LEON DEGRELLE
HITLER PER MILLE ANNI
Versione italiana di ANTONIO GUERIN
Via Buonarroti, 4
MONFALCONE
SENTINELLA D'ITALIATitolo originale dell'opera: NOUS, LES FASCISTES
Titolo dell'edizione francese: HITLER POUR 1000 ANS
Titolo dell'edizione spagnola: MEMORIAS DE UN FASCISTA
Proprietaria della traduzione italiana: SENTINELLA D'ITALIA - Monfalcone, 1970
TUTTI I DIRITTI RISERVATIP••efazione
Sono molto grato al camerata Degrelle pe r avere egli affidato a me la pubbl i cazione in It alia delle sue memorie. E' un al to onore che il genera le de ll a Waffen S.S . ha concesso all'ultimo so l datino della Repubblica Sociale Italiana.
La presente ediz ione italiana di questo formidabile libro doveva essere corredata di ben 72 fotografie. L'autore stava per fornirmene i diché ma non fece in te mpo a rim e/ter me/i prima di dover lasciare precipitosamente Madrid, colp ito da un mandato di cattura delle autorità franchiste, che, nel contempo, gli avevano revoc ato l'a silo po litico, proprio in seguito all a pubblicaz ione in Spagna di queste memorie. Dice bene, Deg rel/e, proprio all 'iniz io de l suo libro, che per poter dire e sc river e qu ell o che s i vuole bi sogna essere di s ini stra . Ma se noi, i sopravviss uti fascisti, spingiamo l'i mpertinenza fino a disserrare .j denti un so lo istant e, subito mille «democratici» si mettono a u rlare fr e n e ticam e nt e con voce stridula, spaventando i nos t ri stessi a mici ... Pronunciare u na paro la tl n pubbli co , o scrivere dieci r igh e ... quando s i è s t ato un capo detto «fascista», è co nsiderato su l campo, d a (Parte «d emocratica», come un a specie di provocazione.
Il più vergognoso è che abbia ceduto all'infame ricatto democratico, e dia d ei punti alle livid e democr a zie occiden tali nell'imbavagliamento dei rifugiati politici che non s iano di sinistra, proprio la Spagna fra n-
chista, che sembra dimenticare il sangue versato dalle legioni di fascisti durante le cruenti battaglie della sua rivoluzione nazionale ed i massicci aiuti avuti in quei frangenti dai Fascismi europei. Durante la guerra del sangue contro l'oro la riconoscenza della Spagna mancò quasi del tutto all'appello della solidarietà nazifascista. Ora, il governo di Madrid arriva perfino ad imporre la museruola ai sopravvissuti della tremenda strage che accompagnò il crollo dell'Europa, venticinque anni fa.
Questa edizione deve necessariamente uscire senza le previste fotografie, che mi riservo tuttavia di pubb licare in una successiva edizione definitiva .
L'autore stava per inviarmi, anche, una copia riveduta e ampliata del libro . Doveva correggervi alcuni errori comparsi nell'edizione francese e penso volesse pure mitigare un poco taluni giudizi pesanti emessi nei confronti degli Italiani e dei nostri soldati. Mi limito a correggere qualche errore evidente, ma lascio il testo del tutto invariato. Penso essere onesto e giusto che gli Italiani sappiano quale opinione si ha di loro ali' estero. E vi sarà pur sempre la possibilità di ribattere ed apportare tutte le precisazioni necessarie a ridurre le cose alle loro giuste proporzioni nel caso l'autore abbia trasceso.
Lascia in fondo all'animo un po' d'amarezza il fatto che il generale Degre.ZZe ignori, nel suo libro, la R .S .I ., ma si deve anche tenere in considerazione il fatto che in quel periodo egli era a migliaia di chilometri, tutto preso nella titanica lotta sul fronte dell'Est, e non bisogna dimenticare che egli dichiara di parlare solo di piò che ha visto e conosciuto ,personalmente. Pertanto, da questo punto di vista, non poteva essere abilitato a trattare dell a nostra gloriosa :ma sfortunata epopea .
Mentre consegno alla tipografia il testo del libro per la sua realizzazione, formulo al caro camerata De-
gre ll e, tuttora braccato lu ngo la dura via dell'esilio dall'odio inestinguibile ed insaziabile dei giudeo-democratici, ogni più fervido augurio confidando che, un giorno, per quanto lontano esso possa essere, la gi us t izia finirà pur per trionfare. Quel giorno, per i da.n.nati, vi sarà pianto e st ridor di denti...
Heil Hitler!
Monfalcone, 28 ottobre 1970.
Guerin
Pl'esentazione dell 'edizione fl'ancese
« l-l itler, ce n'è per n1ille anni» .
Così disse il Pre sidente Spaak, n el lu glio 1940. La Fran c ia d i s fatta, l'U.R.S .S. alleata della Germania, l' opinione pubblica americana pacifi sta, l'In ghilte rra sola anco ra in lotta: il pronostico poteva essere fatto. L 'avve ntura prodigiosa volge alla catastrofe Essa segna il seco lo con la su a folgora n te nefande zz a. Qu esto libro cli Léo.n De gre lle è una r i fle ss ione su l d es tino cli Aclo l f Hitler e nello stesso tempo una autobi ogra fia . Fondator e ciel rexismo, Léon Degre ll e entra nella v ita polit ica belga a/l'inizio degli ann i trenta . L e d emocrazie lib e rali , vetuste, in balia dell e pot enze d el denaro, so pravvivono. Il movimento rexista conosce un successo fulmineo, ma non ha il tempo cli co nquistar e il potere. La guerra giunge, e la disfatta. Del vecchio nwnclu non r iman e nulla Quando Hitl er invade la Russia, Deg rell e, nemico da lunga data d e l com u.n,is mo , p ens a che un'Europa sta per nasc e re , e che il so lo mezzo per il B el gio di trovarvi posto è di part ecipa re alla lotta . Si batterà er oicamen.te c on g li uom ini d ell a di visione Va/Ionia. La di s falla della Germani a lo costringe all'esilio, sempre minacciato.
Un'Europa dei fascismi pote va nascere? Hi t ler aveva supera to il na z iona lismo germanico? L'autor e lo p ensa. Pensa a nch e che con questa guerra, gli Europei riconc iliati , temperati dalla lotta, rig ene rat e le loro virtù, pot evano trovare un nuovo s lancio e re stare il c entro
vivente del mondo. Ma l'Europa non è più che una zon a vaga che si disputano delle influenze americane e russe . Il destino le sfugge.
Qu est e meditazioni sulla nostra storia si mescolano a ri cordi familiari o epici ( un racconto mirabile della ca mpagna di Russia) o a ritrai ti pieni di crudezza e di una forza buffa.
Qu esto libro è esplosivo; per il s uo soggetto senza dubbio (ma l'autore si ricorda che vi fu un tempo in cui si pre tendeva che Napoleone non avesse mai vinto una battaglia e che d'alt ronde si chiamasse Nicola) e per la libertà di espressione di un temperamento focoso . Una voce così c hiara straz ie rà qualc he orecchio Tuttav ia deve essere ascoltata.
Capitolo I
La museruola per i vinti
A noi, reduci nel 1945 dal fronte dell'Est, dilaniati dalle fer,it e , accasciati dai lutti, straziati dalle pene, quali diritti rimangono ancora? Noi siamo dei mor,ti. Dei morti con gambe, braccia, respiro, ma dei morti.
Pronunciare una parola in pubblico , o scrivere dieci righe quando si ha combattuto, armi in pugno, contro i Sovieti, e, soprattutto, quando si è stato un capo detto «fas cista », è considerato sul campo, da parte «democratica», come una specie d.i provocazione ~
A un de1inquente comune, è concesso discolparsi.
Ha ucciso suo padre? Sua madre? Dei banchieri? Dei vicini? E' recidivo? Venti giornali ànternazionali apriran no le loro colonne alle sue Memorie, pubblicheranno sotto titoli alrti,sonanti ,iii raoconto dei suoi crimini, reso più attraente da mHle ,particol airi coloriti, si tratti di Ches,sman o di 1c:Lieci 5 uoi emuli.
Le descrizioni cliniche di un volgare assassino varranno le tirature e i milioni di un best-seller al suo puntiglio so analista, l'Americano Truman Capote.
Altri noti criminali come Bonnie e Clyde conosceranno la gloria del cinema e perfino detteranno moda nei dru gs tores più distinti.
Léo n Deg r el le
Quanto ai condannati politici, dipende , E' ,il colore ci e l loro partito c h e imporrà la loro giustificazione o la loro esecrazio n e .
Un Campesino, co ntadino zoticon e di ve nt a to capob anda d e l Frente Popular e p e r òl quale gli sc upol,i non e ran o mo lto il s uo forte quando si trattava di falciare i ranghi d e i Nazionali ha potuto, nella Spagna stessa, e in centinaia cli miglia.a cli copi e, nel giorna l e a tirat ura più e levata di Madrid, spiegare, largamente e liberamente, ciò che era s ta1a la s ua crue nt a av ven tura di Spagnolo di «Sinistra ».
Ma ecco , Ju i era di Sinistra.
Allo ra, e gli n e aveva il diritto, come tutti qu e lli cli Sini s tra hanno tutti i diritti.
Qu ali che siano sta ti ,i crimini, perfino gl i stermin i in massa a i qual.i i regimi m a rxi sti s i s iano d e dicati, nessuno farà loro c.lttiva acc oglie n za, ,la Destra conse rv a t r i ce ,i n quanto si picca di esse r e, a lquant o st upidamente, aper ta a'i <lhilogo, la Sinistra perché copre se mpre i s uoi a ttivisti ,
Un ag itator e rivoluzionar.io a lla Régis De bray potrà co nt are s u tut-te l e udienze c h e vorrà; cento giornali borgh es i r ipre nd eran no co n schiamazzo i s uoi propos i ti . Il Papa e i l generale de Gaulle si precipiteranno a protegge rl o, un o sot to l a s u a tiara, l'altro so tt o H proprio c hepì.
Com e , a q u esto proposito, non s tab ilire un co nfronto con Rob er t 1Brasillach, il più gran d e scrittore di Francia d e ll a Seconda Guerra mondiale? Inn a morat o ci e l s uo pa ese, al quale aveva veramente votato l a s ua ope r a e la vita , fu, lui, spietatament e fucila ,to a Parigi, il 6 feb braio 1945, senza che un chepì qual sias i s i agi-
HITLER PER MILLE ANN I
tasse, se non per dare il segnale del fuoco al ploton e di esecuzione ...
Allo stesso modo, l'anarchico ebreo, nato in Germania, chiamato Cohn-Bendit, pigramente ricercato e, ben inteso, mai ritrovato dalla polizia di Parigi quando era stato molto vicino a mandare la Francia per aria, ha potuto, tanto che ha voluto e come lo ha voluto, pubblicare le sue e lucubrazioni, tanto incendiarie quanto mediocri, presso g li editori capitalisti, intascando, sogghignando, gli ,assegni che costoro gli tendevano per sa ldare i s uoi diritti d'autore!
I Sovieti hanno pU11Jtellato la •lorn diHatura su sedici milioni e mezzo di assassinati: ev ocare ancora il marti M rio di costoro sarebbe considerato come cosa chiaramente sconveniente.
Kruscev, volgare giocoliere da mercati di porci, cece sul naso, trasudato, vestito come un sacco di straccivendolo, ha percorso, trionfante , comare al fianco , gli Stati Uniti d'America, scortato da ministri, da miliardari, da danzatrici di french-cancan e dalla crema d e l clan Kennedy, pagandosi perfino, per finire, di un numero di ciabatte sul tavolo e di calzoini umidi in piena sessione dell'O.N ,U.
Kossighin ha offerto la s u a lugubre testa di patata mal cotta agli omaggi infiorati di Francesi sempre sconvolti al,l'evocazione di Aus c hwitz, ma che hanno dimenticato le migliaia di ufficiali polacchi, loro alleati ciel 1940, c he l'U .R.S.S. assassinò a 'Katyn. Stalin stesso, ,il peggiore assass-ino del secolo, i l tiranno implacabile, integrale, che faceva 'massacrare, nei suoi furori demenziali, il suo popolo, i suoi collaboratori, i suoi capi militari, la sua stessa famiglia, ricevette una mirabolante sciabola d'oro dal re più co nservatore del mondo, il re d'Inghilterra, che 'non co mprese n emmeno quanto la scelta di tale regalo per un tale criminale 'avesse un tono macabro e buffo!
Ma se noi, i sopravvissuti «fascisti» della Seconda Guerra mondiale, spingiamo l'impertinenza fino a disse rrare i denti un solo istante, subito mille «democratici» si mettono a urlare freneticamente, con voce stridula, spaventando i nostri stessi amici che, supplic hevoli, oi gddano: attenzione! attenzione!
Attenzione a che cosa ?
La causa dei Sovieti sarebbe dunque venerabile a tale punto ? Per un intero quarto di secolo, gli spettatori mondiali hanno avute clamorose occasioni di rendersi cont o de1la s ua miilvagiità. La 1rngedfa deM'Ungheria, schiacciata sotto i carri armati sovietici, nel 1956, in espiazione del crimine che aveva commesso di riprendere gusto alla •libertà; ,la Cecoslovacchia abba,ttuta, imbavagliata da centinaia di migliaia di invasori comunisti, nel! 1968, rperché aveva avuto !\ingenuità di volere liberarsi un poco dalla gogna che Mosca le aveva stretto attorno al collo, come a un forzato cinese; ,il lungo sospiro dei popoli oppressi dall'U.R.S.S., dal golfo di Fi'llllandia fino •aHe rive del Mar Nero, dimostrano chiaramente quale orrore avrebbe conosciuto l'Europa intera se Stalin avesse potuto - e senza l'eroismo dei soldati del fronte dell'Est, l'avrebbe potuto - abbattersi fin dal 1943 fino al-la banchlnadi Cherbowg e l:iino a!ila rocca di Gibilterra.
Dall'inferno di Stalingrado (novembre 1942) all'inferno cli Be r lino (aprile 1945), trascorsero novecento giorni, novecento giorni di spavento, di lotta ogni volta più disperata, in mezzo a sofferenze orribili, al prezzo della vita di milioni di giovani ragazzi che si fecero deliberatamente -schiacciare, sctri1olare, per tentare di cont enere, malgrado tutto, le armate rosse che calavano dal Volga verso l'ovest dell'Europa .
HITLER PER MILLE ANNI
Nel 1940, tra l'irruzione dei Tedeschi a.Jla frontiera francese pre sso Sedan e l'arrivo di costoro al Mare <lei Nor d, trascorse esa ttamente una settimana. Se d combattenti europei d el fronte dell'Est, fra i quali s· i trovava m ezzo milione di volontari di ventotto paesi 1110n tedesc hi , avessero taglia,to la cor,da con 1la s t essa velocità, se non avesse ro opposto, a palmo a palmo, in tre anni di a tro ci co mbattimenti, una re sistenza disumana e sovrum a na a ll'immensa marea sov,ietica, l'Europa sarebbe stata perduta, sommersa implacabilmente fin dalla fin e del 1943 o all'inizio del ·1944 , molto prima che di generale Ei se nhower avesse conquistato il suo primo me lo in Normandia .
Un quarto di secolo s ta lì a provarlo . Tutti i paesi e uropei occ upati dai Sovietici, l'Estonia, la !Lituania, la Le tton ia, la Polonia, la Ger mania orientale, la Cecos lovacchia, l'Ungh eria , la Rom an ia, la Bulgaria so no rima s te, da a ll ora, implacabilmente, sotto il loro dominio.
Al minimo scarto, a Budapest o a 'Praga , è lo s taffile mod ern o, cioè i carri armaH ru ssi che falciano a bruciapelo i r ec alcitranti.
Fin dal luglio 1945, gli Occidentali che avevano puntato co sì im prudentem ente s u St a lin, cominciarono a cambiare tono.
- Abbiamo ucciso il maiale sb aglia to - mormorò Churchi!J a l presidente Truman, a Potsdam , m entre uscivano insi e m e da un colloquio con Stalin, il vero vincitore d e ll a S eco nd a Gu err a mondial e .
Rimpianti tardivi e penosi ...
Que llo c h e era loro sembrato precedentemente il «b uon maial e», installato per loro su du e continenti, g rugniva di sod disfazione, la coda a Vladivostok, U
Léon Degre lle
grugno fumante a duecento chil omet ri dal territorio francese~
Il grugno è sempre là, dopo un quarto di iseco lo, più minaccioso c h e mai, a un p un to tale che nessuno si arPischla, ahl'ora rpresente, ad affrontarlo, se n on a colpi di inchini profondi.
All ' ind oman i dell'annientamento di P raga, nell'estate 1968, i Johnson, ,i de Gaulle, i Kies;nger si limitarono a prot este plat onich e , a rincrescimenti timorosi e riservati.
Frattanto, sotto la pancia del s udd etto maiale, mezza Europa soffoca .
Non ba sta dunque?
E' giusto, è d ecente che co loro che videro chiaro in tempo, coloro che gebtarono, dal 1941 ~l 1945, Ia i!oro giovinezza, i dolci l egami del focolare, le l oro forze e i loro inter ess i di traverso a l camm in o insanguinato d elle armate sovi e tiche, contin u ino ad essere itra ttati come dei paria, fino a ll a morte e anche al di là della morte? .. .
Dei pari a c u i si in c hlodano le la bbra non a ppena tent ano d i d ire : «però» .
P erò ... Avevamo vite felici, case in cui era b ello vivere, d ei figli c h e amavamo teneramen te, d ei beni c h e davano agiatezza a lla nostra esis t enza ...
Pe rò ... Eravamo giovani, avevamo corp i vibranti, corp i amati, respiravamo J'aria nuova, fa prim avera, i fiori, la vita, con una av idit à trionfante ...
P erò . . . Eravamo posseduti da una vocazione, tesi verso un ideale ...
Però . .. Fu n ecessario getta re i nostri venti an ni, i nostri trent'anni e tu tti i nostri sogni verso o rre nde sofferenze, incessan ti angoscie, sentire i nostri corpi
divorati dai freddi, le nostre carni straziate dalle ferite, le nostra ossa spezzate in corpo a corpo a llucinanti.
Abbiamo visto singhiozzare i nostri camerati agonizzanti nel fango viscoso o nella neve viola del loro sangue.
Noi siamo usciti vivi, bene o ma le, da questi mas sacri stravolti dallo spavento, dagli stenti e dai tormenti.
Un quarto di secolo dopo, mentre i nostri parenti più cari sono 1norti nelle segrete o sono stati assassinati, e noi stessi siamo arrivati, nei nostri esili lontani, fino in fondo alle risorse del coraggio, le « Democrazie », ast iose, bili ose , co ntinuano a perseguitarci con un odio inesti nguibil e.
Un tempo, a Breda, come si può ancora vedere nell'ind imenti cabi le quadro di Ve lasquez al museo del Prado a Madrid, il vincitore offriva le braccia, Ja sua co mmis e r az ion e e il suo affetto al vinto , Gesto umano ! Essere vinto, già quale sofferenza, an sé! .-\.vere visto c rollare i propri piani e i propri isforzi, rimanere là, con le braccia ciondoloni davanti ad un avvenire scomparso per sempre, di cui si dovrà pure ,guardare la cornice vuota, di fronte a sé, fino all'ultimo respiro!
Quale castigo, se si fosse stati colpevoli !
Quale dolore ingiusto, se non si fossero sognati che trionfi /Puri !
Allora , si comprende come in tempi meno feroci il vincitore avanzasse, fraterno, verso il vinto, accogliendo l'immensa pena segreta di colui che, se aveva salvato la vita, aveva appena perso tutto ciò che dava ad essa un se nso e un valore . ..
Che cosa significa ancora la vita per un pittore a l quale si siano forati gli occhi? ,r er uno scultore al quale s ono state strappate le braccia?
Lé on Degrelle
Che co s a significa essa per l'u omo politico spezzato dal destin o , e che aveva poo,tato iin sé, con fede, un àdeaile bruciante, che aveva pos seduto la volontà e ,la forza di trasporlo nei fatti e n ella vita s t essa del su o popo lo? .. .
Mai più si r ea lizzerà , mai più c r eerà . ..
Per lui, l' essenz ial e s i è fe rmato.
Qu esto «essenz ial e», n e lla grande trage dia d e ll a Seconda Guerra mondiale, cosa fu p e r noi ?
I « fasc ismi » - c h e sono s tati l 'essenziale della nostra vita - come so no nati? Come s i sono diffu si ?
Come sono t ra montat i ?
E, soprat tut to, dopo un quarto di secolo, di tutt a q uest a enor m e facce nda, qual e bilan cio pos s iamo stend ere?
Capitolo II
Quando l'Europa e1.•a fascista
A un ragazzel'to dei nostrl giorni, l'Europa detta « fascista " appare un ' mondo l on t ano, già confuso, Questo mondo è sprofon dato .
D,mque , non ha po tuto difendersi, Que Ui che l'hanno steso a l ,suollo Pimanevano soli su!l t etTen o, nel 1945, E ss i hann o, da a,Jlora, intenpret a to i fatti e le intenzioni, come conveni va l oro.
Un quarto di secolo dopo il tracollo de ll' Europa « fascista » in Russ i a, se esis te qualche opera semicor retta s u Musso l ini, no n es iste a n cora un so l o libro o bietti vo su Hitler.
Centi n aia di lavori gli sono stat i con sacrat i, tutti abborracciat i, o ispirati d a un a a vv ersi o ne viscerale.
Ma il mondo atte nde sempre l'op e ra e quilibrata che st a b ilirà il b il ancio della vita della pI'in cipa le personalità politica della pr ima m età del sec olo XX,
Quello di Hitler non è u n caso isolato . La Storiase s i p uò dire! - si scrive d opo j 1 [ 1945 a •senso U:llJico .
Nella metà d e ll'uni ve r so, domi n ata dall'U.R.S .S . e dalla Cina rossa, non è nemmeno pensabile che la parola veng a data a uno sc rittore che no n s ia conformista o ad ulatore.
N e ll' Europa occidenta l e, se ,il fanatismo è pitt sfumato, esso non è che più ipo cri ta, Mai un gra n de gior-
Léon iDegrelle
nale franc ese , o ingl ese, o am ericano pubbli c h erebb e un lavoro che mettesse in rilievo ciò che potè essere d'interessante, perfino di sanamente creatore, nel Fascismo o n e l 1Nazi ona l-Socialis mo.
La so la idea di una tale pubblicazione semb r ere bb e aberra nte. Si g rid erebb e s ubi t o a l sacrilegio.,
Un settore è sta to ben pa rt ico larmente oggetto di c ure appassionate; son o stati pubblicati, in un gigantesco tapage, cen to se rvi zi , s pe sso esagerati, •talvolta grossolanamente m enzogneni, s ui campi di concen1ramento e sui fo rni crematori, so li elementi che si vog lia b en considerare nell',immensa creaz ion e c h e fu, per di ec i anni, il regime hitl eria no .
Fino a lla fine d e l mondo si cont inu erà a rievoca r e la morte d egli ·Ebrei nei campi di Hitl er sotto il naso s paven tato di milioni di le tt ori, poco appassionati a ll e ad dizi on i esatte e a l ri g ore storico.
An c h e qui, si attende un lavoro serio su ,que ll o che è realmente avvenuto, co n cifre verificate metodicament e e a ppura te; un'op e ra •imparziale, non di propagan da ; non cose se dicenti viste e che non ·sono state v iste ; sopra ttu tto non « confession i » costellate d i error i e di non sensi , •dettate da seviziato r i ufficiali - come una commissione d e l Senato amer icano ha do vuto r iconoscere - a d i mputati tedeschi di c ui e ra i n gioco la testa e c h e era n o pronti a firmare qual s iasi cosa ,per sfuggke a,] patibofo.
Quest o guazzabuglio i ncoe r ente, storicame nt e inammissibile, ha fatto effett o, senza alcun dubbio , sull'immensa plebaglia se ntim entale. IMa esso è la caricatura di un probl e m a angoscioso, e disgraziatamente vecchio q uant o l'uomo.
Resta ancora da scrivere lo stu dio - e d'altronde,
nessun editore lo pubblicherebbe! - che espone ss e ,i fatti preci si seco ndo i metodi scientifici, li r,icollocasse nel loro contesto politico, li inserisse onestam en te, in un in s iem e di rnffronti storici, ahimè tutti indiscutibili : la tratta n ei Negd, condotta n e l co rso dei secoli XVII e XVIII dalla Francia e dall ' Inghilterra, al prezzo di tre milioni di vittim e africane soccombenti nel corso delle razzie e dei trasferimenti atroci; lo sterminio, per cupidigia , dei P eMerossa bracc at i a mo,:,te sui 1erri1ori degli odierni Stati Uniti; i campi di concentramento dell'Africa d el Sud nei qu a li i Bo er i invasi furono rinchiusi come bes,tiame da parte degls ingles i, socto gli occhi compiacenti di Churchill; tle ,spavemose esecuz,io ni dei Cipayes in India , d a parte degli stessi servitori di Sua Grazio sa Maestà; il massa c ro da parte dei Turchi di più di un milione di Armeni; la carbonizzazione da parte d eg li Alleati, nel 1945, di centinaia di migliaia di donne e bambini n ei du e pi ù giganteschi forni cre matori della Storia: Dres d a e Hiroshima; la serie di ma ssacr i di popolazioni civi li che non ,h a fatto c he accrescersi dal 1945: in Congo, nel Vietnam, in Indonesia, nel Biafra.
Asp e tt ere mo ancora a lungo, 'Cre detemi, prima che un tale studio, obiettivo e di portata universale, faccia il punto su que st i problemi e li soppesi senza partito preso.
Anche ,s u argoment,i molt o meno scobtanti ogni spiegaz ion e stor i ca resta ancora, in questo 1nomento, pressoché ,impossibile, se 5 i ha avuto ,la sventura di ca d ere, politicam e nt e, dalla parte sbagliata. E' S<piacevole parùare cli se ,stessd. Ma infine, di 1ut>ti i ca pi detti « fascisti » c h e hanno preso parte alla Seconda Guerra mondiale, sono il solo superstite. Mussolini è stato assassina to, e poi appeso. Hitler si è sparato
un colpo in 1testa poi è stato bruciato . Mu ssert, il leader olandese e Quisling, quello norvegese, sono sta ti fucilati. P-ierre Lavai, dopo aver s ubito una \breve parodia di giustizia, si è avvelenato nel suo carcere francese. Salvato a ,stento dalla morte, fu abbattuto di eci minuti più tardi, semiparalizzato. Il generale Vlas sov, il capo dei Russi antisovietici, consegnato a Stalin dal generale Eisenhower, è stato appeso ad un gancio s u un patibolo in una piazza di Mosca .
Perfino •in esilio, gli ultimi superstiti sono sta ti selvaggiamente perseguitati: il capo deMo Sta-to croato Anton Pavellic è stato ,infaròto di pallottole in Argentina; io ,stesso, braccato ovum qu e, non sono ,scamparto che per un rp e lo a diversi t erntarti•v,i ,di liquida zion e per assa-s-sinio o per ratto.
Nondimeno, non sono stato ancora eliminato al momento pre sente. Vivo. Esisto , Potrei cioè ancora port are un a testimonianza suscettibile di presentare s toricamente un ,certo interesse. Ho conosciuto Hitler da molto vicino, so quale essere umano, veramente, egli e ra , ciò c he egli pen sava, ciò ch e voleva, ciò c h e preparava, quali era no le sue passioni , i suoi movimenti di umore, le s u e ,preferenze, le sue fantasie. Ho co no sciuto, n e llo stesso modo, Mussolini, così differente nella sua impetuosità latina, i suoi sarcasmi, le sue effusioni, le sue debolezze, i suoi slanci, ma, anche lui, straordi n ariament e ~ntere ssan te.
Se degli storici obiettivi esis t essero ancora, potre i dunque essere, davanti a,i loro ,schedari, un tes,timonio s uffi cientemente valido. Chi, fra i sopravvissuti politici del 1945, ·ha conosciuto Hitler o Mussolini più clirettamen te di m e? Chi potrebb e , con più precisione di me, spiegare quali tipi di uomini essi erano, uomini semplicemente, uomini nudi e crudi ?
HITLER PER MILLE ANNI
Ciò n on toglie ch e io non abbia, pre cisamente, c h e il diritto cli t acere .
Anche nel m io stesso paese .
Che io pubblichi - ven ticinqu e anni d opo i fa t ti! in Belgio, un'opera s u que ll a che fu la mia az ione politica, è semplice m ente impen s abil e .
Ora, so no stato prima d e lla guerra il capo dell'O ppos iz ione in questo paese , il capo ciel Movimento rexista , movimento lega le , che s i atteneva alle norme .ciel suffrag io universaile, trasoi na,nclo masse politiic h e considerevoli e centinaia cli miglia ia cli e lettori.
H o co mand ato, durante ,i quattro anni della S e conda
Gue r ra mondial e , -i vo lont ar i b e lgi ciel fronte dell'E s t, quindici vo i te più numerosi cli quanto non lo fossero i loro comrpa:triotJ com b attent,i ,dalla rpa r te degli Ingles i .
L'eroismo dei miei so ldati è ind isc usso. Migliai a tra di loro hanno dato la vita, per l'Eu ropa, certo, ma dapprima e i-nnanzi t u ti t o, per conseguire la salvezza d el p1X>prio paese e preparare la s ua res urrezione.
Tuttavia, non es iste per noi nessuna po ss ibilit à cli sp iegare alla gente d e l nostro popo lo ciò che furono l'azione politica di REX prim a del 1941 e la nostra az ion e militare dopo il 194 L Una legge mi vieta formalmente d i pubbli care una ;riga lassù in Belgio. Proibisce la ven di ta, la diffusione, il trasporto di ogni testo che potre i scr i vere s u qu esti argom e nti ! Demo crazia ? Dia logo ? Da u n q u arto di secolo i B e lgi non sento n o ch e il s u ono di un a sola campana. I n quanto all'altra campana - la mia! - lo Stato b e lga p un ta su di essa tutl'i i su oi c annoni.
Altrove, n on è meglio. In Francia, il mio libro La Camp agna di Ru ssi a, appena u scito, è s tato interdetto. F u lo stesso, recen t emen te ancora, del mio l avoro Le Anime che bruciano. Questo libro è puramente s pirituale. No ndim eno è sta to uffici a l mente m esso fuori
circuito in Francia, e c iò venti anni d opo che la mia vita politica era s tata .frantumata!
Non sono durrque neanche l e idee degli scom uni ca ti che sono m esse a ll ' indice, m a è il loro nome, s ul qual e s i abbatte, inst anca bilment e , l'inquisizion e d emocratica. In Germ ania , gli stessi procedimenti.
L'editore del mio lib ro Die ver lor ene Legion fu, dal momento de ll 'uscita del volume, oggetto di 1ali min acce, che fece di struggere egli stesso, qualche giorno dopo il lancio, l e mi g liaia di copie che stavano per essere di s tribuite a ll e lib rerie. ·
Il primato fu battuto dalla Svizzera dove, la polizia non so lo confiscò migliaia d i cop ie d e l mio libro La baraonda del 1940 due giorni dopo la s u a uscita, ma s i precip,tò in tipografia, vi fece fondere sotto ,i propri occhi i piomhi del,la compo,si2lione, affinché ogni ristampa deU'opera diven isse materialmente im possib il e. Ora, l'e dit ore e ra svizzero! La tipografia era svizzera ! E se qual c h e p ers on a lit à si foss e r ep utata maltrattata nel testo, le sarebb e stato facile esigere riparazione ricorrendo alla g iu stizia con tro il mio editore e contro me stesso. Ciò c h e nessuno, b e ninteso, s i a rri schi ò d i fare !
Le stesse difficoltà <leMo se-ritto a <Wornle. Ho ,sEid ato l e Autorità belghe res ponsabili a lasciarmi spiegare davanti al pop o l o de l mio paese a l Pala zzo dello Sport di Bruxell es o di acce t tare - nulla di più ! - c h e mi presentassi come cand id ato a ll e elezioni del Parlam e nt o. Il popolo sovrano av r e bb e deciso. Si sarebb e pot u ti esse r e più d emocrati ci ? Il ministro d e lla Giustizia rispose p erso nalmente c h e sarei ,imm ediatamente ricondotto alHa iìront iera se fossi sbarcato a B n 1xell es ! P e r essere assolutamente s icuri che non sarei rico mp arso, si iin-
provviso una legge speciale, ba1tezzata Lex Degreliana, che prorogava di di ec i anni i t erm ini della mia prescrizione, giunta al suo termine ! ,Allora, come avrebbero potuto le folle so ppesare i fatti, le intenzioni, farsi una opinione? . .. E come, di fronte a un rnatle pasticcio, un g iovan e potrebb e distinguere il vero dal falso, tanto .più che J'EUTopa di prima ,del 1940 non era un monoblocco?
Ogni paes e, an2>i, presentava caratteristiche moito iparticolarii. E ogni « fascismo » avev a d suoi propri orien~ tamenti.
Il fascismo italiano, per ese mpio, era b en distinto dal nazional -soc ia lismo t e desco. Socialm ente, .Je posizioni tedesche erano più audaci. Per contro, il fas c ismo italia no non era antiebraico n e lla sua essenza. Era di tendenza piutto sto cristiana. E anche più conservatore. Hitler aveva liquidato le ultime vestigia dell'Impero degli Hoh e nzoll e rn m e ntre Mus so lini , anche se torce va il naso, continuava a seguire il piumino, alto mezzo metro, che agitava la sua ampia ramatura a l di sopra della piccola faccia sdentata del re Vittorio Emanuele. Il fascismo avrebbe potuto, altrettanto bene , essere con tro Hitler che con Hitler. Mussolini era, prima di tutto, naziona,l,;sta . Dopo ,l'as sassinio d e l canc elliere aust riaco Dolfu ss, nel 1934, aveva allineato parec c hie divisioni alla .frontiera dell'Au s tria. In fondo a se stesso, non gli piac eva Hitler , Ne diffidava. - Fate allenzione ! Attenzion e so pra/tu/lo a Ribb entrop ! - mi ripetè venti volte.
L'asse Roma-Berlino fu forgiata, prima di tutto, daHe maldestrezze e dalle provo caz ioni di una grande stampa tra le più equivoche e di politicanti scaduti e ambiziosi co me Paul-Bon co ur , scompigliato buffone di P ar ig i, e don Juan lo snervato e corrotto dei moli di Ginevra,
come Anthony Eden, lunga scopa ve rniciata di Londra, co me , sop r att utt o, Churc hill. Ho con osciuto costu i a i Com uni i n q u e ll 'epoca . Era molto discusso e sc reditato.
Amaro quando aveva lo stomaco secco (era d'a l trond e ass ai raro), ò denti stor ti t ra le guance cas canti di bulldog troppo ingrassa to , gli s i pre s t ava appena a tt enzion e. Sol o una guerra avrebbe pot uto ancora offrirgli un'ulltima po ssi bilità di accedere a,l potere . EgH s i aggrappò co n ac ca n imen to a quella pos sibi lit à.
Mussoli n i, fino a l suo assassi ni o nell ' april e 1945, r es tò, in fondo a s e s tesso, an ti-1 e d esco e anti-Hit le r , malgrado tutt e le testimo ni anze di attaccame n to c he qu e st i g li prodi gò . L 'occ hio n e ro , brill ante come una pa llin a di giaietto, il c ranio li scio co me il m armo d e l fonte batt esimale, i r e ni arcuati cli un ca po fanfara, er a nato per dare in spettacolo ,l a ,s ua superiori tà . A cUre i l vero , Mussolini s i ro d ev a dalla rabbia vede nd o Hi tler dis po rre di un migliore ·s trum ento um ano (i l p opo lo tedesco, serio , d isciplinato, c h e non c h ied e va troppe s pi egm,ion i ) di qu e llo che era alla sua portala (il popol o italiano, in ca ntevo le, co mpi acente della crit ica, anche volubi le , vibrante a ll odo la che il [V e nto por ta via). Da qu es to cartiti vo un10rre, 11isultava sorrdarrnenite uno strano compl esso d i inferiorità, c h e aggravaron o sempre p iù le v itt o rie di H i t ler il q ual e, fino a ll a fin e d e l 1943, vin se se mpre , malgrado i r is c hi inaudilJi c h e correva. Musso lin i , in vece, c apo d i Stato eccez ional e, non aveva la vo c azion e <li u no s tratega più cli una guardia ca mpestre romagnola .
In breve, in qu a nto uomini, Hitler e Mu sso lini era n o dì vers i 1
Il pop o lo te d esc o ed il popolo it a lian o erano div ers i.
In quan to a doUr,ine, il fascis mo e il nazional sodal i s n10 era no assa i diversi.
No n mancavano punti d'in co ntro s ul terr eno ideo log ic o, come p ure ne ll'azione , ma es i stev ano an c h e d e ll e
opposizioni, c he l'Asse Roma-Berlino attenuò, ai suoi iniz i, ma che la di sfatta, colpendo l'Itali a nel suo sangue e n e l s uo orgoglio, amplificò, rafforzò.
Se i du e princ ipali movimenti « fa sc i s ti » d'Europa, qu eg!,i s tess i che erano sali ti al potere a Roma e a Berlino e ohe sba rra vano il continente da St e t·tino a Pa lermo, apparivano già così distinti l'uno !dall'altro, che avve ni va quando si considerava gli altri « fascismo» so rti in Europa , sia in O la nda o in P ortoga ll o, in Frnncia, in Be lgio, in •Spagna, in Ungheria, in Rom a nia , in No rvegi a o a ltrove !
Il « fa scis mo » romeno era di ess enza qua s i n1i st ica . J 1 ] s uo capo , Codreanu, arrivava a c avalHo, vestito di bianco, alle grandi assemblee delle folle romene. La s ua a ppari21ione se mbrava quasi soprannaturale. E' a questo punto che lo c hi ama vano .J'Arca ngelo . L 'élite militante d e i s uoi membri portava il nome di Guardia di Ferro. Il termin e era duro come erano dure le circostanze di lotta e i metodi dell'azione. Le penne d ell e a li d e l l'Arca ngelo e rano spesso impolverate di dinamite.
Invece, il « fasc i smo » del Portogallo era spass i onalizzato, come lo era ,il suo mentore, i l professore Salazar, u n cer e brale , che non beveva, non fumav a, che viveva in una cel la monacale, era vestito come un clergyman, fissava i punti della s ua dottrina e le tappe della s ua azion e con da stessa freddezza con cui avrebbe commen ta to le Pandette . In Norvegia, era ancora a ltro. Quisling era allegro come un beccamorto . Lo ri vedo ancora, la faccia tumida, l'occhio cu po, tenebroso, q u ando, P rimo ministro, m i ricevette ne l suo palazzo di Oslo , in fondo a una co rte d'onore dove un re, di un bronzo diventato verde come un cavolo cotto troppo presto, portava, a lto e
Léon Degrelle
fiero, una fronte crive ll ata di deiezioni d'uccello. Quisling, nono s tante il suo portamento compassato di capo contabile scontento della sua cassa, era tanto militare quanto Sa lazar lo era poco . Si appoggiava su milizie ,i c ui stivali erano nettamente più brillanti d e lla dottrina.
P e rfino l'Inghilterra aveva dei «fascist i », que ll i d i Oswa]d Mos ley.
A!ll'opposto dei « fascisti » proieta:ri del Terzo Reic h , i fascisti inglesi erano , nella loro maggioranza, fascisti aristo cra tici -i
I loro comizi raccoglievano migliaia di membri d e lla Genlry, che venivano a ved e re cosa potevano mai esser e que i fenomeni lontani e favolosi cui si dava il nom e di operai (ce n'era comunq ue un certo n u mero nelle file di Mos ley).
Giri ascoltatori erano variopinti dai co l ori vivaci e v.istos,i ,d,j giovani e leganti, modeHa,te in molto cor,ti e fini vest i ti di seta; i l contenuto e i l contenente vibravano di fa sc ino. Molto eccitante e molto app e ti toso , qu es to fasoismo ! soprattutto in quel paes e in cu i ,le p e rt iche l unghe e magre de l mondo femminile hanno cos ì spesso de ll a piantagione di lu ppolo !
Mosl e y mi aveva invitato a co lazion e i n un teatro non più in uso, appollaiato sul Tamrigi, dove riceveva i suoi ospiti ,dietro a un tavo lo di legno bianco . Ciò era austero e mol1o cappuccino di primo acchdto . Ma dei va le tti perfetti apparivano presto , e tle stoviglie nelle quali vi servivano erano d'oro !
A fianco dell'Hitler proletanio, del Mu ss olini teatrale, del Salazar professorale, Mosley era il pa ladino di un fascismo abbastanza estroso che , p e r quanto straordrinario ciò sem b ri, era conforme ai costumi britannioi , L'Inglese più rigi d o tiene a fare ostentazione di
pec uliarit à p e rsonalissime, siano e ss e poliliiche o di ves ti a rio . Mosley ne arrecava una di più, come Byron o Brummel n e avevano apportate altre un tempo, e c ome <i Beatles ne fornirebbero altre molto più tardi. Chur chill stesso terrebbe a distinguers i a modo suo, ri ceve ndo important<i visitatori, completamente nudo, n e lla ma està fasciata d'un re !Bacco anglicizzato, drapp eggfato ne l solo fumo dei suoi avana. Il figlio d<i Rooseve lt, inviato a Londra in missione durante la guerra cr e dett e di morire soffocato quando vide avanzare ve rso di s é un Churchrn adamitico, il ventre gonfio, fandoso c ome un bettoliere obeso che finisce di 1Javwsi il re trotreno in una tinozza di zinco, il s abato s era.
All'e s tremo opposto, il Mosley di pI'Ìma de l 1940, il fa scis t a impec cabile, con il capo cop er to da una bombe tt a gnigia anziché da un elmo d'acciaio , armato di un o mbre llo di seta anvece che di un manganello, non usciva dunqu e particolarmente dalla linea dell'eccentr icità britannica.
Ma, comunque, il frutto che gli Ingles i, sol e nni come portie11i di ministero e conservatori come motori di Roll s Royce, si siano lasoiati <inebriare, pure essi , dai Uuidi dei fas ois mi emc,pei di prima d e l 1940, dice fino a c he punto <il fenomeno corrispondeva in Europa a uno s tato d'animo generale.
Pe r la pr.ima volta dopo la Rivoluzione francese, mal g rado le diversità dci nazionalismi, id ee brucianti e un i deal e bruciante provocavano reazioni abbastanza id entiche .
Una medes<ima fede scaturiva, conte mporaneamente , da un capo all'altro del vecchio cont<inente, fosse a Budap est, a Bucarest, ad Amsterdam, a Oslo, ad Atene,
Léon Deg rell e
a Li s bona, a Varsaviia, a Londra , a Mad r id , a Bruxelle s , o a Parigi.
A Parigi, non so lo i movimenti fascistJi po ssedevano le loro proprie carat teristi che , m a , !inolt re, si scomponevano in moltepli oi s uddivi sioni: di tendenza dogmatica, con Charles Maurras, un vegliardo con la barbetta, comggioso, inte gro, s o11do come un rd e bitore, padre spirit u ale dri tutti i fascismi e urop e i ma Fhe limitava ul s uo, g lobalme nte, al Prato quadrato franc ese; di tendenza militare, con gli ex-combattentJi del 1914-1918, commoventi, scampanellanti, senza id ee; di ten d e nza « clasS!i medie», con le Croci rdi Fuoco d el co lonnello de La Rocq u e, che adorav a moltiplicare con i civili le grand,i mano vr e e le ;spezioni di caserma ; di tendenza proletaria con il P artito Popolare Francese d i J acq ues Doriot, ex « cocco » o cc hialuto, che ostentava volentieri, nella sua p ro paganda le scarpe grossolane, le brete ll e, il grembiu le da c u cina di sua moglie, per fare popolo, un popolo che gli rimase restìo, ne l s uo ans ierne, dopo un aniz io abbastanza riuscito; di t en denza attivista e t h e sapeva di polvere, con la Cagoule di Eugène De loncl e e di Jo seph Darnand, dei duri, di que lli che ,S!i scagHavan o, che facevano, e s tas,iiat1i, s-ta-1,tare in aria con ila dinarrnite, in pi ena Par,igi, le torbid e cerrnn11a1H d eri 5Ulp ercapitali s ti, per faPli uscio-e olamwosamente d~l loro do ra to assopimen~o. Deloncle, po litecn ico geniale, sarebbe a bbattuto dai Ted eschi de l 1943 e Joseph Darnand, dai Francesi del 1945 nono s tan te fosse s tato uno d egli eroi più ampavidi d e ll e du e gue rre mondiali , Qu es ta sovrabbondanza di movimenti « fascisti» par igin i, teoricament e parallelri e praticamente rivali, divid e va e disorganizzava le é li le francesi. Essa av r e bbe co ndot t o, la sera del 6 febbraio 1934, a lle cruenti s ommo sse di piazza della Conco rda a a Parigi, senza c he il pote re , caduto su lla scarpata de l p anico , fosse ripreso in (111ano da un solo dei suoi vincitori di « De stra »
Il loro grande uomo di quella not te s i c hiamava
J ea n Chiappe, prefetto di polizia di P arigi, revocato tre giorni prima d al governo di Sini s tra. Era un Còrso vo lubile, ro sse ggiante, c h e portava una rose tt a d ella Leg,ion d'onore del formato di un pomodoro, piccolo piccolo ma,lgrado le s u o le sovr apposte che facevano cred e r e, q uand o parlava, c he fosse a pp o ll aiato s u uno sgab ello .
Se bb ene si presentasse come un c ili eg io primaver il e , si tastava le costole, si c urav a; r e umatico diceva, non era nem meno u scit o il 6 feb braio con i manifesta nti. •Aveva appena fatto un b agno ca ldo e si accing e va a corùcars i, g ià in pigiama. Nonostante i ri mproveri se mpre più ins istenti, poi sconvolti, dei suoi fedeli, rifiutò di rives tirs,i, m e ntre non avrebbe av uto che da attraversare la via per se d ersi nella poltrona vuota d ell'Elis eo!
Nel 1958, il gen erale de Ga ulle , di fronte alla stessa po ltron a, non s i sa r e bb e fa tto pregare a ltret tanto!
Tra quei mol tep lici pa r titi « fascisti » francesi, "1 denom in atore com un e prima d el 1940 e r a de bole.
1n Spagna, il gen era le Primo de Rivera era stato, p r ima di molti altri, un « fasoista » a modo s uo, fascista monarchico, un poco come Mu sso lini. Ques ta concess io ne al trono co ntribui molto a lla •s ua .perdita. Troppi cor tigia!l!Ì di palazzo, specialisti d ello sga mb et to, li sci come a nguill e, vuoti come tubi, g li facevano la po s t a. Tro ppo p ochi proletari lo s p a ll eggiavano , proletari dal c uore semp li ce, da l bracci o fort e , c h e avrebbero potuto, a ltr e ttanto bene, segu ire un Primo d e Rivera attaccato a ll a rifor ma socia le del suo paese, c h e a!Hnearsi dietro i pistoleros e g li in cen di a ri del Frente Popular. I cospiratoPi di cor te dm pantanarono questa esperie nz a nella
Léon Deg re ll e
pania dei pregiudizi di una aristocrazia sa lo t tiera, vanitosa e p oli t-icamente steriJ.izz a t a da parecchi secoli . ] osé-Anton io, figlio d e l generale s ilura to e morto a Parigi q ualche giorno dopo, era un ora tore ispirato. Aveva capito, lui , malgrado la s ua e redità di seiiorito, c h e l 'essenzia le d e lla lotta p o litic a della s ua e poca risiedeva nel fatto sociale . Il s uo program ma, la •s ua e tica, il s uo fltrido personale avrebb ero potuto .portargli l'ade sione di milioni di Spagnoli che sog navano il rinnovamento del loro paese, non so ltanto n e lla grandezza e ne Ul'or,dine ma anche, e ,sopn~~llto, nella giustizia so ciale . Disgraziatamente p e r lui , rl l Frente Popular aveva minato ovunque -il terreno , fuor viato le ma sse , alzato tra gli Sp agno li le barri ere d e ll 'odio, d e l fuoco e d e l sangue . José-Antonio sa,rebbe ,potuto essere il g iovan e Mussolani d ella Sp a gna del 1936 . Questo gran splendi do ragazzo vide i l suo s ogno falciato n e llo stesso anno da un p lotone di esecu2Jione ad Alicante . Le sue id ee lasc iarono a lungo l'impronta n e l •suo p aese. Esse anima• rono ,centinaia di migliaia di co mbatte nti e militant,ì. Sarebb ero p erfino rimbalzate, rivivWcate dagli eroi della Division Azul, fin sulle ne\ni dnsanguinate del fronte russo, recando j] loro contributo a ll a creaz ione della nuova Europa di allora.
Lo s i ve d e, la Spagna del 1939 no n e r a la Ge rmani a de l 1939 . Non pi ù di quanto il colonnello d e La Rocque, a Parig,i, rigido come un metronomo e lo spirito spento come una colata d i ma ca d a m , non e ra il sos ia d e l dottor Goebbels, vivo come un flash di Teporter; non più di quanto Oswruld Mos1ey, i,l fasois-ta raffinato di Londra, non fosse l'alter eg o d e l rozzo dottore Ley do 1Berlino, ,aiola come un bar.ile di vino nuovo.
Nondimeno un medesimo dinamismo fermentava dovunque le loro folle, una medesima fede le sollevava, e anche un fondamento ideologico abbastanza sim±le s·i notava in ciascuno cli loro. Avevano lin comune le stesse reazioni di fronte ai vecchl partiti, sclerotici, corro ttJi da sordidi compromessi, sprovwsti d'immaginazione che non hanno porta,to, in nessun -luogo, soluzion i social,i ampie e veramente rivoluzionruiie, mentre il popolo, oberato di ore di lavoro, pagato miseramente ( sei pesetas a l giorno sotto ;[ Frente Popular ! ) senza protezione suffioiente contro gl,i .infortuni di lavoro, le malattJie, la vecchiaia, attendeva con impazdenza e angoscia di essere finalmente trattato con umanità, non solo materialmente ma anche moralm ente.
Mi 1'icorde rò sempre del idia'logo c he ascolta,i, a !ll'epoca , dn una miniera di carbone dn cui era sceso il re Idei Belgi:
- Cosa desiderate ? - chiese il sovrano, abbastanza sosten ut o, pieno delle migliori intenzioni, a un vecchio minatore, n ero di fuliggine ,
- Sire - rispose questi, chiaro e tondo - ciò che vog liamo è essere rispettati!
Questo Pispetto del popolo e questa volontà di giustiz ia sooiale ,si alleavano, nell'ideale « fascista », alla volontà cli restaurare l'ordine nello Stato e la continuità nel serwzio della nazione .
Bisogno anche di elevarsi spiriitualmente. Attravers o 1utto il continente, la gioventù .-espingeva la mediocr ità d ei po1itJicantJi di professione, menti I'istrette ridondanti, senza formazione, senza ,c ultura, elettoralmente appoggiati alle b etitolle o a seminotabiH, OOJi erano •state appioppa1e mogli sposa,te troppo rpresto, ,msoddisfaitite, s orpassate dagli avvenimenti e che falciavano la minima audaoia del marito a grandi colpi di cesoie.
Questa gioventù voleva wvere per qualcosa di grande, di puro.
Léon Degrelle
Il « fascismo » era scaturito dovunque, in Europa, spontaneamente, con forme molto diverse, da quel bisogno vitale, totale e g enera le, di rinnovamento: rinnovamento dello Stato, forte, autodtario, che abbia durata e possibiHtà di attorniarsi di competenti, sfuggendo all'alea dell'anarchia politica; rinnovamento della società, liberata d ai! consel'Vatorismo asfissiante di borghes,i inguantati e dal colletto duro, senza orizzonte, paonazzi di cibi troppo ricchi e di borgogna troppo duro, chiusi irrteHettua,lmente, sentimentaJ1mente e ,soprattutto finanziariamente, ad ogni adea di i,iforma; rinnovamento sociale, o più esa ttamente rivoluzione ,sooiale, che liquidò il paternalismo, così caro ai Picchi, che, a buon mercato, con tremoli calcolati, recitavano il gran cuore e preferivano, al riconoscimento dei diPitti di giustizia, la distribuzione ·condiscendente di ca,rità Jaìrrntate e molto sostenute; rivoluzione sociale che rimetta il capitale al suo posto di strumento materiale, il popolo, sostanza viva, 1che ridiventi la base essenziale, l' e lemen to fondamentale della vita d e lla ,Patria; rinnovamnlo morale infine insegnando .di nuovo a una na;,,ione, alla gioventù ,nnam,i tutto, a elevarsi e a donarsi . Non v'è paese d'Europa che, tra il 1930 e il 1940, sia •sfuggito a questo richiamo.
Questo presentava sfumature distinte, orientamenti distinti, ma possedeva, politicamente, socialmente, basi abba,stanza simili, oiò che spiega come fu rapidamente intessuta una sbalorditiva so1idarietà: il ,Francese « fascista » andava ad assistere, dapprima in quieto ma presto entusiasmato, ::1Ue sfilaJte delle « Oamioie b11UTie » a Norimberga; ,i Portoghesi cantavano la Giovinezza dei BaMla, come ,i1l Sivigliano avrebbe cantato IJa Lilì Marleen dei Tedeschi del Nord .
Nel mio p aese, i'l fenomeno sarebbe sorto come altrove con le s u e proprie caratteriistich e, che avrebbero ragg iunto in capo a ,pochi m es i gH elemen ti unificatori so rti dalla P rima Gu e rra mo ndi a le nei diversi pae s i europei. Ero, ,in qu ei t empi , un ragazzo molto giovane. SUI! retro di un a foto, avevo sol'itto i( e ro già modesto) :
Ecco, più o meno veri, i tratti del mio volto
La carta non dice il fu oco bruciante e fiero
Che mi brucia oggi, che mi bruciava ieri
E che domani scoppierà come un. tempora l e.
Il t empora le , l o portav o in me. Ma chi altl'i lo sapeva ? All' estero ness uno mi conosce va. Avevo il fuoco sacro, ma non dis porrevo di ness un appogg io che potesse improvv isamente assicurare un gra nde successo . Eppure, un solo anno mi sare bbe ba stato per ra cco gli e re centinaia di migliaia di discepo!,i, p er ri durre a mal partito la tranquillità sonnolen ta dei vecc hi partiti e p er mandare al P a rlam ento b e lga , in una so la volta, trentuno miei gio vani camerat i ., Il nome di REX, in qualch e s e t1°ima na, nella primavera de l 1936 , sarebbe stato rivelato a l mond o ,intero. Sarei arrivato alla soglia stessa d e l potere a ventinove anni, n e ll'età in c u i normalmente i ragazzi prendono l'ap el'iùivo s u una terrazza di bar e lisoiano l e dita di u na bella ragazza dagli occhi c ommossi . Tempi prodigiosi n ei quali ai nostri padr,i non rimaneva c h e seguirci dove, ovunque, dei giovani, dagli occhi di lupo , dai d en ti di lupo , si rizzavano, ba l zavano, v in ce vano, si preparava no a cambiare ;J mondo!
Capitolo III
Ve r s o il po tere a ve n t i cinq u e anni
Ho visto, a tren t otto anni, scoppiare in mme frantumi la mia v,ita di capo polit,ico e spezzarsi la mia carriera mil i tare (generale, comandante di ,Corpo d'Armata).
Come, venticinque anni fa, ci si poteva scagliare tan to giovani att raver s o la vita di uno Stato, arrivare a lla sog li a del potere così in fretta e così presto ?
I.I s ucc esso , è eVlidente , dipende dall e epoche. Ve n e so no talune che trasudano il tedio e soffocano ogni vocazione. Ve n e sono ahre, ne1le quali ciò che è eccezionale so rge, accresce, si espande., Bonaparte , nato cinquanta anni pnima, avrebbe senza dubbio terminato la s ua carr ie ra da panoiuto comandante di piazza in u na c ittà di provincia. Hitl er, senza la Prima Guerra mondia le, avrebbe senza dubbio vegetato, semtlborghese inacid ito, a Mona co o a Linz. E Mu ssoJ.ini avrebbe potuto fare il maestro in Romagna tutta l a vita, o passare q ue sta nella prig,ione Mamerth1a, cospiratore ; mpenitente , nei seco li tlnso nnoliti degli Stati pontifici. Le corrent,i sp-ir,itua1i e passionali, così come gli esempi c h e animavano l'Europa verso gli anni trenta, hanno
Léon Degrelleaperto orizzonti eccez,ionali alle vocazioni e alle ambizionii. Tutto fermentava. Tutto Pisplendeva: la Turchia di Ataturk - colosso impressionante di salute, che faceva bisboccia di notte come un soldataccio, che eseroitava, di giOPno, una autorità onnipotente, l'unico dittatore che abbia av u to la fortuna di morire a tempo, oioè nel suo letto - come pure l'Ita l ia di cui si era impadroni1o Mussolin,i, Cesare motorizzato. Di un rpaese anarchico e stanco, il Duce aveva, in qualche anno, rifatto un paese ordinato, Se fossi italiano, sarei fascista, aveva ·esclamato un giorno Winston Churchi l l.
