17 minute read

La risposta tedesca al "problema aereo "italiano

Next Article
ALLEGATO 18

ALLEGATO 18

Nellaptima metà cli giugno l'aviazione anglo americana già aveva ottenuto tre importanti risultati, che avrebbero a breve termine faci l itato il successo dell'Operazione Husky. In primo luogo la sua potenza ae rea aveva costretto alla resa le isole di Pantelleria e Lampedusa. La medesima aveva già notevolmente ridotto le capacità cli difesa della Sicilia, logorandone il sistema di comunicazioni col continente mediante una serie cli micidiali attacchi. Infine essa aveva distrutto a terra, entro le loro stesse basi, buona parte dei caccia e cacciabombardieri che avrebbero potuto creare seri prob lemi nel momento in cui la flotta d'invasione s i fosse avvic inata alle coste dell'isola.

L'aviazione anglo americana - alimentata eia continui ccl ingenti rifornimenti di aerei, uomini e materiali , provenienti dagli USA e claJJa Gran Bretagna, ed ormai libera di concentrare le proprie forze dopo la vittoriosa campagna di Tunisia - poteva ora esercitare sul territorio ita l iano una pressione sempre più dma, costante ed efficace. La stremata Regia Aeronautica e la semp re va lida Luftflotte.2 non avevano abbastanza aerei per arginare i suoi attacchi e contemporaneamente attaccarne le basi.

Advertisement

Nonostante la minaccia di invasione ciel territorio italiano fosse reale ed imminente, Hitler aveva dato uno scarso aiuto al suo alleato Musso l ini, né ne aveva ascoltato gli accorati appelli per ridurre il pericoloso divario fra le forze aeree dell'Asse e que ll e degli Alleati. li "problema aereo., gli era stato già più volte chiaramente prospettato dallo stesso Mussolini , che in aprile, in occasione del convegno di Klessheim aveva chiesto il trasferimento nel Mediterraneo di una forza aerea tedesca cli potenza tale da controbilanciare quella anglo americana e nello stesso tempo aveva so ll ecitato l 'immed iata forn itura di trecento aerei per l'aviazione italiana1 • Pochi giorni dopo il convegno l'OKW aveva confermato la sua disponibilità a dare gli aerei richiesti, ma nonostante i ripetuti sollecit.i dello stesso Duce, la loro consegna era anelata a rilento ed una parte doveva ancora arrivare prima cieli' 8 settembre.

Alla fine cli maggio erano ancora pochi i repart i italiani, di cui era stato prev isto il riequipaggiamento con materiale tedesco, che avevano effett ivamente ricevuto le assegnazioni programmate. Molti dei velivoli consegnat i erano di seconda mano prelevati dalle riserve della Luftflotte.2, mentre altri arrivavano direttamente da ll e fabbriche. Secondo una situazione preparata dal Sottocapo cli Stato Maggiore dell' Aeronautica, generale Santoro , ai primi di g iugno, diciassette Ju.88 nuov i di fabbr ica stavano per essere consegnati al 9° ed al 10° Stormo Bombardamento, mentre altr i trenta Ju.88 erano già a Littoria col 15 ° Gru ppo "C" c he curava l'aclcles tramento degli equipaggi per i bombardieri teclesch.i. Anelavano invece un po' meglio le consegne dei caccia. I Gruppi Caccia 3° e 150° avevano ricevuto ognuno vent iquatt ro Mc.109-G.6 cli seconda mano più alcuni Me.109-F per l'addestramento dei p il ot i. A ltr i sette Me.109-G.6 erano appena stat i assegnat i al 4° Sto rmo C.T., di cu i era previsto il completo riequ ipaggiamento con i caccia tedesc hi. In real tà il programma non fu rispettato perché, ai primi di luglio il 4 ° Stormo fu inviato d'urgenza in Sicilia con i MC.202 più un certo numero di MC.205.

