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CAPITOLO V L A CAVALLERIA E LA NUOVA GUERRA EUROPEA: LE ESPERIENZE DELL'ARMA SUGLI ALTRI FRONTI »
CAPITOLO V
LA CAVALLERIA E LA NUOVA GUERRA EUROPEA: LE ESPERIENZE DELL' ÀRMA SUGLI ALTRI FRONTI
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Mentre il Regio Esercito italiano si preparava ad entrarci, la guerra in Europa aveva già subito una battuta d'arresto. Dalla breve esposizione fatta sullo sviluppo della cavalleria in Europa, si può affermare che in teoria l'opportunità di un mutamento di indirizzo nelle sue forme di impiego si era sentita molto prima della Grande Guerra e, all'atto pratico, questo bisogno si era realizzato solamente in embrione negli organici dei reparti, con la creazione delle sezioni cLi mitragliatrici a cavallo, aggiunte ai reggimenti. Dopo le pubblicazioni dei generali francesi De Negriere Kessler nel 1902 e nel 1908, tendenti a una trasformazione dei criteri d'impiego dell'Arma, che consigliavano di far evolvere verso l'uso del fuoco, si cercò di indirizzare l'Arma verso il potenziamento di tale volume. Si riteneva infatti che il continuo perfezionamento delle armi portatili, divenute celeri ed a lunga gittata, avesse affievolito l'effetto delle cariche contro la fanteria. La reazione alla nuova dottrina ebbe successo e lo spirito "offeso" dei cavalieri trovò molti difensori, anche tecnici, che, proprio nella patria dei due innovatori, fecero capo con successo ai generali Bonnal e Langlois, cosicché il regolamento della cavalleria francese del 1912 si limitò ad affermare nell'introduzione che: "senza rinnegare nulla del suo passato di gloriosa tradizione, la cavalleria deve vivere con i tempi e conformare i suoi progressi a quelli delle altre armi."44
Poco prima dello scoppio della conflagrazione europea, in Francia si guardava all'esercito del futuro nemico, la Germania, nel quale le proposte innovazioni sull'impiego della cavalleria non avevano risveglfato alcuna eco. Il generale von Bernhardi, lo scrittore tedesco più autorevole in materia, nel suo libro Quale futuro per La cavalleria, insisteva nel preconizzare lo scontro fra le masse di cavalleria alle quali: dovevasi infondere il più alto spirito offensivo, di cui era stato simbolo l'estensione a tutti cavaUeri germanici della lancia come arma d'urto e d'effetto morale. Al1e grandi manovre tedesche le grandi masse di cavalleria chiudevano il ciclo delle esercitazioni con cariche di poderosissime schiere, guidate dallo stesso Kaiser. L'esperienza della guerra insegnava però l'utilità dell'arma da fuoco data ai cavalieri; gli Inglesi traevano ammaestramento dalla loro guerra contro i Boeri per dotare tutti i reggimenti di cavalleria dello stesso fucile della fanteria e, neJ1a Guerra RussoGiapponese, si era vista la grande utilità d'impiegare corpi misti, dove, a distaccamenti di cavalleria, si aggiungevano fanteria ed artiglieria: elementi di fuoco che consentivano di condmre a termine missioni importanti, per le quali la sola cava11eria non aveva mezzi sufficienti.
Che nell'anteguena si fosse potenzialmente ed in parte anche praticamente iniziata un'evoluzione tattica della cavalleria, lo si 1iscontra anche dall'esame dei dibattiti fra gli studiosi di materie militari nei riguardi della attuazione pratica dei compiti affidati aU 'Arma. Per il primo, 1 'esplorazione, si riteneva che sarebbe mancato il più deIJe volte lo spazio, giacché le due parti avverse, mobilitando ai confini, si sarebbero trovate già a contatto allo scoppio delle ostilità. Si aggiungeva poi che le 1icognizioni di piccole pattuglie non avevano speranza di notevole successo informativo, incapaci, come sarebbero state, di arrivare a contatto del grosso dei nemici. Di esso avrebbero potuto bensì disegnare e riferire il contorno apparente, ma ce1to non rilevarne la vera massa e le intenzioni, come "pretenziosamente" si richiedeva; questo sarebbero avvenuto per la debolezza delle pattuglie nei confronto delle forze di copertura dell'avversario. Come rimedio si erano proposte esplorazioni fatte non più da deboli pattuglie, ma da forti distac-
44 Rip. in C OMANDO DELLE SCUOLE CENTRALI, Cavalleria, la sua evoluzione tattica, in La cooperazione delle armi, anno I, fascicolo 3. settembre e ottobre 1923.
camenti esploranti, con mitragliatrici, rompendo così la consuetudine dell'avanscoperta sistematica a ventaglio, disegnata in teoria con scherrti esatti, da essere ripetuti tali e quali sui campi d'operazione. Per le azione sui fianchi dell'avversario si temeva l'insufficienza dei mezzi di fuoco della Cavalleria rispetto a que11i delle truppe di contorno nemiche e, infine, nella battaglia si avvertivano la difficoltà d'ottenere un successo coll'attacco all'arma bianca e la necessità, quindi, che 1a Cavalleria potesse impegnarsi agendo col fuoco.
Da queste discussioni, dai timori degli studiosi, dagli insegnamenti delle guerre combattute dopo il 1870 in merito a1J 'impiego della cavalleria, avevano preso forma concreta disposizioni e regolamenti tendenti ad aumentare la potenza di fuoco delle unità di Cavalleria, ma non era certo entrato nello spirito dell'Arma il sentito bisogno d'approfittarne.4 s Infatti, alla vigilia della guerra, nell'esercito inglese era stato sancito il principio di dover valutare la potenza del fuoco, ma subito dopo l'avvertenza d'evitare che, per addestrare le truppe di cavalleria nell'impiego a piedi, si potesse far perdere la fiducia in quello a cavallo. Anche in Germania si affermava la doppia funzione nel combattimento, ma si confermava che quella a cavallo doveva restare la principale. Sempre in Germania (esercito che faceva scuola) si erano avuti molti avversari delle assegnazioni di ciclisti alle unità di cavalleria ma poi, visto ciò che si faceva negli altri eserciti, si era convenuto di dare importanza ai mezzi ausiliari. Nel 1913, a quelle grandi·manovre tedesche che furono quasi una prova della guerra dell'anno seguente, la Cavalleria venne molto impegnata, usandone i mezzi di fuoco per evitare le perdite e facendo cooperare con essa mitragliatrici, ciclisti ed artiglieria. Quest'ultima fu usata in larga misura dalle di visioni germaniche di cavalleria nel 1914 quando evitarono la lotta all'arma bianca.
In Francia, mentre si assegnava e si dava grande importanza ai mezzi di fuoco aggiunti alla Cavalleria, si rimaneva in una giusta via di mezzo circa i suoi principi di impiego e, pur sviluppandone lo "spirito progressivo", i regolamenti non erano precisamente propensi all'attacco a cavallo di grandi masse, come invece quelli tedeschi. I fatti avrebbero però capovolto la situazione e la cava1leria francese non avrebbe trovato presa presso quella avversaria. In Italia, infine, nelle norme per il combattimento del 1913 si erano preconizzate "le ardite imprese" delle unità celeri, costituendole con le divisioni di cavalleria, mitragliatrici, artiglieria a cavallo, ciclisti e sezioni del genio. Nel servizio di guerra poi, si accennava alla possibile assegnazione di unità di fanteria al corpo di cavalleria, intendendo quest'ultimo come una Grande Unità complessa formata di più divisioni di Cavalleria.
Se dovunque nei regolamenti echeggiavano previsioni, nello spirito dell'Arma in tutta Europa non era entrato il giusto apprezzamento delle necessità di un lungo impiego dei mezzi di fuoco ad essa assegnati. D'altronde, i concetti tattici sanciti mettevano sempre in prima linea l'uso normale dell'attacco a cavallo e dell'azione di grandi masse all'arma bianca: era quindi naturale cosa che l'evoluzione tattica della cavalleria, iniziata prima della guerra soltanto teoricamente, trovasse realmente in quest'ultima sua stringente necessità alla stregua dei fatti. 46
Allo scoppio della guerra tutte le Armi ebbero immediatamente a subire delle modifiche, spesso radicali, nei campi organico e tecnico per potersi mettere all'altezza del1e nuove esigenze di guerra che man mano si venivano manifestando. L'alto comando della monarchia danubiana compattò le unità di cavalleria dell'Esercito Comune, della Honvéd ungherese e della Landwehr austriaca in Divisioni di cavalleria47 e, allo scoppio della guerra, ne aveva già 11 a disposizione. Esse erano, comunque, unitamente ad alcuni reggimenti di cavalleria, inquadrate come cavalleiia divisionale, pertanto furono divise e le loro parti aggregate alle di visioni o alle brigate di fanteria.
