1.° Novembre 1914,
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dinando e la Regina ‘era. — Ritratti:
Per intendere giustamente il valore dell’ultimo romanzo di Neera è necessario averlo letto almeno due volte. Ciò vuol dire che questo Rogo d'Amore (Milano, Tre ves) non è un’opera leggera e, nel senso
una incisione in rame. La colpì in ispecial
modo la linea della bocca singolarmente pura che non lasciava posto a nessuna sinuosità sensuale; un breve arco roseo ». L'Unica e Ariele s'incontrano la prima più comune, facile. Vi è in queste tre- volta in un salotto mondano dove fercento pagine attraverso cui due spiriti menta la corruzione in parlari di ipocrita ardenti portano il loro martirio e il loro sensualità, Ella soffre: « Nata e vissuta desiderio,
è una
così calda
fiamma
di in quella società, non
era la prima volta
passione e insieme un idealismo così ac- che la assaliva il sentimento
ceso, che dapprima il lettore resta come incerto e si smarrisce.
di sentirsi straniera Bisogna rifare la stridente la sua sen:
nostalgico
e più che tà gemeva
mai nel-
traversare
quella
pensare,
quella
finestra ?...
via
senza
Potrebbe
allora, al cuore
guardare
egli
non
che aveva
bat-
tuto così intensamente accanto al suo?» Basta leggere per sentire il disagio. L’autrice stessa è costretta a ricorrere a frasi comuni: «Se i destini della patria si svolgessero gloriosi dopo il lungo servaggio.... ». Un'altra volta, in un paese del Trentino, un’orchestrina comincia a suonare il. Rigoletto. « — Viva Verdi, ora come allora, soggiunse la signora con una allusione ch'egli afferrò a volo.» Poco dopo essi entrano nel bosco, e leggono insieme il Sa/uto ifalico. Il che è logico e semplice, eppure non ci persuade. I due metalli sono ognuno nobilissimo, ma non riescono a formare una lega.
via di nuovo, ritornar sugli episodi con- l'urto fra tanta ricchezza di decorazioni siderati fugacemente, cogliere qua e là e sì povero, sì meschino, sì basso palcerte fr: e certi atteggiamenti più si- pito d’anime». L’Unica è sempre stata gnificativi, certi, direi quasi, effetti di «la creatura di passione e di volontà che luce, e giungere così al significato più dell'amore aveva fatto un calice di eleintimo di questo libro singolare in cui è vazione, un santuario sacro alla idealità Nobilissimi. Con che passione è resa della vita; sensibile e fiera, ardente e generoso anche il difetto. isasse ancora la moda dei titoli onesta». Ora, in quel salotto frivolo, per la bellezza del Trentino, con che ardore questo romanzo potrebbe aggiun- ben due volte ella sente un giovane ignoto accorato, con quale compressa veemenza! suo titolo: «ovvero / poetici alzarsi con parole ch’ella stessa avrebbe Quando Neera descrive la città latina in amanti». La definizione non è mia; è voluto pronunciare; la prima volta quan- cui i soldati tedeschi passeggiano da pafra i monte ove le case della stessa Neera (pagina 93). Consideriamo do con voce calma e severa egli impone droni, e i recessi i due protagonisti, non senza premettere alle donne ozeste di non parlare di certi sono ospitali e i boschi odorosi ed omsi sono i due soli personaggi del argomenti: la seconda volta quando egli brosi e le acque musicali nei torrenti o lungo duetto che incomincia provoca un idiota che aveva vituperato limpidissime nei laghi, ella ha pagine.dî roman: con l'amore e finisce con la morte. E dei il Trentino. Poichè Ariele è trentino ed poesia in cui l’ardore amoroso si adagia due che formano «la coppia poetica » la è irredento; è un apostolo di italianità e come in un giaciglio. È, sì, la terra amata na è senza dubbio la creatura più non vive per altro che per il grande nella sua bellezza e nel suo dolore; ma e più vera e più umana. Noi non ideale di ricongiungere la sua terra alla è soprattutto la terra in cui l’ultima gioappiamo neppure il suo nome. Neera la madre patria. È un apostolo attivo che vinezza dell’ Unica getta il suo grido e chiama «una donna», poi «la signora ». si sacrifica per il suo sogno, fino a im- la vita prossima a sfiorire vuole le gioie A un certo punto Ariele Moena, che non poverirsi e a rischiare la libertà e la vita. che lungamente le furono negate perchè la chiama mai per nome, la. dice «l'U- L’Unica, alla sua volta, adora il Tren- l’uomo degno non era ancora comparso... nica». Avvertite che la maiuscola non è tino, ove spesso si reca, e, da buona ita- L’Unica.è ardente, ma casta; brucia nel mia. Sappiamo che non è più giovane, liana, lo vorrebbe libero dal giogo stra- suo rogo d'amore, ma nega a lungo alma che è molto bella. Il genere della sua niero. C'è, anche in lei, qualche cosa del l'amato l’estrema conquista. D'altra parte, bellezza ci è ignoto; impariamo. sola- romanticismo patriottico fra il quaran- egli non è uno dei soliti: « Per me non mente che è alta e snella. Neera ha la- totto e il cinquantanove. Lo dico sen- vi ha bellezza senza anima. È il contrasciato in ombra tutto ciò che può con- z'ombra d'ironia. Anzi, la sua passione sto continuo che ho coi miei amici; essi fonderla con le altre donne; le importa patriottica, come tutto il resto, è più concretano nella donna una visione esclulo spirito, benchè il fuoco d'amore fini- chiara e più naturale in lei che in Ariele. sivamente materiale ‘che mi urta e mi sca con l'invadere anche la ne debole Comunque, amor di patria e amore di ripugna ». Pure verrà giorno in cui, esche ne muore. Come donna, la nostra senso (l'Unica, pur réesistendo a lungo sendosi accumulate intorno a lui le roscrittrice ha seguìto un procedimento con- all’ultima caduta, non temerà di formu- vine, egli chiederà all'amata anche la trarioaquello seguìto dai maschi e dalle lare «il.terribile assioma: L'amore che gioia del possesso. A poco a poco ella innumerevoli scrittrici che non sanno far non è tutto è nulla») si fondono nella si è andata infiammando vie più. Il tempiù che imitare imaschi; e così, avendo vita dei due protagonisti. Ma non si fon- po passa, e la bellezza è vicina a sfiorire. taciuti gli aspetti esteriori dell'eroina, si dono nel romanzo. Ecco il difetto a cui Ma in realtà ella non cede perchè pensa è qualche volta indugiata su ‘quelli dell’e- accennavo sopra, Le due passioni si ac- con terrore al disinganno che l’attenderà roe: «Le parve bellissimo. Aveva uno costano, si intrecciano, si influiscono, cer- fra poco, quando non sarà più bella. ma re- Pensa ad essere di lui una wolta e poi di quei volti che solo il bulino od il ce- cano di permearsi e di unir: sello sembrano degni di scolpire nella stano vicine senza confondersi, più per morire; ma all'incontro, quando Ariele nobiltà di una linea che unisce la finezza espressa volontà della scrittrice che non finalmente la serra anelante al petto e alla forza, il patetico delicato di un avorio per. naturale evidenza e necessità dei le mormora: «Mia....», le sue labbra quattrocentesco alla nitidezza acuta di fatti: oppure, certe vicende dell'una sono baciate mormorano «in uno spasimo di determinate da vicende fortuite del- terrore e di ultima difesa: — No, Ariele.... l'altra. C'è, forse, una sproporzione. morirei!» Il giovane allenta le braccia... S'io fossi un chimico, direi che la Questa contraddizione è deliziosa, perchè | MIGLIORI MODELLI DI fusione fra i due elementi non è av- è femminile in modo squisito. Finalmente venuta, perchè uno di essi aveva una sera, in quello stesso bosco del Trenatomi più del necessario. L'amore tino dove egli le aveva dato il primo di senso non si fonde pienamente bacio, ella è di lui. La mattina dopo, con quello di patria, perchè questo sulla soglia della sua camera, ella è troultimo relativamente soverchia; in- vata morta. Questa morte ha il solo torto vece di una combinazione, abbiamo di non essere inaspettata. Poche pagine un miscuglio. Eccovi un esempio. prima, Neera ci ha fatto sapere che I'UL’Unica pensa ad essere almeno una nica è malata di cuore e che i medici volta di lui e poi morire: « Liba l’eb- le hanno sconsigliato le forti emozioni: ParisiLu brezza insieme all’amato, mesci il Questo avvertimento non era necessario ; SOA tuo spirito al suo fosse un solo istan- è dannoso. Par quasi che Neera, volendol® giustificare, non. abbia bene intesa te, e avvenga che può! A Sì, anche Chiedere Chiedere * catalogo catalogo I |||duesto pensava in una ripresa vio- tutta la bellezza di quella morte. Noi non Fari Sea lenta dell'istinto; ma dopo, mori- vogliamo che Unica muoia per un volferRcEa) SEI re! ». È bellissimo. Quel « mesci il garissimo. vizio al cuore. Muore perchè tuo spirito al suo» in cui l’anima doveva morire. Muore perchè era logico ardente vela d'oro l’impeto sessuale e fatale ch'ella morisse. Muore come MONS dell’istinto, è senz’altro stupendo, è muore Isotta. Muore perchè essendo orgrande poesia. Ma all'amore di senso maî il rogo d'amore giunto alla più viosi accosta ora l’amore di patria, e lenta fiamma, ella ne è incenerita. La l'incanto è turbato. Ella ricorda i metafora diventa naturalmente realtà ; Gasa Casa giorni in cui era stata a Trento con l’amore si conclude logicamente nella
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Problema N. 2233 del sig. E. Dagnino. NERO.
(7 Pezzi).
BIANCO.
cao (8 Pezzi).
Il Bianco, col tratto. dà sc, m. in due mosse, Problema N. 2234 del dott. L. Goring:
Biaxco: Rel. D13. Ac8, Ce3, Pb3. e5. h2. (7). Niro: Red. Ag7. Ca2. Pb6. c3, e7. fs. hd. (8). Il Bianco, col tratto, dà sc. m.‘in tre mosse, Problema N. 2235° del sig. A. Ludanyi. Branco : R d7. Tas8.
Ca8. Ced, Ped. (5).
Nano: Rbd: Pbé6. Db7.
eb: (4).
Il Bianco, col tratto, dà sc. m. in tre mosse. Soluzione dei Problemi : N. 2207. (KonrELING). 1044, 5; 2 Cb5+ eco, 1...) Re5; 2Cd8+ eco. 1...., Cd7:,2.066+ eco.