Circa la situazione degli aerei d'assalto, San toro riferì che il I 03 ° Gru ppo Tuffatori era stato riarn1a -

Dichiaraz ione del feldmarescia ll o Kesse lring a lt a r iun ione presso il Comando Supremo del 18 aprile 1943. Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Esercito. Roma , 1985, ··verbali de ll e r iun ion i ten ute da capo di SM Generale" , Vo i. IV , to con trentatré Ju .87-0. 3, mentre altri trenta stava no per arrivare all'aeroporto di Siena Ampugnano, ove sarebbero stati accantonati come riserva del reparto. Sebbene gradita a causa della mancanza di al tre macchi ne per r assalto la cessione degli Ju.87-0.3 non rappresentava una grande risorsa, perché erano aerei scartati dalla Lu ftfl ottc.2, dato che le forti perdite nelle ultime fasi della campagna di Tuni sia avevano chiaramente dimo s trato l'obso lesce nza del vecchio Stuka2 in fine dodici Do2 l 7 da caccia notturna (sei tipo J-2 con radar Liechtenstein FuG. 202 e sei tipo J-1 senza radar) più tre Messerschmitt Bf.J IOC-3 senza radar erano stati assegnati al 41 ° Stormo Int ercettori, incaricato della difesa del triangolo indu striale del ord Itali a ' .

1° gennaio 1943 - 7 settembre 1943. p.73 .

Pertanto s u tre ce nto velivoli prom ess i, ne e rano stati co nseg nati o stava no per essere consegnati solo cen tottant ac inque. Quasi un'inezia per la Re gia Aeronautica, che nell'ultimo semestre aveva perduto in media duecentonanta velivoli al mese, ricevendo poco più di duecento rimpiaui dal!' indu , tria naLionale, co mpre si gli aerei da ricognizione ed ovv iamente gli imman cabi li , quanto inutili , biplani CR.42 ancora in produzione pre sso la Fiat Aeritalia4• Per inciso. la sessant ina di caccia, fra vecch i e nuovi, che la Luft waffe aveva con egnato agli italiani rappre entava appena il 6~ dei 1.050 caccia c he a quell'epoca uscivano mensilmente daJle fabbriche tedesche~. Non s i può pertanto affermare che i tedeschi si com portassero con ge nero sit à ed accortezza. lesinando i mezzi ad una av iazi one che, oltre ad essere loro alleata. aveva se mpre dimostrato un alto pirito combatt ivo.

L'arrivo del limit ato contingente di ve li voli tedeschi fu com unqu e accolto con favore dai piloti italiani, sopra ttullo eia qu e lli della caccia, che finalmente avevano la possibilità di andare in combattimen to con macchine all'aJteaa della ituazione. 1 Bf.109 G-6 furono asseg nati a reparti formati con piloti di provata esperienLa bellica, che non avrebbero avu to problemi per effettuare il ' ·passaggio" su l nuovo velivolo anche senza un addestramento preliminare su ve livoli a doppio comando. Per familiarizzare i piloti con il caccia Mes erschmirt furono utilizzati alcuni Bf. I09F appo sitamente ceduti dalla Luftflotte.2, poiché la potenza dei loro motori era di poco superio re a quella degli Mc.202 e dei Re. 200 I.

Uno dei piloti appartenenti al ri stretto gruppo dei presc e lt i fu il se rgen te Domen ico Laiolo, che era s tato fra i pochi cacciatori del 54° Stormo C.T. rientrati daJla Tunisia pochi giorni prima della resa. Ai primi di giugno Laiolo fu a egnato al 150° Gruppo Caccia. ··JI giorno dopo il mio arrivo a Sciacca - racconta Laiolo - mi fu affidalo un CR.42 per un volo d'ambienramento, indi 111i fu illustraro il Frit z [ il Bf I09F] su cui dovevo iniziare a volare prima di passare al mitico Messerschmitt 109G Gustav. Purtroppo molte cose erano diverse rispelto ai nostri aerei: il movimento della manetta del gas era inverso alle nostre, cioè per accelerare si spingeva an z iché tirare. Il sisternafrenante delle ruote era idraulico con comando sulla pedaliera, mentre il nosrro era pneumarico con comando a pulsante sulla cloche . 1 jfaps erano azionati da un grande volano , posto alla sinistra del pilota e mosso manualmenre con un certo sforzo fisico per raggiungere i 40 gradi di abbassamento necessari per.frenare la velocità di planata, mentre i nostri erano idraulici. Le ali del Me.109 erano dotare di alette ipersostentatrici, mentre i nostri Macchi non le avevano. li tettuccio era pesantissimo e le gambe del carrello erano divaricate, e si c hiude vano a/l ' esterno al contrario di quelle dei nostri. Dopo avere.familiarizzato con tutte quelle novità, mi fecero rullare sul campo per prendere confiden za con la manetla ed i freni, poi mi fecero decollare sul Frit z, meno veloce e meno potente del Gustav. Dopo qual che atterraggio passai sul Me.109G. La maggiore potenz a del suo D.B. 605 ( 1.475 HP) si avvertiva in modo tangibile. A 7.000 metri superava i 600 Km/h, il pilotaggio non presentava difficoltà evidenti. L'aereo e ra abbastanza docile ai comandi , ma un po' meno sensibile del nostro Mc.202. La visihilità era pressoché uguale, inve ce la planata per l'auerraggio, si doveva impostare molro più "picchiata" del Macchi, ne guadagnava un po' la visibilità, di conseguenza si ri chiamava più vi c ino al terreno, mentre i nostri planavano un po' più "spanciati". li Gusrav aveva un armamento decisamente superiore ai nostri, disponeva di due cannoncini Mauser ca/. 20 mm alloggiari nelle ali e di due mitraglie ca/ 13 sincroniz zate col motore, che sparavano attraverso l'elica. Anche la radio funzionava molto bene, inoltre vi era una apparecchiatura ricetrasmitrente siglara F.G.25 che permette va all ' operatore la.Fu . (radar) di distinguere sul suo schermo gli aerei wnici da quelli nemici e di conseguen za indiri zzarli sull'avversario "6

2 l vecc hi Stuka avevano avuto giorni glorios i. ma ormai l'arma aerea tedesca li utilinava. sepp ure con cresc enti difficoltà, solo ul fronte orientale. dato c he su quello mediterraneo la superiorità della caccia Alleata ne impediva praticamente la ~opravvivcn za (n.d.A.).

3 Vedi : SMA prot. 6/9024 del 4 g iugno 1943, "Armamento su velivo li tede~c hi '', in Malles ini e Ccrme ll i. op. cit. Voi. Second o Tomo Il p. 886 e Pedr iali Ferdinando 'S icilia 1943 - Guerra aerea nella notte" in Storia Militare n.106. luglio 2002.

4 Vedi: Snntoro G op. c it. p. 48 I e Brotzu. Caso e Cosolo, op. ci L. vo i. I p.55.

5 ''The United States Strategie Bombin g Sun·ey Summary Report". United State\ Governm e m Printin g Office. Was hington. 30 Scptember 19-tS edition, p.6.

Per in ciso, i piloti del 150° Gruppo - primo repa1to caccia integralmente riequipaggiato col Bf.109G-6 - iniziarono il passaggio su l nuovo apparecchio alla fine d'aprile s ul campo di San Pietro, seguit i in giugno da quelli del 3° Gruppo di base a Comiso. Il 150° effettuò il "passaggio" sui Bf.109 G con istruttori tedeschi. Uno dei nuovi piloti di questo Gruppo , il tenente Giuseppe Ramaciotti, ricorda che la mancanza di aerei a doppio comando nonché alcune diversità fondamenta li nei comandi furono causa di alcuni incidenti. "Una fonte di gravi errori fu l'impianto elettrico, la cui ac c identale disinserz ione escludeva i comandi dei.flaps. Inoltre , noi eravamo abituati ad aerei con motori di scarsa poten za, perciò dovemmo velocemente imparare a contrastare con la pedaliera la tendenza del Bf 109 G ad imbardare al decollo. Un effetto causato dalla forte coppia motrice del Daimler-Ben z DB 605A, da ./.475 Cv, assai più potenle di quella del DB.601 da 1175 Cv installato sul Mc.202 Però appena in volo l'aereo tedesco diventava maneggevolissimo. L 'annamenLO - adeguato alle necessità del combatrimento, anche contro i pesanti quadrimotori - consisteva in due mitragliatrici da 13 mm ed un cannoncino automatico MG 131 da 20 mm, che sparava granate autodistruggentisi alla fine della loro traiettoria lunga quasi 2 Km" 7 Fu proprio nel periodo dell'addestramento a stretto contatto con ist ruttori tedeschi ed in que ll o s uc cessivo del se rvizio in Sicilia sullo stesso campo co n altri membri della Luftwaffe, che Ramac iotti cominc iò ad accorgersi della "scarsa armonia esistenteji-a italiani ed alleat i tedeschi" 8

Dopo i pil oti del 150° G ru ppo, in g iugno anche quelli de l 3° Stormo furono addestrati al pilotaggio del Bf.109 G-6 s ull 'aeropo rto di Ciampino. Pe rò il reparto non ricevette abbas tanza Bf..L09G-6 per riequipaggiars i interamente co n questo caccia9 •

La distri bu zione a pochi reparti di alcune decine di buone macchine tedesche non poteva certo ristabilire la disastrosa si tuazione dell'Aeronautica italiana, tanto più che le consegne arrivarono scag li onate su un arco di ci rca tre mesi. Ciò aumentò l'insodd isfaz ione di Mu sso lini, che colse og ni oppo rtuni tà per richiamare l'attenzione del suo riluttante alleato sul cruciale problema aereo, vero punto dolente della difesa del suolo ita li ano. Subito dopo il bombardamento americano su La Spezia del 5 giugno, che aveva danneggiato le navi da battaglia VITTORIO VENETO e ROMA ed affondato un sommergibile, il Duce ricevette Kesselring a Palazzo Venezia w Dopo avere fornito al fe ldmaresciallo dettagl i sul bombardamento, Mussolini aggiunse, con l'ovvia intenzione c he il suo pensiero fosse riferito ad Hitler: ''questa nuova situaz ione porta come conseguenza che dobbia,no provvedere a rafforzare la nostra a v ia z ione. È s empre mia idea che la migliore difesa dell ' Italia possa essere raggiunla con un'a v iaz.ioneforte. Soltanto s e disponiamo di una tale aviazione viene meno il pericolo di un 'invasione della penisola" 11•

6 Laiolo Domen ico, "Memor ie di Guerra · me moria le datti losc ri tto in edito, cop ia nell'archivio dell'A, pp. 118 - 119.

7 Testimon ianza ali' A. del gen. Ruolo d'Onore Giuseppe Rarn ac iotti , Ferrara 6 novembre 2000.

8 Testimonianza all' A. del gen. Ruolo d ' Onore Giuseppe Rarnac iott i, Ferrara 6 novembre 2000.

9 li 9 lugl io il 3° Stormo, basato a Cerveteri aveva in carico nove Bf.109G-6 (Bro tzu. Caso , Cosolo. op. cii. Vo l.3 p.60).

Ai primi di giugno era sembrato che le continue insistenze del Duce fossero sul punto di ottenere un certo effetto a Berlino. Il ministro degli Esteri tedesco Ribbentrop aveva comunicato all'ambasciatore italiano in Germania, Dino Al fieri, che il FUhrer aveva "deciso di in viare pronlamente in Italia il feldmaresciallo von Richthofen c on una forte unità aerea" Ma la promessa si rivelò fallace , come quelle che negli ultimi temp i erano diventate la specialità deg li a ll eati germanici. Tn realtà von Richthofen fu inviato in Italia per rilevare da Kesselring il comando de ll a Luftflotte.2 nella speranza che le sue provate doti organizzat ive riusci ssero a fare miracoli con le magre forze disponibili. Appena arrivato a Roma il feldmaresc iall o dichiarò " di essere venulo solo per un giro d ' i.,pe zione e che l ' OKW non a veva la minima inten z ione di in viare in !rafia qualche unità aerea, né grande né pi cc ola" 12 • Una dichiarazione che qualche giorno dopo r OKW si preoccupò di smentire, informando il Comando Spremo italiano di essere pronto ad inviare sei nuovi gru ppi di aerei , oltre a que ll i già in Ita l ia. Tuttavia precisò che per dare una si stemazione ai nuovi repart i sarebbero stati necessari altri dodici campi , per il cui allestimento sarebbero occorsi due mesi e mezzo 13. Inaspettatamente questa volta le promesse dell'OKW furono mantenute , seppure non per intero. Infatti a metà giugno arrivarono tre gruppi di bombardieri Ju.88 del KG.6 - un reparto organico con una discreta dotazione di velivoli - mentre i Lre restanti gruppi erano semplicemente unità già in forza alla Luflflotte.2 che rientravano dalla German ia dopo una adeguata riorganizzazione e riequipaggiamento. Arrivò anche un gruppo di assaltatori, il IV./SKG.10 su Fw.190 , però in sostituzione di altri reparti d ' assa lto trasferiti parte in Grecia e parte sul fronte russo 14 • Pe r contendere lo spazio aereo italiano all ' aviazione avversaria sarebbero state necessarie maggiori forze , che in q uel momento la Germania aveva, ma non inviò po ic hé Hitler clava la prem inenza al fronte russo.

L'imminenza cie li ' invasione della Sicilia e quella eventua le della Sardegna, non lasciava più spazio, né per le solite sche r maglie , frutto delle reciproche diffidenze fra i comandi italiani e tedeschi, né per rimedi del l'ultimo minu to. La secca dich iarazione di von Richthofen al suo arr ivo a Roma aveva ulteriormente depresso il Comando Supremo, ormai convinto che H itler non aveva alcuna intenzione di dare alle forze annate italiane gli armamenti , che Mussolini aveva insistentemente chiesto a Klessheim. Richieste che, il 21 gi ugno, il Capo di Stato Maggiore Genera le , Ambrosio , aveva ancora una vo lta puntigliosamente e lencato all'addetto mili tare a Roma, gene rale von Rinte len. In quella occas ione Ambrosio aveva addirittura detto cli re nders i conto che la Ge rma nia non avrebbe potuto sodd isfarle 15 Infatti era ormai evidente

10 Le navi da battag l ia ROMA e VITTORIO VENETO avevano ricevuto ognuna due bombe a prua, l'acqua era penetrata in alcuni compartiment i, ma era s ubito s tata mess a sotto contro ll o. Il LITTORIO aveva avuto solo qualche scalfittura da schegge . Oltre al s om merg ibi le era stato affondato a nche un pontone, mentre era stato danneggiato un secondo sommerg ibi le ins iem e ad un incroc ia tore in cos truz ione e ad una torpediniera. Telegramma a Superacrco da Romulu s ore 1215 7/6/1943 AUSSMA SL4/4 1.

Il Deakin W. op. cit. p. 363.

12 Deaki n W. op. cit. p. 364.

13 Deak.in W op. cit. p. 364 n.

14 Cfr. tabe ll e all egate s ituazioni Luftflotte.2, magg io e giugno l 943 Lo Sturzkampfges chwadcr 3 reduce dalla Tunis ia, dopo una tappa in Ital ia inviò il III Gruppe a ricos t ituirsi in Germa nia poi a 81jansk ed Orci. La Stab ed il II Gruppe, dopo analoga tappa a nda rono ad E le usi s (cfr. Luftwaffe Un its AFHRA 137.306- 14 roll. Al 128 via Michael Holm ) che. date le difficoltà che affliggevano l 'arma aerea tedesca, Hit.ler non avrebbe autorizzato lo spostamento in Italia di un forte numero di reparti aerei tedeschi e neppure avrebbe fornito alla Regia Aeronautica mezzi e materiali nelle minime quantità richieste. Per esaudire le istanze di Mussolini, Hitler avrebbe dovuto assumere sia sul fronte dell'Est che su quello della Manica una strategia difensiva, nettamente contraria alla sua natura aggressiva e sempre più visionaria.

