi ed i co modi della vita, Lulte le raffinatezze del lusso, tutte le mag nificenze delle arti, difeod~.>rsi colle armi per secoli intieri, ed impor si in fìne colla sua supremazia ed acrtuislare ai nostri t~:~mpi un incontestubile primato politico militare e scientiflco. Ed ho anche potuto vedE-re, esaminando e confrontando quanto s i va facendo fuori d'llaha nòi vari campi dc·ll' attività umana. che noi, ~>orti do cosi poco tempo a vita indipendente ed ultimi giunti a questo concorso fra le nazioni. abbiamo bensì e dovunque molle co~e dA imparare, abbiamo ancora mollo da lavorare e progredir;·, ma pure anche noi non rummo inoperoc:i ed in molle co-<e il confronto non l'i<:!sce sempre a nostro danno.
La bllharzla ematobia e l 'anchilostoma duodenale nei presidi italiani d'Africa. - (Un ft oppor tuna, anzi ncces· sa 1·ia retliOcazione·. fino dal primo momento delltt noc;tra occupazione militare di Massaua , l'lspetlorAlo di sanità militare, preoccupato delle speciali condizi:mi di quel territorio e della ben nola facilità e frequenza dello inquinomenlo delle acque potabi li nel Della egiziano per la presenza di diversi nnimali paras~iti capa<'i di provocare proprie patologiche manifestazioni nell'uomo, dirigeva, autorizzatone dal Min1stero della guerra, ai medici militari comandali in Africa una breve pratica istruzione con vive raccomandazioni, perché mai trascurassaro di con~latare in ogni ca so di manifestazioni morbose, anche solo sospette, la presenza di essi parassiti, delle loro uova, ecc., onde tn tempo dirige•·e contr o quelle temibili in fluenze non solo le noto risOI'SC cura tive, ma per proporre fin dalle prime manifestazion i le misur e protllatliche alle a scongiurare ogni pericolo. E ~li spedali e lll direzione di sanita furono perciò dotali di mezzi di ricerca i piu oppOI'tuni c naturalmente anche di eccellenti microscopi e delle piil stimate e r ecenti pubblicaziom sulla materia.
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VARl ETÀ
Alle p1·emure dell'Ispettorato risposero volenlerosi tuUi 1 medici militari comandali ad Assab, à Massaua e dipenJenze, e for tunatamente dalle reilerate, abili, assidue ricerche sul pr·oposit.o alluate, fu messo in sodo che nulla vi era a temere, che nulla autorizzava ad ammettere la presenza dei temuti parassiti. Ora il dolt. Raffaele Blanchard. professore aggregato del la Facoltà. di medicina di Parigi, nella egregia sua Memori~l intor no agli animali parassi ti introdotti coll'acqua nell'Ot·ganismo, letta alla Società di medicina pubblica nena seduta del 20 giugno 1890 e riprodotta nella Reoue d'Hygiene et de Police sanitaire, numeri 9 e 10, 1890, parlando della Bill1arzia ematobia (scoperta è descrilla dal Bilharz nel1852) dice (fase. N. 10, pag. 935): o C'est ainsi.. ... (en asl?orbanL sans précautions l'eau des u riviéres, des lacs ou des citernes) ..... que Jes sold~ts ita« Jiens du corps d'occupation, c.lans la région de Mal'saouah, « ont été atteints par la maladie dans une assez forte proa portion. )) Noi avevamo, leggendo a studiando l'interessantissimo la· voro del Blancbard, già rilevato la gratutla erronea asset·zione sua per qua nto riguarda non solo i nostri presidi d'Africa, ma ben anco la popolazione civile, almeno per quella parte (ed è, ben può dirsi, la totalità) cbe ricorre ai nostri osp9dali od all'opera dei nostri medici mililal'i; ma non avevamo credulo valesse la pena di far ne oggetto d'una speciale rellitìca· zione.... Per ciò che si rifer isce alla piccola ;;ostra porzione del vasto terr·itorio africano sono troppe, continue e s trane le azzardate asserzioni dei giornali esteri !! Però siccome alle parole sovra testualmente riportate il Blanchar d fa seguir e una nola, nella quale cita il prof. Scos ino e il suo scritto sulle Condi.; ioni eli Massaua. sicchè potrebbe, e non senza diritto, apparire che j] Soosino abbia autorizzalo colle sue asserzioni ed osservazioni quelle parole; CI)SÌ esso prof. Sonsino ci ha diretto una lellera per sdebitarsi da tale possibile accusa e rel'pingere la s upposizione d'aver mai dello ed. asserito cosa che la possa accra ditare o legittimare.
VARiETÀ
Cosl s tando lu questione abbiamo cr edulo r inunziar e all'impostoci riser bo, e con pieno diritto asseriamo chell professorl:l Blanchard fu tratto in errore quando asse ri c he i nosl!·i solda ti in Africa siano soggelti, non diremo numerosamente, ma anzi menomamente, alla Bilharzia, e che pur errò ci taudo in proposito l'autorità del Sonsino, che non ha mai simile cosa asserito. B.
fUVJSTA BJBLI OGHAF ICA ---:::>ec:::-- -
La cure radicale des Bernies. tavole.
F1..1Ce-r. -Con quattro
Il Segond nelle s ue tesi pel doLiorato, il Breger, il LucasChampionn iér e, il Richelo~, ed i r endiconti del 3• Congresso di chirurgia francese hanno tratteggiata 1t1 storia chirurgica delle et·nie dal puntf' di vista della loro cu ra. Il Fliget a vece si Limita a parlarne come d'uno stud io di opportunità, ora che i mezzi antisettici ne hauno falla una operazione immune da pel'icoli e s uscettibile, nella maggiot• parte dei casi, di addurre una perfetta guar igione. Inoltre l'autore descrisse una mocliftr.azione operativa che semplifica a suo dire e di mollo la man ua lilit oper à Loria, abbrP,via s in golarmente la dur a la dell'operazione, e cosi permette di ascriver e la cur a radicale delle ernie nel quadro delle operazioni applicabili anche a ll'infanzia, anzi alla prima infa nzia, eta che male si adatta alle operazioni laboriose e prolun gate. « Le indicazioni però, vanno ad ogni modo r istrette nei c limiti onesti della necessita, e ,per la prima infanzia, della • assoluta necessil8, come operazione di eccezione. a msogna ben altro che la semplicità di esecuzione di un • aLlo operativo per giustificar lo. L'acquisizione dei processi « antisettici, es tendendo la potenza chirut•gica, non ha però • nulla cambiato a lla morale dell'arte. L'aLlo oparaLtvo non l
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RIVISTA
sar à giammai chP. l'nUim.a raìio, l'ulLima risorsa, quella che cc non devesi mai mell.ere in giuoco che quando le allt'e sali r·anno s lale senza effello. » È essenzialmente per far plauso a questo s agg:io e prudenti parole che noi abbia:no accennalo l'opuscolo del Fliget. Dolenti poi di non poter descriver·e qui a dovere il suo pro· cesso, dobbia mo !imita rci ad accennare che la specialilà di esso stà nell ' uso di un piccolo pallone di caoutchouc ro~so a fol'ma di pet'a (di 10 per 6 centimetri di diametro in media) e che mediante una aP.penùic.e Lubulare cou chiaveLLa, può gontlat•si e ridursi a volonl8 infiltr'aildovi od espellendone l'aria. Piegandolo strettamente, qua11du ben vuolo, nel senf"O della lunghezza lo si insinua nel sacco erniario atlraverso un occhiello di 25 millimeLr·i di lunghezza e lo si spinge su su (mantenendo fissi i labbri dell'occbiello con due pin·1.ette a roc·cipressione) fino all'anello addominale, insinuandone la esLr'croita piccola nel tr agitLo inguinale, più che possibile proronds mfmle . Si dis tende insufllandolo il piccolo pallone, e su di esso, che pel cupo colore L'O sso ben si disti ngue, si dis tacca la pellicola periloneale cbe lo in volge; e si isola il col· !eLLo fino al disopra dell'OI'Jiìcio interno. Facile e compJ•en· dere Io scGpo della sua mCJdificazione, ed e ciò che noi ci limitiamo a voler e, giacché per descrivere esatlamenle tl ~am plesso degli atti oper alor i ci sarebbe necessario oltre che descr iver e essi atti nei casi semplici e normali, e specialmt:!nte d'ernie r iducibili in totalità, bisognerebbe accennare le modifìcazioni r ichieste dai cas i composti e compii· .cali (e r11ia riducibile solo par·zialrncnte; irriducibile peJ' ade· t·enza; casi di neeessar ia preceden te chelotomia.) L'autore accenna pur e, con Jes1ta e franchezza degna, ai risullali lontani dell'operazione, e non dipinge lutto colot· di r osa; ed osse rva che la sutura dei pilastri è utile, non i' ' 'ero almeno sia inutile quando è ben falla .... e quando la si farà con facilità (ed il palloncino permetter ebbe di ciò ottenere) se ra indubbiamente utile per chi che s iasi, perchè s i pr•olunghera l'incisione dei legumenti sul ventre, cioè .mollo più in alto di que l che la si pratichi comunemente. L'aulore a ccenna pure alle necessarie pr ecauzioni censec
BIBUOGRAFICA
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cutrve ull'operazione (20 giorni almeno tlt letto... Barker e Mac Evan dicevano i a 6 settimane). · La flUBrigione non é la consegueuza immediata della oper•azione comq i profani credono, ma dell'opera della natura che non è immedi!ila. e che necessita di validi profllatLici sussidi .... Gh operati devono mettersi il più tardi possibilu a cominciare a lavorare massime se lr!illasi d'un lavoro faticoso ..... E al rlpO!.'O da ogoi :>forzo che dev e~i produtTe l'organizzazione dei tessuti di riempimento, la lor o aderenza alle parti del lrogiLLo, il rinserr-amenlo e la coartazione di esso tr·ag-ilto, il r·ilorno delle cose allo stato normale .... L'uso d'un sosle{!llO (d'un cinto) A noi !'embra inrli«culibile, lA fJnestionc sta nel «apere per quanto tempo sarà n,.ces«ario di usarne. Il eroto é Ja conlrnuozione delle precauzioni che prolPg~ono il lavoro riparalore della natura; la necessita e la durata del !;UO impiego sono subordrnate alle condizioni, faci li o dif(lcili, n~>Jle quali questa ripat'azione definitiva - la ver·n cura radicale - si compie. Queste riser ve, questi rrudenti app!'ezzamenli del valore dell'operazione sono saggi. sono esalti? OppuN é il metodo 1-'iu perfetto che permise ad altri opet·ator'i di lasciar da parte tutL~ esse t•iset'\•e, adombrar.ti degh apprezzevoh dubbi sul comptulo valore dell'operazione? Solo il tempo e l'esatto e spassionato esame dei fatti possono somministrare gH elementi pe1• un simile giudizio: fino ad ullora non lasciamo mai in disparte l'ippocratico tute.
