165.
p XLV -- N. 29.
Milano < 1 Luglio 1918.‘
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SOMMARIO:
Incisioni: Una pattuglia di avanguardia durante la nostra avanzata sulle montagne dell'Albania Centrale. — Il trasporto su un affusto da 149 della salma del gen. Fad L'autbmobile del gen. Fadini colpito în pieno da un pr tile nemico. — L'avanzata delle nostre truppe in. Albania : La vallata del fiume Osum, ora oltrepassata. A Berat prima della nostra occupazione: Colonna austro-ungarica di approvVigionamenti che attraversa la via principale. — Il miracolo del trasporto delle truppe americane in Europa. — L'avanzata delle nostre truppe in Albania: La città di Berat. Bande irregolari albanesi all'attacco, La Piazza di Berat. Bando irregolari albanesi all'assalto sullo montagne dell'alto Osum. = La solenne celebrazione della festa nazionale francese a Roma, a Milano, a Bologna (10 inc.) — Uomini e cose del giorno (7 înc.). — Scavi e scoperte in Roma nel sepolcreto ove fu sepolto San Paolo (6 inc.). — Le voci dei nostri frai, | telli al di là dal Piave (2 inc.).
Gli uomini di Stato tedeschi, Gli uomini cambianoma il programma; — Chi avrebbe creduto chi È è sempre lo stesso. SS, arrivata fin qui Ta linea del faocof1t >È Testo: Intermezzi del Nobiluomo Vidal. — Dal fronte: }, «American Red Cross », di Ant al — Scavi e sco% perte in Roma, di Ginseppe Lugli. — Il nemico della « SitIgnorina», novella di Lina
Poretto De Stefano, — Necrologio,
Brodotto disinfettante di |DR OL IT I NA scad, oguarita di LA PIÙ LITIOSA LA PIÙ GUSTOSA S LA PIÙ ECONOMICA ACQUA DA TAVOLA
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SETTIMANA
DELLA
GUERRA
D'ITALIA
L'ILLUSTRAZION nno XIV. - N. 29, - ZI Luglio 1918. Be
Per tutti gli articoli e i disegni è riservata
UnA PATTUGLIA
DI AVANGUARDIA
ITALIANA la proprietà
artistica
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e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali.
+ Copyright by Fratelli Treves, July 2lst, 1918.
DURANTE
LA NOSTRA AVANZATA
a MONTAGNI SULLE
(Sezione Cinematografica del R. Esercito).
DELL'ALBANIA CENTRALE.
L'ILLUSTRAZIONE
ITALIANA
INTERMEZZI.
di chiamarsi, ore rofundo, occupa un breve spazio recondito. Intorno al '30 hanno posto, sulla sua pace già vecchia, un bassorilievo, dove una Fama
. 1 tedeschi e il Belgio. Una visita alla tomba di Gaspare Gozzi. La più recente manifestazione del dolce animo tedesco è la dichiarazione che il Belgio non costituisce per la Germania che un pegno da negoziare
utilmente all'ora delle trattative di
pace. Voi vedete
uiste
della
grassa guarda il suo profilo nasuto. Una scritta latina chiama
l'epiteto e dell’antologia. So bene, ora, che l'uno e l'altro lo calunniano; so bene, ora, che se la sua prosa ha qualche amido lucido, c'è, sotto, un buon
quanta mitezza e quanta soavità! Chi parla di cone
annessioni?
itteleuropa.
I nemici
1 graziosi
unni
sono
l’estinto « litteratissimus ».
Sì, letteratissimo è davvero l’uomo della mia antologia. Ma davanti a quella pietra ho rimorso del-
patetica
pronti a resti.
Igio alla libertà, con qualche città di il strutta, con la popolazione decimata, con le indu-
tessuto di tela casalinga, e tanto senso della verità,
trattener proprio nulla, se
non forse quelle poche anticaglie di gran prezzo
mare letteratissimo, Gli uomini amano quel che di
che vennero sollecitamente vendute dagli attivi com-
loro è più caduco. Se lo scultore Canonica potesse
strie carbonizzate, senza
e tanta vita vera e calda, che lo rivelano
fratello
minore del Goldoni e del Porta. Ma lasciamolo chia-
ora scegliersi un bel titolo gradito si prenderebbe,
mercianti tedeschi ai raccoglitori di Stoccolma. Le intenzioni della Germania sono dunque pure come l’acqua distillata. Ridate al grande popolo
senza dubbio, quello di musicista. Gaspare Gozzi
tutto quello
non sapeva che noi lo avremmo amato sopratutto per la Gazzetta, per l’Osservatore, per le lettere
Se non ci fossero altre prove della disonestà te-
momento, è balenato al pensiero _il giornalista, il
tedesco le sue colonie, i suoi commerci,
familiari. Egli faceva gran conto del suo noioso
che ha perduto, perchè ebbe l'abnegazione di scatenare la guerra nel mondo, e il Belgio tornerà ad essere padrone — abbastanza — dei suoi destini.
desca,
Mondo morale.
dio
parecchie
ranneggiato,
Fu abbrancato,
martirizzato
brutalità e di grassazione.
i giornalisti passati, presenti,
difesa
quando i ladri
rito vivo, egli ebbe gusti di pedante.
invaso, ti
l'hanno afferrata
alla
Fu calpestato senza
hanno intimato di rinnegare l’agilità, la prontezza,
gola.
una
l'umanità della sua più piccola e leggiadra arte: «Sei o no, letteratissimo?»
ra-
morto, interrogato,
gione che non sia cinica, anzi senza neppure un decente pretesto. La Germania ha tanto diritto di considerare il Belgio come un pegno, quanto dianto
punto
più o meno
considerare
di vi
Il trasporto su un affusto da 149 della
autentica. Il Belgio,
salma
del generale
Fadini.
il grande conflitto dall’ipocri
tedesco,
non
che, dicono î nostri m
è una
ici,
delle
. Il Belgio era, re, uno spettatore. La sua colpa fu solo quella di non aver voluto mancare alla sua lealt Ora quando la Germa se l'Intesa vuole che il Belgio sia libero, mi paghi in compenso colonie e comodi e grassi trattati
di commercio, tenta
un ricatto non contro l’Intesa come gruppo di bel-
ligeranti, ma contro la sensibilità t Un briccone che affe:
umana dell’Indonna per
la pietra dimenticata mi fosse dato di incontrare ancora una volta qualche cosa che non vorrei di-
menticare In
ssione e di logorio, si prova
questi
un dolce bisogno di rinfr
are i nostri pensieri di
î lell’adolescenza. Mi ‘o pensare al luc urata grande: cora guizzante nelle belle correnti lel Piave, ora che in quelle correnti è stata sommersa la nbeuomini con le imma,
stiata speranza austriaca, e questo bel nome di ci dà diritto di immaginare,
sotto il mio coltello;
scritto, vietandogli severamente
portare con sè
sione di passare per Padova, andassero qualche
nazioni,
si sono coalizzate
oltre la gloria
delle
volta a visitar il buon Gaspare. Egli fu dei loro,
egli fu dei nostri. Certo, se oggi l'osservatore rivivesse ‘ebbe ben imbarazzato a condurre la loro
vita. Oh quelle lunghe gambe da cavallone vecchio,
con le fasce grigie! E quello stomaco sempre pesto,
quelle viscere flaccide, quei polmoni di carta pe-
cora! L'automobile per quel frequentatore del lento
burchiello! Le bombe, per lui che temeva dispera-
tamente le zanzare! Ma, se la carne era stanca, lo
spirito era irrequieto e curioso. Ed egli Lee già quanta difficile sia l’arte del giornale, della quale
iede.salcuni tra i primi e più perfetti e onesti saggi in Italia; sapeva quanto costi di abnegazione, di studio, di fatica, e quanto po-
io pi
so dargli il colpo di g tagliarle la gola; se non
co bene se ne raccolga. Ve-
dete, non se nei raccoglie
volete che lo faccia vuotate
nel mio cappello il vostro portafoglio, farebbe nè più nè meno di quello che la Germania.
neppur una lode stentata
sulla tomba. Meglio dir
un morto che fu un secca-
sto che confessare
che fu
Ma ecco, ci sono
anime
un fresco giornalista!
per questa razil suo cancel-
commosse che amano gli
da’ suoi
le e riprodusse, più assai dei pensieroni capitali che
questei;
intimida:
spettacoli che G. Gozzi vi-
giornali; e, ogni quindi giorni, fa dichiarare da quel eccaio del suo imperatore che il popolo tedesco è uno
egli trasse dalle biblioteche e stemperò nelle sue
grandi prose togate; come
splendido popolo eletto. Da noi gli eletti di quel
sono;
forse, un giorno, ci sarà chi
cercherà la realtà della no-
per lo meno,
stra guerra, sfogliando i che noi leggiamo ora, piuttosto che leggendo
sorvegliati dalla questura.
