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8. LA RESISTENZA

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ULDERICO PJERNOLI

ULDERICO PJERNOLI

M e nt r e è im p e gn ato i n u n a marci a no t t urna, la sera del 7 settembre 1943 il maggiore Sillavengo è convocato d'urgenza al comando di Reggimento , a Banne , nei pressi di Trieste. U na corsa in motocicletta con Renato Chiodini , per nulla fiaccato dalla pallottola di El Alamein, e la mattina dopo il comandante fa rapporto al colonnello sullo stato del battaglione: 54 ufficiali, 100 sottufficiali e 1000 uomini di truppa, armamento adeguato, mancano quattro cannoni anticarro e i mortai. All'oscuro di quello che sta succedendo a Roma cd è già accaduto a Cassibile il 3 settembre, il colonnello lo spedisce immediatamente al Ministero della Guerra per ottenere l' artigli eria. Aspetta il treno , quando Trieste esplode in un boato: Badoglio per radio ha annunciato l' armi s tizio (o <• resa senza condizio1ù» secondo gli Alleati).

La gente scende in strada p e r festeggiare, l'istinto dice al maggiore Sillavengo che i tedeschi reagiranno, che sarebbe meglio tornare al suo reparto. Il colonnello però conferma l'ordine: arm istizio o non armistizio, la missione a Roma prosegue.

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Alle 02.00 la tradotta è ferma a Bologna. Un capitano anziano, un richiamato, incita i suoi uomini a resistere ai quattro tedeschi che vogliono disarmarli. Li fanno prigionieri. Ma su 300 soldati della tradotta, so ltanto una quindicina reagiscono: fra loro Caccia Dominioni. Il convoglio è circondato, le strade bloccate con mitragliatrici, blindati, carri 'T igre'.

Poco dopo - egli ricorda - l'intera tradotta, so lo parz ialmente ribelle, disarmata, è fatta coricare a terra nel piazzale, fra sei mitragliatrici puncace. Ogni tanto un tenente tedesco ci arringa: la n ostra probabile sorte è FUCILAMENTO . Ripete la parola con volunà64

Con un 'umiliante marcia attraverso la città, i tedeschi ammassano 10.000 prig ionieri nella caserma del m Artiglieria. Ogni tentativo di fuga abortisce sul nascere.

Gli ufficiali sono subito portati via, gli ultimi sono avviati a piedi verso la stazione ferroviaria. Aiutato da due civili, il maggiore elude l'attenzione della sentinella, sca- valca un mureuo , trova rifugio in casa dell'anziano architetto Cleto Capri che già ospita altri tre giovani fuggiaschi. Rivestito alla meglio con abiti borghesi, Paolo Caccia Dominioni è accolto dall'arcivescovo di Bologna , il cardinale Giovanni Battista Nasalli R occa di Corneliano, da l quale apprende che il re Vittorio Emanuele Ili, il Capo del Governo Pietro Badoglio con alcuni ministri e parte de ll o Stato Maggiore sono riparati a Brindisi: la Flotta si è consegnata a Malta, gli Alleati sono sbarcati a Salerno, ci sono stati combattimenti a Roma, Milano, Reggio Emi l ia, in Trentino ma quasi dapperrutto le truppe si sono arrese. Ci sono state delle fucilazion i. Treni carichi di prigionier i partono per la Germania e per la Polonia. Paracadutisti tedeschi hanno liberato dalla prig ionia sul Gran Sasso Benito Mussolini, che ora si trova in Baviera. Da Campo Imperatore inizia una storia nuova . Contiguo alla villa Arcivescovile di San Miche le i n Bosco c'è il chiostro adibito a padiglione dell'ospedale Rizzoli, affollato da feriti di guerra, fra i quali il capitano dei Guastatori Manlio Mar ia Morelli, reduce di Russia , che Sil lavengo incontra tramite il cardinale. Da lui riceve abiti borghes i adatti e sopranutto ottiene di essere visitato dal professore Oscar Scaglietti, un ' autorità nel settore ortopedico, direttore de ll 'ospedale con i gradi di colonnello med ico. La piccola scheggia di bomba a mano incuneata nel trigemino dà a Scagliecti nz>.LL'6SETTE,MB~ 194:5 AL ~5 AJ'RD.,E. 194,5

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DEGLl ANNI 16M-t659 E t9t_;-lg16__,..., la possibilità di firmare una licenza di sei mesi per il maggiore, tenente colonne ll o in pectore.