B. F. SANTrNr, medico capo della R.' marina, ed F. HoMt::- RoseMAERG. ufficiale del R. 0 esercito. -La navigazione Interna a vapore org ulzzata per U soooorso del feriti ln guerra. - Studi. - Con tavole. Su •1uesli slu1li il dott. Sanlini fece già una delta~?liata comunicazione al Con~resso internazionale medico di Berlino. L'utihtà della navigazione interna per lo sgombro di feriti e maiali n{èln t> ratto nuovo ..... Però la Cr·oce Rossa non l>e
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RIVISTA BJBLlOGRAFICA
n'é finora occupata; eppure potrebbe trarne una grande risorsa ..... Tale è la lesi che gli scrittori propugnano e cercano di dimostrare attuabile anche con proposte applicative. B.
,..t
L& f ebbre dengue a Coatantinopoll. - Sluòiata da una commissione dell'accademia imperiale di medicina. - Relatore il dott. RrTZo. Premessi alcuni dati stor ici, e la sintomatologia generica della malattia, accenna il relalore alla caratteristica forma della sua diffusione; ùà quindi della malattia una dettagliala descrizione, colla bemtologia generale e speciale. l caratteristici fenomeni sono ù'iodole nevr·algici, pareltci, meningei; eruzione e desquamazione pruriginosa; convalescenza lunga, dinlcilo, con anoressia ribelle; si propt~gu da casa a casa, anche ugli animali domestici. La cura oon pu(l essere che sintomutica: aoti lermici, analgesici, sudoriferi, upel'itivi, tonici ; i clisinfellanti ebbero aziotlO incet·ta, dubbia. La dengue, febbt•e rossa, febbre di Dattes, febbre corbalurale, break-bono fever, U1ree days fewer, scarlattina r eumaltca, a bon rèkaba, l'racasso, ecc., è identica alla g rippa, all'influenza, o è differente?. Molti opinano per' l'ideuLità; allri basa11dosi su diiTet·euzc abbastanza accentuaLe, circa le localizzazioni piu I'1'C4uenli ed accen tuale dicono che no. La questione non i> facile a risolvere pel fall(l indisculibile che, secondo i paesi, l'inùole dell'epidemia attuale, le condizioni individuali, si hanno fenomeni sa lienti diversi, disparati.
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NOTIZIE
La oura 41 B:ooh al r spedale mUltare cll BerllDo. Oall'ulLimo numero del corrente a nno del giornale medicomilitare tedesco apprendiamo che nel 1• ospedale di presidio in Ber lino fin dal1'8 novem bre 1890 fu introdotto il trauamento della tubercolosi col metodo del pror. Kocb. Fra le malattie curale vi erano 23 calarr·i degli apici , 3 pleu· riti, 3 tumori ghiandolari, 2 lariogiti sospette, 2 lubercolo~i pol monari estese ed 1 tubercolosi miliare acuta. Si ebbe iuoltre l'opportunità di praticare iniezioni a scopo diagnostico. Nello s tesso ospedale, per ordine della div ~ione sanitaria del Ministero della guerra, venne instituito un r ipar·to speciale per i tubercolosi sotto la dit·ezione del doll. Slricker ; io questo riparto gli ufficia li sanitari che lo desider ano hanno l'opporlunita di prendere conoscenza del metodo di cura e d ei suoi r isultati. Non mancheremo di tener e informati i nostri lettori di quaolo verrà ulteriormente pubblicato a ques to r iguardo.
Il Direttore
Doll. FELICE BAROFFIO generale medi co. li Collaboratore perla R.• Mart=a
11 Redat.tore
GIOVANNI PETELLA
O.• RrooLFO Lrvr
Medico df t• eiiUII
CapilaftO mtdìco.
NuTrNI FEDERICO, Gerenu.
l N DICE GENERA LE :OS:JI:.ii...E
MATERIE
PER
--
~EMORIE
L ' ANNO
1680
ORIGINALI.
RARBATEt.LI ETTORE, cnpilano medico- L'inOuen1n ne l coUegio militare rli
Messina
Pag. 738
BARONI EDOARDO, fllfJlllltiSLa milil.are- Sul filOalO eli chinina . "' i009 OtANCill MARI ANO, m\lllico di m:trlna- Co11Lribnzione allo studio per l'estirpazione dcgJJ OSL()O ·~:l.I'COIDi • l p& noeCIA SAt.vA"rone, tenente medico - Relnziono di una operazione :1 lla PirogoiT con applicazion(l •lei crini di cav:lllo per la sutura delle os~a
n delle parti molli
• t li62
no:solto LoRENZo, tun~uto medico - Contributo clinico alla determinazione della sfera visiva S llOiì\liiO LouNzo, lenente medico- Contributo clinico sull3 azione antigllcogena dell'aullpirina 13 CAI.DEIU:Nl cav. E&nDINANDO, maggiore med ico -Contributo, storia clinica eli estrazione d· UJl corpo straniero • l.O!S CAPPELLETTO AL BSSANOllO, medico di nturinu
- Risultati Llolle vacci.Oazioni negli operai del R. Arsenale di Venez ia • 3'!9 CAnABBA cav. R,H'FAf:b&, 111llggiore medico- Contributo alla ci.;totomla soprapubica. • Sr.t Cenvsr.u .ANGKLO, sollotenente medico - Un caso di avvelenamento per anici 431 Dr Prm& r.av. RA FPAKL!I:. maggiore medico- Un caso di ferita delle pareti addominali COLI (lN t~·usione (lello ~ tornaco. - J..aparotomia - Gua· ~~. IIJNzr ENRICO, c~pìtaoo medico -
m
L'articolo !btt <lel l 'eleuco R dello inrormità ed imporfc7.iOni e5irnenti dal servizio militare ed i mezzi per aumentare i ril!ullaU numerici del reclutamcuto . • FmGOLI L&ONAlluo, capil:mo medico - :'loto cd appunti ;;olia cpldoml& d'inOuenza manif~statasi uel 4° reggimento hersaglieri sul Onire del
•ss!l e principio del 1890 .
't'
• 74~
1677 Gunoi!<A GIU~':PPII. torn•ote medico - R1cerclro bnlteriologiche $ul m.'llerialo d4 medicatnn in uw nel R. e..ercllo Png. 1459 GinO{ J::RIIAlSl'BL~. sou nt<'nente merlir.o <ii com11lemento- A7.1ono biologica e tcra1•eutieu ttell' adonis \Orr1alts l' tlul suo princlllio a tLtvo l'atlo11idlna . • i09 IM DHIACO ~av. P1t:1'HO, IIH\ggiore modit:o - Sulla rcseziono ùoll' arUcol~zione do!ll'auca t• s ulla disarUcol~tion<' dt•l pil'de • 513 M.l:-iGUHI E1.10, c:\l>i tan<> medico - t.o sgomhero acqueo dei roriti nella valle del Po. • i98 M.1succ1 AI.FnN ~o. mM leo ,u ~· cl:t$SC - Sttlla etiologia dci tumori maligni
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MOIIOS51 GIO\'A IINI. t'llttiWHI medico- L'inOnenta nel collegio militare di Fircnt.e. • 531 l'A OLUCCI I.AMiltm1'fJ, so lto tcnento tn t.·~ ico eli r.o mplemento - Sopra un caso tJI panofl31ntllt• suppurntiv:• in sc~:uilo ad otite purulenw ,. 4553 1'.1s•JUALE AL~!;{ANDRU, medico di t• ci:~Me nella n.• marina - L'l'(lidemìa d'inthiPnza nel! •lit•arliment•) mar•ttimu • Il:l l P AS•JUA LI! At.r;-;sANtlnu, met ti co di t• cln~M nelln n.• marina- 01 un nuovo microrgaohmo plol!cno CDiplococcrH PJJOOfllfS) • l!!SS Pacco conun. GHtOliO. jlenemte medlw ISf't:tlore <'3Po - Sulla cum ccle•·o rl1•.;11 ~cahblo'l llel ~ semt•stre 488!1 • 817 fl1,cco com'" · GIACOMO, generale medicr• l~pel1<1re capo - Opcrnztoni cl il rurgil'ho st:tte o,:;cgnile duran te l'anno 1888 negli stabilim!•ntl san itari militari. • tli Pt:cco com m. GIICIIIID. Jti'D~'rnle medico is(leltllre rnpo- Operazioni chi· rurtrict.e st;•tr l'seguite durante l'anno f.889 negli stabilimenti sanlt11ri militari • 1409 l'sTELLA GIO\'ANNI, m••illco di t• cla!'So nella n" marina- ln50iaziono c colpo di t'lllore . • G73 c 9ii flETRF:C:CA MICIIIii.E, tenen te medico - lnconvrnlrmti del iodorormio in nlcuni orgnnisml P tle•·matosì d:< osso provoc11L0 • 385 I'IMPLNELI.t P1 ~:T il0, tenon te medico - Tro caii eli tubercolosi tic li' ophlidimo e flPI testicolo . • 833 RANOO~>I! cav. GIO\'AN:>il, maggiore me<lrco- l.n trapanazione nei casi di le.,ionc •lUI crnmo In g ucrm • 1365 llw&R-' A~>Gf:I.O, 'ottoteneclt.e medico di oomplemcnto - Soprn un CliSO dJ ernia J•ohnonare rlo;('ontrato io un soldato dell ' 85• nggimeoto ranterin • 1020 SoTIS ANORt>,,, wncnl o medico - Con tribuzlono all o studio delle localizza. zionl CCI'!'bl'ali o th• llt• ep ilessia ro•·ticale . • 133 T esTI FnANCE5ç•>. raJ•ilnno mril ico - Un caso •li nettrite multipl a con reoomenl tli tet:~nin ronseeulivn nll'innurnza . • 8:i7 Tno»BETTA E1111o:too. cl\pllano medico -t.'in0ucn1.n nel reggimento e;l"alleria C.tSerla (ti•). • SU vA CC:: ARI A~ TONIO, me.-li r.o di 2- clas•e nella n.• tnCLrina - Un ca~o di or• 1303 chitc siOiitica unllnterale .
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RIVISTE DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI. l RIVISTA MEUICA.
