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Anno XLV. - N. 18, - 5 Maggio 1918. B6
Per tutti gli articoli e i disegni è riservata la proprietà
LA
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UNA LIRA Îl Numero (Estero, fr. 10).
artistica e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali.
Copyright by Fratelli Treves, May 5th,
TEDESCA
SUL
8
FRONTE
OCCIDENTALE.
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Dopo la vittoriosa resistenza delle truppe belghe: Il generalissimo Foch e il generale Gillain, nuovo capo dello S. M. belga, sull'Yser,
350
L'ILLUSTRAZIONE
ENSISERSMEGZ ZI.
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stesse tenute lontane volontariamente. Concesso il
inche quepur così N egli non abbia sentito che milioni ì altà così chi se non si nasconde bene, attira l'attenzione anche dei passeggeri più distratti, ecco una cosa inconcepibile. Quest'uomo to e posto în antagonismo con tutto uello che noi pensiamo, non può stare operiamo, vogliamo. E vr nell'ari a che gli altri respirano; ne guizza fuori freneticamente, come certi pazzi pesci saltano su dall'acqua
voto, faran della
politica
cevan
col curato, con
Se egli
a un numero maggio!
| partecipare a
Anche con la cap:
di cittadini d'
Il voto alle donne. - Il malefico danaro.
Le donne italiane avranno il voto. È probabile
che non saranno
più felici di prima;
ed
è anche
probabilè che la Camera non riuscirà migliore. In
ognì
modo a forza di batter su quel chiodo
l'uguaglianza dei diritti,
le donne
hanno
del-
vinto,
poichè con esse ha vinto un principio element
e
di giustizia, bisognerebbe essere ispidi come istrici per aversene a male. © Per conto mio non chiederei altro. alla Provvi.
denza che cuori sereni e faccie soddisfatte intorno a
. Sono contente adesso le donne ? Che il Si-
scerà loro il tempo di occuparsi di pensieri e di tane dagli uomini, ma'un po' anche si sono esse opere dalle quali un po', è vero, furono tenute lon-
già prima,
solo le donne che la fai piccoli
intrig!
padronali, o nei comizi rossi: cioè una minoranz elettori
saranno,
questo è vero,
non bisogna dimenticare che c'è sempre, vi-
gnore le benedica e le faccia prosperare; noi uomini
cino ad ogni donna,
sotto la specie di padre, di
Questa letizia non sia di lunga durata; ed ho, inoltre, un piccolo, quieto sospetto che l'avvenimento sia
che ispira 0 modifica
le convinzioni
siamo
più contenti
di loro.
La
mia
paura
è che
fratello, di marito, di
amante, di amico, un uomo di |
il
sciita plot vatorla tiato il‘quatsso suadiszo dei
inspirare e modificare da lei le proprie. Ogni voto quindi non farà che sdoppiarsi, per opporsi a un altro voto che sarà sdoppiato anch'esso. Muterà la quantità dei voti, non la loro proporzione. E il mondo, le leggi, continueranno a camminar male e zoppe come hanno camminato fino ad oggi. C'è
bolico di allungarli di più. Abbiamo provato il cu-
perdano quella dolce, rosea, romantica
che i ragazzi. Gli uomini fatti pagherebbero qualche cosa per essere ancora da fare. Le donne, ammesse al voto, godranno anch'esse quell'autorevole
meno da desiderare, Desiderare è la più
più piccolo e meno significante di quello che può
apparire, uando le signore voteranno
oh allora sì, saranno
ra;
er la prima volta,
nti di gioia, A noi ma-
rimi calzoni lunghi; fu certo un modo tutto sim-
in ;e quello di sentirsi uomini è un piacere che non possono apprezzare
superbietta d'esser promosse a comproprietarie del pensiero politico della nazione. Sarà come se tutte, in un
punto,
per
decreto
anzi da temere
per andare a morir boccheggianti sulla riv avesse un poco sentito
o ventun
anni, Per molte
saltare variopinto, vanitoso e vivace della
patria
che
a ostentar
delizia che ci sia. L'immaginazione lavora,
quelle di un colibrì la cosa desiderata. Ma poi quando il voto si possiede, chi ritrova più il colibri
continua contraddizione con questo mondo. Se egli
fosse stato
c:
di rendersi
delle
Invece la sua incapacità di-fur-
besco
sospetto
milionari e di
chi
possiede
infami
lo
sono
riusciti
anche
condotto,
dalla
dalla
da-
vita che fama che
lo sì giudica dalla quan-
agli occhi di molti ingenui e di finti enui, è divenuta una specie di professione vergognosa, che bisogna esercitare scantonando via al buio per non provo-
bero potuto lavorare meglio e di più? E quanto a problemi che conoscono più profondamente, la protezione della maternità, dell'infanzia, del lavoro femnile, non è dato ad esse di risolverli in
un modo
scintillante? Si ha in mano una pove e monotona. Ah! noi incontreremo per donna giovine, ridente, lucente; e uno spir fardo ci ghignerà dentro: «forse costei è un elettore di Giolitti 0 di Modigliani! » Malinconia! Malinconia!
deputato ? Tutto questo dico non certo per negare
la sacrosanta giustizia del suffragio esteso alle donne.
assurdo che si vietasse loro di compiere in gesto che possono compiere benissimo. Non oc-
corre la forza muscolare degli uomini per gettare
un fogliettino in una scatola di vetro; nè, anche ad essere iniquamente pessimisti sul senno politico
delle donne, si può assolutamente giurare che il senno sia necessario per fare uno dei cinquecento e otto deputati.
dalle urne, una spe-
Trattar
le donne
peggio degli scemi e degli analfabeti, era una stoltezza e una volgarità* Quando avremo dato il voto anche ad esse, avremo compiuto un atto ragionevole, onesto, tutto quello che volete, ma non avremo
compiuto una grande riforma. lo immagino graziosi nomi
gi
femmini
nonTho il sentimento che qualche cosa di stia veramente per innovarsi. La donna eletti
più forte della donna esclusa dal voto; non
mi sembra
più debole di quella che voterà. Ho il vago so-
spetto che le donne chiedendo il voto abbiano cre-
duto di reclamare qualche cosa di più importante e aggradevole di ciò che hanno ottenuto. il numero dei votanti, non faremo
Se le cronache
dei
di fatti di sangue, ho moroso
delitto sia un
farsi vedefè. Ora la guerra harun
bisogno enorme dell'industria ;e ladiffidenza aprioi o ogni industriale può danneggiare Tutti icommendatori
di questa acredine
che sono causa
dello spirito pubblico contro
le onorato .e fecondo
dovrebbero
essere pu-
Il Nobiluomo
Vidal.
il
nche per questo male che hanno fatto
patria.