1'...., T181 2 Cxe2t eco,
1 :..0, Altre;2Db6-+ eco, 2208, (Rovasrem). 1 Del-g5 !ecc, 2909 Ole d2-d8 ecc, . (Deprue) L Dh8, 068; 2 A 051 ze 2211. (GorrscmAtt.). e” 1 T'o8, Txd8; 2 44 con save, CXQ71 2 CAA+ eco, 2212, (Sunsnmn), 1 Ab8-a4 ar 2213. (G. Guinetiz). 1 T'ol-dl eco. 2=z2214. (OnermaENsI). 1 Rh4, ad lib.; 2 Dbd ec , N. 2215, (HeAtno0mE), 35 1 Cd2, Rx05; 2 DA8 eco.
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INI.
L'ILLUSTRAZIONE Anno XLI. - N. - 1° novembre 1914. _aome NLNi 44 l'omenire 0 6
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ALIANA
Per tutti gli articoli e î disegni è riservata la proprietà ai
Copyright by Fratel
IL corno
N
—
Centesimi 70 75 il tono Numero (Estero, fr). tentsimi Gist 110)
‘eraria, secondo le leggi e i trattati internazionali. Ist, 1914.
DEI MORTI NELL'ANNO DELLA STR
(Disegno di L..Bompard).
ITALIANA
L'ILLUSTRAZIONE
378
PER GL'ITALIANI CADUTI
IN GALIZIA. Ahi, d'altra morte degni!
Qual potente richiamo
di mille e mille eroi,
a Belfiore mi trasse
martiri come
mentre
martiri innanzi sera,
declina il giorno?
Non vi son fiori intorno
per Quella che non
ad allietar la tragica valletta,
e ancor tutta non è.
era
ma cipressi ancor teneri
fanno un lene concento
Travolte nella terra senza nome,
col vento della sera.
forse senza
È di settembre e par di primavera.
l'ossa lontane non avranno
Primavera
finché ai fratelli avvinti
più inconscia,
uno stuol di fanciulli dalla siepe rompendo,
empie di grida
il sacro asilo, e le risa festose
croce,
pace
nei raggiri
al comando
di tanti schietti giovani sognanti dall'Alpi al mar, dal mare all’Alpi stretta in libera unità d'arti e di canti!
palpitare nell'aria, aleggiar su la bara solitaria;
Ma se un solo destino
e vi scorgo di rose
di sacrifizio, o figli,
fra Italia e Grecia
nel tempo vi accomuna
coi martiri e gli eroi delle prigioni,
che tirannia qui volle
oh che non resti senza onor di canti
spargere ad ignominia,
la vostra inutil morte!
ed ora nel tramonto che le minia,
Se della terra cara
ritornano
ancor non vinta e ancor non affrancata
perché il richiamo doloroso invano
tutta vi risovvenne l'amarezza,
da presso non si spenga e da lontano.
benedetti nel tempo dell’Italia
pel domani imminente!
o uno squillo di tromba,
E sia! Per quella gloria
che dai Carpazii all’Alpi ripercosso,
che da Roma
dalla Vistola
non vano sì crudel novo martirio!
al Po mi porta il soffio
ventò sul mondo: e sia
degli ultimi morenti?
Sorga da tanto mal di stragi orrende
O fior di giovinezza italiana,
per la Polonia a brani calpestata
o baldi reggimenti
alba novella di più pura storia.
alla morte
lanciati in prima fila,
contro
nemico
un
certo non
Il vostro sangue l’ha propiziata!
odiato,
certo non conosciuto,
La terra della patria non è fatta
dopo un secolo ancéra come allora
anche
che ‘il grande imperatore,
Fra i Carpazii e la Vistola ora dorme
da quelli che vi son sepolti?
oblioso di Italia essere figlio,
nuovo lembo d'Italia:
li immolava
i vostri cuori han ricercato i cuori,
alla strage senza onore!
quanto
dispersi! dall'antica Roma
Era voce di tomba
ai manipoli di Napoleone:
o fu squillo più forte?
dove s'impresser dei fratelli l’orme
Un richiamo ha la morte
in ora men
per la vendetta e per la libertà!
sorsero
crudele
monumenti
marmi
e tele,
degli italici ingegni Non sol di eletti nomi,
più durevoli segni:
ch*io rileggojcommosso,
onde anche all'ombra di sì pure forme,
questo cippo fiammeggia.
per le nuove
Belfiore alza nel mondo
della terra fraterna,
speranze
un sol ricordo, un solo —
e per le antiche spoglie,
qual di rondini grido
meno
nel turbine del volo —
la fossa che vi accoglie!
8 settembre.
del contrammiraglio
la Calabria,
Fabris,
l'Etna, ed un
paio
escluso che si tratti di un'azione combinata
le rose di quel sangue
nel nome
l’Agordat,
per
impedire
il riaccen-
dersi in Albania della prevalenza turca, a danno di quella creazione della diplomazia che si chiama Albania autonoma indipendente.
a cento a cento schiudersi corolle,
Era voce di tomba
che incomincia!...
A queste esclamazioni rispondono altri: che avventura d’ Egitto! mettiamo a Vallona una stazione sanitaria e di soccorso per l’assi stenza specialmente dei miseri rifugiati epi. roti. Nel tempo stesso una crociera navale non farà altro che impedire il contrabbando di armi e smorzare certe velleità di «giovani turchi », che, dicesi, stiano preparando da Smirne qualche loro audace impresa contro le coste dell’Albania centrale. Siamo — comunque — in Albania, con un còmpito di umanità, come già a Scutari ed a Durazzo; ma vi siamo anche con una piccola divisione navale— la vecchia Dandolo, di torpediniere, circa 1200 marinai con ottanta ufficiali — quanto basta per mantenere, occorrendo, l'ordine, e tenere al largo i famosi «giovani turchi » che venissero da Smirne o da altroye. Giungono, è vero, dalla Grecia notizie di mosse in avanti di forze greco-epirote verso l’Epiro albanese. C'è chi esagera queste notizie; c'è chi le attenua. Non è nemmeno
la patria benedetta,
a fiorire,
e la Grecia
Che immane è il sacrifizio
si diffondono ancor lontano, quando un riflesso di sole par più vivo
Abbiamo occupata Vallona!... ha occupato l’Epiro!... Ecco la complicazione!
non si ridesti il cuor della fierezza.
innanzi
rimirando,
Vallona!... - La proposta russa. - Il ter-
remoto. - Commemorazione dei defunti.
Ecco l'avventura
voi,
una
CORRERE: A
triste vi sembri e ingloriosa
RomuaLpo PÀNTINI.
Esiste ancora, veramente, una tale Albania ?... Può ancora coesistere, dopo le vicende
disgraziate del breve dominio del misero principe di Wied, dopo la proclamazione a sovrano di un figlio di Abdul-Hamid, dopo l’ultima impresa di Essad pascià, del quale se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio ? Dunque vigilare, da vicino — vigilare sopra chiunque voglia alterare sostanzialmente una situazione sulla quale la parola definitiva dovrebbe spettare all'Italia.
La vigilanza, però, non deve essere soltanto sull’Albania :e. su chi vi agogna; ma anche su noi stessi: non lasciarci cogliere dalle notizie allarmanti che molti, troppi pescatori nel torbido si divertono a lanciare su per i giornali a creare sbagliate correnti di opinione pubblica. Pare che, a questo proposito, il governo abbia scoperte a Bari ed a Brinisi agenzie apposite create per diffondere con grande effetto molte frottole, destinate a creare imbarazzi al governò. Due giornali che hanno abboccato all’amo di quel genere di pesca, sono stati denunciati al procuratore del Re. L'opinione pubblica è fuorviata anche troppo, e l’Italia è esposta assai più di quanto bisogni al soffio dei più diversi venti spinti dall’altrui interesse a turbarne la neutralità, perchè giovi agli uni o agli altri. * Così è venuta per un momento a produrre una certa impressione la proposta che l’ambasciatore russo a Roma, signor Krupensky, ha fatto, in nome dello Czar Nicola Il, al governo del Re di consegnare all'Italia i cinque o seimila prigionieri austriaci di nazionalità italiana che î russi hanno presi nei combattimenti in Galizia e in Ungheria — consegnarli a patto che siano impediti di muoversi dall'Italia. Non sono mancati — ed era prevedibile — coloro che sono andati in entusiasmo per questa proposta, ma l’on. Salandra che è ministro degli esteri, le ha fatto un'accoglienza altrettanto garbata quanto riservata, Forse un poco più di espansione calda nell’accogliere l’annunzio, non avrebbe guastato ; ma riservatezza nell'accettare, ci voleva, e Salandra ne ha ben precisate le ragioni: il regime costituzionale italiano non permette di tenere sotto sorveglianza ed in custodia nel nostro paese dei cittadini non d’altro responsabili che di essere prigionieri di guerra di un’altra potenza che ci propone di cederceli. Poi c'è la questione sulla neutralità proclamata da rispettare. Possiamo noi tenere
prigionieri soldati di un esercito di fronte al
quale siamo in atteggiamento di pace?... La giustezza di queste obbiezioni è apparsa così evidente che la proposta russa— espri-
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
mente tanta amabilità dello Czar per l'Italia e per le provincie italiane disgiunte dalla Madre Patria — attenderà ora il responso giuridico del Contenzioso Diplomatico. In verità, l’Italia, paese di libertà e di neutralità, può sempre
accogliere —
sotto la tu-
tela delle sue leggi comuni, ugualmente buone e valide per italiani e per forastieri — tutti coloro che venendo da levante o da ponente o da settentrione — credano di poter trovare
nel Bel Paese rifugio e ristoro dall'infuriare della tempesta guerresca. Ma una formale cessione di prigionieri di guerra è tutt'altra cosa, che dire agl'italiani che sono prigi nieri in Russia: « Volete andare in Ita Andate!.., » Pare che qualche cosa di simile venga detto dalla Germania ai prigionieri di religione mussulmana fatti dall'esercito tedesco di fra i #urcos, gli spahis, gli zuavi, i senegalesi, gl'indiani e marocchini presi sulle linee di difesa francesi: « Volete andare nel paese dell’Islam?... Andate!...» E per la via dell'Austria, del Danubio, sono diretti in Turchia — a quanto pare. La Turchia è paese che, in tema di diritto internazionale, non gode un'eccessiva riputazione, e vive di una certa tolleranza altrui. C)
Non si può tacere l'impressione che l’ambasciatore russo signor Krupensky, dopo aver fatta una così delicata comunicazione
sidente
dei ministri
di Sua
Maestà,
al pre-
abbia
avuta una fretta eccessiva nell’andarsene ad aprire con giornalisti, ancora prima che il
governo del Re avesse potuto diramare autorevolmente
una
precisa comunicazione
uffi-
ciale. Ciò ha nociuto, senza dubbio, a quell’effetto medesimo che il signor Krupensky — e, pare, i suoi inspiratori — si ripromettevano.
Sono procedimenti diplomatici di un'efficacia molto discutibile. Vi sono, in proposito, dei precedenti non eccessivamente felici in Italia: quelli, per esempio, del celebre ministro prussiano conte di Usedom, che tra il 1863 ed il 1869 sfoggiò presso la Corte di Firenze tali
embarras, e si creò una tale nomea con le sue espettorazioni coi giornalisti, correndo, dopo ogni conversazione diplomatica, alla redazione del Diritto o a quella della Riforma, da finire, quasi, col compromettere gl’interessi germanici che voleva avvantaggiare, e terminando col farsi richiamare, cosa che fece ridere tutti!
Dio mi guardi dal fare una profezia simile
per il signor
Krupensky;
ma è certo che il
nobile e limpido gesto dello Czar meritava una più accorta’ preparazione.
Perfino l'/dea Nazionale; il. giornale na-
zionalista che da poco è divenuto cotidiano, e che è sempre bollente per la guerra, perfino quel giornale che con ardor giovanile combatte la neutralità, non ha gustato la proposta russa. E le sue osservazioni sono così giudiziose, oltre che preziose per la fonte da cui vengono, che ci piace riportarle tal quali:
«La Russia non fa questo perchè riconosca dei
diritti nostri e abbia comunque una volontà disinteressata di rispettarli o di farli rispettare. La Russia ci invita
non
per
simpatia
©
altro
ma
per
una
obbiettiva considerazione della nostra potenza mi-
litare e politica. In altri termini la Russia cerca in tutti i modi di attirarci a lei perchè sa che il nostro intervento, armato può decidere le sorti della guerra. Additiamo questo avvenimento ai nostri
amici francesi. Qualche progresso non decisivo nella battaglia che si combatte da parecchie settimane nel loro territorio nazionale li ha inorgogliti al pun-
to da far loro proclamare il nostro eventuale aiuto
superfluo, inutile, inopportuno. La Russia invece
dopo aver fronteggiata da sola austriaci e tedeschi, dopo aver vinto a Leopoli, Rava Ruska e recentemente
a Varsavia, la Russia mai ancora
seriamente
sconfitta, e libera da ogni grave minaccia, sì adopera a compiere atti che le cattivino le simpatie popolari e finiscano col farle ottenere il nostro aiuto militare. Che la Russia usi i mezzi che sono a sua
disposizione per procurarsi le simpatie dell'Italia e
pér mettere il governo nostro di fronte a questioni
che coinvolgano indirettamente il problema della guerra:o della pace, è cosa da parte sua logica e naturale, In questa occasione però di un elemento che, poteva essere suggestivo ha usato con scarsa abilità e quindi non era possibile che riescisse nel
suo intento ».
* Però, anche in. mezzo a tante influenze stranieré inspirate da secondi fini, c'è chi parla con
senso giusto della verità. È fra questi Renè Millet, l'ex residente. generale di Francia in Tunisia, il quale nella Frarzce dedica un articolo all’ Italia. Egli pure vorrebbe vedere
gl'italiani combattere
al fianco dei francesi,
città La il Vallona, di Italia. dall’ occupati porto e
L'ILLUSTRAZIONE
380
ITALIANA
Piazza e strada principale di Vallona. ma questo desiderio non gli fa velo alla mente, e soggiunge : «Confesso francamente che, mettendomi al loro posto, le riserve attuali degli italiani non mi provocano nè meraviglia nè indignazione. Anzitutto
essi ci hanno già reso un immenso servigio rimanendo neutrali ed un servigio pericoloso per loro. 1 giornali tedeschi ed austriaci infatti, sono, attualmente, di zucchero e miele per l'Italia, per impedirle di entrare nel conflitto, ma se per caso i te-
deschi fossero vincitori iltono cambierebbe, ne sono
sicuro, e Berlino farebbe duramente espiare ciò che
la Germania considera come un.atto di tradimento
alla triplice.
Sn
«Grazie a questa neutralità benevola, noi abbiamo potuto sguarnire quasi completamente la nostra
frontiera di sud-est, e due o trecentomila uomini,
diventati disponibili, sono andati a rafforzare la no-
stra armata del nord.
«La entrata in iscena degli italiani sarebbe senza
dubbio vantaggiosa peri russi perchè le principali forze italiane si volgerebbero contro l’Austria; ma ciò non' cambierebbe sensibilmente la ripartizione
delle forze da parte francese. È anzi probabile che
le prime truppe italiane andrebbero a Vallona, in Albania, vale a dire assai lontano dal teatro della uerra, perchè la posizione di Vallona comanda alFAdriatico, e, agli occhi dell'Italia, il possesso del mare vale più — in questo conflitto — delle questioni continentali. Non bisogna dunque montarsi la testa coi ricordi di Magenta e Solferino, ma considerare che l'Italia ha largamente pagato il suo debito rifiutando di unirsi ai nostri nemici malgrado le urgenti sollecitazioni e le minacce mal celate, Vado più lontano; io credo di mettermi nei panni del presidente del Consiglio d'Italia, l’on. Salandra, e dichiaro che se fossi, come egli è, responsabile delle sorti dell'Italia, avrei le stesse esitazioni ». Ecco un francese, che parla bene,
ciò che
non è raro; e con piena cognizione di causa,
ciò che è rarissimo. Aggiungiamo qui che le autorità francesi di Ajaccio hanno restituito il famoso sommergibile 43 alla Fiat San Giorgio alla Spezia, col suo equipaggio, meno il tenente Belloni che ha preferito sbarcare a Nizza. Così, anche questo incidente è quetamente liqui-
dato!...
*
Frattanto
la guerra
con-
tinua, sempre incerta, indeterminata nei risultati; sem-
pre implacabile nella sua violenza su tutti i settori. Le ini,
susseguentisi notizie
di eccidii, di bombardamen di massacri, di tante morti notevoli, come quelle dei più valorosi campioni dello sport, come
diana; passano fra la cronaca. quotidiana, presto obliata, le scosse di terremoto che pur ieri facevano ballare bellicosi e pacifisti nell’Italia Centrale e nella Superiore; ed ogni altro avvenimento è costantemente superato dalle notizie della grande guerra implacabile,
che distrugge gli uomini a migliaia, devasta, sconvolge la terra, ricolma di vittime il mare!..
Riepiloga, in una delicata, commovente espressione di mestizia la tristezza dei cuori il disegno inspirato che domina nella prima pagina di questo numero — nel giorno sacro
alla commemorazione
dei defunti!
La Pace,
desolata, prega per i caduti, e confida!...
Sparsa è la via di tombe ma com'ara Ogni tomba si mostra;
La memoria
7
dei morti arde, e rischiara!.»
29 ottobre 1914,
Spectator.
Memorie dannunziane. In San Vito Chietino, ridente paesello d'Abruzzo sorgente a specchio del mare, su una collina tutta verde di aranci e di olivi,
domenica scorsa, con l'intervento delle autorità politiche, dei deputati e delle persone più notevoli
della provincia fu ‘inaugurata una lapide apposta alla casa ove Gabriele d'Annunzio
visse nell’estate
del 1899 e in cui pose la scena del suo romanzo // trionfo della morte. Innumerevoli ospiti, accolti e guidati dal comm. Nobile, sindaco del paese, e dal dott. Javicoli, custodi fedeli delle memorie dannunziane, visitarono tutti i luoghi illustrati dalla nar-
razione del poeta, e ritrovarono anche alcuni superstiti dei personaggi reali del romanzo; fra i quali
belgi, francesi, inglesi;
la madre del fanciullo annegato che per l’evocazione dell’antico lutto ripianse le lacrime dell'an-
senatore Reymond, ucciso per la sua audacia di esploratore aereo; come quelle di ben ventuno generali francesi,
tico dolore. Allo scoprimento della lapide pronunciò il discorso inaugurale Ettore Janni. Il Castello del sogno, di E. A. Butti. Alfredo
liani ingaggiati nella legione straniera, nel reggimento
‘gno di E. A. Butti. È questo il poema drammatico
quella dell’illustre
chirurgo
e di un migliaio, già, di ita-
De Sanctis rappresenterà nel prossimo dicembre a
Forino, e subito dopo a Milano, il Castello del soe simbolico che il compianto scrittore compì negli
di Peppino Garibaldi — tutte codeste morti hanno talmente adusata la sensibilità umana allo spettacolo del do-
ultimi anni della sua vita. Egli amò quest'opera sua
lore, che passano quasi inosservate sciagure come quella terribile toccata all'ingegnere Cesare Figari — consigliere
che teatro da Francesco Pastonchi, e poi stampato
di amministrazione La Baia di Vallona. (Dalla carta dell'Adriatico dello stabilimento De Agostini di Novara).
nel buio della notte, fra le urla di due amatissimi figliuoli esasperati !... Una sciagura simi le passa oggi fra i fatti della cronaca. quoti-
dell’ /fa-
Ia, finito sotto la propria automobile, presso Novi Ligure,
sopra tutte le altre. Agognava di vederla rappresentata. Ma
la rappresentazione,
costosissima,
non
fu
possibile. // Castello del sogno fu solo letto in qual-
dal Treves in edizione di lusso. La mancata rappresentazione del poema fu uno dei più cocenti tormenti di Butti. Alfredo De Sanctis, che del poeta fu ed è interprete costante, e a lui era legato da
profonda amicizia, scioglie ora una promessa fatta all'artista infelice.
L'ILLUSTRAZIONE
IL
ITALIANA
GIORINO DEI MORTI SUI CAMPI DI BATTAGLIA. (Disegno di R. Paoletti, da una fotografia pubblicata nell Mustration).
Sulla tomba di 10 soldati francesi del 5.° fanteria, caduti nella battaglia d’Esternay in Sciampagna, veglia il cane fedele. ‘
382
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Il generale von Beseler, espugnatore di Anversa. potuto iniziare dal 20 offobre una vigorosa avan-
LA GRANDE GUERRA EUROPEA.
zata sul canale
Sulla linea franco-belga.
Ormai guerra propriamente belga, cioè fra belgi
e tedeschi
separatamente,
in speciale settore, non
ve n'è più. Ciò che resta dell’eroico esercito belga, stretto attorno
al valoroso
Re
Alberto,
sempre
af-
fiancato dalla coraggiosa regina Elisabetta, combatte insieme a francesi ed inglesi sulla linea che. da Dix-
mude, Nieuport, Armentières discende fino a Lilla ed Arras a congiungersi con tutta la susseguente
dell’Yser, che
sare 77 23; e tra il 20 e 21
sono riusciti
hanno
a pas-
assunta l’offen-
siva all’ovest di Lilla, dove hanno fatto prigionieri
un 2000 inglesi. Vi sono stati lungo l’estesa linea arretramenti ed avanzamenti compensativi, in questo senso,
un
che, mentre
comunicato
hanno
da
nuove
Berlino
forze tedesche — che
dice
considerevoli
potuto seguire le aitre che forzarono
—
il pas-
saggio sul canale dell’Yser, tra Nieuport e Dixmude, altre sono
riuscite, a tutto #/ 24, ad avanzarsi in
alcuni punti nel Belgio, mentre attacchi tedeschi ad est ed a sud di Lilla sono i respinti dagli alleati. I tedeschi hanno anche iniziato un forte bombar-
19 anche un’agile flottiglia di monitori inglesi, contro i quali hanno tentato di operare invano sottomarini tedeschi. Nonostante
la combinazione ben fatta delle molte
e varie forze franco-anglo-belghe, i tedeschi hanno
{ cessante di notizie quanto
mai
contradditori
Ac-
cogliendo qui le polemiche di guerra fra serbi ed austriaci, ne avremmo per colonne e colonne senza cavarne un qualsiasi costrutto per la verità, sì.tratti o di vantate.yittorie serbo-montenegrine o di .vantate vittorie austriache. Solamente #/ 24 un comunicato « ufficiale » serbo
ha ammesso
dal 17 al
montenegrini
che in seguito a combattimenti svoltisi
21 su tutta la linea occupata dai serb. di
fronte a Serajevo,
i montenegi
— sebbene i serbi fossero riusciti a respingere sulla propria fronte gli attacchi austriaci — furono co-
stretti a cedere al forte urto di costoro, ed a ritirarsi alquanto verso sud; ed i serbi dovettero spo-
damento con artiglieria pesante contro i forti francesi fra Belfort e Verdun.
stare anch'essi le loro posizioni verso Visegrad Un telegramma ufficiale austriaco de/ 23 aggiunge che
Serbi e montenegrini contro l’Austria.
durante il ritorno da un'azione coronata da successo nella Sava il monitore 7emzes urtò contro una mina nemica ed affondò. Trentatrè uomini dell’e-
Continua
anche da questa
parte
l'alternativa in-
quipaggio scomparvero; il resto sì salvò. Il Zerzes,
varato
nel 1904, spostava
440 tonnellate, filava 13
nodi ed era armato di 2 cannoni
da 120 mm.
e di
2 da 37.
Cattaro bombardata.
Hanno speciale interesse per l'osservatore italiano,
le notizie su quanto accade Cattaro.
sul
Lovcen,
e contro
Il 77 un aereoplano austriaco recante a bordo' una
mitragliatrice attaccò la stazione radiotelegrafica ed un battaglione di montenegrini sul monte Lovcen. Due soldati furono leggermente feriti. La flotta au-
striaca bombardò violentemente le posizioni del Lovcen senza recare alcun danno. L’artiglieria fran-
co-montenegrina rispose energicamente. Nello stesso giorno due sommergibili austriaci da Cattaro attaccavano ad Antivari la flotta francese mentre si dirigeva verso
la Dalmazia.
L' incrociatore
Wa/deck
Rousseau tentò invano di affondare uno dei som-
mergibili austriaci. La flotta bombardò poscia
la
fortezza di Cattaro, contro la quale i/ 79 fu iniziato
forte bombardamento sistematico dalle batterie del Lovcen. Gli ausi i risposero dai loro forti e dalle loro navi da guerra che si trovano alle
Cattaro.
Bocche di
I cannoni montenegrini tirarono con tale
precisione che l’azione dell'artiglieria austriaca, dopo poco tempo, divenne più debole. Il grande forte austriaco di Vermac rimase molto danneggiato. Sul Lovcen non
furonvi nè danni, nè vittime.
Fra austriaci e russi. La lotta attornofa Przemysl.
. È attorno alla disputata fortezza di Przemysl che sì congiungono contro i russi le forze tedesche ed
austriache. Ivi si combatte accanitamente da oramai
venti giorni. Ciascun quartier generale, anche qui, vanta quotidiani successi, e addossa al nemico clamorose sconfitte. Però si capisce che i vari comu-
L'incrociatore tedesco Eden
che danneggiò gravemente la flotta mercantile inglese nel golfo di Bengala.
nicati austriaci e russi
sulla
persistente
battaglia
lungo il San e nella regione di Przemysl sono fa-
L'ILLUSTRAZIONE
LA
GUERRA
NELLO
ITALIANA
SCACCHIERE
AUSTRO-SERBO.
(Fotografie del nostro corrispondente speciale S. Tchernoff).
Un cannone serbo crivellato dalle mitragliatrici austriache,
383
M Ò)À. e M —— M
384
L'ILLUSTRAZIONE
O
ITALIANA di vedere distrutto da siluranti tedesche, in un golfo tedesco del Mare del Nord, il loro novissimo sommergibile metri,
£3, stato varato nel 1912. spostava 710-825 tonnellate
Era lungo (rispettiva-
mente in emersione ed in immersione) ed era armato di 4 tubi lanciasiluri e di 2 cannoni da
76 mm.
bordo aveva un impianto di radiotelegrafia.
Il 20 poi il sommergibile tedesco /77 arrestava al largo della costa norvegese il grande vapore inglese Glitner, ne faceva sbarcare
tutto
l’equipag-
io, poi apertegli le valvole lo faceva affondare.
Gl'igglesi dal canto loro, il 79, avevano catturato e
condotto a Yarmouth l'incrociatore tedesco Ophelia che batteva bandiera della Croce Rossa ed aveva
a bordo un potente apparato radiotelegrafico.
Un telegramma da Tokio, 27, ha annunziato che
la torpediniera
tedesca 590, partita da Tsing-Tao con il favore della notte, era stata trovata distrutta
sulla costa a sessanta chilometri a sud di Kiao Ciao.
Contemporaneamente era diramata, pure da Tokio, la notizia che l'incrociatore giapponese 7akachiho era stato affondato, i giapponesi dicono per avere urtato in una mina durante una ricognizione, ed i
tedeschi
dicono
dalla
suddetta
torpediniera
.$90,
la quale, compiuto felicemente l'assalto, prese terra a 60 miglia a sud di Tsing-Tao e fu fatta saltare in
aria, dopo allontanatosi l'equipaggio. Questo suicidio della vecchia torpediniera dopo il successo, si suppone dovuto ad inseguimento di forze superiori giapponesi. È L'incrociatore Zakachiho era stato radiato dai quadri della flotta attiva giapponese sin dal 1909. Varato
nel
1895 in Inghilterra
era
entrato
l'anno
seguente in isquadra. Spostaya 3700 tonnellate,
lungo 91 metri, largo 13.80, filava 18 nodi ed Era era da 152 mm., 2 da 57, 10 da 37, 4 mitragliatrici e 4 tubi-lancia-siluri. ,L'oscurità armato di 8 cannoni
rese difficile il salvataggio dell'equipaggio: 28 ‘uffi-
ciali, 24 sottufficiali e 189 marinai perirono.
Un comunicato
ufficiale inglese dice
«che
Pacifico
Si trovano
otto
9 nove incrociatori tedeschi si trovano al largo negli Oceani Atlantico,
e Indiano.
alla loro ricerca settanta incrociatori inglesi, compresi gli australiani, i giapponesi, i francesi ed i russi, esclusi gli incrociatori ausiliari. Vi è fra essi
un certo numero degli incrociatori inglesi più ve-
loci, La vasta estensione
dell'Oceano e le migliaia
di isole offrono alle navi nemiche la scelta id un infinito numero di movimenti. Di fronte alle crescenti
difficoltà la scoperta
chi incrociatori
e la distruzione
nemici è sopra
di questi po-
tutto questione di
tempo, di pazienza e di fortuna ». , Nelle Colonie.
Un telegramma da Tokio, 20 ottobre, anmunzia che, secondo una dichiarazione della Marina, il Giappone avrebbe del ministero per ragioni militari. le isole Marianne, le occupato Marschall: non-, chè le isole Caroline orientali icold e occidentali. tre gruppi di isole appartenenti alla GermaniaQuesti sono nell'Oceano Pacifico a non grande distanza l'uno dall'altro, Il gruppo delle Marianne (o dei Ladroni)
delle BE Nicola II (ritratto inedito) che ha offerto al Governo italiano i prigionieri delle provincie irredente.
cilmente conciliabili. Un successo di carattere generale hanno ottenuto i russi sul San a valle, cioè a nord di Przemysl: attacchi respinti e passaggio all'offensiva. Successi austriaci parziali, di carat
tere locale, hanno ottenuti gli austriaci a sud-est di Przemysl, cioè la presa di alcune colline, molto sangue, ma che non ha dato risultati costata di carattere generale, sembrando certo che gli austriaci non sono riusciti a passare il San. Certo russi si sono ritirati dalla foresta dei Carpazi,è che i e fino
nel 1899, con parte delle isole Marianne. Le isole Marschall appartengono alla Germania dal 1885, e ufficiali dall'Africa del Sud, in data del 21,
annunciano che numerosi ufficiali e soldati del
geni rale ribelle boero Maritz sono stati arrestati, altri si
dal 19-20 hanno sgombrato affatto dall’ Ungheria, incalzati dagli austriaci. Un telegramma da Petrograd, 20, dice
nistro dell'interno russo ha ricevuto i dati che il misui causati dall'invasione austriaca nei Governi danni blino e di Cholm: 4250 case per un valore di Lu80 milioni di lire sono rimaste incendiate. di circa
I tedeschi non vittoriosi sulla Vistola. Anche le notizie di questa settimana meglio precisano e completano il quadro delle operazioni ponenti, ma poco fortunate, tentate dai tedesciim.
sulla Vistola e verso Varsavia. Le truppe siberi e quelle della Grande Russia opposero
73 ai tedeschi una terribile resistenza, che #/ da/ si mutò in avanzata incalzante, che determinò 20l'affrettata ‘ata tedesca. Però i tedeschi nella regione ad occidente di Augustow ri scirono, fino al 22, a respingere validamente i russi, mentre contingenti alleati dell'esercito austriaco riuscivano a presentarsi, sorprendendo il nemico, A dinanzi ad Ivangorod, bat
tevano due divisioni nemiche, facevano
3600 russi e catturavano una bandiera prigionie e quindici mitragliatrici. Questa mossa austriaca non valse a far mantenere i tedeschi sulla linea Ivangorod-K ozienice. 1 tedeschi, tra 7/ 2/-25, esplicavano una muova vigorosa azione contro Augustow, per tagliare fuori
le truppe russe
e prendere alle spalle i russi in Polonia;di maSuwalki ncamente i russi riuscivano a passare la contempora Vistola, Sul mare.
Il capitano Meyer-Waldek,
difensore della
colonia
tedesca di Tsing-Tao
in Cina.
