L'Illustrazione Italiana 1918 n.29

Page 1

165.

p XLV -- N. 29.

Milano < 1 Luglio 1918.‘

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SOMMARIO:

Incisioni: Una pattuglia di avanguardia durante la nostra avanzata sulle montagne dell'Albania Centrale. — Il trasporto su un affusto da 149 della salma del gen. Fad L'autbmobile del gen. Fadini colpito în pieno da un pr tile nemico. — L'avanzata delle nostre truppe in. Albania : La vallata del fiume Osum, ora oltrepassata. A Berat prima della nostra occupazione: Colonna austro-ungarica di approvVigionamenti che attraversa la via principale. — Il miracolo del trasporto delle truppe americane in Europa. — L'avanzata delle nostre truppe in Albania: La città di Berat. Bande irregolari albanesi all'attacco, La Piazza di Berat. Bando irregolari albanesi all'assalto sullo montagne dell'alto Osum. = La solenne celebrazione della festa nazionale francese a Roma, a Milano, a Bologna (10 inc.) — Uomini e cose del giorno (7 înc.). — Scavi e scoperte in Roma nel sepolcreto ove fu sepolto San Paolo (6 inc.). — Le voci dei nostri frai, | telli al di là dal Piave (2 inc.).

Gli uomini di Stato tedeschi, Gli uomini cambianoma il programma; — Chi avrebbe creduto chi È è sempre lo stesso. SS, arrivata fin qui Ta linea del faocof1t >È Testo: Intermezzi del Nobiluomo Vidal. — Dal fronte: }, «American Red Cross », di Ant al — Scavi e sco% perte in Roma, di Ginseppe Lugli. — Il nemico della « SitIgnorina», novella di Lina

Poretto De Stefano, — Necrologio,

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Curiosità

— Che cos'è tutta, quella folla? U; dimostrazione? — No, è tina semplioe rappresentar; di una Sezione di una dello tante So" commissioni della Commissione per dopo-guerra.

In Austria si leggono a rovescio i comunicati sulla composizione del nuovo

Comando al fronte italiano, nella speranza di scoprirvi la verità.

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SETTIMANA

DELLA

GUERRA

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L'ILLUSTRAZION nno XIV. - N. 29, - ZI Luglio 1918. Be

Per tutti gli articoli e i disegni è riservata

UnA PATTUGLIA

DI AVANGUARDIA

ITALIANA la proprietà

artistica

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e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali.

+ Copyright by Fratelli Treves, July 2lst, 1918.

DURANTE

LA NOSTRA AVANZATA

a MONTAGNI SULLE

(Sezione Cinematografica del R. Esercito).

DELL'ALBANIA CENTRALE.


L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

INTERMEZZI.

di chiamarsi, ore rofundo, occupa un breve spazio recondito. Intorno al '30 hanno posto, sulla sua pace già vecchia, un bassorilievo, dove una Fama

. 1 tedeschi e il Belgio. Una visita alla tomba di Gaspare Gozzi. La più recente manifestazione del dolce animo tedesco è la dichiarazione che il Belgio non costituisce per la Germania che un pegno da negoziare

utilmente all'ora delle trattative di

pace. Voi vedete

uiste

della

grassa guarda il suo profilo nasuto. Una scritta latina chiama

l'epiteto e dell’antologia. So bene, ora, che l'uno e l'altro lo calunniano; so bene, ora, che se la sua prosa ha qualche amido lucido, c'è, sotto, un buon

quanta mitezza e quanta soavità! Chi parla di cone

annessioni?

itteleuropa.

I nemici

1 graziosi

unni

sono

l’estinto « litteratissimus ».

Sì, letteratissimo è davvero l’uomo della mia antologia. Ma davanti a quella pietra ho rimorso del-

patetica

pronti a resti.

Igio alla libertà, con qualche città di il strutta, con la popolazione decimata, con le indu-

tessuto di tela casalinga, e tanto senso della verità,

trattener proprio nulla, se

non forse quelle poche anticaglie di gran prezzo

mare letteratissimo, Gli uomini amano quel che di

che vennero sollecitamente vendute dagli attivi com-

loro è più caduco. Se lo scultore Canonica potesse

strie carbonizzate, senza

e tanta vita vera e calda, che lo rivelano

fratello

minore del Goldoni e del Porta. Ma lasciamolo chia-

ora scegliersi un bel titolo gradito si prenderebbe,

mercianti tedeschi ai raccoglitori di Stoccolma. Le intenzioni della Germania sono dunque pure come l’acqua distillata. Ridate al grande popolo

senza dubbio, quello di musicista. Gaspare Gozzi

tutto quello

non sapeva che noi lo avremmo amato sopratutto per la Gazzetta, per l’Osservatore, per le lettere

Se non ci fossero altre prove della disonestà te-

momento, è balenato al pensiero _il giornalista, il

tedesco le sue colonie, i suoi commerci,

familiari. Egli faceva gran conto del suo noioso

che ha perduto, perchè ebbe l'abnegazione di scatenare la guerra nel mondo, e il Belgio tornerà ad essere padrone — abbastanza — dei suoi destini.

desca,

Mondo morale.

dio

parecchie

ranneggiato,

Fu abbrancato,

martirizzato

brutalità e di grassazione.

i giornalisti passati, presenti,

difesa

quando i ladri

rito vivo, egli ebbe gusti di pedante.

invaso, ti

l'hanno afferrata

alla

Fu calpestato senza

hanno intimato di rinnegare l’agilità, la prontezza,

gola.

una

l'umanità della sua più piccola e leggiadra arte: «Sei o no, letteratissimo?»

ra-

morto, interrogato,

gione che non sia cinica, anzi senza neppure un decente pretesto. La Germania ha tanto diritto di considerare il Belgio come un pegno, quanto dianto

punto

più o meno

considerare

di vi

Il trasporto su un affusto da 149 della

autentica. Il Belgio,

salma

del generale

Fadini.

il grande conflitto dall’ipocri

tedesco,

non

che, dicono î nostri m

è una

ici,

delle

. Il Belgio era, re, uno spettatore. La sua colpa fu solo quella di non aver voluto mancare alla sua lealt Ora quando la Germa se l'Intesa vuole che il Belgio sia libero, mi paghi in compenso colonie e comodi e grassi trattati

di commercio, tenta

un ricatto non contro l’Intesa come gruppo di bel-

ligeranti, ma contro la sensibilità t Un briccone che affe:

umana dell’Indonna per

la pietra dimenticata mi fosse dato di incontrare ancora una volta qualche cosa che non vorrei di-

menticare In

ssione e di logorio, si prova

questi

un dolce bisogno di rinfr

are i nostri pensieri di

î lell’adolescenza. Mi ‘o pensare al luc urata grande: cora guizzante nelle belle correnti lel Piave, ora che in quelle correnti è stata sommersa la nbeuomini con le imma,

stiata speranza austriaca, e questo bel nome di ci dà diritto di immaginare,

sotto il mio coltello;

scritto, vietandogli severamente

portare con sè

sione di passare per Padova, andassero qualche

nazioni,

si sono coalizzate

oltre la gloria

delle

volta a visitar il buon Gaspare. Egli fu dei loro,

egli fu dei nostri. Certo, se oggi l'osservatore rivivesse ‘ebbe ben imbarazzato a condurre la loro

vita. Oh quelle lunghe gambe da cavallone vecchio,

con le fasce grigie! E quello stomaco sempre pesto,

quelle viscere flaccide, quei polmoni di carta pe-

cora! L'automobile per quel frequentatore del lento

burchiello! Le bombe, per lui che temeva dispera-

tamente le zanzare! Ma, se la carne era stanca, lo

spirito era irrequieto e curioso. Ed egli Lee già quanta difficile sia l’arte del giornale, della quale

iede.salcuni tra i primi e più perfetti e onesti saggi in Italia; sapeva quanto costi di abnegazione, di studio, di fatica, e quanto po-

io pi

so dargli il colpo di g tagliarle la gola; se non

co bene se ne raccolga. Ve-

dete, non se nei raccoglie

volete che lo faccia vuotate

nel mio cappello il vostro portafoglio, farebbe nè più nè meno di quello che la Germania.

neppur una lode stentata

sulla tomba. Meglio dir

un morto che fu un secca-

sto che confessare

che fu

Ma ecco, ci sono

anime

un fresco giornalista!

per questa razil suo cancel-

commosse che amano gli

da’ suoi

le e riprodusse, più assai dei pensieroni capitali che

questei;

intimida:

spettacoli che G. Gozzi vi-

giornali; e, ogni quindi giorni, fa dichiarare da quel eccaio del suo imperatore che il popolo tedesco è uno

egli trasse dalle biblioteche e stemperò nelle sue

grandi prose togate; come

splendido popolo eletto. Da noi gli eletti di quel

sono;

forse, un giorno, ci sarà chi

cercherà la realtà della no-

per lo meno,

stra guerra, sfogliando i che noi leggiamo ora, piuttosto che leggendo

sorvegliati dalla questura.

