L'Illustrazione Italiana 1918 n.40

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Anno

settimana

XLV®- N. 40.

della Guerra dItalia.

Milano

- 6 ottobre

1918

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176.

SETTIMANA

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ATI

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D’ITALIA

L'ILLUSTRAZIONE Anno EV. - N. 30. - 6 Ottobre 1918, 6

ITALIANA

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Per tutti gli articoli e i disegni è riservata?la proprietà artistica e letteraria, secondo le leggi e i trattati internazionali. ma

Copyright by Fratelli Treves, October Gth, 1918.

Le nostre truppe in Macedonia: Mitragliatrici in azione a quota 1050, sulla linea di partenza dell’avanzata italiana. (Sezione fotocinematografica dell'Esercito).

RARE

E REANO A


L'ILLUSTRAZIONE

272

ITALIANA

DEL GIORNO È uscito il 7.° numero della Rassegna mensile internazionale: ITRELIBRI LIRE. — Fratelli Treves, editori. Prezzo del numero centesimi 60; abbonamento dal 1.° luglio al 31 dicembre:

giuochi. Mi pareva un freddo uomo quand'ero un

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fanciullo; ma quando divenni un uomo io scopersi sotto il lucente candore dei suoi capelli, quasi un fanciullo, tanta era la sua vivace serenità. Sì, bisogna esser uomini ed avere superatoilmezzo del

La Bulgaria e la sua capitolazione. Giuseppe Fraccaroli. La guerra, da mesi ed anni impacciata e pesante

tra reticolati e trincee, si è messa a correre.

Per

poterlo fare, bisognava si svincolasse dalle braccia grosse dei tedeschi. E c'è riuscita!

Evviva!

E non corre solo la guerra: son corsi — indietro i tedeschi, e son corsi - oh come! - i bulgari. Quindici giorni or sono, la Bulgaria era altezzosa e ti-

ranna. Pestava, con i suoi rozzi piedi, terra e gente

serba. Pochi giorni sono bastati a rovesciarla giù. Incapace di resistere all'urto del nemico, si è mostrata

anche incapace

è arresa

subito.

Non

di resistere alla sventura. Si

aveva,

infatti, nessuna idea

alta da difendere, una di quelle idee per le quali si muore. Aveva tentato una guerra brigantesca. Come

tutti i prepotenti coi deboli, si è precipito-

samente inginocchiata davanti al più forte. Non è

cammino, per accorgerci che il mondo è popolato di fanciulli.

Quando ho rivisto Giuseppe Fraccaroli, egli stava già per toccare i sessant'anni; ma si affacciava all'avvenire, come se cominciasse allora a vivere. Non

parlava di tutto il lavoro già compiuto, ma di quello nuovo che stava

facendo, di quello che aveva ar-

chitettato per dopo e di quello che avrebbe architettato più tardi. Oh non

con enfasi, anzi con or-

dine e tranquillità, come uno che ha tanto tempo davanti a sè, e tutte le sue forze fiorenti, Aveva ragione. Il volto sano, roseo tra i capelli e la barba di neve,

gli occhi vispi, pungenti, buonissimi, il gran naso

arguto ed energico, la nervosità frettolosa della persona, la chiarezza argentina o puerile della voce, tutto in lui spirava prontezza, facilità, pensiero

un guerriero vinto che consegna la nobile spada spezzata al vincitore. È un delinquente che molla la refurtiva e si arrende ai reali carabinieri.

Da alcuni mesi una gioia nuova viene a svegliarci ogni mattina. Subito, con la prima luce ci balena davanti agli occhi ancora pigri l'immagine della Germania indebolita, la speranza, la certezza della Germania battuta. Dopo la grave malattia, noi gustiamo ora la gioia leggera della convalescenza. Oggi a me, domani a te! Come rideva la tedescheria

quando la Russia

vere e l'Intesa! Quanti

abbandonava

/Hock/ serosciavano, quante

è bellezza da musei, ma attuale sempre, e viva, e di tutti. Nè attendeva a un’opera sola. Perfezionava la sua traduzione di Pindaro. Volgeva in italiano nuovi

dialoghi di Platone. Preparava quei due superbi volumi di traduzioni dei lirici greci, ricchi di piccole perfette monografie dove l'ampiezza della dottrina e la solidità della critica non tolgono al testo la chiarezza e'l’interesse quasi narrativo. Una di queste opere, o qualche altra che egli meditava, doveva pure attirare anche l'attenzione degli svogliati. Non fu così. Il buon vecchio non si turbava di ciò. Non si chiudeva nella solitudine: rimaneva nella più viva corrente della vita. Riprese l'inse-

garia sarà una pace equa e generosa, diversa dalle paci iugulatrici che la Germania ha imposto ai russi e ai romeni, È bene che sia così; in nome d'una giu-

stizia superiore. Ma, diciamolo tra noi, questa giustizia superiore che ci onoriamo di servire, da uo-

mini rinnovati dalla guerra, fa un poco stizzire la giustizia inferiore che l'uomo vecchio, ancora ran-

nicchiato in noi, si ricorda di avere professato.

gnamento, aggiunse opere ad'opere;

Questi bulgari si sono rivoltati contro i loro benefattori, contro la stessa Russia alla quale dovevano

l'indipendenza; sono entrati in guerra, da merce-

battuti.

La loro vittoria avrebbe

si-

Il gen. FrancHeT D’EspEREY, comandante gli eserciti alleati in Macedonia. (Dall'ZUlustration).

franco e libero. Aveva, în più, una quiete ilare di spirito, e, tra Je tempeste, la sicurezza dei grandi ragionatori, Era un filologo e un filosofo; ma tra le molte cose che egli sapeva c’era anche il suo

nativo dialetto veronese, quello che noi non sap-

piamo

più e che parlavano i vecchi

con

qualche

fitta, significa per ì bulgari la libertà, garantita dalla

aspretta rusticità, tondo, limpido e malizioso e forte

nuova Europa redenta. La giustizia superiore, sulle

come il vino vecchio. In quel dialetto la semplicità del suo cuore brillava, e si rivelava tutta la umanità della sua dottrina, che non ingombrava di densa polvere il suo

prime, assomiglia all'ingiustizia. Ecco una forma novella della bontà e della bellezza della nostra guerra: commette ingiustizie non per opprimere,

ma per beneficare.

*

vedo appena confusamente

‘Giuseppe

Frac-

caroli, com'era tra il settimo e l’ottato lustro della sua vita, rettore del Collegio provinciale a Verona

ima. Non potevo allora saper nulla della sua

vivace dottrina e del suo ingegno ardito. Egli era,

per me, il grave custode del querulo recinto dove si chiudevano i ragazzi che a casa studiano poco. Dalla mia felice libertà lo guardavo

intimidito e lo im-

e mentre af-

frontava con ardente italianità il problema dell’educazione nazionale, si compiaceva anche di collaborare ai giornali, instancabile sempre, più che mai ora, nell'ansia, nel turbine della guerra, che aveva dato nuove vibrazioni ai suoi, nervi, e incitato a nuove attività il suo cervello. Non era più invecchiato. Raggiunti i capelli bianchi, come una concessione puramente formale alla' prepotenza dell'età,

egli s'era conservato, negli ultimi quindici o vent'anni, immutabile, senza aggiungere una ruga al suo viso, senza rallentare il suo breve passo svelto, senza che la persona inquieta gli si irrigidisse, senza

che, sotto la giacca dalle tasche slargate dall’abitudine di riempirle di libri, le spalle gli si curvassero un po' più di quello che è strettamente doveroso per un uomo

che è stato

sulle pagine, al tavolino.

a lungo,

curvo

La grande notorietà non voleva venire? E così conquistata per intuir meglio” la vita di domani. sia. Il lavoro è bello di per sè| E che si fa, senza libri, e senza immaginazioni, quando si è colmi di Gerolamo Rovetta, ridendo tra la nitida barba, lo giorni? Poi c'è il piacere grande di spargere idee chiamava Socrate; e il nostro buon Socrate ci stidi servire la patria e gli studi. Giuseppe Fracmolava con la sua vocetta fragile a discutere, a ragionare, e quanto più il discorso, nel tono, si fa- caroli era voglioso di fare (sempre di più. Certo ceva mansueto e alla mano, tanto più conteneva È portava con sè i suoi fervori e sognava come un di spiritualità; ed era una grandissima gioia sentir giovine, quando un carro lo travolse per le vie di Milano, e uccise quell'uomo contro il quale la vecfiorire calme le idee più originali e più alte, nella cervello, ma

