Comando del Corpo Veterinario dell'Esercito
7 Numero
Supplemento alla
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RIVISTA MILITARE mMEDICINA VETERINARIA
1861, Ufficiale del Corpo Veterinario.
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INDICE
Numero
7
I.a Rivista Militare di Medicina Veterinaria ba lo scopo di consentire agli U fficiali un costante aggiomamc.oto tecnico-professionale fornendo loro la possibilità di divulgare le esperienze scientifiche matura te in ambito militare. Nel <11111dro dclla collaborazione Esercito-Pa ese la Rivista si Jlrclìggc l'o bictth·o di facilitare lo scambio di conosccnzc c di esperienze fra il mondo accademico c la •·ctcrinaria milllare .
QUADRIMESTRALE Su pplemento al no 6/ 1993 della Rivista Militare
2 l gruppi sanguigni del cane. Il. Applicazioni Lubas George, Minori Doriano, Campanella Oddo Fausto
Oirettore Responsabile Gen. B. Pier G io rgio f ranzosi
Direttore Edito riale Magg. Geo. Domenico Nesci
Reda ttore Capo Cap . Massimi liano Angelini
14 Impiego dell'ecografia nella valutazione delle lesioni tenodesmiche e del loro decorso cli nico nel cavallo sportivo. Piero Puntoni, Mario Modenato, Silvano Tamagna, Luigi Mel/ano, Simone Fallaci, Fernando Fabiani
Comitato di Redazione
R. Arc hilci, L. Bellani, L. Bignozzi, G . Caputo, G . Catellani, L. D' Esposito, G. Gentile, A . Gobetto, G.B. G raglia, F. G ua rda, D. Mi nori, F. Monti, G . Morei •.A . Rog heto, L. Rosso, A. Sala, A. Silvcst ri, A . Triani, V. Yittucci.
25 Valutazione morfologico-funzionale del cuore nel cane da lavoro. Indagine ecocardiografica. Brambilla Paola G., Ferro Elisabetta, Pievaroli Andrea, Tradati Franco
Comitato Scientifico
E. Arru, T. Bal bo, B. Baldelli, G. Ballarin i, G. Cardi ni, S. Carli, L. Casarosa, O . Calarsini, A. C iorba, A . Corrado, P. Galat i, C . G irardi, A. Lcopold, E. Maglione, S. Ma leHo, L. Masctti, C. Mo ntesissa, E. Parisi , A. Persecltino, C. Peruccio , G. Pezzoli, A. Pillo ni, G. Pom pa , L. Pozzi, A . Romagnoli, F. Scatozza, F. Trenti, F. Valfri:.
36 Aggiornamenti sulle norme nazionali e comunitarie in materia di latte e prodotti a base di latte. Amerio Paolo, Marconi Pietro
44 Vita di Corpo: ieri e oggi
La pu bblicaz.io ne dei lavori é subordinata aJia va lmazio nc del Co mitato di Redazione cd i testi c il materiale illustrativo inviati no n verran-
no restituiti. Le opinioni espresse dagli A utori non impegnano la responsabilità della Rivista. l lavori inviati per la pubblicazione dovnmno essere inediti ; le cvcm uali tabelle, figu re e grafici d ovranno essere numerati e co rredati d a una s intetica d idasca li a; la bibli ogra fia d ovrà essere rcdaua cornm amcntc. Ciascun a rticolo, inolt re, dovrà essere accompagnat o da un breve riassunto in ita lia no c in inglese, da una fo to a colori formato tessera e da un curriculum ''itae dell' Autore. l lavori, in duplice copia, nella stesura definitiva, correu i e firmati dall'Autore, dovranno essere indirizzati a: Comando del Corpo Veterina rio dcii'Escrtito , Piaz.za Murescia llo Giardi no, 49 - 00195 Roma .
I GRUPPI SANGUIGNI DEL CANE. II. APPLICAZIONI Lubas G. (*), Minori D.(**), Campanella O.F. (***).
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RIASSUN TO
S VMMARY
Parole chiave: immunoematologia, cane, marcatori genetici, trasfusioni.
Key words: immunohematology, dog, genetic markers, trasfusion .
Sono state affrontate in qtfeSta seconda nota Le varie applicazioni dell'immunoematologia nel cane, tra cui è possibile, in prima istanza, caratterizzare una serie di marcatori genetici, i quali possono essere utilmente impiegati quali mezzi per l'identificazione del soggetto e dei suoi prodotti. S ono inoltre stati ricordati i problemi legati alle incompatibilità emogruppali che possono indurre alloimmunizzazioni indesiderate in soggetti riceventi trasfusioni a caso, le quali a loro volta sono responsabili di problemi trasfusionali e della comparsa della malattia emolitica neonata/e nei cuccioli (per fortuna rara nella sua incidenza). Infine è stato segnalato che nel corso di Anemia Emolitica Autoimmune (AEA) del cane sono stati identificati autoanticorpi diretti contro specificità eritrocitarie.
In this second part the severa/ applications on dog imrmmohematology have been revìewed. /t has been underlined that immunohematology characterizes a series of genetic markers that could be usefully employed as means of anima/ and his progeny correct identification. Moreo ver the problem connected to the blood group incompatibility have been discussed in detail, indeed it may induce unwanted alloimmunizations in animals receiving random trarrsfusions. These al/oimrnunizations are responsable of transfusional reactions and hemolytic disease in newborns (this dìsease fortunately is occurring in rare frequency). Finally it has been pointed out that in dog flemolytic Auto Immune Anemia have been identified autoantibodies directed toward erythrocyte antigens.
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INTRODUZIONE Oggigiorno anche il cane suscita un vasto interesse commerciale c muove intorno a sè un altrettanto vasto mercato d i prodoui legati c correlati ad esso. Comunque manca a tuu'oggi l' interesse da pane delle Associazioni di razza di sfruttare le moderne tecniche dcll'idenlificazione del soggetto e della sua esatta progenie per stabilire un cd certificato d i garanzia di origine. C iò in particolare potrebbe essere utile per i soggetti di razza di elevato pregio c valore economico che vengono immessi sul mercato. Solo con un aumentato in teresse da parte di questa componente tecnica cinofila sarà possibile esplorare con sufficiente accuratezza ed estensivamente, grazie alle disponi bilità economiche messe a disposizione, i marcatori genetici nel cane, tra cui quell i dei gruppi sanguigni. Infatti questi esami rient rano nel complesso dci marcatori genetici utili nella determinazione del cd emotipo. Per emotipo in fatti si intende un complesso di risultati derivanti da anali si immunologiche e biochimiche elettroforetiche, atte a rilevare il prodotto dell'azione di una serie d i alcuni geni, appunto esplorabili con queste tecniche.
Queste analisi sono diventate mollo importanti per il bovino, l'eq uino, l'ovino ed il sui no, ma nel cane manca quasi completamente una loro applicazione. Inolt re queste determinazioni, in q u a nto espressione d iretta del gene non sono modi fica bil i da fattori ambientali e rappresentano dei caraneri che segregano e danno quindi la possibilità di verificare nel tempo l'identità certa del soggetto c dei suoi prodotti (5, lO, 19, 37). ln questa seconda nora sono inol tre riportatj in dettaglio i problemi legati a lle incompatibilità cmogruppali che possono indurre alloimmunizzazioni indesiderate in soggetti riceventi trasfusioni a caso , le quali a loro volta sono responsabili di problemi trasfusionali e della comparsa della malauia emolitica neonatale nei cuccioli (che però per fortuna è rara nella sua incidenza). In fin e nel corso d i Anemia Emolitica Autoimmune (AE A), una delle pato logie immuno mediat.e più note c frequenti nel cane, sono stati identi fica ti au toanticorpi d irett i contro specificità eritrocitarie. Tutti problemi complessi già da tempo noti nella clinica del cane e di cui spesso il medico veterinario seme la necessità di avere un aggiornamento preciso e pun tua le.
I GRU PPI SANG UIGNI COME MARC A TOR I G ENETICI l gruppi sangu igni, determinati a partire da analisi sierologiche, comc abbiamo avuto modo di illusu·are nella precedente nota, rientrano nel complesso clegli esami tesi ad identificare i marcatori genetici (4). La caraueristica di questi marcatori è quella di essere in genere governati da sistemi genetici a determi nismo mendcliano semplice, di essere stabili durante tutta la vita dell ' individuo ed ininfluenzabili da q ua lsiasi fa ttore a mbien tale (dieta, farmaci, a llcnamem o ect.), e sono rilevabil i nel sangue per mezzo di tecniche standard. Da questa definizione si evince pertanto che i marcatori rappresentano in primo luogo dei caraueri identificativi dell' individuo una volra che essi si siano stati accertati e che costituiscono appunto una potente ed incorrutti bile carta segnaletica . I no ltre, sempre da lla defini zione di cui sopra, in quanto sono prodo tt i dall'azione di geni sono caratteri che segregano secondo le leggi mendelianc semplici di dominanza e rccessività per cui essi debbono riscontarsi negli ascendenti c nei d iscendenti. E su questo principio che è pertanto possib ile il controllo della parentela
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Figura 1: Distinzione sicrologica e genetica degli individui
Distinzione sierologica
Distinzione genetica
che è basato appunto su di u n'analisi comparativa dei gruppi sanguigni del padre e d ella madre p res unti o dichiarati con quelli del prodotto. Purtroppo però i risul ta! i del gr uppo sanguigno , che rappresentano i cd fenotipi e ritrocitari, non sempre documentano in modo inequivocabile il genotipo. In farti i test sie rologici dividono gli individui in due classi, coloro che hanno reazione positiva, geneticamente d eterminati dagli omozigoti dominanti e dagli eterozigoti, c coloro i quali hanno reazioni negativa, rappresentati geneticamente d agli omozigoti recessivi . Pertanto la correttezza d ella segregazione genetica , che si utilizza negli acccrtamcmi eli parentela è possibile talora solo con la conoscenza dei genotipi e dei figli (vedi figura l) (5, 10 , 19. 36). Per a mpliare il numero d i marcatori gen etici esplorabi li nel cane so no state anche impiegate tecniche di rilevazione e lettrofo retica ch e permettono di conoscere il polimorfismo su proteine od enzimi sierici od eritrocitari . l risultati di tali analisi, a l contrario dei g ruppi sanguigni, consentono di rilevare direttamente il genotipo d al fen otipo in quanto obbediscono a leggi genetiche eli codominan za (5, IO, 14, 15 , 16 , 17 ,
30, 31). L' incompatibilità di pare ntela fa appello a due regole fon dam entali eli esclusione esaminando c ia scun sistem a genetico nel cd trio (padre, madre c fi g li/o). Nella prima il pro-
individuo X (reazio ne positiva) p ossiedono l ' ant igene AIA omozigote dom inante
A/a eterozigote
dotto ha « inve ntato» un a llele, cioé c he non è presente nei d ue genitori, nella second a manca un a llele eli uno d ei due genitori nel prodotto (vedi figura 2) (5, W, 19 , 36). All'inverso q uando per ognuno dei diversi sistem i g enetici considerati il prodotto ha ricevuto un allele d a ciascuno dei genitori, la parentela è dichiarata com patibile. È impo rtame segnalare che ciò non vuoi dire necessariamente che i genitori possibili siano poi quelli veri, poiché per una fort uita combinazione genetica, potre bbe risultare c he il prodotto può essere figlio anc he eli altri genitori esaminati solo con i gruppi sanguigni (5 , 10 , 19, 36) . L'effi cacia delle metodiche usate nell' accertamento di parentela varia per i differenti sistemi genetici utilizzati che h an n o lo stesso potere discriminante per identi fica re gli animali e controllarne la giusta parentela. L 'efficacia di un sistema si esprime co n una percentuale di esclusione, cioé la percentuale di false parentele che permeue eli riconoscere ed è in funzion e del polimorfismo del sistema e cioé del num ero di a lleli riconoscibili e della loro frequen za nella p opo lazione in esame . Quando si cumulan o le informazioni di più s istemi indipendenti l'efficacia tende a raggiungere asintoticamente quasi il l OOOJo (5, 10, 13, 19). Infine gli studi sui gruppi sanguigni del cane po trebbero a nc he per-
invidivuo Y (reazione negativa) senza l'antigene a/a omozigote recessivo
m ette re un primo a pproccio a lla comprensione della s tru uura genet ica delle diverse razze confrontan d o ne la dist ri b uzione delle frequenze a lle liche . Altre a nalisi sulla base delle frequen ze alleliche potrebbero porta re alla de finizione eli indici che permetterebbero la valutazione della distanza genet ica tra le va rie razze ed a ll' interno della specie dci ca nid i c quindi eli stabilire l'albero fil ogenetico più probabile (16 , 17 , 19 , 3 1).
TRASFUSI ONE DI SANGUE
Generalità sui JJrOdotli trasf usionali . Come regola generale quando l'organismo ha perduto sangue in tero si integra con quest'ultimo, ma se a l p azien te mancano ne l sangue circola nte una o più componenti è cons igli a b ile somm inistra re solo quelle deficitarie (l l, 12, 18, 19, 21 ,
29, 34, 35, 39). Le indicazioni terapeutiche c la posologia de l sange intero e d ei suo i derivati sono: a ) Sangue intero: è consigliato nelle e mo rrag ie acute d o ve si assiste ad una brusca diminuzione del volume de i liquidi circolanti che può indurre shock ipo volemico. Può essere usa to a nche nelle emorrag ie
Figura 2: Regole fondamentali d'esclusione; per comodi tà d'interpretazione i ris ultati dci grup pi sanguigni sono stati espressi come gCJJOtir,i Sistema B Sistema A Ba/ Ba prodotto Aai/Aa madre Aalla Ba/ Ba b/ b pad re Aa l/ a
.
regole esclusione
il prodotto ha inventato un allele (Aa),
che non è prescme nei genitori
aplast ichc croniche, o negl i avvelenamenti da dicumarolo per rimpiazzare sia protrombina che eritrociti. Si ritiene che la trasfusione di sangue intero debba essere effettuar.a quando il paziente ha un ematocrito inferiore al 15-20% . Esiste una fo rmula per stabi lire la q uantità necessaria eli sangue intero, espressa in mJ (com preso l'anticoagulante) da infondere in un paziente, calcolata in base a i valori dell'cmatocrito (Hct) del ricevente e del donatore (Tabella l), dove K = 80 ,8 (fattore eli moltiplicazione che tiene como della specie animale e dell a massa plasma t ica) c P = peso corporeo del ricevente in Kg. In genere però non si devono superare i 20 ml/ kg (l l, 12, 18, 19, 21, 29 34,
35). b) Concentrati di eritrociti: sono preparati per cen trifugazione del sangue intero da cui si alJontana il plasma . Questo derivato si usa nelle a nemie ipo ed aplastiche, nel decorso intra e post-operatorio o comunq ue quand o un eccessivo a umento della vo lemia potrebbe com porta re un sovraccarico circolatorio. Per calcolare il volume del concenrrato si può usare la seguente formula , in base ai valori dell'emoglobina (H b espressa in g r OJo) prc c post-trasfusiona le nel ricevente c nel concentrato (in media 22-24 grOJo) (Tabella 2), dove K = 8, P = peso corp oreo ricevente in Kg. Si raccomanda comunque di non spererare i l Oml/ kg (I l , 12, 18, 21 , 29, 34, 35).
nel prodotto «manca» un allele presente nei genitori (p. c. padre)
Tabella/
Volume di sangue da trasfondere
K x P x (Hct desidcràto - Hct ricevente) Hct donatore
Tabella 2
Volume del concemrato = K x P x (Hbprerrasfusionale-Hbposttrasfusionale) da trasfondere
c) Eritrociti lavati: sono preparati come in (b), ma risospesi in soluzione fisiologica sterile. Spesso però l'operazione di lavaggio com porta un danno cellulare. Si impiegano quando non si devono assolutamen te trasfo ndere proteine presenti nel plasma (Il, 12, 18, 19, 29, 34, 35). d) Sangue povero di Jeucociti e piastrine: può essere preparatO come in (b), m a senza utilizzare la pane superiore della massa globulare o p pure queste cellule possono a nche essere trattenute con appositi deflussori a filtro, quando si infonde sangue intero o concentrati eritrocitari . Viene usato quand o i soggetti da tras fo n dere abbiano sviluppato anticorpi antilcucocitari od antipiastrinici ( Il , 12, 18, 19, 29, 34, 35). e) ConcctraLo di leucociti e piastrine: si m ilizza la parte superiore della massa globu lare preparata come in (b). Può avere indicazioni
Hb concentrato
nelle mielopatie aplastiche, agranulocitosi e trombocitopenie (Il, 12, 18, 19, 29, 34, 35). f) Plasma: può essere ricco o meno di trombociti in ragione della velocità di cent rifuga zione usata per allontanare la parte globulare, rispettivamente eli 350 rpm o di 2000 rpm. li p lasma povero di trombociti può essere conservato a lungo (fino ad un anno) alla temperatura di -20° C, come sorgente di a lbumina, nelle malattie ed emigcnc. Lo scongelamcnto deve essere rapido fino a 37° C, poiché tra i 17 ed i 19° C vi è un punto critico, ove è possibile la precipitazione del fi brinogeno. I l plasma può essere utilizzato anche nei deficit dei fattori d ella coagulazione. Però nella conservazione a -20° C, dopo circa 3 mesi si ha un decadimento sostan:dale dei fattori !abili della coagulazione, come il fattore V ed VI li , mentre il fibrinogeno, la protrombi na cd i fattori VII , IX, X, XI e X II
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Tu fii i cuccioli l'OliO Jif.!./i dello stallone posto o destro e della faurice posizionata a sinistra? Legiflima domando. dre solo con l'esame dell 'emotipo (detemrinazione dei gmppi sanguigni e del polimorfism o elettroforetico) può trovare ruw possibile risposta in m odo biolo!(icameme correflo.
si m a n tengo no ina lterati. Pertanto, a d esempio, il plasma, (anc he quello conservato a lungo) , p uò essere usato efficaceme nte negli avvelenamenti da d ic umaro lo, nei qua li si verifica un calo d ei fatto ri TI , VII, IX e X. Il dosag gio varia d a 10 a 20 ml!Kg (6 , Il , 12, 18, 19, 29, 34, 35) . Dona tori -
Fabbisog ni e scelta
O ccorre conoscere i fabbisogni della clinica o d ell ' ambularo r io per poter predisporre un pia no adeguato . Se gli cmoderivati vengono usati sporadicamente si p uò tenere un cane d o natore , il q uale p uò essere utilizzato ogni 4-8 settimane. Esso può essere cercato ad es. anche nella ce rc hi a dei p ro p ri cl ient i individuando se p ossibi le cani con a d a tto g ruppo sanguigno (DEA l c DEA 7 negativi) (l l , 12, 18, 19, 21, 29, 34, 35). Se invece è previsto un ' util izzazione frequente s i può tenere una emoteca da rinnovare periodicamente ottenu ta da donatori abituali o d a soggetti destinati all 'eut a nasia, ma ovviamente rispondenti a i requisiti di d onatori (I l , 12, 18, 29, 2 1, 29, 34, 35). Come è noto , la massa circola nte d i sangue nel cane rappresent a circa il lOOJo del peso corporeo e se ne p uò preleva re senza inconvenient i il
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15-200Jo (ovvero il l ,5-2% del peso totale) (l l, 12, 18, 19, 21, 29 , 33, 34, 35). l req uisiti da segui re per la selezio ne dei do nator i di sa ngue p revedono l'uso d i cani sani di almeno 25-30 kg, regolarmente vaccinati contro le pi ù comuni malattie ed esemi d a palo logie t rasrnissibili pe r via ematica tra q uelle segnalate nella regione d i operatività (come ad es . babesiosi o fi lariasi) . fnoltre il d o na tore idea le d o v rebbe avere un gruppo A o DEA l negativo, oggi suddiviso nei sottot ipi DEA 1. 1 e DEA 1. 2 e che sia anche negativo pe r il fatto re Tr ovvero DEA 7. l nfalli sono questi i t re fa ttori eli gruppo sanguigno particolarmente immu nogeni, a nc he se trasfusi una sola vo lta in u n soggetto che ne sia p ri vo. Com unque tutti gli antigeni dei gruppi sanguigni sono in grado el i sti m o lare la fo r mazione eli anticorpi speci fici; t uttavia il DEA 1.1 ha il maggio re effetto eli sti mo lazio nc antigenica, seguito dal DEA 1.2 c dal DEA 7, ment re per gli a ltri no n so no segna late prod uzioni ant icorpali degne eli conseguenze clinicamente negative ad una seconda rcinoculazionc (1, Il, 12, 18, 19, 2 1, 29, 33, 34, 35). Q ua ndo si deve c ffctt uare u na trasfusione di sang ue in situazione eli emergenza o non avendo a dispo-
sizio nc g li a n tisie ri DEA l c D E /\ 7 in genere è sufficiente una prova crociata eli compatibilità. Quando invece si effettua no trasfusioni ripetu te biso g na far a tten zione a d u tilizzare esclusivamente sangue di donatori com patibili per il maggior numero possibile di a ntigeni c com unque a lmeno per DEA l c DEA 7 {I l ' 12, 18, 19, 21' 29, 34, 35) . In genere é oppon u no impiegare le sacche trasfus io na li destinate alla pedia tria u ma na con un volume totale di 250 mi e 35 m i di anticoagulante c stabilizzante, come il Citrat o Fosfato Dest rosi o A clenina (C PDA), le quali possono essere co nservate per 3 settimane alla tem peratura di 4° C senza che gli eritrociti perdano la loro efficacia nel trasport o d i ossigeno . I de flu ssori per la t rasfusio ne sono q ue ll i destinati alla medicina umana e provvisti di filtro nella camera di sgoccio lamc nto (7 , 8, Il , 19, 26, 27, 28, 29 , 32).
LE I NCOMPATIUI LIT À EMOGR UPPA LI La mancan za di com patibi lità cm ogru ppalc ne l corso d i una trasfusio ne d i frequente può d à r luogo a lla produzione di alloamicorpi a ntierirrocitari nel pl asm a del cane ricevente c talora com porta ra re reazioni trasfusio nali ( l , 2, 29 , 33, 35, 39) . Le reazio ni d i incompatibilità si verifica no nelle seguenti percentuali: 22% per il DE/\ l ; 1°7o per il DEA 3; l ,5% per il DEA 4; 50Jo per il DEA 5 (33,35); si potevano osservare anche per l'ant igene E, c he tra l'a lt ro aveva una bassa frequenza nella popolazione, ma che non è più possibile identificare in quanto
Set di allre~~alllra indispensabile per rma trosfusiorre. Comprerrde (da sinistra a destra): (a) sacca trasjusionale per il prelievo di 250 mi. di sanxue in1ero con 35 mi. di arrticoagulanle CPDA-1, ad uso umano pediatrico, con relativo lllbicino di raccordo alla cui estremilà è po:>10 1111 ago (quesl'ulrimo disposi1ivo i! neces.ça. rio per collezionare il sangue dal dana/Ore nella sacm); (b) anellini in alluminio per bloccare i lllbicini di raccordo; (c) pinza multiuso con 1111 disposilivo per allonrare il sarrgue residuo rimaslo nel rubidno di raccordo alla fine del prelievo, con una rronchesina per ragliare il medesimo e con wra parre desrinota o schiacciare gli anellini; (dj deflussore per sangue ili/ero ad rma via con due camere di sgocciolamerrto, di cui quella piri vicina all'inserzione nella sacca è nunira di un filtro.
non è più disponibile il reagente originale per la sua determinazione (33). Ne i sieri di c irca il 10- J SOlo di cani sono stati trovati degli anticorpi naturali direui conrro DEA 3, 4, 5 e 7 (2, 23, 33) , ma non è mai stato trovato l'anti-DE A l n atura le ( l ,33). Comunque gli a nticorpi nawrali solo in rari casi portano a segni di incompatibilità pericolosa, eccellO che per il DEA 7 (1, 29, 33, 35). l motivi c he inducono a cl evitare la trasfusione utilizzando sangue non compatibile, in particolare per DEA l o DEA 7, sono (2, 21, 29, 33, 35, 39): a) s i può verificare una emolisi ritardata dopo 7- 10 giorni, in quanto gli eritroci ti trasfusi vengono aggrediti da a lloanticorpi rapidame nte ncoformatisi; b) il paziente resta sensibilizzato per una seconda eventuale trasfusione; c) se il soggeHo ha amicorpi immuni da una precedente trasfusione o di tipo nawrale (specie amiDEA 7) , si verifica u na reazione tras fusiona lc immediate; d) può comparire una mala ttia
a d
emol itica nei cuccioli neonati c he tramite il colostro hanno ricevuto isoantieorpi d i tipo ani i DEA l eia una madre in precedenza immuno scnsibilizzata. Per ovviare a tulli questi Inconvenienti è luogo comune di operare preventivamente una prova di compatibilità crociata o la determinazione del gruppo sanguigno sia al donatore che a.l ricevente (2, 21, 24, 29, 33 , 35, 39) .
Reazioni ed incidenti trasfusiona li Sono possibili diverse evenienze s favorevol i nella trasfusione di sangue o di emoderivati che sono di seguito elencale come reazioni c/ o incidenti trasfusio nali. Vi è da segnalare a beneficio dell ' improvvisazione c he l'emp irismo che regna in questo campo è facilitato dal fatto che nel cane non esistono isoemoagglutinine naturali ad alto titolo presenti nel siero di coloro che non hanno mai avuto trasfu sioni e c he spesso le politras fusioni rappresentano evenienze rare nelle procedure terapeutiche. Inoltre spesso il ricevente è in trattame nto immune-
soppressivo a mezzo di conicosteroidi sinteti ci per cui il suo sistema immunit ario è poco attivo nei confronti di a n t igeni eritrocitari estranei e non sci r (2, I l, 2 1, 24, 29, 35). a) Trasfusioni di globuli rossi incompatibili in un soggeLLo il cui siero possiede anticorpi in genere contro l'antigene DEA l, che detenninano una rapida e molisi in vivo, con la comparsa di una sintomatologia caratterizzata da tremori, incontine nza fecale ed urinaria, vomito e febbre. Possono seguire inoltre reazioni urticarioidi, crisi asmatiche, convulsioni e paresi. Si ha emoglobinuria, emoglobinemia, leucopenia e trombocitopcnia. Il grado di reazione dipende ed è proporzionale al titolo ed al tipo anti corpale in causa, in q uanto la reattività è maggiore se vi sono immunoglobuline ami-DEA!. Se un cane è fortem ente imm unizzato le reazioni di incompatibilità compaiono dopo pochi minuti, anche quando sono trasfusi solo 2-5 mi eli sangue DEA l + incompatibile, ma solo raramente si osservano insufficienzarenalee mortc(2, 1·1, 12, 19,35). b) Trasfusione di plasma contenente anticorpi a ntieritrocitari prc-
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levato da un donatore prccedc m cme ntc immunizzato . La gravità della sint o marologia e delle reazioni sono direttam ente proporzionali al tipo cd al titolo ant icorpale, come nel caso (a) c dalla quantità di plasma 1ras l'uso . Sia ne l caso (a) che (b), si possono verificare grav i e morragie da t rom bocitopen ia , causa te da un transitorio seq uestro di piastrine in co nsegue nza della loro im m unoaderenza agli erit rociti sensibil iz7ati, come pure da un ca lo dei fauori della coagulazione ( fi brinogeno, protrombina c fattore V) (Coagulazione Disseminata lntravasale, DI C) (2 . I l , 12, 29, 35). c) Reazion i pirogeniche da protei ne a lte rate, germi vivi o mo rti ,
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prodotti metabo lici batterici cct., presenti nei racco rdi trasfusionali, nel sangue e nei s uoi derivat i. l sintomi sono estremamente variabili a seconda della quantità del materiale estraneo inieuato c dalla sensibilità del paziente c possono comprendere: mucose congcste, vomito , tremori muscolari , febbre elevata (entro 30-60') (2, Il, 12, 29, 35). d) Sovraccarico c irco latorio pa rticolarmente pericoloso negli a nima li vecchi c defedari con compromissione cardiaca che non sono in grado di sostene re l'aumento rapido del volume emat ico; si manifestano segni di in ufficic nza cardiaca sinis tra , con dispnea, tosse, edema polmonarc. Il sangue dovrebbe
Momento relativo al prelie1·o di sangue al dona/ore; con 111111 semplice stasi venosa e per gravità il sangue viene raccolto nella sacca lrasfusionale, m•endo cura di miscelare il medesimo co11 l'amicoagulante.
essere trasfuso alla velocità di l m i! l ' per i primi l 0-20' e poi a velocità sempre maggiore. C on questa tecnica si è in grado di accertare eventua li reazioni sfavorevoli. In caso di gra ve shock ipovolemico si può somm inistrare il sangue fino alla velocità di 30-50 ml/ l' (2, Il , 12, 29, 35). c) Al tre c varie reazioni: squilibri acido-base per liberazione di co2 prodo tta nell a conservazione del sa ngue; intossicazione da ci tra-
to che provoca una diminuzione del Ca ione, che è possibile bilanciare con gluconato d i Ca; eccesso d i K per l' uso di sangue conservato troppo a lungo (2, Il , 12; 29, 35).
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PROVE DI LABORATORIO (PRE TRASFUSIONALI)
Quando non si dispone di reagenti di gruppo sanguigno per tipizzarc g li erit rociti (neanche l'amisicro che rivela l'antigene DEA l ) si può cffctt uarc la prova di com patibilità c rociata. Questa pro va è comunq ue da eseguire a nche con sang ue previa mcnte tipizzato per evitare di t rasfondere sangue o derivai i con anticor pi amicritrocitari o per evitare reazioni tra il siero del ricevente c i derivati ematici. Si opera in due fasi (Il, 12, 24, 25, 29, 33, 35):
l) Prova crociaTa maj or in pra tica si metto no a conta tto e ritrociti del do natore (opportunamente lavati c quindi diluit i a l 3-50fo in soluzione fisiologica) con il plasma od il siero del ricevente (due gocce ognuno). La versione ra pida allestita su vetrino è la meno atlcndibilc in quanto la positività si espri me con la sola agglutinazione (osservabile dopo qualche minuto) ed in caso di a nticorpi a ntie ritroc ita ri a d a lto tito lo. La versione in provella o con i pozzctt i, sebbene più indaginosa, perm ette di rilevare anche la presenza di anticor pi a ntieritrocitari a basso titolo . Tnfatti dopo qualche minuto che si sono messi a contano erit rociti lava ti c siero o plas ma si ccm ri fuga a 1000 rpm/1 ' c si osserva l'eventuale emolisi od agglutinazio ne. In caso di negatività s i aggiunge albumina bovina o papaina a l 22% (due gocce), si pone a 37° C per 20' c quind i si cerca l'eventuale agglutinazionale ad occhi o nudo cd una microagglutinazionc al microscopio (l goccia della soluzione su di un vetrino portaoggct ti). La presenza di aggl utinazione od emolisi in q ueste prove depone
per una incompatibilità cmogr uppalc tra donawre e ricevente. 2) Prova cr ociara minor - il procedimento è identico a l precedente, però il $ie ro in esame appartiene al dona to re c gli eritrociti sono del riceven te . Anche in questo caso la posit ività immunologica depone per una incompatibilità tra riceven te e donatore. Occo rre precisare che è opportuno usare s iero; nel caso si abbia il plasma occorre evitare quello preleva to con EDTA come a nticoagu-
Sacca trasfitsionale predisposta per l'infusione al riceveme; si nota chP il wbicino di raccordo pl!r il prelii!vo (a di!Sira) è stato Ollurato con una pie[IOtura ad ((V» del medesimo e dal posiziona mento di due anellini, m entre è stato inserito il deflussore (a sinistra) in tma delle due uscite della sacca rras,(usionale.
lante, poiché inibisce il compleme nto (19, 29,' 33) . MALATTIA EMOLITICA NEONATALE
Chiamata anche isoeritrolisi neonatale, questa m a la ttia s i instaura
9
Pro va d i compalibililà (major/ m inor) rapida su veTrino: presenza d i agglutinazione. Si sconsiglia /a trasfusione per la presen za di anTicorpi antieritroci((/ri.
ANT IGE NI EIUTRO CIT ARI QUALI BERSAGLIO DI AUTOANTICORPI
J
per un'incompatibilità materno-fetale, per cui i cuccioli che ered itano i caratteri gruppo ematici dal padre (che sono assenti nella madre), possono indurre una sensibilizzazione immunologica nella madre. Non è stato dimostrato però che esista una isoimmunizzazione transplacentare e nel caso essa si verifichi risulta essere un evento molto raro. È probabile che il sistema immunitario materno venga a contattO con il sangue del feto al momento del parto . Più spesso, però, la sensibilizzazionc ncila madre deriva da una trasfusione di sangue non compatibile per i fattori di gruppo sang uigno ed in particolare per l'antigene DEA l (l, 3, 33 , 37 , 38). La malattia insorge soltanto quando i cuccioli assumono il colostro da cagne che siano state precede ntemente sensibilizzare, in quanto con tale fluido biologico si ha la trasmissione dell'immunità passiva materna e quindi anche la somministr·azione di anticorpi a ntierit rocita ri. Nei casi gravi, in dipendenza de lla quantità di colostro a ssunto e del titolo anticorpale (diretto conl ro DEA l) i sintomi compaiono dopo solo 24-48 ore dalla nascita e consi stono in depressione , anoressia, emoglobinuria ed ittero (l , 3, 33, 37, 38).
lO
Nel caso si abbia anche solo il sospetto di questa malauia ed in auesa di accertamenti immunoematologici tesi a chiarire d efiniti vamente la diagnosi , si consiglia di alimentare i cuccioli con colos tro di un 'altra cagna o di nutrirli con colostro conservato proveniente da cagne c he siano risultate prive di anticorpi, oppure di somminist rare preparati di latte artificiale per cani. La diagnosi infaui si cffctLUa ricercando nel siero, nel plasma o nel colost ro della fattrice la presenza di anticorpi diretti contro g li antigeni critrocitari delle emazie dei neonati o dello stallone, oppure u tilizzando un pannello di eritrociti, provenienti da diversi a nimali, co nte nente l' antigene DEA l che è quello più spesso coinvolto (l , 3, 33 , 37, 38). La profilassi per l'ittero emolitico nconatale pre vede l'esecuzio ne dei medesimi esami immunocmatologici dell'accenamento diagn osti co , al fine di mettere in evidenza isoant icorpi sia ne l sie ro della fu t ura fattrice a partire da l O giorni prima del parto , che nel co lostro e ne l siero a parto a vvenuto. Pertanto , essendo in possesso d i q uestc in fo rmazio ni di carattere immunologico, si e limina il colostro e non lo s i fa assumere ai cucc i o~ i (l, 3, 33 , 37, 38).
l n medicina uma na è stato sta bilito che gli antigeni eritrocitari superficiali possono ta lvo lta diventare bersaglio della produzione autoanticorpale. Ciò può verificarsi in particolare nella AEA primarie e nel caso di «aULoanticorpi caldi » (tipo lgG oppure lgG + C3), eluiti da emazie o nel siero di pazienti; questi ultimi generalmente si legano a tutti i più comuni tipi di eritrociti umani usati nei test di controllo delle banche del sangue. Sebbene questo tipo eli reatti vità universale sia stato definito «non-specifico » , alcuni autoanticorpi riconoscono uno o più antigeni comuni a tutt i gli eritrociti umani (antigeni pubblici). lnfaui, quando alcuni autoanticorpi sono testat.i contro il raro gruppo eritrocita rio Rh ' nul ' , che manca di tutti i determinanti noti del complesso Rh, essi mostrano una reazione ridotta o nessuna reazione. Ciò è stato interpretato come segno che tali autoanticorpi posseggono al meno una parziale specificità per l'uni tà strutturale o 'core' del complesso Rh. Gli autoanticorpi con una netta specificità s ierologica sono diretti principalmente contro: antigeni Rh comuni come <<e» e «C>> oppure antigeni pubblici <<nl». Talvolta essi hanno una atti vità chiamata a nti-pdl (parziale delezione) o a nti-dl (delezione), entrambe classificabili nel sistema Rh (20,22). È stato dimostrato c he anche nei casi di AEA idiopatica del cane, la popo la zione an ticorpale è dire! ta contro i globuli rossi del paziente e riconosce strutture che co mpaio no anche sugli eritrociti di altri cani sani c che ha nno , da q uanto risulta, una discrcla frequenza di comparsa nell a popo lazio ne ca nina (all 'inc ir-
ca 75-80% ). Al momento a ttua le è difficile poter avanzare delle ipotesi su qua le struuura/e possano essere stata/ e riconosciuta/ e da questi anticorpi a utoimmuni . • C o munque, poiché un gruppo di antigeni di membrana eritrocita ria del cane viene identificato mediante anticorpi c he reagiscono nel test dell ' antiglobulina , il campo si dov rebbe necessariame nte restringere ai fattori A, J, K, L, M e N. Però la distribuzione delle frequenze degli antigeni sopra menzionati riportate in letteratura, come pure di altri antigeni riconosciuti mediante altre reazioni s ierologiche , al massimo raggiunge il 400Jo, presi ciascuno singolarmente. Se ne deduce che se si tratta di un singolo gruppo sanguigno, quello che viene riconosciuto nel corso dei casi di AEA idiopatica sia nuovo e non classificato. A conforto della unicità di q uesto (auto) anticorpo nel riconoscimento antigenico sta il fatto che probabilmente in condizioni naturali è molto difficile la sua produzione, perché è quasi ubiquitariameme distribuito nella popolazione cani na (fatto analogo alla medicina umana nel caso dell'antigene «C» ed «C>) del sistema Rh) (cd. antigeni pubblici) e vi sono scarse possibilità di trovare so ggetti privi di tale fattore antigenico in g rado pertanto di po ter «monta re» una risposta immune , quando ne fossero stimolati in modo a lloartificiale. Nel caso invece che nella
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A EA idiopa tica nel cane s ia prodotta una miscela di auto anticorpi , solta nt o p rove di assorbime nt o eseguite usando eritrociti accuratamem e tcsta ti con i g ruppi sang uigni noti potranno dare una definitiva risposta (20, 22). Ai fini pratici la dimostrazione che anche nel cane affetto da AEA gli auto anticorpi sono diretti contro s pecificità eritrocitarie rende ancora più difficile la terapia tras fusionale nel caso c he il paziente necessiti di tale trattamcmo. In fa t ti il sangue trasfuso a ndrà invaria bilmente incontro ad una rapida emocateresi indotta dal processo immunomediato. Risulta comunque difficile la ricerca di un eventuale donatore compatibile (20, 21 , 22).
CONCLUSIONI Con la presente no ta si è cercato di sottolineare gli aspetti più importan ti della immunoematologia del cane riferibili in particolare agli antigeni presenti sulla membrana eritrocitaria e rilevati per mezzo di antico rpi. Ques te peculi a rità per quanto interessanti fino ad oggi non hanno ricevuto un 'attcm:ione sufficiente e quindi con la trattazione delle a pplicazioni dei g ruppi sanguigni si è cercato di portare un contributo in t al senso. La trattazione della storia della
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im munoematologia ne l cane, riportata nella prima parte, è servita a chia rire !C molte difficoltà che questo argomento presenta sia per i ricercatori c he vi si dedicano che per i prat ici che intendono a vvalersene; inoltre la nomencla tura a ncora oggi adottata esprime appieno la superfi cia lità con cui ta le argomento è tuttora pervaso. Solo un 'applicazione finali zza ta come marcatori genetici potrà far adottare una nome nclatura più consona dal pu nto di vista genetico ed applicativo. P er il veterinar io che si dedica alla clinica la conoscenza dei gruppi sanguigni risulta utile per conoscere ed applicare correttamente la pratica trasfusionalc senza inconvenienti di sorta anche in particolari situazioni patologiche quali ad es. l'Anemia Emolitica Autoimmune, dove gli autoanticorpi prodotti hanno come bersaglio gli antigeni eritrocitari superficiali . Infine i gruppi sa nguig ni possono diventare insieme alle analisi di dete rminazione delle varianti polimorfiche elettroforetiche di proteine od enzimi un potente mezzo per operare una selezione qualificata nell'ambito dell'allevamento del cane, in quanto consentono di identificare con a ssoluta certezza g li individui e la loro progenie; ciò al fi ne di produrre so ggetti con un chiaro ed inequivocabile sistema di identificazione e di controllo di parentela.
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(*) George Lubas è nato a Roma il 5.8.52 Laureato in Medicina Veterinaria presso l'Università di Pisa
nel 1975, dove ha anche conseguito la specializzaz.ioine in «Malattie dei Piccoli Animali» nel 1977. Dal 1976 in poi, presso l'Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica Veterinaria dell'Università di Pisa, ha condotto la propria carriera didattica e scientifica prima in qualità di Assistente Incaricato (1976), in seguito come Borsista del CNR (1977-1978) infine come Assistente Ordinario (dal 1979). Professore incaricato dal 1979 al 1989 di «lmmunogenetica» nel corso di laurea in Scienze delle Produzioni Animali, Professore Associato dal 1983 a tllltt'oggi di «Ematologia Clinica Comparata» nel corso di laurea io medicina Veterinaria, Pro-
fessore incaricato di «Genetica» nella Scuola di Specializzazione i n «Malattie dei Piccoli Animali» dal 1985 a tult 'oggi. Autore e coautore di circa 80 pubblicazioni inerenti l'immunoematologia e l'ematologia clinica del cavallo, cane, gatto c bovino. Responsabile del laboratorio dei Gruppi Sanguigni del Cavallo presso l'Università di Pisa, membro della Società Internazionale di Genetica Animale (ISAG), coordinatore, all'interno del Gruppo di Medicina Interna della SClVAC, della sezione di Diagnostica di Laboratorio.
(**)Il Ten. Col. vet. Doriano Minori, laureatosi nel 1975 presso l'Università di Pisa, è stato nominato Tenente in spe nel 1977. Ha ricoperto l'incarico di Ufficiale veterinario presso la Scuolu Militare di Equitazione di Montelibretti e di Dirigente del Servizio Veterinario del Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi di Grosseto. Come Vice Direttore, incarico che attualmente ricopre, svolge anche quello di Direttore della Razza Governativa di Persano.
Specializzato in «Malattie dei piccoli animali>> ha frcq uentato corsi di clinica chirurgica ed ha conseguito il diploma di classificatore di carcasse bovine. Ha frequentato in Francia un corso di perfezionamento sulle metodiche di prelievo embrionale cd embrio-transfcr nella specie equina.
(***) Il Cap. Vet. Oddo Fausto Campanella ha conseguito la laurea con lode nel 1984 presso la faco ltà eli Medicina Veterinaria dell 'Università di Parma. Ha frequemato 1'83° corso per l'A.U.C. V. ed è stato nominato Tenente in s.p .e. nel 1986. Ha ricoperto vari incarichi: Dirigente del Servizio veterinario e Capo Servizio Venterinario d i G.U.; Segretario e successivamente Ufficiale addetto all'Infermeria presso il Centro Militare Allevamento rifornimento Quadrupedi.
Attualmente è responsabile dell'allevamento dci Pastori Tedeschi per le esigenze dell'Esercito. Ha conseguito la specializzazionc in «Malattie dei P iccoli Animali» ed ha frequentato il 9° corso teorico pratico «La vigilanza igienico sanitaria ed annonaria dei prodotti della pesca>> .
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IMPIEGO DELL'ECOGRAFIA NELLA VALUTAZIONE DELLE LESIONI TENODESMICHE E DEL LORO DECORSO CLINICO NEL CAVALLO SPORTIVO Puntoni P. (*), Modenato M. (**), Tamagna S. (***), Mellano L. (****), Fabiani F. (*****), Fallaci S. (******). Fig. 1
\141~--terminazione
·
___
dell'estensore obliquo del carpo
tendine dell'estensore dorsale delle falangi
terminazione del tendine perforato terminazione del tendine perforante
Anatomia del l a regione d ello s t inco (da R. Baro n e,
14
1976)
lNTRODUZION E Ampiamente util izzato in campo ostetrico e nell'ambito della patologia cavitaria, l'esame ecografico ha recentemente acquisu1to importanza anche nella diagnostica delle lesioni delle pani molli dell'apparato locomotore, essendo in grado, al comrario delle più comuni indagini radiologichc, di valu ta re la struttura dei tessuti molli costituenti e quindi di evide nziare eventuali lesioni a carico d i muscoli, tendini, legamenti c capsule articolari. Sulla base di tali considerazioni e s ulla scona dci dati riportati in letteratura, unitamente alla nostra precedente esperienza, abbiamo ri tenuto interessante effeuuare uno studio ecografico di lesioni tenodesmiche in un gruppo di cavalli sportivi. La semplicità di esecuzione dell'indagine, oltre a lla sua non invasi vità che consente la ripetizione periodica dell ' esame, ha permesso, in alcuni soggeui da noi esaminati, uno studio dcll'cvolu:done delle lesioni a natomic he c la valutazione del rip ristino morro-funzionale elcile strutture interessate . Tutto questo anche perchè il s olo esame clinico, per quanto fondamentale, non forni cc dati altret tanto precisi nella valutazione esatta della localizzazione , dell'entità e dell 'estensione del processo patologico. La regione presa in considerazione nel presente swdio è rappresentata dallo «stinco» nella cui parte volare si possono rico noscere st rutture tenclinco-legamentose (fig . l ) che, procedendo in senso posreroantcriore, sono distingui bili in: - tendine del muscolo flessore superficiale delle dita (TFS) - tendine del muscolo flessore profondo delle dita (TFP) briglia carpica (BC) o tars ica (IH)
legamento sospcn ore del nodello (LSN)
cui si aggiungo no: sinoviale g rande scsamoidea -
stru ttu re vascolo-nervose
Per quamo il cava llo sportivo sia suscettibile di varie patologie a carico degli arti, quelle più frequenti e di maggiore interesse diagnostico, a i fini del presemc studio, sono rappresentate dalle teniti e dal le dcsmiti, legate essenzialmente a lesioni traumatiche. Es c possono interessare il tendine del muscolo fl essore superficiale del dito (TFS) con la sua briglia radiale, il tendine del muscolo flesso re pro fo ndo del di to (TFP) con la sua briglia carpica (BC) o rarsica (BT) ed il legamento sospensore del nodcllo (LSN). Le lesioni sono maggiormente freq uenti negli arti a nteriori per il maggiore peso che q uesti sono deputati a sostenere. La causa delle teniti è, come abbia m o accennato, fondamentalmente traumatica , legara a traumi diretti o ad ipercstcnsione del tendine, sia improvvisa in <>ee,uito a cad u te , scivolate, salt i, sia lenta e continua, come può accadere nei soggetti usa t i nello sport nei quali la tenite può co nsiderarsi una vera c propria ma lati ia professionale. Pregresse lesioni tendinee, catti ve ferrature, difetti di appiom bo, lassirà legamemose possono essere cause pred isponenti. La localizzazione della lesio ne è in rapporto in genere con il tipo di allività svolta dal soggeuo, per cui le tcnodesmiti de l Tf-S, della briglia radiale (BR) e de l LSN sono più frequenti nei soggeui a fo rte andatura, in quelli da concorso cd in quelli da sell a, mentre le tenodcsmi ti del TFP c della BR o BT sono più frequenti nei rima nenti soggcui (Cheli 1988). La diagnosi clinica delle lesioni dci tendini e d el LSN è basata fonda me nta lmente s ul rilievo della dcformazione della parte, evidenziabi le s ia all' ispezione c he alla palpazione, e dell'eventuale calore e dolore c he consentono di definire la struttura a natOmica interessata ed
il tipo di lesio ne. Per la descrizione dell'anatomia ecografica norma le della regione rimandiam o ai lavori di Rant anen et al. ( 1983) e Genovese et al. ( 1986) (fig. 2), ove è descritta la suddivisione in zone da noi adottata ne l presente lavoro, e di Muttini e fed r igo (l 987) per qua nto riguarda i corrispettivi reperti ecografici. Ci limite remo ad e nunciare la descrizione di questi ultimi Autori delle strutture ana tom iche che vengono evidenziate dalla scansione 1rasvcrsale che, dal punto eli vist a diagnostico , è quella m aggiormente sig nifi cat iva: « In scansio ne trasversa le il tendine del muscolo flessore superficiale del dito (TFSD) appare, nelle porzioni pi ù prossimali (zone la, l b, 2a), come un a struttura o valare delle dimensioni di circa 0,6-0,7 cm. clorsovcntralmentc e 0,9-1 cm. mcdiolateralmente, localizzata subito al di solto della c ure (nella parte più alta dell'immagine fotografica) . La sua ecogcnicit:l, mi nore rispetto a
quella delle a ltre strutture tenodesmichc, s i m a ntie ne costante p rocedendo con l'esame in senso distale , mentre la sua forma si fa ma n mano più appiattita fino a che, all'altezza dell ' apice dei sesamoide i prossim ali, diviene una sottil issima lam ina ovrapposta a l bordo vo lare del tendine del muscolo flessore profondo del dito (TFP D) . Nelle porzioni più prossimali (zone l a e l b) il TFP D c la briglia carpica (BC) sono fac ilmente individuabili come formaz io ni indipen denti, separate tra loro da una sot tile stria ipoecogena che rappresen ta la guaina carpica. TI prim o , TFP D , si presenta più ecogeno del TFSD e più rotondcggiante (0,7 cm . dorsopalmarmente c 0,8 cm. latcromed ialme nte) mentre la BC si delinea come una struttura fo rtemente ecogena di forma prcssochè rettangolare che, procedendo di stalmente, diviene sempre meno ri conoscibile come entità a se' stante, per fon dersi completamente con il
15
Fig. 2
IB
lA
2B
2A
3B
3A
~~~~5tl:==:::=::==== L.S.N.-:::==:;--1' .._.'+-----T.F.P.F. w...----T.F.S.F. Da R.L. Genovese et al., 1986, modificnto.
TfPD circa all'altezza del passaggio l ra la zona 3a e 3b. Procedendo in senso dorsale la scansio ne trasversale illustra una zona a scarsa ecogenicità costituita da connettivo lasso tra le cui maglie è facile identificare i principali vasi della regione. Il legamento sospensore del nodello (LSN) a ppare, nelle porzioni
16
più prossimali, come una struuura di forma irregolarme nte rettangolare, il c ui limite dorsale è segnato da una interfacics ipcrccogena riferibile al profilo palmare del metacarpiano principale. P rocedendo distalmente è possibile riconoscere, circa a ll 'altezza della zona 3a, l'i nizio della biforcazione del legamento, che appare come costituito da
due porzioni isoecogene separate da sottili linee ipoecogene. Nelle parti pill distal i della regione del metacarpo le due branche appaiono più nettamente sepa rate da un 'arca anecoica di circa l ,5 cm. In scansionc longitud inalc le struu urc tcnodcsmiche appai ono tra loro meno differenziabili a causa dell 'identica direzione dell'asse maggiore delle fibre che le costituiscono. Per lo stesso motivo, assai scarse sono le d ifferenze rilevabili nei sonogrammi relativi aJle varie zone. Tutte le strunu re a ppa io no infatti costitui te da strie ecogene li neari para llele tra loro c sono separate da "interfacies iperecogene ". Uno dci primi c più significativi contributi nell 'ambito delle patologie tenodesmiche è stato portato da Genovese et al. nel 1986, i quali individuarono 4 q uadri ècografic i riferibili al tipo ed all'entità delle lesioni anatomiche. Ne riportiamo, sia pure succintamente, le caratteristiche dato c he a d essi facciamo riferimen to nella classi ficazione delle a lterazioni ecografiche rilevate nei casi da noi esaminati : tipo l: la lesione od il difetto manifesta un grado di bianco (cioè di ecogenicità) inferiore al normale, ciononostante le zone ecogene predominano sulle zone nere o anecoiche (fi g. 3); tipo 2: anche in q uesto gruppo l'alt erazione s i presenta con un g rado di bianco inferiore al normale, ma le parti normoecogene equivalgono alle ipoecogene (fig. 4); tipo 3: nella rappresentazione ecografica del danno le zone ipoecogene (nere) risultano p redominanti s u q uelle normoecogene (fig . 5); tipo 4: l'aspetto ultrasonografico della lesione è totalmente a necoico (fig. 6). E ' evidente che questa classificazione considera a lterazioni di gravità sempre maggiore, specie per quanto riguarda il g rado di co mpromissione delle fibre collagene; ad esem pio reperti di tipo l sono
rapportabili ad un infiltrato essudativo che separa le fibre rimasr.e integre, mentre il reperto di tipo 4 è determinato dalla rottura completa delle fibre associata ad infiltrazione in fiammatoria. Un altro importante contributo è stato portato all'interpretazi one delle immagini ecografiche anomale dei tendini e dei legamemi del cavallo da J.M. Denoix et al. (1990) i quali hanno riportato i risultati eli un'indagine comparativa tra esame ispettivo e palpazionc, referto ecografico e studio anatomopatologico macro e microscopico delle lesioni su 33 arti toracici di cavallo. Sia pure con le limitazioni legate al fatto c he gli a rti esaminati erano stati prelevati dopo l'abbattimento dei cavalli al mattatoio, nonostante
gli accorgimenti adottati per riprodurre il più poss ibile le condizioni dcii' arto nell'animale vivente, gli AA. hanno potuto co nfermare un 'ampia correlazione tra esame clinico ed ecografico nel senso che quest'ultimo ha permesso di ritrovare e di precjsare wtte le anomalie identificate alla palpazione. Inoltre l'esame ecografico ha permesso di individuare delle anomalie che non erano state ritrovate all'esame anatomopatologi co (calcificazioni tendinee, lesioni modeste de lla briglia carpica ecc.). Per quanto riguarda l'ecogenicità delle lesioni subacule e croniche da loro riscontrate soprallu lto a carico del tendine flessore superficiale della fa lange, della briglia carpica e del legamento sospensore del no-
dello, gli AA. hanno potuto ricostruire questo schema, ove le lesioni sono elencate in base alla loro crescente ecogenicità da anecogeno a iperecogeno: 1 - spandimento liquido (liquido sinovia lc, sangue) = anccogeno 2 - tessuto turgescente di aspetto necrotico = anecogeno 3 -
tessuto di tipo angiomatoso
= anecogcno
4 -
tessuto edematoso infiHrato
= ipoecogeno 5 - tessuto rifco di cellule (fibroplasia) = ipoecogeno 6 - tessuto fibroso. ipertrol'ico, di aspetto lamellarc (guaine, fasce) = ÌJ)()-isoecogeno 17
7 gerw
tendine norma le
=
isoeco-
8 - me ta11lasia cartilaginea (tess uto gelatin oso , biancastro) = ipcrecogen o 9 IO geno
fibrosi
iperecogen o
calci l'icazionc
ipereco-
Narura lrnenre in un a stessa fo rmazione anatomica si pos~o n o ritrovare lesion i con caratteri istolog iti di versi, ch e rend o no eterogenea l'im magine ecografica.
MATERIALI E METODI L'i ndagine ult ra so nograf ica è sta ta co ndotta ut ili zza nd o un appa-
18
recchio «Ansaldo AU 900» equ ipaggia to co n so nda lineare d a 7.5 MHz in dotazione a lla Cattedra di C linica Ch irurgica Veterina ri a dell'Università degli Stud i di Pisa. La registrazione dei sonogrammi è st a ta effettuata su peHico la Po laro id 667. L'esame è stato compiuto sug li art i 10racici esplora n d o la superficie vo lare o fl essoria della regione dello st inco second o scansion i trasversal i e longituclinali. Le scansioni sono state o u enu le d opo accurato lavaggio dell 'arto con acqua a ll o scopo d i eliminare la m a ggiore quantità possi bile eli sporcizia c d i a ria Lra ttemue d a l pclo, senza procedere al la tricotornia d a noi gi ud icata non necessaria se non in quei soggett i a pelo panico-
la rmente lungo, e dopo abbonda nte a pplicazio ne di gel condu LLivo frizionato accuratamente o nde con.semir ne una completa pene trazio n e fra il pelo. Le scansioni sono state compiute in senso prossim o-distale su ddividendo la regione nelle 6 zo ne p roposrc d a Rantanen ( la, l b, 2a , 2 b , Ja, 3b). Per quanto rig uarda le ca ratteristic he e l'en tità delle lesioni , a b biamo fa tto riferimemo a lla class ificazione in 4t ip i proposta da Geno vese e già men ziona ta. La nostra casistica r ig uard a 26 soggetti (12 masch i, 12 fe mmine c 3 ca stro ni) d i cui l esa minato per 2 lesion i di sti n te e successive , per un totale eli 27 casi; l'età variava da 2 a 20 a n ni. f soggetti erano rapprese nt at i da
7 cavalli mezzosangue (adibit i a salto od aui vità di maneggi o, l tro tt.atore e 18 p .s. i. in attività agonis tica . Tn 5 di questi l'evoluzione della lesione tendinea è stata seguit a con periodici controlli ecografici fino alla ripresa dcll'aUiviLà sportiva .
niSULTATI Dci 26 soggett i esami nati (di cu i esa minat o per 2 lesioni d istinte c successive) 9 presentavano lesioni di tipo l (R a carico del TFS c l a carico del TFP), 3 presentavano lesioni di tipo 2 (2 a carico del TFS e l a carico sia del T FS che del TFP), 3 presentavano lesion i di tipo 3 (l a carico dd TFS, l a carico del TFP c l a carico di entrambe), 4 prcscn-
ta\·ano lesioni eli tipo 4 (tu tte a carico del TFS), 4 prcscnLavano un reperto ecog rafico normale, l presentava una ipoecogenicilà diffusa del T FS c 5 una iperecogenici tà diffusa del TFS . l n 3 di essi, oltre alla lesione tendinea , è stata evidenziata una ectasia de lla grande guaina sesamo idea ed in l caso (con ipcrccogenici tà del TFP) un notevole ispessimcn to dd LSN . Descriveremo solamen te i qu<:dri cli nico-ecografici dei 5 soggett i (.t p. s.i. cd l Lrottatore) nei quali l'evoluzione dell a lesione è stata seguita ecogra ficarncntc fino alla npresa dell'attività sponiva . Caso n. l: p. s.i ., maschio , ann i 2. Al rientro dal lavoro mauurino l' alle natore rileva una lieve tumefu-
zione della regione elci te ndini dell'arto ante riore sx. All 'ispezione ed alla palpazione si evidenzia un aspetw eclemmoso in corrispondenza dei settori l b , 2a e 2b. L ' c ~;ame ecografico ha messo in evidenza nelle due scansioni, nel se t torc 2a, una lesio ne focale eli ripo 3 del TFS , espressione d i uno stato di edema e eli infilLrazione (figg . 7, 8). Un conr.rollo ecografico effettuato dopo 40 giorni ha permesso d i rilevare una riduzione dell'ipoecogcnicità della lesione focale (fig.9). In un ul teriore com rollo eseguito dopo 20 giorni il tendine a\ eva riacquisito una norma le isoecogcnicità . Caso n .2: tro!Latore, femmina, anni 2. 19
Al rientro dal paddok l'allenatore ri leva una tumefazio ne ca lda c dolente nel terzo d istale della regione dci tendini dell 'ano anteriore dx. L'esame clinico ha consentito di apprezzare una Lumefazione con lieve algia alla palpazione nei settori 3a c 3b. L'esame ecografico, nel settore 3b, ha mostrato in posizione ca udomcdiale sul TFP una pi ccola arca foca le di t ipo l, segno di una prcgrcssa distrazione con in fi lt rato in via di o rganizzazione (fig. 10). Un controllo c cguito dopo 40 giorn i ha mostrato una lesione in evoluzione (sempre a tipo l) con aspetto quasi normale (fig. Il ). Un ulteriore controllo a 60 giorni ha mostrato una normale isoecogenicità del settore in esame (fig . 12).
20
Caso n.3: p.s.i., femmin a, anni 2. In fase di prepara;done da 2 mesi, già dai primi a llenamenti ha mani restato gonfiore della reg ione dei tendini di ambedue gli arti a nt eriori con lieve zoppia. Sull'arto ameriore dx, all'ispezione, si apprezzava una t umefazione diffusa della regione tcnùinea che alla palpazione risultava edematosa con irregolari tà super ficia li dci tendi ni. L'esame ecogra fi co ha evidenziato un'area ipoecogena eli tipo 3 in corrispondenza del settore l b del TFS (fig. 13). Un con trollo effettuato a 30 giorni ha mostrato una nena diminuzione dell'ipoccogenicitù (fig. 14), che è praticamente scomparsa a d un ulteriore controllo dopo 40 giorni (fig. 15).
Caso n.4: p.s.i., maschio, anni 2. A distanza di 4 giorni da un lavoro effettuato sull 'erba, l'allenato re nota la <:omparsa di una tumefazione della regione dci tendini al ter zo distale dell'ano anteriore dx . L'anamnesi riferisce che il oggetto ave,•a già manifesraro analoghi problem i in passato a carico però del terzo prossimale. All'esame cli nico si apprezza una l umefa zio nc a carico del terzo cli s Lale della regione dci tendini con dolore provocato dalla palpazione. L'esame ecografico ev id cn:da un'ampia arca focale ipoecogena a tipo 3 a carico del TFS e del TFP nei settori 2b c 3a, con aumento di volume cd ccogcnicirà del TFS (fig. 16). Ad un contro llo effet tuato a d i-
stanza di 30 gio rni la lesio ne appa re di dimensioni pressoc hè invariate, ma di ti po 2 (fig. l?) e, ad un s uccessivo contro llo dopo 60 giorni , persiste solo una piccola area di tipo l a carico del TfP (fig . 18). Caso n. 5: stesso soggetto del caso precedente. Dopo la r ipresa dcl l'au ività avvenuta circa l mese prima, presenta una notevole tumefazione a carico del terzo medio della regione dci tendini, sempre a li 'arto anteriore dx. All 'esame cli nico si evidenzia ede ma dei settori 2a c 2b con calore c dolore a lla pal pazione. Al l'esa me ecografico si nota un'a mpia lesione a tipo 4 a ca rico del TFS ne i setto ri 2a c 2b con notevole infil trazione peritcndinca e lacerazione de l peritcnio (fig. 19). Un cont rollo effettuato dopo l O giorni ha evidenziat o la pcrsistcnza della lesione e dell 'i nfil trazione peritenclinca, ma di mi nore en ti tà. (tipo 3) (fig. 20). Un successivo controllo a 30 giorni consente eli rilevare un ulter iore progredire del processo riparativo con prcscn1a, nella ccle della lesione, di un'arca disomogenea tipo 2 (fig .2 1).
DlSCUSSIONE E CONCLUSIONI L' a nalis i dci risultati da noi ot tenuti con l'esa me ecografico dell a
regione dei tendini del cava ll o , ci conscnr.c di confermare quanto ri levato dai vari Aurori che si sono occupati dell'argomento. La classificazione ecogra fi ca delle lesioni, proposta da Gcno,ese et al. , in 4 tipi si mostra quasi sempre adeguala a lla definizione cieli 'entità delle lesioni stesse, anche se talvolta lesioni in fase evolutiva esaminate sequenzia lmente possono e~sere classificare come del medesimo tipo. La sudd iYisione in cttori p roposta da Rantanen et al. consente inoltre di utilizzare un linguaggio comune per la definizione delle region i esam inate, cosicchè ad esa mi successivi, anche effettu a ti da a ltri co lleghi , è semp re possibile r isali re al tipo di lesione ed a lla sua localizzazio ne a nche in eventuale asscn1.a di docume m azione fotografica. Nel corso del nostro st udi o abbiamo sempre riscontratO una su ffi cicntc correlazio ne t ra es prc<;sione clinica c reperto ecografico; questo consente di affermare che, at:canto all'indispensabi le esame clinico, l'esame strumentale ccotomografico assume un ruolo non trascurabile consentendo al clin ico di stabi lire con precisione la sede della lesione c l'entità della compromissione delle strutture anatomiche coinvolte, giungendo così a lla formu laLionc di una diagnosi molto più attendibile. Nel la nos tra casistica a bbiamo rilevato una netta predom in anza eli lesion i di t ipo l , a testi monia re c he
spesso l'entità della lesio ne è modesta c co rre lata ad un corrispctLivo clinico a ltrettanto modesto; proprio questo fatto può portare il clinico a sottost imare la condizione morbosa con le conseguenze im maginabili. L 'esame ecografico acquista poi rilevante importanza per la possibilità di valutare nel tempo l'evolulione della lesione, consentendo la formulazione d i prognosi più precise e, sopratt utto, aiutando il cli nico nel decidere il momento più propizio per la ri presa dell 'attività di allenamento cd agonistica . Dal punto di vista tecnico, la nosi ra esperie nza ci conse nte d i a ffermare che la sonda lineare, da alcuni Auto ri conside rata inadat ta a llo scopo, fornisce risultati interessanti; se in fat ti nella scansionc tras versale risulw un po ' più laborioso lo studio de l tendine flessore super fi ciale che va esami nato ruorando la sonda attorno all'asse longitudinalc del tendine stesso, nella scansione longitudinalc tale tipo eli sonda, coprendo una superficie più ampia, con ente uno studio più accurato della disposizione delle fibre e dell'estensione dell 'eventuale danno. l problemi connessi a lla di ffieoltà di stud io del le struuurc superficia li a contorni arrotondati, quali q uelle presenti nella regione oggetto dello st udio, possono essere eventualmente r isolti co n l'uso eli ido ne i eli 21
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stanziator i solidi a base di poli mcri sintetici. Un ultima osservazione tecnica riguarda la necessità di tricotomizzarc la pane d a esami nare. l.c prove da noi effetruate ci han no mostrato che nella maggio ranza dei casi non esistono differenze signi ficative tra gli esami compiu ti su soggetti rricowmi zzati c non , avendo l'accorlczza di bagnare abbo ndantemcmc la parte per c.liminarc lo porco even tua lmente presente c per eli minare quanto più possibile l'aria presente fra i peli e facendo segui re a tale lavaggio una accura ta fr izi one della parte con l'apposi to gel condu ttore. Solo nei soggetti a pelo pili lungo si re n e!~ necessaria la tricotomia per non compromettere il buo n esi to dell'esame. T ale accorgimento ha consentito di inco ntrare a nche un maggiore fav ore da parte di proprieta ri ed allenatori d i soggetti da corsa che spesso, di fron te a lesio ni ritenute di piccola entità, mal sopportano l'idea di «mutilare » esteticamente il loro cava llo. L'esame ecogra fi co in sin tesi costitui sce un ausi lio diagnost ico eli grande utili tù che , in associa7ione 22
ad un acc urato esame dinico, consente una valutazione attendibile dello stato cl elle stru ll ure lcnodcsmiche e che, data la non invasività c la fa~:il c esecuzione, può essere valid amente impiegato per seguire l'evo luzione della lesione nel tem po per defin ire con p recisione il Lipo di terapia ed i tempi c i modi per uua ripresa dell'attiviLà .
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19) ARK R.D.. N YLA ND T.G .• LATT l\lfR J.C., \Ili l r: R C. \\' ., l f- HEI
21 ) RA
docente della scuola di specializzazinc in ortopedia c l raurnatologia della facoltà di med i cina deli' Università degli s tudi di Pisa . È responsabile del day hospital per cavalli «G. Fogliata», opera me presso l' ippodromo di S. Rossore in Pisa. È socio onorario della società italiana di ippologia . È autore di n. 112 pubblicazioni e di due libri.
il servizio presso il suddetto centro per un anno fino al proscioglimento volontario della ferma. Spcciali7.zato in malattie dei piccoli animali nel 1988 presso l' università di Pisa. Vincirorc del concorso per esami per il dottorato di ricerca in «Patologia c clinica degli organi di movimento degli animali domestici», sta volgendo attività di ricerca in qualità di douorando presso la cattedra di clinica chirurgica dell'Università di Pisa. È autore di n. 35 pubblicazioni scientifiche.
tra~oun d
4,
imaging . .1 . Eq. Ve1. Se 1984, 258-283.
(• ) Il Prof. Piero Pumoni, ordinario di clinica chirurgica veterinaria presso l' Università degli studi di Pisa, è nato a Pisa nel 1924, ove si è laureato in medicina veterinaria nel 1948 . Assistente incaricato (1948) c ordinario (1950) presso l'I stituto di patologia speciale e clinica chirurgica, diretto dai proff. Galli c Salerno, conseguì la libera docenza in patologia speciale e clinica chirurgica nel 1958. Dal 1954 ha ricoperto. presso la facoltà di medicina veterinaria di Pisa, l' incarico degli insegnamenti di podologia, anatomia topografica ed attualmente quello di radiologia. Professore s trao rdin a ri o nel 197 1, passò nel 1974, ordù1ario eli anatomia topografica e chi rurgia operativa, eli medicina operato ria nel 1979 e di clinica chirurgica nel 1986.
Fa parte del corpo docente della scuola di specializzazione in malat tie dei piccoli animali della facoltà di medicina veterinaria e del corpo
(..) 11 Dou. Mario Modcnato, nato a Genova nel 1960, si è laureato in medicina veterinaria a Pisa nel 1984. Vincitore del concorso per l'ammissione all' 82° <.: orso A.U .C. del Corpo Veterinario Militare, ha frequentato il suddetto corso presso la scuola del corpo veterinario a Pinerolo e ha prestato servizio come sottotenente veterinario presso il centro militare di allevamento e rifornimento, quadrupedi di Grossero. Vinci tore del concorso per titoli per la rafferma biennale di l Ufficiale di Complemento, ha prestat o
Ultrasonography of thc equine palmar mctacarpal so f 1issucs. Vc t. Racl iol. 1984, 25 . 265-273. l'A, EN
' .\V.: The use of
d i agn o~tk u ltra~ound
in limbdisordcr'
(***) li Magg. ve1. Silvano Tamagna ha conseguito la laurea con lode nel 1979 a Parma. Tenente dal 1981 ha svollo l'incarico di Dirigente del Servi7.io Veterinario presso il Reggimento Artiglieria a Cavallo di Milano e di Segretario presso il Centro Militare di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi di Grosseto. Attualmcme riveste l'incarico di
23
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29) SOUCHO N B.• BO URGEO IS .J.M ., GR EMION S., ROSSET R.:
25) RANTANEN N.W., GENOVESE
Dirigente del Servizio Veterinario presso il predetto Ente. Specializzato in <<Malattie dei piccoli animali» ha frequentato corsi di clinica chirurgica ed ha conseguito il diploma di classificatore di carcasse bovine. È autore di pubblicazioni scientifiche riguardanti prevalentemente la ginecologia equina.
(****) TI Cap. vet. Luigi Mellano
ha conseguito la Laurea in Medicina Veterinaria nel 1985 a Perugia e, nello stesso anno, l'abi litazione all'esercizio professionale. Ha fr eq uental'o 1'85 ° Corso
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A.U.C.V. ed è stato nominato Tenente in s. p.e. nel 1987. Dal 1986 ha ricoperto l ' incarico di Ufficiale addetto al Servizio Veterinario della Scuola Militare di Equitazione. Attualmente è Dirigente del Servizio Veterinario dello stesso Ente.
(* ** **) 11 Don. Simone Fallaci si è laureato in Medicina Veterinaria nel i991 con una tesi su «L' impiego della termografia nella diagnostica delle tenopatie del cavallo a tleta». Attualmente svolge attività professionale nel settore ìppiatrico.
(******) Il Dott. Fernando Fabiaiù si è laureato in Medicina Veterinaria a Pisa nel 1991, discutendo la tesi «li ruolo dell 'ecografia nella valutazione del ripristino morrofunzionale in corso di tenopatie nel cavallo sportivO>>, ed è stato allievo interno all'istituto di Clinica Chirurgica deJla stessa Facoltà dal 1991 . Negli anni 1989- J990 ha partecipato a due corsi integrativi trimestrali d ì Cl inica Chirurgica sul cavallo atleta. Attualmente è veterinario incaricato dal Jockey Club per operazioni antidoping all ' ippodromo di San Rossore di Pisa e daiI'E.N.C.l. per il riconoscimento dei puledri.
\
VALUTAZIONE MORFOLOGICO-FUNZIONALE . DEL CUORE NEL CANE DA LAVORO. INDAGINE ECOCARDIOGRAFICA Brambilla P .G. (*), Ferro E. (**), Pievaroli A. (***), Tradati F. (****).
INTRODUZI ON E In medicina umana la va lutazione mor fo logico-funzionale del cuore di un soggetto sotlo posto acl intensa attivita' a llctica prevede l'ut ilizzo di parametri ecocard iografici di r iferimento di versi r ispetto a
q uelli impiegati per il soggetto non sportivo. Da ll'analisi della lettera t ura veteri naria non c i c' stato poss ibile reperire dati riguardanti i valori ccocarcliogra l'ici normali del cane sottoposto ad intenso esercizio fisi co,pertanto abbiamo ritenuto op-
Diametro USX in Sisto/e-Diastole.
port uno in traprendere in tal senso uno Sllld io su lle rnodificazio n i rnorfologico-fu nziona li del cuore del soggetto atleta, q uale è il cane da caccia .
25
RIASSUNTO
SUMMARY
La valutazione morfologico-funzionale del cuore del cane atleta, prevede L'utilizzo di parametri ecocardiografici di riferimento diversi rispetto a quelli utilizzati per il soggetto non sportivo. Obbiettivi della nostra ricerca, che ha avuto per oggetto il cane da caccia sottoposto ad atti vita ' vena toria, sono stati: calcolare le principali misure lineari cardiache e confrontarle con i dati relativi al cane non sottoposto ad alcuna attivita ' sportiva; correlare statisticamente i param etri ecocardiografici nei due sessi con peso, superficie corporea e conformazione toracica (torace stretto e torace largo). Dall 'esame dei risultMi si e' potuto osservare che anche nel cane L'esercizio fisico condiziona le caratteristiche morfologico-funzionali ciel cuore in risposta all'attivita ' agonistica.
The morphological-functional valutation of the heart in sporting dogs preciicts the utilization of different echoctmliograpl!ic parameters in respect of those utilized for non-sporting dogs. The objectives of our study, which was carried out on huming clogs subjected to hunting actìvity, where the following: t o ca/eu/ate the principal cardiac linear measures, and lo compare them whith the relative data obtainecl from dogs not subjected to any particular sporting activity. To statistically correlate the echocardiographic parameters in both sexs with reference to weight, body surface area and thoracic conformation (narro w and wide thorax). From the examination of the results obtained, it was observed that in the dog , physical exercise will conclition the morphological fu nctional characteristics of the heart.
l nostr i obbici ti vi sono sta t i: a) calcolare le principali misure lineari cardiache e gli indici di funzionalità vcntricolare sinisr ra nei due sessi c ra ffro ntarli con q u elle di ca ni sani non arieti; b) correlare i parametri ecocardiogra fi ci con le diverse confo rma zioni toraciche; c) correlare statisticamente i paramcrr i ecocardiografici con il peso c la superficie corporea.
MATERIALI E METODI
Media Dcv. standard Minimo Massimo
Peso (Kg)
BSA (m2)
età (anni)
21,85 .t,60 13,00 34,00
0,78 0,11 0,55 l ,05
3.95 2,-t.t l
scopo di escludere qualsiasi patolo gia che avrebbe potuto invnlidarc le nostre indagini (in particolare le affezion i dell'apparato cardiocircolatorio e/o respiratorio) . Tutti i can i sono ris ultati sani e negativi alla ricerca della Dirofilaria im miris .
Il ca mpione Le a ppa recchia ture L 'i ndagi ne ecocardiog rafica è stata eseguita su 20 cani da caccia in attività di 5 diverse razze di età com presa tra l e 8 anni (tabella n.l). Il nostro campione è costituito da IO femmine e 10 maschi con un peso corporeo medio d i Kg 21 ,85; per i maschi il valore medio è di Kg 23 ,9 (STO + 5.32), p er le fe mmine il peso medio è di Kg 19,8 (STO + 2,66). Il va lore medio della superfic ie corporea (BSA) è risultalO eli m ~ 0.78 (STO + 0 .11 ), magg iore nei maschi (0.83 m ~) rispetto alle femmine (0. 73 m 2). Ogni soggetto è stato sottoposto a d un esame clinico completo a llo
26
L 'ecografo da noi impiega to è di tipo sctloriale mecca nico e può riprodurre immagini Monodimensionali (M-mode) c I3idimensionali {Bmode). Esso presenta un ingresso per connettere un apparecchio elett rocardiografico ch e ripro duce la Der ivazione II; ciò con sen te di sincronizzare le im magini ecocardiografiche con le fasi della rivoluzione cardiaca ed e lleuuarc le misure in Mono- c Bidimcn ionale. Metodiche di misuruziunc Le metodiche eli m isurazione da noi adouate si attengono agli schemi prop osti per l' uomo d a lla Socie-
8
freq. cardiaca (batl/min) 94,20 15 ,32 72,00 124,00
tà Americana di Ecocardiografia (A .S. E.) (7, Il ).
Misure effettuate in M-mode La sonda viene posta tra il terzo c il quinto spazio intcrcostale sinistro a 3-6 centi metri dallo sterno, con fascio eli ultrasu oni diretto caudomcclialmcnt c , a llo scopo di o t tenere il p ia no lom ografico in asse corto d el cu ore (7).
Diametro della cavità ventricolare sinistra (fig . 1). Il p iano di sezione è a livello delle corde tendince della valvola mitrale. Viene misurata la distanza t ra l'endocardio scuale e quello della parete li bera posteriore. Per la d ia stole s i è preso come rì fc ri men Lo l'onda Q de l t racciato e lettroca rdiografico ; per la sistolc il punto di massim a escursione a n teriore dell a parete posteriore . Spes on· del setto interven tricolare (fig.2). Il piano eli ezione è il medesimo del p recedcn te .ll seuo viene misu rato da l bordo d i attacco dell 'endo-
card io settale destro al bordo di attacco dell'endocardio scttalc sinistro. L <~ misura dello spessore in diastole corrisponde all'onda Q dell 'ECG, mentre per la sistolc si è consicleraw il punto eli massima escursione posteriore del setto. Spessore della parete ll Osteriore del vcntricolo sinistro (fig 3) .
Anche in questo caso il piano d i sezione è il rneclesirno del precedente. Si misura dal bordo d i attacco dell'end ocardio parictalc sinistro all 'epicardio. Anche per questa misura la diaswle corrisponde all'on da Q dell'ECG. La sistole si calcola nel punto di massi ma escursione anteriore della parete posteriore del ventricolo sinist ro. E-point (fig.4). Il pia no di sezione è a li vello di val vola mitrale in asse cono . La misura viene effettua ta tra il pun to di massima apertura del lembo anterio re mitralico (E) e il pumo di massim a escursione posteri ore del setto int crvemr icola re. RappJ}Orto atrio sinis tro c radice dell 'aorta (rig 5). Il piano di sezione è a livell o della base del cuore in asse cono . La cavità dell'atrio sinistro si misura dal bordo dell'eco cleli a parere posteriore dell'ao na al bordo principale dcii 'eco che origina da lla parere posteriore dell 'atrio sinistro. Pari memi il diamet ro clcll'aona si misura tra la parete anter iore e la posteriore di questo vaso .
Il Campione NUMERO
RAZZA
1 2
19
E.BRETON E.BRETON POINTER SPRINGERS. SETTER SPRINGER S. SPRINGERS BRACCOT. SPRINGER S. SETTER SETTER SETTER BRACCO T. SPRINGERS BRACCO T. SETTER SETTEA SPAINGER S. SPRINGERS.
20
SETTE A
3 4
5 6 7
6 9
l
10 11 12 13 14 15 16 17 18
LEGENDA: Sesso: F- femmina M-maschio
SESSO
ATIITUDINE
CONF.TOR.
F
L L
F
F F F
F
c
L
F F
F
s
c c
L
F
s
M
M M
s
L
F
c
L
F
F
M
F F
s s s s
F M
F
F F
c
L
F F F
s s s
c c
L
F
s
M M M M M
Attitudine: F-ferma C-cerca
L
Conformazione Torace: L-largo S- stretto
Tabella N.1
Misure effettuate in B-mocle La sonda viene posta rra il terzo e il q uinto spazio intcrcostale destro a 3-6 centimet ri dallo sterno con direzione caudo mediale. Le immagini che si otten gono sono q uelle del vent ricolo sin isr ro e del ventricolo dest ro in asse corto (5). La misura del peri metro della cavità ventricolare sinistra in diastole c in sistole si o ttiene a livello dci muscoli papil lari. Qu esti non rendono esattamente circolare la cavi là vcntricolare e pertant o la circo nfere nza non
si ricava a pa rtire dalla semplice misura del diametro ventricolare o ttenuto in M-mode, ma misurando elirettamente la circonferenza in 13mode in sezione trasversale (l'ig.6). La tclcd iasrole ve nt ricola rc co rri -
Spessore se/l o l V.
sponde all 'onda Q, mentre la telcsistolc coincide con l'inizio dell' onda T (17) .
27
Spessore parete post.
LARE SINISTRA NEI DUE SESSI E RAFFRONTO CON QU ELLI DI CANI SANI NON ATLETI
MISURE LINEARI
Metodo cubico : Volume sistolico = (DVSJ 3 Volume diastolico = (DVS<I)3
Formula di Teicbholz: Volume in diastole
Volume in sistole (DVS)3 x (
•
7
dts+ 2,4
)
Formula di Masbiro Volume in sistole (DVSs)3 x 1.2
(DVSd) 3 x (
7
dvs+2,4
)
Per veri fica re l'i potcsi secondo la quale l'attivita'atletica indurrebbe modi ficazio ni rnorfo logico-funzionali del ventricolo sinistro, abbiamo messo a confronto i risultati da noi ottenuti con quelli riportati dalla le tterat ura rclat iva ai cani da compagnia, aventi un peso med io sim ile a quelli del nostro campione. n diametro del vent ricolo sinist ro in t.e lesistolc e in telediastule, non s i d iscosta mollo da quello proposto per il cane non atleta, i valori medi da noi otte nuti sono di mm 25.55 in sistole e mm 36 .65 in diastole, i principali Autori riportano valori mcdi eli 25 .5 mrn in s is tolc e 37.3 in diastole. sistole 25,55
Volume in diastole (DVSd) 3 x 0.85
Mashiro (1 4) Boon (4)
DVSd = Diametro Venrricolo Si nistro in Dias10le
O' Grady (15)
Lornbard (1 3) DVS, = Diametro Vemricolo Sinistro in Sistole dts = diametro telcsistolico
PARAMETRI Dl ~FUNZIONALITÀ VENTRICOLARE (6,7,9,10,1 1,18) Tutte le m isure da noi ottenute sono state elaborate mediante opportune fom1t1le allo scopo di ottenere alcuni indici della fun zionalità ventricolare sinistra (fig .7). Calcolo del volume della cavità ventricolare sinistra (7 ,8, 19). Il volume del ventricolo sinistro è stato calcolato sia mediante la formula del metodo cubico , considerata più semplice da applicare nella pratica clinica, sia applicando i metodi cu bici corretti di Mashiro e Teichholz, e s uccessivamente tra loro confrontati.
