5 minute read

ULDERICO PIERNOU NOME IN COD ICE K2

Next Article
ULDERICO PJERNOLI

ULDERICO PJERNOLI

Il testo recita:

11 mittente è affetto da t.b.c. grave, del tipo 'galoppance', frequente in elementi sudanesi anche robusti ma incapaci di sopportare le altitudini dell'altipiano. Sarebbe il caso di collocarlo in congedo, riformato, e rimandarlo al suo paese, ma nelle condizioni attuali non è affatto in grado di affrontare il viaggio26 .

Advertisement

Il capitano fa trasferire Bescir all'ospedale di Cheren. Non tornerà più alla sua batteria e i gradi di muntàz gli arriveranno post mortem. li guaitana capitano lo vedrà un 'tùtirna volta prima di morire , poi si recherà al cimitero degli ascari, a Cheren, e appunterà i galloni sulla sua tomba. Il dovere chiama e non lascia tempo e spazio neppure per gli amici che muoiono. Caccia Dominion.i annota:

Il SIM è w1a di quelle trappole infernali che il Lopo annusa sospettoso prima di decidersi (e ne l caso mio la decisione è stata breve ma laboriosa). Ma una volta dentro, non esce più, e aspetta il suo destino, talvolta dimenticandosi de l pezzo dì parmigiano che lo aveva anirato2 7 •

26. Ivi, p. 276.

27. Ivi, pp. 284-285.

Mussolini vuole chiudere rapidamente l'Esigenza A.O., promuove Emilio De Bono Maresciallo d ' Italia e lo sostituisce nel comando con il generale Pietro Badoglio, che ora è impaziente di darsi da fare e arrivare ad Addis Abeba. La Società delle Nazioni ha g ià dichiarato l'Italia <•S tato aggressore» e ha votato le «inique sanzioni>>, come le definisce la propaganda fascista, ma i contatti diplomatici non si fermano. Alla fine del 1935 il Primo Ministro francese Pierre Lavai e il Segretario di Stato per gli Affari esteri inglese Sarnuel Hoare inquadrano la questione etiopica in una visione più ampia che non contempla l'appoggio incondizionato al Negus e l'integrità dell'Etiopia, a fronte dell'interesse prevalente per l'asse no europeo. Preparano un piano che, nelle loro intenzioni, dovrebbe porre fine alla guerra accogliendo in parte le pretese di Mussolini, che otterrebbe le province dell'Ogaden e del Tigrai e un'influenza economica su tutta l'area meridionale dell'Etiopia ; a sua volta, il Negus manterrebbe il trono del suo impero mutilato e lo sbocco sul mare, in corrispondenza del porto di Assab . Londra impedirebbe così la temuta occupazione italiana dell'intero Altipiano Etiopico e Parigi otterrebbe l 'a ppoggio italiano, in funzione antitedesca, ricomponendo il 'fronte di Stresa' di otto mesi prima, quando Francia, Gran Bretagna e Italia avevano stabilito di salvaguardare l'indipendenza dell'Austria e l'intangibilità del Trattato di Versailles co ntro le ambizioni hitleriane.

Il piano non dispiace a Mussolini , che così ottiene l'appoggio del Gran Consiglio del Fascismo. Troppi fattori , però, in Inghilterra e Francia giocano contro, non ultimo la corrente antifascista e fùoetiopica del Quai d'Orsay, che orchestra una fuga di notizie. Prima che sia presentato alla Società delle Nazioni e ufficialmente approvato dall'Italia, il piano Hoare-Laval finisce sulle pagine dell' <, Echo de Paris,> e dell'«Ocuvre>> che lo denunciano come un tradimento ai danni degli abissini. Ne nasce uno scandalo, abilmente orchestrato e sfruttato dalle opposizioni in Francia e Gran Bretagna , che costringono alle dimissioni sia Hoare che Lavai.

Preclusa la via diplomatica, consumate le esaltanti giornate dell'<,oro alla Patria ,>, non resta che spingere sull'opzione militare , proprio mentre il Corpo di spedizione italiano affronta una crisi pericolosa.