*
più soave, che contribuendo a eleggere qualche
Aumenteremo
agli
tità di danaro che ha. L'industria,
energiche? La guerra ha
voto
cattivi
rendere
gode;
crea i vincitori e i
dal
davanti
molti
Campi nuovi di attività
donna esclusa
stonava
abbiamo
zina di
ha
cato una vasta stupenda esplosione di attività femminile. Se le donne avessero già avuto il voto avreb.
come la
nel qu
che
culatori
, icapi e i gregari nellepi cole e grandi competizioni degli
mi pare
punto perchè
naro onesto. Non si giudica più
la stessa
piene“di
le sue im-
pre più lordo. Una qualche doz-
scimento di potere? Ma le don-
liste elettorali
seforti che portassero
dro
ne che non hanno possibilità di
C'era, nell'escludere le donne
fatto
occhi. Intanto il danaro diventa sem.
di sesso.
cie di pigra ostinazione tirannica.
l'ha
pronte digi unicamente pi chè egli ha voluto gridare al paese che guardava la guerr: " Guardate anche me!» E ba stava posare gli occhi su di lu per scoprir la sua colpa. Ap-
di infelicità, acere-
aperti alle gonnelle
adattamento
scoprire, senza che ci fossero vittime che lo denunciassero, s za che ci fossero sportelli di
dominio, non sono tali perchè gione che
in qualche
cora a far milioni nel suorcomodo ufficio, incolume e sereno.
si tradurrà in un possesso per così dire tangibile, Emancipazione? Quale? Se ci sono ancora oscure e lagrimevoli servitù esse
uomini.
conto
modo del tempo che viviamo, probabilmente continuerebbe an-
dello
siano d'uccello del Paradiso. Ottenuto il voto, le sembrerà di aver ottenuto nulla se esso non
per
lussi
sia non solo inverebenzina scorre
grande
che sui cappellini, e a patto che
ma
chiassose,
il desi-
senzialmente pratica, positiva realistica, I pennacchi non li
donne,
sfondo
gran
derio del possesso colorisce di piume più vivaci di
stato, in quale più concreta conrista sì tradurrà2Non bisogna
sono
sullo
feste
illusione
di tutte le donne. Ma dopo? Il tto che esse avranno conqui.
Diminuzione
vesti
d'esser le vittime e le schiave della brutalità ma schile! Senza contare che avranno qualche cosa di
ulle prime, focherelli nei cuori e negli occhi
e non
Dà
che le donne, con questa vitto:
ione dovuta
sono di classe
combatte.
testa; riempie la servile de' suoi ospiti d cibi opulenti, m ss cono alla frugalità le mense più in giro sua moimanata dal colpo di sole della improvvisa
la riconcessione dei ventun
da un pezzo!
s
quando alle feste nessuno può decentementea
più veterane propagandiste del era una
tempo,
spese della guerra, avrebbe saputo celarli entro il colore della guerra. Invece egli fa di tutto per
Stato, raggiungessero l'età della emancipazione, compiessero i lovoto,
il suo
rebbe stato più furbo; avendo guadagnato tesori
più numerosi
gi prnali
mì portano notizie l'impressione che il più cla-
pettegolezzo cittadino, un
dente minuscolo nella grande tragedia che vi-
iamo: viceversa i furti, le truffe, gli affari illeciti
ssumono ora
per me un rilievo che prima non
sì accidentale,
sì esposta
Rassegna Mensile Internazionale.
Questa settimana esce il secondo fascicolo che
contiene ;
Lettori diGuerra, Ugo Ojetti. — La Massoneria nel Primo Regno Italico e nella Restaurazione Austriaca, ac. — La statolatria di Treitschkeela guerra attuale, Valentino Piccolî. — La politica imperiale tedesca e l’Italia, nella nuova edizione libro di Bolow, dep. Piero Foscari. — Quemalità. Invece l'imbroglio di danaro non assume i stioni deldelgiorno, #. Astori. — La Copertina e il libro, g. £. caratteri drammatici e terribili dell'omicidio, e ha — A. Sofici sul Kobilek, Antonio Baldini. — Un poeta in sè una bassezza volgare che più acremente con- che faceva il critico, G. Rabizzani. — Emilio Verbaeren, Gerolamo Lazzeri. — La Guerra e le opere d'arte nel trasta con il color grave e severo del nostro spiBelgio, P. Rost. — L'Istituto Nazionale per le Biblioteche rito. Pare che chi ha ucciso possa essere stato soldati. — Le lettere = la legge, Ferruccio Foà. — Un quasi allucinato e travolto dai vapori di sangue dei del presidente Poincaré a D'Annunzio. — Libri di che si levano su da questo povero mondo aggre- autografo cui st parla: La Beffa dî Buccari, dì D'Avnunzio,— L'indito dai feroci tedeschi; mentre chi ruba, chi truffa, cendio nell'oliveto, di Grazia Deledda.— Guenda, di Machi inganna, esercita una perfidia senza passione rino Moretti. — A tozzi e bocconi, di Trilussa. che non sì riesce a collocare nel quadro ardente giardino all'Isonzo, di Fernando Agnoletti. — L'arte di utilizzare gli avanzi della mensa, di O. Guerrinì. — Frandella nostra attualità. Quell'impiegato del Ministero delle Armi e Mu- cia (articolo di 9.1.) Lazarine, di Bourget, — Les heures longues,diColette Willy. — /nghilterra (articolo di Diego nizioni che è stato mandato a Regina Ccelì, è inAngeli). — Songs of a Campaign, di Leon Gellert; — fatti una realtà fuori di ogni realtà. Che egli non Beyond the Rhine, di Marc Henry; — The Eyes of a bbia sentito la realtà della patria che sì deve serChild, di Edvin Pugh; — Stati Uniti: Un codice movire e non sfruttare, passi; che non abbia sentito rale per i ragazzi. — Libri dell'Antico Oriente.di—Borla realtà della guerra, in mezzo agli echi della quale | Limmiso Binuiograrico, — Notizie e curiosità, ecc.
avevano. Forse la vita dell'uomo pare sì effimera, minuto
lacerata,
che ogni
tolga via rientra quasi
nella
ad
minuto
per
nostra cotidiana
essere
nor-
modo
violento
che la
BANCATTABA NA:DISCONTO TvTTE:LE-OPERA= ZIONI DI: BANCA
L'ILLUSTRAZIONE
LA
GRANDE
OFFENSIVA
TEDESCA
Un campo
ITALIANA
SUL
FRONTE
OCCIDENTALE.
di aviazione francese in Picardia.
In Picardia: Cavalleria francese che torna dal combattimento.
Cannoni da 155 în batteria,
(Sect. bhot. de l'Armée),
ILLUSTRAZIONE
DiserEROINTIE!: .Sei mesi: che fanno un tempo assai più lungo
di quello che poteva
bastare asperimentare le ca-
come
nel
pacità di rassegnazione e di distacco d'un popolo il nostro,
che
passate tante. Oramai
corso
dei
millenni
n'ha
quello che è stato è stato.
La vergogna, il tormento
e l'abbattimento delle
prime orribili settimane che seguirono al rovescio
nilitare, oggi sono ombre perverse delle quali ci
si ricorda con
raccapriccio, La vita e la fortuna, affrettandosi a proporci, subito dopo, occasioni ed obblighi di rifarci del colpo, ci hanno voluto al-
meno risparmiare la febbre malign: dei disperati rimpianti. Anche portammo come un popolo che sa fare da sè. An-
cora prima che l'Italia si pot
della
gravità dell'avvenimento in
tutta la sua
estensione, eravamo
della ir
ne. La gue
ITALIANA
D'IO;PiO:
SET
il nostro lavoro di guerra. Quando anche lanostr: tradizione militare non avesse altro vanto, la perpetua battaglia combattuta nel novecentosedici e nel novecentodiciassette fra il San Michele e l'Hermada ci permetterebbe di tenere alta la fronte. Solo gli estranei e gli sciocchi possono dimenticare quello che fu il Carso e le sue battaglie. Chi ci avesse però allora detto che quella tissina terra di rocce e d'arsura che non pareva mai sazia di sangue, sarebbe tornata così spesso nelle nostre immaginazioni e fino nei nostri sogni con aspetti di dolcezza così pungente! Chi allora detto di doverle po tanta rabbia e bestemmi Che ne sarà oggi di quelle terre? Sì
INESTE amari
nel grande
ziosa.
Ad ogni curva, le rovine d'un minuscolo
Vizintini, da
Vizintini sivedono quelle di Palichi
a strada, da
Mikoli,
Terleti;
e dopo ancora, verso
E
ate sul cielo, di
fronte, le quote cono-
il varco che fu tanto pauroso.
sciute sulle quali qualche nuvoletta rossa e nera tardava sempre a sciogliersi, e sotto il ciglione delle altare a colpi di mina le rocce dalle strade in costruzione. Que-
ste erano le campane che a tutte lore sonavano
ico-
il
tutta la parte
no-
* rinerudire
Perchè
anima er
oltre Piave.
re ancora
immaginazioni curiamo
mandavamo
to. Questi
doloro:
è
ci vorrà
prima al no-
forse
del gran tempo per po‘e a questo pensiero. zzonte così
ci nella
eppure
taggine ha cancellato dalla memoria del fante le pene che ci
a
aveva
chiamare
sul
Carso
Doberdò
come
Dante
illusione: siamo abbastanza da riconoscerlo,
tari
forti
Oggi, ripensando ai fat
che si svolsero sotto le ma-
cerie di Kostanievica, sulle v.
immobilmente s
di
Oriente,
pretendeva d'Assisi, una grandiosa
groppe del Faiti, noi
rena. È inutile. La nostra imma inazione non si lascia persu dere che per le vie del Vallone
e
patito.
Ci aveva tirato da quella parte, che nel nostro cuore dovremmo
e il rimpi affetti
tuosi. In quella, ogni volta placabile consolante allucina; ne per noi si rinnova. Ci sembra di rivivere quella che fu già |: nostra vita di guerra sulle posizioni perdute,
per noi piena d'incan-
ncora lassù. Una divina smemo-
conosciuti,
memoria.
‘è a quello che è successo pre nella no to che la memo to ricolmano con
aperti
ti. I soldati più inetti sanno dire col cuor magari patire cento volte di più, ma trovarsi
stro esercito tocchi l'enorme feriaccostarsi a quei provolta che ci rimettiamo
ci cu-
a occhi
Essi non sono vani. Passassero trent'anni prima di rivederlà, noi non dimenticheremo quanto fu nostra quella petraia distante, dolo-
do l'inesorabile chiarezza di quello che è successo
sogni
noi vogliamo continuare a farli.
lana senza
ancora
di levarcele. Non
iamo di contraddire la provocazione ingenua del nostro affet
ci do-
Ma speriamo che
con queste
il nostro dolore?
Queste spine dal cuore noi non
le truppe sban-
te defluivano per le strade m: certe e i centri abitati erano pie-
i di favole e di spaventi,
dentril
stro amico soldato.
la parte più viva del
migliore della nostra
a festa
pane della « Città
come ha chiamato
magi
ppa e il mare.
passato,
al
paese.
sopra la strada, da Palichisce quelle di Mikoli sotto
Boneti, s'apre
minciava senz'altro. le £ ranze andavano ecendendo:
Ma tutta
nel Vallone,
Due paesi alla volta non si possono vedere. IlValJone sta ripiegato in modo che il secondo sempre nascosto, Da Devetaki si vedono le c
riusciti a porre un argine ai flutti
nostro
silenzio. Eccoci
bivio di Devetaki. Il Vallone piega di qua e di là, ci prende dentro la sua trappola luminosa e spa-
diamo:
dove si voleva
ci doma
arrivare
come mai questa poteva essere la strada per giungere alla meta ?
e di
E oggi rispondiamo: non importa.
Boscomalo non ci debbano proprio essere più truppe italiane, si ifiuta di credere a un Carso spopolato, fra i mille provvisori ci-
È aggiungiamo: non ci volle meno di tanta
fede e di tanto sangue
miteri dell'una e dell'altra parte.
e bravura d'amici morti, per far mascere in noi tutti questo amore
volte che torniamo da una
terra: delliGauso calci barre co selvaggia alla prima apparizione ed era così patria il giorno del
certo, gagliardo, acconcio a grandi
Le trincee che, oggi costitui. scono il nostro fronte ad oriente, non ci paiono le vere. Dopo sei lunghi mesi tutte le cor-
sa sul Piave riportiamo la addolorata e man
prese, che ci lega tutti
Queste interessanti fotografie - dovute alten. nite G. O. Gulinelli - rievocano un simpatico «pisodio avvenuto durante la permanenza di $. l'on. Orlando, presidente dlel Consiglio, al fronte. L'on. Orlando fu al Corpo d'Armata comandato dal gen. Sani @ passò în rivista alcuni dei più provati reparti del bellissimo Corpo d'Armata. Dinanz al 21.0 reparto d'assalto si fermò a conversare con il capitano Giorgio Morolin di Salzano Veneto, e uesti gli presentò il più giovane dei suoi soldati - Davide Marcello, nativo dî Ospitale (Sellune)obrofugo poloniarto,i non ancora oggetto ad obblighi di leva, segnalatosi per atti di valore ed accoltotinell'esercito avendo S: :. il presidente del Consiglio preso il giovane come suo figliuccio. Le fotografie fermano il ricordo della visita e mostrano il giovane Davide N 'arcello al centro del suo plotone d'assalto. e.mb.
î
dei primi giorni. I soldati
vecchie brigate carsiche dicono:
questa non è guerra Più che come
territorio
occa-
sionale di imprese militari il Car-
so è rimasto nella coscienza dell'esercito italiano come il ricordo
d'una popolosa e laboriosa fami-
lia, in seno alla quale il lavoro da fare era saggiamente ripar-
tito e i costumi erano fedelmente
osservati.
Perchè
sul Carso,
un
legittimo
dopo
della
fu oltre-
cittadinanza
del
Val-
lone. Anche il soldato più oscuro sentiva confusa-
domandiamo, e la ileggemmo ch'era stata riattivata la ferrovia di Monfalcone e ne vedemmo stampato l'orario, che tuffo al cuore! Oggi che la primavera
fa sbocciare
fiorì
lore delicato anche fra quelle rocce chia
mente qualcosa dell'orgoglio d'essere arrivato farci la vita e l'abitudine. Nel Vallone si camn e amminava senza uscirn i. Era il regno del lavoroe dell'abbondanza. Ci sî viveva den-
dal terreno a lame di coltello, se il nostro pensiero vola sull’Isonzo ecco che null; re cambiato, d:
allora.
Le linee del paesaggio
Fra le truppe, un'azione fatta sul Carso e un lunga permanenza sulle posizioni costituiva un ti tolo di doppia bravura di fronte alle unità operanti
come
una volta.
tro con una durevole
fiamme giganti.
in preda alle
Ma il suo volto
non è di quelli che il fuoco può sfregiare. Nessuno ci potrà torre
di riconoscerla pietra per pietra
il giorno che le ritorneremo. Anronio
BaLpinI.
Un automobilista in guerra. Dopo oltre un anno di attesa, per veto della censura, la Casa Tre-
che
passato il Vallone, la vita militare. s'era org: zata con un ordine, una stabilità, una libertà che parevano quasi tradizionali, 1 soldati. si facevano vanto
l'ultima dipartit: La lasci ammo
a quella
allegria di conquista.
in qual si fosse altro settore del fronte. E il tempo e la distanza invece di indebolire nella
ferme e
Ci facciamo al margine delle do-
vanno raccattando rot-
scendiamo le strade soli an Martino, da Marcottini, che scendono al Vallone. Il sole illu-
in piedi sulle gobbe
i snelil tieondo/di quei giorni e di quei luoghi, ogni giorno‘di più ne rivela il carattere e l’impor-
vermigli
felicifuna, volta, senz'accorgercene;:quanto”fu} ottimo
distanze.IlsoleZfa cuocere fraile rocci
tanza* ogni giorno di più ne scopre quanto fummo
La nostra guerra vi è vissuta
del Brestovec. Colombi
selvatici roteano
sopra il nostro capo. Il vento ci porta odor di mare. L'ombra delle nuvole muta di minuto in minuto le
gli-odori
e sentita: nell'eroic
grandezza dei suoi episodi e nella superba belluoghi, nei. suoi
gono chiare,
famigliari sotto il sole e le nuvole correnti;
line inverdite dove uomini mi di ferro e d'acciaio,
ves ha potuto mettere ora în ven-
dita un altro libro di guerra dovuto alla penna A. Grasselli Barni. Porta il titolo Ur automobdi lista in guerra ed è una raccolta interessante d’impressioni sullo svolgimento iniziale del nostro balzo di rivendicazione contro l'impero degli Asburgo.
aspet
suoi protagonisti
lettore è portato
sino
alle linee
del
più
fuoco grada-
tamente, in modo che tutto veda e tutto conosca come l'automobilista Grass
E vi è portato tra il fervore dei primi preparati tumultuosi e con l'impeto delle prime speranze.
Un automobilista in guerra è un diario. E del diario ha la naturalezza e la vivacità. Non vi è ricerca artisti ma vi è il risalto delle cose vere e vive. Il libro, edito in carta di lusso e riccamente illustrato,da magnifiche fotoincisioni, costa L. 6.
(il Secolo).
L'ILLUSTRAZIONE
SUI
CAMPI
ITALIANA
DI BATTAGLIA NEL (Service phot. de l'Armée belge).
x
353
BELGIO.
sui
Il gen. belga Jacques, comandante di una delle gloriose di
oni che respinsero vittori
samente
l'attacco
tedesco
del 17 aprile.
CAMPI
DI
‘BATT (Service phot. di
RIBILI
E
Hl 17 aprile îtedeschi, continuando la loro grande offensiva, attaccarono con forze ingenti un tratto del fronte belga. A malgrado della superiorità del numero e dei m i fedeschi non riuscirono a guadagnare un solo metro di terreno; ovunque furono ricacciati sanguinosamente dalla intrepida resistenza dell'esercito belga. Questa nostra fotografia mostra un episodio della strage di tedeschi fatta dal fuoco belga.
AGLIA rAnnée belge).
NEL
BELGIO.
TRAZION
ITALIA?
GRANDE
OFFENSIVA
neri
ra |
|
,
Lesuas Una
Un
terreno
battuto
dal
bombardamento
sul fronte
britannico.
batteria
ii
L'ILLUSTRAZIONE
BDESCA
IN
ITALIANA
PRANCIA.
mette in n
sostegno delle fanterie:
L'ILLUSTRAZIONE L'OFFENSIVA
TEDESCA
IN
FRANCIA,
ITALIANA VISTA
DAL
CAMPO
NEMICO.
Il celebre aviatore tedesco von Richthofen, abbattuto sulla Somme.
L'ILLUSTRAZIONE
CITTÀ
VITTIME
ITALIANA
DELLA
GUERRA.
Come è ridotta la città di Ypres. (Dall'///ustration).
L'ILLUSTRAZIONE UOMINI
mento
ne per
d'aria durante
La consegna d alla « Batteria €
E
COSE
ITALIANA DEL
GIORNO.
Parigi: La sala di un
ta dagli operai dello stabilimento Piazza”"XX "settembre a S. P. d'Arena.
Ansaldo l 4 aprile,
] scultore De Albertis ‘offer 1 d'oro dello dagli dello Stab, Artigl. Ansaldo alla «Batteria C. Battistiope-»,
NECROLOGIO, per le incerte vicende di Toscana e Roma a morte della ma hesa Giuseppina Rai- | andasse cer ando conforto Raimo mondi— mancata improvv mente, nella sua villa | Fino Mornasco, do Giuseppina, che gli di Birago presso Fino Morn del 27 | scritto che an lo e che andasse a li aprile— è scomparsa l'eroina di un issimo, tiranni alo, e dove i ierioso romanzo,
del
quale
Giu- | marc
città.
fine della cerimonia per 1 consegna della bandiera dello S ab. An saldo alla C. Battisti in Piazza Corvetto a Gi ova. 2f aprile.
Medaglia
to discusso e
asilo infantile colpita
dal cannone tedesco che bombard:
i
Conte Franco Spana, segr. gen. del Comitato italiano per l'accordo con gli czechi eslovacch Caroli, che poi andò in Poloni a con Nullo,e finì i M giuridicamente, il nodo conî e d Fino Morn: co pesava sui due coi e pesò su di
loro pr bene venti anni
annullamento (26 dicembre
a di diventare suocero di | naio 1880
finchè dopo una si
ntenza di
1879) Garibaldi il26 gen-
— venti anni precisi dopo quello infelice di, non pensava altro, non sentiva di 10 Morna — potè conti rimonio cipersonaggio. Il 1.° giugno 1859, presso Robarello, | voleva altro. E le nozze fatali arrivarono il 24 gen- | vi ‘on la m; dreico degli ultimi suoi fig! La marchesa Ga baldi diretto a Varese, si imbattè in un naio 1860. Gli sposi ereno usciti da poco dalla Giuseppina, v issuta poi nel riserbo di un'esistenza del lesse, proveniente da £Como e recante una bel pella dellaa villa, dove tutto y intima , sposò allora un degno patriota ga vila, dove eraera stato sta celebrato il rito, qui bruna, espressiva fanciulla, accompagnata da un do un ufficiale di Garibaldi — il marchese Rovelli, |baldino, suo cognato, Ludovico Manti vanti prete. «Quali curiosi esploratori ci manda il ne- | |cugino della sposa — si avanzòaporgere all rimanendogli unita fino a pochi a ono, quando mico!» esclamò il generale, che spiava le mosse | lettera inaspett aldi agiva sempre rapi la tolse dell'austriaco maresciallo Urban. Ma i e. Aprì, lesse; si volse alla giovane sposa con | =morteLa glielo gloriosa schiera dei supersi seppi ressione che stupefecei presenti, ma che essa, Marsala sì va ogni giorno sempre dir fi Stocco, manendo impassibile, subito comprese. Si ap- |nell'aprile tre ne sono scomparsi uno dopo l'altra le notizie |partarono; vi fu un dialogo brevissimo, fra |— a Tradate ilnobile Cesare Castiglioni, qui rmavano a mi- |loro; dopo il quale Garibaldi secco, fece sellare immedia- |Milano Antonio Tamburinis a Ferrara. Stafano » fd a Chiedere l'aiuto di lui. |tamente il proprio cavallo,etrottò, galoppò fino alla |Gatti Casazza. Quest'ultimo dopo Nell'osteria di Robarello Garibaldi consegnò alla |stazione di Cucciago, sparendo da quella casa per |campagna come seguace di Garibaldi la nel suvetco ‘Ga mano i- fasciata per recente caduta — della bella |semprel... Cosa diceva quella lettera misteriosa?... Sì |nell'esercito. regolare, nell'arma di casali passò fanciulla, una letterina rassicurante, diretta Emi- |vuole che rivelasse che un bel garibaldino, giovine, si-|stinguendosi come ufficiale nelle sucacatt fo lio Visconti Venosta, regio commissario aadComo; | gnore, ardente, valoroso, Luigi Caroli di Bergamo, |pagne. Ferrara, dove fu sempre amato per € quando il calesse ripartì, l'eroe dal cuore gentile |era il veramente beneamato dalla marchesina, |sua grande bontà ed operovità ‘aiaueo P la Tumore a cor gentil ratto s'apprende — sentì che |amante corrisposto, molto corrisposto; onde Gari: | volle per lunghi anni nelle più importanti e. quella fanciulla portava seco una parte di lui. baldi non era che il sagrificato in una situazione di| locali; fu deputato 'errara e Portomaggiore Ma cera la patria che voleva l'altra e più an- |ventata ormai inestricabile. La marchesina Giusep- |dal 1886 al 1800, © dal 1892 al 1855, c det 17 marzo cora; onde pina, dopo breve reclusione nella villa paterna del- |1912 fu chiamato a far parte del Senato. Era auto Garibaldi, — disilluso per la pace di l'Olmo, raggiunse in Svizzera per alcune settimane |a Mantova il 24 settembre 1840,
seppe Garibaldi, si
nta anni addietri
fu la
x
IL
RAID
NAVALE
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
INGLESE
OSTENDA
Ufficiali dello Stato Maggiore del Vindictive.
CONTRO
E ZEEBRUGGE.
Marinai del Vindictive sulla nave che reca i segni della battaglia.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
niamo a Roma? Quale incertezza ancora ti tie La
dolcezza nuova, salutandola, mentr'ella rivar-
guerra
del
nostro
paese è scoppiata, lo so.
Che temi, Dionisio ?Sei tanto incerto ancora di me, che ti senti come il pastore per la pecorella più inesperta, che non si può lasciare di corto, ch'è d'uopo andar guardando perchè non straripi dal ciglione ?
Quale dubbio ti arresta ancora, come tra te e il posto che ti compete scorra un fiume di tormenti, e tu ne sia alla riva assonnato dal troppo soffrire? Se altre ragioni non vi sono, oltre quelle che sono in noi, e ch'io posso sapere, Dio-
sii certo di me.
tivo alla
sta compie
‘orniamo a Roma. Ora, dunque, la pic-
lantico
sorveglianza Brasil
cola Dorina, quella stes-
guerra lel suo
a fianco dello squadre degli
occidentale. Per fissare le basi di tale
sa che un giorno era entrata in casa di lui sofferente d'un male immaginario, circoscritto, quello e tanti altri mali aveva superato. Era cresciuta la piccola Dorina; sollecitata e spinta da un patir serrato e senza
tregue, in due anni soli aveva
vangato
sino in
fondo le possibilità tut-
te del suo cuore, propo-
nendosi
e
sciogliendo
successivamente i più terribili nodi in una sa-
LA
lita d’esperienze in cima alle quali aveva trovato la sicurezza di sè. E Dionisio si sentì veramente minore a lei, asceltando come una mu
MORSA ROMANZO
DI
ROSSO DI SAN SECONDO. (Continuazione e fine, vedî numero precedente). Ma una notte Dorina si presentò sulla soglia, mentre Dionisio, seduto sul muricciuolo, si
dibatteva nel suo atroce dilemma, e risolutamente, quantunque leggera e bianca come una volta nel giardino di Roma, si avanzò verso di lui, che, riscosso, si stropicciò gli occhi, allucinato. Ò —
Dionisio —
je —
sono
scesa
chè la commozione
non
le permetteva
varti. — E rimase in piedi dinanzi
sillabà. —
Dorina,
perchè
desta?...
—
a tro-
a lui per-
non
più
trovò
altre parole lui, e rimasero a lungo in silenzio a udire lo sciaquìo del lago e il battere del
loro cuore. — Tu vegli ogni notte, Dionisio, io ti vedo — riprese Dorina — come una sentinella dinanzi alla nostra porta. Siedi — di; lui semplicemente, perchè sentiva che era vinta ormai ogni barriera e
le loro anime cheto. —
si slargavano come un
mare
Io non t'ho ancora chiesto perdono
non per il mio poco amore ch'è invece stato sempre tanto per te, ma per la mia mancanza d'intelligenza in esso. — Taci —rimproverò dolcemente Dorina —
ora io so veramente chi tu sia, Dionisio. — E gli porse le mani. Le prese Dionisio tra le sue e vi reclinò su la fronte che gli scottava.
— Tu scotti — disse ella — riposa, Dionisio. Un soffio leggero di vento agitò la veste e i boccoli di Dorina, sfiorò le gote di Dionisio, che si rialzò e sospirò: — Dorina! — Dionisio!
Si chiamavano per dire ch'erano sempre, e come mai, presenti al loro amore, e ch'erano
l'uno presso dell'altra ancora e per sempre. — Dionisio — riprese ella, quasi maternamente
—
perchè restiamo ? Perchè
non
tor-
‘CINZA NO, - VINI SPUMANTI
VERMOUTH
F. CINZANO e C. - TORINO.
che ancora le chiedeva
quasi timoroso d'un resto di ge-
losia impossibile ormai nel cuore di lei.
Che pensi e che temi?
1, $, E. l'ammiraglio Francisco De Mattos; 2. 8. E. Luis Martina Do Souza Dantas; 8 JI comandante J. Magalhnes De Almeld: 4. Dl comandante José Maria Neiva.
rise di quel permesso
il suo sposo,
ne qui desto, ogni notte ?
prio mito, presso che divina. — Le tue parole risolvono ogni incertezza — disse Dionisio che già respirava in quella sfera di grazia, in cui ella lo traeva. — Partiremo.
E Dionisio capì e sorrise anch'egli, con una
cava la soglia della loro casa.
] portiere della pensione, mentre invitava sio a salire, gli prediceva la inutilità della sua corsa lassù: Vladimiro era spirato. Trovò Dionisio le donne inebetite sulla soglia della camera funebre. Nel salone Vanda non dava nemmeno lei segni di vita, irrigidita in una immobilità quasi catalettica, Le stavano intorno Jhò ed Emi Oost, la signorina Blumen e Liesbeth, scuotendola per ridarle il respiro. Erano nella camera di Vladimiro il padrone dell'albergo ed Enrichetta pallida e tesa: ella non dava ascolto alle esor-
tazioni di quegli che la pregava d'uscire.
La signora Liesbeth corse incontro a Dio-
nisi ignore, qui.... occorre qui l suo aiuto; l’altro è finito. S'avvicinò il dottore alla svenuta e gli fu facile ridarle i sensi. Appena ella aprì gli occhi e guardò in viso i presenti si abbattè
in
un nuovo pianto straziante, in cui pareva si dirompesse in singhiozzi la sua vita e ch'ella dovesse
rimanerne
esausta,
morto
orrendamente
non
più
essere
umano ma un cencio. — Se non credeva più — diceva ella — perchè non farmi morire con lui? Dionisio) passò nella camera di Vladimiro, senza che il pianto di Vanda e l’aspetto del contratto
gli suggeris-
sero alcuna commozione di pietà. La signora Liesbeth gli s'appressò e gli disse: — ra recato più volte a Zurigo; ne era tornato ieri sfiduciato. S'era illuso ve mente che la guerra delle nazioni pot finire per volontà d'un gruppo di pacifisti; ma gli ultimi giorni l'illusione gli era caduta. — La sua morte ha un significato — interruppe Enrichetta Kaleff. E: pareva volesse, con intenzione, esaltare la fine di Vladimiro dinanzi a Dionisio. . Ma quella Comprese questi e non risp insistette :
— 0 si
accetta e si partecipa;
o non si
si uccide.
pose. Ma più tardi, baa signora Liesbeth, an-
i
ua partenza per Ror
nrichetta {Kaleff ebbe un \impercettibile sussulto, e serrò le labbra. Emi Oost sospirò: — È tempo che ognuno rientri al proprio paese. Signora Liesbeth, traverso a qualun-
E sapeva d’accettare in quell'attimo quello che nel tormento delle notti precedenti era stato lì lì per rinnegare, le necessità politiche della vita e la storia degli uomini.
que pericolo; bisogna che anche noi rientriamo al nostro. — Sì, è necessario — Confermò la signora
canto all'altra, comunicando senza più parole,
vecchiata,
Rimasero
seduti sul muricciolo
l'uno ac-
come, alla vigilia d'uno sposalizio ideale, due fidanzati, appena ancora umani. E Dionisio in cuor suo ragionava tuttavia con Marco Greni all'altra sponda, dicendogli: « Tu lo vedi, Greni, s'ella è una bimba! Tanto ch'io ti prego che non abbia più senso presso di te il mio scongiuro per il nostro cuore che esige
le sue parole minuto
per minuto, le sue ri-
sposte minuto per minuto; no, ella è sicura e non ha più domande, nè esige più risposta; poi che ha compreso tutto. Tu vedi quanto
per la tua bimba Lisetta è certo il domani, anche tra i giorni più avversi ». Si sovvennero dell'ora solo quando il'chiarore dell'aurora diede al lago risplendenze di madreperla, e toccò, con dita leggere di ‘rosa,
le creste delle montagne. Si|udì nello’ stradale, più su, il fragore d'una automobile che s'arrestò/di un colpo, poi il passo di qualcuno che scendeva alla casa per il sentiero petroso tra gli alberi. Un servitorello recava un biglietto per il dottor Solchi. Riconobbe Dionisio, il:giovinetto, e glielo porse. Una di;
duta alla pensione degli ami gnora
Liesbeth
urgenza. —
Va, —
chiamava
disse Dorina,
il biglietto che Dioni
si
a
PASTINE GLUTINATE ll ABEITTA ’ ‘
pareva
il cane che con le si, e l’aria
dicesse:
ste
nuovo al suo viso. ccompagnerò, dottore —
guì Dionisio
disse, e se-
che scappava frettoloso, soffo-
cato. Volle giungere al cancello, dove
si fer-
mò e restò sospesa, titubante. Poi prese, tutte e due le mani/all'amico e gliele strinse, forte forte: — Iddio protegga il suo amore — profferì lieve come con il fiato, e fuggì, sobbalzando uo corpo pesante. io respirò intensamente l’aria della mattina, come chi esca da un incubo, come le persone che si lasciava dietro rovinassero in un baratro di dimenticanza. Provò rimorso, specialmente per la signora Liesbeth. Lo salutava ancora dal fondo del viale. La salutò anche lui. Ma nel cuore gli rimane a l'eco delle sue stesse parole, pronunziate co-
me un'affermazione di tutto sè dinanzi a chi tentava negarlo: « Torno a Roma ». E ripetè: « Roma ».
Un brivido gli percorse la schiena, si sentì
lassù il dottere, di dopo avere
Liesbeth; ma, scorgendo
corgi ora, eterna fanciulla! sore, lì lì ancora una volta per ridere. Ma il suo sorrisosmorì subito in un pallore di tri-
scorso
i"
romanzo di PER LA SUA BOCCA ruotato Zudcoa Quattro Lire, Dirigero vaglia ai F.l i Treves, in Milano,
tremar
tutto, vibrare.
Comprese
che solo in
quel punto ogni sua crisi era risolta, e ch'egli infine aveva posto tra la storia degli uomini. (Fine).
Rosso
pi San Seconpo.
FERNET-BRANCA
E. FRATELLI BRANCA - MILANO Amaro tonico — Corroboranto — Digustivo Guaruarsi
dalle
contruffizioni
————=t>
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
Fra le più imponenti fabbriche in Europa di
Motociclette primeggia indiscutibilmente-la
io
BIANCH dalle cui Officine usciranno nel prossimo anno
die 5000
Motociclette
Maestosi edifici a quattro piani e potenti impianti di macchinario furono ultimati nel 1917 e altri impianti non meno grandiosi si stanno allestendo con alacrità. Le macchine
BIANCHI
società anonima
saranno montate da gomme
EDpoARDO
BIANCHI
PIRELLI
- miLano
L'ILLUSTRAZIONE
TOTTOSPUÒO, ESSERE... * Barufe in famegia. »
E nonti sei mai fidato |somma
cattivo d'uno scrittore,
gli ho tenuto gli occhi addosso, sino | ci avremmo
alla fine. Pareva
tanto tenuto a un po’ della tu:
quando | scritte, l'America
quando
pra
contento e insospettito, altempo | a un po' della tua dolcezza, ci hai trattato peggio | la mia Cattivo d'un uomo: faresti opera di
stesso, Allora m'è venuta un’improvvisa grande pietà | dell delle parole che ho scritto.
puntava sulla carta! dicevano: Amico, non ci spre-
care. Non ti voler approfittare di n compagi
ci metti.
Non
da in che
ci ammazzare
sotto gli
siano bene avvi-
tati. Facci dire delle cose ben chiare: perchè alla
falsa luce che noi ci fa
Èerano state date io
per me è dunque stata tutta sco-
e specialmente per quei punti verso i qu:
intere:
si travagliava, da
regione dei miei desideri ho mappa d'una chiarezza definitiva. Capite che può voler dire questo? che semmai domani arrivas i a uno di quei punti, il meglio che potrà vesipido e incolore; e voi allo:
ciarci dentro al Fanfani, e non costrin-
Come si raccomandavano, mentre il pennino s’im-
aggettivi, e bada che gli avverbî
tutte le Sol che
confidato con noi | l'ho spese, io v rio fatto iciotio; + Bo andis tetta
AI caffè questa mattina c'era un bel signore, d'ampato molto serio, che leggeva il Gatto Lupesco. ‘aturalmente
ITALIANA
. Ti sei servito di noi solo quando | si ltro da fare. Ci hai tenuto sotto aceto | succ
tolto al mio scontro con la vita i gaudiosi
0, la strada si vede e
incerti
ata voi... Piuttosto, non mi fossi |della passione, me ne avrete fatto una pura ope-
non si vede. Oh idispiaceri in famiglia che tante | lasciato prendere a questo gioco! Dite un po', in | razione di verifica. E non sarà possibile non darvi
volte ci hai dato! Sorelle che c'eravamo addormen- | quanti modi non
m'avete
aiutato voi a ingannare
tate sempre nello stesso letto, una mattina tra noi | e disobbedire me stesso?
Per fortuna che e
| retta. Ah! come
ci
mi dispiace ora la confidenza che
ho dato, ecome mi tormenta
questo sospetto che
terribile d'un verbo che non si ca- | penso e ch -mene scordare. Come | voi non m'abbiate a lasciajar mai solo, che sempre piva dache parte scostare per riprenderci le braccia |a Dio piace questa mia d'oggi èun imbroglio | vi debba riaver tra i piedi, pettegole, irose, superbe, dilette. I solerti verbi all'indicativo si-sono visti |che solo a pi more... È le infinite cose |accusatrici del mio pa: i i sfollare intorno le coordinate più fedeli, per il pro- |dette 1 Subito che non davate | Faccia Dio che non accada! Ma chi può dire che nunciamento d'un condizionale irresponsabile. Ci tentatrici permalose, quando mi ca- |appunto per colpa vostri tocchi di rinunhai scucito nelle costure più tenaci. Il soggetto una di quelle occasioni buone, che, afi re alla mia personale d messo al cantone, e tutti i complementi a_all in fondo, una conclusione, |giorno che me se n’apra laporta silenziosa, per la gargli il suo debito, Un periodo che aveva comin che non paura dello scandalo che voi fareste nel dolce sanciato a scendere piano piano, tut 'a un tratto s'è | ricorrevate voi spiceiassi con voi su filar via anche allora, e, buttato nella tromba delle s Un ‘altro aveva ie rostra a d'essere messe | un'ipotesi trapreso le rincorse volanti per fare un salto che i o intrigo | scirebbe pure a un can bassotto. Ci hai negato lo si dorme | isce più ? Jo metterei fuoco. spazio sufficiente a poter figurare, chè siamo donne, |sopra arole sbagliate vanno tutte in ri- | era la cortina
tu lo sai. Ci hai messo in fila con le parole infette,
fifibne? “Ma intanto, remissione,
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GUERRA. che pensa lo stesso anche degli altri due di munizioni, in
e in zoccoli, i
o straniero, della schietta struttura men- quanta, ahimè, mortale, caduca, me robusti fabbricatoti d’autocarri e di motale del popolo cui egli appartiene e.che schina, e tutta quanta, d'altra parte, visceri più importanti per il caratteredi tocicli, gli esperti manovratori di quelle al momento dato, di cose stu- un nomo come d'un popolo, il cuore: ed
rap)
ta:
chi traducesi mette
così |capace,
fegato: “Con Incidità latina ,, dice, e mite da parère piuttosto di fine iuadestamente e completamente daparte: pende, sublimi, miracolose. E proprio il questa guerra, destinata al risanamento “Y'Italia ha misurato ogni rischio ,, (a si zata che sono le tanks; l'uomo deg spe britanniche d'aprile, le ir xi|ma per hocea sua (mi si condoni il roni e dalla durlindana non è più che radosso) l'inglese continna a parlare in- è al rinsavimento del mondo, lo dimostra, |vede oggi, ; di che rischi si trattava!) “e un fossile da museo. È: con idealismo latiio ha preso il suo posto dalla Marna al Carso, dal Danubio a Geglese in i 0, èd il greco rimane greco esco dei è delle corInfine, in una terza parte del libro, il rusalemme, dalle Falkland all’ Africa accanto a coloro che combattono per una amuse, al rullo dei tamburi, allo squillar anche in volgare, e chi | Wells si ocenpa di ciò che lagente pensa civiltà liberale contro. un imperialismo Orientale. inalterata lavera sostanza, della guerra: lamaggior parte, purtroppo, bizantino ,. riziole pagine del Wells su puertoessenziale e tutt'altro che trascuA proposito della fronte anglo-francese, non ne pensa niente; soltanto, desidera Vittorio Emanuele: l’antitesi vivente delile, dell'opera primitiva. che finisca; gli altri, Ja minoranza, si IlWells rileva, per esempio, prima dì l'“effigio ,: l'uomo più semplice, più na- il Wells descrive da par suo le spaven- dividono in due gruppi: i pacifisti veri, olare delle artiglierie e dei carriaggi tose rovine che la Germania feroce vi ha ni ciottoli, s'univa e si sovrapponeva, a tutto, che questa mostruosa guerra segna turale, di questo mondo: d'una conver- seminate, i monumenti distrutti, le fo- che vogliono disarmare per sempre, con date, il clamore degli applausi, degli il tramonto -definitivo di ciò che egli sazione piacevole, fine, cordiale, assai più autentica e decisiva, i michiama “effigie,: espressione nuova 6 da studioso e da lavoratore, che da so- reste incendiate, il deserto, il caos, la una vittoria evviva,Dr augurî, tra lo sventolio i, i violenti, i prepotenti, i conla palude, sostituiti alla coltura tricolori d'Italia edi Francia, e delia felice per diro l'uomo rappresentativo,il vrano e da condottiero: “uno che rischia steppa, e i pacifisti falsi, quella della alla vigna, al prato, al campo, quistatori; doppia croce di San Gi rossaebianca personaggio che sintetizza la razza, 0 il più yolte la vita in una settimana, di fiorente, resistenza al male, quelli dell’altra ni Dee quanto nòn l'abbia rischiata mai quel tal al frutteto; le trincee tagliate nei cimi- non sul campo azzurro dell Union-Jack; e principio, o il an quelli degli odi e dei rancori Signore della Guerra che sta a Potsdam ,;: teri; le tombe violate, i cadaveri buttati guancia, passavano, e vano, ‘all’intinito, sor- sonate;Rec tutto il popolo èormi prossimi, di partito, di classe, di casta, ridenti e fieri, inglesi, gallesi, scozzesi, campione di sò medesimo, Dalle sue pe- ma che appunto per ciò non ha mai, nè fuori, gli ossami sparpagliati; i. grandi quelli anche della indifferenza, del cinîirlandesi, di (A Sasa di tutte le negrinazioni per le trincoe delle tre fronti, mai ha avuto neppure l'ombra di quegli opifici ridotti a carcasse rugginose, affu- smo, dello snobismo, del cosmopolitismo grandi stagioni Al suo tranquillo scrit- atteggiamenti da bravaccio che pigli micate, ed informi; le armi, tra una doppia siepe di po; ao egli ha a facile e‘comodo ed egoista che s'accampa Londra il ricotdo di mille, di ogni giorno il miles gloriosus prussiano, ferroviarie disfatte, con le tettoje sfon- au dessus de la mélée imparziale per ari: clamante, tra una pi han di tojo ‘di fiori dalle finestre, dai , dalle ter- centomila volti concentrati, d'occhi pro- il coronato istrione sulle tranquille rive date, le male erbe pullulanti tra i binari mostruose e
macchine d’avan
site
scontorti, i tritumi delle vetrate lucci- dità di cuore, elegante forse, ma senza fondi ei, d’inuumerevoli anime della Sprea. 6 “ Odio il militarismo ,, ripete più volte canti sui marciapiedi, i biglietti sparsi dubbio imbecille. Eravamo al domani della catastrofedi tutte intente agli alti problemi che un La guerra ha d'altronde, afferma il per gli atrii, i segnali ischeletriti in gesti
razzo.
tampo non tormentarano se non il cer- il Wells: “sono un pacifista estremo, un vello dei principi e dei pontefici, dei di- pacifista assoluto; dò sempre torto al ambigui, tra il materiale rotabile scon- Wells, ridestato in Inghilterra, in Francia, e, quantunque assai meno, anche in Li lomatici ‘edei condottieri; ma non ha primo che snuda la spada; ln guerra quassato, Rileva poi come nel secolo attuale la Italia, una quantità d'idee e di senticontrato mai, in nessun luogo, un An- moderna è una cosa intollerabile ;
Bellunese;
finale nibale, un Cesare, un
Napoleone;
gli non va rimediata alla meglio; di
guerra,
da prevalentemente
‘menti religiosi: non cattolici, non angli-
offe
la cani, non subordinati a questa o a quella civiltà d'Occidente restava intatta, stessi tedeschi non han saputo farsi un cludersi in modo che sia finita per sempre; manovrata, come fu nel precedente, Chiesa, ma certo religiosi : le Chiese, anzi, odio la Germania ha imposto questo giunta, grazie alla trincera e al reti: noi guerregginmo lato, al predominio della difensiva, im- tanto più scadono nella pubblica estimamenti éd i cuori era quella dell'Italia l'immane fantaccione di legno, tutto rug- flagello all’Umanii inoso dichiodi votivi, del loro inconelu- per sfatare la guerra; per combattere la mobilizzandosi sulle posizioni fortificate; zione, quanto più la religione, la rdli indomita, eretta ed armata, risoluta a por distruggere la guerra; e la ® come però ora la tank e l'aeroplano gione unica ed immortale, s'innalza: pente Hinc . Joffre? Franch? Ca- gue tutto, sulle rive del Piave, sui baluardi mostra guerra, l'immane guerra, l'ultima teritano & ricondurci alla vittoria dell'of- sate semplicemente, al Papa da una parte, lì Altipiani. guerra, non ha e non deve avere che un fensiva e del movimento; il che vuol dire, # al cardinale Mercier dall'altra! Vi sona ip io ivi leggere un libro in unico, invincibile duce: il buon senso poi, vittoria nostra, data la maggior pronii fierezza serena e di coraggio tranTesta di nerti, agllità di fibre Impstno» TMANO ne illo, La guerra su tre fronti (Mi. Della fronte italiana, l'illustre visita- sità di risoluzione da parte dei francesi, lano, Treves, L. 4) di H. G. Watts, del tore alleato, il quale scriveva (bisogna degli italiani, degli americani e degl'in- bita; vèchi lanega, ma lasc fantasioso 0 geniale autore delle Novelle glesi, în confronto dei tedeschi, degli sto vuoto; ey’ chi, alposto di Dio, mettela rammentarcelo bene) nell'autunno 1916, Straordinarie, di Nei Giardini’ della dl
oppure l’immagine che sola dominava le idolo meno bruto e meno ridicolo di quel
resto,
ammira le strade eccellenti, lo carrette ‘ungheresi, dei turchi e dei bulgari: per Chiesa: e questo, secondo lui,èil maggiore
dal
siciliane tutte fstoriate, i trucchi inge- resistere alla terribile solitudine dello e più intollerabile oltraggio alla Fede. È pel dopo guerrra? Pel dopo guerra, gnosi, i paesaggi idillici artefatti dissi- spatio. ci foggiano sompre intuitive avmulanti le batterie doi grossi calibri (un venturose individualisto ed aristocratiche, intanto c'è questo: che in questi anni l'Aria, di tutti quegli altri libri affascipopolo di esteti!...), le tracce superbo di mentre Îl tedesco, mentre il barbaro, è angosciosi è entrata finalmente nel cari nanti è stupefacenti, ai quali dobbiamo vello di tutti, e vi si è organizzata l’idea di natura collettivista 0 metodica e ru‘Roma che ogni scavo di trincea mette tante notti lute pel sonno ma guache la necessità pubblica dave prevalez ir l'intelligenza, tante ore sot- dio, come Romolo ma se non fosse as- fn Ince ad ogni avanzata, la guerra al- minante © sgobbont... Interessante la parte umoristica, contro sempre ed in tutto'sull'interesse privato tratte agli affari e regalate alla fantasia. surto così, quasi mitologicamente “al pina, ardua, rude ed eroica fra tutte, con l'ufficialo inglese di carriera e a pro del- 0 quest'altra: che non ci son più, nè più ro concilio dei numi indigeti su la tutte le condizioni topografiche fayoreMa in questo libro Ia fantasia ha ceduto il all'osservazione, e l'arte alla ’ntria ,, chi sa che a quest'ora non fosse voli al nemico ed ostili a noi; critica la l'ufficiale occasionale, dell'ufficiale di com- ci dovranno essere, dei veri proprietari
‘od: illustri, furono liquidati,
‘a del Mare, di La puerra
llemento, che è infatti
bestiale ed assurda offensiva austriaca in pian i un altro generale qualunque, ora vin- del maggio, che, se foase gim
tà; 6 del Wells che conoscevamo @ sf ridotto alle più modeste proporzioni
checi era caro non è rimasto so non
individuali di alcuna
la grande rive
lone, eil voro e solo eroe
ricchezza
produti
tiva, ma dei semplici depositarî, dei som
di questa
l’inimitabile stile, anche attraverso la cltore ora vinto, masempre sperduto nella mura (magari!) si sarebbe risolta in una guerra: ignorante, il primo, e routinier plici amministratori, retribuiti automatit traduzione italiana di Camilla del Sol- massa oscura 6 sublime, caotica o ano: catastrofe: parla con sdegno delle im- è testardo 6 néofobo, e, oramai, confinato camente a seconda della loro bravura @ far niente, o più Spesso a ingombrare della loro attività, del patrimonio nazio delle moltitudini combattenti! La rese sacriloghe e vili ed idiote e nefando dato: li nome, che questa brava nitna, i loro velivoli contro gli innocui pro- è a sbagliare, nello Stato. Maggiore ;"la nale, della ricchezza collettiva; 0 quel signora porta assai degnamente in qua- idea delsupertomo è un'idea metafisica,
st'altra ancora, finale e riassuntiva: che tutto. si fa e deve farsi; dal. facchindî ‘come dall'insegnante, dal marinaio come dal re, per il solo bene comune, pel sold elevamento dell'umanità, per la sola gloriaî amò professionale, che è una cosa così prioni di clerisali, di massoniche, della leggenda biblica, si crea il suo dio, francesizzanti; sì proclama convinto, morta, com'è morto Tamerlano, Oggi la di Dio: vale a dire (a scanso di malia o meglio se lo inventa, o meglio ancora, per un effetto di miraggio ®o di alluci- in ogni modo, “ che fl cervello italiano guerra la fanno, assai più degli stati tesi e d'interpretazioni meschine) del nazione, eleva a proporzioni gigantesche sia articolo di miglior qualità di quello {magi ori gallonati, impennacchiati © in- [ideale
teutonica, è nn concetto dighe d'arte di Venezia, di Verona,-di Germania (aggiunge a questo proposito) st'oraigrave, insiome con tutta Litren è una goffag famiglia, fervente di patriottismo ope- da ignoranti di biologia; ma “ l'effigie, Padova, di Ravenna; parla delle nostre perderà la guerra proprio perchè ha tropp: è meno ancora: è la creazione faticosa banche, si stupisco che si tingano asse gente in uniforme permanentemente mi. roso e fecondo. o delle folle cieche: è l'uomo che, a rovescio pure di politica, 6 che ve ne siano di litare; proprio pero è adora il militari-
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