Comando del Corpo Veterinario dell'Esercito
4 Numero
Supplemento alla
~=A
RIVISTA MILITARE mMEDICINA VETERINARIA
1861, Ufficiale del Corpo Veterinario.
,_.
INDICE •
Numero
4
Ln Ri vista ~1ilitare di Medicina Vete rin ari a ha lo s copo di co nsentire agli Ufficiali un costa nte aggio rnam ento tecnico-prurcssiunale rnrnèndo loro ho pos.ihilltà di divulgare le CSI>Cricn>.e scientifiche mnlurate in ambito militurc. Nel qundro della collubora?.ione F.sercilo·l' • = la Rh istu .'\i prenggc l'obicUivo di facilita re lo sctm1blo d i conoscente c d i espcr len1..e: rr:.all mondo ul·cademico c- lu v~'t crinuria militare.
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Vaccini e vaccinazioni: Duecento anni di storia. (Ezio Lodetti, Ivano Massirio, Marco Ongaro)
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Esame ecografico delle strutture palmari della regione metacarpale del cavallo: tecnica e risultati. (Bruno Peirone, Anna M. Pilone, Luigi Pozzi, Stefano Nardi)
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Impiego della termografia a contatto nella valutazione delle lesioni tendinee del cavallo sportivo. · (Piero Puntoni, Mario Modenato, Silvano Tamagna, Luigi Mel/ano, Simone Fallaci, Fernando Fabiani)
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Legislazione
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Vita di Corpo: ieri e oggi
QUADRIMESTRALE Supplemento al n• 2/1992 della Rivista Militare T>iretl\l rC Rcsponsahil c Gcn. B. Pier Giorgio Fr;mzosi
Di retto re Editoriale Magg. Gen. Domeni co Ncsc i
Redattore Capo Cap. Mas~imilianu Angclini
Co mitato di Redazione 1< . Archilei, L. 13dlani. L. Bignozzi. G. Caputo. G. Catellani. A. Corria~. L. D'E~posi to. G. Gentile, A. Gabello, G. B. ('ìraglia. F. Guarda, D. Minori. r:. Monti. G. Morei. A. Roghcto. L. Russo. A. Sala. A. Silvcstri. A. Triani. V. Vinucci.
Comitato Scientifico
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r:otol ito: Studio Lodoli. Roma
La pubblicazione dci lavori è subordinata alla valutazione del Comitato di Rcda1.ionc cd i testi c il materiale illu;trativo inviati non verranno restituiti. Le opinioni espresse dagli Autori non impegnano la responsabilità della Rivista. l lavori inviati per la pubblicazione dovranno es~re inediti; le eventuali tabelle. figure c grafici dovranno essere numerati c com:dati da una sintetica didascalia; la bibliogralia dovrà essere rcd:mu correnamcmc. Ciascun articolo, inoltrc, dovrà essere uccornp:tgnato da un breve riassunto in italiano c in ingle~e. da una foto a colori formato tessera e da un curricu lum vitae dell'Autore. J lavori, in duplice copia, nel la stesura definitiva. corrcni e fi rmati dnii'Auwre. dov ranno essere indirinati a: Comando del Corpo Veteri nario dell'Esercito, Piazza Maresciallo Giardino, 49 - 00195 Roma. '
VACCINI E VACCINAZIONI: DUECENTO ANNI DI STORIA E. Lodetti (*), I. Massirio (**),M. Ongaro (***)
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RIASSUNTO
SUMMA RY
Viene descri/1(1 l' evolu zione dei \'acCilli veterinari dall'origine ai nostri giorni. Particolare rilievo viene dato ai procedimenti ÌfiiiOI'atil·i oggi disponibili perla produ:ione di vaccini di nuova generazione. l rapidi progressi fatti in tale settore sono frutto delle conosce me a livello molecolare degli agemi infettami in unione alle metodiche derivare dalla ingegneria genetica. Viene fmro accenno cmche ai vaccini antiparassitari, agli adiuvanti ed agli efferti indesiderabili dei vaccini.
Evolutirm in vaccines and vactinations is descrihed, with regard 10 new molecular biology tec:hniques. Adjumnt and side-effects of vaccines are ùn•esrigated.Knowledeges 011 1•accines againsr parassitic agems are reported.
INTROOUZJONE Le aspettarive di vita dell' uomo e lo stato sanitario degli animali domestici hanno subfto un deciso miglioramento nel corso degli ultimi l 00 anni in seguito a tre conquiste fondamentali nel settore biomedico: la prima riguarda l'identificazione degl i agenti patogcni e l'importanza dell'igiene nella prevenzione delle infezioni, la seconda lo svi lu ppo de i vacc in i c delle vaccinazioni. la terza la scoperta degli antibiotici. Luigi Pasteur può essere considerato a tuili gli cffcui il pioniere di due di ques te rre g randi conq ui s te ne l campo scientifico. l primi vaccini Yeterinari sono stati messi a punto, pitt d i un seco lo fa, dallo stesso Pasteur che scel c i termin i di vaccino e di vaccinazione in omagg io a ll e ri ce rche di Jcnn er ( 1798) sul virus vaccinia (vaiolo umano). Luigi Pasteur, con la collaborazione dci vete1inari delle Scuole Veterinarie di Lione, Alforr e Tolosa, ha messo a punto vaccini contro il colera aviare ( 1880). la pleuropolmonire dci bovini ( l HR2). il carbonchio ematico ( 188 1). il mal rosso dei suini ( 1883 ) c la rabbia ( 1885). Pasteur si basava sul principio che gli agenti patogeni potevano c:- ere trasformati in vaccini mediante aLtenuazione della loro viru-
lnflacon:tmemo di prndo1t1 bu)lngit,i.
le nza attraverso manipo lat ioni d i il primo vacc in o a viru s ina tti va to laboratorio. contro l'afta epizootica. preparato con All ' ing lese Wri g ht, all'americano v iru ~ colti va lo s u epite lio lingua le Smith ed ai tedesch i Pfeìffcr e Kolle bovino mantenuto in sopravvivenza. ( 1896) si deve il merito di aver ini- Il metodo di Frcnkel ha costituito il ziato le ricerche sull a inat!ivazionc punto di partenza di una nuova discichimi ca dei m ic rorgan ismi in teri, plina dd le scienze ve tcri narie che si metodica quest a che ha portato occupa delle tecnologie industriali ali 'a llest imento dei primi vacci ni per la produzione di vaccin i. inallivati. Con la scoperta del la propagazione A Roux c Yersin ( 1888) si deve la dci virus in colture cellu lari (Endcrs, scoperta della patogcnicitft delle tos- Wellcr, e Robhins 1949) inizia l'era sine extracellulari (esotossine) pro- modernu nella storia dei vaccini antidotte dai batteri. virali. Questa nuova metodica ha L'inarrivazione chimica della esotos- apportato quatt ro vantaggi determisina tctanica c difterica (anatossina) nanti: la possibilità di attuare pac;sagportarono alla prepara~ione di vacci - gi seriali dei virus in un tempo relatini efficaci (G h.:nny c llopkins 1923 - vamen te breve consentendo di otteRamon e Zoller 1927). La coltura del nere più rapidamente una cvemualc virus dell'influenza c di varie rickett- attenuazione; la possibilità di replicasiae in uova embrionate di pollo ha re i virus ad alto titolo consentendo la pcrmc~so di mettere a punto nuovi preparazione di vaccini più efl'icaci vaccin i inattivati (Cox 1938; Horsfall ed economici; la possibilità di swcliaet al. 1941).U n ult eriore svi luppo re i cloni dei singoli virus: la pos-.ibinella preparazione di vaccini è rap- lità di ridurre significativamente la presentato dalla selezione dei micror- · presenza di proteine estranee allergeganismi mutanti. che hanno perduto niche nei vaccini. in parte o nella toralitìt la loro vini- Molti vaccini attuali contro la malatle nza med ian te p<1ssagg i se ri ali su tia di Auyeszky. la PSC . l' IBR. la animali da laboratorio o per passaggi MD sono stati preparati partendo da ciechi in terreni colt urali particolari. mutanti fre dde ottenute in colture Un esempio eli questo metodo costi- cellulari incubatc a temperature infetuito dal bacillo Calmette Guerin riori ai 37C0 . Grazie a questi ripi di (BCG) (Calmette 1927), un micobat- vaccini mo lte malattie virati sono terio di origine hov ina attenualo con state tenute solto cont rollo. successivi passaggi su terreno a base Atwalmente lo sviluppo di nuove di bile bovina, <.: hc fu ut ilizz:tto come tecnolng ie derivate da ll a hi olog ia vaccino. In Olanda nel l 952. Frenkcl molecolare ha portaro ad una serie di mi~e a punto il metodo per preparare innovazioni nella preparazione dci
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vaccini a livello della loro concezione. preparazione ed utilizzazione. Lo scopo di questa nota è di prende re in esame l 'evoluzione dei concetti e degli approcci che hanno portato ai vacc ini attuali o che a partire dalle nuove tecnologie vogliono arrivare e ntro breve termine a vacc in i detti di" nuova genera7jone.
VACCINI VETERINARI I vacc ini per uso ve te rina rio destinati agli animali da redditO debbono possede re necessaria me nte de ll e caratteristiche che non sono ritenute necessarie per i vaccini al lestiti per gli animali da compagn i a e per l 'uomo. Ques te caratteristiche s i possono co sì s in tetizzare: c osto minimo ac cettabile d e lla dose vacc inal e; nume ro degli interventi vaccinali ridotti al minimo; fac ilità di somm inistrazione; innocuità totale a breve e a lungo termine: e fficac ia in termini di protezione , identità c purezza de ll' antigene utilizzato; sterilità; rispe tto delle norme per la salvagua rdia de ll 'ambiente (vacc ini vivi ricombinanti). I con trolli uffic ial i de l Mini s tero della Sanità garantiscono l' impiego di un buo n pres idio immuni zzante. La messa a punto di un vaccino che possegga le caratteristiche richieste necessita eli un not e vole impeg no economico, necessario per sostenere le ricerche sperimental i c per approntare i laboratori e .le attrezzature per la produzione industriale. Dal punto di vista scientifico la messa a punto di vaccini cos titui sce una attività estremamente interessante in quanto deve tene r conto de i prog ress i raggiunti a livello eli teoria e eli tecnologia riguardanti di ffe re nti disc ipline come la virologia, la microbiologia, la parassitologia, l'immunochimica c l 'immunologia. La protezione con fe rita dai vaccini nei confronti eli agenti virali o batterici c apace di s timo lare un ' immu -
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nità prevalente mente umo rale (afta, PSC, !BR , mal rosso, ecc.) è stata otre nuta abbas tan za fa ci lmen te in rag ione dell' e fficac ia de i vacc ini disponibili. Pe r certe mal att ie virali a caraltere sistemico (LEB, leucosi aviare, retrovirus della pecora c de ll a capra, anemia infettiva del cavallo, retrovirus l'c lini , peste suina africana, ccc.) non si è purtroppo ancora arrivati ad una soluzione ~odclisfacc nte in materia di vaccini nonostante che le conoscenze sulle proprietà degli agent i patogcni c dei meccanismi inununitari abbiamo fatto progressi spew1colari i n q ucst i ultimi mmi. Suss istono pure no te vol i diffic olt à per indurre una protezione immunitaria contro malattie la cui immunit.à è essenzialmente locale (enteriti , mastiti bovine). Per nuove malattie, come la malattia emorragica virale del coniglio. il cui agente eziologico non è per il momento coltivabile in vitro, la preparazione eli vaccini ~i basa ancora sulle lavorazioni di organi animali infettati sperimentalmente . Per quanro riguarda i vaccini antipara ~s itari sussistono ancora grandi eli rfi coltà dettate soprattutto dalla compless it ~l degli antige ni de i parassiti di fronte alla quale la risposta immunitaria d e ll'animale ospi te è spesso nulla. Bi sogna anche sottolineare il fatto che molte malattie parass itaric che rappresentan o ancora patologie di rilievo in Europa (coccidiosi aviare , cliswmatosi ed ipode rmosi dei nuninanti) ed ancora ne lle zone tropicali (tripanosomiasi) sono ben controllate da molecole antiparassitarie, che tuttavia sono indiziate di causare effetti indes ide rati sulla fa una se lvat ica . sull'ambiente e per la presenza eli res idui ne ll e carni pe ricolosi per la salute dell'uomo. Proprio per questi motivi l'utilizzo di vaccini antiparassitari non dovrebbe essere accantonato a priori. Deve comunque esser e chiaro il concetto c he le vacc inaz ioni pe r-
me ttono di controllare ciTicaccmente le malattie. ma non sono in grado eli impedire che gli age nti parogeni poss ano continuare a persis tere. sebbene in misura rid o tta , nelle popo laz ioni animali. La vaccinazione comunque deve esse re conside rata la prima ta ppa de l processo eli eradicazione di una malallia. Gl i esempi della bru ce ll osi. della PSC e dell'afta epizootica sono suffic ientemente eloquenti.
I VACCINI VETERINARII)f NUOVA GENERAZIONE l vaccini c he oggi vengono utilizzati sono più che soddisfacenti dal punto d i vista dell'e fficac ia purtullav in ben pochi di quelli disponibili, forse nessuno, possiedono tutte le carattctistiche che s i dovrebbero richiedere ad un vaccino ideale e cioè : a sso luta innocuità, efficacia certa con il mino r numero possibile di interventi, stabili tà dell"antigenc. basso costo. assenza di acidi nucleici e di proteine estranee. Nuove interessanti prospettive si sono aperte nell ' ultimo dece nnio con l ' identificazione delle proteine imm unogenc de i vaccini e c on la manipolazione genet ica dei batteri. de i virus, e de i parassiti. La biologia mo lecolare e l'in gegneria genetica offrono oggi la possibilità eli produrre vaccini senza manipolare agenti palog e ni, ma solo i lo ro co mpone nti immun ogeni: di p rod urre vacc ini sicuramente innocui od agenti immunizzanti vivi attenuati in modo irreve rs ibile. Ci troviamo pertanto di fronte acl una nuova generazione eli vaccini derivanti da tecno lo g ie di produzione diverse ma assolutamente innovative. Alcune ricorrono a sistemi bio logic i (DNA ricombinate, riassortimento o de lez ione di geni , antiidiotipo), alt re a sistemi esc lusi vamente chimicofi sic i (si ntesi d i po lipetidi). La tab. l ripotta le tecniche usate per lo sviluppo eli nuovi vaccini.
ATTENUAZIONI SPECIFICHE
È noto da molti unni che i rnicroorg:anis.mi vivi attenuati sono in grado di stimolare una ri spostu immunitari a molto effi cace. L' attenuazione viene ottenuta selezionando ceppi eli ridotta virulenza (ne l caso dei batteri. per esempio, va riant i rugo se o se rn i ru g ose) mediante rigorosi passaggi in laboratorio o colt ivandoli in cond izioni che ne limitano la crescita. I ceppi vaccinali vivi selezionati con queste tec nic he tend ono spe sso a riacquistare la primi ti va virulenza . Questo costitui sce sicuramente un aspello negat ivo.
Tab.l
BIOTECNOLOGIE PER LO SVILUPPO DI VACCINI l. ATTENUAZIONI SPECIFICHE VACCIN I BATTERICI A) mutazioni-blocchi metabolici B) vaccini a base di tossoidi VACCINI VIRALI ricombinazioni, riassortimento di geni , delezioni
VACC INI BATTERICI M utazioni-blocchi metabolici
Ceppi mut anti (mancata espressione de ll a parere cel lulare) eli S.cl ublin e S.gallinarum in grado di dare origine a colon ie rugose sono stati utilizzati come vaccini per prevenire la salmonella ne i bovini (Srnirh. 1955) e nei polli (S mith. 1956). TI vaccino allestito con la S.dublin è 1isultato responsabile di reazioni infiammatorie nel punto eli in ocul azione e a vo lte eli reazioni allergiche fa tal i. Più recentemente Wahadan et al. ( 1982) hanno mc!': SO a punto uno stipite eli S.typhi nel quale è stata introdolla, con manipolaz.ioni genetiche, una mutazione del gene galE, con esito nell"incapac ità a fe rme nta re ed util izza re il galattosio. Questo stipite mutante è in grado di vacc inare mo lto e fficaceme nte la mucosa intestinale per somministraz.ione orale. La immunoprotezione locale si stabilisce rapidamente. ma a seguito della scissione del lattosio (in glucosio e galattosio) questi germ i vengono poi devitalizzati datraccumolo interno di galallosio. Si è o11enuto così un vaccino vivo pelfetto cioè ad autodistruzione.
2. TECNICHE DNA RICOMBINANTI vaccini subunitari
3. PEPTIDI SINTETICI
4. VACCINI ANTIIDIOTIPO
Questa mutazione galE è s tata introdotta con buon successo in altre salmo ne ll e , co mp resa la S. typhimu rium. ottenendo così i rispettiv i vaccini viv i autodistruttivi da impiegare per via orale. Un approccio alternativo per la produzione eli salmonelle attenuate dato d al l' impiego di una salmonell a mu tante chiamata aroA( Haiseth e Stocker, 198 1) . Questa salmonella presenta un blocco nella biosintes i de i co mposti aromat ic i (aro). Poiché ques ti composti (ac . paraaminobcnzo ico c ac. dcicl rossibenzo ico ) no n so no pre senti ne i mammiferi le sa lrnonclle aro-A non son o in g rad o di molt ip lic a rs i ne ll'os pi te c pe rt ant o perdon o la loro virulenza. La salmonell a aro-A è risultata alle-
nuata per il topo cci ha dato sodd isfa centi risultati nei bovini e nei suini dando origine ad una risposta immunitaria buona e duratura (Stocker et al. , l9S3). Vaccini a base di tossoidi
Nei batteri piccole delezioni apportate all' in terno dci geni responsabili della produzione di rossina possono essere uti linatc per proclu!Te vaccin i a base di tossoidi. I rossoidi sono in grado eli dare una risposta immunitaria sovrapponibile a quella prodotta dalle tossinc, ma offrono il vantaggio che essi perdono il sito attivo della tossit:itìL Ceppi di E.col i enterotossici(ETEC) ri co nosc iu ti agenti responsa bil i di 5
diarr~a.
possiedono due fauori principali d i vi rulen za: una adcsina. che permt.!llC al microrganismo di aderire alla mucosa. ed una enterotossina. La enterotOssina è a sua volla costituita da due tipi di too;sinc. una tossina stabile al calore (ST ). costituita da un picco lo pcptidc scarsamente immunogcno. ed una tossina labile al calore (LT) altamente immunogena. La tossina LT consta di due subunirà, la s ubunit i't A (a ttiva c respo nsabi le dell'au ività tossica. ed una sub unitìt B. immunogcna con la funzione di legare la subunitì:t A alle cellule epiteliali de ll'intc~tino. Poiché la tossina non facilmente pu rificabil c con i mc1.1.i convenzionali e non può essere convertita in tossoide. ceppi eli E. coli sono stat i modificati con manipolazioni genetiche in modo da produtTe la subunità B. ma non la subunit ìt A della colit ossina. La subunitìt B. prodotta sou oforma di tosso ide stata usata come vaccino. che risultato in grado di conferire un 'immuni tà pro tclliva verso ceppi E.co li che producono LT. Parimenti clonando porzioni del gene responsabile del la rossina tetanica e determinando l'intera sequenza D A del gene. stato possibile far esprimere a E. coli il tossoidc del tctnno (Da lla. et al.. 1979). Sono stat i anche prodot.li con mani polazioni genetiche ceppi eli E.coli in grado di esprimere porzioni del polipcticle de l tetano che con teneva il framm ento C non-tossico, ma altamente immunogcno. Queste porzioni dci polipctidi sono risultate in grado eli proteggere i topi in seg uito a chall cnge con tossina t·etanica.
