LE BANDIERE DELL'ESERCITO
PROPRIETA ' LETTERARIA
T11111 , dinJh nsen,at,
V1dalfl la nprod11z1one aneh~ parztale ienu a11to riZZ1n1o ne © 81 Ufficio Ston'co - SME - Roma 198) 2 ~ edizio 11t
PRESENTAZIONE
L 'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito ha avvertito da tempo l'opportunità di raccogliere in un volume tutti i «dati anagrafici» - epoca di concessione, modello, luogo di conservazione, decorazioni - relativi alle bandiere concesse ai reparti dell'Esercito, notizie spesso necessarie a completamento di opere storiche o rievocative e spessissimo richieste da studiosi italiani e stranieri.
La semplice compilazione di un prontuario di dati per quanto utile non avrebbe però soddisfatto completamente gli studiosi del settore.
Pur senza pretesa alcuna di esaurire la materia, si è cercato quindi di uscire dalla specifica settorialità dell'argomento indicato nel titolo del volume, tracciando anche un sintetico quadro dell'evoluzione della bandiera in genere e dando alcune notizie sulle bandiere militari degli Stati italiani pre-unitari, con particolare riguardo a quelle piemontesi in quanto l'Esercito italiano, anche se costituito con l'apporlo generoso e vitale di tutti gl i ese rciti pre-unitari, deriva in misura più marcata tradizioni e storia dall'esercito sardo.
IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO
L'autore desidera esp rim ere la propria gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro. Soltanto la cordiale collaborazione di enti, musei e singoli studiosi ha permesso, in/atti, la presentazione nel volume di molti vessilli poco conosciuti.
In particolare si citano:
il Muse o Storico dell'Arma dei Carabinieri - il Mu seo Storico della Fanteria • il Museo Nazionale dell'Arma di Cavalleria · l'Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio • il Sacrario delle Bandiere di Guerra - l'Accademia di San Marciano di Torino • il Centro Italiano di Studi Vessillologici • il signor Giancarlo Boeri • il signor Cesare Calamandrei - il signor Giovan Battista Catasta - il signor Ernesto Chiappa • il signor Piero Crociani - il Colonnello Francesco Fiora - il Generale Emilio Grimaldi • il signor Enrico Ricchiardi • il signor Franco Scandaluzzi • il signor Andrea Viotti • il signor Aldo Ziggioto.
CAPITOLO I
SIGNIFICATO , ORIGINE E SIMBOLISMO DELLA BANDIERA
Sotto il profilo strettamente lessicale, si può definire la bandiera come un «drappo di forma rettangolare, attaccato per uno dei lati più corti ad un'asta, e che porta i colori e per lo più anche lo stemma dello Stato, città, corporazione, ecc., a cui appartiene» (1 ), ma una definizione del genere lascia insoddisfatti perché trascura l'aspetto più caratterizzante di qualsiasi bandiera: quello simbolico. Lo stesso dizionario dal quale è tratta la precedente definizione, infatti, per esemplificare il significato del vocabolo « simbolo» non trova nulla di più appropriato che « la bandì era è il simbolo della Patria». Per quanto da due secoli soltanto - da quando cioè, dopo le rivoluzioni americana e francese, gli uomini hanno smesso dt essere sudditi per divenire cittadini - ciascun popolo veda nella bandiera nazionale il simbolo della sua unità e della sua indipendenza, l'uso della bandiera come simbolo di potere - personale o di una ristretta cerchia di persone: tribù, clan, gens, casta - è antichissimo e molti sono gli autori classici che hanno lasciato testimonianze al riguardo. Solo da pochi anni (2), però, è stato intrapreso uno studio sistematico e scientifico sull'origine e sull'evoluzione delle bandi ere approfondendo l'argomento anche sotto l'aspetto sociologico. Si è visto così che attraverso l'esame delle bandiere di un popolo è possibile giungere alla definizione , o trovare conferma di precedenti intuizioni, di alcuni particolari caratterizzanti della sua cultura, del tipo di organizzazione politica che si era dato e, persino, delle sue condizioni economiche perché le caratteristiche formali di una bandiera sono molto spesso la concreta espressione della società che si esprimeva tramite quel simbolo (3).
(1) Fernando PALAZZI , Novissimo dizionario della lingua italiana, edizione a c ura di Gianfranco Folena, Milano , 1974.
(2) Il termine «vessil lolog ia» , com unemente adottato per indicare questo nuovo settore di s tudi, è sta to u sato ufficialmente per la prima volta solo nel 1969 da Whitn ey Smith, direttore del Flay Research Center di Whin chester (US A)
(3) In Italia Io studio delle bandiere è stato intrapreso da pochi studiosi. Fondamentale sull'argomento il volume d i P aolo Edoardo FlORA: Bandiere in Piemonte, edito a cura dell'Accademia di San Marciano di Torino nel 1971 , <lei quale mi sono largamente avvalso. - 7 -
Fin dalla più remota antichità l'uomo sentì la necessità pratica di rendere facilmente visibile il proprio potere ed inalberò una insegna, un qualsiasi manufatto cioè che lo differenziasse dagli altri uom ini e lo facesse riconoscere a distanza.
Con il tempo le insegne rappresentarono non solo il singolo individuo, ma tutto il gruppo di persone a lui legate da rapporti di parentela o, comunque, di sudditanza. Spesso l'insegna rappresentava l'animale da cui il gruppo credeva di discendere, cioè il suo totem. Il se n so di superstiz io so terrore che legava al totem l'uomo primitivo, convinto di trarre da esso i suoi poteri, si trasformò presto in un sentimento di venerazione per l'insegna, alla quale fu a t trib uito un carattere prot ett i vo, dando così inizio a quel processo di sacra li zzazione della bandiera di c ui ancora oggi rimangono tracce evidenti in molte cer im on ie (4).
Solo in un secondo tempo le insegne ebbero una funzione militare, offrendo ai combattenti un punto di riferimento in eq uivocab ile. E c he il primitivo uso delle insegne non sia sta to originato da esigenze di carattere bell ico, ma piuttosto dall ' intimo e profondo desiderio di ogni uomo di distinguersi dagli altri e di prevalere sugli altri, è provato a nche dal fatto che le in segne sono una caratteristica comune della nostra civiltà, presente press o tutte le razze e tutte le c ultur e.
Sia pure differenziate nella foggia, tutti i popoli della terra h anno avuto le loro insegn e, siano essi stati di natura bellicosa o di indole pacifica.
Molt e fonti - antichi libri sacri, pitture rupestri, affreschi tombali, vas i cultuali, altorilievi di monumenti - permettono di ricostru ire con buona approssimazione la fattura delle insegne presso i diversi popoli e di constatare le corre laz ioni esistenti tra la forma dell'insegna e la cultura del popolo che la innalzava. Anche n ella Bibbia v i so no molti accenn i ad insegne e vessilli usati dal popolo di I sraele. Nel Libro dei Numeri si legge: «i figli di I sraele si accamparono attorno al tabernacolo, ciascu no sotto il proprio vessillo princ ipale e sotto l'insegna della casa paterna»; dal Genesi e dal Deuteronomio si apprendono anche i co lori di quei vessilli e Je figure c he li cari cava no: rosso con la mandragola per la tribù di Ruben; verde con la città di Sachem per la tribù di Simeone; bianco, nero e rosso con il pettorale del sacerdo t e per la tribù di Levi; azzurro con il leone, probabilmente rosso o violaceo, per la tribù di Giuda; nero con l'asino per la tribù di I ssach ar; bianco con la na ve per la tribù di Zabuilon ; color zaffiro co n il se rpente per la tribù di Dan; gr i gio con una tenda per la tribù di Gad; rosa con una cerva per l a tribù di Neftali; color acquamarina con l'olivo per la tribù di Asher; nero con un simbolo egizio per la tribù di Efraim; un vessillo multicolore
(4) Nell'appendi ce al capitolo VTT so no riportate in st ralcio le norme in vigore nell'Esercito italiano per la ben ediz ione delle bandiere.
con il lupo, infine, per la tribù di Beniamino. A pagina 9 (tav. I) sono state riportate alcune insegne fra le più significative: la testa d'animale, ingenua rappresentazione della generale credenza dell'uomo primitivo di poter recepire parte delle virtù dell'ucciso; la statuetta egizia del dio Horu s, materializzazione di quel rapporto tra uomo e divinità tipico delle società teocratiche, in cui l 'ubbidienza al dio si trasformava automaticamente in ubbidienza al sovrano, incarnazione del dio in terra; l'aquila legionaria, cosciente espressione visiva della potenza e della maestà dell'impero romano; il cinghia l e, emblema di una tribù celtica; il labaro, insegna dell'impero romano ormai divenuto cristiano; il parasole, simbolo politico di grande importanza nel sud-est asiatico.
Quasi sempre le insegne ci appaiono innalzate su un'asta e questa usanza comune è facilmente spiegabile con motivi pratici - un'asta può essere facilmente reperita, trasportata, agitata - e con considerazioni più sottili. Secondo un noto studioso (5) «l'asta è un simbolo di potere; corrisponde alla mazza, alla spada e ad a l tre armi, come anche all'itifallo, s imbolo insieme della rigenerazione della razza e del predominio del maschio sulla femmina, il prototipo del rapporto padrone-schiavo Per la sua forma, inoltre, l'asta espr ime l'anelito verso il cielo degli uomini legati alla terra».
Il fatto che comunemente le insegne fossero realizzate in metallo, cuo io , legno e che l'impiego del tessuto fosse molto raro può essere spiegato razionalmente, se si pone mente alla circostanza che i popoli ant i chi sapevano tessere egregiamente, ma non colorare con altrettanto buoni risultati i tessuti.
L'esigenza bellica di rendere facilmente riconoscibili a distanza le formazioni di combattenti fece scoprire presto l'utilità delle insegne in campo militare.
Nell'esercito romano signa (raffig u razione di animali o di simboli sacri) e vexilla (lembi di stoffa colorata) furono regolarmente u sati
La tradizione dice che la prima insegna, data da Romolo, era costituita da una manciata di fieno l egata in cima ad un a lancia, donde sarebbero derivati prima il nome di m.anipulus ad ogni reparto che vi si raccoglieva e poi la trasformazione del segnale stesso in una mano. Altri vuole che il s imbolo sia stato fin dall'origine una mano aperta, che stava ad indicare il gesto imperioso con cui il comandante accompagnava i s uoi ordini ovvero intimava al nemico di non avanzare.
Successivamente la mano venne racchiusa in una corona d'alloro, sovrapposta ad una patera ombelicata che conferiva all'insegna carattere sacrale, specialmente a quelle dei reparti maggiori, come la legione. (5) Whitney SMITH, Le bandiere. Storia e Simboli, Edizione italiana a cura di Aldo Ziggioto, Mondadori, Milano 1975.
Il Moscardelli (6) così ne descrive l'impiego presso l'esercito romano: «una funzione tattica dunque capitale, quella delle insegne, per il controllo da posto adatto, dello sviluppo della battaglia: rilevabile ad occhio, mercè le insegne, dove si avanzava e dove si era in sosta, dove, indice di crisi, si era ammassati e dove si arretrava o si era in ritirata, e la disfatta dell 'unità quasi certa ove l'insegna più non apparisse. Richiesti perciò in grado notevole l'abilità il coraggio l'abnegazione dei signiferi: era soprattutto con la manovra dell'insegna, tenuta il più possibile visibile a tutti, che Centurioni e Legati davano gli ordini».
L'elevato grado di organizzazione raggiunto dagli eserc1t1 romani produsse i suoi effetti anche nel campo vessillologico. L'evoluzione progressiva che, specie dopo il Mille, trasformerà l'insegna in bandiera era infatti già presente, almeno in nuce, nell'insegna romana, sia sotto l'aspetto forma le sia sotto l'aspetto della sacralizzazione.
L'insegna della legione, infatti, era custodita dalla prima coorte, la più forte per numero e per valore di legionari, ed era costituita da un'aquila, simbolo di Giove, con le ali spiegate e con il fulmine tra gli artigli.
L'asta dell'insegna era munita di puntale per essere piantata in terra e recava lungo il gambo i segni delle onorificenze di cui il corpo era insignito e alcune targhe sulle quali erano apposte la sigla S.P.Q.R., le iniziali o l'immagine dell ' imperatore che aveva istituito la legione, e, infine, un quadrato di stoffa di vario colore, che distingueva le diverse legioni, il vexillum.
La cavalleria romana, inoltre, ebbe una propria insegna, la prima del genere in Occidente: un drappo quadrato, di solito rosso, con frange, attaccato ad una sbarra fissata orizzontalmente, a guisa di croce, in cima ad un'altra asta terminante a lancia: il classico stendardo di cavalleria, quindi , nato dalla necessità di non portare emblemi ingombranti o pesanti a cavallo.
Dal vessillo che li distingueva presero poi il nome di vexillationes i distaccamenti di una o più legioni.
Nell'accampamento le insegne erano raccolte insieme nel pretorio, in apposita tenda e gelosamente custodite. Si celebrava in loro onore una ricorrenza festiva durante la quale esse venivano rinnovate o riparate. In tempo di pace erano conservate nella sede del pubblico erario sotto la vigilanza dei questori.
«Nei confronti di tutte le insegne i romani coltivarono profondo rispetto e reverente attaccamento, come al simbolo non solo dello spirito di corpo dell'esercito, ma anche della tradizione del popolo romano. Il sacramentum veniva pronurtziato davanti all'insegna, che era difesa fino alla morte; perderla comportava l'ignominia, tanto che le coorti le quali vi incorrevano, venivano punite facendole bivac-
(6) Giuseppe MosCARDELLI, Cesare dice , Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, Roma 1973.
care fuori dell'accampamento, senza le tende. Poi l'esercito, trasformandosi da organismo alimentato dalle manifestazioni dirette della costituzione di Roma in complesso di soldati di mestiere, trasse le risorse morali dalla stessa cerchia in cui si chiuse, separato dalla popolazione civile. In questo isolamento acquistò sempre più coscienza della sua forza, fino a sovrastare le altre i st ituzioni, tendenzialmente volto a sovrapporsi allo stesso ordinamento dello Stato; ed i soldati al servizio di Roma ebbero i loro culti particolari, alimentati dall'onore militare e simbolicamente rappresentati dalle insegne , diventate propria legionum numina» (7).
La ferrea organizzazione statuale romana trasfo rmò l'insegna l egionaria in simbolo dell 'imperiu m di Roma e molti studiosi sono concordi nel ritenere che l'aquila romana sia stata la prima bandiera del mondo, in quanto simbolo tangibile di uno Stato organizzato.
Quando l ' impero romano divenne ufficialmente cristiano, gli imperatori adottarono il labaro, derivazione dell'insegna legionaria e dello stendardo di cavalleria: l'aquila fu sostituita dal monogramma intrecciato «XP», iniziali greche della parola Cristo. e il piccolo vexillum legionario da quello più ampio usato dalla cavalleria.
La caduta dell'impero romano d'occidente trascinò con sé anche l'idea di organizzazione sta tale e, quindi, l'evoluzione dell'insegna, da simbolo personale o di gruppo a simbolo di tutto uno Stato, si interruppe.
Le insegne acquistarono il significato di simbolo delle tradizioni di una comunità e, col tempo, diventarono distintivo di famiglie gentilizie o di p ersone unite da interess i particolari e continuarono ad essere usate come segnali tecnicamente specifici dai reparti militari.
La stessa parola bandiera, infatti, deriva secondo alcuni dal tedesco band, fascia colorata apposta sugli indumenti dei soldati per distinguere il reparto di appartenenza.
Quando, con Carlo Magno, la cultura barbarica recepì quanto ancora rimaneva della tradizione romana, reinterpretandola beninteso alla luce delle proprie esperienze, le bandiere divennero il s imbolo del potere imperiale e feudale, cioè non ancora seg no distintivo di una nazione o di uno Stato, ma pm· sempre simbolo di pot e ri organizzati nel sistema feudale. Anche il processo di sacralizzazione della bandiera ricominciò ed i vessilli, benedetti dal Pontefice o dai vescovi con uno specifico cerimoniale, acquistarono un significato sacro. Inizialmente si usò benedire le insegne dei grandi principi che si atteggiavano a difensori della Chiesa, come i Carolingi c he innalzarono quale insegna dei loro eserciti l'orifiamma (aureflamma, oriflambe), l'insegna cioè dell'abbazia di San Dionigi: rossa, cosparsa di fiamme d'oro e terminante in due o tre punte. Anche gli stessi Pontefici , quando in forma solenne si avviavano alla basilica latera-
(7) Angelo LONGO, la Bandiera, in Rivista della Guardia di Finanza, Rom a, 11.2/1969.
nense per prenderne possesso oppure a quella di Santa Mari a Maggiore per celebrare il pontifica le, usavano far precedere il cor teo da dodici militi draconari che portavano degli stendardi simili a quelli usati dalla fanteria roma na.
L'evoluzione forma le che trasformò in Europa la vecchia insegna, prevalentemente di legno e metallo , in bandiera di tessuto fu dovuta principalmente a i cont atti con i popoli orientali. Pare ormai accertato, infatti, che siano stati i Cinesi pe r primi, utilizzando le possib ili tà loro offerte dalla seric ultura, ad introdurre due innovazioni fondamentali: l 'at tacco laterale del drappo all'asta e l 'a ttribuzione del valore di s i mbolo più a i co lor i del tess uto c he alla foggia dell'asta. Dalla Cina le bandiere passarono nel vicino Oriente e gli Arabi in cominciarono ad usare bandiere policrome all'epoca di Maometto. I Franchi diffusero in Eu ropa quest'usanza, avendo la appresa d agli Arabi appunt o durante le guerre combattute nel VII e nelJ 'V III secolo. Il generale rifiorire dei comm er ci dopo il Mille e soprattutto le Crociate di edero un grande impulso allo sv iluppo delle bandiere, a causa delle accresciu te necessità mili tari e soprattutto navali. A questo proposito è necessario ricorda r e che alcuni autori sos t engon o c he le bandiere sono nate s ul m are, dove la co municaz ione con mezzi ot tici è s t ata per lunghi secoli l'unica possibile. Ad ogni modo, fin dal secolo XII le navi alza ron o un vessillo per indicare il porto di provenienza, come risulta dai portolani del tem po Per quanto riguarda l'Italia, Genova usò l'insegna di Sa n Giorgio, bianca e croce rossa, Pi sa una bandiera t u tta rossa, Venezia il vess ill o rosso con il leon e di San Marco (fi g. I) , Amalfi , una bandiera azzu rra co n la croce biforcuta bianca. Gli ese r ci t i crociati, inoltre, per distinguersi a seconda d ella nazional ità, adottarono croci di diverso colore. Nel 11 88 Filippo Augusto di Francia, Enrico II d'Inghilterra e Filippo di Fiand ra decisero che l e lo ro bandi ere portassero, ri spett i vamen te , la croce rossa in ca m po bianco, la croce bianca i n campo rosso, la croce verde in camp o bianco.
L'O r din e dei Temp lari adottò più tardi la croce nera in campo bia nco , me ntre le truppe dell'imperatore Federico II spiegarono un vessillo co n l'aquila nera su campo gia llo.
Qu anto alla foggia, le b and iere medievali l'ebbero molteplice. A pagina 15 (t av. II) ne sono state r iportate alcune, anc h e di paesi n on e urop ei, che possono offrire un 'i d ea esau riente delle forme, le più disparate, assunte ne l p assa to d a ll e bandie r e.
Alla fine del Medio Evo e durante l'epoca moderna, vessillologia e d araldica furono strettamente co lleg ate, in quanto, come abbiamo visto, le bandiere non rappre sentava no simbo li camente il popolo m a il feud atario suo s ig n ore (fig. 2) e d anche quando l'evoluzione della soc ie t à fe udal e portò a ll o Sta to unitario, qu esto fu consi d erato g iuridi c am e n te come proprietà personale del mona r ca e fu , quindi, l'in segna personale della dinastia regnante ad assumere il valore di simbolo dell o Stato.
Specialm e nt e le b and i ere militar i non erano all'epoca che « la trasposiz ione sistema t ica dello stemma del Signore che coman da gl i
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armati combattenti» (8). Il colore del drappo corrispondeva, infatti, al campo dello stemma e veniva caricato con le figure araldiche riprodotte nello stemma. A pagina 17 (tav. III) sono riportati alcuni esempi al riguardo: bandiera inglese dell'epoca di Enrico IV, dove i fiordalisi di Francia, inquartati con il tradizionale emblema di Riccardo Cuor di Leone, attestano le pretese inglesi sul territorio francese; bandiera spagnola con i bastoni a croce di S. Andrea della casa di Borgogna; bandiera francese in uso prima del 1792; bandiera marittima de] regno di Sardegna usata nella seconda metà del 700 L'impiego di bandiere araldiche da parte di reparti militari è durato molto a l ungo; la bandiera di combattimento della corazzata austro(8) Paolo E. FIORA, Opera citata.
ungarica «Vir ibu s Unitis», affondata il 1° novembre· 1918 nel porto di Pola da R ossett i e P aolucci, è qui riprodotta come esemp io (fig. 3).
Fig. n. 3 • bandiera <li combattimento della coranata austriaca "Viribus Uni lis".
La bandiera, custodita nel Museo di Storia Contemporanea di Milano, di cm 3 10 X 310, reca lo stemma asburg ico accollato all'aquila b i cipite e cinto dal collare dell'Ordine del Toson d'Oro, il tutto circondato dagli stemmi dei domini storici degli Asburgo.
L'uso sempre maggiore, a partire dal Med io Evo, delle bandiere presso i reparti militari, è documentato abbondamente anche da alcune espress ion i, usate ancora oggi si può dire in tutto il mondo: «abban don a r e le bandiere» per disenare; «alzare la bandiera bianca» per arrendersi; «mutar bandiera» per cambiar opinione; «portare l a bandiera» per essere il primo in qualche cosa; il vocabolo, «antesignano», c h e oggi è usato nel significato di precursore, ha la s u a et i mologia nei legionari romani che combattevano ante signa, cioè davanti o nei pressi delle insegne per difenderle. Nel Medio Evo, inoltre, si denominò bandiera un numero determinato di soldati raccolti sotto la s t essa insegna; negli arc h ivi dei grandi comuni italiani sono custod ite ancora le convenzioni st ipulate per assoldare bandiere di fanti o di balestrieri o di caval ieri ed in tutte si fa menzione di un ragazzo, destinato a p ortare l'insegna o bandiera del reparto.
Nell'esercito del duca di B orgogn a Carlo il Temerario, ad esem-
pio, almeno a partire dal 14 71 le insegne furono regolamentate con molta esattezza: ogni compagnia aveva uno slendardo; ognuno dei quattro plotoni della compagnia una cornetta, contrassegnala rispettivamente da una, due, tre e quattro C; ogni squadra una banderuola recante la C del suo plotone ed il numero della squadra. 1 motivi rappresentati, le dimensioni, la disposizione erano vari (immagini, l'acciarino e la pietra di Borgogna, due frecce incrociate, ccc.} ma, allo scopo di permettere la rapida identificazione del reparto, motivo e colori rimanevano sempre gli stessi nell ' ambito della compagnia. Philippe de Cornmynes nelle sue Memorie ha descritto i venti stendardi fatti eseguire dal duca per le sue venti compagnie d'ordinanza: «il primo di questi stendardi recava sul drappo giallo l'immagine di San Sebastiano e l'arme del Duca con il motto, il tutto accompagnato da fucili, fiamme e dalla croce di Sant'Andrea; il secondo l'immagine di Sant'Adriano su fondo azzurro; il terzo l'immagine di San Cristoforo su fondo bianco ».
Il brano documenta anche la consuetudine dei reparti militari medievali di portare in battaglia stendardi e bandiere raffiguranti immagini sacre, con l'evident.e speranza di assicurarsi la protezione divina, «speranza che non sembrò mai indebolita dalla coscienza che anche i nemici si comportavano nello stesso modo », come è stato argutamente notato (9). Un esempio italiano di tale usanza è la grande bandiera detta di Lepanto, ora conservata presso la Casa dei Domenicani di Torino. Si tratta della bandiera di seta, dipinta e ricamata, alzata dalla galera capitana del Duca di Savoia appunto nella battaglia di Lepanto (1571) e che raffigura n e l tondo centrale la Vergine Maria in mezzo agli Angeli.
Alla fine del 600, quando tutti gli Stati cominciarono a riordinare i loro eserciti su basi razionali ed a curare anche l'uniformità dell'equipaggiamento e delle divise, le bandiere militari vennero più accuratamente regolamentate.
Le bandiere dei reggimenti di Fanteria erano di solito quadrate o rettangolari mentre, per la Cavalleria, erano usati drappi di dimensioni ridotte - a due punte cornette, oppure quadrati, stendardiperché dovendo sventolare al galoppo non coprissero con i lembi ondeggianti il volto del cavaliere porta insegna. Tutti i drappi erano attaccati ad un'asta che terminava con un apice a forma di lancia in modo che, all'occorrenza, anche la bandiera potesse essere usata a mo ' di picca.
Per quanto riguarda la terminologia della bandiera ed il significato dei termini araldici si rimanda all'appendice tecnica posta alla fine del capitolo.
Con gli ultimi decenni del secolo XVIII, si giunge , almeno per la maggior parte dei Paesi europei, alla fine dell'epoca araldica delle (9) Whitney SMITII, Opera citata.
bandiere. Scomparse le bandiere personali, nei vari Paesi e uropei la bandiera, considerata il simbolo sacro della dinastia regnante, rappresentava lo Stato, anche se non rappresentava ancora tutto il popolo. Con una frase d'oggi potremmo dire che la bandiera era il simbolo del paese ufficial e, non di quello reale, pur non mettendo in discussione il valore unifi cante che tale simbolo, al di là della popolarità della monarchia, g i à esplicava specie negli Stati di più antica costituzione e quindi di più solide trad izioni unitarie.
L a rivoluzione americana, ch e portò nel 1776 alla formazione del primo nucleo degli Stati Uniti d'America, originò anche la prima bandiera na zionale moderna. Dopo qualche anno un'altra rivoluzione, quella francese, sostituì alla bianca bandiera borbonica il tricolore (10), nel quale si rispecchiò lo spirito della Francia intera e che, portato dalle a rm ate rivoluzionarie e napoleoniche attraverso tutta l'Europa, fu considerato il simbolo della lotta contro l'assolutismo. Anche la foggia del tricolore francese, all'epoca poco com un e, contribuì a colpire l'immaginazione dei popoli ed a favorirne l'imitazione.
Il seme rigeneratore della rivoluzione francese non morì nemmeno con la Restauraz ione e nei primi decenni del secolo XIX i c it tadini di tutti gli Stati cominciarono a riconoscere nella bandiera na zionale il simbolo della patria comune. Nacquero così in Europa e nelle Americhe, insorte contro la Spagna, le autentiche bandiere nazionali, co ncreta manifestazione della s inc era adesione di tutto il popolo all ' idea di Stato come espressione del carattere, delle tradizioni, delle asp ira zion i e dell'unità di tutta la Nazione.
La definitiva affermaz io ne della bandiera come il più importante simbolo politico nazionale (1 1) avviene però nel nostro secolo, come conseguenza del diffondersi prepotente, prima in Europa e poi in Asia ed in Africa, del nazionalismo. Quest'ideologia, infatti, che identifica il popolo con la nazione e questa con lo Stato, pur avendo avuto origine dal pe nsiero di uomini del settecento come Rousseau e Herder, s i svil uppò alla fine del secolo scorso, con l'affermazione delle nazionalità italiana e tedesca, soprattutto con l a caduta degli imperi austro-ungarico e turco e con la decolonizzazione dell'Asia e dell'Africa.
Sia pure molto brevemente, è necessario ricordare l'importanza assunta dalla bandiera co me simbo lo unificant e anche nelle lotte politiche, basti pensare alla bandiera rossa, ormai patrimonio ideale dei socialisti di ogni tendenza. Mauricc Dommanget ha affermato infatti: « Fare, o meglio abbozzare la stor ia della bandiera rossa significa ripercorrere parzialmente la storia del proletariato. Ma signi-
(10) Come noto, il tricolore francese deriva dall'unione dei colori di Parigi, blcu e rosso, con il bianco dei Borbone cd il suo primo patrocinatore fu il La Fayette.
(11) Altri simbo li politici sono le coccarde, g li stemmi, i bracciali, i distintivi, ecc. Il successo della bandiera deve essere attribuito anche alla indubbia «presa emotiva che esercita un drappo di stoffa policroma ondeggiante al vento.
fica delinearla da un punto di vista particolare, poiché il fatto d ' inalberare la bandiera rossa è un tratto rivelatore di una certa maturità sociale, di un certo grado di coscienza sociale, di un sicuro istinto rivoluzionario o talvolta, più semplicemente, d'uno spirito di rivolta elementare. Al tempo stesso, fare la storia della bandiera rossa vuol dire, in un certo senso, concretizzare la storia proletaria e socialista, perché significa scegliere in questa storia un oggetto reale che presenta rispetto ad altre espressioni dell 'azione operaia il vantaggio di essere misurabile e tangibile, il che evita grossi rischi d'errore. Vuol dire inoltre entrare nel campo del simbolismo proletario e rivoluzionario che merita attenzione e studio allo stesso titolo della simbolica religiosa o nazionale. Mettere in evidenza il significato mentale, morale, sociale implicito nello spiegamento della bandiera rossa, penetrare l'anima di una collettività nella misura in cui si rivela con quest'atto, significa anche in larga misura prendere conoscenza della sua tradizione, individuare le sue consuetudini che rivelano tensioni in t ime e forze profonde molto meglio di quanto non facciano mozioni di club o di congressi, o discorsi di leader» (12). E un noto storico italiano recentemente ha scritto: «anche nel campo dei governati, dei dominati, dei subalterni, dei vinti, la bandiera è stata - e continua ad essere - sia pure in varia misura un emblema nel quale ci si riconosce come collettivo. Lo sa chi ha analizzato le vicende dei moti risorgimentali, le insorgenze contadine ed operaie, lo sa chi ha vissuto la guerra partigiana e, sebbene vaccinato dall'orgia dei drappi, dei gagliardetti, dei vessilli del Regime, ha dovuto riconoscere l'esistenza a livello popolare di un indistruttibile anche se discreto - per non dire pudico - desiderio, quando non amore, di bandiera», concludendo poi con questa affermazione «la "bandiera è un documento non trascurabile della simbologia delle masse perché reca nei segni i motti e le figure diventati patrimonio di moltitudini» ( 13).
Per i popoli del Terzo Mondo, di più recente emancipazione, per i quali occorreva creare rapidamente una salda coscienza di identità nazionale, la bandiera si è rivelata il mezzo più idoneo per affermare la preminenza dell'idea nazionale rispetto alla religione, al la tradizione tribale, alla lingua ed all'ideologia politica.
Per quanto il disegno ed i colori di ogni bandi era derivino dalle tradizioni e dalla storia, è molto diffic i le interpretarne il significato perché, a differenza dell'araldica dove i metalli ed i colori hanno un valore abbastanza preciso, in campo vessillologico ogni Nazione
(12) Mauri ce DoMMANGET, Le drapeau rouge et la révolution de 1848, P arig i, 1948, pag. 27 ( tradu z ion e di E rsili a Pcrona Alessandrone).
(13) Guido QuAZZA , introduzione al volume collettaneo Un 'altra It alia nelle bandiere dei lavoratori, edito a Torino nel 1980 dal Centro Studi P iero Gobetti e dall'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, in occasione dell'esposizione nel Museo Nazionale del Risorgimento di Torino delle bandiere operaie e contadine già esposte, come trofeo, nella Mostra della Rivoluzione Fascista inaugurata a Roma nel 1932 ne l palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale. -23-
giustifica la scelta dei suoi colori in modo diverso.
L'azzurro, ad esempio, vuole simboleggiare i I cielo nella bandiera cilena, il mare in quella del Gabon, il fiume Gambia nella bandiera della Repubblica del Gambia, i nobili ideali in quella filippina e, per finire, l'uguaglian.ca e la giustizia nella bandiera della Repubblica di Cina (Ta iw an).
Il colore rosso rappresenta genera lmente il sangue di coloro che sono morti per la Patria o il coraggio dei c itt adi ni, ma può ugualmente indicare: l'ardore con il quale i l popolo si impegna nel processo dinamico di costruzione del Paese (Guyana); il sole (Lao s); la carità, la fedeltà e l'amore (Repubblica del Togo); lo splendore dei focolari alla sera (Principato di Liechtenstein); il fiume Volta Rosso (Repubblica dell'Alto Volta); la via del socialismo (URSS); oppure ricordare il colore tradizionale di un gruppo etnico (gli H an, maggioranza della popolazione cinese) o di una setta religiosa (i musulmani Kh arigiti dello Stato di B ahrein) o di un partito politico (partito liberale della Repubblica di P anama).
Così il colore verde, a volta a volta, è il s imb olo di speranza (Repubblica dello Zaire), di ricchezza (Repubblica del Gabon), di fede musulmana (Regno dell'Arabia Saudita).
Analogo discorso potrebbe essere fatto per i restanti colori che trovano cittadinanza in vessillologia: il nero, il bianco ed il g iall o.
Anche l'interpretazione dei simboli più spesso usati nelle bandiere non è sempre agevole, in quanto ogni Stato è libero di allribu i re ad essi il significato che più gli aggrada.
I n linea generale la croce indica l'appartenenza della popolazione alla religione cr istiana, anzi l'uso di una particolare croce, quella coricata, avverte anche che si tratta di bandiera di Paese scandinavo, ma vi sono delle eccezioni.
Nella bandiera giama icana, ad esemp io , la croce di S. Andrea che vi campeggia vuole ricordare l'Union Jack britannica, mentre sembra c he nella bandiera della Repubblica del Burundi la croce di S. Andrea derivi dal distintivo della compagnia aerea belga «Sabena » e non abbia alcun particolare s i gnificato.
L a stella vuole genera lm ente rappresentare l'indipendenza, come ad esempio nella bandiera del Ghana, ma può anche rappresentare i cinque continenti del mondo è quindi l'unità del genere umano, come nelle bandiere di molti P aesi socialisti. E così un certo numero di stel le può indicare il numero degli Stati componenti una Federazione, come le 50 stelle nella bandiera degli USA, ma anche avere un sign ifi cato comp letamente diverso, come nella bandiera della Repubblica Popo lare Cinese, dove quattro piccole stelle accanto ad una più grande simboleggiano la gui da del partito comunista sulle quattro classi soc iali : gli operai, i contadini, i piccoli borghesi ed i capitalisti patriottici.
La mezzaluna è il s imbolo della religione islamica e compare, infatti, in quasi tutte le bandiere degli Stati musulmani, ma nella bandiera marocchina tale religione è indicata invece con la stel la di re Salomone.
Di qui la necessità di essere molto cauti nell'interpretazione dei -24-
simboli e di risalire sempre a fonti ufficiali.
Ed infine, un rapido scorcio sulle più diffuse combinazioni di colori usate in vessillologia.
L'antico tricolore zarista - bianco, azzurro e rosso - per quanto imposto da Pietro il Grande e non espressione di una tradizione s i integrò talmente nel simbolismo russo che nel XIX secolo divenne l'emblema del nazionalismo panslavo. Ancor oggi quei colori, chiamati appunto panslavi, compaiono nelle bandiere di Stati slavi come la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.
I colori panarabi - verde, bianco, rosso e nero - hanno invece un'origine religiosa e storica. Essi ricordano, infatti, le bandiere degli Ommayyadi (bianca), degli Abbassidi (nera), dei Fatimidi (verde) e degli Ottomani (rossa) e sono oggi ripresi, almeno in parte, nelle bandiere dei Paesi Arabi.
Il verde, il giallo ed il rosso, colori della bandiera etiopica, sono invece considerati colori panafricani, perché colori dell'unico Stato afr icano da tempo immemorabile indipendente. Essi sono stati adottati da molti nuovi Stati, come il Senegal, il Malì, il Camerun, anche se ciascuno di questi Stati li ha giustificati con diverse motivazioni.
A conclusione del capitolo piace all'autore ricordare quanto ha scritto Giovanni Floris, poeta e scrittore di razza immat u ramente scomparso, nel presentare il dipinto di Alvaro Giordano (tav. IV) Alzabandiera in Russia (14): «tra i simboli, la bandiera è uno dei più ricchi e carismati ci. Ma è anche uno dei più ambigui; in sé e per sé, naturalmente. L a sua fortuna nella storia dei simboli è senza pari; il suo potenziale unificante e rappresentativo è tale che il s u o stesso nome, in traslato, metaforicamente, riesce a far da segno di qualunque aspetto della realtà e persino delle intenzioni, dei pensieri segreti. La sua ambiguità è il prezzo pagato alla sua fecondità, prolifera come poche cose al mondo. C'è la Bandiera, e ci sono miriadi di bandiere e bandierine e banderuole. Ma quella che conta è la B andiera, al punto che nessuno è più capace di farne a meno. Nei momenti più acuti del ricambio storico, quando si fanno saltare con la v iol enza cerniere, strutture, contenuti e segn i del mondo sottoposto a g iudizio marziale, si giunge a bruciare una B andiera; però se ne crea e inalbera un'altra. I cor te i politici che hanno sostituito le ant ic h e processioni sono ormai navigazioni d'uomini e d'armi in oceani di bandiere. L'ambiguità c'è e come (nei nostri atteggiamenti, non nella B andi era) ma la demitizzazione è sempre ed esclusivamente una pura e sempl ice sostit u zione. Mito per mito? Evidentemente il fatto ci risolve e soddisfa assa i meno di quanto andiamo proclamando da sempre o quasi; al punto che non possiamo proprio fare a meno di levare al disopra di esso, e di ciascuno di noi, e di tutt i noi, un'idea materialmente intessuta, multi o monocolore, nella quale
(14) Il dipinto si trova nel Museo Storico della Fanteria in Roma li Giordano figurava tra gli espositori alla «Prima Mostra degli artisti italiani in anni » tenutasi a Roma ne l l 942.
siano e il f atto e il da fare e il mai fattibile.
Di una Bandiera potrebbe lare a meno (ma in pratica, no) solo gente che prega, che sa pregare perché crede veramente in Dio. Ma chi non sa o non vuole pregare; chi vive, combatte, vince, perde, spera, dispera prima di morire nel ventre della realtà effettuale, leva come orazione la sua Bandiera. Se la Fede è qualcosa di mitico, la Bandiera è allora l'ostensorio della Fede, della Speran1.a e Carità laiche, rigorosamente ma religiosamente umane. Non è materia di discussione politico-sociale, ma di culto c ivico e civile. Se la Storia è l'unità progressiva di tutte le nostre ipotesi d'esistenza in cerca di verifica attraverso la morte, l a B andiera è il simbolo di tutti i problemi che da tale ricerca erompono e dei loro rispettivi valori. L'alzabandiera è dunque la preghiera storica, laica, del cittadino, particolarmente del cittadino in divisa, del soldato: dove l'accentuazion e della disciplina come obbedien1.a sostituisce l'adorazione, ma dove domanda e ringraziamento sono presenti nella lod e. Ed è preghiera di unità: particolarmente in guerra, al fronte, quando, per la distanza spesso enorme dalla propria terra, l'un it à è tutta dentro, e i segn i che scand i scono lo spaz i o sono avversi, ostili» (15).
( 15) Giovanni FLORrs, L'EserciLO italiano 11ell'ar1e, Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, Roma 1979.
Appendice al capitolo I
TERMINOLOGIA
Come si e visto, per lunghi secoli le bandiere hanno avuto una diretta derivazione araldica e, quindi, ancora oggi araldica e vessillologia hanno molti termini in com une. «Conservatr ice e tradizionalista per sua natura, l'araldica custodisce nel suo mondo rappresentativo un'infinità di concetti medievali e di conseguenza ne h a mantenuto anche le denominazioni» (1). Denominazioni non sempre chiare al lettore di oggi e non sempre usate con il medes imo significato dagli studiosi.
K B
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1 - puntate a freccia (a pomo, ad ala-
AERH - cantone In alto all'asta; barda, ad emblemi vari); 2 - asta; 3 - cordoni; 4 - fiocchi ; 5 - frangia; 6 - cravatta: AB - lunghezza; BC • larghezza; AEGD - parte dell 'asta o ghindante; EBCG - parte al battente;
EBRF - cantone m a lto al battente; HRDG • cantone in basso all'asta; RFGC - canto ne in basso al battente; AJPQ • cantone interno: AJDM • terzo all ' asta; JKLM - t erzo centrale; KBCL - terzo al battente; ABFH - alto; HFCD · basso:
Fig. 11. 4 - terminologia della bandiera.
Anche il modo di blasonare un'arma, cioè <li descrivere uno stemma, non è sempre lo stesso. Qui si è seguito il metodo più semplice che consiste nel descrivere prima il campo e poi le figure, ini ziando dalla pezza che occupa il cantone super iore e terminando con l a
( l) Ottfried NElfBECKER, Araldica, Milano 1980.
descrizione degli scudetti sovrapposti al tutto. Il linguaggio usato, inoltre, non è quello rigorosamente araldico; alcuni dei termini più lontani dal parlare odierno sono stati opportunatamente «tradotti».
Al fine di evitare qualsiasi confusione, si forniscono comunque alcune definizioni - tratte per Jo più da un articolo del Bascapé (2) e dal già cita l o volume del Neubecker - alle quali l'autore si è attenuto nel corso della trattazione.
ACCANTONATO: si dice delle figure - e in particolare della croce - aventi nei cantoni dello scudo (da uno a quattro) altre figure di accompagnatura.
ADDOSSATO: attributo di due animali che si voltano il dorso e guardano i fianch i del lo scudo.
ALER I ONE: aquilotto senza becco e senza artigli; simile a un merlo.
ANSA: t ermine antico per manico.
ARME: complesso di determinate figure, effigiate secondo certi principi e certe regole, che costituisce il contrassegno stabile di perso ne, o famiglie o enti. Ogni arme si compone di due parti principali: lo scudo e l'elmo, ma possono far parte dell'arme anche gli ornamenti. T alvo l ta l'e l mo è sostituito da una corona.