Mi Pipetè lui stesso questa affermazione, una sera, a tavola, a Londra, al ristorante dei Comuni.
Tuttavia, l'Italia lo irritava, lei che aveva osato passare dal ruolo modesto che le avevano assegnato Je Potenze, a queHo di paese ~mrperiale, IiservaJto, fino a quel momento, in esolusiva, alfa bulimia e all'orgoglio britannici.
Più di qualsiasi cosa, l'esempio di Mussolini aveva affasoinato l'Europa e rii mondo.
'Lo si fotografava a tor-so nudo, mentre fa lciava l e messi nelle pal ud i pontine prosciugate. I s u oi aerei varcavano, on squadre impeccabili, l 'Atlantico. Una Inglese era aocorna a Roma, n001 per gridargli un armare istePico, come molte altre, ma per scaricare su di lui, assai poco amabi l mente, una !Pal lottola che gli aveva rasentato una pinna del naso. I suo i giovani Baltllla s6ilavano dovunque cantando. I suO!i (Operai 1nauguravano impressionantJi installazioni social i , le più vive del continente, in que ll' epoca. I treni lita1iani non si ferma· vano più on piena campagna, come ne l 1920, per CO · stringere a scendere il prete che aveva avuto J',impu• denza di prendervi posto! L'ordme regnava. Tutto progrediva. Senza parti-ti per scMamazzare , E senza tafferugli sociaJ1i.
L ' Italia industPiale nasceva, da ll 'ENI a ll a Fàat, dove
Agne Hi creava, s u ordine del Du ce , una ma cc hina popolare, as·sai prima di par t ire coi volontari italiarni a l fronte russo, nel 1941, dove lottò a no stro f.ianco n e l bacino .del Donez.
Quell'Italia industriale che fece la sua apertura mondi a le dopo che :Musso lòni era morto , fu Mu sso lini
lo si dimentic a troppo spesso - a creaTla.
Il s uo grande Impe ro africano stava per estendersi, in •::ilcuns anmi, da T,r;poli a Addio;-Abeba, senza che Mus•so lini si Jasoias,se intimidire d::ille prot este interna2iionali dei pae si -ipocrit i che s i era no pasciuti prima e non so pportavan o l'idea che i paesi poveri avessero l'in so le nza di esprimersi o, a lmeno, ,di mangiare a sazietà se n za dover lasdare emigrare miserabilmente, ogni amno, centom Ha o ducentomHa s tomachi vuoti ver,so i bas sifondi di B rookly n o vwso le febbri d e!le pampa s udam ericame.
In ogni paese, migliaia di Europe-i guardavano a Mu sso lini, studiavano il fasci sm o, n e ammiravano l'ordine, il lustro, lo slancio, le imporvanti rea lizza,iioni poli ti che e sociali.
- Do vremmo fare altrettant o! - ripeteva no, scuotendo la tes ta., Innumerevoli malconte nti e, soprattutto, tut-ta una gioventù assetata di ideale e di azione, aspiravano a trovare qualcuno che li so !levasse, a loro volta , com e Mussolini aveva fatto nella sua patria.
Anch e in Ge rmarnia, l'esem pio ùtali ano non mancò d i co ntribuire aJla vittonia di Hitler. Certo, Hitl er sarebbe ba s tato a se stesso. Pos se deva un senso prodigioso de lle fo lle e dell'a2lione, un coraggio strepitoso . Rischiava la pe!le ogni giorno. Pkchiava. Lan ciava idee-forza e le m en ta 11i , Infiammava le mas se sempre più veem e nti. Era sca ltro e, nello s te sso t e mpo, 111n organizzatore
straordinariio. Il padre di Hitler era morto troppo presto, una mattina, colpito da apoplessia, cadendo con la testa in avanti nella segatura di un caffè. Sua madre si era spenta, tubercolosa, pochi ann i dopo. A sedici a nni era orfano. Nessuno l'avrebbe maà più aiutato. Avrebbe dovuto sfondare completamente solo. Non era nemmeno citta dino germanico , Nondimeno stava per diventare, in dodici anillÌ, <il capo Idei pitt importante parili to del Reich, poi il suo cancelJiere.
Nel 1933 , era iii padrone, era salito al potere, democrat icamente , sotto lineiamolo, approvato dalla maggioranza asso lut a d e i cittadini tedeschi e da un P arlamento e le tto secondo le norme democratiche, n e l quale democ risbiani e s o oialist,i avrebbero approvato, oo n un voto positivo, la fiducia al suo nascen t e governo. Dei pl e bi soi ti, sem pre più impres sfo nanti, avrebbero 11iaffermato -questo sostegno popolare. E quei plebisci ti erano sinceri. Si è preteso il contrario, in seguito. E' materialm en te falso. Nella Saar , provincia tedesca fin a llo ra occupata dagl,i Alleati , c h e vi ·si e rano installati da1H'autunn o del 1918, ,i-I plebiscito fo org,mizzato e sorvegliato da delegati stranieri, appogg,iati da truppe stran,ere., H itl er non fu nemmeno autorizzato a fare atto di presenza in quella regione durante la campagna e lettorale. Eppure ottenne neMa Saar esattamente lo stesso voto trionfale (pjù d e ll'ottanta p e r cento d e i vo,ti) del re s to della Germania. Proporzioni identiche si ritrovarono a Danzica e a Memeil, dttà te desche, esse pure sotto j] contro ll o straniero.
La ver ità è la venità: l' immensa ma ggioran za d e i Tedesc h i, o si era schierata di e tro a Hitler già prima della s ua v,itto ria, oppure, in un entusiasmo crescente s enza sosta, si era aggregato alle s u e truppe, come fecero rnàlioni di ex-soc ialisti ed ex -comuni sti, convintn dei b e neliici d e l suo dinamismo.
Aveva rim ess o al lavoro migliaia di disoccupati.
Aveva iniettato una forza nuova a tutòi a set to r i d e ll a vita economica . Ave va ri s t a bHito dovunqu e l' ord ine socia le e politi co , un ordine vtlnile, m a anche un ordine felice. La fierezza di essere tedesco ri s pl e ndeva in t uttoi l Re ich. Il patriot,ti ,sm o aveva ces,sMo idi essere una tara, esso si spiegava come u no s tendardo g,lor.ioso .
Preten d ere il con t·rar i o, affe rmare che Hitler n on e ra seguit o dal suo popolo è deformare grossolanament e lo s tato d'animo di allora e negare l'evi d e n za dei fatti.
All'es tr emo oppos to, e d es attamente n e ll a s te ssa e poca, la Spagna del Fr ente Po pular st upi va l' osservatore s tra niero con le sue violenze assur d e e co n la s ua steniU•tà. Ben prima id i p endere la guerra milit a,:,men1e, il Frente Popular aveva, rin Spagn a, ·perso la guerra socia l mente. LI ipopolo non vive di fu oiolMe s para1e s u borghesi più o m eno ottus· i o s u preti grassocci, né di sche le tr.i di carmeiHtane clissotterati per essere es,post,i in v i a di Alcala.
Il Frente Popular era stato incap ace - ed e ra ciò, tuttavia, c h e ;mportava - dtl creare in Spagna non fo sse ch e un abbozzo di rifo rm a soai ale , Non lo si ,-ipeter à mai abbastanza a i g iovani o p era i spagn oli: ii l oro padri , dal 1931 a l 1936, non conobbero null 'a ltro , sotto i lo ro ca pi rossi - tra l e s p a ratoni e degli assassini e gli ri ncencli cli conven ti - ch e dei salari scan dalo samente miseri, l'd n sta bili tà dell'impiego, l'insic urezza di fronte a lla mal attia , all'infortunio, alla v ecchiaia .
Il Frente Popul ar avrebbe dovut o - era l'o ccasione o mai pjù cli provare che d politi canti d, Sinistra difendevano il pop o l o ! - d are alla Spagna operaia d e i sa lari che l e a vrebb ero permesso di vtlvere, d e ll e assicurazioni sociali che avessero garantito materialmente l a s u a es istenza, minacciata dall'egoismo capitalista, dagli
scioperi e dalle cris·i, che avessero assic urato alla famiglia del lavoratore la sicurezza in caso d'infortunio o di decesso di quest'ultimo.
Sooialmente, il Frente Popular fu uno zero insanguinato. Nel 1936, il suo fallimento socia le e politico di fronte alle reaJiz,,azioni socia li, potenti, sempre acoresoiu1e, del fascismo e d ehl'hi~lerismo, baJzava agli occhi di tutt-i gJ; spettatoni obiettivi.
Esso non poteva che mettere maggiormente in risalto i benefici delle formule dJ ord in e, politico e socia le, la malvagità delle formule demagogiche, comuniste o sociali ste, fosse in una Mosca schdacciata - e senza tregua purgata - da Stalin, o nell'anarchia di Madrid dove il Frente Popular portava a compimento, con una vighacche11ia conàgliesca, il rapimento ,n piena notte e l'assassinio a raffiche di mitra, da parte dei suoi poliziot<tii, idei caipo del,l' opposizione, dii ,deputato Calvo Sotelo.
In questa atmosfera, la cl'isi non poteva che precipHare in seno ad ogni paese d'Europa. Mi aiutò, è certo, a piantare ,in un batter d'occhfo H mio stendardo sui bastioni della vecchia roccaforte poHtica, decrepita nel mio ,paese come lo era allora in tutti i paesi del cont.iinente.
Cer,to, anch'io, ero ,nato ,per questa iJo!Jt,a. L'occasione, le circostanze aiuta,no. Esse sgom b emno ;iJ terreno ma non ·sono sufficienti. Bisogna possedere FI fiuto poli-tico, il senso dell'azione, cog1iere ,]e occasioni, inventare, rin,novare la rpropvia tatmica strada facendo, non avere mai paura di nulla e, soprattutto, essere infiiammati da un ideale che nulla può fermare . Mai, nel corso di tutta la mia azione pubblica, ho dubitato, un secondo, del mio successo finale. Chi,
davanti a me, ave se manifestato la minima riserva a q ues to proprn,ito, mi avrebbe stupito.
Ho, c>lmeno, ,potuto di·spo i,re ,di collab oratori straordinari, o di m e zz,i materiali imponenti ?
In nessun modo. Assolutamente no ! Non sono s tat o spinto da nes suna personalità, neanche di secondo ordin e . Ho raggiunto il mio grande trionfo elettorale del 1936 pescando dei candidati ovunque, senza ariuti finanziari di nessun dirigente e di nessun gruppo economico.
Ero nato in fondo alle Ardenne beJghe, in una picc ol a borgata di tre mila abitanti.
Vivevamo sttetJti, i -mie i genitori, buoni borghesi provin cia!,, e sette tra frate!H e sorelle, -n e l cuore delle nost re montagne. La vita di famiglia. Il fiume. Le foreste . I campi.
A quindici anni, ero entrato, a Namur, nel collegio dei g es uiti. Fin d'allora, scrivevo. E anche, parlavo talvolta in pubblico- Ma quc>nti altri scrivono o parlano ! A venti anni, studente di diritto e di scienze polimche
aiiJ' universi-tà di Lovanio, avevo publ:,,licato qualche frbro. Pubblicavo un settimanale. I miei arricoli erano !etili. Ma , ànfine, ,t,u.tto ci ò era ancora suppergiù normalle.
P o i l'avviamento si accelerò.
R!ilevari una casa editrice dell'Axione cattolica, che si chic>mava REX ( Chri,s1JUs-REX), da cui nacque ,il settimana le REX che doveva .-aggiungere, in due wmi , tirature ve.-am ente fav dlose pe.- il Be lgio d i •alllora: 240.000 copi e vendute, per ogni numero.
Avevo dovuto arrnngiarmi.. Lanoiare attraverso un paese un grande movimento politico appare a tutti un'imp r es a che richiede molti milioni. Non possedevo d e naro, è semplicisgjmo.
Ho esordito pubblirnndo a tamburo battente degl,i
opuscoli, legati ad ogni avvenimento un po' sensaziona le.
Ne compilavo il testo in una notte. Li lanciavo clamorosamente, come una marca dtl sapone o di sarcline, a suon di imponenti inserzioni, a pagamento, nella grande stampa . Avevo messo su, rapidissimamente, un gruppo di quattordici propagandisti motorizzati (moto gratuite, compensate con la pubblicità nelle mie prime pubblicazioni). Correvano tln tutto il paese, appioppavano i miei opuscoli ai dirigenti. degltl stabil,imenti scolas tici cui piaceva inJtas ca.-e prnvvigioTui considerevoli affi. dando la diffus-ione dei miei scritti alla loro marmaglia. I conduoon ti dei miei bolidi ,ruggenti erano pagati, essi pure , unicamente ·secondo l'ammontare delle loro vendite . I miei opuscoli raggiunsero presto tirature molto elevate : mai m eno di 100.000 copie; e perfino, ,una volta, 700.000 copie.
Dunque, andava bene. Quando il mòo settimanale REX uscì, disponevo già, oltre ai moei agenti motorizzati, di numerosi gruppi di propagandi!Yti accaniti. So battezzarono loro s<tess-i Rexisti. Intrapresero la grande conquista dirctta del pubbl,ico, appostati dovunque alle entrate delle chiese e dei cinema. Ogl]i centro di propaganda do REX v.ive va con Je sue provvigioni e sopportava, grazie ad esse, tutte le spese. Rap,i.dameillle la nostra stampa fu una fonJte di enctraite considerevoli, che coprivano t utte l e spese d e lla nostra amone.
Si ,può •dire c he lo swlupipo fulmineo di REX s i ebbe così, grazie a una stampa scritta in maniera dinamica e venduta in maniera dinamica, paga ta dai lettori c h e finanziavano loro rstegsi, completamente, la grande penetrazione del rexismo.
La nostra battaglia mi cos<trinse i mprovv:is a mente a creare un quotidiano, iJ Pays réel. Disponevo do diecimila franchi. Non un centesimo di più. T·a"1to da pagare
HITLER PER MILLE ANNI
un terw dell'edizione del primo giorno. Bisognò sgobbare. S or ivevo ,io stesso 11'essenziate del gior,nalle, in condizioni jmpossibili. Il mio compito rappresentava l' e quivalente di un volume di trecento pagine, ogni quindioi giorni.
Ma il quotidiano sfondò, raggiunse, dopo la nostra vittoria, una tiratura sensazionale: nell'ottobre del 1936, più di 200.000 copie di media giornaliera, verificata con verbale di usciere, ogni notte.
Ma la conquista pol,itlca di un paese deve potere appoggiarsi sulla parola altrettanto che sullo scritto. Non si era mai visto un movimento pol<itico, .in Belgio, o altrove, riunire deglri ascoltatori senza che ciò costasse molto earo agH ongarnzzatori. Ora, •sborsarr-e 1'ali somme o anche •somme minori, mi era mate riaJlmente impossibile . Mi occorreva dunque raggiungere gli ascoltatori come avevo raggiunto i lettori, senza alcuna spesa. Cerc avo il pubb l,ico che non mi sarebbe costato nullaNei grandi comizi man<isti, il contradcl.itorio era offerto sui manifesti, sebbene nes,suno si presentasse ma,i a questo scopo, tenendo ognuno alle proprie ossa e alJa lom integl1i.tà. Mi ci recavo, puntuale. Ogni sera, e ro là.
- E' il Leone! - mormorava la folla. Rapidamente un pubbHco considerevo le mi conobbe . E l e risse scat e nate per mettermi a punto mi aiutarono potentemente , ripercosse dalla stampa. Le mie ossa, a parte una frattum del cranio nel 1934, erano rimaste sorprendent emente intatte- Nel fa-attempo, i nostl1i. propagandisti, infiammati dal loro ideale, resi euforici da quella azione diretta e da quei risclri, erano diventati migliaia: i ,ragazz i più a,r,denti, Ie ,ragazze più belle e megldo piantate.
- Il R ex-Appeal - avrebbe detto il re Leopoldo. Potei allora preparare i miei comizi. Comizi che, fin dal primo giorno, furono a pagamento. Non si era mai visto una cosa del g e nere, ma tenni duro. Fino <lll'u1tima sera d e l,le campagne elettora,li, l'ascoltatore b e lga sganciò, ogni sera, cinque franchi, alm e no, per as col1'armi. La spiegazione era stata chiwa: una sala costa tanto; la pubblicità, tanto; il riscaldamento, tanto; l'illuminazione, tanto; totale: tan1o; ognuno paga ,la s ua parte; è chiaro e nettoTe nnri così, in tre anni, parecchie migliaia di comizi, diversi ogni sera, di due ore o più ogni volta, sempre c on contradditorio. Un giorno, parlai quattordici volte, dalle se tte del mattino Jiino alle tre d e l matti no della notte seguente.
Sceglievo le •sale 'J)'iù grandi , come ilo Sport-Paleis ad Anversa (35 .000 posm) e il Palai s des Sports di Bruxelles (25.000 posti). Più -di 100 .000 franchi dri entrate ogni volta ! Vi tenevo anche sei grandi raduni , per sei giorni di s eguùto, che chlamavo ,la Sei Giorni, giacché batte vo questo record nel più grande recinto ciclistico de l Belgio: 800-000 franchi di entrate ! Prendevo -in afbitto delle offtloine in disuso . Organizza:i, all'ar.ia aperta, a Lomb e k, alle porte di Bruxehles, un comizio al quale accorsero più di 60.000 ascoltatori: 325.000 franchi di e ntrate!
Que sto de naro m'importava poco. Mai, come capo d e l REX, ho percepito un solo centesrimo di reti,ibuzione . Ma p osse de vamo così, dovunque, senza apr ire [a borsa , un secondo e formidabile mezzo d'azione .
L 'immaginazione fece il resto. I nostri propagandisti ve m.iciavano i ponti , gli alberi, ile strade. D-ipinse ro p e r sino mandrie intere di mucche che sfoggiarono, sui foro ftlancM, 1lungo le Mnee ferirov;iarie, ae tre enormi le t•t e re di REX , mettendo dri buonumore i passeggeri dei treni, incantati dall'improvvriso spettacolo. In un
anno, senza l'appoggio di nessuno, a forza di accanim e nto, di sacrifici e di fede, avevamo, in qualche mig1ia:io <li giovani (ragazzi e ragazze, Tivo,Juzionato tutto il B elgio. Nei loro pronostici eletrorali, i vecchi politicanti non ci concedevano nemmeno -tm e letto: ne avemmo trentuno, ,in una sdla voha! T,aluni erano propdo dei ragazzi. Quello che trombò il ministro della GiustiZJia, a Renaix, aveva appena raggiunto la maggiore e tà elettorale, in quei giorni ! Ern stata fatta la prova che con la volontà e soprattutto quando un ideale potente spinge in avanti, tutto può cadere in rovina e tutto si può conquistare_ La vittoria è di ohi vuole e di chi crede.
Dico ciò per incoraggiare i giovani, ardenti, che dubit ano del loro successo. Ma, ill reaità, chi dul,,ita di farcela non può farcela- Co lui che deve forzare il
Destino porta in sé forze sconosciute che sapienti perspicaci e tenaoi scopniranno certamente un giorno, ma che non hanno nulla a che vedere con il mecoan:ismo, fi sico e psichico, dell'essere normale.
- Se fossi un uomo come gli altri, adesso starei bevendo un boccale di birra al Caffè del Commerciomi a vev a ri sposto Hitler, un giorno in cui g1i raccontavo, in tono b effar do, che il .gernio è normalmente anormarle. Mussolini non era, neppure lui, un es,sere « normaJe » . Napoleone non lo era stato prima di lui . Quando le forze anormali che lo sostenevano lo abbandonarono, la sua vita pubblica rovònò al s uolo, come un'aquila cui si si ano faloiate le ali, rep entinamente , Mussolini, dumrnte ,]'ultimo anno -della l5 ua vi<taera vi s ibi,le ed era t ragico - gableggiava come una zattera senza bussola, su un mare che l'avrebb e ònghiottito in qualunque momento. Quando !'·ondata mortale venne,
so
Léon ,Degrelle
egli l'accolse senza reazione. La sua v:ita era fi.nòta da quando le furze sconosciute che l'avevano fatto Musso1lrnni avevano cessato icli essere iJ 'suo sangue segreto . Il sangue segreto. E' questo. Gli altTi hanno un sangue comune, analizzato, catalogato. Diventano, quando riescono, degli onesti generali alla Gamelin, che conoscono ,tutte 1le Eila ddlo ,stato maggiore e ,]e tengono irreprensibilmente, o degli uomirn polritici dal colletto inam~dato, aiUa Poincaré, meticolos i, dill:igen,t,i e ordinati come esattori di tasse. Non rompono nulla., L'umanità normale sbocca, al suo stadio superiore, su degli sgobbom il cui compito s<ia lo Stato, o l'Esercito, o la cos truzione :impeccabile di un grattaaielo, di una autos1rada o di un o,11dinato·re , A,] 1disso1'to ,di questi 1sprriti norma],; che si sono distinti, pascola l'immenso gregge degli esseri n=~li che non si ,sono ,distanti . L'umanità, sono loro: alcuni mdliardi di esseri umanii dal cervello medio, dal cuore medio, dal bran-li!1an medio.
Ed ecco che un giorno, improvvtlsame nte, il cielo di un paese è attraversato dal grande lampo folgorante dell'essere che non è come gli altri, di cui non si sa ancora esattamente oiò che ha d,i eccezionale, ma che ha qualcosa d,i eccezionale. Quel lampo colpisce, nella folla immensa, forze della stessa origine deJ.la sua, ma atrofizzate e che, ricevendo l'impulso emittente, si riammaino, ,rispondono, corrispondono, su piccola scala, sentendo, nondimeno, la loro vita trasformata. Sono animati, sollevati da fluidi che non avevano mai raggiunto la loro vita normale e di cui non avevano mai sospettato che avrebbero passato da parte a parte la loro esistenza.
L ' uomo di genio è que!J.a formidabile stazione emittente e ricevente, s<i chiami Alessandro o Gengis Khan,
Maometto o Lutero, Victor Hugo o Adolf Hitler. geni, trascinator,i di popol,i, i geni, maghi coloriti, di capaoità e d:i parola, sono proiet-ta bi, a gradi pòù o meno intensi , verso destini ineluttabi,li. Certi pazzJi sono rpure, senza d ubbio , d ei genì, d ei geni che sono s littal>i, n e l potenzia le misterioso d ei quali un òngranaggio d e ve essere st,,t o a lterato , o mal incastrato in parten,ia. Effettòvam e nte, di qu est a nmura dei geni, gl,i •sc ien ziMd , i medici, gli psico lo g,i non sanno ancora qua si nulla. Ma un genio non s i crea, non è .i] risultato dri un lavoro enorme, dipen de da uno stato fi sico e psichi co finora ignorato, da un caso speciale che deve produrne una volta su cenrtomiJa, o 1s u un m ,.iliO'Ile, o 1s u cent o miilioni. Da cui lo sbigottimen to d e l pubbli co . E il lato gro ttes co dei gi u d izi espressi da:bl'essere b anale •sull 'es,sere s•t raor,dinari o c he lo s upe ra ,i n tutto. Quando se n to gente dalla me nte rist r eHa e mettere con sic urezza g iudi2>i o limpici s u Hitler o a llo stess o modo s u Van Gogh, o su Beet hoven , o su Baudelaire, ho talvolta voglia di scoppiare a Pidere.
- Che cosa ne capiscono ?
L' essen zia le sfugge ,loro, perché non po ss ie dono a~~ivarn e n te qu e lla forza-miste ro che è l' esse nziale del genfo, sfa d e l genio totale, dal mass•imo s urvoltaggio, s,ia del genio limit a to perché •I 1suo rpotere di espansione è m-eno carico, m eno denso, m eno rii.eco, o che è ol1ien~ ta t o verso un seHore limitato. Il gentlo, buono o cattivo, è, lo si voglia o no, il liev ito d e lla p es ante e monotona p asta um a na. Ques ta r icadre bb e ,s u se stes sa senza tale s•l>i.molante. Quest o 1ievi<to è indispensabile. E la Natura non lo dispensa c h e molto avaramen te. Bisogna a ncora che vi siano le oircostanze, che permettano a queste molecole di vi ta superiore di fec ondare la natura uniforme, mille vo lt e più considerevo le, mater;ialm ente, ma che, da sola, è vana, vegeta, non rapprese nta nulla . Senza il genio
che, di quando in quando, lo attraversa, il mondo sarebbe un mondo di commessi., Solo il genio fa •sì che l'urnverso esca talvolta dalla sua mediocrità e superi se stesso. Spento il 1ampo, ricade nel gnigiore da cud, soJ.tanto, un nuovo lampo lo farà forse un giorno sorgere di nuovo.
E' per questo che l'epoca dei fascismi, nella quale scatunirono geni autentici, fu av\éincente. T>1·a circostanze eccezionali erano sorti trasformatori di popoli dall'ascendente eccezionale. Il mondo stava per conoscere, per causa loro, una delle più straardina,nie svolte della s ua Stonia.
- E' andato tutto male ?
Che ne sappiamo ?
Alla caduta di Napoleone, •tutto, pure, si credeva era andato male. Eppure, Napoleone ha segnato l'umanità per sempre , Senza Hitler, saremmo noi anche semplicemente alla sogl1ia dello •sfruttamento dell'atomo ? Esistei-ebbe un solo razzo ? 0,:a, i l cambiamento radicale della nostra epoca parte da loro. Lo scaricarsi del genio di Hitler, se ha pl'ovocato - ed è tutto un insieme da analizzare - dei disastni, ha anche certamente apportato una trasformai,ione radicale nell'orientamento dell'umanità. Il nuovo Ul11Ìverso, scaturito dal dramma hitleriano, ha, ,in alcuni anntl, provocato un cambiamento irreversrbile delle condi2ioni di vita, del comportamento degli individui e della sooietà, della scienza e dell'economia, dei metodi e delle tecniche di produzione, oambiamenbi pòù con51iderevoli di tutti quelld apportati degli u rlmmi cinque seco1i.
Hitler non è forse s1'ato the rla CM1bucoia •di rdinarnite ch e ha scatenato l'esplosione gigante del nostro tempo e provocato il nivolgimento del mondo contem-
poraneo. Ma il rivolgimento ha avuto luogo. Senza H itler, saa-emmo rimasti, farse ancora per centinaia di ainni, ghl stessi picco1'i borghesi calmi che eravamo nel primo quarto d,i secolo ..
Dal 1935, la messa in orbita del ,sa1ellite Hitler era inevitabile. Il genio, non si può fermare. Durante il conto alla l'ovescia, ogni paese s tava per partecipare, a suo modo, e spesso i nconsoiamente, a questo scon• volgimento fantasbico, certi comportandosi come polo negativ.i - la Francia e l'Impero bti1lannfoo, per esemp,io - a1tri costituendo i ,poli positivi, ognuno di essi acooppi:a,rudo i pezzi del meccanismo da cui sarebbe scaturito ,iJ mondo del futuro.
Ma, nel 1936 , qua le indovàno avrebbe òmmaginato che <iii mondo v ecchio,t,to in cui viveva Mava per conoscere un così totale mutamento ? Rùler, tuonando con le forz e sconosciute che erano la sua autentica vita, si rendeva prop1io es.:,ttamen te conto del destino che lo att e ndev a, e che ci attendeva t utta? ...
Io, come gli a,J,tri, non ve devo ancora che il mio popolo da sollevare dalle paludi politiche, da salvare, tanto moralmente che matel'ialmente . Nel 1936, il paese, la pat ri a erano ancora, dovunque, l'alfa e l'omeg a di ogni cit1adino . Un Primo miTIJiscbro francese come P.ierre Laval non aveva mai trascorso un giorno della sua vita in Belgio, a duecento chilom etri da Parigi! MussoHni non aveva mai visto il Mare del Nord., Saiazrur ignorava il colore del Mar Baltico.
Mi ero reca1o, sì, in Asia, in Africa, in America latina. Avevo vissuto in Canadà e negli Stati Unibi. Ma non ne prurlavo m o lto, poic hé ciò mi sembrava ben poco serio, manifestando quasi un non pote r stare fermo.
EffetJtivamente, lo ,spi-isito intemaziona!le, e anche
Léon Degrelle
lo spirito europeo non es•istevan o. L'uni co organismo mondiale, la Socieà delle Nazioni, a Ginevra, era una vecchia signora chiacchierona, •inutil e, di cui la gente garbata par lava con condi scen denza. Aveva mdunato, in quasi venbi anni, i principali uo mini di Stato e u ropei. Un BrJand vi aveva vaga.mente int•mvi s to -l'Europa .
E ancora, la s u a concezione era molto evanescente. Ma il caso era press'a poco unico. L'Europa, senza il fenomeno Hitler, sarebbe nimasta a quel punto, senza dubbio ancora a lu ngo, agitando si ogni paese nel prato del s uo territo nio particolare .
In meno di tre anni, il vecchio continente avrebbe subito un mutamento total e. Av,rebbe avuto appena il t empo di ch i u dere gli occhi che j] fungo Hit ler si sarebbe di ~piegato, grandioso, s paventoso, al di sopra d e ll'Eu,:-o pa . Lo s parp agliamento av r eb b e invaso ognj angolo d e l cielo, f,ino a l raso dei più lontan; oceani.
Capitolo IV
I,' Europa scoppia
- Se aveste preso in tempo il potere in Belgio, avreste potuto impedire la rSeconda Guerra mondiale ?
A rprima vista, la domanda sembra veramente strampalata poiché il B e lgio é un fazzoletto geDtato a l no:Pdovest del conl:Jinente. I suoi 30-000 kmq rappresentano poca cosa. E gl, in teressi in gioco, -tanto da parte germano-'Ìtali ana ,che da parte fran co-inglese erano gigantesc hi. Allora ? ...
Eb b ene, quell'« a ll ora» non è tanto problemal'ico quanto l o possa sembrare d:i primo acchito. Trra i due b l occhi deH'Europa occidentale che ,stavano per azzuffarsi a corpo a corpo, ril solo paese capace di costituire una ba,rriera, o un luogo di <incontro deò grandi rivali, era, tu btavia, .hl B e lgio.
Inse diato a lla testa dello Stato, disponen do del so lo mezzo di propaganda che eca, on quell'epoca, Ua radio, s arebbe stato possibile, aggrappato al microfono ogni giom o, di cont•rastare, nell a Francia del Front populaire, le violen t e campagne belliciste che cercavano di mettere defiruitivamente Parigi contrro il Terzo Reich . I bellicisti francesò non er-ano c h e una minoranza. Una piccoli ssi ma minoranza . Lo si vide al momento degli accordi di Monaco nel settembre 1938, in seguito ai quali il firmatario francese, iJ ministro Dal adrier, one -
Léon Degrelles.to ubriacone colto, che si attendeva cli essere costellato dri ,Pomidoro e dci uova poco fresche sba,cando all'aeropocl'to d e l Bourget, fu acclamato dal popolo parigino, con una frene,;ia che -lo -la,sciò baùbetta,nte e inebetito. Lo si vide ancora al tempo della guerra di Polonia. H Francese, malgrado ,le .forti ,tracannate rdi vino di :rigore, pa,rtì alle armi con riluttanza. Combattè male nel 1940, non solamente perché la straitegia di Hi1iler •srn'olas•sò o suoi stati maggiori, impacciati e in ritardo di un secolo, ma perché non -comprendeva nulla circa gli scopi di quella guerra, e perché il mora-le mancava.
Illuminato ogni giorno, fiin dal 1936, il popolo frnncese avrebbe, forse, compreso rii problema della riunifica2Jione di un Reich poco intelli gentemente spezzettato dopo il 1918. Egli è vivo di spiniito. Politicamente, afferra il ragionevole. Avrebbe potuto rendersi conto che il megJ.io sarebbe stato di proporre lui stesso, a tempo, un regolamento totale, su basi giuste, dd problema delle frontiere tedesche e parrmcolarmente di !Danzica, città separa,ta arbitrnrriamen.te dal Reich, c he votava ·al 99% per Hitler, e alla quale, ±n ,nome de!J.a « democrazia », si proib,i,va di raggiungere la patria della sua storia, della sua razza, della sua lingua, e della sua scelta. Allora, quale senso aveva il di.11itto dei popoli di disporre di se stessi ?
D'altra parte, Danzica era il collo di bottiglia per il quale passava la via marittima della nuova Polonia. Era impensabile, evidentemente, che un grande paese come la Germania rimanesse per sempre tagliato in due, che i suo-o abj,tanti continuassero a non potersi riunire che per mezzo cli vagoni piombati attrraverso un terr:iito:rio straniero.
La Polonia, da parte ,sua, aveva H diritto cli respirare, di sp"ingere la sua l'mchea fino al Baltfoo . Nondimeno, quel pasticcio d e l Corridoio polacco non era senza rimed~o.
La soluzione di un plebiscito amichevole, polaccotedesco, era re lativamente semplice, avrebbe garantito ad ognuno ,dci due paesi, c he fo&se risuMato vincHore o che fosse s,tato vinto nella compet,izione elettorale, un libero accesso pe.- mezzo di un'auto,strada che avrebbe unito le due parti del Reich, se i Tedeschi avessero perso, c he avrebbe congiunto la Polonfa al Mar Baltico, se i T edes~hi ave ssero vinto.
La r,icerca di una •tale soluzione, o di una abba s tanza sim ile, o anc h e differente ma che avesse soddisfatto le par1Ji in causa, em certamente piè, facile da mettere i-n cantiere che non gli stavagainti pfani cli coa:bita;,;ione imposti nel 1919 a popoli molto differenti, ta lvol ta rivali, spesso nemici: a mi<lioni <li Cechi, Slo·vacchi, Ruteni, Ungheresi, sull'antico pendio boemo; a milioni di Polac chi , Ucra,ini, Ebrei e Tedeschi, in seno ad una Pdlonia ibrida, senza maggioranza nazionale. O a una Jugoslavia di Croati, Serbi e Bulgari che si odiavano e sognavano più di farsi a pezzi c he idi ab bracciami.
Ma, ecco, non bisognava, per prospettare una solu2lione valida al caso del corridoio di Danzica , a:spettare c he si fosse arrivati al 30 agosto 1939, quando i motori di a!lcune migliaia di ca,:,ri arma-DÌ ,già rornb,wano lungo tutta la Prussfa onienta'le , la Pome rania e la Slesia!
La Fran c ia ha dato , d ella ,s ua abilità diplomatica, delle prove luminose, prima d el 1914, liquid an do le i nimicizie anglo-francesi, annodando l'alleanza francorussa; ,le rinnovò sotto <le Gau1le •disòmrpegna:ndosi daHa politlca d ei blocchi. La stessa abihltà avrebbe potuto, altrett<>nto bene, nel 1936, aòutare a preparare una >liquidazione pacifica del rompicapo tedesco.
Eppoi l'Hj,tler id e i 1936 non era fHi uler ruggente ,de l 1939. L'ho inconro rato a ,lungo in quehl'epoca, poiché l'int e res,se d e l mio paese, tePra di tramezzo, e ra di annoda r e relazioni ,ì,nteUigenti e preche con i conduttori del gioco e uropeo . Fu così che vidi d•scretamoote tutti i pr,incipali s,tatis t• i d'Europa, fo ssero francesi, come Tardi·e u e Lava i , o italiani come MussoMn, e Oia,no, o t e d eschi come Hit le r, Ribbentrop e Goebbe ls , o spagnoli come Franco e Serrano Sufier, o ingle si come Churchi,l! e Samuel Hoare .
Nell'agosto 1936, avevo dunqu e visto Ha,tler a lungo . L' incmuòro era sta to ecceJ.lente.
Era oalmo e forte. Io, avevo ventinove a1n 1Ti, e d ero pieno di audaoia . - Non ho mai visto simili ,doni in un ragazzo di que ll' età - aveva d ett o e Pipetuto Hà.tl er a Ribbentrop e a Ott o Abe tz dopo il nost•ro coJ!oquio. Cito questo giudizio, non per pianta'l'mi nel ret,r o to-ooo del•le p enn e di ,pavon e , ma perché ci s• i re nda conto che gli atomi adunchi avevano funzionato , che il discorso che gli avevo tenuto, per parecchie ore, aUa pre senza d; Rabb ootrop, lo aveva interessato.
Ora che g,li avevo proposto? Né ipiù né mooo c h e un incontiro Leopoldo III -Hitler , a Elllpen-Malmédy, alltrn terr,itoriio separnto daJ!a Ge rmania da l trattato ili Versaglia, qu esta vo lta a favore del Belgio, dopo un plebiscito truccato: coloro che non erano d'accordo erano stati costretti a notùfiioare la loro opposi:aione per ,iscritto, apponendo la loro fiirma su un regastro pubbEoo, temib i le repertorio di futul'i sospetti !
In quelle condùZJiorri, chi awebbe fikmato ?
Tuue le campane del Belgio avevano avuto un bel s uonare per fes1eggia re quel sedicoote r-icongiungimento!
A lunga scadenza, tah .procedimenti erano insosteillibili. Bisognava, a moo avviso, _prevenire le r,iv endicazio ni e so t terirare l'ascia di guerra prop:nio là dove esisteva una possibilità di brandirla.
Hitler era stato immediatamente d' accor do suUa mia formula: un plehlsoito la cui campagna prepamtoria s; sare bbe limitata a una assemblea delle ,popolazioni locali di fronte ai due capi di Stato che sarebbero venuoi insieme sUJi luoghi, avrebbero spiegato pubblicamente il proprio _pUJ1to di wsta, in tutta cor tesia; una seconda assemblea, identica, si sarebb e tenuta dopo il plebiso ito acciocch é, quale ne fosse il risultaito, i 1due mpi dà Stato w -suggellassero la riconciliazione dei loro due popo'li ..
Se Hitler aderiva ad una soluziome così pacificache piacque anche a Leopoldo III quamdo andai a partecipa,ngliela - av,rebbe potuto, a maggior ragion e, aocetùare, nel 1936, un dibattàto concermente !'•insieme delle frontiere austJ1iache, ceche, danesi, ecc- ... , e, segnatamente, un accomodamento amàc h evole con la Polonia , niconci'liata dal 1933 col Reich, e amica, d'altra parte, di una F,rnncia ~he sarebb e stata, m que lla occasione, l'agente vagheggiato di un regolamento defonHivo .
Poco pnima, il marnscia llo P étain e il maresciallo Goening s'erano incontrati, per l'a,ppunto in Polonia. Nul1la di ,sensato era dunque im,possi,bile .
Non v,i è uomo di Stato c he non avesse deplorato, fin dal 1920 , la mancanza di inteUigenza d elle decisioni prese, in seguito alla Pnim a Guerra mondiale, a propos,ito di Damzica, del Corridoio e de]IJ.a Slesia.
Le decisioilli imposte allor-a erano state ingiuste, has-ate du dei dieta/ e su plehlsciti falsati.
Studiata pacatamente, una sol u :aione assennata
avrebbe dovuto farsi strada b en prima che non fo ssero àn argomento l'Anschluss ed i Sudeti, tanto più c he ,J'a mbiente, in Polol1'ia come ,in Ger marua , e ra favorevole ,alla collabora2lione, al [Punto c he quand o ti1 p residente Hacha, I1ipudiato dagli Slovacchi, ebbe affidato, ,il 15 maggio 1936, a Hdtler, le sorlli d ella Bo e mia, la Poloniia del colonnello Beck partecipò militarm e nte all'investimento, Jmpadronendosi della città e della regione di Teschen. Quel1a Polonia, ben cons;gl,iata, si sarebbe dòff,icilmente dfiiutata a un dibattito serio con i1 l ,suo ai lleato ·m quella 'S·t essa primavern. S enm l'fotervento jprovocatonio degli I ng les; alla fine dell',a[Prile I 939, che promettevano la luna al colonnello Bec k, uomo tar•a to fisicamente e finl'Lnziariamente, questo accordo sa rebbe stato !negozial>i!le . Dei 1·ichlam,i a llo spirito di comprensione dei Frances i sarebb e ro po'luti essere d eoissiV'i. Hitler aveva rinunc iato pubblicamente e per sempre all'Alsa 2Jia - Loren a . Non des iderava àn alcun modo incrocia,re ci i f e rro con
una Ffiamoia non ass1im~Iahile, do è senza inrte resse p er L>l1 conquista tore ,
La Fra'!lcia , da parte 'Sua, non aveva nuHa da guadagnare da tale zuffa. Tanto ~e 1erre feconde dell'Est poteva'!lo t entMe Hitler - e si sarebbe dovuto onientm·lo e incoraggiar,lo in tale senso, ,Libera'!ldo l 'Ovest, per cento anni, dal pePicolo ted esco - altre ttanto una guerra, stepj,]e 1in antioiipo , con la Francia, aveva cessato di des tare rnn Iui il minimo desiderio.
Un ca p o del governo b e lga, figlio, nipote, e pronipote di Frnn cesi, che spiegasse ai Francesi •l'importan za vùta le d el ruolo ,di conciJiatoni, come avrei fatto senza tregua, piantato davanti ai microfoni ,deHa Radiodiffus<ione , avrebbe potu1o co1pke gli spiriti dn Fran cia.
In ogni caso, av,rei tentato l'imp ossi bi'le.
Me n e vorrò fino ahla morte ,di non aver conquis ta,to i l pot er e in t e mpo, anche se non mi avesse offerto
c h e una minima probabhlàtà di sahare la pace. L'avrei utiliz:aata aJ massimo. lùa pa ssàone dd pervenirvi mi avrebbe deHato le pa['Q}e che occorrevano. Il popolo france se è sensàbile alle orchestrnl!iond della parola. Ed era maturo per ihl linguaggio che ,gli iav•rei ten u to.
Il più sbalonli ruvo è che, se non ho potuto prendere in 1empo in mani salde, un potere che non avrei mai più abbaindonato, mi si può credere, la preda mi sfuggì, per l'appunto a causa di Hitler . !Sono ii s u oi iOJterven1'i ,imp.rovvisi in Austria, nei Sudeti, illra i Cechi, poi l',ini l!io della mffa (Polacca che spaventarono il pubblàco b <,lga e misero a mal partito Ja ,mia asc e nsion e fanale. Ciò non toglie che mi si lè dipinto mille volte, a ll' epoca, come uno strumento .di Hitler, ,il gioca~tolo di Hitler. Non •sono mai stato ,hl giocattolo ,di n essun o, ·non più d.i Hit·ler che d.i un a!ltro, nemmeno durante fa guerra qmmdo lottavo a .faanco de1le anmare tedesche del frnnte deJ.l'Est. Gli arch.iv,i più segreti del Terzo Reich lo provano. Né nel 1936, né più vairdi, né maii, non ho ricevuto da llioler né Util ,pfenndg, né un ordime. Mai, d'altronde, ha prov,ato ,a d li.nfluenzarmà in alcunché, Vdceversa, lill seguito, quaindo Ue incertezze della g u er.a mi angosciavano, gliene ho dette « di cotte e di cru d e ». Il suo (Principale tradutJtore, il dottor •Schmidt, c h e assàsteva come ò,nterprete ai ,nostri colloqui, ha raccontato lui stesso , nella stampa, dopo la guerra, come parlavo a l Fiihrer con un vigore e una crudez:aa che nessun ailtro osò maii ,impiegare con un tale d.n terilocutore. Incassava molto bene, con un buon umore buffo. - Léon - mi diceva durame Ja guerra, quando e,-igevo tutto per il mio paese e rifiutavo tutto dn suo nome - finalmente non siete voi che collaborate con me, sono ,io che collaboro con voi!
Bd era abb.;ts•tanza vero. Il nostro paese, perché t roppo piccolo, risc hiava, in una Europa mal defunita, .di perd ere Ja sua rpersonalatà. Sempre ho preteso che il cara ttere .proprùo del nostro -popo lo fosse ,iispettato in tutto: la s u a IID.Ìtà, !Ì suoi costum i, J.a s u a fede, le ,s ue due lingue, ,H •mo i'.(}[lo nai:iona le, le isue bandiere. Non ho mai toJ ler.;tto, ,durante tutta •la oaimpagna d,i Russiia, che un Tedesco, per quanto simpalll.Ìco fosse , eseroi1asse llrll comando tra Je mie unità, o semplicemeinte ai pa.tilasse in ted esco. Dovevamo prim a impomi, Poi, si s arebbe V!Ìsto.
Anche da Hhler, non con ducevo le mie co nve rsai:ioni che i n francese (che Hitler non conosceva), àl che mi dava, tra di noi, il tempo di riflettere bene mentre veniva tvadotta l a replica, già capita. H,i,tler no n sii lasciava compl eta mente abbàndolare.
- Fuchs! (volp e) - mi -cli sse un giorno ridendo, dopo aver scoperto n e l mio occhio u no sguardo malizioso. Ma non &i fol'ffia,lizz.ava ,per IÌ miei sotterfugi e m i lasciava soppesare a mio agio ognllrlla delle mi e parole.
Nel 1936, tuttaVIÌa, non eravamo a •tan;to. Hitler era ancora ,per non un tedesco lontano. L'era de lle granm opemzioni d,i I1aggruppame nto germanico non era •stat•a ancora avvàartia. I.Ja riocc upa ZIÌone d eUa !lli.va sinàs tra de l Reno, l ogica, e c h e avrebb e dov u to essere concessa •a!Ì Tedeschi molto tempo pni,ma, non aveva ,p rodotto par.mcolari sventure. Bra stata ,passata rrapi daim ent e nel conto profitti e ;permte.
Nel momento della vittoria di REX (magg!Ìo 1936), il b arometro dell'Europa era piuttosto a l bel tempo. Nel corso de ll a nostra campagna elettorale, hl nome di H,itler non era stato evocato una sol-a volta da alcun contradmtore. Ci si era attenuti , in tutti J partiti b elgi in lotta, a
pro 1Yl emi di politica iruterna. Il nostro programma di aIl orn - i testi 1Ùngial1iti dagli annli eslis tono sempre - parla ,lungam en te e duramente d ella piazza pu1ita da fare dei vecchi parmti, de lla riforma d eJlo Stato (autorità, responsabilit à, durata), del sooiali smo da e dificare, della alta finanza <la domare. Ma 111on v,i è ,accennato nemmeno un ab bo zzo di p rogra mma tln temamon ale. An oora [Pe<r lunghi m esii dopo ,La nostra v.ittoria del 1936, la no st ra posi2Jione si Limitò a oaldeggiare una polit ica di ne ut,ra1ità che avrebbe disimpegnaito il nostro rpaese da ognli ial1 00111za perico.Josa - de Gaulle ha agito diversamente, ,più tardi, di fronte •ali due « blocchi » de l dopoguerra? - e avrebbe mantenuto ila nostra -patria a,I di fuo ni de ll e contese c h e ,incommoiavano •a serpeggiaire tra le democrazie vecchio 1sllhle (Fra111da , Inghliltenra) e le democazie di ordine nuovo (Germania, Italia). Sotto il nostvo i mpul so, questa poliitiica di 111e1.11tral!ità divenne ,rapidamente - e uffu oialment e - que lla del Be lgi o .
In tutto oiò, nuJ,Ja dunque che rivelasse un orientam ento interna 11iona le del r ex ismo wn un ,senso fi l0Mttle1:1 iano. Certe grandi rifor me del na2Jionalsoc:iaHsmo e d e l fascismo ci in teressavano vivamente. Ma ,]e esaminavamo da osservatovi, e nulla di più .
A <lare ;iJ vero, Je mie affunità erano france&i. La m da famò glda era di ,laggi ù. Mia moglie era ·di laggiù e d a veva conservato la sua nazJional<ità. I mie. fagli avrebbero potuto optare un giorno rp.er H ,paese di lor o scelta. Hanno, in seguito, tutti optato per la F,ranoia, -Dail 1936 al 1941, mi sono reca to una vdlta ,a B er.Lino, ma cento volte a Pariigi!
Pure, nessun ai uto d a,lla Germ ania, 111ess un denaro dalla Germania, nessuna p aro la d'o rdine dall a Germania!
Eravamo neutrial,i. Né con ,]a Germanda, né con Ja F.-an-
Léo n Degrell e
ola; né contro la Germamia, n é contcro la FTancia: Ja neutmlità più crigorosa, di fronte a una rissa ,in cui il ,nostro paese n on aveva nulla da guadagnare e ,in cui, preso tra ò -due battenlli ·agita ti con v-io looza, non poteva che -ricevere bru Mli colpi, dagli 'lilli come dagli ·alwi. J:uttavia , nella p!'imavera del 1936, U!Il tale a1terco non era ,ancora chiaramente iscritto aM'orcline del giorno europeo. Conoscemmo ,aJcU!Ile • setllimane •dii tregua. •Poi, nel corno del'1'esta-te, la valanga precipHò.
Dappriima in Francia. Il Fronte Popolare 'l'iportò -la vittoria e lelltoraJle . 1'l potere passò ai! •capo delfa coalizione de1le sinistre , Léon Blum, nemico per ,le sue convÌlll2lioni manciste e per giudaismo, di tullto oiò che era hitleriano. H •suo astio - e l'accecamento che dà l'astio - erano tah che aveva predetto ,ill ~iasco di Hitler proprio prima che questi a11rivasse al potere.
Una se nie di rninistni del suo gruppo, uCllll1im e donne, erano pure ebrei. Non ·si può ,diire che la Joro passione ,per la Francia fosse esageralla: uno dii loro, Mefilstofele occhialuto, chiamato Jean Zay, aveva p e dino , precedentemente, <trattato ~a bain:diera francese di «nettaculo». Ma la loro passione ain timtleniana era forsennata, senza wimi'ID. La tensione salì ,s ubito .
Le campagne di odio e di ;provocazione antlhitlerfane, sotto ta11i ispirazionà , si diffusero presto e efficacemente.
Appoggiato ,a fundo 1dalla propaganda !israelita, il Front Populaire si avventtò contro chòunque, •all'estero come p= ii.n Francia, fosse di destra. ,Mi fece desollivere, ·dalla sua sllampa, so lo perché ero neutraHsta, come un seguace di Htr!tler. Impegn ò a fondo contro di me gli agenti segreti de l Deuxième Bureau francese, est r emamente numerosi ed attivi ,in Be lg,io dove r ,iv ersavano
abbondantemente, sulla stampa e sugli ambienti mondani, spennati e avidi di denaro da spendere, i milriani della corruzione.
Un mese dopo, seconda scari ca elettrica: la Spagna nazionale insorgeva contro il Frente Popular, fraitel ,lo diiletto del Front Populaire francese.
La Spagna e H Belgio, non essendo v,ioinri, non avevano e non potevano avere, Jiin n ulla, ù.nteressci opposti. lii s01~ l evam e nto era giusrto, sano, neces1sario, come l'epi~ scopato spagnolo poi il Va,ticano l'avrebbero proclamato nel coI1So deHo stesso anno. lJa ,guerira c ivi!le è l'estrema r ,isorsa, ma i furo ,ri del Frenle Popular avevano costretto la Spagna a quest'lll1timo ricorso.
La Falange, di ispirazione cattolica, era molto vicina a l rexri.smo, po l1irtioamente e spriritualmente . Io stesso ero stato norninaito, nel 1934, da pante di José Antonio Primo de Rivem, ;il n . 1 della F,a,Jange deU 'estero. L'esercito spagnuolo, che si era sollevato, difendeva gl,i stessi 1deali patriovtici e mODa:li del Rexi1s,mo.
Eppoo! Se il Front Populaire francese, ·se i Sovietki, se tutta l'Internazionale marxista prendevano partJito per degli incendJiari e degli strangolatori, se ai ,sostenevano frenetioaunente, se J.i colmavano d; aerei france.; e ·di carri armati crussi, ,se mandavano loro migliiaàa di reclute - degli :illumimaiti rulla MaJ.raux, dei rnaceJ.lari ,sanguinosi arlla Ma,rty, degli avanzi di galera - perché noi, patrioti e crisDi•ani, non avre1nmo ,dovuto provare ·siimpa tli,a per dei pa,t,riol!i e cristiani , braccal!i e pecrseguitabi durante cinque anni di terrocre e ridotl!i a dover insorgere ÒD armi per sopravvivere? ...
Ciò non toglie , un primo focolaio di guenra europea s,i era acceso. Non con1parpiva nessun pompiere che avesse ,potuto innafeiare i< l braciere nascente. Anzi, l 'incendio
Léon Degrelle
si alla,rgava. Tedeschi e Itahl.ani, comunistò russi e Francesi ross i passavano dagli scambi di parole agli sca mbi di esp los ivi, rpretendevano di servirsi d e l campo cli lbattaghia spagnolo per regolare col coltello H l oro conten2J ioso .
Internazionalmente, òl 1936 furnva male. I nervi erano a fiior di pell e : il 1937 stava rper segnare, in Europa, la svolta fat,ale.
A partire d'allora, H obler, c h e non a veva molto da preoccuparsi dei piani elettorail.i del re,cismo, ·stava regolarmente per darci dentro ogni volta che avremmo dovuto !rinforzare la nostra azione guadagnando nuovi voti e , grame a loro, sa1ire pacificam en te al potere.
Avevo una posi2>ione b en definita: nòente accesso al potere con la ,Viiolenza. Mai, on tempo di ,pace, non ho portato • su idi me un 'a rma quailsiasi. Mo ,s i poteva vedere a &uxeH es , ovunque .fosse, senza prote:zJion e di alcun genere. Andavo a messa, ,al ristorante o a l dnema oon mia moglie: era la mia unica difesa, tutta grazia e gentilezza. Facevo chùJometri neo boschi oon !i miei fig,li . Ho sempre provato un ribrezzo fisico per tutto ciò che sa cli ·giannizzero o di guard!ia ,del corpo. Ho •sempre oreduro a lla mia s tella. Non mi succederà ma!i nulla. E, ad ogni modo, una pistola nella tasca .dei calzoni uscirebbe trorppo tardi e non amped!irebbe li i danno , I,] p opolo ha orrore di ques te protezioni che hanno l 'aria di sosp e tto . Bòs ogna fidarsi cli lua, senm esitare . Mi recavo da solo, in tram, ai peggiori comizi rossi. Gli inciden t i non mancarono. Furono spesso buffJ . U mio metodo erano le buone. I.I c uore del popolo è leale. E' ai suO<i sentrlmenti di ospi1t,a,lità e ,d,i •amabli1ità che bisogna fare a pp ello, e non a una antimida2'Jione che offende .,
Come voJevo conqui s ta,:-e le mass,e a t traverso il cuor e, s e m,a ricorrere mai a un'ostenta,;ione delle forze, così tutto ·il mio essere si opponeva a un riicorso alla forza anmata p er sali,re al pot ere nel mio paese .
Que sta forza aTmarta, J'ho avuta a ,disposizione ; nell'ottobre 1936, il capo più famoso e più rpopolare dell'esercito belga, il gen e rale Chardom1e, mise, per iscritto, tutte le s ue t,ruppe a m òa disposi21ione , mi offrì ,di condm1le òn vrenò speoi,ill.i a Bruxelles. Il temreno sarebbe st a to ripwòto in un'ora dalla diwsione di élite che erano i Ca cc ia t ori dell e Ardenne. I1 l re - ,i,l ,suo segreta..io •lo spie gò allo s c rittore Pienre Daye, de putato ,reioistaavr e bbe ordina to che non •si Teagisse.
Ringra20iai ,il generale, ma mi nif.iut aò a una talle orperaziione .
Senza alcun dubbio, se avessi potuto indovinare oome già avvernmenui ·in:te nna;,ionali sbavano per prend ermi di sorpresa, •avrci accettato., Ci csarebbe stata pochri,ssima resistenza da pa.rte dci provvedulli. Una volta pr esa l a decisione, avrei, on ogrn modo, infranto ogni os~acolo senza e sagerare ti riguardi: la salvezza deJ mdo paese e Ja pace dell'Europa avrebbero avuto maggior vailore ai miei occhi degJ,i scmamazzi di quakhe d.icnigente maniista, prontamerne messo aJ fresco. Ma e r o, in:l fondo a me stesso, sdcuro dri riuscire 1sen.z,a ricorrere a una soluzione di forza. La solu2lione di mia preferenza, era -la convinzione , ,]'adesione e il dono dati ltibemmen-te col propnio consenso, nell'entusiasmo.
A venllinove anni, folle jmmense si erano date alla mia causa. Quailche me se più ta..ru , d capi nazionaJism foamminghi avevano aderito alla mia conceZ!ione del Belgio fed emle. I foro depuùruti e d loro senatoni, quasi altrnttanto numeros,i dei miei, avevano fatto blocco co,l
rexismo. Perch é questa ,progressione paoifica non saTebb e p ot'l.lta essere condotta ,senza 'Violenza fono a lla vitt oria d e fiiDitiva? Ancora una e lezione, du e e leZJioni, a lcune potenti campagne eleuomli, e sarei ar-nivato aJ ,potere senza u n colpo di fu oille, appoggiandomi a!ll'ades,ione e aJl'a.ffelll:o de Ua maggioranza assoluta dei miei comp a trio t i !
E' mancato poco che vJ ari11ivassi .
S e non v,i •s ono perv e nuto , è pr1ma di m'Dto, e, soprattutto, lo nipeto, a causa ·di Hritler, passato da11l'ern del raddrizzamenrto interno del R eic h, a ll'era delle rivendicazioni intemaZJional!i, facendo ri piegare :in tuttJi i nostri paesi gl!i e le ttori presi dal panico verno gl!i ombrelli d ei vecchi regimi con servatori. AJll'dniiZJio dell'anno 1937, la disp ut a si era t erribi,lm ente aggravata in Europa, att izzata ,sempre ,J)IÌù violentemente dalle incessanti spacconate del Fro nt popu/aire firances e . Hivler ris,pondeva ai suoi nemici .Janoi-ando cOOJtro di Iom le più fu-agoTose impreoaZJioni , ;i j)IÌÙ crudel;i sarcasmi, le p i ù esp looi te minacce.
In sei mesi, 11'Europa si trovò tagha·ta in due campi. Non c he vi s,i fosse schierata: fummo schierati. Noi che non avevamo alcun lega me, di n essun genere, né rp oli tJico né finanziar'ÌO, col Terzo Reich, fummo buttati, come un fagotto ,sulla bancmna d i una s•tazione fe!'I'o viaTia , nel da:n t edesco in cui, tutJtav-ia , non vollev·amo atlterrare a nes,sun costo.
Odo semp,:-e, all'us c ita di un comizio di sinistra, durante l'Inverno 1936-1937, la voce cli un manifes,tante rosso che mi J>anciò - era la prima volta - si grido: A Berlino! E-ra una calunnia i•ntegra.Je. Mi vo ltai, in quieto, -verso i n1iei am1ici presentii ~ - Brutta cosa quel grido. L'in d omani, tutta la stampa marxi s ta lo r ip e t e va. D'ora
in avantii, saremmo catalogaiti, nonostante le nos tre incess a,nt i pro•teste, come gli uomini di Berlino!
Ma la catastrofe s uprema fu c h e Hitler, furente per le campagne condo tte o vunqu e cont>ro di Jui, aveva li.ncom in oiato a ,p erdere la pazienza, a fare Ja voce grossa, a scaglia,ris i .
E o gni volta, il s uo a t tacco, sia c h e fosse diretto ver s o j [ Danubio a u striaco , s ia verso le montagne dei Sudeti, o verso i bei iponti b a,·occ hl ,di P,raga, cadde, sempre, com e a ut omamcamente, nel b e l mezzo dell e campag ne e lettoral,i di REX c h e avre bb ero potuto ,trascina-re •i,[ rpubb11ico be.l ga di etro di noi.
I,J Be lga - ed è comprensibi,le - aveva conservato de!il'invasione del 1914, che e ra stata ta nto ingiust a q u a n to crudele , un racca p ric ciante 11icor,do. Ogm irruZ!Ìone mi làtare d ella Nuova Germania in un paese vicino, a nc h e se qu e sto ingresso era stato rpaoifJco, am.che se era s tato acce t tato, perfino accolto oon ootusriasmo come in AustP ia, metteva l''é,let tora1o be lga dn app cren si one .
A Berlino! A Ber lino! - cri griidavano in corn, skud dell'effetto deJ.lo s logan, giri attivtistii. d e hl'estrema simis tra ! Il but tarci vàgliaccamen1e quella calunnia rin facc ia, era •sconvolgere , rin piena impu,ni1à, hl co11po eile ttot'ale, t »n to vallone quanto fiiammingo. A Berlino! quando la suddetta Be rlino, con le su e vio lenze li..ntemaZ!ÌonaJri , gettava sn variabirlm en'le i l rpan!Ìco, nel momento d eoisi vo, tra ~I •pubbli co che ci accanivamo a conqui,s,tare . Quando s fidai àl Pnimo m ind•stro belga, Van ZeeJ.and , ne l 1937, a una •au t en tica ele2Jione-plebi soito a Bruxelles , l'ur lo «A BerLino! » d ila gò du rante tutta da campagna. E ss a si chi u se con un formidabile colpo dri pasto-mie c h e 1ni as sestò l'arc ivescovo di Ma line s, ancora pi ù -an t i~
hitleriano di Léon Blum e di tu tti n1 essi ,insieme. comdta ti g iud ei
Il cardinale Van Roey era un colosso, contadino fiammingo tagliato con l'accetta di siLice, «tacito», tes•tardo, che 1,pandeva , sollto ci suoi fronzoli, d ens i odori tenaci. Certi s uoò fedeli c h e non l 'ammkavano che a m età , ,lo ave vano baHezzato i/ Rinoc ero nte. T,imida, la Soci e tà P.rote2Jione An:imaU non aveva :p ro tes tato.
Il ,s uo palazzo arci ves covil e , do una noia opprimente, e ra abitato d a go bbi, strabici, zoppi, smvitorume lugubre e silemiioso ,reclutato a l prezzo p iù basso . Do foonte al1lo scalone d 'o nore do legno ,tn cerato, sch òamazzava un po llame disparato .
- L e mie galline - moPmorava •lu gubrem ente l'arcivescovo , ev,id entement e senza pensare mal e ( 0 ).
Sono le unic h e pre senta2lioni a ll e q u ail i s i d e dicava.
L 'aspetto eternam en te acoighiato, dav,a prova , in ogni cosa, di un fanatis mo e le mentare , àntegraJe, come se avesse dominato tribunali d e ll'foqu }sòziio-ne e roghi d e l XVI secol o. Non aveva m a i letto una ,sola copia dà un giornale non cattolico . S olo hl pensaa-"i lo riempiva di or,rore, ,·endeva ancora ptl ù imbronciaito al s uo volto confuso. Per JUIÌ, un non credente non presentava il più insign ificante interesse . Pom i d e ll e domande s u oiò che un ateo potesse p e n sare no n gls sarebb e ,neanche mai venuto ;.n m e nte . Il non creden t e era, 111ella s ua concezion e d e ll ' univ erso, un essere assolu tamen te i n solito, un anormal e.
( 0 ) Il term ine poul e Cgal1inal, nel francese popolare, viene anc he usato nei significati di «fid anzata•, «amante », «donna di facili cost umi • , da c ui il doppiosenso cui fa riferimento il commento d e M'Autore.
Guidava la sua truppa vescoi,,Ue come un sergente maggiore del Grande Federico avrebbe comdotto dell e reolute ri'1uHanti aUe esercitazioni. Respingeva con la sua scanpa sacra tutto ojò c he non aveva l'aspetto devoto, l'occhio socchàuso, ,,1 naso cadente a bana:na, d el 6ratello l aico che si buu ,ava in ginocchfo, le braccia on croce, davamti a.I tavolo del suo superiore, alla mkuima infraz ione de lla disciplina . Oggi ,lo si metterebbe, impagHato e preliminarmente deodo,nizzato, in un museo postconc iliare. Ma, a llora , eg li regnava-
All'infuori d e l problema della sua impas !>ibilàtà marmoroo dà fronte a i non credentn che, S!J)initualmente, ,mi sembrava car icaturale e mostruosa, avevamo, .Iui ed ii.o, un uovo da p e lare, grosso come se fosse s•tato deposto da uno storuzzo , uno str uzzo dalle uova d'oro. Per una qu estion e di milioni di franchi rubacchiat,i allo Stato belga, avevo indi spos to al mass·imo g-rado Sua Eminenza smascherando - fra venti altri - lo scandalo politicofinanz,ia,rfo nel qua.Je aveva foNeggiaito a 1!ungo e perfettamente a suo agio un ignobile piccofo pescecane di banca, chiamato Phàlips, gnomo cremisi, d:xH'enonme naso sovrastampato da una verruca vio lacea e granulata come una mora.
Questo Phi li,ps innaffiava con •larghezza ('Sei rrùlioni di franchi n e l 1934) la gerarchia in,sottanata che costit uiva l'armatura della rete di propaganda della sua banca. Em tanto più ge n eroso in quanto, graz;e alla cormzione d e l ,partito caHo Hco al potere, si era fatto conced ere dallo Stato ( i co ll eghi socialis ti si erano fatt,i aggiudicare, nella stessa epoca, sirnila11i sovvenzioni a favore ,della loro Banca del Lavoro i n cUssesto) deglo (< ,interventi» finan:ziiar,i astronom_ici. Avevo scoperto :il brigantaggio. l'\vevo trasoina,to per i ipiedi i «banksters»
Léon Degrelle
in mezzo alla loro immondi2Jia, facendoli volt eggiare in que ll a m e las,sa davan1i a,J Belgio ,intern . Philrips non aveva rpotuto fa re altro che c itarmi in tribuna,le. Avevo vinto. A g r andi co'Lpi di ,scopa, l'avevo s battuto fuori d ella vita poUtica belga, gettwndolo letteralmente a lla iPorta del S enato. Si era rat,rovato sul selciato col suo disonore, <la sua verruca v>iolacea e l'àmpronta \ni g crrosa d ei mdci s tivali sulle sue ve cchie natiche tre mairu!Ji.
- E sc remento viv ente! - gli a ve vo grridato, di fronte a1la folla, n o ti Jii.candog1i i l s uo P.P.C. Ora, qu es to vuotata s c hinri era, b e n marnifesta mente , il rprotebt o e il protettore d e l cardi n a le primate d eil Be lgio ., Come s i dice, con una cer ta lib e rtà di ,li ngua ggio, fuo ni d eg ld arnives covadi, essJ eran o com e c ul o e omniioia. Il cardi nale , che non s o nr ide va a nes suno, s o r,iid e va a que J,l'o rr ida c anaglia com e ,a una a ppani zion e angelica . La loro dn t iunità e ra t aile ch e 'l' arcivesc ovo, casa lingo c ome la ,iin ghi era d e l,Je scale, a vev a d or mi to fu or i di c asa in s u o o no re, p a ssa ndo una f h1e settimana n e'.l ,s ontuos o c a s te hlo c he il banchi e re si era offerto ,in un g razioso vail lone b rn b antin o. Po sse d e vo d e l·le fotografi e dei due compari c h e pa s seggiavano d e votamente sotto la pergola, senza c h e si potesse sa,p e re con preci sion e se reoitas sero ins'ieme d e i sa'lmi bib:li c i o se discut e ssero men o se r a fi ca m e nte di ta ngen t i c h e s i ri,p aTtdvano tra vesco vadi e d eoarn abi.
Qualche arnno prima, q uan do que l ban c hi ere era , p ohi t icam en1e , uno sconos ci ut o, i l cardi n ale Van Roey a veva dato l'ordin e a,i p a,damentari ca ttolioi di coopta r lo c ome s ena tore, inve ce di un em.in en t e .in t e ll e ttuale di d esrt r a, Fd rmrnn van der B ossche, già scel to .
Dopo qu es to, aggu aint are c od es·to Phri.lip s p e r il fondo ,dei c al zo ni , defe n estra11]0, c at apu1lt anlo rnn aria fi nc h é non rrica de s se al suolo , st niscian te, t ra 1 s uoi milio nti 0. nu!Ji l,i, a veva , evid e nt em e nte , de lla profana2Jione!
Il mio cPimine n on aveva nome. Tuttli o fu lmàni d e l cie lo non sa rebb e ro bastati a fa1,mi espiare que ll a empia Hqwidazione.
P er colm o di tracotanza, non mi e ro Jimùta to -a ques.to ,tmttiamento irrj,sp ett oso dei funde ,ll-i deltl'oletto, dell'un1to di Sua Em ine n za .. Avevo preso a sti vafate, con •il mede ~imo fuoco sacro, alc u ne dechl'le di colleghò d e l sudde ct o sen ato·re, tuttli altre1Jtanto bacch ettorui, c h e avevano sempre l 'aria dà ,trnsportare ,il SS . •Sa c ram e nto qu ando ava nzavano , predatoni e Hce nzios i, n e i Juoghi malfamati d e H'a l ta f.inanza.
Av e vo m i rat o nel pl o tone d,i testa, llirando -a bru c iap e lo ùn .pieno volto al presidente de l ·pa'!'tiJto cattoli co, òl mini s tro do St at o Paul Segers, un picco lo sagrest a no mi'llan tato r e, sempre c ianciante, dalla testa livida di s pion e c h e, tra un ore nm s e l'al tro, aveva abbondantement e attinto a ll e casse d e llo Stato e, partlicolarm e nte, n e lla c a ssa d e l po p o,lino, l a Cassa di Risparmio.
Da ,parte del capo di queslli gross l borghes,i cat toJ.i c i così so ddisfatti d e ll a loro alta morn.!Hà, una simile i,poorisia era ,particolai,ment e i gnobd:le. Erano i t ,ip,i ci ra,ppresentanti di una élite marcia che reci,t,ava, pollice nel pan c iotto, !'-alta v,ii,tù. Mi -avventa, •su l Segers in qu estion e, Feci Jnruzione ·sulUa tnibuna in cuJ ,pr~iedeva l'Ass embl ea annual e del s uo partito. Era - g li d ei, a volte, h ann o d e ll 'umor ismo - un 2 novembre, giorno d e i Morti. Ave vo c ondotto con m e trecento p e zzi d'uomini deois i a tutto.
U mini s tro Se ger s, itra ,i quattro palmi zi d e ll a tribuna uff,ioi a le, fu d a me trattato, p e r mezz'ora, come un so t-toprodotto do concime composto.
Fu i1 l piit grande ,scan d atlo d e l Beilgio di ,p rima d e l 1940.
Come Philips, e con ,la stessa fortuna, Segers mi oi tò davanti ai t'libun aJi , r e clamando tre milsoni dd franchi di danni e onteres·si, desbinati a ,rabberciare «hl suo onore». Rabberciare cosa? Qual e onore? A questi tr uffa. tori della polstico-fiinanza, cosa res1ava che, da vJcino o da lontano, avesse potuto avere ancora un rapporto qualsiiasi con l'onore?
Il processo e bbe ,luogo. Non so1ltanto fui brionfa!]. m en te assolto (e Dào sa -se ignoravo tutto, a llora, degli accomodamenm della Giusbizia!) ma Segers, se bbene fosse minùstro cli Stato, fu condannato come un ,vo lgare imbrogl,ione.
- Siete la bandiera del partito cattolico! - gli aveva g ,·idato, Ja Vligil,ia d e l processo, un senatore chiamato St-ruye, dal busto di parrucchiere di sobborgo, sovrnsta to da una testa di rospo con gli occhdahl. Il s uddetto rospo, dopo la Hb e ra:'1ione, co,lpito da un a bardiva vocazione di u cc is ore da mattatoio, si sarebbe venddoato della condanna .della sua « bandiera» mandando al palo di esecuZJi o n e p,iù di cento nostri camerat,i.
r,J caso della clemocrazfa belga di p,1irna del 1940 e ra ;J caso cl,i tutM i regimi demooratòci. d,i allora, deb o J,i, o i oè offe rti ad ognù tentazione.
Ognuno cli .essi conobbe ,in quel tempo i propni sc and aili: Barmat in Germania, S-tavi.sky in Francia (a mbedu e ebre i, si a detto dà sfuggi,ba).
Ma le poJ; i,ie s'incaricavano, ogn,i vo>lta, di liquidare lo sporco affare con una note vole celerità. Barmat o ra stato t, ·ovato, di ma<tt ina ,presto, morto nella s ua c e Ha, e Stavisky, in un altro ,pr,imo maibtino, csi era fa tto trucidare , a bruciap e l o, da,ll a poHZJiottaglòa c he a ve va cir c ondato, dti notte, la sua villa di Chamonjx, Libernndo così da ogrni maggiore preoc cupaz,ione l'orda
di rpolà!tioant i ,cli Sini,atira che avevano colmMo Stavisky .del d ena~·o d e lla Frnnoia e, in contropart>ita, erano V"i•ssuVi d e lle .s ue rapine.
In Belgio - e n es-s uno m e lo pendonò mai - non avevo saj]vato gli Stavisky, vrulom o fiamminghi, e non avevo tollerato che Li si ·sa;lvasse . Al contrario, avevo manten uto ,le loro sporc'he teste marcie sott'acqua fu:J.o a che .J'ul1ima bo11la d'aria non fosse riemersa.
Ma ogn,i volta che liquidavo un p oJ.i1Jicante b acato che si fr egiava del nome .di «oatrroldco» - ciò che n11 i semb r aV"a più scandaloso cli tutto! - ,il mèo nuovo cieli tto veniva r egistra1 o sul taccuino n ero del cardòna1le.
Era tuttavùa ,lui , buon Dio, che av.rebbe dovuto fodd vo lare ,attrnver,so le vetra,te delle sue cattedrali!
Ma no, il co,\pevole, ero io, che, ,la ,scopa àn pugno, braccavo da oattoHco sincero , i 1ruffatoru c!e Ua pohbicofinanza, inarcM,i dietro ,i confessiona1i e ,le pi,le ,c!ell'acquaSaffll ta !
I,l cai,c!inal e e ra ,int e rvenuto, n e l dicembre 1936, ·in Vaticano, per stmppare una condanna d el Rexismo. Av eva fallito., Rimpàattato dietro ò suoi zoppa, i suolÌ gobbi e ,i suoi guer ci del pa,lazzo dell'Arcivescovado, mi faceva la pos ta. Asrpettava H suo mome n1o.
L'ele2Jione-,pleb:isci,to Van Zee land-D egrelle c!e ll'l I aprole 1937 stava per offoirgh la svolta d'ango,lo in cui, appost ato dn ,s;!enzào, me le avrebbe suonate al p •assaggio . Proproo a;N'uJbimo minuto della campagna e lettorale, quaJt1do ogrui Pis po sta era te cnicam ente impo,ss,ioole , fece repenrtri1nan1e nte volteggda:re neilil'aflia iil suo pastorale medioeval e.
Con runa bo-u1a1ità e sop,c:èlttutto con una intollernnza che, cerito, nessun pulYblrico cattolico non ammetterebbe più oggi, si. scaglJò, m1i1ra in test,a, in una ,vi;ssa
Léon
Degrelle
pura rnent e e lettoral e , iin c ui ri,l cattolicesimo non aveva s tmtt a.men te nulla a ved e r e , 1]an oiando urbi e t orbi Ulla cli chiara z,ion e [ulminrunte c he vi e ta va in c os c i e nza c1i vota r e p er me!
Non era tuHo. Egli vietava inoltre , e sempre in coscienz a, oioè, sotto pena di pe'ccato, di aste nersi dal voto , o di votare s cheda <chi.anca», c!Ìò che si acoiin gevano a fa re moltisss mi c a.titoli ci belgi che, non a'd e rentii a REX , n on vc:ile vano , tutta \<ia, daire il lo ro voto ail c runc1idruto proposto d aù. l'e st,rema srrnist,ra e di cui, d'aùt.-onde s i con1rinoi ava a s u ss urrar e che era, IUJi pur e , c on]_prome s so in una bru Ha. fa ccenda. EinanZJiania . Lo s c a n d a lo sare bb e soQ):>p ia to la stess a estate della s u a e le z; io n e. S a r e m m o ,aUo-m ve nu tJi •a sa.pe.-e che i,] pup iUo d e l cai, clù,n a,le 110n a veva es,i,t a to p nima chi approp~iaorisi claind e stJinamen re , c on aù cufl!i compho:i, delle ret ni b uz,ionù d i albi fum,io na.ni ,d e Ha B anque N a tio n ale, prop11io mort i s ull e ùùste d e llo sta t o civ,>le ma che Van ZeeJaii d e la sua oricc a ma.nte n e vall1o m p e.-fetta. s alute sul foglio d e g l,i e molum en ti d e lla Ban ca uf6io ia.Je d e hlo Sta to b e lga'
Va!ll Zee l run d e ,i s u oi co1leg hi chi bi.iganl'aggio c hi a1nav an o questa cassa n e ra «l a ca gno tta », dal n o m e de l pia. Ho d e ll e po•ste a l g ioc o. E-ss'i la vu o ta vano s facoirutamente ogn,i m ese , rubando allo Staito e ,ruba11do, del r esto, d i ,niflesso, al fi sc o a ,l ,qualle, lo s,i immagina, non cLic hiiaravruno q u esti r e dditi 0 stonno.
I cos tumi poH tJi c o-6inan2Jiari d e lle democrazi e cli pPima de l 1940 eran o t aJi c h e si pote va bernissimo div enta 1~e Pr i1no m in~str o dopo av er u1Jilizz ato c adav eri ,d i fu n zio n ar,i p e r rie mpirs i le tasc h e a sp ese del1]0 Stato!
La mano su l c uoc·e, la b oc ca a culo di gallina, i<l
Van Zeelan d in ,qu estJion e s ,i offuii va. aghi el e 1'to•Pi bonacaio nii , ,p e r rappresent a re •in loro no me la PatI1ia e la V,inù, m e sse òn peric o:Jo d al R exi smo! Biso gn av a. sentire ili falso apo sto lo, pili b a rb oso d e U'•inte ro eseroito dù
HITLER PER MILLE ANNI
Fide! Castro, com pa ssato, piagnuco lo ne , recitare la parte del marbire democramico «Ava n zo calmo e sereno s u u n cammino disseminato di insidie ! »
Prov ate un <poco a 11ipetere d,ieci volte a grand e ve lo cità questo soioHJ1ingua sassoso: c<Avan.cio cahno e ceren.o su un camm.in.o dice1ninato di incidie ! » Poi 1Jan• ciava sguar do cormnossi verso U oie lo cl eri Puni e d egli arcivescovri !
Non importa ! Questo Tapinatore di cadav erà bancao' Ì fu proprio riJI campione e uropeo num ero uno d ella loHa contro ~I « fa scismo » priima d ella Seconda Gue r•ra mondiale!
E, per s a,lvarlo dalla disfatta elettorale che i sondaggi del miilli•s tero dell'Interno lasciavano chfaramente p•reved ere tre giornli pnima d e ll a sca d enza, un cardinale non e s-i t ò , a poch e ore ,daìle e lezioni, a fare volteggiare il su o ,pasto,,ale in tutte le diremoni, come u,na olava da troglodita.
Eglo obbligò sotlto pena di peccaJto centomi'1a calttoli ci brux e Hes i a vot-are per un tagliaborne c h e, neJ.lo stesso an no, nell'o!ltobre 1937, sarebbe ~H1ltalto lungo disteso nehlo sca.nrd a,lo deHa sua « cagnobta », avrebbe daito le dimi ,ssioni - per •sempre ! - dalla presidenza del governo b e lga, n e l mentre parecchi d ei s u oi colleghi necrofori ddla B anque Nationale - un ministro di Stato ,in testa - si sarebbero suicidati, a qualche giorno d'interval-Io, autentico nastro di sa-lsicce imbottite di dina mHe, ch e saltarono tl n aria, a BruxeMes e ad Anversa !
Ma 1'11 a pvile 1937 , il « cagnottardo » Van Zee la nd , grondan te di benedi zion,i, era salito vtlnoitore sugli »!tani dell' a:nti naztl smo . E ' chiaro che il fatto di e ss ere cattoliico fu, nelùa mia v ita poli,tica , un handicap constlderevoile.
Non oredente, non sare i s·ta to soggetto a quelle abominevo.Ji pressioni, a quel ,ricat1o ailile coscienze di un a lto clero che ma,neggiava ~I pastorale come un ,:,a,ndello. O avrei ma,ndato .~ suddetto prelato polimOO!Ilte a volteggiare in ,aria cO!Il la sua mitra, le ,sue ,pianel,le e jJ suo manganello do:cato !
Sarei stato meno riagottato, meno nmbotmto di complessi, meno i•solato, pooché ,! catto1ices1imo di quei tempò era rò-s,tretto, venclica~ivo, inoomprnns ,ibile, e perfino, spesso, provocante. Esso ò,nnalzava ba,nriere fa1 tutte le direzioni. Ci aveva ,deformati. Ci toglieva mihoni di persone oneste. E o i es,poneva a v:i()lemze ~1naudii.rte, come quelle che mò fece •subh-e, la vigil,;a del,1'11 aprile 1937, que1l'energumeno col pastorale e con ,le ghòande, che picchiava nel mucchòci, e si credeva , di d;.itto divino, s ignore onn,potenre dti tutto, compreso la ,J,bertà degli e lettor,i.
La Croce ha vinto la Croce Uncinata - proclamò all'indomarn dell'elezione cli Van Zeeland, a pòena prima pagana, l'lntransigeant di Panigi ! Un s,iffatto titolo di un gion1a1le massone era molto eloquente ! Esso cornispondeva al Viva il Cardinale, perdio! dei marxisti belgi, urlato a Bruxelles la sem deHa loro vàttonia ! Léon Blum Invitò a Parigi ,iii monfatore. Fu r icevuto come iJ Ba-iarda b e lg a insorto contro Hitler. Om - e anche ciò fu buffo, ma non lo sò venne a sapere che ,più tandi - il ,prinoipaùe finani,ia,tore lcli questo anm,hibleniano ,arcivescovile em •stato - esa1tamente per la stessa somma: sei mi,l,ioni di franchi - e nello stes,so momento, il finanziatore cli orgarnizza;,,io,ni hhleniane ,in Germantia.
s;_ trattava del magnate della soda, Solvay, che, da perfetto ipercapi1aJ,is,ta, Einanziava quel,li che cre deva
es-sere due olan r~vaH, per essere in va111.1tagg,io tanto s ull'lllno quanto sull'altro, e sdoganarsi O[l ogrui oaso !
Fu so-tto ques<lli milicmi d e lla doppiezza e so-tto quesbi bari,li d'a c qua b e nedetta tagliata col fii"1e, so1to questo c1;1agamento della ca:Junnia A Berlino ! ,ripetuta senza fine da pa'.Pte dei bellioisti di Londra e di Parigd, che conobbi, al momento di questo plebisci to Van Zoobncl, e malgrado avessò ottenuto ,i,l 40 % di voti dd più delfonno p,rec e clente, :il mio ,p11irno dnsuocesso elettomle.
Avrei rovesoiato il medesimo Va n Zeeland sei mesti pi ù ta rdi, dopo aver nivelato al pubbLioo belga, in tutta la s ua ampiezza, lo scandalo della fa mosa « cagnotta ».
Ma H male era fa:Ho, la cal=òa A Berlino! mi aveva tagUato ,i garrettJi, faùoi ,ando la mia corna-
Comprendendo com e ques•to s logan colpiva hl pubbli co , l'orda d e i marxisti belgi lanciati rulle mi e caùcagna ,ei affre1tò a uappezza,re il Belgio cli man,i.festi in cui compa,rivo oon ,il ca,po coperto da un e lmetto col chiod·o, come portavano ,i Tedeschi nel 1914, àJn ='epoca ,in cui non ero ch e un ragazzirrlo !
Di elezione ,in elezione, questo elmetto col chiodo pavesava sempre più i muri d e l Belgio, s'insediava sul rruio oronio a centtlnaiia di m;igliaia di cop1ie ~ La stampa m .airxii1sta nan esitò più davanti a nulla, nemmeno a ricrn;rere <ti falsi più g,rossoln . Essa pubMicò delle foto truccate nelle quali il capo dei mi ei deputati appai,iva ·sul grand e ,scalone d'onore dei raclurni cli Norimberga, trn due aùi cli ba,ndiere con la croce undnaita ! Ritrovammo, negli 1>rcrnvi di agenzia, ila foto 0I'igin1>le :in cui ,si trova Hitl e r, ,aJl posto ciel illos,tro deputato ! Poi la foto cli ques,td , che era ;,tata sovrapposta aHa prece dente e ch e em stata, 1invece, ,scattata davanti al pa11lamento a Bruxelles ! Ma non ,serviva veramente più
a nu1la òndigna,rs'i, nemmeno protestare . I tribU111aH facevano orecchi da m e rcante o seppellivano Ile pra1Jiche. Più nulJla e si steva all'jnfuoni de1l'odio per !Ì Tedeschi, Bravamo d e i T e d eschi! Gli uominò -dri pagltla dei Te deschi! L'avamguardia dei Tedesch i, per fui giOtl'no, v,ioinis,simo, in ,curi M B e lgi,o sarebbe divorato da ,lrn·o, con la nostra comp'1ic:ità !
La Seconda Guer,ra mondiale ha avuto luogo, Tutt-i gli archi v• i del T erzo Rei ch ,sono snat,i presi, spuloia,ti, In nessun po s to è stata scoperta fa più ,infima tracoia di un qu a l s,iasi lega me, o pe,,fiino di un qualsias i co ntatto di REX o mio, pnilma d ell'ònvasdone tedesca d e l IO maggòo 1940, con chiunque apparte n es,se ad,la diplomazia o •.:illa propaganda d e l Terzo Reich.
Dal 1937, stavamo in guardia, badando - e d era p e noso, poiché d e i contatJt:i •n tutti i paesi sairebb ero s tat,i più che n1aii u tiili - a rnon incontra.re mali , ov unque fos se, ll!l1 Ltailiano o un Tedesco. Non •servì a nulla, Invece di avanzare elettoralme nte, dov e mmo òndiiet• r eggiare, constatando, co n una in qui etudàn e che a umentava senza treg ua, c he •ili Belgio era, c ome tutta l'Europa , preso ormati daUa follia antihi-tle,:,1ana e che nel mom e nto dell a ca ui!ela, de lla rise rvatezza, si sareb b e buttato a testa ba ssa venso il preoipi2'!io.
Si rpotè ancora cred ere, ne l settembre 1939, quando la Po lonia era st•ru ta invrusa e c he gli Ang.!o-F,mnces-i ebbero dichria rato guenra al Reich, c he il Belgio, attenendosi uffi.ai a hn e nte aJ,la n eutrahltà, a vrebbe conservato ce rte probaHtà d-i ,riman ere fuori d e l oonflàtto.
Ma que lle proba1ità furono sciupate aùcll!l1e settimane p iù ta r dL A!hl'inàoio di nov embre 1939, un accovdo era s tato concluso •tra il ca po d e l,l'esercito francese, genevrule
HITLER PER MILLE ANNI
Gamelin, e ,['addetto mi!litM'e belga a Parigi, generaùe Delvaie, accordo ol-andesvino, lo si òmmagina ! Un te nente-colorniello f,r81lloese , ~ ,le Hautecoeur, era stato suhito ;maiato in missione segreta in Belgio, presso le più alte autonità, come uomo ligio a,i capi mtl l-itani alJeati . Game1in, da sempre, era part4giano risoluto dell'entirata d e1J'esercito fr81llcese ,irri Belgio « unica via», scriveva al Primo mmi-stro Daladier, j} 1° settembre 1939, in -vista cli una azione offensiva che, aggiungeva, allontanerebbe la guerra dalle frontiere francesi, particolarmente dalle nostre ricche frontiere d e ll'Est.
- « Era - ha spiegato in seguàto Gamelin, p er gius ~ificarni (Servir, t- III, ,p. 423) - del più alto interesse cercare di sa ldare al dispositivo alleato le venti divisioni belghe il cui ,equiva lente non potrebbe essere ottenuto su l nostro proprio suolo data la nostra natalità decrescente. }> « Ben inteso - proseguiva - tenevo al corrente di qu este conversazioni ufficiose e seg rete il president e Daladier e le Autorità britanniche. »
« I Belgi - •s011iveva ,in conclusione - mi hanno sempre fatto co no scere il loro assenso alle mie proposte . » ( Se rv ir, t. I, p. 89.)
Da pM'te deJ generalis9imo Gamelin, la mainov:ra era lecita. Egli era ;,J capo della coaJizàone a1leata e cercava di vincere la guerra il più Slicura:mente possibile e coi rrmmmi avvenimentii, Aveva agito ,in conformità a questi imperatiV'i. « Il 20 settembre, noi avevamo deciso di entrare in relazione col governo belga . » ( Servir, t. I. pp. 83 e 84 ). Noi, erano DaJadier, iJ ministro inglese della P,rodUZJione, Lord Hruikey, e <ili. mini5'tro ,inglese dehla Guerra, Hore Behsha, giudeo come per caso. QueJ.la deoi-sione era s ·tma effettiva. «All'inizio di novembre - aggiumge Gamelin, assai dngenuo nelJe sue
1.1ivelazioni - eravamo arrivati a un accordo con lo stato maggiore belga.» (Servir, t. I. p. 84) Nes,suno potirebbe aI1I1ischiar,si a negare queste affermazione, così pooo cliplomatri.che. «Il generale Game/in negoziando segretamente con i Belgi», ha precisato Churcm11 (La tempesta si avvicina, p. 89). «Fu provveduto alla designazione di ufficiali belgi di collegamento per prestare il loro concorso ai Franco-Britannici non appena fossero penetrati in territorio belga», ha !l'icono,sciuto, crudamente, ma otto anni dopo, il Primo mrinlistro belga di ,a1lorn, Rierlot, nel griomaile Le Soir, del 9 foghlo 1947, aggiungendo: «quando g li eserciti alleati entrarono in Belgio, ciò avenne seguendo disposizioni st abilite in antic ipo e di comune accordo».
In ,politioa, quasi t u tto è vahldo. Ma ancora , non bisognava allora g iocare ufficialmente aé oampfon,i della neutraJ.ità, come faceva con ban1o alamme e con ,tanta ipocrisia il governo belga! E soprattutto, questo doveva vigillare •affinché manovre tortuose a t ale ,punto non vem•ssero scoperte ! Si ,può a,ncorn, in pol1illi oa , permettersi il lusso d~ essere furfan~ i , a con<lii,ione, però, di non fwsi pizz icare! Ora, fiin dall'in,iz-io del novembre 1939 , Hitl er era stato esattamente mformato di tutto: «I .nostri seg reti - ha ·riconosciuto mailincon:icamente GameHn - ebbero molti lati impermeabili allo spionaggio dei Tedeschi.» (Servir , t.I, pp . 96 e 97.)
Fu ,il caso, molto 'partJicolarmente , ohe concerneva il ,suo accordo di coUaboraZJione segreba con il governo belga. Fùn dal 23 novembre 1939, Hi,t:ler ne informò à suoà generali, comandan•ti dà Armata, nel corso di una riurnone alfa Oancelleria: «La neutralità belga in ·realtà non esiste . Ho la prova che hanno un accordo seg reto con i Fra nco -1,n.glesi. » (Documento 789 'P .S. degli arcmv,i ,di Nonimberga . ) Ne aveva penii-no avuto d oppi amente •l a prova. «L'ho saputo da due parti differenti, la stessa settimana», mi disse Hitler durante la guerra, rin
una sera di confidenze. Aveva •picevuto due PeSoconti coIIlJ)leti delle deci siioni prese presso i l generaJissimo Game l-in, i-I primo forn,to da 'IID ~nformatore de l Gran Quartiere genemle alleato, 'l'altro, <la un conliidente che Hitler aveva tln seno a ll o stesso governo francese !
Hitler ,avrebb e probahiluneui:te I nv,aso iiJ •Belgio, on ogni modo. Un ;piccolo vaese non avrebbe fatto deviare la ·sua grande macc h ,na ,di guerra nel momelllto dec is ivo del tla marcia ava.rulli. Ma se degli ,scrupo li fossero ancora •albergaiti in 'lui, >poteva, fin <lal novem b re 1939, di sfarsene senz a troppi Pimorsi , poiché Ja neutrali1à b e lga non e ra ,s tata che una menzogna e una ii,,lilusiione . Noi , Rexisttl , ignorando ~ut1i q u es•ti mtlI1ighl sotterranei, a dire la veni tà ~ bbasoanlJa. ,; quallidi, co:111tim1uavamo a con d urre, da •t>ruppa saorifioaita, 1]a battaglia nazionale 1Per una n e utiraltltà c he rimaneva, rui nost,rri occhi , una d e ll e uhi.me posstlbilrità di saJvare aa pace, ;possii b ilità non nrascurabtlle, 0nche •allora, come lo ,provarrono gili scacchi dei! governo francese Reynaud c h e, jn piena «sitlriama guerra», non s i salvò che per un pelo, ,per circa un voto ( «e ancora ess o era falso », .fece notare, in segrnto, ,i,l presidente Herriot). Lava], •s u o sostituto quasi certo, era d ispos t o a negoztlare , La sera, •an d avo taJvolta a trova,-e ,i] ,re LeQPo ldo III a l rs u o ;pa l azzo dri L ae ken. Irl generale Jacques de Dtixmude mi guidava . Ili sovrano mi Pice veva disteso in calzoni da cavaJ ler,izzo . Gettammo insieme le ba&i. '.delle campagne d e lla stampa rexista, ten dendo a manten ere l 'opinione b e lga in una n eutraJità esernpl,are .
Non ,sos p e ttavo, comunqu e , che nehla stessa poltrona, sedeva, on altre sere, dnotrodotto come ane sulla punita dei rpiedi, ril mp1present arute •segreto in Belgio <le],l'alto comando francese! Che cosa avrebbero detto i B elgi se,
rul posto di questo agente di Gamelin, fosse venuto a sedersi un colonnello deHa We hrmach t, jn q u aruto d e legato segreto di Hirtler pre sso ;J govenno det to d e1Ia neutraHtà? I ii dop pio gioco era lampante. Doppio gioco o, più p reoisamennte, t riplo gioco, poiché, nel macrzo 1940, ,ren dend osi conto c h e J'a,ffare puz2Java di bruciaticoio, il re Leopoido III, dand osi a un nuovo vohafacoia segrero, aveva mandato a Berlino dal mirns<tro Goebbels H 1su o uomo Idi fiducia, 1 ! 'exmmis tro ,socialista <le !Man. Mi raccontò lui stesso, ne ll 'agos to 1940, carne la sua missione pres·so ±1 mini,stro na20ista consis,tet-te nel far comprendere a,i Tedeschi l'int eresse c h e essi avrebb ero avuto a •scivolare sul ]a, to s ud del Belgio e a •scagliwsi in mas sa su Seda,n , la Som me e AbbeVIÌlle. Hitler Vii aveva p ensa to non rpooo p rima di lui! Ma q u esto spiega cert e cose . E paPticolarmente perch é sarebbe stato diffio;Je a Leopoldo III correre a Londra ,iJ 28 maggio 1940, sicuro ,di sentire, ,poche ore più 'llardi, Goebbels vuotare oa ,sacco ;davanti a.i microf-ond! In breve, tu,t,to era rovina,to! lii dado e,r,a trat-to.
A fo r ra di provoca2Jioni e di ld elò berata mcomprensione , i beLlioi sti d'Occidente e rano arr,ivati a l -loro scopo , a far u so~e dal suo covo un !Hi tler con Ja pazienza condobta ·a,I 1limite. Quando si t m ,ttò dei Sov,ieti nel 19 54 (B udapest) e <iel 1968 ,( Praga), si e bbero rulwi rigua,rdi!
La guerrn «inutile e imbecille» ( dixit S,paak) s t ava dunque ,p e r dilagare .
Il 10 maggio 1940, ·le potenbi. palette dei mezzi cor azzati di 'Hdtder ,sfondarono le ,porte d eWOod dent e, sc hiacciando sot-to di sé .Jungo più di mille chilometl'i, d ei regimi demooramoi soredHati, '1:Mam, immedòabilm e nte ta vlati.
Capitolo V
Hitler per mille anni
Maù popoli conobbero una sol'.presa, un parnco, un fu ggi fu ggi tanto disperati qu8111to i Fnmces<i, i Belgi, gli Ql8111desi, i Lu ssemburghes,i, quando ,li tlnvasero ile a111nate idei Terzo Reich , il •IO maggio 1940. Nondimeno, normalmente, tutti avre bbero dovuto s apere che cosa aspetta'!'s i. Ne l setJtembre 1939, •già, il tracoJlo dei Polacch<i era •st•ato s igilliliic ativo. Fra cinque gi o rni , la no s tra cavalleri a sa rà e ntrala a Berlino - avevano proolamato, cos toro, b af fi a,hla Dalì, l'occhio di brace, una ,set-timana pr1ma d el pnimo ~tto del confhitto .
I P olacch i avreb b ero potuto •temporeggiare, c::,lm are un ,po' i loro bohlom ,guenrieri, prendere Hot<le,r in parola e intavolare , <non fosse •altro che ,p er tergiversare, i nego2J ia ti c he aveva fatto l oro proporre fil penwt<imo giorno. I fanghi dell'autunno po.lacco erano vicini: il maremoto che s ta va p er s ommergere il 'loro paese in tre settimane s are bb e sta to, almeno, rim::,ndato. In diploma2lia il tempo è r e . H buon diplomat ,ico è colui ch e h a Ia caTteHa p ie na d i sc u se p er ,differire.
La Pol o ni a s i compia cque di ,sfidare fJno a l.la catas trofe, un Hitler ,di cui era s tata complice nel giOll'Ilo an cora vicino in o ui -si era tagliMa, a Teschen, una be11a bri sotecca n c J.l e ,spogl<ie della Cecos lovacchia.
Ma gl 'Ingle s·i, c he vedevano le l oro p e dine ec lissacrsi
Léon Degrelle
dovunq u e ne l Baka n i, avevano, subi10 d o po , fa tto perdere '1a testa a i Polacc hi a -suon di pro m esse pazzesch e, a>IlZJÌché m anifestare <Pipugnan za p e r la loro p artecipa2i ione o,l]o spezzettamento d e i temtoni cecos lovacc hi. Gli interessi britarrmi ci l'avevano ,]a,rga m ente wnta s ull'amore a lla mara1ità. Ma nel se-trembre 1939, quando i Po.lacchi , resi incandescenti da I.:ondra, •si •nitrovarono invasi, H ·seduttore ònglese n on apparve né a Danzica né a Var,sa via, e la Polonria saltò jn ,mo •spaventoso fai].
J.im ento .
Di questo fahUmernto, il mondo i nt ero era staJto test;. mone. !Ma le creazioni d e g li •s•babi maggiom a Ll ea•bi erano s-tate rigocrosamente n ulle. Il ge ner-a J.i ssimo Gam ehin, non ap:pena era •sta to necessa11io , H 1° settemb r e 1939 , matlltenere ,i .s uoi òmpegni, ·si e ra affrettato ad o,nnuncra>re •so le nnemente che 5are bbe intervenuto, m a aggiunse c h e gl i sa.-eb b ero occorsi ventitré giorni initeri per far c u ocere a fuoco ilento nelle casseruole dci suoi u ffiioi lo s p ezzaitti no di una offens'Ìva ~ancese dii soccorso .
In quai,to agli I ngle si, saTe bb ero trascors e deJ.l e setLiman e prima c h e non fos•sero sta t e s bas cat e s uJ,J e b a nchine cli C<tla,is le p nime ball e cli sigarette bionde de Ue loro mi.tµpe d'in t ervento ... in Fmn cia., Andremo ad asciuga r e la nostra bianc heria su lla lin ea Sigfr idodissero mentre la s udde tta bianc h e ria rung lese att e ndeva a ncora , nci deposilli londònes,i, cli venire t o lt a da ll a naftalina ! In ogni caso, n é aUora , né ma,i un co mba-ttente b I1it anruico sareb be apparso s u lla Vistola .
Sono • i S oviebi oi e ,non g li Inglesi c h e, sei a,:mi d o p o, avrebbero ri cacciaJto ; T edeschi fuo r.i d eiUa P o.Jonia e se la sareb bero aggiudicata!
HIT LER PER M ILLE AINNI
!<>tanto, ,1 ca,porale HiJtù er aveva dorruna,to i p,retenz io si capi mi!itall1Ì dell'O ccidente, compresi qrue!Li del s uo s1esso paese . Tutti quei brillantli specia!listù, galilona1ri , stella bi, coperti di chincaglieria scampan e llante , aveva no creduto che sareb b e loro bastato, come sempre, fare us oire dai casse tti grossi inoartame<>tli in cui tutto, da Ju ngo 1empo, era srato metncolosame11Jte previsto. Il ca porale « boemo » aveva fasciato da parte, ,senza curairse ne, que Ue mi,:,a bofanti ,scairtoffie.
I suoi s•l.rateghi conservato11 i non consideravaino nel I 939 che opera2Jioni rprun,iah neJ nord del •territoPio polacco , Sapevano tutto , be n inteso. Ma il capora le, lui, seb b ene so lo caporale, aveva oreato, cl[ sa,na ,pianta, n e l suo cervel lo, Ja ~atti ca d e l,l,a Blitzkrieg : a,r,t,igliooia d e lle divi s,ionii corazzate di o•ortura accoppiava mass,iciam e nte a ll 'art,igl,i·evla aerea .
I Po l acchi av e va,no appena a vuro iii tem,po di riempire 1le p enne ,smlografiche che avrebbero foro permesso, non appena ·en1Jrati a Ber1ino, d i mandare cart,ol,i,ne pos tal<i "ittoniose alile piccole amac he meraviigliate, c h e g li Stukas, aprendo "io lentem e nte la v,ia a rparecch,e migliaiia di ca.rI' i a,rma<bi procedenti tin gru pp o, precipitavano d a l cie'1o ,su 1D1.utti ; punt• i vita],i, ,J,i faceva,no a pezzi, li ,impastavano come una bistecca ameoiicana.
Ftin dal ,primo giomo, ognii con1 atito all',i,ntemo d e l te11I"ito1;0 ,polacco e,ra morto , o con dannato a morte . Fiin dalla prima •set'1limaina, sotto i l teHo ,protettore della a\Oiamorre, l e e normi tenaghie deJl e <truppe corazzate di HitJler congil.l'l'lgevano le loro pinze da ogni parte aJ l'E st, formando dell e nasse in fon d o 1 a lle quali s i agitava n o d isperntam e nte, Je squame de l ventre già secc he, i,l mòhione di ,pesci polacchi presi tl n rtra,ppo la.
All a fune del mese cl[ setJtembre del 1939, il co lonnel lo Bec k, che awebb e dovuto, i n que l momento , cstare fac e ndo b ere tl1 ! suo cavallo nel!la Sprea o vuotando le
can'tlime ,dii Horch er, era fuggito dn >Romarnia, pianoarndo il suo popolo co mpletamente invaso e anrnientaito . Era una nivoluzione completa detl metodo dii guepra che era appena ·s•tata o-eailizzata, sotJto ii i naso di cen llinai-a di milioni di spettator,i dei due mondi. Ma via, andiamo ! Perc h é oi •si lasoiò dmpressdonarn ! Un generale ·è un generaile, es-a tutito ! Un caporale è un caporale, e non sa niente ! Militarnmen1e, 1utti i fa1ltoni prevdsti da secoli ,dagli s p ecia!lisoi deg1i stati magg iori e rano appena stalli l<iquidaJti., Nondimeno, essd non avevano nubia da umpavare da nes sUJI10, 1sopra1tut1o d a un subalrtemo du bassa forza, per s oprammerca1o boemo ! E ' così che òl 10 maggio 1940 srtava p er trnvare ~I general<issmm Gam eldn c he Josciava le p e nne d ei •suoi colombri vfagg,iatoru ,cli V.itncenines, dii. fu-onte a te lefoni an lli quati e linullili, mentre, .itn un produg,ioso accoppiamento d e He forze du terra e ldii que lle idell'ania, <tu tte cli una effii cacia e dd una mp4dutà terrifiicanlli, le arma1e del caporale ignorante, apphlcando, per la seconda vofta, un-a s trate gia -nivoluziona•ria che g1i assi de!J-a buro crazia miH1ta,re del cO!lltinenre avevamo respinta con un dispre zzo 61age1lante, miedioavano il co lp o d e ll' i nvasione de!J.a Polonia.
In undici giomi, ·stavano per rtagliiare in due , da Sedan a Dunk eTque, un continenrte che quaitrt1ro ooni Idi a ssa lti cl assdci, dall'ago sto 1914 al lughlo 1918, non avevano po tu to LS m embrare, anche sacrifi can dovd parecc hi mi1hioni di morili.
Centomi1la g iovani Te d eschi - i soli che, in rea!ltà, furono idirreotamen te a conrta1'to n-e,l corso deihla campagna di Frarnoia d e l 1940 - apphlcando i piaIJJi s'tlrateg,ioi del caporale-capo, avre bb ero c hiu so duemila genera li francos ì , la vighlia a ncora t-raboccanti di sufficienza, e rlue
mvJ.ioni di ,]oro soldabi , avvilùbi, 1Jaceni , che uma nuova soienz a d e,J la gue11ra aveva appe,na sc hiac ciato.
NOITT c 'e,ra -stato •sol tm>to, a p revootlre gli ,sp.iirHù, l'·i•nvesmmento poJacco del settembre 1939. C'era stato, anc h e, ,l'investàmelllto norvege,se de],J'agosto 1940 . Anche là, rtutto era •stalto nuovo. Si era ",isto, alfa cancell eria dà B e rlino, ,il caporale Hitler t enere Jn sospeso, per la durata dà otto ore, d avant,i ad una dmmoosa cwta mu,:-ale del,Ja Sandinavia , 1utt i i comandanti dà unità, comandan bi dà battaglione compresi, •c he lS tavano per avere um ruolo da •sostene r e nello sbarco ,dà una audaoia senza precede,ntrl che Hitler aveva prep·a,rato nel segreto più rigorosamente assoluto.
Figuratevi ciò ! Moolire prima , 1so1i, tre o quaJttro generali massicoi, e prefer,ibilmente con hl monocolo, nicevevano, per l'esec u2Jione, degli ordùni :clatti losoritti in dodici copi e, un ·coma1ndante senza &palline d'oro spiegava ,lui •stesso, ad ogni uffiiciaile tl"'teressato aU'azione, ;11 compito esaitrt:o che avrebbe dovuto assolvere, gJ,ie Jo mdàcava sulla carta, gli faceva ripete,:-e ad aJta voce g1i 011Cdini nonché la r ela2lione ,sulla manov ra precisa che avrebbe dovuto effettuare . I ii colmo! Una solida tavola dmbandita rper r,inf.resco era dàspos-ta nella sala, e ogn un o, senza cerimonie , piz~ioava ,a is uo piacere un panino imbo ttito quando l'app e tito gli vooùva e lo mangiava a quattro palmenti a due pas9i. dal Fii'hrer ! Hitler s tesso era s-nato, prima, ad aggin11rni lSegret•amente in battello ]U!llgo la -cos,ta d a assaJòre. Conosceva ogni baia ,d el lo sbaJrco . L'agoo~e 007 n .on avrebbe fotto meglso ! lii giovane ufifaoia le che aasciava la Cance!Jeria usoiva ab ba glòa to per essere •stato r>icevuto con una taile ·semplioità dal capo s upremo del C'lUO esercito.
Eglò e ra tirnto su chi giri . Aveva visto che l'azione
Léon Degrell e
era sta ta prepamta con curn d a un òntendiitore , c h e era llJn asso . In •a lcunri gio11ni, J'op era~ione fu chi u sa , ne l mentre li l corpo di spediz,ione franco-<inglese, c h e pure si e ra m esso rin movri m ento ])'li m a di quehlo ,clri Hi<tler, s 1imp egolava nei suoi impedimenta, si faceva congelare ·i p iedri n e ll a neve e •s i faceva lfare la testa come un pa!1lone d a lle bomb e degli Stu k,as . Turtti i g loriosi pia ni e pron o,st ici dei s urp e r speciaLisbi degli s t ati maggiori ocoid e ntaùJ. Sii •erano volanHizz,ati. I ge n er aJ!.i -cLi Game l-in , setrte mesi ,d opo ila cadu ta ,di Vairsavria, ·era no ,stati II'iclicdlizwti una seconda volt a, so ffocati so t to la .fa:rragine d e ll a l oro sc ienza, 1n1onumentale e mort a co 1ne ,le P,iram•idi. Non amporta ! Cont>nu avano a d rironrizzare asoi uttamente nei salo ni ,cl i V•incennes s u que l grottesc o c apor a le c h e pretendeva di sa:p erne -più dei profess ionàsei d e l:la soienza mi:lita,r e, teo11ica e app1'icaba ! I SllJdcle toi p rofess,i onisti, irn oaipo a un m ese -dii campagrm dii F,ranoia, s i sarebbero ll'i•t ro vati , come ; 1 generale Giraucl, s,tre matò, c olleHo aper,to, ,sull'erbe tta di un campo <li p11igioni e r,i, oppure, avendo c o rso di gra:n caroiera per mill e c h Homeuni , bagnaoi fradici , ansa:nlli, avrebb ero s lac ciato al ci nturon e ed av,re bb ero r ipreso p enosa mente fiarto n eg H ultimi caste l-li d eg li ul ti mi contrnffo1 , tò d e l ma ssicc io pirenaico.
Mhlrion i di fugg ia schi, col-Li dahla fo!Ha, avevano fatto, in o tt o g iorn i, que ll o c h e 1il Tour de Fra nce fa , con molta fallica, in un mese. Stravo hi, s pos•sati, avevano lascia-to 'le s pond e d e H'esilao p ie ne di valagie, di man telli di -as-tr.>kan e di non n ine m orte cli •sii1nimento , i oui ca daveni a bbandonat,i ma:rciva,no a l sSole -tra qu art; a:runer i t'Ì di cavalli e d à m u cche.
Essi erano stati il ,nil!raHo v ivente - o, pii ù precisa m en te , agonizzante - d e l vecc hao m on d o anchilosato,
c he verniva sommerso da un mondo nuovo, da co11pi nuo vi e ,da ,;piriti nuov,i. Non era una dis6atta, era una tumula z ione , j ,] s e ppellimento ,dell'Europa di papà, del nonno e d e l 1bi1s nonno, era a'inuzione di una igeneraz1ione c he guao-dava 'l'universo con ,gli 'Occhi del pr,Ì!nCÌlp'Ì'O d e lla Crea zione .
I giovani Tedesc hi avirebbero potuto essere un giorno ,strJitola'ti a loro vol ta - e •lo fu~,ono . Ma avevano weato qualcosa dJ 1irreparabUe, liquidato un'epoca, bella forse per i provveduti alla Boni de Castellane o per i pederasti a,lla !Prou s t, simstrn per gli a.Itri, epoca cadaverJca che anigliiaria ,dii mo sc he atrt:omiavano già con ri loro mu line1li quando i-I vecchio marescia llo Péta.in , biasoic a ndo ,i mustacchi, alzò la ,s u a bandi e ra b1i,anca, nel,l'estre ma •setmim ana d e ll' avven tura, a Ha f.tne cli giugno 1940, Hitle r , p er la pPima volta n e lla s ua vita, aveva alzato i:l na so verso la cupola cl e ll'Op é ra di P arigi e lo aveva abbassato verso la tomba di porfido dii Napo leone, barca <rosa in so sta n e l1la s ua vaschetna di marmo g rJgi o. La c roce un oirra.ta. s p iegava ile •s ue lungh e scie sca,r,latte dall'O ceano Artico alla Biclass oa. L'intero Ocoiden1e e ra tr amor tito, mebetito, non avendo ancorn cap i to nulla, •trann e che ,tutto era perduto, che il macchma1<io a,,ruggi,ni-to -d ei vecc hi paesi - i p a:rtJi,N, ii. regimi , i gioiinaiHg ia ceva nei fo ssi co me la fe11raglia del m a1eria1le b eUico sfondarto e carbonizza to dai panzer Pareva a -tutti che n ess un paes e •s arebbe mai più r isa.lito <la 1U1I1 s imi le abi-sso . Solo, l.l!n d e Gaulle •sco n os ciuto s,i sporgeva, d a l s uo b alcone londJn ese , verso la veccrna s·ign ora Francia ruzzolata, sottane al rl'ania, c rocchia òmbratta1a di nero, in fondo alla bu ca scura d e ll' esagono. · A prurte ile vell ei-tà sa lv atrici cii ques to pompi ere senza sca la di soccor s o , non v,i era pitt un Francese , un Belga, un Lu ssemburghese, un Oland e se c h e c r e d esse a]la re s u Prezione ,d e l
mondo democratico r idotto <in cenere in ailcune setlli1marne . - «Si credeva la Germania padrona dell'Europa per mille anni» , ripeteva ii] m rindstro belga Spaak, cremisi, ò.J cranio lu cer>te, la b iancheria inzuppata, c h e portava on giro tristemente, nel giugno 1940, ile sue rotondi t à spugnose, d i ,locanda ,rn 'locanda, n e i vaililoni a l ver,niaiti.
