74 . settimana
della Guerra
d'Italia.
Come i nostri alpini raggiungono punte quasi inaccessibili. — La commemorazione dei granatieri caduti. — Mons. Valfré di Bonzo. — Soldati russi, già prigio nieri dell’ Austria, festeggiati a Torino. — Leone di San Marco occultato a Gorizia e ritornato al sole dopo la nostra occupazione. — Il teatro delle recent; operazioni del nostro esercito sul fronte orientale. — Un ricovero austriaco conquistato sul Veliki Kribak. — Soldati austriaci catturati a Nova Villa (3 inc.). — Rincalzi in una dolina sulla Quota 208 sud. — Un comando di brigata. — Durante l'offensiva del 9-10 ottobre sul Carso. — Bombardamento delle sizioni austri che in direzione di Jamiano ad est di Quota 14. 4. — La risposta austriaca sul Debeli Vhr. — Sul fronte inglese della Somme: Un attacco sotto il fuoco d'artiglieria tedesco; Inglesi e tedeschi raccolgono i feriti in una zona neutra, mentre una mina scoppia poco lontano; Uno dei grandi cannoni inglesi; Il sonno di un «Tommy, sopra un letto rimasto intatto tra le macerie di un villaggio; Munizioni abbandonate dai tedesc! in una (5 trincea inc.).t— l'incendio; Castelnuovo brucia!; Samone incendiata; Le pittoresche rovine di Castel Tesino; La piazza e la via principale di In Valsugana: Strigno prima e dopo a Roncegno; Per le vie di Roncegno; La fine di Cast el Tesino (10 inc.). — Biplani « Savoia-Farman » sui monti del Trentino. Bieno; Il grande salone di conce Nel testo: Corriere, di Spectator. — I delitti dell'Austria in Valsugana (con 10 incis.), di Orazio Pedrazzi. — Diario della guerra d'Italia. — L'Omonimo, névella di Oreste Giordano. — Meraviglie americane, conversazione scientifica del Dottor Cisalpino.
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(6 Pozzi.)
della volontà a pregustar
L'intime gioie che il sapere dà.
LA PICCOLA MARTIRE.
Alle delizie dell'età bambina,
Ancora all'altra della prima ardente Sognò dorata l'ora mattutina. Visse. — Sperò nell'anima che sente, Soffrì l'amor che umilia e non divina, Piause, cadde, lottò tenacemente
Nel sacrifizio suo santa eroina! Morì! = Si chiuse l’occhio volto al cielo, Nella calma beata della sera, Come nn fiore nel diafano suo stelo, Poche foglie di tutto e di crisanto
Quella testa cingèan, che primavera La sua bellezza disposava al pianto! Carlo Galeno Costi,
27:°-miglinio.!.
Tesoro della mente e nobiltà.
Ma verso quella sua pallida fiamma, Che sol di brame splende, ed è glaciale,
BIANCO,
Solarada.
@ Pozzi.)
(Al Rag. Giuseppe Polese, cordialmente.)
Il Bianco, col tratto, dà sc. m. in due mosse,
È stanca, amico, ormai la terza mia
età Scacchistica Milanese ha stabilifo chie lazionale Edoardo Crespi si 12 novembre 1916, alle ore 15, pelle sale della Società degli Artisti-e Patriottica, Via Giuseppe Verdi N. 4, Milano, colla seduta pre» paratoria, estrazione dei turni, ecc. Lunedì 13 prinipierà il giuoco. Al Torneo Magistrale sono asseda L, 600, 500, 400 e 300, più i, în proporzione delle partite izione L. 20; deposito L. 30 da avrà giuocate tutte le partite, AI Torneo © sono assegnati quattro premii d: 00, , 250, 180 e 120, più L. 100 ai non pre ro) porzione delle partite vinte. Tassa d' zione L. 10, deposito L. 20. Le iscrizioni, le tasse ei depositi, devono essere inviatial Sig,ing. cav.Attilio Volpi, Piazza Aspromonte $, Milano, entro il 2 novembre. Nel più breve tempo possibile, dopo finite le gare, sì pubblicherà il Libro del Torneo, Dirigere le soluzioni
dell Illustrazione Via Lanzone, 18.
Italiana,
in Milano,
(Al Rag. Giuseppe Polese, affettuosamente.)
1)
M'hanno - con il garofano — La fucsia è pur Ja rosa,
2) 7)
Priva di me, la nubile Si fa bestiale e irosa. Fiore modesto, il simbolo
5)
rlo Galeno Costi.
NENTI ARTO ISTENI
_—_____
Non si metta in viaggio chi manca di coraggio, ché alla prima lievissima disgrazia
perderebbe la bussola.
1) Con me, si rese celebre Un genio di Fiorenza,
Che mi mandò al Pontefice Con somma riverenza.
Eligio,
Decapitazione (4 e Scarto, (7-0
Carlo Galeno Costi.
n
utrofina
ENTI n
......,2-
Cambio di sesso, (8
Di mare in lembo mettimi, E onesto fo il desio.
ppprovata ce
în 4 atti. Con disegni di Rosazro Menztto, Ftiatniinib ngi 8,50
e
il vario stato.
Offendo il culto e Dio.
Ed il cordial saluto di Galeno,
3— ES
Le Nozze dei Centauri, poema drammatico
ARIES REA DARE EER
Da me, scomposto, informasi
famia
e gelate
Dirigere vaglia ai Fratelli Treves, edi
Acuto, o sonvissimo, Posso esser anche ingrato.
TE
tata
L’Altare, came...
Dell'abbandono segno, 6) .Da nebbie e da meteore, La solla terra impregno.
2)
Ho ripassato il dizionario tanto Senza trovare un sostantivo adatto Al tema del sonetto, e — d'altro cinto = Mi sono inteso farti soddisfatto ; Non giudicar totale questo gioco, Se pur valesse niente, o troppo poco; L'intendimento mio gradisci pieno
alla Sezione Scacchi
RIM
7) Blasfemo imperdonabile,
Ho scritto troppo: questo è forse Îl male Che mi spegne la prisca frenesia. Pur non credo pretendano i lettori Che il mio pensier riviva, già esplicato In quarantaseimila e più lavori; Chè, uno fosse per questo, cederei Volentieri la penna, alfin beato Di dir reqursscant ‘agli enigmi miei 1... *
3—
La Gorgona, dramma epico in 4 atti, 12,° mi-
Di vita
A una forma seconda e originale;
860
zioni dell’architetto G. Maworsi. 10,° migl
6)
Per coltivar quest'arte sì geniale, Più concetti non ha la fantasia E da gran tempo è morto l'ideale, Giuoco non so trovar che adatto sia
0 ara
Rosmunda, tragediain4atti, Con fregieillustra-
Onde cupidità — regina e mamma = Cura i suoi figli col velen del male, Carlo Galeno Co
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Poema drammatico in quattro atti.
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dduce
Di riva in riva all'avida ubertà,
484 del sig. J.
La Cena delle Beffe La Maschera di Bruto, dramma in versi in 4
Sì che la vena limpida conduce
Il Bianco, col tratto, dà sc. m. in due mosse, Problema
Brillan le gemme E il pregio umano
SEM BENELLI
Soiarada incatenata. Nacque. = Sorrise, povera innocente,
dal
par dambiniz gradevolissimo setistituto coteranica olognal—
(corsivo)
(MAIUSCOLETTO),
Indumenti ambedue, come ognin vede. A seconda de’l tempo, l’uxo ripara il collo, e l'avrno il piede, Etigi e —————______-Spiegazione dei Giuochi del N. 42: SCIARADA BIZZARRA: |. SON-NO. ASAGRAMMA? CUROLLA — CORALLO. FALSO ACCRESCITIVO ? SALMO — SALMON
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Vi è
oliferante ovunque, non rispetta lo dal prof. Chauv au (Comptes tanto i ben
Sono sicuro di non essere smentito da veruno d | » loro, quando dico che un pneumonitico, od un È non al fronte). Il GLOBÉOL è energia accumulata. itosi dalla malattia cui stava per soccombere, è immenche possa riuscire ad essi p In quanto i feriti, non vi è dono second tubercolosi la bus « a più esposto di un altro a cura di GLOBÉOL può immunizzarli va della loro i sul stesso vale per lo sventurato che, di recente, Dr5J.L. colosi. Pensateci bene a, 0 lungo il terribile tragitto da quello È ior sangue. Sì gli uni che
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DELLA
GUERRA
D'ITALIA
L'ILLUSTRAZIONE Anno XLIII - N. 43, - 22 Ottobre 1916,
ITALIANA
UNA LIRA. il Numero (Estero, fr. 1,30). —
B&- Per tutti gli articoli e i disegni è riservata la proprietà artistica e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali. 3 Copyright by Fratelli Treves, October 22nd, 1916.
COME
I NOSTRI
ALPINI
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INACCESSIBILI.
332
L'ILLUSTRAZIONE
LA COMMEMORAZIONE
DE
GRANATIERI CADUTI:
CORRIERE. Si attua e
clama
la «guerra
(E IN QUADRATO
ASSISTONO
talia — il Corriere, — il prof. Tansini, il quale scrive: «La guerra (dell’Italia, s'intende) è entrata
Guerra a'fondo e pace durevole. - 1 professori
delle università. - Monsignor Valfrè di Bon. Archeologia greca. - Il re pazzo di Baviera. fondo» —la pro
LE TRUP
ITALIANA
fino in°
ano così il generale Fal-
nel secondo annoe tutto questo secondo anno (1916-17) è sicuramente necessario: non è soverchio pessimismo il pensare che anche un
kenhayn, incalzante i rumeni, e Lloyd George portafogli
Leonida
Bissolati
in
dell’armi;
della guerra
«i professori
po-
studi ».
Sarà questo —
penso io — uno dei buoni duri pur essa fin che occorra al raggiungimento della vittoria decisiva — quale la invoca anche il nuovo ministro russo degl’interni, Protopopoff. Ed ài beeffetti della guerra —
—
deliberato
dalla
care la festa ». I giornalisti si ravvedono!
* Mentre scrivo, il nuovo
stato di cose che impe-
disca alla Germania di riprendere i suoi disegni criminali. Co/oro che pensassero oggi all'idea della pace sarebbero colpevoli di Il germe
così, dice egli,
tranno dedicarsi ai loro
poso festivo dei giornali
socialisti riformisti, ha detto che « bisogna
tradimento.
(Sez. fot. dell'Esercito).
Federazione della stampa a Roma — che sarà, speriamolo, il riposo festivo dei lettori. Nei comandamenti è detto «ricordati di santifi-
una
sua intervista col corrispondente da Roma dell’americana United Presse. Il capo dei creare in Europa uno
Messa.
nefici della guerra lasciatemi aggiungere il ri-
incalzante le dubbiezze di talune classi britanniche; la proclama tale anche il ministro senza
ALLA
nunzio
pontificio
presso il vecchio imperatore austriaco— monsignor Valfrè di Bonzo — attraversa la Svizzera nevosa — col termometro a 2 gradi, ma lui dentro una buona vettura-Salon bene .ri-
può es-
sere ucciso soltanto distruggendo l’Austria come Stato e togliendo alla Germania ogni illusione di predominio. Dopo tanti orrori
scaldata —
viaggiando
Che
va
cosa
alla volta di Vienna.
egli ad annunziare?
Se vorrà
tura, non una semplice tregua, una pace 7077 contaminata da germi di altra guerra ».
essere fedele interprete del sentimento italiano dovrà dire, per la verità, che in Italia si pensa alla distruzione dell'Austria come stato. Ma non dirà ciò, monsignor Valfrè di Bonzo. Benedetto XV, che ha così aspramente
di Londra, il quale parafrasa la intervista di Bissolati aggiungendo che «la pace, quale la
da
ci — ha aggiunto Sua Eccellenza Bi
solati —
devesi
Del medesimo
avere una pace
reale, dura-
parere è l'autorevole 7imes
protestato contro la semplice occupazione —
quanto
desiderano gli alleati, è una pace necessaria alla sicurezza, al benessere, alla tranquillità dell’Italia, implicando
stria ». La meta è alta —
la sparizione
e richiede
dell’Au-
saldezza
discorsi del Ambasciatore
TITTONI
d'Italia a Parigi
Numero doppio de LE PAGINE DELL'ORA. Due Lire. Commissioni
e vaglia ai Fratelli Treves, editori, in Milano.