15 Deak in W. op. cit. p. 365.

Ne l luglio 1943 la forza della Luftwaffe era ancora considerevole, infatti disponeva cli circa 7 .203 aerei di prima linea, di cui 1.849 caccia e 1.663 bombardieri 16 • Ma quasi 1.800 di questi aerei erano stati dis locati sui var i campi d'aviazione fra Karkov ed Ore!, in attesa di dare il loro appogg io all'operazione Zitadel (Cittadella) cbe la Wemrncht stava per sferrare nel saliente di Kursk 17 • Detratte poche centinaia di aerei dislocati in altri settori dell'enorme fronte ru sso, la Lufwaffe disponeva approssimativamente di 4.800 aerei, parte dislocati in occidente ed il resto nel settore balcanico - mediterraneo. Di questi ultimi, 1.034 velivoli, fra bombardieri, caccia e ricognitori erano a disposizione della Luftflotte.2 (se ttore Sud) 18 A quelli della Luflotte 2 si aggiungevano circa 693 ve li vo li italiani (di cui solo 258 efficienti) disponibili per la difesa della Sicilia e della Sardegna 19 • Ma anche sommando tutti i velivol i a disposizione, le forze dell 'Asse dell ' Italia e delle isole non avevano una massa aerea sufficiente per opporsi agli oltre 5.000 apparecchi messi in campo dagli Alleati per l'invasione della Sicilia20 Questi 5.000 non rappresentavano tuttavia l'intera forza dell'aviazione anglo americana , poiché sui vari campi del Nord Africa erano disponibili altri 6.000 velivoli fra riserve e repaiti di seconda schiera, che assicuravano il reintegro delle perdite nel co rso dell'operazione.

La Luftw affe avrebbe avuto la possibilità di radunare nel Mediterraneo forze s ufficient i per contrastare l 'invasione con qualche speranza di successo, alla sola cond izione che Hitler rinunciasse ad ogni offensiva all'Est e ad altre velleità aggressive. Ma il dittatore tedesco non aveva assolutamente intenzione di rinunciare ai progetti offensivi in Russia, solo per impedire agli ang lo americani di assalire il territorio italiano.

Le ultime grandi ri serve st rateg iche tedesche erano state mobilitate per l 'es trema temeraria impresa di demolire l' Armata Ro ssa con un sol o colpo, pertanto alla Luftwaffe non erano rim aste ri sorse eia dedicare ad l7 Pau l Carell, Operazione Barbarossa, voi. 2°, Longanesi, Milano 1966, p.19. altri settor i. Il titanico attacco co nt ro il saliente di Kursk ini ziò puntualmente il 5 lu glio , cinque gio rn i prima dell'invasione della Sicilia.

16 Murray W. "Strategy for defeat t he Luftwaffe 1933 - 1945". p. 308.

18 "RAF -The Sicilian Campaign June - August 1943'", Appendi x 3, AFHRA 23364.

19 "RAF -The Sicilian Campaign J une - Augu st 1943", Appendix 4, Ttal ian Air Force Strength 18 May - 9 July from Super Aereo Statistica! Returns , AF HRA 23364. Le cifre forn ite sia per la R A. che per la Luftlloue.2 so no riferite alla data del 9 luglio 1943.

Secondo alt ri dati forniti da E. Fa ldclla, '" L' talia ne ll a seco nd a guerra mondiale", Cappelli. Firenze 1960, p.623 e G. Santoro, "L'Aeronautica italiana nella seconda guerra mo ndia le", vo l.2 , p.576, i velivo li della R.A. impiegabili per la difesa della Sicilia e della Sardegna potreb bero essere st imat i in circa 860. Tn realtà l'efficienza di questi velivol i era molto bassa (c irca il 37%), pe rtanto in ogni caso la forza de ll a R.A. non avrebbe superato i 320 aerei.