VACCINI VlRALl Ricombinazio ni , r iassortim ento di geni, delezioni.
La ric:ombinazionc cd il riassortimento di geni si può ottenere coinfellando contemporanc<tmcnte colture cel -
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lulari con un ceppo vi ralc virulento c con un ceppo apatogeno. Alcu ne forme "ria sso rtite" . derivate d all a co infczione. ri~u l tano private de i gen i patogen i senza che venga annuiIma la loro capacità di propagar ·i c di esprimere epitopi immunodominanti. Fo rme v irali "rias so rtite" con l' impiego di questa tecnica sono state ottenute con il vi rus dell'infl uenza c con i rota virus. Co infettando co lture ce llu lari con cep po virule nto umano di virus inl'luenzalc c con ce ppi influenzali aviari (che replicano poco nei mammiferi ) si sono ottenute forme '' riassortite'' contenenti la maggior parte dci geni del ceppo aviarc e due geni per le prote ine di supetficie HA e NA del ceppo umano. Ta li forme hanno co n ~ervato nell'uomo la immunogencci tà del virus selvaggio. ma hanno perso la capacit~l di trasmettersi da un individuo ali ' altro ( Murphi et al. 1982-1 984). Stipiti virali "riassortiti" stanno per esse re m cs~i a punto anc he per il virus dell'influenza equina (Murphi et al. 1984) con buone prospettive per un impiego a scopo vaccinale. Ncgli anni rccent i sono stati ali esti1i per delezione numerosi vaccini nei confronti della malallia di Aujeszky. La maggior parte di essi è stata prodolla facendo riferimento alle conoscenze genetiche delle funzioni virat i ricavate dai vaccini tradi zionali od ottenute empiricamente (Yan Oirshot et al. 1990) Il fine principale di 4uesti vaccini innovativi è stato quello di superare l'util ità dci vacc ini tradizionali. S i sono ouenuli mig lioramenti in tre campi: innocuità: effi cacia: presenza di un marker inununologico negativo. l nuovi vaccini sono per la maggior parte TK- e sono ottenuti eliminando dal genoma di un ceppo viru le nt o sequenze relativamente lunghe del gene TK. In a lcuni vacc ini ques ta è l'uni ca delezione genetica che rende il virus avirulento. In altri l'inatLivazione del gene TK è combinata con la delct.io-
ne di geni codificanti la glicoproteina gT e la glicoproteina gill è. che inducono una perdi ta totale della virulenza. Sia la gl che la glii ag i ~cono nel rilascio delle particelle vi rati dalle cellule infette e la g lfl inoltre coinvolta nei meccanismi eli assorbimento del virus alle cel lule e ne l conferire termostabilità al virus. L'enzima TK è apparso inoltre essenziale per la replicazione del virus del la pseudorabbia (PRV) nel t es~ ul o nervoso; ne consegue che le mutanti carenti del gene T K sono notevolmente ridolle nella vi rulenza. L'effi cac ia di questi vacc ini allestiti per ingegneria genetica è stata valutata nei suini. È !>lato possibile evidenziare che al cune mutanti delete sono pitt efficaci rispeuo ai vaccini convenzionali. Tuili i vaccini ricombinanti sono apparsi in g rado di proteggere i suini da severe manifestazioni cl iniche e dalla morte in seguito a challcn ge con PRV patogeno. A causa però della variabilità delle condizioni impiegate nelle varie prove è impossibile, al momento aHuale, indicare tra i vaccini ingegnerizzati quale sia il più efficace. l fattori che sembrano influenzare la efficac ia vaccinalc delle mutanti delete sono l'immunogeneticiti't del ceppo parentale eli origine, il metodo impi egato pe r l'a lles timent o de lle mutanti l'irnrnunogenecità delle glicoproteine delctc c infine la capacità della muLame a replicare nel suino. Un vacc ino di nuova gene raz ione contro la PRV pe r essere de finiLo innocuo deve po sedere le cguenti caratteristiche: mancanza di virulenza per i suineui !atLanti; non deve essere trasmissibile; deve possedere stabilità genetica dopo passaggi nel suino: non deve indurre latcnzn: non deve essere patogeno per gli animali rcceltivi. l vaccini allestiti con mutanti deleLe sembramo possedere molte di queste caratteristiche. Un potenziale limite ;tll' impiego di questi vaccini è la loro possibile ricombinazione con ceppi selvaggi, che potrebbe ca usare la
l'rodut.ion.: di vaccini 'u
IlO\ a
cmhriunalc di pullu.
riformazione dì nuovi stipiti virulenti. Anche se la ricombinazionc può essere indoua in colture ce llu lari , essa appare tullavia altamente improbabile in condizioni eli campo. poiché presupporrebbe che emrambi i viru~ infeuino la stessa cell ula allo stesso momento. Sono attualmente senta successo i tentativi di indulTe questa ricombinazionc in vivo, mediante inoculazione nel suino per via endonasale di una dose e levata sia d i vaccino che d i virus selvaggio. La maggior pane dci vaccini allel.titi per ingegneria genetica non esprime una o pii:. proteine; quindi i suini vacc inati non esprimono risposta anticorpale nei confronti delle glicoproteine mancanti. Un re st sierologico che impiega anti corpi specific i per le gl icoproteine mancanti può quindi permel!cre una distinzione tra animali infetti e vacc inat i ed è d i fo nd ament ale importanza per il w ntro llo e l'eradicazione della malattia in que i Paesi c he impiega no s trategie d i vaccinazione. Un p rc req ui s it o esse nzial e pe r l'applicazione pratica di queste reazioni è che r infezione con lo stipite di campo induca Ju formazione di anticorpi nei confromi de lla glicoprote in a non espres su ne l vaccin o marker. È s tato messo a punto un sagg io ELI SA nei confronti de ll a gL che impiega le cellule infette come anti gene ed un anticorpo monoclonale nei confronti della gJ come anticorpo indicatore. Le reaz ioni s ie ro log ic he volt e a distinguere tra animali infeui e vacc inati devono essere in grado di evide nzia re la r ispos ta an ti co rpale anche nei sui ni vacc inati infetti con basse dosi di PRV (poco virulemi). Questi test devono inoltre essere in
g rado eli rilevare gli anticorpi pe r periodi di tempo prolungati. prefe ribilmente pe r l'intera vi ta dell'ani male. Meucndo in paragone i differenti test allestiti . i dati di sponibili indicano che que lli pe r la cv idenziazione di anticorpi nei con fronti della gl possono essere meglio util izzati per di iTcrenziare i suini vacci nati da quelli infeui. l Paesi che hanno la necessità di eradicare PRV mediante vaccinazione sistematica ed eli minazione dci suini infeui dovrebbero utilizzare un solo tipo di vaccino (c iò ad unica delezione). 11 fatto di ut ilizzare vaccini deleti nella g l. gX o g fJl no n dov rebbe riguardare solo l'c!Ticacia e l'innocuittl del vaccino, ma la scelta deve
essere compiuta in base alla poss ibilità eli utilizzare saggi sierologici specific i. che portino all' identificazione anche degl i animali infeni in form a latente.
TECNICHE DNA RI COMBINANT I Vaccini subunitari Ques ta tecnologia è i l ri sult ato di studi inziati negli anni '70. basat i sul pre s upp os to pe r cui dete rm inat e costituenti protci<.:he della superficie virult.: (cosidene subunità) posseggono attività immunogena specifica. ma non sono dotate di potere infeuame. Dette s ubunit il po so no essere in
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alcuni casi prodouc per sinte~i ma piLì frequen temente vengono prodoltc mediante l'inseri mento de i loro geni codificant i nel materiale genetico di baueri o di altri v iru · non patogeni che sono in grado di garantire elevate produzioni di antigene. 11 vaccino contro J'cpat.ie B (HBY) è s tato mess o a punto con questa metodica. Operazioni analoghe sono state sperimentate con la proteina VP l del vi rus dell'afta, l'emagg lut inina (H A) del virus dell'in fluenza A. la glicoproteina dd virus della rabbia e la glicoproteina dell'Herpes s implex. In ca mpo veterinario l'esempio meglio studiato di vm:ci no DNAr da E.coli è quello dell'afta epizootica. La componente superficiale YP l del virus aftoso, da anni nota come la proteina capace eli indurre 1· immunità contro il v irus in toto, è stat a prodotta per biosintesi da un ceppo apatogeno di E. coli. il ceppo K 12. La VPI da DNAr è. tata sperimentata nella vaccinazione di bovini e suini, inducendo alti titoli in anticorp i neutralizzan ti in grado di proteggere g li animali dall'infezione sperimentale. Il costo c la difficile realizzazione dei processi di purificazione c separazione degli antigen i sintetizzati dalle cellule batteri c he morte nonché la plura lit ~t an ti genica el c i virus afloso hanno molto raffreddal'o i primitivi entusiasmi ( Panina c Agnoletti. 1987). La presenza di contaminami batterici. i costosi processi di purificazione ed i susseguenti controlli alli a dimostrare la rimozione degli element i indesidera ti hanno spi nt o la ricerca verso sistemi alternativi d'espress ione. usando cellule di mammifero. In tal caso il gene desiderato viene inserito in un vettore virate ( poxvirus, adenovi rus. l1erpesvirus) sotto il controllo di un gene promotore. Cellule in co ltura . o no tran s fcttate con tal e virus il cui DNA . i integra in modo stab il e . come provirus. nel D 'A della cellula ospite. che diviene capace di esprimere la proteina estranea.
Tra i vari v irus vettori ~agg1at1 presen ta indiscutilìi li vantaggi il viru s vaccinia. Questo vi rus non oncogcno, possiede un ampio s pettro d'ospite ed un genoma mo lto grande ( 187.000 coppie di basi). Molti dei suoi geni (a lmeno 9.000 coppie di basi) non sono necessari a lla replicazione, per cui si rende possibile la loro sostituzione con gen i provenie nti da altri agenti . Possono essere inserite nella sezione elci genoma oggetto di delezione fino a 25.000 coppie di basi di D A estraneo (cqu ivalente a circa 20 geni di medie dimensioni), ou.enendo un vi rus che mant ie ne intatta la sua capacità di replicare. Tale virus può serv ire qu indi come ve11orc di più geni estranei c fungere da vaccino polivaleme. È stato messo a punto un virus vaccinia ricombinante esprimente la g licoproteina G della rabbia (Kieny e t al.. 1984). Questo v irus, sommini strato per v ia orale a lle volpi. procioni e moflettc in grado di stimolare la produzio ne di alti livelli di anticorpi ne utralizzanti , nonché di conferire una protez io n e a l un go te rmin e (Biancou et al.. 1984 ). Un virus vaccinia ibrido esprimente antigeni al virus dell'influenza. dell'epatite B cd herpes simplcx tipo l era capace di stimolare la produzione di anticorpi verso tutti c t.rc i virus quando inocu lato nel coniglio. Nonostante i buoni risultati ottenuti con il virus vaccinia ricombinante negl i anima li d a esperimento. l'impiego di vaccin i nell'uomo controverso in quanto il virus vaccinia da solo responsabile di compi ica;,i oni. talvolta le tali . Inoltre uomo ed animali trattati più volte con v irus vaccinia risultano immuni anche verso il vettore stesso, per cui di fficile ipotizzare una ripetizione degli int e rv e nti vaccinali con lo s tesso vettore. Al momento attuale il candidato di scelta sembra essere il virus del vaiolo aviarc in quanto ha uno spet tro limitato di ospiti ed è inoltre incapace di molti plicarsi in ospiti non aviari.
PEPTIDI SINTETICI (vaccini sintetici) La poss ibilità di realizzare vaccini sintetici è legata al fatto che in una proteina globulare esistono più determinami antigenici. Solo pochi di essi sono importanti ai fin i del l 'instaurarsi eli un immunità protettiva e tali regioni immunoreattive isolate possono stimolare una r isposta immunitaria nei confronti delle proteine intatte. La tecnologia at tuale permette d i realizzare vacci ni , sintetizzando b revi pepticl i. corrispondent i a sequenze immunogene. Peptidi sintetici immunogeni corrispondenti al YP l polipctide dell 'afta, legati ad un carrier (emoc ianina ) sono s tati capaci di indurre la formazione di anti corpi, a lc uni de i quali ne utralizzanti , nonché di proteggere dall'infezione aftosa an ima li da esperi mento nonché bovini e suini (Bettle et al.. 1982). Ris ultati meno incoraggianti sono stati ottenuti con altri v iru s (v iru s inlluenza A).
VACCINI
A~TIIDIOTIPO
Questa tecnica consente di vaccinare uomo ed animali con vaccini che non co nt engo n o al c una componente dell'antigene contro il quale si vuole indurre la protezione. La regione di un anticorpo che interagisce con un antigene è chiamata paratopo. Il paratopo a sua volta costituito da punti ipervariabil i, ciascuno de i quali è fatto di un numero di determ inanti chimnati idiotipi. Una porzione dell'idiotipo è il sito legato all'ant igene c perciò gli anticorpi diretti contro questo sito. antidiiotipo. mimano la confonnazione dell'anti gene e possono essere utilizzati come a ntigene surrogato ( Reagan e a l. , 1983. Balbir c G le nn 1991 ). Questa tecnica stata utilizzata in animali da laboratorio per l'epatite B (Ke nncdy et al..l984 ). reovirus(Sharpe et al., 1984 ), tripanosomias i (Saeks c
(·tmfctumòllll\.'llln th pt tl<kllli inununit/~11111
Sher. 1983). Sreptococcus Pneumoniac (Mc. Namara et al. , 1984 ).
Vt\CC I!\1 t\NTlPARASSITARI T vaccini antiparassitari vengono considerati a parte a cau!>a della natura multicellulare e dell'ampia variabilità biologica dei paras~iti, che spaziano dagli organismi irmace ll ulari ai piti complessi endo cd ectoparassi ti . Durame l'infestazione sono chia mati in cau•;a dal si:-.tem a immunitario moltissimi antigeni; l'individuazionc degli antigeni protettiv i è difficile (Barbe t. 1989). Oggi '>ono commercialmente disponibi li vaccini contro i vermi polmonari( larve irradia te) c contro i coccidi, ed inolt re sono disponibili ceppi attenuati di anaplasma e babesia. A ntigeni costituiti da sporozoiti devi talliaati di coccidio sono risu ltati in grado di ridurre l'immunità protettiva nei polli. La proteina di ~uperfice dell' annplasma marginale, denominata MSP- 1. '>tat:l fatta esprimere medi ante la tecnica del DNAr, in E.coli ed utiliz:t.ata co m e v ;~ ccino, ell e è ri sult at o i n gr:1do eli ridurre la parassi temia c l a nw l att i a c l i ni ca. Sporo;oiti allenuati mediante irradiaJ.iorh: -;ono '>t at i usa t i come vaccino contro l a malaria stimolando un immunitìt protettiva. '\cl caso della trichine ll a sp iralis l'i n re~LaLione di un ospite animale d~t luogo ~Id una solida immu ni tìt. U na associaz i one d i antigt.:n i , di vcmti adult i c di larve usate come vaccino risu l tata in grado d i con l'crirc una buona immunità. A ntigeni inte~tinali di zecche di llacmunchu-;. prodoui con tecniche di ingegneria genetica, sono in grado di indurre prote:tione in animali o~piti. Il primo traguardo per allestire nuov i V<H.:cin i antiparass i tari deve c~scre
comunque di mig.liomrc l 'imm un i t~l c eli evitare problemi come: il rischio di introdurre specie di parassi ti o ceppi i n nuove aree: min ima pa to l og ia associata con antigeni presenti . Un r-;econdo e non nuovo importante scopo è di fornire vaccini a basso costo che -;iano -;tahili in differenti ambienti e facilmente ·ontminislrahili. In conclusione nella preparaz ione di nuovi vaccini antiparassi tari devono essere pres i i n cons id eraz i one i seguenti punti: L'organ i smo m.pitc generalmente dà una rispo sta immunitaria verso numerosi antigeni provenienti da para:-.siti integri o morenti. ma non tutte le ri sposte ~ono in grado di conlerire protezione: ~ possibile iudiriu.arc la ri~pos ta intnHrn itaria verso un limitato numero d-i an tigeni appartcnerlt i ad uno o piì:l stadi del cic lo eli vita di rara-;s iti; gli ant igen i più sign ificativ i ~ono -; pe :,so l oca li ?.Za ti su lla ~upe rfi c i c esterna del para-.sila; - è possihile identificare !!li antigeni di supelficie con metodi biochimici cd inumrnochirnic i in modo da '>cieLionare que lli che non presentano v;11·i az ioni ne ll a stnll tura duran te
l'in fcs tazionc u tra diff'cren ti isolati parassi ti : se gli antigeni presentano variazioni nella slruuura è bene ricercare quelle region i che non variano e verso le qua li pUll essere incliriJ.Zala una risposta immunitaria protettiva; - è possibile mettere a punto antigeni -;intetici c on la tecnica del D A ricombinante. L'uso di protei ne diiTcn.:ni'iatc per la vacc inazione dovrebbe permettere l a differenziazione degli anima li vaccirwti dagli infetti consentendo di eliminare rist!rve di infezione negli ospiti ani mali c nei vettori.
