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Il problema produttivo equalitativo
Purtroppo le critiche mosse dagli esperti tedeschi ali" indu tria aeronautica italiana erano fondate. Le loro opinioni erano condivise anche da elementi della Regia Aeronautica. Il tenente colonnello pilota
Ettore Muti - che non era un in gegnere aeronautico, tutta via aveva sufficie nt e esperienza belli ca per anali zza re con precisione i mali della no stra aeronautica - ne l gi ug rw del 1943 st il ò una memoria for teme nte critica nei riguardi dello Stato Maggiore Aeronautica e delle sue scelte.: "Lo Stato Mag giore della R. Aeronautica dol'rebbe spiegare perché ha utili::,::,ato sino a qualche giorno fa le nostre limitate e preziose scorte di materie prime. per la costru::,ione di Pe/ivol i che eranò so rpassa li nel 1938. Non avrà mica pre1eso di poten::,iare la noslra m•ia-;,io11e costruendo il Fiat CR.42, il G.50, /'S.84 e tutti i vari tipi Caproni! / ... / questa si111a:ione derim da cause complesve fra le quali primeggiano:
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I
) incapa cità orga11i::a1il'a e direuiva
2) ri cerca del pal/iatil'O Tant o per illudersi ed illudere di fare qualche cosa
J) ma11 ca11::,a di coraggio nel/ 'affromare a fondo ogni problema
./) ma11ca11-;,a di collegamento delle l'arie necessità, che 1·e 11go110 risolte singolarmente e allo giornata, senza cioè 1e11ere conto di tutte le altre e del doman i "·13 •
Quasi neg li stess i g iorni Mu sso lini aveva ri cev ut o un appun to dal seg re tari o de l P N.F Car lo Scorza, privo di fror1Loli e durissimo nella SO!> tanLa:contro i ve rtici della Regia Aeronautica: "L'Aeronawica è una for: a la quale è militare solamente 11el/'impie1w Tutta la sua origine. il suo sviluppo, il suo p01e11-:,iale è scientifico - 1ec11ico - i11dustriale. Ness un o dei ge nerali che io conosca ha la possibilità di rispondere a tali esigell':e. [. /li Mini stero dell'Aero11awica è diventato il meno sempl ice e - in alrn11i casi - il meno ch iaro fra li/lii gli organismi di guerra. Aggiungo che il rapprese11u1111e dello Swto - mie a dire il Mi11ist ero dell'Aeronawica - 11011 eserciw alcun po1ere decisil'o, e nemmeno alcuna i111por1a111e infl uenza sopra i rapprese 111anti degli imeress i particolari, va le a dire: le soc ietà industriali prodw 1ri ci cli motori e cli apparecchi. Molto spesso a1 ·1·ie11e il conTrario ".
Era un po· tardi per wegliarsi, con il nemico già alle porte, ma quantunque approssimativa ranalisi di Sfo rza era molto vici na alla rea lt à e probabilmente ispirata al rap port o in viato a Mussolini tre mesi prima dall'ing. Armando Pal a nca, a seg uito di una riuni one con la Commissione Tecnica Tede sca, che. senza peli s ula lingua. aveva imputato la situazione dell'industria italiana alla "ma11ca11::.a di programmi, 11011 solo di larghe vedut e, ma anche rispondenti ad 1111 minimo di previden::,a, e alla deficien::.a più co mpleta di direttive cent ra/i" 3 ~.
In pratica sia Muti che Scorza erano arrivati buoni ultimi di una serie iniziata da Carlo Ravasio. che nel novembre 19-H aveva in via to a Mus!-.olini un promemoria. che melle va in buona evidenza i drammatici difeni dell'industria ae rona uti ca. Sebbene il de stinatario fosse anc he il titolare del Ministero del!' Aeronauti ca le critiche di Ravas io non avevano avuto a lcun seg uito. L'i nd ustria dal la qua le erano usc iti aerei che avevano conquistato primat i di velocità. d i tanLa . quota ed al ragguardevoli records. si era mollemenre adagiata sui passati s ucce ssi se nza mcllersi al pa sso coi tempi e soprallulto aveva trascurato di c rea re uffi c i tec nici capaci di rinnovare il s upera lo stato dell'arte dell e cos truzioni ae ronauti c he italian e . Era appunt o ne l se tt o re progettazione e costr uz ione di prototipi che esisteva una dannosa dispers ione fra le varie az iende di ri sorse fina nziarie e materiali. che non erano poi tanto ricche. Sarebbe stato compito del Mini stero dell'Aeronautica promuov ere la costituzio ne di un pool coinvolge nd ov i i maggiori progeuisti cd i loro staff tec nici , in modo da crea re g rup pi di tecn ici s pec iali zza li nei vari ram i ovviamen te so tto
33 Ettore Muti. "Brevi ce nni di crit ica s ull 'a ttu ale organ izzazio ne della R. Aerona utica··: Stralc i in: Ale gi G. Stor ia
Militare n I00 gennaio 2002, p. 18.
