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t-.llLANO. COM'ERA

Gigliola Soldi Ro11di11i11i

«A lta urb s cl spaciosa manet in Italia f ir mile r ed ificata opere mirifico. q u e ab anliquitus vocat ur Mcdiolanum c ivita s. H e c est urbium r e~ ina nrnkr adque patriae. que precipuo vocat ur nomine metropo li s. q u am conlaudant uni, ·ersi n ac ionc s sentii » . Così s'in izia i l Vers11m de /V/ediola110 cii·ita1e, un poemetto in cui un uom o. ,i ss uto attorno alla met~1 de l se colo V II I. descri, ·e con amore e or!1,o!! li o la c iu ~, ne ll a qua le con molta probabilitù. ~iv~, ·.._1. Attraverso le s ue parol e prende forma l' immag i ne d i un centro ricc o di -,plendicle chiese e di palazzi. con strade las t ricale e ac quedotti. protetto da niura alte e so lide gu;1rdalè da num erose tor ri . I .'e poca in c ui l'anonimo poeta scr ive è yuella de l regno del longobardo Liutprando. «pi us rex t't almificus » . quando la dioces i ambros iana era retta dalrarci\'escovo Teodoro . « na lu s de rc!! a li ge rmin e»: un p e ri odo nel quale la fusi<;ne tra i due popoli che abita , ano le te rr t: pad a n e - i L ongobardi appunto e i latin i - s t a , a dando frutti m olto posi ti\'i. cl. li punto di , ·ist a po liti co. com e da q u ello cultural e e religio so. Di questo sta to d i cose beneficia Mi lano anche per ciò che concerne !e strutture urhan e, che b e n riflet t ono n ella loro mag.nifici e nza l' amb iente i n cui sono inse rit e. Int orno alla fine del ,ecolo X. ment r e si ,1ffcr ma i l gO\erno civ il e deg li arc i vescO\ i . un altro anon i rno sc ri ttore compone un·opern. poi intitolala da l Muratori. che ne curù la prima ediz ione. Opuscu/11111 de siru cfrita1is Medio/ani. In essa. intrecciata alle v icen de L'Ccl esiast iche che ne cos t itu iscono lo sfondo necessario e il filo condutlore. appare una descrizi()ne della c irt :'1 e dei suoi edific i . della re g ione in c u i è collocata. del c lim a. de l k co l ture e del le atri, it ù artigiana li che. pur tenendo conto di qua lche esagerazio n e atlrihuihile all'anwre per la patria c ittadina che la i nforma. ser ve tutta, ia a darL' l'idea di un centro di not evole ric c h ezza. piace, ole per gli edifici che lo adornano e p ieno d i , i t;1 . La crescita urb a nistica della c itr ù risu lt a dunque fin dall'.A lro M edioc , o le ga la alle s t rutture polit iche (ma si pot rebbe r isalire a n che più addietro e ricordare l'ampl iamento e l'abbellimento d i ;\lilano al tempo dell'imp eratore Mas si miano) e ne è spc-.:-.t) la lllanife staz ione più diretta e pi ù f:tcilmentc rile, ·abile dalla clocun1entazione. L'irnpia11tc1 topografico di Mi lano si caratter in:1 infarti ne i seco li d e l Medioevo. qu a n<fo la c resci l a d ei borgh i cx r ramurali (ora pa rt e inle~rantc d e l ce n tro s t orico) se g no di au m e nto denwg.rnf ic() L' d i fecond, 1 eco n omia. uhb li ira a ll a c1>slruzion e di ;impic lllura difcnsi, e di fo rlll a ~-ircolare e fornisce all'ahita t1i il sui> c:1rartcrisrico impianto radiocentrico. La cintura comunale (sec. Xli). il cui fossato ricoperto è oggi la «cerchia dei navigli >> e che il cronista Acerbo Morena dice costruita con grossi blocchi di pietra e dotata di cento torri. rappresenta al tempo stesso il momento culminante del lungo processo storico di cui si sono visti più sopra gli inizi e l'avvio di un'epoca nuova. La società milanese è in fermento (e con essa tutta la Padani a). mentre si affacciano alla ribalta della vita politica e cittadina gruppi sociali che le condizioni generali dell'ambiente hanno fino a quel momento tenuto nell'ombra. Gli scontri tra le «parti » o «fazioni», che hanno come mira il potere di governo, si traducono anche in una maggiore articolazione appunto della vita politica. la quale si riflette a sua volta nella ristrutturazione del centro urbano, ritmandone con fedeltà i tempi e i caratteri. Sebbene realizzata solo in modo molto parziale ri spetto al piano regolatore predisposto nel 1228si ebbe infatti la costruzione di palazzi pubblici, ma non la sistemazione viaria interna che avrebbe faci lit ato lo scorrimento dei traffici, mentre l'edilizia privata dava luogo al fenomeno delle case-torritale ristrutturazione serve a dare a Milano un'impronta che rimarrà fissa nei secoli. La celebre descrizione di Bonvesin da la Riva. di qualche decennio posteriore, è molto significativa, sia per le notizie che fornisce sia perché si allinea a ll a migliore tradizione dello spirito cittadino tipico dell'area padana. Non diversamente dal Comune. il dominio visconteo prima e quello sforzesco poi contribuiscono ciascuno per la propria parte a modificare il volto della città. in rapporto tanto alle esigenze politiche, sociali ed econom ich e, quanto alle nuove strutture di governo cd alla mutata concezione del potere, che si avvia a forme assolutistiche. Basti ricordare la costruzione dei castelli di Pavia e di Porta Giovia. del Duomo. della Certosa. ad esaltazione di una grande dinastia, quella dei Visconti. e di una Chiesa potente. quella Ambrosiana. e le molte opere pubbliche. soprattutto idrauliche e difensive. del centro urhano e del territorio.

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Il castello di Porta Giovia semhra scandire nelle continue modifiche delle sue strutture il mutare dei tempi. elci governi. delle mentalità passando da salda rocca difensiva a reggia sfarzosa. cui pon mano anche Leonardo. per ritornare infine alle sue precipue funzioni di cittadella militare. una volta finita la signoria sforzesca.

Ne l Quattrocento. in omaggio ad una società che trova nei traffici la sua ricchezza e ritempra nei sereni conversari di poeti e letterati le energie disperse lungo tutti gli itinerari commerciali europei. fioriscono case private di sobria eleganza. decorate con il rosso cotto « lombardo » . delle quali qualche traccia rimane ancora nell'abitazione dei Borromeo. risorta dalle rovine dell'ultima guerra. nelle case Silvestri, in quelle di via Cappuccio 3. in quelle dei Rabia, dei Pozzobonelli o nella torre dei Crivelli (poi Gorani). per non parlare delle chiese e dei monasteri di nuova fondazione o ristrutturati in quel secolo. '

La vita politica e culturale milanese di questo periodo. e quindi anche l'aspetto esteriore della città. sono testimonianza di una mentalità che accomuna impegno civile ed attivitù imprenditoriale: il governo cittadino è ancora appannaggio degli uomini più rappresentativ i ed impegnati. che. a fianco del duca, ne indirizzano le sce lt e politiche. Si è già però sulla via di un profondo mutamento: in maniera quasi insensibile. ma con progressione costante. lo spirito cortigiano si è insinuato nella società milanese e alla corte. con i suoi numerosi offici e i suoi cospicui privilegi. fanno riferimento coloro che non sono riusciti ad emergere in a ltro modo nel « ceto cli governo » . o comunque coloro che vedono nella formazione di una « hurocrazia » un sicuro punto di riferimento per successive conquiste sociali.

Il duca. la sua famiglia. il gruppo dei fedeli che lo circonda si distaccano dai «sudditi » e la lontananza è espressa anche dalla collocazione e dalle forme che assume il castello del signore. Quando. nel 1482. Leonardo giunge a Milano. la corte in cui domina Ludovico il Moro appare l'ambiente ideale per accogliere colui che afferma «in tempo di pace credo satisfare benissimo a paragone di omni altro in architettura. in composizione di edifizi pubblici e privati» ed è fertile di nuove idee. In città c'è spazio per lui e per il Bramante. e i due artisti mostrano nei progetti. e nei lavori eseguiti. la necessità di trovare soluzioni urbanistiche che fossero al passo con i tempi.

È infatti l'affollata Milano che colpisce la fantasia di L eonardo. il quale ne progetta addirittura lo sventramento e la ricostruzione in forme che rendano il centro urbano più funzionale. proteggano la vita privata del singolo. migliorino le condizioni igieniche e sanitarie. agevolino i traffici. ma rispettino le partizioni sociali. Tutto ciò rimane. com'è noto. allo stato di progetto: tuttavia è una s istemazione che appare legata alle necessità che si presentavano a quel tempo con drammatica esigenza. e ben glorifica il governo del Moro. Caduti gli Sforza. abbandonato ogni desiderio di rinnovamento edilizio. bisogna giungere all'avvento degli spagnoli per vedere Milano vestirsi in modo eia assecondare le esigenze di governo dei nuovi signori. Un'ampia cerchia di mura di nuova costruzione e un solido sistema difensivo. di cui il castello di P orta Giovia diviene il fulcro. sono i primi e precisi momenti dell'impegno urbanistico. che non trova però sbocco per quanto concerne le opere pubbliche di carattere civi le. se non in una modesta ristrutturazione motivata dalla necessità di presentare al nuovo principe un centro urbano più ordinato e organico di quanto non fosse in realtà. Tra i non numerosi palazzi privati di questo primo periodo spagnolo ricordo quello del mercante e banchiere genovese Tommaso Marino (quello stesso in cui ha sede il Comune di Milano). il cui fasto ben si acldice all'uomo <<nuovo » che lo commissiona e al gusto dell'epoca.