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45 Cavalleria, la sua evoluzione tattica. cit. 46 Cavalleria, la sua evoluzione tattica, cit. 47 CERNIGOT-LENARDON-POZZATO, Soldati dell'Impero, la struttura e l'organizzazione dell'esercito della monarchia Asburgica, Bassano del Grappa, Edizioni Itinera progetti, 2002.
Dragoni francesi in avanscoperta: 1914. (Archivio Cernigoi).
Ussari francesi in avanscoperta: 1914. (Archivio Cemigoi).
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La loro mobilità fu sfruttata per ricognizioni a breve raggio d'azione, per la protezione del sistema di mantenimento dell'ordine, per le comunicazioni, la rapida occupazione delle posizioni, la copertura delle ritirate e, frequentemente, in rinforzo alle unità combattenti.
In linea di massima, l'alto comando austro-ungarico contava di condurre la guerra al massimo in uno o due teatri operativi contemporaneamente. Per questo aveva sviluppato tre raggruppamenti di forze disponibili: uno alla frontiera sud, il secondo in Galizia e il terzo come riserva strategica. Inoltre aveva pianificato lo spiegamento della cavalleria quasi esclusivamente contro il teatro rnsso, dove la cavalleria dello Zar, grazie alle sue dislocazioni del tempo di pace, poteva aprire i combattimenti con un grandioso attacco in massa. E contro questa eventualità dovevano essere utilizzate le 11 divisioni della cavalleria asburgica. Comunque, nelle previsioni del comando imperiale ]a distruzione della cavalleria avversaria doveva essere raggiunta solo attraverso cariche in massa, in ordine chiuso, col supporto dell'artiglieria e di pochi distaccamenti di mitragliatrici. E questo si doveva al fatto che nella Duplice Monarchia il mantenimento della tradizione era considerato più importante di qualsiasi esperienza. La preparazione, l'equipaggiamento, le dotazioni di munizioni, le uniformi della cavalleria tutto indicava che l'Alto comando austriaco non aveva compreso per niente che il prossimo sarebbe stato un conflitto di fanterie.
Allo scoppio delle ostilità, tre armate erano state concentrate tra la Vistola e Leopoli, per prevenire con un'operazione aggressiva l'esercito russo. Siccome non era disponibile nessuna informazione concernente in dettaglio i movimenti russi, era stato proposto di utilizzare tutta la cavalleria in ricognizioni a lunga distanza. Nel I, IlI e IV Corpo d'Armata (operante in Galizia) furono quindi usate sette divisioni di cavalleria; sul fianco destro tre e, sul fianco sinistro, una.
La ricognizione strategica su larga scala, eseguita tra il 14 e il 23 agosto 1914, falli nei risultati. 11 corpo di cavalleria non riuscì a penetrare dietro la linea avanzata delle forze russe, le cui formazioni erano in avanti ma chiuse in profondità. Fu comunque eseguita una serie di ricognizioni, durante le quali non mancarono scontri di una certa rilevanza e, vista la volontà della cavalleria di attaccare a qualunque costo, il comando imperiale dovette emanare una serie di direttive per impedire tralasciasse o abbandonasse il principale incarico della ricognizione, a favore dell'attacco immediato.
L'esperienza acquisita nelle prime battaglie dal)' esercito della monarchia portò ad un drastico riassestamento del molo tradizionale della cavalleria. Le unità vennero inizialmente indirizzate ad un ruolo di difensjva dei fianchi e di collegamento e copertura dei vuoti aperti tra le varie unità. Non vi furono più cariche sotto i] fuoco delJ'artiglieria, in quanto, nonostante i successi, il numero delle perdite era sproporzionato rispetto ai risultati. Dopo breve tempo le unità di cava]leria vennero fatte smontare, riequipaggiate e fatte combattere insieme alla fanteria; di cavalleria non si parlò più. La prima grande novità che la guerra aveva fatto apparire, una vera sorpresa, il reticolato, era risultata il vero nemico tanto dell'azione a cavallo, come della baionetta.
Sul fronte franco-belga il colpo di mano tedesco su Liegi del 4 agosto 1914 ed il conseguente delinearsi di un'avanzata germanica attraverso il Belgio, avevano indotto il comando francese ad inviare il Corpo di Cavalleria Sordet - su tre divisioni 1 a, 2a e 5a, per un totale di 72 squadroni tre gruppi ciclisti e 9 batterie - da Sedan verso Liegi, ad oriente della Mosa, per prendere contatto coll'ala destra germanica e riconoscerne l'entità. Entrato in Belgio il 6 agosto per Buillon, in tre lunghe tappe il Corpo Sordet si era portato 1'8 nella regione Modale-Ouffet (Ourthe), a 24 chilometri circa, in linea d'aria, dalla piazza di Liegi e dal contatto con la 9'' Divisione di cavalleria germanica.
I Tedeschi avevano stabilito un dispositivo di copertura attraverso il quale riuscì difficile alla cavalleria francese la penetrazione. La sera stessa - intorno alle 21 dell'8 agosto - il Corpo Sordet aveva ripiegato dalla foresta di Saint-Hubert e, salvo qualche spostamento - il giorno 11 si era portato verso Neufchateau ed il 12 era tornato verso la Lesse per avvicinarsi alla Mosa - era restato nella regione fino al 14. Poi era passato alle dipendenze della V Armata, cbe l'aveva impegnato per copri-
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Cavalleria inglese. 1914. (Archivio Cernigoi).
re l'armata stessa e per prendere, a nord della Sambra, contatto colJ'ala destra germanica, che procedeva ad occidente della Mosa anziché ad oriente, come invece il comando francese si era aspettato. I risultati dell'incursione nel Lussemburgo belga non erano stati giudicati soddisfacenti. La cavalleria francese, giunta a contatto con quella germanica, era tornata indietro senza riuscire a batterla o neutralizzarla. Stava però il fatto che, oltre a ragioni moraJi48 , il ripiegamento deJl '8 era stato determinato anche dall'insufficiente funzionamento dei servizi: il carreggio ordinario - a traino animale - non aveva potuto seguire il grosso e l'unica autosezione leggera disponibile era rimasta circa 30 chilometri più indietro.
Senza contare lo sforzo compiuto il 7 e 1'8 agosto, che era stato enorme ed aveva esaurito uomini e cavalli, privi di qualsiasi rifornimento, non sarebbe stato prudente impiegare il Corpo l'indomani in combattimento contro le forze tedesche. Cercando il combattimento, il Corpo di Cavalleria si sarebbe allontanato maggiormente dai propri servizi e dal proprio sostegno di fanteria, costituito dall'VTIT Brigata di fanteria, che era anch'esso vincolato ai trasporti automobilistici e tardava ad arrivare. Un buon risultato si sarebbe veramente potuto avere dal fatto che un prigioniero tedesco, catturato in una carica il 9, aveva descritto a grandi linee lo schieramento di tutto l'esercito germanico. Ma pare che l'informazione non fosse stata ritenuta sufficientemente attendibile dal comando fran-
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,s AUSSME, relazioni degli addetti militari: "la cavalleria francese giunse davanti a Liegi completamente di sorpresa e la sua comparsa gettò il panico in un Corpo d'Armata tedesco. Ma parve prevalesse la prudenza anche nell'animo dei comandanti la cavalleria francese, perché il Sordet fece retrocedere i suoi reparti per evitare che rimanessero a troppo strel/o contauo con il nemico." lnformazioni del colonnello MORI-UBALDINI DEGLL ALBERTJ dal quartiere generale francese nel 1915.