ADI VANTI Un modo per ottenere alte ri sposte anti co rpali per lu nghi periodi dopo un inter vento vncc ina le consiste nel creare un depos it o d i anti gene nel punto eli inoculazione. La persisten:t.a dell'antigeni! in tale deposito e la sua lenta veloci tà eli liberazione assicu ra una continua '>timola1.ionc del :-.i~tc ma immunitario. Questo effetto è ottenuto incorporando l'antigene in un arpropriato veicolo. In mancarva di tal e veicolo ( in oculcvione dcll'antige11e i11 solt1:tione acquosa) la
ri sposta immunitaria è transi toria c consiste prevalentemente di anticorpi l gM. l componenti e~senzia l i di un vaccino sono l 'antigene specifico. il veicolo c g li immunostimolatori non spec i f ici (lS). Questa divi sione è tullavia arbitraria in quanto è difficile tracci are una linea nella tra l'alli v it ~l di una snstan1.a come veicolo o come immunostimolatore. Il termine adiuvante deve essere quindi considerato in termini generali come una sostanza in grado eli inc rementare una ri sposta immune specifica come una immunost i molai' ione aspecifica. L'adiuva nte completo di Freund (Cf-A) possiede queste carall eri ~ tic h e cd è costiruito dalla emulsione di un antigene in soluLionc acquosa in olio minerale (con la funzi one di assicurare la formazione di un deposito di
IO
antigene a lenta liberazione nel punto di inocu lazione), con l'aggiun ta di micobaucri ucc isi ( immunostimolatori non specifici). L. Arlacel A è usat o per formare una stab ile emul sion e acqua in olio (W/0 ). Il potente effello immunostimolatore del CFA non è stmo superato da nessun altro adiuv ant e . Comunque il CFA e l' I FA (adiu vante incompleto di Freun d se nza mi cob all cri ) non sono stati autorizzati come adiuvanti nei vaccini per uso umano o veterinario a causa de lle reaz ioni che essi producono. carallcrinatc da granulomi nel punto di inoculuione. dolore c kbbre. l composti di allumino sono tra i veicol i pilt comunemente usati nei vaccini in com mercio per uso umano e veterinario. Sebbene i sali di alluminio inducano occasionalmente
lmpi:mlo '" lar~a ''-"''" eh .:ullura .:dlular<: iu "''flell pe r l;t produLJonc di 'ac.:dni 'ira li .
:-.ion~
ascessi steril i e~~ i o ffrono un 'eccelente tc~ ti n ton ianza di sicurezza. Questi compost i consistono di sa li insolubil i di idrossido di alluminio o fosfato di alluminio. L'adsorbimento stabile dell' antigene nei composti eli alluminio crea un deposito di antigene. che si libera lentamente e prolunga la ri sposta anticorpale. In aggiunta a questo effetto i composti eli allum inio probabilmente agiscono come veri immunostimolanti aspecifici (IS) in virttl delle loro proprietft chcmiotattiche. Essi stimo lano una produl.ione l ocale d i granulomi costituiti prevalen temente d a macrofa g i. L'infiununat.ionc ind oua dai sa li di alluminio contribuisce alla loro atti vità inununostinw lante richiamando
vari tipi di cellule che possono secernere citochine biologicamente attive. La risposta ani icorpale ad una si ngola ini ez ione di vaccino contenente sa li di all um inio è breve. probabi lmente a causa di una liberazione rapida dell'ant igene dal punto di inoculazione e la perdita di stirnolazione dell'immunità cellulomediata. Questo problema può essere parzialmente superato mediante ripetute inocu lazioni del!" antigene. Un altro problema nella preparazione dei compo~ ti di alluminio con~ i s tc nella diffico ltà di attuare condizioni fisico-chimiche riproducibili. Come risultato si possono verificare , tra differenti batches del medesimo vaccino. variazioni nella stabilità di adsorbimento de l l 'an tigene c del l' immunogenecità globale. In conc lu sione i sali di a llum inio
possono fungere da buon veicolo per antigeni buoni immunogeni oppure quando usato come veicolo per iniezioni booster; in altre situazioni esso può risultare inadeguato. Grande successo come ad i uvante hanno avuto le emuls ioni acqua in olio (W/0). Come nel caso dei composti di alluminio. le emubioni W/0 agiscono sulla immunogenecità attraverso due meccanismi. In primo luogo l'antigene è intrappolato entro la fase d i gocciol ine d i acqua dell'e mulsione lipidica,creando un depos ito che l ibera ant igene molto piì1 lentamente che i composti di all uminio. Questo probabilmente rende conto del fa llo che con l'e mulsione W/0 una iniezione è spesso sufficiente per stimolare una risposta ant icorpale persistente ad alti titoli . In secondo
l .abor:uorio di him"cnologoc.
lu ogo la emulsione d i ol io stimola una reazione infiammatoria locale che consiste di macrol'agi, che ingeriscono l'olio, linfociti e plasmacellule e persiste per almeno parecchi mesi. Questa reazione locale probabilmente implica la produzione di mediatori attivi che potenziano differenti settori della risposta immune. Gli effetti locali associati con l'uso di oli minerali c /\ ri ace! A ed il fallo che gli oli i minerali non sono biodegradabili hanno indirizzato i ricercatori verso tre nuove prospettive: l'uso di oli i biodegradabili , la riduzione del contenuto in olio nell'emulsione e la sostiLUzionc dcii' Arlacel A con sostanze emulsionanti piì1 sicure. Sono segui te infatti molte formu lazioni W/0 contenenti olii metabolizIl
za bili al posto di o l ii minerali (Woodhour et al.. 1964 ). Uno di questi l'adiuvante 65, preparato con olio di arachidi. oppure con olii insaturi naturali come lo squalene implicati nella biosintes i del colesterolo (Whitehause et al., 1974). Gli olii biodegradabili sono quindi potenziali candidati per lo sviluppo di adiuvanti nei vaccini . Comunque sono ancora necessari degli studi più denagliati per valutare il loro potenziale. i\el tentativo di ridurre la quantità di olio sono state sviluppate emulsioni di olio in acqua (0 /W) che contenevano solo 1-2% di olio cd inoltre fu sostituit o l 'olio minera le con oli i metabolizzabili (Meyer et al., 1974). l liposomi. sfere artificiali di strati di fo sfo li pidi sepa rati da compa rti acquosi, po~sono fungere da veicoli per la erogazione di molecole solubili in acqua o grassi . La incorporazione di antigeni emro i liposomi protegge tali molecole da ll a degradazione. I li posomi possono essere co:.tituit i da fosf'olipidi sicuri c naturali e la loro composizione e propriet(t possono essere varia te a volontà. Il complesso liposomi/antigene produce titoli più alti di quando l'antigene è usato da solo. La :vtOP ( -acetylmuramyi-L-alanina-D-isoglutami na) un analogo sintetico del pcptidog licano baucrico possiede un'attività IS simi le a quella dci micobaueri interi dell'FA. MDP in -;oluzione acquosa non è pirogeno, il ~u o impiego nei vaccini è ri su ltato in g rado di stimo lare un a produzione anricorpale spec:ifica con ampio raggio di batteri. virus. protozoi e antigeni proteici (Warren et al.. 1986). Interessan ti prospcu iv e so no oggi f<"Ìrnilc anche (bi cosidctti ISCOMS (i mmunos timulating complex) nei quali l 'an ti gene è p rc~cntc in un a costruzione accessibile. polimerica. c l'i sica mcntc ben defi nita (Lowgrcn. 1987). n tipico ISCOM è costmibile con micelle di Quil A. derivato della saponina . che vengono u ·ate come matrice alle quali le molecole
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si attaccano dando origine a dei polim eri. Tali I SC OMS con tengo no qu antità eli adiuvan te as~ai ridotte rispetto ai vaccini convenzionali con il vantaggio di evitare reazioni indesidera te. La tecnologia degli ISCOMS è stata usata per aumentare l ' immunogcncticità delle prot~ ine di superfi cie di molti v irus cd in alcuni casi si sono osservate ri sposte ant icorpa l i superiori di l O volte rispeuo alle particelle virati. Gli ISCOMS ~ono pertanto immunogen i migliori delle proteine monomeriche e sono po t enziali car ricr s immunostimolanti per piccole molecole di origi ne proteica. Un vaccino ISCOM contro l ' influenza equina è commercialmente disponibile. Sono in corso eli preparazione vaccini contro il Pl -~. rabbia c morbillo.
Neg li animali al cu ne vacc inaz i on i possono essere segu ite da una caduta sign ificativa delle perfonnance ·. È nota inoltre anche una caduta signifi cativa della produzi one l auea 1n seguito a vaccinazione antiaf't osa.
Reazioni allergiche Sono note la reazione immedia ta e ritardata. Queste reazi oni sono state de ·crine frequ entemente in segu ito alla vaccinaL.ione anti aftosa. Le reazioni di tipo immed iato sono caratteri a ate da shock anaf'ilattico, tremori, sci alorrea, meteori smo. edema pol monare ed aborto. L e rea z ioni di tipo ritardato so no soprauutto caratterizza te da eczem i papu lari o seborroici, edema sottocutaneo, prurito, adcnornegalia. Com paiono dagli R a 21 giorni dopo l ' inoculazione vaccinalc.
GLI EFFETTI INDESIDERABILI DEl VACCl N r
Rl•a zioni loca li
L' inocuhtzione di prodoui biologici . malgrado i progressi tecnologici realizzat i nell a preparazione di vaccini. può dar origine ad effetti indesiderati. che possono c~~ere -;uddivi~i nelle seguenti categorie:
Sono lega te all'utili zzo di vacci ni inattivati e vengono disri nte in allergiche cd infiammatorie. Le reazioni allergiche locali. indoue prevalentemente da vaccin i preparati su uovo embrionato cd incompletamente pur i f'i cati . consi ston o nella presenza di un edema nel punto di inoculazionc che :-.compa re molto rapidamente. Lè reazioni in l'ittmrnatorie possono essere causate da un eff'etto irrit ante. nel punto di inoculai'.ione. dovuto al vacc ino o ai <; uoi component i. Gli adi uvanti oleosi po::.sono indurre reazion i mo lto di verse che v;mno dalla degenerazione muscolare. al gran uloma. aiiH l'ibroo.;i cd all'asccs~o. /\ 1 di là della natura dcii 'olio uti lizzato bi-.ogna tener como di tipi di cmul :-ionc (W/O: 0/W: W/0/W) che sono r~:; pon -;a b ili di l ~s io ni in mi sur;1 diffcrcm.iata. L~ compl icationi \ono anche legate alle cond i zio ni di asepsi adortate nell 'intervento vaccinalc.
- reazi on i sistemichc: - reazioni al lergiche: reat.ioni l ocali: -contaminazioni : potere patogen<l res iduo o di fetto di inauiva1.ione: - effetti im munodeprcssivi: - ricombinazionc genetica.
Reazioni sistematiche Quc-;te rc ti oni si o~scrvano dopo l'inoculaz ione di vaccini inattivati e l a sintoma tolog ia c l in i e t ge ne ral mente lim itata ad anoressia ed ipertcnnia. diviene manife.,ta vcr-.,o la sesta ora dopo l' inoculazione del vacc ino.
Con tam inazioni Le contaminazioni più frequenti sono causate da mycoplasm ì. Le contaminazioni da m icoplasmì di origi ne umana sono ind ice dì e rrori dì manipolazione, mentre quelli di orig ine animale si possono far risalire all'impiego d i prodotti di origine animale (cellule, siero , uova). Altri agenti di contaminazione possono essere il virus della malauia delle mucose (BVD) ed il virus della Berde r Disease. Mo lti vaccini aviari sono facilmente conta1nìna ti con di versi virus, pe r esempio il vaccino contro la malattia di Marck è risultato contaminato dal virus della reticoloendotelios i c dall'agente dell 'anemia dci pulcini. L'origine di queste contaminazioni è dovuta nella maggior parte dci casi a lle uova ed al le colture ce ll ulari, q ueste u ltime possono a loro volta essere contam inate dai s ie ri utilizzati per la loro replicazione. Bisogna ricordare c he anche la trips ina. essendo preparata con pancreas d i suino, può essere contaminata da parvovims suino. Le conseguenze delle contaminazioni possono talvolta causare gravi danni come nel caso di vaccini viv i conta-
minati da virus BVD c della Border Disease in quanto i feti si rivelano particolarmente sens ibili a questi pestivirus. Anche nei vaccini inattivati la prese n za di vi r u s B VD in g rado di indurre dopo 3 o 4 inoculazioni la comparsa di anticorpi neutralizzanti il vi rus della Peste Suina Classica complicando notevolmente l' interpretazione di agnostica ed i piani di raclicazione con conseguenze ~anita rie ed economic he non trascurabili.
Potere patogeno residuo o difetto di inattivazione Nonostante i controlli e gli studi preliminari neces. ari prima dell'impiego di un vaccino può talvo lta capitare che in condizioni particolari e con un impiego massivo ne lla pratica si verifichino inc ide nt i d o vuti al pote re patogeno residuo o difclto eli inattivazione. Incidenti di qu esto tipo s i sono verificati con ceppi vaccinali di laringotracheite aviare. Questi ceppi vengono utilizzati di regola per via oculare. ma quando sono inoculati per via intratracheale si possono osservare mortalità che po~!:iOno raggiun-
ConrctÌI)fllménlo d1 prodo111 1mmuniaan1i.
gere anche il 40%. Errori ne i process i d i inatliva:tionc d i virus patogeni possono aver con seguenze drammatiche.
Effetti imm unodcpressivi Alcuni ceppi vaccinati vivi modificati sono in grado di indurre fenom en i d i im munodepre ssio n e ne ll ' anima le vacc inato . Esemp i in tal senso sono stati dimostrati per il vaccino lapini aato contro la peste suina classica. Con alc uni ceppi vaccinali de l virus !BR sono risultati in g rado di aumentare il potere patogeno di Moraxella bovis, agente eziologico della cherato-congiunt ivire de l bovino.
Ricombinazioni genetiche Questo problema è emerso con la commercialiaazione di vaccini di nuova generazione ottenuti con la tecnica del DNA ricombinante, anche se tale problematìca era già presente con i vaccini viv i a virus
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modificati, deui convenzionali. che in ultima analisi erano e sono costi tuiti da virus modificati naturalmente o per selezione . La probabi li tà c he si verifichi un fenomeno di ricombinaz ione è tuttavia difficile d a valutare.
CONCLUSIONI Siamo a lle sog li e dell'anno 2 000 , circa 190 anni, più o meno. dopo che per fare il primo vaccino si e ra ricorsi ad un bovino. O ggi con l'avvento deJJe biotecnologie sono stati c hiariti molti de i meccanismi patogenetici nonché la risposta immunita ria ve rso le malattie da v iru s e batteri . Questi prog ressi scienti fic i sono alla base della preparazione per il futuro di vaccini più efficaci c più affidabil i. Negli ultimi dicci a nn i sono s tati messi a punto con tecniche innovative molti nuovi vaccini, ma pochi di essi s ono en t rat i n e ll a prod u 7.io n e
commerc iale . Si sono verificati pro blem i relativi alla stabilità dei ceppi e fenomeni di scarsa immunogcncticitìt cd ino ltre i costi di produzione per i vaccini di nuova generazione possono essere più elevati che per i vaccini conven7.ionali. L'autorizza7.ione a ll' impiego di vaccini allestiti con la tecnica del DN A ricombinante può incontrare grosse diffi coltà, poiché l' uso di tali vaccini può essere inte rpretato come la liberazione nell'ambiente di microrganismi manipolati geneticamente. Tuttavia visti i progressi registrati in questi ultimi anni, la scienza dci vaccini può giocare un ruolo sempre più incisivo ne lla prevenzione cd eradicazione d i mo lte malattie degli animali.
Le f'otogratìe che ill ustrano t'anicolo rappresentano strunurc cd impianti dell'Isti tuto Zooprofi lauico Sperimenta le de lla Lombardia c dell'Emilia-Brescia.
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(*) TI Prof. Ezio Lodetti, nato a Brescia il 7 maggio 1940, si è laureato in Medicina Veterinaria ne l 1963. Assistente nell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell 'Emilia dal 1966. Aiuto dal 1974. Libe ro D ocente in Virologia Veterinaria nel 1971. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980. Attualmente ricopre la qualifica di Veterinario Dirigente presso l' Istituto Zooprofilattico di Brescia. I suoi interessi scientifici s i sono rivolti verso le patologia ad eziologia viralc delle diverse specie animali.
(**) n Dott. Ivano Massirio, nato a Torino il 12 febbraio 1960 e si è laureato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell 'Università di Torino nel 1984. Nel 1985 ha frequentato la Scuola per La Ricerca Scientifica a Brescia c dal 1987 è di ruolo all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia, presso la sede di Brescia. Si occupa principalmente di epidemiologia finalizzata all'implementazione di metodi di profilassi per le malattie infettive degli animali da reddito e le zoonosi.
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(***) n Cap. vet. Marco Ongaro si è laureato in medic ina veterinaria presso l'Un iversità di Perugia nel
1985. H a frequ entato 1'85° Corso AUCV ed è stato nominato tenente in spc nel 1987. Ha ricoperto l'incm·ico di " Ufficiale Adde tt o'' presso il Comando del Servizio Veterinario della Regione Militare della Sardegna e di Capo Servizio Veterinario presso la Brigata Meccanizzata " Brescia". Attualmente presta servizio presso il Comando Servizio Vete rinario della Regione Militare Tosco-Enùliana.
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ESAME ECOGRAFICO DELLE STRUTTURE PALMARI DELLA REGIONE META CARPALE DEL CAVALLO: TECNICA E RISULTATI B. Peirone (*), A.M. Pilone (**), L. Pozzi (***), S. Nardi (****)
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RIASSUNTO
SUMMARY
Vengono descriui i metodi wili, nella pra1ica professionale. fJ er lt1 scansione delle strullure palmari della regione meractll'pale del cavallo .• Si presentano le immagini oue1mte e si indica il significa/o del dise~no normale anche per ('01!{1'01110 tra tipi di versi di sonde e modalità differenti di scansione. Parole tlliave: ultrasuoni. sonda lineare. sonda seuoriale, t•cogrqfia dell'apparaTo 1endineo del ca\'(/llo.
The Awhors describe rheir experiences ahow metlwds for the ultrasound investigation of the palmar structures of rhe metacarpal regi011 intlte lwrse. Norma[ images obtained hy linear and sector array are presented mult/t('ir et•aluarion is rc:ferred roo. Key wvrds: Ultrasounds. linear army. sec:tor array, ultrasmmd exomination of horse tendons.
INTRODUZIONE La l etter atura registra più l avori -; ull' es ame ~.:c o g rafì co dei tessuti e strutture de lla por:r.ìone palm ar e della regione mctacarpale del caval lo ( 1- 17). Dall'l.!-.ame dì questi lavori e dall'analisi dei differenti strumenti impiegmi. sì cvidcn;iano l'ìmponanza c l'ut ilìt(t dell'esame ecografico. om1ai clìvenuto ìnd i ~p~.: nsabìl c cnmplernento nella diagnosi c nel follow-up delle disfunzioni locomotorie dd cavallo, eli pendent i da les ion i tcndinee. desmìchc cd anche articolari ( 12). La no-;tra attenzione si è ri volta alle ~Lruuure tendincc c legamcntose che hanno sede nella porzione palmare della regione mctacarpale del caval lo. per ollcncre quadri d i ri fe rim ento che riusci ssero utili per l 'applicazione dell'ecografia da pa rte anche cki medic i v eterinari prat i ci. l setto ri studiat i sono notoriamente co invo lti da lesioni acute e croniche di rilievo per il poss ibile impediment o al lo svol ge r si di una normale allività :.porti va.
MATERIALI E METO DI Presso la Scuola Militare di ELtuitazione in Montelibretti sono stai i esaminati l (1 ca valli sportivi. 13 maschi 1'-1~. 1· Di'l.~gno ~chcmalko dellu n:~ionc nu: la .:arp.tk tld ~.1\:tlh>: 'uddiVI\IOfiC in lf\' WIIUO C correuo pn>IZionamcmo della ><>nda lineare.
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e 3 femmine, dì et~\ compresa tra i 5 cd i 25 anni. Tutti gli ani11tali pres i in consideraz ione eran o cli nicam ente sa ni ed in parti colan.: ri sul tava no esenti da prcgres<;e od attuali malattie o les ion i tenodcsm ichc dèl bipede anteriore. Le ecografie sono ~lat e e~eguitc cnn l 'ecografo trasponabile Aloka SSD260. eq ui paggia l o di sonda sec to r ASU 32H5 da 5 M Hz e di sonda lineare UST 5813-5 da 5 Ml lt.. Le sca nsionì s.ia l ongitudi na li con so nda l i near e c he trasversa li con sonda secwr sono state esegu it e int erponendo tra sonda c c ute un cusc inett o si li conico a para llel epipedo (2 x 5 x 7 cm) cd impiegando ge nerosa quantità dì gel "Aquasonic". L a c ute del l a superfi c i e palmarc della regione metacarpalc è stata tosata e poi ra sal;t da l carpo fino al nodc ll o. La reg ion e preparata è stata così sudd i v isa: a) per le scansi oni long itudìnali con :-.onda l incare, J t.onc ( Il ): l, prossim alc: 2.inrermedia: 3. d i sta l e (Fig. l). b) per le scansi on i trasve rsali con sonda sector. sc i zone (5) c prec isament e zona lA e 18, pross imalì : zona 2/\ e 2B. medie; t.o rw 3/\ c 3B. distali. Così per comp less ive 6 t.onc eli scansione, c iascu na lunga ci rca 4 cm (Fig. 2). Tullc le scansi oni. esegu ite co n procedimenti standard. o;ono -;tale compiute orien tando i l l'ascio ullrasonoro in direzione pa lmare-dorsale. Per queste prove su soggeui normali non ::; i è quindi fallo ri corso
alle scan~ i oni ob lique indicate da Deno ix ( l) per l'esame analitico dì singo li tendini. o della brig lia carpica (11 C). o del legamento sospcnsore ciel noclello (LSN). Guadagno. profondit i't e contrasto de ll e scansioni sono stati r egolati caso per caso in ntodo da ollenerc un'adeguata scala di g ri gi c comunque e sempre ttrta buona ri sol uzione delle im magini per il so rnmarsi degli echi che le cost rui vano. Su tutti i cava lli si sono eseguite per prime le scansìoni longi tuclina li con sonda lineare le quali forni scono un· immagi ne ccograltca d t trai t i pill lunghi. Per questo motivo ed ai fini eli uno screening di sellorc. la sonda lineare è pii:t adeguata. Su cccs~iv amen l e c su ci ascun soggetto, sì è proceduto alle scans ìon i tr asve r sali co n st>nda scc l or. per l 'inclìvidu;.t:r.ìone e la registrazione degli echi secondo piani che informano dello stato e struttura tenodesmici a que l determinato li vello tra sversale. in di r ezione pa lmaredistale. Ent rambe l e scansionì. longitudinale e trasver sal e. sono ·tale eseg uit e con l ' ano solloposto al carico. L e i m mag i 11 i apparse su l m o n i t or sono state reg istrate con si stema Polaroid . pellicola 61 1 Twìn c/o con macchina fotografica Reflex a distanza sche rm o-pe ll icol a dì 30 cm. impiegand o pell icola Kod achromc 160 Profcssional per luce aniricialc e con tempo di pos;t c diaframma idonei ad eliminare l a banda passante sul monitor.
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l)
l"ig. :l: Zona l ( metacarpo pros>imalc ). ~onda line:n·e, seansione longitudi· nal.:, Cavnllo l'cmmina, 8 anni. A: ecografia; B: riproduzione computcriua ta FS: te ndine tlessore supcrfi· cialc: FP: tendine flessore profondo: UC: brigl ia c;.rpica: LS: legamento ;.o'pensoré del nodcllo: M: ter7.o osso metacarpeo. La banda anccogena tn• FP c BC rappresenta il liquido contenuto nella guaina tendinca.
RISULJ"ATI Scansioni longitudinali Con l c sc an sioni l ongitud inali g li echi prodotti dai tessuti dì copertura si disegnano come linea continua lìl.~ ll ecogena. omogenea. L'intcrf'acc ia Ira tessu ti di copcrtu ra c struttura tendinea del tendine flessore superficia le (TFS ) è debolmente ecogcno c non ben individuabi le. È invece ev iden te la serie eli echi a l'asci paralleli del TFS peralt ro meno ccogcno dei piani di coperLura (Fig. 3, 4.
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l"ig. 4: Zona 2 ( metacarpo medio). Solida linc:trc. scansione longitudinale. A: ecografia: Il: ripmtlu~ionc computcri~ /nla. La freccia bianca indica la linea anccogena d i separazione tra le due por· 7ioni del LS. Nella pa rte distnle BC converge verso FP.
5). Tra TFS c tendine flessore profondo (T FP ) si int erpone una linea molto sottile. fortemente ecogena. a cui seguono echi di minore brill anza. ad andamento l ong itudinale per l'ibre parallele. che identificano il TFP. Queslo è nettamente piì:1 ecogeno del TFS. com e g i ~1 segnalato in letteratura (6. 9. 16). Agl i echi del Tf'P segue uno spazio anecogeno piì1 o meno ampio c simmetrico. in rapporto alla posizione ed alla lunghezza della sonda, che indica i l contenuto del l a guai na sinov i ale tcndinea. Nei d il'f'c rcnl i li velli l, 2 c
3. lo spessore della sonda e la sua posi;.ionc non hanno raccolto ec hi vasco lari. La ~o uos tantc BC appare mollo ecoge na. in quanlo cos tituita da fa sc i compalli di fibre parallele in dirc;.ione pross imo- distale. li suo spessore appare maggiore nella zona l c nel la parlc prossimalc della 2. diminu isce a partire dalla porzione distale della 2 per fondersi con gli echi del TFP nella parte prossimale della 3 a livello clelia f'os~a sopracondiloidea. Procedendo in direzione dorsale si osservano gli echi ciel L S da l <..[Ua l c la
f'ig. 5: Zona3 ( metacarpo distale ). ~onda lineare. scansione longitudinale. A: ccogmlin: 13: riproduticmc enmputcriu~tn Nella parte prossimale BC si fonde con FP e l' immagine del LS si interrompe nella mct~ distale per la sua biforcazione in briglia med ia le e latc-
Fig. 6: Zona l A. sonda sector. scansione trasversale. Cavallo maschio. 20 ;umi. A:ccogmlin: B:riprodu1.ionc computerianlil. TrS: tendine nc\~Orc superficiale: TFP: tendine nc,~orc profondo: GC: guuina carpica:· DC: briglia carpicn: LSN: legamento sospcnsorc del nodello: MC JIJ: te rw osso
r;~lc.
mctacarpco.
BC è separata da una soni1e banda anccogcna che va amp i iandos i in direzione prossimo-distale. Gli echi del LS ·sono imprecisi nella zona 1. più ncui nella 2 c si riducono d i numero, non di intcns it(l. nella 3 pe r po i scomparire. Ques t'ultima immagine corrisponde all a biforcatione del LSi\ nelle due hriglie medialc c laterale . Il d iseg no ecog rafi co de l LSN è meno definito e leggermente meno c<.:ogeno rispcllo agli e<.:hi prodotti dali· adiacente BC e dal TFP. La sua immagine è wstituita da arce molto
ecogene ed aree meno ecogene che rappresentano i segnali rinviati dai diversi tessuti. muscolare. fibroso e connetti vale. che nell"insi e me lo costi tuiscono. In 6 cavall i nelle wne l c soprattullo 2 il LSN è apparso diviso in due porzioni : una. più spessa, a ridosso del tert.o osso metacarpeo (MC II I): l 'altra, più sottile . orientata palrnarmentc (Fig. 4) . Questo dato è ri levato gii1 in leueratura (6. 13). La linea fortemen te ccogena registrata a massima profondità (4-5 cm) è prodotta dalla superfici e palmare
ossea dello stesso MC III. Jl profilo degli echi della pari<.: pa1mare del MC 111. rettili nei in direzione pross imodi~ta l c c sottil i nella parte distale della zona l e lungo tutta la 2. disegnano un profi lo a convess ità clorsalc nell a 3. Scansion i trasvcr ali
ZONA 1/\ (Fig. 6) ella zona LA il l'FS disegna un a struttura oval are. le cu i dimensioni sono di circa 0.8 cm in direzione palmarc-dorsale e di ci rca 1. 0 cm in
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direzione latero-mediale. l margini sono curv i sui ver. anti mediale, laterale e palmare. reuilinco sul versante dorsale dove il TFS continua con g li echi del TFP. dal quale appare separato da una sollile interfacc ia lineare. scarsamente ecogcna. TI TF P è più eco geno de l T FS, la forma della sezione è più !ondeggiante. le d imensioni sono simil i. Una seconda banda anecogena dello spessore di circa 3 mm, rappresentnnte il fluido contenutO nella guaina carpica. separa il TFP dalla sollostante 8C. Quest' ultima ha dimensioni di 0.4-0.7 cm in direzione palmare dorsa le . di 1.4-1.6 c m in d irezione medio -late rale, ed appare assai ecogena. Il LSN è separato dalla sovra!>tantc BC da una sotti le linea anccogcna. di non facile iclentificazione.i cui echi sono finemente disegnati c non del tullo omogenei: questa interfaccia è infaui costituita anche da zone eli tessuto adiposo ed arcole connettivali di sperse, da fibre co ll agene anecogcnc e m uscolari ipoccogcne. Le d imensioni del LSN sono ridotte in quanto la zona l A coincide con la sua o rigine e pertanto s i hanno echi rinviati da poche fibre. Infine, e nella parte più distale dal punto di applicazione della sonda sector, una linea sou ile foncmcnte ecogena rappresenta la superfi cie palmare del MC III.
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ZONA l 8 (Fig. 7) La zona l B s i di stingue dalla zona l A in quanto gli echi eli tolle le strutture scandite trasversalmente in direzione palmare-dor.-.alc, sono meglio risolti. Inoltre l' immagine originata dag li ech i de l TfS ri s ulta meno ampia; la f'orma d e ll ' ins ie me degl i echi del TFP, egualmente scanditi, è !o ndeggiante; il LSN è molto distante dalla linea iperecogena del MC lll e le sue dimensioni sono aumemate. ZO A 2A (Fig. 8) In questa sede si osserva assortigliamento d e li ' insieme dcgl i echi emessi dalla BC, che dist a c irca 2 mm dal LSN. S ia nel versante mcdialc che in q uello latera le. son o osservate delle zone rotondcggiant i anccogcne che segnalano le vene palmari. Le dimensioni del LSN in direzione palmare-dorsale sono di 0.9-1.0 cm cd in direzione medio-laterale sono di l.8-2.0 cm. Sono questi i valori mass imi d i questa struttura per tutte le scansioni trasversali cfTettuatc. ZONA 2 8 (Fig. 9) A questo livello il profi lo trasversale del TFS è appiauito cd assume la forma a mezzaluna , il ··croissam·· degli AA.Francesi ( l). con intensità di ech i non modil'icata rispetto alle scans ioni trasve r s ali precede nt i. Sono visibili a n che g li echi della BC, a contatto con que lli de l T FP.
f"ig. 7: Zona l B. :.onda scctor,scansionc trasversale. A:ccografia: B: riproduzione computerizzata. La ~upcrficc mediale è sul lato sini~ro. quella latcrole ~ul de:.tro.
Non si raccolgono echi dalla g uaina carpale. Le Lone anecogcnc rappresentanti i vasi palmari c onvergono centralmente. ZONA 3A(Fig. IO) 8C e TfP danno echi congiunti che non pcnnettono la differenziazione di immagin e de lle due s trutture. Del LSN si rilevano bene gli echi forniti dalla sua iniziale divisione nelle due briglie mediale c late rale, più ecogena la pr im a rispe tto alla seconda. Questo da to non ha avuto riscontro costante in tuili i soggett i esaminati. ZONA 3B (Fig. Il) . ella zona 3B le dimensioni del TFS sono ulteriormente variate: lo spcs!>ore in direzione palmare-dorsale è di 4 mm, l'asse in dire1.ione medio-laterale è allungato a 2.5 cm: g li echi del TFS sembrano abb racciare il TFP. i cui echi s i raccolgono entro un perimetro ovoidale il cui asse maggiore è quello med io-laterale. Gli echi delle due briglie mediale e laterale del LS sono particolarmente forti. anche se disomogenei , risultando, come in 3A. leggermente pitt ricchi e più fitti quelli dell a bri glia mcdiale rispetto alla laterale.
DISCUSSIONE Riguardo alla sce lta dell'apparecchio pill adatto pe r l a diagnostica ultrasonogral'ica di tendini e legamenti . le nostre esperienze ci hanno persuaso che ogni ecografo corrisponde bene. purché di spon ga di una sc al a dci grigi sufficientemente estesa che con..;enta il ril icv0 de l le dis0mogcnci 1à f ini, molto significative per l a diag nosi delle l esioni. Lo stesso eco g ra fo. con altra sonda, può essere utile nella pratica g inecologica-ostetrica e, al caso. nell'esame di altri tcssut i mol i i . pe r la precisa z ione dell' entità ed estens ione d i l esioni traumatiche f'rCL[UCnti nel cava ll o sportivo. è noto che es istono differenti punti di vista sul tipo di sonda da utili zzare nell' esame de i te ndi ni e legamenti . Poiché sono state utilizzate per questo st ud io sia l a sonda li neare che quella settoria le ave nti egual e frequenza, si ritiene di poter discutere il problema della scelta dc Ila sonda con adeguata conoscenza ecl esperienza, ollrc che facendo rifcri rncnto ai dali clelia letteratura. A ut ori statun it ens i (6.!{, 14. 15 ) uti lizzano per ogni ti po di scansione son clc scc to r. A utori fran ces i cd inglesi (l. 2, 4. 5. 12) prediligono sonde lin ea ri di breve lu ng hezza, ricorre ndo ( l ) anc he a sca nsioni o bi iquc ele tti vame nte condoue su
un a specifica struuura tenclinea o desrn ica. nell a quale la precedent e scans ione longi tud inale abbi a rile vato echi anormal i. Entramb i concordano sul l ' impiego di sonde afrequenza 7.0-7.5 !VIH:t.. La nostra esperien za si è svolta con due sonclc : una li neare. c he in tre " campi .. acl asse magg iore pross imo-d ist ale ha rl'rmcsso una sc an sione di screening e di anali si: una scc tor. che in sc i '·c.:a rnpi ... ad asse magg iore pal m are -clorsale. ha esaminato l a sll:ssa par te per ra si successive. Il nos tro sugg erim ento e l a nos tra esperienza. che crediamo utili . sono qui nd i eli proc edere dapprima, con la sonda lineare.a scans ion i long itudin ali che comprendano i l TFS, il TFP. la BC cci il LSN . in direzi one pross imale-di sral e. A l caso, si può ri corr er e a sca nsi on i pross i ma l iclistali obl ique, medi o-laterali e larero -mcdi ali (l). È uti le, per queste scansioni, disporre eli una sonda lunga non piC1 di 3-4 cm in modo che essa si aclani alla lllorlù logia de ll a parte da esaminare e ben aderi . ca alla superficie, sempre con intcrpo.sizionc di abbondante gel cl i contatto. La sonda lineare è Slala più raei le da usare: nella scans ione longi tuclinal c delle strullure tenodesmichc ha assi curaro un contatto stabile c migl iore; ha meglio seguito l 'andamen to ed il
Fig. 8: Zona 2A, sonda seclor,scansione trasversale. A:ccograri a: B: riprod uzione complllcrizza1a. vv: vene palmari. Il LSN raggiunge le sue massi· me d ime nsioni.
disegno delle fibre per lrall i relcJ tivamente pi LI l unghi; mai ha presentato diiTico ll à d i foea li aazi one. Ne lle scansioni trasver sal i ha dato, però. immagini di qualitù in l'criorc a que lle forn ite. ne lle stesse scansioni. dalla sond<t scctor. Le scansioni con sonda secror seguono a quelle di ~c rccn i ng eseguile con la sonda li neare. Per nostra esperienza la sonda .scewr. della quale esislc un ·ampia seri e eli modelli eli di fferente disegno, caraucristiei per ogni tipo eli ecografo, è quella che può meglio adauarsi alla morfologia della parte. soprattullo nelle posizion i immeclialamente distali al carpo ecl al garrello c prossirnali al nod ell o . In o l tre è quel la che meg li o ri sponde per le sc an si on i tras versa l i . so prattutto quando si ricerchino informazioni eli dettag lio in prec i se loc ali1.zazioni. Nelle scansion i Jongitudinali il contallo non sempre ri esce perl'e tt amenlc e nascono difficol tà eli focal izzazione dc Il' i m magi ne che rich icdono i nlcrventi eli raratura su guadagno e conlraslll c che perci ò allungano i tempi eli lavoro soprattutto quando l 'operatore non disponga di un aiuto espert o. A nostro parere, infine, la sonda sector risponde meno bene per la scan-
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Fig. 9: Zona 2B, sonda scclor,scansionc lrasversale. A:ecogral'in; 13: riproduzione compu1crina1a. Il TFS si appianisce e la BC diviene con ligua al TFP.
sìone longi tudìn ale del TFS c del Tr-P in 4uanto compn.mdc partì relativamente pÌLJ brev i del pri mo. c relati vamente più lunghe de l secondo. mentre. per lo scrcenìng. e la regìs traz.io ne fotografica. è assai util e un'immag ine che raccolga tratti dì ques te struuurc aventi uguale lun ghezza. Per quanto ri guarda la diversa ecogenìcìtà evidenziata in al cuni soggetti. tra Ja brìglìa rnediale e quella laterale del LS . riteniamo che tale ri scontro sia dipendente dalla fre (.]Uenza de lla sonda ìrnpìcgata c dal
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Fig. IO: Zona 3A, ;onda .cctor,scansionc 1rusvcr~nlc. A:ccogrn fìa; B:riproduzionc cornputeril7ata. 11 TFS assume fonna a mezzaluna. BC si fonde con TFt>. UiN inizia la divisione nell e briglie mediate (m) c latemtc (1).
.suo posi zionarnen to ri spetto all e briglie stesse. Sono poi essenzial i la corretta rcgolazìone del guadagno c del contrasto.
C ONC L US IO~ I
L'esame ecogral'ìco è rapido, dì l'aci le esecuzione, non presenta rischio biologico né per l'operatore né p<.:r il paziente. In soggclt ì particolarmente ecci tabili .sì può ricorrere alla scdazione fannacologìca per via c. v. o i.rn.
In tutti g l ì animali esaminati sono stati bene ìdt.:nt ìf'icatì gli echi prodotti da i tend i ni. dai l egamenti. dalla superl'ìcìc vo l are del MC III e dai vasi di maggior diametro. Sì segnala l a semplicità dì impiego del la sonda sector per le sca nsìoni trasversali. perché meglio della sonda lineare sì adatta all'anatomia dell a parte, in particolare alle :~.onc prossìmalì e di stali dell a superficie volare de l mctacarpo. Sonde dì frequenza pari a 7.0-7.5 M llt. sono le più indi cate. Se .si devono necessari amente impiegare ~onde da 5.0 MH z, è indi -
Fig. I l : Zona 3B. sonda scctor.~cansionc trasversale. A:ccografia: B:riproduz.ionc compmcri7.7.3ta. LS!'\ è completumcntc diviso nella briglia w~arnoide<~ medialc (BSM) e in quella laterale (BSL).
HI BLlOG R A F IA
l. DENO IX J.M.: L'cdwgraphic dcs tcndon'
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spcnsab i le l ' in terpos izi one di un cuscinell o siliconico per l a corrella focalizzazione del fascio. La :-.onda li neare fornisce un'utile valutazione complessiva in scansionc longlludinale, 111 particolare gli echi che pervengono al moni tor identi ficano l ' and am ent o, l a ùdini z i onc. l' in teg ri tà delle f ibre de i tend in i c legamenti. per tn111 i paralleli eguali. La sonda sector visualizza superfic i più ridorte. ma con maggior accuratezza. Infine, le immagini registrate con sistema Pol aroid sono certamente utili in quanto consentono una valuLa:t.ione immediata del quadro. È qui evidente. a nostro parere. la complementari età dei due st rumenti ne l l'i mpiego cli nico c nel seguire l'evoluzi one di una l es ione tendinea c/o dcsmica. sia acuta che croni ca. È ovvi o però che la sce lta di un sol o tipo di sonda sia <.:orrclata anche ad esigenze professionali soggenive. Anche la ripresa fotogral'ica con pellicola a <.:olori è ben leggibile: la dominame cromatica blu sulla quale risultano nettamente in bianco gli echi. per la maggiore sensibi l it~1 dcii"occhio alla diffcrerv.e di colore ric;petto alle varia;,ioni di tonal itìl di grigio, rende più agevole c precisa la lettura.
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Si ringrazia il Col. c. Cigna, Comandante della Scuola M ilitare di Equita'l.Ìone, tvlontelibrelli. il M agg. Co. Vc1. Reitano. il C ap. C o. Vet. Mellano. il Pro!'. Sergio Riart<.:o. del Di part im~:rll o di Patologia A nimale di Torin o cd i l ' ig. Anumio Rizzi. ti tolare dd Computer Shop di Torino per r assistt:nza e la consulenza J)f'I:Staic nel corso del lavoro che ha portato alla reda1.ione eli qucst<r nota.
Il lavoro spetta in parti eguali agli A utori.
Ricerca svo lta con contri hu t o 60':1M .U .R .S.T. per l'armo 1989. c:' ':' ) L a Dott.ssa A1111a M . Pilone, nata
Veterinaria el i Tori no. Giit Ord inario di M ed icina Operatoria Veterinaria, O rdinario di Radiologia Veterin aria, Direttore della Scuola di Specialiaazione in Radiologia Veterinaria cl el ia U niv e rs i t ~l d i Torin o, Com ponente del Board of' tilc Di rcctors dcll ' lntcrnati onal Veterin ary Radiol ogy A ssociation dal l <)XX. 0. autore e co-autore di oltr e cento pubbl ic<.v ioni scientif'iche, del " Compend io d i Rad iol ogia C linica Veterirwria", dcli'''A tlantc di Radi ol og ia C linica Veterinaria" e el i vari e mo nog rafi e sci entifi che. lfa curat o la ve rsi one i ta li ana el i tes ti anglosasson i di rad iologia veterin aria ed è collahoratore c consulente sc ienti fi co di ri v iste ed assoc iazioni professionali.
a S:m Mauro Torinese i l 24.0 l. 1952 si è laureata nel 1974 con il massimo dci vol i presso la Fa <:(Jil ~r di M ed i cina Veterinaria di Torir1o. Nominata Assistente inc:rricato alaa Callcdr;r di P:llo logia Chirurgica Veterinaria e Podologia presso la stessa Facolti't è stata successivamente assegnista presso l'lstit uru di Radiologia. Q ual e Ri cerca tor e con ferm ato dal J ()8 J svo lge atti vitir didattico-scicntif'ica.
( * ) I l Dott. Brun o Pe iro ne. nato a Torino i l 23 .07. 1958. si è laureato in ivled icina Veterinaria nel !9S3. Col l abor;ttor...: volontario dell'Istituto di Anatom ia Patologica della Facoltà di M edicina Veterinari a dcii'U ni vcrsitù d i Tori no ei a! l 98 3 al 19S5, ha discusso. nel 19RX. la tesi .. Oncogcni e r etrov irus oncogeni'' ne ll' ambit o del Dollorat o el i Ricerca sulla Pato logia comparata degli animali domestici. Specialista in Ispezione degli al imen ti di ori gine anima le. dal l ()90 presta ser vizio. in qualità di Ricerc atore. presso il Dipart imento di Patol og ia Anim ale dell ' Uni v ersità d i Torino.
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( ~'* *''')
(*''"'' ) Il Prof. L u i g i Pozz i . nato a T rieste nel 1929. si è laureato con lode nel 195 1 ed ha svolto, c svolge . allivitir di docente a tempo pieno e di ricerca presso In facoltà el i Medicina
Il Ten. Stefano Nardi . nato a Frascati nel l l)oo. ha frequentat o il 17° Corso de ll 'Accadem ia di Sanità M i l il are lntcrl'ori'.c. Cl)rpo Veterin ario di Pinerolo. Dal 19S8 al lievo in terno pr esso l ' I sti tut o d i Racli o l o g i a dell ' Un iversità di Torino. si è .laureato a pieni voti nel l ()l)() cd tra f requentato uno stage formativo presso l' Istit uto di Radio log ia dell a Frek Uni versitat el i Berlino. Co-autore di pubblicazioni scientif'iche ri vesre attua lme nte l ' incarico el i UI'J'iciak A ddello presso la Scuola di A pplica7.ionc D ' A nna eli Torino.
IMPIEGO DELLA TERMOGRAFIA A CONTATTO NELLA VALUTAZIONE DELLE LESIONI TENDINEE DEL CAVALLO SPORTIVO P. Puntoni (*), M. Modenato (**), S. Tamagna (***), L. Mellano (****), S. Fallaci (*****), F. Fabiani (******)
l
2.5
INTI{OOUZlONE
In alto: /\no ani. sx . lie ve. tumefazione del tcrz.o medio dell a regione ilessori:t de llo stin~o.
In basso: Arto ant. sx. tcrmografia: arca ipcn cmica (blu) ~i.-wndata da isn tcrmc d i tcmpc raturn dccrc-
sc.:cmi cc:mrifugamenre.
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La terrnografia è una me todica eli agnostica non invasiva che pennette d i reg istrare i valori te rmici esistenti in ciascun sito della superficie corporea per poi riprodurre un 'immagine rappresentativ a, la " mappa termi ca" cutanea. Esistono due divers i tipi di indagine termograrica: la teletermografia e la te rm ografia a co ntall o . La prim a sfrutta la naturale e mis sione di radiazion i infrarosse dal la c ute; la seconda, oggcuo eli questa pubblicaz ione, utilizza il c a lo re scambiato all'esterno per conduzione e convez ione. Le sostanze termosensibili poste a co n tatto de lla cute so no es teri d i colestero lo in soluzione o leosa. La fase coleste ric a de lla materia (eletta a nche fase di crista l li liquidi o " mesofase" fra lo stato d i aggregati so lidi c ri s tallini e fluid i ) ha la fac oltà di rifleuere la luce bianca incidente in determ inate lunghezze d'onda, in funzione della propria temperatura. Le m o lecole d e i c r i stalli liquidi coleste Jici (i CLC) si dis pongo no in vari s trati so v rapposti l 'uno a ll'altro, c iascuno dei qual i ha il suo asse maggiore ruotato di circa 150° ri s pello al sov ras tant e, a fo rm are un'elica. 11 passo di quest'e lic a si a llung a qu a nd o la te mpe ra tura s i abbassa, si accorc ia viceversa quando la te mpe ratura sale. La luce bi anca in c iden te, colpendo i CLC, s i d ivide in due componenti , una d i trasmissione e d u na d i riflessione. Q uest' ultima rappresenta so lo una parte della luce bianca incidente, cd è ca ratte rizzal"a da uno d e i colo ri de ll o spettro visibile in rapporto alla propria lunghezza d 'onda (ìc) . La lunghezza d ' onda è, a s ua volta, in rapporto di direua proporzional ità con il passo d e ll' elica formata dai vari strati di CLC: con passo ristretto (alta tempe ratura) si hanno valori piccoli di )._ e colore blu; con passo a llungato (bassa te mperat ura) valori
elevati di À (colori giallo c verde). l CLC sono incorporati in piccol issime sfcrule d isposte s u d i un supporto plastico a ltame nte flessibile. la "bandella" termosensib-ile. La bandell a. posta sulla superficie corporea, genera un'imm agine policroma scompo ne ndo la lu ce bianca inc idente, d ando così un' ind icazione indi re tta dell a te mpe ratura di c iascuna area del corpo in funzione del colore riflesso. Per ovvia re alla limitata estensione della bandella, v iene fornito dai produttori un set composto da un numero varia bile di esse, c iascuna taraw per un d iverso intervallo termico. Deve essere scelta la bandella gius ta. quella !arala per la temperatura dell'area oggetto di esame c che perme11e di oucncrc un 'immagine pol ic rorna completa in tutti i colori della sca la cromatica riportata su lla bandella stessa . La bandella si presenta di colore nero prima della sua applicazione e torna ad essere nera qualche secondo dopo questa, pronta per l" uso successivo. La rappresentazione oggettiva e durevole nel tempo del tcrmogramma si ottie ne con la ripresa fotografi ca a colori. Per la lettura del tcrnwgranuna bisogna fare riferimento all'iconografia policroma che appare sulla bande lla tc rmoscnsibi le. La l inca di demarcaz ione tra due colori co ntigui corri~ po nd c ad un 'e~a lla temperatura, cd è detta linea "i sotermica". L'arca com presa tra due lince isotcnnichc ha un colore proprio. che corrisponde ad un in te rvallo termico carauc ristico. più o meno ampio a seconda de l sistema di rilevame nto cd indicata dalla scala tcrmometrica di rife ri mento. Il calore è un o dci segni ev id enti della flogosi e può essere evidenziato con l'impiego de ll a te rmografia. Stromberg ha per primo descritto le variazioni della mappa term ica cu tanea ottenuta con la re letermografia in cavalli affetti da tendiniti. l casi acuti sono caraucrizzati per lo più da punti di ca lore (hot sp ot ~). L'aume nto di
In alto: Arto am. sx . ecogrutia in M:tione trawersalc: urca ipoecoica nel l;~ 'tnonum dd perforato.
In basso: Arto ant. dx. Huncrazione a livello del tcrto prossimak ddl.o regione dci tendini.
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In altn : t\ no ,ull, 11\. 1\!l"lllOgrali.l: arca ipcrtcrmic1 d i colore verdu.
In i>asso: .'\reo :un. dx . longi111dinak' (a \X,) c cr:l· td.'(); arca ipo~.:t..:nk:t~ ·'llf)Cdiciah: dd t~:nth ne pèrforato.
:o.\ cr:-.~11~.; .J
temperatura è particola rmente cvide n te per le lesioni del flessore :-,uperriciale ed è in relazione con la gravità della lesione. elle forme cron iche. si possono ave re due possibili eventual ità: la regione lesa mostra una temperatura ug u ale o leggermente superiore rispeno alla controlateralc. oppure ll101ìlra una temperatura inferiore (cold s pot). Slromberg ha constatato che le c icatric i con temperatura in fe rio re al normale sono oggetto di frequen ti rec id ive, mentre le alt re sono pitt 1)olidame nte consolidate. La qualittl de lla c icatrizzazione. in sintesi . è in rappo rt o con la neovascolari zzazionc. La te m1ografia a contano è stata per la prima volta impiegata nella c linica ve terina ri a in Ung heria nel 1977. Lalik et al. applicarono que. m metodica allo studio di 960 casi (tra cavalli. bovini e cani) trovandola una tecnica innocua e relativamenle facile da w..are. La casistica concerne prevalentc meme lesioni articolari. podali c tendince. Successivamente sono apparsi i contri but i di Bell ucci et al. che hanno evidenziato la sua utilità ne lla diagnostica delle lesioni tendinec cd articolari (e nella valutazione de lla pos it iv ittl de lla te ra pia), e d i Gari ni che l' ha impiegata nello studio de l le p a tolog ie de ll e g rossl! ma:sse mu sc o lari e de lle po rz io n i dis tali degli arti.
~ATER I A LI
E ~ETODI
Per il presente studio sono stati e. aminati 25 cavalli. di razze. età cd attitudini diverse, souoposti alla nostra o-;scrvazione per la presenza d i alterazioni patologiche al tendine flessore superriciale. al flessore pro fondo ed a l legamento sospensore del nodcllo. L'esame terrnografico è s tato precedu to da un· accurata visita ispell ivopalpatoria e dalla raccolta anamnestica. quando possibi le.
2X
È .st.ato utilin.ato , per la termografia, un corredo completo d ì cinque bandelle te rmografiche a contano di formato 220x90 nun. dis tribu ite dal la diua San imcd di S. Si~ t o ( PG ). in do taz ione alla Cattedra di Clin ica C hiru rg ica Vete rinari a dell 'U ni vers ità di P isa. capace d i cop rire un interva ll o term ico co m preso t ra 27 .9°C e 3 6°C, suddiviso in 35 isotenne (selle per bandella) secondo la tabella a fianco. L' indagine re nnografica è stata effettuata in luoghi copert i e lu minosi, a l riparo da correnti d ' aria e, p oss ibilmere. dali 'esposizione dire tta ai raggi solari. L'applicazione delle bande lle sulla cute della so ttoregione de i tendini dell'arto anteriore è stata eseguita direttamente o previa tricotomia, qualora il proprietario lo avesse permesso. Prima de ll' e same , abbiamo lasciato trascorrere il tempo necessario pe r ri pris tinare la tempe rat ura preesiste nte alla palpa7.ione ed all a detersione del soggetto. La docu me ntnion e foto g ra fica è stata eseguita utilizzando comuni pellicole pe r diapositive a co l.ori. S uccess ivamenre a ll'esame tennog ra fic o è s tato anche compiuto un esame ecografico per veri ficare la rea le es istenza ed il tipo de ll 'eventuale lesione.
A ri o aut. dx. ecog rafi a Ìll
scz.ione lougitud ina!c: arca ipocCOf!t.:11:! ud h.:ndinc
nc~:toru
!)Upcrficialc.
RISULTATI Come è già stato accennato, l'esame te rmografico a contatto è stato preceduto da un' accurata visita ispetti vopalparoria della sottoregione dei tend ini degli arti anteri ori. L'intere ssamento più o m e no marcato d e lla zona risultava g ià eviden te all'esame c linico. La te nnogra[ia ha permesso in alcuni casi di evidenziare les ioni a carico de lle strut ture tendineo- legamcntosc più superificiali. Le te niti acute s i sono manifestate principalmente come punti di calore (hot s pots) p iù o meno ev identi a
seconda de ll a g rav ità e dell 'estensione delle lesioni. Le forme cronic h e, invece, h a nn o p re se nta to un quadro più vario. Alc une , in fatt i, hanno mostrato una mappa tcrm ica caratterizzata principalmente da ipote rmi a (cold sp ot), altre hanno e videnziato aree i pertemiche ·del tu tto sovrapponibili a quelle' delle lesioni acute . Tra i casi che siamo ri usciti a documentare fotograficamente, ab biamo scelto alcuni dei più significativi, cui abbiamo unito ], esame ecografico per poter confrontare la lesione termegrafica con q uella ecografica.
Caso n . l : cava ll o m euo!':ang uc , maschio. anni 19. All'esame ispe ttivo mostra un notevole ingrossamento della regione dei tendini de ll'ano anterio re sx. (Fig . l). L 'anamnes i ri vela che la lesio ne è insorta circa 20 giorni prima c che il trattamento locale con infiltrazione di cortisonici ha portato ad una parziale regressione delia si nto matolog ia. La palpazione non e videnzia c alore, né reazioni antalg iche de l soggetto: rivela altresì una tumefazione localizzata. d i scarsa evide nza , a carico del tendine flessore s uperfic ial e n e l te rzo med io della reg ione dei ter~c!~n.!. 29
ant. sx. : t.:v iU<.:n1c uumcntt) tli regione dei tendini.
t\ 110
vohl ll ll'
de ll a
L· c~ame tennografico. eseguito dopo tricotomia con la bandella 2. mostra una zona netta mente ipertermica a livello de lla tu mefazione ri levata. L'arca ipertermica . di colore blu , appare di forma vagamente ovalare, circondata da isotenne concen triche di temperature decrescenti in senso centrifugo (Fig.g. 2. 3).
Caso n. 2: caval lo mczzosang,uc, maschio, anni 12. All 'esame is pe ui vo palpatorio l'arto anteriore dx presenta un 'ev idente tumefazione postero-mcd iale a livello del ter1.0 pross imale della regione elci tendini (Fig. 4). La vis iHl clinica non ev idenzia né calore né dolore, anche ad una pal paLio nc energica. L'esame rermograrico viene esegui to direttamente, senza tricotomia, utilizt.ando la bandella l , piì:t sensibile, a c au sa del la bassa temperatura ambientale. La porzione centrale de lla bandella. posta a livello della tumefazione, evidenzia un 'area ovale verde. nettamente iperterm ica ri:>petto alle altre. che sono rimaste di colore nero (Figg. 5. 6, 7). C aso n. 3: cava llo mez:wsa ng uc , femmi na, anni 20. La reg ione dci tendini dell'arto anteriore sx. si presenta aumentata di vo lume in ma ni era pressoc hé uni form e ecl e vidente all'e s a me is pellivo ( Fig. S) . La palpazionc permette eli apprezzare calore solo nel terzo distale, mentre appare imposs ibile di ffe ren zia re il perforante dal perforato anche fl ettendo ilnodello. L'esame tem10grarico eseguito con la bandella 2. rivela un quadro caraueriz7.ato da aree ipen ermiche prevalenti, in fram mczza tc da picco le zone pitl calde. In particolar modo appare evidente un pu nt o di ca lore tra terzo medio e dista le. visibilme nte blu (Figg.9, IO. Il ).
30
Caso n. 4: cavallo PSI. maschio , anni 4. L'anamnesi rive la che al ritorno da un lavoro normale , il cavallo ha presentato una leggera tu mefazione al te.rzo distale dello stinco ed a l nodello dell'arto ante riore dx. La tumefazione ha continuato ad aumentare eli volume ne i g iorni seguenti. malgrado il soggetto fosse tenuto a riposo in box (Fig. 12). L'esame ispettivo rivela un ingrossamento marcato del terw distale della regione dei tendini dal lato mediale e d al nodello; la palpazione scopre una zona più calda a livello della part·e term inale della branca mccliale
de l legamen to sospensore del nodello. L'esame termografico, eseguito con bande lla 2, mostra ch iaramente un'area ipertermica blu circolare, a livello della branca del sospensore in questione (Fig. 13). Caso n. 5: cavallo mezzosangue , femm ina, anni 9. li soggetto in questione mostra chiari segni eli zoppia da circa sette giorni. All'esame ispetti vo l'arto non mostra alcun rilievo ev idente; la palpazione rivela una leggerissima tume fazione tra terzo medio e terzo distale della sottoregione dei tendini . La tennografia, esegu ila clire uame nte senza tricotomia, utilizzando una bandella 5, ev idenz ia un'arca ipcrtc rmica eli
Arie> aul. sx .: lcnn ografia~ arce iputc1·michc prcva· lenti e 7.one ipen en11iche (blu).
colore verde a livello della leggera tumefazione ind ividuata a lla pa lpazione. Caso n. 6: cavallo rnezzosangu e. maschio, anni 7. L'anamnesi ri vela l' esistenza di una pregressa lesione a carico del tendine flessore superficiale che è stata trattata con cortisonici e riposo in box per un mese e mezzo. Successivamente il cavallo ha cominciaLo nuovamente a lavorare, ma dopo pochi giorn i ha mostTato nuovamente segni di zoppia ed è stato conseguentemente fermato.
31
L'esame termogra l'ico, esl!g uito scnLa tricotomia utilizzando la bande lla 3. e videnzia chiaramente come la tl!mpera tura de lla superfi c ie in rilievo sia inle riore rispetto a lle zone c ircostanti: l'area a ppare el i colo re ve rde. nettamente di ffe renziata dal blu intenso cin.:osrantc . La di ffe re nte intc nsit?J de l ca lore di fondo ne i d ue te rmog ramm i è rire ribilc a varia7ioni d i vent il az ione delram biente e. te rno.
DISCUSSIONE E CO~C LUSJO ~ I
In a ll o: Ano ani. "· ecogr.tlia longiltldinalc: indiffcrcn/iuJionc del piano cl1 ciÌ\,aggw tra i lcncluu
Ocs;ori.
jl
L' esame ispettivo palpato rio mostra un ev ident e rigo n f iame n to d e lla superficie volare dello stinco a livello del te rzo medio e distale . L'e same te rmografico. eseguito co n ba ncle lla 3 , mos tra una zona ovale ev identemente iperte rmic a (b lu) nel contesto di un ' area a temperatura p ili bassa. L'area blu è riferi b ile probabilmente ad un fenomeno d i riacut iua-
32
In basso: Ano ani. ~x . ecogrMia trasvcr,alc tra il tcr1o mcdto c tl"t:tlc dello 'lincn: .m:a ipuccuic:t nel tend ine perforato.
z ione de lla lesione a carico de l tendine perfo rato. C aso n . 7: c a va llo me zzosa ng.uc , maschio, anni 5. L'e same ispe tt ivo-palputo ri o d e lla so tto re g ione dei tend in i d e ll 'arto a nt e riore sx . mos tra un' evi d e nt e tumefaz ione fred da a livello de l Jato mediate del terzo medio.
L'impiego .. in campo'' de lla termog rafia a c ri stalli liquidi co lcsteric i ha comportato non pochi problemi . La maggio r parte di q ues ti è re la tiva a ll ' impos s i bilit à di proced e re a ll ' esame in ambie nti c limat izzati. L' influe nza delle condizioni am bienta li s i è rivelata infatti maggiore del previsto, add iritt ura, in ta luni g iomi in verna li pu rticolarme nte fre ddi . è stato impossibile e ffettuare le indag ini . Basse tempe rature. ventilaz ione ed esposizione d iretta ai ragg i solari rappresentano g li ostaco li piì1 grossi per l'esame in questione . La bassa tempe ratura co mpo na vasocos tri z io ne superficiale e m inore reattività de lla bande lla. La venti la zione d issi pa il calo re su pe rficiale : basta un leggere ventice llo improvv iso pe r ridisegnare completamente la mappa te rmica che appare sulla bandella o per farla tornare addirittura n e ra . L ' esposizione di relta alla luce so lare co m port a un riscaldamento sia del corpo che de lla bandella, che non d i rado assume una colo razione b lu uniforme . rende nd o impossibile l'esame. Per limit are al mi nimo le in flue nze esleme abbiamo cercato di e fTe uuare gli esami al coperto, al riparo da correnti d ' aria e dai raggi solari: tutto ciò è però spesso risultato impossibile o inco m pa tibil e c on le e s igen ze di doc umentazione fotog rafi ca. Molt a cura d eve essere usat a al mome nt o d e lrapplicazi o ne d e lle
Ano .mi. dx . in~m<<:uncniU m.orc:tlo del nodcllo.
bandelle . A bbiamo constatato. infalli . q uanto sia diflìc ile ap plicare le handelle sulla cute del sogg;ello in modo ta le da esercita re una pressione u n iforme cd ottenere un'aderenza totale . malgrado la loro notevole ncss ibilit~ . La di fferenza di p ressione c~crc itat a pu ò a lterare il risu lt ato dell ' indag ine: ab biamo, infatti, alcu ne zone che si presentano ipoterm iche per l'interposizione di un cuscinetto d 'aria conseguentemente alla mancata aderenza, altre in cui l'aderenza è q ue ll a g ius ta e, infine, altre
ancora in cui la pressione applicata è troppo elevata. Il r isul t ato di un 'eccessiva pressione è lo schi acciame nto dei v as i p iLJ s uperfic iali c l ' alte razione del calore di fondo de lla mappa tennica. Fasce e ben d aggi d evono essere rimoss i almeno un quart o d'ora prima dell 'effclluaLione dell ' indagi ne, per permette re i l ripristino de lla temperatura prccs i ~ tente . Multe di ffi collìl sono state incontrate anche nel tentativo di documentare fotograficamente i risultati dei nostri esami , c questo è il motivo dell'assenza delle fo to elci casi 5. 6 e
7. I proble mi sono legati princ ipalmente alla natura del materiale plas t i<.:o a lt a me nt e rifl c llc ntc di cui sono costitu ite le bandelle termosens ibili. Le bandelle infatti. adattate ·u di una s uperfi c ie c urva . generano una quantità notevole di riflessi che re ndono ' improbo il te nt ati vo el i otte nere una valida iconog rafia. A bbiamo provato acl applicare un filtro polarizzatore alla macchina fotografica. ma i risultati non sono stati quelli sperati. Le mi g l io ri immagini si o ttengono qu ando le bande lle vengono ill u min ate di re ttame nt e d all a lu ce solare; ma ques to , c o me g ifl rife rito. è incompatibi le con la veridicità dell 'esame. Abbiamo però ovviato a qu es to inconveni e n te lasciando che i ragg i solari il lu min a s~e ro le bande lle solo un istante prima dello scatto. Nonostan te ques ti os taco li , s iamo riusciti ad evidenziare talune les ioni delle strulture tendineo-legamcntosc dello stinco. È però possibile mettere in evidenza solo lesion i a carico delle strutture piLI s u perfic ia li : tendine perfo rato, po1·t.ione media le e latc rule del perforante. branche del legamento . ospensore del nodello: negativo è stato il risultato delle nostre indagini in caso d i pato logic delle briglie c de ll e altre porzion i teno -clesm ic he profonde . I l te n di n e che meg li o s i pres ta all'esame termografico a contatto è risultato essere il flessore ·uperficiale delle falangi , specialmente in corso eli te nclinitc acuta. Le forme acute s i manifestano con punti di calure (hot spot) evide nt i c ben de lim itati. più o meno grand i a seconda della g ra v ità delle lesioni. de lla loro estensione e d ella loro superficiali t ~1. L'immagine termografica delle patologie a carattere cro nico è invece d i più d iffic ile inte rpretazione per la presenza di quadri di versi, e spesso anche dubbi. In relazione al tempo trasco rso dall'insorgen za della flogosi, nonché alla presenza o meno di un fenom eno ri parativo cica-
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versarnentc dai trottat.ori che mostrano più frequentemente tenoclesmiti del fl essore profondo c della briglia carpi ca. Si au spica q uin d i un a magg iore attenzione degli Autori in merito a questa possibi le utili;.zazione, considerando anche che l'in nocui tà de l metodo ne permette l' impiego ripetuto.
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ùdl;~ bmnc~
triziale. si evidenziano come hot spot o con zone, anche estese, el i relativa ipotermia. La tennogralìa a contatto, in si ntesi. non può esistere come metodica diagnostica autosufficiente. Anche nei casi in cui le bandelle hanno permesso di eviden;.;iare les ion i tendi nee. non hanno forn ito che indicazioni approssim ati ve in meri to all a loro esana ubicazione, estensione e gravitù. 34
Tutte queste considerazioni, unitamente al costo non indiffe rente delle bandelle, lasciano molti dubbi sulla loro effc 11i va utilità come aus ili o diagnostico: ma la lo ro efficacia nell' individuazione di lesioni acute a carico delle strutture superfici al i ha lasciato intravedere la possibilità del loro impiego come esame routi nario dopo prestazioni sportive o a llename nti pesa nti, spec ialme nte per i cavalli gal oppatori ed i saltatori. Quest i animali . infatti. sono piLt soggetti a pa tologie del Jlessore superfi c ial e e dell' inte rosseo, di -
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tie dei piccoli animali della facoltà di medicina veterinaria e del corpo docente della scuola di specializzazione in ortopedia e traumatologia della facoltà di medicina del l'Università degli studi di Pisa. È responsabile del day hospital per cavalli "G. Fogliata", operante presso l'ippodromo di S. Rossore in Pisa. È socio onorario della società italiana di ippologia. È autore di n. 112 pubblicazioni e di due libri. (*) D Prof. Piero P untoni, ordinario di clinica chirurgica veterinaria presso l'Università degli studi di Pisa, è nato a Pisa nel 1924, ove si è laureato in medicina veteiinaria nel 1948. Assistente incaricato (1948) e ordi naiio (1950) presso l'Istituto di patologia speciale e clinica chirurgica, diretto dai proff. Galli e Salerno, conseguì la libera docenza in patologia speciale e clinica chirurgica nel 1958. Dal 1954 ha ricoperto, presso la facoltà di medicina veterinaria di Pisa. l'incarico degli insegnamenti di podologia, anatomia topografica e chirurgia operativa, zoognostica, anatomia topografica ed attualmente quello di radiologia. Profess ore straordinario nel 197 1, passò nel 1974, ordinario di anatomia topografica e chirurgia operativa, di medicina operatoria nel 1979 e di clinica chirurgica nel 1986. Fa parte del corpo docente della scuola di specializzazione in malat-
(**) 11 Dott. Mario Moderato, nato a Genova nel 1960, si è laureato in medicina veterinaria a Pisa nel 1984. Vincitore del concorso per l'ammissione all'82° corso A.U.C. del Corpo Veterinario Militare, ha frequentato il suddetto corso presso la scuola del corpo veterinario a Pinerolo e ha prestato servizio come sottotenente veterinario presso il centro militare di allevamento e riforn imento quadrupedi di Grosseto.
NELSON H.A., OSH EIM D.L. Soring in walk in g horscs: dctcc tio n by then nography. USD A-AP HlS, Vctcri nary Services Labo ratories, Ames. lowa. 1- 14 . 1975 PALMER S.E. Usc of the pon ab lc infrarcd therrn o m ete r in eq uine prac tice. P rocee dings of the Amcrican Association of Eq ui ne Practitioners ( 1980) 26. 327-333
Vincitore del concorso per titoli per la rafferma biennale di l 0 Ufficiale di Complemento, ha prestato il servizio presso il suddetto centro per un anno fino al proscioglimento volontario della t'erma. Specializzato in malattie dei piccoli animali nel 1988 presso l'università di Pisa. Vincitore del concorso per esami per il dottorato di ricerca in "Patologia c clinica degli organi di movimento degli animali domestici", sta svolgendo attività di ricerca in qualità di dottorando presso la cattedra di clinica ch irurgica dell'Universi tà di Pisa. È autore di n . 35 pubbl icazioni scientifiche.
(***) 1l Magg. vet. Silvano Tamagna ha conseguito la laurea con lode nel l 979 a Parma. Tenente dal 1981 ha svolto l'incarico di Dirigente del Servizio Veterinario presso il Reggimento Artiglieria a Cavallo di Mila-
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no e di Segretario presso il Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi di Grosseto. Attualmente riveste l'incarico di Dirigente del Serv izio Veter inario presso il predetto Ente. Specializzato in " Malattie de i piccoli animali" ha frequentato corsi di clinica chirurgica ed ha conseguito il diploma di classificatore di carcasse bovine. È autore di pubblicazioni scientifiche riguardanti prevalenteme nte la ginecologia equina.
sercizio professionale. Ha frequentato 1'85° Corso A.U.C.V. ed è stato nominato Tenente in s.p.e. nel l 987. Dal 1986 ha ricoperto L'incarico di Ufficiale addetto al Servizio Veterinario della Scuola Militare di Equitazione. Attualmente è Dirigente del Servizio Veterinario dello stesso Ente.
(****) Il Cap. vet. Luigi MeUano ha consegui to la Laurea in Medicina Veterinaria nel 1985 a Perugia e, nello stesso anno, l'abilitazione all'e-
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(** ***) Il Dott. Simone Fallaci si è laureate in Medicina Veterinaria nel 1991 con una tesi su "L'imp iego della termografia nella diagnostica delle tenopatie del cavallo atleta". Attualmente svolge attività professionale nel settore ippiatrico.
p. 535-S:'l 9 TURNER T. A .. PUROHIT R.C .. 1-'ESSLER J.F. Therm ography : a rev iew in equine medicine . Compcnd ium un Conlin ui ng Education fo r thc Pract.icing Veterinarian ( 1986) 8 ( I l ) 855 -86 1 TURNER T. A ., SCOGGTNS R.D. , T hcrmographic detection of gingcring in horscs; Jo urna1 of Eq ui ne Vetc r i nary Sci encc ( 1985) 5 ( l ) 8- 10 VADEN M.!-'.. PURI·IIT R.C., MC CO Y M. D., VA UGHAN J.T., Thermography: a 1c chniq uc for subc lini cal clia gnosis o f osteoanhirtis. A m. Jou. of Vet. res. vol. 4 1. n. 8, p. 1175- 1179 ZJMMERL U., Anatomia ri naria. Ed. Vall arcli 1980
lopogra~lca
vete-
(******) Il Dott. Femando Fabiani si è laureato in Medicina Veterinaria a Pisa nel 1991 , discutendo la tesi "Il ruolo dell 'ecografi a nella valutazione del ripri st ino morfofunzionale in corso di tenopa6e nel cavallo sportivo", ed è stato allievo interno all'istituto di Clinica C hiru rgica de1la stessa Facoltà dal 199 1. Negli anni 1989-1990 ha partecipato a due corsi integrativi trim.estrali di Clinica Chirurgica· sul cavallo atleta. Attualmente è veterinario incaricato dal Jockey Club per operazioni antidoping all'ippodromo di San Rossore di Pisa e dall'E.N.C.I. per il riconoscimento dei puledri.