28
RISULTATI E DISCUSSION E
J valori medi relati vi al campione esaminato sia globalmente sia sud diviso in base a l sesso, sono riportati in tabelle 2 e 3 i dati inerenti la suddivisione in base a lla conformazione toracica sono riassunti nelle tabelle 4 e 5 , mentre i risultati della correlazione statistica t ra i parametri ecocardiografici con il peso e la superficie corpo rea sono riportati nelle tabelle 6 e 7.
mrn
mm 25 ,8 24,5 111111 24 mm 25,89
mm 37,3 mm 38,5 llltn 39 mm 34,55
111111
Di valore superiore alla med ia, invece, lo s pessore del setto i. v. e della J)arete posteriore del ventricolo s inistro. Per il setto i valori med i da noi o ttenut i sono di mm 13,60 in sisLO le c mm 9,70 in diastole. Gli altri Autori r iporta no va lori mcdi eli drca mm lO in sistole c mm 8 in diastole: sistole 111m
Mashiro (1 4) 13oon (4)
O'Grady ( 15)
A) CA LCOLO DELLE PRINCIPALI MIS URE LT:'IIEARI CA RDIACHE E DEGLl INDICI DI FlJNZIONAUTA' VENTRICO-
diastole 36.65
111111
13,611
n. r. n.r.
mm 10.1 9
diastole llllll
9,711
6.4 8.2 rnm 8.26
111111
111111
Per quanto riguarda la parete posteriore il va lore medio da noi ottenuto è eli mrn 13 ,45 in sistole e rnm
10,20 in diastole. Per il cane non atleta esistono valo ri che oscillano tra mm L0,33 in sistolc c 111111 8 ,01 in diasto le; secondo Mashiro in telediasrole lo spessore dovrebbe essere circa mm 6, 3; secondo Boon mm 7. sistole 13.45
01111
Mashiro (14)
n. r.
Roon (4) O'Grady ( 15)
n. r.
mrn 10.33
diastole 10.20
111111
mrn 6,3 lll fll
7
rnm 8,01
L'E point septal se paration (EPSS) che q uantifica l'event uale dilatazione del ventricolo sinis tro, nel nostro cam pione c ' ri sulta to avere un valore medio pa ri a 5.13 mm , quindi leggermente superio re a quello riscontrato nel cane non atle ta (4 mm) ( 15). Il rapporto atrio sinistro/radice dell ' aorta quantifica l'entità di una eventuale dilatazione dell 'atrio sinistro o della radice dell'aorta. Il valore normale del rapporto è pa ri a l (J 5). Nel nostro campione il valore medio dell'atrio sinistro è 22 mm , quello dell'aorta mm 22.1 con un quoziente di 0.99 che rientra nella norma. Il valore medio della circonferenza della cavità ventricolare sinistra è ris ultato pari a mm 11 2.40 in sistole e 164.90 mm in diastole. Il valore assoluto , mancando dati dì riferimen to in letteratura, p uò apparire eli scarso significato se no n in-
serito nel calcolo di un indice di fun zion a lità ventrico lare (vedi oltre Frazione dì Accorciamento circonfcrcnzia lc).
DIOICI DI FUNZIONALIT À VENTRI COLARE Dall e misure li nea r i del setto c della parete posteriore s i possono ricavare importanti in dici di fu nzio nalità vemricola re. l valori mcdi delle 1>en.:e n ~ uali di ispessimento della parete e del setto sono risultati superiori nel nostro campione rispetto a quelli riportati da O 'G rad y pe r i ca ni non atleti , specialmente per quamo riguarda l 'ispcssimento de l setto interventr icolare: Ofoisp. Sell o 11,1oisp. Parete
41,570Jo O'Grad y( 15)
32,72% 31 OJo
Dal co nfro nto d i questi clar.i si puo' met tere in evidenza come, nel nos tro campione, risulti più efficace la sistolc ri spetto ai cani non allenati. Il rapporto set to-parete è importante pe r valu tare se l'evem uale ipertrofia ca rdiaca inte ressa in eguale misura il setto e la parete posteriore del ve ntricolo sinistro (3). Nel caso di uniforme a umento di spessore del setto e de lla parete posteriore del ventr icolo sinistro , il rapport o no n vari a, me ntre nel ca-
A sinistra
E-Point.
Sopra Rapporto A trio sx / Nadice ; l o.
so eli prevalente ispessi mento parielalc l'indice d iminuisce e, al contrrrio, q ualora l'ipertro fia coinvolga so prattutto i l sello int crvcnt ricolare il valore aumen ta. li valore medio del ru ppon o setto/ parete nel nostro campione e' risu lta to par i a 1.03 in sìst o le c 0.96 in diastole. Cio'a nostro parere puo' sortoinrenclcrc la presenza d i una ipertrofia cardiaca fisiologica del cuore che coinvolge uni fo rme men te setto e parete . La frazione di accorciamento è considerata, in medicina umana, tra i più importanti indici di fu nzionalità ventricolare; essa consente di valutare sia la capacità contrattile sia l'entità dell'escursione delle pareti cardiache. Il valore medio da noi riscontrato è di 30.350Jo , inferiore nei maschi (27 ,34%) ris petto alle femmine (33,36%). li dato compless ivo risuila comunque superiore rispetto a quello ri portato in bibliografia da O'Grad y (25 % ) (1 4) e relativo a can i sani non atleti. Per la fra zione di accorciamento circonferenziale i dati bibliografici in nostro possesso sono esclusivamente riferiti all ' uomo, pertanto non ci è possibile confrontare i r i-
29
Circon.feren~a
vemicolo sx.
mi 35, 17 risulta superiore ai va lo ri medi per il cane non atleta secondo O'Grady (mi 24.45).
R) SUDDIVISIONE DEL CAMPIONE P ER CONFORMAZIONE TORACI CA
sult.ati da noi ouenuti con q uelli di altri Autori. La rralionc di accorciamento circonferenziale è un parametro a nalogo alla frazione eli. accorciamento; come si può notare in fat ti, i valori med i da noi ottenu ti poco si discostano gli uni dagli allri (nelle tabel le 3,5 sono riportati i valori medi divisi per sesso e conformazi one Loraci ca). La frazione di
accorciamento viene calcolata sulla base del diametro del ventrico lo sinistro in sistole ed in d iastole mentre la frazione di accorc iamento circonferenziale prevede la di fferenza tra le misure della circo nferenza in sistole ed in diastole. A nostro parere quindi q uest' ultimo valore potrebbe con sentire una valutazione più realistica nel caso di event uali asinergic regionali delle pareti del ve ntri co lo SJI1 JStro (cs. isc hemie).Trattandosi di un parametro di nuova int roduzione nel cane, si ritiene necessario approfondire la verifica della sua validi ta' su un piu' ampio numero di soggett i. 11 valore medio del volume del ventricolo sinist ro secondo il mew clo cubico,è risultatO pari a mi 19.34 in sistole e mi 54.51 in diastole. Utilizzando la formula di M ashi ro il valore è superiore in sisrole (mi 23 .21 ) c in fe riore in diastole (mi 46.33). Infine con il metodo di Teichho lz
30
il volume in sistole è risultato di 25.55 mi ed in diastole eli 59.75 m i: entrambi i valori sono superiori a q uell i ouenuti con il meroclo cubico. Come si può no tare i dati oucnuti differisco no tra loro a seconda della formula util izzata per il ca lcolo . In particolare, la correzione di Mashiro (vedi Materiali c Metodi) comporterebbe una sotrostirna del volume tclecliastolico ri~petLo al sistema del cu bo semplice, men tre il metodo di Teich holz comporterebbe una sovrastima (2). Penanto si è pe nsato di prendere in considerazione i volumi stimati con il metodo cu bico, in quanto la correlazione con le sti me carclioangiograf'iche non è sensibil mente infe riore agli altri met od i. Il metod o cubico in oltre presenta il vantaggio di un calcolo semplice e rapido ( 3). In fi ne prendiamo in considerazione la frazione di eiezione e la gittata sistolica ventricolarc ; ambed ue q uesti indici sono calcolati a partire dal volume ottenuro secondo la fo rmu la del me todo cu bico. Il valore medio della rrazione di eiez ione è risultato eli 6 5,020Jo (60,5 70Jo nei maschi c 69,460fo nelle fe mmine) , leggermente superiore rispetto a quello ri portato da O'Grady (60°7o) e pressochè coincidente con quello rip ortato da Maschi ro . Anche la gillata sistolica eli
Per quamo riguarda le misure lineari, i va lori medi sono risulta ti superiori nel campione a torace stretto (TS) rispcuo a i soggetti a torace largo (TL). (vedi tabella 4 ); solo I'E-point è magg iore nel ca mpione a torace largo (TL) (TL = 5.29 mrn , TS = 5.00 mm). Escludiamo che tale di ffe renza di risul tati sia dovuta al la diversità eli peso tra i d ue gruppi, infatti il peso medio dci soggett i TS supera eli solo di l Kg quello dei soggetti TL. Per gli ind ici eli funziona lità vcntricolare (vedi tabella 5) la situazione sembra capovolgersi, infaui la
frazione di accorciamento, la frazione eli eiezione c la percentuale eli ispessirnento del seu o risultano superiori nei soggcu i T L.; in vece la percentuale di ispess imcnto della parete posterio re è maggiore nei sogget ti TS . Nel calcolo dei volumi, i valori ottenut'i secondo i tre metodi sono invar iabi lmente superiori nei soggetti TS; tale comportamento del vo lume è gius!ificato da l d iametro del ventricolo sinis!ro che è maggiore nel gruppo TS ; .in questo gruppo anche la girrata sistolica è lcggermcmc superiore .
C) CORRELAZIONE STATISTICA TRA l PARAMETRI ECOCARDIOGilAFICI CON IL PESO J.: LA SUPERFICIE CORPOREA
Turr i i parametri lineari e di f unzion al ità vcmricolare sinistra, sia del campione to tale (tab .6) sia sudd ivi so in base alla conformazione
DERIVAZIONI STATISTICHE D ELLE MISURE ECOCARDIOGRAFICHE (l ab 2)
l
Totale
....
Pal o ~~~
aoggatll
20
-
Medio
20
4.60
20
20
94,211
13 .60
20
gJ(:
25,55
$.s~
2 ,44
15,3
2 ,46
1,84
5,77
Min imo
13 ,00
1
72.00
10,00
~
Mnu lmo
34,00
l
12 4.00
18 .00
14 00
Maschi
...
PtiO
IO
IO
Modia
23.9
4,4
Oav. atandard
5,32
2.6-
IO
Minimo
16 ,00
l
34,00
l
7~
Modla
19,8 2.66
2.2
Minimo
13,00
Musfmo
22,00
vanlrlcolo sinistro (mm)
---20
20
thastoto
20 - 15 -- - - -205, 13
2~
~~ 90
6 ,84
1.76
1,4
2_4.~ _ 22.0C 44,00 59,0C
10.00
8.oc
15,00
1~
1, 1S ~~_E~ 57,00 94 ~ ~
16ooj
13,0C
29,00
30.0C
7.oc ' 1 65.00
~
SISIOio dias1o1o IO
IO
IO 13,9
10,4
23
152
1,71
2.62
2 ,1 1
7 ,59
!~-~ ..-3~-oc
11.00
8 ,0<
14,0C
44 ,00
16,00
13,0<
~1$ 1019
s.lstolo dÌIISIOI9
-IO
IO
10
15,00
3J)()
5 7 ,00
9-I_OC
30,0C
7~
16500
262 00
f-
12.2
~.5
O.!X
2 .94
3 ,89
1.94
8~
10,00
7 ,0C
21 ,00
30~
10 ,00
9,0C
15.00
29 1 15,0C
124,0C
14 .00
IO~OC
30,00
4300
15,00
12.0C
25,00
2S,OC
~ ~ r-
2 1,4
5~ 4,0C 7,0C
-
l~
8
1,48
2 1,2
d•asto!e
sis lol9
- --
IO
15,14
.
- 4169.1 2,9C
19,00
~
IC
28_8 1
2900
8._
2 4,2
-10
~ ~
22.
135
l~
10
10 - --
4 06
dlas1ole
IO
7
'262'oò doasto o
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IO
IO
26,9
59 ,0C
3,4
---
dlilS..,..,
IO
36c! 9 ,14
22,10 2,94
10 .5
diastole
-
~~~ loiQ
- - - - f20 20
- 13
l
Cln:on laranta
E-poi n l ( m m)
stnlsuo (m m )
10,2C
-=._e.oc
10
IO
Diametro Dia malto atrfo
(mm)
13 ,45
IO
18,00
1To9 .eer slstole
Oo v. alandord
IO
- -'!E?
120.00
-3 .4 5
IO
~
l~
...
Poso
N' soggolll
IO ----15
l~
Moulmo
-
diasiOio
lreq.t .. SIS!Cie
N" s oggelll
Femmine
posteriore
(m m)
slstolo d•nstolo $Os i~ diastole
d~.as tolo
20
vantrkolero sinistro (m m)
3 ,9
20
!!l~
Oev. standPrd
troq.car sls1ota
...,..
Spes.sora pereto
Diametro
Seltol.v. (m m)
1 06
IO
109,3
160,1
2 4,04
19,30
--f----
~~-~ 159,00
205 00
DERIVAZIONI STA TISTICHE DE l PARAMETRI DI FUNZIONALITA' VENTRICOLARE (l ab 3 ) tnrlone d i fntt lotn ele l lone di
me l eub) acc-orcia mento
--
~~9~
854 m• ?
nlo
reppono
r e ppo~to
reppono volume
lt110
utlo
atrio
parete
parete
----
~
Il~ 3 1,3CW.
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~·~ ee 54,48o/.
7.~ 1 23,08& /.
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DERIVAZIONI STATISTICHE DEL CAM PIONE SUDDIVISO PER CONFORMAZIONE TORACICA (lab 4 \ S•tto l v. (m m)
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10_18
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1625 7 69% 55 56,.
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COEFFICIENTI DI CORRELAZIONE (r) DEl PARAMETRI ECOCARDIOGRAFICI CON SUPERFIC IE CORPOREA (8SA) E PESO
l Parametri ECO
--
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DIAM. VSX
l
diastole
0 .75
0.75
0.59
0.75
0.57
l
0 .80
·0.23
COEFFICIENTI DI CORRELAZIONE (r) TRA l PARAMETRI ECOCARDIOGRAFICI E LE VARIABIU PESO E SUPERFICIE CORPOREA (BSA) NEL CAMPIONE SUDDIVISO IN BASE ALlA CONFORMAZIONE TORACICA
---
siSiole
0.53
0.43
=r
C IRC.VSX
-
0.74
0.57
PARETE POST.
r (peso)
diastole
0.74
S PES.SETTO
,~~
r (BSA)
l
0.55
0.41
Paramelri ECO
0.60
0.75
0.8 1
- ---
.0.23
TORACE STRETTO r (8SA) sistole
dlastolo
siSiole
dlastole
OIAM.VSX
0.84
0.86
0.85
0.87
SPES.SETTD
0.58
0.58
0.58
0.59
o 0.84
PARETE POST.
l
.a
O.S4
0.83
0.92
Accorciamento Frazlone d'Eiezione
Frazione Accorciamento Clrconferenziale Gittala SIS1ollca
l
CIRCVSX .0.23
. -
.0.23
.0.24
-0. 21
0.65
0 .66
l
~
-
r(BSA)
1 stslole
r (peso)
Tnbolla n.6
l
dlas1olo
slstoto
0.67
0 .64
0.67
0.63 -1
0.55
0.49
0 .55
0.51
0 .56
0 .75
O.GS
0.74
0.65
0.93
0.71
0.70
0 .73
0.71
Fra21one AC<:Oronmonto
.().25
FrazJone d'El eziono
.0.20
.0.19
Gitlata SISiollca
0.84
0.85
l
.0.24
.0.14
.0.1 6
.0.20
.0.22
0.47
0.45
l
..
diastole
lEGENDA: DlAM.VSX: dlamouo vonlrfoolo s.nlslro SPES.SETTO: spasso re sotlo PARETE POST.: parele posteriore CIRC.VSX: clrcorrforonza vontrlcolo siniS1to
LEGENDA DIAM.VSX: di ametro ventricolo sinistro SPES.S ETTO: spessore setto PA RETE POST.: parete posteriore C IRC.VSX: circonferenza venlricolo sinisto
32
l
-
r (poso)
TORACE LARGO
tabollo n. 7
FA = Frazione di a<.:corci<J mento del ,·entr icolo sin istro Fac = Fra7ion e d i accorcia mento circo nreren· zialr de l vcnt rkolo s inistro FE = F razione di eiezione del ve ntricolo sini~ t ro
SV
=
Cì iuata sistolica venl.ricola re
Qlo IS P scu o = Per<.:c ntualc d i ispessimcmo set10 imcrvcm ricolarc
Clio ISP parete = Pe r<.:enwale ispessimento parete po~t crio rc vcm riL,Oio sini stro
trale in soggetti atleti a riposo . Ciò è probabilmente imputabile ai bassi
toracica (torace largo, torace st retto) (tab. 7), sono stati correlati al peso cd alla superficie co rporea (BSA) . Allo scopo d i veri fica re qua le eli queste ult ime variabili mostri una correlazione maggiormente significat iva con i dati ecocard iogra fici. I coefficient i d i co rre lazio ne " r "
dei parametri lineari del ventricolo sinistro sono risu ltat i mol to simi li sia in ri fe rimento al peso sia a lla BSA , non solo nel campione tOi alc, ma anche nei d ue gru ppi a d iversa con form azione toracica. La correlazione lineare si è rivelata discretamcme sign ificat iva per tuiLi i parametri , acl eccezione che per la parete posteriore del ventricolo sinistro. Questo parametro, sia in riferimento al peso sia alla BSA , ha presentato nei soggetti a torace stretto un r pari a O in sistole ed un coefficiente molto basso in diastole (r 85 A = 0.54, rpc.o=0.56).
Per q uanto riguarda gli indici di funzionalità ventricolare la reua d i regressione ha mostrato una correlazione inversa c poco significativa per tutti i parametri co nsiderati . Solo la gittata sisto lica ha presentato una d iscreta correlazione con il peso e la BSA nel campione totale (tab.6) ed un ottimo coefficiente nei soggetti a torace stretto (r 85 A = 0 .84, rpc,o= 0.85) , il valore d i r è
risultato invece inferiore nei soggetti a torace largo, nei q uali esiste una maggiore dispersione di dati (f nsA = 0.47, fpcso= 0 .45).