Correndo col pensiero agli anni dolci dell’infan-

o forse

bilmente Ettore Romagnoli, che la bellezza greca non

È certo che la pace che l'Intesa concederà alla Bul-

bestialmente

e volteriano,

ronese, quasi per dimostrare, come dimostrò mira-

le armi.

gnificato la schiavitù per altri popoli; la loro scon-

tratto boccaccesco

Donne al Parlamento di Aristofane, in dialetto ve-

pancie flosce furono bene scosse dalla clamorosa

nefici di quella giustizia che le armi dell’ Intesa hanno fatto trionfare, e contro la quale essi si sono

adorabili la filosofia e la filologia. Fuori dal mondo delle scuole, pochi, ahimè, sapevano chi era Giuseppe Fraccaroli, pochi conoscevano la bellezza della sua mente, la vastità dei suoi studi, l'importanza delle sue opere. Ricordo la sorpresa che provò Eleonora Duse quando lesse l'Zrrazionale nell'arte. Il libro scopriva certo alla nostra grandissima attrice molti segreti del suo genio e della sua ispirazione. Ma quanti in Italia hanno affrontate le molte pagine di quel volume? Gli amici, tuttavia, non si sbigottivano della ingiustizia della fama verso Giuseppe Fraccaroli. Non vi ho detto che egli era un sessantenne giovanissimo? Eravamo dunque certi che il riconoscimento sarebbe venuto. C'era tempo! C'era tempo! Un giorno o l’altro egli avrebbe avuto la sua rivincita, Con un libro di studi critici? o con una vasta e ardita indagine filosofica? o con un romanzo ironico? 0 con una ricostruzione amorosa e calda e precisa del mondo greco? Chi sa! Egli era pronto a tutto. In quegli anni egli aveva abbandonato l'insegnamento di filosofia greca all’Università dî Torino, e aveva ancora da riprenderlo a Pavia. Lavorava tra i suoi libri, animosamente. Pubblicò allora T'/so/e dei ciechi, un romanzo filosofico, come quelli .che amò il Settecento, saporitissimo libro d'idee, con più propriamente veronese, che ci divertì moltissimo, poichè sapevamo l'innocenza onesta di quell’erudito che faceva il birichino. Anche pubblicò le

allegria! Adesso ridiamo noi, noi che non abbiamo disgregato un nemico, anarchizzandolo a pagamento, ma lo abbiamo cercato sui monti e nelle valli, e percosso, e cacciato, e inseguito. In Russia avevano vinto le spie e i corruttori : in Bulgaria hanno vinto

rendere più aspra, più sanguinaria, più lunga la guerra; eppure dalla loro sconfitta trarranno i be-

e pura, si avrà un'idea di quanto in lui fossero

qualche

il suo do-

pa i, per prezzo di terre rubate e di denari, al servizio della ferocia e della iniquità; hanno accoltellato nella schiena la Serbia piccola, alle prese con la grossa Austria brutale; hanno contribuito a

quel ragionamento si immaginino unite la vivacità del discorso conviviale, e un'allegrezza temperata

era vita;

vita di ieri che egli aveva

parlata casalinga dei nostri padri. Chi ha letto l’/rrazionale nell'arte sa di quale potente intuizione

maginavo arido e annoiato. E invece egli era più

psicologica e spirituale fosse capace il fresco filo-

fresco e più irrequieto della mia voglia di strida e di

sofo dalla

barba

bianchissima; e se

alla forza di

[@7CREMA E CIPRIA REGINA

chiaia non poteva nulla. Ci voleva la morte perchè

il suo nome corresse su tutte le bocche, perchè l'Italia, nel punto di perderlo, si accorgesse d'avere un tal figlio. Nobiluomo Vidal.

ERTELLI la peo

x.


L'ILLUSTRAZIONE

LE

ITALIANA

VITTORIOSE OPERAZIONI DEGLI ALLEATI IN MACEDONIA E LA RESA A DISCREZIONE DELLA BULGARIA.

Salmerie

serbe nelle vicinanze di Prilep.

Prigionieri bulgari,


274

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA LE

VITTORIOSE

OPERAZIONI

DEGLI

ALLEATI

IN MACEDONI

n. E CIA "RR mein

È

Panorama di Sòfia, capit

La nuova

Cattedrale

di Sòfia.

La Moschea

Vedute

della città di Sòfia.

Banja-Baschi a Sòfia.


L'ILLUSTRAZIONE LA

RESA

A

DISCREZIONE

DELLA

ITALIANA

275

BULGARIA.

Ì I

È

Aessanpro MALINOFF,

res. dei ministri b ulgaro, che ti € pre

i a Ala

Il lago di Ostrovo.

Le prime batterie bulgare catturate

(Fot. Calzini). (Fo: Cain)

sulla Cerna

cominciano

LUIpaedle SO

È

comandante l'esercito bulgaro, che inviò un parlamentare al generale Pranchet d'Esperey per trattare l'armistizio.

ad affluire a Salonicco.


L'ESPOSIZIONE

NAZIONALE

DI

BELLE

AR

giorno 5 dello scorso Palazzo di Brera l’Accadenf rato con

grande

concorso

zione biennale.

tenzione d dell’Alberti

e il 9/4

del

le discussioni per aver ess i premi Principe Umbe

Sere assegnato.

Il caso nuovo

menta» con mol

ha ecci

i

chi ricorda che in Ame delle deliberazioni e non sl messi d'accordo.

Intanto la frequenz:

Mostr o la belle: trovano modo di manifestar

e ai disagi del momento che non tutte le ricch

vengono disperse almeno

signora

saro Pasini:

7ramonto;

campagna

lombarda

Ace Ai : Nazzareno (medaglia d’oro del Ministero).

(medaglia

d’oro del Ministero).

di esse

in b:


DELL'ACCADEMIA

DI

BRERA

IN

MILANO

remio Principe Umberto). bre nelle monumentali sale del elle Arti di Milano ha i ità e di pubbli

opere che più due delle quali, il N questo premio non potè es-

à del pubblico che comdella Giuri ca ngono chiusi nell ati uscire finchè non si siano

0 alle preoccupazioni confortante di vedere ilate‘în questi anni di g ioni di Ius soddisfazione di un gusto più

d'oro del Ministero).

Lopovico

Cavaceri:

Ottobre.


L'ILLUSTRAZIONE

CLA:SUERRA,, Dai documenti

del Comando

È uscito il 13.° vol. : Dalle rive del Piave ai propugnacoli alpini. rre Lire.

Supremo.

In preparazione il 14.° vol.: La battaglia dall’Astico al Piave. rre Lire.

Le truppe alleate invadono la Bulgai

Mentre la fatalità storica si compie!... jamo,

a quanto

pare,

ad una

svolta, ad una

Su quello che è convenuto di chiamare «il fronte occidentale» gli e: ti dell'Intesa incalzano vitto-

amente i tedeschi ripieganti in disordine dalremo lembo littoraneo del Belgio fino in Al-

a.

epilogo.

La egoistica capitolazione della Bulga

Sette battaglie, nelle quali sono impegnati sette

nelle vicende della alleanza teutonica il della fine. I bulgari hanno a messi come condizioni assolute dall'Intesa, la quale non

ignora tutta la perfidi

prende tutte le sue preca Le truppe alleate continuano,

io, ad

dai

malgi nei territori serbi

avanzarsi

occupati

bulgari: Uskub è già in mano degli alleati.

Ad ovest le truppe alleate sono entrate in Kricevo

hanno ovest

nella

preso

regione

Strumiza Stazione.

*

grande svolta della storia: quasi si direbbe a qualche cosa che sente di tragico

ITALIANA

i

di uomini, si stanno

combattendo

da belgi,

i, americani, portoghesi, australiani, francesi, ni dal Mare del Nord ai margini de confine

svizzero; e contro i tedeschi, peco meno che fuggenti, vi è gloria ed or anche vittoria per tutti. tanto

del generale Plum

‘ato Dixmude che costò age; essi e l’armata

sono divenuti padroni di un

del lago di Ochrida.

A

ad

merita

Stati

costretti

ministro

I prigionieri

i

tanta

parte

nel preparare

accettare Je dimissioni

polo tedesco partecipi più efficacemente di prima a regolare iasorti della patria.

È

pia misura.» Il vice-cancelliere Payer si è messo al lavoro e va cercando în mezzo ai partiti liberali ed ai gruppi parlamentari popolari gli uomini che dovranno condurre il Kaiser a trangugiare il calice

e

doppiamente

bellica

mili-

turco prima

che un nodo essen-

da principio non diede tutta l’attenzione che merita

vano. Oggi la rivincita comincia di ià. Lo sentono a Vienna, dove la capitolazione bulgara ha diffuso lo sgomento: a Vienna sentono che tra poco il cannone

su

quel

a tuonare

sulla

teatro di guerra

sono, credette

di avere

che

Sava

e sul Danubio,

l’Austria,

tre

anni

definitivamente abolito, e

dal quale gli eserciti dell'Intesa non tarderanno

ad avanzare verso il cuore della bicipite monar-

chia. Se per la Germania la pace separata della Bulgaria. segna il principio della fine, per l’Austria è il pericolo tremendo ed immediato. Da quest'al-

tra ‘parte ci siamo noi, e l’ora si avvicina!

ampio saliente sulla Lys che avvolge da nord la regione di Armentières e di Lilla. Essi hanno ripresi a est di Ypres in tre giorni quei bastioni attorno ai

quali gli inglesi durarono lunghi mesi per espugnarli, e poi li riperdettero il marzo scorso; e nella pianura di Roulèrs hanno intaccate profondamente le difese da lungo tempo preparate dai tedeschi come seconda linea. Nella Champagne le truppe

francesi,

proseguendo

il loro vigoroso

attacco, il

1.° ottobre avevano conquistato a destra nella Valle dell'Aisne: Autry, il bosco di Autry e Vaùux-les-

Mouron, a cinque chilometri a nord di Bouconville, Più a nord hanno raggiunto i margini meridionali di Challerange, portando la linea francese a un chilometro a sud di Liry, e sono penetrati nel bosco di Orseuil. Saint-Quentin, che da quando i tedeschi ebbero messo piede în Francia, fu il luogo preferito da Guglielmo II per il suo soggiorno, è

e della

amaro

dell’ umiliazione

sottomissione

all’inter-

no!.... Questa arrendevolezza dei po-

Truppe serbe a un guado del Vardar.

ziale della situazione erano i Balcani, ai quali l'Intesa

ricomincerà

quindi mia volontà che uomini soste-

ai diritti e ai doveri del governo in am-

di rimanere tagliato fuori, dirigendosi a Berlino. Si

verifica ciò che più volte fu detto:

del vecchio can-

nuti dalla fiducia del popolo partecipino

alla fatale alleanza con la Ge

mania, ha lasciato in fretta il territorio

vi». « La sconfitta è alla porta, ed anche “ la giustizia — dice il Journa/ de Genè-

celliere conservatore Hertling è un segnale, diremmo quasi, disfattista!... « Desidero — gridavil Kaiser — che il.po-

forse, vicina a romperla con la stessa Bulgaria, si prepara a domandare anch'essa la pace. Il generalissimo tedesco Liman von Sanders, quello che tarmente la Turchia

quanto la tre-

menda Germania volgono « giorni gra-

vi». Gli stessi giornali tedeschi danno l’allarme: ma ben più eloquente è la parola del Kaiser: il suo rescritto per

paralizzata nei Balcani, in discordia e,

ebbe

fra

in agosto

ve. Sono i serbi in oriente e i belgi in occidente che picchiano i colpi decisi-

bero fatto... quello che hanno fatto! Il sogno tedesco del dominio in Oriente svanisce: la porta, il ponte balcanico si chiudono; la Turchia, batanch'essa

solo

*

Malinoff trat-

respinta

gli altipiani

si contano:

In questi rapidi accenni vi è basta per riconoscere che per

tavano da un pezzo con gli Stati Uni e non a caso il segretario di Stato per gli esteri a Washington, Lansing, fece capire; non è molto, che i bulgari avreb-

in Palestina,

non

e settembre. gli inglesi ne hanno fatti 124000 ed hanno presi 1400 cannoni. Negli ultimi cinque giorni di settembre i francesi fra la Suippe e-l'Argonne né hanno fatto 14000, e si impadronirono di 300 cannoni

gli Imperi centrali si sfascia. Ferdinando di Bulgaria non per nulla è stato soprannominato «la volpe»: egli

tuta

abbandonare

la linea.

essa?

ed il suo primo

ad

l’Aisne e la regione di Reims, ripiegando su tutta

Non pare dubbio che l'intervento bul-

e per ciò la lega con

intaccata

Vesle, Il Chemin des Dames è stato preso con

gran valore dagli italiani mentre i tedeschi sono

garo accanto agli Imperi centrali non fu veramente voluto dal popolo bulgaro, ma imposto da Ferdinando. Oggi prevale in “Bulgaria la volontà delle correnti popolari,

Hindenburg è ormai

e la

3

Sofia è

stata riunita la Sobranje, alla quale ssaggio reale ha annunziato — Bulgaria non cerca che una La

La famosa linea di

in più punti: l'avanzata francese prosegue fra l'Aisne

dei laghi ed

Struga in Albania,

pace onorevole.

stato occupato il 1.° ottobre dai francesi mentre i tedeschi fuggivano dopo avervi appiccato il fuoco.

tenti alle correnti

popolari

è sempre

un grave sintomo patologico.

Ferdi-

nando di Bulgaria ha appena ieri l’altro graziati gli stambulovisti e î capi del partito dei contadini che erano stati arrestati e condannati come «intesisti ». In Austria si affaticano, con un senso di soffocamento alla gola, ad escogitare combinazioni costituzionali che acquetino

i popoli. L'Austria è sempre stata maestra all’interno e all’estero nel manipolare intrighi. Ma la Germania, la grande Germania di Bismarck, dove

non vi era, non vi doveva, non vi poteva essere che

una volontà — quella dell'Imperatore —, di fronte alla quale il Parlamento stesso non contava nulla, dove va a finire? Bismarck: proclamò: « noi tedeschi non temiamo nessuno al mondo, oltre Dio ». È venuto il momento

in cui i tedeschi devono

temere qualcuno nel mondo, oltre a Dio, che, evidentemente,

non è più con

loro!...

TVvTTE-LE-OPERA= ZIONI:DI:BANCA


LA

GRANDE

OFFENSIVA

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

DEGLI

FRONTE

ALLEATI

SUL

OCCIDENTALE:

IN FIANDRA.

Come venne trovata la città di Dixmude, riconquistata dalle truppe/belghe e inglesi al comando di Re Alberto, Fotografia presa da un aeroplano belga.


LA

GRANDE

OFFENSIVA

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

DEGLI

FRONTE

ALLEATI

SUL

Come le truppe alleate nella loro vittoriosa

(Dall’/Z/ustration).

Truppe tedesche

davanti

alla Cattedrale.

Il palazzo e la torre della Borsa.

SAINT-QUENTIN, RICONQUISTATA IL 1° OTTOBRE.

A

A

IN FRANCIA.

La città di Saint-Quentin fotografata da un pallone prima d'èlla guerra.

avanzata trovano i luoghi ritolti ai tedeschi.

La chiesa di San Martino.

OCCIDENTALE:

|

da

"a eduatet

è

"

Mt, ;


N piccolo fatto leggendario è avvenuto giorni sono — e pare già lontano, quasi

eternato — nel mondo; un piccolo fatto leggendario che la cronaca

della guer-

4

ra ha colto e consegnatà: alla sua maggior sorella, la storia, come il più tangibile simbolo di pratica e d’ideale supremazia espressa sinora da tutta

l’Intesa.