Acèlonuria (l") e 1(1 paura - Yarro . l'ag. 438 Actlnomicosi dell'uomo {contributo rlinico (llla dottrina dell'} - Le>or • t!lS Alfnlicameolo fiSiCO Pcce~SIVO (manifestationi lllOrboSC dell')- Oufour • 46 A.ffrzione calcolosa tlcl fegato (cause d'errorunel lnlllngoosi dell')- C~r • 1487 Haclllo tllbercolat'll lltJII'orgnnismo uman o (il lli<HIOd'I ngresso del) - lò'llck • 17!1 Calco li tlel fe11:1tO (cou~o d'errore nell~ llinl(nosl cloi) - Cyr • II G3 C1rcinoma dello ~tomacd' (sopra un nuovo St'!!llll dlasnostico del) - llll' herlin . • s:l8 Chiodo lllhen'oloso {del) - l'ille3u • • 4'0 Colpo Ili sole (sturi i cnllci sulla patologia e t••rapi;l Ilei) e del colpo •Il en· lore - Bre•tun7 • • 131l Core;1 fibrillare {dello) - ~tonan • HDO Cuore (sulle cause t1t1i r umori anemici del) - Sellarwatrl • 762 Cuore (sulla •·igi<litil cn• lavo•·ica del) - Strnssmann • 440 Cuore (sopra le mnlnttle ili) nei soldati - De Mnrlius. • U7 L>inbete mellilo (~111 trattamento del) - Dojnrtlln·neaumentz. • IG71 Olrterite (nalllra e cura- della) - Critzmann e Thlroloi't • 33~ Emiplegia sr•asmottica inf:.ntlle - D'Es1nne e Pico~ • to:;! Emolti:li ritorrcnte •111:11e onnomo pl'e(;ur;;or!' tli neftite inter~tiziale Ouclos. • 1314 F.ndople11rici (so l 1i1·~l l o 1l~i liQuidi) - Pen nnto o ChlaroLUni • 173 l~ntcro ptosi (Contribu~loll o nllo studio tlell ') - K~illan • 340 l~pllessia gastncu ((ICII') - Massalongo . • 1157 l·:piiuttiei (sullo vnrlazh111l della sonsibilila generale, sensoriale e rcncssn ne~li) nel periodo interparossistico e dopo In conmlsione - •\ !;O• H~
stini &s,me batteriologico (l') come aiuto ali;) diaJ!no'i rlioiea. -
Beit:zmnnn • t ~ ~·et.bro glandolaro (In) - Pfeilfer • t Oi ~'ebbre tifoidea (<.lei rielll'io parziale nell'inizio o durante il corso della) llarié .
fi'••hhrc tifoWe:~., fehiJ ro mnlarica o febll re cllmntirn -
• l OM S6zary
.
•
700
~·t:;t<ola biliare (un cnso di), con alcune o&~rrvn7 10nl sulln bìle che ne sm·
tor1 - Copeman • 182 Golta (la) e la sua pa tozencsi - Legrand • 75~ hlropi.;ia renale (;ulla tJalOlogiJ. dell') - Auld • t 1C. lnnurnz..1 (rapporlo 5UI corso dell') nel reg,::imenlo t:.:ssari Reale Guglielmo f N. i, c SOJlr3 l'efficacia 1lrllo mi suro proOlalticho 3110perate - Scllcllor • 1308
l t} "i !l Paa. ~r.~
LnOuenza Csull'l - f.ichhorst nei rauciulll (delll' cause dell') - Simon. • 1010 lnsurucrenta rtelle \'alvole aorticbe.senz:~ urtn d~l cuore - lfartius. • 1316 lnsulflcicru.a intc.ilinolo (suU3 siJlt~matologin t! tera11ia della) - Rooemhnch • 1159 Ipertensione nrtcriosn (In malattia dell') - llnchnrcl . • 1318 lnwslrnnll (sopra 1111:\ particolare formazione Ili mnti'ri3 colorante nelle ~rovi aiTezuml) - n osenbacb. • l tkl lsterbrno provocato da una malattia acuta - Grnsset. • 1035 htt:rismo (la rret1nenza dell') nell'uomo - Mario • 169 l.cuccmin (un easo di) con neoplasie linCoad~niclu• multiple - Kelselr o Vaill:trcl • 13!5 LinJ,'U:t nevro(rnllo:-~ (lu) - Simon • 1 0~3 Lìtlasi biliare (ut·cidrnU con3ecutivi alla) - l.ueas-Championnière • IO:i' • ;:s;; Mioc:trdite •··~m••n1.1ria ll$Senziale cronica (13) - llennut .\lonopiCJZia brachi:llr - Rendu. • t0\7 l!IJsca fbrH \ i\e dii nello stomaco ,. nelb ho···~• - Senator • i6~ Orchlto Jl!lrotnlt•a senz:1 parotite (sulla) - 1\\l\''C' Il&! P~lpazionc toJrmrca (sulla) - Benezur ,, Jon:t' • 1159 f>ntologin cotonlalo (s ulln) - StokYis Pazzia post-o prl'll t.orh - Maìret Piot,ornr'o sulrrr•f•tdr:o (Sitl) - Scheur ten Il !H\9 Plcurlli fìlll'lllcnlc di\ pnèumococchi (delle) - Jnccoud • ·101~ Pn••umonilo rt·ontriiJuto allo studio tlella etio logia della) - Platania • 86~ Proc<>sso ti,locr~uo dci polmom (contril•uto ngll sturlil sulla ootura del) - llrl:r·tlll<'Ci Il:; Ro•umatl5lllo a roto (w t~-ori;t mia<JJJ;~tica. del). 'l Riflessi tcndUirr ('ui) - Sternbcrg • 1113 Ri•ipol:~ (cura m•••·ca.nica della)- WoiOPr . • 1;1 1\isi(tola (m0fll0t'''%1UIIll alla cura m~ccanic.1 cl<•lln). 4l Rumore resr•iratorio (della prop:tg3Ziouo (!cl) nrllo c;t' Ila ga>tt·ica t.'tl nlltlo· • 19! minalc t' rl11lln ~ua importanza diagnostlm - Gahbi . Sciatien (ricorrlw t•h)Ltrielte sulla) - norr•llmr • tl>i Slringomrlla (dt•lla ) 49 Slringomirlin trou trilour.rone aJio stullio rlelln) - llruhl • 1Sl1 SOffio ~ollrrrla\'Jcol"rc (rict•rche sul} - nor~nrl ti 1 SofO arteriosi a•ldomluall (contributo nllo Mutliu dei) - Rovighi • 867 Soippn.;ione nellu ma lnttle spinaU (nuovi r;1~i in rnvore della) - ToiJahlo • 437 5(1ull (sui sil!'nlllcato clinico delle cellulr• drr si trovano negli} di alcuni 561 r.,rrlracl - lloiTrnann Sputi verdi (SDI!Ii) e sul bacllli che t•rodurono la materia colorante venle t n~onnia
- fril.. l!t!3 Stemo (la ple>•imetri:t dello} iJl rapporto alla -emeiotica dell'aorta - Livierato • t !lg SLiticluma (p~rkoll dPiln) nei fanciuUi - Slmon . • Sii Stomaco (sull~ ••nrJo·ascoltazione dell o) - Glorgerl • t 05
1680 Stomatile UTemiro (della) - Barié Pog. 313 Tnchicardia essenziale parossislie~- Bouver~t • «2 Testicolo (nevralgia del) - Pc.yor . • 1315 Tifo addomlualo (sulle malattie delle fauci o della laringe nel) - tundgr~r • L60 Ti si (alterazioni d elle nrterìe.fel la) . . • . . . . . • 45 Tono nollò a rterie tlel collo • galopfJo ctu•otilleo • (sul radtlopp lnmento de l secondo) - Galvagni . • i i2 Tubercolosi (la cura nella) - lioch . • UH Tumori dell'ipo!ISi del cen·ello (contribuzione alla sintomatologla dei) Rolh . • 870 • 187 liremia cronica (sul trattamento 1lell') coG la morlìna - Mackenzie. Vlrus :rnbico (il momontt1 della comparsa ce!) uello ba va degli aJlimali nr· rabbiati - Houx e Nocarrt • 87l Woll (la malatti.!L di) - Nauwerck • t048 Rl \TISTA ClllElURGICJ..
AfTezioni tubercolari delle ossa e delle articolazioni (cum dellu} con iniezioni parenehimnt.o.>e Ili ìodoformio- Wcntlel$tadt . Pag. 58 Angioflbroma della lingu:t - F.ischer • 576 An{;olo s ternalo (l'), suoi rnPilOrti anatomici é suoi signifi~ati elinlci. Br.1.t1me. • !llS Antisepsi di guerra (l') presso l'esercito (r3ncoso - Noel . • l 33i Artrotomìa (uri me\O<Io ischì:llico flér l') o J•er la resezione dcll'anroBlddler • l ~9 Baionetta dtll rud le_t.\lhcl (gli eO'etti della) - J.acassagne . • i91 Jlorc.1. (le malallle deli;~) causate dall 'uscita !lcll'u!Umo denttl molarolufe• 793 riore - Illi tor . nronco rlost.ro (cor[lO s tr·anioro nel) - Webo•r • 566 C:Lrio costalo (dellil) comsecuLiva agli ascessi rt cl regato- Ch~uvet • i056 Catarro ve;clcalc croni co (sulla terapia del} - Frey ' 210 Catgut.lla sterllizza1.ione rlol) con un metodo scm tllice e nuovo - l'owlcr • 1501 Ccrvt:'llo (sulla gunrigione delle ferite del) - Spischarny • UH Colcristenterostomin (•Iella) - l)el~genicre . • 7~~ Coleci>lotomia (llue casi di) - Pnge. • 2~• Colonna ' 'Cr!!•hrale (cur vntura angolare della) , rapido sviluppo !Il para• 1328 plegiu., lumi ncct.omill, guarigione - La11c Corpi estranei nelle rol'ito (ricerèbe spe rimenltlli sul modo di com)lOl'la t'lli dei), spr•citllmontc nelle ferile d'nrm n da fuoco - Slcucrmark. • 57:1 Cr:Lnio (p neumatocolo rlol) - Sonnentlurg 54 ElotLrolisi (l') uel res trlngimeoti ureLt·all sr•condo Il metoùo ùl A. Fort - Pavooo . • 1 06~ Emorragia cerebrale (tt'apaoazione per). Serle di t,rapanazionl pm· accidenti dlversi, ,·cr·tigini, epilessia vera e sintomatica- Luros-Championnioìrc
. sa
1681 Emor·r·oidi (Sillla ter(•Pi:l delle) - Kulisebud$kjl Poq. !09 Ei>iles>ia corUco.le In .>egoito n ferila, gu;lrit:l con trapanaziooe - Kilbler • H74 Epìh•ssia (g-~:tarigiono d'} ottenuta collo svuoUimcnto dl un ascesso cer••· brale - Di.mgner • 4.a45 Ernia incarcerati• (sul rappor·to esistente rm IlA. 11ohnonlte e l')- Pietaglkovski. • U69 Erula inguJnale (nuovo lnelodo operativo per là our•:1 deU') - Basslni • 017 Ernia polmonare spont.anea nell'adulto (sull') - Strlibing . • 205 r el!ato {sulla r·osezioue e snlla rigeoeruioDB dt~l) - Ponfik • HGG Ferite della testa (nOti' di chinlrgla militare sulle) - ~l)el. • 133i Ferite intra-peritonrnli (cori qual meno si può impedire la formazione di ader-euze ps~utlo-membraoose n'}li~J - Steru • 208 Fori te penatmnti del ' 'cull-e (sul trattamel'llO dallf\) al posto dlmed lcatlono 1' agli ospurtull da campo - 8i ler·~. • 572 llrattum de lle ''ortolr l'8 seguita da guarigione - Sonnenburg . • 56 Frattur·e della r·o tula (studio sperirM111a1a e clinico sul me.ccanismo delle) -~~rt. •• Fratture della colonna vertebra le (Lernpia chirurgio:a nelle) - Onndrigc • 786 ~'rattur~ oblifllle dello gamho (tratt:unento llello) col metodo doli' estensione modificata - Bitter. • 79i Gangrena palustre (con tribuzione a llo studio della) - Ulaise e Sarda • 775 Gflrza (la) prepnrntll col cìnuuro di zinco e di mercu l'io - LisLer • 790 GìllOilCh io.(corpo mobll'o aal) formato un clistacco di cart ilagino arLicol:u:e in sef';uito a lrtuunn.- Jacobson . • 794 Gìnoechio (sulla. •r•u'sllone di un_ disturbo In temo dell' articola.1.lone del) - L:ure.nstei n . lrl.rartro$i antiche (rtclle) - Tillao.t . lgromi sottocut.ancl (sull'origin e deglì) -
• 1579
• 223 Schudmrdt. • 1350 Innesto di ossa asettici w t!ccalcinate (sulla gunrlgione delle raviti~ ossee mediantP) - Scnu • 795 t.apar·otomia POI' ff!l'ita d 'orma da fuoco •lcll'addomc coo P·~rfomzione dall' intestin o - Oell • 2i7 Lipoma del volume Ili un pUf,'llO vi rile del colon discen(lente - Llnk. • 7GS tipomi degenerali - L:mller . • 177 Luss3zione bllatcmlc• (flue casi di antica) • t$81 !,ossnzione tlo1·sa1~ Livlca del IJOIIice (gli o~tacoli che si oppongono alln rl· duzione della) - tanensteìJl . • ! t3 MagueLico (sull'imiJOl't~nza dell 'agol in chi rurgia- laoeostein. • 1~ Malattia di Morvan (coo t.rihuto allo studio della) - Oger . • i580 MassD g~io (sulla tecuiea Jlcli) - Zabludow~l-.i. .. i58'il Metorlo operativo tll l{ra~kc-il ochenegg {sull'importanza e sulle indlcazioni del) nella chirurgia milit.1re) - llabart • H75 Operazioni a.ll'nsc.iutto (sulle) - Landerer • 567 Orbita {corpo strnnl~ro nell') - Waldhauer • 5!04 Ossa (contributo a Ilo ~tudlo sulla l'iparazione delle) - M.iller • '!00 usteite deformautc eli Pnget - 'fllibiorge • !059
106
1682 1'10CJ'e.l.'l negli animali (~tuch "I'Pnmen tali an torno ~gli effetti delre.tar~zlone do:l). - Oaaheto mt>lllto sperimeo~lo - De Oò1ninio.< Pag. 3lt P:tncrea~ cpatologia o terapia l'lururgìca tlel) - Mu~;naì 3~.3 p,,rlc:miiO (conLrilwziono nlln r hirurgia del): pnraeente•l c p~rì cardn Lomla -
F'évrjor .
'
771
Ptwl lonlte tubercolare (Il LmLlamcuto clf'llrt) rt ulPz~·'' llr lln srozion o :vlclominalo e del lavag:.:lo, Sc11za drenaggio - O'Call:agllau G5 Perilonal!• tuhcrcolos:\ (intrrvo·nto della chirur,;la nrlh\ - l!aura~e • 7i0 l'enn..oèatU d••i frammenta •h proiettili (sull•l e rel.•ta,·o trattamento ll•ICCI..el jjt) Petto (o uovo metodo l'•'r togliere il rncumotorace l'OD<c>rutivo a Ccritr Jlf'netranti del) - Wlt7.!1l • IGS I Pfrcli (cl erormìtil. dei) e dr.llu tlll.a wusecuti ve a co rto fl ohiLI •Ielle e'tn•mll i• IMcriorì. - rir•ll torl.l flùhiLici - Vcrneu Il . 781 Pacrlt• tu n nuovo metorlo dl'<:lm)lulazionc ost4!0p las llca <lei) - l{raozfelrl ·• Wll Pilor1' (nn ca,;o tli ewlnra1.ione rlel) rer su(llilhla o,truzione - Mnrten • 149S l'l~urotumia [tllSteriort> (•1~1111) Walther :!Ili POli fii uretrnJi C<'r.ntrihll7.ionr alla dottrina 41i'il - No•uher~ter • !O'J Prt•lrttili moderni (,uiJ":ulone di•Lrutlila dca) - Morll,O\\ • • Ili! Prou tlili delle armi mOI111rn•l a piccolo calihm (l'n7.low• flril - llruns i'Sti Prolctt•li in mol•J (c' pea·imenLI halistko·Cotogrnfici su l) - Mac·h . • 1348 l'l't!lusso clol retto (nna n\aovn opern.zioné pel) - l.eorl • 140'. Pso•u ln-orchil e iu seguito n sforzo - Guelliot • 348 neno (le ferito !Ici) - Tutll cr :!15 S··ollalura (sovr.t uu cao;o rli .:stesa) •Iella j!arnl•'\ rurota con l'ione.,to • iifo della peli~ Ili c:Mw - M.le•
SrugM artificialu anti>ettica - Gurll StringìrncnLi rlell'ur~Lm ma,chilc (l'eleLtrolisa nal trallamcnto de::<li)
!t~l
• 8~
Oa~'ll:tiL • ':l ll 'l'i•nillni (sullo ~lrAP II:untiiHO •Il) - rJorncman n " 21 t Teta no crfalico (il) nrgli unlnw li e la paralisi 1lei Cacciale nel LetMO ioro· Cohico oPII'uomo. • tG7:1 Tetano i•lroCobiro (~UIJ - 1\IPmm . • !!IH Tini l" rkorrente tratt:\IA rull' ablazioo•• delb at•Jl••ndir<' vermlforme • 2U Treves e l \\ aio11 Ton,IIIO (sull'ulilila lii)IIO lll'l•lirazìonl gal\'ano·c.1.u,tirln~ nella cura da alcuue formo d'ipc•·troflu rtellt•) -Grani • l :iOa Tr·nllllnR~iono (sulla) clnl tH·ocosso mastoidoo - Mllzlwnor . • tt 71 Trapnnaziooe (caso cii ) tl oll'osso iliaco pcr_:u:cosso lli;Jco - Mnc Gill. t:l:tO 34!1 runwri Pndotoral'iri 11111 M'o p~r la tlin:;nosi tiri) Smlt. Turnnri ulalìgnl (relazioni !Iella porpom rmuJ·ragi~L coi) - Harris . Tumon maligni Cproprletn l'~to~ene dt'i mirrobi contl'nutl nei)- Verrlt'ull ~~ Tumori mahtmi {sulla dliologla •• sulla diagno-1 d..t) st•edalmeute di IJilOIII delle labbro e dulia lìngua - E.'>mareh • 5!08 U~lioni ga:avl (la p~tolo){ia cll'lltl) :1:1 Ven(l remorale (ferita e lcgaLU I'II dalla.} - Maulwnc • !167
1 Cì~3 Rl\"JST.\ DI OC.:UI.ISTICA.
Allcn<tzi one mmll:llò (stutlio tlel ra[Jporli di' li') ~olle malattie rlegll occhi - Hoyct Ptr{). l()li8 ,. t:;l:; Amaurosi tlet~rmlnata da una carie dentaria . C:tt:.rntta (e3trnr.ioue tlt>lla) st>nza lrideclomia - null • i51U Cheratite Jmnwt~ su)l••rflchtle - Fucbs . • 589 Cirllte (anatomia dclln) - Str:)llh . • 1064 Coroide (ricerr ho sul pigmento ùel la) - ll lrsrhroh1 • r.il~ Corpo vitreo (~u ll' lgrometl"iril~ della sostanza •olida del): sue cause, sua importanw. in nn:llomia cd in patolugia - Uacbe • t;;(lS Crlst:lllino r~omptk~lzionP del) umano 5:mo o cataratLO~o. Dedu7.1tJOi tlJler'dlorie nei t:a;l •li cntarntt;1 - Collln, . • i J07 Disturbi oculari rlllt'>$i tl"originé nasalo - Trous~eau . • 1007 Ei3me Q(talmll~ropieo (dell'l tlcl fondu rlt>ll'oct'hio .nrgli ipnotici - l .uy~ e Bacchi • l :il4 r.lnueoma cronko ~empllce Canali;i rli 9() r.;~'i tll ) - Rull • • 1511 tnsolaziont~ (d is tu rbi vi~il'i conscculi l'i a ll ' l - llll!"k.er. • 1.3:iCi ll"i declomia (~ n ll o indicazioni doli') e dello scll'l"o tomia nel glaucomaLogetl'chnl~o"
1071
Lrnli di >ag!!iO IA1tlt3rotcllin Sò~tilllilJile nlln ra,getta delle) - Rer..;er Ll!nti toriclte Ilo) - Iavnl .
• tr.os
Miopi~ deJ crt,tnlllno
• ti RI
- Mohr •
• 13~1
Mlopia progrt'"i'a (dclln cm·a flella) e SCQ itn tlelle lentl correttrici in questa alft•ziune - Rrovni.s • 1517 i'iervi ollici (dell'atronn dt:>i) nella progoosl della •elerosi del cordoni pn· steriori •
• 1070
Ocrh io VJ.lTczioni ~iMigichl) dell') (c llera ti ti cd lrl li). Lvro cu1·a. co i massaggio tlol punti si nalglcl- Chibrel • 1006 l'nlpebre (aultl(tlnstl~ th•lle) - Tripier • 13;.S l't••rigio (nota ~ull'origiue del) e delle uleer• Nrnl'ali - nond • • I ~:St Retina (tlel trntt11mcntn Ofl<'ratorio l' d~>lla l!'onrigione ch>tlu seoiJIIJllenw rlella ) - SchoPier • IS:iG iìiulornì puplllnrl ( l 'esam~ o•l il significato (Jol) - Heddnens • 1065 St•·a!Jismo (:milo) - l'arin:lUd . • 1UIG Visione (sopra un modo ltarlicolaro Ili) - I,MIIIt·ur • ~SG \"i7.i di rirrazionr lrcbzioni dril o t1ell'inrunlclrnza dei Uluscoll oculari colle niTPzi<ml ruuzio n~ Il dE'l sistema n~rvoso - Roos3 • 1353
t ti84. niVlSl'A DJ AN!\TO~IIA E PlSlOI.OGlA NOIIliAL& E PAT OLOGICA.
Assurhimouto (sul potere di) d1•gli org;uu tlella cavitil peritoneale Pag . 000 Plscnti. 886 Atropina (sull'uso detr) nella cloroformizzazione - Vinclni Conmscoll•·ossl del sangue (sullo alterazioni d~l) per l'azione del sali ~Ile sotlraggono l'emoglobina - Kowoolews~r . • 591 t:uore (storia della lunervaziooe tlel) - Ooglel • 1183 Olabcte mclltto (l'anatomia patolo~ic:a tll'l) - Robert S:~uodcy. • t 5S!i Oll(iunu (lnlluenz<J. 1lcl) sopra il glìco~cno del fegato e dt>i muscoli AdUCCO.
,
GO:!
l•:moglohhm nel cuore (sulla riduzione dell') - liandler • !190 l.mgua nera pelo;;a (cont:ributiont> alla patologia della cosidetta)- Uin~l~r • t074 M1l1.a (l'r~l t,)OIZ!Orh' della) nelle febbri lnlermlltentt e nel tifo - Malinin • 59:.1 1\•'r\ l frenici (sull'effetto delle seslonl del) - Ilare • 879 Nu,•leo eplllsario femorale (sul) - PfluniUsi-GuciO • 00! Organ i genilnll e o\ fallO (contributo allo sturho del rapporto che esiste fra) - Ficano • • 88G Reslsteuza ehllll'ic.l (della) c.Jel corpo umano iu condi1.toni nonnali o Jtnrnlo;.:ichu - Silva e l'escarolu. • ::098 Sau~uc (sullo alterazioni cadaveriche 1lciJ - l~al k 0!17 , Sl$lema nervoso (appunti sulle funzioni Ilei) - Go" ers • t3!S9 Si~terM ncrvo.,o (innuenza del) per ritmdar·~ la putrernzione - OrownS•òqunrtl • IOiS Ttslel Ila gastrite dci) - SChwalhe . • 589 Urfn:t (lnnrrenza del roossaggio sulla S«rl'zionc della) - Bum 594 RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE E OELL-\c PEI.I..E.
Acuo (eu m dell') - ncsoier. Pau. OOl Arne (czlologio e cura dell') - Bar~heiNny • !l\l3 Arrezloni faringee nasal i sifllitlclte (sulle) - l·:erber , 800 ntenorra~;la (m.'Ulifestnzioni spinali della) - Charier c Frc\ ier • 1188 Blcnorraglcl (Il polso ed il cuore dci) - ArnoztUJ e Clleminade. • 89~ Bubboni (guarlgrone rapida dei) coll'iniezione di vaselina al iodoformio Pontan. • 896 Dermatomieosl (applicazioni della c.-Haforesi elettrica alla terapia d eli~ J Clarrocch l . • t 396 Dcrmatouevrosi indicatrici - Lelolr . , 90!1 Eczema tlella lingua (del!:) - De ~IJI~n e$ • 898 Eruzioni cutanee prodotte dal cloralio (dello) - Oouju • 904 Jo"osrnturtn. nella blenorragia (~ullrt) - Sendtner . • H8
ldnrlro<i '•llliliu ~econdaria - GougH . Pag. 897 lterruril) (~ulla ~paraziooe del) nelle di' cr~e lll~nlero di uso - Winternil7.
• IJ9t
Orlic:ma lltiPma (dell') - Crousle • • H87 Pnm~:ino tl'IOI crno • !107 P.;oro,p;•rmosi rollicolare vt'getanle - Tblh:lnlt • !106 Sico~i h3elll o~ena (,uJia) - 'fommasoli . • 889 Slcost volgare (eontt•ibuzione alla etiologia e alta ouro. deltn)- flosonthat • 800 Sillliclo (rlolla) mltlollare precoce - Gilbcrt e l,.lon • 892 Sillll<le ;lei nnso (s ulla) - Michelson • ~5~ Sifilide (Clll'a d()lla) colle iniezioni di olio cl no•·eo - Mnnd•'Y • 891 Sifilide (snlln cura abortiva della) - laia • t 593 Silllhle Cml trattamento della) a mezzo delle lnie710ni lnlermuscolari Ili salicìlnto mt•rturico - Szadek. • 8Si Zona epi•l··•ruco (dt•llo) e dell'eziologia di questa aiT••zione - Gaulbier • !lOO RIVISTA DI TERAPEUTICA.
Acqun o~sl~:t•natn (l') - Rusconi Pag. 1500 At:dn uìllrlu (l') pua· uso osteroo - Nowt. 00 Açirlo rrnl<:o (oum tloll'anta-ace collo Iniezioni SIJtl(JCUltiiiCo di) - Arnozan ,. l.nndtl
70 67 G9
\ rillo lnltl1'o rnutro la cliarr~ {l') . Al uto ~~~,fnllftollro (l '). .\ll'~.Jinni lnlwrrol:ui (sull'azione dell'essenz:~
dl !(t~roran o nelle) - Nan... (j()l) nulli Anilina (in>urc•·~..o tlt'll'J oel trattamento d<• ila lisi iO AntipJrhl;a (ha l') In potenzialiti di troncare la polmonite' - Counsell • 68 Arll\lllnti•· (cura dl'lll') - Guyon 71 As tringl'ntl (lll.iOne degli) - Heinz . • 450 nalsu mo tlol l'on'a (cur:~ della tubercolosi ;·ul) - l,anderer . • 11 9~ Hnlsnmtl rtcl l'ortl (o!lkacia del) n elle dinrrcr ca·onlolie 'fohaldo • Olli lln ls11nln II Orlll'inno (cura dolJa tisi po lmonnro con la omulsione Ilei) Or1ltz . • Wl5 Uendng:do nnLi.~t· Llico (il nuovo) di Sir Jo~t•JI(, l.l~ttlr • liO Bihonllo di StH in (l:t cu ra dell'epilessia ro l) - llu!ISèl o Taylor. • 1!0'2 nromuru l'tillco (il) ad uso ;mestetico » 66 C:llomt•lano m•lln lehllre taroide (il) - Dieci . • 1~1 Cnn nn hl, lntlic:a (sull':tzionc tcrapeutic.1. e sugli t iTetti tossici della} - Rey-
nohl' . • !Il! Con::iunh\'llt• bl••norrngica (sopra la) ed iu tS(le<-io ' ulla S\111 cura - llorr hnr.ll . • 1210 Con~-tluntil it•• J.(ranutow (>opra la goarigion'l t l~ liti) tOlltl galvanocaustica -
llurclwrtlt
Crrol111n (le Iniezioni tll ) uolla clisscutcl'in
•
45!1 6!>
Diarrea c•·onlca (lrnlt.1menlo •Iella) col siliC<ltO di mngnes ia (talco) - llon·maun Pau. uo Dincrilo (l'acfJUn di doro nella) e nella aeart:lltinn • t:!H Difterite (la luocutazione della eresipeln nella) - lbrchiosli • 911 Febbre Ufoidt•a in Austrnlia (In enrn della) - Ilare • !11:\ fo•uaootion (acotorenctidina) (azione della) sul ricambio materiale dell'uomo i.'lllO- l.ivicrato 78 Fcnilnret:lno Csull'a7.ione terntlt'utiea rlel) - ~:~n~oni . • 916 lodoformio (r•·z••m:L dn) - Popc. 67 loduro •H potnMio {Il) nello} malnllle del cuore - ~'e. i5 ldraeetlna (sull' uio wrnpeutico dell ') nella psorinsi - Oe:;treicher • 400 LttJIUS e~l nltro •l crrnatU-,i (l'aristol contro 1l) C1chhoiT • 1215 Medic:uneuli tinnncn7.a dello forma wuo la f(WIIe sono amministrati i) ~ulln Iom 31lone • 914 Miwol11 di os~i!ri.'UU e di os~lllo nilrog;:onu (In) IJUfti~ Mhtetlco . ft8 )forllni!;mo Impili,, I(Uilrìftion& tlel) - Cramer. 65 olio di f~l!atn eli nwrluw1 (nuo)\O modo dì ·tmmini\tr.u'O l') - Lefalri 76 ù~ena (sulln rum ol~ll') ~l e)jOS • • 910 Paracetof,,notu1tw (>UtlJt) - 1'13sro c~l Assnn to 82 Paramon nl mmroacl't~tni lltli', o nn tis••psin:l (la) - C'.:tLtani 81 Pìoolo (l mU.amcnto ch!lln tl ls lorsleone olcl) - Reclu~ • 120!1 l'ohn onito (•·outl'i lmto a l trnltamento della) u mo?.Zo d~ll'app lìcazioue di gl llt\Cçlo 64 Sa l:~ ~so ~;cn c•·nhl (aziono del) sul pncumoniìici - l.lv ier.1to. 80 Salassn gcnm·:t lo (lnlhH'II ZILclol) su lla ~litllinazlon•3 djj.ll'acirlo cal'bonico colla res(11rnzlono nei polmonitici - Llviorato 79 Saponi comuni (sull'nzionc dism fett:m tc doì) - Oi Ma tleì . • 1598 Scabbia (l'u~o dell'olio r.•nk~lto c••ntro In) - lfer>. • 1189 Sonda 1Uiatnhlle (un.1) pel ~raLtam ..nto ciel rì-;trìnglmenli dell'esofago -~~-
•ill
Slrìmtitnentl urotrall (sull'tuo degli nnti3Cttici nalla eu m de:tlì) per uretrotoml:l interO!\ U:ton • 1'!03 Stiron:. (Ili) como null•etlico; 63 Sudore ai l"~~ li (u lteriori esperienze sulln curn til!l) coll 'acido cromico, ratte
ncii 'e.-;crcito f!Ormanico
• W l6
'r hiol (Sllllll torn(luullcl ott l) - Didder . • • !207 Tisi (la Wrnpi~L lnala loria dell:1) a nlezz4> olcll'nr·ì3 :td alta temperatura 63 - Uowlo Tìsi pohnonare(suii;LCtlllttcia della cur-J dcll':teQlUl ca l• la nella) - Thomllson • 1191 Yaiuoio (applicazione <In liselUca contro Il} - Le" enl;~ner . • H l5 Vaiuolo (lr3ttamPnlo del) - Tal:unon • 1190
1G87 RIVIST.\ Ol CHI~ICA E FA~ACOI.OGIA.
Pag. 911l Acido agnrlcloìco •·himicnmeute puro Mltlo ci:~nidrlro (,;ulla localizzazione nelle plantP dci J•nnciph rhP rorni-
.
• t!!.; <cono l")- Gnigoant ~~ A<·tdn •alfcllico telimionzlooe dell') per In via del reni -Chopin • 009 .llllllmc tl!!llo• ova (modillc;tzione interessante dilli') Al'ltt'nto e MI tnercnrio (nuovo metodo volumolriro di llos.,m~nto tlrll') 607 flir:lrbonnt<l tll Soda Ut>l latt.e (dus.;uuent.ldel) • (,();; C:.Jrta dì ~tracci (nuovo metodo per distinguere la) da quell11 •Il IPgttO Wnrrter • UtO Cloroformio (del modo o!l amministrare il) a tlooi d~>holi 1• rontinu~ Pera ire. • Il!! Cloruro oli so<lio (decomt•osizione rletLrolltìCJ dt•l). • G07 DPIISil;t rtel ~11111;11e ncl lt• rnn lattie ro>nnli (la) - l, loyd . 'Gli l.-1ltt! tll ll:o UIIOVIL adnJto'I':IZÌfme d~l). • 1':!2G " urtìna IIPI latle della •lnnnn (,;ul toas,nggto tlt•lln) - Pirl7.nn1 • 918 q ,;nlo. 11110\'0 nuti:;otllt:O . • l ~!t • l ii~:J
NIIOVI l'iJlHl(fi.
Ol'in:t (In reaziouB tiri protcitli e rlclla mucina tlell ') - Klrk • 1 ~16 Platino (s:tltlatnm " ripnt azione dei \asi <Iii • • 6()G llritw !l':utalisi olell') cowc mezzo dingno>tico dlft'l•t•••nzìale olell' i~terlsmo 1•ntologlco e tlcll'l'tli lcssia ' 608 Urina pneumnnlt:a (sulla to~sicilit rlcll') - Pavr~i, • 919 UNbìliiiUrla (sol \'lllore olia~uostico c pronostiCII tlell') - llaYNn • 9!1 7.'\trerann (nuovo metodo per svelare la falsiOrnlone tlel) . ~5 Ili YIST.\ DI '1'05SICOLOGIA t; MEIIICI!\.~ i.EG,\I.P..
Carne inldl<l (sopm uu aHcleuameulo t•cr} - Garthner •
Pao. 403 • 930 C:rimiuali (il gusto <lri) In rapporto ai normali - Otll)lenghi • 9!S J){-linqncnti {l'orcccbk> nei)- Gr::ulcni{!o. , 9!G Identità (nuovi studi sull'' - Oltoleughi • 9!8 Ml'rr.nrio (su li:~ htflamma:eione dell'illlcstino crfisso nell'avvelenamento acuto di) - Gr:t\\ itz. • 460 Pil'de (studio clinico delle impronte del). - l circoli pian ~Ari- Olanchl • 1077 Plt•oli nel JIR7.7.i (il - Venturi c Pellegrini , 1079
<:a~traziono (sopra un'importante quistione r~lnliYR alla) -
~llsnrncn
1688 RIVISTA DI TECNICA E SERVIZIO MEDICO MILITARE.
Associazioni di Soccordo ai feriti In gueml (le) Pag. t5ti Merlical and su rgical history (tho) or the W o.r or the 1\ebelUon - Sommerbro(l t . • 465 e 6U l'iavigazione lnrorna a vapore (la) or~nìzzata per il soccorso 1leì feriti io guer ra (Santini e Home-Rosemberg • ISO! nelaziont~ sanitaria sugU Eserciti Get•mtmiei nella gue,rra contro la Francia ~
del 1870·71 .
Una propost1 del barone Mundy
85 e 358
• 136!1
RI VISTA D'IGH!:Nl!:.
Ac:• 1ua (azione dell ') sul batt.eri ptltogeni - Ouclamr ACQua fslerlllzznione dell') - Currict . Ac11 ue (il ftlLJ•.tmeoto d~lle) - Ouclaux . Anlclrìde so l rorosa (sul valore rlìsinfettante dell 'l - Thoinot Antisettici (SW!li) - Duolau~ .
Pag. 797 • t2!Q
• 622 • 1309 • 2~7 • (!GI
Av1•eienamenli alimentari . Bacillo del colera {Il) nel suolo - Oe Giaza > !6:!3 lJacill(l LtLberco lare (dell3 pres!Jnza rlel) sulla superficie del corpo dei Usid - Di Mattei • t 334 naererinm maydis (sul cosidello) l' sullo a1.ioue to,;;;;lea d ella poltmta da es!>o alterata- l:lorrloni-UO'redozzi o Ottolenghi • • t397 B1mo oaturaiB (il) come mezzo rll trasmisslonu della tubercolo~l - Gasperinl. • ·I:Ho <:atee (sopra 13 disinfezione d~lle deiezioni del tifo e Ilei colero. colla}. Sorm1 la disinfezione dello l:ltrine colla c.alce - Prhnl • 1)1.3 CAncerose (dalla precli~IJOslzioHC alle ma nifcs t.azloni) . • 650 Carni di anim.11i tuh~rcolo~i (in fe ttiVità d elle) dopo la salagiono e l'aiTumicamonto - Porstcr. . . • • • 1398 Colera asi:LIIco (sull'ozi/togia Liel) - Huepp&. • 15~i Colera (note s ulla morfologia del comma-baci ll o del) - Dowdeswell • ·E!.\3 Corpi eJtranei nelle ferite {sull'imporlanza dei) - Friinkel. • 364 llislnfezio ne (alcune esperieoze relative all~t) delle olita dei chirurg h i I?LtrlJinger . • t555 Difterite !legli uccelli e di[teri te umana - Mtlnard • 1535 l)isinfe ttolo {dtlll'a:;o:ion!' antisettica del) sullo mat1lrio fecali - Besolùl ~ 1395
Disinfezione doi ma~ol'i'l.li di rifiuto (espel'ienze Stilla) - Gerlòczy • 64,7 Feb bre tifoidea (della) nel su.oi t·apporli coll 'ae<Jua rotabìl e e coll e pol!)Ga 1 eri - Vaillard . • 369 Filtr? Yanale e Jlroosc
,
161'1!1
,
1'a9 U()(o FnLOJ.rrofla lclolla i~illllt' nella) - lllnnrhi • 1.1911 Oo~1.0 emtomaco (sull'etiologia •lei) - l.uolif.! (· Gnrlc Ht•nlatozoaires 1111 pahull~me (dCil - t avernu • IHr. l ~eir ue polmonore - Mny~ . !Iii lnllne.uza (In monallt• do•ll'l - 1\f<oth ll\!1 lnfti'•O di caffc) ~ui l~o.1tterl lazioru> •lell') - tuderilz • !l~; l,ctlte ~otto (s ulla rti~tPri hìlila dali - Raudnllz 9~>8 l.nrte eli calce (su ll'aziono clisinf~llante del) ncll'imbinn(·a mento.lelle JH1.rl1ti - De Gin~a. • ! 39t Latte (riruta rritica sul hl 'italil:o tli'i di"Crtol rnicrOI",(;mlsrnì llalol!cni net1 • h!~3 - Doclnu~ . !.atte Lul.eroolo•o Criror~he sperimt•nrati :mi) - Ban~. • IG:!:. l.urw• a gas •••l elettrica (coMitlerationi a~ienirhc sul1.1} - Pcttenl.n!Trr • 1-tS:t Malaria (de:tll umato7.oot·iJ rlella) - Lnveran . 10\ Mr1 lntlie infeltlvr (t loll':a7.10nc anth lot<~ o cumn lativn t'ho i f1 t'O(IOtti di' i baltl'rl r'!llrritann •ul cor'm I!PIIe} - WoodliNtd P Wood . Mah•riale nnti•ellico 111 sublimato (P~perirnentl halleriulo!Ciei JICt detrrmtnare il ,·alorc del), in nso noll'r~ercito germ;mlcu - Lehrnhecher ed l:lartmann • 10811 MA.tenale rta me.lir:ll.low• al ~ublim;tlo 111 u~o nell' •••rrcìto germanil'o (Psperlmentl h;ILif'rlologìcì s nll'"rA'~~tì:1 antisottkn 1lcl) - rruhl • l!lll Mn.l!\rie (l'cali (sulln IIH5n[ozione tll'llu) -· !lill'elmann . • 642 Materie tulll'reolosc •lls..crcate. 11111rdatUI n congelali• (rlccrchc sperimrn· tali solh virultntn Jelle) - \laleL e C-1rlt·nc • 'l:i!l Microbi o1cllc IICIIIIC (i) - Duclall), Ili MIQJiia (ricerche sor•ra l'origine dnlfrl) - 1\irch ner • !1~4 Nor•• kola afrienn:~ (tu). • l~\! Osperl:llo militare rtì nru'CeUes (il nuovo) - Kirchembt'I'Sl' ICY.l(l ·Ozrmo (dell'lmilOrt.1n7.11 tl~ll') corn1• tli~inrc Ltnnle - Sonntnl! • r ~·l~ Pleuriti purulentc l'ulln utilitil oh•lle ricerche hauerloto;rkhe per la prognosi ert il tmllameuto dPIIcl- 'iettler • 1:! .t Putrelazione (hH'estiS(atioui sulle relazioni rm la) c•d l lxttteri pnra,<ilt - HuCp jJO o Cari 11 rigbt . · , 111!12 1li1H>So nssolut.o (sull'elllc:.~cìa dlll}, o rlelln l'roihi;donn clrl cibo 111'1 primo -;tarlìo della fl'hhl't> lifoìdea - l.irorì•rh IWI Scuola di Mon:u:o e In Rcuola di Berlino \In) - Durl:lu\ 1 6<1~ Sunlo e l'aequa che l'a ttr~H·rsa Crlvl~ta critica s ullo r61aziooi tra Il} 113•• Duclaux ~nolo trl\;stn •·ritic.1 ~ullo atiom elumirhc e mierobkhe l'lap ~; 11ro.tncono noi) - n nchn1X • • H7a 'l'ilt1 (il) nclln fu1niglia 111ilitare - 1\elsc· h. • 1:188 1'uiH'rcolosì o m:tlrimonlo - Grnneher . l~i Tuloc•rcoi!ISi (ml$111'1' profllntrìche l'ontro la clllru.ìon~ •lt>lla) , !!111 Tubercolosi ncll'e.~crdto 11russiano (l:tl - Gra" itz • 1~3r. Tuhercolosi {lr:tsmì~'ihlli tit della ) coll'imloorratura dt•;;li ~lrnmpnti tli musica - .\llljean . • 13tlt
1690 Vaccmazione nct neonati - WoiiT
P•tf!. I:J\9
Vaccinazione {sulla questi<~ ne dt•ll'uzionc protetln(e •lrlla) Vaccinazione {una nuova) - Chonnenu-Oubisson . Vacci no di cnprn !del) - llor vleux •
Veleni bi\Ltorlci (ricerche ~ui) -
J;:ur·•~l.
l:liO • JG~7
• IG!i
Jlrlo~tcr e F'ran!..PI
RIVISTA Ul i'T\TI:iTICA YElliC.\ .