C O NCLUSIO Nl Da lle nostre ricerche, compa ra te con quelle di altri Aut ori condotte su cani no n at leti , è emerso che alcuni parametri lineari del cuore sinistro non subiscono variazioni, mentre altri risultano modificati. Per quanto concerne il ventricolo sinistro il valo re del diametro in sistole cd in diastole risulta nei soggetti del nostro campione pressochè sovrappon ibil c a q uello d i cani non a tlet i. Nel contempo lo spessore del setto e della parete appaiono maggiori nei soggetti da caccia , ciò a testi monianza di un' ipcnrofia miocardica fu nzio nale. Anche il valo re cleli 'E-r>oint risul ta maggiore rispello alla norma. A nostro parere questo dato è mo lto interessante e non ri veste signi ficato patologico, se si considera che nel nostro campi one l'increment o del valore cieli ' E-poi nt non è riferì bile ad una d ilatazio ne dell a cav ità ventricolare in di astole; pertanto si può ipotizzare che esso sia dovuto ad una diminui ta escursione del lembo anteriore della val vola mi -
valori prcssori che si ri scontrano fi siologicameme nei cani allenati quando non sono sortoposti a sforzo, analogamente a quanto si osserva nei cava lli sportiv i. L'atrio sinistro sembra invece non essere suscettibi le di sosta nziali variazioni mo rfologiche e ci ò si può ded urre dal rapporto atrio sinistroradice dell 'aorta che nei nostri soggett i è risult ato pari acl l c qui ndi sovrapponibile a l valo re riportato dalla bibliografia nei cani non atleti. Anali7.zando i parametri di funzionalità ventricolare si osserva che essi sono l utti superiori a quelli dei cani non atleti, infaui la risposta del cuo re all'allenamento non si traduce solo in un'i penrofia delle stru tt ure ventricola ri sinistre (Sello e parete), ma soprattutto in un incremento degli ind ici d i efficienza miocardica. È ino ltre interessante e nel contempo di d ifficile spiegazione, il fenomeno per il quale nelle fem mine abbiamo riscontrato valori di funzionalità cardiaca superiori rispetto a i masch i, nonostante le misure lineari siano simili nei due sess i. Il test della regrcssionc li neare, e quind i il calcolo del coeffi ciente el i correlazione , ci ha consent ito d i mertere in evidenza che i parametri lineari e gli ind ici d i funzionalita' cardiaca so no ugualmen te correla ti con il peso e la superficie corporea; penanto risulta indi ffereme la scelta della va riabile el i ri fer imento a l
33
fine di stabilire valori medi per l'interpretazione dell'esame ecocardiografico. Quanto detto e'valido nel caso si tratti di s oggetti che presentano un normale stato eli nutrizione . Nei soggett i allenati il volum e ventricolare sinistro è risu ltato lievemente s uperiore r ispetto agli standard di riferimento; tuttavia la difformità di r isultati riscontrata sia ali ' esame della letteratura, sia nel nost ro campione ci induce a considerare questo parametro ancora suscettibile di ulterio ri conferme , anche se non si puo ' ignorare la sua importanza nel calcolo di alcuni indici di fu nzionalita' ventricolare (giuata sistolica, fraz ione di eiezione). Sottolineiamo infine come il comportamento di alcuni indici di efficienza cardiaca possa dipendere d alla conformazione toracica. Abbi amo infatt i potuto cons ta ta re che, a parità di efficie nza fu nzionale, alcuni parametri a umct11'avano in cani a torace largo (frazione di eiezione, fra zione di accorciamento, percentuale di ispessimento del seuo) ed altri in cani a torace stretto (frazione di accorciamento circonferenziale, volume del vemricolo sinistro, gittata sistolica c percentuale di ispessimemo della parete del vcntricolo sinistro). i\ l JJrC\Cill c lavoro hanno con1ribui10 lllll i gli Atllori in parti uguali
2) A IMINI R.: "Studio ecotomografico bi-dimensionale (rea! Lime) comparato del vcnt ricolo sinistro normale ed in corso di miocardiopatia dilatativa nel cane" Tesi di laurea A. A . 1988-1989 3) BOCCA NE LLI A., GAMBELLl G .: " E cocardiografia mono e bidimensionale." II edizione, 1984 (Il pensiero scientifico, edit.) 4) BOON J. , WINGFIELD W.E., MILLER C. W .: "Echocardiographic indices in the norma! dog." Vet. Radio., vol. 24, N.5, 1983
13) LOMBARD C .V. : " Norma! values of the canine M-mode echocardiogram." Am. Jou. Yet. Rcs., vol.45 , p.2015-2018 , 1984 14) MASH IRO 1., NEL SO N R.R. , COH N J.N., FRANCIOSA J .A.: "Ventricular dimensions measured
5) BRAMBILLA P., FERRO E .: "Un cuore senza segreti" . Scienza Veterinaria, N l , Gennaio-Febbraio 1988, pp 15-22 (Edi-Ermcs). 6) FEIGENBAUM H , e coli.: "Ultrasound measurements of the left ventricle: a correlative study with angiocardiography". Arch. Intern. Med. , 129:46 1, 1972 7) FEIGENBAU M H .,ZA KY A ., NASSER W .,K .: "Use of ultrasou nd to measure left ventricular stro ke volume' ' . Ci rculation, 35:1092-1099, 1967. 8) FEIGENBAU M H . "Ecocardiografia" I II Edizione, traduzione italiana Piccin, 1985 9) F ORTU IN N.J., HOOD W. P. , SHERMAN E ., C RA IGE E.: "Determinations of left ventricular volumes by ul trasound". C irculation , 44:11 89, 1979
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34
ciety of Echocardiography Commitec on Nomenclature and Standards in Two-dimensional Echocardiograpy" . Circulation, 62:212-217, J980.
(* ) Dott. P aola G . Bra m billa Nata a Mila no il 26 novem bre 1959 . Si è la ureata in Medicina Vcterinaria nel 1986. H a conseguito il titolo d i Dottore di Ricerca in C linica Bovina nel 1992, discutendo una tesi dal titolo: «Valutazione dei para metri elettrocardiografici nel vitello cor relati con l'età e l'indirizzo produttivo». Nel 1989 si è recata per un periodo di studio negli Stati U niti, presso il D epartment of Vete r in a r y C lini ca! Med ic in cUniversity o f Illinois-U rbana. Ricercatore presso l' Istituto di P a tologia Speciale e Clinica Medica dal 1992 . I suoi interessi scie ntifici si sono rivolti alle patologie cardiovascolari del cane, del cavallo e del bovino. ~..--_
_ __ __ __ _ _ __ _ __
noninvasively by echocardiography in the awake dog" Jour. of applie. physio., vol.41 , N.6 , 1976 15) O'GRADY M., BONAGURA J.D., POWERS .J.D., J-IERRING D.S.: "Quantitative cross-se.ctional echocardiography in the norma! dog". Veterinary Radiology, Vo1.27, N.2, 1986; pp.34-49. 16) SISSON O., Comunicazioni Personali.
(**) Dott. E lisabetta Ferro Nata a Milano il 15 ottobre 1955. Si è laureata in Medicina Veterinaria nel 1980. Veterinario di Stato presso l'Aeroporto di M ilano Li nate, dal 1990 è ricercatore presso l'Istituto di Patologia S~eciale e Clinica Medica Veterinaria della Facoltà di Medicina veterinaria di Milano. Si è recata presso la Facoltà di Monaco ed Hannover per periodi di perfezionamento negli anni 1987 e 1992. l suoi interessi scientifici vertono sulle affezioni cardiopolmonari del cavallo e del cane.
17) SISSON D. , SCHAEFFER D.: "Changes in linear dimensions of the heart, relative to body weight, as measured by M-mode echocardiography in growing dogs". A m. J. Vet. Res, Vol. 52 , No 10, pp. 1591 1596, October 1991. 18) THOMAS W . P .: "Twodimensional, rea! time echocardiography in the dog' ' . Veterinary Radiology, Vol.25 , No.2, 1984; pp 50-64.
(***) Dott. Andrea Pievaroli Nato a Roma 1' 11 febbraio 1967. Si è laureato in Medicina Veterinaria presso l'Università degli Studi di Milano nel febbraio 1992, con una tesi sperimentale dal titolo : « Valutazione morfologico-funzionale del cuore nel cane da caccia. Indagine ecocardiografica». Attualmente esercita la libera professione a Roma, dove si occupa in particolare di piccoli anima]i.
19) TRI ULZI M.O., WEYMAN A.E.: "Valutazione quantitativa dell' ecocardiogramma bidimensionle''. Centro Scientifico T orinese, 1986. 20) WEISS J .L., EATON L.W., KALLMAN C.H., et al: "Accuracy of volume determinations by twodimensional echocardiography: Defining requirements under controlled conditions in the ejecting canine left ventricle" . Circulation , 67:889, 1983.
(****) Prof. Franco Tradati Nato a Milano il 4 giugno 1930. Si è laureato in Medicina Veterinaria nel 1957. Assistente presso l'Istituto di Patologia Speciale e Clinica Medica di Milano dall'anno di Laurea aJ 1970 e aiuto, nel medesimo Istituto fino al 1980. Ha conseguito la libera Docenza in Semeiotica Medica Veterinaria nel 1969 ed in Patologia Speciale e Clinica Medica nel 1970. È stato incaricato dell'insegnçtmento di Patologia Speciale e Clinica Medica nel 1969 ed è Professore Ordinario in tale materia dal 1980. Si è occupato in particolare delle affezioni dei pretomaci dei bovini, delle patologie inerenti l'allevamento del vitello da latte e delle malattie cardiopolmonari del cavallo.
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AGGIORNAMENTI SULLE NORME NAZIONALI E COMUNITARIE IN MATERIA DI LATTE E PRODOTTI A BASE DI LATTE Marconi P . (*), Amerio G.P . (**).
Negli ultimi anni si è assistito ad un totale sconvolgimento di quella branca della legislazione a limentare riguardante il latte ed, in misura minore, i suoi derivati. Esattamente per sessant'anni la materia è stata regolata in Ital ia dal Regio Decrew 9 maggio 1929, n° 994 (Regolamento sulla vigilanza igienica del latte destinato al consumo diretto). Nonostante fosse notevolmente datato, q ucsto dee re t o d et tava norme ancora attuali e fondamentali nei riguardi dell'igiene e della produzione del latte destinato al consumo diretto. Avversato, criticato c molte volte disaucso sia dai produttori che dagli organismi di controllo , il R.D . 994/ 1929 è stato ora quasi totalmente superato dalle normative emanate negli ultimi anni, sia in recepimen to di normativc comunitarie, sia in previsione della loro adozione. È rimarchevole il fatto che l'art ualc legge fo ndamentale in materia, la Legge 3 m aggio 1989, no 169 (Disciplina del trattamento e della commercializzazione del latte alimentare vaccino) abbia prescritto norme ancora più restrittive e, perciò, maggiormente garantiste del -
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l' interesse dell'igiene pubblica e del consumatore, di quelle previste dalle direttive CEE vigent i o in fase di st udio all'epoca. Tale norma prevede, infatti, una suddi visione annonario-commerciale del latte alimentare in di verse categorie a ven ti cara tteristiche qualitative di ffcrent i, venendo incontro alla tendenza presente da vari ann i tra i produnori, di effettuare il cosiddetto pagamemo del latte «a qualit à». La Legge 169/ 1989 prevede l'immissione sul me rcato delle seg uenti categorie di latte a li mentare: A) LATTl PASTOR IZZATI l) Latte pastorizzato 2) Latte fresco pastorizzato 3) Latte fresco pastorizzato di alt a qualità B) LA TT! STERILIZZAT l l) Latte a lunga conservazione 2) Latte U HT a lunga conservazione. Ognuna delle categorie di latte alimentare prevista dalla Legge 169 può essere immessa in commercio nei tipi : intero, parzia lmente seremalo c scrcmato. Fa eccezione il
latte fresco pastorizzato di a lta qualità, che può essere com mercializzato esclusivamente come latte intero (Circ. Min. San . 3 dicembre 1991 , n. 24). La Legge 169 prescrive il divieto assolu to dì com mercializzazio ne del latte crudo, prevedendo, qua le unica eccezione, il caso di vendita diretta dal produttore a l consumatore nella stessa azienda agricola di produzione. La C ircolare 24/ 1991 indica, inoltre, che tale vendita possa essere effel'tuata nel solo caso in c ui gli allevament i e le bovine latti fere si trovino di fatto nelle condizioni minime previste dal D .M. 9 maggio 1991, n° 184, all'art. l , com ma l, lettera a), decreto di cui parleremo più avan ti . Oltre a vietare la commercial i7.zazione del latte cr udo, la Legge 169 stabilisce le carallcrist ichc rccnichc dci trattamcmi termici (pasto rizzazione o sterilizzazione) cui deve essere souoposto obbligatoriamente il latte a li mentare. A tale riguard o riport iamo in exlenso l'art. 2 della legge: l. l trauamenli termici ammessi per il falle alimentare desrinaro al consumo umano direi/o sono: a) pasroriz::.a;J one: trar/amento
Tabella l. Caratteristiche merceologiche dei va_ri tipi di latte alimentare ammessi al commercio dalla L. 169/ 1989 Fosfatasi alcalina
Percentuale sieroprotei ne solubili
Perossidasi
Latte pastorizzato
neg.
> 11 o/o
n.p. (l)
Latte fresco pastorizzato
neg.
> 14%
Laue fresco pastorizzato di alta qualità
neg.
Latte a lunga conservazione Latte UHT a lunga conservazione
.
Temperatura di conservazione
Termine minimo di conse rvazione
4 gg. (2)
pos.
c l-6° c
> 15,50 %
pos.
l-6°
c
4 gg. (2)
n.p. (l)
n.p. (l)
n.p. (l)
n. p. (l)·.
180 gg.
n.p. (l)
n.p. (l)
n. p. (I)
n.p. (l)
90 gg.
A) Latti pastorizzati 1-6°
4 gg. (2)
B) Lalti sterilizzati
(!) n.p. = non prescritto.
(2) Circ. Mint. San. 18 febbraio 1980 , n. 12
termico in )lusso continuo per almeno quindici secondi a temperatura inferiore al punto di ebollizione ma superiore a 72 gradi centigradi ovvero per tempi e temperatura integranti una equivalente quantità di calore, idoneo ad assicurare la distruzione di furti i microorganismi patogeni e di parte rilevante della .flora microbica sap ro.fita, con limitate alterazioni delle caratteristiche chim iche, fisiche e organo/ettiche; b) sterilizzazione: trattamento termico idoneo ad assicurare la distruzione di tutti i microorganismi presenti nella ffe o che ne impedisca definitivamente la p rol((erazione. 2. Altri trattarnenti possono essere autorizzati con decreto del Ministro della Sanità di concerto con il Min istro dell'Agricoltura e delle Foreste in relazione ad eventi calamitosi, alla evoluzione tecnologica o a normative della Comunità europea. Come si vede, la legge prevede la possibilità di effettuare t rattamenti di versi da quell i cano nici nel caso d i «eventi calamitosi >>, sit uazione in cui può essere coinvolto l'U f ficia le veterinario in caso di concorso delle Forze Arma te nel soccorso a lle po-
polazioni colpite da tali eventi, anche se ci pa re che il rilascio di un' autorizzazione del genere da parte del Min istro della Sanità di concerto con il Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste debba compor tare un iter burocratico necessariamente lungo e che, pertanto, tale autorizza zione dovrebbe poter essere rilasciata dall' autorità sanitaria locale, che in alcuni casi potrebbe anche essere ident ificata nell'Ufficiale veterinario incaricato del controllo della catena logist ica impiantata in ambiente di emergenza. Le caratteristiche merceologiche dei vari tipi di latte alimentare stabilite dalla Legge 169 sono riportate nella T a bella l. I dettami d ella Legge 169 sono stati resi a pplicativi con l'emanazione dei due decreti del Ministro della Sanità nn . 184 e 185 del 9 maggio 1991. Q uest i regolamentano le condizioni di produzione zootecnica, i req uis iti di composizione ed igienico-sanitari del latte crudo destinato a lla utilizzazione per la produzione di latte alimentare trattato termicamente (D .M. 184) e per la produzione di «latte fresco pastorizzato d i alta qualità» (D.M . 185).
ll D .M. 184 è corn posw da un testo consistente in cinque artico li e da cinque allegati , che t rattano, rispettivamente: ALLEGATO l: prescrizioni relat ive agli allevamenti ed a lle vacche produttrici di laue crudo; ALLEGATO 2: prescrizioni relaLive alle aziende eli produzione; ALLEG ATO 3: prescrizioni relative all' igiene della mungitura, della raccolt a , della ma nipolazio ne c del trasporto del latte crudo, nonché per l' igiene del personale preposto a tali operazioni; A LLEGATO 4: prescrizion i relative a i centri di raccolta ; AL LEGATO 5: requisit i d i composizione ed igienico-sanitari del latte crudo . II D. M . 185, a sua volta, è com posto da un testo consistente in cinque a rticoli e da d ue allegati, con cernenti: AL LEG ATO l: prescrizioni relative alle aziende di prod uzione; ALLEG ATO 2: requis it i d i composizione ed igienico-sanitari del latte crudo destinaLO alla prod uzione di «latte f resco pastorizzato di a lt a quali tà».
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L'attuazione dei DD.MM. 184 c 185 determina, quindi, una discriminazione già della materia prima, ovvero del latte crudo, nonché degli animali produttori e delle strutture, a seconda della loro destinazione alla produzione di latte alimentare in genere o di lane fresco pastorizzato di alta qualità, con consegucnt i vantaggi commerciali per i produttori che riescono ad ottenere latte conforme agli standards dettati dal D.M. 185. Una seconda di scr iminazione qualitativa del latte crudo deriva poi dalla possibil ità di rientrare negli standards più elevati dei !atti alimentari diversi dal latte fresco pastorizzato di alta qualità, illustrati nella Tabella l. Infatti , la possibilità di ottenere dei !atti alimentari aventi un'elevata percentuale in sicroproteine solubili cd una risposta positiva alla prova della perossidasi dipende dalla possibilità di poter applicare un trattamento termico il più blando possibile, che dipende a sua volta, in primo luogo, dal numero di microorganismi contenuti nel latte crudo e quindi da lle condizioni igieniche di produzione. Analogamente, i diversi parametri compositivi (grasso, proteine totali, ecc.) sono legati alla gestione globale dell'allevamento. I requisiti compositivi cd igienico-sanitari del latte crudo dettati dal D.M. 184 e dal D.M. 185 sono riportati nella Tabella 2. È inoltre opportuno ricordare che il latte destinato alla produzione sia del lallc fresco pastorizzato di alta qualità, sia del latte fresco pastorizzato deve essere sottoposto a tranamcnto termico e ntro 48 ore dalla mungitura e c he il latte fresco pastorizzato di alta qualità deve essere sottoposto ad un solo trattamento termico. L'Allegato2al O.M.l84ei'AIIegato l al D.M. 185 prescrivono, inoltre, i requisiti minimi richiesti per le aziende di produzione, relativam ente all'utilizzazione del latte prodotto per la produzione del latte a limentare in genere e del latte fre-
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sco pastorizzato di alta qualità. Tali requisiti sono illustrati sinteticamente nella Tabella 3. Il latte crudo che non rientra nei parametri sa nciti dalla legge per la produzione di latre alimentare deve essere destinato a lla produzione di prodotti diversi, qual i i formaggi o a ltri derivati; in via preferenziale quei prodotti che verranno sottoposti a cottura o ad una lunga stagionatura. Una novità a questo riguardo, che ha messo in allarme i produllori di tali derrate, è costituita dall'adozione, da parte del Consiglio delle Comunità E uropee, della Dircuiva 92/46/CEE del 16 giugno 1992. Tale direttiva dovrebbe essere adottata entro l'anno corrente da tutti i P aesi della CEE, per entrare in vigore dal l o gennaio 1994. Essa prevede dci limiti eli carica microbica e nel tenore in cellule somatiche sia per il latte crudo (delle di verse specie lattifere) desti nato alla produzione di latte alimentare, sia per il latte crudo avviato alla produzione di altre derrate destinate al consumo a limentare umano. l li miti stabiliti per il latte bovino crudo destinato a lla produzione di latte alimentare trauato termicamente vengono estesi dalla diretti va anche al latte crudo destinato alla produzione di latte fermentato, cagliato, gelificato o aromatizzato c di creme. Per questo latte è previsto un tenore massimo di germi a 30° C pari a 100.000 per mi e di cellule somatiche pari a 400.000 per mi, in modo analogo a quanto già previ s to dall ' Allegato 5 a l D. M. 184. Per il latte bovino crudo destinato a lla produzione eli prodoll i a base di latte diversi da quelli sopra elencati, la Direttiva 92/ 46/ CEE prevede i seguenti limiti: -
a decorrere dall '1. 1.1994:
tenore di germi a 30° C (per mi):
:5 400.000
tenore in cellule somatichc (per mi):
:5 500 .000
- a decorrere dall' 1.1. l 998: tenore in germi a 30° C (per mi) : :5 100.000 tenore in cellule somatiche (per mi):
:5 400.000
L'art. 8 della direttiva prevede, però, a tale proposito, che l'auto rità sanitaria nazionale dei vari Stati membri della CEE possa concedere deroghe rispcllo a tali requisiti nel caso in cui il latte venga destinato a lla fa bbricazione di formaggi che richiedano un periodo di maturazione di almeno 60 giorni. In queste deroghe potrebbero venire compresi buona parte dci forma ggi a denominazione d'origine controllata prodotti in Jtalia. Dal punto di vista della vigilanza, è interessante quanto esposto a l Capito lo Il dell'Allegato C alla direttiva 92/46/CEE, che stabilisce i criteri microbiologici relativi ai prodotti a base di latte e al latte a limentare . La lettera A eli tale capitolo, che riguarda i criteri microbiologici relativi ad alcun i prodotti a base di latte alla loro uscita dallo stabilimento di trasformazione, è suddivisa in tre punti. Il primo riguarda dei criteri obbligatori, concernenti il requisito dell'assenza di germi patogeni (Listeria monocytogenes e Sa/monella spp.). Il secondo indica i crit eri analitici, considerando dei limiti riguardo a germi ritenuti testimoni di carenza di igiene
(Staphylococcus aureus e Escherichia co /t) ; il terzo i «germi indicatori», stabilendone non dci limiti tassativi, ma delle lince direttrici, utilizzabili nella valutazione globale di un impianto produttivo, anche applicando il metodo deii'H.A.C.C.P., con specifico riferimento a li 'ali uazione dell'aut ocontrollo. Abbiamo ritenuto opportuno riportare nella Tabella 4 il testo del l'Allegato C, Capitolo Il , Punto A, a llo scopo di fornire in modo completo tali indicazioni ai lettori. Un'altra im portante novità in trodotta dalla direttiva 92/ 46/CEE
Tabella 2. Req uisiti compositivi ed igienico-sanitari previsti dai DD.MM . 184 e 185 Latte crudo destinato alla produzione di latte alimentare in genere {D.M.: 184/ 1991) Peso specifico Tenore in materia protcica
:::: 3,000Jo
:::: 3,50% :::: 32,0 g/1
:::: 8,50%
:::: 8,500Jo
~
Indice crioscopico ~
-0,520°
c
~
-,520°
c
s 100.000 ufc/ ml
100.000 ufc/ ml ~
~
400.000/ml
300.000/ ml
s 30 p.p.m.