In un pomeriggio di ma-
le molte vaste storie che si
scriveranno dopo la pace.
linconia sono andato a cer-
care una vecchia tomba dimenticata: la tomba di
Nobiluomo
Gaspare Gozzi. Sì, ragazzi
che avete studiato al ginnasio la storia del luccio di smisurata
L’automobile del gen. Fadini colpito în pieno d:la un proiettile nemico.
grandezza che
nuotava nelle tranquille acque del Piave, viene sempre il giorno in cui si vanno a cercare i morti delle nostre scuole, e ci si indugia un poco, pen-
sosi e inteneriti, davanti a un nome che le antologie ci hanno fatto detestare. Quando ho imparato a conoscere gli scrittori e
Vidal.
SR rt Chi vuole tenersi a
corrente di tutto ciò che
si pubblica di più im-
portante în Italia e alarmi libere, un mondo sereno, dimentico di quella poderosa infamia che è la Kultur.
l'estero in fatto di letarte, scien-
feratura,
ze, ecc., legga la rassegna mensile inter.
Me ne sono andato, dunque, entro l'ombra dei portici padovani, verso l’abbagliante piazza del San-
nazionale:
la vita non più attraverso le ore di lezione e le raccolte di brani scelti, ma consumando interi gli
modesto
ho molto amato e su molti prediletto il povero arguto allampanato «osservatore ». Ma forse in quel pomeriggio di malinconia io non andavo a cercare
sepolcro. Ceneri mansuete
mese, în fascicolo di 56 pagine, con i originali ‘dei migliori scrittori, recensiarticol oni delle novità librarie più interessanti, profili dî autori, ed un ricchissimo bollettino bibliografico italiano, francese, inglese, tedesco e spagnuolo. Abbonamento (SS a tutto il 37 dic. LISI di 1918: L.3. Cartolina-vaglia agli Editori F.lli Treves, Milano.
anni e leggendo
le ceneri del
di
tore letteratissimo, piutto-
Ma quel bric-
cone saprebbe d'essere un briccone, mentre laGerma-
genere
Il
simo» autorevolmente ispido che conserva in un gelo eterno e in una accigliata solitudine le aride ossa di colui che s'era prescelto un nome che è tutto un programma di verità semplice, alla mano, giornalistica, « l’Osservatore ». In quest'epoca di giornalismo di guerra, vorrei che i corrispondenti dei giornali che hanno occa-
quista militare. A proposito di essa, vedremo più tardi, non solo i risultati definitivi della guerra, ma anche misureremo il peso della responsabilità. M.
non è una vittoria
chiesto.
Allora gli hanno
le altre, sì nitide, e ridenti, e gentili. Péi' l'hanno bene sigillato entro la tomba, con quel «letteratis-
decantata carta della con-
il Belgio non è una conquista di guerra. Il Belgio anche a
gli hanno
non rispose.
squadernato davanti le pagine noiose che aveva
ritto ha un brigante di sere una taglia per un bambino sequestrato a tradimento. Qui non può va-
lere nemmeno
i
Appena egli fu ben morto, tutto il sussiego ac-
cademico si è impadronito di quel cadavere; gli
che sì è
Non è entrato di propria volontà, di propria libera ziativa nella guerra.
e futuri. Se la tomba
di Gaspare Gozzi non è sparita come tante altre tombe del suo tempo, è perchè accanto a uno spi-
unicamente per spirito
È una vittima
sotto il
tissimo» ho letto e sentito la storia amara di tutti
nuvole sull’orizzonte, ba-
sterebbero a disonorare la Germania nei secoli. Che ha da fare il Belgio con le colonie tedesche ? Il Belgio non chiedeva altro che di vivere in pace
nell’onore e nel lavoro.
appunto
padre del giornalismo italiano; e in quel «lettera-
queste dichiarazioni, rimesse fuori ora per-
chè
L'hanno sepolto
Mondo morale, da letteratissimo. Ma a me, in quel
dal
vero
principio
Gaspare
alla fine i volumi,
Gozzi; anzi
la tomba
del falso Gozzi, di quello non compreso e non amato, del Gozzi del mio/ginnasio, per veder se presso
to, a salutare il buon morto. Oh! la sonnolenza del
rotta
oratorio
troppo
dove
il Gozzi è sepolto,
non è
spesso da passi che cerchino il suo che non danno
fastidio
a nessuno! E perciò pochi sanno indicare dov'è la tomba
modesta!
C'è, è vero, in un
bianchissimo
atrio, una larga lapide che ricorda come sotto di essa dorma un mucchio d’ossa che furono « cavaliere ufficiale della corona d’Italia »; ma il povero vec-
chio Gasparo o Guasparri, come gli piaceva talvolta
POLVERI PASTE-CREME
LELYY
«ELISIR
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._! LIBRI DEL GIORNO.
Esce al principio di ogni
L'ILLUSTRAZIONE
L'AVANZATA
DELLE
NOSTRE
A Berat prima della nostra occupazioni e: Colonna austro-ungarica
ITALIANA
TRUPPE
IN
ALBANIA.
di approvvigionamenti che attraversa la via principale,
L'ILLUSTRAZIONE
|LA
GVERRA.
ITALIANA
È uscito il 13° volume: Dalle rive del Piave ai propugnacoli alpini. + L.3.
CAMERE
B'AGERER'ONNTTE: ., Fra una vittoria e l’altra il popolo delle trincee italiane ha letto con particolare soddisfazione le due lettere di Baker e di Wilson, che Wilson rese
di ragione pubblica ai primi di luglio per annunciare che un milione d'americani a fin di giugno era sbarcato in Europa. Sopratutto andò a genio la democratica semplicità dell'espressione: Mio
caro Presidente, Mio caro Segretario, le cose stanno così e così, tanti saluti e tanti ringrazia-
menti, Il fante italiano è un po' figlio di Garibaldi, il
Generale pastore, e queste cose le sa apprezzare. D'in-
GANSRED\EROS:SH
CERTIFICA che i Stati Uniti d'America è tanto potente nel
lavoro per doppio di come è considerata;io quel che ho visto in tempi normali e una meraviglia, solo nella città di Pittsburgh-Pà, ci sono in me-
dia 570 granti fabriche di qualunque genero, poi in tutto l'America ci saranno migliai e migliai di fabriche. Le più fabriche sono quelli di ferro e acciaio, perchè ci dunque nella città
sono molti miniere di ferro, di Pittsburgh-Pà ci è una
Miniera di ferro che ci lavorano ottomila operai
è con noi, che difendiamo la civiltà, la giustizia, e la religione. x Qui c'è riflessa veramente tutta la grande amfante lavoratore per la gran
mirazione del nostro
pati
Washington e il grande assegnamento che
egli fa sul concorso verrà il
oramai
meglio.
maiuscole!
Moneta,
il
rieranno di noi, Fabio Matteo.
*
con lo sguardo compiacente voltato verso l'Europa: lusin-
Sul nostro fronte
ghiamoci che adesso possano
qualche
viene
d'oltre Atlan-
DEC.1917. 25,690
ha
a non perdere le occasioni di
ringiovanire al suo contatto.
un
nei
nota
la
giorni tran-
una imperturbabile serenità nelle posizioni più tremende.