—
non
può
i
di
pensando
che egli è
piemontese e fu devoto ed amico
ai principi
di Savoia — è stato disilluso da una
intervista che
il nuovo nunzio
ha concessa
ad un giornalista torinese. Secondo quella intervista monsignore non ebbe mai nessun speciale atteggiamento verso iprincipi sabaudi,
ic
i principi del suo paese. Disse di più di non serbarne nessun ricordo tangibile. Può darsi che
rg
Mons. VALFRÈ DI BONZO,
sul lago di Como
sulle responsabilità della guerra Senatore TOMMASO
italiano
preparatore di meditati accordi —
nel 1916 nunzio papale a Vienna, nel 1899 È USCITO:
governo
gnor Valfrè di Bonzo potesse essere un abile
razione da nulla. I ventisette mesi da quando
IL GIUDIZIO DELLA STORIA
legittima — di palazzo Venezia
del
Qualcuno che aveva immaginato che mons
di
propositi e tenacia di sagrifici. La sparizione dell’ Austria, dice dal canto suo un battagliero giornale interventista, non è una opela gran guerra dura, lo dimostrano. Dunque avanti con illuminata ostinazione e senza illusioni che ci abbaglino, togliendoci la visione del vero. Avanti, prevedendo una guerra ancora lunga, come la prevede, in una sua lettera al maggiore giornale interventista d’I-
mai
parte
avere incaricato il suo nuovo nunzio di aprire gli occhi ai ciechi di Vienna, nell'ora più probabile di doverli loro chiudere!...
anco di Re
(Rara fotografia del 1899).
Umberto.
terzo anno (1917-18) lo sarà, o nella sua totalità guerreggiato, o, nella migliore ipotesi, in parte impiegato nelle trattative di pace con le armi al piede. » Con questa previsione il professore propone che le scuole superiori — i politecnici, le
università — siano chiusi per un paio d’anni, i giovani tutti siano adibiti alla preparazione in ogni modo della vittoria decisiva per via
L'ILLUSTRAZIONE
SOLDATI
RUSSI,
GIÀ
PRIGIONIERI
ITALIANA
DELL'AUSTRIA,
Torino è città di transito a frequenti gruppi i di soldati russi che, caduti prigionieri degli austriaci in Galizia, e dagli austriaci impiega in lavori di terra sul fronte
italiano, riescono a fuggire in Italia, di dove, concentrati da prima in Udine e
quindi a Genova, vanno poi per Torino in Francia, a quivi raggiungere reparti di truppe russe, o per essere rimandati in Russia. Ognuno di questi passaggi — e
B€
FES
a festose accoglienze per parte
sua crisi è avvenuta nell’anno della crisi dei metalli. A Praga più di cento campane delle chiese sono state abbassate
una vecchia, tangibile fotografia presa da un fotografo zelante nel 1899, quando l’attuale nunzio era vescovo a Como, e faceva la sua corte al poverore Umberto. Re e vescovo erano
bavarese non ha mai creduto, non crede alla storia di codesta duplice pazzia regale. Anni sono, trovandomi in Baviera, a Bamberg, nella
su un battello della Lariana, che allontanavasi lentamente dal porto. Godevano la vista
dalle torri per i
bisogni della guerra. Ma torniamo al pazzo. Era poi pazzo veramente?... E fu pazzo, veramente, l’altro re Luigi il, suo fratello, l’amico, il mecenate di Wagne ?... Il popolo
bella turrita Bamberg,
nella città di Sant'Ot-
deliziosa di Brunate, del Baradello, della città; ed il fotografo intraprendente li
Con quel nome metallico, la
MONTECATINI “REGIA, la migliore delle Acque ‘Purgative.
assicurata;
i fratelli di allora
non
— era stato mandato in barca con lui perchè
lo annegasse. Ed Ottone era già qualificato pazzo, anch'egli, poi fu pazzo, re, sempre rinchiuso, sempre custodito, e finalmente sepolto, con tutti
gli onori che spettano sem-
pre ad un re.... anche se pazzo!...
sesso dei nodi ferroviari, dei servizi delle comunicazioni postali e telegrafiche, e persino
il re pazzo di Baviera, Ottone.
era
II ne erano esclu: di Wittelsbach da
Massimiliano II fossero dei legittimi, fossero dei Wittelsbach. Di qui il lungo, meditato dramma della pazzia, ordito di lunga mano in Corte; il lungo dramma onde il bello, intellettuale Luigi II finì poi annegato nel lago di Starnberg, traendo seco il dottore Gudden che — vuole la tradizione popolare bavarese
classico della Perseveranza — guerreggiando instancabilmente per il disfacimento dell’Austria, gli alleati frattanto stanno disfacendo la Grecia. La flotta greca è in loro mani; in loro mani sonoi forti; e ieri l’altro al Pireo e in Atene sono sbarcati un migliaio di marinai delle squadre alleate a prendere pos-
È morto
imiliano Il fu padr
primo principe ereditario, Luig É venne due anni dopo, e fu Ottone — la
si volle ammettere, mai, che i due figli di
Eccola!... Ne
dirmi, è vero, che è una lastra... fragile!... » F Guerreggiando usgue ad finem — è il motto
Poveretto!...
‘o da madre prussiana; uf-
e diplomatici prussiani frequentavano la Corte reale di B: dopo tre an
Massimiliano Nella casa
offro, in rimembranza, la riproduzione a monsignor nunzio; è tangibile. Egli potrà
del teatro municipale di Atene. A Milano diremmo: l'è on feafer!/... Infatti mentre i marinai delle flotte alleate sbarcavano al Pireo, re Costantino arringava con enfasi ultra-ellenica i marinai delle navi da guerra greche non voluti rimanere sotto gli ordini dell’ammiraglio francese e ne esaltava l’abnegazione patriottica e la fedeltà al giuramento verso esso re. Ma a che pro?.., Quale prospettiva ha ancora davanti a sè re Costantino per potere coltivare, fra i suoi fedeli illusioni che, da una parte, urtano contro l'atteggiamento oramai deciso delle potenze dell'Intesa, e dall’altra contro quel poco che ancora resta di sentimento ellenico, raggruppatosi attorno a Venizelos, per un movimento rivoluzionario in contrasto inevitabile con la politica del re neutralista ?... Pare persino un indizio fatale il fatto che nell'ora del disfacimento greco presiede il nuovo istero un archeologo — ed un archeologo di fama — l'illustre Lambros. L'indipendenza ellenica è entrata anch’essa, oramai, nel material archeologico!... *
Maria Federica di Prus , diciassettenne, più giovine lui di quattordici anni: figli non ne venivano, e non venendone la corona di Baviera sarebbe passata ai fratelli di lui. In Prussia ci tenevano chei futuri re di
cessione diretta
sempre
fissava sulla lastra tangibile...
Ile autorità e dei comitati locali, della colonia
russa, della cittadinanza. La fotografia che riproduciamo rappresenta appunto la sosta n Torisio di uno degli ultieliseparti i soldati russi, circondati da autorità, ufficiali, cittadi italiani e dal personale del conso lato russo in Torino.
nell'animo suo sia veramente così. Chi può penetrare realmente nell'anima umana, tanto più profonda, quando sia l'anima di un sacerdote, o l'anima di una donna?!... Io non
voglio contraddire monsignore; ma da assiduo raccoglitore, tiro fuori dalle mie cartelle
ATLA Torino.
per Torino ne sono già avvenuti parecchi ed altri ne seguiranno — danno luogo
Dalla morte di Luigi II, nel 1886, la corona
bavarese fu retta dal vecchio Leopoldo, fratello di Massimiliano II, e zio dei due pazzi Wittelsbach dissero sempre « ba-
», ed ora è re il figlio
di Leopoldo, il
Luigi III, che certi bavaresi impenitenti re-
putano assai più sulla via della pazzia che non fossero i due fratelli Luigi II ed Ottone. Fu suppergiù contro costoro — mi diceva la mia bionda romantica di Bamberg — fu una cospirazione di palazzo come quella del 1848 contro l'imperatore Ferdinando I, ordita dalla bavarese arciduchessa Sofia per il figlio suo Francesco Giuseppe, l’imperatore della lunga tragedia austriaca volgente al fine. Ferdinando I fu deposto come demente, e fu relegato
in un castello a Praga dove dopo ventisette anni morì. Si narra che nel 1859 sentendo delle sconfitte austriache di Magenta e di Solferino dicesse: «ed hanno detronizzato me?.
Il Leone di,San Marco occultato a Gorizia e
ritornato al sole dopo la mostra
occupazione.
tone, una sera, in una di quelle tipiche birrerie dove mi erolattardato, udii narrare da una dolce,
simpaticissima,
romantica
bionda
la
ma per arrivare a questo, sarei bastato anch'io !...» È una frase che pare detta per oggi!...
18 ottobre.
Spectator.
storia dei due re pazzi, come il sentimento popolare bavarese l’ha raccolta e la conserva Pelle sue tradizioni. Massimiliano II, il re pa-
dre dei due re pazzi Luigi e Ottone, non era fatto per avere figli. Aveva sposata
nel 1842
OTTO Fa brillare le unghie II Nobilita le mani Kyx!nu È indispensabile per le vostre unghie In vendita da tutti iProfumieri.
334
L'ILLUSTRAZIONE
DA
GORIZIA
ITALIANA
ALL’ADRIATICO. 7 INI ZAN
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VULSON VIVZNVAV 1NS V1 ‘OSUVOI
EU TREVES Un ricovero austriaco conquistato sul Veliki Hribak
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L'ILLUSTRAZIONE
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OFFENSIVA
(Sezione fotografica dell'Esercito).
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340
L'ILLUSTRAZIONE
DUELLI
ITALIANA
D'ARTIGLIERIA
SUL
CARSO.
(Sezione fotografica dell'Esercito)
“n:
Bombardamento
delle posizioni austriache
in direzione di Jamiano
La risposta austriaca
ad est di Quota
sul Debeli
Vrh.
144 (in basso, il lago di Doberdò).
L'ILLUSTRAZIONE
SUL
FRONTE
ITALIANA
INGLESE
DELLA
Un attacco sotto il fuoco dell'artig!
i
Inglesi e tedeschi raccolgono i feriti in una zona neutra, mentre una mina scoppia poco lontano.
+Il sonno
di un «Tommyii » sopra un letto rimasto intatto tra le macerie di un villaggio conquistato.
SOMME.
a tedesca.
TT
N)
Uno dei grandi cannoni inglesi chiamato «The Big Push » (la gr inta).
(Pot, Trampus.
— Munizi: Munizioni abba 3 incea o Morv: ate daii tedeschi s o în una ni trincea. di Mortal, funitatoniabinadonate
ILLUSTRAZIONE
342
IT;
Strigno dopo l'incendio.
Strigno prima dell'incendio (in fondo, la catena del Panarotta).
Valsugana,
ottobre.
D’è, in Valsugana, una catena di paesi uccisi dalla guerra,
una
catena di scheletri
che
un dì furon borgate, cittadine, villaggi fiorenti e sono adesso avanzi anneriti e combusti, grovigli di macerie e moncherini di vecchie case contorte e mutilate dalle fiamme. Su tutti questi
scheletri
è passata
IN
DELEASSERTÀA
REDIGE
VALSUGANA.
lottato; un giorno han visto piombar loro addosso qualche colpo traditore,
magari
un col-
po solo, e da quello si è sviluppato il fuoco che li ha consunti; non sono essi soldati uccisi in battaglia, ma galantuomini assassinati ad un angolo di strada.
cate per fuggire le strade
ed i sentieri che
conducono al Panarotta.
