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CAPITOLO XII
IL TERZO ANNO DI GUERRA: 1917
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11 1917 si apriva in modo non differente dal precedente anno di guerra. L'andamento delle operazioni sulla nostra fronte e le condizioni del terreno, dove le operazioni si erano svolte all'inizio della guerra, offrivano un troppo modesto contributo di esperienze per orientare in modo sicuro l'addestramento tattico dell'Arma di Cavalleria in relazione alle esigenze della guerra moderna. Fu pertanto giocoforza confrontarsi con gli altri Stati Maggiori alleati sul ruolo della cavalleria, per poter fare tesoro anche dell'esperienza altrui. Il Comando Supremo concorreva allo scopo con il portare a conoscenza del Comando in Capo dell'Anna i rapporti e le relazioni che gli pervenivano dagli organi competenti. Già all'inizio della guerra europea, come abbiamo visto, prima che l'Italia entrasse nel conflitto, era apparsa chiara la grande importanza che aveva assunto, anche per la cavalleria, l'impiego del fuoco ne] combattimento come ausilio dell'azione a cavallo. La cavalleria italiana, attenta a quanto avveniva all'estero, si avvaleva per il suo addestramento, sin dal 1913, del nuovo regolamento di esercizi, volume Il in cui il combattimento, largamente trattato, era informato e rispondeva, in massima, alle esigenze quali erano apparse allora. Nello stesso senso andava il mutamento organico, approvato dalle superiori autorità, di aumentare i ciclisti negli squadroni, ordinandoli in modo da poter costituire, quando fosse stato necessario, un nucleo reggimentale forte di 60 ciclisti. Quest'ultimo, in unione alla sezione mitragliatrici (e ne] 1916 autoblindomitragliatrici) nei reggimenti divisionali, sviluppava un volume di fuoco non disprezzabile, non appesantiva le unità e non ne vincolava minimamente la mobilità e la capacità manovriere. Questa era stata la situazione di fatto in cui si era trovata la Cavalleria all'entrata in guerra.
Poi, durante il primo periodo del conflitto, l'addestramento delle divisioni di cavalleria era stato essenzialmente informato al criterio di abituare reparti ed unità a conseguire il più armonico ed efficace impiego dell'azione concomitante del fuoco, della manovra e dell'urto nei reggimenti divisionali, conseguendo ottimi risultati. Una parte della cavalleria, quella non indi visionata, era stata assegnata alle truppe TS. Durante l'inverno 1915-16 il Comando supremo aveva deciso, ed il Ministero approvato, l'appiedamento delle divisioni di cavalleria, rinforzate da sedici squadroni tratti dalla cavalleria delle TS, cosicché si era imposto un addestramento ispirato a criteri nuovi, sia per i quadri sia per la truppa. Si trattava di mettere dei cavalieri in grado di combattere come vere e proprie fanterie e di allenarli al nuovo genere di servizio, di istruirli nei lavori di trincea e di sistemazione difensiva, come fu fatto. L'offensiva austriaca nel Trentino nel maggio del 1916 aveva costretto il Comando Supremo, sotto la spinta degli eventi, a impiegare due delle quattro divisioni. Due sole Divisioni erano quindi rimaste per quasi un anno lontane dai propri cavalli.
Nel settembre 1916 venne portata a conoscenza dell'Arma di Cavalleria la nuova "Istruzione francese", riservata, sull'impiego della cavalleria nel combattimento offensivo delle Grandi Unità, istruzione che vale la pena di riportare in quanto anche la Cavalleria italiana vi si adeguò:
"L'istruzione francese sull'impiego della cavalleria nell'azione offensiva delle grandi unità, tende a determinare l'azione della cavalleria stessa nel momento in cui, avvenuto lo sfondamento di un tratto del sistema di organizzazioni difensive nemiche, si passi della guerra di trincea a quella di movimento. La suddetta istruzione pone naturalmente a base delle sue considerazioni il tipo di organizzazione difensiva nemica sulla fronte francese, costituita cioè da tre successive zane, distanti l'una dall'altra circa tre chilometri, che comporta ciascuna varie linee di trincea con elementi più continui e più robusti nella prima e nella seconda zana, meno nella terza . Su questa base i criteri essenziali di impiego della cavalleria sono i seguenti:
a) durante la battaglia di sfondamento delle linee nemiche qualunque tentativo di intervento di masse di cavalleria non solo è inutile ma dannoso; b) sfondata la prima zona, e manovrando all'attacco della seconda, è possibile l'impiego di singoli cavalieri arditi, di qualche pattuglia di collegamento o al massimo di qualche plotone presi dagli squadroni temporaneamente assegnati alle divisioni, per effettuare qualche colpo d; mano su cannoni, mitragliatrici, ecc. e per riconoscere; c) sfondata anche la seconda zona, può presentars; l'occasione di impiegare squadroni per operazioni di sorpresa, per mettere scompiglio nelle file nemiche, individuare le posizioni avversarie o, ancora, per tenere il contatto con esso, qualora stia ritirandosi; d) l'impiego delle masse di cavalleria è riservato al momento in cui anche nella terza zona sia stata aperta una breccia ampia 15-20 chilometri. Internamente i corpi di cavalleria devono inseguire direttamente il nemico con qualche divisione, e con le rimanenti lanciarsi a tagliare le retrovie delle truppe ancora rimaste in posizione. La, cavalleria non deve provvedere ad allargare la breccia: tale compito deve essere lasciato alle grandi unità di fanteria che devono seguire immediatamente la cavalleria."
