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SOMMARIO:
Incimos :La nuova offensiva tedesca in Francia: L'agonia della CattedralePato La fine di Reims: La da — Clemenceau Reims în trincea. abbattuto. Gli7 inglesi gettano reticolati. A imenti iaglesi tra le roperizia vine. Gruppo di
|
| I
prigionieri Un'ar Den sospesa a 3000 metri. Alpini in attesa dell'avanrata inzona Tonale (2 inc.) — La nostra vittoriosa azione i. Truppe che salgono alla conquista di Cima Presena e Zigolon. Il Montozzo. Movimento ditruppe. Alla fc del Montozzo. in L'incendio di Santa CateTra burocratiei. Tra Se io fossi nei panni }* Ùi Foch, predisporrei ogni Jeone MOSSA. I
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Come abbiamo il senso nero e impreciso del pe-
ricolo, dobbiamo avere quasi
il presentimento mi-
stico della salvezza. Sì, i tedeschi hanno radunato più atroce diluvio d'uomini che si possa dari essi hanno forzate molte linee, prese città, livellati
paesi i 0 in Foch. Noi aspettiamo Foch. Noi sappiamo che egli è là, che egli prepara qualche cosa che forse sarà semplice, che
tragico passato della
nostra
gente,
dano il mondo col loro sudore, questi americani che ora errano per i paesi, entrano nelle case, vi conoscono la frugale famiglia italiana, questi ame-
sangue, della sua vita, chi non sente che questo in un uomo è Ja forza
il fascio sacro?
Italy di New York, pensiamo a tutte le schiene
di sè, del suo dolore, del suo
Ma poichè questa puerilità non è egoismo, poichè ad essa il popolo associa sagrifici, pene gagliardamente sopportate, coraggio nelle case, coraggio confidare
guerra, pensiamo alla fragorosa e spregiata /iftle
italiane curve ai più duri ebassi mestieri, pensiamo a tutto questo
e una grande speranza ci entra în cuore. Questi americani che ora intendono quanta bontà e pa-
impazienza.
nelle trincee, dono
pre meglio e sempre più chiaramente, guidati da quella mirabile virtà di intuizione che è la simpatia, Noi pensiamo all'italiano all'estero prima della
Tutto ciò è puerile. Certo.
forse sarà sublime. Noi temiamo di disturbarlo con
la nostra
nore che sanno intelligente questi idealisti d'oltre oceano. Si direbbe che siano onestamente accorati di non averci bene co-
nosciuti prima, e ora si studiano di intenderci sem-
Bella cosa
che tiene unito
è la ragione;
ottimo il
zienza e valore siano chiusi entro il duro petto dei
nostri soldati, che sono poi i lavoratori che fecon-
ricani sentiranno nell'emigrante che passa il mare e costruisce le loro strade, e fatica nelle loro miniere e dissoda campi per le loro proà, non più il rappresentante d'un vag ma il figlio di una onorata e laboriosa.
Abbonamento fino al 31 die. :L. 3,
rr conferisce all’emigranQuesta te italiano una specie di alta cittadi
Fratelli Treves, editori - Milan
nanza; dà a lui, in cospetto del mondo
che ha sempre ignorato le cose nostre, u anche noi, scopritori dell'America, ora scopriamo gli ameri i. Non la loro grandezza, che
INTERMEZZI. Il generale Foch.
verbiale; ma q alche cosa di inatteso; la finezza, ja, la profondità della loro vita nentale. Li immaginavamo attivi, pratici, au-
L'America per l'Italia,
Foch. Non mi importa di non averlo mai
veduto, e sono felicissimo
sapere quasi nulla di lui. In queste ore di ansia, ho bisogno di immaginarlo,
daci, bizzarri,
non
di
muoversi come giganti febbrili,
conoscerlo.
Mentre
di non
l'onda
loro
te-
desca urta le difese di Francia, questo
sando
nome di Foch mi rassicura, appunto perchè significa una forza segreta, sicura, calma,
immancabile.
L’uomo dal
dalla
uno
Con un intuito
velato
con
le sue
gesta.
sioni incerte.
Quando
Ù
Crea sia ri-
role di poesia
come
affida. La popolarità nasce,
nasceva parlò
Sono i mi-
Questa fede in Foch
l’ab-
biamo anche noi. Perchè? Noi poco sappiamo. Ma
sentiamo. « Foch» dicono i francesi, e una fiera sicurezza stende ivolti contratti dall'angoscia. « Foch »
e quando ci giunge di Francia una
dolorosa notizia, noi sentiamo che essa non è defini , sentiamo che c'è Foch: e Foch vuol dire le riserve, cioè l'inesauribile valore francese; Foch
vuol dire l'imprevisto, cioè il prodigio sul quale
tenacemente contiamo; Foch vuol dire l’agile, fresco, pronto intelletto latino; e vuol dire il destino,
che non può essere cieco, e si confonde per noi con una forma di alta giustizia. Certo i generali, gli esperti d'arte militare, con-
fidano in Foch per ben altre ragioni che non siano le ingenue pure e appassionate ragioni nostre. Ma
senso del reale, magnifica la libertà di giudizio critico. Ma la ragione e il giudizio, ci isolano; ci fanno ritrovare
il nostro io, con
abbiamo
mai
pranzo,
opponendo all'avanzata dello schiaccianoci
vinta
una
battaglia, a
tavola, dopo
tà e
le sue cautele, in mezzo alla grande passione della guerra. lo dico che bisogna credere. lo dico che anche in Italia bisogna avere quella potenza di amore che ha il popolo francese, potenza per la le Joffre diventa quasi il grosso papà dell'esercito, e Foch l'uomo
che, mentre il nemico è a ot-
tanta chilometri da Parigi, tiene Parigi serena e calma. Guai a chi dubita. Le battaglie sì vincono se sì è sicuri di vincerle. Il Foch che fermerà i tedeschi e li ricaccierà è il Foch nel quale tutti cre-
diamo. Potrebbe essere un Napoleone redivivo; se si dubitasse di luî, egli non. potrebbe più vincere. L'antichità ha, per questo, tanto spesso, fatto deldell'eroe un semidio. C'è, nell'amorosa
attenzione che l'America
dolce
pietà, da
una
solidarietà con il dolore pa-
sopratutto
Ecco, alle
quella gente,
anime.