Sua apostolica Maestà Carlo I, tra l'uno e l'altro inutile viaggio, tra una desolata ispezione all’impassibile fronte del Piave ed un umiliante convegno al Quartiere Supremo di Guglielmo II, che stava allora per apprestarsi a seguire l’arretramento delle linee tedesche, ha giusto avuto il tempo di affacciarsi con occhi attoniti alle finestre dell'infausto castello di Schoenbrunn per veder passare e ripassare trionfalmente nell'atmosfera.della sua stessa metropoli, quasi ram-

pare sul cuore stesso del suo malvivo

pero, una

im-

frotta di leoni alati, prole vivente

dell’araldico leone di San Marco. Non era un incubo favoloso dell'erede di Francesco

Giuseppe.

tore di martiri

Non

era

sogno

evoca-

veneti risorti ed assuntì su

dalle Alpi, su dall’Adriatico. precisa, prossima e terribile,

Era una realtà condotta augu-

ralmente da un Poeta. E l’ancor novello imperatore deve averne, nel corpo e nell'anima, tremato.

Volavano i potenti e veloci messaggeri della «Serenissima » sul paesaggio impassibilmente civettuolo dei dintorni di Vienna, sulle case e sulle ville che avevano veduto un secolo prima l’ingresso trionfale di Napoleone, volavano non seminando la strage, ma diffondendo il mònito della nostra libertà e del nostro coraggio, il presagio convincente della nostra forza e della nostra vittoria. Il gesto superbamente latino che non fu compiuto invano di fronte ad Alleati e neutri oltrecchè ad avversari, acquista valore anche più grande per noi in quanto è tale sintesi di ansie, di sforzi, di successi individuali e nazionali, che veramente pare vi abbiano concorso i più felici elementi della Patria e della razza. Araldo dell'iniziativa: Gabriele d'Annunzio, che l'aveva ideata, propugnata fin dall’ottobre 1915, che ne accese e mantenne ardente il fascino, che non ristette di fronte a molteplici e sempre nuove difficoltà preparandosi alla grande

audacia attraverso allenamenti pericolosi e faticosissimi, che neanche si sfiduciò dopo la ritirata di Caporetto che allontanava la meta di circa 400 km. di percorso. Tornando, nell’ottobre 1915, da un volo sul

Parve che la natura volesse sugli inizi contrastare gli uomi; pioggie continue ritardarono per lunghi mesi l’avanzamento delle

costruzioni

imperversando

sino alla fine di

maggio. Ma l’ardore e l’ardire degli uomini prevalsero,

Prima ancora che le officine fossero ultimate, sotto pochi metri di tettoia pochi uomini, poche forze materiali e pochi mezzi, ma una volontà accesa, avevano completato due è tre campioni di S.V.A., su uno dei quali il 19 marzo 1917 Mario Stoppani, allora appena reduce dal fronte, eseguiva a Grosseto i primi voli. La ideazione dell'apparecchio S.V. A, risale all'Ufficio Tecnico della Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare, sotto la guida sa piente dei signori, allora maggiori, Savoia e Verduzio, che dell'ufficio stesso erano i capi e che all’apparecchio lasciarono il loro nome nelle iniziali S.V. L'apparecchio era stato ideato per un determinato motore e studiato

sulla scorta degli elementi teorici rappresen-

tanti quanto di più scientificamente completo

si era sino allora ottenuto nella scienza bambina dell’aviazione.

L’ing. Brezzi, intuendo che un tale appa-

recchio avrebbe rappresentato un eccezionale progresso nell’aviazione militare, insistette perchè gli fosse consentito di tradurlo nel

campo costruttivo.

castello di Trento aveva scritto: Dorec ad metam: Vienna! ed il suo apparecchio era allora il decano degli aeroplani, il «Farman», e ancora non esistevano iCantieri Aeronautici Ansaldo dai quali doveva, due anni più tardi, uscire lo S.V.A., il bellissimo apparecchio, il più veloce di tutti, il solo che potesse realizzare il lunghissimo volo. Ansaldo è ormai un nome fatidico. I due fratelli che lo impersonano sono tale espressione di vigore, di intraprendenza, di genialità, che aggiungendo ai loro colossali impianti il nuovo ramo dell'aviazione non potevano a meno di affermarvi l'impronta delle loro qualità eccezionali. L’ing. Giuseppe Brezzi, chiamato dalla loro fiducia a dar vita alla nuovissima industria, ebbe dai comm. Pio e Mario Perrone larga assistenza di mezzi e di incitamenti e sentì che il suo entusiasmo e la. sua fede trovavano in essi profonda, spontanea, magnifica rispondenza.

in un lembo di spiaggia ligure piccole ville e orti e frutteti, nel gennaio del 1917 sorse il primo Cantiere Aeronautico Ansaldo.

dove Comm. Pio PerRONE, ‘Presidente della-S, A. I. Gio; Ansaldo & C.

erano

Comm.

Mario

PerRONE,

Amministr. delegato della S. A. I. Gio, Ansaldo & C.


282

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Aeroplano Ansaldo in volo. Già nel

gennaio

1917

egli

vedeva

chiara-

mente l’impiego avvenire dell'apparecchio nuovissimo quando non ne erano per anco complete le prime ossature, e scriveva al direttore tecnico dell’aviazione: « Quest'apparecchio mi sembra destinato a dare grandi risultati nelle ricognizioni lontane e specialmente nel bombardamento a grande raggio d'azione. » Eseguite le modificazioni ed i perfezionamenti consigliati dalle prime esperienze di Grosseto, lo S.V.A., nell'agosto 1917, si affer-

salve di buone batterie nemiche, in: pattuglia

compatta e salda come la loro volontà, raggiunsero Innsbruck, distesa quasi incosciente nella tranquillità meridiana, e dopo aver bombardato la stazione ferroviaria e gli impianti militari, scesi a bassissima quota, sotto i 300 metri, con un’audacia che ha dell’inverosimile, mitragliarono convogli e depositi. Mentre questa gesta compieva la prima

StLLCORMDMAIZI

audacissima Sezione di S.V.A., un gruppo di aviatori veneti si era unito a formare la « Serenissima »,

mava con un superbo volo Torino-Udine e ritorno senza scalo, compiendo cioè in sole cinque ore circa 1100 km. A pochi giorni di

distanza da questo raid del pilota Stoppani, il maggiore Lombard compieva il raid Malpensa-Foggia-Bologna, nonostante condizioni atmosferiche avverse, cioè km. 1450 senza scalo in ore 6 e 50 minuti. Ben presto lo S.V.A. diveniva schiera sempre più numerosa e impazientemente attesa nel mondo aviatorio. Al tipo iniziale si erano apportate modifiche e si era anche creato il tipo idrovolante. AI primo Canti Terdit hora se ne erano aggiunti altri vicini e lontani. I fratelli Perrone, con quella antiveggenza che ha loro permesso di assicurarè nei momenti più difficili le armi indispensabili alla nostra guerra

ONRIIAATA

Ing. Giuserre Br direttore generale dei Cantieri i Aeronautici Ansaldo.

sulla terra e sul mare, compresa la necessità dello sviluppo che doveva necessariamente raggiungere la nuovissima arma del cielo, non esitarono a far sorgere, con non lievi sacrifici, un Cantiere di montaggio, con campo di collaudo a... ... mentre progettavano

fronte affermando

un Cantiere

nente Orsini ed il sergente Arrigoni, ai quali

per idrovolanti

a . . . . ed ini-

ziavano i grandi Cantieri con campo di aviazione a Torino.

Intanto lo S.V.A. faceva le prime prove al le sue eccezionali

qualità

di volo e di indipendenza. Arditi piloti compievano raids che hanno del fantastico. Il 21 febbraio 1918 l'allora tenente Palli col tesi era unito il capitano Palma di Cesnola, passate le linee sull’altipiano di Asiago tra le

Il tenente Aldo, Finzi ne fu l'ideatore e il primo animatore. Il capitano Masprono, veronese, ne assunse il comando. Gli apparecchi, preparati tutti con ogni cura nel Cantiere di < , portavano i/ segno sempre fausto del Leone dipinto sui fianchi delle fusoliere da battaglia. Le imprese compiute dalla « Serenissima » ormai più non si contano. Per citarne qualcuna, basta ricordare la superba ricognizione eseguita dai tenenti Locatelli e Ferrarin, che sì spinsero sino al coyo dei dirigibili nemici sul lago di Costanza; quella del tenente Locatelli, che da solo andò ad ostentare in larghe spirali il tricolore fin sulla lontana Zagabria; nè si deve dimenticare il raid meraviglioso compiuto dal capitano Palli, pure da solo, attraverso l'Adriatico, l'Albania, il Montenegro; oltre 300 chilometri sul nemico e 300 chilometri sul mare! Mentre queste magnifiche gesta compiva lo S.V.A. sino allora monoposto, nei Cantieri Ansaldo si preparava la trasformazione in biposto. Non mancò il successo. L’apparecchio riuscì per velocità e doti di volo non inferiore al monoposto.

= Il capitano

Bourlot

ne

rivelò

al fronte


L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

(ala, surnaniwvo

A vit

poi A Velo, allun |

AA

E

mai n storni UM ma sara. AA il e m

UR rudi ulsgia » ln

Mok,

DM MA 698 cl

Gabriele d'Annunzio scrive all'ing. Brezzi della morte del cap. Bourlot.

le qualità magnifiche che già avevano lasciato attoniti i piloti di un grande campo d'aviazione quando avevano veduto giungere il primo apparecchio,

co fato gli negò la gloria dell'impresa sognata. Il Poeta ne fu veramente afflitto. « Non so dirle — scriveva all’ing. Brezzi — il mio

che recando a bordo l’ar-

dolore per la cruda morte del capitano Bour-

Quest'apparecchio, progettato per la rico-

stri seggiolini ed Ella, disegnava intorno ai

dito costruttore, compiva le più impressionanti

lot. Si ricorda? Il nostro destino pareva già legato, quando

acrobazie.

gnizione, non possedeva che l'indipendenza oraria normale. Ma Gabriele :d’ Annunzio, intuendo veramente prossima l'ora in cui avrebbe realizzato il suo sogno, chiamava l'ing. Brezzi in

eravamo

miei fianchi la « sedia di noi due dubitava tardi, chini sopra la rotta perigliosa. « Andai a vederlo,

suo soccorso, scrivendo: « Il capitano Bourlot

tutt'e due

su i no-

incendiaria ». Nessuno dell'impresa. E, più carta,. divoravamo la a ......,

la mattina

dopo. Andai a portargli la‘ mia anima ed i

pensa che l'ing. Brezzi — ingegnere di molti

miei fiori.

«Per la prima volta scorsi, nella. sua ma-

ingegni — possa in pochi giornì compiere il prodigio, e trasformando le ali, dare all’apparecchio una più lunga potenza di volo.

schera straziata, il rilievo della: sua ‘energia. Era diventato più maschio.

sono

simulavano

«In vita, la sua bontà e la sua modestia dis-

«Di questo volevo parlarle. Le mie sorti nelle Sue mani sapienti.

« Mi sembra impossibile, che una squadra

italiana vada su Vienna senza di me che sono il primo proponitore e preparatore dell’im-

presa.

«La mia

preparazione

rimonta all'ottobre 1915. mi

e proposta

un tanto dolore. «Le sarò grato in perpetuo. » L’ing. Brezzi sognava l'impresa di Vienna con entusiasmo almeno pari a quello del Poeta, per il qua

p

3

! tenenti colonnelli Savosa e Verpuzio.

zione al ritorno

dalla « lieta audacia », fu il

|

Il raîd su Vienna è gesta di ieri, e, mentre

|

‘ebbe

a

capitano Natal Palli da Casale.

i nostri cuori ne sono accesi ancora d’entusiasmo, gli instancabili eroi hanno già dato altre mirabili prove della loro arditezza e della loro abnegazione, e ad altre più grandi ancora si preparano, in silenzio, e con’ féedè immuta-

sul Castello

bile, per una Patria libera

di Schoenbrunn.

Pilota doveva essere il capitano Bour-

lot. Ma il suo tragi-

portentoso » come

3

le improvvisò — è la parola — l apparecchio che doveva

portarlo

sarà il mio com-

pagno? » Il «compagno

chiamarlo, dedicandogli la carta di naviga-

formale

« Veda quel che si può fare per risparmiar-

la sua potenza.

«Evora? Che fard? Chi

La traccia della via eroica del volo su Vienna.

e

restaurata,

nei confini segnatile dalla natura e dalla

storia.

sue

!


284

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Ten. ‘en. GiuLio Orsini.

IV} 04,

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3

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DEL

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AERONAUTICO

ANSALDO

N


288

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

Per il volo della « Serenissima » su Vienna.

(Composiz.

di A, De Carolis).


Pa}

NOIZVAL

WVNVITYL

IL voro su Vienna.

- Lo « Sva»

biposto del comandante

D'Annunzio

e capitano Palli, fotografato

dal tenente

Locatelli dal proprio apparecchio.


L'ILLUSTRAZIONE

Cantiere aeronautico Ansaldo

ITALIANA

N.° 1: Prova statica di un apparecchio,


sasatposny 0183e]u0w1 Su|eS

auo1ze1042] Ried 13299E3S

<

< < ci [Sd m v E n < N

ite affop 2uoIzeI0Ar]


202

L'ILLUSTRAZIONE

ITALIANA

mi

Uno «Sva » pronto per il volo.

Idrovolante Ansaldo.


L'ILLUSTRAZIONE UOMINI

E

COSE

DEL

Apparecchio nemico abbattuto in"mare coi piloti a bordo. (Fot. Uff. spec. della Marina).

LTALIANA GIORNO.

AI campo sportivo degli arditi. Le reclute del 1900. (Sez. fotocinemat. dell'Esercito).

L'on. Orlando decora con la medaglia ad. dei carabinieri Martino Veduti.

Venezia, 20 settembre. — La premiazione d'un comandante che ha affondato un sommergibile nemico.

La posa della prima pietra del nuovo sana-

torio della Croce Rossa a Quasso al Monte.

per la colazione offerta dal Lord Mayor. L’arrivo alla Mansion Housesaluta i carabinieri al loro passaggio. Una immensa folla La

sanpa

DEI

RR.

CaragsiniErI

I carabinieri fanno guardia d'onore alla solenne commemorazione funebre nella Cattedrale Cattolica di’ Westminster, Iratiani

A

LonpRrAa,


RENE

294

EIA

L'ILLUSTRAZIONE

COESTATO

DI

MINAS

ITALIANA

GERAES

Fra gli Stati della Confederazione Brasiliana, quello di Minas Geraes è il più favorito dalla natura. Difficilmente degli europei possono immaginare un paese più incantevole e più ricco per doti di origine. Lo Stato di Minas Geraes, infatti, è il più fertile, ed appunto per questo il più popolato. Forti correnti emigratorie si sono qui dirette trovandovi presto un non comune agio. Agricoltura e pastorizia sono in fiore. La grande fertilità del terreno offre il più largo compenso alla mano d’opera. E la pastorizia assicura del pari un reddito non comune. Carni boviné e ovine si esportano in grande quan-_ tità. Fauna e flora sono rigogliosissime. Le risorse del suolo potranno anche meglio

dente quadriennio fu segretario dell'interno dello Stato di Minas e che siede dal 1914 al posto di presidente, continuò instancabilmente

il lavoro iniziato durante il periodo della sua carica a ministro dell'interno, talchè si può

dire che in otto anni il dottor Delfin Moreira è riuscito ad organizzare alla perfezione tutti i dicasteri dello Stato, opera meravigliosa e in tutto degna di essere segnalata. Alla sua attività, alla sua rettitudine, alla sua probità mai smentita, alla sua saggezza d'uomo di governo deve la sua rapida e brillante carriera politica. Dopo la buona amministrazione del

sfruttarsi per l'avvenire, quando le doti naturali del paese saranno apprezzate al giusto grado. Ma, oltre che dalla enorme produzione animale e dalla fertilità del terreno, lo Stato di Minas Geraes ricava buona parte delle sue

ricchezze

colonnello Bueno Bandao, il dottor Delfim Moreira ebbe modo di esplicare le sue belle doti; e come deputato federale (1910-1914) e

dalle miniere. Suolo e sottosuolo

come Presidente (1914-1918) lo Stato di Minas gli deve un sincero tributo di riconoscenza. Per il quadriennio 1918-1922 venne eletto — massimo compenso della sua opera! — vicepresidente della Repubblica ed assumerà la carica assieme al presidente dottor Rodrigues

sono così parimenti redditizì :fortunato, invidiabile Paese!... Qualcuno ha creduto di ribattezzare lo Stato di Minas col nome.... parecchio lusinghiero di: « Il Paese dell'oro». Miniere d'oro di cospicua rinomanza sono infatti quelle di Villa Nova de Lima, di Pas-

Dottor DeLrim Moreira, da Costa Ribeiro,

sagem, de Marianna e di Faria. Oltre a quelle

Presidente dello Stato di Minas Geraes.

d’oro vi sono poi — pure cospicue — miniere

di manganese che di per sè potrebbero assicurare la floridezza economica d'un paese. L'acqua non fa certo difetto a Minas Geraes e ne assicura il rigogliosissimo grado di fertilità. Pregevoli sorgenti di acque minerali, saluberrime, sono apprezzate non solo dalla popolazione indigena, ma costituiscono un non lieve reddito di esportazione. I centri

abitati dello Sta-

(BRASILE) nasio. Presso la scuola di Agricoltura prosperano alcuni gruppi coloniali e si distinguono molti italiani che acquistano in breve i necessari rudimenti per iniziarsi alla agricoltura e cogliere quei meravigliosi frutti che il ferace suolo di Minas può dare. Il dottor Delfim Moreira, che nel prece-

Agosto.

continente può invidiare a qualche Stato del

Brasile l'ordinamento delle sue scuole. Lo Stato di Minas possiede in Ouro Preto una floridissima Università dalla quale sortono laureati provetti, ingegneri e tecnici; in essa una particolare e importante sezione è dedicata alla Mineralogia. Direttore di questo

to hanno il privilegio d'una ubicazione riden-

Alves il 15 novembre p. v. Egli potrà così rendere altri segnalati servigi al Paese. Lo Stato di Minas ha un’invidiabile floridità”economica e finanziaria. Vi fioriscono il «Banco Ipotecario di Minas», il « Banco Credito Real di Minas» ed altri potenti istituti finanziarii. Dovremmo parlare anche dell’ottima organizzazione del servizio di Polizia, e di altre ottime prerogative che fanno dello Stato di Minas un paese modernis-

simo ed all'avanguardia dei tempi. Senonchè un altro eminente e

7)

tissima e saluberrima. Città quali Ca-

combe. .Perchè nello Stato di Minas Geraes — il più popolato del Brasile — vivono ora oltre trecento mila italia-

xambù, Lombary, Cambuquira posseggono tutti

i requisiti e le comodità delle città moderne: vie ampie, piazze grandiose, palazzi doviziosissimi. Chi giunge per la prima volta nello Stato di Minas: Geraes è subito favorevolmente impressionato; la dolcezza del clima, la fertilità del terreno, le ricchezze naturali del paese costituiscono delle attrattive non -comuni.

ni. Questi nostri laboriosi e probi

connazionali sono proprietarî di terreni, agricoltori, commercianti, artieri, industriali. Molti di essi hanno realizzato in breve una cospicua for-

tuna.

I proprietari di

fazendas, nostri connazionali, nello Stato di Mi-

nas sono numerosi; si fanno a-

In tutti gli Sta-

ti della Confederazione Brasiliana una cifra rilevantissima è devoluta per le spese dell’istruzione pubblica. Da ciò è facile dedurre quale avvenire sia riservato a questi fortunati paesi, cui madre natura pare abbia voluto prodigare ogni dono ed ogni risorsa. Vasti, enormi fabbricati, inondati

di luce e

di sole, con ampie aule e spaziose palestre sono dedicati alla gioyentù che può e deve istruirsi. E certo, più d’un paese del vecchio

Scuola normale modello, di Capital. primario istituto è il dottore comm. Y. C. Costa Sena che fu Commissario Generale del Brasile all'Esposizione

Internazionale di To-

rino del 1911 e che in tale qualità riscosse così unanime

plebiscito

di lodi, di consensi

e di attestazioni di stima, Sono altresì da menzionare le fiorentissime Scuole di Medicina, la Scuola pratica di Agricoltura, la libera

Facoltà di Diritto, il Gin-

F. OINZANO e C. - TORINO.

Par, LOT

aree

scendere a parecchie centinaia. Attendibili notizie sulle lusinghiere condizioni degli italiani qui si desumono dalle relazioni stese dai singoli segretarî al Presidente dello Stato e segnatamente da quelle presentate dall’emerito dottor Delfim Moreira. Fra le città più moderne e ridenti è quella di Bello Horizonte, che conta poco più di venti anni di vita e che è assurta ad un'importanza eccezionale

e per

le sue floride industrie e per l'intenso traffico commerciale. Zingaro.

PNEUSHUTCHINSON FERNET-BRANCA

“CINZA NO, | | - VINI SPUMANTI

VERMOUTH

\graditissimo compito ci in-

dai

FRATELLI BRANCA »- MILANO

Amaro

LI

ian

LE

tonico boy

i

Corroborante

ii

— a Binestivo

ati

di PRESE]


L ILLUSTRA

ZIONE

ITALIANA

CHE MALINCONIA

+ novella di EZIO CAMUNCOLI.

Si giunge) lassù attraverso una soffitta ingombi

di smorte anticaglie, di rifiuti sfiniti dalle necessità soddisfatte, di vecchie cose che altra volta conobbero la giovinezza del salotto, del tinello, della ca-

mera nuziale e la gioia di essere adoperate. Quegli antichi e tetri oggetti, accavallati nella promiscuità della vecchiaia come resti da servire ad a

cendere un falò di rimembranze, giacciono supini,

di sghembo, seduti, sdraiati, stanchi, quasi morti,

quasi corrosi dal tarlo e dalla nostalgia.

Sull’altana fiorisce l'oleandro sanguigno tra il bo-

schetto delle sue foglie acute; spunta tra i mattoni,

a stento,.come dopo la malattia il colore sopra le

spesso vicino a casa (per la Maria o perlamoglie? sembra tanto giovane, la moglie!) e il quale, talora, a meditarci nella solitudine, gli avvelenò. il sangue, ma ingiustamente, perchè essa lo aspettava (non è vero che lo aspettava?) pensando a lui durante la notte nello stesso momento forse della sua

guardia sulle altane di Venezia, quando la noia gli

cacciava în capo i brutti pensieri. Ma ora tutto è

finito, nevvero, Rosetta? Dammi un bacio, Rosetta, e andiamo... non ti pare che sia tardi? andiamo a

letto, Rosettina...— —

Per l'aria

Ahimè, come

Buona

piani pallidi, leggermente càrnei, leggermente bian-

tina, in ogni modo, e gridiamo, quand'è ato turno, gridiamo anche noi: « Per l’a.... l’arial...» Olà; ma che voce è questa?

chi, accoccolata in atteggiamenti che contengono e offrono; una fantasia discinta e malata di co-

abbracciata

al cuore; lo aspetterà

lore, di pigrizia, di ritornelli antichi che sì cantavano

adagio, prendendo

che sì prova essendo inerti, senza scomodarsi, cercare, volere; distraendosi al volo di un passero, al

salto d'un insetto, al deviare d’un pensiero; che si gode non pensando a esso — non pensando a nulla: ‘enezial

E gli alit, salendo dalla pietra ‘oppressa di li-

Vie: abbracci, sfiorano la città amata

in beatitu-

ine, nergalanteria come i vecchi baci, per amore come la prima o l'ultima donna.

+ Ten. gen. barone ULRICO ArcueLBuRO.

tura, e

lo spirito originalissimo.

Arruolatosi

lontario nel 1843 entrò nel corpo dei bersaglieri formato dal 1836, e vi percorse quasi tutta la carriera, distinguendosi nel’49 a Novara dove rimase ferito guadagnandovi la prima,medaglia di bronzo

al valore. In Crimea nel ’55 divulgò con la facile brillante parola e con l'esempio costante la! fede nella resistenza quando il colera flagellava il corpo di spedizione. Nel 1859 un audace attacco alla baionetta contro i trinceramenti austriaci di là dalla Sesia gli valse la seconda medaglia di bronzo al valore; per la condotta eroica quale capitano della 27° compagnia bersaglieri a Faleso venne insiguito della Croce di cavaliere dell'Ordine militare

di Savoja; per lo zelo e valore spiegato nella repressione del brigantaggio si ebbe la Croce di ca-

valiere dell'Ordine Mauriziano; ed in uno scontro con una banda di briganti nel bosco di Tremolito nel 1863 guadagnò la terza medaglia di bronzo al valor militare. Nel 1866, a Custoza, comandava il

17° battaglione bersaglieri. Quando il generale di entrare in azione, il maggiore di Aichelburg eseguì l'ordine di passare il Mincio a nell decise

Mozambano.

che

con

Giunto

sull’altra sponda

gli austriaci avanzavano

e accortosi

cautamente nascosti

levidente intenzione di distruggere il ponte,

fermò i suoi bersaglieri, ordinò loro di togliere la copertina di tela cerata al cappello (come era uso, allora, soltanto nei giorni festivi) e con fiera voce

disse: «Ragazzi, oggi è giorno' di festa

per noi;

andiamo a vittoria!» D'un balzo il 17° battaione bersaglieri attaccò il 36° battaglione kazserjéiger distruggendolo e facendo prigionieri 300 suerstiti. AI maggiore di Aichelburg venne decretata fa medaglia d'argento al valore. Fu comandante del 26° reggimento fanteria,e lasciò il servizio at-

tivo quale generale comandante la brigata Puglie.

-_ Notissimo fra i numismatici italiani era Ortensio Vitalini, nativo di Camerino, nelle cui vi: cinanze, nel Castello di Aiello, è morto sul finire di settembre, poco più che settantenne, Fondò

notturno, accompagnandosi con un boato nell’at-

mosfera, Stiibami dol: il cielo altissimo riflettei riverberi di quegli strani falò che la guerra ac-

la

Piave e che giungono sin’ quassù,

sopra le frivole altane di un tempo; a siaotiarare la guardia dei territoriali. In basso tra i marmi lividi, guizzano, suì dorso doc impenetrabile e tortuosa come un’ insi dia, delle strie liquide, fosforescenti, inafferrabili,

qua e là, dove meno si cercano, quando non si prevedono, con certe tinte che non s' immaginava potessero stemperarsi anche nell'acqua. I razzi di trincea si scaraventano nel cielo, lo forano, vi esplo-

dono come un fiore, boccheggiano, si spargono inaffiando, con un’aspergine sparpagliata, con rica-

denze di palmizio, delle zone lontane. I canali ne raccolgono i fremiti dispersi e li trasportano sopra le loro groppe galleggianti, tra le case che dormono in tranquillità, sbriciolandoli nei risucchi

delle curve; affogandoli

sotto l'occhio attonito dei

ponti suì quali, a quell'ora, non passa più nessuno, e continuano spenti, i pigri canali, la passeggiata

notturna che la marea riporta al mare silenzioso, anch'esso, in queste notti di oppressione.

Talora

ignoti rumori squarciano la calura, ga-

loppano attraverso le distanze, chi sa mai verso dove, tacciono, poi si perdono brontolando la loro accidia estiva in certi luoghi che ci sembra di conoscere e che intravvediamo forse dietro uno scop-

io scheggioso di

granata o tra una nuvola o in

asso, lungo le meditazioni di una fondamenta. La guerra sonnecchia borbottando tratto tratto

qualche parolone di 75, qualche pettegolezzo di mitragliatrice, qualche galanteria di sArapre/! che s’incurva, come il cicisbeo nel recitare un antico madrigale a una dama che non esiste più. L’altana

sovrasta e da essa si vede, ma non si

pensa a nulla. Neppure al contrasto di Venezia addormentata e abbandonata come una favorita sazia; e il fuoco che oltre gli orli della Laguna cerca la carne raccoccolata dietro altri fuochi, dietro uguali

per quasi mezzo secolo il principale negoziante di

esplosioni che si frantumano, balestrano e si configgono — vomere dell'odio — nella matrice della terra depredata.

nomata raccolta del marchese Marignoli. Era padre

grido e l’altro, se mai, pensano a una casa lontana, a una moglie che desiderano, ora, come la

trenta anni sono un ben fatto Giorra/e

di numi-

smatica e sfragistica; a Roma dove si stabilì fu medaglie e monete; ebbe la fiducia del Re attuale, e gli fece da intermediario per l'acquisto della ri-

Ma l’altana sostiene i territoriali, ed essi, tra un

del tanto rimpianto pittore Francesco, amico ‘di

sposa di vent'anni prima, e che attende (attende, non è vero?) colui che è in zona di guerra e che forse... ma no! che certo tornerà, un bel giorno,

Milano, la madre, signora Augusta Morichi vedova Albertini, di 74 anni. Donna di altissime qua-

perchè un po’ diguerra l’ha fatta anche lui, e vorrà

Segantini, perito anni sono sulle Alpi. — Al senatore dottor Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, è morta sabato, 29, qui in

gli ha strozzata la gola,

un singhiozzo; chitlo ‘negaèSotto le armi si torlezze, e sull’altana poi, come si fa a non intenerirsi ?Già, s'impara anche a piangere, a quarannano a imparare tuttefle cose, le virtù e le debo-

t'anni, con le ugole arse di ta bacao e di grappini che si bevono spesso, di nascosto, lassù, vicino, alle

stelle che proprioora incominciano a forare l’arco del firmamento

Le tenebre si fanno turchine,

ma{nondimeno più

oscure di certi riverberi rosseggianti che sgorgano

di rifugio. In linea lo sbocciare delle costellazioni

Durante le notti illuni le foglie lanceolate degli oleandri sentono scorrere sopra il loro cupo verde dei brividi di lontane fiammate; i glicine arrossiscono come di vergogna, ipadiglioni d’ellera sembrano, di tempo in tempo, cupole di rame. Brani di vampe squarciano in distanza l’atro mantello

cende lungo

Sì, proprio; un nodo che

dalle penombre [dellagcittà,' sottostante, nei luoghi

*

vo-

ancora Roset-

*

fiato, con la gola ribaltata,

l'occhio distratto, il cuore lontano, i sensi tiepidi, stando sdraiati senza niente in testa... Un piacere

Si è spento în questi giorni a Torino (dove era

territoriali!

È la mezz'ora. Esraggio; strappiamo la tenerezza

ati alla loro efimera vita rampicante, esi gode, lassù, una visione distesa a terrazze, deposta a

nato nel 1827) il tenente generale barone Ulrico di Aichelburg, notissimo nell’esercito per le sue lorosissime azioni in tutte le campagne della nostra indipendenza dal’48 al’66, e per la bella col-

guardia !...

galoppa la fantasia de

guance, la timidezza virginea dei glicine aggrap-

non distrae le raffiche stracche, itregolari, qua:

seccate di quell’inutile abbaiare notturno, cui corrisponde un fantastico ejiperbolico coro di raganelle, cibo prelibato degli uomini della Piave Vecchia.

Negli acquitrini, nelle barene che a mezzanotte affiorano

lasciando

all’asciutto i loro

di gracidatrici [scalmanate e

verdi eserciti

imperterrite; nei ca-

nali, lungo glirargini, sulle rive degli scoli quasi aridi, tra le erbe, alte, quelle [spensierate fanfibie, come prese dalla ‘frenesia di sfiatarsi, enunciano il loro gracidìo che nei momenti di, perfetta calma

raggiunge l'orecchio dei;territoriali all’erta”sotto i padiglioni d’ellera.

Ma în basso, quasi a picco, da una finestra che dà in una corte stretta, alta, soffocata,al quarto o quinto piano, si vede una luce. Le luci sono proibite dai ‘bandi e “la [prima volta i contravventori incorrono in multa. E per i territoriali di guardia

la consegna non transige, Bisogna ingiungere l’oscuramento, laggiù. Ma chi ’sono? che; fanno in

uella camerina ?a quell'ora? Ah!.. un vecchio

che canta la ninna nannafa un marmocchio) deposto dentro una zana di vimini, molto sconquassata,

molto

madre, anch'essa, col suo:grembo anticoe

cigolante sui cardini; di legno. Ma come; non'c' è una donna in quella casa? proprio non c'è? Eil vecchio sarà capace di addomesticare quei vagiti insistenti

e che fanno male

alicuore? È il latte?

Avrà del latte? Ah, sì; sembra di sì. Glielo porge dentro una bottiglia con un cannello di, gomma. Il marmocchio succhia con voluttà; è già voluttuoso,

il birbante; ma piange

ancora.

È molto caparbio.

— Che vuole, dunque? Sicuro, vorrà una mamma, un capezzolo vero, duro e rosso come una ciliegia, vorrà udire una cantilena piena: di vecchia

tonia, di

mono-

parole tutte uguali, che l’addormenti. (Tra

anchera casa sua siandrà a cercare la culla poco in soffitta... l'ultima culla, l'ultima culla della Ro-

setta... che glielo ha scritto...) Ilvecchio scuote anche lui, sì, la zana; ma le

sue ‘mani tremano e sembra che sudi, perchè si deterge la fronte e il viso; o forse piange, coi suoi occhi

che di lassù non si possono vedere. Sente caldo. Tuttavia le persiane bisogna tenerle chiuse: è l'ordine.

D'altronde,

finestra soffocata

chi può

nella gola

accorgersi di una

di quel

non il territoriale dalla sua altana che vuol dire? L'ordine è così.

cortiletto, se .

a picco ?Ma

Il[marmocchio non’ piange più, e tra i petali

delle sue labbra socchiuse c'è rimasto il cannello di gomma con delle stille di latte, che non sarà stato tanto buono come quello della mamma, la

quale, dove sarà? perchè non viene? Perchè lo lasciano solo, quel vecchio, a dondolare un fanciullino che non capisce nulla ancora? Ora dorme

di

sicuro. E quasi calvo, è senza riccioli, senza nastri,

subito da mangiare e un boccale di quello galan-

senza cuffia izzo. Come si fa a essere così? (Il suo sì che li avrà, i nastri, la cuffietta, i capezzoli veri e duri della sua mamma Rosettina.

lità, rimasta vedova con otto figli, sette dei quali viventi, riuscì a crescerli degni della conseguita fortuna. Î funerali di lei furono, martedì, espressione

tiaerea,

di tenenti mafiosi, di caporali cafoni, di

che il vecchio non si decide ad abbandonare, per-

rancio cattivo, ma con un'aria che vuol dire: «Beh,

è passata; non pensiamoci più!»; che vorrà saper

chè forse non

è sempre desti e tra poco;sì dormirà una volta per

viva parola

tutto, e, sempre

mai abba-

tutte.... Vicino si vede un canapè col ramo d'ulivo

a proposito — quel tale che ronzava un po’ troppo

Nondimeno bisogna gridare lo stesso anche a lui:

di largo rimpianto; e l’IuLustrazione manda una di condoglianza

al senatore Albertini

Ed ‘ai suoi fratelli e collaboratori cap. dott. Antonio e ten. dott. Alberto,

ancora,

con

quel passo

tuomo, e parlerà

rimodernato, tracotante,

di bombardamenti, di guardia anscontento, non

saprà

stanza; e Gigi e Pippo e la Maria, e quel tale —

verino, come dorme dentro la culla sgangherata avrà sonno, lui, a

qpell’età in cui si

benedetto. Il vecchio sula — o piange: chi lo sa?


L'ILLUSTRAZIONE

296 « Spegnere la luce!» È l'ordine. Anche se il lumi-

IL

cino non si vede che da quell’altana, e non dà molestia a nessuno, e non è da dubitarsi faccia dei segnali... segnali a chi? un vecchio e un bambis6lo!che si è addormentato? persa Ma, giusto, ora come si fa? Gridando, il marmocchio si sveglia e saranno— da capo — vagiti, lacrime, latte che non è buono come l'altro della mamma. — (Rosettina.... abbiti riguardo, non t'indebolire; un parto alla tua età, Rosetta, a quarant'anni...) — Allora? Che si fa? Se il sergente se ne accorge? Se qualche commilitone farà la spia? Se la ronda... — Beh, mi schiaffino pure in prigione; (m’aspetti, Rosettina, vero che mi aspetti?...) là, io non grido nulla

ITALIANA

TEATRO

GRECO.

Un libro che onora i nostri buoni studi ed è un documento nobilissimo ed evidente della superiorità

della cultura latina sulla teutonica, è quello recen-

tissimo di Ettore Romagnoli: // teatro

greco (Tre-

ves, L. 5). Non sai, infatti, in questo libro se più ammirare, oltre il dominio assoluto gran si-

gnore che l'autore dimostra della lingua greca ar-

caica, la vasta erudizione classica che gli permette

di costruire sintesi verosimili e geniali non soltanto su testi paralleli, ma ben anco su lacune aperte

nei vetustissimi vestigi dell’arte greca, oppure il

profondo intuito col quale il Romagnoli sa leggere nelle opere d’arte e cogliere la più intima e ripo-

ati isnia Alora

oppure la signorilità di

una parola misurata ed espressiva di ogni sfuma-

Ezio CAmuncoLI.

tura di pensiero. Opera di erudito senza Ja pedan-

teria barbarica, e insieme jopera di artistapersoDottore ALFREDO

nalissimo. La&trattazione è divisa in due

BALENA

Euripide; la seconda dei commediografi, Epicarmo, \ La prima parte si apre con un capitolo sulle ori-

Medico chirurgo,“laureato in Rio de Janeiro.

Nel 1907 ottenneil premio di viaggio dal Mini-

Aristofane, Menandro.

stero dell’Interno,"ed in Ita-

lia fece pratica ‘nelle principali cliniche.

parti: ia prima di-

scorre, per monografie, dei tragici: Eschilo, Sofocle,

monianza di Aristotile, e viene svolta con dimostrazione persuasiva; e si conchiude con un capitolo sul dramma

zione della

satiresco, che apre la via alla tratta-

seconda parte intorno alla commedia

greca, delle cui origini discorre a parte nel capitolo d'introduzione. Di ciascun trageda o commediografo il Romagnoli ricerca i caratteri distintivi, la personalità artistica, diremmo

noi, lumeggiandola con citazioni sobrie e dimostrative. Èprecisamente in questo la-

voro, che più ammiriamo le doti veramente sovrane

di erudito e di critico artistico dell'autore, tanto più notevoli, in quanto sono esercitate su documenti di remotissima antichità; i quali, per essere compresi e fissati nel loro valore artistico, richie-

dono una veduta larga che abbraccia un mondo

tuale, e un acume ben saldo per sorprendere nelle

forme dell’arte antica la bellezza eterna. Un'altra lode non vogliamo tacere al Romagnoli; ed è lo studio posto di non urtare od offendere la sensibilità morale

odierna, trattando, per necessità

di coltura, di opere d’arte ispirate e penetrate dalla

immoralità spesso grossolana del costume pagano. (L'Italia).

gini-della tragedia, align il Romagnoli espone

ES

una

Nel 1911 venne nominato

sua

dottrina

che

attinge

autorità

per

molti rispetti diverso, opposto, direi quasi ,all'at-

dalla testi-

professore di clinica medica nella

Facoltà

di me-

GOMME

S.P.I.G.A.

Venne scelto padrino nella Facoltà di Medicina per i laureandi del 1918.

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Baldini è.lo scrittore che si è fatto notaro negli nt due anni per i stoi canstici articoli articoli dalfronte sull'IlustrazioneItalia ina,interessando perla a freschezza dello impressioni e per le personalissim: quali eo L'elgno antevolumeinedizione aldina,

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