Ognuno, 1a modo s u o, aveva Vii ssuto un'avvent ura .
Una dell e meno dive rte nti era •stata quella di 111oi, rexist,j belgi. Poiché, tan,to :in F,ranoia qua,n to a Bruxe lles, la grande stampa aveva ,ripetuto a sa20 ie tà c h e noi emvamo hi ,t,leriand, la poliz ia iirancese o i era sailtaita addosso f-in dalla prima ora delle oslli•lità. Oi aveva fatt i portare v ia ,111 dodicimila e oi aveva imbaroaiti verso le sue ca!rcerii e verso i ,suoi can1pi dri concenruramento .
Ernvamo sta:ti trasc inati di p •rjgione in ,pnigione, rt rattaòi con un fm·ore barbaro ,in camere di ,tortura, .picchiati cento vol,te, l a mascel1la liPacassa ta a cOilpi di m azzi ,di chiavi, la bocca ma111tenurta apei, ta, con ,]a forza, affinché i nos,o,r,i carcer,ieri .pot ess ero scarica.-v-i la 1!oro ur in a. Parlo di ciò che ho s u mto persona lmente . Ero stato condannato a m01, te a Lil la, già 01ella priima setti mana . I mi e i ve nitu010 co mpagni di ·sofferenza, nel camion ce.llu1la re , furono tutti assassinall!i come can i p ress o al chJo sco d e l.la banda musi cale di Abbeviilile, ;J 20 maggio 1940 , Ness uno d e i b oia - mi1itari fu-ainces,, ahimè! - conosceva nemmeno ;J l o-ro nome. Tra di lo ro s; -nrovavano d elile d onne : una ,ragazza , l a madre, la nonna . Qu est'u.lhma, ,pPima di s pilrare, ebbe m l peHo fora,to una tre ntina di volrte dall e baionette! Un giovane prete che, durante i due ultimi gioP11li , aveva rtra~ten uto contro lo zigomo un occhi o che un gua'Pdiano sadico
gli aveva fatto spvizzare fuori de1l'orhita, con un rpugno forsenna,to, fu abbattuto com e gli altri. Nessuno, dell'mtero nostro gruppo ,di prù gion.ieri , scamrpò a questa orrenda s1rage a ,M'infuorù di me, uruicamente perc h é li miei b o ia ritenevano c h e a forza ,d!i marDi-rizzas·mi - d!ieoi denm. firacassaH in una so la no1te - avrei Joro svelato i piani d'offens,iva d!i Hitler, dii cui ignorav o tutto, come b en s'immagina! La mia sop.-avvJvenza temporanea impontava ,dunque ai Servli21i di Informaz ione. La rapiilità d e ll'-epilogo millitare la fece ll ra sf:ormaO"e in una sorpmvwvenza pro lungata dii c ui b enefioio ancora oggi. Ma 'Ìnfine, uscendo datlle galere fo:-ancesi, mi ritrovavo con le b raccia ciondoloni , come t ut bi g1i a ltri. Cosa stava per accadere? I.I vecchio s i stema poli,bico, soci ale , eccmomiico , d e ll'Oc c ident e era s•t aito rovesciaito a ,ter,ra come ll!Il mazzo di carte pes,1:ate, dnu ti Hzzabilii p er sempre . Ahlora , cosa?
Le armate d el R eich erano accampate dovunqu e. N sistema ,tedesco s ,i installava d app er!iutto . La FO"anoia rli Vichy de ll'esta1e 1940 ncm e ra più che un povero congresso dii ex-,pohti oarnbi cas<trati e di generali igna11i, ri dondanti , m essi a tavola in mediioo11i sale d 'albergo di una c ittà termale vera m en-te slimbolica rpolich é la Franc i a era fini·ta i n acq u a. A Nord, ghl Ol and esd. avevano v is to ,l a loro reg1na, rialzando l e sue n um erose sottane, filare i n f,retta e furi a verso Londra, poi verso ,il -Canad à., -La gran duch ess a di Lu ssembl.l!rgo, u scita da '11Ila co1le21ione d i figudni di ~stMutrici del XIX secolo , era rpure andata a niposare nehl',austera campagna britannica.
Tra quesbi due pa esi, di re dei Be lgi, Leop o ld o III , nevrastenico ò cui nervi lo gorati ,pagavano Jo scotto di una s ifilide ancesllncle, era confinato nel suo castello del la rperife11ia bruxellese. L'unico ex-mdnbtro che era
Léon Degrelle
rima,s,to a suo fìian:co, H,enri rde Ma:n, presiidente, 0111cora la vigilia, del! pa!l'tito •sooiahs,ta belga, aveva clamorosamente aderiito a Hitler, d'altronde senza qllilllsiasi a:.isuhato. Siccome solo <i fiumi ernno, nel 1940, Dimasti ai! loro po&to, ,de Man s<i accontentava di anda,re a pescare ghioz»i, non poHtnoi. L 'a.-ma:tura degH Stati, li! regolamento sociale, l'economia, àe posS'ibrhtà anche più elernootoo,i di guadagna.-si ,il propPio tozzo di pa111e erano stat e travc,lte. Si erano vi,s•tri perfino ,j con d annati per reat i comuni, i capelùi coI'ti sotto le bustine, i piedi nudi dentro grossi zoccoli, .J anciatn. sul le &brade maestre, festa:rrti, che saccheggiavano, giulivi, ,i negoZJi di COJilIIles·ùibrli. Centinaria dii ambUJ!anze deg.Ji ospedali, pi e ne zeppe di oiv,i,li ,in fuga, si erano ,incagliate COil1 <i foro maiterassi, nei poI'IJici d ei corti1,i delle •scuo!le d e11a Linguadoca o d e l Rossiglione. Non c'erano piiù po.Liziott<i, p<iù pompiePi, più becchin,i <tra fa Fri,S'ia e ,la Mavna , Si asciugava1110 la konte swle rpanch<ine dei ,giardini ,pubblici di Nimes o di Carcassone. MiJ1ion,i di •r,iliugiati che avevano p e rduto la t es ta a111davano ,alla deriva da ogn,i parte.
E ·soprnttutto, r,itOI111ava la doman da, lanc;na111te: c h e cosa sarà dei nost11i paes·i? cosa pensa, cosa vuole Hitler? è sul rpt>Il!to di annetterci? sta per appropparoi dei gauleiter? In realtà , ,la gente avreb be accettato qua:1siasi cosa , purché ile •&i fosse reso il mezzo <li sostentamento, jJ) pernod, 41 ,]e tto e le pantofole. Ma per coloro c h e aveva:110 fotto ,della sa lvez"a ,de1la patria ~a rag,ione della propria esistenza, ila quesmone della sopravvivenza del proprio paese, del ,suo des tino futuro, era piantata come uu1 dardo n e l àoco cuore e Io stmzfava ad ogni suo fremito.
La sort e dli ogni paese ,occupato nel 1940, fosse grande o ,:1icco come la F,r,anoia, o minuscolo come il
Granducato di Lu ssemburgo con i s uoi tre borghi e · i suoi qui.toro mas si dii sc isto, era uoelle m,mi ,dii Hitler, e d i nessun ailtro. Oiò che rimaneva di territor i o l ibero in Francia poteva essere somm erso ,j,n quarantotto ore . Il ma resoiaJlo Pétain, troHereililando daUa s u a ,camera ,di a ,l bergo all'ascensore , aveva meno ,potere garanti,to di un conduc ente di mellr01politana o di un case llante che tracannava -~I 'S UO calvados .
In quanto aJ Belgio, sarebbe r ,;apparno un giorno?
Sarebbe s ta1o w1,ito al Reich, pi ù o meno apertame nte?
In due, o tre ,t,ronooni ,differenti, già ,:,iv,aH? Tedeschi ,di Eupen e di Mailmédy? Fiamminghi, ,incoraggiati d all'occ up ante e che si soro llavaaoo febbrilmente in un ristret t o nazionaH s mo? Valloni che non sapevano nemmeno più oiò che erano, né s oprattutto oiò c h e sareb b ero stati : ex-B e lgi? futura Francesi? Germaniici 'di ,seconda olasse? tei,ra ,di colornzzaZJione che i nazionalisti fiamminghi avrebbero oHenuto come spazio vitale?
Quando ,r,i enllrai a Bruxelles, u scito finalmen te da:lle mi e prùgiOil!i francesi, barbut o, dimagnHo , annientwto, mi senru , m ailgrado fosse aHora rutto p olWicamente pensadi le , cogliere da W1a profonda di<spera z,ione. Per ili grand e pubbhco, assalito duvan,te i due ultiimri ooni d' anteguevra da ·ondat e -di menzogne, ero l 'uomo di Hivler .. Ora, ig n oravo anc h e la prima parola di oi ò che q u esti avrebb e potuto combinare àn mePito a l mio pae se. Non sapevo più n e mme no dove accampa,rmi. La mia bella proprietà della foresta di S oignes era occupata .clai Ted esc hi. Ero ,i l cosiddetto -l oro u omo. Ora, fa mia casa era stata da aoro invasa senza alcuna •spiegazione. Cinquanta aviatori "i bivaccavano. Salendo di sorpresa nehla mia camera, avevo trov,wto , completamente nudo, dii tra"e,:,so a l l e tt o, un enorme co lonnello della Lu ftwaffe, cremisi come w1 gigantesco astice crea to per un ["ÌJlm dii fantascienza. Non ebhi ·a lnra Tisor,sa, nei pr,mi giorn i, che dormke in ·un lett o cli foptuna, da una delle mie ,sore11e.
Léon ,Degrelle
L'ho detto cento volte: non avevrumo nulla a che vedere con i Tedesc hi , E quell 'enorme milibare ,in!>tallato s ul mio Jetto, il ,pelo Juddo di sudore, diceva a ,sufficienza J'incs<taMUtà della mia ,so11te e I'ii.nesistenza dei piaini che ,il Grande 'Reich avrebbe rpo'tuto tessere attorno alla mia persona. Bravamo dei nazionalisti, ma nazional<is,ti belgi. E ii.I Belgio era, in quel momento, cooato a picco. Il suo avveniTe era chiuso, oscuro come una galleria della quaJ e non 1si ,sapeva nffiilmeno se l'uscita finale fosse murata, e se fosse ridiventata un giorno più o meno prntiicaMle.
Tale fu ili mio dramma ,cli oapo nazionalista Pientrnndo nel mio paese, oocurpato daible forze di un uomo di Stato s·1lraniero , a1 qua!le m,i s i ldiceva iillteramente -legato e di cui avrei -ignornto a lungo quale tipo di ecli~icaz:ione rpolirtica e quale base di accondo egli avrebbe concepito !!Jer ognuna deble nostre pawie, àn seno all'Europa che le sue mani di fe11ro avrebbero forgiato. Quale sopravvivenza r,iservava egli al crnio popolo? Il mistero era totale.
Capitolo VI
A fianco ,lei Te,leschi
I mesi di fine 1940 e de ll 'ini2,io del 1941 non furono allegri per nessuno ;i!Il Europa, in Belgio non più che al'brove . Degli Oia,nclesi, nes s uno parlava. Essi stavano probabilmente per essere ,inclusi ne l complesso geografoco .del Grande Rcich .. ltl Granducato ,di Lussemburgo pure, indubbiamente. In quanto ,ai Frnt11cesi, essi erano già arrivati, sotto l'o cc hio b effardo degli occupanti, ad accappigliarsi 1ra di 'loro, con un •accarumento che avrebb e chiaramente fatto più effetto ·dietro a un cannone anticarro nel giugno 1940.
Un mese dopo aver gettato le basi del.Ja collaborazione con Hitler, il mairescialfo Pétaim aveva s bMtuto a mare ,il s uo P.r-imo ministro Pierre Lavai che non piaceva ai Tedeschi, e .Je cui 1mghtie sporche, i denti gialli, hl pelo di corvo er ano sgra devoli a Hitler, ma del quale 1J'ambasoiato,,-e Abetz, allora molto nelle g,ra2Jie a Berchtesgaden, apprezzava l'ab-llità, la bonomia, il senso molto aJ!verniate del maneggio e de11'adattamento. Lavai, sarcastico, ma s,t,ica,ndo le ,sue sigarette sobto i baffi bruciacchiabi, aveva avuto la b attut a ,pronta e tratta-io il Maresciallo come un•a vecchia unifonrne dimessa.
P er fanl a breve , era il caos completo. Esso sarnbbe durato fino a ll'ult-imo giorno, in F.-a,ncia e anche fuori, nel castel lo di es.ilio di Sigmaringen, dove i «collabora-
Léon Degrellezionisti» fra n cesi s i schivavano nei t etr.i corridoi del fal s o borgo feudale, popolatJi dii wmature enormi e sinistre.
R imaneva Jl no s trn caso , qu e Uo dei B e lgi, ] ! caso pm complicato. Avevo potuto riannoda,re i conmtbi c ol re Leopoldo, priigioniero, in catenat o d a Hitl e r e scatenato d ail1a balia d i famiglia, d,i cui avrebbe fatto Ja proprJa mogli e promossa frettolosamente principessa di Réth y. Il s uo segretar,io, barone Ca,p e ll e, ci faceva da staffetta , M i aveva vivamente cons:ig li ::>t o , p er conto del s ov!t'a,no - ed avevo preso grnnde cura ad m>notare s ubi to i s uo i propositi per iscr.ibto - di tennaire qualcosa per J.anoia:re un pon te nella direzione d e l vincitore. L'amb asc iatore Ab etz , pittoresco amico con c ui avevo passato , nel 1936, L>na •sebtimaina di vacanze nella Germania ,d e l Sud e la cui mogHe e ra sta ta, nello stesso tempo d e ll a m ia, allieva di un convitto fu-ancese d el Sacro Cuore, era uno spi-ri-to s ingo lare . I non conformisti g li p iaceva no in m aniera del <tutto paPtJicolare . Dopo la mia odissea di pnigioniero, mi aveva invi1a1o, in diverise occasfoni, •a colazione o a pranzo alla ,ma runbasdata di Parigi, n el.il'incante vo,le pa lazzo d e ll a Regina Ortensia, in via Lii.ila.
Egli attacca va u na intera fanfar a della We hl'mac ht nel giardino , al dhsoòto de ll a no stra piccola tavo la, per il piacere di fare risonare di un immenso schia ma zzo musicale fa riva siniscm-a d e lla Senna, ad uso escl u sivo di •due g iovani rngazzi. Avevamo sbudiato inS'ieme tutte le possibhlità di un futuro del Be lgio. Si era recato a Berchtesgaden p er par.lare ,di questo p rob lema col Fi.ihrer. Gli aveva ri cor.dato à,l nos-trn col loquio del 1936, gli aveva !t'i,petuto fimpress:ione c he ,già ave vo fatto a1loTa. Indusse Hitler a d invi<tarmi , Mi avver. tì che u n'auto
sarebbe venuta .incessa.ntemente a cercarm; a BTIJXel!es, chiedendo mi di tenermi pronto a pa.Ptire per Berchtesgad en in qualunque momento.
Mtesi.
Dovetti attendere tre ainni prima di ,nconware fiinalmente Hit le r, sotto gJ.i abeti scuri della frontiera htuana, una no~te, in cui, ferito quattro volte nel corso di d ioiassebte corpo a conpo, aven d o .-o tto, la vigilia, J'accerchi amento di Cerlmssy un Ucvaiina, e ro s tato vicondotto n ell'aereo persona le di Hitler, aflii.nc hé mi paissaisse attorno a l co llo il collare d d la Rillerkr euz . Ma tte anni erano ·stat i persi . Tutto era f~ l,1-Ho ne ll 'ouob.-e 1940, lo appresi in seguHo, perché dei dirigenti fiammingh i, su is•t igazione ,degli agenti dei servi zi :di Sòcurezza ,germanic i che vagheggiavano di •spaccare id Belgio àn due, avevaino fabto sapere c he un accondo di Hitler con un Vail,Jone avrebbe incont rnto fopposiz ione della pante f iamm in ga del Belgio . Oiò em st upido e :asso lutamente ccmtra,,io al la veI1ità. Avevo, ne l 1936, otten uto alle elezioni ci<rca a ltre ttanti voi-i in Fiandra ch e ,in V•a ll oma. E un accoroo con i capi naz,ionailisti •stessi aveva, nel 1937, coo.-dinato le nostre concezioni rpoHtrc he e il nos•tro 1'.}iano d'azione. Ma, giacch é dei serv,izi di •spionaggio tedeschi affermavano ch e un accomodamento con me avreb b e portato a scatenare opposizioni Hnguistich e molto "1iolente in una zona di com b aitti m enri, base princiipaJe della lotta aerea della Ge,,mania contro l'In ghitl,tenra, m t le r aveva .-,mandato ; negoziavi a pàè1 tarcli , Bra un vicolo cieco, la not te asso luta .
Dopo l'annuhl amento d e l nostro abboccamemo, il re L eopoldo stesso tentò, a dispett o .cli tutti, di incontr-are H;ttler. Sua so rel.la, la princip essa ereduta:nia di Italia, ,la mogli e di Umb eI1to, a llora alleato pnivilegi ato
del Reich, giovane donna potenteme nte carozzata, la gamba alta, l'occhio chiaTo e duro, era andaJta a Be rchtesgaden a sollecitare il Flihrer, con 1l'accainimento di cui ·sanno dar prova ,le donne, talvolta inopportunamente. H 1tl er aveva ricevuto finalmente Leopoldo III, ma freddamente. Non gli aveva svelato nulla. Gli aveva offerito una tazza di tè . H colloquio s i era Hmitato a ques•ta disbl'ibumone di liquido ti epi do, ancora meno rivelatore de i fondi di caiffè. Lo scacco era stato completo. Tutto ciò che facemmo durante ffavemo 1940-1941 per sgelare 1foceb erg tedesco incagHatosi sulle nostre dve, non oi condusse molto più lontano. I nost:Ti tenta tivi di a pproc cio - particolarmente nel corso di un grnnde tradUillo che tenn:i al P.alazzo dello Sport dopo ti Capodanno - non e bbero ailtro risultato che qualche riga di banaJ,e resoconto nel Volkischer Beobachter.
In fondo, Hitl er ·stesso sapeva allora ciò che voleva ? Come avrebbe detto , ne l maggio 1968, il general e de Gauhle, quando '1a rJvoluzione deg1i s tudenti dehla Sorbonna poco mancò che lo •sommergesse, «la situazione era inafferabile» . La guerra contro gli In.giles i s• i sarebbe prolungata? O, come credeva e diceva il genemle Weygand , H Regno Unito ,stava per cadere s ulle ginocchia, r epentinamente, schiacciato sotto -l i fer,ro e ,il fuoco ?
Bd i Sovieti ? Molotov, fain es co sotto i suoi oc chiali, era venuto ne!J'otitobre 1940 a Berl<ino , a recare a Rid er, oltre a!Jo spettacolo del suo aspetto goffo e rirncolo di viaggiatore di commercio dai calzoni ondeggi.ml i co m e un pneumatico, la lista .dei piatti copiosi che Sta lin pretendeva vedersi offrire a breve scadenza. Le ar mate del Terzo R eich avevano appena ripulito
mezza Em·opa che i Sovieti pretendevano di fars ,i assegnare, senza spese e •senza rischi, l'a ltra metà del continente ! Già, approfiittando della campagna ili Polonia nel 1939, Stalin aveva ~ngoiato i tre pa esi baltici, con un morso vigoroso ,di mangion e !insaziabile. Era stato r ecidivo ne l giugno 1940, divorando .Ja Bes•sarabia.
Nd ess o, oiò c h e esigeva, era, né più n é meno, il controJ.lo dei Ba looni.
Hitler era stato i,l nemico n u mero uno d e i Sovi e ti.
Se bb ene a ma1Uncuore , per non es sere costr etto a do ver combattere s u due liront,i fin dall'inizio deJ.la guerra, a ve va segna to una battuta ,d'arre sto, nell' agosto 1939, ne lla s ua lotta contro ;,J com unismo. Ma era impossibile c he potess e penmettere .!'installazione d ei Sovieti proprio a, I margine d e l con l!inente che aveva appena fini1o di radunare .
La minaccia e ra c hi arn . Irl pericolo , non solo era grande, ma era ev ide nte . Hitl er non poteva lasciarsi mettere alle \5 trette da una irruzione d ei Rus&i verso il
Reich ·se un grosso rovesoio all'Ovest l'avesse un g im,no colpito. Egli doveva essere pronto a prevenke un brutto cdlpo, sulle possibilità del qual e rie minacce usoite daMa piccola bocca di donno la gialla di Molotov non lasciavano mol to a leggiare dubbi. Prevene ndo pru dentemente, Hitler aveva varato, ,segretamelllle, la prepararione dell' Operazione Barbarossa, Ja cui e labora 2li one dei piarno e ra stat a affidata al generale Pa ulu s, il futuro vinto di Stalringrado. Intanto, tutto, in Europa, -re stava !indeciso. Le d!ivis ioni interne d e i F-rancesi e la rapida liquidazione d,i una pol ict,ica di ,·iavvidnamento con Pét·aJin avevano consigliato a Hotler di lasciare p assare il tempo e assestan;i g li •affar,i d e ll'Occidente. H momle dei diverni popoli deH'Ovest s i r 1iquefaceva. Opposizion,i d i rnzze, ,di lingue , rili clan , di ambizioni ili rodeva , sem,a che una grande azoone o, almeno, una ,grande s peranza li sollevasse .
Per me, era chiaro : du e arnnd, itre anni di un sim.Ue i,isbagno, e il ,Belgio sarebbe stato maturo per la Hquidazione, l'as sorbimento, più o meno dÌll:'etto dei Fiammdnghi in una Ge!1Il1am!ia unificata, la messa jn un C31Ilto d ei Val!loni, Europei asessuati, né Francesi né Tedeschi; e l'eliminamone silem,iosa di un re Leopoldo divenuto totalmente invisibUe, separn•to dal •s uo popolo, che navigava ttra Ja \S ua lbibilioteca vuota e una nursery meno solitaria ma che, comunque, poHticamente, non conduceva molto fontana .
Sp e rare di 'flivedere Hitler? Non em più nem m e no questione di u n ;ncontro. Discutere con le ultime ruote del carneo a BruxeUes ? Non avevano ,alcun potere di disc u ss ione. Erano, , noi ore, dmbootirtii deUa sufficienza dei mi'litari vincitor,i, che trattano daWalto i oivili vint; . Oi detestavamo con pa11i vigore. Bàsognava arrivare a potere discutere un giorno da pani a pa11i con Hitler e con il Reich vittorioso . Ma come? L'orizzonte poHtico restava disperatamente impenetrabile.
Fu allora che, ;mprovvi ,samente, il 22 giugno 1941, si scatenò Ua guerra preventiva contro i <Sovieti, accompagna•ta <lall'•appello cLd Hi ~ler ai volontari di rt,urt,ta Europa, per una fotta c he non sarebbe stata più la lo tta dei soli Tedeschi ma ,degli Europei solidali . •Per Ja prima volta dal 1940, appaTiva un piano europeo .Correre ai! fronte dell'Est ?
Indubbiamente, non sarebbero stati i modesti cont,i:ngenti belgi c h e avremmo potuto iCadu,iare p er ,la pa,rtenza c h e avrebbero fatto mordere la polvere a Stalin! Tra milioni di combattenti, non saremmo stati c he un pugno.
Ma ;J coraggio avrebbe potuto sopperire alla piccolezza del numero. Nulla ci avrebbe imped;to di < lottare
HITLER PBR MILLE ANNI
come leonìi., di compOPtaroi con un valore ecce2'ionaJe, chi porta re ; 1 nemòco di jeri a constatare c he ; camerati di l otta di ogg,i erano forti, che il Joro rpopolo non aveva de m erita to, che avirebbero potuto, = giorno, nella nuova Europa, essere un e lem ento vigoroso, degno di azion e .
Eµpoi non vi era altra soluzione . Ce r to , gli Alilea~i avreb bero potuto vincere, anch'essi
Ma, a questa vittoria degli Alleati, francamente, quaI1Jbi Europei invasi credevano, ne1l'a utunno 1940 e all'dnizio del 1941 ? il 1d,iecò per cento ? ;J c inque rper cento ? Questi cinque per cento e rano più lucidi di noi? Chi lo prova ? GH Amenicani, senza i quali U'11 orollo d e l Terzo Reich non era nemmeno immaginabile nel 1941, si atten e vano sempre a una p oldt,ica «capracavohis·ta»- La lrn:o OIJ>IDÌone T'imaneva , nella sua maggioranza, nettamente bola ZJiorrista. Tutti i ,sonda ggi della opinione pubbhlca negli St at i Uniti ,lo stabiliv,ano e ffo r ,icordavano ad ogn-i nuovo test. Quanto 1ai Sovieti, chtl a webb e i mrnaginato nel 1941 c h e la ,loro <resis1enza s»rebbe st»ta cor ia cea c ome essa 1a fu? Churchill stesso aveva ilichiarato ·ai suoi •initimi che la .liquida zione -dell a Russia da pairte del.la Germamtla sao.-ebbe stata una faccenda di qualche settimana.
J,I probabile, per un E'l.lropeo del 1941, era dunque c h e Hibler l 'avrebbe •'>J)unbta, c h e sarebbe divent•ato vera.mente «il padrone dell'Europa per mille anni» che ci aveva annunciato Spaak. In questo caso , non era s guazzando nelle palud i torbid e e ster] l1 i del,l'attenchis mo a Bru xe~les, a 1Pa'lligi e a Vichy, c h e si •sarebbero potuti acq ui s ire titoli, che aves ,sero assicurato aìi. vintJ del 1940 , nell'Europa ili domane , una papteoipazione c onispondente alla Stocia, alle v irt ù e a-Me possshilità della loro patria.
Léon Degrelle
Compreso ciò, si trnttava di da,re l' esempio. N on s tavo 1uttavia ;per ;ndUI'I'e i mici fedeli a correre a tiraire Je c u oia tta Murm ansk e Odess a senza u niTmi a 'loro, senza dividere con ,!oro le sofferenze e i p erico li dei combattimenti ! Mi arruola1i dunque , sebbene fos si padre di cinque f.ig,li. E mi a ,rruolai c om e soldato semplice, p e r c h é j] più ,sfavori1o dci nost•ri camerati mi ved esse div i dere con ,lui le su e p ene e le s ue sven tu re. Non a vevo neanche avvùsato i Tedeschi d e lla mia decisione.
Due giorni d o po che l'e bbi rnsa pubbl,ica, un telegram ma di Hitler mi a,nnunciò che mi n omi·nava ufficia le. Riiliiutai a1ll'is1ante. Andavo ,in Russia per conql.l!Ìstare dei ,diri1t.i c he mi ,avre bb ero permesso di discutere onore volmente, un g iorno, deHe condizioni di sopravvivenza d e l mio paese, e non ,per ,ricevere, p rim a del primo sp aTO, d ei gradi , c h e no n sarebb ero •stati c he gradi da operebta.
Sarei di ventato ,in se guito (durante qua1tro ainni d i sfibr,rruti combatt-im en,tJi ) caporale, poi serge nte, poi ufficiaile, poi ufficia•le st]periore, ma ogni volta sarebb e stato «per atto di va lore in combatti m e nt o», dopo avere , nei! corso di sett antacinqu e corpo a COI'ij)O, preJ.imin a rmente ,imbevuto le mi e spal 1ine nel sangue di sette ferite. - «Non vedrò Hitl e r - a vevo d!Ìchia ra to •ai :miei dntimi a l m o m ento della partenza - che qua ndo mi pas serà atlo1'11o al co ll o il Co llare della Ritterkreuz. »
Così esattamente, ,si svolsero -le cose, tre anni dopo. In quei! momento, p otevo p a,r la re chiaro, feI1it•o a ptl ù riprese, parec chie volte decor,a to , avendo appena portato a compiment o una r ottura del fu-on te •sov,ietiico c h e aveva sa lvato undici div,i,sionlÌ. daill'accerchiamen.to. E stavo per et-tenere da H itiler - ne es,ìste Ja ,prova ·scr-itta -
HITLER PER MILLE ANNI 105
uno statuto PicO'Iloscente p er il mio paese, -in seno alla nuova Europa, uno spazio e delle poss,ibi.lità superiori a tutto ciò che iaveva 1oonosoiuto, anche 1ai te1npi più gloriosi ,dell1la ,sua ,storia, ,sotto i duchi di Borgogna e sotto Cado Quinto. Deihl'esistenm idi quesrti accOPd,i, nessuno può dubitare. L'am ba•sciatore francese FrançoisPorrcet, che non mi ama molto, li ha pubblicati nel! Figaro, documenm alila mano.
Hitler è stato vinto. Dunque ,il nostro a ccordo, ottenuto a prezzo di <tante sofferenze, di taOJJto sangue e nonostante rtant,i sgam b e tti, è rimasto senza •seguito . Ma il contrado sarebbe potuto avvenire. Eisenhower scrive nelle s ue Memorie che, anche a1J,J'.ini21io del 1945, restavanc, ad Hitl er delle poss,ibilità cli v,itto:cia. In guerra , finché [' ultimo fucile non è caduto, tutto resta possibUe. D' ail<llrond e, non impedivamo ai Belgi che credevano a ,Ha soluziO'Il e di Londra di sao:ciliicarsi nella <stessa maniiera, per assicurare, essi rpw-e, in caso di vittoria dell'al,tro « blocco », la ,r,inasoi ta e •la res urrezione de l nostro paese .
Non devono avere avuto, più dii no,i, fa vita facile, esposi-i, certamente, a trappole e ad int•righi di ogni genere. L'esempio dii de Gaulle, le persecm,ioni sornione di cui fu fatto oggetto da pa;rte ,degl,i Inglesi e isopmttutto degli Americani, le umHi•a2>ioni che dovette subire, devono essere state dello ,stesso ordine delle delusioni che dovemmo su bire parncch1e volte, da pwte tedesca, prima di obtenere che la nostra causa fosse gairarrmta da,! successo.
A Londra come nel nost,m campo, bisognava tenere duro, non las oiatflsi i,ntiimidii.re, fare causa comune, sempre, con ,l'interesse del propPio popolo., Malgrado d 11isc hi, era uoUe, stavo per dire ,jndispensabi,le che, dalle
Léo n Degrelledu e pa11ti , d ei n az io na fr,ti ten tassero le due probabilità, affinché le nostre p alir'ie sopravvivessero, qua lunque fosse il cap ito lo fo nal e del conflitto.
Non era un motivo, tuttavia, perché queHi ch e s,i t rovarono ,da,hla rparte dei vincitori, nel 1945, sgozzassero g li a lt r i.
De i moventi molto diverni animavano dunque i no str i spir.it i e d nostri c u or,i quan do rpart-immo, sacco in s palla, per H fronte d e ll 'Est. Andavamo - rprimo o biettavo , obiett ivo ufficiale - ra combattervi òl comurnismo. Ma la 1lotta contro il comuruis mo avrebbe potuto beruissimo fore a m e no di noi . P arbiv a mo anche - -secondo obi ettiv o, e effebtivam ente, obiettivo es,senzia le a,i nost ni occhi - non, esattamente, per comba tt ere i T e d eschi , ma per imporc i ai Tedeschi che, ,i neb11iat1 dall 'orgoglio d 'inn um e r evoli vitto ri e a vrebbero po tu to prende r c i soHogamba in ognun o d ei nostlli paesi occ upati. Certuni non potevano già fa rn e a meno e :la loro dopp iezza prolungata oi scanda li zzò in parecchie r.i prese . Dop o l' epopea d el fro nte u- usso, ,sacre bb e diventato loro diffi oi,le sabotare ancora ,j ,:appresent an ti ,cli popoli che avrebb e ro lottato coraggiosamente a fianco d el1le loro arma•te, in una battagl-ia c h e ci rendeva •tutti solidahl. Fu qu es to il grande motivo d e Ua nos tra parte n za: forzare la sorte, forzaire l'a t t e nzione e l'ades,ione elci Tedesc h i v.in oi tori, e di ficando con [o,ro una E uropa c h e a nche i l nostro s aing u e avrebb e cem e ntato . St avamo per viver e .in Russia degli 0Jnni orre nd;, conoscere fiisicamente , mora lmen te , un ca lvario che no n ha nome . Ne ll a Storia d e gli uomini, non vi sono mai sta te g u e rre atroci a qu e l punllo, in m ezzo a n evi s term i n ate , ,in mezzo a fanghi sen za fine . S pesso affamati, senza m a,i riposo, eravamo prostrati da mis erie, ferite,
sofferenze di ogni s p ecie. P er giungere infine a u n disasllro c h e inghio·ttì le nostre giownezze ed anni entò [e n ostre v:ite ... M a , neUa vita, cos'è c he conta ? l 1 ! mondo nuovo non •si può fare che n e lla purifi oaz io ne d e l d ono . Ci sfanno don at i. Anche Ò!l dono appaa-entemen te anut.iJe non lo è mai comp letam e nte. Esso trova un giorno un s ignificato . L 'immenso martirio di m\J.ioni di •so ld ati , i1 l llu ngo rantolo d,i una giovent ù c h e ·s i sacrificò to1talm e nte al fu-o'l']te russo , ham'llo fomtlto in anbicipo a H'Europa la co mpensazion e spiròtuale indispen sa bile a ll a s ua rinasci ta .
Un'E uropa di b ottegai non sarebb e s•tala s uffi o ie nte . Ci volev a anch e un'Buropa d i eroi. Qu es ta s tava per crea rsi ,pr,ima d e ll' a1ltra, n e l corso di quat~ro anll'i di lotte treme nd e .
Capitolo VII
I tram di Mosca
La guerra di HitJer in U.RS.S., scatenata il 22 giugno 1941, cominoiò bene e cominciò male. Essa conùnciò bene. L'illlIIlenso macchinario dell'esercito tedesco si mis e -in moto con una precisione perle1Jta. Oi furono, qua e là, degli impre\>isti, delle cololl!Ile fuorvdate, dei ponti sfondati sotto il rpeso dei carri armati . Ma mm fu.-ono che minuzzerie . F:in da1la prima ora ,la 'Luftwaffe aveva ridotto all'impotenza, ,per mesi, J'aV<iazione sovietica e ireso dmpossibili i concein,tramentd del nemko. In capo ,a dieci ,giorni, la Wehrmacht aveva trionfato dovunque, ·si era slanciata molto avantii darppertutto. Un crdLlo totale del fronte rus•so e del regime sovietico sarebbero potuti prodursi a hreve scadenza. W!Ìn:ston
Ch=chiU più di ogn,i altro J.i temeva e, nei suoi dispacci segreti, li faceva presagire.
Pure, la gueNa. era, anche, oominciata male . E sarebbe fo11i-ta male, appunto perché era male incominciata.
Dapprima - e fu un e lemento decisivo - era incominciata tardi, molto tairdi, troppo tairdi, cinque settimane dopo la data fiissata eia Hitler, perché la folle avventura di Mu•sso1ini, aHa fronùiera greca, nell'ottobre 1940, aveva sHurato d piani hitleriani all'Est.
E' proprio nei monùi fangosi che separano .Ja Grecia
Léon Degre ll e
dall'Albania che il destino de lla Seconda Guerra mondia le sò. è gioca·bo, più che a Stalingrado, più che a El .Alamein, pfo che s ull e spiagge di NOlrlllandia, ,più c he s ul pcmre di Remagen, preso illl1atto , nel marz o 1945, dal generale a m erJcano P.a t ton. Mu sso1ini era ossessionato dalle v ittorue di Hi ul er. Lui, i,l padre del Fascismo, era st•ato r elegato in un ruol o di secondo OT,dine dalla serie di campagne folgorantie sempre tirionJia.1i - che li Fiihrnr aveva corrdoMe, a tamburo b atten te, da Dan:,ica a Le mberg, da Narwik a Rot terdam, da Anverna a Bi an,it z. OgnJ volta, .Je aqu i1le t e d esch e erano sbate innalzare s u paesi, talvoha Jmmensi, conqUJistati ,in un b at-ter d'occmo, nel mentre parecchi mi•1iorni dii prigionieri avevano proceduto, come interminaMli fiiJe dJ bruchi , verso i campi dJ raccolta cli un tR.eich semp,re più s,ic=o dei suoi successi ., Mus solini, lui, mihtarrmerute, aveva fohhto tutto . La •sua ,invas ione , in extremis, lllelle klpi karrcesi , -si era c hiu sa con uno scacco umiliante . Il maresciaHo Badog lio , ped,ina moho ,interessata che aveva po rtato con sé, d a Addis-Abeba, dei t esoni ,ili oro massiccio rubati nel palazzo d e l Neg u s in fuga, aveva, dal giugmo 1940 , rivelato l a s u a ,incapacità tattica, degna di quella d el s uo em ul o Game1i!ll .
Mentre l a Francia era a terra, e i carni arrmati di Guderian ·e .di Rommel cs i spiegavano quas,i -senza comb attere fino jn Proven za e una discesa a Nfaza rron sarebb e dovuta essere, per g1i Italiani, c h e una •breve es curn· i one militare tra i fuu~tet i ,d a i frutti mat uri. B adoglio, che, tu,trt:,avia, aveva avuto ia isua di.isposii:ziione lunghi mesa per prepararsi, aveva ric hiesto a Mussohlni ventun g io11ni •s uppl e m entani per .Iuai d are glii ulmmi bottoni d e i suoi g u errieri . L 'operazione era presto d egenerata. I Francesi avevano s u onato duramente g li aggres,sori dell ' uJ.timo m illluto , irrfl,iggendo .Joro delle perdite cons,iderev o!i e Ì!nchiodan doJ; al s u olo nello
HiITLER PER MILLE ANNI I Il
sp iegamento pietoso d e i •loro pennacchi bruno dorati con .-iHess,i VlioJa.
In Afaà ca, l 'esordio in Libia non er-a stato molto piè, brillamt e : un gen e ral e òtw1iamo era sta to fatito prigioniero fiin dal primo giorno. Qumdo l' a,r i.ìgli e ri a itaJ.ia:na si era concessa il ausso di abbattere un aereo c h e ba'1enava ,m ,pieno so le si constatò ch e s,i 1'ra1'tava di que llo del marescia,llo BaJbo. Fu ab ba otuto come una pernice . Così, iii più famoso av,iatore u cci,so ,dagli Itaili M11i nel 1940 era s ,tato il foro più glorioso capo ! lll 1empo non aveva a:ccomod<>to nwla. L'arimament o •ita li ano, vmta'lo c hi assosamente p er veniti aililli, e r a •d e fooiente. La Marina mancava di zelo. Il so.Jdato non s i sentiva guidato. Il m ares ciallo GTaziani, sj)'Ìrito confu s ionar io, trascina1ore scad en te, pirefer,iva dare gli ordini da quindici metri sotto ,t erra piutto s·to c he da quindici metri d av,m t i alle su e trupp e come avrebbe fatto più tardi s ui! froillte ,i,taLiano ~I marescia,Uo red esc o Romm e l, l'i,nil!repi do lam,ichenecco. Muss o lil'lli si ro deva. Era fure n te di •tu11òi quegli i,nsuccessi.
Egli pensò di rindorare .j,J s u o blason e con JUna facile conquista d e Ma Grecia , che sarebb e sta ta pre parata ·a s uon di mi lioni di scr e tam e illte !11ÌJparti'ti •ora ,i,l co rpo p o.li ti co di Atene. Così, la v-rtto via sare bb e s tata acqu.is-ita ,senza grandi UII'tii, su u n nemico d'accordo in antic·ipo di cedere e c he non avrebbe resòstdto che p er forunaJità . - «A vevo co mperato tu tti! Qu egli s p o rca cc i on i di Grec i han.no intascato i miei milioni e m'hanno fregato ! » Qu esta sorpr endente confiidenza, m e la fece p e r sonalm e nte il Conte Ciano, ministro d egli Affaru este11i d ' Itali a , vivo di spill'ito e a bb astanza briccOllle, quamdo, passando in aereo p e r Roma, ùn una visita lampo, l o vid i per l' ultim a v iYl ta e lo interroga i su quella g uerra di Grecia, fal1ita in un a m aniera c osì s trao11dinwia.
S econd o qu ell e affenma21ionò di Ciano (suo ge n ero),
Léon DegrelleMussolini, nell'ottobre 1940, precipitò gli avveniment,i. Non <lisse una parnla a Hitler di que l piano d'invasione. Quando 41 cance lhlere tedesco che 1si trovava a Hendaye, ove aveva appena ,incontrato 11 generale Franco, ebbe sentore 1di un true proget<to, fece s ubi,to correre hl suo treno 1specia1le verso l'Italia dove si v,id e accogliere, due giomi dopo, sulla banchina della sta2Jione di Firenze , da un Mussolini trionfante: - «Le mie truppe sono penetrate in Grecia questa mattina!» Hit ler era &rrivato troppo tar,di ! Non potè che augura.re buona fortuna al suo coNega.
Ma tremava. E con ragione . In capo a qualche giorno, le truppe ·it8!1iane che s i erano ingolfia:.te in Grecia, nella catena dei monti de l Pmdo, lsi facevano urtare, fare a pewi, ricacciare <laJl'Epiro, in uno sfacelo sempre più tragico. I capi 1i,taliiani, ·vantom hl pr-irno giorno, in preda a l panico il secondo, si erano comportati pie tosamelll1:e. I soldati erano anniientartli. Vi fu un momento ·in cui il corpo di ·spedizione ;tatliano stava per farsi butt are a1 gran comp leto in ~driallico e in oui l'A!lbania -intera stava per essere sommersa dai gonnellini bi•anchi dei · Greci. Fu necessario, colmo dell 'umilia2iione, fare appeHo a HHiler che !inviò un f.retta e fur,ia verso Tirana ,dell e forze tedesche di •soccorso .
La situarione fu riistab ilita, ma l'essen2Jiale non consisteva neanche in questo. Che i Greci si fossero aggiudicati l'Albania , esorescenza abbastanza vana de ll 'impero italiano, non sarebbe ,stato particol armente tragico . H ,re i\11ittorio Emanu ele avrebbe portato sul suo capo una corona di meno. Si sarebbe trovato accorciato di una ventina di ,cent-imetri a l momento delle cerimonie di Stato, ciò che non avrebbe avuto assolutamente nulla di sconvolgente .
Lo sconvolgente , era che l'entrata dei Greci in guerra aveva provocato lo ·sbarco in Grecia degli I,ngles,i, ,divenuti aJJeati di riflesso . Ora, gli Inglesi ,installlam
HITLER PER MILLE ANNI 113
nei bassi Balcarni, era la pos,sibiJLhà, ,la quasi certezza <li ve derli tagliarre le hlnee ,dell'Est quando H1ter si •sarebbe incuneato molto profondamente rreLl'immenso spazio sov-ietioo ~
Vi si aggiungeva l'ossessione di mcll!l"sfo,ni debl'av.iazione britannica , onstaHata o,n massa nel!le sue nuove basi greche. Bssa a,webbe potuto, con bomba,r,damenibi mass,i,oi, incendiarre i pozzi di petrol:io romeni lin:clispensab:Hi al rifornirmento delle vernti divisùo,ni ,di Panzer che HHler si preparava a lanciare attraverso ci duem~la chilometTi di frontiere dei Sovieti. I rischl erano rdivenurti immens i .
E"S•si divennero asso lummerute 1em:ibioli quando, ne ldo stesso invemo, la Jugoslavia idi re Plietro, su òstig~one di agenti ingles-i, si rizzò contrro i Tedeschò . Non c'erano più, da a!.lora, pos scibùl,irtà d'irruzione, alla darta previisrta, in ·U.R .S.S., tanto più c he Molotov aveva appena mvia10 al re jugos.Javo felicitazionò partico larmente msolenH di Stalin e l'assicurazione d e l suo appoggio morarle .
A causa di quella stoHra avvenrt ura mussoliniana, Hitler, ,prima di -I'ipren dere •ahl'Bst :i!l grnnde progetto, si era visto condannato a ,rùpulire pre1immannente ,i Balca,ni , a scen dere preciprtosamente atwaverso rtutta la Jugoslavia, la Grrecria e perfino ad >tDIPOS•sessarsi de lla portaerci ilnglese che era ,diventata .J'-i<sola cli Oreta. Fu una volata sensazionale.
In dieci giorn•i, la Jugos l avia fu vinta e rmteramente occ upata . Poi ci fu Ja rcliscesa a ronta di collo fano ad Atene e [Ìino a Spa,rta . La croce uncinata risrplendeva al disopra dei marrmi dorarti d e WAcropoJ.i. I pa.acadutisti di Goering sce,ndevano con un eroi•smo t-rionfante, su!ll'òsola di Creta dove .la .dis fatta degli -Ingles•i fu consaorata in quaran rtotto ore . Le navi aJleate ,in fuga verso l 'Egi-tto ·s'Ì .fecero calare giù come -ani.tre suglo stagnci d e Ue ,Lande.
Perfetto. La minaccia ingles e era stata liquidarta.
Léon Degrelle
Ma cinque sel'1limane erano 1sta1e perdute, oinque settimane che Hi•t•ler non avrebbe maii più recuperato.
Soldato, ho conosciuto a passo a ,passo - poiché attraversammo la R,ussia intera a piedi - ogni parbico1are di quella ,tragedia. E' perché un mese m::tnc ò a Hit ler che la guerra non s i concluse nel 1941, sul fronte russo, quel mese, per 1'.uppunto, che 1l' amo,r proprio ferito di Mussolini aveva faHo perxl e re a1l'As•se per ila sua pietosa 1scappate!Ja del fronte greco . Il tempo era stato perduto . E rn:I materiale della p'ÌÙ a,J.ta ,importanza e r a pure stato perduto.
Non che ·i carni ·armati tedeschi fossero stati dostrutti in gran numero durante i comb.uttimenti 1scagliionati da Belgrado al canatle di Col'into, Ma di mate11ia,!e pesante deHe Panzer Div isionen era 1sta.to ser,i.umente logorato •l rn:Igo i tremila chiJometri di corse per monti e per colli, spesso molto ·sassosi.
Centinaia dti ca.tiri mmatrl. dovevano essere revision.utL Non potevano essere messi in linea, H 22 gi ugno 1941, al momento del grande scatto . Dico quello che ho viisto con i miei occhi: le chivisfoni corazzate di von Kleist, d el gruppo di armate del Sud agli ordim del maresciaHo von R,undstedt, che •irruppero ,:tttraverso l'Ucraina, non comportavano, cifra ,uppena crechibHe, che ·seicento carri arm:tti ! Seicento carni armati per ridurre a ma l partito milioni di solda1li sovieNci, miglòaia di carpi air m:tti so\Ciebici e 0!I"Pivaire, com un que, a Rostov, all'es1:remo limite d<ll Mair Nero e del Mare d'Azov, pvima che •sorgesse l'inverino, non senza aver. dovuto ancora ,distogliere ·l'essenriale di questa forza corazza,t,a per lanciarsi incon·tro al generale Gudevian . che scendeva dal nord, e realizzare con ~ui il più grande accerchiamento della storia miHtare del mondo a duecenJto chiilometri a!J'est di Kiev.
Con cinquecento carni ·armatd in più, H gruppo di a'l1Illate tedesco d',invasione del Sud deH'U .R.S .S. avrebbe
raggiunto, prima dei fredd i , Stalingrado e Baku. Questi caff i armati che mancavano, l,i aveva fa1Jti perdere Mussolini.
Per q u anto catastrofico fos•se stato que ll o spos tamento di cinque seM'imane nella ta b e lla, un ma teriaJe più abbondante av,rebbe potuto compensare, molto probabi lmente, lo squilibrio del tempo. Ma, anche ;in oiò, la guerra incominciò ma le.
Le ·informazioni a vute sulle for20e d e U' U-R.S.S. si ernno rapidamente rive late false. I Soviebi non possedevano affatto ,t,remila carri arma<ti, come i Set"V'izi segreti tedeschi avevano sostenuto a Hitler , ma diecimila, cioè tre vohe più caffi a:rmati di que Uo c h e la Germania a llineava. E t a,luni tipi ,di quei carri 1IUssi, come i T . 34 e ·i KV. 2, di cinquantad u e tonnellate, erM10 normalmente invulnerabll i, di una solidità straordinaria, cosoruiti proprio partic olarmente per d ominare i fang h i e le nevi d i laggiù.
Inoltre , la documentaz·ione s ul,le vie di accesso attravePso ilo spazio nisso era e11ronea : grandi artenie previ ste per i canii nemmeno esisteva no; alltre, sabbiose, er'!"'o a,ppena ca,paci ,di sopporta:re ,;J passaggio delle tro i ke le ggere. La più piccola a Uilo vi •si inabissava.
Nondimeno, grazie a miracoli d'energia, fa corsa s i realizzò. In venticinque giomi, settecento chilometri erano •s tati superat,i e conqui,s,tati. Dall 16 ,!ugJ,io 1941 , Smol ens k, ,J'.i.,ltima grande otHà sull'autostrada che conducev a a Mosca, era caduta. Dal ipunto estremo dell a avanzat a tedesca, ransa di Elyna, non restavano più c h e 298 chilometr•i prima di raggiungere la capitale d e U'U.R.S.S.!
In due sett,imMle dii offensiva con Ja cadenza in corso, questa sarebbe ,stata ragg iunta . Stalin preparava g ià id tras ferimento del coripo diplomatico fino al di [à d e l Volga . I,l panico regnava. Dei manifes t anti schi amazzavano gridand o contrn il comuru,smo. Si vide perfino
Léon Degrelle
brand'Ìlre, i!Il una via di Mosoa, una bandiera con la croce unoinaba, costrmta a.fifiret,tatamenite .
Ma precipitarsi ver so Mosca, ,di un i rnteresse s trategico relativamente scarso, era r.i.nunaiaire a dist,ruggere ,l'-lmmensa ressa di pàù di un milione di sol d ati so vi et ici c he, al Sud, ruluivano in dis@diine verso il Dnieper e verso i.I Drties-t:er , Non sa con duce una guerra per occupare deHe città ma per annientare fa forza combMtente d e l,l'avversario. Quel milione di Rus,sj i!Il rotta, lasciato i,n pace, si sarebbe r,icostHuito dietro. Hitler aveva dunque ragione. Bis ognava p re nd er1i se nza in du gio, con t utto ]l m ateriaile pesante, ne l,la ,nassa di immensi accerchiamoot-i, v icino ari. qua!,i g li accerchbmeniti d e l B e.lgio e della Fr=cia nel 1940 sarebbero s tabi quasi giochi di b ambin i. Era anche assicUJ"rurs i, economdcaimente, le enorm i ricch ezze minerarie ,de l Donez.
Di sgraz-iatamente, Guderian non dispone va di forze s ufficienti per condurre, contemporaneamente , la corsa verso Mo sc a e l' arn11ierutamento del nemko ·a ll 'aJ.tr a estremità deLla Russia, verso ili! Donez. Qua lunq u e fosse stata la scelta , -la seconda operaz ione sarebbe stata quasi certamente intrapresa rtrop.po mr,d,i.
Se, i,nvece d i dover fer m are i s uoi mezzi corazzat~ su l.l'a utostrada di Smolensk e abbandonare pro·vvisoriamente la conquista d i Mosca, a J)O<'tata di mano, Hitler avesse potuto dis porre dii due o tremila caTri ar m ru ti ,n ,più , le due O!J)emzr=i gigan•ti, la conq ui sta di Mosca all'Est e l'accerc hiame nto delila mas·sa sovietka al Sud , sarebbero potute r iuscire •in tempo e rsimuhaneamen,te. E anche la terza operaz ione, .Ja conq uista, Pin cla pnima de l.J'rinverno 194 1, del Vdlga inferiore e del Oaucaso.
Ci si è domandato a lungo come Hit,ler avesse
HITLER PER MILLE A,NNI 117
po tuto commettere un t,llle evrore di va,luta:z,ione e s lano ia r stl attraverso iù gigal!l' t esco amp ero dei SovieU con, so lamente, 3.524 carri armami, suppergiù ciò che possedeva entram do in Francia nel mese di maggio 1940. Era stato vinima, anc h e -lui , <lelJe iiLlu sionri. che fuo TV,ian o 1an•ti strarteghi in seg uito a lla m eschina ca mpagna militare <lei Sovieti in fo nl andia durant e l'invenno 1939194 0 ? Nemmeno !
- «Quando ho dato l'ordine alle mie truppe di e ntrare in Russia - mi d is·se un giOl'Ilo - ho avuto la sensaz ione di sfondare a spallate una porta dietro la qua l e si trovava un locale buio di cu i ignoravo tutto!»
AUora ?... Allora si è d ovuto attendere lo s p o glio clegh archivi d e ll a He ereswaffena nt p er co no scere la verità . Quei documen tri ·rivelano c h e s uhito dopo la ca mpagna di F•rancia d e l 1940, Hit.Je r, vede ndo Ja sc hiacoiante minacc ia sovietica affermairsi, esi gette una pro duzione mensirle ,da 800 a 1000 ca rri armati , La cifra no n aveva null a di pazzesco, e •sarebb e largamente s up erata un anno dopo . i\nche se ,le fa bbric he del Reich non avessero prodotto c h e l a m e tà d ci carri armati r ic hi es•ti al,lo ra drul Fi.ihrer iJ ru sh dei mezzi corazzatri hivleriani attr ave r so l'U iR. S.S. sarebb e s t at o iilllPOS•s ibi-l e da fer mrure .
Ma , fin d a a l.l ora , il sabotaggio c h e sa-rebb e sfoc iato nell'attentato contro H'Ì'tler, del 20 lu g li o 1944 , era condotto so,nnionamente da importamti genera li deWAmministra z;ione, a i qual.i erano affidati i servizi di produzione d e ll e -ret•ro\Oie. -Col pre t esto c h e qu e i carni airma<tri sarebb ero costati due mi,lianlii ·di m arc hi (quale importanza!) e d avrebbero richiesto centomila 1la vorat oni qual ifica1Ji (,la Germani a ne 'br ab occava, essendo allora 'la Weh rmacht inattiva) la H eereswaffenamt soffocò gli ordini dri fabbnicazione.
I s.rb ot,,toni andarono p iù lontano. Hider aveva esigito c h ei carr i armat i III , provvis<ti fin a1lo ra di
Léon Degrellecannorui di 37 calibri, fossero dota ti d d cannoni da 50 mm L- 60, capaci di ,supera.-e i mezzi corazzati più potenti. Non è che afla fine ,deU'inverno, cioè troppo . tardi, che Hitler apprese che i cannoni da lu,i prev.i5ti, di 60 cahb 11i di 1!unghezm, non ne avevano che 42. Questa debolezza si sarebbe Pivelata fatale davanti a Mosca.
«Quando - iraccon~a Gudenian - Hitler si accorse, nel febbraio 1942, che le sue istruzioni non erano state eseguite, sebbene le possibilità tecniche esistessero, fu preso da una violenta colera e non perdonò mai agli ufficiali responsabili di aver agito di l oro . arbitrio.)>
Ma i,l male era fatto.
'Lo sforzo per la creazione cli un nuovo aPmamento fu quasà dns,ignifi carute . Dumn<te quei mes,i, ili Terzo Reich, se .!'·avesse ,realmente voluto, avrebbe poruto faciamente p,rodur•re c inqu emlila, seimHa n uo v,i carri a ,rmati, più potentemente calibrati, esattamente adattati a JI clima e alle s,t<raordina,rie diffi coltà del terreno che av,rebbero dovuto affrontare nei loro futuri combatt<imenti.
Mlora, 'SÌ, .Ja corsa atit<ravet'So l]'U .R.S.S. sao-ebbe stata ,irres<istà bi.Je.
Non fu così. Venti Panzer Divisione.n. penetrnrono H 22 giugno 1941 in Russia, invece delle dieci che avevano conquistato ~I Belgio, l ' Ol anda e la Firancia nel maggio dell'anno prncedente . Ma i,[ passaggio da dieci a venti divisioni era teorico. C'erano du e vo}te più Panzer Divisionen ma due volte m eno carri armati in ognuna di esse.
Ma lgrado '!JUIJto, ciò che avvenne e bb e del prodigio. Guderian discese a marce forzate verso il Donez sos tenendo combattimenti di una audacia inaudita. Due
favo lo se razl!ie, vkino a Kiew , ·a Ouman, alle qu a ld Guderian n on era •intervenuto, poi vicino Poltava, a nnie nt arono le forze sovietiche del Dnieper. Fu solamente dopo que ll 'ultimo accerc hiame nto, i.I più colossale d e Na guez,ra ( 665.000 prigiornieri, 88 4 mezzi corazzati e 3.718 cannoil!Ì conquistati) che Hitler die d e l'ordine a Guderian di r isa lire verso il nord, per cercare, non solo di pren d ere Mosca di <rovescio , oioè da.I sud-est, ma anche di lanci ami fino a Nijni-Novgorod (attualm e nte Gorki) a quattroce nto chilom e tri più ad est, s ul Volga s tesso !
