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2. Tra i lettori e noi: Buon viso a buona intenzione ... .... ................ ... ........................ . »
A. MECOZZT - Scritti scelti - Voi. Il (1945-1970)
tenderebbe ad essere troppo compassata, di riscaldare (non incendiare) gli animi da queste pagine che per il restante contenuto potrebbero sembrare troppo fredde.Naturalmente non consentiremo a stmnpare polemiche personalistiche. Inoltre in nessun caso prenderemo partito per la tesi d'alcuno dei discutitori; la Rivista non vuole avere idee proprie; spetta ai collaboratori di manifestar le loro.
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TRA I LETTORI E NOI BUON VISO A BUONA INTENZIONE
Si può essere di qualungue idea, specie quando le idee sono giustificabilmente confuse come al giorno d'oggi, ma non si può disconoscere la nobiltà di non sforzo inteso a contribuire all'opera di salvataggio del patrimonio scientifico e spirituale dell'ala italiana, non per nuovi fatui sbandieramenti, che perpetuerebbero la nefasta politica del fumo, ma perché dalla indistruttibile storia dell'aeronautica nostra si possa attingere quel tanto d'incoraggiamento e di necessario ardore per esser «presenti», con quella fortuna che ci sarà consentita, ma sempre con dignità e con ben fondata fierezza, scevra di millanterie e di lamentazioni, nell'agone dottrinale e costruttivo ove si dà convegno il mondo civile in marcia verso la realizzazione del progresso.
Ad un programma simile mirerebbe - a quel che ci vien detto - la risorta Rivista Aeronautica, programma ad ampio orizzonte, del quale abbiamo potuto prender fugace visione. Le intenzioni sono buone e particolarmente lusinghiero e promettente è l'affidamento che si vuol fare su una più vasta cerchia di lettori e di collaboratori che non siano i soliti e purtroppo decimati aviatori di mestiere.
Da vecchi «mestieranti» abbiamo ascoltato con vivo interesse, e vorremmo dire con commozione, l'appello lanciato agli uomini di buona volontà e vogliamo anche noi sperare che essi non mancheranno di rispondere onorevolmente alle oneste aspettative. Del resto, dopo tutto quello che è accaduto e che si sta verificando in tema di costruzioni, di ordinamenti, di tecnica della navigazione, di telecomunicazioni, di armamento e d'impiego nelle loro molteplici e anche nuovissime forme e di tutto lo scibile aeronautico, dopo che la tanto discussa arma aerea ha fatto sentire in maniera non vogliamo dire del tutto nobile e soddisfacente ma indubbiamente rimarchevole la sua tremenda efficacia e le sue possibilità, non sarebbe giusto - per il solo fatto che le nostre forze armate sono travolte in un caos che il tempo, forse più efficacemente del sollecito giudizio degli uomini, si prenderà briga di analizzare - non sarebbe giusto, ripetiamo, rimanersene inoperosi e schivi di tecniche e storiche acquisizioni, chiudendo così, men che a zero, in fallimento anche la nostra cultura!
Che la Storia non ammaestri è opinione soltanto dei refrattari ai suoi ammaestramenti. Questa è verità sacrosanta! E per ammaestramento noi non intendiamo la mortificazione e l'annullamento dello spirito nell'avversa fortuna. Questo è «abbacchiamento»! Noi intendiamo per ammaestramento l'assimilazione, attraverso una indagine appassionata, intelligente ed imparziale, e vorremmo dire spregiudicata, degli elemen'r'i regolatori di una nuova disciplina del pensiero e dell'azione che dovrà garantirci che non ricadremo negli errori commessi, pur facendo tesoro dei principi convalidatn dalla pratica esperienza. Ammaestramento è vita nuova, non perdita di vitalità.
In uno dei più accorati allarmi di molti anni addietro contro lo scetticismo polemico proveniente da un paese allora ed oggi amico, che poi pagò a caro prezzo la sua impreparazione, scetticismo che null'altro sapeva scorgere nel nostro impegno aviatorio che fantasie e salti nel buio, è scolpita guesta frase: <<Se la Storia, la grande giustiziera, non fosse così lenta nel decretare le condanne ed acciuffasse i colpevoli prima del loro trapasso, quanto maggiormente i responsabili della preparazione temerebbero il suo giudizio!,> E ancora: «Dare ad intendere a milioni di uomini che possono vivere tranquilli perché il terrore proveniente dall'alto è un semplice spauracchio e che i patti internazionali e lo spirito umanitario impediranno il bombardamento dei centri abitati, significa tradire il popolo e non avere la più pallida idea della tragica situazione in cui una nazione viene a trovarsi dall'istante della dichiarazione di guerra e non sentire la enorme responsabilità della impreparazione ad una lotta che si ha il dovere di ritenere assai probabile. Il giorno della resa dei conti non può mancare ed allora i colpevoli di questa impreparazione, se ancora in vita, si eclisseranno,. i sentimentali e gli orbi si morderanno i pugni dall'impotenza, nella disperazione di non aver provveduto».
Ma noi, che pensammo e scrivemmo in quel modo, non vogliamo fare i «beccamorti» sulle sciagure passate! Anche in questo vogliamo augurarci che la Rivista assuma un carattere di originalità. Eh, sì! I dolori sono senza dubbio tremendi e spaventevoli; ma oggi si piange troppo e troppa gente si pavoneggia,
Parte J - fl primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (1945-1953)
purtroppo confusamente e spesso senza competenza, nella presunzione di saper additare i responsabili, col comico risultato che molti colpevoli veri e profittatori di mestiere li vediamo, almeno fino ad oggi, sgattaiolare furtivamente con indosso il ricciuto vello dell'innocente agnellino, e taluno, tra i più sfacciati, anche col proprio pelosissimo manro ripulito alla presunzione di verginità nuove. E, nel frattempo, tutti fanno a gara a pungersi a vicenda, mal dissimulando la inconfessabile intenzione di farsi sgabello della bara altrui. È ora di domandarsi quando finirà questo giuoco dei quattro cantoni e quand'è che ci accorgeremo che la insolente schermaglia, selvaggia deformazione di una malcompresa libertà, sprizza marcio e ammorba l'aria sino a renderla insopportabile, sì che il pestifero lezzo ci rimane addosso un po' a tutti; e chi ci osserva e ci ascolta e ci deve purtroppo giudicare è ben lieto di aver quel tanto di appiglio per classificarci tra le carogne. ·
Non tocca a noi raccomandarlo, ma dalla Rivista, se dev'essere davvero la nostra palestra, vogliamo esigerlo. E invero ce l'ha promesso. Libertà di pensiero e di giudizio quanta se ne vuole, ma calma, serenità, compostezza e rispetto nella collaborazione, diversamente anche la nostra collaborazione diviene un pretesto per dar sfogo a livori personali. Anche in questo noi desideriamo che la Rivista Aeronautica prenda un carattere di piacevole originalità. Come dico, quesro ci è stato promesso e noi vogliamo credere alle buone intenzioni.
Altro punto cardinale di orientamento è il seguente. Dalle polemiche profuse nel passato nelle pubblicazioni periodiche militari, specie dell'ultimo decennio, per quanto sostenute da persone di indubbia intelligenza e spiccata personalità, spesso traspariva il tono di un indirizzo troppo ministeriale, nel senso che ad una polemica tra ufficiali di Forze Armate diverse faceva riscontro quasi sempre un personale dissidio fra i rispettivi Sotto-segretari, e mentre gli argomenti non tutti trascurabili si esaurivano in questa sterile schermaglia, il Ministro, «unico e invulnerabile», cioè non passibile di siluro, non veniva naturalmente mai in urto con sé stesso, il che contribuì in maniera mirabile all'irrigidimentO degli errori. La Rivista Aeronautica, così come oggi risorge, non è promossa dal ministero, non deve quindi rispecchiarne o comunque subirne le direttive, in quanto l'ingerenza degli organi centrali responsabili ne rimane assolutamente estranea. Le Forze Armate, superfluo dirlo, hanno loro uffici competenti preposti aHa risoluzione dei più complessi problemi degli armamenti e dell'impiego, nonché del vasto e importantissimo campo logistico. Scrivendo sulla Rivista, noi desideriamo non urtare la suscettibilità «ufficiale» di chicchessia, né guastarci il nostro buon umore (quello che ci è rimasto) e .la simpatia di alcuno (se ancora la godiamo).
Nei tempi passati, più d'uno si è giocato se non le note caratteristiche (sempre eccellenti per istituzione) certamente la carriera, specialmente nei gradi dell'infausto «valore comparativo». Oggi desideriamo che ci si garantisca il carattere di assoluta indipendenza di una pubblicazione nella quale intendiamo riversare il nostro pensiero e dire le cose come le sentiamo, senza correre l'alea di giocar bene o giocar male. Quello che accettiamo con entusiasmo è la raccomandazione di collaborare con serietà e col maggior rispetto possibile per le idee ed opinioni altrui alla rinascita degli studi e al diffondersi, tra la gioventù specialmente, di quello spirito aviatorio che fi n dai primi albori della nuova scienza ha dato, per virtù di italiani in patria e fuori, prove tangibili e lasciato tracce non dimenticabili.
A queste condizioni noi non soltanto diamo il nostro plauso alla rinascente pubblicazione, ma ci sentiamo di offrire anche la nostra modesta guanto si voglia ma appassionata collaborazione.
E tanto per cominciare, ecco un voto che vuol essere anche un consiglio (sappiamo che anche i consigli sono graditi): Signori della Direzione! Ordinate e classificate gli indici come meglio vi parrà, ma una cosa sarebbe bene cominciaste a stabilire fin dall'inizio ed è l'abbandono del vecchio sistema della precedenza gerarchica. E ..:iò non certamente per spirito di indisciplina, ma per rendere la Rivista meno casermesca possibile. Nelle compostissime polemiche e nella serie degli Ì'nteressanti e liberissimi studi che ci auguriamo di leggere del vastissimo scibile aeronautico, l'opinione del «pezzo grosso» potrà egualmente ricercarsi, senza che ogni numero del simpatico periodico inizi col classico, ponderoso «mattone a grande firma» com'era la Rivista d'un tempo. Il provvedimento riuscirà certamente più gradito ai «piccoli», i cui argomenti potranno anche meritare il primissimo posto tipografico, ed anche più incoraggiante per i «pezzi grossi» del pensiero, che noi riteniamo siano quelli che la Rivista deve ricercare e che non amano davvero l'incensamento e il trionfino.
È un'idea come un'altra anche questa, ma noi non ce ne facciamo una croce: se la si segue, saremo certamente più soddisfatti.