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Regia Aeronautica 1943 -Una crisi arrivata da lontano
Secondoi dati ufficiali. il 10 giugno 1940 la Re gia Aeronautica era entrala in gue rra co n 3.619 aerei bellici. di cui 2.350 in repart i di prima lin ca 16 • Cifre che avevano un va lore puramcnle indi cal ivo e non rispecchiavano il suo cffeuivo valore. Infaui rifacendo i calcoli con lo stesso criterio adouato sci mesi prima daJ nuovo o lloseg rctario all ' Aeronauti ca. generale Prico lo. pe r valutare la for1.a de ll 'A rmal a Aerea presa in carico dal suo predecesso re generale Valle. gli aerei da combattimento in grado di affrontare le operazioni belliche erano poco più di millecento. compresi quelli di slocati nell e co loni e. ln qu est i millece nto era no stati inclu si co n un certo o ttimi smo anche duecentocinquanta superati caccia biplani Fiat CR.42 1 Una formula costruttiva, che nessuna a ltra naLione teneva ancora in produLione e g li esemplari an co ra esistenti venivano utiliz za l i a consunzione in te atri d 'operazione seconda ri Pertanto più di metà dei velivoli bellici era cos tituit a da macchine obsolete e da prototipi falliti, ma ugualmente ancora nei reparti, con una utilità assai dubbia, an c he in sce nari bellici di seco ndo pian o. come l ' Afri ca Ori e ntal e. Tutta via anche i migliori e più recen ti velivo li da bombardamento erano già tecnicamente superati. essendo quasi tutti trimotori. Una antiquata formula cos trutti va tollerata dalla Regia Aeronautica g iacch é l' indu st ria itali ana non forniva motori affidabi li di gra nde potenza. La responsabiliti1 di qlles ta grave situazione poteva essere parimenti divisa fra i ve rti c i della Regi a Aeronautica e le ma gg iori dille produttrici. 1 primi. perché avevano dimostrato poca lun g imiran za stra teg ica inadeguata preparazione tecnica. incapacità di comprendere l'evoluLio ne delle costruz ioni aeronau tich e. scar. a capacità manageriale e decisio nal e. Infatti avevano perm esso ai maggiori imprendit ori nazionali di arrivare tranquillamcnie ad uno stallo tecnologico in anni già sa turi di minacce di guerra. Anche quando la guerra era iniziata, il comparto aeronautico ( e non solo quello) aveva continuato ad esse re ges tito dalle gra ndi indu s tri e co me una ordinaria fonte di profi110. da cui provenivano utili pressoché sicuri. essendo gara ntita l'a sseg naz ion e di commesse, inclipendentemente dal grado di evol uzi one tecnologica e qualit ativa de ll e produzioni. Una gros sa responsabilità di questa situazione spe ttava anche allo s tes so Mus so lini. che come ministro dell'Aeronautica aveva permesso r assegnuione di molte cosp icue commesse per fini politici e socia li. Tal e s istema non stimolava ce rtamente una sana po litica indu stria le, di cui la co mpetitività avrebbe dov ut o esse re l' e lem ento esscnLiale per migliorare la qualità del prodotto, le sue cara ller istiche tecniche, e soprallll llo stim o lare la produttività de lle aziende. Ino ltre era stato permesso alle maggiori az iend e aeronautiche - come la Fial ed il Gruppo Caproni. cu i e ra stato complessivamen te assegnato il 51.16'K del valore delle commesse nel triennio 1940/ 1943 - di ten e re apc11e li nee eia c ui uscivano macchine s upera te e neppure s uscettibili di significativi
16 Giuseppe Santoro. L'Aeronautica Italian a nella Seconda Guerra t-londiale". edizioni [essei. 1966. Voi.li p.496Vol. l p.88. Nel numero sono compresi anche i 323 aerei dell' Imp ero
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17 Sru1toro. op. cii. p.88. o·Avanzo G iuseppe. op. cii. p.886. Il primo novembre 1939 Pricol o era ubentrato al generale Valle come sottO\egretario aJr Aeronautica e C.S. M della R.A. Al momento delle consegne Pricolo aveva considera to " con w1 ce no 0 11imis111 0" ae rei di tipo moderno: S.79. BR. 20. Cant.Z.1007, Cant.Z.506. G.50 . MC.200 e CR.42 (cfr: Pricolo. op. cit. p.131 ).