L' op e raZJione, se fosse riusci ta, -sarebbe srtata la più prodi§i o sa oavakata corazzata di tutti ci tempi: daHa Po lonia a Smolensk , poi da Smolensk al Don ez , poi da l Donez , c1i nuovo, verso Mosca, ·e a 80 Jeghe al di là ·di essa , verso il Volga ! Parecchie migHaia di chilomet,r,i d a s up e ra re in cinque m eSIÌ , co mbattendo ! Con d e l ,ma,ter ia.Ie usato, d ei serven ti ·sfiniti !
Gud e rian ripartì attraverso tutto, Slllperando d e ll e tappe che raggiunsero funo centoventi c inque chilometri in un giorno. Nello st e sso tempo, t u t te le forze cora zzate te d esc h e del Nord correvano da Smole nsk diritte dava nt i a sé, verso la cap itale sovietica. Mosca ·s tava p er e ssere pres a in concl usio ne di una manovra •di una pre cisione stategica perfetta. La guerra sarebbe s tata t erminata ugualmente!
Le cinque seHimane p e rdute prima dell'inizio della carnipagna e ila m anca nza di due o t •remHa carri armati c h e av<rebb e ro p e rmesso lo sdop piamento delle coloillfle d' a s salto, s tava no per fare fal.hre que ll ',imme ns o sforzo finale a qualche chilomet ro da l successo . Dalla fine di ottobre 1941 , un fango tre m e ndo aveva impantanato .Je formazioni di carr i arma ti del Reich. Non più un mezzo blindato avanzava. Non più un canmorne poteva essore s pos-tato. Gli app r ovvigion am e nti <restavano invischiati s ull e s tr ade: non so lo il rifonni m ento dei sCJlldati, ma
le munizion,i dell'artiglieria e la bemiina dei carri armatii. Il gelo ,swva per fare il res,to . Stava per aggravarsi, in novembre e all'inizio di dicembre 1941 , in maniera sempre più catastrnfiica, passa!Ildo da 15" sotto zero, a 20° sotto zero, a 35" ,soMo zero, per raggiungere perfuno 50" sotto zero ! Da centocinquant 'anni, da Russia non aveva conosciu1o un inverno più feroce ! 1mpossibi,le ai carri a·rmatri. d,i spos,tar&i. I,] quaranta per cento dei so.Jdati aveva ,i piedi congela ti, privi del1'equiipaggiamento invernale al guade l 'Inrt:endenza non aveva gran che pensato, essa pure, tra i,J 1940 e il 1941. Ves,titi sempre delle ,leggere divise estri.ve, spesso senza pastrano e 'Senza guanti, nutirtni appena, correvano ,nesorabilmen te verso il oro11o fii.sica. Di fronre a lorn i SovJeti disponevano di cani ,armati capaoi di sfidare il fango, i1l gelo e il freddo . Il primo materiale ing,lese aveva appena raggiun1o i sobborghi di Mosca . Truppe firesche erano sta te condotte, in fortissimo numero, dalHa Siberia, mentre un intervento giapponese - che, esso pure, mancò - avrebbe tra ttenuto moJto opportunamente in Asia.
Ogni giom.o 1la battag1lria diveniva più atroce. Pure, gli assalito·ni tedescM proseguivano tl,] loro ,sforzo, qualunque fosse i l 'l'igore del clima. Delle punte avamza•te ave vano perfino ohrepassa,to Mosca aJ nord, a Krasna,ia Poliana. Ahre avevano 11aggiun10 i sobbo11ghi drr Mosca e occupato il deposito dei tiram. Davanti a loro, ne.J gelo divorante, le cupole della capi ,tale dei Sovieti risplendevano, tentacola:ni.
E' •là, a quaJche chilome tro dal Gremlino stesso, che l'assalto si inceppò per sempre. Le unHà erano drrvenute scheletriche . La maggior parte di esse non possedeva più nemmeno un quinto degl,i efifettivi. I soldati s,i abba1>tevano suHa neve, in oa paci anche del minimo sus·sulto. Le a,rmi, gelate, s'inceppavano, s, rifiiutavano ad ognù uso.
HITLER PER MILLE ANNJ 121
I Sovie ti, invece, inarc.>ti a qualche chilomebro appena ,daLle loro basI, ricevevano in a bbondanza viveri, munizioni e ]'appoggio di nuovi caPI1i ar mati che uscivano a centinaia d a lle stesse fabbniche di Mosca. Si s'1ancianmo a,hla conbroiifensiva. I •SUJPePs:tliti tedesc hi di quella ter,r ibU e epope a fmono superati daU'onda,ta. La b..ttag],;a di Mosca era periduta. Olm-e ad es·sa, Stalin aveva ,,.,into ,]a semitranquìllità dà -sei rnes-i d'inverno, sei m es i che sa-rebbero stati un baluardo immediato, e l]a sua •salvezza In ,seguito.
Capitolo VIII
L'inferno russo
Dovunque fossimo stati, ;J dramma sarebbe stato ugualm ente atroce, ch•l -dicembre 19 4 1 aJ.l'aipri,le 1942 , s ui tremiJla chi lomet ni di dio,tesa del fronte rnsso, da P etsamo al Mar d'Azov. Noi, volontani stiranieri, perduti come i Te des c hi i n que ll e steppe Offende, era vamo rido tti ag li estrem i: moni-re di freddo, monire di fome, lottare ug ualmen t e. I mi e i cameralli belgi ed io, ci -dibattevamo allora nell e nev i de l Donez. Daippentutto, la tramontana urlante . Dapp entutto, nemici url-anit,i. Le prn;,ìzioni erano ricava t e direttam ente dai blocchi di ghciac6o. Gli ordinci erano formali : non inc:li etJregg iare. •Le sofferenze erano indicibili. I ndesonivibihi . I cavaJIJ;ni che c i portavano deJ.le uova gelate, grige, e -munizioni ta lm ente fredde che ci bruoiavano le dita, costell avano l a neve di un san gue che cadeva loro d a l-l e na,:-ioi, a g occia a gocc ia . I feriti erano congelati, appena caduti. Le m embra cdlpite di ventavano , ·in due minuti, li vide come una pergamena. Nessuno ·si •sarebbe an<ischiato ad urin are fuori. Talvolta di getto stesso era convertit o in un a bacchetta g ialla ricurva. MigLiaia di so ld ati ebbero gli organci ·sessua li o ,J\m o a!Jrofizzati per se mpr e. I nostri nas i, •le nostre orecc hie erano gonfiati come grosse a lbicocche, da.Ile q u ali sco lava un pus rossastro e appiccicoso.
Léon DegrelleBra orribile, onril:,il e. Solo nel nostro sentore deHe cres-te cent rnli del Donez 'Più di ll!fld ioimilla feriti ,perirono ùn qua,lch e m ese n e ll a mis er ahile scuo1a in cui, tagliat,i da tu tto d a!ll a nev e c h e raggiunge va perlina i quattro m e tl1Ì di altezza, de i medici militar,i, bao-coHanti per la stanchezza, amputavano centinaia dri piedi e di braccia, 111ic uci vano i ventini bu c ati contenuti. ti.in bloc c hi di sangue e di esoremerl'bi ge l•a,ti, corazze lu cent i di materie rossi·cce e verdastre , simHi a pia,nte aggrovigliate vaso a un acqualflio pi·etrif.icaoo.
L 'evac ua ZJione, dai nostri posti di combattim e nto fin o a queìl'atroce d inica, di qu e i ferit i e sposti a tutt-i i venti, s i faceva su ip~ccole canret•te di co ntadini ru ss1 i . I co,rpi appe na p,rote t,t,i da un po' di stoppia •s-trappat0a a-i tetti d e l-le u1tim e is b e. Il trasferimen,t,o du mv a a vo.Jte parecchi gioPni.
I morti non si sot ter rav a.no più da ,molto tempo. Si ricopr ivano di neve com e -si poteva. Av-rebbero att es o il di-sgelo di maggio per ricevere una sepoJ.bura. Dei pa ras s iti scatenati ci divoravano vivi. Nell e nostre divùse s udi c ie, qu e i p id occhi gi, igi, da!lle piccol e uova bri-llan1' i come perle, e rano hn oasllra ti gH uni diern gl-i altri, come grani cli mais. Una mattina, aJ colmo dell 'es asperaz-i-one, mi s pogliai malgrado i1 l freddo: ne ucoi•si s u di m e più di se ttecento .
M a i no stni st essi vestJi ti non emno più c h e -s t mcci. La nostra bi a,ncheria personwle, divenuta bruna s tra, s; em sfiila ccioata ognù se btòma,na di più. Era 1ìimùta iITT m e dica2'ion i urgenti di ferità. De i -so lda bi impazzivano, cmreva n o grid an do diPibt i davant i a sé, nell e n e vi sen20a fune . I n ogn i corpo a co rp o di b a ttaglion e, quattro, c inqu e , sei uomini fuggi ,v ano così. Le •s teppe li ;ITTghiottivano presto. Mai, credo , in nessuna pa,rte de,] mondo, tanti uomi.ni hanno so.ff e rto così.
T e nnero 1duiro , no no sta1111te tutto. Una rii oirata gen erale at traverso qu eg li interminabili des erti 1Yianchi e
HJTLER PER MILLE ANNI
divorainti sa rebbe stato un sui c idio. LI Ililiuto di Hitller, mandando al chiavalo i suDli genernh presi dail panico che 11ic hie devano un vipiegamento di cento, di duecento chilomet,ri , ,sa·lvò l'esercito, non -lq si ,ripeterà maii abba sta111za. Nei kedd i di 40° e 50° sotto zero, e ,sotto tor.radi ,dj ,neve che tr-avolgevaino tutto, a che cosa avrebbe potuto condurre una mwoia -indi e t•ro ? La maggior pa.Pte d egùi uomini sarebbe perita per ·s trnda, come p e rì ,J\ur mata in r-i•birata di Napoleone l a quaile, poi, 11011 era in maircia in pieno ~n v enno, ma in ot:itobre e in novembre, cioè in autunno E Napoleone s;i !11itirava lungo un solo asse stradal e e non mdiet•ro da -t,remila c hilometri di fron-te, attraverso ,steppe immerne in un gigantesco mistero glaciale. Tutmavia, delle coomnaiia di migl-iaiia di uomino che Na po!l eone aveva condotto con sé nella -ritirnta, •so lame nte qual c he miglàaiio soprav vàs-se.
AJ,Jora, che cosa sareb be avvenuto delle t.-uppe tedesche inghiott·He dall'i mmenso•tà delle nevi, in gennaio e febbrnio 1942, ,Ml momento più ter,ribdJe del gel o?- ..
Per una semplice operazione di collegamento, un giorno da gennaio 1942 , dove mmo ,impiegare diciassette ore per superare qua1'tro chil ometro, scavaindoci nel-la neve, con la pala e con l'as oia, un profondo co,rridoio. L'uni co spazzaneve fomito al nosb.-o settore era •s-tato bloccato da murngli e di ghiaccio. Non era mai arrivato a romperle, nonostante sforzi terPibdJi .
E ,anche, se avessi mo pot,uto, ,a p-rezzo delle più tern,ibili 1sofferenze, operare, in due o rt·re settimane, un J'ipiegamento di cen to o duecooto ch1lomtr-i, che oi sarebb e stato ,di ca mbiato? Un grado di freddo di meno? Una g rande parte dell'esercito ·sarebbe perha ritirandosi. 1,1 resto si sa,ve bbe ·b.-ova-to in una ,situazione aincora più tremenda, sv uo ta-lo delJe s u e ultime forze fisiche e m01,ali da un tale sforzo , con, in meno , il materiale difen s iv o las ciato s ul posto o a bbandonato per str.tda. Contro i suoi generali, Hitler aveva ragione. Bisognava
interira,rni non impnrta come, pro,teggersi no[l importa come, sostenersi non importa come. Mandar giù tutto, ma sopravvivere ! E rnnche, soa~lia,:;si sul nemico se, tagliati fuori daHe retro\nie, si doveva assolu tamente trovare un p o ' di oibo o un vago Piiparo. Poiché essi , i Russi, genti delle nevi, non solo eran o, fi.sicamente, più ,rozzi di noi ed erano abi1uat,i ai freddi orirendi di qu e i climi, ma sape vano, da secoli, come resistervti. Pos s edevano J',ar•te di costru.i,r e dei ripa'11i contro il fr e ddo, ben diversamente protettiv• i d e i nostri povePi rifugi maJlrdest•mmente impmwis ati.
Taluni dei doro campi di n e ve errnno un grUi!)po isolato di casol ari semisott erranei per tribù mongole. I piccoLi cavalli nervosi vivevano tra quei mugik militarizzavi, b e n piantati, tarchiati, gli occhi alla cinese a forza di fis,sare le nevi, gli z4gomi giatlli di gras,so grossola:no con oui si imbrattavano, e c he li ,r,ioscaldava . I foro piedi, negli •stivali di feltro, errnno avv o lti ;n grosse fascie di molletto ne. Le loro unifoPmi, doppie o tPiple, fasc iate da ogni parte come f.-ittel,le soffiate , La tramontana non va penetrava. Vivevano cos ì da sempre . E qu eill '.invemo paPmcolailmenrt:e atroce non I[; sonprendeva esageratame nt e. Difesi -rn quel modo datl-l'osti!lità della natura, poterono perifino dedicansi a violente operazioni offensive, a l s ud come aJ ncmd .
Dovevam o atl lora contrattaccare, riprendere l e steppe perdute. R<iconquistava,mo idei vj•hlaggi dis1lrutti. Erigevamo, davanti ai mUI1i a,nneriti delle ,isbe, dei parapetti di blocchi di gh iaccio. Chilometl'i ,di neve separavano ,i nostri nodi di resl•stenza. Il nemico si infi,]t,r,ava dapper,tutto. I conpo a co,:;po er,ano terrificanti. Nella so Joa giomata del 28 febbratlo 1942, in una borgata di&trutta crnamata Gromowaja-B a,lka (Va;lle del Tuono!), e nella qual e iJ [lOSt!ro battaghlone r esis teva da otto g iorni a ll'as,;alto di ottomila Rus s i, pel'demmo in ll!lla misc hia tremenda c he durò ,dal,le sci oce del matti no fano
a notte, la metà dei nos t11i camerati. Oi difendevamo disperatamente tra i cadaveri dei cavai.Ii sui quaJ,i le pallottole Pisuonavano come sul oi,i,sta!lo. I R:usSJ:i avanzavano a ralilghi ·ser.ratù, drappeggiavi nei loro fonghi pas'tra ni violacei, Se nza 'tregua, sorgevano nuove ondate, che fa,lciavamo s ugl,i stagni gelati.
L'ilnvel1Ilo russo fu così. Per sette mes i, tutto non fo che biancore accecante . U freddo rodeva i co11pi. I combattùmenti limavano le ultime fo<t'ze. Poi, wi mattino, il sole apparve, tutto rosso, a,l di sopra dei poggi bianchi. !La neve scese a poco a poco lungo gli altii ,paili, acconciati con mazzi di paglfa, che avevano segnalato le piste fiino al giorno .in cui quelle sommità chiomate non erano sta te sommerse. Delle acque brunas1're scesero con impetuosità da tutte le collme, si ammassarono nei val,loni. Un muJl'i!no ,SJ:i riimise a girrare nel oielo azzurro , Il calvario di cenTinaia di migliaia di soldati tedescllli e non ,tedeschi del fronte russo era finito. La ,tragedi,a dell'inverno era terminata .
Ma era la conquista della Russia che oosognava niJprendere. Ora la tattica di guerra di Hicler era basata non solo su una n uova ,s t ra te gia - mezzi corazzati e a"iazione di rottura che si scagliavano in,sieme e in massa - ma anche suH'effetto della sorpresa. Nel 1942, non srurebbe stato più possibile contare s u qu e ll'effetto deHa sorpresa. Stalm conosceva OJ:1ffiai quel metodo . La supePiO<t'H à d'.i,ni2Jirutiva era dunque perduta. L\ntervento strategico di Hotler era stato genia,le: la Blitzkrieg, cioè la guerra lampo, ,J',i11ruzfone folgorante ne11e retrovie del nemico, la rot,tura mas,siccia delle sue lirnee ti.n ,punti predsi sui quali veniva buHato, di ,sonpresa, ili grosso de!Je forze. L'ariete era costituito dall'enorme m assa dei carri arm0JllÌ, davantii ai quaili .J'a11tig11ieria vOllante deg1i Stukas, seminando il teProre, faceva tutto a pezi,i, apriva l e vie di pas,s,aggio.
In Polonia, ,in Olanda, nel Noro della Fra!Iloia, in
Jugosfavia , questa nuova fol11Il ula di g uel'!'a aveva Vli nt o perché, in ognuno di quei paesi, era la prima volta che era s•tata ; mpiiegata, permettendo aL!e pinze g iganti, di fei,ro e d i fuoco , di riversa:rsi e di ric hiudensi sul la sc hie na delJ'avversaPio, incastrato , demoralizzato, ann ientato in ll'l1 b atter ,d'occhio. In a loun,i giorni, centomila , duecento mila uomin:i e rano s t ati rpresi . E' quella stessa fonnula c h e Hit ler aveva vie d-itato nel 1941 facendo irruzione attraverso la Russia, obtenendo le stesse penetrazionii, le s,resse retate, ma a una sc afa favolosa, particolarmente in Ucr:aina e rrel Donez. In quattro m es.i , parecchi milioni ,di pnigionieri, migliaia di can,noni e idi cwri at'IDa1:i, erano stati presi. Ma gl,i Ural i erano più tlorn ani dei Pòrenei ! Ci si ,sarebbe dovuti preoip,tare priima. Oppure potere, grazie a una forza molto s up eriore di mezzi coraz2lati, condurre due o 'tre vOl!te piiù operazioni di accerchiamento invece di dover correre con le stesse forze, !,imitate, dal nord a l sud e clal sud aJ no r,d. I,l gelo aveva p recedmo Hitler, g li era caduto addosso con i •s uo i quarainta e i suo-i dnquanita gradi sotto zero, rpiù forte del1'acoiaio deUe sue ,divi s ioni co ra zzate e delJa volontà d ei -su o i audaci capi di Armata. Nel 1942, bisognava dl.l'Ilque til'M"e in ballo di n uovo oiò, senza più contare di poter sorprendere l.l!I1 avve11sario ormaii avv.isa to.
Del r es to, Sta!lin che , 1lu,i pure, era un gell'Ìo a •s u o modo, 1.111 genio e lementare che tuffava ogni g iorno- la sua vo lontà nel sangue deglii ailtri per rivivificarla, Stalin aveva avuto i,! tem po , non solo di scoprire i ,segreti d e lJa svrategia hiinleriairra c h e aveva mancato p oco p er spezzado, ma di •trovarvi una ilifesa. Essa era semplice : guadag!llarre tempo; gu•adagrrare mesi, arurri, duramte ; qualii avreb be potuto funnare nuov e armate , aH!Ìin gere, sen2la ailcuna ,p ietà, nel •serba toio idi d uecento miJ1ion, d, a bi1Janti <leJU'U-R.S.S., forgiare •a sua volta dozrine di divisioni di carr i a rmatii che, un giomo, avrebbero -sur-
HITLER PER MILLE ANNI 129
classato 1in ,1naniera schiacciante - ventim-Ìlla carri armati contro qua,lche migliaio - le forze comzza1e che ave \aa no ,as,s,iourato i trionfi folgoranti di Hitler, clall'auturuno 1939 all'auturuno del 1942.
Hitl er , nell'es,tait e ciel 1942, avrebbe raccolto a,ncora delle \Oittorie moho spettacolari tra H Dom, H Volga e il Caucaso. Ma i tenta,ti\ai cli grandi accerchfamenm non av,rebbero avuto più esi'lo. Come i.! toro che non si può sorpre ndere due volte, i•l Russo aveva scoperto le trappole e vi sarebbe ,sfuggito ogni volta in 1empo.
L'ultimo eNore sovietico fu commesso nel maggio 1942. E finì dj met'1:ere Stal vn <in guwdfa. Le sue truppe s·i erano concesso iii •lusso di prendere, prematuramente, l'iniziati,va . FoPs e cercavano p11i1ma ,di tutto di disorganizzm·e ,la ma,s·sa offons,iva tedesca che stava opera,ndo i preparn1tivi per prendere, a ,sud, lo s lancio ? In ogrn caso, nei primi giorni del maggio 1942, fummo sul punto di essere sommers-i, nel Donez, dall'enorme va.Ianga di truppe sovietiche che si slanciava d,-lla regione di Karkov verso i l Dnieper e Dniepropetrovs-k.
Sfonda•rono il fronte tedesco, dUagarono davanti a sé. Ma correvamo e niente psi1. Correre non basta Pfil di s truggere. I Russi non avevano ancora affeNa,to esattamente i.I meccan,ismo deHe plnze di accercMamento. Li lasciammo perdere nel vuoto. Le divisionj tedesche e i volontari stnmieri, belgi, ungheresi, romeni, croati, i tahiani non pernero .la testa. Tutti sao-ebbero ,restati esat tamente attaccati ai 1ìianchi deH'apertura nemica. Si richiusero nelle sue retrovie qua,ndo ;J nemico si fu addentrato moho di più, e jn modo primitivo. Nuovamente, come nel 1941, pa,reochie cenllinaia di migliaiia di Rus,si fmono fatòi pnigion'ÌePi. Nessuna delle loro uni1à potè sfuggire.
E<ravamo ammas sa'ti sui due fianchi e nel dorno d e lla ma ssa sovJeòica presa nelle nostre rnt-i.
Fu per i Russi Uil1 grnnde disa,stro, che completò
Léon DegrelleHit,ler met,ten:do a rprofi bto qu e l ,ten-ibille saJlas,so dei SoV'ieU per ge~tarsi su 0ml, ,aprendo così al1e ,sue ,trr,uppe la ,atrada delle pòanure del Don, di Stailingrado e del Oaucaso.
Sral1n si e ra definivamente r e so conto c he egli era ancora lungi da uguagliare ta,ttricamente il suo v,inoito,re. Non si sarebbe più a rnischiato ad aitacoado ,a fondo prima che le 'Sue forz e "1.on foss e ro divenute molto S'LUperiori a quelle del Reich.
A1lora, solamente, esse avrebbero potuto compensare, 00"1 ,jj numero, ,la ,super,ioJiJtà tecnòoa d e lle armate corazzate di Hivle r, ancora schiaccian,te nella primavera del 1942, ma che 5'i ,aacre bbe as sottiglia1'a man mano che i giovani capi del<l'Armata crossa, 1Hberati dall'ignoramza abitudinaria dei ,loro maggiori, av,rebbeiro assimiIato, a forza do ,tempo, di accanimento e anche ,d; rovesci analizzati con in,tehligenza, la ,s,t,ra,tegia che aveva fatto Hililer vinòtore e che avrebbe liinito per convertrirlo on vinto.
Si potè credere, n e bl'estate del 1942, ch e Ho,t ler , lanciandosi vevso l'estremità sud del,la Russia sovietica, sbava per mnire, questa volta rper davvero il co,losso ,r,us so , Le brecce di luglio e agosto erano state as,solutam,mte 'impressionanti. Noi stessi, che vi paivteòpavamo, eravamo inebri ai tri. Cavalcavamo a1Jllraverso le magnif,iche pianure del Don, nelle quali milioni d o piante di m a i,s e di girasdle, ailte tre m e tri, s i est e ndevano fono all'es trnmi1à del cielo dorato. Supe ravamo a nuoto, mitra al collo, ,; fiumi ve11di, larghi un cMlometrro ai piedi di co1li"1e sovrasbat~ da amtichi sepolc11i ta11tari e fe ,atonate dai pampini delle uve in via di matiuraziione . Progredivarrno di tirenta, quairainrtJa chUomet1r.i ogni giomo . In ailcune s e ttima"1e .t'ala sinisllra ,de1l'offensiva e ra arr.ivaita , n prossimHà di Stalingrado. AH ',ala d e s bra , aveV'amo, noi, varcato il Don , raggiunt o è gmndi '1aghi del Man.eh, co,atélJila,tJi, Ua noHe,
dei mi,lioni di margherite irreali gettate dal-la h ma s ui fl utoi. Dei oa,mmelili d isegnavano ile loro gob be spelat e, bvuste come del vecchio ou oio. Un ,tu rbine di rpolvere, lun go dozzim e di chilometri, segnalava le colonne di carn i armati c h e erano segui-ti da mighlaia di giovani fanti col coJ leoto a pei,to, c he ca'll!oava,no a squ arciagola nel.l'esta te cocente. AJ1l'iniz io di agosto , al <li là delle acque balzan,ti del fiume ~uban, ,si .inna'lzarono davanti ai nostri occhi abba gliati ,i rpicc hi gig:m ,ti d e l Caucaso, da l1le cime bianche , ~ len<lentii. come lastre di vetrn. Nell e rad ure delile prune fore~e . davant,i a capanne <li legno appol,Jaiate su p a lafHte - per proteggersi dai -lupi, J',inv=o - deHe Avmene mungevano d e lle bufa le g igantesche , dal collo cascan te come un boa grigio. Avevamo avanmto rper più di m rne chllometri! Bravamo ar rivati a ll e fron'liiere de1l'A:sia ! Chi oi avrebbe ancora fermati?
Non dim eno , in realrtà, non eravamo in nessun posto rpoiché, ,se ,avevamo conquistato i,l su o lo , non avevamo agguan,t~to ,!'avversario per ò.J colle tto. Questo ero fuggito pr1ma ,di essere ,pres o nei nos~ri accerchiameruti. Non · s i sarebb e ooarcato ali suolo c he quando saremmo quas i arrivati •aiJ.la fine d e lla nos,tm corisa, ternibilmente lontano d a lle nos,IJre basi, numericamente ridotti: feritd, sciancati, malati co lpit i dalla dissente ria erano stati fasciatd lungo 1a Sltrada, in gmn numero. L'estate •stava per finire. Fu solitan to a llora che i Russi c i affrontarono, nel mom en to in cui le prime piogge d',autunno si abbatterono in enovme quanitità. Una seconda volta, l'inverno -rus,so stava per bl occare t utto? Faroi fallire tu'Mo?
Lucido, avendo ·infin e cap ito che un sa las,so sim,le a quehlo del 1941 avrebbe completato la sua perdiita , Sta l,n aveva " igilato con oura estr ema affinché •le sue truppe non •si fossepro più lasciate in castmre da nessuna parte. Era m eglio p er ,lui perdere mille crnlometri
piuttosto c he oi-nque mjlioni dii uom.irni , come l'anno precedente. Lo sp a zio, in gueITa, è una fisanmonica. Va, vien e .
Non e ravamo arrivati a co11quistare che l'airfa dorata d e l!l'es t,-te e un s uolo Illudo. Le ,rotaie deHe 'lin ee ferroviarie erano s,tate sezionaJte ogni dieoi metni. Le fabbriche e rano state vuotate del loro materiale, f.ino all'ultimo banco di lavoro e fino all'ut•imo bullone. Le mi•niere di carbone bruciavamo dovunque , favolo se masse arancione che facevano impazzire i nostr,i cava~li. Non resta van o, llle i vÌ'ilagi, c he dei vecchi co ntadòni irrourvati, del-le con tad1ne devote e bonaccion e, d e i b e i bambini biondi, che giocavamo vioùno ai pozzi di leg no. SuJile pia zze pubbliche , ci attendevano so le le orribilri sta,tue, sempre le stesse, di vo lgare cemento, di tlln Lenin in giacca da pi cco lo borghese e dagli occhi d a ~siatko, o di una sportiva marruneliluta, dall e coscie ma s•s icce come un ceppo di calcesmuzzo.
L'unica seria resi,stenza, n o n la incontrammo c h e troppo tardi, proprio alla Fine, giusto n e l mom e nto ,i n cui si sarebbe dovuto concludere la co nqui•sta prend endo i poz zi di petrolio davanti alfa frontiera di P e rsia - obi etllivo reale d e Ua nostra offensiva verso il sud - m entre Paulus avrebbe dovuto ribu1Jtare def.initi vamente ,i Rus•si ,dall'alt,ra pa11 te del Vo lga, divenuto frontiera del11'Europa. Ma ,anche 1là i Sovfoti si erano improvvi samente ina-rcatii.
Ho conosci ut o , come tan1Ji a ltri, lo sforzo disp emto d1 'que lJ e ultime senimane, que ll e settimane in c ui sentimmo, per la prima volta , che, forse, la vj,ttoria, c ioè la Ru ss ia , ci s fuggiva. Av evam o raggiunto, a cento chilometri dall'Asia turoa , dei monti alti e selvaggi, d a lle foreste cli querc ie non sfr u t tate, n e l•le quali non si p rocedeva più che a colpi cli accetta, coperte d , ostacohi, annegalle da:Iile pjogge deU'autunno. I carni arm a,t,i non pas sa vano pi ù . Le b es tie non pass avano pi ù, o ere-
pava,no di fame, flagelilat e d alle raffic h e . Ci rintrufolava m o a s tento in qu ei b osc hi spugnos,i, da,1la vegetazione e t em a, s barrati dai ceS1pugl i spessi e pungenti di migliaia di prugno,!, selvatici. Là, i Rus•si erano re, avendo preparato i ]oro covà molto per tempo, jn agguato nei fitti cespugli , o ànsl'a.Jlati a cava,lcioni suù rami d elH'enorme fo resta. Ci tendevano mi,J,le traboc h et ti, oi s paravano, imnisibi,li, presenti dovU[lque ,
Le piogge, frammi s te alle prime n e vi, si abba tterono in uragano. Esse tagliarono , dietro a He n ostr e S'])al<le, i ponti di ta vol e che avevamo geMato sui torren ti a l mom e nto de Ma nos tra avanzata . E' per mezzo di essi, s olo di ess·i, che avre bbero potuto giungerci un riforn,im e nto di fortuna e delile mu'l1i2Jicmi. Ridotti a noi st ess i, vivevamo d e lla carne c ruda dei cavalli morti da un a o due se!Ti mane e c h e ,Je acque ribollenti •rigettavano n e l,le curve d e i ton-enti. Con i cnlte !I;, 1); riducevamo in una spede d,i ,pastone 111eras•tro.
L 'itte riz ia trasformava i so ldat i iin spettri : solo nel nostro settore, di fron te a d Adler e a Tua,pse, d odicimila i tterici fo rono evacuati in qualche scttiimana.
La ,nostra Legion e , c ome un gran numero di •altre unità, ,non e ra più che l 'ombra di se stessa, ridotta a un seN:im o dci s uoi e ffetti vi ! S caPrrit•i, eravamo a ppol,laiati a più di miHe metn di a ltezza ,s u pkc hi •spazzati da tem p este , sotto g l,i a lb e ri storti d a i tomadi autU[lnald. I Ru ss i s,i aTramp,icavano di no>Me , di ceppo d'ai~bero ,n ce pp o d' a lb ero, fii:no a i nost11i co vi ricolmi d'acqua, c h e segnav a no la nostra lin ea di ores ta. Li 1lasoiavamo avvici• nare fino a due o ·tre metri. N e !J'ombra, inga ggiavamo d e i c ombMtiment>i s,paventosL I tiri di s b ar;ramen to , di giorno, era no taH c he i cadavepi della notte dov e vano riman e re nel v uot o im piglàati a radici, fiino a che la tes ta non si fosse s t acca ta, in capo a due o tre settimane, e che non foss e l'im asto più, so tto i nost 11 i occhd s tra-
Léon Degrelle
volti, che ve11tebre grigie che sptl[>tavano dalla giacca, sowapposte come col1lane di negre . Pochi tra di noi non erano ·s tati fer i ti. Ave vo avuto lo ·s-toma:oo bucato e il fegato perforato. Che ailtro av,rei potuto fare se non res•tare tra i miei uomini sull'o11lo della depressìone? Non eravamo ,più, affamam, ;.J1Suti, c h e dei -rel.i,titi um ani , Come, in queillo sta·to, awemmo potuto pas,sa<re un secondo inverno quando le new av·rebbero . 11icoperto •l'intera catena d ei monti e tutto H retroterra d el paese?
Fu aJllora, i l! 19 novembre 1942 , alle cinque del mattino, a1!'-atltra estremità del ~ron1e del Sud, a nord-ovest di Stalingrado, aJla testa di pon-te dii Krem e nskaja sul Don, che migl,iafa di cannoni sowetiai ruggi,rono, che migliaia di carri armati si 1s<Janciarono a,t-traverso •le ,posà21ioni della Terza e d e lla Qua'l1ta Armate romene Una settimana dopo, duecentotre ntami,Ia soldati tedeschi sa r ebbero stam Pigettatii verso S-naJingmdo, in un accerc hiamento ·che non era ,più grave, In Peat1tà, di vent,i accerchia1nentri 1 in oui i Russi 1si erano faa1.i prendere precedentemenite, che sa,·ebbe anche rpotuto essere rotto, ma che l'imperizia e 1l' aipa.tia del fun 21ionanio pignolo c h e era tlil genera le Paulus, av,rebbe convertito, in qualche settimana, in di-sastro. La Seconda Gu erra mondial e era giunta aMa sua grande fra11tura. • La Germania invinoib;,Je di Hitl er, era s1'ata v inta per ila prima vol,ra , Aveva pwso 'l'equilibrio sulla china d e Ha disfatta. La oad ut•a •s i ,sarebb e prolunga-la per qua•si mHle gioPni, ,pnima che ,l'udmmo cadavere, qu e llo di Hi·tler, bruo ia sse a Berlino, sotto duecento Ht·ni di benzina , ne l giardino annenito d e ll a Ca•ncel,Jeria.
HitleI•, chi era 'f
Questo Hitler, di cui nessuno sa di preciso, dozzine di anni dopo , se i s uoi resti oa loiinaroi esi1sito no ancora, e dove ;possano essere andati a finire, chi era? Che cos'era quest'uorrno che ha messo sottosopm ; ,] mondo e ,ne ha ·cam biato i•I destino per sempre ? Qual era J,] s uo camttere? QuaiH emno ,le sue rpass•ioni? Ohe cosa perusava? Che cosa avveniva ne l suo cuore? Ne aveva poi uno? E qua,le fu i!] s uo progrediTe int emo fino a.I giomo in cu i , a cento metti dari Russi trionfu,nti, s i fece saJ.tare •le cervella?
Io, ,l'ho conosciuto, conosc iuto durante ben dieci anni, conosci uto molto da vicino nel momento deUa glonia, come nel momento àn cui, attorno a •lui, l'universo ,d e lrle •sue opere e d ei 1suoi 1sogni oroHa,va. Io ,so. So c hi egli e ra: H capo polHnco, i,! condottiero, ,]'uomo, l'uorrno nudo e crudo , l'u omo semplòcemen1e. E' veram e nte t,rc~ppo sempl,ice accontentarsi di cop Pire di o l traggi le ~pogl,ie dà un \OÌnto m<>I'to, di dke, di •scPivere, di inventare su l suo conto qualunque cosa, certi c h e il pubbJ.ico •acceHerà qualsiasi cosa purché oiò complet i l 'idea che esso sa è fatto di Hi-t ler - que l,Ja di un mostro! - cerbi anche del fatto che ; rani t estimoni c h e potrebb ero spiegare che non fu affatto così
s i terraooo cheti per non essere subito fatti erba del1lo stesso ,ignominioso fascio di Hd,tler mo,cto.
Tutto oiò che il pubblico può raccontare, o tutto ciò che gli si può ~·acconta.-e, mi iJasoia complebamente indifferente. Quello che ;mporta è la verit à, è que llo ·c he so .
D 'aiJ.t,ronde, ci vuole la ,stupimtà dell e folle p e,- cre-
dere che un uomo ch e trnscinò cento mrlioni di Ted esc hi di e tro a sé , p er ;1 quaile mori,rono milion,i di giovani, non e ra che una specie dd Sardanapalo o di Nerone, che bevev a sangue, da mattino a sera , al rnbinetto d e 1la s ua foHia ..
Lo vedo ancora a Berl,ino, H I " maggio 1934, appolla·iai to ailla sommità d; una g randio sa tribuna, al campo di aviiazione di T emrpelhof. Centinaia dd migliaia di ascoltat or i gridavano di pa ssione so tto il suo s guardo. Pw'C , ero rimasto d e lu so . La s ua e loquenza era poco sfu ma ta, vio-lenta, elementa,re, abbastanza monotona. Un uditoJ1io lat ino sarebbe sta to più esigente. Ainche l'-ironia era iiuv•id a . Era una e loqu e nza-forza, più c he una eloquenza ar te.
Ne llo 'stesso modo, il bag],iore dei ,suoi occhi non m'impressionò mai p art icolaJ1men te. Non frngava, come si è d etto , n e:I,lo sguardo dell'interlocutore . La loro luce non aveva nulla d'dnsosten dbile. Azzw-ro, vivo , l'o cc hio era b e llo, ,il ,s uo s prizzo era fresco, nuovo, con L>na gmnde proiel!ione di poten za, cepto, ma che non cercava né di intimidire, neainche di sedunre, n é sopratbu ùto di lu sin gare . Si p otev a guaiida<'lo b ene in volto, con inte n si•tà, se n za sentir e c he vi •inva desse o c h e lo si di-s turba s,se .
Lo stesso p er i famosi liJuicLi . Delle vecchi e pa zze come la 'Prinoipessa E'Jena cli Romania hanno scritto che quando Hit'1 er st ringe va la mano, le s ue dita lanciava n o scariche e le ttri c he , ev id e ntement e diaboJi che! La mano di Hitl er non str in geva troppo , era piutto sto molle . Ge n erailm e nt e anche, soprn-Mutto con d e i verd
amici, Hitler non dava ,la maJ11.o, ma striITTgeva ,l'altra nelle sue -due manL Non mà sono mai sentito trnfi,t,to da quel contatto , come ila vecchia paz>la di p11ÌITTcilpessa romena. Non sono maò saJtato in ada soHo la deflagraZJione! Era una stretta di n1ano normaili ssd·ma, come que Ha di una guardi•a forostaJe ardennese.
Hiuler era semplice , molto curato. Le s u e orecchie mi hanno sempre stupito, lucenti com e conchiglie. Eg],i non faceva i-1 play~hoy, ,credeten1i. I suo i vestiti er,ano s-ti-raLi con cura, è diffi cile dirn e di più . Le sue giacche mi 1lHari e rano tutte ugua1l1i, senza n es suna graziia. Oatlzava H nLun er o 43: una notte in cui ero caip1it1ato da lui al~ l'improvviso callz ato di ·st>ivali di feltro n1%i, egli andò a l suo armadio, mi ripcn.1tò un pario dei suoi st•ivali e faccò .n e l,le ,punte un pezzo di gior,na]e perché non vi nuo tassi, giacché io calzo il 42. Questo particolare vi dice come l'uom o era senza compliicazion:i.
Non aveva bisogno -di nu]l]a, salvo di b e ltlezza . Si pagò, con i diritti d'autore del suo Mein Kampf, un meraviglioso Botnic e lli che agganciò al di sopra -del letto. A part e ciò, non aveva mai un .marco su di sé. E' n10,rto senza lascia re un pfennig. Per lui que sto problema d ei beni personali, ,deil idenairo personaile n emn1 e no esristeva . Sono sicuro ch e durante gli u\Li mò anni deHa sua v it a non vi p e nsò una so.Ja vo1ta.
Mangiava ln di eci minuti. E anche il suo pasto era uno spebtaccJlo piu•t'!osto sba1lor-di1ivo. Poiché quell'uomo c he s• i co ri c ava a ll e cinqu e o a11le sei del mattino ogn i giorno, e che era già 'in p ie d i a ll e w1dici, occhi1ali in mano, davanti ai suo-i i-ncartan1entii, n1angiava appena. E ancora, e rano cibi, che, per il grande pubb!-ico, «non danno forza». Conduss e tutto lo sforzo terr ibil e d e ll a guerra senza avere inghiottito una so•la volta cento g,rian1mi di oarn e . Non n1angiavra u ova. Non n1angiava pesce. Un piatto di pasta, o un piatto di verdura- Qualche
Léon Degrelle
dolce. Acqua. Sempre acqua. Ed i festegg ia m enti c u11ina11i hi tl e riani erano t e rmin a bi!
Ave va la pas-sione dEJ Ha mu sica . A un punto perfino s tupefacente! Aveva una m e moria u d it,iva d egna della memoria par lata d i un d e Gaull e. Un mobi vo musicale, da lui sent ito una volta, e ra assorbito per sempr e. Lo f isc hi e tt ava se,nza difficoltà, pe,r quan1.o lun g o fos se . Wagner e r a ùl ,s u o dào. Non n e ignorava una sfumatura. Eg li confondeva, n e Ma Sto nia di Spagna, I sa b e lla ,Ja Ca-Holica (XV seco lo) e I,sab e lla II (XIX seco lo), ma non avre bb e confuso du e not e di tutto •il r e pertorio musica le tli tutto l'universo.
Amava i•! s uo cane. Gli era stat o rubato un can e d urante la Pràma Guerra mondial e. Fu umo dei più gr rn1di dispia ceni d e ll a sua gi ovinezza. Sì , è c osì. H o co nos oiuto Blondie, il s uo ca n e d eg li u.Jtim i anni . Il bravo -a n~male mi s ura va co'i proprj pa ssi a fi ainco ·s uo il b aracca m e nto d i tavol e , com e se avesse soppesato, anc h' esso, l e a lee del fronte ,usso. Hitl e r g l•i preparava lui s1tesso iJ 'Pastorn e verso 111 ezz anotte, Jaiscian do i vis·i~ t-a tori presenili p e r a ndare a dar da mangia•re a l s uo compagno .
E deJ,Je com pagne? Qui veram e nt e , s i sono s uperati tutvi i hm1<ti dEJJJ'irmmag•nazione in folMa, p e,r fono dei! sa di s m o . Se vi è proprio un uom o p e r il qual e Ja donna-amore a b b ia c.o-ntat o p oco , questi è Hitl e r. Non par lava m a i cli donn e. Av eva orro r e d e ll e batt u te Ida conpo dii guardia di cu i t a.1nti uom1in~ - i pi cco li cara tteri soprattuHo - sono ghiotti. Dirò di più: era esageratamente pudico. Pudi co nel comp ortam ent o. Pudico nei sent i mentJi.
Egli amm ira va la b e ll ezza fe mmi n il e . Un giorno, s i adirò p e rché i1l suo uf6ki aile d i ord in anza n o n aveva
HITLER PER MILLE ANNI
c hi esto l'indiri zzo a una ragazza, straordinaria-1nente be lla e radios a, che s i era spinta fono alJa s ua automobile per acclamarlo. Non che avesse voluto fissare un appuntaimento 1 c01ne cento uomini avrebb e ro fatto, ma gli sarebbe pia ci uto mandarle un mazzo di fiori. La co mpagl1'ia femminile gU piaceva . Ho conosciuto molt o b ene Si egrid von Welds ec k, fa più b e lla ragazza d e l Reich, allt a, g,1" occhi chia,ii, ila p e!lle m eravig.Jiosam ente dolce, i se ni minul'i. Chiunqu e ,sarebbe stato pazzo cli lei. Ho passato con lei l e ult,im e belle o·re della g u erra, precisamente quando , nel mio settore del fronte deWOder, venne a ricercare il fascio di le ttere c h e le aveva scnitto H suo amioo, -il Fi.ihrer. Ebbene ! l 'essen z ia le del,Ia loro relazione consisteva, lei stes•sa m e lo raccon t ò, nel,]'a,ndare da 'l ui ogni marte dì - e non vi s i recava nemmeno sola - aHo scopo cLi incantarsi cLi musica ! Hit-ler non abbondava di conf,idenze s ui suoi s u ccess i fem-miini1li. Milioni di donne tedesche - e no•n tedesche! - sono state -innamorate di ,lui. Un intero ar madio Pinchiudeva lettere di donne che l'avevano s uppl ica to di far t!oro un bambino ! Non faceva loro nemmeno la corte. Aggiungerò che l'amor e non contava ni e nt e per l u'i.. Una fatalità quasi spaventosa segnò i su oii diversi slanci sentimentali . Aveva eso,rdito con un amore innocente. L'eroina si chiamava St efan ia. Lui aveva sed i ci anni. Ogni ,sera si insediava ,s ul ponte di Linz ,per vederla pa ssa r e . Ebbene ! m ari, dura nte i mesi in c ui ,durò ;.1 man egg io, osò dirl e una p aro-la ! Hitl e r - ciò sembra ,impensabil e - era un ·Ìlimi,do . Ma tim1ido come una comunicanda. Si consu mò du e ainni ,,rd amare da ,lontano fa suddetta Stefania. Egl,i disegnava il p,rlazzo - wagneriano , certo! - in c uii avrebb ero vissuto la -loro felicità. Le ser i-
Léon Degrelle
veva, da Vienna, JcHere disperate, a carat teri :nervosi, tratteggiati. Ma Ja fi i mna era illeggibile, e l'indir,izzo non e ra d 1ndicato.
« E' vero, 1ni ricordo. Ma è c osa vecchia! Cin. quant'ann.i ! S ì, ricevevo proprio le l ettere di cui dit e. Allora, a sent ir v i, erano letter e di Hitler? » E' St e fania c h e parfa così. Mai il suo ~nnamornto di allora si prese111tò 1 mai osò p·resemtairs:i. E ssa s i sposò. V,ive ,a VJenna, molto an z.i aina s,ignora, vedov a d r i un tenente-colonne!• lo . F u i,l primo amore di Hi vle r. A vent'an ni, complet am e nte assorto da quell'amore muto, Hitler e ra an co ra un u omo vergine. E' così. E' vero , rigorosam e nte vero.
Si son o, evidentemente, raccontate centina,ia di stupide storie s u amor i di Hitler co n pro stit ut e vi e nn es i, con Ebree, evti d e nt e men~e, e, rperf ino s u.Il a ~i6ilide di c ui 'lruli s •ignor e g li avre bb e ro foHo dono. Sono menzogne. In tutta la giovinezza d·i Hitl er, non vi fu che un a m ore , qu e llo dii Ste fania. E non le rivolse mai la p a rola.
S e l' a mor e per St e fan.ia 111011 av e va port ato a nulila , tutt i gli a ltri an1or i di Hitl e r non c ondussero c he a catas tro f i N e mm e no un a d e ll e donne ch e strinse neNe s ue braccia l'uomo cl1 e fu certam e nte il più amato d'Europa tern1•jn ò i1l s uo .r01nanzo senza un raccaprkcian te dran1 111a. La prima si jmpiccò h1 un a cam era d'a lb e r go . La seconda, s ua 111ipote Ge li , si u ooise n e l s uo app artam e nt o d.i Monaco, u sa ndo l a s ua s t essa rivoltell a . Hi vler ,n e fu com e impa zZJ ito. P er t-re giorni , mis u rò a grandi p ass i senza fer mar s i il s uo pi c colo appar lan1 e nto bava rese , pr onlo a s ui oida rs i. Mai p.ill il r icocr do cl,i Ge li avrebbe abbandonato ,]a s ua vi ta. Ge li era ,dovunqu e . Il s u o busto e r a amato d,i fiori se n za ·sos ta.
La te rza fu Eva Braun , Ev a Braun int orno a lla q u acle s i so no int ess ute legge nd e favolose, s p esso in sensate , tal vo lta grotte sc h e.
Qui ancora, sono testimon e. Ho saputo tutto di lei. Era una P'iccola impiegata del migliore amico di Hitler, il fotografo monaches e Hoffman, mio ottimo amico, pure. Essa era pazza del bel Adolfo, pur assai mal e agghindato in qu e l tempo, neMa sua orrenda gabardu1 e chiara , se mpre sguakHa, la c iocca cadente c oone una coda di ucc e ll o morto, il na so abbastanza grosso, appoggiato su)lo spazzolino da denN dei suoi baffi. Ma ~a ibeUa Eva, grassotte11a e rosea, ,lo amava p e rdutamente. Essa tentò di prenderlo n e na trappola di un bacio. Una notte di veg li one, •indusse Hoffma•n, il suo padrone, a t e lefo nargli a ffinché li raggiungesse alfa loro fes,ta. Usciva •poco. An c he una notte di cenone, la passava solo nel suo due-stanze. Finì per lasc iai-si convfrncere e arrivò. Proprio nel momento i n cui pa-ssava, senza •rend ersene conto, sotto iil vischio, la bella Eva, che spiava i,1 momento, gli sa,ltò a.I collo, segu endo la -vecchia oradi1Jione. Hr~ler si fermò di botto, arrossendo come un cose-ritto, girò sui tacchi, st,rappò dall'artaccapalliliÌ ,la sua gabar,dine e riguadagnò ila via, senza nemmeno aprire boooa. Ve Jo dico: di fronte alle donne, egLi era incredibilmente <timido. Un ,so,lo ba c io aveva messo in fuga colui che avrebbe m ess o in fuga, dieci annii dopo, 11',in,tera Eua-opa!
Ma la faccenda non sarebbe finita lì. La povera Eva era pii, innamorata c he mai. Allora, ,;i dramma, di nuovo, entrò. Quando ebbe proprio coscienza che i,l caro Adolfo e ra radicalmente inaccess;bile, prese, le i pure, una rpicco la ,:-ivo lteU.a e se la scar icò in pieno cuore.
Si ignora, genera1men1e, quel suicidio. Ma, di eci ann,j pnima ,cl.i ,suioidarsi a B erlrino, V'iciino a Hitler, Eva Braun aveva voluto già, per amore d-i Hit·ler, ,suicidarsi una p11ima volta, a Monaco. Dopo IÌ due ca daveri precedenni, c'era <li c h e spaventars-i. Eva non era moPta. Hibler voJ.le sapere se veramente vi era stato un suicidio
Léon Degrelle
per raggiungere ,]a mor,te, o, semplicememe, per impres,sionarlo con una ,piccola commedia. H raipporto del professore dell'università d:i Monaco che, a sua richies•ta la esa minò, fu ,categorico: Eva non ,aveva mancato ,la morte che per qualche minimetro. Essa era propr,io sta ta l'dn narrnorata ,integrale, qu ella che aveva prefer ito .p er ire piurtos•to di non ,potere proi e ttare verso ili s uo dil etto tutto lo slancio d e lla sua vò,ta. E' da arl!lora c he data l'ingresso di Eva B",aun neLJ.a ,vita di HitJler. Oh! ·enurata discretla . Non li ·si ve deva mai ,soli. Ess a e ra -invita,ta a Berchtesgaden, ma sempre ùn compagnia di alt!re ragazze, d e lle mogli di ,collaboratori d e l FUhrer.
Ci si se d eva aJ -sole, sul ,terrazzo, di fronte alle Alpi gnige, azzurre e bianche. Non v-i fu mai amici,ria - poiché fìu, ,innan21i tuHo, un'amicizia - più .riservata di quell'amore. Tutte -le storie di bambini nati da Joro r,ientrnno nel campo della fantasia to taJ!e. Hitfor ,adorava i bambini, ,li riceveva sulla s ua terrnzza, rl• i vezzeggiava . Ma ,non ne e bbe mai né 'da Eva né da nessun'arl-tm.
Nella ,sua vi•ta, la donna non f u c h e uno sprazzo di be llezza, -in m ezzo ai favori -d e lla sua vita · poliuica che era tutto p er lui , E ancora, ~e ombre della mort e Jntenebrnrono ,se mpre le fuggevo,li luci dei volti femmi-ni -lù s ui quali il s uo sgua,:;do si era posato.
Poich é non era finita co n 1Je palloutole di ,rivoltella.
Un'altra t rage dia femmindle •s t,ava per ,scoppiare sotto il balc o ne di Hitl e r , i,! primo giorno della Seconda Gue rra mond:iaJ e. Questa volta, era un a Inglese che s i s uicidava. Era una ragazza meravigl,iosa. L'ho ben conosc iuta e •ammirata, come Je sue sorel le, una d elJ e quali era la mogli e di Oswald Mosley, iii capo dei fascisti ingles i. &ano t ut t e bell e, ma Unity - Unity Mitfor,delra s\mi,le a una d ea greca, s lanciata, bionda, òQ perfetto tùpo ger manico , Si era illlusa che Hitaer e ~ei avrebbero potuto i,ncarnare a•a,lleanza germano-bri-tannica che Hi'vl e r sog nò sempre, che eg li evocava ancora qual-
c h e giorno prima d ri IIIlOrire . Un.ity ,segui va Hitler dapp e rtuuto. Quando ques·ùi >1Uraversava le fdl ,le prima di mggiungere la tribuna, le i e ra là, raggian te, trasfigurata. Ogni volta, run soPdso tenero iJ.1uminava iii rude volto di Hitl e r, un breve ds tante . <La -in vitava, lei pure . ,Eva Braun ne e ra anche un poco gelosa, ,senza osare tuttavia manifestarlo. Poi ché, se Hitl er ammirava, ilisciava con lo sguardo e con una certa e mozione i• l mirabi,Je volto e ol co,rpo perfetto di Uni<IY, particolarmente n e lla c a sa di Wagne r a Bayreuth, l'i d;Jlio era sempre limitalo a ciò. Hitler era allora alla vùgiHa della guerra, e la c hioma d orata d e lla bella Unàty poteva diffici,lm ente essere ,la ,s u a e sdusiva p,re occupa zoi one. Ma, per U,n,i,ty, Hi11 ler era tuùto. Quan1do, .j,[ 3 sette mbre 1939 , la guerra con l'In ghiil tierra scoppiò e Unit y comprese c h e il s uo a more s i spezzava, essa pa-ss ò a l di ·sopra dei ceS'J)ug,li di ros e c he fiorivano sotto le fi. n estre dell'ufificio del Fi.ihrnr e ,tirò fuo,ri la -rivoltella da.Jla borsetta .. La pal·lott ola la ferì gravemente ,a lla tes ta , ma non Ja uccise. Avvenne ancora una cosa assolutam ente ,straordinaria. Dapo che Hi·~ler e bb e affidato Unity ai più grandi chirurghi del Reich c he la salvarono (ogni giorno, -i-n piena guerra di Polonia, le faceva in"ia-re d e l1Je rose), orga nizzò ·ill s uo •rùtmno dn Gran Brebagna. Ora , si era n e lJ'inverno 1939-1940, e già i pri.ncipa,!i pae s i idei conti·n e nte erano e ntrati nel co nfUtto . Nondim e no Hòuler otte nne c h e un 1reno speoia.Je trnsportasse la for,i ,ta, •non solo avuravepso la Sviz zem ma atit-raverso tutto •il territorio frances e , f in o a Dunk e rque, da dove una n a ve , sorvo lata, prot e tta daJ,Ja Luftwaffe, la riportò sulle Pive d e lla ,sua patr.ia. Non ,servì a nulla. Unity \aivaochiò ancora durnfllte le osui,lità, di•struHa dalla sua pena . Poi si 1Jasoiò morire dopo che ci!! corpo d,i Hit,ler fu scomparso n e l fa.scio di fuo co d el giardino ddla Cancelle11ia, i•l 30 aprile 1945 .
Non Pimas e più c h e Eva a partire dai! 1939. I-l s uo
ruolo rimase fino al,la fine proprio modesto. Lo etico poiché ho passato fino a una in tera set~imana vicino a Hi vler, durante quegli a,nni, a!l suo Gran QuaT~ier gen erale. Eva Braun non vi apparve mai. Mai d'ahronde una sola donna, qualunque fosse, condiv ise l',intimi1à di Hitler dw'allte • i qua,ttro anni c he questi tra scorse , rilim,to, nelle sue costruzioni de1le retrovie. Eva scriveva. Telefonava ,la sera, verso <le dieci. A oiò si limitava qu e ll'amore a,] ,ra,Hen1a tore, ta,,n,to di•soreto quanto rpoco roma,nrtico. Solo fa fine dedtla guerira gli diede una conolusione gmndiosa .
Quando Eva ,s i rese conto c he tutto crollava, che l'uomo c h e essa a mava più ,di tutto stava per soccombere, ,si gettò -ii1 aereo nella fornace di B er,li no, p er poter morire ,a,J suo faanco.