C'è
non
so quale spiritualità nel modo in cui donano e si donano, Vedete quelli che sono venuti tra
noi. Non ci parlano di quello che essi fanno, ma di quello che facciamo noi. Sembrano orgogliosi d'ogni nostro sforzo;
riconoscenti a noi di ciò che abbiamo
sofferto e soffriamo. Essi non gridano: veniamo a combattere
per voi! No, ci sussurrano:
grazie, fra-
telli, perchè da tre anni combattete anche per noi.
lo non posso udire o leggere le loro parole, senza che sempre più mi apparisca la bellezza della causa
per la quale viviamo di dolore e di speranza. Sembra che in essi ogni più « secro egoismo » siamorto cedendo il posto a una francescana e insieme guerriera comprensione della vita. No, l'America non è più un altro mondo;
mondo
che vuole
è il mondo
rinnovarsi,
di domani;
ascendere,
il
onorare
l'ideale, riscattare l'uomo dalle catene che gli altri
uomini
gli serrano ai polsi, il mondo senza carnefici
e senza vittime, capace di trovare nell'amore e nella
*
noi che siamo la maggioranza, e non abbiamo mai
mosso ‘una bandierina sulla carta geografica, e non
le sue ti
da una
tito ingiustamente.
in Francia,
fulminea; e non è notorietà, è idolatria.
ripetiamo noi;
commossa
La fine di Reims: La piazza del Capitolo e la Cattedrale.
si
racoli della fede; e quale popolo ha, nell’eroismo, più fede del francese?
e di umanità, che il mon-
sentimmo che lo sdegno che faceva prendere le armi alla grande repubblica
alla grande scena,
popolo lo ha già. presentito, lo ama filiale che a lui ciecamente
I mer-
canti pronunciarono le più belle pa-
do da più decenni avesse udite; e noi
già, con un misto di timento paterno, che si inorgoglisce di lui, e di sentimento
un
le onesta ricerca
gua. Poi l'America sì è rivelata.
Elabora ele-
un uomo
dividono
della verità e del più alto dovere umano empisse di scrupoli e di ansie quella tre-
mera-
menti sparsi, voci erranti, indizî, impr
Foch si affaccia
che
are ancora maggiore veronei primi anni della guer a'neutralità. Quella neutralità ci parve il colmo dell'egoismo mercandesso lo comprendiamo: solo sappiamo quale nobile affanno
la fredda
viglioso precorre gli avvenimenti. l'eroe prima ancora che l'eroe sì
errori
quantità di sciocchezze. Il tipo convenzionale dell’Americano, fis to in una specie di chera buffa e calunniosa,
precisione dei suoi calcoli e dei suoi piani. Il genio di un paese si trasforma provvidenzialmente in un uomo, nei supremi pericoli. La folla annuncia sempre quest'uomo.
dei soliti
è quel- ,
fiducia dei suoi
ispirazioni
squas-
quando si occupa d'una gente stras dice sempre una innumerevole
sercito che lo circonda, dall'amore di questo esercito; qualche cosa che muoprofonde
li vedevamo
ebbri di freddo ri-
della letteratura che di qualunquè paese
soldati e del suo popolo. Un grande soldato non ha solo il suo ingegno. Qualche cosa gli viene da tutto l'eve con
le difficoltà,
popolo dall'altro, per colpa sopratutto
degli invasori, non è solo quello che cque una sessantina d'anni or sono
lo che è rinato
tenaci,possenti; e in quella ricchezza,
schio, tutti perduti nel fragore delle opere, e incapaci di ascoltare i silenzi armoniosi del sogno. Era anche questo
quale aspettiamo con fede ardente la rea: ne superba che fermerà la'mar-
in qualche angolo della Francia;
turbinosa
ora ri-
volge alla guerra d'Italia, qualche cosa di sì delicato che commuove. Nessun _amico nostro, mi
giustizia universale un
virile conforto che gli faccia
sentir meno duramente mali che sono dalla vit:
inseparabi
Il Nobiluomo
Vidal.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
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491
FRANCIA.
Gli inglesi gettano reticolati attraverso
Appostamenti inglesi tra le rovine di un villaggio,
un canale.
Gruppo di prigionieri tedeschi catturati dagli inglesi.
L'ILLUSTRAZIONE
F RON:FE:
DAL
ITALIANA
A*TREMILA
Per quanto si sia cercato di volgarizzare l'aspetto
e a trionfo dei calcoli che lo spirito umano si rende
quanto mai minuziose e fedeli, e questo si faccia non da ieri, ma da quattro lunghi anni, la fantasia
gne, in quei punti e a quelle altezze determinate dove gli avversari cercano pazientemente, a costo di qualunque lavoro e di qualunque sacrificio, di
e l'avventura della guerra odierna con descrizioni evita sempre di rappresentare la realtà così come
in guerra è, e se la foggia a modo suo, dipinge gli uomini e gli assalti sul terreno come più le garba e più facile le torna. Quando si parla di linee di partenza, d'occupazione, di sbarramento, di colonne d'assalto, di barriere di petti e
eloquente
ed
salire: perchè
affermativo sulle vette delle monta-
si tratta semplicemente
di guardare
il nemico da qualche diecina di metri più in alto:
perchè
INESTSR.IE | reparto
hanno
d'assalto
fulmineità
e
dei
fatto cadere successivamente
movimenti
le difese del
passo di Maroccaro (Q. 2975), della cima di Monte Presena (Q. 3069) nel primo giorno; gli alpini del battaglione £do/o hanno espugnato Je difese del Passo
del
Paradiso
e
del
Monticello,
avanzando
| lungo la dorsale detta dei Monticelli (Q. 2609
e 2558),
un solo paio d'oc hi che guardi di lassù | nel secondo giorno; con la cattura di ci gliaio di prigi
i
dozzina di cannoni e di vario materiale di trincea. Sco-
simili, la fantasia prende un
po dell’azione per la conqui
po’ troppo alla lettera queste espressioni figurate. Il nome
sta di Monte Zigolon e di cima Presena era d’avere un chio ben aperto sulla Val
stesso delle formazioni di com-
Genova, dalla quale si fanno gran parte dei movimenti e dei rifornimenti per
battimento, come
a dire b gata, battaglione, compagnia,
inducono a figurarsi il campo
di battaglia assai più animato
quel tratto di linea montan:
che realmente
Dalla cres dello digradano verso
e colorito e gremito di quel sia. Non si sono
ancora potute dimenticare le rappresentazioni delle vecchie battaglie nelle quali il terreno scompari
nel
tumulto
di
fanti, sotto le zampe dei ca
i el'ombra delle bandiere. La nostra ben naturale com-
Punta del Castellaccio (Quo-
mozione ci seguita a dipi nell'azione uomini
Zigolon Valle i
greppi delle Marocche. Una incassatura profonda lo epara da Cima Presena, quale poi si collega all a grande dorsale che va dalla Punta Pisgana (Q. 3087) alla ta 3028). Fra questa dorsale
ch
teggiano. Quando poi
e
vedere come realmente
va e la catena dentata dei Monticelli che strapiomba sulla Val Vermiglio, è racchiusa l'alta conca di Presena, coi
le cose, l'impressione invece è sempre quella: che gli uomini non
bastino mai nel te
tro ampio che si sono imposto. Ogni fante che salta fuori della
trincea
stanza
il compagno
Un'ardita passi
di destra
tratto di .terreno che lo separa dal mucchio di sassi dove troverà la morte o la darà, dove il più
avrà
ragione di tutta la montagna e delle monta-
gne
minori, e delle valli, e delle
interminabile che la faccia di qualcuno gli si fac-
gressi che può farci vedere una inea id sopra una carta topografica è in
delle volte gli accadrà d'aspettare per un tempo
cia vedere a destra e a sinistra, una faccia, spera Eppure
strade. La di
valore d'un’azione di montagna giudicando dei prorenza
delle
quote è tutto, Voler apprezzare il
di questa
confluire nella
l'accorgi-
partecipato
all’azione
va
bile
nata gueri
saltano agli occhi. Ma finchè
l'assaltoaduna posizione dura, quello che più colpisce è il senso della sproporzione fra quelli ch’escono
in
alta
montagna, e questa spropor-
zione assume un carattere miracoloso. Cime tremende di mon!