Battaglie navali? Nol... Non c’è da pensarvi, pare. Invece, piccoli incontri i rappresaglie. ll 75 ottobre gl’inglesie inesorabil ebbero l'ingrata sorpresa
Il feldmaresciallo atistriaco V. Kusmarie k, difensore
della piazzaforte di Przemysl.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Un aereoplano russo cattur rato e distrutto dai tedeschi ad Allenstein nella Prussia orientale. sono arresi volontariamente, ed li stesso, n non contento dell'andamento degli accordi tedeschi, avrebbe
già
iniziate trattative col gen. Botha per arrendersi.
Necrologio
della guerra.
Il corrispondente del Daily Telegraph nel Belgio informa che il principe Max d'Assia, addetto all'esercito
del
generale
von
Kluck, è rimasto
uc-
ciso durante le ultime operazioni. Strane circostanze ne hanno accompagnato la morte. Qualche tempo dopo la battaglia, il corpo del principe fu trovato
su una strada, a circa sette chilometri da Caestre
(in Francia a nord di Hazebrouck). Era vestito della sola tunica e delle calze. I proiettili trovati nel ca-
davere erano di rivoltella ed esso era l'unico che gia. appena fatti. Il principe Massimiliano di Assia, del ramo dei Landgravi, aveva 20 anni precisi e nel Gotha del 1914 figura come cadetto-sottufficiale, L'Handeesblad annunzia che il principe Wolrod cesse al suolo, mentre tutto intorno si vedevano tumuli
Federico di Waldeck-Pyrmont, fratello minore della Regina Madre Emma dei Paesi Bassi, tenente nei
dragoni della Guardia
prussiana, è stato
(Fot. Spher
ucciso mentre si trovava con una ttuglia sul fronte nel teatro occidentale della guerra.
nuotatore Meister non è morto: è stato ferito e gli è stato amputato un piede.
lamentare senatore Reymond, ferito mentre effettuava una
nerali finora caduti e cioè: quattro generali di di-
Un telegramma da Toul, 23, ha data ai francesi la triste notizia della morte del noto viatore par-
rimasto mortalmente cognizione aerea al
disopra delle linee tedesche. Riuscito
atterrare tra le linee francesi e quelle tedesche, ad era stato li-
berato dopo violento combattimento
tuto render conto della
comandante
ed aveva po-
sua missione. Il generale
potè rimettergli, prima dell
segne della Legion
d'onore
morte, le
ed i ministri Briand
e Serraut, che si trovavano nella
regione, giunsero al suo capezzale. Il senatore Reymond quarantanove anni ed era uno dei più giovani aveva fra i membri della Camera
Alta. Chirurgo
illustre,
era stato eletto senatore.
nel 1905
Nella lista dei caduti negli ultimi combattimen figurano i notissimi corridori Faber, lussemburghe ti Thys, Defraye e Deman, belgi. È morto anchese, il nuotatore rade, Contrariamente alle prime voci,
dice della gravità delle perdite nella gue
attuale si può trovare
nel fatto che solo nell’eser-
cito francese sono ben ventuno
gli ufficiali ge-
visione: Bridoux, 5. divisione di cavalleria (ch'era stato confuso col generale Eydoux, il quale comanda tuttora un corpo d'armata sul fronte): Battisti, Po‘
divisione di fanteria; Raffenel, divisione coloniale; Marcot, 81.' divisione fanteria dell'esercito di se conda linea; ultimo caduto, il 5 ottobre. Sono inol-
tie caduti diciassette
generali
di brigata o colon-
nelli brigadieri non peranco promossi generali. A si può notare che campagna di guerra del 1870-71 caddero inuccisitutta sulla campo solo sette generali: Abel Donay, Raoult, Colson, Guyot de Lespart, Tilliard, Margherite, Theremin — in quella del 1859 solo sei generali; Espinasse, Beuret, Cler, Felix Douay, Auger, Dieu. — Secondo il Bollettino titolo di confronto
di istruzione fr: maestri morti o feri
fessori
ì
Ciò che distingue l'Odol da tutti gli altri dentifrici, è la sua sorprendente azione prolungata che, con tutta probabilità, deve essere attribuita al fatto che
l' Odol, durante lo sciacquamento della bocca. penetra in certo qual modo nelle mucose della bocca e nei denti, impregnandoli
doli di uno
strato
denso, che esercita
antisettico,
microscopicamente
la sua azione
ancora
sottile,
e copren-
ma
per delle ore dopo
pur l’uso,
Nessun altro dei preparati, usati per la cura quotidiana della bocca, quest'azione prolungata la quale procura, a coloro che fanno uso giornaliero dell’ Odol, la certezza che
possiede
la loro bocca è pre-
servata dall'azione dei fermenti
composizione,
e dei microrganismi
distruttori dei denti.
della de-
LL
ACCANITECOMNBATIIMENTI
CIN (Disegno
Fra i molti episodi
di G
delle accanite battaglie che si svolgono nell Fiandre tra i tedeschi, che mirano a impadronirsi diDunquerque e di Calais, e gli alleati che difendono si questo: i belgi aprirono
strenuamente l’ultimo lembo del territorio belga, è da segnal
le dighe di uno dei molti canali dell'Yser inondando così una vasta zona 00.
FAMDRA: naro
TIRATE
DES
CHECED'
ALE
ARL
d'Amato).
FWTREVES
5 e con l’acqua È fino allaa cintola, sostennero 1l terribile fuoco Ciò non ostante i combattenti non le abbandonarono cupata dai tedeschi le cui trincee furono inyase dall'acqua. alla morte. Il disegno del pittore G. d’Amato riproduce questa impressionante scena della grande guerra, ia e d'artiglieria dei nemici e si difesero fino ì
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Rilievo della Galizia e della Poronia russa ove si svolgono le grandi battaglie tra austro-germanici e russi. (alla IU.
La vallata di Csontos in Galizia.
La vallata di Fenyes in Galizia.
INOIZVALSO
‘(sodopng «6ps{p tdouspsoy avusoib ip pg) » VNVITIVLI
mi
ISSNY IVO ISVANI vI#3HONN.1130 3vIZIIVO v1130 ISIVd 3VILIO
68£
La piazza di Marmaros-Sziget in Ungheria.
Panorama di Marmaros-Sziget.
L'ILLUSTRAZIONE
390
IL NUOVO
ACQUISTO
DELLA
PINACOTECA
ITALIANA NECROLOGIO.
DI BRERA.
—
Di antica, nobile famiglia di Gavi, colto, di-
stinto, amabilissimo era l'avvocato Pio Viazzi, già deputato repubblicano di Grosseto dall'agosto 1905 all'ottobre 1913; professore e cultore di filosofia del
diritto e provetto negli studi giuridico-sociali. Scrit-
tore elegante, pubblicò apprezzati volumi, come
Reati sessuali; Delitto di resistenza e resistenza
legittima; La lotta di sesso; La psicologia dei sessi; L'equità nella filosofia, nella storia e nella pratica del diritto; La bellezza della vita, ecc. Collaborò nell’Atchivio di psichiatria del Lombroso, e nella Scwo/a positiva di Enrico Ferri; e
qui a Milano nell'Italia del Popolo, prima del 1898. Non aveva che 46 anni. -_ A Napoli, per neurastenia accentuatasi ranoismo, l'avvocato
Giulio Fioretti, belli:
giornalista
e per
gegno, seguace ed emulo, nell'indirizzo della scuola penale positiva, del Lombroso e del Garofalo. Fi brillante,
il risanamento
mor:
di Napoli, tanto amministrativamente che politicamente, trattò ampiamente, con vigore, con dottrina, tutti i problemi
della vita
napoletana,
anzi, me
dionale; e formò
su tale
argomento, ed anche s
venti anni sono la vedova
di Vittorio Imbriani e ne
più vaste questioni italiane, apprezzati volumi. Sposò ebbe una figliuola. Egli non aveva che 62 anni. _
Nella sua modesta villetta di Uscio, in Ligu-
ria, il 22 ottobre, un vecchio soldato
e patriota, il
colonnello Francesco
Carbone, di Genova.
arruolò nel
Cacciatore delle Alpi, rima
Aveva
anni quando, forte aitante animoso popolano,
nendo
'59 come
poi ferito
nel combattimento
di Malnate.
Nel 1860 fu uno dei sette genovesi che andavano e venivano continuamente da Genova a Villa Spinola
e viceversa a preparare la spedizione dei la quale arruolò 160 giovani, e ne mandò all a Sori a portare le armi da caricare sul Lombardo e sul Piemonte. Partì egli stesso con la spedizione;
partecipò a tutti icombattimenti ed il 25 maggio fu egli a piantare in Palermo la bandiera tricolore al crocicchio di Porta T. ni sotto il fuoco dei bor-
bonici, onde con apposito ordine del giorno fu nominato
sottotenente,
poi ufficiale
d'ordinanza
di
Thiirr. Si distinse poi nell’arresto della banda brigantesca di Santo Meli, ed al Volturno, venendo
promosso capitano per merito di guerra. Finita la campagna entrò, col suo grado, nel 38.° fanteria, e
si distinse tra il 1862
ed il 1863
nella
repressione
del brigantaggio, e nel 1866 durante la breve campagna € rimase nel servizio attivo fino al 1895, raggiungendovi il grado di colonnello. In Avellino nel 1865 con un fiero duello rivendicò l’esercito da
grossolane offese lanciategli in un giornaletto locale dal deputato Vetroni. Aveva 74 anni. — Oriundo olandese, viennese di nascita, veneziano per elezione era il valentissimo pittore Car/o Cecilio Van Haanen,
morto recentemente
a Vien-
na, per paralisi. Fino da giovine egli cercò a Venezia le sue più felici inspirazioni; si legò della più viva amicizia con numerosi artisti veneziani, che lo amavano come fratello; fu per molti anni membro dell’Accademia
di Belle Arti
di Venezia, che per
lui fu sempre il Paradiso dell’Arte. Egli inspirò i suoi quadri più belli ai caratteristici soggetti che Venezia sempre gli offriva. Nel mondo dell'arte chi non ricorda la bellissima figura, tratta dal vero, di Giovanetta morta,bianco vestita, dalle chiome brune
sposte a ricche onde sulle spalle e sul petto, a contornare una grande croce bisantina? E la gaia
Amsrocio De Prenis. — Ritratto di gentiluomo.
ricreazione delle Sarzize che sospendono
de, brune, castane, e tutte sempre
Per concessione della Direzione della Pinacoteca
di Brera possiamo pubblicare la fotografia dell’ultimo acquisto
compiuto
nostra grande raccolta
due
o tre mesi
milanese.