Fu a1lora, nell'ultimissimo giorno deMa sua esistenza, rper onorare ,in •lei i,l coraggio della donna 1edesca e j,J saorifioio dehl'a,mante che preferiva movi,re piu•ttos,to che sopravvive re a colui c h e amava, c h e Hòtler la sposò. Prima, non si era sposaito, perché sua mogHe, la sua sola moglie, era la Germania . Quel giorno, egli 1las oiava la Germa,lia per <Sempre. Sposò dunqu e Eva . Fu vera1nente un on1aggio. la 1sua u1l,1Ji,ma notrt.e, non la passò nemmeno con leL Egli era ,['eroe saggio. Lo rrimase fino a ll a ,sog,Lia stessa della morte. Tut,to ,fu tragico fino alla fine . Quando accanJto al corpo di Hicler ònondato d,i benzina in fiamme, ; ,] corpo di Eva si mise a crepit are, H suo bu sto, improvv,isamen1e, si raddnizzò. Vi fu un ail'bimo di spavento. Poi ricadde ne!,le liiamme. Così •s i co nsumò l'ultimo amore di Adolf Hitl e r.
Per quanto a Nu ci nante fosse sta ta Ja vHa ,sen~imentale - così poco conosoiu ta - del capo del Terzo Reich, essa occupò, in reailtà, una parte abbasuanza in sig,nificainte 111.ebla sua es,is,tenza. Giò che contò p er ,Ju,i, ve ramente, esclusivamente, fu Ja battaglia pubblica. Politic amente, m a i un uomo, sul1la terra, sol1Jevò un popo,lo
come fece HitJ!er. Nondimeno, ben 'SC<ihcro ,sarebbe colui rc h e ,scopnisse ·adesso tra i:l grosso pubMico tedesco un ex -hitleriano che »i manifost1 tale •senza •timocre ! La verità, tuttavia, è che quasi tutti ii tedeschi furono hitleriani, fin daU'iniz io, o in ,seguito. Ogni e lezione, ogni plebiscito p or,tarono ad HiJl!ler un'adesione ipliù vibrante e , i!nfine, quasi unanim e. La gente vowva p e r •lui ,perché desiderava votare per .Jui. Nessuno ve la cosbningeva. Nessuno la rcontroJilava . Che fos ,se nel ter11itorio stesso del R:eich , o ,nelle regioni ancora sottomes,se ad aU1tonHà srtJraniere (Saacr, Danzioa , Memel) , ,i ristilltaN erano ident ici. Dire ;,J contrario è falso. Ad ogni e lezione, H ipoipolo ted esco provò c h e esso era ,tutto col suo Fiihrer. E perché non avrebbe dovu to essenlo?
Hitl er tlo a veva ti-ra to fuo r i dal ristagno economico. Aveva ridato iil ,lavoro a mihorri di cilsoccupati disperato. Cento ,leggi •sacral i nuove avevano ,tut elato H ,lavoro, la salwte, .;J ,tempo ,1ibero, tl'onore degli operai. Hitler aveva inventato p er ,loro ,l'au to popolare, .J a \/olkswagen, paga-
Mie a un prezzo -irn;ignificante ,m ipa=chi anni. Le s u e navi da diporto por,tavano in giro , dai fiordi del,la Norvegia alla Cana-rie, migliaia di lav oratoci . Aveva r iviw f,icato ,J';n dustria del Reich, .dive nuta fa più m odema e la più efficace del continente, Aveva dotato la Germalll:ia - un quarto di secolo prima che fa ·F·rancia non prov,asse ad imÌ'taTJo - di splen:dide a utostrade. Aveva undf.icato ,la nazii one, reso un esecrcito a un paese c h e non aveva il ,diritto ,di possedere che d e i carni armati di cantone. Di un paese vm1o, dis•sang u ato (itlre mitlioni di mor,ti!) da ll a Prima Guerra monclia,le , a veva rifatto iii paese più forte d'Buropa . Ma soprattutto - e oiò ,Jo s i è proprio dimentica,to, e fu ,la ,reailizzazione capitale di Hitler, quella ohe cambiò pdliticamente l'Europa - egli aveva ll1iconciLiato Ja massa opernùa cc,n ila patria , Il marxismo intemaziona le - e ,divers e ,influenze cosmopolite - avevano, in cin -
quanta an ni, diviso dappertutto i l popolo daHa na z io ne . L'op e raio ros·so e ra contro la patrfa, non senza rag io ne se mpre, poich é la patria d e i -dotati era sp esso sta ta una matrigna p e r ~ui.
In B e lgio, s fila va dietro a•ll e b a ndi ere rosse daJ [uc He s p ezza t o . In Francia, le ribcllion<i m 1li,tari alla Marty erano 1state opera s ua. In Gern1ainia 1 i co munis t i strappavano ile s p al line ag.Ji ufficial i. La patria, erano i bo,rgh es i. J.I marx~smo, e ra l'aintùpa,trfo .
H i1Jler, grazie a l •suo programma ,:,i volu zionanio ,di g ius ti zia sociale e grazie agli immensi migHoramenbi che ave\'a a pportato nella v ita dei la voratoni, ,:,i corrd u sse a·ll',idea nazional e mihi o ni di proletari, segnatam ent e se i milfoni di com unis1Ji te desch i, c h e sembra.vano periduti p er sempre p e r <la l oro patri a, c h e n e erano stati p erfin o i swbobatori, e av r ebb ero p otuto diveni•me gli affossatori .
La vera vi,tto ni a - vittoria duratura e .dii portata unive r sa le - che Hi-tl e r ri portò sul marxi smo fu qu esta: l a 1iconc:iifazione d e l naziona l•ismo e d e l •sooi a li smo, da c u i prese il n o m e di nazionalsocia,l,ismo, in rearkà i1 p iù b e l nome ch e abbia ma,i portato, a l mon·do , un partito.
AU' a more per la terra nataJ e, no nmal e , m a c h e lasc iato a sé stant e, sare bb e s ta to -troppo ristretto, univa l o s pini10 u,niv ernale del sociaJ-ismo , apportando, non a parole m a n e!lla vita rea,le, ,la giu9Nzia soci ail e e ,i,! c is,pett o per i lavo,ra tori. l!l naz•iona,Li-smo era woppo •s p esso, prima di Hit ler, f e udo escl u siivo d e i borghesi e d e He classi m e di e. A:J,l' o pp osto, il socialismo era domj,nio quas i se mpr e escl u s iv o d e J.l a so la cl asse o p erai •a. Hitl e r fece la s intesi d e i du e. Un d e Gau1]1Je inveoc htlan,te tenta qualcos a d 'a ltro ?
Dov e l' az ione <l i Hi1!le r è p iù misconosoiuta, è •n e l dominio ,d e lla \9 trategia di guerra . A part e un Ca,rtier c h e , n e l s uo Hbro I segreti della gu erra svela ti a Norimberga, ha accertiato, do cum enti a:Ua mano, l 'ampiezza
del genio militare del F iihrer, resta di buon garbo, tra le menti che si credono ilis tinte , pa•rlare con una condiscendenza ironica degli interventi di H;tler nelle operazioni di guerra ,del suo tempo. Tuttavia è R!aymond Cant,ier che h a ragione.
La cosa ,più sensazionale in Hitler, fu - e l a sto11ia dovrà b en niconoscerlo un giorno - ili suo genio mihtare. Genio e mine ntemente oreato re. Genio folgora ,nte. L'invenzione d e Ha strategia modern a fu npera s u a. I ,s uoi generali applicarono, con più o m eno convinzione, i suoi insegnam enti. Ma, lascial!i a loro stessi , essi non avrebbero avuto p iù valore dei genera•Li francesi e italiani d ella loro generazione. Erano, come Joro, •indietro ili una guerra, avendo appena scope11t o , prima del 1939, l'importarn,a deU'azione co m binata dell'aviazione e d e i carr,i armati, che Hitler J,i costrinse a praticare .
Perfino de Gaulle, c h e passa per prec u rsore in questo campo, non lo fu c h e parzialmente. Egli comprese che le rotture del fronte non si sareb b ero mll!Ì ottenut e sparpagJ.iando i carri da combatti m en lo, di battaglione i'll battagli one, come volgari cannoni portaJbi, di ·un appoggio Hm ital o. In ,questo, metteva a so qquadro ,le teo11ie sorpassate d e llo Stato maggiore f.rancese. Invece, c-iò che non afferirò de Gaulle e che afferrò Hi:~ler con una ·Vlivaciotà di sp'iri-to geniale, è la comhinazione 'indispen sabiile cieli' assai to terres-tre - per m ezzo d e Jla massa dei mezzi corazzati c h e spuntano in un pullito preoi•so - e deM'as•saJlto aereo, si multaneo, delle ,squ adre di aerei che attaccano a ondate sc hi acciant,i hl punto cli rottura liissato, frantumando -tutto, aprendo la brecoia. Senza gl,i Stu.kas, l a rottum ,d eJ.le Panzer-D i visionen a Sedan, il 13 maggio 1940, non sa-rebbe s t,aba posS<i b i.le , Fu il precipitare mass iccio di miUe St uk as s ull a riva s>nistra de}l a Mosa c h e apd e forzò fa via.
Alcuni miHtari tedeschi afferrarono SOl'Prend en t emente fin da,J.l'•>n izio, Hn daJ 1934 , ,!',importanza d e ]l]a
nuova strategia che e,piegava ,]oro Hitler, ,j Guderi a n per esempio, i Rommel, ,i Mruns,tei.n. Ma, a vero d i re, si -trattava 'Cli ufficia li poco conosciuti, dal grado poco impor tante . Furono, essi rpure, scorperlli da Hit le r che, sen'!'endoli ,ricettivi, .Ji spinse a vaniti, fornì loro dei comandi e lo s trumen to . Non fa.11rono c he un pugno. La massa ,dei ge nerali 'tedeschi, restia, o poco ,co,nvi,nt i davanti. a quehle novità , ri,ma,sero fiino a l 1940 degli spec ia1:ist,i a:1tarrnente qrnmficatà di ,una 'strategia oolliqooita c h e
non av,reb be, in alc un m o do, perm es,so la c onquàsta in tre seHimane de ],!'•in,tem Polonia, né sopr att uct-to fa favolosa cavalcata motor,izzata da Sedan a Nantes e a Lion e, nel maggio e in giugno 1940HiJtler era, miHtarm ente , un inventore. Si pada d egli e rrori c he h a potuto commettere. Lo s tra orchinruiio sarebbe ·stato che costretto a d invenmare ,senza sosta, non ne avesse mfotto commessi , Ma egli ideò , o ltre alla stra'l'egia d e l raggruppamento moto i,izzato d e lle forze di term e de lle for ze d e hl'aria - che si .insegnerà nell e S c u o le militari fono alla fme d e l m ondo - delle operazioni così tobalmente diffe renlli come ,lo sbarco in Norvegia, la ·conqu ista d e lla Grecia , l'a dat-tamento d ella guerra cora zzata ahle ,sa bbie d e ll 'Afirica - •a lla quale nessuno aveva fino a llora pensato - e, ,perfino, anc h e , i rpont i aerea. Qu ello di Staltlngrndo fu di gran Ju,n ga più di.ffidle , complicato e pericoloso, di qu e ll o degli Ameriicani a Be11Hno, dieci anni dopo. Hiitler conosceva ogni particellare ,d e i motori , ogni vantaggio e d ogn i inconveniente d e i pezzi d:i artiglieria, ogni tipo di sommergib;;Je o di nave, e la compos,izione d e Ha ~lotta ,di ogni paese. Le sue conoscenze e la s ua memoria su tutti quest i argom enti era1110 prodigiosi. Nessuno lo prese in iial,Jo una ,sola volta. Ne ,sapeva mH!e vohe dà pfo dei s uoà migl1iori sipeci all,is-t, . Bi,sogna ancora, in più , possedere la forza d e ll a volontà . L'ebbe sempre, in ,sommo grado. Polimcamen-
te, solo fa sua volontà di acoiario spezzò tutti gli os,tacoli, g li fece ;,incere difficoltà famtasbic he sulle quali chiunque altro si sarebbe infranto. Essa ,10 condusse ai! potere nel I'Ì-"I1etto assoluto d e J.le leggi, riconosciuto ,!egi~imamente dal Reichst,ag, nel quale il suo partito, i,l più numeroso del Reich, era ancora , tuittavtla, minorita11io il giorno in cui i•l marnsdalilo Hindenburg ,J,o d esignò cancel1iere.
Forza e as-tu21ia . Hiter era abHe, scaltro. E, anche, gioviale. Lo si è dipinto come Ulfl 1bnuto ,selvaggio, rotokmt esi di furore sul pavimento, movdendo i tappeti a pieni canmi. !Non vedo ben e , tra di noi, come questa impresa mam<libolare sarebbe s tata realizzabi<le ! Ho passato parecchi giorni e ,par ecchie notti ;,ioino a Hivler. Mali ho ass•sibi'to a uno, di ,quegli accessi di cdllera, tamto d escritbi.
Che ne abbia avuto, ta1lvolt a, ciò TI()[l ha nulla d'-impossibi,le . Qual è l'uomo che, portando sulle propnie spalle mille volte meno preoccupazioni di Hitler, rnon sia m:>i uscito dai gangheri ? Qua l è il marito che non ha .fatto ,alla mogHe scenate firagorose, che non ha s ba,ttuto le porte , che rnon ha rotto un piatto o a,l,tro ?... Che Hivler fosse talvolta and ato su tut1e le furie non a=bbe nulla d'IÌ!l1verosimi1le. Tanto p,iù che motivi d 'irritazione non m ancavano: generali ,imbeoillll1 i che non capivamo nu1la, che ,i,nd.ietreggia,namo, che non o bbedivano, che sabotavano g l.i onddrni; coUabomtori che mentd vano; ri•tmo di produ2lione che rnon era manten uto; rovesci che cadevarrio da ogni parte ; trnddmenti fatalo neI suo immed:iato seguito. Ma, anche ali!ora, Hivler era capace dd r,imanere ·perfettamente calmo.
Mi 11ico11do di un ca·so propnio 1ti<p:ico. Un :pomeroggio d'autunno del 1944, ero presso Hitler d:>l quaJe ero appena 3!11I'Ì..ato con HMnmler, nella ,sua lunga macchina verde. Prendevamo H -tè quarrudo, ad un tra-tto, cadde in mezzo a rnoi una novizia stupefacente: delle ddvisioni aeropor!Jate britannic he erano s tate paracadutate con
Léon Degrelle
pieno s uccesso ,in Olanda, all e ,spalle d e i Tedeschi, a Arnhe im, presso Nimègue. Em tutrro il si-sterna da difesa di Hitler che veniva preso di rove scio, e •l 'accesso alla Ruhr manacoiato ,n manie ra immedrrata e diretta ! Si è, in segwto, racxxmroto compiacentemente che un tramtore olandese d ella Res,iste nza aveva, in antiaipo, inforimato i Tedeschi di quel piano. Ciò che avrebbe perm esso 1l'annientamento in qualche g iorno da quelle divisio ni b Pitanniche. E' una menzogna, una menzogna di più, come ne s ono s tate da nciate molte altre d opo i l 1945. Posso di·do poiché e ro presente quarndo Sii annunciò la notazia a Hitl er e a Himml e r. Es s a lo cohpì di stupore. Ma h o v,isto anche il seguito: Hitl e r riprende rsi in du e minuti, co nvo care lo s tato maggiore, anal,izzare per du e ore l a s ituazione, -sop p esarndo i ·dati, poi , n e l s il enzio genera,le, d ettare gli ordrrni, lentamente, senza uno scoppio di voce. Era dmipeccabiJe e magll!Ìfico . Si fop mò . Chiese gl,i ,s i riportaisse dei ,tè ca•ldo. E, fìino a notte, avendo richiuso i.l oassel'lo della guerra, mi p a rlò ,d e l lùberalismo. Vi assicuro c h e non aveva, qu e l pomer iggio, man g iato i ta ppeti a qua ttro p a lm enti ! Ebbe a nch e es pressioni dive1-tenti, p oi partì , c almo, leggermente curvo, a passegg iare so tto ,i pini, c on Blondi e , la sua oagna .
Non solo ·que ste ,s tonie d e i furoni estremi di Hitle r hanno ,d e lla .J egge nda, m a eg lò era un uomo d e Licato, pieno di a tte nzioni. L'ho visto preparare con le sue mani ,d e i p a nini imbotti l'i per uno d ci s uo colJ.abo-ratori che pa11t:iva in mi,s,sfone. Una notte èn o ui c:liscut e vo ool m a r esciallo Keitel in un b aracc am ento, a pparve, ltti, l'as1temio, recandoci una bottigHa di s pumante p e r allietare la nos tra conver saz ion e.
Contra,11iam e nt e a tutto qu e llo c he è s tato dett o , eg !.i era un moderato. Dal punto di vista r e ligioso , aveva
delle posizioni tutte s u e. Non poteva soppor,ta,r e le àn1•ron1is9ioni politiche d e l di e ro , c iò c h e non era in ,s é repr e nsibi 1Je . Oiò che e ra in1pressionarn te, inv ece, era la s u a idea su ll'avvenire d e ll e rn!,igioni.
Ai s uoi occhi , e-ca divenuto ·inutil e com batterle , p erseg uitarle ; le scop e rt e della soie:nza, di ss,i pando • mòsteri
- essenziaH a ll'-influ enz a de ll e Ch i ese - fa progre ssione d e l benessere - spazzando ·la miseria c he, ,per d u erni,la a n rn i, av vic inò a]1!a Chiesa 'tanti esser i infelici - avrebbero r id o-tto, sempre p iù, a s uo pa re-re , l' inf lu e n za de ll e religio ni.
- <( In. capo a due secoli , a tre sec oli - mi diceva -sa ranno giunte, le une all'esti n z ion e, le altre a un assoll igliamento quasi totale,,,
Bi sog n a dire c h e la cr i s i, dura nte gli ultimi arnn1, d i tu tte le ,religionù e più particolarmente d ella ,religione cattoli ca, il s uo ind,i e treggiamento, o 1a sua e limi,naz i one t ra i p o p o l-i di colore, il s u o r ,ipiegam e nto forzato s uJ.l a E uropa bianca, i s u oi «ada,tromeillti » d otwinaJl i , o suoi arre tram e nti da vanti a l giuda,i smo tra,ttato fino aHora da n em ico mi ll enari o e •c h e m and av a un t e mpo cos ì b rio sa m e nte ai roghi, la s ua d e magogia a sco ppio r it ardato, le s u e s va:l ut az ioni dis c-ip1in ari, le s u e sp inte anarchic h e e di dubb<i a or igina,li ·t à non hanno dato parti cola rm e n te to rto a Hitl e r. La s ua ved uta s u questa e vo 1u21ion e, a ll ora •inimmaginabi,Ie, era 1 ess,a pure, se ùo s i può di o:-e , profeti ca . La pra,t ic a d eNa '!'e lògion e non g li dava fa s tidio. Avevo ottenuto da lui c h e i nostr•i c appelJa11Ji catto li c i avess e ro pot uto pros egudre il loro a,postola to Jn m ezzo ai nos .t;ri so lda-ti dopo c h e fumm o dive nta-bi una bri ga ta poo una div-i 9ione d e ll e Waff e n S.S. Jil n os-t ro ese mp,io s i al,largò a macchia d'oLi o. La f.igura p iù oPigi,n a,le ,d e l!la division e 6rnncese di Waffen S.S., l a Carlomagno, e ra u1n pr e l ato cattolico, Mons . May o l de L up é, co,losso co lor-ito, co mm e nd a,tore del la Leg ion d'onore e Croc e di Ferro di pnima al asse. Qu es to prel ato di
Sua Santità (doppiamente S.S.!) non dava in alc u n modo fastidio a Hitler, e nemmeno l a nostra maniera di pmticare ila relogiane.
Un ma~Hno in cm, presso Hitler ·stesso, uscivo, più devoto di oggi, per 1:ecarmi a mes,sa, m',imbattei in -lui in un viale di abeti. Andava a coricaJPsi, terminando, nel pr.irna mattino, la sua gionnata. Io, la cominciavo. Ci augurammo buona notte e buon giorno. Poi, rep,enrtinamente, nia;lzò verso di me i• l naso che aveva abbastanza g1:osso: - Ma Léon, a quest'ora, dove andate? - Vado a comunicarmi - -gli "1isposi chiaro e tondo. Un bagldore di sorpresa spr izzò dai suoi occhi. Poi mi disse, affettuoso: - Ebbene! in fondo, se mia madre vivesse ancora, essa vi avrebbe accompagnato. Mai mi sennii, da ,lui, oggetto del moni!Illo cliscrnd,to, del minimo so-speMo perché ero cat tolico . Numerose volte ripetei anc he a Hitler che dopo la guerra, non appena avrei rimesso in pfodi ;.] mio paese, aW'ei lasciato andaire la poi!irtica per ·cantaibui-re ailila fiiodtura mo~e e spi•citua'1e d e l nuovo compl esso europeo- - «La politica è un settore . Non è il solo. Anche le anime devono avere la propria vita e realizzarsi. Bisogna che la nuova Europa re.n.da questo realizzarsi possibile, facile e libero . »
In ogni caso, sarebbe 1spettaito ·ai crJstiani sostenere fermamente il loro ideaile nel] mando nuovo che si ,annunciava . Anche •se ~aJuni dei p,ooairpali di01igenti del Terzo Reich erano os•til!i aille loro conwru,ioni nelligios e, esso awebbero rpot,uto occupare ;,[ ,terreno, esa,Mamente come lo avevamo fatto d creden,ti sotto Bisrna•rck come plli"e sotto la repubb1ica ~rancese cli Combes . Non avevano disertato le loro responsabilità poJitich e sotto i regimi che, pure, avevano espulso i religioso da, conventi, o imposto ,la •scuoia Oaica . In •rubto, man si combatte che essendo presenti, gettandosi nei! più forte della mi sc hia, invece di gemere ilomano steri,lmenrt:e . Hitl er era come era. I,] geruio ha i suoi eccessi. Ma
h a anche possibili•tà straoroinal!'ie di creazfone e di •ddvinazione. Hitller V'inoitore a11'rebbe potuto portare alll'Bll'I'opa uniiìioata da,lle sue armi, delle possib<it!i,tà com,iderevoli. Ma, anche, indiscuti bilmente, dei pericoli considerevoli. Per mettere a fru,t,to 1le une e per scongilJ'l'aire gli al bri, il megilio era arroora ·dd es•sere sa!ldamenite instaililati sul posto . Fu, in ogni caso, la mia scelta. Tenendo iii 'broncio a tutto i,l Terzo Reich vuncitore (e vincitore, awebbe potuto os-serlo; la grande maggioranza degilii Europei crode,t,te proprio, n e l 1940 e n-el 1941, che •lo sarebbe stato!) oi sacr-emmo e l iminati dalll'avvenire. Dis•tinguendooi sul campo, H solo che ci fosse a llo•ra offerto, pote vamo p'iaintare vigorosamenee i no•s!Jri stival i nel terreno ded Reiich, pronti a parteoipare moho attivam e nte all'edifi oa2lione d ei •tempi futuri. Hi-tl er, ,soldato, era sen s ibil e a,] coragg io de l so,Idato. Un gran numero di dir,igenti d e i paesi occupati era un poco geloso di me, perché Hi,tJ er md test imoniava, molto mandfestamente , un affetto quasi paterno. E' s·tlata .-ipetuta ovunque la frase c h e mi scoccò rimettendc,mi, nel 1944, le Fronde cli Quercia: «Se avessi un figlio , vorrei che fosse co me voi .» Ma, invece di ammuffire nell'inazione politica d e l loro paese, quei leader - n essuno lo imp ediva .!oro - a\"rebbero potuto, a.Jtrelltanto bene di me, andare a cc,nquistare a,J fronte deJ,J'Est i diritti e ,a •riS1petto che assicurano anrn d!i combattimento, due dozzine di decorazioni duramente guadagnate, e un buon elenco di fenite iscritt o sua!a propria pel!Ie e •s-tcl <prOpPio libret-to m1iilifta•re.
Ad ogni modo , l'Europa dei soldati era stata creata. E·ra 'lei che a vrebbe domdnato con fa ,sua forza il con<tiinente, che l'a11'rebbe unificato con -la sua solidarietà, che l'avrebbe model[ato con & I suo idea!le. I volontari non tedeschi del fironte ddl'Est ·era.no, lo si sa, un mezzo milione.
Tutbi erano venuti 1a,I fronte rus,so imbotrtii,t;i di sospetti
e di complessi. I T e d esc hi ave vano invaso o no stri paesi. N on avevatno dunqu e n ess un a 1 rag.io ne per amarli t e neramente. Taluni d,i l oiro, a B e rlino e nei paes i occupat,i, c i e saS'!) e ravan o con la foro s up e rbia di dominatori. L'Europ a c he noi volevamo non si s arebbe fatta come ess-i la pretendevano, incollando le di~a aUa cucitura d e i calzon i, di fronte a un qua ls ia si General-Oberst o a un Gaul eite r. E ,ssa s,j sarebbe fatta n eill'uguaglian za, senza c h e uno Stato onnipotente impones,se una cliscipl,ina da Feldweb e l a d egili st ranieri d,i seconda zona . O E w ·op e i ugu al i, o l]ien1e Europa ! Anch e in pi ena guerra, ,perfi no quando ri sc h iavamo 1a nostra p e lle i n ogni m o m ento a l fr o nte a fian co d e i T e deschi, e - que st,i era no a cor,to di uom ini, ituttav,i a ! - al posto d ei T edes chi , degli agen ti del S .D., il famoso Siecherein. Di ensl, non esitiavano a Farci s,piare jill pi ena ba1t1tagilia ! Ne scopri,i chvers,i. Li s mascherai davanti allla bruppa, es ige1Jbi dalle autorità t e d esohe d e Ue scuse ufficiali , 1i feci co mpa•rire dav an ti a,J t r ibunal e d,i g u e rra, incaricandomi io stesso ,d eil le funzioni cli a ccu satore . OHenrui ,l a l oro co nd anna a parecchi ann i di d e tenz ione in fo r tezza . N e l gigant esco apparato arnm inistra,tivo d e l T erzo
R e; c h, i lecca,p iecli e gli s pioni non mancavano. Pur c olmandoci jpoc.ritame11te <li ,s alam e lecchi, de i T e d esc hi di Brux e ll es, importanti, n o n t,rovan.cloci maHeabilò come di ,loro g r a dim ento, b ombardavano BerJi<no di rapporti <<ge h eim» (segreto! ), m 1irando ad 1i nfìi eri re coilltro di noi . Sorvegliavo i loro maneggi da vio ino. Eraino a-rri vat i al p unto di fare fotoc opiare , in. sette copie, la mia cor·ds,pondenza fa ,mili a re dal front e !
Quaindo ritoPnai irn B erlgi o, d ec o ra to con ,Ja Riller• kreuz, dop o ,la rot tura d eill'acc e•r c hiam ento di Cerkassy, tuttii -i << rpezzi gro s s i » ted eschi di Bruxelles , che 1avevano v i:s to le fotogrnfi e di Hitl e r mentre m i ricevev a co n un affet to in,iegabiJe, e c h e avevano fiuta1o i l ven to , arrivaro no a ll a mi a propri e tà d e lla Drève de Lo rraine p er
sallutanni. H capo del S.D. si ·trovava nel fotto, un colonneHo c h ia mato Canaris - come fGmmiraglio, ,il capo e traditore d e l co 111'rospionaggio tedesco , c h e temninò -la s ua cart'ie ra, nell'ap-ri,le 1945, in una posizione abba,stanza e levata, che pure non aveva previsto, sospeso a un gancio da macellaio. Quando , venuto il suo turno, il mio Ca11!aTis bruxeHese •si avviioinò, mehlif.luo, dissi , con una voce stentorea, òn drcarrdo agli a -sta,nti •le Iettere S .D. ricamate suHa ,sua manica: - Colo,n.n e llo, sapete cosa s ignificano que s te lettere?
L' a ltro era &venuto cremisi. Non cap iva. P er lui , S.D. signimcava, evid enteme11!te, Siech erein Dienst. Una siffa tta domanda, davanti a tutbi i genernli tedeschi, lo aveva lasciato ;.ntePdeHo. Che cosa vol evo mai dire? ... - Non lo sapete ? Ebbene, ve lo spiegherò io, co lonn ello: S D. , si gnifica Sorveglianza Degre lle ! 1'I povero d iavo lo s arebbe sparito attraver,so le condutture del W.C., se lo avesse potuto. Tutti oapirono che era meglio non provare p-iù a pestaPmi i ca!J;, perch é avevo gli s•HvaM duri. Con i cospiratori tedesc hi , queste reazioni vigorose davano sodd isfaz ione.
I te mperamenti, ne ppure , non c orri spondevano sempre. I Tedeschi sono spes•so solenni, sostenuN, presto s usce ttib,illi. Non avevamo 1a testa a vaso dà fiori . E 1]0 scherzo oi diver,tiiva ,più d e i di •scorni compassati.
Non dim e no , in capo a due an11i di Jotte comuni, di s offere nze comuni, ,di \liirHor.ie comuni, i nos,bri pregiudizi e rano caduti, -le amdciz,ie si em,n o anI11odate, le affini,tà politic h e si era1110 affermate . Ma erano d e i giovani che s-i u rnivano. Dei giovani che avrebbero, dopo .Ja guerra, imp osto la -loro uni·tà del-l'Ew·opa del F-ronte ai vecchi retrngadi, ben d eci·si a m et,tep]; da pM"te, generali o no ,
senza Pigua,rdi esagembi, ogni val-ta che la loro eliminazione sarebbe staita in ecess,ar i a, o seimplldcermernte utrHe. Reallmente, ,aJl ,fircmte d ell' E,st, l'Europa esistette. Non un'Europa da bottegai, ansiosi di accrescere, unificandos i, , 1 gettito de1le loro botite ghe. Non un'Eu ropa di so ldani conservatori, che avevano, con tanta i ntoll eranza, spadrone ggiato n e i loro feudi occi d oom sotto ,l'occupazione . Ma un 'Europa di soldati, un'El.l'ropa di idealisti, c h e , unà,t i da,Ua prova so stenurta in comune, eratno ,arrivati a non più formare c h e una so la giovent ù , a n l:>Il possedere c h e una sola fede poHtica , a non avere più che lJ[]a med es ima c oncez ione d e 1l'avven.ire.
Cam e rati n etl'Europa d ei giovami saldati e uropei vinoitori, saremmo s,t alli, co m e a,! f,ronte, uguali e so]ida,li, s babtendo a mare i d eca tizzalli onn ipotenti , infagotnat i n e l busto de l loro passato fuori moda.
Le Waffen S.S., 1'anto denigrat e, così s,tupidamente e cos ì ingiustamente, ~urono qu esto: gli ari stoc rati ci dell'Eroismo, c h e s 'imponevano a t utti perché erano ,i più pmdtl , .i più audaci, qu e lli che avevano un ,.deaile, fo,-giato c ol fenro e col fuoco, e c h e si scagl,avano per foJ1lo trionfare.
Si è fatto dii loro i furiel'i d ei campi di concentramento. Il -s oldato de ll e Walfen S.S. , guenr.ierÒ tutto pres o d a l com bathmento, a m iù,le o due mj,la chilometri d a l suo paese, ignorava tutto sui campi di concentn1mento . Le Iette,-e d e ll e nostre fami g-Lie mettevano trulvolta un m ese per pervenin:i . L'a11rivo chi un g io PnaJ!e era un avvenimento. Iii combattente non avev a iJa più insigni liican,te idea di que lllo c h e fac e vano g,Li Ebrei o di ciò ch e s-i s tava facendo di loro nelfEu,ropa do a,llora. Quando pa:nt:imrno p er la Russia, neanche u n solo Giudeo, a nostra conoscenza, era stato ancora fermato,
HITLER PER MILLE ANNI 157
in quanto Ebreo, in UJll 'so lo paese dcll'Ooaidenre . I grossi peDSOillaggi israeliti avevano avuto tutto ;il tempo di sloggiare, e non avevano mancato d.i farlo.
La Waffen S.,S. J1on seppe nudila, a,l fronte, de lla sorte degli Ebrei dopo il 1942, che rinnovava antiche ~ragedie: poiché San Luigi che <li cacciò dal1la Francia, Isabe11a la CatitoHca che l i cacciò daJ1la Spagna non erano mtleriamrr, che io 1sa,ppi:a.
La Waffen S.S. radunò in UJlla furmòdafoJe coorte, come Roma e come ,l'Impero napoleonico non conobbero mao, i più valorosi soldati, non solo del-la Germania ma dell'Europa intera. I non-Tedeschi fraternizzavano in una u guaJianza compileta con i Tedeschi. Era talvolta perHno anormaJle. Eravamo quasi meglio trattati dei .nost•Pi cameratò del Reich ! Pochi Tedeschi sono stani oggetto dell'affetto e della consideraZJione di HiJt,ler come lo sono stato, io, capo straniero d.i una d.iwsione di Waffen S .S. s,trarriere.
Allora, pePChé avremmo dovuto avere paura deill'avvenire, vedendo ,l'urutà europea che formavamo, in un mvlione -di giovani di ventotto paesi •diversi, i più int,re, pid,, i più duri e i meglio armati di tutta ,]'Europa ?
Chi avrebbe osato sfidarci ? e chi ci avrebbe ,resistito ?
L'avveni<-e non era più di vecchi intriganti, destinata ad ospi~i ruturi, era nostro, dei giovani 1JupL
Conoscevo Ho11ler a ,fondo.
Non temevo più il r isc hio di fare gruppo, in una Europa ·comun e , con un genio c h e aveva -superato, politic amente, le tappe delle regioni e delle nazioni.
- Dopo la guerra - mi diceva - camb ierò il nome di Berlino perché non appaia più come capitale dei soli Tedeschi, ma la capitale di tutti. Lui avrebbe potuto creare, forgiare, u111ke.
A questa creazdone, certamente rischiosa - ma al Fronte conosoevamo altri rischl ! - esaJtainte, aJl,]'altezza dei ,più grandi sogni, come avremmo potuto preferire
158
Léon Degrelle
iI ritorno a un concubmaggio sordiido con regimi piccofoborghesi, senza grandi \aizi, senm grandi vi:rtù, sotto i quali ,l'Europa disuni~a avrebbe potuto, tutùl'! più, continuare a sg ua zwre, come pnima d e Ha guerra , nella più m<YNe rmedioorità ?... Con Hiitler aff-ischiavamo grosso. Ma, anche, arrischiavamo grande.
Fu allora, nel momento in c ui avevamo sco ngiurato ; più grav,i dubbi e p reparato i più a1lti d;,segnli, c he -l'avvers<Hà s,i abba,ttè su d; noi come o:ro!1la un'enorme muraglia, ;[ giorno in cui, ,sotto ,i cielo b;anchi e gelido d e l Volga, echeggiò lo -soricchioHo sin istro del,Ia capitolazione di P.aulu s a Sta'l4ngrado.
Ca,pitolo X
Da Stalingratlo a San Sebastia1•0
Che pensa:re di Paulus, i l maresoia,l,l o ,t 0desco c h e, spmfonda ndo a StaJ,ingmdo a]]a fill'e di ge nnaio 194 3, trasoirnò n eJLla s ua rovina H itler e i ii T erzo Reic h? Fu la soai[ogna , o più preoisament e J'epmre di HiJ~ler - poic h é fu JUJ i che v e lo nominò - di aver e avuto come oapo deiUa S esta Armat a , nel pum,to cruciale del fronte russo e rnel mom e n to in c ui 'SÌ stava g iocando ,]a ,so rt e d e lùa guevra, un uomo che non aveva rnessuna deille quah tà indi1s:pensiahiù.1i per ·ricevere un tarl e u vto, o, ailmeno, per mitigare ,iJ d,sastiro.
Que l di,sastm fu totaile, mi11i,tarmente e psicologicam ente. Non s,i poteva essere più 1iintegrnJ.,m -ente v1nto di quainto lo fu Pauùus. E ,Ja 1 s u a disfatta non poteva avere, n e hl'op j,n iooe pu bbilica mondiwle, una riljlercussione più ampia . Tubtawa, 300.000 uorrnni perduro, non era la fine d e l mondo: i Russi ne avemno p er,du tii vell'ti volte di più ~rn U!l1 a:nrrro e mezz·o .. Irnmensri spa21i res•mvano a Hi1ller ,in U.R.S-S. e rreHa G=ainia dell'Est, dove avrebbe potuto manovrare e nei quaùi m a,novrò fino ,a,lla fine di 1apriùe 1945 . La Germania possed eva ,sempre, nel 1943 , i1npon enti rri,sorse m a,tenia1li e s•traondinanie possdbi.11.ità industI·iwli s u tUJ1J ta ,[a ,superliioie delll ' Emopa ocoupa,ta . In que1]11'e p ooa, D,ruiepropetrnvsk, a migliaia ,d; c hi,lometri d a,ll,a Ruhr, rispi]endeva aincma , nella notte , d e lle luci
Léon Degrelle
abbagliarnti detle fabbriche di mUl!llÌZIÌOIIli de lla Wehrmach1. E, rpro,t ett.i dai loro s b arramenti a e rei di padloni, gl,i ,stabti.1ime nti esrtcm i di Hitler continuavano a d estr,a,,re dallo soisto l a ,più ricoa b enzin a del r la Luftwaffe . Pure, Staihngrado segnò Ja caduta. L à fu rotta la cord ata. Si sar e bbe potuto credere .a,d una corda .-oHa, c h e si sarebbe pollllto niparare. M a '1a rat tura fu ir.-imediabHe, segrnta ,da un ·ru zzolane sempre più accelern to verso i,] baimtro.
Hitler, nominam,do PaUJ!us aill a t esta d e hla Sesta Arm a ta, n on si era ,immaginat o c h e i,] militare-funZIÌQIIlario, meticoloso, rin d eoiso , che di s1taccava v=o un gran.de CQlffiando rin Ucraina, sarebbe stato, per l'appumo, colui c he, tra tutti i su oi comandant i di ar,m a,ta, stava per daver assumere, &trategicamente, ,le più grandi responsabilri tà. La sua a=ata a veva , duram,te l'ofifen:siva dell'estate 1942, ric evuto ll'Ila zona di progres,s,ion e senza rischi ,srpeciailii . ScagHarsi venso H Oaucaso , affroirut:are, a più cli ,rni!l r le cm]Qlffietni da,J plllll!to di partenza, i mo,nm, le gole, l e acq u e 1onanti che s banra vano J 'accesso ai p e troli , era b en più r,ischrioso che ·fare avainzare ,del!le trupp e, perfetrtamen te agguerrrte, per qu~lche centinatla di chhlomet ri tr,a H Dnieper e il Doo, atotrnvwso pianure appena ondulate, fino a che avessero :raggiunto un filume molto la,r go , òl Vo lga, c h e avrebbe potuto castituire, subito, 1l a .più formò dabLle linea ,di difesa na-ruraile d-i tutto i l fronte d ehla Russia Noodimeno fu qui che ,t u tto •s-i arenò e che tutto vacillò.
Qual unque alJtro capo milrut are tedesco, ,de lla Wehrmac ht o d ella W affen S.S. - un Gude ria n, un Romm e l, un Manstein , un von K!leist, un Sepp Dietr,ich, uno Ste in e r o U!ll Ghl ,l e - a v-reb b e raggiun to Stailin grad o in qua!lche settima n a e Vii si ·sareb be fortifilcato. P aulus era un a lto funzionario d i staro maggiore, c ompetente quando era alla scrivania dava:nti a,IJe s u e carte, un creatore di piani in stanza, un preparatore minuzi oso di stati -
HITLER PER MILLE ANNI
s ti che . La gente come foi era necessaria, ma nella sua specialità. H più a1to comando direbto che aveva esercitato era sna to qu ell o di un ballaglione, cioè dtl un migliaio ,d,j uom,ni! E ci ò ris,;l,iva a dieci anni prima! Quel co mando , mol,to ,ltlrrnitato, gli aveva d'all,t-ronde \'aJ.so, da!l s uo capo, iii genera-le Heim, i.I seguenrte giudizio: «mancanza di forza di decisione». Ora, Hitler gl,i aveva affidaJto, ad w1 1:rnrtto, ,trecentomi1Ja uom.ini!
Quasi tutta l a sua vita, Pau1us l'aveva trascorsa nella burocrazia deg,J; stati maggioni . Ma era ambizioso. Sua mogli e, una Romena, abbastarn,a comicamente soprannomlna ta Coca, schiumosa come la broda da1lo stesso nome, era ancoro più ambiziosa di lui. Era di un a s uffiiciem,a e dtl una vanteria irr ,i-tanti. A senti.r1la , l ei e ra d el1la ,più alta nobi,l,tà bakall'Ìca, di sangue reale , proc lamava . I,n reaLtà, •portava , J 111ome plebeo e poco poetico di Sol esc u e s uo padre, un trupo snrano, aveva lasciato in as;so sua madre, da l]ungo tempo. Bssa fuceva •i vezzi n ei sarl otti , Scocciava , con le sue domande i111,dtls crete, tutto ciò che contava neLlo stato maggiore g e nera1Ie, accanri~a per vedere suo marito prendere, se m11lici ssimament e , la successi0111e del marescia'1lo
Kei,tel!
Hitler ,s i fidava prima dtl tu<l'to dei vollti che conosce va. Eglò vedeva, ad ogni piè ·sospi111J10, ,i'! volrto •severo di Paulus chino sui suoi incartamenti di capo dehle opera2Jioni. Aveva ,appena proceduto a numerosi e improvvisi nimaneggia:men1'i al fronte russo, d,staccando, per esonera r e d e i generali troppo vecchi e senza mo11dente, i ,più b ni,lla1111ti carpi d; cm aveva •seguit o i success i durante ,]'estate Dovet te sos tituire, inoltre, improvvisamente, i• l capo del,Ja Sesta Anmam, il maresci aihlo von Rcichenau, coLpòto d'arpopJes,sia tra le nevi del D0111ez, a 40" s otto zero. Colto di sm,pres a, Hitler ,des-ignò J,] genera!le Paulus, c h e aveva sottomano nei suoi uffioi. L'uomo fece assol utamente pietà. Quando dovette, ne.I , !ugHo 1943,
intraprendere ,J'offonsòva vepso i,I V•o lga, avrebbe dovuto scagtliaJ:1Si, CO'Ilrere come butti noi correvamo. Sitrruscicò, mise rnilioi, perdendosi in diffico,l,tà che erano cose da niente, annu3tlando deds,ioni. a,ppena prese, osses-sionaito ii-no ltre da problemi persona'li veramenite irrisori, i più notevoli d ei quali furono, ,per butta la durata d eJ.la campagna, 110 st~to deficierute d el s u o sòstema intesbinale! E' penoso consbatare che il capo d,i una grande un,tà in combattimento poteva es•sere le ttern1lmeme ascso,r:to, in piena azione, da ,storie mwserabi-li a un ta,le pUillto! Tutti avevamo la co Hca, •senza fare ta:n:te storie! Bu on Dio, oi si bl.llbtava verso ; mdi ·cesp ugli ,della steppa! Tre mintlJti dopo, s-i riparti va cantando, a•Lleggeriti, ,la cinghia dei calzoni res-trmta ,cli un buco! Ma Pau-lus inondava ~a coJ1I1ispondenza delle sue intemperanze ,intes tina,li! Cen•tinara di miglia -cli solda ti, che avevano bevuto del brodo d i galil,i·na òroppo grasso o delr•acqua putr,ida, non facevano appello, per ques t o, alla testimonianza dei Cie li e degli Dei !
La corrispondenza spedita da Paulus e;;,ì,s te ancora . Es·sa trabooca di deso late desor,i,foni delle s ue diarree, di vecchie storie ,cli ·sinmiti e di l]amenbazioni sull e dif6icoltà materJali c h e incontrava, oome ogni capo di unità imporibante ne i,ncontrava e che non erano, neUa sua anmata , p iù drammaniche che a'ltrove! A,l contrario, aveva •la partita neUameme p iù facile. La sua marci-a era ,la m e no lunga, quelila in oui gli os-t,acali erano i p iù imdotti e, in ogni caso, i più semplici <la ridu,:,re , Una volta raggiunto l'obiettrivo, i1 l Volga gli avrebbe fom •ito la sua e nor,me barriera d'acqua ,larga dieoi chii l011Tiebni e profonda una d ecina d li meb11i,
Anziché fare questo, smarnito nci devtagtli, •roso dalle apprensòonù e ,dai •suoi guai di bnippag,lia, P aulus Oa ti-rava per le lunghe neil1la sua and abura, 1lasoiando "'I nemico il tempo di rnggruppa11si fìin da ,prima del1 l 'a1roraversamento d ell'ultima grande an5a del Don. Il Fiume fu
HITLER PER MILLE ANNI 163
attraversa1o, ma con qu imdùoi giorn1 dù ,i,taJX!o. P,i ù nulla imp e diva seriamente d, <lare a'ulnimo colpo dù raspa. DegLi ardioi arrivarono sulla s ponda dello stesso Volga.
IDue o tre g;iorni di messa a firutto vig0trosa di quella p e netra :1Jione e Paulus, ,daH'aJto dei costonn rocc ios; della riva d es tra, n on avrebbe più veduto davam,t,i a sé che un fiume vuo-to e, aùle sue spaMe, ila massa delle uùt ime nmpp e sovietiche accerchia1e. lii ma,resoia,llo so,weoico Eremenko non v,iveva piiù, m es,so alile s!Jrette, soffocato ne l suo ultimo ridotto di ottocento m etr i, il didietro nel Volga.
Qui ancora, Pa ulus m ancò completiamente dù mord e nte, s i lasciò bùoccare a quelle poche cent inaòa dù metri dalla v,it t oria finale, sprofondando in operaziooi limitate , mkid raili , deludenti, come se non si fosse ricord ato c h e dei combatTimentl di t ooreno, per H metro quadrato, davan1i a Verdun nel 1917 .
Tutto dove va nuocere a qu es to fun:1Jionanio superato da l s uo ruolo. H settore che copdva, ai! nord, il f.ronte cl i St,a,li ,n grado e ra sta-to imp rudente ment e afliidato, 11e1la s ua totaùità, a contmngenti romerui e itailiia,ni c h e si fecero sfondare fin dal pnimo giorno deù,I'offensiva c h e i &us•si avevano prepa,mto in gran segreto nelùa ,loro testa dii ponte di K,-esmens l<a ia. L'os,serva2iione t e desca aveva tuttav,ia scoperto i loro preparntivi, e dei provvedimento erano s•tati presi immediatamente per rinforzare H settore mina cc ia t o. Ma era d e tto che n emmeno una sventura sa•rebbe stata 11isparmiata a que ll]o sfortunato Paulus.
I car ri arma1i della ventridu es ima d,ivisiooe corazz ata te desca, che sii trovavano ii.n 1J.1i•senna. 1 avevano ricevuto da H i bler, ; J 10 no vembre 1942, cioè nove giorni p•rùma d e U' a,s,salto dei Sovi e ti, l' ordÌ'ne di rnggiungere
Léon Degrelleil ,se ttore, giudicato in penicolo, della Terza Armata romena. Quei caPI'i armaM a r.iposo erano starti mimetrizzarti da un mese soHo covoni di fieno . So-tto quei riparo, dei tOlpi - sì, dei topi! - avevano rosicchiato , mangiato, senza che nessuno lo sospebtasse , centinaia di m e tri di liiilo e di cavo del.l'impianto eJetrt,rico!
~I momento di farli uscire dai covon; e di metter!, in ma,roia, trenmnove di quei centoquatt.-o carri arma-t, non poterono nem,meno essere m essr i in moto; tirentaseHe ,aJl•tri dove t,te ro essere abbandonati s,t,rnda facendo . In conolusione , non fu.-ono più che venttl, dopo nove giomii di complicazioni tecniche, a potere fare f.ronte aH'offensdva russa che, nel f.ra-ttempo aveva rotto ,il fronte dei Romeni da tren4a ore e di lagava come un uragano. Le guepre sono così. Si perdono p e r un Ì'ncidente •irrisorio, o buffo . Un branco di 10ipÙ bu!limioi fu ai lla ba.s e del grande traco!Jo del fu-on t e de!J 'Es•t! Senza di loro, i centoquat,tro ca-rri armati deMa ventiduesd ma divisione corazzata av,rebbero potuto prepar,are il loro sbaDrameruto prima che l'assalto sovietico fosse stato sferrato . Quegli sporchi p'Ìccoli dentri d; ,rodùrtoni avevano tagliuzzato •i nervi d e i oanr.i airmattl. La co ns a sovietica non trovò uno sba-Dramento davanti a sé che t•renta ore dopo ,la s ua rootura. Venti carr i armati' in •tu bto! Oiò che e ra sfuggito aibl'aippetito dei musi ficoonaso. Più d; sertbantac·inqu e mila ,sa,lda·oi ·rom e rui erano -st,ati 6raitban,to annientat i!
Il Don fonmava, ugualmente, aH'ovest del •settore di Paulus, un secondo sbaJPramento. Alwa incredibiil e soalogna : quando dei carni armati •soviemoi , scagliandos i ablraverso t-ut,to ve rso quel fiume, apparvero in prossimità del ponte ,pPin o ipaJle •a Kailatch, li difonsoni tedeschi li sca mbi aro no per oa-rmi arma ti amici_ Il ponte non salt ò. In cinque minuti, i ii Don fu a-t•l['aver,sa,to! Da quel mom e nto, Paulus p e rne la testa. Si gettò perfino in un aereo per anda,re a nifugiars i in un P.C . <li s occorso, a
N<ijni-Okskaia, ad oves t del Don, vi sciupò ore decis ive, isolato dal •suo stato maggiore, dovette ritornare, su or,din e tele fonico di HiVler fu ren te, es,ì,tò, più innervosito c h e mai, non <sapendo cosa deoi,d e re. Lasciò congiungersi a lile s u e s1pa1He le colonn e dei cani armati so\aietici che scendevano daJ nord e che saJ.ivano dal s ud, s enza avere potuto concepire una difesa inte1ligen~e.
Nulla e ra stato ancora perdu10 p e r ques1o. H4tl er av eva immediatamente messo in 1nairioi1a verso Stalin• grado una colonna corazzata di socco,rso, a l comando d e l g e neraile Hoth, di.pendente d a l maresciallo von Man s,te in. Si è s or itto ceOJto voJ.te che ,J Fiihrer aveva abbandon·ato Paulus . NuliJ.a di più fiailso. Le sue forze c orazz at e arriiiivarono f.ino a 1 I f,iiume M1ischkova, a quaran • totto c hilometri a sudoves,t di Stal.ngrado, così v<icàno a Paulu s c he già le radio <l e ghi accerc hiati e que ll e d ei loro l,iberatoni av evano sta b i%to i1 l conrt,a,t,to. Si è conserva1o H fascào di messaggi scambiat; tra Paulus e il mare soiaJfo van Mans-t e in. La loro •lettura deprime. Paulus av rebbe potu to , in quarantotto ore , salvare ,i s uo4 u on1ini. Bisognav,a gebtaoPS•i, come poteva, verso ,i suo i sa lvaJton i, c on 'Ciò che aveva aMa sua pontava e con H centin aiio d~ cairni arn1ati che gU restavano. Un anrno dopo, presi , esattam ente co me ,lui, con und;ci di v is<ioni, n e ll 'accerchiamento di Cerka ssy , ingaggiammo -dapp-r im a sul terreno ventitré giorOJi di comba btimenti accanòti poi, quando furono se gnal at:ii a una ventJina di chilometri i m ezz i c orazzaiti del genera,le Hube che ve nivano in no· stra a iut o, ci avventammo verso di loro, forzando ila rottura. P erd e mmo o ttomi.Ja uomini nel c orso di un conpo a cor,po orrendo ma cinquantaquaUromi1]a uom4ni ,pa,ssaa·ono atitraverso la brec cia e furono sal vat,i.
An c h e ,se Pau,lu s ne avesse pei,dut,i il doppio, o j,J qu,intup,Jo, era m eg J.io c h e a bbandonare la s ua armata, co m e fece, a1]1la mort e n e ll'orrore delJ'accerchiam en to f~na le, o d e ll a c apito·lal'lione c he fu ancom peggio, p o4ché,
Léon Degre ll e
d e i duecentomila prigioni eri d e l,Ja S esta A<rmata, i Sovùetioi ne fecero ,perire, <in seguito, di anghepie e di fame, più chi centonovantami<la, nei loro ca:rnrpi. Di tutti i prigior:uieri chi StaJirngrado, novemila soltarnto Picompa'!"vero neJL!a .Joro pa1,iia, parecchi anni dopo ,Ja guerrn.
Tutto dunque era meglio che res,tare n e hla nas,sa Bi s ognava rompere . Pau·lus non arrivò a decidersi a nu"1a. Von Manstein non gli dava tregua p er mchio; mandò, •ln aereo, ufficial,i del suo stato maggiore neHa sacca stessa di Smlingrndo, p e r includo a m e trers-i fina!lm ente i n moto. Le colonne d e i suoi ca,rri armabi , a,l comarndo di Hoth, si e ra,no s,pinte avairuti a punta di ,Jan-cia, co,irevano sempre più i l ,rischio di fa1,s,i accerchiare a ,lo-ro volta se tle tergivernazioni di Paul u s s i fos•sero dovute ancora prolungare. Fu a ll ora c he qu es ti , avendo pers o la tes-ta per ,Ja s u a ma,r:uia pignolesca d ei raggruppamenti me t i colos,j a b ase di scartoffie e che, i n realtà, preferiva in fondo a •se stesso n o n muoversi più, ma,ndò U11 o.rbilograrnma ad suoi •sal vatori p er dire c h e gli occorrevano sei g io1,ni i n più per m etter e a punto i preparatavi <li s gomb ero! S ei g.iornri! In sei ,g iorni, n e l 1940, Gude riian e Rommeù erano cors i da1l1 l a Mosa •al Ma re d ei! Nord! Pau!lus e Ia sua Sesta A<rmata non ,sono •sfugg i•t,i a·l d,sas t•ro di Sta,l,ingmdo perché ; ,J capo non e bbe né fmza di volontà né ,spirito di d ecis i on e. La •sa lvezza era a pontata di mano, a quaPan•totto c hilom e tri. Lo csforz o inaudÌ'to dei canni anmarbi ,cli :Jibera2Jione , aniiva ti vàoinà,ssimi a 1lui e c he av,rebbe ,potuto raggiungere in due giorni, non •servì a nu!l1la . Pau!lu s, •teo11i·co àir1capace su l c ampo , cervel1lo m o lle, a bba t tut o a ncora pnima di decidersi, lasc iò proprio s finirrs1 i 111elil'amtesa ila colonna ,l,ib erait1r,ice. Non apparve affatto . Non te ntò nemm eno di appani re . I ca,nri ar,mati cli von Manstein, dopo un'a-N es a in,terminaMle e d es t•remarrnente p ericolosa, do vetitero trronca re, nitomare verso la base di partenza.
Paulus finì un mese dopo, a~1cora più misembilmente. Avrebbe dovuto, ailmeno, farsi uooidere alla tes,ta del1Je ,sue u.it;me ,truppe. s; s,clir-aiò ,su>! suo 1letto nel.tla postazione sotteI'l'anea del comando, attese c he i nego,zia tori del ,suo sm to maggiore avessero teJ1111ina1to, fuori, le cMacchiere con degl,i emi,ssa11i sovietlici. Egli chiedeva, con un'1insistenza che faceva maJle, che Ullla volta a!l'reso, un'automobille fosse messa a sua diiS1posiZJione per condu'!ilo al] Grain Quarti er generale dei! nemico. I ,suoo soldati agonizzavano. Lui, pensava ad u>n'auito che lo trnsportasse. L'uomo era tutto lì.
Qu alche ora più ta11di, ricevuto a colazione d ai! comando russo, chiese d e Na vodka e alzò H bicchiere, davanti 1ari genemli 'SO\nieoioi 1sb,ulo11diti, 1in onore 1deH'A,:-ma1a 1ros1sa che •l'aveva appena balltuto! lli testo di que l piccolo b11indisi eS<iste ancora, regi's4rnto aill!'isoaime, come si 1hnmagiina, dai Serviiz1i dii Inforun1aziione Idei Sovdet'i. Quel testo ,dà fa nausea . Duecen1om i1la soi]da<ti di Pau!lus eraino 1mor tJi o partiiv,a,no verso ,i campi in OUlÌ ~a morte a,tJroce ,Ji aiblendeva. L1.l'i, vodka in mano, 'SaJlutava i comun i st,i vi1nt1irtoni !