I nostri erano appena a Borgo quando il primo incendio devastò la candida Roncegno.
Ancora si aggiravano per le sue strade gli abi-
tanti che speravano di poter restare, e passavano ombre umane tra le annose piante del
celebre parco. E venne dall'alto la rovina; le
la vampa
racchette incendiarie
dell’ austriaco piomba-
assassina del fuoco, e il fuoco ha avuto dappertutto la stessa implacabile origine: il cannone. Sventure di guerra, direte. Ebbene, no! La
rono tra la gente e penetrarono nelle case, il fuoco si alzò alto e solenne come l'incendio di un rito, rito di maledizione e di distruzione;
guerra
seri cenci, lasciando alle fiamme i loro averi ed i loro ricordi, un fumo acre e denso si di-
non
è stata
l’assassina
gli abitanti fuggivano portando con loro mi
di questa po-
vera valle che pare ormai un gran camposanto di sobborghi e di contrade, la guerra non si è insinuata mai tra le case, non si è
latò per tutto un giorno sopra il paese, e Roncegno conobbe per la prima volta il martirio.
svolta
mai all'ombra dei campanili, non ha mai scattato coi suoi tremendi fragori tra le vie e le piazze; la guerra sconvolgeva i campi abbandonati, sì arrampicava sui monti pie
Per la_prima volta perchè fu incendiato sei volte. È straordinario ed inconcepibile l'accanimento che l’Austria ha dimostrato verso il delizioso paesello dalle acque famose; accanimento che aveva risalto dal fatto che nes-
di selve e chiazzati di prati, ma lasciava in pace gli aggruppamenti umani dove fino all'offensiva austriaca poteva vivere in relativa tranquillità la gente della vallata. La causa vera e unica di queste orribili distruzioni è stata la ferocia austriaca; il can-
suno
scopo militare
valeva a giustificare que-
sta serie di del
Occorre dimostrare al mondo il modo barbarico col quale gli austriaci fanno la guerra, occorre
none nemico mai come in questi episodi è stato
far noto
all'universo quanti spa-
guidato dall'odio e dalla vendetta, mai come in questi tragici casi è stato lo strumento esatto ed implacabile di un istinto bestiale. I paesi della Valsugana sono stati distrutti ad uno ad uno metodicamente senza alcun obbiettivo militare, forse per punire gl'’italiani di qua delle oneste e liete accoglienze che avevano
ventosi crimini l'Austria ha commesso è com-
fatte alle nostre truppe. Non vi può essere in guerra spettacolo più pietoso ed orribile in-
rovine di Roncegno assassinata col fuoco quando ancora c'erano gli austriaci e soltanto qualche pattuglia italiana esplorava la
mette pur nell'ambiente già criminoso della guerra, perchè
avanzi
paesi
di borghi assassinati.
La guerra quanti
non ha distrutto in tutta Europa? Ognu-
mone
incendiata.
poi da qual parte
fosse il giusto e da quale l'ingiusto, chi guisse le vie della civiltà e chi ripiombasse, con un gigantesco salto indietro, nella più
oscura ed ignobile barbarie.
A questa dimostrazione offriamo intanto le
sieme di quello che offrono questi miserabi
no lo sa; ma un paese flagellato dal cannone, squassato dalla battaglia, torturato dai proiettili, è un morto in guerra come se fosse un soldato, ed il suo aspetto stesso che attesta la lotta e l’accanimento fa semibrar naturale la sua tragica fine. I paesi della Valsugana, invece, non hanno
si sappia
Castelnuovo
via che ci arriva da: Borgo. Il suo stabili-
bru
mento, gloria del lavoro e tempio di fastosa Primo di tutti Roncegno, il più bello. Forse perchè era il più celebrato fra tutti, forse perchè la sua fama rendeva più sonora l'eco del delitto, gli austriaci incendiarono Roncegno ancor prima che i nostri vi giungessero, ancor quando i loro gendarmi non avevan cer-
eleganza, è una maceria;
mento magnifico, sono
le sue ville, orna-
rase al suolo, i suoi
quartieri popolari sono ridotti a cenere e carbone. Se le maledizioni contassero, quante volte l’Austria dovrebbe essere scomparsa
dopo un simile assassinio ?
Le pittoresche rovine di Castel Tesino,
L'ILLUSTRAZIONE
343
ITALIANA
Per le vie di Roncegno.
La fine di
municipale una lapide era stata murata a
ri-
Castel Tesino.
Prima della avanzata del maggio le artiglierie austriache avevano tentato di incendiare vari altri paesi, e due volte a Borgo si
cordo della liberazione, la popolazione aveva
fatto festa ai soldati e li trattava
come
poco, parte per parte tutto l'impero, degno del nome di castigo di Dio. Ora anche Strigno, la piccola e agreste Strigno è punita, gli au-
erano sviluppati incendi subito spenti. Soltanto Telve di Sotto, tempestata di granate
telli, e li cullava in una cordiale E allora: fuoco a Strigno!
ospitalità.
che non troveranno più la casa, dopo la guer-
incendiarie, aveva esalata la sua
vita in un
rogo gigantesco.
fra-
Bisogna punire, dice l’Austria, bisogna ven-
striaci avranno la gioia di pensar
alle genti
ra, e di poter ghignare sulla loro sventura. Ma se il destino
e la forza ci aiutano avranno
Ma quando venne l'avanzata e il nemico potè avvicinarsi agli altri paeselli, quale orgia di fuoco, quali bivacchi colossali per inneggiar alla breve gioia dell'Austria! Si può dir che il nemico avanzasse più col fuoco che coi fucili; la borgata di Olle fu la prima ad essere preda delle fiamme e bruciò come un fascio di paglia; Carzano, Spera, Scurelle arsero in gran parte; venne la volta di Samone, acquattata nella piega di due colline e doventata un nido di fuoco. Tutto ciò si poteva anche capire; nella furia di pro-
poi anche la gioia di pagarle, queste rovine,
gredire il nemico distruggeva senza
gli esempi
e queste lacrime che,avran fatte versare agli inermi. E come conteremo noi con gioia, allora, le muraglie e le macerie arroventate!
Borgo, la opulenta capitale della Valsugana,
è rimasta in piedi. Il cannone l’ha molto danneggiata ma il fuoco le è stato risparmiato. Indulgenza degli austriaci? No. Gli austriaci stavano per ghermirla, per piantarvi ancora il loro comando e per questo l'hanno rispettata. L’indulgenza fu proprio di questi italiani
che non son capaci di prendere dal nemico
riguardi
l’altipiano cedeva, bisognava rarsi in giornata.
Da
non
per non dar
nostri comandi alloggiar
c’era, poi, ordine
nei
paesi anche
Gli ordini furono dati, fasci di paglia e petrolio furono distribuiti in vari punti del pae
ragione agli austriaci di bombardarli. Ma a che valeva tanto scrupolo? Qualche
se, non mancava che il comando di accendere. Il comando non venne; dopo esser
giorno _dopo Bieno, la patria di Giovanni Bettolo, era tutta una fiamma sola; i colpi arpittoresco paese, uno dei tre gioielli della deliziosa vallata del Grigno. Naturalmente non
uccisero un uomo, uccisero solo le case, le chiese, le strade. Oh! sante vittorie! Così finì anche
della
serie finora,
Villa
Agnedo,
è finito
così, ultimo
Strigno.
Gravi
colpe aveva Strigno da scontar verso l’Austria; le sue strade erano state ribattezzate con glo-
riosi nomi italiani, sulla
facciata
della casa
La piazza di Bieno.
della zona
mico quella vista ed il comandante aveva la sua idea. Bruciare Borgo, creare così una grande cortina di fiamme e di fumo e dietro a quella cortina protettrice ritirarsi.
parte dei
severo di
rivando ancor più lontano giungevano nella conca del Tesino e incendiavano Castello, il
ritirarsi, e riti-
Il comandante
tenne al comando una piccola riunione di guerra. La via per la ritirata era la gran strada imperiale tutta scoperta e sotto il tiro del nemico. Sarebbe occorso togliere al ne-
periodi violenti di guerra, il terribile giuoco degli incendi ricominciò. Non terribile per i soldati, no. Il nemico sa bene che le truppe non vengono alloggiate nei paesi dove sarebbero bersaglio troppo facile al cannone, il nemico sa che le borgate sono vuote, che sono innocue.
di ferocia ed imitarli.
Ci fu un giorno, a Borgo, che lo sgombro da parte nostra divenne inevitabile; poichè
quello che poteva offrir riparo al nemico, e
tempestava la valie coll’unica preoccupazione di vincere. Ma poi ricostituita la nuova linea, ritornata la calma relativa che succede ai
stati dieci mesi
Il grande salone di concerti a Roncegno. (In alto si vedono ancora le pitture del soffitto guaste dalle granate). dicarsi, poichè la missione storica dell'impero è stata sempre la stessa e si è sempre svolta,
nei secoli, tra una punizione e una vendetta.
Punire i magiari di Petòfi (oh! degeneri figli d'Ungheria!), punire i serbi, punire boemi, punire gli italiani, punire a poco a
in quel paese, dopo aver ve-
duto qualche giorno prima partir la popola-
zione, mancò il cuore di distruggere la casa
natìa a tanta gente, di far piangere con quell'incendio una moltitudine di esuli, una folla di nostri fratelli. La ritirata fu compiuta allo scoperto,
fortunatamente
senza
incidenti.
Roba da mandolinisti, vero? Ma dirà poi la storia se il trionfo è serbato ai suonatori
di mandolino o ai gas asfissianti ed alle ma ferrate. E questa volta la storia accenna a lar molto chiaro. Orazio PEDRAZ
La via principale di Bieno.
L'ILLUSTRAZIONE
344
LA
GUERRA
D'ITALIA.
(Dai bollettini ufficiali).
Le operazioni dal 9 al 15 ottobre. 9 ottobre. — In tutto il teatro delle operazioni è
segnalata una maggiore attività delle artiglierie ne-
miche, con particolare intensità sull’a/fopiaro di Asiago, lungo il fronte Carnico, dall'Alto But alla
testata del torrente
Pontebbana, nella zona
di Go-
rizia, sul Carso. Attacchi e contrattacchi, preceduti e accompagnati da bombardamenti di estrema violenza, si succedono nella
zona montuosa
fra l’Avisio e il Va-
noi-Cismon. La sera del 7ilnemico assalì le nostre posizioni del Gardinal e di Busa Alta, ovunque respinto. Nella
notte lanciò un nuovo
violentissimo assalto contro
l'altura di Quota 2456, obbligando la nostra ala
destra a ripiegare brevemente. Accorsi i rincalzi il mattino dell’'8, un nostro poderoso urto, appoggiato dai tiri precisi delle artiglierie, ricacciò l'avversario giù per i burroni della Busa Alta, fliggendogli gravissime perdite. Ulteriori notizie sulla brillante azione del giorno
5 sulle pendici di Costabella (Valle San Pellegrino) fanno ascendere il bottino preso dai nostri alpini
ad un cannone da montagna e sei mitragliatrici,
con ricco munizionamento, tosto rivolto contro il nemico. Depositi di viveri e di materiali furono incendiati dall’avversario in rotta. Sul Carso, in piccoli scontri prendemmo una qua-
rantina di prigionie
Velivoli nemici lanciarono bombe su Grigno, in Valle Sugana, nell'Alto Fella, sulla Laguna di Grado
e su Monfalcone, Cervignano e Torre Zuino: lievi danni ai fabbricati. 10 ottobre. — Sul
Pasubio,
dopo
conveniente
preparazione delle artiglierie, nostri reparti assali-
rono zona
ed espugnarono trinceramenti nemici nella di Cosmagnon e delle Sette Croci. Presero
176 KaiserjAger prigionieri, dei quali 6 ufficiali
e una
mitragliatrice. In Valle Travignolo, dopo azioni dimostrative sulle pendici di Cima Bocche, l'avversario attaccò in grandi forze le nostre posizioni sulla seconda
cima del Colbricon. Fu ributtato con gravi perdite
ed inseguito dai tiri efficaci delle nostre artiglierie. Anche sulle pendici occidentali del Sief un tent:
tivo nemico contro le nostre linee avanzate fu nettamente respinto. Lungo la fronte Giulia
crescente
attività
delle
opposte artiglierie. Quella nemica tirò anche su sorizia con danni agli edifici e qualche vittima nella popolazione. Velivoli nemici rinnovarono ieri sera (9) incursioni sul Basso /sorzo lanciando numerose bombe sulla laguna di Grado e su altre località delle retrovie: tre morti, alcuni feriti e qualche danno.