LEGISLAZIONE
zia veterinaria approvato con decreto del Presiden te della RepubbJiça 8 l'cbbraio 1954. n. 320 e successive modifiçazioni, possono essere soppress i. in modo esc lu s ivame nte eutanasico. ad opera di medic i veterinari. soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pcricolosit i:t . 7. È vietato a chiunque rnahratta rc i gatti che vivono in libertÌI. 8. I gatti che vivono in libertà sono sLcril ii'.zati dall'autoritù sanitaria competente per territorio e riammess i nel loro gruppo. 9 . I ga tti in li be rtà poss o no essere soppressi ~ ol ta n to se gravemente malati o incurabili . IO. Gli enti c le associazioni protezionis te possono, d "intcsa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gat ti <:hc vivono in libertà, assicurandone la cura de lla salute e le cond izioni di sopravv ivenza. I l. Gl i ent i e le associazioni protezioniste possono gestire le strutture di cui al comma l dell'art A. solto il co ntrollo sani ta rio dei servizi veterinari ck:ll ' u n it ~t sanitaria locale. 12. Le strutture di cui al comma l dell 'art. .f possono tenere.: in <:ustodia a pagamento cani di proprietà e garantis<:ono il servizio di pro nto soccorso.
LEGGE 14 AGOSTO 1991 , N. 281. Legge Quadro in maleria di animali di r4fezione e prc'l'ell:ÌOIIe del randagismo.
Articolo l
Principi generali l. Lo Stato promuove e discipli-
na la tutela degli animali eli all'ezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi. i maltrauamenti cd il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo c animale e di tutelare la salu te pubblica e l'ambiente.
Articolo 2
Trattamento dei cani e di altri animali di aff ezione l. Il controllo della popolazione dei can i e dei gatti mediame la limitazione delle nascite viene effelluato, tenuto conto del progresso scientifico, presso i se rvizi vete ri nari delle unità sanitarie locali. I proprietari o i detentori possono ricorrere a proprie spese agli ambulatori veterinari autorizzati dalle società cinofi le, delle società protettrici degli animali e di privati. 2. I cani vaganti ritrovati. cutturati o comunque ricoverati presso le strullurc eli cui al comma 1 dell'art. 4, non possono essere soppressi. 3 . l cani cattu rati o comunque provenienti dalle strutture di cui al comma l dc ll ' art.4 . non possono essere destinati alla sperimenta;.ione. 4. l cani vaganti çatturati, regolarmente tatuati , sono restit uit i al proprietario o al detentore. 5 . l ca ni vag ant i non tatu ati catturati , nonché i cani ospitati pres-
so le s trutture eli cu i al conun a l dell'artA, ckvono essere talllati; se non rec lamat i e nt ro il termi ne di sessanta giorni possono essere ceduti a privati che d ian o garan;.ie d i buon trauamenLo o ad associazioni protez ion is te, pre vi o trattam en to profilaHico contro la rabbia. l'echinoccoçosi c altr.:: ma lattie lrasmissibili. 6. l cani ri<:overati nelle s trutture di cui al comma l dell'art.4, fatto salvo quanto previsto dagli artico li 86, 87 e 9 1 del regolamento di poli-
Articolo 3
Competenze delle regioni l . Le reg ioni di sc iplinano con propria legge. entro sei mesi dal la data di entrata in vigore della presente legge, r istituzione deli ' anagrafe canim1 presso i comu ni o le un ità sanitarie locali. nonchè le modalità per l" iscri;ione a tale unagrafc c per il rilascio al proprietario o al detentore della sigla di rieonoscimcnto del cane. da imprimersi mediante tatuag-
37
LEGISLAZIONE
gio indolore. 2. Le r e g ioni provvedono a d e terminare, con pro pria leg ge. entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per il risanamento dei canili comunali e la costruzione de i rifug i per i cani . Tali str utture devono garantire buone condizioni d i vita per i cani c il rispetto delle nom1e ig ienico-sanitarie c sono souoposte a l controllo sanitario dei servi z i veterinari delle unità san itarie locaLi . La legge regionale d etermina a ltresì i criteri e le modali tà per il riparto tra i comun i dei contributi per la realizzazione degli interventi di loro competenza. 3. Le regio ni adottano, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite le assoc iazioni animaliste , protezioniste e venatorie , che operano in ambito regionale, un programma di prevenzione del randagismo. 4. Il programma di c ui al comma 3 prevede interventi riguardanti: a) in iziative d i informa7.ione da svolgere anche in ambito scolastico al fine di conseguire un corretto rapporto di rispetto della vita animale e la difesa del s uo habitat: b ) cors i di agg iornamento o formazione per il personal e delle re g ioni, d egl i e nt i locali e dell e unità sanitarie locali addetto ai serv izi di eu i alla presente legge nonché per le guardie zoofile volontarie che collaborano con le unità sani tarie locali e con gli enti locali. 5. Al fine d i tutelare il patrimonio zootecnico le regioni indexmizzano g li impre nditori agricoli per le perdite di capi di bestiame causate da can i randagi o in se lvatich iti. accertate dal servizio veterinario dell 'unità sanitaria locale . 6. Per la realizzazione deg li interventi di competenza regionale, le regioni possono destinare una
38
s omma non superiore al 25 per cento dci fondi a ssegnati alla regione dal decreto ministeriale di cui all ' 8 , comma 2 . L a rim anente somma è assegnata dalla regione agli enti locali a titolo di contributo per la realizzazione degli interventi di loro competenza. 7. Le regioni a statuto speciale e le provincie autonome di Trento e di Bolzano adegl)ano la propria leg islazione ai principi contenuti nella presente legge e adottano un programma regionale per la prevenzione de l randagismo, ne l rispello dc i criteri di cui al presente articolo.
Articolo 4
Competenze dei Comuni l. l comuni. singoli o associati. e
le comunitfl montane provvedono al risanamcnto dci cani li comunali esis tenti e cos truiscono r ifu g i per i c;.1ni, ne l rispetto dci criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei contributi destinali a tale finalità dalla regione. 2. l servizi comunali e i servizi veterinari delle unitfl sanita rie locali si attengano. nel trattamento degli a n imali , a ll e di s posi z ioni d i cu i all'articolo 2.
Articolo 5
Sanzioni l. Chiunq u e abbandona cani , galli o quals ias i altro animale c ustodito nella propria abitazione, è punito con la sanzione ammini strati va del pagamento di una somma da lire
LEGISLAZIONE
trccentomi lu a lire un milione. 2. Chiunque omelie di iscri vere il proprio cane all'anagrafe di cui al comma l dell'artico lo 3, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di lire centocinquanlami la. 3. Chiunque, avendo iscrillo il cane all 'anagrafe di cui al comma l dell'a1ticolo 3. omette di sottoporlo al tatuaggio. è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di lire centom ila. 4. Chiu nque fa comm ercio di c.:ani o gatti al fine di sperimcntaLione. in violazione delle leggi vigenti. è punito con la sanzione ammini stra! i va del pagame nto di una somma da lire cinquemilioni a lire diccilllilioni. 5. L'ammenda comminata per la co ntrav venzione di cu i a l primo comma dell'articolo 727 del codice pena le è elevata nel minimo a lire ci nquecentomila e nel massimo a lire trcmilion i. 6. Le emrate derivanti dalle sanzioni amministrative di cui ai comm i 1.2,3 e 4 conlluiscono ne l fondo per l'attuaLione della presente legge previsto dall'articolo 8.
Articolo 6 Imposte
I.Tulli i possessori di can i ·ono tenuti al pagamento di un 'impo~ta comunale annuale di lire vcn ticinquemila. 2. L' acqui s to di un ca ne g i:1 assogge llato ali ' imposta non dà luogo a nuove imposizioni. 3. Sono esenti dall'imposta: a) i cani esclusi vamente ad ib iti alla guida dei ciechi e alla custodia degli cditìci rurali c del gregge: b ) i cani appartenenti ad individui di passaggio nel comune, la cui pennanenza non si protragga oltre i
due mesi o che paghino già l' imposta in altri comuni; (') i cani latnanti per il periodo eli te mpo strattamcnte necessar io all'allattamento c non mai superiore ai due mesi; d) i can i adi bit i ai serviz i dell'Esercito ed a quelli di pubblica sicurezza: e) i cani ricoverati in s trutture gestite da enti o assiciazioni protezioniste senza fini di lucro; j) i cani appartenenti a categorie social i eventualmente individuate dai comuni.
nata in lire l mili ardo per il 199 1 e in lire 2 mili ardi a dec.:orrere dal 1992 . 2. 11 Min istero della Sanità, con proprio dcc.:rcto, ri part isce ann ualmente tra le regioni c le province autonome d i Trento e d i Bolzano le d isponibilità de l fondo di cui al comma l. l criteri per la ripartizione sono determinati con decreto del Mini stro della San ità adottat o di concerto con il Minis tro del Tesoro . sentita la C onferenza permanente per i rapporti tra lo Stato. le region i e le province autonome di Trento e di Bolzano. eli cui alrarticolo 12 della legge 23 agosto 1988, n. 400.
Ar ticolo 9 Cop ertura fina nziaria
Articolo 7 Abrogazione di norme l. Sono abrogat i g li arti c o li 130.13Ll32, 133.1 34e 135 del tCSlO unico per la fin anza locale approvato co n regio decreto 14 se tt embre 1931. n. l 175. c s uccess ive mod ificazioni. e ogni d isposizione inc.:ompatibile o in contrasto con la presente legge.
Articolo 8 I stitu zione del fondo l'attuazione della legge
pe r
l. A part i re dall'ese rc i z io finanziario 199 l è i~tituito presso il Ministero della Sanità un fondo pe r l'attua z io ne della presen te legge, la cui dotazione è dctcm1i-
l. /\ll 'oncrc deri vante dalla presente legge, pari a lire l mHiardo pe r il 19() l ,lire 2 miliardi per il l 992 e lire 2 miliardi per il 1993. si fa fronte mediante utili zzo dello slanziamen to iscrillo,ai fini de l bilancio tric nnale 1991 - 199}. a l capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del Tesoro per l'anno 199 1 al l' uopo utilizzando l'accantonamento " Prevenzione del randagismo ''. 2. Il Ministro del Tesoro è autorizzato ad apportare. co n propri decreti. le occorremi variazioni di bilancio. La prese nt e legge muni ta de l sigillo dello Stato. sarù inserita nell a Raccolta ufficiale degli atti normalivi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osscrvarla c di farla osservare co me legge dello Stato.
Data a Roma , addì l-l agos to 1991
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VITA DI CORPO: IERI E OGGI I( ;NAZI O M ICELLONE LFFIC IALE E RICERCATORE
M. Julini (*),M. Marchisio (**) 1 ella seco nd a metà del X I X secolo. quando la mor va degli equini rappresentava un problema pressa nte c conc rei <> per i ve l crinari ci vi li e militari , il Professar Sebastiano Rivolta ( 1832 - 1893). docente di anatomia patologica presso la Scuola veterinaria di Pi ~a. descri sse e r appresentò nel suo trattat o "Paras-;i ti vegetali'' ( 1873 ) miccti microscopici associati a casi di farcino. Nel l 883 riprese queste ricerche con la collaborazione di Ignazi o Miccllonc: studiarono dal pun to di vi sta clinico un centinaio di cavalli colp ili da rarcino, so11oposcro ad esame microscopico il pus dei cordoni f'arc ino!>i, ri prodw..!>ero in via sperimentale la ma l allia in equin i inoculati con i micct i in esame. Poi. Ri volta c Micellone poterono definitivamente chiarire come ..... nel cavallo vi ha un farc ino che si pu6 denominare criptococchico". entit à noso logica che non aveva nu ll a a che vedere con la morva. anche se "Con ciù non intendiamo di porre menomamente i n dubbio, e tanto meno di negare l ' cs islcnt.a del farcino moccioso: ma sol o di ridurlo alle pii:t ristri.!IIC c reali sue proporzioni": l'esame mi croscopico del pus rappresentava " ... un met.to diagnosl ico di rfc renzial c p itl sic uro e p ili facile che quelli ric;tiltanti da minimc c talvolta indistinguibili differenze \i nt omati che". Veniva co~ì identifical o l'agente ezio logico del farcino. Criptococcu s fa rc imin osum. oggi riballc;r ;at o H isloplasma rarcimino sum . Ma chi era questo Ignazio Micellonc che Rivolta volle
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l< itra llo ru to g,r:d l\:o del t.:nc rnc co lonn..: t lo Mice llonc ~on l'u niforme ogg i c u~ todi la al \l u~eo delle uni formi del Regio Esercito.
associ are alla scoperta del Criptococcus? Una figura a torto trascurata. che merita far conoscere soprattullo fra i veterinari mi litari. l ato a Bu ssoleno (TO) il 2.-L 1833, I g nazio .Yii ce llone nc ll 'otto bre del !85 3 entrò al l a Scuola veterinari a di Torin o, dove con Sebn-;tinno Rivolta. fu all ievo di Giovanni Batt i sta E rcolani. Dopo un brilla nte cor~o d i stlld i che gli va lse il con~eg u iment o di alc une borse el i studio , si clip l om(l il 9 luglio de l l X57 . Comincib ad e~erc itare la proressione a Susa. poi nella condolta veterina ri a di 13ovcs (C uneo). Erano 1crnpi molto duri per l'esercizio della veteri nari<~ in Piemonte: le ~tru ttu re -;tatali. centrali c periferiche. si di rno'>travano poco sen~ibil i nei confromi dci veterinari. privi persino del diritto all'escrc i t. io de Il ' c lcltorato amminis trativo e po l iti co . Era la-;c iat o ampio ·pat.io all'empiri!>mo t.ooiatrico cd in alcun i piccoli cent ri. le
amministrazioni comunali affidavano ad empirici persino il comrollo delle maccllatiuni. Era dunque comprensibile che non pochi neodipl omati, dopo essersi scontrati con una realtit tanto deprimente, decidessero di cambi<u·e lavoro. Ignazio Micellone tenne duro e nel l g59 entrò come veterinario i n 2·• (sottotcncnte) nel 2° reggimento artiglieria da campagna. Noi non seguiremo minutamente la carriera mil itare di Micellone. che lo vide a Pisa, a Bari cd infine a Torino. certo ricca di sodd isfazioni morali c professionali. ma allora mollo lenta nella progressione di grado: divenne infatti tenente dopo ben dodici anni di scrvit.io! Preferiamo sotto lineare il suo costante entusiasmo per la ricerca, il suo desiderio di mantenersi aggiornato in campo :-.<.:icntifi<.:o. "Ogni volta che il reggimento a cui eg li apparteneva aveva sede pres~o una scuola veterinaria - scri ve Vachetta ( 1902) - noi vediamo il Mit:ellonc rifarsi quasi scol are c diventare. per quanto g l i permettono i doveri d'uffi c i o, ass idu o frequentatore dell a scuola stessa ... Così a Napoli e ~oprallullo a Pi sa. dove rim ase dal 11:!76 al 1887: quc!>to periodo appare particolarmente felice dal punto di vista :-.ciemi f ico per il Nostro. che potè approfondire ~ tu di c ri ce rche certo appena abbozzati nel periodo universitario ( l g:;J - l X57). nel quale si sapeva ancora poco sulla etio l ogi a "para~~itaria" di nwlt c ma latt ie. A Pisa si dedicò con passione alle ricerche nel campo della micro~copia c della batteriologia. con Sebastiano Rivolta . l'an t ico compagno di studi. È una prova del suo amore per lo studio di cose nuove. i l l'allo che non volle fare !>foggio di una c-.pc ricnza pratica. sicu ramente notevo le. e quindi non
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Criptococcus farciminosum rappresem;uo da S. Rivoha nel suo tranato "Parassiti vegetali" ( 1873).
Chepy del 1879 con fregio mew llico per ufficiali veterinari adonato nel 1872 e rimast o tale li no al l '.109. Il chcpy presenta i gradi di tenente colonnello. Si not i anche la stupenda valigetta destinata al traspono del chepy e degl i acces sori per l'a lta uniforme (Museo delle uni fom• i del Reg io Esercito).
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CRONOLOGIA DELLA VITA DI IGNAZIO MICELLONE 1833- nasce il 2 aprile, a Bussoleno (Susa); 1853 - si iscrive alla Scuola veterinaria di Torino; 1857 • il 9 luglio si diploma e comincia l'esercizio professionale, prima a Susa poi a Boves (CN); 1859 • veterinario in za (sottotenente) presso il2° rgt. Artiglieria da campagna; 1860 • veterinario in 2a (sottotenente) presso il 6° rgt. Artiglieria; 1861 • veterinario in 2° di prima classe; 1866 ·partecipa alla terza guerra di indipendenza; 1871 ·veterinario in 13 (tenente) presso I'U 0 rgt. Artiglieria; 1874 ·tenente veterinario pres.~o il7° rgt. Cavalleria (Milano); 1876 ·capitano veterinario presso ill0 rgt. Genio; 1876 • capitano, dal 28 dicembre, presso il 70 rgt. Artiglieria di Pisa; per un decennio collabora con Sebastiano Rivolta; 1877. maggiore presso 1'11° Corpo d'Armata a Bar.i; 1888 • insignito della Croce di Cavaliere della Corona d'[talia; 1889 · maggiore presso il ] ° Corpo d'Armata a Torino; 1893 · .lascia il servizio attivo; 1896. tenente colonnello in servizio ausiliario; 1897 • posto a riposo per anzianità di servizio; 1898 • insignito della Croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; 1902 • muore il 21 gennaio.
si impegnò nella chirurgia, pur fornendo materiale eli studio per la c linica ~hirurgica. 11 suo interesse prevalente fu per i l laboratorio d i anatomia patologica di Rivolta. E non si sottovaluti lo spirito di servizio ed il disinteressato amore per la ricerca. A proposito delle scoperte fatte in collaborazione con Rivolta, Perronci to (1902) g li ind irizzava queste parole: ''Appassionato alla scienza s tudi a vi co l più g ran de a more, e quando da solo non potevi disvelare i segreti de lla na tura, ti univi ad altri nel solo scopo di scoprire il vero··. E c ome se non bastasse sempre nel periodo pisano, M icellone si impose, in età non giovanissima, lo studio della lingua tede sca per poter consultare testi e pubblicazioni scientifiche di quella irnponante scuola. Da pezzi patologici forni ti dal Nostro, scaturì la prima scoperta, quella già ricordata del!' agente eziologico del farcino criptococcico. Rivo lta e Micello ne studiarono poi il c.d. fungo da castrazione degli equini e descrissero que llo che loro chiamarono Discomyces equi e Johnc ri battezzò Botriomyces: oggi la botriomicosi è ricondotta a
Staphy lococcus aureus , ma questo non limi ta il rigore de lla ricerca allora condotta, confcnnara da prestigiosi ricercatori italiani e stranieri. Il Nostro compì po i s LUdi sul valore diagnostico della malle ina e scorrendo r elenco dei suoi 19 lavori (Vache l'ta. 1902) si ha l'idea di un fattivo impegno scientifico. tale da fornire importanti risvolti appl icativi. Nel 1893 Micellone lasciò il servizio attivo, i concittadini lo vollero consigliere comunale e nel 1899 lo e lessero consig liere per Susa al Consiglio provinciale di Torino. Continuava a frequentare i docenti della Scuola veterinaria di Torino e venne nominato vice presidente de lla R. Società Nazionale Veterinaria. Sempre aggiornato, quando morì, il 2J gennaio de l 1902, stava scrivendo una memoria sul!' afta epiz ootica, tema allora eli grande attual ità, tìorivano infatti le polemiche intorno al nuovissimo metodo eli cura. proposto dal medico on. Guido Bacce lli, presto rivelatosi ineffi cace. Il 23 gennaio si svolsero i solenni fune ra li con ono ri c ivi li e militari: imponente la partecipazione dei col-
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Pubblica::ioni di l gnazio Mice/lone (da Vachetta, 1902)
1. Spigolature nel campo clinico, raccolta di 7 interessanti casi di clinica chirurgica, p u bblicata a Torino (Medico Veter,) nel 1875. 2. Resoconto clinico di affezioni tificbe e di due casi di antrace nei cavalli del 7° Regt. Artiglieria. Pisa (Giom. d'anat. fi s iol. e patol. degli anjmali) 1878. 3. Sopra l'afta equina del Regis nei cavalli del Deposito allevamento puledri di Grosseto: s perimento d"innesto e considerazioni per il prof. S. Rivolta ed il Capitano veterinario I. Micellone. Pisa (lbid.) 1880. 4. Spigolatu re nel campo della Clinica veterinaria. Sono due casi di gravi lesioni vascolari nel cavallo. Pisa (Ibid.) 1881.