Cavalleria inglese in una raffigurazione del 1914. (Archivio Cemigoi).
cese, in quanto non concordante con altre notizie pervenute da fonte diversa. L'incursione comunque diede ai Belgi, che fino allora avevano sostenuto da soli [,invasione tedesca, la concreta sensazione d,un appoggio.
Poi c'era stata la Battaglia delle Ardenne, dal 20 al 28 agosto 1914. Nel quadro generale della cosiddetta "Battaglia delle frontiere,, impegnata da tutto l'esercito francese, quella delle Ardenne doveva sfondare il centro tedesco a sud della Mosa. Tre divisioni di cavalleria - 3\ 4a e 7a - francesi erano state spinte nel Belgio, col compito di esplorazione lontana a profitto delle armate schierate nelle Ardenne. Tale esplorazione aveva però incontrato difficoltà, specialmente da parte della 3a e 4a divisione, le qua]j, la sera del 21, erano state raggiunte dalla fanteria del1e Grandi Unità. TI 22 la 7a divisione si era resa indisponibile perché troppo stanca, mentre le altre due avevano avuto l'ordine di portarsi sulla sinistra della J V Annata per esplorare in direzione di Givet.
Da parte tedesca i Corpi di Cavalleria Il (von der Marwitz - con le tre divisioni 2a, 4a e 9a) e I (von Richthofen, sulle due divisioni sa e della Guardia) avevano intanto avuto il compito di assicurare l'esplorazione delle armate I, II e Iil e coprirne il movimento, in modo da permetter loro una rapida avanzata. La cavalleria aveva perciò avuto una duplice funzione di esplorazione e di copertura, che restava effettivamente iJ suo compito maggiore, poiché i Tedeschi non cercavano informazioni sul nemico. Essi prendevano contatto con lui alla massima distanza per avere il tempo e la possibilità di manovrare di conseguenza ed al contempo per impedire che i Francesi potessero, penetrando con le loro punte esploranti, disturbare l'avanzata e annullare la sorpresa. In sostanza il comando tedesco voleva essere certo di poter attuare completamente i propri piani. Con quest'ordine di idee però la Cavalleria tedesca, pur spingendosi talvolta a grande distanza, aveva assunto un contegno che l'aveva fatta gravitare più verso le proprie truppe che sul nemico e non aveva cercato la cavalleria
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francese, per impegnarla in quel dueJlo decisivo che i teorici prebellici le avevano affidato. Non ci fu da stupirsi se dunque, specie fino al 18 agosto, la cavalleria tedesca si fosse limitata ad eseguire missioni più che altro d'esplorazione con combattimenti occasionali.
Tra 1' agosto e il settembre 1914 la situazione creatasi suJ teatro di guerra occidentale, dopo gli scontri a Mons e Charleroi e I 'insuccesso delJa Battaglia delle frontiere, che aveva indotto Joffre a ordinare il ripiegamento cli tutta l'ala sinistra francese dalla Sambra alla Senna, avrebbe dovuto presentarsi favorevole ad un inseguimento. Le grandi unità di cavalleria tedesca avrebbero dovuto poter aggirare l'ala francese e cadere alle spalle delle armate in ripiegamento. Ma per raggiungere questo risultato sarebbe stata necessaria una massa di cavalleria fresca e potente, capace di manovrare a grande raggio. Invece i due corpi di cavalleria tedeschi, che avevano fino allora operato in esplorazione e copertura delle armate dell'ala destra, restarono troppo legati ad esse. Non furono quindi in grado di manovrare nel campo strategico, nonostante le unità di fanteria nemica procedessero a marce forzate anche di 40 chilometri e potessero essere facilmente raggiunte dalla cavalleria, che procedeva attraverso i campi. L'inseguimento fu lento e si limitò ad una sporadica e rada attività d'artiglieria contro le colonne francesi ed inglesi in ritirata. Questa lentezza determinò la completa inazione della cavalleria germanica dopo Charleroi, ulteriormente aggravata dagli scacchi subiti dalla stessa a Haelen e a Dinant, che influirono sul contegno circospetto assunto in quel periodo della campagna. Poi anche qui la cavalleria si arrestò fino al 1918.49
~ 9 Note sulla costituzione e sull'impiego delle unità in cavalleria, Torino, Scuola di applicazioni e studi militari dell'esercito, s.d.
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