In un pomeriggio di ma-

le molte vaste storie che si

scriveranno dopo la pace.

linconia sono andato a cer-

care una vecchia tomba dimenticata: la tomba di

Nobiluomo

Gaspare Gozzi. Sì, ragazzi

che avete studiato al ginnasio la storia del luccio di smisurata

L’automobile del gen. Fadini colpito în pieno d:la un proiettile nemico.

grandezza che

nuotava nelle tranquille acque del Piave, viene sempre il giorno in cui si vanno a cercare i morti delle nostre scuole, e ci si indugia un poco, pen-

sosi e inteneriti, davanti a un nome che le antologie ci hanno fatto detestare. Quando ho imparato a conoscere gli scrittori e

Vidal.

SR rt Chi vuole tenersi a

corrente di tutto ciò che

si pubblica di più im-

portante în Italia e alarmi libere, un mondo sereno, dimentico di quella poderosa infamia che è la Kultur.

l'estero in fatto di letarte, scien-

feratura,

ze, ecc., legga la rassegna mensile inter.

Me ne sono andato, dunque, entro l'ombra dei portici padovani, verso l’abbagliante piazza del San-

nazionale:

la vita non più attraverso le ore di lezione e le raccolte di brani scelti, ma consumando interi gli

modesto

ho molto amato e su molti prediletto il povero arguto allampanato «osservatore ». Ma forse in quel pomeriggio di malinconia io non andavo a cercare

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anni e leggendo

le ceneri del

di

tore letteratissimo, piutto-

Ma quel bric-

cone saprebbe d'essere un briccone, mentre laGerma-

genere

Il

simo» autorevolmente ispido che conserva in un gelo eterno e in una accigliata solitudine le aride ossa di colui che s'era prescelto un nome che è tutto un programma di verità semplice, alla mano, giornalistica, « l’Osservatore ». In quest'epoca di giornalismo di guerra, vorrei che i corrispondenti dei giornali che hanno occa-

quista militare. A proposito di essa, vedremo più tardi, non solo i risultati definitivi della guerra, ma anche misureremo il peso della responsabilità. M.

non è una vittoria

chiesto.

Allora gli hanno

le altre, sì nitide, e ridenti, e gentili. Péi' l'hanno bene sigillato entro la tomba, con quel «letteratis-

decantata carta della con-

il Belgio non è una conquista di guerra. Il Belgio anche a

gli hanno

non rispose.

squadernato davanti le pagine noiose che aveva

ritto ha un brigante di sere una taglia per un bambino sequestrato a tradimento. Qui non può va-

lere nemmeno

i

Appena egli fu ben morto, tutto il sussiego ac-

cademico si è impadronito di quel cadavere; gli

che sì è

Non è entrato di propria volontà, di propria libera ziativa nella guerra.

e futuri. Se la tomba

di Gaspare Gozzi non è sparita come tante altre tombe del suo tempo, è perchè accanto a uno spi-

unicamente per spirito

È una vittima

sotto il

tissimo» ho letto e sentito la storia amara di tutti

nuvole sull’orizzonte, ba-

sterebbero a disonorare la Germania nei secoli. Che ha da fare il Belgio con le colonie tedesche ? Il Belgio non chiedeva altro che di vivere in pace

nell’onore e nel lavoro.

appunto

padre del giornalismo italiano; e in quel «lettera-

queste dichiarazioni, rimesse fuori ora per-

chè

L'hanno sepolto

Mondo morale, da letteratissimo. Ma a me, in quel

dal

vero

principio

Gaspare

alla fine i volumi,

Gozzi; anzi

la tomba

del falso Gozzi, di quello non compreso e non amato, del Gozzi del mio/ginnasio, per veder se presso

to, a salutare il buon morto. Oh! la sonnolenza del

rotta

oratorio

troppo

dove

il Gozzi è sepolto,

non è

spesso da passi che cerchino il suo che non danno

fastidio

a nessuno! E perciò pochi sanno indicare dov'è la tomba

modesta!

C'è, è vero, in un

bianchissimo

atrio, una larga lapide che ricorda come sotto di essa dorma un mucchio d’ossa che furono « cavaliere ufficiale della corona d’Italia »; ma il povero vec-

chio Gasparo o Guasparri, come gli piaceva talvolta

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B'AGERER'ONNTTE: ., Fra una vittoria e l’altra il popolo delle trincee italiane ha letto con particolare soddisfazione le due lettere di Baker e di Wilson, che Wilson rese

di ragione pubblica ai primi di luglio per annunciare che un milione d'americani a fin di giugno era sbarcato in Europa. Sopratutto andò a genio la democratica semplicità dell'espressione: Mio

caro Presidente, Mio caro Segretario, le cose stanno così e così, tanti saluti e tanti ringrazia-

menti, Il fante italiano è un po' figlio di Garibaldi, il

Generale pastore, e queste cose le sa apprezzare. D'in-

GANSRED\EROS:SH

CERTIFICA che i Stati Uniti d'America è tanto potente nel

lavoro per doppio di come è considerata;io quel che ho visto in tempi normali e una meraviglia, solo nella città di Pittsburgh-Pà, ci sono in me-

dia 570 granti fabriche di qualunque genero, poi in tutto l'America ci saranno migliai e migliai di fabriche. Le più fabriche sono quelli di ferro e acciaio, perchè ci dunque nella città

sono molti miniere di ferro, di Pittsburgh-Pà ci è una

Miniera di ferro che ci lavorano ottomila operai

è con noi, che difendiamo la civiltà, la giustizia, e la religione. x Qui c'è riflessa veramente tutta la grande amfante lavoratore per la gran

mirazione del nostro

pati

Washington e il grande assegnamento che

egli fa sul concorso verrà il

oramai

meglio.

maiuscole!

Moneta,

il

rieranno di noi, Fabio Matteo.

*

con lo sguardo compiacente voltato verso l'Europa: lusin-

Sul nostro fronte

ghiamoci che adesso possano

qualche

viene

d'oltre Atlan-

DEC.1917. 25,690

ha

a non perdere le occasioni di

ringiovanire al suo contatto.

un

nei

nota

la

giorni tran-

una imperturbabile serenità nelle posizioni più tremende.

Una ragazza infermiera, bella da far cascare il cuore, fu vista

Comando

presso Fornaci di Monastier dove a un certo giorno dell'offensiva gli austriaci erano

Inglese il portone di questo alazzo

spiegato

se lo sarebbero aspettato, con

* c'era

è già da

ben

ti i gi ui. I nostri son visti arrivare i medici, gl’infermieri e le infermiere americane dove non

tico è un carico di valore non solo numerico: stiamo attenti

Finchè

tempo

American Red Cross, per la solerte opera di assistenza che

sparire

a noi ne

Uomin , Ro-

za che tu hai nella nostra potenza, e i figli dei figli si glo-

Poeta della Buona Causa, Walt Whitman, alla fine del secolo,

la feudale Europa. Quello che

ti sei

dati si battano con la sicurez-

za! « Veggo il boia ritirarsi e

e diventare inutili le tant'altre noiose formalità del-

Se

busti, Vittoria. Che tutti i sol-

infine impareremo a farne sen-

cantava

spiegarmi

spiegato! E come adoperi le

pare abbastanza,

inutile»

forze della

la semplice grandezza di queste sincere parole. In fondo al suo « certificato » Fabio Matteo ha scritto: Perdonate se non hò saputo

Il merito alla giovine e atletica democrazia Americana, se

diventare

inesauribili

giorno che noi intenderemo ancora meglio

chini e di preghiere ce n'han fatte

delle

repubblica Americana. /o ci fergo piena fiducia :

s'apriva solo di tanto

in tanto, misteriosamente, per

lasciar passare un’ automobile

piena di ufficiali, dall’ aspetto

arrivati, che andava a raccoliere feriti al comando d’un

a stanghetta e una

strada che ha

attaglione

piuttosto freddo, cogli occhia)

fascia rossa

intorno al berretto. Il

sì richiudeva silenzio.

subito

d'assalto, per una

fatto tremare

più forti. Su quel bel viso non

portone

dopo, e

i

leggeva nessun turbamento:

tutt'al più una candida curio-

sità infantile per le cose della

Automatismo e riservatezza. Venutoci un comando americano, tutte le abitudini sono

guerra.

Nella località

di Los-

son cadde morto per una scheg-

gia di granata un ufficiale ame-

cambiate. Il portone adesso rimane sempre aperto: si vede

ricano recatosi in trincea durante il combattimento per di-

il verde del giardino e la vita

stribuire caffè

e cioccolata ai

degli Americani. I bambini di tutta la contrada non ebbero

soldati, mentre si tratteneva a

buoni amici.

tendersi, e sono il giuoco e la

fanti, a chiedere spiegazioni di questa e di quella cosa. Benchè

razione quei corpi

più vecchi soldati. Godono

mai più gaia vacanza e

pi

conversare

Hanno mezzi d'in-

ginnastica. I monelli scalzi guardano con infinita ammi

a stare

al caldo

favere i nervi a posto comeî

felici, atti

desiderio. Quando daremo loro

gere per mare i bastimenti, così bravi a giocare da ragazzi

un

coi ragazzi. Sul tramonto gli Americani vengono sulla strada a giocare alla palla, e tiran fuori le seggiole e le panche. Le ragazze si fanno suldegli spacci

e

dell’o-

strillando a

gara con

le ron-

dini. Fu bellissimo un giorno che infilarono nelle manine

due di questi marmocel

nostro

tanti dei quali conoscono bene

IL

MIRACOLO

DEL

TRASPORTO

DELLE

TRUPPE

AMERICANE

IN

Europa,

Ogni sezione di questo diagramma corrisponde a uno dei quattordici mesi, dal maggi SAR giugno 1918 inclusi, durante i quali venne trasportato attraverso l'Atlantico il numero Soldati 049,115, compresi 14,644 soldati di fanteria di marina. annunziato dal presidente Wilson, e cioè: In relazione alla minaccia dei sottomarini, le perdite non furono che di 291 uomini. — A partire dal marzo scorso il numero dei trasporti, come si vede, andò sempre aumentando grandemente. (Dal London Nezvs).

sorridere.

Intorno

faceva gran folla, e le ragazze per allegria e civetfra di loro,

Fino a mezzanotte gli americani tengono il portone aperto e stan seduti a prendere il fresco. Dal

iardino che la luna bagna di luce vengono suoni dichitarra e mandolino: è una canzone nostra, ma col tempo

del

Intanto per le retrovie fanno comunella coi nostri soldati,

sperati sulla testa e sulle spalle. I cari Americani,

i colpi, senza

anche

lo considereranno

più nè meno che un privilegio.

a gambe larghe, coi pugni sui fianchi, studiavano

teria s'abbracciavano

settore

fronte

guantoni da boxe, e questi minciarono a sonarseli da di. attentamente

di

sentirsi fraternamente legati a noi, ci guardano con un grato

e al freddo,

sterie vicine, a sognar l'America. I piccoli corrono in giro

coi

ignari della guerra dimostrano

a correre, a cavalcare, a reg-

l'us

amabilmente

stranamente ritardato. Ed ecco, ecco una

voce guasi napoletana che si leva nel giardino: E giacchè ’ste parole non c'è cchiù chi le sona... *

Il caporale maggiore di fanteria Fabio Matteo, che ha lavorato quattro anni in America,

al giorno

e ottomila

operai la notte, poi ci stà

un'altra fabrica, dove ho lavorato io, che si co-

struiscono tutti i pezzi per costruire navi, che ci lavorano quindici mile operai al giorno

e quin-

dici mile operai la notte, dunque tiene materiale

per costruzione

in due volte

quel che

ci ha di-

chiarato, posso dichiarare che î Stati Uniti D'America sono così potenti, nell’ intustria, per due volte

più della nemica Germania; tanto in materiale di qualunque genero, e tanto în Moneta ne tiene

la loro lingua. L'autocarro americano è un po' la carrozza di

tutti: basta che il fante alzi la

mano, il conducente non chie-

de che di fermare e di racco-

glierlo su. Cogli altri alleati combat-

tenti questa confidenza non c'è mai stata. Gli altri la guerra avevan cominciato a farla su altri terreni e non potequalche cosa di

vano ammettere d'avere a imparare

nuoyo sul nostro fronte. Ma l'americano vede qui la guerra per la prima volta e ha caro che glie se ne dica qualche cosa e si offre per quel che può. Apvaria natura egli si ferma e domanda : « granata? » pena vede un po’ di terra smossa o qualche rottame di

Accompagnato in trincea se non lo si tiene per la giubba intenderebbe di saltar fuori per «vedere ».

,Gli tarda di affrettare la propria preparazione.

sufficiente perfino alla Vittoria finale; Di Uomini

S’aiutano con la buona volontà e molto col dizio-

cienti per darci quando più ce ne occorrano. lo ci tengo piena fiducia che questa guerra nui la vinceremo primo con la nostra resistenza poi col braccio forte che ci darà la nostra cara alleata America, così possiamo punire la Germania, delle

mario che hanno

poi sono buoni Robusti e forti, e ne tiene suffi-

stragge che ha fatto alla popolazione civile. Iddio

BANCATTALANA-DISCONT

in tasca.

Quattro

anni di guerra

non pesano loroycome a noi, sulle spalle. Anelano di convincere con la loro presenza, coi loro muscoli e col loro coraggi

E i sottomarini tedeschi? Ci si pensa ormai co-

me agli squali “antidiluviani.

SA

Antonio

TVTTE:LE-OPERA= _ZIONI*DI: BANCA

BALDINI.


STRAZIONE

L'AVANZATA

DELLE

NOSTRE

ITALIANA

TRUPPE

La città di Berat, occupata il 10 luglio.

Bande irregolari albanesi all'assalto sulle montagne

IN

ALBANIA.

Bande irregolari albanesi all'attacco.

dell’alto Osum.

(Sez. Cinemat, del R. Esercito).


LA

Bologna: I discorsi baldi: Mentre p:

davanti al monumento a G: ente Paolucci de’ Calboli.

SOLENNE

CELEBRAZIONE.

DELLA.

F

Roma:

A Villa Umberto

davanti

(Fot. Tivoli).


|) |.


L'ILLUSTRAZIONE

LA

SOLENNE

CELEBRAZIONE

Mentre le truppe francesi ed italiane passano

DELLA

FESTA

ITALIANA

NAZIONALE

FRANCESE

IN ITALIA.

davanti al Palazzo del Credito Italiano, vengono gettati su di esse fiori e manifestini os patriottici.i SS


L'ILLUSTRAZIONE

LA

SOLENNE

CELEBRAZIONE

DELLA

FESTA

Il senatore Béranger assiste alla sfilata del corteo dal balcone del Credito Italiano

ITALIANA

NAZIONALE

53

FRANCESE

IN ITALIA.