‘orreggiano
a
dominare ogni possisistemazione
che
accresciuta
in
questi
e perfezio tre
anni
d
Dai margini di queconi lo sguardo del net
emico dalle
intorno:
dotte coronanti quel margine settentrionale e stringevano la
non ci si può capacitare che gli uomini possano prendere quei monti. Imprese come queste
la
scende
mico si spinge Val Camonica fino sorvegliando i menti;cogli a: rnata i. nostri dolo, movendo dal
all'assalto e il terri-
torio della battaglia. Trasferite la guerra
si apre
che
dal principio della campagna non aveva ancor ma patito
mento dei capi e l’acume della maggior parte di coloro che hanno
conca
Presena
piglio, avendo a*sinistra i
che dovevamo conquistare; gli
che pur gli riesce Allora
i
di
gini della quale il nemico avev ‘ovveduto d’una organizzazione d'opere difensive e ridottini disposti a sbarra
non c'è nulla di più commo-
d'ottenere.
candide
settentrionale
dirupi del costone dei Monticelli.
vente e di più esaltante di questo atomo sperduto e dei resultati
Maroccaro
immutabilmente
Ila sospesa a 3000 met
parte
straordinariamente solo nell'atto di valicare quel
conosciuta,
di
suoi laghetti e le sue vedrette
si lascia a di-
e quello di sinistra e appare
sempre,
il costone
precipitante in Val di Geno-
difesa dell'estrema montagnola (Quota 2442), rinforzati dai reparti del Covento e del Man-
è problematico senza
dubbio condurle a compimen-
drone, mossi da Cima
to: una volta termi;
Prese-
occupata la
prima
dopo lunghi e violenti contrasti.
pensare che qualunque gr numero d’uom mparire
imensi
S'aprono
ia destinato inghiottito
Alpini in attesa dell' a in zona Tonale. (Sezione Cinematografica dell'Esercito).
da
squarci
che
paurosamente
nei
e î suoi cul-
ono irati e superbi. In vista delle favolose
ossature
e delle remotissime
vette che nelle nubi
paiono come trasognate, l'immaginazione, che as sume
tutte
le ipotesi in blocco
e non
di calcoli, rifiuta di credere che quei
sano cadere în potere d'umani. Questa ipotesi
gliante della battaglia dur
te la prima
fianchi del monte, tanto i suoi gioghi Ti
Il sole si è compiaciuto di splendere |sul campo abba-
s'impaccia
mostri
ha per lei volto d'empi
/oscome
d'una torre di Babele innalzata contro il volere di
Dio. Ma è appunto a vergogna dell’
i
sa dare il giusto valore ai numeri dislivelli.
che
indicano i
*
L'azione svoltasi nelle giornate del 25 e del 2 gio per la sella del Tonale e l'alta Val di Geno a un capolavoro della guerra d’alta montag La preparazione animosa e metodica degli alpini dei battaglioni Cavento e Mandrone e del terzo
battimento. la tormenta e l'incubo delle mente
cedette
travagliato
gi
di com-
Ma il martirio del-
icombattenti nella notte che pri
Ito e nella sera che lo chiu: Axroxio
BALDI
Uscirà prossimamente presso la casa Treves la nuova edizione, rifatta ed ampliata dall'autore durante la guerra, della Politica Tedesca (Germania Imperiale), del principe di Billow. Quest edizione, ritradotta per intero dal nuovo originale tedesco, è presentata da una prefazione dell'on. Piero Foscari,
_BANCATTABA NA-DISCONTO TvTrE-LE-OPERA= ZIONI DI: BANCA
L'ILLUSTRAZIONE
NOSTRA
VITTORIOSA
AZIONE
ITALIANA
NELLA
ZONA
Sull’Albiolo: Scoppio di una granata.
Vertiginose posizioni nostre in zona Tonale.
DEL
TONALE.
(Laborat. fotogr. det Comando Supremo).
(Sez. Cinematogr. dell'Esercito).
LA
NOSTRA
VITTORIOSA
AZIO (Sezione Gi
Cima Presena. TRUPPE
SALGONO
ALLA
M. Zigolon. CONQUISTA
BENESICATZO:NA rematografica
= DEL:
TONALE.
dell'Esercito).
Campo di neve su cui si possono distinguere gli uomini che vanno all'assalto. DELLO
ZIGOLON.
Gli. operatori-fotograf del Comando Supremo che hanno seguito insieme ar soldati le vittoriose operazioni del Tonale, ci mettono in grado di dare ai nostri lettori questo magnifico documento, dove si bossono vedere le ondate d'assalto che vanno verso la Cima Presena,
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NIOSTRA
ITALIANA
VITTORIOSA AZIONE NELLA (Sezione Cinematografica dell'Esercito).
Movimento
ZONA
di truppe nella zona Tonale-Adamello.
DEL
TONALE.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
ITALIANA
VITTORIOSA AZIONE NELLA (Sezione Cinematografica dell'Esercito).
Il Montozzo
ZONA
in zona Tonale.
Pezzo în postazione sul gruppo del Tonale.
DEL
TONALE.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
=
L'incendio
di Santa
-
C ‘aterina
ITALIANA
VITTORIOSA AZIONE NELLA (Sezione Cinematografica dell'Esercito).
sulle retrovie
—_—_--
austriache
provocato
dal nostro
ZONA
bombardamento
Presso il laghetto alpestre dell'Adamello,
DEL
TONALE.
CEREA
durante
l'azione
vittoriosa
dell'Adamello,
L'ILLUSTRAZIONE
LA
NOSTRA
VITTORIOSA
AZIONE
] primi prigionieri austriaci catturati nella zona Tonale-Adamello.
459
ITALIANA
NELLA
ZONA
DEL
TONALE.
Prigionieri austriaci cattur:
sul Monticello,
REST BERRY
31
L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA CELEBRAZIONI PATRIOTTICHE IN
ITALIA.
uf(2
8 N ice artzae Pte {7 15 «tasti iilaned ci ic
i
=
da
Milano: Il giuramento delle reclute del 1900, sul piazzale del Sempione, alla presenza del Principe di
tia "TI
ij pil!
Roma:
L'ambase. degli Stati Uniti Nelson Page consegna alla ve-
PRAUORERO)
dova del colonnello Spinucci la medaglia d'oro al valor militare.
LA
STELLA
CONFIDENTE
GUELFO
CIVININI.
LA
ROSSO CIN
MORS.A
ROMANZO DI DI SAN SECONDO compreso il 2500. ves, editori - Milano. —
PIENE
S.P.I.G.A.
D'imminente pubblicazione:
per
Autocarri
LE PIÙ ELASTICHE - LE PIÙ ROBUSTE] Fabbricate a MONCALIERI (Torino) |
A
c
VERS
lagenta: La commemorazione della battaglia, davanti al monumento.
GOMME
NOVELLE (DI
TRE LIRE (compreso il 25 0/9).
AITTATTALITA
dalla Società Piemontese Industria Gomma e Affini
R. POLA
« C.
NE GLUTINATE d'una rateli BERTAGNI — Bologni
LA
TRINCHA ROMANZO DI
FRANCESCO
Secondo migliaio.
SAPORI
QUATTRO LIRE.
Fratelli Treves, editori - Milano.
L'ILLUSTRAZIONE
461
ITALIANA
OBBEDIRE NOVELLA DI MARINO
MORETTI
Forse è difficile dire perchè Benvenuta dia del lei alla mamma. È la mamma che lo pretende? Forse no: ma, del resto, sarebbe impossibile darle del tu.
Del resto, è madre, ha il mal di cuore (un mal di
cuore che le permette alcune drammatiche incongruenze)
e il rispetto le è dovuto. Così, ella
soc-
chiude gli occhi come per voluttà quando sente intorno a sè l'aria balsamica di questa deferenza senza li spesso senza parole e senza gesti; spesso
in attesa di ordini o di rimproveri. ca La figliuola, diciannovenne, è rispettosissim Quando la mamma fa una domanda, risponde. s? o le scappa detto sissigrora. Sì o sissignora ? Ecco una cosa a cui la mamma deve ancora rispondere.
Piccole cose, tutte piccole cose; ma d'altronde Benvenuta vive in una stanza, in due stanze, in tre
stanze, e sa appena che: sotto la finestra c’ è una strada qualunque, e al di là del muro del giardino
un altro siundina E poi guai a non rendersi conto presto delle piecole cose. Ella potrebbe urtare qualche volta la manîma, senza volerlo, per timidezza o per ignoranza;
potrebbe
bambina
anche
mancarle di
rispetto, e la
ne soffrirebbe molto in solitudine:
Nè s’accorge quanto umano e profano sia quel mal di cuore che ha tante parole affannose, sì, ma colleriche. Non. s'accorge neppure che la mamma e il papà hanno due caratteri troppo diversi, due caratteri che non possono anda ccordo; e che
forse il carattere di
talvolta,
con
un
papà è più mite e
sorriso
amaro.
Ah
c
quel
sorri:
amaro di papà, che Benvenuta non capisce! Forse dice: « Sì, sì, hai il mal di cuore, hai ragione tu!» Forse: ma forse anche non vuol dir null è una
piccola smorfia a cui Benvenuta non deve far caso, una piccola smorfia di marito che non sfugge, se mai, agli amici di famiglia. uesti
amici
di famiglia
sonoi soliti
insipidi
nici che adulano la padrona di casa per ringr: ziarla d'un bicchierino di liquore o d'un assaggio di gateau. Insipidissimi: ma son delle persone per bene che possono fare a Benvenuta, tutte le sere, delle domande gentili e riceverne delle risposte aggraziate. — Come stai, carin
— Benissimo, grazie. — E la mamma
com'è stata oggi?
— Non ‘c'è male; grazie. — E tu hai ricama 0? — Sissignore, ho ri amato. — E che hai —
Ho scritto allazia Cos
forte e ho letto
ho sonato il piano-
sei pagine
e
mezzo
della
Storia
d'un boccone dî pane.
Insipidi gli amici; insipida lei. La mamma, che non è una sciocca, l'ascolta parlare senza il sor-
riso soddisfatto delle mamme che sembrano inebriate dalla ingenuità fastidiosa e incoerente delle
roprie ragazze: sa ch'è insipida, sa d’averla
luta così, e non se ne rammarica.e non
Un operatore della Sezione Cinematografica del R. Esercito a bordo di un aeroplano.
(Sezione Cinematografica del R. Esercito),
vo-
se ne inor-
goglisce. Ella è fermamente convinta che per otte-
nere un’obbedienza cieca, assoluta da una figlia di diciannove anni bisogna averla fatta simile a quelle
ingenue di commedia per famiglia, che dicono una parola ogni
tanto, che fanno un gesto ogni tanto,
la commedia
sarebbe
ma potrebbero anche star zitte e non muoversi, e per
famiglie lo stesso.
Ben-
venuta somiglia appunto ad una di queste attrici che hanno un grado eminente soltanto nell’ elenco
dei personaggi. Ma un giorno... un giorno ella sorride.a sè stessa. Non
è certo
una piccola cosà
quièsto sorriso, non
retto alla mamma, apapà,agli amici di famiglia: ma suo, esclusivamente suo. Questo sorriso vuol dire che la ragazza ha qualcosa da nascondere, un segreto da custodite e da rimproverarsi. È innamorata ? Ecco, è innamorata! Ama come può amar lei, col suo metodo, come
ama
la mamma.
Ama
senza parlare, senza scrivere, senza un cenno del capo, un cenno d’assenso: e quegli che non ha mai una risposta, pensa ch'ella non abbia capito o attenda il consiglio materno o non voglia. Quanto tace ? Una settimana, due mesi :ella non
vaglia il tempo. Soltanto una séra si accorge che un amico di famiglia — il più giovane — la guarda quasi con dolcezza da un angolo in ombra, con una lolcezza strana, scrutatrice, interrogatrice, che vuole
eludere gli sguardi altrui benchè ciò non sia asso-
lutamente necessario.
Ella china la testa,
tiene la testa china tutta la
sera. Ma il giorno dopo la mamma là chiama a sè dolcemente,
e le sorride.
quella dolcezza
strana,
Anche
scrutatrice,
lei sorride con
ititerrogatrice
che fa chinare la testa; lei sorride così, la mamma
avvezza a circondarsi del muto rispetto che può non far chinare la testa,ma gela — un pochino — ilcuore.
— Figliuola, la vita ha le sue leggi: leggi morali,
L'ILLUSTRAZIONE naturali. Tu sei bambina finchè stai con noi, ma non devi esser sempre bambina, e non devi stare
sempre con noi. non son i.
Quanti anni hai ? Diciannove, venti; Alla tua età io ero una donna. Eb-
bene, sii donna anche tu! Io e papà ti permettiamo Benvenuta fa segno di sì con la testa. — No, non hai capito!
«i essere donna. Hai capito? E la mamma,
solenne e benigna, dice perchè la
bambina non può aver capito, dice che c'è un fatto nuovo, rivela î fatto nuovo: il buon amico Cesare Vanzi ha chiesto ai —
lo
ri
derò
itori la mano di Benvenuta. di sì,— dice subito la mamma.
La figliuola si asciuga gli occhi, d'un tratto. Non sei contenta tu? Ti dispiace ch'egli abbia trentadue anni? Avanti, parla! — — Perchè?
La mamma
posa la mano ma;
sì, sì, ma non troppo.
IL
Egliride amaro, sogghigna; poi, improvvisamente, collericamente, strappailfoglietto dinanzi ‘alla moglie sbigottita, Cesare |Chi ha scritto questa lettera ? — Sì, sciocca! Chi ha seritto una lettera anonima ? Nessuno! Altrimenti sarebbe una lettera anonima ?
Ella comprende: quella è una lettera anonima,
una delle lettere che nei romanzi sono così drammale, specialmente
alla prota-
onista, I romanzi, come sono diversi dalla vita! Ila sorride dolcemente .al marito, alza le spalle
come per fargli piacere, e non se né parla più. Ha
una piccola bambina, nata il giorno dî Sant'Anna, e che perciò si chiama Anna, anzi Ninì; è quella piccola bambina è già così graziosa è affettuosa che tira i capelli alla mamma: ‘alla mamma © alla ser-
vetta, ma più volentieri alla mamma, È così affettuosa! La piccina non capisce, naturalmente : ca-
pisce solo che quella è la mamma, quello il papà e quella la « dada », è che la mamma ha i capelli più lunghi sulla fronte e sulle tempie, —
Ninì! Vieni
qua, vieni in braccio da me! Cara!
Bella! Amorel... Abi, ahi! Mi fai male! Cesare non s'è abituato a far toppe feste a Ninì. Dice alla moglie abbastanza indifferentementi — Bada! Quella bambina ti farà diventar brutta! Questo lo dice Cesare, e la parola della lettera anonima : sciocca. Ella è una sciocca. Può darsi; ma ha Ninì, e Ninì non sa che la mamma è una sciocca, Forse nemmeno Franca Landi, la sua mi-
gliore amica, pensa questa cosa. Pensando a Fransente una gratitudine infinita per suo marito che gliel'ha fatta conoscere, quasi per ca, Benvenuta
caso, in un giorno di pioggia, sotto il portico dì una chiesa. Che pioggia quel giorno! Franca era tutta bagnata, ma pareva felice leva, rideva, mostrando i denti bianchi, lucentissimi, e i suoi occhi sfavillavano sotto la.veletta nera, rialzata fino alla
punta del naso, Come le era parsa bella e spigliata quella signora! Ricorda ch’ella aveva sorriso a Cesare, tratto tratto, con una graziaia unun p ‘hino vo-o lubile, dicendo zitto leil »
o avendo
l'aria di
a
ne di
inte alta.
stessa. Ha la prova del tradimento. Non vista, vede. Si sente forte, sì, ma per aver visto, per non essersi
iorni, gli impassibili
Una busta volgare, un foglietto volgare, una cal:
e fantanto
Franca Landi, imporsi a
sistematicamente,
Ella sa: non più dalle lettere anonime, ma da sè
fatta vedere. Tiene la fronte alta, sì, ma dinanzi a sè stessa, nello ‘hio. Soffre, ma in silenzio, nel prc sotto ci lenzuola. E aaa trascoeo i
ligrafia artificiosa — di donna? d'uomo? — e delle insolenze. Ella non capisce. Capisce soltanto che le dicono sciocca, e l'avvertono di tener d'occhio suo marito e le sue migliori amichè; ma questo non è tutto, Bisogna sapere chi le scrive in quel modo. Generosamente, nostra la lettera a suo marito.
3 « Stia
Ora Franca è la sua migliore amica, È lei, Franca,
a darle i consigli, consigli di«toilette» specialmente. È lei, Franca, a dire qualche volta a Ninì: «Giù le manine!» A Cesare, quasi per un atto di concessione verso l'amica, dice con aggraziata bonomia: « Sia più gentile con la sua signora, diamine! » Benvenuta le rivolge uno sguardo di riconoscenza, che l'altra non vede mai. Così passano i mesi. Ninì si fa grande, ha tre anni e mezzo, quattro anni, e sa dir tutte le parole, anche quelle di difficile interpretazione che chiamiamo aggettivi. Brufa, dice alla mamma, ma non vuol dire che la mamma sia brutta del tutto. Benvenuta sorride, e si guarda ‘raramente nello specchio. È felice? Sì, è felice. Le manca nulla ?No, non le manca nulla. Tutto ha; fa ilconto :labella casa, la terrazza, la loggia, il salottino, e poi i vestiti, i li, le scarpe; e poi la riserva dello zucchero, cacao, del tè, miele, dei sottaceti, delle
‘CINZA NO
VERMODTA - VINI SPUMANTI
mette che le faccia un'osservazione. che la mamma non capisce nulla: nè
ià stabilito di mode, nè
buona volontà non si riesce a tutto: ci sono gli di usanze, nè della vita, nè dell'amore, Sull’amore, ostacoli, i terribili ostacoli che si Rupee: con la poi, Ninì ha opinioni tutte sue, opinioni discutibili, forza, non con la buona volontà, con l'o! i come sono discutibili, del resto, le‘opinioni di coBisogua essere forti dunque, credere alle lettere loro che lo hanno studiato, l’amore: filosofi e pi
anonime, cacciar di casa
sui capelli della figlitiola, Îl'accomoda, li necarezza;
matiche
sì: è una difficoltà superata. Ma poi? Anche con la
servizio, sempre,
sorride benigna,
intanto Ninì non stima sua madre, e non per-
Ella non ha temuto la vita. Perchè ? Perchè ha
sempre creduto tutto facile, tutto bello? Obbedire,
Cesare, imporsi a Ninì, imporsi alle
_ Cent ho detto jo?
siglio
notte...
tace. Aspetta che le sue labbra ritrovino il
suono della piccola parola ch'ella sa meglio di ogni altra. E — Ma infine, io sono tua madre, e tu mi devi SEA Mi devi obbedienza ? _ tata) rispondere a Vanzi?
ITALIANA
conserve di frutta; e poi... e poi il marito e la che quella figliuola è vivace per temperamento, è bambina. Tutto ha! Perchè non dev'essere felice? vivace ha dell'ingegno, è impulsiva, incoeMa ecco un'altra busta volgare, un altro foglietto rente, svogliata, tutto perchè ha dell'ingegno e non volgare, la solita calligrafia artifiziosa, il solito perpuò essere giudicata come le altre signorine. « Ma fido consiglio! Tener d'occhio suo marito ? Tener poi — dice lamamma — è impulsiva e incoerente d'occhio le sue amiche? La sua migliore amica ? ,Melle piccole cose: chi ci dice che non sia giudiOh, Franca Landi! Perchè, povera Franca? — ziosissima nei momenti difficili, nelle risoluzioni ? * E ancora ce;altro foglietto! Nessun consiglio Io credo che quella bambina abbia un carattere. ‘accusa. Quella bambina è forte, conosce il mondo e non lascia cadere su una poltrona, tre- lo teme. E se in un momento della vita sentisse di Ri la, coi grandi occhi dilatati dallo sgotemerlo o fosse irresoluta, verrebbe subito da me, mento. Ma non è l'accusa che la fa tremare così: correrebbe fra le mie braccia e ascolterebbe il mio è l'indirizzo (via tale, numero tale), è l'ora dei conconsiglio, ne sono sicura. » Le una gran cosa vegni (dalle quattro alle sei, nove a mezzache, per una felice ipotesi, Nini ascolti il suo con-
giorni, così
pain coi loro nomi di gi lunghi se li sentiamo su noi
brevi se li con-
della settimana, così come giorni della vita;
passano i mesi per Benvenuta e per i colpevoli è
son: Ma, opinioni. Padronissima la mamma i i: anzi, è una cosa molto piacevole. — Ninì, Ninì! Non è possibile che tu pensi questo. Una signorina, una ragazza di buona famiglia, diciotto anni...
una cosa molto piacevole! Ma la cosa diventa meno piacevole quando la s'accorge di Gigi Rocca. Ninì piace a Gigi Rocca, un tale di pessima fama che convive da diversi anni con una donna ch'egli ha raccolto chi sa dove, uno scapestrato, un amorale. Ninì diciotmamma
tenne, coi capelli sciolti, con le vesti corte, con tutte quelle prote scoperte, è piaciuta a Gigi Rocca;
e Gigi
Rocca ha saputo piacerle.
per Ninì; e infine Ninì è felice d'aver sei anni e di dover essere cresimata. Bisogna cercare una madrina a Ninì. Cesare sorride quasi dolcemente a Benvenuta: — Ma, scusa, Franca Landi ? Pallida, Benvenuta alza gli occhi sul volto di suo
sua madre. .—, 0%, Ninì! Ma non sai quali sono le informani ? Non sai di quella donna che ha dei diritti, capisci ?... E sarebbe riuscita a farsi sposare final-
consiglio, un buon consiglio. Ecco, ella può fare un gesto, alzare una mano, ribellarsi dignitosamente
Al_ Chem'importa mena didi qu duole donna? GigiGigi h ha già detto Chie una Pea e di mandarla rin. E,
qualcl
Lacrime amare rigano il volto materno. Quel volto magro, pallido, dalla pelle fine, tagliuzzata
marito: un volto calmo, chiaro, che le ha dato un
gon quel
gesto, con quella mano. Può fare anche
tra cosa, dignitosamente : sorridere, sor-
— Mi piace: lo voglio, — ella dice sfrontata-
finì
ridere con amarezza, con disprezzo, © dire il nome di una via, il numero di una porta. Basta, Ma bisogna avere la voce necessaria, il gesto necessario, lo sguardo necessario, bisogna non tremare: sor.
dalle rughe, quegli occhi stanchi, senza vita, senza felicità lesideri e di pensieri, quei capelli ombreggianti le tempie e la fronte, che si sono arric-
appoggiato da. anni una mano suda spalla — e le chiede: — Ti piace Franca come madrina di Ninì ?
fine in certe ore del giorno, quando la luce che viene dalla finestra del cortile palpita tremolando su la testa un po' china, Che dicono quegli occhi stanchi? Che vedono? Il presente o ‘il passato? Ninì o
ridere, non tremare. Invece ella trema, e Cesare le appoggia la mano su la spalla — Cesare non le ha
Egli rinnova la domanda senza spazientirsi: — Ti piace come madrina di Ninì — Sì, Cesare. _ ro è deciso ?
Egli toglie la-mano dalla spalla di Benvenuta,
come se ve l'abbia tenuta abbastanza.
ciati brizzolandosi,
esprimono una tristezza senza
Benvenuta ? — Vieni qui, figliuola, Ascolta.
lo avevo la tua
età; avevo un anno di più, Amavo,
sì, figliuola,
amavo un giovane che non era tuo Ata ma lo amavo senza dirglielo, ci amavamo senza essercelo
detto, senza dircelo, perchè erano le nostre anime che si amavano, Un giorno mia madre mi chiama
e mi dice chi dovevo sposare: un amico di casa,
tuo padre. Mi avevano sempre insegnato ad obbedire, edhoobbedito. Ho fatto male? Ninì ride, ride, alzando la testa, Jasciando cadere
all'indietro la gran massa dei ca) Quando torna a casa dalla pi iata, getta la — Sei stata una sciocca !una sciocca! ride, Ninì: ma poi d'improvviso vuole esche.si libera dai quaderni tornando da scuola: e sereRide, affettuosa con la mamma, la carezza, le mette si siede incrociando le> fmbe (sono due gambe una mano su la spalla. (Ah, la mano su la spalla!) nere, di seta, che si vedono fino al ginocchio), si Due lacrime sole rigano il volto pallido: due lastira tutta, alzando le braccia e la testa al soffitto, crime silenziose, due righe quasi diritte. lasciando cadere all'indietro la massa dei capelli Senti, mamma. Bisogna che tumidica disì. biondi, sciolti, sempre sciolti, e dice sguaiatamente, Io — sono minorenne: ho bisogno anche del tuo concon un lungo sbadiglio: — 0 Dio, anche questa fatica.è fatta 3 È una gran fatica per lei far tutto, non far nulla, La mamma soffre a vederla così indolente, anoiata, in quelle pose,con le gambe accavallate, i ssi Me lo darai questo consenso ? capellisrrutinti le vesti scom; te; ; — Ma Ninì! Una signorinain quell’atteggiamento! Fendibuon viso;p:GifiRocca ? = Tatonte mia fagso il iù rane — Va bene; ma la mamma? La mamma deve vedere e star zitta? i surri fidipenombra bra st: avvertono ki e là an 4 — Vedere e star zitta| È una bella gignorina cheportale vesti corte per venuta alza : civetteria (tutti le gambe) e i capelli
borsetta sul tavolo con una mossa da maschiaccio
sciolti, anche,
mamma, e le chiede che deve fare ancora per ren-
dersi interessante È di
requiem aeternam i si morti,L; © quando loè balo, proprie bulo,"pensi ve
bono sentire il peso della ti
ia
dimammà. I gio-
cosa strana, una cosa nuova,
vanotti parlano di lei comedi un amico stranissimo, ratrasmilizlno,, 2 pesi E chi non
Pap, chesidi
vedere, in casa e
lediceche!è unmmchio'
testa sospirando, quasi per non vedere. Ma quando
Ninì non c'è, la povera mamma sì consola. Pensa
i
îl
non
Marino MorETTI.
si volti all'altra parte,
— Un maschio ? No, no! Femmina. Mi piace di
esser femmina! 2 Papà ride, Ninì ride; la povera mamma china la
una
ge prassi numeri pubblicheremo i le seguenti
Vent'anni...
La vita
Elia e
Vannina. .
FER NET-BRANCA ‘amiRATELLI Nico —
BRAN CA -MILANO Corroborante
— Guardarsi dalle contrattazio ni Seativo
L'ILLUSTRAZIONE
FABBRICA
F
ITALIANA
CIOCCOLATO
BONATTI & C SPECIALITÀ
H
E CACAO per,
MILANO
“BANANCACAO,,
di
TTT NI
IL NOSTRO
LISTINO
ILLUSTRATO -VIENE.
SPEDITO :SOLAMENTE
AI RIVENDITORI
464
L'ILLUSTRAZIONE
STATI
D'ANIMO di Giuseppe Lipparini ‘
Melitta
Lontano dalla guerra, ma pur non in un'atmodal
poeta sia quello di un
uomo che vive in mezzo al verde silenzio delle cam
del mondo. Certo, molti fra i paesaggi che il poeta
dal vento.
calve e polverose; lento passare nel rosso
di uomini
impudica, delinea la bruna
svariata di bronzo e d'oro rosso e, quando cessa l'irrequietudine dello scirocco, nevrastenia diffusa dalle nuvole grigie, ha un grido di gioia dinanzi all'orizzonte purificato
immane
incide con bulino fine e forte hanno qualche cosa di grandiosamente tormentato e di tragico. Terre arse dal sollione tremendo; uragani muggenti sulle tramonto
ardente
melagrano, somigliante il bel frutto, con la pelle
pagne e crede talvolta d'obliare, eppur sente gra-
«murgie»
bella
bagnante che esce dal torrente e si riposa sotto il
Lipparini. Forse è una suggestione; ma ci par che
lo stato d'animo cantato
Laggiù nella valle cava
i Ziorsola peosts, 1fronda di icio di fmegia) ba
iorno 5 Jacotenna Dia iso leagulto a luci debbo
e allora chiare visioni gli sorridono; colui che cantò
sfera serena, ci portano i nuovi versi di Giuseppe vare intorno, oltre l'orizzonte, il dramma
ITALIANA
Io sono un poeta nuovo all'antica che ama ancora la primavera,
e di greggi.
Talvolta però l'animo dello scrittore si ribella a
quella tetraggine.
1 Gioserra Liranim, Stati d'animo edaltre poesie, Bo-
logna, Zanichelli.
Poma è sable ia uso veriviote qual'è il Lippa-
rini, cui la consuetudine con l’arte classica dona una sua elegante sobrietà, una purezza di forma
composta e musicale dove suonano echi d’antiche
zampogne; ogni tanto, in mezzo a quella musica
delicata, un accordo potente sale, scuote l'anima del lettore, un'impressione è còlta con sincerità e
immediatezza quasi violenta, una figurazione gem-
Oggi la tramontana helavato la faccia allo montague: ed esse appaiono azzurre con il lor volto fresco, come la donna ch'è scesa dal letto ed ha immerso ilvolto nel catino © l'ha levato roseo © gocciolante con gli occhi semichiusi © attoniti, © sorride perchè tutte le cose son chiare © la vita è bella senza sapere il perchè.
Mandria senza canti che il padrone Destino con lo staffile del bisogno caccia innanzi a sè.
rigato di sorrisi e di pianti.
Le immagini anche negli « Stati d'animo» tristi son sempre leggiadre; le parole armoniose e scelte
mata sfavilla:
Dietro il canapo d'acciaio che stride la zattera varca l'acqua © il buio. Il cielo pende sul mio capo così che se l'alzo temo d'urtare le stelle. Giacio supino con, gli occhi spalancati Non so se vi sia l'altra riva; navigo così da infinito tempo, e il mio approdo dev'essere in un mondo lontano dove salirò aggrappandomi alle stelle.
Cerca, nelle nubi erranti, il profilo dell’amata.
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nostri iovani tare sette medaglie d'oro, innumerevoli per |Noi abbi medaglie di argento, mille feriti e quatmai |trocento morti. Eccolo il plebiscito vero, assistere alla impiccagione del Dolce terra d'Istria, foglia d'edera disanto, eterno, il plebiscito di una volontà tragicamente forte. Eccolastatistica che stesa sul mare, chi mai poteva parlar
dalle
d'aggre ie 6-9vo ta
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meri- |conta,
scritta
col sangue
r te più degnamente
e coll’entu-
se non il
figlio
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tI all'Austria. siasmo che sono inchiostri incancellabili! Tell tue coste, che gridava: Viva II mentre il capestro gli pain la gola? Nè tu potevi mancare, o infelicissima ed *
È
ta Dalmazia, E il tuo martire, questo, è una forza, una santa forza, Poi ingono vengonogli ipiùE ile: di eletglialtri, il tuo Francesco Rismondo, ti assomigliò noi dobbiamo coltivare. Basta colla tori del reo ideale per Non vedrà Guglielmo Oberdan attorno anche nella sofferenza più atroce di quella chia storia che siamo tutti fratelli. di tutti gli altri, se è vero quello che è vero. Non è mio fratello il nemico - |dan! Altri lo pagginngone: il Carso tor a lui soltanto compagni che ebbero la raccontarono i suoi compagni fuggiti, e cerca di uccidere i miei parenti, î 1 mentato, immenso ci) itero di soldati, gli gioia di morire combattendo contro il ti- che cioè fu arso vivo in un antro di Go- amici; non è fratello colni che int offre n ‘com; ia il suo ultimo fiore, ranno, Vedrà anche quelli che furono asla nostra terra, che devasta il Paese, dai soldati austriaci ubriachi. del i o lataper, che era salito in sassinati, quelli che l'Austria massacrò rizia Registrate anche questo, o signori, che insulta e tormenta le donne. Se eg colla mano del boia di fresco decorato, \a di letterato non ostante la con quella mano che stringeva poco pri- predicate la rinuncia, oppure dite che ‘un fratello, è Caino. Vinezza, e che, esercitando il suo anche Rismondo era un jugo-slavo! Belle ‘ Fratelli nostri erano invece questi 1 ma quella dell'Imperatore. Vedrà quelli nella nordica letteratura ibseniana, cade Ù rono fucilati dal plotone dei car- e sante parole a proposito di Ini ha scritto tiri, che essi hanno uccisi, s1 dopo |che to |nefici perchè non avevano voluto tradire il Galimberti, che andrebbero sventolate ciati; fratelli sono gli italiani ch aver proclamata, in faccia a coloro che poco sentono e dall'Austria nei campi di concentralzié politico, la italianità della Dalmazia. Ed il loro vero paese, la loro vera nazione. sona discutono. fratelli i profughi, tutti coloro che Avanzati tu dunque, o Damiano Chiesa, ancora Trieste si avanza con due offerte h! brava gente, — scrivo il Galim- colpa austriaca hanno sopportato 8% Trent: è unailcorpodiRuggero Fauro, o giovinetto martire che non volesti rao- berti — che con tanto fervore di dottrina ferto, cui ingegno potente e vivace si era contare ai nemici le posizioni del nostro è febbre di sapienti ricerche andate dispu“ Giovani — conclude nel mo mì alzato a superbi nello lotte e negli esercito, e fosti fucilato nella schiena ex- tando se sia o no terra italiana la Dal- libro Tancredi Galimberti — ascoli incitamenti della vigilia, l'altra è il ca- tro le mura del castello di Trento, dopo mazia, la terra che con Niccolò Tommaseo la yoce dei morti!,, davere del filo compagno di lui, fi aver traversata per l'ultima volta la tua e Arturo Colautti ha dato all'Italia i soli Ascoltiamola tutti, vecchi e gioran Xidias, caduto anch'esso su quelle doline Rovereto dove volevi arrivare con l’esercanti, ecco come vi scioglie il dubbio ricordiamoli sempre i morti, per non carsiche che sembravano volersi nutrire cito liberatore. E tu sali con Ini all’olimpo suoi degli Dei della patria, o Fabio Filzi, im- questo giovane sublime, memore sempre menticar mai più tutte le infamie Dpiccato nella tanto #08, jrata città accanto come sotto i patriî altari, chiuse quasi l'Austria ha commesse verso il no questa lo |alpiù grandedi tutti, alpiù martiredi in un reconditorio, attendano ancora di Paese, -Rammentiamo che par il san tries Gui sventolare ai liberi venti del libero Adria- 6 le lacrime, e la sventura che il nen tutti, a Cesare Battisti. file austriache. nei Quando ti ebbero ucciso, o Battisti, vi- tico le bandiere di San Marco, sepolte il va seminando da oltre un secolo n in Italia, si dona anche lui al martirotuperarono e schernirono il tuo cada giorno in cui la bicipite aquila, posandosi terra italiana, noi dobbiamo pensari io nazionale. sulle isole dalmate, per tradimento le fa- nemico come ad una belva che biso! vere, odiarono il tuo corpo morto come se li irredenti caduti alla fronte, come uccidere, come ad un verme che wa ceva sue schiava ,. mostre tenute lave soldati, Tancredi Galimberti ricorda que- fosse cosa viva, od avevano ragione di pestato senza pietà. odiarlo. Mai fosti vivo come da quel mo* Foto Mai come adesso sono opportuni i mento, mai come da allora fosti apostolo le ricor tutti, quando ti martiri bisogna ricordarli, aginiti che dava al nipote il conte Vitali ‘che circa 400 ufficiali irredenti sono ca- della causa santa. Un cadavere strozzato tarli davanti al Paese e pra Lamberti : duti di piombo nemico. Perchè questa @ martoriato, un cadavere to Hg per vanti alla gioventù, Se nelle scuole, dove — Oggi bisogna ricordare, ricordi Italia irredenta, che dovrebbe esser te- scherno mentre il boia gli ride accanto, siistruisce un poco esi educa poco 0 odiare! desca o slava, queste terre diconiancora è ormai stampato nella storia d'Italia, nulla, si leggessero brani di libri come Orazio Paprazi che può perdonar battaglie e invasioni, il carattere nazionali Venezian, di diritto civile nella si va contestando uesto, e si ricordassero queste infanie (Gazzetta del Popolo) Università di Bologna. Non è lo studente hanno offerto all'Italia 2800 volontari, di ma certe infamie non le può perdonare. memico, come uscirebbero diversi i scapestrato, questo, non è il fanciullo im- cui 1000 ufficiali, è per ora possono van- Metteremo il ricordo di quella inutile e
resterà solo ad aspettare Guglielmo Ober:
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