Una nostra squadriglia bombardò le posizioni
nemiche di Co/ Santo a nord del Pasubio. Respingendo vivaci attacchi aerei i nostri velivoli fecero
ritorno ai propri campi.
11 ottobre. — Sul Monte Pasubio durò ieri (10) lotta vivissima, chiusa da un nostro brillante suc-
cesso. Respinti nella notte violenti contrattacchi nemici, all'alba, pure in condizioni atmosferiche avverse, artiglierie e bombarde ripresero un intenso ed efficace bombardamento delle linee nemiche. Indi le fanterie con furiosi assalti espugnarono
l’intera fitta rete di trinceramenti nemici nella zona del Cosmagnon, estendendo la conquista a tutto il ciglione di Menerle e alle prime pendici meri nali del Boite. Furono finora accertati 530 prigionieri dei quali 10 ufficiali e abbondante bottino di armi e munizioni. In valle
di FE gZIo la sera
ITALIANA
con tirì intensi e precisi di artiglierie e bombarde, le nostre fanterie espugnarono e superarono quasi tutta la linea di multi N trinceramenti antistanti al tratto di fronte tra il
Vippacco e la Quota 208. Vil-
lanova e le vicine fortissime alture attorno a Quota
208, furono
dopo
accanita
lotta da noi occupate.
Accertammo finora 5034 prigionieri, dei quali 164 ufficiali, e prendemmo ricco bottino di armi e di munizioni. 12 ottobre. — In Valle Adige efficaci tiri delle nostre artiglierie contro depositi militari nei giardini di Rovereto e contre la stazione ferroviaria di Calliano.
Un tentativo di attacco nemico alle nostre posizioni in Va//arsa fu subito respinto. Sulle pendici settentrionali del Monte Pasubio nuovi contrattacchi nemici furono dalle nostre truppe nettamente ricacciati. Infliggemmo all’ avversario
gravissime perdite e ci impadronimmo di un can-
none e di molte armi e munizioni. Sull’Alfopiano di Asiago arditi nostri nuclei îrruppero nei trinceramenti nemici di Casera Zebio, sconvolgendoli; indi ritornarono nelle proprie linee. Alla festata del Vanoi la sera del 10, dopo intensa preparazione delle artiglierie, l'avversario lanciò quattro successivi attacchi di crescente violenza
contro le nuove nostre posizioni di Busa Alta. Ber-
saglieri ed alpini, gareggiando in valore, ruppero
ogni volta l’impeto del nemico, indi lo contrattaccarono
alla baionetta, mettendolo
in fuga e pren-
dendogli 37 prigionieri, Lungo la fronte Giulia attività delle artiglierie, ostacolata
al mattino da fitta
nebbia. Con
truppe
fresche il nemico lanciò insistenti attacchi nei tratti più importanti della linea da noi espugnata ad
oriente della Vertoibizza e sul Carso.
Investito da
raffiche di fuochi aggiustati, fu ogni volta respinto con ingentissime perdi Nel pomeriggio le nostre fanterie, con nuovi vigorosi
assalti, allargarono e completarono
le con-
quiste del giorno innai specialmente in corrispondenza di Sober (Gorizia), dell’altura di Quota 343 e 144 e ad est del villaggio di Novavilla sul Carso. Presero altri 1771 prigionieri, dei quali 35 ufficiali. Complessivamente sulla fronte Giulia dal 6 agosto ad oggi, prendemmo 30881 prigionieri, dei quali 28 ufficiali. Velivoli nemici lanciarono ieri (11) bomsull’A/topiano di Asiago. Nessun danno.
Una nostra squadriglia rinnovò il bombardamento
delle posizioni nemiche di Col Santo (Valle d'Adige) ritornando incolume nelle linee. 13 ottobre. — Nella zona di monte Pasubio respingemmo violenti attacchi fra monte Spil e monte ‘orno e lungo le pendici meridionali del Boite.
Indi le nostre truppe assalirono le forti posizioni nemiche fra le Sette Croci ed il Boite, riuscendo a compiere progressi nonostante le gravi difficoltà
del terreno e l’accanita resistenza nemica. Presero 32 prigionieri. Nella valle del Posina, azioni di artiglierie e piccoli scontri a noi favorevoli. Sul torrente Pontebbana (e//a) l'artiglieria nemica bombardò intensamente le nostre posizioni senza farvi danni. Lungo la fronte Giulia violente azioni delle arti glierie. Nella notte sul 12 e nella mattinata successiva
l'avversario
tacchi, specialmente
lanciò
nuovi violenti contrat-
Sulla fronte Giulia anche ieri (10) intensa attività
Sul Carso, sconvolte le intricate difese
me e
i danvi.
In pren no nel cielo di Gorizia fu abbattuto un velivolo nemico che cadde nei pressi di San Marco.
14 ottobre. — Sul fronte tridentino lotta d'artilierie nella zona di Monte Pasubio. Alla testata del Vanoi, la notte sul 13, respingemmo un tentativo di attacco nemico contro le nostre posizioni di Busa Alta (Quota 2456). Nell’a/to But intensa attività delle artiglierie ne-
miche: le nostre ribatterono
incendiando baracca-
menti nemici sul rovescio di Pal
Piccolo.
Nella zona a sud-est di Gorizia le nostre truppe
con energica azione ampliarono verso settentrione
l'occupazione della altura di Sober fino a contatto della strada da San Pietro a_ Prebacina. Presero alcuni prigionieri e molte armi e materiali abbandonati dal nemico.
Sul Carso giornata di relativa calma di cui pro-
fittammo per rafforzare
le posizioni recentemente
conquistate.
Nostri drappelli di esplorazione presero un centinaio di prigionieri in gran parte feriti. Nostri velivoli bombardarono accampamenti nemici in Va/ Sugana ritornando incolumi. Nella serata, consuete incursioni aeree
nemiche
sul Basso /sonzo, senza vittime nè danni. 15 ottobr
attacchi
nemici
Sulle pendici
del Pasubio nuovi
furono respinti dalle nostre truppe,
che con un vigoroso contrattacco progredirono ancora verso il
Boite. Nella zona di Cosmagnon
una
intera batteria nemica di quattro cannoni da montagna con abbondanti munizioni è caduta in nostro sesso.
2
In Valle di Posina forze nemiche sorpresero un
nostro. punto avanzato ad ovest di Tovo. Accorsi i rincalzi, l'avversario fu completamente ricacciato. Lungo il rimanente fronte azioni delle artiglierie. Le nostre bombardarono obbiettivi militari in Pre-
dazzo (Avisio); quelle nemiche lanciarono alcune granate su Gorizia. NECROLOGIO.
— Annunziasi da Monaco di Baviera, la morte del repazzo, Ottone, fratello dell’altro re, pure morto pazzo, Luigi, l'amico ed il mecenate di Wagner. Ottone era, come Luigi, figlio di re Massimiliano Il: era nato il 27 aprile 1848, dalla regina Maria, principessa di Prussia. Nel1866 aveva partecipato, 218 anni, alla campagna austro-prussiana, e nel 1870 aveva appartenuto al quartier generale dell'imperatore Guglielmo I; e si trovò nel 1871 a Versailles alla proclamazione dell'Impero. Narrasi che già allora cominciò a dare segni di alienazione mentale, accentuatisi nel 1872. Nel 1885 la sua demenza pàrve così irreducibile, che il governo credette necessario annunziare al Parlamento bavarese che l'erede presuntivo del trono era ammalato talmente di cervello,
che non era più lecito sperarne la guarigione. Isolato nel castello di Nymphenburg, il
principe
tentò due volte la fuga. Fu trasferito quindi nel ca-
Quota 144 sul Carso. Fu ributtato ogni volta con gravissime perdite: sul fronte di un solo battagino nelle linee di Sober, furono sepolti 400 ca-
che lucido intervallo. Quando il maresciallo di Corte iargli il 14 giugno 1886 la morte di
averi nemici. Nel pomeriggio le nostre truppe con vigoroso sbalzo conquistarono sul Carso il terreno
interposto fra la linea nemica espugnata nei giorni precedenti e la successiva. Furono raggiunte le falde occidentali del Pecinka, le prime case di Loquizza
ried la sua prigione perpetua, poichè vi rimase inin-
tatrottamente Bnoalla ziorte. La rca pssiaavera all
suo fratello re Luigi, la sua assunzione al trono, e
la nomina del reggente in persona di suo zio, il principe Leopoldo, Ottone, facendosi smorto in viso, gridò: « Evigi, Luigi, fratello mio!» e pianse; ma poi coÒ a divagare: « Luigi — disse — aveva due
: il suo e il mio, perchè io non ne ho più. È orribile vivere senza nome, non si può vivere senza UNA
PRO
INIZIATIVA
BENEFICA
ORFANI DI GUERRA
nome, ed infatti io non vivo... » Fin che visse il reggente Leopoldo, re Ottone figurò come sovrano di fieno ma morto Leopoldo
nel 1912 e succedutogli come reggente il figlio Luigi,
questi non tardò ad ottenere la propria prese zione a re effettivo il'3 novembre
nella zona ad est di Vertoibizza, sfondò un tratto della forte linea nemica fra Sober e Vertoiba (a nord-est di Rupa) colla cattura di 861 prigionieri,
fra i quali 25 ufficiali, e di 3 mitragliatrici.
nella
stello di Schleissheim, e finalmente trovò a Fiìrsten-
zodì di Novavilla e in corrispondenza dell'altura di
del 9, con im-
delle artiglierie ostacolata al mattino da nebbia. Nel pomeriggio un risoluto attacco delle fanterie,
gionieri, fra i quali una diecina di ufficiali. Velivoli nemici bombardarono la /aguna di Grado
verso Sober (Gorizia), a mez-
provviso attacco in forze, l'avversario riuscì ad irrompere in alcuni punti delle nostre trincee avanzate, tosto ributtato da un vigoroso contrattacco.
e di Hudi Log. Prendemmo circa quattrocento priCara pe lità del Basso: Jacota: qualche vittima
1913,
data la in-
sanabile malattia del re Ottone, ora spentosi. — Un telegramma da Bucarest annunzia la morte del senatore Nicola Filipescu,capo della Federazione Unionista. Era nato nel 1861; fu giornalista, depu-
nemiche
tato, ministro.
Egli fu uno dei più convinti e tenaci
assertori della necessità per la Romania di approfittare della conflagrazione europea per conquistare
le terre romene oppresse dai magiari. In comizi, sui Sincero e meritato favore accolse anche all'estero la riuscitissima medaglia -ri Î personificante il martirologio delle Striaca. — La patriottica iniziativa spe Casa di argenterie “CA' d'ORO,, Via Dante, 4 - Milano. Ed il proprietario Marcionni, con lodevole pensiero, ha voluto destinare l'utile della vendita a favore della Confederazione Nazionale per gli Orfani di Guerra (sede di Milano, ora in Via Monforte 26) La medaglia si distingue per| ‘cato rilievo dell'effigie tutto proprio e veradel martire, ed ha un carattere d mente degno di ammirazione. — Si dezza di mill.tri 25: in oro 18 carati a 800/00 a L. 3; in bronzo dorato a L. 2,54 a L. 3} id. naturale a L. 1,50; - e nella grandezza di mill.tri 21: in oro 18 carati a L. 25 ed in argento 80/0, a L. 2. — (Più le spese post Al Corlitati viene accordato uno sconto, quale compenso di spese di propaganda. Le richieste possono essere indirizzate alla suindicata sede della Confederazione, od alla CA’ d'ORO in Via Dante, 4 - Milano.
giornali e nell'aula del Parlamento propugnò l’entrata in guerra a fianco dell'Intesa; si accordò con Take Jonescu, mettendo a tacere le proprie convin-
zioni politiche conservatrici, e fondò con lui la Federazione Unionista, che divenne la inde fucina dalla quale uscì la guerra della Romania all'Austria.