Trattasi,
fa per la
come i
lettori vedono, di uno stupendo ritratto di Ambrogio De Predis (1455?-1522?), del pittore che fu tra i seguaci di Leonardo
forse il più
prossimo al Mae-
stro e in alcuna opera fin suo collaboratore. Il colorito terreo del volto che due occhi grigi, metallici, felini illuminano di una luce piena di suggestione, la copiosa massa fluente e ondulata dei capelli
d’oro che incornicia quelle fattezze severe e su cui poggia come un casco il berrettone di velluto verde,
danno al personaggio una così profonda impronta di carattere che, una
volta
visto, il ritratto
non
si
dimentica più. È un capolavoro che viene a colmare
una
milanese
lacuna nelle sale di Brera dove l'artista
non era finora affatto rappresentato. Ap-
parteneva ad una nota famiglia della nostra ci e fu acquistato dal Direttore della Pinacoteca per la
somma di 38000 lire. È stato esposto al pubblico per la prima volta la settimana scorsa.
il lavoro
per prendere il caffè? Quali testine deliziose, bion-
(Fot. G. Bassani, Milano),
dal vero... Quale
ricchezza di stoffe, E la Disputa di
qual festa di colore sano brillante! Catechismo delle bambine? Sa-
fanciulle
piene di vita, di maestre vaghe
pienza di effetti prospettici, fisonomie dolcissime di birichine
e serene, punto lugubri e punto beghine. Bellissimo, tra altro, quel gruppo di Ragazze vesti popolari, che, nonostante
veneziane, in
il costume, e il forte
realismo pieno di modernità delle figure, per la flessuosità delle linee e la leggiadria dei tipi, ravvicinano alla memoria le paradisiache vergini del Tintoretto del seguito di Elena Imperatrice. Van Haanen da qualche anno era stato colpito da grande
sventura, che lo privava della più pura gioia della sua vita:
(MAMME!!!
irreparabile
della vista
teneva presso di sè alcuni dei suoi quadri, mai finiti, che però non
quasi per illudersi
RINVIGORITE
da
HVOSTRI-BIMBI fg
un
momento
inazione !... =
voleva
fossero da altri toccati,
con la loro presenza che potesse
all’altro cessare
la sua
UTROFINA
forzata
Del generale Julio Roca, ex-presidente della
Repubblica Argentina, morto in Madrid
CON-LA-GUSTOSA
il 19 otto-
bre, l'IrLustrazione parlò frequentemente, dandone
il ritratto, e quando, dal 1880 al 1886, poi dal 1900 al 1902 fu sulla vetta
del potere
nel suo paese, e
quando, nel 1906, viaggiò in Italia. In tale occasione il re
lo onorò con
un
banchetto
nel Qui;
nale, riconoscendo in lui uno dei più sinceri amici
degl'italiani. Era nato nel 1843; e nel 1878 era stato
nominato,
contemporaneamente, generale, dopo per-
corsi tutti igradi inferiori, e ministro per la guerra. Fu anche ministro per l'interno, poi presidente del Senato argentino,
FORMULA: APPROVATA pal
Pror.LUIGI- CONCETTI INSCRITTA NELLA FARMACOPEA UFFICIALE DEL Regno otraLA
il deterioramento
che non gli permetteva più di dipingere: ed egli
DI-ROMA
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IL FLACONE
= PER
POSTA
CENT#90 IN PIÙ)
—————______—____—_____—_— molte tinture per capelli, ma l
DI
sa
Esistono molte to MENREXTAE e inarea dere, dote tagneni 48, Passage Jouffroy, Parigi, che danno delle squisita sfumature”
ILLUSTRAZIONE
TEDESCHI
NELLE
ITALLANA
CITTA
Ingresso dei tedeschi a Czentochau
CONQUISTATE.
nella Polonia
Russa.
Anversa, — 1 tedeschi al lavoro di scernita delle armi e delle uniformi abbandonate dai belgi.
(Fot, A, Grobs),
392
L'IELUSTRAZIONE
ITALIANA
Il feretro di Re Carlo sopra un affusto di cannone.
RORADELTAÀ LATINI
Il corteo funebre di Re Carlo.
RIMENTA:
E TEDESCHI.
Un palazzo reale che non c'è. - Il barometro balcanico. - Analogie. - Una decorazione di Re Vittorio. «La mia cara uniforme prussiana!» - Il nuovo Re. - La bestemmia nazionale. - Come i generali francesi. Una grande lotta diplomatica è da parecchi mesi impegnata a Bucarest, per decidere la Rumenia a schierarsi da una parte o dall’altra
dei belligeranti. Le polemiche che si svolgono nei nostri giornali a proposito della neutralità
empiono anche le colonne della stampa ru-
mena — ed ora più che mai dopo la morte di
Re Carlo, che, com'è noto, era assolutamente contrario alla partecipazione alla guerra schie-
randosi dalla parte della Triplice Intesa contro gl’ Imperi centrali. Oggi più che mai, l’attenzione delle Cancellerie.è rivolta a questo paese
latino in Oriente che, in poco più di mezzo secolo, da un piccolo principato vassallo della Turchia, è diventato una nazione indipendente che dispone di un ottimo esercito con
una forza di cinquecentomila baionette, e che con il suo intervento, insistentemente chiesto e desiderato, da una parte e dall’altra, può
esercitare forse anche un’azione decisiva nell’immane conflitto nel quale è impegnata gran parte dell’ Europa: Quando il principe Carlo, sfuggendo alla vigilanza della polizia austriaca, viaggiando travestito da operaio su un battello del Danubio, sbarcò su quella terra
che doveva: diventare il Regno di Rumenia, Bucarest— la splendida ed elegante città che, a ragione,è ora chiamata la Parigi dell'Oriente — era una modesta borgata, dal più al meno come lo erano Belgrado e Sòfia quando i turchi furono costretti ad abbandonarle. Quando, all'entrata nella sua capitale, i personaggi che
lo accompagnavano fecero fermare la carrozza dinanzi ad una modestissima casa a un piano dicendo: « Eccoci arrivati al palazzo », il principe Carlo di Hohenzollern, istintivamente, volse lo sguardo dall'altra parte.... cercando il palazzo. Strano paese, questa Rumenia che, per tanti anni, quanti ne corrono dal trattato di Ber-
lino alla guerra balcanica, ha cercato di far parlare il meno possibile di sè, occupato esclusivamente di restaurare le sue finanze e di dare una salda organizzazione al loro Stato, e che, d’un tratto, è diventato un fattore importantissimo nella politica europea! Non faceva parlare di sè, ma, però, in questi ultimi anni da tutti si presentiva che:un giorno o l’altro, uscendo dal riserbo che si era imposto avrebbe preso posizione. Si soleva dire nel mondo diplomatico, che la Rumenia era il barometro della situazione: che non verano timori di complicazioni in Oriente se la Rumenia stava tranquilla e non si preoccupaV. perchè certo si sarebbe mossa e avrebbe mi; nifestato la sua intenzione di agire, se.l’equilibrio balcanico avesse minacciato di esserè turbato. Poichè tale turbamento non poteva avvenire che a suo danno. E così fu realmente. Come allora, anche adesso si dice dai rumeni, essere ormai giunta l’ora della Rumenia, e l'occasione da tanti anni attesa, per-
chè il Re di Rumenia possa diventare... i/ Re deîì Rumeni. * Strano destino di questa Dinastia di data recente,
che, fino ad ora, sebbene sorta, gra-
zie all'appoggio della Francia e malgrado le opposizioni dell'Austria e della Prussia, ufficialmente
almeno,
è stata
poi per
tanti
anni nell'orbita dei due Imperi Centrali, ed all'Austria legata da una convenzione militare in caso di conflitto. Vi è una grande analogia — e fu \spesso notata in questi ultimi tempi — fra la posizione della Rumenia e la nostra.
rilevato
Ma non
fu, mi pare,
abbastanza
che tale analogia si manifestò
già
un’altra volta — più di mezzo secolo fa — e che
il primo Re d’Italia tenne a sottolinearla. Nel corso
di una lunga udienza
che il primo
Re
di Rumenia ebbe la bontà di accordarmi l’anno scorso durante un mio breve soggiorno a Bucarest, raccontandomi, per l'appunto, delle sue impressioni al momento del suo arrivo in Rumenia, ricordò che la prima decorazione ricevuta come Sovrano del nuovo Principato, fu it Gran Cordone di San Maurizio e Lazzaro mandatogli da Vittorio Emanuele II, qualche giorno dopo la sua entrata
a Bucarest. Naturalmente, l'elezione del Principe al trono rumeno non era stata gradita: anzi era avvenuta contro l’Austria, per cui, il conferimento di un’alta onorificenza prima
ch'egli fosse riconosciuto dalle Potenze aveva un alto significato politico. E l'atto fu molto gradito dal Principe, che ebbe sempre una
‘Chiedete il GENUINO SALE
NATURALE
deo SPRUDEL
ai
ÈARLSB AD se volete evitare.”
Il nuovo Re presta giuramento davanti all'assemblea legislativa a Bucarest,
nè
falsificazioni eIrodi.
ILLUSTRAZION
grande e devota ammirazione per il Gran Re, che aveva veduto qualche anno prima in Italia quando, ancora giovinetto — mi diceva
— si trovò presente alla sfilata delle truppe piemontesi che ritornavano vittoriose dalla Crimea, mentre a Parigi sorti dell’Italia... che non
si discutevano le esisteva ancora—
e intorno a quelle di un altro paese, il quale, ufficialmente,
non esisteva neppur esso, e di
cuì certo, allora, non
immaginava di diven-
tare un giorno il Sovrano. A quell'epoca, nel
linguaggio delle Cancellerie e nelle note di
plomatiche la Rumenia si chiamava:
cipati Danubiani, Ma
la
i P.
è
dissonanza
3
fra i sentimenti
Corte, e l'opinione
della
pubblica per quello che
riguarda la Germania e la Francia si mani festò quasi subito, e creò una situazione dif-
ficile alla nuova Dinastia all’epoca della guerra
franco-prussiana. Il giorno stesso nel quale la Camera
Rumena
faceva voti per il trionfo
della Francia, il Principe Carlo
scriveva
al
Re di Prussia:
«Lontano dalla mia patria in un posto dif-
«spinge ad assicurai
Mae
« miei più fervidi voti sono per il trionfo della «mia patria. Per quanto oggi sia sovrano di «Rumenia, sono e rimarrò sempre un Hohen-
« zollern » Alla notizia della dichiarazione di guerra scriveva con gioia: Fra due mesi Napoleone sarà battuto e la sua potenza sarà infranta! E in un’altra lettera, dopo aver detto che era con la più grande tristezza che aveva dovuto svestire /a sua cara uniforme di ufficiale prussiano per occupare a Bucarest un posto di avanguardia, diceva di averlo fatto, col fermo
sere, come nale!
pare,
nche
ITALIANA la bestemmia
nazio-
5
L'atteggiamento attuale della Rumenia è quello dell’aspettativa. Ma un’aspettativa, con la convinzione che presto o tardi dovrà scen-
dere in campo. Le dimostrazioni che si succedono quasi quotidianamente non lasci
dubbi sul sentir to popolare. Il grido di dolore dei rumeni di Transilvania ha un'eco profonda nel cuore dei rumeni del Regno.