Il Cant.Z l O18 sul quale si erano appuntate le speranze della Regia Aeronautica , non era in realtà un aereo eccezionale, sebbene fosse molto più progredito dei bombardieri medi con cui l'aviazione italiano facevo la guerra da tre anni (collezione Ferdinando Pedrioli) sviluppi. come il Fiat CR.42, il Fiat BR.20 e tutta la se ri e dei cosiddetti aerei da combattimento Caproni Ca.311 , 312, 313 e 314 Contrariamente aUa logica indu st riale , i progetti con le migliori potenziai ità di sviluppo uscirono dai piccoli uffici tecnici delle aziende di media grandezza, come la Macchi di Varese, che insieme alle sue licenziatarie Breda ed Ambrosini, fu l'unica capace di produ1Te quantità apprezzabili di aerei da caccia con caratteristiche abbastanza allineate con i tempi. Data le potenzialità di sviluppo del progetto del caccia MC.200, la Macchi ne ricavò due successivi modelli dalle brillanti prestazioni solo cambiando la motorizzazione e l'armamento del modello base. Da notare che le industrie Macchi e Breda aveva ricevuto in totale appena il 14.4 % delle commesse della Regia Aeronautica 1 8 • Un po' meno brillante per qualità. fu la produzione dei C.R.D.A. (Cantieri Riuniti dell'Adriatico appar tenenti al gruppo J.R.J.). Un gruppo industriale che produsse per la Regia Aeronautica i validi, ma non straordinari bombardieri trimotori Cant.Z I 007bis e ter , che nella primavera estate del 1943 erano ancora in linea. Per inciso il Cant.Z 1007bis era molto apprezzato dagli equipaggi che dovevano portarlo in azione contro i porti del Nord Africa francese e nei molto più temerari attacchi durante l'invasione della Sicilia. Era veloce manovriero, ma una delle sue migliori doti era la capacità di rimanere in volo anche con un solo motore. Caratteristica essenziale, poiché i suoi motori stella ri Piaggio - montati fra l ' altro su buona parte dei bombardieri italiani - aveva la tendenza a "piantare" in fase di decollo.
Purtroppo le lun gaggini burocratiche e la farraginosa organizzazione degli organi tecnici centrali della R.A. e la mancanza di una seria pianificazione delle var ie fasi di sviluppo del progetto e dei successivi collaudi presso la R.A. , avevano smisuratamente rallentato il tentativo dei C.R.D.A e delle società li cenziatarie di sviluppare e produrre in serie p1ima dell ' 8 settembre 1943 il più moderno bimotore multiruolo Cant.Z 101 8. Un aereo eia combattimento con cara tt eristiche adatte a svariati ruoli, dal bombardamento alla cacc ia notturna. Dall e linee della gloriosa Savoia Marchetti e di alcune società licenziata1ie era uscito l'S.82 - un ottimo e capiente aereo da trasporto - e l'S.79 che, sebbene presto superato come bombardiere, per tre lunghi anni aveva continuato a raccogliere fama e g lor ia nel ruolo di aerosilurante. Purtroppo furono trascurate le possibilità offerte dall'interessante quadrimotore da bombardamento Piaggio P.108 B, prodotto in pochissimi esemplari.
(do sin.o ds.) Il Feldmaresciallo Albert Kesselring, l'addetto militare germanico o Roma generale Enno von Rintelen ed il principe ereditario Umberto di Savoia.
I 995 bombardieri che iI generale Pricolo. assumendo gli incarichi di Sottosegretario ali' Aeronautica e capo dello S.M.A. aveva classificato come ··moderni"- ovvero gli S.79. i BR 20 cd i CAN T Z.1007 - non solo non erano macch ine non più all'altezza dei tempi. ma neppure economiche. come ingannevolmente faceva !>embrare il loro costo medio uniiario di circa lire 2.100.000. 10n erano infatti economici velivoli, cui occorreva un addestralo equipaggio di cinque persone per portare 1.000 Kg cli bombe entro un raggio di 900 Km .. Mentre un bombardiere pesante come il Piaggio P. I 08 B (costo circa lire 5.200.000, sei uomini d i equipaggio) poteva portare 3.500 Kg di bombe su obicllivi lontani J. I 00 Km. Pertanto una squadriglia di nove P. I08 B (costo 46.800.000) con 54 aviatori, avrebbe potuto fare il lavoro di un gruppo di ventisei S.79 (costo f.45.600.000) con 130 aviatoii) 19 • O ltre a co lpire più lontano (raggio d'azione massimo circa 1.600 Km con 1.000 Kg. di bombe) il P. I08 era progc!lato e costruito con tecniche d'avanguardia, che gli conferivano un grande potenziale cli sviluppo. mentre poco o nulla era possibi le migliorare le prc~tazioni di velivoli di vecchia formula co~truttiva come quelli innanzi citati. Il Piaggio P.108 B aveva molti punti d i co nta tt o con le pr ime serie del Boeing B. I7. era abbastanza ve loce (420 K m/h). di , cretamenle armato (due mitragliatrici da 7,7 mm e sei da 12.7 mm. di cui quattro in due torrc!le telecomandate inserite nelle gondole dei motori es terni. ino ltre disponeva di una stru ttura resi Lentiss ima e con o!l ime doti di sopravvivenza in ambiente bellico. Nonostante la modernità del progetto del P. I 08 B. lo S.M. della Regia Aeronau t ica se ne interessò re lativamente. lasciandolo ges tire in tegralme nte all a Pi aggio - ditta valida - ma con limitate risorse produttive. già impegnata nella costruzione di alcune centinaia di velivoli su licenza ed in a ltri progetti. La messa a pun to de l P. I 08 B procedette con tempi biblici nonostante la guerra in Europa fosse già iniziata. li primo esemplare di serie, che sarebbe più corretto defin ire di prcserie trattandosi di 12 apparecchi ancora bisognosi di nu merose messe a pun to. fu co ll audato il 5 settembre J 940. Né la sua produLione superò in seguito il totale di 24 esemplari. poiché per appreZLare realmente le possibilità di un aereo come il P.108 B occorrevano qualità strategiche e ma nager iali a quell'epoca non mollo sv il uppa te fra i mas imi ranghi della R.A. e pure fra quelli dello Stato Maggiore Generale.