ATTRAVERSANTE: è detto della figura o pezza araldica, generalmente lunga, che attraversa una part i zione, un'inquadratura o l'intero campo.
BANDATO: è così detto lo sc udo caricato di bande alternate di due smalti in numero pari, da 4 a 8.
BANDIERA: deriva da banda, di cui era l'insegn a (Paolo Diacono nell'Historia Longobardorum, secolo VII, già parla di un Bandonum re degli Eruli) ed è un nome generico usato per indicare termini più precisi propri di altre li ngue, quali per esemp io Banner o Panner: insegna di tipo arald ico, anticamente rettangolare e attaccata all'asta dal lato maggiore; Fahne o Drapeau : bandiera u sata preva le ntemente a terra, in origine emblema soprattutto di g u erra o d i sovranità, qualunque ne fosse l'aspetto, al contrario di Flagge o Pavillon o Ensign: bandiera più moderna, in orig ine u sata so p rattutto i n mare.
B ORDURA: l ista aderente ai lembi i nterni dello scudo, del q u ale segue la s inuosità, larga circa un settimo della larghezza dello sc u do.
CAMP O: è il fondo dello scudo su cui sono poste le figure e le pezze.
CARN AGI ONE (DJ): attri b u to delle fig u re u m a n e a l nat u ra le
(2) Gia co mo C. BASCAPÈ, La rerminologia, il linguaggio araldico, i simboli, n. 9-10/1977 di Araldica, Roma 1977.
CARICATO: si dice di tutte le pezze o figure che ne hanno altre sopra, spesso di piccole dimensioni.
CORNETTA: bandiera di dimensioni ridotte, a due pria un tempo dei dragoni. Da essa trassero origine di cui appresso. punte, progagliardetti
CRANCELINO: figura araldica formata da una mezza corona di foglia di ruta, di verde, posta in banda e attraversante.
FASCIATO: è così detto lo scudo caricato di fasce alte rnate di due smalti in numero pari, da 4 a 8. Oltre questo numero è detto «burellato».
FIAMMA: usato nel senso di bandiera, è termine che appare nel secolo VIII, ma ebbe particolare importanza soprattutto a Bisanzio, dove Flàmoulon dalla fine del Mille indicò comunemente la bandiera di guerra. Sopravvissuto nelle lingue romanze, il vocabolo indica le lunghissime bandiere (ormai però di uso limitato) che le navi portarono dal Medioevo in poi in cima agli alberi. Con il termine fiamma si indica anche una bandiera di forma pentagonale w1 tempo usata dai reparti di cavalleria.
GAGLIARDETTO: originariamente bandiera a due punte issata sugli alberi delle navi, poi ad una sola punta o di forma quadrata , ma sempre di dimensioni ridotte.
GIGLIO: definito semplicemente «giglio», è il giglio araldico, il più nobile dei fiori blasone , ma rappresentato senza alcuna somiglianza con il fiore che esiste in natura, che viene pertanto chiamato «giglio naturale».
GONFALONE: dall'alto tedesco guntfan (da gundja = guerra, e fahn = insegna), il gonfalone indicò nell'alto Medioevo la bandiera attaccata alla lancia portata dai cavalieri. Aveva forma dì rettangolo esteso in lunghezza e terminava con punte, le cosiddette lingue o fiamme o code o fanoni, di solito tre. In questa forma e di color rosso, senza figure, il gonfalone divenne insegna personale dell'imperatore. Mantenendo la sua forma originaria terminante in code e differenziandosi in ciò dallo stendardo, il gonfalone fu usato dai Comuni medievali. Il cosiddetto gonfalone papale era, invece, un ombrellone a strisce alterne, rosse e oro.
INSEGNA: vds. VESSILLOIDE.
LABARO: originariamente derivò, secondo alcuni, dall'aquila legionaria romana e dallo stendardo della cavalleria; se ne hanno notizie al tempo dei primi imperatori romani cristiani, quando fu sostituito all'aquila il monogramma intrecciato XP, iniziali della parola XPI"E.TOE. È simile allo stendardo, pendente da un regolo orizzontale, ma di dimensioni minori.
LAMBELLO: pezza araldica simile a una lista scorciata e munita di pendenti (o gocce) patenti e in numero normalmente di tre.
LAMPASSATO: d a langue passée atlraverso i denti, dicesi dei quadrupedi avent i la lin g ua di sma lto diverso.
LI NGUATO: attributo di u ccell i aventi la lingua di s malt o diverso.
MEMBRATO: attributo dell'aquila (e d i altri volatili) con zampe e a rtigli di sma lto diverso.
PASSANTE : attributo dei quadrupedi pos ti in atto di camminare, la zampa d estra anteriore sollevata.
PATENTE: att ributo - in particolare - della croce le cui estremità s i allarga no ai bordi d e ll o scud o.
PLINTO: piccola f igura a forma di mattone, generalm ente figurant e in grande num ero a mo' di sem inato, nel qual caso lo sc udo dicesi «plint ato».
PO TENZIATO: attr ibuto di f ig ure o pezze te rm inanti a forma di «T».
Q UARTO : quarta p arte di uno scud o diviso in quattro pezzi. Per es t ensione s i intende per «qu arto» il campo di un'arme composta (e perciò costituente arme a sé) su ddi v isa in parti u g uali da Iinee orizzontali e verticali incrociantesi.
SCUDETTO: dicesi dello scudo p osto sul tutto, ossia sopra un altro sc udo ( inquart ato o altrimenti partito).
SEM I NATO: è lo sc ud o (o la figura) cosparso di p iccole e n u merose figure (di solito gigli, stelle, api o rose).
SMALTI: sono i co lor i (rosso, azzurro, ne ro, verde, porpora) e me t a lli (oro e argento) araldici.
ST E N DARDO : con questo termine s i intendono impropr iame nt e e ge nericam e nte tutte l e in seg n e usate ne ll 'an t ic hit à, anche se in realt à non si trattava che di emble mi , spesso di carattere religioso, issati per lo p i ù in cima ad aste. La più antica, au t en tica , rappresentazione di uno stendardo risale a c irca 2.800 anni ava nti Cristo ed appartenne a una provincia egizia: la raffi g urazion e di un animale (una l.e pre) su un panno co lorato, forn i sce g li elementi dello stendardo quale fu usato poi nei secoli: l 'asta c h e tiene alto e ben visibi le il drappo c h e, sventolando, attrae l' attenzio ne.
In campo militare lo stendardo è una bandi era di dim e n s ioni ridott e u sata da reparti di cava lleria o, com unqu e, montati.
SUL TUTTO: figura, in particolare sc ud etto, posto su un ' inqu artatura o altra partizione.
SU L TUTTO DE L TUTTO: s i dice di uno scudetto posto a sua volta s ullo scu d etto figurante sul tutto.
VESSILLOIDE: un quals iasi oggetto c h e , pur diffcrendonc nell'aspe lto, es pli c hi le stesse funzioni di un a bandi era.
CAPITOLO ll
BANDIERE DEGLI ESERCITI PREUNITARI NEL SECOLO XIX
REGNO DELLE DUE SICILIE - STATO DELLA CHIESA
GRANDUCATO DI TOSCANA - DUCATI DI PARMA E DI MODENA CORPI VOLONTARI
L ' E serc it o italiano affonda le s u e radici nel forte humus di quello piemon t ese, ma I.a non contestabile perentorietà dell'affermazione non vuole asso lut amente trascurare gl i apporti preziosi che, a partire dal 1848, gl i altri Eserciti della Penisola ed i Corpi Volontari a quell'Esercito hanno dato.
L ' E sercito piemontese, infatti, accolse n elle sue fila migliaia di giovani generosi ed entusiasti, di c ui i nom i illustri di Corsi, Cialdini, Fanti, Cosenz, Mezzacapo, P ianell, Bixio , Me di ci sono soltanto la «vetri na». E furono proprio le diverse esperi enze, le diverse culture, le diverse aspirazioni di quelle migliaia di g iovani provenienti da tutte le regioni d' It a li a che costituirono il lievito generatore dell'Eserc i to i taliano.
Questo capitolo, prendendo in esame le bandiere militari degli Stati preunitari e quelle d ei Corpi Volontari, sia pure in rapida sin t es i e limitatamente al secolo diciannovesimo, vuole rispondere ad una ob iettiva esigenza di in formaz io n e ma, nel contempo, vu ole essere un r iconoscimento ed un at t o di o ma gg io del1 ' Esercito di oggi a tutti co loro c he , nati lomb ard i o napoletani o toscani o siciliani, profusero sangu e e lacrime per morire italiani.
REGNO DELLE DUE SICILIE
L'uni ca bandiera mili tare del r eg n o di Giuseppe Napoleone (1) di cu i si abb i a traccia è quella d el l O reggimento Fanteria leggera, descritta dal Ghisi (2). Si trattava di un r ombo di 60 X 60, fiancheg-
( I ) Il 30 marzo 1806 l ' imp eratore N apo leone T nominò il fratello Giuseppe r e de lle Du e Sicilie anche se la Si c ilia , protetta dalla flotta inglese, rimase sempre so tto l a sovranità borbonica.
(2) Enrico GHISI, Bandiere del regno di Napoli sotto Giuseppe Napoleone e Gioacchino Mural in Rassegna storica del Risorgim ento, Roma 1928. - 33 -
giato da quattro triangoli, I O e 4° rossi, 2° e 3° neri. Nel lato diritto, contornata da foglie e bacche di alloro, la scritta dipinta in oro:
GIUSEPPE
NAPOI.,EONE
RE DELLE DUE SICILIE
AL 1° REGGIMENTO
D'INFANTERIA LEGGERA
Nel lato rovescio le grandi armi del regno: uno scudo diviso in quindici pezzi convergenti al centro, in ciascuno dei quali era raffigurata !'arme di una provincia del regno. Al punto d'onore )'arme dell'Impero francese (scudetto d'azzurro con l'aquila imperiale d'oro). Lo scudo, circondato dal collare della Legion d'Onore, era sostenuto da due sirene di carnagione recanti, quella di destra, un remo (forse rosso) e, quella di sinistra, un'ancora nera. Padiglione con manto reale foderato d'ermellino, sormontato dalla corona reale, frangiato d'oro e bordato di scacchi bianchi e ama.-anto.
Il colore nero, secondo alcuni, sarebbe stato scelto perché colore preferito degli abiti dei montanari, numerosi sia in Corsica, paese di origine del nuovo re, sia nello stesso regno di Napoli; secondo altri avrebbe invece ricordato uno dei colori scelti per il tricolore della Repubblica partenopea del 1799. Quanto al colore amaranto la sua origine è addirittura normanna.
Il 15 febbraio 1811 il nuovo re, Giocacchino Murat, emanò un decreto per stabilire foggia e colori della bandiera naz ionale:
Udito il nostro Consiglio di Stato. Abbiamo decretato e decretiamo quanto segue:
Art. I. - T colori nazionali del nos1ro Regno saranno il bianco, il celeste e l'amaranto.
Art. 2. - Siffatti colori saranno usati sulle bandiere, sulle fiamme e sulle coccarde.
Nella bandiera il campo sarà celeste, il mezzo sarà ornato con lo scudo delle Nostre armi, e gli estre,ni forniti di una doppia bordatura a scacchiera, con quadrelli uguali di color amaranto e bianco, disposti in modo che il colore celeste oltrepassi per la larghezza dei quadrelli.
La fiamma avrà il suo campo celeste, e sarà obliquamenle attraversata da una fascia a scacchiera di quadretti bianchi e di color amaranw simile alla bordura delle bandiere, ed avrà un piccolo scudo delle Nostre armi nell'angolo inferiore della sua base.
Nella coccarda si userà il colore amaranto e bianco.
-34-
Ne occuperà il primo centro per la metà del diametro, e rimarrà bianca la rimanente parte circolare.
».
Le poche bandiere dell'Esercito murattiano giunte sino a noi, una delle quali è raffigurata nella tavola V, confermano il decreto, anche se le var i anti non sono poche. Particolare curioso: l'apice dell'asta di quella del 1° Reggimento Cavalli Leggieri consisteva in un capitello di rame dorato, sormontato da un cavallo di bronzo dorato in atto di spiccare un salto. Evidentemente re Gioacchino voleva dimostrare al potente cognato la sua ind ip endenza e sdegnava l'aquila imperiale (fig. 5) che, invece, cimava le aste delle bandiere dell ' Impero francese e del Regno d'Italia.
Con il rientro a Napoli di Ferdinando I , le bandiere militari ripresero la foggia borbonica: quella sancita dal Regolamento ossia Ordinanza colla quale si prescrive la forma de Vestiari, Equipaggi,
Cuoiame ed Armamento, di cui dovrà far uso il nostro Real Esercito, di data imprecisata ma, comunque, non antecedente la fine del XVIII secolo.
All'articolo 20, Delle Bandiere per uso della Infanteria, il regolamento dispone: «ogni Reggimento avrà 6 bandiere, cioè 2 per ogni Battaglione. Una sarà denominata Colonnella; tutte le altre sensiglie». A proposito della Colonnella stabilisce poi: «Tutto il campo della bandiera sarà bianco, d'ormesino a due capi ben battuto, della dimensione di palmi otto in quadro. Da una parte verrà ricamato in seta lo Stemma delle nostre Regali Armi, dall'altra opposta vi sarà anche in ricamo la Croce Costantiniana (rossa con lettere in oro), e sotto di essa le lettere iniziali indicanti il Reggimento, a color nero. Nei quattro angoli di ambo i campi vi saranno ricamati quattro gigli con seta gialla, in mezzo di una ghirlanda di a l loro di figura ovale». Le bandiere sensiglie, invece, «saranno costrutte di stoffa, consimili a quella Colonnella, e della medesima dimensione. In ambo le parti verrà ricamata la Croce Costantiniana, e sotto di questa le lettere iniziali».
Cravatte a doppia caduta: due rosse e due bianche con un fregio geometrico ricamato in oro e terminanti con una frangia pure d'oro. Cordoni e fiocco d'oro, asta rossa con spirale bianca bullettata d'ottone, freccia di ottone a forma di foglia con nervatura centrale.
Attorno al 1825 la foggia di queste bandiere era già stata leggermente modificata, come si rileva dalle tavole di un regolamento dell'epoca conservato presso la Brown Un iversity cli Providence nel Rhode Island. Dall'esame comparato dei vari vessilli riprodotti sulle tavole in argomento sembra di poter affermare che:
- il drappo delle bandiere colonnelle dei reggimenti della Guardia Reale era di color rosso e recava lo stemma reale su entrambi i lati; il drappo delle sensiglie era, invece, bianco;
- le bandiere sensiglie erano prive nei quattro cantoni del drappo del giglio borbonico inghirlandato d'alloro;
- in tutte le bandiere le scritte indicanti il reggimento erano in oro;
- i reggimenti di fanteria erano dotati di bandiere rettangolari, quelli di cavalleria di stendardi quadrati ma di uguale disegno;
- la freccia degli stendardi differiva leggermente da quella delle bandiere.
Nella tavola V figurano, oltre a quella già citata del 1° Reggimento Cavalli Leggieri, anche la bandiera del I O Reggimento Granatieri della Guardia R eale (Colonnella e Sensiglia), quella del 2° Reggimento Cavalleria della Guardia Reale e inoltre quella del Reggimento Cavalleria Re.
Per completezza di trattazione si aggiunge che anche nell'esercito borbonico le bandiere dei reggimenti di Cavalleria erano chiamate stendard i ; erano di foggia quadrata e differivano in alcuni particolari dalle bandiere; lo stendardo del l O reggimento dragoni caricava i cantoni con una granata e non con il gigl io dei Borbone (tav. VI).
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iTavola V . bandiere militari del Regno delle Due Si c ilie ( I O Reggi mento Cavalli leggieri di Gioa cchino Mural, Colonne/la e Sens ig lia del 1° Reggimento Granatieri della Guardia Rea le, Colonne/la del 2° Reggimento Cavalleria della Guardia Reale, Colonne/la de l Reggimento Cavalleria Re, verso).
Nella figura 6 iniin e, la bandiera del 15° R eggimento Fanteria di linea Messapia.
ECC~DI L\NEA M
Fig n. 6 • bandiera de.I 15° reggimento fanteria di linea Mcssapia (verso).
L'Arme d e i Reali dell e Due Sicilie (3), la più complicata tra tutte quelle appartenute ad un ramo dei Borbone, riprodotta ingrandita in fig. 7, pe r semplicità, è disegnata senza i co lla r i deg l i ordini cavalleresc hi che fregiavano lo scudo.
(3) L'arme dei Reali delle Due Sicilie consisteva in uno stemma partito di quattro lin ee. Nel I grande partito: nel I O e nel 4° di oro, a sei gigli di azzurro, I , 2, 2, I (F arncse); nel 2° e 3° di rosso, alla fascia d'argento (Asburgo), partito di Borgo gna ant ica c h e è bandato d'oro e d'azzurro co n bordura di rosso. Sul tutto del I g r ande partito: lo scudo di Po r togallo di a r gen to, con cinq u e sc u de tti di azzurro posti in c r oce, car ica ti di cinque bisanti di argento, segnati di un punto di nero, nel cen t ro, messi in croce di S. Andrea, con l a b o r d u ra di rosso , car icala di sette castelli d'oro, posti: tre nel capo, due a i lati e due inclinati a destra ed a s ini s tra nei cantoni della punta. Nel II g r an partito; spaccato di due: nel I inquar tato: nel I O e 4° di rosso, a l caste llo in oro torricellato di tre pezzi dello stesso, finestrato aperto e aggiornato di azzurro (Castig lia) ; nel 2° e 3 ° d 'argento, a l leone di rosso, coro n ato, lampassato e arm ato d'oro (L eon); innestato in punta d'argento, a ll a granata di rosso stellata e fog lia t a di verde (Granata). Nel secondo di rosso, alla fasc i a di arge n t o (Asburgo). Ne l - 41 -
Fig. n. 7 - arme dei Borbone di Napoli.
terzo spaccato: a) trinciato in grembo: nel I O centrato al triangolo grembiato di oro a quattro bande di azzurro bordato di rosso (Borgogna antica); nel 2° d'oro, al leone di nero, armato, lampassato e coronato dello stesso (Fiandra); b) d'azzurro a nove gigli d'oro, 3, 3, 3, al capo lambello di rosso di cinque pezzi (Angiò). Nel IIl grande partito, spaccato di due. Nel I O partito: a destra di oro, a quattro pali di rosso (Aragona); a sinist ra inquartato in pi la, nel capo e punta di oro a quattro pali di rosso: ai lati di a r gento, all'aquila nera, coronata dello stesso, dal volo spiegato (Aragona-Sicilia). Nel 2° d'azzurro, ad otto fiordalisi di oro, 3, 2, 3, alla bordura spaccata d'argento e di rosso (Borgogna moderna) Nel 3° spaccato: sopra tagliato in grembo, nel I O di nero, al leone d'oro passante (Brabante), nel 2° d'argento, all'aquila rossa, coronata dello stesso, dal volo spiegato (Anversa); sotto d'argento, alla croce d'oro scorciata e potenziata, accantonata da quattro crocette sempl ici dello stesso (Gerusalemme). Ne l lV ed ultimo grande partito: d'oro a sei palle, I, 2, 2, I, la prima azzurra ca ri cata di tre gigli d'oro, 2, I, le altre rosse (Medic i). Sul tutto d'azzurro, a tre gigli d'oro, 2, I, alla bordura di rosso (Borbone). Lo s t emma fregiato degli Ordini cava ll ereschi di San Gennaro, San Ferdinando, Costantiniano di San Giorgio, del Toson d'oro, della Concezione, del Santo Spirito e cimato della corona Reale con tocco rosso.
STATO DELLA CHIESA
Durante l'invasione francese, il l 6 marzo 1808 , fu adottata una nuova coccarda bianca e gialla. Da tale coccarda quando lo Stato della Chiesa, scomparso nel 1809, venne ricostituito derivò la bandiera pontificia giallo-bianca t uttora in uso. Le bandiere dei reparti militari però non sempre adottarono i nuovi colori: l'Artiglieria mantenne il tradizionale colore turchino e la Cavalleria quello verde. Nel Museo Storico Vaticano infatti è conservato lo stendardo dei Dragoni Pontifici (tav. VII) che ha il drappo quadrato di cm 90 X 90 in velluto verde scuro, frangiato. Un motivo floreale in argento corre lungo tre lati del drappo, al centro sopra le chiavi ed il triregno, in oro e argento , le armi di Pio IX (leone d'oro inquartato a due barre di rosso in campo d'argento) con la dicitura Dragoni Pontifici.
L'asta, foderata di velluto verde scuro con chiodini bianchi, ha l'apice a freccia.
Nell'Armeria Reale di Torino è conservata la bandiera del 2° reggimento este ro Fanteria di linea, catturata nel corso della campagna del 1860. Il drappo, frangiato d'oro, è giallo e bianco, con ricami a foglie, d'argento nella parte gialla ed in oro nella parte bianca; al centro in un cerchio rosso le armi di Pio IX bordate di giallo e sorrette da due rametti fogliati; attorno al cerchio la scritta Fanteria di linea Secondo Reggimento Estero. Da rilevare che nelle bandiere dell'esercito pontificio l'apice dell'asta consisteva talvolta in una statuetta metallica raffigurante l'arcangelo Michele, patrono delle milizie celesti. La statuetta poggiava su un globo con la scritta: Quis ut Deus?
Nella tavola VII è raffigurata anche la cornetta della Guardia Nobile Pontificia in vigore fino al 1820: drappo color porpora, frangiato, con ricami d 'oro Al centro, sopra le chiavi ed il triregno in oro e argento, lo stemma di Pio VII.
GRANDUCATO DI TOSCANA
Gli avvenimenit conseguenti alla rivoluzi one francese non risparmiarono la Toscana; il 21 marzo 1801 Napoleone creò al posto del Granducato un Regno di Etruria (4). La prima bandiera militare toscana di cui si darà la descrizione è una bandiera di questo regno.
Trattasi della bandiera del Reggimento Cacciatori (tav. VIII) conservata a Milano nel Museo del Risorgimento. Il drappo è in seta dipinta e lumeggiata d 'oro, di cm 74 X 72; nel diritto reca ]'arme
(4) Tale regno vassallo, concesso ai Borbone-Parma, durò fino al LO dicembre 1807 quando Napoleone incorporò la Toscana alla Francia.
reale (5) e nel rovescio l ' imma g in e di S an Giova nni. Attorno al drappo un fregio, con il giglio bottonato di Firenze a i quattro angoli.
A P a lazzo Pitli sono conservati altri vessi lli del R egno d'Etruria: lo stendardo del reggimento Dragoni e quello di un al tro repa rto di cavalleria. Il primo, di c m 83 x80 , è di seta co lor rosso e r eca nel diritt o l'arme reale e nel rovescio l'immagine di San Luigi , dipinte entrambe n e l riquadro centrale. Atto rno un festone a tri a ngo li di color bia n co; ai quattro canto ni un gigli o ricamato pure di color bianco.
L 'allro ste nd a rdo è di seta c olor rosa, di cm 58 X 58, e r eca nel diritto un med aglio ne ricamato con l'arme r ea le acco ll ata da fronde di ulivo. Ai quattro ca nton i un g igli o dorato. Nel rovescio )'arme rea le è sos tituit a dall'immagine dell'Imma c olat a. L'asta, a lta cm 212, è ricoperta di velluto rosso con bullette d'ottone. Il puntale è d'arge nto scur ito a fo rma di lan cia.
Ri entrato n e l settembre 1814 Ferdinando III di Asb urgo-Lore na a Firenze, anche le bandiere ripresero gli ant ic hi colori e l'antica fogg ia (tav. VIII): drappo a strisce orizzontali, quella centrale bianca, quelle es te rne r osse. Al centro della s trida bianca, s postata ve r so l' as ta e debordante sulle strisce rosse, l'arme del G ra nduca (6).
GRANDUCATO
DI PARMA, PIACENZA E GUASTALLA
Nel periodo napoleonico il Du cato fu smemb ra to: la maggior parte passò direttamente alla Francia, Guastalla con il s uo circondario fu asseg nat a, invece, al Regno d'Ita li a . Il di sco rso s ulle bandiere militari parmensi inizia p erc iò verso la seconda m età del 1814 quando
(5) Lo scudo era partito: nel I O d i Farncse (d'oro, a 6 gigli d'azzurro posti 3, 2, I ) e ne l 2° di Guastalla (d'a rgento, alla croce patente di rosso, accantonata da quattro aquilotti di n ero, imb eccati di rosso e membrati d'oro); in p unta le pezze di Lore na (di oro, alla banda di rosso caricata di tre alc ri oni d'argento) e d'Austria (d i rosso alJa fascia d'argento). Sul tutto uno scudetto inquartato: nel l O e nel 4 ° di Castiglia (d i rosso, al caste llo d 'or o merlato di t r e pezzi); ne l 2° e n e l 3° di Leo n (d'argento al Ico ne di rosso lin g u a to , a rm ato e co ro n ato d'oro). Su tutto del tutto un altro scudetto, partito di Borbone (d 'azzurro, a tre fiordalisi d'oro post i 2, I a lla bordura d i rosso) e di Medi ci (d'oro a c i nque pa ll e di rosso poste 2, 2, I con in capo una palla alquanto maggiore d'azzurro car icata da tre fiordalisi d'oro po s ti 2, 1). Scudo cimato dalla corona reale, acco llato ad un trofeo di bandiere e di lance, circondato dagli Ordini di Santo Stefano e del Toson d'Oro.
(6) Lo i,cudo i nquartato: nel 1°, part i to di Ungh eria a n t ica (fasciato di otto pezzi d 'arge nto e rosso) e di Ungheria mode rn a (di rosso a lla doppia c roce d'argento sosten ut a da un monte di tre cime di verde coronato d'oro); nel 2° di Boemia (di rosso al leone d'argento con la coda biforcuta, armato, linguato e coronato di oro); nel 3° di B orgogna ai due barbi d'oro addossati e accompag n a ti da quattro c rocet te ricrociate e fitte d e ll o stesso, poste I , 2, 1) Sul tutto uno sc udetto interza t o in palo: nel I O di Lorena, nel 2° d'Austria, n e l 3° di Medici. Lo scudo, cimato dalla corona reale, era acco ll ato da un trofeo di bandiere e di armi con i collari degli Ordini di Santo Stefano e del Toson d'Oro.
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a Parma il m1mstro dell'imperatore d'Austria (7), conte MagawlyCerati, dichiarò i colori austriaci rosso e bianco colori dello Stato.
Non si hanno notizie precise sulle prime bandiere adottate dalle truppe ducali; molto probabilmente i colori erano bianco e rosso e vi figurava ]'arme della sovrana, dato che ail'epoca le bandiere reggimentali erano bandiere ancora araldiche. Nell'armeria Reale di Torino sono conservate due bandiere apparlenute alle truppe parmensi che, al comando del generale von Neipperg, poi marito morganatico di Maria Luisa, giunsero in Piemonte nella primavera del 1821 in aiuto alle truppe rimaste fedeli a Carlo Felice.
Le due bandiere, uguali ma con i disegni invertiti, hanno il drappo bianco con un contorno a triangoli fiammati rossi e bianchi sui tre lati liberi e recano al centro da una parte !'arme della duchessa (8), dall'altro l'immagine della Madonna della Immacolata Concezione. Sciarpa bianca con ricami e frangia d'oro. Particolare insolito: nella parte terminale della sciarpa è ricamata ]'arme ducale.
Alla morte di Maria Luisa il Ducato tornò ai Borbone-Parma ed il nuovo Duca Carlo II adottò come colori nazionali l'azzurro ed il giallo. Sembra che la bandiera delle truppe ducali fosse un drappo bianco contornato da un bordo a triangoli fiammati azzurri e gialli con al centro l'arme del sovrano (9).
Nella tavola IX la bandiera è riprodotta nella ricostruzione ideale che ne ha fatto Aldo Ziggioto, indubbiamente lo studioso italiano più competente ed autore di un saggio preciso ed esauriente sull'argomento (10).
Carlo III, succeduto al padre nel 1849, riordinò completamente il piccolo esercito ducale e adottò nuovi modelli di bandiere.
La prima disposizione, del settembre 1850, riguardò le bandiere delle fortezze. Queste insegne erano due: la «reale», da inalberarsi nei giorni festivi, e la «giornaliera» per i giorni feriali. La prima era bianca, con lo stemma ducale nel mezzo, e con il bordo cosLituito da una serie di triangoli «fiammati» gialli, blu e scarlatti; la giornaliera era rettangolare, con sei raggi blu e sei raggi gialli alternati e convergenti al centro.
(7) Dopo l'abdicazione di Napoleone a Fontainebleau (4 aprile 1814) gli Alleati decisero che a Maria Luisa, moglie di Napoleone e figlia dell ' imperatore d'Austria, andasse a titolo personale il Ducato di Parma. La nuova duchessa prese materialmente possesso dello Sta lo solo nell'aprile I 816.
(8) Lo scudo adottato da Maria Luisa era partito: ne l I O di Farnese, nel 2° di Guastalla. In cuore uno scudetto interzato in palo: <l' Absburgo, d'Austria, di Lorena. Intorno allo scudo il collare d e ll'Ordine di San Giorgio Padiglione con mantello di porpora foderato di ermeilino, cimato dalla corona.
(9) Scudo partito: nel 1° di Farnese; nel 2°, contropartiro, di Medici e di Malaspina (troncato d'oro e di rosso, allo spino di verde fiorito di cinque pezzi d'argento posto in palo e attraversante); sul tutto di Borbone-Parma (d'azzurro a tre fiordalisi d'oro posti, 2, I, alla bordura di rosso caricata di otto conchiglie d'argento).
(lO) Aldo ZIGGIOTO, Le bandie re degli Stati italiani, in Armi antic h e , Torino 1970-1971.
Con decreto n. 514 del 21 agosto 1851 venne ufficialmente stabilito che la bandiera reale dovesse essere bianca, sparsa di gigli d'oro, con stemma ducale (sormontato da corona reale, circondato da un trofeo di armi e vessilli ed accollato dagli Ordini dello Spirito Santo, del Toson d'Oro, dell'Ordine Costantiniano e della Croce dell'Ordine di San Ludovico) al centro nel lato diritto; con l'immagine di San Giorgio che uccide i1 drago nel rovescio; il bordo era sempre costituito da triangoli a tre colori. La bandiera di Stato, cioè la precedente «giornaliera», conservò i raggi blu e gialli alternati, ridotti però ad otto in tutto; essa era, inoltre, bordata di scarlatto. I reparti militari adottarono le bandiere reali che erano state distribuite ai primi due battaglioni di fanteria di linea già dall'agosto del 1850. I drappi erano fissati ad aste ricoperte da velluto blu su cui erano infissi dei chiodi dorati, il puntale era dorato ed a forma di giglio borbonico.
Le cravatte erano di seta blu, sul diritto recavano scritto in lettere d'oro «Carlo III Duca di Parma e Piacenza» l ' una e «Montjoie Saint Denis» (motto dei re di Francia) l'altra; sul rovescio erano ricamati gigli borbonici.
L'arme adottata da Carlo III (11), infelice perché riuniva troppi stemmi e non priva di errori araldici, è riprodotta nella tavola IX, al centro della bandiera di uno dei due battaglioni di fanteria di linea, conservata a Vienna nel Museo dell'Esercito.
DUCATO DI MODENA E REGGIO
Anche le bandiere dell'esercì to estense alla fine del secolo diciottesimo erano di tipo rigorosamente dinastico (fig. 8): drappo azzurro, colore della dinastia regnante, al centro di un ve1·so la grande aquila degli Este con l'arme del Ducato, dall'altro l'immagine della Vergine.
Si ha notizia anche di altre bandiere che presentavano, rispetto al modello precedente, alcune varianti: al centro ]'aquila coronata senza scudo, oppure la grande arme del Ducato; drappo bianco bordato da nastri ondulati azzurri con gigli d'oro ai quattro cantoni. Dopo Ja parentesi napoleonica, nel 1820 Francesco IV (12) assegnò
(11) Lo scudo era interzato in fa scia: nel I, partito: nel I 0 , contropartito, di Farnese e di Guastalla; nel 2°, interzato in palo, di Rossi di San Secondo (d'azzurro, al leone bandato di rosso e d ' argento di dieci pezzi, coronato d ' oro). di Medici e di Malaspina; nel II, partito, di Savoia moderna e di Correggio (di rosso, alla fascia d'argento); nel Ill, interzato in palo, di Pallavicini (scaccato di rosso e d'argento di quattro file, 2, I, al capo dell'Impero), e di Paleologo (di rosso, alla c roce d'oro, a c cantonata da quattro a c ciarini dello stesso) e di Landi (inquartato, nel I O e nel 4 ° palato d'oro e d'azzurro alla riga d'argento attraversante , nel 2 ° e nel 3 ° d ' oro a 3 fasce ondate d'azzurro), c on sul tutto uno scudetto inquartato nel I O e nel 4° di Castiglia, nel 2° e nel 3° di Leon e con sul tutto del tutto lo scudo di Borbone-Parma Scudo cimato da corona chiusa foderata di ro s so. Trofeo d'armi e bandiere accollato allo scudo. (12) Per effetto del matrimonio, avvenuto nel 1771 , della nipote di Francesco
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alle truppe ducali una nuova bandiera, riprodotta nella pagina seguente (fig. 9), nella ricostruzione eseguita dallo Ziggioto: drappo bianco, al centro lo stemma dello Stato (13) accompagnato da una corona d'alloro fruttata d'oro e contornato da una larga lista azzurra a dentelli; altra lista azzurra, questa volta diritta, circondava a sua volta il tutto.
Fig. n. 8 - bandiera del I O battaglione estense. Acquarello (28 X 32) custodito presso l'Archivio di Stato di Modena.
III con l'arciduca d'Austria Ferdinando Carlo, il nuovo duca era un Absbu1 go che iniziò il ramo degli Asburgo-Este. (13) Lo scudo, cimato dalla corona reale, era del tipo inquartato: nel I O partito, di Ungheria antica e di Ungheria moderna; nel 2° di Boemia; nel 3 ° , partito, di Milano (d'argento alla biscia d'azzurro ingolante un fanciullo di carnagione) e di Venezia (d'azzurro, al leone d'oro alato tenente tra gli artigli il libro aperto dell'Evangelo alla campagna di verde); nel 4 ° , panito, di Galizia (d'azzurro alla cornacchia di nero, imbeccata e membrata d'oro, su fascia abbassata, di rosso ed a tre corone d ' oro poste 2, I nella punta dello scudo) e di Lodomiria (d'azzurro a due fasce scaccate d'argento e di rosso di due file); sul tutto uno scudetto partito: nel 1 °, interzato in palo, d'Asburgo, d'Austria e di Lorena; nel 2° d'Este.
Nei Giornale della R eale Du cale Brigata Estense (14) s ono dise· gnate, purtroppo non a colori, le due bandiere del reparto. E ss e differ iscono dalla ricostruzione dello Ziggioto per alc uni particolari di poco conto: la corona c he circonda lo stemma dello St ato è formata da un ramo d'alloro e da uno di querc ia; nel cantone in a lto all 'asta, tra le du e liste azz urre, vi è la scr itta « 1° (o 2°) battaglione».
Fig. n. 9 - bandiera militare estense dell'epoca di Francesco IV
Ogni b a ndiera è fornita di cordoni con fiocchi e di due caravatte, entrambe adorne di un fregio floreal e d'oro e ch e recano, ricamate in o r o prim a della frangia, un a le cifre duc ali, l 'altra la data 1820 . (14) Ri stam pa anastatica eseg uit a a Modena n el 1977 a c ura della «Deputaz ion e di Storia Patri a per le Antiche Provincie Modenes i » Il Giornale fu scritto da un a nonimo component e della Bri gata, subito dopo il congedamemo del reparto, avve nu to a B assano i l 30 settembre 1863. Le truppe modenesi, infatti, seguirono il Duca ne ll' es ilio e quando furono con gedale passarono in g ran parte (156 uffi cia li e 955 sott uffi ciali e m ilit ari di truppa su un totale, rispettivamente, di 158 e 2564) nell'esercito austriaco.
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BANDIERE DEI GOVERNI COSTITUZIONALI
E DEI CORPI VOLONTARI
Le vicende politiche che nel 1848 provocarono nei vari Stati italiani la nascita di nuovi governi, costituzionali o rivoluzionari, determinarono anche grandi mutamenti nel settore vessillologico. Le bandiere, fino ad allora di tipo rigorosamente araldico, mutarono foggia e colori perché i nuovi governi adottarono il tricolore italiano, combinato con le armi della dinastia regnante o con un simbolo tradizionale.
Alla descrizione di alcune delle bandiere adottate in quel periodo, sembra opportuno quindi premettere un sintetico cenno sulle origini del nostro tricolore.
Il tricolore itahano apparve per la prima volta in Milano, capitale della Repubblica transpadana, il 6 novembre 1796, allorché esso fu solennemente consegnato ai volontari della 1 a Coorte della Legione lombarda che si apprestavano ad affiancarsi alle truppe napoleoniche nella lotta per la conquista della libertà.
Tuttavia, esso non era ancora assurto a rango di emblema nazionale, essendo solo il vessillo di un corpo armato.
Il primo atto ufficiale che ne sancì l'adozione come bandiera nazionale è la deliberazione, il 7 gennaio 1797, del congresso della Repubblica cispadana riunitosi in Reggio Emilia.
Il congresso, trasferitosi successivamente in Modena nel palazzo ex ducale (odierna sede dell'Accademia Militare), decretò che il tricolore fosse bandiera universale - cioè, non solo per usi militari, ma anche civili - a significazione dell'unione dei quattro popoli di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, costituenti la Repubblica cispadana.
La bandiera fu caricata al centro, definitivamente dal 25 febbraio 1797, di uno stemma composto da un «turcasso» con 4 frecce contornato da una corona d'alloro con trofeo d'armi e bandiere e le iniziali RC (per «Repubblica cispadana»).
Da notare che i colori erano disposti orizzontalmente, con il rosso in alto, come risulta anche dal disegno fatto dal sacerdote modenese Antonio Rovatti nella sua Cronaca, che abbraccia il periodo 1796-1818 e che è conservata nell'archivio municipale di Modena.
Con la fusione dei territori della Repubblica transpadana (Lombardia, Mantova, Massa, Carrara, Bergamo, Brescia, Cremona, Peschiera e Valtellina) e della Repubblica cispadana nel luglio 1797 si costituì la Repubblica cisalpina ed il tricolore fu confermato (11 maggio 1798), risultando però composto di tre bande verticali, verde quella prossima all'asta, la successiva bianca, la terza rossa.
Quanto ai colori, essi derivarono da quelli delle uniformi della Legione lombarda (e delle truppe della Repubblica cispadana, che li avevano uguali): l'affermare quindi - come troppo spesso si sente - che la bandiera italiana veniva da quella francese sostituendo il verde all'azzurro è errato. Dalla bandiera francese derivò il modello, ma non i colori.
Il 26 maggio 1802 , in seguito alle deliberazionj dei comizi di Lione, la Repubblica c isa lpina di venne Rep ubbli ca italiana con il Bonaparte presidente.
Poco dopo, un nuovo decreto (20 agosto 1802) cambiò la disposiz ione dei colori della bandiera che, forse in analogia a lle bandiere militari francesi, venne ad essere cos tituita da un quadrato a fondo rosso in c ui era in serito un rombo a fondo bianco conte nente un altro quadrato a fondo verde.
Nel 1805, Napoleone tramutò l a Repubbli ca italiana in Regno italico (del quale eg li stesso era re), ma la band iera venne mantenuta, co n l'aggiunta in centro dell 'aquila napoleonica, ca ri cata in petto del pic co l o stemma del Regno italico
Dopo la caduta di Napoleone, con la Restaurazione , il tricolore fu abolito. Esso riapparve di quando in quando, con i colo ri variamente disposti, nelle varie regioni d'Italia, ed in particolar modo durante i m o ti rivol u zionari del 1821 e del 183 1.
Stabilito, poi , quas i genera l mente, nella primit i va forma rettango la re con tre bande di sp oste in palo, il tricolore fu la bandiera deHa Assoc i azione «G i ovane It a lia», fu portat o da Gariba ldi in America e, nel biennio 1848-49, sventolò in tutt i gli Stati italiani dove sorsero govern i costituzionali o rivolu zionari.
Il 29 gennaio 1848 Fe rdin a nd o Il, infatti, concesse a Napoli l a cost ituzione, il 17 febbraio ne imitò l'esempio il Granduca di Toscan a, il 4 marzo fu l a volta di Carlo Alberto e, dieci giorni dopo, perfino il pontefice Pio IX dovette cedere all'entusiasmo popolare.
Il R egno delle Due Sicilie il 3 aprile 1848 bordò la propria bandiera, bianca con i l grande stemma dei Borbone di Napoli al centro, con una doppia li s ta verde e rossa. Questa bandiera fu abolita il 19 marzo 1849. Si ricorda qui c he Fran cesco II, quando nel g iugno 1860 richiamò in vi gore la costituzione d el 1848 , adottò nuovam ente il tricolore, ma questa volta con i colori a palo.
Nella tavola X sono disegnate l e due bandiere.
Leopoldo di Lorena, a s u a volta, il 17 apri l e 1848 adottò il tricolore:
« ravvisando oppo rtun o che le Nostre Truppe le quali combattono in Lombardia, militino sotto il vessillo della indipendenza italiana, già adottato da due dei nostri augusti alleati: Sua Ma està il Re di Sardegna e Sua Ma està il R e del Regno delle Due Sicilie decretiamo all'attuale bandiera è sostituita come bandiera per la truppa di linea la bandiera tricolore italiana, a cui verrà sov rappos to lo Scudo Granducale ... » (fig. 10).
P io IX fu meno largo di co ncessioni , decretò so l tanto c he «la bandiera pontificia giallo-bianca (fosse) fregiata di c ravatta dai colori italiani» (marzo -aprile 184 8) ma p er mise poi alla truppa di «fregiarsi il petto della mappa bianca, rossa e verde ».
An c h e il Governo provvisorio della Repubblica Veneta, con decre to del 27 marzo 1848 a firma di Daniele Manin, adottò un tricolore:
«La Bandiera della Repubblica veneta è composta dai tre colori verde, bianco e rosso, il verde al bastone, il bianco nel mezzo, il rosso al pendente. In alto in campo bianco fasciato dai tre colori il Leone giallo Coi tre colori comuni a tutte le bandiere d'Italia professiamo la comunione italiana. Il Leone è simbolo speciale di una delle famiglie italiane».
Quando poi la Repubblica deliberò l'annessione al Regno di Sardegna al leone di San Marco fu unito lo stemma di casa Savoia. Nei Ducati dell'Italia Centrale i Governi provvisori adottarono anch'essi il tricolore.
Il biennio 48-49 sotto il profilo vessillologico è estremamente interessante perché vi furono innovazioni non soltanto nelle bandiere dei corpi armati rego l ari dei vari Stati italiani. Il rapido proliferare di numerosissimi Corpi volontari dette via, infatti, ad altrettante bandiere con infinite variazioni, pur nel fondamentale rispetto del tricolore italiano. Tra queste bandiere abbiamo scelto, come l'esempio più emblematico, quella del forte di Osoppo, ideata e dipinta da Leonardo Andervolti, ufficiale d'Artiglieria e comandante in 2a
del fo rte (fig. 11 ). Tratt as i di una gran de bandiera tricolore, s ull a qual e l ' Ad ervo lti d ipin se:
- s ul ve rde : in alto lo stemma del comune di Osoppo con la ro ccia, il forte ed il paese, sotto una scritt a: «Osopo ( 15), 1848, 350 Itali difendono» ;
- s ul bianco l 'a rm e di S avo ia che inqu artava la biscia di Milano ed il l eo n e di San Marco e co n il co llare dell'Annunziata attorno; s opra, la coro na ferrea ci mata dalla ste lla d ' Italia , il tutto soste nuto da un leone e dall a biscia con il fanciullo. Attorno la scritta « Unione , dis cip lina, sa ngu e, cos tanza, faran l ' I tal i a lib era», mentre tra Ja ste lla e la corona campegg iava un'altra scritt a: «R e Carlo Alb .».
Altra bandiera ca ra tterist ica dei Corpi volontari è quella del Corpo Augu s to Anfossi (16), c u s todita nel Mu seo del Risorgimento di Milano Trattas i di un drappo tri co lore p iu ttosto piccolo (cm 122 X c m 80), frang i ato sui tre lati liberi di seta nera, con crava tta pure n era, cucito s u asta dipinta di nero sor montata da una freccia di met a llo. Sul telo verde s i legge in ricamo nero , vincere, su quello bianco o,
Fig. n. 11 • bandiera del forte di Osoppo
(15) All 'epoca Osoppo si chiamava Osopo.
( 16) Il Corpo Au gusto Anfossi o Legione Cacciatori della Morte fu costituito in Milano il 24-3-1848 da Francesco Filippo Anfossi, ex ufficiale del 6° Fanteria dell'esercito sardo, per vendicare l a morte del fratello Augusto u cciso dagli Aus triaci durante le Cin qu e Giornate. - 60 -
e su que ll o rosso morire. Sul telo bianco, inoltre, si vede: in alto un teschio sopra due ossa incrociate, in basso la scritta Corpo A. Anfossi (fig . 12).
CAPITOLO III
BANDIERE DEGLI ESERCITI PREUNITARI
DUCATO DI SAVOIA E REGNO DI SARDEGNA
FINO AL TRATTATO DI CHERASCO (1796)
Sembra ormai definitivamente accertato (1) che la prima bandiera stor ica della casa Savoia recasse sul drappo giallo un'aquila nera con le ali spiegate ed il volo abbassato, insegna innalzata da Tommaso I nel 1217 in quanto Vicario Imperiale dell'Alta Italia. Qualche decennio dopo Pietro II spiegò una nuova insegna, la croce bianca in campo rosso. L'origine di tale insegna non è nota; il Gerbaix d e Sonnaz ritenne che Pietro, congiunto di Enrico III d'Inghilterra e fratello del beato Bonifacio, arcivescovo d i Canterbury, avesse voluto assumere come propria l'insegna dei crociati inglesi di quel tempo, ma recentemente si è scoperto che Pietro, non ancora conte di Savoia, nel 1241 era già titolare di un'arme di rosso alla croce d'argento come conte di Richmond.
Le prime bandiere mili tari del Ducato delle quali si possa parlare con assoluta certezza risalgono però ad alcuni secoli dopo. Si tratta di quattro bandiere conservate nell'arsenale di Ginevra e risalenti al 1589: due sono bandiere da spalti, due quasi certamente per truppe di Fanteria e sono tutte disegnate nella tavola XII.
Durant e il regno di Carlo Emanuele II (1643-1675) , ad ogni compagnia di Fanteria dell'esercito ducale fu assegnata una bandiera, detta di ordinanza; alla prima compagnia di ogni reggimento, che aveva il privilegio di avere come comandante titolare lo stesso colonnello comandante del reggimento, fu assegnata una bandiera particolare, la colonne/la.
Circa le dimensioni, la foggia del drappo, i colori di queste bandiere non si può dire nulla di certo . Nella Biblioteca Nazionale di Parigi, rubricati come «Drapea ux et Etendarts de la Marsaill e» v i sono alcuni disegni che molto probabilmente raffigurano bandiere catturate ai Piemontes i di Vittorio Amedeo II nella sfortunata giornata di M arsaglia (4 ottobre 1693) dalle truppe francesi del Catinat , che con quella vittoria occuparono la Savoia e parte del Pi emonte.
(1) Cfr. Carlo Alberto GERBAIX d e SON NAZ, Bandiere, stendardi, vessilli di Casa Savoia dai Conti di Moriana ai R e d'Italia, Todno 1911.
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Trattasi di drappi quadrat i, azzurri o rossi, recan ti al centro una gran de croce bianca. In uno di essi dai quattro angoli del drappo rosso, un a fiamma bianca a tre lingue si pro tende verso il centro della croce. Alcune di tali bandiere sono state disegnate nella tavola XIII. Cir ca l 'or igin e delle fiamme, molto diffuse in tutte le bandiere europee del tempo, s i riporta quanto h a scr itt o P ao lo Edoardo Fi ora nel suo più vo lte citato volume: « Un problema in teressante è quello della nascita delle fi amme: probabilmente esse furono la deformazione volut a o cas uale di una croce accollata alla principale ed in ori gine partivano dal centro, cioè d a i quattro canton i della croce, poi, aumentando di numero, s i creò l'esigenza di una specie di "controfiamme" e, per distinguerle, si foce campo, tra le punte d elle fiamm e, di div erso colore. Ques to fenomeno fece sì c h e an c h e il campo ora venisse cons iderato come fiamma, s ia c h e la punta di questa giungesse fino al limite del campo, sia c h e si appuntasse prima. Il caricare la croce di sc udi sem pre più gross i, recanti le armi dei coma ndanti o dei reggimenti, fece pian piano spa rire le fiamme tra i car ti gli e le cornic i delle arm i; si ricorse a ll ora a ll 'esped iente di fare nascere le fi amme dalle bordu re del campo esterne alla croce, in modo che sia le un e, sia le altre ben si vedessero».
Verso la fine d e l regno di Vittori o Amedeo II ( 1675-1730), parallelamente a l riassetto organico dell'esercito, si procedette anch e ad un riordino d elle uniformi e de ll e bandiere, m a di questi provvedimenti non sono disgraziatamente giunti fino a noi documenti certi. Probabilm ente i provvedimenti e bb ero pratica attuaz ion e molto lentamente e le bandiere descritte qui di seguito risalgono a i primi anni di regno del s u o successore, Carlo Emanu ele III.
Le bandiere colonne/le erano uguali per tutti i regg im en ti: d rappo di tessuto di se t a azz ur ra recante al centro l'aquila nera al volo sp iega to , unghiata ed imb ecca ta di giallo e linguata di rosso, caricata in cuore dell'arme di Savoia moderna (di rosso alla croce d'argento) in uno scudo baro cco bord ato di gia llo , sormontata dalla corona rea le (2).
L'orlo della bandiera era ge neralme nte bianco; cordoni e rivest im en ti d e ll 'asta erano probabilmente di c olore azz urro.
Il regg im e nto «G u ardie » cost ituiv a un'eccezione, la s u a colonne/la, sempre di seta azz urra con sott il e orlo bianco, recava a l centro le grandi armi del duca di Savoia comp l e te di s upporti e collare e cimate da c oron a r e ale.
Le bandiere d'ordinanza differivano d a reggimento a regg ime nt o. È qu i descritta, come esempio, quell a de l reggimento «Savo ia » (3): rossa, attraversata dalla croce bianca dal c ui ce ntro partivano
(2) Sono note le pretese dei Savoia alla co rona d i Cipro, avanza t e p er la prima volta da Vittorio Amedeo I.
(3) Si tratta del più ant ico reggime nt o italiano, costituito nel 1624 e le cui tradizioni sono o r a cus todite dal I O battaglione d i Fanteria meccaniaato «San Giusto».
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verso ciascun cantone tre fiamme, bianca la centrale ed azzurre le laterali; nel cantone dell'asta l'arme di Savoia moderna inquartata con !'arme dell'Impero (aquila nera bicipite al volo spiegato), in scudo barocco giallo, sormontato dalla corona ducale. Cordoni e rivestimenti dell'asta di colore rosso (fig. 13).
Tanto le colonnelle quanto le bandiere d'ordinanza erano di grandi dimensioni, circa metri 2,40 X 2,40, innalzate su aste lunghe metri 3,50.
La Cavalleria, analogamente, aveva stendardi (cavalleria pesante) e cornette (dragoni). I primi di forma quadrata come le bandiere, ma di dimensioni ridotte; le seconde a coda di rondine (due punte al flottante).
I vessilli colonnelli avevano il drappo bleu caricato sul recto della grande arme del regno, sul verso dell'arme del reggimento. Quelli d'ordinanza avevano il fondo carminio ed erano anch'essi caricati delle armi del regno e del reggimento, rispettivamente nel recto e nel verso.
Poiché le bandiere di compagnia erano scomparse alla fine del 600, ogni regg i mento aveva due bandiere soltanto: la colonnella, affidata al 1° battaglione e quella d'ordinanza, custodita dal 2°. Nei reggimenti di Cavalleria lo stendardo colonnello era tenuto dal 1 °
squadrone, quello d'ordinanza dagli altri. Anche se il reggimento era s u un solo battaglione aveva le due bandiere.
Quando il reparto e ra sch ierato in ordine di battaglia il posto delle bandiere era al ce ntro dello sc hierame nto , dietro la terza riga di soldati, immediatamente davanti al comandante del battaglione o del reggimento.
Durante il regno di Carlo Emanuele III (1730-1773), però, il settore vessillologico venne definitivamente r iordinato e, quello che più co nta per noi, chia ram ente documentato.
L'Archivio di Stato di Torino conserva, infatti, i seguenti documenti:
- Livre des Drapeaux des R eg.s d'Infanterie au service de S.M. le Roi de Sardeigne. Il volume, manoscritto e di autore ignoto, reca sul frontespizio la data 1744 e contiene 35 tavole a co lori rappresentanti c iascuna un drappo d i bandiera;
- Livre des Etendards des Gardes du Corps Cavallerie et Dragons de S.M. le Roi de Sardeigne, manoscritto e di autore ignoto, risalente al t 744;
- Livre des Etendards de Cavallerie et Dragons au service de S.M. Charles Emanuel Roi de Sardeigne, molto probabilmente dovuto a Giu seppe Ottavio e coevo del precedente.
Il Brancaccio (4) afferma però che «non r isulta con precisione se le bandiere d isegnate in quelle raccolte fossero già in uso nel regno precedente o fos se ro invece modelli nuovi; sembra più probabile che l'adozione di mod e lli, i quali poi durarono sino al 1774, s i accavalli sui due regni».
Adottate per ordine di Vi ttorio Amedeo II o per ordine di Carlo Emanuele III poco importa, si può affermare con assoluta certezza c he intorno alla metà del 700 le bandiere dell'esercito piemontese avevano la foggia ed i colori di quelle disegnate n ella tavola XIV c he raffigura:
- bandiera colonnella, di modello comune per tutti i reggimenti di Fanteria. Drappo di forma quadrata, di colore azzurro con aquila nera a l volo spiegato, cimata da corona reale, unghi ata ed imbeccata di giallo, linguata di rosso, car ic ata in cuore dell 'arme di Savoia moderna entro cornice barocca gialla. Il drappo e ra orlato di bianco; l'asta e ra verniciata in azzurro o in rosso con freccia e puntale dorati; cordoni e fioc c hi azzurro e oro oppure argento e oro; - bandiera d'ordinanza del reggimento straniero «Lombardi a» (5). Drappo di forma quadrata di co lore rosso con croce bianca. Dall'orlo dei quattro cantoni partono quattro fiamme g iall e ondeggianti c he lambiscono l e braccia della c roce ;
(4) Nicola BRANCACCIO, L'Esercito del vecchio Piemonte - Parte I • Gli ordinamenti dal /560 al 1814, Ufficio Storico dello SME - Roma 1923.
(5) Reggimento cost ituit o a Milano nel 17 34 da Carlo Emanuele III durante la guerra di successio ne austriaca.
- cornetta del reggimento «Dragoni di Piemonte » (6). Drappo di damasco color carminio frangiato d'oro a coda di rondine, con ricco bordo ad arabeschi in oro. Nel recto al centro d el drappo il grande stemma del regno entro una cornice barocca: sul lato r ov esc io d el drappo inv ece lo stemma del «Piemonte»: c roce bian ca in campo rosso spezzata da lambello azzurro di lre pendenti. Lo stemma del regno è cimato dalla c orona reale e sostenuto da due l eon i d 'oro affrontati. Cordoni e fiocchi in oro; asta di colore rosso con freccia in oltone (7).
Nella sottostante figura 14 è, invece, riportato il recto ed il rovescio dello stendardo del reggimento «Piemonte Reale Cavalleria », custodito nel Museo della Cavalleria di Pinerolo e databile alla seconda metà del XVIII secolo.
Fig. n. 14 - stendardo - recto e rovescio - del reggimento «Piemon t e Reale Cavalleria». (La resa dei colori non è fedele p e r la vetustà dell'originale)
Anche il battaglione d ' Artiglieria, in forza del regolamento del 6 aprile 1839, ricevette la bandie ra colonnella, di modello ugual e a quelle dei reggimenti di Fanteria, e l a bandiera d'ordinanza.
Quest' ultima (fig. 15), sempre di forma quadrata , aveva il d ra ppo diviso in quattro da una grande croce bianca Il l O e d il 4 ° cantone di colore azzurro (e non verde pallido, come spesso viene rapprese n-
(6) Ogg i gruppo sq u adron i « Nizz a Cavalleria».
(7) T disegni so no sta ti tratt i dal saggio di Emili o Grima ldi, Un secolo di uniformi per i Dragon i di Piemonte, in Armi Anliche, Torino l963 -75-
tato), il 2° ed il 3° di colore carm1mo. In ogni cantone figurava una bomba ansata e vomitante tre fiamme, di colore rosso-giallo.
Fig. n. 15 • bandiera d ' ordinan za del battaglione d 'a rtiglieria (1739).
Nel primo quartiere, appesi ad un nastro rosso, due cannoni di oro in decusse. Asta azzurra con freccia e puntale di ferro.
Sotto il regno di Vittorio Amedeo III (1773-1796) le bandiere dell'Esercito piemontese furono ancora una volta riordinate, sempre in stretta correlazione al contemporaneo riordinamento delle uniformi. Bandiere ed uniformi di ciascun reggimento ebbero, infatti, gli stessi colori distintivi.
La bandiera di Fanteria, quadrata, di m 1,84 per lato, fu divisa in quattro parti da una grande croce bianca.
Il 1° ed il 4° cantone ebbero sempre il colore azzurro della dinastia regnante che corrispondeva al colore del giustacorpo, il 2° ed il 3° erano del colore dei paramani, dei risvolti e del colletto che variavano per ciascun reggimento. Le fiamme a tre lingueche nelle bandiere colonnelle muovevano dagli angoli dei cantoni convergendo verso il centro della croce, mentre nelle bandiere d'ordinanza dal centro della croce muovevano verso i bordi del drappo - erano del colore della fodera dell'uniforme. La lingua mediana -76-
era più lunga delle altre. Nelle bandiere dei reggimenti provinciali l'anima delle fiamme era sempre bianca.
Le fiamme erano, inoltre, puntate e listate da un filo d'oro o d'argento, secondo che i bottoni dell'uniforme fossero d'ottone o di stagno.
Le colonnelle recavano al centro una grande aquila nera, caricata in petto dallo stemma reale spesso inquartato con quello del reggimento, ed avevano un'ampia bordura sulla quale 3 rosette bianche con il centro rosso si alternavano a 4 nodi di Savoia d'oro; una rosetta era pure ricamata ad ogni angolo.
Le bandiere d'ordinanza avevano, invece, il bordo bianco ornato da un nastro azzurro ondato alla sarda - appuntato ai quattro angoli verso l'interno, all'esterno invece in corrispondenza dei quattro bracci della croce - e recavano al centro so lo lo stemma del reggimento. Le aste, lunghe m 2,85, erano ricoperte di velluto rosso con cravatte azzurre e calciolo in ottone come la freccia. Quest'ultima era costituita da una lancia, alta cm 9 e larga nel suo punto massimo cm 5, con un cil in dro nel quale era conficcata l'asta di legno. Nel centro della lancia era un elmo piumato su due scim i tarre e due lance incrociate; più in alto si incrociavano, infine, due trombe.
La Cavalleria conservò anche con il riordinamento del 1774 gli stendardi e le cornette e, per la prima volta, ricevette le fiamme per il reggimento cavalleggeri.
Nella tavola XVI le bandiere colonnella e d ' ordinanza del reggimento «La Marina» (8), e le cornette colonnella e d'ordinanza del reggimento «Dragoni di Piemonte» (9).
Anche il Corpo Reale di Artiglieria ebbe nuove bandie r e
Nel drappo della bandiera colonnella , bordato come queJle delle colonnelle dei reggimenti di Fanteria e con i campi di color azzurro e nero, la grande aquila recava in petto lo stemma di Savoia moderna e poggiava le zampe su due cannoni d'oro incrociati. La cravatta di seta azzurra era accompagnata da due cordoni con fiocchi di seta azzurra e nera.
Il drappo della bandiera d'ordinanza era bordato di bianco e filettato d'oro, con nastro ondulato azzurro. Anche l e fiamme - color nero nel 1° e 4° cantone, azzurro chiaro nel 2° e nel 3°erano filettate d'oro. Al centro della grande croce bianca una bomba di ferro, ansata e vomitante fuoco, su due cannoni d'oro incrociati dalle cu i bocche uscivano fiamme pure d'oro.
Nella tavola XVII sono riprodotte entrambe le bandiere.
(8) Oggi 7° battaglione Fanteria «Cuneo». (9) Anche i di s egni di queste c ornette sono s tati tratti dal citato saggio del Grimaldi. - 79-
CAPITOLO
IV
BANDIERE DEGLI ESERCITI PREUNITARI
REGNO DI SARDEGNA DALLA RESTAURAZIONE ALL'UNITÀ D'ITALIA
Passata la bufera napoelonica ed appena rientrato in possesso degli stati di terraferma Vittorio Emanuele I (1802-1821) riorganizzò l'esercito e, in tale quadro, emanò nel giugno 1814 nuove disposizioni anche per le bandiere.
Ogni reggimento di fanteria di linea ebbe ancora due bandiere, entrambe quadrate di m 1,30 (1) per lato: la prima di reggimento o reale e la seconda di battaglione; in tempo di pace esse venivano portate rispettivamente dal 1° e dal 2° battaglione di ogni reggimento e custodite nell'abitazione dei rispettivi comandanti.
La bandiera reale aveva il drappo azzurro, sul cui centro campeggiava l'aquila nera sormontata dalla corona reale priva del fondo rosso e recante in petto l'arme di Savoia moderna. Negli angoli del drappo erano poste delle stelle, del colore del colletto e delle manopole dell'uniforme del reggimento, sormontate da fiamme del colore della fodera dell'uniforme stessa; i profili delle fiamme erano color oro o argento a seconda che i bottoni dell'uniforme fossero d'ottone o di stagno. Nel 1° cantone, inoltre, sempre sulle fiamme, uno scudo bianco detto mandorla con il nome del reggimento. La cornice del drappo era azzurra con nodi di Savoia ricamati in filo d'oro alternati a rosette ricamate in filo di seta bianco e rosso.
L'asta, lunga m 2,45, era ricoperta di velluto rosso; la freccia era d'ottone con le cifre del Re; la cravatta azzurra era a ventaglio, ciò che rappresenta una caratteristica delle bandiere dal 1815 al 1831; i cordoni, in filo argento o azzurro, terminavano con un fiocco.
Le bandiere reali dei reggimenti «Granatieri - Guardie» e «La Regina» portavano rispettivamente nel petto dell'aquila nera lo scu-
(I) Questa misura , come le seguenti, è approssimativa perché nei regolamenti di allora si usava quale unità la misura l'oncia, pari a cm 4,286.
do con la grande arme del Regno (2) e lo scudo bipartito con le armi del Re (3) e della Regina
Il drappo della bandiera di battaglione era, in vece, rosso con una grande croce bianca al centro, le cui braccia quasi toccavano l'orlo del drappo ai quattro lati. Stelle, fiamme e mandorle come nella bandiera reale; la cornice era invece diversa: bianca con un filetto azzurro.
La Fanteria leggera era dotata di bandiere a forma pentagonale (fiamme) che misuravano 85 cm di lato più cm 47 di coda. La mandorla con il nome del reparto era collocata alla punta della coda.
Nella tavola XVIII sono disegnate le bandiere del reggimento Genova e dei Cacciatori della Re g ina.
I reggimenti di Cavalleria avevano le seguenti insegne (4): quelli di Cavalleria pesante lo stendardo, il cui drappo (m 0,51 di lungh ezza e m 0,59 di larghezza) era quasi quadrato; i dragoni la cornetta, con il drappo ugual e allo stendardo, ma con due punte al flottante lunghe m 0,28 rientranti al centro; infine i cavalleggeri la fiamma, con una sola punta al flottante lunga m 0,38.
Anche la Cavalleria aveva due bandiere, quella di reggimento o reale e quella di divisione (g ruppo di due squadroni), con il fondo rispettivamente azzurro e rosso e quasi con l e stesse caratteristiche di quelle di Fanteria.
Negli stendardi reali il nome del reggimento non era scritto nella mandorla ma s u di un nastro pendente dagli artigli dell'aquila; nelle
(2) La grande arme del regno di Sardegna dopo la Restaurazione consisteva in uno scudo inquartato cotroinquartato. Nel I, inquartato: nel I O di Gerusalemme (d 'a rgento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso), nel 2° di Lusignano (fasciato d'argento e d'azzurro di 8 pezzi a l leone rosso armato, linguato e coronato d'oro, attraversante), nel 3° di Armenia (d'oro, al leone di rosso, armato e coronato d'argento, linguato d'azzurro), nel 4° di Cipro (d'argento al leone di rosso con la coda biforcata, decussata e ridecussata, coronato d'oro). Nel II partito ed innestato in punta: nel I O di Sassonia antica (d i rosso al puledro rivoltato e spaventato d'argento), nel 2° cli Sassonia moderna (fasciato d'oro e di nero di dieci pezzi di crance lino di verde posto in banda attraversante), con in punta di Angria (d'argento, ai tre puntali di fodero di spada di rosso mal ordinati). Nel III, inquartato : nel I O di Aosta (cli nero , al leone d'argento, armato e linguato di rosso), nel 2° di Genova (di rosso, alla croce d'argento), nel 3° di Chiablese (d'argento seminato di plinti di nero al leone dello stesso armato e linguato di rosso attraversan te) , nel 4° di Nizza (d'argento, all ' aquila di rosso coronata dello stesso in atto di spiccare il volo da un monte di verde uscente da un mare d'azzurro). Nel IV , inquartato: nel I O di Piemont e (di rosso, alla croce d'argento col lambello d'azzurro), nel 2 ° di Monferrato (d'argento al capo di rosso), nel 3° di Genevese (c inque punti d 'o ro equipollenti a quattro d'azzurro), nel 4° di Saluzzo (d'argento, al capo d'azzurro).
ln cuore uno scudo d'oro all'aquila di nero coronata dello stesso, rostrata e membrata di rosso (Savoia antica), caricata in petto dallo scudetto di rosso alla croce d'argento (Savoia moderna); nel punto d'onore l o scudo di Sardegna (d'argento, alla croce di rosso accantonata da 4 teste di moro tortigliate del campo).
(3) L'arme del Re, o piccola arme del Regno , era inquartata: nel 1 ° di Sardegna, nel 2° di Cipro e di Gerusalemme, nel 3° di Genova, nel 4 ° di Piemonte. Sul tutto Savoia antica caricata di Savoia moderna.
(4) Le prescrizioni per le bandiere della Cavalleria furono impartite il 28 febbraio 1815.
Tavo la XVIII • bandier-e militari piemontesi , epoca di Vittor io Emanue le I (band iere, reale e di ba11aglione, de l reggimento «Genova» e dei «Cacciatori della Regina»). (La resa dei colori non è fedele per la vetustà deglf originali/
fiamme, sia reali sia di divisione, la mandorla con il nome del reggimento era collocata in punta. Nei vessilli dei reggimenti «Piemonte Reale», «Dragoni del Re», «Cavalleggeri del Re» e «Guardie del Corpo» l'aquila portava in petto l'arme del Re; la cornetta del reggimento «Dragoni della Regina» aveva nel petto dell'aquila le armi del Re e della Regina. Probabilmente le bandiere erano adorne di frangia con fili d'oro, d'argento e d'azzurro.
Nella tavola XIX sono disegnate alcune bandiere di reggimenti di Cavalleria.
Il 7 gennaio 1815 anche ai reparti del Corpo Reale d'Artiglieria vennero assegnate due bandiere.
Quella di reggimento era quadrata, tutta azzurra, senza croce, non avvolta, ma cucita ad altra seta, che copriva la parte superiore de!J'asta. Questa era ricoperta di seta rossa con bullette di ottone; nella freccia, a forma di pera, di ottone traforato, si vedeva in alto la corona reale ed in basso una specie di fiore. La cravatta era azzurra con frange e cordoni d'oro. Nel mezzo del drappo l'aquila nera di Savoia - con la testa volta all'asta linguata di rosso, imbeccata e membrata di giallo, con accenni gialli alle penne, con in petto la grande arme del Regno - poggiava le zampe su di un cannone e su di un mortaio d'oro, cui sottostavano trofei di palle di ferro, ed era cimata da corona reale senza fodera di porpora.
Nel cantone superiore all'asta era una mandorla bianca con le cifre reali V.E. sotto corona reale, il tutto d'oro; dalla parte opposta un'altra mandorla con la scritta pure in oro «Reggimento Reale d'Artiglieria». La bordura esterna era quella tradizionale a nodi di Savoia e rosette con orlo dorato. Le parti di stelle sovrapposte, esistenti negli angoli inferiori, erano di seta nera orlate di seta gialla, mentre le fiamme che ne uscivano erano di un giallo molto pallido, orlate di seta gialla uguale a quella che orlava le stelle. Il dritto e i1 rovescio di questa bandiera, riprodotta nella tavola XX, erano uguali.
Della seconda bandiera, quella di battaglione, non si può dire nulla poiché non se ne è trovata traccia.
Nel 1816, istituitesi le brigate di Fanteria, si adottò un terzo modello di bandiera, di brigata, simile a quella reale ma più ornata e che portava, inquartati, gli stemmi dei reggimenti che costituivano la brigata. Ad esempio, la bandiera della brigata «Saluzzo» (5) nello scudo del 1° cantone recava le armi di Saluzzo, Pinerolo e Susa.
Nel 1822, in seguito al nuovo ordinamento in brigate, anche la brigata d i Artiglieria ricevette la nuova bandiera di brigata. Essa era quadrata, tutta azzurra, cucita ad altra seta ed avvolta alla parte superi ore dell'asta; l'asta era ricoperta di seta rossa con bullette di ottone a spirale; la freccia era di ottone a traforo con corona reale sopra e una specie di fiore sotto; cravatta azzurra, nastri e
(5) Le tradizioni di questa unità sono custodite ora dal 13° battaglione Fanteria «Valbclla».
fiocchi d'oro. Nel mezzo del drappo l'aquila di Savoia con accenno alle penne di giallo; l'aquila rivolta all'asta, linguata di rosso, imbeccata e membrata di giallo, con le zampe sollevate che stringevano da una parte uno scettro e dall'altra un bastone da maresc i allo; da esse pendevano il collare dell'Ordine della SS. Annunziata, nonché i nastri azzurri e verdi con decorazioni degli Ordini Militari di Savoia e dei SS. Maurizio e Lazzaro; sottostavano un cannone ed un mortaio d'oro e trofei di palle di ferro. L'aquila era cimata da corona reale non foderata. Nel cantone superiore all'asta era una mandorla bianca incorniciata d'oro con le cifre V.E. e corona reale pure d'oro dalla quale usciva una fiamma di giallo; dalla parte opposta era altra mandorla con la scritta in oro: «Brigata Reale d'Artiglieria», dalla quale altrettanto usciva un a fiamma di g iall o.
Da i due cantoni inferiori uscivano i nvece stelle nere filettate di giallo, nonché fiamme di g iall o chiaro con filetti identici alle stelle. Labordura era quella tradizionale, composta di nodi di Savoia e di rosette, con orlo dorato. Anche questa bandiera è riprodotta nella tavola XX.
Le ultime importanti riforme in campo vessillologico si ebbero sotto il regno di Carlo Alberto (1831-1849).
Il 15 febbraio 1832, infatti, vennero adottati nuovi modelli: drappo interamente rosso, con grande croce bianca, le cu i braccia toccavano gli orli del drappo stesso, quadrato (m 1,28 per lato) per la Fanteria, a forma di stendardo (m 0,59 di altezza per m 0,51 di lunghezza) per la Cavalleria. Asta ricoperta di veli uto azzurro nella parte presso il drappo e di velluto rosso nella restante; freccia d'ottone di due tipi, riportati con la bandiera nella fig. 16: sembra che il tipo a) fosse per le bandiere di reggimento e quello b) per le bandiere di battaglione. Cordoni e fiocchi di filo m isto d'argento e azzurro; ampia cravatta azzurra frangiata d'argento su cui, per la Fanteria, era ricamato in bianco il nome della brigata ed il numero del reggimento. Con tali nuove disposizioni tutti i battaghoni di F anter i a ebbero bandiera uguale, ma quella del primo era considerata del reggimento, per cui veniva fregiata delle onoreficienze eventualmente concesse al corpo. La Cavalleria ebbe solo lo stendardo di reggimento, dato in consegna al gruppo squadroni di centro. Scomparvero così le tradizionali distinzioni tra stendardi, cornette e fiamme. Anche l'artiglieria ebbe la nuova bandiera.
Ne l 1840 Carlo Alberto concesse la bandiera alla Reale Militare Accademia, istituto che all'epoca provvedeva alla formazione degli ufficiali di tutte le Armi (6).
Il drappo di questa bandiera era di seta rossa, di forma quadrata di m I, 15 per lato, sul quale campeggi ava una croce di seta bianca di cm 16 di larghezza, i cui bracci toccavano i quattro orli del drap-
(6) I:: perciò in errore il Rangoni Machiavelli allorché descrive questa bandiera tra quelle d'artiglieria (Luigi Rangoni Machiavelli, Le bandiere dell'artiglieria dal 1739 al /926 , Roma I 926).
po. L'asta, compresi l'apice ed il tallone, era di m 2,73; nella parte superiore, a partire dal bordo dell'apice e per tutta la larghezza del drappo, era ricoperta di raso azzurro cupo al quale erano cuciti il drappo e d il nastro, il resto era rosso con chiodini dorati. L 'ap ice in ottone era lungo cm 25; il nastro a cravatta, lungo m 1,70 e
Fig. n. I6 · bandiera militare mod. I 832 del 1·egno di Sardegna. A destra, nell'ordine, freccia tipo a e tipo b.
largo cm 26,5, era di seta azzurro cupo orlato ai bordi per tutta la lunghezza da sotti le cordoncino bia n co-argento; su una delle estremità figurava il monogramma intrecciato con le lettere C.A. contornato da rami d'alloro con corona reale sovrastante, sull'a l tra la dedica «Regia Accademia Militare» parimenti contornata come sopra, senza la corona reale, il tutto in ricamo d'argento; pure d'argento era la breve frangia in fondo a ciascuna estremità. Queste ultime bandiere sabaude ebbero breve vita. Il 25 marzo 1848 le truppe che entravano in Lombardia, per partecipare alla 1 a guerra d'Indipendenza, ebbero l ' ordine di innalzare la nuova ed attesa band iera: un drappo quadrato a tre bande verticali con i colori nazionali, verde, bianco e rosso; il bianco recante nel mezzo lo scudo sabaudo di forma sannitica, bordato di azzurro (colore tradizionale dei Savoia e del Piemonte) e con gli orli laterali aderenti alle altre due bande. Tale forma doveva simboleggiare l'unione delle idee e delle speranze italiane sotto la guida dei Savoia. I nastri della cravatta erano pure tr icolori. Quanto alle dimensioni: m 1,35 d i lato per
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i reggiment i di fa nt er ia; m 0,60 di lato per i reggimenti di cavaller ia.
L'asta era ricoperta di velluto azzurro, con bullette gialle poste a s pi rale. La bandiera è riprodotta ne ll a tavola XXI.
Nella prima metà del maggio 1848 furano soppresse le bandiere di battaglione cd ogni reggimento ebbe una sola bandiera, che doveva portarsi al centro del secondo battaglione.
La bandiera tricolore, con ordin e del 4 giugno 1848, fu poi adottata per tutti i reparti nei terr i tori dello Stato e per le fortezze.
Sotto un profilo strettamente ara ldi co, fu indubbiamente un erro r e bordare lo scudo sabaudo in quanto la bordura è indicativa dei rami ca d ett i e co ll atera li
Nel 1792, infatti, il Du ca del Monferrato aveva assunto come insegna proprio lo sc ud o saba udo bordato d'azzurro. Ma occorreva in qualche modo procedere alla sistemazione dello scu d o che, se posto in centro al campo bianco, vi avrebbe disperso le braccia bianche della croce, se posto a ridosso delle liste estreme, vi avrebbe confuso il rosso dello sc ud o con il rosso della banda battente.
L'orlo azzurro fu rimesso in discussione per l'ultima volta nel marzo I 857 al Parlame nt o s ub alpino, discussione ch iu sa definitivamente dalle parole di Cavour: «I n questo Stato, o signori, il colore azzurro non è nuovo; è un colore a l quale un a gran parte dei nostri concittad ini associa antiche, sacre e gloriose memorie. No, non si p u ò dire nuovo un colore che risveglia così nobili rimembranze, e nel quale sono pure riposte grandi speranze; g i acché a rendere fruttifera la gloriosa bandiera italiana, è necessario, è indispensabile, che s ia strettamente associata a ll e g lorie dell'eterna e valorosa monarchia sabauda, rappresentata da questo colore tradizionale».
Nel I 85 1 lo scudo fu staccato dalle bande laterali.
Poco prima della proclamazione del Regno d'Italia, il 25 marzo 1860 , Vittor io Emanue le II fissò con apposito decreto foggia e dimensioni delle band iere militari. Riportiamo gli articol i più s ign if icat i vi:
Art. 2 - La Bandiera si comporrà di : un'asta, un drappo, una fascia, un cordone, una freccia.
Art. 3 - La freccia deve essere considerata come la parte importante e morale della bandiera; su di essa saranno sco/pi1i il nome del reggimento, l'epoca della sua creazione, delle successive sue formazioni ed ordinamenti, i fatti d'arme cui prese parte il Corpo e quelle al1re onorifiche indicazioni che siano per occorrere, secondo che verrà determinato dal Nostro Ministro della guerra per speciale Deaeto.
Art. 5 - Le bandiere dei reggimenti di fameria saranno di stoffa di seta e di forma quadrata, delle dimensioni cioè di metri 1,20 di lato, scompartibili in tre bande uguali portanti i colori nazionali verde, bianco e rosso, ciascuna della larghezza di metri 0,40. !.,a parte bianca sarà nel mezzo.
Art. 6 - Le bandiere per corpi di cavalleria saranno pure di seta, quadrate, della dimensione di metri 0,60 di lato e scom-
partite come sovra in tre bande uguali verde, bianco e rosso, caduna di metri 0,20.
Art. 7 - le bandiere porteranno improntate sul centro del campo bianco, ad uguale distanza dai lembi inferiori e superiori, lo scudo di Savoia con croce bianca in campo rosso con contorno azzurro e sormontato dalla corona reale ricamata in seta
Art. 8 - Le aste della bandiera per la fanteria sono della altezza di metri 2,50 compreso il calcio (0,10) e la parte che si conficca nella freccia (0,10). Quelle per la cavalleria 1,38 (7).
Art. 9 - Le aste delle bandiere saranno fasciate di velluto turchino azzurro, ornate di bullette di ottone poste a linea spirale.
Art. 10 - Le aste saranno sormontate dalla freccia, la quale ha nel centro lo stemma reale, e portante le iscrizioni indicale al precedente art. 3.
Art. 11 - Alla parte inferiore della freccia è avvolta una fascia di seta di colore turchino azzurro a nodo con due strisce.
Art. 12 - Saranno così pure avvolti due cordoni in argento delle dimensioni di mm 4 e della lunghezza totale di m 1,50 terminante con fiocchi ».
Anche questa bandiera è disegnata nella tavola XXI.
Poiché il Corpo Reale d'Artiglieria aveva consegnato le sue bandiere fin dal 1850 (8), solo ai reggimenti di Fanteria e di Cavalleria era quindi concesso l'ambito privilegio dell'uso della bandiera. Il fatto non deve stupire, qualora si pensi che una tradizione antica di secoli riservava alla bandiera una funzione prettamente militare e che, quindi, solo ai reparti che combattevano riuniti si riconosceva la necessità di usare un vessillo.
(7) Una «Nota» del 22 maggio 1860 modificò tale lunghezza in rn 2,15 (pag. 521 del Giornale Militare 1860).
(8) Con R.D. del 1° ottobre 1850 il Corpo Reale di Artiglieria [u articolato in tre reggimenti, di conseguenza fu stabilito che il Corpo non facesse più uso della bandiera. La bandiera fu conservata in proprietà personale dall'allora Comandante dell'Artiglieria, Ferdinando di Savoia e, dopo la morte di questi, donata ali' Armeria Reale dagli eredi. - 99-
CAPITOLO V
BANDIERE DEL REGIO ESERCITO ITALIANO
All'atto della sua costituzione il Regno d'Italia assunse come sua la bandiera del Regno di Sardegna e così l'Eser cito italiano continuò ad adottare la bandi era (tavola XXI) e lo stendardo mod. 1860 descritti nel capitolo precedente.
Tali bandiere vennero distribuite il 2 giugno 1861 e nell'occasione il Re rivolse all'Esercito un ordine del giorno che così concludeva: «Oggi i destini d'Italia sono maturi. Soldati! A voi consegno le nuove bandiere in nome dell'Italia redenta. Sulle loro frecce sono scolpiti i nomi delle combattute battaglie. Al.le vostre virtù affido questi segni di lealtà e di onore in cui lo scudo della m ia famiglia, glor ioso per otto secoli di valore, è innestato al simbolo del nazionale riscatto».
Qualche anno dopo il ministro della guerra, generale Ettore "Bertolé-Vialc, volendo dare attuazione all 'ar t. 3 del R.D. 25 marzo 1860 , emanò con sua circolare le <<Norme per le i scr izioni da apporsi sui gambi delle frecce delle bandiere e stendardi dei reggimenti» (Circ. n. 15 del 24 luglio 1868).
Riportiamo i paragrafi più s ign ificativi:
Ciascun Corpo avente bandiera o stendardo, dovrà por/are scritto sul gambo della freccia:
a) Sotto qual nome sia stato formalo in origine ed in qual anno. Prima formaz.ione sarà considerata quella, da cui per disposizione ufficiale data l'an zianità di quel Corpo nell'Esercito.
Delle anteriori qualunque fossero, non si dovrà tener conto Pei Corpi provenienti dall'antico Esercito Sardo , si dovrà per conseguenza prendere a base il quadro d'anzianità del 30 agosto 1823;
b) Quali altri nomi abbia assunto successivamente ed in quali anni;
c) Quali campagne di guerra abbia fatto;
d) A quali falli d'armi abbia preso parte;
e) Quali men zio ni onorevoli abbia ouenu 10 per impor1an1i servizi resi.
Tali iscrizioni, volta per volta determinate, secondo i principi esposti nei seguenti §§ dal Ministro della Guerra, potranno essere proposte dai rispellivi Comandi di Corpo, ma non dovran -
no mai essere poste ad atto senza la formale approvazione del Ministero ora detto
Tali iscrizioni ristrette in piccolissimo spazio, debbono necessariamente ridursi a formule convenzionali, portate al 1nassimo grado di concisione e spoglie d'ogni artificio letterario
Quanto alle medaglie, comecché pendono dalla fascia della bandiera o stendardo, non ne sarà fatto cenno sul gambo della medesima.
Le quattro faccette del gambo della freccia delle bandiere o stendardi saranno distinte con i numeri 1, 2, 3, 4: essendo designata col n. I quella rivolta alla parte opposta del drappo
La circolare rives t e una grande importanza perché sanziona in modo uffi cia le che l'E serc ito it al iano deriva da quello sardo. I Corpi provenienti dagli altri eserciti preunitari, infatti, dovevano considerare come data della loro cost ituzion e quella dell'effettivo passaggio all'esercito italiano, mentre i Corp i provenienti dall'esercito sardo conservavano la loro anzianità.
Il 24 maggio 1895, iI ministro della guerra, generale Stanislao Mocenni, con circolare n. 107 emanò nuove «Norme per l e iscrizioni da apporsi sui gambi delle frecce delle bandiere dei Corpi, e per le medaglie di cui possono fregiarsi le bandiere». La circolare è molto interessante perché chiarisce bene le condizioni necessarie per acquisire il diritto ad iscrivere un fatto d'armi sulla freccia della bandiera o per apporvi una decorazione.
Come sem pre s i riportano gli ar ti coli più incisivi:
« Perché poi possa dirsi che un dato corpo abbia preso parre ad un fatto d'armi, richiedesi che esso siasi trovaro sul campo ove quello fu combattuto, cioè: o alle prese col nemico, o sotto i tiri di lui, od almeno a portata tattica di combatrimento dalla posizione o dalle truppe nemiche, cioè come riserva attiva impiegabile da un momento all'altro; e non basta che esso abbia cooperato all'esito di quel fallo, in semplice rapporto strategico VIII. Le operazioni militari per scopo di pubblica sicurezza o per mantenere potenza alle leggi ed alle autorità costituite non devono essere notate sulle insegne.
IX. Un. reggimento ha diritto a fregiare della medaglia al valore militare la propria bandiera, quando la onorificienza sia stata concessa collettivamente a tutto il reggimento, od almeno ad un batraglione, come è detto al precedente numero V per le iscrizioni.
X. I reggimenti che ottennero una, o più di una, menzione onorevole, devono sostituirle con altrettante medaglie di bronzo al valore militare, lasciando inalterate le relative iscrizioni ora esistenti sulla bandiera (/).
( I ) Con R.D. n. 5100 in data 8 dicembre 1887 fu istituita la medaglia di bronzo a l valor militare in sostituzione della menzione onorevole. - 102 -
Non credo sia necessario sottolineare l'importanza dell'articolo VIII che dimostra, ancora una volta, la ripugnanza dell'Esercito italiano a svolgere quelle operazioni di ordine pubblico che i Governi di allora ordinavano con tanta frequenza.
Ma è ora di riprendere, dopo questa lunga parentesi dedicata alle frecce, il nostro discorso.
Il primo provvedimento legislativo del nuovo Regno riguardante le bandiere militari vide la luce solo dopo la presa di Roma.
Con R.D. del IO settembre 1871, infatti, nell'ambito di un generale riordinamento della Cavalleria, ai reggimenti dell'Arma fu tolto lo stendardo. Nella relazione al Re che precedeva il decreto, il ministro della guerra, generale Cesare Ricotti, così giustificava il provvedimento: « Si è visto nelle ultime guerre quali importantissimi servizi possa e debba rendere la cavai leria per le ricognizioni, per rischiarare le marce, per i soprassalti e per gli altri simi li uffici nella guerra minuta. Per i reggimenti così adoperati coi reparti spicc iolati, lo stendardo diverrà ev identemente un impaccio » (2)
Poco alla volta, però, si comprese che il vessillo nazionale rappresentava un fattore di coesione spirituale, necessario anche al di fuori del campo di battaglia e già nel 1891 (R.D. del 25 gennaio) fu concessa alla Scuola Militare di Modena - così era denominato allora l'istituto che reclutava gli ufficiali effettivi delle Armi di Fanteria e Cavalleria - la bandiera, di foggia uguale a quella dei reggimenti di Fanteria.
I regolamenti dell'epoca, del resto, già riconoscevano ampiamente alla bandiera tutto il suo valore di simbolo unificante. Il regolamento di disciplina militare cosl recitava:
«§ 61. La bandiera nazionale rappresenta l'unione di tutta Italia sotto la Monarchia della casa di Savoia. Ma pel militare, la bandiera, oltre a c iò che essa ricorda al cittadino, è inoltre un simbolo dell'onore militare e gli rammenta i fasti di guerra dell'esercito a cui appart iene.
«§ 62. Alla bandiera perciò spettano i maggiori segni d'onoranza come a pubblica dimostrazione e protesta di ossequio e venerazione per l'idea che essa rappresenta.
«§ 63. Essa non deve andar mai separata dal reggimento; nel combattimento vuol essere guardata con somma sollecitudine e difesa a tutta oltranza. Nei momenti decisivi portata ove più ferve la lotta essa infiamma i cuori dei soldati ed imprime slancio e forza all'azione comune. Coloro cui ne è affidata la guardia devono recarsi a g loria di perdere la v i ta anz i ché cederla».
(2) Qualche anno dopo il Ricotti dirà alla camera che motivo fondamentale della sua decisione era stata la personale constatazione, nella guerra del 1866, che ogni reggimento di cavalleria lasciava, praticamente inutilizzato, uno squadrone a guardia dello stendardo. Riferito da Vincenzo Gallinari nel saggio le riforme militari di Cesare Ricotti, in Memorie Storiche Militari 1978, SME - Ufficio Storico, Roma 1978.
E il regolamento per gli eserc izi della Fanteria agg iu ngeva:
«N 207. Durant e il combattimento la bandiera sta con Le st ruppe del reggimento che vengono da ultime impie gate ed entra con esse nella Iinea di fuoco.
«N. 217. In ogni reggimento la bandiera è portata ove più ferve la mi sc hia affinché infiammi il cuore dei soldati e imprima ardore e forza nell'azione comune.
«N . 250. La bandiera è il simbolo dell 'onor militare e dello spirito di coesione e di sacrifizio. Il suo posto è per ciò in mezzo ai combattenti e nei mome nti decisivi in prima linea, lì dove più ferve la lotta. Non è disonore l'averla perduta quando s i sia combattuto sino agli estremi; è disonorevole invece tenerla lungi dal combattimento nascosta al ferro ed al fuoco dell'avversario. Unica sicurezza della bandiera è il valore dei combattenti.
«N . 258. Oltre che nel combattimento, la bandiera si porta spiegata: nelle riviste, nelle parate, nell e esercitazioni di combattimento alle grandi manovre. Nelle marcic e nelle altre esercitazion i è tenuta avvolta nella guaina».
Nel 1894, con R .D. del 25 febbraio, fu concessa la bandiera, anche alla Legione AJlievi Carabinieri. Anche que sta bandiera ebbe foggia uguale alle bandiere di Fanteria.
La relazione al Sovrano del mini stro della g uerra, generale Ettore Bertolé-Viale, è molto diversa da quella, citata precedentemente, del Ricotti.
In essa la concess ion e della bandiera è motivata da considerazione di carattere morale e non da impli caz ioni di or dine militare :
«Sire,
Il magnanimo Vostro Avo Re Carlo Alberto dava nel 1840 la bandiera all'Accademia militare, allora istituto unico di reclutamento per gli ufficiali di tutte le armi, acciocché i giovani allievi apprendessero, fin dai primordi della loro educazione militare, ad amare quel glorioso, altissimo simbolo, che tutti siamo chiama ti a difendere fino alla morte.
Eguale sentimento ispirò la M.V. quando nel 1891 degnavasi concedere la bandiera alta Scuola militare.
Queste ragioni stesse mi consigliano di sottoporre oggi all'Augusta Vostra firma il decreto per concedere la bandiera alla Legione allievi carabin ieri.
Sarà questo nu ovo argomento di onore e di nobile orgoglio p er un corpo che incarna un elevato concetto militare e politico; e col farne sentir meglio il valore patriottico e l'alto significato, crescerà l'affetto degli allievi carabinieri per questo vessillo che accompagnò passo passo l a loro ed uca zio n e militare. Promossi carabinie ri e sparsi per tutte le regioni d'Italia, il suo ricordo raffermerà quei sentimenti di culto verso la patria, di devozione alla dinastia, di rispetto e di obbedienza alla legge e di abnegazione, dai quali sc aturisono l'autorità ed il prestigio morale, onde la benemerita arma trae sprone e mezzi al compimento dei suoi doveri ».
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Con R.D. del 3 dicembre 1896 fu poi ripristinato l'uso dello stendardo per i reggimenti di Cavalleria. Sembra opportuno riportare la relazione al Re del ministro della guerra, generale Luigi Pelloux:
«Sire,
Il R. Decreto del 10 settembre 1871, relativo al riordinamento dell'arma di cavalleria, sanciva, fra le principali modificazioni, la soppressione degli stendardi. Un tale provvedimento era considerato allora come una dura necessità, in quanto che, per il largo impiego della cavalleria in reparti frazionati, sia nel servizio di esplorazione, sia nelle altre operazioni secondarie di guerra , lo stendardo, lungi dal compiere l'importantissimo ufficio che gli compete, avrebbe potuto forse esercitare un'influenza non a vantaggio dell'azione dell'arma.
Se non che in questi 25 anni trascorsi da quell'epoca, le modalità, colle quali la cavalleria è chiamata ad esplicare la sua azione in campagna, vennero man mano delucidandosi, di guisa che oggidì può affermarsi che il reggimento, qualunque sia lo speciale mandato che gli si affida, potrà distaccare ed anche frazionare in piccoli reparti, se occorre, alcuni suoi squadroni, ma dovrà pur serbarne qualcuno come nucleo di sostegno, per agire a momento opportuno.
D'altra parte il nostro ordinamento prevede che 12 dei nostri 24 reggimenti siano in guerra formati in tre divisioni.
Così ormai si può dire, che in avvenire sarà normale il caso in· cui lo stendardo del reggimento troverà sul campo di battaglia il posto che gli è dovuto.
In tal situazione non esisterebbero più le ragioni, per le quali nel 1871 il Ministro era costretto ad invocare la soppressione degli stendardi; e così stando Je cose, è naturale che sia agognato il ripristinamento di questo altissimo simbolo morale, potente elemento di coesione in guerra, quanto efficace mezzo di educazione militare in pace.
Convinto della benefica influenza che eserciterà nei corpi di cavalleria la presenza degli stendardi, e nelle fiducia che V.M. si degnerà di accogliere benevolmente le esposte considerazioni, ho l'onore di sottoporre alJ'Augusta Vostra firma il qui unito schema di decreto».
Lo stendardo ebbe naturalmente la foggia stabilita dal R.D. del 25 marzo 1860 ed i 19 reggimenti di Cavalleria già in vita nel 1871 ripresero i loro stendardi dall'Armeria Reale dove erano custoditi, mentre i reggimenti Roma (20°), Padova (21 °), Catania (22°), Umberto I (23 °) e Vicenza (24 °) li ricevettero ex novo.
Finalmente, il 23 dicembre 1900, con due distinti decreti, Vittorio Emanuele III restituì la bandiera all'Arma di Artiglieria e la concesse per la prima volta all'Arma del Genio. Entrambi i vessilli furono affidati all'Ispettore Generale delle rispettive Armi, ma, due anni dopo, si preferì darli in consegna al reggimento di Artiglieria da fortezza e alla brigata Zappatori, unità entrambe di stanza nella Capitale.
Interprete fedele della legittima aspirazione degli artiglieri di riavere la bandiera dell'Arma era stato il Duca d'Aosta che aveva indirizzato al Sovrano, il 20 dicembre 1900, la seguente relazione: - l07-
«Sire,
Quando nel 1850 il Corpo Reale d'artiglieria dell'esercito piemontese, istituito dall'illustre Vostro Avo Amedeo VIII, fu ampliato ed ordinato in tre reggimenti, l'antica sua bandiera, che rappresentava più secoli di gloriose gesta e di inalterata devozione al Re cd alla patria, veniva tolta al Real Corpo e depositata nella Armeria Reale di Torino, ove trovasi tuttora.
Ora che l'altissimo valore morale del sacro vessillo nazionale, dato alle truppe come segno di onore, di fede e di gloria, si fa sempre più manifesto; tanto che il Magnanimo Vostro Genitore volle fossero restituite ai reggimenti di cavalleria gl i antichi loro stendardi, e fosse concesso l'uso della bandiera nazionale alla legione allievi carab inieri come rappresentante dell'intera Arma benemerita; sembra dovrebbe essere restituita l 'antica bandiera del predetto Corpo Reale all'Arma di artiglieria, legittima erede di quel venerato vessillo, di cui seppe accrescere il lu stro, arricchendolo di preziose insegne d'onore per gl i splendidi atti di valore compiuti nelle guerre per l' indip endenza e l'unità d'Italia. Potrebbe esserne depositaria la più elevata a uto ri tà dell'Arma, l'ispettorato genera le, il quale nelle grandi fun zioni militari, come le riviste, dovrebbe affidarlo a, reparti di artiglieria, perché vi int ervenga al pari delle bandiere degli altri corpi del R. Esercito.
Pertanto, colla fiducia di ottenere la benigna approvazione della Mae s t à Vo stra, mi onoro di sottoporre all'Augusta Sua firma il qui annesso schema di Decreto»:
VITTORIO EMANUELE III , Ecc. Ecc., RE D 'ITALIA
Visto il R. Decreto i O ollobre 1850;
Visto il R. Decreto 17 giugno 1860;
Sulla proposta del Nostro Ministro segretario di Stato per gli affari della guerra;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo unico
La bandiera de/l'antico Corpo Reale d'artiglieria piemontese, ora depositata nella R. Armeria, è restiruila all'arma d'artiglieria e per essa affidata all'ispettore generale dell'Arma stessa. Il predetto Nostro Ministro è incaricato della esecuzione del presente Decreto, che sarà registrato alla Corte dei conti .
Dato a Roma, addì 23 dicembre 1900.
VITTORIO EMANUELE
C. di S. Martino
Lo stesso giorno della firma del R.D. di concess ione d e ll a bandiera dell'Arma di Artiglieria, il ministro della guerra, Pon za di San Martino , sotloponeva al Re analogo decreto per la concess ione della bandiera all'Arma del Genio: «Sire, - 108-
Dopoché la M aestà Vostra ha benignamente concesso che l'antica bandiera del Corpo Reale d'artiglieria sia restituita all'artiglieria, il sacro emblema, che s imb oleggia la unità della patria italiana sotlo la gloriosa Vostra Dinastia, è posseduto da tutte le Armi combattenti del R. E serc i to, ad eccezione di quella del genio.
P armi che d i un così alto onore non debba ri m anere priva quell'Arma, che, erede delle nobili tradizioni del Corpo Reale del genio, si illustrò, non meno delle Armi sorelle, per insigni servizi resi alla patria e per segna l ati at ti di valore compiut i nelle g u erre per l'ind ipendenza e l'uni tà d'Italia.
P erciò, inspirandomi agli al ti ssimi sentimenti c h e indussero i glor io si Vostri An tenat i a dare il vess ill o nazionale a i regg im e nti di fanteria e di cavalleria ed a ll 'Arma d'art iglieria, presento al1a Maestà Vostra l a proposta di concedere la ba ndi era ali' Arma del ge ni o, di ordinare che, a somiglianza di quanto è disposto p er l 'artigl ieria e per gl i stessi motivi, essa sia affidata a ll ' i spettore gen era le dell'Arma, e che, al pari di quelle degli altr i co rpi del R. E serc it o, essa intervenga alle grandi funzioni militari, come le riviste, consegnandola ad un riparto dell'Arma del genio.
Nella fiducia c h e la M aestà Vostra vorrà co nc ede r e l'alta Sua approvazione alla mia proposta, mi onoro di sottoporre a ll ' Au gusta Sua fi rm a il qui unito sc h ema di D ecreto»:
V I TTORIO EMANUELE Il!, Ecc. Ecc. RE D'ITALIA
Visto il R. Decreto 25 marzo 1860;
Vislo il R. Decreto 23 dicembre 1900;
Sulla proposla del Nostro Ministro segretario di Stato per gli affari della guerra;
Abbiamo decretato e decretiamo: Articolo unico
È concesso all'Arma del genio l'uso della bandiera nazionale conforme a quella adouata per i reggimenli di fanteria. Il predetto Nos t ro Ministro è incaricato delle esecuzioni del presente Decreto, che sarà registrato alla Corte dei conti.
Dato a R oma, addì 23 dicembre 1900.
VITTORIO EMANUELE
C. di S. Martino
Le due bandie re vennero consegnate a ll 'ispettore gen erale d'artig lieria, generale Afa n de Riv era, ed a ll 'ispettore generale del genio , genera le Durand de la P enne, dallo stesso Sovrano nel corso di un a solenne cer imoni a il 14 apr il e 190 1 «sulla spianata del M acao» come s i d e n om in ava a ll o r a l 'attuale cor tile della caserma ,<Castro Pretorio».
Ecco co m e la Rivista di Artiglieria e Genio - XVIII annata, volume II - ricordò l'avvenime nto :
«Ne l mattino d e l g iorno 14 aprile, s ulla spianata d e l Macao, S.M. il Re, accompagnato d a S.A.R. il Conte di Torin o, da tutti g li ufficiali -109 -
generali che si trovavano a Roma, alla presenza degli ufficiali e delle truppe d'artiglieria e del genio della guarnigione, delle rappresentanze delle altre truppe della guarnigione e dei corpi d'artiglieria e del genio non residenti a Roma, consegnava personalmente le bandiere agli ispettori generali delle due armi. Nel fare ciò S.M. pronunziava le seguenti parole, che rimarranno scolpite nella mente e nel cuore di ciascuno di noi.
Signori Ispettori generali!
Solennemente oggi ridono l'antico vessillo all'Arma di Artiglieria, e consegno la nuova bandiera all 'Arma del Genio.
Si spieghino ambedue le insegne fieramente al sole. Quella, accompagnata dai ricordi gloriosi del mai smentito valore dei saldi artiglieri d'Italia. Questa, degna dell'Arma a cui la affido, illustratasi sempre, non meno delle armi sorelle, per i grandi servizi resi alla Patria ed al Re, in pace ed in guerra, sui campi di battaglia, ed a sollievo delle pubbliche sventure.
Artiglieria e Genio, con nobile emulazione, col valore tradizionale del soldato italiano, sapranno per certo in ogni evento aggiungere nuovi allori alle loro insegne, a maggior gloria dell 'esercito nostro e della Patria.
La bandiera del Genio veniva benedetta all'altare eretto per questo scopo nel piazzale del Macao; poi l'ispettore generale la presentava alle truppe, riceveva il giuramento di queste, fregiava la bandiera della medaglia di bronzo al valor militare e la rimetteva al portabandiera, colle formule e coi modi prescritti dai regolamenti.
La bandiera d'Artiglieria, che già era stata benedetta in passato, veniva nel modo stesso presentata alle truppe e rimessa al portabandiera.
Le truppe sfilavano quindi, prima, secondo il prescritto, davanti alle bandiere, poi colle loro bandiere, ed insieme colle rappresentanze delle altre truppe della guarnigione, davanti a S.M.».
Nei ranghi dell'Artiglieria e del Genio la concessione della bandiera d'Arma fu molto apprezzata. Tra le tante iniziative che testimoniarono quanto i Quadri delle due Armi avessero compreso il significato della concessione, si ricorda la conferenza tenuta dal maggiore del genio Bonelli al Circolo Militare di Roma, conferenza che terminò così:
«Nobile è la missione di ogni soldato del genio, ed a quella egli non si mostrò mai inferiore; ma oggi a tener alto il sentimento del dovere avrà uno stimolo maggiore: il pensiero della Bandiera, affidata a tutta l'arma.
Santa Bandiera, che sulla tua asta porti incisi i nomi gloriosi di tutte le nostre campagne, Santa Bandiera, tu non dividerai sul campo la sorte invidiata delle bandiere dei reggimenti di fanteria , degli stendardi di cavalleria, tu non vedrai cadere a te dattorno siepe di combattenti, né sarai piantata sui baluardi della città conquistata, ma il tuo ricordo ci seguirà dovunque, e nei perigliosi cimenti dell'aereonauta, nel faticoso lavoro del pontiere, nelle rapide azioni del-
lo zappatore terrai alti i loro cuori ed ognuno tenterà opera sovrumana per aggiungere alla tua medaglia di bronzo, che già tanti atti eroici ricorda, altra insegna al valore, e, dovesse cadere per l'adempimento del proprio dovere, cadrà il soldato del genio col sorriso sulle labbra, benedicendo il suo Re, la sua Patria, la s ua Bandiera».
Il 25 maggio 1915 fu concesso anche ai reggimenti di Milizia Mobile l'uso della bandiera, conforme a quella adottata dai reggimenti di Fanteria.
Dopo la I a guerra mondiale, «per dar modo ai corpi e reparti sprovvisti di bandiera di avere una speciale insegna a raccogliere le onorificienze e le ricompense attribuite ad essi» (3), fu istituito il labaro per i reggimenti bersaglieri e alpini, i reparti d 'assalto, il X gruppo squadroni N.F. (4), il 6° gruppo aeroplani, il Corpo Sanitario Militare.
La nuova insegna era costituita da un drappo rettangolare (cm 59,5 X41) frangiato d'oro o d'argento; da un'asta, lunga cm 182, terminante con un'aquila romana, circoscritta da una corona d'alloro e poggiante su una targhetta rettangolare (5).
Il drappo - di colore cremisi per i bersaglieri, verde pt;r gli alpini, nero per i reparti d'assalto, celeste chiaro per il gruppo aeroplani, rosso con striscia bianca per il gruppo squadroni, bianco per il Corpo Sanitario - era caricato dal fregio, d'oro (bersaglieri, gruppo aeroplani) oppure d'argento (alpini, reparti d 'a ssalto, gruppo squadroni), dell'Arma o Specialità.
Una fascia tricolore, annodata all'asta, completava il labaro.
Il R.D. stabiliva poi che i labari venissero usati co n le stesse modalità fissate per le bandiere e che venissero conservati alla sede dei rispettivi corpi o presso i depositi per i corpi disciolti.
Il labaro del Corpo Sanitario doveva invece essere custodito presso l'ospedale mil i tare di Roma.
Nella tavola XXIII sono fotografati i labari del 13° reggimento bersaglieri e del VI reparto d'assalto.
Alla Croce Rossa Italiana (R.D. n. 1474 del 17 ottobre 1920) ed all'Associazione dei Cavalieri Italiani del S.M.O. di Malta (R.D. n. 1418 del 23 ottobre 1921) fu concesso un labaro di modello analogo a quello del Corpo Sanitario, privo però della corona reale.
Il 17 ottobre 1930 fu poi emanato il R.D. con il quale «l'uso della bandiera naziona le, conforme a quella adottata per i reggimenti di Fanteria, è concesso alle scuole allievi ufficiali di complemento, alla scuola centrale carabinieri reali ed alle scuole allievi sottufficiali».
(3) Così si esprimeva il R.D. n. 1488 in data 17 ottobre 1920.
(4) N.F. - nuova formazione; il X gruppo di cavalleria fu costituito nel maggio del 1915 su 19° e 20° squadrone.
(5) Su questa targhetta erano incisi i fatti d'armc cui aveva partecipato il reparto.
Nel 1932 (R.D. del 7 luglio) fu concessa la bandiera all'Arma dei Carabinieri «data in consegna al comandante generale dell'arma e custodita dalla legione all ievi carabin i eri reali di Roma » modificando così il R. D. 25 febbraio 1894 precedentemente illustrato. In pratica, s i volle sancire ufficialmente che la bandiera della Legione allievi era la bandiera dell'Arma.
Il 3 di cembre l 934 con R.D venne concesso l'uso de!Jo stendardo, di modello conforme a quello adottato per i reggimenti di Cavalleria, alla Scuola di Appli cazione di Cavalleria in quanto istituto di reclutamento per gli ufficiali di complemento e per i so ttuffi cia li dell'Arma.
Il provvedimento in sé stesso era una conseguenza del R.D. 17 ottobre 1930 che concedeva la bandiera a s imilari scuole di reclutamento, ma lo rende meritevole di segnala zione la circolare applicativa, a firma del sottosegretario di stato, generale Federico B aistrocchi: «Per rendere più significativa la concessione di cui sopra, dispongo che sia d ato in consegna alla scuola di app li cazione di cavalleria, lo stendardo del disciolto reggimento lancieri di Vercelli. Il glorioso drappo è fregiato della medaglia d'argento al valor militare per l'ardimentoso co ntegno tenuto dai lancieri nel periodo dell'appiedamento (Monfal cone) e durante l'avanzata dell'ottobre 1918 . I comandi dei corpi d'armata di Torino e Roma prenderanno accordi per ritirare lo sten dardo, sentito il parere dell'ispettorato delle truppe celeri, circa la data più opportuna ».
L'anno s ucce ssivo (R. D. del 9 agosto I 935) ai gru ppi carri veloci delle Divi sioni celeri fu concesso un gagliardetto costituito da un'asta, con freccia, come per le bandiere; un drappo tricolore quadrato (cm 60 per lato), frangiato d'oro sue tre lati e recan te al centro la sagoma sti lizzata di un carro veloce e di un cava li ere e sotto di essa il nome della Di visione ed il numero del gruppo. L'i n segna era completata da una fascia di seta azzurra e dal relativo cordone. Quanto sopra è ciò che afferma il R.D. ; in effetto l'unico gagliardetto custodito nel Sacrario delle Bandiere di Guerra (6) è di foggia alquanto diversa.
Trattasi di un drappo di seta di cm 48 X 48 (tav. XXIV), frangiato d'oro su i tre lati liberi ed a doppia faccia. Il recto è tricolore, con lo scudo sabaudo cimato della corona reale nel bianco; il verso è azzurro con una grande croce bianca i cu i bracc i toccano gli orli del drappo, al centro della croce la sagoma di un carro armato cimato
(6) F i n dal 1935 fu costituito a l Vittoriano, nell'ambi 10 del Musco Centrale del Risorgimento, il Sacrario delle B andiere di Guerrn per accogliere le bandiere dei reggimenti disciolti dopo la guerra 1915-1918, custodite a partire dal 1925 n el Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo.
Precedentemente le bandiere di guerra dei repa1·ti che ven ivano sciolti erano versale al Museo Nazionale di Artiglieria. Altrettanto era pr·escritto fare per i drappi logori.
della corona reale e sotto la scritta: V GRUPPO C.V. BALDISSERA (7).
Dall'asta, oltre ai cordoni, pende una cravatta tricolore, di foggia uguale a quella del labaro modello 1920.
Sempre nel 1935, i reggimenti di Artiglieria ebbero uno stendardo, identico a quello in uso fin dal 1860 ai reggimenti di Cavalleria (R.D. n. 2043 del 14 novembre) ed i reggimenti del Genio un labaro analogo a quello concesso nel 1920 ai reggimenti bersaglieri e alpini , e con il motto del reggimento scritto a semicerchio sotto la parte centrale del fregio (R.D. n. 2042 del 14 novembre).
L'8° reggimento Artiglieria di Corpo d'Armata invece dello stendardo ebbe in consegna la bandiera dell'Arma; altrettanto fu stabilito per 1'8° reggimento Genio.
Nella tavola XXIV, unitamente a quello del 5° Alpini, è riprodotto il labaro del 2° reggimento Genio, attualmente custodito nel Museo dell'Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio.
L'anno successivo (R.D. del 16 aprile 1936) anche i battaglioni carri armati e quelli carri d'assalto ricevettero il gagliardetto, ma di colore rosso e di forma triangolare (cm 60 X 60 X 45), bordato di frangia di seta nera e portante, nella parte centrale, su una faccia il numero del battaglione sormontato dalla sagoma stilizzata di un carro armato o di un carro di assalto e sull'altra il nominativo del battaglione.
Fu poi la volta delle Scuole Militari ad ottenere l'uso del labaro (R.D. del 1° ottobre 1936).
Il labaro, dalla foggia consueta, aveva il drappo «in colore azzurro Savoia nella faccia anteriore e nero in quella posteriore, portante, nel mezzo della faccia in azzurro, un pugnale con corona di alloro ed il numero distintivo della scuola scritto sull'elsa in cifre romane: sotto i.I pugnale sarà scritto il nominativo della Scuola».
Nel 1938 si sentì la necessità di procedere ad un generale riassetto della materia, ormai inderogabile dopo i numerosi provvedimenti parziali adottati a partire dal 1920.
Il Ministro della Guerra presentò allora al Sovrano la seguente relazione:
«Sire,
L'alto valore simbolico che viene ora attribuito al labaro, in uso presso i reggimenti bersaglieri, alpini e del genio, mi ha indotto ad esaminare l'opportunità di sostituire tale insegna con la bandiera, tradizionale delle unità di arma combattente, e di lasciare il labaro come insegna speciale dei soli corpi del R. esercito e delle Scuole militari, nonché delle associazioni della C.R.I. e del S.M.O. di Malta.
Senonché, avuto riguardo alle caratteristiche peculiari dei reggimenti bersaglieri, alpini e del genio sembra convenire dotare tali
(7) Il V gruppo carri veloci «Baldisse ra » fu costituito n e l marzo 1935 per l'Eritrea e disciolto nel 1937
reggimenti di una bandiera che, senza raggiungere le speciali dimensioni dello stendardo, abbia un formato più ridotto, e sia perciò più maneggevol e, d elle bandiere in uso presso i reggimenti di fanteria.
Con l'adozione della bandiera ridotta, le insegne in uso presso le unità, i corpi e gli istituti del R. esercito, risulteranno riordinate come segue, in modo rispondente a criteri di maggiore uniformità:
a) Bandiera (drappo metri l ,20 x 1,20; asta metri 2,50, freccia esclusa): alle Regie accademie militari, alJe scuole allievi ufficiali di complemento e allievi sottufficiali, all'arma dei CC.RR., ai reggimenti granatieri e di fanteria divisionale;
b) Bandiera ridotta (drappo metri 0,90 X 0,90; asta metri 2,10, freccia esclusa): ai reggimenti bersaglieri, alpini e del genio (ad eccezione dell'8° reggimento genio che resta depositario della prima bandiera concessa all'arma);
c) Stendardo (drappo metri 0,60 X 0,60; asta metri 1,30, esclusi freccia e falso calcio): ai reggimenti di fanteria carrista ed ai reggimenti di cavalleria e artiglieria (ad eccezione dell'8° reggimento artiglieria di corpo d'armata, che resta deposita rio della prima bandiera concessa all'arma);
d) Labaro: ai corpi automobilistico e sanitario, alle scuole mHitari di Roma, Napoli e Milano, alle associazioni della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Militare Ordine di Malta;
e) Gagliardetto: ai gruppi carri veloci delle divisioni celeri.
A tali criteri si inspirano le disposizioni contenute nello sche ma di decreto che mi onoro di sottoporre all'Augusta sanzione della Maestà Vostra e col quale viene sancito che le freccie delle nuove bandiere e dei nuovi stendardi che saranno concessi da oggi in poi alle unità del R. esercito recheranno, in luogo del solo stemma Reale , l'aquila imperiale ad esaltazione della nuova dignità a cui, dal 9 maggio 1935-XIV, è assurta la Maestà Vostra »
Il Re approvò la relazione e di conseguenza emanà il R.D. 7 giugno 1938, di cui si riportano gli articoli più importanti: ((
Art. 1 - È concesso a tutti i reggimenti bersaglieri, alpini e del genio, esistenti e disciolti, l'uso della bandiera nazionale, in sostituzione del labaro attualmente ad essi affidato.
Le bandiere dei predetti reggimenti sono di stoffa di seta e di forma quadrata, come quelle adottate per i reggimenti di fanteria, ma hanno le seguenti dimensioni: drappo, metri 0,90 di lato; larghezza delle bande portanti i colori nazionali, m 0,30; lun ghezza dell'asta , esclusa la freccia, m 2,10.
Art. 2 - È concesso ai reggimenti di fanteria carrista l'uso dello stendardo, conforme a quello adottato per i reggimenti di cavalleria e di artiglieria.
Art. 3 - La freccia delle nuove bandiere e dei nuovi stendardi concessi ad unità, corpi o istituti del Regio esercito, dopo l'entrata in vigore del presente decreto, reca nel centro l'aquila im-
periale in luogo dello stemma reale.
Essa è conforme al disegno allegato al presente decreto.
Art. 4 - L '8° reggimento genio continua a fare uso della bandiera dell'arma del genio affidatagli in base a/l'art. 3 del R decreto 14 novembre 1935-X!V, n. 2442
I labari attualmente affidati ai reggimenti bersagli eri alpini e del genio saranno conservati nei Musei d'arma stabiliti dal Ministro per la guerra, non appena sostituiti dalle bandiere di cui al precedente art. 1.
Art. 5 - È concesso l'uso di un labaro al corpo automobilistico.
Il labaro, della forma e delle dimensioni prescritze dal R. decreto 17 ottobre 1920, n 1488, sarà composto, in conformità del disegno allegato al presente decreto:
- di un 'asta sormontata da un 'aquila romana con corona di alloro. Sulla targa sottostante all'aquila saranno incisi i fatti d'arme a cui ha preso parte il corpo in analogia a quanto prescritto per le frecce delle bandiere; - di un drappo di colore azzurro nella faccia anteriore, con quattro fiamme nere agli angoli, e di colore nero nella faccia posteriore; portante nel mezzo della faccia anteriore in oro, il fregio del corpo automobilistico; sotto al fregio, anche in oro, la iscrizione: «Corpo automobilistico».
Il labaro sarà custodito dall'8° centro automobilistico
S empre nello stesso anno (R.D. 25 settembre), venne concesso anche al Corpo di Commissariato un lab aro, il cui drappo era «d i co lor viola nella parte centra l e della faccia anteriore, con due stris ce laterali longitudinali (larghe cm 8,5) di colore azzurro scuro e di colore altresì viola nella facc i a posteriore, portante nel vio la della faccia anter iore, in oro, il fregio del corpo d i comm issariato, con la i scrizione sotto al fregio, anche in oro, «Corpo di Commissariato » e, sempre nella faccia anter i ore, nel mezzo di ognuna delle due strisce di colore azzurro scuro, anche in oro, il fregio del ruolo uffi c iali di sussistenza».
Il labaro fu affidato in custodia alla Di rezione di Commissariato m ilitare del corpo d'armata di Roma.
La tavola XXV riporta i l labaro del Corpo Automobilisti co, del Corpo di Commissa r iato e la freccia mod. 1938.
Con il riord in amento d e l giugno 1938 si può ritenere concluso l 'argomento di questo capi tolo; per amore di comp l etezza vengono però elencati di seguit o i provvedimenti legislativi adottati ne gli anni seg u enti per concedere l'uso della bandiera a reparti di nuova formaz ione:
- R.D. 21 ottobre 1938 (bandiera nazionale d i formato ri dotto al regg i mento chimico);
- R .D. 7 di cembre 1939 (band iera nazional e conforme a quella - 119 -
adottata per i reggimenti Fanteria al presidio militare di Zara);
- R.D . 22 gennaio 1942 (bandiera nazionale conforme a quella adottata per i reggimenti Fanteria ai reggimenti paracadutisti);
- R.D. 30 marzo 1943 (bandiera nazionale conforme a quella adottata per i reggimenti Fanteria ai reggimenti cos tieri ed ai settori di copertura).
BANDIERE E GAGLIARDETTI PER LE TRUPPE COLONIALI
Il primo provvedimento legislativo di concessione dell'uso della bandiera nazionale ai Corpi di truppe coloniali risale al 1923 e fu dovuto alla sensibilità di un Mini stro della Guerra, Armando Di az, che in co loni a aveva combatt u to ed era stato ferito.
Il 4 gennaio 1923 egli così scrisse al R e : «Sire!
Alla Maestà Vostra è ben noto quanto ardimentosa ed efficace sia stata l'azione dei R egi Corpi di truppe coloni ali che co l loro non mai smentito valore militare e con la loro incrollabile fedeltà in cento combattimenti affermata, hanno ormai magnificamente dimostrato l 'ardore, l'intrepidezza e lo spirito di sacr ifici o d elle truppe stesse. È sembrato quindi che tanto valore meriti un tangibile ed alto segno di riconoscimento da parte del la Madre Patria, che serva anche di incitamento alle truppe colon i ali a mantenersi all'altezza delle loro grandi e nobili tradizioni.
Tale elevato fine potrebbe essere raggiunto col conferime nto della bandiera nazionale ai Regi Corpi di truppe coloniali dell'Eritrea, della Tripoli tani a e della Cirenaica, che nella loro costituzi one organica superano l'unità reggimentale, e del labaro alle truppe della Somalia, la cu i forza è inferiore a quella di un reggimento. Nella fiducia che la Ma està Vostra voglia benignamente accog liere questa doverosa proposta, formulata d'accordo co l collega delle Colonie, mi onoro sottoporre all'Augusta Vostra firma i rispettivi decreti di concessione».
Vittorio Emanuele III firmò i decreti sottopostigli:
- il n. l del 4 gennaio 1923, che co n cedeva l'uso della bandiera, di foggia uguale a quella dei reggiment i Fanteria, ai Regi Corpi di truppe co lon iali dell'Eritrea, della Tripolitania e della Cirenaica;
- il n. 2, sempre del 4 gennaio 1923, che concedeva l'uso del labaro mod. R.D. 17 ottobre 1920 a l Regio Corpo di truppe co lon iali della Somalia.
Le caratteristiche del labaro che, come stabil ito dal R.D. furono fissate in un secondo tempo dal Ministro della Guerra di conce rto con quello delle Colonie, erano le seguenti: drappo color amaranto, bordato e frangiato d'oro; al centro, in alto, corona e scettro dorati
con nastri azzurri e, sotto, due scudi: uno rosso con croce bianca (Savoia) e l'altro troncato da una fascia ondata cremisi recante nella parte superiore azzurra un leopardo d'argento con macchie nere cimato da una stella nera a cinque punte e nella parte inferiore rossa due stelle d'argento a sei punte (Somalia). Sotto il tutto la scritta: REGIO CORPO DI TRUPPE COLONIALI DELLA SOMALIA.
Il labaro si trova ora nel Museo Storico della Fanteria, privo però della cravatta tricolore, come si vede dalla fotografia riportata (fig. 17).
Nel 1927 (R.D. n. 2626 del 29 dicembre) anche al R. Corpo di truppe coloniali della Somalia fu concessa la bandiera, essendo nel frattempo aumentata l'entità delle forze del Corpo.
Con R.D. n. 1331 del 6 luglio 1938 fu provveduto anche ai reparti
Fig. n. 17 - labaro del Re gio Corpo Truppe Co loniali di Somalia {L a resa dei c olori no n è fed e le p e r la ve tustà d e l/ 'o• rigin a le ).
dislocati nell'Africa Orientale Italiana: i Comandi delle truppe dei Governi dell'Amara, dell'Harar, del Galla e S i dama ed i reggimenti Granatieri di Savoia (10° e 11 °) ricevettero la bandiera, il 60° reggimento Artiglieria lo stendardo, il reggimento Ge nio speciale d'Africa la bandiera ridotta. -124 -
Tutte queste bandiere, ad eccezione del labaro del R.C.T.C. della Somalia già descritto, non hanno però particolare interesse sotto il profilo vessillologico perché di modello conforme alle bandiere concesse ai reparti metropolitani, illustrate nel capitolo precedente. Meritano invece una più dettagliata trattazione i gagliardetti delle unità indigene. Ai reparti indigeni, infatti, il Goveno Centrale non concesse in dotazione la bandiera nazionale di tipo regolamentare, ma semplici insegne di reparto, diverse per foggia, colore, dimensioni, tessuto e globalmente designate con il nome di gagliardetti coloniali.
I motivi di questo atteggiamento sono parecchi e complessi. All'origine vi fu, indubbiamente, una certa qual diffidenza nei riguardi della saldezza morale e della fedeltà delle truppe indigene e, quindi, la paura di affidare il vessillo nazionale a reparti che ancora non garantivano sufficientemente di saperlo custodire con onore. Poi entrarono in campo anche considerazioni di carattere religioso: molti indigeni erano di fede mussulmana e si temeva che essi non avrebbero gradito servire una bandiera con la croce di Savoia. È da considerare, inoltre, il particolare atteggiamento di superiorità dei popoli europei del diciannovesimo secolo nei riguardi degli africani e degli asiatici; concedere la bandiera ai reparti indigeni poteva significare equiparare quei reparti a quelJi nazionali!
Non si volle però rinunciare al benefico effetto sullo spirito di corpo proprio dell'insegna e così furono concessi ai reparti indigeni i gagliardetti, che non ebbero però modello unico.
Tale diversità, dovuta a svariati motivi di ordine funzionale (necessità di distinguere i vari reparti in modo vistoso), organico (inizialmente fanti, gli indigeni divennero presto anche cavalieri, carabinieri), logistico (non sempre erano disponibili in colonia alcuni tipi di tessuto nei colori voluti, ad esempio) ed alla mancanza di una precisa regolamentazione emanata dalle Autorità Centrali e valida per tutte le Colonie, rende oggi quasi impossibile ricostruire con esattezza tutti i gagliardetti adottati, definire il periodo nel quale furono impiegati, distinguere i tipi regolamentari da quelli fuori ordinanza.
I gagliardetti conservati nei nostri musei militari differiscono, infatti, per la qualità dei drappi (seta, cotone, lana), per l'esistenza o l'assenza della frangia, per le dimensioni, per la foggia, per il materiale di costruzione dell'asta, per la forma della freccia. L'unica notizia sicura è che il colore del gagliardetto corrispondeva, di regola, a quello della lunga fascia che cingeva alla vita quasi tutte le truppe indigene.
Nelle pagine che seguono sarà perciò riportato sull'argomento solo quanto sembra essere accertato almeno con relativa certezza.
L'unico documento ufficiale al riguardo, infatti, è quello emanato nel 1933 dal generale Domenico Siciliani, Comandante del Regio Corpo Truppe Coloniali della Tripolitania, e che riportiamo integralmente: -125-
COMANDO R.C.T.C. DELLA TRIPOLITANIA
* * *
N. 400/4 di prot. Tripoli 1° luglio 1933-XJ
GAGLIARDETTI DEI REPARTI DEL R .C. T.C. DELLA TRIPOLITANIA
«Allo scopo di definire il diritto d'uso dei gagliardetti dei reparti del R.C. T.C., di uniformarne le foggie, e di disciplinare gli onori ad essi dovuti, il Ministero delle Colonie ha sanzionato le proposte di questo comando, stabilendo che:
1) I reparti che debbono essere dotati di gagliardetti sono: - divisione CC.RR.; - 1 ° battaglione cacciatori; - gruppo squadriglie autoblindate; XVII e XIX battaglione eritreo; II, III, V, VI battaglione libico; J O e 2° squadrone savari; J O e 3° gruppo spahis; I, Il, III, IV, V, VI, VII gruppo sahariano; J a, 2a e 3 a batteria libica.