_ Il celebre botanico Giulio Wiesmer di Techechen (Brinn) èmorto a Vienna nell'età di 79 anni. Era membro della Camera dei Signori austriaca. Risiedette in Italia lungo tempo. Lascia più di 200 pubblicazioni scientifiche. Era professore di anatomia e fisiologia delle piante nell'università di Vienna
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Ecco un BIPLANO « SavorA FARMAN» FOTOGRAFATO IN VOLO MENTRE SOVRASTA ALLE CIME, PRECOCEMENTE NEVOSE, DELLA ZONA TRENTINA ORIENTALE. è un'officina prettamente italian: d'onore dai Comunicati di Cadorna e di cui i piloti-aviatori |sono entusiasti perchè pace organizzazione mod l'esercito in ragione di mille velivoli —composta da apparecchi sicuri, maneggevoli, veloci ereddi sommo vanto, dunnno per comporre quelle squadriglie Savoia-Farman sovente ricordate a titolo que, per la SAVOIA, questa preferenza voluta da chi ha «le mani în pasta ».
S à
L'ILLUSTRAZIONE
346
novella dai Oreste
L'OMONIMO, Quando me lo presentarono la prima volta? Non ricordo più questo, e pure non avrei
dovuto dimenticarlo,
mai;
anzi, che me ne
sia scordato mi meraviglio e mi addoloro insieme. Quella che m'è nella mente come la mia imagine è la sua imagine, e non la
dimenticherò, credo, nè meno se mi colpisse una di quelle terribili infermità che uccidendo nell'uomo l'intelligenza lo rendono una massa bruta di carne soltanto, che non ha se non un posto da occupare nell’attesa di essere
trasportata, un giorno, fredda e inerte, per dissolversi. Egli era di media statura; più tosto esile; non portava baffi; i capelli abbondanti fini e ondati amava lasciarli cadere un po' lunghi sul capo dalla fronte spaziosa e pura. Il suo passo aveva una certa espressione di nervosità; preferiva nelle stoffe degli abiti le tinte severe, Poteva fumar molto e non fumare affatto, giungere all’ebrietà e non bere che acqua per tutto un anno, mangiare come uno dei crapuloni di Monselet e imporsi i digiuni di un anacoreta; desiderare e conquistare le
più belle donne, amare più di Werther, illudere vergini, infrangere e profanare i sogni più alti e più dolci d’altre anime e rimanere
insensibile sotto lo sguardo degli occhi femminei più maliosi, e arrossire porgendo la mano a una dana e aver quasi un acre rimorso per uno sguardo troppo intenso verso la moglie di un amico.
3ran parte dei suoi gusti, delle sue passioni, delle sue idee lo rendeva a me somi-
gliante. Spesso un medesimo pensiero sorgeva nello ste: tempo in lui e in me; talvolta facevamo d'un tratto i medesimi gesti: una stessa donna incontrata a passeggio o conosciuta in un salotto ci accendeva o ci eccitava; quasi tutti i ritrovi da me preferiti lo avevan tra i proprii frequentatori. Molte volte mi confessava con grandissimo
desiderio
che
avrebbe
volentieri
tro, in un circolo guardavo attorno senz'altro per vedere se egli vi si trovasse. Una sera uscivo di casa, m’ imbattei con lui viso a viso. Gli domandai se m'avesse aspettato, ma egli passava a caso per la strada ov'era la mia dimora.
Un
mattino,
salito in
un
tramvai,
ero Si pagare il biglietto, ma il fattorino dei biglietti mi disse che era già stato pagato; egli mi salutava dal fondo del carrozzone con la mano inguantata. Un'altra sera, recatomi in un giardino pubblico, m'ero assiso sovra un sedile per riposare un po'e per godermi il verde e l’aria fragrante per le glicinie; poco dopo un sinore venne a sedersi a me da presso. Era lui. Poichè eravamo divenuti amici, volli tentare di scacciare dal cervello l'idea tormentosa stando in sua compagnia quanto più tempo potessi. Cominciammo a passare le sere insieme; pian piano finimmo col far vita comune: pranzavamo alla medesima ora, rincasavamo a braccetto. Egli abbandonò la sua stanzuccia perchè lo costrinsi ad accettare ospitalità nel mio quartierino da scapolo. Gli amici scherzavano a vederci, ci chiamavano:
Era
Un
il dittongo.
già un
mese che vivevamo
pomeriggio, dissi di dover
insieme.
far visita a
un'amica, e lasciai lui dandogli convegno per
la sera.
La mia visita era una pura invenzione. Sentivo il bisogno di esser solo. Ma potevo io esser solo? Risi della domanda e pensai che senza dubbio dovevo essere un po’ malato di spirito. Tuttavia, istintivamente, mi voltai indietro e poi guardai d'intorno per accertarmi $ i e, la mia strada. fi spiegai l'atto compiuto, di-
coltivato
l'arte, aggiungeva che egli era uno scrittore mancato; una sera mi giurò che rincasando avrebbe posto mano a un romanzo di cui m’aveva raccontato il soggetto. Ma non fece mai nulla. E questa quando cominciai a sfudiare il fenomeno mi apparve come l’unica
nota, dirò così, che me lo rendesse diverso. Ma forse io lo vedevo, io l’ho visto tanto a me simile, perchè la mia non è stata se non
un'idea
ITALIANA
fiss:
di lui.
e poi nel rincasare, poi ancor più nella notte, quell'idea sorse in me, e mi tenne e tornò tenace, costante, diventò quasi un incubo,
gli offerta la mia casa, di aver messa
vagità irremediabile, pensata, compiuta, luta. Da prima egli fu quasi un altro stesso, che mi seguisse come l'ombra mio corpo, per spiarmi, per nuocermi,
tata non mi piacesse pi Quanto più trovavo dei piccoli mezzucci vani o puerili o non bastevoli o troppo violenti, tanto più in-
mi si rese insopportabile come il ricordo di un'offesa non potuta vendicare, di una mal-
deridermi
do in un
caffè,
vome del per
in un tea-
mensa serenità nell'anima, quasi che quegli anni fossero veramente trascorsi, quasi che realmente io non lo avessi più incontrato, non ne avessi udito nè meno parlare. Se, dunque, quella lontananza divenisse una realtà, io sarei in pace; quell'idea che ritornava in me durevole come torna il respiro si sarebbe sperduta. Gli scriverò, pensai, egli mi comprenderà. Poi risi di nuovo di tutte queste fantasticherie: avevo voglia di finire
al manicomio?
Mi fermai innanzi la mostra
di un gioielliere; entrai da un libraio. per riacquistare l’ultimo libro di José Yxart che avevo perduto prestandolo a un amico. Mentre sfogliavo fugacemente qualche rivista nel salottino per la lettura nella bottega, mi sorse una domanda nell'anima: « Perchè dovrebbe comprendere; come lo potrebbe?... » E in che modo serivergli ? Uscii in fretta, senza rispondere al saluto dei commessi, tirai diritto e sollecito verso casa.
Egli non
era ancora
là.
Mi venne in mente di entrare nella sua camera. Andai prima a tirare il paletto all’uscio delle scale, perchè egli sopravvenendo non
potesse servirsi della chiave che recava seco,
come me, ogni volta che usciva. Tuttavia, non averlo trovato in casa m’aveva un po’ indispettito. Posando il libro sulla tavola ingombra di altri volumi e di giornali, avevo pensato: s'egli fosse qui, ora, gli mostrerei questo libro, parleremmo dell'autore, leggeremmo qualche pagina. Egli era già, per me,
quello di prima: ridiventava, ei quasi, necessario. Entrando nella sua camera, mi
rimproverai di aver cercato ingenerosi pretesti per allontanarlo. Egli era d'una delicatezza così fine, così squisita, che non s'era permesso di modificare nulla ne la stanza che gli avevo offerta. Questo lo avevo già notato pochi giorni dopo la sua ospitalità,
Nulla di nuovo. I mobili erano al medesimo
rincasare come i fatti io rincasavo, preso a battere il solito cammino. Poco dopo, scantonai per cambiar strada: temevo ritornando a casa d’incontrarlo o di trovarlo già su. Sentivo che questo m’ avrebbe annoiato moltissimo non solo perchè la mia piccola menzogna sarebbe stata manifesta, ma perchè io volevo essere per un certo tempo senza
Quando mi venne presentato quest’ uomo che ha, tuttora, il mio medesimo nome, lo stesso cognome, che si chiama come me, non badai alla circostanza che un amico s’affrettò a rilevare, e a pena un sorriso lieve e fugace
mi sfiorò la bocca ;ma dopo, allor che fui solo,
Giordano. esserne già scevro, immaginavo che fossero passati degli anni già senza ch'io l'avessi più veduto, e sentivo una grande calma, una im-
Le frasi celianti, anche in quel giorno, degli amici me lo avevano, d’un tratto, improvvisamente mutato. Egli era un altro da quel momento,
per me.
pentivo di aver
reso
la mia amicizia con-lui così intima, di avera sua
disposizione imiei libri più cari, tutto quello che mi apparteneva. Pensai di provocare un incidente, di partire per un viaggio, di mutar casa col pretesto che quella da me abi-
gigantiva
in me il desidcrio e il bisogno di
liberarmi da quella compag
dle
Avrei voluto
posto:
non
un quadro
gillo di meno.
di più, non
un gin-
Forse il mio gusto, che aveva
diretto gli addobbi, gli piaceva. Su un tavolino era un libro: Vazzity del Thackeray con le mie cifre in oro impresse su la pelle ond'era rilegato il volume. Il mio monogramma era anche il suo. Spensi la luce per andarmene. Le tenebre
che per poco m’avvolsero in quella camera mi spaventarono: egli mi si drizzò immediatamente dinanzi come se d'un salto fosse balzato dall’uscio alla soglia di quella camera. Ritornai nella mia stanza dopo aver ritirato
il paletto alla porta delle scale. L'ora del con-
vegno da me datogli, perla sera, era prossima. Perchè egli non veniva? Incominciai ad avere un’attesa impaziente,
febbrile di lui.
Dove poteva essere andato ?Che cosa aveva fatto in quelle ore, lontano da me? Compresi allora perchè egli mi fosse necessario. Egli portava il mio nome, mi somigliava persin nell’aspetto. Doveva logicamente preoccuparmi di quanto ‘egli potesse compiere.
Un'azione commessa da lui mi pareva qua
fia;
MR Gi can di:te1a th la è, a ba - Lu bas 0-
ILLUSTRAZIONE che
avessero
per
me, in
potuto
attribuirmela;
sentivo quasi responsabile. personalità
riva un
certi
momenti
me
ne
Egli assumeva
angosciosi,
una
tutta simile alla mia. Mi appa-
altro
me
stesso, dotato
però di mi-
nime differenze volitive, che se ne andasse
in giro per il mondo pensandoa volte come me, operando a volte c come io non avrei
agito mai e pur mettendo ai suoi pensieri e ai suoi atti il suggello della sua sigla, ch'era anche la mia e che per tutte le creature è la espressione di una entità pensante, e sembra ripetere ammonendo le parole del libro indiano: questa cosa vivente sei tu.
Un impeto d'ira mi prese. Non avrei mai
347
ITALIA
all'uscio della sua camera ch'egli lasci impre socchiuso. Ascoltai. Egli era lì, a letto. Udivo il suo respiro calmo, eguale. Ritornai. D'un tratto, un grande rumore come
di piog, sima risuonò. Arrivato nella mia camera, presi la lampada, schiusi uno
scuro,
guardai
dalle
vetrate:
pioveva
vvero. Compresi che il crosciar della piogi
scarica precedente a quella che ava negli orecchi, percepito non
so per quale stato di semicoscienza
nel sonno
e nel sogno,
o meglio
m'avesse
fatto credere,
si fosse trasformato nelle grida e nel vociare delle persone che avevan sorpreso il ladro-
qualcosa di mio fuggisse.
Una
notte
avevo
sognato ch'egli avesse barato al giuoco e che fosse stato scoperto. Il 70 nome correva su
tutte le bocche, di sala in sala, poi ancora fuor di lì, era infamato da un’indegna ladroneria. Tra coloro che non mi sapevan personalmente, ma avevan per me e l’opera mia stima ed ammirazione,
chi era preso da stu-
pore, alla nuova, chi spiegava quel metodo
lucroso al giuoco con il lusso della mia casa,
di ogni mia manifestazione di vita. Mi pareva di aver sul petto un enorme macigno;
un insostenibile peso mi gravava opprimendomi il respiro. Sentivo un disgusto, una ri
pugnanza contro me stesso; vedevo l'abisso scuro e interminabile in cui ero caduto d'un tratto; tutta Ja tristezza, disperazione in-
consolabile delle realtà terri! e mi
mostrava
ogni via
mi abbatteva
impedita,
ogni
sal-
vezza impossibile. Fra tanto, stranamente, mi tornava alla memoria il significato della
parola 4aro, così come l'avevo
appresa
in-
sieme con tante altre neglì anni i ro dato allo studio del vocabolario con una febbre di ricerca e di conoscenza, con un godimento ad ogni parola posseduta per sempre. Un tremito profondo mi scosse e mi destai
gridando: « Non sono io!... Non sono io!... È
l'altro!» Era ancora nott Accesi con le mani tremule la lampad Che brutto sogno! »pensavo. Poi dubi che egli non fo e decisi di andare ad accertarmi. Mi spia ceva uscire dal tepor delle coltri, ma il ti-
more
che il fatto fosse accaduto davvero mi
spingeva.
M'avanzai
lentamente,
cauto;
giunsi sino
Io detti in un grido ch'egli prese per una
e sclamazione di dolore. Ero invece contento della circostanza. Mi levai in fretta, preparai ogni cosa da me stesso, consultai un orario
delle ferrovie e scelsi il treno più prossimo.
Poi quando mi vidi attorno le valigie, quando non sarei più stato nella
sentii che tra poco
mia casa, con lui, mi venne quasi il pensiero di non partire più. Ma seppi resistere. Lo
andar via!... Le campagne, le case, le stazioni, gli alberi, le vall monti, dileguan-
que mi apparteneva
allontanava, come se mi fuggisse, quasi che
un tele-
zio lontano.
non supponessi. Vigilarlo, consigliarlo, impedirgli o agevolargli qualche atto era per me
gava con vincoli infrangibili, non mi
lasci
mio
ventura sgradevole avesse da prima per eroe il mio omonimo e poi me stesso. Egli dun-
la nuova.
Richiusi lo scuro e sorrisi. Rimettendomi a letto, mi maravigliavo che nel sogno l’av-
stanza ora diveniva d'una gra Egli viveva nella medesima città, mi si le
con
Mi si chiamava d'urgenza per l’ infermità
chiamai. Gli d di attendermi. Avrei voluto, invero, recarlo con me. In treno riflettevo che egli era solo, nella città ov’ero stato anch'io sino a qualche ora trascorsa, e nella mia ca Egli poteva maggiormente essere me stesso. E io me ne an-
cinio o ne avevano appreso
voluto che fosse stato al mondo un uomo che si chiamasse come me. Ques
più; io l’inseguivo con ansia allor ch'egli si
L'indomani venne a destarmi tra le man
gramma d'un
un dovere.
più intimamente ch'io
Sentivo che se avessi potuto ser-
rarlo, anche nella mia casa, per sempre, per non farlo andar fuori in i nei ritrovi nei salotti, sarei stato più sollevato dalla mia
ansia
angosciosa.
Qualche volta già avevo
persino pensato che una malattia, un caso mi avrebbe potuto /berare di lui; qualche voltagià avevo pensato, per un istante, in preda a un’eccitazione infrenabile, che mi sarebbe riuscito facile disfa e con una aggressione che potesse, poi, simulare un qualsiasi
suicidio. È strano: ma per quanto gli avessi
voluto bene, in uno di quei avrei ucciso con la massima
Il rumore dell e mi
avvertì.
momenti calma.
*
« È lui
chiave girata » dissi a me
io lo
nella toppa stesso. Egli
entrò subito nella mia camera. Subito io mi detti terrogarlo quella sera, come tutte le altre volte, quando per qualche tempo non i
me. Egli rispose a tutte le mie ogni risposta che mi dava mi ras-
sicurava non so di quale panico, di qual dubbio, di quale
sgomento.
diatamente con lu a malincuore.
Volli uscire
gli
Andammo a tei tro,
imme-
acconsentì un poco
ma non badai
per nulla
Lo vedevo
seduto al o s’attristava, tutto
neo. intento alla recita.
Negli intervalli tra un atto
e l’altro, esprimeva le sue impressioni a un signore calvo terribilmente
Quando uscimmo, mi prese per Sono suo — pensavo io — non gl sfuggirò mai. Un malessere insopportabile mi in deva a poco a poco. Egli mi lasciò poi ch'io fui nella mia camera di riposo.
davo, io che avrei voluto tisi con
fosse stato
lui ad
la rapidità del battito d'una palpebra
direi quasi, non
mi distrassero per niente
dalla mia idea. Fortunatamente mi mentai e dormii per molte ore, senza
addorincubi,
in pace.
Durante
mese,
non
feci
che inviargli
un
vero giornale
giorno per
giorno delle lettere.
tutto quel che
facevo.
della mia vita
Era
Gli scrivevo
quello che scrivevo
per lui
Egli mi rispondeva con minor frequenza. In una delle sue prime risposte cominciò ad
cennarmi l’idea di partir per l'Oriente.
Amici
e libri lo avevano esaltato, andolo : quelle regioni lo attraevano irresistibilmente. Mi domandava del mio ritorno. Io esitavo tra il
desiderio ch'egli partisse e l'altro ch'egli almeno
m'attendesse.
Una
sera
partiva.
Una
mi
giunse una
letterà di lui. Ero
disperazione
indicibile m'assalì
al capezzale dell’ infer Pure,
in agonia. £g/i
mi porsi più accosto al
ascoltarne
il
di attimo in
rauco respiro
attimo.
che
morente
s'affievoliva
Sopraggiunse il prete che ritornava; entrarono i parenti. Ancor non so nulla del loro
pianto, del loro dolore. lo contavo i lagni di colui che moriva. Per molti giorni, quel numero
mi rullò nel cervello tenacemente. Di Zi, a tratti, un ricordo. Quando ritornai a ci mi diressi subito alla sua stanza. Mi fermai sulla soglia, dopo aver schiuso l’uscio. Una domanda mi sorse nello spirito: — Che farà egl d lontano, col mio nome? Perchè ancora egli si chiama come me. Oreste
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ROLE
i
A
a
L'ILLUSTRAZIONE
348
CONVERSAZION MERAVIGLIE
E
ite e A
1
ITALIANA
SCIENTIFICA
AMERICANE.
pare si prendano gusto a della vita bella mentre tutto attorno nel mondo è l’orrore della morte, a escogitare le opere della pace mentre sotto
dell’azione industriale, sono così numerose che non è facile scegliere, così che i fatti posti în luce assumono davvero il valore di indici. Valg ino oggi tra questi esponenti, due soli
imo commerciale che pare voglia dire trovarsi il saldo della storia (non sarebbe per caso anche la storia una grande prova di contabilità americana che si
che non rappresentano per verità nulla di eccezionalissimo per i nord-americani, salvo forse per entrambi gli esponenti, il fenomeno di rappresentare per il momento due records che non dovranno molto attendere per essere
Gli Stati
innalzare
Uniti
il valore
i nostri occhi non sono se non le rovine della
salda all'attivo là ove
l'oro meglio affluisce,
non importa se sospinto dal sangue?) non oscurasse questo esaltamento nord-americano, ci sarebbe davvero da riflettere se per caso in tutto questo immenso ed inutile episodio
del dolore umano che è la guerra, di vero non esistano se non i favolosi guadagni realizzati dagli Stati Uniti. Guadagni
che fecondano
o secondano
uno
sviluppo tecnico gigantesco che molti in Europa hanno
perduto di vista
in questi venti
mesi di ferocia vermiglia. Le dimostrazioni fatte di acciaio e di pietra, scritte su un grandioso libro delle gesta
che
si riferiscono alla
tecnica
costruttiva
e
superati.
Îl primo esempio è quello del ponte di Long
Island non
molto
lungi da
New-York,
il cui
arco colossale costituisce un ardimento di tecnica. Oseremmo dire che il ponte col suo arco slanciato coraggiosamente (un futurista direbbe a muover concorrenza all'arcobaleno) non è privo di grazia: in ogni caso non è privo di ardimento. La corda dell'arco supera i 300 metri e l’altezza arriva a quasi 100 metri. Talchè vi si potrebbe cacciar sotto un grattacieli newyorchese coi suoi 22 piedi. Gli americani, che si dilettano a dar vita alle cifre logiche e veritiere sostituite agli aggettivi
magniloquenti, aggiungono che a tutt'oggi il ponte ha ingoiato 80 000 tonnellate di metallo e si appresta a divorarne altre decine di migliaia; aggiungono che il ponte è ancora diviso a metà e così fatto che potrebbero be-
nissimo le due metà spostarsi per poco che gli americani ci si ponessero d'impegno.
Il secondo record spetta alla diga di Arrowrock nell’Idoko. L'opera è diretta a formare un bacino montano irrigatorio e nello stesso tempo fornitore di energia. Il serbatoio ciclopico contiene oltre 16 milioni di metricubi; la diga mastodontica ha
uno sviluppo di circa 350 metri, è alta oltre 100 ed è costrutta in curva. È un immenso baluardo
capace
di dare
le vertigini
anche
all'acqua che dovrà accogliere e che si getterà nella vallata sottostante, guidata e domata dalla volontà dell’uomo. La costruzione ha richiesto 14 milioni di
tonnellate materiale e rappresenta una spesa (ben inteso per la sola diga) di quasi 30 milioni
di lire.
Decisamente nei nord-americani è assai più tecnico che quello del diritto: ma ove portano il cervello non fanno per ischerzo.
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IR
sistere a una battaglia ». Così la psicolo- oltre che apparente. È il caso del mulo, dei cani, dei gatti «che non ci sono», gia dei bovini, induttiva anche questa, tesa cioè a indovinare per ischerzo, che degli «animali da cortile ». Pagine legGli animali e la guerra. Magnifico ar- trovarsi nelle condizioni di un obiettivo cosa mai debbano pensare della guerra gere, divertenti e lontanissime da quelle gomento che Giulio Caprin tratta con fotografico, con risultati di analoga insuf- le mandrie strappate alle stalle e scorraz- disquisizioni pseudoscentifiche che ad al mano li e con spirito sottile in un ficenza. Nuvolette bianche, nuvolette oscu- zanti a ‘denpiedi e a plotoni nelle retro- tro temperamento di scrittore sarebbero recentissimo volume Treves, che potreb- re all'orizzonte, masse di reticolati arruf- vie avanzate, serve non meno a illumi- venute sotto la penna, inevitabilmente. be stare per il contenuto fra « Le pagine fate fino all'inverosimile, muretti diroc- nare in un capitolo di eccellente poesia, No, questo non è, nè, per fortuna, vuol dell'ora » e per formato nella collezione cati, una casupola in rovina. La guerra anche se scritto in prosa, uno degli aspetti essere il trattato degli animali alla guerra, ‘bijou. Ma non si esclude che anche non si vede: come non si vede neppure più caratteristici della guerra di questa E gli animali ne acquistano tanto di vita la tanza pi parere, a più di un fer a traverso le più colorite descrizioni :sfug- « Italia detta dei giovenchi ». « O Italia, e di rilievo. Anche perchè il « pince-sanstofe, un £zj0u. Non bisogna prendere ge alla macchina fotografica, sfugge alla che ai tuoi poeti apparisti santa nella rire» vi è sempre presente. « Il mulo in tri alla lettera il titolo del volume. penna. È un argomento che non si può pace campestre, Italia di Virgilio, di Ga- guerra è un po’ triste; sembra indifferenGlj animali sono un grazioso pretesto per affrontare di proposito, quasi direi di ribaldi e del Pascoli, come ti riconosco tea tutto quello che gli succede intorno. paFlare degli uomini; per portare sui fatti punta. Bisogna accostarcisi per vie indi- qui, oggi, a battere l' Austria con le tue È come un cavallo che abbia avuto e fatterelli della guerra un agile e libero rette. L’induzione, illuminata da succes- dure fanterie di contadini, dietro cui mar- dispiaceri.... Ma io credo che codesto suo senso di osservazione, tanto più prezioso sive riflessioni, può dare resultati molto ciano, incolonnati come animali di batta- contegno dipenda anche da un forte sen quanto più raro. Lo stato di guerra, ai superiori, come efficacia, a quelli dell'os- glia, i loro buoi al sacrifizio!» Anche timento di disciplina ». Il cane è più adatpartecipanti e ai non partecipanti alla mi- servazione più attenta accompagnata dalla nel libro le bestie continuano il loro umile to per indole a fare il cerca-feriti che il lizia attiva, in generale appesantisce al- più fedele trascrizione, immediata o no, ufficio di servire gli uomini: e spesso il porta-cartucce: e l'Autore vi dimostrerà quanto gli spiriti: e questa guerra con poco importa. Si legga, per esempio il protagonista è soltanto apparente. La ber- con sommarie ma irrefutabili*prove, che tante macchine e con tanta immobilità di capitoletto del libro inti tuccia Cecco Beppe c'interessa soltanto nei paesi occupati «anche il cane più rincea, esercita il suo influsso anche su- culo ». Il senso tipico di i |per la tragica avventura toccata al suo austriacante è rato irredentista ». E li scrittori dando un che di scorato e di belliche misteriose e invisibili vi è fer- proprietario, i cavalli sono poco più che la stupidità delle galline? Sciocche e ininiforme allo stile. Certi suoi aspetti non mato in poche paginette con evidenza un pretesto per parlarci dei cavalieri: i i , sino a parer talvolta bestie di sembrano significabili a parole: e la pen- singolare: voi vedete la pace della natura pesci una scusa ad una strana fantasia coraggio. Quando si cacciano tra i canja più provetta dinanzi ad una « prepa- in cui pare che affoghi la guerra degli dove le intenzioni poetiche non hanno noni di una batteri azione la loro in‘azione » di artiglieria o ad uno di que- uominî e vi rendete conto, se non altro, forse trovato l'espressione più felice, i pic- capacità assoluta di intuire l' importanza li spaventosi cimenti, nei quali inter- perfettamente , dell'impossibilità di una cioni un motivo per divagare piacevol- della © fa dispetto! (i ago le ultime trovate scientifiche per sintesi, che pretenda di aderire alla realtà mente sullo spionaggio e le colombe, le Giulio Caprin odia le galline tanto quano fesa e per la difesa, finisce spesso col osservata. Qui il volatile spettatore serve innocenti colombe, per accennare con so- to ama i gatti. Ma i gatti, pur troppo, alla mirabilmente a spiegare lo stato d'animo bria eflicacia alle ignobili gesta dei 7au- guerra non ci sono. Gli Austriaci se li son sì, ma colombe tedesche. mangiati da un pezzo. 1 Giuuo Caprix. Gli animali alla guerra. (Milano, dell'uomo spettatore. « Nè lui nè noi, in ben, colombe (Il Marzocco). fin dei conti, abbiamo capito bene di as- Ma talvolta l'animale è protagonista vero, Freves, L. 3).
GLI ANIMALI
ALLA
GUERRA.'
è uscito: LA LEDA SENZA CIGNO x « RACCONTO DI GA-| BRIELE D'ANNUNZIO « « «+ SEGUITO DA UNA LICENZA. Tre volumi in edizione aldina con fregi di A. DE CAROLIS.
Dieci Lac DIRIGERE
COMMISSIONI
E VAGLIA
AGLI
EDITORI
ONORANDOSI IMARTIRI VENEZIANI
Dramma storico in quattro atti, di
Carlo BEATOLAZZI e Raffaello BARBIERA Pubblicato per il Cinquantennio della liberazione di Venezia. Coi ritratti dei Martiri
veneziani ;la musica ÎI del coro da essi cantato avviandosi al supplizio; con proemi lo storico
e notizie inedite di RarraeLLo BARBIERA. QUATTRO
LIRE.
Dirigere vaglia agli editori Fratelli Treves, in Milano,
TREVES,
IN MILANO,
TREVES
(RICORDI DI UN VOLONTARIO)
In Piemonle (1859). - San Martino (1859). In Sicilia (1860), - Sul Volturno 11860). Aspromonte (1862) - Sul Chiese (1866). Vezza d'Oglio (1866). - In Roma (181 167). Meninna
(1867).
TERZO MIGL'AIO. — Un volume in-16: DUE LIRE. Dirigere vaglia ai Fratelli Trees, editori, în Milano, È USCITO
Arnaldo FRAGCAROLI
"INVASIONE -RESPINTA aprile-luglio 1916
12;
È GALLERIA
COLLECTION
determinazione di pubblicare una vasta raccolta delle più lp opere di autori inglesi e americani classici e moderni, tale da prendere il posto in Italia della collezione Tanchnitz dei British Authors,
popolazione scolastica dei suddetti istituti, E, affinchè gli studiosi e le Scuole possano subito giovarsi delle nostre edizioni inglesi, abbiamo incominciato ad allestire — ed avremo pronti nel prossimo anno scolastico - i volumi qui sotto in-
che ragioni di rinnovata coltura
dicati,
La nostra Casa Editrice è venuta nella
nazio-
nale e di dignità politica, prima ancora dello stato di guerra con la Germania,
hanno bandito dalle biblioteche pubbli. che, domestiche e scolastiche nel nostro
paese. Per iniziare questa nuova
colle
zione scegliamo un gruppo di autori che sono indicati e raccomandati -— per la dai programmi ministeriali e dagli Inse-
DaSanMartino aMentana
PALERMO,
OF BRITISH AND AMERICAN AUTHORS
lettura, la traduzione e il commento -
GiuLio ApAMOLI CAPITANO E SENATORE)
VIA
Per lo studio della letteratura inglese
sax 19 Ottobre 1866 - 19 Ottobre 1916 nai
IFratelli Bandiera
FRATELLI
guanti dei Licei moderni, degli Istituti tecnici, delle scuole superiori di Com-
mercio, degli Istituti superiori di Magistero, degli Istituti nautici, dei Circoli filologici, e di altre Scnole del Regno. Noi abbiamo così il piacere di dotare l'I-
taliadiuna propria collezione originale di
British and American Authors
Ogni volume, di 300 a 330 pagine, messo in vendita al prezzo di DUE LIRE, conterrà opere varie, o una sola opera, di ciascun prosatore o poeta di lingua inglese, e una prefazione intesa a far conoscere rapidamente, ma esauriente mente, la vita dell'uomo, le vicende letterarie dello scrittore e la storia del libro
scelto per la collezione Treves. La prepa-
bVERRA allaGUERRA? DEL TENENTE GE!
ERALE
G. PERRUCCHETTI Per una parte questo mirabile studio,
în cui è tanta sapienza e tanto lungi
veggente patriottismo, ha un curioso
interesse retrospettivo, essendo stato scritto sette anni prima che scoppiasse
la guerra europea ; per un'altra parte
si direbbe scritto oggi, e contiene insegnamenti preziosi per l'avvenire. > Un volume in-16: UNA LIRA.
Dirigere vaglla agli editori Fratelli Treves, Milano,
la cui dottrina e
d'insegnamento pubblico, da pubbilche cotiferenze » daopere insigni di filologia e di storia della letteratura inglese. La nostra collezione, colla quale noi
Luigi BARZINI
siamo fieri di contribuire all'opera d’affrancamento nazionale dall'industria stra-
dopo
e la facilità con cui si potrà trovarla da ogni libraio, mentre è così difficile e co-
la guerra, troverà intanto la sua
64-66-68.
competenza sono consacrate da molti anni
piéra»si raccomanda anche per la grande
prima naturale clientela già pronta nella
EMANUELE,
razione di questa importante raccolta fu
affidata ad A. R, Lsvi,
la quale, essendo destinata in génerale ai numerosi cultori di letteratura inglese, e agli stranieri che affluiranno in Italia
Dieci Lire.
VITTORIO
correttezza e nitidezza, per il prezzo mite
stoso oggidi far venire libri dall'estero,
Sono usciti î primi quattro volumi della raccolta :
1. THE CLASSIC PLAYS OF SHAKSPEARE CORIOLANUS, - JULIUS CESAR. - ANTONY AND CLEOPATRA - TIMON OF ATHENS.
2. DICKENS'S “HARD TIMES,,. 3. GOLDSMITH'S VICAR OF WAKEFIELD and Minor Works. THE TRAVELLER, - THE DESERTED VILLAGE. - SHE STOOPS TO CONQUER,
4 BYRON'S CHILDE HAROLD ana Minor Poems. LARA. BEPPO, - THE PROPHECY OF DANTE. - THE LAMENT OF TASSO. - ODE TO VENICE. - ON NAPOLEON. - DOMESTIC PIECES, ecc. Ogni volume ha il ritratto dell’autore. I prossimi volumi della Collezione conterranno:
WonpswortK, Th Best Poems; MACAULAY, Essays: SHAKSPEARE, Tho Matte zianea PRAOEE, Paradise Lost; gar, Vanity Fair; Tennyson, In Memoriam and The Princess; Micron, SHELLEY, Ù, Selected Poems and Dramas; LONOFELLOW, The Longer Poems; RUSKIX, Selected Works: SWIFT. Gu/liver's Travels; ADISON, The Spectator and to, a tragedy; CARLYLE, Selected Prose-Writings; SHAKSPEARE, Tho Italian Dramas; DE FOR, ‘Robinson Crusoe.
Dirigere commissioni € vaglia agli editori FratelliTreves, in Milano, via Palermo, 12,
LA GUERRA
D'ITALIA
(gennaio-giugno 1918)
SUI MONTI, NEL GIELO E NEL MARE Lire 4. — Legato in tela all'uso inglese: Lire 4,75. OPERE DELLO STESSO AUTORE: Scene della Grande Guerra (Belgio ©Francia) 1914-15. Due volumi . L 7fr iîiglese Legati in tela Al fronte(maggio-ottobre) 1915. 8° migliuio Legato in tela all'uso ingiese . . . La Battaglia di Mukden 11907). 320 pugino 52 ineisioni da istantanea prese sul luogo a ) numerose carte fra cui Ja grande carta s»greta dell'ar: mata giapponese, riprodotta per speciale autorizzazione dello Stato Maggiore. 4.° migliaio -. . . . . Mgi eo
Il Giappone in armi . |... Leg.to
in telu all'uso inglese
.... .
,
+,
+47 .
+
Nell'Estremo Oriente, ustrato. . ..... Dall'Impero del Mikado all'Impero dello Sii arri le fuori testo è
sia) Illustrato da 110
ritratto dell
475.
8-
Zar
il
|
|
|
TA
RIPRESA DEI SOMMERGIBILI -for
( Ol Noll'imminenza
Diario della Settimana.
di una
travori
Sontimentalismo
La Svizzera.
tedesco.
Wilson: — Prepariamoci a laa-
— Perchè piangi? _ Perchè penso chedovrò prepainghiottire ancora altredoi ibini. E tu perchè pia
— Speriamo, almeno che fino a qui non arrivino i sommergibili...
Allevamenti e precauzioni.
— Si tengano lontani, signori, questa è la terribile torpedine vivente.
ciare altre note l.,
gruppi della Camera déi Signori votano at il sommergibile da guerra tede-
ordine del giorno per il ritorno alla vita sco U 53 comandato dal capitano Loewe
con
parlamentare.
8
uomini
di. equipaggio,
che ri-
Pe guer. a te 7 n parte dopo poche ore: ha compiuto la tra(Per fafrperra, pederne Samo versata dell’ Ocenno in 18 giorni. CART la Crandca |" perAtene, Chio, Venizelos dopo avereè partito insediatodaa Samo
®. Hovre. Annubziasi jl siluramento |le avtorità. Cannonate turche hanno coll'trasporto francese ito un. cacciatorpediniere che 4 scortava 100" soldati; salvatino Gallia, 1869" clie recava pi sciatorpediniere che
7. Vienna. I rappresentanti dei tre
la nave sulla quale era Venizelos.
dom.
Festoso
arrivo
del
presidente dei ministri, che nel pome:
riggio pronunzia alla Scala discorso apoNote York. Arriva a Newport (Rhode |logetico. della guerra.
LE PAGINE DELL’ORA. Nello slancio meraviglioso col quale l'Italia è sort in armi per rivendicarei
suoi diritti ed esser pari.al suo destino, gli uom
hanno avuto una
8, Milano,
i di studio e di pensiero rdia intellettuale della
parte nobilissima, quasi d’a:
Havre. Silurati il piroscafo norvegeso Keshum ed Îl britannico
Sidonia. Vienna.
L'arciduca ereditario
visita oggi il Kwiser al quartiere generale tedesco,
sorivere con consultazioni riservate presentarti Atene. Il dotto prof, Spiritione Proî.ParDott, P. RIVALTA - CorseMagenta, 10,Milano-Vistomediche dallo
Lambros ha accettato di formare il ministero.
Washington, Il ministero degli sigliere nl Ministero di ginstizia; Ecomo-
guerra. Quella che fu detta, infatti, la « mobilitazione intellettuale », contribuì efficacemente a illuminato la coscienza pubblica nei trepidi mesi della vigilia,
esteri amentisco che l'ambascia-
della nostra guerra. — Da ogni campo degli studi, - speculazioni della scienza,
ser a Wilson pr la pace.
tore americano a Berlino, Girard,
ed ora, dopo un anno di guerra, mentre l'Italia sostiene fieramente la durissima prova, ‘tengon viva nel Paese la comuni spirituale tra i combattenti e i cittadini, dicendo le ragioni ideali, la necessità storica, le finalità altissime
rievocazioni e ammonimenti della storia = vengono in mezzo di uomini
temprati
a
al culto di alte discipline, i
anche di principi - hanno sùbito preso il loro posto di fronte al nemico, per la patria € per la civiltà, Ma le parole della verità, della sapienza, dell'esperienza, non sono mai abbastanza diffuse, e la sala, per quanto vasta, di una conferenza è sempre cerchia troppo angusta. Nui perciò crediamo fare opera buona raccogliendo tali nobili espressioni del pensiero italiano, ed anche
9. Torino,
municipale, eco.
rispondenza negli spiriti, e perchè queste significative testimonianze della grande ora presente non vadano disperse per l'avvenire. — Volumi già usciti:
Rogliano, Inaugurata la linea ferroviaria Cosonza-Rogliano,
che gli presonta
alle 17.
Atene. Il nuovo Gabinetto è così
tore
«Le prerogative della Santa Sede e la
er
dente dei minîstri Boselli. Torino, Il Tribumalé militare ia sede
grani.
|
Li
LA FIERA DELLA VANITÀ
SonGaribaldi — alle;Porte di
sospetti. « ‘Colambe è Tusboa
CT
TRE LIRE Treves, editari, Milano.
+0. L=
Commissioni © vaglia agli editori Treves, in Milano:
TE
= Dirigere vaglia oiFratelli
ECONOMICA
Yomaizo i THACKERAY:3
La Bertuccia I gotti che non cisom in paese, - Fastidi ivaggina
travestiti da soldati ed aimici di nu ni pote ili lei, soldato.
EDIZIONE
» Cavalli e Guido a Cavallo. » Cavallace:,
ata
o
Roma
or
‘Anton GiulioBARRILI | RICORDI.E NOTE, di
ità; aiFrancesco
È
ora od în
l'ammiraglio francese: controllo sulla po-
Austriaco... austriaco... tedesco. - Cavalli senzà ca-
Ogni volumetto in elegante edizione :Una Lira.
LaGue ra d'Italia, «A
à
—GiuLio CAPRIN—
i
bilità della guerra, suoni det senatore Tom. *
contabilità
DIL
‘nenelî Giudizio della Storia sulla responsa numero porpio:
della.
Animali alla Guerra
n
«Il miracolo francese, di Victor GIRAUD.
ASTE
generale
mesò,
GLI
guerra, si Mario FALCO. conterenza tenuta nella
Ù
parlamentare, ,
l'Italia siasi opposta
passato all'intervento della Grecia a fintieo
au, prefetto dell'Attica, in- esonero e diserzione a 5 anni dal Tribu. di Milano. Antonopulos, avvocato con- nale mi
TAZZA
maso TITTONI.
il sistema
13. Roma, Una nota ufficiosa smenti
s8c0 che
14, Mantova. Trovata strangolata jr dello Stato, finanze; generale Drakos, guerra; Damianos, ma di rinvio condanna a 3 anni e mesi 6 sua casa certa. Casati, -exdomestica di fina; Argyropwlos, capo sezione di reelusione il commercìante Rocco de casa Ardigò: ildelitto per derubarla dei delle ferrovie, commnicazioni ; Clemente, già condannato per falso in suoi risparmi fu compiuto da giorinastri
=.La città invasa (Lilla), i Paul DE SAINT-
pa
della guerra, nettamente,
— Il governo greco accetta, prote- lizia, divieto ai cittadini di portare arioî. presidenza e divieto. di inviare in Tessiglia materiale inialetro stando, tutte le richieste dell'Intesa, 12, Rama. Arriva alle 9.10 il presi- ila guerra, soppressione dell'embario su n8, diret-
composto: Lamb 1 Sofia, esteri;
col ritratto dell'autore.
TROILO.
La folla riunita
Berlino, AL Reichstag Scheidemann pei
socialisti, ha chiesto, come conseguenza
| 4
Bucarest, Re Ferdinando assume per ta certa Anna Rosa Pometti, Ave- sitate le opere di assistenza del Comiparte .la sera per sonalmento il comando delle troppe ru va conservato sino all'altimo piena tato civile municipale, mene, lucidità di monte, accudendoromo Roma fra acelamazioni, Atene, La corona ed il consiglio del Atene, Le vacanze. della Camera, che poteva ad un negozio di legna da scaderano il 14, sono prorogate di un ministri accettano le nuove richieste del ardere tenuto dai suoi nipoti.
« Piero
co.La filosofia e la guerra; del prof. Erminio
Il; Londra. Ai Comuni Asquith chiedè nella mn credito nnovo di 7 miliardi e mezzo;
Ottone, il re pazzo di Ba-
così l' Inghil degli Alleati. Milano, Anuunziasi l'arresto di certi della Vittoria ha acclamato Ve- terra ha stanziati finora 78 miliardi è Giuseppe Baroschî, geometra, ed avroeato nirelos e i suoi compagni. Il ge- 500 milioni. di franchi. Bordighera, Arriva da Roma In Regina Francesco de Nava, come capi di un’agen nerale Sarrail ha salutato Venizia che fabbricava e vendeva pretesi titali Madre. zelos alla banchina di sbarco. accademici, onorificenze diplomi, sce. Milano, Il primo ministro Boselli, vi10, Taranto. A 107 anni è mor
si Francesco
Università popolare di, Torino Il 24 wprile 1916.
autografa del
Kaiser par i soccorsi mandati dall'Amo-
Monaco,
viera, è morto nel castello di Forstenrid: aveva 68 anni.
piazza della Libertà o nel viale sufficiente fino a Natale:
6. Gli Alpinî,opera postuma di Cesare BATTISTI, MAURICE.
Wilson ri-
tedesco Bernstori,
lettera
MI:
potere inviati a Vienna.
tede-
Salonicco, Venizelos è sbarcato rica alla Polonia affamata.
mania; di Angelo GATTI, zex.cotom.diSato Maggiore.
o
a bordo
numerosi passeggieri americani.
ela Guerta, del prof. Ernesto BERTARELLI. | s.Le presenti condizioni militari della Ger-
GIACOSA.
Washington. Il presidente
piroscafi, in- ceve l'ambasciatore
2.Il pensiero scientifico tedesco, la Civiltà
;
l'azione dei sommergibili
glesi e olandesi, aventi
insieme col Governo provvisorio
RUFFIN
valutare
tenero tutti gl'impegni assunti.
Ranzio affondati nuve
colonnello di Stato Maggiore. = Discorso tenuto a Milano il 50 marzo 1916.
accerterà Innanzi tuttoifattì per
Schi, onde il governo tedesco debba man-
Nova York, Grunde emozione perchè tro sommergibili tedeschi
iL’ Italia in armi, di Angelo GATTI, rame
«Quel che la guerra ci insegna;
siolta da sin-
Salonitco, Arriva un nuovo importante pubbliché di Tfidste sono state vnotate, strì Roselli, visita l’aereodromo di è qui ogni dieci giorni vengono inviate T'aliedo, distribuisce medaglie al contingente russo, Nova York. Il presidente Wilson fa le eccedenze; i pegni del Monte di Pietà valore nella onserma (li art i pubblicare dichiarazione ché îl Governo non immediatamente riscattati, verranzo ria, ricove la visita della giunta
n voce amica d'oltralpe, in questa nuova collezione LÈ PAGINE ELL'ORA, perchè alla pacata lettura esse trovino una nuova e più vasta
ento di Cavour,
Bologna, Aununziasi
dacato la ditta Guido fano 00, ca
jroposte di mediaziono del
quali nell'immane conflitto — che non è solo d'interesse © di. cupidigie, ma
«L'i
della Commissione
Berna. La legatione rmssa amentiscò i nule, Il nuore Gabinetto è puramente un formalmente le voci di pace separata fra nd Vai Ministero di nffari, — Il nuovo ministero Lambros si tu: Russia è i due Tape, Atene, 1 mi delle potenze alleate Festosa accoglienea sedia, A_sera i ministri dell'Intesa i aii pri;prigicnieri irredenti italiani, timano nota chiedente la consegna della occupano gli isolotti Vero e Kyra, Inopresi in Galizia dai russi e rila- flotta, delle fortificazioni; e l'esercizio ghi di-deposito ‘della flotta greca. Vienna, Da Trieste sono stati spediti delle ferrovie. Il Re ritorna nd Atene è sciati. qui tatti gli archivi pubblici: le casse Milano. Il presidente dei mini: presiede sabito consiglio dei ministri. in viaggio yerso l'America,
a noi, tra, le
famiglie dei combattenti lontani, tra coloro che domani saranno chiamati
combattere, voci autorevoli
mides, ex-presidente
por il porto del Pireo, economia nazio- na)
Pubblicate p il
giubileo di Roma capitale
Un volume in formatobijou ‘Lire 4. È, Ta
For
1