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Il Bomber Command sull 'Alta Italia
Alla fine del 1942 il territorio italiano cominciò ad essere sottoposto a bombardamenti aerei di inusitata violenza. La RAF attaccava nelle ore notturne, effettuando bombardamenti molto più simili ad azioni terroristiche che ad operazio ni s trategich e . in fatt i la Royal Air Force applicava il sis tema del bombardamento d'area (area bombing) c he non faceva alc un a distinzione fra edifici civili , insostituibili opere d'arte ed impianti indu stiiali
La tecnica di bombardamento dell'USAAF era in vece diametralmente opposta a quella britannica, essendo impostata s ul bombardamen to diurno di precisione. In gene re l 'aviazione americana scelse se mpre con cura i s uoi obiettivi in base a predeterminate fina lit à strategic he, e so lo occasionalmente s i abbassò ad eseg uire operazioni prettamente intimidator ie e terrori s ti che. Tuttavia, la prevalenza delle esigenze militari s u qualsiasi altra considerazione, co nvi nse l'USAAF ad effe ttu are bombardamenti inu tili od addirittura co ntroprodu ce nti sul piano tattico, un cui esemp io è il bombardamento della ce lebre Abbazia di Montecassino , le cu i macerie offrirono ai tedeschi la poss ibilità di usarle come posto d ' osservazione e centro di resistenza.
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Per ridurre il flusso dei rifornimenti alle truppe italo tedesche in Africa, fra il dicembre 1942 ed il febbraio 1943 l 'av iaz ione ame ri cana effe ttu ò numerosi raid co ntro i porti meridionali e sici liani , valendos i della g ra nd e aut onomia e delle capaci tà belliche dei B- 24 della IX Air Force , che dalla fine del gennaio 1943 cominciò ad operare dalle basi ae ree ex ita li ane di Bengas i Successivame nt e anche gli aeroporti del Meridione e del le isole entraro no nell a lista deg li obiettivi prioritari dell'aviazione america na, data la loro importanza co me basi di fo rmazione e partenza degli aeroco nvogli per la Tuni sia Dopo la fine della resistenza dell'Asse in Tunisia, l' aviazion e alleata iniziò una seconda fase operativa nel corso della quale i s uo i bombardieri at tacca ro no tutto il siste ma di comunicazioni terrest ri e marittimi ne l s ud della penisola ed in Sicilia, e tutt i gli aeroporti delle iso le e del Meridione, al fine di preparare il terreno per l'Operazione Hu sky (invasio ne della Sicilia).
Quando a Casablanca Chu rchill di chiarò di vo le re spargere il terrore fra le popolazioni italiane con attacchi dall'ari a, questi erano già in atto da un paio di mes i. Fra il 22 ottobre e il 12 dicembre, il Bomber Command britannico aveva eseguito pesantissime incursioni notturne sulle tre maggiori città del triangolo industriale del Nord Italia. Le bombe avevano colpito alcune importanti industrie, ma avevano anche devastato migliaia di abitazioni civili, opere d 'arte, scuole, ospedali e quartieri popolari, uccidendo quasi duemila civi li e ferendone oltre tremila. A Genova era toccato il triste privilegio di essere la prima città scelta dai bombardieri britannici, che da oltre un anno non toccavano l 'Alta Italia. La data del 22 ottobre era stata appositamente sce lt a dal Bomber Command in quanto coincideva con l'ini z io dell'offensiva dell'8a Armata ad e!A lamein. A differenza del precedente attacco aereo
Bengala lan ciati RAF duran te il bombardamento effettuato su Torino nella notte fra il 18 ed il 19 novembre 1942 (collezione Ferdinando Pedriali) sulla città, effettuato da diciotto modesti bimotori Whitley, questa volta l'offesa era stata portata eia centododici quadrimotori Lancaster, che avevano sganciato 180 tonnellate di bombe in condizioni atmosferiche ideali e senza subire alcuna perdita. Il centro della città ed i quartieri orientali avevano subito pesanti devastazioni. Fra gli ed i fici di s trutti o danneggiati parecchi erano palazzi storici, chiese, musei, ospedali e persino lo s tupendo Palazzo Reale. Secondo i primi accertamenti fra la popolazione civile c'erano stati 39 morti e circa 200 feriti, ma si riteneva che le perdite fossero più elevate 13 Ma per le città liguri non era ancora finita. All'indomani Genova avrebbe dovuto essere nuovamente bombardata, ma a causa della fitta coltre di nuvole sulla regione i centoventidue aerei, fra Halifax , Stirling e Wellington, che dovevano attaccarla s i erano di s persi prima di giungere sull'obiettivo. La maggiore parte aveva lanciato su Savona, altri erano avevano bombardato la più lontana Torino. A differenza del 22 ottobre questa volta due Hai ifax ccl uno Stirling non erano rientrat i alla base. Il 24 era sta ta attaccata Milano. Per la prima volta il Bomber Command aveva osato effettuare un attacco diurno confidando s ulla debo lezza delle difese antiaeree s ia lun go la rotta di avvicinamento, in gran parte su lla Francia di Vichy, sia s ulla Lombardia. Ottantotto Lancaster, decollati da ba si clell' I nghilterra meridionale avevano sorvolato il nord della Francia in piccoli gruppi senza essere di s turbati dai caccia della Luftlotte.3. probabilmente grazie alla parziale copertura di nubi. I gruppi si erano poi addentrati nel territorio controllalo eia governo di Vichy, riunendosi infine in un'unica formazione s ul lago di Annecy prima dì scavalcare le Alpi. La formazione era arrivata su lla metropoli lombarda intorno alle cinque del pomeriggio, prendendo comp letamente alla sprovvista la difesa contraerea, che solo tardivamente aveva aperto il fuoco. e per soprammercato in modo fiacco ed impreciso nonostante il faci le bersaglio costituito da grossi quadrimotori a circa 1.000 metri di quota. Le prime bombe erano cadute mentre le sirene iniziavano a dare l'allarme, le ultime erano esplose I 8 minuti dopo. Uno dei Lancaster si era abbassato per offrire al mitragliere di coda l'opportunità di scaricare le sue quattro Vickers s u persone so rprese nelle strade attorno alla chiesa di San Cristofo ro. Questo indegno aviatore fu imit ato da un alt ro commilitone che perfezionò il suo addestramento mitragliando alcun i civili in bicicletta sulla strada di Cors ico 14 • Alla fine cieli' attacco si contarono 171 civili uccisi e 44 1 case cl' abitazione distrutte , oltre a molti edifici pubblici distrutti o danneggiati, fra cui du e ospedali, due chiese e due sc uole.
I 3 M iddelbrook Martin & Everitt Chris, 'The Bombcr Command War Diaries - An operational reference book 19391945" Mid la nd Publishing Limited. Eral Sdhi lton Leicesier, 1996, p. 318
14 L'epi sodio de l mitrag li amento di civil i accan to a San Cri s toforo è riporta ro se nza co mm en ti anche in 'Th e Bomber Command War Diarie s '. Quello sulla strada di Corsico è riferit o da Bonacina Giorgio "Obiettivo Iralia - i bombardamenti aerei delle città italiane dal I940 al 1945''. Murs ia. Milano 1972, p. 152.
Furono centrati solo alc un i edifici industiia li , fra cui quelli de ll e industrie aeronautic he Caproni. La formazione pe rse quattro Lancaster , di cui uno abbattu to vici no a Milano, d ue sulla Francia - dove fina lme nt e i tedesc hi si erano sveg l iati - ed uno d istru tto durante l 'atterraggio in Inghil terra, con la perdi ta d i tutto l'eq uipaggio. Nella stessa no tt e l 'attacco su Milano doveva esse re ripetuto d a settantuno aerei. Tuttavia le tempeste lungo la rotta dall' Inghilterra dispersero gran par te della formazione. So lo trentanove ae rei si avvic inarono all'area cittad ina , ma le loro bombe lanci ate a casaccio fecero poc hi danni. Per cont ro , il Bomber Command perse quattro Welli ngton e due S tirlin g - ovvero 1'8,5% della forza impiegata - la magg ior parte a causa delle pess ime co ndizioni atmosfe ri che sulle Alpi. Tuttavia q uesta volta la co ntraerea era tempestivame nte e ntrata in az ione 15• Il fallimento dell'attacco del 23 ottob re s u Genova aveva lascia to l'amaro in bocca al Bomber Co mm and il qua le, pi t1che mai deciso a mettere in ginocc hi o il capoluogo li gure , inviò setta ntadue Lancaster ad attaccarlo nell a notte fra il 6 ed il 7 novembre. Come di consueto il bombarda mento co lpì con diabo lica prec isione i l cen tro ed i q uartieri reside nzia li in ottempe ran za all'o rdi ne emanato otto mesi prima da l ca po di stato magg iore della RAF sir Cha rles Por tai, c he prescriveva d i concentrare le bom be sull e zo ne edificate. A d ifferenza dei loro co ll eg hi america n i, seg uaci de l bombardamento diurno di prec isio ne, i bri tannici applicavano senza remore il sistema de ll 'area bombing, pe r cui ogn i ce ntro ab itato - ed ovviamen te tutta la popol az ione res ide nt e - era u n obie tt ivo meritevole della pi ù totale distruz ione 16 • I risultati del l' attacco su Ge nova, oltre a no n sembrare molto convi ncent i, erano cos tat i al Bombe r Conunand due Lancaster del 5 Group. Perta nto nell a notte successiva Ge nova fu attaccata per la quarta volta da centosettantacinque aere i di cui sei non rientrarono li Bomber Command giudicò questo attacco abbastanza soddisfacente, ma non tanto da togliere la città l igure dal primo posto in lista. Pertanto nelle notti s ul 14 e sul 16 di novembre Genova fu bombardata da centocinquaquattro quadrimotori fra Lancaster, Halifax e Stirling, tutti 1ientrati alla bas e. La ricognizione aerea accertò che le due ultime missioni erano state "more successfull" . per cui Genova fu cancellata dalle liste del Bomber Comrnand s ino all'agosto 1943, quando la RAF 1iprese i bombardamenti ten-o ristici su lle città italiane in concorso con gli aerei dell'USAAF. Attacchi esegui ti per convincere il governo italiano a sottoscrivere la resa incondizionata, mentre quest ' ultimo stava già disperatamente cercando di arrenders i.
Sis temate Milano e Genova , rimaneva ancora Torino. Come centro di comunicazioni la città non aveva lo stesso valore degli altri due capoluoghi regiona li , tuttavia era uno dei maggiori obiettivi industriali del Nord Italia, soprattutto per la presenza della FIAT e delle a ltre industr ie ad essa co ll egate. Torino aveva subìto l'ultimo attacco aereo nella notte s ull ' 11 settembre 194 1. Allora settantase i velivoli, per la maggiore parte We ll ington , avevano colpito il centro della città e le officine Fiat, però quattro We ll ington ed un Hali fax non erano rientrati alla base.
La nuova mazza ta su Torino arrivò nella notte sul I 8 novembre. Settantasette bombardieri lanciarono bo mbe d iro mpe nti ed esp losive, che appiccarono ince ndi nel ce ntro della ci tt à e nelle officine FIAT, uccidendo 42 civili e fe rendone 72. La successiva incursione de l Bornbe r Command s u Torino fu la più pesante e di stru ttiva prima d'a ll ora effettuata su una città italiana. ella notte s uI 21, duecento trentadue aerei (ottantasei Lancaster, cinquan taquattro We llin gton, quarantasette Halifax e quarantacinque Sti rl ing) arrivarono in più ondate scaricando sulla antica capitale sa bauda una spec iale combinazione d i bombe cost ituita da I 00.000 spezzoni incendiari da 4 libbre e quasi 180 tonnella te di dirompenti ad alto esplosivo, fra cui le mic id iali "block buster" da 4.000 libbre. Una mescolanza apposita mente studiata per produrre i massimi danni su zone densa mente popolate. Le incendiarie lanciate dalla prima ondata dovevano appiccare il fuoco, poi le dirompenti della seco nda ondata completavano le distruzioni ed ostaco lavano l'opera delle squadre ant incendio prontamente acco rse. Tale raffi nata tecnica raggiunse il suo massimo rend imento sui centri storici tedeschi, dove prevalevano le antiche costruzioni il legno. Jn Italia, poiché gli edifici, anche i più antichi , erano costruiti prevalentemente con pietre e mattoni, la tecnica del Bomber Command non funzionò. on ci furono pertanto le tempeste di fuoco che devastarono Amburgo, Dresda ed altre minori città tedesc he.L'incursione co lpì duramente centro città . I quartieri ope rai attorno all e offic ine Fiat Lingotto ebbero una forte aliquota de ll 'esplosivo des tinato agli impianti industriali. Per la prima volta lo stabilimento Fiat Lingotto fu gravemente danneggiato, come pure la attigua sala prova motori avio 17 • Furono colpite anche le linee d i montaggio delle camio nette FIAT/SPA TL 37 , di cui l 'Ese rcito aveva estrema necessità. Comunque il numero delle vittime civili - 117 morti e 129 feriti - seppu re non eccessivamente alto, costituì la migliore conferma che gran parte delle bombe era caduta s u quartieri residenziali 18 • La RAF se la cavò con poche perdi te, appe na tre aerei non rientrarono alla base - uno dei qua li abbattuto dalla caccia. Prima che l'offensiva terroristico-strategica del Bomber Comma nd fosse sospesa, Torino doveva sopportare altri quattro bombardamenti. Nella notte su l 29 novembre la RAF inv iò su ll a città duecentoventotto aerei , fra Lancaster, Stirling, Halifax e Wellington , perdendone tre. Per la prima volta un centro abitato italiano fece l 'esperienza dei mostruosi "block buster" da 8.000 li bbre 19 • e furono lanciati due, uno dei qua l i rase a l suolo un intero pad ig li one della Fiat e l 'altro spianò un grosso isolato di abitazioni civili nei pressi di Porta Palazzo, un quartiere assa i dista nte da ogni ob iettivo industriale di un certo valore. L'ono re di sganciare il primo "8.000 libbre" era toccato allo Wing Commander G.P. Gibson, un pilota, che se i mesi dopo si guadagnò la Victoria Cross guidando un audace attacco di precis ione contro le dighe di Mohne nel bacino della Ruhr20 Torino fu attaccata anche la notte successiva, ma per sua fortuna, e non per meri to de ll e sue difese , affivarono sull'obiettivo solo dic iotto aerei sui trentasei inviat i Le pessime condizioni meteo su ll e Alpi, oltre a costringere una parte dei restanti aerei a ri nunciare, causarono la perdita di altri due. Le bombe degli aerei arrivati su Torino ucc isero 16 persone e ne ferirono 15. Il deludente esito cl i questo attacco, che nelle intenzioni del Bomber Command avrebbe dovuto infl iggere il colpo definitivo agli stabilimenti Fiat di Mirafiori , del Lingotto e di corso Ma rche (Aeritalia), non scoraggiò la RAF , che nelle notti s ul 9, I O 12 dicembre sferrò tre successivi attacch i ri spettivame nte con centotre ntatre, duecentovent isette ed ottanta d ue bo mbardieri, di cui otto furo no perduti. L' immediat.a ris ultato di questa serie cl i allacchi fu la manca ta prod uzione di trentacinque ap parecchi nel mese di dicembre21 Tuttavia ne l corso pri mo attacco, oltre a danneggiare una li nea cl i montaggio del supe rato ed in u til e FIAT CR.42, le bombe avevano purtroppo sp ianato i capanno n i dove l' azienda torinese avrebbe dovuto iniziare la prod uzione di trecento moderni caccia MC.205Y in attesa che i s uoi impianti com in ciassero finalmente a produrre gli attesi caccia Fiat G.55 22 Pertanto sotto il profilo strategico queste ultime incursioni erano state efficaci, perché la FIAT non fece più alcun tentativo per mettere in produzione il MC.205Y che - sebbene disperatamente necessario - era stato progettato da una ditta concorrent e La FIA T non ebbe però problemi per rimettere in piena efficienza le linee di montaggio del biplano CR.42, che conti nu ò ad essere prodotto anche dopo 1'8 settembre 1943 sotto l'occupazione germanica, sinché un bombardamento della XV Ai r Force mise la parola fine a questa anacronistica macchina fuori dai tempi e dal progresso aeronautico.
17 Arc hivio Centro Storico Fiat.
18 T he Bomber Command War Diaries, p. 325.
19 The Bomber Command War Diaries , p. 327.
20 Thc Bomber Command War Diaries , p. 327.
2 1 Ministero de ll ' Aeronau tica, Gabinetto del Min is tro, "Relazione sulla produzio ne Aeronautica - Roma 28 gennaio 1943", 1ipo11ato in: Stato Maggiore Es erc ito Ufficio Storico, "Verba ii delle riunio ni tenute dal Capo d i SM Genera le''. VoUY, SME Uffic io Storico, Ro ma, J 985 , p. 3 15 e segg.
Dopo un lungo intermezzo dedicato a te1Tificanti attacchi notturni sulle città tedesche, il Bomber Command ri tornò su Torino nell a notte sul 5 febbraio 1943. Come al solito le bombe, oltre a colp ire gli impianti indu stri ali, centrarono parecchi quartieri, anche periferic i uccidendo 48 civili 23. Nella stessa notte La Spezia ebbe il poco invidiabile primato di sperim entare nel corso del suo piimo bombardamento aereo le nuove bombe della RAF da 4.000 libbre, che una spolella barometiica faceva esplodere fra i 60 cd i 180 met ri dal suo lo onde amplificarne gli effett i. La missione condotta eia quattro Lancaster della Pathfinder Force, di cui tre con i nuovi ordigni, si conc lu se con successo e - come era prevedibile dato il tardivo intervento delle difese - se nza alcuna perdita. Sembra però c he i ri sul tati della bomba barometrica non abbiano sodd isfa tto il Bomber Commancl, dato che in seguito si aste nn e dall'impiegarla24 Una volta entrati nella lista degli obiettivi del Bomber Command era assai difficile usc irn e. Infatti nella notte sul 15 febbraio La Spezia ricevette la vis it a di altii quattro Lancaster della Pathfinder Force. Comunque nella stessa notte Milano fu un o dei due prin c ipali obiettivi del Bombe r Command. L 'al tro fu Colonia. attaccata da 2-D ae rei fra Halifax. Lancaster. Wellington e Stirling. Su Milano invece agirono" olo" 142 Lancaster dei Groups l, 5 e 8. c he lanciarono le bombe in cond izioni di ottima visibi lil à. Furono ce ntrati fra l'altro i gra ndi stabi lim e nti dell a Iso tta Fr asc hini (Grupp o Caproni). dove cinque ca mpate dei reparti fonderia e forgia tura dell'a llu minio cro ll arono. mentre un'altra lun ga cz ione di fabbricato fu danneggiata. Il colpo inferto fu grave, anche perché buona parte degli stabilimenli T otta Fraschini, che impiegavano circa 6.000 la vo rato ri , era ded icata alla produ z ione di motori aeronaurici 2.'. Comparata a i nove aerei perduti su Colonia . dal Bo mber Command la perdita di du e Lan cas ter no n ri entrati da ll a mis s ione s u Mil ano se mbrò più che tollerabile al Bomber Command. dato che le difese italiane erano 1ate "deboli come al soli10 26 • Qu esta azione ebbe tuttavia un ri volto del tutto inusuale per il Lanca ter del 101 Squadron pilotato dal se rge nte I. H. Hazard. Subito dopo ave re sga nc ialo le s ue bomb e, il quadrimotore fu mitragliato a lungo da un C R.42 ina spe ttatamente arrivato a co ntatto bali stico. l proietti li de l biplano, o ltre a ferire gravemen te due mitraglieri. avevano inn escato un violen 10 incendio per e tin g uere il qua le Hazard aveva dovuto esegui re una picchiata di quasi 2 .500 me tri. L'esped ien te aveva av uto s uccesso ma nel trambusto era stato perduto un me mbro dell 'e quipaggio , lan c iato s i co l paracadute appena l ' ae reo aveva ini ziato la pi cc hiata 27 • Dopo le du e legge re in cursioni di febbraio. nella notte s ul 14 ap rile La Spez ia fu sottoposta ad un terrificante atta cco da parte di 208 Lancaster e 3 Halifax, che pre ero di mira la zona del po110. causando danni grav iss imi all e mtrezzaturc e va1ie vittime. Inopin atame nt e qu es ta vo lta g li in c ur so ri pagarono un disc ret o pedagg io alle difes e contrae ree. Qu attro Lancas ter non rientrarono al la base, mentre altri tre , a ca usa dei danni rice vu ti. invece che in Inghilterra furono cos tren i ad atterra re su aeroporti alleati del ord Africa in mano A
22 Ved i Archivio fo tografico Ce ntro Stor ico F!At e Alegi G. "Come non s i sceg li e un cac cia " Rivi s ta Aeronautica 5/1999.
23 Quotidiano ·'La Stampa" del 9 gennaio l 943.
24 Middelbrook Martin and E ver itt Chris, "The Bomber Co mmand War Diar ies - An opcrationa l referencc book 1939I945", Midland Publishing Ltd Earl Shilton, Leice ster, I996, p.351.
Il B-2 4D " Butch" del 376th ed il suo equipaggio Bene evidenti le Ire Browning 0.5 che ne armavano la prua N elle versioni successive il B- 24 ebbero una tor retta riarma salto la prua, molto più efficace sia contro gli attacchi frontali che laterali.