20 The Army Air Force in World War II, voi. Il, p. 445. La forza d is ponibi le sa rebbe sta ta di 4.328 ve livoli, secondo ·'Hi story of t he Twe l fth Air Force, c hap ter XIV note 80, AFHRA A-6202. Una re laz ione stilata a fine co nfl itto dalla sezione stor ica della 12'11 A.F, che però a p. 62 menziona 4.000 ae rei Alleati disponibili per l' in vasio ne della Sicilia, però non chiarisce se ques to tota le co mprende anche gli aerei della IX A.F, de l Coastal Co mmand e del la Middle East Air Force. i cui va ri interventi sono in vece menzionati in The Army Air Force in Wor ld War ll, Vo i. Il pp. 434445.

Per completare il quadro della situazione , aggi un giamo che g li attacchi dell ' arma aerea tedesca contro i porti ed il traffico navale ne l Mediterraneo avrebbero o ttenut o migliori risultati se nei primi quattro mesi de l 1943 , Hitl er non avesse osti natamen te co ns um ato le res idu e capacità offe ns ive dei s uo i reparti da bombardamento strategico nella England Angr(ff. Una operazione di rappresag li a su Lo ndra e dintorni - de l tutt o inutil e ai fini dell'economia bellica ge nera le - concl usas i senza alcun 1isultato pratico e co n la perdita d i 329 bo mbardie ri sui 695 inizia lm e nte in linea21 • È indubbio che questa preziosa massa di bomb ardieri avrebbe tro vato un più razionale e remunerativo impiego ne l settore mediterraneo, dove nei primi mesi de l 1943, per difetto di forze e soprattutto di bo mb ardieri pesan ti , i Kampfgeschwadern della Luftfl otte 2 - e con loro i resti dei reparti da bombard a me nto italiani - non aveva110 potuto impedi re o quantomeno rallentare la concen tra zione nei porti ed ae roporti del Nord Africa dei mezz i aerei , nava li e te rres tri destinati all' in vasione della Sicilia. Gli stess i me zzi vennero po i utili zzati anche per l'invasio ne de l territorio italiano, costringendo - co me voleva Churchill - il maggiore alleato eur opeo della Germania a deporre le armi.

In conclusio ne, per seguire si no alle estreme co nseg uenze la sua temeraria strategia, Hitler scelse deliberatamente di sacrificare l ' a ll eata Italia. Una dec isio ne che gli conse ntì di utili zza re le residue potenzialità offe nsive della Luftwaffe per l 'estremo tentativo di mettere in gi nocchio la Ru ss ia

In vece di aerei . carri armati e mate,iale bellico, con i qua li gli italiani av re bb ero potuto ricostituire , almeno in parte, le grandi unità perdute in Africa ed in Ru ss ia, Hitler aveva offe rto cinque divisioni tedesche, co ntin gente che Mu ssolini - giustame nt e temendo di perdere la libertà di manovra in casa propria - aveva ridotto a tre div isioni , tutte corazzate, per sopperi re alla carenza di mezzi corazzati del Regio Ese rcito. Insieme all e divisioni, l' OKW aveva promesso di in viare altri reparti aerei, che però arrivarono co n ampi ritardi ed in numero insufficiente, mentre le divi s ioni arrivaro no rapid amente e quasi tutte di fanteria. Da documenti dello stato magg iore germanico co nservati negli archivi america ni , risulta ch iaro che l'OKW si proponeva co n i s uo i parziali aiuti unicamente di rass icurare e tenere a freno gli itali ani , g uad agnando tempo per radunare al tre unità , da inviare in Itali a per ne utralizzare gli effett i di una s ua eve ntuale defez ione. Hitler era così sicuro che c iò sarebbe accad uto , che aveva già f ::disposto un piano - nome in codice

Al arich - col qu ale la Wehnnac ht avre bb e as s unto il completo co nt rollo dell a pe ni so la italiana22 •

This article is from: