LEGIO STORIA DEI SOLDATI DI ROMA

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Anna Maria Liberati

Francesco Silverio

•

Sto ria d e i so l dati di Roma OWRIVLnA

mLITARf


!>RESENTAZIONE

La storia di Roma si può identificare con l'esame stesso delle sue conquiste militw-i, con le sue vinorie e le sue sconfitte, con le imprc.çe dei suoi gener.tli e dei suoi soldati. Tutta.via. a tanti secola di distanza e con la carenza dellle fonti per certi periodi storici, non è sempre ogevole ricostruire con esattezza la suo storio militare. Troppe volte, inoltre, miri e tradizioni si inrrecciono con essa, ricreondo cosl una storiografia spuria che deve essere continuamente e compiutamente rivisitata e rinnovata. Essa è poi so· litamcntc studiata insieme alla politi~-a. all'C(lonomia, • f<>ttori soci:ili e finttn,iari o • fenomeni misLici, tutte motivazioni che concorsero ccnomente • genen>re cd • m:~.mencrt· il più Junturo potere che lo storia abbia creato.

In questo eomesto si è voluro invece Studinrè la

metodologi~

mi-

lime come elemento a sé stante, tentando di ricostruire ciò che fu tecnicamente il potere militare dd Romani, facendo rifcrimento sopranut'tO :ùla storia dei suoi soldati e delle sue uniti\, anle battaglie combanme e ad alcuni altri elementi che potessero far comprendere l'essenn stessa dd significato di militare per una potenza come qu~lla romana..

È questa, quindi, princip:ùmeme la Storia delle legioni, di quelle grandi unità cioè che sì è tentato di far rinascere, a distanza di epoche Stòriche, nel!~ vivida es.:mplarìtà delle loro imprese ma anche nei loro misfani, nella loro gr.mde-aa come negli episodi che ci riconducono i suoi legionari ad una dim~nsione umttna e, se possibile, comem· poranca. Questo lnvoro non vuole e non può spaz.iare, quindi, su tutta l'arte militare espressa per dieci secoli dalla civiltà rom~tno, ma intende essere un contributo di conoscenza e di testimooian7.a su alcuni :~Spetti puramente tecnici e storici.

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...E I SOLDATI CREARONO

LA GRANDEZZA DI ROMA • «< Romani sottomisero il mondo intero esclusivamente per L'abilità nell'uso delle armi, per l'organizzazione disciplinare 1/e· gli accampamenti, per l'impiego dell'esercito. Tnfatli, qual successo avrebbe mai potulo conseguire illimitato 1111111ero dei soldati romani comro kl rnottitutline dei Gatti? Come avreb· bero pohtto i Romani, di modesta stalttra, sovrastare i gagliardi Germani? È altresì inconfutabile che gli Tberici erano pitì numerosi di essi c pià vigorosi nel corpo. La scaltrezza e la ricchezza degli Africani furono sempre superiori a quelle dei IIO· stri soldati; nessuno potè mai dubitare che i Greci sovercbias· sero la nostra stirpe nel sapere e nell'arte». F. Vegezio Renato, Epitoma institutorum rei militaris 1,1

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quali tà, oppure una visione strategi. ca erralrt ne obbligò lo spiegnmeoto in modo quanto meno :wveotato, op· pure ancora le deficienze economi· che, che sempre sussistertero speciaJ. mente in età impexinlc, ne impcdi. rono l'aumento numerico o riturdu·

rono il ricambio genemzion••le dei legionari con comeguenti crisi sociali. Vedremo successivamente chi fossero questi soldati c da quali Slnni sociali venissero rrnn i. Preme qui, invece, chjarire come essi, pur essendo indubbiamente solda1i pro· fessionnlmenre Ottimi, fossero tut· ravin uomini normnli con i loro ti· mori cd i loro sentimenti. 1nseriti

in un ·organizz.azionc in cui nulla veniva abbandonato all'arbi trio dci singoli, s'intende soltanto per i sol. dnri della gerarchia medio-bassa, sottoposti ad una ferrea disciplin•• e nd una costante pressione anche psicologici• che giungeva :od in tacca·

re la sfera rcligioSà, essi ci ''cngono a volte restituiti dalla storia nella loro reale dimensione quando si ammucinano ullon:hé si senton o de· {mudati dei loro didui, quando trionfano con il loro imp~ralor, op· pure quando combattono fino al· l'ultimo e muoiono per quella Ro· ma che la maggior parte di loro nep· pure aveva mai visto. Epp11re fu questo il m>lleriaJe umaoo di cui Roma si servl per raggiungere i suoi scopi. Né dobbiamo farci distoglie· re dalle ricostruzioni che i medio hanno prodoll<l per anni: soldati puliti, pcnnacchi al vento, uniformi sgnrgianri, nrmi sfavillanti. In realtà il soldato romano dove· va essere un ben rude individuo che aveva optato per la carriera ddJe ar· mi per ciÙcolo o per passione mn che, d alla vha pericolosa che aveva scelto, sperava, oltre che salvnre In vira, di ricavarne un uriJe ed una si. stemn~ione definitivlt , Certamente e rano solcl•lli che incutevano paura e terrore con la loro sola presenza c per gli episodi che li avevano visti protagonisti: mn non era forse que· sto il motivo per cui erano Stati ar· ruolati? Se nell'évo modeo·no e tec· nologico l'esercizio ddln guerra non è un mesti ere d n. proporre :od cdu· cnode, figuriamoci cosa dovesse CS· IO

sere in tempi in cui l"cs<:cuzionc dci , prigionieri era un apprezzato passa· tempo o In testa recisa del nemico un oppctibile trofeo. Tu ttovia fu anche per merito di individu i d i tnlc risma che In dviJrà romana, base ancom del nostro vi· vere pur con le successive intromis· sioni d'ordine sociale, et ico o réll· gioso, prima cusrodito negli accampamenti, dilagò poi in tutto l'occi· dente ed in parte dcU'oricmc: d:ollu Lusimnia alla Dacia, dalla Britan· nia alla Mesia, ancor oggi i resti dei ClJS/rfl ci (~mll() éCHnprCndcre i moti•

fur'Offi/C tftJJ.;(JfHJ ruf/iitmJttll Wkf.tt/1

rama11; dt:.f 111 .s«. a.C Da Pfti~Jiriflcr.

vi J:>er l quali una potenza dominò il mondo per mille anni. Non avendo una visione scttoria· le della storia, non vogliamo affcr· mare che In decadcnz>l dciJ>atere di Romll dipese dallo scadimento delle sue for.Gé urmntc, mn ciò cer· tnmcme ne "'celerò lo fine. Del re· sto si può ragionevolmcme affer· mare che quando i soldati illirici o panncmiti 11:comp:trvCr6 da11o scena·


rlo ddle bauaglic, per venire so~ti· ruiti da barbari che nascondevano lo loro ignoranztt sono una vernice di romanità, oppure quando la fan· tcri~ pesante legionori•t doverte CC· dere il suo :ruolo principe a torme di cavalieri africani od ori~ntali, allora veramente inizia'"' il declino dcii. nicivo, il punto di non ritorno, per la potenza milimre di Roma. La vìtu delle legioni lni~iu con Ro· mn stessa. Fin dall'epoca della suu fondlll:ione il termine /egio indicavo qudl'insieme di ciuudini·solduLi che prendcvanC) le armi ul richiamo del loro re. Questi soldati rappresenta· vano probabilmente l'èlitc sociemrin, le geutcs parrizie, che imcrvcnivano, con il seguito di omici e consanguinei, nel formare le rruppe di linea. Quontificarlc appare senza dubbio problematico, mu di norma sono in· dicari in 3.000 i funti n cui si oggi un· geva un numero adeguato di cavalic· ri. Verosimilmente la nobilro com· bnueva nelle prime linee dcUo schjc. ramcnro. petché meglio armala ed equipaggiata . La prima vera riforma dell'ordì· namcnto dell'esercito si fu comune· mente ris:~lire :tli'epoca di Servio TuUio. Come ogni tetuativo di cambiare una situazione preesisren· re, anche questo rinnovamento eb· be una valenza che interessò, oltre che l'aspetto militnre, anche ÙJ siIUozione polidco. ln sintesi s i può :tHermare che il censo veniva a so·

vrapporsi alla nobiltà dci natali nel· lo posizione politico e, con tempora· ncamcnte, nell'adempiere al dirit· lo·doverc di ~crvire in armi. Tciuadini vennero quindi suddivisi in cinque classi a seconda del loro censo: mentre i più abbienti militavano prevalentemente in ca· vlllleria, la massa degli idonei lllle armi, ma che dove\•n possedere lln censo, crn inqundrma nei rnnghi delle legioni e nci servizi ausilinri . Nelle due prime We della legione venivano schierati coloro che cnmo assegnati :tlla prim:t c;las.sc: essi pos· sedevano un'armatura completa e cioè corazza, elrno, scbinieri c scu· do rotondo in bron"u cd cr:mn :lr· mnti di spada c picco. Le altre quat· rro file in cui si disponeva t·e~rdro crono formutc dogli appartenenti àll' ìn/ra classt!m, ron armamento ed equipaggiamento sempre meno pc· sante. Completavano l'organico al· cune unità di fabri, comicines, wbi· cincs e di romrii, specie dj ftullcrio armata alla leggero. l cht>tdjni che pOssedevano un reddito inferiore agli 11.000 a.ssi erano riuniti in un'unica classe e venivano esentati d:tl prestare servizio millirare. Le ragioni poli tichc d i tale rivo· luzionaria innov:tzione devono es· sere ricercore in due ordini di mori· vi. Innanzi t uno veniva allnrgarn la bnse dell'esercito, m• soprattuuo. gli appartenenti alla prima classe, che fornivano In maggior parte dei

Fnglo c01: &atttt dJ tolflbatitmtnlo nrlaJh•.t r.tlnmo tl~llr ori1,1nf (lt Ro,ltt~ D(l/14

&mltea F.milia. I'Wro Rmmmo. Il

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ft.C.

contingenti nvevnno lo moggiornn· za nelle 193 centurie in cui erano state suddivise le classi, c: pertanto potevano dispOrre di una buona su· periorità nelle vorazioni delle ns· semblec. Un'ulteriore suddivisione fl'n iu· niort!S e scniores intervenne proba. bilmente solo più tardi, i primi [or· muvnno l'cscrcito eli linea mentre i secondi , uomini tr-J i 45 cd i 60 nn· ni, costituivano i reparti dell'eserci· to d i riserva. La forza eli un'uniti\ lcgionarin era di circa 4.200 f:lnti a cui si aggiungevano 300 cavalieri. D'incerta origine, la rradizione la vuole auribuitn a Camillo ma pro· babilmi:nte intervenne immcdiald· mente prima o durante le osrilitò contro Pirro, è invece unn successi·

va, rivoJuzionurh• trasforrnazione della legione. l manipoli formcmnno d'ora innanzi lo base deUo legio· ne romom1, IOt'ntrc cambinvn compleramcnlc anche la disposizione sul cnmpo dei singoli combuuenti. Non sar~ più il censo a decidere il posto frn le file dci manipoli, mn anche l'erli dci soldati sarà considc· rora dererminanre. l lO manipoli degli hasi<zti, i più giovani , sl ponev11no in prim• linea, quindi seguivano olrri 10 manipoli di principes ed infine nlirerranti ma· Il


Stele /tllfCTiltia Jr Ct:io Uttm.nio.

t<gJon8no <klk

U AugU$<>1, Da Knnìphofnr. l ""· d.C.

nipoli di trìarii, i veterani: se bastati c princip/Jf còruavm10 120 uomini per ogni unir~, i m:mipoli di trìarìi erano formati solo da 60 combattenti ognuno. La (l(lnteria leggera, i 11~/it~s, non era inquudnuu in unità organiche ma poteva combnuere sia autonomamente in alcune fasi taukhe, che frammista ai reparti di f:rntcria pesante. Un'trnìt~ di quc· sto genere contav:n 4.500 uomini, 12

oltre ul solito contingente di cnvn· lieri. Con legioni cosi composte Rom:t conquistò praticamente Luna I'Tt.ùin. Il loro numero usuale in nr· mi ern di due, poi portare a quarrro durante le guerre sunnit iche. Anche il numero dei mi liti eli ciascun" uni· tà pote\•a variare ed essere incre· menrato fino n giungere sui 5.0006.000 uomini. Furono nutnvin le guerre nnnibaliche che videro diln·

torsi il numero delle legioni arruolate. Tnmnndosi di unn guerra che interessava praticamente tutto il bacino del Mediterraneo, è cviden· te che Roma dovette compiere uno sCorto bellico senza prcc,-denl i per mettere in otrmi fino a 26 o 27 legiQ.· ni nello sresso 11nno (1). 11 successivo cambiamento che avvenne neWorgaoizzazionc legionario è fatto di solito risalire n Caio Ma.rio, ma, probabilmente, si veri· ficò graduolmemo per necessità d'ordine tattico. Il manipolo se era unlt~ facilmente comandabile, era anche composto da un ridotto nu· mero di armati con conscgucntc li· mltata c:tpacÌIÌl di sviluppan; singole nzioni tattiche autonome. Venne quindi creatala cohorr, {ormnta dalla fusione di tre monipoll, un rtJ»Ir· 10 cioè forte di 600 combattenti. Le cohort1:s erano l O in ogni le· gione e con la loro creazione veniva n cessare ogni differenza di censo, etti e armamento fra tUtte le componenri ddla precedente legione ma· nipolare: bastati, prinCÌfJt'S, triarii e uelltè!S divennero tutti fanti dclla nuova unirà, pur se le antiche deno· minnzioni rimanevano in vigore per tradizione c t>er ragioni nmmìni· strntive. Turrnvia, 'a Hanco del mo· tivo militare, c'era ancora una volrn una causa politica: vcitiva abb:mu· ro anche quelJ'uhimo Hmite dì een. so, che ern andato sempre piò dimi· nu!!ndo, e che impediva ai nullnte· nc:nti di praticare l'esercizio delle :trmi. No:ll" nuova legione coorrnle, forre di 6.000 armati, potevo dun· que arruolarsi chiunque: nascevo un esercito di mestiere, i cui effetri nello sviluppo politico·militnre di Roma vedremo successivamente. O:ù primo secolo :a.C. in ramo, le legioni venivano identificate nnchc con uri numero d'ordine, pur se es· so vnriavn con le operazioni annun· lì, successive nd ogni arruolamento. Durame le guerre civili, ciascun comnndanre numerò autonomamente le grandi unirà ai suoi ordini, rnen· tre si iniziò nd identificarne qualcu·


Cnlmma riJtt l'tlrnto tlclk lt"iloni l rc'JNI'h $Ono citttti bt ba.k ttlla /aro tlillòeo~ion~ nt:llc "'~~"~ prrn:lnct.•, rktlla Rrita1mw setwntrio,olc a/fil Mmopolllmia. Età JiNn'ÌdJrlf.

na con un soprannome (2). Inoltr·e, poiché le lotte inte$tinc per la su· prcmazia in campo politico, richiedevano un numero enorme di armati, si rese necessario distinguere le legioni formate da cittadini romani, iustae lcgiones, da quelle arruolale fn1 gli stranieri, vemaculae, in genere non identificate con un numero d'ordine ma solamente con tma de- • nominazione o un epircro. La legione coonale rimase l'elemento predominante della forz11 romllna anche d\INIIltC i) principa110 ed il periodo medio imperiale. Vedremo ora qu:ùe fosse In consistenza numerica di queste uni d\ c qu,li le loro variazioni nei primi due secoli dell'impero di Roma. t'ultimo periodo delle guerre civili vide armate una notevole massn di legioni. Onaviano, dopo la scon· fitta di Antonio ad Azio, aveva ai suoi ordini qunlcosa come 60 lcgio· ni circa, ognuno delle quali, a pieno organico, contava 6.000 leg,ionnri . Molte unità furono sciolte e in· numcrevoli veterani congedati, finché rimasero u1 armi, su mrro il territorio dell'impero, 28 legioni. T:re di CS$C, la XV/l, X'vJ[[ c XIX, nndn· rono perdute nella disastrosa disfAtta subita da Varo nella foresto dì Teuroburgo, nell'n11110 9 d.C. Le altre unirà in linea erano: T Germanica . X II Augusta 1/l Cyrcnaica XT

m Gallica J/l Augusto lv Macedonica IV Scythica v Alaudac v Macedonica VI Fen·ata VI Viclrix V/l Claudia Vlll Angm/(J IX Hirparra

Frctcmi1

x

C.tmiua

xn

Claudia Fulmì11ata

Xlll Gemi11o XIV Gemina >..'V Apollinaris XVI xx Val•ria Victrix XXI Rapax XXII Dciotariatw

Nel corso dei secoli, almeno Gno a quando le legion.i rimasero l'elemento principe dello S[tumento militare romano, si ebbero numerose variazioni. Caligola ()7-4 t) cosritul la X V PrimigMia; durante il regno di Caligola o Claudio (41-54) venne formata In XXli Primigc11ia; Nerone costim1 nel67 lo I Italica e ne168 Jo I Adiutrix; nel 68 Golba formò la VJJ Gemina. Vespasiano (69-79) rivoluzionò l'assetto delle legioni: sciolse la XV Primigenio, In N Macedonica, la XVi c In 1 Gemtaflica e costitw la

IV c X VI Fl(tvia. Ammise nell'esercìto anche 19 1J lldiulrix, arruolata nel 70 con i macinai della Ootta di Ravenna. Doo>iziano (81-96) diede vita a). la l Mineroia, ma perse in combattimento Jo V Alaudae e lo XXI Rapax; T rajano (98-117) nrruolò la JJ1'rniana e la XXX Ulpia; du!'1lnte il regno di Adriano (117 -138) scomparvero in combattimento la IX Hispann e la XX/l Deiotariana; M:lrco Aurelio ( 161-180) costitu) la /T e lll ftalica; Seni mio Severo ( 193-211) diede vita alla /, II c I1I Parthica.


Rii'IIIIIO di Murro

At~ndio.

Probabilmente per motivi di pro· pagando ed anche per re.odere in qualche modo un cerro onore alle uni t~ legionaric che si erano distin· te non solo nelle guerre est<'fne mn anche, o soprattutto, nelre innumerevoli louc intestim.:, usurpnzioni c

colpi di Stnto, furono aggiunti dei t itoli onorificj. T rainno appellò pia e jìdclis la l Adlutrix per il comportamento nella guerra dociC11: Settimio Severo gra. tificò la l1l Augusta come pia e uin· tlex per .essergli stata f:avorcvole; Marco Aurelio ch iotmò cqrta con· stons la XII Fulminato; Don1izinno ringra~iò i legionari dell11 l Aliner· via, assegnAndo .Ula legione il titolo di pio jìde//s per non aver aderito al tenrodvo di usurpozione di Anto· nio Su rumino. Questi sono solo al· cuni d~gli esempi, mnpralicamcmc tutte le legioni si freginrono di olcu. ni di tali epiteti. U tipO di k-gione nugustcn durò per circa 150 anni, con l'unica va· rianre di rendere miliaria, cioè di 1.000 uomini circa, il doppio del· l'organico usuale, la primn coorte di dll5cunn unitlt. Le riforme militari di Adriano e Scuimio Severo, pur ndlla loro vi· sionc globale del problema, non in· toccarono l'essenza dclre legioni, ma furono d'importnnzn fondo· memale in :altri c:~mpi (paghe, tnui· ca, ~Ccl\thlnlCntO ...), Il mutamento definitivo dell'or· gnnizzuzìone legìonaria, che andava o variare l'essenza stessa ddla legione, si ebbe ulla fine del UU kcolo. ln effetti sì Lr:ntò di rutto una scrir di nmpic modifiche che ini~iarom con Gnllieno (260.268) e chè furo no pOttote nvnnti da Diode~inn• (2g<t-305) c Costantino (306·337). SI nota innanzi tutto un prolife rare di nuove legioni che rnggiun$C· ro un numero mai riscontrato in prccedcn~a negli esercii i di Roma. Mn • fronte dì queste nuove uni<~ del rv secolo, le cui denominn:doni 14


RltrlltiO di Scllim/Q Snv:ro.

sono alcune volte giunte fino a noi, In considern~ionc che, probabilmente a pllrùre da Diocleziano, la legione aveva un organico di soli l.OOO soldati: prndcnmcme si era divisa l'unir~ mogg;ore in sei corpi, a cui si continuava a dare il titolo di legioni. Non è neppure il C\lSO di com· • mentore, tnnto ~ evidenrc, le di(fe. renze di queste nuove unità rispet· to alle legioni regolari: minor cupo· cith d'tlrto, distruzione di un patri· monio di u:nclizioni che, legati nd altri fattori. quali il cnmbinmenro dei ruoli e della denominazione stessa degli urriciali, fecero delle legioni dioclezillflec repnrri totalmen te: nuovi. Ma, n ben guardare, questa sirun· zione rifleueva e codificava l'uso delle uexillatlones, che do molto tempo ero in uso neU'csercito. Pru· t icomente quando si inizio va unu cnmpngna su uno qunlsiasi dei con· !ini imperinli, poiché le forre locali non erano mai in numero sufficien· te. si chiamavanOt djstnccamonti, v~xillariones, dnlle legioni disiOC<ttC in alrti punti deU'impero. Tnle pro· c'~

tica crn sempre Stata costuntc:meote

seguita tanro che alcuni esempi ri· salgono al primo secolo, quando Tito, per inve&ti~e Gerusalemme, ebbe ai suoi ordini anche vexil/alioltt:S di legioni disloeote in llgirro ed nl confine con i Parthi. In effe t ti era :1nche mutata la si· tuazione politica - Roma non era più il fulcro dell'impero, rutre le ri· sorse disponibili dovevano essere 'rivolte alla difesa dei confini, era accresciuto l'irnportllfl7A della covnlleria e si notava un uso sempre più massiccio di auxilin c di barbari federnri - per cui si verificò un'uJ. tcriorc divisione d i compiti rra le forzt: in armi. Da un lato unn parte dell'esercito fu addetto nUa difesa dei confini e tali repard, frn cui numerose legio· ni, furono formati da limiumci. Si è


discusso se tali unità fossero una specie di milizia locale legata alla terra ma, più verosimilmente, rap· present:trono il primo scoglio, [or· mato du soldati professionisri e non da soldoti-conradini, c:he i barbari dovevano forzare per dilognre nelle

province. 16

A disposizione direttu deU' impe· ratore o facenti parte dell 'esercito di m<~novra c:rnno invec:e i C()/1/Ìia· ICIISCS o pnlatì11i, fw cui si annovera· no numerose altre legioni. La XlV Gemi11a, sronzioro in Ponnonio., formò unn legione comiroteos;e io oricmc; la XXX Ulpia diede origine

Se"''" J'~«uzlolft' Ji Pritkn,ftt• WrWt,, 04/IA cD/om:• AmoniiiJ:.

tcnsc in oriente; l~ XXX U/pìo diede origine ud un'altra legione comi· rntense in GnUio; l'Xl Claudio, con base nella Mesin, originò uno for· mu~:one palatina in oriente; d ulln l


Rih<!VO COli JC(.'/10

prigwnien bfuWn.

di SOfll)lllitsiO'I~ Ji DPII'lllf:O

tlt CoJitmlm(1.

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Minervìa derivò un reparro comi la·

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rense in Illirico. Questi sono solamente nlcuni degli esempi storica· mente dimostrati di legioni nate dalle vecchie unir~. I reparri di più recente cosùtu· zione potevano ancoro mantenere la denominazione di lègìon~ts. Come abbiamo detto furono innumerevoli c qui ne e lenchiamo alcuni, a solo titolo csempiHicmivo:

legio T lu/ia Alpina,

=-;,.

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l

comir~ren$e,

Itafut. fegio l f:tavia Ga{{icana Comtantia, comirntensc, Gallia. fegio l Cl/yricormn, in Palmira di Siria. legio l Pontica, a Trebisonda in Ar·

menia. fegio Il Va/entiniana, nelln Tebaide. fegio IV Martia, in Arabia. legio Vll/ Pallltina, in ltalia . Per comprendere quale fosse e cosa significasse la fine della pre· senza militare romana, pare possa essere riportato un passo di Procopio che, rammentiamo, scrisse della guerra fra i Cori e i Romani d'O· riente ben dopo la caduta dell'impero romano d'occidente. Egli dunque dice <.<Altri soldati romani erano stati posti di gunrni· gione agli cmconi con fini dcUn GaJ· lia. Quesri, non avendo modo di tornare a Roma e non volendo pas· sare daUa parte del nemico, che era ariano, si consegnarono, con tutte le insegne e con il territorio che presidiavano da tempo per i Romani, agli Arborichi e ai Germani e trnsmisero ai discendenti tutte le usanze avite serbandole intatte, glacché le rispettano ancora adesso. Fino ad oggi infatti sì distinguono secondo le legioni in cui erano in forza una volta, vanno in batmglia portando con sé le proprie insegne e seguono le norme avite».

/ monrativo è qullmi(i~to lo s-(or~o bellico che i Romani dovenero compier<: per .sotto· meuert i Caru•gincsi:

Anm.1 218 217

216 2!1 2H

NOTE (l) Ll IJ goerm p\lnica fu c:omb:m uu ,,. 11218 M 11201 a.C.. Nello sp«<hio di·

21) 212

2tl 210

Numero Ji k-gioni U: anni 6 hmsglìa della Trebbi• Il b-.auaglia del Jaso Trusi.me:no 19 bou•g)ìa dl

c..,..,

1.1

21 2J 26 conquista di Siracusa 27 Annibdc 1Uc porte- di Roma 21

209 208

207 206

21 in Spugna Sdplont' c:onqulst~ Wltlbato NO<V 21 in Sp'l!DI Scipionc bauc Asdru· lule 2 &u!a11a 2) bm•gli• dd Mc••oro 19 in Spii$•• SdpìoM vino~ od lli{f8

20, 104 20) 202 201

19 18 20 16 battaglia dJ z.,. 14

~

(2) Al>biamo DOLÌl:Ìa di una rv Marri•, una Xli tmtiquo, un!l XVlll Lybica cd una XVfl cl=ìCil.

17



ALBANV5x fXCINCkf~"EQVES.,.,

AlkASfVRVNrNATIONff'VBfVJ mf':rXIIi\NXXXYH9f.SFJt'lfVS~fRATE&[~fBA

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re o cavallo, sia di impieglli"C In cn· vnlleria in modo spr<:giudic:no e determinante. Essi inf:ttLi «nac-quero» fnnLi è s~mpre ragionarono in fun~ione delle loro truppe appiedate. Non essendo Lutt(lvia dci teorici dn tavolino mn dci concreti uomini di guerrn, usarono sempre la loro cnvnlleria, la migJ.iomrono, ne reclut:trono di ottima fra le truppe ausiliarie, e.bbero grandi capitani, come Scipione, che ne vnltaarono nppicno le possibiHtll mn, n ben guardare, h1 storia dd loro impegno bellico, almeno finché l' impero re· srò romnno di oome cd anche di fnLLO, fu subalterno nlln f:~nrerin pc· s:tnte legionario. Fin dall'origine l'esercito di Ro· ma urcaica doveva annovcmre fru

gli cffcuivi un corpo di Cllvalleria, i t:~!I!T'C1,

divisi in tre cenrurle, corri·

spondenù olle [te primilivc tribù: indiearne H numero è cer~amente a:.r.at·dnto, probabilmente non superarono mai il migliaio di uomini. Lo riforma militrtrc eli Scrvio Tullio porrò a dodici le cc.~uuric di cnvolicri dell'eserc;m di linea n cui $i aggiungevano altre sci centurie di rlscrvisti. 11 fauo di militnrc In ca· v~llerl~ no•' dipendèvu dallo nasaira ed en1 unu conseg:ucm~n dello pro· prin siruazion~ patrlmonial<:. Ati· che ultri fattori potevano però éSSè· r~ detc.rminunri: i censori vulurnvn· no l'nrricudine fisica. l'etile In con· dizione di nati liberi. Coloro che possedevttno i requisiti richiesti venivano registrati ed a loro era con· cesso un cavillo daUo stato. Alcuni tra i cenni più untichi sull'impiego dei cavolic.ri risalgono al periodo alto cepubbticono quando, ud esempio, negli anni imorno all'i· nlzio del V secolo, seppero scompa· ginnre il centro dello sch icrumcnLO sabino Oppure nel 481 , nllorché sbandru-òno gli Equi o ancoro nel 478, qmmdo bloccarono un'uzione dci VcicnLi L'unica vorhzrone che intnntn <wvenivn nel rechll.unento ern un espediente per aumentare il numero dei cavnlieri accanto ~ coloro che dctc11cvanò un èavallo fornito dolio stato, potevano servire ormai in cavullcria anche coloro che pos·

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sedevano un rovnllo e che lo s:tpc·. Vt1oo monuu·c. La metodololJÌR del combatti· mento variovn daWavvcnturarsi in una serie di duelli individuali, rego· la certamente seguito in periodo nt· caico, o dull'impiego n masso oppu· re :•ncorn come riservo della ranrc· ria. Che In cavallerin fosse molte volte considerato alla stregua di rnntcria edere montntn ci è dirno• strato do numerosi episodi. Nel--149 contro i Snbini c nel 423 nel corso d i uno degli innumerevoli scontri contro i Volsci, i cnv:tlieri scesero n

Ctullrrt Jtlla prtmu cblm~rtu~. Rt&tntnll/OU(

oombnucrc come fanti dopo aver vi.ro le schiet·e della legione in di f. ficoltà. Curiosn è lo descrizione di uno scontro avvenuto nel J l:S tru Romani e Sunniti: In haunglia rmie O(lposrc cnvnllcrie si rrasfnrmn, dopo lo morte dei rispettivi comandanti, in un combattimento di f1tnti nl termine del quale i Ron>nni riusob·ono n dportnrc nell'occompnmento le spoglie del loro 11101/ÌSicr Cfjllitum. Nel 309 !>Oi, combaltcndo


conuo 11!1 Etru,;chi, la c<Jv"llcria appiedoto romonn enrrò in azione solo dotl('l che tune le forze di fnmerin erono stote impegna~e, determinomdo. con Usuo intervento. l'esito lo· vorcvole del fotto bellico. Un impiego nncorro diverso, qu:t· si do polizio mlllt:trC', avvcnnt• nel 294, quondo, per contenere lo (uga disordinntn dei fami legionu· ri, bnlluti sul rompo, ve~o i prt~pri acciUllpamemi, i comnnd:mti romani urilizzarono un mezzo mol· to eflkace: uno schieramento, lan· ci' in uvunti, deUn proprio covoJ. lrria. L'unità hasé di wrnhallimcnl() era lo lllnlla di trento covali i, diviso in rrc.' decurie di dicci cnvolierl ognunu c, gcnùrolmcntc, 300 covu· lieri facevano part<' déll'organit'o di ciascuna legione. l cavulicri, come rurti gli altri componenti delle forze romnJté, non ricevevono oleun soldo mn nd essere la situazione quando doquondo tale uso fu iocrodono da vettero misurru:si con onimi rep:u-ri Cnmillll, nd essi (u dedotto il costo di crtvnUe.rin, com.- quclln portutn in per il mantenimento dcll'unirnnlc. ltulia da Pirro. Le fOf"t.c montate Quundo Polibio scrisse lu sun opero vennero quindi rimnclellote, fnc:en· l•cconda metà del U sec. a.C.) In do <tss~gnamento sulle aliquote di pngn giornaliero di un cavaliere era o.rroori c:he i popoli allenti e legnri n di uno drommn o fronre dci due Homa dn trattati, dovevano invia<<: oboU ricevuti dn un f11nte ed ni in caso di necessiti\. quumo di un centurione (l). Veni· Queste truppe montnte. vnluta· vano unchc distribuiti sette medim- bili a circa il triplo di quelle dei Ro· ni al mese di orzo e due di frumenro mani, erano !:>Oi divise in tre parti: {2). due formavano l'alo destra e sini· Sempre da Polibio :apprendiamo strn dello schieramento, mentre In quale fosse l'nrmomento c.: l't:qui- lerzo venivn n costituire un corpo pagginmcmo. ln origine non avevo· d'èlitc, gli t•xtraordinarii. Costoro no urmmnentu di(ensivo cd appari· erano addetti, insieme od un reparvano perciò <Juasi indife~i. Le luncc to di fanti anch'essi nccurommente crono sottili, frogili e di oon valido scehi, al servi~io per'5onale dçi con· impiego; lo scudo poi, di peUe di soli. Le uniti\ fornite d11gli nllenti bue, era poco solido e quasi ìnUiile. non si organizzavano autonoma· Conosciuto più tordi il modo di mente ma erano parte integrante combattere dei Greci, ne adotraro. della <::ov:olleria lcgionari:o. no lo scudo più robusto e In lnncin, La Gne ddln secondn guerro pu· mog(!iormente ~oli&, munitu :onchc nica vide l'introduzione di un ultc· di un puntnle che poteva, a suo voi- riore sistema di reclutamento. La t n, essere usaro come arma. Com;scorsa cnvallerio romana, btonché pletavano lo dotazione una coror.z,l, suppormra dn quella degli alleati, si gli scbinieri ed un elmo. uo costantemente trovato in storo Con una cnvaUeria cosl dotatn, i di ìnferiorirn di fronte n quelln cnr· Romani uffrontarono quei popoli le tagincse. Venne quindi deciso l':lr· cui forze a cavallo si erano mostrate ruolamento di unità di ausiliari, di valore e rendimento uguale o in- chiamondo n f11rne parte elementi feriore alle loro. Ben diversa iniziò di quei popoli che avevano dimo·

Cmxtli!J

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tb&.vrlicn:. D.,

Culr~o~ r fG~mfaniul,

Fil;e dt'l l stc. ,/ C..

strato il loro valore di combattenti o covallo: i Nurnidi, gli Etoli, che componevano lo migliore cavalleria greca, i Truci ... 11 tramonto della potenza C(lrta· !linesc vide anche, per l'ultima voi· ta, il sorgere cd ìl (OI>ido declino di una cavalleria inalica in grado di conrmsture ogni avversario. Essn nocque non per iniziativa dello stn· ro mn pc:r volere del gra11de straregn d1e seppe bnttct-e Annibale. A Znma (202 o. C.). infarti. l'alo sìnistro deUo :schieramento romano ero te· nota dai cnv(tlic:ri lt:tlici di Cnio Lclio che, appeno iniziata la battaglia, seppero sconfiggcre durruneore l'opposto cnvallerio cartaginese per poi inscguirln e clisfnrln. Ma il loro apporlo non si limirb a questo: ri· tornod sul luogo ove si scontrovono con esito incerto gli st:mchi vetorn· ni di Scipionc con i cnmbauenci di Annib,lle reduci dnlln cnmpngno cl 'ltalhl, ctlln\rono deciS<~mentc in Mdone e, cogliendo i Corr<~ginesi alle spalle, decisero protico.mentè l'esito dcllo scontro. La composizione e la forza delln cavullcriu romano dn questo perio· do fino all'epoca di Cesare sono po·

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co conosciute. Molto probabilmen· te ftuono sempre piìl rcclurali re. parri di atJxilla, menrre i e<tvnlieri romani formarono. per In maggior pnrte, i CO!Itubenwkl, l comeruti cioè Jcl comandante. La guerra combattuta in Numi· dio contro il re Giugurt.o tra il 1 Jl èd il 104 a.C. èon comancbnti di primissimo ordine, quali Q. Cecilio Metello, Caio Mnrio ed ilj!iovane L. Comdio Silln, descrinnci dà Sal· lustio, cl può aiutsre a comprendere però qualche parricolllfe. Innanzi tutto In cnvruleria potCV:I oncoru CS· sere formata da italici, wnro è vero che quando Silla, nllor" questQre, giunse in Africa. porrò con s~ «for· 'le ingenti di covullerio .•. per nssol· dnrle nel Ln:.:io c fro gli alleali,., l mcrcssami sono le formazioni di moccio dell'esercito che ,redeva· no la cavalleria schier:ua nll'inì~io ddln guerr.1, in retrogu11rdio, mentre era sulla destra. ìn ordine quasi do bottngUn, quando i Romqni uve· vano imvnrato :• rispettare Giugur· 111 come ,omuodame cdi i suoi Numidi come arcigni combattenti. NttU' rutro sappiamo di pnrticolnre >ull'impiego anche oe la geografia del territorio poteva invogliare ad odonure moùvi tattici nuovi e in· novativi. Verosimilmente In C::J\OIÙ!eria ro· mBnn o non a.vevn comnndanlÌ in grado di s(rotrnrne le qualità o ern po~'O numerosa oppure er11 conside· Nta inferiore risperro n quella del· l'ovversurio. Per ruuo il l sec. a.C . continuò 11 S\lSSÌStCIX una forza di C.'lV~Iicri ad. deHi ulle legioni, di 200-300 uorni · ni per ciascuna unità , ma fu sun compo;i~ionc: eru ormai o:ambiatn. Accanto n cavalieri arn1olnti CO· mt mercenari, vi erano comingcnLi 1rntti d:tlle wovince ed 11h ri nncorn arruolati nello stesso paese ove si c:onduccvnno le operazioni militari: questa cru la forrnazio11e della ca· vnllcria chè veniva >Oiitamcmc a~­ segnara alle legioni. Nulla cambiò circa l'orgnnizzn· zionc tauica, mcmre l'armamento comprendeva una laneia leggera, che potevo essere usato sin come 115111 che come giavelluuo, mnltc 22

volte donna deU'amentum, un le· goccio di cuoio a mezzo del quale si poteva ouencre una mnggiorc gitta· t~ dcll'atm~ . Erano forniri inoltre di co rozza e della partlla, un ridotto scudo rotoodo in mecrulo. Cesate non usò la ~u" c~vallerill al di fuori dci cunoni trudlzionuli. Tuttn\•ia nrruolò ed impiegò uno numerosa ~~lv~tllerin germ:mica che aveva h• cnr:mcrisdca di combatte· re molto spesso in un modo poco usuale. Ad ogni c!tvnliere ti"• addetto un fante ed i due combunevano guasi in simbiosi, il fante sfruttando la protezione e In potenza del cavallo,. il cavaliere u~ufrucndo del SU!lporto del runre, fallo di ngilità e di sicu· rezza, Cesare non adoHò questo si· stemn mn nlmeno in uno occasione, quando In suo cavalleria non riuscl a reggere l'urto d<:i BtUovnci, inviò fanti nrm:lli alla lesgcra per soste· nere: le turtllar in difficoltà. All'inizio delle operazioni contro Vercingcrorige, Cesare arruolò schi.::rc: di germani c poiché erano giunti con cnvalli non idonei, distri· bulloro gU nnimnli tolti ngli ufGcin· Il cd ngli altri cov:lliérl: !:1 sua Jc"i·

Cl.rNikri mtr11ri upparft:flt:lllt t~i ~rli

di

I.JI>io Qpiclv. DP/k• Colònn• Trvi•11•

sionc, che ci (a ben riflettere sul IS\lO ct1rlsrna di capo, f11 ben ripagA· tn, perché, nel succes~ivo scontro conrro lo fone cavullerin gallica, cb· bero lu meglio. Ma il fauo pii1 insolito c struno riguarda uno scorta eCfertuarn do fanti promossi, per necessità.. n provetti c:svulicri Si en• ntl periodo su,cc~ssivo alla vittoriQ sugli El· vezi ed alle operu~oni cancro il ger• mano Ariovisto, il quale, primu dd· lo scontro decisivo, ave''~ invitata Ccsnre nd un Incontro che si Sltrtb· be dovuto tenere sotto l'oss~rvuzio· ne di dt•c scorte di cavalleria. Vuui che Cesare non si fidMsc dellu sun cavalleria 3allico, l'unico disponibi· le in quel frangente, vuoi per uno buona doS<: di incoscicm:a, il futuro l'"drnne di Rom" fece smont:m· i GoDi e promosse cavalieri i suoi fo. vorirì fanti dello X legione. li collo· quio non si svolse con calmn perché nd un ceno punto h1 scorro dl Ariovisto tentò di avvicinursl ai Romuni lancimldo llictrc e f rcccc: Cc$:lrc,


for..~ ptns:Jndo di ;IVer giil ,.fidnto abbosUinzn lo fortuna, non t\cccnò il combnn i mento e ritornb nl campo. Le profonde riforme operllte dn Augusto toccarono notevolmente unchu qucst'urmn, Rinucquero gli I'<Jttita legiMnrri, in r~gione di 120 (lèr ogni legione, e tale organizz:t· zionc non mutò prariCIImente fino nU'cpocu di Diocleziano, se non per il numero degli cf{ct tivi che, od esempio, Adriano rjportò probabil· m~nte sulle 300 unitò.1n formazione base fu sempre la (tmno di }Q C:l• valli, n! meno quattro per ogni lcgio· ne: più tordi, uncont sono Adrinno, Jivcnncro dicci, tuntc ql,lante "runo l<: coorti delle legk>ni. Durante l'eru nnviu, lo ~torico Plavio Giuseppe ce li descrive at· mari di unn grossa sp~dn portata sul finnco destro, tli utl" lungu lnncin lprobubilmentc un"hasta) e di due· trt: lliavdlotri custoditi in unu fare· rru (lrttJ/IIWt'), memn: l'cquipnll!li3· mento difensivo c:ra simile 11 quello dei Conti. Accanto alla cavalleria lègionll· rin, venivAno formoli numero~i repi!IlÌ di CIIVIIlieri, con personale privo dello ciu~dinnnza romnna Gli atiXt!ia con dotuzi<>nc di Cllvnlll f11r· movano le alito!, di soln cavullerln, e le cohortes equit<Jtae, con pèrsonnl~ misto di fanti c cavalieri. Un esempio di impiego :tbnormc di ca\•alleria ausiliaria si verificò durante una sollevazione dcg,ll [cè· ni, in Britnnnia. Bellicosi, sempre: pronri n battersi, durante il principato di Claudio ·vennero a but tngliu rotl il pr<>prctorc Publio Ostorio che impie&ò nppiL-dura hi sua cavalleria, non pot~do dispiegsu:ln sin per Il terreno sfavorevole, che per gli ostneoli inn:ùzmi dai n<:n\ici. Sempre con Gluudio. rt:parti di ca. vnllcrin ausiliaria, ma non ne cono· sciamo né la consi.stcn:-.a, né In dc· nomiruuione, furono sconfìt:tl dai montun"ri cilici oèllc vicinanze di Ammwrium (Anamur, Turdùa) Ln mislior cavall.,.-in cbe operovn sotto comando romano sul finire del l sec. d.C. ern nord r•fric:ma, in spede qudln m:tura. Non ~nppinmo quanto fosse numeroso questo {or-

razioni snlln pi:muro, si può affcr· mare che ci si truvu nU'iniziu di un nuovo pensiero strategico romono I..J fcmtcrin cioè iniziò u lasdare il (>O~to, qunle 11\ocleu eemrllle t<l

de·

mento decisivo ddlo scontro, ullll cuv rulerio: siumo ovviamente unco m lontnni dagli eserciti di cnvulieri del medlo·tardn impero, m•• >icur:l· ml!llllt in presenzu delle loro premel;Se. l muuri erano cavalieri privi di eornZ?.n cd indoss:tv11no solo unu COrlO tUIIÌC11.

lilmo ,.rtllatn: d11 p;lrwf;z 111 hron:o. Do

Ostmll<l l Rom•>~w}. 4/q.taa-Jmcttlu

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Claudia.

Il ''""· J.C. Jm .1 cavnllo che (u impcgnattl ncUe oper>tzioni in D~c:ia durante il re· gno di Trninno, sinmo pcJò u conoscenza che i mnuri di Lusio Quieto ,.i ~volsero 1111 ruolo nmcvolissimo, innnn~i tutcn perché le loro gestii furono rramnndnte do i rilievi dello Colonno Tra.iann, in secondo luogo perchè le loro pnrticolllri capaciu\ militari vennero sfruttnte do Tr~~ia­ no onche ntllc ~uccessive guctre in· t raprese conrro l Patlhi. Mn un'altra considerazione ci permette di confermare che essi fu. t0110 vcn<mcnu: iu srndo di dfct· tu:m: interventi decisivi contro sii avversari: per la primo volto dalle fine dello repubblica nbbinmo In ccrtczw eh<: r<~pnni Ji cnvull<:ri11, c non di f.uueJ"in legionoria, cJ'uno §tnti chiumuti n svolgere compiri decisamente str:ucgici c non sola· mente rnttie:i. Quando si consideri che Traiuoo, dul':lote la p.rimn crunpoJlna dcllOl· 102. decise di assalire le fortezze dociche montane con lu miiSso delle legioni c di lasciare o due colonne di cavull<:rkt, un3 delle qunli totalmcn· te mnurn, In conduzione d<>lle O(>e·

l mplcguti n 111RS$il c:ontro i Daci, che non possedevano unn validn CA· vnllerin nu1.ionnle, seppero ben pre· sto prucnrarsi queU:t fmnu di com· but~enti che 1>0rtò il loro c~pimno n prirneggiurc (ru i grandi personaggi dello suuo. Il loro impiego successivo è ilncoru documcnuuo nelle guerre portiche di Troiano, nelln repressione dcUu rivolta degli Ebrei del 117 d.C. cd :mcoru nella gucrr:t p:trtica di Luc.io Vèro. Reparti formati d n genti maure ornno presenti neU'c· sèrclto del 111 >ccolo, continunntlo cosi In trudizio;>nc di nrruolilre cnvnlieri africani, iniziato con Cornelio Scipionc che ne nvevu già cnpito c sfruttato mirabilmeme le doti di manovrnbilira, velocità ed attitudini guerresche. Nus<:uno inLnnto i nmr1erit partt: dd quali costilulti da cavalieri, che diverranno nel IV e V secolo una pn.-e imponame deUc: trup(>e 11 cn· vallo. Le formazioni di cavalieri COI:ll· frarri videro già la luce nel lJ scco· lo, per essere: accresciute acl W da Severo Alessandro cd >UJmcntate nncorn nel l V, D.llche se il valore reale di queste unJt~ non fu mai molto cl~v111u ué gli effe t t ivi molto numerosi. Aut·cliano (270·275) che uvcvu combanuto i clilmuarii di Zenobin di Palmlrn, c0 stitttl numèrQsl rcp•r· ci corazzaci. La l"Onferotn dell" prcsenz<t di eu· Utfrntu romnni dul'llnte il l'q)no di Giuliano (361-363) c di Valenrinia· no (364·J75) ci viene do Ammiano MnrcdHno che cc li segnala al con· fine aermllnico. Ricordiomo che nel

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312 nel corso della battaglia di To-

Napoli: la cavoUeria era rnppt•esenrata da 800 cavalleggeri rraci, 1.000 soldati dci quadri di cavalledu cd >Utri 300 cav>llicri. Rom" era vera· mente e definitivamente caduta e l'ltalio poreva essere conquistata con una forza di poche miglinio di CoOlbrutt:ntl. lo epoca repubblicana i cavalli provenivano dnll'ltaliu e dulla Spa· gna, in seguito, dopo la conquista, dalla Gallia: pare che gli allevatori di guesro paese fossero riusciti ad auunenrure la taglia degli animali. Problema l ica appare la risoluzJo. ne del quesito circa l'ado:aione dclla sella e delle stnffe. Certamente in origine il c~ voliere romano montava a pdo, poi i contatti con popolnzio· ni come gli Sc.i ti ed l Slll'mntì, che impiegùvnno lo sella, trasmise lo sun utilizzazione anche ai Romani. Cer· t nme me il termine eli re/la uqiii!Siris appare per la prima volta nell'Eclir· to di Diocleziano ma solo con Co· stantino divenne uno strumento fi. nalmenre utile per il cavaliere. pe-

rino, Costantino riuscì ad avere

Carosello cqumtre tsl!J!Uito ili occarione dc-ll'apotrori Ji AJuonbw Pio. Baslln-Jcti/Q

ben presto ragione dclln cavallcrin carnfrarra di Mnssenzio usando mazze ferrate per «aprire•> le coraz. ze de.i cavalieri o.vversari. Dalla seconda metà del m sccol.o il cambiamento di srrntegia nella difesa dell'impero che mutò d" rigida saJvaguardia dci confini ulla forma· zio.ne di un esercito di manovra, vide un accrescersi dell'importanza dell'arma a cavallo. L'unione di eu· valieri mauri, dalmati c promoti (l'antica covo!Jerill legionario resa ora autonoma dalle legioni ) fu il prototipo dell'esercito di m'movra costantiniano. Questi grossi contingenti di cavalieri tenevano il com· po, sia al tempo di Galliena che di Aureliano, n Mi lnno. Fu l'epoca quesm in cui il coman· dante della cavalleria clivenne un personaggio molto influente nello sfera politica, appumo per l'accresciuta import:mza che stavo aSSll• mendo la sua lll'ma. Claudio il Goti· co, Aureliano e Probo furono tre comandanti di cuvòllcrin che si ser· virono della loro curic>l per salire al potere:. Addiritturo si giunse ad agi. ~;c: in pietm inclipendenzu dalla fllll· rcria, <~vendo i n.:parri di cuvuUeria piani e progetti propri. Con Diocl.eziano In cavalleria 1~­ gionQriu J>C~durò i)Cr qualche tcm-

po, ma dal regno di Costantino, che pronuncinti. clivisc nctmmemc sorto il profilo Le staffe erano inclubbiamcmc della comondnbiliràln fanteria dalla conosciute da popolazioni nomadi o c:JVallcrìa, l'artunra a cavallo veniva che combaueva.no prevulcntemente od essere composta do: vexìllatio· n cnvnllo. Giìl in epoca sto•·ica il lones, che roppresenrnva.no gli effetti· ro uso raggiunse le 1.one obitnte da vi o cavallo dell'esercito mobile; i rane germaniche. cunei equillmJ e gli eqr1ites, che for· Ch~ i Romani le impiegassero mavano praticamente la parte mon- abitualmente o meno l: una ql.lt:Stio· tata delle legioni confin<trie (3); le ne di c-ui nncorn discutono urcheo· a/ne, che erano le unità antecedenti logi e studiosi di arre militare. nlla riformo di Oiodezinno (4). Tutti questi reparti avevano una forr,o di circa 500 uo1nini. Poi l'Europa si nvviò ai bui anni dd medioevo, con In prcvalcnzn ·~· • NOTE soluta durnrn per secoli, della cavai· ( Il L,oholo rn& \ lftR monot:i sn.~ dle leria sulla fanrel"ia. Nel VI secolo, corrispondeva ad un .!JC.Sh.> dtUot dr\lmn1a. U quando già l'impero d'occidente J4na.rlut romiii"'I tl'll l'eqoivalenre clclht era cadmo, si combattè in ltolio dra.mma gt«n. quclln che Procopio chiama lo (2) Un mcdlmno oulco di trunrcma cm •guerra gotica». Nella sua opera si l"\t1 O C.ÌI'CII ). 52.~0. (3) Mt:niM! ttli t!J}uild m"nrrncvano 11l• trovano vari accenni sul convincil'interna d~t IClrQ rc:J>IU'I-i un•ors;Jni~,.fl.tionc mento dci comnndanti circa l'asso· :dlu roman.n, l au:(!i cOn$CNotvafl(t Il modo lum validità di baucrsi u cavallo ,t di .comh.1rttre • le •birtrdinl dti pojl(lli b•rcausa dell'esistenza di una misetn e b:.rì prcs.so cu1 cm:mo uuti «"ititloliù. (~) Jl corpo d) <avoll<ri uddtlll •lia)tc:t• semi.serio fanteria. ddl'imperotorc cnmo gli Kholart.·s. M11 o qunrtto ammoutuvt>no q\IC- sonn Sud~ivh.i in scholtu~, i eu1 u~1a; deri\•ilvunQ Ste forze? Procopio ci elenc11 i rin- da unlòro J>:irticolnn~ nrrnamontQ. rormltvofor~i IJiunti n Bclisutio nel porto di nO r~;J)Ill ti fon i di SOO ua1niui.

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7.000 cavalieri), i Lucani (30.000 fanri e J.OOO cavalieri), i Marsi,i Marrucini, i Frentllni ed i Vesrini per complessivi 20.000 Ennri e 4.000 c•vaJjcri, mentre Sobini ed Etruschi avevano già mobilitato fornendo 50.000 fanti e 4.000 ca· val ieri. Come si vede si trattò di un'im· ponent~ massa di armnri e se U loro numero è ancor oggi posto in di· scussione dagli storici, la sua composizione dimostra chiaramente come l'esercito «romano» fosse for· mato, in buona misur:1, da scaii PO·

pulì Romani. Mentre le minori unirà (coorti di 500-600 uomini) fornite dau popoli alleati si rrovavnno al diretto CO· mando di loro ufficiali, era il conso· le che nominavo i prae/ecli socio· "'"'• ai cui ordini cr:mo i wggrup· pamcnti a livello di legionec un'ala dei 10Cii COnMvo infatti circa 5.000 funti e 900 cuvnlieri. Con Jn conce•· sionc, infine, della chtadinallU ro· mano ngli ltalid dopo le guerre so· d:ili dci primi decenni del l sec. a.C., cadeva ogni motivo di di[fc· rcnzn, in ombito militare, fra socii e Romani. Nel medesimo contesto storico, invece, i popoli che nbilnvoJJO nl di là dei confini di quella cbe allora ern considerato ltal.io, potevano concorrere allo sforto bellico roma· no, mn erono considerati au.~illares e mercenari. Cavalieri numidi, frombolieri dcUc Bt>le<>rl o arcieri

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crcte.~i operarono come specinli~t i

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nella seconda guerra pun ica, men· tre furono almeno 20.000 i Galli Cenomnnni ed i Venet i cb e> nclln già ricordato e smtordinarht crisi del 225 a.C., op~rarono alle spalle degli invasori Celti. Tut t:wia i contingenti di auxilia, al cui C<'mando erano ufficiali rO· mani mn che parevano C$S~re agli ordini di.rerri dei loro capi spccinl· mente in caso di cobeUigeranza, andarono sempre più aumentando di numero, specialmente dal 11 sec. a.C. Nella bmaglia di Cinoscefalc combattuta nel l 97 11.C. contro i Mncedoni, il console T. Quinzio Fluminino disponeva di )8.000 fra Romani e socii e di 8.000 ausiliari. Lo stesso Cesare utitiz7.Ò cavalied germani non potendo pienamente cont:<rc sull' inesperta cavalleria ro· mana e su quella gallica, poco fi. data. fu wttuvia lu d forma ill(lriunn • dcU'csercito che portò coo sé le m.o · tivnzioni tecniche per un sempre piu vusto utilizzo degli mtxilia. Pur volendo considernrc solo le innovazioni apportate alla ranteris legionario. nppore evidente che l'eliminazione della figurn dei velires e In crcnzionc di uon tipologin unico di fante legionario, provocò In mnn· conza di coloro che avevano svolto compiti specifici e non certamente secc:mdari: esplorazione ravvicina· ta, ingaggio delle ovonguordie e di. stu rbo dd uemko, combattimento

con unitlt di pari potenza, prorezio· ne alla propria fumeria pesante. Questi èompiti che l'ichiedcvnnl> armamento ed equipoggirunento speciale e leggero, duttilità c versll· 1 i lìt~, Vèhncro dn nllor<J assunti da· gli auxilia, lasciando cos) libere le legioni di intervenire sul campo di bmraglia come decisiva massa d'uno. In epoca irnperi1tle gli auxilia eb· bero definitiva legi ttimnzione c I"C· golamcma~ionc, 1 «battaglioni» cd i «reggimenti» di truppe ausiliarie svolsero un ruolo di notevole im· pormnza prima nella con4uisLa e successiV>lmcnte nel consolidamen· to deU'impet·o eli Ronio. 11 loro numero fu scmp~e molto eEevato ed eguaJ!liò o forse superò le $peciali>.Mte fan1crie lesion~rie. L 'ausiliario ~n trovo al servizìo de.llo stato e pewmncvo i.o urmi per 25 amni. Il suo stipendio era inferiore n quello percepito dnl soldato roma. no ma nvevn lo cerr.ezzn che, ol ter· mine dclln ferma, gli sarebbe stata concessa la ci rradinanzs rom:ma. E.rasottoposro olle stesse leggi miJi. mri del Jegionnrio, soggiacevn ad uno ugunle disciplino ed nspirnvo o.i medesimi premi. l reparti che venivano costituiti ~;>otevano essere dì fanteria (cobor. te;r) o di cnvolleri:o (aloe) delh1 [orza di 500 (qtlillgcnarioe) o t .000 (milia· ria11) unitll. Di epoca successiva fu

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Sl~.-1~ ~lt

C Rrmu:.mo (',JJJ!IlOn~, rmv.htrr

tfl:/l'a!J; dri NorfCI DJ Z.h/JJ.Jcb. &A lll!rtw/JJt.1.

lo creazione ddlo r:ohorr equitata miliaria o quins.:enaria, forre rispet·

tivamcntc di 760 fanti c 240 CK\•11lll oppure 380 fanti e 120 CR\; 11111, Ln fedeltà deUe truppe ausiliarie fu sempre generoso. Ovvirunenrc diS<:rtori, n titolo individuale, spe· cialmcmc durnntc le campagne di guerrrt, divennero un fono qunsi co· stituzionalc per questi reparti, ma la d.isdplino romano seppe ben uo· •

vare ottimi corrcuivi. Ad esempio un fnmoso disertore deU'esercito d'Africo !u Tnc/11ri11ns o Tnc/anuuta. Egli divenne un brii· lonte capo bunda e nel secondo decennio del Tsec. d.C. renne in scac· co le forze locali. Giunse od orgo· niZ4!1re i $l•oi uomini sul modello romano ma con il sopraggiungere di validi rinforzi, dei qullli facevllllo parte )'intero f81J.ÌO Jr1 ilugusln C Ves· silln7.ÌOnt della lcglo IX 1/lspaua, venne sconfitto ed ucciso. Un nluo famoso di.sertore che pe· l'ti provocò un ben t>iù gruve turbo· mtntO fu un principe OOtQVO, Civi· le, già ufficinle di un reparto di ou· siliari Sollevatosi in forze con i suoi gue1·rieri dur~nte gli :1nni 68· 69 d.C., In rien.~ anarchia per In successione n rrono d i Nerone, Ci· vile riusçl 11 l'tlggrupparc notcvpli forze rt1a, dopo aver anche cspugn~­ to alcuni castra legionari, fu bnrtuto dni gcncrnli di Vcspnsinno. Come si idendficavn11o i reparti nusilinri? Tnnonzi rutto porevnno essere riconosciuti d~ll'indicnzione dello nn:.ionulit/ì dei soldati (11/a l Astttrom) oppure con il tipo particolare di armamento eli cui erano do-

tati (Cohon l Flavia DamaJCe/lorum i11iliaria equitata tagittarionmt). Al· cri sistemi erano quelli di inserire il nome deU'impernrore durnnte il cui ctf!nn enmo $tati fondn1i o do cui nvevnno ricevuto panicolnri onori (Ala lilugurta 7'hmcum) o ddl'uffj. ciale romano che: aveva org~tniw•ato l'unità (A/a Augusta Gollomm Procttleialla) (1). Le armi e l'equipaggiamento eli cui e m no dorati potevano esse•·e co·

roucristiehe dell' unirb, come tutti i reparti dii arcieri e frombolieri op· pure avevnno in distribu~ionc le normali ;umi in uso nell'esercito. Le fonti d hanno, inolrre, tromnndaro di artxilia arm.1ci di spatha e eli hasfa in luogo del rrndi~ionnle gin· dio e giavellotto. Fu Augusto che regolò ed aumentò norevolmenre il redutnmen· to degli ausiliari disponendone la dislocazione, accanto alle legioni, ai confini dell'impero. L'impiego di legioni e di ausiliari divenne cosi eonsvetvdlnari<l che ei9$cuna gl'lln· de unità legionnrin muoveva scm· prc ~on i suoi reparti di auxi/ia. Vè1111e mantenuto un récluramenro regionale con conseguente impiego dei reparti, per la maggior parte, nei loro pnesi d'origine. I m· poncute appare ancor oggi la mnssn

degli ausiliari alle nrmi 1 certnmenre non inferiore ai 1.50.000 uomini. Au· gusto mobilitò le unità di ttuxilìn non s()lo su tune le &ontiere ma anche per sedare le rivolte all'interno del· l'impero: un terzo circa delle forze ausiUnrie, non meno d'i 70 cohortos di (ant,;ria e 14 alnc di Otvalleria presero plll'te alla repressione della gran· dc civolrn pannonica. La provenienza dd personale fu fin dall'inizio molto disparata. Ben 68 furono le unità costituite con re· clute spagnole, mentre numerose nltre inquadravano popolazioni gal. liche. Tale sirua~ione non mutò fi. no '' quando Véspasia.no, un generale, assunse il potete dopo anni di lotte civili. fora le sue riforme spicco la decisione di dislocare gli auxilia in paesi diversi dn quelli di prove· nicn2n: In solleva.2ione dj Civile con

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i suoi Baravi e la cren~jone deU'/m. pcrium Gallianm1 non potevano non suonare come un campanello d' uJJnrme per un milicnre concreto ed esperto quale egli era. Le unità ausiliarie ricevettero da tale pedo. do in poi le nuove reclute diretta· mente dalle popoluzJoni ove presta· vano servizio, pur conservando la loro denominazione originllt'io. So· lo rati reparti di specialisti, come gli arcieri oricnmli, conrim.uuon.o

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ad crfcuunre u rcdutarncnto nelle regioni ovc erano stati costituiti. All'inizio dd Il sec. d.C. Adria· no consentl, in deroga ad ogni ordi· namemo milimre romano, che gli auxilia lanciassero durante il combattimento il loto grido di guerrn na~io1uJc.

Per ovviare alla cronica deGcicn· za di soldod, gi~ allo fine delll sec. d.C. venivano concessi premi a q\legli ausiliari i cui figli avessero

Gmppo J/ uusH/otl oi/'QtUJito. Do/w Co/Qnm~

'fnHamt.

scelto la carriera ddle arml; nel m secolo tale possibilità divenne un obbligo. L'estrema caren~a di individui che volessero dedicarsi BI mestiere delle armi è ancora dimostrnta dall'immissione, avvenuta ad opero di Filippo l'Arabo (245-249), di Germani noi reparti regolari degli m,:i/iu.


La distin~ione frn lt:gioucs cd aux/1/o perdurò fino aU'ecà tardo Imperiale. Ancora una volto ci &Ono d'aiuto le fonti che ci confermano come le diffcn:nzé tra legionari c:d ausiliari andassero sempre più attenuandosi, ranco che, alla fine del m seco· lo, non vi eru più alcuna diversilÌI pratica O t~'Cilko·militarc fn1 i re:· parti. Forse il momento di maggior gloria gli nusiliuri lo conobbero ndl'84 d.C. in · Britannia La bMwlglia del Monte Graupio, decisiv:a per le sorti di un'inte:ra camp8j!lla, fu infatti cumbasrurn da Agricolo csçJusiva· mente utilinando gli IUixl/ia, In· sdlltldo i reparti legionnri in armi fuori degli uccnmpamenti ed impie· gandoli come deterrente psicolo-

gico. Le più famose unità 3usiliarie fu· rono probabìlmence i cavalieri mau· rl di I..usio Quieto, che si dimostra· rono determinanti nell" conqui$ta deUu Daciu di l'raiano e gli arcieri oricmali osrocni, che tanta parte ebbero nella difesa dcrlc: province occidenrnli in epoca tordo imperiale. A tirolo esemplificativo si riporrn l'elenco delle formazioni ausiliarie In cui presenza è sicurumc:ntc docu· menrata in Cappadocia. Ovc possi· bile, a fianco di ciascum reparto, è indicato il periodo in cui furono di guarnigione.

Ala JI Ulpia Attriana, 135-138 e nel m secolo Ala l Flavia Augusta Brit111111Ìca mi/loria ciuiwtt Rommt()'t1tm, prima metà del TI secolo.

Ala l Augusta GemiJta Colonorum, dalla fìne del l :li UI s~-colo. Ala l Ulpia Dacomm, il e ill secolo. Ala II Gallomm, 13!i·l38 e nel

m secolo.

Ala l Praeloria ciuiww Romano· 1711!1,

nr secolo.

Cobors l Bosporiaua "'il/aria sagit-

l.orum <'quilata, L35 -1J8 e ITI se· colo.

Cohors I ClaudUI equi/alo,

m se-

colo.

Cohors I Gm!Jai/Ort/111 milioria equil<lto, 135-138 e ili secolo. Cohors l Jtolica ciuium Romanomm Voluutariomtll (probabilmente ancbc sagitlariorum miliaria),

liaria cquitata, 135·138. Cohors IV Raclorum eiJIIitata, 135·138 e ncl m secolo. lnoh:re In Cobors Il Flispanortllfl l'qui/(Jta civium Ronumomm, in ~poco non stabllira; una Cohors Commagcnomm non altrimenti identificata; la Cohcrs Apule/a (o Apula) nel U5-138 .

135·138.

Cohors l llllfi1i'Ortllll equitato, 1}5-138. Cohors l Lepitliana equi/afa ciNOTE uittm Romanort/111, forse nel 05138, nel 199 e nel III secolo. (l) Un cenno pcutkalm: mcri11111o le Cohors miliaria equitoto civium unjt1i l11 cui litolau.ana compreo<.le Il daione civiiJm Rontnnurum. Poco si conosce ddW Romanomm, l 72-175. loro rompos.i:xionc ma ~i potrebbe supPOrrr Cohors l Numidarum sagitJario- che fouero rorm.11te, all'origine, d~ Hbeni o mm equitata, 135·138. do l111lld d>c O\'Cvono pre(erho pren•re Coho11 III Ulpia Potracomm mi· 5(rvitio ne.Uc coorti "uslllarie.

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v...mwm..



zione formata da un ridotto scudo di pelle: usato tradizionalmente dagli lspanici, il suo impiego è docu· mentato anche nel no~d Africa cd in altri pn"'òi. Le coorti formare dal co:nquisrntore deUn Grulia dovevano essen: reparti ngili, sciolti ed estremamente manovrieri, usati neU'esplornzione e nel pcimo con· talto con le ovanguardie nemiche. Nci primi decenni dell'impero era invece abbastanza usuale che un gc:nerale romnno, durante una cnmpaJJna, per accrescere giJ effettivi disponibili effettuasse dci recluramcnti straordinari rra quei provincirt.li che ernno in possesso dei re· quisici per J>rcsrore servizio militare. Nascevano cosl le ltllllliftuariac 'alcrvac, cewuncnte impiegate da Gcrmnnìco ncll'invnsione della Gem1ania e do Corbulone, in etÌi neroniana, neUe guerre orientali. Erano al ~om:mdo di pf'llc/ecl{ k· vls armaturac, ovviamente romani, e si hanno loro notizie in Rezia, nel No~ico cd in Muurctunia, mentre è certo che vennero anche poste di gu:Drnigione o luoghi fortificati. Le differenze sosmnzioU trn queste tmppc è gli auxilia regolari sono da rieere>~re nel fntto che presrovnno servizio n~Un terra ovc erano stati reclutati c che, molto probabilmen· te, crant) congedati al termine dcllç OJ>èrozioni. Un"unit11 rutrn pnrricolnre fu creato da Augusto: la gunrdin del corpo dell'impcrnture. Essa era formato interamente da Germani, specirumenu~ delle rribù dei Bntovi, degli Ubi e dei Fcisoni, ed il loto im· pegno crn stretrnmente connesso alIn persona dell'imperatore e della suu famiglin. QuC$ti guerrieri non erano cimclini romani c durante il principato di Nerone vennero llf{j. da1 i ad un ctmllor Gtm!IDIJOntm. Benché si fossero dimosrnni sempre fedelissimi, furono nllonronati do Galbn che, appena preso il potere e fra vori prowédimenli di carattere milirnre, sciolse quellll cl1~ Sv-ctonio deiinisce Germa110rum co· l111rs. 1 motivi di t~le d~-cisione ci sono oscuri ma evidentemente il nuovo imperatore desideravo troncare nettaonenr;, quulshlsi for.~• oniliuorc }2

forze altri reparti di costituzione e d'origine "Straniero. Questa loro caratterizzazione continuò ad essere mantenuta nei t"mpo c le vexilklliottt!S del (l secolo ed i C/11/t!Ì del ill (la denominazione dci JJumllri, specialmente di cavallerlQ, vlll'iò nel tempo) seguitotono o ricevere complementi dalJe regio· ni da cui la banda aveva avuto ori· gine. Cos) il numents Paimyrtmqrtlm, derivato da un'unirà di sagitrarii Palmy~tli Stanziati in Numidiu che era stata in origine un dlstaccamenro della cobon l Cbafcidenortlf/1, continuò nd essere formata da Pahnireni o il mmwms SylT)mm, in Dnain, fu rinfor>.nto con temi sirinche. f IT/11/lfTÌ COC vennero COSI ituiti presero il nome, "SOiltamen tç, dall:1 regione do cui provenivano o che Cippo eommtlllortmlt I.Jr j()mla{IO,If J, un Cili!IPfJ dJ lfiJmopm Ptr Il nume.rus occupavano: co~ i 11//ltleri Brillo· Vo<ootiorum. D.l P•lmlfrl. IBJ ti. C nuttt, Dlvìllt/ISCS, CauarhttJJsium, Sy· nv"'òse avuto stretti contatti con il fOn/ l/l, Palmytei/Onllll. Le senti che predecessore, Nerone. vi si arruolarono furono prevalente· La costiru:&ione di reparti chia· mente Germani, Pannoni. Rctici, mati nullwrifu lu nnturole evoluzio· Siria.ci, nord Africani e S:crmntl. ne neU'utilizzo, da parre dell'impell comandante del ttwuc-TUJ pot~ ro, di ogni risorsa umana disponibi· essere un protr/ecllls o un Jribmuts, le. Lè unità che cosl 11osccvnno, re· ma, solitamente, fu indialto como: clutate fra i popoli •miei o olle111i, pf'llqpositus: la genu-chia 11 lui sonomolre volre barbari, non erano ri· posta ebbe la denominazione ed i conducibili nd alc:un nlcro reparto: compiri normali dell'esercito r<lerano di famcriu o cavullerin oppu· mnno. re miste di fnl\ri e cavnlierL Il loro l reporlÌ, invece, con$ervnvnno organico non era codilicato in l'equipaggiamento e le metodologie quanto queste vere e proprie •bnn· di guerra dei loro paesi d'origine c dc» avevano una forza varinbile dni non pare eh~ potessero àC(lui~ire In }00 ai 900 combattenti. cittadinanza romana. L'utilizzo dl'd primi roporti di /111· U /1/IJI/I.'rt/S di fanteria scomparve meri al di fuori dei liltlì/<!1 regionoli, pratkamente nel Ill secolo, qmmdo per il concorso delln clli difeso era- fu probnbilmente 1Usimih1to ~uQ no probobilmentc stati costiruiti,- cobon ausiliaria, mentre i 11umeri di fu da ollribuire 11 Traiano che li i m· cavoUeria nel IV·V secolo c:ostitui· piegò nelle guerre dueiche. rono una parte notevole delle.' fonc Non $iamo in grodo di quonrlf!· montate. carne l'utillz~azione nel tempo. E Quando Traiano mosse r.ùln con· Certo tUllnvia che, :l partire clu) 0 quista della Dada affrontò anche il secolo, v~nn~ rnvoritn In CO~tif\IZÌO· popolo dei Roxolani, dl origine snrne di qu~sti repnrti di Irregolari. Il matn, oUeato che fornl oiuù m!IJtari motivo princip:llle di tale J>Oliticu vo 11i Dncl. ricercato nel cambillmemo del siIl loro modo di combau ere non stema di reclutamento deUe forze era europeo lllll ripicamcnre oricn· lcgionnrie c degli auxilia che, per tnle. in qunmo questa emin aveva una serie di concause, divenne n Cll· conservato le uson~c gucrt'C!sch~ dci rnuere prettcunente regionale: pnr· popoli nbitlll'lti gli altopiani iranlci. ve necessario offiOJtet~re n queste Essi inforci per il combattimento


Slr!t dd mdmrfJtu Shokhoi OpP<Jrt•rtclll<' mi "" •lhtili motttat() dis/QC(ltq MI dtscrtQ JuiaL"U .

Da PdlmirtJ

formnv,mo unn cavalleria [>(:sante completamente protetto, cnvnlcarurn compresa. da uon cornzza; artal:cnndo 11 mnssn costituivano unn spc· dc di fnlangc n cavullo. La cnpncit.à d'uno e di sfondamento di queste unità doveva essere senza dubbio notevole. nnchc se, stante ln carenza

delle fonti, non pare che né le (an·

rerie legionarie né la cavalleria ous.i· linrin fossero particolarmente impegnate. Probabilmente ciò è dn ric:C"r· care nel numero lìmitaro di combat· tenti roxolnni o nel loro impiego non conforme alle proprie capacità

uulic:hc. Sorte beo peggiore dovette subire un esercito romano in un olrro teatro operativo. La sconfitta subi· ra • Carre nel 53 a.C., dn Crasso, lasciò sbalorditi ed increduli gli st•ssi Romani. ln ql)elln ocQ>lsione un esercito le· gionario, con fanteria e cavnlleria ausiliaria, fu praticamente distrutto do arcieri montati è dalla cavalleria co· ran:nta partica.

Clibanarii o CJJiaphmclii partici, n.t• m6ti deUo lunga ltwcia, o, con armn· tura più con tenuta, di arco compo· sito, riuscirono ad infliggere una dj. sfatto di rale. ompiézza che per ]un. so tempo gli sr~aregbi romani dove t· rero StudiMe le contromisure pradche dn ndorta(e. l Romani, almeno fino ai tempi di Traiano, non abbandonarono i loto canoni tattici tradizionali cd imitarono in modo limiutto i meto· di d i combanimenro orientali. Furono invece costituite nltmerose unità ausiliarie di arcieri, specirumente orientali e trnci che, evidcotèmentc, con l'uso dcllc loro armi jl()[evano tenere in rispetto la cavaJ. leria catafratta awersatia. Pur tunavia, pochi decenni do· po, furono costituite alcune unieìl catafratte fra cui l'Ala l Gallomm et Pannoniomm calaphrtJc/111<1 cbc operava nel 159 in Dacia contro Alani e Sormari, mentre l'Ala noua firmo miliaria co/ofraclllria era dislocata in Arabia nel 244 per contene·

re Parthi e Persiani . È questa, ttnco· ra, l 'epoc~• sroric>t Ìll cul nascevano ak re unirà dd mero pardcolari. Trniano stesso formò l'Ala V/pia conlariorum t;ivium Romanomm, i c1,1i cavalicl'i èrano armati con l'arma tipiC1l dei popoli degli altopiani asiatici. li confus, pesante e lunga lancia, scppur non molio manegge· vole poteva divenire determinante durante cariche rrnvolgenr.i portate comro fanterie poco protene o unirh di cavalleria leggera. Anche il suo impiego era srato praticamente copi;uo dai nobili cavalieri partici: la sella del cavallo aveva notevoli ar· doni che favorivano la stretta delle gambe ed anche il contm, disposto a comarto del coUo e della schiena

dell 'anùmale, diveniva un ottimo appogg.io. Venne cosritu.im anche l'Ala l V/pia Jromadaroomm miliaria, pre· seme in Siria nel t ;;7 e che monta· va, evidentemente, dromedari in luogo di cavnlli. Un cenno particolare meritano poi i ... marinui. Per quanto possa apparire strano furono numerose le unità terrestri che vennero formare uriliz7,a ndo i clnssiarii, i marinai del· le flotte . Addirittura due furono le legioni regolari cos tituite in questo modo: la I Adi11trix, durantè l'ultimo pc· riodo del regno di Nerone, traendo il materinle umano dnlla flotta di!! Miseno e la li Adiutrix, costituita


Atctn Qrlenta/1. Dalla Colot111a (miauo

con marinai deUa flotta di R:nvenno favorevoli a Vespasiano. Anche al· cune unità di auxililt ebbero la loro origine dal mMe: la l e TT ckmica e la I Ae/ia classica ne sono alcuni esempi. Che i marinai fossero impiegati a volte come fanteria è documentato da altre fonti storiche. Durante il regno di Tilx: rio, ad esempio, una sollevazione di schiavi nella zona di Brindisi fu s·troncata sul nosctre util i:.~zando i classiarii di tre biremi da guerra, oppure quando, secoli prima, Scipione durante la conquista della Spagna car· taginese, sciolse una formazione na· vale cd immise i mi!Jliori marinai fra le sue truppe. fora i corpi milimrmcote orgnniz· z:tti devono essere ricord:ue le guarnigioni insediare nelle grondi drtn dell'impero che non er:ano in· quadrate ncUc legioni o nei reparti ausiliari . Qtteste milizie locali pote· vano essere chiomate a svolgere compiti anche molto impegnmivi in caso di gravi crisi: Marco Aurelio, per contrastare Quadi c Marcomanni, inquadrò nell'esercito le milizie urbane delle città dell'Asia minore. Alcune guarnigion i locali, come queUa di Lione o Carragine. erano considerate, probabilmente per le loro capacità professionali, a.lh1 SLregua delle coorti urbane di Roma. In particolare la coorte urbana di Lione ebbe una lunga storia cd una fine traumatica . Costitu it<1 so~· to Augusto con una forza di 1.000 fanri per proteggere la zec~a. du· rame il principato di Tiberio divcn· ne la cohoTS Jlrballa. Claudio la denominò cohors XVTI urbOJta e Otone XVIII, mentre Vespasiano ne elevò la forza a 1.200 uomini cambiandole ancorn una volta denominazione, divenuta f Flavio ur· bono: i suoi compiti inraoto veniva· no aumentati, dovendo garantire anche l'ordine in cirtÌI e neUn pro· vinci" c fornire personale aU'tunmi· nistt"<IZione civile imperinle. Durnnre In lotta per la conquisttt del potere, Setùmio Severa< inline In sciolse in quanto aveva aderito alla cau~a di C Iodio Albino: i suoi com·

xm

piri vennero dn aUora nssunri da di· staccamenti di qwu.ro legioni rcnane. Rimane infine da esaminare il conrriburo militare fornito dai re clienti di Roma. Costoro parr~'Cipn· t'ono evidentemente con armati equipllgginti secondo i cosrumi dei loro paesi ed il contributo che die· clero variò dalla dedizione completa alla più infamame vigliaccheria. Fra i primi rammentiamo il re Deio· raro di Galazia, un'unirà del cui esercito, nel primo decen.nio del principato di Augusto, fu addirittu· ra accettata fro le legioni regolari divenendo la legio XX/l Dlliotariana ed andando poi distruu g durante il • regno di Adriano nel corso di ttnn delle inn111ncrcvoli sollcvazioni dci Giudei o il re Tarcondimono ddl' Amano (Cilicio) che morl od Azio combattendo per Antonio. Un calssico esempio di fuga di fronte al nemico fu invece quella messn in atto dal re dell'Osroene, AbRar, e da una dinasta arabo della 7..onn di Edess•, lllcha11dollios: en· trambì, nel 53 n.C., nvvistnro l'e· serdto pnttico, si ritirarono precipj· tosamentc, lasciando Crossò praticamente senza cnvaUeria n combnt·

tere la bartaglla di Carre. Ma quole fu la consistenza di questi rinforzi ed, nncora, in cbe misura concorrevano a Eormnrc gli eserciti di Roma? Evidentemente variavano da campagna a campa· gna, ma n titolo esemplificativo può essere utile elencare le (ol"t.è con le quali il governatore delln Sirin, Cestio Gallo, nell'inverno del 66 d.C. tentò la riconquista dj Gcrusalcm· m.e insorta: Legio Xll Fulminata, a.l còmpletQ degli effettivi: circa 5.000. Vcxii!IJtioncs delle lcgioltcs 111 Gallico, VI Fe1Tt1to e X Fretemis: c.ir· ca 2.000 uomini per legione. 4 aloe di cavalleria ausil iaria: da ur.:t minimo di 2.000 od un massimo di 4.000 cavalieri. 6 co!Jortes di fanteria ausiliaria: da 3.000 a 6.000 fnnti. Anrioco TV, >:e della Commagc· ne: 2.000 cavalieri e 3.000 fanti, mtti arcieri. Agrippu Il, re della Bataniu e T~nc.oliiddc: 2.000 cnvuliéri . Soemo, re di Edessa: 2.~00 fanti c l.500 cavalieri.



Pwtoritmo. Rz'auint:ìont".

Molti imperatori tcntnrono di guadagnarsene i favori ccln larghe elargizioni di denaro; rnle comportnmenco fu iniziato da Claudio che promise un donativo di 15.000 sesterzi a ciascuno di essi e fu comi· ounto dogli altri imperatori come M~rco Aurelio e Lucio Vero che somministrarono 20.000 scsterzi D come Didio Giul.i ano che ne comprò Uconsenso distribuendo 6.250 denari ognuno. Questa loro ingerenza negli affa. ri pubblici continuò praticamente li· no nlla vigilia del loro scioglimento qu••ndo Massenzio, predecessore di Costantino, volle ancora es.~ snlu· tnto Augusto dalla guardia preroria. All'inizio dell'impero crnno nm. messi tra i pretoriani solamente gli italici mo già con Claudio i trnnspn· duni ini~iarono ad essere anscri~i nel corpo. Con Caligola abbiamo il primo esempio di un provinciale ro· munj:t;z{tto, un mnccdonc, lrnnrcsso fr~ i rtlnghi. Galb:• vi :tmmise molti ispanicl c, in epoca più tarda, vi

prestarono servizio oltre che itnlici, individui originari di almeno .Utre 15 province. Costoro cm no rurtavi~ sempre ci r. tadini romnni ma Senimio Severo murò drasticamente il sistemo di re· cluunn•ntn, assoldando solamente dC>menti provinciali. Da allora tmvinmo çosl soprattut· lO P:mnoni e Mesi ma anche Afriell· ni, Troci. Cilici. .. Le nuove d!sposi:tioni severinne non furono rigido· mente ~pplicute dai suoi successori tanto è vero che notiamo nrruolat i. ro~se do Sevet'O Aless~ndro, nuov~­ menre gli it:tlici.

Tl 11çriodo di li impiegnrono in Germnnin ed in Brhnnnin, mcnm: Domizl~no li condus$': contro i Cutti e Daci , c Trniuno in Daci• c Persia. Nerone li deStinò anche ad incarichi di or· dine pubblico qunndo, nd esempio, li inviò n Pozzuoli per dirimere le violente divcrgcn7.<: sorte fru i po· polnni ed i magistrnd. 1 metodi Sf'kci <oclott:ui ndl'occusione uniti nlln loro solo presenzn, consenti di ripristinare bun procsto In lcgtilit~. U

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medesimo imperatore stnbih inoltre unn colon io di veterani delle coorti prctorie nd Azio, invinndovi nume· rosi cc.ntutiotti t>rimipili. 11 potere politico, derivato dal dc· tHI't'tlte militare, sviluppato dni pre· totiomi fu notevole: Caligola fu uc· ciso dn untt cospirnionc cui parte· ciparono i preroriani, Gnlbn fu dn loro abb<~ndonuto per Otonc, Domi· ziano rovesci nm in ravore d i Nerva, Commodo c Pcrtinncc uccisi.

~crvi?.io cr~

di 16

anni o fronre dei 20 dei legionnri. TI loro soldo \•nriò col tempo ma ru ffiijjjgÌOrc di quello dei lc~:~ionari: dai }00, poi 750 denari di Augusto (due denari al giorno, pari a )2 a~$i, qunndo lo paga dei soldati er<1 limi. rata n JO n~i) si passa w 1.000 di Domi:.inno, ai 1.250 di Commodo, ai 1.7 10 <ii Scttimio Sevcrt1 per r;. nire w 2.500 di Caracctlln. Un altro f•ttto aiuta a comprcn· dere come questa milizia scelta fos·


VASIENS 9VOC PATRON

se x~ AFRA N Lo~sex~F~ P>VlUtO TRI 89M N ~ P&OC:AVGVS VOLT

Cumdio, acc!Jzmato imfMTDinm Jaz

pret<JritJ,li, stringe la mutro ad rm turo tiCJiilli/tro.

TAE ~PROC~J·C· ·~=

PR.OC ~ DÌVI \" CLAVO'

A destlll ìn alto. DM/t;~ dt-ogn abitilltfi di Va10in (Va,tòfl·l4Rnmllimt,

PR.Q.F•PRAa'Ottl~RNA

FtrmcÌit) al {bm C:Oflcitlddùto

Stmo ll/m1zio Rmm, pn![tlln del prel(zriD. l

MENTI~

z«. J.C.

CONSVLAS.

A detrra Jn buso. Fron" d/ b.u con <pigfd/t "'"'"'" al Ct'IIIJJrion• 'r 1'/az•lo llzifo, wld.zzo tlei!Q

Xl/ <001'11! 111'btzna, Jtlla IV tDD•U pn!tiJrfll c ctnluricmc Jclft: lcgi~Jt/ XlV Oc.tulma. Xl Claudia, U Augu•t• t Vll Gemino. Da Rattcntld

se ben divcrsnmcone considcrma rìspetto Qi soldQti delle formazioni di linea. Quando Augusto morl, lasd?J nel $\IO test amento che fosse corri· sposta a ciascun pretQriano lo som. ma di 1.000 sesterzi 11 fronte dei 300 concessi Ili legionari.