Sono due le provincie rumene irredente: la Bessarabia che la Russia le ha strappato nel
1878, e la Transilvania. Ma, prima di tutto, in Bessarabia vi sono un milione e mezzo di
rumeni, mentre in ‘] lvania sono quasi quattro milioni. E non potendo pensare ad aver tutto, alle
è naturale
provincie
nelle
preferiscano pensare
quali
è assai
re il numero degli abitanti. D'altra rumeni
maggio-
parte, i
hanno
ancora la speranza che la ‘si a un bel gesto. L'anno scorso, si arlò molto del fidanzamento del giovane Principe E itario con una delle figlie dello Czar. Si d se, e la stampa russa non smentì, che la Bessarabia poteva forse
essere data in dote alla sposa.... Da un pezzo in qua, non vi è più l'abitudine di modificare la carta dell’Europa con le doti delle pr cipesse.
Però
è stato
significante, come
di
cevo, e molto “notato,7che, anche se non. è affatto pensato ad una soluzione di questo
393
genere, la stampa russa non abbia smentito. Tanto più che in quello stesso volger di tempo, lo Czar nominava mar Io russo il Re di Rumenia.
In ogni modo, non vi può essere ora un grande risentimento verso la Russia per la questione della !Bessarabia, perchè là i rumeni, specialmente da qualche tempo, sono ben trattati, e le autorità russe hanno da un pezzo cessato l’opera di snazionalizzazione, che, invece, assume talvolta forme addirittura feroci da parte degli ungheresi in Transi Dove si arriva a picchiare, e magari
mettere in prigione una bambina di dieci o dodici anni, perchè, a un ispettore che le domandò quale è la sua patria, ose con franchezza ed. ingenuità: la Rumenia; o a condannare una contadina che veste il caratteristico costume rumeno, che in molte circostanze, specialmente a Sinaia, portano anche le principesse, accentuando forte i colori della bandiera rumena! Il pittoresco costume rumeno, che è quasi scomparso a Bucarest, ma al quale sono ri
maste fedeli le popolazioni di tutto il regno, e che le donne rumene, anche del popolo, portano con tanta disinvolta eleganza. Le donne rumene hanno un'antica riputazione di bellezza e'di grazia, talchè non è raro il caso di trovare anche contadine, che, malgrado il faticoso lavoro dei campi,‘hanno piedi piccolissimi e conservano delle mani aristocra-
proposito «di rigenerare questa nazione la-
tina e di trapiantare Oriente ».
la civiltà
tedesca
in
Le qualità eminenti del Sovrano che può davvero considerarsi come il fondatore della Rumenia, gli hanno fatto perdonare questi sentimenti così contrari a quelli del suo popolo, che sente così vivamente
la sua origine
latina, e che tiene ad affermarla in tutte le circostanze. Bucarest sotto certi aspetti può considerarsi una città francese. La lingua francese è comunemente parlata dalle classi colte. Il sogno di tutti i rumeni, appena hanno dei danari da spendere, è quello di andare
a Parigi, ed è, come è noto, assai numeros la colonia rumena sulle Una quantità di famiglie stocrazia
rive della Senn: della vecchia ar
rumena — quella che a somiglianza
della nostra aristocrazia fiorentina non ha titoli, ma può vantare secoli di nobiltà — vivono abitualmente a Parigi. È quindi sorprendente, come dicevo, che tale e così forte disparità di sentimenti — a parte qualche grave incidente lontano, che però fu sul punto di costringere il defunto sovrano ad abdicare — non abbia nociuto alla Rumenia. Oggi però, senza nessun dubbio, la situazione è mutata
col nuovo Re, il quale è
ancora un Hohenzollern, ma che non avendo l'ascendente del suo predecessore, anche se tali sentimenti nutre egli pure, non può farli pesare per determinare la linea di condotta del suo paese.
La
situazione
è mutata
pro-
fondamente in questo senso: che oggi non è più la volontà del Re che prevale, e prevarrà, ma quella dell'opinione pubblica e del Governo responsabile. È ancora un tedesco, dicono coloro che non dissimulavano una certa preoccupazione per i sentimenti personali del compianto Re, ma che però non può imporci per i servizi resi. Difatti, l’atteggia mento assunto dal nuovo monarca ha lasciato subito vedere come intenda regnare e non governare. La sua dichiarazione a tale proposito è stata chiara, significante ed esplicita. Le grandi simpatie del popolo sono invece per il giovane Principe Carol, l’attuale principe ereditario. — Quello sì — dicono — è un vero ru-
meno. Basta sentirlo come bestemmia! L'ho sentito dire da parecchie persone,
confesso
che
sono
poichè non avrei
rimasto un
creduto
BIANCHERIE MILANO
- VIA
e
po’ sorpreso,
che ci potesse es-
BARONCINI
MANZONI,
16 - MILANO
Tutte le elette e grandi attrici tributano calde lodi al delizioso liquore « STREGA » della Ditta GIUSEPPE ALBERTI di BENEVENTO. Fornitrice peLLE Case DI S. M. iL Re E pi S. M. LA Recina Mapre.
L'ILLUSTRAZIONE
Re Ferdinando
ITALIANA
La corona di Re Carlo portata da un generale.
e la Regina Maria ai funerali di Re Carlo.
tiche. Difficile constatare se realmente la foggia del costume dei contadini, con quella specie di camicia a maniche larghe, sia realmente
quella del costume antico che si vede su alcuni dei bassorilievi della Colonna Traiana. Ma, per molti, è anche questa foggia di vestire una specie di tradizione che allaccia il giovane regno all'antica Roma; a quella Romanità che i rumeni invocano così sovente nella loro storia, nella loro letteratura e nei loro monumenti. Ovidio, che non ha statue
nè ricordi in Italia, ne ha uno in Rumenia. Alla memoria di Ovidio nell'antica Thomis — ove è ora Costanza — dove morì dopo avervi passato parecchi anni in esilio, i ru-
meni hanno eretto una statua, opera di scultore italiano... Per anni ed anni, checchè se ne dica, è
stata una lotta continua fra i tentativi di prus-
Quaderni
della Guerra, è una
troppo
di grande
saranno
messe
attualità,
che
nuova serie, pur-
la Casa
Treves
sificazione della Corte e la resistenza, diremo così, latina dell'opinione pubblica! Fu gran
inaugura con tre pubblicazioni importantissime, che
merito del compianto Re l’aver organizzato un forte e valoroso esercito. Ma se, come dal
Gli Stati belligeranti,
più al meno han fatto tutti dopo le vittorie del ’70, l’esercito fu modellato sul sistema tedesco, nella questione della tenuta ha dovuto cedere ed egli per il primo, rinunziare a indossarne una che assomigliasse alla «sua cara uniforme di ufficiale prussiano ». Le uniformi
da quelle
sono quasi completamente
dell'esercito
mani la Rumenia
francese,
scendesse
copiate
e se
in campo,
do-
dalla
loro uniforme, anche da quella parte, gli austro-tedeschi potrebbero credere di trovarsi di fronte a generali e ufficiali francesi. Vico MANTEGAZZA.
(ARE,
pui
4
in vendita
nella
contemporaneamente : loro vita economica,
finanziaria e militare, alla vigilia della guerra, di Gino
Prinzivalli
(L.1. È un quadro di molto
interesse, dovuto al diligente autore
del libro sulla
Banca che ebbe recentemente sì grande successo. — La presa di Leopoli (Lemberg) e la guerra au-
stro-russa in Galizia, di Arnaldo, Fraccaroli, con 22 incisioni e 2 cartine (L. 3,50). È il primo libro
che esce in Europa sulla guerra di Galizia, da un testimonio oculare.
tale della Polonia, di Si e Ugo
raccontato
Cracovia, antica capi-
mondo
Kulezycki
Ojetti, con 16 incisioni (L. 1,50), All’interes-
sante articolo del polacco Sigismondo Kulezycki, è
aggiunto in questo quaderno l’eloquente appello per i monumenti di Cracovia che Ugo Ojetti pub-
blicò sul Corriere della Sera del 27 settembre 1914.
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LA
SOPRAVIVENZA
Cosma e Damiano erano amicissimi. Quando potevano erano sempre insieme, come i ragazzi; ma, pur essendo da un pezzo uomini fatti, riuscivano a stare insieme per delle intere giornate, senza annoiarsi nè prendersi a noia, Creature semplici e di poche idee, erano capaci perfino di discutere senz'’ombra d’astio, e di conchiudere le loro discussioni dandosi reciprocamente ragione, In una sola questione non si erano mai messi d'accordo. In quella faccenda dell’immortalità dell'anima. Cosma era per la sopravivenza, Damiano per l’annientamento. Quando avevano attaccato a ragionarne, diventavano sofisti come due teologi di professione; e dopo averne ragionato a lungo con logica incerta ma stizzosa, ciascuno riaffermava intatta la sua convinzione, anche se in fondo al cuore Damiano si sentisse un po’ meno sbigottito di non dover esser più, e Cosma un po’ meno tranquillo di poter esser sempre. Ma la parola che vuol aver ragione della verità non tradiva le segrete vacillazioni del sentimento.
E Damiano
che, come spesso gli
spiriti timidi e delicati, si compiaceva di qualche bravura verbale, la finiva con un'uscita beffarda: —
Una
cosa
soltanto
mi
dispiace:
che,
quando avremo stirate le cuoia, non potrò alzarmi per venirti a dire: «vedi se avevo ragione io! »! Cosma nascondeva un brivido in un sorrisetto, ma rispondeva tranquillo: — Io invece ci scommetterei. — Ci scommetti ? — Sicuro che ci scommetto. E la scommessa
era tacitamente
giurata, e
le fedeli coscienze dei due amici se ne sentivano legate, quantunque a nessuno dei due fossero chiarissimi della scommessa i termini, l'arbitro e l'importo; e nemmeno Cosma, così sicuro di vincerla, avesse poi un gran desiderio di vincerla presto. Per l'appunto assai presto avvenne che Da-
è
&
moralità
miano morì; e fu per Cosma una tale sorpresa che nemmeno pianse l’amico quanto gli dispiaceva. Lo accompagnò al cimitero, gli fece una bella tomba, ne eseguì il testamento, mise in collegio Damietta — l’orfana
che l’amico, vedovo, naturalmente aveva affidata a lui, scapolo ;— ma più che tutto, quando fu solo, ripensò alla discussione preferita e
alla scommessa giurata. Pareva impossibile; ma era già venuto il momento di deciderla.