2) I colori, le foggi e, le dimensioni, le leggende di ciascun gagliardetto sono quelle che appaiono dagli specchi e dalle tavole qui unile.
3) Ai gagliardetti sono dovuti i seguenti onori:
a) i reparti a pié fermo salutano il proprio gagliardetto prendendo la posizione di attenti al comando del capo o al segnale di attenti suonato una sola volta dal trombettiere;
b) i reparti in marcia salutano il proprio gagliardetto con l'attenti a destr (o sinistr), ordinalo successivamente per plotone nelle unità superiori al plotone;
c) i militari isolati salutano il gagliardetto del proprio reparto con le forme prescritte al n. 150 del regolamento di disciplina militare per il R. Esercito.
Da parte dei militari isolati il saluto al gagliardetto di altri reparti è atto di cortesia.
Da quanto sopra, appare che il gagliardetto non deve essere considerato come bandiera, stendardo o labaro delle forze armate dello Stato, ma insegna di reparto e come tal e deve avere - specie se decorato al V.M. - alto valo re simbolico e prestigio
Dovrà quindi essere conservato presso il comando di reparto in modo decoroso e con tutte le forme di rispetto, ed essere usato solo quando l'intero reparto, o la maggior parte di esso, esca in armi».
Foggia, dimensioni, colori ed iscrizioni dei gagliardetti erano seguenti:
- divisione dei Carabinieri Reali. Quadrato di cm 40 X 40, in panno rosso scarlatto con frangia in oro di cm 5 e fregio distintivo
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dell'Arma in oro ricamato al centro del drappo e portante le cifre reali;
1° battaglione Cacciatori. Quadrato di cm 58 X 58 in velluto di seta nera, bordato da una fascia di pelle rossa alta cm 6. Al centro il fregio della Fanteria coloniale in argento, nel tondino il numero ordinativo in cifre romane ricamato in nero;
- gruppo squadriglie autoblindate. Come il precedente , ma con il fregio delle squadriglie;
- battaglioni eritrei e libici. Quadrato di panno delle dimensioni di cm 40 X 40, frangia d'argento di cm 5, al centro il fregio della Fanteria coloniale in argento di cm 20 X 20 e nel tondino il numero ordinativo del battaglione in cifre romane ricamato in nero. I colori del panno erano: nero (XVIII btg. eritreo), verde con quattro strisce verticali azzurre di cm 5 (XIX btg. eritreo), azzurro (II btg. libico), rosso (III btg. libico), panno scozzese (V btg. libico), nero con striscia centrale longitudinale cremisi di cm 13 (VI btg. libico);
- squadroni savari. Quadrato di panno (nero per il primo squadrone, azzurro per il secondo) di cm 40X40 con frangia d'argento di cm 5, al centro fregio della Cavalleria coloniale in argento e numero ordinativo in cifre romane nel tondino;
- gruppi spahis. Quadrato di panno rosso, cm 40 X 40, con frangia in argento di cm 5. Al centro fregio della Cavalleria coloniale in argento di cm 20 X 20 e numero ordinativo nel tondino in cifre arabe ricamato in nero;
- gruppi sahariani. Di forma rettangolare con rientranza triangolare al lembo flottante (a coda di rondine), dimensioni cm 60 X 40 con frangia in argento di cm 5 e fregio in argento dei reparti sahariani al centro, nel tondino numero ordinativo in cifre romane ricamato in nero. Colore del panno: rosso (I gruppo), verde (II gruppo), nero (III gruppo), azzurro (IV gruppo), cremisi (V gruppo), giallo arancioine (VI gruppo), scozzese (VII gruppo);
- batterie libiche. Di forma quadrata di cm 40 X 40 in panno giallo arancione con frangia di seta nera di cm 5, al centro fregio dell'Artiglieria da montagna in oro con il numero ordinativo della batteria in numeri romani ricamato in oro.
Per tutti i gagliardetti l'attacco all'asta, lunga m 2,75, era costituito da quattro anelli di cuoio nero investiti in appositi alloggiamenti dell'asta stessa. L'apice dell'asta per i gagliardetti dei reparti di Fanteria recava due fucili incrociati cimati da una stella, due cannoni incrociati per i reparti d'Artiglieria, un fucile ed una sciabola, sempre incrociati, per i Carabinieri.
Nel 1935 furono costitu i ti reggimenti di Fanteria indigeni ai quali fu dato un gagliardetto analogo; sciolti nel 1937 i reggimenti, ai battaglioni fu nuovamente concesso il gagliardetto, identico nel disegno al precedente, ma con ricami in oro e di formato più grande: 50X50.
Nella tavola XXVI sono disegnati i gagliardetti della divisione Carabinieri, del II battaglione libico, del II gruppo sahariano e della 1 a batteria libica secondo il regolamento del 1933.
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L'l 1 febbraio 1940 l'Ufficio Militare del Ministero dell'Africa Italiana, con f. n. 903460/ 1, scriveva al Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale di fargli conoscere foggia , colore e dimensioni dei «gagliardetti tipo» in uso presso le unità libiche costituite sin dal tempo di pace e di quelli previsti per le unità di mobilitazione.
Dalla risposta del Comando Superiore, f. n. 03/ 201662 in data 11 aprile 1940, emerge che le prescrizioni emanate dal Comando Regio Corpo Truppe Coloniali della Tripolitania nel 1933 erano, almeno m parte, già sorpassate.
La situazione nella primavera del J940 era la seguente : - battaglioni di fanteria libica: gagliardetto quadrato di cm 40 X 40, con frangia in oro alta cm 5 su tre lati. Sul lato diritto, ricamato in oro, il fregio per fanteria che sormonta il nominativo del battaglione pure ricamato in oro. Sul rovescio, ricamato in oro in cifre romane alte 20 cm, il numero del battaglione Asta lunga cm 218; - gruppi squadroni di cavalleria libica: gagliardetto quadrato di cm 40 X 40 , con frangia in oro alta cm 5 su tre lati. Sul lato diritto, ricamato in oro e di cm 20 x 20, il fregio della cavalleria libica con il numero del gruppo in cifre romane ricamato in nero nel tondino. Sul rovescio, ricamato in oro in cifre romane alte cm 20, il numero del gruppo. Asta lunga cm 275.
Colori dei gagliardetti e nominativi dei battaglioni e dei gruppi erano riepilogati nell'allegato 3 al f. n. 03/ 201662, che si riporta integralmente a pag. 131.
REPARTO
NUMERO E NOME
Fanteria reparti
perm.
btg. «Zuara» (I)
" «Orfella» (Il)
" «Nalut» (III)
" «Ghlb la» (V)
" «Gcfara » (VI)
btg. «Bueral» (VII)
" «Bardia » (VIII)
" «Agedabia » (IX)
" «Nufi l ia» (X)
" «Derna» (XI)
" «Mergheb» (XII)
" «Zemzem » (XIII)
reparti di ., «Tarhuna» (XVII) mob i lit.
CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEI GAGLIARDETTI
c olore nero
" azzurro
" rosso
" scozzese
" nero con striscia centrale longiludinale cremisi, alta cm 15
co lore cremisi con 4 strisce verticali azzurre
,, cremisi con 4 s trisce verticali nere
" nero con 4 strisce ve rtica l i verdi
" cremisi con 4 strisce vcrti c al i azzurre e con una striscia longitudinale bianca a l centro, alta cm 10
" cremisi con 4 strisce verticali nere e con una striscia !ongitudinale bianca al centro, alta cm 10
" cremisi con stiiscia longitudinale verde al centro alta cm 10
" azzwTo con striscia longitudinale verde al centro alta cm 10
" nero con strisca longi t udinale bianca al centro, a lta cm I O. La stri s cia bian c n porta nei due lati (superiore ed inferiore) una bordatura dico!ore cremisi alta c m 5
" «Soffegin» (XIX)
" «Barcc» (XII)
,, «Sorman » (XIV)
,, «Jefren» (XV)
" «Azizia» (XVI)
" scozzese con st1iscia longitudinale verde al cenuu, alta cm LO
" nero con 4 stJisce verticali verdi e con st1iscia longitudinale bianca al centro, alta cm 10
" nero con striscia longitudinale bianca al centro, alta cm 10
" rosso con striscia longitudinale bianca al centro, alta cm 10
" nero con striscia longitudinale bianca al centro, alta cm 10. La striscia bianca porta ai due lati (superiore e d inferiore) una bordatura di colore cremisi alta cm 5
" «Garian» (XV II I)
Cavalleria reparti I gr. sqdr. spahis perrn
reparti di III gr. sqdr. spahis mobilit.
IV gr sqdr. spahis - 13 1ALLEGA ro 3 AL f.n. 03/201662
" scozzese con striscia longitudinalc bianca a l centro, alta cm IO
c olore rosso
colore rosso con striscia longitudinale bianca al centro, alta cm 10
" rosso con striscia longitudinale verde al centro, alta cm IO
Nella tavola XXVII sono disegnati il gagliardetto del III battaglione «Nalut» e quello del I gruppo spahis.
Circa i gagliardetti d e lle altre truppe coloniali le notizie raccolte sono ancora più scarne.
Per quanto riguarda le truppe eritree è necessario ricordare che, iniziata la guerra italo-turca per il possesso della Libia, dall'Eritrea furono inviati in Libia alcuni battaglioni indigeni che si comportarono assai valorosamente. Questo avvenimento spinse il Ministro della Guerra e quello delle Colonie a riesaminare la questione della bandiera. Il Comandante del Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea , colonnello Rubiolo, scriveva infatti il 4 giugno 1912 al Governatore della Colonia Eritrea:
«Poiché V.E. chiede il mio avviso circa l'opportunità di dare una bandiera ai battaglioni od al corpo di truppe indigene, ecco quanto io penso in proposito: Non vi sarebbe forse alcun male a ridurre la bandiera nazionale a dimensioni più ampie di quelle del guidone, e darne una per battaglione col bordo, per ciascuna, del colore della fascia.
Ma poiché in breve giro di tempo tutti i battaglioni saranno stati in Libia, e non v'ha dubbio che tutti s i di s tingueranno, perché composti di elementi identici a quelli del V e lutti animati da vero entusiasmo, cresciuto ora, specie dopo il ritorno dei feriti , certo sarebbe assai bello avere una bandiera per tutto il R. Corpo ... »
Anche se non è stato rintracciato il seguito della pratica, il suggerimento di concedere ai battaglioni eritrei il tricolore bordato con il colore della fascia distintiva fu recepito dalle Autorità competenti e sembra accertato, comunque, che nel biennio 1912-1913 ai primi otto battaglioni eritrei sia stato consegnato un gagliardetto con l e seguenti caratteristiche (fig. 18): - rettangolo di panno di cm 60 X 40, di colore corrispondente a quello della fascia distintiva del battaglione (rosso I btg.; azzurro II btg.; cremisi III btg.; nero IV btg.; scozzese V btg.; verde VI btg.) con frangia dorata alta cm 5. Sul diritto un tricolore italiano di cm 46 X 25 recante sul bianco lo scudo di Savoia cimato della corona reale in oro e accollato con il collare dell'Ordine della SS. Annunziata in oro. Sempre sul diritto, nel cantone superiore all'asta, una corona d'alloro con il numero ordinativo del battaglione in cifre romane alte 3 cm al centro e sopra un'aquila dal volo spiegato, il tutto ricamato in oro. Il rovescio del drappo recava soltanto il numero del battaglione in cifre romane, ricamato in bianco e alto quanto il tricolore;
- cravatta azzurra con frange e cordoni con fiocchi in argento; - asta in legno ricoperta di velluto azzurro , con freccia e puntale di ottone.
Nel Calendario Szorico dal 1815 ad oggi (l) , sotto l a data del 2 s ett embre 1912, è pubblicato u n disegno raffigurante un gag l iar d etto come quello prima descritto, accompagn ato dal seguente trafiletto: «Stendardo offerto dalle donne del Friuli agli Ascari Eritrei»
Fig. n. 18 - gaglia rdetto del II battaglione eritreo.
È tr i colore, lo stemma di Savoia n e l mezzo e contornato da un largo bordo scozzese, di s tintivo d e l quinto batt aglione Asc a ri , al quale lo stendardo fu consegnato in Roma il 28 luglio 1912 (2) con una pergamena su c ui è scritto:
( 1) Edito a c ura della «Società P ro E sercito in Mil ano - Comitato P atronesse - Sotto l'alto patronato di S.M. La R egi n a», senza data ma, molto probabilmente, del 1934 . La pubblicazione è in possesso del Signo r S canda luzzi. (2) l battaglioni eritrei impiegati in Libia prima di rientrare in Eritrea venivano in Italia per alcuni g iorni
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Onore a voi - ascari dall'anima di fuoco - intrepidi e fedeli - gareggianti con i fratelli nostri - nell'offrire lietamente la vita - per la grandezza d'Italia.
Onore agli ufficiali - che vi educarono al dovere - vi guidarono alla vittoria - vi fecero italiani nel cuore.'
Le donne di una Lerra - a voi ignota e lontana - inlerpreti della riconoscenza nazionale - donano - alle milizie erit reequesto tricolore stendardo e lo affidano - al 5° battaglioneche venne primo alla libica guerra. Passi questo vessillo - dalle mani dei padri a quelle dei figli - pegno d'amore - simbolo della Patria - sacro, fulgido, invito!.
Il 4 maggio 1913 re Vittorio Emanuele III passò in rassegna a Napoli il Ili battaglione eritreo «Galliano», anch'esso reduce dalla Libia (tav. XXVIII), e in quell'occasione le «Dame modene s i » offrirono al battaglione lo stendardo con una pergamena così redatta:
«A L III BATTAGLIONE INDIGE NI DELL 'E RITREA »
«A voi, o ascari del III Battaglione, fatti devoti alla gran Patria nostra dalla civiltà che vi redense: a voi, che con erculee posse ed alati impeti, da Agordat ad Halai, da Coatil a Senafé, da Makallé ad Adua, da Monte Macron a Tucraf divideste col soldato italiano l 'ansia suscitatrice dei più nobili eroismi: a voi, pronti, fidi del pericolo, nel cimenlo per la maggior gloria dell'Italia, la riconoscenza di un popolo forte e libero.
Da Modena, dove s'addestra e tempra alle armi la Gioventù, attrice di speranze vive per il nostro Esercito, noi donne orgogliose della rinascita dell'antico spirito latino dominatore, vi affidiamo il simbolo della Patria » (3).
Anche se non è stato possibile rintracciare il disegno dello stendardo, dalla fotografia (tav. XXVIII) sembrerebbe di modello analogo al precedente Le darne modenesi inoltre non lo avrebbero definito, nella pergamena ricordo, <<s imbolo della Patria» se non avesse portato il tri colore.
Nel cartegg i o custodito dall'ufficio Storico dell'Esercito , nel raccog lit ore Eritrea 7, si trova l' ordine permanente n. 32 del 12 marzo 1913 con il quale il Comandante del Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea comunica «pe r opportuna conoscenza» la tabella riportata a ll a pagina 139 con t ut ti i «dat i circa i com i tati costitu iti si in It alia per l'offerta di stendardi ai battaglioni indigeni».
Appena qualche mese dopo, con l'ordine permanente n. 80 dell'8 luglio 1913, lo stesso coma ndante negava agli stenda rdi q u a l siasi valore uffi c iale ed i mpartiva precise disposizioni in mater i a, disposiz ioni che si r i portano integra lm ente:
(3) Dal volume celebrativo Il III bauaglione indigeni dell'Eritrea «Calliano », 1888-1930, Asmara 1930.
COMITATO
(Presidenza)
Dame di Como (Signora Stucchi Rossi)
Dame di Roma (Marchesa Centurione)
D ame di Modena (Marchesa Schedoni)
Dame di Napoli
ANNOTAZIONI
Lo stendardo è già stato consegnato al battaglione
Lo stendardo è ancora da consegnare al battaglione idem.
(Principessa di Candriano) idem.
Dame di Udine (Contessa De Puppi)
D ame della Colonia (Signora Del Corso)
Dame di Venezia (Conte Grimani)
Dame di Firenze (Baronessa Ricasoli)
Lo stendardo è g i à stato consegnato al battaglione
Lo stendardo è già stato consegnato al battaglione; che è anche in possesso di una bandiera offertagli da un comitato presieduto dal s i g Alfredo Mangani di Genova.
Lo stendardo è ancora da consegnare al battaglione idem.
« 1°) In ogni circostanza di guerra, ed in pace nelle manovre di campagna, escurs i oni, marce di traslocazione, riv i ste, parate ed altre consimili circostanze, i comandi di battaglione fa nno u so di un'insegna consistente in un drapp o dalle dimensioni di cm 60 X 60 ass i curalo ad un'asta di legno alta m 2,40. Il drappo è dello stesso colore della fascia del battaglione ed ha nel centro, ad ambo le parti, la cifra romana indicante il numero del battaglione, in stoffa bianca, alta cm 20.
2°) Gli stendardi, che i battaglioni avessero ricevuto in dono da comitati, non hanno altro carattere che quello di ricordo e non possono quindi essere portati in nessuna circostanza né di pace, né di guerra, né in Colonia, né fuori Colonia. Essi devono essere conservati presso i comandi di battaglione in Colonia e consegnati al Comando truppe in caso di partenza del battaglione dalla Colonia o in caso cli scioglimento del battag lion e.
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3°) Nelle consegne o ricevimenti degli stendardi di cui sopra deve essere esclusa ogni formalità regolamentare o analoga a quelle prescritte per le bandiere per R. Esercito».
Anche questo nuovo tipo di gagliardetto non ebbe però u n'es istenza duratura, infatti tra le due guerre mondiali i battaglioni eritrei usarono un gagliardetto quadrato, di panno, dalle dimensioni di cm 50 X 50, con frangia d'oro di cm 3 e con al centro in cifre romane il numero ordinativo del battaglione ed il fregio dell'Arma. Il colore del drappo era, come di regola, quello della sciarpa.
Nel Museo Storico delJa Fanteria sono però custoditi anche esemplari di gagliardetti rettangolari e di dimensioni diverse (cm 60 X 70, 40 X 50, 34 X 51) realizzati in tela o in seta, con i numeri ordinativi in fettuccia nera o bianca, e dei quali non si conosce il tipo di asta (tavola XXIX). Anche per i gagliardetti adottati dai reparti d el Regio Corpo Truppe Coloniali della Somalia le incertezze non sono poche.
Secondo Piero Crociani ed Andrea Viotti (4) i primi gagliardetti dei battaglioni somali erano molto simili a quelli dei battaglioni eritrei; di forma quasi quadrata, di un solo colore, con al centro in grande il numero ordinativo del reparto e la lettera S.
Gli stessi autori, sulla base di una fotografia risalente al 1925 circa, danno la seguente descrizione del gagliardetto del II battaglione: <<Si tratta di un gagliardetto più lungo che largo, che, rettangolare nella parte superiore, terminava obliquamente verso il basso dando all'insieme uno strano e sgradevole aspetto trapezoidale. Il gagliardetto probabilmente era bordato di gallone bianco lungo tutti i lati e recava, presumibilmente in bianco, il numero romano II nell'angolo superiore destro e, trasversalmente, dall'angolo inferiore destro al superiore sinistro, l'iscrizione «Battaglione Benadir ». Completavano il gagliardetto la frangia e due grosse nappe che pendevano da un braccio metallico trasversale c ui il gagliardetto stesso era attaccato mediante quattro anelli. Il braccio formava a sua volta sistema con un'asta metallica che terminava con un puntale da cui partivano due cordeJl i ne che raggiungevano l'estremità del braccio».
Nel Museo Storico della Fanteria sono conservati due gagliardetti di epoca leggermente posteriore, J 928, del V e del VI battaglione di Fanteria (fig. 19).
(4) Pi ero CROClANI - Andrea VIOTTI, le uniformi del/'A.O.l. (Somalia 1889-1941), Roma 1980.
Trattasi di gagliardetti rettangolari lunghi cm 80 e larghi cm 50, tagliati a coda di rondine. Il colore del drappo è rosso amaranto, leggermente schiaritosi nel corso degli anni. Un gallone, pres umibilmente in origine dorato, borda il gagliardetto lungo tutto il pe rimetro, così come fa , all'esterno, una frangia dello stesso colore. Le scritte «V» o « VI Battaglione Benadir» sono poste orizzontalmente al centro del drappo e con caratteri particolarmente ricercati. Sopra e sotto la scritta un nodo di Savoia ricamato. Nel centro della part e posteriore il gagliardetto del V ha cucita una striscia di stoffa lunga circa 30 centimetri, di panno azzurro, ricavata da una fascia distintiva del battaglione, quello del VI ha la stessa striscia rossa e azzurra. Un'asta metallica con puntale a freccia in ottone, un brac c io trasversale, due grosse nappe dorate e due cravatte azzurre completano questi gagliardetti.
Anche i Dubat ebbero un loro gagliardetto, probabilmente quadrato di cm 60 X 60, tricolore al diritto e nero al rovescio con al centro dei due versi, rispettivamente, lo scudo sabaudo con corona e lo stemma della Somalia.
Per quanto riguarda, infine, le insegne dei reparti indigeni dell'Africa Orientale Italiana, il Giachi (5) scrive: « Pur con altro valore
(5) Antonio GLA CHI, Truppe coloniali italian e Tradi z ioni, colori, ni e Ja gli e, Firenze 1977.
della bandiera a motivo di prest1g10 e di importanza significativa, per le singole nuove unità, nell'aprile del 1940 vennero fissate le prescrizioni circa il tipo di gagliardetto da affidarsi alle truppe coloniali dell' A.O.I., come nel 1933 era stato provveduto per i reparti dell'Africa Settentrionale».
Tali norme possono condensarsi nelle seguenti precisazioni: forma rettangolare, dalle dimensioni di cm 50 X 77; doppia faccia in seta pura; frangia in oro larga cm 3,5; - disposizioni e misure delle striscie nei gagliardetti bicolori (a striscie verticali o orizzontali), alternate, cominciando col colore di fondo (es., per il VII Btg., colori a striscie verticali nero-rosso; si cominciava col nero, alternando una striscia nera larga cm 4,5 con una striscia rossa di cm 2; in totale risultavano 12 striscie nere ed 11 rosse). Il numero del reparto era in cifre romane di colore bianco, alte cm 22, ricamate al centro sul rovescio del drappo; - dimensioni e foggia dell'asta: cm 180 in due pezzi, uniti con giunto d'ottone a vite. Puntale in ottone lungo cm 20; diametro dell'asta di cm 3 compreso il rivestimento di velluto di colore bleu-
Fig n _ 20 • gagliardetto dello squadrone blindo-corazzato dei Carabinieri della Somalia.
Savoia, fissato con chiodo di ottone a testa larga ornata; - dimensioni della freccia: cm 18, con sfera di giunzione al basamento del diametro di cm 6; basamento cm 16; lunghezza totale cm 40.
Sul diritto del gagltardetto stesso era applicata al centro una bandiera nazionale delle dimensioni di cm 25 X 46. La bandiera, naturalmente, portava ricamato sul campo bianco lo scudo sabaudo sormontato dalla corona reale. Sempre sul lato dritto, e in alto a sinistra, il gagliardetto portava una corona di alloro sormontata dall'aquila reale ad ali spiegate; nel centro della corona era ripetuto il numero del reparto in cifre romane, alte cm 3.
Il discorso sui gagliardetti coloniali non termina però a questo punto. Per completezza di trattazione è necessario ricordare che, nel corso della 250a seduta plenaria, l'Assemblea Generale dell'O.N.U. il 21 novembre 1949 decise di affidare all'Italia, per un periodo di dieci anni, l'amministrazione fiduciaria della Somalia.
Per la sicurezza e per l'ordine interno della ex Colonia fu approntato un contingente di truppe, il Corpo di Sicurezza, che sbarcò a Mogadiscio tra il 2 febbraio ed il 2 aprile 1950.
Tale Corpo assicurò in ogni circostanza la tutela dell'ordine e provvide alla formazione ed alla preparazione delle forze somale, la cui costituzione era presupposto fondamentale della stessa sovranità ed indipendenza del Paese.
Questo capitolo si chiude, pertanto, ricordando il gagliardetto dello squadrone blindo-corazzato dei Carabinieri della Somalia (Fig. 20), attualmente custodito nel Museo Storico dell'Arma.
CAPITOLO vn
BANDIERE DELL'ESERCITO ITALIANO
La seconda guerra mondiale non era ancora terminata quando il ministro della guerra, Alessandro Casati, con lettera n. 110950/ 1/ 2 del 5 maggio 1945, impartì le prime disposizioni miranti a mettere ordine nel setlore dell e bandiere: « i vessilli dei reggimenti disciolti in seguilo agli avvenimenti dell '8 settembre 1943 ... dovranno essere consegnati al Museo Centrale del Risorgimento »
La trasformazione istituzionale dello Stato naturalmente ebbe conseg uenze anche sulle bandiere militari e nel 1947 le bandiere, gli stendardi ed i labari dell'Esercito italiano vennero riun iti nel Vittoriano ed ai reggimenti ed agli enti militari vennero distribuite le nuove bandiere, di foggia unica (1) fissata dal D ecreto Legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. J 252 in data 25 ottobre 1947 (fig. 21).
Detto decreto recita testualmente:
«Art . 1 - Per tutti gli enti dell 'Ese rcito e dell'Aeronautica militare e per i reparti a terra della Marina militare , attualmente concessionari di bandiera, labaro o stendardo, è adottata una bandiera avente le caralleristiche di cui alla tavola annessa al presente decreto, firmata dal Ministro proponente.
Art. 2 - Detta bandiera si compone di: una freccia, un 'asta, un drappo, una fascia, un cordone.
Art. 3 - La freccia è di ottone dorato della lun ghezza complessiva di cm 35. Su di essa sono incisi: il nominativo dell'Ente concessionario; l'epoca della sua creazione, delle successive sue formazioni ed ordinamenti; i fatti d'arme cui prese parte; le ricompense al valore di cui la bandiera è fregiata; tutte quelle altre onorifiche indicazioni stabilite con speciali decreti del Ministro per la Difesa.
Art. 4 - L'asta è di legno rivestita di velluto color verde ed ornata con bulle/le d'ottone poste a linea spirale. Ha la /un-
(I) Soltanto per antica tradi z ione nei reparti di Cavalleria e di Artiglieria si usa ancora, impropriamente quindi, denomina1·e stendardo la bandiera.
ghezza di metri 2,20 compresi il codo lo (cm 10) che si conficca nella freccia ed il calcio (cm 10).
Art. 5 - Il drappo, intessuto di seta naturale, è di forma quadrata delle dimensioni di cm 99 per ogni lato. È suddiviso nei colori verde, bianco e rosso, ciascuno della lunghezza di cm 33.
Art. 6 - La fascia è di seta naturale colore turchino azzurro. È fermata, a nodo, alla parte inferiore della freccia in modo che le due striscie che ne risultano siano della lunghezza di cm 66 ciascuna. Dette striscie sono completate, all'estremità libera, da una frangia argentata di cm 8X8
Art. 7 - Tl cordone, anch'esso argentato, è annodato alla base della freccia: i tratti liberi che ne risultano hanno la lunghezza di cm 67 e terminano ciascuno con un fiocco argentalo della lunghezza di cm 10.
Non deve st upire il fatto che le bandiere dell'Italia repubblicana abbiano conservato le cravatte color azzurro. È pur vero che Carlo Alberto, quando fu costretto dalla forza degli eventi a rinunciare alla bandiera dinastica , aggiunse alla bandiera tricolore i nastri azzw-ri a ricordo del colore tradizionale di casa Savoia, ma è a l tretlanto vero che l'azzurro è rimasto nell e bandiere dell'Esercito itali ano soltanto per simboleggiare la continuità della trad i zione militare. Da oltre un secolo, infatti, la cravatta della bandiera come il nastro azzurro delle decorazioni al valer militare, consacrat i entra mbi dal sangue di tanti caduti, hanno perso l'origina1·io s ignifi cato dinastico per assurgere a simbolo nazionale di onore e di gloria.
La consegna e la benedizione (2) delle nuove bandiere avvenne in forma solenne il 4 novembre 1947 (lettera n. 118000/1.2 in data 23 otto bre 1947 a firma del mini st ro della difesa Mario Cingolani ). In tale occasione le bandiere dell'Artiglieria, del Genio e del Corpo di Sanità Militare furono date in consegna alle ris pettive Scuole, la bandiera del Corpo di Commissariato fu invece data in c onsegn a alla Direzione del Commissariato d e l Comando Militare Territoriale di Roma e quella del Corpo Automobili s tico alla Scuola della Motorizzazione.
Il 16 febbraio 1949, con D.P.R. n. 96, venne co n cessa la bandiera al Corpo di Amministrazi one dell'Esercito, bandiera data in consegna al Capo del Corpo.
Nel 1965 (lettera n. 5700/S del Mini stero della Difesa - Esercito del 14 aprile) il Ministro della Difesa, s u proposta del Capo di Stato Maggiore dell'Es erc i to, dispose che le bandiere dei disciolti reg g imenti «N i zza Cavalleria», «Lancieri di Novara», « Lancieri di Aosta », «Lancieri di Milano », «Cavalleggeri di Saluzzo», «Cava lleggeri di Lodi», «Cavalleggeri Guide» fossero dat e in consegna ai g ruppi squadroni disc en d enti dei reggimenti stessi e dei quali avevano già adottato fiamme e stemma araldico. Il provvedimento, c he mirava ad elevare il tono spirituale dei reparti allac;:ciandoli alle tradizioni di antiche e g lori ose unità disciolte, s i rivelò non solo molto gradito ai Quadri, ma di grande efficacia ai fini d e l rafforzamento dello spirito di corpo anche per i giovani soldati di leva, sempre pronti a recepire i valori morali essenziali.
Fu poi la volta del Corpo Veterinario dell ' E sercito ad ottenere
(2) Nel Pontificale romanum Clementis VIII ac Urbani VIII iussum editum et a Benedicto XIV recognitum et castigat um , parte 2a, ultimo paragrafo, De bcnedictione et trad itione vexilli bellici, s i trova la preghiera che il vescovo (o il cappe ll ano militare) deve recitare ed è indicato anche il cer i mon ia l e per la funzione religiosa della benedizione delle bandiere.
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la bandiera, con determinazione presidenziale del 2 novembre 1969. Il vessillo fu dato in consegna alla Scuola del Corpo.
La ristrutturazione dell'Esercito del 1975 ha determinato, infine, la concessione della bandiera di guerra alle unità a livello battaglioncgruppo.
Con i D.P.R. n. 846 (12 novembre 1976), n. 173 (14 marzo 1977), n. 376 (6 giugno 1977), n. 861 (7 ottobre 1977) e n. 671 (12 settembre 1978) sono state, infatti, concesse le bandiere di guerra ai battaglioni ed ai gruppi di tutte le Armi dell'Esercito, compreso il comando Carabinieri Guardie (Corazzieri) del Presidente della Repubblica, nonché agli autogruppi del Corpo Automobilistico ed ai battaglioni Logistici. Sempre con tali D.P.R. furono, inoltre, concesse le bandiere d'istituto alla Scuola di Applicazione, alla Scuola di Applicazione del Corpo Automobilistico, alla Scuola Meccanici ed a quella specializzati della Motorizzazione, al Centro Difesa Elettronica ed alla Scuola Militare di Educazione Fisica dell'Esercito.
Nel 1982, con D.P.R. del 23 marzo, fu concessa la bandiera di guerra all'Arma di Fanteria (tavola XXX) ed all'Arma di Cavalleria. Con lo stesso decreto fu stabilito che i due vessilli venissero custoditi, rispettivamente, dalla Scuola di Fanteria e dalla Scuola Truppe Corazzate.
Nel 1984 però, essendosi la Scuola di Fanteria trasformata in Scuola di Fanteria e Cavalleria, anche la Bandiera dell'Arma di Cavalleria fu data in consegna alla Scuola.
Con D.P.R. del 21 dicembre 1982 e con D.P.R. del 5 marzo 1983 furano concesse la bandiera di istituto alla Scuola Allievi Carabinieri di Benevento e la bandiera di guerra al 51 ° battaglione genio pionieri « Simeto » di stanza a Palermo.
Al contingente italiano impiegato nella missione di pace in Libano, con D.P .R. del 21 dicembre 1982, fu concessa la bandiera di guerra, decorata con la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia i1 25.2.1984. Dopo lo scioglimento del contingente la bandiera è stata versata al Sacrario delle Bandiere di Guerra al Vittoriano.
Per quanto riguarda, infine, l'iscrizione delle campagne, dei fatti d'arme e delle ricompense al V.M. sui gambi delle frecce delle bandiere dei Corpi che hanno partecipato ad operazioni di guerra durante il periodo bellico 1940-1945, il 29 giugno 1953 il Ministro per la Difesa, Randolfo Pacciardi, emanò il D.M. n. 365, che si riporta omettendo per brevità gli allegati:
«I Corpi che hanno partecipato ad operazioni di guerra durante il periodo bellico 1940-45 analogamente a quanto fu effettuato per la guerra 1915-18 e per la guerra in A.O. 1935-36 potranno far incidere sulle faccette del gambo delle frecce delle loro bandiere le campagne e i fatti d'arme di cui otterranno regolare riconoscimento da questo Ministero, nonché le ricompense al V.M. riferite al detto periodo.
Le proposte relative al riconoscimento delle campagne e dei fatti d'arrne, dovranno essere inoltrate allo S.M.E. Ufficio Storico:
- per i Corpi provvisti di bandiera, ogg i esistenti: dai rispettivi comandi di corpo, entro il 31 dicembre 1953; - per i Corpi disciolti: dai rispettivi centri di mobilitazione, se ancora esistenti, o dai depositi che ne hanno assorbito il carteggio, en tro il 31 marzo 1954.
Nel compilare le proposte, gli enti incaricati dovranno attenersi alle disposizioni ed usare le dizioni di cu i agli allegati 1 e 2.
Le proposte dovranno essere compilate su specchio conforme al modello allega t o 3; ogni specchio dovrà essere corredato da una breve memoria illustrativa sulle operazioni svolte dal Corpo nei vari fronti e sui fatti d'arme c ui la proposta si riferisce, specificando data, località, forza partecipante, perdite, eventuali r i compense al V.M. ottenute e ogni altra notizia che si ritenga utile per il chiaro inquadramento dell'azione».
A conclus ion e di questo lavoro, che noh ha altro scopo che quello modestissimo di divulgare in forma r i epilogativa e sintet ica quanto si sa circa le origini ed il signific ato delle bandiere del nostro Esercito, si riportano le parole ammon itri ci ed ancor oggi attuali di Massimo d'Azeglio:
« siccome gli eserciti, i cannoni r i gati, i monitors fioriscono più che mai, è bene c h e la nuova generazione si imprima profondamente nell'anima il rispetto, il culto, l'idolatria e, se si vuole, la superstiz ione della propria bandiera... Sia opera di tutti, g iov an i e vecc hi , grandi e piccoli, di spargerne, , di fondarne il culto. Sia sentimento di tutti che la bandiera rappresenta l'Italia, la Patria, la libertà, l'i ndipendenza, la g iu stizia, la dignità, l'onore; che per questo la bandiera non si abbassa, non si macchia, non si abbandona mai, e che piuttosto si muore». (I miei ricordi - voi. II, cap. XIX).
Appendice al Capitolo VII
DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE BANDIERE
Si riportano di seguito le principali disposizioni attualmente in vigore relativamente alla concessione ed all'impiego delle bandiere.
L'articolo 2 del regolamento di disciplina militare, emanato con D.P.R. 31 ottobre 1964, afferma:
« 1. - La bandiera è il simbolo della Patria: essa ricorda l 'opera delle generazioni che fecero l'unità nazionale, l'eroismo di tanti che per la Patria combatterono, il sacrificio cli quanti caddero nell'adempimento del dovere.
2. - P er il militare la bandiera dell'Arma o del Corpo è, inoltre, il simbolo dell'onore militare, dello spirito di coesione e di sacrificio, il ricordo dei fasti passati, l'incitamento a rinnovarli.
3. - La Bandiera deve essere difesa anche a costo della vita. Alla Bandiera vanno tributati i massimi onori».
Il Regolamento sul Servizio Territoriale e di Presidio (numero di catalogo SMD-G 106), approvato dal Mini s tro della Difesa il 29 maggio 1973, al capo VII bandiere militari ed al capo X onori alla bandiera detta le norme che di seguito vengono riassunte.
Le bandiere dell ' Esercito sono di tre specie: bandiera di guerra; bandiere degli Istituti militari; bandiere di P residio.
La bandiera di guerra è concessa dal Capo dello Stato, è il simbolo dell'onore militare e rievoca al Corpo cui è in consegna i suoi Casti guerrieri. Essa accompagna il Corpo in tutta la sua vita di pace e di guerra ed è normalmente custodita nell'ufficio del Comandante.
La bandiera di guerra è portata dall'Alfiere, che è il sottotenente più anziano - o, in mancanza di esso, il tenente meno anzianoè scortata da due sottufficiali scelti fra i più anziani del Corpo , e, fuori caserma, da un reparto armato della forza non inferiore ad una compagnia
Quando scortata da un reparto armato, essa è accompagnata dalI'Aiutante Maggiore del Corpo che prende posto a sinistra dell' Alfiere.
Essa saluta esclusivamente il SS. Sacramento ed il Presidente della Repubblica sempre, i Capi di Stato esteri quando ad essi vengono resi onori di presidio.
La bandiera degli Istituti militari è parificata a quella di guerra e ad essa è simile per forma, dime nsioni, particolari costruttivi.
È scortata da due allievi dell ' I stituto scelti fra i più meritevoli.
La bandiera di P residio è quella in dotazione a comandi, caser-
me, stabilimenti militari, perché venga esposta in occasione di feste nazionali, particolari solennità ed in altre circostanze stabilite da apposito calendario.
Ve ne sono di quattro grandezze diverse a seconda del rango dell'ente cui è in dotazione:
a) di 1 a grandezza (lunghezza m 8,25, larghezza m 5,50), in dotazione al Ministero della Difesa, Esercito;
b) di 2 a grandezza (lunghezza m 6, larghezza m 4), in dotazione agli edifici dei comandi, alle caserme ed agli stabilimenti militari ove risiedono enti organicamente retti da ufficiali generali o colonnelli;
e) di 3a grandezza (lunghezza m 3,75, larghezza m 2,50), in dotazione agli edifici dei comandi, alle caserme e agli stabilimenti militari, ove risiedono enti organicamente retti da ufficiali di grado inferiore a colonnello;
d) di 4a grandezza: in dotazione:
- agli edifici sede dei comandi sezione e stazione dell'Arma dei Carabinieri, dei comandi di brigata del Corpo della Guardia di Finanza e dei comandi di sezione del Corpo delle Guardie di P.S.;
- ai posti ed alle caserme di confine;
- a tutti i comandi di reggimento, battaglione e compagnia, che la alzano solo quando il reparto accampa;
- a quegli altri edifici militari, non compresi in quelli sopra elencati, indicati dai competenti Ministeri.
L'allegato 30 al regolamento in questione contiene le modalità per lo svolgimento delle cerimonie di benedizione e consegna della bandiera di guerra e di rinnovazione del drappo. Tali modalità vengono riportate in stralcio per quanto riguarda l'Esercito.
BENEDIZIONE E CONSEGNA DELLA BANDIERA DI GUERRA
1) Quando una nuova bandiera deve essere benedetta e consegnata ad un reggimento (1), questo si reca inquadrato nel luogo designato per la cerimonia e si schiera attorno all'altare presso il quale prendono posto (in cornu evangeli) il delegato dell'ente offerente (2), se esiste, e la madrina della bandiera (3).
Intervengono alla cerimonia tutti gli ufficiali ed i sottufficiali del reggimento.
2) Non appena il reggimento si è schierato: - il comandante del reggimento, insieme all'alfierè! e ai coman-
(1) Ovunque ricorre la dizione «reggimento» deve anche intendersi l'ente consegnatario della bandiera di guerra di F.A., di Arma o di Servizio.
(2) Se la bandiera è offerta da associazioni o enti, essa deve essere inviata al reggimento in forma privata prima dell'inizio della cerimonia, insieme al verbale di consegna.
(3) La madrina dovrà essere una congiunta di uno dei militari Caduti del reggimento oppure di un militare Caduto della stessa Arma o Forza Armata.
danti di battaglione e di compag ni a (con la sc iabo la sg u ainata, se armat i di sciabo la ) si porta presso l 'altare;
- i comandanti di battaglione e di compagnia si dispongono in semicerch io avvolgente l'altare; il comanda n te di r eggime nt o e l' a lfiere p rendo no posto a l centro del sem ic erch io; - il d elegato dell'ente offerente consegna la band i era racch iu sa nel fodero alla madrina.
Viene quindi ce lebrata la S. Messa.
3) Alla fine d e ll a ce le braz ione dell a S. Messa, la madrina consegna l a bandiera, racchiu sa nel fodero, al comandante del reggimento. Qu est i l a spiega e, tenendola impug n a ta vert ica lmente con la mano sinistra, la presenta a l sacerdote per la benedizione.
La truppa, durante la B ened i z ion e, rimane su ll 'attenti.
4) Avvenuta la benedizion e della bandiera, i l comandante de l reggimento la consegna all'alfiere.
I comandanti di battaglione e di co mpagni a rendono il saluto alla bandiera (se a rm at i di sciabola, saluta no con la sc i abola) e ritornano a l loro posto n ello sc hi eramento.
Il coma n dante di regg im ento ordin a di presentare le anni; i trombettieri eseguono i seg nali d'onore (t r e attent i e sa lut o alla bandiera); la ba nd a s u ona l'inno nazionale.
Il com andante del reggimento, mentre la b anda suona l'inno naz io na le, accompagna la bandiera al centro dell a fron te d e ll a truppa sch ie rata.
5) Qu a nd o la bandiera ha raggi u nto il s u o posto la banda cessa di suonare.