Lo con dussero a Mo sca ,in_ 1tireno sipooiatle, rin vagone fot to. Già questo mi,l,,tare erei,nam ente indeciso non era più, pd!i,t,icamente e morallmen1e, che un Teiliitto . Era, fiin da alilora, ma,tll!ro per •l òradòmento. Sarebbe sfiuggito, graZJie ad esso, ,a,]le forc he di Norimberga . Sarebbe ri1om0Jto a insedàa-rsi nella Genmania deill'Est. Vi 1sarebbe vegetato ancora qualche anno. E' mwto da mol,to tempo. Ma questo mhlitare mediocre, pusiJ.lamiine e -senza volontà, aveva spezzato ,i Tenà 0Jlil'esercito <led suo paese. Come un gatto con ia schiena swiwlaita, Ja Wehrmacht si sarebbe ·s,tfracchiata, ancora per due airmi, s uL!e ,strade daUa d.isfatm, tenace, e roica . Ma essa era perou1a fin
d<>l gjorno •in cui Paulus, r if,iut..ndosri al , ,is c hio, aveva spezzato, davant>i ali mondo in tero, ,H mito de]IJ'i,winc i6-Hi•tà ,d e l Te rzo R eich.
La prova che Paulus avrebbe potuto •resistere, ,liberairs i e perliino vincere la baittaglàa, fu pro dotw, neHo stesso inv e rno, dal m..resci..Uo van Man•ste.in che P.atulus non aveva osaito raggiungere quando avre b-be p otutoe dovuto - gettare con v igore tutte ile s ue truppe a ccerc h~ aite verso loro sa1lva1to11i. Cos<torro •s ferz,a vano sen za tregua per lire mesi li R!llssi che, Hberat; deM 'armata di PauJus neJ.l e loro retrovie, avevano p o tuto correre ,in av,<>llJti per centinaria di chiilome tri, superando il Don , s uperando H Donez, somm ergendo una parte dell'Ucraina. Quan do furono ,ben scesi verso l 'ovest, Mans tem ,li incastJrò, una volta ,d,i più, Ji battè s u llutlla la linea , ,,iconqwst ò Ka.rkov con ,la massima facirlità, neutrailizza nd o parzia lm ente e mom e ntanea m e n te il disastro del Volga . Se Paulu s s ,i fosse lanciato ve r so Mans•tei n , combMten d o poi a s u o fian co, o se si fosse abba•rbricato a!l le rovine di S talingrndo fino aHa primavera - ciò che non era strett..n1ente •i-11rerulizzaMle - la guerra avrebbe potuto, for se, essere ancora vinta, o, almeno , i Sovi et, s arebb e ro s t a ti contenu•ti p iù a ·lungo.
Mrulgrado tutto queHo che aveva ili spaventoso ,la batt aglda di Sta1Nngrado, .po,ssi biHtà di res•istenz a sussistec vano. Scort e consid erevolJ dri munizioni e di provv,ist e furono prese dai Ru ss•i i n St..lin grado conqui s•tata . Il ponte ae r eo ave va d a,to un appoggio che non era s ta.Lo to,ta~e, ma c h e era sta to rio ,s,tesso considerevole. Anche s olt a nto i rventi trem 1j1Ja -cavaù1]i e ani m ali da carico accerc hia1bi con le •truppe, rnppresentava110 mi,!ion i di chi li cli carne uti,J,iz zahile. Le s tati stic h e d e lle riserve fornJte da Paulu s e rano ,fruls e, come sono false tutte le s ta tist ich e
HITLER P ER MILLE ANNI
forn i te dalle unità c ombatt e nti che segna lano le metà di qu d lo c h e poss iedono e chiedono il doppio di quello c h e a s p e t>laJ10. A Le ningrado, con l reni a volte m e no rifornim e nt1i, i Russ.j resistettero p e r due m1 ,ni e vjn se ro, a lfa fi n e.
E poi, ad ogni modo, pro-lunga.re, an c h e n e lle pegg io<ri sofferenze, la resàs t enza a Stalingrado, era megl io c he manda<re cluec en t omi,la sopravviss u ri -a perire di soffer enze n ei c aimpi di c aire sitia sov~etioi.
DoMe d<ivi sion i corazza t e e rano s t a te fatte ar r ivare in fr etta da1'l a Fran c ia per ,Hberare gJ.i a ssediati. Ogrni mes e guada gna t o contava . Nel fratt e mpo, clelile armi n u ove potevano es sere uti1lrizzate, susce ttibi1l1 i di cambiar-e tutito. Cacc ia ra re azi o ne , a e re i a g eom e tPia varifabi1le orano s-tati ,inv e rrtati n el R1ei ch già ra,llor a , n1entre g,li A ll ea t,i no n 'TlC ave va n o ancora n ess tma i-dea. I 1m•i ssi1li
Leclesc hri s•tavano per ess ere ope rativi, es si pure, nel 1944. S e ,la s o rt e n o n ave s se nuoc iut o a Hi tler, part•icolanmente quando ,s a l tò in aria .l a sua fabbri c a di acq ua pesante in Norv e gia, una bomba atomica co m e qu e lla d i H,ros hi m a a vrebbe potuto altre ttanto b e ne c adere prima de l 1945 su Mosca, o s u Lon dra, o s u Washington. Su un a.Jtro piano, non e ra inimmaginabile d1e Churchill e Ro osevelt s•i r e nd esse ro ,conto , pr im a c h e fos se •brop\po tar::l~ , ch e st ava no conse g nando metà de ll'universo ai H'U.R.S.S
Avre bb e r o potuto, in te1111p o , ri nunc i a,re a mettere al s e nrizio ,di Stalin i quattroc e ntooi'11q u anitam.ila au tocariri , ,le migiJ.iaia di aerei e dii caPr1 i ar1mati 1 ,le materi e pri m e e i'] m a te,-,ial e b e lli co favo l os o c h e a ssicurarono n i So vie t,i il lo-ro d omini o, •dal rle • i sole CUII'ili fino all'Blba. [l m e glio e rn dunque r e s,istere, re s is,t ere s ulla Piva del Volga, r es istere s ul Dn iep e r , r e9 is te re s u lrla Vistola, r e s istere ·su Ll'Od e r. Ogni ca mipagna ,i111piiegata a sbarrare la istrada a1l1le a iin1aot e rosse s a l vava , for,se , i 1 1ni.Ji on i dii cli e sse ri l ib e ri d e ll'Europa minacc iata d1 morte.
Dopo StaJingrado, una volta confermate le possibil1tà ,cli res ist enza mili,tare d e l Terzo Reich e riconquista,ta Ka.-kov, ,la s p ernnza sopravvisse, per qualche mese ancora, di r ,iprendere , una ter.< a volta, 1l'inlÌ2'ia1n,va. Dopo i1! <pPimo inverno, ,J,a rimes sa ,in marcia dei\lle armaite europee aveva rkhùes,to uno sforw enorme poiché StarHn aveva avuto iJ tempo di ada,tta.-si aUa guerra,lampo e, sopmHuHo di ,scopPirne ~] segre to. La corsa ali Cauca so era stata realizzata, ma, a dire ,i,] vero, era stata mancata, giaoché 1iJ grosso del nemico ci era scivolato trn Je di,ta.. Dopo un secondo i nvemo e dopo iii dssastro di StaHngrado, m o l to più importante moralm ente c h e mi litanrnente, una terza offensiva \Sare bbe divenuta ancom più ,diffìicile, tanto più c h e t u tto, nel frattempo, era camb ia.lo in OcddeMe.
GH ~],]e a,ti era no sbarcati <in Africa del Nord, si era.no di ssem, nati lungo il Medi,terrnneo del] Sud, d a Ora.no a1 ! canale cli Suez, Rom mel aveva perso fa partitia, e non era pi ù , ,]us, -l'anmco proconsole ,omano, c h e un s ub aheiino a ,rrnuro, inacidito, pross,ima vst1<ima d'mt:riganti. I,] con,tinen t e europeo pot eva essere invaso in qu rulunqu e momento, e lo sareb b e st:ato nell'anno ·stesso , che avre bbe visto g l i Yank ee ma s,ticare i•l loro chewi ng-gum sotto g li airanci di P.a.!e.mo e correre dietro aiHe rngazze nei vicoli t:e n e b ros i di Napoli da,] profomo di gelsomino e d i l.llPÌna.
L'u l t imo tentativo fu rischiato comunq u e. La mas sa potente di tutte le Panzer-Divi sionen c h e <Pimainevaino disponibiH si s lanciò, tma volta ancora, verso Kursk, vicino a Ore ], nel g iu gno 1943 per 11.una grande batrtaghla di annientanne n1o del mat er iale sov ietico, c h e, ,se avesse av ut o s u cces,so, ci avrebbe consegnato, a,J!a fine, dopo tanti as,sailti, i grandi fi umi e le grandi ,p ianure fino
all'Asia. La prova fu deoisiva. I Sovieti erano starti a una buona scuola. I loro maes<tr·i tedeschi del 1941 e ,1942 avevano OPmai ins egna-to foro tutto. Le loro fabbriche, riallestite ai! ,rirpa:ro dei mont,i Urali, avevano sforna1o miiglii.aia e unigùiaia di cam annatd . Gli aunepicani avevano fatto st upidllJmernte ;J resto, colmandd1i gratui~,-mente di mat erie rprime in quantità gigllJiltesche e deg1i a=alm ent,i rpiù moderni . Nelle nostre ·retroVlie, ·l'avfazion e amerioana frantumava tutto, rper fooi 1H,tr»re a-i So"l'iel'i ila corsa verso la p roda e uropea. 11 ] due],Jo KLU'sk-Orel iiu aililuoinante. Hitler aveva impegnl!Jto su qu el] •terreno cstrellt o ,tanti. caffi arma-Ili quant0i n e aveva •impegnati s,,.J,l'i.ntera di.stesa dei! fronte russo al momento d e liJ'ass,al ko genePal le d e l giugno 1941. Per rpa,:ec. c hi giorni mig!Jiaia di mez2li cornzza'Di tedeschi e sov,ietrici lo t,tarono fePro corntro forra. Ma la doppia rpenetraz-ione origina,ria ,dehle al'ffiate del Reich s i restrinse di giorno ù1 giorno, 6u bl]occata, neut ra1Hzzata . L'esoroito tedesco, questa vo'lta, e ra stato veramente b a lltuto. Non aveva rpotuto passare. La prova e r a appena ·stata fatta che i,! materi ale ru sso era dive ntato il] più forte. E' qui che ,]a Seconda Gu erra mandria/le fu ,persa, a Ku,:s k e vicino a Ore!, e non a Stalingrad o , poiché trncentomi ,Ja uomini p erduta, accidenta1Jmente , su umltl oi mi.Jionj di combatterntri non signi.6icavano run disas•tiro irrime diabiil e. J.l disastro tlmm.ediabille fu quel due llo decisivo de!Je mmatre corazzate ili Hidl er e di Stalin , sul campo di batt aglia Kursk -Orel, al cenbro s t es,so d e l la Russèa, ne,! giugno 1943.
Da al i]ora , l'immenso ,ruMo compressore russo non aveva più che da scendere verso ,j paesi civiilizzati dell'Ovest. Tutto c iò c he si sarebbe potuto ancora fare, era ;m,pe d;rgH ài oalarn •ts·oprpo i n fr et1a con 1Ja speranza di l>loccllJr!o comunque ,prima che raggiungesse i ,] cuore d e1J.l ' Europa . Per salvare que1Uo che poteva essere sailvato, Jotitamm10 an cora pe r due amld, due anni rterribi1li, •nei quail,i perdevamo i ,n una setUm1ana più uomini che prima
in un ,trimestre. Ci abbarbicavamo a,I terreno, ci l asoiava1mo accerchiatre per 1f1raittenere i-1 irtemko dieci giorni di rpiù. N on ci so,t,t,raevarno che a pr ezzo di sor-t,i te e rdi rottu r e apocali ttiche, l ascia,ndo ,dktro a noi, n e l,le nevi nott urn e, rpro,trarsi in ,l ontananza le grida di s,pera,te d ei n1orenti: ca m.erali , ca merati ... Pov err i cameriarti che 1 ] e nevi 1•i c op r ivano l e ntamente, qu e lle nevi che, rpiù ,d i una vo lt a, erano state ·il nostro unico cibo ... Bisognava scag liaris• i atJtrave11s0 i vi,lilaggi 1russi in Ha1nn1e , tra i fer i1ti c h e s i con torcevano dal dolor e s ul •lastrone di ,g hiaccio a11rossato, tra ,i cav a1lli che si dibartteva'flo, svenitJrati, con le budelila sp ars e crnne raccapriccianitii 1senpen1:i bruni e verdi. Gli ultimi car ri aer1na•ti s·i niburt·ta vaino verso i1 l sac rif.ic io o, più esattamente, ve~s o 1!0 1s1errnin io. Intere unità iS'i facevano 1na ssaorare sul pusto. Ma i fronti sa,lit,avano dappe1'1utto, erano s tarti spalancati . Dec ine di migliaia di cani arma.ti , mi-lio-ni di Mon go li e cJ,i Kirghi si si disseminarono suil.Ja Polonia , su l,la Romania, sul l'Ungh eria, sul l'Austria, poi su,Na S,]esia e su Ha Pru ssia o•ri e nta le . Rit011navaimo rulla oadca ·senza tr eg ua, ri c onquis,tando vN.Ja ggi tedeschi sommers i <lai Sovic ti qua-lch e ora prima: i vecchi, cas trn•ti, agonizzavano ai! s uol o in pozz e di s angue; le donne, le ,più vecchie co me • l e ragazzin e, v i ol entat e cinquaota vo1te, ottanta vo.Jte, giacevano appicc icose, ,Je mani e i rpiedi ancora legati a palerti-
E' questo 'Il1a1rtrirìo ,d e H'Europa c h e volevamo ritardare, l imitare nella misura in cui sarebb e s tato ancora poss·ib-ile. I n ostri raga zzi morivano a migliaia rper conten ere qu eg li orrori, per mettere ai fuggiaschi di correre aHe nost,re s,pa,ll e verso i nifugi di un Ovest sempre p 1Ìl! Pistre tto. Quando s i r improve ra a HHler di avere continua'lo così a ùungo la lotta, non o i ,si ,rende conto che, senza ·la s ua vdlontà frenetica, •senza 1i s uol ondin:i draconiani di re si s t·enza s ull posto, senza 1Je eseouz,ionri e le impiccagioni d e i ge nerali che si ril-iravano e de-i solclat•i c h e
HITLER PER MILLE ANNI l73
fugg iva n o, ,decine di m11J.ioni di Europei d eH'Oves-t <sairebb ero stati, essi pme, raggi1.1nti, <sommersi, e con oscerebbero oggi fa soffoc:mte schiavi•tù dei B ail t,ioi, dei Polacchi d eghi Ungh eres•i, dei Cechi . Imm o lam;d o i res,tJi del suo esercito in un corpo a corpo dòsperato, un soldato co ntro ce nt o solda ti , un cannone convro cento cannoni, un m ezz o corazzaito cont1ro cento n1 ez z,i corazzaiti, Hi tJler, quailunqu e s•ia ·st ata la sua responsaMlità ail1J'mizio d ella Seconda Guerra m ondi a le, salvav a, h a salva,to , milioni cli E ur opei c h e senza di l1.1i, ,sen za le s u e e nergie, e senza tutti ti nos:t,ri povePi mo1,tii non ,sarebbero p iù sitatie per lungo tempo - c h e d egli 1scMaw.
Quando Hi ~ler s-i fece saMare '1e cerveirla, oiò c h e poteva essere sa-l va,to era salvaflo. Le ·colonne ,gementi degli ultimi profughi aveva.no raggiunto la BaVli era, J'Elba , lo Schl eswi g-H o lsteùn. S o lamente aJlora i l fumo d e l c adavere cli HiitJler salì sotto gli alb eri dtl lanòati d e l suo g iarrd i1no. Le arm i tacqu e ro. La trraged ia e ra te rrni•nata.
N e ll 'o ra in c u i la capitolazion e fo resa p ub hlica, gli ultimi comba t tenti non for mavano più c h e gruppi isolati , tag;Hati sp esso da ogni con,ta,t,to col comando . I poch!i camera ti che mi at tomiavano non vo levano, non pi ù di me, ced ere, consegnarsi. Un aereo era stato abbandonato n e l nostro s ettore, ,i] setllore norvegese c h e avevamo raggiunto rin capo a una ba-traglia in-te rminabi,le •lungo H Baltico, dall'Estonia abla Dani m arca. Rac im olammo d eilla ben2iina, qua e '1à. Avevamo d u em1latrecento chi lom e t,ri d a ,s1.1perar e, ,se volevamo iraggiungere un paese com e '1a Spagna rimasto fuori della mischia. Ci restava una proba:bi1li-tà s u muHe •cli us c irne? S enza du bbio! P er più cli duem nla chi<lornetrò a,l di sopra del nemico, clelil a sua artiglieria cornt-raerea, d e!Je ba s• i d e Ne sue •squadriglie cli caccia, <saremm o ,s t a ti b eps agHati cento vo l-te. Ma prefer ivamo •tutto a 1la oapiitolazione .
Léon Degrell eCi s< lancia,mmo in a,ria m piena nocte, oitirepassammo ,l'Elli"opa intera nell'abbaglfa.mento del fuoco alJleato. Raggiungemmo, abl 'aJba, j,J golfo di Guascogna. I no5'DI1i motori 'S buffavano, soffocavano, i serbatoi di benzina erano esa uriti . Stavamo per peri,re a qualche minuto dalla Spagna? ... Emvamo ,d ecis·i, se occorreva, ad abtermre in qualsiasi modo; se non eravamo uccisi al[ s u o lo, avremmo '!)'feso d'assalto qualunque macchina . Nel crepit,io del,le sei mi,tragliat,rici c he portavamo, av,remmo probabi-lmente raggiunto ·co munqu e ,la vroilltiera. Ma no, l'a ereo s i manteneva sempre. Potemmo ,racld-rizza-rlo una ultima volta, fare cadere sUJi motori gli u[,Hmi decilH,r i di benzina che restavano ;n fondo al 'Serbatoio . Ci ributtammo nel vuo,to . Noo avemmo più i,l ,tempo di vedere rn,hla. Rasentavamo tettJi rosa, ,scendevamo on picchiata verso una rada c hiara. Poi, un enorme scoglio si drizzò dava,nti a,i nostn occM . Trowo tardi ! F acemmo freno, a trecento chilometri a,ll'ora , con lo scafo 'S1es-so dell'apparecchio. Un motore sal-tò come un fu scelllo . Già -l'aeroplano aveva devia,to, preso da follia, correva nei fluoti, vi si sprofondava.
Di f,ronte a noi, a,Jll'estJrem-ità d e l.l e acq u e lucenti, San Sebasoian s i destava. Dab] ',a,]10 ,deli la diga, due gardias civiles agi1·avano il ven1aglio nero di tela cerata del loro copricapo. L'acqua aveva invaso l'aereo •spezzato, fino a venti centimet'l1i dal tetto, prop•rio abbastanza per 1 l asciaroi arrcora 1 respfa,are. Era;vamo tutti a pezzii, ossa •rotite, canl!i •s1traz ialt'e. Ma 1nessuno era morto, neanche morente. Detle piroghe si avvòci-navano, ci ,raccoglievano, a,pprodavano sulla spiaggia. Un'ambu,la,nza mi conduceva via. Avrei passato quindici mesi, gmnde ferito, a!H'Ospe d a,Je mhl,tJa,re idi Mola. La mia vita po-litica era finita . La mia vita di guerriero era fJnita. Qu e lila, 1ingrnta fo·a ituHe, di esH ia1o brace-alto, o.c:Liato , inco1ninciava .
Ca,pitoiJo XI
Gli esiliati
M ein lieber Deg rel/e ... Bra Himrn!ler che ~i r,ivolgeva a me. Eravamo affonda-ti, in piena notte del 2 maggio 1945, ,nel fango -di un carrnpo tene broso. A o1nquecen1o metri davanti a noi, un migliaio dà aerei aUeati completava l'arutienramento della oit1à di Kieil. Tutto saltava in •aria a mucc hi chiaoc-i come meta:llo •in fus ,ione, rendendo ancora ,più n era la notte neUa qua/l e ci rannicchiavamo.
Mein lieber Degrelle, dovete s opravvivere. Tutto cambierà pre sto. Dov ete guadagnare sei me s i. Sei mesi ... - Mi fi ss ava coi s uoi picco,li occhi CUI1io5'i, ,dietro gli occhiali che soi-r,rmavano ad ogni g e tto de]1Je esplosioni. Il suo volto tondo, ,no r, ma l m e nte di un pallore lunare, era div enuto livido in quei capi1om boli da Hne del mondo.
Qua lche ora prima , al.Ja fine del pomeriggio, avevamo ,p ePduto Lu b ecca Ta11ona!Ji dai carn°i anmati inglesi e mitrngliat,i da·i Tipfligers, ,r,ifluivarrno suJ,Ja ,s,trada maes tra d e1]1la Dani marca, quao:>do avevo visto Himmler s bucar e da 'l.Nl:a ,s,trada ,d; campagna, in una grossa macchina nera. Già, ,poco pnima, ero ca,duto faccia a faccia con Speer , l'ex-minist,ro degli ~r,mamenti, architetto -stra ordinario e i'! più gentile rngazzo dei! mondo. Lui, in quel dùluvio di fuoco , restava, come sempre, ,dtl -indole aHegra . Avevamo sc h erzato in5'i e me un mome nto. Himmler
Léon Degrellee ra sopraggiunto. Lui non sc h erzava spesso. In ogni caso , quando ,lo foceva, era sempre con impegno . In quel c rep u scolo de l 2 maggio 1945 - HHl er era mo r to da più di cinquanta or e e lo aveva ,lascia,to fuori da ogni s uccess·ione - H1imml e r aveva un aspetito più austero c h e mai, s p e n to, la testa ,lucrda soHo quaHro sca.-si cap e lli. Av e va te ntato di sonridermi, tra i d e nl'i c h e ave va piccoJ.i, denti di rodi,tore so tto i qu alJ.i, già , era nascosta la Fia,Je t,ta di c ianuro di potass,ìo ch e lo av,rebb e folg or ato qual c h e giomo ,dop o.
Ero sai li1o nell 'a utomobil e vicino a lui. Avevamo faHo sosrta inal1Ja corte rdi una Fa ttoPia. M1i aveva annunc ia·to che ero di ven tato genernl e da qualche gi mTio . Gen e rnle , capo rnl e , ciò non impo'l'tava più moJ,to! Il m ondo c i stava ca d e ndo a ddos so . Pres·to SM'e!Ilmo stati tubti senza wlJ.iforme e senza srpa l1line . E amc h e mort•i, p e r la maggio,r parile.
Avevamo ,,1preso in 9ieme, fim daJ,la not,te, ila strada d E> l grand e pm·to di Ki E>l. Qua ndo stavamo per erubra,rv-i, l' a viazion e d egli Alleati oi avev a offen to i,J prodigioso fuoco d' a rtificio d e11\ul-timo anni e ntam e n1o. L'iintera Ki e l sa,lt av a in aria , ard eva . Su!il a nos•tra s trada, •le bomb e prec ipita vano c01111e no ci , esplodevamo o rimbailzavano . Non avevamo avuto che j,J tempo di saJ,taire in un campo paludoso. Una d e lile du e seg.-e~a,rie ,cli Himmle r, una rngazza ,lunga e sgradevol e, aveva sub,i,to per duto n alila pania ambedue Je sca rp e a ,tacchi aill'i. App o l·laia ta s u uno d e i suoi polpacci, c he aveva ossutii e graci,li, f- rugavsa ,nella m el ma ,nera, c e rcamelo in vano dii ,·ipe scare ·le s ue caJz a ture e lam e rutando5'i. Og n=o a,],]e s u e preocc upazioni.
Hfrnnnl er continuava con le s ue . M ein /i e ber Deg r ell e, sei ,n es i, se i ,n es i ... L'avevo wt:aito spesso con la mja intr a n s ige nza. Un u o mo inte<ll ert uailm ente m e dio cre , s areb b e s ta to un in seg nam •te diH gente, in ~emrpi n o rmaJi. Le vedute eua-opee lo surperavano. Ma, alla fine, s i era
abio u ato ai màei punti di vista e ai miei modi. In quel momento in cui H nostro universo sp,rofondava, g,li impoctava c he sopravvivessi.
Già, il 21 apri,le 1945, dopo .l'Oder, mi aveva chiesto cli diventare minòstro degli Affari esteri del governo che srurebb e •s ubentrnto al gmppo do Hi~ler. Mi aveva, poi, inv,iato il ge n e raìe Steiner per s,trap<pare i• l ,mio consenso.
L'avevo cred uta una facezia. Sarei s·tarto l'ultimo a poter trav tare, come minòstro degli Affari esteri, = cle gJ.i Alleati che mi facev>ano tutlli la posta, per impiccarnli di g,ran can,iera! Impegolato nel! fango, Hòmmller Pi.peteva tenace: Tullo sa rà cambiato fra sei mesi! Finalment e, gli risposi, fissrundo, sot>to i Irumpi de1le es,plo;,ioni, i suo i piccoli occhi s-tanchi: Non fra sei mesi, Reichfiihrer, fra sei anni! Avrei dovuto cl-ire: fra sessant'anni! E, adess o, oredo che perfino fra sessant'anni le prohabitlòtà, per me, cli una qualsfrasi res1wrezione pdHtica ·sa.ra nno ,ancor-a 1più es.hl.i! La sola resunre:rione che mi attende orma.i sarà que l,la del GiudiZJio Unòversale, a l fopte suono deHe trombe a,poca Ji,t1Jiche!
L'esiJ.iato ha, naturailmeinJte tendenza a credere che la sua buona foptJuna stia per ricomprurii-re . Spia l'o,:,izzonte. Il m inimo sfotomo di cambiamenti nel suo paese per,cluto ,piveste a,i s uoi occhi un '-importainza capitale . Una e leZJ.ione, un moidente di stampa senza ,interesse ,Jo m e ttono in effervescenza . Tutto sta per cambiare! Nulla c ambia. I m esi passano, gJ.i anni passano. AM'iru;,io, Q'esi1ia·to cl•i qualità era riconosciuto . Lo s,i guaridava ,dovunque andasse. Cento p e r ,sone oggi gli camminano gomito a gomòto, indiffe:rentL vi buon donnone che lo urta pens a ai porri da compera-re; •l'uomo, troppo lento d avan ti a lui, sl:,,kcia le passanti; il monel,Jo che corre colpencloglii gl-i s~;n chi non ha la mirnma idea dd ciò che egli è e , soprattutto, Idi ciò che eg1i fu, Non è più ohe runo sco no s,ciuto ·nel muccliio. La vita è pa·ssa1a, ha ,!ava1o 1ut-
to, l 'es,is t e nza d e l prosoPitto è divenuta seillla colore, co m e il res to., Nel maggio 1945, qua.rrdo mi ritrovai su un lettino di fenro a lil'os pe daJ e do San Se bastiano , òngessa• t o dal co llo f.ino al paed e 9ini-stro , ero a.rrcora una vedette. Il grosso Govennatore mi1li ta r e era venU1to scampanel,lando t utte le •s u e medaglie, tapp ezzato di gnandi co11doni, diffondendosi in abraws •Pum oro9i . Non aveva ancora bene a!feraito c h e ero ca duto dalla pa,r te ,sbag,J,iaita e ch e n o n ero più da frequentare . Lo a,v,reb b e compreso presto ! Tutti lo awe bb ero capito presto! In oapo a quind.oi m es i, quando -le mie ossa sairebbe ro ,stait e 1r•i5a1 lidate, imi 1saire i 1 riitrov•ato, una notte, ben lor>tano di 1là, in un a •via nera, guidato vevso un as•iilo segreto. L\1niica soluziione per me, il'uruica 1s op,ravvi-venz:a , m e ntre s i reclamava da ogni parte la mia estmdi zi0'11e - dodici ,P'ail lo tto le n e lla pe1le! - era nella buca del,l'obiHo. A\'rei passato du e anni nell a prima buca del'i'oblio. N e avrei conosoi ute b en aJm re! Mi ave vano s istemato ;n una ca m eretta bufa , attaccata ad un as c ens ore di serv,izio. Non potevo vedere nessuno . N on p otevo mai a vvicina,rmd a una iìinestra. Le imposte •Pi manevano se mpre abbassate.
I due vecchi c h e mi a liloggiavano cost-i-t ui vano ;11 mio so lo universo . Lui, pesava s ui centocinquanta ehm. La pPima cosa c h e scorgevo la mattina era , nel corl'idoio , H s uo secchio d i unina . Ne produceva qua tt•ro •liwi p e r notte . Lavoro intensivo. Il s uo unico lavoro. Fin d a pvima del p as to di mezzogiorno, si rimetteva in pigia ma, un pigiama gigantesco, a p erto , s -pailancato, su ·un triango lo di carne pail.Uda.
Lei, trottava sotto un fascio ,cli oapel.Ji radi, gial1li e i,rs uti, na\nigando nel !mio d e lla casa - ,la l u ce scotta! - s u du e vecchi cenai - le sca~pe •logorano!
La sera a scol tavano ambedue , i nsediati s u due poltron e di vimini, un lavoro tea~ralle aJJ,!a radio. In capo
a oinqu e minuti, donmòvaino, lui, espebtorando grugniTi profondi ,in avant,i, :le i, fa -testa ,ribut ta ta aH'inclietro, e mettendo ~ibild s,u,iduli. Alil'una del mattino, H s ilenzio della fune d e lla trasmissione ,Ii Pisvegliava. Lei pirendeva a liom la gabbia deg],i u ccelli; •lui una grande statua ,binteggiat a con colori sgargianti rdi San Giuseppe che brandisce ,un ramo dii rpalma vende. Si mettevano ,in cammino a ,piccolo ,passi verso de foro oamere da l e tto . I brontolii riicominciavano. !Il mart.rtino, ritrovavo da M vantà alla porta ti ,qua:Jmro lit,r,i d:i ,unill1a.
TaJ e sa,rebb e stata la mia v<i1Ja per due ,a;n,rui: ,la so lrt udine, 'il silenzio, ,l'ombra, du e vecchi che ·rie mpivano um ,secc hio fono all'o,nlo, portavano San Giusepp e e due pappaga11i,rui. Non a\arei v<isto um so1111i,so una sola volta. Né due grambe ,g1ru,iose s u um m ao-ciap iede .
N e mmeno ,um alb ero che sba·gl'iasse nel cielo qualch e fogha tingiadlita .
Dopo, sono b en dovu t o u scire .. La mia ferita a llo stomaco - ,r egalo ,del Gau oaso - so era apenta da un capo a ll' a1tro . In ,sei mesi, a vevo p erduto w:entadu e c hi!li. In una dimca dà screta, m i avevano aperto ,il venbr e, -dail,l'esof:ago fin o al,l'omb e lico, p er dic ia ssette cent,i1111et1rii.
Bro ,s t ato 01iconosoi uto in capo a •bre gfom rda u n infermi e re .. Dovettero condurmi via in piena nobte s u una barel,la. Mi ave,.,a,no ,frr ato s u per una soala stretta fino a ,um quarto piano. Gron!davo sudore e ,sangue, poic h é, ,p er i contorcimenti d e 1la .bareUa, tutt,i ,i punti cl i s utura e rano ,sa hati! Che vita! Non forsi vedere - p e r non essere ,riconosciuto - non serve a nuHa. Vi nico no scono uguaJm ente, \'i vedono ugualmente, anche se sie te a diecimà,Ja chiilomellPi di là.
P oss ie do un inoantamento veramente buffo s ui -miei s oggiom,i 'Ì!ll venti paesi div ers,i. Que l giorno un. g,io,pnahl sta mo a ve va 'SCOij) er to a Lima! Un ,a ltro giorno, era sta to a <~anama ! O nella ,pampa argentin a! O on una
"~Ma v-icino al Nrulo, d a l colon:neUo Nasse r ! Ogni vo1lta, i •pa11bicolari erarno talm errte ,preciS1i che fiiruivo per chàede11mi se non ero là •realmente, 1se non mi sbaglciavo. Un grande giomalle francese pontò, ,sotto un enorme ·tiitolo di prima pagina, delle preoi,sa,iioni as,so,lutamente compllete sulla mia v-irta ,in BrasHe, stJI! mio modo di vestire, di marngiare , di 1pa11kure. Da vero reporter parigino1 1l1autore &i idillunigava molto, beninteso, sui miei amori! Si, amavo una negra ! E •ne avevo perfiNio avuto un bel piccolo negre tto! J.l lettore, nonostarnte •tuHo, dubitava ? Dubiitare? Ma la foto era lì! La foto di mio fi.g1io, i•l piccolo negro, un marmocchio di tre o qu attiro anni, l'occhio tondo, ciocche di capeUi crnspi che s ii allungavano 1s-ul cranio come un ·tappeto Idi rnuschio ! Mia 1s uocera, santa donn•a del P ér,igond, csobhalzò, •alfa prima colamone, ,leggendo quelle ,nivelaz;iontl abbas•tianza onattese nel suo quotidiano abi,tuaile ! Questo nipotino del concubina to non ,le ,piaceva davvero per niente ! Doventi faticare ,pa•recchio per fuir,Je ,sapere che non avevo mao, ,in vita mia, m esso • I piede in Bmsole, che nes,sun negretto era e ntrato nella famiglia.
Non 1imrp011ta. T•ren1a volte, cinquaruta volte dovetti apprendere c h e ero a Caracas, a V1>lparad•so, a Cubadove un povero diavolo ru messo al fresco in mia vece! - e perfino nella •s tiva del:la nave Monte Ayala, ferma1a in a lto ma,re dagli America.,,; per dspeziorra,rla, ahla fine d ,;l mes e dii ago-sto 1946 - dunque quindòoi mesi dopo ,la guerra ! - e ,r icondotta nel porto di Lisbona, dov e fiu perquisii<ta ,da cima a fondo p er parecchi gornò : un poH 1;iooto americano risalì perHno i'l camino ,da,[ basso in aho .per vedere ,se non vi fossi aggrappa1o 11e1la fuHggime !
Un rapporto ,d,i un ,servi1;i o segreto mi descriiveva nell'anto di entrare ,in un bosco con un colon,neHo ,portoghese! L'lntelligence Service md aveva avvisba-to a Gibi1lterra ! ,Dei gio,rnal],is ,t,i mi avevano ,segud-to on Vabicano !
HITLER PER MILLE ANNI 181
Alt,r i, Ln un po!rto d e N' 1Hlantico, dove comperavo cannoni ! Mi s i vid e perliino ad Anversa, <love, sembra, ero a ndato a r e s pirare f aria del paese .
Ogni tanto, è vero, venivo scoperto da uno stoi,d,to , o da Wl fedele c h e mi ca deva tra l]e braccia piangendo. Me la ·cavavo rper I'ip.rendere le mrle oa,rabaotoJe e ,r iEilare a ,],t;rove. Ho incontrato •talvo1ta anche <lei nemioi. Fu sempr e una cosa buffa. Avevano Teolamato iJa mia t esta a gran voc e , e improvvisamente, •si trovavano davanti a me. Dap.rprima stupore. L a 0UI1iosità vinceva. In du e par o le d ivertenti, l 'atmosfera si soiogHeva.
Ho p e rfino avuto, un giorno, la so-rpresa di trovarmi seduto , •in un piccolo !ristorante popolare, a fianco di un o d e i capi rpiù ,in V'ista del ;pairtii,to s oci arl,ista belga , un .Li e gese . INon gl,i avevo fatto c aso . Lui nemmeno. Era a ta vola con un p ezzo <l, ragaz za bionda, corazwta c om e una M e,,ç ury. Leggevo fa mia gazzeòta. Rialzai i ii naso, in c rociai •iii suo sguwdo. Fu , p e r un secondo, sbalordito . Poi •sorrise, mi fece una swizza•t•ina d'occhio.
Neppure lui mi avre bb e condotto a ,I .patiiboilo !
Oli unici che mi brncca·rono, dovunque, con un o dio veramente diabdJ.ico, furono i Giudei. Il governo b e lga , certo, m i perseguitò a lungo con asNo. Soll ecitò venti volte fa mria es1'rncli zione. Ma, tuotavia, Spaak, il mirni stro d e gli Affari esteri, non osava esagerare . Aveva la co da di ,paglia. Aveva fat-to di tutto, -in g iugno e -luglio 1940, p e r ottenere dai T e deschi di poter rient•raire ndla Brux e ll e s di Occupa:aion e. l:i aveva bomba,rdati di telegrammi, m et te ndo in movfan e nto , attraverso 1J'Europa, tutte le •sue cono,scenze . Ero mol,to a,! corrente di que1le n1anovre.
Iii s uo amico e Pres,id e nte, l' ex- min,i s tro •socialista de Man, mi aveva p e rfiino prodotto ,l e leit e re che Spaak
Léon Degrelle
sor.iveva , a B,-uxe l1les , a sua mogl,ie, affinch é gl i facesse ot ten ere da Hiit'l e r d'autorizzazione ad andare. H enri de Man ha sempre av uto un debole per te! scriveva Spaak ,,]fa 1s ua cons orte per stuzz,ioa,:,la ad andare a irovare i l s uddel'to H en,:,i, c he, ·lo sguando •saPdonòco, s i sgooas oiava da!,]e ·ni sa leggendo ad m,io tavolo quelle argomentazioni !
Hi~le r non accettò ila 1-ic hi esta ·cli Spaak , rLpetuta dieci volte. E' ,la •ragione p e r cui fo lò a Londra. Ma senza l'oP1Posi 2Jione dli Hi,uler, eg],i sarebbe proprio en t,mto n e l s i1stema , come 1de Man v-i era entra to, fìin 1dal mese di ma ggio 1940.
I n qua nt o a i Giudei è tutta un 'alJ. ora faccen da. Mai REX, iprrma del,la •guePra, em stato rea,Imernte -ant1i•semita . Le mano vre b el1hlciS'lliche ,d ei Giud e i m i ,indògnavan o, è vero. E' vero anche c h e ,non !Ini sono particola rm e nt e simpat ici. Mi u !'ta no il t empera m e nto. Ma li 'lasciavo piutt ost o 1tranquH1li . A'! REX, potevano fare parte del Movim ento come c hiunqu e. !1 ! capo di REX-Bruxei] ,Jes, ai! tempo deiHa no s-tra vitto ri-a del 1936, e ra un Ebreo . Per,fino nel 1942, in piena occupazione tedesca, H segrntario d e l mio sos.ti uuto, Vkto,r Mattys, era ehreo. Si .c h-i amava Kahn , è tubto d ire!
Dei campi di concentra m enrto, d ei foirn i ore.rnaitorii , avev o ignorato tutto . Non tog J.i e ·c h e i Giudei ,si so n o m ess·i in tes ta , dopo la gu erra , c h e un grande mO\rimento anrviseaniitia ·era stato 1nicostitui,to 1J1 e1 m ondo, e ch e ne sarei •s•tato iJ 'capo . Ptri•ma, ,non n e ero ;hl capo. Poi, s i a :1ncrescioso o 110 , esiso non e9i steva .
Duque, né questione di persecuzioni né di orga!llizzaz iorni a1ntigiudaJche.
Sono ventiioinque anni che ,i cPi:stiani 1si marr1:teing0010 paciosi . Non toglie che, iper decap~tare, li-quidandomi, una organizzazione as,soluitairnenrte inesristente, dei ddri• genti ebrei, del più .:vlto ·l-iveHo , aippartenenti segnatamente •.:vlla direzione detla ,s,iourezza generale dello S~a1o d'I-sraele, hanno prep.:vrnto conit-ro di me •specli2Jioni dli r api mento su sped•izioni di ·rapimento.
Non mancava nu],]a: la -gmmcde 1..Jmco-ln dail conten1iLore poste11iore convertito ~n runa speoie di bara a lfi!MCO· tico, nella quale mi avreb b ero <lrr"asportato in ,stato 1d'incosc1enza; Ja nave che m·i •atrtendeva a1Ma costa vdoina, per condU!l1lili a Te] Aviv; cinque '11ivo1teJi]e per trucida·rmi se avessi •res:istritto; sei m rHioni ,per pagaire j compHoi; 1i piani compileti del1Ia mia abJtazione e dei suoi accessi.
La notte <precedente, le linee telefoniche ed elebtriche erano state tagliate s ulla mòa co]1!,ina, i cani dell]e propdetà \llioine era:no staN avvelenatii.
Ci mancò poco, in tlil àugHo bnuciante idi sole, che non vi cadessi. Gli aggressori is·raeJ.iani, gu~dabi da un Giudeo molto noto, i-I giomahsta-pdli21iottu Zwij A-Jdouby, s•i fecero cogliere, a.-mati rino ai denti, mentre erano sui! punto di riuscire.
Furono condanna,t,i a otto, clieoi, e dodici a,nn-i d; pcigione. Un'al'llra opera21ione fu preparata, qu.:vs i ,e,imu11taneamente, per mezzo ds un elicottero, -in partenza da un porto maTocc hino. Qualche anno dopo, un nuovo ratto-assassinio fu tentato. Ques,ta volta, gH ,aggressori g iud e i e rano arriivati idal mar e, venerndo da Anv ers·a . Fu un'Ebrea stessa ch e informò del complot•to uma delle mie sorelle , volendo Pingrazia'l1ffii, di sse, do averle salvato la vita durante la guecra . In quel1l'epoca, ho, come tutti l'avrebbero fatto, cerca1o di 'Salvare rutta la gente che avevo saputo essere ~n apprensione. Ma non compi-lavo li ste per 1il dopogue!1I"a ! Tanto ch e non mi ricordo
Léon Degrell e
nemmeno dri queM'Ebrea che salvai a,lfora e che mi ,sailvò in iSegu ito !
H suo avvertimento ve nn e a propo s,ito, i t,re m em br-i della spedizione s,i fecero ,pizzic8II'e, aippena sbarcavi. Ma faceva venire la rabbia. Ogn'i vo l m, dovevo far fa gotto, but,ro:nni in ,prop riietà ,di campagna di vecc hi ·amici, perFino ,in una fa bbrica di bi,pra, o, p er lunghi mesi , àn una cella , non dive rtente vi prego di crederlo, ,d i un chiostro benedettino . Mi rammenterò a .]ungo i B en edicamus Domino u !17lati al,Je a inqu e d e l mattino da,1-l o svegliatore di turno ! B a tternela ,senza sos•ta, vuol dire an c h e impossibilità di guadagnarsi ,j:J pane, -di avere una occ upazione fissa, dovunque sia, o semp Ucemernte di avere un tetto, 1se ,sri è sempre m 1inacoiarti e si d eve •sempre filare altrov e .
Le i,ntervi ste de i gior nahst-i non hann o mancato, esse pure, di comp ,l.i ca·re la mia \' Ìt.a di prosonitto, r-i c hi arnando sp esso e in tempestivamente ,l'aHenzione ·sul mio nome. D-i queJ,l e irnerviste, n e sono s tat e pubbli cate a dozzine, tu11e in ventate come romanzi poli zie.schi. Du e volte, molto ,te mpo Fa , ho ricevuto ne l mio Tifugio degli (( inv.iatii .sp eciaiN» che hanno lfil1. rseguiito presentato ,le mie di c hiara 2Jioni •interam e nte bravtlsate, m e ntre mi avevano prom esso, cel't o, di m anda rmi ·i test,i p er accoPdo pro,l,iminare ! Ho fuggi t o, da a,l,lora , , gio·ma.Ji s<tù co m e la peste!
S,i è ,sempre raggi,rat-i da loro poich é i1 l l oro obiel!Vivo è dive,-so: es,s i cercano il sensazfona:le , da pubblicare rapidament e. Ma ila veriità non s,i espon e sotto 'Li toli ak i una mano, a 1'alle velocità. Una sola vol-ta, una ,ri vii!,ta ha pubblicato 'llila au tenti c a ,mia intervista. Lo d es-id erava. Desid e ravo, i o, far c red ere -in que l momento c h e ero a Buenos ~ires . Fec i du!llqu e rimettere - ero a m igHafa
H I TLER P ER MILL E ANN I
di chilomet,11i dii là - una i"11ervista ,nterarmente scri-t1a dii m io pugno, doma'!lde e r •isposte, nella quale <tutto avveruiva a Buenos Airns •in una climrica . Iii testo fu ,p u bb<licato integralmente. La ,r,iv,i,sta sapeva perfebtamente c h e nessun cron4sta d e l s u o gruppo mi aveva vis to, e <: h e non ero a Buenos Aires • i n a lcun mod o. Che g<l,ie ne importava? La cosa più importan t e, è che ili p u bb làco e metlla degli oh! e degli ah! dura.rute butta la •lettura!
G J.i si spiega bene q ue l·lo c h e Onassis e ll' e x •s•igno-ra Kenn o dy farnno nel loro ,]eHo, e lo s t ato ,dell e ova•ie, con d±segrni dimos tra-ni vi, ,deil la regina Fabiola, mentre nessuno, iirn que lil e redaz•ioni, è carmeni ere o inrferimier e dr i s erv,i2lio! Qu an do i li g iornal!isba ·si sposta, è perc h é vuole ve nti.larni al 6ro s co d e lla princ i•pes,sa e preparare delle spese di ,rasforta nettamente •mcOTaggiant i. Fiuta un poco l'aria, poi r e dige hl >tes to a grande velocità e alla meno peggio. Non •ni,mane ,p iù che ri souotere 1e «carteLie». Ma l'escil-i"ato, come vede 4•1 pubbNco? Anche l ui, co l te mpo, non può ,più i mmaginare c h e u11 pubbNco ill'reale, ines,is,tente. Bglri ,gl4 pre sta u n modo ,di p e n sa,-e c h e non ha •più. Ha ,perso ,li filo del.J'.evoiJuziione, Tutto cambia, e non sa che •lubto è c a mbiaito . Il mondo non è p iù carne e ra , la gente ,non è piu come egli J'ha conosciuta , Come qu,Jsiasi vecchio <indusllriaJe superato ,dal!,Ja vi>ta moderna , 1dov r e bb c riadait:rtarsL Continua i:rirtenere che i me• tocli di un tempo si,ano sempre ,ailtrebtanto va1'itli, c h e ci s i appa-ssioni an c ora ad es s i, e sop r attutto a lui.
A chi ai s i ,interessa ancora dn capo a qmulc h e anno?
La gen•te s• i eellics•sa, 0 1,i avvenim e n t i ,si •s u cce do n o, Ognuno di essi pro,ieM,a il prece dente n e lla fossa <loll'ob,li o, L'esi •lia,o Piman e conv-into ,d i essere sul podio dell 'att u aLità . Ora, i~ sip a r,io 1i, 1s•t,uto abbassa •l o da mo'hto ,t e mpo . EgJ.i a s petra che rispun tino gJ.i app.Ja u si, carme se ili pubbhco fos se se mpre da vanti •a,lla ,s u a tribuna, ,non rem:lendosi conto c h e gli ,a,nni l'h anno spinto nell e quin te , Ques to e quivoco è s pesso p e noso, Chi dirà a un esj,]iato c h e
Léon Degrelle
eg li non conta più? Non se ne rende conto . SopraMuH o , non vuol e rend e.iisen e C(}lll!to. lit 1suo sor,iii•so è con tratto, ma è il •s uo ultimo modo di convincersi che '1'avvenò,re non giri è c hiu so ,in mani era ,d e finiNva .
An ch ' io, h o creduto a .lungo ndla sopravvJv e nza. Ero in pi en a g iovin ezza. A tre ntotto anni, non sitav o per sco mpa11 ir e c osJ , pe r semrp re, co milllque! Ebb e ne ! s ì , s i scompare! Gli amici muoion o ,!ontano, l' uno dopo l'a•lt·ro. H p a ssat o driv enta sfocato , come una irJva c he s i diiluisce poi , dnfine, scompare agli occ hi idei naviganti P e r •un ragazzo d i venoti anl1'Ì, c h e 1110n era nato quando s iamo sprofondati , chi siamo noi ?... Eglù ingarbuglia tutrto . O 111 0n 1sa nean ch e ipriù nuilila d e ll e nos l•re 1sitoirie, c h e ·non lo •a ppa ss•ionano ,più dei baffi ,ruv,idi di Veroingc toPige o •dei d en,tn ca ri a•ti dri Luigi XIV.
Non è tutto . Vi è -ressa lllella ca tegol'ia. Gl ,i esrilrra•ti s i succedono, si accatastano gli uni s ug l,i a l·ori. Già i Pe r6n , i Trujirl,Jo , i Ba,tista, ,gli a b ati Fulb e rt You lo u, vinti assai ,dc,,po cli n o i, non sono più c he sagom e appena sc opnibirli. I nomi d e i LagarillJwde, id eg l,i Ort,i z, e per6ino d e i B;da ul1 e d e i So uste hl e , le due ultime vedette poHt ic h e d e l,l'affare d'A·lgeria non dàcono p iù mtltla, in capo a c inqu e a'11!11.i, a l 90 % dei Francesi. Siamo n e l sec~lo cl " lla v" lo::ii tà . P e r scomparire da,! ca mpo vi•s;vo ciel pubb1lico, pure , si fa in fret ta .
Anche per la golll e b e n informala, un uomo pojjt,ico cs,i•Jiato da verntiid 1nqu e anni è diiv e nitat o un essere qua:SIÌ iPrea1le . Lo credon o scompar so . O n on credono più c h e es i s ta ancora.
Una sera, ero ,;nvi,tato a prianzo da un ,Juminare d e lla m e di cina, universalm ent e conosciut o, e mol,to vioino aJ c apo deLlo Stato d o1 pa ese nel quale 1;is,iedevo in qu e l mom en to. P ersonalità molto in vista entiravano. Ognuno cli qu eglii inviitaiti mli aveva :conosciuto i1J1 driv eTse tarppc del mio es i Lio, e sotto nomi ,diverS'i. P e r 1 ] 'uno, ero stato Enrique Durnn, polacco (ben stra no nome polacco!). Per l'altro , Lucien Dem eure, francese . P er l' ahro Juan Sanchiz. Per allitir i , P E':!p e a basta . Erro stanco idi os1entiarre, a d ognri ·stretta di ,n1amo, qu el l a p anop,Jia d1 nomi falsi.
Quando e n•Irò un gro s,s o banchie re c he non avevo ma i incontrato, non es-i-tari pil.1 e mi presentai sO't:tq ~I mio vero nom e : Léon Degr e lle! L'-al~ro mi guardò, divertito . - E io, B enito Mussolini! Dov e~ti suda-r e prima di convincer,lo che oro proprio ,io, e c h e non gli av evo preparato uno scherzo!
Così, c on ·i'] tempo, l' es itHato scivola n e l vago e 1110!l'oblio . Egli è passato daJJile Merced es del pote re a i métro ma,leodornnti d el l 'e s, i,l,io. Ci \' uole t e mpo -ai >più ,Jucidi per farni una ragione . L'es,i1J,;aJto prefonisce aggrapparsi. Egli ha oreduto in qualch e cosa che fu , in un mom en to della sua v•ta, eccezionale. SoFfre ornib.ilmente di essere pass a to da qu es,to eccezionatle a~l'ardinario, a l ristora111te ba,na·le a prezzo fi ss o, aL!a hianch e ria persona/le da quattro soldi. Il grande sogno sfasciaJto, disi't]tegrnto, '1o torme nta. Rip rende s pesso a orc,dere che, tutta•vcia, non si sa mai, qualcosa potrebb e 1ii,scaituirire. Qua1che cos a, sì. Ma n oii, no. Per noi, è fiinita.
Tanto vale rendersene conto virUmentc e stendere àl bi1lanci o . I fasc,sm i hanno seg1rnto ,i,l foro te mpo, e l'avvenire a1 l cli là d e l loro tempo. E' qu esto che conta . C'osa h am10 .Jasc iaito? Co sa hanno carrn bi a1to?
Indip endentemente ,daiLle nostre p er sonali vite , un tempo così fragoro se di dfoamismo, ormai <J!iminate, il
188 Léon Degrelle
vero rproblema che Sii pone è questo: dii quesm grande Avven<tum - o Eporpea - dei fascismi, una vo,Ita chius• i i sepoilori, cos a rimane? e che cosa rimarrà?
Capitalo XII
E se Hitle1• avesse vinto !
E' ,;1 grande dilemma:
- Se Hitler avesse vinto?
Mettiamo, poiché fu a lungo poss1ibìiile che un tale avvenimento si fosse verificato. Nell'ottobre 1941, Hi~ler fu mdlto v>icmo a,Jla conquista di Mosca (ne aveva raggiunlii ,i sobborghi}, e a fiiain.cheggia:re H fu,ume Volga, dalla sua sorgeinte ( vi era giunro), fino aUa foce ( es•sa era alla s ua portruta). Mosca non aspettava che ò'ruppar,izione <lei ca:r:ni a'!'mati del Reich s ud,Ja piazza del CremJ.ino ,per rivoltarsi. Staliin sarebbe saJl-tato. Sa,rebbe sta ta Hnita. Alcune colonne tedesche d; occupazione, alila maJJ1Jiera dell'ammioraglio Koltchak nel! 1919, av-rebbero rapidamente attraver,sato fa Siberòa o vi sarebb ero •state paracadutate. Di fu-onte ail1l'Oceano Padfuco, ,la oroce uncinata ,sarebbe sventdlata a V,ladivostok, a diecimiJa chHomet-ni dal Reno.
Quallò sa,rebbero stare •le reazioni nel mondo? L'J.nghilteDra di fine 1941 a\"rebbe potuto ,lasciar cadere Je armi in quallunque momento. SaJrebbe struto sufficiente c he dn una sera di whicsky ,t-roppo abbondante, ChurchiH fos,se crdlilato in una ,polt-rona, sbavando, colpito da •apoplessia. Che questo bevHore dnveterato si ,sia manrtenuto così a ~ungo neH'alcool è un caso per d medici . lii suo med ico peDsonale ·ha, d'·alt,ronde, pubblicato, ,dopo fa sua
Léo n Degrelle
mone, dei pa:r~ico lari molto buf6i suilla resà,s tenza bachica d <J! suo IUustre oliente . Ma, anche vivo, Churcm11 djpendeva dwl l 'umorc del suo pubblico. Il pubbhco ònglese cercava ancora, nel I 941, di •t e n ere duro. Ma era ·s tanco. La conqui·sro dehla Rcus·sia da pa•rte di Hi • t ler, dis,impegnando tutta Ja Luftwaffe, aweb b e finito ,di ann:ienta.r<lo. QueNa guerra, a cosa lo conduceva? A cosa, 1d'a:1tr onde, lo ha condot•to? L'IngMlterira h a fan i,to ,]a guerra comp1leta:men1e ·spogfoa, pnivata d e lla totalità del s u o Imp ero e ddot~a, ne l mondo, •a, l ,rango dri. Stato secondar.io, a lla fii,ne dei suoi cinque anni di ,s pogliarello. Un Chambe11lafo .:vi posto idi Chu r chi,l avrebbe, ,da molto tempo, appuntato una bandiera bianca ,:;],]' estremità <lell'ombre1lo.
Ad ogns modo, solo di fronte ad una Germanòa vittor i osa - estendendo un Impero, senza pari ,:;] mondo e ricoilmo di t uHo, s u diecri.màla chHornetni ,di ilairghezza, dal.le isole anglo-normanne del Mare del Norie! a1le isole Sakhailin nel Pa c ifìico - tl'InghHterm non sarebb e pàtl sta ta che una zattera bucata dai[ tornado. Non •avre bb e potuto ipiù re&is tere a •lungo su1le orrd e. Churchll,l •si sa rebbe s1'anca:to - e gli Ingles, pmma di ]uri. - di vuotare 1secc hj d'acqua, ,senza -sosrta, Ida un guscio sempre più invaso . Rifugi·aps,i più •!on.na n o? In Canadà? Churchòl1l, bottiglia ai! fianco, vi •sarebbe diventato cacciatore di peltli cce o bettoliere, ma non -s.:vlv atore . In Afnica? In India? L'Imp ero britannico era già p end uto. Non a\Arebbe potuto essere l 'UJltimo ·trampol,ino di una •resistenza c h e non aveva più senso .
Non s-i sa1rebbe nemmeno 'Più pa'l'lMo di de Gaulle, cliventa1o professore a Ottawa, ni-leggendo San Simone n e lle .ri unioni ser.:vli ·o •tenendo ora ,]e maru la matassa cli •lana id e i rlavoro a m.>gHa detl,la ,la b ori osa '.ZJia Yvonne .
La vittoria ònglese fu veramente il colpo d• fortuna cli un vecchio testando fonzionant e ad ailcoo'l, di,speratamente aggrappato ad un a1bero spaccMo , dagtli serie-
HITLER PER MILLE ANNI 191
chioli-i s<in is,t,ni, e per i< l qua,le gH d e i d egli ubria con i ebb e ro eocezio n alli ind ul genze.
Non imponta! Una volta l'U . R . S. S. in mano a,d
Hitl e r, nelfautunrno del 1941, ùa ,res istenza fog,lese avrebbe fatto c i,lecca, senza Churchi,J.l o con Churchihl .