Sono pure degni di nota i seguenti punti dell'annesso fascicolo:
"a) di impiego in trincea di osservatori di cavalleria negli squadroni divisionari da servire da guida agli squadroni stessi quando possono e debbano intervenire; b) di impiego previsto della esplorazione aerea a servizio della cavalleria, anche quando la breccia non è stata ancora aperta, al fine di potere subito cogliere il fuggevole momento del tempestivo intervento; c) di impiego degli aeroplani come mezzo di collegamento alle grandi unità di cavalleria d'armata o di gruppo di armata; d) di impiego a sostegno delle divisioni di cavalleria del reggimento leggero (squadroni permanentemente appiedati, trasportati con i mezzi più celebri possibili) dalle automitragliatrici e da; cannoni su automobili dati alle divisioni stesse."98
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Secondo precedenti informazioni, la cavalleria francese aveva subito le seguenti varianti. Nel 1914 esistevano in Francia 10 divisioni di cavaJleria così costituite: - Una divisione: tre brigate di cavalleria; - un gruppo leggero (sei squadronj a piedi), 1200 uomini; - un gruppo batterie a cavallo; - un gruppo ciclista (3 compagnie), 450 uomini.
Con lo scioglimento della 9a e 10a Divisione di Cavalleria e la riduzione dei reparti ciclisti, la costituzione delle otto rimanenti divisioni di cavalleria rimase modificata come segue: - Una divisione: tre brigate di cavalleria; - un reggimento leggero (12 squadroni e piedi raggruppati in tre battaglioni di 4 squadroni ciascuno), 2400 uomini; - una compagnia ciclisti (tre plotoni di sessanta uomini) centottanta uomini; - un gruppo di batterie a cavallo.
Per giungere a quest'ordinamento si procedette nel seguente modo: i sei reggimenti di cavalleria leggera dei dodici reggimenti di cavalleria componenti la 9a e 10a Divisione furono mantenuti montati e furono ripartiti fra le divisioni di fanteria ed i Corpi d'Annata composti di unità di riserva, in sostituzione di
98 AUSSME Fl 142, Notizie cavalleria francese e britannica. 1916.
altrettanti reparti di cavalleria di riserva, i quali fumno sciolti. I sei reggimenti corazzieri furono appiedati ed assegnati ognuno ad una divisione di cavalleria montata, dove, fondendosi con i gmppi leggeri esistenti, costituirono i reggimenti leggeri di 6 divisioni di cavalle1ia. I gruppi leggeri delle due disciolte divisioni di cavalleria furono assegnati uno a ciascuna delle rimanenti due divisioni di cavalleria, dove, fondendosi coi gruppi leggeri esistenti di queste divisioni, formarono i reggimenti leggeri stabiliti dai nuovi organici. I reggimenti leggeri furono immediatamente dotati di un numero di mitragliatrici trainate corrispondente a quello delle tre compagnie mitragliatrici esistenti presso i reggimenti di fanteria (in fanteria ogni reggimento aveva tre compagnie su sei pezzi e ogni plotone due fucili mitragliatori). Ai reggimenti montati furono distribuiti fuciU-mitragliatori nella proporzione di uno per plotone. Il fucile-mitragliatore automatico distribuito era simile per tutti i reparti di fanteria e vi erano due fucili per ogni sezione.
A Livello massimo, il II Corpo di Cavalleria francese era organizzato in questo modo: - Stato Maggiore, che comprendeva: - un capo di Stato Maggiore - tenente colonnello di cavalleria; - un sottocapo di Stato Maggiore - maggiore di cavalleria; - 1 Reparto (Bureau) Organizzazioni Servizi, con tre ufficiali; - 2 Reparto Informazioni, con due ufficiali; - 3 Reparto Operazioni, con tre ufficiali.