Una ragazza infermiera, bella da far cascare il cuore, fu vista
Comando
presso Fornaci di Monastier dove a un certo giorno dell'offensiva gli austriaci erano
Inglese il portone di questo alazzo
spiegato
se lo sarebbero aspettato, con
* c'era
è già da
ben
ti i gi ui. I nostri son visti arrivare i medici, gl’infermieri e le infermiere americane dove non
tico è un carico di valore non solo numerico: stiamo attenti
Finchè
tempo
American Red Cross, per la solerte opera di assistenza che
sparire
a noi ne
Uomin , Ro-
za che tu hai nella nostra potenza, e i figli dei figli si glo-
Poeta della Buona Causa, Walt Whitman, alla fine del secolo,
la feudale Europa. Quello che
ti sei
dati si battano con la sicurez-
za! « Veggo il boia ritirarsi e
e diventare inutili le tant'altre noiose formalità del-
Se
busti, Vittoria. Che tutti i sol-
infine impareremo a farne sen-
cantava
spiegarmi
spiegato! E come adoperi le
pare abbastanza,
inutile»
forze della
la semplice grandezza di queste sincere parole. In fondo al suo « certificato » Fabio Matteo ha scritto: Perdonate se non hò saputo
Il merito alla giovine e atletica democrazia Americana, se
diventare
inesauribili
giorno che noi intenderemo ancora meglio
chini e di preghiere ce n'han fatte
delle
repubblica Americana. /o ci fergo piena fiducia :
s'apriva solo di tanto
in tanto, misteriosamente, per
lasciar passare un’ automobile
piena di ufficiali, dall’ aspetto
arrivati, che andava a raccoliere feriti al comando d’un
a stanghetta e una
strada che ha
attaglione
piuttosto freddo, cogli occhia)
fascia rossa
intorno al berretto. Il
sì richiudeva silenzio.
subito
d'assalto, per una
fatto tremare
più forti. Su quel bel viso non
portone
dopo, e
i
leggeva nessun turbamento:
tutt'al più una candida curio-
sità infantile per le cose della
Automatismo e riservatezza. Venutoci un comando americano, tutte le abitudini sono
guerra.
Nella località
di Los-
son cadde morto per una scheg-
gia di granata un ufficiale ame-
cambiate. Il portone adesso rimane sempre aperto: si vede
ricano recatosi in trincea durante il combattimento per di-
il verde del giardino e la vita
stribuire caffè
e cioccolata ai
degli Americani. I bambini di tutta la contrada non ebbero
soldati, mentre si tratteneva a
buoni amici.
tendersi, e sono il giuoco e la
fanti, a chiedere spiegazioni di questa e di quella cosa. Benchè
razione quei corpi
più vecchi soldati. Godono
mai più gaia vacanza e
pi
conversare
Hanno mezzi d'in-
ginnastica. I monelli scalzi guardano con infinita ammi
a stare
al caldo
favere i nervi a posto comeî
felici, atti
desiderio. Quando daremo loro
gere per mare i bastimenti, così bravi a giocare da ragazzi
un
coi ragazzi. Sul tramonto gli Americani vengono sulla strada a giocare alla palla, e tiran fuori le seggiole e le panche. Le ragazze si fanno suldegli spacci
e
dell’o-
strillando a
gara con
le ron-
dini. Fu bellissimo un giorno che infilarono nelle manine
due di questi marmocel
nostro
nè
tanti dei quali conoscono bene
IL
MIRACOLO
DEL
TRASPORTO
DELLE
TRUPPE
AMERICANE
IN
Europa,
Ogni sezione di questo diagramma corrisponde a uno dei quattordici mesi, dal maggi SAR giugno 1918 inclusi, durante i quali venne trasportato attraverso l'Atlantico il numero Soldati 049,115, compresi 14,644 soldati di fanteria di marina. annunziato dal presidente Wilson, e cioè: In relazione alla minaccia dei sottomarini, le perdite non furono che di 291 uomini. — A partire dal marzo scorso il numero dei trasporti, come si vede, andò sempre aumentando grandemente. (Dal London Nezvs).
sorridere.
Intorno
faceva gran folla, e le ragazze per allegria e civetfra di loro,
Fino a mezzanotte gli americani tengono il portone aperto e stan seduti a prendere il fresco. Dal
iardino che la luna bagna di luce vengono suoni dichitarra e mandolino: è una canzone nostra, ma col tempo
del
Intanto per le retrovie fanno comunella coi nostri soldati,
sperati sulla testa e sulle spalle. I cari Americani,
i colpi, senza
anche
lo considereranno
più nè meno che un privilegio.
a gambe larghe, coi pugni sui fianchi, studiavano
teria s'abbracciavano
settore
fronte
guantoni da boxe, e questi minciarono a sonarseli da di. attentamente
di
sentirsi fraternamente legati a noi, ci guardano con un grato
e al freddo,
sterie vicine, a sognar l'America. I piccoli corrono in giro
coi
ignari della guerra dimostrano
a correre, a cavalcare, a reg-
l'us
amabilmente
stranamente ritardato. Ed ecco, ecco una
voce guasi napoletana che si leva nel giardino: E giacchè ’ste parole non c'è cchiù chi le sona... *
Il caporale maggiore di fanteria Fabio Matteo, che ha lavorato quattro anni in America,
al giorno
e ottomila
operai la notte, poi ci stà
un'altra fabrica, dove ho lavorato io, che si co-
struiscono tutti i pezzi per costruire navi, che ci lavorano quindici mile operai al giorno
e quin-
dici mile operai la notte, dunque tiene materiale
per costruzione
in due volte
quel che
ci ha di-
chiarato, posso dichiarare che î Stati Uniti D'America sono così potenti, nell’ intustria, per due volte
più della nemica Germania; tanto in materiale di qualunque genero, e tanto în Moneta ne tiene
la loro lingua. L'autocarro americano è un po' la carrozza di
tutti: basta che il fante alzi la
mano, il conducente non chie-
de che di fermare e di racco-
glierlo su. Cogli altri alleati combat-
tenti questa confidenza non c'è mai stata. Gli altri la guerra avevan cominciato a farla su altri terreni e non potequalche cosa di
vano ammettere d'avere a imparare
nuoyo sul nostro fronte. Ma l'americano vede qui la guerra per la prima volta e ha caro che glie se ne dica qualche cosa e si offre per quel che può. Apvaria natura egli si ferma e domanda : « granata? » pena vede un po’ di terra smossa o qualche rottame di
Accompagnato in trincea se non lo si tiene per la giubba intenderebbe di saltar fuori per «vedere ».
,Gli tarda di affrettare la propria preparazione.
sufficiente perfino alla Vittoria finale; Di Uomini
S’aiutano con la buona volontà e molto col dizio-
cienti per darci quando più ce ne occorrano. lo ci tengo piena fiducia che questa guerra nui la vinceremo primo con la nostra resistenza poi col braccio forte che ci darà la nostra cara alleata America, così possiamo punire la Germania, delle
mario che hanno
poi sono buoni Robusti e forti, e ne tiene suffi-
stragge che ha fatto alla popolazione civile. Iddio
BANCATTALANA-DISCONT
in tasca.
Quattro
anni di guerra
non pesano loroycome a noi, sulle spalle. Anelano di convincere con la loro presenza, coi loro muscoli e col loro coraggi
E i sottomarini tedeschi? Ci si pensa ormai co-
me agli squali “antidiluviani.
SA
Antonio
TVTTE:LE-OPERA= _ZIONI*DI: BANCA
BALDINI.
STRAZIONE
L'AVANZATA
DELLE
NOSTRE
ITALIANA
TRUPPE
La città di Berat, occupata il 10 luglio.
Bande irregolari albanesi all'assalto sulle montagne
IN
ALBANIA.
Bande irregolari albanesi all'attacco.
dell’alto Osum.
(Sez. Cinemat, del R. Esercito).
LA
Bologna: I discorsi baldi: Mentre p:
davanti al monumento a G: ente Paolucci de’ Calboli.
SOLENNE
CELEBRAZIONE.
DELLA.
F
Roma:
A Villa Umberto
davanti
(Fot. Tivoli).
|) |.
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
CELEBRAZIONE
Mentre le truppe francesi ed italiane passano
DELLA
FESTA
ITALIANA
NAZIONALE
FRANCESE
IN ITALIA.
davanti al Palazzo del Credito Italiano, vengono gettati su di esse fiori e manifestini os patriottici.i SS
L'ILLUSTRAZIONE
LA
SOLENNE
CELEBRAZIONE
DELLA
FESTA
Il senatore Béranger assiste alla sfilata del corteo dal balcone del Credito Italiano
ITALIANA
NAZIONALE
53
FRANCESE
IN ITALIA.
A destra, il Presidente di questo Istituto sen. Giuseppe Colombo,
L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA UOMINI E COSE DEL GIORNO.
I rappresentanti dell'Int stringe la al presidente della Came a fiParigi: L'on. Orlando hanel; nel mezzo Derl e Lloyd George; a d mbasciatore del Giappone,
no in Russia con automi; ico, sono partiti per si mentre sfilano per le vie di Bord pra
Il nuovo sultano di Turchia.
Le nozze d’argento dei Reali d' Inghilte
teo alla Cattedrale di £ ‘an
arrivo del corPaolo per la cerimonia religiosa.
L'istruzione pre-militare: I giovanetti di Albenga che hanno seguito il corso 1917-1918,
gen. militare. che sostiene ll comm. D. A.perTommasi, ora l'affonda avv. l'accusa imento della Benedetto Brin.
L'ILLUSTRAZIONE
SCAVI E SCOPERTE
ITALIANA
IN ROMA NEL SEPOLCRETO
Il suolo di Roma svela ogni tanto ai nostri occhi
qualcuno dei segreti che da più secoli giacciono nascosti tra le fibre poderose dei suoi strati di sopra-
OVE FU SEPOLTO SAN PAOLO.
pagna, e poggia quasi sul vergine; esso sembra che abbia perdurato fino all’epoca claudio-neroniana, ed
citura ad una certa distanza sia dalla via Ostiense,
è rappresentato
usato nel periodo seguente. Il sistema caratteristico
da un
grande
sepolcro in opera
elevazione e di rovina. Era ancor viva la quasi mi-
quadrata di tufo, con la porta in grossi stipiti di
racolosa
travertino, in un’area
scoperta della basilica pagana, situata al
rettangolare a cielo
aperto,
disotto del viadotto ferropresso la Porta
viario
Maggiore — di cui fu da-
chio mal tornito e al disotto della nicchia un modesto cartello indicante il solo nome; ma, nello stes-
Paolo e la basilica omo-
so tempo, quanta cura
nima, il piccone ha rimesso in luce i primi muri di
nella costruzione
în cuì
e în pittura, che ador-
sepolcreto
sepolcreto
dell’ul-
di
tima dimora, quanta gra-
epoca imperiale, quello stesso
ognuna delle quali nicchiecontiene generalmen-
semplice piluccia ovoidale di coccio, con un coper-
sistemazione della via Ostiense, fra la porta San
vasto
semicircolari, disposte in file parallele nelle pareti,
Quanta povertà in queste sepolture, costituite d’una
ITALIANA —
quando, eseguendosi la
un
di sepoltura è a colombario, cioè a piccole nicchie
te due olle con le ceneri.
ta notizia dal comm. Corrado Ricci nel numero del 17 marzo dell’ILLUSTRAZIONE
sia dalla collina, e per essere stato ancora în parte
zia nei moi
nel 66 d. C. fu sepolto lapostolo Paolo, ospite
in stucco
nano con ritmo soavissi-
mo le anguste pareti!
Per il romano,
forse in morte, come già
lo fu in vita, di qualche borghese famiglia romana. Vero è che di questo sepolcreto già si aveva notizia, per alcune sco-
infatti,
la tomba era la seconda casa; anzi, la casa eter-
na, ove lo spirito sempre vivo seguitava a godere delle
bellezze
della
na-
tura, e ove i mortali,
spinti
perte avvenute sulla fine
dalla « celeste corrispon-
del secolo passato,
denza d’amorosi
sensi »,
a ri-
andavano a celebrare con
dosso della collina di San
Paolo,
e per altre,
frequenza i funebri
av-
venute già prima, al di-
riti, deponendo rosee vio-
sotto del piano della ba-
le sulle tombe dei cari. Per le decorazioni delle
dio del 1823: ma mentre
soggetti che ricordassero
silica, quando fu restaurata dopo il famoso incen-
tombe si sceglievano i
gli archeologi di allora
al morto le cose più belle e che lo trasportassero în
si affannarono a studiare soltanto i problemi che riguardano la sepoltura
un
tracciato della via Ostien-
con vari monumentini funerari addossati alle pareti,
e l'urgenza dei lavori mandò ogni cosa in rovina,
alla stessa guisa che si usa nei nostri cimiteri, e infine da alcuni muri in opera reticolata, apparte:
poderosi tritoni o di fanmarini.
dive-
di godimento per il mor-
oltremodo
to, ma era, ancor più, un
soddisfacenti: contempo-
chiaro monito per il vivo:
allo scavo, si
è provveduto al restauro
così,
alla riproduzione di tutti
vata
in
una
tomba
un'intera famiglia,
delle parti ‘malferme e gli elementi pittorici e decorativi; per opera del
in
un
ri
sotto:
un sottoscala che a mala pena potrebbe dare ospitalità ad un cane — fr: un piano e l’altro di nic-
prof. Ferretti, di cui ripro-
duciamo qualche saggio. « Scavo », oggi,
mostri
Talvolta il simbolo del-
niva più accentuato, e non era soltanto un motivo
parte di detto sepolcreto, risultati
reidi solcano placide i flutti, adagiate sul dorso di
la vita ultraterrena
allo scavo di una gran
raneamente
oppure a traverso l'infinito spazio del mare, nel ‘egno del possente Nettuno, ove le vagabonde netastici
An-
gelo Colini, si è proceduto
con
di
ad e-
corte briosa e spensierata ;
avanzi scoperti furono quasi totalmente trascurati,
Nell' inverno scorso, per merito della R. Soprintendenza agli Scavi di Roma, egregiamente diretta
mondo
come,
sempio, nel regno di Bacco, contornato dalla sua
Veduta generale del Sepolcreto.
se presso la basilica, gli
dal prof, Giuseppe
idealistico
beatitudine,
del grande apostolo e il
chie, vediamo dipinta un: scena del più vivo inte-
non
vuol dire ricerca di oggetti, come generalmente si intendeva fino a qualche tempo fa: « scavo » vuol dire esplorazione ra-
resse: è Ercole che conduce Alcesti fuori dagli Inferi, tenendola dolce-. mente abbracciata, e ras-
zionale del sottosuolo, non
sicurandola cheiil tricipite
getto, ma più ancora del
alcun
Cerbero non le arrecherà
solo per lo studio dell’ogmuro
danno.
È noto
il
mito: il giovane Admeto,
che lo racchiude,
marito di Alcesti, doveva
e della stratificazione dei
vari periodi sovrapposti,
morire prematuramente;
del monu-
Apollo, che lo proteggeva,
stri. Nello scavo tutto ha
un’altra persona di fami-
dalla caduta
mento fino ai giorni no-
ottenne dalle Parche cl.
importanzaefornisce dati preziosi intorno alla sto-
glia potesse morire in sua
vece. I genitori si rifiuta=
rono, e allora Alcesti sì offrì con gioia all’olocau-
ia del monumento, come
intorno al popolo che lo eresse e a quelli successivi che ne occuparono le
sto. Un sacrificio così no-
bile impietosì la signora dell’Hades,
rovine; onde la necessità
di procedere nello scavo
con
ogni cautela,
ed Ercole, l’amico di Ad-
pren-
dendo copiose riprodu-
meto, scese fin nel regno
S allo
nenti a colombari distrutti o caduti fino da epoca
Nel sepolcreto scavato presso San Paolo, la stra-
al di-
zioni e rilievi dei vari strati‘che vengono messi
scoperto.
antica. Ad una altezza di circa un metro e mezzo
tificazione si sviluppa dall'ultimo secolo della re-
sopra dei sepolcri
pubblica fino al quinto e sesto secolo dell'impero. Lo strato repubblicano è ad una profondità media da
quattro a cinque
metri
Proserpina,
la quale le ridonò la vita,
Interno del colombario di Valeria Restituta.
disotto del piano di cam-
descritti, si trova lo strato im-
periale più avanzato, datato tra la fine del primo secolo e tutto il secondo dopo Cristo. Questo strato
è il più importante e il più integro, per la sua gia-
dei morti, e ricondusse Alcesti all’affetto del deso-
lato marito. Chi non sente attraverso questa graziosissima figurazione, tutta la santità del puro affetto coniugale, e tutta la grandezza del trapasso da una vità
di tenebre ad una vita del più dolce piacere?
E altrove — ma qui in un vasto colombario che
ILLUSTRAZIONE
ITALIANA pure, nell'interno della cella, larga cent. 90, hanno ospitalità ben ventiquattro
cadaveri
cremati.
AI disopra del secondo
strato ora
descritto, ap-
partenente, come si è detto, ai primi due secoli dell'impero, si trova il terzo ed ultimo strato. Siamo qui nel periodo in cui alla cremazione viene quasi completamente sostituita la inumazione, e quindi in luogo dei colombari si trovano le tombe a camera aperta con sarcofaghi, o formza (fosse rettangolari scavate nella terra, oppure sopraelevate con murelli
di tufo e mattoni).
Interessanti
sono
presentano
contemporaneamente
il doppio
rito,
alcuni sepolcri del periodo di transizione, i quali
mentre altri, nati colombari, hanno accettato le forma,
poi
seguitando ad essere usati fino alla com-
pleta occupazione dello spazio.
In questo terzo periodo il congestionamento delle
tombe
diventa
impressionante:
gono, tumulando, le pendici
non solo si risal-
della collina, fino al
secondo secolo rimaste quasi intatte, ma si sovrap-
pongono le tombe in più piani, confusamente, mentre gli antichi sepolcri vengono riaperti e i pavimenti sconvolti, per deporvi altri cadaveri, con la unica custodia di poche palate di terra e di qualche tegola rotta.
Le iscrizioni funebri divengono sempre più rare
e la costruzione di nuovi monumenti Colombario con stucéhi e pitture.
appartenne
alla famiglia
cessa, col vol-
(Dìs. di Ferretti),
libertina dei Ponzi — ci
appare dinanzi agli occhi una povera gazzella atterrata e avidamente sbranata da due leonesse. Mo-
tivo antichissimo, che ritroviamo fino nelle arti dei
popoli orientali, il quale ci ricorda la lotta del più debole contro il più forte, la lotta eterna per l’esistenza, che applicata
alla nostra
vita, deve essere
sprone e remora nello stesso tempo, fino a che l’anima non assurga a più nobili destini. Certamente, le case dei personaggi sepolti nel nostro cimitero non erano così
ornate e custodite
come le loro tombe; la proprietà dei loro fondi, anche se vasti, non era così vantata, come quella dei pochi palmi di terra che formavano il loro tumulo.
Perciò iRomani
cri le misure
offrono bellis
dell’area
solevano
incidere sui sepol-
acquistata — e i nostri ne
empi —
minacciando spesso
l'ira degli dèi, oltre che multe severissime, variabili da cento a centomila sesterzi, a coloro che
sero occupato illegalmente la loro area, o avessero
profanato il sonno sacro dei congiunti.
Si osservi, ad esempio, l'illustrazione riprodotta
qui sotto: —
a prima
vista, il sepolero
rtenne ad una tale Livia sembra un edifici
—
che
ap-
Nebris, moglie di Eunico ure normali, e già l’oc-
chio fa îl paragone fra l'ingresso e la figura umana eretta per trarne una proporzione
propria
che
secondi la
immaginazione, quando le misure
incise su
gli stipiti ci fanno tornare crudamente
alla realtà
tutto il fronte del sepolcro non è lungo che sei pied: cioè m. 1.80,
e la porta è alta
soltanto
cent. 97;
una persona un po’ pingue, e che non sì possa fa-
cilmente inchinare, deve rinunciare ad entrarvi,
EpErcole conduce Alcesti fuori dell’Ades.
ger del tempo, quasi del tutto; i poveri morti giac-
ciono senza nome e senza dimora propria, usurpando, spesso vandalicamente, ‘quella degli altri; la severa legge antica ha perduto ormai ogni vi gore, per cui nessun ritegno ferma più il rozzo bifolco 0 il cinico soldato alasciare intatto il tesoro più caro che gli antichi avevano costruito per sè e per i loro fino alle ultime generazioni Ma in mezzo alla più oscura notte della decadenza pagana, sorge la lucé nuova del Cristiane: mo, che rinnova anime ed energie. I martiri gloriosi della fede sono i fari che guidano le pie navi in porto; le loro tombe sono il luogo favorito di ritrovo e di preghiera dei fratelli inCristo: chi pregò nei giorni del dolore presso il Santo prediletto, ama dopo la morte di riposare vicino a lui e perciò intorno alle tombe dei martiri si vennero celeremente formando dei vasti cimiteri, che sosti.
|2
3)
tuirono i troppo rono
un vivo
sfruttati
contrasto
cimiteri pagani, e off di
vitalità e di ordine, di
fronte al celere decadimento del culto pagano.
Ingresso del colombario di Livia Nebris.
(Fot. di Sansaini).
Spesso, al disopra delle tombe dei martiri © dei devoti, sorse, nel periodo della pace, un luogo di culto, che, pur rispettando le costruzioni anteriori, dette alla regione un indirizzo nuovo e ne fece uno dei principali centri del cattolicesimo. Così avvenne per citare l'esempio massimo, sul Vaticano, nel luogo dove fu sepolto il primo vicario di Cristo, San Pietro, e dove sorse poi il più gran tempio della cristianità; così avvenne con tradizione pa rallela, al secondo miglio della via Ostiense, dove sulla tomba del dottore delle genti, Paolo da Tarso, martirizzato, secondo la tradizione, colà presso, ad
el monumentale,
aquas Salvias (le Tre Costantino una
degno
del grande apostolo, che
Fontane), fu costruita da
giace sepolto
basilica,
tra î servi
e i liberti di Cesare, ma la cui gloria invade tutto il mondo, fin dove arriva l'aura cristiana, temprata sul freddo marmo che lo ricopre. Giuseppe LuGLI.
rifatta poicompletamente
da Valentiniano, Teodosio ed Onorio. Una parte
del sepolcreto fu allora ricoperta, servendo così da sostruzione al nuovo e il rimanente
edificio,
seguitò a fiorire, così co-
LA RISCOSSA. È il titolo di un bel vo-
me si è detto, fino al se-
sto secolo dopo Cristo, al qual tempo si riferisce la celebre iscrizione di Eusebio, rinvenuta nel pavimento della basilica stessa. La topografia del
lumetto edito dalla Casa
Editrice d'Arte Bestetti e
Tumminelli per cura del Sottosegretariato per briele d'Annunzio.
L'edizione, destinata ad
pletamente rinnovata: il munifico Eusebio restaurò a
sue
spese,
oltre
esser diffusa tra gli ufficiali e le truppe, è fuori
che
buona parte della basi-
commercio, e ilPoeta ha nobilmente rinunziato per
lica, anche l'ingresso alle tombe dei martiri, il portico, i sedili, i tetti, i ba-
questa pubblicazione ai
gni, dando a tutta la re-
gione prossima alla ba-
VOCI
A. Sartorio.
PIAVE.
DEL
LÀ
DI
AL
FRATELLI
NOSTRI
DEI
suoi diritti d'autore. Il volumetto è ornato da belle xilografie di G.
(Dis, dî Ferretti),
Sepoloro ditransizione con loculi e forme.
silica un aspetto sontuoso
LE
la
Stampa e contiene Discorsi e Messaggi di Ga-
sepolcreto fu allora com-
per il recapito al bersagliere FerdiFac-simili di lettere scritte da abitanti delle terre invase e affidate prigionieri a Levico. nando Coldò, di Reggio Calabria, evaso da un campo austriaco di concentrazione di
MARZO? 23 Venerdì, s.Vittoriano m.
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5 Lunedì, s. Eusebio mart.
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« Carissima Luigia. —
miei saluti che per graSifavete la fortuna di ricevere questi ma dando avanti non so come
zia di Dio ora sono. salva tuîta la famiglia e stiamo bene
che î nostri Italiani vengano a liberarci si no finittail DOG andare per noi speriamo avaria il piacere di vederti e poi morire « per raccontare
per noî, solo ‘una volta
tutto il mio pasato »,
La lettera proviene da Menin © porta la data del 26 febbraio 1918.
“CINZANO, OUTH - VINI SPUMANTI VERM
O. - TORINO. F. CINZANO e IEEENÙ A D'ITALI aes PASSIONE SCELTI NEL TEATRO
-_T.|Ii|[|-‘‘ÉI"
LA
VERSI
pi SEM
BENELLI
con prefazione e note di PAOLO Quattro Lire.
ABCARI.
Dirigere vaglia i F.lli Treves, in Milano.
GOMME
© « Carìss mo-Luigi. — Doppa tre mesi di pattimenti oggi ti scrivo questo due misere parolle per méso dun caro soldato presoniero se ai la fortuna di ricevere per ora sono Calma e sto bene ma dando avanti non so come potra andare. «A sì, caro Luigi «sono proprio barbari questa gente» avevi ragione — ti prego se puoi scrivere al mio fidanzato per me a darli l’ultimo mio saluto perchè io mi vedo di Ron più vedere nesuno di voi soldati Italiani. ; «Ti prego se puci.... lo tralascio perchè mi trovo molto avelita ». La lettera non porta nè data nè indicazione del luogo di provenienza.
PIENE
S.P.I.G.A. per
Autocarri
'LE PIÙ ELASTICHE - LE PIÙ ROBUSTE Fabbricate
a MONCALIERI (Torino)
dalla Società Piemontese Industria Gomma e Affini
R. POLA
« C.
NEUMATICI D'imminente pubblicazione:
Gli eredi della successione d'Austria di STEFANO FOURNOL con prefazione di ANDREA TORRE,Bj
L'ILLUSTRAZIONE
IL NEMICO
DELLA “ SIGNORINA »: novella di LINA PORETTO
Nella piccola azienda ove da circa trent'anni due uomin—iilprincipal e e un impiegato — lavora. VAno di
lute, non donna.
da circa
monotonia frigia col frusciare leggero tredellemesisuela gonne, con ‘a tonalità calda della sua voce,
con la luce di giovinezza che le splendeva negli occhi e ‘nel sorriso.
Il ritmo uniforme di vita del signor
Carlini e del ragioniere Fanelli che, conosciutisi. non avevano misurato lo scorrere delancor giovani, tempo curvi sulle pagine dei libroni che riempivan o di cifre, nè ì segni indelebili più dell'inchiostro, che una mano misteriosa incideva intanto sui loro volti, troncato così: il ragioniere si era ammalato era stato d’una di quelle lente bronchiti che, quando si sant'anni, tengono inchiodati a letto hanno sesper mesi. Il principale per qualche giorno aveva tentato di lavorare per due affaticandosi molto e con poco
— Oh! in quanto
— Una brava ragazza, intelligente è seria. — Tu la conosci? — No, mi fu raccomandata da un amico, Te la
mando; la vedi, e decid i: vuoi che facciamo così? Era venuta‘ nel pome gio. Seria senza essere
timida, alta, elegante d' tinto, non per ricchezza d'abiti, un po' pallida, ma come se quel pallore, ffetto di sofferenza
tutto andrà bene come
— Sono, dattilografa, anche, — aggiunse dopo ver asserito di conoscere la contabilità. — Noi siamo un po' antichi, non abbiamo la mac-
china da scrivere, ma ci penseremo. Ora dica le sue pretese, signorina. — Decida lei, io non ho pretese, ho soltanto
pri-
del suo vecchio impiegato amico, daal desiderio dopo si era
gettato
nel
lavoro
con
morale, si fosse sovrapposto
l colorito roseo della sua sana giovinezza.
utile:ci riposerebbe,
Le guancie emaciate del Fanelli si erano, per lo spavento, ravvivate, mentre egli rispondeva cipale: — Faccia come crede meglio, ma al prinspero di allora
delle necessità.
La sera il Carlini, che aveva « assunto rina, era andato, mogio mogio, a trovare»lail signoragio:
maggior lena; ma
apprendendo dal malato che il rincrudire del la sera freddo
gli era tornato dannoso,
niere,
non sto bene neppur io? Ho un dolore acuto qui — e si toccava la schiena, ergendo con sforzo stiusto; più curvo
segno di. » viltà, — Abbastanza bene, signor Carlini, spero zarmi presto.
era spaventato al pensiero che il sacrificio si siprospettava lungo di quanto egli aveva preveduto. — Ma sa, più Fanelli, che
— Come va la salute, amico mio? — Quell’«ami-
co mio»
per l'insolita, gravosa occupazione. Non
avresti fra le tue conoscenze
impiegato che facesse per il caso mio? —
Sì, un uomo
— Allora rivolgiti al Comando Supremo. O resti un riformato? Tanto peggio in quanto a vorsa-
una
affettuosità insolita:
dunque un
d’al-
rire, buono— aveva risposto lato — ma come può far tutto da sè? E il l’amma. suo dolo, re di schiena? Carlini, che non soffriva più, avrebbe voluto dire
un
della tua età.
— Bravo! per unire acciacchi e malanni. Voglio un giovane.
era
— Non si preoccupi per il lavoro, pensi a — Lei è molto
L'indomani se ne lagnò anche con un amico. — Sono molto stanco, mi è impossibile conti-
nuare così
*
hi mi vorresti proporre?
Sono vecchio ». — E. così, Fanelli, siamo vecchi — aveva all'impiegato una sera andando a fargli visita detto — e la Sollabrorazione d'un giovane ci sarebbe tanto
presto;
a paura, propriò no. — E per
dimostrarglielo, il signor Carlini disse all'amico:
profitto, ed era venuto a questa conclusion e: «
ma. — Ed il Carlini, in omaggio
DE STEFANO.
è vero? Non ti resta che prendere una
troppo! E mi consigli un po', Fanelli rebbo utile una. (Stava peo dita o non le parCarlini spalancò bocca e occhi in un «eh»? ronon ne ebbe il coraggio) una... macchina da scritondo rotondo. vere? — Una donna — ripetò l’altro. i Il ragioniere un «eh?» più di — No, caro; io sono antico, lo sai. Le donne mi quello che avevaemise espresso lo stupore rotondo del Carlini piacciono o, meglio, mi piacevano, ma în casa, con quando l'amico gli aveva detto: « Una donna». un lavoruccio tra le mani, 0 per la via, quando la— Faccia come crede. sciano dietro di sè una scia di sorriso e di profumo. Ma il volto del Fanelli tanta desolata Ma Degli uffici le detesto. meraviglia che il Carlini nonrivelava seppe dire il resto. ‘ai paura, vecchio mio?
Vicini, assidui, taciturni, una graziosa figurina donna rompeva
guarire
ITALIANA
la verità, ma pensò che talvolta la menzogna è benefica: nel caso suo poteva servire come « atte — Peggio che mai, caro mio. Siamo vecchi, pur-
nuante ».
L'indomani, all'arrivo della signorina, il Carlini
si turbò
tanto, che per non
atteggiò a burbero. « Se non parere impacciato, si
capisce presto tutto l'andamento, me ne libero. » Egli faceva di questo pensiero una speranza, pentito come era, da quando
non aveva trovato il coraggio di dir tutto ‘al ragioniere. Ma la luce d'intelligenza che splendeva grandi occhi della « signorina » non mentiva; nei ella | intuì e comprese assai presto ‘tutto veva fare per l'ufficio; onde il Carlini neciò fu che dostupito, Fonti sconcertato. Scriveva con chiara calligrafia, ‘orse un po’ fanciullesca, ma tale che un l'avrebbe definita indizio 'd'animo diritto,grafologo ingenuo; e Carlini, il quale non conosceva buono, misteri di quella scienza, osservava con piacere i le belle cifre e le agili lettere che parevano riposare sulla carta le
loro curve, tanto în contrasto con la scrittura sua e con quella del ragioniere, nante l'una come la mano non ferma già tenten: scriVente, nervosa l'altra con le linee un po'dello contorte,
chesiaccavallavano irrequiete, quasi in un tentativo i
fuga.
z
: A tutto ciò pensava Carlini dopo che la « signorina», nell'orario stabilito, se n'era Egli aveva avuto la curiosità di seguirla conandata. nella via, e solo allora si accorse che lo sguardo la iosa figurina, che si perdeva rapida tra vestita di nero. — «Un lutto,» pensò,la folla, era lutto di guerra. » Manon la interrogò « forse un mai. Ela
«signorina» non aveva parole al lavoro; prodigava la sua che fossero estranee
pera assidua e intelligente con tale spontaneità, che la prima diffidenza del Carlini si era lentamente cangiata in affettuosa simpatia. n
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L'ILLUSTRAZIONE
— Caro Fanelli, la signorina è come un polledro, trascina con impeto; noi siamo due poverì ronzini, ci affatichiamo. ; È difficile dire con quanta tristezza Fanelli avesse appreso l'assunzione della nuova impiegata, e con quanta acuta gelosia ne ascoltasse le lodi. Carlini lo rassicurava:
— Fanelli, lei ha torto — rispose quasi duramente il signor Carlini.—Sono ormai tre mesi che quella ragazza è qui,e le assicuro che, avverso come ero io pure, mi sono dato la pena di studiarla: le dico
restauro ». del proprietario », e i giorni seguenti «per poltroncine lo-
che è stimabilissima.
— Io diffido sempre delle donne che sgonnellano per gli uffici. Mia madre, buon’anima, faceva la calza. — Erano altri tempi, mio caro. Ora le nuove necessità della vita sono venute a modificare la sentenza divina: «Tu donna partorirai con gran do-
prendere una donn: —
| leno. Nulla più che il ricordo tenace: c'era in lui la
a dire il Fanelli un giorno che sì sentiva scoppiare per l’acredine contenuta.
piccola a sua buona
lore, tu uomo
Benedetto Dio, lei sa bene che gli uomini
vani sono alle armi.
ITALIANA
troppo morbida per non essere falsata», aveva finito
E poi, un uomo
avanza
la donna fa l’una cosa e l’altra.
— Ma — replicava il Fanelli, più in: istente dell'umore malsano che si era infiltrato nei suoi bron-
umile. Vedendola, se ne persuaderà.
chi — mi dica: ha domandato informazioni ?Chi è? dove abita? Il principale metteva in opera tutta la sua lon-
Quando Fanelli la vide erano trascorsi due mesi. Quella maledetta malattia era proprio figlia del-
l'inverno, e l'aveva tenuto a letto finchè non era giunta la primavera a sanargli i bronchi. Ed era
ganimità, ma qualche volta quella strana cocciutaggine lo indispettiva davvero; e quei momenti di malumore, che non sfuggivano al ragioniere, anzichè consigliarlo a placarsi ravvivavano il rancore di lui. La signorina aveva subito compreso di trovarsi
uscito anche lui, povero vecchio, timidamente, come i passerotti novelli. Ma i passerotti erano nudi e chiacchierinî, mentre lui era intabarrato e taciturno.
Tornato per la prima volta davanti all'ufficio, si soffermò: il cuore gli batteva forte. Debolezza ?
di fronte a un nemico, ma sperava di vincerne l’ay-
Chi sa! « Quasi quasi non salgo, non vado più », pensò: e provava una gran voglia di piangere. Oh! poter essere bambino, per la gioia di scoppiare in singhiozzi! Salì. esclamò
giulivo il
lavorerai....»
resso a poco così Dio, non è vero? Ebbene, oggi
gio-
forti
pretese; la nostra « signorina »è invece modesta e
— Il nostro Fanelli! —
Pare che abbia detto
ceduto infatti a poco
versione con la bontà; aveva
a poco il lavoro ch'egli con le ricerche dello sguardo
eloso reclamaya suo; sì era confinata triste e sieng davanti la macchina da scrivere, costretta
a oziare mentre lui sì affannava în un lavoro gra-
prin-
cipale, movendogli incontro con l'effusione di un vecchio amico, per rendergli meno duro il primo incontro. Una testa bruna, ricciuta, si era voltata, due occhi limpidi guardavano, e nel saluto di presen-
tazione la bocca della signorina, tanto parca di pa-
role, si era schiusa solo a un sorriso, ma pieno di cordialità. Fanelli non l’avvertì, e mentre la « signo-
voso alle sue poche forze di convalescente. Nè ella poteva capire il perchè di quella inimicizia, come Carlini non riconasceva în quel vecchio irascibile Già, non caed aspro il buon compagno di lavoro. aveva una fapivano. «Sciocchi!» Il signor Carlini miglia sua; a quella smorfiosa certo non mancavano adre,
madre e l’amoroso:
almeno
uno.
Ma lui?
‘essuno, nulla, tranne il suo lavoro. Viveva da tren-
rina» faceva ticchettare velocemente la macchina da scrivere, ‘egli guardava i suoi libri aperti, col dolore di chi deve assistere ad una violazione, senza poterla impedire. No, non poteva sopportare quell'intrusa, vederla
t'anni in una camera d'affitto. La padrona di casa già matura
allora,
ed ora
si lasciava
decrepita,
Vedere due volte il mese: nei giorni dei pagamenti. Molti anni addietro egli aveva avuto un amore, ma quella dolcezza era ormai così lontana! Ricordava:
moversi con disinvoltura, ascoltarla mentre ripeteva
in autunno ricco di colori, un giorno di vendemmia, una donna fulva come le foglie malate, la sua com-
con sicurezza al telefono le cose che appartenevano a lui da trent'anni. E con quanta grazia diceva tutto, come se par-
mossa ammirazione. E poi uva e baci, mosto e baci, vino e baci; poi il novembre, le foglie morte, l’amore
sere che civetta una donna che parla con una voce | morto: la solitudine, la bocca amara come per ve-
lasse dî fiori e di piume! « Civetta, sì, non può es-
fedeltà instintiva del cane. Per questo suo innato sentimento egli era andato sempre per oltre vent'anni nello stesso caffè, sedendo al medesimo tavolino. Ma una sera, ebbe la triste sorpresa di trovare la porta chiusa «per la morte E quando il caffeuccio grigio, dalle gore, sbiadite, si era riaperto nuovo,
tante, Fanelli non era entrato; come,
lucido,
invi-
abbandonato
dall’amante, non aveva saputo sostituirla con altre. Là gli restava se_non
non
Così
dentro, da
circa
trent'anni
era
il suo
lavoro.
il primo,
il solo,
opera assidua, signore di quella pace, che, fatta di martellato dalla il silenzio era
dava riposo. Ma ora
macchina da scrivere; una figurina bruna, sgonnellando, frusciava; e c'era uno specchio, e c'erano spesso în un vasetto dei fiori. Tutto ciò lo infasti-
diva fino all’esasperazione. Ma un mattino la «signorina » non yenne, E il un biglietto di pomeriggio il signor Carlini trovò sua famiglia eslei che diceva una persona della ser malata gravemente, e pregava di mandarle în anticipo lo stipendio.
Il Carlini pensò che quello era il momento migliore per tentar di conciliare il dissidio. —
Fanelli, vada lei, la prego. In fondo si tratta
È in lutto, anche: forse lei si accanisce contro una sventurata.
di una buona ragazza, seria, atfiva.
Il ragioniere rispose serio come i servi da com-
media: —
cipale.
lo obbedisco
agli ordini del mio prin-
E andò.
*
Venne ad aprire lei stessa. Fanelli le stava por-
gendo la busta contenente lo stipendio per andarsene, ma la voce di lei, tanto accorata, lo invitò: — Non vada subito, la prego. Poi che ha avuto
la bontà di salire fin quassù, si fermi un momento!
Entrarono
in un salottino
modesto.
La « signo-
‘rina » aveva negli occhi le tracce di lacrime recenti,
ma il volto illuminato da più recente contentezza — Come ho sofferto questa nottel Aveva la febbre a quaranta, si temeva una meningite. E invece
n6, sa. Il medico, che è andato via ora, ci ha' pro-
prio rassicurate.
Sono
tanto contental!
— Ma chi è malato? —
—
Il mio bambino.
Il... suo bambino?
Ma è sposata dunque?
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L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA neo I —— till eiR De No, signor Fanelli. Sono mamma. Ciò mi dan— Che vuoi, caro? neggia nella sua opinione, non è vero? NECROLOGIO. non so — li bamboccio... : nascondere: lo sanno tutti quelli che mi Ma — T'è caduto ieri sera dal letto, s'è rotto; oggi Non mi vergogno; anzi ne sono altera, conoscono. _ Il Sacro Collegio ha perduto uno dei. suoi uno nuovo. Sei contento? Il Fanelli era meravigliato, più per il modo che te Mane comprerò membri, l’eminentissimo Sebastiano Martinelli, caril piccino strillava guardando impaurito il dinale aveva la « signorina » di dire le cose, che prete, titolare di Sant'Agostino e prefetto per il Fanelli: fatto stesso. Molto meravigliato era, della Sacra Congregazione dei Riti. Proveniva dalma non più — È un altro medico, non lo voglio, mi fa male, l’ordine avverso. Eppure, se quella stessa notizia degli Agostiniani: fu lettore di filosofia e l’avesse via, brutto... avuta da un'agenzia di teologia dogmatica; fu relatore in molte cause informazioni, avrebbe esclaFanelli lo accarezzò, e la sua voce, di solito dura, mato vittorioso: « Non gliel’avevo detto, signor | si piegò ad una dolcezza di beatificazione e santificazione; nel 1889 venne nuova dicendo:
stezza senza tremito che è propria dei forti nel lolore: — Una storia oggi comune, ma non volgare, Una
della serenità. Il sole pare più bello dopo l'uragano: vedrà. — Oh! signor Fanelli, io non chiedo che di lavorare e di vivere per il mio bambino! Scendendo, il ragioniere aveva gli occhi umidi. fuori, nella via, un'ardente effusione di luce lo
storia d'amore, di guerra, di morte. .Si alzò, tolse dalla parete un ritratto incorniciato
di nero davanti al
quale pregava un vasetto di fiori,
lo mostrò al Fanelli: un uificiale dei bersaglieri.
fi î
[i È
*
È
Fa
È
serena della fanciulla vedova
sciamente
le parole
presaghe:
del
«Oggi
signor
Carlini,
dell'egoismo, si schiudeva ad una fioritura | di Parigi, di Budapest ed Atene, esercitava ora în pietà, Russia tutta la sua influenza a far entrare comavanti a un negozio di giocattoli, si soffermò, pletamente la Russia dei bolscevichi nella sfera ricordando la voce piagnucolosa del piccolo dagli d'azione diplomatica e militare della Germania. occhi lucidi di febbre: « Il bamboccio ». Entrò. Aveva 46 anni.
ingon- | di
i fatti rovesciano
la
suda nel lavorare, »
E tutte le parole che la giovane ora diceva cer-
— È per un maschietto ? — gli chiesero. — Questi
cavano la via di un cuore ch'essa presentiva non È
quello
Era nato a Sant'Anna
e madre? Ri- | schine
cordava ora
legge divina: oggi la donna dolora nel partorire e
K È
di Lucca il 20 agosto 1848.
quel giorno meno frettoloso del so- | voltelle e, fuggendo, lanciarono nella sala. due che aveva amato e sofferto: vissuto, lito perchè l'esultanza delle cose baciate dal maggio |bombe che per il conte riuscirono mortali. Il Pensava alla sua inquietudine recente: che cos'era |trovava eco dolce commozione del suo animo conte Mirbach, aristocraticissimoe diplomatico di quella meschina sofferenza gelosa di fronte all'’an- |che, dopo nella essere stato torturato dalle pene me- | carriera, passato già per le residenze di Londra, goscia
1
$
Nel conclave del 1903 fu per papa Sarto, e in
del 1914 fu per Benedetto XIV.
_ Il conte Guglielmo di Mirbach-Harft; l'am— Se la guerra non me l'avesse tolto, sarei sua basciatore tedesco che, dopo la pace di Brest Lisposa. salutò. C'era tanto sole nell'alto che certo un rag- |towski, erasi insediato a Pietrogrado,, è stato ivi Fanelli non parlava. Ascoltava. a capo chino. E | gio sarebbe sceso con bontà anche nella vita della | assassi ato, il 7 luglio, locali dell'ambasciata, si sentiva buono, tanto buono, ed era felice della |«signorina». da due sconosciuti che nei spararongli contro le risua bontà. Gli pareva di tornar giovane, ai giorni Fanelli era
|
b
eletto priore generale
—, Fa la nanna, piccolo; io non sono il medico, | nel 1892 lo nominò degli Agostiniani. Leone XIII consultore l Inquisizione; nè ti faccio male. 1896 lo mandò delegato. apostolico agli Stati Congedandosi strinse con effusione la mano della nel Uniti, e lo nominò yescovo di Efeso; poi, cinque « signorina ». sa anni dopo, il 15 spalle 1901, lo pubblicò cardinale, — Coraggio, figliuola! verrà anche per lei l'ora ima egli non prese il cappello che nell’agosto del 1902.
Carlini, che non c’era da fidarsi di quella ragazza ? » La « signorina » intanto continuava, con la tri-
insensibile, inaridito solo dalla lunga mancanza affetti.
Quando
il ragioniere,
allora, vestiti da militare. Vuole il bersagliere?
di
Fanelli rivide il ritratto incorniciato di nero, con — No.
davanti il vasetto dei fiori, e rispose:
dopo essersi alzato, indu-
iava nel congedarsi, la signorina sentì nel loro silenzio, in una parola non detta, l'esprimersi di un desiderio. E gli chiese piano: + — Lo vuol vedere?
Comperò invece un bamboccino nudo e sorridente, e diede al negoziante l'indirizzo della « signorina ».
Lina Poretto DE SrEFANO.
+ Fanelli accennò con un moto del capo: Sì.
Il piccolo riposava vegliato da una signora, la mamma della signorina.
{ — Sta molto meglio, sa, il mio tesoruccio. La voce materna destò il bimbetto che aprì gli
occhi lucidi per la febbre: — Mamma!
Amalia
Guglielminetti
ha scritto per
l'Irusrra-
zione TraLiana un’ampia novella, che incominceremo nel prossimo numero. S'intitola La vita primitiva, e potrebbe quasi dirsi un romanzo breve, non tanto perchè occuperà alcune puntate, quanto perchè, nello svolgersi di un sin-
golare
rso storico...
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INDICE
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I, L’avvenimento al trono di Alessandro IML -\
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DI
Traduzione
- La famiglia imperiale a fanzia di Nicola IL I suoi — IL La gioventù di Nicola IL nell’Estremo Oriente. - La morte
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ANIME DANNATE
di Alessandro IIL —
III
I primi anni
regno di Nicola, - Il matrimonio dell’impe-
ratore. - Nuove influenze. — IV. Hodinka. La politica interna. —
V, Ilmi
Corte russa, -Le reliquie di San Serafino. Qualche predecessore di Rasputin. — VI. La
CORRADO
guerra russo-giapponese, -I prodromi della voluzione. — VIL Gregorio Raspntin —
RICCI
VII.
amascao pi VoLrerra. —
La “neoklystoveina,,
pratiche religiose di Rasputin. -Qualche sma — vittima. -Mitia Koliaba, - Un rapporto dell'’Ocrana, — X. Rasputin ed Eliodoro, —
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TRAGEDIA IN CINQUE
XIIL La guerra e
tedesca alla Corte di Russi:
I tradimenti.
L'assassinio di Rasputin,
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in casa di Rasputii
XII, Le forze occulte. —
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Rasputin sulla famiglia imperiale. — IX Le
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DELL’AUSTRIA,
ELIAS PORTOLI
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