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ULDERICO PIERNOLI - NOME IN CODICE K2

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ULDERICO PJERNOLI

ULDERICO PJERNOLI

Prima di concludere questo capito lo, e per spezzare con un sorriso la cronistoria degli eventi, vale la pena riportare il contenuto comico-drammatico di una lettera di «un giorno qualunque, perché qui sempre naja è>> - verosimilmente collocabile nei mesi di febbraiomarzo I 936 - scritta dal sottotenente Pierluigi Caccia Dominioni al cugino Paolo, relativa all'inatteso <•inco ntro del furbissimo scolopacide (beccaccino, sgneppa, becanotto ecc.) in Africa•>.

bombe a mano; ammirato da mni i combattenti. Il piombo nemico ne stroncava la vita al momento stesso in cu i altri battaglioni sferravano il decisivo contrattacco. Le ultime parole furono: "Non curatevi cli me, a\'anti Ascari, forza cannoni". Fulgida figura cli purissimo eroe•. Passo Mecan , 31 marzo 1936.

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CAPITANO ANTONlO BONSIGNORE. Motivazione della MOVM alla memoria: «Per due volte, con la pistola in pugno, al grido di "Savoia", si slanciava , primo fra tutti, all'assa lw di fo rtissimi trinceramenti, iniliggendo notevoli perdite al nemico e costringendolo a ripiegare. Ferito gravemente a un fianco, raccoglieva tutte le s ue for,:e per sostenersi, trascinarsi e non cadere e, rifiutando ogni soccorso, continuava a guidare e a incitare i suoi carabinieri finché, colpito in fronte, rimaneva fulminato mentre la sua centuria invadeva le posizioni nemiche. Primo nell'assalto e primo nella morte, esponendosi volontariamente all'estremo sacrificio, dette col s uo mirabile esempio, eroico impulso a tutti i carabinieri della banda, determinando in essi una gara di eroismi individuali. Raro e mirabile esempio di alte virrù militari». Gunu Gadu, 24 aprile 1936.

5. PATIUGLIA ASTRALE

«In fase di sfruttamento de l successo... - racconta il giovane u fficiale - stavamo inca lzando il bissino». L'obiettivo era un o dei passi Chessad Maria m c h e, per essere raggiunto, imponeva il supe ramento d i ogni tipo d i ostacolo. Dalla cima del passo, ogni tanto giungeva qualche inefficace raffica di mitragliatrice nemica. Ai piedi de ll a sa l ita c'e r a un b el pra t o verde di un centinaio di metr i, superato il quale s'intravedeva una zona defilata. <<Il prato, invece, era u n'au tentica marcita lombarda, e appena messi i piedi i n acq u a, tre o quattro beccaccini sono schizzati via» inaspetta t a m ente, mozzando il respiro per l'emozione.

CoLONNULLO MARIO CALDERTNI. Motivazione della MOYM alla memoria: •Consc io del pericolo cui andava incontro,ma orgoglioso di essere an11overato tra i pion ieri dell'Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica, intesa ad affermare, co l simbolo de l tr icolore, il dom inio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate . M inacciato nella notte da orde di ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipo lo di eroic i compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria*. Lekempti, 27 giugno 1936.

Verosimilmente nel 1936, con i nomi dei tre decorati vennero definite altrettante articolazioni del S!M: l'Ufficio Calderini, incaricato dell'attività 'offens iva'; l'Ufficio Bonsignore, deputato all'attività 'difensiva'; l'Ufficio Zuretti, responsabile del settore 'siruazione'.

ULDERICO PIERNOLI - NOME IN COD ICE K2

<<A ramengo la guera, dio can ... •>, fu il commento stupefatto di Cuzziol, <<formidabile bracconiere e contrabbandiere di Lamon». Mentre tutti seguivano estasiati il volo dei saettanti uccelli, l'attenzione fu richiamata da l rombo di un ricognitore ita l iano in avvicinamento. Durante l'attenta osservazione del velivolo da parte del gruppo , dal cielo scesero all'improvviso bombe e spezzoni. Solo il terreno paludoso, nel quale ognuno si gettò, assicurò loro la salvezza.

Cuzziol, uti lizzando quasi tutti i santi <lei paradiso e aggregando a ciascuno di essi gli aggettivi qualificativi meno reverenti , sdraiato a pancia in su nell'acqua , ha sfoderato la sua bandiera a lampo di colore e ha insistito, a lungo, a trasmettere in morse all'osservatore dell 'ae reo la sola parola che per lui , in quel momento, aveva un preciso sapore di critica:

MONA!

In quattro lettere diceva tutto. Risultato: l' aereo , dopo averci sorvolato una seconda vol t a, trascurando di bombardarci, si è allontanato42

42. CACCIA DOJ\UNIONl 1966, pp 436-438.

Prima di lasciare l'Etiopia, Sillavengo ha un dovere da compiere: va al cimitero di Cheren, dove è sepolto Bescir Abdalla El Ka,vawir, agente K 7, << muntàz alla memoria •>, l'uomo che lo ha seguito nella missione in Sudan e, probabilmente, gli ha salvato la vi ta, morto dì tubercolosi fulminante in un letto d'ospedale. Ignora quali siano le norme per l'assistenza alle famig li e dei caduti reclutati oltre le frontiere co loniali, ma conta sull'aiuto dei padri comboniani di Khartum, dove c ' è un ex combattente dell ' Isonzo, al quale affida la vedova e gli orfani di Bescir.

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