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ULD ERICO PI ERNOLI - NOME IN COD IC E K2
La Turchia è un crocevia di intrighi internazionali , ponte con il Vicino Oriente e il mondo islamico, che accoglie con favore il discorso della <<spada dell ' Islam>> di Mussolini a Tripoli e il dono delle colonne di marm o di Carrara per ricostruire la moschea di al-Aqsa, gravemente danneggiata da l terremoto.
Osserva con attenzione i rapporti dell ' Italia con movimenti affini al Fascismo in territori che già appartenevano all'Impero Ottomano: Siria, Libano, l'area palestines e , luoghi nei quali è endemic o il conflitto contro gli inglesi e gli ebrei che perseguono il s ogno del ' Focolare ebraico ' e tendono a espellere gli arabi con le buone, comprando i loro terreni , o con le c attive , spesso a mano armata.
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Un rapporto dell'Addetto militare AJbeno Mannerini definisce <<infido )) l'atteggiamento di Ankara , ch e pa ssa da un'ostentata ammirazione per l'Italia all ' indomani della vittoria in Etiopia, a una rinnovata ' attenzione ' verso la Gran Bretagna, nell'ipotesi di un conflitto nel Mediterraneo.
L ' ingegnere Caccia Dominioni è la persona giusta per seguire da vicino quello che accade in quel delicato e intricato scacchiere: progettare e costruire edifici è il suo lavoro , che rappresenta una copertura perfetta per raccogliere le informazioni necessarie.
Documenti del SIM fanno riferimento alla s ua attività informativa.
Nel maggio 1938, alla cerimonia della posa della prima pietra dell'ambasciata, la benedizione è impartita dal Nunzio apostolico Angelo Roncalli , prelato dall ' apparenza bonaria, con un forte accento bergamasco, futuro papa Giovanni XXIII. La simpatia è reciproca ; il monsignore gli esprime apertamente il timore di una nuova guerra e l' ingegnere ne prende nota. Annota anche dell'attiva presenza tedesca in Turchia; della penetrazione di agenti e diplomatici inglesi che ancora sentono sulla pelle la batosta di Gallipoli; dei tentativi d'influenza dei sovietici, eredi di una Russia che con la Turchia ha un contenzioso aperto dai tempi di Pietro il Grande.
Registra rutto e invia appunti al SIM. Per difficoltà burocratiche e logistiche, a cominciare dal legname che deve essere importato dalla Romania, la costruzione della nuova sede diplomatica non procede rapidamente quanto Caccia Dominioni vorrebbe .
A fine settembre 1938, con il Patto di Monaco, sono scongiurati i rischi di una nuova guerra, sacrificando la Cecoslovacchia che perde la regione dei Sudeti in favore della Germania. Ma l' illusione della pace dura meno di un anno. Berlino pone sul tappeto la questione del 'Corridoio di Danzica', la striscia di territorio istituita dopo la Prima guerra mondiale per dare alla Polonia uno sbocco sul Mar Baltico, separando la Prussia Orientale dal resto della Germania.
Il 23 agosto 1939 è sottoscritto il Patto RibbentropMolotov e il 2 settembre Hitler invade la Polonia.
Francia e Inghilterra intervengono a fianco dei polacchi, come hanno promesso in caso di aggressione. A sua volta , l'Unione Sovietica auacca la Polonia da oriente. È la guerra in Europa.
Caccia Dominioni comunica che la Turchia manterrà la propria neutralità, ma la crisi non gli consente di proseguire i lavori e l'ambasciatore Ottavio De Peppo, che tramando contro Galli lo ha sostituito, lo manda a Roma. L'Italia è in stato di 'non belligeranza', Caccia Dominioni è richiamato alle armi e inviato alla frontiera francese, assegnato allo Stato Maggiore del Principe
Umberto. Quattro mesi dopo è in licenza illimitata, rimandato in Turchia per completare la costruzione dell'ambasciata . Musso l ini osserva lo svolgersi degli eventi e i successi tedeschi lo convincono che è arrivato il momento di intervenire: il 1O giugno 1940 annuncia la guerra. Caccia Dorninioni si trova in Turchia, dove a fine agosto termina i lavori della sede diplomatica, così descritta da Edmondo Leone:
Sorsero prima la chiesa, gli uffici, le abitazioni dei funzionari e degli impiegati , le autorimesse e i vari impianti: sene palazzine in tutto. L'ambasciata assunse la fisionomia di un piccolo villaggio con costruzioni collegate da portici e arcate. Le diverse palazzine, che sorgevano su una ampia area cli 27 .000 mq, erano in un primo tempo attorniate da baraccamenti riservati ai costruttori italiani de l Friuli e d e lla Lombardia e alle lo ro farniglie' 3 •
Arriva il richiamo definitivo e a gennaio del 1941 il capitano Sillavengo è assegnato al 'Gruppo Offensivo' del SIM che trova cambiato rispetto ai giorni della ' Rete K ' . Il generale Giacomo Carboni ha sostituito Roatta ma ne l giugno 1940 è stato silurato da Mussolini per la sua posizione critica verso l' ingresso in guerra dell ' Italia e, soprattutto, perché dopo una missione in Germania riferi sce che l'alleato è scoraggiato e incapace di affrontare le soverchianti forze francesi e britanniche. Un'analisi errata e fuorviante che gli costa la poltrona, all'indomani della sconfitta francese. Da settembre 1940 alla guida del SJM vi è il colonnello Cesare Arnè, che assegna S illavengo, promosso maggiore, al neona to Serviz io Informazioni Esercito (SIE). Per 14 mesi presta servizio in borghese a Roma , in un ufficio di ss imulato , al terzo piano di una palazzina se mipopo lare. Come racconta , era il luogo dove «affluivano notizie da ogni parte del mondo senza il filtraggio destinato al grosso pubblico informato dalla stampa e dalla radio»44 •