Il comanda nte del reggim ento ripren de la bandiera con l a s inistra e dice ad a l ta voce :
«Uff iciali, sott uffi ciali, caporal i e so ldati. La bandiera ora bened etta è stata co nce ssa dal Presid e nte della Repubbli ca ed offe rta da
Noi g iuri a mo di cus todirl a con d evozio n e e di difenderla in ogni circos tan za f in o all'est r e m o sacr i ficio ne ll ' in teresse supremo d ella Patria»
Ciò detto, egli a lz a la m a no de s tra, dicendo: «Lo giuro!»; e tutti, alzando la m ano d estra o la s m1 st r a se con l'arma nella posizione «i n caccia», ripetono ad alta voce: «Lo giuro!».
Rimett e poscia l a bandiera a ll'alfi ere e g li di ce: «Ques to si mbolo d e ll' onor militare è a le i affidato nella ce rte zza c h e ella lo c ustodi rà anc he a rischio della sue:. stessa v it a».
Fa quindi rimettere le armi a l piede (o al fianco) e il regg imento sf ila in parata dinan z i a lla b an di era, co llo cata a destra del comandante del regg im e nt o.
RlNNOVAZIONE DEL DRAPPO DELLA BANDIERA DI GU ERRA
a) La nuova ba ndi e ra , avvol ta nel fodero, è portata in prece d enza s ul pos to della ceri monia; - 157-
b) Il reggimento (4) accompagna la vecchia bandiera spiegata al luogo stabilito, ove si schiera nella formazione più adatta. Intervengono alla cerimonia tutti gL ufficiali ed i sottufficiali del reggimento;
c) Non appena il reggimento si è schierato:
- il comandante del reggimento si colloca al centro della fronte, fa presentare le armi, fa venire a sé l'alfiere con la vecchia bandiera, l'aiutante maggiore in 1 a con la nuova spiegata, e tulti i comandanti di battaglione e di compagnia;
- l'alfiere si colloca a destra del comandante di reggimento, l'aiutante maggiore in 1 a a sinistra, e i comandanti di battaglione e di compagnia (con la sciabola sguainata, se armati di sciabola) parte a destra e parte a sinistra;
- prima che le bandiere si muovano la truppa presenta le armi e la banda, dopo gli onori prescritti, inizia a suonare l'inno nazionale;
- quando le bandiere sono giunte presso il comandante del reggimento, la banda cessa di suonare e la truppa è rimessa a fianc'arm o pied'arm;
d) Il comandante del reggimento toglie la freccia e le decorazioni alla bandiera vecchia e le applica alla nuova;
e) Il comandante del reggimento, dopo aver fatto presentare le armi, impugna la vecchia bandiera e dice ad alta voce:
« Ufficali, sottufficiali, caporali e soldati! Questo drappo divenuto logoro in servizio alla Patria, ma fatto sacro dal nostro giuramento, sarà religiosamente conservato con gli altri trofei di guerra che ricordano i fasti dell'Esercito Italiano».
Quindi consegna la vecchia bandiera all'aiutante maggiore in l 3 ricevendone la nuova, che impugna con la sinistra e continua:
«Ma la bandiera del reggimento non è mutata: essa resta in mezzo a noi, e noi continueremo a custodirla con devozione e a difenderla con valore in qualsiasi circostanza».
La nuova bandiera viene consegnata all'alfiere e la vecchia viene avvolta dall'aiutante maggiore in la nel fodero.
La banda esegue l'inno nazionale e i comandanti di battaglione e di compagnia riprendono il loro posto nello schieramento. Quindi la truppa è rimessa a pied'arm (o fianc'arm) il reggimento sfila poi in parata, al suono dell'inno nazionale, innanzi alla nuova bandiera collocata a destra del comandante del reggimento.
(4) Ovunque ricorre la dizione « reggimento » deve anche intendersi l' ente consegnatario della bandiera di guerra di F.A., di Arma o di Servizio.
Appendice I al volume
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
ELENCO GENERALE CRONOLOGICO DI LEGGI, REGOLAMENTI , DECRETI E FOGLI D ' ORDINE
(Agg iornato a l 30 giug no 1985)
A cura del T en.Col. Fernando Fratto/ilio con la collaborazione del Sergente Maggiore Maurizio Saporiti.
A.O.
Circ.
D.M.
D.P.R.
G.M.
G.U.
R.D.
R.D.L.
S.M.O.M.
S.M.R.E.
V.M.
ABBREVIAZIONI
Africa Orientale
Circolare
Decreto Ministeriale
Decreto Presidente della Repubblica
Giornale Militare
Gazzetta Ufficiale
Regio Decreto
Regio Decreto Legge
Sovrano Mil i tare Ordine di Malta
Stato Maggiore Regio Esercito
Valor Militare
LEGGI, REGOLAMENTI, DECRETI E FOGLI D'ORDINE
25.3.1860
22.5.1860
24.7.1868
10.9.1871
24.12.1885
14.5.1888
6.10.1888
25.1.1891
25.2.1894
R.D. che determina la forma della bandiera di r o cui deve far uso il R. Esercito (G.M. 1860/ 305). Nota (N. 84). Cavalleria, asta di bandiere. (G.M. 1860/521). .
Circ. n. I 5. Norme per le iscrizioni da apporsi -"'l .~
sui gambi delle frecce delle bandiere e stendardi X dei reggimenti. (G.M. 1868/305).
R.D. che abolisce lo stendardo nei reggimenti di ( 0 cavalleria. (G.M. 1871/765). ,~29
Atto n. 195. R.D. relativo alla rinnovazione e ri- ·-·~-·
partizione delle bandiere dei reggimenti di fanteria. (G .M. 1885/ 387).
Atto n. 91. Inalberamento della bandiera naziona- tJ--..-a le ed illuminazione degli edifizi militari. (G .M. 1888/ 234).
Atto n. 209. Disegni della bandie r a nazionale da inalberarsi sugli edifizi militari. (G.M. 1888/473). ....... ..:
Atto n. 13. SCUOLE MILITARI - R.D. che concede v--J ,_ c. e, l'uso della bandiera nazionale al corpo della scuola militare. (G.M. 1891 / 153).
Atto n. 30. ARMA DEI CARABINIERI REALI - Re- .; ,~..._,, .' !azione e R.D. che concede l ' uso della bandiera CJ--.)" L ..c. nazionale alla legione allievi carabinieri. (G.M. 1894/ 109).
24. ~ .... 3.12.1896
6.12 .1 896
23.12.1900
23.12.1900
AttQ.AJ.QL__§ERVIZIO TERRITORIALE - Norme vJ." e.o.. '~ 1 per iscrizioni a a apporsi su gambì aeITefrecce _ '~'-..,..20°;:;: · delle bandiere dei corpi, e pe i:_le medaglie ai cuì ~">-.e. ~v ..,possono fregiarsi le bandiere. (G.M. 1895/ ~69).
Atto n. 217._ SERVIZIO TERR_ITO~L~ -_Norme .,,,,_,.>-"'->-'.>:~: ~"------ t\. per l'esecuzione del R.D. relativo al npnstmamen- .,.., t,IJ., •v-'½io.,,,__-----' to dello stendardo nei reggimenti di cavalleria. ~> -v,-\~Vllb. (G.M. 1896/487). . t>"
Atto n. 216. SERVIZIO TERRITORIALE - Relazio#u...,_,._.,,.<J,, , ne a Sua Maestà il Re e R.D. per il ripristinamento dello stendardo ai reggimenti di cavalleria (G.M. 1896/ 486).
Atto n. 6. SERVIZIO TERRITORIALE - Relazione a Sua Maestà il Re e R.D. relativo alla consegna della bandiera dell'antico Corpo Reale d'artiglieria piemontese all'ispettore generale d'artiglieria. (G.M. 1901 /8).
Atto n. 7. SERVIZIO TERRITORIALE - Relazione - 163" ,..,
23.5.1901
12.3.1903
9.6.1905
2.6.1911
12.3.1913
9.7.1913
22.8.1914
15.4.1915
25.5.1915
l4.5.1919
2.3.1920
a Sua Maestà il Re e R.D. relativo alla concessione della bandiera all'arma del genio. (G.M. 1901/9).
Atto n. 103. DISCIPLINA MILITARE - SERVIZIO
TERRITORIALE - Modificazioni al regolamento per le compagnie di disciplina e per gli stabilimenti militari di pena ed al regolamento pel servizio territoriale. (Il presente atto abroga l'atto n. 7 del 23.12.1900 relativo alla concessione della bandiera all'arma del genio). (G.M. 1901 / 240).
Atto n. 94. DISCIPLINA MILITARE - SERVIZIO
TERRITORIALE - ISTRUZIONI ED ESERCITAZIONI MILITARI - Aggiunte e varianti ai regolamenti di disciplina militare pel servizio territori aie ed all'istruzione per le riviste e parate (Bandiere dell'artiglieria e del genio). (G.M. 1903/242).
REGOLAMENTO PEL SERVIZIO TERRITORIALE. (Il regolamento tratta le norme per le iscrizioni da apporsi sui gambi delle frecce delle bandiere · dei corpi, e per le medaglie di cui possono fregiarsi le bandiere).
Atto n. 325. DISPOSIZIONI VARJE - R.D. col quale è concesso l ' uso della bandiera nazionale alla Regia guardia di finanza. (G.M. 1911/1088).
ORDINE PERMANENTE N. 32 - Offerta di stendardi ai battaglioni indigeni.
ORDINE PERMANENTE N. 80 - Insegne per i comandi di battaglione. Stendardi donati agli stessi.
Circ. n. 394. ONORIFICENZE E RICOMPENSEIscrizioni da apporre al gambo delle frecce delle bandiere dei corpi che hanno preso parte alle guerra in Libia e nelJ'Egeo. (G.M. 1914/ 1188).
Atto n. 264. ONORIFICENZE E RICOMPENSEIscrizioni da apporsi sul gambo della freccia della bandiera dei corpi che hanno. preso pa1·te alla guerra in Libia e nell'Egeo. (G.M. 1915/636).
Atto n. 474. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. che concede ai reggimenti di milizia mobile l'uso della bandiera nazionale conforme a quella adottata per i reggimenti di fanteria dell'esercito perrnanente. (G.M. 1915/1164).
Atto n. 273. ONORIFICENZE E RICOMPENSEAutorizzazione di fregiare l e bandiere dei corpi delle insegne inerenti alle ricompense estere. (G.M. 1919/348).
Circ. n. 450 dello S.M.R.E. - Ufficio stralcio «Affari Generali» del Comando Supremo - Esame delle proposte relative alle iscrizioni sui gambi delle frecce delle bandiere ed alla festa anniversaria dei Corpi.
- 164lo;.
26.8.1920
17.10.1920
Atto n. 518. PUBBLICAZIONI MILITARI - SERVIZIO TERRITORIALE - Iscrizioni delle medaglie al valore sulle frecce delle bandiere. (G.M. 1920/798).
Atto n. 628. ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLA CROCE ROSSA - R.D. n. 1474, che concede alla Croce Rossa Italiana l'uso di un labaro. (G.M. 1920/969).
17.10.1920
29.10.1920
30.9.1920
23.10.1921
4.1.1923
24.9. 1923
31.5.1925
24.12.1925
18.11.1926
Atto n. 629. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. n. 1489, che concede all'arma aeronautica ed alla forza aerea della Regia Marina l'uso della bandiera nazionale. (G.M. 1920/970).
Atto n. 630. SERVIZIO TERRITORIALE - Adozione di una speciale insegna (labaro) per armi, corpi e reparti del Regio esercito (con due tavole di disegni). (G.M. 1920/970).
Circolare n. 3801 dello S.M.R.E. - REPARTO OPERAZIONI - Ufficio Storico. Iscrizioni sul gambo delle frecce delle bandiere.
Atto n. 539. ASSOCIAZIONE DEI CAVALIERI ITALIANI DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA - R.D. n. 1418 che concede alla Associazione dei cavalieri italiani del S.M.O.M. l'uso di un labaro. (G.M. 1921/880).
Atto n. 5. SERVIZIO TERRITORIALE - Relazione e regi decreti relativi alla concessione dell'uso della bandiera nazionale ai Regi corpi di truppe coloniali dell'Eritrea, della Tripolitania e della Cirenaica; nonché alla concessione dcJl'uso di un labaro al Regio corpo di truppe coloniali della Somalia. (G.M. 1923/8).
R.D. n. 2072. Norme per l'uso della bandiera nazionale. (G.U. 1923/6335).
Circ. n. 277. SERVIZIO TERRITORIALE - ONORIFICENZE E RICOMPENSE - Iscrizioni da incisioni sul gambo delle frecce delle bandiere e degli stendardi e sulle targhe dei labari per la guerra 1915-1918. Date anniversarie di fatti d'arme che debbono essere commemoi-ate dall'Esercito e dalle varie armi e corpi. (G.M. 1925/1143).
Atto n. 25. LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - Legge n. 2264. Conversione in legge del R.D.L. 24 settembre 1923, n. 2072, concernente le norme per l'uso della bandiera nazionale. (G.M. 1926/79).
Atto n. 639. SERVIZIO TERRITORIALE - ONORIFICENZE E RICOMPENSE - Iscrizioni da incidersi sul gambo delle frecce delle bandiere e degli stendardi e sulle targhe dei labari per la guer-
29.12.1927
17.10.1930
7.7.1932
3.12.1934
26.8.1935
9.8.1935
23.9.1935
14.11.1935
14.11.1935
25.12.1935
16.4.1936 1.10.1936
30.9.1937
ra 1915-1918. Daie annjversarie di fatti d'arme che debbono essere commemorate dall ' Esercito e dalle varie armi e corpi. (G.M. 1926/2366).
Atto n. 57. SERVIZIO TERRITORIALE - Relazione e R.D. n. 2626 - Concessione dell'uso della Bandiera nazionale al Regio corpo dj truppe coloniali della Somalia. (G.M. 1928/192).
Atto n. 671. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. che concede l'uso della Bandiera nazionale alle Scuole allievi ufficiali di complemento, alla scuola centrale carabinieri reali ed alle scuole allievi sottufficiali. (G.M. 1930/ 2263).
REGOLAMENTO SUL SERVIZIO TERRITORIALE - (Il regolamento tratta le norme per le iscrizioni da apporsi sui gambi delle frecce delle bandiere dei corpi e per le medaglie di cui possono fregiarsi le bandiere).
Atto n. 375. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. concernente la concessione della bandiera nazionale all'arma dei carabinieri reali. (G.M. 'l 932/1423).
Atto n. 3. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. concernente la concessione dello stendardo nazionale alla scuola di applicazione di cavalleria. (G.M. 1935/9).
FOGLIO D'ORDINE n. 34, atto n. 302. Bandiera agli accampamenti.
Atto n. 736. SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. relativo alla concessione del gagliardetto ai gruppi carri veloci delle divisioni celeri. (G.M. 1935/2553).
FOGLIO D'ORDINE n. 38, atto n. 328. Bandiera agli accampamenti.
Atto n. 939 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. n. 2043. Concessione dello stendardo ai reggimenti dell'Arma di artiglieria. (G.M. 1935/3172).
Atto n. 940 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. n. 2042. Concessione del labaro ai reggimenti deI1' Arma del genio. (G.M. 1935/3 173).
Atto n. 990 - SERVIZIO TERRITORlALE - Stendardo ai reggimenti di artiglieria e labaro ai reggimenti del genio. (G.M. 1935/3225).
Atto n. 421 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. che concede l'uso del gagliardetto ai battaglioni carri armati ed ai battaglioni carri d'assalto. (G.M. 1936/720).
Atto n. 963 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. che concede alle scuole militari l'uso di un labaro (con due tavole di disegni). (G.M. 1936/1709).
Atto n. 40 - ONORIFICENZE E RICOMPENSE
luglio 1937
8.11.1937
15.11.1937
7.6.1938
20.6.1938
6.7.l938
8.8.1938
25.9.1938
21.10.1938
R.D. - Trasferimento delle medaglie d'argento al valor militare, conferite ai battaglioni alpini «Pieve di Teco» e «Intra», rispettivamente ai labari del 7° e 4° reggimento alpini, dei quali i detti battaglioni ora fanno parte. (G.M. 1938/8 1).
FOGLIO D'ORDINE n. 28, atto n. 187 - Bandiere di Presidio.
Atto n. 867 - ONORIFICENZE E RICOMPENSE - Iscrizioni da apporre sui gambi delle frecce delle bandiere e degli stendardi e sulle targhe dei labari dei corpi che hanno preso parte alla guerra in Africa Orientale. (G.M. 1937 / 2619).
Atto n. 339. R.D. n. 2708 - Ordinamento politico, amministrativo e militare per l'Africa Orientale Italiana. (G.M. 1938/ 1183).
Atto n. 589 - SERVIZIO TERRITORIALE - Relazione e R.D. relativo alla concessione dell'uso della bandiera di formato ridotto, in sostituzione del labaro, ai reggimenti bersaglieri, alpini e del genio; dello stendardo ai reggimenti di fanteria carrista e del labaro al corpo automobilistico militare (con due tavole di disegni). (G.M. 1938/ 2167).
FOGLIO D'ORDINE n. 25, atto n. 240. I scrizioni sulle frecce delle bandiere di guerra.
Atto n. 636 - SERVIZIO TERRITORIALE - COLONIE - R.D. n. 1331. Concessione del\ 'uso della bandiera nazionale ai comandi delle truppe dei governi dell'Amara, dell'Harar, dei Galla e Sidama, ai reggimenti I0° e 11 ° granatieri di Savoia, al reggimento genio speciale d'Africa, e concessione dell'uso dello stendardo al 60° reggimento artig lieri a granat ie ri di Savoia. (G .M. 1938/2262).
FOGLIO D 'ORDINE n. 32, atto n. 300. Bandiera del battaglione universitario toscano del 1848.
Atto n. 884 - SERVIZIO TERRITORIALE · R.D. riguardante la concessione dell'uso di un labaro al Corpo di commissariato. (G .M. 1938/3210).
Atto n. 852 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D . relativo alla concessione dell'uso della bandiera nazionale di formato ridotto al reggimento chimico. (G.M. 1938/3103).
9.1.1939
17 .5.1939
Circ. n. 2093 del Ministero della Guerra - Gabinetto. Commissione per l'esame delle iscrizioni da incidersi sulle bandiere di guerra.
Atto n. 380 - ONORIFICENZE E RICOMPENSE
- I scrizioni da apporre sui gambi delle frecce delle bandiere e degli stendardi e sulle targhe dei labari dei corpi che hanno preso parte alla g u er-
-1 67-
7.12.1939
22.1.1942
ra in Africa Orientale. (G.M. 1939/1303).
Atto n. 86 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. riguardante la concessione dell'uso della bandiera nazionale al presidio militare di Zara. (G.M. 1940/257).
Atto n. 240 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. 22 gennaio 1942 - XX - Concessione ai reggimenli paracadutisti de li 'uso della bandiera nazionale. (G.M. 1942/747).
30.3.1943
19.6.1946
13.5.1947
17.10.1947
23.10.1947
24.10.1947
25.10.1947
27. lO. 1947
2.11.1948
Atlo n. 370 - SERVIZIO TERRITORIALE - R.D. 30 marzo 1943 - XX - n. 99. Concessione dell'uso della bandiera ai reggimenti costieri e ai settori di copertura. (G.M. 1943/1164).
Atto n. 163 - LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - Decreto legislativo presidenziale I 9 giugno 1946, n. 1 - Nuove formule per l'emanazione dei decreti ed altre disposizioni conseguenti alla mutata forma istituzionale dello Stato. (G.M. 1946/457).
Circ. n. 108227/I.2 del Ministero della Difesa • Gabinetto - Disposizioni circa il versametno delle bandiere, stendardi e labari ai Comandi Militari Territoriali.
Circ. n. 117607 del Ministero della Difesa · Esercì to - Segretariato Generale - Concessione bandiera: alla Accademia di Modena, alla Scuola di Fanteria ed alla Scuola di Artiglieria.
Circ. n. 1 J 8000/1.2.124.1.2. del Ministero della Difesa - Esercito - Segretariato Generale - Consegna e benedizione della nuova bandiera di guerra ad enti vari.
Circ. n. 118046/1.2. del Ministero della DifesaEsercito - Segretariato Generale - Concessione bandiera Se. Allievi Sottufficiali Carabinieri di Firenze.
Atto n. 7 - LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 25 ottobre 1947 n. 1152 - Adozione d i una bandiera per l'Esercito e per l'Aeronautica nonché per i reparti a terra della Marina militare. (G.M. 1948/82).
Circ. n. 3940/1 C/IIJ della Direzione Generale Servizi di Commissariato e Amministrativi; Bandiera Scuola Allievi Sottufficiali di Spoleto, Scuola Militare Alpini, Scuola Ali. Uff. cpl. tr. mecc. Lecce, Comando Scuole della Motorizzazione, Scuol a di Sanità Militare.
Circ. n. 31560/1/TAV dell'VIII C.M.T. Bandiera Scuola Genio Pionieri.
-168-
16.2.1948
21.6.1949
6.3.1950
7.3.J 950
31.5.1951
13.8.1951
26.8.1951
15.9.1951
24.12.1951
18.1.1952
25.1.1952
1.6.1952
Atto n. 124 - LEGGI
E DECRETI RIFLETTENTI
IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - D.P.R. 16 febbraio 1949 n. 96 - Conces sione dell ' uso della bandiera nazionale al Servizio di amministrazione dell'Esercito. (G.M. 1949/315).
Circ. n. 3384/S del Ministero della Di f esa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale - Concessione Bandiera Scuola Artiglieria Contraerei.
Circ. n. 3675 / XIII-9-6 del Ministero Difesa - Esercito - Gabinetto - Bandiera Scuola Trasmissioni.
Circ. n. 1342 del Ministero della Difesa - Gabinetto - Bandiera per il Collegio Militare.
FOGLIO D'ORDINE n. 10, atto n. 33 - Esposizione della bandiera nelle caserme.
Circ. n. 4029/S del Ministero della Difesa - Segretariato Generale - Bandiera di Istituto Militare per l'Accademia dei Servizi di Commissariato e di Amministrazione.
Circ. n. 4157/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera di guerra per la Scuola Truppe Corazzate.
FOGLIO D'ORDINE n. 17 atto n. 61 - Esposizione della bandiera nelle caserme.
Atto n. 139 - PENSIONI - Legge 24 dicembre 1951, n. 1674 - Devoluzione all ' assistenza degli orfani dei militari decorati al valor militare delle pensioni e dei soprassoldi annessi alle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia e alle medaglie al valor militare concesse alle insegne di unità, esistenti o disciolte , dell'Esercito , della Marina e del1' Aeronautica. (G.M. 1952/351 ).
Circ. n. 180/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera Scuola Allievi Ufficiali di complemento di Ascoli Piceno.
Circ. n. 286/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera di Istituto Militare per la Scuola Allievi Sottufficiali Specializzati di Rieti.
Atto n. 467 - AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ - ONORIFICENZE E RICOMPENSE - D .M. 1 ° giugno 1952 col quale si designano le istituzioni cui vanno versati gli importi delle pensioni e dei soprassoldi annessi alle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia o delle medaglie al valor militare concesse alle insegne di unità, esistenti o disciolte, dell ' Esercito, della Marina e del!' Aeronautica. (G.M. 1952/ 1654).
-169-
15.10.1952
12.1.1953
29.6.1953
1.11.1955
3.9.1957 8.2.1958
6.10.1959
15.4.1961
14.4.1964
25.7.1964
24.11.1964
14.4.1965
14.3.1966 1.8.1966
FOGLIO D ' ORDINE n. 19, atto n. 138. Esposizione della bandiera nelle caserme.
Circ. n. 66/S del Ministero d e lla Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera di guerra per il Centro Militare di Paracadutismo.
Atto n. 365 - ONORIFICENZE E RICOMPENSE - Iscrizione delle campagne, d e i fatti d'arme e delle ricompense al V.M., sui gambi delle frecce della bandiera dei Corpi c he hanno partecipato ad operazioni di guerra durante il periodo bellico 1940-45. (G.M. 1953/ 1084).
Circ. n. 2662/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio d e l Segretario Generale. Concessione Bandiera di Istituto alla Scuola Trasmissioni.
Circ. n. 5084 /S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Concessione Bandiera Centro Addestramento Aviazione Leggera dell'Esercito.
Circ. n. 627 /S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Concessione Bandiera Legione Allievi Carabinieri di Torino.
Circ. n. 5269/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera di guerra per reggimenti che hanno assunto una nuova denominazione.
Circ. n. 1953/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Gene r ale. Concessione Bandiera Scuola Telecomunicazioni FF.AA.
Circ. n. 5320/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Concessione Bandiera Scuola Tecnici Elettronici di Artiglieria.
Atto n. 300 - UNIFORME - Adozione di un sostegno a tracolla per portare l'asta della Bandiera di guera in posizione verticale. (G.M. 1964/1152).
Circ. n. 9600/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiera di guerra del 182° reggimento fanteria corazzato «Garibaldi». Iscrizioni e ricompense.
Circ. n. 5700/S del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Bandiere di guerra ai gruppi squadroni eredi dei Reggimenti di cavalleria.
Circ. n. 102660/1-Ord. del Ministero della Difesa - Esercito - Ufficio del Segretario Generale. Prescrizioni relative al modo di portare la tracolla di sostegno alla bandiera di guerra.
FOGLIO D'ORDINE n. 15, atto n. 45 - Scioglimen-
maggio 1973
12.11J976
14.3.1977
6.6.1977
7.10.1977
12.9.1978
8.4.1981
19.11.1981
23.3.1982
21.12.1982
21.12.1982
to degli Uffici del Segretario Generale distaccati presso le forze armate.
Regolamento sul servizio territoriale e di presidio.
Atto n. 6 -..D.P.R. n. 846 - Assegnazione e concessione Q_i bandim llìgueri="a a ~rti 01 nyova costituzione dell'Esercito (G.M. T977l 9).
D.P.R. n. 173 - Assegnazione e concessione di bandiere di guerra a reparti di nuova costituzione dell'Esercito e concessione di bandiere di istituto militare. (G.U. 1977/3240).
D.P.R. n. 376 - Concessione della bandiera di istituto militare alla Scuola Militare di Educazione Fisica dell'Esercito. (G.U. 1977/5152).
D.P.R. n. 861 - Assegnazione e concessione della bandiera di guerra ai battaglioni dell'Arma dei Carabinieri. (G.U. I977/8624).
D.P.R. n. 671 - Concessione della bandiera di guerra al comando carabinieri guardie del Presidente della Repubblica. (G.U. 1978/7979).
Decreto del Ministro della Difesa. Sacrario delle Bandiere in Roma (Designazione carica di Direttore).
Circ. n. 10900/SG-3-4 del Ministero della DifesaComando del Raggruppamento Autonomo. Conservazione delle Bandiere delle Unità Militari disciolte.
Atto n. 512 - LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - D.P.R. 23.3.1982 n. 346 - Concessione della bandiera di guerra all'Arma di fanteria e all'Arma di cavalleria. (G.M. 1982/ 1895).
Atto n. 99 - ARMA DEI CARABINIER I - LEGGI E DECRETI RIFL ETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - D.P.R. 21 dicembre 1982, n. 1026 - Concessione della bandiera di istituto alla scuola allievi carabinieri di Benevento. (G.M. 1982/220).
Atto n. J 00 - DISPOSIZIONI V ARIE - LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - D.P.R. 2 1 dicembre 1982, n. I 027 - Concessione della bandiera al contingente impiegato nella missione di pace in Libano. (G. M. 1983/ 221).
5.3.1983
Atto n. 385 - ORDINAMENTO DELL'ESERCI TOLEGGI E DECRETI RIFLETTENTI I L SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - D. P .R. 5.3.1983, n. 2 18 - Concessione della band iera di guerra al
-17 1 -
51 ° battaglione ge nio pionieri «Sim eto», con sede a Palermo. (G.M . 1983/ 1153).
- 172-
Appendice Il al volume
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
ELENCO DELLE DECORAZIONI CONCESSE A LLE BANDIERE DELL'ES ERCITO
(Aggiornato a l 30 giugno 1985)
A cura del Ten.Col. Fernando Fratto/ilio con la collaborazione del Maresciallo M. Aiutante Silvio Picciola - 173-
ABBREVIAZIONI
A
A. a. ALE alp. Arr. Ass. aubl. aucar. avt.
B. btg. btr. B.U.
c. C.A. e/a e/a 1. cam. camm. cav.
C.B.M.E.
C. Cav. O M.I. ce!.
C.G.F.
C.G.V M cor. cos. cr.
D. D L.
Armata artiglieria
Aviazione Leggera dell ' Esercì to alpini
Arresto Assalto autoblindo autocarreggiato aviotrasportabile / aviotrasportato
B
Brigata battaglione batteria
Bollettino Ufficiale e cavalle:i;ia
Corpo d'Armata controaerei controaerei leggera campagna/ campale cammellata cavallo
Croce di Bronzo al Merito dell'Esercito
Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia celere
Croce di Guerra Francese
Croce di Guerra al Valor Militare corazzato/a costa/costiero carri/carristi D
Decreto Decreto Luogotenenziale - ) 75-
D.M. D.P.
D.P.R.
D.S.
d.s.
E.S.R.
Decreto Ministeriale
Decreto P residenziale
Decreto Pr esidente della Repubblica
Determinazione Sovrana diari storici E
Elenco Suppletivo Ricompense
f. fv.
fanteria ferrovieri
g. G.
G.M.
G.P.
gr. G.U.
Gu.
genio granatieri
Giornale Militare Gazzetta Piemontese
gruppo
Gazzettà Ufficiale guastatori
lav. L.
lavoratori Logistico
M.A.Be.
M.A.M.C.
M.A.M.S.P.
M.A.V.C.
M.A.V.E
M.A.V.M.
M.B.Be.
M.B.M.C.
M.B.M.S.P.
Medaglia d'Argento di Benemerenza
Medaglia d'Argento a l Merito Civile
Medaglia d'Argento al Merito della Sanità Pubblica
Medaglia d'Argento al Valor Civile
Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Medaglia di Bronzo di B ene merenza
Medaglia di Bronzo al Merito Civile
Medag lia di Bronzo al Merito della Sanità Pubblica
M.B.V.C.
M.B.V.E.
M B.V M.
mec.
mi.
mn.
M.O.
M O.Be.
M.O.Be.S.C.A.
M.O.M.C.
M.O.M.S.P. mon.
M.O.S. mot.
M.O.V.C.
M.O.V.M.
M.P.S.
m.s.
msl.
Mtr.
mtr.
n.
O.G.A.
p. par. pe. pt.
racc.
R.C.T.C.
R.D. rep.
R.G.
Medaglia di Bronzo al Valor Civile
Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito
Medaglia di Bronzo al Valor Militare meccanizzata misto
minatori
Medaglia d'Oro
Medaglia d'Oro di Benem e renza
Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte
Medaglia d'Oro al Merito Civile
Medaglia d'Oro al Merito della Sanità Pubblica montagna
Medaglia d'Oro Speciale motorizzato
Medaglia d'Oro al Valor Civile
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Motu Proprio Sovrano memorie storiche missili
Mitraglieri mitragliatrici
numero o
Ordine Generale dell'Armata
pionieri paracadutisti pesante pontieri raccogli tare p R
Regio Corpo Truppe Coloniali Regio Decreto reparto
Regio Governo -177-
rgpt. rgt.
smv. som sqd sqdl.
spec. Suppi.
raggruppamento reggimento
t.
semovente someggiato squadrone squadriglia specialisti Supplemento trasmissioni
veloci
ve.
DECORAZIONI
ARMA DEI CARABINIERI
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
DELL'ARMA C. Cav. O.M.I. R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/ 294) (custodita pres- C. Cav. O.M.I. D.P. 13-11-1974 (B.U. 1975/639) so la Scuola Al- C. Cav. O.M.I. D.P.R. 3-6-1981 (B.U. 1981 / 1132) lievi Carabinieri C. Cav. O.M.l. D. P .R. 4-5-1985 di Roma)
M.O.V.M. .R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
M.O.V.M. D. 7-4-1949 (B.U. 1949/ 1625)
M.O.V.M. D.P.R. 2-6-1984 (G.U. 1984/4607) ·
M.A.V.M. R.D. 17-6-1909 (G.M. 1909/757)
M.A.V.M. R.D. 19- 1- 1913 (G.M. 1913/ 135)
M.A.V.M. D.P. 18-12-1952 (B U 1953/771)
M.A.V.M. D.P. 5-6-1964 (B.U. 1964/4522)
M.A.V.M. D.P.R. 3 -5-1983 (G.U. 1983/3955)
M.B.V.M. D.S. 10-5-1848 (O.G.A. n. ll/d.s. 1848/ racc. 25)
M.B.V.M. D.S. 23-8-1848 (O.G.A. n. 28/d.s. 1848/racc. 25)
M.B.V.M. R.D 18-12-1927 (B.U. 1928/678)
M.B.V.M . D. 31-12-1947 (B.U. 1948/543)
C.G.V.M. R.D. 27-10-1932 (B.U. 1932/3862)
C.G.V.M. R.D. 26-10-1933 (B.U. 1934/ 314)
M.O.V.E. D.P. 18-5-1977 (B.U. 1977/ 1315)
M.O.V.E. D.P.R. 21-4-1982 (G.U. 1982/4073)
M.O.V.C. D.P.R. 24-9-1953 (G.U . 1954/351)
M.O.V.C. D.P.R. 25-5-1956
M.O.V.C. D.P.R. 19-12-1967 (B.U. 1969/1034)
M.A.V.C. D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2820)
M.O.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. l 910/443)
M.O.M.S.P. D.P. 16-2-1965 (B.U. 1965/5049)
M.O.M.S.P. D.P.R. 23-11-1978 (G.U. 1979/ 1783)
M.O.Be.S.C.A. D.P.R. 1-6-198 l
ARMA DI FANTERIA
BANDIERA RICOMPENSA
DELL' ARMA C. Cav. O.M .I. (cu stodita pres- C. Cav. O.M.I. so la Scuola di Fanteria e Cavalleria)
1° btg. f. mot. San Giusto
2° rgt. f. Re
3°rgt. f. Piemonte
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A .V. M.
M.B.V.M.
C Ca v. O.M .I.
M.A .V .M .
M.A.V. M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B .V .M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav . O.M.I.
M.A.V .M.
M.A. V.M.
M.B.V.M.
M.B.V . M.
C.G.V.M.
4° btg. f. Guastalla
5° bt g f. mot. Col della B e rretta
C. Cav. O.M.I.
C. Cav . O.M.I.
M.A.V.M .
M.A .V.M .
M.B .V .M.
M.B.V .M.
M.B.V.M .
M.B .V.M.
C.G.V .M.
C. Cav. O.M .I.
M.O.V.M.
M.O.V .M .
M.A.V.M.
M.B .V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B U. I 920/ 2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 19 37/295)
R.D . 5-6-1920 (B .U 1920/2446)
D .S. 24-8-1848 (G. P . 1848/n. 225)
R.D. 5-6-1 920 {B.U. 1920/2448)
R.D . 12-7-1859 ( B. U. 1859/202)
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/ 2446)
R.D. 24-8- 1848 (G.P. 1848/n. 225)
R.D. 5 -6-1 9 20 (B.U. 1920/2448)
R.D. 12-7-1859 (B. U 1859/ 203)
R.D. 12-7- 1859 (B.U. 1859/ 203)
D.S. 16- 1-1860 (E.S.R. 1859/12 d.s. 1859 ra cc 65)
R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 /295)
R.D 13-7-1849 (B.U. 1849/88)
D.S. 23-8-1848 (Supplemento O.G.A. n . .'28 d.s. 1848 racc. 35/1088)
D .S. 23-8-1848 (O.G~A. n. 28 d.s. 18 48 racc. 25)
R.D. 5-6-1920 (B U 1922/2 627)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/550)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 19W/2446 )
R.D. 27 -1-193 7 (G.M. 1937 /295)
R D 13-7-1849 (B.U. 1849/90)
R.D. 19-1-1913 (B .U. 1913 / 136)
D .S . 5-6- 1848 (O.G.A. n. 19 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 30-9-1862 (B.U. 1862/985 )
R .D. 30-9-1862 (B.U. 1862/985 )
R.D. 5-6-1920 (B.U 1922 / 2627)
D. 31-12-1 947 ( B.U. 1948 /55 0 )
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D 21-7-1859 (B.U. 1859/210)
R.D. 29-10.1922 (B U. 1922 /26 22)
R D. 29-1-1850
R.D. 30-9-1862 (B.U. 1862 / 985)
6° rgt. f. Aosta
7° btg. f. Cuneo
RICOMPENSA ÈSTREMI DELLA CONCESSIONE
C. Cav. O .M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
M O.V M. R.P. 12-7-1859 (B.U. 1859/ 210)
M.O.V.M. R.D. 29-10-1922 ( B .U. 1922 /2622)
M.A.V.M. R .D. 29-1-1850
M.A.V.M. R D. 19-1-1913 (G.M. 1913 /136)
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.S.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
8° rgt. f. Cuneo
9" btg. f. mec. Bari
C. Cav. O.M.I.
M.O.S.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M
M.B.V.M.
M.A.Be.
10° rgt. f . Regina
C. Cav. O.M.l.
M.O V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M .B.V.M.
M.A.Be.
D.S. 23-8-1848 (O.G.A. n. 28 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/67)
R D. 1-6-1861 (B.U. 1861/71 dopo pag. 250)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 20-10-1821 (G.P. 1821 /599)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/ 225)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/~449)
R.D. 26-2-1925 (B.U. 1925/5 65)
D 31-12-1947 (B.U. 1948/544)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/249)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 20-10-1821 (G.P 1821 /5 99)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/228)
R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 /4)
D.S. 23-8-1848 (O.G.A. n. 28 d.s. 1848 racc. 25)
D.S. 23-8-1848 (O.G.A. n. 28 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2458)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 19-6-1859 (B.U 1859/123)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1920/ 3655)
D.S. 23-7-1848 (O.G.A. n. 26 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2458)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/460)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/4 dopo pag. 304)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3655)
R.D. 19-6-1859 (B.U. 1859/123)
R.D. 27-5-1859 (B.U. 1859/89)
R.D. 3- 11-1921 (B.U. 1921/3247)
R.D. 5-6-1910 (B.U, 191 0/461)
BANDIERA RICOMPENSA
11° btg. f. C. Cav O M.I. Casale
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
C.G.V.M.
12° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Casale
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
13° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. Va/bella C. Cav O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
14° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Pinerolo C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
15° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Savona
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
16° btg. f. C. Cav. O.M.I. Savona C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.M.S.P.
ESTREMI
DE LLA CONCESSIONE
R.D 5-6-1920 (B U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2464)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/241)
R.D. 29-5-1913 (B.U. 1913/515)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/550)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2464)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/245)
D.S. 23-8-1848 .(O.G.A. n. 28 d.s. 1848 racc. 25)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/551)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27 -1-1937 (G.M. 1937 /295)
R.D. 31-12-1920 (B.U. 1920/4951)
D.P. 11-9-1959 (B.U. 1960/245)
R.D. 13-7-1849 · (B.U. 1849/92)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/231)
D.S. 5-6-1848 (O.G.A. n. 20 d.s. 1848 racc. 25)
D.S. 23-8- 1848 (O.G.A. n. 28 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/295)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/4951)
R.D. 13-6-1849 (B.U. 1849/94)
R.D. 12-7- 1859 (B.U. 1859/234)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/534)
D.S. 5-6-1848 (O.G.A. n. 20 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 19-6-1859 (B.U. 1859/123)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/534)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/82)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2458)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/295)
R.D. 19-6-1859 (B.U. 1859/123)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2449)
R.D. 9-6-1937 (B.U. 1937/4281)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/534)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/82) (m.s. 1855)
BANDIERA
17° btg. f. San Martino
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M .
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
18° rgL f. Acqui
C. Cav. O.M.l. M.O.V.M .
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B .V. M.
M.B.V.M.
19° rgt. f. Brescia
20° btg. f. mec. Monte San Michele
C. Cav. O.M.I. C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V .M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I. C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
21° btg. f. mot. Alfonsine
22° btg. f. Primaro
23° btg. f. Como
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.M.C.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.O. Be.
C. Cav. O.M.I.
M A.V .M.
M.A.V .M.
M B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 16-2-1948 (B.U. 1948 /950)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/72)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/249)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/535)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2458)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 16-2-1948 (B .U 1948/950)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/253)
R.D. 2-1-1930 (B.U. 1930/89)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2458)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/544)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 /295)
D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952 / 628)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3656)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2449)
R.D. 12-4-1937 (B.U. 1937 /4280)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/544)
R.D. 5-6- 1910 (B.U. 1910/461)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G. M. 1937/ 295)
D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/629)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3656)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2449)
D. 31-12-1947 (B. U. 1948/535)
R.D. 12-4-1937 (B.U. 1937 /4280)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R .D. 5-6-1920 (B .U . 1920/2465)
D L. 13-9-1945 (B.U. 1945 / 2732)
D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971/2483)
R.D . 5-6-1910 (B.U. 1910/ 463)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 11-12-1913 ( B.U. 1913 /15 73)
R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2465)
D L. 13-9-1945 (B.U. 1945 /273 2)
R .D. 5-6-1910 (B.U. 1910/463)
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2446)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/75)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921/3248)
R.D. 19-1-1913 (G.M. 1913 / 137)
BANDIERA
24° rgt. f. Como
25° rgt. f. Bergamo
RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
C Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
M.A.V.M. R.D. 1-6-1861 ( B.U 1861/21 dopo pag. 250)
M.A.V.M. R.D. 5 -6-1920 (B.U. 1920/ 2449)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/ 2446)
M.A.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/24
dopo pag. 250)
M.A.V.M. M.A.Be.
26° btg. f. Bergamo
27° rgt. f. Pavia
28° bgt. f. Pavia
29° rgt. f. Pisa
30° btg. f. mec. Pisa
31° rgt. f. Siena
32° rgt. f. Siena
33° btg. f. Arr. Ardenza
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V .M.
C. Cav. O .M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V .M.
M.B.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.Be.
34° rgt. f. Livorno
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 /3248)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 466)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 1.6.1861 (B.U. 1861 /27 dopo pag. 250)
R.D . 3-11-1921 (B.U. t 935 / 1392)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913/ 137)
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/ 2446)
R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 / 5)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/535)
R.D. 5-6-1920 ( B.U 1920 / 2446)
R.D. 6-12-1866 (Suppl. 1866/246)
R.D. 28-12-1916 (~.U. 1917/5)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/535)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3656)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 /3248)
R.D. 30-9-1862 (B.U. 1862/985)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/466)
R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/36 56)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/544)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 . (B.U. 1948 /5 45)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D 3-11-1921 (B.U. 1921/3246)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/535)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 467)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-11-1920 (B U. 1920/ 3246)
BANDIERA
RICOMPENSA
M.A.V.M.
M.A.Be.
35° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Pistoia
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M .
36° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Piswia M.B.V.M.
37" btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. Rav en na M.O.V.M.
M.A.V.M.
38° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Ravenna C . Cav. O.M.I. M.O.V.M.
M.A.V.M.
39° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Bologna M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
40° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. Bologna M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M .
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
41 ° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. Modena C. Cav. O.M .I.
M.A.V. M.
M.A.V.M .
C.G.V.M.
M.B.V.E .
M.A.V.C.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/536)
R.D. 5-6--1910 (B.U. 1910/467)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3657)
D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/631)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/34 dopo pag. 250)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913/ 137)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 1-6-1861 (B.U. J86l/34 dopo pag. 250)
R.D. 5-6--1920 (B.U. 1920/ 2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /526)
R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2450)
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/ 2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/295)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/526)
R.D 28-12 -1916 (B.U. 1917/ 5)
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/ 2446)
R .D. 3- 10-1860 (B.U. 1860/ 51 dopo pag. 304)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/ 3657)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/ 52 dopo pag. 304)
R.D. 3-ll -1921 (B.U. 1921 / 3247)
D 31 -12-1947 (B.U. 1948 / 545)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/ 53 dopo pag. 304)
R.D. 19-1 -1913 (B.U. 1913 / 135)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/ 3657)
D.P. 15-3-1950 (B.U. 1950/ 1331)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 /69 dopo pag. 250)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 / 3247)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 545)
R.D. 5-6--1920 ( B.U. 1920/ 2446)
R.D 27-1-1937 (G .M. 1937 / 295)
R.D. 5-6--1920 (B.U. 1920 / 2450)
D. 31-12-1947 (B.U 1948 / 536)
R.D. 10-4-1942 (B.U. 1942 / 4735}
D.P. 4-1-1978 (B.U . 1978 / 325)
R.D. 20-5-1900 (B.U. 1900/309)
BANDIERA
42° rgt. f. Modena
43 ° rgt. f. Forlì
44 ° rgt. f. Forlì
45 ° btg. f. Arborea
46° btg. f. Reigio
47° btg. f. Salento
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C.G.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M . M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
C. Cav O.M.I.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M .
M.O.V.M.
M.A.Bc.
48° btg. f. Ferrara
49° rgt. f. Panna
50° rgt. f. Parma
51 ° rgt. f. Alpi
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M .B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 / 295)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/536)
R.D. 10-4-1942 (B.U. 1942/4735)
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/2446)
R.D. 3.8.1916 (B.U. 1916/3657)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2459)
R.D. 5-6-1920 (B_.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2458)
R.D. 5 -6-1920 (B.U 1920/ 2446)
R.D 5-6- 1920 (B .U 1920/ 2459)
R.D. 5-6-1920 (B .U 1920/ 2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 / 295)
R D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2624)
R.D. 21-1-1937 (B.U. 1937 / 4277)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D 5.6.1"920 (B.U. 1920/ 2447)
D. 31-12-1947 ( B.U. 1948/ 527)
R.D. 5-6-1910 (B .U. 1910/469)
R.D. 5 -6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D 5.6.1920 (B.U. 1920/2447)
D. 31-12-1947 ( B.U. 1948/527)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/470)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 6-12-1866 (Suppi. 1866/ 432)
D. 31-12-1947 (B .U. 1948/5 45)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2450)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913/137)
D. 31-12-1947 (B.U . 1948/ 545)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 16-5-1909 (G .M . 1909/ 642)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2450)
R.D. 15-6-1859 ( B.U 1859/119 dopo pag. 263)
R.D. 15-6-1859 (B.U. 1859/ 119 dopo pag. 263)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/545)
52° btg. f. Arr. Alpi
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913 /135)
- 186-
BANDIERA RICOMPENSA
M.A.V M
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M .
M.B.V.M.
M .B.V.E.
53° btg. f. Arr. C. Cav. O.M.I. Umbria
M.O V.M.
M.A.V.M.
M.A .V.M.
M.A.V.M.
54° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Sforzesca M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
55° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Marche
56° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Marche
57° btg. f. mot. C. Cav. O.M.I. Abruzzi
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
C.G.F.
58° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Abruzzi
M.A.V.M.
C.G.F.
59° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. Calabria M A.V.M.
M.A.V.E.
60° btg. f. C. Cav. O.M.I . Col di Lana C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
6 1° rgt. f. C. Cav. O.M.I. Sicilia M.A.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 16-5-1909 (G.M. 1909/642)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2450 )
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2450)
R.D. 15-6-1859 (B.U. 1859/119 dopo pag. 263)
R.D. 15-6-1859 (B.U. 1859/119 dopo pag. 263)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /545)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1979 / 1012)
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/527)
R.D. 31-1-1867 (B.U. 1867/176)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949 /60 1)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/601)
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /527)
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2 450)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/602)
D . 13-12-1948 (B.U. 1949 /605)
R .D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913/136)
R.D. 4-6-1914 (B.U. 1914/709)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2465)
D.M. 10-10-1919 (G.M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/4465)
D.M. 10-10-1919 (G.M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2450)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/249)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 /295)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2450}
R.D. 19-1 -1913 (B.U. 1913 / 137)
R.D. (21-1-1937 (B.U. 1937 /4278)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D . 31-10-1920 (B.U. 1920/ 4953) - 187-
62° btg. f mot. Sicilia
RI COMPENSA
M.A.V.M.
C.G.V.M.
C.G.F.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
63° btg f. A.rr Cagliari
64° rgt. f. Cagliari
65° r g t. f. Valtellina
66° btg. f. mec. Valtellina
67° btg. f. mec. Mont elungo
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M A.V.M.
M.B.V.M.
C G V.M.
C.G.F.
C. Cav. O.M.I.
M A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.l.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.B.V.E.
C Cav. O .M.I.
M.O.V.M.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
68° btg. f . mec. Palermo
69° rgt. f. Ancona
70° rgt. f. Ancona
C. Cav. O.M.I .
M.A V.M.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
D. 23-9-1949 (B.U. 1949/3581)
R.D. 10-4-1942 (B.U. 1942/4735)
D.M. 10-10-1919 (G.M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 31 -10-1920 (B.U. 1920/4953)
D. 23-9-1949 (B.U. 1949/3581)
R.D. 25-7-1861 (B.U. 1861 / 280)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922 /2625)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/ 295)
R.D. 19-1-19 13 (G.M. 1913 / 136)
R.D. 31-10-1920 (B.U. 1920 / 4950)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 546)
R.D. 10-4-1942 (B U. 1942 /4735)
D.M. 10-10-1919 (G.M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 6- 12-1866 (Suppl. 1866/358)
R D. 31-10-1920 (B.U. 1920/ 4950)
D 31-12-1947 (B.u'. 1948 /5 46)
R.D. 5-6-1920 ( B.U 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446 )
D.P. 7-12 -1951 (B.U. 1952/629)
D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/2551)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 13-12-1948 (B.U 1949 / 600)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2459)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 550)
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/2446)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947 / 2668)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2459)
D. 31-12-1947 (B.U . .1948 / 550)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B U. 1920/2450)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D 27-1- 1937 (G.M. 1937/ 295)
R.D. 5-6-1 920 (B.U. 1920/2459)
R.D. 31-1-1937 (B. U. 1937 /4279)
71 ° rgt. f. Puglie
C. Cav O.M.I.
M.B.V M.
R.D. 5-6-1 920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 546) - 188 -
BANDIERA
72° btg. f. Pu g lie
73° btg. f. Arr. Lombardia
74° rgt. f. Lo mbardia
75° rgt. f. Napoli
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M .O.V.M.
M .A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
C. Cav. O.M..I. M.0.V.M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.Be.
76° btg. f. mec. Napoli
C . Cav. O.M.I. M.A.V.M.
M.A.V.M.
M .B .V.M.
M.A.V.E.
M.A.V.C.
M.A.Be.
77" rgt. f. Toscana
78° btg. f. mot Lupi di Toscana
79° rgt. f. Roma
C. Cav. O.M.I. M.O.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I. M O.V.M. M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
D. 31 -12-1947 ( B.U. 1948 / 546)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 28-12-1916 ( B.U. 1917/ 3)
R.D . 3- 10-1860 ( B.U. 1860/ 42 dopo 304)
R.D. 25-7-1861 (B.U. 1861/280)
D.P. 4 -1-1978 ( B.U. 1978/ 249)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /2446)
R .D. 28-12-1916 (B.U. 1917/3)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937 /295)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/ 3657)
R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/ 2451)
D. 13- 12-1948 (B.U. 1949/ 602)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/472)
R.D. 5-6-1920 (B U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2451)
D.P. 27-10-1950 (B.U. 1950/ 3656)
R.D. 28-12-1916 ( B.U. 1917/7)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 250)
D.P.R. 18-5-1964 (B.U. 1964 / 2820)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910 / 473)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2447)
R.D . 28 -12-1916 (B.U. 1917 / 5)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 31-10-1920 (B.U. 1920/4951)
R.D. 28-12-1916 ( B.U. 1917 / 5)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2451)
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920 /2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 528)
R.D. 19-1-1913 (B.U. 1913 / 136)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/ 602)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/603)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2459)
80° btg. f. Roma
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.0.V.M.
M.B.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2446)
D .L. 8-2-1945 (B.U. 1945/ 788)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 528)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2459)
81° rgt. f. C. Cav. 0.M.I. R.D. 5--6-1920 (B .U. 1920/ 2446)
Torino
M.O .V .M. D. 31-12- 1947 ( B .U. 1948 / 528)
M.A .V. M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 245 1)
M.A V M. D. 13-12- 1948 (B.U. 1949/603)
M .A.B e. R.D. 5-6- 19 10 (B.U. 1910/473)
82° btg. f. mec. C. Cav. O.M .I. R.D. 5--6-1920 (B.U. 1920/2446)
Torino
M O.V M. D. 31- 12- 1947 (B.U. 1948/ 529)
M.A.V .M. R.D. 18-1- 19 13 ( G.M . 1913/ 136)
M.A.V. M. R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/ 2451)
M.A.V.M. D. 13 -12-1948 (B.U. 1949 /603)
M.B .V.E. D.P. 4-1-1978 ( B. U. 1978/ 325)
M .A.Be. R.D 5-6-1910 ( B.U. 1910/ 474)
83° rgt. f. C. Ca v. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
Venezia
C. Cav. O.M.I. R D. 27-1-1937 (G.M. 1937/ 295)
M.O.V M D. 15-3-1950 (B .U. 1950/13 14)
M A: v.M. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2451)
M.A.V.M. D. 31-12- 1947 ( B.U. 1948 /536)
M .B.V .M. R D 2 1-1- 1937 ( B .U. 1937 / 4277)
M.O.Be. R.D. 5-6- 1910 ( B .U. 1910/ 474)
84° btg. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2447 )
Venezia C. Cav. O.M.I. R.D 27-1-1937 (G.M. 1937/ 295)
M.O.V.M . R.D. 12- 11 -1911 (G.M 1911 / 1716)
M.O.V M. D. 15-3- 195 0 (B.U. 1950/13 14)
M.A.V M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2 451 )
M.A.V. M. D. 31-12-1947 (B .U. 1948/53 6)
M.B .V.M . R D. 2 1-1-1937 ( B.U 1937 / 4277)
M.O.Bc. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 476)
85° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. R D 5-6-1920 ( B .U. 1920/ 2446)
Verona
M.A .V. M. R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2465)
M A.B e R D 5 -6- 1910 (B.U. 1910/ 477)
86° rgt. f C. Cav O.M.I. R .D. 5-6-1920 (B .U. 19 20 / 2446)
V erona
M .A.V. M. R D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2465)
M.A Be. R.D 5-6-19 10 (B.U. 1910/ 478)
87° btg. f. mot. C. Ca\' O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U . 1920/ 2446}
S enio
M A .V.M. D. 24 -7-1947 (B. U . 1947/2669)
88° rgt. f. C. Cav. O.M. I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Friuli
M.A.V .M. D. 24-7- 1947 (B .U. 1947 / 2669)
89° btg. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/2446) Salerno
M.O.V M. D . 31-12-1947 ( B.U. 1948/5 29)
M.A.V.M. R.D. 19-1-1913 ( B .U. 1913 / 136)
M .A .V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 24 5 1) - 190-
BANDIERA
RICOMPENSA
ESTREMT DELLA CONCESSIONE
90° rgt. f. Salerno
91 ° btg. f. Lucania
92° btg. f. Basilicata
93° rgt. f. Messina
94° rgt. f. Messina
95° rgt. f. Udine
96° rgt. f. Udine
97° rgt. f. Genova
98° rgt. f. Genova
111 ° rgt. f. Piacenza
I 12° rgt. f. Piacenza
113° rgt. f. Mantova
M.A.V.M.
C.G.V.M.
C.G.V.M.
M.O.Be.
C.G.F.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M .
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
R .D. 10-6-1942 (B.U. 1942/4735)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/607)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/479)
D.M. 10-10-1919 (G. M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D 31-12-1947 ( B.U. 1948 /529)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /245 1)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/605)
R.D. 10-4-1942 (B.U. 1942/4735)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2 446)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1922/2627)
D. 15-3-1950 (B.U. 1950/1333)
D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/255 1)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916 /36 57)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1922 /2627)
D. 15-3-1950 (B.U. 1950/ 1333)
R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920 /2 446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2459)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2459)
R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 /3 246)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921/3246)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917/6)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/24 59)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
114° btg. f. mec. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /2446)
Moriago
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
M.A.V .E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/250)
115° rgt. f. C. Cav. O.M:I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Treviso
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
M.B.V .M . R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2459)
116° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2 446)
Treviso
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
117° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Padova
M.B.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2625)
118u rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Padova
M.B.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2625)
119° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Emilia
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
C.G.V.M. D.L. 9-l l-1945 (B. U. 1946/242)
120° btg. f. Arr. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2446)
Fornovo
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
M.B.V.M R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917/8)
M.B.V.M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946/241)
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1979/1012)
121° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. "1920/2446)
Macerata
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2465)
122° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Macerata
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2465)
123 ° btg. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Chieti
124° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Chieti
125° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Spezia
M .B.V. M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 /8 )
126° rgt. f. avt. C. Cav. O.M .I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Spezia
M.A.V.M. D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952 /631)
127° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Firenze
M.A.V .M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
128° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Firenze
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2452)
129° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R .D. 5-6-1920 (B .U. 1920/ 2446)
Perugia
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2466)
130° btg. f. mot. C. Cav. O.M.I. R D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Perugia
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2452)
131 ° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Lazio
M.A .V.M. R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/ 2452)
132" rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
La z io
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2452)
133° rgl. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/ 2446)
Ben e v e nto
134° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Benevento M_-A.V.M. R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/ 3658)
135° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Campania
136° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446) Campania
137° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Barletta
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2453)
138° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Barle tta
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2453)
1390 r:gt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Bari
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2453)
M.B.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 546)
1400 rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2446)
Bari
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2453)
141 ° btg. f. mot. C Cav. O .M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446)
Catanzaro M.O.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 / 4)
142° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Catanzaro M.A.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 /6)
143° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Taranto
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
144° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Taranto
M.B.V.M. R.D. 28- 12-19 16 (B.U. 19 17 /8)
M.B.V.M. R D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
BANDIERA RICOMPENSA
145° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Catania
146° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Catania
147° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6 -1920 (B.U. 1920/2446) Caltanissetta
148" rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Caltanis s etta
149" rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Trapani
M.B.V.M. R.D. 28-12-1916 ( B.U. 1917 / 8 )
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2460)
1500 rgt. f. C Cav. O.M.l. R D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446) Trapani
M.B.V .M. R.D. 5-6-1920 (B.U . 1920/ 2460)
151 ° btg. f. C. Cav O.M.l. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Sett e Comuni
M.O .V.M . R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916 / 3656)
M.O .V.M. R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2447)
152° btg. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1 920 (B.U 1920 / 2446) Sa ssari
M.O.V.M. R.D. 3-8-1916 (B U. 1916/ 3656)
M.O.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U . 1920/ 2447)
I 53° rgt. f. C. Cav. O.M.l. R.D. 5-6-1920 (B U. 1920/ 2446) Novara
154° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Novara
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2453)
155° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) A(essandria
M.A.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917/6)
156° rgt. f. C. Cav O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Alessandria
M.A.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U . 1917 /6)
157° btg. f. mot . C. Cav. O.M.l. R.D. 5-6-1 920 (B.U. 1920/2446) Liguria
M.O.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 / 4)
M.O.V.M. D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/629)
M.A.V.M. R.D. 3- 11-1 921 (B.U. 192 1/3246)
M.A.V.M. D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/631)
158° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Liguria
M.O.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 / 4)
M.A.V.M. R.D. 3-11- J 92 1 (B U. 1921 /3246)
M.A.V.M. D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/632)
159° rgt. f. Milano
160° rgt. f. Milano
161 ° rgt. f. Ivrea
162° rgt. f. Ivrea
163° rgt. f. Lucca
164° rgt. f. Lucca
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M . .
C. Cav. O.M.I. M.B .V .M.
C.G.F.
C. Cav. O.M.I.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /2446)
R D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
R.D. 5-6-1920' (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
D .M. 10-10-1919 (G.M. 1919/640)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5 -6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
165° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1 920 (B U. 1920/2446)
183° btg. f, mec. M.A.V.M. D 24-7-1947 (B.U. 1947 /2669)
Nembo
M.B.V.M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946 /240)
C.G.V.M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946 /2 41)
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 /327)
M.A.V.C. D.P R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2820)
201 ° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Sesia
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460)
202° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Sesia
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2461)
203 ° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Tanaro
204 ° rgt. f. Tanaro
205° rgt . f Lambro
206° rgt. f. Lambro
207° rgt. f. Taro
C. Cav. O.M.I. R .D. 5-6 -1 920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 31 -10- 1920 (B.U. 1920/ 4950)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 31-10- 1920 (B.U. 1920/4950)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31 -12 - 1947 (B.U. 1948 /5 36)
R.D. 29-10-1922 (B.U 1922/2625)
BANDIERA
208° rgt. f. Taro
209° rgt. f. Bisagno
210° rgt. f. Bisagno
211° rgt. f. Pescara
212° rgt. f. Pescara
213° rgt. f. Arno
214° rgt. f. Arno
215° rgt. f. Tevere
216° rgt. f. Tevere
217° rgt. f. Volturno
218° rgt. f. Volturno
219° rgt. f. Sele
220" rgt. f. Se/e
221° rgt. f. Ionio
222° rgt. f. Ionio
223° rgt. f. Etna
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/537)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2625)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2453)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2443)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 19?0/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2 446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2453)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2453)
C. Cav. OM.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2461)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2461)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R .D. 28-12-1916 (B.U. 1917 /6)
BANDIERA
224° rgt. f. Etna
225° btg. f. mot. Arezzo
226° rgt. f. Arezzo
227 ° rgt. f. Rovigo
228° rgt. f. Rovigo
229° rgt. f. Campobasso
230° rgt. f. Campobasso
231 ° btg. f. Avellino
232° rgt. f. Avellino
233 ° rgt. f. Lario
234 ° rgt. f. Lario
235° btg. f. Piceno
236" rgt. f. Piceno
237 ° rgt. f. Grosseto
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2623)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/295)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2447)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 537)
R.D. 31-1-1937 (B.U. 1937 / 4278)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. i920 / 2447)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 537)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav O.M.I. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.O.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2447)
M.B.V.M. D. 31-12-1947 (B U 1948/ 547)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.O.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2447)
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/537)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2453)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2461)
C. Cav. O.M.I. !{.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
238° rgt. f. Grosseto C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
239° rgt. f. C. Cav. O.M I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Pesaro
M .A.V .M. R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2454)
240" rgt. f. C. Cav. O.M. I. R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Pesaro
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/2454)
241° rgt. f. C. Cav. O.M. I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Teramo
M.B.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2625)
242° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Teramo
M.B.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2625)
243° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Cosenza
M.A.V .M. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454) ..
244° btg. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Cosenza M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
245° rgt. f. C. Cav. O.M .I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Siracusa
246° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Siracusa
247° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1 920/2446) Girgenti
248° rgt. f. C . Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B . U. 1920/2446) Girgenti
2 49°· rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Pallanza M.A.V.M. R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 /3247)
250° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B .U. 1920/2446) Pallanza M.A.V .M. R.D. 3- 11-1921 (B.U. 1921 /3247)
251 ° rgt. f. Massa Carrara C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1 920 (B.U. 1920/2 446)
252° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Massa Carrara M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2461)
253° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U 1920/2446) Porto Maurizio M.B .V.M. R.D. 5-6- 1920' (B.U. 1920/ 2461) - 198-
BANDIERA
254° rgt. f. C. Cav O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2446)
Porto Maurizio M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2460
255° rgt. f. C. Cav. O.M.l. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Veneto
M.A.Y.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
256° rgt. f. C. Cav. O.M.l. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Veneto
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
257° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2446)
Tortona M.A.Y .M. R.D. 5-6-1920 (B. U. 1920/ 2454)
258° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Tortona
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2454)
259° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Murge
260° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6.-1920 (B.U. 1920/2446) Murge
261 ° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Elba
262° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2 446)
Elba
263° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Gaeta
264° rgt. f. C. Cav. O .M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
Gaeta
265° rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Lecce
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2461)
266° rgt. f. C. Cav. OM.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Lecce M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/246 1)
267° rgt. f C. Cav. O.M.I. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Caserta M.A.V .M. R.D. 5-6-1920 (B. U. 1920/2454)
268° rgt. f. C. Cav. O.M.I . R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Caserta M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
269'' rgt. f. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
Aquila
BANDIERA
270° rgt . f . Aquila
271 ° rgt. f. Potenza
272° rgt. f. · Potenza
273° rgt. f. Potenza
274° rgt. f. Belluno
275° rgt. f. Belluno
276° rgt. f. Belluno
277° rgt. f. Vicenza
278° rgt. f. Vicenza
279° rgt. f. Vicenza
280° rgt. f. Foggia
281° rgt. f. Foggia
282° rgt. f. Foggia
309° rgt. f. Regina
317° rgt. f. Acqui
RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
C. Cav. O .M.I. R.D . 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2461)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
C. Cav. O.M.I. R .D. 5-6-1920 (B . U. 1920/ 2446)
M.A.V.M. R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2454)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ i446)
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/537)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446)
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /538)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.B.V.M. R.D. 5-6--1920 (B.U. 1920/2461)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2454)
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C.G.V.M. D.P. 26-12-1951 (B.U. 1952/879)
M.O.V.M. D. 16-2-1948 (B.U. 1948/950)
383° rgt. f. mon. M.A.V.M. Venezia D.L. 1-2-1945 (B.U. 1945/776)
Granatieri
BANDIERA
I O btg. G. mec. C. Cav. O.M.l. R.D. 5-6-1920 (B. U. 1920/2446)
Assietta
M.O.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/60) dopo pag. 250)
M.0.V.M. R.D 6-5-1928 (B.U. 1928/ 2266)
M.A.V.M. R.D. 3-10-1 860 (B. U. 1860/37 dopo pag. 304)
M.A.V.M . R.D. 28-12-1916 (B.U. 19 17/4)
M.A.V.M. D.L. 9-11-1945 (B. U. 1946/ 240)
M.B.V.M. R.D. 3- 10-1860 (B.U: 1860/39 dopo pag. 304)
M.A.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 483)
2° btg. G. mcc. C. Cav. O.M.J. R.D. 5-6- 1920 (B. U. 192 0/2446) Cengia
M.O.V.M. R D. 29-10-1922 (B.U. 1922/ 2626)
M.A.V.M. R.D 3- 10-1 860 (B.U. 1860/40 dopo pag. 304)
M .A. V.M. R .D. 1-6- 1861 (B.U. 1861/62 dopo pag. 250)
M.A.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917/4)
M.B.V.M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946/241)
M.B.V.E. D P.R 11 -12-1981 (G.U. 1982/2552)
3° btg. G. C. Cav. 0.M.I. R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/ 296) Guardie
li O rgt. G
M.0.V.M. D. 31- 12-1947 (B.U. 1948/530)
M.A.V.M. D . 5-3-1949 (B.U. 1949/1234) di Savoia
Be rsag/ ieri
BAND[ERA
1° btg. b. La Marmara
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B .V.M.
M.B.V.M.
M B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B .V. M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M
M.B.V.M.
M.B.V.M.
2° btg. b. Governolo
3° btg. b. Cernaia
C. Cav. O.M.I.
M.A V.M
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.E.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M .B .V.M.
M.B.V.M.
M .B.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
M.A.V.C.
M.A.Be.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 / 2446)
R.D. 16-5-1909 (G.M. 1909/ 642)
D.P. 27-10-1950 (B.U. 1950/ 3657)
D .P. 27-10-1950 (B.U. 1950/ 3657)
D.S. 10-5-1848 (O.G.A. n. 11 d.s. 1848 racc. 25)
D.S. 27-6-1848 (0.G.A. n. 23 d.s. 1848 racc. 25)
D.S. 15-8-1848 (0.G.A. n. 27 d.s. 1848 racc. 25)
R.D. 13-7-1849 (B.U; 1849 /1 14 )
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/ 114)
R.D. 27-5-1859 (B.U. 1859/89 dopo pag. 263)
R.D 16-l-l860 (E.S.R. 1859/21 racc. 65)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/ 54 dopo pag. 304)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/17 dopo pag. 250)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/74 dopo pag. 250)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2462)
R D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/ 2623)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /538)
D.S. 10-5-1848 (O.G.A. n. 11 d.s. 1848 racè::. 25)
D.S. 23-7-1848 (O.G.A. n. 26 d.s. l 848 racc. 25)
R.D . 13-7-1849 (B.U. 1849/109)
R.D. 6-12-1866 (Suppl. 1866/206)
D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/2 552)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/48 0)
R D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D.P. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
D. 28-7-1950 (B.U. 1950/2302)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455 )
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849/104)
R.D. 13-7-1849 (B.U. 1849 / 109)
R D. 12-7-1859 (B.U. 1859/205)
R.D. 15-4-1915 (B.U. 1915/724)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/252)
D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2820)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 482)
RICOMPENSA
BANDIERA
6° btg. b. Palestro
10° rgt. b.
10° btg. b. Bezzecca
11 ° btg. b. Caprera
13° rgt. b.
14° rgt. b.
14° btg. b. Sernaglia
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. Ò.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M. ·
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M .
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.E.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
15° rgt. b.
16° rgt. b.
17° rgt. b.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1948 (B.U. 1949/600)
D.P. 26-5-1956 (B.U. 1956/2854)
R.D. 27-5-1859 (B.U. 1859/89)
R.D. 30-9-1862 (B.U. 1862 / 985 )
R.D. 6-12-1866 (Suppl. 1866/212)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922 / 2626)
R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920 / 2446)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/ 606)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 7-4-1949 (B.U. 1949/1624)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2454)
R.D. 12-7-1859 (B.U. 1859/236)
R.D. 6-12-1866 (Suppi. 1866/210)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D P 12-10-1953 (B.U. 1953 /388 0)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3658)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922 /26 23)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 /327)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2455)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2623)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/45 dopo pag. 304)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/75 dopo pag. 250)
R.D. 12-6-1861 (B.U. 1861/77 dopo pag. 250)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
C. Cav. O.M.I. M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I. M.A.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917/ 8)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
R.D. 5-6-1920 (B U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455)
BANDIERA
18° btg. b. Poggio Scanno
19° rgt. b.
20" rgl. b.
21° rgt. b.
23° btg. b. Castel di Borgo
RICOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M .B.M.C.
C. Cav. O.M.I.
C. Cav. O.M.I.
C Cav. O.M I.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
26° btg. b. Castelfidardo
27° btg. b. Jamiano
28° btg. b. Oslavia
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B. U. 1920/2446)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/296)
R.D. 31-10-1920 (B .U . 1920/4951 )
D. 31-12-1947 (B.U. 1940/ 530)
D. 30-1-1948 (B.U. 1948/949)
R.D. 16-5-1909 (G .M. 1909/642)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/ 2623)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947/2669)
R.D 3-10-1860 (B. U. 1860/ 58 dopo pag. 304)
R.D. 30-9-1862 (B.U. 1862 /985)
R.D. 21-1-1937 (B.U 1937/4278)
D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971 / 2482)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446)
R.D. 5-6-1920 (B. U. 1920/2446)
R.D. 29-10-1922 .(B.U. 1922 / 2626)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/ 2448)
R.D. 16-5-1909 (G.M 1909/642)
R.D. 29-12-1916 (B.U. 1917 / 7)
R.D. 29-10-1922 (B.Ù. 1922 / 2626)
D.P. 4-1-1978 ( B.U. 1978 / 250)
67° btg. b. Fagarè
C. Cav. O.M.I. M.O.V.M. M.A.V.M. M.B.V.M.
M.B.V.M. M.B.V.M. M.A.V.E.
C. Cav. O.M.I. M.O.V.M.
M.A.V M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B.U 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/530)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/27 dopo pag. 304)
R.D. 19-1-1913 (G.M. 1913 / 137)
R.D. 29 -1 0-1922 (B.U. 1922 / 2626)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 / 250)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 12-11-1911 (G.M. 1911/1716)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /2455)
R.D. 21-12-1913 ( G.M 1913/1573)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D.M. 5-6-1869 (B.U. 1869/243)
D 31-12-1947 (B.U. 1948/ 547)
R.D. 5-6-1910 (B. U. 1910/482)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2447)
Alpini
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
btg. alp.
Aosta
btg. alp.
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.O.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2623)
M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/531)
M.A.V.M. R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3658)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2456)
M.A .V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2456)
M.A.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/ 2624)
M.A.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922 / 2624)
M.A.V.M. R.D. 21-1-1937 (B,U. 1937/4277)
M.A.V.M. R.D. 31-5-1946 (B.U. 1946/2146)
M.A.V.M. D. 31 -12-1947 (B.U. 1948/5 38)
M .A.V. M. D. 24-7-1947 (B.U. 1947/2670)
M.B.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/548)
M.A.V.C. D.P.R. 9-5-1960 (G.U. 1960/2607)
M.A.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 483)
C. Cav. O .M.l. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446) Bassano
M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
M.A.V.M. R.D. 4-6-1914 (B.U. 1914/709)
M.A.V.M. R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3 658)
M.A.V.M. R.D. 5-6- 1920 (B. U. 1920/2456)
M.A.V.M. R.D. 5-6- 1920 (B. U. I 920/2456)
M.A.V.M. D. 9-6-1948 (B.U. 1948/ 2048)
M.B.V.M. D. 13 -12- 1948 (B.U. 1949/606)
M.A.Be. R.D. 5-6- 1910 (B.U. 1910/483)
btg. alp.
C. Cav. O.M .I. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2446) Belluno
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/538)
M.O.V.C. D.P .R. 18-5-1964 (G.U. 1964 /28 18)
M.A.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 483)
btg. alp.
Cividale
C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
M.O .V. M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /532)
M.O.V.M. D. 30- 1-1948 (B. U. 1948/ 949)
M.B.V.M. R.D 5-6- 1920 (B.U. 1920/2462)
M.A.V.E. D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978 /50)
btg. alp. C. Cav. O.M.I. R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2446)
Edolo
btg. alp.
Feltre
M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /53 1)
M.O.V.M. D. 9-6-1948 (B.U. 1948 /2047)
M.A.V.M. R .D. 19-1-1913 (G.M. 1913/517)
M.A.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 483)
C. Cav. O.M .I. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
C. Cav. O.M.I. R.D. 27-1-1937 (G. M. 1937 /296)
M.A.V .M. R.D. 21-12-1913 (G.M. 1913 / 1573)
BANDIERA
RICOMPENSA
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.O.V.C.
M.A.Be.
btg. alp. Gemona
btg. alp. L'Aquila
btg. alp. Mondovì
btg. alp. Morbegno
btg. alp. Pieve di Cadore
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.E.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M .
M.A.V.M.
M.B.V.E.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.O.V.C.
M.A.Be.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2456)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922 / 2624)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /538 )
D. 5-3-1949 (B.U. 1949/ 1234)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
R.D. 21-1-1937 (B.U. 1937 /4278)
D.P.R. 18-5-1964 ( G.U. 1964/ 2818)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
R.D. 5-6-1920 (B.U. · 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
D. 30-1-1948 (B.U. 1948/949)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2 624)
D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/ 51)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/53 2)
D. 30-1-1948 (B. U. 1948/949)
R.D. 3-11-1921 (B.U. 1921 / 3247)
D. 24-7-1947 (B. U. 1947/2670)
D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/2552)
R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 5-3-1949 (B.U. 1949/ 1233)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2623)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2623)
R.D. 21-1-1937 (B.U. 1937 /4277)
D. 9-6-1948 (B.U. 1948/2047)
R.D. 19-1-1913 (G.M. 1913/137)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 483)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/5 31)
D. 9-6-1948 (B.U. 1948/2047)
R.D. 31-10-1920 (B.U. 1920/4950)
R.D. 21-12 -1913 (G.M. 1913/1573)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/538)
D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2818)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
btg. alp. Sa/uzzo
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 5-3-1949 (B.U. 1949/1233)
R.D 3-8-1916 (B.U. 1916/3658)
R.D. 28-12-1916 (B.U. 1917 /7)
BANDIERA
RICOMPENSA
M.A.V.M.
M.A.V .M
M.B .V.C.
M.A.Be.
btg. alp. Susa
btg. alp. Tirano
btg. alp. Tolmezzo
C. Cav O .M.I.
M.A .V. M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M
M.B.V.M
C.G.V.M.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.B.V.C.
M.A.Be.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.E.
M.A.V.E.
btg. a·lp. Trento
btg. alp. Arr. Val Brenta
C. Cav. O.M.I.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M .A.V.M.
M.B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2455)
D. 9-6-1948 (B.U. 1948/2047)
R.D. 5-3-1885 (B.U. 1885/340)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 3-8-1916 (B.U. 1916/3658)
R.D. 29-10-1922 (B.U . 1922 /2624)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2624)
D. 24-7-1947 ( B.U. 1947/2671)
D. 20-3-1950 (B.U. 1950/1345)
R.D. 10-4-1942 ( B.U. 1942/4735)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 ( B.U. 1948/53 1)
D. 9-6-1948 (B.U. 1948/2047)
R.D. 3-4-1926 (B.U. 1926/2312)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/483)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
D. 30-1-1948 (B.U. 1948 /949)
R.D. 21-12-1913 (G.M. 1913/1573)
R.D. 4-6-1914 (B.U. 1914 /709)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2456)
D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/5 0)
D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/51)
R.D. 27-1-1937 (G.M. 1937/296)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/539)*
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/540)
R.D. 21-1-1937 (B.U. ,1937 / 4278)
R.D. 21-4-1939 (B.U. 1939/ 4534)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 ( B.U. 1948/532)
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/2456)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/539)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
btg. alp. Arr. Val Chiese
C. Cav. O.M.I.
M.O.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
* Ricompensa concessa al btg. alp. Bolzano ora non in vita.
BANDIERA RICOMPENSA
btg. alp. Arr. C. Cav. O.M.I. Val Tagliamento M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M. M.B.V.E.
btg. alp. C. Cav. O.M.I. Vicenza
M.O.V.M. M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.E.
1° btg. cr. M.A.V.M. M.O. Cracco M.B.M.C.
3° btg. cr. M.O.V.M.
M.O. Galas M.A.V.E.
5° btg. cr. M.A.V.iM. M.O. Chiamenti M.A.V.E.
7° btg. cr. M.O.V.M. M.O. Di Dio M.B.V.E.
8° btg. cr. M.O.V.M. M.O. Secchiaroli
9° btg. cor. M.B.V.M. M.O. Eutera M.B.V.M.
19° btg. cor. M.B.V.C. M.O. Tumiati
20° btg. cr. M.O.V.M.
M.O. Pentimalli M.B.V.M. M.B.V.M.
22° btg. cr. M.B.V.E.
M.O. Piccinini
63° btg. cr. M.B.V.E.
M.O. Fioritto
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2456)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2624)
D. 25-5-1947 (B.U. 1947/2092)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/539)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2462)
D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/51)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2446)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/532)
D. 30-1-1948 (B.l!. 1948/949)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2624)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/539)
D. 2-12-1977 (B.U. 1978/52)
D.P. 16-10-1954 (B.U. 1955/22)
D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971/2482)
D.P. 12-10-1953 (B.U. 1953/3905)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/250)
D.P. 12-10-1953 (B .U 1953/3906)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/251)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/529)
D.P. 4-1-1978 (B.U 1978/327)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/529)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/547)
D.P. 12-10-1953 (B.U. 1953/3910)
D.P.R. 6-3-1968 (B .U 1969/1037)
D.P. 12-10-1953 (B.U. 1953/3905)
D.P. 12-10-1953 (B.U. 1953/3910)
D.P. 12-10-1953 (B.U 1953/3911)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/327)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/326)
Reparti d'assalto
BANDIERA
1° gr. della M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2463)
J3 Di vis ion e Ass.
2° gr. della M.B .V. M. R.D . 5-6-1920 ( B .U. 1920/2463)
1• Divisione Ass.
3° gr. della M.A.V. M. R.D . 5-6- 1920 ( B .U. 1920 /2 457)
1• Divisione Ass.
II rep. As s. M .A.V. M. R.D. 5-6- 1920 (B . U. ·1920/2456) C.G.F. D.M. 10-10-1919 ( G .M. 1919/640)
VI rep. Ass . M B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2462)
XI rep. Ass. M.B.V.M. R .D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/ 2462)
XVIII rep . Ass . M.A.V.M. R D 5-6- 1920 (B.U. 1920 /245 7)
XXII I r ep. As s. C. Cav. O M I. R .D . 5-6- 1920 (B .U. 1920/ 2446)
XXIV rep. Ass. M .B. V M. R D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2 462)
XXVI rep. Ass. M .B .V .M. R .D . 5-6- 1920 (B.U . 1920/2463)
XXVII rep. Ass. M .A.V .M. R.D 3- 11 -1921 (B.U. 1921 / 3247)
XXVIII r ep. Ass. M .A.V.M. R D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2457)
XXIX r ep. Ass. M B.V.M. R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/246 2)
LXXII rep. Ass. M .A.V.M . R .D. 5-6- 1920 ( B.U. 1920/ 2457)
Paracadutisti
2° btg. par. M.O.V.M . D .P . 26-3- 1963 ( B .U. 1963/ 1567) Tarquinia
5° btg. par. M .O.V.M. D.P . 26-3-1963 ( B .U. 1963 / 1567) El Alamein
9° btg. As s. par. M.A.V.M. R.D . 5-6- 1920 (B.U. 1920/245 7)
Co l Mo schin M .A.V.M. D .L. 15-2-1945 ( B.U. 1945 / 1048) M A V.M. D. 24-7-1947 (B.U. 1947/ 2669) - 209-
ARMA DI CAVALLERIA
BANDIERA RICOMPENSA
DELL'ARMA C. Cav. O.M.l. (custodita presso M.O.V .M. la Scuola di f. e c. di Cesano)
1° gr. sqd. co r. M.B.V.M. Nizza Cavalleria
M.B.V.M.
M.B.V.M. M .B .V.M.
2° gr. sqd. mec. M .A.V.M. Piemonte Caval- M.A.V.M . le ria
M.B .V.M. M.B .V .E.
3° gr. sqd. cor.
M.O.V.M. Savoia Cavalle- M.B.V.M. ria M B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D 27-1-1937 (G. M. 1937/ 297)
R.D. 17-9- 1933 (G.M. 1933/1959)
D.S. 7-6-1 848 (O .G.A. n. 22 d.s. 1848 racc. 25)
R .D. 13-7- 1849
R .D. 13-7-1849
R.D . 28-12 -1916 (B.U. 1917/8)
R.D 13-7-1849 (B. U. 1849/78)
R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 / 80 dopo pag. 250)
R .D. 5-6-1 869 ( B .U. 1869/243)
D.P. 4 -1-1978 (B.U. 1978/ 326)
D 13-12-1948 (B.U. 1949 / 601)
R .D. 5-6-1920 ( B.U. 1920/2463)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/606)
D .S. aprile 1796
D.S ap rile 1796
M.A.V.M.
4 ° gr. sqd. mec. M.O.V.M. Genova Cavalle- M.O.V.M. ria
M.A.V.M.
M.B .V .E.
5 ° gr. sqd. cr.
R.D. 28 -12 -1916 (B.U. 1917 /7)
R D. 5-6,1920 (B.U. 1920/2 457)
D P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 419)
D 13-12-1948 (B U. 1949/ 601)
R.D 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2457)
M .A .V .M.
M.O .V .M. Lancieri di No- M.A.V .M. vara
M.B.V.M.
M.B.V.M .
M.B .V.M .
M .B.V .M.
M .B.V.E.
6 ° gr. sqd . cr.
D . 13-12-1948 (B.U. 1949/ 604)
D.S. 10-5 -1848 (O.G.A. n. 11 d.s. 1848 racc. 25)
D.S. 16-1-1860 ( E.S.R. 1859 / 39 racc. 65)
R D. 3-10-1860 (B.U. 1860/ 16 d opo pag. 304)
R .D. 1-6-1861 (B.U. 1861 / 35 dopo pag. 250)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/4 19)
R.D. 6 -12-1866 (Suppi. 1866 / 216)
R.D. 13-7-1849 (B .U. 1849/97)
M.B.V.M.