Contenute in acido lattico Residui di antibiotici - penicilline - alt ri
w· c
:::: 28,0 g/ 1
Ten. in materia secca sgrassata
Tenore in cellule somatiche
:::: 1.030 a +
:::: 1.030 a+ 10° C
Tenore in materia grassa
Tenore di germi a + 30° C
Latte crudo destinato alla produzione di latte fresco pastorizzato di alta qualità (D .M . 185/ 199 1)
< 0,004 mcg non rilevabili
< 0,004 mcg non rilevabili
Tabella 3. Requisiti delle vaccherie a norma dei DD.MM. 184 e 185 (da: Zaffino , 1992)
Latte alimentare in genere
Latte fresco pastorizzato di alta qualità
subito
dal 1.1.1 995
subito
dal 1.1.1995
Pavimenti e pareti lavabili
SI
SI
SI
SI
Buone condizioni igieniche e pulizia
SI
SI
SI
SI
Buone condizioni sistemazione vacche
SI
SI
SI
SI
Lettiera asciutta
S'l
SI
SI
SI
Stalla
Sistema di drenaggio
SJ
SI
SI
ST
Allontanamento regolare sterco e liquarni
SI
SI
SI
SI
Locale mungitura separato (in mancanza mungitricc mobile)
NO
SI
SI
SJ
Filtrazione
SI
SI
SI
SI
Refrigerazione
SI
SI
SI
SI
Locale separato per conservazione latte
NO
SI
SI
SI
Locale separato per pulizia utensili e depositi bidoni e apparecchiatura
SI
SI
SI
SI
Condizioni igieniche di pulizia di apparecchiature e utensili
SI
SI
SI
SI
Acqua potabile o potabilizzata
SI
SI
SI
SI
Locale separato per detergenti e disinfettanti
NO
NO
SI
SI
Registro di carìco e scarico
NO
NO
SI
SI
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è quella riguardan te la bollat ura anitaria del latte c dei prodotti a base di latte. Tale bollatu ra - come recita testualmente la norma - viene effettuata nello stabilimento a l momemo della fabbricazione o immediatamente dopo, in un pumo chiaramente visibile, in maniera perfettamente leggibile c indelebile c in caraueri fac il mente decifrabili. Il bollo saniLario può essere apposw sul prodotto stesso o sulla confezione, qualora il prodotto sia provvisto di imballaggio individuale o s u un'etichetta apposta a sua volta sull'imballaggio. II bollo previsto è del tutto simile a quello già in uso per le carni cd i prodotti derivati, come stabilito nel Capitolo IV dell'Allegato C, di cui riponiamo il tcsw del Punto 3 della Lettera A:
3. a) il bollo sanitario deve recare le seguenti indicazioni, racchiuse in 1111 contorno ovale: i) o: - nella parte superiore, l'iniziale o le iniziali del paese speditore in lei/ere maiuscole, vale a dire, per la Comunità, le /et/ere: B - DK - DEL - E - F- l R L - l - L - N L - P UK, seguire dal numero di riconoscimento dello stabilimento, - nella parre inferiore: una delle seguen ti sigle: CEE- EOF EWG - EOK - EEC - EEG; ii) oppure: - nella parte superiore, il nome del paese speditore in lelfere maiuscole, - al centro il numero di riconoscimento dello stabilimento, - nella parte inferiore, una delle seguemi sigle: CEE- EOF - EWG - EOK - EEC - EEG;
b) il bollo sanitario può essere apposto con un tampone ad inchiostro o a fuoco sul prodoTto, sulla confezione o sull'imballaggio, oppure essere sramparo o collocato su 1111a eticheua. Per i prodotti contenuti in recipienti ermeticamente chiusi il bollo deve essere applicato
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in maniera indelebile sul coperchio o sulla scatola; c) la bollatura sanitaria può consistere anche in una targhefla di materiale resistente fissata in modo da essere inamovibile, soddisfacente twte le norme igieniche e contenente le indica~ioni precisate alla lelfera a). La bollatura san itaria del lauc c dci prodoui a base di latte non è una novità in ambito europeo. ln Francia, ad esempio, è già applicata da a nni e da noi è possibile ritrovare in commercio diversi prodotti di origine francese muniti di bollo sanitario. Con il rccepimento della direuiva 92/ 46/ CEE anche in Italia avremo i prodoui a base di latte «bollati» a riprova che sono stati ottenuti in stabilimenti autorizzati, con materie prime rispondenti alle norme prescriue e in condizioni fi nali parimenti co n form i alle norme. Notevoli. nel complesso. quindi, i cambiamenti intervenuti nel panorama d eli 'igiene del latte e dei prodoui lattiero-cascari negli ultimi anni. Comprensibile, qu indi , anche l' in certezza creatasi nell'ambieme dei produttori nel vedere cambiare in modo così repentino una normat iva a cui era no abitual i da una vit·a intera. D 'altra parte, è stato possibi le notare la soddisfazione dci produttori più attenti verso la qualità del prodotlo nel vedere recepita dalla normativa la loro aspirazione acl una regolamcnt azione globale del pagamento de l latte «a qualità». Notevole, ino lt re, il fallo che, con la stesura e la successiva adozione della Legge 169, il legislatore italiano abbia anticipato il Consiglio della CEE in merito alla di vers ificazione commerciale del latte alimentare in base alla sua qualità annonaria. Il quasi totale rinnovamento della legislazione ul lallc deve essere accolto dai veterinari come l'occasione propizia per rivedere a fondo
le proprie conoscenze in materia, in modo da riappropriarsi in modo definitivo el i una parte dell'arca <.li conrro llo sugli alimenti di origine animale più volte insidiata da altre categorie, così da garantire un controllo sanitario completo c cont inuo (dalla stalla alla distribuzione) del latte c dci suoi derivati, in modo da tutelare nel modo più soddisfacente sia l' interesse commerciale del consumatore che, in modo primario, la sua sa lute. Non possiamo, infatti, dimenticarci che - quali sanitari - è nostro compito pr incipale tutelare la salme della popolazione, quale suo diritto costilu7ionalc (art. 32 Costituzione), tanto più nel caso in cui il citt adino è tenuto acl usufruire , per obblighi derivanti dal servizio da lui svolto coartivameme, di una forma di ristorazione collettiva for nitagli dall'Amministrazione pubblica, come nel caso della ristorazione militare.
FONTI LEGISLATIVE R.D. 9 maggio 1929 «Regolamento sulla vigilanza igienica del latte destinato al consumo diretto», n. 994; L. 3 maggio 1989 «Disciplina del trattamento e della commercializzazione del latte alimentare vaccino», n. 169 (G.U. n. 108 del1'11.5.1989);
D.M. 9 m aggio 1991 «Regolamento concernente le condizioni di produzione zootecnica, i requisiti di composizione ed igienico-sanitari del latte crudo destinato alla utilizzazione per la produzione di latte alimentare trattato termicamente», n. 184 (G.U. n. 142 del 19.6.1991); D.M . 9 maggio 1991 «Regolamento concernente le condizioni di produzione zootecnica, i requisiti di composizio n e cd igienicosanitari del latte crudo destinato alla utilizzazione per la produzio ne di
Ta bella 4. Criteri microbiologici prescritti da lla D irettiva 92/46/CEE Criteri microbio logici per alcuni prodotti a base di lane a lla loro uscita dallo stabilimento di trasformazione 1. C riteri o bbligatori: germi patogcni. T ipo d i ger111e
-
P rodotti
Listeria monocytogenes
-
Formaggi di versi da quelli a pasta dura
Assenza in 25 g (c)
Sa/monella spp.
-
A ltri p rodoui (b) Tutti, salvo latte in polvere
Assenza in l g Assenza nei 25 g (c)
-
Latte in polvere
Assenza n ei 25 g (c)
n -
n n
= 5, c = O
= 5, c = O =
IO, c
=
O
Inoltre i microrganismi patogeni e le loro lossine no n devono essere presenti in quan tità tali da nuocere alla salute dei co nsumato ri. a)
l parametri n, m, M e c sono cosl d efiniti : n = numero d i u nità che costituiscono il campione; m = valore limite del numero di batteri; il risultato è considerato soddisfacente se il numero di batteri in tu tte le uni tà del campione non è superiore a m; M =valo re massimo del numero d i batteri; il risultato è consideralo non soddisfacente se il nu mero di batteri in una o più delle unità del cam pio ne è uguale o sup eriore a M; c numero d i unità di campione il cui contenu to batterico può essere compreso fra m e M; il campione è considera to ancora accettabile se il contenuto batterico delle a ltre unità del campione è p ari o inferiore a m. Tale ricerca non è obbligatoria per il latte sterilizzato, il latte conservato e i p rodott i a base di latte trattat i col calore dopo il confezionamento e l'imballaggio. l 25 grammi saranno o ttenuti mediante 5 prelievi di 5 grammi dallo stesso campione d i prodotto effettuati in punti diversi.
=
b) c)
Qua lora le norme vengano oltrepassate , i prodotti devono essere esclusi d al consumo umano e ritirati d al mercato conformemente a lle disposizioni dell'articolo 14 1, paragra fo l, qui nto e sesto trattino d ella presente direttiva . l programmi di campionatura sa ranno fissati in funzione della na tura dci prodotti e dell'analisi dci rischi. 1 Ari 14: 1. Col i Si ali memhri vigilano che il conduuorc o ilacstore dello s1abili mcmo di trattamcnlo e/ o di trasform azione prenda 1u11e le misure necessarie affinché, in tulte le fasi della produzione, siano osservate le disposiziolli della presente clireuiva. A tal fine il conduuore o il gestore procede ad autocontrolli costanti basali sui seguenti principi: ...(omissis) ... - se l'esito dell'analisi <li laboratorio o qualsiasi altra informazione di cui dispone rivela che sussiste un rischio sanitario grave, informazione dell'autorità competente; - in caso di ri;chi immediati per la salulc umana. ritiro dal mercato del quantilativo di prodoui ouenuti in condizioni tccnologicamcnte simili che possono presentare lo stesso rischio. Il quamitativo ritirato dal commercio deve rimanere souo la sorveglianza c la responsabilità dell'autorità competente finché non venga distruuo, utilizzato a fin i diversi dal consumo umano o, prcvia autorizza1.ione dell'autorità in questione, opportunamente trauato di nuovo in modo da garantirne l'innocuità.
2. C riteri analitici: germi testimoni di carenza d ' igiene. Tipo di germe
-
Sraphylococ:c:us aureus
Prodotti Formaggio a base di latte crudo e latte trattato termica mente
Formaggio a pasta molle (a base di lane trattato terrnicamente)
Formaggio fresco La tte in polvere P rodo tti gelati a base di latte (compresi i gela ti e le creme gela te) -
Escherichia coli
Norme (mi, g) m = 1.000 M = 10.000
n =5 c =2 m = 100 M= 1.000 n=5 c =2 m = lO M = 100
n c
=5 =2
Formaggio a base di latte crudo e latte trattato termicamente
m = 10 .000 M = 100.000 n = 5 c = 2
Formagg1o a pasta molle (a base di latte trauato termicamem e)
m = 100 M = 1.000 n= 5
c
=2
41
Il superamento di queste norme deve comportare in ogni caso una revisione dell'applicazione dei metodi di sorveglianza e . di controllo dei punti critici applicati nello stabilimento di trasformazione conformemente all'art. 14 della presente direttiva. L'autorità competente è informata delle procedure introdotte per correggere il sistema di sorveglianza della oroduzione al fine di impedire il ripetersi di tale supcramento. Inoltre, per quanto concerne i formaggi a base di latte crudo e latte trattato termicamente e i formaggi a pasta molle, ogni superamento della norma M deve richiedere la ricerca dell 'eventuale presenza di tossine in questi prodotti secondo un metodo da fissare con la procedura dell'art. 31 della presente direttiva. L'identificazione di ceppi di Staphylococcus aureus enterotossigeno o di ceppi di Escherichia coli ritenuti patogeni comporta il ritiro dal mercato di tutte le partite infette. In questo caso l'autorità competente è informata dei risultati ottenuti, conformemente all'art. 14, paragrafo l, quinto trattino, della presente direttiva nonché delle azioni messe in atto per il ritiro delle partite infette e delle procedure adouate per correggere il sistema di sorveglianza della produzione.
3. Germi indicatori: linee direttrici. Prodotti
Tipo di germe -
Prodotti liquidi a base di latte
Coliformi 30° C
Norme (mi, g)
m=O M= 5 n = 5 c = 5
Burro a base di latte o crema pastorizzata
m= O M = IO
n c Formaggio a pasta molle (a base di latte trattato tcrmicamente)
=5
=2
m = 10.000
M
=
100.000
n= 5 c= 2 P rodotti in polvere a base di latte
m= O M = IO
n c Prodotti gelati a base di latte (compresi i gelati e le creme gelate)
m= IO M = 100 n
c -
Pro dotti liquidi a base di latte trattati termicamente e non fermentati (a)
Tenore di germi
Prodotti gelati a base di latte (compresi i gelati e le creme gelate) (b)
=5 =2
=5 =2
m = 50.000 M = 100.000 n = 5
c = 2 m = 100.000 M n
= 500.000
=5
c = 2 a) Dopo incubazione a 6° C (tenore di germi a 21 o C). b) Tenore di germi a 30° C. Queste linee direttrici sono intese ad aiutare i produttori a valutare la correttezza del funzionamento del loro stabilimento e ad applicare il sistema e la procedura di autocontrollo della produzione.
4. Inoltre i prodotti a base di latte tNlttali termicamenle devono, dopo un'incubazione di 15 giorni a 30° C, soddisfare ai seguenti requisiti: a) tenore di germi a 30° C (per O, l mi): b) controllo organolettico: normale.
42
s IO,
latte fresco pastorizzato di alta qualità», n. 185 (G.U. n. 142 del 19.6.199 1); Ore. Min . San. 3 dicembre 1991 «Legge 3 maggio 1~89, n. 169», concernente disciplina dçl trattamento e della commercializzazione del latte alimentare vaccino e suoi decreti di applicazione (decreti ministerial i n. 184 e 185 del 9 maggio
1991), n. 24 (G.U. n. 291 del C irc. Min. San. 22 dicembre 12.12.1991); 1992 «Direttiva n . 92/47 /CEE relaDirettiva del Consiglio 16 giugno tiva alla concessione di deroghe 1992 «Norme sanitarie per la pro- . temporanee e limitate alle norme duzione e la commercia lizzazione sanitarie specifiche di cui alla diretdi latte crudo, di latte trattato ter- tiva ~· 92/46/CEE, in materia di micamente di prodotti a base di lat- produzione e immissione sul mercate», n. 92/4 6/CEE (G .U. d elle Co- to di latte e prodotti a base di latmunità europee n. L. 286 del te», n . 42 (G.U. n . 304 del 14.9.1992); 29.12.1992).
BIBLIOGRAFIA
ed i suoi derivati Obiellivi e Documenti Veterinari , 13, (!), 21-27;
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4) E. PARTST, G.P. AMERIO (1990) - La figura del veterinario nell'ambito del controllo e della vigilanza del latte
3) L. l EALI ( 1992) - latte destinato al consumo alimentare. La Legge 169/ 1989 e i Decreti 184 c 185/1991 Rilevante impegno dei Servizi Vetenari. Il Nuovo Progresso Veterinario, 47, (23), 720-728;
e dei prodotti lattiero-caseari. Il Nuovo Progresso Veterinario, 45, (IO); 5) l. ZAFFINO (1992)- La legge 169 e i suoi decreti di applicazione. Aspetti legislativi. Il mondo del latte, 46, (2}, 99-104.
Il Cap.co.vet. Pietro Marconi ha frequentato il 10° corso dell'Accademia di Sanità Militare, laureandosi presso la Facoltà di Medicina Veterinaria deii'U 11iversità di Torino. Ha prestato servizio di prima nomina presso il Gruppo Artiglieria da montagna «Bergamo» e successivamente presso il Comando dei Servizi Sanitari della Regione Militare Nord Est.
Attualmente p resta servizio al 5° Corpo d'Armata di Vittorio Veneto come Capo Servizio Veterinario del 5° C .A. Si è specializzato in Ispezione degli alimenti di origine animale presso l'Università d i Medicina Veterinaria di Torino ed ha frequentato vari corsi annuali su tematiche inerenti i prodotti ittici, l'ettichettatura, le nuove direttive comunitarie e le conserve alimentari.
Il Dott. Gian P aolo Amerio ha frequentalo il 102° corso A.U.C. presso la Scuola A.U.S .A. di Foligno. Ha prestato servizio di P nomina p resso iJ Gr.a.mon. «Bergamo» ed un per iodo di richiamo, nel grad o di Tenente, presso il Gr.a.mon. «Lanzo» . Si è laureato a pieni voti presso la Facoltà di M edicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Torino discutendo una tesi dal titolo «La listeriosi: zoonosi occulta d i interesse ispeltivo» .
Attualmente frequenta il 3° anno del corso di Dottorato di Ricerca in «Chimica, T ecnologia ed Igiene degli alimenti» presso il Dipartimento di Patologia animale dell'Università d i Torino. È stato relatore nella Sezione «Ispezione a limenti» a l X LV ed al XLVI Convegno Nazionale S.I.S. Vet. È autore di alcune pubblicazioni a stamp a pertinenti l'ispezione degli alimenti di origine animale, in particolare del latte e derivati.
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MOZAMBICO <<ITALFOR ALBA'IROS>> il punto di vista veterinario Il Mozambic9 occupa una fascia compresa tra il 13. m o ed il 27. m o parallelo Sud, lungo la costa orientale dell'Africa australe. Confina a Nord con lo Zambia e la T anzania, ad Ovest col Malawi, lo Zimbabwe ed il South Africa , a Sud con lo Swaziland, mentre ad Est v'è l'Oceano Indiano. Al Centro ed al Nord la vegetazione assume l'aspetto di foresta che si dirada poi in savana. Scoperto da Vasco dc Gama, il Mozambico fu colonia portoghese dall' in izio del secolo XVT sino a l 25 giugno 1975, giorno in cui il Paese diventò Repubblica Popolare del Mozambico. La guida della nuova Repubblica fu assunta dal FRELlMO (Fronte di Liberazione Mozambicano) che si era opposto a i portoghesi, combattendoli per circa undici anni. In contrasto con il FRELIMO, nel 1976, si costit uì la RENAMO (Rivoluzione Nazionale Mozambicana) che iniziò la lotta armata contro il Governo ufficiale di Maputo . Con l'estendersi d'una crisi socioeconomica gravissima, retaggio della guerra civile, nel 1990, le pani in lotta addivenirono a negoziati di pace favor iti, tra l'altro, dalla promulgazione d'una nuova Costituzione. Il Ministero degli Affari Esteri Italiano c la Comunità di S. Egidio hanno fav orito questi negoziati che sono sfociati in un accordo di pace (ancora in embrione) siglato a Ro-
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ma il 4 ottobre 1992, sia dal Preside nte del Mozambico, A lberto Ch issano, sia dal Presidente della Renamo, Alfon so Dhlakama. Tn tale accordo si prevede che, sino alle nuove elezioni , le Forze Armate di Difesa Mozambicane (FADM) siano poste sotto il controllo internazionale , in concomitanza del ritiro delle tr uppe straniere dello Zimbabwe e del Malawi , presenti in Mozambico . L 'attuazione di tali accordi è supervisionata dali'ONU, il cui Segretario Generali, sig. Boutros Ghali, ha nominato , q uale rappresentante per il Mozambico, l'italiano Aldo Ajello. Con la risoluzione n. 797, inoltre, il Consiglio d i Sicurezza delle Nazioni Uni te ha dato il via all' «Operazione delle Nazioni Uni-
Accampamento di Chimoio.
te in Mozambico (ONUMOZ)» che prevede l'impiego d'una forza multinazionale di pace , di cui l' Italia fa parte con il contingente «ITA LFOR ALBATROS» costituito dalla Brigata Alpina Taurinense e da altri elementi di rinforzo e precisamente: - Comando Brigata Alpina Taun nense; - Ba ttaglione A lpini «Susa>>; - Battaglione Logistico Taurinense; - Reparto di Sanità Aviotrasportabile Taurinense; - Gruppo elicotteri del Reggimento dell'Aviazione dell'Eserci to ALTAIR;
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- Compagnia Al pi r~i Paracadutisti; - elementi del Reggimento trasmissioni «Leonessa»; - clementi del Reggimento trasmissioni «Gardena» . Di IT ALFOR ALBATROS fa anche pane l' Ufficiale Veterinario che compie opera d 'ispezione e vigilanza su tutti gli a lim enti approvvigionati (e non necessariamente solo su q uelli d'origine animale), nonchè di consulenza tecnica a favore dei contingenti parteci panti a ll'ONUM OZ (italiano , botswano, portoghese, giapponese, indiano e del Bangladesh), presso il Battaglione logistico Taurinense . Il Comingente italiano ha utilizzato viveri propri, t rasportati dall'Italia via mare, che gli hanno permesso d 'operare ne i prim i 45 giorni .
swano c quello del Bangladesh, s'è reso anche necessario l'utilizzazione di vettori aerei, in relazio ne alla distanza (400 Km) oltre che per motivi di sicurezza. Del contingente botswano, in particolare, avente una forza complessiva di 720 uomini ed un' auto-
Mercato di Chimoio vendita di pesce secco.
idrico veniva metodicamente testata e potabilizzato. Per il contingente botswano tale approvvigionamento era garanti to dal vicino aereoporto di Tete, senza
Successivatnente sono inizia t i i
nomia inizia le dal l aprile di 60
peraltro, alcuna garanz ia quantita-
rifornimenti ONU, tramite ditte riconosciute di proven ienza australiana (es. Morris Catering Australia), zim babwa na (Frexpo Trading LTD), mozambicana (Interfranca) cd italiana (ES-KO). Dal punt o eli vista igienicosanitario, gli alimenti approvvigionati erano di buona qualità, sebbene non sempre trasportat i in modo corretto. S'è riscontrato, in tutte le d itte straniere, l'assenza di pallets, che rendeva problematico lo stoccaggio degli alimenti nei comainers frigo sit i presso la «Compagnia rifornimenti» del Battaglione Logistico Taurinense, schieralO a Chimoio, lungo il corridoio che s'estende dalla cittadi na eli Beira a l confine con lo Zimbabwe. Dal Battaglio ne Logistico ogni reparto, con cadenza fissa, provvedeva al prelevamento dei viveri a seconda della necessità e delle spettanze stabil ite dall'ONU. Per rifornire il contingente Bot-
giorni, si è evidenziata una ridottissima capacità el i stoccaggio di derrate alimenr.ari deperibili, non potend o disporre (inizia lmente) di fri goriferi per la conservazione di generi freschi . Per i prodotti d'origine animale, particolari difficoltà , per altro ini ziali, erano dovute all ' assenza di certificati sani tari scortanti la merce, il non corretto confezionamento , l'assenza di date di produzione e di scadenza, il precoce scongelamento dovuto a l precario funzio nameOLo dell'apparato refrigeratore dei veu ori di trasporto che, tra l' altro, non sempre rispondevano ai requisiti igienici richiesti ma che, ad ogni modo, sono migliorati col passar del tempo, anche grazie alle direttive tecniche impartite dall'V fficiale Veterinario . Per uso ali mentare si è utilizzata esclusivamente acqua minerale in bottiglia (anche per il confezionamemo del pane) mentre, per gli a ltri scopi , l'approvvigionamento
tiva e qualitativa. Nella considerazione che le principali cause di intossicazione alimen tari sono dov ute alla preparazione di alimenti con t roppo largo anticipo rispetto al momento del consumo ed abbandonati a temperatu re tali da permettere la moltiplk azione batterica, ad un'ins ufficiente cott ura, alla contam inazione crociata o alla manipolazione da parte del personale portatore di germi patogeni, è emersa la necessità eli segu ire scr upolosamente elementari norme igieniche, specie quelle riguardanti la cottura a fondo degli alimenti, si no a raggiungere in ogni loro parte a lmeno la temperatura di 70 gradi centigradi ed il conseguente loro consumo immediato, evitandone .l 'eventuale riutilizzo. In fase di conservazione s'è cercato, ove possibile, d'evitare contatti tra a limen ti cotti cd a li menti crudi, nonchè la promiscuità tra generi alimentari di natura eliversa.
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C ura particolare è stata devoluta alla protezione degli alimenti dagli insetti, dai roditori e dagli altri animali, nonchè alla vigilanza sul personale adibito alla manjpolazione del cibo, vigilanza effettuata unitamente al Dirigente del Servizio Sanitario del reparto. Durante questa prolungata esperienza, in condizioni climatiche ed igienico-sanitarie molto particolari, sono maturate alcune considerazioni: a) gli attuali shelter frigo non possono essere utilizzati per lo stoccaggio degli alimenti per lunghi periodi di tempo, ma il loro utilizzo dev'essere limitato al solo trasporto. Inoltre il gas F 12 non è adatto a queste temperature, per cui è stato sostituito con F 22; b) per lo stoccaggio dei generi alimentari conviene usare container frigo da 20 piedi; c) la cella frigo dev'essere dotata di tettoia in quanto è provvista di motore esterno (piogge eventuali); d) il plotone sussistenza di I l anello, deve distribuire la carne allo stato di congelazione ai reparti, che provvederanno in proprio allo scongelamento. Non è conveniente, infatti, istituire un comune locale di macelleria per tutti, in quanto le condizioni igien iche del successivo trasporto sarebbero assolutamente precarie. La presenza dell'Ufficiale Veterinario nell'operazione di peace kee-
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ping ONUMOZ è, senz'altro, da cons iderarsi fondamentale, in quanto le condizioni igienico sanitarie, nel contesto delle quali il contingente ALBATROS s'è trovato ad agire, erano quanto mai precarie ed abbisognevoli d'una sorveglianza pressochè costante. l vari parametri di valutazione di due mentalità differenti hanno costretto svariate volte ad addivenire a compromessi senza, tutta via, transigere nei riguardi della componente prettamente sanitaria, mirante alla salvaguardi a del benessere della comunità. L'esperienza maturata ha consentito di raggiunge livelli standard ottimali che potranno essere convenientemente utilizzati in futuro. D'un certo interesse è l'organizzazione del sevizio veterinario mozambicano, che può essere schematizzato come nel grafico in basso a destra. Data la specificità della missione affidata al Contingente ALBATROS, non è stata prevista alcuna attività di tipo zooiatrico. Ciò nonostante il Capo Servizio Veterinario s'è recato presso il Laboratorio Provinciale di Veterinaria, in Chimoio, dove, fatte salve le esigenze di servizio, ha frequentato il laboratorio di malattie parassitarie, desumendo i dati visibili nel grafico in alto a sinistra nella pagina a fianco, riferiti ad una popolazione di 255 bovini e 161 piccoli ru-
SCII F.OA RIASSU:-IT I\"A DEGLI ALIMENTI 0 '0. A. ISPEZIOI'ATI
generi alimentari carne fresca q.li carne congelata q.li carni alternati ve q.li carni lavorate q.li prodotti ittici q.li latte q.li formaggi q.li burro q.li estratti q.li uova numb. varie q.li scawlette carne q.li scatolelte pesce q.li
mano/ aprile 65.95 36.37 6.14 33.19 84.60 8.15 4.95 1.08 1250
giugno
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55.87 96.44 16.58 14.23 80.00 11.04 1.80
42.04 45.30 10.70 13 .32 1.76 l. 15
59.69 73.69 15.45 39.01 119.14 17.72 10.26
37800 0.31 4.05 ll.17
35640 2.05
59760 4.54
mag~io
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minanti, relativi a strisci di sangue ed a esami coprologici : Inoltre è stata evidenziata una notevole infcst.azione da zecche: Amblyoma spp, Boophilus spp e Rhipicephalus spp, vettrici di anaplasmosi. A questo punto, per rendere organica la trattazione, è bene spendere due parole sull'allevamento bovino nell a Provincia di Manica, in quanto rappresenta uno «spaccato» significativo della vita economica mozambicana. L 'allevamento bovino è la più importante produzione zootecnica del Mozambico sotto il duplice aspetto della produzione commercializzata e del potenziale riproduttivo. Dal 1975, anno dell'indipendenza dal Portogallo, s'è verificato un notevole calo del patrimonio zootecnico mozambicano, calo da imputarsi principalmente: a) alla mancanza dci mezzi necessari ad effettuare un controllo sugli incroci; b) alla mancata introduzione di nuovo materiale genetico. La guerra civile, poi, ha provocato sia perdite dirette tra gli animali, sia una concentrazione di bovini nelle zone ritenute più sicure, al confine con lo Zimbabwe. Tutto ciò ha favorito un sistema di produzione famigliare di tipo estensivo, con bassi indici di produ-
1\UNISTERO DEL L 'AGRICOLTURA
Istituto Nacio nal de lnvcstigacao Veterinaria (IN l VE)
Dircccao Nacional de Pccuaria (DINA P)
-1-
-1-
Laboratorio veterinario provi nciale Allività: indagini di laboratOrio su carni
~ ~
S.P.P. Servicos Provinciais dc Pecuaria Attività: ispezioni della sarùt.à animale produzione animale concessione licenze c permessi
.OGGI OGG l'ARA.SSITOST
strongyloidea paramphistomalidca theileria fasciola trypanosoma moni ezia anaplasma schistosoma strongiloides toxocara coccidi a
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UOVTN T
119 . 50 40 31 21 19
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zione e di produttività animale a scapito dell 'allevamento intensi vo a scopo prettamente commerciale. Del resto questo tipo d'allevamento è retaggio d 'una serie di ragioni a carattere socio-economico, quali: a) una migliore capacità d 'adattamento del settore famigliare ad una sit uazione di guerra, in quanto più flessibile rispetto a quello di tipo imprenditoriale;
b) la proprietà di animali da reddito conferisce all'allevatore locale prestigio sociale nell'ambito della propria comunità; c) il bovino rappresenta un capitale velocemente e sicuramente convertibile in caso di necessità economica; d) l'allevamento bovino fornisce un apporto eli proteine integranti la dieta alimentare, nonchè il latte. Il sistema d'allevamento famigliare, che utilizza pascoli in aree comunitarie, è di tipo sedentario con transumanza durante l'epoca della siccità che obbliga il bestiame a spostarsi verso zone più umide, provviste di foraggio verde. La mandria è generalmente unica, senza separazione in gruppi d'età o di sesso e non è praticata alcuna azione di controllo sugli accoppiamenti che, influenzati dalle condizioni climatiche e dal fotoperiodismo, provocano la concentrazione dei parti verso il termine della stagione um ida. L a mancata selezione
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PICCOLI RUMINANTI
NOME BOTANICO
NOME VOLGARE FAMIGLIA
FAMIGLIA
m fu ti methjanza pan prelo messassa leucaena chuanga mucurambira fiqueira j acaranda sernigucira rosa mussusso
lcguminosc leguminose 1cguminosc legurni nose legurnìnose 1eguminose lcguminosc m or acce biguoniaceac me1iaceae rosaceae co mbretaccac
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32 54 3 8 15
Brac hist egia bochmii Brachistcgia spiciformis Dalberg ia mclanoxy1on J u1bernard ia globi flora Leucaena leucocepha1a Pericopsis angolensis Pterocarpus angolensis Ficus sycomorus Jacaranda mimosi folia Melia azedarach Rosa s. p. p. T erminalia sericea
degli animali in relazione alla produzione di latte, poi, causa un ' alta percentuale della mortalità neonatale. Del resto, s ia il basso indice riproduttivo che l' impossibilità di acquistare riproduttori sul mercato, obbligano l' aHevatore locale a mantenere nella propria mandria animali inadatti geneticamente alla riproduzione . Per ciò che concerne l'incremento ponderale, bisogna tener presente che durante la stagione siccitosa le giornate sono più corte e che sia la quantità che la qualità del foraggio è scarsa. Ne consegue che i bovini hanno minor tempo per pascolare con conseguente perdita di peso rispetto al periodo piovoso. Gli animali, allora, si portano nelle zone più umide ed i pascoli vengono abbandonati agli arbusti infestanti. Nella zona visitata, nel distretto di Manica, al confine con lo Zimbabwe, si possono identificare due razze base, variamente incrociatesi tra loro: la Land im e la Mashona. Con la colonizzazione portoghese, la Landim è stata incrociata con bovini d'importazione di razze diverse, quali Afrikander, Simmentaler, Brahman, Aberdeen Angus, Sussex, Hereford, per aumentarne le caratteristiche di rusticità e di resistenza alle malattie tropicali. Come già detto in precedenza, durante gli anni post-Indipendenza, vengono a mancare i mezzi necessari ad effettuare incroci mirati e l'approvvigionamento genetico,
per cui s'impone una selezione naturale che riporta alla ribalta leprimordiali razze Landim e Mashona. l pascoli naturali della zona sono classificati come «amari» e sono caratterizzati da erbe palatabili per i bovini solo durante il periodo di crescita, unitamente ad un buon potere nutritivo. Con l'invasione arbustiva del periodo della siccità, la componente graminacea è densa mentre con le precipitazioni (che variano tra i 650 e i 1.500 mm/anno) la crescita della vegetazione è regolare e vigorosa. Così il fo raggio possiede caratteristiche bromatologiche ed è appetito dal bestiame specie nel primo periodo dell'epoca piovosa per poi scadere progressivamente a causa della fibrosità e degli avanzati processi di lignificazione delle erbe. Nei foraggi la percentuale proteica riferita alla sostanza secca varia dal 3, 5 al 9 o/o, a seconda dei vari periodi dell'anno e presentano carenze in Fosforo e beta-carotene per circa sette mesi l'anno. Le specie arboree ed arbustive predominanti s'evincono dalla tabella in alto a destra mentre le specie erbacee predominanti sono costituite da: Hyparrlenia s. p. p. Panicum maximum, Chloris s. p. p. , Tetrapogon tenellus, P ennisetum purpureus e Cynadon s. p. p. (star grass) .
Cap. Co. Vet. STEFANONE Pjervittorio
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il Cap. vet. Picrpaolo Pett inati ha conseguito la specializzazionc in «Diriuo c legislazione veterinaria».
NOTlZlARIO Nell'ambito della missione PELLICA· NO si sono avvicendati nel servizio i seguenti ufficiali: Cap. vet. Raffaele Magnani, effettivo al Comando Servizio Vet. della RMNE; Ten. vet. Gianluca Girardi, effettivo al Comando Servizio Vet. della RMNE; Ten. vet. Alfonso Giordano, effelli\'O alla Scuola del Corpo Veterinario;
11 servizio veterinario della missione l BIS, è stato assicurato dai seguenti ufriciali: S. Tcn. vet. Luca Cerro, effettivo al Comando Servizio Veterinario della Regione Militare CE; Magg. vet. Danilo Prestia, effettivo al Comando Servizio Veterinario della RMTE; Ten. vet. Dante Delle Rose, effettivo alla Brigata Meccanizzala <<Cremona»; Ten. vet. Roberto Grasso, effettivo alla Brigata Corazzata «Centauro»; Cap. vet. Antonello Lommito, effettivo alla Brigata Corazzata «Ariete»: S. Ten. vet. Andrea Rizzi, effettivo alla Brigata Meccanizzata «Legnano»; Ten. vet. Stefano Gatti, effettivo al Centro Militare di Allevamento e Rifornimemo Quadrupedi; S. Ten. vet. David Blasetù, effettivo al Distretto Militare di Roma; Cap. vet. Giuseppe Zammuto, effettivo al Comando Servizio Veterinario della Regione Militare SI; Cap. vet. Claudio Cammeresi, ef'fenivo alla Brigata Meccanizzata «Cremona». Nell'ambitO dell'operazione ALBAT ROS nel Mozambico, si sono avvicendati i seguenti ufficiali: S. Ten. vet. Massimi liano Carente, effettivo al Bauaglione Alpini «Susa»; Cap. vet. Piervittorio Stefanone , effettivo alla Brigata Alpini «Taurinense»; S. Tcn. vet. Mario Verani, effettivo al 2° Reggimento Alpini.
PROMOZIONI Sono stati promossi al grado superiore, con anzianità a fianco riportata, i seguenti ufficiali:
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TRASFERIMENTI E NUOVE ASSEGNAZIONI
Il capitolo «coliche del cavallo» racchiude in sè problemi di ordine di aguostico c tcrapcut ico che possono ancora oggi essere oggetto di critica, di studi c di ricerche, pur avendo al proprio attivo osscf\azioni c considerazioni di dinici c spcrimematori di tutti i tempi. Cosi l'allora Dott. Bruno Morelli, assistente presso l'Istituto di Patologia c Clinica Medica Veterinaria della Regia Unh•ersità di Bologna, esordiva nell'articolo «sulle coliche del cavallo» pubblicato sulla Rivista Militare di Medicin a Veterinaria nel 1941. Le esperienze in questo setto· re, maturate in più di mezzo ~ecolo di attività, sono state «trasfuse)) nella monografia «Coliche del ca,·allo)) 2iunta alla seconda edizione. Dopo la descrizione del corretto esame scmiologico del cavallo con sindrome colica, vengono considerati gli esami di laboratorio ed i tipi di colica unita· mente alla prognosi cd alla terapia. Un'ultimo capitolo è dedicato alla terapia medica consef\ ativa. 1 frequenti riferiment i alle più recenti acqui· sizioni in campo ratogcnctico. diagnostico e terapcutico rendono la monogra fia di fondamentale importanza per un c.orreuo approccio ippiatrico.
Ten. Col. spad . Mario Barto1omei, 31. 12. 1992 Magg. Roberto Morctti , 1.1.1993 Magg. Giovanni Roppolo, 1.1.1993 Cap. Ennio Zi nelli , 18.3.1993 Cap. Andrea Vidoni, 18.3.1993 Cap. Pietro Marconi, 18.3.1993 Cap. Piervittorio Stefanone, 18.3.1993 Cap. Carlo Altilia, 18.3. 1993 Cap. Antonio Muroni, 18.3.1993 Cap. Alessandro Sericola, 18. 3. 1993.
Il giorno l dicembre 1992, provenienti dal Nucleo Esercito Accademia Sanità Militare lmerforze - Corpo Veteri nario - , sono stati nominati Tenenti ed hanno assunto servizio alla Scuola del Corpo Veterinario Militare i seguenti ufficiali: Mario Marchisio, Carlo Alberto Minnili , Enrico Mancini. Il Ten. vet. Paolo Viola è stato trasferito dal Comando Servizio Veterinario RMNO alla Brigata Meccanizzata «Pinerolo», in data 15 aprile 1993; il Ten. vet. Paolo Cerreta è stato trasferito dalla Brigata Meccanizzata «Pinerolo» al Comando Servizio Veterinario della RMME, in data 19 aprile 1993; il Cap. vet. Marco Argentieri è stato trasferito dal Reggimento Carabinieri a Cavallo al Reggimento Corazzieri, in data 27 aprile 1993; il Cap. vet. Adriano Felli è stato trasferito dal Reggimento Corazzieri al la Regione Carabinieri «Lazio», in data 27 aprile 1993; il Tcn. vet. Sergio Carta è stato trasferito dalla Regione Carabinieri « Lazio» al Reggimento Carabinieri a Cavallo, in data 27 aprile 1993; il Cap. vet. Claudio Cammeresi è stat o trasferito dal Reggimento Artiglieria a Cavallo al Comando Brigata tvleccanizzata «Cremona», in data 30 luglio 1993; il Ten. vct. Dante Delle Rose è stato trasferito dalla Brigata Meccanizzata «Cremona» al Comando Regione Carabinieri «Firenze», in data 7 agosto 1993.
CONGEDAMENTr CORSf ULTIMATI II Cap. ve1. Attilio Longo ha ultimato il Corso di aggiornamento su «Vigilanza e controllo dei prodotti alimentari della pesca»;
Hanno lasciato a domanda il servizio effettivo e sono transitati nella categoria del «complemcnto»i seguenti ufficiali: Ten. Col. vet. Stefano Barlozzari; Cap. vet. Raffae llo Fazzini.
Il Corpo Veterinario esprime ai familiari il più vivo cordoglio per la scomparsa del Prof. Antonio Corrias, già capitano del Corpo Veterinario Militare, Medaglia d ' Argen to al Valor Militare c membro del comitato di redazione di questa ri vista.