Damiano, per quanto materialista, era stato sempre un gran galantuomo, e Cosma non
dubitò che ora, chiarito il suo errore, non solo lo avrebbe riconosciuto per sè, ma si sarebbe fatto uno scrupolo di confermarne la verità contraria all'amico superstite, appena che avesse potuto, purchè avesse potuto. E cominciò ad attendere con fiducia; tanto
più che la notte subito dopo il seppellimento
aveva visto Damiano in sogno, e gli era parso
che facesse dei grandi sforzi per dirgli qualche cosa, ma non aveva potuto. Che pena! Bisognava aiutarlo. Anche con la sua assoluta certezza
nella
sopravivenza,
Cosma
si
rendeva ragione che, a far sapere qualche cosa ai vivi, i morti devono incontrare delle difficoltà straordinarie, visto che anche tra i vivi alle volte è così difficile dirsi una sola parola e magari si muore senza essersela detta.
Perciò si propose
di venire
incontro
all’amico perduto, prima di tutto con un gran desiderio, continuo, ardente, paziente, — perchè il desiderio è il primo ponte fra le cose misteriose che si cercano. Attese
dunque desiderando.
Nelle notti
395
*“*“*““***
di
vento, quando gli scricchiolii della casa addormentata lo destavano di soprassalto, aveva un presentimento come se qualcuna stesse per arrivare per vie che non sono le consuete vie degli uomini; stridevano le banderuole
di Giulio
CAPRIN
up
che le penne, lapis e il foglio, sempre vuoto. Anche
il piatto era
vuoto:
ma
sulla sedia il
gatto stava leccandosi i baffi. Allora Cosma, irritato contro sè stesso
ma
sempre fermo nella attesa, ebbe un'idea più
pratica. Dovendosi ricorrere a riti evocatori era evidente che spiriti contemporanei chiedevano riti contemporanei ; in tempi in cui i vivi non trattano affari senza sensali, è difficile anche con i morti fare a meno dell'intermediario. E si rivolse ad un medium rinomato
a cui spiegò all'incirca
i —
Tic, tic, toc.... Sì.
—
Toc, toc.... No.
il suo caso.
o, qualcuno si i del tavolino.
— Dunque sei vivo? — Come, no?
Cosma guardava esterrefatto il medium che, in france, aveva l’aria di sorridere.
— Ripeti il tuo nome Ria pipi. e... pie,Fpier.... — Pier?
—
Dam....
—
Non
— Pier Damiano? — Tic,.tic. SÌ capisco.
— Cr.... Crr.... Crrach. Il medium, destatosi, propose di scrivere lui ciò che lo spirito avrebbe dettato: si usa così quando o i morti o i vivi hanno' furia. Cosma
ne fu contento e dis:
— Scrivi quel che sai. Il medium cominciò a far degli sgorbi”qua e là per il foglio, poi delle aste poi dei punti interrogativi rovesciati alla spagnuola, finalIR A e i
sul tetto, tremavanole porte lontane, per tutte le fessure che si aprivano entravano i gemiti
delle notti di vento che nessuno saprà m: donde vengano. La presenza degli assenti pareva
sempre
che ascoltava
meno
inverosimile a Cosma,
con il capo sollevato sul cu-
scino; ma
non veniva nessuno;
e gli stridori
sma
che quel giorno anche
dei cardini, i singhiozzi del vento, i fruscii dell'invisibile non diventavan parola. Arrivò novembre e il giorno dei morti. Co-
GIOIELLIERI
ALLOTTI
pensò
Damiano,
come tutti gli altri, non poteva essere lontano, e badò a non lasciarselo sfuggire. Alla sua cuoca, che era manipolatrice perfetta di ‘molte cose delicate, fece preparare una certa crema fredda di cui il suo povero amico"era stato eccezional-
W'SIP s1oxuiog
Esportazione Mondiale.
mente ghiotto e,
rima di andar a etto, la fece'imbandire sulla tavola al posto dove Damiano si era seduto, frequente e grato commensale;
CAIVOLIBIORA
=
IN VENDITA
OVUNQUE
F.VIBERT
,CHimico.
.
TEL Mii
sea
All’ingrosso
LIONE
accanto! ci
dispose," a ghirlanda, dei crisantemi violetti, e fra i crisantemi "un gran foglio bian-
presso
co, calamaio, pen
is'diveri
ba, entrò ansioso
e in punta Îdi pie-
VellutinaFelsina ISI SAPONE FELSINA CREMA FELSINA ISI (esperimentata e raccomandata dall'illustre prof. Domenico Majocchi della Regia Università di Bologna)
dell’
ndustria
in salotto": i (FRANCIA) J [di fiori erano al loro
BOLOGNA
posto, come an-
il vero
brodo
genuino
di fam
Il brodo per un piatto di minestra
(vado)
centesimi 5531951515 “Cose:
LE COLPE: ALTRUI 4
Solpi "Grazia DELEDDA
Quattro Lire. Dirigere vaglia ai Fratelli Treves, editori, in Milano.
aponiera BH taliana
MALATTIE DEL SANGUE E DEI NERVI Qu Guarigione pronta e sicura MI mediante l'insuperabile rimedio di fama mondiale
IPER
Una bottiglia, che si ri basterà a convincere gl’inereduli per la Salute, — G
o na pletare lacuraindispi icbli Prof. MALESCI, Fire;
Stampato su carta delle CARTIERE BERNARDINO NODARI, in Lugo di Vicenza
396.
L'ILLUSTRAZIONE
mente delle lettere storte in cui Cosma a stento lesse: « Contento dei pensier contemplativi ». —-Ma che vuol dire? un verso di Dante. — E che c'entra? — Vuol dire che è proprio San Pier Damiano, quello di Dante. Ma io non so che farmene! È Damiano Gòndola che sto cercando! Qui il yzedium si sdegnò e licenziò Cosma ammonendolo a non scambiare la scienza psichica con un servizio telefonico per l'oltretomba.
Cosma
tanto più confusi isuoi nuovi pensieri quanto
il senso della vecchia
scommi chi prima avi potuto ne avrebbe comunicata la giusta decisione all’altro, se avesse potuto. Dunque, se Damiano non veniva a dir nulla, voleva dire che proprio non poteva; e se non poteva.... La fede di Cosma era intatta, ma la prova era terribile. Allora si confidò con un prete di campagna, sufficentemente dotto e molto pietoso, per umiltà di cuore, degli errori proprii ed altrui. Questo buon prete, dopo averci ‘pensato sopra un momento, sorrise e lo rassicurò. — Ma è naturale! Damiano non può ritornare a dirvi nulla. L'opinione che le anime dei morti riappaiono ai vivi in figura di fantasmi è un'opinione superstiziosa e condannabile. Per dirvi qualche cosa, il vostro amico bisognerebbe,
caso mai, che
temporaneamente,
risuscitasse,
al-
E perchè non risuscita? — Perchè sarebbe un gran miracolo. Per far risuscitare i morti ci vogliono dei gran santi e pur troppo non siamo santi nè io nè voi. Per decidere la vostra scommessa — credetelo a me — è meglio che aspettiate a
morire
cile consiglio del buon prete, cercava ancora sempre modi nuovi di sforzare il mistero. Per ultimo si mise in relazione con una signora teosofa la quale lo ascoltò sospirando, e gli rispose parlandogli oscuratamente della reincarnazione, della Porta ermetica, di Mrs. Besant e della vita astrale. Lo pregò di ritornare tutti i giovedì e gli consigliò il regime vegetariano. Fu soltanto dopo il colloquio con questa signora che l’uomo tenace nella sua convinzione di esistere per l'eternità cominciò ad ammettere che non sarebbe poi un gran male
se il privilegio non fosse proprio universale.
ritornò a casa con pensieri confusi ; Non avendo più. l'amico con cui discuterne
più chiaro gli pareva
meno
anche voi. Ci si arriva
presto, non
ancora,
ridotto a meditarsi
il terribile
zione contraria.
Da ultimo Cosma, che cona rimpiangere il suo Damiano, ma
tinuava
non lo aspettava più nemmeno in sogno, si quietò in un'opinione media che gli parve eccellente: la sopravivenza
è indubitabile sì,
ma non è per tutti: solamente per coloro che creduto da vivi. Il che è anche giusto, perchè sarebbe assurdo concedere un tal dono a chi lo ha disprezzato.
Opinione
eccellente
dia, ma perchè spiegava
a Cosma
non
solo perchè
promessa:
Damiano,
deve cre-
FONDATA
ritornava.
Non capiva bene perchè;
occhi molto grandi, la voce più pura, la giocondità più confidente, ma Damietta era Da-
miano.
È a sentirsela così vicina ebbe quasi
paura; e quando la strinse fra le braccia gli venne da piangere, come forse piangono, quando si ritrovano oltre la morte, coloro
che hanno fede di potercisi ritrovare. Cosma continuò dunque a credere nella sua
sopravivenza nell’al di là, ma da quel giorno in poi gli dispiacque di esser troppo vecchio
per poter sopravivere di qua.
me-
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fosse Damietta che arrivava ma Damiano che
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però come
ragazza che non aveva osservata bambina, ne provò un’ impressione stranissima: che non
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pur troppo, era stato
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mortale, non ci credeva
losamente, ma da lontano: non gli pareva nemmeno di conoscerla bene di faccia. Perciò il giorno che vide entrare in casa sua la
come
Damiano non avesse potuto mantenere la
derci un buon cristiano, vale a dire senza pensarci troppo; e invece di attenersi al fa-
pre fermo nella sua credenza dell'anima im-
Finora della ragazza si era occupato scrupo-
ci hanno
neil giorno che Cosma credette opportuno togliere di collegio Damietta, l’orfana di Damiano, la sua pupilla.
non ne restò ancora persuaso: sem-
pro-
blema da solo, a poco per volta la sua convinzione perdeva un po' della fiera rigidezza che aveva avuta nel contrasto della convin-
Passò tempo, e ven-
temete.
Cosma
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verno una. cirgolare |mous. Duchésne, direttore ni prefetti richiaman- |della scuola francese di Rote i rigori di legge ma ed autore di una S/oria contro: giornali re- della Chiesa messa all'incanti notizie di mo-|dice sotto Pio X, che poi vimenti. militari mai volle riceverlo. Milano. La direzio- |. 24. Roma. È ufticialmen-
per-dreadnougit Normandie ed a Brest] ne del Partito Socialista assume la dire- |te annuuziato il congedo
la super«dreadnought Fiandre, che do-|zione dell'Avanti per il:31 ottobre della. clasvyranno entrare in squadra nel 191 Londra: Intraprendono le pubblicazioni |se 1891, compensato. dalla Madrid. Muore qui il generale Giulio |qui l'/mependance Belge ed il Metropole |chiamata pel 10 novembre Roca, già presidente della Repubblica |qui emigrati da Brusselles.. x della 2.“categoria della clas- _
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