Le COOrti pretori<! erano iutte cqtJi/a/at:, aVCVaDO cioè anche

W1

contingente di cavaUeria, ed è dub· bio se fossero forti ciascuna dj 1.000 soldo ti o nvesset·Q In normale consistenza oumericn. I fanti ptetorinni avev!lDo come emblema i signa,· mentre i cavalieri erano dorati del vexìllum ..n coman· dante di ogni coorte era un rribuno, proveniente di frequente dai primj. pilari e che, molte volrc, avcQa gìà p,resraro servizio in altri corpi arma· ri della cnpitnle. [l comnndo di tutte le coorti pre· rorie era affidato a due preCetti di rango equestre, la cui influenza, SO· pranuuo politic~ fu enorme. Perso· nnggi qunll Seiano, Burro o Tigeli i· no rievocano rutte le ambiguità, le cospirnzioni, le b~ssc~zc dello corte imperiale: il loro potere fu sempre notevole Cino a quando Diocleziano, pur aumentando la loro influen·

PVP · RVFO M l LITI CO HXTIVRH ETC O H l Jll-PR OR l) l N ATOi'\RCH ITEC

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37


&.- co11 cli:diC'tl u Carucnl/4 Jn {Jart< Jr/IIJ V crJurl< Jet Vi[lìli. L 'il<rizìurrc è

sqmJa Jn m111 scn~ ~li tmmi Ji a'ltfminm.

210 d.C.

zu nell' •m.ninist rm<ione finsm•,i;ari:< deU'impero, rolse loro il comando diretto dci prctorinni. Là ncccssith di fornire a Rom:a un efficiente 11pparato dj polizia per gMantire l'ordine ed il rispeuo dcJ. le leggi f11 riconosciuta da Augusto che, probabilmente sul finire del suo principato. cosritul tre cobortcs urbanae, poi portnte u qunuro, forti di 1.000 uomini ciascuna. Pnccvano parte intcgr:ultt; delle forze armAte ed n volte venh•ano impiett~r~ in combnnimento, fatto vcrificntosì nel periodo di nn11rchin susseguente 11lla morte di Nerone:, quando Otone le mobilitò contro Vitcllio. t\vcv~no per c:orn:andnntc il prlle/eclm urbi, c:ccezionalmc:nac sempre dj mngo consolnre, il cui grado militore ern considernto mol to elevato. La suu sfern d'inOuetlll:l nndnvn d••ll• slcure'l.zn pubblico, praticamente ero il cupo dcllu poli· :tia <', in via sussidiaria, allo svolge· re eornpit i giuclizinrl. Le singOle coorti erano poste sempre al co. I'IIJI!Ido dj tribuni. La fermo cltl!li tll'banicuwl ero dl vent'onni ed il loro trowamcnlo ~onomico inferiore o quello dei pretoriruù. Nel giù citato tcstruncn· Un tJtro corpo nùlit~~rmente or· to eli Augusto, infau i, ~cl ogni up- ganizzato du Augusto fu quello dci partenente alle cohorrcs urbana~ ve- uigìllls. crento per combattere l'nn· nivnno assegnori 500 sester?.i, In noso e pericoloso piago degli int.'t'n· metò esnnn di quelli concessi ai pre· di. Bcncbé Romn avesse già visto all'opero unh~ di vigili del fuoco lOriuni. Non si hanno notizie certe circo creoLi per iniziativu pèrsonnle d~ In loro intromissione nello sfern po· ~ualche magistrato, fu solo con In lirico ma probabilmente si nllinen. formazione di ben 7 cohorres UÌ8J· rooo sempre alle decisioni dei pre- ltmJ che 1i temò serirunenre di dare torinni. L'unictt unnotnzionc citcu unil ri$poSta concreta alln que~Lione un dualismo rra i due corpi sl ebbe dei rrequenti c devastanti incc:ndi. allo morte eli Caligoln. Mentre i La forzo numerica, ben 7.000 !IO· prctorinni nppoggiorono subito mini, ci fn comprendere come t\u. Cl:audio, le cohorws urbanau o rimo· gusto inrcndess~ nifrontnre deciso· scro 111 di fuori dello questione o mente quesro pt·oblemo. stettero in attesa delle dctisioni del Presiedtvnal tutta l'orstmiz?.azio· senato: in ogni caso i loro dubbi re· ne: un pracfccttiS vigilum, di rnngo sistc!lero per un solo giorno, poi equestre, rncnt re le coorti er:ano al nderirono anch'essi nlln causo di c.omnndo di tribuni, J)rovcnicmi in Cloudjo, genere dai centurioni legionari. l ui· 38

giles, invece. crono tratti origin(ltiu· rncnte dolln classe dci liberti che, dopo sei onni di ~ervizio, riceveva· no la cirrnd;nnn.zo romo.nn. Le cohortes vigilum nppunco per· cbé formate dn iadjvidui di t1oscito non libero non erano considerate come focend porte dell'esercito. Le fonti ci ric()rdano che durante il principato di Claudio venne inviuro uno coorte di vigili o Pozzuoli ed o Ostia. t\ R()ma, nell'•«~• di Trastc· vere, ~i rinvenne nelln mer~ del se· colo ~corso In c:lSermn ehc alloggia. ''o lo V11 coorte dei vigili cl:~e fu Litolota cornc Sr:vcrio1111, IIJtloniflitma, Mamiana t llkxaudrintl, rispcuivu· mente dagli imperatori Scttimio Severo, Corarolla e nncorn do Giu lin Mamen <" dn suo figlio, l'imp~rn· tore Severo Alessandro.


l?EPOPEA DI GIULIO CESARE

... micat imer om nes lulium sidus, vclut imer igncs luna minores.

...risplende fra tutte le altre la stella di Giulio Cesare, come la luna fra gli ast1i minori. Orazio, Csrminum I ,U,46

39


Busw dt C. Giulio Fin< l """· p c.

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t\Jun~JZio

Cdtllzza. Dal mamcko Ji L

P!Jmco. legato di C<14rt,

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Gact4

glatiitllll e di giaveUotto, pilum,

fortuna e dalla capadtll del suo comandante, sin per le grntiliche in càso di vittoria, si~ per il premio :~1 termine della sua vit<t miUtare. È evidente che tale situazione implicò anche tutta una serie di problemi di natura pelitica c spiega anche, in buona misura, il motivo per il guale nessun reparto cesatiano passò n Pompeo (che rappresentava il volere dell'ordine costituito) o d~ezio­ nò unche in situu;r;ioni purticolur· mente diHicili.

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La legione di Cesare era composto da 10 coorti, forti ognuno di 600 uomini: in totale quindi 6.000 combnttent i. La coorte operava di norma inserita nel comesto dell'u· nit~ superiore mn ero in grado, per il numero degli eHettivi e per !:i possibilità di essere ancora facil· mente comondabile. di slfilllppare unchc n:.ioni indipendenti, seppur quasi sempre in unione con al~rc coorti. Tutti i legionari erano nrmati di

un'arma da IMcio che, scagliata ad ondate su distanY.c intorno ai .30 metri, si dimomò io grado di fer· mare cariche di cavalleria o di scompt1ginare reparti di fanteria. La difesa era affidata nJJa cornzz~. lo genere la lcrica tquamala, formolà d,t scaglie eli mcrallo o anche d'osso, di formo scrnicircolnre o np· pumite, che, unite da fili di ferro o bronzo, etano bloccare ad u•t rlvesdmcoto interno di cuoio o stoffa pesante. Venivano inoltre indossare la lorica hamata, una cotta di maglie di metallo mutuata dai Celti, e In IOJ•ica a11atomica, impiegato dogli ufficiali o ln occasioni solemti, che, in (erro, bronzo. o cuoio, disegnava l>r•rlcamentc lo porte superiore del corpO, rocchiudendolo Cra due val· ve. L'elmo era costituito da w1a calotTa metallica emisferica con paronuca molto SpOrgente e due ampie parognnridi arre a proteggere il vi· so. Lo sctttllm, scudo, legget·mente crurvo all'esterno e tendente nl rett:angolare, era costituito do tnvole di legno con motivi decorativi i11 mct;•llo, mentre il bordo e lo pune centrale erano rinforzate con !ami· De MCOr<t in metnllo. Le legioni cesariane non furono 110oi al completo dei Joro e(feuJvi. Cesare infatti pr~eriva costituire nuove unità piuttosto che •mescolo· re veterani con le reclute. Le sue tllnirlt di fanteria furono quindi quasi sempre di forzn inferiore a quelle dei pompeiani: egli uriliz:.ò nddirit· tura legioni ridotte a tre-quattro coorti, La forta che teneva insiemi: quc~ti uomini era costituita sia dall'Indubbio caristru1 del loro cape, sin da una disciplina ferrea che non venne mai aiJ..:ntata neppure durante gli appunramenti storic.i j)iù impegnativi: ad esempio durantè gli nssedi di Alesia o In cam[lagnrt intorno n Durazzo, bènché vi fosse st~to una grave crisi logistica, non abbi<tmo notl~in di ammutinamenti o insu· bordinazioni fl,a l leQionarL Tutrn-


via quando veniva meno, Cesare re- S011r1. staurava la disciplina in maniera in· Pa1tko/br~: Jtlk optrt di romrow/14~/<>tt• flessibile. AU'indomani di Zela nl· rtlotio< all'ass<rlio Ji 11/ésia dd J2 a.C.. Da #11Mra a Jotra si ltolanu; un a?Jt!'ft loreh~ in ltaUa le truppe si ammuti· rin/urzatu dt~ rma Rra.liccialu ,·un tom:IIJJ; narono ad Antonio, egli le placò dm! firo/on.Ji /oJtali; un'arca Ji Ì111erJ~iom: con In sua soln presenza, ilnche se carailerk:~ Ja grcmi rnn1l tJetuninuli non perdonò moi del tutto la sua X lnfos.i a l11rra 111 file pamllt!le; umt stteoml11, Lcgio, i cui legioonri furono sl distinta da buc!H Sllf <Ili fmtdo mmo pitmtati pali aguai: "''" rma. con pakltJ riammessi in servizio, ma solo dopo ftfrtllfftlllll Wll un llrlclttQ o flfkl CMplclt In nvcr ancora dursmtntc combattuLo {trrtJ. PI4Siico ri<oltnl/1/11() In u o/a UJ. a Tapso e Munda, per poi essere congedati con l'assegnazione di te:rrc. Negli eserciti di Roma coloro che dovevano mnrcrialmentc ammin i- Sori o. strarc In disciplina erano i cenrurio- Speroni di bronzo rinr.renuri in 1m uppìclum ni Provenienti dalle fila dei legio· Clll/.a dd/a llloravia. l """· a.C.. no.ri e nominati dai tribuni, essi sviluppavan() una loro carriera che si poteva concludere nel primipilato, il più nlto grado della gerarchia. Cesare tenne sempre in gran conto i suoi centurioni e tale considerazio ne si ricava dalle sue stesse opere: li cbilUDÒ a far parte, di norma quelli eli più alto grado, dd consiglio di guerra, spccialmen[e in siruazioni gravi, o lasciò scritti i loro nomi quando emergevano per il valore dimostrato. Conosciamo quindi ancoro oggi il centurione primipUo Pu· blio Sesto Baculo, ferito gravemente dw:anrc In bottnglin del fiume Sabis, colpito nuovamente nella difesa del castnmt di Octodums cd >lllcora distintosi nel fattO d'armi di AdualflCa, ed i cenrul;ioni Lucio Fabio e

Marèo PeLronio, della VIll Legio, morti sugli spnlti di Gergouia. Ancbc i suoi luogotc.ncnti, i legati, contribuirono n decretare lo su· premazia degli eserciti cesariani. ll legatus noo era propònmente un mi· lilate di professione, anche se di norma dopo aver seguito Cesnre per decenn.i finiva per divenire un otH· mo comandante, ma era un uomo pubblico che n d corso della sua carriera poliricn era chiamato a svolgere funzioni di comnndo nell'eserci·

to mobilitato. Alcuni eli essi divennero famosi, specialmente quelli che si batterono neUe Gallie: Tito J.nbìcno, che du-

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~ante la guerra c:ivUe si dimostrerà strenuo wuugonistu del suo coman· dante c forse il più capace frn i suoi avversari, mentre durante le guerre galliche ebbe numerosi t!d impor· tanti comlllldi nnche autOnomi e con numerose fol"J.c: Publio Crosso. figlio del criumviro, che conquistò l'Aquitania per poi andare 11 morire in Mcsopatnrnia, :.t Carre, al tctmÌ· ne di un'epico c<Uica contro i Pnrtl; Quinto Titurio Sabino, che al comando di tre legioni seppe dominore i popoli delia Normandia e mori combonendo i Galli Eburoni insieme ad U1ll aluo legato, Lucio Aurun· culeio C-otta; Decimo Bruto che si improvvisò rtmmiroglin e battè. sul mare i Veneri: C11io 'frebonio che operò in Britnnnià; QuintO CicerO· ne, f rute:Uo del f11moso oratore, che pur non essendo un gran soldato seppe (are, da buon romano, il pro· prio dovere; Lucio Munazio Planco destinato n divenire co!ISO!e. Ben diversa ero In coosistenza dell11 cavnllerin. Am1a poco coosi· de rara dai Romani, che furono sem· pre «fllnri», almeno fino al medio· tardo impero, in epoca cesaciana ronmva rcpord di du~·trccemo ca· valleri per ciascuna legione. Ciò era turmvi~ del turto teorico in q11anw lo stesso Cesure ci descrive questi repurti come pochi ed llllcor meno nddcstru ti. Ed ecco nllorn, mosttun· do ancora una volt u acume politico unito a gen io militurc, chiamare sorto le proprie insegne primo la ca· vnllerin gnllica (con nrruolamenti a voit~ un po' fon.ati) poi quellu germaniea, dalla terribile reputazione guerresc11, in modo da ottenere un duplice risultato: legare a sé i nobili G1l.lli ed ommere nna cavalleria molto QbiJe e vruidA. La soluzione di questo problema venne n fondersi con un altro: l'11r· ruolumcnto di unità di fanteria che svolgessero compili non ndatd ai fanti pesnnti. La ricognizione vic:i· na, il pr imo ingaggio del nemico, l'inseguimento, che 1111 tempo eruno compiti ed ~pJ>annOMio dei ueli· ler, vennero cosl destinuti n com· bnllcnti non in possesso dcllu citta· dinan1.n romana: gli rwxilill, la pra· ricn non ern dcl tutto nuova mn Ce-

V:gitmnn()

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dd l ""· a C..

possibili til di costruire opere imponenti d'ingegneria militare, fl!MO pr~supporre f esistenz~ di in· dividui con le necessarie conoscenze tecniche e con maestranze ln gro· do di eseguire le loro disposizioni. l .n:slÌ dcUe grRndiose ope•·e di con· trovallazione e di ci.tcoovalluione. con sviluppo dell'ordine di decine di chilometri, costruite intorno ad Alcsia per Col]duroe l'assedio e per resistere agli attacchi dell 'esercito gallico di soccorso, sono in qualche coso giunte fino o noi. MQ anche quundo n0 n assediava, la fol"l.a ro· mano provvede\•a a fortificare sem· pre il luogo ove si accampava. Quc· sta opera"'ione, che in Cesare sem· bra quasi divenire un'ossessione., causò a volte anche problemi molto gravi, com.c sul fiume SIJbis. quando i Gru li dclla Belgit:1l. sorpresero i Romani intenti alla cosuuzione del ça. slrum ed tondarono vicini ad OtLcne· re uno clamorosa virroria, Gli ac· campamenti fortificati ressero co· munqu.- costantemente l'urto degli saté ne diede un decisivo impulso :tVvcrsori e >C Ucampo dei legati Ti. anche se fu solo con Augusro che rurio Sabino e L. Aurunculeio Cot· tutto la matecio sarà rcgolumcntutn tu fu preso dai CaliJ Eburobi, dipc· mezzo secolo dopo. $c solo dagli inganni dei nemici c Alcuni esempi vnrrcmno n spiego· dolio discordia ed irrisolutezzo mo· re il fenomeno. All'inizio dclln cnm· strato dai comnndnnti rom:mi pngna d' AfriCil dc$tinetn a termina· Un castrtllll romano non era <:<:C· re o Tnpso, Ce$are nvevn ni suoi or· tameme un'opera di poco conto. di ni cavalieri c fanri armati nlla lcg· Esso comprendeva un a11f,cr, un ri· gera d'origine gallico e germanica. lie.vo di terra, costruito utilizzando Più tordi lo suo etwalle.rio incluse il terre.no di riporro scuvnto dn uno Galli, lspunici e Gcruli, arcieri del- o più fossati. Sul bordo dell'oggere la Sirin e dcUn lturen c fanteriu au· • en• infi>sa una b3rricra di puli rin· siliario ottenuta rrosforrnllJldo i ma· fQ!"i,ata da una graticciata e destina· tu sia u trullcnerc il materinle di ri· rinai Galli c Rodii . Un cltnco delle sue forze u Du· porto che a formare un parapcuo razzo e Pnrsalo narra di arcieri Cre- da cui si potesse operare contro il tesi, Lnct!demon.i, Pomici e Sirioc:i nemico. Almeno agli llllgoli ernno e 1.200 frombolieri di varie nllzio· innobmte rot:retTe con il duplice nnlità. Nello campagnn alessandrino scopo di favorire l'osserva1.ionç c di traviamo invece nrcicri Cretesi c costituite lo base per eventuali muc· cavalieri Arabi, oltre n rinforzi Si· chine da guerra. Tuui questi lavori rinci e Cilici condorli dn Mi[rìdare formnvnno il v11llum, al çui ripnro si di Pergamo. trrtcciavnno le strndc, si ponevano La copnciLÌI di cingere d'nssodio gli nttendnmeoti t:d i mngazzlni <!si cirr~ fortificate e, nelln m<~ggior ~vOI!ìeVII ulln vitu quu•i di gvurni· pru-re dei cnsi, di conqui~wle, oltre gione. :1Ua


vide Wl VIStO tpC• dalmenre 1111 reaai di guerra orico· tali noi periodo storico conaesuente alla mone di Alessandro ed .ne lot • te successM: Era l generali per approprlml del brandeW del suq Impero. In uno scontro che impegnò nel H2 a.C., in una zona vicino a Go· za. le lorz.: dl Seleuco e Tolomeo contro quelle di Antigone e suo fi. &lio Demetrio, furono messi in Cllmpo ljWISi duecento elefanti. L'elefante da guerra migliore era quello di raz2u Indiano: si trattavA di bestioni alti fino a 3.5 metri. passabilmente comandnbili c coruggiosi. Venivano anche impicgQti elefanti africani anche se più piccoli dei !aro cugini orientali, più {açil· mente addomesticabili ma molto meno... intelligenti. Gli 11nimali venivano impieg~ti in un'unico ondnta devastante. Potevano combattere a volte ancor più corazzati con rivestimenti in meta li <l, c<ln in groppa una specie di torrertò con due· tre combattenti , rn~ 11 volte $i misuravano con gli animali della parte avversa. Polibio ci descrive uno di questi SCQntrl in cui si vedono elefanti avvinti per le ?,anne, alcuni caduti, altri ancoro troEitti dalle zanne degli avversari. Certamente una c;arka di alc~m; dozzine di elefanti doveva essel'C un fano da porre in imbarazz<l anche il più incallito dei veternni, pur tutravi8 il loro ~so era limital() d"' due fnrtori determinanti. ·Innanzi tutto la loro estrema instabilità emoriva per cui, a volte, impauriti ed imbizzarriti dalle con· rromisure dei nemici, si riversavano contro le proprie schiere. Nella ricorda ta battaglia di Gaza ·la sconfitta delle forze di Demetrio fu d ovt•· ta almeno in parte allo scompiglio che i suoi stessi elefanti, fatti ogget· to di un nutrito lancio d i fx.:cce, causarono nelle sue fila. La loro pc·

ricolositn anche per chi li impiegava è ~ncor piìt dlm<lstrata dalla di~po· sizione dato da Asclrubal~. il qual~ aveva dotato i conducenri di uno «scdlpcllo da fabbro c un martello~ con cui colpire il cervello dc.U'animnle quando, imbizzarrito, non ob· bedivn pitt ngli ordini Il secondCl problcrna ero tJj nat u· ra logistica. rinché si ero in guomigione si potevu provvedere nlln quantità di Heno che gli elefanti in· gurgitavano gimnalmentc ma q<~an. do si era in movimento evidente· menu: il problema si poneva in ter· mini drammatici. Annibale stesso , nel corso della traversata delle Alpi, perdet te diversi cupi anche proprio per questo motivo. E i Romani? Concreti come scm· pre , capirono ben presto che, da un punro di visra militare, gli ele fanti non potevano volere molto ed infot· ti nessun reparto organico montato su queste bes tie fece pa•·te delle !or· ze romane. Certamente li impiegarono in q ualche caso isolato mo i «buoi lucani» non li convinsero mai come fotzll bellica. Pirro fu il primo che fece cono• scere ni Romani gli elefanti da guer· ra; ocl280 a.C. ne schi~rò venti od Hcraclea (colonia di Taranto), la cui

Pt~UtJ #f'IJSCf)-tiDtlfWZO .con

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apparw o ne decise le sorti d eUo scontro, mo già ru successivo combattimento di Asculum (Ascoli Sarriano, Puglia), un annn dopo, i Romani avevano studioto le contrami· sure: corri muniri di lungl1e aste acuminate c frecce incendiarie. Ùl banaglia finl senza vinti né vincita· ri. In quella decisiva di Benf!VQntum <Benevento) nel 275, Pirro venne duramente sconfitto; dieci elefanti furono uccisi dalla fanteria mentre altri quattro, catturati vivi, avrcb· bcro abbeDito il trionfo vincitore. Le guerre combattute fra Roma e Cartagine videro quest'ultima potenza fare largo uso di elefanti da guerra. Ernno quasi tutti di razza africana, anche se non dovevano mancare esemplari indiani ottenuti dai paesi d'oriente a mezzo dei fre· queml contatti commerciali . D ella grande cavalcdta che Annibale intraprese dalla Spagna alla Calabria, facevano inizi<llmente parte ben 50 pachide:rmi. Il condo 1tiero canagi· nese ne a,veva ancora 37 al pnssog· gio del Rodano: il guado del fiume.

45


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«<llJ::IIIUO di aRre suiJ'IICQUI. Poi, tta burld e AM- ever prl-

1111 imbuato L: fm,mine, il branco ~ l'IIm sponde. Ben trisle fu. tuttiVÌI, .. loro

sorte succasiva. Molri moriloao sulle Alpi, 1111 connibulrono alle vhtoria eeruginae dcDa Trebbia (218 a.C .), poi dei d!Ki sopravvissuti, sette morirono sugli Appenni· ni, fin~ non ne rimase che uno aolo. Rinforzi di elefanti gli giunse· ro dopo la presa eli Locri ma, nuovamente, nei dintorni di Canosa, affrontati a colpi di giaveUotto dalle fo~ di Marallo, feriti ed impauriti, si rivoltarono c:omro 1~ forze c:artllginesi. Poi venne Zama, cnn Annibale che schierava 80 elefanti: li lanciò per primi contro l~ legioni romnne Qui furono accohl dai maniP<'Ii schierati a colonna per incanalare il loro impeto, dai vcliti lanciatori di giave.Uotto e da un orrendo clancorc: provQC',UO do ogni CQrno, trolllba o buccina che porc:sse produrre un suono. Dci poveri animali, alcuni si ri(ugiarcmo nella direzione donde provenivano menrrc: i rimanenti fuggirono e non comparvero più nel corso della battaglia. Fru le clausole di pace imposte a Cartagine dopo la sconfitLa era anche quella di conse. Srutre rutti sii elefanti. Da parre rollllllla furono cerl:l m<1ntc impio;gati dal console T Quin~io Flaminino contro l Macedoni di Filippo nc:Uu battugliu di Cinoscefnle del 197 a.C.; n Mngnesin nel 190 contro Anrioco di Siria ed n Pidna nel 168 contro f>tl'loco dci Macedoni: il maggior fornitore di unimuli do guerrn era il re: numida Massinissn, la cui politico filoromana fu prOSeguita dal fijlliO, che condu•se egli puttc c:lefanti al campo romnno durnnte In terzo gu~rrn punicn. Negli nnni successivi anCOI'll unii voltn i Romnni aUrontru·ono gli elefanti in terra d'Africa, contro Giu· gurta: nel 109 a.C. nella vittoriosa

bl\ttnglin di Muthul ne vennero uc- Slwm mmatrQ m ferro, NPIC e U.TJ.'Cftlo O. cisi 40. mennc qu&tlrO furono c:s&t· O...•çtm, l'ratiCM l J«, J.C.. turQti vivi. Vi erano certamente elefllllti ne· gli eserciti romani cbc occuparono Il causu dei corpi rugosi e c.u-khi di Ili Spagna e che in Gnllin sconfisse- o.rmoti• e ...splendidi elc:fanti, ll1hl cui vitta t:d ai cui truci sbadigli u ro Arverni c:d Allobrogi l 64 pu~hidcrmi messi in line;~ stento resistevano gli animi spnvc:ndnl re Giub~ li Tapso (46 n.C,), fu- lllli» mn nggiungcva che i condurono causn deUu viuoria dei cesariu- cenrl erano dotati di coltelli per ucni e dello morte dd loro re. L.a V lc- cidere i loro nnimnli •perforando la gjon<' che si ern distinta nel C()nLra· vena che rropossn dnUn tcstQ ILI colsrarc: l'a7.ionc: degli animali orr~nnc loor, ~ 5Ì fo~cro imbizzarriti. Co$Ì do Ce~1U'C! di potersi fregiore con infine descrive lo SUitO d':mimo dei soldut i di Giuliano cbe dovevnno l'c:mblemn dcU'c:lefantc:. Poi l'uso degli elefanti da guèrl'l\ a({rontarli «peicbé i nostri non sop romani fu ubbandonato. Cesare vo- port11vano Il fetore ed il barrito dclevn riunire elefanti per In progetta- gli elef~~nti». Nella difesa, durante il Vl 'lllCO· to guerrn contro i Poeti, C laudio pcnsavn di utili~zurli fro le 'ttuPI;lC lo, della civiltà occidentale sempre destinate till'occupn:eiooc dcUa Bri· contro i persinni sappinmo dn Protannia, CaracaUa ne aveva al ,;uo se- copio che essi erano ancoru presenti guito: come si vede tentativ i, pro- negli eserciti $a~sanidi. ln un p~sso positi, ma nulla più. Sin l~ foi"Zoe del ce ne indicn otto, in un nhro ci dc· medio e 111rdo impero che, addirit- scrive: il ferimento di unn besrio, tura, i Bizonrini non fecero uso di per concludere in un modo epico: tali •armi.>, unche oe li trovarono l'armn anri-cltfantc era... un main· le. Appeso a corde cnlare dalle mu. nuovamente di fronte sul campo. Nello seconda metìl del TV secolo ra, con i suoi srrilli ncuri, fece im· d.C., cosl Ammiono Marcdlioo de· hi:r.zorrire l'dtfante che stava ovvi· scrive gli elefanti ptlrSiani «orribili cinnndosi aUe fonilicazioni.



Legio Vll

Fu

arn.tolat~ nella Gallia cisalpi-

na intorno all'anno 59 a.C. Combatté n Bibrac/e e partecipò alle successive operitzioni. Nel 57, nel cor· so <Iella battaglia <Id fiume Sabis, formò, con In Legio l' nln de· stra dello schieramento romano; resse faticosnmentc l'attacco diret· to degli armati Nervi (c:he guidavano una coalizione di popoli del nord, dotati di ottima fameria), an· che se l'esito dello scontro fu deciso dal succcs$ivo intervento delle le· gioni al comando del l~garo Tito L:tbieno. Nell'inverno successivo, avendo èome lega t o l'ublio Crasso, pose i quartieri nel paese degli An· di. Le requisirioni di grano provo· carono la sollevazione delle popola. zioni rivicrasche dell'oceano. Nella campagna che ne segt,t1, Crasso conquistò buona parte deU' Aquitania. Nel 55 fece parte del corpo di spe·

:xn,

dizione destinato ad

9tl~ccare

la

Britrumia. Dopo lo sbarco, incaric~· ta di provvedere al foraggiamento, cadde in un agguato ocl quale i Bri· tanni usarono per In prima volta i loro carri d'assalto: la reagl du· ramente ma riusc'l- a disimpego(u-si solo dopo il sopraggiungere dei rinforzi guidati dallo stesso Cesare. Partecipò ancora, e fu impiegata in prima schiera, alla seconda spedi·

vn

zione in Briumniat di un 11nno successiva. Durante l'ultima solleva:l:ione celticn nelle Gnllie, lo Legio vn ebbe parte not.evole nella favorevole battaglia, combattuta nel circondario di Parilli, che vide Tito

48

Labieno, al comando di tre legioni, bnrtele un forte raggruppamento di insorti. Tn particolare, la vn, disposta aU 'rua destra, dopo aver sconfitto i nemici un dal primo scontro, operò, agli ordini dei .ruoi tribuni, un movimcnro avvolgente a sinistra, scompaginando tonti· mente gli avversari. Della Legio VU sappiamo :~ncora che per Cesare operò nel 49 in Spa· gna, nel 48 a Farsalo c nel 46 in Africa. Sciolta nel 46, fu ricostituita da Ottaviano nel 44, combattendo nuovamctlte n Pilìppi c forse ad Azio. In età imperiale fu denominata L!gio vn Claudia c, avendo il toro come emblema, fu stan-.iata in Dal· mazin ed in Mesia, pur inviando suoi reparti a combattere in D11da per Traiano, a Cipro p<:r Adriano ed io Oriente sotto gli imperntori Marco Aurelio e C~ttacalln.

Le sue notizie si perdono neUn Mcsia post-costantin iamt.

Legìo VITI Originarinmcnk stnnziàta ad Aqu Ueia, prese parte alle operaY.ioni in Gullia fin dall'inizio deUn guerra. Durante la dura battaglia del Sabis (57 a.C.}. fu schierat!ll ul centro, n fianco dcUu Legio XI,., fu impegnnra dal contingente elci v;. romanduri. Burtutili sulle alture, Il sospinse, sempre combattendo, fin sulle rive del fiume: qui dovew: di nuovo impegnarsi duramente per

Cnmba!lìmel/lo fra èalli c Romani, Il ri/ÌCVQ oppartìCitC al /rq,io d<ll'urr:o di Otrm~. l'antica Aruusio.

arg.i oare l'improvvisa avanzata dci Nervi. Sappiamo che continuò a battersi nelle fila dell'eserciro di Cesare. Nel corso delle campagne successive è nuovamente rintracolabile negli avvenimenti succedutisi durame l'assedio di Gergovia (52 a.C.). Nel corso di uno dei rip<:tuti assalti , ci è noto che un cenrurione, con tre fanti, riusd a s!Ùire fin nUe mura1 mentre un altro C'enturione

quasi ritucl n forzare una porta del. In fortezza: il ritorno offensivo dei Galli sommerse lt punte avanzate: romane e solo il dispicgat:Si delle ri· serve con.send a Cesate di ristubiJi. re la situazione. I due centurioni, di cui sappii\Jlto i nomi, Lucio Fabio e Marco Petronio. ed i pochi legionari dell' VIll che U avevano seguiti, Cl1ldàcr-o sul posto. Al termine della conquista deUa GaUi• ed all'inizio deUa guerr9 civ[. le contro Pompeo, raggiunse Cesare in territorio irnliano n Corfinium. Nel prosieguo della guerra fu a Far· salo (4g), Tupso (46) 1 pc:r essere poi sciolta negli anni 46·45. Rkosriruita da Ottaviano nel 44, combattè a Filippi, 11 Modero e forse ad Azio. In etò imperiale ru~sunse l~ deno· minazione di Legio VIIl Augusta. Rimase sran-.inta ni confini occi· dentali: io Pannonia, Mesia e GM· mania, mentre suoi distoccumenti parteciparono olio conquisto ed ntlt•


Cm" lklk """'P.'l"' tll c;,s,,. '"'"' G•lltc J4/ J8 al JO a C., COli ri/MIIIMUJ •lk o~md••1• <01/tru Vor:l•f/llor/xc.

successivo paci!icazionc dello Bri· Lannia. Scomparve in periodo mrdo im·

pcciale. Lcgio IX

Ancb 'esso srom:ioto ad Aquileia, partecipò alle operazioni sio contro gli Elvezi eh~ conrro Gnlli e Gcr· mllni. Durante lo battaglia del Sa· bìs, con la Legio X, costitul l'ala si· 11istrn dello schil!l'amcnto romano: al comando del lega co 'l'i co Labieno bau~ in ,dt.~e successivi episodi gli Arrebnti, conquistundone il campo. Prese parte alle lunghe, suecessive opéruzioni che u:rminllJ'Ono con lo conquista dello Gallio. Durame le campagne contro Pompeo, sappidmo con ccrte7.7.;l chi( fu impiegutn in Africa. E incerro, anche se probabile:, che la Legio lX HispanR, d'et~ imperiale, sia stato la continuatrice delle tradizioni dello Lcgìo IX di Ccsare.

l.egio X Questa legione è comunemente considerata, anche dllllo sresso Ce· so re, lo migliore, perché formata dai l~gj<mttri più duri e (eddi. La suù storia fu un susseguirsi di otri di valore e prove assolute di fedeltà. Tratta dalla suu sede presso Ginevra, parrccipb Alle operazioni contro gli Elvezi, barrendosi a Bi· bmcll!. Dopo In sconfitta di questo popolo, >i profilò In gverm contro i Germani dJ Ariovisto. Mentre era in sosta, accadde che l'intero eserci· ro romano fu preso da ùmorc di dovèr aHrontore, per la prima volta, i mìtici gueuJeri Germani, tonto cbe «dappertutto, negli atcàmpamcmi, sl s ùlavano i tesUimenW.. Dopo un accorato discorso di Cesare al con· ~iglio di gucrm, allarg•to nm·hc ni centurioni di ogni ordine e grado, iu appunro lo Legio X cbe. a mezzo dei suoi tdbuni, per primo confermò la sua lealtà. Poco appresso, prima dello ~con·

tro &o i due eserciti, i condotrieri decisero di avere un abboccamento, avendo come sconn solamente re· parti di cavllllerio. Gli ar11111tl o Ctl· vallo di Cesare erano quasi intera· mente nusiliarl Galli, sulla cui lealtà e fedelth molto si aveva da dubita· re. Per questi motivi, Cesare appie· dò a,lcune mJgllain di cavalied Galli e li sosriru\ con oltreuanri fanti del· lo Leglo X, promossi cavalieri per necessità: l'incontro trn i due non p<>rlò nd alcun riSllltato e neppure, per buona sarre dei novelli cavalie· d, si 11ddivenne ad uno scontra ìm· mediato. Nel 57 parrccipb alla banaglia del fiume Sabis, schierata llll'ala si· nistrn cd al comando di Lnbicno. Il fallo d'armi, combamno contro Nervi e loro alleati, fu deciso pro· prio dall'azione della X che, dopo aver disperso l'ala sinistra nemica, si precipitò a scompaginare l'ala de· stra dei Nervi, che già stava som· mergendo lo schicrumcnto romano, in quel momento al diretto coman· do d i Cesare. Poco appresso, nel 55, Cece parte delle for-o~& con cui vennè portato il primo auacco in Brjtannia. Il primo sbarco, in pre· senza del nemico, fu effettuoro dai legionari della X, con l'aquilifero

olia tesro delle rruppe_ Nel corso delle successive azioni sull'isola, la Legio X riuscl o sbloccare le forze della Legio vn che, uscite dal com· po per procurare vcuovaglic, eruuo cadute in un agguato tra le localltà di Dea! e Worth. Duronre la gr4nde rivolta di Ver· cingerorige, In legione ebbe modo nuovameme di porsi in evidenzn durante l'assedio di Gergovia, Iaea· litll fortificata degli Arverni. Nel corso di uno degli attacchi i s uoi reparti non sentirono, o finsero di non udire, il segnale con il quale si fermava l'ovanznta e continuarono caparbiamente l' attacco. TJ contra t· t11cco dei Galli fu succe.$sivnmenre bloccato proprio dai legionari della X , rischierata sulla difensiva dallo stesso Cesare, e da alcune coorù uscire su Allarme dal campo ro· mano. Durnnre la guerra civile si bart~ in Spagnn, o Farsalo nd 48 e n T ap· so nel 46. Sciolta o esrremamenrc ri.d ot ta neglj effettivi, combattè tutcQVia ancoro nel 45 a Munda, ove i suoi legionari furono definiti pnuci. Ricostituit11 probabilmente da Lepido, dal 43 (u operante nc:J. l'esercire di Antonio, per cui com· b:artè n Filippi ed Azìo.

49


A s.i.Wst.nt.

Frruttl!umto di aJIIa Jj lllatlla m /C't'IO. 0.,. 1111 oppidum a!IM nti ptt$Sl dJ TW>t, l «<

a.C.. Souo • s-iniflra.

PmU<* tli frtet;a ;, ferro dtt ,, oppidum

ulta d<'i/11 IJocrnia. 11 • l "'"· a.C..

ln età imperiale assunse il tirolo di ugio X Gemina ed ebbe basi, successivamente. in Spngnn. Pnn· nonin e Germania. Sua sede finnle per secoli fu ViHdobotta (Vienna). Alcuni suoi rcpani parteciparono nlln repressione della rivolta de.i Giudei duraoitc i) regno di Adri:mo ed alb guerra contro i Porri di Marco Aufelio. Anche deUe unità che servirono in Gallia nell'esercito cesnriano dal 58 a.C. in poi, abbiamo notizie n volte precise e concrete, n volte coremi. Legio Xl

Fu unirb di medio valore che par· o tutte le compngn~ nelle Gallie. Alcuni decenni più tardi, ln ugio Xl Claudia forse ereditò le rradizioni dell'unir~ di Cesare. tc:<:ipÒ

Legio XII

Di ben maggior spessore fu il comportMlento della Legio Xli. Nelh1 gill più volte citatA battoglia del Sabis, investito direttamcn· te dalle forze nemiche maggionncnu: ngguerrirc, ebbe il cc:murìl)nc

primipilo

gravc:m~mc f~lro,

il si-

gnilero e tutti i centurioni della IV coorte ucci$1 In combattimento, con la perdita dell'insegna coortale, pochissimi tLibuni c centurioni an· COl'<! in grndo di combnrtere. Cesare ne assunse direttamente il comundo, mu solo l'intervento di ulu:t: unitÀ di rinfor.<o portò allo vittoria dci Rom"ni. Nel 55, al comando

del legato Scrvio Sulpicio Gaiba, conquistò la zooa (ra il lago Lemano ed il Rod1111o. D suo campo invernale [u improvvi$amcntc ntmccato da Galli Scduni c Vcrngri d11: riuscirono, dopo sei ore di lortn, n colmnrc H fossato cd ~bbuttcrc l>nrtc dclh1 palizzata. Uscita In cnmpo aperto, lo Legio XII bnnè dum-

so


Ccrnun~tos,

tlirlinìtd ggl/ica doli< como di

C:~lfJO.

Purlièlllllrr cktl cnlJ.t.,.,nc tl 111~mo di Gtmdt~tlnJp. DunintDTCA. Primn metQ Jel l

= · a.C.

dole a parrire dttlla V, In quanto era d'uso <:!Omuoe, nlmeno fino alle grandi ,guerre civili del I secolo, riset'Vare le pdme qunrtro al comando dci consoli designati. Non è cosa (ncilc indentifkare con esa;rrezzn quali legioni abbiano fallo p"rtc di uno dei tanti eserciti romani che si batterono per la con. quista dd potere: ciò è determinato dn un insieme di concause c di cir· mente gli ovversnri che lnsciaroao le sue penne. Prese p11rre a molte costanze. particolari. sul campo 10.000 caduti, ltullluzitutto ogni condortiero impormnr:i bàttaglic della J:luerra ci· Erede della sua storia ru la Leg;o vile: fu in AfriC1l , nei Balc;uti, a distingueva le sue ltnitn per proprio Xll Fulminata, dislocata prevalen- Mundu t-d a Tnpso. Venne poi per· conro, senza l>:tdure che analoghi temème nl confini orientali~ ma.nentem.enlc stnnz:luta oi confini numeri poressero essere stati nsseoccidentnli dell'impero. La sua fjne gnnl'i a legioni dell'esetc.ito avversa· ru tragico: durante la campagna di rio. Altro fallo cl.c concorre nd im· Legio DomiY.iano contro i Daci fu sconfit- pedire una chiara visione dci reparPoche le nmc sulla Legio ta e sbandata, Non risllltu sia stntn ti è In mancanza di un soprannome Sappiamo che prese parte all'asse::· moi più ricostituitn. ton cui designare l'unità: pratica dio di Gergovio. All'inizio dt'lla La Legio V Aloudae si presenrn questa .divenuta pol d ' vso comune gucrm civile era in Rovcona: parte- con due ca~llllerisriche ben precise. nel primi dec~oni del princip111o. cipò poi nllasuccessiva campngna i.n lnnonzirutto fu tra le prime ad es- ln fine è da rilevare In corenzn di Italia. La sua srorio si fermb verosi- sere identificata inizialmente solo ronti epigt·afiche, In cui lettura po· milmente al 46-45 quando fu con un SOJ>rannome, r1111t0 che il [rebbe. fornire chiare prove sull'esi· sciolta. numero V le venne assegnuto unni $lenza ed ubicazione di unir~ legioUn'altro ipotesi vuole che essa dopo, nel 47. L'Ainudnc, poi, non na.ric. diede origine alln Legio :xnr Ge- Cu d;l principio una iusta fegio, ror· Quante furono, in t(ltale, le le· mina. mnto c iQè da cittadini romnnl, mn gioni che prestarono servi~Jo duvemacufa, costituita . da stranieri. rante il periodo io cui Cesare renne Legio XIV Probabilmente nel 47, quando rice- il potere? Eutropio ci fornisce il nu· Redurotn in Iralla, ebbe come le- ve !le il numero distintivo, i suoi le- mero di J 7, che non appare esageragàro Quinto Cicerone. Nel primo gionari ebbero anc!.e la cittadinanza, to alla luce degli eserciti messi in inverno di guerra sosrenne l'ossedio colmando cos\ una lacuna giuridica . campo poco dopo da Anronio, Ottaviano o Cassio c Bruro. Verumendel campo invernale impiantato ad re poco conosciamo di queste unirà: Un'altra grossa unità che comAduatuco, nel territorio degli Ebu· ronl, da parte di Galli c Germani. banè in Asia, agli O(dini di Gneo la VI Gemello, In XXX, formata da Durame la guerra conll'o i pom· Domizio Calvino, fu probllbilmcn- itruici e stanz.iata in Spagna alla peiaoi combattè nel Balcani ed in tc una vlmrnculn /egio. Questo re- morte di Gesarc, la XXXVU, che si Africa. Forse diede origine aUa Le. parto, lo Lcgio Ponricu, tuuaviu, battè in Egitto, e la XXXVI, che gio XIV Gemina che negli anni in- sconfittO dalle for-lC di Farnace, operò i!ll Capradocin conrro Fnrnnce. rçrno al 60 d.C., quando era stan- non ebbe altra storia successiva. Per completar" le legioni che ser· ziata in Brirannia, ebbe fama di cosriruire la più valida legione dell 'in- virono in Gallia dobbiamo ancora rjcordarc la VI, che combortè suctero esercito irope>iale. cessivamente in rurra In guerra Alessandrina e nella camp•gna conLegio V Alaudae rro Farnace, l~ XV ed una Legio l , Co<tiruira nella Gallia rransalpi· ceduta a Cesore da Pompeo e da lui na, dovette il suo nome all'ofouda, conscritm quando èra console in cal'aUodola dal ciuffo: i suoi compo- rica. nenti, infatti , ornavano l'elmo, Come si può osservare Cesare quale segno di riconoscimento, con idemificb le sue legioni enumeran·

xm

xm.

LEGIO

51


.D condauo~éli~

EuorlèW~~--·ÌIJ.i IOrepithblfèiM, ~l*Jt·fato

to COII&""ito,e Jlelfllf' ~ caauol· ilall'~ Rbll!.lì'll potere, ~ l l\IUI QDI -

labiJB

al

di

COII!epl!DZI! pnlitko-mDitari oiJe D mtm:dlrono c:on paliàca in&en~~~

t.

e che furono sempre più cletermilllllti bell'esplosione delle auerre civili che ùuangulnaro110 tutto UT sec. a.C .. Per quanto possa apparire stra· no, il senato, quel ristretto gruppo di famiglie che detenevano l'effetti· vo potere, parve sempre molto restio a ridurre a province porzioni di tem più o meno 11mpie ehe i QMII!tali di Roma repubblicana 1111dava· no conqoist1111do. L'embrionale or· ganiz:tazione otmministrativa roma. na non era grado, infatti, di gestire, ovviamente in termini moderni, terre tt popoli sonomcssi, che inve· t't richiedevano soldati per contro!· larli e, soprattutto. comandami le cui vinorìe porevaao porr;ue a squilibri politici aU' inrerno di Ro· ma stessa. L 'ìmportunz« dell'assegnazione dci governatorati fu sempre di vito· le importanza polirico: Crosso, nd esempio, ebbe assegnnto la Siri n per poter muovere guerNt ai Pltrti, men· t re lo stesso Pompeo si fece ~sse· gnare la Spagna, che govt"rnò con legnri per la pcimll volt11 ndlo storia di Roma, per coll$ervorvl uo eserci· to in armi a lui f«<de. Le prinu: provirtcc erano rette da pretori ma già aDa (ine dd II secolo consoli e prerori, al termine deU'an·

no in cui permaoevono nclln mnj\Ì· strntura cittudinn, erano nsscgouti ni territori provinc:iali, ove si srabi !ivano anche per più anni. Anzi, con una apposita legge, si decise quali pro,•ince dovessero essere af. fidate, prim1l deUe elezioni, ai furu. ti proconsoli e propretori. L'ultima tiformo di questo sistemo Cu tentata d:t Pom1>~'0, il quale, avendo capito perfettamente qu.Ue potere si po· tesse concentrnre in unn sola perso· na e per un relativamente lungo pc·

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riodo di tempo, stahin che dovessero trascorrere cinque 1111ni tra la ma· gistratura ed il governatorato. Poi venne Cesare che spa:.zò il deliCAto meccanismo su cui si reggeva l'oli· gnrchia romnna ed Augusto, primo vero signore dell'impero. Nel I sec. a.C., il potere di Rolllll si estese oi set;ocnti ten itori: Sicilia

La maggior parte tlcll' isoln divenne provincia dopo la pace conclusa con i Cartaginesi scon!itri nel 24 L Quando nel 2 12 fu conquistata an· che Sin•cusa, questa dw\ venne scelta qu11le sede del pretore desti· • nato o govermrrhl. Nel periodo storico m esame In Sicilia non brillò per avvenimenti eccezionali. Nel l 00 fu domata definit ivomeme In secondo grande ri· volto di schiavi e dal 73 al 71 fu go· vemnta du C. Cornelio Vcrre, [a. moso per le orazioni pronunciate contro di lui da Cicerone. Durame In guerro fra Cesare c Pompeo fu inizialmente per quest'uhimo, dol 49 passò pero a Cesure. Allo Hne del I secolo fu destinato n provincia scnnroriu con un proconsole di r11ngo pretorio.

~ nel 197 che Roma, eanceU.ta anche In quena penisola la presenza carraginesr, dà vira a due provlnc~: l' Hlf/11111/a citnior, con capitale Carlhatp Nova (Carrageno) e l' Hirpania 11/Jerior, con Hispalis (Sivlglial quale citt~ più imporrante. Entrambe erano rett~ da pretori. 1 territori deUe due province che corrispondevano al corso deU'Ebro e ad urt'area fra il Guad!llquivir e la Guadiana, loro da una %00~ riviern· unite sca, furono costantemente nllal'l1ore verso l'Atlantico, le Asturic e In Gali?.ia. Nell'Si giunse in Spagnu Q . Ser· torio, un reduce del partito di Mu· rio, che riusd a fondere l'organiz. zazione militare romana con il sen· timenro nozionlllisrico degli lberi. creando un vouo movimento ed tDI· padronendosi della Lusitanio e di ampte porzioni della penisola. Solo nel 72 fu ucciso o trodimento, per· mctumdo a Pompeo di dom= l'in· surrt:zionc l'anoo successivo.

rra

Ln guerra civile vide Cesare b~t· tct·c i pompeiani • J.erida (49) ed a

Munda (45). 1'utrn lu penisola divenne nnrnvia complct:tmentc romana solo nel J9 n seguito dell'inrcrvcnro direuo di Augusto. V~e nuovamente suddh•isa in Hispania &etica, di rango senatorio, nel S\td del ilnese, LusiranÌJJ, comprendente i territori del moderno l'ortogollo, c Hit{XIIIill '[oi'TtlC(Illlmsis, ambedue queste ulti· me di rango imperiale.


delle bui da cui Ceun! a 111011R per Cori MIO IN C.J/1' I l - ' 'la conquisi& della G.Uia: lo svllupo fNII'.ro Il o....., IW _,..,. LeM1a CtHJJ. e .le Jl~ Mmti- po cii cemri urb.al c:on la colloca· ,.., furòao riclone a provincia solo zlone di colonie mllitlri darano in da Auawto nel 14 a C queali lliJÙ Àlla fine dd I secolo fu per poc:hi Baia anni provincia imperiale, poi diven· ~c: creata la provmcia ddl'll/yn· ne IICDIItoria, condizione che rnlln· cum, di r11ngo :senatorio c: con tc:rrl· La vasta area alpina posta a cava- tenne per tuuo l'impero. torio molto vasto. 'sul finire del SèCOlo le continue liere fra la Svlnera e l'Austria fu Le cooquiste di Cesare portarono conquistata da AugUJto sul finire ella spartizione deUa Gallia ed o.lla rivolte di Dalmati e Pannoni porta• del secolo Tuttavia qu~sti t=itori çeuio~. ma solamente imomo al rono lilla trasformazione della prO·

}H;. . . Alplae

vennero inizialmente Inglobati nel· 1~ province galliclH! e $01o con Tibe. rio costituirono la provincia dclla Radlkl.

Norleo l territori comprensivi di p~rle dell'Austria e dellll Slovenia rimasero indipendmti fino al 16 o.C .. quando il regno autonomo che Cino od o.llora si era mantenuto In buoni mpporti con Roma, fu dichillfoto decadl>tOa seg~Jito degli aiuti forni· ti ai PIIIUloni nell'invasione dell' TI· liria. lA provincia confinava con la Rc~i• al fiume Inn, a $ettenrrione la demarcava il corso dd Danubio ed a meridione lt Alpi, •Id oriente confinava con le valli della Sava e della Drllva.

.

Gallia

La prima provind" dedotta al di lb delle Alpi (u la Gallia Narbone/1· ris indicata anche come mmsalpi11a e ulterior, Essa fu conquistata negli ultimi decenni del II secolo a.C. t: comprendevo lo regione francese ancor oggi conQSciuta come Provenza (Provilrcia). Ebbe un'impor· tanza notevole perché cosriml una

16· 13, ad orera di Augusto, di tn: province poste alle dipendenze: di un legato imperilile di rango preto· rio: la Gallia l..J1$1dummsis, comprcn· dente il centro ed il nord ovest elci pllese, la Belgica, nbitnra da stirpi celtico-gtrmankhc: del nord est, c l' Aqllii411ÙI, in cui confluivano gen· ti Iberiche del sud uveu c: ceiLichc tra la G aronna e la Loira. Un cenno p:orticolare si deve dedicore alla Gallia cisalpina du~ fu conquistata già nel lll secolo. Fu 1utl1tvia dedotta in provincia sola· mente .nel 90 e durò In tale condi· zione Cino al42 circa. quando Olla· ''inno spostò i confini d' fralio alle Alpi .

vincia in imperiale e ad un suo ridimc:nsionamcmto geoj!rafico.

I..'indipendcru:n del regno di M n· cedqnia terminò a Pidna nel 168 a.C .. Tunavia solo vent'anni più tardi Roma creò l'omonima provin· eia comprendente rutri i territori fro il Danubio ed il Mnr Nero e, dopo lo conquistG dello Grecia, tutta lu peni$olu b!llcAnica. Augusto ne fece una provln~i• smatoria ma ne distaccò progressivnmente la Grecia e le province da· nubianc. Acaia

Ulirico L'interesse di Roma pc:r l'oppo· sta spando adriatica fu chiaro fin da quando iniziò n combattere i pirati che si annidavano lungo le sue coste. l! diretto controllo militQJ'e del basso udriatico non portò alla crea· zione di una provincia Autonoma: tale sirunzione perdurava ancora durante In guerrn dvile. Fu solu· mente con Augusto che nel 27 a.C.

La fine sostmoz ialc del! Q libertà greca avvenne intorno alla met~ del TI secolo con lo dinruzione di Co· rimo ~ )3 scollfitt:o della l..cgfl Achea. Pur se qualche citt~ (A tene) o regioni {In Tessaalia) manreonero una qualche forma di libcrrà, tutro il territoo·io fu annesso alla provin· cio delln Macedooia. Solo nel 27 Augusto fonnò la provincia dell' At:haia, di rango con· solare, in cui confluirono anche 1ft Tessaglia e I'Epiro. 5.3


Paflasonia e

Ponto orientale mentre pcnzloni dea1l ex rqni wonero assegnati a re o sovernanti QJIIÌcl e clienti. Fino al termine del &eCOio fu governata da un pcrsonasgio di ranjo consolare.

Galai8 li regno galata diveno~ provincia romana nel a.C. aUorcbé morl Amimn, ultimo'" ìndipendenre. Al vertice dell'amministrazione roma· na venne po~to un legato imperiale: ùi rango pretotio mentre U terriro· rio provinciale variò col tempo cd a seconda degli umori degli impet11Lo· ri Sicuramente, alla sua costiruzio· ne comprende\14, oltre allo Gnluzia, ht Pisidia, l'lsuuria e la Licnonia .

2'

Cillc:ia

Asia

m

N d 133 :~ .C. q uando Attalo di Pergamo morl, Ro mn ne rice ver· re il suo regno per restamenro. L provincia rclari11a fu Iormntn nel 127 c comprendeva lo Troade, In Misia , la Lidia, la piccola Frigia, la Carlo, Rodi con le isole prossime aJ. la costa: w1 territorio pari :tiJ 'odiernn Anotolin occidentale. Altre parti del regno di Pergamo vennero ce· dutc n re diend o ~miei. La numerosa presenza iralicn ncl· la ricca regione visse il suo momen. ro di t ragedia nell'88 quando, sulla spinto emozionale e cont~o la rnpn· cità degli appalta tori fiscali, motivi abilmente sfrun oti do M irridare VI del Ponto, ben 80.000 italici vi fu. rono ma.ssocroci: non fu che l' inizio in quanto la guerra si trascinò per più di vent'anni memre Roma, ove

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infuriavano divisioni e discordie fru i partiti di Mario eSilia , consumavo le ultime forze della Repubblica. Ln pr.ovincia ritrovò la pace, co· me tante l.lltre terre sottomesse a Roma, solo n!Ja fine del secolo, quando Augusto rinssestò i domini e le d iede definitivnm<;nt<: un governatore di rango consolare:. Bitinia e Ponto

Le dl>e nree geografiche, nffac· cbntcsi ambedue ~ul Mar Nero, divennero possedimemi romani n po· chi onni di d isrnnzu: il regno di Bi· tinin fu un lascito testamentario di Nicomede IV nl popolo romano, mentre quello del t>onto fù conqo i· stato do Pompeo durante In defiJ1i· tivn campagml contro Miu:idatc. Pompeo stesso creò ls nuoyu pro· vincio che comprendevo Birinin,

Dcdott:l a provincia nel 62, lll C ilicin era fo rmata da una ptlrle monruosa , direunmcnre conquis ta· 1a da Pompeo battendo ì pirad che l' infestAvano, cd uno parte pianeg· ginnte che Cu cedura da re Tiwnnè d' Armenia. Anch'ess• fu terrirorialme nre instabile, ora inglob ando o ra per· d endo nree geografiche, finché $pasiano le d ied" un asse n o definit-ivo.

ve.

C ipro l.'iw la fece ~empre parte del re· g no rolemnico d'Egitto finché nel 58 a.C. una legge volu ta dal tribuna Publio C lodio, uomo di Ccsnrc, inviò M. Porcio Catone a prendere pnssesso dell'isola ereditata dai To · lq mci. Congiunta all 'ini~io coll l:~ pro· vincia di C ilicia, l'isola fu donntn do Cesore ai fratelli d i C leopatra c, $Ucccssivnrnenre, do Anrooio a Cleopatra stessa, aggiungendovi RCnche la componente monruosa del.

la Cilicin. Con Augu$to, nel 22, te rmiurtro·


Siria Quauclo Pompeo ne162 mise 1111· no al riordino deD'orknte, creò an· che lo provincUI di Siria me teoria· mc:ote aveva un territorio vutisii· • 1110 ma che: i n pratica si c:stc:ndc:va solamc:nte alla bassa e media valle ddi'Oronte, con Antiochia come capitale. lnf11tti Pompeo lasciò governare la Commagene e la G iuden da dinasti locali. rispettò alcuni principati tcocr.ulci <" lasciò libere le cillà fenice della coun. Augwao ne fe« successivamente un'importante provinciu confinaria Egitto Ln perdita ddl"indipeodenza coinci!ie per !'!;gino con la sconÙt· m subit~ nd Azio nel31 o.C. d a An· tooio c Cleoparrn. Tramontato il sogno di un impero romlltlO·orien· talizzuntc, l' Egitro si trovò di &on· te un Ottavinno molto concreto cd lltlcor più «romano~. Fll una provincia con un ordina· mento del rurto pnrticoh•re: il pre· !etto delegn to d111l' imp<:rnwrc era d 'ordine eq uestre mentre ai senato· ri non ern concesso neppure d i cn· true ndln n uov<> provincia sen1.a uno sp<:cinlc pcrmèSSO dell'impera rore. n prefe tto che risiedeva ud Alessnndrin, aveva il comando delle truppe che, sul finire del Sctcolo, jlrnmontAv~no n ti'<! legionì e forze ausilnrie. P raticamente, più che uno provinci:t, l'Egitto faceva parte direr· tameme del patrimonio pcrsonole di Ottaviano.

Gl'llllde Sirte alla bRio dl Sollum. Il $i mQ~trò molto reticente ma, vcni'Rnnl dopo, di fron te nllc Ione {ra le cittò ~-ui Roma uveva ridato In libertà, si dcci~~ <\d in tervenire QCI:~pando la regione e fornen· dola di un govem o ptoviucia lt:. Pochi noni dopo Pompeo, nel quadro cldln loua contro i pirati, conquistò l'isola di Creta. Unendo Cirene a Cret:u, lo diplom<~"1.ia romnna. creò un'unica provincia che, per po$izlonc geografia e per rngioni militari, non sembrava destinata fi creare nuove difficoltà. Entrambe le componemi della provincia erano sonomesse nd Antonio c questi donò l'e>< regno di Cire11e a Selene, la liglin avuta du Cleopatra. Ma anche in questo et•so Ottaviaoo riportò l f ani st orici nel· Creta e Cirene l'runbito della normalità, nnnuUnn do il provvedimento e rest:cucamlo Tolomeo Apionc moriva nel 96 l'originale territorio provinciale. n.C. lasçiundo in eredità al romani U proconsolc di rango pretodo un territorio che s i c:stcl)dcvu dcùla :ii!DQtO

che In govèrnuva aveva d ue n:siden·

?-<" nelle due pnrci distacc::~te deliA

provincia.

Afclca Qunndo Cartagine nel 146 fu conquistato, Roma dedusse una provincia dai limiri geografici assai ristretti, con un govcrnntore ston· zinto nd Uticn. La vittoriosa cnropa· gllll contro il numida Giugurta ( 112-105) non portò ad :tlcun altro ingnmdimcnto territoriale, quasi che Romc1 non voles~ e~tendere il auo dominio diretto su quella sponda del Mediterraneo. Tutmvia, sessum'nnni appresso, dopo In vinoria di Cesare a Tnpso. runn lo Numidia. Il cui re avevn no· tcvolmeme partegsiato per i pompeinni, fu dedonu n provincia che venne chiamata A/riC<J Nova. Nel 27 Augusto riunlle due pro· vince e l'Africa divcnn~ la piìt importante Ira le senatode.

55



*

PIIICIHII UJIIU l CIUI


Vesontio (BèSançon), capitale dei Galli Sequani. Botrnglia combattuto in uno Iocalitil presso il fiume IlJ, a sette giorni di marda, tra Besançon e Strasburgo. Settembre del 58 a.C .. Forze i11 campo: • Romani con 6 fegiom e 4.000

cavaUed;

• Germani, al comando di Ariovisto, io numero sconosciuto

018

sl

4

curamcnre superiore ai Romani. Esito: vittoria romnnn. Svolgimento: le schermaglie (ra i due eserciti durano pi1t giorm, fin· ché avviene il contauo fra il gwsso dei due eserciti. Ces11re riesce a battere l'ala sirusrra delllo sclùerli!Den· 10 nemico ma, a suOi volr11, Ariovisto preme violentemente sull'ala destra romana. L'intervento deUc terze linee deUc coorti, finora fuori dnl combattimento, che intervengono per sostenere n mosso l'esrre58

miti't destra romana, risolve lo scontro. I Germani sono posti in fugn e lo stesso Ariovisto si salva a stemo. Perdite: gravissime quelle dei Germani, più contenuto il numero dci caduti romani. Conseguenze: la penetrazionc dei Germnni neUo Gallia ~ definitiva· menre bloccata. Axona (Aisne), fiume della G:t!.' lin Bclgica. Luglio del 57 n. C. Fone in campo: • Rom11lli con 8 legioni, cavalleria gullica ed ausiliari (tep.mi di fanteria leggera numidka, arcieri cretesi e frombolieri delle Baleari}: forse 50-60.000 uomini; • Coalizione di popoli abitanti la Gallia Belgicn. Il numero dei combattenti non è conosciuto. Di certo snppiomo che avevano promesso di mettere in campo, agli ordini del re dci Sue.ssoni: i Bcllovnci

!)()JJrl 1 $ in iSitA.

Stplmt di tlltrri(m galileo amt.llto di Klitlu~ L'tm tmtpio mamt/ID fmJJI,loto t bmcciafc al

polso s;uislt'(). Da M<mJragon. 11mncio / J<C. a.C.. Sopra. C4pcrlt~ra di scudo cella, in bron:o e rmalto rosso~ Da 8ailetm~, lunto il TamiJ,i. P/"' d•ll ""'· •.C. - i11iti d•/ l d.C..

60.000 uomini; i Suessom 50.000; i Nervi 50.000; i Mennpi, Morini, Aduatucì, Vilomanduri, Atrebau, Ambiari, Calcti e Velioca~-si un totale di altri 96.000; gli Eburoni, Condrusi, Cere&i e Pemani (di origine germanica cd abitanti deUe Ar· denne) 40.000. Esito: vittoria romana. Svolglmenl(): alla notizi:t che i popoli deUo Belgica si sranno coali>,zando, Cesare, dopo aver arruolato al ne due legioni, si porta nel tcrri· torio dci Scquani da cui inizi; la marcio verso il territorio dei Belgi.


Ant'tc f OJI'tfl1'10!1' CCJpnlo. Mar.chbtfl bti/Jca um/4 nrl ""'" d'IIft tmrtll. PJ.,rtt<o /fl

ICllm 1: IO.

Qui lo anendono gli nmbosdato· ri <Jçj Reroì dJç gli si ~ottoroçtto!lo; c&li sposta le forze ntl loro territo· rio, guada l' Axouo nella zona di Berry ou Boe, non molto lonumo dn Reims, e fortifica il campo. l Belgi avanzanti ouue<ano una cittìl del Remi, Blbrax (Beaurieux-Laon), che viene difesn anche con l'invio di nusiliarl romani. Risultato vano l'investimento d~U'abitato (orli(icoto, le !or:w delIn coalizione si voisono contro le Jc. gioni. Vista In moltitudine degli avversari Cesare fa compiere altre opere di funlficazionc e lMciate due legioni a guardia del caslntm, sl schiera con le rimanemi sei contrO i nemici . l Belgltutiùvin non acccl· t ano b~ttaglia ma tentano di passare l' Ax.:ma, per investire il ClUDpo romano: In manovro è sventata dal· la cav«llcda c dalle fOrze ausiliarie che riescono od aggondore e respingere i Belgi. Poco dopo il grande esercito dd popoli coalizzati, forse per mancanzn di venOvll!Jlie, si sdoglie ed ogni contingente ritorna nei suoi cerrito· rL Cesare ordina l'immediato inscgui.menco che viene effettuato dalla cnvnllerio al comnndo dei legati Quinto Pcdio c L. A\u·unculclo Cotto e do tre: legioni agli orclini di Tito Lobieno: il nemico viene ng• ganciato e sgominato. Perdi/e: non conosdute. Cousegumzl!: di Il a poco, e dopo qualche lonn, si arrenderanno i Suessonl, l Bellovoci e gli Ambiani. Sabis (Sambre), fiume de1lo GalliA Bdgica. D comb111Lirncnlo avviene nella zona di Neui-Mesmil, di f~onte all'abitato di Hautmont. Anno 57 a.C., estate, For<c i11 campo:

• Romani con 8 legioni, cavalleria gnUica c continsenti ausiliari; o Popoli dello Belgico non anco· ra souomessi; Nervi, Atrebori e Viromanduri, forti di 70.000 uomini circa.

Esito: vittoria romana. Svolgiml'llto: si rrottn dello loaico conseguenza e prosecuzione dello guerl"U contro i Belgi, dopo !.1 vitto· rio suU 'Axona e lo resa di alcune popola.,ioni. Nella sua marcia di nvvic.innmcn· to al terr iw rio dei Nervi, Cesare giunge al Sobis e, memre la covotlleria e le truppe ausiliarie possano il fiume ed incontrano la cnvallerin avversaria, dà ordine ai legionari di sciogliere le righe e di costruire il campo. lmprovvisamcntc: ((l mossa dei combaneoli Belgi, uscita dalle selve circosrarni, si ll111cia contro cavalieri ed ausìliari, li pone in fu. ga, guada velocemente il fiume in quel trono poco profondo e si lo.n· cia conuo le scompagi.tlatç linçe romane. Lo spiegamento dei Romani è caotico: i soldati, di cui molti sono privi di armamento difensivo, si

raggruppano in unirò non organiche ed omogenee. Cesare, all'inizio, è presso la X Lcgio, poi si sposta ma ovunqne crova caos e d.isorcline. Le legioni combattono sepru:atamcnte: tùl'inizio dello scontro l'XT e VITI fronteggiano i Vi.romanduri. li bar· rono c li spingono fino alla dva dd fiume, mentre la IX c la X, al comnudo di Tito Labieno, prima contengono i guerrieri Atrebaci, poi li costringono a ripassare il fiume. Mo è ~ull'nlo destra l:a vero situazione critica: la vn e la xn. che non sono neppure riuscite • coUe· gttrsi tra loro, non contengono i Nervi che giungono [ino al campo in costruzione ed attaccano anche la colonna delle salmc.rie . Cesare accorre e, rnçcolto \lDQ sçudo, si porro egli stesso in pri.ma li.nen, comondn n.lln voce ed alimenta la resistenza. La ~vo!u1 della bauaglia si J,,, quando giungono di rinfor"to le due 5'1


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Aduaruci hanno 4.000 morti. Altri

5 }.000 vengono venduti come :ocbiavi.

0. A c :-;;:;;;;-1t 1111 • 14: nl altvç.st. ...la&~

Conseglll'1tte: tutta la Gollia fino ad allora percorsa dalle armi roman<: appare pncillcara. Località imprecisato, fo~ o sud

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legioni di rt'dur!! che, lasciate le sal- comando del legato Publio Crasso, merie, arrivano a puso di corsa a nel territorio di popolazioni civi<:rnrinforz~re lo schieromenro delle le- sthc; gioni vn e XII mentre Tito Lubie• Guarnigione dclln cittadella no lttncia la X Legio alle spalle dei La forza combaucnte non è nota, Nervi. ma in toutle il popolo degli Aduatu· Pi!rditl!: non conosciute ma ccrta- ci potevo mettere in cnmpo 20.000 meme gravi quelle romane. Ln nrmnti. Legio, od esempio, vede ferito gra· Bsito: vittorio romano. vemenre il centurione primipilo e Svolgimmto: gli Aduaruci sono in quasi tutti i centurioni uccisi o ferimarcia qulltldo apprendono della ti. Della IV coorte muore il signife. ro, è persa l' insegna c cadono tutti sconfina dei Nervi e dei loro alleati i centurioni. Enormi le per-dite dci al fiume Sabis. Essi alloro si ritirano Belgi: i messi dei Nervi che chiedo- nel loro territorio c, dopo aver no In pace affermano che su 600 no· sgombrato gli altri abiuri, si trincetabili .e ne erano salvati 3 e solo rano nello loro ciuodello più forrifi.500 uonùni crono nncont i n grado cata. Cesare: fn eri3ere un vullo rinfor· di portore le armi . zar o dn opere di difesa, poi i genieri Con!l!gu<m:t:l!: con la resa dci Ncr· costruiscono una torre nrietata Gli vi continua la penetrozione romana Aduatuci chiedono ed ottengono di nella Gallia BeJAica. deporre immediotamente le orrni Abitato forrificoto del popolo che sono in parte conscgn~te. Nella degli Aduaruci, non identificato du none successiva, rut111Vio, l'odio Cesari!, che sorgeva nelle vicinanze contro i Romani vince la ragione ed deUn moderna N amur, alla con ~si compiono improvvisamente lluen1a dellA Mosa con la Sambre. una sortita Affrontati, sono bauuAnno 57 a.C .. ti ed anche il loro oppid11m è pre~o Fotti! in CDmpor d'assalto. • Ronloni forse con 7 legioni, in Pudìtl!: non conosciute quelle ro· quanto l'orravo era stata inviata, al manc Nello sconrro notturno gli

xn

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di Noviomagus (Nijmegen, Olaada). Primavera del 55 a.C .. Fotte in cat11po: • Rorunni ford di 8 legioni, rin·

forute con numerosa cavalleria gallica; • Popoli germani degli Usipcti e Tcncteri. Non conosciamo la loro forza combattente ma snppiamo che le due etnie ammontavano a 433.000 individui.

Bsito. vittoria romona. Suo/f.iltu:fllo: gli Usipcti ed i Tcnctcri, pressati probabilmente da alt:ri popoli, valicano il Reno non lontano dalla sua foce " si spingono fino alterrnorio dei Mcn~pi . Cesa· re lascia lo costa, ove l'nn no precedente avevu sottomesso i Veneti. e si spinge contro i Germani. Si devono annotare alcuni remativj per evitar~ la guerra, ma c~are appore deciso a trattare gli invasori come giil si era comportato con gli Elvezi. Uno scontro fra le opposti! cavailede, in cui 800 Gl!rman.i mertono in fuga ~.000 Galli, permette a Cesare di giustificare lo scontro decisivo. Dopo aver trnm:nuto i cupi avversari che gJj si erano oncora una volta presentati, Cesare lancia le sue legioni, disposti! su tre lin~, contro il campo ovvers11rio. La sorpresa riesce in pieno c la resislenzo ~ limitato: i Romoni uccidono un gron numero di Germuru conducen· do successivameme un inseguimento prolungato e spietato. Perditi!: limitate quelle romane. l popoli degJj Usiperi e dei Tl!ncreri vengono praticamente cuncdLui come compagini organi'Uate. Conseguenze. Cesare passa il Re· no su di un ponte fisso costruito in dicci giorni c giunge nello Rhur, vi rimane per poco rempo per poi ritornare nel terrirorio degli UbiL


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Egli considera riuscita l'impresa unitamenrc all'immagine polilica che ne è derivata e decide di rionr•· versare il Reno, facendo demolise il ponte.

TamesiJJ (Tnmigi), fiume dello • Britnnnia. Non fu un combattimento isolato ma tutto unn serie di scontri tro Romani e Britanni, An· no 54 a.C., estate.

Forze in campo: • Romani con ~ legioni e 2.000 cavalieri; • Briutnni in numero non noto, oJ COI!Uindo di re Cossivellouno.

Esito: incerto. Se Cesare volevo conquistare la Briumnio, cenamen· te fallì. Se intendevo effettuare UDU ricognizione, le forze ìmpjcgote ri· sultarono eccessive. Probabilmente vinse lo rotti~ remporeggiatrice di Cussivdluuoo, mentre Cesare rluscl a dimostrare l'eHieRcia dell'apparaco logisrico del suo esercito. Svolgimento: è la seconda spedi· ~ione di Cesare nella Britanoin. Snl· paro da Gerosiacum (Boulogne) coo uno flotto imponente (forte quasi di JOO nnvi), l'es~rcito romaoQ sb:~rco circa nello stesso luogo gih sedto nella prima spedizione: località, tuttavia, non ben identificata. Lo stesso giorno dello sbarco, Cesare lascia a presidio dd!' acca m· pamemo navale unn legione e qualche centìnnio di cavallerl e m1tove contro un n<:mlco che alcuni prigiotiieri danno nelle vicinanze. Dopo una marcia nottuma, all'alba·; Romani affrontano carri e cavalleria britannica e li costringono sulla difensiva: i Britaoni combattol\0, in· fatti, anche con l'esscdum, un carro tminato da uno pariglia di cavalli e con equipaggio composto da condu· cente ed un combnu entc armato prevalentemente d'arco. I Britanni si rinserrono in luoghi fortificati,

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ma i fan ti della VD Lcgro, camposul lo resruggine, costruiscono un oggere e penercano nel sistema di difesa avversario. Ceslll'e deve o questo punto losciare il comnndo pcrchr una mareggiata ha distrutto o dunncggiato molte navi, ma dopo dicci giorni 1: nuovomcnte con le truppe. Non gli riesce turtnvin di agganciare in un comballirocnto decisivo l<: fol"-.e ovvetsorie: neppure viene affrontato qullDdo forzn un !Jll•do sul 'f"amesil c penetra nel territorio eU Cassivcllauno o quando ~nacca una fortezza appartenente allo stes!SO popolo. Ln cnmpngna è rurta U!l!l sçriç di scontri secondari, più uoo guerri· glia ché una ver:1 guerra. 'l'nuavia Cesare ouicnc una vitrorin politica in qunnto il popolo dei Trinobanri, frn i più imporrnnri ddln Briront:lia, gli si sottomette. CassiveUauno, a questo punto, cd o causo anche di un fallito anacco al campo navale, manda messi c chicdc l" resa. Cesore occenn immedliaromente c dopo nver doro disposizioni su oswggi e tributi (che diverrnnno su-

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biLO dopo lettera morta), ritorna con l'esercito e con la florro i.n Gallia. Perdite: sconosciute dn ambo le parti. Co11segm:n~e: i Romani ritornenumo in Britonnin solamente dunonte l'impero di Claudio. Cenabum (Orléilns), capitale dei

Galli Cornuri, sul Liger (Lo ira). An-

Poni< Jlll Rt~~o fauo to11n>ì"' tl4 C/.'14"' PlaJtlco

11~/ JJ s.C In citta Jitd J(itJmi. rlcoslrutfh'() irt .sulil 1;)0.

è incendiato e lo preda donata ui soldati. Perdite: sconosciute ma lievi da porte roOlllno. Co,lseguell<e: ha inizio In rivincita di Cesure sui Gnlli insorti.

no 52 a.C., primi mesi. Pone b1 campo: Noviodunum (Nevers), città for· • Romani con forse meno eli 8 tificara dai Galli Biturgi. Anno 52 legioni; , a.C .. Forze i11 campo: • Galli Cornuti in numero non • Romnni, 8 legioni ed nliquote noro. di cnvnllerin, fra cui primeggiano Erito: virtoria romana. 400 cnvtÙieri germani; Svolgi!IICIIIC: è fra i prìmì episodi della controffensiva ròmotnn aUa ri• Colli Biturgi cd un conrlngen· volta di Vercingctorige. Ccuabum, te di fanù e cnvalierj oppnrrl!nenti che aveva vuto un ecciclio di cirto- nll'eserdro di Vercingetorige. dini romani, è circondata da Cesa· Erito: vittoria romana. re. Gli nbitantl tentano di uscire Svolgimc/1/o: dopo aver disrrurro dolio citt~ ma sono nffronraci doj Cenob1m1, Cesare si volge conrro i Romani che, d'impeto, si impndro- Biturgi ed nsscdia una loro città: niscono anche delle fortificazioni. Noviodmmm. l..a popolazione per lo maggior parre Poco dopo l'inizio dell'assedio i è cotturnrn mentre il centro abitato Galli chiedono In resu llln, durome


la consegna degli ostnggi, delle armi e degli animali da soma, dalle mur:l si vede giung~re una colonna di fnn. ti c cavalieri. Ripfese le armi, i Bi· rurgi rioccupano le porte dello ci trii. Lu colonna avnnznnre, inviata da Vcrcingetorige in soccorso, è sbarn· gliato dalla carica dccisiv:t degli au· sililll'i germani e si ririra. Gli abi . tanti di Noviodum1111 arresrano co· loro che volevano la resistenza e li

consegnano a Ces&fe. Perrlllc: non conosciute. Proba· bilmc:nre l'abitato è dsparmiaro. Consl!guenze: Cesare continua nella repressione, ma Vcrcingetori· ge comprende di non porer reggere l'urto diretto delle legioni e chiede di passare ad una guerra di logora· mento. Acconsente tuttavin a di· fendere llvaricum. Avorkum (Bourgesl. capitole dei Calli Birurgi. Anno 52 n.C., mnr· zo-aprile. fon~ Ìll

campo:

• Romani, probabilmente con 8 legioni ed adcguma cavnlleria;

• Ln popolazione di Avuicum, clrca ,0.000 individui, cui si tlg· giungono LO.OOO combmenri di rinforzo e l'intero esercito di Ver· ciogetocigc.

Esito:

vittori~ romana.

Svolgimel/lo: deciso a stroncare lil resistenza dei G1Uli Birurgi, Cesare dopo aver occupato Noviodmmnr, s i volge comro Avaricum. .Pone il campo a poca distanza dalla cirri! mentre Vercingetorige accampa i suoi ncf. uno ventina di chilometri di distanza. n coodouiero romano non può circondare la citt~ con un uallum per motivi smmameme militari e morfologic.i mu fa costruire uu ag· gere (terrapieno), uno catena di vi· na~ (porlicus, specie di ripari mobi· li, simili a gallerie o trincee in su· perficie) verso le mura c due torri mobili . L'assedio divento difficile per l'inclemenza dd tempo, per la scar· sità di viveri e per la presenza co· staore della guerriglia dei Galli. Vercingerorige cambio dislocazione del campo e Cesare cerca di sor·

Viu~

a )in/stra, i' plutau. tJ JertnL Ald&thina bttlfitiN. fTJfl'lilllt! impiegD-1~ pt:r protDf~!!rt! i soldnti du'1'4mtc gli .uudi. P/4slico ricoJ/m/1/vo in sca/4 l: ICI.

prenderlo dopo WilO m&feio nottur· nn: il tcmutivo non riesce ed i Ro· mani ritornano all'assedio. Le ope· razioni continuano con gli sforzi ro· mani di portare le torci :ille mura e con le contromisure dci Birurgi, compreso l'espedic:nre delle gallerie sorterronee che fanno franare tratti dc:U' aggere, e l'impegno posto nel· l'incendiare iJ m~cchinario d':1s· sedio. Poi, probabilmente il 18 aprile, una torre s'accosta aUe mura cd è l'attacco decisivo. l Romani ln bre· ve conquistano un crono di cinta fortificata e oon affrontano i Gam o.IJ'inremo d~ll'abiraro, ma occupo· no progressivamente rurre le muro. Rimasta libcnt un'unica pOrta, i Galli vi si assiepano in c~rca di fu. ga: cnricari nll'esruno dalla cAvalle· rin ed aU'intcrno dai legionari, vcn· gono sbaragli:ni. Perdite: sconosciute quelle roma· ne. l difensori e gli abitanti di Ava·

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defezionare dai loro capì. Saputo l'accaduto, Cesare li affronta con 4 legioni dopo una marcia notturna di quasi 40 chilometri: lo scontro nor ba luoao per il nuovo ripenumento degli Edui, i cui copi, runavio , con il loro seguito riescono a rilugiarst a

Gergmua.

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ricum sono ~r lo maggior parte masSllcrati. CoiiS~gu~n~~: la sconfitta strano· mente non diminuisce l'aUloritl di Vcrc:insctorige, a cui poco dopo si uniscono Altri popoli La Iom con . tinuo. Gctgovill (mont o plateau dc Gcrgovie), abitato fortificato dei Galli Arvrn~i, ndlc vidnanzc: di Clcrmont Ferro.nd. Anno a.C.,

'2

C$! MIC.

Fon~

m campo:

• Romani con 6 leaioni e covol leria; • L'intero esercito di Vcrclnge· toriae. i difensori di Gt''7J.OUIII e nu elci d.i Gulli Edui che hanno dcfc ;~ionAto le forze romane. fisito: vittorio del Golli che, scp· pur non batrono le foru romnne, rimangono J>adronl del cnmpo. 64

Poco tempo dopo Cesare tenta uo colpo di sorpresa cd impiegando vnrl ingnnni e stratagemmi, ries~ :t l110ciare 4 legioni verso alcuni campi tenuti d.U Galli di Vercingeton gc, che vengono presi e distrulll. Con le trom~ d~ allora l'ordme della r!tiroto, ma si fermo.no solo al cuni lcgioMri mentre 11li nitrì, vuoi ~r non nver sentito i JefliiAII, vnt1ì perché presi dolln fogn dc:Jio bnnn· glia, proseguono nell'n1.ione. Un gruppo di fAnti riesce n sulirc ~ulle muro mentre un centurione con i suoi uomini tenta di forzare uno porta· l'nuucco n questo punto ri fluiscr per il progressivo intervento di nuovi armati Galli. l Romani, costretti ad indietreAAiare perché ormai attACcati da un numero d i SuolgifiJ~JIQ: proseguendo la sua combonenri doppio o triplo del lo azione miliwe volta alla con.quista di città fortilicau:, Cesare con par· ro, vivono una crisi gravissimo Ce· te dell'esercito muove conuo G~­ Sllre affronta la sirua•ionc con grunde Ltmpesti\•Ìtà facendo avaiiLU'I: la put Essa~ situata su un alto monte, alle cui ~ndic1 •i accampa, in X c richiamando alcune coorti dal campo minore· la roua ~evitata ma luoghi diveni, l'esercito dci Galli al le 1"8ioni devono ritornare alk 1>-A-<i comando di Vcrcingetorig.,. di paneMa Cesare valuta l'impossibilità di Il giorno appresso le forze roma condurre l'assedio con mezzi rradi· ' zionali nr ~i dttide ad un attacco ne levo.no il C11mpo e si allontanano. Pmlilt': non conosciute nella glo· frontale, ma !o costruire un =po balità. Nel fatto d'armi sono G~r fortificato. Considerato poi lo forte gouia, i Romani vedono uccisi ben posiuonc di una collino che sorge 46 centurioni e 700 legion~ri . alla base dc:! monte, riesce, con un Conit:gtJ~Ilt': l11 grande rivolta colpo di mano, ad impadronirsene t dei Galli continua . vi pone un castrum secondario con una gu"rnigiunc di due legioni, colAlesia (AIIse-Suinte· Rcine), club legato con l'nccampnmento princi· pole o mezzo di c11mminomenri pro- fortificata dei Gllili Mundubi. Anno ~2 ~.C., ugosto. ltlli. Fon.c /11 campo: Frartanro 11na colonnn di 10.000 Gn.lli Edui che avrebbero dovuto • Romnni con l O legioni e cuvnlrin(on:nre le (orze romane è fatto lcriu;


U Foro di c.a,rr. PIJIS/i(,VJ riC<JSirt,flifN> ùt ,.,.tn 1;250.

o .L'eseroiro de.i G11Ui, al comando di Vercingetorige, rinserroto in Alesia (circo 80.000 uomini) ed un ~ltw ~~crcito di ~occOr$0 (vulututo in 2,0.000 combmcntl) agli ordini di Vercassivellnuno.

Esito;

vittoria romana.

SuolgimCf/lo: dopo ovcr sconfitto i Galli n~i dintorni d i Digione, Ce-

sure pone l'assedio od AlesiA, sitn su un'altura noturolmentc n1unho. Egli chiude In cltt11 con un cerchio di forri!ico?.ioni, trn cui 23 ridotte, che si sviluppo su l6 chilometri. Probabilmente i campi 1rinocrntl che ospitano le legioni sono quattro, ancb' essi superbo mente fon ificnti e protetti. Vercingerorige temo di impedite il completamento dellnvori c luocia oU'attttcco la cavalleria che, affrontar« primo dai cavalieri Romlllli poi dai Germani cd infine dalle legioni in ordine compsnto, ~ costretta • desistere. Visto l'e1ito dello scontro egli lascia libera lo suo cavalleria di abbandonare In duà nssedilltn e di raggiungere, attraverso In difeso romnno non ancoro completnro, i rispettivi ptlcsi, ovc dovd1 csscrè ordinata la levo di massa; ai\Jluncis ancora che ha viveri solo per rre.nto giornj,

Cesare comprende il pericolo dell'arrivo di un imponente es<lrciro di soccorso ed ordina l'inizio d i nlrri lavori, facendo cosLruire un nneUo dl!ensivo esterno lungo c.irca 21 chilometri. lntonro Vercingerorige fa uscire dalia c.irtà i non combart<!nù (donne, vecchi e bumbini} i quali, impedito loro il passaggio lungo la cinta di controvvallnzione romano, sono destinati nd una tragica fine per inedia. Giunge W ine l'esercito di soccorso qunndo stnnno per spirare i trenta giorni concessi da Vércinge· torige ed è subito bottaglin: le due linee romane sono altnccarc con· remporanenmenre e solo il sapiente

c continuo t,JSO delle riserve impedi-

sce che la marea dei G1illi travolgo ltt difesa romana. Poi io un susseguirsi di scomd l' esercito di soccorso è sbaragliato e lo stesso Ven:nssivellauno è catturato. n giorno dopo oncbe Vercingctorigc, con i supct· stiti di Alesia, si arrt:nde: sarà sacrificato nd carcere Mamertino durante il u ionfo del conquistatore dtUe Gttllie. Perdite; sconosciute ma certa· mente ing-enti da entrambe le parti. Conseguenze; finisce la resistenza dei Galli ai Romnni invasori. Cesa· re hn conquista to hlltc le Gallie, doUe Alpi al Reno ed ai Pirenei.

Derda (Lerida). capitale degli lbcri llcrgcti, nella Spagnn tnrrnco· nese. Anno 49 a.C., prlmavé:· ca-estate. For.ze ÌtJ Cli!!Jpo: • Cesare con 6 legioni e 7.000 cavalieri; • Pompeiani, al comando di Lucio Afranio e Marco Petreio, con ' legioni, forti aliquote di ausiliari iberici, ma debole cavalleria.

Bsiw: vittorio

di c~n:.

Svolgimento: essendo partito Pompeo du Brindisi per In Grecia. Cesare decide di eliminare le forze pompeianc presenti in Spagna che ammontano in totale a 7 legioni. Cinque d i quesre si raggruppano ed affrontano i cesariani ad Uerda . Le piene primnverìli C>lusano il crollo di alcuni ponti e Cesare si trovo in grave crisi logistk-a ma uu grosso convoglio di salmerie provenienti dalla Gallia , attaccato dagli avversari,~ salvato per l'intervento della cavalleria gallica. l genieri di Cesare, sfruuando l'impero della corrente, deviano le acque d~ fiume Sicoris (Segre) ponendo a loro volta i seguaci di Pompeo in una difficile situazione per quamo attiene ai rifornimenti. Nei primi giorni di giugno Lucio AIrnnio inizia a ritir<tte le rruppe ma i suoi movimenri s:ono contrastati dalln cnvnlleda. GiUJ\gono anche le fanterie di Cesare ed i due eserciti si ll:onteg· giano per più giorni, poi l'esercito di Afra nio e Petreio, privo di cibo ed acqua, capitolo.

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MtJKtdoç,

Mocchma bellica romoul!

il<tttilwla a prottt/11'/f l solMtl tHCariCatl dt colmo tè i /OWJIÌ dauo,ui dii~ titJt((j tle,ichr o sontlmt• c spl't.ma~ il JOTrr~V pu il

trtmtìto d•llc limi mobili. PI.ntico ricostntllwo rn sc~tla 1:10.

perto un punto debole nei trincera· menti verso il mare, vi lancia non meno di sei legioni e novi con fonti armati aUa leggera. Cesure prinru sosticne l'assalto poi, sopraggiunte 3 3 coorti di rinforzo, ordina il contrattacco che si spegne però ben

pri.\Sto suUe forLific;nioni, Que.lla sressn notte Cesare si 6 riru e la cavalleria di 'Pompeo non rie· sce ad aggaocinrlo: il primo conti-

Perdite: sconosciure-. Cesare con· cede ai pompcianl In vita, i beni c la possibilìrll di rientrare olle loro cese. LI fa scortare da 4 legioni fin nella Gnllla ttansalpinu c lì lascia li-

beri. Co11regue11ze: poco dopo unche le due legioni cbe ugU ordini di Yarro· ne te11evono la f!ispn11in Citerior :lbbnndonano la lorrn. Dyrrhschium (Durazzo), porro deU'Diirico. Anno 48 a.C., febbr:ùo. Po~c

i11 campo:

• Cesare al comando di 7 lcjlioni (con effettivi ridotti 2.500-3.000 uomini), più tardi rinfor~arOo da Antonio con ~llrc 4 legioni, nusilinri c 800 e~valieri; • Pompeo con 9 lcJlioni (forse 36.000 legionari) c numerosi ausl· liari: 7.000 et~valieti, 3.000 arcieri e L.200 Crombolicri. Le sue: CJotte comprendevano almeno 300 n:\Vi.

6sito: Pompeo non può impedire lo sbarco dell'esercito cesari ano ma riesce o for sl che Dyrrhac:hium non venga occupora da Cesare, il quale riesce a ririrarsi con la consueta e consumata nbilitll. Svofgimemo: termlnntn In campa· gnn di Spogno, Cesare mnrurn l'intenzione di giungere allo scontro decisivo io quanto comprende che Pompeo riceve continuamente aiuti in uomini c mt:ozzi, $npmtnnro dai paesi dell'oriente. Sfruttando •JnCO66

ra uno volta la SOI'\)resa cgll imbarca sette legioni et! eludendo la sorveglianza delle flotte pompeianc, sbotc11, sulla cosro deU'J ilirico. Apollonia gli si consegna, n1n In sun marcia su Dyrrbachium è fermata daU'accorrenteeserciro pompeiano. Cesare rimanda le navi verso Brio· disi per trnsponnre altre truppe: esse però sono in parre intercettate cd in parte bloccate nel porto pu· gliesc dalle forze nsvali di Pompeo. Verso la Eine di febbraio, ruttavia, Antonio riesce n salpare e, con moh:o fortuna, a sbarcare le truppe di rinforzo n nord di Durnzzo. Segue un periodo eU guerra di movi· mento çhc vede Pomp~o impossibilitato ad impedire l'unione dei due eserciti avversari e Cesare avventurarsi inutilmente in una marcia per conqllJsrarc il porto di sorpt-es~. Gli ç~pposti eserciti quindi si trincerano e Cesare tenta eU aggira·, te le linee uvvc.rsaric; con opere for· tìficate. Ln situazione logistica dei due eserciti è molto grave: se Cesa· ce •oanca di vettovaglie per i solda· Li, Pompeo deve lomemare corcnzu di foraggio per la numerosa ca.vollerio. A que.s to punto Pompeo prende l'ini;ointivu; c:on ua inganno fu al1ootonare Cesare e lancia "'' formidabile otmcco conrro il centro delio schicromcmo avversario il quale regge solo per l'eroismo d i una coorte, che sopporro l'urto dj q\tAt· t:rO legioni, e per li sopraggiungere del rinforzi. Successivamente, sco-

nua nella sua marcia, mentre il sccc:mdo non è in grado di inseguirlo. Perdite: sconosciute. Consegue11te: i comba nimenri intorno a Durazzo sono i prodromi di Fnrsalo. Ph9rsalos (Pbarsa o Pherrola), Farsalo, cirdt delia Tessaglia. 9 agosto del 48 a.C .. For;:c iu campo:

• Ces:uc con 80 coorti (22.000 uomini) e cavalleria (forse 1.000); • Pompeo con 1J () coorti (45.000 uomini). Il compuro degli cHcuivi pompcil•oi appare alquan· to esageraLo. Pompeo hu inoltre una chiara supremazia numerica in farro eU cavalleria (7 .000 effertivi).

13$ilo: vittoria di Cesare. Svolglnu:mo: la battaslla di Pharsalos è una conscguenzn delle ope· rnz.ioni cqndotte intorno a Du.n•z· zo. Nel ccrca~si vicendevolmente, i due eserciti si aUrontnnQ in un• pianura dclla Tessnglin; entrambe le fantedc: 5ono spicgtatc ~u tre; linee mu Cesnre ha trallo otto coorti dnllB sua terza linea e le apposta sulla ddtru del suo schieramento. Lo svolgimento deUn barragUn è molto schema t ico. logìonorl di Pompeo hanno l'ordine di oHendere l'nnncco per s&uuore lo stilli· chczza degli nvvcrsnri. [ veterani di Cesare si lanciano, p<li s'arrestano per riposarsi, quindi scagliano i pila

r

c c:uic.ano. Contempomneomeme lo covollt-


ria di Pompeo sbaraglia quella riva· le ma, affmntata dnll~ 0110 coorti pone o ris~rvo, rompe In schiero· mento e si ritiro TI fin>tle ~ epico c semplice allo stesso tempo: mentre le olio coorti manovrano per cadere sul retro dd· lo schieramento pompeiana, auac. ca anche lo terza lincn di Cesure. Le forz~ di Pompeo crollano c fuggono inseguite da Anronio con la cavai· lerin. Mentre Pompeo çì spoglia delle insegne e fugge, i legionari vetei'Qili deUe Gnllie ne conquisUUlO anche il campo; poco più tardi un nucleo di forze pompciane ancora compali() r circondato e si arrende. Pmi.u: scono~iute quelle cesa· riane. Di parte pompeiana cadono Lucio Domizio Enobarbo, gi~ go· v~maton: delhi Gallia traru4lpina, che era stato sconfitto e lasciato li· bero da Cesare a Cotfimurn, (antica ci11à dd Sannio), 24.000 combat· tenti vengono eauurati, gli nlrri ca· dono sul CGmpo. Consetumu: il 28 settembre sue cèssivo Pompeo muore pugnalato in Egitto con due suoi ufficiali ad opc· ru di personaggi che gravitano in torno al trono del giovane Tolomco Xll. Lo sua morte non significo In Clne deUa guerra civìle. Alexandria (Alessandria d'Egit· 10). Anni 48-47 a.C .. Fo~c in CJJmpo:

• Cesare, all'inizio con In Vl Le•

glo ed lln'ahru legione, entrambe :1 Ponu cb /llJCtnl' L·optt"nl Jl m~u:rr•/u ranghi ridotti (3.20() uomiru1 e 800 fotl<z ""'"'"" tl4 Cnzrr MI roroo !klk o~,.~/ont tm/170 l /JI!I/q<a<l ntl " #.C cuvulicri. Viene poi rinforZ<lto dalla pu -itrat.tttft)tr V>lle ftG/wlntJ> l)f4sucn xxxvn Legio trasportata vi~ ma· ncostruflil)() m sea/4 l: JO. re duilu Siriu c dn conringcmi orientali rnccolri dR Mitrldutc di Pergo· mo. l...c sue Clone erano forse di 34 Cesare incnrlcu Mitddnte di Pcrgn· mo di arruolllre in A.~iu il muijgior novi; numero di truppe possibile e di con· • Tolomeo Xl1 ed i suoi consi· durglicle. Seguono due bnungli~ glieri con forze non note, sia marit· navali comb.urure in prossimit~ dd Lime che terrestri. porto ~ vi n re ~nt m mbe do i Romani grazie all'abìlirll d~i marinai rodli, Est/o: vi11oria dJ Cesare. $11()/gjmeuro: Cesare apprende in anche se nella seconda cadono 400 Asia minore che Pompeo st:ll diri. preziosi legionari. Poco oppresso la guerra si sposta gcndo~i, dopo la sconfina di Farsn· io, verso I'Egi11o. Imbarca :illoru in campo aperto nella zona dd Del· du" striminzite legioni e qualche Ul, Cesare: riesce a congiungersi alle cenunaio di cavalieri e sbarco ad forze condott.,gli da Mitridot~" dà AleSSl1ndria, comportandosi più da battaglia a Tolomeo. Lo vittoria ar· conquistatore che ospite in un pae- rid~ ancoru una volta a Cesure: Perdi~: sconosciute da ambo le se sovrano. Incitate dai dignitari di eone, le porti. Tolomc:o muore durante lo ri· Con" egizie ben prc:sto stringono tirata. ConseguDU,e; viene posto \ultro· d'assedio il quartiere regje occupato no d'Egitto Tolomeo XTll, che ho dai Romani: qui avviene il primo com<! sposa Cleopatra. l veterani incontro r~a Cesare (quasi cinquan· tenne) e Cleopatra (vent'anni cir· godono di un lungo riposo mentre ca). l Romani rieKono con un colpo C<!sare e Cleopatra, do tempo di mlll1o a conquist~re il Caro posto runaoti, risalgono il N ilo in bauello. sull'isola omonima (Pharos) e ad apZela (Zile, in Turchia), ciltlt dd· piccare il fu01.:o a 72 navi deUu flot· la Cappadocia. 2 ogosto ddl'nnno ta alessandrina. È In tluesta circo· stonzu che vie.n e alimentata la pro- 47 a.C .. Forze Ùl campo: babile leggenda del rogo della Bibliorcc". • Cesar~ al comando della VT Poco dopo le for-t.e tesllriaue so- Legio, con forse un misliwo di ve · no rinforzate dall'arrivo deilu tcrani, della XXXVI, probabilmen· Legio, mentre lo stesso t" di un'altrJt legione c contingenti

xxxvn

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di fnnti e cavalieri fornìti dn re Deiotnro di G:ùnzia; • Famace, re del Ponto, con for· u imprecisate ma sicunmcnte su· pcriori • quelle romnnc.

Esi/o: viuorin di Cesare. Sl)()/gimtmto: negli sconvolgimen· ti politici sm.seguiùsi in Asia dopo la morte di Pompeo, Farnuce tenta di ampliare il suo regno n spese del· la Cappadocia e dcll' Armenia mi· nore. Mentre Cesare è impegnato ad Alessandria, egli è affrontato a NicopoliJ (Purk, Turchitl) d(1lle for· ze raccolte da C neo Domizio Calvi· no ma riesce a scon!iggc:rlo. Cesare allora pane eia 1\lcssan· dria con la VI Leglo, fu tappa in Giudt!i!, Antiochia , Seleudn e Tar· so Di qui marcia verw i conCi n i del Ponto e si collega con altre fone ro· mane e con quelle di Deiotaro di

or·

Gnlo~ia.

Fnrnacc si accnmpa a Zda e Cc· sare con una marcia veloce, pone il c4mPo a soJj due chilometri dal ne· mico. Mentre l legionari stnnno co· strucndo il caJirmu, f.nrnoce tento la carta dell'attacco di sorpresa: la sua prima linea: costit~ito da. "'~i falcati è tuttavia n!Spmta dao goa· vellorri e, successivamente, In fan· terin ponrico nullo può contro l'im· peto ddla Vl Lcgio. Perdi~: lievi da parte romanA, gravi.ssime quelle poetiche. Comcj/,ucnzo: è q uescu In battaglia ìl cui esito fu comunicato con il fa. moso wetti, uui1. urcu.. Farnace fll8· ge nel suo ~gno ma è tradito ed uc· ciso. 11 suo dominio viene dato • quel Mitridatc cbe si era dimostrn· 10 cosi utile in Egitto: anch'cgJj rut· cavia ba vita breve in quanto b lot· rn per consolid1ue il suo potere gli e fuudc.

e cavalieri e la sua &uardia persona· le composta da cavalieri ga)Jj e spii· gnoli. Esit<r vi t toda di Cesare. Svolgimemo: la bntrnglin combut· cur.1 n Tapso segna il culmine dcll(l cnmpagna africana di Cesare. L'in!. tio dello scontro è doto dai tubici ttes della X Legio che, senz• ri~J>Ct· turc sii ordini, s uonano la coricn lanciando all'assalto i lcg.ionari mai sordi ai tentativi dei cenrurioni di fermarli· Cesare, compreso che è il giorno decisivo, guido allora per· sonaln\t:nte l'auucco. Il fianco sinistro dei pompeioni viene presto sconvolto dai loro stes· si elefanti che, impauriti, ri0ui$CO· no rovinosamente sulle pro[lrie eruppe. L'esercito dei pompeioni volge in fuga ed una parte~ circon data su uno collina: i soldati depon· gono le ormi e chiedono tregua ma sono massacrati dal legionari che oon obbediscono più né a Cesare né agJj ufficiali. Pmlllt'' il re Giuba e Mn.rco 11errcìo si suicklano a 7.nma; Tito Ln· bi""o e Sesto Pompeo si rifuginno in Spagna; Fau.sto SiUo e Lucio Afranio, catturali successivamente, sono messi 11 mone; Metello Scipin· ne si suicida col pugnale ed, in uhi· mo, M Porcio Cotone, dopo aver rentato di ~alvare In città di Utica d;illo violenza e dol saccheggiO, si togli~ lo vita. Conseg11t•nze: è opinione comune che Tapso sigilli la vittoria di Cesa· re nella guerra. civile.

Strl< Ji c,u,;o,.. • Ck<>pt~rro V. T tb< 4J.42 a.C..

annali alln leggero. È rinforzato con due legioni di veterani, la xm e la XIV, 800 cavalieri e 1.000 au· silinri fra arcieri e frombolieri An·

cora giungono successivamente le legion~ IX e X, anch'~ verera· ne. In uiLimo, poco prinìu dello but tuglià di Tapso, lo rinforzano 4.000 legionari, 400 cavalieri e 1.000 au·, siliari. La sua flona è nettamente più debole di quella pompeiana; • Le forr.e pompeinne, vnlutobili in dieci legioni, n,omerosi re)1ìlrli ausiliari (arcieri, frombolieri e liraThapsus (Ru Dimao, Tunisia), tori di giavellono) e 15.000 cavalie· ciii~ dell'Africa procon~n lnrc. 6 ri sono agli ordini di Tito Labicno, nprile dell'nono 46 n.C .. S~sto c Gnco Pompeo, Fausto Sii l", fon<" m cm11po (è indicora la rora· C. Merello Pio Scipione, Lucln lità degli effcuh•i impiegati nell'in A&:tnio, Marco P~treio e Marco Porcio Cntone. Numerosa è lo Oot · tero C111Dp~gno): • Cesare nll'inizio dispone dclln ta, senza dubbio superiore o quello V Legio di veterani, di altre: cinque cesariano. È loro nllculo il re di Nu· legioni e sette coorti di reclute, ol· midia, G iubu, che può contare su tre a 2.600 cawlieri e funti ausiliari 64 elefanti da guerra, )0.000 fanu

Muncln (po·esso Cordova), cillil deUu Spagna Beùca. Anno 45 o. C .• marzo. For<~

i11 t:a111po.

• Cesare con 8 lcjlioni, di cui quattro di veceroni, 8.000 Cilvulien c reparti di au;cilia Con lui combat· te il re Bogud di Maurcta.nia con il suo esercito. In toulc forse 40.000 uomtn lt

• Gneo e Sesto Pompeo, Tito Labieno con H legioni, di cui quat· tro gi~ sperimentate, 6.000 C:IV"Iie· ri c uniti\ di ausiliari. Esilo: vinoria di Cesare. Sl)()/gmu:nto; in Sp.ogna non ,.i ••


IIm> /rlon/111• Ji Onmge. l'•tlliu Arousio.

cavnUeda cesari.ana mette io rotta

Nella rieu d«otrttiCflt tkl t!JOI/Iuntmlo so11o ricotwscibili rMrk st'tnc di

quella avversaria ma non è chiamotu all'inseguimento e vieoe tenuta in riserva al comando di 13ogud di Mauretonia. T legionari si af&ootano in un corpo a corpo duraro quattro ore finché la X Legio, che fra le legioni veter•ne tiene il fianco destro mentre In m e In V sono sullo sinistca, riesce n far ind.ietreggio.re gli avversari: Cesnre stesso, come allo scontro della Sabìs del 57, ~ in testa ai suoi veterani. Tito Labieno è conscio di qotuno sta a.ccadendo e tenta di far affluire i rinfo~i ma) imptovvisarncnte, credendo che il movimenro di trup· pe sia invece un indizio di fuga, l'intero esercito pompeiana si scompagina. Perdite: non viene dato scampo ai vinti che sono inseguiti e trucidati. Tito Labieno muore combattendo;

eombmthfltnl{) rt.'l<ttivc <tlkz cunrtuhta tlc/111' Cali/t. Gtii o11gmtt'11.

rcbbe

stata l'ultimA resi~tenza d"'i

capi pomp~ioni s~ il malgoverno e In corruzione non avessero portato 11 rivolte c ad ommutinumenti. l reduci di Tapso sono quindi ben accolti ma l'appoggio di cui godono non è solo dovuto al ricordo di Pompeo, quanto al disgusto per Roma, rappresentata dalla violenza e dalla sopraLfozione. Avuta notizia ddla piega presa dagli avvenimenti, Cesare parte :t!la voha della Spagna nel novembre dcl 46. Per pi'Ù mesi Gneo Pompeo si sonrae allo scontro finché " Munda, Cesare gli offre battaglia su un terreno a lui favorevole. La

Gneo Pompeo tenta la fuga ma è raggiunto ed ucciso; suo fratello Sesto riesce n salvn.rsi.

Conseguenze: Cesare è il padrone incontrastato del Mediterraneo.

LEGIO 69


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ve pi11 tordi saronno conosciuri col nome di Gulali. U talento militare: dci Cclti Lrovò applicazione oltre che nella conquisto di nuovi territori, anche nel sc.r· vizio mercenario. L'attivith di merceMri Celti ~ doc.umentato n pnrtire dru IV secolo io .rdazi011t ai rapporrl con Dion j. sio il Vecchio, tiranno di Siracusa, cbc utilizzò truppe celtiche anche nei conflitti tra Sporto c 'l'che. Particolannentc fiorenti erano ì ccntrì di reclutamento del nord rtalia, tanto che i Celti rransalpini e cisalpini erano anche chiomati Gcsmi, da tpf!Slll/l, un particolare tipo di lancia. A partire dlllla morte di Alcssan· dro Mn&no, il merccnnriMo celtico conobbe uno straordinario sviluppo e si coruono Il migliaio i Celti che combatterono come truppe nusilin· ric: nei vari eserciti dcl mondo cllcnistieo. Ciò provoeò, n pnrr~ dnl m sec. a.C., l'introduzione dcll'u· so della moneta c, dalla diffusione degli st•teri d'oro di Filippo n di Macedonia, denorninnri «filippi», ebbe origine un pnrtieolurc tipo di coniazione. Dei Celti residenti in Gnllin alcu· ni varcarono In Manico per cspnn· dersi nelle isole Britanniche, gli ultri , conosciuti dni Romani con il nome di Gnlli . erano destinati nd influenzare profondnmcnt~ anche i destini deli'Ttalin. T Romani li avevano conosciuti lo maniera rraumntico intorno al 387 a.C. quando come narra Livio: «Brenno prindpe dei Gnlli ... fissò in mille libbre d'oro il riscauo dì un popolo destinoro n dominare di n a poco il mondo im~ro. Al porro di per sé vergognosissimo s"nggiunge l'oltraggio; dni Culli furono porwti dei pesi falsi ~. poiché il tribuno protesrnvn, dnl Gnllo insolenre Eu aggiuntu td peso lu spndn, c si udin>· no ql\este parole inrollernbili per i Romani: Cluai (li UÌIIII». L· episodio dmase lungamente impresso nello coscienza storico ro· 72

Dic~ Cesare: •Lo Gulliu oel suo insieme è divisa in tre parti: una nbitnrn dni Belgi, un'altra dagli Aquitani, In terza dai popoli chio· n:llHÌ loculmcnrc Celri c da noi Galli». Gli scrlnori antichi li descrivono rure~zosi. irrillessivi c presun· ruosi, di st:uunt alra, chifld di carnagione c con i capelli biondi. l cnpeUi, ulteriormente schinriri con ac· gua di calce, venivano rialzati dnlln fronte verso In sommit9 del capo e la nuca. Alcuni portavano la barba, mentre i bn!fi, luoghi fino a coprire la boc.cn, erano indice di nobiltlt Vestivano con abiti stravaganti, ru · niche colorate ed ampi ettlzoni. Completavano l'abbigliamento lo tutte le stagioni, mantelli a [itri quadri policromi .d'ogni gradazione ed ornamenti d'oro. coUane, anelli, braccirui. Famosi n questo proposi· vitta celtica, ovunque ne venne u lO i lOrqllt!$, nlOniJi Circolari rÌl<)rli , cont orto. Da Cesare n Troinno, dnl con le estremi t~ per lo pi~ in forma I sec.a.C. 11 tullo il medio impero In di protomi ferine. potenza romana sottomise definiti· l Galli avevano diritto di vita c vnmente quesri popoH che lo molti di motte su Hgli e mogli, le qanli, casi furono nssimìlnri nlln sua cui· morendo il consorte in maniera so· tu m. ~peun, erano indiziate di colpevo-

mano tanto che influenzò negativa·

mente rutti i futuri rnpporri con questo popolo. D'nltro cnnro non bisogno dimenticare cbe i Galli srar>zinri in lralin, Lnsubri, Cenomani, Boi, Lingoni c Senoni, oecupavono un vnsto territorio com· prendente gran parte della pianura padana, rrarti dell'Appennino cmt· !inno e mnrchigiono e si spingevano spesso p i\l a sud per effettuare scor· rerie. Sanguinose b>muglie si svolgevano da parte romano contro i Galli che, di volta in volrn, si ..Uea·, vano conrro i nemic:i di Roma, Etruschi, Umbri, Sanniti, fino ud lllTivare nJI'epoen della n guerrn pu· nic<> in cui la maggiorttnZ!t dci eisa!· pini si un1 nd Annibale per morcinr.: contro Roma. Progressivamente, ma in mo.nieru continuativa, Roma distrusse In ci·


Sp.1da Il: ftrro <Q" fo;ltiO, a-:•111 di soiJU!nf/O<Itl "' ebmur>n~, ptmta dJ l1ne/a .:

umlxmi c/J scud() con mtmigtia. DQifo

tlçCrO/iUfi gplflçll tldlil /lfamc, Frantill ([{ SL'C. tl.. C.

godeva di uno status privilegiato in qunnto compagno d'anni dell'uomo c per questo in diretto rapporto con

una

o o o

l"<'za c dovevano moStrare la loro innocenza pena la morre Ira atroci supplizi. l guerrieri tagliavano tu tesra ni nemici caduti, nrtnccnndola al coUo dei loro cotvnl!i. Dopo i dovuti festeggiamenti, n seconda dell'im· portuoza deU'ucciso, il t rofeo vcni· va esposto in casa oppure impre· gnmo in olio di cedro c conservato in un cofano. Oltre U grano, essi coltivavano l'orzo, il farro, l'avena e lo segale. Tra i vegetali è risconrrabile l'uso di numerose leguminose e del lino, usato per la tessitura. In nessun insediamento si ba indicazione deU'uso di sp~zie, impi~gate ab~nd~nte­ mente mvece

da.a Romanr

e rtnve·

nure appunto negli insediamenti rO· mnni della Gallia, insieme ai «fructi dc.l sud», ad esempio i fichi, che: i Galli non conoscevano. Molto apprezzato ero il vino, im· portato daU'area mediterranea e largamente usato. Scrive Diodoro: .,Essendo smodatamente amanti del vino, essi ingurgitano tutto quello che i mercanti portano lo~:o senza neppure diluirlo. Molti mercanti itulid, spinri daJJo loro abituale cupidigi:o, considerano perciò la passione dci Galli per il vino come un vero dono degli dei. Essi porta· no loro il vino con navi risalendo i fiumi navig~bili o per via di rer.ra con carri e riescono a spumare prezzi incredibili: per un 'anfora di vino ricevono un<) schiavo, scam·

biando cosl il vino col coppiere~. Dru meno ~bbicnti era usata una bevanda fermentata a base di fru. mento e miele, dnl popolo la birra, chiamnta korma. Le colture deUa vite e deU'olivo furono invece conseguenza dello romaoizzazione. L'alimentazione dci Galli consisteva soprattuuo in latte c clltnc di ogni genere, in particolare quelle fresche o salare di maiale, poi esportate in grnnde quaotit~ non solo a Roma, ma anche verso altre regioni d'Italia. S.i consumava nn· che carne di capra e pecora, pure se l' utilizr.o principale di questi animali ero re.lativo aUe pelli e soprat· rurto alla lana, usara essenzialmente per con(e>Jonare mantelli. Un ruolo alimenta.re molto importante ern riservato ai bovini in re.lozione alla produzione di burro e formaggio, oltre che aU'uso in agricoltura pe.r il tiro. Particolare era l'aUevameoto dei cani, forse usati nncbe a scopi nlimemari, ma prindpnlmente, so· prattutto i levrieri, per la caccia <: la custodia delle grèJllll. Secondo Strabone i Galli usavano questi animali pure in guerra ed a questo scopo ne importavano anche dalla l3ritannia. A derto di Cesare: "-·· non stimano cosa lecita mangiare lepti, galline e oche, ma le allevano per divertimento». Probabilmente l'unico nnimole non usato a scopi alimentari era il cavaJJo. Quest11 specie infatti

divinlt~.

'lipona.

Cesare ci offrè la resrimonianza più chiara sul panthcon celtico elencando i suoi dci e definendone le rispettive funzioni, pur non nominandoU con i loro nomi gallici, bensl con quelli dei loro equivalenti romani. Dopo Mercurio, LttRh, il grande dio polivalente, vengono ri· cordati Apollo, DclcmtS o Gronnus, che «Scaccia le malattie». Minervn, Bitgit, che «trasmette i principi delle arti e dei mestieri», Giove, Tarallis, che «regna sui cicli», e Morte, Teutales, che «presiede le guerJ"e». Emblema di Taranis era la ruota, siolbolo del tuono. Coruplemvono il quadro molte altre divinirà minori, tra le quoli Cemunnos, il dio dalle corna dì cervo. Diffuso era lJ culto degli alberi. Non esistevano templi, ma solo boschi sacri. Dice' Cesare: «Tutto il popolo gaUico è ruolto religioso; cosl si possono vedere dei malati gravi, deUa gente che rischia In sua vitn in com· battimento o altrimemi, immolare o far voto di immolare vittime umn• ne, e servirsi per questi sacrifici del ministero dei druidi; essi pensano, infattì, che non si possono conciliare gli dei immortali se non riscat· tiUldo la vita di un uomo con quella di un altro uomo, e vi sono dei sa· crifici di questo genere che sono d'istituzione pubblica. Certi popoli hanno dei manichini di propor7.ioni colossali fatti di vimini intrecciati, che riempiono d 'uomini vivi: nppic· cano loro fuoco e gli uomini sono preda delle Ei>llllme. Il supplizio di coloro -che sono arresraù in flagriUl· te delitto di furto o di brigantaggio sembra debba piacere agli dei; mn quando non hanno abbasmnza vit· rime di questo tipo, non esitano a sacrificare degli lnnocend,.. Il mondo dei morti ero probnbil· mente considerato sotterraneo, ma del tutto diverso d all 'Ade dci Grc-

73


S/NJIÙI m !erro con fodero in bromo. Dal Ji Port.Nihu, /krmt Fil~ hl TI • inid Jf/( '"· •· C.

1110 l!lllllco

ci, in quonto la vita dei defunti era rirenuto uno continuazione più rÌC· eu e felice della vito •ullo terra: ciò costituiva un incentivo al coraiJllio ed nl disprezzo della mone. Nell'epoca do noi trauata la ric· cbezza ed il potere politico erano divisi tra i nobili, Cesare li chinma equi/es, cnvnlieri, ed i sacerdoti, i druidi. Gli agricoltori e gli artigiani erono swti ridonì similmeme a schiavi e spesso si lcguvano ai ricchi assumendo una condizione pari nlla servitù deilot çleba, in cambio di protezione. Da ciò i nobili traevano la loro forza, variabile a seconda del numero dci ~egu:td, s(idando in tal modo In p ilo debole autorità dei mn· gimati. A capo dcl potere amministrati· vo era il III!Tgabrols;s, :tppartcneote sempre ai rnnshi desii aristocratici, che rimaneva in enrica un anno nel co110 del qunl.: erli hwescito dèi poteri èsecutivi, con diritto di vira e di mo.n e sui clttaclini. Al suo fianco avevo il consiglio degli anziani, chiurnato da Cesare .senato». I druidi cosrituivono un potente sodnlizio sacerdotnle, n! cui vertice era un sommo SAcerdote detentore del potere n vito . Essi si riunivano ogoi onno nel paese dei Camur.es, in un luogo socro ritenuto U centro della Gallia, ovc tenevano un'alta corte di giustizia. Le loro decisioni er11no ri~pettate in quanto In man· cotn osservanza del loro giudizio poteva comportaré l'interdizione religiosa e civile. l druidi emno esenti dul servizio militare c dalle tasse. llloro potere c prestigio attirava al sacerdozio i (igli dei nobili che spesso dovevano (ore un noviziato eli venri a.n ni p.ri· ma d'essere ai'Qmcssi nell'ordine. L'insegnamento loro impunito ero ornle e si basavo sulla fisiCII e sulla t('Oiogia. Età vietat'l la conserva~io· ne scrinn dei testi sacri, anche se In scrirturo eru conosciuta neUa [orma dei c:tr•tteri greci presi n prestito d n! l'alfabeto ionico della vicino

Mursiglia. [] druiclismo non costi· tuiva un sacerdo:oio mon<l.'iticò, sap· planno lnfatt l che il druida cduo Di· viziaco aveva famiglia c prendeva part~ attiva alla vita politica. l druidi praticavano s~crifici umani a mc2zo dei quali esercitava· no nnche lo proricn dclln divino2iolle. Uniéi intermediari fra li mohdo degli uomini cd il regno dd sopran. naturale, erono i detentori del >Upcrc fondamentale, <=Sprésso con do t· trine a noi sconosciute. Considera· vano sacri i boschi e gli alberi, SO· prnttutto il rovere, di cui riccrcnvn· no il vischio. Narrn Plinio il Vecchio: «SI trova rntomente del vi. schio eli rovere e qunndo si scopre lo si coglie con grnn pompu rdigio· sa; questo deve avvenire soprattu tto al scsro giorno di luna, che pres· so di loro segno l'inizio dci mesi, degli anni c dei secoli che du.runo, trent'anni, giorno scelto perché la luna ha tutra lo sua fono senza CS· sere a metà corsa. Essi lo chiamano ncll11 loro lingua colui cbe tutto gua· risce. Preparano secondo l r!ri ui piedi dell'nlbero un sacrificio ed un fesrino religioso e conducono due tordli bianchi dalle corno legnte per lo prima volta. Un sacerdote vestito eli bianco sale swl'ulbcro, tngliu Il vischio con uno serpe d'oro e lo ri· ccvc su un snio hionco. Immolono quindi le vini me pregando il dio di rendere il suo dono propizio n colo· ro cui l'ha accordato. Credono che

il vischio, macerato nella bevanda, doni la fenilitil 'Id ogni animale ste· rile e che si11 un rimedio conrso tut· ti i vdèni•. L'organizzazione militare dei Galli era IIIJ'gnmente influenzato dalla loro condi:.ione sociale. Presso la mnsgioranzn dei popoli l'asma pi(t efficiente era la eavnllèrin, tom· posta dal nobili e dai più bellicosi (ro i loro seguaci. AJI'inizio del l sée. a.C. Posidonlo aveva trovato ancora in uso il carro da guerra, csscdum, che però era stato intern· mente sostituito sul conùnente dru· la cavalleria prima dcll'o.rrivo di Cesare, sopravv.iv~ndo wlo fmle tribù belgiche dello Britannia, L11 fanteria nvevn formnro In for· za principale degli eserciti celtici in un periodo nntecendente lo scontro con i Romani, sebbene in :llcune et· nle come quella degli Elveo:i, che si esercitavano in costanti guerre di confine con i Germani, e quella dei Nt:rvi, che non avevano Cll\'allerlo, essa era :ancOra potente . Nelle regioni delln Gallia et:nrrole la funtl"· rio era principalmente cosriruita dalle dossi inferiori, spesso dege.ne· rute in plebaglia, mentre buoni sol· cluti crAm> dati dalle tribù belgiche del nord. Lo potenza milirare gallica er• comunque in declino: i vnri eserciri. impiegati ne.lle fr-equenti guerre civili frn tribù non avevano prodorto alcun miglioramento nelle armi e


nclla utttica. La loro $lnltegin ern ancor~ di tipo primitivo, tes~ ~o· pmt tutto ad unn risoluzione rapido degli scont1"i. Quando si univano per uno scopo temporftnco, i loro tentativi di coesion~ erano resi vani d:ùl'estremu inadegunrcz;:o dcll'ap· parato Jogistico. Tn tal modo, il vantaggio di posswere Wlll popola. zione numerosa e belJicosa do op· pol'rc a Cesare, era di gran lunga di· minuiro dalla decadenza nell'arte della guerra e dnll'incnpacità di por· re il bene comune al di soprn delle Ione tcibniL L'armamento era cosdtuiito cssenziolmentc da una spada a doppio taglio con fodero metallico, uno scudo in legno con umbone in rerro ed una lancia con la puma a lama molto larga. Le spade di questo periodo presentano lame lunghe cd in parte assai larghe. • Polibio narra che queste armi. benché terribili a vedersi, ernno di cattiva qualità, potevano cio!!- c(ll!)i· re con un fendente una sol<11 volrn perché in s~ito a ciò si indeboU. vnno, ramo che se noi! si lasciava il tempo oi guerrieri di nlddr.izzw:le col piwe appoggiandole al suolo, il secondo colpo diventava assolUM · memc inefficace. Probabilmente ol tempo di Cesare le spade otnno di qualità migliore anche se nelle se-

poln.re e nei riposrigll votivi si trovano ancoro ripiegate in più segmenti n scopo cultuale. ln queU'e· poca infmi lo sviluppo delh1 sidc· rurgio appare notevolmente accelerato. Cesare ricordo molti centri di lavorazione del rerro, nnche su va· sto sCll!o. In alcuni di essi erono in nmziooe miniere sia n cielo aperto che sotterranee. Nel l secolo risulta che i Galli fabbricassero oltre novanta tipi di manufntti in ferro, eli cui In qualità d i gran parte degli arnesi dn taglio ero eccellente. Rec.,nti indagini mernllografiche hanno in(oni rivel,uo nellè sp•de lo presenza di {ili d'se· ciaio, indice di tecniche complesse quali la saldatura r:ro il ferro forgia· to c l'acciaio al carbonio, proprio del filo delle lame. 1lfemJtll ttOri· cum, ossia l'accillio. cosl chiomato in quanto prodorto soprotturto nel· l'antico Norico (odierna Carinzia) era famoso presso gli antichi c ri· cordato anche da Plinio. Le. spade, douue sovente di ricca impugnatura, decorarn con intar$i in corallo o smalto rosso c spesso fornite di mnrchl, erano custodire in foderi che, portati sull'anca de· slra, venivano sospesi o carene di cinwrone. Questo sistema di ag· gancio risulrav• abbast.•nM com· plesso, rale dn stabilizzare e ridurre

Coppi• Ji (0/tt//J In /<mJ Ji foggia particolllrt, apfNirlttluti ad -un t.unrìtm çt/la dell'arra illirica, probabilnrcJI/c dell" tribtl J<f,li S<'orr/!~~:1.

al minimo li: oscillazioni verticali sia della spada che del fodero stesso. Esi~tcva inolne un altro genere di spada, definita corta o pugnale da combartimemo, cararrerizzata dn un pomo antropomorfo. Lo scudo er~ di grandi dimensio· ni, di forma ellirrica e piana, diviso longitudinnlmcnte da una oervaru· ra centrnlc esterna e rinforl.ato da un umbone metallico, anche dl grandi dimensioni. L'impugnatura ertt orizzontale. E attestato anche l'uso dell'el. mo, in ferro o bronzo, ed è anzi ri· sco:ntrnbile una tipologia in seguito adoltata e sviluppata dall'esercito romano. Si tratta dell'elmo a calot· ta emisferica, dotato di un'ampia tesa, coprinucn o paragnatidi. Par· ricolori si presentavano gli elmi da parnta aventi spesso per cimiero uc· cdii rapaci o cinghiali. Molto usato in battaglia era il ctimyx, jJ corno o tromba ricavata da un corno animale. A detta di Po· libio veramente terrificante era il frostuooo pwvocato negli scontri da quèSto strumento. Termiuaolé 7~


Suonatori di c4myx. P•"lcolanr d•l

Nltlmm< J'~lo dt CunJ<'ltmp, !MmJJ!IIm:l. Pnnra mt'Jà J,./J J«. 11.C..

con una resta zoomorfa, spesso di

cin.ghiale, l'animale piì1 comunemente associato dai Galli con la guerra e la morre, il ctfmyx era te· nuto e S\IOnoro verticalmente. Per quanto riguarda le tecniche di combattimento, bisogno sottolineare un dccadimemo nell'uso della fanteria, affermatosi peraltro vali· dnrnenre, come gi~ deno, nel rn.n secolo, in contrapposizione n forze nemiche di tipo oplitico, ed ~m tlf· fermarsi dello cavalleria. In quest'ottica è dn considerare il progres· sivo allungarsi della spada che rng· giunge gli 80-90 cm, mentre per le truppe appiedate si notano modifi· cht rig\ldrd<tnti le cu$pidi delle !nn· ce~ gli umboni degli scudi. E certo tuttavia che i diversi po· poli della Gallio avevano formozio· ni ·di combaulmento differenziate gli uni dogli olrrl. Gli Elvezl com· battevano appiedati in formazioni falaogiriche, i Nervi ed i popoli dello bclgica attaccavano inv<!Cc a massa senza alcun ordine, mentre, pro· babilmcme solo presso le ernie più evolute, Edui, Arverni, Aquila· ni•... assistiamo ad una prevttlenza ddln ~nvnlleria sulla (nnterin. Pode~osc crnno le fortificazioni usa re do i Galli. Gll oppidd, cosl erano .chiamati i loro centri (orrificati, s i !JfCScnmvnno muniti da mas5icce opere di difesa, frn le quali spiccava il fnmoso nmrus gallicur, obbondnntemence descritto da Cesare. Esso er~ composto d n due pilrt i colica•· te, il muro vero e proprio con un'armatura di tronchi squadrati, inchiodati tra loro e posteriormente un terrapieno forniro di rampa. L'armatura lìgnca era costiruita da una serle parallela di piani oriz2on· tali uniti trasver.salmente ttJt loro, formante l' incustelluturu che veni· va riempi 1n di terra e pietrame. Questo nucl<'<>, profondo alruni metri, era rìvc$1ÌtO con un paramento di pierre a secco lungo il qullle si intravedevano le estermirll delle trllvi , Dice Cesare: «Questa costruzione non ero hrULrn oll'nppn· ren'Zn, offrendo la varietà dell'nlter76

narsi di trnvi c sassi che con$CfYn· vano in linee diritte i loro ordini, ed era poi molto adnrto alln difeso dello ciuà, in quanto le pietre ga· rantivano conrro gli incendi ed il le· gnome contro i e0 lpl d'ariete». Sulla sommitìl del muro correva un cnmroino di ronda protouo da un parapetto facilmente raggiungibile tramite la rampa posteriore. Particolari ernn<.> i v•trchi d'ncccsso, di solito n due nperture, le co<ìddet· re «porte a rennglino in cui le due

enremir~

del muro rienrrnvano all'inrerno quasi perpendicolarmente in modo cale da formare un pasug· gio obbligato della lunghezza di 20. 40 mt, come nel caso di Bibroctc. imt>Orrante oppidllf1J, Cll[>itA!e degli Edui. Le partjcolarità costruttive di questo muro, teenicanlente per(ct· ro, sono riscontrabili anche in numcrosissimi oppù/4 celtici e rnrdo celtici, dallo Britannia al bacino danubiano.



L'BSI!RCITO Dl POMPEO PRIMA Dl!LL'INTERVENTO Dl CllSARE IN ILLDUCO

Leplal (tullo formtltc da citlltdìniiOIIWiìl: • ' lttloni trqpon;nc dall'l r.Ua; • 1 JesU:.ne di veterani tn1Ua dalla Cllicia 1 fonnata dGU'i.ncurporaz.iont di due unirò ~ti, c chiamata Gcmihlli • l lcgionc di vetmnl tntlla rlo Cret• • MncòdMia: • 2 lesic;mi nmtoloh: in Asia. P<r compkwnc sJI tlftnlvl Pompeo •"""• fmme"'o lesionori omonlari in T.,._~i•. Bco•l•, /IC"lliO<d Eplto cqudll che. ogU onllni di Aoronio, sii si crono con!lqp..ti ndl"i· $Cl• di C11riçlat CKrk, Yugo$l•viul . En1 in am:~ll inoJu~ di 2 h:~ooi provenltnLi dlol.llll Sirl11. Cavalleria• • 1.000 cavalieri, {n cui: 600 di ro D<iotliiD di O•luill Ili: 500 di re Ariob>run<: di C•pp:ldocia; 500 di $Odolo, figlin di Cori re dd Tracl;

Ruw-ttio di uniJ mònciiJ ~l'argenlu dci Gulfi I!Jul. Vi Jl legge il nomr di un loro capo.

Odiato e osteggioto da S:illo che ero arrivato ai p un to d i con fiscargli ruu i i beni c f~rlo inseguire d n sica· ri sui monti della Sabina, hn salva .l a vira grazie al pagamento dj un ri· scatto c all'intercessione di parenti cd amici molto influenti. Presta servizio militare per In pd· mn volta in Asia, ncU'80, n seguico dd pretore Q. Minucio Termo, guadagnandosi una corona civica nella presa di Miti.lcnc. Risaie a questo periodo l'amicizia con N icomede lV, re di Bitinia, amicizia su cui i maligni si esprimono in moùo tutt'altro che edificante. Nel 78 combatte l?er breve tempo in Cilicio oJ comando di Publio Scrvilio. Pervenutagli la nqtizia delia morte di Silln torno a Roma, con l'intenzione di acquistll~ popo· laritìl presso il popolo e muovere i primi passi politici. Avendo capito petò che i tempi non sono ancora maturi, decide d i partire dii tlUOvO per raggiungere Rodi ovc ascoltare gli insegnamenri del famoso retore Molone di Alabanda. Dutante il viaggio viene però cauurato dai pi· rati. presso i quali è costretto a ri· munere fino u quando vengono pa· gat i i .50 utlcnli del ristauo ciUcsto. Liberato dopo quasi qua,an tu gior· nidi prigionia, si reca subi to a Mi· leto dove, allesrirn una piccoln fior·

78

2UQ Motcodonl. Auailiari: • le unh~ di fantt.riot ~usm~mA er:tno fonn11te- da OarcLmi, Rc.'11ti, M:.u:~nni e 1'e$'1i!Ùi,

ln pute mtrct:nl!rlo in parte orruoluti d'nutorht. o \'etlonuJrillmenu:.

Vi cnono inolue '00 fnnti Galli e Oermoni provenienti dnll,, gu•rdlo di Toiomt"O d'Esin<>; 800 fonti !ntl""torl e srbiovl dei i>OSscodimcnti dll'ompeo: ~QU fanti del· la G-alutiu; qulli i 200 fu.nLI di rt- Andoco delha Comm~ene: • J.OOO ord t rl di Crt:ul . Spa.rta, Ponra. Sii"i!li • 1.200 (stl due cooni) frombol ieri. F1ottt>l

Agli ordini di Marco Bibulo (2) oponovano Gneo Pompeo con le nuvi caizit, Dc<iQ Lelio (}) e çruo Trlorio con le o>iatiehe, C, Cwsio Longlno {4) c:on le •mwd>e. Gaio Marcello e Mar<:o Ouovio <t>n lo flotto delle n ovi libtorniche c q\ldla ach<:a BORZE DELL'ESERCITO DI CESARE 1N SPAGNA NEL 49 o.C.

Lt.g.loni:. • 6 lc::g,iol\i, tute<:

\'<:terAnc.

Cavalleria:

• ) .000 cavalieri. Au.11iliari:

• 6.000 !unti. Sin l cavnlicrl che l fumi O\lSillorl o"' nn r«<tbCI (la oltre banogli• comb>nuto da. Ce-

,.,...

s.,.....ruv.mcrllc egli uttuolb tùmeno Wlr<liO ntl ausiliari ed olrrl 2.000 comb:ment; ft-J GaUi Aquihlni c Kucrrtc.r1 dl popOia'tioni mo.nurnc.

NOl'F. O) A\'C!\'' oud)ùto Ut11olo di re ocl ):/ jtraxlc a ~mpco• ..Dopo li KODfilll ck1 pompelaru ~twjclnm .. Cr:s11n: (~l E.. liuto colietu> di Ccutt ocU'e<!ilhl. ~dia t;m:<uro e nel consoloo<o del }9. (J) J)npn ~llttll.lo p1.uetl Il Ceutl!. (4) Ali• mortt di'POmpeo si rkoncilib çqn Ct-...ut'. S11ril tUKl dtì principali c~u.;-o~d dd~ IdJ di rtUII'7.0 e morirl a FìlippL

1i

t n, ins~gue. i

suoi raplrori e, essendo rìuscìro o cnrrurarli . dopo averli fot· ti strnogolnrc , fj Co crocifiggere, pércbé cos\ ovevo promesso loro nel corso della prigionin. Durante In sua assenza da Roma è accolto nel coll~io dei Pontefici

ed nl suo ritorno riceve In carica di rribuno. Nel 68 diviene questore c riprende attivamente In compagna cO!lll'o In memoria di Silln, avendo gi-~ do.lln sua parre i fovori del po· p.olo. Nello stesso anno muore Cornc·


flt.IIJ1;Na ,/'ofO con effige di V~rcin~tQrfgt.

'""/H' della ,.m..,. 52 a.C. titta,

l> !'u~/co rlttU/Io c.rro tM

rt~istt-nut

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SJ.Il s-..ta .,_. adtrfclotb C<llldocta dal ~fiOIC L. Lldalo ,.,..,_ ..., C111isU1n 10ft MJni<We od acc•u• l tenalnl ~ , _ pc.ceclofttc. IZSihrltonqodoua-epd Jlk•I..-..V'--•"""q'' hntc-•la. Cmtt t aslllllo da Sllll.

11-71 In s.....,. d nwlmo Q Smono cmduco 11no ........... auen• cOMO ali .,.n:hl .......U, n••• baurrllln c:runpo ....... . s..-Ù<III !SOfCIIOID, Sptl8fll). N•l 72 ~..m.. col tradimento JX"I'ft)tncndo a Pompeo, neJ 71, dl donwr J•inJurrnlonc. 80 Cco.,c.III><~Cuno dd pretore Q. MIJIUCio Tenno, pucedpo lilla pn:sa dlltlrtJ/nw t1'ur· chi•). gllat.IAAruuu.lu l• c;orò:nx chia. 1~ Sill.- s.; rhiN • \~t• privata. 18 SUJ.o muore o l'ouuoli. Cc,11~ prende p~rtc g,!l1 ~~:ucrna ('OOHO 1 p•rau 1.'0ndot t~ Wt Jl Scrvilio l'luurica. 1..S·6~ TrrtM ~tlt"CN mitrill•tit.! Al ec•t:nundo tldl'nrUwcnuico L J...idnio LUOJilo i rn11W11 r~ptnson() ft.lltridllt~ Olio in Armeoi1. prc»> i pOhcdia-e:oti di 1\lo HCMte> Ti.granc. LuoalJo ... \ftin~ tlno 111 '1'(&.1 l e- ~nfljtgC na;rllnr .. 'l'itf'QfftJCC11d Mtnl.ré IIVMn:W \1:"1}0 l• ('$1plndc Jl'l'td»::/.4 un ~o~.tnmntin~tmtnh,'l dcii.: ll'\ll'l1X' COSiringc.- l..tl(lllllo '' ft:inh1rsi. Ml1rid11t~ ri~::11lri1

lin. Esercitll per breve tempo In questura nello Spagna ulteriore tno.. proWandosi a Romn In pOtente figw·a eU Pompeo Magno, decide dii tornare nell'urbe e nel 67 sposa Pompea, figlia di Q. Pompeo Rufo, fedele seguacl' di Pompl'o. La personnlita decisa e volitiva di Cesare comincia ad impensierite gli aristocratici i quali riconoscono in quell' uomo «molti Mari i» come già Silh1 aveva predetto. Nel 65 diviene edile e nel 63 p<>ntdice mnss.imo. Di solito tale c11riça no!l venivi! çonferir~ all'inizio, ma al termine eU una lunga e gloriosa carriera, Ge.sarc però fa di tutto per succedere a Q. Cccilio Metello Pio, battendo la concorren· z~ eU persone più anziane e più ragguardevoli di lui, ottenendo con tiò un d iritto giurisdizionale illimitato nelle cose relative al culto. Questo fattore, io una società imbevuta di religione, costituiva un continuo intervento sia nelle cose pubbliche che in quelle privare. JJ pontefice massimo era inohre elettO o vjta e non doveva rispondere dei propri ani davanti a nessun mwgistrato. ln seguito a questa enrica

nuov.tmente nd wo1 damlnl . Infine l'o mpto oult"ni: il c:oml.lndo ddlt opeNzlon1 ~ KOnfia.~t Il re n.l I.Yt•tJf tUC'Oj A~ame dell• 't'urc:bl~t) Conringr l':lf)Chc I'Ann~nJu 11 sottomcttC'rJi MJLrl d~ttc (uggc In Cnmo. ma ~ dimansuo dal f'iglio fçarn""' H c~"' mcnt"' ~ ~~ vloi)IIIO """" Rl)dl i: OliUUt:\1~ d.il pir•ll ciiid .m..w~ cll>po hr••• prig:lonia.. AMDit lllfora una ptccola nottQ c CilttUr.'l i iUOI CU"CC!:tleri. Sl~!li\•amcnrc: è .A ltodi moc uudia ron il retore Malone di Al.thdmUt 4TuRhi11). 7:l·71 Sparcuco 11u.id..a ~n"' rivohst di st:hi:avi in ltalì•. acrnnimui infinct d.a Cra\.."ii e l>ttmpro.

70 CroUa d •i>lcro• di ICJIJlt voluto do Sillo: N~ 1.1 Muntovll U p0r1u. Virt.1Ìl1o.

c,.,,. c Pompeo sono coruali.

67 Pompeo OILidlt: un r;emando •1naordjn11rio per comb;auc:rc i

fK)dù mc:~1 ~th-pu. il Ccnon\Cno d1l 65 (.:csurc- e nQmiP•lo nlifc:. A Vt m;»ll 1hlil'e il llOc:'tu Ontlio

pfr~~ci

(l..t'x CNbinia)f In

Mcdic~rtiiJICV.

Cesare, che prima a bi Lava nel sordido quartiere della Suburra, si trasferisce nella Regia, nei Foto. Nel 62 viene eletto pretore ed è èOStrcuo a ripudiare la moglie Pompe<! sospettata di adulterio con Cio· dio, ìJ futuro t.tibuno della plèbe. Quale proprcLore ottiene li governo della Spagna ul teriore, ma prima di partire per questo incarico è costretto a far fronte ai numerosi creditori con i qual.i si era fortemente indebitato soprattutro durnnte l'edilità. Risale n questo periodo l'amicizia con M. Licinio Crasso, uo· mo molto ricco e parimenti ambizioso che, impegnatosi con i creditori di Cesru-e. ottiene da quest'ultimo In dovuta stima e considerazione. Resosi como dd ruolo sempre

più importante che Pompeo, reduce da grandi conquiste militari, o.nda· va assumendo nella vita politica di Roma, Cesare decide di lcgarlo a sé con un'alleanza, insieme al ricco Crasso, per far fronte comune, pur nella diversità eU intenti, verso il partito degli aristocratici e dei conservatori, capitanati da M. Tullio Cicerone e M. Porcio Catone. Si giunge cosl oel60 al primo triumvirato e Cesare ottiene il potere consolare poer l'anno 59. Per r.insaldare il legame creato dal triumvirato concede in sposa la figlia GjuJia a Pompeo e lui stesso passa " terze no~ze sposando Calpurnill, figlia eU L Calpurnio Pjso· ne Cesonino, il futuro console del 58. A Cesare, proconsolc all'inizio

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~iu.lc CdiiR IUII 01dlo • Unsorloor"" ISalnnkco, Gftdo}. fra rlrium'viri. Pompeo. c-.o r·- .,.....,. YO. p - ' a i G Pompeo o n j - r. provi..., ileidic • c....., la Siria. c...... ha UR ~lo eli clnq..- AnN noi _ . . , delle G.llir. M slrm~ln Spojpus ed offida la"""' dello I"'M"" •kl•ti. In Roma lWU11ll: l'lnc:arico circo il ri(nrnim<ruo eli ..,..Ji all'Urbe.

"""'CDNOII.,..

Pompeo"""

Muon: a poeta C.oullo

U Crana pou in Mewpoc.unia am un

Muore ij porro LuttOllo.

aach..:~

m• C duramcnt~ Koa.fitr(' daJ Patti.

S2 Pompcu C uumin~ttu <enwle )CUl::J wUcg11 S2·SI C«""' wmpon. l CoPtm~t.rìl J,/..,f/~ t;ot/11~ 49 PokM CC1Mt' non h.:. Kioho rC1'"'"dt(' con ari ha ~l'k)Ut$tAI"O leo (;,.Ili l"(' ""n h. (O~ gn.-ltO lt province, f ('m1li'UII() l'Qntro diluili St1141U( Cmwlfwm rlltimum t1 A.ttnru&lo). C:e.utt pllS$11 il Uubh."aClc: c d~ inìx.io lllil.t tl\ll!rra-civ•l.:!. Cònqmn.11l'lmH.. mt:ntre l'c)mpro f'IC'l4.., ... •Jll> tl•rt k oclk' trupPf' r.t"II'Uiirfro,. Ntll(lrtCUC'I.tntu) blue li'<'Ht'lpt'i•n- •114-ttlo U..t'rid.a, Sp•JI.,•) ..8 C(Sute C' J'tompeo ci nffronrllllQ il? ngo11a ~ i>/}dt$UloJ H::~r:çalo, Grcdttl. Dopo L, "&«ln· fluo Pompo<> fuRS• In Egitto oV< ~ "'""in.uo pu O<dlne dlllld dl~nimri dell• eone del f.1r:.one. Ct>tare: S.!;.C)mina Jlli eg.i:d11ni ne!r:t gucrn .alcss11ndrina. Compane i Commarlmt rJr "''~ 47 Celllr~ Knnfì[IKt' :~ Zdu (ZUcJ Tuntbi:l} FamllCC, 014lio dì MitrKLm:. .f6 Ces:are. banc: i pt'lmpciMi 11 Tbaps11J (Ras Oimu, Tuni1iaJ. ,., Ca1n: si scontna con sc.li ultimi pompe:haui • Mtuitl4 fpre»o Curdo\'11, SJ>;~an~J ~ \1Ìlkc

.,.,//.

wu.•òru unu vult11

È dihatore 4 vlh&, lmpét'diOr ç Pontdicc Mtnimu. 44 [)ur11ntc l Lupen:nll. M . Aruoniu oHtt' *' Cesotre l• COrt'll'n ft'oile . 11111 otrleo~: un rlfìuto. AUt: Idi ùi M~'lM> ~~nre è- a~ll:Sslnato in u:n compl()no, c•l l l'onoo pane Tlumer~l ~en~trori , dul's.mr una riunione del sernuo nelln Curl<1 ,IJJ)(,mpro.

deUo sresso anno, viene conferito l' impcrium sulla Gtollio ci<alpinn e

sull'Illiria, ampli aro successivamen· re ad opera di Pompeo 3lia Narbo· ncnsc, con l' intento di tener lonta· no il rivale dalla scena politica. Cesa.re pane alla Hnc del mar1.o del 58, deciso n conquisr1l.l"c anche la Gallia mmsnlpina, presupposto questo nccessnrio per l'nf{crmazio· n~ del suo dominio personale. Dice Svetanio: «lnfntti, durante i nove anni cbe durò il suo coman· do, portò felicemente a tc;rrnine q ueste omprese: tutw In Gto ll ia che sta tra la careno dei P irenei, le Ce· venne e le Alpi, e che è delimit11tn dol 'Rodano e dal Reno, pc.r un peri· metro di circa 3.200 miglia , (u ti· dotta da lui in stato di provincia,

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eccetto le cittò alleate e quelle be. nerncrite di Roma, e le impose un ITibum milirnrc di 40 milioni di sesterzi nU'nnno. Primo fra i Romani , avendo costruito un ponte sul Re·, no, attaccò i Germani al di là di quel fiume, e inCiisse loro gravissi· me perd ite. Aggredl anche i Brirnn· ni, che fino ad allora erano scono· sciuti e, dopo averli vinti, impose loro roglic e ostaggi . Frn tanti suc· cessi, solo tre volte subl dei rovesci: in Britannin, quando In sua flotta (u quasi annicnttotn dn uno tempesta; in Gallia, dava nti o Gergovia, q uando gli fu messa in fuga una le· gione; in Germania q uando i suoi legati Titurio c Aurunc:uleio furono uccisi io un' imboscata». Nell'anno 54 subisce In perdita

della madre Aurelia e della figlia Giulia, morta di parto dando allo luce una bimba, Eigli:t di l'ompeo, an ch'ella morta dopo pochi giorni . Intanto Ro ma vive un periodo di torbidi e torre inresrine che vede p.rlltieamentc lo cittò preda delle b:ande rivali dei due rribuni Clodio e Milone. Nel 56 Cesure si incontrll n Luc· cn con gli altri triumviri. Roma è di fat ro nelle loro mani: a Ccsarè vie· ne prolungato il mandato nelle GaJ. lie fino al 50, Pompeo e Grasso

avranno il coDSO!ato dell'anno dopo divcnrer~ suc· ccssivltmeoue proconsole dello peni. sola iberica, Crasso lo diverrà per la Siria. Vane risultano le: proteste di Catone che rivendicava a Ccsat·c an che una condotta scorretta nel corso deUc opeNtzioni militari in Gallia. La volonr~ del senato è pr•· tìcamenre nuUa. Crasso muore nel 5 3 combaucn· do contro i l>~~rti; lo scontro, prima larenre, Fra Cesare e Pompeo divie· ne ora nperto. Si ccrC1l ln ogni modo di impedire a Cesure di manre· nere le sue legioni in ormi.l..a legge De wovinciis del 52, promulgata d:t 1?'-ompeo, srabili"a un intervallo di cinque anni tra il coosolaro ed il gove rno di una provincia , J.a presenza d i Cesare a Ro ma ~i rendevo quindi indispensabile per present11l:e La sua cnndidarura u1 secoudo con~oluto del 48: il termine del mandatoucll<: G~llic, 1~r nuova volontà del sena· to, ~stabilito nl m.o.rzo del49, con

c, mentre Pompeo

cons~guenle lic~nziamento

dell'e·

sercito, mentre Pompeo, Ql quale invece era stato prorogato il proconsolato iberico Hno ol 46, snreb· be rimasto a capo di ben sette legio· n i, pur srnndo a Roma. Si delJJ>Ctl dunque npcrt•uncntc l'ostilità del governo contro Cesare mu né questi, né Pompeo, contro U quRic Si HCC30ÌSCC iJ poi>Oio ed iJ SUO tribuno, si fanno convincere al di· sarmo. Il senato .minaccia Cesnre e t~dtamenre acconsente (lll'iniziari· vn d i Pompeo di difendere in armi lo stato. Gcs<tcc nspeua a Ravenna con 5. 000 fanLi c 300 cavulicri. 11 7 gcn· nnio de.! 49 viene vornto il sc1taft1!


mano dopo una hrcvc pace pred pi· ta nuovamente nel caos della guerra

civile.

consultum ulfif!JUI/1 con Uquale_è dichiol'lltO nemico pubblico. E la guerra civile. n 14 gennaio Cesare, a capo deì suoi lcgionllri, passa il Rubkone, confine tra Tralia e Galfjn cisalpinn. seguito è un susseguirsi di viuo. rie. Roma è rimasta deserta, seno· tori e lllJlgimati si sono ri fuginti a Copuo con Pompeo. Cesare, il cui esercito nel frattempo ho raggiunto le 40.000 unità marcia su Roma, non potendo raggiungere Pomt>eo uhe, forre deUa sua florra, si dirige in oriente. Convinto della ncces.~it~ di dover Ùnnientare le forze nemiche in qua· lunque luogo esse si trovino, inizio un periodo di rapidi e cruen ri combattimenti: L.uida. Dm:v.zo, Porsalo, Alessandria, Zda, Topso, Mundo. Celebra nel 46 il suo qua· druplice trionfo sui nemici «uffici a· IV. di Roma: i Galli, l'Egitto, Fornace e Giuba. Seguono in eocene il correo trionfale Arsinoe, soreUa di Cleopnrro, G iuba e Verdnge~orige.

n

Anche se formalmente viene mantenuta la fepubbllca, lo stato è riunito sotto la volontà di un'unica persona. Considerato eroe e semidio, gli vengono conferiti i più ampi poteri, compresa la dittaCttra n vita. Mentre ogni cosa sembra rornara a posro e Cesare rivolge le sue at· renzioni a riforme e progetti per il futuro, il veçchio partito senatorio, illudendosi che la sua scomparsa avrebbe ricondotto ad uo:• restau· razione oligorchica, ordisce una congiura che vede rra i protagonisti C. Cassio Longi no e M. Giunio Bruto. Il giorno 15 m=o dell'anno 44, sebbene ammonito del pericolo, dopo aver licenziato la sun guardia del corpo spagnola, Cesare si reçn ncUa Curia di J>ompeo, ove si sareb· be dovuta svolgere l' ultlmn seduta del senato prima del 18, giorno del· la sua partenza per l'oriente cancro i Porti. Viene trafitto, ai piedi della sra· tuo di Pompeo, da 23 pugnaLlle e muore a soli 56 anni. Il mondo ro-

P ompeo. Nato il 30 serrembre dd 106, è figlio del console Go. Pompeo Strabonc con il quale par· tecipa giovanissimo, fautore di SIIla, :alla guerra sociale contro Mario e Cinnn. Morto il padre «grande maestto ncll' nrte della guerra• co· me dice Plur11rco, Pompeo ne raccoglie l'erediril, sentendosi emulo di Alessandro Magno. Sempre PluLarco ricorda la sua bel!c;r;;r;a giovnnile, il contegno dignitoso c maestoso, lo sgullrdo scintill!lntc d ei suoi occhi che, insieme al singol.tr~ modo di meggiare In resta, can merizzora da un ciuffo di capelli ribelli sulJ:I fronte, rv.tmmen· rava egli amici proprio i busti di Ale.sso.ndro. Ripudlnrn In prima moglie Antistin , sposo Emilia, 6gliosrra di Sii· la, da cui ricèvc. nc.ll'82 il comando della spedizione comro i muriani dJ Sicilia e AErica, ai quali si era. aggrc· gato re larba di Numidia. Ottenuro un brillante successo, gli viene concesso da Sillo, il12 marzo dell'Si , il tr ionfo ed U riconoscimento del titolo di Magno, datogli dai sold:•ti sul campo. Dopo la morte dì Silln, nel 78, Pompeo si aUen coll ìl partito scna· rorio, conservatore dello legalità siilana e viene mandato, con imperio proconsolare, non avendo ricoperto ancora alcuno. magistratura, in Spa· gna, dove Q. Senorio avevo riorga· niz<:aro il movimenro marinno. Fronteggiato senza successo dal proconsole Q. Cecilia Merello Pio, Sertorio riesce a tenere in scacco anche Pompeo, fi no a quando nel 72 cade vittima di una congiura dci suoi soldati. Sottomessa la Spagna, Pompeo nel 71 torna in It11lla dove partecipa all'ultima fase dello guerra contro Spstrtaco, dividendo l'onore della vittoria con M. Licinio Crasso. Rafforzando le sue prerese con la forza inrìmidnrrice delle rruppe ne·

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Pl't!lunln ritmlln dt SJikt 1 ft'

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campate alle porre deUn città, ottic· ne il consolato, hcnché non sin sta· to neppure questore. Nel 67 gli si presenta unn nuova occasione per acrresccre l~ propria porenzn personale. Gli viene con· cesso infarti l'imperio proconsolare nel Mediterraneo e sulle coste per tre nnni, al [inc di dcbc:Jlare i pirati che ormru destavano serie prcoccu· pozioni, sin per le comunicazioni marhtimc eh(· per gli stessi approv· vigionnmenti n Roma. Forre di 500 navi, 20 legioni e 5.000 cavalieri, in soli ù:c mesi riesce 11 ridurre i pirati all'impotenzn. L'anno successivo, s(ruttando i.l successo riportato, ouicnc il cO· mando ddl~ guerra contro Mirrida· re re dell'onro, succedendo a L. Li· cinio Lucullo. Mediante un'abilisSi· ma alleuJazn con i Parti, riesce • separare da Mittidate re Tigrane d'Armenia, che diviene vassallo dei Romimi . Battuto da Pompeo $UI Li· co, Mitrid:ttc, non potendo rifugiarsi in Armenia, l! cosererto a ritirarsi ncUn Colchide, perdendo ìl suo regno che viene ordinato 1t pro· vincill romana. Sortrnttu 11 Mitrid\ttc •1nchc la Cappadocia, ounitnta ìl regno se· leucidn di Siria, ari'Ìcchendo cosl Roma di unn fiorente provincia, or· gnni?.zando contemporaneamente g.ll suni che da es.~n dipendevano come In Giudeo dove. nominato et· narca lrcnno li, combatte contro gli Ebrei di Gcrusnlcmmc, conquistati· do In cinA dopo rrc ma:si d'assedio. Uccisosi imnnto Mitridnre nel Bos(oro Cimmerio. Pompeo lnscia questo regno 11 Fnrnuce, suo figlio, c torna in lutlin. Sbarcato ncl62, commene il gra· vissimo errore di licenziare le truppe. A Roma il senato gli $Ì dimostrn ostile, timoroso della suo potenza ed il popolo non pof~ più sonenerlo come un tempo, infntunto dull'a· Hro nascente di Cesare. Egli stesso accentua pubblicomentc il valore delle sue conquiste, osservando che aveva ricevuto la f>rovincia d'Asia

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come l'estremità dell'impero e che invece la restituiva al popolo romano come il cuore della patriA, Nel 61 celebra il suo rerzo e maggiore trionfo. La stlp1,1la del primo triunwirato porta innegabili v~ntaggi a Pompeo ma conferisce a Cesare la possibilita di controllare in armi, c du vidno, l'l ta lia La su n posizione migliora con l'accordo di Lucca, in b:ue al quale orriene olrre al consolato, un ' comando straordinario in Spagna. N'cl53, ln morte di Crasso rompe qtacsto delicato equilibri., politico e lnscia Pom~ e Cesare l'uno con. rro l'altro. Pompeo si appoggia al senato ed alla for~u delln lcgalitìt, contestando a Cc:s:uc il d.irìuo di renere la Gallia fino al49 e di ambi· r~. da lont.mo, n.J roosoloto per il 48. E.gli stes~o mira nd assicurursi uon sorta di principato che molti ollgarchlci, compreso Clc<•rone, S()· no propensi ad accertare.

Ln situuzione a. Roma è rovente, la c.iuà è completamente allo $bnn· do, vittimn dçiJu <-orruziona: e in mnno a bande: rivali. Pompeo vjenè invitato o difendere lo repubblica ed accetta In nomina di console sen~· collega, una f-ormula quesu1 di comJ>romesso che se da un lato evi· Lava l'odioso, per rutti, Pompeo compreso, titolo di dittatore, In realtù era un provvedimento del umo incosuruzionale. Scrive il poeta Lucano: aÈ venuto l'estremo giorno, In lortn nnale è ingaggiata, co~tWlo cmpinmcnre fta loro le armi di Pompeo e di Cc:. sare». Pompeo ottiene un discreto sue· cesso su Cesare sbarcato a Durazzo, mu lnsciotosi Indurre n bnthtgliu eumJ>nle presso For~alo, viene sconfino. Si rifugia a Lesbo, ovc si riunisce olia moglie Cornelia ed al figlio Sesto e, dopo aver tentato di ricosti· tuire una floLtn in Panrili:t, ccrcn


Sl4w• d} C. GiuOD en,,.. P. tr~pprrum/Jiil In unlfor:m~ mlhtllrt El~ truill''~•

poca in cui i nemici interni rd c~ter· nidi Roma avrt'bbero potuto inflig· gcre danni morrnli ad uno <rato op pena uscito dalln guerra civile, Pompeo sventa rune le minacce, lasciando Roma padrona indiSCl>ssa del Mediterraneo. Proprio come Alessandro Magno, l'eroe della suo adolescenza, aveva diffuso dall'E· geo :ill'lndo le idee e la cultura ellcnistiC11, così PomJX."O diCConde lo legge e l'ordine romani fino ai regni

eUenistici eredi daU'impero di Ales·

aiuto in Egino, regno del quale aveva sempre difeso l'indipendenza. Presso la costa egiziana però viene assassinato pt'r ordine di al ti dignitari del re Tolomeo XTT che volevnno conquistarsi l'amicizia di Cesare. È il 28 sencmbrc del 48 e Pompeo muore a ~8 anni. Sposato cinque volte, dopo Antl· stia ed Emilia, aveva contralto matrimonio con Muzia, della famiglia dei Metelli, Giulio, figlio di Cesnre e Cornelia, vedova di Publio Ct1s·

Jio. Ebbe tre figli, rutti da Muzia, Gneo, Sesto e Pompt'n. Gneo non eredita le capacità militari paterne e muore a Munda; Sesto, sopravvissuto alla guerra civile, si unisce a Bn1t0 c Cassio e per un certo te.mpo si oppone valorosamente ad Orta·

sandro, ad ovest dell'l!ufratc. Co· mc per il grande mocedone, le sue conquiste sono anche viaggi d'e· splorazione: in Puoio il Vecchio si rrovano molLi riferimenti " scoper· re botaniche, geografiche e mediche fotte da Pompeo in oriente. Politicamente rivela una singolo· re c pre-augustea concezione del potere. Sembra interpretare la par· te del grande eroe al di sopra delle meschin i t~ quotidiane della vi m po· licica. Uomo dalla personalità conttoversa, influenzato dalla convin· zione di essere fuori dell'ordinario, ma al tempo stesso rispt'ttoso dello legalità, preferisce cercarsi un posto aU'interno della costituzione, invece che al di sopra di essa. l n questo ~ b.trruro da Ces<tre, anche s,., il suo rirratto sarà portato in processione durante il corteo funebre di Augu· sto: per i contemporanei infatti In suo corriera, non queUa di Cesure, aveva rappresentato il naturale anello di congiunziont fra la dinarora di Silln rd il principato di Au· gusro, segno dinintivo di un'epoca defini t a cl'era di Pompeo il Grande..

viuno.

Pompeo Mttgno è degno antagonista di Ccsa•·c. Conquistatore di tre continenti e del mare dfl essi racchiuso, creu queU'impero che Augusto c::d i suoi successori accresceranno e consolideranno. In un'e·

LEGIO 83


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LA GALLIA AL TEMPO DI CESARE

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LA PRIMA VITIORIA DI CESARE NELLE GALLIE I confini ocddentaJj della repubblica ro mana, dopo la reprcs· sione delle rivolte mSpagna e l'occupa zione della Gallia Cisalpina e Narbonense (l ) , etano ormai permanente· mente a contatto con le popolazioni cel tic he delle Gallie. La Gallia Narbonense Oa provinc is, attuale P rovenza), era da circa sessanta anni di domjnio romano: le armi tuttavia non erano rimas te inat· tive ed eserciti romani si erano, con varia fortuna, sc:ontnti sia con i Galli stanziati nella prov sia con tribù dislocate al di là dci confini.

(Passodel

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Gran San B\ a


Le ribellioni erano srate numero· le ultime risalivano al 76-74 ed

se~

.. UN ESEMPIO DI VIRTù MILITARI: IL CENTURIONE PRIMIPILO PUBLIO SESTIO BACULO N•l dncriv= U conou dclk vic:mdc dd.

la guerra pllica, C".eUN nei •uoi çomrnc:n· t:uii • \fOÌte ci~ personaggi daa, pur non •vendo pertkolue rUe\fanu ••orla, dlmo· ttrano dl po~rc: un ben p««bo .,.Jorc do<unxntarlo <d .....,pJUX.tlvo. T.r.. è oppvnto <ao di Publio Sodo Boculo che, nel aJnO della narraianc, d appare come a tipico ncmpio di virtù militari: lor· te ,...mero, coroa~oto, dcdJo mo anche lntelllacttte <d intnprmclane. lnoommo un -..beherno IU • cui può f•ni •mprc al~

a

fkii~M~UQito

Lo ;nconltiemo. gii Unlu:dònt primipi· lo (toa. A) e c:ioè inves~to ciel più alto 11>'0 · do della ear.rk:ra a:nt-urionalc, ndla baUJi•

l!lJ.a deU. s.m~n. n suo """""è dlrctlO·

mente inwalto dolJa moao più lmponantc

dqllotiOCCOIItl. P.cJI ~ qud «nturione del. lo l.cgio Jo(ll m. Caaro dioocri.., .,....,. mente lorito <d Ormoi lncopoo<e non oolo di combottcro ma anche di ..._.,.; lp p;..tl. Nd S6 a.C. ritrOviamo ancoro Boculo, con lo Acuo pldo e neO. ltCPI unhi, a). lorc.bé ruua Il Lcsioac, cM aveva P'"' le.

pto Strvio Sulpitlo G1lba.

fu l tiiCUII

n•lcampo di Octoclunu (l'•uuolc Monti· lli'Y. Ira Il Rodono cd Ul"l• di Cin•vra) dal Scdnnlc dai Vorapl. Dopo alcune o,. di st.rcnWI ruiatenza, quaoclo U c:urrum J!lAVI ormai per uaere sovut.hlalo, inter· vltnt Sttlio Baculo che, lo"e evidente· mcncc dtl proprio prcsd&to,, t1cacc • con· vincere illqato, ll quale non dovcv. ave:· no un uJdo cuor di leone., a dare b•n•,U. fuori dai trinceramenti. t. LcP,nc riu· trel, in quoldw modo, o ~rorà fuori doll'eccam-nto <d l CaDI ebben> lo dabknaaain• dJ an•cearlatn campo apcr· 101 Il rltUft•to fu che un trno dqiJ oltre lrt"ntamila Galli c•ddtro in ban•ali• cd ì

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Romani rimucro padroni del ampo. Veniamo ora al 5 ) a.C .. Un~ pane no• tevoll deD'tterdto ~wlano opera contra aJI E.buroru. n cempo prindpolt a potto in

oppido, Adu•n><•! • presidio, l bqqll dl tutto 1'-rclto, è IIJ<ia,. uno Lqioo,o dl recluae, lo Xl V, 200 eevo. un

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licri, okunc ccntinlllo di involldi <d ......,.. loti ..t .... 1on. di .dde•ti .; ....;.;. o co· nwadoott è D ltaato QWnto Clcaone, fo<. ac onda' qll mìlfcnnO di uluae. Menm Caare.., ..,.,.,..lo bon lontano dol um. po, Cicerone lnvt.a ffttov~ ncl•m-itorio ca.-.nte CÙ11JU< ._ai doDo Xl V ed un reparto lormoto d.,.J; ommolo~ or· mai poritl. Con mct1 del pretldlo -ntc, aCllllpo è attomato d'ùnpeto <d ùnpli>VVi· da ........ mJPla di cevalicri CemaonJ• 1o N ... a timida • pn.. dl ....... dinamen1o, Ed ecc"O compairw ntiOVIIIIHm• te Boculoa qiJ ere In qual eampo di retro· via o PftC'W ~tnm.r..to o pttd~ ioviatovi pa •voJacrc qualche in.,.ti<o portioolore. Come cn ""' oolilo. Ucenturione si preci· pita vn.o liDI porU dc-U 1 aRa~peu~~nto1 IMorlallllealwrl, dirlat l1 dii~ e rle'" • raittem tutuvil viene nuovamente

e r••mente lento e con difficoltà .d rJe. - • mrlo doDo mlochlo. Salvo Uc:o.mvm, la lotUI ai~ Y'l!fiiO l f~IOI'Ì: i vete• ..ru rietcono • ofondare ed • rJiuaiand nel ....,po -.1 d.U. XIV l<lnO cir· coodotc <d bonm tuttl l ccotuhoni c molti fanù uccisi. Dl Pub&o Saalo B...Jo oltm non '"l" piomo. Sopra..-. .Uc lcritc? E oc tìl, qualc lu lo .... ultcrioc-e ...-rlen? Come lu

"""''"le

...-Jato? La storia punn)ppo non cl nerre runo quanto vortGmmo Mpt,. di uomini dl tal fatta c d latda neUe n<bbl<: clcU'in· eeta..U • delle Atppoei>ioni.

al 61 a.C. (fig. l). Nel periodo in cui venne cost ituito il triumvirnto fra Cesare, Pompeo e Crasso, i popoli delln Gnllio libero erano ormai çonsidernti sia çomc possibile vci· colo di invasione della parte rom1 nizzatn sia com~ evenruale balum do c:onrro le irruzioni di popol. Germani. • Ln società gnllirn avevo per base leghe di trlbu, qual; gli Edui, i Se· quoni o gli Arverni, vincolati fra loro quasi unicamente dol sentimento reliçioso che si, estrinsecnvn nel druidismo. L' e;erciro che queste confederazioni potevano porre In t<llllpo era il riflesso dello srrunurn sociale esistente: ad una forte cnvnl· feria, formata da nobili (fig. 2), si a!:fio.ncnvo uno mediocre 1ooteria, alquanto indisciplinata ed incapace di applicare ~c:hemi tattici preordi· nori. Cosriruivano una delle poche eccezioni i popoli del nord, gll abi· tunti della Gallia Bdgicn, onchc se alcuni dl essi erano certamente di stirpe sermnnica. Essi possedevano una fortissima e coraggiosa fante· ria, mentre erano qu:-.s:i privi di ca· vnllerin. lnromo agli anni 60 a.C •• gli El· vezi (2), anch'essi celti, souo In pressione del Germani, probabilmente Svevi, decisero di migrare in nuovi territori posti " nord dello Gironda. !n questo quadro, dL-cisa· mente in movimento, Cesnre otte.n· ne la luogotenenza per cinque anni S<tll'l llirìo,ln Gallia Cisalpina e sue· cessivomeme sulla Narbonense, olcre nl grado pretorio per i suoi aiu· tanti. Non è nostro compito esplorare i motivi di politica interna per i qunli Cesure decise di intervenire nelle Collie. Rammenciumo solamente che otto anni più tordi In Gallia conquistuta, In provincia di cui era gi~ pro<:onsolc, u!Ùtamentc ad un esercito di primissimo ordine for· mato d n veterani • lui person.tlrncn· te fedele. costituirono le basi per lnizinre prima In guerrn civile c per conquistare poi l'assoluto dominio di Romn. Nel 58 dunque gli Elvezi, effet·


LE LEGIONI 01 CESARE anno a.C.

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Ovc•ic furonu le 1...<-Rfoni c:ext 1~ 'tuaJj Ut.•rc tooq\lÌUÒ lt Cllllit. Di alcune di etae conOKiamo ori"inc, fatti d'armJ c la loro tlori• putoteriorc in ctil imputai~. di altre. ln\·cec, iJ tempo ci ha Jatdato poco o nulla.

tuando il loro movimento migrlltO· rio, avevano lo possibilit~ di attrA· versare il territorio abitato dQi Se· quani oppure di transitare per l11 Gallia Narboncnse. Cesare negò lo· ro decisamente il permesso c: fece: costruire:, fornendo il primo cstm· pio di quella sua incredibile abolnil di ingegnere militare, un'articolata Linea fonificata f111 il lago di Ginc· vra c:d il Giura. Gli Elvezi decisero al Iom di marciare: attravcr.o le terre dci Sequani, che si mostrarono con senzienLi, e degli Edui che chiesero in\·ece aiuto ai Romani. Cesare, quindi, anravc:rsò il RodanQ: si tro· vò cosl in armi al <Il fuori della Gal· lia Narbonense e senza, si badi, ncppur nver avvcnito il senato. Egli riuscl n eonccntrnrc le Lcgiao>i ai suoi ordini, una stanziata nelln provincia, tre nella Cisalpino e due di nuovo reclutamento, e d iede in i· ><io alle ostili t.~. Nel poimo $Conuo, l'esercito romnno riuscl o ~orjlfen · derc In tribù dei Ti11urini, fc< crotti 9gli Elvezi, presso un guado dell'A. rar (alto Rodano) e ne uccise un gran numero.

Successivamente, trn llli ultimi giorni di giugno cd i primi di luglio del 58 a.C., Cesare tttllonò con sempre maggior cnergio c decisione le rorze avversarie. La sua volont~ di venire a battaglia c:ra mani{estnto anche dal fano che la notte prttc· dente il giorno prcscclto per lo scontro decisivo, aveva fatto di· sporrt l'accampamento n soli quat· tro chilometri da quello degli Elvc· zi (3). Al mattino, tuttavia, Cesare decise impro\•visamcntc di mutllte dircmicc di man:ia e di procedere:, per vettovagliare l'escn:ito, verso llib.racte (4), capitale degli Edui, che distava trenta chilometri. l motivi di tale subitanea decisione, che Cesare mascherava con la necessit~ di procurare: approvvigionamenti, erano legati • fattori squisitamente politici. Probabilmente egli aveva preso In decisione di muovere verso la capitale dd popolo «fratello c consanguineo» perché certo che presso gli Edui uno parte: nlmeno dei notabili aveva in animo di ricu· sa re l'aiuto romano c eli :oppOil!llotrc g li Elve~i. 87


Appena le truppe romane. dettero inizio al movimento verso Bibrocte, gli Elvt~i, forse avvertiti dn disertori apptmcnenli alla cavalleria ausiliaria, si posero nl loro inseguimento, ramo da provocare n batta-

scudo trapassato dalla puma del giavellono che non riuscivano più a svellere, preferivano di.farsene e combattere sen7.a Alcuna protezione (fig. 3, 2). Nel successivo corpo a corpo, gli

glia le forze romane di retroguar- Elvtr.i vennero 5confiui e si ritira·

5). Terminat11 la battaglia Cesare

non faceva efietruore alcun inseguimento, neppure con la cavalleria. La srorin della guerra contro gli Elvezi si poteva considerare ormai condusa con quest'unica battaglia pcrch~ pO<;o appresso, i supcmiri, che lo stesso Cesare valutò in 1 10.000, si arrendevano e venivano rinviati nelle terre da cui provenivano o in altre scelte dallo sressq Cesare,

dia. Immediato fu la decisione di Cesnrc. Le quamo ~gioni di vererani (Vll, VIU, lX e X) furono schicrotè su un coUe vicino (5), a mezza costo, su tre lince di coorti,

rono su di una altura posta alla sinisrrn dc.Uo schieramenro romano, a poco più di un chilomet ro di diststnza. Le quartto Legioni ,gill impegnate iniziarono a questo punto unn

mcmrc le due Legioni di reclute vennero inviare In cimo nl colle con l'ord ine di trincerarsi, a prote:donc degli impadimamo, A loro volta gli Elvezi, dopo aver radunato in un solo luogo i carri ed i ba·

larga convcr$ione a sinistri! per in· Quali furono le conseguenze di il n~mico (fig. questo scontro? Innanzi tutto un esito squisitamente politico: con 3, 3). ln questa delicata Cose Jj movi- questo vittoria, infatti, Cesare era mento, i reparti romani furono ot· enrrnto di prepotenza nella stori:t c toccati du uno mossa di 15.000 nelln vita pubblica della Gilllio. Egli guerrieri Boi c Tuling.i che, htscinti potcv:t, con successo, af&ontare i carriaggi ed i bagagli nlla vigibn~n immediatamente dopo il germano dei quali ero no stnti nssegnnti, d Ariovisto ed occupare poi, poco ali li lanciarono contro il fianco destro • volta, tuttj i principali distretti dddelle LesionL La fsn[eria romana la regione, spingendosi infine oltre manovrò rapidamente c con il con· il Reno cd alli• Brirannia. sueto ordine: mentre lo prima c lu Un'nlt ro serie eli cousidcruzioni secondo lioeo di coorti continuavo n riguarda invete l'esercito di Cesare muovere verso gli Elvezi,lu terza si (Gg. 4}, Con la banaglia di Bibractc volgeva contro Boi e Tulingi (fig. 3, la fanteria lcgionaria dimosrrò di 4). possedere quel giusro grado di ma11 combattimento prosegui ncca- novrobilit~ e di versatilità, unìtn n nito, poi, verso sera, pur senza n]. forzn e poreoza, che la renderà vecun segno di disgregazione, gli ar- ramente regina dclle battaglie ai mati Elvezi si ritirarono verso i car- confini occidentali (8) per parecchi riaggi. Sul fnr dello none anche il secoli. 1J fante (fig. 5), dopo In ri· campo nemico ve.nnc invcstho c form:t di Mario, che risaliva a circo conquisuno dai Romani (7) (fig. 3, cinqunm'nnni prim:o e con In quale

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gagli, iniziarono n muovere contro i

Romani (6) (fig. 3, l). Alle ore 13.00 circo Cesare !nnciò loro contro lu cnvnllcria, forma· !Il da 4.000 ausiliari in parte Edui eli dubbia uWdnbilitù ed in purte te· parti poco oddestmti. Sconfirr• ,.._ pidomenre In cavalleria, gli Elvezi, assunto uno formazione a falange, attuccarono la linea romana, A trema merri dnllo schieramento delle prime coorti, In mosso nttnc· canre venne fnna oggeno di un or· di nato e metodico lancio di plk1 che si aggiun:se al disagio creato dai tiri di arcieri c frombolieri. L'uso del pilum risultava p:orticolarrncntc e(. ficacc tnmo che molli E lvczi con lo

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gaggiar~ nuovam~nre


In volontnrieth di servire in •armi si ero sovrnpposra allo leva per censo, ero ormai divemoto un serio professionista ed un combartente per mestiere. Se da un loro lo riforma Comì indubbi risultati positivi, specialmente per qunnro riguarda l'accresciuto copocit~ combattivo e In restaurata disciplina, d'rurro cnnto il fante aveva la tendenza ad essere m~tggiormcme fedele c devoto al proprio comandante, da cui dipen-

IV Fase

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deva per gesti di prodigulità e per In

speranza di una •buona uscita» (spedaLnente Ìll terreni) al termine del servizio militare, piuttosto che al senato di Roma, lonuono c dall'auroritll sempre piò evanescente.

~'t't't't't}!

La Legione cesariana, divisa in courti 1 aveva una fo~.ta nominale intorno ai 5.000 uomini, anche se sappiamo che Cesure aveva l'abitudine, spcciolmcntc per le Legioni veterane, di non rimpiazzare fuciJ.

mente i vuoti con nuovi :trntoJn.. menti: abbiamo noti,.ia infatti di Legioni che combatterono bmaglie d«isive contro le fone pompciane ridotte a poro più di 1.000 uomini La dislocazione delle forze sul terreno fu uno dei fattori che dimoSl rano la gcnialit~ del condottiero romano. Fino od alloro, la Legione veniva dtsposra su due linee dt coorti ed era norma che la seconoo linea intervenisse nea vuori della prima in caso di sfruttamento del succ<-sso oppure ne permette>~ il riparo cd il ritiro qualora si fosse rrovara sottoposto ad un attacco rroppo violento. 1\ tutto ciò Cesare aggiunse IJér In primo volto il con cetto di riserva. Accentuandone lo capacith di munovrn, egli infuni di sp iegò In Legione MI tre lirt('C ùi C<)OrlÌ: la terza, o imcrvcn iw direttamente nel combnttimenlo o vcniv~ m;mtcnuw di rìsc:rvn (fig. ()). Appunto o Bibraote nbbinmo visto come l' nnacco sul fianco dello schieramento rornnno, uzionc scm· prc considerala oltremodo pericolosa, fosse stata prima parntn, poi controbattuto nppunto dalle terze lLnec: delle coorti delle qua mo Legioni di veterani. Come accennato, solitamente lo Legione si schiernvn con le: coorti a scucchiero, mn poteva disporsi anche in colonna. tale dispositivo ero usato per evitare od incanalare cariche di cnvallcrin o da elefanti. Quali erano, invece, le armi a di sposizione della fanteria pesante? l'rima di tutto l'anna da lancio: il frilum, il giavellotto che poteva es

sere gittato intorno ai trc_nta metri ed il cui uso intdligente fu determi· nante per frenare o bloccare gli attacchi a massa <-d a falange delle po· J>Olazioni barbare: (fig. 7). Origina· damente il pi/um ero formato do un ferro lungo circo scttnnra centiml"· tri, tcrminnntc ovviamente con vttr~ tipi di punta atti aù offendere, c du un'ano in legno di circa un metro c mezzo. Fra il ferro ed il le11no ern C{)llO<'nto un peso a formo sfcl'icu o troncoconico, per con se nt ire un lancio preciso cd cqu ilibrnto. Dunullc il periodo muriuno venne Ili>· portata uno modifica che J>rcvcdevo 90


In sosritu~ionc di uno dci chiodi in (erro che tenevano unitn In parte meuillicu dc:l giavcllono :tll'nstn, con uno in legno. Colpito il bersaglio, il chiodo, dntn la sua intrinseco debolezza, si

Flg. S

spezzava, rendendo cosi inmilizza· bile Ugi•vellotto drt porte del nemi· co (fig. 8). Un nltro cambiamento fu imrodotto proprio negli eserciti di Cesare: la p<trte in ferro fu costntitn, fermo restnndo la robusto punta in nccioio, in metallo più dol· ce e malleabile. fn rnl modo, dopo il !nodo, il piltml sicuramente si rieneva, impedendo non solo il riu· so ma nnche ingombrando c rcn· dendo inutilizznbile lo difeso passi·

LO SCAVO

DI .Bl.BRACTE Bibrac&c è 11lato prodama10 primo 1ito archeoloiPco nuionalt. l France~ infaui (anno riulfre le radici della loro 11oria alla Gallia P'"' romana. Oi cooRguenU~ le succ:eui·

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testimoni•n7~

sono vlsrc J)t'r lo

pià quali sjmboll eh• un popolo prc·

Vl!!'kttort, qptl( qye!lo rotruulo, h1 lùciato aulla loro tura. Si pcn.. di poter ricottruirc quanto prima l'anti·

em.o.

co oppido ric:reando la vita, gli usi ed i coswmi di queSto popolo. Oluogo che più di duemila anni or sono fu la <aphole dell- eonfédtNI· tione edu.o, vide rifulg<.re Il genio di Ct:satt che scun(isie in un •epica c ••nguinosa bon• sliM il popolo d<sli Elvezi.

Succc.uivamc.ntc Hibracte

rinnovò la sua import•n1a ricollcg• n· dosi ad nn ahro fano s1orioo: qui , in· fani, Verdngetorig< diede inblo •l· l' ultima, disperata sollevodon< con· uo la pot<nu romana. La rlvoho po· co dopo ebbe termine dttnunalica· mèllte ad Al<si.o. L '•ntica Bibracte sopravvis.se per ·alcuni decenni dopo la conqulslA ro.. mana. Le fliC mura ricordavano an· cora lo leggendario rivoha gollica al· lorehé, sono Augusto, lA popoluio· ne venne ltasfe.rifa ln un1 moderne cinà nei pressi. Si tronova di Augu· snxiUIIum,l'odlt:l'na Autun, luUf!O di

erudWltne_, ove i giovani ra.mpolli della nobiltà lotàle inlparavano l• cuhura rom.1na, dimc:nalcando il loro pa~sat().

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va colpita. Pensiamo ad uno scudo uapassato do un giavellouo che non si potesse svellere e che sbilanciavo ed ingombrava: in alcuni cosi i Galli, come abbiamo visto nel de· scrivere la banaglia, continuavano il combattimenco dopo aver abbandonato il proprio scudo colpito dai

pila. L'arma cona era invece il gfadium, capace di colpire di punr1> e di doppio taglio (fig. 9) . Er:t un'ar· mn costituitn ds un'impugnatur.n anatomica con un pomo di tipo s[eroide, do un'elsa a forma rettango· l:trc c da una lama di circa 55·60 centimetri (fig. 10). Con il pilum ed il glildium i Romani s i dimostraro no imbattibili nel combartimenco rav· vicinato, a cui la loro tauica tendeva sempre a pervenire e con il quale risolvevano favorevolmente il combattimento. La cavalleria di Cesare rner!te· rcbbe un discorso lungo ed a sé ~lame. Quando iniziò le ostilità, Ces•re non nveva praticamente ca· va!Jeria, in quanto da tempo g.li ita· lici servivano solo come fanti. Sap· piamo dalle fonti che appena poté, egli utili zzò l'ouima cavalleria galli· cn mn, n ben leggere, si circondò d i nobili cavalieri forse considcrandoli pi(• come ostaggi che come leali e fedel i nosilinri. Invece u•ilizzò, arruolandoli anche come mercenari, cavalieri germani , cbe gli diedero più volte ottime prove di v•lore . ln ogni caso Cesare non riuscl mai :1d :werc o i propri ordini le im· poncnri masse di cavalieri di cui, ad esempio, poteva disporre Pompeo in Grecia. Infine , con compiti di csplor:1zione e primo ingaggio, facc· vano parte dcU'escrcito varie unitù reggere, costituite da cavalieri nu· midi, arcieri e frombolieri delle Ba· lenri . Mn cos'era che teneva unito u11 simile insieme di unità e spe<:ialirà, di diversa estrazione c o:•zionnlità? I nnanzi tuttn certamenLe il cou-ismn dci C{lpo che dové essere sempre no. rcvole: la guerra civile decisa dnl· l'intervento militare di Cesare con· tro Pompeo, ma anche contro il senato, non portò alla defezione di al· CUn repartO. f SUOi luOI,IOLCIIC:nl i

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NOTI! (l) Nel 123-121 •.C. KOnfittl i S.Uuvi, gli 1\t'\lcrni r gli Allobrogi, la G•lli• meri. dion~lc:

\'rniv;a m'IIÌtuiua in pm\•inda. con

upi talt Narbo Mortio< (Narhonnt). Ct.!A"' crC!'a\IQ poi ~thr1 lnscdiomcnti urban1 con l:l cost ltuz'lonc di eol()nle mili t lUi ad Arehue (Arlcs:~, Arau1io (Onmgd, Dl eterrtlt (Oé <ierolc Forum julìì [Frcius). (2) A,;ll E:lv~zi emno fetftnal I Tiguriui, Tuli ngi, lo~~tovk-1, R•uraci e Boi ()) CeJare >t\'C!'\'U gi?. tcnl-;~lo ndl111 t:inr· ru~e• prtecdtm~ di \'tnire 1 bau:agliA, mll l'tn-orc dd ec.nturìonc P. Consldlo, <h< l\'cv• scambiMo l reparti dd i<Jl•ro T Lo bieno per sc:hic.rt di El\'ez.i. &avev'lt provoca· to il rinvio dello Jcozmv. (4)

f:. l:~

mt'ldernsa Monr Reuvra\', prdSb

Atmm. ('l Forse nel dd vili3S8ÌO di Mommort . (6) L.o r..... d'....(CO !n qu«t• '""' ~ UIU::I calcolaut in 60.000 combattenti. (7) Al tcrmmc dtU.a blltt~glì.a \'Cnivu rin vem:no l'dtnco nomi"•dvo r: numr.riro, t.u

r••"'

t•vole scrh '"' con lc1 t ere s~he. dei pllrcc-ciJ)Qmi della m18na;nont': 26).000 Eh·cT.i,

}6.000 Tulln&], HOOO !Arovid, 21.000

Fig. 10

erano in qu:tlchc caso eccellen t i l.lO· mini d'armi: i Labieno (9), i Crasso (10), ernno dei capi valorosi cd intelligenti, ben visti dalle truppe. Altri invece, come Gnlbn o C icerone (I l) non mostrarono pnrticolnri doti militari. Non dimentichiamo infine che cru in vigore la discip lin:1 romana. Amministrata d:ù cenrurìoni, categoria di ufficiali sl.lbnlter· ni cui lo stesso Cesnre l>rest"va pnr· ricolnri cure ed attenzioni, era il sicuro sistema, certamente molto poco idealistico cd intclleuualc, per menere in rigo uomini decisi, co· faggiosi e valorosi ma :tnche sicurnn1cnte violenli, tC$t:trdi e di n on fu· cile eomnndabi lità. Le puni2ioni più lievi, la multa o la sospensione dnlln paga, erano ben poca cosa ri· spello al congedo per indcgnit~. al trasferimento di corpo od nlln penn cupi tale. Ricordiamo inoltre snnzio· ni decisamente particolari q ltali il far pernottare il punito al di fuori della cinta del castrum o sommini·

strargli, in segno dispregiativo, orin lllogo di frumento.

7.Q

R.......,r • J2 ooo tloi (Il) lA f•nr<ri• l<~lonorla degli *rdtl d·orkntc subì invece unl'l duti.ssJm" scon(h tu. :td opcrn di un t.$('J'Cito di ctMalicrt Patl i. " C:arre. il 9.1 Ogluxno dd Sl n. C.. (9) T ito Luhic:no em fcnc il migliotc ùtl lt{:AIÌ di Cts.1u't!. P:mccipb n IUUIIlll nmp;1· llJ11 ddlr Galll< od ebbe comandi nnc:hc di llOICI'OII' imf"'riOnU. All'inizio dello sucru civile. per mollvl t'U ~li anrora si dbnur:, p110>Ò con i f"'tnpdanl, dimostrw>d<>!l uno r... j copi più cup..,; .oo., se: piit feroci c \.'c.ndie:uivi, T, 1-:~bit"no morì ln romb.uti

mt'lmo,

Mnnda., in Spagn;a, nd marx.o dd

4'(101n.e..Publlo Craun ero figlio del Il

rriumvi· roM. Lìdnìo CriiJso. Il giovane !\lbilo, ""' glugntt dd 'J 11 C., th1rtc<ip0 nlln "'""'Sii•

di Cune, In Mcsopouunlll, ~l) romnndo di di cav~tlltrl" t trupi'C c:clc.ti. Sopr1tlf1UtO tlai ca.,•otlierl P.artl, pr~

un nAgruPJMimt.nto

(C!IÌ (~ni U<'Cidc~ da uno KUdicro pÌUtlOJlO

che c.ade:re prigioniero. (Il) Si trotto prnprin dd f,..tdlo ckl fu. mos.o ontort e uomo politica M. TnlliQ Ci. f:ffOnC'

LEGIO 93




LEGENDA

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CAMPO LEGIONARIO

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ALTRIINSEDIAMENTI

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Coujìm: scl/cultiottalc fru la provinc:i" siriaca c l'impero dei P:uthi. In tpoc4 ntccruitta ~dopo la au:quisl4 romaJta, 1 et•utti di Nisibls. Singt:tr<t c Dura-Europur ài~mr.cro wd1 di comnttdi 111ilirarl.

to: benché la progcttat>t invasione non i nconrr~ssc molti favori., riuscl ad org~nizzare le sue legioni , anche se doverre ncconrenrarsi di reclute ìnc~pcrtc t.:, per molti vcrSÌ 1 ttrruola· Le quasi à for~ a. L' snno seguente assunse il proconsolnto in Siria c diede l'assetto definiùvo nll'eserciro; ni suoi ordini militovnno sette od otto legioni, coo le consuete aJi. quote di cnvulicri c fnn ti armaLi ulla leggera. Probabilmenre il contingente più preparato sotto il profilo militare era quello che gli nvcvo port!ILO il figlio Publio: un migliaio di cavalieri Gnlli, ve<crani delle guerre di Cesare. Le for>-e rom~nc rivelavano, a primo visto, un grave squilibrio nel rapporto trn la fanteria e la cavaUeria, molto limitnut nel numero, che,

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o<~ggio, del quale non conosciamo neppure il nome proprio, era un grande feudatario, ancora giovane, che aveva costituito un11 sua armata personale di soldati professionisti, forte di 10.000 nrcieri a cavnllo. Ma la grande e, allo stesso rempo, semplice idea era stata quella di pensnre allo logistica e di costituire un corpo di 1.000 cammellieri, il cui compito era solament<: quello di no, intorno agli anni novanta. rifornire di frecce i ùrarori. Pu ap· Un'altro ipotesi si può identifico- punto con questi uomini ~ con po· re nella qunsi certe~za cht: avc:vu il ., chi altri comingentl che i Parthi af· comandame romano di poter im· frootarono gli invasori. Ad essi si piegare la valida cavalleria di alcuni aggiunse un numero abbasrnnza ri· re amici di Roma: Abgar, re deii'O- dono, probabilmente intorno al misroene, Atcholldollios, un dinasta gliaio, di catafratti, cnvnlieri cioè arabo che possedeva territori ad oc- che, nella migliore tradizion~ guer· cidente dell'Eufrate, e ArtlllJasdes resca orientale, combattevano coo di Armenia. uno luogn lancia ed erano protcni, Per controbattere i Romani, i come pure i cavalli, da una pesante Partbl non poterono spiegare ruuo ru·maturt'l . il loro potenziale. Impegnati anche Nelln primavera del 53, Crnsso in Armenia, sul cui fronte combat· vnrcò l'Eufrate con un esercito for· tcvn lo stesso re Orotlus, essi li nf- te di Selle legioni - ognunn delle frontat·ono co.n un esercì LO al CO· quali ern composta da 8 célorti, un mando del Sunmas. Questo perso· numero inferiore rispetto alle l()

era prevedibile, avrebbe poruro avere un ruolo di primo piano nel eombnttere l'esercito partico. Pro· babilmente Crasso si fidava in mo· do assoluto della poten?.a d'urto dei fanti pcsonri legionari oppure, e l'i. 1Xl!C$i non è scarrara dagli studiosi, poco sapeva dell'organizzazione c del modo di battersi dei Partbi, an· che se i rapporti rnilitari frn le due potenze risalivano al periodo ~illa·


CATAFRATTI CATAFRATTI

FASE 1

FASE 2

• Lt' lc,}f.JIIi h1 /onJJIItlt>nc dJ mat'(ÙI, ""' mollo tll#rtlppatt

• l fanti Dlltillari trmtauf t:llll.Ct:aJl(> J!ll artltri p3rthl, ma SOltO costr<lli aJ inJJ,trtggiart! per 1/ ilmtio tff frtct;•.

l ruta/ralli Cf(-dcmo W pro/vuditit th·llo sthit'mlmwto mmm10

~

ni)JI atl.a«alt()

• Gli tueù..'Ti p;~rthi coutinuunu 11 lnr.cian: J111Ji ccmtm i fim lt J<lk ltt.ior:i.

Si 'lkk glun~,err tma t«Jria di

normali - , circa 4.000 cavo.licri ed altrettanta fanteria lcggcr:t. Con lui erano Abgar e Akhandonios c:on ali· quote di cnvallcria. li 6 maggio, i Roman1, nella loro avanzl'lla, si tro· vorooo in territorio desertico, ncllé immediate vicinanze del !fiume Dc· lik: qui furono avvistati i primi re· parti nemici c q ui disertarono subito i re clienti con lo loro preziosa cavalleria. Crasso si presentò allo scontro in

unn formazione di marcia, probabilmente con le legioni giò molto raggruppate, e con i fianchi protetti dalle fol.'"t.C ausiliarie di fanteria c cavalleria. Sure/IQS fece avanzare gli arcieri innanzi ai carafruni, cvi· dentemente dopo nver notmo la profondità e lo spessore dello schieramento romano (fase l). Come. era tattica abituale, l Romani lancio.rono nll'ossnlto le truppe leggere, tenendo di riserva le forze d.i Pubi io Crasso (L 000 cavaLieri Galli, 300 altri cavalieri e 500 fanti leggeri): accòlti da uno pioggia

n

tJ~mmc/11 carichi tli fr,•cce

re scopi diversi. Innanzi tutto do re respiro alle sue r.mreric, poi, forse, evitare il completo occerchiomcnto, in.fine, e questa appare l'ipotesi più co, gU nrderl pardci injzi:H:ono un:'l logica, guadagnare tempo in modo rnctodica e continuo nzione contro da poter risc.hiernre le sue legioni in la fanteria pesante. l Romani non formazione o /estudo: tentò cioè di inrrnpresero, in qucst~ fase, alcun difendersi daUc frecce Apprestando movimento offensivo o di disrurbo. Uln dispositivo molto più comparto tentando di ripararsi ed ortendendo e protetto dagli scudi. che le scorte di frecce avessero terL'attacco di Publio, che era stato mine. Venne invece norara unn lun· nn vnloroso ed abile legato di Cesaga teorig di cnmmelli verso cui, n re ncl corso d~Jle guerre galliche. fu turno, si porravnno i Parthi per ri- condouo con energia e coraggio. fornirsi (fase 2). Egli riuscì a penetrare nello schieraA quesro pumo Crasso si scml mento ncnùco, ma venne circondacostretto ad agire: egl.i tuttavia era to ben presto ancora una volta dngli un soldmo dalle idee convenzion:~li }trcic.:ri: attaccato in ultimo dni cnt:l · per cui, dopo aver· probabilmente frani, che entrarono in combatticonstatato di non essere in possesso mento per la prima volta, vide i di alcun'urma in grudo di contro- suoi reparti dissolversi. Piuttosto battere il liro dell'arco composito c.he oaendersi o cadere vivo nelle port ico, lanciò all'assalto le truppe nnnni dei nemici, si fece uccidere dn del figlio, rinforzate da alcune coor- uno scudicro. ti lcgion<tric. Crasso sostenne con dignit~ anMolto verosimilme.nre con que- C:he que.<tn sventura ed il quadrato stn azione. Crasso tentò di realizza- mmano continuò a resistere (fnse

di dardi, gli nusiliuri furono costretti ben presto a retrocedere cd a rifugiarsi fru i ranghi delle: legioni. Bloccato facilmente il primo ntrac-

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l RAPPORTI FRA ROMA E PARTHIA NEL I SEC. a.C. l primi

"'M"n wi p,.,tJ,j lll non acrtCinUue l Rttm..mi uniot.maltt C:Ctn la eavall~

cuntatu

Ntl 9211.C SUia. :-phuoal1lt1t• .ù r.:oullni ddi'EulrJtc, e-ruN in colt tomo con i P11rt~1; i prlmi upJX'riÌ !uronn amichevoli c cordiali. •p«iaJ· m~h: per la pft()('tup.uinnc tleri\·.antt' c!J.Il'lniranditd dd vu:lno r~ ~"" dc:l Ponto Nel 7) il re p•nlco "ltMin'~ ,.:m (,,rol s,li arinn mi1irllfi rh" fl• eri1 n~1 )fJJ•

ri<hlesd d"' Murido~1c.

rt dd P()clttt

Nd 69. tlopn !Jl \•Ùtorill ~Jj Luculln -.u liw•nr. se t.lcglj Armeni, .. r.~taM\."Crht. ~~ Frutc IO u IIWkinll ~n~h'q;Jj ai RuliW1i, me:ntrc: J'Eufntc fu dcoooJduto \"'me conHne 1111 J~,U u•ri. T~uncc.hl~ .rlu~ hl 111 PJrthz contro loa.tlJo, attN:ndo l..t cuuuwonc della Gord)'CN, ,idi'Adi.lhcnc' r th un• v~tt~U rw:giont: for111JI:. d~t ~t't1Jnl .. ;aiU Mrn1rc h-~.11c Ili ~il,lv.t, il )l)«t'~Wr(' tll LucuUo. l'omsxu, ;;llo(frt lo btttw lnnturio: huth: si !Uou<: per "'"-'UJUU~ 1 tcrrHori I)J\lllll")liNll. menu c: Ti~totru.• 'fi llm."IWe\'11 .Jil 1o t'rdto di Pompeo A qu("HO pnmo1 per mori\·i non dd tuun d1i!triti, Pomp.:u mtirnì, • Fr••tolll dl•~hond<>nart l•loord\.,.nrcd Inviò un <O'f"' di <fl'\ll>lo lk" ndl11 ft"~iftllc, Il quo1lt ~IIUlst" i P.uthJ, ft'llihk"nllufll r~ooia1'igfaUI~, ~be nd fr.mC'mpQ si CT!l rlllv\'lcinato. Jopo IJ tcu -'i Kom~ni

le ttiw.tc P'~ n te Jcl ~ JUrt.l\."\1 rKm oncuncru .~c.:un rU.ulhno, .uu.l l'Cl qu..tldlC' tempo. \'i )I;Uemt •pc:rt.l (nt Armeni c Pdtthl 'r.tlc )ilu.a none: cnlll ttm un w-bilratu pmpo~om da PnmjX.'U· Tifl.l'lUle llllllllt'utK" 1.. Gnnh·c-nc .e Nil.i/•11 tt'\uu\'hin, 1'un:hi... l, f-r.1.;~1c I'Atli.,bcm

ru

~nntc:_

l."ltUIO lltll:'(.l$,Ì\'O OrocJc. fu tK'('f~ dal proprio fl.g1in fr111Ut' J V Il nuMnu· W\'tva con'!JUI"'\0 J5i lrtlhnc milia..re lmrilrtir,l J P..cctro t modi· li<Ò l'.,_W:U('I c.k:U'C$Ct~Ìt0 J'lttdC'O Contcmporah«mtJII~ U \."'il~lxfQ

dcll'e>e..-lt~ dll\oma era o»unt~ J.illo ,,.,...,Antonio eh< rlmuc all'o-

"""o dd aunbiauJcntO IUUÌI:o intCT\"ee\UI\.1 nc:llc forze nc.tnichc~ lJ ll0bi1e catufnuto, ~nnfiu., milir.,mernc dai fWnuni c ridimenn~mtto polatiamrnlt daUn \In..~ f'OQtC' 1V, I!lKÙV11 il poun. qu11~ ncrl-.ùd ~ J'~rdrn, dll'Jrcierc ,, e:ov.all,, FrAno i pi'Ot!l'tU'ni di un.=~ fiM"ibllr. nun\ ~·• C.lnt-

Nd H il lq,ato C•nhllo Cr•"" a«UJ~ I'Atmcnla cd il suo<<. tu-

htvudC'. Jti ~twmbc: un'•hn \'Qila.

L'1nno ~uc:mc. lo •tet.iO An1onio si mtJc in m.arci11 con un aerei~ to di 'ICdlci leginni Cqua~n 11l C'Oit1l,l"to dttt.H tUrnivi), fnr~~ di 1'-0.()()U \lnmini, 10.000 CIIV.alicrt (;;alli ~l hP'!nKÌ ~ \'llric migliaia di 1lui ;oJd,, ti r.. CIII '!>Ì<'CoiV•no l 16 1~10 ••v•Uttl wltn<lll d; Amv...r•. n. /.(~Jf: nu tTwdU>~) ~~ pouù u Mtlitt"l~ (Multuv«, TwJ1i~l per pui 1.1\lUI.'i..tk: luz~ l'Eu(nate: ou ,-.:ru1c t.aJU~turnodlllk forxc ili C.~nl,liu. lntnJUa• l• muri.; \tno il nemico, An1onio di\·ik l't.tcrcitD, zratttne..odo pc:~1.o dt :té i.l nerbo ddJe lcgion1 c ch.u.tcc-Jndone due con 1eu .ti ieri 11rmcm l 'KC'IMIQ'C i b.ttll$)1 t fr ,.Jmttlt, (ra (lll 1.rK'C~\"I\no numCft'l$(" m1Cchu1('· ~r·\~w.,.

I.'IIUUC~t.."U Jd Pdrlh~ ~itii\St" tuhniflt:U cd u\IIUno. t .. ~.:ol-onna tkllc

s.Ji

Antonio

Ncgla unof tmmNt~t•mcmc pr~l:ed(' IU111Ual ban11gl•3 di Hllppi~ un u((u:hllc dl C\l!.::;ÌU. L Lubu:nu, fJkliU elci C1un~ lt'jldto ùi Ce)JI~. ~~ t'fU porhttu pr(')SO l11 et1rtc dd re p..rtÌClO Orodc. Nell'inverno tft-:141, qu.-odo hatc le lt'nc rom.u-1-0 i11 Ont.:ntc cnu»> co)liutÌic uaùnmt'utt"

d• du• ~<Rioni lrdc:ti • C""io. c~U rlu..:l • l"'"~ P••:om, ll!Vfo da Orodt• ..J ~n11o.:~ t conqu.inDrt le f'C\Wincc rc.uru:nc. AJI'inizio dd -td ' ' wiluppO l'uw.ulonc; le tmppc- h:dd1 JlllC\')N 11 CILSJio .st unltol\0 • L..lue-no c Plt'Of'U )i ìmp.khonl tldJr ltlh> fn.,qcnt'. C:.dd.eco sucu'1n \'t1111~ntt 11r-unN {llii'C'tt~. Turtht•l N Al#totbid rAnutk}..t. rurclua), rtn~.:hé in C"1Ud. i Pt~rthi .., tlivhct1' Uhieno contirnk:t l'illtt..K'CO in A,l11 Minore. M"hi c;$ri te t:HeniÌ. r\riATIUt di C.aPJ)fldoda c Anrioco l di CommaRtJ1C1 d K:hicnarono con i J',rr'lhl, al1rl come C:uton: dj Culnia, nan (e<ern nulb per contr.utM· li Rar1 C" t.,l ~ti f,1rono gli epi\IM:Ii di te51'11Cl1~": ndl11 MI~A, Cl~,~ di C'wrdìa. \IO çupo hrig1UIIt', un:i'IC ~tll t'mÌ~Iri di Lahi ...nPi MyWm IMll·"• Turchi,>) In C•rl• ttntb di f<rm•r• alllnv.oorl. m• "~"" pr••·• e dlsuuthl, mentre Stnuonite.t (nei 11n:ssl di F~kihisar. Tutthill rtl tlpbfOtlilillJ fTurddod f)I'Jt,oi.Uiu.uono una buon.1 ralstc:nu. P..coro JCCK in\'I!CC: \'c:DO la Siri~. m~a non ritocl 11 conquilnrc 11· ro. Con la ,.. ""~"..'"· tr.l'•h ro, libc:rò 1Grù<ki cLù Romam < doli• .-.... idumu di F.mde l..a raWnnc C(lm"OJl (u ll(fidala\la Amonln 11 Vm ridio 8;aotSQ, fl'0..\10 •l C<>MJII<Iol dt undiclitl;l<llll, a>n huonr •liqoote di tt\'oll..-ia < fr<lm· IW-1Uttf Ntl )9l'ekrdt~> r0f1'1JIIU ctr~ln A•li~\!Unor(', .Labieoo cthb.tn• dbfib la CAri~ e si •J>O>tò in Cili<i•lll!t, alte jlèndiei dtl Tiuro, (ijttifi&.

un a«>mpamonto, dilponondO<I od •nrndc"' l rinfor>l (>lrtirl. Hfet· tlv.m•n•• PIICM<l l•<dò f,, Siri•. m11 l•ndh ,,fl'anocco delle lo~icni < dtl loro a~mJ!C.l1 suoi <'llvllUerl ca1afratd, knY.-. u~ntaUç li coUeawmento ron r..l>k;no. u, ltl;ioni ro...-ro l'uno, IIIOIIIIOI frombollc:rl rh,clrt>nO -" 'n1l\.IS:~rif le COt'IIUé c:Jtj (Ahtfr•tiÌ (Q11110ftl rroicttili di piombo: i Puthl .uana rurvnu CCM.Udti Il wilirud. Lubt~no, Ntl il au:npo &otto I'11.Uik."CO di Vt.ruidio, tent() Ul fUf,Altc, n•• \'cnoc uc:éw. Ve:nlidJo BUIO continuò nrll'a7jcme d'anact'O finrM i Pll!ÙJ1t1 riu· ""'"" •l ditA deii'F.ufr•••· quindi lnlxib la m•rda VfflO la Sirf• Nrl J8 runavi1, PA«H'O tiC~o.'f)lse un grosiO nercho Jn cuJ militiAYI· no rrob•bilmentc rum f <ttafnnù ponlcl. Si venne quindi alb bma· t:l111 dd uwntc: Ginda.ru U\'C P~~euru ri)'ctè- lo staso errore umico. LI •uoJ Ot\ .&llt=rÌ4111lllìO:b li OilmpO rotlh1no, m.1 ne lu riolttiauacon nOit'\'Q11 perdite, m•"'"' lo IIWO l'ot<Oro mot lv• comb.ut<ndo. LA botuglla di Culd•ro fu \>lhm1111dai R<UlMni oomc li.l rl\•indto di Currc: n1ll in·

')8

~.ulmerie fu invotitil d.i~li :traer-i •uhitu Armeni !ti •rresern, ment~ l~: lcHion.i \'CJmcro llliLU~ct~tc c le lruc.gnc: c~ttuutc. Amnnio ~i lfO\'~ quindi in picn.1 CUlle di fmn~t3d una pi..11.J:l btn nutthot, t~~ p-.utlc;a h;1!1S<Jl.1 11rivn c-ti m11cxhln:arin d'aotscd.to L-d o1 .:ore n dJ viveri TctStb u~u.a.lm..:nac I'1U$1~to m11 {u resplnro. diede 11llo1!~ IX~t taah~e m ciUnpo apc~to ubbliMCJIKkt 1 l'arthi a ritlrani, rnsa ~onsq;,u.:ndu

un• \•iuori11 prh'l di rot!c \'illttfC prwtitu.

Si er• inumto ph1mi in .mtunno inoltr>lU) td Ant<'lllio fu CO'Itrcun a dc:c1dtrt quella che dowva d1H.-n1rc ona 11'\lfJl('ll, ritthu~a d1 un mek' Ciru ~ ()()(! fmono ì "~'•"nl dello 1<-ai<lrtl d,. rlll>tirono in l"'n•~lla dunulte 1Jt 1Ufd• \'d'SO o..cidrutt:" nu~i lurouo i dhd-tori. 0\en.~.te il ciba m.al1a"\'àOrtn~ del luna. Tulln'Ìà t\nhmio rtwci .t riporllirC' l'C'-" M!lcito [n Annc:ni:t ,enza tu.hlr-c uru sconJJu11. dcd:ain o unii! roma dWt nrma: J\'C\"t runavia pc:rduc., 22.000 uom.ina, p.ui .d S?~ d~1 Kuoi \'etcrttnl AUHUtiO

Nd 22 a.C. ordinò • Tibc:rlo dl condum un <><rmo vmo l' Annerda, M't rcogn'"'a un'un11rch11 rronic:t rcr 1conctan1 ttt l dUC' p.1niu, lilorumono • fik>p.rdro Ndla ptim~V<rll dd Zl, lo steiiV l\Uj(Wto li l\l'fiO ln Aslo cd in Bitinla: l• 11<\litlo del >UO orrivv cd iloont<IDJ'Q,.· nc:o wppo~ti.tc ddJ'éier<:iro di TIJx.rio, eo:nvimc a ~ Fnulle l& RSihJ&ire ft inqnc lcsioniU'jc di Cnu.w c Amonio c:d i prigioni«i rom:roi an· «tra vivi, me:n1re t ul tronn d' Atmt"niJ Rloromaoo.

~nnt in~tdhuo

lm prlndPf

ln1orno ~16 1'Atn1~ni• si ribellb c neppure le tml'(lt <VMII\c tiu.:i·

rono MI lmpnrr< nn a<w•rno fovorevol~ • Romo, •n~l 11<'<0 r•rltn• doli' l, 1ublrono un ro,·..clo mUlto"' Negli ateu.l anni in P,mhitt il re: Fr.•tc ~n t.~uto vinim1 di un <'OIIII'Iotto e ali cn1 >ucceòuto Il fl!lllo fMiotlll'\:. Trov11nduti In ootrtoll diflicohil 11 CIIU111 di disordini interni, dcciK di vcnin: a p1uti con C11io Cc&~, im•iata da Augusto o ralaun~n: l"ordine romtU\Q in Armcnilt Fnuuacr ii drdtiuò dit~to ~ rinunrillft' ad ogni (Qf'ma di hnnvom('l

in qt,.ll• r~ione cd •llotil l• ooron~ armtn• vtna- ....,.....,. 1111 un membro dcii• eu• t<Jie d, Mcdi.: ne J<8Ul ""' rivolto ddLI f•xion• •ntlromllru\ eh<: fu prato to(foat• diii .aldtti <li RO<IlA. Nd cono delle opmu:ioni, pctò, Gaio Ceure rimue rerito tllntn gnvemrnte tb morir< ln un porto tkll• '"''" noi ~ d.C .. C ii ultimi nnni d.d ~s:no di Auaunn vìdtl:ro ln P4rthi.r unii ~~1~ dJ rh·olu,loni Interne. Aneln! I'Attncnlll, rlm.urt aenti re, .ru~lalladc· r11 J'influcotZJ rom11nu..


CATAFRATII CATAFRATII P CRASSO

FASE 3 • Cr.:.uu Jccid~ di ttmiiUUJiJrr

((

/qjom am /mmazlm:e il

FASE 4

tn;tudo.

• Crono ttttta tli spit.'t:Jtr: le lt:tiom.

P Cr.mo co11 {afl/l l<'flt'rl t c••·~/lrri •llat(a t/1 artltri fJ;oJtt'tta In pmfomllrJ, ma, t:fl'('whlath ;la (lr(itri ,. t:«riUth dal Ul#{rrtllt. i ucetSf) N t f ttfJI trptfffl iiiJtmlli

• Gli orcktl COtlllmuuio l( tira

Cr.mrJ ~ virtrutlllwtJr ~ircamlolln.

Atlaalu Jitmh df'l ~atajru111

Ln battaglio proticrunentc finl ln quel momenro. Al calnr della notte, con Crasso ormai logorato doUu tensione, i legati Ott"vio c Cassi<> ordinarono lu ritirato, abbandonan· do alcune migliaia di feriti. Venne ~ raggiunta Carre, verso la quale muoveva anche il S11~11aJ, dopo aver distrutto, ncUn marcia, un IÙ· tro contingente romano al comando del legato Vtll'gunte.io. Si decise di abbandonare anche Carre, ma l'eserc.ito crn orm:li sbandato c privo di cli.«:iplinn: lo nesso Cussio 13sciò OlfNirs l "' Jri Parthi. )), i reparti superstiti e raggiunse la Si• Fu in questo momento della bar- ria con poche centin:litt di cavalieri. taglia che, a parere di ulcuni storici, Nelle vicinanze di Sin1111ka, CrASso, i Romani tentarono una sorrita di· e con lui il legato Ottavio, Curono sperato: sorro il tiro continuo, me- nuovamente circondati: dell'esercÌ· todico, asfissiante deUe frecce, ten· IO romano rimanevano le quanro tarono di spitgMt le legioni, o coorti con C russo ed i 5.000 sold:Jli quanto rimanevo dì esse, c dl lan- di Ottavio. Il St/TC/Ias, runovio, non ciarsi nU'urtucco. Con i Romani in attaccò perché voleva Crosso pri· crisi d! movimento, attaccarono i gioniero ed offrltregua e salvacon · cavalieri pesanti panici, che piom· dotti. Consapevole che si doveva barono sulle diverse formazioni ro- trattlll'é di un inganno, Crasso mane c le sbaragliarono (fase 4). avr>Cbbc voluto ancora tentare lo

che {rullflilltiWfl lr lt•I!JQIU

sonc delle nrmi c di una ririrato fi. no n Silmaka, r.nal fu invece obbliga. to dai suoi soldati ammutinati ad accett:lre le ofrcrte. Quando si tro· vò di frome al S11nmas, Ottnvio ed nlcuni uffkinli compresero che si voleva prendere il generale romano vivo. Ne nocque un~ zuffa durante la qunle rutti i Romani caddero combattendo. Cosl Cinlla c•mpngnu in Oriente del c:riumviro Crasso. Dell'esercito romano, l 0.000 uomini riuscirono a raggiungere In Siria, nltreunnti furono fotti prigionieri, ll rimancn· te morl . Il 12 maggio dell'anno 20 d.C., re Fraa/e di Par11Jia, sottoposto ad una offensiva d iplom.tricn ed od unn minnccia di invasione armata, riconsegnò ad Augusto le ins~gne conquistnte ed i prigionieri romani ancoro in vita. Augusto potè vantare «<lo costretto l Parlhi n reslituire le spoglie e le insegne di tre esercii i romani, e li ho obbligati o supplicare l'amicizia del popolo romano•.

99


Vlllotw ton palma nC'l~

r.uo J/ •ppmkrt uno KlfJQ M 11n tto/~. •t Cllt prtdJ ""' u~ bomzro prttJDntnro.

D.r Ro,_, Vuo

C..1a.

~·""" "'"" J.t m >«.

d. C

l ()O


MILES ROMANUS SUM

«CosfT7fito l'accampamento i soldati si sistemano in bell'ordine ognuuo nel suo reparto. E anche tutte le altre operazioni vengono da loro compiute co11 disciplina e sicurezza, e così ai rifomimenti di legna e di vettovaglie e di acqua, quandc ne hanno bisogno, provvedono con apposite squadre. Nes;uno è libero di pra11Zt1re o cenare qutlfl(iO vuole, ma si ri/ocillano t11fti insieme, e così dalle trombe viene impartito l'ordine di domlilr:, dci lumi di gu01dia e di svegliarsi, e non c'è opertl<.imw che si compia set/Ztl coma11do. All'alba, tutti i sold<~ti si presenta/ID di CeltttlltOili, e poi t]ttesti 11 loro volttl vtlllrto ti SdltWire i lribulli e imìcme con costoro tutti gli ufficiali si reca11o dal comm7dallte Ìtl capo; questi, come di CDIIS!Icto, dà toro la paro/<1 d'ordine e le altre disposizioni da impartire ai suborrlh1ati. Comportandosi Coli uguale disciplina artche in battaglia, celermente eseguono le conversioni 11ella dovuta direzione e i11 scbiera compalltl avanZtino o indietrcggùmo a comando».

Flavio Giuseppe, Bellum iudaicum ill,5,}

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sizion i ben muniteJ di Lrincenusi, di vigilare, er9 dett~Ul da p;Ù f~IIO· ri: la diminuita possibilità di un improvviso urtucco nemico, il senso di sicurezza che era trasmesso ai sol· dnd dal sapersi in luo&o sic1oro, la certe~za di poter conto.re su uno voIid~ base per le operazioni future, ne sono alcuni esempi. Questo aspeno deU'ane mili tare romana colpl sempre gli scrittori antichi c cosl ne n·artaronQ Polibio c Plnvio Giuseppe, Jgino e Vegezio, in epoche diverse e con srili diversi. Quasi tutti deuurono anche le re· gole precise secondo le qunli doveva essere allestito il campo, le misure, le dimeosioni, gli spazi, i mat~rhtli da usare. Ovviameme poi quando se ne studiano le sopr:wvivenze si può notare come i dettami teol'ici siano stati piegati dalle esigenze della morfologin del terreno, d:olln [ase ractica della gucrrn (in attacco o in difesa) o dalle particolari idee od intuizioni del comandante. Di t'ertO è che l'esercito romano in sosta si cinse sempre di fortificazioni difensive, a volte imponenti e gran· dic)SC, :1 vcoltc schemntichc c conte· 1'\utc, ma tuLtavin sempre idonee al· l'urruazione dci loro fini. Flavio GiusepJ)<!, che visse in epoca Oavin, fa un «pancgirico» dell'accruupamcnro romano, dcl suo o;dine e dello disciplina che in esso v1gcv:t. La de~crizion•

dello serittore ebreo, che però noo ci fornisce di· mensioni o misure, è assai simile all'accampamento d'et11 rcpubblican:l che Polibio ci espone con notevole dovizia di particolari. Questo cam·tmt, in cui erano alloggimc due le· gioni con la consueta aliquota di :1.1· lc:lli (sostituii i dagli auxilia merce· nari in epoca impeo·iale), viene de· scritto come un grand~ quadrato :wente un lato di 666 metri: le relative misurazioni erano frutto del lavoro di alcuni specìnlisti, gromtlliti e

11/C!JSQfCI.

Il campo veniva prioritariamcntc fortificato con l'innalzare un ri lievo in terra, agger, sul dnvonri del quale erano scavati uno o più fossati, di solito in sezione t.-iangolarc, di pro· fonditi! c larghezza varinbili: Cesa-

re ud c:s~mpio, nd campo di Aisnc fece scavare un fosso l>1rgo quasi m. 5,30. L'aggere era irrobusrito da unn palizzata per costruire In quale n volte i soldati in m:11·cia por· rnvano essi stessi i pali. La rotnlirì\ di questi appresmmenri difensivi costituiva il va!lum çhc ern uncoru

l111f:mu Ji UCCIIIIIJktNJt•nto Co/orma ?'mia/Id

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IC'IIdt•.

Du/111

Altre strade sezionavano pratico· mente L':tcc:.mp:uncnto in direzione parallela ai due assi principali, delimitando cosl i vrui quartieri. Al centro o nel luogo più elcv•to " ''" il praetoriwn, con ln tendn del co· mandante. L'arca delimitnl:l dal pme· eorium, dal q~taestorium (l'ollouiamento del questore), e dagli ntteodamenti delle truppe scelte u piedi e n cavallo, formavo ilformJl, luogo di r:lccolta e riunione. Anche: gli ufficinli e cinscon reparto di lcgio1wri o di ausiliari era posizionato in mo_niern ordinata e consuetuclinnrio. i\ U:• costruzione del castmm por· t.cdpav-ano tnui i miJjU, trnone gli

rinforzato dn tOrri di avvistamento o dn piazzole per posizionnre le macchine belliche. Tra il va/111m e gli nccnmpnmcnri crn lnscintn libera• una stdscin di terreno, illlenJallum, dell'ordine di 60 metri circa che doveva rappresentare la dist:tnza di si· curezzn dalle armi da lancio. L'interno era percorso dn due strade mag~;iori c perpendicolari, b decumann c 1:1 principale che, flll':~l­ tezz,l del vallum, aprivano quatto·o porte, protette da ulteriori opere Ì1JJ/J111JJes, mentl'e in tu mi rim11nevn difensive: tidCtlllllll/11 c Prii<'IOria l~ çnvallerio. D lavoro ern dircHo quelle formare dall'intersecarsi con élsi centurioni che, per le loro misuil decumano massimo, pri11cipalis razioni impiegavano un'nsra in le~ dt'XITII c SilliS/1'11 quelle invece che si gno lun!ln tre metri. incrociavuno con b via principale. Ln ripologin fino n qui dcscrinn


'luuwtUm tli buct"'ltil .- tu!NI. DJ 01il.rt. Iii~

ìmpcnalt".

fo riferimento a C/IJtra che potevano siu stolivo, cioè pcrmancmi o destinati a lunghe soste c , o:uurul· mcnrç, con forrific:1~ioni più :occu· rme e con C1tpocit~ difensive mnl!8i<>ri. sio giornalieri. subilll 111/llltfltlmia Cl/Stra, Le truppe ernno uccuntoomc o sotto teudc di peUi oppure, quali· do le condizioni climnrichc non lo permettevano o il campo era (>erma· ncnte, i11 b11Nlcchc di legno o pietro. l ritrovumenti di resti di castro ci hnnnu permesso di J:>Otcr ~ffermurc che le norme di cui sopm si ~detto erano sl regolamentari mn che, in molti c-nsi, essi avevano forme e di· mensioni che vnriAvnno dnllo stc· reotipo demtoci dn Polibio. Pur r[. monendo sempre validi i concetti di costruzione, vediamo cosl che un cnstmm vicino Sugunto, risalente allo U punica , è di forma trnpezoi· dale, che i campi di Scipione n Nu· mnnzin sono volti ullu ;lruttomcnto delle c:ll'atteristiche del terreno cd nl blocco dello piazza nemica, men· tre: quello :ollribuilll n D. Brmu Callaico, a Viscu, Portogallo, è ad· dirittura ottagonale. Si sono rivelo. ti invece in linen c-on l'ideale poli · biano i ~umpi di Ccsun: sull' 1\isnc <: qucllo ritrovato u Caccres d Viejo in Esrremndurn, risalente alle gucr· re contro Sertorio. L'uso di forlificnrc gli aCc:lmpn· menti continuò od essere applicato almeno fino ali Il secolo. pur se con i nnturnli accomodamenti dovuti all'Insorgere di nuovi problemi tatti· ci. U castmm dcscrilloci du Igino segue :mcora, nelle gr:mdi linee ge· ncrnli, i canoni tradizionali, Esso è desrinoto od un esereiro di circo .42.000 soldati. Cro legionari, ou~ì· lia, C1\vnllerin, vncilkltioii~S e distac· <:>>menti di mnrinni, c prcscnra nku· ne particolari<~. Scompnrc, o è mol· 10 limitato, l' Ìlllcrvallum; è retta n· golare (m. 687 x 480); all'interno i repard sono disposti in maniera di. versa e. cosn ancor più curiosa, i soldati so•\o molto più :unmnssati tflntO d• avere •l disposizione solo un terzo dello spazio che avevano nell'accampamento polibinno.

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T numerosi resti di cnmpi di eth imperiale, realizznci molto spesso con opere in muraturn, ci hanno permesso di constnmre come onco· ru si costrubse, u grandi linee, se· condo i canoni classici tradizionali. I corlra di Novacrium (Neuss, Ger· mnnia) in cui si avviccnd:~rono le le· gioni VI Vlctrix, XVI Gallica, e XX Valnia Victrix: dei V~Jcro (X amen, Germania), sede dcUu V A/nudo", VI Vìc1rix. XV Primi~Ptia, XX Vt~lt:·

ria Victrix, XXi Rapa.~. XXX V/pia c XXII Primif.cnin; di Comunltmt (Petroncll , Austria) , base della X G~mina, XIV Gemina e XV Apolli· naris: di Lambaesis (Nord Africa) della 111 llugusta; Musadu (Mar

ui

Morto, Pale~tinn) teatro dcllc ape. ruioni del legato Flavio Silva con· tro i ribelli Giudei; di Newstend c Houscste:~ds (cm rnmbi s1•l vallum di Adriano) sono fNI qudli mol!8iOr· mente conosciuti e studiati. Oul 111 st-colo il grande caslrt/111 tende a scon1p•1rire ed è sostituito da (ortifica;.:ioni più piccole. Questi castelli hanno pianta genernlmencc rcu:ongolnre, poche volte sono di forma irregolnre, mt:ntrè l' intcrvallt/111 scompare e gli alloggiamcnt i delle truppe, orientate ormui solo alla difcs:•, sono 11 ric.losso delle mu· ra sresse. Le torri sono a pianta cir· colnre c scompaiono onche le qunt· tro p<>rte, ridotrc n due e, :• volte, anche ad uno soltnnto. Verso la fine del sec-olo successivo. io schema dcll'nccnmpamcnto romuno, con le sue derivnioni t: Vtltlaziooj, si per· de, ma siamo gi11 ormai in un altro Evo.

LA TRASMISSIONE DEGU ORDINJ Lo vita di guarnigione ern rigldn· mente regol,lmentatu secondo sche· mi ben preciti, entro i quali ogni soldato SO{'C:Vo con esattezza come c quando agire. A questo scopo erano per lo pit• impiesnti segnali •>c<tst ici ottenuti con gli strumenti in doto· 1;iunc: n dnseunn 1.mità: la tuba, In bue/nn c il conw. Lo tuba, corrispondente alla no5trn trombn, cm lo strumento suer· resco per eccellenza e raramente ve· niva impiegmo fuori dell'nmbito militare. essendo usnta sporadica· mente :;alo nei giochi ghtdintori. Ti· piea delle truppe appiedate, forniva il se.gnale d'mtacco o dc:Ua ritirata, chiamavo i s:oldati nl turno di guardia, davn l'nvviso dello pnrrenz:• dnll'nccampnmento, ma era unchè ndopernm nel corso delle cerimonie sul cnni o rei igiosc connesse sempre nll' c~ercizio milit:lrc. Derivata d11gli Etruschi, era coniruitn dn unn canna lunga circa m. 1,20, per lo più io bronzo entro cui l'•riu, introdotto con for:.a at· traverso uno strcua aperturo, sviluppavn dei suoni che variavano a seconda dci movimenti delle lnb· bra, della quantitll d'aria imme.~su c della grandezza del padiglione. l st•on:ttori di tu/1a che indossnvnno la normale uniforme leg.ionnrin, el'11· no chiamati tubicittes cd in età me· dio imperiale <!rnno 39 per ciascunn unità legionuria (1). Affiancav.ano là tlihd, la bnc/!Ja, strumento ricurvo usato probabil105


ln"lnr J: trpa.rln aJJ'i11tantJ J: acclltn[I(JfflCII/() Dalla Colom:o

un TfiliJilil

mente nelle segnnlwtionl notturne (2), e soprattutto il cortili. L'uso del corno risale ad epoche arcaiche, im· piegaro gi~ da Assiri, Egizi, Ebrei c

Grcd, e.rneucva un suono possc:ntc e rauco, tale da incutere confusione e spavento. Adoperato anche nel corso di assemblee e cerimonie funebri e reHgiose, aveva origini dnl corno bovino. 11 corno romnno con· scrvnva la form:l n spirale, era costi· ruito d a un cubo meuùlico, legger· meme svasato nella parte cerminnlc c poteva essere corredato da unn sbarra trasversale che lo rendeva maggiormente maneggcvole. l suonntori di corno erano dcni comiciu~s cd O!"'rllv:mo moho spes· so in unione ai vcssillifcri, poidìé al suono dei corni si univa il movimento delle insegne per ho trnsmis· sione degli ordini. Soventè indossavano anche la stessa uni(orme, carurrcrizzata da una pelle ferino oppoggi:u:o sulle spalle c rialzma sul capo. Nell'organizzazione militMe ro· mann, il portatore di insegna aveva ''"" suo preciso colloc:1>.ionc L-d un:t serie di compiti ben stabiliti. In un escrcito nel quale gli ordini vcnh•u· no dati anche n voce c trasmessi frc· qucntcmcme con il movimento delle insegne egU nssumevn, nel corso dello bnltoglia, un ruolo di primaria importonz:l, Eru conosciuto con denomino· zioni diverse n secondo del t ipo di insegna affidatagli: 11<JIIilifcr, per l'aquila legionario; droconarius, per il dnteo della coane; siguifer, per il simbolo del mnrripolo; vrxil!mius, per il portatore dd ''exillum. Tutti :)Vcv:mo in comu ne il f:uto di essere 1111111/lllf!J, eli essere cioè csc•uali, :1 cagione del loro incarico, ,dallo svolgere lavori ordinari. Il portatore di insegne vestiva, di norma, l'uniforme rcgoh<rc del legionario, anche se molto spesso np· pare privo di lorica cd indossante solo una cotta di cuoio, l.<1 parte dell'abbigliamento che lo fnccvo immediarttllleme identificare era la pelle di fiero, molto spesso di lupo,

porulla sul cupo c sulle spalle cd an· unione ulla suo unità, dall'altro r<tp· nodata, con le zampe, sul petto. prcscntnvnno il rapporto quasi s:oEra armato del solito gladio ro- crll.le con l'nuroritll. Ciasnma lc11ionc nvc,·:o. :1 partire mano, ma il suo compito non crn ceronmente <\ucllo di battersi: ern d:tlla riforma di M orio, lto sua insecioè un tipo ponicolnre di legiono· gna punicolnre. Esso era costituito rio. Sempre in primn Hneu ed u di· du un'nstu in legno, sulla cui cimn si retto con tatto con i Nradi elcvaoi trovava l'nquiln lcgion.,.!n, nd uli del suo o·eparro, doveva manovrare spiegate. Lungo il legno VCflivnno l'insegna n seconda degli ordini che nggiunte le decorazion i meritate riceveva. Quindi fra i primi nell'at· ((Jholerac o t•oromwl, una tnrga con t:tcco, ultimo • retroceder<: e, molto il nun1cro deUn lcgiont, immngini semplicememe, non dovevo cedere di imperatori, divinità o Wlimnli mai l'insegna ul nemico, nlmeno opotropnici. L'osio ddl'inscgnu ero, finché era vivo: dovcvu trattarsi ndln pnrtc inferiore, munito di un perciò di un combattcoue specinlis· J>llntolc n mez?.o del qunlc 13 si ilOte· simo, coraggioso, fedele e di sicuro • va pi:tntnre snldctmeme nel terreno. l!ffidamemo. Anche li manipolo aveva In pro· Cosl sì esprime Cesure ocl dcscri· prin imegnn, che ero composta do vere unn buttngliu iJ cui esito era un'nsto sormontata dnlln mano dccisamcnu: inccron «... vedendo ap<m:o r> cl n una puntu di lnncin , inoltre che rutti i centurioni dello l n crò uo.rdo imperiale è invcc" quarta coorte erano stati uccisi, che testimoniato l'uso, come insegna di anche il vcssillifcro crn stato truci· coorte o forse di legione costanti· dato c che l'inscgn:o cru nndaou per· ninnn, del dro.-tl. Simbolo guerresco dutn ...... di nriginc snrmnra, il druct> erro un Le insegne militari avevano per il involucro serpentiforme di ~Ili soldato romnno un:o duplìcc funzio- d' nnim:olc c stoffn, nperto o.lle due ne, ugunlmcnre significno ivn, Da un estrèmhb c I'JOI'CUto su di un~ustn . Imo erano il simbolo sotto il qunlc Agitnto con encrgin, permettevo un vivevo c comboltcvn in nrmonia ed >'flJ1iclo pussnggio d 'urio provocunclo


Tvrrrll.J J, ~rr.rk..:um~ Colù nHII

aJJI ftaJ:ctJI~.

D11/J.J

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rumori vìolen~i e sibihlnti. La rovalleria, sin legionario che nusilinrìn, ebbè invece sempre il vexillum: un dmppo dì stoffn, che poteva essere dì diverso colore, poggioto su una traversina, a sua voha posta uasvcnmlmcnte nd un'asta im1>ugn:un dal portatore. ll ve:dflum, che costituivo anche uno dei dona mi/ilaria, poteva pure divl!!lmre il simbolo delle vexilfationes. Gli au.~ilia eblx:ro anch'essi le loro insegne: aste tcrmìna.nlì con fì. gure d'animali o punte di lancia ed adornate con phall!rae, coro11ae... Tuui i $imboli c le in:~cgne vçni· vano custoditi al ecntro dell'nccampamento in un sacrario oJ quale ero connesso il diritto di asilo. La loro perdì1n in battaglia ~ru c:onsìdcrat:t sommo disonore, tanto che le fon d ce ne hanno sempre tramandato la notizia. Ricordiamo, a questo pro· posito, l'csuhanza (>tr il rluovnmento, da parte di Germanico, delle insegne cntturnte a Varo e In re· sth u-.ionc di quelle conquistate :1 Crasso dopo Carre. L'importnnza tnrùca delle insegne in bnuaglin ci è dimosrr.m con· cretamcnte ancoro una ''olta do lono dei più gntndi C11pirani di Roma repubblicano: Cesure. Nel corso della c:unpagn:l contro i Belgi, egli si trovò improvvisamenre annccato: cc-

co come ci fa comprendere la dram· maticitò del momento. «0Qnuno , abbandonato iJ bvoro, si fermò do-

Ile capitò, intorno àlle priMe in!égnc che vide, per non m01ncare, nd· la ricerca dci suoi, l' inizio dello b:tt· tag)ia... E facile intuire come nell'escrc:i.ro ln po5sibilirà di porer rrasmenere tempestivamente inforn1azioni o direttive avesse un 'importanza primario c questo non solo ndlo spazio circoscritto di un accampamento, ma anche ad una distnnz.o mnggiore di quello raggiungibile con i segnnli acustici o con le staffette, La complessa macchina militare romnnn infatti non potevo permeitersi di lasciare nulla al caso e al· l1 improvvisaziom::. in cp.mnto ha

mancata o l'errata interpretazione di scgnala-.ioni avrebbe potuto creare scompiglio e disorgllnizza. zione. A questo scopo si venne perfezionando nel rcmpo un complesso sistcmn basato sulle funlntc di giorno e fuochi di notte. Lo storico greco Potibio, vissuto a Roma nel Il sec. a.C. , descrive molto minu:dosamcnte il nuovo merodo dn lui uffinnto, incl!!ltroto sullo trasmissione n fiaccole. Egli migliorò nettamente la sìmbologia prcccdentemcme usata, molto liruitntu e con segnali capaci di comuni· care solo concetti cstrcmnmcntc semplici: lu torcia accesa poteva significare ~ottenzionc•, un fuoco di cospicue dimensioni «nllnrme• c cosl ''Ìn. Anche il sistema più sofisti· cJHO ideato dal gfeéo Enea Tatlico (3), basato sull'utilizzo combinato di fuoco e npparecchinturc idrauli· d>c, era in realth dlfficilc da mette· re in pmticn ed in ogni ca~o inefficace per trosmenere evcotunli im· previsti. Polibio invece temb di realizzare un codice valido per ogni drcostan· za c rclntivumente semplice d~ usare. Propose infarti di inviare vere e proprie frasi basate sull'uso dell'alfabeto desunto, nelle sue singole lettere, dalla posizione e dal numero delle rorec progressiv.tmente accese: sia il trasmettitore che il rice· vito[(;, conoscendo il codice d'uso.

cr11no in grado di risalire :oll:t fra· se o al C()ncctto chc si trasmette· VB

(4).

Cesare descrive nllarmi luminosi arcuati dalla rete di sorveglianza c·o· mn11a duronte In cnn>pngnn comro i Belgi. Livio ci oUre invece un esempio di segnwnzionc u me~zo di fumnw, relativo nd un episodio del. la lunga guerra contro i Volsd: un distncromcnto romano, volendo co· municare nl dinarore la conquista di un l."olmpo nemico. fece innnl~n· re. come precedentemente conve· nuto, una colonno di fumo. L'ALIMENTAZIONE S<'<:Dndo qu(lJ'ItO dice Flovio GiuntlpiiSSò d'nj:>értutll, precise norme regolovcmo onche i pasri. Ln dieta del soldato romano cr:o incen· trata soprattut to sull'uso dci fori nn· cci. Ognuno ricevevo do 40 o 4 5 Ji . rri di grano al mese (5), con cui po· Leva cucinarsi giornalmente non (>iÙ di un chilo di puls, sorto di polenta onenutn mescolando la farina in ne· qun e sale. Quest'ult imo era rircnu· to indispcn.<nbilc nella dicttl, n volte povera, del legionario e Vegezio in· segna come procurorscne anche in casi d'emergenza . Non si conosce il tipo di grano assegnato, con esso si confe~ionavu il panis mi/ilaris. di cui esistevano sèp~

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UgiotMrl Jmtmi 111/R mit"tlmm DaliA

Colon•• '/iaio11a,

due v~ri~nti, il 1J11111dus, preparttto in città o disrribuito nUo truppe ne• qu:ll'licrote, ed il CtJstrensis, consumato negli flCcampumenù durante le spe<fuiooi milit!U"i. Si pensa do· vcsse essere un p:mc: a lunga conscr~ vnzione, dd tipo n galletta. T rn le verdure, poiché ovunque reperibili, erano usate aglio e cipol· le che veniv:.no condite con sale, olio c aceto. Con l':ncero diluito in aequo, si otteneva inoltre uno porri·

colare bcvonda chia.matn fJOSco: l'u· so dell'aceto rendeva non solo più dissehlnte l'aequo, mo servivo soprnrruuo n depurarla (6). Le uniche protdnc animali erano offerte do sporadiche distribuzioni di pollume (7) che, oltre od essere poco voluminoso, polcvn rornire anche le ttov:•. Altr; auirnuli dì cui snln:nrinmente venivo fntto uso era· no gli ovini ed io genere il bestiame che potcvu tsscn: recuperoto nei

territori occupati. Ln mancanza di carne od esempio non afflisse le truppe di Cesare che:, nel corso della gucrrn civile cont-ro Pompeo, ne trQvnrono gmnde nbbond11nzu in Epiro. Nella stessa occasione però ebbero :l soffrire per la n>:tOC<IOZ<I dì 11rnno e si dovettero cibnre di legl•· mi e d'orzo, di solito destinato u11li :mim:.li dn sella e d" sorn:., riuscen· do però :1 ~covare una radice detta chara (8) che, mescolata con il latte, davo origine ad una specie di pane. Il consumo tli cnme andò aumcnt:lndo, scppure lcntam.,ntc nel corso degli anni, fino nd arrivare nel IV secolo a distribuzioni abbastanza usuali di cru:ne di montone e lardo Un bene pre-1.io$i~imo era n•tu· n.ùmente l'aequo. Trasportata di solito in otri di pelle, in condizioni pnrl koluri vcnivu prlvilc.:giat:l ri ~ spetto nllo stesso grano. 11 console Merello, durante la compagna di guerrn contro Giugurta, accingcn· dosi :<d :Htrnvcrsure un deserto che si estendeva per 50 miglio, ordlnb di scnricorc tuili i bugn~li dnllc be·

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stie d:l som:l e, reclutando l:t poJ:>O· !azione locrut' che già si ern ttrresn, diede disposizioni af(inché si rdcCo· glicssc più acqu• possibile c la si portasse in un luogo prestnbilito. In condizioni d'emergenza pote· v:mo verificarsi le situazioni più di$p<mHc. Cincinnato, in occusionc di un~ lev• Strltordin:tri:l duronte In • gutrnl contro i Sabini, prescrisse che «... tutti coloro che fossero in età orta olle asmi dovevano trovar si prim" d~ l 1rnmonto nd Campo Mnrzio, nrrnati, con viv~ri cotd per cinque giorni e con dodici pali dascuno (9); a quelli che crono in etÌI troppo nvnnznta per il servizio miJi tnrc, C)rd inò di cuocere i cibi per i soldnti dd vicinato, mentre 4ue.<ti prepnrnvnno le armi c cercovano i pali... Nel corso della c:unpngnn contro i Snssonidi, lc truppe di Gioviano (363-364 d.C.), in Mcsoporo·

mia, furono c;osncttc durante h1 ri· tirata n cibarsi della carne degli nnirnnli da somn, compresi i cammelli. Come si s~~r.ì intuito, ilproblcm:t dd sostt!llta.rncmo matcrhllc dcu·~~ sercito implicò sempre In soluzione di numerose questioni di natura losist icn. Se da un lato il wldato po· tcva trov•rc di d1c cibursi utilizzando le risorse dei luoghi ove cornbnneva, sappiamo che fin dnU'ct:l repubblicana lo stato, nlmeno in parte, provvedeva al suo rnnntcni· mento. In et~ impet·iruc vennero costruiti magazzini adibil i a conservare gli alimcnri negli nccampamcnti stabili c vaste arce nelle vicinnnzc degli ~ressi furono desrinote olln coltivazione del gruno e dj vari vegetali. l legionari incaricnt i dell' npprovvi· gion::uncnto crnno chinmnl i /nti!ICII· torii.


Appruvvlt)tmull/rutlt~.,

Colomur 'l.roiu;w.

via /fuvr'alr. Dalla

L'ESERCITO IN MARCIA Quando erano perfcttomente equip:tggint i, i soldnli porUtv:mo, :lp· ~si ad uno ~rtica, gli involti con il grano, i cereali, il s:ùc, un piccolo otre con l'aceto c la silultlf una sorta dJ sccchicllo per l'acqua c cucinare . Furcil/a ~ra chiam(tta In pertica usotn dal legionario che, in età repubbUcana, vi trasportnvn, nvvolri it't un pa nno, circa 20 kg. di &nU1o, qunlltità da consun1arc nell'arco di 15-20 giorni. Altri 30 kg. pro capi· te erano, insieme nlle altre razioni, trosportali nel convoglio che segui· vn l'esel'ciro nel corso delle comp•· gne militari . Dice J>oHbio «La par· tcnza dnl Cllnlpo ovvienc in questo modo: al primo segnale vengono tolte le rende e riuniti i bagagli; n nessuno è concesso ~rò di togliere o piantare In propria rend•1 l>rÌma di quello d ci tribuni o del console. Al secondo segnnle si carkllno i bngo· gli ~ulle besti<· dn soma, ol ter~o l'•· vanguardia si mette in marcio c tut· to l'esercito lo segue». Un e~rcito romano in marcia, in vicinan:oa o meno del nemico, rop· presentavo uno formazione ragionato di uomini, onimnli e mezzi do trasporto, vohn ad ottenere s in il mussimo della difendibili tb che ddlo capacit3 o[fensivo. Sappi amo che nella primissima et/t rep<tbblietlna il console Valerio, neJI'ovvkimll'si nll"e~ercito etrusco di Tarquinio, teso nlln riconquistn del trono, disponeva I:. fanteria in quadrato. Siamo infntti ancora in un'epoca in C\ti l'uso delln legione fn lnngiticn con il suo schieramento ammassato apparivo evidentemente il più adat· to per u vvicinnrsi od un nemico di cui poco si conosceva. . Secoli dopo, sinmo ormai nlln le· gione manipolare, il console Publio Co rnelio nel rlcc •·care infruttuosa· mente Annibale lungo il Rodano, n.s sume anch' esso uno formazione: a «colonna quadrata». L'esercito ave·

vd cioè una disposizione rctt:mgola· re o quadrata, con gli impedimento (corrioggi, sulmcrie, tende, macchi· ne da guerra, bestie da soma •.. ) al cc n t ro per poter dlspicgnre l suoi repnni con fncilith in coso di nvvi· sto.memo o a t tocco del nemico. Rimanendo alle guerre onnibuli· che, si rammenta un curloso cpiso... dio riguardante lo spostarnemo di soldoti. Si operavo in hali:t centrale quando Asdrubale tentò di unifica· re il proprio esercir<> n quello del frnrello Annibale. ll console Clou· dio, venuto n conoscenza di ciò, di· stolhc dagli :1ILri fronti 6.000 fan li t: 1.000 cavalieri e li jnviò , n marce forzate, verso A.sdru'bnle, nel Pice· no. Ureparto romano divenne vera· mente .a:elere• qu•1ndo fu t•inforza. to da cnvnUi e bestie do soma con carri per trasportare i soldati spos· saLÌ . Contemporaneamente gli ali· menti crono assicurati in quanto disposri lungo il percorso della colon· n a, in modo che il contingente non dovesse perdere tempo per verrovo· glian:. Pa$SÌamo ora n due cscm1,i di marce di avvicinamento al nemico, i protagonisti sono Metello, nella

guc.n·a contro Giugurta, c Cesare, in otzione contro i Belgi . Lo schiernmcnto di McteUo uppnre più urtico· l:llo mt• forse Ccs11re è solo più schematico nelle sue descrizioni. Merello dunque nvonznvo qua.si in formazione di bomglio, con gli esploratori a lnrgo raggio. Egli stes· so ero in prima linea con contingenti di legionari liberi da bngogli ed un rcp:u·to di frombolieri ed arcieri . T finnchi dello schicromcnto crono guardati do legion11ri, intervallati da veliti e cavotlleria ausiliaria. Alla retrOguardia si trovnvu Mario cOli il gwsso della cov•tllct'Ìù menLre i ba· gagli erano stati posti, come al soli· to, :Il centro dello schieramento. Cesure in\'ece molto sintetica· mente, nel descrivere l'avvicina. mento n quelln che sarebbe stntn la durissim:t battaglia della Sambrc, dice solameme che in testa aU 'esercito erano sei legioni prive di bago· gli, nl cenrro rutti i carriaggi ed in codn ah re due legioni con il compi· 10 ~sclusivo di proteggere le s11l·

me ne. Di parLicolare Interesse è '" m inuziosa descrizione di un ordine normale di marcia dell'esercito di 109


.Soldati J/J marr1a. Da/111 Colonna 1"mintiiL

Ve~pasiono.

ln teun, eon compiti

di esplor02ion~ e primo nUarme, gli auxilia armati alla lellllera e gli arcieri, sostenuti dn vicino da rep•rti di legionari. Venivano poi gli ad· detti al trasporto dci bagagli e dccii n t trczzi per !:1 misurazione del CO· slrum, l'accampamento, indi i ge· nìeri e gli impedime11la del generale e dci comandanti. Subito dopo ca· valcavn lo stesso Vespnsi•no con In sun gu:ardin, seguiva In cavnllerin le· gìonar;a e gli animali da soma che trainav:mo le macchine da guemt. Quindi marciavano le legioni, su sei fil~. con le insegne in testn. lnfinc, i servi con i b;lgagll e la rtt roguar· dia formata dn <tuxìlia e legionari con numerosa cnvnllerin. Da ultimo, In formdzione di molr· cin tenuta dall'imperatore Giuliomo in occasione dell'attraversamento di un territorio ostile in Assiria «Come si addice nd un comnndnntt esperto sin per In pratica che per l' l. s truzione ricevuta, per timore di cadere in nggunti tcsigli dai nemici n c~usn della scursn conoscenza dci luoghi, cominciò ad avanzare con le truppe schierate in ordine di hm nglia. Dispose pure d>e 1.500 espio· rotori precedessero di poco l'esercì· to. Questi, uvnnznndosi cnutnmcn· te d n c iascun fianco c così pure sulla fromc, osservavano che quulcuno non attaccasse improvvisomenre. Egli sr.csso poi comandavo al centro la Fanteria, che costituivu il nerbo dcll 'esc rdto ed ~vcva dato ordine o Nevi t ca di marciare con alcune le· gioni lungo la riva dell'Eufr:ttl'. Af. fidò il fianco sinist ro con la cavnllc· ria ad Arinteo e ad Ormisda con l'incariéo di oondur!o in fi!è comparre per luoghi piani ed erbosi. Avevano infine il comando della re· trogunrdin D:ognlrtipo c Vittore cd ultimo fra rutti nvonznvo il gov<!r· natore militare dell'Osroenc. Se· condino. Quindi. perché i nemici ritenessero che il suo esercito fosse maggiore di quanto non era. sin che facessero uno sordrn do qualch~ pnrte, si:t che lo stessero osservando da lon~nno, allnrgò lo schieramento

ILO

o cunei ed ordinò in file più rnde uomini e a11imali d:1 somo, In modo che i primi nlficri distanziassero dagli ultimi :10ldad quasi died mi· glia ... i bagagli poi , i servi e tutlo il seguito di non armati assieme alle snlmerie flii"OOO disposti fra CO• trambi i fianchi dell'esercito che ~tvan:tava ordi..nat !lmcntc~ tl (Cincbé• non fossero portnti via in seguito ad un improvviso attacco, come spesso uccnde. Né si permetteva che la florru, sebbene novignsse lungo un fiume tortuoso p<:r continue curve. rest~ossc indietro né precedesse l'c·

sercito». Riguardo le distanze che le unì til romane potcvuno percorrere, F. Renato Vegezio dta: 5.000 passi in 5 ore con andatura nonnalc. 24 miglia (34 km. circa) nello stesso icm· po, con un passo ILIO po' pito veloce, poi lo cor<n , lo cui distanzn non ~rn

vnlutnbilc. Si trana, come sì può notnre, di v11lori molto ohi ove si consideri che il font~, armato ed equipnggiuro, porevu tenere una media di 7 krn. l' ora. Flavio Giuseppe elenca rutti i materiali che ogni soldato dovevo trasportare: oltre nlle nrmi1 u nn se· g~, un cesto, un~l piccozzg, uno scure, una cinghia, un trinceno c una catena . Cosi corichi, ~on Il proprio fardello individuale. fiJYC/1/a, essi si

mette\rano in morcin, in silen];iO

~

con ordine, ognuno a.l proprio posto. I legionnri t'Omnni crnno fnmosl, oltre cbe per le ccceUt;mi t.tunlitÌl milituri, unche per In loro cnpndtà dì costrunori. Accampamenti, lince fortificate, postozioni campali c •n· coro caserme, mngozzini, strude, ponti sorsero con il loro lavoro. L'c· sprcssio1'le: iroliano «enrichi C01nc


VolcLIKIIn•rlunt ,!i C.om• Vetem P/mtl<f> rlcMinuti&-v_, 111 ~~:~:14 LJO.

bestie da somnn ben si ndnun n q1•e· sti soldnti, soprnnnominoli infml muli Mariani dopo le riforme di Caio Murio che mos[ormorono pro· Condumente o h re che la tottleu an· che In logistico. Esominilllllo do vicino gli oggeui che essi trasportavano. La dolobrvt crn unn sortn di piccozza costituitu

da un lungo manico e do un Cerro dcstin:uo a due usi. Un iato presentul•u uno lama mglieme, tronciume, come quella della scure, l'altro era invece formatn dn un puntcruolo unsoto. Poteva servire per ~tbbntlc· re alberi e modellnrne i rronchi o.l fine di co>truire palizzate, per de· molire le mura di un fuoco [onifiC1l· to1 oppure ancora per spezzare il pictmme. Da attrezzo da (;avaro, potevo tr:~sformarsi :mchc in arm:> . L:.t sccuris, scure, non fu mai un:tlrmn regolare negli eserciti di Homa . Suppiomo dalle Conti che solo in :1lcuni casi eccczionnli fu us~ta in combattimento: a Bcdriuco, ud esempio, i partigiani di Otone, nel tentativo di rompere le (ifn avversa· rie impi~gnrono, ne.l corpo a corpo, anche le scuri. Essa dunque costi· tuivu parte deU'equipai!IJinmcnto del soldnto che l'uùlizzavn per nb. battere gli alberi necessari • rinfor· zarr le trincee c le fortificazioni o per inm~>.arc le palizznte. Ln fnlx, Calce o rrincetto, et11 Lln amez7.o formaro essenzialmente do un coltello munito di una convessità, con filo tagliente, più o meno accenntata. A volte, nella variante di /nlx mt!Ssoria, è rappresemaro in mano al legionari addeui alla mieti· turo del grnno. L"aero ero un contenitore fabbri· ~oto con vimini o giunco intrecciato cmro cui si tr:osportaval!lo mntcrìuli sminu1.zati o molto piccoli (grano, sabbia, pietrisco). Avevo la formo di una gerla o di un gr.osso vaso. Come gill acunnaro, con il ter· mine di impedimento, i Romani in· clicavano tutto ciò che potesse ral· lcnt.1rc o fermare il movimcmo dei soldati. Nell'ordinato sistema mili· tore romano, la logistica avevo una

vulenxa eli non lieve entità c di conseguenza cr:o nnch •cssu rigidamente

.LA SANITÀ E LA RELIGIONE

org:ani?.z:un.

L'organizzazione dei servizi di sanità fu istituzionn.lizzata in periodo augusteo. Ollni coorte, sia di le· gion:tri che di ausiliari . aveva un medicm cobortis, coadiuvato dol capsarius. specie di moderno aiutnn· te di sanità. l m'-did erano equiparaLi • sot· tufficinli specialisti e clipcndevnno gerarchicamente dal prae/eciiiS ca· slromm e du un medico militare CII· po che, ud esempio, durante le guerre daciche, fu Critone, medico personale. dell 'imperarore Trainno. Rivestendo un incarico cosl Sl>e· cinlistico, il medicus ero Cro gli /m. mtmcs e poteva ufficialmente con· trarre matrimonio anche durante il servizio atuvo. Egli cm equipaggia· ro ed armato come gli altri soldati. La sua pngn ero al111 e doppio rispet· 10 o quella dei soldati semplici: in epoca domiziauea riceveva 300 de· n11ri, elevati a 500 in età sevcrinna. L'nssistenzn ai feriti avvenivo di. rettomenre sul campa di bartaglia, nvcndo il medico in dotazione an· che CIIS.~cllc di pronto soccorso con. tenenti strumenti chirurgici, bende e linimenti. Esistevano poi dci veri e propri ospcdn li nelle retrovie per i malori od i feriti gravi. ll 1111fM11di· narium in castris del campo legiona· rio di CÀSim Ve/erti (Xantcn. Gcr· mania) ern una costruzione a pianta

Fra gli impedimcl/la si ricordano: le tende, rtlOleno unu ogni dieci soldnti, i bagagli dd soldati e degli uf· ficiali, le bestie da soma cd i carriaggi destinati nl trasporto dei viveri e delle armi, le macchine d:~ I!U~rrn ed infine il materiale del genio. Per comprendere meglio cos11 ciò significasse nell'ambito di un esercito basterò ricordnre che In legione ccsariann contava aU'incirea una dotazione di 600 animali dn so· ma e che Silla, t~.ll'nssedio di Atene, aveva almeno 20.000 mulnttieri. A seconda del tipo di schicrumcnto inoltre gli impcdimcllfa trovavano collocazione in posizioni pnrticolori e opportune per non ostacolare le operazioni belliche: in mnrdn di so· lito seg•ùvano il corpo cui crono •s· segnati, in bottngUo invece venivo· no dislocati in luogo periferico e pro· tetti da reparti in nnni. Due erano gli dementi Cf\roncristici della legione romana: il sistema di trasporto inclividuule, di cui si è già parlato, cd il cnmrs. Quest'ultimo crn il veicolo a tra:ciooe animale moggiormente usato. Dotato di qunn:ro ruote ad otto raggi, di cui quelle anteriori più piccole, ern conltulto dn un pianaie e due fiancate. Probabilmente era munito di sterzo c forse anche di un freno operante sulle ruote.

Ili


J(ifJl'VO 111pp~n1UJII~ /a 1/IJJCI/11 d~/ dio Miw . Dalla /ori=• di Housm~tl. /ocafitil mi •'•Ilo di Atlrio11o. Ili~«. •re.

NOTI! (1) l'rocopio di C.me• d inform• che Ml Vt ~- d.C., non t'.to.no più tn wo l .5e• gnnli di uomba nel corso delle banaglie. Ciò in2ener•V11 gmndt donno e confusione. Fu lo $tesso storico A sugger·ìre lt] generai.: IJeHurio il rlprislino dci segn-ali esscnzhllì

di 1tt·acco c

ritirat~.

(2) Dubbia e rontrov~rsu ~ l'lmcrpreht• ~ione dclla b;tclttu, l:1buec:iHa. Speuo Lliat· d è confusa con il corno e viene definiti! ambiQuAmentc dnlle stesse fonti. Pllte quui c~rco c-uu:nd!l ('he con quc.sto cermine sii antielti identiikassero \ IOO s•rumcn.fo rr:a· lizza lO con mllterill.lf!' corneo, d" cui S.tl«ts· siV$1.JUCnlc si sviluppò il corno, di brom~o e di rnUAAÌOri dimcn:.ioni. (3) Vi1:.-uto nel IV sec. n.C. e autore dd· r·upera Sulla ttmtcgia. {4) Polibio jleiso tt ne forni~cc un escmt>io «:Prepartno tuno ciò dn entr11mlx le 1.,11rri, chi vuo.le ~gn~l.:are rer e:JemJ1ÌO (:ht:: circJ CJ:Uin snklalì smw f'D$$11# t/n/In pari~

dr,gh t11Nelllln deve: primn di runo rrov:aro il modo di ec:rrimere l• nolizl:~ col minor numero di J:l'llrolc possibile. per ('sc:mpio cosJ «11/o Cretesi dbcrtarono; in qot:no caso :sr c_sprimc la 1u:ssa cosa con meno della mctì delle lettere. Scriu:. l1a notlzi1 su una uwo· lctr", la ~i trasmeur: con le finc:cole: nel mo-

qundmtn di circa m. 80 di (,uo. Poteva dnrc ricovero n ISO infermi ed

aveva un'ah dell 'edifieio riservatn allu sala operatoria. Nell'ospedale si trovavano anche In cucin:u. le di· spense, i bagni c le lntrine. Poco sAppiamo delln percentuale dei feriti nelle bnnnglie deU'nntichitn. E ovvio ruttnvin che il tipo di comba ttimento c .lt armi usote procurassero ferite o frnnure dn cui diHicilmcnrc ci si pote\•n s:tlvn· re. Anche moltì dei soldnt i recuperati erano clestinuti • peril·e per complicazioni derivnnri da infe· zioni.

Un medico militare che combatr~ nelle guerre daciche fu Ulpio Sporo, dell'Ala lfl AstMm1, che fin) la suo carriera quale salariato munici· pale di ferentino. La religione pratic;ua dai soldati romani si può suddividere da un la· lO in una formn di culto uff;cialc ri· volro all'imperatore, alle insegne cd alle divinirli conOJ\ic.he del pnn· thcon romano, dnll'alrro nel credo che o~ni soldnto reo~v• dentro di 112

sé, rctaggio ddln proprin provenienza etnica e culturale. Le divin il ~ ve•·e delle legion i erano, come deno, le insegne, simbolo sacrale delle virtù militari. L'aquila lcgiom1ria cd i singoli c.:mblemi er:t· no infatti oggetto di venerazione e come tali onorati. Parimemi, le immagini degli imperatori trovnvano posto sulle aste deUe insegne e con esse rnppresemovano In porte uffi. ciale del culto. Molte erano le divinit1Jufficiuli prt· sent i nel castrum. Tra le pièt comuni. si ricordano: Eccole, Mnrte, Giove, Mercurio, Mincrva, c Silvano. La re· ligiosirà poteva inoltn' rivolgersi anche a concerti nstrntri qun.li Virtlls (Valore), Honor (Onore), Mens (lntelligenzn), Fort111111 {Buona sorte). Il soldato aveva inoltre complcw libertà di cullo che emlnsc~va nelle canabllc. ulloggiomenti civili nll'e· sccrn() ddl'ncc:unp;lmcnt(). l maovi culti non trovarono mai posto nel sncrnrio u[fidnle. Trn le divinità maggiormente venerate: Mitra c Giove Oolicheno.

do M:goe.nro; l1.1 prima lenero è un C d1e si u·ova •al terzo posto suUn primn tnvoJclfRi .sl dowà sollevare 110:.1 n.,cc.ol:t da c:1nistf'.1 in modo c~ chi ricè"Ve lA st-g.nlliA~ione $uppi,1 di dover guardare la prima navolc:Ltp; poi si dovmnno innu.lxare trt' riaccolc a dcstrn jn modo d:a indi~rt' che la letlèru è un C, cioè b 1erz.a lettera sul.la primn m\·nlcrta, chi ri· ocve In segn~Sia~ione S<"gneril s:uiLt sua t11bd·

fg C. Quindi si dovm innt~lzare un~ Oaccolll

11 slnistr11 perché la E :ti trova 1ncor11 suiJ:l

prima ravolc:uu. poi duquc fi11cwle 11 de· n m, perché (q lettera è al qui mo posto. Chi rl~\.'t' l.!t St':Nnfllnzionc sc:rivt' E. l" ooii di )l!· g.11ito. Con questo metackl .si può !t'gn:a.la~ quni\IAqll(": nvveniment.o-. ty) Lt- mit\tre

di <'lllp;tdt~ V<"nivltno mdi-

in lini, oncht nd C"aSO di aridi, l.'unitù. base di misura dei ce.reali ero il mogg.i-o, pari • litri ~. 7 circo. C''fHé'

(6) J~m inrrisn di pasco In ,:pugna orrt!'nn ~~

Gt"Sù dn un legionario, che non volle (lUindi compìtre c:on ciò un ;uco di dispre~io. (7) lA di qu<>ci onim•li presso I•C"ertito c "nelle glu-..1ifiClllfl dnl ftuto che dn c:ssi si trucvt.~nu eli ausritl (8) Venne indkotl& du 1tkuni uutiliuri che ,,robotblhnentt' ne ~;onUKe\'llllQ l'uso. Scl"'OIIOO ttkuni si ltllltll clC""U'uttwt t•5cu/ttJflilll, u11 Lubcro .sinùle a.U,. p:untu, St:'COntlo ulu1 delle rudid ddLa lapJa1Ja, il \."11\•ulu .!ldvlllÌW. (9) r pali urcbbero scn•iti per circonda· re con una paliz::catll l'acc:amp:amcnro ne·

P"'''"""

mica.



Gkulio romano. Prima ~tà impnialc, Ri· cortm~io11•

Fu con Tr•i•no nelle gu<rl'll dociche. per Antonino Pio nel nord Afric~ con uno vr.<illatio e partecipò alle opcra~cr ni di Marco Aurelio aJ confine: danu~ bi ann. Nel 193 iniziò lo sollcva~onc delle legioni che portarono SIÙ trono Scuimio Seve:ro. Sicuramente ent a.ncorll in line:a nel [U secolo. ln età tardo imperiale eri oncora sum2iata a Carmmtum ~ mentre una parre dell'unità costitul una legione comitatense in oritntc.

Emblema: Capricorno. Comond•nti (l~ti): Fabio PriK'O duriUltc le operazioni con· u·o Ci\•ilti 1'. Bcbio ltallco sotto Domiziano; T. Ccsernio Srazlo con Adriano; M. Srazio Prisco uU'epoco di Ludo Vero;

L. Ragonio Quinziano durante il regno di Commodo; T. Flavio Secondo, probnbilmentc al rempo di Scuimio Severo; Cn. Pctronio Prt,huto sotto Severo AIMSnndro.

IH

LEGIO CO CYRENAJCA

(111 Cymtaica).

<tl o scudo Jel Jcscrt<»>

Fu legione che fece parte sicurnmcn· te deU'e~rciro di Lepido e che Augu· sto mnmenne in .servizio. Molto rroh2· bilmente il suo nome deriva da fouo che primo di essere hwinta. in Egino. rrascorsc qualche tempo di guarnigione in Cirenaica. Nella provincia egi1.iana rimase per ntohi d<'Ct:nni, •nchc ~ non $appiamo all'inizio in quale località fosse disloca· ""- ~ certo che, dAi t~pi di CaUgolo, eu ttanziara a NìcopoHs, in un compo che dividevo con la XXII Dcintaria11a. Nd 63 provvide o reprimere llnn sol· leva~one dei Giudei di i\lcssandrio. , Nel 69 giurò fcdchà • Vesp:l$iono cd inviò un distaçcnmcmo di 1.000 uoml· ni per rinforure l'esercito di Tiro im· l"'gnoto contro i Giudei. Dopo es.e.-.i dininti oll':wedio di Geru&lllemmc, i snoi lcgionnri "enncro rinviati in Egitto.

Durumc il rcgnn di Adriuno, lntorno all'anno 107, fu inviato di guarnigione • BoJ/m !lloan• ech, Siri o), nell'Arabia Nabarea che ero stato conquist•t• dalle n~tmi

rom!lnC nel 106. Pochi anni dopo porreci~ alla re·

pressionc di un 'enne$ imo ribellione dci Giudei (114· 115); ancoro nd 132 inviò distoccnmrnti in P:ll~srina: sotto Amo·

nino Pio in t-.·trtllretunin c, durame il n:· gno di Cor>cnll• OJ>erò contro i Parti. In t'tÒ tnrdo imperiale ero si etmlOlC:Jl~ te dislocata ancora a Bortm. Embl~n.t:

sconosciuto.

Comandanti (pl'l:r/~cli): Litcrnio Frontone nd 69· 70, guidò i distaccamenti della[[} Cyrét~alcll e dello XXII Dciotaria11a nella guerra giudnico di Tito; T. Suedio Clem<nte, nel 79; Q . Licinio Proculo, nel ?O: Canrido Proa.1lo sono Domi1.iano; L. Gcnucio Prisco, nel 99.

LEGIO V ALAUDi\E

«<e tJJ/odole» Nel 51 a.C. fu n:clut:ltll da Ceslll'< ncllu G•lli• tr.tnsolpinll senza che fosse ussegnato inuncdiutarnemc né Il nume· ro né lu cittudlimmzu ,,t legionAri. Do..v<ne il suo nom• alle ala11tiac, le nllo· dole d•l ciuffo:>: forse l suoi soldati ne port•vano sull'elmo le penne, come se. gno dinlmivo. oppure ovcvuno In do· r..lone un elmo con lo crono più olto deU'usuule, a somiglion7." delle olio· dole. Ournnre lo guerra contro Pompt:o, sl


Aaiao (1), Aae.

lliiDIIII

Al.ilof.

1-10

c(Ordiuo) di diaporte 1 cavalieti .ratòri dei ,mn; di IUttò l'esercito sclùeratl su due .U con un loro comandante. Oltre a questi, sii an:ieri a cavai· lo della 1Il coorte miliaria dJ Petra, .nch'essi divisi in due contingenti: i decurioni di guidino. Dopo questi, sia schierar.a l'llla II Auriana. l Reti deUa IV coane a cavallo comandati d o Dnfne di Corinto sia· no disposti insieme a costoro. Poi seguano quelli dcU'ala l dci Coloni. Siano schieraiÌ insieme a questi ~tli llurci, la coorte m dci Cireni e queJii pTovenienti dallu l coorte dei Re ti, D emetrio obbio il comando di tutti quelli, Dot'lO questi seguano 1 cavalieri Celti, divisi io du<: unità, comanda· ti da un centurione, come nell'ne· campamcmu. Di seguito sian o disposti i fanti con le loro insegne, In l coorte !tali· ca e h1 vC$sJUo:c.ionc dcll:t UT coorte Cirenaica. Pulcro, comandante dc· gli ltalici li guidi tutti. Dopo quc$b venga lo l coorte dei Bosporinni che lu1nno c<)lllCcomun· dante Lamprodea e successivamen· te la l cootte dei Numidi con il loro comandante Bero. La schiera sin di· visu in qunttto gruppi di fanti . Sin· no poi schierati guanti di questi so· no arcieri. l cavalieri delle quau ro coorti soprs ciuttc siano posti a d ifesa del loro schieramento. Di seguito vcrngano i cavalieri scelti e dopo, i cilvalieri delle legioni , q uindi le c• t• J)Uite, poi il vessil· 1o della XV legione ApofNnaris con accanto M. Veu io Valente, suo legato, il prefettO dcJl'accamparncnto, i tribuni e i cinque centurioni della T coorte. Avanti il vessillo Inoltre, siano disposti fanti armati di giavellotto . (0 rdino) che gli stessi vadano schie rati per quattro. Vicino alla XV legione sia colloCaLO il vessillo dd la Xl/legione Fui · m i11ala, e i n:ibuni e i centu rioni in·

torno od esso. La Jegion~ pari menti vada da om ordinata per qua uro. 1-c milì.,ie ullc:nc siano disposte presso i legionari, quelli pro\•enien· ~i dallo piccola Armenia, i m li iti dci Trapczuulini, i Colchi e l Ri~hmi portatori di lancia. l fanti dello I coorte Lepidiana (2) siano schierati presso di quelli. 11 condouicro di tutte le milizie all.e ate sin Secondino, il qunle appunto comanda la coorte dei Lepidinni. Dopo questi vengano le bestie da somn. lnv~><.-e In l ala dci Daci c il suo comandnntc siano di retroguardia. Dopo aver ordinato i fianchi del· In fanteria e d opo che i centurioni siano s tati disposti nei t anghi, per qunmo riguarda In vigilnnzn (ordino che) l' aln ll dci ~Ui c i cavalieri della T coorte ltalica, una volta schierati, cavalchino sui due fianchi in fila pe r uno: il loro capo controlli i ~ianchi. Senofome (3), comandante in capo di rurtn In spedizione, si ponga in testa alle insegne dei reparti d i

fanteria, co,ntrolii tutto lo schiera· mento, vigili nffinch~ s i muov~no cos\ schierati, ric()nduca nei ranghi ch i vi si .ùlonroni c lod i coloro che si muovono nel carrello ordine». (tntd. E. Silverio).

NOTI!

9'

( l) Flavio Arri11n0 ni~tqùt uc::l d.C. circa a Niromedin, in Bitini11. Vilsc sono U ...gno negli i\ntonini • rl•l l} l al n7 gov<mb come pN:tO« lo CopJ>Ododo. Può éQtlsideruNi uno dd migliori scrinC)ri greci d'cp«ll romotHt. Famoso comt storica so·

pruttutto per qugnro rigu11rd11 Il J:leriodo di

AleliSat.dro .Magno, è ritenuto unebe un~òl · tim:a fonte per l11 .storiografia miJh11rc del· l'cpoc:a. in cui visse. Descrh•c infuni Jc: nuoVt' conc:QZÌoni uu richc rlchieuc du uma t'Am~ p~gna comro popola7-itmi barb<tre. (2) TI le$tO è corrono. Porrehbf. trJito.rtti

di uo11 coorit: Alpinomm o di uftd tOOrle Apultia.

s..

(l) i\rriono, profondo <'OnOKitOr< di nofontc, si idcmiHcò spesso. come in quc· 5 tO caso, n<'U'nntico condouiero.

115


batté nel 48 a.C. nei Balcani e nel 4746 in Afri011, a Tupso. Ouronte que$tO bauaglla •i comportò tanto brillante· mente contro gli elef•nù del re G iuba di Nu!lliÌdia, da oucncre da Cesare l'a· dozion~ ddl '~lofonte come proprio emblema. Fece parte, dopo la morte del suo fondatore, dell' ese.reito di Antonio per cui <!però • Filippi nel 42 e nel )l nd Azio: dopo la sconfitta fu ioglobaro ncll'crereitO di Ottaviano.

s~ fu Stanùata succc:nivamenu: in Spllgrut, partecipò alla definiti v• JOttn·

missionte ddla penisoln. Sicunamcntc:, ancora in epoca augus:tta, (u deulna.hl al confine rennno con i qutlrticri A.i Ca~ stra Vctcra (Xantcn). Poco dopo la morte di Augwto, fu tra le l~gionì che iniziarono l'ammutl· no menta dell' ese.rdto' i suoi centurioni furono funigati e ve.nne meno l'obbe. dionzo ai tribuni cd al pra~/«IIIS coslrrJ· n1m. Gc:rmanico. che pure erA una figu· r11 moho PQpOhtrc (rn i soldAti, J>er nvc· re rAgione ddl'ammutin:amcnto d~IJ11 V AlauJae, doveue rar eliminare i più riouosi. fn seguito la legione ai suoi or· dinl parttcipò alle compagno contro i Germani. Nel 21 d .C. prese porre ~Il• repres. sione di una sollevazione nelle Gallie e nel 28 operò, comportandosi molto onorcvolm~ntc:J contro i FrùiJ ~rden­ do numerosi groduQri. Nd 6.9 acclamò imperatore A. Virol· lio. La maggior parre dello legione, ne· eompiQn1ua. da s:.lcunc coorti cd ali :m· siliarle scese in Italia c si batLé valoro· samente a Bedriaco ove sconfis.se c mise in fugala lq.ìo Xlii Gemì11a. Allo no· tizìa che Vespasjano era stato acdnma· to imperatore dalle leglonJ d'oriente, rontinub • rimanere fedele a VitcUJo, ranto da arrenare A. Cecina, suo vec~ chio comandante nella Gonnania info. riorc. e do glusti2inre alcuni cbmìart1 per vendiCIItc la diserzione della Ootta roveMotc. La sua awenrura in h•li• finl con In secondo battuglin di Be· drinco. ' Nel medesimo tempo il reSto delln legiQne c-he era rimasto ai Vctt!Ta (u

"retto d'•s<cdio dai ribelli gulk>· germani di Civile. Arresosi per fnmo cd 3ttttccut.o duna.rne l'cvucuo.zionc, venne mu1:ttr::uo insieme ai s.upersdti ddJa

XV Prim~11ia. Dagli anni 70 si hanno pochissimi indl:ti della V AlauJae. tanto d1e si pensn po1rebbe essere na1a scioha dll Vespasiano nel riordino dell'esercho. Forse perb fu deninoto in Mesla, par· teciplmdo alle operazioni di Domiziano

l 16

contrO i Duci; qui ve n nf! coinvolto nd·

la sconlitt• patita d1llr armi roman~ sul monti dcllll Tnmsilvs:mi:a Smem· brata c sbandua, la V Alatula• perse

Sctmu Ji combattimento tra Romonr c Galli. Dal mausolro Jt1 G1ulu r. Cio· num (Saint·R~my, f'Tflri<:IT{Il) 51à aug,tt· Sl<'d (V A/amiDe).

anche l'aquila e non fu piìJ ric:m1ituiu..

Emblom•.: Elefnnte.

Comond•nt.ì (lttpt/): Cetcgo Labconc, nel 28; T. Plauzio Silvano sotto Caligola, fu anche console nel 4'; Fabio Fabullo. nd 69 .

UGIO XX1 RAPAX «gli iffcsisubili»

La storia, le vicende belliche ed l luoghi stessi ove fu stanziar•, sono per molri vusi uss~i simili nlla V Akwd11•·

Lo legione dei •mpauS~o, gli lrrtsinìbili, venne cosrituita in età augustea c destinata in Viudelici4 (regione facente parte dell'nnricn Rez:io~ IUtualmentc in Germania), Dopo U 9 d.C., • scsuito dello o:c<>n· fìua di Varo, o dopo Il 17 d.C., fu dislocatu a_l conCint: b11.uo re.nano, t~i V t'· t= <X•ntnn, Germ:tnia). Come qudli dello V Alaudae, i legionari ddl• RafltJ.~ si ammutinarono alla morte di 1\usu· sto, mo, sotto l'energica guida di Gt:r· manico, condussero poco dopo una se· rie di vittoriose: operazioni comro i Germani, culminate con la viuorin di !tlistJtuisk.l nel 16 d.C..


Legionario che cont!hltU ct>11 la testu Ji "'' barbaro fra l dt>!lli. Dalla Colu1111a Trnùmn (XXI Rnpax).

Nel 2 t. ancora con la V 11/audne, m3 ""curalrnente :anche c.:on tltre for'.r.e le·

gionnrie facenti parte desii eserciti deJ. le due province germaniche, stroncò b

rivolto di Floro c Sacroviro nelle Ganlie. Proh<~bilmcntc durant., il princì(>RtO di Claudio murò sede, stanziandosi pri· ma ad Argumurat• (Strasburgol e successivamente n Vindonissa (\'V'indisch, Svizzera), per sostituire b Xlii Gumi11a • che_, intorno ::~gli anni 45-46, crn s tatn rras.ferian In Pannnnia. J\ocorn una $Omis llnJlZB c()n la V 11/auda~: nd periodo di an:trchia susscl!""nte •Ila morte di Nerone, si schierò decisamente per A. Vitellio: del cui esercito costitul uno dci nuclei princi· palE. Allorché il potere, poco appresso, venne assunto da Vespasiano, In XXI Rapt•x non subl ln sorte di nltre quatrro legioni dell'esercito romano. Essa in·

(;nti non venne scioho ma semplicemernte tra.sferita dall'esercito della Germania meridionale ::t quello seuen.

trionale: su quel (rome operb Immediatamente cqntro le forze di Civile, il eu. J>O batavo che era riuscito, dur~nte il

periodo d 'llllarchia e di m11Jlcoma di un s3ldo potere centrale, ad ll.<sestare durissimi colpi al potere ed al pn:stigio ro· mao>o. Fu di stan•• a Bonna (Bonn) e, più u&rdi, u Mogontiac;um (Mngom;a), sempre sul fronte rcnano. Ndl'83 prese parte ulle operazioni di Domiziano comro i Catti.

Ndl'89, confermando lo poco invidiobile fama dJ essere legione fadle alla sedizione e all'ammutinamento. In XXI Rapax, che si trovava nel campo di Ma· gonza con In XIV G~mina, si sollevb

nò alJD provìncio pnnnooica~ coo il ca-

Emblem.Q: Capricorno.

1/rtlm n Carntm/11111 (Perronell, Ausrtia).

Coonandonti (ltRQti); Pressoché sconosciuti, trllllnc un M. Licinio Pisone o Stolone ncl 47.

contro Domiziano e sostenne An1onio

Snt'llrnino, governatore dello Germn· nio superiate. Le ospirnioni degli in· . soni ( u.rono preslo ridimensionare; essi

vennero infarti battuti sul campo dnlle (or>.e di L. Appio Massimo Norhano, governatore dell~ Germanln inferiore, ad Andornach, fra Coblenza e Bonn. lA XXI Rapax venne immediuamen· te destinat• od un nltro fronte: il pan· nonico. Qui incontrò il suo cragìco de· stino: nel 92 affrontò i Snrmoti jazigi che: :;~.vcvano pasuco in forze iJ Danu· bio, m.a venne cr-avQha e disaruua dagli imrasori. Un'altra teoria la dice sciolt:a

<!• 'l'rainng o A<!riono, ~çn>.a però che se ne sappia la rogion.:.

LEGIO X GEM{NA ~aJi

Non si conosce

eredi di Cesa.r .,.

~.sanamente

se

css;:~

fu In gloriosa X kgio di Cesare. Fece parte degli eserci ti di Antonio o di Lepido e rransitò nelle fon.c di O tt•viono dopo lu ba~taglia di A>.io. ll suo nome indica che essa fu creata dalla fusione di due legioni, una delle quoùì fu forse quella decima legione che Augusro •sciolse con ignominia•. Rlmose stanziata in Spagna fino ogli anni 60 d.C., quando Nerone la desti·

Allo morte di Nerone, S. Gaiba In ride· stinò alla Spngna, dn cu.i Vespasiano, dopo nver ncquisito il potere imperiale lo rrosferl nelle Collie per colhborarc nlln repressione delln rivolto di Civile. Combatté duramente nella d edsiva baunglia ai Vetera, poi rimase s tanzitlta nella regione, a Noviomagus Ba.Jauomm (Nijmesen). Traiano, durante le guerre daciche, la pose in Pnnnonia , a V/mlob01ta (Vienno) che rima>e per i secoli succesoivi bnse della legione. Combatté per Adriano in oriente e per Marco Aurelio oi confini oe<:irlen· tali e c:omro j Parti. Si mostrò favore..

vole a Gallieno, comportandosi valoro· samente ndle guerre di Claudio il Goliço,

Un suo reparto, dislocato in orlenre, 117


C..rro lrio11/al". Rìcostn•tione (X G.,. mina). diedr vito, in rtà uardo tml""i•le, •d

una

l~gione

comitaten-sc.

E tnblcmo: Toro.

Comondanri (l<'g<711): Q. Lollio Urhico durante il regno di Adrinno, nel .:Qrso delle opcr11zioni ln Giudea; P. Giulio March100 con Amonino Pio;

C. Sabino Pr<>eulo sotto i Gordianì. LEGIO XX VALERIA VlCTRIX •vJllorosi ma ribelli spesso

s./ potue c~nlrale» Arruola<O ncll'csercito dl Augusto, lo XX Vakrto Victrix fu inizi•lmeme destinatJt di guarnigione nell'Illirico, poi 'ul fronte rtnano. ai Velmz (Xanten) cd a Novaesitmt (Neuss). Qu•ndo Augusto morl, fu tra le le· gionl che m•nlfcstarono chiari segni di iruofferenu c che solo l'intervento di Gcrm•nlco riuscl • Cll!marc: poco appresso {.ce pllrtc dell'eséreito con il quale lo nesso Germ11.nico penetro più volte in Germonio. Nei2J roUoborò • stroncare un• ribdlione a<lle G.Uic. Nel 4}, con Claudio nl potere, (ecr pnrte del corpo d'invasione in Briutn· nia: sua sede iniziale dovette essere v;. rocomum (Wroxctcr). Di pochi anni dopo fu lo tuo partccipa:r.ione nella repressione della violenta sollcvozionc

del 61. Morto Nerone, si dichiarò c forni re· porti ad A. Vi tellio. Conquistò invece la porpora Vcspasiono, che losdò la legione in 6rit>nnin, trasferendola a o,. va (Chemr). Eb~ modo di distinguer· si pochi anni app~so qu•ndo. 111 co· rnondo di Giulio Agricolo, sottomise gli Ordovici, combanè i Briganti ed OC· cupò l'isola di t.llJJta (Angl=yl. Durame il regno di Domi:tiano, un suo l!ellillm/1 sl bouè in Gormania ncll• gucrro contrO i Cotti. Di(~ efficace· mente i confini dello Britonnia al te m· 1>0 di Adri11no, ancora contro j Brigan1i. t di Amonino Pio. Alltt/iJ!4 con l 'tmbkma dtlla ltogioJtt. Ritrovo/o od Ilo/t, mo dwmato all'ac· camfNJmtiiiO lt!giollario di Devn (Che· ilur) Alletta cm 21 (XX Va/crio VJc.

tri.<). 118


l'anccipb alle oJ'('razioni che l'usurp>to"' Clodi<> Albino condu~Jc contm Seuimio Scvcm '"l fini re<lclll >«<Jio: sconfitto • Ll•tdrmmn (Lione) con altri reparti ddl'c><orcito di Brltannla, fu rinvhuu o pZ'Ciidiarc la Britannhl in(-c. rlore. Nd 21 Lsi battè comro i Cnlcdoni c sospese le operazioni solo nUo morte, nvvenuta •d f.buracum. dell'ormoi nn·

LEGlO VT vtCTRIX •,militare in pae!si JiverSJ').

Fu legione che fece pnrt<e dcU'cserd· Ottaviano, ma eh c probabilmente

10 di

Cu Cormtu.a in epol.-"11 Of'IOOnt prcc<..-c:lcnte. Ebbe inizhllmcntc il nome: di Macedo· niCt1, mutatole in Vlctn'x in CI>Oen ougu·

stra.

ziano Scttimio Severo. Nel coroo del Ili Sé<Oio fu fnvorcvole agli uxurruuori Vinorino t! c;nrnusio. Della xx v.;,.,;. Vìctrix nulla piio si <V· nasce d.J lV secolo.

Allo mortc di N<Jonc, poiché era dislocato in Spagna, conrribul A fnr proclamare imJ'('nllorr S. Golbn, nUora go. vernntore dclln Spagnn tlltteconensc:.

Emblemi: Clnghinlo, Capricorno.

aver ccmsoJid!itQ Ju prcs:n dd potere. j>Ct reprimere la rlhdllonc di Civile

Bliminnto nnchc Gnlba, nl!l corso del· l'1.narchia militar< degli noni 69-70 np·

lA VI Vimìx di n n poco si m~s.· nuov!lmomcf spos&und<»i in Briinnnìn c facendo ha~c •d lf.buracwu (York), !>rendendo iii><>Sto della IX Hitpu11o an· nienl,lta dunu'llc pn..-ccdenti sollcvaz.ioni. Onl 114 p:trtecipò alla rostno~ionc

del ,,,tJJo di Adriano. Allo fine del secolo patt<HSlÒ per Clodio Albino, governntore dello Bri· utnnin, conrro Senimio Severo ma Ytn· ne sconfiun nd 197 in Gallin, n Lug.lummt (Lione): [>O<:O dopo In lcgiunc bnt· tuta (u rinviar n ne.i suoi quurtic:ri nell'i· ovc rin111sc :almeno fino al V )C•

sol.-~

colo

poggiò Ve.<posinno chela utili~~ò. dopo

Comandanti (legati); M. Roscio CcJio, nel 69; Giulio Agric:olo, suoc:cro dello storico Tacito, nel 'iO; T Pomponio Rufo, negli onni 111-117;

M M<:$sio Rustico, nel 128; L. Cestio G.tllo, (ine Il secolo. TrnlUl d~/ vollum di Adrìonò (VI Victrìx).

nelle Gnllic.

Pose quindi lo suo bo se in permttncnzn • Nowm/11111 (Ncu>s). Poco dopo, ndl'SS, A. Satumino, governatore ddIn Germania superiore:, tt'ntÒ un'insur· rczione: b VI VrcJrtx rimosc: rigidamen· te lcginimi•ta, f ocendo cosl (allir< la sollevazione e gundagnnndo gli opJ'('IIn· tlvl di Pio e l'ìdelìs.

Intorno al 103 fu trnsferita ni C11Jirn Wtero (Xnnren). un nltro cnm1>0 legionario al confine: germanico. ,

Emblemi: Toro, V~nere Vinci[rit'c, Vinorin con l 't~quiln.

Comandanti (l<'f,atì):

Q. Cnmurio Numisio durame il rc.-gno di Troiono o Adrin_no; 1.... Minici9 Nsmdc sono Adriano, nel 115; Mummio Sis~nn11 nel corso del re. gno di Antonino Pio; P~

L. Giunio Celiano. probubilmcmc allo (inc del Il •ccolo. 119


Gruppo dt arciert ontnto/} J, uu'mutd

ollti/iaria roman11. Da/111 Co/umta Trala· IIQ

(fV St)'thìCJJ).

quindi, definitivamente neU'cserdto '"'8"~tco 1 con b:aR: in Siria in qunrtieri non noti, forse: Rapha111!a c: Apamca.

Nel .l5 d.C. voreò I' Eufntte, poi •i diresse, mo la guerra fu cvhaiG~, comro

l Giudei che ovevono ri[iutato di rou... care l'Immagine di Caligola nel Tempio o Gerusoltmme. Dol S~ ol60 fu con D. Corbulone in Armenia per orgimue In minoccio pan:i cn. Vi ritornb nol63, mn gih un distoc· ca mento di LOOO suoi legionari nve\1-u

precl!dmo il grosso per porr~re •iuta 11l· 1

1 uhro comandanre romano, Ce!S<!nnio

LECIO IV SCYTHlCA w n nome Jsllc origini sconosciuto

Nullsa snppUuno cirot le sue origini e la tua denomin.azione: t.crcamcntc: pero

fu lcgìone costh.Uta prima deUa rlfor· mo militore di Augusto. Stonziuto in Mesi• neUn primo met~ del l sec. d.C., fu dn Nerone desiÌnaro ali;~ Siria, provincia che non laKCnl nel corso dci secoli. !Essendo Nrrone nnco· rn al potere, nel 55 fece p:artc delle for· zc che, al comando di D. Corbulone, combancrtlOO contro i Porti in Arme.. nia. Nd 62 fu posto alle dipendenze di L. Ccsennio Pc to, governatore della Cappadocio, per il quale opero in Wla nuova, ma sfavorevole campagna rom· battuta sempre contro i Porti. Nel 67 , dul'llnte lo rivohu dd Giu dd, forn\ un di$toCCRmentO dJ 2.000 uomini wgovernatore dello Siria: M · che in questo cnso lu campngnn fu sfor· runatn e le for~ romo.ne dovettero riti·

rursi, Pure se la su3 repu,azione non er'l molto elevata, T raiano lo condum: nel· lm guerra contro i Parti. Rimnsc conrin.uamenlc di 8\larnig:ionc in Siria e Cra i suoi l~g2ri annoverb il ruturo lmperuorc Scuimio Sc\'cro.

Nel 193, dllnl.nte le lotte per la ~U<· <'Cssione o Pertinace. oppoll8iò deeisn· menre le upir:\'&ioni di Pcsçennio Ni· gro conoro il suo vecchio comnndnnre Sc:uimio Severo: Jg_ gucrru civile non fu

120

Pct(l, nualiro dmi l'arri. Nel 67, nell'esercito con cui Ccstio Collo mosse contro i Giudd, oh re allo Xll Fulminata, doveva trovarsi un cJ.i. staecomento dello VI Plm'Dt.> in quanto, nello tngtco ririrum dci rep:orri. orovb lo morte il suo legato 'l'urronio Prisco. NcRii nnni ddl'anorchia poiiLico· favorevole olln IV Scythicn <..l n Nigro, 5\tsseRuentc allo morte dJ Né· miliuore che mori duronoc l11 fugu s<ogulra olla rone, si schierò d~cisamente ptr Vesp3· sconfitto. siano, fors~ anche p<!tché si ero prop•· Nd 218 non p•nedpb all'devozione allo porpora di Elognbolo; il suo legoto gato la voce che A. Vi cellio ml!dita\'0 di Cellio Massimo si rivoltb, m~ fu impri· tra_sferlre le legioni d'oriente ...t conflnc gormo.nico. Agli ordini dd go,•crnatore giomno ed ucciso. Siri~, Lidnio Mudano, intr•prcsc dello Ne.l V secolo t'.r:l ticuramerne ancor~ in Siria in quQrliori non C<.Jnosciuri , la marci• verso l'lt.Ua mo fu dirottnto probabilmcnre però n•nziata ad Orero. in Mc.siil che, sguarnito dJ truppe, sta\'n subendo una serie di an•c'Chi del Daci: In VI Ft•fTtltll riuscl a rist:tbilir~ In sirull· zione. Emblcnut: sconostiuto. Torn:tta in oriente, nel 7l ebbe par· Comandanti (/cRati): te prl!dornin•nte ncll'inva>ionc dd re· L, FurWulano Veuoniano. ncl 62: grooddl• Comm•genc, po<to fl"• il Tau· ro. hl Siri:. c l'Eufrate: il cerritorio cn· 70 Cn. Pompeo Collega. ne~ll anni 69· : trb o far parte dello provlnci11 di Sirl11 C. Giulio Scnpula, nel 135, Q . Vocqnio Fidono, nel l4l ; mentre il re Antioro IV fu deposto. L. Sertimio Severo il futuro im~ruto· Con Traiano guer"''l8iò contro l re, nel 180. • Parti c nd 105 conquisti> la nuov• prO· vindo ddl'Arabin Nltbat~n. posta ttAll Giordano l!d il mur Morto, zona essen· zinltnc:nte. dcst:rtica ma irupor1:an1issi~ mn per i cummc1'CÌ cun In Persin c l'lnLEGIO VI FERRATA diu c con antidù c: pro.spe.rosi centri quotli P~tru Cnoll'uuuale Gionlomin) c oi lcginn~ri dc/I'C$crc/ro siriAcO» Doslm (Bosru «h. Siria), dovt forse fu NeJJ'"llOSto dell'anno 47 a.C. ebbe postn " presidio. una pur1e di primo piano neJra vinorioAdriano lo spostò nuovamente dislosa batlllglia di lda (Zile, Turchio), candola in Pol~stina per combattere combottut• oontro Farnocc, figlio di l'cnnesim11 rivohu dei Ci\1de; che t~r­ .Miuidate re del Ponto, che avcvn oc· minò solo nel J38. c-upato l"Arm~nia c: nutnire:sta.to 11..ltrc Un JUO ditutccamcnto ru ncllu prnmire e:sp~tuion isdchc. vinclo d 'Africo n~l 145 fon• l>"' con Si sconrrb con i pompeinni in Spn· tribuire ~ scdore l disordini >t<>pplnti gnu, poi fu :ti •eguiw di Antonio e. dur•nte il regno di Anronino Pio


Ariet~ sos~o. Rlcostru~iOII~ /11

1: 1$ (VI F.,.,la)

scala l

Partc<:lpò olle Opcr••ioni oricntoli di

Marco Aurtlio contro i l'uni. Benché legione orientale, si dimo· strò (•vorevole ~ Seni mio Severo con· ero Pcs<:é:nnio Nigro c per t~lc motivo (u chiamata Fidelis Comlans. Agli ini:ei dcllll<emlo ero ancora in Pllfcitimt. Scomparve scnz:a Jn.sc.iarc tr1acee t: per cuuse non note, In un

pe..

riodo compreso r:rala morte di Alcss•n· dro Severo c l'osccs~ al trono di Dio· clcxi•no.

l!mblcm.•: scQJKlscium. Comondanti (legati): Pocuvio (non meglio idenli(it'11to) nel 19 d.C.; Turranio Prisco, anno 67, morto in combg,u lmento; et~ domi· zlant-11: G. Proculo sotto TraiallO; Q. Antistio Aquilino. dul'llnte il regno di Marc-o AureHo e Lucio Vero com· bau~ nello campagna contro i Parti: M. Flavlo Ponumo, U secolo.

Q. Glizio Atilio Agricolo,

M,lopa co11 gladio ('(/ tltfiO. DalmatiSOo /rodi/... Munatio Pkmco 11 Gaeta. Prim11 tr/ÌJ tmgusltll (111 Porlhiu).

LECIO

m PARTIUCA «Senza sroriu

Come le altre due leRioni con lo stes·

so nome, •ncholo /Il Parrhi<a fu costi· tu it• dn Setti mio Severo, che la destinò :li confine mewpotamico.

La lcgio /Il Parthica scomp:m.'C, per ea.u:s.e non norc. in un pc:riodo di tempo comprt-~ 1m Id: tnortc di Alessandro Severo c l'ascesa al p01cr< di Dioclc· zio no. Null* ci è pervenuto circa il suo cm· blomo ed l suoi comondnnti. 121


Soldati roma11i della ji11e dciii t<e. a.C.. Portic.olarc JJJJ!d scena conlusuatio censorio (sacrificio sr>lcmtc altcmtilt< dd/.: opemzio11/ di ccmo) dell'ara di Domhio E11obarbo. 115 o. C. (VII Claudia).

ln questo periodo il comando della legione venne.: assunto eccezionalmente

da un ttibuno, Vipstano Mcssalla, essendo il legato riparato altrove. Quali certamente prese parte alln seconda bnt<aglin di Bedriaco, dislocato sulla sinistro dello schiemmento. Con Vesp•siano saldomente al potere, forse fu inviato in Germania per Impedire od alcune popolazioni di unirs.i al ribelle Civile c quindi rinvioto nello l\lfesia superiore con base :t ViminaciulfJ (Kosrolac, Iugoslavi•). Poco o nulla si sa della sua storia successivll, anche se certamente partecipò alle guerre in cui fu coinvolto l'esercito dello Mesla. In etn tordo imperiale cNt ancora dislocata in Q\tcsta regione. Emblema: Toro.

Comandanti (legati); Tettio Giuliano, nesJi anni 68-69; Vipstano Messalla, tribuno latidnvio. comandonte interinllle della legione nd 69;

L. Minicio Natale durante le suerre doc:ichc di Trnianoi C. Mcmmio Fidonc e C. Cesonio Rufiniano, sotto Cortunodo;

(praepotili): Bonito, Mucntra, a"'on meglio spcciri-

cutl.

(du,J: Concordio.

LEGIO VU CLAUDIA

«<• fcJel td» È quéstn lo legione che derivu tradizione e storin dalla VII /egio di Cesare. P•necipò sicuramente, fra le filo dell'esercito di Ottnvinno, olio bnttogUa di Filippi contra Bruto e Cossio ed In ltoli", ncJ 40, contro i partigiani di Antonio. Dallo suo ndesione olia battaglia di Filippi derivò il primirivo nome di Macedonica.

Fu stnnti~HI succes.,ivPme.me nelln provincia dcll'lllirico, Nel 42 d.C. il governatore della Dtlimntia, F. C•miUo Scriboniooo, effettuò un tentativo in· surrez.ionnle_ Le due legioni prcscnd, 122

nppunto la V/1, che con l• Xl costituì. vuno lu gunrnigionc della provincia, LEGIO XV PRIMIGENI.A non oppoggiorono In rivolto. L• legio «pocMstori11 e poco onore» Vll Maccdonica tramutò quindi il suo nome in V/T Claudia, ottenendo con· Fu una legione che ebbe pochissimi t<n>poranenmente gli epiteti di Pia e Fi- d""enni di Mtivita: costituito do Cllliticlis. goln nl fine di implegnrlo nelle prog<L· Probabilment< fu trasf-erita in Mesio ente operazioni in Germania, venne dn Nerone. Nei 69, alla morte di S. scioltu da Vespasiano, uJ Lcrminc dcii~ Gaiba, successore di Nerone,la l<gione rivohn ga!Jo-g~rm11na dcl botJivo CilÌ diçhinrò pçr S. Otonç, inviando vile, :Z.OOO uomini in lmlin poer sostenerlo. Il suo emblemn è sconosciuto. Quasi sicummcntc nc,m giunse in t~m· L'unico legato di t\li siamo u cono· po per panccip:trc nlln primo b<lttnglin scenz:o è Munio Lupoerco che nel 69, di Hedriaco c, nlla noti>iru deUo sollcvu- clopo lo reso dclln Stm legione n.i ribdli zionc delle legioni oricm:di, si dichiurò Bmnvi, venne: sacrificato aJJ:a pl'()!ctcs.. dedsomente per Vespasinoo. sa Veleda.


di Riavdlolli. &S<' di colomta, forse tini pfl'torio dtl castrum di Fofll<' ormaro

Mogonriocum (Magonza) (XV T'rirm· renia).

LJlGIO I V MACEDONICA l.

q/1 eterni ~onfitd• Le~ione forse fondato da M. Bruto, prese parte sicuramente alla bmaglia di Filippi, in Macedonia, del ~2 a.C ..

Augu$tO la manrenne in servizio e lo mondò in Spagna ov• posi! il campo probobilmente nei dintorni di Burgos. Q unsi sicuro mente nello stesso periodo scesr in Mnuretnnin per procedere al· l'occupozione dello rcg:ione. DurMte l'impero di Cloudio fu spostow • Mogonliacum (Moson•o), .so.sriluire le forze legionaric che cr.ano

f''"

shue invjate ad occupare la Britannìa.

..

Non <!conobbe imperatore S. Gaiba c si pronunciò per A. Vltellio: metà dello legione lo segul io It:illa al comondo di Alieno Cecinll..

Non sappiamo se combatté nella primo banallli• di Bedriaeo, mo nello se·

Triglifo e mcropa co11 /ance dtcii1SI11t. Dal 11111uJOito di L Mun~io Pkmco o Gat/4, T'rima clà aug11Sita (IV MaurihlliCa).

123


Soldati romarzi or:matì di giavt:llouo 11cl rilievo dtlla

J:nof~cdo

di Domizumo.

Do/ Paku:<o ella Cancdlcria a Roma, (Il' Flavio),

condo fu sçonfirta dalle forze di Vespa· siano. Nello Sle•so periodo la storia dd legionari rima.ni a Mngonzo ~ simile a quella dei loro colleghi dello l G~rmanl· ""· Riconobbao l'impero galliço di Ci· vile, poi ritorn~~rono sullc loro d~isio­ nl e partedporon o olle ultime operazio· ni çon~ro i ribelli, condono do Petilia Cerinie. Tcrminnra In rivoha, Vespasiano ne decretò l'immedioto scioglimento. llmblemi: Toro, Capricorno. Comandanti (lt'1/,otl): Alieno Cffinn, 'nel 68.

LECIO IV FLAVIA •l dlfcntorl del confine tl•nubi•no» Per sostituire ia disciohn IV Maa:r/,. nica, Vcsposiano ncl70 d.C. formò un• legione che recluto tra italicl e saJU: nacque cosi la /cgio IV Flavia. Fu sempre didocat~ nello provincia mesico, con sede n Si11gidunum rBclgra· do), partecipando alle operazioni bc.Ui· che su quel confi ne. Solamente per pochi anni, forse: durant-e: l'impc:ro di Set· dmio Severo, ~bbe sede nella pannoni·

cn Aquincum (Bu clnpesr) mentre è C!èttR

la suu pcrnuu1euza in Onda, anche se in locuHt~ non n oru. Sue ~~t·xillatiolle> furono al seguito di Diodeziuno per pacificore l'Egillo in rivoltA.

Certomeme eru ancora cUslOCII!G in Mesio nel V secolo, probabilmcnre di· visa in numerosi dislaccamemi. Emblema' Leone. Comandanti (legati): C. Ounvio TicUo, ncll'!H; A. Giulio Pisone nel 172· 174, durnnte lo gucrrn di M"'rço Aurelio contro i Mnrcomanni (praeporiti): M Roseto Lupo Mureno c Traiano Muciono in ttò tardo impcriolc, Giulio· no nel 28', durnnre la repressione opc· rnw dn Diodc:r.iS~no in Egiuo. N d l V secolo, con lo lcgiolle di stunzll ~l Viminacium: Viu1le, Dinizio, Sereno " T.uo (tunl non meglio Identificati). 124

LEGfO V MACEDONICA

1/Jnonfo di Vcspofiano e Tito 111i Giu· <Ici. Dall'orco di Tito a Roma (V Ma""

«bottusi let!clmcmc in opti p.~~rt~ Jcll'imp4:1'0»

Questo legione probobUmente costi· mim dn Bruto comool!è o Fìlippì con· tro le for>.c di Onaviano ed Antonio. A,aguslo non lu sciolse, dopo In vino· risa, e la inviò in Mcsia 1 c.-on busc ~1d O(!· scu1 (nell'nthlltlc Rc:ununin) .

d011ica) lnrorno .gli anni 40 d.C. partecipò alle opero~ioni che portllt()no aJia rìdu· •ione in provincio della Tr•d•. Nel 62 lu trus(erltu in Siria. Pos1:1 succcssiv:tmente Agli ordini di C:esennio Pelo per IR campu.gnu conrro


i Paru, rimnse cun:.win dislocara nel Pomo. Le opcrt1zioni che seguirono (urono condotte invece do O . Corbulonc che impi<gb anch~ la V MoudoJIÌ(JJ! al termine t• Armenia entrò • for pane dclla sfera d'lnnuenzo romonn nello re· glone. Durame la grand~ sollevazione dei Giudei fece poti~ deU'eS<!rcito di Vo· spaoiano e Tito: conquistò successiva· mente le ci11~ di GadartJ CUm Qeis, GiordanioJ, lolo(1<lla e Gamaro (que· sr'ultime due non meglio identificore), combaHcrndo per tre nnni findté nei 69 inizib l'assedio di Gerusalemme. Nel cono di quett'ultimo obbc mo- , do di dis ringucrsi conquistando uno cfei maggiori punti di difeso: la torre Antonia. Termin:ato il ciclo di operozioni ritornò in McJia, lasci:mdo forse un suo dlst:lCC'lln~ento presso H otmpl

di

EmmaliJ. Domi~lnno ~ Traùllno combattè

Con

contm i Dad. Lo Stcsso Tralano o forse Adriaoo pose Il suo e11mpo a T~ tmis (locditl neU'ouuale Romania). Per l\1arco Aurolio c Lucio Vero oombouè sia contro i Poni che contro i Motcomanni. Molto probabilmente, oll'epoca di Settimio Severo fu rrasferi· to nella provintiR dncic11 o 11olilisSil (Turda, Romania), Allorché la regione venne llbbondo· ORla da A ureJiano, aJJa fine dd JTI S<!· colo, essa rientrò nel suo vecchio cnm· po di Ocr.cm. La Noti/IO DiRIIitalllm ci Indico che lo legione ocrupovo •ncora 0eKtJS, olrre ad altri contri limitrofo fr• cui St~tìdaua (Celoi, Romaniol ed era prescntc anche

nellA provincia cgizhmn deJI' Hcrr:uliaJ 1l

Afcmphis. Emblema: Toro. Comandanti (legali):

.

l'oppellotivo di Viclrix, nello guerra CÌ· vile n favore di Seuimio Severo ed in quello di Alessandro Severo contro i Persiani dcllo din:utla s3ssanicle. t n età tardo imperiale fu contesa a

Annio Vinichmo, nd 63;

CnUieno dall'utmrpl.lrore Viuorino,

Senio Vetrulcno Ceriale negli anni 6770, du1'11.nlc le operazioni in Ciudea; Q. Rosei o Pompe io Falcone, durante le guerre dnciche di T raiano; Ti. Cl•udio Cloudiano, nel 19S.

mentre più tardi uno parte ddl'unlt~ sostenne Carauslo contro Dlodezlano. Nd IV secolo lo legione praricamen· re scomparve. Nel V. una legione di pseudocomiratensi nvev3 la medesim• denominnzione ed ern Stllntiora in

SI!C.

\Yiit~ham,

d.C. (XXX

LEGIO X FRBTENSI S .; f"gionori l<gsti

o/ tJJAte»

Gallia.

Fece pnne con cenczr.n deJI'esercito di Ottaviano per cui combatté nella guerra marirrimo conrro Sesto Pompeo dci 38-36 •.

Emblemi: Ne1 cuno. Capricorno.

li suo nome:, che significa oxapparre· nenre a stretto di matCJ>, si riferisce probabilmente nd una qualche nzione

LEGIO XXX ULPIA Truiano la formò probabilmenro nel 98, invinndolo in Pannonio, a 8rig•tio (SzOny, UngheriA} c successivamcmc in Germania ai C.Stra Vettm (Xomen). Combané skurumeme nelle crunp3· gnc daciche di Traiono, ricevendone

Elmo bromco di COtHJiien:. Do nel OmtbridgW/if'6, l U/pia).

c..

dclla guerra navale nella quolo si d istin·

ComJUidanti (legati): L. Emilio Caro sono t\driaoo; Cnnuzio Modesto, nel 223: Q. Pctronio Mciiore con Alessandro Severo.

se-, ope.rniont: avvenuto verO$imiJmcn·

to nella zona dolio stretto di Messina. Anche uno delle insegne che da alloro assun~, lo crireme, ricorda la pancd· pazione al lonr~no episodio bellico.

125


La pkz:zaforu di MDUdD durant< l'assedio rotnano. Puutieo in ~ala 1:1000 (X FrrtmmJ.

Fc:« rosunccmcntc: pane dell'escr..

cho siriaco c nel 6 d.C. era 5lanzi:ua n Cyrr111 (ndl'odlerna Turdtia). Quundt> O. Corb<donc ebbe da Nerone il comando d..U~ o~ruìonl in Arm~nlt <omro i Pani, la X F,.,.tmsn rinwc d1 guarnigione n<Ua prcwinria siri~~a~ Alcuni anni doro partecipò alla K · prcssio"" ddla rivoha dd Giudei di Alessandria, ['Oi, dal 67, fu impiegato nelln lungn gucrr., giudnicn condoun du Vespasi•no c suo (iglio Tito. Fu inviato primg una '''A vessil"alf.ione, unhàrncn~ lt ad tlt<e forze, p<»le ti comando dd govern.tore dJ Siria Ustlo Gallo, <On le quali r~n•••• la rtcOnquista d1 G~rusàl~m~ insorta Suc=sivamcntc turt• la X Frttt1111S partccipèl alLa aucrr• al comando del legato e fururo ìmrcrsnorc M. Ulpio Traiuno . .Duruntc la prtJG di Gcrus:olemmc si distinse purtlcularmcnlc per le qualità bdliche ddle Jue """'chine d'l&isedio. 1'.rminalt le osti.lhl pok l'~~«~n~pamcnto ndlu

•=ne

d ul conquistata. Continuò a comlnu.

tcre contro i Giudc1 e fu anche 1 M•· 11da al comando di Flav1o Sii·

Emblemi: Trircme, Toro, Cinghiale, Ncuuno.

va. Onl Il~ al ll6 opero con Trniono Comandanti (/cf.llli): contro i Poni: una d~Ue copi toli dd n<'- M. Ulpio T raiano il ftuuro imperatore, mico, Cu:sifonte, fu conqubtato e cad- negli onni 67-68; dero anche du~ di antica civiltì com< A. Larcio Lepido, nd 70; Ninive c Babilonia. Tra il U2 ed ili H Teren•io Rufo c S. Veuulcno Cerio!<:, combatté ancora un1 volta contro i nd 71; Giudei iruorti: sronfiui i ribelli conti- l.udlio Buso ~gh ann1 71 72. dKedunul> ad es~« di base a Gerusalemme. to duranre l'incarico; Intorno al166 un suo distaccamento fu L. Flavto Silva, nel 72, impegnato unehc ai confini oeeident·all, Cn. Pompeo longino, nc~l'86; bollendosi contro ì Morcomannì S. llrm~tidlo Campano, nd 93; Nd 19J fu panisiana di P<Kennio T Claudio Atrico, nel 107; Nigro e rimo~ coinvolta nella sua Q Roscio Celio dal 107 al IlO; k'<>nfiwo ad open cL Sttumio Severo. l.usio Quieto, nel 117 Si tntta dd fa. Tra il 208 c:d il211 , con disi'OCCll· mooo comandante della c avalleria !eg.' menti, s:i .spil\SC fino in Briumnia ovt si gera mauretana imptegata do Traiano misurò éontro i Calc:doni, sospcndtndo nelle suerre daciche; le opcruioni solo alla mort~ di Seni· Annlo Fabiano, souo An1onino Pio; mi\1 Severo, ~wvt:nuu• nd EbtlrttCmiJ M Giunio Mouimo durnntc il regno di (York). Scuhnio Scvern e Curacallo Nel 268, in un periodo di torbidi c di anarchia, si mostrò r~vor~vole. fo('$C solo momcn W~Umc:nte, all'wurpa1orr LEGIO D TRAJANA ViuotJno, cb cui fu •Pf'C'IIata PU: Fi.; l~,;onm ~,;z;.,;. J<IIJ. Tra la Hne del Ili e l'lnl•io dd IV Trujuno la costirul intorno al 108 c <'Oio fu di~loeata od Atla (!llat, lsrudc), lu poni! • combnnere In lUI! e l• compo· sul mnr Rosso. sne di s uerro da lui Intraprese. Dillio mcr~ dcii V se: colo si perdono Il IUCCCSSOr~ Adriono lo deStini> aJ. l< 1r•cc~ della lrgio X Frct<IIUS. l'llgiuo, con sedt a Nicopoi/J. ~mpr~

•e-

126

con Adriano partocipèl od opcrworu conrro i Giudd. Con Marco Aurdio e Lucio Vero fu forse nellagu~rra contro i Porti Cara01llo, dopo l~ o~r•~•oni del 213 com ro i popoli germani c per il valore dimoJinllo, le dìc:do l'appdlativo di G<mtaniu. Nel 297 foce parte delle •ruppe con l~ quali MIUsimiano ripr~ Ucontrollo cffe1tivo c concreto dell'ACne• del

nord. Nd

n e In secolo Il suo oompo rima·

Nicopolis, anche la leg•onc fu ruddlviu in alcuni dJ. staccamcnti Nd V xcolo era oncora segnalata in Egirto. se pertnlmcntefm'me a ~

Emblema: Ercole Comandonti (l•guti • prorf~ttl: Gallo Vocillo solto 'frniono, lu unn cl<i primi comandanti; T, Cloudin Quartino con Adriano. Qu•ndo la kgionc fu rrufema 1n E8i11o Ti. Claudto Sccondino, xmpre duron•• il regno <li Adriano T. Pl•vlo Vcrgiliano, nel HO; L. Clntnslo Ca«I<UlO, nel 162: C. Giulio Vero, n~l 232; \loleroo 11tsto solto CommO<Io.


L 'imfJ<'ralore. çin:Otul<liO dal SIIO stato mau•o~. rlc~ un kgtontmo. Oa/14 Co-

/cm"' TNt4n4 (Il Tl'lliana) oouuta dalle fo..-.e romane contro Ununùda Taefarlnas, d~rtore e capo b11n da, divc:nu1o un u~muto gutrrisJlero. sollllMnte nel 24, tornata la normalitl nella provincia afrieana, la IX lltJt-n• potE riprende"' i suoi quartieri in l'an· noni:~..

Dunanrc il princip<no di Cloudio, fo= nel 43, fu tr.ufcrit• in Britannia, con i quartieri a LinJum (Uncoln). l'ochi anni dopo, nel 61, subl una dura scon(iua nel corso di una grande sollcvozionc. Il suo legato Petilio Cenale si salvò a stento con la cavaJieria, riuxcn·

do a difendere gli accampamenti. l'oco

chiamar• Macedo1tica o ~nche Triumphnlit: solo In cpoco posterio~ <l.SSunse Il nlimc cl~finiti~o di 1-/ispt~na o 1-/ispa'''t'lltis. Augusto la destinò oll'llliria e poi alla Pannonia: qui si ribellò, alla sua morte, e, come le altre legioni dcii• provin-

LEGIO IX HlSPI\NI\

l.a kgio IX Hltp.JIIa di ttl imperiale fu quui sicuramente l'crede delle tna dizioni della /~lo IX <hc con Cesare romb11ué gli Elvezl, i Galli cd l pompciani In Afrlca. Pn:5C parte alla b•uaglia di Filil'l'i contro Bruto e Cassio e, d> allora, lu

fu calmQto solo con l'intervento di Druso Nel 20 d .C. doveue essere to-

dopo la legione dov<rte essere rinforza· ta con l'invio di 2.000 nuovi legionari provenienti ddla Germania. Molto poche sono le notizie successi· ve: alla morte di Nerone appoggib A. Vitdlio. Vespasiano la spostb od Elmmctllll (York) e, con Domiziano, ne11'83, un suo distnccnmento combatt~ in Gcrmn· nia. contro i Cuti c. nc.U'88 contro Sue· bi c Snrm;ttL Avvolta nd mistero, m2 certamente tr~giaa, (u !:.1 su~ rine: durante il regno

di Adriano rimwsc completamente di· struttn nel corw delle ripetute ribelllo

ni scoppia« In Brhannio. Emblc.ma: sctmo.sciuto.

CÌQ,

talmtnte uasft>rita in A(rica per parte·

eip>rc alla

veno c

propria gue.rna com-

Comandanti (/~111: P. Cornelio Lcntulo nel 22, durante la missione dcUa legione in Africa; Q. Petilio Ceri• le, nel 61; C. Caristanio Frontone durante il pc· riodo flavio. LEGIO D AUGUSTI\

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Jtllo Britonni•

Fu legione sicuramente formora d• Augusto durante la gutrsa civile. All'inizio del prindpato di Tibcrio, stanziata sul Reno, fu tu i reparti che si :a.mmurinarono., ma si sottomiSt ap· pena Germanico giunse ( ro le tru(>P"· Con lui combaué nel U contro l Ger mani, lino a giungere nella Selva di Tcutoburgo, ove eresse le tombe ai eu

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romani:u.uJon~

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Armi rumaJitl riiiVCIIu/e in diverse località Jcll'InghiltcmJ.

t sec. ti.C. (IX Ili·

spana).

127


Dccortmone militare, pholel'll. Etti imperiale {T/ Augusta).

nin, nel medesimo caslmm, contribuendo in modo Òi!léfi'ninanfè alla pre~enza romana sull'isola.

Emblemi: Capricorno, Pesoso, Marre. Comandanti (lep.otì): T. Flavio Vespasiano il futuro imperntore Vespasiano, nel 42 in Germania e poi in Britonnia nno ol 47; l. Prisco, nd D secolo; L. Giulio Giuliono. fine del Il secolo; Vitulnsio Letiniono, metà Ul secolo; T. Flnvio Posrumio, nel Ul secolo.

LEGIO XV 1\POLLINARIS Mel nome t!J ApoUo~

Costituita in epoca augustea. portb il

del suo fondato· re. Dislcx•ata prinm in llUria, dal 14 d.C. prese posizione In Pannonin. J>ro· babilmentc con sede a Can1w1tum ([\.~ rronell, Austrill). Allo morre di Aususto i suollcglon•· ri, insieme a quelli della Vl/l Augusta c IX Hispana, per motivi legati al soldo ed oilo durata dello ferma, monlresrarono norevolissim:t irrequjetezza, tanto da imprlgionnre gli u(ficiaU ed uccide-n~ un éc:nturionc::. Tiberio inviò sul posto il figlio Druso che, con promesse, mn anche con dsastichc decisioni (elimina· 2ione dei più facinorosi e dispersione deUc legioni presso i cnmpi Invernali), riuscl a sedare l'nmruutinrunento. Nel 6} d.C. fece parre ddl'esercito con cui D. Corbt~one doveue affronto· re i Part-i. Dal 6 7 si batt~ contro l G ludei, :ovcndo Tito con1e legato, almeno all'i· nizio della campagna. Nei tre nnni di guerrA seppe distinguersi in numerose nome del dio tutelare

duri di Vnro. Nel corso del rienrro alle bll.si, eHetttullo lungo la costa, pcnt: tutto il bagaglio. Ancora nel 16 prese pane nd operazioni comro popolazioni germaniche. Terminato il ciclo operntivo rimase poco su quel confine !"'r<M Cloudio, nel43, lo destinò a far parte delle forze d'invasione dello Britannia: suo legato è il futuro irnpc:r~torc Vespas iano . Pose poi il camJ>O ad Isca SUumm, Caerleon, nel Galles. Forse fu battuta nel H dai Siluri. Nel 61, durante la

grande rivolto delle popolazioni britan· niche, il suo prae/«llll castrotmll si ~ul­ cidò per essersi riliut31<> di obbedire agli ordini che gli imponevono, prob<tbilmcmc, di ubbandon,ore le posiztonl. Nel confuso periooo degli anni 68· 69, uno sua tN!xillalio, !ome di 2.600 legionari, scese in Italia com l'esercito di A. Vitellio fllil, alla notizia della solle· vazione del vecchio comandante Vespasiano, nma la JJ Augusttl lo •ppog· giò e lo segul. Nei secoli seguenti rimase in Britan-

MPOMPEIOMFANb'\.SPRO >LEG~:APOLUNAR:'COHffirR.

PR IMOI'i.EG iTICYR.EN rR.'\Ef-L.'\$TR

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ATIM ETVSUIWVLLA R. IV$ FECJT

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SATVrtNIN,\f \ Xt 'ftl SV..\E

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occ-asioni e durante l'a$sedio di Gcru·

salemme il suo :tricte distrusse un angolo di uno d<:lle principali torri della cinta fortificata. Al termine delle opera· zioni tornò u Carmmttllll Il cui campo. nel 7), fu ricostruito o ripar:uo. Probabilmente combattè con Domi. ziano al confine danubiano ma, ~ucccs· sivnmente, fu di skuro trasferito du

Epigrafe t/,.Jirnta d M. Pompeo Aspro, tt•nturiom! t/ella ltgio XV Apollinaris,

Dall'agro tuscolano. 13tii /fouÙJ (XV Apollin11ris}. 128


Adri•no in C1ppadoci2, col t:Jnlrt1111 • SDtnln (Kdkit, Turehio), misurondosl subito con gli Alani. in epoca successiva fu per Pe..:ennio Nigro contro Settimio Severo. Con Commodo un suo repnrto fu stnn>.into in Armemia, o Valarsapa. La sun presenzo ero oncora ouesrnm in C•pp;o,docia nd V secolo. Emblellllli: sconosciuto. Comandanti (ferali): C. Rutilio Gallico, negli anni 52·53; Morio Celso, nd 63; Tito Flavio Vespuinno, il futuro impc· rotore Ti to, probabilmente nel 6 7; M. Tcttlo frugi, negli anni 70.71; Q. Tsnnzio Catoné, nel 7}; M. Vcttio Vlllcntc, nel 137.

LEGIO :xxJ.l DEIOTARIANA 6g<>m1Mtl In Glvdto»

Ddoto.ro, re della Galazia, regione dell'Asia minore, costitul nd l sec. a.C. due rept.rri orgAnh:.7.ad e inqua· dr>ti •Il• rom•na. Q\lando nd 2~ o.C.

la Galazi;:a fu annessa all'impero, alme· no una deUe du~ unità venne mQ.Otenu· ta alle armi, probabilmente considerato come roporto ausìliario. Dopo la dlsfotta subita da Varo nd 9 d.C., in cui l'esercito romano perse ben tre legioni, l'unità galata venne certamente tnlsformata, almeno dal 15 d.C .. in una legione rogolarc. Non ebbe:, in origine, alcuna denominazione e p:tre ehe fosse nppcllata Dcri(JiariarJo a J:tartire dal regno di Clou· dio e ufficialmente dal periodo Lraililnoo.

Rimase: llèmprc di Stanza ad Alessan·

driA in un accnmpamt:mo

comun~ 11n~

che alla lq,io 111 Cyrc11aica. Prese partt alla seguenti campagne: nd 63 roprcsse la rivolta dei Giudei ad Alessandria; comharrè i Pnrti nelle eampagnoe di D. Corbulone; con uno uc· ;ci/kztio di 1.000 uomini r.. eon l'eterei· to di Tito nella campagna di Giudea e ;i segnalò durnnte l'assedio dJ Cerusa· lemme. Il 4 agosto del 107 era oncora sicura· mente presente ad Alessnndria. Scomparve, prob•bilmente dinrut· tn, durante le campagne di Adriano in CiudCA degli anni 130·138. T. Sucdio Clemente, negli anni 79·81;

Emblema: SOQnosc.iuto.

Q. Licinio Proculo, ncJ 90·91;

Comandantl (pracfwi): Ucernio Frontone, nel 70:

Canricio Proculo in etÀ domizinncn: [., Genucio Prisco. nd 98.

Tonc anelata. Rleoslmzion< (XXII Deiowiano). 129


slocsua • Durosloruml mentre, in un2

loalitl imprecisata ddl'orieme, diede origii\C' ad una lesione l>al:nku•. Emblema: Nettuno. Comandtnti (legati): L, AnniQ DlliW, nel 69; L. Muno~io Collo, nel 100; Ti. Cluudiu G iuliono, nel 144; M. Annco Sotltrnino, (ine del l l. inizi del Il l socolo. (pmfposit/);

Mudnì•nu nel 29~. durante lo spedizione di Oioc:lczi•no in Egiuo. LEGIO l «h•tt~

~UNERVIA

in o&ni •n&olo Jdl'lmpuo»

Fu legione fondata da Domiziat10

prub•bUmeme ndl'8} per partc:cip2t'C alle operaziont contro il popolo germa· nico dd Cuui. i suoi quartieri furono posti n 601111a (Bonn). Poco oppresso non prese: porte nlln sollevazione dd governnwr. delln Gcr· muniu A. Suwrnin<>, ottenendo per wle motivo l'epiteto di f'ia Fidelir. Tr~o~iano la SC'hicrò nelle sue: gucrn... contro l11 nazione dacica. Termìmue le opc:ra~i01\Ì ritornò 11 &1111a. Antonino Pio l~ impiegò, tra il

MMrco

11111/ta~

c« socco~ 1/erill sttl

Cllmpo di bottDglia. Dalla Colotma Traia· ,,. (Xl

Cklttdia).

comboHé nello primo battaglia di lk driaco. Sconfitta e con gli ufficiali pu· niti. fu rim:mdRHI ndl'llllrioo. ovc: sostenne il tentativo di Vcs-ps.siano. pe-r il qunle ri1ornò nuov•mente in h1alia.

Non pàre ubbia preso parte alla se· LEGIO XI CLAUDIA «.i d"ilcnJori dD.IJ• A1esi• romsn.a» Fu erede: di una legione di medio

rendimento dell'esercito di Cesare· la lrtio Xl Entnu• a f•r porte ddle fo= di Ot· taviano, combalté a Pc:"''ila c, valorosamence. ad Azio.

Nd primt anni ddl'impero fu stanxioto • 8tmmm (ndl'anuale Iugoslavia). Nrl 42 d.C., imicmc alla fqjo VII, non •PI>088ib il tentativo di usur· p•zi<>n< dd governatore dello O.tmu· zia. ricevendo per ques1o la denomino. •ioJic <li Clnutlin c l' upl"'llntivo di Pia Fidolu. Ndl'nnnrchin 111iliure degli nnni 68· 69. si dichiarò per :S. Otone c forse

130

contht bntuglin di 11c:drlat.:o. Jmorno

ogli unni 70, fu stontiutu a Vlndaniua (Windisch, Svinern). Lascib quc11u busc, che decadde ulla condi2ione di semplice villaggio e cbt solo con Gallieno nd 260 [ior\ nuova· mente, alla fine del l secolo, per p2CIC· ciparc: alle guerre daciche di Tr2iano. Fu acampota a Bntttto (S:Wny. Uns)ltria), • Clmull/11111 (Pttronell, Au· stria) e ed Aqii111CIIIII (Budapest), per poi porte dtfinitivamente il campo G DrmJJiomm, (Silistra, Bulgaria!, nella Mesia inf~riort, ov~ rimase permanenu:mrmtc=. Jn epOCa successiva non

pr~

pane

n molte spedizioni ruori da.Ua prov-in· eia. Con Oioclc1.i:mo nel 295 fu in E:giuu e Cor~c in Mnurctania.

In et~ turdo hnpcrlulc oru uncora di·

138 ed il 145. nel corso deUe azioni bdlichc "' con(ini della Mauretania. Combou~ in ruuc le dure: guerre dì Marco Aun:ho ai confini orientali ed occidentali Ntl 1?3 si schiero per Set· rimio ScvC'ro c dallo steuo tnno un fUO di.sa-accamc.nto fu suabilmt".me M anziato a L11Rdrmurn (Lione). lniziolmentc d mostri> fedele • GaiUcno, ma appoggiò il tentativo di scces· sione di Postumo. Anche con Diodezi•no non si mourb fedele nl potere tentralt, •ppogginndo Carousio, usurpatorc c comandante deUa (Jocta romana della Monicn In cth tordo ìmperinle formb unolcg.ione comitatensc nell'Illirico Emblemi. MineNa.

Arie~e.

Vittorio

con arietC'.

Comandanti (kç}Jit) 1'. Elio Adriano il futuro tmperatorc:, dul'llntc lr guerre daciche di Traiono: L. L1cinJO Sura lOttO Domilii~o. Di questo lego1o, che fu unchc uno dei più autorevoli consiglieri militnri di Tr:tio· no, conosciAmo anche: le fnuczzc, rapprc:scmntc iul rilievi dell" Colonno Traìnno: 1... Ccdpurnio Proculo, smto Anronin() Pio;


IIT)Itlltcria da tavokt appartmuta od 1111 alto uf!!cia/,. fau/Qrr: tlell'usurpalor<" MaRfl~lllÌO (JJO.JJ J d.C.). Da Cascrum Raura~nse (KlJiserouJISI, Svi«era) (l Afin~wia).

M. Claudio Frontone nel 162, clur:mte In .spcdiz.ione contro i l'urti; C. Giulio Curino, nd 208; Aulidio Marcello, nel 222. LEGlONES XVU-XVffi.XJX Furono prohnbilmcmc: unhà già in·

seri te ndi'C$trdt() di Augusto ttWcpoc:t '

della l>:~~taglin di Azlo. Forse: sunz.i;nc originorinmecu~ in Aquitania, f«ero poi pane ddl'c:serdlO del basso Reno. Vennero tutte distrutte nello scon. [ino subite ·da Varo neUn [oresto di Tcutoburgo nel 9 d.C.. Esse persero le aquile lcgionorie che vennero rccupero<c nel 15, 16 c 41 d.C .. Nullo si sa circa i loro emblemi , le loro denominazioni o i loro <."'mnndonti. LEGIO

n ADIUTRJX

\

«i !IUJti provt:nienri d.U1 nrarinP

Nel 70 d.C. il prefetto (ammiraglio) Se<to Lidnio Bauo, comandante! dello llono di Rovenna, trocO l• cnus" di Il ViteUio cd aderl nl pmiro di Vesposi•· no. Con i cWssiorii venne (onma tn un" legione che fu appunto chiamlltu Il Atliulrix. Venne immcd:imamcntc inviata allo CrontltN& renann, ovc agli ordini di 1>~. tiUo Ceriale, combané fino al 71 pcs reprlmue lo rivolto batovo di Civile Nello s<esso periodo l• legione: ebbe l'appellativo di Pia Fldtlis. Fu quindi sran.zioru in Britann0n1 co o base forse a Undum [Lincoln) e, dall'85, al confine donubiano, ove In rroviamo pre~nte, nella provincio mc· 1

Stele di Man:o Celio, Ct:711ttri011c tf.t:lla le· gio xvpt morto nella Stiva di TtUI()· burgo. E rapprcstntato in olto tmifomte, con le d~orazio11i m.rita/4 in battaglia. 1/momtmcnto /tmcrorio gli ero s111to de· d/toro do/ fratti/D che esprimeva kt fede incrollabilc nella rlvin<ito e nel n•cuf'<'TO della salmo rimmta sul ca11rpo. Dai C•· stro Vc<ero (Xalltm) (XVII, X VI/l u XTXJ

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r-uo l \ N\B )N

JLLGXIfX AI\N l Ili

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IDIFBEl VA 11\N OSSA.' FERI 'f:LIC~Blf AE.llV)· l 1

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E/'A• 1-R,AI l! rF(' IT ,

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tka, in e~a domizi•nea. Per Domi· zinno combnué su quc$10 ( ront(! contro Oacì Suebi e Sarmati. Molto probabUIMD;e panccipb llllC.he alle guem daci· che di Traiano.

D~gli inizi del II secolo pose il cam· po od Aquinc-um (Budapcs<), che, diven· ne la sua Kde permanenre.

Ponte Jl Traiano sul Da11uhio. Coslnlito n•ll04ti.C. .ra lu11§t> l./26m,•tri t'COu· stava di 20 piloni l!t pietra su cui poggia· w11o k 1rcatt, i tavol4ci td i {ltltaptlli in lcp,no. Rrcostrtttton< ;,, S<ala 1:500 (Il Adiutrìx).

La sua storia succusiv:a è segnAta da un au)seguirsi di campagne militari· durante il reano di Anronino Pio in,•iò reparti in M.•uretania; con Marco Au· relio e Caro~alla rombaué in oriente contro i Pare i; con Massimino contro i Daci; durame l'impero di Gordiano W si misurb contro i Perslnnt, con l quall si ero 11iil botruta anche al rempo dl

Alessandro Severo. Claudio il Gotico le diede l'appeUorivo di Comtans. Ln Norìtilt DiRJiikltum In indica ancora con ba>e nd Aq11ineum. ma con nu·

merosi disr:accamenti sparsi in runa la provincio conCin:u-ia della Valeria (suddivisione dioclezium:R dcUa provincia ddl• P•nnonia inferiore) . Ancorn in quC>"to periodo si formilJ'Oo no due legioni comitntensi, origiruue d•ll• Il Adit~lrix: una in Ponnonia cd una

tn

Brit•nnis.

i:lmbletni: Cl nghiale, Pesaso. Comandanti (kt4ti)! Q. Antinio f>ostumjo nel 164, durante:

unn spedizione comro l Pani; Vcmleno Aproniano. metà del 111 se• rolo.

l32

E.lmo d umbone di u:udo in bi'On:o, a{lleslo Vl Il i\ugusta. Sull'umbon~, in basso al etnlro si nota 1/to· 1'0, embkma tkl/4 ktione Dalle ril>t del Tamigi c del Ty11e (VIII Au8u11a).

parlttJMIC alla

LEGIO

vm

AUGUSTA

<d Lipjcì lcgioi1Mi imperim

Quasi certamente è da identificare con la legio VII/ dì Ce,arc, per il quale di b.ltlé neO• conquista della Gallia e, duranre la guerra civile contro Pom· pco, o Forsolo e Tapso. Sciolta ne11li anni 46-45 • C., fu ri· chiamata alle armi da Ortoviono nd 44 , comhanendo successiv•m.ente • Fi·

lipJli, a Modena. forse nd Az10 n~cntr_c è quui cert:t la sua pcrmancnu 1n C1· renaict ed in SiriA. Fu destinata, in erà ormai imperiale, primo alla Oaltru~zia


R~ Shopur l ricwc 1'111/IJ dì sollomission•

eli Filippo (244 d.C.), llflltlr• uffcna per ti f""lsD Vul<riuno (260), sctmfiuo ;, bui· t~Jglia ~

catltmllo.

Qu~l 'u/1/mo

lmptta

morl/11 prlg}onla. ScultuTtJ nt~ln: d4 Nac;sh-ì Rus1a111 (l Panhlca) /Or<'

quindi ndha provinci~ pannonica con ba.o;e • P«lauto (Ptuj, lugoslavoo). Nel 14 d.C. allo morte do Aususto, è

tnt le lqponi che: danno luogo od am mutin&mc:nti c: che sono ricondouc: oli• ragione dall'intervento di Druso Con Cloudoo p;ontcipò con un distac<llm<:n· to, alla conquista della Britonnia In· tomo •gli •nni d .C. fu destinata allo Mesia, probabilmente • N01w~ Uo bui· gana Sviitov), Alla caduta di Nerone, J>artcssiò dc:. cisamentc IX' S. Otonc, il quale eon· ccssc gU ornamenti trionfali al $UO lega. to Numisio Lupo per le operaziono con· dou< eomro i Sarmati Roxolani Per sos.ttntre Otone scese in hRiia ma , come le: altre legtoni dell'esercito mcsko, la 111 G111ltca e l• VII Cit>mlla, non por· tecipò, se non forse ton \lfl di(!IUCC'U · mento, alla han agli a di Bcdriaco. l n odio ad A. Viodliochc ovcvo a>lunto la porpora, so!lcnnc la sollevo•lonc del com•ndamc dtllelegionl orientali, Ve $J>O$ÌBIIO, p<:r lJ quale COm~OIIé nella fil•

4'

vorcvole successiva bottaglia dì lk· dri"CO· Nel 70 fu nelle: Gallie, scnzo prendèo re porte nllo repressione dello rivolto gallo-RermaniCll dì Civile: pose i suoi <JUOrtieri od Arxt!IIIOmlum (Stnuburgo) con i reparlÌ sparsi di guamig.ione al

LEG!O l PARTHICA

Verso lo fìnc dd Il sec. d.C . venne formata da Seuimio Sc~ro ~c.l imJ)Ìc· nelle Ol'(rationi contro i l'orti La sua stori• non fu pMticolormcnoc 1/mN prodiga di fani ..licnti Ebbe se<lc nei Nei periodi sue«ssivi la sua storia è CJJJtra agli t'$tremi confini oric:m::ali di un continuo di ttutrre: conrro i Cani, Sinlf'"' (locolità ,Id moderno Iraq) c do popoluionc acrmanica. dunnte il r~· Nuibì> (Nusaybin, Turchia). cno di Domi~iano; in Brita.nnia eon un Nel J60, dunntc il reAno di Gmli• IJ('Xil/ttllt per ...-dare una tivoht durante no, prese parte alle operazioni comro i l'im~Xro di Adriano; •i confini occi· l'<niani di Shapor li, difendendo b dcntah per centar< di fermare lo mar~ pianoforte di Stnllf'V, ovc fu cauurac• montontc dt barbari con M•rco Au· Nd tardo impero risulta ancora stan· rcho. nata in quella locolic~ Un suo disto«1tmc:nto fu disloc-:lto Nulla si u d~l S\10 emblema, né dci da Scuimio Severo, a cui si mostrò fa- suoi com:ancbmi. vorevole, • Lutdtmtmt (Lione). Nd IV secolo un suo reparto formò una legione p•l~tlno.

8•••

Brnblrn1a: Toro.

Comandonrl (lt'l:•li): Numisio Lupo, negli anni 69· 70; T . Avldlo Qulero, nd1'&2; A. Egnazìo Proculo rouo Scuimio s.. vero: Cn. l'etronio Proboto durante il regno di Severo AleS5undro: Q . Jlctronlo Migliore, nel 111 <teolo.

LEGIO ID GALLICA •~tsli estrcuui confini orJcnr•ll•

Rcdutau nella Galliu,

combau~

per

Amonio dunmre: le operazioni contro 1 l'arti. Dopo A>io entr~ a Cnr dd·

l''"'•

l'esercito di Augusto che l• disloc~ n•c·

çç$$iv~mc;nte in Siria.


Con Nerone al potere partecipò alle operazioni condotte da D. Corbulone contro i Parri, inrorno ogli anni 55-66 d.C., contribuendo trn J'nltro nlln con· quiSta di TigralfOC<'rltJ (nell'odierno

Turçhi;,); ~l

~çrminc della guma I'Ar· mcnia gravitò politicamente verso In

potenza ro1nn.nu.

Nel 68

ru li"JSfcrit:t io Mesia c giò

neJ 69 resis tette primo e stn;mcO fJOi

un'incursione di Snrmati Rosolani: il suo legnto. T. Aurclio Fulvo, ricevette gli ornnmen·d trionfali. Alfa mone di Nerone e durnnte Upe· riodo di torbidi che ne seg11irono si di· ehinrò primo per S. Otone per il quale si •postò in lmlia, sen•n pernltro giun· gere in tempo per pnnedpnre allo bnt· t:tglin di Bcdriaco, comb~u tut n cont-ro i sostc:nilori di A. ViteJiio. Avuta notizia ddl:t sconfina, non tardò a dit:hijlfiar.d per l'nJu·o prctcn·

dcnte, Vesposinno. Combntt~ nello seconda bntrnglin di Deddoco ovc tenne l'nlu destra, di fronte allo XXJJ PrimlRenia. U sorgè1·e del sole fu •:ùut:uo dalla l/l Co/lira al· Z.llJ\do lè inse8ne, st:condo )'uso sirioco:

gli avversari non capirono il gesto, in· dugiarono e furono sgominari in due succeuivi assalti. Un suo legionario, C. Volusio, entrò per primo nd C<JS/nll/1 dei nemici. Si spostò quindi in Campa· n in per dommre gli ultimi focolai di resi· stc:nza ma, qunndo ormai sra.va per 5Venlarc: u Capua, fu rimnndata in Siria. Ebbe sede u Rapbamzca, mentre un suo distaccamento fu basato nella Tra· conitide, regjonc: ad oriente del h1go di

Tiberiade, forse per vigilnrc sulle mi· niere di rame. Duron re l'impero di Marco Aurelio e Lucio Vero, n~li ordini del legato C. Avidio Cossio, contribui nlln riconqui· sta dell'Armeni~ nelle campagne tra il l6l ed il 164. Nd 175 appoggiò il ten· tarivo di usurpazione dello stesso Avi· dio Cassio che fu

ruttavi:~ dimintuo po~

co dopo dai suoi soldati. Alla morte di Pertinace, ncl l9J , co· mc

le: altre legioni stnn".i:uc nella wna,

appoggiò C. Pcsccnnio Nigro per il

t-]U:de si batté, s~nz.a fortun:l , conlnl

Set<imio Severo. AgD inizi del Ili sew!Q fu trASferito nella nuov:l provincia ddla Syrla Phoc· m'u.

Nel 218 contrlbul allo proclnmazio· ne di Elngobolo. Nonostante cii> venne poco dopo sdol!3 dal medesimo impe· rntore pèrcht' si ero moni(estotn molto irrcquiccu: il suo lc:gatoJ Vero o Severo, aspirava llll>l porpora ç , succe.s."ivnrnc;n•

134

le, rim:1se coinvOlt-a in un, nuovo movi·

Marc:o Aurr/io giudica due prigionieri

mento insurrezionale. ln scsuito n quc. . barbari. Da un mOIIUmen/o Oti()rttrÙJ a/. S<O episodio Il suo nome fu cancellato l'impcrntcr~. succesS'ivarm:ntc utiliuato daj monumenti e unu parte dei suoi ef. per decur111Y! l'nn;o di ColtoJtiÌJJO (Il/ fettivl tràSferiti allo /Jl Augmta. Gallica). Fu ricostituita do Aless.andro Severo, e dlslocota Intorno a Orunasco. Fec~ parte delle forze con le q"nli Aureliano ricon.q uistò Palmim, ovc i .suoi legionll·

rl S•le<:heggiorono il tempio del Sole. All'epOCil di Llcinlo (inizio fV seco· lo) un suo disrnccomento operò in Egit· ro, unitomenre od una ui!Xillatio delln legio l 11/yrica. Nel V secolo ern oncoro ricordnto nello Syria f'hotmict, nelln lo· calit~ di Dmml>a, ncll'ntt\tolo Siri:o. Emblem•: Toro. Comandanti (legati): T. Aur<lio Fulvo, negli anni 64.(,9: Dillio Apoojono, nd 69;

M. Sorvilio Fnbiono, intorno olio mct~ dd regno di Antonino Pio. Fu anche <:onsole nel 158; Avidio Ca.ll•io, che nel 16.1·164 com· bllné contro i P!lrli ç nel 175 lcncò di usurpare il trono. rimnnt:ndo ucciso dni $uoi stessi soldati.

Quando la legione era o.lisloc:•m nello Syrla PhoMice: Q . Venidio Rufo, nd 198; D. C•ssio Pio, nel 213; M:trio Secondo nel 218.


LEGIO n ITALTCA «ppC/re trgdizionl m•

Fromme1110 di stele Ct>IJ vorle decorazioni militari: pholeroe, torques ~ nrmillne (11 !~dcii

sold•ri»

Fu reparro cosricuito da Marco Au· rdio ccrnamcntc prima del 170 d.C. pcr impiegarla ndlaloua aspra c cnrenta contro i Mt1rcomannl o1 cOJlfini ocd· dentali. La sua prima denominazione uf(icio· le fu IT Pia, nume che cumbib rurmviu presto nel pi1l tradizionale U ftalica. Negli nnni successivi a.Uo suo formazjo-

ne si ba né molto probabilmente contro i Mn.rcomt~nni e sicuramcmc in Dacia. Fu quindi disloca"' nel Norico, con sede forse o l.llurincmrt (!.Qrch, Au~tria) ,

ltalica).

fes.1 dci c;Qnfini ,; fu certurncntç fedele a Gallicno. Un suo rc:pali'tO venne sran·

zinto, d.U'inizio del IV secolo, sul confine bns,so renano. Uno leglo U ltalica Divluwslum, do. Divitio (Deut•, Gormonia) sede di un suo repar~o distoccnto, uppoggiò Cosrantino, venendo nccolca frn le legioni polntine.

ove rimase fino a quundo se ne

persero le tracce. Altri suoi distaècametui risultn,-.o essere sturi a Lclllin (Lin>, Austrio), o ]oviacum, locolitù

non meg)jo identificata, ed in Africa. i\imò Senimio Severo nclla conqui· sta della porpora e ne fu ricompensar:• con l'appdlnrivo di Fi,U,Iis c con lo ccs· sione di suoi lcllionari al prcrorio. Fece parte dell'e-sercito con cui Massimino il Tracc: renrò una disperata di-

Emblemi: Lupn che olluttn Romolo e Remo, Capricorno, Cicogna. Comandanti (/egatr):

Q. E rennio Silvio Massimo, il sccolo; M. Suro Proculo, negli nnni 201·205: Pollicno Sebenno, nel 206; (dtt.~J;

Ursic.ino, non ahrimc:nti idcntiJiclltOt

d'età tardo Imperlale.

Tm1111a di coorte. l.ungo l'arta si pouono osse11JI1re varie dtrcorazioni 1/lt'rilalt• dd/ reparto. Rlcoslm<i<mc (XVT).

LEGTO XVl

L•l•gio XVI, benché fosse •""" fon· da1u ull'cJ:X>ca dci t.riumviri, non ebbe un nome come tutte: le nh re similnri unirù degli es.erdti di Rom n; solamente alcune rare Comi epigrafiche la clenomi-

n•no come Gallica. Nel 14 d.C. era stanziata n MogOJJ· tiacum (Magonzn), nelln GermaniA su· periore do cui fu rrnsferita, intorno ol 43, • Novonium (Neuss), nella provin· eia. conrigua dcHse Germania inferiore, per sostituil'c la XX Vnlerid Viclrix, de. Stll'l:tta all::a Brihtl'lltia. Nel periodo dj torbidi succcdutisi nl· lo morte di Nerone e Gnlba, appoggiò A. Viltllio: un fol1o dislat:C11Jllclllo lo segul nell• suQ owcnturo in holio. Mentre poco dopo a Roma, A. Virellio

l35


Cwaliert! Cllltl/ratw.

RappT<'SCIItava

il ti·

pico combatte11te tklk popoknioni d'ori· gin~ im11ie4. Rico>lmtion~ (XVI

Flavia).

LEGIO XVl l'LA VIA «i ri.roluti•

Vesp•siano lo formò per soniruire In XVI Gallica, sdolra probabilmente per il comportamento tenuto durante la ri· volli boU~va degli anni 68·69 d.C .. · Stanziata inizialmente in Siria, fu posta quindi • Samo~t a, nella COommll· gene (Samsat, Turchia), ove rimase di· slocaro per secQU o prore:-.tione dei confini orientali, anche con corpi distacca· ri in oltre IOOtlirl. Fu conor<iuto aC>che con 1\uo generolìzzato dell'epiteto Fimta. Agli inizi del V secolo c~isteva ancora come lon;a orsani:r..z-ntaJ nella pin~7,:arortc di Suru, nella provincia della Syria EuphraJntsis. Emblem11 '-"onc.

Comandanti (legati) ; L. Burbuleio Optnto duruntc Il regno dJ Adrinno; L. Fabio Cilonc, • Samosatn, sono Commodo· L. Mario 'Perpetuo con Scttimio Severo;

L. Nerazio Proculo durante il "'gno di Antonino Pio, portandosi con vessiUa· tioni in Sirill.

LEGTO XXII PRIMlGENIA flil'origjn~ t!

Fine inct!rr»

Fu conituit11 o da Caligolo in vista

delle opern~ioni in Gcrmnnio o dn

perdevo Il potere contro le forze di Ve. spasiano, ol confine renano divampov11 In rivolta. di Civile. l reparti ddla/CJIÌO XVI che non avevano S<:guho Vitdllo in Italia, si orresero nel campo di No· "'aesium, con (';aquila legionaria t si conJS.cgn3rono oj nemic-i. Numisio Ru· lo, che era probabilmente il loro lego· to, venne: prima imprigionato c poco

dopo ucdso. t>cx'O oppresso, nel 70, P. Ccriule muciò contro i gal)()ogerm:ani con re· potli !talii dalle province della Spagna.

Rel!io e Norico e liberb, durante le opc· razioni i legionari prigionieri della !tRiO XVI. Ln sollevnione d•l batavo Civil•

136

Clnudio per purtccipa.rc :illa conquista dello llrit•nnin, Fu stonziata nella Germania supcrio· terminò con la bauoglia dei Vdn~ alla ' rt • Alogontiacum (~iagonza). Allo quale partedparono and>e i Conti delln morte di Nerone non riconobbe impe· XVI, che non evidenziarono porricolo· nuore S. Gaiba ed innalzò allo porporn re: vAIQrc. A. Vitellio. Con la meth degli tCfettivi Poco dopo, VesposianC> sciol5e dtfi· p:ll'tl pcs l' Italia: queste truppe sc:gui· nitivameme ha legione trndercndonc ranno le sorti e l'insuccesso flruale dl gli efCettivl superstiti acl ah re uniti! . VitcUio. L'altra mtth dello legione, nl comon· do dei ieBato Di!Uo Voetolo, aHrontb i ribelli di Civile e liberò Mogonza. BSSè· Emhlemo.: probuhilrnentc il Leone dia Abbandonotn dagli ausiliari cd • seCom•ndanli (fegati): guito dcU'uccìsione di VocuJ. d• pmc Q. Trebdlio CaLUio nel periodo di dc:gll stessi legionari, ric:onob~ l'itnJ>c· Clnudio; ro gallico, nm subito dopo sconCcssò Numisio RuCo, n<'gli nnni 69-70. questo decisione e comb!*Ué nuovg.

t•.


Onagm. Macchina bellica p<:r il lancio a

trro curvo di grossi massi. Ricostrtrzionc in $Ca/a l :40 (XXIl Pnmige11ia).

mente <tgli ordini di Petilio Ccriole. Al termine del pcriod'9 dcll'~n•W>iu ritor· nò al suo campo di Magonza. Regnando Adtinno un s\10 dis1acca· m~nto vt'.nne invjaro in Briumnia a vi· gilor~ un tra no del v(JI/um f:n to costruire da qutsEo imperatore. Si dichinrò decisamente per Sottimio Severo conrro C Iodio Albino, governa· tore de.Ua Brit~nnia e costituì il nutt.leo principale delle fone scvcdane eh< sconfissero J'avven:ario. Con Alessandro Severo si batté con· tro i Persiani c durnnte il regno dei Gordiani """ parte dello logion< fu in· viara, con ausllisri. ndJu provincia d'Alrica per sostituir< la lcgio Ll1 Augu· slil, che era shua scioha. Fu fedele a Gallieno e, nel 287, aJ. meno un suo repnr1o appoggiò ii lenlll· rivo di usurpozione di Cnrnusio, ammi· r•glio della floua dello Manica. Emblema: Cnprioorno. Comandanti (legati): C. Oiliio Vocula, nel 69·70. Fu assnssi· onto dni suoi stessi soldt'tij L. C:~tilio Severo. nel L07: M. Oìdio Giuliano, il (ururo imperato· n:, nel 168; C. OttAvio Suerrio, nel 2 11·212.

LECJO II PARTHl CA •per un secolo eli gw1rnigionc in 111Ji11»

Con una deci.sionc che dimostrò Pçvolvtrsi dtg.li ordina· memi militari romani, Senirnio Severo la cosrilul intorno agli nnni 194-196 d.C. e la destinò Ili Carlra Albana (Ai· bano). ncile immediore vicinnn~e di Roma: erano dre11 due secoli eho una legione non veniva più stanziMo ln !tollo. La // Partbica operò coo Caracalla conrro i Parti nel21 7. L'anno succcs,si· vo una parte di essa $tanziara ad Apo· mea. ìn Siria, proclamò imperatore El•· gabalo, "'" si mostrò fedele ancho al suo successore Alessandro Severo. chiaramente

T11sta Ji cavallo

C.Otl

phalc:rae, apparle·

11enle al gmp/JO dei •brottzi di CariOCC· IO». PrÌI~III t'là imperiale Parthic.a).

eu

137


Regnando Massimino i) Tr~ce, i suoi legionnl'i appoggiarono un vcllcit;rio cd inutile lentativo dd Sena1o di Rom• che nominò rluc impc:rncori contempo· raneamcme, Celio !!albino e Clodio Pupleno. Gib all'inizio del lV secolo non risulto più di guornigione nel1erri1orio ddla penisola. Sicunmen1e, JOitO Giullono. era sehicrau in Mcsopouamia, dove subl una gra, •e sconliua ad opera dd PersiA· ni • Sbtgarrz (odierno lr·aq). La Notit/a DignittWI/11 la pone ancom schkra1a o c~pba (!liiUOic Turchi•).

).

Ernhlcrni: Cenuluro , Toro.

Comandami (pra~fccll): Dodo Tricciano, negli :mni 2l7-218: Pomponio Giuliano, nel 244; Claudio Silvano, nd 249.

LEGJO Xll FULMINATA «in continuJt lotta contro ; Giuclci» f.ormotn ln et~ ccSMÌtlft:\ 1 c:omb:itlé per 01U1viano nella guerra di [>crugia. Fu uaa delle lesioni che {..,ero pari< cosronrf!mcou: deU'esercito d'oriemc: ~ infarti stanziata inizlalmen1e in Siria. Nd 62 d.C. al comando di Cesennio Pc1o prese parre ad una sfavorevole

campag,na in Armenia contro i Parli, Nel D6 la legione al compie lo, rinfor· 2.000 nhri legionnri, 6 coorti ausiliarie di fanteria, 4 aH ausiliarie di Zttl:l 0011

eovallerin e rontinsentl locali, tuui •l comund o dd governatore di Siria C. Gnllo, 1en1ò di risolver<: il problemn deUa sollevazione dd Giudei, ma dovette praticamente fuggire do Gerusalemme abbandonando per via i baaogli, le mne<:hine do guerra e perdendo forse IUKhe l'aquila. Le perdi1e ammooloro· no, nella tomlirll delle forze impiesote, a 5.00() fonti e JSO cavalieri. La reputazione della lesione eru roi· menre S.:orso che Vespasiono non lo impiesò tall'ini•io dello guerra contro i Giudei, solo più tnrdi Ti1o, nvendo ne· ccssità di rinfonarc le 'ruppe:, lu portò in combattimcmo. Nel 70 fu trasferita in Copp:odocin, ponendo i quorrieri n Mtlìm:~ (Molo· ty• . Turchio). Non pare abbia par1eciparo alle ~uerrt!

murt."OJl1.fmnic.hc di Mnrco Aure·

Ilo anclhe se è pr(lprio di quel teatro d'opt"razioni un curioso episodio. Secondo l'aneddorko crininno, lo legione ossunse il nome dì Fulmil:ata perché

IJS

l'intervento divino. richiesto con prc· shierc do i legion!ari è ln:mifcsunosi con

fulmini e piosse, risolse una difficile si· tuozlone. i\ppare molto dubbio che, in quell'epoco, la lesione fosse form•ta d• legionari ~ristianiu:ttl c. d'aJuu parte, l'epiteto Fulmbtnld è s-icuramente d'ctlt ougusrea ed indiCll l'insegn. dell'unilil . Nel 175 oon si JOJltvò con Avidlo C~ssio e riceveue do M11rco Aureliù l'appcllnrivo di Certo Comll111S. Era anC()rll In C11ppfldocin nel V se-

colo.

l~ìDIIurio ,/e/IV St!t:. d.C. Rl col lrtttÌO•

n< (Xl/ Fui!IIÌnota).

Embl.:m•: PuJminc.

Comandanll (legati): Calovio Sabino, nd 62: c. o~uo, ntl 66; P. Tullio Vurrone durnn1e il ~no di Tr:tinno o Aclriuno;

Q. Cecillo Murccllo sono l1io.

ArHonino


Du~ ltpjouari all'assalto. Ba~<! di rolo11· na, fon~ dal pn!torio dd casmrm di Mo· gonti•c:um (M.tgo~t:a) (T Gtrrmanlca).

LEGIO I GERMANICA oliJIIOIUini• c dlsonoreo

Anche se fu probAbilmente p~si­ srenrc .rl primoo principoro, sembro .,_,. s.re swro sciolta e poi ricostlruiro do Tiberio, con Augusto ancor• rcgnonre, dopo In disfoua di Vnro. Nel l4 d .C. si rrovavn nello Cerm•· ni" in(crjore ovc era $t:uu riunitu ullc legioni V, XX e XXI, per una spedizione: contro i Gcrrnani. Prese parte agli ammutinamcnù che

sc:rpc:B&iarano tra le: legioni al confine renAno: ricondottll in un pdmo tempo nd suo cartrrmt di Ara Ubiorttm (forS<: dt identifìc:o.roo con la successiva Colonia Agrippina, odierna Kolnl, si ribellò nuovamenre. l disordini vennero rutt•· vio sedad dall'intervento di Gcrmnnico che Ieee giustiziare i promorori delle insubordimtzioni: ai suoi ordinj p~rre­ .successivamc•nc alle operazioni conuo Corti e- Bruttcri nd 1~. c c:onu-o d~

IÙtri popoli g<:rmAni mn:iatl Ili di l~ dd Reno nd 16. Nel 69 d.C. nel campo di Bon11a l Bonn) fu lo primo legione a proclamare ltnperaro~ IL Vltcllio per sostene~ U quale, con parre delle sue for:e, agli or· dini dcllegoro fabio Vnlenre, si porti) in ltu.li:t, rim1tncndo c.:oinvolt~ ncll11

successiva sCQn(iua. l superstiti si dispersero [orsc ndi'IJ, lirico. Il rCJI<> della legione, rimosto al confine germanico, si comporrò in mo· do indegno: prima fu $COnfino dai ri· beUJ Batovi dii Civi.le; poi si orrese ed aderi all'impero gaUJco; succeuivamen· !~ ritQfllQ fllll<r ~~~ç dcç~iQni, dapprima rifugiondosi pres:so i Mediomorrici c

poi congiungendosi alJ'esercito romano che, al comnndo del legato l'ccilio Ce· riolc, dovc:vn soffutire la ribellione. Neppure in bnnaglio si comportò in modo dignitoso. Vespasiano , assunto Hpotere, la sop~ presse nel 71 d.C ..

LEGIO III AUGUSJ'A «i lcgion8ri con il m11l d'AI~iCD.» Costituita sicuromenre in età pre· nugusten, la si trova dcnominnw 111 llugusta per la prim• volta nel 14 d.C .. Fu dis]ocata in NumidiA ov~ rlrn:l.Sé

ocmpre l'unic• legione: pr<:.!icntt nella reaione.. l!bbe base, slcurl.'lmenre fino ai Flavi, a 1'/mmtiJ (T~bciS'II, 1\lgi:Iia), l><li dalla prima meril dd II <teolo, for· s< dal 123, nel c:o.mpo forri!'karo eli Lambaesis (Lambese. Algeria). Tra il 17 ed il 24 d.C. condusse una durissima serie di opern•ioni milirori contro Tacfarina, disertore e capo han· dtt~ m;a c"p~1Cc cd intclligcnl!t 1 che uve· va organizzato i suoi mll11 maniera ro·

Lu guerrll fu tanEO d\U"tl che duJ 20 operò nella regione andlc: la 1<-gio ex 1/ispaua: la sollev.uionc ter.minb natu· ralmcnrc con la pieno c touJc vittoria romana. Con Cloudio partecipò llllo conqui· sto della Mauretnnia. Allo mone di Nerone la legio li/ llugusln condusse vitJ ntnn:1.

Emblema: KQnostiuto.

Comandanti (legali): C. Ce:uonio, nel 14; f~bio v.~enrc:,

nel 68-69; Erelinio Collo, noi 69.

molto movìmenrnra. Il suo legoro L. Clodio Macro •i ribellò c rimase ucciso nel c:orSQ dello sollevazione. L'usurpa· torc venne (or5c:: nffinnesuo da unii le· gionc da lul fol'mlt11, la Le~io l Macriana, disrrutro in seguito da Galbo. Si dimosrrò quindi favorevole ad A. Virellio c: non • Vespasiano. 11 suo lega• ro, Volc:rlo Pesto, però, por ingroziarsi il fyrnro imp(111te>r~, fc;çe imprigionare il pm~«tus castrorum ed alcuni c:c.nru· rioni che cvid~ntcmente cr:m o rimn.s-ti fedeli o Vitcllio, I>Ortando suecc.,iv•· mente la lesione a comb:u tcre conrro l Caramanti . nel nord A(ricn1 nc:.U'odier· no Fczz:in.

Con Domiziano compl un:~: spedizione cormo i Naumonl, popolazione del· lo Grande Sirre, srontioro o sud-ovt:.!lt della Cirenai01. In et.~ Adrinnea ricevete-e rinforLi da

uno legìa 111, foroc lo Gallit:4 o In Cyre• 11aica. Il 1° luglio del 128 fu ispezion•· ta d.aUo stesso impcnuore Adriano che neU 'occ~ionc ~ronunci~ un famoso di· 5corso gHJnto Cino o no1.

1}9


Lupa bro11:ca. Vf. V sec. a.C. (IU Ali·

anni c:n•no $tomzia1l in Rctia c l!j ri·

gml<l).

mundò ndlc sue b.si secolari. li castnun <ii Lambacsis fu nbb.mlonato nel 292 o poco più tordi. Della lq;io 111 Augusta ubbiomo nncoro noti:~:ic fino all'et~ dioclczianc•, quando si frantumò in ~parù le cui denominazioni ricorda.vgno ;nconal'anti·

Pur >< il grosso dello legione rimase a

Lamba~sil,

sue Vf!XilwtitmtJ comb•t·

l~rono

con Mnco Aure.fjo c:ontro i Marcomnnni c ron Sc:uintio Sc:vc.ro c

Gallica. Si dimostrò dcdsamcntc conrraria oll'usurpaziont dei due Gordiani , chc affrontò, vinse cd eliminò in banoglio: quando nel 238 Gordiono m ossunsc cHenivamente il potere lo scio!.. c ne dannò lo memoria, Nel 25J vru~ri ano ne pcrn'1iSc In ri· costruzione* immettendovi tutti i le· gionari ancorA superstiti che in quegli

140

zn:

f'ortunàiO I ra

il 270 c: il

M. Aurelio Cornunto Sabino durante il regno di Mnss.imino il Tracc;

P. Sdo Rufo con Alessnndro S<:,•ero; Clodio Ononno souo Oioclc:1.iano.

.

~~~"~

CllnlCllllo contro i Parti. Settimio Seve· ro, a.lla.cui a.»unzionc: al trono fu favo· revolc, la gratificò deU'onori!ico Pia Vindex. Con Alcss•ndro Severo, o po· co primo, ricevette rinforzi dalla m

M . Aurelio

Emblema: Lupo che .U.uo Romolo • Remo. U comandante dell• Il/ Augusta fin<.> al 37 d.C. fu lo stesso governatore dello provincia d'Africo. SuettSsivomcntc Caligola t.olsc il comando dell'unitA ul proconsol e. •ffidnndolo od un lrgatus augmtl p,-o practore

1

con competenxA

militasc. DI questo periodo si ricordano: (prar/ctli)

LI!GIO l ADIUTRIX -sfj ex w.uiu•Ì»

Fu fondato do Nerone otl 68 d.C.. trus(ormando in lcgion:ul i marinai dcJ. lo Oon.a di Mi.eM. Durante l'onorchia degli anm 69· 70 si dichiarò per S. Otonc: e per lui com· batté c fu Konfìtr• • Bcdriaco doilc forze di A. Vireilio, l nvi!ll!l subi1o dopo in

Spagn~

non

esitò a dichiararsi per Vespasiano. Sue· cessivnmeme, in brt:ve

tt:Oll.)(),

cambiò


Nout! da gum-a monoremt. RicoJtr.tnlont in sca/4 1:20 a Atliutrix).

più volte IM sede: od 70 fu a Mogo11tio· (Mogonr.o), mentre intorno oli'S~ veMe destinnto el fyonte d~~nubbwo. Fu coinvolto nello sconfitta di Domi· <ianQ OJ>"rato doi Doci, m• combotré poi conrro lo stesso popolo nelle due guerre di TrniunQ: da queS<C) imperato· ro riccveue l'epiteto di Pia Fidt/IJ.

cw11

Tr~iono com/NIII~ pl'fJbabil· mente in ori~nlc co/liro i Parti. Atlriano 14 J~tJJ:ò allo pr()uincia pam:oniC4', co11

S•mprr P<''

il C/Uinml 1 Brigctio (Szony, Ungheri•). di Mll.rCO Aurc:Ho comblltté vaJorosa.mcntc, ranco da ri· conquistore nd l 71 U Norieo t lo ROJÙu che erllllo cadute in mano ai M arco· m:tnni. Si schierò con Seui mio Severo, fu in oriente con Caucolla, Alessandro Severo c Gordiano ITJ cd in Dacia con Durunte le guer-re

Massimino. Risultò fedele a Gallieno Agli ini•i del 111 secolo era sempre stanziata n~Jia. Pannonia Infer-iore. In ed diodcz1anea formò una legione ~omhatcnse c:d una Hmhancu.

J!mb1eaù: Capricorno~ Pegaliot N::tvé do guerra.

Comandanti (kgoti): OrlìdiQ BenignQ, nd 69: T . Statilio Massimo, negli 4nnl

136-137; P. Elvio Pertinace, il futuro impernro-

"'• nel \71; Claudio Pisonc, nel 207.

PudovAI,

LEGIO XID GEMINA oi difensori

elci/• Dad•

na.ri. in i C:BOO di puni:t.ione. dovettero prima CO$lruirc. sii an(itc3td di Cremo~ nsa c Bo lognA, quindi furC)IlO rimsUld-sui ai confini della provincia pannonica. Qui venne sorpresa dall'insorgere delle le;gioni d'oriente: anche c:,;sa si di· chiarò $ubito per Vespasiano. Avendo come legato Vcdio Aquila e coUabonm· do stre tmmente con In l~gio Vll scese nuov,um(.ntC in Iralia, dlrigendosl verso

r OmAIJII»

Si trotta di un'unir~ legiQnAria d 'ori· gine incerta. Nei printi anni del prlnd · pato po5e i $\IOi quartieri n Mogo111l11· cum (Magonu) cd a Vindonissa (\l!lin. d beh, Svizzera) da cui Cl•udio Q Nerone Ju trasferirono a Poelovio, in Psannoni• CPtuj, Iugoslavia). NeWanarchia politic<>-nùlitarc dcali anni 68·69, si dkhiurò P"r S. Otonc e, per sorreggerne le aspirazioni, si sposti> in Italia. Si batt~ a Bcddoco, mo ru sconGtto dalla leg;o V Alaudae e costrona a rif11giarsi nella città. Dopo la resa delle (Qrzc otQniane, i suoi lejliO·

Pan.,cipÒ alla prua di Cremona, che auaceb dalla porta [Jrixiamz, m• ebbe: a subire P"rclitc per il lancio di proiettili dcllo gn~ndo ba/listo manovrata dai militi ddl'a lcgio XV Primi~nia. Durante il saccheggio, i legionari della XJll G•mlllo si mostrarono particolarmente Cc· rod con gli abitanti dello ciuà Ili quali, poco prima, come gi): detto, erano $[ali costrtttl a costruire l'onfiteatro. StabiliuatOJi il potere di Vespuiano in !tali•. fu inviato nelle Gallie ove contTlb ul n reprimere la d volta gallogcrm.llnica di Civile. Tcrminau anche questa CAmpagma. fece ritorno a Pl'JCIO· uio, mlll, poco dopo, fu assegnata ol ca· Slnm1 di VinJobcma (Vienmt). Operb con continuità ai conCinl da· nubiani, prima con Domiziano poi eon 1'r•iono, con il quale combatté nelle 141


Balista dA potìtio11e. Ricostntz.ìont al tH!· ro (XJJI C•mino).

Emblemi: Capricorno, Leone, Aquilo, Viuoria con Icone.

baué certamente contro i Buri, popolazion~ gtrmanica, ponendo poi i suoi q _uartieri nella fortez!';a di Rcghmm, in

due successive guerre contro i Daci.. Cosdtuilll la nuova provinçia della Da· da a seguito del la viuoria rom onn (106

d.C.), la Xlii Gemina vi fu designato di guarnigione con, base ad Apulum (Aib• lulia, Romania): dulie canabae sorte ac-

Comandanù {legtlli): Vedio Aquilo, nel 69; Probabilmente Q. Aburnio Ccdicinno e Tcrenzio Cc.nziano sotto Traiano; C. Giulio Basso nell35, fu anche con· sole nel 139; L. Annio Fobinno al tempo di Antoni·

CAnto nJ campo legionario si svilupf>Ò

no Pio;

successivamente la cinà. Per tuttu la durato della presenzn romono nella lontana regione, In Xll/ Gemina fu costantemente impegn.nta per respinge~ l'ur· ro delle popolazioni borbore. Fu sicurnme•ne fedele a Seuimio Se· vero per il quale combatté, con un dismccaJI1ento, ai confini orientali. Quando Aureliano decise di Rbb•n· donaxe la Dacia, In Xl/l Gemi1111 si rid· rò sullo dc.ura dd Danubio, con base principale a Ratiaria (Arèar, Bulgaria), oeUu nuova provincin della Dacia riMII· 1ls, che solo neiJ)(Htte ricordrw:l le ;md~ che conquisce: la legione, suddivisa in

C. Cerellio Sabino dal 183 nl 185; Q. Marcio Vittore con Serrimio Se·

molti distaccnme.nt.i, continuò l'opcr:;,

di controllo dd confine danubiano. Nel tardo impero formò una legione tli

comit:~tcnsi.

142

vero;

Petronio Pollano sotto Gordiano.

LEGIO

Rezia, locolità che fu più tardi chiama· Castra Regina (Ratisbona): qui rimo· se fino ol termine della presenza roma· n1t nella rcgion~, costituendovi lo pii1 impon:ante forza miliuue. Combatté sempre in occidente, tranne che: con Aurelhmo, quando pnrteci· pò alla riconqui<ta del regno di PolmJ. tn

r-a, in Siria.

Ebbe parte fondamenmle neUa con· quisra del potere di Vnlcrinno. CnWe· no lu denominò Pio Fide/i>. ln .rà tordo imperiale, do essa dcri· vò una legione comitntense.

m ITALICA «tuui ~r c.onttR$Utttr i barbari IÙ conlini oocidcntnli»

Questa legione fu cosrituitta da Mnr· co Aurelio incorno nl 165 per cercare di rinforzare l'npl>arato militare da oppor·

re oi barbari che dilngav:mo ai confini occidcntoli. Il •uo primo nome fu /l} Coucon, che cambiò ••ppresso nd pi(a marziale m ftalica. Subito dopo lo suo formazione si

Emblema: Cicogna. Comandami (lega/{): C. Vetdo Sabinìano, nel 166; M. Elvio Clemente, negli anni 179-180;

Q. Spieio Ceriale, nel 181; Appio Claudio Lntcrono. fine dd eolo.

n SC•

(du.<):

Valcrio Claudio Quinto, d'età tardo irnpcrinJe.


3 &SI' Ji colonna COIJ/mmbollm: (/Il/tu fica).

LEGIO V1l GEMINA

«afi lsp.nlci• Ven....- forma~ a con elementi spognoli l'Il g<'nnaio del68 d C. dal governo toro dcll3 Spagna t3rT\1COOCnse, Sulpi· cio G•lln: per questo motivo fu •nehe ronosciuu rome CalhLma o HistH'na. Ottenuto l'impero neUo $ld>O anno, S. Gaiba la portò con sè in Italia per poi desùnarla in Pannonia. Alla mortc del suo fondatore (gennaio 69), la le gione appoggiò S. Otone contro A. Vi. cdlio, pur non intervenendo dirttt~· mcme nella gucrro civile B<:n diversa risultò lo suo posizione ollorché si sollcvorono le lcgioni d'o· ricmc :t favore di Vespasiano; il suo lcg-:~to, An'tonio Primo, usunse Il coman. do delle forte favorevoli a Vespusiuno in Pannonia c sccsc in ltnlio. Ln VII, con lo XlJI Gemina, raggiunsc Podovo

ovc si ribellò, forse per In sun scvcrirh, nl pmc/ectlls castromm. Durontc l'nsscdio di Vc:rono ebbe modo di mnnifcm·

re nuovameme ltt sua tu..rbolc::nza quao· do minacciò la vita del governatore della Panoonia, 1'11mpio Flaviano~ sos-pettato di tradì mento c salvaro con diffi. coltà da A. Primo. Tenne l'ala slniJtnl durante la scron· da bma~lla dl Bedrlaro: la lotta fu tanto dura che coddcro sci ccnrurioni dd primi ordini c l'aquila legionario fu sa]. vata solo con il sacrificio del ccnturio"" primipilo At ilio Vero. Durante lo seontro un StiO soldllo ttccise il proprio padro, legionario della XXI Rapux. Sronfiuo definitivamc:mc Oton(_, vcnne ridesrinoto alla Pannonia, •ssu· mendo la denominuionc ddiniùva di Gemma, forse perché le furono dati rinforzi di legionari tra t ù da una delle unitl disciolte in quel periodo d• Vespasiano. Fu anche de>ignata FdtX per le: sue imprese. Tra il 70 ed il 79 oucnnc di ritornare nellu provincia ovc: era st.:at:J cosciruita: fu trasfcrito quindi in Spagna c pose i suoi quartieri • Lcgio (Le6n), anche se invib sempre numerosi disucc~mcnti in tutto il territorio. Con vcxillaliones opçrò in 6ri tnnnla sono Adriano cd in Africo scucntrionalo souo Antonino Pio, nel 172 contro i Muurl.

Uttore dì età impcrln/4. RltOSirtillollr (VJI Canina).

Fu favorevole, dopo quolcho esito zionc, • Scttimio Severo chela designò P1a FiJclù. La suo perman<nza in Spo· gna ~ tcst.imoniata almeno fino al V SC· colo, anche con lesioni romiuucnsi, contribuendo validan1cntc alla rom•· nizzuione della regione. Emblrm:a; &eonosciulo

Ccm•ndanti (/..gt~t•): M. Antonio Primo, negli anni 68·69; D. Cornelio Medano, nel 79: M. IJlpio Traiano U futuro imperotore, negli anni 88·89; L. Anio Macro sotto Adriano, fu •n· che console nei l H; P. Cornelio Anullino souo M~rco Au· relio e lucio Vero; Q. Lolliano Plau<io Avito al tempo di Scc ti mio Severo.

(dux):

Q. Momilio C•pi10lino, nel Ili '!<:colo.

143


Cor•ua anntomiCII C<JII g/4dio t cltt:o,... zioni LAto di u11 cippo sey>olcraf~. Da Roma. via l.allrtJIIIÙta. EJ4 impttriafc (1 /~allea).

part«ipò allo conquista ddl• D•ci•. Adriano lo lr!l4feri in quella el•• fu l:o

sua uhirrua sede: Novac~ la moderna

Svi.Stov in Bu1ga.ria mentre un11 parcc: dci suoi dlenlvi venne probwbilmen t~ dislocar• a TIO<'smù (Romania). 1

Per Maroo Aurdio dif= i conii ni contro Qu3di e Ma.n:om•nni e con Ser· timio Severo $i spostò in oricme per bnuersi con i Pani, Alcuni suoi repnrli in erli dioclezin· nea c. c:osumtlniana formarono legioni comi~rncns-i, mentre il resto dell'uni tb conicuì un:• legione di limirandt ch-e continuò a srll.vhare 11 Novat•. Embltmi: Turo, c;nghiale, ComandAnti (f"JJali):

L. Annio Callo SOltO 'l'raiano; L. Novio Crlsplno nJ tempo di Anror~i. no Pio; M. (lnbio Magno, nel periodo compre·

so ~ru gli imperatori Commodo e Seui. mio Severo e L. Morio Massimo nel· l'•nno 19} (pracpostt11s!:

A. Giulio Pisone, d'età incerrR.

LeCI O l ITALICA «<ré secoli Ji nornudc &t:rvixio»

li 20 seuembr< d<l 67 d.C. Nerone la eoSLitul in vista di una spedizione al· le portas Casptas (a!!uole passo di Cha· war, fra i monti drUe: antiche regioni deU'Armeni~

e deUa Medio) el• definì

p/xlkmx .Af=ndri Mogni: lmono chio· mali :l r~arne p:trre imlici ahi ttlmcno sc.i

piedi (m 1,76 circo) . Tramont:tl:. la fnntomatic11 SJX.-dizio· ne, l'unirÀ venne inviaut nelle GuJiie

per contniSiare la rivolra di Vindicc. 144

Po$<: il &·uo cnslmm " l.•ngdwmm (Lione) e, alln mone del suo fondn1ore, mu1ò lo propria denornintt1:ionc in qudlo ddi· niliva di lcgio l llilfi&a. Nd 69 pnrteggiò nperr•rncnlt p<:r A. Virdlio c per lui si b.ullt a Bcdriaco con1ro le legioni fedeli • S. Oronc. Sconfitti successivamente d•i fedeli di Vespasiano ndl• seconda bau~gli• di Bcdrlaco in cui affrontò la XXJ Rapax, fu inviata 11. ftar parte dell'es~rclto mesico, ponendo la sua bue nella Mesia in. feriore, n Durouomm (SUistra, Bulga· ria). Combarré su qu"'i confini nelle Qll<rre di Domitinno "'· oon Trainno.

LEGIO


IL TRAMONTO DELLE LEGIONI «Summe deus re rogamus. Sancte deus re rogamus. Omnem iustitiam tibi commendamus. SalLJtem nosrram cibi comme ndamus. lmperium nostrum Libi commendamus. Per te vivimus, per re victores et felices cxistimus; Summc, sancte deus, preces nostrae cxaudi: Bracchia nosrra ad te rendimus. Exaudi, sancte, summc deus».

Sommo Dio ti preghiamo sommo Dio ti preghiamo ogni giustiz:ia ti rimettiamo ti affidiamo la nostra salvc<,za c il nostro comando nel t110 nome viviamo, nel tuo nome diventiamo vittoriosi e felici. Sommo, santo Dio, esaudisci le nostre preghie,·e tendiamo a te le nostre braccia asco!raci, o santo, sommo Dio. Pr.cghicra dci u.f,lati ddl'impctalote Ucinlo t1l11 vigl.li11 df'UO s.c.onrro di Adrianopoli contro le eruppe ddl'usurpatorc M•ssimino (J 9 m~tt;gi o Jl)).

Lattanzio, De mortibus persecutorum, 46

!45




• sioni rapide c cornggiosc, nd nrruO· lare nuove legioni, la II e I/1/ta/ìca, rrncndo legionari da ogni angolo dell'impero c senza molte form:lliùi

Rìltn.'O COtl JCI'»If J, 1011011/'ÌJS.l(UI~ til barl.141rl. Da "" a"o $Uil4 111.a l...ata i11 onnrt> ti/ Adrùmo

miglior rendimento fornito da re- circa In loro provenienza, nd assu-

?.C di riserva di stnnza in Roma e nei suoi dinrorni, e formnro druln TI Parthica, dn dieci nuove coorti di pretorinni forti probabilmente di 1.000 uomini ciascuna c dn distac· camenri di reggimenti di cavallerin, gli cquìtcs siJigulo~s: un insieme di circa 30.000 uomini, se si compren· dono nnche le cooni urbnnc c dci vigili. Tuuc le unità erano poste nl cc>mando di personaggi di ranso equestre, tranne le coborlcs m·ba. IUIC, re t re da un pme/cctus urbis d'ordine scnnrorio.

nncoro ropprcscntoto dalle tradizionnlllcgioni, la costituzione di nuovi comingenri formati dn barbari poco o nulla romnnizzati , i numeri, c: il parti pi auxi/111 rispeno od alcune unith legionurie, ipotesi questa SO· >tenuto dn alcuni storici, fanno comprendere come l':nmata romn· nn avesse incominciato n modificar· si ed o trovare nuovi valori. Successivnmcme, Marco Aure· lio, impcrmorc normnlmcmc cono· sciuto più per le propensioni moso· fiche che per le sue capacità di comando, si vide costretto, in un momento rlcco di drammntichc si tua· zioni e che quindi richiedevo dcci· 148

mere il comando diretto delle operazioni cd a promuovere ufficiali al di fuori deUn rigido ortodossia. Un altro imperatore, Scttirnio Severo, fc>rm~ a sua volta tre nuove unir~. In l. Il e m Porthico, dnndone il comando non a legati d'ordine senntorio ma ad ufficinli sperimentati c provenienti dai mnghi dell'esercito. Questo imperàtore ruppe ancor di più con la trad izione e con In strategia consoliclnrn quondo riuscl n costituire un prin1o nucleo di for-


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eh Co11tmfÙIQ.

Schierati al centro ddl'impern per la prima volta dopo secoli , OV· viameme rnppresentnvano un'in· v~rsiont di qudh1 tçndçnr.n che vo· leva le forze dislocute ai con fini e ci fanno comprcndet·c come l'impera· tore ave.ssc recepito la necessit~ di poter disporre di unn riserva nume· ricamcntc forte ed ugcu~rrita. Altre riforme c.li Scuimio Severo furono la probabile ercaldone del· l'annona militare, l'aumento del , soldo ed il riconoscimento dei ma· trimoni dci solduti, con la consc· gucnre concessione alle fumiclie elci militari di vivere in abitazioni an· nesse al c11strtmt. Quest'\tltimo provvedimento si· gnificherà una coesione sempre maggiore fl'll legionari e luogo di stnnziamemo con conseguenze non M:mpre propizie aJ buon andamento mostrato dnllo schiernmemo tipìco dell'attività dei reparti. Un ulteriot-e esempio di come dell'esercito all'epoca di Massimino Setti mio Severo vedesse nell'eserci- il Trace, che disponeva In massa to In fonte del suo potere fu In dc· de.lle legioni n quadrato con gli au· slinazionc di numcrosissimi ecntu· xilia e la cnvnllerin sui lnri. Dur:mtc Il caos IXllitico ed ~stiLu· rioni dd pit1 Lilti gradi nd Scn•i:..iu zion:)le dellu seconda metò c.lel llt civile o milirare del rango equestre. Questi trasferimenti determinnro· secolo, regnò per circa otto anni no larghi vuoti negli organici di tali l'impcra10re Gllllicno che incise ufficiali. u cui si ft:ec fronte con profondamente sull'orgonismo mili· nuove e più liberali promozioni nl· tnrc imperinlc. Anche se po litico· l'interno delle unirà. mente estese il suo dominio sola· Anche Alcss:mdro Severo modi· mente su una piccola porzione delficò in quolche misuro ìl cor<~ttct·e l'impero romano, l' Africa e l'Italia, propriamente romano dei suoi eser· c se poco è rimasto delle sue rifor· citi. Forse perché di origini orienta· mc, volutnmcmc anche mnl docu· li, egli nmtnise grosse formazioni di memate, egli cd i suoi successori il· au.~ilia provenienti da tali province: lirici, costituirono quello forza in · Osroeni, Armeni e disertori panici, novntricc che permise all'impero di cavalieri cntafratt i c mauri. riprendersi e fnr fronte nncorn vir· Questi rcntntivi furono tuttavia toriosamcntc ni nemici cstctni. episodici e non valsero a modificare J.nnnnzi tutLO GnUicno, L'Oli'\ m!l· in profondit~ il pensiero militare novrn probabilmente non repentina delle alte gerarchie romane che era ma con una sostituzione graduale, ancorato su due principi fondnmen· impedì all'ordine scnatorio d i ntg· tali: In difesa a cordone dc i confini, giungere il comundo delle legioni , predisposta fin dui rcmpi di Augu· cioè di divenire lcp,oti fcp,ionir: non sto, c la supreml\zin della fanteria consentì più che nl vertice dell'or· legionario sulln cavalleria, quale nr· g~migramma legionario venisse po· ma dn usare per risolvere, in senso sto un individuo JX:r il q uale quel strategico c tattico, le guerre e le grndo milirare fosse null'altro che battaglie. un momento di una carriera per lo Qu:mto detto è validamente di· più civile. Essi vennero sostituiti da

un proefectus fegionls, proveniente clnllo carriel'ft militare <'he poteva e.ssere, a seconda delle ipotesi, o un prae/ectus castrortmt o nnche un cc n· w rione primtls pilus bis. Per eomrrcndcrc come <1ucsta SOSiitu?.i(lllc in 01:1$$:1 eli ufficinll di cosl alto grudo non sin st >Ha né istanmnen né rigidamente codifica· ta, ricordiamo che già :tlln fine del ll c per lullo il UJ secolo, il comnn· dante di unu legione l: designato n volte anche du.~ o pracpositus. Si tr:lltnvn presumibilmcnte di un pri· mipilure che sostitu iva il lcgnttts in particolnri situazioni ;~ncora non ben chiarite c con incarichi specifi. ci. Ad ogni buon .fine questa limita· zione delle prerogative scnnrorie ci fu ben comprendere come l'opera di Gnllicno sin staw travisata soprattutto d~tgli storici contemporanei c

posteriori di porte senatorin. Sul piano più propriamente dot· 1rinalc GaUieno deve essere notò· volmente rivnlutato per aver !lvuto

l' nccorrezzn di creare una riserva strutcgico. Se per lu fanteria egli usò riunire Vt!xilfatimws, costituite per lo piì• do soldnti illlrld c prclt· vate dalle legioni confinnric, è nei riguurdi dell'arma u cavallo che fu tot:tlmcnte innovativo. Riunl, o 149


:VPfRM lSQvtC)O rH[S~ ; - ~t MFORff[HCIHRQV[NQ\/fNNAUORVM -;!·~i..;JBDH [NSIONfMRElfVBllC AHXlRV.XH ~

__. ·~ :/~ORVMMJLllVMSVORVMffi1Mf\NORVM MCVRfMAKClAN[lR!BflVR SClNiffStM~~tS1R\ 1{( 0RIOV1ROGrAlì1JSIMODVC f

meglio plasmò, un' srmntn n covnllo i cui compiti o livello strntegico furono &enzo dubbio ben superiori n quelli assegnati alle norm•li fnmcric. Que.~tn forza di rnvnllerio, dislocntn per lo più n Mi lano, ern modellata su reparti di c:ovalicri msuri, dlllmati e promoti - i cuvalieri a>· segnati olle legioni oro riuniti in unit11 organiche rese nutonome- e costituivo In mosse di mo1novra per accorrere lb ove le forze confinnrie non avessero retto l'urro dei barbn· ri o per pncificun: queUc province che vedevano l'inizio di uno dei tanti tenr.uivi di usurpo1zione. Poiché s1 inmo trmondo di un periodo storico convulso, ;lpparc muurale come il comandante delle forze a cavallo assumesse anche uno notevolissima vnlcnzn polit1cn. lealle c:1pndtil militurl dimostrn· re dai contingenti al suoi ordini Cloudio il Gotico, Aureliano e Aurelio Probo furono infnui comandnnlÌ d i cavalleria che si servirono della loro enrica per s:tlire ol potere.

Il'""

150

L'inOucnza polit ica maturutll si mostrò anche in compo streuamen· te militare quando l" ca\•rulcrin sviluppò piani indipendenti, non lega· Ll o ttddiriuuro con trastanti con quelli deUn fanteria. Per le legioni questo (u un perio· do di profondi cambinmenti che non intaccarono, S<" non marginalmente, il numero, l'o(g:mico o la disloca~ione mu che ne con tinuarono a mutllte l'intima esscnzn. Abbiamo gin ~ccennnto agD.i illirici. che ne· cost ituivuno quasi ovunque le re· clute più cupnci e combattive, ma fu l'uso delle lll!xillatiom~ :1 suntur<t· ne le cupacirò. Praticamente quando si dava inizio ud una Cllmpognu su uno qualsiasi dei confini impe· ri:~li, poiché le fom~ locnli non cr;l· no mni in numero sufficiente, si ch inmavnno distnccnmenti, vcxilla· lioncs, dalle legioni disloc11tc in :oltre province. Tale pralicn eru sempre stato CO· stantcmcntc scguitn tanto che ulcuni casi risruj\on~ nlln seconda mel~

/tetft/01:~ CIHIIINtNI()nllllt' f4 CfUinJ:imt~ tiJ IOIJ pÌtltZd/On~ 4ZJ Opnll tkl/'im(ltf'IJI(J'flt V11km~

dopo

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viiiiJria ull G ori di

,1ta/<Jncq IN ll•s>11dlch (Ro•!lamo). JG9 d.C.

del l secolo, quando, ad esempio, Tito per investire Gerusalemme trnssc unità dnllc legioni egiziane c da quelle suj confjni pmid. Questo praticff crebbe tunnvia sempre più cd cbue uno conseguen~d logico c ad un tempo dannosa. A partire con l!! vexillotio11~S ert1no i più coraggiosi, i più giovani, i più preparnti, mentre rimnnevnno nei castra origi· nari gli nn:ei:lni, i meno "bUi, coloro che meno run:1v11no le :lrml c l'a v· \"cnturn. Se si considera poi che la durntn di pcrmnnenzn in unn vexrl· /alia pottvrl e$SCre misumtn anche in un ni, o ul limite, divenire IX!rmanente, ecco che ~i veri!icuvn falnl· rMnte uno scoU11menro fra i repa rti, un non riconoscersi nell\rnitil madre la qunle, fatalmente, perdevn nnchc in cn;,ncirh combatrivn e OI>Crn_dvi th.


i1n'f1 Jl Cm/Jnlttm PluuN:o rrcmlnrlln•o ui

IC/ll• 1:20.

lnteressnnte appare onch~ l'~vo­ luzione e l'utili:<zo dei reparti rcgo· lari di ausiHnri, gli lltlxilill. N:ni 1x:r supportm'C le legioni c per svolgere compiti a cui non era giudicata idonen la fomerin pesante, già nello se· condn rnctÌI del J secolo erano disloc~ù in localitò diverse dn quelle ovc avevano avuto origine. Pur ruttnYio nel Il secolo essi non avevano perso il loro carattere emico e furono impiegnti., per lo più, COli l<: loro arnli é, Ové possibile, con le loro mctodologic belliche. Sempre nel ll secolo si formnrono repnni di auxilia con personale ro· monizz:uo che uùlJzz.wano totalmente armJ ba.rbare: mli furono l'Alo V/pia cotttoriomm civitm1 ro· manomm. che si batteva con ìl co11· fu$, lo lungo armn dei popoli io·<tniei e l'Ala l Goflorum et Pannoniom111 calaphmclata, dest inata n battersi contro guerrieri a cavallo, quali Sor· mari ed Alat\i. Nel llJ secolo poi, dopo che fu conces.<o loro di usare k proprie grido di gucrro, vennero cosùtuiti n_hri repnrti dii ouxilio con cquipn):· ginmcnto pnrticohtrc: ~i ebbero cosl reggimenti di c:nvallcri:1 armati di rcutum, il gmnde scudo rettnngolnrc, un'alo m-onlnto su dromcd~~ri, diveo·se '''"e e cof1<1/'U!S di :u·ciel'i orientnli ed un'n/a di cntnfrnlti deSiinntu nlln lona contro i i>crsinni. DivcrsnmcrHc da <1<1:11110 era j>rc· visto, nlmcne> gli arcieri orientali ed i cavalieri ~nmcmentc armati ricevevano le rt.'Ciutc dnllc n:gioni d'origine. È questo inoltre il periodo in cui i figlj degli nusiliuri vengo· no invoglinti n svolgere nnch'cssi il mestiere delle nrmi c ciò fu unn dd· le cause per cui molte unitì1 nusiiJaric conservarono uno ceri a idcnl iti\ nazionale o t ribnte. È quasi certo che dalla mctlt del IlJ secolo, si or· gani7.z:tssero nuclei di a11xilio, nr· ruolandoli, per la primo volto, dai Germani. Si videro così Vnndnli. lu1urgi c Alnmanni combattete ron le toro insegne, con i loro scudi dipinti e gli nbiti tradizionali. Nel )'Criodo trn Scttimio Severo

c Cnrino vennero formntc nuove le· gionJ dcUc quali ci sono ri mrun i pochiSllimi riscontri, sin per In loro bre1•c vitu, in molt i cosi legotn ullo durata in cttricn di un singolo impe· rotore, sia per lu cnrcnz11 di Comi cpigr,.fichc o storiche. Alessandro Severo cosritul un11 lcgio l V <'X tirunilms, Corse dn idc n· tificarsi con la t.:p,io IV ftalica o la legio IV Parthica; di incerta amibu· zìonc n Filippo è unu lcgìo VI Hirpa· no; della secondo merÌI del li I secolo è forse una /ejl,io 111 l'ia l'idl'!is: tcsti.ntonianzc non molto degne dJ fede riconducono ù Valcriano ta formnzione dello {cgio V Martia e tu lcgio Vl Gallicana; Aurclinno creò

la ft:gio l lflyricomm; Probo le tre IL·· lsaumè; uno dci Goo·diani lu feglo l V lttJ!ica, di epoca però quusi certamente precedente. Colui che riuscì n stnbihznrc: cd n <Ontcncrc le for:-.c tcnucnti n disgregare t'im!X!J'O fu un dalmata dJ umili origini che, una volto nssunta la porpora, modellò uno straord inn· rio sistemo di governo. Dioctczillno Cece dello tel.rarchio una forma di amministfflzit>nc dello st:tlo che uovo raramente riscontro nella sto· rio ma. inevitabilmente. si vide co· stretto tt rompere i.n modo definitivo c traumatico ron lu t rudizionalc organizzazione mititlllc. Uo11 dcUc sue innumerevoli inno·

JIÌ(mt•f

151


vazioni consistè nel suddividere le province in unità nmministrntive più piccole: nasçcvano cosl svariate unità 'territoriali. Quale contingcn· re militare, in ognuna di esse, Dio· deziano pose In guarnigione, solito· mente o forse solo trodi•ionnlmcn· te, d i due legioni al ~-omnndo di Ju. ces. Ma di che tipo erano queste uniti\, probabilmente in numero di 60? Certamente non le antid1c fe. gionl!s forti di alcune miglioia di uo· mini, in quanto lo :scarso gettito dd redummento e le endemiche crisi finanzi~rie non ne avrebbero reso possibile neppure il mnntcnimcnto. Molto più rcnlist icamcntc:, Diocleziano .divise le unitll maggiori in al· cuni corpi con un organico di 1.000

ruoli e deUn denomiJlnzione sressn de· gli ufficiali, fccxro delle legioni diodezianec reparti touùmeme nuovi. Accanto a queste unità legionnrie pose distaccamenti di cavalleria de· dotti dagli eserciti operativi di Gal· lieno cd i suoi suc.:essori, chiamati anch'essi u••xillati&llcs - altra denominnzione non conosciomo probabilmente di rango superiore nllc stesse legioni, e le superstiti a/(JC e coiJortcs degli nusilin.ri. • Egli non abbandonò inolrre il concetro di esercito mobile e di ri· servo genernlc. Pur neUn carenza dcUc Conti, abbiamo cognizione che esso era costituito da unit~ di cavaileria, cquitcs promoti ed cquitcs Co· mitl!s, c dn rcpani di fanteria cosl uomini cin.scu no, n cui si çontinuò n indknù: nuove legioni i cui compo· dnrc il titolo di lcgioni. ncnti sono denominati Jouia11i ed Non è newurc il caso di com- Hcrculiani- dagli dei protettori di menuue, tanto risulta evidente, le Diocleziano, G iove, c di Massimia· differenze di queste nuove uni t lì ri· no, Ercole - c reparti denominati spetto alle legioni resobri: minore Solenses, A1artenses e Lancitlrii, co· capaci t~ d'urto, m mbiamento dei stiruiri quest'ultimj da legionari ve·

152

Grm~Pm•J, V~ll/lt /allO COSirtJÌft' da 0xl4HIÌ1i0 11~/ J/2 J~C. qm,f~ td14 dj pùlll~ S11/W Jt.ura Jd

Costtllo tli Diviti• (Dtlllt,

Rtno. Plasticu rieottrnttico b: scafa 1:100.

tcrnni nrmati di lancia, cd infine il

sacer comilaws, formato evidente· mente nnch'esso dn elementi $Cel· tissimi. Anche l'armamento subl pro[on· de modifica11ioni. Il pilum, considc· rato ormai superato nello <contro con m;tsse di cuv..Ueri o contro avversnri che si avvalevano dell'uso m;lssiccio di armi da lancio, venne sostituire con In londa di un tipo assai robusto (t[)iculum) o di !UnO più ridotto (ueratum), ed anche il gladio lasciò il posto nUn lungn .spatha gcrmnnicn. l soldnri porrav11no nncora l'dmo (cossis), la corn?.zn c lo scutw11, con cui nascondevano nlcuni giavdlotti (p/umbatae). Per colmare i vuori negli organici si ricorse ud :orruol:ore i /aeti, i pri· gionicJoi di guerra divisi in gruppi c sistemati nei più diversi angoli del-


l'impero cd i gen.tiler, prelevandoli da popolazioni eh<: si riconosccvnno ncU'impcro senza però esserne •m· ministrativamenté sudditi . Un'ultcriote riforma di Diocleziano fu quella d i rendere equo o <lunnto meno l<:g:>lc il maiHcnimcn· to dell'otganizzazione militare. Nel periodo di gravissima crisi finanziaria, che si era sviluppata in specinl modo nel cinc1uantcnnio pre· cedente al suo regno, In logisticn era sinonimo di rapina in quanto si t'C· quisivo l'occorrente pngandolo ad un prcz'.o imposto o senza corrispondere affatto una somma di denam. Diocleziano applicò un metodo in·

novativo: <iURntO ve•livn prelcv;uo, in vcstiurio, cibo, manufatti, cnt vn. lurnto come tasse che dovevano es· sere corrisposte tÙ governo ccntr•Ùc. Anche tale espcdicmc dava ntlito a soprusi, mn servivo ottimamente nl mantenimento dci soldati, fattore questo che costituiva la preoccupazione piì:ì grave dell'aurorit~ i111pcriale.

Costantino assunse il potere usufrucndo di una struttura bellico che le riforme di Diocleziano nv·e vnno gi~ profondnmentc 111utato. Egli, con gronde inrelligenzo poliùca e militnre, le plasmò ulteriormente dando loro una struttura definitiva che resse ancom per Jeccnni. Gli storici sono tuttora indecisi su quali mutamenti d'ordin~ milirnre siano da uttribuir" a Diocleziano e quali a Costantino ma, molto probabil. mente, il secondo approfondll'opcra dd primo, pormndola alla sua logica conclusione. L'intero apparato bcllìco ·venne suddiviso in esercito di manovra, organizzato in unità di comilalcn .. ses, pscmlocomitateuses c pnlatini c in forze confì norie di limitauci, ri-

peusex o ripnric11scs. Le forze limitnncc, cosl dette perch~ dovevano sorvegli:1re il con-

fine, il limes, ernno costituire da unità di tipo dioclezianco, legioni,

ali c coorti di ausiliari, c da rag·

Rrltrvu tltzll• b.ur tlfl/4 Co/orm• Jei Dcc~mt<tlt di CniJ,:YÌn t CoJitmto Clom, ~rt!t/il ~~~1 FortJ RomPno. )0)~4 J.C. gruppnmerui di cttuiles di cavallcrio c di fanteria, denominnri per lo più semplicemente tmxi!knY:S o miNU-s. L'insieme dci reparti era coordinato dn un dux, tranne che nelle province d' Airiru ove reneva il coma n· do un pmepositm, il cui superiore, il comes, aveva ai suoi ordini nncJ.e un notevole esercito mobile. La parte mobile dell'esercito, i comirmensi, era costituita da unirà di provenienze diverse. Costanti· no, innanzi tutto, prelevò definitivamente dnlle legioni confinarie dcUc v&illntiom•s, che divennero autonome. Tale~ il caso della lcgio Il ftalica Divitcusium, il cui distac· camento venne prelevato da Divilio (Ocuts, Germania), dei 'l'uugrecarti, che provenivano do Ttmgri (Tongeren, Bdgio), deUn Quiuta Macdo· nicn, dal castmm originario di Oe· 153


sctls (nell'ottunle RomoniJI). Ahri aux/lia, arruolate sul fronte renono

L ·unpenrtorr G;lfmu

repnrti sono ricordati solamente dni

P.iGt"f!U

numeri che li distinguevano, come

gli U11dccima111 o i Pri111a11i. Ln guardia dell'imperatore non si identificò più con i prctoriani che vennero sciolti sopnmutto per es· J>Crsi b~ttuti per M•••enzio alle por· te di Roma. l nuovi reparti che ne l'tesero il posto" che si venivnno o costituire foccvnno purte imcgmme dcU'es<:rcito di nlsll\(>vra: le scholae di cuvallerio, unitil d'élite forti di circu 500 cavnlli u cui si aggiunge· vano tlist~lcc:•mcnl i eli c:av;•llcrin o di fnntcrÌJl tli più recente origine c formati sempre dn soldati scelti. Le sue tntpJ>e di rottura furono invece COMJlOSh! tl11 nuove unit?l

154

di

c probobilmcntc costituite da J;Cr· !lumi. Ricordiamo i Cnnutti, i Br:tcchiari ~coloro che portano il brnc· • ciale», gli louii ed i VicloiY!s. Anche se pe.r lungo tempo si è ritenuto che i limi t nnei Cossero null'nhro che truppe di contndini·sol· doti, la loro figuro ~ stata recentemente rivnJutntn. Essi in effetti erano comingemi nncorn idonei nl combnu i mento c S(>prnltuuo ndntt i al compito cui crono dc>tinut i, b di!esn dei confini. L'esercito del JV.V secolo è conosaiuto nclln $ua COSI iruzionc es· scnzinlmcnte per un documento che è giumo fino 11 noi. L:t No1i1it1 Dlgnitnlllm, se rh t:> fr<> In fine del l V

~ecmfrm t Pmtam.

ak/l',rr:o ,fj C.nln7u • Sa/onit'.t'O

e l'inizio del V sc:colo, mn riferente· si ancbe nd anni precedenri, è un lungo elenco di cariche milituri c ci· vili e ben ci serve per comprendere come fosse org,aniZ7~1to l'esercito imperi:tle. Owinmcntc ncl!li clcn· clù che seguono non sono riportare le legioni di pi(t antica memoria, costituite nel l c Ul secolo d.C . Legio l (Primaui wuionos), palati na. Comhutt!: <'011 Costanzo c Ciuliono c, con i suoi successori, ben .i misurò contro gli Alamanni. L.e11.io 1/u//a ll/f!Ìitn. pseudocomi·

tRtcnse, in ltnlin.


Amm cnn

l't'{fi~

,/i

CtHI.:mlmo

n.

Lcgio l 11 rmeniac11. pseudocomi tatense, in oriemc. Ltogio l F!Jwi11 Conrtantia, pscudocomitatenle, in Gnllia. L.:gio l f.lnt.JÌII Gemw11, conniwten!e, in Trncin. Lcgm l Flnwn (probohilmcnrc Marlisl, pseudocomitntcnse, in Galli n. 1-t~Rio l Flwia PncìJ, comit:uensc, in Africn. L.·gio l Plnv111 '11X!tJdositwn, comitntense, in oriente. l..cgio l /1/yricomm, disloc:ota "

PdiMirn di Siria.

All'~pocn

di Liti-

nio invib un distnccamemo in Egitto. Legio llovia. FondnLn da Diode~inno, fu stabilito o Troesmi1 (nel1\nHoalc Romanin) . Nel IV se(t\1<! \•enne di<loc11t11 a Noviodunum (lln· ch'c>so in Romania). Suoi distacca· menti formarono Ali lwùmì S~uio­ rcs, di rungo palatlno, in Italia e gli luniorn, in orienre. Legitl l lwuria wgiumia, p~<'nd<)­ comitotense. In oriente. Legio l Mnrliurum, probubilmente comitmensc. Lcglo l illa.~Jmin•w Er• Jisloc11111 in Egitto, n Phifot•. l.~·g1o l Ma.~imimlll Tbd~tll!orum, comhnlense, in Traw:in. Lcglo l Noricn, nel Norico. t_,·~iCJ l Poutkn, con nccnmpamento a Trape~u.l (Trnbzon, Tur· chio). Lcgio l Valemininna, dislocata a Coptos (Egitto). /.,egio 11, comirnte~. io Illirico. • Legio /lllrmcnittca pseudocomi· unenhc, in oriente. f~mosn

È tri&tcmcntc

Jler essere nata distrutto du Sapore, re dci Pcrsinni, o B~db" (Turchini. l.cg1o Il l'eli:< \lnft:ntis T/xba('O· ntm. comjnncnsc 1 io oriente.

Legio Il Ffaui11 Comtanua Tbt·· baeomm, comi tnrense.

l.egio 11 Flavia Conslanlmtnlfa, in Africa.

tl'gio Il Flavia Gemina. comÌLU· tcnse, in oriente. Lcgìo 11 Flavia Virtutis, coonitn· tense, in Africu. r.,~glo 111/erculia. Costituiw in et<• diocle-tinncn, cbb<: s'-de '' Nouiodll· m11T1 (Romnnia). Nel TV secolo lu stan•i11111, sempre in Romnnh1, u 'l'roe· smis. Alcune $UC coorti rurono nnch~ in Mauretani:o, :o Sitifls (Sétif, Algeria). Suoi disraccamenti vennero po· sti in lrnlia ed in oriente. LcpJo Il lsauria, in [snurin. l...cgio /l /ufia Alpi11a, pseudocomit•tcnsc, in Tllirico. Lcgio Il VnkllliiiÌIIIUJ, nello Te· baidc. LcJito TT1 Diodctia11a. in Egitro. Fu dislocnm nd Ombos (Korn Cmbo), :o 'l'bcbnc ed in un'nltrn locnlitll non idcndficnra. J.egio /11 Dioc/etilma Thcbacorttm,comiuuensc, in Tracia. Lcgio 111 Flavia Snlutis, <omitn· tcnsc, in occidente.

tcgio III 1/ercufia, comitatensc, in LUirico. ù·gio 111 /samia, in lsaurin. Lt·gio /Il /ulia Alpina, comiuucnsc, in ltalia. LI'R;CJ fil ltalicll, pscudocomitn· lCilS(•,

in oriente.

L.eg;o fV Alarti11, in ArJbia. Un

suo disrnccamcnto fu anche in Gnllho, ugio l v Partbica. Il suo CaS/f/1111 ~nl n Cìrt:l!sium (Bsdrn, Siria). L.egio V lovia. Fu fondatll d:o Diocleziano per conrrib1oirc alla dir~sn Jdl.1 P:onnoni:l. Suoi distacca· menti opemrono o Bononia (Vidi n, Bulgarlll) «< in alli'<: due località non idcntificnte. Lcgio V Martia. Lcgìo V Scytbica, in Armenia. Lcg!o V Pnrlbica. Originnriorncm~ dislocoto forse od Amula (Diyarbakir, Turchia). fu decimaw da Snporc. Lcgio VI Gallicana. Lcgio \Il Gemella. 155


Ritr.~Jio t:JotYfllilr J~lrimfH,wiQrr A.rrtulm.

Da R.mmr.

Lcgio VI Nerc11fia. Lcgìo V1 Partbica, pscudocomita· teme. in orienre. Lcgìo VIli, palntina, in l ralin. Lcgio Xl, pnlnlinn, in Spagna. Queste unità sì caraneriz7.:ovnno per nnumero d'ordine, il soprnnno· me o per i titoli onorifici. Quelle che seguono, invece, sono distinte solo da una denominu~ionc. Legioni p•lst.ini:

llntligerl propugnarores s,•,iows " Tmtiorr:s; BriiOIICS Se11iorr:s. In llliri· co; Cimbrìa11ì; Daci; Divilcmes Se· IIÌOTI!s, in Italia; Fortemes; LA11ciarii Senìorr:s. l1mìores e Sebarie11ses; M11l· tiari/ Sc11iorcs e luniorcs; Moesiam Scniorcs; Ncroii, combatterono con Stiliconc; Pamtotlicilmi Scniores; Scyll111u; Thelmci; Ttmgraecani Se· niorcs; u,d.'Cifllani. Legioai Comiwttmsi

Armigeri defcmorcs Sc11io~, in Gallio; Augmlemes defe•aores, in Tracia; Balistarii Dafmmses in Tra· da, ftm lores in Tracin e Scniorcs in oriente; Constamini Da/11emes e Se· niores, in Tracio; Con torincenscs, in Gall ia; Diancnses, in lllirico; Divi· tames Gallicani, in Tr:tcia; Flavia Victrix Comtanlia11a, in Africa; For· wmes, in Spagna c Africa; Gemi11ia· ccmcs. in Gallia: Gcmianìc/an/ fu. niores, in Italia e Scniorcs. nell'Illiri· co; Gmtianemcr, in T rncin; H ono· rlam Fu/ix Gallicam, in Gollitt; /ulin Alexandria, in Trocin; Lat~ciarii An· gustemes nell'Illirico, Gallicani /io. noriani in Gallia, lnniores in lUirico e Stohcrrscs in Tracia; Mar/t!IISIJS Se· niorcsJ in orien te; A1arlii in Illirico; Mallrarii Constanles nell'lllirico e {JillhJrcS in halin; Muuri cetra/i, in nlirico; Mmopi in Tmcin c SUIIiom in Gnllin: Millcroii, in Illirico; Poca· tiammsc:s, in Ulirico; Pau11o11icia11i lwuorcs, in Trndo; Proesiditwscs. in Gallio; Propugnatot~s Ttwiorcs in rt. lirico c Seniores in Spngnn; Sotemes Ga{{iclllli e Seniorcs, in Trncin; Vo1

156

k>ntinianenses. in Trncin: Unal'im·

Vthonn~

(Brodwcll). pm,•positus militum TtmgtcCnlltJ· rtllll, Dubris (Dover). praeporilllf mifilt/111 Tumacc/1· Ugionl pseudt><:omitntensi sium, ù:mattis (Lympnel Abrìnca/1!111, In Gallia; AmianCIJ· pmcposiws l'tfllllllm Dabnatantm ses; Balislarii Theotlosiaci, in orien. Branodtlncmilllll, Branotltmo (Bran· te; Comtamiaci, nell' Afriet1 Tingi· casrer). prneposìtus •'lttiltllll stabfcsiono. t<>n~; Comiaccnses, in Gallia; Dcfcn· sorcs Scniores, in Gallia; Fnnditorcs, rtJ/11 Garrianonmsium, Gariomtonor in oriente; Umciarii Co11umii1A'CIISCS (Burgh Cn.stle). c Lanriact'IIJI:S, in Tllirico; Martenscl, trihttmtS cohortis prima~ 13aetaSio· in Gctllia; Mauri Osismraci, in Gnl· rtllll, Rcgulbio (Reculvcr). lia; Pommenses, in Gallio; Roma pmcfectus lcgtoms secundae llugu· mmscs, in Calli;~; Supcrocwtotrts [,.. riM, Rutupis (Richboroghl. niores, In Gallia; Tanvem:nscs; TraiJ· pmeposillll mtmcri Almfconmt, uigrita11i. Andcridos {Pevensey). L'c.r quamo riguBJ'dn l'organizza· pmi'Osilus 1111111eri explomtonmr. zionc difcnsivu dcllimes, poiché ore·· Port11111 tltiumi (l>onchester). parti dn descrivere sono innumco·e· Se esaminiamo invece un tratto voli, a titolo esemplificon ivo possin· di fron1 iera fliiJI icolarmcntc espomo elcnCllre le forr.<: n disposizion" sto agli fittnc-chi dei barbari, Il SCU<>del comcs fitoris Snx01rici per Brittm· re dd ln Pmmo11111 pnmn uUe dipcn· niam, un comando costitlliro sulle co· denze di un dux il cui comando si src inglesi per prevenire e combnt· estendeva anche ncll'altrt'l Sctlorc tcre il pericolo dei pirari. Abbiamo del Nonco ripcm~s. pos_~iamo consi· inoltre scelto questo trnt to del /imes derarc alcune noviti'i: In predomi perché il com~s avcv:1 n disposizoo· n:mzn della cnvnllcria sullu fnnt~ria ne solamente reparti di soldati limi· e lo presenza di un:1 Ooun Ouvinle tnnci. Il grgdo del comandante del dnnubiana. Quwi i reparti: co$lrlml ovc è dislocato l'unor~ pre· Ctmt'IIS <·qtJiltllfl Da/mtt/ilrtllll cd cede la denominazione del rcp11rto: cq11itcs pmmo/t, cmrambi n Ad F/cx/JTfiC/I<J!JÌiu) llllffltri l;orlensiu!IJ, tl/11 !Mnynròv:ir). s<:S, in C:tllio,


era in sostanztt un insieme di innov,.ziotti barbariche e di tentativi di rinnovare i fllSci militari dei secoli precedenti. In guerra i comitntcnsi sapevano battersi con v•lore (i 13.000 di

cmums equitum Sl<lblt:sionorum,

<'1/llÌICJ promoti c ptacfcctus lcglouis dt'CÌI!tttc et quartaC'dccimae gc.•minummmilitum librmrariomm, tutti ad llrraboun (Cyiir). et{IIÌI<'S SaRÌiùrrii, n QruulriburRill/111 loelllitil tion noto. ~qui/es

Giuliano nel J5J banc:rono n Stra·

Dalmotoe, nd Il/a Novtr

(Schwechnt),

equi/es Dalmalac, nd llct}IIÌnoc· lium (Fischnmcnd). equites Dalmatae, ·a lld Herculem, località non nou.

l!quiu:s sagittarii, a Gemlata, non identifica t n;

equltcs mauri, n Quadra/a (Bnnlt· foldpuszto).

tribrmus gc!llis Marcomamt orttm, nella zona fra Viudobona (Viennn) e umumtum (Peuondl, Austriu).

pracfcctrts legionis decimae gemi-

nae, a Vittdobo-na {V iennn) . pracfcclus lcgiouis quar/acdccimot: gcminae mililum libumariomm cohorr:ittm quitrquc partis supcrioris, a Canmlll/1111. tribmms cohortis, ud Arriaris, non identificato;

tribrmui cohtJrlis,

:1

Cutdli!n.lis,

non idcnt ificm ''·

claniJ Histrica, (Viennn) dove si Cnrmmlum.

:1

c'"'

VinJobontt trasferita dn

Mtt q unl'cra l'organico di un esercito con co.sì alto 11umero di reporri? Le ipotesi sono le più d ispa· r:ue c, in ogn; caso, fanno riferimento nd unirn n completo orgn· nko. Possi~mo ritenere che le legioni [osscro forti di 1.000 soldnri, un auxilim11 ed WlO Vl:xillotio di .500 mentre tutti gli altri reparti avessero una consistenza variabile dai 300 di 500 combottend. Le legioni di confine dislocate in ftrce militormente o rischio dovevo· no però avere maggior consistenza, forse }.!)00 uomini c i cwrcl cquiIWJJ un organico pari alle unirà legionario:. L'l ntCI'>I rorzn nrmotn romano tordo imperiale dovevo contare, n secondo deU'intcrpretazionc dci te· sri c dei calcoli (mi, d ai 300 ai

L 'impcriJtorc OH()rlO CON la/Jtfrf) t" ~,m!J41r

Jl viu~ria /oilti tki V

S<(.

d.C.

400.000 soJd,u i ai confini, mentre

gli eserciti di manovra potevano mettere in campo dalle l 00 aUc 200.000 unità. Tali dati appaiono però purn· n1ente teorici ovc si considerino al-

cune

tcstimonhm~.

Ad esempio, in et~ forse ancoro diocieT.innen, gli equi/l'$ promoli di un'unità erano solo 77 e 121 ne contava un rcp~uro di cavalieri armati d ' orco, mentre 164 (noti formavano la cohors Xl Chnm11· r;omm. E ancora i due cscrcit i che aLHlC·

carona )., Persia nel 363 erano costituiti in totale da appena 65.000 soldati mentre pochi anni prima le fone di Giuliano nmmontovano a soH 13.000 uomini. L'esercito romano del LV secolo

sburgo un'orda d i 35.000 Alamanni) ma erano totalmente indisciplinati anche se le puni1:ioni, • volte d i interi reparti, raggiunsero limiti inaccettabili: bastonature a morte, raglio delle man i, disertori bruciati vivi. Pur tuttavia l'esercito comitatensc continuava ad erigere intorno al suo campo uno steccato e ad <difi· cltl'e forcini in pierrn, sapeva ancoro costruire ponti di barche, possedeva cioè una buon.t vnlenzn tJlttica che, unita alle restanti conoscenze tecniche, ne faceva uno strumento temibile. La fine definitiva di questo mec· canismo avvenne nella battaglia combattuta ad Adrianopoli il9 agosto ) 78, quando i Goti decimarono letteralmente l'esercito romano. La fanteria specinlizzoto non venne mai più ricostruito nella sua intcrezza per le perdite subite e Tcodosio si vide costreno nd •m· mctt~r~ i vincitori Goti nelle terre dell' impero. Stilicone riuscl per anni ad ar· ginnre la moreo dei popoli invaso· ri, usando l'espediente di incorpo· rnre ncU'esercìco (Jj manovra le superstiti un itll confinarie, ma nn· ch'egli allo fine venne sconfino e Roma nel 410 (u saccheggiata dai Vn ncbli. L'esercito che ormai solo più no· minalmenre si bnue per Ro mn è formato quasi esclusivamente da cavalieri, mentre la fanteria è sempre più cleclossarn: nddirinurn Gra· ziano intorno al 370· 380, (a COnt· b:tucre i suoi fanti senza armatura pesante. Poi venne rapida In fin~. Ncl476 cadeva l'ultimo imperatore d'occidente. Gli llllni prcccdcnri erano stnti solo rischiaroti daUe gesta di Ezio che, avvalendosi di forze in prevalenza barbare, riuscl nncom per qualche tempo a scornggia.re Goti, Fro.n chi, Burg\mdi, Unni .


Ccnrurlonr.



Milites romani.

lunghezza della ferma, sulla stan· chezza o sulla severit3 dei sur>erio· rl, l mezzi usnri dai comnndnnti romani per Cnr rientrore nei rang.hi le tn1ppe sono rivelatori dello loro in· tdligenza: accorato appello alle glorie passate e alla grandezza di Roma seguito dall 'eliminazione fisica dc\ capi deUa rivolta. Eru una ricetta che non aveva mai fallito. Vi furono casi più gravi in cui si

ossunsero decisioni ememc, mft ti~

D.IRAMA

romano fu più o meno disciplinato, nell'accezione più ampiR del termi· ne, a $econda del momento storico e della saldezza della società In cui era chinmato ad operare, ma fu sempre soprnttutto un uomo, con i suoi clifctli, le sue debolezze ed i suoi timori.

l..ll diKiplirul, quindi, cosritul uno dei fattori che portarono gli eserciti di Roma a conquistare un imr•cro ina non ne fu certamente l'unico: In sun grandezza si deve ricercare n«!l fano che aUrontò, aJ. meno nello maggior p11rtc dci casi e fino nl tardo impero, popolazioni militarmente meno organizzate e dotate di sistemi tecnici e di com· battimento obsolcti o non più ndegun·ti. Che i legionari fossero innanzi tutto degli uomini ci è dimostrato da unnlungn serie di esempi. Anche 160

se non vogliamo prendere in esame le guerre civili, innescate tutte da pronunciumcnti militari spontanei o indotti da politici, In casistica ci aiuta ad identificare avvenimenri che per la loro grnvìtù minarono le basi stesse della disciplina militare. Scipionc l' Af~icano in Spagna dovette llffronrnrc llllll notevole in· subordjnnzionc di parte delle sue t ruppe, Lucullo fu obbligato dai suoi soldati acl al>bandonarc la c:ampngna d'Asia, Germanico e Druso accorsero presso le. l~gioni renane e danubiane per debellure veri c pro· pri nmmutlnnn1e-nd nel corso dci quali molti centurioni, cvideme· mente strumenti di uon ferrea disd· plina, erano srati b:~stonaiÌ cd an· che uccisi. Se i motivi dj tnli sifllilzioni si fanno vorinmenLc risalire n rivcndicnzioni suU'entità del soldo o suUa

dipese sin dnl carattere dei comaodnnti che dalle situazioni contin· genti in cui l'esercito er:o chiamato ad operare: ad esempio Cras~o ordinb In decimazione di un repnrto che si cm mostrtHO poco combnttivo nell- guerrn contro Spart~co e lo stesso Cesare non permise che i le· gionari della L"gio X fo3sero resti· tuili alla vil'U civile dopo che si era· no nmmutinnti nd Antonio. Ma qunli eremo le differenze giuridiche fra colui che indossava il cingulum, simbolo dell'essere solda· to, ed il cittadino, cd a quali leggi doveva sottostare? Se conosciamo comunemente Roma come pntTia dd ditino, dobbiamo rimanere quanro meno colpi· ti dal fatto che i milites, giuridicamente, non fossero dtstinatari di particolari norme. In operazioni belliche, e cib significa prnticamcn· re sempre, il soldato crn tutravia somano alla legge della provoca/io, secondo la quale ne~sun cittadino romano poteva essere sottoposto n pene corporali senza una senrenza • dell'm!:mblea popolnre: i CQJIIliD· danti , quindi, gli uffici oli c pc~ tcr· minare i centuriorù, enmo nrbitd dell'amministrazione della disc:ipli· n a e, come abbiamo viSLo, deU' a p· plicnzione delle pene, anche delle più gravi. La mnncun~o di regolamenti o leggi sul mantenimento della disciplino militare fu cosn normale nd· l'esercito di Roma arcaica e aJ. to-medio repubblicano, in cui il soldoro seguiva ed ubbidiva al suo ca· po spontaneamente: il ropporto coo i gregari si manteneva con tnOot.iva-


~ioni costituite dn interessi comuni e dnlln ussolurn potcstll dci superiori. L'impt:rium JJtililiae si estrinseca~ vo in ogni suo atto (ino n giungere, e innumerevoli esempi storici cc lo confermano, all" facoltà di disporre dd bottino di guerra, fine ultimo anche se non confessato, di molte operazioni. So!.mcnte dol r sec. a.C. cnn la costituzione di milizie professionali, si iniziò n pensart' ru milirnti co· me soggetti di diritto a cui doveva· no e=re destinate leggi e rcgolamen· tazionl particolari In materia di disciplina militare, mn è in epoca nn· cor più tarda, qucllt. severiann, che si diede csecu<lonc l>"•tica a tale Jl. nea di condorra. l..t! cause di tale ritardo sono da ri· cercure sia nel desiderio dd legisla· tore civile di non lnruccure le prerogative dcl comandante militare, e quindi dcll'imp<:rutorc, sia nclla dif· ficoltà di costituire: un insieme di norme formate al di fuori della leg· ge ptopri31Dente civile. Tale situazione cambiò decisamen· te nel rnrdo impero quando una serie di motivazioni interne oJJa socie· t il (iJnbarbarimento c dcpoupc-ramcn· t o dell'esercito, In suo burocrntizza. zione, necessità per l'impl'ralordi fa. r~ eseguire, anche in questo campo, solo le leggi, e quindi la sua volon· rà, da lui emanare) ed estere (lotto ai barbari, influenze di civiltà diver· se) vedono il formarsi di Lutto un in· sieme di disposizioni destinare sia ol mantenimento della disciplino inre· sa quasi sempre com~ l' «11nùca~ di· sciplina romana, sin n combatter<: nuove forme di disamore all' esercì· zio delle nnoj cd u coordinare le ut· tlvìtt\ economiche leg:Hc alln soprnv· vivenzn stesstt dell'esercito in armi. Prendiamo oro in considerazione alcuni esempi di tali scritti, la cui lettura d aiuta • percepire la dee•· denzn della disciplino e di runo l'essere «militnre» romano. Svetonio. 70· 140 d.C. (Aug., 241 ~Mise till'nsta con Lutti ì suoi bctù un c-avnlicrc romano perché aveva amp11· taro i pollici a due figli giovonoe.ni per sorrrndi n! giut31Dento militare... ])e. cimò e nutrl con orzo le coorti che avevano et-doto la posizione».

Plinio il Giovane, 61-113 d.C. 10,29; 10,301 Lettera di Plinio • Tr>1inno imperatore «Sempronio Celiano... ho scoper<o tro le reclute due schiavi e me li ho mno· dnti; io ho rim;mdato lo loro punì· r.tone per essere consigliato sulla pena ...• Risposta dì Troiono a Pii· (Epislola~,

nio « ... sarti neccssnrio istituire

\Hl

processo per stabilire se sono meri· tevoli deUn 1>enn di morte ... Se SO· no stari 11rroolnti, la colpa è degli uHidali arruolatoti; se si sono prc· sentnti rtl posto di altri, si deve rÌie· nere colpevole colui che li ha fnni prescnt:tre, se invece si sono pn:· semori do sé. sono meritevoli dello peno di morte ... ~. Arrio Mcnnndro, primo qu:trto dd m sec. d.C. (TV libri d~'~' militaNì Nel l libro si legge, tra l'alrro «l rcnti rnilitnri sono speciali o co· muni: conseguentemente •nchc la

punizione i! speciale o comune. Reato militare è quello che si com· mette in quolilì\ di soldato ...Secon· do un resccitto di Truiano chi nnc· <JUe con un solo testicolo ... a buon diritto potrò essere soldato: nnchc Silla e Cotta ebbero trtle diferro ...l condnnnnti per adulterio o in nltro pubblico giudizio, non si devono ommettet·e tra i milìtari». Nel libro l V apprendiamo «Chi disertò in tempo di pace, se. cavaliere deve es· sere rimosso dal grado, nl fnntc dovrà essere cambiato servizio. l n tempo di guerrn lo stesso reato è punito con In morte ... Chi ru dlser· rore: se si consegno. viene deportato ir> un'isola,., Nel libro lil «Chi alz/) In mano contro il superiore deve es· sere punito con la morte ...Chi in comb:mimento si dii alla fuga per poimo, • monito degli altri, è puni· to con la morLC». l (i l


\tck di M.

FJI'/fJIIIO

Factft.,

lqmn~

V11lerio~

Vicrrix. Il tlc/mt/(.t

XX

uulunonf'

dr/h

iiiiPIIIJI4 (.{)H /4 (/tj/fU 14 \•iti~. fiHt/ln/h ,/tlln uut tllltnritd /).1 Cnmu1od\mum

(Colekitcr, IIIR/Iiltrmt). l'i11r dd l >re. d. C.

saccheggi ... sin bntcioto vivo... Gli imperatori Valcntininno e Vnlcntc :od Equizio , comcs c magim•r mi/i. 111111 «Sin noto o nttti i vctcroni <:hc chi non indiri"'.cri1 di su:1 voluntl• ul ~trvizio in urmi il proprio figlio... cnclr11 sorto il rigore dello legge,..

Gli im~ratori Ar~~dio e<l Onorio n Remistco dux dell 'Armenia «Se qualcuno ... slll'l trovato n tenersi presso di sé un solduto in servizio privato sia punii O con unn mult:l di cinque libbre d'oro~. Per maggior completezza, sccn· diurno orn nei particolnri c:suminun· do In dettaglio le (><!ne pi1t comuni. S<llllion~ corporale. Tnle pena era inflittu, nella maggior pnrtè dci C1l· ~i. con la bastonatura s ia ù soldati semplici sia, in casi eccezionali, od

ufficiali. Le infrozioni che davano origine olio cmtigolin, che potevo protrarsi sino allo morte dd mnnchevolc, erano le più disparate: trnscurMeZ· za nell'cffcuunre la ronda nonur· nn; abbandono dci ranghi durttntc l:t marcia con conseguente s:•cchcg· gio; furto; nt tentnto al pudore; reci. dività in colpe Lievi; perdita delle nrmi ... 11 colpevole ycnivn colpito con Jn vitis. se ero citLadino romano. con un bastonc:J se s i Lrotcava di un pcregri11o ~ quindi appartenente ad tmxilitJ, 111111/Cri o altri reparti l cui componenti non godevano d d io ci t·

rndinnn2n romnM. i\lrre pene c:or· pornli potevano essere la prigione. In privazione dnl cibo c lu sostitu· DJgcsta lwtlnitwi (ruccolrn di \>Ari testi legislativi nnched'epoco molto untecendente. pubblicato nel ~}.l d .C.) •Le pene per i miliwri sono le seguenti: snn~ionc corpor.IIc, multo I>Cc::uninrh,. imposizione

di un onc..

re, cambiamento di servizio, degradazione, con!(cdo con disonore. l miliLari non possono essere destino· ti all a miniera c neppure essere tor· turnri ... Chi ho provocato una vio· lenta sollcvnzione di soldati è punì·

162

to con In morte ...Chi ha rubnto le nrmi nlrnti deve essere degradato ... Coloro che non hanno voluto o hnnno nbbnnclono to il loro comnndnnrc, se viene ucciso, sono puniti con 1.1 morte». Codc.Y 'HJcodosiali/IS (roccohn si· milc nllo prccedcmc, dutubilc ullu prima mct~ del V s~"<.'OII>). L'impc· rotore Costnntino «Se quolc.Jno con sccllermo complicità ovrl\ dnto ni bnrburi In possibilità di compiere

zionc del ( rumcnt o con l'ono, q un· si il malcnpiLnto fosse unn bestia do somn. Multo pt:ctminrin Ero un'a.mmen· du con cui si colpivano nHickoli, sol· dati o anche lnrel'i rcpnrti. f-ronti·

no ci nurra di una legione, il cui legato ern suuo ucciso in combmti· mento, a cui fu sospeso il ~>oldu per un semestre.

lmponzio/11' di 1111 o11cre. Ln mune· rum i11dictio consisteva ud destino·


DISGI

1

AV COH· TVNCR MEQC?L

• re il colpevole nd tKrcixi o :s~:rvizi p:orticubrmentc gravosi c, in ogni caso, non degni del suo mngo. Di epoca tardo impct·inlc fu il caso d i un lmero repano di cavnllcrin n cui fu t(llto lo s tendnrdl'l c con>ondo to" muovere a piedi, senza armi, fra i Cllkmes cd i prigionieri. Cambiam~lllo di servizio. Si puni· VII rosl l'ubrinchc<zn c l'insubordi· nazione. In pratkn t"on In mlliJioe 111/lkltio si trasferivo un cavaliere fro i ranghi della fanteria o unlegio· norio fra gli ausiliari, cio<: lo si destinava ad un reparto considerato di rango ioferiore. DcgrtuÙI<iotte. Ero una punizione

destinata solo n coloro che indossa· vano un gr:odo. Le font i ci ricordano il caso di P. Aurelio Pccunioln, destinato a reggere: il com:ondo in nsscnzu del titO> larc nel corso t!cll'nsscdio di Lipari. Poiché aveva qunsi lasdnro cntrura· re l'accampamento e brucinre l'ag· gcre, C. Cot tn lo fece bastonare c lo condannò nlln Rnulm tlcil:ctio, lo ri· dussc doè allo ~11110 di sQitloto sem-

plice. Congc<lo co11 tliSo!lof('. Conosciuto come: cingulo so/vi, allontana· mento dnl servizio, matricula ~xilm. canccUnzion~

dagli elenchi, o

I'XOII·

torntio, congedo ignominioso, pre-

il~~t drd/co/8 all"

Il

tOOrf~ t'l}tillllld

OI$Clplinn 1\ugum dalla kt 'fmJtrl. Dc1

llla1obul~ium (P'""" Mitldkby, lll)!hi/Jcrru). MctJ tf.ol Il J«. J.C.

frummmto ,/i rlltft.V> con Virrus c m/dato. S<C. J.C

l'illf IM l

supponeva sempre uno noto in(• · monto c comportuvu. In dcgrudnzio· ne. Potcvn colt>irc tini singoli soldati ad interi rcparrì. Se la peno ero ir· rogatu ad un'intero legione, il suo nome veniva C3ncdlnto dai quadri dell'esercito c da t uni i monumenti ed il personale trasferito od oltre unità. 16}




to, Diodczinno pose l'assedio olio cittll. difeso do Achilleo Domizinno. 1\lessnndrin cnpi· tolò dopo ono mesi e Achilleo

fu messo

3

mone.

3 J2 Augusro Tourinorum (Tori· no). Nel corso della compagno d'Italia, Costa ntino si scontrò nei dimorni di Torino con un forte esercito di Mossenzio. Forse le for7.e dci due cs.:rciti s i equivolevnno, mo frn le schie[e di quest'ultimo milito· va una notevole ulitJUOta di cavalieri cntufroui. urmati cd equipaggiati pesantemente. Lo scontro fu d<.'Ciso dallo c•· vnllerin di Cosumti no, dotnt;t di poesnnti mnzzc, che prim••

166

sgominò i cntafrutti poi ruppe lo {onreria. 3 12 Verano. Dopo lo scontro di Torino, Cosmnrino invesrl Vcronn, tenutn dni fedeli tli M assenzio ngli ordini di Ruri: cio Pompciano. Nel corso dd· l'assedio, Ruric io cadde du· rome un tentativo di romj)crc l'acccrchinmcn w. Le sue truppe si arresero mn la città fu sacchcggiotn. 312 Ponte MUvio. Le prime avvisa· glie dello scontro decisivo frn Costnnduo c Masscuzio nv· vennero ni Sa.'CII Rubra e fLtro· no fnvorcvoli n quest'ultimo. Nonostante ciò Costantino continui\ cap.ubi4mente nella

C~rro d1 ,M~,~~o

P/aJJico

nrostruiiiL'O 111

wzkt 1:100

sua mnrcin verso Roma. Primn di intraprendere l'ultimo e decisivo scontro egli fece inn:Ù· ~are i vessilli con un nuovo simbolo costi tuito dal segno della X cagliato nl centro da umo linea verticale ripiegaro in

cimu. Non ci sono giunte testimonianze che ci descrivono le fn. si dcl lu bntmglin. È certo rut · taviu che iu un durissimo combmtimenro nel quale Costantino lunciò run~ le forze rimn ncnr i. Dopo ore di lor~n l'iml>eto delle sue truppe l"ÌU-


lltrti•HrltJ GJuff,J r(mJ.lJI(Itnll~

Jc•lkl

t(orr,r:lo. ulrlmu

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XX l1>ilrnyre1t<•rum, flllt;m/attJ dul JUIJ i lil ln ,.,,,Wrm.·. t:ompit Wi Jilai/ICJfJ ''",. nwi,illi 1'4/mltw,c-. tl//rtscn JQ//'(Jfl/l.ntlm,~ Uutplo Jt Dunt Europa~ !S.mt~}. Pm11J ""'t.ì dl·l 111 ..,.. J

c

scl n piegnre nnchc In rcsi:stendei prcwrinni che si cmno bnnmi l r:t le fil:t dell'cserei lO di Mnsse112io. LI fug.n degli sconfini si trasformò ben pre sto in unn roun disastrosa. Ammassati pro:sso il ponte sul Tevere e prC$S:ui dn vici n<> dnl ne· mico. molti,e frn di es~i lo stcs so Mnssenzio. morirono frn i gorghi del nurnc che tentavano di pussarc :t numo. Cosro.nùno non uveva vinto so.. lo una b.1111~in, nm ero di\'enuto il nuovo podrone dcll'~mpcro :t:l

l l l H:ulri.1nopolìs (F.dirn<:, Turchin) L'usurp11tore Massimino Dnin venne qui sconfitto da Licinio, IISSOCinto dn Costumino all'im· pero per la parte orientale. 11•1, Il ouobre Cibnlne (Vinkovcl, Yugoslaviu). Con 20.000 soldati Co>tantino sorprese i 35.000 ctunb:u t<:nti di Licini:tnn Lidnio, imperatore d'oriente. L:l bnnnglin ebbe fasi nltcme per un giorno intero, !inché le: trup• pe di Licinio, eo11nnto di Costumino. vennero sconfitte.

114 Pinnurn delhi Trncin fra Philippopolis (Piovdiv , B"lgllria) c Hadrianopolis (Edirnc:, Turchia). Fu un nhro episodio ddln guerr:1 che vide contrap· posti Costumino c Licinio. i\nCQrn un11 voh11 vincitore, C<lsuunino inglobò Norico, Pnn·

ùno sconfisse nuov<tmente Li· cinio e riunì iJ potere nella su:• pcrsonn, detenendolo poi pc1· altri l4 anni.

356 Agedincum (Scns, Francia) Il rururo imperatore Giuliano vi sconfisse nettamente i Gcr· mnni.

340, primnvern Aquileia. Fu una buuugliu che vide comruppo• sti i figli di Costantino, Costante e Costantino U. i\pprotinnndo dello circostanza che il rr:atello era impegnato ~ul fronte d:mubi:Jno, Costnn· tino U uvanzò su Aquileia. mn fu sconfitto ed ucciso. Co· sl~fllç divctl!lç $igtJorç di buona parte dell'impero.

357, ngo•ro Argentornle (Stra sbourg, Francia). Le rorze di Giuliano - 13.000 uomini circa- si scontrnrono contro 35.000 Alnmnnni ul comando del loro re Cnodomnro. l bnrbnri suaccsrono con l'abi tunle impeto mn, mentre In fnnrerin romana resse l'urro, In cnvallcrin sull'ala destra fu swnliun e pmto in ruga. Giuliono riuscì u riordinnrln ed n ricon· durlu in buttnglia, pn;>prio mentre il centro romano cedeva di schianto. Ancoro uno volto Giuliuno decise l'esito dclb buttnglitt facendo intervenire un corpo tenuto fino ad nUora di riserva che risolse favorevolmcmc le sorai ckllo scomro. Gli Alnmnnni eb~ro il re Cnodomaro prigioniero e 6.000 ~~1duti sul curnpo.

348 Singaro ([rnk). Costanzo. figlio di Cos1unaino, si scontrò con i l)crsiani guid,ui d<~ Sapore Il. Al1crminc di una lunga bauuglin i Romani l urono sbnrnglinti. 35 1 Siscia (Sisnk, Yugoslnvin). Ln

ll'' lottu fr:a Custnntino c Lici·

batL:IJllin llvvcnnc presso il riumc Sava. Le rorze di Co· s1nn1.o II, imperatore d'orien1<.", orlronwrono c sconfissero le truppe dell 'usurpotore della parte occidentale dell' impero. Flavio Magno Mngncnzio.

32 3, 18 seu<:Jnbrc sobborgo di By:r.antium Us1anhul, Turchiu). Qui terntinò il conrlitto per il dominio dell'impero. Comn-

3' l , scttembr<· Mursa (Osijek, Yu· goslavio). n riglio di Costantino, Costan~o 11, vi battè le forze dcU'usurpatorc deU'im· pero d'occidente F. Magno Mngnenzio, che scampò rutto• vin aliti cnrrura con In fuga.

nonin, Mcsi1t sup<:riore, Dnlmu~

ziu, Maet:doniu e Gro;ci:a. 323, luglio Had..ianopolis (Edimc,

Turchia). Nel corso della lunnio, vi fu combnuutll un:a b:lt· tagliu che vide nncorn prevale· re le ormi di Co~tnmino.

366 Ourocntauni (Chiilons sur Marnc, Francia), L' irnpcrnto· re Vlllenlinlnno l vi scollfissc orde di Alnmanni invasori. 366 Nacolcn (Turchia). L'impl'rutore d'oricmc Vulcmc imervenne conrro le rorze dell'u· surpntorc 1'rocopio. Btlttuto 167


n~ll'ftalia meridionrue ove soJ>r•lll)iunse lo mol'te di Al<trìco, che rll seppellire nell'alveo del fiume llusenro.

sul c::unpo, Procopio venne cotrurnto e decapitato.

368 Londinium (Londra, Gran Breragna). Flavio Teodosio, generale di Vnlcndnlnno li m· pcrntore d 'occidemc, cngglun. se e sgominò orde di barbari provcnicnlli dal nord che si cruno spin ri con le loro scorre· rie (ino nl Tamigi.

378 Hadrinnopolis CEdime, Tur·

4'0 Aylcoford (città inglese). l

chia). Fu un:~ ddle peggiori sconfitte subite dagli eserciti di Romu. Nell'agosto di quell'anno i Got i condoui dal loro re Fritigcrno sotto le mur:1 della città, sbaragliarono c di-

13ri tonni di origine celtico ten· tarono invano di fermare un'irwnsionc degli Angli, Il loro cupo, 1-lcngist, conquistò, dopo lo scontro vinorioso, il Kem.

sgregarono le forte romane che tentavano di impedire loro l\wnn7.at:o in Tracin. La stesso imperatore Valente, ferito durante i combattimenti, mor1 poco dop<'· 388 Savus (Sav:o, fiume Jdl:1 Yu· goslnvin). Gli urmuri di Tcodosio l imperatore d'oriente, batterono le fort.c di Mnrcclli· no, fratello di Magno Clemente Massimo, u.<urpntore del trono. L'esercito di Teodosio l insegu1 gli uvvcrsnrl fino nd Aquileia: qui, dopo essere sto· ro canumro, Massimo fu mes· so n morte.

394 Frigidus (V ippacco, liumc del Veneto). L'esercito di Tcodosio il Grmde si scontrò con le forze deU'usurpnrore Eugenio. Gruzic al tradimento di un grosso corpo di truppe, Teodosio riusd vincitore dello scoorro. Eugenio fu ucciso c per l'ulùmn volta furono riupitj sot 10

un'unlc~l

coron:l

gli imperi d'oriente e d'occidente. 403, aprile Pollenria (Pollcnzo, Piemonte). Stilicooe sconfisse sul campo, dopo una battaglia durissima, i Visigoti del rè Alnrico. che fu costreuo a riparare ul di lù dell'Adige. ~05 f'lorenrin (Firen~e). Le forze romane sotto il COnl>lndo diStilicone, al servizio dell'impera-

168

436 Norbo (Nnrbonne, Francia). li re goto Tcodorico vi nssediò lo gtutrnigione romana ma fu rostrctto oUa ritirorn a causa del sopraggiungere di rinforzi 11l comando di Litorio.

451 Cfltalnunici Campi !Campi

Ri/11010 <DII VIttoriA. 0../l'• rro dr Coti4JIIÌI:o.

tore d'occidente Onorio, batterono duromcnte gli Onrogoti di Radngniso ndln piana fra Firenze e Fiesole. Lo stesso capo barbaro fu ucciso ed i pri· gionicrì vcndut i come schiavi.

Coto lnunici, Chompngne , Francio). Famosa battaglio d1c vide In vittoria delle armi romane nJ comando di Ezio c dci suoi allenti Visigoti contro gli Unni di Attila. Ln cavalle· ria unna Wrlllc bloccatn do un pr•ceiso e micidiale lancio di frecce c lo scontro dellu fame· ria vide la vittoria arridere :ti Romani. Durante la norte Attila si ritirò prima dietro la line;r doi suoi cnrri, poi definitivamente al di l~ del Reno.

408 Roma. Alurko, al comando delle sue orde visigo·re, com· pnrve sono le mura della città dopo ;~vcr percorso l'Italia 452 Bergomum (B~rgamo) e Bri.~ia (Brescia). Le città vennero settentrionale e ccotrillc senza prese e saccheggi nre da AIli la, inconrrnre resistenza. Deciso re degli Uoni. :1 prendere la città J>cr fame , Alnrko pose un duro assedio. 452 Aquileia. Il re unno Attiln, Dopo lunghe rranative il re dopo un assedio dJ alcuni mc· barbaro tolse il blocco e si disi, conquistò In città. Gli nbiresse verso la 'foscwnn solu- , tnnri si dispersero sulle isole mente quando gli furono condella laguna e fondarono scgn:ttc 5.000 libbre d'oro, Grado. 30.000 d'argento, 4.000 vestì di seto, J.OOO vesti di porpora 455 Cor1olis (Cagliari). Venne conquis[atn in quell'annù d11i Vnn. e 3.000 libbre di pepe. dnU di Geoserico. 410, 24 agosto Roma. 11 re visigoto Respinti nel 468 dal generale Alarico si portò con le sue solbizantino Marcellino, rioccupa· datnslic, per lu tcrr.a volta , ronn In citt~ nel 477 per esse· contro Roma. Proticam~nt~ re poi nuovamente ricncciat.i lndifesn In citrn venne occupanel 534 dol comandante bizun· ta cd ebbe a soffrire t.re giorni t ino CiriJlo. dl saccheggio, rotte salve le chiese e le vite dci cittadini. 455, giugno Rol'tlll. li re vandalo Gcnscrico portò la sun nrmntn Poi i Visigori si trasferirono


4 76 Ticinum (Pavia). fu In bma-

dall' Mrica verso Roma, dietro su~Jgerimcnw di Eudossiu, vedova di Valcntiniano Ill, assassinato nel corso dello stesso anno. La citt~ era prati· ca mente priva di di fC$e cd a 1lulla valsero le f>reg_kiere e le esomzioni di papa Leone L Essa fu abbandonnl.a aUn soldntaglin per ben quauordici giorni.

gli:t che segnò prnticnmcnrc In (inc dell'impero romano d'oc· cidemc. Odoncre, proclamtliO re dalle sue truppe, vi sconfis. se le forlc romane al comando di Oresrt:, podre del giovane imperatore Romolo Augusto· lo, che venne st•ccessivameme decapitalo in agosto a Pio· cenz:n. Dopo questll vittori:l c quella successiva Ol tcnura nelle vicinanze di Ravenna contro ''" fratello di Oreste, Odoacre onenne In dignità di pntri•io romano dall'impcrnron: d'oriente.

456 Nolu. La cittHll distruua dalle bande vandale di Gcnscrico che, dopo aver posto '' sacco Roma, si portarono i n Campania continuando " saccheggiare c depredare.

456 Plaeentio (Piacenza). L'impe·

486 Noviodunum (Sois.son, Fran-

ratore d'occidente Avito ebbe notizia di una rivoltn scoppia· to contro di lui mentre ern in vi:tggio per le Gallic. Tornato sui suoi passi, dovette oece un· re combattimento .contro le fotze inviat~gli dal senato e comandate do Ridmero e Maiorono. Sconfitto, Avito nccettò di dimettersi in cambio della dignità vescovllc. G li successe Mniorano n suo volta deposto do Ricimcro nel

cia). Dieci anni dopo la caduta dell'impero d'occidente, presso questa città le ultime trlll>· pc romane al comando di Sia· grio furono decimate dai Franchi di Clodoveo che, pO· co dopo, consolidb un regno indipendente.

489 Verona. Teodorico vi sconfis-

se gli En1li di re Odoacre im. pndronendosi dello ciniJ. Con gli Eruli si batterono Sciri, Rugi c Turcilingi.

46 t. 457 lhuaglia nav:olc al lttrgo di Sinucssa (Cnmpunia). Flavio G iulio Maiorano, imperatore d 'occidente, impeg11ò e scon· fisse una notta vandaln al comando di un pareme del re Genserico, che rima>e ucciso nello scontro. 463 Ccnabum (Orléans, Francia). Fu questa una delle ultime vittorie milit-ari dell'impero d'occidente. Egidio, comMdaote romano, condusse le sue for-ze contro bande visigole che eJ"ano al comando del loro principe Federico.

468 Carthago (Cartnginc, Tunisia). B•m•glht navale. Ci.rCll 1.000 novi degli imperi d· oriente e d'occidente al t-om;undo di Basilisco, tentarono la sorte contro la [lotta vandala agli ardi-

4189 Athcsis (Adige, fiume del Velmc:;:na rli l•~iòtlt ieulpitll :s.ttlltl parlr:

supcriorr tli Wl pi!mtro.

f!1ò

impniak.

ni di Gcnserico. T Vandali si portarono in favore di vento e dispersero il naviglio 11vversa· rio, in parte abbordandolo cd il1 pane incendiandolo. Basilisco fuggì con le navi super· stiti. 472 , 11 luglio Roma. L'Urbe è difeso dall'imperatore Antcmio contro Rkimcro, suo generale c lcg:uo a lui da vincoli di pa· rentela. Sconfitti i difen$ori nelln battaglia di porta Adriana. la ciuìt fu succheggintn cd in parte incendiata. Antemio fu ucciso durante la fuga.

neto). Teodorico, re degli Ostrogoti, vi sconfisse Odoacrc, re degli E ruli, conquistando tutta In valle del Po.

'190 Addua (Addn, fiume delln Lombnrdia). Odoacrc venne sconfitto dagli Ostrogoti di Teodorico e cosrretro a rifugiars:j in Ravcn.ntt.

490-493 lhvenoa. Sconfitto olI' Adda, Odoacre dovette ripa· r:1re nclln città ovc gli Erull nffrontarono un duro t sanguinoso assedio. Decimati dalla fame, essi alla fine si arresero: i pntti non vennero rispettnti ed Odoacrc, col figlio e con il fratello, fu pass:ao per le armi. [ncominciavs per l'Italia lo supremazia osrrogotn.

169




da quelln civile rcsc più f•cile In di· fesa dd con fini, impedendo :tnche l'acdamu:<ione imperiale dci govcr. nmori n capo di rcrrirori impon.mti c secli di stnn~inmcnto di truppe, ingntziatc con donntivi in dcnnrl), frurro di imposte illegali. Anche Il territorio dell' ltnli:t vcoulc diviso in due: diocesi, unifor· mnndosi sotto il profilo nmmini· strntivo al resto dell'impero. Fuco· ""infine nboliti ttnti i v<:<:chi J)rì\•i· legi c immunità. Un nltro documento molto im· portnntc ni fini di u n:. :opproprinta conoscenzn di questo complesso qundro storico è Jn Notilia Digniw lmn, uon sorto di ttnnuario sulle CII· riche dei diversi funzion~ri impc· ri.nli. Prcsent<l numerosi problemi di d:u :~zionc m :l gcncrnlmcmc si pc nsu che si riferisca alla fine o alla met~ dd l V secolo, sopratrurro per qunn· 1.0 riguorda l'organizzazione mili-

tare.

lr:mnc che per l'Africo, l' Acnin e l'Asia che cominuarono od :•vere u11 proconiole aU<: dircue dipcn· denze dell'impcrn!Ore, e I'Egiuo, il cui prae/-:ctlls si pone in posizione inlcrm~-diu tra i governatori delle nuove province egiziane ed il loro vicario. TI governatore aveva poteri solu· mente dviii; quelli militari erano delegati nd un d11x, cui dipendevo·

........

,~

no anche pi~ province. Tutte le vn· rie divisioni nmminisrrntivc furono poi riunite in l :l dioçesi rcrte dn ui· carii e le diocesi in 4 prdetrure del prctorio. ~ responsabilir~. e quindi il po· rere dci vuri governatori, vennero di conseguenza di molto ridotti , es· sondo ormoi focilmcme conrroUabi· li da purte degli organi SUJ><:riori. Lo separazione dcll'nutorir!t milit:~re

Esso illustra minuziosnmcnte le coriche militnri e civili dcUn parte orientale cd occidentale ddl'impc· ro, secondo l'ordine gernrchico, dencnndo le divisioni territoriali c le rispcorive sorutture di coordina· menro. Ci moSlra anche l'elenco dci con· tingenti militori deputati all'or· gilnizznzionc della difesa confi. nurin . l) opc(O di Diocl~ziono venne proseguita dni suoi succcssorì che improntnrono il loro operato ad una sempre mnggiore complessità gcrnr· chic a Il gnwe problema dell'integrit~ territoriale, unito n quello del man· tenimenro dell'esercito, costitul la preoccupnzionç costante dei vari impcrn!Ori che ccrcnrono di fnrvi fronte anche mcdinnre pesnmi pres· siuni fiscali nei confronti degli nbi

tonti delle province. Le grandi invasioni c la coriSe· guenrc nnscitu di regni barbarici, segnarono in occidente In scompnr· sa di questo compiC$so nppnrcuo provinciale, che continuerà inv~'CC nncora n vivere, seppur profoudn·

mente modi(ict\t(,, nc.:i territori oriéntnii.


Mllltrclnnin

Suddivisa già i"' epoca imi>Cri~lc in due province, la C,utsaricnsir c In Tingifalla, In M nuretnnin ebbe un n \•ira diversa dagli olrri domini d'A· frica sopmllullo perché h1 catena del Rif impediva un conumo diretto ~on gli olrri possedimenti nfri· ca m. Le sue c:.rallcristiche non si differenziavano molto dnlln Numidin o dall'Africa proconsolare, se non per aver rul!lliunro un minoo· grado di romanizzazione: le sue città più imporr•nti erano Tir~gl (Tangcri, Mdlocco) e Vo!JLbilis (Marocco). ricche <li opere: pubbliche. Soggeuo nd nuncchi di genti maure e dilaniata da disordini interni nel 172 e 177, lo Caesariemis fu suddivisa d;~ Dioclc?.iano in due entità amministrative delle quali b prima conservava il vecchio nome,

mentre In second1-1 1tssurnevn lA

de-

nominazione di Sitik11sis. La 1'ingitm111, dj Cui si haJlno notizie di torbid i dal 396 a l 39a, fu, nUn fine, unita alla diocesi di Spagna, con cui dcJ resto aveva sempre mantenuto rapporti commerciali privilegiati. Il dominio romano cessò definiti· vamcnte nell:o secondn mctlodel Vl secolo, sotto l'incalzare degli n t tuechi di Berberi ed Arabi. Africa c Numidia

Le province nfl'icane ebbero un'ulterio.re suddivisjone amnlinistrntiva in et~ dioclc<ianco. L" Afri· ca venne ripartitA in Procons,./oris con capitole Colonia lulia nova Carthago (Cartagine, Tunisia). By:zacc110, che gravitava intorno nd Hadm· metm11 (Sousse, Tunisio~) e 'fripolila· nia con Leptis Magi/il (T~i>LÌs, Libia)

s~,.

,,., CQtiUUtdo, prner()rlllm,

Jdl'tlccampam~tJOlo tiri/a ll!grom: Ili Augusta o 1-•mh:lesb (Lam!M~c. Il/gerlA).

ITtil imptriJzl.c.

quale città pil> nota. La Numidia ebbe un assetto che rimarr~ definitivo trAnne una breve pn1•encesi in etio costantiniano: fu diviso in Nu· midio Cirtt.msu con capitale Cirttl (CostaiHinc, Algcrin) c Numidia

Militiana. Turte le suddivisioni amminisrrn· tive, a cu i vennero aggiunte le due province della Mauretanio, formavano la diocesi d'Africa, dipendente dnl prefetto del pretorio d'Italia. Un comes nssumevn il comnndo di tutte le tro.oppc che vi erano stanziate mentre alcuni duccs sovrnintcndevano a settori di difesa del limes.

In questa situazione assunse im· portanztl sempre m~ggiore Carutgi· ne il cui vescovo, dal250, fu primo173


IJ.CTt:Jml~ ~4mfJICIIfOftJII4' l'o~ftl Jdl~

fntPM tV1t1411r d>t III~IN> èO$truit() /t citrrmt /rJ Coptos cd il ma' Rosso. Dii Coptos. Età imtn:rùzlr:. ln b.,.o. Vccltca cix f1(ff}<a la cosrrra/QIIr rlitllltl

furt.,-..;a. D• Tibubu<i (KJar 1artm<. Trmllm). lm:l Jc/ TV S«. J.C..

re d'Africo. Nd 42;) verrll cimo dn una nuovo serie di fortificazioni. Tuu• ht rcyionc: fu scossa du gucr· re civili nel256.259 e dal289 •Ù 299. U movimento eretico dei Donatini wrbò l'equilibrio instuur:no: esso n•1cque nel }O:i con un souofondo nnche nnzionnlisrico e fu solo nel 41 1 che si riusd o dcbdlorc l'eresia ud OllCru soprauuuo eli Aurelio Agosti· no, vescovo d' lpponn. Nellll c IV secolo i villaggi vcni· v-uno gcncrnlrncntc clcvoti n mwtici· pia pèt ospitare un vescovo mentre i In t ifondi sì evolvevano in grandi o· se villoc nutosufflcicnti c centri mc•·· canrili. GU uJLlmi decenni del lV se· colo videro il tentativo di Firmo c Gildone di creare uno ~tulo distinto d:l quello r0111nno, con unn forte componente donoùsta. L'especimcn· ro venne srroncnro e f rn le moriva· Y.ioni dì questo inaspettato encrgin del parere cemntle è sicuramente do ricord(trc che in quegli anni Roma ri· CC\•cvn f nuncnto quasi csdusivruntn· t" dnlle province Giricone. Poco dopo "mrnrono sullo scena d'Africa i V:mdali, i cu i domirti nel 442 erano raggruppati neU' Africo proconsolare, nella Byzacena c nd· la Tri1X>Htani:r. Cartagi11C ru la c:rpi· tale di 'lliCStO ~tnto che, :a somigli:m· zo delle province romane, ero cinto do un li111~s. il/OSSI111111J Africa/!. Mniorano nel 460 c A rtcmio ncl 468 tentarono di riconquistare i ter· I'Ìtori mn fu solo Bclisnrio, nel 534, genernlè di Giustiniono, che riuscl • restituirli, almeno nominudvamcore, all'impero. l.'crn rom11n:1 terminò ddinitivn· mente nel647, sotto il duplice ntrncco degli Arabi dall'est e dei Berberi d:ol sud. Cirene e Creto

L'nuuale Cirensic•, uni m all'iso· la di Creta, formò in età imperiale 174

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·CENTENARIVfv,TlBVBVCI

QVODVALERrVSVIB\ANV S ·'V'f,fNITlARI AVRELJVSQVlNTfA vs~vp. fRA~ SESPROVINC

POLITAN!\f?t Rrt CICVI\f\


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...

un:1 provinci:• Autonoma

di

rango

senntorio. Divenne indipendente solo con In riformn amministrativa di Diodc>,iano che pose lo suo copitale n Plolcmais (Tulmaythilth, Libin). Cii onacchi dei Libi dell 'entro· terra sono testimoniati dnllc opere del vesoovo Sinesio e da un editto dell 'imperatore Anastasio l. Anche la Cir(!oaico caddo: in mano a..-oba · nel 643. Con In citnto divisione nmminiStrotivn di Diocleziano, Crctu fu IIS· soggewun alla diocesi dello Mesiu e divenne successiv•mcntc un tema dcll'impero d'oriente.

Egino

u-

L'imt>Ortnn••• economica e poli cn dell'Egitto è documentata dul

fallo che per molto tempo, in et~ imperiale, In regione fu considero m ed amm inisrrmn come posscdimcn· to personale dell'imperatore: fu infotti ordinata in provincia solllmcn· te nel 296. Oiodcziano, nl termine ddlu

gr:lndc rivolta, divise l'intero tc.rri· torio in entità amministrative più piccole: l' llt-gyplus /ouia, l' llcgyplus Herr;u/ia poi l' IITC~~Jia c, in età post diodezinnen, l' Augustommca. L'antico incarico di prc:fctto, quale r.tppresentonte dell'impcr.,IO· re, fu mantenuto mn divenne subordinato al vicario per la diocesi d'oriente. La sua particolare posizione aU'interno dei domini imperiali è dimostrata dalla cosTimzione, con Tcodosio, ddln regione in diocesi a sé stante. Questa $llddivisione fu mantenuta finché Giusti-

'tm/t·o.

Dt~lld

Colmma 1Niallll

ninno lo divise in cinque eparchie. In campo rclij;ioso il vescovo di AJessnnclria divenne prima metro• polit<l c, •wl 451, patri~trca. Prlm~ dd 325 I'Egino contava già 50 vescovi che salivano n 94 intorno al 346. Cir<"a alla medi dd IV secolo risale lo 1raduzione della Bibbia nei dhùetti dei (ellnh, mentre contem· poronenmcnte inizia l'ascesa della cbìcsu copto. Nel IV c V secolo le province egiziane, patria di Atanasio, A rio, Cirillo furono dilaniate da dbpute teologiche. L'ennesima rivolta del 516 e la diatriba iniziAta nel 536 da Giustiniano avverso al monofisismo, tolleruto fino ad :UJora, provocarono una serie di torbidi ed il non


ciconoscim~nro dei pnwnrchi prescclti dall'imperato<e. L'Eg~llo fu occUJ>•to per un decennio, o partire dal 619, dai Persiani e dnl 639 venne sottomesso dagli Arabi: le popolazioni locali ac· col~cro gli invasori musS\tlmani s i· mili a liberatori dni Romani, roppresentllti come persecutori dello

ehiesn monofisita e sfJ'utrntori del paese. PalestinA

La regione rimase sempre ricca di fcrmem i spirituali: nel ITI secolo le comunità cristiane più fiorenti sono n Caesa1Y!a Maritima (Israele) ed a Scythop()l/s (BcisilJl, Israele) mentre sorgevano contemporaneamente nuove sinagoghe, la cui costruzione era già stata autorizznta aU'cpoca d.i Marco Aurelio. Durante il IV secolo erano inoltre edificati innumerevoli monasteri che rimanevano 176

~!sposti, specinlmente alla fine del Siria secolo, alle scorrerie di popolazioni Fu in età d.ioclezianca che la Siria arabe. Il pagan<~simo era ancora un'im- divenne decisamente il fronte p rioportante fnrtore religioso e politico: dpale dell'impero romano verso la dtt/l di Sebaste continuavo ad l'oriente. avere notevole importanz~ per i In questa regione U lùncs assunse suoi culti, mentre le persecuzioni di corarteristlche particolari in consi· Valerinno, d.i Macrino e quella dd dcrnzione della mancanza di ouacoperiodo 303-323 risultav:tno parti- li morfologiei di rilevante entitlì. sia colarmeme dure ed accanire. • verso i nomadi arabi che verso H ne· Sotto il profilo politico si ram- mico petsiMo. Ecco allora sorgere mentano i disordini durante il re- innumerevoli fortezze c castelli pogno di Giuliano e le rivolte dei Sa· sri a clifesa delle vie militari: opere mnritani nel 484 c nel .529-530. forrificatt! concepiti! sulle posslihili Dopo un periodo d i rinascita nel· linee di penetrazione avversarie e l'et/t di Giustiniano, favorita dal collegate da strade militari . Le più flusso conrinuo dei pdlegrini, Ge· importanti furono Singara (lrak) e rusalemme, che nella metà del V se· Bt!Zabde (Turchia). colo aveva visto ricostmita la cinta Intorno al 341, sotto Costanzo murnrù, venne conguistara dai Per- TI, l'lntèra resionc fu suddivisa in sitLni nel 614, che vi rimasero fino più unità terriroriftli minori. Nasceal 629. Scacciati dai Bizantini nel vano così la Siria il, lu Fenitin Li· 630, gli Arabi vi si insrnllnrono de- bnnese, la Celesira e l'Augusta ìEufinirivamentc n~J 634. frntense. Dai primi decenni del IV


Villa AJrùmd. l'laltico rleoJirtll//1!0 iuscat. 1:2JO.

Epigrafe che rlcorJa I'•Jificazior.e di 1111 foru Je/limes cripoliranus. Da $Jam1

mmisia). r98 d.C.

secolo, l'intera Siria divenne retrovi:~ deUe guerre contro i Persiani. Il confine dcU'Eufratc fu ralforzato con apprestamenti fortificati e con strade militari e la stessa Antiochia (Antakia, Turchia) fu molto spesso sede dcii 'imperatore. Il V secolo fu invece un periodo d i pace che vide diffondersi il feno. meno religioso degli anacoreti. In quest'epoca i baluardi difensivi pi~ imporranti erano certamente Nisi· bis (Nusaybin, Tmchia), c Oam (Turdùa) . Poi, pochi anni dopo l'inizio del VI secolo, si compl rapidamente la storia f:inalc dclla Siria romana. An· ticchio fu duramente colpita da due

successivi terremoti, nel 526 c nel 528; ~ territorio vclUlé devastato daUc

177


Smt• d<i tttJtro d/ Sabratha t2;)flat/xl, l..lbl•!- Plastico ricoSirtmhv in sca/a 1:20.

incursioni di Ambi beduini, lanciati nelle loro scorrcdc dai Pcr$lanì sassnnidi; il confine en> praticamente ìncllieso, Hnché anche Anliochia cadde sorto il controllo di Cooroc l nel 540. Il resto della provincia divenne persiano nel 609. Riconquìstato temporaneamente poco dopo, fu ddinitivamenre arabo nel 63 6. Armenia

Due erano i retrirori che i Romani chinmavnno Armcnln: la mtlior, (ro I'EuCrate cd il Caucaso, c la minor, che confinava con Ponto, Cappndoeiu ed il medc~imo fiume. Mentre la minor rimase sempre 178

nella sfera d'inOucnza romana, senza mrti costituire una provincia au~ tonoma ma formando un'entità lcgnt11 ad un altro territorio, in ultimo alla Cappadocia, il possesso della maior CO$th11l sempre motivo dì contrasto con il regno dci Parlbi. • Tra illl4 ed U ll7 'l'raiano aveva iniziato a costituirla in provincia, pur se legarn nl govcrnntorc di Cappadocia, ma già Adriano la abbandonò, permencndo la cosciruzionc di un regno indipendente. Solamente Giustiniano riuscl nuovamente a condurla sotto ìl direuo dominio dell'impero. Assiria

ncU-c c:ampa!llJC dd 115-116 d.C., conquistò vasti territori fra il Tigri e l'Eufrate c:, al di l~ dd primo, anche J'Adiabenc:. Fu tuttavia già nbban donata da Adriano.

Ebbe la medesima origine della provincin assiro mu la sua viro fu di più lunga d11ntta anche se, tr•trandosi di areu continaria, molm movimeotaUL Persa da Gordiano e Filippo. in età tardo imperinle fu riconqwtnto da Diocleziano 1: Galcrio. Nel )6) vide il suo territorio ridotto solamenu: alla parre occidentale. QueSta slruazione durò pmticamcnu: Ci-

L'Assiria ebbe un ordirutmi!llto no a Giustinidno quando 1M ld finè del VI e l'inizio del VU S«olo, In ri-

amn>inistrativQ allorché Tralano,


presa dell'cspamsionismo persiano provocb l:o perdita definitiva della regione.

donata nll'lslnm nella primn. merà del vn secolo. Asia Mi.nore

Arabia

Nel m secolo quello che era stato il regno dei Nabatci, ridotto ormai da lungo tempo n provincia, fu suddiviso in due entità emministro! ive; l' Arubin Deserta, con capitale Bostra (Bosr:t cch, Siria) c l'Arabia

Petraea.

Sul suo territorio transitavano le carovaniere provcnicnd dall'oriente e quindi il suo interesse economico era rutto rh•olto al commercio. Anche le città più importanti, Bostra e Pctm (Giordania) vedevano nei rraHic.i mercantili la ragione d' esistere. Ln provincia fu abban-

Diocleziano ini1.iò l'opcr:• di re· cupcro di queste regioni già duramente provare nel m secolo dnlle scorrerie dei Persiani da oriente e dei Goti cd Eruli da occidente. Galerio e Massimino Daia continuarono l'opera del fondatore dello teLmrchia, finché Costan tino spostò anche la capitale dell'impero. Ciò provocò inevitabilmente una deviazione dell'asse polirico verso le regioni che guvirovano intorno alla nuova cirrà ed un mutare delle lince di traffico mercantile: Se ne avvantaggiarono economicamente le cirtò della Bitinia e della Frigia.

Rilit"Vd /mtc:riln'o ~UJJ hus/ù tli dutma. Dt1 P•tm;, (Siritt). /Il>«. d.C.

Anche lo l'oflogonia assunse uno diver:sa importanza perché si rrovò sullo direttJ·ice di marcia delle forze militari impegnate in Armenia, menn:e, conrempornncnmente, In Cilici'l rimoncva un bastione della provincia siriaca. Nel l V secolo si verificarono due bui di notevole importnn~a. L'u· no, di natur-a strettamente militare, vide le devast<~zioni delle incursioni gotiche dèl 378 e 379, l'altro, anche di interesse politico, rigua•·db il rinascere del sentimento nnzionale presso popolazioni prccllenistiche, seppur ancora cnlturnlmcntc :~rre­ trate. Questa situazione venne im179


l!l1t11J a U:Jfchn.:

111 hrolt:.O.

0./111 ITt<rO{'I)It tll Ctztollla (B"III'm•l. Sfflln,f• mttil cM 1 sec. ti.C.

ni [rn i più Imporranti scriuori gre· ci del periodo romano: Cassio Dio· ne di Nicea, Arriano di Nicomedi". Dione Crisoscomo di Pnuu e Sroo. hone di Amnsia.

Gnlnzin Fu questa una regione ovc meno che ah rove si auuò una profonda romlllli:tznzione forse per· ché sopravvisse sempre l'originario ordinamento dei Galati in tribù celte.

Diocleziano la suddivise in GtJs. prima e Galo.zin SalulariJ.

zio

Essa rimMe sempre una provincia n t~ndenza nettamcncc militare. Lu rl (orma diodezinnen In vide suddivisa in Cappadocia prima, con Cacsan:a (Kayseri, Turchia) quo.le cernro più imporrante c secunda Le fu souratto la Licaonin, con capita· le lco-nium (Konya, Turchia) e l' Ar. meni:~ minore ripartita in priflla c secu11dt1 con l centri militari fortìCicatl di Saf<Jla (Kclklt, Turchia) e Mcfilcnt: (Malatya, Turclùu). C.ppsulocili

Lici• e Panfwa Poslu al di fuori delle grnndi linee di comunicaziomcdl:uamentc $froctaca dnl potere per 1<:: incursioni barbariche rnn n ne, non ebbe mlli grande sviluppo centrale sia come mezzo di muodi· cousa dello cri~i genelllizzora, so- culturale ed economico. Pare che Diock~iano non mutasse lo •un fesa che di partecipazione alle cpc· ciale e poliricn, deU'impero. ruzionl su nh ri &onù di gucrrn, Diodezinno In riordinò in ben conHgurnione amminiscroci\Ja, In periodo giustiniono:o le dctA selle province: Asia, Corio, Isole,' meotre fu sicuramente riformara da mantenevano l'amica culrurn solo Lidia, Frigio prima, Fdgia sectmda Costlllltiuo. perché, procerre dn solide murn, d Ellesponto, ume dipendenti mentre il conrndo veniva sempre dnUn diocesi d·Asin. Cilici" Lo sun cnpitnle venne po· pi1l nbhnndonnto ngll nctnc;(hi degli Questo ordlnamcmo variò mol· sto a 'fam•s (Turèhia) mcncre ciuù Arabi. ris.simo con gli iffij)etarori bizantini. di tm'!l qualche importlln>.a tra .'kfi. ll crisrianesimo vi [u diffusissi· nus (Cazipnsa, Turchia) poi rihat· Vediamo ora le vicende di dl15Cu• mo: ricordiamo che sun Giovanni tezzatn 1raianopolis allorché vi mo· nn regione. visse e morì nd Efeso. r\ quell'imperatore. Asia Il territorio non ebbe mai as· L'lmj)C'rntorc Arcjl()io le dicdr segnari conringenri militnri neppu· Pomo e Bilinla Diocleziano ripar· una nuova organizzazion~ basara su re durnmc le guerre di Giulluno lì U primo in Diosponto, Pomo l'o· tre province: In Cilicio prima, con conrro Snpore TI e durnnre l'inv•· lemonin,co c Armenin minore, c 1!1 c"pira.lc 'J'of'SffS, la Cilicht secmffld e sione goriCR. Bitinin in Bitinio t Onothlde. Furo· l'Isauria con Sefcucia (Silifke, T urEssa tuttavia decadde non solo no ociginuri di questi territori nlcu· chia). ISO


181


Tracia

Nel 251 i GolÌ conquistnrono

Philippopulìs (Piovdiv, Bulguriu) La Tracia comprendeva i rcrrito· ri che dal meridione delln Bulgnrin giungcvnno Cino ,li Bruo:nni. Essa ebbe scarsa rilcvnnzn poli1ic<~ cd eCO· nomi01 fino al m se-colo, quando divenne \C!Tcno di scontro con i pof)Qli harbal'i ìnv:1s0ri: i suoi abitan· ti, ehe avevano conservato usi od ahi· cudini propri. vennero lnrgnmenre utillZz<tti negli c:scrciti di Romn.

182

<:

nel corso della guerra del 377·378 i medesimi barbari vinsero ed uccise· ro presso Hatlritwopolis (Edirne, Turchini l'impcrmorc rumnno Vnlente. Alla fine del lil secolo la Tr:1cin venne divisn in q<mttro province cd elevata a d iocesi comprendente nn· che In Mesia inferiore e In Sclzia. Fu n lungo co11tcsn f rn gli imperi

Ttmplo Jtuo Ji &1éto .W lldlopolis IIJa•ll>«k. U/..,wJ. Pknncu ri<Qwrtlln<J l• Ka/(1 1:10.

d'oriente c d'occidente, finché non rimase permanenrenlJ:llte ul primo, anzi vi costituì per lungo tempo In d ifesa lontan:t dclln cnpi· tale. Verso il principio del V1 secolo ebbero ènizio i primi atltlccl.i dti


Bulgari. Nel 517 l'imperatore Giu· srin11 vi sconfisse gli Anti. Macedonia Considerata provincia ricca per le miniere, le proprietà terrierc c la vita economicn che traeva impulso dalla via Egnazia, In Macedonia eb· be a subire il travaglio delle inv3Jsio· ni barbariche, specialmente dei Go· ri, a partire dal Ul secolo. Essa venne divisa amministrati· vamcnte da Diocleziano in Macc. doni n J1TÌm(l c )ctcund~, c::nuam'oe fn· centi parte dello diocesi ddh1 Me. sia e le furono enudente In Tessa· gli:t, divenuta provincia autonoma, cd il lilomle adrinrico, ceduto all'E· piro.

Epiro

n

territorio non ebbe particolare vigore economico o politico in età imperiale. Dioclezi•no vi formò due circoscrizioni. la prima col vecchio no· mc, la sècondn, costilUitll dalle ter· re oifacciantesi sull'Adriatico, con copimle O,rrachilml (Durres, AJ. bani:o). Acais Dopo essere stUHl presa e sac· cheggiata da Alamanni c Goti du· ranrc il regno di Gallleno, Atenc fu fortificata dn Probo: In sua cint.1 fu completat:l ntl 297. Nel IV secolo si sviluppò Thessa· fonica (Thessnloniki, Grecia) sede della corté di Galcrio. Tuttavia il sorgere di Costantinopoli contribul a far diminuire l'importanza delle altre città deUn regione. Solo Atene rimns<: sia quale centro culturale the come ultima roccaforte dei p•· gani finché Giusrininno, nel 529, decise la soppressione dell'accade· mia platonica. La provù1cin d'A<:aia mantenne sostanzialmente la sua struttura fi. no al Vl secolo. Solo Diocleziano le aveva sottratto le Cidadi costiruen· do una provincia lnsularis. All'inizio del VT secolo torto il territorio fu minacciato dagli Slavi

che si stanziarono in Epiro, con esclusione di Durazzo, ed in Serbi a. Mesio

Le province mcsiche si rrovarono fatalmente sulle direttrici di marcia delle invasioni barbariehc. Le popolazioni ehe l'abitavano erano di stirpi ed çtniç divçrsi$$imç m !oro; tribù tr~cictbe, Sciti, Sarmati e Busrarni provenienti da olu·e il Danu-

bio. Per tenere unita questa miscel· l:mca di popolazioni c per difesa dai popolì ostili, fu creata, già in età imperiale, una serie di accampa· menti militari fortificat i, i cui capo· saldi erano incentraci in Ratiaria (Arear, Bulgada), Vimiuacium (Ko· srolae, l1•goslnvia), Singidunum (Belgrado, Serbia), Nova~ (Svi~rov, Bulgl!ril!), DIIIVUQnl//1 (Sili· s tra, Bulgaria) c 'troetmis (Ro· mania).

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Fomitl~a

rlact. i\ftiQ/JII <Wl Trop~~tum

Trolani Ji AJamklim (Romauia).

Da/malia c Prai!Valitana con ~pirale rispeuivemcnre a Salonlll! (Solin, Iugoslavia) e Scodra (Aibaniu). Nel J9.5 fn rormata In diocesi dell'Illiri· co che inglobò anche la Grecia .,d eb~ per capitole Tessalonica. Le cospicue immigro>:ioni di i tali· ci nelle città costiere ne derer:minarono un'intenso romanizzazione mentre l'enrrorerro, abit ato da tri· bù indigene, riseod meno dello pre· senza romano. Dalla fine del Vl se· colo il territorio fu occupato dogli

Slavi. Pannonia Provincia confinaria d'interesse prertomt!llU! militare, In PBnnonia del lli secolo subì In pressione co· stante di popolazioni barbariche provenienti d'oltrc Danubio. A causo della swt sempre accresciuta importanza militare in questo pe· riodo, comand:mri di truppe ivi stanziAte o natìvi della regione furono elevati allo porpora. Dioek"o~inno costitul In diousis PamiOIIÙiftmJ, suddivisa in qu•mro ent:itll omminimative: la P01monia

pri111a e secmrda, la Savio e la Valeria. Notcvolissimn importan~ ns· sunse SimJium (Mierovico, Tugoslovin), sede di rre sinodi. nel 351, Tuno il confine, d'altNl parte, venne pesantemente forcificoto permettendo ai centri comrocrdo.li dell'interno di prosperare: Scupi (Skopje, Iugoslavia), Naissus (Nis, Iugoslavia), Pantalia {Bulgaria), NicopoliJ ad fstrr1m (Nikjup, Bulg~rin) e Sm.lfca (SoLio, Bulgaria). Dioele~iaoo divise b Mesi a supe· riore in Mocsia Margemis ed in Dardaflia, e l'inferiore in Mocsia SI!CIIII·

do e Scythia. Le province mesiche subirono in· vnsioni di IIJnni e lo stanzlomtnto di popolazioni di stirpi gotiche. Le città più importanti resistettero tunavia all'avnnzore delle barbarie, anzi furono più fortemente protet· te da G iustiniano che tentb di tte·

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nare l'irruenza degli SlttV'i con nuove serie di forrificn~ioni.

Docio Tunn In regione n noJrd del Da: nuloio fu abbondoruuo da Aureliano nel270. Con territori sonrmri alla Mesio fu costituito la provincia ddlo Dada Ripensls, con cnpitll!c Scrdica (Sofiu, Bulgurio) e quindi Ratia· ria (Aréar, Bulgaria). Successivamente il territorio intorno n Scrdica cosritul un'entit~ amminislr"lHiva autonomo : In Dacia mediterran~a. illirico

Le riforme di Diodeziuno fecero sl d1e l'Illirico venisse suddiviso in

3.57 e 3.58.

I s~··mati effettuarono Oll~cchl nel 370 e 37.5 finché Vnleminiano l non rinforzò il fimes, occupando restc di ponte nl di là del Danubio. Nel 378 inizit> il declino del dominio romBno in queste regioni con la sconrina di Valcnre nd Adrianopoli od opero dei Goti. Snrm:ui e Gori mossero ancora all'uttacco nel 380, 384 e 387. Poi i Goti occupa· rono p!ltlé dcUa Pannonio men[re iniziavano le offensive: degli Unni. Per l'ultimo volru venne riorganizzato il confine deUn Vatena dopo il 403 . Nel 433 lo Pomro11ia lt>CIIIItla c la Valeria turono cedute dn Ezio agli Unni. Dopo la fine del loro eWme-


Stt:lt' /mtmtrÙl. Du Salm tle /eu lufunl~s (IJII'X"f• Spaflla). Età imperia/•.

ro regno quei rerritori vennero oc· cup:tti da Coti, Sciri c Ccpidi. A resistere alla mafea dei barbari erano Iimaste solamente le città r.1elle quali si rinserrarono anche i cri stia· ni: Sinnimu cadde neUe mani degli Unni intorno al 44 l. A partire dalla prima metà dd Vl secolo ini~inrono gli attacchi dei Bulgari e fu In fine della civiltà romana .

RMì4 Provincia d'indole prenamcmc milir<tre, sia perché nnremurrue alla difesa deU'lrolin. sia per le numero· se strade militn.ri che consentivano il transito delle truppe dirette ad occidente o ad oriente. Fu suddivisa alla fine del lll se· colo in Raotia prima c secuuda, entrambe dipendenti dalla diocesi d'l· talla. La Raetia prima ru occupnu• dai barbari nel V secolo, la swmda se· guì le soni d'Italia. No<ico Suddivisa in Noricum meditmae ripeusis, In provincia $ub1 un'intensa opera di romaoizzazio· ne, tanto do farla considerare un'appendice della penisola. Ricca dì minerali di ferro e piombo, essa confinava ad occ.i dcnte con la Rezia ed em delimitata a nord e sud dal Danubio e da!Je Alpi. Ad oriente il suo rerrilorio era delinea· to dn tratti delle valli della Drava c della Sava. f/811111

' Penisola Iberica

L• siwazione politico-mllitare volle che le province spagnole conservassero per rutto ìl primo c mcdio impero una significativa nranquìlicò: pochi attacchi di genti m aure e, nel m secolo, invasioni di Franchi e Alamnnni. Anche le po· polozioni locali, notevolmente romanizzate, non inrraprese.ro alcuna

insurrezione a sfondo nazionalisti· co e non parteciparono, se non mur· ginalmentc, nllc lotte politiche per il potere imperiale. Per ralì motivi le guarnigioni militari er11no limita· te alla Legio VU Ge111i11o srnnziara a Legio {Le6n) c nd alcuni corpi dì au· sìlìarì basaù in altre dttà ddla peni· sola. Da quando era stata compiuta· mente conquistata, la Spagna era divisa in tre J>rovìnce: la I-lispania Baetica, con capitale Corduba (Cor· dova), la f-Jispa,ia Tarraconensis, b cui città più importante Tarraco {Tarragona) fu distrutta nel 260 e sostituita da Barciflo (Barcellona), c la Lusilania, con Emerita Augusta (Merìda) quale capitale. ll primo muramento di quest'or·

m

dine avvenne alla metà del seco· lo qu:undo, forse proprio n seguito delle incursioni dci Franchi, fu cos tituita la provincia autonoma di Asturia ~l Cilllaecia nelht parte estrema nord occidentale del paèSC.

Diocleziano conservò questo as· serto ma divise in due pBfri la Tar· raconensc, una delle <Juali mamcn· ne il vecchio nome, mentre l'altra assunse quello dì Hispa11ia Carthaginims;r, dal suo centro p iù impor· tante, Cilrthago Nova (C.,rrogcna). Successivamente oel IV secolo ancbe le Baleari divennero entità amministrative a sé stanti, porran· do cosl a sci le province iberiche. Turre, insieme alla Maurelania Tin· gila>ta, formavano la diocesis Hispa·

185


uiarum ed erano poste agli ordini del prefetto dd pretorio delle Gallie. Fu appunto dalle G~llie che si portarono in Spagna io rapido successione Alnni, Suebi, Vnndrui e Visigoti: nel V secolo questi ultiMi vi fondarono una monarchia di farro indipendente. Britanni• Ln provincia britannica è ancor oggi famosa per i due limi/es che delimitarono il terrirorio impru:iole dal-

186

le popolazioni bnrbnre del nord. 11 vall:an di Adrinno, costruito dal , U2, correva dal Solway al Tyne menrre quello di Al'ltonino Pio delineavo il territorio a nord dell'allineamento Clyde-Forth. Vnrie furono le vicende legate n queste postazioni fortificnre: nbbMdonate, rioccupare e oggetto di aspri scontri, rimasero [ino all'uiLimo il segno umgibil.:: dd pot~r~ di Roma. Diocleziano o Costanzo Cloro divisero la Brimnnia io più province: Brillllmia prima e sccw1da, Ma.~ima Cni!SI1rieusù e FIAvù1 Caesmùmsis. cui

l'ortl/lca:tiolli 1/d rv•//Q JFAJti••to. pt<$S4

Cf>éSitr. ti lt'<. J C.

si aggiunse piìi tardi la Vafelllia:

tutte erano dipendenti dal uicarius Britmmiarum che rispOndeva al pre· ferro del prerorio per le Gallie. Giuli.ano r~otò di ~esisrere, con risuhn~i alterni, ngli uttncchi dci Picti c degli Scoti. U vallum adria· neo - quello di Antonino Pio era sturo già abbnodonaro .ai tempi di Commodo - venne sfondttto nel 36 7. Rioccupato da forze romrtne fu ogge rro d i tifac.imeoti negli uJci.


lli/rt..., raff/gunml~ ColiJ!"ID cix =•fìggt.• 14 Gmuam>, Da Ku/(J (T'm-.htR). l ste. J C

mi d~cenni del secolo. La fine del l• presenza romana iniziò praticamente dal 383 e dal 407 quando gli usurpatori Magno e Cos~andno penarono sul contineme forti. conLing~nti di truppe, cosicc:hé la d ife· sa restò af(idata alle rorze dei singoli cemri urbani. Nel 4 lO Onorio snnzionò questn situazione e riconobbe che le comun ic~zioni con l'i· sola erano ormai tagliare. Tuttavia le citth resistettero ancoro per nnni :

ud esempio Loudinium (Londra) fe· ce fronre ulla conquista anglo sasso· ne fino al 4)7. Hrunmentìamo nncora ltt presen· Z:l ncllc acque della Ma•ùca di una classis Britarmica "' l'esisu:l)za di ~'" comando llutonomo con competen-

za sul litus saxonicum. retto da u n

comcs, crea[O per cootrosmre con proprie forze e luoghi forriEicar:i l'imraprendenzo dci pirati sassoni. Gc~marua

Le due province con quel nome si estendevano all'origine su brevi traui dd territorio conosciuto dai Romani come Germnnia. Sohlmcn· te alla fine del I secolo. con l'acqui· sizione degli agri dccumates posri sulla destro del Reno, la provinda ottenne validi spazi abirnri da Ger· mnoi. T una la regione ebbe un fine es· scnzialmente militare. Le numerose guarnigioni legionarie, fino ad OllO, controllavano il confine dle era li· mitato dal Reno o raffor<ato da un poderoso litrres di alcune centinaia di chilometri. • Diocleziano crunbiò il nome della Ge.rmaLÙo inferiore, che divenne se· cullda, mentre trasformò la superio· re in prima e Afaxinra Sequauorun1,

rurre dipendenti dalln diocesi delle Gallie. Fatalmente le province dello Germania furono le prime ad essere travolt~.: dalle invasioni barbaric:he, dirette in G:JIIio, del m e tv SC· colo.

Galli e J v:tsli territorl conquistati da Cesare furono suddivis.i in tre pro· vince: la Lugdunmsis, con popolo· zioni celtiche del centro e del nord· o ves l, l'Aquitania, abitata da elnic iberiche del sud-ovesr e celtiche fra la Gnronna e In Loira, e la Belgica, comprendente i ccho·germani del nord-est. Complerava il quadro delle province la Narbonense, primo possedimento romano al di là delle Alpi. L'opera di romnnizzazione fu ra· pidamenre effettuata. Pur lascian· do alle popolazioni galliche le prcc· sistenti enti t~ amministrative, In civilrà romana si impose immediata· mente c quasi naturalmente tnnto che non si hanno notizie di guru:ni· gioni legionnrie giù dall'epoca di Augusto. In effetti i Celti, gli Iberi o i Germani che erano stati batruti sul campo non ce01nrono più alcuna ~ollçvazionç ç r\lttA la Glùli~ ~bbç li godere diLUJ lungo periodo di ptlcc durato almeno tre secoli.

m

Dal secolo turtavin lu srorill delle province galliche è un susseguirsi di invasioni e di rent:nivi di stroncarle o, almeno, di frensrle. Nella secondo metà di quel secolo, per la prima volta Franchi c Ala· manni correvano tu11o il pnesc giungendo fino ai Pirenei: Galliena li affrontò e ciuscl a ricncciru:li al di là del Reno. Nello generale situazione di in. certezza politica e di cnrenza milita· re, un ufficiale, Postumo, che ben si era battuto contro i barbari, sì autoproclamò imperatore e diede vita ad un suo dominio personale, l'Impero Gallico, che durò fino al

273. Nel 2 75 Probo d usci n respingere una nuova invasione ma aiJc incur..

sioni b:1rbarichc si dovevano :lg· giungere j clisordini interni provocati dai Bagaudae, tormc di contad i· ni in lotta con il potere centrale. Essi furono nffrontati e vinti da

Mllssim1lll!o e

$\!Ccmivam~m~

dn

Costanzo Cloro, il q uale riuscì anche a st roncare il tentativo di se187


L'impt:nttQtr C:iustmiano. Partiw~ dal dt s.m V!J4.k • R4LV'JIJIJ.

nJOliJito

Vl~. JC

cessione di Carausio, ammiraglio della Manica cbc, oltre alla Briran· nia, pos$Cdeva basi navali sulla co· sta gulllCA. La riformo diocl~ianeo dcllo sta· to incise pro(ondamenu; sulla srntt· tura della Galli~. Venne creata l~ prefettura del pretorio dclla Gullia, che comprendeva anche Spagna, Germania e BrirJtnnia, mentre le singole province subivano un 'ulteriore suddivisione. Nuscevtlllo cosi la Bclgica prima c secuntlo, la Lug<luIIC11Sis prima, sccwula e tcrttà, I'AqtlifllJJia prima e uctmda, e la Novempopuf/11111 L.1 Nnrbonense ''enne scissa in Vi(IIIIIOflsiS, Nar{;H)ncn~is primo c sccunda. li l V secolo non è altro che unti

lunga serie di temativi di contenere la spinta delle popolazioni germìliÙ· cbe, 1IUl alcune di esse riuscirono ad instnl!nrsi sul territorio imperiule, Ln st:cond•• parte del V secolo vide i Visigoti disporsi in Aquitani4, i Frnnchi, ormai consideruti fedemti, nc:lln zona dc::Jia Somme, i Burgundi in Savoia e poi ancora Vandali, Alani, Suebi. .. Nel 4' l l'invasione degli Unni è bloco>ra nella Chnmpngne da Ezio con un esercito romnnO·\risigoto.

Gli nr111i fr., il 486 cd il 506 se· gnarono l" fine dclln presenza romano nella regione: il re &nnco Oodoveo conquistò le ultime postozioni dell'impero c costhu1 un tegno indipendente. Province Alpine Diocleziano limitò il territorio delle Alprs Cottiac ad ori en te delle Al1>i e l 'asse~tnò alla dooccsi d'hulia menn·e le Alpes Alurmmae furono unite ull• diocesi delle Gollie. li !l secolo vide la costituzione ddlu provincia chiammu Alpe> AJroctianae et P(J(JIIlllllc, con territorio l' nlrn volle del Rod11no, trotto dallo Re~in. Oiocle:dnno In con(er· mi>, cnmbiondole lo denominazione in Afpcs Graiae atq/le Poenh1ac. l88



lineare l'asperto politico della sua opem, ma solamente la restaurazio· ne militare c:he egli seppe intraprendere e completare. Fu indubbia· mente un uomo geniale, un politico innovatore <:d un monarcit dalla volonr~ c dal potere assoluto. Ma deve anche essere considerato, per comprenderne appieno 1:. personalèth, il suo aspeno umano che si estrinsecava in unn rodicata super· sth,ione, nella fiducia illimitntn verso i collaboratori, nell'intelligenzil dimostrata nello sceglierli, nella spietata ferocia di alcuni episodi c ,

infine, nella mel:tnconia c nella t:ri· srezza degli ultimi anni, quando vt· dt' crollare rutta la costruzione su cui si reggev>l l11 snldena del S<IO impero. U suo primo impegno militare lo conduue in oceidente. Nella vallatu dcl fiume MofXUS (Morava) nelln primavera del 285 si scontrò con Carino, che regnava in occidente e che era il fratello di Nu. meriono: venne sconfitto ma subito dopo lo stesso Curino fu ucciso da un ufficiale a cui aveva sedotto la moglie. L'esercito, rimasto privo di capi, lo proclamò reggitore di runo l'im· pero. NeUo stesso anno condusse opc-· ru~ioni Ili confini della Mesiu e d el· la Pannonia, che doveuero essere favorevoli, tanto che gliene derivò il titolo di germa11ÌCI/S maxìmm. Ancora nell'estate del 285 la Gallia vide la rivolttt dei BagaudtJc, bande rnccogliticce di contadini che, per motivi di ordine sociale cd economico, si erano dati alla rapina cd al saccheggio. Contro di loro Diocleziano inviò Mnssimiano, suo vecchio compagno d ' armi e di una fedelri\ nssolutll, che poco dopo sarò elevato olla coreggenza col rango di augusto, il quale in poco tempo ne ebbe ragione. Nel 286-287 sempre.: Massimiano riuscl n contenere un'incursione di Alamnnni e Bur· gundi lungo il corso superiore del Reno: due anni dopo sconfisse, in analoghe circostanze, ancoro una volto gli Alnmanni. 1 Frunchi vennero bloccati nel 288 nd opera di Costanzo, cacsar di 190

Massimiano, c ricacciati verso il mare. Anche in Africa una solleva· zione di Mauri scoppiata nel 289290 fu duramente reprt'Ssa dai ge· nernli di Massimiano. Purono anni militnrmcmc impegnadvi anche per Diocleziano. Nd 288, con mezzi in parte poli t ici, riuscl n riconquistare la Mesopota· m in, e probabilmente l'Armenia, ni Persiani, fregiandosi quindi dell'appellativo di persic11s maximus. Sempre nel 288 troviamo Diocleziano in Rezia p<:r ngevolnre l'op.,rn di Massimin.no e battere i Caiboni c gli Eruli . Il 289 cd il 292 lo videro combattere contro i Sarmad, il 290 respingere un 'invasione araba in Si· ria ed il291 soffocare una rivolta in Egitto. Nd 293 s i assistette alla nascita uftici:ùe dd sistema dcUa tetrarchia mn anche :tUa fine del dominio di Carausio sulla Bri tl\JU1Ìn, sulla Ma· nico e su ulcune basi navali della CO· sta della GalliJl . Era costui un vnli· do soldato che si era distinto nelle operazioni contro i 8nga11dae. Mns· simiano lo aveva nominato comandn.m e delln flotra con l'incarico di battere i pirati (rnnchi c sassoni. Dimostrandosi però anch'egli un pirata più pericoloso di coloro che doveva combattere, ern stato con· dannato n monc.

Soma nosi al potere imperiale, Camusio riuscì a cosriruire un suo dominio p<:rsonale abbasu1m:a con· solidato. tanto da orrìvarc: a battere moneta. Nel 289 fu anaccato dalle truppe eli Massimiano ma riuscl vincitore, sembra per nlèZZO di una

vittorio navo.le. Appunro nd 2?J Costanzo Cloro iniziò le c pem>-ioni cont ro il ribelle conquistando prima la pianoforte nnvnle dm Gerosiacum (Boulognc): le conseguenze in Britnnnia non si fe· cero ancndcre e Carusio fu sosti· ruito ed ucciso da un suo ufficiale, Alletto. Due noni ancora durarono i prepa.rotivi per l 'i.nvt~sione, poi due squadre romane, riuscendo ad eludere le navi awcrsarie, sbarcarono forli contingenti di truppe sull·i· sol3 . t\lletLo fu uccjso al termine di un'unica battaglia decisiva è la Britnnnia tornò sotto il governo, non più solo nominale, di Roma. Tcrminntn qu~stn guerra. Mnssl· costretto a portnrsi in miono Africa settentrionale ove le incur· sioni di Lribù dell' interno non porc· vano più essere controllate con le sole Coru ivi inst1Ù!ntc. Nd morzo del 298 a Cartagine celebrò il rrionro sui Quìnqucgemauei.

ru


Comcmporuncamcmc n.,Ua pnr• te orientale dei domini di Romn, Gnlerio, cacsor di Diocleziano, af. frontò Goti, Marcomo.nni, Sarmati e Carpi in v~ric campagne, dal 294 al 297. Lo stesso Diocleziano dovette scendere in campo in Egitto, ovc la rivolra, represso nei primi anni dd regno e ancoro latente, si ero bruscamente rinvigorita quando lo stessa Alessandria, intorno al 295· 296, era insorta, proclamando un proprio imperator.,. Ln c:itd fu espugnata nel giugno del 297: la ribellione dovette essere di particolare sravità ovc si considerino le im· mediate riforme amn1lnismHive c l'invio di nuove e piò importanti compagini militari. Negli stessi anni un ben più te· mibile nemico richiamò le fora: di Roma sul fronte oriemnle. l Persin· ni, ora condoni do Narscre, emulo del grande Sapore, avevano rotto gli indugi ed invtl5o la Siria. Contro di essi mosse Wloro Galerio che pc· rò subì una grave scon!ina nei din· torni dl Cllllinico. U disastroso esito di quesro primo campagna ebbe tuttavia l'effetto di indurre il te· sULrdo Galcrio nd intraprendere una nt•ova spedizione. Rinforzato con nuclei di duri le· gionari trani dal fronte danubiano e da ausiliari goti, mosse caporbiumente contro i Persiani sconuggendoli c canurando ;mche le mosli ed i figli del re. Qwtndo arrivò a conquistare Ctesiionre, fu fermato dlllln politi· ca di Diocleziano che. in cambio della sospensione delle ostilità, ot· tenne il riconosc.i memo definitivo del possesso della Mesopotamia, il protettornto sull'Armenia cd alcuni territori ru di lò del Tigri. • La Britannia era stato riconqui· SUlla. le rivolte in Afriet~ ed Egitto domate, i Persiani sconutli ed umiliati: coerente con In sua \~sione dello suno, il Tmaggio dcl305 Diocle:dano fece arto di abdicazione solenne. Con lui anche l'<lltro augu· sto, Massimiano, rinunciava al trono mentre salivano alla porpora Co· stllr\20 e Gnlerio. Con la sua esclus-ione dal potere, ruttavia, iniziavo

d<'Clldere anche In tetrarchia e si aHocciava lo spemo di altri periodi di Ione civili.

11

lllauwleo di Drtx:lala11o " Spa!Aro. Il 1

lfltmumtmo 11 rroru lll/ inUmQ tkl FMkU" çostmirc dtt/l'unpt•tolfirc t:omc sua mldcnza r/Qpo l'•lxllc•tiollt PIIISti<YJ

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ritoSII'IIIIioo l» se•la J.Jo.

Giuliano, il valoroso apostata LI regno di Giuliano durò appena venti mesi, n1a fu un periodo durante il quale egli seppe dimostrare di aver ben appreso le letture degli slorici mllit:tri delle epoche prccc· denti. Nacque a Costantinopoli nel 3 3 l, in un momento cioè in cui la casa regnante era squossata da una luogo serie di Ione intestine: lui solo. insieme al fratello, si salvò dalla mom: allorché, deceduto Costantino, (urono pllSSad per le armi nmi i discendenti maschi di Costanzo Cloro. Da fanciullo e gìovineuo (u in esilio e furono proprio i suoi isdtu·

tori ad insti.llnrgli l'amore per l'ellenismo e per le tradildoni religiose passate. Non è nostro compito trattare il Giuliano filosofo mn è certo che, ormai ventenne, affermò la sua apostasia con l' inizinzione ai misteri di Efeso. Nel 355 fu richiamato a corte ovc: l'imperatore Cosaanzo lo presentò alle truppe: Giuliano aveva ormai lasciato l'apparenza dd filosofo per rivestire la corazza dc:l soldato. L'anno successivo partiva per le Gallie ed iniziava quella serie di operazioni militari che: lo nv<tbbcro portato n battere, con un esercito molto inferiore, gli Alamanni nd L91


Argcfllorate (Srrnsburgo). Passò DD· che il Reno e raggiunse una fort<'Z· z.1 fatta costruire da Trainno, poi, nd ritorno, si scontrò e vinse orde di predoni Franchi. Postu la SUD corte a Luletia (Puri· gi), l'anno successivo si ripresentò al di Iii del Reno, rendendo sicuro In OD· vig11zione dcl fium~ t' libernndo i pri· gionicri fatti dai Germani nelle GaJ. lie. Nel l59 porenziò ancoro la sua opera di consolidamento e dift'sa. Fatalmente le sue viuorie resero tesi i rapporti con l'imperatore. Sa· rcbbc: inrercssanrc conoscere il pcn· siero del filosofo Giuliano allorché le sue truppe nel 360 lo proclamarono augusto e, per la primo volro nella stoda di Roma, lo innal~nrono sugli scudi secondo il costume dei Germani. Ormai in rotta completo con Co· sutnzo, Giuliano ùcxise di anticipar· ne gli intenti e mosse dalla Gallia verso oriente. Lo sua non fu una marcia lasciata al caso, ma presup· poncvn un ben preciso disegno stt-a· tegico. Egli infatti divise le sue forze in tre colonne, destinate tutte n ricongiungersi nella penisola balcanica: una atnavcrso l' Italia, la secondo dopo nver percorso Rezia e No· rico e l'ultima, al suo diretto coman· do, dopo aver aumversato In Pore· sta Nera e costeggiato U Danubio. Lu marcia delle truppe fu c:stre· mnmcnte veloce c si giunse be: n presto in Pannonia, conquisrnndo Sir· mium (Mierovica, Iugoslavia) e Naisms (Nis, Iugoslavia) . Non si ar· rivò tuttovio allo scontro decisivo in quanto Costanzo morl il 2 novembre dd 361. Padrone ormai dell'impero c cer· ro della sua convinzione che Roma si estendesse dal Danubio aii'Eufra. . te, mosse nel 363 comro i Persiani. Anche in questo caso divise l'eser· cito: una parte, ai suoi ordini, dove· va intervenire in Meso;potamia lun· go l'Eu&nte mentre un secondo cor· po, dopo aver seguito il Tigri e ri· congiuntosi con gli Armeni, l' avrebbe: dovuto rasgiangere. Ciuli:lllo barrè i Persinni, conquistò alcune fortezze finché giunse di fronre a Ctesifonte. Conscio di non poter operMe comro le fonificnzio·

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ni della cill11, egli si ritirò lungo il Tigri per riunirsi alle altre eruppe. U 26 giugno dovette accettar<e banagUa: un giavellotto, che non si seppe mai da chi fosse stato scaglia· ro, lo colpl a morte.

Stilicone, l'ultimo difensore dell'unità dt:U ' impcro Nato intorno ;!)}60, FIPviiiS Stili· cbo era figlio di un alto e valoroso

Dffllu tJ/I'imptra/Ort GiJ,fia,Jo: •Al

SJg,tort rll ltJtto il mor:do, Glulirlrlo Aujtttto, eh< aprnasi la c•ia lni i lxulxui, facnulo JlrJ~ cl1 colato cbt oppont!t'tlno mùtrm.a, vr.r.r.t tr. una .10/a t$141( htrOMJ.HO brltiJJIJIÌCO tJI1i'gri...•. D4 Ancyno IAnk•"'· ·rrm:hi•). Jfi1 t!.C.

comandante vandalo, mentre la ma· dre eru probabilmente di nascita romana . Og giovinetto intraprese lu car·


Diuico d'orlf>rio to11 l'r/f:u Ji Stì!itfJJr-t·

&!

Jdla sua famlyJia.

riero delle armi, entrando in un corpo d'élite, i prolectorr:s. Già nel 383 fece parte di una delegazione inviata alla eone del re dei Persiani. Al rÌiorno, il suo comportamento ed i risultati conseguiti impressionarono talmente l'impera· torc Teodosio tanto da concedergli i propri favori e la mano di una sua nipote. A Costominopoli continuò gro· duale, ma rapida, la sua carriera: fu prima cornat:~danre della guardi3 imperiate, COIJICS dombSlJCOrtlfli, poi generale ed infine magisur militrmt. Combattè nel 388 contro l'usurpa· tore Massimo c con ero i Visigoti nd

m.J92. JJ 6 settembre dd 394 partecipò alla bat taglia sul Frigido, aHluente dell'lso112o, combauur~ tr• Teodo· sio l e l'usurpotore Eugenio. Grazie al tr•dimenro di un numeroso con· tingente, Tcodosio riuscl ad impor· si ed a menere a morte Eugenio, catrurnro nel corso del lo scomro. L'episodio bellico risultb essere imporrante per gli sviluppi politici, poicbé fu l'ultimo volto in cui ven· nero riuniti gli imperi .d'oriente e d'occident<:. 1l 17 gennaio dell'anno successi· vo Teodosio morì a Milano e Stili· eone divenne la più importonte (i. gura politiat dell .occidente. Contro di lui si mosse la corrente Bloroma· na della corte che mal so-pportava la decisione già presa dall'imperatore prima dell3 sua morte. e sonoscrir· ta da Srilicone, di assoldare e di stanziare in Mesia masse di barbari Visigoti. Sempre nel395 queste po· 'polazioru si unirono sotto Alarico, minacciando sia l'oriente che l'occì· dente. Srilicone, convinto che le due parri dell"impero dovess·ero riuscire a manovrare militatmente insieme, riuscì prima ad impedire che i bar· bari si portassero in Italia cd in Pannonia, poi si schierò a Thessafo. nica (Snlonicco, Grecia) per difen. dere l'oriente. Qui, da Bisanzio, fu

raggiunto dall'ingiunzione di la· sciar libere le truppe delle armare orientali e di ritirarsi oltre l'lllirico. Stilicone ubbidl, anche se il rispet· to di quelle disposizioni avrebbe si· gnificoro d ivisione politico e milito· re. Fu tuttavia ben pr.esto richiama· ro in quanto le orde de.i Visigori avevnno messo a sacco la Grecia e si preparavano ad invadere il Pelo· ponncso. T1 genentle romano riuscl a contenerli ma dovette accettare che si stanziassero nell'E11iro: fu questa la causa della rottura com· plera. Accusaro di doppiezza, Stilicone fu dichiarato nemico pubblico ed i suoi beni a Bisanzio conEiscntl. Ormai conscio della divisione dell'impero, egli si dedicò allora compleramenre all'occidente . li giovane imperatore Onorio, a cui aveva dato in sposa sua figl.in, era completamente sottomesso alla s1•• volontà. Pur in un turbinio continuo di guerre, Stilicone tentò di riorganiz· r.are la vira civile: restaurò strade c monumenti, tentò di ristabilire lo dis<:iplina dei soldati, si mostrò

comprensivo verso i culti pagani che ancora sussistevano. Nel 398 riuscì a reprimere la sol· levar.ione di Gildone in Africa, assai preoccupame in quanto erano state sospese le esportazioni di gra· no verso I'Ttalia, bloccò le incursioni in rcalia di Goti, in Gallia dei Vandali e degli ALw. Lo sforzo che era stato sostenuto aveva indebolito, però, la compagi. ne militare o sua disposizione e fa· talmente ne risentirono le province. Fu prima abbandonata al suo dcsÙ· no iJl più esterna, la Britannia, poi anche la Gallia vide il suo territorio percorso da Vandali, Burgundi, Svevi ed Alani. In questo clima di rovine srava intanto maturando la (ine non solo politica, ma anche fisica del grande generale. Ormai politicamente iso· lato ed oggetro d'odio per svariati motivi, quali l'ultimo tentativo di servirsi di Alarico contro i nuovi nemici, la sua indipendenza verso le questioni religiose e da ultimo, la diceria che volesse creare una sua dinastia in oriente, il cui trono e.m vamnte, assi stelle allo scoppio di 193


VMo J11/ t'wro Ji Nugys:cnluuk!Os (Unzhtrial, COJIOICJIIID dllcbt- CODIC i/ o<JI!Wm 01 Atu/4• . P•rttcQ/arr raffwmwtr mt covR/Jt.,.,- cix- rlc•M tu: ~mrn pu 1

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una rivolta nd corso dcJJa quale fu· rono massacrati molti suoi amici .

Benché le fedeli truppe germaniche volessero accettare lo scontro nrmn· 10, Stilicone si consegnò :ti suoi ne· miei. Fu giustl~iato dop•o un sommario processo Il 22 agosto del •108. Ezio, il vincitore degli Unru Figlio di un aho ufficiale, F/auius Aetim, nacque intorno al 390 d.C . u Duros/ortl/11 (Silistrn, Bulgaria). In gioventù conobbe la corte di Alari· co, le usotl7.e degli Unni c (cee parte del seguito di un prdeuo dd prcto· rio. Sposò la figlia di un alto digni· rnrio di corre e ne ebbe due figli. Enrrnro in poliLica, nlln morte di Onorio (423), nppoggiò l'elezione di Giovanni contro Valentiniano lll. Trumite i con mn i avuti in prcceden· za , gli Unni gli <'OnL-essero un COn· 1ingente militare, ma quando scese in Cllmpo, Giovanni era già sroro vin· ro ed ucciso. Accordatosi con il nuo· vo impernrore, licenziì'J i borb.tri ai suoi ordini, venendo grntificoto con il grado di comcs. Nel 429 gli fu conferita la cttrlcn di magistcr lllrimqtu: militiac e com· bnn~ con esito fortunato contro Goti e Franchi. L'anno successivo domò con risolutezza una rivolto militare ma In sua influenza politica aveva raggiunto tnli livelli che In reggente Galla Plncidiu lo sostituì nell'alto grado militare con il con1cs d'Africa, Bonifacio. Ln lotta frn i · due nlri uffici,lli si rrasferl sul cam. po eli ba n nglia ove Ezio ebbe ben presto r.tg;onc dd rivale. Reintegrato nell'incarico nel 4.H, Ezio seppe riafferrnare l'auto· riti\ imperiale su tutto l'occiclcntc dopo um1 ,gerie di guerre viuoriose combattute contro Goti, Burgundi

e dai suoi Unni. Capovolgendo il personale sistema di nmici:.ie ed al. lennze, Ezio si appoggiò questa voi· to a Visi)!oti e Burgundi. Allorché quel popolo asiatico di cavlllieri si mosse verso la Crttllia, fu nffronraro dal generale romano con un esercito misto romnno-visigoco. Costretto • sgombra~ l'assedio di Cvunbum (Orléansl, Attila fu battuto in campo aperto ni Campi Cntalnunici (nelle vicinanze di Chnlons·sur·Mnmd. Ellio riuscì a bloccnrc le imponenti c:triche della cavalleria unoa con un lino lancio

e Frnnc:hi. di frecce. li grande pericolo che tllltnvin Nello >contro finale gli Unni vcn· minacciovn in quegli anni le terre dell 'impero ero cosriruito da Auiln 194

nero bnnuti ed Attila fu costretto n ririrn.rsi dietro In linen dei carri e.

nella none, u SOltr•rsi dttl campo di battaglia ed n rifugiarsi al di là deJ Reno. NcUo scontro mori 'f~'Odori· co l, re dei Visigoti. Ritira1osi dalla Gnllia. Attila si spostò in Italia ove sottopose o sac· chclll!ÌO Aqu ilçia, Milo no c Tich111m (Pa,ria). Poco dopo, tutc:1via , con mez_zi

diploru>ttici fu com• imo a IHsciare lo penisola: nd 453 il re unno moriva ed il suo impero si dismregra''"· Prendendo • pretesto l'invasione dell' luili:e e la vera o presuma im· preparazione dimostrata, Ezio fu ucciso nel-153 nel corso di una congiura cui nvcva pancdpmo lo stesso

Valentiniano, il preFeno del pretorio ed alrri personaggi deUa corre.



VillDriiJ

di CcsJmztlll() a Pome Milv:o.

Cra//iUJ .Ls c:••_..,,. Ji Matm:tallur

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sorti dell'impero. Bisogna inoltre tcner conto che l'imper:nore, essendo anche Pontefjce Massimo, si ar· rogava il diritto di dettare leggi in campo religioso, concentrando su di sé rutti i pored, formalizzando quindi il concetto di religione, usata come strumento di potere, nella partecipazione dci sudditi al culto della sua i>Crsona divinizzata c rendendo nullo In coscienza individuale. LI Cristi(Ulesimo invece portava la religione a livello del singolo e soprarrurro non l'ussoggcrravo alla sfcn• poljtica. Tn questo contesto, la religione cristiano, offNmnndo l'autonomia delle scelte individuali, ern conside· rara una {orma di oteismo ed è su queste basi che si inquadro il fenomeno dell'obiezione di coscienza ol

scrvizjo militare, inteso come un ri·

era stato ormai dichiumto religione di Srato. Ln presenza di elementi cristi:mi . nell'esercito medio e tnrdo imperiole è comunque riscontrabile o parti· re dallo fine del li :soec. d .C . cd t- so· prntrutto riconducibile n çasi individuali relativi a problemi etici, manifesto lisi tramite !"obiezione di CO• scienza ed il rifiuto di pnrtccipazio· ne a cerimonie ufficiali incériLrAte su riti rivolti agli dei e al genio dell'imperntore. Ln posizione dei primi C ristiani nell'esercito l'isulrnvn infatti essere

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fiuro al potere di coercizione dello storo che pretendeva di governare nncbe le coscienze ed un mczto per sottr-Jrsi nl pericolo ddl'idolotrin dominante la socicdl pagano. Non molte testimonianze ci sono p!!rvcnutc circa la presenza di soldoti cristiani telntivomenre ai primi secoli. Di questo periodo è l'e p iso· dio della /..cgio Xlf Ft~lmlnato e del miracolo della pioggia accaduto nel l74 d.C. duronre la guerra germo· nico di Marco Aurelio, raffigurato nei rilievi della Colon011 Antonino. Nnrro lo tradizione che lo caduta nbbastnnzn di(fidle, in quanto cr"' mirocolosu deUn pioggin sulle trup· da conciliare da un lato con l'imer- pc assetate fu merito dclle preghit· prcrazione del messaggio l!vangdi. re dei soldnri cristiani che compo· co sull'uso dello violenza, dnll'nltro nevuno lu Xl/ Pulmiiroi<Z, orlglnorio con In prutic11 comune dei sacrifici della regione cristiauizznta della in tutte le festività impl!riall, il che Cappadocia. Sebbene seguito noche avrebbe richiesto nui incompatibili da TerruUinno c ampiamente soste· con In nuova fede. nuta dai contemporanei, la versione Unn critica n questo nrreggin- crlslinnn dell'nvvenimenro IBScillal. mento è espressa in uno scritto di quunto dubbiosi, sin in base u.ll'esi· Celso, ddlu fine del n secolo, ri- srenzo di unn diverso, seppur poco portato do Origene, in cui il (iJoso- popolate versione dei farli nd oper:~ fo pag:mo, rimproverando i scgu;tci dello storico Cassio Dione, sia so· di Cristo di eludere il servizio mili- prnnutro in considera~ione del far· tnrc, li occusn di djsimeressarsi nile to che l'optx:lhotivo di Pulmiltala,


..

Gli apossn/1 l'it~rv e Paolo. Ri/i<UQ tM IV·

V>«. d.C..

che • quanto pare In legione ovrebbe ricevuto in seguito all'episodio della pioggin, è sicuramente di parc,-chio anteriore. Al di l:t delle diverse i.nrerpretazion i resta Ct')mun· que accenatn In presenza di elcmenli cristiani nell'esercito gi~ nlla fine del II secolo. Agli inizi del I1I è riconducih ile un altro episodio riportato nel Dc Corona di Tcrtulli:mo. Siamo nel 211 in Africa, ed un soldatO dc.lla Legio 111 Augusta rifiuta di dnge.rsi il capo con una corona d'alloro e ri~evere cosl il donativo in 110mc dcgli imperatori. L'apologeta esalta il comportnmcnto dd giovane che, unico {ra i suoi compagni di fede, ha il coraggio di esternare il suo credo, rifiutando nettamente atteggiamenti idolatri. Purtroppo, da questi s ingoli episodi, non è possibile stabilire con cerH:zza l'cffcttivu cntit1t numerica degli appartenenti alla chiesa di

Cristo anche perché, rumeno agli inizi, essendo il servizio miJiture volontario, non era gencr~ùmente ritenuto sconveniente per un Cristiano militare nell'esercito. lnol<re s i deve tenere presenre che molti CristiRnl si accontentavano dei dati tradizionali della Rivelazione, scnzn •vvcrtire il bisogno di un approfomlimcnto, e che poteva verificarsi il caso eli conversioni di persone che già da lungo tempo prestavano servizio. D'alrro canto In posizione della ChiC$0 StC$Sn risuhavu abbastanza varia c a tralll nddirillura permissiva. l Padri della Chiesa erano i rappresentAnti di quell'arteggiamcnro rigoristll che voleva esc.ludere il servizio miUmre dnUa vita del Crisriatlo. TcrtulUnno, il più drastico fnt tutti, critica aspramente ogni cornpromcs:IO c zecondo il suo giudizio il servizio militare è condannam per il pericolo ddl' idolatri<l c per la violazione della legge dell'amore, fondamenrn!e per il Cristianesimo. TI soldnto, quinJl, dopo aver ricevuto il Battesimo ha tre possihi litù

per tenere inttura la sua fede: disertare il servizio milit<tre, escogitorc qualche espediente per evitare di compiere gesti contrari nl!'etica cri-

stiana, o, in ulùmo analisi , sottoporsi nl martirio. ll>polito invece tende t~d evidenziare In libertà di coscienza, mentre po:.r C>priano la guerra rnppresemo un omicidio lcgalizzuto c trova ussurdo il voler distinguere la mor:rlc pubblica da quella privata. La gerarchia dello Chiesa invece rollerav~ la posi?.ionç di coloro ~hc, legati nncora a reraggi paganl. militavano, né imponeva un drastico divieto che avrebbe potuto disoricmnr.c quei fe-deli per i quali il servizio militare ern una buona fonte di guadagno. Non esisteva quindi una pos~io­ ne ufficiale unica e ciò naturalmente invitava ull'opporrunismo: nd 314 il canone 3 del Concilium Arelatcnris condanna coloro che, in tempo di pace, arma proicismt, non pronunciandosi sull'atteggiamento da seguire in tempo d i guerra. Solo dopo Costantino. e quindi con la

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S<vwwlo cltl!d tombts J., S S 'ltlt'Q r Achl/1«1. Rlllrl ittnu Ji Hlarlirìo J•,,potd paltoailliunn. Fittr: clrllV k't". J.C..

diversn siwnione J>olitictl, la Chie. sn ebbe un radicale mummemo di prospettive, anche se a questo pun· to la discussione sullaliccit11 del scr· vizio militare si spostò sul problema pii• gcncrnlc del!. licei ti• delln gucr· rn S[essa. Al line di uno corretto imposto· zione del problema della presenzn di Cristiani nell'cscrcilO, di per sé reso compUcnto dall' imcrfcrcnzn di numerose correnti scismntiche, e

quindi difricilmente quantificabile, bisogna considerare la composizio· ne stesso dell'esercito romano del tardo impero.

Funo eccezione per nlcune nrec dell'Africo e dell'oriente, il grosso delle rruppe, costituito per lo più d11 clementi comodini c barbarici rcdutnli nelle zone della GtJiin c dell'llliria, continuava od essere pn· gnno cd anche se si può dtore il cn· so ddln conversione dci Visigoti, ,; deve tener como che le legioni, SO· prnnuno quelle di fromicrn, enmo poco soggette :til' azione di prOJI:I· ganda. Non 11 caso lo maggior p:tnc degli esempi di soldati crisriani ~ noi giunli, si riferiscono :td nppar· tenenti nll'es~rciro dell01 Jlnrte orientale dcll'impero, comprcndcn· le zone: di intensa cristianh-~tz-ionc. f SOldati inf•tti SpeSSO port:IVIUl() con sé dai luoghi d'origine i propri eu h i che quindi si diffondevano grnzie ulht prop:tgnnda di costoro. Mentre In occidente er.1 multo sentito quello dclla Triade CaJ>itoli· nn, di Morte, di Ercole c succc.~si· vamente del So!IJIUÌc/us, in oricn te cr:mo molto di(fusi i culti di Mitr• e Giove Dolich~uus. Come gi11 dct· ro quindi nell'esercito orientale e nelle truppe provenienti duU' Africa si registrava la prescnz:t di soldati cristiani, mentre nelle r.one narnll dell'occidente il Cristianesimo era poco diffuso e quasi inesistente. fl. no nlmcno al IV secolo, come pure nei grandi llCcnmp~ounenti milìtnri

dcl Reno e del Danubio. Con C:.llicno la crisi dcll'imJ>"ro

1.98


si ncuisce Jnunmatic~HllCillc c tuLLi

i vnlori sembrono tromontnrc. La peste, l'inflazione sempre più ~rn· ve, i barbari nlle frontiere, il proli· Ecrarc di usurpntori in varie parli dell'impero, inducono l'impcmto n:, conscio dell'instabilità che potc· v>l dcrivtm: da unu prosecuzione ddln politicH anticristinna dd pnùrc Vrucriano, ad cmunncc un ediuo di

rollcr:mza. Suc('essivnmentc, A\trc-linno, cl1t: si fa chiamare tiomimls ~~ dcus, proclnmn il culto del Sol /nviclus. di tendenza monotcista, con l'imcnto di vedere unific:ni gli appartenenti nUc varie sette religiose qunli Cri· sthmi, Mitrnici, Sirinci, lsiaci... Unu ncllll presa di coscienza dd proprio stato du purtc dci soldoti cristiani, si hn nel periodo dellu per· sccuzionc diocl~7.i::anca in cui viene: fort.atumente a determinarsi un;t diversa valutazione del servizio mi· lìmrc. Fino a tjud momento infntti, come detto in J>r~oc,...lcnzn, non ~i giudic;wn incompatibile la cocsistenz;t fnt servizio militmc e Cri· Stinncsinm c ht m~!lllior pnne dci soldati cristiani non aveva molte r<:· more n svolgere i propri compiti. All;l fine del Il l $\:Colo invcc..- ;i .ts· s iste ~pccificatamentc •l rifiuto di sucrificurc, cioè di ubiurorc alla pro·

prla fede. In qU<:Sto periodo sì registrano in Africa numerosi cnsi di obiezione di coscienza. Nel 2?5 In recluta Mnssimiliano rifiuta il sacrmmmtum m/11/ioc, cioè si oppone all'nrruolnmento, rifiutando di ricevere il sip,uamlum, l:t placca di mernllo, sim· 'bolo di appnrtcnenz:t :tll'c.~ercito. Porrnto n Theveslis nl cospetto di Oionc, proconsole d'Africa, insiste sull'incomp;llih ilitn del servizio militare con lo fede cristin on, nono· sumtc che l'alto funzionnrio gli rammenti In prc.~enzn eli solùati cri· sriani al seguiro degli imperatori. Ugualmente, il verernn'O '/'ypasim di M:turiwnia che si era già b:tttuto con onore per Mnssimiono e Dio-

SOLDATI MARTIRI Negli Att11 c ndlé' Pnss;olll'' :WilO nuutcrosc lr let:Liruuniun:LC reLative ul snartirio di wldati cri~olinni Alcunr p~ntuna duhhi drc:a la Iom nmcmicida Jtorirn, in qu(lnto sl ~nsa cltC' lu dtf(us:lonc dd '{,Utti mi liuti ri~J~nde<._~~ ln JW.rtc ~~t dc~httorlu ~h tlv~kunu si l'rottUOri llOt('nti: in c:auesco sen$U il ti1)0 militun: crn il più popolurt e mppn:~nhlVtl il mur-tirc' come- v inciton:, in rd.a7.innc all'id~o!qçin imperiale tlc·lla VietCiria, Oi qui an~ dw 111 prc.st.'OY.U di mohi Viu.uri rnl i mt~nlri t.."Tinianl. La t'iù 110rieta tl"Slimonionz,, di un mortin: ~olduto è quellu rcltuiv~.t n Un, ilide. dt ~~tlut• "" ud AJt:is$111ldriw. nd .202. A..•c:ndo nccomp:agnttl(l aJ murljrio unn fanciull11 criltinna .:-gli s tmt.t sJ oonvcrtc e rifiuro di conrinut~re 11 prr!\Nre il ser\'Ì;:io milita~. Nd 2,6, duronr< l'impero eli Val•tiuno, • Ces•tto Ji l'alrstinu. ilsoltu(ficiult Mori· 110, Jlrt»~imo rtlln nomiml u centurione, \'Ìenc accusato da un commilitone geloso .,;he .ambh•.a 11 prenduc il suo po.uo. d'Msc:re C:ri:nianu e di n(ln sarriHcon: all'impcmton-. Madno, che fino o ctucl nlomemo non 11veva uvvcrtito l'in4.:'0mpalibifità fru l'~pparte­ ''~llZll 111J'esercito C la («fe I.'TÌstinno. ~ C~trctr() Il (lln: Ju SU!) scdt:l J«<ndo <'OSC"Ì("M%!1 ed è meuo 11 mt')n~ perché rlnnc:-ga IB virn. pn~$nta, Llirocdiorno nneor~: T('::.-gene. ~Qlléritlo in l•rigiu al1cmpo d i Licinio. ri(iut:a d i urruolnrsi, uguulmcmc Murcdlino, martirizr.2to -;a Tomis insieme: ai rrmdli: Nerco c: AciliUto, uHidali w uo Diocleziano; tt '17"11 nrl 298 è giu~ri:ri tuo CII$,Ìtmo. notaio dr l trihunnl~ milii'U'e che si e"' rif'iunno di regismu~ l~t sc.-ntenza di morte del centuriouc- MtltCCIIo; Genesio d i Arlcs è cond11nnnto duntntc l'Il pcrs-ecu~O:Ìollt dioclni11nc~• perché omette di \'abolizzarc disposizioni amicrisci:mr; 'limilmco.rnr il \.'Ctt'rLtnn 'runteo che owr\':1 già m· tenuta il congt.-do per la .sua condizione di Cristiano. t'd uncom S11ba Goto con 70 com· pa&ul Q Roma, i11rlbunò Cl~tudi\t, Cnllistntu cun -19 c,:onunilitoni t Scb;t$l iano scnwre u Rom.t, Viu ore di Mnurcumin u Mil~tno, il centurione Ambrogio !.t 'Fcrc.<ntinn ~ OUnM'• ro$1 .al~ri. Un'uhlm~1 n1en~i<me mcritllllC' infine i sold~ati the ruruno 11 ronunto con G1."Sù: il ccn· turionc Cornelio, divenuto poi \ICS('t)\10 od il a!murÌnlll.~ l.ongino. m~rtirix;(;UO in c!l,... padocin dopo C15C'Ni ridr;sto o vì111 osct"ci<'ll Ìt\Siem~ Bd alcuni compagni.

199


Tsrnt.11 nurnnorca ruppmm/411/t NJ1il Jcl/c pu) <ffllich« Nfl/gJmmom del Cmlo /J<!~~niJccflt~. IV l«· d.C..

clezi>~no, richiamato nel 297 rifiuta di servire. Recidivo, subisce l~ pu· n izio ne, soprnltlmo o C1lusa dello rivolta dei suoi commilitoni. Del 298 è l'episocHo del centurione Mon:ello che proclama il proprio rl.Ciuro nl servizio militore in occasio· ne di una imporrante festa imperiale disfacendosi, innanzi alle insegne legionarie, delle armi e della vitis, simbolo del comando. Nel 299 o Ccs:uea di Muurit•nin U uibuno Fabio è messo n morte per essersi rifiutato di portare i vessilli dello legione durante un corteo solenne. In Mcsia, infine, H veterano Giulio, dopo 26 nnni di servizio militare e dopo aver otrenuto un regolare congedo, viene decapihllo perché rifiuto di sacrificare agli dei. l.a grande persecuzione ruoclc-

ziancu aveva preso le mosse con una cp1Jr-azionc ndl'cscrcito, in qutlntQ

si riteneva che sarebbe StAtO piÙ fO• cile agire contro lo popolazione se si rosse eliminato J>rt:liminnrmente l'ostòlcolo militare. Si~ppiomo che un gran numero di soldati pur di non sacrificare, c <Juindi rinncg:trc la rcJigionc cristiana, prderl essere privato del proprio grado o lasciare spontaneamente l'esercito con un congedo disonorevole. A questo periodo si riferisce l'c · pisodio dd martirio deUn legione Tcbnna idcmificalll nclln person11 di S. Maurizio da Apamca ucciso con 70 compagni. E interessantè notctre, a mo.rginc del racconto, comc l'atteggiamento del soldati crlstinni sia cambimo rispetto al secolo precedente in quanto essi s i rifiutano di ohhçdirc all'ordine di ogirc contro i confratelli cristiani, dichiarandosi però pronti n cornbanerc conrro i nemici. Sinmo dunque di fronte ad unn diversa, più matul'lt vnlurnzione dcl ~ervizio militnre c dei doveri nei confronti dello s tato. Con Costantino si assiste alla vo· lontà de.ll'lmperutore di diHondere In rdigione cristiana fra le troppe , rinmmcttcndo trn l'altro in servizio

200


R.rtmllo dl!lfiflfpt't11ltlrr VtlfcniiNJIJHQ

con il diritto ad una honalo minio, un congedo cioè onorevole, i soldo t i che ne erano stati esclusi in c:poca dioclezian«. Viene altresl dfc:uua· ta la trasformazione dd monarca da imperatore-dio, ad imperatore: per grazia di Dto. Famoso ~ l'episodio dei prodro mi deUa battaglia del Ponte l\1.ilvio, che: trova un significativo parallelo nelle preghiere al StmJmus Dms fatte rcdr:= da Licinio nlla vigilia del· lo scontro contro Massimino Onin. Dice Lattanzio: «Costantino... fa avanzare tutte: le sue schiere sin presso la ci n~ e si accampa nella zo. na di Ponte Milvio ... durante il sonno viene avvertito di fnr segnmre sugJj scudi il celeste segno di Dio e di dar bmagliu. Esegue il comando e, con la lettera X incrociata ad una l dall'c:strc:mitò superiore ripiegata, segna sugli scudi «Cristo•. Arm111lo di tale insegno l'c:sercilo vn al· l'ottac:co ... ». Complessa e contruvtrsn appare la questione costantiniann cd aneo· ra oggi ci si mu:rroga su quali moti· vi obbiano spinto l'imperatore:, di· venulo C.moso per l'editto di tollc:ranza, ad assumc:re un atteggiamento di opena adesione al Crinianesi· mo, quando c:gli in realtll , u pane 1 seorimenti personali, regnava su una maggioranzll di sudditi pagani. c~rtamcnt~ il l v sc:colo, carnueri~· zato dA situazioni estremamente Cllorichc:, vide: un esercito compc»oto da gc:nti oppartcnc:nti a più credi, ma da ultimo intimamente fedele alla maest~ dell'imperatore, sempre: più circondato da un lllone divino. • La Jiceiliì del servizio militar.: si troven\ succ~ssivomente oo in ma· nic:ra drammatica, riproposto con GiuJjano, l'impc:r:uorc opost~l3. Eglì lcnt~ con ogni mezzo di ricon· durre: Ili paganc:simo i soldati cri· srinni. La maggior pane di essi per lcggcrezz" o avldìrà di danaro ac· cw~ di sacrificare nlle immngini degli dc:i pusnni c ddl'imperutore. Degli ufficiali molti rifiuHtrono, Cr:t

cui i futuri imperatori Gioviano, prestare servizio rnilirare, mentre l v~lentini•no e Valente, i quali non laici SIU'1l.t\n0 obbligAti Ad entrQI'C subirono perb o.lcuna pena in quon· nella struttura milltnrc, annullando cosi la distinzione trn mililill Cbrisli 10 penonaggi troppo utili allo stato; ahri, meno importanti, furono con· c mili11a laeculi. dannnti per nvcr soltanto criticato Agli inizi dcl V secolo, lo diHu· la politica imperiale nei confronti sionc: del Cristianesimo ncll'cscrci· della religione:. to era ropidnmente numcntuto, ri· Un'ultima testimonianza riguar- flesso della completa cristianizza· da l'età degli imperatori filo- zionc dell'impero. La Chiesa o que cristiani Valcntiniano c Valente in sto punto non si trovò più in posicui si regiStrano arruolamenti for· zione: d'antitesi, più o meno latc:n· zosi di CristilllÙ; in osservanza Ili te, nei conrrooti dello SlUIO, ma fu divieto dtgli Apostoli, l'ostin3Zione costretta in qualche misura n racco· delle reclute era tale che molte di glierne l'eredità. In questa situazioesse furono mnrtirizzate per non ne i pusati aueggiamenti ostili nei voler fare il ser.•izio militare, uri- confronti del servizio militare: non vando ad un punto di esasperazione a\·evano piì1 motivo di >vilupparsi, tale che il vescovo Filippo d' Aruuo. mentre d'altro camo andav~ scm· lia rivolse una supplica agJj impera- pre piu prendmdo corpo unn gene:· tori affinch~ annullassero il divieto rale sud1.1cia nelle capacità bc:Uichc degli Apostoli. dell'ultimo esercito, romano solo di Nd corso del l V secolo si assiste nome. ma sostanzialmente bnr· alla volont ~ della gerarchia ecclesill· barico. stico di porre un argine aU'intrnnsi· Tale attcggiumcnto si lrudu~eva genza delle sette scismntiche, evidcn?.inndo il contributo da dare allo in uno strisciante sentimenro srnto 00 oll'nutoritò civile. Avvurà antimilitarista, inteso come nvver· quindi unu distinzione secondo la sionc totale per tutto cìò elle si rife· qu:~lc agli ecclcsinstici saril victnto riva all'essere soldulo. 201




R:çortm:.zmrc J,./111 porlll

pnnapt~l~

d·oattSD alrtJct:~~nlpatJJL.IlliJ ~l.la fi!alhUJI (Gtmt~~f114). 111/litnc$ rtr../:n()

stru:.ione dd """""/ di Antor~ino ~ulla linea dci forti ere t tl da Agrico. lo. In seguito alle pressioni delle po· polu~ioni barbare però questa diCe· sa si rivelò insufficiente c con Seui· mio Severo si retrocesse al più me. ridionole vnllo di Adriano. obbnn· donando lo Scozia senza riuscire ad inOiggere una decisiva sconfttt>t oi

nemid.

Furono souomes,ì :olia fine del V secolo da Clodov.:o, re dei Franchi. ed il loro paese colonizzato. Solo gli Alamanni rimasti liberi vennero sulvnti cb Tcodnrico che lasciò loro la Rezia. Successivamente, all'inizio delle guerre gotiche furono di nuovo ceduti dal re Vitige ai Fron· chi. del cui regno rimasero a far parte in condizioni di relativa indi· pe.ndcnza.

Alamanni

Li troviamo menzionati per In primu volta nel 213 d.C. qunn.do sono combattuti da Cnrucalln sul Meno. All'inizio furono cosl desi· gnati solamente gli Svevi, il cui nu· eleo c~-ntralc, come ci tramanda T a· cito. abitava la media regione dd. I'Eibn gi!l nel 500 a.C. Ncl200 d.C. :~pparc il nuovo no· me di Alamanni, dal gutico trlll· mam, uomini, indicante l'uni<>ne delle varie stirpi svevc della Ger. munin meridionale. Ne.l 260 irruppe.ro nJ di là del li· mes gerrnuuico-rctico c..-d occupun>· no i territori fino ru lggo di Costnn· Zl\. Passato il Reno od 450 si stlil\· zinrono, insieme a popoli svc:vi giÀ romanlzzatl, nelle regioni della Mo· sello, Pnlatinaro ed Alsazia. Alcuni gruppi raggiunsero il versante meri· dionolc delle Alpi dove si stabiliJ'o· no. come restimoninto dal nome Souve, ndl'nlto veronese.

204

Franchi La presenza dei Fronchi è attestata inizialmente fra le tribù del basso Reno. Lo loro storiu amica è sconosciuta ed anche il loro nome e d'origin~ incerta. l Romani infatti designavano Franchi un insieme di popoli diversi. Comparvero ncllu Gallia a parli· re dnJ ID •<:e .d.C., nu solo alla [ine• del V ne divennero l'elemento prt· dominante. Nel corso del Tl1 secolo, l' inde· bolimento della (rootiero rennna re. se possibile l'inHlrrazionc di varie nibù françhc ol di qun ~el fiume, in territorio romano, e molti impera· tori dovenero condurre opcrozioni di gucm\ nei loro confronti, rinfor· zando conseguentemente e in pila ripre~ la llnea di confine. Nel l V S<"'olo si susseguirono nuove incursioni che videro i F'ran· chi muove~i n nord ed arrivare a

p1u riprese fino in Gnllin . Molti b11rbnri però erano nel frattempo divenuli pacifici coloniz~atori agri· coli cd 'lllcuni di essi entrarono an· che al servizio dclle armi romane, essendone upprczznto il coraggio cd il dìspreu.o del pericolo. I.'impcm· core CO>Stnntino aveva nl suo servi· zio un ufficiale franco, Bonito. e pres$0 l" corte di Costunw U numt:· rosi erano i generali ro1nllni di tolc origine. Sidonio Apollinoue ci dc:scri· ve i FrMchi come persone dulla scar· sn civllt:i, rosse dì c:~pelli, con gli Oè· chi verdi ed il viso glabro. Il ma ceriale proveniente dalle lo· ro nccropoli ci iUurninn sull'unuomcnro di questo popolo. L'nrma na· zio nole può considerarsi un 'asda nd un solo fendente, chitlOlatA comune· llltnte rrnnciscn, che veniva ponnta oppeso <~l cinturone. Micidiali emno anche l'angone, un giovcllouo d~Dn punta ad arpione,lo cui parte metallicu poteva misurorc anche un metro, e lo skTtUTJauzx, lun· go coltello, che in nJcuni esemplari roggiungevll le dimensioni di una spadn. Un ni

Cosl Arruniano Marcellino de· scrive gli Unni (III$tnriae XX.XT, 2) ...n popolo degli Unni, poco noto agli amichi storici, abita al di lò delle paluc.li Mcotiche lungo l'occnnu glndale c )upcrn ogni limite di bar· bntie. Siccome honno l'abitudine di solcare profondamente con un col· tello le gote ni bambini appena nati, aHinchè il vigore della barbn, qu<Ln do spumn al mom~nro debito, si in·

debolisca a cau:;a deUc

~he

deUe

cic>ltrici, invecchiano imberbi, sen· za o.lcunR bcllez1.n e simili ad ~u· nuchi.. Per qunnro abbiano la figuro umana. sebbene deforme, sono cos.i roz"i nel tenore di vito du non aver bisogno nè: di fuoco nè di cibi con· diri, ma. si nu1rono di radici di erbe


RJttrollt• JJ LPt/IJ Vnv. Mrr.i

ti C.

lklll

Jrt .

selvatiche e d1 carne scmkruda di qualsiasi onlm,•le, che riscaldano ~r un po' di tempo fmle loro cosce ed il dorso dei C11VIllli ... Neppure un tugurio con il tetto di paglitt si può tro,•are presso di lo· ro, mo vagano <tttraverso montagne e selve, nbi1unti sin dalla nascita a sopportare gdi, fame e sere... Ado. perano vesti di lino oppure forte di pelli di topi selvo l ici, nè dispongo· no tii unA veste per cosa c di tm'al. tn1 per fuori. Ma una volto che o.bbilltlo fermo· to al coUo una tunica di colore np· pnssito, non la depongono nè la mu· rano finchè, logorata diii lungo uso, non sin ridotta a brnndelli. Usano berreni ricurvi e co1>rono le gambe irsute con pelli c-aprine e le loro scarpe. poichè non sono state prc· cedemememe modellare, im~Xo-di· scono di crunminlll'e liberamente. P-er questa ragione sono poco ndnui a combnncre • piedi, ma inchiodu· ti, per cosl dire. su covalll Corti, anche se defonni ... Non sono reti i secondo un seve· m principio monnr(hico, ma, con· temi dello guida di un capo qualsiasi, travolgono tuuo ciò che si oppo· ne tt loro. Combattono lllle volte se sono provocati ed ingt~ggiano battaglia in schiere a forma di cuneo con urla confuse c feroci. E come sono armnti nllaleggera ed nssaltlltlo niJ'improvviso per essere veloci, cosl. di· sperdendosi a bdln f>OSt" in modo repentino, arroccano e corrono qun e là in disordine e provocano gravi 'srragi Sen>.a che nessuno li vcdot, grn1.ie nll'ecces.~iva rnpidità, attaCOJ· no il \•niJo e saccheggiano l'accampa· mento nemico.

Potrebbero poi essere considerati

senza nlcunn diflicohiì i più terribili Ira umi i guerrieri poichi: combnt· tono o distanza con giavcllotli forniti, invece che d'una punta di Cerro, di ossa aguzze che sono anaccn· te con arte meraviglios.•. e, dopo av~r

percorso rapidamente la distanz.• che li ~para dagli avversari. lottano o corpo n corpo con lo spndn scnzn nl· cun riguardo per In proprin vit>t. Mentre i ncmiti {anno aucnzionc ai colpi di spada, quelli scagliano su di loro lacci in modo che, lcgntc le membrn degli awel'$llri, tolgono lo· ro la possibilirl\ di cavalcare o di camminare». Secondo fonti cinesi gli Unni discendevano dai Mongoli Hitmt-tm. SI trovano di Husi dalla Mongolia c dniJo Cinu alla Gttllia, dalle stcppe siberilltle e dai mlll'i senenrrionall nl Caucaso, al Danubio, alle Alpi. Per lo più ruggruppati in orde sei·

vagg~

c sanguinarie, costituirono

solo con Attila (4q(, circa, 453 d .C.) un impero, peraltro privo di un s•ldo Ol'dimuncnto polit ico, con espirale s noi sconosciuta, nella pia· nura ungherese. Comparsi per In prima volta in occidente nd 370 d.C. scn•irono o combatterono con alterne vicende i Rom11ni· cuvalieri \toni, i buccellarii furono contemporaneamen te al fianco dei rivali Rufino e Sriliconc. li generale rom<mo EziO> gi~ ostag· gio degli Unni ncl409, rc:stitulloro In Pannon.io nel 427. Famosi piso· di relari\•i nll'epoca di Att ila sono In tentata itWilSione della Gullia, bloc·

205


l'rititm:ni JK~rlhi. Da/14mJ J, s~uiuuu Sn..v.·M.

cmn con In hanaglin dcì Cam,,i Ca· talsunici (451) e dell'I talia (4,2). falli1n in seguito ull'umbascc:ria di papa Leone l . Vandali Plinio menziono col nome di i Germani oric:n1ali di cui fac<!vano anch<! parre Burgundi e Go1i. A pnnire dal n secolo uùe deVa~~tlilì

nominn;done indicò solamente unn IX>polnzione, forse lu st<.:SSII ricordata do Tacito col nome di Luf.ii. Scesi dal Baltico, ~rovinmo i Vandali presso il O:mubio qunndo, insieme a Marcomnnni e Quadi furono sconfitti da Mn;rco Aurelio (171·173). l n qucSt 'epocn risnhano divist nei due gruppi di llsdìngi e SiiÙif.Ì. l primi, bnuuti d:o Aureliano furo· no in parte arruobLi nelle sue milizie (271), i secondi, ~confilti dn Probo al Reno, vennero per lo pi(t depor1ali in Britannia (279). Sempre gli Ascling1 nel IV secolo ottennero da Coscnntino d i po1ersi stabi· lire:: i 11 P:H1110nia, rimnncndo soggct·

ti ai Romani e fornendo milizie come riportato dalla Norilia Digllila111!11 che ricorda nppuolto cavalieri '•nndnli souo il comes d'Egiuo. Successivamente, forse col con· senso di Slilicone, gli 11stlin!li ripie· garono nel Norico c nr:lb Rc-t.ia .;, trascinando con sè <Ùtre popolozio· ni. sttl Reno. Di qui il re Gunderi· co, battuti i FrUJwhi nel 406, di~dc inizio ttl dilogore di un'ondata di

barburi che

somm~rse

l'occidente

romano.

Ccnscrico, frntdlo di Cundcri· t:o, si può considero re il vero fondnrore del regno dei Vandali. l mpos:.cssntO>Ì dd ln Sl>ngnu e di huonu 1>3tte delle province afric:t· ne, fu l'autore dcl sncco di Romn dd 455. l Vnndnli, come lo stesso nome rim:tsc nd ind iclll'c nei secoli succes· sivi, impromnrono le loro conquisi t all'insegna della violenza e dello bnttalit<o. Di religione . ~riunn fwo· IlO autori di 11rroci persecuzioni

206

ne oriemale, sono appeno descrini dn quest'ultimo storico •Oltre nl rncse dei l.ugil, st11nno i G()lom, retti a regime monarchiro un poco dorli wl'ordine du Giwtiniano che' più sevei1Uilente d~Ue al! n! popolu· nel 536 inrlisse loro una durn scon· zioni gcrm"nichc, ;enzo tutt:lvia finn in seguito alla quale scompar· che ne si~ soprofr:ma lu libertà.. vero dolln sceno politico di Rom<L Segni distintivi di tutte queste genMolti prigionieri furono incorpora- ti sono scudi rotoncli c spade eone; ,; nclln cavalleria imperiale col no- si dislinguono onchc per l'rn>sequio mc di lustinùmi Vandali. al potere regio•. Probnbilmen1e all'inizio delle migrazioni di questo popolo si deve Cori rar risalire lu SUl! divisione nelle Poco si conosce di quesro popolo principoli tribù dei Visigo1i c degli e le fonti che ne p:trl:mo Mlno al- Ostrog01 i. Gepidi erano im•cec quanto confuse e comroverse. chiumuli i Goti snmzinli sul mar Mcn1.ionnli da Plinio c: Tncim Nero. Enrrnt i prohnhilrncntc in come un'etnia germnlliC11 del confi. conflino con i Romn.ni già nll'epocll contro i cortolici che pcriodicamen· te insnnguinnrono le 1crrc dn loro conquistate. V~:nm:.ro deiinilivomeme ricon·


Ùt l..trncnlln, nci2H

incursioni sono

tJt

M..treomanni r~e.lle guerre ,germrtni· chc condotte du Marco Aurelio. Nel LV secolo vennero vinri e souomcssi dAgli Unni. Frange eli Alani. unitisi nel V secolo ai Vandali. raggiunsero prima lo Spugna. dove però vennero battuti, e sue· ççssivamcnt~ l'Mric;<o, com~ ICSti· monhtto d n li' epiteto rcx Va/li/ilio· 111111 cl 11/anorrml. proprio del re dei Vandnli in quel tempo. Questi gruppi non lssciarono al· cunH traccia di sé c le uniche loro test imonianze sono quelle originarie del mar Nero e della Crimea.

0Jtdtt, loro

.sicur11menu~

nue--

sr,u~ nei primi decenni del l rr sec. d .C . Pro~tressivnment~ r;~pprcscn­ tarono un pericolo sempt·e piì1 minaccioso per l'impero tanto che lo Stesso imperatore Oecio morl com· bnuendo C(mtro di loro ndl:r rcr;io· ne dello Si l is~rin , Avanzuri successivamente fino a Tc>salonicn, nel 2'ii invasero In qunsl totalità Jdla Docin. Dediti anche :~llu piruteria vennero du essi S<lcchcggiate nobili cinà quali Bi· sanzio, Atene, Cor~mo, Argo e Sporta. A questo periodo pnre d1e risalga l'origine dello scritturo goti·

Partiti c Pe.rsiani

eu doi caratteristici Sl"gni runici. Dopo lu cadutu dell'impero m· mano d'occidente ocl476, avvenuta per opera degli Eruli di Odoacre, Teodorico, re dei Cori, si spostò in Italia c banendo i rivnli, conquistò Ravenna e fece as5o.ssinore Odo acre nd 49} TI potere del Goti in italia fu conrrossegnato du unn lunga serie di gue~, tr:unandateci dallo storico PrQC(tpio, che li vide oppoSI i ai bizantini di Belis•rio e Narsetc. L' ultimo re goro, ·reja, morl com· battendo in unn locnlit;, l'icino al Vesuvio: l'nono $UC.:cssivo i \Upcrsriti otttnncro Ji potcrsi dtir:arc: senzu più rombnttere. Burgundi Le prime tcstimonianr.c di quest.• etnia g"rmaniCll, affine ni Vandali, risalgono •Ili sec. d.C . Uniti nd altri popoli cmigntrono nel liJ secolo vcr.so sud, ovc si scontrarono Crc·

quem"mente sia con i Romani, dn Probo n V nieminiano, che con ruue genti barbare. Militru-mente non furono mai molto forti e famosa rimane In scon· fitta ùlilitlll loro dnl generale roma· no Ezio che nd 4371i respinse al di In deila provincia Belgica prima, nel· la qunle erMo J>Cnetrati, facendo

cosl cadere il regno del re Gun· dikar. Succcssivnmenrc c fino nl 5 34, costil\lirono, con il permesso romano, un secondo regno, sr•bilendosi nd territorio imomo al lugo di Gi·

Ritrallo

di Curlm(QJIC.

oevrn e mescolandosi con In popolazione latinizzara. Divenuti cattoli· ci, e sporadicamente anche alleati dci Romani come nd 476 conLro i Visigoti, lasciarono allu regione il nome di Burgundia, Borgogna. I loro re, come dd resto gli altri sovrani germonici, non ebbero mai un potere molto Forte in quanto gencrolmtnte il n:gno ero diviso fra i v:~ri membri delia famiglia reale che dovevano pure confronutrsi con i rispettivi compagni d'armi Jliù potC"nt i. Ricordiamo il re Sigismondo, be· nemerito per aver indetto il concilio di Epaone 11cl 5l7 c promulg:~ro leggi contro gli ariani. Pu i\olrimo re burgundo perché, pochi anni dopo, nel 534, gli credi dd franco CDodovco invasero il regno c divisero frn loro il suo territorio.

Aloni Srirpe indocuropca appartenente

Dci rappo rti fra Romani c Parthi, fino al regno di Augosro, si è gilt parlato minutamente. In epoca successiva le relazioni fra i due popoli furono semp1~e improntare

nd

una

aperta ostilità, incrementata, da pnrte pnrtica, da complessi inrrighi dinastici. Intorno agli onni 50, Tiridate, regno me sul rrono d'Armenia, si rifiutava di cn·i cdcre l'investitura " Roma. Nerone allora vi inviò Do· mizio Corbulone il quale, dopo aver invano cercato soluzioni diplomaLiche, nel 59 oecnpò Arli\XSnt:a, capi· tale d'Armenia C! ncl60 Tigrànoccrla, conquistando in ral modo tutta In regione, di cui venne fnuo re Ti· gr:tnc, pronipote di Erndc di G iudea. Vologcse ullora, re dell:a Partbin c f rntcllo di Tia·idute, prese le :u·mi contro i Romani che, guidati do Cescnnio Peto, vennero sconfitti nel 62. Le opcraz.iuni fu ....mo quindi di nuovo affid~~re a Corbulonc il quale riusci nd imporre le sue condizioni, ottenendo nel 66 di mandare Tiridate a Rom n, ove riceve tu; dn Nerone rinvcstituro del regno d'Ar-

al ramo nomade degli lrani, vengo-

mcmn.

no chiamati Sciti dn Giuseppe Ff:wio. Furono un popolo di cnvolicri no· madi abitami le steppc deii'Ural, del lago An\1 e <lclmar Caspio fino al fiume Don. Pompeo li inconcrò ncUa campagna comro l'vutridote; Nerone progettò unu spedizione contro di loro; furono alleati dei

Con Trai11n0, sorte nuove con.. traversie scm p re riguardami l' Ar· mcnia, venne intrapresa una spedizion~.

guid;a:•

dt~lo

stesso imper:t·

torc, in ~egnito nlln qnnle la regione fu ridotto o provincia roronnu. l'raiano nssunto l'epiteto di parti· co, avanzò fino al Tigri c si impa· dronì di Cresifontc. Poco prima di

207


PnNttPt

(/Jt t~CttP if feo,,t

o,, s..; fMu:...kr.n.

morire (cee incoron11rc n: Putha· m>tSpare. figlio di Osroc. L~ provincia roma nn d'Armenia ebbe unn vita brevissima e ben pre· sto si riucccsero i vecclu conflitti . Nel l 6 l il re partico Vologcse ave· vo nllonrnnoto dal uono Soemo, re

208

diente dei Romani in Armenia. Do pc un insuccc:;so iniziale, le armi romane intervennero al comando di Lucio Vero, sconfiggendo riperutn· mente i Jlarthi c conquastnndo Ctc· sifonte e Selcucin. Un'nlrrn importante cnmpngnn

Atlt 14sfllmdt

lra11).

fu intrapresa d a Seuimio Severo, sceso in campo per ruleggerirc lo pr~sionc sullu p iazzaforte di Nisl· bis, che egli ave\•R costituito come cnpos<lldo nella regione. Fu nuova· mente conquistata e saccheggint~ Ctesifonte e l'Armenia rientrò an· cora una vohn nell'orbita polit ica di Roma. Carucalla, nd 212, tentò :uach'c· gli un 'azione nUiirare, ma In sua uc· cisione ad Edessa decretò In fine di ogni ulteriore operazione Lu g\acr· r..t venne continuato dn Macrino che (U tUttAViO scanfi110 in due ti· prese nei pressi di Nisibis. Ai Partbi dc:Ua dinastia arsacidc, ruceedettcro i Persiani della diniiSrio s;a5sanidc, ma non per questo venne· ro meno i motivi di contrasto con l'impero romano. Una grave disfnt· ut venne subito dui Romani nd Edes· sa, in seguito nlla qmùc lo stesso im· peratorc Vllicriano fu {atto prigioniero dalle truppe del re SIISsnnide. Verso lo fine de! III secolo nume· rose risultarono le offensive: roma· ne. Prima con Caro, successiva. rneme con Numerinno e Carino, tutte però con esito negativo. Solo con Dloclez.iano venne intupresn una vittoriosa campagna condotta d a Galcrio che portò l'esercito di Roma fi battere duramente i Persin· ni cd a concludere una pace del tut· to favorevole nlla politica imperio· le, ripristinando anche il protetto· NUO romano sull' Armenia. Lu conOitrualit:à fra i due imperi conrinuò nel IV secoln, tanto che Giuliano morl nelle vicinanze di Ctes:ifonte il 23 giugno del }6J ccr· cando ancora una volta di fermare l·cspansionismo persiano. Anche con l' impero romano d 'oriente perdururono situuzioni di conflitto c fumose sono lt guerre C'h" videro contrapporsi Ciustinia· no n Cnsroc l, il pii• grande monu· CII della d inastia sas.~nide . L'impero persiano rinl pratica· mente inromo al 650, sotto l'incal· ?.:art della potenza nrobn.



tipico atteggiamento di aderenza al·

la vica reale c quotidiana. L' inizio dcl l'cs1>•nsionismo c so· pratrurto la conquista del Mediter· ronco, vedono affluire a Roma l'im· meoso borrino delle opere d 'arre, fnvorendo contempornneamente l" immigroziooe di nuovi nrtisri. Tutto ciò provoca il desiderio di ri· scattare un passato anonimo c l'ir· rcfrenabile volomà di appropriarsi di unn civilt~ plurisecolare e unica nel suo genere. Tn quesro clima del rutto pnrtico· larc non sorse unn visione artistica nuova, bcnsl un eclettismo che, po· stosi a complemento delle espres· sioni prccedenci, cosrirul, conrra· riamcnte ad ogni logica, la base sulla quale si formò l'arre romana. Dalla fusione delle prccedemi espc· ricnze medio·iraliche con In tradi· zione formale ellenistica nasceva quindi il linguaggio narrativo deno· minare «storico», che r:•ppresema la prima 1! più importanre manlfe. stallionc di uno stile propriamente a·omano.

Il rilievo storico che pur era stato umo dn Egizi, Assiri c Greci, quc· sti ultimi se ne servivano tra.sferen. do le lotte umnne in orizzonti miti· ci, creando cosl Amaz>.onomuchic e Gigamom:tchie per esaltare le pro· prie vittorie sui <tbarburi», assume 210

nell'arte romHna uno sviluppo ed una valenza eccezionali. L'artis ta romano celebra avvenimenti storici non servendosi più dl miti c:d eroi, mentre anche il rnpporro dell'uomo con la divinità ONI diviene diretto. I fregi degli archi di trionfo, delle colonne coclidi, dci monumenti pubblici in genere, sono l'espressione dci maggiori eventi militari e de. gli atti poliricameme pi1t significa· tivi relativi all'esercizio dell'autori· ~~ imperiale. Le guerre di conquista, l'esercito nelle sue numerose componenti, i

Sopra. Q>fo,Jmz Anu:miuu. Sccno di eJtcu:ion~ in

mas14 di prigionieri Wubari.

svolse la sua opera sotto gli impera· toti Tr:Uano ed Adriano. Le notizie sulln sua vita sono frammentarie. nemici vinti, umilind ed uccisi sono Sappiamo con certezza che accomqu indi il remo dominante dell'arre pag.nò T rai ano nelle guerre daciche romana. In ques t'ortica però l'arri- e che Eu il suo ingegnere militare. sta non ha più spazio P'"' esprimersi La sua morte si può fissare intorno e l'arte d iventa uno strumento di al 125, anno in cui venne forse (at· propaganda imperiale. È perciò nr· • co eliminare per ordine di Adriano. re di Stato, essenzialmente simboli· Le opere sicuramente a lui attribui· cn, quasi atemporale, capace di CO· bili sono !'.imponente ponte sul Da· municare informazioni espHcitc e nubio e il Foro di T raiano a Roma, di facile comprensione nd un pub· comprensivo della grandiosa colon· b lico non n<>ccss"riamente colto. nn coclide iuorintn con cui l'eredità Dalla mnggiorc importanza del elle.nistica non si presenta più come messaggio ideologico rispetto alla un prestito culturale, ma una !ezio· capacità di snperlo esprimere in un ne assimil:tw e trasformata in nuo· linguaggio adeguato, deriva l'uno· va dom:ina. Sicuramente riconduci· nimato dell'orte romana. bile alla su n eminenre individualit1t Uno dei pochissimi nomi che si è anche un rranato sulla poliorceri· conoscono è quc.llo di Apollodoro, caJ i cui intflussi neW nrte n\ilitare si architetto militare e civìlc, nato possono riconoscere ancorn in età probabilmente o Damasco, che bizantina.


211


COl.ONNA TRAIANA

La Colonna Tminnn fu eretta nel l 13 d.C. per commemorare le vi t· torie che l'imperatore Traiano ave· vn riporrnto contro i Daci nelle due guerre del LOL-102 e del 105-106 d.C . TI monumento si Inseriva in mnniern organica nel cont~to gene.. rale dell'omonimo Foro. l'ultimo ed il più maestoso dei Cori imperiali. n Foro di Trniono, di cui oggi si può opprezznre solo in mirùrnn pnr· te l'originaria grandezza e magni!iccnza, era lungo complc~sivamentc m. 300, largo 185 c venne costruito con l'ingente bonino delle guerre daciche:. l lavori iniziarono nell07, anno del trionfo dell'imperatore sui Duci e l'architetto che li diresse, Apollodoro di Damasco, li predì· spos~ in manicr:• t:tle che ogni ele· mento dell'intera costruzione aves· se come costante punto di riieri· menro In gloria dell'imp<.-rntore oplillllll princeps. L'impianto della piazza richiJimn quello dei principio, ossi n le piazze centrali degli ncc:unpamcnti milita· ri, come pure la po$i.zionc trasvcrsa .. le ddln bnsiliro e le due biblioteche che In segttono: esse si collocano nel punto in cui negli ~ccan>pnmenti trovavano posto gll archivi, mentre la Colonna occupa il luogo destina· to al santuArio delle insegne lcgio· naric. Numerose statue dell'imperatore ~ di prigionieri dnci scandivano in maniera costante 11 profondo signi · fiCllto celebrativo di tutto il complesso, soprattutto la magnifica sta· tua ~"'uesrre di T raiano che sorgevo al centro ddlu piazza, oggetto, nn· cora nel 357, di meraviglia e srupo· re da parte di Cosron?.o rr in vishu aUn cinù. Nel portico c nelle esedre ni lati delln piazz:t dovevano trovarsi le statue dci generali di Trniano, sul· l'architrave dello basiliCll erano in· cisi i nomi deU~ sue legioni, di cui cruno cs1>ostc :lnchc le insegne, tu l· to insomma contribuiva nll'es:tJra. zione deUn grlllldezza di Roma e di uno dei suoi massimi arte(ici, come in un crescendo, fino nlla Colonno . Ln Colonna di Traiano è l'unico 212

do :mchc iii roro cd il c!lpi<dlo, è esattamente di 100 piedi (- m. 29,78), donde il nome di cemenaria dato nllo Colonna nell'antichirlt; considerando anche la base, misura m. 39,83, nd esclusione della statua colossale posta alla sua sommità ra{. figurante S. Pietro, opero commis· sionata da Sisro V a Giacomo dd.lo Porta nel 1587, n sostitull.ione di quella di Trainno andata pcrdut<l nel medioevo. li basamento ~ omuto di trofd d':~.nni barb~rlche c sul lato rivolto verso l:t bas.ilk'U pre.'iCntll una porta d'ingresso wunite la quale si accede all'interno e quindi aUn scala ~ chiocciola, ricavnu nel vivo del marmo, che p<>rm fino nUa sommiÙI della Colonna. La porto ~ sormon· tuta dalla scgutnte epigrafe: SemtiiiS

popolmquc romaJws l Imp(cratorl) Cot!rari diui Nervae /(ilio) Nt'roat! l Trnim10 AIIR(IItiO) Gtmll(tmico) Da· cìco Ponlif{ici) l Ma.~imo trib(umcio) pol(esli11e) XVII, unp(eralbr} VI, co(/l)s(ul) VI. p(tller) p(alriae) l od dt· c/tmmd11m qtumlae alliltulinis l mom

et locus lillll{is op.:r]ihus sii CR<'SitiS (il Senato ed il popolo romano aU'im· peratore Cesare Nervo T raiano, fi. glie del divo Nervo, Germanico, Dacico, Pontefice M<t.~~imo, rivesti· to pe.r la diciasseuesima volta della potc>tà tribunicia, ttcdamato impc· nuore: per In •esrn v0 1ta, console per la sesta volto, padre dellu parria. Per indicare quanto em alto il eoUe eh.- con questi lavori è stato dc moli· ro). L'iscrizione è purtrop1>0 cor· rotta proprio nel punto interpreto· tivo più controverso, alcune lettere risultano infatti dannelllliare dall.1 ' costruzione in ctll mcdioevnlc dcHB cappella di S. Nicola Dc Collll/1/ta, otnduta in seguito distrVll" nel see. Lt Co/omt.J TruiAna o~t XVI e di cui ancora si notano le tracce. La Colonna $Crviva quindi ad in· monumento del Foro gitmto intatto <licarc l'ahc>.za del taglio operdtO Lino a noi. Essa domino oggi lo spa· J)Ct obbatlcre la sdln montuosa che zio circostnntc ma anticamente si umicomente univa il colle Quirinulc trovava in un'arca angusta, chiusa al Campidoglio e pcrmenere in tal ai lati dalle due biblioLL-chc, :tntC· modo la costru:~;ionc dell' intero riormente dnlla basilica e pouerior· complesso. M11 non solo. Snppiamo mente dnl pronao del tempio del di· dn Cassio Dione che il monumento vo Trainno. È costruitn in marmo fu concepito no1che come sepohuru lunense e lo suo altezza, consideran. per l'imperatore: le sue ceneri mc-


La Cdlbnmt

Tnunna n d Dio amlt:t/U

u~imn'Ìo, /tv 1~ Jt~c

bib/iolttbe Jtl 1-fJro di Troiouo. f'arm:o/are del Plastico ntostmJth•o dt Roma dlllrc.a m sr11la 1:250,

daiusc in un'urna erano tomcrvatc nd basamento dcUa Colonna, avvenimento questo eccezionale in quanto verificatosi all'interno della linea sacra del pomerio. Al di là di ciò In Colonna aveva lo scopo precipuo di celebrare le virtoric ddl'im-

pcratore sui Daci, quasi una tra.se:ri· zione figurato del suoi Comme11tarii • che ben si collocnva rrn le d1te biblioteche del Foro, similmente ad un lungo rotolo (volumen) avvolgentesi intorno ul fusto del monumento. La narrazione si estende per circa 200 metri servendosi di più ru 2.500 figure n rilievo continuo che si snodru1o lungo una sLrisci;> la cui altezza. all'inizio ru m. 0,89, cresce, per motivi di prospettiva, fino o m. l ,25, provoc:~ndo un conseguente ingrandimento di tuuc le immagini. li racconto degli avvenimenti segue abbastanza coerente· mcotc, soprnuuno per lo primo guerra, il susseguirsi degli eventi bellici, pur"" esemplificati in tutto UJ"a serie di episodi ricorrenti quali la costruzione di accampamcm i, di-

scorsi oll'eserdro*. sottomissione di capi barbari. .. senza mai però ripe· tizioni e diminu2ione di tono, pur nell'affollata congerie di fatti c personaggi. La figura di Trai:mo appare circa ~ess•ntn volte, elemento costante di riferimento di tutta lo narrnziooe, distinta in due parti da una figura di Vittorhl in otto di scrivere so uno scudo. Le scene si susseguono presentando diverse composizioni e schemi narrativi, proponendo vari scorci, a volte nrditi, resi possibili dall'uso sapiente ru sfondi sia nrchiterronici che boscosi , visioni di accampamcnri, di fortini, di villaggi, i quali al tempo srcsso dnnno orga· nicità c: complessità al racconto, r"ccordando i vari episodi in un contesto fortemente realistico e spaziale. D cilievo, molto basso, non nltcra la linea architettonica

delln Colonna e si presenta scorrevole, pittorico, dnndo l'illusione di ariose prospettive all'interno delle quuli le figure ~i muovono in manier:• naturnlc c scnzu sforzo. S<.'COndQ alcuni studiosi i rilievi sarehbero srari originarinmenre colora.ti, ciò avrebbe tra l'altro pcrmes· so In loro visione nnche n notevole distanza: come fare infntti n distinguere le scene poste a trema c pi<• metri di altèzza? U problema non è staro nncoro risolto. l recenti resrnuri banno accertato l'esisrenza di patine copremi di colore variabile, stc· se anche sulle parti originarie del rilievo, neUn totalità dei casi però atrribuibili ad alterazioni di varia na· tura. Si è scopcrla invece l'csistcn· 23 di Sot[ili intonaci protettivi a base ru calce (scialbi) usati nel corso delle molteplici operazioni di manuten· zione, anche antiche, del monumento. Elemento che cerrnmcnte contribuiva ad infondere vivacità al rilievo ern alfresll' inserimenlo delle "r· mi e degli a mezzi usad dai soldati, re-nlizzati in bronzo ed applicati con nccurre1.za alle figure.

Un ed ino promulgUIO nc.l \1 62 dnl senato di Romn d<:crcrnva che In Colonna di T~aiano non doveva es· sere abbattu ra, né d;mncggiata, mn rimanere integra t-d incorrotta in eterno, per l'o(lorc deU'inrero po· polo di Roma. E interessante nota· re come, in un tale periodo di decadenza e d'abbondano, q uesto monumento rappresentasse simbolica· mente l'ideo stessa della romanitìl, da salvaguardare e tmmnndore ai posteri, deposi cario di una memorin storica unica nel suo genere. ln rcalt~ h Colonna non scanca mni di affascinare. È opera di una grMde person a.lità artistica conven· zionalmcmtc conusciulll col nome di «Maestro detne imprese d i Trninno», forse da idencificare con lo stesso archi reno del Foro, Apollodoro di Damasco, responsabile unico della concc:zione generale dell'o· pera e direttore di un gruppo di scult6ri, reali:ozatori delle varie par· ti del rilievo. Apollodoro stesso, probabilmente disegnò i cartoni originari poi rrudotti in marmo da pii• scultori, la cui operu però rag-

213


110,

tuUa9la,

-

!:=~-=;:; fai ~:e-~=: !lTran.ilvuia, i Daci&ail~et. ucm.ero -

Le pmi di questa ~liti politica, çprossimativamentc di orJa1ne ttlda, che si erano stan· periodo, caddero vittime

zlate nella~~ gil dal VI-IV sec. LC., si erano date Wlll OIJ!Aninazioae sociale che, seppur ancora di tipo era sosWIZialmentc monan:hica. La figura del re assumeva contor· ni più nctri e più incisivi quando il potere era assunto da personalità spicate e decise: mogni caso ebbero sempre: notevole importanza sia il sommo sacerdote, che a volte tc:ndc:va a bilanciaré o 11<1 integrare la po·

trib• .

tenza reale, che l'aristocra~in t:ribale (14rabosi<IS e pileah'). L'affermarsi di UJl forte st~to dacico, ruttavia, fu accelerato cd in qualche modo anche favorito, daUa minaccia rappresen tata dai potenroti vicini, popoli c:elri ed influen:ut romana. Sia le fon ti letterarie che l'attività archeologica ci permetto.no di considerare Burebistn, re dall'82 al 44 circa, il primo grande monarca dacico. Egli, oltre che ad nssemblnre e rafforzare con sempre maggior for.<n lo Shi!O al suo interno, intraprese una pòlitien estera dinamica e decisamente espansionista. Burcbistn avviò, intorno aali anni 60, virroriose operazioni tontJ'O gli Scordi sci ed i Basrnrni (di origi· ne ge•mnnica), battè le etnie celti2 14

mente battuti iD cup 11pe110. L'insolgae di problemi mllitad ai confini ddla contigua provincia 18~E da rilevan:, in ogni c:aso, che la pllnrXJnica, sulla quale premc:vaao coaquista materiè delle rqiOIÙ Quadi, Marcomanni e SarmatiJai· abillltè dalle popolazioni daciche gi, costrinse Domiziano a rallc:ntare non rientrava nei programmi politi- la pressione ll.li Daci ed a stipulare ci né deU'ulrima repubblica né degli una paa considerata già allora solainizi dd principato: il confronto tra mente un comprot11CS$0 poco onole due culture si limitò ad ìncrursioni revole per le armi romane. In teorill daciche e, da parte roiDliiiR, 11 pur- Decebulo IIVtebbe dovuto divenire ziali operazioni con carattere più di una sona di re cliente, in pratica in· grande poli:.ia che: vere c: proprie vece alcune clausole favorevoli ai campagne milirori. Daci, quali l'invio di personale spe· Gli anni 85·86 d.C. videro l' ini- cializzato (ingegneri, istruttori mili·

zio di un Npido det~iororsi delle relazioni fra le due potenze. Entrati in massa neUa pro\rincia ddla M esia, i Daci sconfissero ripetutllmente le forze romane tanto che cadde sul campo :tnd>e il governatore ro-• mano d~Uo provincia, Appio Sa bino. Riuscirono probabilmente a concenere la loro u7,lone solo alcuni re· parri d i sranza nei cll.Sittt legionari di Novae, lo bulgara S\liltov, Ocscl/s e Viminacium, nelle vicimmze di Bd· grado. Le legioni che vennero coinvolte in queste azioni furono la T ]Ja/ica, la V Macedonica, la VTT Claudia e la \1 Akwclae. L'impcrotore Oomìziuno accorse sul posto ed il suo esercito riuscl a ricacciare gli invasori oltre confine. Ncll'86 o 87

turi, ecc.), pernUsc:ro loro di prcpa·

I'IU'Si con maggior cura allo seonrro che si sarebbe inevitabilmente ancora verificato. Nel periodo storico immediatamente successivo ì Romani concentrArono neUe due province dello Mesia, mperior cd ilt/e· rior, almeno alrre due legioni, la TV Flavia (con ctHtmm o 5ingidmwm, Belgrado) e la li Adiutrix, olrre che numero5i reparti di auxilia c rinforurono il limcs danubiano, aprendo anche nuove vie di comunica:;:ìone. L'avvento di Traiano alla porpora mutò complètameme l• politica romana. I motivi che avrebbero spinto all'intervento l'imperatore, che tammentismo era stato un militare di professione, possono essere


curioso appare poi il !atto oUJJJefllSi Daci ptestarooo senrWo io reputi di t11Dti/J4 (es. la cohots II tWtr!lia Dtl&OTII111 o la CO·

ora POI1d-

C8IIlellle

Romenjo C: Jqoslavia).

Nc:ll'invemo tra il101 ed il102

i Daci, a ad si CI'IIIO affiancati ali-

quote di s~rnlllti e di Germlllli, at-

taccarono a loro volta la Me-sia ma. afhontati a Nicopolis, vennero sconfitti e respinti. Con l'inizio della buona stagione, nel l 02 i Romani ripresero l'avanzata spingendosi fi- delle spinte interne al suo regno (senso di rivalsa, insofferenza per no ai Carpazi. L'~cito Eu diviso: TraiBno con la fanteria legionaria attaccò e conquistò metodicamente il sistema fortificato montano, ment:re le pianure: erano sorvegliate da due colonne mobili con notevole prevalenza di cavalleria. Per non far subire l'assedio alla capitale Sarmizt:p,ethusa, Dc:cebalo accettò la pace. lt<:l'mini, per i Dad, si possono cosl riassumere: consegna delle macchine belliche, abbattimento delle murn delle fortezze, restituzione dei disertori romani e cessione di alcuni territori (corrispondenti grosso modo alla Moldavia meridionale, alla Valacchio ed al Banato). L:. pace resse fino al l 05 quando Deceb111o, probabilmente a causa

l'umiliazione subita ecc.) riprese decisamente le ostilità, occupando i territori ceduti ed arroccando le guarnigioni romane. Traiano, tornato immediatamente nella regione, dt.-dicò tutto il 105 a contenere l'avanzata nemica ed a liberare poi i Ci1Sira. cbe ancora resistevano. Nel 106, diviso l'es~r<:.ito io più colon· ne, l'imperatore si portò nuova· mente in Dacia; lentamente ma inesorabilmente venne occupata turla la ~ona fino ad assediare e conquistare Sarmi,zegethusa, cbe fu saccheggiata ed incendiata. Deceb,\lo riusc1 a fuggire daiJa capitale e si rifugiò sui moorl, tentando ancora di organizzare una qualche rcsisten~a: trovatosi però circondato da un reparto di cavalle-

lxm II 11111/Psla Dllt:tm~m pi11 jùklis 111ilillrill ef{lli/a/11) 1 dislocati nei p ib

sperdurillllgoli dell'impero {Britllll· nia, Cappadocia ecc:.). Essi faceva· no eviden temente parre di quei Daci che avevano fauo atto di souomissione prima della sconfitra; tut· ravi.a non siamo in grado di stabilire se i reparti fossero nel tempo rin· for~ati con reclute di eguale stirpe. La romanizzazione si diffuse ed eb· be effetto capillare con l' in'iCdiamcnto iniziale di numerosi coloni, p(ovenienri specialmente dalla Siria e dall'Asia minore, e con il perman<'re di un (orte esercito che aveva i ponti di forl<a nelle due legioni stanziare srnbilmente a Potairsa ed A.pu/um. Questo processo di integrazione eultlll'<l!e, che dette oLigine ad una popolazione tra le più romanizzatc di tutto l'imper.o, era praticamente completato allorché Aureliano, quasi due secoli dopo l' occuptt~io­ nc, nel 27 1, decise l'abbandono della provinda.

215


Colmma Amonina. Ponìcol4rt! del <t»tiracolo dello pioggiA».

giunse una sostanziale unhà di linguaggio artistico. Siamo senza dubbio di fronte nl massimo esempio di rilievo storico romano e ad una delle più signWcati.ve opere d'arte di rutta l'antichità, frutto di una sapiente ed accorra unione fra il nnrurnlismo d'origine cllcrìistica, espresso dallo mpp.resentazione dello spazio e dalla coerenza organica delle singole scene, ~d il c<tran~e storico ripicame.nte romano.

COLONNA ANTONINA Circa serrant'anni dopo la costruzione della Colonna Traiaoa, fu edificato in Roma un rutto monu· mento onorifico: la Colonna di Marco Aurelio. Dedicata a questo gronde imperatore (161·180 d .C.), 216

essa rievocava c narrava alcune del· rore sulla sommità, si ispiravano alle imprese militari che costellarono la Colonna Trai.ana. Il basamento, il suo regno tormentato: il bellum in origine riccamente decorato, GemUJnicum et Sormaticum. Tutta- venne fano scalpellare da Sisto V via se nella colonrla di T raiano si che fece anche porre al suo culmine potevano «<eggere» Je gesta destina- la statua di S. Paolo. re ad ampliare ancora una volta i NotevoLncnte diverso è invece confini dell'impero c dare gloria a lo srile. Nella Colonna Traiana si Roma, l'opera militare di Marco avverte la presenza di una grande Aurelio era la forzata conseguenza pe.rsonnliti\ artistica; tÙ contrario, di una guerra di difesa: cpiéa e in quella Antonina sono all'opera grandiosa ma che rappresentava la diverse maestranze, più o meno colfine definiriva dell'espandersi del te. Le figure sono più rozz.e, i partipotere politico e militare di Roma cola.ri meno curati, la prospettiva celle terre dd nord Europa. • quasi inesistente, la continuitll de· Eretta nel Campo Mamo, a me- gli avvenimenti storici non sempre tà circa del percorso urbano della rispettata. Si nota chiaramente la via Flaminia, la Colonna Antonina tendenza alla semplificazione e venne terminata nel 193, anno in schematizzazione di un linguaggio cu.i fu nominato un apposito custo· che poco ormai ha di raffinato ed de che si occupava della manuten- equilibrato. La grande lezione deJ. zione deJ monumento e risiedeva in l'arte classica ha concluso il suo ciuna casa nei pressi. cio e oon riesce più a soddisfare le La ripologìa, la misura di l 00 esigcn7-e di una sode rh in ~-ui si av· piedi d' alrezza (m 29.60 oltre il vertono evidenti sintomi di crisi. Non è possibile ricostruire con plinto e l'artico), il fregio a spirale commemorante due successive Assoluta fedeltà le guene marcocampagne di gu~ra, la scala interna manniche eli Marco Aurelio servenn chiocciola, la statua dell'impe.rn- dosi unicamente deUe scene ripro·


Bruto <li Afareo Aurrho CQn coTPZ.W ( paluWwlencum s,//4 spalla sininm. Da f.anttiiÌO.

done sulla Colonna e, d'altro canto, la documentazione rrosmes.s ad dalle fonti, frammentaria ed elusi· va, ci aiuta solo parzialmente a •Ìe· vocare alcuni dei momenti che caratterizzarono la guerra. Certamen· te dal 167 tutte le popola~ ioni ger· ma.n iche e sarmate dd conHne danubiano e, in alcul'ìi casi, di quello renano, tentarono di penetrare en· tro i confini de1J' imj)erO. La fase , acuta della crisi si ve.rilicò nell'esta· te di quell'anno, quando Quadi e Marcomanni con Vandali, Chaòi e Longobardi attraversarono il Dam•· bio, sconf issero un'arm.ara di 20.000 romani e, valicate le Alpi Giulie, dilagarono in {!alia setten· trionale. Fu an momento di crisi profonda: il limes era crollato, Aquileia assediata, la Dacia sue tta nello morso di un attacco di Sarmati, mentre anche la peste, portata io Occidente dalle truppe che avevano combattuto in Ori eme contro i Par· ti, inluriava con rinnovato vigore. L a grandezza di Marco Aurelio si misura ancora oggi con la calma con cui seppe dominare gli avvenimenti e per i provvedimenti a mezzo dei quali riusd a reagire: l'esercito venne arricchito di due nuove legioni Oa Il Pia eia m Concors), accettan· ma nello stesso anno, la Rezia ed il parte cristiana, la legio Xl1 assunse do come reclute gladiatori, Sèhiavi Norico erano riconquisrati. il nome di FulmitJafa in questa occa· e anche briganti della Dalmazia; le Tuttavia l'imperatore, cb.e è CO· sione, in quanto l'intervento divimilizie urbane dell'Asia minore fu· monemente conosciuto come filo- no, richiesto con pregbiere dai le· rono inquadrate fra le truppe com- sofo ma che indubbiamente rappre· gionari e manifesta tosi con fulmini barrenti; si cinsero di mura anche sentò appieno l' intelligenza e pioggia, risolse una difficile situa· città lontane come Salona in Dal- polirieo.milirare romana, capl che zione. Che la legione cappadoc ica mazia e Filippopoli in Tracia; si fe· per garantire sicurezza ai confini fosse formata all'epoca da cristiani cero giungere urgenti rinforzi da doveva ancora combauere e an· appare dubbio, d'altro canto, la d e· lontane province quali la Cappado· nicotare il nemico. Cosl, forse dal nominazione di Fulminata·è ben aneia e l' Egitto. Poi, nel 168, vènne 171, il quartier generale imperiale teriore. Dun<ntc la battaglia decisii' attacco e la riscossa che portarono fu a Camuntum, in Pannonia, da vo, i Quadi impiegarono anche unA alla liberazione di Aquileia, mentre cui mosse l'esercito per colpire in torre d'assedio che venne però col· moriva combattendo anche il pre· primo luogo i Quadi. I prigionieri pita da un fulmine ed incendiata: fetto del pretorio. venivano giustiziati sul posto, par· anche questo particolare è presen· L'Italia settentrionale era salva ticolore che trovo rappresentazione tato sulla Colonna come un evento ma la lona continuava: cadeva no sulla Colonna, ed i Quadi inseguir! prodigioso. sul campo, nel 171, il generale oltre il Danubio. Comunque i Quadi vennero bat· Claudio Frontone contro i Sarmati, Durante la marcia si verificò il ruti. Nel 173 toccò ai Marcomanni davanti alla capitale della Dacia, ed famoso «DDiracolo della J?ioggia», che furono sottomessi l'anno sue· il nuovo prefetro del pretorio, Ma· anch'esso riprodotto nel fregio. Se· cessivo. Anche i Sarmati vennero crioo Viodice, contro i Germani, condo la storiogro!ia posrcriorc di ricacciati in una campagna che durò

217


A.rro di Tito. Ri!mto Jt!l./4 promsion~ trion/11k. Si nolll.no il cll.ntl~IJJro ttbnico o

lt!ut brott/4 • /t 170mb• d'Drgt!lltO, pmd4t1 1141 Ttmplo di Gtn<JtJ/tmmt. •

l'ioo al 175. Sembrava tornata la pncc, tunavia, da vaghe e scarse in· di.cazioni, possiamo ragionevolmen· re suppom: come già dal l 77 Marco Aurelio fosse nuovsmcnrc al confi· ne, ove impose a Quadi e Mnrcomnnni un esercito d'occupazion-e, Insorti nuovamente, i barbari vennero decimati in una battaglia con· dotta dnl prefetto del pretorio Ta:r· rutenio Patetcolo. Poi, prima che potesse dare l'a,s. setto de.finitivo ai confini, ill7 marw dell80, Marco Aurelio mod, vi t· tima deUa peste, sul fronte danubiJ>. no nel castrum di CamtmllmJ. ARCO DI TITO L'arco di Tito sorge suUa sommi· tà deUn Via Sacra, quasi a chiusura deU' area monumemale del Foro Romano, di fronte aU'lmponente struttura del Colosseo. L'iscrizione che reca sull'attico ci rivela che (u innalzato, subito dopo la morte del· l'imperatore Tiro, dal frateUo Do· miziono (81-96 d.C.).

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L'arco, la cui conservazione è mana, ientb di rioccupare mi.litar· stata resa possibile dal suo inseri· mente Gerusalemme ma le sue formento neUe fortificazioni dei Pran· 7.C vennero costrette ad una dìsa· gipane deU' XI sec., si presenra ad strosa ritirata. Nel febbraio dcl 67, un solo fornice: ed è largo m 1350, Nerone incat'icò aUora T. Flavio alto 15.40, profondo poco m.eno di Vespasiano di condurre le ostilità.. 5. Sullo fronte del Jato orientale è Tra il 67 e la prima metà dcl68 , raffigurato il trionfo, celebrato nel Vespasiano riusciva a ric.onquìsrare 71, di Vespasiano e Tito sui Giu- la Galilea, .ove neUa fo.rtezza di lo· dei, che il monumento appunto ltlpala catturò Giuseppe, il futuro commemorn. All'interno del forni· storico e narratore di tutta la C<lrn· ce si trovano due importaori rilievi pagna giudaica, la Samaria, la Perea che rappresentano i momenti pili si· e l'ldum.ea e si accingeva ad invésti· gnificarivi deUa cerimonia: il suo re Gerusalemme, quando gli giunse inizio attraverso la porta Trionfale la notizia deUa morte di Nerone. Le c l'imperatore suUa quadriga. De· ostilità furono praticamente inter· gna di nota è la rappresentazione rotte oel69, poiché lo stesso Vespa· deUe trombe d'argento e del cande· siano aveva deciso di tentare di aslabro a serre braccia, di cui abbia· sumere il potere imperiale. Vennemo qui 1a più antica raffigurazione, • ro poi r.iprese oeUa primavera del saccheggiati dal Tempio di Gerosa· 70, quando TitO, incaricato dal pa· lemme. dte di condurre la guerra, incomin· Il maggio del 66 d.C. diede inizio ciò ad investire la capitale politi· aU' insurrezione dei Giudei contro co-religiosa dei Giudei. gli occupanti romani: antichi risen· Avevo. ni suoi .ordini le legioni V rimenci, il comportamento irre· Moc~do!lica, X Fmemis e XV Apol· spons..bile nel reprimere violente· linaris, nd effcttjvi ridotti in quanto meote le prime manifestazioni e loro reparri costituivano parte dd una forte componente religiosa fu. corpo di spedizione che avrebbe rono fra i motivi che scatenarono la portato sul trono Vespasiano, Ja Je. ribellione degli Ebrei. D governato- giooe XT1 Fulminata al completo, re romano de!J:o Siria, le regioni io una vessillozione di2.000 legionari rivolta infatti dipendevano ammi· delle legioni di AJessaodria (In XXJJ nistrativamente dallo provincia ro· Deio10riana e la m Cyrenaica) cd


un' altra di }.000 deUe legioni schie· rare suU'Eu(ratc. Operavano inol· ere forti contingenti forniti da re clienti, Agrippa Il, re deUa Batania e Traconitide, Socmo, re di Edessa, Antioco IV deUa Commagene c nu· merose alae e cohortf!J di ausilillri. Ad affrontarlo era una eterogenea massa di combattenti, molto speS$0 in lorra fra loro, che fAcevano atpo ad Eleazaro, Giovanni di Giscbaln e Simone bar-Gbiora, con una nutrita rappresentanza di Z<:lori e di circa 5.000 ldumei, per un corale forse di 24.000 combattenti. Gerusalemme era cinta da tre se · cie di mura e Tito cozzò con tutta la sua forza contro di esse: in mag· gio cadde la più periferiCA, cioquc giorni dopo la seconda poi fu artac· cara l' ultima e più potente lin.e a for· tifìCJtta. Fu un ass(.-dio tragico e lucubre durante il quale i pcigionie.r l .venivano giustiziati, aUa popolazione dvlle mancavano j viveri, i mor· ti giacevano insepoltl 11el caldo soffocante e si arrivava a praticare jJ cannibalismo. In agosto le truppe romane riuscirono a bruciare le porre del Tempio e fu l'inizio dell'ultimo massacro. U luogo santo degli E brei fu saccheggiato e dato alle fiamme, forse per ordine deUo stesso Tito,

l

anche se Flavio Giuseppe, per motivi ovviamente di parte e di imma· g.ine, lo nega. L'ultima resistenza nella città fu spazzata definitivamente a settembre. Simone bar-Ghiora venne preso

Arco di Ccm•ntlr.o. Monw:«> f/>:ak d6114 />d114f,lia ' ""' m... bi

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tengono a monumenri d'epoca fla· via, traianea c antonina. Degni di nora qudli relativi ai lari corti del-

vivo e ucciso nel Mamertino dur11ll· l'articoe aU'intemodelfomicecen·

il ttionfo di Vespasiano e Tito, Giovanni di Gischaln se la c-avò eon il aucere a vita ed Eleazaro mo.rl suicida, nel 7 3, nel corso deU'asse· dio di Masada. re

ARCO DI COSTANTINO L'arco di Costantino ~ il più solenne cd imponente arco di trionfo giunto fino a noi. Alto m 25 ed a tre fornici, è una delle testimonianze maggiormente eloquenti deU'a.r· te e della storia di Roma antica. De· cretato aU' imperatore Costantino «dal senato e dal popolo romano» per la vittoria r.i porrata nel 312 d .C. ad Saxa R.ubrt: sul rivale Mns· sen.~io., si presenta come un com·

pendio di scultura romana imperia· le essendo composto da rilievi d'età c provenienza diverse. Le sole parti d 'epoca costantinia-

rrale, divisi in più sezioni ma perù· ocnri ad un unico grande fregio d'e· poca traianea, dello stesso stile del. la Colonoa Traiano. ll calco di queste parti, dcoUegate fra loro, è visi· bile solamente al Museo deUa Civiltà Romano. Alto m 3 e lungo circa 20, costituisce il più grandioso esempio di rilievo $tOrico romano pervenur:oci. Intorno aU'anno 310 il sistema deUa tetr lll'Cbia voluto da Dloclezian.o per governare i territori sog· gerti a Roma e per agevolare la difesa contro la marea montante deUe invasioni barbariche era ormai ner· tamente io crisi. .Ben sei augusti si comendevllllo il dominio di parti dd!' impero. Di essi due governavano le province occident:al.i: Costan· tino, figlio deU'augustus Costanzo, amminis1rava Gallia, Btirannia e Spagna, mentre Massenzio, anch'e·

na sono infatti i Eregi dei fornici mi· gli figlio d'un nori che commemorano gli eventi bellici a memoria dei quali l'arco venne eretto, gli altri rilievi appar·

lliiJIUftiiJ,

Mllllsimia-

no, esen::iruva la sua autotit?t suU'l · talia e, con qualche difficolt~. sull'Africa. ? 1Q


Smtua colona/e Ji <Àstantlno. Dalle T<"mt< 0111011imt fUI Qjiiri11ak.

Nel 312, in un clima di intrighi famigliari e di aspre lorte politiche, Costantino si risolse dJ scendere in Italia cd abbattere Massenzio. Non potendo sguarnire completamente ì1 limes confinQI'lo, egli si mise in morda con un esercito di 40.000 uomini, formaro da eavalieri galJ.j e germani e da distaccamenti legionari tratti probabilmente claUa Il !tali-

ca, Vll Augus/4, I Mi111nvia, VI Viclrix, XX Valma Victrix e VTI Gemina, oltre che da forti repQI'ti di auxilia. Massenzio potevn invece mettere in campo 100.000 combattenti . L'armata valicò le Alpi al Mongine· vro e conquistò presto la pia.zz:•for·

220

re di Susa: la clemenza dimostrata verso lo popolazione civile, che non ebbe a subire il saccheggio, gli pto· • curò un chiaro successo politico, tanto che molte cirtà del nord l rrulia gli aprirono spo.n taneamenre le porre e gli si consegnarono. Un grosso ~reito favorevole a Massenzio, fra cui primeggiava la forre cavalleria CAtafrarta, fu barruto a Torino. Successivamente un nJ. tro conringenre venne sconfitto in· torno a Verona. dopo un'ioteMI giornata di lotta: la città stessa si arrese e fu presa anche Aquileia. Senza in· dugiare Cosrnntino condusse le sue trUppe oltre l'Appennino e scese

verso Roma lungo la vili Flaminia. Il primo scontro nelle vicinanze della capitale avvenne :ù Saxa R11· bnr e fu favorevole a Massenzio. Tuttavia Costantino riuscl a spingersi ancora più vicino a Roma, fin. ché si accampò nelle vicinanze di ponte Mllvio. Nella notte avvcnnè il famoso episodio dd sogno ed il martino S<lcccssivo Cosrantino or· dinò cbe fosse nlz•tto un nuovo vessillo formato do una X con al centro una Unea verticale. ripiegata in ci· ma, a significare la sua adesione al cristianesimo. Possiamo solo fare supposizioni, che non sciolgono certamente i dubbi, circa le ragioni di que$[0 suo gesto, se squisiromente religiose o di calcolo politico. La manina successiva continuò il combattimento che era iniziato ai Saxa R11bra. ll suo aspetto tattico ci ~ per molti versi oscuro, ma è certo che Costantino, a cui forse erano rimasti 25.000 combarrenti, llltlciò lo sua cavaUeri3, seguita dalla fante· ria, contro le file ordinate di Massenzio, fra cui primeggiavano i duri prcrorjani nelle splendide uniformi. La contesa aspra e sanguinosa durò a lungo, finché i soldati di Massenz.io cedcrrero e volsero in fuga, cer· cando di rinttraversare ii'J'evere sul ponte di barche costruito io prete· denza. Moltissimi morirono fra i flutti e Massenzio fu rra questi. Costanti· no ero padrone di Ro11111. ARCO DI GALERIO

Fu ereno a Saloniceo, io memoria della grande vittoria riportata do Galerio su Narsere, re di Persia. Cesare dello parte orientale dell' im· pero, Galerio aveva scelto Thessalo· niCJJ, Salonicco, quale sua rel!i· den:z.n. L'arco aveva la forma di un t~tra· pylon, sorreuo da otto grandi pilastri dei quali attualmente solo due sono ~upcrsriti, mentre degli altri rimangono pochi avanzi delle basi. Era di insolira ampiezza, con gran-


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Am> di Calcio a Sakmiceo. Pl4rti<O in 1:20 <IM riprru/11u i Jel

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di arare o runo seno, a cavaliere della via Egna~a. la grande arteria, proseguimento dell'Appia, che congiungeva la cosra adriatica al Bosforo. Lo spazio centrnle era coperto da una cupola. Classico esempio d'arte tardo antica, lo stile dci suoi rilievi, che sfuggono ormai ai canoni dell'arte ellenistica, richiama do vicino il fregio della Colonna Anronina. Le fi. gure si distaccano con decisione dal fondo, personaggi di proporzioni dive= si mescolano tra loro, non ~ondo criteri gerarchici bensl per colmare lo spaz.io a disposizione. Motivi iconogt<~fici rradizlona)j si confondono con notazioni proprie dell'arte provinciale. Nuovi dementi compositivi caratteri~.zano questo monumento che od suo insieme sembra preludere a forme ed espressioni medioevali. Galerio er:a uo ruvido ma ortimo soldato che fu creato cat'sar per l'Oriente da Diocleziano probabilmen-

U! negli anni tra il 291 ed il 293. Per rendere maggiormente stabile l'unione polltica, ìl fondatore della terrarchia impose al suo caesar di ripudiare la propria moglie per sposare Valeria, sua figlia. Nel 296 il re Narsete di Persia, approfirrando delle difficoltà che Diocle•iano incontravo nel pacificare l'Egitto in rivolta, inv,ase la Siria. Galerio, dall'Illirico, :si spostò con celerità su questo &onte, volse in fuga i Persiani ma, trop,po impetuoso, cadde in una imboscata e subì un grave rovescio. Ad Antiochia ove intan to si era portato, Diocleùano prima urolUò li suo caesar, poi gli diede 1.. possibiJjtà di riscanarsL Rinfoi'Ullto l' esercito con i duri veterani deUe legiones V Macetkmica e XIIT Gemitta, di stanza allimcs danubiano e con gli ausiliari Goti provenienti dalla Dacia, Galerio mostrò una grande su· periorità tattica e tale audacia da battere ancora una volta Narsete, catturando addicirtura le sue mogli ed i suoi figli. Continuò la sua marcia vittoriosa sino a Ctesifonte ove fu fermato da Diocleziano.

Egli, iofard, prosegul la gu~ra con meni diplomatid; re.~ùtul i nobili prigionieri al re dì Persia ma, in cambio, la Mesopotarnia divenne definitivamente romana e fu, per l'ennesima volta, riconosciuto il protettorato romano sull'Armenia. Inoltte le cinque piccole province, poste al di là del Tigri, Intilene, So· fene, Carduene, Arsanene e Zabdicene ebbero giurisdiz.ione romana, mentre Nisibis diveniva il centro commerciale più importante fra i due imperi. Enorme fu l'impressione per queste vittorie oncnute dalle armi e dalla diplomazia, tanto che a Roma furono celebrati i cirt:t'11ses Adiabellicir victiJ, della durata di cinque giorni.

-

t;E(j-]f) 221


CRONOLOGIA DEGLJ IMPERATORI 23 a.C.-14 d.C. Augusto 14-)7 Tiberio }7-'11 Caligola 41-'4 ClAudio 54-68 Nerone 69-79 Vesp11siano 79-81 'l'ilo 8 1-96 Don>iziano 96-98 Nerva 98-117 Traiaoo ll7-138 Adriano 138-161 Antonino Pio 161 - 169 M•oco Aucdio e wcio Ve<o 169-180 Mooco Aurelio 180-19.l Commodo 193 Elvio Perrinace 193 Didio Giuliano 19J-2ll Scttimio Severo 211-2 1.7 C:~racallo 2 17·2l8 Macrino 218-222 Slagabalo 222-235 Alessandro Severo 235-238 Massimino i.J Trace 238 Gordiano l c Jl 2,}$ Pupicno c Balbino 238-244 Gordiano m 245-249 P:'tlippo l' Arobo 249-251 Dccio 251·253 Treboniono Gallo l.lmiliono

2"

253-260 Vuleriwo c Callicno 260·268 Galliena 268·270 Aurolio Claudio 270-2n Aureliano 2i5·216 Claudio Tocim 276 floriMO 276·282 Aucdio Probo 282-283 Caro 283-284 Numeriano e Corino 284-285 Carino 284-305 DioclC"<iat>o 286-310 Mas,imi.no 292-306 Cosran"" Cloro 292-311 Gillerio 306-312 Mi!Z=•io 306-337 Co<ranrino 337·340 Cosrancino II, Costante, Costanzo 335-350 Costame e Cosum:w J50-J61 eo,Uinro 361-363 Giuliano 363-364 Gioviano }64-375 Valentiniano, Valente c Grui•no )7~-378 Vruentc e Graziano J79-J83 Crll'ziano e Teodosio 383-392 Teodosio c Valcntiniano TT J92·39.5 Teodosio 395-423 Onodo 476 Cadutw dell'impero romuuo d "occidente (l'ultimo imper:uon: Romolo Augusrolo viene deposto da Odon-

cre, rt deaJi Erulil

REFERENZEFOTOG~CHE

Tutte le immagini sono tratte dagli archivi fotografico, storico e numismati· co del Museo della Civiltà Romana, in quanto si riferiscono alle collezioni dd Museo ed a documenti in esso conservati. Fa,nno ecce:~:ione quelle con soggetti gallo-celtici, desunte dal catalogo della mostra TCelti, 1991. Inoltre banno la provenienza di seguito riportata le fotografie relative a: pp. IO, 171 e 205 da A"ticki. Portret, 1987; pp. 11, 17,105, 170,200 e 206 da La comtmicazio11e tiella storia. Grecia e Roma, 1991; pp. 113, 118, 125, 127 c 132 da Roma/l Britain, Britisb Museum, 1983; pp. 128 e 137 dal catalogo della mostra Brom:i dorati di Cartoceto, 1988; p. 131 dal catalogo della mostra Il tesoro nascosto, 1987; pp. 133 e 157 da Atkmte del mondo roma11o, 1984. Avverte"za. Le località citate solo in latino, senza il corrispondente moderno, non sono attualmente identificabili.

222


.RIFERIMENTI BfBUOGRA.FLCI Data la natura dell'argomento tranaro lo bibliografia ad esso relativa ~ immensa. Si è preferito quindi riportare unicamente le opere facilrnemt: consultabili o comunque qucllç pit• recenti . Le f<>nti antiche ~no citate

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Lc legu)lli di Roma, Roma 1990

l Mi/ilari e la Guerra in Vita quotidiana nell'Italia an· ticn, Il (in corso di Slampu) . 223


INDICE

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . pag. 5

F. Silwrio . . . . • . . • . . . . . . . • . . . . . ... . . . . . . . . . .

7

Le legioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . .

9 19 25

E i soldati crearono la grandezza di Roma

-

La cavalleria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gli ausiliarj .......... . ....... .. .. •. .......... .. ......... ..... . ... ~. . . . . . • . . . • . . . . . . I corpi speciali . ... .......... • ...... ••. ......... ...........•....... , . . . . . . . . . . . . . . . . • La guarnigione di Roma . . . . . . . . . . . . . • • . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . .

31

F. SiJv.,rio . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . .

39

l soldati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . • . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . Gli el~fa~ti da _guerra . . . . . . . . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . • . . . •

45

L'epopea di Giulio Cesare

-

35

-Il

Le Jegaom cesara•ne . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . • • • . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . • • . . • . . . . . . . . • . . . . .

47

Le province di Roma od l sec. n. C. . . . .. . . . . . . . . . .. . . .. . . . . . . .. . . . . . . • . . .. . . . . . . .. . .. ..

52

Le ba~t~glie ...• . ......... , . . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . l ncmaca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cesare e Pompeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Bibracte. La p rima vinoria di Cesare nelle Gallie . . . . . . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La dis(aata di Carre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . I rapporti [ra Roma e Parthia 11el I sec. a.C. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • . . . . . . . . . . . • . • . . . • . . . • .

84 95 98

A .M. Llbecsti . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . • . . . . • . . . . . . . . . . . .

lO l

L'auesa della baLtaglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le legioni di età medio imperiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Deçcrizion~ di uno schi«!ramento di marcia ...................... , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

113 ll5

Miles romanus s um

-

A .M. Libctotl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . •. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • L>escreato tardo .ampc.rJ'al c ..•.. .. ............. , ...•. . .•••................ .. •.. , ... •.... . La disciplina c il diritto penale militare . ........................... . .. • .... .... . ..•...•. Le grandi battaglie ta·a il 300 e il 500 d.C. . ............................ • ................. La cadu_ra d~e l?rovince . ... . ... ... .. . ......• , , ......... , ....... . ............•........ I yanch capJrruu .................. , . . , ............................................. . D tramonto dcUc Legioni

-

T Cristiani nell'esercito romano ...... . • ....... .... ....... ....... .. ..................... l barbari . ... . ....... . .... . .. .. ... •. ...... • ........ •.. ................. ....... ... ..

71 77

103

145

147 1)9

165 171

189

195 203

Appendice

A.M. Liberati ... .........•..... .. ...... ~ ....... .. ; . . . . . . . . . . . . . .

209

Riferirneori bjbJiografici ... , ... , . ...•..•.•............... . ..... . , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

223

L'arte c la guerra -

224



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