Il giorno dopo la licenza è 'consacrata' da uno scorbuùco capitano medico tedesco, intimorito dall'autorità del professore, che appone il nmbro con il «pollastro•>, l'aquila con la svastica.

Alla 'Casavecchia', la sua grande casa di Nerviano, Paolo Caccia Dominioni riabbraccia l'anziana madre Bianca, la Mamà, e trova diversi guastatori fuggiti da Asiago. Gli raccontano che il battaglione con il capitano Piero Santini ha tenuto duro per qualche giorno, prima di sciogliersi. Alcuni hanno scelto la macchia, come Chiodini, altri la Repubblica Sociale, come il cappellano Luciano Usai e il capitano Morelli, il ferito di Bo logna.

Il maresciallo dei Carabinieri cli Asiago, Francesco Molinas, custodisce la piccola bandiera bianca e rossa del battaglione che aveva sventola to a El Alamein. Fra le cose portate a Nerviano da Chiodini e dagli altri c'è il nmbro to ndo del battaglione. Insieme con quelli fabbricati da due guastatori, danno parvenza di legalità alle licenze illimitate per gravi ragioni di famiglia di 200 fuggiaschi, giustificandone la mancata presentazione ai comandi, ordinata ai militari in servizio 1'8 settembre.

La Casavecchia diventa un centro di cospirazione, Paolo Caccia Dominioni mobilita energie e conoscenze.

TI mondo cospiratorio - ricorda - geloso della propria ermeticità può diventare pericoloso. Ma anche qui mi sono utili parentela e amicizia ... Finalmente ho trovato la via diretta, l'avvocato Alfredo Pizzoni, direttore centrale del Credito Italiano, già maggiore dei bersaglieri con un bel passato cti guerra, notoriamente e da molti anni staccato dal compianto e provvisoriamente resuscitato regime ... Pizzoni ora, e ne ho le prove, è al centro della ribell ione , esponente della base operativa non ancora spostata da Roma 65

Attraverso Pizzoni, conosciuto a Genova nel 1941, al quale ha confidato l'attività cospirativa interna allo Stato Maggiore, ottiene contatti, finanziamenti in denaro, la promessa di armi e collegamenti con altre bande. In attesa dell'azione, Caccia Dominioni riceve la visita dell ' avvocato Aldo Alliata , presidente della Metallurgica Vittorio Cobianchi di Omegna, che in sostanza gli 'ordina' di andare a lavorare presso gli uffici milanesi dell'azienda per tenere, in realtà, i contatti con le formazioni partigiane già nell'area dell'Ossola.

Vorrebbe menare le mani e gli si apre un nuovo periodo di attività d ' intelligence.

65. Ivi, p 45.

La prima missione è un difficile viaggio in macchina fino a Roma, proceno da un lasciapassare pieno di bolli con il <<po llastro•>, mentre un poco credibile timbro del RUK, l'organismo tedesco per la produzione bellica, protegge una valigetta che ufficialmente contiene documenti, ma è piena di banconote per diversi milioni. In una pa lazzina di via Sa laria consegna il denaro all'ammiragl io Franco Maugeri , ex capo del Servizio Informazioni della Marina, comandante dell'incrociatore 'Bande Nere'.

Gli accenno, per noi del nord - ricorda Caccia Dominioni - alla difficoltà di armarci e di organizzarci, alle notevoli perdite e alle molte deportazioni. Mi sembra di capire che è inuninente il trasferimento a nord del nostro comando s uperiore: le cose non sono molto brillanti neppure a Roma, screzi con governo del Sud, arresti su tutta la linea, malafede degli alleati ecc. Mi sembra pure di capire che il prossimo 'capo supremo' è già in partenza verso nord. La regola impone di non chiedere chi sia<,{;.

Si tratta del generale Raffaele Cadorna, comandante della ricostituita Divisione Ariete, che si è battuto contro i tedeschi a Monterosi, nel Lazio, ed è passato alla Resistenza.

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