M .O.V .M. Lancieri di M.A.V.M. Aosta
M.B.V.M.
M.B.V.M.
R.D. 5-6-1920 (B .U. 1920/ 2463)
R.D . 21-4-1939 (B . U. 1939/ 4534)
R.D. 2-5-1939 ( B.U. 1940/6 115)
7 " gr. sqd. Lancieri di Milano
8° gr. sqd, mec. Lancieri di Montehello
9° gr. sqd. cr. Lancieri di Firenze
rgt. (10° ) Lancieri Vittorio Emanuele I I
12° gr. sqd.
C.G.V.M.
M.B.V.E.
M.B.V.M.
M.B .V.M. C.G.V.M.
M.B.V.E.
M.A.V.M.
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/551)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 / 326)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/ 22 dopo pag. 304)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2463)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/551)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 420)
D. 31-1-1-947 (B.U. 1947/ 1068)
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.E.
M.B.V.M.
R.D 6-12-1866 (Suppi. 1866/ 302)
R.D. 29-10-1922 (B.U. 1922/2626)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/419)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2464)
M.A.V.M. Cavalleggeri di Saluzzo
rgt. (13°)
M.B.V.M. Cavalleggeri di Monferrato
rgt. (14°)
M.A.V.M. Cavalleggeri di M.B.V.M. Alessandria
15° gr. sqd.
R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/ 2457)
D.S. 16-1-1860 (E.S.R. 1859/31 racc. 65)
R.D. 6-12-1866 (Suppl. 1866/454)
R.D. 27-5-1859 (B.U. 1859/ 89)
R.D. 10-1-1913 (G.M. 1913/136)
R.D. 21-12-1913 (G.M. 1913/1573}
M.A.V.M.
M.A.V.M. Cavalleggeri di M.A.V.M. Lodi
M.B.M.C.
19° gr. sqd
M.A.V.M. Cavalleggeri
D.P. 29-11-1 954 (B.U. 1955/736)
D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971/2483)
R.D. 14-6--1910 (G.M. 1910/728)
R.D. 31-10-1920 (B.U. 1920/ 4950)
M.B.V.M.
M.B.V.M. Guide
M.A.V.E.
M.A.V.C.
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 547)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 251)
D.P.R. 1.8-5-1964 (G.U. 1964/ 2820)
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
rgt. (22°)
Cavalleggeri di Catania
rgt. (25°)
Lancieri di Mantova
rgt. (26°)
Lancieri di Vercelli
28 ° gr. sqd. cr.
M.A.V.M. R.D. 5-6-192() (B.U. 1920/2457)
M.B.V.M. R .D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2464)
M.A.V.M. R.D. 29-10-1922 (B.U 1922/2625)
M.A.V.M. R.D. 28-12-1916 (B.U . 1917/ 7)
Cavalleggeri di M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 ( B.U. 1978 /419)
Treviso
rgt. (29°)
Cavalleggeri di Udine
rgt. (30°)
Cavalleggeri di Palermo
sqd.
Cavalleggeri di Sardegna
M.B.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2464)
M.B.V.M. R.D. 5-6- 1920 (B.U . "1920/2464)
M.A.V.M. R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920/2457)
gr. cr. ve. M.B.V.M. D. 13-12-1948 (B.U. 1949/606) San Giorgio
DELL'ARMA
( custodita presso la Scuola di Artiglieria di Bracciano )
ARMA DI ARTIGLIERIA
RfCOMPENSA
C. Cav. O.M.I.
M .O.V .M.
M.O.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D. 27-1-1937 (G .M. 1937 /298)
R.D. 13-7-1849 (B.U. !849 / 109)
R.D. 19-1-1913 (G.M. 1913 / 135)
R.D. 5-6-1920 (B.U. 1920 /2 448)
D.S. 16-1 - 1860 (E.S.R. 1859 /3 racc. 65)
D.S. 7-6-1848 (O.G.A. n. 22 d.s. 1848 racc. 25)
Da ca mpa gna
I O rgt. a. ccl.
3° rgt. a. ce!.
3° gr. a. cam. smv. Pastren go
7° gr. a. cam. Adria
8° gr. a. cam. smv. Pasubio
M.O.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
C.G.V.M.
M.O.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.E.
9 ° gr. a. cam. smv. Brennero
10° gr. a. carn. smv. A visi o
11° gr. a. cam. Teramo
11 ° gr. a. cam s mv. Monferrato
M.B.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.E.
M.A.V.M.
D.P. 7-12-1951 (B.U 1952/629)*
D 31-12-1947 (B.U. 1948/ 548)*
D. 31 -1 2-1947 (B.U. 1948/541)*
D.S. 2-5-1848 (O.G.A. n. 9 d.s. 1848 racc. 25)
D.L. 13-9-1945 (B.U. 1945/2733)
R.D. 12-4-1937 (B . U. 1937/4280)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 533)
D. 12-5-1949 (B.U. 1949/23 68)
D.S. 5-6-1848 (O.G.A. n. 20 d . s. 1848 racc. 25)
R D 1-6-1861 (B.U. 1861 /85 dopo pag. 250)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/418)
D. 7-4- 1949 (B.U. 1949/ 1632)
D. 7-4-1949 (B.U. 1949/ 162.5)
D. 31 - 12-1947 (B.U. 1948/54 2)
D.P.R. 15-12-1981 (G.U. 1982/2553)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947/267 0)
* [n temporanea consegna al rgt. a. cav - 213-
12° gr. a. carn.
srnv.
M.A.V .M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 540)
M.B.V.M. R.D. 12-4-1937 (B.U. 1937 /4280) Capua
13° gr. a. cam.
M.A.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/251)
M.B.V.M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946/241) Magliana
14° gr. a. caro.
M.O.V.M. D.P. 26~12-195 1 (B.U. -1952/ 903) Murge
16° rgt. a. cam.
18° gr. a. cam.
Gran Sasso
M.B.V.M . R.D. 21-1-1937 (B.U. 1937/4278)
M.B.V..M. R.D. 6-12-1866 (Suppl. 1866/ 46)
C.G.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 551)
19° gr. a. cam. M.O.V.M. D. 15-3- 1950 (B.U. 1950/1314) smv.
M.B.V.M. D.S. 15-8-1848 (O.G.A. n. 27 d.s. Rialto 1848 racc. 25)
M.B.V.M. D 31-12-1947 (B.U. 1948 / 548)
M.B.V.E. D.P . 4-1-1978 (B.U. 1978/418)
20° gr. a. cam.
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/40) srnv. dopo pag. 250)
Piave
22° rgt. a. cam.
24° gr. a. cam.
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 326)
M.O.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/485)
C.G.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/551) Peloritani
28° gr. a. cam.
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/540) Livorno
35° gr. a. cam.
Rio/o
46° gr. a. cam.
M.A.V.E. D.P. 4-1-1978 (B .U. 1978/251)
M.A.V.M. D.P. 16-5-1957 (B.U. 1957/2117)
M.B.V.C. D.P.R. 6-3-1968 (B.U. 1969/1037)
M.A.V.M. D. 23-9-1949 (B.U. 1949/ 3582) smv.
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/418) Trento
47° gr. a. cam. C.G.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/552) Gargano
48° gr. a. cam. C.G.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 552) Taro
49° rgt. a. cam. C.G.V.M. D. 31- 12-1947 (B.U. 1948/ 552)
52° gr a. cam. M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/533) Venaria
M.B.V.M. D. 13-12-1948 (B.U. 1949/6 06)
53° rgt. a. caro. C.G.V.M.
58° rgt. a. cam. C.G.V.M.
59° rgt. a. caro. C.G.V.M.
120° gr. a. cam. M.A.V.M. smv. M.B.V.E. Po
136° rgt. a. caro. M.A.V.M.
185° gr. a. cam. M.O.V.M. par. Viterbo
204° rgt. a. cam. M.A.V.M
rgt. a. cav. M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M. M.O.M.S.P.
Pesante campale
2° gr. a. pe caro. M.A.V.M. Potenza
5° gr. a. pe. caro. M.B.V.M. Superga
M .B.V.M. M.B.V.E.
8° rgt. a. pe. M.B.V.M. caro.
26 ° rgpt. a. C.A. M.B.V.M.
33° gr. a. pe. M.0 .V. M. caro. C.G.V.M. Terni
55° rgpt. a. pe. C.G.V.M. cam.
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /55 2)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 552)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/552)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/604)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 /418)
D.P . 7-12-1951 (B.U. 1952/632)
D.P. 26-3-1963 (B.U. 1963/1566)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /543)
D.L. 16-11-1944 (B.U. 1945 /457)
D. 9-6-1948 (B.U. 1948 /2048)
D. 13-12-1948 (B.U. 1949/6 04)
D.P R. 3-4-1981 (G.U. 1981 /6690)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/541)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/29 dopo pag. 304)
D. 15-3-1950 (B.U. 1950/ 1333)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 /420)
R.D. 12-4-1937 (B.U. 1937/4280)
D 31-12-1947 (B.U. 1948/ 549)
D. 15-4-1949 (B.U. 1949/ 1822)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/552)
D.P. 26-12-1951 (B.U. 1952/879)
108° gr. a. pe.
cam.
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/541)
C.G.V.M. D. 13-12-1948 (B.U. 1949/607) Cosseria
131° gr. a. pc.
cam.
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/326)
M.B.V.M. D.P. 16-7-1964 (B.U. 1964/5783)
M.B.M.C. D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971/2482) Vercelli
132° gr. a. pe.
M.O.V.M. D. 15-3-1950 (B .U. 1950/ 1330) cam. Rovereto
155° gr. a. pe.
cam.
M.B.V .M. D.L. 9-11-1945 (B.U. 1946/241)
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/420) Emilia
184° gr. a. pe.
M.A.V.M. D. 24-7-1947 (B.U. 1947/2670) cam. Filottrano
201 ° rgt. a. mot.
205° gr. a. pe.
M.A.V .M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/542)*
M.A.V.M. D.P. 7 - 12-1951 (B.U. 1952/632) cam. Lomellina
* In temporanea consegna al rgt. a. cav. Pesan1e
5° rgt. a. A.
9° gr. a. pe.
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 / 40 dopo pag. 250)
M.A.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 541) Rovigo
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861/38 dopo pag. 250)
27° rgL a. pe.
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 197 8 / 326) sn1v. *
* In data 1.10.1985, il reggimento ha assunto l a denominazione di 27° gr.a.pe.smv. Marche. (Circ. SME - Ord. n. 50/151 in data 23.3.1985).
Da montagna
gr. a. mon. Agordo
gr. a. mon. Ao sta
M.O.V.C.
M.O.V.M.
M.A.V.C. D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2818)
D.L. 13-1-1945 (B.U. 1945/776)
D.P. 26-11-1957 (G.U. 1958/555)
BANDIERA
gr. a. mon. M .0.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /532)
Asiago
gr. a. mon. M.B .V. M. R.D. 21-1-1937 (B.U. 1937 / 4278)
Belluno
gr. a. mon.
M.B.V.E. D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/ 51)
M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 532)
Bergamo M.B.V.M. D. 9-6-1948 ( B.U 1948/ 2048)
gr. a. man. M.O.V.M. D.L. 8-2-1945 (B.U. 1945/788)
Co11eglia110
M.0.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 533)
M.A .V.E. D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/48)
gr. a. mon. M.0.V.C. D P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/2818)
La11;.o
gr. a. mon. M.O.V.M. D. 5-3-1949 (B.U . 1949 / 1233)
Pi11erolo
M.B.V.M. D. 9-6-1948 (B.U. 1948/ 2048)
gr. a. mon. M.O.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 /53 2)
Vicenza
M.B.V.M. D. 9-6-1948 ( B .U. 1948/ 2048)
gr. a. mon. M.O.V.M. D.L. 8-2-1945 (B.U. 1945/788)
Udine
Contraerei
M.O .V. M. D. 31-12-1947 ( B.U. 1948 / 533)
M.A.V E. D.P. 2-12-1977 ( B .U. 1978/49)
4° rgt. a. msl. M.B.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/5 48) e/a
17° gr. a. e/a I. M.A .V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 541)
Sforzesca M.A.V .M. D. 13-12- 1948 (B.U. 1949/ 603)
M.A .V.M. D.P. 27-10- 1950 (B.U. 1951 / 269)
121° rgt. a. e/al. M.A .V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 540)
Da costa
3° rgt. a. cos. M.O Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 486)
4° gr. spec. a. M.O.V.M. D. 7-4-1949 (B.U. 1949/1624) Bondone
M.A.V.M. D. 13-12-1948 (B.U. 1949/604)
C.G.V.M. D. 13-12-1948 (B.U. 1949/607)
41° gr. spec. a. M.A.V.M. D. 31-1-1947 ( B.U. 1947/1069) Cordenons -2 18-
DELL'ARMA
(custodita presso la Scuola Genio Pionieri di Roma)
U btg. g. Legnano
I X / 1° rgt. g. pt.
XXVII btg. g.
CXLIV btg. mi. g. Cremona
XXV btg. mi. g. Bologna
XVII btg. g. Pavia
22"/Il/1° rgt. g. pt.
XL gr. lav./10° rgt. g. Pionieri
4 ° btg. g. p. Orta
5 ° btg. g. p. Bolsena
RICOMPENSA
C Cav. O .M.I.
M .O.V. M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.O.V.E.
M.O.Be.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.A.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B .V. M.
C.G.V.M.
M.A .V. M.
M B.V.E. M.B.V.E.
M.B .V .E.
M.B .V.C.
M.B.V.E.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
R.D 27-1-1937 (G. M. 1937/3 00)
R.D 5-6- 1920 (B. U. 1920/2448)
R.D 19-1-1913 (G.M. 1913/ 136)
D. 31-12-1947 (B.G. 1948/5 49) • D P. 18-5-1977 (B.U. 1977/ 1315)
R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/ 487)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947/ 2670)*
D 13-12-1948 (B.U. 1949/605)*
D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952 /632)*
D.L. 13-9-1945 (B.U. 1945 / 2733)*
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/54 9)* -
D. 5-3-1949 (B.U. 1949/ 1242 )*
D. 15-4-1949 (B.U. 1949 /1822)*
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/5 52)*
D. 31-12-1947 (B.U. 1948/543)
D.P 2-12-1977 (B.U. 1978/52)
D.P.R. 15-12-198 1 (G.U. 1982/2553)
D.P. 4-1-1978 (B .U. 197 8/328)
D . P . R. 6-3- 1968 (B.U. 1969/ 1037)
D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/255 1)
* Ricompensa di unità disciolta ed attualmente posta sulla Bandiera dell'Arma. -2 19-
BANDIERA
21 ° btg. g . p. Timavo
51 ° btg. g. p. Simeto
104° btg. g. p. Torre
131 ° btg. g .p. Ticino
132° btg. g. p. Livenza
184° btg. g. p. San terno
Guastatori
3° btg. g. Gu. Verbano
RICOMPENSA
M.B.V.E.
M.A V.M.
M.B.V .E .
M.B.V.M.
M.B.M.C.
M.B.V.M.
M.A.V.E.
M.B.V.C.
M .B.V.M.
M.B.V.E.
ESTREMI DELLA CONCESSIONE
D.P.R. 15-12-1981 (G.U. 1982/2553)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947/ 2670)
D.P 4-1-1978 (B.U 1978/ 420)
D. 31-12-1947 (B.U. 1948 / 549)
D . P. 1-12-1970 (B.U 1971 / 2483)
R.D 13-7-1849 (B.U. 1849/ 107)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 252)
D.P.R. 6-3 -1 968 (B.U. 1969/.1036)
D. 24-7-1947 (B.U. 1947/2671)
D.P. 4-1-1978 ( B.U. 1978 / 327)
M.A.V .M.
M.B.V M.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.B.V.E.
Pontieri
2° rgt. g. pt.
M.B.V.M.
M.B.V.M.
M.A.V.C.
D. 23-9-1949 (B. U. 1949/ 3582)
R.D. 3-10-1860 (B.U. 1860/60) dopo pag. 304)
D. 31-12-1947 (B.U 1948/550)
D. 15-4-1949 (B.U 1949/ 1822)
D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978 / 327)
D.S. 5-6-1848 (O.G.A. n. 20 d.s. 1848 racc. 25)
D 13-12-1948 (B.U. 1949/606)
D.P.R. 12-9-1953 (G.U. 1954/347)
Mi11atori.
I" btg. g. mn.
Garda
2° btg. g. mn.
Iseo
M.A.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/251 )
M.A.V.M. D.P. J7- 1 J-1950 (B.U. 1951/805)
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 /54 <lopo pag. 250)
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 /55 dopo pag. 250)
M B.V.E. D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978/52)
M.A.V.C. D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/ 2820)
Ferrovieri
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
rgt. g. fv.
M.B.V.M. R.D. 1-6-1861 (B.U. 1861 /55 dopo pag. 250)
C.G.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/ 553)
C.B.M.E. D.P.R. 21-5-1983 (B.U. 1983/4856)
TRASMISSIONI
4° btg. t. M A.V M. D 31- 12-1947 (B.U. 1948/5 43)* Gardena
M B.V.M. D. 9-6-1948 (B.U. 1948/2049)*
107° btg. t. M.B.V.E. D .P. 4- 1-1978 (B.U. 1978/ 420) Predii
184° btg. t. M .B. V.M. D 24-7-1947 (B.U. 1947/2671) Cansiglio
231° btg. t. M .B. M.C D.P.R. 1-12-1970 (B.U. 1971 /2 483) Sempione
232° btg t. M .B.V .E. D.P . 4-1-1978 (B.U. 1978 /328) Fadalto
* Ricompensa concessa al III btg. g. mi. Julia e data in temporanea consegna al 4° btg. t. Gardena allo scopo di far custodire nell'ambito del IV C.A. alp. decorazioni meritate da reparti inquadrati nel secondo conflitto mondiale in Grandi Unità alpine.
-221-
AVIAZIONE LEGGERA DELL'ESERCITO
BANDIERA RfCOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
1° rgpt. ALE
M.A.V.E. D.M. 11-12-1981 (G.U. 1982/2551) Antares
4° rgpt. ALE
M.A.V.C. D.P.R. 18-5-1964 (G.U. 1964/ 2820) Altair
5° rgpt. ALE
Rigel
M.A.V.C. D.P.R. 6-3-1968 (B.U. 1969/ 1036)
M.A.V.C. D.P.R. 12-4-1975 (G.U. 1975/4514)
M.A.V.C. D.P.R. 3-6-1980 (G.U. 1984/ 6242)
M.A.V.C. D.P.R. 26-11-1980
M.A.V.C . D.P.R. 14-5-1982
M.A.V.E. D.P. 4-1-1978 (B.U. 1978/ 252)
M.A.V.C. D.P.R. 28-4-1984
SCUOLE E ISTITUTI MILITARI
BANDIERA RJCOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
Scuola di Appli-
M.A.V.M. D.P. 12-10-1953 (B.U. 1953/ 3906) cazione
Centro Aviazio-
M.A.V.C. D.P.R. 6-3-1968 (B.U. 1969/1036) ne Leggera Esercito
Scuola Truppe
M.B.V.E. D.P.R. 11-12-1981 (G.U. 1982/2551) Corazzate
CONTINGENTE ITALIANO PER LA FORZA DI PACE IN LIBANO
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
DEL CONTIN- C. Cav. O.M.I. D.P.R. 25-2-1984 (in corso di GENTE pubblicazione) (custodita nel Museo Sacrario delle Bandiere e Cimeli delle Forze Armate 10 Roma)
BATTAGLIONI LOGISTICI
BA:-.!DIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
btg. L.
Garibaldi
btg. L.
Gorizia
M.A.V.E. D.P. 4-1 - 1978 (B.U. 1978/252)
M.B.V .E. D.P. 4-1-1978 ( B .U. 1978 / 420)
btg. L. ,'\1.8.V.E. D.P 4-1-1978 ( B .U 1978/ 420)
Isonzo
btg. L. M .A.V.E. D.P. 2-12-1977 (B.U. 1978 /49)
Ju lia
btg. L.
Mameli
blg. L.
P ozzuolo del Friuli
btg L.
Vittorio Veneto
M.A.V.E. D.P. 2-12-1977 ( B.U. 1978 / 49)
M.A.V.E. D.P. 4-1 - 1978 (B U. 1978/253)
M.B.V.E. D.P. 4-1-1978 (B .U 1978 / 419)
M.B.V.E. D P. 4-1 -1 978 (B .U. 1978 /4 19)
BA NDIE RA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
DEL CORPO
M .O.V.M. D .P. 12-7- 1950 ( B.U . 1950/2641)
(custodita dalla M .A.V.M. R D 19- 1-1913 (G.M. 1913 /13 6 )
Scuola di Sani- M.A.V.M. R.D. 5-6- 1920 (B.U. 1920/2458) tà di Firenze)
M.B.V.M. M .P.S . 1-2-1937 (B.U. 1937 /4279)
M B.V.E. D.P.R. 15-12- 1981 (G.U. 1982/2552)
M 0.Be. R.D 27- 5- 19 11 (B.U. 1911 /5 11 )
M . A.Be. R.D. 5-6-1910 (B.U. 1910/491)
M . O .M.S .P. R.D . 11 -6- 1922 (B .U. 1923/860)
CORPO DI COMMISSARIATO
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
DEL CORPO
M.A.V.M. D. 15-2- 1949 (B.U 1949 / 992) (custodita pres- C.G.V.M. D.P. 26-3- 1963 (B.U. 1963 / 1665) so il Comando C.G.V.M. D.P. 26-3-1963 (B.U. 1963/1666) del Corpo in M.B.V E. D.P.R. 11 -12-1981 (G.U. 1982/2552) Roma)
CORPO AUTOMOBILISTICO
DEL CORPO
M.A.V.M. D. 5-3-1949 (B.U. 1949/ 1235) (custodita dal
M.A.V.M. D.P. 2-11-1952 (B.U. 1953 / 318) Comando Scuo-
M.B.V.M. M.P.S. 1-2-1937 (B.U. 1937 / 4279) le della Motoriz-
C.G.V.M. R.D. 7-4-1938 ' (B.U. 1938 / 4845) zazione di C G.V.M. D.P. 27-10-1950 ( B.U. 1950/3664) Roma)
C.G.V.M . D.P. 26-12-1963 (B.U. 1964/1454)
C.G.V :M. D.P. 26-12-1963 (B.U. 1964/1456)
M.B.V.E. D.P.R. 11 -12-1981 (G.U 1982/2551 )
CORPO VETERINARIO
DEL CORPO M O.M.S.P D.P. 8-11-1974 (G.U. 1975/ 344) (custodita da.Jla M.B.V.E. D.P.R. 15-12-1981 (G.U. 1982/ 2553) Scuola del Corpo Veterinario di Pinerolo)
CORPO DI AMMINISTRAZIONE
DEL CORPO
M.B.V.M. D.P. 27-5-1952 (B.U. 1952/3315) (custodita pres- M.B.V.E D.P. 17-6-1985 (in corso di so il Comando pubblicazione) del Corpo in Roma)
TRUPPE COLONIALI
BANDIERA
DEL R.C.T.C.
dell'Eritrea
I btg.
Coloniale
II btg.
Coloniale
III btg.
Coloniale
IV btg.
Col oniale
V btg.
Coloniale
VI btg.
Coloniale
VII btg.
Coloniale
M.O.V.M. R D. 12-5-1930 ( B.U. 1930 / 1588)
M.O.V.M. R .D. 19-11-1936 ( B.U . 1937 / 1079)
M.A.V.M. R .D. 4-4-1940 (B.U. 1941 / 2070)
M.B.V.M. R.D. 29-5- 1913 ( G M 1913 / 516)
M.A.V .M. R.D . 4-4-1940 (B.U : 1941 / 2070)
M.B.V.M. R.D. 29-5-1913 (G.M. 1913 /5 16)
M B.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U 1940/ 5912)
C.G.V.M. D.M. 30-3-1919 (G.M. 1919/ 239)
C.G .V.M. R .D. 9-7-1926 (B.U. 1926/ 2884)
M.A.V.M. R.D. 2-10-1916 (G.M. 1916 / 1583)
M.B.V.M . D.L. 30-3-1919 ( G.M. 1919/ 238)
M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B .U. 1938 / 4844)
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/ 5912)
C.G.V.M. R.D. 21-12-1913 (G.M. 1913/1574)
C.G.V.M. R.D. 12-2-1928 (B.U. 1928/1479)
C.G.V.M. R.D. 6-3- 1941 (B.U . 1941 / 4354)
M.O.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938 / 4842)
M.O.V.M. D. 5-3- 1949 (B.U. 1949/1233)
C.G.V.M. R.D. 11 -3-1926 (B.U. 1926/842)
M.A.V.M. R.D. 19-1-1913 (G.M. 1913 / 136)
M.A.V.M. R .D. 7-4-1938 (B.U. 1938 / 4843)
M.A.V.M. D.P. 7-12-1951 (B.U. 1952/ 632)
C.G.V.M. R.D. 11-3-1926 (B.U. 1926/842)
M.A.V.M. D.L. 30-3-1919 (G.M. 1919/ 238)
M.B.V.M. R.D. 4-6-1914 (G.M. 1914/709)
M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4843)
M.A.V.M. R.D. 29-5-1913 (G.M. 1913 / 516)
C.G.V.M. R.D. 3-6-1924 (B.U. 1924/ 1654)
C.G.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845)
VIII btg. C.G.V.M. R.D. 18-12-1927 (B.U. 1928/682)
Coloniale
IX btg.
Coloniale
X btg.
Coloniale
C.G.V.M. R.D. 4-4-1940 (B.U. 1941 / 2072)
M.A.V.M. D.L. 5-6-1915 (G.M. 1915/1090)
M.A.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/ 4843)
M.A.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/ 4843)
XI btg. C.G.V.M. R.D, 18-2-1927 (B.U. 1928/682) Coloniale
XII btg. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844) Coloniare
XIII btg. M.B.V.M. R.D. 1-6-1933 (B .U. 1933/2578)
Coloniale
M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844)
XIV btg. M.B.V.M. R.D. 1-6-1933 (B.U. 1933/2579)
Coloniale
M.B.V.M. R.D. 4-4-194.0 (B.U. 1941/2071)
XV btg. M.B.V.M. R.D. 18-12-1927 (B.U. 1928/678)
Coloniale
M.B.V.M. R.D. 28-5-1929 (B.U. 1929/2675)
M.B.V.M. R.D. 1-6-1933 (B.U 1933/2579)
C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/59J4)
XVII btg. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844)
Col0niale
XVIII btg
Coloniale
C.G.V.M. R.D. 31-8-1928 (B.U. 1928/3803)
C.G.V.M. R.D. 25-1-1940 (B.U. 1941 /547)
C.G.V.M. R.D. 11-3-1926 (B.U. 1926/842)
C.G.V.M. R.D. 1-6-1933 (B.U. 1933/2580)
C.G.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845)
XIX btg. M.A.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4843)
Coloniale
XX btg. M.B.V.M. R.D. 18-12-1927 (B.U. 1928/678) Coloniale
XXI btg. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844)
Coloniale
XXII btg. M.A.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4843)
Coloniale M.A.V.M. D. 5-3-1949 (B.U. 1949/1234)
C.G.V.M. R.D. 1-6-1933 (B .U 1933/2580)
XXIII btg. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B .U. 1938/4845)
Coloniale
C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 ( B.U. 1940/5914)
C.G.V.M. R.D. 25-1-1940 (B.U. 1941/547)
XXIV btg. M.A.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/5912)
Coloniale
XXV btg. M.A.V.M. R.D. 14-4-1928 (B.U 1928/2057)
Coloniale
BANDIERA
XLI btg. C.G.V.M. R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941/4354) Coloniale
XLV btg. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845) Coloniale
L btg. M.A.V.M. D. 5-3-1949 (B.U. 1949/1235) Coloniale
LI btg. C.G.V.M. R.D. 6-1-1941 (B.U. 1941/4354) Coloniale
LXII btg. C.G.V.M. R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941/4354) Coloniale
CXCV btg. M.B.V.M. D. 31-12-1947 (B.U. 1948/548) Coloniale
gr. sqd.
M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844) Eritrei
I gr. sqd. c. C.G.V.M. R.D. 25-1-1940 (B.U. 1941/547) Colonia,le
II gr. sqd. c. C.G.V.M. R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941/4355) Coloniale
IV gr. sqd. c. C.G.V.M. R.D. 4-9-1940 (B.U. 1941/4171) Coloniale
I gr. a. mon. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4844) Eritreo
II gr. a. mon. M.B.V.M. R.D. 22-12-1938 (B.U. 1939/7164)
Eritreo
III gr. a. mon. C.G.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845) Eritreo C.G.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845)
IV gr. a. mon. M.B.V.M. R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938 / 4844) Britreo
43 a btr. som. C.G.V.M. R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941 / 4355) coloniale/ XXII gr.
DEL R.C.T.C. M.O.V.M. R.D. 19-11-1936 (B.U. 1937/1079) della SOMALIA
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
I btg.
Arabo-Somalo
Il btg.
Arabo-Somalo
IJI btg.
Arabo-Somalo
IV btg.
Arabo-Somalo
V bt g.
Arabo-Somalo
VI btg.
Arabo-Somalo
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/ 5913)
C.G.V.M. R.D. 2-10-1916 (B.U. 1916/ 1584)*
M.B.V.M. R.D 7-9-1939 (B.U. 1940/5913)
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 ( B .U. 1940/5913)
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 ( B.U . 1940/5913)
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 ( B.U 1940/5913)
M.A.V.M. R.D. 7-4-1938 ( B.U . 1938/4843)
VII btg. C.G.V M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/ 5913)
Arabo-Somalo
VIII btg. M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940 /5913)
Arabo-Somalo
IX btg.
Arabo-Somalo
X btg.
Arabo-Somalo
XI btg.
Arabo-Somalo
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/5913)
M.B.V.M. R.D. 25-1-1940 (B.U. 1941 / 546)
M.B.V.M. R.D. 4-4-1940 (B.U. 1941/2071)
C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/5914)
M.B.V.M. R.D. 7-9-1939 ( B.U. 1940/5913)
C.G.V.M. R.D. 4-4-1940 (B.U. 1941/2072)
C.G.V.M. R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941/4354)
XII btg. C.G.V.M. R.D. 7 -9-1939 (B.U. 1940/5914)
Arabo-Somalo
I gr a. camm. C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B U. 1940/5914)
Il gr. a. camm. C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/5914)
7' btr. camm. C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/59 14 ) da 67 / 17
btg. artieri
C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/59 14) Coloniale
* Encomio solenne commutato in C.G.V.M. con R.D . n. 195 del 7-1-1922 (G.M. 1923 / 1468).
BANDIERA RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
I gr. Dubat Ban- C.G.V.M. R :D. 25-1-1940 (B.U. 1941/547) de Armate del Confine
gr. Bande Uollo M.A.V.M. Ambassel
Banda dello C.G.V.M. Scimezana
Bande Armate M.A.V.M. del Corpo Indigeni della Somalia
gr. Bande del- M.A.V.M. 'l'Altopiano
DEL R.C.T.C. M.O.V.M. della LIBIA M.A.V.M. M.A.V.M.
I btg. Cacciatori C.G.V.M. d'Africa della Tripolitania
II btg.
M.A.V.M. Libico C.G.V.M.
III btg. C.G.V.M. Libi co
V btg. M.B.V.M. Libico C.G.V.M.
VI btg. M.A.V.M. Libico C.G.V.M.
VII btg. M.A.V.M. Libi co
gr. Spahys della M .B .V.M. Libia
gr. sqd. Savari C.G.V.M. della Cirenai ca C.G.V.M.
R.D. 6-3-1941 (B.U. 1941 / 4354)
R.D. 7-4-1938 (B.U. 1938/4845)
R.D. 7-9-1939 (B.U 1940/5912)
R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940 / 5912)
R.D. 19-11-1936 (B.U. 1937/ 1079)
R.D. 3-4-1933 (B.U. 1933 / 2578)*
R.D. 3-4-1933 (B .U 1933 / 2578)**
R.D. ll-4-1932 (B.U 1932/1584)
R.D. 5-2-1931 (B.U. 1931 / 384)
R.D. 9-7-1926 (B.U. 1926 / 2884)
R.D. 7-9-193 9 (B.U. 1940 / 5913)
R.D. 5-2-1931 (B.U. 1931/385)
R.D. 7-9-1939 (B .U 1940/ 5913)
R.D. 14-4-1928 (B.U. 1928/2057)
R.D. 28-5-1929 (B U. 1929/2679)
R.D. 18-12-1927 (B.U. 1928/677)
R.D. 7-4-1938 ( B.U. 1938 /4845)
R.D. 18-12-1927 (B.U. 1928 /683)
R.D. 11-3-1926 (B.U. 1926/ 842)
* Ricompensa assegnata al R.C.T.C. Cirenaica.
** Ri compensa assegnata al R.C.T.C . Tripolitania.
-229-
BANDIERA
RICOMPENSA ESTREMI DELLA CONCESSIONE
sqd. guardie di C.G.V.M. R.D. 11'-3-1926 (B.U. 1926/842) Frontiera Spahys
sqd. Spahys del- M.B.V.M . R.D. 14-4-1928 (B.U . 1928/2058) la Tripolitania
sqd. Savari del- C.G.V.M. R.D. 9-5-1929 (B.U. 1929/2375) la T ripolitania
I sqd. Savari M.B.V.M. R .D. 5-2-1931 (B.U. 1931/385) della Tripolitania
I gr. sahariano della Tri-
M.A.V.M. R.D. 10-12-1934 (B.U. 1935/2 15) po1itania
III gr. M .B. V.M. R.D. 14-4-1928 (B.U. 1928/2057) sahariano
IV gr. s3:hariano M.B.V.M. R.D. 14-4-1928 (B.U. 1928/2057)
gr. sq dl. aubl. M.B.V.M. R.D. 21-8-1931 (B.U. 1931 /2 908) mtr. della Cirenaica
l" btr. mon. C.G.V.M. R .D. 11-3-1926 (B.U. 1926/842) Libica
3• btr. libica del- C.G.V.M. R.D. 5-2-1931 (B.U. 1931/387) la Tripolitania
Del Comando M.O.V.M. D.P. 27-5-1952 (B.U. 1952/33 15) Truppe Amara
XIII btg. Mtr. M.B.V.M. R.D. 2-5-1939 (B.U. 1940/ 6115) aucar.
XIV btg. Mtr. M B.V.M. R.D. 2-5-1939 (B.U. 1940/6 115) aucar.
btg. cr. Ass. del C.G.V.M. R.D. 7-9-1939 (B.U. 1940/59 14) R.G. dell'Harar
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INDICI
Figura n. I:
Figura n. 2:
Figura n. 3:
Figura n. 4:
Figura n. 5:
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
bandiera di Massimiliano Sforza pag. 19
gonfalone della Repubblica di Venezia 19 bandiera di combattimento della corazzata austriaca «Viribus Unitis»
Figura n. 6: bandiera del 15° reggimento fante1ia di linea
Figura n. 7: arme dei Borbone di Napoli
Figura n. 8: bandiera del 1 ° battaglione fanteria estense
53
Figura n. 9: bandiera militare estense dell'epoca di Francesco IV 54
Figura n. 10: bandiera militare toscana del 1848 , 59
Figura n. 11: bandiera del forte di Osoppo 60
Figura n. 12: bandiera del Corpo Augusto Anfossi , 61
Figura n. 13: bandiera d'ordinanza del reggimento Fanteria «Savoia». 71
Figura n. 14: stendardo del reggimento «Piemonte Reale Cavalleria» 75
Figura n. 15: bandiera d'ordinanza ciel battaglione d ' Artiglieria (1739) 76
Figura n. 16: bandiera militare mod. 1832 del regno di Sardegna 95
Figura n. 17 : labaro del Regio Corpo Truppe Colonia li della Somalia 124
Figura n. 18: gagliardetto Il battaglione eritreo 135
Figura n. 19: gagliardetto VI battaglione Fanteria somalo 141
Figura n. 20: gagliardetto dello squadrone blindo-corazzato dei Carabinieri della Somalia 143
Figura n. 21: bandiera modello 1947 per reparti dell'Esercito 148
Tavola I: insegne: (primitiva, eg1z1a, romana di epoca repubblicana, celtica, romana di epoca imperiale, asiatica) 9
Tavola II: foggia delle bandiere: (medievale cristiana, tartara, nepalese, svedese) 15
* Disegni originali di Fernando Battista (Tavola XVTI , XVIII; figure 4, 13 e 15), Enzo Bernardini (Tavole I , Il , III, XX e XXI) e Maurizio Saporiti (Tavole XII, XITI, XVI, XIX, XXVI, figw·a 18). Fotografie di Daniele Prinari.
Tavola IIT:
Tavola IV:
Tavola V:
Tavola VI:
Tavola VII:
Tavola VIII:
Tavola TX:
Tavola X:
Tavola XI:
Tavola XII:
Tavola XIII:
Tavola XIV:
bandiere araldiche: (inglese dell'epoca di Enrico TV, spagnola del secolo XVI , francese del secolo XVIII , sarda del secolo XVIII) pag. 17
Alvaro Giordano: Alzabandiera in Russia 27
bandiere militari del R egno delle Due Sicilie: (I O reggimento Cavalli Leggieri di Gioacchino Murat, l O reggimento Granatieri della Guardia Real e del 2° Reggimento Cavalleria della Guardia Reale, del Reggimento Cavalleria del Re) 37
Regno delle Due Sicilie, portastendardo e trombetta del 1° reggimento dragoni 39
stendardo dei Dragoni Pontifici e cornetta della Guardia Nobile Pontificia 45
bandiera del reggimento Cacciatori del Regno d ' Etruria (diritto e rovescio) e bandiera militare del granducato di Toscana , 47
bandiere militari parmensi, epoca di Carlo n e di Carlo III 5 1
bandiere militari del R egno delle Due Sicilie, adottate nel 1848 e nel 1860 57
Ufficiale portabandiera della Repubblica Romana, 1849 63 bandiere militari piemontesi, epoca di Carlo Emanue le T 67 bandiere piemontesi, epoca di Vittorio Amedeo Il 69
bandiere militari piemontesi, epoca di Carlo Emanuele Il!: (colonnella per reggimento di fanteria, ordinanza del reggimento «Lombardia», cornetta (recto e verso) dei «Dragoni di Piemonte») 73
Tavola XV: portastendardo del reggimento del la Guardia 77
Tavola XVI: bandiere militari piemontesi, epoca di Vittor io Amedeo III: (bandiere, colonnella e ordinanza, del reggimento «La Marina»; cornette, colonnella e ordinanza, del reggimento «Dragoni di Piemonte») 81
Tavola XVll: bandiere , co!onnella e ordinanza, del Corpo Reale di Artiglieria, epoca di Vittorio Am edeo III 83
Tavola XVIII: bandiere militari piemontesi, epoca di Vittorio Emanuele I: (bandiere, reale e di battaglione, del reggimento «Genova» e dei «Cacciatori della Regina») . . . . . 87
Tavola XIX: bandiere militari piemontesi, epoca di Vittorio Emanuele 1: (stendardo d 'ordi nanza di «Piemonte Reale» , cornetta d'ordinanza dei «Dragoni del Re», fiamma colon nella dei «Cavalleggeri di S.M.») . . . . . . . . . . . . . . 91
Tavola XX: bandiere di Reggimento e di Brigata, del Corpo Reale di Artiglieria, epoca di Vittorio Emanuele I 93
Tavola XXI: bandiere militari del Regno di Sardegna: modello 1848 e modello 1860 97
Tavola XXII: alfiere del Regno d'Italia (l O reggimento fanteria) 105
Tavola XXIII: labari del l 3° reggimento bersaglieri e del VI reparto d'assalto. 113
Tavola XX IV: labari del 5° reggimento alpini e del 2° reggimento genio; gagliardetto del V grupo carri veloci . . . . . . 115
Tavola XXV: labari del Corpo Automobilistico e del Cor·po di Commissariato. Freccia bandiera modello 1938 12 l
T avola XXVI: gagliardetti coloniali (divisione Carabinieri, TI gruppo sahariano, I a batteria libica, Il battaglione libico) 129
Tavola XXVII:
Tavola XXVIIl:
gagliardetti del battaglione Nalut e del I O gruppo Spahis
gagliardetti coloniali conservati nel Museo Storico della Fanteria
Tavola XX I X: Il guidone offerto dalle dame modenesi al Ill battaglio133 139 ne Calliano tra Ufficiali e graduati reduci della Libia 145
Tavola XXX: Cesano 1982. Bandiera dell'Arma di Fanteria 151
INDICE GENERALE
Presentazione
CAPITOLO l
Significato, ongme e simbolismo della bandiera .......... . .
Appendice al Capitolo I: terminologia .................. .. .
CAPITOLO II
Bandiere degli eserciti preunitari nel seco lo XIX
Regno delle Due Sicilie ......................... .. ...... .
Stato della Chiesa ....................... . .............. . Granducato di Toscana
Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla
Ducato di Modena e Reggio
B andiere dei Governi costituzionali e dei Corpi Volontari
CAPITOLO Ill
Bandiere degli eserciti preunitari. Ducato di Savoia e Regno di Sardegna fino al trattato di Cherasco (1796)
CAPITOLO IV
Bandiere degli eserc i ti preunitari. Regno di Sardegna dalla Restaurazione all'Unità d'Italia
CAPITOLO V
Bandiere del regio esercito italiano
CAPITOLO VI
B and iere e gagliardetti per le truppe co lon iali
CAPITOLO VII
B a ndi ere dell'esercito italiano
Appendice al Capitolo VII: disposizioni relative a ll e bandiere
APPENDICE I
Elenco delle abbreviaz ion i e elenco generale crono logico delle leggi. dei regolamenti, dei decreti, dei fogli d'ordine, delle disposizioni e
delle circolari re l ativi a ll e bandiere dell'Esercito
APPENDICE II
Elenco delle abbreviazioni ed elenco delle decorazioni concesse alle bandiere dell'Esercito
BIBLIOGRAFIA
INDICI
Indici delle illustrazioni Indice generale
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