Leva {della) sui nati nel 1868 e 'ireude dell'e:l•n•ilo, •tal 10 luglio l 8 al 30 ginl(nO 1889 - Torre . Pn!/. 3titl !\apporto santta:·lo sor•ra l'~erclto f•rn~;iauo, il Xli (:13~,one) <' Xlii (ViuLCmhct'l(h~sr) r.orpi tl'annntu, thll t• aprile 1882 :Il SI mano 188\, fallo tlalla clire1.iono uwtllr:L ciel \linistero tlella uuort·a prussiano • IO'J2 llelnziona mcdlco-~t.1tistica 110r l'nnno 1888 - Sanltltlt't':l . • :J:!() Relazione m~d ico-statistica p~r l'oouo 1888 com(lilatn 110r orti inl' del ,\linistoro rlell:l l(nerra dal Cumltl\ln di sanità militMP 111Hlrin•·o . • 1637 SaniL'ilS-8->rirhl uher tlie l.•mtglfrh Preu~~isròe Ar m!lt'. •l.h '\Il 11.. S.•l'l••. l und rtn~ Xlii {L Wt.trlttmh ) Armeerorp, rur .u.. J thr·· ,·om t AJottl t884 bis 31 lll an l888 • t6:ti> StaUstlca !lcllu cause clelle otOt'LI "''' ISSi • &Sr S tatlsti(lllO mt1dlcn lo de l':tn'ru)a ll11l~o (1888) . • 213 Statistisch ovorzloht fler bij lwt Nctlel'l~nclscbn lcg•'r en hi] vPtc'rlnniren lliensl in lmt jaar 1889 l•<'hntHielcle 1ieken . • IIW V~IIIET.\.
l)llharzia (llllal obln (la) e l'~ul'lt l lo~tomn d uod~11al" nel presidi itr!liani d 'Africa P(lh. t Gli() carico del solrtato {il)stw.liat•t •lal ttunh> di ,-bw ig i••nico- \IAestr~lli • \li1 Ct>cila monoculare (:lllllal•'rchio Jl•·•· la. ditgao.>i tlo>ll.L) tì:i:! Cloroformio (la seconda commlssiotll' di llyderallad pl'r l!) . • IOOi
Fisiologia del -ogni (la) - Clln•• • ti~5 Medico ita liano (trccursore oh•l Ft·.mklln (di un) - GO\'t • Hl Preparati nnatolllid (elenco tlcl) c~lstenti nella Scuola t!' AJIPlicaziune ..ti sanitil militare - Pretli . • 3i5 l" novi ascoli ter:~JHlutici. - Nuo\ l llltJtodi curatili o pror.•'S'il ehirurgir.l • G!'.:l Jllcordi e lmpres.~ioni di nn ml'dlco militare al X congrC'ìSO med ico inler· Oationnls di nrrl ino - A. C:hlnlso . • IGU Cù~GRESSI.
X congresso merlico iutern<~zlonule Ili Berlino
f'ao. 12~, J09 o 1100
16HI RIVISTA I:IIBLIOGRAFICA.
Anat•>mh nmann dcscrllliv:~ c topogratlcn - ll ~itzmano Pag. !17 Anrhlll»tuma duodenale (sull') dell'uomo nella provincia di Pisa. Anchilustomiasi nei dintorni di PiS.'l e delruso del timolo - Sonsino • 1117 Ancrnln gravo da ema tu ria renate con~ecutlvo a trauma - Tobaldo. • 11 11 Anl llnn (l colori di) rorM nntisettlcl - Slllllng • 1119 • !HO AtlrnvcrMo I'Mcltlolngo Mate~e - Bho 01\.slllcnttt (In) e le ~ Il e condi1.ioni lglonlcllr - Piea • HUl Conduttura rli oequnJIOtnbile {un ca:<o d'iOIJUlnamento di une.) - Benllvciflla u Scla,·o • 1113 COntributJon au lr:litcment .:le la scléro••' auriculaire - Lol!wenberg • 1118 Crocn Rossa ltall;ona. - VI Bolleltinu tlulla .~ ssociaziooo per il soceorso at maiali c rerlti in guerra • :!5~ Croce Ro,~a Italiana. - negol:unento pcl tt>mpo tli guerra. • Sn CrOCI' nossa llali:tna. - Re.>oconto mor~lt> ,•conomico Jlt'r l':umo 1889 • S.JO Ure innere .Elnrlrh tung eines transporUtiJJ,•n Lnart•ths. als B<'ricbt ùber elucn •·on lhror ~I!!Je<iliit der Hoch:~t•lrgon Kai:<eri n nrul Kunigin A u,. 01Hia huhlvulhl horbeigehrhrtrn \tnd im Juoi 1889 zo Berlio, ecc. • IIH - Wornor o SellllUC. ni~ h r (1•7.lonl (su lla ull lltll pratica tlt>ll e) tlO!fll nmbltlnti noltotano en~ootico - Valenthrl. • HU J::chrnococco unlloculare del fegato (caso rll) - Orsi • • 1118 Ein llcnscheoaller Mìlrtiil".uzl. - Erinncrun~:en eines l . k. Mlllt.iirarztesOt•rl olich • 1551 Epallto in terstlziale da peritonite cronica - ll.1ssi • 1117 P'obbro llengue a COstanLinoooli (la) - Rllzo. " 16H Funghi velenosi (del) - Sapolini • 1116 llernles (la cure ra11icale des) - Flig<Jt. • • 1671 tnre1.rone malariea <•·ontributo a lla storia degli studi rooclerni suUa) Cllllalis. • ~ Ltltto (limiti dclltt cura d el), ecc. - Tohald o. • lUi Mnlnl'it< (lnLor·no a t'!lcenli lavori sulltr nr~Lurn ctelk< causa dell a) - Celil O MarcitlMtn'tL
•
> 384
llalurla (rnpporLi Cra a lcun e lesioni car.llo-)lolmonnrl e In) - Tobaldo • Hl? Malarl11 (intorno a recrn ti lavori sui pnrassl ll della) - Canalis • , 1117 Yanut~le tecnico dell'inrt>rmierl! di marina - F'iorani • • ~lG llJtnnalc di chirurgr11 di guerra - Setzrl!. • ~7e:;tJ:I NaVIJl'IIZione interna a HtJIOre (la) organlzurta per il soccorso del re:riti in guerra - Sautlni ed Uome-Rosembcrg. • JGi3 1'\irotlna lsul modo di determinare In) In presenza •lell'ammoniaca - Pezzo la to • • :!~8 ùtiA imra (11 purulcnta negli adulti e ncona!i -Ungo. • IH 7 Ot•Jiogra (l') neglr Istituti dci sordo-muti - Grazzi • Ili ?
16!)? Pella::r" (prolllasoi rlell:l) - Carrarull Pag. tt 18 P••liorromcoilc nculiS$lroio mall;;tln (tw.lattla del Concato) (s ulla) - Gal-
vtttcul .
• IH8
l.tue~tiow• rll.ll mollcnu ltroidtlli (lal " lo 'U~
attìnemt! colla chirurgia di .ruerm - llnhart • 658 R ·110rt on a ll f,,ion lO P<trh in oclull.•r 11>8'.1 - Luogmore. • HU :;.·h~o~s•·opla e •tl;t
prnllra npJ•Iìcaliun,, ttlt!lla1 - )'eruchulcr • tll6 • '•'otu1o tortO nellt• arterie del collv o ~nlopvo rarotideo t-u l raddoppia-
manto deiJ - r.nhagnì .
• ttt7
Soffi a o~rnicl (coutrll•utn allo stutlio rtcll - !J ul h· T3lamo olliCQ ccontribntlonu ali v studio della funzione del) -
T1-1Cheu-. J>Oimonare (t:J)
• l H? Pe~Taoi
DII Renxi
• H ti • !l:i
l'n C$ ri'OdODllll(fl!!>h•pc!lll311( tf'fn,uffisance des drOit' e:tléroes- ~eU· 'rhttlt•r • lU i \ atlt•·nu.•l'llnl per lrt wra Ile i~ mnlattlt• vtula ri • • l t tG • Hl 5 \'niuoin ~ \'ncclno (r.onslderut.lon i storit·u-rriLil'ltP sul) - Verardinl • 668 \"iliO clt•l <(lfdlllO (il) M:tt•,lrj>lll • \'ìlln JlN l:t truf•t•~• l•fu.entlta, crualìl:e • lllpJII't',t:tmenlo del)- Maestr<>Ui • !14<'1 CO~COASI.
l :.. ncor~o (tJ ~rem lu lllltt•rl ~ratlen t o li :u m:u•zo 1890 .
Pa(l.
3~~
!':c"'''urso ttl Jlr,•mio /11/n•ri P•'r gli ulllcloll medici del rpgio esercito e della rrJCia maritw, ~r:tdrnte il :10 1101 rtllhr~ 1891 . • 1406 r.t•n•·tlf~O nl pr~mio Zannetti
• 1263
Ri<iillnln tlel CIJIWor~o al tlrt'lllil.) Ril1rri t•M !(Il 1lfi1ciali mertlci del regio esc•rcilo,. llt•lln re•;cin mann~. srntluto Il 31 m:~.rzo 1890 • 1405 :'\01'17.1E.
Gum rli 1\rwb (l;t l al 1• r>•l'~<'d:tle mlhtarll 111 R!'rlino . Pa9. 1674 Oll•loma m medicina t' rhirurJZia tli•r l'•·,•·rcizlo della nehotomia e •Iella cl<IOulojalrtu l n-~>gnamt•nto tcorit"·i• ralirtl -ui l'rimi 'l•rc•ur:,i nei ca>i or;tenli
u Ili mal:tlll~
o.·ull,f., Automalil'o On,•rif!rl'll/.(1 :li pr<lf. 1.:1\Wiill 1'ttl"·rmlusi rprr la l' lll'fl tlelial col nwlo•lu 1\c•rh
• 831 d i ferite •
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•
!!:Ili 67!