A Dembeguinà uno squadrone di carri veloci Ansaldo L3/33 degli 'Es ploratori del Nilo', al comando del capitano Ettore Crippa, è sorpreso dalle forze nemiche e sterminato mentre fa rifornimento in una macchia di acacie. A Passo Uarieu, imprudenza dei comandanti, ordini male interpretati conducono lo schieramento italiano sull'orlo del disastro. li collasso dell'intero fronte è evitato dalla resistenza delle Camicie Nere della 28

Ouobre - tutti volontari, molti ve terani della Grande

Guerra - che pagano un prezzo altissimo in caduti e feriti, dall ' inter vento dell'aviazione e dall'uso dei gas.

Il capitano Sillavengo stila per il colonnello Faldella un rapporto con il quadro della situazione e la valutazione dello stato delle truppe. Fra l'altro scrive:

Il nemico ha mostrato una volta di più quanto possa rendere una massa anche barbara e male armata quando sia organizzata e diretta da solidi cervelli europei 28 •

Sillavengo è convinto che il morale e la preparazione dell'Esercito, delle Camicie Nere, dei banaglioni eritrei, benché usciti gravemente decimati dalle battaglie fra ottobre e dicembre, siano tali che <•si deve partire in grande offensiva.

Questo sarebbe certamente il momento migliore sotto ogni punto di vista».

Il suo resoconto non è l'unico che arriva al SIM. In un promemoria tutt'altro che lusinghiero per Pietro Badoglio, attribuito al generale Federico Baistrocchi, Sonosegretario alla Guerra, ci si chiede come mai il Comandante in capo <<che ha l'incubo del nemico ovunque>> non si sia preoccupato delle riserve e abbia accolto piani d'attacco senza curarne la preparazione, ma conferma che la <<truppa freme >>, a fronte delle esitazioni degli alti comandi.

Mario Roatta po~tilJa il documento chiosato e sottolineato in più punti direttamente da Mussolini:

A.O. Questo è un promemoria inviato da S.E. Baistroccru al Duce. Purtroppo dice cose che tutti abbiamo sentito e previsto da tempo. R. 29 •

Tra i numerosi personaggi che Caccia Dominioni propone nei suoi vo lurni, uno in particolare si contraddistingue per il formidabile carattere, per la cultura fuori dal comune , per la lingua intemperante e la facile penna: è il genera le Gustavo Pesenti, pungente alpino. Partecipa al conflitto italo-turco, nel 1918 è in Palestina a capo del contingente italiano, prende parte alle più cruente battaglie d'Africa e della Prima guerra mondiale; pluridecorato, è scrittore, musicista e p ianista noto. Eccezionale è anche la sua autonomia di pensiero, specie quando entra in gioco la politica con i suoi esponenti. La sua vita è ricca di aneddoti, tra i quali ne abbiamo selezionati alcuni che ne evidenziano la rara indole. Nel 1928, appena nominato comandante delle truppe in Somalia, fa visita di dovere al governatore Guido Corni, uomo di valore ed equilibrio, ma co lpevole di essere l'unico civile - nel corso de l Ventennio - cui è stato conferito un simile incarico.

Ulderico Piernoli Nome In Cod Ice K2

Il colloquio è breve, perché Pesenti perde in fretta le staffe e sbotta:

Ma insomma, eccellenza , per fare un colonnello come mc occorrono trent'anni. Per fare un governatore basta una celefonata 30 .

È rimpatriato con il primo mezzo utile. Dal 1935 al 1936 comanda la IV Brigata eritrea. Antifascista spietato, a conclusione dei pranzi tiene discorsi così duri che il direttore di mensa, un ufficia le squadrista che si sarebbe buttato per lui nel fuoco, serra le imposte affinché non si senta fuori dalla stanza quello che va dicendo. Dopo un'infelice esercitazione di battagli one, il generale così si rivolge a quel comandante: «I suoi ufficiali so n o delle bestie> >. Poi, indicando il vessillo del reparto inquisito, ornato di una criniera rossiccia, aggiunge: << E lei è il leone!>>. Nei primi mesi del 1936, unità alle sue dipendenze sono erroneamente attaccate e bombardate da velivo li italiani. La reazione d e ll ' ufficiale è pari alla sua reputazione. Telegrafa immediatamente a l comando superiore A.O. in questi termi ni:

Subito oggi violento attacco da aviazione itali ana alt Per ovvie ragioni prego dispensare aviazione italiana sorvolare mie truppe alt Firmato: PESENTP 1 •

30. Ivi , p . 88.

31. Tvi, p. 438.

This article is from: