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U N MEDICO OLTRE IL FRON TE
Hic Sunt Barbari Et Italica Fortitudo
Scritto a ven totto anni, non ricordo quando dattilogr afa to, ho rinvenuto questo Diar io nel fondo di una cassetta mi lit are, a sessant'anni.
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Sarebbe sta to necessario un rifacimento generale nella forma e nello stile, ma ho preferito lasciarlo così come lo scrissi giorno per giorno in mezzo ai tormen ti della prigionia, all'ansia d ella libertà per il recluso, e per la Patria!
Poco tempo dopo il mio matrimonio avevo div isato di "metterlo a posto" nelle lunghe serate invernali, ma preferii la dolce co m pagnia della mia cara spos a; poi vennero i sorrisi, il cingue tti o d ei figlioli e il diario finì di nuovo nella cassetta militare!
Come trovasi annotato alla fine di ques to Diario, a liberazione avvenuta1, fui co mandato a d isimpegnare il servizio sanitario in Pordenone e nelle località limitrofe. Avvenne che un giorno il portiere dell'Ospedale civile mi comunicò che, men tre ero fuori della città, il Cav. Enzo Chiaradia di Caneva aveva chiesto di me per essere informato circa il decorso della malattia di un suo conoscente che io avevo in cura. Non m i fu da to di conosce rlo perché ritornò al proprio paese.
Tre a nni dopo, strana combinazione della vita, mi unii in matrimonio con la figlia maggiore del cav. Chiaradia, che a soli 46 anni fu rapita a l mio affetto e a quello dei figlioli, che teneramente amava!
Dopo gli inauditi orrori della seconda guerra mondiale, le infamie senza pari di feroci e disumani belligeran ti nei te rr itori invasi, nei campi di concentramento e di sterminio, il rileggere questo diario mi fa sorridere e dolorosamente pensare!
Le bruta lit à d i allora verso militari e civili nulla sono a confr onto dei misfatti e delle carneficine recentemente comp iute dal fur ore teutonico e da quello slavo !
1 L'a utore allude a lla lib crnzione del territorio italiano occupato dagl i austriaci, e quindi alla propria li berazione dallo sta to di prigioniero.