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Il Lagerspital

Giungo all'ospedale, che è a pochi passi dal 1° reparto, durante un abbondante nevicata. Mi presento al ten. colonnello medico Castoldi, direttore dell'os pedale, già da tempo prigioniero e già comandante deUa no stra sezione di sa nità . Mi assegna alla 6° baracca dell' "Isolier Spital".

Quivi esis t e pure una baracc a alloggio per gli ufficiali ed ho per com p agno di camera il Tenente medico di co mpl emento Giorgio Cevo lotto di Treviso, che g ià da alcunj mesi si trova in questo reparto. Ciò che mi conforta e mi ricrea è la presenza nella camera di un'ottima st ufa metallica che funziona egregiamente e d.i un buon letto.

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Recatomi alla mensa, s ituata in una baracca dell'ospedale, vi trovo una tum ultuosa discussione nella quale era no impegn ati quasi tutti gli ufficiali, 1 sulla trentina circa, all'infuori del Colonnello che, a quanto mi sembrò, ascoltava più o meno attentamente l'argomento che si discuteva. Potei finalmente comprendere che i colleghi avevano deciso di abbandonare il loro servizio per protestare contro il trattamento ch e veniva usato loro e qu e llo disumano verso i nostri soldati prigionieri.

Già da tempo avevano presentato un memoriale al comanda nte del campo il quale, a tutt'o gg i, non si era degnato di ri spondere e ciò aveva maggiormente inasprito gli animi. Le loro rivendicazioni personali si possono ridurre a due, quella cioè d ella sopp ress ion e di un 'inde nnità giornaliera di quattro corone, concessa sopra ttutto per l'assistenza e cura ad infermi affetti morbi contagiosiss imi (nell' Isolier vengono ricoverati ammalati di tifo addominale', tifo petecchiale2 , vaiolo, nonché qualche caso sos petto di colera, oltre a tutte le a ltre malattie infettive) e del divi e to di uscire dal campo senza sc orta come per il recente passato.

Ma a questa loro protesta avevano abbinata quella ancora più e nergica per il trattamento indegno a cui erano sotto po sti i nostri prigionieri, che venivano addirittura abbandonati a sée stessi, alla fame e al freddo.

Appena giunti al Campo vengono loro tolti il cappotto e g li indumenti di lana che possono avere indosso, vengono rivestiti di stracci, e stipati in baracche non riscaldate, con un'unica coperta per coprirsi. Per via di tali co ndizion i ~i vita, il numero degli amma lati era impressionante non meno dei decess i, causati sopra ttutto da malattie dell'apparato respiratorio e di quello gastro-intestinale, né esistevano medicinali pe r poterli curare co nveni entemen te. I so ldat i giungevano in ospedale disfatti, scheletriti, talvolta in s tato preagonico!

Il motivo che aveva questa sera riaccesa la discussione era dovuto ad un incidente avvenuto durante la mattinata. Mentre il tenente Pisa pia stava operando, era entrato improvvisamente un caporale austriaco che aveva costretto un nostro capora le, che cloroformizzava, a seguirlo immediatamente al Comando, senza specificarne il motivo e lasciando in tal modo il chirurgo in serio imbarazzo. Alle rimostranze di questo, l'au s triaco aveva risposto "qui s i comanda noi!".

Dopo una animata e infuocata discussione, finalmente prevalse, a mio parere, il buon senso. Fu stabilito, per non abbandonare ancor più i nostri infelici prigionieri, di desistere dal lasciare l'o spedale, in attesa che il Minis tero austri aco rispondesse al memoriale da tempo inviato.

1 Tifo addominale, o febbre tifoi de: malattia infettiva febbrile da contagio interumano per via oro-fecal e dovuta a Salmo11('/ln typhi, la cui diffusione è favorita da scaden ti condizioni igienico-sa nitarie.