In quanto agli Amenica,ni, non emno ai ncora eirutra- ti in guePra a q,ueJll'epoca. Iii Giappone faceva loro ila ,posta, si aoc\n ge va a sa,],tare ,]oro addos,so . HH!ler, urna voka l'Europa ,s ua , non aveva da lim un1schia,·si del Giappone più ,cli qua,nto H Giappone, nel g iugno 1941, ,si fosse imm ischia,to dell'offensiva tedesca in U. R.S.S. 011 Stalli Uniti, impegnalli i n As ia ,p e r molto tempo, non si sarebbero mess,1 una ,guevra in più 'St>hla groppa, in Europa. I1 l conflib to m~Litare Sòati Unib-Hs,tler non avne bbe avuto lu ogo, a disp eòto delle vogli e b e lli oi<s,tic h e d e l vecchio Roose ve lt, niawe11dito, cadaverico neJ,l,a s ua ca,p pa cli cocc hiere di f,iacre , mal grado ile isbigazion i deila mogHe Eleono,a, tutba denti in fumi , denbi sporgenti a sc hiena d'aSlino, s i mili agli ll!l1oin i di un caterpillar .
Metti amo dunque c h e a,],] a f,tne d~l'aut un no d e l 194 1 - v,i air ri vò a un qua11to d'ora di tram - Hi,1iler ,s,i fosse ;nsediato a,I Crem:Lino, ·co m e is i era insediat o a V<ienna n.el 1937 , a P,mga ne lù' aprile 1939, e nel vagon e d e U'Armis,t i2io a Cornp règn e, n.el giugno 1940.
Quid? Cosa sarebbe avvenuto in Europa?
I-litler 'avr e bb e unificato l 'Europa con la forza, è fuori di dubbào .
Tubto oiò che è S<ta to fatto ,d,i grande <nel mondo, è stato fatto con la forza. E' dep'lorevo<Je , si ,farà. Sare bbe cePto ,p,iù ,decerute c he Ja buona plebe, le pa1'ronesse d ehla Parrocc hi a e ~e impavid e VeS<taM dell'Hseroito del•la Sa lvezza ci nadunassero demo or atiicamente rin ,paclifiche
Léon Degrelle
uni ,tà te rriitonial-i, che odoriino di cioccola1to, di n1in1osa e d ri acqua bened e Ha. Ma ,le cose non varuno mari così.
I Ca;petù rron hanno ricavMo à,l Regno di Francia •a colpi di e le2>ionò a l'luffira.gio ,illllÌversa;Je. A ,parte J'una o l'altra provincia deposrirtaia nel letto reale, contemporaneamente alla ves1aglia, da tuna giovane sposa dondolante, •I resto del -tenl1i:tonio foa;ncese ,fu es,pugnato con lo schioppo o con ila bombarda. Nel Nord, conquistato ,faille Armate rea;lri, gli abiJtan~i ,sri fecero cacciare da;lle loro citità - Airira;s particolairmente - come 1opii. Nel Sud, nell'Ailbigese che rel'lis1eva a Luigi VIII, <i Catari, ba;ttutii, picchia;t,i da;i Orociaiti del,la Cornna, forono abbrustoliti nelle iloro ,roccafortii, •specie di foirrui c rematori a;nte-hinlenismo. I rprotestanti di Cdligny ,si rJ,t,rovarono aJll'es,tremità ,delle ,picche dehla noHe di S. Bartolomeo, o ,s,i dondolarono sotto 1e corde del paJtibolo di ·Monit· faucon. La R,ivolwone dei Marn,t e dei Fouquiet-Twvillle preferì, per consolidare ila 1sua auto:rirt à, l'acciaio lucente della ghrigliontiina e .il ,suo oanes,~o ,dri c,,usca, aò bicchieri colmi di vino ro•sso •ag1i ·elet•tori del 111os~ano, ali caffè d'angolo.
Anche Napoleone infllzò con Ja baionenta ognuna ddle frontiere del suo Impero , La Spagna cattolica non ionvi-tò i Mori a 1s,pagndhz2;arni ai] rù.tmo del!.!e sue nacchere . Essa 1i svenitrò vigorosamente duran•te i •setlte secol i della Ric onqui•s ta, fono a ohe l''lllltiomo degl,i Abenceragi non ebbe messo 1e gambe 0111 ,;pahla e ri!nrovato ile palme ed i cocchi d e lle sponde d'Africa. Gli Arabi non aveva no immaginato ,di , 1111,fJmre più gentilmente, a ,loro profitto, ,il Sud della Spagna, es•~i che inchiodavano g,hl Spagnoli che ,r e sistevano al,le porte de1le città, con1e Cmdova, tm un cane e un maii•a•le cmcili,ssi ai due lato e vociferando oon mdignazione. Ne l seco.Jo •scorso, Bismarck forgiò col cannone l'unrità ,ted esca, a Sadowa e a Sédan. Garù.baldù. non radunò 'le terre itaHane col rosa-
HITLER PER MILLE ANNI 193
rio -in mano, ma prendendo d'a ssa,1to Roma pontificia. Gli Stat i d'America s,tes·s i non divennero Uniti che dopo lo ·stem1inio degli antichi proprjetari, i P allero ssa, e dopo quat>tro anrn di strag i mo l to poco democrartich e durant e la guerra di Secessione. E ancora! Veniti mii1ioni di Negri vivono, àn questo momento, loro malgrado, so no la ferula di mihoni di Bianchi che, nel secolo scorso, cantirnuavano a tatuare a fuoco i ,l oro padri e madrni, precisamente come si fosse trnttato di puledri o mule . In farlo dii i•scrizione neìle 1]iste elettorali , era ,abbas,tanza ruilim enta, le . D'aJ.trond e non votavano nemmeno, una volta finita 1la mairchiatura!
Solo gli Sviizzeri hanno costilituàto, più o meno pacif.icamente, M lo ro p,iccol o Staito dii caf.febtieri, di balestri-eri, di servette e di 1Jat1ai. -Ma, a parte ilo •scoppào della m e la di Guglielmo Teli , i loro degni oanto1lli non hanno bni,ll a to molto n ell a s toPia pdlitJica deU'univevso , I grandi ImpeDi, i grandi Stabi, si sono ~utt i oos'ti,tuà,t.i con ,la forza . E' depJorevOlle? E' un fobto.
H;b]er, •insediandosà in una Europa ni1luMa,rnte, non avrebbe faDto certamente ,nulla di più di Cesare c he •si aggiudicava 1Je Ga,!,Jie, cli Luàgi XIV c h e s'impossessava dell'Arto1i•s e del Rossàglione, degli Ingles i c h e conquistavano gli Ir.landesi , •sacch eggiandolri, peDsegui,tandoN, degli Americani che purntavano i ca,nnon,i deà 'loro •incrooiatoni s ulJ.le Filipp ine, su Po11torico, ,s u Cuba, s u Pan•ama e che portavano, a colpi di razzo, ,le loro kontiere mi1lita11i fino a l 37° parallelo vietnamita. La democrazia, oioè i l consenso elettoraile dei popo\,i, non vi e ne che dopo, quando >tutto è lìin,ito.
Le •fotle vedono J'universo atbraverno li buco d eHa sermturn de1Me 1lorn piccole preoccupazioni pernona:li . Mai un Bretone, un Fiammingo, U!ll Catalano del Ros sigl·ion e , non avrebbero, da •loro ,s·tes•sà, operato per dntegrnrs•i a una unità francese H Bad ese p,netendeva ca,par-
Léon Degrelle
biamente dJ resta re Badese. Il Wurt e mburgh ese, Wurtemburghese. Il padre ,di un mio caro amico d,i Amburgo es pat,,,iò negli Stati Uni-Di d o po i ii 1870 piuttosto c he vedersi i n tegrato n e M'Imp ero ,di Gugli e lm o I. Son o le é lit e che fanno i1I mondo. E •sono i foriti che , s !iivali nel retrn, spingono avan ti ,i ,d ebOlli . Se nza di loro, i p o poLi dispersi, fare bb ero perpetuamente d e l s u rplace.
Ne l 1941 , o nel 1942, anc h e se la \Oittoria di Hi-vler i•n Europa fosse s t ata totale, irresis1Ji bi.l e, anc h e se, com e di ceva Spaak , ,]a Germania fo sse s tata «s ig nora àell' Europa per m ill e anni», i ibrontoiloni av.-ebbero fouttiifica to a millfon-i. Ognuno si ,sarebbe aggrapp aito alle propnie manii e , ail !l)•roprio pa ese , s uperi ore, ev1ideI1Jtemente, a tutti gli ai lt ni p aesi! Da -student e, ·ascoltavo sem pr e con sbigottàmen~o i miei compagni di Cha-rl er01i ur,lare al ·disopra ·le -loro ca,sse di birra:
Pa ese di Charleroi ,
Sei tu c he pref er isco !
Il più bel angolo di terra
Sì, se i tu, sì, sei tu!
Ora, è ,il più bruMo posto d e l mondo , con tl ,s u oi mterminabili agglomeraèi di c a1se opera:ie dai mattoni nerastri, sotto ,i ·cen to ca,ppeMi a ,puAfa d ei suoi terreni di scarico polve rosi! Anc he i fi ori vi s ono cosparsa di polvere di ca•rbone! Nondtlmeno , oon gild occhi meraviigliati, gli amici carloreggiani 1sbratl1tava no hl foro entusiasmo! Ognuno è in fat uato de l propnio paese, ,della prop11ia ,·eg ione , del prop nio regno , delila propria ,repubblica .
HITLER PER MILLE ANNI 195
Ma questo comples,so europeo del piccolo e del meschino poteva evolversi, ,si ,stava anche evolvendo. Un'evoluzione accelerata non •aveva nu1la di 1i'l1I"ea:lizzabi'ie. La prova era stata fatJta, in dieci r ,irprese, ,delle possihi,lità di unire deg1i Europei molto 1lonta:ni gli unii dagli altni e che, pw·e, sono fondameruta,lmente gH s tes,si. I centomi,la Protes tanti firancesi c he dovettero lasciare iii loro paese dopo la revoca dell'Bditto di Nantes, s-i amalgamarono m eravigliosamente con i P,rus,siani c h e li accolsero. N<l] corso d e i nosbri com battJimentJi di febbraiio e marzo 1945, nei vH laggi ,d eU'ovest d e ll'Oder, vedevamo dovunque, suhle ta,ighe d e i carreHii dei contadini, ,stupendi nomi fu-ancesi che sentivano l',inf,luen:m dell'Angiò e d e H'Aqt1itainia ,
A,J fronte, a bbondavano i von Dieu ,le .Yeut, ,j rvon Mézi èr es, i •de il a Che valerie. A'.I conit!rair io , cenitrinaia idi migliaia di oolon,i tedeschi ,si sono ,sp=i, durame parecchi ·secoli, artJt•raverso i paesi bailtioi, in Ungheria, in Romania, e ,per-fino - ~n centocinquanrtaimiila! - lungo H Volga. I Fiamminghi, ,cU,sces i in grandissimo numero nel nord d<llla Francia, hanno dato a quesita ,le -s u e élite indu stl'iaH più tenac i. I benefici <li qu elle coabùtazioni sono ,sta,bi cos ì evàdem i neUo •s pazio detto ,lamino. Gli Spagnol,i di Sinisbra, c he non ebbero albra l'isorsa di que lla di rifugiarsi in Fimnoia dopo ,j,] ,]oro it,racollo ,d e l 1939, s,i ,sono, in una generazrione 1 confusi co i Francesi c he ,!,i acco lsero : una Mru,ia Ca,sa,rés, figlia dà un Promo ministro del Frente Popular, è diventata una delle attruo i più ammirate dei! Teatro Francese! Le centinaia di migHa:ia d ' ItaJia:ni s pinte in Frnncia d awla fame, duran~e il •secdlo scorso, si s ono, anch'essi, assfanilati con una facilità e~trema. A un punto tale c he uno dei più grnndà scritt ori del,Ia Francia idei secolo scorno fu un figlio di Venez iano: Zola. Nell a nos·tra epoca, gl,i sori bto ri figli d'Italiani sano legion e, Giono un testa .
Léon DegrelleL'impero na,poleonico, esso pure, aveva ,radunato g li Europei senza chiedere llroppo iJ foro parere. Nondi ·n1 eno, si era visto come le loro élite si erano ·:ri unite con wrn rnpidità sllraor,ctinaria: H Tedesco Goethe e ra cava liere della Legion d 'onore; H princi,pe polacco Poniatowski em diventato marnsciruhlo di Fr,anoia; Goya dotava di autori Spagnoli iii museo del Lou vre; Napol eone si iprodamava, sU!lle s ue monete, Rex ltali cus . I grognards, 'i soldati ,della vecchia guwdtla del,\'Imperatore , reclutati in 1di ec i diversi paesi d'Europa, s,i erano pure S'tropicciaoi gli un,i con gh altri, avevano frater,nfaza·to, esattamente come mai l'avremmo fatto a nostra volta nei ranghi d eNa Waffen S.S. durante '1a Seconda GuePra mondiale . Ma ogni volta, o ,]a persecuzione, o la guerra, o fa necessità di guadagnare 11 pane, o '1a volontà dell'uomo forte, avevano dovuto ,dare la sp,nlarella. Normrulmente, i porpol• i d'Europa si !,imitavamo alla cunetta deNe loro fronoiere . Es-si IIlOn •la SUiperavruno - e ogni vo-lta con successo - c he qurundo H si spimgeva fuori.
Qu e Ue esperienze feconde, riparbite nel tempo, che riu nivan o gli Europei più drivers•i, provezrie]11t)i ahrettanto b ene dalla P,rus·sòa che d~l'Aquitanòa, <la'lfa Fiandra che dahl'Andailu,sia o dalla SioiMa, potevano perfettame nte •rinnova-rsi, accumularsi ·e amplifucars,i.
Vinta, persa, la Seconda Guerra morucliaile stava per dare il grande avv>io. Aveva ·costreòto ~uòti gli Europei e parti c olarmente gli avvernar i che sembravano i più i rrid u oib-i-1,i, •i Francesi e ii T e d eschà, a ,proc edere affianc ati. Anche se s i dete ,-tavano, anche se non vagheggiavano che di sferrarsi calci negJ.i stinchi, doveòtero propr io 'ltnùpa·ra.re, volent1i o nolenti, a conoscersi. Qu ei quatùro anni passaPi a batters•i, a o coabitare adJa m e no
peggio, a cercare di comprendersi, d i deoifrarsi p o ich é proprio occo1Teva, non 1sareb b ero ,s,ta,ti vani. Tut,ti aveva no ,dovuto froniteggiarsi, vincitori o viinti. Nessuno avrebb e dimen Ncato 11 vol<to d e]ll'w l tro. I bmbti momenti sarnbb ero <sfum ati. Ci si sarebb e nicordati, in seguito, di que ll o c h e contava. Il confronto dei popoli europei era stato fatto.
Durant e i venNc inqu e anni c he hanno segu i,to qu esto confron to, a'1t,ri conf,ronb i hanno avuto luogo aJ,la
ca d enza e a,lla veloci tà della nos t ra e poca. Decine di mili oni di Europei viaggiano orana,i. Lo straniero non è più un essere c h e si guarda con ti1n1ore o con odio, ,o facendose n e b effa. Lo s i frequenta. li Bressano n on vede più l'universo unécamen1e attraverso i suoi fonmaggi blu e le ga1hn e énaneLla1e . J1 ] Normanno ha superato ,la sua sidreria, e .ili B e lga i,l s uo boccale ,di gueuze-lambic MigHa;ia d, Sv edes i v i vono suJl,la ca.sta di Mailaga. Michel·in, nonostante ,le s ue moH ette per l:Yicicletta, s i accoppia co n ,l' Ita,li a n o Agnell,li , e i,1 Tedesco Gunth er Sachs ha potuto sposare, sen2Ja c h e '1a Rep ub blica franc ese crollasse, un'att11ice « mad e in Paris ».
Perfino sii genera1le de GauUe trova gairbato rivelare ai Frra1nces i di avere rnel!1e ven e sangue ted esco, graz,ie ad un pro z io d ivoratore di o raubi, nato n e l paese c h e r es e così ,popolari i N az,is·ti !
I giovani n o,n hanno nen1111eno p1u pa e se, spesso . Si sentono sna ziona li zzat,i. Si sono crea•N un •mondo a sé, ài 'idee a uda oi o s tramb e, d i di sch; frenet ici, cH peli sp io vent i, di cahoni 1logori, di camicie V'istose , di ragazze ,larga me nte a,pe,r,le a1\,la confusfone delle nazfonaJHà!
Il piccolo Gallo francese del 1914 e ,la grande Aquila n era p lanante sulla oit,tà hanno cessato di lanciare i loro
Léon Degrelle
chicchiI'ichì o di st,r,idere . Le -loro p enne, il loro becco, •i•l loro letam e e il foro vollo planato a,p!paiono già, alla nuova generazfone, come st·ra.ni reperti -preistorici per musei che non ·saranno -nem·meno vi.sitati.
Questo ravvic inamento europeo, e perfino mondi a le, che ha •sommerso, in um quarto di seco.Jo, seco li di pas•saito, sii è operato senza .stiimoiante politico, anche soltaruto col dvcolare di m1l.ioni di persone da un paese all',a,hro, col guwclare -clù mi.Jiond d.i rper,sone, a ,l oinema o ailla tele\nisione, ·altri paesaggi e d a!ltri voJ1rl . Gli usi ,si sono mescolati t8111-to o:>aruralmen1e che, in un cock'1ai1l, s i ·legano gli IÌII1gredienbi più diversi.
Sooto Hi,tler , ceptamente ~1 I processo di uniFioazione si sarebbe sv,iluppa1o più -mpidamerute ancora, e soprattu~to meno anarchicamente . Una gr8111de costruz ione pol•itica co mune avrebbe ovientato e concentrato •tutte le tendenze. Prima , m .N-ioni di giovani, •non-Tedeschi come Tedeschi, c he avevano foMato dnsieme dalla Vi•stola a,l Volga, erano diventati, negh •sforzi e neMe sofferenze s ubite i'tl con1une, can1eratJi rper la vi1ta e per Ja n1orte. Si conoscevano. Si ·srtiimava1no. Le 1 p.iccole 11ivalHà e uropee ·di "-'11 •tempo, pa.lllind di bO'rghes i imbeciihM, a noi semhra:vano d,rri1sor ie. Qu esto «noi» non era, 1nel 1945 , c h e un nocciolo. Ma, a l centro del più ,grosso frutto, si ~rova un nocciolo, pr,irrc ipio di v,ita. Noi eravamo quel nocciolo. L'Europa, massa -pastosa, non l'av eva ma i port ato •in ·sé . A,desso esis•teva. Conteneva già allora ili nostrro avveni,re.
A tuHa ,la g ioventù, un mondo da creare sare bb e s ta-to offerto dal-l'Europa u scita da l genio ddle armi . I m;lli oni di giovani Europei r,ima S'l i pac iosi, durante la guerra, ad a-ssa-porare le con serve di papà e a dare sagg i di •m ercato nero, stavano per essere tentati a ,]oro voJ.ta. Anziché vegetare a Caudebec-en°Caux o a Wuustwezel, chinati per c inquant 'anni su •aringhe affumicate o su bi e tole, milioni di giovani avrebbero avuto, distese
HITLER PER MILLE ANNI 199
davanti a,[ foro dina,mismo, rie terre senza fine dell'Est, offerte a tubti, che fossero deHa Fri,sia, deHa Lozère, de l Meck!lemburgo o idegli Abruzzi. Là av,re bbero potuto sfaccettarsi una vera v ita da uomin i , d'inizia·tori, di c reatori, cli capi !
Tutta l'Europa sarebb e stata attraversata da quest1a correI11te Idi energia.
L 'ideale che aveva, in così pochi anni, rpreso al cuore tutta la gioventù del Terzo Reich, rperché esso -significava audao ia, dono, onore, p,roiezione verso iii grande, avrebbe ,preso ari cuore, esattaimente ruL!a s tessa maniera, i g iovani di ,tutta Europa. Finii,te, ,le v'ite mediooi,i! Finito, ,J'orizz on,te sempre grigio e ,ristretto! Fini1a, ,]a vita legata a,Mo stesso paese, allo stesso lavoro, al ras~Hiere de!,!o s'lesso mediocre alloggio, aJl paniere dei pregiudizi di parenti s ta,bHizzalli nel piccolo e neLl'ammuffito!
Un mondo vibrante avrebbe chiaima to i giovani attraverso migliaia <lii c h iilom e t•lii senza firontiere, ove si sarebbero q:,otut i apri,re i polmoni ,]argamente, avere un a,ppetito vorace, divorare tutto a quattro palmenti, con quista,re tut1o a p iene mani, nelila gioia e n e lla fede!
Gli anziani stessi avrebbero seguito, per finire, poiché 41 denaro •s1a,rebbe ·seguito.
Anziché ris,tagnare nei conciHaboli inaci,di,ti, i dosagg i, i fepm i di orologi bloccati per prolll[lgare ii dibatt>iti, la volontà di ferro di un capo , le dedsioni dei gruppi responsabi:li che eg li avrebbe insedJia,to per costruke ,largamente la 'Sua opera, awebb ero , in venti anni, c reato un 'Europa re a1le, non un congresso esitante di comparse consuma te daUa diff,idenza e dai caJcoJ,i nascosti, ma una grande unità po1Hica, sooia-le , economica, senza settorii riserva ti.
Léon DegrelleBisognava ascoltare Hi,~ler espor,r e , nel suo baraccamento rdi legno, ,i 1s uoi •grandi progeMi per H futuro! Canarli giganti avrebbero unilo tubm o graindi fiumi europei, ape rti aihle navi di tutt>i, dalla Senna al Volga, daMa Vastola al Danubio. T reni a due ipianò - in ba•sso le ·merci, in al,to .i viaggiatori - su ferrovie sopraelevate, di qua<ttro metPi di scartamento , av,rebbero attraversato comodamen• t e gl•i immensi territor i rde l!Est ove i ,so ld ati di un •tempo avrebbero co~~r uito ,le az iende agricole e le industrie più modern e d e l mondo.
Che cosa rappresen tan o -le poche concentraz ioni interrninab.lmente discusse, zoppicarnt i is uHe rloro ,gambe di legno, che ,sono •state tentate ,sotto l'egida dell'a1tuale Merca,to comune, accanto ai grand i comprless,i che una autori tà reaiJe avre bb e potuto irealizza,re - ,impoJT e se fosse ,stato necessa,rio - a ,dell e fo:rze economiche europee un tempo d i~arate, contradditorùe, od ostiili, che •s•i toi-raino cailoi nei polpacc i, c he fanno iJ doppio o t Piplo ,impiego, e goiste e ·anarchiche? Il ,polso di un arb itro le avrebbe -ri,condotte rapidament e ali!a -legge della coproduzione ontelligente e delrl'interesse comune .
LI pubbJ,ico ,per venti anni avrebbe borbototato, mostrato r ,iil u1t!t anza. Ma 1in capo a d una gen eraz iQ!Jl e, ,l'unit à sareb be stata 1·eali zzata. L' Europa avrebbe cos,m•tuito per sempre il più potente complesso e conomico d e11l'u11iverso e i,! p-iù grande fo c o-lare d'i:nt e lr]i ge nza creatri ce. Le foHe europee av,rebbero alfora ,potuto resp.i ra.-e . La dis oiJplina avre bbe potuto es se re aU e ntata, un a volta v in'la questa bat,tag,Ha d e ll'Europa.
- La Germania avrebbe divorato l'Europa?
J,J penicolo e si s t e va. P e r c h é non dirlo? li m e d esim o p e ricolo era es.is ti-to un tempo. La Fran oia di Napo•leon e avre bb e potuto divora r e ,]'Europa . P ersonalmente , non lo c redo. I diver s i geni eurO'J) e i, gi à so tto l ' Imp era tor e , s i sa,rebbero compensati .
HITLER PER MILLE ANNI 201
La stessa ambizione di domirnio n1inacdava, incontes t ab Hm ente, l'Eur opa h irJJ!eriana . I Tedesc hi sono d e i grand ,i mangiatori. T•aih.mi consideravano l]'Europa come un piatto a 1loro riservato . Brano capaci ,di numeros,i sgambetti, tes,i con fal,,i-tà. Ma •sì , ma sì ! Ce ne rendevamo con4o. Lo temevamo. Se no, saremmo ·stati dei tonti o a-I meno, d egli ingemri , oiò che in pal-itiica, non è meglio. Pr endevamo l e nost,re preca u ZJioni, cercando cLi afferrnre . al più sa1ld amente pos•s ibi.Je, d e l.J e posiZJioni di con troi],]o o di presti!jio d a ll e qua•li avremmo potu1o difendorci, tempestare o bloccare · l e spese.
Vi erano d ei rischi, è dunque propr io vero. Sarebb e st upido n egru-lo. M a vii erano anch e dei motivi di fo.ducia, che ermo pure fort,i.
I-Htler , dapprima, e ra un uon10 ab i tu ato a vedere mo·l-to lont ano, e c h e l'esolu siv ismo ,tedesco non soffocava. E-ra sta to austriaco, p oi ted esco, poi gran-tedesco. D al] 194 1, aveva s up erato tutte qu e He tappe, era Europeo. Iii genio aileggia a•I disopra d <J],]e kont iere e d e ll e razze . Napoleone, egli pure, non era sta,to dappPi rna che còrso, e anche un Còrso antifrances e! AHa fine, a Sant'El ena , egli paoilava d e l «popolo francese che aveva tanto a.miato» corrne di un ,popol o ,~,ti,m ato, 1na non •ill suo in esolu siva. Cosa vu o le i,l genio.> Superarsi sempre. Pi ù la ma ssa da p l asmare è consi derev o le, 'Pi ù eg.\i è n el suo e l emen rto . Na,polcont:: nel 18 11 si vedeva già arriivato in Jn,d,ia.
L'Europa per Hit,ler, era w1a costruzione adatta alla s ua misura. La Germania non e ra c h e un edif ic io importante c h e egli aveva e difocato u n 1empo, c h e gu ardava con comp-iacimento. Ma era già arPivato mo.\to al di là. Da parte sua, nessu'l1 pericolo re a·le es isteva di una germanizzazione d e ll'Europa. E-s6a era a,U'estremo opposto di tutlo ciò cui ,la sua ambòzàone, j1 ] 6 U O orgoglio, i•l suo genio miravano, g li ,debtavano.
Léon D egre ll c
C'ernn o gl i a1ltri Te d esc h i? Ma c'eran o a n c h e gli a,l t ni Europ e i! E q u egli •a,l tri Eur opei possede vano q u wHtà 'Propri e, eccez·ion a,J.i, ind i sp e ns a b Hi ai T e d esc hi , sen za le q ua,li la l or o Europa ·non sare bb e ~t ata c h e w1 p esa,n1e ,imp as to m a ,J J.i e vi1'ato. P ens o, prima di tu òto , ai! genio f l'a,n cese. Mai i T e d esc hi a vrebbero potuto , pe r da1·e vita atl,J' Eu r opa, farre a m e n o d e l ge ni o d e Ua F,rancia, anche se avess e ro vo luto n o n 111i corr,rer e a d essa , anche se, co m' e r a i,! oa•so cli t a lun i, l a ·di s p rezz a van o .
N u'll a s are bb e stato possibi'1 e e nuJ '1a sarà m ai possibi-le ,in Europa senza la fin ez za e ·la gra zi a fr ances i, se nza la v ivac it à e l a c hi a·r ezza d eJl lo s p ioc ito fr an cese . 11 p o p o lo Franc e s e h a l'int eJ1 li genza più p ronta. E ssa c ap ta , affenra, tTa s pone, t ras fi g ura . E s ,s a è viva. E•s sa è
Hev e . H gu s to Fm n cese è p e r febto . Ma i s i r ifar à una secon d a c up o la d egli l n va,Hdi . Mai c i sarà un •secorrd o fium e i ncantevol e c o me 110 è ,l a Loi ra . Ma i v i s arà una raff i natezza, un fascino, un p iace re di vive re com e a Pa,r i g i. L ' Europa d i Hi,tl e r sare bb e s tat a p e sante éijl•l'i ni z io .
A fiia n c o di u n Goeni n g , s ign o r e d e l Riinascim ento , c he a vev a i-I se n6o d e ll' arte e d e l fa s t o , e di un Goe bb eJ.s da ll'inite l1Jige n za agu zza c o-me un a ,m ann a ia, 111 twn eros i capi h iVler iani e rano o ttu s i, volgar i co m e bovari , •senza g u s to , c he sme rciav a no l a lo ro d ot brin a, le loro i d e e , i loro ordini com e ca rne tr-itata o sa cc hi d i co n o i·mi c him.i c i. Ma , aippu n to a c au sa di q u osta gros sol anità, i,l g enio fran cese sa r e b b e s lal o indis p e n s a bi.Jc a. J.l a nu o va Europa . V,i avrebb e f a tt o rnira-c o 1l•i. In di ec i a nn i, ,a v re b b e segnat o Lu,bto . Il ge n io i1a,lia n o, esso pu r e , avrebb e fatto ei a co nt,ra p p es o a lla po te nz a trop p o m ass iccia dei Ger m a ni c i. Ci ,s i è sp es·so b unla l i d e gH Itali ani. Si è vi s•to , d o p o l a guerra , •d i c h e c osa e ra no cap a c i. Av r e bb ero atJ.t r e tta n to fa c i-1,m e n t e inon d ato c on l e l oro scarpe imp ecca b i li , co n
HITLER PER MILLE ANNI 203
la foro moda ele·gante, con le l oro automobirli <li •razza com e dei •levrieri, una E u ropa hitil eciana, quanto i campi r istretti di un Mernato Comune esoPdrren1e.
H genio russo ,sarebb e ugua;lmente in1ervenuto, ne sono sicuro, in modo considerevole, neJ.l'affinazione di una E uropa tro ppo t e desca, nellla quale duecento milioni -di Slav,i <leN'Est stavano per essere in1egra1-i. Qu attro anni vissuti mesco l ati aJI popolo rus,so, !l'hanno favto stiima,re, ammirare ed ·amare da -tu1bi ,i combat-tenti antisovieHc i. La ,disgrazia è c h e, da mezzo se-colo , -le virtù di qu e i d u ecento milioni di brava gente siano soffoc.-te - e risc h iano di essenlo •ancora a ùun,go - -sott o •l'enorm e cappa ,di p iombo del r egime ,dei Sovieti.
Qul'll popo lo è pacÌfico, se ns.ibi,le, in1el1J.i gente ed arti sta, possedendo anche i l dono d e J.la mat e mati ca , H c h e non è contradditor,io : la <legge dei •numer i è a ll a base di tullte -la arti.
Entrnndo in Russ ia, i Tedeschi, ·c h e erano stati sottomess i ad un indottrinamento naz ista vera1nente trop• po sommario, ri mmaginavano che i ·soli esseri va,lidi d e ll'universo erarno gili Ariani, c he, necessar iamente, dove • vano esse re dei giganti, s truttura ti conTe canne d 'o·rgano, più biondi d e l t è, g.Ii occhi azzurri -come un oielo tirol ese nel m ese di agosto .
Era abbastanza comico, poiché Hit ler non era aato e aveva H pel o castagno. Himml er ,Jo stesso . Goe bbel s aveva una gamba più co11ta d e l,!'aJ!tJra, era basso di ·statura e Id i carnagio n e molto bruna come una prugna secca. Zeep Di e trich a veva 1l'asp e tto d,i un gestore tarc hi aito di bar m a rsi gJ.i ese. Bormann era conto rt o co m e un c i oli,sta in pensi one . A pa•rte qualc h e gigante , c h e se r,, iva Q'aipe~it ivo •suJil a te11razza di B erc ht esg~den, g l,i a lti pezzrr ,d'uomo •dal pelo ossigena to, dagli occ h i di fiordali so, non abbondavano, -lo s i vede, nel seguito •di Hi-tler. Sl immagina ,la 'SoJ1J)resa ,dei Tedeschi, scenden!do aJttraverso la Russia, n e l non incontrare c h e bi ond i d a-
Léon Degre lle
g l,i o cc hi azz ur r i, t i•p i esa tti d eg li Ariani perfet t i c h e •s i e ra loro fa tto ammira re i n e sclus iva! Dei biondi. E deHe biond e ! E quaili bion de ! A1lte r a gazze d e i c ampi, spl e ndid e , for,t,i, l'oc c hJo azzurro chiarn, più navuraili e più san e ,di tunto qu e l,lo c h e aveva r aduna,to -la Hitler-J u genà . N on si p ot e va i mmagin are ra zza più tipicame nt e arian a, se c i ·s i a tte n e va a i c anoni s a crosanti d e ]ll'Mble rism o !
J,n se i mes i, tutto ,!'ese t0c ito -te desco e ra diventato ru s sofH o . Si frnte rni zza va do vunqu e con i c ontadini. E c on l e c ont a dine! Co me •sobt o N aipoleo n e , .J'Europa si face va a n c h e t-ra le bra ccia d e ll e Europ ee, n e lla fa ttis p eci e q u e ll e b e ll e ragaz ze ru sse, 1a g,Hate p e r .J' a m ore e la l'econdit à , e che s i v•id e , durante Ja ritirata, •se gu•ire per duta m enit e ne ll'o-rror e d e i peggiori c ombaot-t, iment i, gli Eri c , i W a l-t e r, i K arl, i W o lfga ng c h e ave vano l o ro in segnato, nelile o r e v u ote, c h e il p i ace r e di a ma,r e h a io! s uo fasc ino dov unqu e, an c h e ve nend o daM'O ves t.
D e.i ·teo rici ,n az i,sti profess av a.no teoni e vi o 1ent en1 ent e a nti si lave . Esse n o n av re bb ero r es j s t1ito a di ec i anni di comipe netra.1ione r usso- g erm afnica . I Ru ss i de i du e sess• i av re bb ero con o sci ut o iii ted esco m o lto p res to . Lo c onoscevan o g ià s p esso . Trovavaim o !d e i rn,anu aili ,d~ ted es co in tutte le scuol e . H le gam e ,cl e l,Ja •lingua sa,r e bbe stato s tabilit o in Ru ss ia p iù in fr e tta c h e in qu a lunque a •hro luogo d 'E uropa .
l i] T e d esco po ssi ede mirabioli qu ailit à d i te cnico e di o rganizzato re . Ma il Ru sso , s o g nato re, è più immagin a• Livo e piLt vi vo cli s,pi ,ri •to. L ' uno avrebb e compl e tato l'a kro, i legami d e l sa ngue a vre bb e ro faH o il resto. I g iova ni Te d esc hj , p rop 11io nat u ralm e nt e , e qu a lunqu e cos a la l o ro pro p aga nd a a vesse fa tto p e r o pp o r v is i, avre bb e ro spo sato ce n t in a ia di mi gliafa di giovani Rus se. E•ss e piaceva no for o. L a e r e a~i o n e d e ]1J'Europa aù•l'Es-t s i sare bb e compl eta ta n e l m o d o più g radevol e. L'uni o n e germ a no-r u ssa avrebbe fa tto rniracoli.
Sì, i•l probl e m a e ra giga nt esco : salda,r e ci nqu ece n to
HITLER PER MILLE ANNI 205
mHfoni di Europei, c h e non avevano, al<l'inizio, ailc una voglia di cooPdina·re i,! 'loro lavoro, d<i accoppia•re le foro forze, di armcmizza,re ù loro caratteri , i ,]oro tempemmen•bi 'ParlJicolari. Ma Hibl-er portava in sé ;J genio e la potenza cap a ci d',imporre e di reaiJ.izzare quest'opera gigantesca suHa quale avrebbero inciampato cento politicanti ostacola1 i da1l1la ,]oro meclioc11,tà e dai .Joro paraocch i.
Sei mi.Jioni di ·soldati sa·rebbero stati là per a•ssecondare la \Sua azione ,di pace, provenientoi dalliJ'Europa intera, qu el·L.i -d e lla Division Azul e quelil.i dei Paesi B ailtici, que Hi della Division Flander.n e quelli dei B ailcani, queMi d eMa Division Charlemag1te e le foro centi naia di migliaia di caimera,IJi delle treruto~to divisioni de ll a Waffen S.S.!
Su!lla peni,so-la europea che rimase a galla a.Jl'Ov es-t, dopo •i1 l diluvio del! Terzo Reùch , ·si •sono edifica-ti, -tubtaviia, i primi banconi, mail forniti, poco stabiH ancora, ,di un Mercato comune che sa di baratto. Bene. Ma una vera Europa, sorta da un ,id.eail e eroico e .rivoluzion arrio, costr uit a in gra nd e, avr e bbe avuto ugualmente un a.Jtro an dam ento !
La vi-la della gioventù di tu tta Eu ropa avrebb e conosciuto w1 ben albro •lustro e un ben altro senso c h e cond ucendo un 'esistenza di beaitnàks errnnti e di protestatari, giustamente r ,ibehli a 1reg im,i demoorntici che non of6rirono ·-loro mai obiettivri c he aves·sero potuto en1us ia•smarli , soffocando-li invece per tutti i miserabtli anni del dopoguenra.
Dopo aver rica,kitrnto,i diversi popoh europe i sarebbero stati sorpresi n e l vedere che si completava-no così bene, I plebisdti popolari avrebbero oonferma- to, noi ancora vivi, che 11'Europa della fo-rza era .diventa.t,a, dai P,irene i agJ.i Urali, l'Europa lib era, '1a Comunità dei ci-nquecento mi,li onrl «l< Europei consezien-t,i.
Léon Degrell ePeccato che ne l XIX secolo Nap o leone abbia fallito. La s ua Europa, fonda ta nel crogiuolo dehla sua epopea, ci avrebbe risparmiato molte sventure, segnatamente 1]e due guePre mondiali. Essa avrebbe pTeso in tempo, nell e sue mani abiiJ.i, la grande macchina delù'univwso, anziché ,]asc iare ognuno dei noswi paesi sfin i rsi al di foor,i deH'Europa in rivaJi,tà colon ia,J,iste , spes,so ,a bi ette e cupid e e che, a-Ila fine, si rivelarono non ,redditi zie.
Allo s1esso modo, peccato che nel XX secolo HiVl e r a bbia fatto cil ec ca a s ua volta. J,1 c omun ismo ,sa-rebb e s tato spazzato via. Gli Stati Uniti non awebb Bro fatto piegare il mondo sotto la ,dittatura d e ll!o srnto!ame. E, dopo venti secoli di balbertameruti e dii s forzi fal'1iti, i figH di cinquecento milioni di Europei, uniti loro malgrado a ll ',inizi o, avrebbero posseduto infine i,l complesso poUtico, sooiale, economico e inrellet1 u ale più potent e d e l pianeta.
- Sarebbe s lala l'Europa d e i campi di conc entramento?
Si in sist e dunqu e ad amn1ani-re s enza fine questo ritornello! Co me se non ci fosse s1ato che qu esto nell'Europa che si ed ifrcava! Com e •s e, dopo fa caduta di Hitler, gli uomin ,i non avess e ro continuato a stermina,rsi in Asia, in Ame rica, nell'Eus·opa ,s,tes1sa, nel le vie di P,raga e ,di Budapest!
Come se ile inva-sionà, ,]e violai,ioni di territorio, gli abusi di ,potere, i complotti, j rarpiment·i pdlirud non fo sse ro fioriti, più c he ma.i, nel Vietn am, a San Domingo, in Venezuela , 0 Ua Baia dei Porci , a Cuba, e pertiiino in piena Parigi al] t empo del <l'a.ffa,·e Ben Barka, già dim e n-
HITLER PER MILLE ANNI 207
ticato! E anche al di là ddl e frontiere ,di Is raele! Pe rc h é non dirlo! P oiché non è Hlivler, com unque, che 1,j è scag li a to con IÌ suoi carri armaiti verso il l morute Sinai ed ha occupato oon fa forza, n e l Medio Or,iente, i tePritori ,a ltrui!
Bisogna es,sere - s ì - contro la violenza, cioè 1più esattamente cont•ro tutte le viO'lenze . Non so lt anto contro ,le violenze •di Hibler, ma anche contro Je v,iolenze di Mo,l,]et che .Ja,nc,iò mig1'iaia di rpwraca,d uti,s,t,i sul canale di Suez nel 1956, con tan ta pre medlibazione quanto doppiezza ; contro .J e viO'lenze degli Americani, c h e sparano a quindicimila c hil ometri <lai! Massachus etts o dalla Flonida ai Viebnamit,i, ai quali non aveva,no <la dettar legge per nulla; contro •le violenze degli In,gl es,, c h e colmano d'armi i Nigeriani p e r liberare, grazie a un milione <li monti biafoani, i pozzi di p e troHo superca,pita1is'1i; contro ile violenze dei Sovietici, che hanno ,schiacciato sotto i ,]oro carr i armat,i gli Ungheresi e i Cechi che rifiu,twno la ,]oro tirwnnia!
La stessa os se rvazione va fabta in m e ri to ai c rimini di guerra,
Si •sono 1t,rasci,nati dei vinti a Nori·n1berga, sono ,stati niinchiusi in celle come scimmi e, si è vietato ai foro difensori di fare uso dei docwnenti che avrebbero potuto ,m e Here a disagio gli acousa tori, segnatamente <l'i ogn.i riferimento ai massaor,i, a Ka,tyn, di quindicirni,!a ufficia li ,polaochi, perché iii rnppresenta,nte di StaJ.in, li i loro assassino, faceva pa,rte d e l T,i;ibuna,Je dei Crimini di Guerra di Norimber,ga anziché ·esservi c itato. S e •si pretende ricorrere a ,t ale ,procedura, sia b e n inteso c h e es·sa vale per tutti ,i oriimima1li, non solo p er i or i1minal-i tedeschi, ma anche per i crim,irra,li ingles i c h e massacrnrono duecentomiJa jnnocenti a Dresda, ma -anche per i cniminali francesi c he , •senza alcun giudizio, fucHarono sul ,loro territor.io dei prigioni e ri t edeschi indifesi, ma
Léon Degrelleanche per i ct'i minaùi americana che stritolarono gli orga ni sess u a li d e i p r ,igioneri S .S, di M a lmédy!
Ques ta procedura deve valere in egua l misura per i crimin a li sovi etic i c h e màsero fine alla Seconda Gu e rra mondia'1e con orrib i,li orudeltà n ell'E uropa occupata e c h e h an no fotto ,infornare miHoni d,i persone nei il oro spaventosi campi di co nc e nt ramen,to d e l Ma,r Bianco e della Sib e ria.
Ora qu e i c ampi n on, sono stati chiusi dopo .la Seconda Gu e rra mondiaù e come que!Li del Terzo Re ic h di cu i , ve nti anni ,dopo Ja 11iquidazione, continuano a •r iempi1rci le orecchie senz a tregua. Que i c ampi d e H'U .R .S.S. esiston o sempre oggi, funzionano se mpre ogg i. S i continua ad 'inviar v i anighaia di esseni um ani che hanno av u-to -la disgra2:ia d i dispiacere a Bre:m ev, Ko ss ighin e agli a-llri dolci agnelli democratici! Di quei campi , in piena allività, in cui ò Sov iet ici chiudono ,implacab ilm e n te tutti qu e U.i che si oppongono aiLla loro di,ttatura, n essuno fiata tra gli urla tor i di Sini st ra! Ness uno tra di l oro •se •n e adombra!
k]i]ora cos a! Dov'è ,l'aimore d e ll a ver,i<t à? De J.l' e quit à? Dov' è la buona fede? Dov'è -la far sa?
Chi è più ripugrrall'te? Chi u ccide? o c hi recita l a comm e di a del, la v'i:rtù e tace?
Ve d e nd o l'impunvtà tot a,Je così accordata ai c r ,imina,li di pace e di guerra dallJ'is,t,ant e in c ui [1011 fossero ted eschi , t utti i furfanti del •dopoguerra se '1a sono goduta un mondo, torturando a m orte, co n una elifera.tezza atroce, un Lumumba , finendo col mi -tra un Che Gu evara, as,sassinando a r ivo lteHate, davaTiili ailla stampa, de i prigionieri in pi e na Sa,igon, alilestendo con le più pot ent i compli c it à, •l'ab batt,imeruto pubblico - c om e a
HITLER PER MILLE ANNI 209
un t,iro •alle pipe di un baraocone da fiera - di un Kenn edy I, ,poi d i un Kennedy II, c h e d iwano fast.dio, n egLi U;S.A., ai detentori rea.Ji d e l potere - s bi,r ragHa e a l ta f inanza - rimpia1taJ!i rsotto ila copertura ,democratica.
- Tu il i i c ri mina li alla sbarra ! Chiunque es s i siano! dovunque siano!
Se no, tant e grid a vi·rtuose di cen sori i,ndignat,i quando •si trnbta di Hi•bler e muti quando non s ,i traJ!ba più di lui, rnon so no c he abiette com m edie, c he mirano solo a co nvePti-re lo spir it o di vendetta, e ria cr,iti ca d e lla violenza nell a più tortiuosa d elle ipocrisie!
Pace 1aUe ceneri di coloro che sono morti sotto Hioler ! Ma rl'•infePna,le baotere di grarncassa continuato instanrn b illmente sutle foro urne dai falsi puritani d e lila democra;da, .fini1sce per div entarr e i1J.1J decente! Sono p iù di venti anni c he dum, ,attmverso ir l mondo, questo scan daloso ricatto , scandarlo,so perché co ndotto con un par,Nrto preso ,tanto totale quarnto cirnico! Ii senso unico , sta bene per le v ie ,s tre!Jtre . La Stor-ia no n se ne soddisfa. Essa non a mmette c h e Ira s,i converta in un vicolo c ieco, on oui s i appo&tano in agguato i provocatori ·darll'odio eterno, ,i sepolcri imbi anooti, i falsifica1orJ e g li imJpos,t or.i.
!Il bifancio è il bifanoio. Nonostante ,la d i sfa~ba ne ll'U ,R.S ,S., non osta nte Hirtiler ·sia stato bruciato, nonostante Mu sso Hni sia s•ID1to timpiccaito, i <c fascismi» saranno strati - con ,11,ins,t:aura z ione dei Sov,ieti in Ru ssiail grande avvenimento del secolo.
Tailune d e ll e p reocoupaz ioni ,di Hitler del I 930 s i so no of,foscate . La noz ione d d lo spa2Ji o vi•tale è superata. La prova: la Germania OocJdentarle, ridotta a un terzo d e l territorio del Gra,nde R eich, è oggi più ri cca e pili potente dehlo Stato hiolerii-ano del 1939 . I trns porti i!Ilternaziona,li e i tras,porti mar,i bN mi a basso prezzo h anno ca mbiato tuòto. Su uno scoglòo bruhlo, ma ben coll,lo-
Léon Degrellecato, si può, o,ra, instaUare ila più poknte industria del mondo.
I contadini, tanto favorit i dai «fasoismci», sono pa-ssati dovunqu e in secondo piano. Una fattO'I'ia inteMigentemente industriaJ.izmta rende, oggi, p iù di cento a2>iende agr.icole senza ra.z-ionalizzazione e -senza attrezzature modeme adattate con precis-ion e . Un ,tempo maggioranza, i contad ini costitu i,scono una mi!l1o~anza sen1p re più ridotta .. H pascoilo e fagnicoltu!t'a, già cari a Suhly, hanno cessato di essere ile sole mamm e Me dei popoli, ,sovnulimentati o c he ,non hanno denaro rper ailimentarni . E sopra!Jtutto le ,dottrine soda,li, qua,!; che fossero, che n011 tenevano c011to c h e del carpita,le e del lav oro, s ono superate.
Un terzo elemento interv iene semrpre più : 11,a matenia gr igia . L'E conomia non è più un a,fifa!t'e a due, ma a tre. Un grammo d'dnteHigenza creat•ri ce ha più imrpontanza, spesso, di un treno cli ·carbone e di pi<',iti. lii cervello è diventato la materia prima per eccellenza. Un laboratorio di ricerche ,scientif.ic h e ,può vaJ!ere pjù di una cat,ena di montaggcio . Prima del oapitrulista e rpnima del >lavoratore: i I ricercatore !
Senza di -lui, senza i suo,ì gruppi rultamente 51Peoializzati, ,senza i ,s uoi ondimvtori e senza le ime stati•s•tiche, i,! Capci,ta,]e e 'ÌJ! Lavoro ,sono d e i corrpà morti. Gli stessi K,rupp e i Roths a hilid hanno dovuto 1scansa·rsi davanti a1He màgl.iori mentri , L'evoluzion e d-i questi prob lemi non avrebbe preso Hitler a Ha sprovv,ìsta. Egli l eggeva tut,to, era a ,l cor,rente di •tutto. I suo,i laboratori atomici furono i pr,imi del mondo. E' propr,io del genio rim e tterni in cidlo senza sosta. Hitler, focolare dotato d'immaginazione in continua combustione, avrebbe prevenuto l 'avven imento e il cambiamento.
Egli aveva, prima di tutto, fonmato degli uomini.
HITLER PER MILLE ANNI 211
,La Germania e l'Italùa, sebb ene vi,nte, schiacciate 01 Terzo Reich non era più che un fuvo.loso cumulo d, macerie edi mabtoni nel 1945), avrebbero fatto presto a r,i,toma1·e a ca,po dell'Bw-opa. Perché? P·erché Ia grande sc uola dell'hit-lerismo e ,del fasoiosmo aveva creato d ei caralle ri. Av eva formato migliaia di giovani capi, aveva da,to una p e rsonalità a lfl1!Ì-g liaia di esseri, aveva rivelaito iloro, in ci rcostanze eccez,ionaJ.i, doti di organfazazione e di co1nan:do che 1 l 0 sciocco piccolo rt•ran-stran, semi-b orghese, d e i te mpi precedenJt-i !llO!ll av,rebbe loro mad p e rmesso di valorizzare.
Il miracolo ted esco d e l dopo 1945 fu que,,to: una gen era2iione, n1ateria1l•mente a ter:ria, era ·stata preparata sUJperiormente a un ruolo di di·11igerute da una dottrina ba sa•ta sull 'autori:tà, la responsabHità, lo spiPito d'iniZJia: tiva; alla prova del fuoco, questa aveva dato ai car atteri la tempera ,del ,migliore acciario c he, neU'ora in cui bisognava rimebrere tubto in piedi, s,i rivelò una leva i•nresistibi,le .
Ma •la :Genmania re ll'I,tal-ia non furono ,le wle ad essere soMevate dal grande uragano hideniano . 11d nostro secolo è •stato da •lui scosso fin ne]le fondamenta, •trasformato in tutti ,i campi, \S.i '!Jratti deJllo Stato, del:le relazioni social,i , dell'economia, o della rkerca scientifica.
L'attua•le spiegamento de1le scoperte moderne, daJl'e n erg ia nucleare fino awla miniMurizzaZJione, è Hirtller - turateV1i ,le orecchie, ,ma è così ! - che Io ravviò, quando ·l'Europa assop ita mangiava la zuppa quotidliana seni,a preoccUJPazioni di vedere più fontano ,d e,J,la propria 1scodel1Ja.
Che •sarebbe staito un von Bralllil, giovane Genmano mas,skcio, tota1Lme nte sconosciuto e pdvo 1di ,riisorse, -senza Hi•bler? Durante g,li anni I ngrati, questi •lo spiruse, lo •silimolò. Goebb e ls gli dava -tallvolta ,j,J cambio, sostenendo von Braun con la s ua amicizia. Ancora nel 1944, questo
Léon Degrelle
minist<re - iii più in,te !1ligenrte dei ,n.inistri cùi Hi t lertrascurava i s uoi impegni p e r incoragg,ia,r e von Braun nel1l'intimità,
Qu esto fu il caso cùi centina,ia di a l•t-ri. Aveva•no d e l ta•lento . Ma cosa avrebbero fatto col solo ta lento ?
Gli A1ne11icani sapeva n o b ene ·c he '1'avve nire scienti fi co ,d ei! mond o era là, nei ilabornrtori di Hit ler. Me nt-r e si lasoiavano co mpiac e n1 t e m e nte pr esentare come i re de1l:]a scienza e lde Ha rteonica, essi 1110n ebbero preocoupazione più grand e, quando 6urono vincitori nel 1945, di qu e lla di precip itars i att raverso il T erz o Rcic h , ancora fumante , pe r recuperare cen,ti,naia di soienziaiti a tomi oi.
I Sovi eti con dussero una •corsa ipairalHela. Tmsportarono treni inte ri di scienziarti d.i Hitler a Mosca .
A tutti quelli tra di loro c he potè ,raggiungere, l'America fece d e i ponti d 'oro. Gli U.S.A. presero come ca,po ,del Joro ,imm e nso complesso nu oleare ii] von Braun di Hit le r, di Hi t.ler a oui l 'Am e rica moderna ,deve tan1o poiché è ilui c he , p e r primo, n e ll' agosto d ei] 1939 , dunqu e a n c ora prima d eiH'inòzio deHa guerra di Polonia, fece sa l,ke il primo ,-azza ,del mondo me! 'Cielo di Prussia. li mondo mod e rno è nato quel giorno.
AJ~lo s t esso modo in cui ila pol vere, c h e uaddeva , ha serv i to l' univ ers o, 11'era nudea·re, aperta da Hitl er n e l 1939, 1,rasforn1erà i ,secol ,i f uturi. Qui an.cora, come in campo socia1le, i disprezzat orj di Hi-tler non ·sono c h e i suoi tm,div i imitat ori. Il Cen1ro fran c e se di P.i e rrelatte è forse qu a lcosa di dJverso di un «a:l,la mam-iera» d e ]1la ba se hitler iana di P een e munde , con ve nt i c inqu e a nni di rita,11do?
Hitle r sco mp arso, il mondo d e rnoorabic o s i è ,r ivelato inca.pace di creare qualcosa di nuovo n e l campo poli,tico e sociale, o p e rfino di rabberciare ,i l vecchio .
HITLER PER MILLE ANNI 213
Hanno avuto un b e l prnva,re a riaizare sulle l oro zamp e i vecchi 1·onzini sf,ianca,ti d'anteguerra,, Ba"'coillanti, essi sono ricaduti al suolo sudicio .
Da Nasser a -de Gaulle, da Tito a Casitro, dovunqu e s-i guavdi, fra i paesi vecchi c h e s,i sforzano di uscire dal passato o fra i ,paesi omovi di un T e rzo Mondo c h e s i s veglia, dappept,utto risorgono le formule: 'llazionali sm o e socialiismo, rappresentati dall'uomo forte, 1inca mazion e e guida del rpopc,lo, amante potente delle valontà, creatore d'•i,deale e di fede.
H mito democratico vecchio st,ile , pompiel'Ìstico, chiacch ierone, incompetente, s t e ril e, non è p'Ìll c h e un pa1l1lon e gonfiato a cento teste vuote, che non inganna più nessuno, n on interessa più nessuno, e fa perfino riderei giovani.
Chi si preoco upa a'!lcora d ei vecchi pm, titi e d e i l orn vecchi bon z i sval utati e cl:iment,ìcati ? Ma Hit,ler, ma Mussol:in ·i, c hi li -dimenticherit ma.i?.. Mi•lioni di nostri ragazzi sono ·n1orti, a1]1 l a fine di una orren da odissea, Cosa sono diven,tate, laggiù, tanto lontan o, l e loro povere tomb e? ... Le ,10stre vite, di sopravv issuti, sono state firanttm1ate, devasta1te, eJ.im inat e. Ma i fascisn1i, per i quali abbiamo vissuto, hann o mod e1lato l a nostra e poca per semipre . N e lla nostrn ,di sgraz ia, è Ja nostra grande gioia,
Si potrà gratta.re quanto si v uol e ,FJ tat-uaggio sotto l e nostre b raccia di soldati ! Troppo tardi ! Noi guardiamo i nost,ri ; nquisitori sfidanddli! 1'l sipario ,d ebla Storia può ca d ere su Hitl er e su Mussolin 1i, come ca dde s u Napoleone. I inani non can1hi era-nrno rp,iù nulla. La g t·ande Rivoh1 z ion e del XX seco lo è fotta.
Prefazione . Pag. 7
Presentazione ddl'edizione francese 11
I. La museruola per i vinti . 13
II. Quando ,l'Europa era fascista 21
III. Verso ,H potere a ventiioinque anni 39
IV . L'Europa scoppia . 55
V. Hit le r per mH!e anni .
VI. A fianco d e i Tedeschi
VII. I tram di Mosca
VIII. L'infemo russo
IX . m rler, chi era ?
X . Da Stalingrado a San Sebastiano . 159
XI. Gli esiliat i . 175
XII. E se Hivler avesse vinto? . 189