Quest'organico era ritenuto il minimo indispensabile per il buon funzionamento del comando. V'erano inoltre: un capitano del Genio direttore del Servizio Telegrafico; un capitano di Cavalleria direttore del Servizio Automobili del Corpo di Cavalleria; un funzionario d'Intendenza (consigliere tecnico); un capitano di Gendarmeria come comandante del quartiere generale, che disponeva di: quattro scritturali (di cui almeno uno sottufficiale); quattro ciclisti; 30 vetture automobili; un autocarro ufficio; cinque autocarri per bagaglio e 60 ciclisti di sco1ta; una sezione di 20 gendarmi.
Le truppe del II Corpo erano: la 3a Divisione di Cavalleria; la sa Divisione di Cavalleria, la 7a Divisione di Cavalleria, un distaccamento telegrafico "con filo" del Genio, su 20 apparecchi e con 50 chilometri di cavo su autocarro; un distaccamento telegrafico "senza filo", cioè radio, del Genio su tre sezioni radiotelegrafiche autocarrate; un gruppo elettrogeno su autocarro.
I servizi erano quelli dei trasporti, di sanità e veterinario:
I trasporti "in tempo di riposo" constavano di due gruppi autocarri, su quattro sezioni l'uno, che "in tempo di operazioni" salivano a quattro gruppi d'autocarri, sempre su quattro sezioni l'uno, ognuna delle quali era sufficiente al vettovagliamento di una Divisione di Cavalleria ed era capace di trasportare 300 uomini dei Gruppi a piedi. A supporto, esisteva un Laboratorio di riparazioni mobile dotato di tre autocarri.
La sanità aveva "tre vetture di ambulanza automobili", il servizio veterinario consisteva in un deposito mobile di quadrupedi, che comprendeva: un capitano e due subalterni di cavalleria, uno o due ufficiali veterinari ed un numero di uomini e quadrupedi variabile. Il servizio veterinario curava ovviamente - i quadrupedi ammalati dei reggimenti e seguiva le truppe a due o tre giorni di distanza.
Ogni Divisione di cavalleria era composta da uno Stato Maggiore, retto da un maggiore di cavalleria - capo di stato maggiore - con sei ufficiali; da un'Intendenza, un ufficiale medico direttore del Servizio Sanitario divisionale, un ufficiale pagatore, uno di gendarmeria, uno del Genio in qualità di direttore del servizio telegrafico, i quali avevano a di.sposizione complessivamente vari scritturali, una sezione di Gendarmi, 10 motociclisti e 10 automobili.
Le truppe della Divisione si articolavano su tre brigate binarie di cavalleria, ogni reggimento delle quali era su quattro squadroni, con una forza effettive media dello squadrone combattente di 140 cavalli. C'erano poi in ogni divisione: un Gruppo Cacciatori (chasseurs) di 400 uomini; un Gruppo di sei squadroni a piedi per un totale di 1.200 uomini; un Gruppo d'artiglieria di tre batterie; un Gruppo di
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Cavalleggero a cavallo del 22° Reggimento Cavalleggeri di Catania in posa per la foto con tutto l'equipaggiamento.
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autocarri con quattro pezzi da 37 mm e sei mitragliatrici; un distaccamento Zappatori del Genio; un distaccamento telegrafisti autocarrato del Genio; un distaccamento telegrafisti cli Cavalleria, a cavallo.
I Servizi della ruvisione consistevano in: una Sezione Sanità con tre ufficiali medici; una dj Sussistenza con quattro autocarri per il trasporto della carne macellata; tre autocarri attrezzi.
In ogni reggimento di cavalleria ed in ogni gruppo ciclisti vi era una sezione mitragliatrici ed in ogni gruppo di squadroni a piedi ce n'erano quattro, su carrette a ruote trainate da un cavallo. Il gruppo di squadroni a piedi, oltre all'attrezzo da lavoro che ogni uomo portava con sé, aveva una "carretta attrezzi" che conteneva 70 attrezzi da parco, 100 chilogrammi di filo di ferro, 50 chilogrammi di esplosivo, 150 granate e 50 razzi.
Gli uomini di questi gruppi erano armati col fucile di fanteria con baionetta e portavano con sé 150 cartucce e due giornate di viveri aJ sacco. Avevano lo stesso zaino della fanteria, ma il suo carico poteva suddividersi, prevedendo che, in alcune circostanze, potesse convenire far lasciare il corredo sugli autocarri, conservando negli zaini solo i viveri e le cartucce.