Ad un governo che mostra scarso interesse nei confronti dell'urbanistica cittadina supplisce in parte la Chiesa Ambrosiana - che ciel resto ha costituito sempre un tutto unico con la città - eia quando Carlo Borromeo ne diviene arcivescovo. La cosiddetta Controriforma accentra <;u di sé gran parte dell'attenzione delle genti e trova nclÌe arti figurative il modo più significativo per colpire la fantasia dei fedeli ed esaltare la grandezza e la forza del cattolicesimo. Ma si tratta di un impegno architettonico quasi ciel tutto religioso. che costella la diocesi di chiese e di edifici che si collegano al culto ed alle pratiche assistenziali e educative. L'altra componente del volto urbano - l'edilizia privata - si accentra dalla fine almeno del secolo XVI attorno ai nomi di qualche grande famiglia o di qualche nuovo ricco. i cui palazzi spiccano nelle strette contrade su cui si affacciano: palazzo Erba-Odescalchi. la casa di Leone Leoni. quella degli Orsini. il palazzo di Prospero Visconti. ecc. Ed anche negli anni seguenti è ancora la Chiesa. nella persona dell'arcivescovo Federig:o Borromeo. che contribuisce ad arricchire l'architettura milanese con edifici monumentali come il Seminario. la Canonica. il Collegio Elvetico. lo stesso palazzo arcivescovile. l'orfanotrofio di S. Sofia. la Biblioteca Ambrosiana. La rete viaria urbana è rimasta però quella cli un tempo ed è inadeguata alle esigenze della circo lazione interna: non vengono promosse opere pubbliche di interesse generale: malgrado ciò. grazie alle chiese e ai palazzi privati. l'aspetto esteriore di Milano è sempre quello di una città bellissima e ricca. È pur vero peraltro che il ritorno alla campagna e alla rendita fondiaria, unito allo scarso interesse per una vita politica priva di so ddisfazioni, ha provocato da tempo anche il fenomeno dell'allontanamento dalla città di parecchie delle maggiori famiglie della nobiltà ed un conseguente arricchimento architettonico del contado. La stessa famiglia Cusani, che qui si celebra. vantava tra i suoi possessi la bella dimora di Desio, poi demolita per fare posto all'edificio costruito dal Palagi per gli Antona Traversi. Malgrado ciò, quest ' epoca e questa società sanno dar vita a fulgidi esempi di architettura civile, come quelli del palazzo milanes e degli s tessi Cusani, o dei palazzi Sormani, Arese. Annoni, Durini, Belgioioso di via S. Eufemia, per non citare che alcuni tra i più noti, i cui tranquilli giardini interni mantengono chi li abita lontano dalla promiscuità delle se mpre insufficienti strade cittadine.

Il richiamo del centro urbano torna a farsi sentire, con lenta gradualità, dalla fin e del sec. XVII e più vivacemente con l'avvento del dominio austriaco e trova la s ua massima espressione con Maria Teresa. Ciò avviene soprattutto quando nella seconda metà del sec. XVIII si iniziano le grandi riforme e si ha la crescita di una nuova nobiltà e di un ceto di alti funzionari che si affiancano al vecchio patriziato. È il momento dell ' avvento in arte del neoclassico, che ben serve ad esprimere nelle sue forme pulite e lineari il senso dell'ordine interno e del fermo reggimento del nuovo dominio.

Il milanese che aggirandosi nel perimetro delle mura comunali percorre le vie che videro la crescita della potente città-stato e che ricordano ancora qua e là nel nome la Milano romana, o gli artigiani medioevali o gli offici del commercio e del governo, ha modo dunque di seguire l'ev olversi dell ' impianto e dell ' edilizia urbani al passo con le vicende storiche e le forme politiche e d economiche. Il ricordo delle famiglie che con l'operosità, l'intelligenza, l'impegno civile hanno contribuito dai tempi più lontani a creare l' immagine - o il mito - di Milano è consegnato nel modo più immediato alla memoria del visitatore proprio dai palazzi che ne recano i nomi e con la cui erezione si intendeva celebrare sì le fortune familiari, ma soprattutto esaltare la for za della città quale punto ognora valido di riferimento e di attrazione.

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