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Il reclutamento
from VERSO CASA
seconda dei casi. Le mostrine23 per i reggimenti di fanteria sono rettangolari di colore unico, o a strisce o a bande orizzontali o verticali: l'89° e 90° rgt ftr l'avevano cremisi con righe bianche ai lati e il 41° e 42° rgt ftr bianche con righe cremisi ai lati. I fregi sul copricapo possono indicare la specialità (lancieri, granatieri, carristi, tipo di scuola ecc.) con al centro il numero del reggimento; i nastrini e distintivi sul petto identificano ferite di guerra, decorazioni, ricordi di azioni particolari (marcia su Addis Abeba ad esempio); gli scudetti sulla manica riguardano specialità tipo radiotelegrafisti, bombardieri o la divisione di appartenenza.
Trascuriamo di scendere nei dettagli (anche perché nel tempo sono cambiati molti particolari) ed accenniamo solo ad alcuni ornamenti speciali: la cravatta rossa24 (divisioni "Re", "Cacciatori delle Alpi", reggimento "Savoia Cavalleria" e, oggi, 157° rgt ftr) e il distintivo a spilla per le divisioni di fanteria "Lupi di Toscana", "Torino" ecc.
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Per gli alpini la numerazione e distinzione era un poco diversa: i battaglioni portavano il nome di un paese o di una valle alpina o di un monte e le mostrine erano per tutti di colore verde (o verde, nere e gialle per artiglieria da montagna). Le nappine25 di diverso colore indicavano il battaglione nell'ambito della divisione e sul cappello al centro del fregio vi era il numero del reggimento.
23 Per le mostrine dell'E.I. e le uniformi in genere, vedere: BELOGI (1978), DEL GIUDICE (1984), FATUTTA (1994a), VIOTTI (1988). 24 BATTILA' (1994). 25 Ovale in panno (per truppa e sottufficiali) in cui viene inserita la penna d'aquila. E' di diverso colore a seconda del battaglione (bianca per il più antico, rossa, verde e se esiste un quarto battaglione, blu). Gli artiglieri da montagna la portano verde con al centro un ovale nero con il numero della batteria, i genieri alpini amaranto, gli ufficiali e i marescialli in metallo (BELOGI 1978, pag. 25).
Suddivisione dei battaglioni del 1° rgt alp durante la Grande Guerra 26:
nappina bianca nappina rossa nappina verde
Ceva Pieve di Teco Mondovì Val Tanaro Valle Arroscia Val Ellero M. Mercantour M. Saccarello M. Clapier
I battaglioni "permanenti" sono i primi tre: da essi nascono gli altri che vengono chiamati "figli", uno "monte" ed uno "valle"; ad esempio al "Pieve di Teco" si affiancano il "Valle Arroscia" ed il "Monte Saccarello", mobilitati dallo stesso centro, con la nappina dello stesso colore e costituiti da elementi che hanno prestato servizio di leva nel battaglione permanente (ecco perché sentiremo spesso dire dai reduci: «...quando ero "permanente"...»).
4a divisione alpina "Cuneense"27
Gli isolesi, nella Seconda Guerra Mondiale, venivano arruolati, per la maggior parte, nel battaglione "Pieve di Teco" del 1° rgt alp o nel 4° rgt art alp della divisione "Cuneense". Vediamo più da vicino la composizione di quest'ultima:
comando divisione; IV btg misto genio; 84a comp. cannoni; 14a comp. cannoni; 201° autoreparto; 63a squadra panettieri; 107a sez. sussistenza; 306a sez. sanità; dal 612° al 617° ospedale da campo; 203° ufficio posta militare. 4° rgt art alp: comando reggimento (78a batteria c.c., 64a batteria c.a., 116a batteria c.a.); gruppo "Mondovì" (10a, 11a, 12a batteria); gruppo "Pinerolo" (7a, 8a , 9a, batteria); gruppo "Val Pò" (72a, 73a batteria); 1° rgt alp: comando reggimento (1° rep. salmerie, 21a sez. salmerie, 1a sez. sanità, 1° nucleo sussist.); battaglione "Pieve di Teco" (2a , 3a, 8a, comp. alp., 102a comp. a.a.); battaglione "Ceva"; battaglione "Mondovì";
26 RASERO (1985) pag. 60 e segg.; FATUTTA (1994c). 27 FALDELLA (1972) vol. 3, appendice n° 1, pag. 1683 e segg. (semplificato).
2° rgt alp: comando reggimento; battaglione "Dronero"; battaglione "Borgo San Dalmazzo"; battaglione "Saluzzo".
Dal punto di vista numerico riportiamo i dati della forza presente al 15 gennaio 1943 sul Don28 per questa divisione: circa 15.500 alpini e sottufficiali e 500 ufficiali in totale; il battaglione "Pieve di Teco" era composto da 37 ufficiali, 69 sottufficiali, 1.372 alpini e 287 quadrupedi; il 1° rgt alp, compresi complementi, sussistenza e sanità aveva 182 ufficiali, 254 sottufficiali, 5.614 alpini e 1.347 quadrupedi.
Al 1° alpini appartenne Giuseppe Salvarezza, busallese, medaglia d'oro, morto in combattimento il 17 dicembre 1944 in Val Borbera, che durante la Resistenza fu comandante di distaccamento partigiano29 .
Ma i giovani del nostro Distretto non finivano solo nel "Pieve di Teco": ad esempio il tenente Angelo Costaguta, pure lui di Busalla, era nella 35a compagnia del battaglione "Susa". Combatté in Albania sul Golico nel febbraio febbraio 1941 e di lui ne parla uno degli intervistati da Nuto Revelli30:
“(...) sono l'attendente del tenente Costaguta che mi vuole bene come un fratello (...) una scheggia colpisce il tenente Costaguta alla testa, e continua a correre (...) Costaguta già ferito da una scheggia alla testa, cade stroncato da una scheggia nella schiena, implora noi alpini perché lo portiamo verso un ospedale, ma non è possibile perché siamo completamente circondati dai greci. Il tenente ha la scheggia proprio accanto al rastrello della schiena, la scheggia è così grande che riesco a toglierla facendo tenaglia con le dita (...)”.
28 CATANOSO (1955) pag. 25. 29 La "Resistenza" nell'Alta Valle Scrivia, (1965); FALDELLA (1972) pag. 2060, vol. 3. 30 REVELLI (1980) pag. 463-465, intervista all'alpino Eugenio Bagnis. Costaguta era del 1913 e gli fu concessa la medaglia di bronzo: "Comandante di plotone durante un'azione contro munitissima posizione avversaria, sprezzante del pericolo, con audacissimo violento attacco di sorpresa, concorreva alla conquista del caposaldo. Ripetutamente ferito non desisteva dalla lotta. Bell'esempio di grande coraggio e di elevato sentimento del dovere.
Sella Radati, fronte greco, 25 aprile 1941". Fu sindaco di Busalla dal 1951 al 1960.