Uniforme da maggiore veterinario in gran l nontura del periodo 1880: tale uniforme è curaliC· riuata dal chcpy con i gr~di da tcnclllc culon· nello. Vcrosimilmellle ~liccllone. che si trova' a in ausiliaria. non ri tenne opponuno so~titui rc i gradi ~ulla m;mica quando ricc,·cllc la nomina. L" abbottonatura della giacca. le spali ine mcwllichc. le doppie bande ai p;uHaloni c la >Ciabola sono dello stes,o modello della cavai· lcria, a ricordo dell'amica affin ità di que,ta ar111a col ~c rvi zio vetcrina iro (Mlll>\!0 dclk uni rormi del Regio Eserci to di Caste llar).
leghi. civ ili e mil itari: g li diedero !" estremo sa luto il magg io re Be rtuelli del Corpo Veterinario Militare. il professore Brusasco, dircllore della Scuola Veterinaria torinese ed il douor Volante in ra pprcscnlanza della R. Società azionale Ve terina-
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Regis sul le iniezioni intrave nose di chinina: sul barbone, sull'afta, sulla difterite nel cavallo. Pisa (Jbid.) 1887.
l O. Casi di febbre carbonchiosa: storia clinica e considerazioni. Udine (Giorn. di Vet.milit.) 1888. Il. Studi sperimentali di Cadeac e Malet sopra la trasmissione del moccio, ccc. (Ibid. ) 1888. 12. Su lla pro filassi del moccio. Roma (lbid.) 1891. 13. Per la veterinaria legale. Roma (Ibid.) 1892. 14. Sperimenti d"inoculazione di maUeina a scopo diagnostico del moccio. Roma (Ibid.) 1892.
15. O r igine del cavallo e s ua importanza per l ' uomo: traduz. dal tedesco di F.C. Meyer. Pisa (Giorn. d 'Ippol.) 1890.
5. Del farcino c riptococchico, prof. S. Rivolta ed L Micellone. Pisa (Ibid.) 1882.
16. Ferrature americane, da un artic. tedesco. Pisa (Ibid.) 1891.
6. Circa il fuoco a punte sottili e penetranti: spigolature cliniche. (Ibid.) 1882.
17. Status equestre del generale Alfonso Perrero della Marmora. Pisa (Ibid.) 1892.
7. Circa la convenienza d 'una più esatta distinzione d 'alcuni morbi. Pisa (Ibid.) 1885.
18. Sulla formazione del piede di becco. Pisa (Ibid.) 1891.
8. Di una nuova specie di micromicete e di sarcoma nel cavallo per Micellone Ignazio e Rivolta Sebastiano. Pisa (Ibid.) 1887. 9. Commenti ad alcune Note del ria. Si spesero molte paro le. oggi qualch e frase porrebbe appa r ire troppo retorica e roboante ma il giudizio positivo s ulla figura di Ignazio Micellone, ricerca10re cd ufficiale ve rerinario. resta i nta!lo. Con la morte di tuili gli eredi
19. La rosatura del cava llo nei suoi rapporti coll'igiene e la patogenia. Roma (Giorn. Veter. mil.) 1892.
Oltre a varie traduzioni e sunti dal ji·ancese e dal tedesco. diretti, g li effetti personali mi litari ed i documenti del Nost ro, pervennero a l Museo delle unifonni del Regio Esercito di Castellar (Saluzzo). Oltre all'u nifom1e. sono custodit i il diploma di laure a. i documenti della carriera militare. un meda-
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far tempo dallo stesso anno e dove è attualmeme professore associato di " Lavori P ratici nei M acelli". Negli anni J977 e 1.978 ha prestato serv izio come Sottotene nte Veterinario dì complemento presso la Sc uol a del Corpo Ve te rinario Militare dì Pinerolo. S peci alista in I s pez io ne deg li alimenti di origine animale si occ upa da te mpo di stori a de lla ve teri naria, con particolare riguardo alla Facoltà di Torino, e de lla a limentazione umana nei tempi passati con la re lativa normativa. argomemi da lui considerati in numerose pubblicazioni.
Sopra: Mcdagliere: dall'allo verso il basso e da s inistra a destra si apprezzano: la medaglia per le guerre combanute per l' indipendenza c:d un ità d ' Italia con la fascetta della campagna dd lR66, quella di caval iere della corona d' ha· lia, la medaglia commemorativa delle guerre d' indipendenza. la medaglia del Consiglio provi nc iale d i To rin o e que ll a di C a v~l icrc de l l ' Ordine dei SS. Ma uriz io e La zza ro (ìvluseo de lle uniformi del Reg io Esercito). A d estra: Controspalli na da gran montura per i veter inari assimi lati agli u ffici ali inferi or i. periodo 187 1 (Mu seo delle un iformi de l Regio EsercitO).
g liere con foto, un ritratto a pastello a firma Augusta Rivo lta ed infine alcune leuere tra le quali una appare di particolare interesse veterinario poiché segnala una grave epizoozia di ca rbonc hio e matic o in quel di Bari . 11 co nservatore del Muse o, s ignor Anselmo Al i beni. ci ha m e sso a disposizione tutto questo mate riale con una fattiva e cortese collaborazione per la quale merita tutta la nostra gratiludine, anche per le preziose informazioni uniformologiche che c i ha fornito.
BIBLIOGRAFIA DEL GIUDICE V. E S[LVESTRl A. · Il Corpo Veterinario Mil itare. Storia e Uniformi. Edagricolc. Bologna. 1984. PERRONC ITO E . ( 1902) - Per il Doli. Mice lione cav. Ignazio. Giorn. R. Socie1à Veterinaria. 51. 151. VACHETTA A. ( I 902) · Necrologio di Ignazio Mice llone. II Nuovo Ercolani. anno 7. pp. 54-56 e 66 -71. Fotografie eseguite daii'Asp. Ujf Vet. Marcello Curcio.
Il Dott. Milo Julini , nato a Torino nel 195 1, ne l 1974 si è laureato con lode a Torino. dove ha operato a
L'Aspirante Ufficiale Mario Marchisio appartiene a l XIX corso dell'Accademia di San ità M ilitare Interfo rze e frequenta la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino. Appassionato di .. Militaria'', ha contribuito alla realizzazione della Mostra Uniformo logica in occasione del 130° atmale di fonda zione del Corpo Ve terinario Milita1'e. Ha co llaborato alla ste sura di alcuni arti c oli . a sfo ndo s toric o, sempre inerenti al Corpo.
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Dal 15 al 20 selle mbre 1991 si è svolta a Sonthofen, in Germania, la 39a Confere nza Inte rnaz ionale di Medicina Veterinaria Militare. La delegaz ione Italiana, rappresentata dal Magg. Gen. Domenico Nesci, dal Col. Arnaldo Triani e dal Dott. Vito Vittucci ha presentato una relazione su l se rvi zio ve terina ri o nell'ambito della Scuola Mil itare di Equitazione.
Del contingente italiano " Pellicano", chiamato a svolgere l'operazione umanitaria a favore dell 'Albania, hanno costantemente fatto parte due Ufficiali veterinari dislocati a Duraz zo ed a Valona. Gl i ufficiali che si sono alternati nel servizio sono: Cap. Franco Salerno, effettivo l n alto: l part cc ipant i a Ila 39a Con fe rent.a lnlernaz ionale di Medici na Veter inaria Mil itare. i\ fianco c nella pagin a a destra: • ·opcra~i o· ne Pellicano" . ispez ione di dcrrmc dt orig ine anima le da parte degli ufficial i veteri nari.
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alla Brigata "Acqu i"; Ten. Antonio Lombardo. effetLivo al la RMSI -Comando SÊ rvi zio Veterinario; Ten. Giuseppe Zammuto, effettivo alla RMSI - Comando Servizio Veterinario; Ten. Paolo Cerreta, effettivo alla Brigata "Pinerolo"; Cap. Marcello Vigliotta. effettivo <.~ Ila RM Sardegna-Comando Servizio Veterinario; Ten . .Dante Delle Rose, effettivo alla Brigata "Cremona". Attualmente si trovano in Albania il Ten. Domenico Multari e il Ten. Luigi Frare. rispettivamente in servizio al Comando Regione Militare NE ed all a Accademia Militare di Modena. La presenza degli ufficiali vete rinari è di particolare importanza non solo per il controllo degli alime nti di orig ine animale
che giungono dali' Italia ma sopraLUtto per l'ispezione ed il controllo di quelli acquistati in Joco, in consi-
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derazione anche delle precarie condizioni di quel Paese. Indi spensabile è la consulenza degli Ufficiali veterinari anche per la sistemazione delle infrastrutture destinate alla conservazione, preparazione c di stribu z ione degli al imenti di origine animale. L a professionalità e la competenza dimostrata dagli Ufficiali veterinari è stata senza dubbio elemento indispensabile a garantire la salubrità degli alimenti e la prevenzione delle tossinfezioni alimentari. Il giorno 30 novembre 199 l si è svolta a Pinerolo, presso la Scuola del Corpo Veterinario Militare, la cerimonia del Giuramento del 24° Corso NEASMI e del 101 ° Corso AUCY. SottCJ: Giuramento del 24° Cnrso NEASMT e del l Ol ° Corso 1\ UCV.
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ll giorno 12 ottobre 199 1 si sono svolti a Pinerolo gli esami finali del 32° Corso Applicativo per Tenenti veterinari di nuova nomina. Vengono di seguito riportate le Sedi di assegnazione degli Ufficiali frequen tatori: Ten . vet. Sa lvatore Anastasi. Centro Mi litare Allevamento Rifornimento Quadru pedi - Grosseto: Ten. vet. Flavio Boss i, Scuola Militare di Equitaz ione - Montelibretti; Ten.vet. Geremia Dosa, Comando Generale Guardia di Finanza Roma: Ten. ver. Luigi Frare, Accademia Militare- Modena: Ten. vet. Stefano Gatti , Centro Militare Allevamento Rifornimento Quadrupedi - Grosseto; Ten. ve t. R o be rto Grasso,
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Comando Bri ga t a "Centauro"'Novara; Ten. vet. Umberto Lusena. Centro Studi Corpo Veterinario Militare - Ro ma: Ten. vet. Stefano Nardi, Scuola di Applicazione -Torino: Ten. vet. Ri ccardo Tonraro. RMNE - Comando Servizio Veterinario - Padova: Tcn. ver. Paolo Viola. RM O Coma ndo Servi z io Vete rin a rio Torino: Ten. vet. Luca Virgilio, Reggi mento Carabinieri a Cavallo - Roma.
11 2 1 gennaio 1992 si è svolta. presso I"Istituto Superiore d i San ità. presente il Ministro Onorevole De Lorenzo. la Conferenza Nazionale su "La professione veterinaria degli anni '90 a l se r vi z io de l! ' uomo.
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LA PROFESSIONE VETERINARIA OGGI AL SERVIliO OElt:UOMI\ OELL. ANIMAt E E DELL' AMBIENTE ROMA
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de ll 'an imale, d e ll'ambie nte " con
s io nc veterinaria".
ampio concorso di pubblico. Hanno partec ipato ai lavori i rappresentanti delle Università. deg li istituti Zoop rofil attici .degli Ordini Professionali. del Corpo Veterinario de li 'Esercito,dei Sindacati eli categoria e delle Associazioni degli Allevatori e dei Consumatori. Sono stati trattati i seguenti temi: dal Prof. Orazio Cararsini "Ricerca scientifica, didattica e professione veterinaria: dal Prof. Agostino Macrì " Istituto Superiore eli Sanità e professione veterinaria": dal Pro f.Gianfr anco Pan in a " Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e professione veterinaria"; dal Prof. Paolo Del Monte '·Agroindustria, la qualità dei prodotti e professione veterinaria: dal Prof.Franco Valfre' "Biotecnologie, produzione zootecnica e professione veterimuia"; dal Prof.Silvano Mal etto " Il degrado ambientale e professione veterinari a"; dal Magg.Ge n. Domenico Nesci "Calamità naturali e profes-
II Capo del Corpo Veterinario dell'Esercito. alla luce delle esperienze maturare dagli ufficiali veterinari in occasione dci concorsi forniti nelle calamità occorse nell'ultimo tren tenn io , trattando il tema assegnatogli, ha delineato una ipotesi di organizzazione dei soccorsi ed ha sottolineato la primaria importanza di una adeguata programmazione. Dai relatori è stato dato risalto all'attuale fi gura del veterinario : un medico degli animali al servizio dell'uomo. È questo oggi il significato della professione veterinaria, spesso sconosciuta al grande pubblico ma anche sottoval utata dagli addetti ai lavori. Il veterinario è il principale garante della qualit ~l degl i alimenti più pregiati destinati all'uomo lungo tutta la catena alimentare attraverso un rigoroso controllo dalla produzione al consumo: è poi parte essenziale della continua lotta dell ' uomo
Sopra: Moment i del la Conrerenza ~u: ··La professione veterin aria degli anni '90 al servizi o del l'uomo. dell'animale. dell'ambiente.
contro l'inquinamento del suo habitat naturale; e ancora è l'unico insostituibile strumento per qu alsiasi impresa zoo tecni ca moderna che vogl ia impostare una sua gestione aziendale econominamente valida. Secondo il Dott. Rogheto. Presidente della Federazione Nazionale deg li Ordini Veterinari , a poch i giorni dalla Conferenza Nazionale che ha visto riuniti a Roma i rappresentanti di 16 mila veterinari italiani , sono ques ti i mill e volt i della professione veterinaria che ha rilevato la presenza de lla dioss ina a Seveso e scopre ancora, attraverso lo studio condotto sugli an imali , il pericolo di sostanze toss iche nell 'acqua; sempre la veterinaria ha assunto il 111olo guida nel controllo sanitario degli al imenti destinati all ' uomo in occasione dell'inquinamento nucleare di Cernobyl e vigila costantemente sui prodotti animali 47
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Sopra: Alcun i dci rclatori alla Conrercnza su: "La professione veterin aria degli anni '90 al servi Li o dell'uomo. dell'animale. dèll'ambicntc.
che oggi, più che mai, sono preda di sofìsticazioni. La medicina veterinaria ha assunto a questo proposito un preciso e deiCrminante ruolo finalizzato alla salute dell'uomo: lo difende infatti dalle zoonosi a cominciare da quelle tradizionali. come tubercolosi. bmccllosi e rabbia, fin o alle form e virali e parassitarie emergenti. Per far tuno questo- ha concluso Rogheto - il veterinario gua rda costantememc al la sua formazione, dali 'U niversit ~• alla special izzazionc, curando l'aggiornamento anche in vista dell'Europa del '93; per questa data il veterinario italiano dovrà adeguare la sua preparazione a quella dci colleghi CEE e per questo scopo è stata istituita, per iniziativa del Ministro Ruberti, una apposita Commissione che dovrìt adegua re alle nuove esigenze le Facoltà di Med icina Veterinaria.
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VITA DI CORPO
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CONG EDAMENTI
1992 Il Cap. co. vet. Stefano Crescenzi, già Ufficiale addetto alla Sezione Tecnica del Comando del Corpo Veterinario Esercito, in dala 18 febbraio 1992 è transitato, quale vincitore di concorso, nel Servizio Sanitario Nazionale.
n~GI
Il Ten. Col. Giuseppe Yilardo dal Comando 3° Corpo d'Annata al Comando Servi zi Veterinari della RMSA in data 2 1.1 0. 1991. Il Ten . Co l. Luigi Asprea dal Comando Servizi Veterinari RMSA al Comando Generale Anna Carabinieri in data 26.11.199 1. Il Ten . Col. Stefano Barlozzari dal Comando Generale Arma Carabinieri al Comando Corpo Veterinario dcii' Esercito in data 03. 12.I99 1.
TRASFER IMENTI li Cap. Alessandro Sericola dalla Briga ta MeccHninata "Goito" al Comando del 3° Corpo D'Armata in data O1.08.1991. n Cap. Marco Ongaro dalla Brigata Meccanizzata "B rescia '' al Comando Servizi Veteri nari della R\1TE in data O1.08.1991. Il Cap. Andrea Vidoni dal Comando Servizi Veterinari del la RMN E al Comando Brigata Meccanizzata '' Gori z ia" in data 26.08. l 991.
PROM OZIONI
In data 31. 12.1991 sono stati promossi al grado s uperiore i seguenti Ufficiali: Ten. Col. vet. Amaldo Triani: Magg. vet. Giuseppe Tortora; Magg. vct. Guglielmo Inì: Cap. vet. Carlo Testa; Ten. vet. Giuseppe Zammuto: Ten. vet. Ermanno Rossi: Tcn. vet. Fabrizio Grifoni.
1861, Ufficiale del Corpo Vete~o.