A destra, il Presidente di questo Istituto sen. Giuseppe Colombo,


L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA UOMINI E COSE DEL GIORNO.

I rappresentanti dell'Int stringe la al presidente della Came a fiParigi: L'on. Orlando hanel; nel mezzo Derl e Lloyd George; a d mbasciatore del Giappone,

no in Russia con automi; ico, sono partiti per si mentre sfilano per le vie di Bord pra

Il nuovo sultano di Turchia.

Le nozze d’argento dei Reali d' Inghilte

teo alla Cattedrale di £ ‘an

arrivo del corPaolo per la cerimonia religiosa.

L'istruzione pre-militare: I giovanetti di Albenga che hanno seguito il corso 1917-1918,

gen. militare. che sostiene ll comm. D. A.perTommasi, ora l'affonda avv. l'accusa imento della Benedetto Brin.


L'ILLUSTRAZIONE

SCAVI E SCOPERTE

ITALIANA

IN ROMA NEL SEPOLCRETO

Il suolo di Roma svela ogni tanto ai nostri occhi

qualcuno dei segreti che da più secoli giacciono nascosti tra le fibre poderose dei suoi strati di sopra-

OVE FU SEPOLTO SAN PAOLO.

pagna, e poggia quasi sul vergine; esso sembra che abbia perdurato fino all’epoca claudio-neroniana, ed

citura ad una certa distanza sia dalla via Ostiense,

è rappresentato

usato nel periodo seguente. Il sistema caratteristico

da un

grande

sepolcro in opera

elevazione e di rovina. Era ancor viva la quasi mi-

quadrata di tufo, con la porta in grossi stipiti di

racolosa

travertino, in un’area

scoperta della basilica pagana, situata al

rettangolare a cielo

aperto,

disotto del viadotto ferropresso la Porta

viario

Maggiore — di cui fu da-

chio mal tornito e al disotto della nicchia un modesto cartello indicante il solo nome; ma, nello stes-

Paolo e la basilica omo-

so tempo, quanta cura

nima, il piccone ha rimesso in luce i primi muri di

nella costruzione

în cuì

e în pittura, che ador-

sepolcreto

sepolcreto

dell’ul-

di

tima dimora, quanta gra-

epoca imperiale, quello stesso

ognuna delle quali nicchiecontiene generalmen-

semplice piluccia ovoidale di coccio, con un coper-

sistemazione della via Ostiense, fra la porta San

vasto

semicircolari, disposte in file parallele nelle pareti,

Quanta povertà in queste sepolture, costituite d’una

ITALIANA —

quando, eseguendosi la

un

di sepoltura è a colombario, cioè a piccole nicchie

te due olle con le ceneri.

ta notizia dal comm. Corrado Ricci nel numero del 17 marzo dell’ILLUSTRAZIONE

sia dalla collina, e per essere stato ancora în parte

zia nei moi

nel 66 d. C. fu sepolto lapostolo Paolo, ospite

in stucco

nano con ritmo soavissi-

mo le anguste pareti!

Per il romano,

forse in morte, come già

lo fu in vita, di qualche borghese famiglia romana. Vero è che di questo sepolcreto già si aveva notizia, per alcune sco-

infatti,

la tomba era la seconda casa; anzi, la casa eter-

na, ove lo spirito sempre vivo seguitava a godere delle

bellezze

della

na-

tura, e ove i mortali,

spinti

perte avvenute sulla fine

dalla « celeste corrispon-

del secolo passato,

denza d’amorosi

sensi »,

a ri-

andavano a celebrare con

dosso della collina di San

Paolo,

e per altre,

frequenza i funebri

av-

venute già prima, al di-

riti, deponendo rosee vio-

sotto del piano della ba-

le sulle tombe dei cari. Per le decorazioni delle

dio del 1823: ma mentre

soggetti che ricordassero

silica, quando fu restaurata dopo il famoso incen-

tombe si sceglievano i

gli archeologi di allora

al morto le cose più belle e che lo trasportassero în

si affannarono a studiare soltanto i problemi che riguardano la sepoltura

un

tracciato della via Ostien-

con vari monumentini funerari addossati alle pareti,

e l'urgenza dei lavori mandò ogni cosa in rovina,

alla stessa guisa che si usa nei nostri cimiteri, e infine da alcuni muri in opera reticolata, apparte:

poderosi tritoni o di fanmarini.

dive-

di godimento per il mor-

oltremodo

to, ma era, ancor più, un

soddisfacenti: contempo-

chiaro monito per il vivo:

allo scavo, si

è provveduto al restauro

così,

alla riproduzione di tutti

vata

in

una

tomba

un'intera famiglia,

delle parti ‘malferme e gli elementi pittorici e decorativi; per opera del

in

un

ri

sotto:

un sottoscala che a mala pena potrebbe dare ospitalità ad un cane — fr: un piano e l’altro di nic-

prof. Ferretti, di cui ripro-

duciamo qualche saggio. « Scavo », oggi,

mostri

Talvolta il simbolo del-

niva più accentuato, e non era soltanto un motivo

parte di detto sepolcreto, risultati

reidi solcano placide i flutti, adagiate sul dorso di

la vita ultraterrena

allo scavo di una gran

raneamente

oppure a traverso l'infinito spazio del mare, nel ‘egno del possente Nettuno, ove le vagabonde netastici

An-

gelo Colini, si è proceduto

con

di

ad e-

corte briosa e spensierata ;

avanzi scoperti furono quasi totalmente trascurati,

Nell' inverno scorso, per merito della R. Soprintendenza agli Scavi di Roma, egregiamente diretta

mondo

come,

sempio, nel regno di Bacco, contornato dalla sua

Veduta generale del Sepolcreto.

se presso la basilica, gli

dal prof, Giuseppe

idealistico

beatitudine,

del grande apostolo e il

chie, vediamo dipinta un: scena del più vivo inte-

non

vuol dire ricerca di oggetti, come generalmente si intendeva fino a qualche tempo fa: « scavo » vuol dire esplorazione ra-

resse: è Ercole che conduce Alcesti fuori dagli Inferi, tenendola dolce-. mente abbracciata, e ras-

zionale del sottosuolo, non

sicurandola cheiil tricipite

getto, ma più ancora del

alcun

Cerbero non le arrecherà

solo per lo studio dell’ogmuro

danno.

È noto

il

mito: il giovane Admeto,

che lo racchiude,

marito di Alcesti, doveva

e della stratificazione dei

vari periodi sovrapposti,

morire prematuramente;

del monu-

Apollo, che lo proteggeva,

stri. Nello scavo tutto ha

un’altra persona di fami-

dalla caduta

mento fino ai giorni no-

ottenne dalle Parche cl.

importanzaefornisce dati preziosi intorno alla sto-

glia potesse morire in sua

vece. I genitori si rifiuta=

rono, e allora Alcesti sì offrì con gioia all’olocau-

ia del monumento, come

intorno al popolo che lo eresse e a quelli successivi che ne occuparono le

sto. Un sacrificio così no-

bile impietosì la signora dell’Hades,

rovine; onde la necessità

di procedere nello scavo

con

ogni cautela,

ed Ercole, l’amico di Ad-

pren-

dendo copiose riprodu-

meto, scese fin nel regno

S allo

nenti a colombari distrutti o caduti fino da epoca

Nel sepolcreto scavato presso San Paolo, la stra-

al di-

zioni e rilievi dei vari strati‘che vengono messi

scoperto.

antica. Ad una altezza di circa un metro e mezzo

tificazione si sviluppa dall'ultimo secolo della re-

sopra dei sepolcri

pubblica fino al quinto e sesto secolo dell'impero. Lo strato repubblicano è ad una profondità media da

quattro a cinque

metri

Proserpina,

la quale le ridonò la vita,

Interno del colombario di Valeria Restituta.

disotto del piano di cam-

descritti, si trova lo strato im-

periale più avanzato, datato tra la fine del primo secolo e tutto il secondo dopo Cristo. Questo strato

è il più importante e il più integro, per la sua gia-

dei morti, e ricondusse Alcesti all’affetto del deso-

lato marito. Chi non sente attraverso questa graziosissima figurazione, tutta la santità del puro affetto coniugale, e tutta la grandezza del trapasso da una vità

di tenebre ad una vita del più dolce piacere?

E altrove — ma qui in un vasto colombario che


ILLUSTRAZIONE

ITALIANA pure, nell'interno della cella, larga cent. 90, hanno ospitalità ben ventiquattro

cadaveri

cremati.

AI disopra del secondo

strato ora

descritto, ap-

partenente, come si è detto, ai primi due secoli dell'impero, si trova il terzo ed ultimo strato. Siamo qui nel periodo in cui alla cremazione viene quasi completamente sostituita la inumazione, e quindi in luogo dei colombari si trovano le tombe a camera aperta con sarcofaghi, o formza (fosse rettangolari scavate nella terra, oppure sopraelevate con murelli

di tufo e mattoni).

Interessanti

sono

presentano

contemporaneamente

il doppio

rito,

alcuni sepolcri del periodo di transizione, i quali

mentre altri, nati colombari, hanno accettato le forma,

poi

seguitando ad essere usati fino alla com-

pleta occupazione dello spazio.

In questo terzo periodo il congestionamento delle

tombe

diventa

impressionante:

gono, tumulando, le pendici

non solo si risal-

della collina, fino al

secondo secolo rimaste quasi intatte, ma si sovrap-

pongono le tombe in più piani, confusamente, mentre gli antichi sepolcri vengono riaperti e i pavimenti sconvolti, per deporvi altri cadaveri, con la unica custodia di poche palate di terra e di qualche tegola rotta.

Le iscrizioni funebri divengono sempre più rare

e la costruzione di nuovi monumenti Colombario con stucéhi e pitture.

appartenne

alla famiglia

cessa, col vol-

(Dìs. di Ferretti),

libertina dei Ponzi — ci

appare dinanzi agli occhi una povera gazzella atterrata e avidamente sbranata da due leonesse. Mo-

tivo antichissimo, che ritroviamo fino nelle arti dei

popoli orientali, il quale ci ricorda la lotta del più debole contro il più forte, la lotta eterna per l’esistenza, che applicata

alla nostra

vita, deve essere

sprone e remora nello stesso tempo, fino a che l’anima non assurga a più nobili destini. Certamente, le case dei personaggi sepolti nel nostro cimitero non erano così

ornate e custodite

come le loro tombe; la proprietà dei loro fondi, anche se vasti, non era così vantata, come quella dei pochi palmi di terra che formavano il loro tumulo.

Perciò iRomani

cri le misure

offrono bellis

dell’area

solevano

incidere sui sepol-

acquistata — e i nostri ne

empi —

minacciando spesso

l'ira degli dèi, oltre che multe severissime, variabili da cento a centomila sesterzi, a coloro che

sero occupato illegalmente la loro area, o avessero

profanato il sonno sacro dei congiunti.

Si osservi, ad esempio, l'illustrazione riprodotta

qui sotto: —

a prima

vista, il sepolero

rtenne ad una tale Livia sembra un edifici

che

ap-

Nebris, moglie di Eunico ure normali, e già l’oc-

chio fa îl paragone fra l'ingresso e la figura umana eretta per trarne una proporzione

propria

che

secondi la

immaginazione, quando le misure

incise su

gli stipiti ci fanno tornare crudamente

alla realtà

tutto il fronte del sepolcro non è lungo che sei pied: cioè m. 1.80,

e la porta è alta

soltanto

cent. 97;

una persona un po’ pingue, e che non sì possa fa-

cilmente inchinare, deve rinunciare ad entrarvi,

EpErcole conduce Alcesti fuori dell’Ades.

ger del tempo, quasi del tutto; i poveri morti giac-

ciono senza nome e senza dimora propria, usurpando, spesso vandalicamente, ‘quella degli altri; la severa legge antica ha perduto ormai ogni vi gore, per cui nessun ritegno ferma più il rozzo bifolco 0 il cinico soldato alasciare intatto il tesoro più caro che gli antichi avevano costruito per sè e per i loro fino alle ultime generazioni Ma in mezzo alla più oscura notte della decadenza pagana, sorge la lucé nuova del Cristiane: mo, che rinnova anime ed energie. I martiri gloriosi della fede sono i fari che guidano le pie navi in porto; le loro tombe sono il luogo favorito di ritrovo e di preghiera dei fratelli inCristo: chi pregò nei giorni del dolore presso il Santo prediletto, ama dopo la morte di riposare vicino a lui e perciò intorno alle tombe dei martiri si vennero celeremente formando dei vasti cimiteri, che sosti.

|2

3)

tuirono i troppo rono

un vivo

sfruttati

contrasto

cimiteri pagani, e off di

vitalità e di ordine, di

fronte al celere decadimento del culto pagano.

Ingresso del colombario di Livia Nebris.

(Fot. di Sansaini).

Spesso, al disopra delle tombe dei martiri © dei devoti, sorse, nel periodo della pace, un luogo di culto, che, pur rispettando le costruzioni anteriori, dette alla regione un indirizzo nuovo e ne fece uno dei principali centri del cattolicesimo. Così avvenne per citare l'esempio massimo, sul Vaticano, nel luogo dove fu sepolto il primo vicario di Cristo, San Pietro, e dove sorse poi il più gran tempio della cristianità; così avvenne con tradizione pa rallela, al secondo miglio della via Ostiense, dove sulla tomba del dottore delle genti, Paolo da Tarso, martirizzato, secondo la tradizione, colà presso, ad


el monumentale,

aquas Salvias (le Tre Costantino una

degno

del grande apostolo, che

Fontane), fu costruita da

giace sepolto

basilica,

tra î servi

e i liberti di Cesare, ma la cui gloria invade tutto il mondo, fin dove arriva l'aura cristiana, temprata sul freddo marmo che lo ricopre. Giuseppe LuGLI.

rifatta poicompletamente

da Valentiniano, Teodosio ed Onorio. Una parte

del sepolcreto fu allora ricoperta, servendo così da sostruzione al nuovo e il rimanente

edificio,

seguitò a fiorire, così co-

LA RISCOSSA. È il titolo di un bel vo-

me si è detto, fino al se-

sto secolo dopo Cristo, al qual tempo si riferisce la celebre iscrizione di Eusebio, rinvenuta nel pavimento della basilica stessa. La topografia del

lumetto edito dalla Casa

Editrice d'Arte Bestetti e

Tumminelli per cura del Sottosegretariato per briele d'Annunzio.

L'edizione, destinata ad

pletamente rinnovata: il munifico Eusebio restaurò a

sue

spese,

oltre

esser diffusa tra gli ufficiali e le truppe, è fuori

che

buona parte della basi-

commercio, e ilPoeta ha nobilmente rinunziato per

lica, anche l'ingresso alle tombe dei martiri, il portico, i sedili, i tetti, i ba-

questa pubblicazione ai

gni, dando a tutta la re-

gione prossima alla ba-

VOCI

A. Sartorio.

PIAVE.

DEL

DI

AL

FRATELLI

NOSTRI

DEI

suoi diritti d'autore. Il volumetto è ornato da belle xilografie di G.

(Dis, dî Ferretti),

Sepoloro ditransizione con loculi e forme.

silica un aspetto sontuoso

LE

la

Stampa e contiene Discorsi e Messaggi di Ga-

sepolcreto fu allora com-

per il recapito al bersagliere FerdiFac-simili di lettere scritte da abitanti delle terre invase e affidate prigionieri a Levico. nando Coldò, di Reggio Calabria, evaso da un campo austriaco di concentrazione di

MARZO? 23 Venerdì, s.Vittoriano m.

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MARZO

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5 Lunedì, s. Eusebio mart.

82-288. >

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« Carissima Luigia. —

miei saluti che per graSifavete la fortuna di ricevere questi ma dando avanti non so come

zia di Dio ora sono. salva tuîta la famiglia e stiamo bene

che î nostri Italiani vengano a liberarci si no finittail DOG andare per noi speriamo avaria il piacere di vederti e poi morire « per raccontare

per noî, solo ‘una volta

tutto il mio pasato »,

La lettera proviene da Menin © porta la data del 26 febbraio 1918.

“CINZANO, OUTH - VINI SPUMANTI VERM

O. - TORINO. F. CINZANO e IEEENÙ A D'ITALI aes PASSIONE SCELTI NEL TEATRO

-_T.|Ii|[|-‘‘ÉI"

LA

VERSI

pi SEM

BENELLI

con prefazione e note di PAOLO Quattro Lire.

ABCARI.

Dirigere vaglia i F.lli Treves, in Milano.

GOMME

© « Carìss mo-Luigi. — Doppa tre mesi di pattimenti oggi ti scrivo questo due misere parolle per méso dun caro soldato presoniero se ai la fortuna di ricevere per ora sono Calma e sto bene ma dando avanti non so come potra andare. «A sì, caro Luigi «sono proprio barbari questa gente» avevi ragione — ti prego se puoi scrivere al mio fidanzato per me a darli l’ultimo mio saluto perchè io mi vedo di Ron più vedere nesuno di voi soldati Italiani. ; «Ti prego se puci.... lo tralascio perchè mi trovo molto avelita ». La lettera non porta nè data nè indicazione del luogo di provenienza.

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Gli eredi della successione d'Austria di STEFANO FOURNOL con prefazione di ANDREA TORRE,Bj


L'ILLUSTRAZIONE

IL NEMICO

DELLA “ SIGNORINA »: novella di LINA PORETTO

Nella piccola azienda ove da circa trent'anni due uomin—iilprincipal e e un impiegato — lavora. VAno di

lute, non donna.

da circa

monotonia frigia col frusciare leggero tredellemesisuela gonne, con ‘a tonalità calda della sua voce,

con la luce di giovinezza che le splendeva negli occhi e ‘nel sorriso.

Il ritmo uniforme di vita del signor

Carlini e del ragioniere Fanelli che, conosciutisi. non avevano misurato lo scorrere delancor giovani, tempo curvi sulle pagine dei libroni che riempivan o di cifre, nè ì segni indelebili più dell'inchiostro, che una mano misteriosa incideva intanto sui loro volti, troncato così: il ragioniere si era ammalato era stato d’una di quelle lente bronchiti che, quando si sant'anni, tengono inchiodati a letto hanno sesper mesi. Il principale per qualche giorno aveva tentato di lavorare per due affaticandosi molto e con poco

— Oh! in quanto

— Una brava ragazza, intelligente è seria. — Tu la conosci? — No, mi fu raccomandata da un amico, Te la

mando; la vedi, e decid i: vuoi che facciamo così? Era venuta‘ nel pome gio. Seria senza essere

timida, alta, elegante d' tinto, non per ricchezza d'abiti, un po' pallida, ma come se quel pallore, ffetto di sofferenza

tutto andrà bene come

— Sono, dattilografa, anche, — aggiunse dopo ver asserito di conoscere la contabilità. — Noi siamo un po' antichi, non abbiamo la mac-

china da scrivere, ma ci penseremo. Ora dica le sue pretese, signorina. — Decida lei, io non ho pretese, ho soltanto

pri-

del suo vecchio impiegato amico, daal desiderio dopo si era

gettato

nel

lavoro

con

morale, si fosse sovrapposto

l colorito roseo della sua sana giovinezza.

utile:ci riposerebbe,

Le guancie emaciate del Fanelli si erano, per lo spavento, ravvivate, mentre egli rispondeva cipale: — Faccia come crede meglio, ma al prinspero di allora

delle necessità.

La sera il Carlini, che aveva « assunto rina, era andato, mogio mogio, a trovare»lail signoragio:

maggior lena; ma

apprendendo dal malato che il rincrudire del la sera freddo

gli era tornato dannoso,

niere,

non sto bene neppur io? Ho un dolore acuto qui — e si toccava la schiena, ergendo con sforzo stiusto; più curvo

segno di. » viltà, — Abbastanza bene, signor Carlini, spero zarmi presto.

era spaventato al pensiero che il sacrificio si siprospettava lungo di quanto egli aveva preveduto. — Ma sa, più Fanelli, che

— Come va la salute, amico mio? — Quell’«ami-

co mio»

per l'insolita, gravosa occupazione. Non

avresti fra le tue conoscenze

impiegato che facesse per il caso mio? —

Sì, un uomo

— Allora rivolgiti al Comando Supremo. O resti un riformato? Tanto peggio in quanto a vorsa-

una

affettuosità insolita:

dunque un

d’al-

rire, buono— aveva risposto lato — ma come può far tutto da sè? E il l’amma. suo dolo, re di schiena? Carlini, che non soffriva più, avrebbe voluto dire

un

della tua età.

— Bravo! per unire acciacchi e malanni. Voglio un giovane.

era

— Non si preoccupi per il lavoro, pensi a — Lei è molto

L'indomani se ne lagnò anche con un amico. — Sono molto stanco, mi è impossibile conti-

nuare così

*

hi mi vorresti proporre?

Sono vecchio ». — E. così, Fanelli, siamo vecchi — aveva all'impiegato una sera andando a fargli visita detto — e la Sollabrorazione d'un giovane ci sarebbe tanto

presto;

a paura, propriò no. — E per

dimostrarglielo, il signor Carlini disse all'amico:

profitto, ed era venuto a questa conclusion e: «

ma. — Ed il Carlini, in omaggio

DE STEFANO.

è vero? Non ti resta che prendere una

troppo! E mi consigli un po', Fanelli rebbo utile una. (Stava peo dita o non le parCarlini spalancò bocca e occhi in un «eh»? ronon ne ebbe il coraggio) una... macchina da scritondo rotondo. vere? — Una donna — ripetò l’altro. i Il ragioniere un «eh?» più di — No, caro; io sono antico, lo sai. Le donne mi quello che avevaemise espresso lo stupore rotondo del Carlini piacciono o, meglio, mi piacevano, ma în casa, con quando l'amico gli aveva detto: « Una donna». un lavoruccio tra le mani, 0 per la via, quando la— Faccia come crede. sciano dietro di sè una scia di sorriso e di profumo. Ma il volto del Fanelli tanta desolata Ma Degli uffici le detesto. meraviglia che il Carlini nonrivelava seppe dire il resto. ‘ai paura, vecchio mio?

Vicini, assidui, taciturni, una graziosa figurina donna rompeva

guarire

ITALIANA

la verità, ma pensò che talvolta la menzogna è benefica: nel caso suo poteva servire come « atte — Peggio che mai, caro mio. Siamo vecchi, pur-

nuante ».

L'indomani, all'arrivo della signorina, il Carlini

si turbò

tanto, che per non

atteggiò a burbero. « Se non parere impacciato, si

capisce presto tutto l'andamento, me ne libero. » Egli faceva di questo pensiero una speranza, pentito come era, da quando

non aveva trovato il coraggio di dir tutto ‘al ragioniere. Ma la luce d'intelligenza che splendeva grandi occhi della « signorina » non mentiva; nei ella | intuì e comprese assai presto ‘tutto veva fare per l'ufficio; onde il Carlini neciò fu che dostupito, Fonti sconcertato. Scriveva con chiara calligrafia, ‘orse un po’ fanciullesca, ma tale che un l'avrebbe definita indizio 'd'animo diritto,grafologo ingenuo; e Carlini, il quale non conosceva buono, misteri di quella scienza, osservava con piacere i le belle cifre e le agili lettere che parevano riposare sulla carta le

loro curve, tanto în contrasto con la scrittura sua e con quella del ragioniere, nante l'una come la mano non ferma già tenten: scriVente, nervosa l'altra con le linee un po'dello contorte,

chesiaccavallavano irrequiete, quasi in un tentativo i

fuga.

z

: A tutto ciò pensava Carlini dopo che la « signorina», nell'orario stabilito, se n'era Egli aveva avuto la curiosità di seguirla conandata. nella via, e solo allora si accorse che lo sguardo la iosa figurina, che si perdeva rapida tra vestita di nero. — «Un lutto,» pensò,la folla, era lutto di guerra. » Manon la interrogò « forse un mai. Ela

«signorina» non aveva parole al lavoro; prodigava la sua che fossero estranee

pera assidua e intelligente con tale spontaneità, che la prima diffidenza del Carlini si era lentamente cangiata in affettuosa simpatia. n

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L'ILLUSTRAZIONE

— Caro Fanelli, la signorina è come un polledro, trascina con impeto; noi siamo due poverì ronzini, ci affatichiamo. ; È difficile dire con quanta tristezza Fanelli avesse appreso l'assunzione della nuova impiegata, e con quanta acuta gelosia ne ascoltasse le lodi. Carlini lo rassicurava:

— Fanelli, lei ha torto — rispose quasi duramente il signor Carlini.—Sono ormai tre mesi che quella ragazza è qui,e le assicuro che, avverso come ero io pure, mi sono dato la pena di studiarla: le dico

restauro ». del proprietario », e i giorni seguenti «per poltroncine lo-

che è stimabilissima.

— Io diffido sempre delle donne che sgonnellano per gli uffici. Mia madre, buon’anima, faceva la calza. — Erano altri tempi, mio caro. Ora le nuove necessità della vita sono venute a modificare la sentenza divina: «Tu donna partorirai con gran do-

prendere una donn: —

| leno. Nulla più che il ricordo tenace: c'era in lui la

a dire il Fanelli un giorno che sì sentiva scoppiare per l’acredine contenuta.

piccola a sua buona

lore, tu uomo

Benedetto Dio, lei sa bene che gli uomini

vani sono alle armi.

ITALIANA

troppo morbida per non essere falsata», aveva finito

E poi, un uomo

avanza

la donna fa l’una cosa e l’altra.

— Ma — replicava il Fanelli, più in: istente dell'umore malsano che si era infiltrato nei suoi bron-

umile. Vedendola, se ne persuaderà.

chi — mi dica: ha domandato informazioni ?Chi è? dove abita? Il principale metteva in opera tutta la sua lon-

Quando Fanelli la vide erano trascorsi due mesi. Quella maledetta malattia era proprio figlia del-

l'inverno, e l'aveva tenuto a letto finchè non era giunta la primavera a sanargli i bronchi. Ed era

ganimità, ma qualche volta quella strana cocciutaggine lo indispettiva davvero; e quei momenti di malumore, che non sfuggivano al ragioniere, anzichè consigliarlo a placarsi ravvivavano il rancore di lui. La signorina aveva subito compreso di trovarsi

uscito anche lui, povero vecchio, timidamente, come i passerotti novelli. Ma i passerotti erano nudi e chiacchierinî, mentre lui era intabarrato e taciturno.

Tornato per la prima volta davanti all'ufficio, si soffermò: il cuore gli batteva forte. Debolezza ?

di fronte a un nemico, ma sperava di vincerne l’ay-

Chi sa! « Quasi quasi non salgo, non vado più », pensò: e provava una gran voglia di piangere. Oh! poter essere bambino, per la gioia di scoppiare in singhiozzi! Salì. esclamò

giulivo il

lavorerai....»

resso a poco così Dio, non è vero? Ebbene, oggi

gio-

forti

pretese; la nostra « signorina »è invece modesta e

— Il nostro Fanelli! —

Pare che abbia detto

ceduto infatti a poco

versione con la bontà; aveva

a poco il lavoro ch'egli con le ricerche dello sguardo

eloso reclamaya suo; sì era confinata triste e sieng davanti la macchina da scrivere, costretta

a oziare mentre lui sì affannava în un lavoro gra-

prin-

cipale, movendogli incontro con l'effusione di un vecchio amico, per rendergli meno duro il primo incontro. Una testa bruna, ricciuta, si era voltata, due occhi limpidi guardavano, e nel saluto di presen-

tazione la bocca della signorina, tanto parca di pa-

role, si era schiusa solo a un sorriso, ma pieno di cordialità. Fanelli non l’avvertì, e mentre la « signo-

voso alle sue poche forze di convalescente. Nè ella poteva capire il perchè di quella inimicizia, come Carlini non riconasceva în quel vecchio irascibile Già, non caed aspro il buon compagno di lavoro. aveva una fapivano. «Sciocchi!» Il signor Carlini miglia sua; a quella smorfiosa certo non mancavano adre,

madre e l’amoroso:

almeno

uno.

Ma lui?

‘essuno, nulla, tranne il suo lavoro. Viveva da tren-

rina» faceva ticchettare velocemente la macchina da scrivere, ‘egli guardava i suoi libri aperti, col dolore di chi deve assistere ad una violazione, senza poterla impedire. No, non poteva sopportare quell'intrusa, vederla

t'anni in una camera d'affitto. La padrona di casa già matura

allora,

ed ora

si lasciava

decrepita,

Vedere due volte il mese: nei giorni dei pagamenti. Molti anni addietro egli aveva avuto un amore, ma quella dolcezza era ormai così lontana! Ricordava:

moversi con disinvoltura, ascoltarla mentre ripeteva

in autunno ricco di colori, un giorno di vendemmia, una donna fulva come le foglie malate, la sua com-

con sicurezza al telefono le cose che appartenevano a lui da trent'anni. E con quanta grazia diceva tutto, come se par-

mossa ammirazione. E poi uva e baci, mosto e baci, vino e baci; poi il novembre, le foglie morte, l’amore

sere che civetta una donna che parla con una voce | morto: la solitudine, la bocca amara come per ve-

lasse dî fiori e di piume! « Civetta, sì, non può es-

fedeltà instintiva del cane. Per questo suo innato sentimento egli era andato sempre per oltre vent'anni nello stesso caffè, sedendo al medesimo tavolino. Ma una sera, ebbe la triste sorpresa di trovare la porta chiusa «per la morte E quando il caffeuccio grigio, dalle gore, sbiadite, si era riaperto nuovo,

tante, Fanelli non era entrato; come,

lucido,

invi-

abbandonato

dall’amante, non aveva saputo sostituirla con altre. Là gli restava se_non

non

Così

dentro, da

circa

trent'anni

era

il suo

lavoro.

il primo,

il solo,

opera assidua, signore di quella pace, che, fatta di martellato dalla il silenzio era

dava riposo. Ma ora

macchina da scrivere; una figurina bruna, sgonnellando, frusciava; e c'era uno specchio, e c'erano spesso în un vasetto dei fiori. Tutto ciò lo infasti-

diva fino all’esasperazione. Ma un mattino la «signorina » non yenne, E il un biglietto di pomeriggio il signor Carlini trovò sua famiglia eslei che diceva una persona della ser malata gravemente, e pregava di mandarle în anticipo lo stipendio.

Il Carlini pensò che quello era il momento migliore per tentar di conciliare il dissidio. —

Fanelli, vada lei, la prego. In fondo si tratta

È in lutto, anche: forse lei si accanisce contro una sventurata.

di una buona ragazza, seria, atfiva.

Il ragioniere rispose serio come i servi da com-

media: —

cipale.

lo obbedisco

agli ordini del mio prin-

E andò.

*

Venne ad aprire lei stessa. Fanelli le stava por-

gendo la busta contenente lo stipendio per andarsene, ma la voce di lei, tanto accorata, lo invitò: — Non vada subito, la prego. Poi che ha avuto

la bontà di salire fin quassù, si fermi un momento!

Entrarono

in un salottino

modesto.

La « signo-

‘rina » aveva negli occhi le tracce di lacrime recenti,

ma il volto illuminato da più recente contentezza — Come ho sofferto questa nottel Aveva la febbre a quaranta, si temeva una meningite. E invece

n6, sa. Il medico, che è andato via ora, ci ha' pro-

prio rassicurate.

Sono

tanto contental!

— Ma chi è malato? —

Il mio bambino.

Il... suo bambino?

Ma è sposata dunque?

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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA neo I —— till eiR De No, signor Fanelli. Sono mamma. Ciò mi dan— Che vuoi, caro? neggia nella sua opinione, non è vero? NECROLOGIO. non so — li bamboccio... : nascondere: lo sanno tutti quelli che mi Ma — T'è caduto ieri sera dal letto, s'è rotto; oggi Non mi vergogno; anzi ne sono altera, conoscono. _ Il Sacro Collegio ha perduto uno dei. suoi uno nuovo. Sei contento? Il Fanelli era meravigliato, più per il modo che te Mane comprerò membri, l’eminentissimo Sebastiano Martinelli, caril piccino strillava guardando impaurito il dinale aveva la « signorina » di dire le cose, che prete, titolare di Sant'Agostino e prefetto per il Fanelli: fatto stesso. Molto meravigliato era, della Sacra Congregazione dei Riti. Proveniva dalma non più — È un altro medico, non lo voglio, mi fa male, l’ordine avverso. Eppure, se quella stessa notizia degli Agostiniani: fu lettore di filosofia e l’avesse via, brutto... avuta da un'agenzia di teologia dogmatica; fu relatore in molte cause informazioni, avrebbe esclaFanelli lo accarezzò, e la sua voce, di solito dura, mato vittorioso: « Non gliel’avevo detto, signor | si piegò ad una dolcezza di beatificazione e santificazione; nel 1889 venne nuova dicendo:

stezza senza tremito che è propria dei forti nel lolore: — Una storia oggi comune, ma non volgare, Una

della serenità. Il sole pare più bello dopo l'uragano: vedrà. — Oh! signor Fanelli, io non chiedo che di lavorare e di vivere per il mio bambino! Scendendo, il ragioniere aveva gli occhi umidi. fuori, nella via, un'ardente effusione di luce lo

storia d'amore, di guerra, di morte. .Si alzò, tolse dalla parete un ritratto incorniciato

di nero davanti al

quale pregava un vasetto di fiori,

lo mostrò al Fanelli: un uificiale dei bersaglieri.

fi î

[i È

*

È

Fa

È

serena della fanciulla vedova

sciamente

le parole

presaghe:

del

«Oggi

signor

Carlini,

dell'egoismo, si schiudeva ad una fioritura | di Parigi, di Budapest ed Atene, esercitava ora în pietà, Russia tutta la sua influenza a far entrare comavanti a un negozio di giocattoli, si soffermò, pletamente la Russia dei bolscevichi nella sfera ricordando la voce piagnucolosa del piccolo dagli d'azione diplomatica e militare della Germania. occhi lucidi di febbre: « Il bamboccio ». Entrò. Aveva 46 anni.

ingon- | di

i fatti rovesciano

la

suda nel lavorare, »

E tutte le parole che la giovane ora diceva cer-

— È per un maschietto ? — gli chiesero. — Questi

cavano la via di un cuore ch'essa presentiva non È

quello

Era nato a Sant'Anna

e madre? Ri- | schine

cordava ora

legge divina: oggi la donna dolora nel partorire e

K È

di Lucca il 20 agosto 1848.

quel giorno meno frettoloso del so- | voltelle e, fuggendo, lanciarono nella sala. due che aveva amato e sofferto: vissuto, lito perchè l'esultanza delle cose baciate dal maggio |bombe che per il conte riuscirono mortali. Il Pensava alla sua inquietudine recente: che cos'era |trovava eco dolce commozione del suo animo conte Mirbach, aristocraticissimoe diplomatico di quella meschina sofferenza gelosa di fronte all'’an- |che, dopo nella essere stato torturato dalle pene me- | carriera, passato già per le residenze di Londra, goscia

1

$

Nel conclave del 1903 fu per papa Sarto, e in

del 1914 fu per Benedetto XIV.

_ Il conte Guglielmo di Mirbach-Harft; l'am— Se la guerra non me l'avesse tolto, sarei sua basciatore tedesco che, dopo la pace di Brest Lisposa. salutò. C'era tanto sole nell'alto che certo un rag- |towski, erasi insediato a Pietrogrado,, è stato ivi Fanelli non parlava. Ascoltava. a capo chino. E | gio sarebbe sceso con bontà anche nella vita della | assassi ato, il 7 luglio, locali dell'ambasciata, si sentiva buono, tanto buono, ed era felice della |«signorina». da due sconosciuti che nei spararongli contro le risua bontà. Gli pareva di tornar giovane, ai giorni Fanelli era

|

b

eletto priore generale

—, Fa la nanna, piccolo; io non sono il medico, | nel 1892 lo nominò degli Agostiniani. Leone XIII consultore l Inquisizione; nè ti faccio male. 1896 lo mandò delegato. apostolico agli Stati Congedandosi strinse con effusione la mano della nel Uniti, e lo nominò yescovo di Efeso; poi, cinque « signorina ». sa anni dopo, il 15 spalle 1901, lo pubblicò cardinale, — Coraggio, figliuola! verrà anche per lei l'ora ima egli non prese il cappello che nell’agosto del 1902.

Carlini, che non c’era da fidarsi di quella ragazza ? » La « signorina » intanto continuava, con la tri-

insensibile, inaridito solo dalla lunga mancanza affetti.

Quando

il ragioniere,

allora, vestiti da militare. Vuole il bersagliere?

di

Fanelli rivide il ritratto incorniciato di nero, con — No.

davanti il vasetto dei fiori, e rispose:

dopo essersi alzato, indu-

iava nel congedarsi, la signorina sentì nel loro silenzio, in una parola non detta, l'esprimersi di un desiderio. E gli chiese piano: + — Lo vuol vedere?

Comperò invece un bamboccino nudo e sorridente, e diede al negoziante l'indirizzo della « signorina ».

Lina Poretto DE SrEFANO.

+ Fanelli accennò con un moto del capo: Sì.

Il piccolo riposava vegliato da una signora, la mamma della signorina.

{ — Sta molto meglio, sa, il mio tesoruccio. La voce materna destò il bimbetto che aprì gli

occhi lucidi per la febbre: — Mamma!

Amalia

Guglielminetti

ha scritto per

l'Irusrra-

zione TraLiana un’ampia novella, che incominceremo nel prossimo numero. S'intitola La vita primitiva, e potrebbe quasi dirsi un romanzo breve, non tanto perchè occuperà alcune puntate, quanto perchè, nello svolgersi di un sin-

golare

rso storico...

due vite di donna:

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I primi anni

regno di Nicola, - Il matrimonio dell’impe-

ratore. - Nuove influenze. — IV. Hodinka. La politica interna. —

V, Ilmi

Corte russa, -Le reliquie di San Serafino. Qualche predecessore di Rasputin. — VI. La

CORRADO

guerra russo-giapponese, -I prodromi della voluzione. — VIL Gregorio Raspntin —

RICCI

VII.

amascao pi VoLrerra. —

La “neoklystoveina,,

pratiche religiose di Rasputin. -Qualche sma — vittima. -Mitia Koliaba, - Un rapporto dell'’Ocrana, — X. Rasputin ed Eliodoro, —

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D' «vst Torre.

la

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