Provvedimenti eccezionali intesi a facilitare l'applicazione dei concetti espressi ebbero ru mira tre scopi principali: 1 °) di mettere i reparti in condizioni di superare gli ostacob che si presentavano, per penetrare nella breccia aperta della fanteria nella linea avversaria; 2°) dotare i reparti di mezzi per distruggere le artiglierie nemiche, che costituivano il primo obiettivo da raggiungere; 3°) consentire ai reparti di provvedere al proprio vettovagliamento, in modo da potersi spingere a fondo nelle loro operazioni, senza preoccuparsi dei rifornimenti per alcuni giorni.
Per ottenere il primo scopo e cioè permettere ai reparti di scavalcare le trincee e le difese accessorie accumulate dalle due parti, mentre si addestravano i cavalli a saltare gli scavi, furono distribuiti tra gli uomini e gli squadroni 60 attrezzi e 24 pinze taglia.fili in più oltre alle dotazioni. Si costituì così in ognuno quel che venne chiamato equipaggiamento brèches, ossia squadre cli guastatori che si componevano di uomini predesignati per aprire o allargare i passaggi nelle trincee o nei reticolati. Si studiò il modo cli far istruzione di ripiegamento, avvalendosi del fuoco di mitragliatrici a supporto incrociato.
Per ottenere il secondo scopo, furono costituite squadre di guastatori e lanciatori cli bombe che si componevano di cavalieri predesignati per attaccare con bombe a mano i serventi delle batterie fra i pezzi e nei loro ripari. Anche i cavalieri furono armati di "cartocci esplosivi", per distruggere il materiale d'artiglieria; ne furono distribuiti 160 per squadrone.
Per ottenere il terzo scopo, furono portate a tre le razioni di viveri a secco degli uomini e ad una razione - 5 112 - 6 chilogrammi - quella cli biada trasportata in arcione.
Per permettere poi agli autocarri, che pesavano dalle 7 alle 8 tonnellate, di superare guadi o interruzionj stradali., oppure fossi o piccoli corsi d'acqua, i Gruppi di autocarri da trasporto furono dotati di elementi da ponte speciali, composti da tavole a rotaie di ferro, che si potevano montare in brevissimo tempo e coi quali si poteva costruire un ponte della lunghezza massima di 30 metri.
Poi si pensò alla costituzione di unità di combattimento che la cavalleria potesse appiedare.99 Siccome la condizione di guerra dell'epoca era il combattimento a piedi, che non era il metodo normale di combattimento della cavalleria, era necessario che essa, quando appiedava, costituisse per quanto possibile, delle unità cli combattimento identiche a quelle della fanteria. Anche le unità di cavaJleria dovevano quindi possedere tutti i mezzi di fuoco, di manovra e di collegamento che l'esperienza di guerra aveva riconosciuto necessari. La costituzione di unità ru combattimento a piedi doveva risultare della massima semplicità. Lo stesso principio che regolava il riordino dell'Arma france-
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99 AUSSME Comando delle Almate del nord e nord-est 27 novembre 1917, Maggiore Alberti: Riorganizzazione dello squadrone di cavalleria. Relazione del tenente colonnello addetto militare Breganze.
Cavalleggero del 22° Reggimento Cavalleggeri di Catania smontato.
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se era stato attuato dagli Austro-Ungarici e dai Tedeschi (i quali però avevano mantenuto alcune divisioni montate, usandole durante la campagna di Romania), con la trasformazione automatica di due unità di cavalleria in unità di fanteria - mezzo reggimento in compagnia ecc. - mentre lo squadrone rimaneva su quattro plotoni. Le specializzazioni erano poi ripartite nei plotoni, in modo che questi fornissero unità minori di combattimento, ossia squadre complete per specializzazione.
L'unità più piccola cli combattimento, il plotone inquadrato, formava una mezza sezione di combattimento; appiedato, aveva un minimo di 13 o 14 uomini. Così lo squadrone100 formava due sezioni di combattimento, il mezzo reggimento una compagnia ed una sezione mitragliatrici, il reggimento due compagnie e mezza compagnia mitragliatrici, la brigata un battaglione su quattro compagnie ed una compagnia mitragliatrici.
Stante la necessità di conservare ancora il cavallo (l'addestramento del cavaliere non era una questione di improvvisazione), per aumentare gli effettivi per il combattimento a piedi (non tutti gli uomini appiedavano nelle unità) si facevano combattere a piedi aliquote di più unità. Con questo criterio il comandante poteva impegnare tutti gli effettivi a piedi oppure conservare, per ragioni tattiche, parte delle sue unità cavallo in piena efficienza.
La trasformazione di un reparto di cavalleria montato in un reparto appiedato doveva diventare un fatto automatico. Gli ufficiali destinati ad inquadrare gli appiedati dovevano essere designati in permanenza, i graduati per la mezza sezione erano presi nel plotone che la formava, come pure i comandanti di sezione nel mezzo squadrone, il comandante di compagnia nel mezzo reggimento e così via. Tutti i soldati di cavalleria dovevano essere istruiti all'impiego del moschetto e della baionetta.
La costituzione organica dello squadrone diventava di quattro plotoni su quattro squadre ciascuno, con un capitano, quattro subalterni e 151 uomini di truppa, di cui: 128 montati- 13 sottufficiali, 16 graduati e 99 cavalieri- e 23 non montati: 10 uomini di complemento, un ciclista, tre operai, tre militari che portavano i cavalli degli ufficiali, due conducenti, un uomo per iJ servizio di fatica e un cuciniere101 •
I criteri ai quali si ispirava la nuova "istruzione francese", frutto dell'esperienza di due anni di guerra di posizione, collimavano perfettamente con quelli che avevano formato fino allora la base della preparazione della cavalleria italiana e che si possono così sistematicamente riassumere: a) l'impiego di massa della cavalleria non poteva essere concepito se non quando fosse stato aperto un varco sufficientemente ampio sul terreno Libero; b) compito delia cavalleria era allora di sfruttare il successo, impedendo al nemico di organizzarsi, vincere rapidamente le piccole resistenze che avrebbe tentato di opporre e cambiare la sua ritirata in fuga disordinata; wz e) ogni comandante di cavalleria, qualunque fosse il suo grado, doveva agire di sua iniziativa con slancio ed audacia.
Sentita sempre più ]a necessità di aumentare l'efficienza di fuoco delle unità di cavalleria, senza dover ricorrere a11 'appiedamento, nel febbraio 1917 il Comandante Generale dell'Arma di Cavalleria proponeva al Comando Supremo, che approvava, di aumentare da due a quattro le mitragliatrici di ciascun reggimento divisionale, trasformando le sezioni in squadroni mitraglieri. E nell'aprile 1917 si emanarono alcune direttive contenenti criteri circa l'impiego della cavalleria nella battaglia e le norme per la preparazione dei reparti, che tenevano presente la configurazione topografica della zona in cui sarebbe stato probabile l'impiego di cavalleria (zona carsica!). Quest'ultima escludeva dj mas-
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100 Nelle fùe dello squadrone a cavallo vi erano cinque ufficiali e 125 uomini di truppa di cui 3 erano con il carreggio. Di questi appiedavano 2 ufficiali - compreso 1 capitano - e 56 uomini di truppa. Questo era il minimo che doveva fornire lo squadrone. io, AUSSME Fl 142, Notizie cavalleria francese e britannica, 1916. ioi Cosa che avvenne effettivamente nell'ultimo anno di guerra.
sima l'impiego anche in scala ridotta di Grandi Unità di Cavalleria, ma consentiva, in speciali condizioni (zona della valle del Vipacco e vallone di Brestovizza) di impiegare con efficacia unità minori, soprattutto se convenientemente addestrate e comandate da ufficiali "audaci" , 10' a conoscenza del terreno e di quello che il cavallo poteva rendere in tali circostanze.
In sintesi si prescriveva: a) conoscenza da parte dei comandanti di reparto della situazione, ora per ora, per entrare in azione momento opportuno; b) stretto e sicuro collegamento fra il comandante ed i gregari per il tempestivo impiego del reparto; c) conoscenza perfetta, grazie ad opportuna ricognizione da parte di tutti gli ufficiali, della zona di probabile impiego; d) audacia, spirito d'iniziativa e tenacia da parte dei comandanti; e) formazioni rade - linee di colonna di plotone e, se necessario, di squadre - per diminuire la vulnerabilità e facilitare il movimento; f) impiego coordinato dei piccoli elementi, la cui azione di aiuto reciproco per l'avanzata doveva informarsi al concetto di avvolgere fulmineamente per le ali i piccoli centri di resistenza nemica; g) carattere del combattimento irruente e decisamente aggressivo; h) logico ed opportuno sfruttamento del fuoco anche di piccoli elementi in ausilio, in sostituzione dell'azione a cavallo; i) mirare, quando si dovesse agire, alla buona utilizzazione del cavallo più che alla conservazione del medesimo.
In base a questi concetti fu introdotta nell'Arma di Cavalleria, per renderla meglio aderente alle particolari esigenze imposte dalla guerra, la seguente organizzazione:
Premesso che complessivamente, tra indivisionati e non indivisionati, vi erano 30 reggimenti di cava1leria, oltre a vari squadroni dislocati oltremare, che concorrevano a formare quattro divisioni di cava11eria (13, 23, 33 e 43 ) per un totale di 1.130 ufficiali e 20.893 fra sottufficiali e truppa, la Brigata di Cavalleria era su due reggimenti, costituiti ciascuno da due gruppi: - il I Gruppo comprendeva tre squadrooj, ciascuno dei quali era formato da un reparto ciclisti con sezione mitragliatrici; - il II Gruppo comprendeva due squadroni, costituiti come quelli del I Gruppo ed uno squadrone mitragliatrici.
I reggimenti di cavalleria non indi visionati, assegnati ai Corpi d'Armata, erano formati anch 'essi da due gruppi: I su tre squadroni e II su due squadroni; ma gli squadroni comprendevano soltanto reparti a cavallo.
I reggimenti indivisionati, nei quali erano in dotazione armi automatiche, potevano sviluppare azioni di fuoco oltre che le azioni d'urto; i reggimenti non indi visionati erano composti solo di reparti a cavallo. I reggimenti appiedati, su due gruppi, sei squadroni, due sezioni mitragliatrici e salmeria reggimentale, si uniformavano ai procedimenti tattici della fanteria, senza però averne i mezzi e la particolare attitudine tattica. Ed a questi criteri si informò particolarmente l'addestramento tattico dell'Arma durante il periodo maggio-settembre 1917, pur non tralasciando l'addestramento di reparti maggiori. Ne conseguì che i reparti divisionali si abituarono ad una tattica sciolta, snodata, che trovava il suo nesso nella concomitanza degli sforzi, senza offrire presa al tiro nemico. Tale tattica, opportunamente applicata, avrebbe potuto dare ottimj risultati se, nelle poche circostanze in cui la cavalleria ebbe occasione di essere impiegata dai comandanti delle Grandi Unità di fanteria che l'ebbero a disposizione, non si fosse sperato di ricavare il successo più dall'impiego di masse che dal-
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103 Era il ricorso alla filosofia cadorniana dell'efficienza.
Cavalleggero a Gorizia, nel 1916.
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Un reparto di fanteria attraversa un paese dell'lsontino diretto verso iJ Carso.
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Fanti ammassati sotto la ferrovia per Trieste, a est di q. 77.
l'azione tempestiva e irruenta di piccoli nuclei audaci. Risultò evidente in questo caso iJ richiamo agli ormai tramontati criteri di impiego dell'Arma.
La nascita e lo sviluppo degli arditi, certo non a cavallo, sta a dimostrare che il comando dell'Arma non si sbagliava di molto sull'uti]ità dell'impiego rapido, chirurgico, audace che le operazioni avrebbero dovuto assumere per vincere l'immobilismo della guerra di posizione.
Difatti, neJlo spirito dell'Arma e nella nuova sistemazione imposta dalla guerra, anche la CavalJeria fu invitata a studiare la creazione di propri reparti d'assalto. Il problema però era sempre dove mettere il cavallo, e la Cavalleria trovò una sua soluzione: passato e presente (e forse futuro) dovevano convivere nell'Arma che più conservava la tradizione delle armi. Certo, la creazione di tali unità avrebbe portato alcuni inevitabili inconvenienti negli squadroni, quindi per un più sicuro rendimento, i reparti di assalto dovevano fondersi con lo squadrone a cavallo, perché il cavallo, onore del cavaliere, non andava abbandonato. Era noto come, per effetto di promozioni e passaggi volontari o meno ad altri corpi, per la costituzione e rotazione delle compagnie mitragliatrici e date le inevitabili perdite in malati, licenze e così via, la stabilità del personale - ufficiali, graduati gregari - era in ogni squadrone alquanto precaria. Le specializzazioni inoltre erano così numerose -zappatori, trombettieri, esploratori, cavalieri di prima classe, segnalatori, nuotatori, allievi sellai, maniscalchi, sarti, barbieri, cucinieri .... - che aumentare ancora di 11 o 12 individui - quanti ne occorrevano per ogni squadrone per i repruti ili assalto-gli specialisti, rendeva sempre più rufficile iJ conciliare l'istruzione a cavallo dell'intero squadrone in formazione organica con quella particolare dei vari specializzati. All'istruzione interveniva giornalmente una media di 95 cavalieri e già non piccole erano le rufficoltà da superare per l'addestramento orrunario e la buona conservazione dei cavalli e del materiale. Con l'aumento dell'organico di ogni squadrone di altri 11 o 12 soldati a pieru si sarebbe ottenuto però: a) di fare intervenire all'istruzione un maggior numero di uomini, affiatandoli e completandone l'istruzione tattica di cavalleria; b) di semplificare l'istruzione dei reparti d'assalto, liberandoli, quando necessario, dalla cura dei cavalli; c) di avere ad immediata disposizione un primo rifornimento di complementi, già pronti e non nuovi allo squadrone, con il quale ripianare le perdite, criterio simile a quello che aveva consigliato la costituzione dei VII battaglioni di ogni Brigata di Fanteria e dai quali il comandante della Brigata poteva attingere giornalmente i complementi necessari a mantenere a 200 effettivi i combattenti delle compagnie degli altri battaglioni.
Oltre a questo, poiché un repaito di assalto valeva quanto il valore e la perizia dei suoi comandanti e poiché senza un reale pratica, ottenuta sui luoghi e nell'ambiente, l'istruzione rimaneva priva di valore, si proponeva che fossero inviati ai campi già istituiti presso le armate 2a e 3a uno o due subalterni per reggimento ed uno o due graduati per squadrone, oltre ad un tenente anziano o un capitano per divisione, per farne dei provetti istruttori. Era ritenuto giustamente necessario creare prima i comandanti e poi costituire reparti, tanto più che non esisteva nulla di simile né presso le truppe rupendenti, né presso quelle dipendenti dalle autorità territoriali. Si trattava, inoltre, di istituire ex novo campi di esercitazione - non troppo lontani, perché gli uomini dovevano continuare a rimanere nei propri squadroni e perché dovevano intervenire anche i ciclisti e le sezioni mitragliatrici - sul1' esempio di quanto praticato nei reparti di fanteria.
Tutti i repruti di assalto dovevano essere dotati di pistole mitragliatiici, che avrebbero risolto il problema di aumentare la potenza di fuoco della Cavalleria senza appesantirla. Anche i reparti ciclisti dovevano essere muniti di queste armi, che davano un volume di fuoco impressionante, montandole suUe bici stesse.
Il repruto d'assalto doveva essere parte integrante dello squadrone a cavallo ed impiegato come tale anche negli appiedamenti temporanei. Stante il volume di fuoco dei nuovi reparti, grazie alla dovizia di nuove armi, soprattutto inruviduali, ve ne erano molte che meglio esprimevano il carattere dell'Ardito
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(pugnale, bomba, pistola), ma nel caso dell'inserimento nell'organico a cavallo era probabile che al momento d'agire venisse a mancare l'anna essenziale, ossia la bomba a mano. Bisognava studiarne il trasporto.
Il problema principale restavano i reparti di assalto staccati dagli squadroni a cavallo, che in effetti erano reparti con specialità di arditi, non più cavalieri. Tutte le proposte escogitate tendevano a lenire le difficoltà che sorgevano nell'Anna per una sana costituzione dei reparti d'assalto, non già a risolvere completamente le prime, ma per inserire i secondi organicamente come specialità. La difficoltà maggiore scaturiva essenzialmente dalle prescrizioni, in seno al comando generale dell'Arma, che i reparti fossero formati e continuassero a far parte dello squadrone a cavallo, con conseguenti danni alle compagini ed all'istruzione degli squadroni e un non completo né sicuro sviluppo dei reparti d'assalto stessi. Oltre un certo limite, diventava un problema quasi insuperabile fondere e armonizzare negli stessi individui la perfezione dell'istruzione a cavallo con quella della guerra di trincea. Questo era evidente a tutti, ma la Cavalleria doveva salvare se stessa, il proprio mito e soprattutto il proprio onore; per questo nutriva la speranza e la fiducia di poter essere impiegata ancora se la guerra fosse tornata di movimento. Era giusto aumentare il volume di fuoco, giusto creare reparti scelti di ar·diti, ma gli squadroni ed i reggimenti dell'Arma dovevano conservare la caratteristica delle unità a cava11o. Il reparto d'assalto, in effetti, altro non era che la riunione di elementi, selezionati per coraggio, coli' istruzione dei normali combattenti di fanteria, i quali nella guerra di trincea fossero capaci sia di trascinare le masse di combattenti, sia d'eseguire piccole operazioni locali. Si trattava del ruolo che la Cavalleria aveva avuto per secoli.
Era pertanto da escJudersi che i combattenti e cavallo dovessero perfezionarsi nel combattimento a piedi sino ad essere elementi di un reparto d'assalto autonomo, ma era invece considerata sufficiente l'istruzione che sarebbe stata impartita. Pertanto si proponeva di aggiungere alle unità di cavalleria, o di trarre da esse, gli elementi perfezionati nel combattimento piedi e con questi costituire e istruire reparti speciali, "a latere" degli squadroni,per aumentamela potenza di fuoco senza paralizzare la vita delle unità di cavalleria depauperandone l'organico. Il rimedio consisteva nel perfezionare l'istruzione nel combattimento a piedi; aumentare i ciclisti, se necessario; creare reparti d'assalto con le forze stabilite in aggiunta all'organico delle unità cavallo, mandandoli su biciclette. Si pensava d'ottenere una maggiore coesione e istruzione dei reparti d'assalto, i quali dovevano vivere in un'atmosfera morale superiore alla media e dovevano essere veramente provetti nell'impiego dei mezzi loro assegnati. Si mirava inoltre ad un più facile loro impiego nelle piccole e speciali operazioni di ar·diti, anche lontano dagli squadroni, dove gli uomini sarebbero stati liberi dalle preoccupazionj dei cavalli e dalle eventuali deficienze che le perdite avrebbero potuto creare nello squadrone. Si richiedeva la fornitura d'un equipaggiamento e annarnento rispondente al loro impiego senza essere costretti ogni volta a depositare sui carri le lance e le sciabole ed a togliere speroni, gambali e buffetterie da equitazione. Si perseguiva infine il mantenimento degJj squadroni a cavallo in efficienza e in condizioni di poter più agevolmente continuare il proprio perfezionamento.
La creazione dello squadrone e del plotone d'assalto era integrata con l'aumento: - nell'organico delJa divisione di un capitano, o un tenente anziano, specializzato nel difficile compito e in grado di dare vita e impulso al reparto, senza dover togliere un comandante di squadrone o un tenente tutte le volte che si dovesse impiegare lo squadrone d'assalto; - nell'organico del reggimento di un subalterno con analogo scopo ed incarico rispetto ai plotoni.
Similmente dovevano essere costituite la sezione pistole mitragliatrici.104
Intanto però le truppe non indivisionate erano state assegnate alle TS e, per la quasi totalità, salvo rarissime eccezioni, impiegate soltanto per servizi di polizia stradale nelle retrovie, scorta di prigionie1i, guardie e così via. In una parola la cavalleria cominciava ad essere non più considerata come elemento combattente di possibile e prolungato impiego, sia pure a gruppi, a squadre, per plotone, a cavallo o appiedati, ma quasi come truppa non combattente da adibire unicamente e permanentemente a servizi ausilia-
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iOJ AUSSME B4 4108 - 4" divisione, disposizioni.
ri. Fatto grave: a molti comandanti di reggimento e cli gruppo erano pesso affidati incarichi permanenti lontani dai loro reparti e sovente dalla zona di azione. Nonostante il comando dell'Arma presentasse richieste di limitare il fenomeno, non fu a solutamente possibile modificare tale stato di cose. Ne conseguivano, fra gli altri, due gravi inconvenienti. Innanzinmo l'addestramento tecnico-tattico della maggior parte di queste truppe non poteva effettuarsi che saltuariamente. ed aggiungiamo, effettivamente con scarsi risultati. In secondo luogo, anche ne.Ile circostanze favorevoli, in cui si sarebbe potuta impiegare la cavalleria con ottimi risultati, di nonna non si otteneva nulla, perché non era possibile rimettere in sella e distogliere dai servizi vari gli squadroni, ormai appiedati ed assegnati aUe unità di fanteria.L'Arma non riusciva quindi ad agire con quella perfetta conoscenza della situazione che nei casi speciali era indispensabile, in quanto nuova dell'ambiente. Non a ca o la Germania aveva mantenuto in organico alcune ctivisioni a cavallo, dotandole dei mezzi moderni; lo stesso avevano fatto gli Inglesi ed i Russi.
L'addestramento dell'Arma di Cavalleria, fino ali 'ottobre 1917, e durante il re to della guerra, era comunque analogo a quello degli altri eserciti europei ed era il più rispondente alle esigenze della guerra moderna. per cui la preparazione dell'Arma era nel complesso soddisfacente. Non poteva essere ottima per un complesso di circostanze varie, fra le quali va segnalato l'esodo della quasi totalità dei giovani ufficiali in ervizio attivo permanente, chiamati a coprire i più svariati incarichi nei corpi e servizi dell'esercito mobilitato: aviazione, artiglieria, collegamento, Stato Maggiore, aiutanti, fanteria, bombardieri, interpreti .... Ad un certo momento del conflitto la massa dei subalterni ai reparti era rappresentata da ufficiali di complemento richiamati.'05
Unico neo: la povera immagine che la Cavalleria cominciava a dare di sé nella pubblica opinione e, quel che era peggio, tra le truppe combattenti.
Mitragliere ciclista di cavalleria.
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10 ~ AUSSME B 4 9651 - pratica commissione inchiesta: Relazione sull'impiego dell'arma di cavalleria, 17 giugno 19 I 9.
Sezione Mitraglieri ciclisti di cavalleria coli 'arma in posizione di tiro.
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