34 Rapporto dcll'ing Armando Palan ca a Mussolini. in data 26 febbraio 19.n, Vedi Giuseppe D' A,anLO ''Ali e poltrone" la diretta responsabilità di "project leaders" di provata capacità. Una tale organ izzazione avrebbe potuto ridurre i tempi intercorrenti fra la progettazione e la realizzazione, e nello stesso tempo semplificare i metodi costruttivi di velivoli, motori e componenti, con conseguenti benefici sia sulla produttività delle aziende sia su ll a riduzione delle ore di mano d'opera specializzata per ogni unità prodotta.
Ciarrapico Editore. Roma 1981 allegato n"2 I .p.912.
Fiat G.55 prototipo in va · lutazione a Gu idonia. Il ri · tardo con cui la Fiat adottò il potente DB.605A- 1 da 1.475 CV già adottato per il Macchi MC.205V, impedì al G.55 di avere una sia pur modesta parte nelle azioni aeree precedenti 1'8 settembre 1943 (co ll ezione Ferdinando Pedriali).
Nell'anno ciel suo fatale intervento nel conflitto, l'Italia aveva prodotto 3.257 aerei di tutti i tipi (di cui 2. 146 bellici). Un anno dopo - nonostante l'urgenza imposta dallo stato di guerra - la produzione aveva avuto un modestissimo incremento (3.503 aerei di cui 2.550 bellici, trasporti inclusi) per poi cro ll are a 2.8 18 velivoli nel 1942 . La produzione media mensile italiana, che mai aveva superato le 300 unità, nel dicembre 1942 era discesa a soli 152 velivoli 35 Crollo in parte imputabile al mancato afflusso di materie prime all e fabb1iche , la cui responsabilità andava equamente ripartita fra i ritardi nelle forniture dell'alleato tedesco e la cattiva gestione italiana delle risorse disponibili. Un fatto - quest'ultimo · accertato e confermato dalla ispezione compiuta in ltalia, subito dopo 1'8 settembre 1943, da un rappresentante del ministro Speer, il generale Leyers , il quale stimò che le maggiori industrie del Nord Italia avrebbero potuto produrre mensilmente 400 caccia Fiat G.55, od in alternativa alt rettanti Me. J09, senza nece ssità di alcun aiuto da parte della Germania, inoltre avrebbero contemporaneamente potuto costruire e riparare numerosi altri aerei di ogni tipo36 • Naturalmente - aveva precisato Leyers - per raggiungere siffatti obiettivi tutte le industrie italiane avrebbero dovuto lavorare col medesimo impegno, la stessa organizzazione e la stessa efficienza di quelle tedesche 37 1on sappiamo esattamente l'accoglienza riservata al progetto Leyers dagli industriali italiani, comunque le sue proposte svanirono ne l nulla, e probabilmente non solo per le di struzioni dei bombardamenti alleati , che d'a ltra parte non avevano prodotto devastazioni quasi tota l i come que ll e che avevano subito le similari fabbr iche tedesche.
Per meg li o comprendere i pesanti problemi , non so lo produttivi, ma anche tecnici. che nel primo semestre del 1943 affl iggevano l'aeronau t ica italiana è necessa1io un lu ngo sguardo retrospettivo. el settembre 1937, il governo italiano aveva aggiornato iJ cos idde tto piano "R" noto anche come "Programma 3.000", impostato l'anno precedente per portare entro il 1938 la forza della Regia Aeronautica a 3.000 mode rn i aerei da combatt imento. Il programma era compatibile con la potenzialità dell'industria aeronautica naz iona le (in media 2.500 velivoli all ' an no) e - seppur per b reve tempo - persino confrontabile con quello de ll e maggiori pote nze. Infatti i contemporanei progranuni USA prevedevano per la fine del 1938, il raggiungime nto di una linea di 3.000 aerei per l'U.S. Army Air Force e di 1.910 per l'U.S . Navy.