2 Tifo petecchiale, o tifo esantematico: m a lattia in fe ttiva febbrile pro vocata dalla Rickett s in prownzekii, trasmessa da i pidocc hi che pa rassi tano il corpo umano. Affezione conosc iut a e descritta già in epoca antica, fra il 1914 ed il 1918 h1ronospecialmcntecolpitigli eserciti russo e serbo ed i prigionieri in Germania, Austria ed Italia.

A lla mensa ritrovo il capitano di complemento Spanò, del mio reggim ento, unico tra i tanti che io conosca. Da buon siculo filosofeggia e non sembra eccess ivamen te preoccupato della sua si t uazione. Il suo motto, mi dice, è "tira a camp à!" ma, "si camperà in questo campo?", soggi ungo io.

Alle 19 e 30, non senza mia sorpresa, ci rechiamo al concerto dell'orchestra dell'o speda le, eseguito magistralme nte dai nostri soldati sotto la direzione di un a llievo di Toscanini Gli strumenti sono s tati offerti dalla Croce Rossa Americana. È un privilegio che abbiamo soltanto noi medici, e gli ufficiali dei reparti non possono ass is tervi, mentre ad ogni concerto, comp iaciuti, vi sono deg li ufficiali austriaci.

27n Ovembre

La mensa no n pass a a l mattino il caffè s urrogato e sarei rimasto digiuno fino a ll 'ora di pranzo, se Cevolotto non mi avesse offerto una tazza di uso tè e della galletta.

Dal Tenen te Campagna prendo le consegne della baracca N .6 dell'Isolier Spi ta l in cui possono essere accolti 300 ammalati. A ttu almente ve ne sono 160 e la maggior parte dei degenti so no colpiti da malattie infettive (morbillo, disse nteria ed anche due casi di vaiolo), mentre altri sono affetti da polmonite, nefri te, congelamento, e sono sta t i ricoverati qua in quanto non hanno trovato pos to nelle baracche d ell'ospedale . Questo mi fa p ensare che il numero dei ma lati de ve essere impressionante.

Le malattie predominanti sono la polmonite e la nefrite, e purtroppo non ab biamo i necessari medicinali per curarle. Le infermità sono aggravate dallo s tato di denutri z ione - vero sfacelo fisico - in cui si tro vano i nostri so ldati. Il riscaldamen to è irrisorio, gli ammalati sono sprovvisti di maglie di lana ed anche ques ti fa t tori incidono darmosamente su di loro . Campagna mi riferisce che a lcuni soldati guari ti dalla malattia per cui erano stati ricoverati dovettero es sere trattenuti ulteriormente per un s opravvenuto congelamento agli arti inferiori!

Nella b aracca letti in ferro, sgangherati, con pagliericcio, lenzuola ed una unica coperta.

28 NOV E MBR E

Si esce con la sco rta di un solo ufficiale, e ne h o approfittato per recarmi a Rod ingerdorf, a circa 3 chilometri di distanza, dove ho acquis tato un surrogato di tè con fog l ie simili a quelle del rovo, ottenendo un beverone abbastanza gradev ole e oltremodo diuretico. Innumerevoli sono i surrogati: così con la carta so no state confeziona te le fasce e le garze, e sim ilm e nte g li spaghi. Con speciali pro cessi hanno ottenuto abiti maschi li e femminili in cui non esiste alcuna fibra di cotone o di lana e purtroppo molti prigionieri sono rivestiti di ques te stoffe .

Altri surrogati sono caffè, sa pone, dadi per minestra e via dicendo. Non mi è sembrata artefatta la birra, di cui ho bevuto due capaci bicchieri.

29 NOVEMBRE

Telegramma da casa . Passeggiata a Ma ri e -Dreieichen - dove esiste un vecchio santuario - S. Maria deUe tre querci - posto in mezzo ad una s up erba se.Iva e meta di innumerevoli pellegrin aggi . Scrivo una car tolina a casa .

CG, FC2, cartolina che mostra il santuario di S. Maria Drei Eichen.

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