• t nGJ
rl 6fl3 1.\'ECROLOGJE.
Fiori ea". Cesnre, colonne1lo medico - Baronto M. Vlctor Rozicr • Errnta-corrige
l'ti(!.
iOil
· ·~· PtlfJ. Glt
Indice generale delle materie per l'anno L890.
Elenco del lnvori scientifici fll'rnmuli nll'l>pettoratu di sanita IDtlilar!' •IU· rnnte l'anno t890 e fino ad oru uon pulobli~atl .
Png. 1691
ELENCO DEl
lavori scientifici pervenuti all' Ispettorato di Sanità Militare durante l'anno 1890 e fino ad ora non pubblicati.
'
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AJvaro Pie tro , magglore medico. -lo ~trofanto ncll'ìnsuftlclcnza cm:dlàca.
- i\"otn ci1Jtico-tt1t'ill>eutka. balaeeo C)orrado , soltotf'non te medico tli eom)tlemcnto. - Forma clinica, tliagnosl e cura della mielite l!'11svers:r. IJaro ee hini Enric o , tenente colonnello medico. - Sull'infl uenza. u e cea ria Giov anni , tenente medico.- Sinuv ìte tuugosa dell'a rticolazione cuneo-scaroifit>;t con "arie rlt'i cuneiformi e di porzi(lne tlel c:llcaguo. Oea·to.lll l •ietro , call itauo modico·. ,- m tl na anom;.tl ia anatomie<~. Cante lhl ~lari ano, lenente mctlic.o. - Intorno od 1m caso di emp iems. ('a~·a ~za ui Emilio, sottotenente medico ri; complemento.- Sopra un corpo estraneo nell'urctra ruasch ll o. Vhiarenza A.af onio, sot toteneute mcrl lt·o ~~ com plemento. - Il mercurio nella cura della 3ltWdc. ()in:;ol a ni E rmo;:e n e, sottotcoeote lllO<Iko. - 'l'nbarcolosi miliare acu ta in imllviduo cllrdìaputico. ('ìflparone N icol a , sottotetwnk mcrtico. - Uu cus() 1ì bttiJhOUù venereo guarito colla nartnllnu. <:itanna 1\' le o l a . caplt;tuo metllco. - Avi t.llenamcnto sa t nrnltto io i 4 caraltinicri llrlii:L s tazione di Miranr. (Venezia).- !'ìotc c cousiclernzioni sull'azione del piombo e sul sa tnroh:mo. f 'oeehi D om e nic o , tenente r,olonneUo me(lìco. -Contributo n.lla cura dolio siooviU llurulcnto Llcl ginocchio. f'ottini IJomc aic o , 01»ggiorc med l~o . - Cenni sulla uatut·~ pa.rr~ssllarl:\ tl~ t colera mor!)us c ~lilla sn~ prolllassi. Corva Gi o . uatti•Un , mag;:riorc medico. - Un an no alla dit!•ziune del ripàrlo chirurgico pr,•,so l 'OS]tednlo ntHitnt l! di Ale:;sandtia.
1( ()95 t:•·isufu lli Gug lie lmo , òollolenenlè medìco di complemento.- Due cnsi di
cmoglol•inuria 1111rossisLica. :S1tlla temJ]fa tllli:J silllitJI,). o e !ilfut'i Giulio, Lenent(l medico. - :S~tl la cura el i a lcun~ u\alattio VAneree praticate nel reparto venereo nel t• s~meslre !800. D e !!limone t .ui'"i, sottoleul'nte medico di com11lemen to. - Sopr~ un c~so <li occtusinne in L•'~tioale. Oi n eu-.o Antonio , sottol(•nentc• mrdlco. - Morbo di Dut!uytrr.n o retra· zione tii'U·al•onrnosi J)ahunre con speciale riguardo alla s ua etiologia. t'alcld l a Pi e h·o, tene••le JMdico. - lloll'ant.i)Jit'Csi. Fo·e!la Aristodemo. c.opitano medic.l.- [na JlrQposta d'nlf"iunta nll'aLloale I'OSLiltrhl del SOitiOlo. 4;:;,-o~ l ·!mtuJucl c , :>ottuLerl•·nte m~rli~u lli co nq>t omento. - Note cli nu:o-terapcuticlie su li<> ~ulcnlti l'énfrce M i militari. - Un trimests.,., di oss~rvaziooi. Gotttlt'di t ,ui;:i, maggioro 111e1licu. - Uua JlitToln m'orlitìca7.ione alli\ sutura 11••! l'l'ui~N:so •lcii 'Ati Mn~ pt•r prevenire il cotoiJoum p;tl· pcbra.l<' nella cum liell'ertrnpion. G u a Id i ( 'ari o, tenente rnP.IIIcv. - TerapiA mediC-I razionttlo se.:ondo le ultime scopes·te tlelln J>!ltOlogia. (;w•linl'lli «.'tu·melo, s"Uoltmente medico tli complemento. - Sopra clue ra.'i Ili mcuiugil•' uccorsi in •tuest' anno nello spetlafc milit!lrf' di Firenze. Gn>~liuelli CaT·melo, soltolonenle mNiico di complemento.- Le lesioni del ··iN·o e tlcll'aJIJWIUiice \'Cmlirorme. landol' ( ' os tautino, maggiore medico. - Deli':~crtna come principnle rattorr della salutè e corno causa delle malattie iufettive. lml>l'i ueo t•iel•'"· uJaggiorr· medico. - SO JJta 1111 caso di morte ne" primo pel'lodo della dororormizzazione. Jmht·iaeo Pie ta·o , ntat;gio re medicr1. - Un ca.•;o òì lacerllzione intestinale rl~ en.l~lo di cavnllo. Jo•·i11 nwlo. sollolenent o mrdiCtJ 111 complemaulo. - Sturia \li qunttrl> casi di piAghe ulr.rro.c alle m~ni. l .ampre di ,\u;:u>~lo, sottotenentc mrrlico di complem~nto.- Allrczzamento a l11 n;tn >ospen$ione tloi vrt~oni merci c trnspos·to be~Uaml prr lo sgomber·o lit'l malati Il rerìti in guerra. illautc;:azza a;mheo·lo. <~oltotenente medico di com111enscnto. - So)lra un caso tli laringite calnrr:ll~ seguito t!rl Nlen111 dclln ~iot tid e. - Tr:1cheotomì•. - Gual'igwne. Dc ~•utti G iul io, tenente lll!'llico. -
llfar~·oceo ·"ehillc, C3llitann medico. -
A proposito <li 1\<Stl?.ioni arlit:o l:<ri per r,~lte d'nrma da fuo~o 111 l!llerra. lllìluno Fl·ancol!leo, so tto tenen te mcl1ico di compiem;;nto.- Cttm rlcll'emple m:l. :uoruh e ll o "Ern c .. to , t~ncnt e medirn. - r:iun,..,to os>•'O.
.. l ti \:lO M o n ti R o b e rto . lll:l$!/(ÌIIn' Ult'flicu. -
~\mjJUlatÌOIIC
•li o'OSCJa JlCr '"fo'o.llllol
mlt•hlhlll 1lel remore smistro coiiP parnm1.e di siuo' Jlt' ;.'Taunl\1-fuu~:o;:a a.l ,.:-inocchlo. -
Rillessioni sull'inter-
v~uto elllrUr!!ico.
r e a•ouaeoi R oHo r i o , magi(IOr•• medicO.- Ciuquc mesi nel ripartu mi~to. l'o"ilano P i e tl·o, ~ultoteneuto medicv di o~lDlJilcmenLo.- Uoicit.a e muli••· r•lidta d•·ll•• malali.ie rcuali. - Sintomi P enra •lo•lln ndr•k' p3ro>oehimato<a cronica. ru eC' i t•aol o , sottot~m·ntc mediro. - Sull'inlluenta. a• ueei P aolo, L•'uente mo~llco. - COntrlhuto allo ,tudJo della lt:si•lll!l •niUtlo• d•·lla ,jfllide. R a iaua n c • ·•·au et!,.ro, r'IJllt.wu medico. - :o.toru' chniche di •lue amrual.lli oli dinloeto' meiUto guariti coll'u.ro deU'antipirina. ll.o!ill'ini Toau m o,.n , 1unnnl1• Jllcdil:o. - La m~licina. tra. gli Ahis~inl. R OI',ooi ,uro•cd n , [('lltllllç medi~O. - Di liD!I !,JICI'Ì:ll!l forma febbrili' infcllha frPqucntr nell'esercito. 8al o na n n t> Giu~<'l'l'(' , Lcn~nr..• nw•lico. - Storia di un caso di menin~•Le ha~ilar~ •·•rcOS<·rilta.
lili <tot i G i ul!of'f'e, ~ollo lcn~ntf> n1e1lico •h comr•lt~notnlo. - Con~ioler;u:unu elhtirhe wlla epillemia di grippe o iolloeìùa. Iii l o Ili Ah~lil<tlntls•o , 'illltolOII Oill•' medi co oli c:omplemento. - Storia clinicn oli 1111 c;tso rll c;<taHO vc~c icalo. ~h·on11 1\nt,onin o , cn pltnno nt•'dlco. -
Folriln cl'nrma •ln taglio c tla fllllllll JH•IIPtr:mto 11ella r·avit;\ noldomi nale con u:;cita e lesione
dc~tli lnte\llni. 'l'o·n mh c tl a E dm ondo , rnttitano ml'dico. - l.o lesioni lramnalichll In c~1 allerin. - Os-ervazioni raccolte hl un biennio1 prl!;•o Il reg~timenLo cavalleria Cru.l'na (li'"). T ua'll! ira i Giovanrai , cnpll:lnu mr•licoJ. - Storia clinica ùi un gonartroc;ll:o•. ,..,,..dm·a loui ~i , tenrntn lll!'dico.- Ln p;•rotite epicle mica nel 47° reggimento ([llll~r lu.
"ij n o l .uigi, teMnLe mPcl if'tl, - SuU 'epirlemill d'in0nen7.a verillcatasl uri rel(l!'itnento ta\'alleria S.1luno (t ~. lr.oia l .ui:;i , soUoteu~ntt> metl•co di compleull'nto. - Comm<.zione a!lrlomimmale con srlaonlo o!PI/3 [!lOlliole e disfagia spaçlfca oh or1~111e
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